A prima vista

di mizmadaily99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Primo giorno ***
Capitolo 3: *** Stolker ***
Capitolo 4: *** Influenza ***
Capitolo 5: *** Organizzazione delle vacanze estive ***
Capitolo 6: *** L'inizio di una vacanza movimentata ***
Capitolo 7: *** Passeggiata ***
Capitolo 8: *** Piano paventa Minori! ***
Capitolo 9: *** Festival estivo ***
Capitolo 10: *** Preparativi per il festival culturale! ***
Capitolo 11: *** Il festival culturale ***
Capitolo 12: *** Fotografie ***
Capitolo 13: *** Capelli biondi ***
Capitolo 14: *** Giornata un po movimentata ***
Capitolo 15: *** Che casino!! ***
Capitolo 16: *** Rivale? ***
Capitolo 17: *** Scontro ***
Capitolo 18: *** La festa di natale ***
Capitolo 19: *** Dichiarazione ***
Capitolo 20: *** Extra ***
Capitolo 21: *** Preparativi per la gita ***
Capitolo 22: *** Gita ***
Capitolo 23: *** Ritorno dalla gita ***
Capitolo 24: *** San Valentino ***
Capitolo 25: *** Ritorno ***
Capitolo 26: *** Uno sguardo verso il futuro ***
Capitolo 27: *** Seconda telefonata ***
Capitolo 28: *** Incontro fatale (ok...non esageriamo) ***
Capitolo 29: *** Buone notizie ***
Capitolo 30: *** The last chapter ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


CAPITOLO 1 Incontro
Era al secondo anno di scuola superiore. Studiava all’istituto superiore Oashi, nella classe 2c. Quella classe era famosa per la presenza di un ragazzo che aveva la faccia da delinquente, Takasu Riujy, e di una ragazza soprannominata “Tigre palmare”, Aisaka Taiga. L’anno precedente era in classe con Takasu e Kitamura Yusaku, un altro loro compagno, ed erano diventati tutti e tre ottimi amici. All’inizio dell’anno aveva avuto uno scontro con la tigre, l’aveva urtata in corridoio mentre portava alcuni documenti in sala professori, per fortuna era cintura nera di karate e riuscì a fermare il calcio alla Chuck Norris di Aisaka. Da quel giorno la ragazza cominciò a rispettarlo. Non avrebbe avuto problemi se non fosse per il fatto che da tempo era noto come quello “che era più forte della tigre palmare”.
Quella mattina si era alzato presto perché Kitamura lo aveva invitato a fare colazione in un bar dicendogli che doveva presentargli una persona. I folti capelli neri erano, come al solito, impossibili da pettinare, era un pò colpa sua perché aveva la brutta abitudine di passarsi frequentemente una mano fra i capelli. Tentò di sistemarsi i capelli, indossò una maglietta a righe orizzontali blu e verde, un paio di jeans e un paio di comode scarpe da tennis. L’appuntamento era da Jhonni’s alle 9. Una volta arrivato vide Kitamura, i suoi capelli blu erano perfettamente pettinati e gli occhiali rillavano, preciso come al solito, davanti all’ingresso insieme ad una bellissima ragazza con i capelli blu e gli occhi viola. “Buongiorno Kitamura, scusa per il ritardo.” “Ciao Kurosawa, non aspettiamo da molto non ti preoccupare. Lei è Kawashima Ami, una mia amica d’infanzia.” “Disse indicando la ragazza affianco a lui “Piacere di conoscerti, io sono Kurosawa Eisuke.” “Tanto piacere” disse lei con una voce dolce,un po’ troppo dolce a dire il vero. Entrarono, videro Aisaka e Takasu seduti ad un tavolo che li stavano guardando con una rivista in mano “Takasu! Aisaka!” urlò, poi disse, rivolto alla cameriera, “Ci sediamo con loro” Mi misi seduto di fianco a Kitamura, di fronte a Takasu. Dopo le dovute presentazioni ordinarono tutti un caffè. Kawashima notò la rivista sul tavolo, era una sua foto, a quanto aveva capito era una modella e figlia di una famosa attrice. “Ah! In quella foto sono venuta veramente male!” Disse con voce mielosa facendo finta di arrossire e guardando Takasu che balbettò arrossendo  “N-no, s-stai benissimo.” Poi rivolgendosi a Eisuke disse “Vuoi dello zucchero nel caffè?” e glielo versò “Ah scusa!” gli prese la mano“Non preoccuparti.” Non voleva darle corda, c’era qualcosa in quella ragazza che non lo convinceva. “Devo andare in bagno.” Disse Kitamura “Anch’io” lo seguii poco dopo e vidi che si era nascosto dietro i distributori “Che fai qui?”. Poco dopo arrivò anche Takasu “Si può sapere che state facendo qui?” ripetè la mia domanda “Cosa pensate di Ami?” per primo rispose Takasu “è una ragazza dolce, gentile ed innocente.” “Tu Kurosawa?” “Secondo me è l’esatto opposto. Ho la sensazione che non faccia altro che fingere.” “Esatto! Bravo Kurosawa!” “C-cosa?” balbettò Takasu “Osservate”. Kawashima era rimasta sola con Aisaka “Ehi tu!-disse- Vammi a prendere un the freddo.” Nessuna risposta “Mi senti nanetta?” Aisaka alzò lo sguardo per un momento per poi continuare a leggere la rivista “Ehi! Vabbè me lo farò portare dal tuo ragazzo, quel Takasu, ha una faccia da teppista ma non è granchè.” “Non è il mio ragazzo.” “Allora dall’altro, Kurosawa, dubito che sia riuscito a resistere veramente al mio fascino.” “Fa come vuoi.” “Allora chiederò a Kitamura, farebbe qualsiasi cosa per me.” Aisaka si fermò, aveva colpito un punto dolente e se ne accorse. “Non si degnerebbe mai di dare ascolto a te nanet…” non fece in tempo a finire la frase che Aisaka gli mollò uno schiaffo, e Kawashima fece finta di piangere. Kitamura accorse e portò via con se Kawashima. Questa è la mia prima fanfiction e spero che il primo capitolo vi sia piaciuto. Accetto qualsiasi tipo di commento. Buona lettura!

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Capitolo 2
*** Primo giorno ***


CAPITOLO 2 Non potè trattenere il suo stupore quando, la mattina seguente, vide che avevano una nuova compagna di classe, indovinate chi?, ma ovvio!, Kawashima Ami! Vide che Takasu era sbiancato e Aisaka aveva uno sguardo omicida. Durante l’intervallo Kawashima fu circondata da tutta la classe, tranne Aisaka, Kitamura, Takasu e Kurosawa. Kitamura li portò alle macchinette “Perché non ci hai detto che Kawashima si sarebbe trasferita nella nostra classe?!” disse Takasu “Non vi avrebbe mai mostrato la sua vera personalità se avesse saputo che sareste stati compagni di classe. In realtà dovrei chiedervi un favore…siete gli unici oltre a me che conoscono la sua vera personalità e vorrei che cercaste di farle togliere la sua maschera. Trovo che il carattere di Ami sia molto bello.” “Sono d’accordo.” Disse Kurosawa, si accorse di averlo detto ad alta voce e vide che Takasu e Aisaka, che non aveva ancora spiccicato parola, lo guardavano sorpresi. “Proprio quello che mi aspettavo da te Kurosawa! Volevo farti conoscere Ami proprio perché sapevo che l’avresti capita. E anche perché dovresti diventare la sua guardia del corpo.” “C-cosa?!””Non so perché sia tornata, ma la vedo un pò preoccupata e ho sentito che si è presa una pausa dal lavoro. Quindi pensavo che si sarebbe sentita più sicura con una cintura nera come guardia.” “Capisco…ma perché cavolo non lo hai detto prima?!” “Scusa. Comunque ieri lo ho accennato ad Ami ed è stata felicissima all’idea di averti come bodyguard!” Era totalmente basito “C-che?! Perché hai preso questa iniziativa senza consultarmi?!” “Però lo farai vero?” ci pensò, voleva andare a fondo di questa faccenda e scoprire perché Kawashimanera così turbata “Va bene.” “Lo sapevo che avresti accettato! Conto su di voi per far integrare Ami nel gruppo! Ad esempio potreste pranzare insieme. Ora ho una riunione del consiglio studentesco. Ciao.” “Aspetta Kitamura!” “Cosa c’è Takasu?” “Per me non ci sono problemi a stare con Kawashima, ma Taiga non la sopporta.” Kitamura si voltò verso Aisaka “è vero?” lei era arrossita, ma prima che potesse rispondere Kitamura le prese le mani “Ti prego Aisaka fallo per me!” lei, ormai rossa come un pomodoro, annuì “Grazie tante! A dopo.” E se ne andò. Takasu e Kurosawa la osservarono incuriositi “Bhe, che avete da guardare?” sbraitò e andò in classe, ancora perplessi i due ragazzi la seguirono. Presero i loro cestini del pranzo e sistemarono i banchi per mangiare in quattro: Takasu, Kurosawa, Aisaka e Kushieda Minori, la migliore amica di Aisaka, una ragazza con i capelli rosa sempre allegra. Si sedettero e, con grande sorpresa di tutti Aisaka si avvicinò a Kawashima “Ehi bakachi! Pranza con noi!” “Come mi hai chiamata?” “Bakachi. Abai in continuazione e sei sempre in calore, proprio come un cane.” “Ma come ti…” si fermò “Non è carino da parte tua Aisaka, chiamarmi così. E comunque mi sono già accordata con Kihara e Kashii per pranzare insieme.” Fece per alzarsi e uscire dalla classe seguita dalle altre due ragazze, quando Aisaka disse ad alta voce “Che scortesia da parte tua non accettare un entile invito da parte dei tuoi compagni di classe.” Kawashima la fulminò con lo sguardo. Allora intervenne Kashii Nanako, una loro compagna molto carina e di solito silenziosa con i capelli e gli occhi viola, migliore amica di Kihara Maya, anche lei era una loro compagna molto carina con occhi castani e capelli di un castano chiaro, “Non preoccuparti Kawashima, se per loro non è un problema potremmo pranzare tutti insieme?!” Chiese riluttante, Aisaka la guardò “Bha, se ci tenete potete unirvi a noi.” Le tre ragazze con aria non molto entusiasta presero le sedie mentre gli altri avvicinavano un paio di banchi. Fu il pranzo più lungo del mondo! Il silenzio era interrotto solo ad intervalli da Kushieda che scherzava con Aisaka e i due ragazzi e tentava di coinvolgere le altre, ma la tensione era troppo alta. Alla fine delle lezioni si apprestarono tutti a tornare a casa. Fece un pezzo di strada con Takasu e Aisaka. “Sai Taiga non sei stata molto gentile con Kawashima prima.” Esordì Takasu “Che ci posso fare se non la sopporto? Lo faccio solo perché me lo ha chiesto Kitamura. Non sono come voi due che le sbavate dietro solo perché è alta e bella.” “Guarda che anche noi lo facciamo solo per Kitamura. Giusto Kurosawa?” non rispose, stava ripensando a quello che aveva detto prima Kitamura, che cosa poteva preoccupare così tanto Kawashima? E perché dovrebbe aver bisogno di una guardia del corpo? Vide Aisaka che gli sventolava la mano davanti alla sua faccia “Ehi! Ci sei?!” “Scusate. Comunque anch’io lo faccio perché me lo ha chiesto Kitamura, anche perché non mi sembra di avere molta scelta…” “Già, chissà perché Kawashima dovrebbe aver bisogno di una guardia del corpo…” disse Takasu pensieroso “è quello che mi stavo chiedendo anch’io.” “Ma che vi importa? Su bastardino muoviti e pensa a sfamare la tua padrona!” “Si…certo… A proposito, dobbiamo andare a fare la spesa. Vieni con noi Kurosawa? Ho letto che ci sono un sacco d’offerte sulla frutta e sulla carne!” disse entusiasta “No, grazie. Stavolta passo.” “Come vuoi, ciao.” “Ciao.” Poco dopo vide tre ragazze davanti a lui, due stavano agitando la mano in segno di saluto, l’altra, rimasta sola, proseguì. Dopo un po’ vide che la ragazza si guardava intorno agitata, a quel punto si accorse che la ragazza era Kawashima Ami. “Kawashima!” La ragazza fece un salto e si girò, appena lo vide corse verso di lui e gli si attaccò al braccio “M-ma c…” “Aiutami Kurosawa!” Allora lo vide. Un ragazzo con una macchina fotografica era nascosto dietro l’angolo “Ehi Kawashima lo conosci quello?” “Bhe, sai com’è, quando si è una persona famosa si conoscono molte persone…” vide che era un po’ impaurita, a quel punto guardò il ragazzo con uno sguardo omicida, e quello, spaventato fuggì. “Però, non pensavo di essere così spaventoso.” Pensò . “Grazie” “Figurati, stai bene?” “Si, Kitamura aveva ragione. Sei un ottima guardia del corpo.” Disse con un sorriso “Eh?!” “Non che io ne abbia bisogno. Però all’occorrenza…” la sua voce si era fatta un pò troppo mielosa “M-ma c-cosa vorresti dire?” “Scherzavo! Posso venire a casa tua?” rimase a bocca aperta, si conoscevano solo da un giorno cavolo! “Che!?” “Sono ancora un po’ scossa per quello che è successo!” “Allora conoscevi quel ragazzo?” Kawashima ignorò deliberatamente la domanda, stava per dire qualcosa quando… “Onii-chan!” si girò e vide sua sorella che gli correva incontro, erano gemelli ma lei andava in un'altra scuola “Ciao onee-chan!” “Scusa se ti ho interrotto in un momento delicato…” si accorse che Kawashima era ancora attaccata al suo braccio, si allontanarono “N-non è come pensi, è solo una mia compagna di classe!” “Si, si. Comunque io sono Haruka, sua sorella.” Si presentò “Piacere, io sono Kawashima Ami.” “Ah, si! Ti ho visto su qualche rivista! Stavi tornando a casa?” “Si, e ho incontrato per caso tuo fratello.” “Bene! Sarà un piacere tornare a casa tutti insieme! Giusto onii-chan?” “Già.” Spero che la mia storia vi stia piacendo.

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Capitolo 3
*** Stolker ***


CAPITOLO 3 STOLKER - Quel giorno venne coinvolto da Kitamura in un progetto del consiglio studentesco che consisteva nell’andare a raccogliere i rifiuti per tutta la città. Dopo il discorso della presidentessa Kano Sumire si divisero in gruppi, lui andò con Takasu, Aisaka, Kushieda e Kawashima. Aisaka rimase di cattivo umore per tutto il tempo e finì col litigare per l’ennesima volta con Kawashima, a quel punto decisero di dividersi , Aisaka, Kushieda e Takasu a est e lui e Kawashima ad ovest. “Ti stai divertendo Kurosawa?” “Bhe…si, per quanto possa essere divertente.” Rise “Però mi fa piacere stare con te.” Disse sorridendo e facendolo arrossire “Andiamo da quella parte” si diressero verso il fiume. Kawashima inciampò “Che schifo! Mi sono sporcata tutte le scarpe!” urlò dimenticandosi momentaneamente della sua presenza. A peggiorare la situazione ci pensò una rana che ebbe la cattiva idea di saltare su Kawashima “Ah!” “Calmati Kawashima.” Disse Kurosawa tentando di prendere la rana e ricevendo un calcio nello stomaco da Kawashima che per poco non lo fece cadere per terra. Acchiappò la rana e la gettò nel fiume “Stupida rana e stupidi rifiuti!” urlò Kawashima rialzandosi “Tutta colpa di Kitamura e di quell’idiota di Kushieda…” si bloccò di colpo accorgendosi di non essere sola “Cioè…ehm…che brutta caduta, non mi piacciono le rane.” Disse con la sua solita voce mielosa cercando di calmarsi “Sta cominciando a piovere. Cerchiamo un riparo o ci bagneremo tutti.” “Puoi anche smetterla.” “Cosa? Che intendi?” “Smettila di indossare questa maschera,conosco la tua vera personalità già da quando ci siamo incontrati la prima volta.” “Ma di cosa stai parlando?” chiese allarmata, non fece in tempo a risponderle che la vide impallidire e correre via “Ehi!”. Le corse dietro e la vide poco dopo accucciata dietro ad alcune biciclette sotto ad un riparo di legno. “Non c’era bisogno di correre via così. E, se era un riparo quello che cercavi, bastava dirlo.” “Shh!” lo afferrò per una manica e lo costrinse ad accucciarsi affianco a lei “Che succede?” fu a quel punto che lo vide, lo stesso ragazzo di un paio di giorni fa era sotto un ponte guardandosi in giro con la sua macchina fotografica “Ma quello è il ragazzo dell’altro giorno.” “Vedi…quello in realtà è uno stolker.” “Cosa?” Kawashima stava tremando “è a causa sua se sono stata costretta a cambiare città e a prendermi una pausa dal lavoro, ho anche cominciato ad ingozzarmi di dolciumi ma lui ha continuato a seguirmi.” Sembrava disperata, per un attimo fu tentato di abbracciarla, ma il suo istinto fu fermato dal gruppo di Aisaka che scendeva le scale “Uff! Ma dove si saranno cacciati?” “Mi era sembrato di vederli correre da questa parte.” “Probabilmente saranno a cercare un riparo, cosa che dovremmo fare anche noi!” “Zitto bastardino!” Click “Ho trovato un mostro in miniatura, che bella scoperta!” Lo stolker stava scattando delle foto ad Aisaka che, spazientita disse “Chi ti ha dato il permesso di scattare fotografie!” “Che c’è di male? Non ti consumo mica!” “Certo che fai qualcosa di male! Distruggerò quella macchina insieme al suo proprietario!” alzò l’enorme busta piena di rifiuti e la scagliò contro lo stolker che corse via inseguito da Aisaka “Taiga ferma!” “Aspettaci!” Li videro allontanarsi “Com’è possibile?” Kawashima era pallida e sembrava parecchio sconvolta “Kawashima?” “Per tanto tempo ho cercato di liberarmi di quello stolker, dopo tutto quello che ho passato sono stata sconfitta sia da Aisaka Taiga che da quel dannato stolker.” Si alzò in piedi “Ma che…” “Me lo hai detto tu poco fa, no Kurosawa? Mi hai detto di smetter d’indossare quata maschera. Bene! Non mi lascerò sconfiggere mai più da nessuno!” corse nella stessa direzione dello stolker e degli altri “AH!” “Aspetta Kawashima!” e la seguì. Superarono Aisaka e gli altri, perse di vista Kawashima ma la trovò poco dopo che calpestava la macchina fotografica dello stolker e colpiva lo stolker stesso sempre più impaurito, sentì che stava parlando ma non riuscì a capire cosa dicevano. Poi lo stolker scappò via e Kawashima cadde a terra “Kawashima! Come ti senti?” “C’e l’ho fatta, Kurosawa.” Una lacrima le rigò il volto “Si.” Disse sorridendo. Erano totalmente bagnati e, dato che casa sua era vicina, Kurosawa condusse lì Kawashima. Una volta arrivati si tolsero i vestiti bagnati rimanendo in maglietta e calzoncini. Kurosawa preparò una tisana d’erbe a cui aggiunse un pò di miele e si sedettero sul divano in salotto “Grazie Kurosawa.” “Ti senti meglio?” “Si, grazie.” “Ora non hai più niente da temere da lui.” “Già, anche se mi sarebbe piaciuto averti come guardia del corpo.” Disse con un leggero sorriso “Sai, ora che ci penso, Aisaka è stata più forte di me. Un po’ la invidio, è forte, non ha paura di mostrare la sua vera personalità e, nonostante tutto, ha tanti amici fra cui anche te.” Appoggiò la tazza sul tavolo e si avvicinò poggiando le mani oltre le gambe di Eisuke, era così vicina che poteva sentire il suo respiro “Se io mostrassi a tutti la mia vera personalità, cosa faresti? Ti innamoreresti di me?” era bellissima, e troppo vicina, era così “concentrato” che non si accorse del rumore della porta che si apriva “Ehi onii-chan sei qui? Ci sono dei tuoi amici che ti stanno cercando!” Girandosi vide quattro paia d’occhi che li osservavano “Vedi che bakachi era un soprannome azzeccato!” “Taiga!” “Però chi se lo sarebbe mai aspettato!” “Scusa onii-chan, sembra che vi abbiamo interrotto in un momento delicato…” - Scusate per il ritardo!

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Capitolo 4
*** Influenza ***


CAPITOLO 4 - Influenza- Il giorno dopo aveva paura ad entrare in classe. Temeva che i suoi amici potessero accennare a quello che era successo il giorno prima, temeva soprattutto che Kawashima potesse dire qualcosa di compromettente, ovviamente intenzionalmente, e lui sarebbe finito al centro dei pettegolezzi di tutta la scuola. Prese un bel respiro ed entrò. Tutto normale, salutò i suoi compagni che ricambiarono, e, oltre a qualche occhiata furba di Kushieda, nessuno disse niente. Prima che iniziasse la lezione Eisuke si accorse che qualcosa non andava. Se ne rese conto soltanto durante l’appello, Kawashima era assente! Quattro paia d’occhi si girarono a guardarlo, probabilmente i suoi amici, come lui, pensavano che Ami non fosse venuta perché non voleva vederlo dopo quello che era successo, anche se Ami non era proprio quel tipo di persona. A ricreazione Kitamura gli fece cenno di seguirlo, andarono alle macchinette. “Senti Kurosawa, Ami mi ha chiamato stamattina dicendomi che non sarebbe venuta perché aveva l’influenza. Non so se sia la verità o meno…” quella pausa fece capire ad Eisuke che i suoi sospetti erano fondati “…comunque, se ti interessa, questo è il suo numero di cellulare.” Gli porse un foglietto e, facendogli l’occhiolino, continuò “Probabilmente ti sarà molto utile.” “A-Aspetta Kitamura! C-Cosa vorresti dire?” “Niente di che…mi sembra solo che tu ed Ami siate molto vicini…vedo che hai preso seriamente il tuo compito di guardia del corpo, bravo!” Sorrise ed alzò il pollice “N-Non è come pensi…” non fece in tempo a finire la frase che Kitamura era corso via. All’uscita da scuola, Takasu ed Aisaka, gli dissero che dovevano andare con Kushieda in un negozio di costumi, lo invitarono ma rifiutò. Così gli venne in mente di chiamare Kawashima, giusto per sapere come stava e se aveva bisogno di qualcosa. Dopo tre squilli rispose una flebile voce “Pronto?” “Ciao Kawashima, sono Kurasawa.” “Kurosawa? Come fai ad avere il mio numero?” “Me lo ha dato Kitamura. Come stai?” “Meglio grazie.” Colossale starnuto “Le tue doti di attrice sono calate.” “Perché?” “Dalla tua voce e dal tuo starnuto non si direbbe che tu stia bene.” A quel punto gli venne un idea, o meglio ebbe l’impulso di andare da Kawashima, non gli piaceva l’idea che stesse male “Senti…ti spiacerebbe dirmi dove abiti?” “ Via Gankusen 24…perché?” “Ho capito. Arrivo fra poco.” “Eh?!” non le diede il tempo di replicare. Passò in farmacia a prendere alcuni medicinali e, mentre si dirigeva a casa di Kawashima, ripensò al giorno prima, a causa della pioggia si erano bagnati parecchio, forse era per quello che si era ammalata. Citofonò e qualcuno aprì tramite un telecomando, anche perché dietro la porta non c’era nessuno. “Seconda porta a destra.” La casa di Ami era abbastanza grande, c’era un corridoio e poi la porta del bagno seguita da uno sgabuzzino, a sinistra c’era un salotto e poi la cucina, a destra una porta chiusa e una socchiusa, entrò. Kawashima era distesa sul letto coperta fino al mento, sul comodino c’era un libro e una bacinella d’acqua con una pezza, affianco al letto un cestino pieno di fazzoletti, davanti al letto una piccola televisione spenta. “Ti ho disturbato?” “No, mi fa piacere vederti.” Colpo di tosse “Tieni.” Le porse lo sciroppo che aveva preso in farmacia “Lo usiamo io e mia sorella, per il raffreddore ti conviene usare questo.” Tirò fuori un’altra scatolina contenente il medicinale. Sentì una lieve risata “Certo dottore farò come dice.” Non poteva fare a meno di arrossire “B-bhe dato che stavi male ho pensato…” “Va bene, grazie.” “Hai pranzato?” “No.” “Male, devi mangiare qualcosa, hai bisogno di energie.” Detto questo prese il cestino ormai pieno “C’è né uno più grande?” “In cucina.” Svuotò il cestino e diede un occhiata in giro, le pentole erano praticamente intatte, evidentemente non cucinava molto spesso. Tornò in camera “Ti preparo un pò di riso…se ti và.” “Si, grazie.” Disse sorridente, tornò in cucina con la bacinella, la svuotò e riempì con acqua fresca, poi prese una pentola che riempì d’acqua, cercò il riso e, una volta trovato, lo mise sul tavolo e tornò in camera. Le mise la pezza sulla fronte “L’acqua è sul fuoco.” Altra risata “E questa per cos’era?” “Sembri mia madre.” Disse continuando a ridere “Abiti da sola?” “No, questa è la casa dei miei zii. Vivo con loro ma sono in viaggio e torneranno solo fra qualche giorno.” “Capisco…” Le mise una pezza sulla fronte e tornò in cucina, mise il riso nell’acqua e tornò in camera “Mi sono dimenticato di dirti che dalla prossima settimana la piscina sarà aperta.” “Piscina?” “Non lo sapevi? D’estate la nostra scuola apre una piscina e durante le ore di educazione fisica possiamo andare lì.” “Ragazzi e ragazze insieme?” “Si.” Uno strano sorriso le apparve sul volto “Interessante” bisbigliò “Escludi il bikini, le ragazze possono indossare solo un costume intero blu o nero.” Il sorriso scomparve “Peccato, bhe sono fantastica anche con il costume intero. Eisuke si immaginò Kawashima in costume ed arrosì violentemente “A cosa pensi Kurosawa?” “N-Niente! Il riso è pronto!” Uscì di corsa dalla stanza. Tornò poco dopo con una ciotola di riso e si sedette affianco al letto “Mi puoi imboccare?” “Eh?!” “Solo per questa volta…ti prego.” E fece una faccia quasi da cane bastonato, che però era adorabile. “Uff…va bene!” riempì il cucchiaio e glielo avvicinò alla bocca, lei soffiò, quest’azione si ripetè diverse volte fino a quando la ciotola non fu completamente vuota. “Era davvero buono, per quanto lo possa essere il riso in bianco, grazie.” “P-Prego. Adesso però prendi le medicine.” Prese le medicine e si coprì “Sono un pò stanca.” “Allora riposati.” “Grazie Kurosawa.” Sorrise e si girò dall’altra parte. Eisuke tornò in cucina e lavò la pentola e la scodella, poi prese un libro giallo, il suo genere preferito, molto avvincente che aveva in borsa e si sedette in cucina. Era talmente preso che quasi non si accorse di una porta che si apriva e di una persona che ciabattava verso la cucina. “Sei ancora qui?” “Non mi andava di lasciarti sola.” Vide Kawashima arrossire leggermente e girarsi da un'altra parte per poi soffiarsi il naso. Probabilmente se l’era immaginato, figuriamoci se arrossiva per lui. “Ti và di vedere un film?” “Non dovresti riposarti ancora un pò?” “Sto meglio, davvero. E poi fa caldo sotto le coperte e mi annoio.” “Allora va bene.” Si spostarono in salotto e Kawashima mise un film nel videoregistratore “Non sarà uno dei soliti film drammatici e romantici che durano tre ore vero?” Kawashima rise “No, in realtà non mi piacciono molto quel genere di film.” “Lo sospettavo.” “Perché?” “Semplice, si addice molto alla tua ‘maschera’.” “E secondo te che genere di film guardo?” “Non saprei…i film comici o d’avventura, credo…” “Più o meno, ottimo fiuto!” E scoppiarono tutti e due a ridere. “Senti Kurosawa, perché oggi sei venuto?” Ci pensò su un attimo “In realtà mi sento un po’ in colpa, ieri a causa della pioggia ci siamo bagnati dalla testa ai piedi e poi te ne sei andata da casa mia con gli abiti ancora bagnati indosso…” “Ah…capisco.” Sembrava delusa “E poi ero un po’ preoccupato.” Non la vide bene in volto mentre si sedeva sul divano, ma gli sembrò di vederla arrossire. Passarono le seguenti due ore a vedere ‘Pirati dei Caraibi’…aveva davvero un buon fiuto.

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Capitolo 5
*** Organizzazione delle vacanze estive ***


CAPITOLO 5 -Organizzazione delle vacanze estive -Il giorno dell’apertura della piscina tutti in classe erano in fermento, specialmente i ragazzi. Negli spogliatoi non facevano che parlare di come sarebbero state Kawashima, Kihara, Kashii e persino la Tigre e Kushieda. In realtà anche lui era abbastanza “curioso” di vedere Kawashima in costume, e l’attesa durò poco. Rimase, come tutti, semplicemente di sasso. Era semplicemente stupenda, aveva un semplice costume blu con delle righe bianche sui fianchi, vicino a lei c’erano Kihara, che osservava la reazione di Kitamura impegnato a parlare con Kushieda, in più era senza occhiali, e Kashii, visibilmente in imbarazzo, erano entrambe molto carine e Noto e Haruta, due suoi compagni di classe, stavano sbavando. “Che ne pensi Kurosawa?” gli chiese Ami, facendogli guadagnare un occhiataccia dal pubblico maschile, “S-stai molto bene.” “Grazie” disse con quella solita mielosa voce e quel falso sorriso. Più tardi, mentre stava parlando con Kitamura, si avvicinarono Kawashima e le sue amiche. “Kurosawa, Yusaku!” “Ami, volete sedervi con noi?” Kihara era rossa come un pomodoro “Volentieri.” Presero tre sedie. “Che programmi avete per le vacanze estive?” “Niente in particolare, attività del consiglio e del club.” “Tu, Kurosawa?” “Fra una settimana devo partire per un torneo di karate che si terrà a Kyoto. Dovrei restare lì un paio di settimane. Perché?” “Vedi ho una casa per le vacanze al mare…vi và di venire con noi lì per qualche giorno?” “è un idea magnifica! Perché non lo chiedi anche a Takasu, Aisaka e Kushieda?” chiese Kitamura, lui aveva intuito il suo piano e intendeva appoggiarlo “Perché dovrei farlo?” la sua maschera stava per sgretolarsi al sentir parlare della Tigre “Sono nosti amici e più siamo e meglio è!” “Per Takasu non ci sono problemi però…” “Vedi, Ami, non me la sento di lasciare i miei amici solo durante l’estate.” “Kitamura ha ragione Kawashima.” “Che vorreste dire?” “Che noi veniamo se vengono anche Kawashima, Aisaka e Takasu!” “Ma che…!? E va bene!” “Perfetto! Ora vado con Kushieda a buttare le persone in piscina. Ci vediamo dopo per decidere i dettagli!” e corse via lasciandolo solo “Aspetta Maruo!” Kihara gli corse dietro “Quella ragazza…Vado a prendere da bere. Volete qualcosa?” “No, grazie.” “Puoi portarmi una lattina di aranciata Ami?” “Certo, torno fra poco.” Momento imbarazzante. Non era mai rimasto da solo con Kashii e non sapeva di cosa parlare. Con sua grande sorpresa fu proprio lei a parlare per prima. “Da quanto tempo fai karate Kurosawa?” “Più o meno da dieci anni.” “Sai anche mio fratello per un certo periodo di tempo ha praticato il karate…” il suo sguardo si era fatto triste e cupo, ma poi si riprese “Mi fa piacere sapere che verrai anche tu al mare con noi.” Riprese sorridete provocandogli un leggero rossore “Solo che sono un pò preoccupata per Takasu,mi fa paura.” “Ahahaha!” “Perché ridi?” “Non devi aver paura di Takasu. È un bravo ragazzo che si interessa di cucina e di pulizia della casa. Insomma è una casalinga, o meglio un casalingo.” Scoppiò a ridere “ Non riesco ad immaginarmi Takasu in veste di casalinga, ma è veramente divertente.” “Come mai state ridendo?” Kawashima era tornata e nella sua voce c’era una nota di gelosia, strano “Immaginavamo Takasu in veste di casalinga.” “Ora capisco.” Disse ridendo a sua volta e porgendo a Kashii la sua lattina d’aranciata. Il pomeriggio si incontrarono al Sudhobucks per mettersi d’accordo su quando partire, con loro c’erano anche Takasu, Aisaka e Kushieda. “Allora io questi giorni sono fuori.” “Io non posso l’ultima settimana.” “Io devo occuparmi del club.” “Io sono impegnato con il consiglio.” Continuarono a discuterne per quasi un ora e alla fine giunsero ad un accordo. Si sarebbero incontrati fra due mesi alla stazione alle dieci del mattino e sarebbero rimasti alla casa al mare di Ami per una ventina di giorni. -Ho cercato di pubblicare questo nuovo capitolo il più presto possibile, ma probabilmente per il prossimo capitolo mi ci vorrà più tempo.

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Capitolo 6
*** L'inizio di una vacanza movimentata ***


CAPITOLO 6-L'inizio di una vacanza movimentata- Erano arrivati da un paio d’ore nella casa al mare di Ami. Il viaggio era stato abbastanza piacevole, se non si contavano i continui battibecchi di Aisaka ed Ami, e non avevano avuto problemi a prendere l’autobus giusto. Lui, Takasu e Kashii avevano cominciato a pulire la casa mentre gli altri erano in spiaggia. Più tardi Ami spedì Kitamura e Kushieda a fare la pesa, con grade dispiacere di Kihara, e loro si erano divisi le camere da pulire. Prima di salire a pulire i bagni, Eisuke, notò Aisaka e Takasu che confabulavano vicino alle scale e, quando lo videro avvicinarsi, smisero fingendo di decidere quali stanze pulire. Lui fece finta di niente e salì. Il bagno non era molto sporco e stava prendendo in considerazione l’idea di cominciare a pulire la doccia quando sentì l’acqua che scorreva. “Chi è?” che diavolo! Kawashima poteva anche avvertire che voleva farsi una doccia! “Scusami Kawashima esco subito!” “Kurosawa! Non lo sa che non si entra in un bagno quando è occupato? E soprattutto quando una ragazza si sta facendo la doccia.” una mano uscì da dietro la tendina della doccia e afferrò il suo braccio “Ma che…?” “Se volevi fare qualcosa del genere bastava dirlo.” “Ma di cosa parli?” “Eddai, non ti và di farlo?” “F-Fare cosa!?” aprì la tendina della doccia e lui la vide sorridente con la cipolla da cui usciva l’acqua, ed era vestita “Pulire il bagno!” scoppiò a ridere “La tua faccia è un vero capolavoro! Ma che cosa stavi pensando!?” effettivamente la sua faccia aveva un che di buffo, era a bocca aperta ed era tutto rosso “Che razza di scherzi fai?!” “Dai non te la prendere.” “Almeno smettila di ridere!” infatti Ami aveva le lacrime agli occhi e ci mancava poco che si rotolasse a terra dalle risate. Dopo un po’ si riprese “ Comunque a pulire questo bagno ci penso io.” “Non l’avevo capito.” “Non fare l’offeso adesso! Puoi sempre pulire la stanza qui affianco.” Sbuffò ed uscì dalla stanza. All’ora di cena lui e Takasu si erano messi a fare il curry “Da quando in qua sai cucinare il curry?” “Da quando mia sorella ha deciso che è il suo piatto preferito.” Dietro di loro Ami e Aisaka stavano litigando perché Ami voleva il curry piccante e Aisaka no. “Piantatela voi due! Faremo il curry sia dolce che piccante!” disse Takasu “Bravo bastardino!” “Possiamo aiutarvi?” Kihara e Kashii erano andate a farsi un bagno ed erano appena tornate “Potete cominciare ad apparecchiare.” “Ok.” “Vi aiuto anche io!” Kushieda aveva appena finito di sistemare le borse della spesa quando Kitamura entrò con solo un asciugamano indosso “Che cavolo fai?” “Kitamura ma ci sei o ci fai?” “Yuusaku ma sei impazzito?” Aisaka si accasciò vicino al frigo e Kihara svenne, Kashii accorse in supporto alla sua amica anche se pure lei era parecchio sconvolta, Kushieda si mise a scattare foto a raffica “Scusate non me ne ero reso conto. Pensavo vi serviste aiuto e sono accorso.” Takasu stava aiutando Aisaka a riprendersi “Copriti!” gli urlarono Ami e Kurosawa “Kitamura sei un narcisista!” Kushieda non la smetteva di fare fotografie “Dai basta Kushieda!” Kitamura alzò entrambe le mani e l’asciugamano scivolò. In meno di un secondo Kurosawa lo raccolse da terra per coprire le parti intime di Kitamura “K-Kurosawa…mi è sembrato di vedere una cosa nera e penzolante…” “Non preoccuparti Kushieda è lo spirito dell’alga Wakame!” “Wakame!” e svenne “Yuusaku sei tremendo!” disse Ami “Taiga riprenditi!” “Maya come ti senti?” “Mi dispiace!” “Lascia perdere le scuse e vatti a cambiare!” --Cercherò di pubblicare un nuovo capitolo domani, scusate per l'attesa!!

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Capitolo 7
*** Passeggiata ***


CAPITOLO 7-Passeggiata- La cena era andata bene, certo il curry era molto piccante, come su richiesta di Kushieda che aveva anche bissato, tutti avevano apprezzato comunque ed ora si stavano gustando un ghiacciolo “Accidenti a te bastardino!” “Sei tu che hai voluto assaggiare il curry piccante.” “Potevi anche avvertirmi che all’inizio il piccante non si sentiva!” “Dai Taiga, non dirmi che non ti è piaciuto.” “Secondo te?” “Takasu ha ragione è stata colpa tua.” “Zitta Bakachi!” “Non chiamarmi così!” “Dai ragazze, non litigate!” “Kashii ha ragione. Perché non cominciamo a sparecchiare?” “Buona idea.” Si alzarono “Bastardino. Credo sia colpa del piccante…mi fa un po’ male lo stomaco.” “Mi spiace Taiga non ho medicine per lo stomaco.” “Se hai mal di stomaco ho io la medicina Aisaka. Vieni su con me a prenderla?” “S-Si.” “Anch’io ho un po’ di mal di stomaco Maruo.” “Allora vieni su anche tu Kihara.” Aisaka fece una smorfia ma Kihara non la notò. Era troppo presa da Kitamura. Gli altri cominciarono a portare i piatti in cucina e lui rimase da solo con Ami “Kurosawa.” Si avvicinò a lui “Cosa?” “Anche a me fa male il pancino!” “E allora perché non sei andata con Kitamura?” “Quanto sei freddo!” mise le mani dietro la schiena e si sporse un po’ in avanti “Senti…ti và di fare una passeggiata sulla spiaggia con me?” “Eh?” “Non sto scherzando.” “V-Va bene. Porto i bicchieri in cucina e arrivo.” “Ok. Ci vediamo fra due minuti sul balcone.” Portò i bicchieri in cucina “Grazie Kurosawa.” Kashii stava indossando i guanti e aveva una spugna in mano “Prego.” “Già che ci sei puoi togliere la tovaglia?” “Certo.” Tornò in sala da pranzo e piegò la tovaglia “Puoi metterla in quel cassetto.” “Ok. Hai bisogno di una mano?” “No, grazie. Kushieda e Takasu sono andati a cercare il sapone per i piatti e mi aiuteranno loro.” “Va bene. Se hai bisogno di una mano dimmelo.” “Grazie.” Kurosawa notò che era leggermente arrossita, ma non ci fece molto caso. “Scusa se ci ho messo tanto.” “Anche se non bisogna mai far aspettare una ragazza, ti perdono.” “Grazie, quanta clemenza!” “Ripensandoci…” “Ok ok ho capito.” “Bravo.” Scesero le scale e si ritrovarono subito in spiaggia. L’acqua era così limpida che rifletteva la luce delle stelle nel cielo, c’era anche la luna piena che illuminava tutto. Ami indossava una canottiera con le spalline rosse e un paio di pantaloni lunghi neri, lui invece dei calzoncini verde militare e una maglietta a maniche corte blu, si era messo un giacchetto prima di uscire perché aveva notato che la temperatura si era abbassata, in più erano scalzi e la sabbia non era così calda “Non hai freddo?” “No, sto bene” ci fu una folata di vento e Ami rabbrividì “Sicura?” “Bhe…” si tolse il giacchetto e glielo porse. Lei lo guardò con aria interrogativa, ma accettò lo stesso “E tu?” “No problem. A cosa devo l’onore di quest’invito?” “è una bella serata e non mi andava di stare in casa. Specialmente con Aisaka.” “Perché la odi così tanto?” “Perché quando ci siamo incontrate mi ha dato uno schiaffo, forse?” disse ironica “Bhe, in un certo senso te lo sei meritato.” Ami si fermò e lo fissò allibita “Come scusa?” “L’hai chiamata nanetta e l’hai offesa in vari modi.” “Tu come fai a saperlo? E poi dovresti difendermi!” “Non vedo perché dovrei difenderti se hai torto e poi è stato Kitamura a chiede a me e a Takasu di osservare come ti comportavi quando non eravamo presenti.” “Comunque non si spiano le persone.” “E non ci voleva un genio a capire che la tua era solo una maschera.” “Che vorresti dire?” “Che non esistono persone così svampite. E poi dal tuo aspetto non sembri un idiota, anzi, per riuscire ad ingannare tutte queste persone devi essere veramente una grande attrice.” Ami arrossì e girò la faccia per non farsi vedere “Evidentemente non sono così brava, altrimenti avrei ingannato anche te.” “Allora io sono l’eccezione che conferma la regola.” Sorrise e vide che Ami aveva fatto lo stesso “Mi fa piacere chiacchierare con te.” “Idem. Soprattutto quando ti comporti così.” “Così come?” “Quando non sei in modalità modella?” Ami scoppiò a ridere “Modalità modella? Da dove l’hai presa questa?” Eisuke si lasciò contagiare dalla risata “Non ti piace?” “No no. È fantastica.” Detto questo tornarono indietro “Si è fatto tardi, conviene rientrare.” “Già.” Arrivati sul balcone Ami si tolse il giacchetto e glielo porse “Grazie.” Lui le sorrise “Prego.” Mentre rientravano notò Takasu e Kushieda che parlavano sull’altro balcone. Dentro, seduta sul divano con un libro in mano, c’era Kashii. “Io vado a dormire, ‘notte Kurosawa.” “ ‘Notte.” Si avvicinò a Kashii “Che stai leggendo?” Sembrò svegliarsi da un sogno “Scusa non volevo svegliarti!” “Non ti preoccupare, ero solo immersa nella lettura. Comunque sto leggendo ‘Il predicatore’ di Camilla Lackberg, un scrittrice svedese di gialli, è il secondo della serie.” “Si lo conosco. Io sono arrivato al quinto ‘Il bambino segreto’.” “Veramente?! E cosa ne pensi?” “è una bravissima scrittrice, ha molta fantasia ed è praticamente impossibile indovinare il colpevole!” “Si, sono d’accordo! Non mi stancherei mai di leggere un suo libro!” “Nanako io vado a dormire!” Kihara entrò nella stanza “Ok, ti raggiungo tra poco.” Infatti lei e Kashii condividevano la stanza, esattamente come lui e Kitamura, gli altri avevano camere singole. “ ’Notte Kihara.” “Buonanotte Kurosawa.” “Vado anch’io. Buona notte.” “Buona notte.” ----- Ci sono riuscita!!! =)

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Capitolo 8
*** Piano paventa Minori! ***


CAPITOLO 8-Piano spaventa Minori- Il giorno seguente avevano deciso di passarlo tutto al mare. Quella mattina sentì Kitamura che si alzava e decise di imitarlo poco dopo. Dopo essersi preparato andò nel salone e vide Kitamura che parlava con Takasu e Aisaka a proposito di un piano per spaventare qualcuno e di una caverna “Chi è che volete spaventare?” Tutti e tre fecero un salto “K-Kurosawa! Che ci fai qui?” “Buon giorno anche a voi.” “Scherzi a parte, che cosa hai sentito?” “Che volete spaventare qualcuno in una caverna.” I tre sembrarono pensarci su, poi si riunirono in cerchio e iniziarono a bisbigliare. Dopo pochi minuti Kitamura parlò “Takasu e Aisaka hanno un piano per spaventare Kushieda e io mi sono offerto di aiutarli proponendo di andare in una grotta qui vicino che Ami conosce molto bene…certo bisognerà chedere il suo aiuto, ma non sarà un problema.” “Perché volete spaventare Kushieda?” “Perché abbiamo scoperto che è molto appassionata di cose dell’orrore e vogliamo farle una sorpresa!” disse Takasu quasi urlando e gesticolando “Capisco…” “Hai intenzione di dirle qualcosa?” disse Aisaka tagliente fulminandolo con lo sguardo “No. Se volete una mano chiedete pure.” “Perfetto!” intervenne Kitamura “Perché allora non chiedi ad Ami di aiutarci?” “Perché devo farlo io?” “Perché voi due andate d’accordo.” “Va bene…anche se non credo di poterla convincere.” “Tentar non nuoce.” “Bene è tutto deciso. Bastardino vai a preparare la colazione.” Disse Aisaka “Grazie Kitamura.” Continuò co un leggero rossore “Ti serve una mano Takasu?” “No grazie, vai a parlare con Kawashima.” “Ok.” @@@@@ Poco dopo si ritrovò davanti alla camera di Ami senza uno straccio d’idea su come chiederle di aiutarli. Bussò “Avanti.” “Kawashima, scusa il disturbo ma…!” rimase a bocca aperta. Ami si stava provando un costime bianco con un fiocco rosa e si ammirava allo specchio “Che dici? Come sto? Sei rimasto estasiato?” notò altri due costumi sul letto “Stai bene. Da quanto tempo ti stai provando questi costumi?” “Un ora.” “Che?! Ti sei alzata così presto solo per provarti dei costumi?” “Si. Perché?” “Niente.” “Volendo questo si può anche togliere.” Così dicendo staccò il fiocco dal costume e la scollatura gli permise di vedere abbastanza cose da avere pensieri poco casti per un bel po’ “Rimettitelo rimettitelo!!!” “Rimettimelo tu” Disse avvicinandosi “Non ci penso nemmeno!” “Uffa quanto sei freddo! Allora cosa vuoi?” riprendendosi disse “Aisaka e Takasu hanno scoperto che Kushieda è appassionata di cose dell’orrore e hanno un piano per spaventarla, e hanno ‘chiesto’ a me e a Kitamura di aiutarli. Kitamura si è ricordato che qui vicino c’è una grotta e che tu la conosci molto bene. Perciò vorremmo il tuo aiuto.” Ami sembrò pensarci su un attimo, e poi prese la sua decisione “Va bene. Vi aiuterò. Però devi dirmi perché desideri così tanto rendere felice Kushieda? Hai cinque secondi. Uno…” “Lo faccio solo per aiutare Takasu e Aisaka.” “Due…” “Come ‘due’? Ti ho risposto!” “Non ti credo. Tre…” “Come sarebbe a dire che non mi credi? Non è valido.” “Si che lo è. Quattro…allora?” Non sapeva cos’altro dire “Cinque. Tempo scaduto. Non vi guiderò da nessuna parte. Fatevi bastare una cartina.” Detto questo prese un pareo e una camicia bianca e uscì “Aspetta!” troppo tardi. @@@@@@ All’ora di pranzo Kitamura si assentò con la scusa di dover andare in bagno, suscitando scalpore fra le ragazze, ma in realtà andò a piazzare delle trappole nella caverna. Con una scusa inventata, stranamente, da Ami, convinsero tutti i presenti a visitare il ‘Luogo segreto di Ami’, la caverna. Dopo un po’ di esitazione da parte di Kushieda, Kihara e Kashii, entrarono. Tutti loro avevano un torcia, tranne Kihara, Aisaka e lui. La prima trappola consisteva in un pezzo di tofu fritto che cadeva del soffitto e che colpì Aisaka in faccia, la seconda era una scritta col ketchup che doveva sembrare sangue e che non spaventò nessuno tranne, stranamente, Aisaka e Takasu. Ami disse che si stava annoiando e prese una scorciatoia, preso alla sprovvista Kurosawa la seguì. “Sai dove stiamo andando vero?” “Certo, che domande! Non dirmi che hai paura.” “N-No, però…non mi piace il buio.” Ami si fermò di botto “E se io ti lasciassi qui?” disse girandosi con uno strano sorriso sul volto “C-Cosa?” neanche il tempo di finire che Ami si mise a correre e lui la seguì “Fermati!” La prese per un braccio e la tirò a se finendo col volto a pochi centimetri dal suo. Rimasero a guardarsi per alcuni minuti. I suoi occhi azzurri non riuscivano a staccarsi da quelli viola di lei. Alla fine si riprese “Posso farti una domanda?” Ami arrossì di colpo “C-Certo!” “Perché quando prima ti ho detto che non volevo far felice Kushieda ma solo aiutare Takasu e Aisaka, non mi hai creduto?” Ami parve essere delusa “Semplicemente perché credo che a te piaccia Kushieda. A quel punto scoppiò a ridere “Ma che ti salta in mente?! A me non piace Kushieda!” Ami lo guardò sorpresa “Veramente?” “Si, perché pensavi che mi piacesse?” “Da come la guardavi mi sembrava che…vabbè, comunque non sarebbe stata adatta a te.” “Perché?” Ami gli prese le mani e intrecciò le dita con le sue, non potè fare a meno di arrossire “Vedi Kurosawa, quella adatta a te…” non potè finire la frase perché venne interrotta dalle urla di Kushieda. In un attimo si ritrovarono a correre per raggiungere i loro amici. Appena arrivati videro Aisaka che, urlando correva verso un punto impreciso della grotta, Kashii, appena lo vide si attaccò a lui spaventata guadagnandosi un occhiataccia di Ami, Kihara era incollata a Takasu. Poi si sentirono le urla di Aisaka e delle voci “Kitamura emergenza Aisaka è ferita!” In un attimo videro Kushieda e Kitamura che trasportavano Aisaka ancora sotto shock. @@@@@@ Una volta rientrati Kushied e Kitamura spiegarono il loro piano per contrastare quello di Takasu e Aisaka e si scusarono con loro per averli spaventati. Dopo aver chiarito tutto e aver mangiato andarono in spiaggia per fare dei fuochi d’artificio e per vederli. “Come mai hai accettato di aiutarli con il piano di spaventare Kushieda?” “Kashii!!!” “Ti ho spaventato?” “No. Comunque l’ho fatto perché siamo amici e perché me lo hanno chiesto.” “Capisco…se non sono troppo indiscreta…puoi dirmi dove eravate finiti tu ed Ami?” “Bhe, Kawashima si stava annoiando e ha preso una scorciatoia, io l’ho seguita perché non avevo la torcia.” “Ah…ok…” sembrò sollevata. A quel punto iniziarono i fuochi d’artificio “Ehi Kurosawa.” “Si?” “Domani qui vicino c’è un festival estivo. Ti va di andarci?” “Si, sarà divertente andarci tutti insieme?” Kashii sembrò rattristarsi “Si…tutti insieme…” “Sarà divertente! Più tardi dovremmo proporlo a tutti gli altri.” ----------Spero di riuscire ad aggiungere un nuovo capitolo in settimana

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Capitolo 9
*** Festival estivo ***


CAPITOLO 9-Festival estivo- L’idea di andare ad un festival estivo aveva entusiasmato tutti. Per fortuna Ami aveva consigliato alle altre di portarsi un kimono, quindi ora le ragazze erano nelle loro stanze a preparasi. Poco dopo si ritrovarono tutti fuori per andare a piedi al festival. I ragazzi rimasero a bocca aperta quando videro le loro amiche con i kimono indosso. Aisaka sembrava una bambola con il chimono color crema con sfumature arancioni, Kushieda aveva un semplice kimono viola con dei disegni sopra, Kihara aveva un kimono rosso con dei cerchi blu, Kashii un kimono blu con delle righe verdi, Ami indossava un kimono bianco a fantasie floreali arancioni. Dopo che i ragazzi si furono ripresi si avviarono e raggiunsero in venti minuti il luogo in cui si teneva il festival. C’era l’imbarazzo della scelta fra bancarelle di giochi e cose da mangiare, per non parlare dei negozi che vendevano oggetti tipici del posto. “Bene, e adesso che facciamo?” “Bho, ci sono talmente tante bancarelle che non so da dove cominciare.” “Io ho fame!” “Possibile che pensi sempre e solo al cibo.” “Zitto bastardino!” “Dai ragazzi non litigate!” “Kushieda ha ragione, siamo venuti qui per divertirci.” “Giusto! Allora andiamo!” Dopo un po’ di discussioni si divisero, Aisaka, Takasu e Kushieda andarono a prendere qualcosa da mangiare, Kihara trascinò Kitamura a fare una passeggiata fra le bancarelle e lui, Ami e Kashii restarono da soli. “Ci dobbiamo vedere qui fra due ore. Che facciamo?” “In realtà anch’io ho un po’ di fame…” “Perché non sei andata con Aisaka e gli altri?” “Non ci penso nemmeno! Meno tempo stò con quella nanetta meglio è!” “Bhe, potremmo sempre andare a mangiare del takoyaki, ho visto una bancarella da quelle parti. In più non incontreremo Aisaka e gli altri perché sono andati dalla parte opposta.” Propose Kashii “Ottima idea Nanako!” detto questo si avviarono e cenarono con tranquillità. Passarono più o meno un ora a gironzolare fra le bancarelle e videro un volantino che diceva che avrebbero fatto dei fuochi d’artificio. “Pensavo li avessero già fatti ieri sera.” “Quelli erano di una città dalla parte opposta.” “A!” “Andiamo a vederli?” “Perché no, deve essere un bello spettacolo!” Secondo il volantino i fuochi si sarebbero tenuti venti minuti più tardi in uno spiazzo lì vicino. Una volta arrivati videro Kitamura e Kihara che parlavano, ad un tratto Kihara scoppiò a piangere e se ne andò via correndo. Kashii la inseguì, preoccupata, mentre Kurosawa e Ami andarono da Kitamura. “Che cos’è successo?” “Ehm…” sembrava piuttosto imbarazzato “Kihara si è dichiarata, ma io le ho detto che mi piace già un'altra ragazza e…insomma non l’ha pesa molto bene.” “Immagino…” “Non è che sei stato troppo duro Yuusaku?” “Perché?” “Lei si è dichiarata e tu l’hai scaricata senza troppi complimenti.” “Che cosa avrei dovuto fare?” “Niente, va bene così.” Ad aver parlato era stata Kihara che, con gli occhi arrossati e accompagnata da Kashii, si stava avvicinado “Ho esagerato, non sarei dovuta scappare. Scusami Maruo.” “Sono io che dovrei scusarmi…” “No, spero che continueremo ad essere amici!” “Certo!” “Restate a vedere i fuochi?” “Si, però volevo andare a cercare Takasu e le altre per invitarli. Kihara vieni con me?” “Si, vieni anche tu Nanako?” Kashii parve sorpresa, effettivamente dopo quello che era appena successo era comprensibile che Kihara si vergognasse a restare da sola con Kitamura, quindi annuì e i tre tornarono al festival “E rimasero solo in due.” “Ti dispiace restare solo con me Kurosawa?” “Non volevo dire questo! Era solo una constatazione!” “Lo so, d’altronde chi non vorrebbe restare da solo con la bellissima Kawashima Ami?” “Ahahaha, certo.” “Che vorresti dire?” “Niente. Te l’ho già detto che mi piace di più parlare con te quando ti comporti normalmente!” Ami arrossì “S-si, comunque i fuochi dovrebbero iniziare fra poco, restiamo qui o ci spostiamo?” “Secondo me sarebbe meglio se ci spostassimo un po’ più giù.” “Ok.” Si avvicinarono ad un albero un po’ più in là e poco dopo iniziarono i fuochi. Erano uno spettacolo veramente fantastico e lui era talmente tanto assorto che non notò che la sua mano e quella di Ami si stavano toccando, Kurosawa afferrò la mano di Ami, anche se non sapeva perché l’avesse fatto, comunque lei arrossì ma non disse niente e non spostò la mano. In fondo era una bella sensazione, ma il loro momento fu interrotto dai loro amici che li stavano raggiungendo. Per un attimo gli sembrò che Kashii li stesse guardando male, ma poi pensò di esserselo immaginato. Nel complesso la serata era stata piacevole. Il resto dei giorni passò molto velocemente e arrivò il momento di partire. Ami raggiunse i suoi genitori e Kashii e Kihara scesero qualche fermata prima per andare a casa di Kashii, gli altri arrivarono alla stazione dove si erano incontrati qualche giorno prima. Haruka, la sorella di Kurosawa, era venuta a prenderlo, quindi lui la presentò ai suoi amici e decisero di lasciare i bagagli a casa di Takasu, quella più vicina, e passarono il resto della giornata insieme. @@@@@@@@ Scusate per l'attesa. Ho ancora difficoltà con l'editor, ma spero di riuscire a risolverle e a pubblicare il prossimo capitolo senza usare trattini o chiocciole. Comunque spero di poter pubblicare presto un altro capitolo. Grazie a sandroricki per il commento!

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Capitolo 10
*** Preparativi per il festival culturale! ***


CAPITOLO 10-Preparativi per il festival culturale!-
Quel giorno bisognava decidere cosa fare per il festival culturale della scuola. Dopo l’ora di educazione fisica i ragazzi si erano riuniti nello spogliatoio e decisero di votare tutti per il Maid Caffè. Il loro piano sarebbe andato in porto se non fosse stato per Haruta, l’organizzatore insieme ad Ami, che ebbe la brillante idea di fare un estrazione invece di mettere le idee hai voti. Purtroppo capitò il biglietto scritto da Yuri,la loro insegnante, depressa perché non aveva ancora trovato un fidanzato e aveva quasi 30 anni, che aveva proposto uno spettacolo di wrestling. Bisognava anche scegliere chi avrebbe partecipato al Miss Contest. La scelta di tutti cadde subito su Ami, però lei era la presentatrice, quindi votarono per Aisaka che accettò dopo un po’ di proteste. Haruta ebbe il compito di scrivere il copione e la trama della storia,che venne apprezzata da tutti tranne Takasu e Aisaka a cui venne dato il ruolo di cattivi. La storia aveva come protagonista Ami che doveva salvare i suoi compagni della 2c dalla malvagia Tigre palmare e dal suo scagnozzo Takasu che avevano fatto diventare cattivi tutti i compagni della 2c.
Le prove procedevano bene  e tutti si stavano impegnando, Kurosawa e altri due suoi compagni erano stati incaricati di preparare le luci e la sceneggiatura, tutti si allenavano con Haruta per le posizioni da assumere quando erano controllati da Aisaka e durante le prove non ci furono incidenti. Quel giorno, Kurosawa,stava uscendo dalla classe quando venne fermato da Kitamura : “Kurosawa puoi venire un attimo con me nella sala del consiglio?” “Certo.” Strano. Quando arrivarono trovarono la presidentessa seduta al tavolo dove facevano le riunioni, era circondata da carte e si voltò appena quando li sentì entrare. “Ciao Kitamura.” “Salve Pres. Questo è Kurosawa Eisuke, è il ‘fotografo’ di cui ti avevo parlato?” “Fotografo?” “Vedi Kurosawa, ogni anno scegliamo alcuni studenti che sono incaricati di fare foto alle attività e agli altri studenti se lo desiderano. Le foto venute meglio saranno poi esposte e chi vuole potrà comprarle. Kitamura mi ha detto che tu potresti essere adatto a questo compito. Allora?” gli chiese la presidentessa con voce fredda e sguardo inespressivo “Per me non ci sono problemi. Mi fa piacere essere d’aiuto.” “Questo èlo spirito giusto!” “Te l’avevo detto che era adatto Pres. Grazie per il tuo aiuto. Puoi andare a casa.” “Ci vediamo.”
Mentre tornava a casa vide Aisaka che discuteva con Takasu dall’altra parte del marciapiede, parlavano del padre di lei, decise che era meglio lasciarli stare e proseguì. Arrivato a casa vide che era tornata anche sua sorella “ Ehi onee-chan!” “Bentornato.” “Com’è andata a scuola?” “Bene. Le prove procedono benissimo e oggi Kitamura mi ha chiesto se potevo fare il fotografo durante il festival culturale.” “Wow. Noi abbiamo deciso,o meglio i ragazzi hanno deciso visto che abbiamo fatto una votazione e loro sono la maggioranza,che faremo un Maid Caffè.” Kurosawa già si immaginava la sua sorellina vestita da cameriera e importunata da alcuni ragazzi “NO!” “Calmati onii-chan.” Le afferrò lespalle e cominciò a scuoterla “Come faccio a calmarmi se so che durante il festival culturale c’è il serio rischio che qualche idiota ti importuni?” “Non ti preoccupare, mi so difendere!” per dimostrarglielo decise di prenderlo per il braccio e di fare una presa che lo costrinse a inginocchiarsi a terra “Credo di aver capito.” Disse piano “Bravo!” mollò la presa “Sono preoccupato lo stesso…” “Ancora?! Se ti può far sentire meglio Tsukune non permetterebbe mai a qualcuno di importunarmi.” “Ti prego dimmi che Tsukune è una ragazza.” “Secondo te Heijy Tsukune èun nome da ragazza?” era totalmente esterrefatto “Cosa? E chi sarebbe stò tizio? È il tuo fidanzato? Perché non me l’hai detto? Sono tuo fratello ho il diritto di saperlo! Da quanto tempo state insieme? E…” fu interrotto da un bicchiere d’acqua in faccia “Siamo solo amici, non nego che mi piaccia, però non ci siamo messi insieme e io non mi sono neanche dichiarata. In più scommetto che ti starebbe simpatico!” “Ah si?” “Certo, avete molte cose in comune.” “Ad esempio?” “Anche lui è un grande appassionato di gialli e adora Sherlock Holmes.” Ci pensò su un attimo “Bhe, in tal caso, non credo sia poi così male. D’altronde s gli piace Sherlock Holmes non può essere una persona cattiva!” “A volte non ti capisco proprio… vabbè, che mangiamo per cena?”
I preparativi erano ormai ultimati. Il giorno seguente avrebbe avuto inizio il festival e Kitamura gli aveva detto di presentarmi la mattina seguente nella sala del consiglio per prendere la macchina fotografica. Doveva solo andare in giro per la scuola a fare fotografie,tranne quando dovevano fare lo spettacolo;
 Stava andando alle macchinette dopo pranzo e ripensava al litigio tra Takasu e Kushieda per il ritorno del padre di Aisaka,che lei aveva scoperto perché Aisaka aveva offerto ad Ami una scatola di macarons costosissimi, che aveva comprato quando era andata in un ristorante con suo padre, perché voleva che si scambiassero i ruoli solo una volta. In realtà non sapeva chi dei due aveva ragione, ma era meglio che si prendessero un pò di tempo per riflettere, magari dopo il festival culturale sarebbe tornato tutto normale. Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse di una ragazza seduta fra i due distributori “Kawashima che ci fai incastrata lì?!” “Ciao anche a te. Ti vedo pensieroso.” “Stavo ripensando al litigio di Takasu e Kushieda. Non hai risposto alla mia domanda.” “Stavo riflettendo sul festival culturale e qui si stà bene.” “Fra due distributori?” “Il suono che producono è rilassante, e poi qui non mi disturba nessuno.” “Allora mi dispiace di disturbarti.” Disse sedendosi di fronte a lei con la schiena al muro “Non mi disturbi, e comunque non credo che dirti che mi dai fastidio possa servire a qualcosa.” “Giusto. Anche perché ti chiederei per quale motivo ti do fastidio. Allora cos’è che ti preoccupa?” “Credo di essere troppo bella, probabilmente tutti saranno distratti dalla mia bellezza e non faranno caso allo spettacolo o al Miss contest!” “Ahahahahah! Non è da te preoccuparsi per una cosa del genere!” disse continuando a ridere “Bhe, in fondo ci siamo impegnati molto per questo spettacolo e mi dispiacerebbe se il pubblico non prestasse attenzione. In più non voglio rubare la scena ad Aisaka.” “Ne sono più che sicuro!” “Allora…perché stavi ripensando al litigio fra Takasu e Kushieda?” “Bhe, sono amici e sono sempre andati d’accordo, mi dispiacerebbe che non fossero più amici. Però non so chi dei due abbia ragione, sempre che qualcuno la debba avere.”  Secondo me non dovresti preoccuparti più di tanto. Risolveranno tutto fra di loro, è meglio lasciarli stare!” “Ma siamo loro amici, dovremmo aiutarli in qualche modo!” “Però non dobbiamo impicciarci dei loro affari!!” Kurosawa si alzò per buttare la lattina di caffè “Anche tu hai ragione. Cambiando discorso, che faresti se a tua sorella piacesse qualcuno?” “Mh…credo che l’appoggerei e cercherei d’aiutarla.” “Anche se non volessi che qualcuno all’infuori di me stesse con lei e la guardasse?” “Accidenti come sei possessivo!” “Scusa, ma siamo gemelli e quando mi ha parlato di lui ho avuto l’impressione che le piacesse molto e…” “Capisco. È comunque tua sorella, non puoi pretendere che rimanga sempre a tuo fianco.” Sentì dei passi dietro di lui “Ciao Kurosawa!” “Ciao Kashii, come stai?” “Bene grazie, con chi parlavi?” “Con me.” Ami si era alzata e aveva buttato la sua lattina di the “”Ciao Ami. Vi ho interrotto?” “No, stavamo solo parlando del più e del meno.” “Comunque dovevo solo prendere del the per me e Kihara.” Mentre lo diceva prese due lattine “Bhe,ci vediamo!”gli disse sorridente “Ciao!” le rispose ricambiando il sorriso “Ami, dopo vuoi venire con me e Kihara da Sudobucks?” “Volentieri.” “Ottimo,allora a dopo!” “Ciao.” Detto questo se ne andò. Ami lo stava guardando male “Che c’è?” “Niente.” “Allora perché mi guardi così?” “Perché sei un idiota!” e se ne andò, lasciandolo più confuso che mai.

Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto, pubblicherò il prossimo il prima possibile! Finalmente sono riuscita ada usare l'editor!!! Alè ohoh alè ohoh!! Mi sento quasi un genio =)

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Capitolo 11
*** Il festival culturale ***


CAPITOLO 11-Il festival culturale-
Il fatidico giorno era arrivato. La maggior parte delle classi erano diventate Maid Caffè o case dell’orrore. La 2c si stava preparando per il suo spettacolo, Kurosawa era in ritardo perché aveva perso tempo a fare fotografie agli studenti dei vari club e a quelli che ci teneva ad avere un ricordo di quella giornata. Durante lo spettacolo i suoi ‘colleghi’ avrebbero fatto delle foto, ci tenevano molto soprattutto a vedere Ami, il che lo infastidiva un po’. La sala era già strapiena ed era solo il primo spettacolo, tutti erano agitati e ormai mancava poco all’inizio, in prima fila c’era la loro professoressa, Yuri, con un sorriso sadico a cui ne alternava uno normale, sembrava pazza e faceva veramente paura;
Lo spettacolo fu un grande successo, Aisaka si era impappinata solo una volta ed Ami era stata perfetta, Takasu, invece, aveva subito le ire dei compagni perché era andato con Kashii, Kihara e Ami nella villa di quest’ultima suscitando l’invidia di tutti, cosa che aveva subito anche Kurosawa, ma per sua fortuna non aveva un ruolo che permettesse ai suoi compagni di schiacciarlo. Kushieda si sentiva molto a suo agio con la parrucca, non che pelata fosse bellissima, però aveva accettato di buon grado il suo ruolo. Purtroppo lei e Takasu non si erano riappacificati e anche Aisaka sembrava piuttosto agitata. Intanto Kurosawa andava in giro per la scuola a scattare foto a destra e a manca, per poi tornare dai suoi compagni per lo spetacolo. Alla fine dei tre spettacoli, Ami e Aisaka,cominciarono a prepararsi per il Miss contest, la Tigre controllava ogni 5 minuti il cellulare e, durante i tre spettacoli, non si era mai scambiata la parte con Ami;
Durante il Miss contest l’attenzione di tutti era rivolta ad Ami che indossava un ‘vestito’ molto provocante e a gran parte dei ragazzi piacquero molto le sue calze a rete, in più non facevano che chiedere a Kurosawa di scattare delle foto da mille angolazioni, ‘Non posso fare solo foto a lei!’ pensò Kurosawa che stava cominciando ad innervosirsi. La maggior parte delle ragazze che si presentarono erano vestite da cameriere, l’unica eccezione fu Aisaka che, con il suo vestito bianco con un fiocco rosa, sembrava una bambola e conquistò subito il pubblico. Dopo essere inciampata e aver sbroccato al pubblico, si fece portare una valigia e ci entrò dentro per poi uscirne, tutto questo dopo che Ami ebbe annunciato che in sala doveva esserci il padre di Aisaka, mentre non c’era. Quando il suo spettacolo finì venne applaudita prima da Takasu e Kushieda e poi anche da Kurosawa, Haruta e Noto, alla fine tutti applaudirono e Aisaka vinse. In più la presidentessa annunciò un contest anche per i ragazzi il cui vincitore avrebbe avuto i suoi appunti con le soluzioni degli esami. Manca ancora un ora all’inizio del contest per i ragazzi, una corsa attorno all’istituto, e a Kurosawa fu concessa una pausa. Stava camminando in corridoio quando incontrò Kashii. “Ciao.” “Ciao,come mai da sola?” “Kihara sta aiutando Kitamura e gli altri a preparare il percorso per il contest ed Ami è circondata da ammiratori ed ammiratrici. Tu?” “Sono in pausa. Perché non ci facciamo un giro?” Kashii arrossì “Certo. Quanto tempo hai?” “Un’oretta più o meno.” “Che ne dici di mangiare qualcosa e poi di andare a visitare la casa degli orrori della 2b? Dicono che sia fatta molto bene!” “Ottima idea! Ti và una crepes?” “Si.” La crepes non era particolarmente buona,ma la gita alla casa degli orrori andò meglio. Infatti Kurosawa potè constatare senza ombra di dubbio che Kashii era terrorizzata da qualsiasi cosa riguardasse l’occulto e passò gran parte del tempo incollata al suo braccio, di cui ormai aveva perso la sensibilità. “Non pensavo ti spaventassi così facilmente.” “Bhe,diciamo che la casa era fatta molto bene…” sorridendo le disse “Hai ragione,comunque non è un problema. Vieni a vedere la corsa?” “Si.” Si armò della macchina fotografica e uscirono in cortile. Fotografò ogni attimo, compreso quello in cui Kushieda e Takasu tagliarono il traguardo e incoronarono Aisaka.
Alla fine, come sempre, tutto l’istituto si riunì nel cortile attorno ad un enorme falò. Alcuni ragazzi ballavano, altri chiacchieravano. Takasu e Kushieda si erano riappacificati, Aisaka stava litigando con Ami, circondata da ammiratori, gli altri erano in giro. Cogliendo l’attimo di pausa fra Aisaka, che stava ballando con Kitamura, e Ami, andò verso di lei distraendo il gruppo di ammiratori. “Ehi Kawashima!” “Ciao, sei qui per farmi anche tu i complimenti?” “Più o meno. Sei stava veramente brava sia durante la recita che quando hai presentato il Miss contest. Però ero qui per chiederti se volevi bal…” venne interrotto da Haruta e Noto “Dai ragazzi, venite a ballare con noi! Dobbiamo festeggiare le vittorie della 2c!” e vennero trascinati vicino al falò dove si misero in cerchio “Che volevi chiedermi?” “Niente…” ‘E che cavolo c’ero quasi!’ pensò guardando male Haruta e Noto ‘Spero per loro che non l’abbiano fatto apposta…’  Passarono il resto della serata a ballare tutti insieme.

Ecco a voi il nuovo capitolo a tempo record! Probabilmente riuscirò a publicare il prossimo venerdì, o prima dipende. Grazie per aver letto la mia storia.

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Capitolo 12
*** Fotografie ***


CAPITOLO 12 -Fotografie-
Il giorno dopo il festival culturale in tutta la scuola girava voce che chi toccasse la Tigre Palmare diventasse molto fortunato. I suoi compagni della 2c,appena la videro, le saltarono praticamente addosso. L’unica a non dare molto credito a questa storia fu Ami che si beccò una ditata nel naso mentre metteva una mano sulla testa di Aisaka, anche Kushieda era un po’ scettica, ma abbracciò comunque Aisaka con molta foga come tutte le mattine. Quel giorno venivano esposte, durante la pausa pranzo, le foto scattate durante il festival culturale; Tutta la scuola era riunita davanti a delle lavagne poste nel corridoio al piano terra con tutte le foto numerate sopra. Kurosawa, Takasu, Aisaka e Kushieda avevano un foglietto in mano su cui bisognava scrivere quali foto si volevano acquistare e fin ora l’unica ad aver scritto qualcosa sul suo foglietto era stata Kushieda. Kurosawa vide Takasu indugiare su una foto che aveva scattato Eisuke a lui e Kushieda quando avevano vinto il contest maschile , per poi scrivere il numero sul foglietto“Cosa guardi Takasu?” “A! Ehm…niente!” Kushieda seguì il suo sguardo e vide la foto, arrossendo insieme a Takasu e scrivendo il numero. Per quanto riguarda lui aveva scritto solo il numero di una foto che avevano scattato alla fine dello spettacolo che ritraeva tutti quella della 2c. Camminando notò una foto, non l’aveva scattata lui, però era veramente bellissima,non tanto la foto di per sé, ma la persona fotografata. Era una foto di Ami che sorrideva durante il ballo che avevano fatto alla fine del festival culturale, non era uno dei suoi soliti sorrisi falsi, era vero, e, secondo lui, la faceva sembrare molto più bella del solito. La prese sperando di non essere visto.
Dopo aver pranzato andò alle macchinette e vide Kawashima che parlava al telefono e dopo un po’ riattaccò. “Ciao!” “Ciao!” “Con chi parlavi prima al telefono?” “Vuoi conoscere i miei segreti?” “Non è che mi interessino più di tanto.” Stava per premere il tasto per il caffè,ma Ami fu più veloce e a lui toccò bere un succo di frutta. “Ehi!” “Ahahaha. Dai non prendertela. Cambiando discorso hai preso qualche foto?” “Si, un paio che ci hanno scattato durante lo spettacolo. Tu?” “No. Vedi, essendo una modella, mi scattano molte foto e non mi importa che fine facciano. Insomma per me le foto non hanno molta importanza.” “Non credo di poterti dare ragione. Vedi, ci sono vari tipi di foto, quelle che fai tu non hanno, probabilmente, una grande importanza per te perché non ti ricordano niente. Quelle che abbiamo scattato servono a ricordare i bei momenti del festival. E poi credevo di averti vista con Kashii e Kihara mentre guardavate le foto.” “Infatti. Però non né ho presa nessuna.” “Ok. E Kashii e Kihara?” “Nanako ha preso una foto dello spettacolo e un'altra che non ho visto. Kihara una con Kitamura che stava insieme hai suoi compagni di softball. Perché ti interessa?” Chiese arrabbiata “Curiosità.” “Certo…ciao.” “Ciao.” Perché si arrabbiava sempre con lui? Non riusciva mai a capire cosa dicesse per farla arrabbiare così tanto.
“Oggi c’è un offerta fantastica sulla carne! Ehi Kurosawa vieni con noi?” “Certo!”  Kurosawa, Takasu e Aisaka stavano uscendo da scuola. Ad un tratto videro un ragazzo che, inciampando, cadde vicino Aisaka “Ancora tu? È la terza volta che ci incontriamo! Ti ho già perdonato per la lattina, ma ora stai addirittura cercando di sbirciare sotto la mia gonna!!!” “N-No, i-io non mi permetterei mai…” la Tigre era furibonda e si mise a rincorrere quel povero disgraziato per tutto il cortile “Che dici lo aiutiamo o andiamo?” “Bhe, non credo che ci sia molto da fare con Taiga, probabilmente non faremmo altro che peggiorare la situazione.” “E abbandoniamo così quel povero ragazzo?” “Sono scelte difficili soldato, ma necessarie!” “Si signore!” accorgendosi che alcuni studenti li guardavano in modo strano iniziarono a ridere e si avviarono.
“Mi sento un po’ in colpa per quel ragazzo.” “Lo so, ma non credo che Taiga abbia intenzione di ucciderlo…forse” furono interrotti dal telefono di Takasu che squillava”Pronto? Taiga! Come dove sono? …Aspetta, calmati…Non posso raggiungerti adesso….ma c’è un’offerta sulla carne…và bene ho capito, allora a cena ti toccano gli avanzi dello spezzatino di ieri!” attaccò “Taiga mi ha chiesto di tornare a scuola e accompagnarla a casa. Il suo tentato omicidio è stato fermato da una ragazza con i capelli rosa. Mi ha detto anche di aver visto Kitamura uscire da scuola con uno sguardo triste e mi ha chiesto di parlarci. Chissà che gli è successo… “ “Effettivamente è strano.” “Vabbè devo andare.Ciao.” “Ciao.” Decise di andare comunque al supermercato,sua sorella sarebbe stata felice di mangiare un po’ di carne dopo tre giorni di sgombro e calamari.
Era davanti al reparto carni, l’offerta lo allettava molto, ma quattro confezioni di carne gli sembravano troppe. “Come mai così pensieroso?” “Kawashima! Stavo solo pensando se l’offerta mi convenisse.” “Capisco, però potresti evitare di essere così serio? Sei pedinato da un agente in borghese!” si girò e vide un uomo che li osservava per poi voltarsi “Non credo che stia guardando noi.” “E chi allora?” “La donna qui vicino. Entrambi hanno la fede quindi è possibile che sia solo un marito sospettoso.” “Wow! Non ti facevo così intelligente.” “Grazie…credo.” “Allora hai deciso?” “Si.” Prese le quattro confezioni e andò allecasse. Pagò ed uscirono. Prima di salutarsi le diede due confezioni “Perché?” “Ci ho fatto caso anche questa mattina, mi sembri un po’ pallida. Dopo che ti sei ingozzata di dolciumi per giorni un po’ di carne non può che farti bene.” “Mi sembri una massaia ficcanaso!” “Certo, certo. Comunque, stavo ripensando a quello che mi hai detto prima alle macchinette. Ho notato che sei un po’ infantile.” “Cosa? Perché?” “Non saprei, è solo un impressione.” “Capisco…” “Devo andare. Ciao!” “Ciao.” Per fortuna che era arrabbiata con lui…

Per fortuna sono riuscita ad essere puntuale! Grazie a Sandroricki che continua a commentare e seguire la mia storia! Proverò a pubblicare un nuovo capitolo domani.

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Capitolo 13
*** Capelli biondi ***


CAPITOLO 13 -Capelli biondi-
Quella mattina, appena arrivò a scuola, Kurosawa si accorse che Kitamura si comportava in modo strano, non sorrideva come sempre e sembrava parecchio abbattuto. La cosa più strana, però, successe all’inizio della lezione quando la professoressa Yuri annunciò che si sarebbero tenute le elezioni per il nuovo presidente del consiglio studentesco. Tutti erano convinti che Kitamura si sarebbe candidato, invece urlò che avrebbe rinunciato alla carica di vice presidente e che non si sarebbe candidato. La cosa era già abbastanza strana, quando poi, il giorno seguente, si presentò con i capelli tinti di biondo, era chiaro a tutti che c’era qualcosa che non andava. Kurosawa, Ami,Takasu e Kano Sumire vennero convocati dalla professoressa Yuri che gli chiese se sapessero perché Kitamura si comportasse in quel modo strano. “Non so perché si comporti in quel modo, vorrà solo stare al centro dell’attenzione. è proprio infantile!” disse Ami “Neanch’io so perché quell’idiota si comporti così, ha anche lasciato il consiglio studentesco. Quello che farà da adesso in poi non sono affari miei.” “E voi due?” chiese la professoressa a Takasu e Kurosawa “Non lo so.” “Nemmeno io,mi spiace.” “Capisco…potete andare.” Mentre erano sulle scale Ami rimproverò la presidentessa “Non ti sembra di essere stata un po’ troppo fredda Kano? Non potresti essere tu la causa principale delle sue azioni?” “Ehi Kawashima, non ti sembra di esagerare?” le disse Kurosawa “Forse hai ragione. Se così fosse sarei delusa ancora di più dal suo comportamento infantile.” Detto questo se ne andò.
Il giorno dopo Kitamura non andò a scuola, erano tutti molto preoccupati. “Ho trovato il colpevole!” disse Kushieda la mattina dopo buttando per terra Haruta che si aggrappò alle gambe di Takasu che stava parlando con Kurosawa e Taiga “In che senso?” “Avanti diglielo!” “B-bhe…ecco…vedete l’altro giorno Kitamura mi ha chiamato e mi ha chiesto come si usava la tinta per capelli, e io glielo ho detto…” “Ma sei stupido? Non hai visto in che condizioni era?” “Lo so ma…scusate…” “Vabbè, ormai il danno è fatto.” Intanto Kurosawa sentì che Kihara e Kashii chiedevano spiegazioni ad Ami “Ami, che cos’è successo a Maruo?” “Perché si comporta così?” “Non ne ho la più pallida idea. Il suo è un comportamento infantile.” “Ma Ami…”
Avevano deciso di andare a casa di Kitamura per vedere come stava, alla fine ci andarono solo Kushieda e Takasu perché Aisaka inventò una scusa e Kurosawa fu avvertito da sua sorella che i loro genitori stavano tornando, quindi dovette tornare a casa. Uscendo incontrò Kashii “Ciao!” “Ciao Kurosawa.” “Non torni a casa con Kihara e Kawashima?” “Avevano da fare. Tu invece non dovevi andare a casa di Kitamura?” “Si, ma mia sorella mi ha avvertito che i nostri genitori stanno tornando a casa, quindi non potevo andare.” “Dov’erano andati?” “Vedi, mio padre è un fotografo e mia madre una giornalista, quindi erano andati per lavoro in America. A quanto ho capito mio padre doveva partecipare ad una mostra e mia madre ad un convegno.” “Capisco…non vi sentite soli?” “Bhe, un po’, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine.” “Immagino. Sei preoccupato per Kitamura?” “Certo! Tu?” “Si, però non riesco a capire cosa pensa Ami in proposito.” “Cioè?” “Sembra che non le importi nulla.” “Non credo che sia così. Vedi secondo me Kawashima è veramente preoccupata, ma non vuole darlo a vedere. Anche se non so perché…” Chiacchierando erano arrivati all’’incrocio e si dovevano separare “Credo che rimarrà un mistero. Allora ci vediamo domani, ciao.” “Ciao.” Si stavano ancora salutando quando una macchina colore blu elettrico si fermò poco distante da lì. Dalla macchina scesero due persone, un uomo sui quaranta con gli occhiali, i baffi e i capelli neri, e gli occhi color nocciola, una donna più o meno della stessa età con i capelli castani e gli occhi azzurri. “Mamma,papà!” “Ei-chan!” la madre lo stritolò con un forte abbraccio. Quando si staccarono il padre gli scompigliò i capelli “Ehi figliolo come và?” “Benissimo. Mi fa piacere rivedrvi, Haruka sarà felicissima quando vi rivedrà!” “Sicuro. Senti…non ci presenti?” solo in quel momento Kurosawa si accorse che Kashii era ancora lì e, dal rossore,capì che era anche parecchio imbarazzata “Giusto, lei è Kashii Nanako una mia compagna di classe.” “Tanto piacere io sono Tadashi Kurosawa e questa è mia moglie Honoka.” “Piacere di conoscervi!” disse Kashii con un leggero inchino “Sei proprio carina ed educata, sei la sua ragazza?” “M-mamma!” Kashii era rossissima “V-veramente noi…” “S-siamo solo amici!” si affrettò a completare Kurosawa “Peccato. Bhe è stato un piacere conoscerti.” “Anche per me, arrivederci. Ciao Kurosawa.” “Ciao Kashii.” Appena si fu allontanata scoppiò “Ma che dici mamma?!” “Scusa, però sembravate stare così bene insieme. Allora qual è la ragazza che ti piace?” “Non mi piace nessuna ragazza per adesso.” “Non ci mentire, i genitori capiscono quando ai figli piace qualcuno.” “Tua madre ha ragione. Perché non c’è la presenti?” “Non devo presentarvi nessuno!” Erano proprio cocciuti. Proprio in quel momento, con un tempismo perfetto, passò di lì Kawashima con una busta del supermercato “Ciao Kurosawa.” “Kawashima! Ciao. Come mai da queste parti?” “Ero andata a fare la spesa, pensavo di metterci di più, a saperlo chiedevo a Nanako di aspettarmi.” Qualcuno si schiarì la gola “Ah giusto! Questi sono i miei genitori, mamma, papà, lei è Kawashima Ami una mia compagna di scuola.” “Piacere io sono Tadashi Kurosawa e questa è mia moglie Honoka.” “Piacere di conoscervi.” Disse inchinandosi anche lei “Allora…è lei la tua ragazza vero?” “Ma insomma mamma! Non è che ogni ragazza che vedi deve essere per forza la mia fidanzata!” anche se lìidea di stare con Kawashima Ami era molto allettante, Kurosawa pensò che lei avrebbe avuto qualcosa da ridire, quindi, quando intervenne nella conversazione, rimase veramente sorpreso. “Bhe, in realtà…è vero, sono la sua ragazza!”

Scusate per il ritardo ma ieri ho avuto un blocco, però mi sono ripresa in fretta. Non sò se questa settimana riuscirò a pubblicare un nuovo capitolo, ma farò del mio meglio!

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Capitolo 14
*** Giornata un po movimentata ***


CAPITOLO 14 -Giornata un po movimentata-
“Bhe, in realtà…è vero,sono la sua ragazza!” che cosa strana, per un attimo aveva pensato che Kawashima avesse detto di essere la sua ragazza; poi si accorse che Ami l’aveva detto davvero! “M-ma che cavolo dici?!” “Dai non dire così Eisuke! Era ora che lo dicessimo ai tuoi genitori. Voglio dire, non lo sa neanche tua sorella.” Da quando in qua lo chiamava per nome?“Bravo Ei-chan! La tua mamma è fiera di te.” “Infatti! Hai una ragazza molto carina ed educata. Ben fatto!” disse suo padre alzando il pollice della mano destra. “No aspettate! Avete frainteso tutto!” Ami si aggrappò al suo braccio e disse con voce mielosa “Eisuke adesso smettila di scherzare!” “Dovresti trattare meglio la tua ragazza figliolo!” “Tuo padre ha ragione! Comunque, Kawashima ti và di venire a cena a casa nostra domani?” “Volentieri signora Kurosawa! E mi chiami Ami!” “Bene, Ami, allora ci vediamo domani!” “Ehi! Aspettate! Noi non…” “Adesso piantala figliolo. Ormai lo sappiamo che sei fidanzato! Certo, mi spiace per la brutta figura che abbiamo fatto prima con quella ragazza…” “Quale ragazza?” “Una molto carina con i capelli viola, se non sbaglio si chiama Nanako Kashii, pensavamo che fosse lei la fidanzata di Eisuke, invece eri tu. Dovremmo scusarci con lei prima o poi.” La presa di Ami sul suo braccio si fece un po’ più forte “Ah,certo...Bhe io devo andare. A domani Eisuke!” si staccò e gli diede un bacio sulla guancia per poi andarsene.
Il giorno dopo, durante la pausa pranzo, chiese ad Ami se poteva parlarle. Andarono sul tetto della scuola. “Allora cosa c’è? Ti vuoi dichiarare?” “No! Voglio sapere perché hai detto ai miei genitori di essere la mia ragazza!” “è semplice, volevo solo metterti in imbarazzo. Perché non ti piace l’idea di essere il mio finto fidanzato?” “Non è questo! Però non capisco perché tu abbia voluto mettermi in imbarazzo!” Ami si avvicinò di qualche passo a lui “Allora ti piace l’idea di essere il mio ragazzo?” disse con voce sensuale “N-no, c-cioè…ecco…io…” il suo cervello stava cominciando a perdere colpi mentre Ami si faceva sempre più vicina “Allora?” cercò di riprendersi “A-allora niente! Non avresti dovuto mentire così!” Ami si allontanò di scatto e gli lanciò un occhiata furente “Bene! Allora ci vediamo stasera!” se ne andò sbattendo la porta e lasciandolo da solo. Poco dopo la porta si riaprì e da lì ne uscì Kashii “Ciao, come và?” “Male.” “Perché? È a causa di Ami? L’ho appena vista uscire furente da qui.” “Si, diciamo che è per questo.” Si era seduto per terra all’ombra con la schiena al muro e Kashii si sedette affianco a lui “Che cos’è successo?” “Ieri, dopo che te ne sei andata, abbiamo incontrato Kawashima, mia madre le ha chiesto se fosse la mia ragazza e lei ha risposto di si e mia madre l’ha invitata a cene. Poco fa le ho chiesto perché lo aveva fatto e abbiamo discusso.” Kashii sembrava un po’ triste “Che hai?” “Niente…senti Kurosawa, a te piace Ami?” Eisuke rimase molto sorpreso dalla domanda, anche perché non sapeva cosa rispondere “Non lo so. A volte ho come l’impressione che siamo solo amici, altre invece è come se ci fosse qualcosa di più.” Kashii sembrava sull’orlo delle lacrime “Ehi, sicura di stare bene?” le chiese preoccupato “Immagino di si. Se avessi detto ai tuoi genitori che ero la tua ragazza, cosa avresti fatto?” da quando in qua Kashii faceva domande del genere? Era stata contagiata da Kawashima? “B-bhe, non saprei…insomma non credo che tu avresti fatto una cosa del genere se non per un motivo più che sensato, perciò immagino che non mi avrebbe dato molto fastidio…anche se avrei sicuramente preferito che non lo facessi, i miei genitori a volte sono veramente insopportabili!” le rispose sorridendo, Kashii ora sembrava stare molto meglio “Grazie, ma credo che sarei riuscita a sopravvivere.” Gli disse sorridente “La pausa pranzo sta per finire, e meglio se torniamo in classe.” “Hai ragione. Perché mi hai fatto quella domanda?” Kashii si alzò e, ancora sorridendo, gli rispose “Forse sono stata contagiata da Ami.” “Ahahah,mi sembra ovvio.” In realtà non era molto soddisfatto della risposta, ma per questa volta non avrebbe detto niente.
Quella sera era parecchio agitato, in fondo Kawashima Ami stava venendo a casa sua e, anche se non era la sua ragazza, doveva comunque cucinare per lei. Infatti la madre lo aveva messo con sé in cucina a preparare le verdure grigliate e la carne di maiale. “Allora, sei agitato onii-chan?” Haruka era appena entrata in cucina, erano soli “Perché dovrei esserlo?” “La tua ragazza sta venendo a cena qui.” “Credo che tu abbia capito che noi non siamo veramente fidanzati onee-chan.” Haruka sorrise “Già,non puoi nascondermi niente!” “Ahahaha,ne ero sicuro.” Rise anche lei “Perché ridete?” la loro madre era appena entrata in cucina “Cose che i babbani non possono capire.” “Continui con le tue citazioni Haruka? Questo era dal Signore degli anelli?” “Ma che dici mamma? Ci cadi sulle basi? Questo era Harry Potter!” “Ti ci metti pure tu Eisuke? Ora cominciate a spaventarmi.” Risero “Ok, adesso occupiamoci di cose serie, Kawashiam arriverà fra trenta minuti. Intanto che noi finiamo di preparare la cena tu -disse indicando Haruka- aiuterai vostro padre ad apparecchiare. Al lavoro!” “Sissignora!” risposero in coro.
Trenta minuti dopo, puntuale come un orologio, arrivò Ami. Dopo i vari convenevoli si sedettero a tavola e, fra un boccone e l’altro, chiacchierarono, Ami parlò della sua carriera e i suoi genitori raccontarono di alcune avventure esilaranti che gli erano capitate nel corso dei loro viaggi. Haruka e Ami parlarono molto anche di moda, l’unico a non dire molto fu Kurosawa che stava ripensando a quello che si erano detti sul tetto, prima con Ami e poi con Kashii. “Eisuke!” Ami lo stava chiamando “Cosa?” “Non stavi ascoltando vero?” “Ehm…” Ami sospirò “Tuo padre ci ha appena chiesto come ci siamo messi insieme.” “Ah…aspetta cosa? Papà!” “Che male c’è a volerlo sapere?” Eisuke era entrato nel panico, loro non si erano mai messi insieme,cosa doveva dire? “Effettivamente è un po’ imbarazzante…” disse Ami arrossendo, accidenti com’era carina! “Già…” “Dai non teneteci sulle spine!” “Và bene…allora, se non sbaglio è stato il giorno dopo il festival culturale. Giusto?” “Si.” “Dovresti essere più partecipe onii-chan!” “Ehm…bhe…insomma stavamo parlando vicino alle macchinette durante la pausa pranzo e…” “E gli è caduta dalla tasca una mia foto che aveva comprato poco prima, così gli ho chiesto spiegazioni e lui si è dichiarato e…” “E poi si è dichiarata anche lei,infatti l’avevo vista poco prima che comprava la mia foto. Così ci siamo messi insieme.” “Oh! Che carini! Bene, mi fa piacere sapere che mio figlio ha una ragazza gentile, educata, simpatica e bella come te Ami.” “La ringrazio, sono molto felice di stare insieme ad Eisuke, probabilmente e uno dei pochi in grado di capirmi, anche se non si direbbe.” Però, era un ottima attrice. “Bhe si è fatto tardi devo andare.” Ami si alzò “Ti accompagno.” “Dove?” “Al luna park, ho pensato di farci un salto alle 23.” “Ahah, simpatico.” Uscirono seguiti dagli sguardi della sua famiglia.
Mentre camminavano Ami parlò “Midispiaceperquellochetihoprima!” disse tutto d’un fiato “Cosa? Kawashima Ami si sta scusando con me! Sono onorato.” Gli diede un pugnetto sul braccio “Dai, è solo che mi sembrava di aver esagerato.” “No, è stata anche colpa mia, non dovevo arrabbiarmi così tanto. Scusa.” Sorrise “è stata una bella cena, la tua famiglia è simpatica.” “Certo, se ci stai solo una serata insieme.” “Ahahaha non essere così cattivo. Ti sto contagiando?” “Tu non sei cattiva.” Lei arrossì “E poi l’unica che hai contagiato è Kashii.” “Cosa centra adesso Nanako?” “Vedi, dopo che te ne sei andata è venuta Kashii, abbiamo parlato e lei mi ha fatto una domanda…strana.” “Che domanda?” “Mi ha chiesto cosa avrei fatto se lei avesse detto hai miei genitori che era la mia ragazza.” Ami era molto seria “E tu cosa ha i risposto?” “Che non sarebbe stato troppo male…” erano arrivati ma la sua frase fu bloccata da Ami che gli si era messa davanti e lo guardava fuoriosa. Come aveva fatto a farla arrabbiare di nuovo? “Perché?” “Eh?” “Perché le hai detto così?” “Che cosa le dovevo dire?” “Quello che hai detto a me magari?” probabilmente stava per morire “M-ma…” non sapeva cosa dire “Quello che ho detto ai tuoi genitori è vero?” “Ti riferisci alla foto?” “No! Mi riferisco a quando ho detto che tu sei una delle poche persone in grado di capirmi, ma evidentemente mi sbagliavo!” ancora furiosa si diresse verso la porta di casa. In quel momento provò una strana sensazione, non voleva ferire Ami. La afferrò per il braccio e la tirò verso di se, lei si girò. E si baciarono. 

Ok! Sono riuscita a pubblicare un nuovo capitolo! Purtroppo dovrete farvelo bastare almeno fino a lunedì, anche perchè non credo di riuscire a pubblicare qualcosa prima.

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Capitolo 15
*** Che casino!! ***


CAPITOLO 15 -Che casino!!-
Ami gli mise le braccia intorno al collo e una mano fra i suoi capelli, Eisuke mise le mani intorno alla sua vita. Rimasero così per poco tempo, ma ad entrambi sembrò un eternità. A rompere quel momento fu proprio Eisuke che, una volta realizzato quello che stavano facendo, si staccò e, rosso come un pomodoro, balbettò “M-mi dispiace Kawashima! I-io non…” ma fu interrotto da un altro bacio “Non devi scusarti. Buonanotte!” gli disse sorridente per poi girarsi ed entrare a casa “Lo sarà sicuramente.”
La mattina dopo, una volta arrivato a scuola, scoprì che Aisaka si era candidata come nuova presidentessa e ora tutti gli studenti erano terrorizzati e imploravano Kitamura di candidarsi contro di loro. Si sarebbe interessato sicuramente di più a tutta la faccenda se non fosse stato tremendamente preoccupato per quello che avrebbe potuto fare o dire Ami una volta che si fossero visti. Entrò in classe e, stranamente, non successe niente, solo un “Buon giorno Kurosawa” da parte di Ami, Kashii e Kushieda. Tutto andò bene, poi arrivò la pausa pranzo; non voleva restare troppo tempo in classe e, anche se non era molto coraggioso da parte sua, non voleva andare ai distributori per paura che Ami potesse raggiungerlo, così optò per il tetto. Per fortuna lì non c’era nessuno e riuscì a pranzare in pace, la porta si aprì e vide Kashii.”Ciao. Come mai sei qui?” “Ciao,potrei farti la stessa domanda. Comunque sto...cercando un pò di tranquillità.” “Certo. Dai sul serio perché sei qui?” “Bhe…insomma…è una lunga storia.” “Racconta.” E così fece, le disse sia della cena che del bacio. “Voi vi siete b-baciati?” era impallidita e aveva l’aria di una che sta per piangere “Kashii!?” Ora stava piangendo veramente “Perché lei?” “Eh?” “Ma sei davvero così stupido da non capire cosa provo?” solo al quel punto capì “Kashii io ti…” “Tu mi piaci! Pensavo di avere ancora una possibilità…perché?!” “Kashii, non fare così, io non…non sono sicuro di quello che provo per Ami ma...” non fece in tempo a finire perché Kashii lo baciò. A quel punto si accorse che non erano soli, Ami li stava guardando da chissà quando e stava praticamente fumando per la rabbia. Uscì sbattendo la porta; a quel punto Eisuke staccò Kashii da sé. “Kashii, mi dispiace ma non posso ricambiare i tuoi sentimenti. Noi siamo amici, e preferirei che lo restassimo.” Kashii si calmò e arrossì “Si, è meglio così. Scusa.” “Non ti devi scusare.” Le disse sorridendo, poi si ricordò di Ami “Ora però devo andare, scusa.” “Non preoccuparti.”
Aveva cercato Ami ovunque per tutta la pausa pranzo, ma non l’aveva trovata. Durante le lezioni sentì che gli lanciava sguardi assassini e,alla fine della giornata, la perse di vista. Perse anche le speranze stava tornando a casa, quando la vide pochi metri avanti a lui; la raggiunse. “Kawashima!” la ragazza continuò a camminare come se niente fosse “Lo sai che dobbiamo parlare!” si fermò e si voltò fulminandolo con lo sguardo “Già, hai ragione!” si avvicinò a lui con aria minacciosa “Allora, da dove possiamo cominciare? Dal fatto che ieri mi hai baciata? O da quello che hai detto a Nanako? O del bacio che c’è stato fra voi due?” probabilmente prima di parlare con Ami avrebbe dovuto fare testamento “Ascolta…” non sapeva da dove cominciare “Per prima cosa non avevo intenzione di baciare Nanako, e poi, cos’è che avrei detto a Nanako?” “Semplice, che non sei sicuro di quello che provi per me!” “Ehm…vedi…io non sono sicuro che tu mi piaccia in quel senso…” non doveva dirlo. Ami si incupì e per un attimo ebbe l’impressione di vedere l’ombra di un demone dietro di lei, come se fosse posseduta. “E allora perché mi hai baciato?” “Io…non lo so.” “Ma certo, mi sembra ovvio! È normale che un ragazzo baci una ragazza senza un motivo! Bhe, se proprio lo vuoi sapere quello era il mio primo bacio e non avrei mai pensato che tu me lo avessi dato senza un motivo! Se non sei sicuro di quello che provi per me allora non parlarmi fino a quando non lo saprai!” detto questo se ne andò lasciandolo completamente senza parole, anzi una cosa la doveva dire “Non rinunciare alla tua amicizia con Kashii.” “Vedremo.”
Kitamura aveva vinto le elezioni e durante il suo discorso si era dichiarato alla ex presidentessa che lo aveva respinto. Aisaka, dopo, era andata nella classe di Kano e si erano picchiate. Aisaka era stata sospesa, Minori era depressa e Kitamura, dopo la sua batosta amorosa, si faceva chiamare “Il gran guru dei cuori infranti” e dava consigli di cuore. Quel giorno Eisuke, Takasu e Kitamura stavano pranzando in cortile e, dopo aver mangiato, chiacchierarono “Ehi Kurosawa, cos’è successo fra te Ami e Kashii?” “Niente…” “Dai, non puoi mentire al Gran guru dei cuori infranti! E neanche a Takasu!” “Grazie Kitamura. Comunque è vero, a noi puoi dire tutto, siamo amici.” “Và bene, allora…” e così gli raccontò tutto, a partire da quando erano arrivati i suoi genitori. “Accidenti, certo che hai fatto un bel casino.” “Effettivamente sei proprio nei guai.” “Questo lo sapevo già. Però non so cosa fare adesso, Kawashima si comporta normalmente con Kashii, e questo mi fa piacere, però ora mi odia e io e Kashii non parliamo da giorni. Che devo fare?” i due ragazzi ci pensarono un po’ “Ho un idea!” disse Kitamura “Vedete, stavamo pensando di organizzare una festa per Natale, potresti sempre cercare di fare pace con Ami quel giorno. D'altronde a Natale sono tutti più buoni!” “Però prima dovresti cercare di capire cosa provi veramente per Kawashima.” Continuò Takasu “è questo il problema, non so cosa provo per lei! Da una parte la vedo solo come un’amica con cui confidarmi, dall’altra quando le sto vicino provo qualcosa di diverso dall’amicizia, voglio proteggere Kawashima da chiunque voglia farle del male, ma il primo a farglielo sono proprio io! E poi stare con lei mi piace, non con lei in modalità modella, ma con lei normale. Che casino!” “Eh già. Ormai la pausa pranzo sta per finire. Torniamo in classe.”
Quando Aisaka tornò a scuola, Kitamura annunciò che ci sarebbe stata una festa di Natale. Tutta la 2c faceva parte del comitato organizzativo. Aveva poco tempo per capire cosa provava per Ami e, in realtà, non era neanche sicuro che lei provasse qualcosa per lui, però un evento gli avrebbe fatto chiarire le idee.

Scusate il ritardo ma in questi giorni non sono stata molto bene. Comunque venerdì o sabato pubblicherò sicuramente un nuovo capitolo.

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Capitolo 16
*** Rivale? ***


CAPITOLO 16 -Rivale?-
Tutti si stavano impegnando molto nei preparativi per la festa e l’unica che non sembrava essere entrata nello spirito era Kushieda che, infatti, dopo aver perso una partita di softball, in cui aveva la vittoria in pugno, si allenava giorno e notte e non li aiutava. In quei giorni Eisuke notò che Ami era sempre pallida e sembrava stanca, chiese a Kitamura e Kashii se sapevano qualcosa, ma non gli furono molto d’aiuto.
Un giorno, mentre tornava da scuola, prima di svoltare l’angolo per andare a casa sua, vide Ami che discuteva con un ragazzo. Era alto e aveva gli occhi castani e i capelli dello stesso colore, doveva avere più o meno la loro stessa età, mentre parlava gli spuntò uno strano sorrisino sulla faccia e Ami sembrava sempre più spaventata, cercò di andarsene ma lui la trattenne per il braccio. Ami cominciò a divincolarsi e ad urlare “Lasciami!” allora Kurosawa decise di intervenire. Si avvicinò ai due e liberò Ami dalla presa dello sconosciuto per poi mettersi davanti a lei come uno scudo “Lasciala stare!” “Levati ragazzino!” sentì la mano di Ami che gli stringeva la giacca e, girando lo sguardo, vide che lo guardava implorante “No! Non so chi tu sia, ma lascia stare Kawashima!” “E tu chi saresti? Il suo fidanzato?” che cosa gli poteva rispondere? Sentì la presa di Ami farsi più forte “Si, sono il suo fidanzato e ti consiglio di lasciarla in pace se non vuoi vedertela con me!” il ragazzo ci pensò su un attimo “Per questa volta me ne andrò. Ma non finisce qui.” E se ne andò. Ami mollò la presa e cominciò a riacquistare un pò di colorito “Stai bene?” “S-si, grazie.” “Lo conosci?” “Se anche fosse? Non sono affari tuoi!” ma che cavolo le prendeva? “Bhe, scusa se sono preoccupato per te!” “Ti avevo chiesto di non parlarmi più ricordi?” “Bel ringraziamento.” “Te lo meriti dopo quello che mi hai fatto! A proposito, l’altra volta mi sono dimenticata una cosa.” Slap. Lo schiaffo arrivò così velocemente che rimase impietrito per la sorpresa, faceva malissimo “Ma…” “Ciao!” e se ne andò infuriata ‘Questa poi, a saperlo l’avrei lasciata in balia di quel tizio.’ Sapeva benissimo anche lui che non sarebbe successo, però era rimasto abbastanza seccato dal comportamento di Ami.
Per quanto ne sapesse Eisuke da quel giorno Ami non era stata più importunata da quel tizio, però avvenne un fatto che lo fece preoccupare molto. Stavano sistemando l’albero di natale ed erano nello sgabuzzino della palestra. Per un motivo o per un altro lui e Ami rimasero da soli. Stavano prendendo degli scatoloni con le decorazioni e Eiuske stava prendendo in considerazione l’idea di chiederle chi fosse quel ragazzo che aveva incontrato l’altro giorno “Senti Kaw…” fu una cosa molto rapida. Sentì il rumore di uno scatolone che cadeva a terra e, quando si voltò, vide che Ami era svenuta “Kawashima!” si avvicinò a lei e la prese in braccio, come una principessa, uscì dalla stanza e, per rispondere agli sguardi furiosi e curiosi dei suoi compagni disse “Kawashima è svenuta. La porto in infermeria.” E così fece.
L’infermiera aveva detto che probabilmente Ami aveva lavorato troppo e dormito troppo poco, così aveva finito per collassare; ma non si era ancora svegliata. Aveva messo una sedia vicino al suo letto e la stava osservando. Era veramente bella e si ricordò di quando era andato a casa sua, si trovava veramente molto bene con lei, poi però si ricordò di quel ragazzo, chissà chi era. Non ebbe tempo di pensarci perché Ami si svegliò “Che succede? Perché sono in infermeria?” poi si accorse di lui “Sei svenuta e ti ho portata qui.” Lo guardò male “Non ti ho fatto niente!” “Mh…” “Kawashima…chi era il ragazzo dell’altro giorno?” “Non intendo parlarti.” “Sei preoccupata per lui, per questo sei svenuta vero?è a causa sua se in questi giorni eri così pallida e stanca?” sembrò sorpresa “Non pensavo te ne fossi accorto.” “Come potrei non accorgermene? Allora, mi vuoi rispondere?” “D’accordo, ma non qui. Ci vediamo all’uscita da scuola.” Si alzò dal letto “E non dimenticarti che sono ancora arrabbiata con te.” E uscì.
All’uscita da scuola si incontrarono e Eisuke si limitò a seguire Ami senza sapere dove stavano andando. Fu molto sorpreso quando si ritrovò per la seconda volta a casa di Am da solo con lei “I tuoi zii?” “Sono a lavoro.” La seguì in cucina dove Ami preparò il tè. “Andiamo in camera da pranzo.” Si sedettero sul divano e cominciarono a bere. “Hai ragione.” Esordì “Conosco quel ragazzo.” Sembrava agitata “Si chiama Rintaro Fujima ed è un mio ex compagno di classe. Quando abitavo ancora dai miei genitori frequentavo una scuola in cui andavano solo i figli di persone famose e influenti, suo padre è il direttore di una grande azienda, lì non ho mai fatto molte amicizie perché tutti mi adoravano solo quando indossavo la mia maschera, ma lui no. È stato il mio primo amico e andavamo molto d’accordo, quando scoprì la mia vera personalità non fece una piega e tutto andò bene. Però, quando gli dissi che sarei partita lui…” aveva finito il tè e le sue mani tremavano stingendo convulsamente i lembi della gonna, le prese la mano invitandola a continuare “Lui si è rivelato per quello che era veramente. Mi ha detto che mi amava e che non potevo andarmene perché ero sua, ha tentato di baciarmi e io sono riuscita a scappare solo perché è stato distratto da alcuni nostri compagni che stavano passando.” Una lacrima le rigò il viso, l’asciugò con la mano e proseguì “Qualche giorno fa mi è arrivata una sua lettera. Ero molto sorpresa perché non glielo avevo dato, così ho scoperto che quello stalker sapeva dove trovarmi perché glielo aveva detto lui e in cambio gli doveva dire dove abitavo. Ha cominciato a chiamarmi e mi ha detto che era l’unico in grado di amarmi per quella che sono veramente e ha cominciato a fare discorsi senza senso. Poi l’altro giorno mi ha aspettata lì all’angolo e ci siamo messi a discutere, io non sapevo che sarebbe venuto qui.” Eisuke era furioso, chi si credeva di essere quello? “E poi…ho raccontato tutto hai miei genitori e mio padre ha detto che, se per prima di natale lui non mi ha lasciata stare, dovrò tornare a casa dopo la festa a scuola.” Tutta la sua rabbia scemò. Cosa avrebbe fatto se Ami se ne fosse andata? Non riusciva ad immaginarsi un mondo senza di lei. “Ti aiuterò io!” “Tu? E che cosa vorresti fare?” “Non lo so, ma non gli permetterò di farti del male!” Ami era sorpresa “Non voglio il tuo aiuto dopo quello che mi hai fatto!” “Dimenticati per un attimo di quella storia. Vuoi davvero tornare a casa dai tuoi genitori?” “Se anche fosse? Che male ci sarebbe? Non ho più motivo di stare qui!” era rimasto totalmente allibito, non sapeva se essere arrabbiato o disperato “Che cosa stai dicendo?” Non fece in tempo a rispondere perché qualcuno citofonò. “Arrivo!” La seguì con lo sguardo e vide che, dopo aver guardato dallo spioncino, esitava ad aprire, si avvicinò a lei “Che succede?” era impallidita di nuovo “è Rintaro.”


Se ci riesco domani pubblico un nuovo capitolo. Però sono riuscita ad essere puntuale =)

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Capitolo 17
*** Scontro ***


CAPITOLO 17 -Scontro-
“So che sei in casa Ami.” Ami stava tremando “ Che faccio?” “Gli apri.” “Cosa? Ma sei impazzito?” “Non ti farà niente.” “Perché?” “Perché ci sono io.” Gli lanciò un occhiata furiosa “Stai scherzando?” “No. Ho detto che ti avrei aiutato ed è quello che intendo fare!” Ami lo guardò per un attimo, e poi aprì la porta “Oh finalmente!” si accorse di lui “Che ci fai tu qui?” “Potrei farti la stessa domanda. E poi sono il suo ragazzo, nulla mi impedisce di stare qui.” “Ami, devo parlarti.” “Non ho intenzione di parlare con te!” “Perché? Io ti amo!” “Se mi ami allora vattene!” le prese la mano e la portò al petto “Ti prego, tu sei mia non puoi lasciarmi.” Ami ritirò la mano “Non sono tua e non voglio vederti mai più.” Rintaro guardò Eisuke con aria minacciosa “è tutta colpa tua.” Ami si intromise “Non è colpa sua! Sei tu che non hai accettato la mia decisione e hai tentato di…di farmi qualcosa contro la mia volontà! Avresti dovuto appoggiarmi e aiutarmi come ha fatto Eisuke, magari evitando di dire allo stolker dove ero andata!” “L’ho fatto solo perché volevo che tornassi!” Eisuke pensò che probabilmente quel ragazzo o era più stupido di lui o era pazzo, optò per la seconda “Ma che cavolo dici? Vattene da qui!” “Me ne andrò se verrai con me!” “Mai!” “Tu verrai con me!” Tentò di entrare in casa e afferrarla per il braccio ma Eisuke intervenne “Ora basta! Vattene da qui!” “Tu non ti intromettere!” “Mi intrometto eccome! Non le farai del male e non tornerà indietro con te, fattene una ragione!” “Mai! Non riuscirai ad impedirmi di portare via Ami.” “Davvero?” “Bene allora facciamo una sfida!” “Una sfida?” “Esatto. Se vinci tu Ami rimarrà qui, altrimenti tornerà a casa con me.” “Ehi! Non potete decidere voi!” “Invece penso che per una volta lo faremo. Accetto.” “Ottimo, allora non sei un pappamolle. Ci vediamo domani all’ingresso della vostra scuola, vieni anche tu Ami.” E se ne andò. Ami chiuse la porta e tornò in camera da pranzo, lui la seguì. “Se impazzito?! Hai idea di quello che hai fatto?” “Ti ho aiutato?” “No! Ti sei appena scavato la fossa!” “Perché?” “Perché, se non l’avessi capito, con ‘sfida’ lui intende una lotta, con calci e pugni.” “E allora? Faccio karate so difendermi.” “Certo, ma lui ha fatto kendo per 5 anni e probabilmente domani chiederà a qualcuno dei suoi amici di venire a dargli man forte! E ha detto che devo venire pure io perché così posso assistere alla tua disfatta!” “Alla sua disfatta. Non preoccuparti me la caverò benissimo anche da solo.” “Almeno chiedi a qualcuno dei tuoi compagni di venire.” Eisuke si avvicinò alla porta “No, loro non c’entrano, è una faccenda che devo risolvere io.” “Sei proprio cocciuto! Stai attento, idiota.” “Certo.” Le sorrise e uscì.
Il giorno dopo era un pò nervoso, andava contro i suoi principi combattere contro qualcuno al di fuori delle gare di karate, non sapeva se fosse giusto o meno. Solitamente bisognerebbe provare a risolvere tutto con le parole, ma per aiutare Ami avrebbe potuto fare un eccezione, e poi odiava quel tizio. Non disse niente a Takasu e Kitamura perché non voleva che tentassero di fermarlo o di aiutarlo, voleva farcela con le sue forze. All’uscita da scuola Ami, prima che uscissero dal portone, lo fermò “Non sei obbligato ad andarci.” “Si che lo sono, gli impedirò di portarti via!” “Non c’è proprio modo di convincerti. E va bene, fa come ti pare!” “Và tutto bene?” Non si erano accorti di Kashii che, probabilmente, era lì da parecchio “Si, non preoccuparti Nanako. Forza andiamo.” Kashii lo guardò con aria interrogativa “Tutto ok, te lo spiegherò dopo.” E se ne andò.
Videro Rintaro vicino all’ingresso “Salve, seguitemi.” Così fecero. Li condusse, manco fossero in un film, in una fabbrica abbandonata. La sua fantasia era da ammirare. Entrarono; dentro c’erano dei vecchi mobili e una decina di persone con una spada di legno in mano, scoprì che erano dodici quando due afferrarono Ami da dietro e la legarono “Che stata facendo? Lasciatela stare!” “Calmati, la slegherò dopo averti battuto.” “Come se fossi in grado di farlo.” “Non fare lo sbruffone.” “Ma senti chi parla.” “Bene, bando ai convenevoli, cominciamo.” Prese anche lui una spada e si mise in posizione insieme ai suoi amici, e lui fece lo stesso. Sembrava di essere in un film di Bruce Lee, o in Karate Kid. Lo attaccarono, ma erano lenti e riuscì a schivare tutti gli attacchi, ma schivare non bastava. Colpì allo stomaco con un pugno uno di quelli che avevano legato Ami, poi gli diede un calcio laterale e lo stese. Fermò la spada di un altro e lo colpì all’orecchio con un calcio, poi colpì al mento uno che lo aveva attaccato con la spada sul fianco. Continuò a colpire idioti per venti minuti fino a quando non furono tutti al tappeto, tranne Rintaro che sembrava stupito “Non sei male, ma devi ancora sconfiggere me!” e si lanciò contro di lui, fermò il suo attacco con un calcio e tentò di colpirlo con un pugno allo stomaco che lui schivò. Gli arrivò un colpo sul fianco che lo fece piegare in due, si rialzò e lo colpì con un calcio circolare. Continuarono a combattere fino a quando Eisuke, dopo essersi beccato tre colpi allo stomaco, due ai fianchi e un pugno in faccia, non fermò la sua spada, con molta fatica, e gli tirò un calcio nelle parti intime lasciandolo gemente a terra. “Accidenti a te, è sleale!” “Disse quello che aveva portato con sé dodici persone.” Slegò Ami che lo abbracciò “Stai bene?” “Si. Te l’avevo detto.” “Avete finito?” Rintaro si era rialzato “Hai vinto, ma dovrai tenerti stretta Ami. Avrai molta concorrenza e nessuno sarà clemente come me.” Se ne andò. Ami gli tirò un pugno sul braccio “Andiamo a casa. Ti devo medicare.” “Sto bene, non preoccuparti.” “Mi preoccupo perché è colpa mia.” “Infatti è colpa tua!” Kashii era sulla porta e sembrava abbastanza arrabbiata “Come puoi avergli permesso di fare una cosa del genere? Pensavo ci tenessi a lui!” “Kashii calmati, sono stato io ad accettare.” “Si, ma se non fosse stato per lei ora non staresti sanguinando!” “Non sto sanguinando.” “Si che stai sanguinando!” dissero in coro “E comunque” disse Ami  “se sei gelosa non è colpa mia. Non sai come stanno le cose quindi restane fuori!” “Non sono gelosa!” “E allora perché hai baciato Kurosawa quando sapevi che a lui piacevo io?” “Ma tu come lo sai? E poi ha detto che non era sicuro di quello che provava per te!” “Questo non ti dà il diritto di baciarlo!” “Non è una tua proprietà!” Eisuke ascoltava allibito, solitamente farebbe piacere che due ragazze litighino per te, ma nel suo caso non era così “Ora smettetela!” si girarono verso di lui “Non siete due bambine, comportatevi  come persone mature!” “Disse quello che faceva a botte per una ragazza.” “Volevo solo aiutarti.” “Adesso smettiamola. Eisuke ha ragione, ci stiamo comportando come due bambine.” “Si, vabbè andiamocene, odio questo posto.” Uscirono e, in silenzio, arrivarono all’angolo dove si sarebbero dovuti separare “Allora…ci vediamo domani a scuola. Ciao.” “Ciao.” Ami e Eisuke rimasero soli “Devo ancora medicarti.” “Ti ho già detto che non ne ho bisogno.” “E io ti ho già detto che stai sanguinando.” “Onii-chan che ti è successo?” sua sorella lo stava guardando sconvolta “Andiamo a casa, ti devo medicare e tu mi devi raccontare tutto.” “Ma…” “Niente ma, andiamo!” lo prese per un braccio e lo trascinò verso casa “Ciao Kawashima, ci vediamo domani.” “Ciao.” 

Sono un po in ritardo ma penso di riuscire a pubblicare presto un nuovo capitolo. Sper che fino ad adesso la storia vi sia piaciuta.

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Capitolo 18
*** La festa di natale ***


CAPITOLO 18 -La festa di natale-
I preparativi erano ultimati. Tutti erano orgogliosi del lavoro svolto e non avevano avuto troppi problemi, l’unico era stato l’albero di natale che era crollato a causa di una pallina lanciata da una strana Kushieda. Volendo un ragazzo poteva invitare una ragazza alla festa o viceversa; poiché Ami aveva ricevuto molti inviti, tutti rifiutati, Eisuke non sapeva se fosse il caso di invitarla, ma ci provò comunque. Come al solito Ami era infilata fra i due distributori “Ciao Kawashima.” “Ciao. Come mai qui?” “Ti stavo cercando.” Ami si incuriosì “Come mai?” “E-ecco i-io…” era parecchio imbarazzato, non sapeva se fosse giusto chiederglielo dopo tutto quello che era successo fra di loro, poi però ripensò a qualche giorno prima quando aveva combattuto contro Rintaro e a come si era comportata Ami, e si decise. “Vuoivenireconmeallafesta?” lo disse tutto d’un fiato e Ami, che si era alzata, sembrò parecchio confusa “Come scusa?” prese un respiro profondo “Vuoi venire alla festa con me?” Lei, stranamente, arrossì “M-mi piacerebbe.” Bisbigliò. Questa volta fu lui a non capire “Cosa?” “Si, mi piacerebbe andarci con te.” Era rimasto veramente stupito “Veramente?!” “Si.” Stava sprizzando felicità da tutti i pori “Fantastico!” “Allora, dato che la festa è fra quattro giorni, vogliamo organizzarci oggi?” “Certo, che ne dici se ci vediamo alle 19:30 all’angolo?” “Ottimo. Mi raccomando puntuale.” E se ne andò sorridendo.
Il giorno della festa Eisuke era veramente nervoso, nonostante sua sorella gli desse consigli e tentasse di tranquillizzarlo. “Dai Onii-chan, andrà tutto bene!” “No! Non so che devo fare!” “Niente, vai alla festa con Kawashima, se c’è la musica balli con lei e vedrai che sarà divertente.” “Ok, c’è solo un problema.” “Quale?” “Io non so ballare!!!!” “Tutto qui? Vedrai che non si scandalizzerà. È normale.” “Ma…” “Niente ma! Ora vestiti!” gli lanciò un paio di pantaloni neri, una camicia blu e una giacca e una cravatta nere. “Le scarpe sono all’ingresso.” Lo scaraventò in bagno “Muoviti!” Una volta cambiato si guardò allo specchio, gli faceva strano vedersi vestito così, non ci era abituato. Uscì dal bagno e andò in camera da pranzo dove c’erano sua sorella, sua madre e suo padre “Wow! Ti sta veramente bene Onii-chan!” “Ah! Il mio bambino è cresciuto veramente tanto!” “Sei proprio un figurino figliolo, Kawashima dovrà tenerti d’occhio!” “Ehm…non mi ento molto a mio agio vestito così.” “è normale, non preoccuparti stai benissimo.” “Grazie mamma, l’avevo capito. Voi che fate stasera?” “Andiamo a cena fuori alle 20:30, è un ristorante molto carino e fanno una cena di natale con brindisi, dicono che si mangi molto bene.” “Dovremmo cominciare a prepararci anche noi. Haruka sai già cosa metterti vero?” “Certo.” “Ottimo. Sono quasi le 19:30, dovresti sbrigarti Eisuke.” “Si, hai ragione. Ciao, buona serata.” “Ciao!” Si infilò le scarpe e uscì.
Ami non era ancora arrivata, ma dovette aspettare solo pochi minuti. Aveva la solita giacca nera che le copriva il corpo fino a metà coscia, ma vide che indossava delle scarpe col tacco nere, delle calze nere, dei guanti neri e, probabilmente, un vestito nero che le arrivava alle ginocchia, i capelli erano legati in uno chignon e il rossetto rosso le risaltava le labbra. “Ciao, scusa per il ritardo.” “Non preoccuparti, stai veramente bene!” “Grazie, e ho ancora la giacca. Comunque stai bene anche tu.” “Grazie, andiamo?” “Certo.” Passarono tutto il tempo a chiacchierare del più e del meno e, una volta arrivati a scuola, si incontrarono con Takasu, Aisaka, Kihara e Kashii, Kitamura era già dentro e, come scoprirono dopo, indossava solo delle bretelle, un capello da babbo natale e un paio di pantaloni. Quando vide Ami senza giacca rimase letteralmente a bocca aperta, il vestito era senza spalline e i guanti le arrivavano ai gomiti. “Allora?” “Ripeto, stai veramente bene, anzi benissimo!” Ami arrossì “Grazie.” Poi arrivò Aisaka “Ehi Baka-chi! Muoviti dobbiamo prepararci!” “Arrivo, sei insopportabile! Scusa Kurosawa.” E se ne andò. E lui che si preoccupava di quello che doveva fare. “Ehi Kurosawa! Mi aiuti con il punch e la macedoni?” “Arrivo Takasu.”
Stavano distribuendo macedonia e punch, anche se erano disturbati da Noto e Haruta che stava mangiando una coscia “di tacchino di pollo”, quando le luci si spensero e il sipario si alzò. Videro Ami e Aisaka che cominciarono a cantare e ballare sul palco. Ami aveva veramente una bellissima voce ed Eisuke rimase completamente estasiato. Alla fine della canzone le luci si riaccesero e Noto e Haruta stavano ancora sognando quando Kitamura gli saltò addosso. “Una macedonia per favore.” “Certo…Kawashima!” “Eccoti, mi fa piacere che ti stai divertendo. Ti è piaciuta la canzone?” “Era veramente fantastica, hai una bellissima voce!” Ami arrossì di nuovo “Grazie.” “Quando avete provato?” “Abbiamo trovato un po di tempo in questi giorni.” Eisuke le diede la macedonia “Kawashima! La canzone era bellissima. Sai dov’è Taiga? Vorrei ricompensarla con una bella porzione di macedonia!” Ami si rabbuiò “Taiga se ne è andata. Ha detto che voleva provare a convincere Minori a venire alla festa e poi sarebbe tornata a casa.” Takasu impallidì “Cosa?” “Non te lo aveva detto?” “No, lei…” gettò il grembiule rosso che indossavano a Kitamura “Kitamura sostituiscimi!” e scappò via lasciandolo stupito “Perché sei così stupito?” “Perché tu non lo sei?” “Sei veramente tonto! Vabbè, lasciamo stare.” “Ehi, scusa se non ci arrivo.” Si era un po’ offeso “Dai non fare così.” Misero la musica. Kitamura, vicino a lui, cominciò a distribuire macedonia e lui punch. Si era completamente dimenticato che stava parlando con Ami perché era stato distratto; quindi, quando sentì le sue braccia intorno alla vita e il suo mento sulla spalla, si prese un bel colpo “Kawashima, che fai?” “Perché non ti prendi una pausa?” “Non posso, c’è un sacco di gente.” Continuò a servire ignorandola. Sentì che si faceva più vicina “Per favore, siamo venuti alla festa insieme no? Ti sei offeso perché sono andata a prepararmi con la tigre lasciandoti solo?” Gli bisbigliò all’orecchio facendolo arrossire “N-no, ma…” “Niente ma.” Si staccò da lui e gli tolse il grembiule lanciandolo verso Noto e Haruta “Kurosawa si prende una pausa. Ci pensa uno di voi a sostituirlo vero?” senza aspettare risposta lo prese per il braccio e lo trascinò via “Non credo che la tua sia stata una buona idea.” “Vedrai che se la caveranno.” Si fermarono sulla pista da ballo “Allora balliamo?”

Scusate il ritardo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di riuscire a pubblicarne presto un altro (Al più tardi domenica). Ciao!

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Capitolo 19
*** Dichiarazione ***


CAPITOLO 19 -Dichiarazione-
“Allora balliamo?” “Ehm…” “Non osare dirmi di no!” “Mi piacerebbe ballare con te, ma non lo so fare.” Ami sorrise “Se è solo questo il problema possiamo risolverlo subito.” Gli prese le mani e le mise sui suoi fianchi, poi appoggiò le sue sulle spalle di Eisuke e iniziarono a ballare. Inizialmente era un pò impacciato, ma poi cominciò a condurre lui stesso “Visto? Non era così difficile.” “Già, con te sembra tutto più semplice, grazie.” Ami arrossì “è un piacere.” Dopo un po’ la musica cambiò e misero una canzone più lenta. Eisuke si fermò, ma Ami si avvicinò di più a lui mettendogli le mani intorno al collo. “K-kawashima.” “Non dire niente, balla e basta.” E così fece, stava guardando gli studenti nella palestra e vide Kashii. Quando si erano incontrati non le aveva prestato molta attenzione, ma ora che la osservava meglio era veramente carina, aveva un abito bianco coperto da un cardigan verde, delle calze bordeaux e un paio di ballerine nere. Si riscosse, ora era con Ami e non doveva pensare a nessun’altra ragazza. Ma era troppo tardi; infatti stava incosciamente tastando l’abito di Ami di un tessuto morbidissimo e lei gli aveva lanciato un occhiataccia notando che stava guardando Kashii. Si fermò e Eisuke la guardò sorpreso, Ami fece scivolare le mani sulle sue braccia e indugiò mettendo le mani su quelle di lui “Grazie per questa danza Kurosawa.” Gli diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Aveva rovinato tutto un'altra volta.
Trovò Ami vicino ai distributori automatici, stranamente non era seduta in mezzo a loro e sembrava non essersi accorta della sua presenza. Notò che la sua acconciatura era un po’ rovinata e alcune ciocche di capelli le ricadevano sul viso e aveva le mani appoggiate sul bordo del muretto, Eisuke ne afferrò una e lei lo guardò sorpresa “Mi dispiace.” “Non devi scusarti.” Fece per ritirare la mano, ma lui la bloccò “Kawashima, devo chiederti una cosa.” “Parla.” “Hai deciso di tornare a casa dai tuoi genitori?” “Ci ho pensato molto, ora che Rintaro se ne andato posso restare qui, però non ho un vero motivo per restare e mi piacerebbe tornare a casa.” “Non farlo! Se vuoi un motivo per restare te lo darò io!” “E quale sarebbe?” le prese entrambe le mani e la guardò negli occhi “Kawashima tu mi piaci molto, non so cosa farei se tu te ne andassi perché ho bisogno di te, quindi diventa la mia ragazza e resta qui con me!” Ami arrossì violentemente e poi gli sorrise “Anche tu mi piaci Kurosawa e voglio essere la tua ragazza!” Le prese il meto con una mano e la baciò dolcemente. Questa volta fu diverso, riuscì a sentire il profumo di Ami e le sue labbra erano morbidissime, si abbracciarono e approfondirono il bacio. Restarono così per parecchio tempo e, una volta staccati, si guardarono “Posso chiamarti per nome?” “Certo, Ami.” “Però non credo di poter tornare di sotto.” Disse indicando i suoi capelli, lui le prese una ciocca “E di chi è la colpa?” lo guardò storto “Comunque non è un problema, possiamo anche restare qui.” Il suo sguardo si addolcì e lo abbracciò “Grazie.”
Natale era passato e, l’ultimo giorno dell’anno, Eisuke e Ami uscirono per il loro primo appuntamento. Erano andati in un parco divertimenti che aveva aperto da poco. Avevano fatto gran parte dei giochi e avevano visto molti spettacoli di cui uno al planetario che era stato davvero fantastico. A fine giornata ci sarebbe stata una parata e, dopo il conto alla rovescia, avrebbero fatto i fuochi d’artificio. La parata era fatta da carri di anime famosi come One piece, Dragon ball, Naruto, Fairy Tail, Evangelion e tanti altri; poi c’erano giocolieri e clown. Cominciò il conto alla rovescia “5,4,3,2,1…Buon anno!”, i due ragazzi si guardarono “Buon anno nuovo Ami.” “Con te lo sarà di certo, auguri Eisuke.” E si baciarono. Una volta usciti tornarono a casa “Però, come primo appuntamento non è stato niente male.” “Hai ragione, è stata una bella giornata e stare con te mi piace molto.” “D’altronde siamo fidanzati. Hai da fare domani Eisuke?” “Um…no, perché?” “Ti và di fare la prima visita dell’anno al tempio con me?” “Certo. A che ora ci incontriamo?” erano arrivati davanti casa di Ami “Facciamo alle 11:30 all’angolo?” “Ottimo! Buona notte Ami.” “ ’Notte.” Gli diede un bacio sulla guancia “Non fare tardi.” “Certo.”
Mentre tornava a casa Eisuke pensò che era veramente fortunato a stare con Ami. Era veramente una ragazza fantastica, anche se , come tutti, aveva i suoi difetti, ma insieme si completavano e lui era convinto che fossero davvero una bella coppia. Ripensò anche a tutto quello che era successo fra di loro, il loro primo incontro, lo stalker, la vacanza al mare, il loro primo bacio, il festival culturale, quando avevano litigato, il suo scontro con Rintaro e la festa di Natale. Probabilmente si era innamorato di lei appena aveva visto la sua vera personalità, Ami era sicuramente una ragazza molto forte e lui la ammirava molto, ma anche lei a volte si dimostrava fragile ma Eisuke avrebbe fatto di tutto pur di proteggerla. Arrivato davanti casa vide sua sorella che parlava con un ragazzo alto, con i capelli castani e gli occhi verdi, i due si baciarono ed Eisuke decise che per questa volta avrebbe lasciato correre anche se il suo primo impulso era stato quello di allontanare a calci quel ragazzo da sua sorella, oltre al fatto che lei non lo avrebbe mai perdonato, Eisuke ebbe una buona impressione di lui e il giorno dopo avrebbe chiesto a sua sorella chi fosse, anche se sospettava che il suo amico Heijy Tsukune c’entrasse qualcosa.
Il giorno dopo andarono al tempio e lui desiderò di poter restare sempre con Ami. Tornando incontrarono Kitamura e Aisaka che, come loro, erano andati al tempio, decisero di pranzare insieme e, fra una litigata di Ami con Aisaka e l’altra, scoprirono che Takasu aveva la febbre ed era stato molto male per tutte le vacanze, ma Aisaka gli assicurò che ora stava meglio e che si sarebbe ripreso in fretta. Avrebbero passato volentieri la giornata insieme ma tutti avevano già degli impegni, così si salutarono augurandosi ancora una volta buon anno. 

Scusate se il capitolo è un pò corto ma pensavo di pubblicarne uno anche domani o, in altervativa, mercoledì. Spero comunque che vi sia piaciuto. Ciao!

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Capitolo 20
*** Extra ***


EXTRA: Il capodanno di Haruka
Finalmente era riuscita ad avere un appuntamento con Heiji e suo fratello non lo aveva scoperto, anche perché era troppo preso dalla sua ragazza. Heiji l’aveva invitata ad un parco divertimenti dove la sera avrebbero fatto una sfilata e, dopo il conto alla rovescia, ci sarebbero stati i fuochi d’artificio. Per l’occasione era stata ore allo specchio a provarsi i vestiti arrivando anche con 10 minuti di ritardo all’appuntamento. Erano arrivati da poco e si erano messi in fila per le montagne russe, stavano tranquillamente chiacchierando quando lo vide; suo fratello era in fila un pò più avanti con Ami. “ Kurosawa, che hai? Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma.” “N-non è niente, mi era solo sembrato di vedere una persona che conosco.” Dopo le montagne russe optarono per La Torre, che ti sparava su e giù a intervalli irregolari, lì per fortuna non li videro. Dopo andarono nella casa degli orrori e lei ne approfittò per stare attaccata a Heiji; poi andarono a pranzo e, mentre entravano in un ristorante, vide suo fratello in fila “ Tsukune, qui c’è parecchia gente, ti và di andare in un altro posto?” “Va bene.” Mentre camminavano Heiji la guardò pensieroso “ Ti stai comportando in modo strano.” “Assolutamente no, è solo che non mi piacciono i luoghi affollati.” “Se lo dici tu…” non sembrava molto convinto, ma non disse altro. Dopo pranzo andarono sulla ruota paronamica, non vide suo fratello da nessuna parte quindi salì tranquillamente. Era piacevole stare con Heiji, voleva trovare l’occasione giusta per dichiararsi, e forse era arrivata “Tsukune, devo dirti una cosa.” “Parla pure, ti ascolto.” Stava per cominciare quando vide suo fratello, due cabine sopra, seduto vicino ad Ami, si stavano baciando; arrossì ancora più di prima. “Kurosawa?” “Ah si, ecco…ti va bene fare un gioco ad acqua dopo?” Sembrava abbastanza deluso “Certo, dovevi dirmi solo questo?” “Bhe…si…” “Ah…” Maledisse suo fratello che l’aveva distratta e, una volta scesi, fecero moltissime altre attrazioni e cenarono e, per fortuna, riuscì ad evitare suo fratello, ma perché aveva deciso anche lui di festeggiare capodanno lì? La parata era veramente molto bella, così come i fuochi d’artificio; ma ormai era giunta l’ora di tornare a casa e lei non era ancora riuscita a dichiararsi. Erano arrivati davanti casa sua “Bhe, è stata una bella giornata.” “Si, mi sono divertita molto, grazie Tsukune.” “Mi fa piacere, anche se ti ho vista un pò assente oggi.” “Ah…è perché…devo dirti una cosa…” “Vuoi fare un altro gioco ad acqua?” non sapeva se ridere o no “No, mi sono comportata così per tutto il giorno perché al parco divertimenti ‘era anche mio fratello con la sua ragazza e io non gli ho detto che uscivo con te, così temevo che, essendo un fratello iperprotettivo, avrebbe fatto qualcosa di stupido o ci avrebbe tenuti d’occhio.” Disse tutto d’un fiato, lui la guardò “Perché non me lo hai detto?” “Non lo so, probabilmente perché volevo stare con te e pensavo che tu avresti voluto conoscere mio fratello e…” “Ok, ho capito. Quindi era questo che volevi dirmi?” “No, volevo dirti che mi piaci e che passare il tempo con te è veramente piacevole e…insomma…vorrei essere la tua ragazza!” la fissò intensamente e lei si perse nei suoi occhi verdi, poi le sorrise “Mi piaci molto anche tu Kurosawa e sarei felicissimo se tu fossi la mia ragazza.” Si avvicinò, le prese le mani e si baciarono. ‘Questo è il giorno più bello della mia vita!” pensò Haruka. Si staccarono “Allora…ti và di visitare il tempio con me domani?” “Certo!”
La mattina seguente andarono al tempio e, neanche a farlo apposta, videro suo fratello, ma come cavolo faceva? “Tutto ok Kurosawa?” “Si, comunque puoi chiamarmi Haruka, Heiji.” “Come vuoi Haruka, ma sei sicura che vada tutto bene?” “Bhe…vedi quel ragazzo lì davanti, quello con i capelli neri e gli occhi azzurri vicino a quella ragazza molto bella con i capelli lunghi blu?” “Si…” “Ecco, quello è mio fratello, Eisuke.” “Ha l’aria simpatica.” Gli sorrise “D'altronde siamo gemelli.” “Ahahah. Comunque, è una mia impressione o quella è la modella Kawashima Ami?” “Si esatto, è la ragazza di mio fratello.” “Cosa?! Veramente?” lo guardò male “Si, perché?” “Niente…” “Devo essere gelosa?” “Assolutamente no! Ho occhi solo per te Haruka!” gli diede un bacio sulla guancia “Lo so, tranquillo.” Fecero una passeggiata, pranzarono insieme e passarono tutto il pomeriggio in giro a divertirsi.

Ok...è un extra, ma non arrabiatevi, pubblicherò presto il continuo della storia. Spero comunque che questo extra vi sia piaciuto, ciao!

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Capitolo 21
*** Preparativi per la gita ***


CAPITOLO 20 -Preparativi per la gita-
Erano tornati a scuola da pochi giorni dopo le vacanze invernali e si stavano organizzando per la gita di tre giorni a Okinawa, sarebbe stato piacevole andare in un posto caldo, in inverno lì faceva veramente un freddo pazzesco. Eisuke ed Ami avevano annunciato, appena rientrati a scuola, che si erano messi insieme. Le ragazze avevano subito accerchiato Ami per chiederle i dettagli e anche Kashii sembrava felice, così come Takasu, Aisaka (probabilmente), Kushieda e Kitamura, stessa cosa non si poteva dire di tutti i ragazzi della sua classe e di tutto l’istituto che lo volevano uccidere perché per colpa sua una delle ragazze più belle dell’istituto non era più libera. Ogni volta che i due cercavano di stare un pò da soli, durante la pausa pranzo o mentre tornavano a casa, c’era sempre un gruppo di ragazzi che lo allontanava da Ami, a volte prendendolo di peso e trascinandolo via, e tutti e due stavano cominciando a stancarsi. Un giorno, dopo la lezione di educazione fisica, Eisuke e Ami erano stati incaricati di portare gli attrezzi nello sgabuzzino, praticamente quella era la prima volte che restavano veramente da soli da giorni. Stavano camminando quando vennero raggiunti dal solito gruppo, Eisuke orami si era stancato e, dopo aver appoggiato gli attrezzi a terra, mise al tappeto i ragazzi. Riprese gli attrezzi e, come se niente fosse, andò a metterli nello sgabuzzino “Perché non l’hai fatto prima?” “Sai che non mi piace la violenza, però sto cominciando a rompermi. Voglio solo stare un po’ di tempo con la mia ragazza, non mi sembra tanto grave.” Sistemarono gli attrezzi, stava per uscire quando Ami lo fermò e gli diede un bacio “Dopo devo parlarti.” E uscì lasciandolo ancora intontito nello sgabuzzino.
All’uscita da scuola i due si stavano avviando al Sudhobucks quando videro il solito gruppo, ancora un pò malridotto, che veniva verso di loro “Questa volta non riuscirai a liberarti di noi Kurosawa!” fecero per portarlo via quando Ai, ormai spazientita, sbroccò “Adesso fatela finita! Io e Eisuke stiamo insieme e voi non dovete intromettervi! Chiaro?!” emanava un aura terrificante e persino Eisuke si spaventò “Chiarissimo! Non vi daremo più fastidio.” Ami indossò di nuovo la sua maschera e sorrise “Grazie.” Il gruppo dei ragazzi se ne andò “Wow! Ceto che a volte fai veramente paura.” “Allora non farmi arrabbiare.” “Roger!” fece il saluto militare e Ami rise “Sei più buffo di quanto pensassi.” “Devo prenderlo come un complimento?” “Se vuoi. Andiamo?” “Si.”
Si erano seduti ad un tavolo vicino alla finestra, Eisuke stava bevendo del caffè e Ami un cappuccino “Allora di cosa volevi parlarmi?” Ami fece per cominciare a parlare, ma fu interrotta dalla risata di Eisuke “Perché ridi?” dato che stava bevendo il cappuccino, ad Ami era rimasta un po’ di schiuma sulla bocca “Sei un po’ sporca qui.” Disse indicando la sua bocca. Ami si pulì imbarazzata “Smettila di ridere!” “Scusa.” Si ricompose “Cosa stavi per dire?” “Mi hanno offerto un lavoro.” “ Bene.” “Dovrò andare per due o tre giorni alle Hawaii per un servizio fotografico.” Disse seria “Bhe, le Hawaii sono lontane, ma non capisco perché sei così seria.” “Non ci vedremo per un po’… pensavo che la cosa ti dispiacesse.” Disse imbronciandosi “Certo che mi dispiace non vederti, ma non posso farci niente e questa non sarà la prima volta.” Ami si rilassò “Parto domani.” Eisuke quasi sputò il caffè “E me lo dici ora?” “Mi dispiace, ma per colpa di quei ragazzi non ho mai trovato il momento giusto.” “Capisco.” Non era particolarmente felice che Ami partisse così su due piedi, ma erano solo due o tre giorni. I suoi pensieri furono interrotti da Ami che aveva afferrato la sua mano e lo stava guardando “Mi accompagni a casa?” “Certo?”
Erano arrivati davanti a casa di Ami “Allora…buon viaggio.” Ami lo abbracciò e lui ricambiò “Posso chiamarti?” “A qualsiasi ora.” “Anche alle tre di notte?” “Certo.” Restarono abbracciati ancora un po’ “Mi mancherai  Ami.” “Anche tu.” Si baciarono “Ti chiamo domani.” “Ciao.”
Erano passati due giorni, si sentiva almeno due volte al giorno con Ami anche se in orari un po’ strani, le mancava molto ma sarebbe tornata quella sera. Quel giorno in classe c’era stato un gran casino perché l’hotel di Okinawa dove dovevano andare era andato a fuoco e sarebbero andati tre giorni in montagna, con grande dispiacere di tutti, fatta eccezione per Takasu. Una volta uscito da scuola ricevette un messaggio da Ami in cui gli diceva che doveva incontrarsi con Aisaka e che si sarebbero sentiti dopo. Era arrivato a casa e verso le 19 Ami lo chiamò “Ciao Ami, bentornata.” “Grazie, anche se avrei preferito un accoglienza un po’ più calorosa.” “Mi dispiace, ma non ci siamo potuti vedere.” “A questo proposito…” qualcuno suonò al campanello e lui andò ad aprire “…volevo scusarmi per averti praticamente dato buca e quindi…” aprì la porta e si trovò davanti Ami “…ora sono qui!” chiuse la chiamata e lo abbracciò “Mi sei mancato!” “Sono veramente felice di rivederti Ami!” Chiacchierarono fino all’ora di cena e Ami rimase a mangiare da loro, con grande felicità dei genitori di Eisuke e sua sorella.
Alcuni giorni dopo la classe venne divisa in gruppi per la gita e ogni gruppo doveva fare un depliant sul posto in cui dovevano andare e Eisuke era in gruppo con Ami, Takasu, Kihara, Kashii, Kitamura, Aisaka, Kushieda, Noto e Haruta, e avevano deciso di incontrarsi quel sabato a casa di Aisaka perché era quella più spaziosa.
Fu una giornata molto divertente, nonostante i battibecchi fra Aisaka e Ami e quelli fra Noto e Kihara, andò tutto bene e scoprirono che Haruta stava benissimo con indosso la vestaglia di Aisaka; il loro depliant era venuto bene e tutti erano pronti per la gita.     

Ed ecco qui, come avevo promesso, un nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto. Cercherò di pubblicarne un altro venerdì. Ciao!
 

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Capitolo 22
*** Gita ***


CAPITOLO 21 -Gita-
Il viaggio in pulman era andato bene e il loro albergo era grande e molto bello e c’era anche la sauna e i bagni termali, era tutto perfetto, eccetto le tute che erano veramente orrende, i ragazzi avevano una giacca viola con scritta la classe e un paio di pantaloni blu e un cappello verde scuro, mentre le ragazze avevano una giacca rosa e dei pantaloni rosa chiaro e un cappello verde chiaro. Si sistemarono  nelle proprie stanze, Eisuke era con Takasu, Kitamura, Noto e Haruta; dopo essersi sistemati presero gli sci e andarono sulle piste. Poiché Takasu non sapeva sciare, Eisuke e Kitamura gli diedero delle lezioni, ma fu un disastro e Aisaka non contribuì a migliorare la situazione visto che piombò con lo slittino su Takasu facendolo volare tre metri più in là. Aisaka e Takasu andarono alla funivia e Kitamura e Eisuke li seguirono incontrando Ami, Kashii, Kihara, Kushieda, Noto e Haruta; Ami si accorse di Eisuke e gli andò in contro “Non ti vedevo più, dov’eri finito?” “Stavo dando lezioni a Takasu con Kitamura.” “E com’è andata?” “Bhe…c’è tempo per migliorare.” “Ahahahah. Ti và di sciare con me?” “Certo! Ma non lo stavi già facendo con le altre?” “Si, però potranno resistereun po’ senza di me.” Stavano per andare quando si accorsero che qualcosa non andava. Noto e Kihara stavano litigando di brutto per un motivo a loro sconosciuto e neanche l’intervento di Kitamura e Kushieda cambiò qualcosa; poi Kihara scoppiò in lacrime e Noto se ne andò con Haruta. I due ragazzi si guardarono “Credo sia meglio rimandare, vai da Kihara.” Ami annuì e se ne andò con Kihara e Kashii.
Quella sera a cena l’atmosfera era molto tesa, Takasu e Kitamura sembravano morti viventi, e Kihara era ancora scossa e circondata dalle sue amiche. Ad un certo punto Takasu si allontanò seguito poco dopo da Kushieda e da un occhiata di Aisaka. I suoi compagni di stanza aspettarono Takasu per almeno venti minuti ma, visto che non tornava, decisero di tornare nella loro stanza come avevano fatto le ragazze poco prima. In corridoi le incontrarono e lui si fermò a parlare con Ami “Dove state andando?” “Ai bagni termali, ci vuole dopo una giornata come questa.” “Immagino.” “Ami andiamo?” “”Arrivo!” Gli diede un bacio sulla guancia “Domani scieremo insieme vero?” “Certo.” E se ne andò.
Arrivati nella stanza videro una massa informe sotto il futon che probabilmente era Takasu e, dopo un paio di cavolate di Haruta, riuscirono a farlo uscire. Una volta scoperto che Takasu aveva da sempre una cotta per Kushieda decisero, o meglio Noto decise per vendicarsi delle ragazze, di andare nella loro camera. Una volta arrivati davanti alla porta si ricordarono che più o meno cinquanta minuti fa avevano incontrato le ragazze che andavano ai bagni termali e probabilmente non erano ancora tornate, anche perché bussarono e non ebbero risposta, entrarono; la stanza era vuota.
“Che facciamo?” “Aspettiamo che rientrino?” “Forse sarebbe meglio tornare dopo.” Troppo tardi, sentirono la porta aprirsi e, colti alla sprovvista, si rinchiusero nell’armadio; poco dopo videro la Tigre che entrava in stanza. “Accidenti, fra tutte proprio lei?” “Sh! Ci sentirà!” Aisaka si avvicinò bevendo una bibita “Strano-disse-le altre avrebbero già dovuto essere qui.” Si stava asciugando i capelli con un asciugamano quando le cadde la bibita sul pavimento “Accidenti!” asciugò per terra con l’asciugamano scandalizzando Takasu. Sentirono la porta aprirsi di nuovo; una mano uscì dall’armadio trascinando dentro Aisaka e tappandole la bocca, era Takasu “Sh! Ti spiegheremo tutto dopo!” Le ragazze entrarono nella stanza “Strano, Aisaka non ci aveva preceduto?” “Chissà dov’è.” Si sedettero per terra a chiacchierare nell’attesa che Aisaka arrivasse, non sapendo che lei era già in quella stanza; senza che se ne accorgessero la conversazione si accese. “Allora Kushieda, dicci chi è il preferito della Tigre? Takasu o Kitamura?” “Dai siamo curiose!” “Mi spiace, non so come rispondervi, davvero.” Così senza preavviso cominciò una discussione fra Ami e Kushieda, tutto da una semplice frase di Ami “Sappiamo che hai scaricato Takasu la vigilia di natale Minori.”. Solo grazie all’intervento di Kashii e Kihara, che convinsero Ami a chiedere scusa a Kushieda, le cose si calmarono. “Andiamo a vedere che fine ha fatto Aisaka.” “Buona idea, sto cominciando a preoccuparmi.” Le ragazze uscirono e poo dopo furono imitate dai ragazzi e da Aisaka che li guardò “Mi dovete delle spiegazioni, ma prima di tutto noi non abbiamo visto ne sentito niente, chiaro?” “Chiarissimo!” risposero in coro.
Il giorno dopo Eisuke e Ami si incontrarono nella hall dell’albergo e andarono a sciare. Ami era veramente bravissima e lui riusciva a mala pena a starle dietro e dopo un oretta fecero una pausa. Avevano lasciato gli sci vicino ad un albero e, mentre Ami era girata, lui fece una palla con la neve e la tirò ad Ami colpendola in pieno. “Ehi!” “Ahahah! Dovresti vedere la tua faccia!” gli arrivò una palla di neve in faccia “Chi ride adesso?” dopo una lunga lotta stramazzarono al suolo “Questa volta te la do vinta Ami, ma un giorno riuscirò a sconfiggerti!” “Illuso.” Scoppiarono a ridere. Ami era inginocchiata sulla neve e lui la stava guardando “Eisuke, devo dirti una cosa.” “Sono tutt’orecchie.” “Vedi…ieri ho avuto una discussione con Minori e le ho detto delle cose veramente cattive.” “Perché?” “Perché il suo atteggiamento mi urta! Ma…” la sua frase fu bloccata da un urlo “Baka-chi facci largo!” Aisaka e Kushieda piombarono con lo slittino su Ami. “Ami stai bene?” “Scusa baka-chi! Dopo ti offrirò un gelato.” Eisuke si era avvicinato ad Ami “Non lo voglio un gelato con questo freddo!” “Scusaci Ami, non lo abbiamo fatto apposta.” “Non l’hai fatto apposta? Ammettilo, ti volevi vendicare per quello che è successo ieri.” Orami erano l’uno di fronte l’altra “Allora è questo che pensi? Io avevo lasciato correre!” cominciarono a picchiarsi, Eisuke guardò Aisaka “Dobbiamo fermarle!” Eisuke afferrò Ami per le spalle da dietro “Calmati Ami!” non lo stava ascoltando “Sei solo una stupida ipocrita!” Aisak cercava di trattenere Kushieda ma, ad un tratto, la lasciò e corse dalla parte opposta, Kushieda si avventò contro Ami che si liberò dalla sua presa e contrattaccò “Kurosawa tutto bene?” Kitamura e gli altri erano arrivati “Mi serve una mano!” Grazie anche all’intervento della professoressa riuscirono a fermarle. “Ragazzi-domandò Takasu-dov’è Taiga?” 

Scusate il ritardo, mi farò perdonare pubblicando almeno due capitoli la prossima settimana! Comunque spero che questo vi sia piaciuto, bye!

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Capitolo 23
*** Ritorno dalla gita ***


CAPITOLO 22
Tutti erano preoccupati perchè Taiga non si trovava e Takasu, Kitamura e Minori, usciti a cercarla, non erano ancora tornati; loro avevano avvertito la professoressa Yuri. Dopo un ora videro tornare Takasu con Taiga in spalla seguito da Minori e Kitamura, portarono Aisaka in infermeria e raccontarono a tutti che Takasu aveva trovato Aisaka ferita in un crepaccio, per fortuna non sembravano esserci gravi danni.
Tornarono a casa il giorno dopo e, quando tornarono anche a scuola, scoprirono che Aisaka, a causa della sua ferita, era in ospedale e non sarebbe tornata per un po’ di giorni. Dal litigio con Minori, Eisuke e Ami non avevano parlato molto e lei gli sembrava un po’ nervosa e preoccupata; decise di parlarle dopo scuola. All’uscita la fermò “Ami, possiamo parlare?” “Certo.” Andarono in una caffetteria vicino scuola e si sedettero, ordinarono due aranciate “Di cosa mi volevi parlare?” “è da quando hai litigato con Kushieda che ti vedo preoccupata e nervosa, è per il litigio o per altro?” Ami lo fissò stupita “Sai, credo che anche un'altra persona mi abbia fatto la tua stessa domanda oggi.” “Chi?” “Minori.” Ora quello sorpreso era lui “Hai parlato con lei oggi?” “In pausa pranzo, però ho perso di nuovo la pazienza e me ne sono andata.” “Capisco…allora perché sei nervosa?” ormai avevano finito di bere “Mi sento in colpa, per quello che è successo alla tigre.” “Perché?” “Non so, continuo a pensare che se non avessi litigato con Minori lei non si sarebbe fatta male.” Le sorrise “Non devi sentirti in colpa, non potevi prevedere quello che sarebbe successo. Però ti consiglierei di far pace con Kushieda.” “Perché, te l’ho detto che il suo atteggiamento mi innervosisce.” “Lo so, però secondo me è anche per questo che sei nervosa.” Ami lo fissò un po’ alterata, ma poi si rilassò “Probabilmente hai ragione, ma non riesco a parlarle senza arrabbiarmi come oggi.” “è normale, siete l’una il contrario dell’altra, però ho fiducia in te e sono sicuro che riuscirai a riappacificarti con Kushieda!” le disse sorridente mentre uscivano e andavano verso casa tenendosi per mano “Grazie Eisuke.” Continuarono a camminare in silenzio e Ami sembrava pensierosa “A cosa pensi?” “Penso che sono cambiata parecchio.” “In che senso cambiata?” “Vedi, prima ero veramente una persona orribile, invece, da quando ti conosco, mi sento meglio e anche il mio atteggiamento è un po’ cambiato, anche se con Minori e la tigre ho ancora qualche problema…” “Sei felice di questo?” “Certo! Te l’ho detto che mi sento meglio, quando sono con te non ho bisogno di maschere, posso essere me stessa e ho scoperto che la mia vera personalità non è poi così male.” Disse un po’ imbarazzata “Questo l’ho sempre pensato, per questo mi piaci e passare il tempo con te è la cosa migliore del mondo.” Erano arrivati a casa di Ami, si baciarono e continuarono a guardarsi “Eisuke, hai qualcosa da fare sabato sera?” “No, perché?” “Vuoi venire a cena a casa mia?” “Certo! C-cioè, mi farebbe molto piacere.” “Ahahah, ottimo, ci vediamo domani.”
La settimana passò in fretta e Aisaka tornò a scuola mostrando un cerotto sulla fronte e minacciando tutti di toglierselo per mostrare una ferita gigante. Eisuke era un po’ nervoso per la cena a casa di Ami, probabilmente si sarebbe trovato davanti agli zii di Ami e non sapeva cosa fare o dire e pensò che Ami doveva aver provato le stesse cose quando era andata a cena a casa sua. Si era confidato con sua sorella che gli aveva consigliato di comportarsi normalmente e di non far vedere che era teso come una corda di violino, lo aiutò anche con la scelta dei vestiti, un paio di jeans, scarpe da ginnastica e una camicia bianca. Sabato sera era arrivato, prese un bel respiro e si preparò per uscire “Dai onii-chan, vedrai che andrò tutto bene!” “Grazie onee-chan.” L’appuntamento era alle 20 e lui arrivò con 5 minuti d’anticipo; citofonò e la porta fu aperta da Ami. “ Ciao Ami.” “Ciao Eisuke, entra.” Si aspettava di vedere già gli altri abitanti della casa ma non sentì ne vide niente e nessuno. “Dove sono i tuoi zii?” “A cena fuori.” Disse Ami andando in cucina. Gli venne un attacco di panico, non era la prima volta che si trovava da solo a casa di Ami con lei, ma questa era la prima volta da quando erano fidanzati, e in più era anche sera. Andò in cucina e osservò Ami, era la prima volta che la vedeva cucinare, in realtà pensava che non sapesse farlo, e con il grembiule bianco e rosa indosso era veramente bellissima, anzi era bellissima e basta, indipendentemente da cosa indossava, pensò, per un attimo gli balenò l’idea di Ami senza vestiti e arrossì. “Ci vorrà ancora un po’, non cucino molto spesso e quindi non sono abituata a calcolare bene i tempi.” Si scusò Ami “Non preoccuparti.” “Mi sembri nervoso, come mai?” si girò e vide che era rosso in faccia “Non mi dire che stare solo con una ragazza la sera ti fa venire in mente cose strane…?” Eisuke si agitò “N-no, assolutamente! E solo che è a prima volta che ti vedo cucinare.” Ami lo guardò sospettosa “Diciamo che ti credo, comunque di solito cucina mia zia.” La cena era abbastanza semplice, scaloppine con salvia e prosciutto, frittata con zucchine e melanzane e un insalata con pomodori e cetrioli. Eisuke era veramente felice che Ami avesse cucinato solo per lui e, anche se il sapore non era proprio il massimo, si complimentò con lei per tutta la durata della cena. “Sei veramente brava a cucinare Ami, dovresti farlo più spesso.” “Grazie, ma non so se crederti.” “Perché?” “Perché a me non sembra così buono.” “Questo perché non hai mai asaggiato la cucina di Haruka, ti assicuro che in confronto a quello che mangio di solito questo è il paradiso.” “Ahahah, non esagerare, quando sono venuta a cena da voi ho mangiato veramente bene.” “Ci siamo impegnati molto per fare bella figura. “ “Ne sono onorata.” Continuarono a chiacchierare e, dopo aver lavato i piatti andarono nel salotto “Ti và di vedere un film?” “Certo! Che mi proponi?” “Mm…Sherlock Holmes-Gioco di ombre?” “Ottimo.” Lui adorava Sherlock Holmes e Robert Downey Jr. era veramente un bravissimo attore. Era un po’ nervoso perché Ami aveva preso una coperta per tutti e due e ora stavano abbracciati a guardare il film. Non pensava che la vicinanza con Ami potesse innervosirlo a tal punto “Tutto ok?” “S-si.” Era troppo vicina; ci fu una scena che evidentemente spaventò Ami perché si girò a guardarlo e lo abbracciò più forte, ormai aveva smesso di prestare attenzione al film. Ami si avvicinò e lo baciò, si staccarono e lui la guardò incuriosito, lei sorrise e si baciarno di nuovo. Stava cominciando a non capirci più nulla e, sentendo qualcosa che premeva contro i suoi pantaloni, si staccò bruscamente da Ami “Ami, scusa ma devo fermarmi.” “Che hai?” lui non rispose e lei sembrò capire. Il resto del film lo passarono in silenzio, poi verso le 23 si salutarono abbracciandosi “Ci sentiamo domani, buonanotte.” “ ’Notte.”

Scusate per il ritardo ma avevo bisogno di schiarirmi le idee su questo capitolo, probabilmente ne pubblicherò uno nuovo domenica. Bye bye!

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Capitolo 24
*** San Valentino ***


CAPITOLO 23 -San Valentino-
Erano passati 4 giorni dalla cena a casa di Ami e lei ed Eisuke non avevano ancora parlato di quello che era successo. Stava tornando dagli allenamenti di karate ripensando a quello che il maestro gli aveva detto quel giorno, cioè che il 15 febbraio, ovvero due giorni dopo, sarebbero dovuti partire per delle selezioni o una roba del genere, comunque sarebbero restati fuori per 5 giorni e lui si doveva avvertire la scuola, e Ami. Era così pensieroso che non si accorse di una ragazza che lo stava chiamando “Kurosawa!” “…Oh, ciao Kashii, scusa non ti avevo vista.” “Non preoccuparti. A che pensavi?” “A una cosa che mi ha detto oggi il mio maestro di karate.” Alla parola ‘karate’ Kashii sembrò intristirsi “Tutto ok?” “Si, che ti ha detto?” “Che fra due giorni dobbiamo partire per una selezione per le nazionali o una roba del genere, è complicato, staremo fuori 5 giorni.” “Sarà una bella esperienza.” “Certo, ma non credo che lo sarò dirlo ad Ami.” “Ahahah, non credo che si arrabbierà.” Ormai era quasi arrivato a casa “Senti…non vorrei essere indiscreto ma…perché quando pronuncio la parola ‘karate’ ti rintristisci?” Kashii prese un respiro e parlò “Mio fratello maggiore faceva karate e un giorno, mentre si recava in palestra, fu aggredito da alcuni ragazzi ma la sua forza non servì a molto, uno dei ragazzi aveva una pistola e gli sparò. Morì sul colpo, per questo ogni volta che sento parlare di karate mi viene in mente lui e…” Eisuke non sapeva che dire “Mi dispiace…” “Non ti preoccupare. Se non sbaglio ci dobbiamo separare qui.” “Già…allora a domani.” “Ciao.”
Quella sera chiamò Ami, doveva avvertirla; rispose dopo tre squilli. “Pronto?” “Ciao Ami, ti disturbo?” “No, come mai mi hai chiamata?” “Bhe…oggi dopo gli allenamenti il mio maestro di karate mi ha detto che il 15 dobbiamo partire per delle selezioni e staremo fuori 5 giorni…” “Cosa?! Te lo dicono con così poco preavviso?” “Gia, i miei domani avvertiranno la scuola.” “Capisco…quindi non ci vedremo per un po’…” “Si…mi dispiace.” “Non preoccuparti, non puoi farci niente.” “Potremo comunque sentirci per telefono.” “Se riuscirai a sopravvivere…” “Ehi! Pensavo ti fidassi di me.” “Ahahah scusa, ma, se non erro, le selezioni solitamente non sono mai una passeggiata.” “Questo è vero, però io e i miei compagni ci alleniamo con impegno quasi ogni giorno!” “Allora ce la metterai tutta?” “Certo!” “Ahahah.” “Perché ridi?” “Mi fa piacere sentirti così entusiasta.” Si sentì un tonfo, come di una pentola che cadeva “Dannazione!” “Ami, va tutto bene?” “Si, ora ti devo lasciare. Ciao!” “Ciao.” Troppo tardi, aveva già riattaccato.
La mattina trovò, oltre alla colazione, un Haruka molto allegra “Come mai sei così allegra onee-chan!?” “Come perché! Oggi è San Valentino onii-chan.” “A ecco…aspetta cosa?” Gli altri anni non aveva mai dato molta importanza a San Valentino, anche perché non aveva una ragazza. “E io che devo fare?” “Come sarebbe a dire?!” “Che ne so, ho una ragazza, dovrei fare qualcosa?” “No, ora ti spiego onii-chan, se la tua ragazza ti regala dei cioccolatini, cosa che dovrebbe fare, tu dovresti ricambiare durante il White Day, cioè il 14 marzo.” “Ok…e come dovrei ricambiare esattamente?” “Bho, ognuno ricambia a modo suo.” “Vabbè, troverò una soluzione, io vado. Ciao.” “Bye onii-chan!”
A scuola vide una marea di ragazzi emozionati e ragazze che davano scatole di cioccolatini. Entrato in classse venne salutato caldamente da Ami, ma non ricevette niente. Arrivò l’ora di pranzo e, come al solito, avevano avvicinato i banchi, Takasu, Kusieda, Kashii, Aisaka, Kihara e Kitamura si erano già seduti e lui stava per imitarli quadno venne strattonato da Ami che lo portò fuori dall’aula fino ai distributori automatici e si fermò di fronte a luicon le mani dietro la schiena. “Ma co…?” Ami gli porse una scatola nera con un fiocco rosso “Questi sono per te, accettali per favore!” Eisuke rimase per un attimo a bocca aperta “Allora? Non ho mai regalato dei cioccolatini, potresti anche dire qualcosa no?” “A si, scusa!” prese la scatola “Grazie Ami, sono veramente felice!” le disse sorridente e facendola arrossire, poi si ricordò del tonfo che aveva sentito ieri e capì. “Ami, li hai fatti tu questi cioccolatini?” “Ehm…si” “Fantastico!” “Che c’è di così fantastico?” “Bhe…prima mi hai preparato la cena, poi hai fatto i cioccolatini, tutto questo solo per me, è fantastico!” Ami sembrava sorpresa “Piuttosto, come hai fatto a capire ce li ho preparati io? Quellapoteva essere la scatola di una pasticceia o cioccolateria a cui ho tolto l’etichetta.” “Ehm…il rumore che ho sentito ieri al telefono era quello di una pentola, credo, allora ho pensato che li avessi fatti tu…” A quel punto Ami arrossì “Ho solo avuto un piccolo incidente di percorso!” “Si si, è normale!” sembrò un pò impaccciata "Senti, voglio scusarmi anche per quello che è successo l'altra sera, non dovevo provocarti così." "Non devi scusarti, è colpa mia, dovevo trattenermi." "Comunque avremo tutto il tempo per fare quelle cose." disse imbarazzata e imbarazzando anche lui "Veramente?" "Certo, non vorrai mica lasciarmi spero!" "No no, non intendevo questo! Io..." "Lasciamo stare." gli lanciò un occhiataccia e poi sospirò “Andiamo, comincio ad avere fame.”
Quando entrarono in classe Kitamura chiese “Dove eravate?” poi vide la scatola che Eisuke teneva in mano e gli lanciò un occhiata tipo “Felice eh?” e li fece arrossire.
Quel pomeriggio, mentre preparava la valigia, ricevette una chiamata dalla tigre “Ciao Aisaka, a cosa devo il piacere?” “Zitto e ascolta, convinci Baka-chi a venire alla cioccolateria che stà a quattro isolati da casa tua.” “Perché?” “Fallo e basta!” “Ok.” “Bravo.” E attaccò, chiamò subito Ami “Ciao Eisuke, non stai preparando la valigia?” “Si, posso chiederti un favore?” “Che tipo di favore?” “Puoi andare alla cioccolateria che si trova a quattro isolati da casa mia?” “Perché?” “Ehm…diciamo che lo scoprirai una volta arrivata.” “Mh…và bene, tanto non ho niente da fare.” “Grazie, a dopo.” “Ciao.” Mandò un messaggio ad Aisaka per avvertirla e continuò a sistemare i vestiti nella valigia.
Un ora e mezza dopo Ami lo chiamò “Che cavolo ti salta in mente?!” era veramente arrabbiata “S-scusa, ma se ti avessi detto che era un favore per Aisaka non avresti mai accettato…” “Non cercare scuse! Hai idea di quello che mi ha fatto fare?!” “Ehm…no.” “Bene, ho dovuto fare pubblicità alla cioccolateria dove lei e Takasu stavano vendendo scatole di cioccolatini per San Valentino!” “Bhe, non mi sembra poi una cosa così grave…” “Non dire un'altra parola o ti uccido! Come sarebbe a dire che non è grave?! Sono molto selettiva nella scelta dei miei lavori e fare pubblicità alla tigre non era prorpio una bella opzione!” “Ma hai accettato lo stesso di aiutarla anche dopo aver scoperto quello che dovevi fare.” Si calmò “Solo perché non volevo fare una figuraccia e un viaggio a vuoto.” “Certo…dove sei adesso?” “Sottocasa tua, scendi?” più che una domanda era un ordine “Subito.” Scese e uscì vedendo Ami davanti al cancelletto, indossava una giacca arancione con sotto una maglietta rossa, pantaloni neri con dei fiori rossi e un paio di stivali col tacco marrone scuro, teneva gli occhiali da sole in una mano e lo guardava; la raggiunse. “Ciao.” “Come pensi di farti perdonare?” “Eh?” “Non è stata una bella esperienza ed è tutta colpa tua!” “Scusa.” “Tutto qui?” lì abbracciò e le diede un bacio sulla guancia facendola arrossire. “Diciamo che và bene. Hai finito di preparare la valigia?” “Si.” “Quando parti?” “Domani mattina alle 9:30.” “Mh…sono già a scuola, quindi dobbiamo salutarci ora?” “Già, mi spiace di dover partire e restare fuori tutti questi giorni.” “Ti ho già detto che non devi preoccuparti, comunque ci sentiremo per telefono e non azzardarti a non rispondermi!” “Certo.” Restarono abbracciati ancora per un paio di minuti poi si staccarono e si salutarono con un bacio “Fai del tuo meglio.” “Contaci. Ciao” “Ciao.” Eisuke tornò dentro.
La mattina seguente partirono appena in tempo, il suo maestro era arrivato in ritardo come al solito, e il viaggio fu piacevole; avevano il pomeriggio libero e lui chiamò Ami che le raccontò una cosa veramente stupefacente.


Scusate, scusate, scusate, scusate, ho pubblicato veramente tardi il nuovo capitolo ma sono stata parecchio impicciata e alla fine ho pubblicato con un anno di ritardo. Comunque spero di poter pubblicare un nuovo capitolo molto presto, stavolta lo farò feramente. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ciao!
 

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Capitolo 25
*** Ritorno ***


CAPITOLO 24 -Ritorno-
Ami gli raccontò che quel pomeriggio Taiga aveva distribuito a tutti loro una scatola di cioccolatini per ringraziarli per quello che avevano fatto per lei e aveva aggiunto che Ami avrebbe dovuto consegnare una scatola anche a lui per ringraziarlo per il suo aiuto. Insomma, alla fine il pomeriggio si era concluso con una litigata fra Minori e Taiga e con la fuga di quest’ultima; non gli spiegò nei dettagli quello che era successo. Quella sera stessa ricevette una chiamata da Ami che gli disse che Taiga e Takasu avevano intenzione di lasciare la città e sposarsi una volta che Takasu avesse compiuto 18 anni, gli disse anche che ognuno di loro aveva dato il suo contributo e lui cominciò a sentirsi veramente in colpa per non essere stato presente quando i suoi amici avevano bisogno di lui, ma venne tranquillizzato da Ami.
Le selezioni andarono abbastanza bene, lì c’erano le più grandi palestre di tre città e gli allievi si sfidavano per decidere due persone che sarebbero andati avanti fino alla seconda selezione dove si sarebbero scontrati con i vincitori delle altre città e alla fine avrebbero formato la nazionale; i vincitori erano i due finalisti. Eisuke riuscì ad arrivare alle semifinali ma lì venne sconfitto da una cintura nera terzo dan veramente molto forte e nessuno dei suoi compagni riuscì ad arrivare in finale, ma era stata una bella esperienza e lui non vedeva l’ora di tornare a casa e di rivedere Ami.
Al suo arrivo notò che la città non era più coperta di neve, venne accolto alla stazione dai suoi genitori e da sua sorella; seppe che i suoi genitori sarebbero dovuti partire una settimana dopo per l’Inghilterra per un servizio. Avvertì Ami del suo arrivo e lei gli diede appuntamento alle 17 ad un parco vicino scuola; arrivò perfettamente in orario e, appena lo vide, Ami gli corse incontro e lo abbracciò “Mi sei mancato!” “Anche tu.” Gli diede un bacio e, quando si separarono, Eisuke non riuscì più a trattenere la curiosità “Ami, lo so che è da tanto che non ci vediamo però…puoi spiegarmi che è successo fra Taiga e Takasu?” Ami fece la faccia un pò scocciata, ma, dopo aver sospirato, gli rispose “Più o meno al telefono ti ho detto tutto, tranne che oggi Takasu è tornato senza la tigre.” “Cosa?” “Non ci ha spiegato che cos’è successo esattamente, ci ha solo detto che sono andati dai suoi nonni e, dopo che si è riappacificato con la madre, sono tornati a casa; poi lui ha scoperto a casa di Aisaka un suo biglietto in cui c’era scritto che andava da sua madre.” Eisuke era parecchio confuso “Sono un po’ confuso.” “è normale, anche a me ci è voluto un pò per capire cos’era successo. Cambiando discorso, com’è andata la selezione?” “Sono arrivato in semifinale, nessuno di noi l’ha passata.” “Però sei arrivato in semifinale, è comunque un bel traguardo!” “Già, tu cos’hai fatto in questi giorni?” “Te l’ho detto, più che altro sono stata con Minori.” “Quindi ormai vi siete riappacificate…?” “Si. Torni subito a scuola?” “Si, approposito, puoi prestarmi i tuoi appunti?” “Certo. Se vuoi possiamo studiare insieme.” “Ottimo!” Restarono insieme un'altra ora chiacchierando e mettendosi d’accordo su quando vedersi per studiare.            
Il giorno dopo tutti ricevettero un mms da Taiga, era la foto di una stella. Dopo aver ascoltato l’interpretazione di Minori, decisero di mettere in praica l’idea di Ami, rispondere alla tigre con una loro foto insieme alla stella di Natale che lei aveva portato per decorare l’albero. Dopo estenuanti ricerche trovarono la stella e insegnarono alla professoressa Yuri ad usare la fotocamera; si misero in posa: Minori e Ami presero Takasu, che teneva in mano la stella, per le guance costringendolo a sorridere, mentre Eisuke e Haruta erano stati costretti a sollevare a mò di supermen un Kitamura mezzo nudo con il risultato che, a causa di uno starnuto di Haruta, poco prima che la foto venisse scattata, caddero tutti rovinosamente per terra travolgendo anche Noto, Kashii e Kihara oltre a Takasu, Minori e Ami.
Erano passati parecchi giorni da quando Taiga era andata dalla madre, quasi un mese, e di lei nessuno aveva avuto notizie; Takasu era sempre giù di morale nonostante Eisuke e Kitamura provassero a distrarlo in tutti i modi. I suoi genitori erano partiti e lui si trovava di nuovo da solo in casa con Haruka che continuava a frequentare Heiji che lui aveva conosciuto e con cui aveva fatto amicizia. I giorni passavano e arrivò il 14 marzo, il White Day, e grazie ad una fioritura fuori stagione Eisuke fece del suo meglio per stupire e ringraziare Ami.


Scusate se il capitolo è n pò corto, ma domenica aggiornerò. Intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ciao!

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Capitolo 26
*** Uno sguardo verso il futuro ***


CAPITOLO 25 -Uno sguardo verso il futuro-
Diede appuntamento ad Ami il 14 alle 11 davanti alla fermata degli autobus, aveva già preparato tutto; lui aveva dei pantaloni blu, una maglietta bianca e una felpa rossa e blu, lei indossava un maglione verde, una cintura marrone, un paio di leggins blu e un paio di stivali marrone chiaro. Presero l’autobus fino ad arrivare ad un parco poco fuori città, lì ogni anno un ciliegio fioriva prima del normale e quell’albero faceva parte del suo piano. “Dove stiamo andando?” “è una sorpresa.” “Sei nervoso?” “Perché me lo chiedi?” “Di solito quando sei nervoso ti passi frequentemente una mano fra i capelli, in realtà lo fai anche quando sei imbarazzato o felice o provi un qualsiasi sentimento molto forte…” Eisuke era veramente sorpreso “Wow! È raro che qualcuno se ne accorga.” “Sono la tua ragazza, non mi sfugge niente.” “Devo cominciare a preoccuparmi?” “Dovrei farti io questa domanda, dove stiamo andando?” “Aspetta, ci siamo quasi.” Erano quasi arrivati “Chiudi gli occhi.” Ami inizialmente era titubante, ma poi acconsentì. Allora Eisuke prese il mazzo di rose rosse che aveva nascosto precedentemente e condusse Ami vicino al ciliegio dove aveva preparato un pic-nic; si mise davanti a lei. “Ora puoi aprirli.” Così fece e, appena aperti, si trovò davanti lui con un mazzo di rose rosse in mano e come sfondo c’era il ciliegio in fiore; Ami era rimasta a bocca aperta, prese le rose “Eisuke è…è stupendo.” Disse annusando i fiori e notando che c’era anche un pic-nic “Hai pensato proprio a tutto.”  Disse mentre si avvicinavano e poggiava le rose sulla tovaglia per poi rivolgersi di nuovo a lui “Sono davvero senza parole, è la cosa più dolce che qualcuno abbia mai fatto per me.” Eisuke si avvicinò a lei cingendole la vita con un braccio e con una mano le accarezzò una guancia avvicinandosi a lei “Ho fatto tutto questo perché ti amo.” E la baciò, lei rispose mettendo le mani dietro al suo collo e lui la circondò con entrambe le braccia. Quando si staccarono Ami disse “è la prima volta che me lo dici.” “Veramente?! Mi dispiace.” Gli diede un bacio sulla guancia “Fa niente, però d’ora in poi vedi di dirmelo più spesso.” “Hai la mia parola.” “Mi fido, ora andiamo a mangiare.” Passarono tutto il pomeriggio insieme e tornarono a casa verso le 18:30. “Grazie per tutto Eisuke.” “Sono io che devo ringraziarti Ami.” Lei gli sorrise e lo abbracciò “Ci vediamo domani.” “Ciao.”
Le cose fra loro andavano benissimo, a Natale ci fu il loro primo anniversario e andarono a cena fuori insieme, in più anche i loro amici avevano trovato l’anima gemella; Kitamura avrebbe raggiunto, dopo il diploma, Kano in America e Minori aveva conosciuto un ragazzo che lavorava con lei come cameriere e adesso uscivano insieme. Ami aveva intenzione di cominciare una carriera come attrice e seguire le orme della madre mentre Eisuke voleva andare all’università e studiare legge, Kitamura sarebbe andato in un università in America, Minori avrebbe continuato gli studi non smettendo di lavorare e Takasu avrebbe cercato un lavoro dopo la fine della scuola; non si avevano ancora notizie di Taiga.
Il giorno del diploma erano tutti felici e circondati da studenti di altre classi che gli facevano i complimenti e Ami aveva ricevuto molti mazzi di fiori, cosa che fece ingelosire un po’ Eisuke, Kitamura era circondato dagli studenti che facevano parte del consiglio studentesco, Kushieda dai membri del club di softball e Eisuke stava con Haruta, Kashii e la nuova coppia Noto e Kihara. Notò che Takasu era corso dentro l’istituto e, quando tornò, stupì tutti; con lui c’era Taiga e si tenevano per mano, vennero circondati da tutti i loro compagni che riempirono Taiga di domande. Dopo scuola Taiga e Riuji andarono a casa di lui ma promisero ai loro amici che il giorno seguente sarebbero andati a pranzo insieme e Taiga avrebbe risposto a tutte le loro domande; e così fece. Scoprirono che era davvero andata dalla madre affezionandosi molto alla sua nuova famiglia e riallacciando i rapporti con lei, avrebbe frequentato lì l’università e lei e Riuji si sarebbero sposati molto presto, quindi gli chiesero di aiutarli con i preparativi.
Passarono le vacanze tutti insieme e arrivò il momento di iniziare l’università, tutto procedeva tranquillo, come dicono nei film, tutto era troppo tranquillo. Eisuke si trovava molto bene all’università, la stessa di Taiga e Minori, Kitamura era partito ma gli aveva promesso che si sarebbero sentiti molto spesso, Takasu aveva trovato lavoro presso un ristorante e Ami partecipava continuamente a dei provini. Un giorno Eisuke e Ami erano usciti il pomeriggio e stavano passeggiando “Come vanno i provini?” “Benissimo, probabilmente avrò una parte in un nuovo film del regista Matsumoto!” “Fantastico, quando avrai la conferma?” “Più o meno fra un mese. A te, invece, come và l’università?” “Bene, studio gran parte del giorno però mi piace.” “Non avrei mai pensato che volessi diventare un avvocato.” “Perché?” “Bhe, di sol…” il telefono di Ami squillò “Scusa, devo rispondere, è mio padre.” Ami si allontanò un po’. Dopo 2 minuti Eisuke sentì Ami urlare “Cosa? No! ... Come sarebbe a dire? Non ti fidi? … No, io … Aspetta papà!” Ami chiuse il telefono, si avvicinò a lui e lo trascinò al parco vicino alla loro ex-scuola, si sedettero su una panchina e solo allora Eisuke si accorse che Ami stava piangendo “Ami, che succede?” lei lo abbracciò e nascose la testa nel suo petto, Eisuke le accarezzò la testa e con l’altro braccio le circondò la vita. Dopo un po’ Ami parlò “Scusa, ho avuto una discussione con mio padre.” “Riguardo a cosa?” “A tutto. Lui e mia madre hanno cominciato a pressarmi già da un po’ affinchè tornassi a casa, ma gli ho sempre detto che avevo dei provini e che non volevo stare lontana da te. Oggi mio padre, quando mi ha chiamata, ha detto che ha saputo che potrei partecipare al nuovo film di Matsumoto e che, se mi prendessero, una volta finito di girare sarei dovuta tornare a casa con loro. Ha detto anche che, se diventerò un attrice, dovrò trovare un ‘uomo degno di me’ e che farei meglio a lasciarti, prima che potessi protestare ho sentito la voce di mia madre che parlava a mio padre e lui, dopo, mi ha detto che vogliono incontrarti e poi decideranno se sei adatto a me. Non posso sperare di non partecipare al film e non sopporto che i miei genitori debbano scegliere con chi devo fidanzarmi! Che posso fare?” Eisuke era sconcertato “Ami, hai ragione, però se i tuoi genitori vogliono incontrarmi cercherò di fare una buona impressione, e poi insieme troveremo un modo per farti restare qui, o comunque per restare insieme. Puoi contare su di me!” Ami si strinse ancora di più a lui “Grazie Eisuke.” Decisero che avrebbero aspettato che il padre di Ami la chiamasse di nuovo per sapere quando volevano incontrarlo, Eisuke era intenzionato a non lasciarsi portare via Ami e nessuno sarebe stato in grado di impedirglielo.

Ok...ho tardato di un giorno ma prima o poi riuscirò ad essere puntuale, o almeno spero. Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ho intenzione di scriverne almeno altri 3-4 in cui parlerò anche della storia degli altri protagonisti. Al prossimo capitol, ciao!

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Capitolo 27
*** Seconda telefonata ***


CAPITOLO 26 -Seconda chiamata-
Erano passati due giorni dalla telefonata del padre di Ami  e la seconda non tardò ad arrivare. Quel giorno era rimasto al’università per finire una ricerca con un suo compagno, Shinichi Ichigo quando ricevette un messaggio da Ami che recitava: ‘Sei ancora all’università? Mio padre mi ha chiamato poco fa. Posso venire da te più tardi così parliamo?’ le rispose che poteva venire alle 18:30 e che si sarebbe sbrigato a finire la ricerca. Arrivò un po’ prima a casa ma vide che Ami lo stava aspettando  “Ciao.” “Ciao, mi spiace averti messo fretta.” “Non preoccuparti.” Entrarono “Bentornato onii-chan!” disse Haruka affacciandosi dalla cucina “Ciao onee-chan.” “Ciao Haruka.” “Ciao Ami, è bello rivederti!” “Anche per me” “ Comunque io devo uscire un attimo, mi raccomando.” Disse superandoli “Ehi! Dove vai?” gli sorrise “Non lo saprai mai, bye bye!” “Asp…” la porta si chiuse prima che potesse continuare. Sentì Ami che rideva “Adoro tua sorella.” “Anche io, quando non fa così.” Andarono in camera sua “Sai, credo che questa sia la prima volta che entro nella tua stanza.” “è vero, non ci avevo pensato.” “C’è qualcosa che dovresti nascondermi?” disse con uno sguardo tipo ‘Se trovo qualcosa di strano ti uccido e non ti azzardare a nascondermi qualcosa.’ “No no, semplicemente non mi ero reso conto di non averti mai mostrato la mia stanza.” “Mh…comunque non è molto diversa da quella di Yuusaku?” “Hai visto la camera di Yuusaku?” “Si, quando eravamo bambini. Anche la tua è parecchio ordinata, in un certo senso sembra una mini biblioteca.” Effettivamente nella sua stanza, oltre ad un letto, una scrivania, un piccolo comodino e un armadio, c’era una libreria, che occupava praticamente metà parete, strapiena di libri di ogni genere, prevalentemente gialli e fantasy, e l’ultimo ripiano era dedicato ai manga; in più anche la scrivania era coperta sia dai libri di scuola che da altri romanzi che occupavano anche una parte del comodino vicino alla lampada, e ne aveva messi alcuni anche nell’armadio. Poco dopo Ami notò un album fotografico che Eisuke teneva fra i libri e lo prese; si sedette sul letto e cominciò a sfogliarlo. “Però, da bambino eri veramente adorabile.” Eisuke si sedette vicino a lei, stava guardando una foto che aveva scattato suo padre quando erano andati in vacanza al mare per la prima volta e lui aveva poco più di un anno.  Poi passò a quelle dei vari festival scolastici, delle gite in montagna o in altri paesi e quelle di classe “Chi sono questi?” disse indicando una foto che aveva scattato alle medie con i suoi due migliori amici “I miei migliori amici delle medie, lui era il mio vicino di banco, Ranma Kurai –disse indicando il ragazzo alla sua destra con i capelli neri e gli occhi castani- mentre lei era anche una mia compagna delle elementari, Honoka Akashia.” Disse indicando la ragazza alla sua sinistra con i capelli lunghi castani legati in una treccia e gli occhi verdi. “Sei ancora in contatto con loro?” “Si,l’ultima volta ci siamo visti un paio di settimane fa,sono tutti e due molto impegnati con l’università, ma comunque ci sentiamo per telefono. Perché?” “Questa ragazza è molto carina, avevi una cotta per lei?” Eisuke arrossì “Bhe…non proprio…” dall’occhiataccia di Ami capì che era meglio se si sbrigava a spiegarsi “Ecco…diciamo che mi piaceva molto stare in sua compagnia…” lo sguardo assassino di Ami gli fece capire che non doveva girarci intorno “Ok, mi piaceva. Però adesso amo solo te, non devi assolutamente preoccuparti!” disse agitato, ma si calmò quando vide che l’aveva fatto anche Ami “Ti credo, comunque –chiuse l’album e assunse un aria seria- mio padre ha detto che vorrebbe incontrarti questa domenica, a casa nostra.” “E come ci arriviamo?” “Basta prendere il treno alla stazione dove ci siamo incontrati con Yuusaku e gli altri per andare alla mia casa al mare.” “Ok, qualche avvertimento?” “Devi solo essere te stesso, però mio padre sà essere molto duro certe volte…” “Farò del mio meglio.” Ami lo abbracciò “Grazie, farò in modo che non ti uccida.” “Ehm…posso ricorrere al karate se necessario?” lo guardò male “No.” “Ok, stavo scherzando. Potrei lavargli la macchina!” Ami sospirò “Dovremmo tenercela come un ultima carta da giocare, comunque una cosa buona c’è.” “Quale?” “Credo che mia madre sia dalla nostra parte.” “Cosa te lo fa pensare?” “Quando mio padre mi ha chiamato la prima volta è stata mia madre a convincerlo a darci una possibilità. Averla dalla nostra parte potrebbe essere vantaggioso…” “Certo, però la prova più difficile per un ragazzo è incontrare il padre della sua ragazza.” “Allora, ci vuole un ora e mezza per arrivare a casa mia, treno e autobus, và bene se ci vediamo alle 8 davanti alla stazione?” “Perfetto. Vuoi restare a cena?” “Si, grazie. Avverto mia zia.” Dopo la chiamata, Eisuke cominciò a preparare la cena e Haruka, appena rientrata, venne messa subito ad apparecchiare con Ami; dopo cena restarono un pò a chiacchierare e poi Eisuke riaccompagnò Ami a casa. 

Scusate per il ritardo, come sempre, però sto già lavorando al prossimo capitolo che spero di pubblicare sabato. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ciao!

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Capitolo 28
*** Incontro fatale (ok...non esageriamo) ***


CAPITOLO 27 -Incontro fatale-
La fatidica mattina era arrivata, Eisuke era nervosissimo nonostante Haruka e Ami avessero cercato di tranquillizzarlo, anche se Ami era nervosa quanto lui. Passarono gran parte del viaggio in silenzio, una volta arrivati alla stazione presero un autobus e, dopo una trentina di metri, arrivarono davanti ad un palazzo alto 6 piani “Questo palazzo è gigante!” “Ahahah,i miei genitori abitano al quinto pianto.” Stavano per citofonare quando il portone si aprì e ne uscirono un uomo alto con i capelli neri  striati di grigio e gli occhi viola che indossava un paio di jeans e una felpa beige, e una donna con i capelli blu e gli occhi castani che indossava una gonna rosa che le arrivava poco sopra le caviglie e una maglia a maniche lunghe. “Mamma! Papà!” disse correndo ad abbracciarli e lasciando Eisuke impietrito vicino al portone; dopo un po’ si accorsero di lui. “Tu sei Eisuke Kurosawa giusto?” “S-si, piacere di conoscervi sig. e sig.ra Kawashima.” Facendo un piccolo inchino “Il piacere è nostro, io sono Anna, la madre di Ami e lui è mio marito Yukiteru.” Disse la madre di Ami indicando poi l’uomo affianco a lei che lo guardava minaccioso e sospettoso, stava per dire qualcosa quando… “Eisuke!” apparve l’unica persona che in quel momento gli avrebbe potuto causa qualche problema “H-honoka!” “Che ci fai qui?” “Potrei farti la stessa domanda.” “Come sempre devo essere io a rispondere per prima, sono venuta a trovare i miei zii. Ti ricordi che in terza media siamo andati da loro?” “Non mi ricordavo che abitassero in questa città. Comunque io sono qui per…” Honoka aveva già intuito vedendo Ami con i suoi genitori che lo fissavano perplessi “Ehm…” Ami venne in suo aiuto “Ciao, sono Kawashima Ami, la ragazza di Eisuke. Tu sei Honoka Akashia?” “Si, Eisuke mi ha parlato molto di te, sono felice di conoscerti.” “Anch’io. Loro sono i miei genitori.” Disse indicandoli “Piacere. Bene, non vi rubo altro tempo.” Fece per andarsene ma… “Perché non rimani ancora un po’? Potresti raccontarci qualcosa di Eisuke.” Disse il padre di Ami “Ehm… non vorrei far aspettare i miei zii.” “Potresti avvertirli che tarderai, ti ruberemo solo 30 minuti.” Di fronte a quell’insistenza e allo sguardo supplichevole di Eisuke, si arrese “Ok.” Salirono fino al quinto piano e entrarono nell’appartamento 5A; era enorme. Il salotto era illuminato da due finestre e al centro c’era un tappeto, più indietro un divano affiancato da due poltrone e attaccato al muro un televisore, da dove si trovava Eisuke riuscì a vedere un corridoio con cinque porte. Si sedette sul divano con Ami alla sua destra e Honoka alla sua sinistra, tutti e tre erano rigidi come tronchi. Il padre di Ami si sedette su una delle poltrone mentre sua madre andò a preparare del tè. Regnava il silenzio rotto dopo un po’ dal padre di Ami “Allora...Ami mi ha detto che studi legge all’università.” “Si.” “E come vai?” “Abbastanza bene, essendo un università semestrale sto ancora preparando gli esami.” “Quanti pensi di farne?” “Bhe…almeno tre-quattro quest’anno.” “Mh…Se non erro fai anche karate, che cintura sei?” “Nera.” “Fai gare?” “Si, partecipiamo anche alle selezioni per le nazionali, anche se non ci è andata molto bene in questi ultimi tempi.” “Bene…Ami, possiamo parlare un attimo, da soli?” “Certo.” Possibile che il terzo grado fosse già finito?Mentre Ami e suo padre si alzavano Anna entrò con un vassoio “Non volete il tè?” “Dopo, grazie.” Si sedette e porse ai due ragazzi una tazza ciascuno “Vi conoscete da molto tempo?” “Si, ormai saranno quasi dieci anni.” “Però, si vede che siete molto amici. Comunque volevo scusarmi per i comportamento di mio marito. Deve avervi spaventati.” “Un po’.” “Lo fa solo per il bene di Ami, è la nostra unica figlia.” “Certo, deve essere difficile.” “Già, avete fratelli o sorelle?” “No, sono figlia unica.” “Io ho una sorella, siamo gemelli.” “Veramente? Dovete avere un bellissimo rapporto.” “Si, anche se da bambini non ci sopportavamo.” “Perché?” “Per prima cosa nella nostra vecchia casa condividevamo la stessa camera e un paio di volte mia sorella mi ha lanciato oggetti di vario tipo perché diceva che non aveva abbastanza privacy, e aveva solo 5 anni.” “Però tu non hai fatto niente.” “Bhe…” “L’ha chiusa in bagno.” “Eh?” “Non la sopportavo più…” “Credo sia normale.” “Ora però andiamo d’accordo.” “Mi fa piacere…Vorrei che sapessi che sono sicura che  tu e Ami siate una bellissima coppia e da quando state insieme Ami è più felice e rilassata e mi sembra che sia cambiata. Grazie.” “Non deve ringraziarmi io…” si sentirono delle urla dalla camera di fianco; poi Ami uscì dalla stanza e cose fuori sbattendo la porta. Eisuke si era alzato e stava per seguirla quando il padre di Ami lo afferrò “è tutta colpa tua se Ami è scappata!” stava per ribattere ma…” Ora la finisca! Se Kawashima è scappata è tutta colpa sua, Eisuke non centra! Se non vi spiace io andrei dai miei zii. Grazie per il tè, ci sentiamo Eisuke.” E se ne andò sbattendo anche lei la porta e lasciandoli completamente a bocca aperta; Eisuke colse l’attimo e si liberò dalla presa del padre di Ami uscendo anche lui dalla porta, senza sbatterla. Una volta arrivato al piano terra si accorse che non sapeva dove fosse andata Ami, dopo averci pensato un po’ gli venne un idea.

Sono in ritardo come sempre! Yuppi! Da oggi in poi smetterò di fare previsioni, tanto non ci azzecco mai, diciamo che farò il prima possibile. Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ciao!

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Capitolo 29
*** Buone notizie ***


CAPITOLO 28 -Buone notizie-
Stava correndo per una strada a due isolati dalla casa di Ami e, come gli aveva detto l’uomo a cui aveva chiesto informazioni, lì c’erano due distributori automatici; sperò che la sua idea fosse giusta. Si avvicinò e la vide, Ami era in mezzo ai due distributori “Sapevo che ti avrei trovata qui.” Ami lo guardò, aveva gli occhi lucidi “Scusa, non sarei dovuta scappare via, però mio padre mi ha fatto veramente arrabbiare. Non gli và mai bene niente, ha detto che non vai bene, che non gli piaci, che per la mia carriera non sarebbe buono avere un fidanzato che non è famoso. Non lo sopporto!” Eisuke si sentiva in colpa, in fondo era solo colpa sua se Ami aveva litigato con il padre e rischiava di doversi trasferire. “Mi dispiace di non picere a tuo padre, forse sarebbe stato meglio se io…” Ami si alzò e…Slap; gli arrivò uno schiaffo sulla guancia sinistra che gli lasciò il segno “Non provare mai più a dire o pensare una cosa del genere!” poi gli diede un bacio sulla guancia dolorante e lo abbracciò “Eisuke io ho bisogno di te adesso come non mai.” “Farò di tutto per farti rimanere con me!” “Grazie.” Gli diede un bacio “Allora torniamo dai tuoi?” “Si.”
Quando entrarono videro la madre di Ami che era seduta, nervosa, su una poltrona, e il padre di Ami con un segno rosso sulla guancia che camminava avanti e dietro per la stanza come un anima in pena. “Ami!” dissero in coro, entrambi fecero per avvicinarsi, ma Ami li fermò “Papà, non ho intenzione di lasciare Eisuke perché per la mia carriera non và bene o per qualsiasi altra cavolata, né ho intenzione di tornare ad abitare qui, voglio andare a vivere con Eisuke e tu non potrai impedirmelo!” Aspetta, vivere insieme? Non che l’idea non gli piacesse ma non trovava una buona idea dire così a suo padre. Anna sorrideva mentre Yukiteru era rimasto spiazzato davanti alla testardaggine della figlia, e alla fine si arrese. “D’accordo, ho capito. Posso parlarti un attimo Kurosawa?” “Certo.” Ami gli strinse la mano prima di lasciarlo andare con il padre nella stanza affianco che, a giudicare dalla mobilia, era la camera da letto dei genitori di Ami. Vide anche delle sue foto di quando era piccola, sembrava così felice e spensierata, peccato che per la sua carriera avesse dovuto indossare quell’odiosa maschera. “Di cosa vuole parlarmi?” “Hai veramente intenzione di andare a vivere con mia figlia?” “Si.” “Vuoi sposarla?” “Si.” “Avresti fatto tutto ciò anche senza il mio consenso?” “Si, io amo sua figlia e non la lascerei andare per nulla al mondo!” “Capisco…Và bene, abbi cura di mia figlia.” “Certamente.” Uscirono dalla stanza e Ami gli cose incontro “Tutto bene?” “Si.” Lo abbracciò ma si staccò subito e guardò i genitori che gli sorrisero “Quindi?” “Non preoccuparti, non devi tornare qui. Però, se e quando andrete a vivere insieme, vorremmo esserne informati.” “Certo.”

Era passato un mese da quel giorno, era una domenica e, dopo tanto tempo, era arrivato il giorno del matrimonio di Taiga e Riuji. Avevano optato per una cerimonia semplice e con pochi arrivati, Kitamura era il testimone di Takasu e Kushieda la testimone di Taiga; Yasuko, la madre di Riuji, non la smetteva di piangere, non solo per il matrimonio, ma anche perché Taiga aveva annunciato di essere in dolce attesa. Dopo la cerimonia andarono a pranzo in un posto poco fuori città e Ami ed Eisuke erano allo stesso tavolo con Minori e il suo ragazzo e con Kitamura e Kano Sumire che ormai erano una coppia vera e propria. “Allora Yusaku, come vanno gli studi in America?” “Benissimo, l’università che frequentiamo è organizzata benissimo e ci sono moltissimi corsi interessanti.” “Wow, e tu Ami, hai avuto la conferma per quel film?” “Si, tra una settimana partirò per Tokyo e rimarrò lì tre mesi.” “Parteciperai al nuovo film di Matsumoto?” “Si.” “è una bellissima notizia Amin!” “E a te come vanno gli studi Eisuke?” “Bene, fra poco dovrò dare i primi esami.” “Hai anche un lavoro part-time adesso, se non sbaglio.” “Si, lavoro come cameriere in un ristorante vicino casa mia.” “Come mai hai deciso di cercare un lavoro part-time?” Eisuke  e Ami arrossirono “Bhe…ecco…noi…” “Volete sposarvi?” “Anche quello, però pensavamo di sposarci quando avrò finito l’università.” “E allora perché?” “Perché…vogliamo andare a vivere insieme.” “Davvero?!” “Ma è una notizia fantastica!” “E tu Minori, novità?” “Veramente volevamo aspettare che ci fossero anche Taiga e Riuji prima di dirvelo…” “Perché ci stavate aspettando?” Taiga e Riuji stavano facendo il giro dei tavoli e si erano fermati davanti a loro “Ehi bakachi, hai fatto qualcosa a Minorin?” “Ma che dici? Non ti insulto solo perché è il tuo matrimonio, ma mi rifarò.” “A cuccia, allora Minorin?” “Ecco…sono incinta.” Stupore generale “è meraviglioso, congratulazioni!” “Che bello Minorin, i nostri figli potranno crescere insieme!” “Si.” “Questa giornata è veramente fantastica, tutte buone notizie!” “già.” “Noi continuiamo il giro.” “A dopo.”


Ciao a tutti! Ecco a voi un nuovo capitolo in cui vi annuncio che il prossimo aggiornamento sarà l'ultimo. Dopo mesi e mesi la storia avrà un finale che spero soddisferà tutti. Alla prossima!

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Capitolo 30
*** The last chapter ***


CAPITOLO 29 -The last chapter-
Un anno dopo il matrimonio di Aisaka e Takasu che adesso erano genitori di una bellissima bambina che aveva subito legato con la figlia di Minori, EEisuke e Ami si erano trasferiti in un appartamento vicino all’università. Era un appartamento di 4 stanze, una cucina, un bagno, una camera da letto e un salotto. Vivere con Ami per lui era un sogno, a volte quando tornava a casa lei lo aspettava e si salutavano con un bacio come una coppia sposata, si addormentavano insieme e si svegliavano insieme, facevano colazione e cenavano sempre insieme. Avevano litigato solo una volta. Ami era tornata arrabbiatissima da un colloquio, da quando era uscito il film di Matsumoto aveva ricevuto molte proposte, e, quando le aveva chiesto cos’era successo, lei gli aveva risposto che i registi sono dei cretini e tante altre cose “Perché dici così?” “Perché?! Semplice, perché quell’idiota di un regista ha detto che sono troppo vecchia per girare un suo film e che dovrei diventare un Av idol per destare un briciolo d’interesse nei confronti di qualcuno! Ma ti rendi conto?! Ho 21 e un cretino mi dice che sono vecchia e che devo diventare una…insomma, è ovvio che sono arrabbiata!” dopo il suo sfogo lo guardò “Ami, lo sai benissimo che non sei vecchia, ma…” “Mi viene un dubbio Eisuke, tu sai cos’è un av idol vero?” “Ehm…ecco…” “O santa pace!” prese il cellulare e andò su internet, una volta trovato quello che cercava gli mostrò il risultato della ricerca “Che cosa?! E quell’essere insulso ti ha detto di diventare una…ma come si permette!”  “è proprio quello che dico io. Insomma, non c’era bisogno di arrabbiarsi solo perché ho fatto un paio di critiche al casting che aveva scelto…” Eisuke ci mise un attimo a recepire ciò che aveva appena detto “Aspetta un attimo…hai criticato la scelta del casting?” “Bhe…ho solo espresso la mia opinione. E comunque non c’era bisogno di dirmi quelle cose.” “Però tu lo hai provocato.” “Ma da che parte stai?” “Dalla tua, però…” “Lascia stare.” E se ne andò sbattendo la porta. Erano le 20 e Ami ancora non tornava, Eisuke non si sentiva così lontano da lei da quando era partita per Tokyo per girare il film, certo, in quei mesi si erano sentiti per telefono e a volte Eisuke era andato lì nel week end per vederla, ma non vederla era un supplizio; ora non sapeva dove fosse, se stesse bene e cosa stesse facendo, ed era molto preoccupato. Ami tornò alle 21:30 e Eisuke le corse incontro “Ami dove sei stata? Con chi? Stai bene? Che hai fatto?” “Calmati. Mi spiace di averti fatto preoccupare, sono andata da Minori e abbiamo parlato un po’.” “Per fortuna, ero veramente preoccupato. Mi spiace di non aver preso le tue parti però…” “Non preoccuparti, sono io che me la sono presa con te, scusa.” Si abbracciarono “Hai cenato?” “No. Tu?” “No.” Cenarono e poi si misero sul divano a guardare un film, era inverno e si coprirono con un pleid “Mi sembra di aver già vissuto questo momento.” “Però, che memoria.” Si ricordò di quella sera e si accorse che si era creata la stessa atmosfera “Eisuke?” “Cosa?” “L’ultima volta ci siamo fermati giusto?” “S-si.” Ami si avvicinò e lo baciò “E se questa volta andassimo avanti?” continuarono a baciarsi sempre più appassionatamente e si diressero verso la camera da letto.

Salto temporale di 18 anni

“Nii-chan! Sbrigati! Non ho intenzione di far tardi il primo giorno di scuola superiore per colpa tua!” “Arrivo onee-chan, fammi finire di fare colazione.” “Come sei lento!” “Kyouka, dovresti calmarmi.” “Come faccio papà? Ho appuntamento fra 20 minuti davanti a scuola con Takashi.” “Mi fa piacere che vai così d’accordo con il figlio di Honoka e Ranma, sareste una bella coppia.” “Mamma!” “Ehi onee-chan posso conoscere il tuo ragazzo?” “Zitto nano, muoviti.” La ragazza con i capelli neri e gli occhi viola con indosso la divisa dell’Istituto superiore Oashii trascinò il ragazzo con i capelli blu e gli occhi azzurri che aveva ancora in mano la tazza con il caffèlatte. “Aspetta onee-chan!” “Ciao mamma, ciao papà!” “Ciao, buona scuola.” I ragazzi uscirono “Questo silenzio mi sembra così innaturale.” “Hai ragione Eisuke, ormai è così da 15 anni.” Ami stava finendo di fare colazione “A che ora hai l’intervista?” “Alle 11:30, però devo stare lì un ora prima.” “Mh…non so se riuscirò a vederti.” “Non credo, se vuoi metto la registrazione.” “Si, ottima idea.” “Piuttosto, non dovresti uscire anche tu?” Eisuke guardò l’orologio “è già così tardi?! Accidenti, devo essere in tribunale fra un ora e devo anche passare a prendere delle carte allo studio.” Afferrò la valigetta e le chiavi della macchina, si infilò le scarpe e salutò la moglie con un bacio “Ciao amore.” “Ciao, torna presto.” 2gli aggiustò la cravatta e uscì. Era una bellissima giornata, in realtà per lui erano tutte belle giornate da quando stava con Ami. Si erano sposati 16 anni prima e, un anno dopo, Ami era rimasta incinta; avevano lasciato il loro appartamento, anche perché Eisuke si era laureato, e si erano trasferiti in una casa vicino al ristorante Jonny’s. La casa aveva due stanze e un bagno in più ed il salotto era molto più grande. Due anni dopo la nascita di Kyouka Ami era rimasta di nuovo incinta ed era nato Haruto. Gli squillò il cellulare, era un messaggio di Haruka. ‘Ehi nii-chan! Ricordati che stasera siete nostri ospiti, mi raccomando alle 19, puntuale altrimenti Hirano morirà senza i suoi amati cuginetti.’ Harua si era sposata poco dopo di lui con Heiji e avevano un figlio della stessa età di Hirano. La sera prima avevano fatto una rimpatriata con Riuji, Taiga, Minori e suo marito, Yusaku e Kano, Noto che si era sposato con Kihara, Kashii e il suo ragazzo, Haruta e sua moglie. I figli dei loro amici avevano legato molto fra di loro e anche con Kyouka e Hirano; c’erano anche loro e si erano divertiti molto. Kashii aveva annunciato il suo imminente matrimonio e li aveva invitati. Insomma, andava tutto benissimo ed Eisuke poteva dire di essere l’uomo più felice del mondo.


Eccoci arrivati alla fine, dopo tanto tempo. Ringrazzio Darkolo, MrRaider e Panda_and_Love per aver seguito la mia storia e MrRaider per averla sempre recensita. Detto questo spero che la mia storia vi sia piaciuta, ciao ciao!

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