Come se non fosse stato mai amore

di Lussissa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che cosa diavolo hai fatto, Potter?! ***
Capitolo 2: *** Scoperte ***
Capitolo 3: *** Dolore ***
Capitolo 4: *** Io non voglio ***
Capitolo 5: *** Amici? ***
Capitolo 6: *** Incubi ***
Capitolo 7: *** Scope, neve e... ***
Capitolo 8: *** La capacità di arrivare nei momenti sbagliati ***
Capitolo 9: *** Come se non fosse stato mai amore ***
Capitolo 10: *** Frammenti ***
Capitolo 11: *** ....Il naufragar m'è dolce in questo mare.... ***
Capitolo 12: *** I vantaggi dell'essere Purosangue ***
Capitolo 13: *** Sorprese Pasquali ***
Capitolo 14: *** Tra fuoco e mare ***
Capitolo 15: *** La rivelazione ***
Capitolo 16: *** Sole, Terra e Venere ***
Capitolo 17: *** Il canto della Fenice ***
Capitolo 18: *** Carpe diem ***
Capitolo 19: *** Lettere e dubbi ***
Capitolo 20: *** Cos'è che hai realmente detto...? ***
Capitolo 21: *** Consapevolezze ***
Capitolo 22: *** Scherzi e problemi ***
Capitolo 23: *** La solitudine di essere una Vance ***
Capitolo 24: *** Fare la differenza ***
Capitolo 25: *** Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto (I parte) ***
Capitolo 26: *** Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto (II parte) ***
Capitolo 27: *** La sventurata rispose ***
Capitolo 28: *** Risveglio ***
Capitolo 29: *** Crescere ***
Capitolo 30: *** Trust me ***
Capitolo 31: *** Tutto e niente ***
Capitolo 32: *** Quando la guerra entra senza chiedere il permesso ***
Capitolo 33: *** Lo Sconosciuto ***
Capitolo 34: *** La tentazione di Eva ***
Capitolo 35: *** Quelli come noi non si separano. ***
Capitolo 36: *** Ricordi spezzati ***
Capitolo 37: *** Di scommesse, tacchi a spillo e sorprese ***
Capitolo 38: *** L'amore ai tempi del colera ***
Capitolo 39: *** La Bella Addormentata nel Bosco ***
Capitolo 40: *** L'inganno di Voldemort ***



Capitolo 1
*** Che cosa diavolo hai fatto, Potter?! ***


cap 1
Ciao!!!!Alloooora....Lo so che chi aveva letto la mia scorsa fic, "A metà" si aspettava il continuo. E arriverà, ve lo prometto. Solo che mi è venuta l'ispirazione per quasta fic- anche perchè in questo periodo ho letto un sacco di storie dove Harry&Co andavano nel passato, e allora mi sono detta, perchè non fare l'incontrario?Per chi non ha mai letto "a metà"...bè, spero vi piacerà questa storia ^^un bacio ^^
ps:qualcuno mi spiega come si fanno le introduzioni?Giuro che ho letto 25000 volte il regolamento, ma ogni volta sbaglio O.O




-James?-
Lui alzò lo sguardo su di lei, cercando di non pensare a quanto stesse male, in quel momento.
-Mi baci?-
James la guardò, sentendo la rabbia che piano piano gli saliva al petto. Ripensò a tutte le volte che aveva sperato di sentire quelle parole uscire da quelle labbra.
Ripensò a quante volte aveva sognato che lei gli chiedesse una cosa simile. Ripercorse con la mente quegli ultimi giorni, quello che era cambiato, quello che era rimasto uguale. E lei era lì, calda, invitante, con le labbra che tremavano leggermente, gli occhi verdi velati da un sottile strato di lacrime, i capelli rossi scarmigliati, che dava voce ai suoi desideri più profondi con una semplicità disarmante.
Moriva dalla voglia di avvicinarsi a lei, di prenderle il viso tra le mani e baciarla, fino a quando non gli sarebbe mancato l'ossigeno. Voleva sentire il sapore delle sue labbra, voleva averla fino a dimenticarsi chi era.
Ma non poteva, maledizione. Non adesso, dopo tutto quello che era successo. E pensare che pochi mesi prima avrebbe fatto carte false, per avere quello che lei gli stava chiedendo. Ora, invece, avrebbe preferito morire, piuttosto di vederla soffrire così. Piuttosto di sentirle fare una richiesta simile.

Che diavolo hai fatto, Potter?!

-Avanti, ragazzi!Mancano solo venti minuti alla consegna della pozione.-
Il professor Lumacorno battè le mani, come a voler sottolineare la frase appena detta.
Lily sorrise, guardando la pozione che bolliva nel suo calderone. Perfetta. L'intruglio aveva assunto una perfetta tonalità di rosa pallido, come da copione. Ora avrebbe solo dovuto aggiungere due milligrammi di denti di mandragola, girare due volte in senso antiorario e tre in senso orario, ed il gioco era fatto.
Lily annusò lievemente la pozione, per accertarsi che fosse tutto perfetto. Lily Evans possedeva quel pizzico di abilità in più che le permetteva di fare alcune lievi modifiche alle sue pozioni, quel tanto che bastava per renderle più efficaci senza andare troppo fuori dagli schemi.
Lei amava pozioni. Certo, prediligeva di più gli Incantesimi. Ma le pozioni, in qualche modo, rispecchiavano un po' il suo modo di essere.  Placida finchè andava tutto bene, ma bastava un attimo per farla esplodere. E quando una pozione esplodeva, tutti sapevano che era meglio starne alla larga.
Si concesse di guardare a che punto erano i suoi compagni di casa e non. Sorrise a Frank e Alice, due banchi più avanti. Vide poi, nell'angolino più remoto della classe, un Remus Lupin parecchio agitato che cercava di spiegare la pozione a Peter Minus, aiutandosi con grandi gesti.
A quel punto, lo sguardo le cadde inevitabilmente su James Potter e Sirius Black, che, neanche a dirlo, stavano sfogliando freneticamente il libro di Pozioni, cercando di capire perchè la loro pozione fosse di un verde smeraldo e brillante, anzichè rosa.
Lily sbuffò, pensando che erano sempre i soliti. Poi, inaspettatamente, James Potter alzò la testa di scatto, puntando i suoi occhi nocciola su di lei, e le sorrise.
A quel gesto la giovane Grifondoro sobbalzò impercettibilmente, lasciando accidentalmente cadere i rimanenti denti di mandragola che aveva preso in mano poco prima.
-Maledizione.- Ringhiò, osservando la sua pozione prendere un colorito rossastro. Si chiese perchè diamine fosse sobbalzata per una cosa così banale, e si maledisse circa un miliardo di volte. Per colpa di quella svista, rischiava il suo primo brutto voto in Pozioni in sei anni di carriera scolastica.
Cercò di gettare un'occhiata al libro, per vedere di salvare il salvabile, ma proprio in quel momento il professore battè le mani, decretando la scadenza del tempo.
-Aventi, ragazzi, consegnate!- Con un piccolo gesto della bacchetta, fece apparire accanto ai tavoli delle piccole fialette di vetro, nelle quali tutti avrebbero dovuto mettere la propria pozione.
Lily fece una smorfia sconsolata, ma consegnò anche lei senza protestare, e poi fece per avviarsi fuori dall'aula, arrabbiata con se stessa perchè si era distratta.
-Lily!-
Lily sorrise.
-Emmeline.- Una ragazza bionda e dagli occhi azzurri le ricambiò il sorriso.
-Come è andata la pozione?-
Intanto, le due si avviarono fuori dall'aula, mentre Lily assumeva un'espressione abbattuta.
-Male.-
La bionda la guardò, sbalordita.
-Non ci credo. Lily Evans, il Prefetto Perfetto, che sbaglia una pozione?!- Poi scoppiò a ridere. -Questa me la segno.-
Lily alzò gli occhi al cielo, con un'aria però lievemente divertita.
-Piantala, Em.-
-E sentiamo, perchè avresti sbagliato questa famigerata pozione?-
La grifoncina sbuffò.
-Mi sono distratta. Piuttosto, dove sono le altre?-
Emmeline Vance aggrottò la fronte.
-Marlene e Mary si sono dileguate per inseguire due Corvonero, a quanto ho capito. Alice si è defilata con Frank. Ma tu non cambiare argomento, come mai ti sei distratta?-
Lily sbuffò.
-Ma quanto sei rompiscatole. Mi stavo solo guardando un po' in giro. Sempre a pensare male, tu.-
Emmeline ghignò, e fece per dire qualcosa, quando una voce dietro di loro la precedette.
-Evans!-
Emmeline scoppiò a ridere, mentre vedeva che Lily chiudeva gli occhi e cercava di contare fino a dieci per non farsi sopraffare dal nervosismo.
Un ragazzo alto e moro si avvicinò alle due ragazze, con un sorriso che avrebbe fatto sciogliere tutta la popolazione femminile di Hogwarts. Pardon, tutta la popolazione femminile, meno che una ragazza dai capelli vermigli.
Lily fece una smorfia.
-Cosa vuoi, Potter?-
Lui ghignò, facendo brillare gli occhi nocciola dietro le lenti degli occhiali.
-Parlare, Evans, solamente parlare.-
La Evans sbuffò, mentre Emmeline faceva un sorriso malizioso.
-Allora io vado, eh!ci vediamo dopo, Lily!-
La grifoncina dai capelli rossi la trucidò con lo sguardo, come a voler sottolineare che era una traditrice. La biondina non se ne curò, e se ne andò senza smettere di sorridere, mentre Potter sogghignava, soddisfatto.
Con un'ultima alzata degli occhi al cielo, Lily si avviò a passo spedito verso l'aula di Trasfigurazione, nella speranza di seminare Potter. Ma, naturalmente, non aveva tenuto conto delle gambe lunghe di James Potter, a cui ci voleva un attimo, per starle dietro.
Lily si fermò, dopo un po'.
-Mi spieghi perchè mi segui?-
James ghignò.
-Tecnicamente, Evans, anch'io ho Trasfigurazione.-
Lily roteò gli occhi.
-Si, come vuoi.-
Fece ancora qualche passo, chiedendosi perchè Potter dopo sei lunghi anni, perdesse ancora tempo a venirle dietro.
E si chiedeva anche quando sarebbe arrivata...
-Evans, sai che sabato c'è l'uscita a Hogsmeade?- ....appunto.
Lily sospirò, cercando di non perdere la calma. In fondo, doveva ricordarsi, non era colpa di Potter, se aveva sbagliato la pozione.
-No, Potter.-
-Cosa no?-
-Non ci vengo, a Hogsmeade con te.-
Lui fece uno sbuffo. Poi sorrise.
-Prima o poi...-
-Risparmiati, Potter.-
-Sai, Evans, sei l'unica ragazza che riesce a rifiutare un mio invito senza fare una piega.-
Lei, nonostante tutto, sogghignò.
-E ne vado particolarmente fiera, lo sai, Potter?-
James fece una smorfia, passandosi una mano tra i capelli, in un gesto involontario.
-Perchè mi rifiuti, Evans?-
-Perchè non ti arrendi, Potter?-
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.-
-E allora tu evita di farmi sempre le stesse domande.-
James fece per ribattere, quando il battibecco fu interrotto da una voce.
-Potter!Evans!Proprio voi cercavo!-
James e Lily si girarono, piuttosto confusi, per poi ritrovarsi davanti il Professor Lumacorno, ansimante per la corsa che aveva fatto per raggiungerli. In mano stringeva due fialette di vetro.
-Mi potreste spiegare queste?- Disse, sventolando le due boccette con aria minacciosa.
James fece un sorrisino strano, mentre Lily distolse lo sguardo, imbarazzata. Sapevano perfettamente cosa contenevano quelle fiale: si poteva chiaramente intravedere in una una pozione color smeraldo, e nell'altra un intruglio rosso rubino.
-Professore...- Proruppe James, quando Lumacorno lo interruppe, rivolgendosi a Lily.
-Soprattutto lei, signorina Evans!Da lei non me lo sarei mai aspettato! Mi avete molto deluso, ragazzi. Due dei miei allievi migliori, che sbagliano così grossolanamente.-
Il professore scosse la testa, accigliato.
-E poi veramente, signorina Evans, da lei sono stato molto deluso. Lei, che di solito è così brillante!Come è potuto succedere...?- Borbottò.
James gettò uno sguardo a Lily, notando che teneva gli occhi sempre più bassi, piena di vergogna.
Agì d'impulso.
-Professore.- Disse, interrompendo l'ometto nel pieno del suo predicozzo. -Non è colpa della Evans. Sono stato io a farle sbagliare la pozione.-
Lily alzò la testa di scatto, incuriosita, ma James non ci badò, troppo intento ad inventarsi una scusa plausibile. Intanto Lumacorno lo osservava, interessato.
-Vede, poco prima di consegnare sono andato a chiedere una cosa a Frank Paciock, che era seduto davanti alla Evans. Passando, ho urtato il suo calderone, e per sbaglio ho fatto cadere dentro la sua pozione delle zampe di ragno.-
Lily fece per dire qualcosa,ma fu zittita all'istante dall'occhiata che le rivolse James.
Mentre il Malandrino per eccellenza faceva un sorriso smagliante e un po' spavaldo al professore, la rossina lo scrutò, curiosa di capire perchè avesse messo in atto tutta quella messinscena, quando, per una volta, non c'entrava nulla. O quasi.
Riportò lo sguardo sul professore quando questo fece uno sbuffo esasperato.
-Va bene, signorina Evans, mi perdoni. Quanto a lei, signor Potter, se proprio deve combinare disastri, veda di non coinvolgere anche chi non c'entra nulla.- Poi gli allungò le due fialette. -Voglio che mi portiate la pozione rifatta correttamente entro domani.-
James aprì la bocca, per protestare, ma questa volta fu Lily, a precederlo.
-Certo, Professore.- Fece, cercando di sorridere amabilmente a Lumacorno e lanciando un'occhiata di sbieco a James, mentre quest'ultimo faceva una smorfia.
Lumacorno annuì, soddisfatto, e si avviò verso la sua amata aula, senza più preoccuparsi di loro.
Ci furono brevi attimi di silenzio.
Poi Lily si girò a guardarlo.
-Perchè l'hai fatto, Potter?-
James distolse lo sguardo, imbarazzato.
-Fatto cosa?-
La rossa sbuffò.
-Perchè hai mentito a Lumacorno?-
Lui esitò, un secondo.
-Non tutto deve avere un perchè, Evans.- Sembrava voler troncare il discorso.
Lo osservò, incuriosita.
Potter imbarazzato?Lo stesso Potter che urlava in mezzo ai corridoi per chiederle di uscire?Anche se, bisognava ammetterlo, nell'ultimo periodo si era decisamente dato una regolata.  Quantomeno non le faceva più proposte imbarazzanti in mezzo ai corridoi.
Sorrise. In fondo, quel James Potter lievemente imbarazzato le faceva quasi tenerezza.
-Potter, passami la tua pozione.-
James la guardò, interrogativo.
Lei gli sorrise, allungando la mano per prendere la fialetta che lui le porgeva con aria perplessa.
Lily stappò il tubicino di vetro, per poi annusarne il contenuto, con aria assorta. James, guardandola così presa, per un fugace attimo desiderò con tutte se stesso essere quel sottile vetro che lei stava quasi sfiorando con le labbra.
Poi Lily aprì i grandi occhi verdi, sorridendo ancora.
-Devi solo aggiungerci una zampa di scarafaggio, e poi è a posto.- Disse, restituendogli l'intruglio.
Potter la guardò, sbigottito.
-Ma come fai?!-
Lily rise.
-C'è chi ha un talento naturale per il Quidditch, chi per le pozioni.-
Anche James rise, cogliendo l'allusione.
-Grazie per l'informazione, Evans.-
Lei arricciò il naso.
-Guarda che non l'ho fatto per te. Semplicemente, non voglio avere debiti con te, Potter.-
Lui sbuffò, levando gli occhi al cielo. Ma poi sorrise, e con suo grande stupore, Lily ricambiò, quasi involontariamente.
Per qualche strano motivo, Lily si accorse solo in quel momento che gli occhi color cioccolato del Malandrino erano veramente belli.
Il suono improvviso della campana invase l'aria, facendoli sobbalzare. James lasciò cadere a terra la pozione per la sorpresa, che si riversò al suolo, emettendo uno strano odore.
-Potter ma che diavolo...?- Prima di finire la frase, Lily sgranò gli occhi.
L'aveva avvolta una nebbiolina strana, inquietante, quasi. E non vedeva più James.
-P...Potter?!- Esclamò.
-Evans?-
La rossina si sentì un po' rincuorata, ma comunque non riusciva a vedere nulla. Provò a fare un passo avanti, ma la nebbia si muoveva con lei.
-Che diavolo succede?!-
-Non ne ho la più pallida idea. Non vedo niente!-
-Potter, che cavolo ci hai infilato in quella pozione?!-
-Non eri tu l'esperta?!-
Lily sbuffò, esasperata. Poi tirò fuori la bacchetta, cercando di provare qualche incantesimo, ma proprio in quel momento la nebbiolina di diradò.
Notò che anche Potter aveva tirato fuori la bacchetta.
Si guardò intorno.
-Dove siamo?- Chiese.
James aggrottò le sopracciglia.
-Sempre a Hogwarts, mi sembra. L'unica domanda è come siamo arrivati al terzo piano.-
In effetti, non si trovavano più nei sotterranei, ma in un ampio corridoio illuminato da grandi finestre.
Sentirono uno strano vociare provenire da destra, accompagnato da delle risate.
James afferrò Lily per un braccio, e la trascinò in un'aula, che per sua fortuna era vuota.
-Potter!Cosa diavolo fai?!- Sbottò la rossa, dopo che lui l'ebbe mollata.
Lui sospirò.
-Evans, non senti che c'è un'aria strana...?-
Lily stette un attimo in silenzio. In effetti, c'era un'aria strana, diversa, eppure uguale. Non avrebbe saputo come definirla. Rabbrividì impercettibilmente.
-Dove siamo finiti, Potter?- sussurrò.
-Forse abbiamo solo cambiato piano.-
La rossina lo guardò, per un secondo, poi si avviò verso la porta e la socchiuse, per vedere fuori.
Dopo un paio di secondi, James la sentì trattenere il fiato.
-Evans?Che cosa c'è?-
-Potter.- Esalò lei, debolmente. -Potter, credo di avere le allucinazioni. Là fuori sta passando il tuo sosia.-
-Che cosa?!-
Lily si spostò, per far vedere anche a James quello che aveva visto.
Potter spalancò gli occhi. Fuori da quella porta, che passeggiava indisturbato assieme ad altri due ragazzi a qualche metro di distanza dall'aula, c'era effettivamente il suo sosia.
Osservò meglio quel ragazzo dai capelli neri scompigliati, notando che si, gli assomigliava, però c'era qualcosa...
-Evans.- Fece, a occhi sgranati. -Il mio sosia ha i tuoi occhi.-
-Cos...è uno scherzo, Potter?- Replicò Lily, facendo scostare James dalla porta per guardare meglio.
Dopo pochissimo, indietreggiò, lievemente pallida.
-Che diamine significa, Potter?- Il tono di voce era astioso, leggermente spaventato.
-Non lo so, Evans!- Anche Potter aveva un tono di voce che sfiorava l'isterico. Va bene che lui impazziva per la Evans, ma se quello là fuori era veramente chi pensava lui, dove erano finiti?

-Harry, ma sei sicuro di averlo dimenticato nell'aula di Incantesimi, il mio libro...?-
Due ragazzi e una ragazza stavano camminando per il corridoio del terzo piano, lentamente.
Il ragazzo occhialuto con i capelli neri alzò gli occhi al cielo, con aria divertita.
-Si, Hermione. Sarà la ventesima volta che mi fai la stessa domanda. Dammi un po' di fiducia, no...?-
La riccia lo guardò, torva.
-Giuro che se hai perso il mio libro, io...-
-...Vedrò di riuscire laddove Voldemort non è riuscito, si, lo sappiamo, Hermione.- Concluse il ragazzo più alto con i capelli rossi.
-è inutile che fai dell'ironia, Ron. Sai che ne sarei perfettamente capace.-
-Non lo metto in dubbio, Herm. Ma andiamo, è solo uno stupido libro.-
Hermione strinse gli occhi a fessura.
-Ronald Weasley. Quel libro...-
Harry alzò gli occhi al cielo, smettendo di ascoltarli. Quei due non sarebbero mai cambiati. Anche se ormai erano un bel po' di mesi che stavano insieme, i loro bisticci erano all'ordine del giorno.
Sorrise, pensando che erano decisamente una bella coppia.
Guardò davanti a se, sempre con un sorriso.
Per un istante, gli parve di sentire una porta cigolare.
-Harry?-
Il moro si riscosse dai suoi pensieri, notando che i due avevano finito di battibeccare.
-Uh...si?-
-Hai sentito cos'ho detto?-
-Veramente, no.-
La ragazza lo guardò male, per poi scoppiare a ridere, facendo ridere così anche Harry e Ron.
-Stavo dicendo..- Riprese, dopo che ebbero finito di ridere. -Che è strano come Hogwarts non sia minimamente cambiata, nonostante tutto.-
Ron annuì.
-é vero. Dopo la battaglia contro Voldemort, è come se si fosse autorigenerata, nonostante avesse molte parti bruciate e distrutte.-
Harry si rabbuiò al ricordo, ed Hermione lanciò un'occhiataccia a Ron. Poi si rivolse ad Harry.
-Harry. Smettila di colpevolizzarti. Non è colpa tua, se molte persone sono morte.-
Il moro sospirò.
-Lo so, Hermione. Ma non posso fare a meno di pensare che avrei potuto fare di più. Remus, Ninfadora, Fred...non meritavano quella fine.-
Ron assunse improvvisamente un aria più  matura, e annuì gravemente.
-Hai ragione, Harry. Ma hai pur sempre sconfitto Voldemort. Loro sono orgogliosi di te, ovunque siano.-
Harry annuì.
Ci furono attimi di silenzio.
-Comunque...- Continuò Ron, con aria scherzosa, per alleggerire l'aria. -io sono convinto che la McGranitt poteva pure evitare di costringerci a fare comunque il settimo anno. Abbiamo salvato il mondo magico, e che diamine!-
-Ron!- strillò Hermione, scandalizzata. -La Mcgranitt ci ha offerto, molto gentilmente, peraltro, di poter comunque svolgere il settimo anno nonostante l'anno scorso l'avessimo saltato!Dovresti esserne onorato senza lamentarti!-
Ron sollevò gli occhi al cielo.
-Si, dì quello che vuoi. Ma è frustrante vedere i primini che vengono lì e mi chiedono candidamente se sono stato così stupido da essere stato bocciato, come se l'anno scorso fossi stato tutto il tempo a guardare le nuvole fuori dalle finestre di Hogwarts, anzichè a combattere il Mago più Oscuro di tutti i tempi.-
Intanto, erano arrivati davanti alla porta dell'aula d'incantesimi.
Harry sorrise, mettendo una mano sulla maniglia della porta. Sapeva che i suoi migliori amici avevano messo su tutta quella scenetta solo per non farlo sentire troppo giù.
-Vuoi dirmi che se fossi rimasto ad Hogwarts, avresti davvero studiato?!-
Harry rise.
-Ragazzi, smettetela. Ora prendiamo quel dannato libro, così poi ce ne possiamo tornare in Sala comune, d'accordo?-
Dicendo questo, aprì la porta. Solo che ciò che trovò all'interno gli fece dimenticare tutti i suoi progetti.

James sentì le voci sempre più vicine.
-Stanno venendo qui, dannazione.-
-Cosa diavolo facciamo adesso, Potter?-
James scosse la testa, frustrato. Doveva assolutamente trovare il modo per uscire da quella situazione.
Lily improvvisamente lo guardò, con gli occhi fiammeggianti.
-è colpa tua, Potter!-
-Non ho chiesto io questa situazione, Evans!-
-Sta di fatto che è stata la tua pozione, a metterci in questa situazione!-
James alzò gli occhi al cielo.
-Evans, qui non serve a niente dire che era colpa mia. Cerchiamo un modo per uscirne, piuttosto.-
Lily sospirò. Odiava ammetterlo, ma Potter aveva ragione. Continuare ad arrabbiarsi non sarebbe servito a nulla.
Fece per dire qualcosa, quando si sentì una voce esattamente dietro alla porta.
-...Ragazzi, smettetela. Ora prendiamo quel dannato libro, così poi ce ne possiamo tornare in Sala Comune, d'accordo?-
James e Lily si sentirono gelare un attimo prima che la porta si aprisse.
Quello che entrò era la fotocopia di James. Stessi capelli neri scompigliati, stesso sorriso un po' Malandrino, anche se velato da quella lieve amarezza che James non avrebbe mai posseduto.
E gli occhi erano indubbiamente quelli di Lily. Impossibile non riconoscere quella sfumatura di smeraldo, contornata dalla forma leggermente a mandorla degli occhi.
Harry aveva sgranato gli occhi.
-Mamma...?Papà...?-
James sobbalzò, e fissò il ragazzo, come a voler chiedere conferma di ciò che aveva sentito. Lily impallidì, di botto.
-Potter, è uno scherzo...?- Disse, la voce ridotta ad un sussurro.  Poi mise su una specie di risatina. -Avanti, Potter, dì ai tuoi amici di finirla. Questa storia è durata anche troppo. Non è divertente.-
James si voltò con una lentezza esasperante verso di lei, che nel frattempo si era appoggiata al muro.
Non disse una parola. Si limitò a fissarla, sconvolto.  Come era possibile?Lily Evans detestava James Potter. Era una delle poche certezze della vita.  E ora, lì davanti, si trovava un tizio che-casualmente-era il ritratto spiccicato suo e della Evans. Qualcosa non quadrava.
Si girò nuovamente verso i tre ragazzi che stavano davanti alla porta, in silenzio.
-Ci deve essere un errore. Noi...Ci devi aver scambiato per qualcun'altro.-
Con la coda nell'occhio vide Lily annuire freneticamente. Non sapeva perchè, ma quel gesto gli provocò una fitta di dolore in mezzo al petto.
I tre ragazzi si scambiarono un'occhiata fugace, poi la ragazza si avvicinò all'orecchio del moretto con gli occhi verdi.
-Credo che non stiano ancora assieme. Guarda, avranno sedici, massimo diciasette anni.-
Harry la guardò, leggermente irritato.
-Ci ero arrivato da solo, grazie.-
Era preoccupato. Chiamarli mamma e papà gli era venuto istintivo, era stata una naturalezza derivata dallo stupore iniziale. Ma se avesse combinato qualcosa di irreparabile? Se li avesse sconvolti talmente tanto che non  si sarebbero mai più avvicinati l'uno all'altro? Da come aveva reagito sua madre, gli pareva del tutto possibile. Ma, la domanda fondamentale era, cosa diavolo ci facevano, lì? Come ci erano arrivati?
Non sapeva nè cosa dire, nè cosa fare. E si sentiva egoisticamente felice, perchè li aveva lì davanti, giovani e vivi come mai li aveva visti.
La frase detta da suo padre non l'aveva toccato minimamente. Certo che erano loro. Certo che non si era sbagliato. Mai ne era stato più sicuro.
-Tu sei James Potter?- Sussurrò, gli occhi puntati in quelli di suo padre.
Il Malandrino strabuzzò gli occhi.
-Tu chi sei?- Chiese, diffidente, anche se non era sicuro di voler sentire la risposta.
Harry sospirò.
-Io sono Harry. Harry Potter.-
-Ma non è possibile.- Era stata Lily a parlare, sollevandosi e parandosi davanti ad Harry. Aveva riacquistato un minimo di lucidità, e cercava di ragionare razionalmente.
-Andiamo, è impossibile. Non ho nulla contro di te...Harry, giusto?Però, ragioniamo. Avanti. Io e Potter ci detestiamo.- Rise di nuovo, senza un briciolo di allegria. Sapeva che si stava comportando come un'isterica. Ma Lily Evans era fatta così: le cose che la razionalità non riusciva a comprendere, la facevano andare fuori di matto. Aveva una dannata paura dell'ignoto. E quella situazione era tutt'altro che comprensibile.
Fu a quel punto che anche James Potter riprese ad essere James Potter.
Ghignò, incrociando le braccia al petto.
-Veramente, Evans, io non ti detesto. Anzi, mi sembra che sia da parecchio che ti dico che cederai...e qui ne abbiamo la prova vivente.-
Lily si voltò verso James, furente, non capendo che, in un modo contorto tutto suo, Potter stava semplicemente cercando di distrarla da tutto quel casino.
-Potter. Non credo sia il momento più appropiato per fare battute.-
-Evans, non era una battuta.-
-Devo ricordarti del perchè siamo finiti qui?-
-Il perchè non cambia la realtà, Evans.-
-Non c'è nessuna realtà, Potter!-
-Non credo sia possibile che due persone abbiano la stessa identica allucinazione, Evans. Quindi, ciò che stai vedendo deve essere per forza reale.-
Lily si girò di scatto verso Harry.
-Vedete perchè lo detesto?Mi fa saltare i nervi!-
Detto questo si avviò verso l'angolo della stanza a grandi falcate.
Intanto, Harry, Ron e Hermione avevano seguito il battibecco senza fiatare.
James sospirò, sorridendo.
-Tranquillo, Harry. Come vedi, è già pazza di me.-
Lily lo fulminò con lo sguardo, e Harry non potè fare a meno di sorridere, sentendosi scaldare il cuore. Erano i suoi genitori. Ed erano lì, con lui.
Poi James sospirò, di nuovo.
-In che anno siamo?-
Harry guardò i suoi amici, prima di rispondere.
-1998. Bè, a dire il vero, quasi '99.-
James aggrottò la fronte.
-Quasi '99?-
-Bè, si. Siamo a dicembre.-
Il Malandrino si morse un labbro. Cosa diavolo aveva combinato con quella pozione?Come erano finiti nel 1998-quasi '99? A dicembre, poi. Nel loro tempo erano a marzo, una settimana prima dell'inizio delle vacanze di pasqua.
-Silente!- James si voltò verso Lily, che aveva appena gridato.
Inarcò un sopracciglio.
-Evans?Sei per caso impazzita?-
Lei gli si avvicinò, guardandolo negli occhi, finalmente con un sorriso abbastanza sereno.
-Andiamo da Silente. Lui saprà sicuramente cosa fare.-
Harry si schiarì la gola.
-Ehm...-
James lo interruppe, ricambiando il sorriso.
-Evans, questo è il motivo per cui sei una delle studentesse più brillanti del nostro anno. I miei complimenti.-
Lei ghignò.
-Non metterti a fare il lecchino, Potter-
Lui rise, per poi voltarsi verso Harry.
-Ci potete accompagnare...?-
I tre si scambiarono un'occhiata, abbattuti. Fu Hermione a prendere la parola.
-Ecco..Il...il...Professor Silente è...morto.-
James e Lily impallidirono, stando un attimo in silenzio.
-Come...come morto?- Fece Lily, flebilmente.
Harry sospirò, annuendo.
-Come è successo?- Chiese James, scosso. Silente era il Mago più potente di tutti i tempi. Come poteva essere morto? Aveva ceduto anche lui, alla fine, sotto i colpi di Voldemort? Se era così era il caso di preoccuparsi.
-Storia lunga.- Disse Ron, parlando per la prima volta.
Lily si portò le mani a coppa davanti alla bocca. Silente, morto? L'aveva sempre visto allegro e arzillo. Sempre vispo, sempre con quel sorriso rassicurante per tutti. Gli era affezzionata, in qualche modo. Era stato lui a venire a parlare con la sua famiglia per spiegarle tutto del mondo magico.  E poi, con Silente se ne andava anche l'unica possibilità che avevano di capirci qualcosa in tutta quella  storia. Sentì il bisogno di appoggiarsi a qualcosa, o le gambe le avrebbero ceduto. Mise una mano sulla spalla di James, usandolo come sostegno.
Lui non battè ciglio, e Lily gli fu grata per questo. Non sarebbe stata capace di ribattere ad una delle sue battutine maliziose. Ma sapeva anche che lui in quel momento non ne avrebbe mai fatte.
-Chi...chi è il preside, ora?- Chiese James.
-La...la Professoressa Mcgranitt.-
James si illuminò, riacquistando speranza. Girò lievemente la testa verso Lily.
-Evans, è la Mcgranitt!è praticamente la seconda di Silente!Forse ci potrebbe aiutare!-
Lily annuì, debolmente. Non sapeva perchè era rimasta così sconvolta.
James la guardò, preoccupato. Poi si rivolse a Harry.
-Si...ehm...aspettateci fuori, un secondo, va bene?arriviamo subito.-
Harry annuì, lanciando un'occhiata alla rossina.
Dopo che furono usciti, ci fu un attimo di silenzio.
-Evans?- fece poi James, in tono dolce. Lily sussultò. Poi si staccò da lui, e lo guardò. Aveva gli occhi lucidi.
Al Malandrino si strinse il cuore. Le accarezzò una guancia, pianissimo.
-Evans, che succede?-
-Non...non lo so. Ho...ho come un brutto presentimento, Potter.-
Lui la fissò.
-Che genere di brutto presentimento?-
Lei scosse la testa.
-Non so. è...è come se...è come se ci fosse aria di morte. Lo so, è un discorso stupido. Però...Silente...- Si morse il labbro, abbassando gli occhi.
Non sapeva come spiegarlo. Però...era come se loro non avessero dovuto essere lì. Discorso temporale a parte, era come se in quel tempo loro non fossero inclusi. L'aveva notato anche negli occhi di Harry-erano gli occhi di una persona estremamente sola.
Con suo grande stupore, sentì Potter avvolgerla in un abbraccio. Sgranò gli occhi, ma non si oppose.
-Ti riporterò a casa, Evans.- Sussurrò James. -Te lo prometto.-
E Lily si sentì rincuorata, nonostante tutto.



Nota di fine capitolo:
Eccomi qui. Allora, fatemi sapere cosa ne pensate(tiratemi anche i pomodori, se necessario)
Poi, vorrei ringraziare(purtroppo di fretta, nn ho tempo di farlo una per una =( ) chi aveva recensito l'ultimo capitolo della mia storia:
Miss Rainbow, felpa_fan, jellicalcat, Harmonia, piccola_puffola,  PikkolaGrandefan, Nikki Potter,  jaily, PrincessMarauders, piccolina88,  finleyna4ever, ninny, germana, weasley star, e poi naturalmente Maira_Hermione96, oOoPRONGSIEoOo, Ramoso4ever95 e zukkyna, che mi fanno sempre commuovere con le loro recensioni ^^ siete tutte fantastiche, vi adoro, grazie di tutto. Spero leggerete anche questa storia =)







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Capitolo 2
*** Scoperte ***


cap 2 -Due maggio 1998.-
James guardò il gargoyle di pietra che portava in presidenza aprirsi, stupito. Si voltò verso Harry, che aveva appena pronunciato la parole d'ordine.
-Che data è?- chiese. A quella domanda, apparentemente innocente, Harry sobbalzò, con grande stupore di James e Lily.
-Ecco...- Harry era a disagio. Come faceva a dire ai suoi genitori che quella era stata la battaglia dove lui aveva sconfitto Voldemort?Dove tanta gente aveva combattuto e perso la vita?Sicuramente l'avrebbero creduto un pazzo con manie di grandezza.
Fu Hermione a salvarlo in extremis. -
Questa data è molto cara alla Mcgranitt.-  in fondo, non era totalmente una bugia.
James e Lily si scambiarono un'occhiata, perplessi, ma non indagarono oltre.
-Siamo arrivati!- annunciò Ron, fermandosi davanti ad una grande porta di legno. Fece per aprire, quando Hermione lo bloccò, scandalizzata.
-Ronald!Mai sentito il verbo bussare?- Ron sbuffò, alzando gli occhi al cielo, e bussò.
La squillante voce della Mcgranitt li invitò ad entrare.
-Penso dobbiate andare prima voi.- sussurrò Harry a James, che annuì. Poi fece un cenno a Lily, che  si avvicinò alla porta, incerta. Poi aprì, non sapendo bene cosa aspettarsi.
Quando la Mcgranitt sentì la porta aprirsi, mai si sarebbe aspettata quello che le si parò davanti. Appena ebbe riconosciuto le due figure entrate nella stanza, si alzò di scatto, sgranando gli occhi.
-L..Lily?!James?!-
Anche i due Grifondoro spalancarono gli occhi, sorpresi. Non tanto per l'aspetto della Mcgranitt, ormai  invecchiato dopo i tanti anni  di insegnamento in quella scuola, ma quanto più per i nomi.
Lily  e James.
Come fossero stati vecchi amici. Come se assieme avessero vissuto molto di più che un rapporto tra studente-professore.
-P..professoressa...- mormorò James, confuso. L'anziana preside spalancò ancora di più gli occhi. -Professoressa?- ripetè, quasi meccanicamente. Lily si morse il labbro. Perfetto, pensò. Anche la Mcgranitt è uscita di senno. La donna obbligò il suo cuore a decelerare i battiti, e osservò per bene i due ragazzi che aveva di fronte, incominciando a ragionare. Quelli non erano James e Lily. O meglio, lo erano, ma erano molto più giovani rispetto all'ultima volta che li aveva visti. Non erano James e Lily, membri dell'Ordine della Fenice, felici e innamorati nonostante la guerra. Rabbrividì, ricordandosi l'ultima volta che li aveva visti, prima di essere seppelliti sotto quegli strati di terra che avrebbero accompagnato la loro progressiva trasformazione in polvere. Quelli erano semplicemente Potter ed Evans, nulla di più per lei.Come diavolo facevano ad essere lì, con l'aria ancora da ragazzini, ma soprattutto vivi?
Che si fosse addormentata, e quello era solamente un sogno?O forse era morta?
Si decise finalmente a parlare, la voce un'ottava sopra il normale.
-Potter?Evans?Cosa diamine...-
-Preofessoressa- tentò di parlare Lily, ma poi si bloccò. Tutta quella situazione sembrava ancora più assurda, detta ad alta voce. La sua razionalità si rifiutò di continuare il discorso.
James prese la parola, quando vide che la rossina non continuava.
-Vede, è successo che noi ci trovavamo tranquillamente nel nostro tempo, quando per sbaglio ho buttato a terra una pozione e ci siamo ritrovati nel 1998.-
Ci fu un momento di silenzio. Poi, improvvisamente la Mcgranitt sollevò un sopracciglio. Il suo cervello era arrivato alla conclusione più ovvia.
-Non è che è un vano tentativo di giocarmi un brutto scherzo, eh?Voi studenti dovreste studiare, invece di organizzare queste assurde messinscene.-
Lily sospirò. Maledisse il fatto che la Mcgranitt avesse un modo di ragionare dannatamente uguale al suo. Scosse la testa.
-Professoressa, le assicuro che è tutto vero, purtroppo.-
L'anziana Maga strinse gli occhi a fessura, indecisa. Poi si rivolse a James, senza abbandonare il cipiglio severo, ben decisa a scoprire se era tutto uno stupido scherzo.
-Potter, qual'è stata quella volta in cui ho dovuto togliere 50 punti a Grifondoro per colpa tua, ma subito dopo gliene ho dovuti restituire sessanta?-
James ghignò, Malandrino.
-Facile, è stato l'anno scorso, al quinto anno. Mi aveva tolto i punti perchè avevo trasfigurato tutti i Serpeverde del quinto in maiali puzzolenti. Alla fine però solo io sono riuscito a fare il controincantesimo, quindi me ne ha dovuti dare sessanta, perchè in fin dei conti era stata una trasfigurazione perfettamente riuscita.-
Lily gli lanciò un'occhiataccia. Si ricordava benissimo la puzza che aveva aleggiato per i corridoi per le seguenti settimane.
La Mcgranitt si sedette sulla sedia, di schianto. Sembrava estremamente stanca.
-Raccontatemi bene cosa è successo.- mormorò, ancora scossa.
Dopo che James e Lily ebbero raccontato tutto, aiutandosi con degli ampi gesti, nella piccola stanzetta precedentemente appartenuta  a Silente calò il silenzio.
-Evans, si ricorda che pozione era?- chiese la donna, in modo pragmatico.
Lily annuì.
-Certo. Era la Ricordarum, l'antidoto contro gli incantesimi per cancellare la memoria. Naturalmente, è praticamente inutilizzata, visto che le persone a cui viene cancellata la memoria non ricordano che la memoria gli sia stata cancellata.-
La preside annuì. -Quello che mi chiedo- disse, più a se stessa che ad altri. -come quella pozione abbia potuto provocare uno sbalzo temporale e farvi finire qui.-
Lily sospirò, affranta.
-Vorremmo saperlo anche noi, Professoressa.-
-Minerva?- la Mcgranitt sobbalzò, girandosi da dove era provenuta la voce. Silente,all'interno di un ritratto, con aria gioviale, le stava facendo segno di avvicinarsi. Lei si sollevò dalla sedia e, con uno sguardo imbarazzato si avviò verso il dipinto.
-Si, Albus?-
Il vecchio preside le fece segno di avvicinarsi ancora di più, e poi le mormorò qualcosa all'orecchio.
James e Lily intanto attendevano.
-Oh. Oh. Hai ragione, Albus. Si. Dovrò lavorarci sopra...si.-
I due Grifondoro si guardarono, chiedendosi cosa diavolo si stessero dicendo i due Professori.
Dopo alcuni minuti, Minerva staccò l'orecchio dal ritratto, per rivolgersi sorridente ai due studenti.
-Bene, ragazzi. Albus mi ha dato alcuni spunti su cui lavorare. Ci dovrebbe essere un modo per farvi tornare da dove siete venuti. Devo lavorarci sopra, nei prossimi giorni vi farò sapere. Nel frattempo, alloggerete nella Camera riservata ai Capiscuola di Grifondoro, nella quale aggiungeremo un letto. Attualmente, è l'unica inutilizzata. -
-Che cosa?!- sbottò Lily. -Dovrei dormire con Potter?Ma..-
La Mcgranitt sospirò. Decisamente, quei due li preferiva quando erano insieme.
-Signorina Evans, lei vuole tornare a casa, non è così?-
-Si, ma...-
-Ecco, quindi veda di fare come dico io.- concluse. James fece un sorrisone a Lily, che ricambiò con una smorfia disgustata. Nel frattempo, la Mcgranitt aveva ripreso a parlare.
- Ah, frequenterete i corsi assieme ai Grifondoro del sesto anno, fino a quando non troverò una soluzione, e vi farete chiamare Robert e Alice...Carter, cugini di Harry Potter venuti dall'America. Avvertirò io i professori.  Ora andate, e cortesemente chiedete ai signori Potter, Granger e Weasley di entrare, che devo scambiare due parole anche con loro, grazie.-

-Evans?-
-Mhhpf.-
-Evans, svegliati.-
Lily si rigirò nel letto, sentendo i raggi del sole che fastidiosamente le solleticavano la pelle.
Poi aprì lievemente un occhio. Appena vide il sorriso sornione di James, lo richiuse, esclamando. -Ah!-
James alzò gli occhi al cielo.
Il giorno prima, avevano aspettato che Harry, Ron e Hermione uscissero dall'ufficio della Mcgranitt, per poi farsi accompagnare nella Sala Comune dei Grifondoro. Avevano incontrato giusto un paio di persone che avevano scambiato James per Harry, ma per il resto avevano parlato poco o niente, James e Lily ancora troppo scossi e avviliti dall'intera situazione. Si chiedevano se mai sarebbero riusciti a tornare. La Mcgranitt aveva dato una piccola speranza ai due giovani, ma quanto tempo ci sarebbe voluto?  Entrambi già sentivano la mancanza dei proprio amici, dei propri cari. Harry cercava di revitalizzare la conversazione, con scarsi risultati. Tra un tentativo e l'altro era giunta la sera, e i due si erano diretti a letto, senza fiatare. Lily era persino troppo stanca e frustrata per protestare, quando vide i due letti che avrebbero dovuto ospitare lei e Potter.
Quella mattina, però, James sembrava aver recuperato tutto il buonumore.
-Avanti, Evans, devi alzarti.-
-No.- mugugnò la rossa. Potter fece un sorrisino.
-Perchè no, se posso chiedere?-
-Perchè se continuo a dormire, prima o poi mi sveglierò e mi accorgerò che tutto questo è stato solo un terribile incubo.- sussurrò, tenendo sempre gli occhi serrati.
-Mi dispiace, Evans- il bel Malandrino aveva una voce estremamente allegra. -Ti dovrai rassegnare, è tutto vero.-
A quel punto, Lily aprì gli occhi, continuando a tenere stretto il cuscino. James era seduto sul suo letto che la guardava, sereno.
-Tu sei troppo allegro per i miei gusti.- borbottò la rossina, fulminandolo. Ramoso fece un sorriso Malandrino.
-Oh, bè, sai Evans, prima è passato Harry...sai, quello con i capelli neri e gli occhi verdi...quello che sembra un misto tra me e te...- Lily emise un ringhio cupo, e James rise. -Dicevo. Ecco, è passato Harry, e mi ha fatto notare che oggi è sabato.-
La rossina alzò la testa di scatto. I suoi timori peggiori furono confermati dal ghigno che aveva assunto James.
-No, no, ti prego Potter, non anche qui!-
Potter sghignazzò.
-E dai, Evans, in fondo è solo una passeggiata...-
-Mi rifiuto di uscire con te, Potter!-
Lui sembrò pensarci.
-Tecnicamente, Evans, non sarebbe un'uscita. Ci sono anche Harry e gli altri. Era per questo che Harry era passato, per chiedermi se andavamo con loro.-
Evans grunì.
-Non voglio andare a Hogsmeade, Potter.-
-Pensi di stare chiusa qui tutto il giorno?-
La grifoncina annuì.
-Si. Magari davvero mi sveglio e scopro che è stato un incubo...Mi sveglierò e ci saranno Emmeline e Mary che litigano per il bagno, Marlene che canticchia spazzolandosi i capelli, Alice che dorme...e tu sarai in Sala Grande ad abbuffarti insieme ai tuoi amici. Tutto come al solito. La tavolata dei Serpeverde sarà sulla sinistra, e quella di Grifondoro sarà sulla destra. Tutto perfettamente normale. Niente viaggi temporali, niente Mcgranitt invecchiata di ven'anni, niente strani miscugli genetici raccapriccianti tra te e me.-
James inarcò un sopracciglio.
-Strani miscugli genetici raccapriccianti?Povero Harry, se ti sentisse...-
-Non è Harry, il problema. Il problema è il tra te e me. Solo pensarci mi vengono i brividi.Non vedo ancora come questo sia possibile.-
-Evans...niente è impossibile, soprattutto se si sta parlando di James Potter.-
Lily sbuffò.
-Voglio svegliarmi.- mormorò.
Potter fece un ghignetto.
-Evans, se questo fosse un sogno, allora sarebbe la conferma che mi ami alla follia. Infatti staresti sognando un possibile figlio mio e tuo, giusto?-
-Infatti ho detto che sarebbe un incubo, non un sogno, Potter.- borbottò Lily.
James la guardò, per un attimo in silenzio. Poi sbuffò, seppur divertito.
-Allora, Evans, visto che questo incubo non sembra voler finire tanto presto, che ne dici di fare qualcosa, nell'attesa?-
Ci fu silenzio per un po', nel quale vide Lily riflettere.
Poi sorrise, vedendola alzarsi, sempre borbottando frasi sconnesse.

-Madama Rosmerta lavora ancora?-
Harry scrollò le spalle, con un sorriso.
-Certo. è la barista più affascinante di tutta Hogsmeade. Credo che la maggior parte dei clienti vadano lì solo per guardarla.-
James scoppiò a ridere.
-Anche da noi è così. E si che ora dovrebbe essere più vecchia di vent'anni!-
Harry sorrise, vedendo suo padre ridere e guardarsi attorno, curioso di vedere cosa era cambiato nell'arco degli anni nella minuscola cittadina. Si sentiva felice come mai prima d'ora. I suoi genitori erano lì con lui, poteva toccarli, abbracciarli, stringerli e trarne conforto. Ancora gli pareva un sogno. Certo, solitamente nei suoi sogni i suoi genitori non avevano due anni meno di lui, ma comunque era sicuro che prima o poi si sarebbe svegliato, ma era anche ben deciso a godersi quegli attimi.
-Ah, Harry, cosa vi ha detto la Mcgranitt, ieri?-
Harry sospirò. Avrebbe voluto che il padre non gli facesse mai quella domanda. Non poteva di certo dirgli che la Mcgranitt si era raccomandata di parlare il meno possibile con loro di quegli ultimi vent'anni, soprattutto ciò che riguardava loro due. Se avesse detto una cosa simile a James, il moro l'avrebbe stressato fino a quando non sarebbe stato costretto a rivelargli tutti i particolari più dolorosi della sua vita -in primis, il loro sacrificio.
Scrollò le spalle, cercando di vincere la voglia di raccontere tutto.
-Niente di che, davvero. Voleva dare alcune istruzioni a Ron e Hermione, nulla di più. Sai, loro sono Capiscuola.-
James lo guardò, dubbioso. Quel ragazzo gli nascondeva troppe cose, per i suoi gusti. Ma preferì risparmiare le domande per un altro momento.
-Harry, hai detto che giochi a Quidditch?- Harry sobbalzò appena. Era stata Lily, a parlare. Era la prima volta che spiccicava parola da quando erano usciti da Hogwarts.
La scrutò un po'. Era dall'altro giorno che avrebbe voluto parlarle come si deve, vederla ridere, scherzare. Eppure lei era così distante, quasi fredda, così lontana dall'idea di madre che si era fatto lui. Ma sapeva anche che c'era un motivo preciso per cui Lily si comportava così. Non lo faceva apposta, ma semplicemente perchè socializzare con lui avrebbe reso tutto molto più reale di quello che lei stessa voleva credere. Ma ora, evidentemente, aveva rinunciato a fingere che fosse tutto uno scherzo, e si era decisa a rompere il ghiaccio, e ciò non poteva che far esultare Harry.
Si affrettò a farle un sorriso.
-In realtà giocavo, ma ho smesso.-
-E come mai...?- Lily non si era mai interessata al Quidditch, ma in quel momento non aveva trovato altri argomenti di conversazione. Vide il ragazzo esitare, un attimo, per poi scrollare le spalle.
-Avevo altro da fare.- mormorò. Lily si stupì di quella risposta, e fissò quegli occhi  verdi. Ancora una volta, ebbe l'impressione che quegli smeraldi uguali ai suoi nascondessero un'infinita tristezza. Sentì una strana voglia di abbracciare quel ragazzo, e di dirgli che ora andava tutto bene. La sua testa scacciò in fretta quello strano istinto che, lei non lo poteva sapere, ma era proprio di tutte le madri.
James intanto si era spostato vicino a Ron e Hermione, partecipando alla conversazione, come se nulla fosse.
-Avanti, Hermione!Cosa c'è di male nel copiare un misero e semplice compito?-
-Quel misero e semplice compito, Ron, è il decimo della settimana!-
Ron sbuffò.
-James, diglielo anche tu che, in quanto a suo ragazzo, ho il diritto di copiare i compiti!-
James rise. -Ron, sai, ho provato un sacco di volte questa tecnica con uno dei miei migliori amici. Ti assicuro che non funziona.-
Il rosso mise il broncio, mentre Hermione gli rivolgeva un'occhiata trionfante.
-Però...- fece James, pensieroso. -...forse devi solo cambiare tattica.- gli strizzò l'occhio. -Le ragazze sono semplici da accontentare, se capisci cosa intendo.-
Ron ci pensò un attimo su, poi sembrò illuminarsi.
-'Mione...- fece, con voce e occhi da cucciolo bastonato.
-Oh, no, Ron, non funzionerà, io non...-
-'Mione, ma io ti amo.-
-C...cosa?!-
E finchè i due fidanzati saltavano l'uno nelle braccia dell'altro, James ridacchiò, divertito.
Pensò di tornare da Lily e da Harry, che intanto sembravano chiaccherare amabilmente, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Qualcosa che nel suo tempo sicuramente non c'era.
Appena dietro ai Tre Manici di Scopa, si stagliava una piccola collinetta, sicuramente creata con la magia. Tra l'erba che cresceva si potevano distinguere alcune pietre bianche, levigate. Curioso, James decise di andare a vedere.
Si allontanò piano dai due piccioncini che si stavano ancora scambiando effusioni, stando ben attento a non disturbarli, e si diresse verso l'oggetto della sua curiosità.
Arrivato davanti alla bassa collina, notò un cancelletto, dove c'era una grossa lastra di pietra. Leggendola, James rabbrividì.

Qui giacciono i caduti della Grande Battaglia di Hogwarts.
La collina è stata eretta in Loro onore, nella speranza che siano approdati in un luogo migliore.
Caddero sotto i colpi nefasti dei Mangiamorte, caddero sotto lo sguardo cremisi del Signore Oscuro, caddero mentre il Bambino che è Sopravvissuto faceva cadere Voldemort.
Ricordiamoli perchè erano combattenti, ricordiamoli perchè un simile orrore non capiti più nella Storia della Magia.
Ricordiamoli perchè vanno ricordati come i più belli dei ricordi.

James osservò ancora per un po' la scritta, sentendo una strana oppressione nel petto. Chi era il Bambino che è Sopravvissuto?Come aveva fatto un bambino, se così diceva la scritta, a far cadere Voldemort?Un corvo gracchiò con insistenza.
Rabbrividì un'altra volta. Decise di entrare, così sarebbe uscito il più in fretta possibile. Le nuvole gonfie di pioggia sopra di lui non promettevano niente di buono.
Entrò.
Quello che vide dopo aver fatto pochi passi lo gelò.

-Ehm...ragazzi?- Harry e Lily si voltarono verso Hermione, che li guardava preoccupata.
-Cosa, Hermione?-
La riccia lanciò un'occhiata a Ron.
-Ehm...ci siamo persi James.-
Harry sgranò gli occhi.
-Come?!-
-Si, ecco..era con noi, poi ci siamo...distratti un attimo ed è sparito.-
Calò il silenzio. Poi Harry parlò, agitato.
-Dove potrebbe essere andato...?-
-Se si è perso, sarà difficile ritrovarlo.-
A quel punto, una risata li bloccò. Guardarono tutti Lily, che aveva riso. Lei, sentendosi tutti gli occhi puntati  addosso, arrossì lievemente.
-Scusate..è che...è matematicamente impossibile che Potter si sia perso. Conosce Hogsmeade meglio di chiunque altro, credo. E non mi pare che la cittadina sia molto cambiata, negli ultimi vent'anni. Se si è allontanato, è sicuramente perchè qualcosa ha attirato la sua curiosità...non so, avete idea di qualcosa che è stato aggiunto di recente, qui?-
Harry si tirò una manata sulla fronte.
-La collina!-
Lily aggrottò le sopracciglia.
-La cosa...?-
Harry si rivolse a Ron.
-Voi tornate al castello, noi intanto lo cerchiamo.-  Poi si girò verso Lily. -Andiamo.-
La rossina annuì, e iniziò a seguirlo, lanciando un ultima occhiata furtiva a Ron e Hermione.
Camminarono a passo svelto per un po', in silenzio. Harry sembrava preoccupato, ma Lily non riusciva a capire il perchè.
-Harry?- chiese, esitante.
Il ragazzo si voltò verso di lei, fermandosi.
-Si?-
-Cosa...cosa c'è, su quella collina?-
Harry esitò, per un attimo. Poi decise che non ci sarebbero stati particolari problemi, a dirglielo.
-Ci sono...delle lapidi.-
Lily sgranò gli occhi.
-Delle...tombe?A Hogsmeade?Perchè?-
Harry sospirò. Nel frattempo, avevano ripreso a camminare.
-Tempo fa,ad Hogwarts, c'è stata una grande battaglia, dove molte persone hanno perso la vita. La collina è stata eretta come monumento commemorativo.-
-Una battaglia?Ad Hogwarts?- Lily rabbrividì. Nemmeno la scuola di Magia, ormai, era più un luogo sicuro. Intanto erano giunti davanti al cancelletto della collina.
-Dividiamoci- disse Harry. -Tu vai da quella parte, io da questa. Sarà più facile trovarlo.-
Lily annuì, con un sospiro. Possibile che Potter si dovesse sempre cacciare nei guai? Incominciò a camminare nella direzione indicata, quando si accorse di una figura a pochi metri da lì. Una figura accucciata per terra, davanti ad una lapide. Si decise ad avvicinarsi, dopo un momento di esitazione.
Dopo pochi passi, si accorse che quella figura era indubbiamente James.
-Potter?- chiamò. Ma la figura non si mosse. Si avvicinò ancora di più, sentendo una strana senzazione nel cuore.
-Potter?- ritentò. Ma niente. -James!-
Potter sobbalzò, impercettibilmente. Poi si girò, lentamente, verso Lily.
-Evans.- Sussurrò. Lily sobbalzò. Il volto di James era una maschera di puro dolore. Gli occhi erano rossi e gonfi, come qualcuno che sta per piangere. Non l'aveva mai visto in quello stato. Davanti a lei non c'era più l'arrogante Potter. In quel momento, il viso di James era percorso da milioni di emozioni diverse. C'era confusione, c'era smarrimento. C'erano stupore e rabbia. C'era nostalgia, frustrazione. C'era un senso di impotenza. E a fare da contorno a tutti questi sentimenti, c'era la sofferenza. Una grande, dilaniante sofferenza. Lily non capiva, si sentiva persa di fronte a quegli occhi nocciola così  traboccanti di dolore.
-Potter..?Cosa...?-
Il Malandrino distolse lo sguardo da lei, stringendo le labbra. E finalmente Lily notò cosa stesse guardando James. Su una grande lastra di marmo bianco, era inciso, a caratteri neri, un nome, seguito da una scritta.

Remus John Lupin, 10 Marzo 1960, 2 maggio 1998.
Sconfitto da Antonin Doholov, combattè per la speranza di un mondo felice.
Pagò con la sua stessa vita questa speranza.
Visse un'infanzia infelice, segnata dalla sua natura, che molti evitavano. Recuperò la felicità nell'adolescenza, trovando amici che mai avrebbe dimenticato. Per lui costoro vissero le più grandi avventure, sostenendolo nei momenti più difficili della sua esistenza.
Sposò Nimphadora Tonks, anche lei perita lo stesso giorno.
Entrambi morirono per dare al figlio, Ted Remus Lupin, appena nato, un mondo più sereno in cui vivere.

Lily si accorse di aver trattenuto il fiato, finchè leggeva. Strabuzzò gli occhi, sentendosi le gambe molli. Ecco perchè James stava tanto male.Improvvisamente, realizzò che l'arrogante Potter era solo una maschera, per nascondere quelJames. E poi pensò a Remus. Il dolce e paziente Remus. Non lo conosceva bene, però era stata ed era Prefetto con lui, e aveva avuto modo di chiaccherarci, di tanto in tanto, e mai persona le era parsa più buona.
Poteva benissimo capire il dolore di Potter.
-Quarant'anni.- era stato James a interrompere il silenzio, con un sussurro. Lei lo guardò, non sapendo cosa dire. -Aveva a malapena quarant'anni, ed è morto.-
Sentirono dei passi, dietro di loro, ma ne lui ne lei ci badarono.
-Lily?L'hai...-
Harry si bloccò. Lily era in piedi, rigida, e James, sentendo la voce di Harry, aveva girato la testa dall'altra parte, come per nascondersi. Il Prescelto non capì subito. Ma poi gli bastò realizzare davanti a quale lapide si trovavano. Si sentì gelare il sangue nelle vene. E ora?
-Tutti, tranne lui.- era ancora stato James, a parlare, con un sorriso amaro in volto. -Tutti potrebbero meritarsi di morire, ma non Remus.-
A quel punto, Lily si inginocchiò, mettendogli una mano sulla spalla. Non sapeva come consolarlo. Era straziante vedere il Malandrino per eccellenza, colui che aveva sempre un sorriso allegro per tutti, ridotto così.
-James...- mormorò, non sapendo cos'altro fare. Si sentiva inutile. Avrebbe voluto consolarlo, e invece non riusciva nemmeno a parlare.
-E io dov'ero, Evans?- lei non capì. Lo guardò, mordendosi il labbro.
-Dov'ero, mentre il mio migliore amico moriva?- continuò James, la voce spezzata. -Dov'ero?Dimmelo, Evans, perchè non potrei sopportare di sapere che, mentre lui si sacrificava per...io ero da un'altra parte, magari al caldo, seduto su un divano.-
Lily sgranò gli occhi, sentendo il cuore battere a mille.
James si alzò, tremante. Guardò Harry. E Harry pensò che l'espressione di James in quel momento era maledettamente uguale a quella che aveva Sirius la prima volta che l'aveva visto.  Era l'espressione di chi aveva perso le cose più care che aveva.
-Tu lo sai, Harry?Lo sai, cosa stavo facendo?-
Harry non rispose, interdetto. Averbbe tanto voluto dirgli che lui non c'era, ma perchè non aveva potuto esserci. Lui non c'era perchè era stato il primo, a sacrificarsi. Distolse lo sguardo, sentendosi gli occhi bruciare.
James lo superò, camminando veloce, verso l'uscita.
-Dove vai?- mormorò Lily, ma Potter non la sentì. Camminava rapido e svelto, cercando di pensare il meno possibile.
Harry gettò un'occhiata a Lily, che si alzò. Poi, dopo aver ricambiato ancora per un po' lo sguardo, andò dietro al Malandrino, seguita a ruota da Harry, che era sempre più preoccupato.
James si fermò solo quando si accorse di essere giunto involontariamente davanti alla Stamberga Strillante.
Spalancò gli occhi.
-Remus...- mormorò, quasi Remus potesse essere evocato dalla catapecchia ormai silenziosa.
Solo a quel punto sentì che l'avevano seguito, percependo il respiro affannoso di Harry e Lily, che avevano quasi corso per stargli dietro.
Si girò, non sapendo quanto ancora avrebbe potuto trattenere le lacrime. Era stata una notizia troppo improvvisa, troppo cruda, perchè lui potesse trattenersi oltre. E a Lily venne istintivo avvicinarsi e abbracciarlo. In quell'epoca, in quella situazione dove nessuno sapeva dove si sarebbe andati a finire, era più che mai indispensabile che stessero vicini l'uno all'altra. E Lily sapeva quanto fosse doloroso, quel momento, per James. Non importava che lei, nel loro tempo, lo detestasse. In quel momento sentiva di volergli stare vicina, volerlo consolare.
James si stupì di quel contatto. Ci mise un po' a ricambiare l'abbraccio, la mente era ancora offuscata.
Poi la strinse anche lui, piano, quasi avesse paura che Lily scappasse.
-Posso...posso vederlo?- chiese ad harry, la voce ridotta ad un sussurro.
Harry alzò lo sguardo, chiedendo spiegazioni.
James trasse un sospiro.
-Ted...Ted Lupin. Posso vederlo?-
Il giovane Potter lo guardò, ancora un attimo, indeciso.
Poi annuì, lentamente.










Ciaooooooo!!!lo so, lo so, sono in stra ritardo. Mi dispiace =___= ma tra la scuola odiosa e le crisi d'ispirazione, non sapevo più dove sbattere la testa O.O Anzi, ringrazio infinitamente zukkyna, che mi ha fatto rinsavire, per così dire ^^
passo ai ringraziamenti =)

denyan: grazie per i complimenti, spero che apprezzerai anche questo capitolo =)

purepura: tranquilla, non mi hai offesa, anzi, hai fatto bene a dirmelo =) ma in che senso un tema comune? Io ho sempre visto Harry che andava da James e Lily, mai il contrario...xo magari hai ragione tu...spero che questo capitolo ti abbia incuriosita di più =)

Miss Rainbow: grazie mille, spero davvero che ti piaccia anche questa...!e di niente della recensione, era davvero una bella storia =)

oOoPRONGSIEoOo: in effetti, Harry ha avuto un leggero tracollo cardiaco XD ma dettagli, non credi?XD  sono contenta che anche qst storia ti piaccia, non sai quanto mi facciano piacere le tue recensioni...anche perchè, a dire la verità, prima della tua mia recensione ce ne erano state solo 3 e tutte non molto entusiaste, quindi mi hai decisamente risollevato il morale ^^ e lo so, lo so, sono in un ritardo mostruoso...ehm...ma...vabbe ^^ bacioooo!!

zukkyna: zuuuuuuuuuukkkkkyyyyyyyy ma è da UN SECOLO che non ci sentiamo!!!!!!!!!!XD coooomunque...no perchè mi fai paragono simili?grazie a dio mi sono liberata del mio assillatore...magari fosse stato james, lì si che gli sarei tranquillamente caduta tre le braccia(Lily, non ti incazzare, è una semplicissima constatazione XD) comunque si, l'introduzione è più o meno il punto cruciale di tutto...ma non ti dico altro...bwahahahahahahaua lo sai che mi diverto troppo a fare la sadica XD comunque il fun club delle sbavatrici di James è aperto XD muahahhaah...e tranquilla che domani andiamo dallo psicologo XD muahahah!!!

jaily:  mi fa piacere che ti piaccia ^^

Nikki Potter: eccoti accontentata =) mi dispiace per il ritardo...comunque spero ti piaccia anche questo =)

Maira_Hermione96: si si, tu sei pazza O.O muahahahah...cara la mia amica talpa XD in ricordo dei bei vecchi tempi ti regalo questo capitolo, fresco fresco di battitura XD sono contenta che ti piaccia...!!!!

felpa_fan: tranquilla per il ritardo, fa niente, anch'io sono in ritardo '^^ sono contentissima che la storia ti piaccia!!!!un bacio!

weasley star: ciao carissima!!!grazie mille per i complimenti!!!!!sono contenta che tu legga anche questa storia ^^ un bacione!

ramoso4ever95: ciaooooo!!!1 tranquilla, l'importante è che tu abbia letto =P muahaha...scherzo!!!e certo che james e lily sono una forza...sono i miei amori =P muahahah =P un bacione!



James. Quel James che le stava ora davanti, disperato. Al vero James si poteva togliere tutto, ma veramente tutto, tranne gli amici. Quella notizia, appresa così per caso, l'aveva stravolto, gettandolo in un baratro buio.

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Capitolo 3
*** Dolore ***


cap 3 Lily guardava James camminare davanti a loro, veloce. Sapeva che anche Harry, di fianco a lei, lo stava osservando, preoccupato. Vedeva che moriva dalla voglia di fare qualcosa, qualsiasi cosa, per rassicurare James. Eppure, in quegli occhi smeraldini c'era anche la consapevolezza di non poter fare assolutamente nulla. Sarebbe stato costretto a mentire, o comunque a rivelare qualcosa che forse avrebbe traumatizzato in maniera indelebile James. La rossina si stupì di con quanta facilità riuscisse a leggere gli occhi di Harry. Per un attimo si chiese se anche lei venisse letta così bene dalle persone. Ma poi scosse la testa. Quelli non potevano essere i suoi occhi, punto. Ci doveva essere un'altra spiegazione alla somiglianza di Harry con lei e James. Rispostò lo sguardo sul Malandrino, mordicchiandosi il labbro. Era mezz'ora che camminavano per tornare ad Hogwarts, sempre nel più religioso silenzio, e ormai si era fatta sera. Anche lei avrebbe voluto far qualcosa per Potter. Ma in quel momento Ramoso aveva bisogno di riflettere, senza gente intorno. Vide con la coda nell'occhio lo sguardo di Harry farsi più deciso, più sicuro. Lo vide stringere la mascella, e fare un passo più lungo per raggiungere James. Ma lei lo bloccò un attimo prima che avanzasse, posandogli una mano sul braccio. Poi scosse la testa, allo sguardo interrogativo del ragazzo.
-Lascialo pensare da solo, Harry.- Aveva sussurrato, bene attenta a non farsi sentire dal malandrino. Harry aprì la bocca, per protestare. La rossa si limitò a sorridere.
-Siamo arrivati.-
Il grande cancello della Scuola di Magia e di Stregoneria si stagliava davanti a loro, imponente.
James lo sorpassò, senza fiatare, e Harry e Lily lo seguirono come ombre.
Quando arrivarono nella Sala Comune dei Grifoni, trovarono Ron e Hermione ad aspettarli, preoccupati.
Hermione, appena li vide entrare, si alzò dal divanetto dove era seduta, per andargli subito incontro.
-Harry, l'avete trovato, grazie al cielo!Ero così preoccupata...James, dove...-
Harry guardò James, preoccupato della reazione del moro, ma rimase stupito. Gli occhi nocciola erano tornati giocosi, sulle labbra vi era dipinto il solito sorriso scanzonato.
Solo Lily si accorse che il sorriso era lievemente incrinato, e che gli occhi avevano una scintilla strana. Per quanto James fosse un bravo attore, non era riuscito a ricostruire alla perfezione la solita maschera.
-Tranquilla, Hermione, ero solo andato a farmi un giro.- sorrise di nuovo, mettendo nei suoi occhi caldi tutte le rassicurazioni possibili.
Hermione sbattè gli occhi, per un attimo spaesata. Quegli occhi sembravano nati per incantare chiunque.
-Oh, ehm, va bene allora...Se...se non è successo niente...-
Il Malandrino si sforzò di sorridere ancora.
-Si, tutto a posto.- Sembrò rifletterci un attimo, e per un secondo temette di non farcela. Ebbe paura di crollare lì, in mezzo a tutti.
Solo un altro sforzo, James, si costrinse a pensare. Mise su un altro sorriso.
-Ora vado in camera, a riposare un po'. Sapete, sono molto stanco. Oggi è stata una giornata faticosa.- cercò di mettere una nota affaticata, nella sua voce.
Hermione annuì, comprensiva. James non badò allo sguardo che gli lanciò Harry, e si avviò a passo trascinato verso la scala che portava alla camera dei Caposcuola.
Dopo che fu scomparso, ci furono attimi di silenzio. Poi Harry si mosse.
-Vado da lui.- affermò, con convinzione.
Lily sospirò.
-No, Harry, lascia che vada io.-
Sorrise allo sguardo confuso del ragazzo. Prima che potesse rispondere, però, intervenne Ron, ancora seduto sul divano rosso da cui si era alzata Hermione.
-Ma cos'è successo?Perchè Harry dovrebbe andare a parlargli...?-
Harry fece un lungo sospiro.
-James è stato sulla collina. Ha visto lapide di Remus.-
Hermione si portò una mano davanti alla bocca, soffocando un gemito, mentre Ron strabuzzava gli occhi.
-Come...cosa...-
Harry annuì, con gli occhi bassi.
-Era sconvolto. Per questo vorrei andare a parlargli...vedere se posso fare qualcosa.-
Guardò Lily, dubbioso.
-Dovresti andare, Harry. Lui...lui si sentirà malissimo, il suo migliore amico è morto...- era stata Hermione a sussurrare.
A quel punto, intervenne Lily, scuotendo la testa. Poi li guardò, uno a uno. Cercò di sorridere.
-Sarebbe meglio di no. Potter..James...in questo momento ha bisogno di...di un po' di normalità, credo. Ha bisogno di sentirsi a casa. Nella nostra Hogwarts, per così dire. Non lo aiuterebbe vedere la sua fotocopia che entra in camera, ecco.- Concluse, con un sospiro.
Guardò Harry, sperando di non averlo offeso. Il moro aveva un'aria assorta, come stesse riflettendo su quelle parole, ma non arrabbiata.
Poi alzò gli occhi, lentamente, e annuì. Aveva capito.
-Sembri conoscerlo piuttosto bene, per essere una che lo detesta.- Era stato il rosso, a parlare.
Lily lo guardò, non sapendo se sorridere o arrabbiarsi.
Optò per la prima opzione.
-Lo dico perchè anch'io ragionerei così. E poi...ho parlato spesso con Remus, anche di James. Mi ha sempre detto delle cose a cui facevo fatica a credere. Questa volta...credo di aver visto una piccolissima parte del Potter che mi ha sempre descritto Remus. Quindi, credo di sapere come ragiona, almeno in parte. Lasciate che vada su da sola. Sarà meglio per tutti. In fondo...sono l'unica più o meno nella sua stessa situazione, ci siamo entrambi ritrovati in un tempo che non era nostro. Potrei riuscire a calmarlo.-

Fu strano come la verità delle mie parole mi colpì, subito dopo averle dette. Sapevo bene quanto Potter tenesse, ai Malandrini. Tutti, senza nessuna eccezzione. In quel momento, chiuso in quella stanzetta dei Caposcuola, probabilmente stava pensando a quanto gli mancassero, a quanto fosse ingiusto che Remus gli fosse stato tolto, apparentemente senza un perchè.
E era strano come fossi certa che in quel momento solo io avrei potuto tranquillizzarlo. Io, o i Malandrini, naturalmente. Ma i Malandrini non c'erano, e l'unica che potesse dargli un'illusione di normalità, in quel momento, ero io. Certo, non era normale, che io andassi di mia spontanea volontà a parlare con Potter. Ma era di sicuro più normale rispetto se gli fosse andato a parlare Harry, o Ron, o Hermione.
Sapevo che in quel momento James avrebbe solamente voluto svegliarsi e ritrovare tutto come prima, senza sbalzi temporali, esattamente come avevo desiderato ardentemente io quella mattina.
Fu in quel momento che compresi che tutto quello era reale. Dubitavo ancora fortemente che Harry fosse nostro figlio, però ormai era certo che non ci saremmo svegliati da quell'incubo. Quel qualcosa a cui non sapevo dare un nome non sarebbe finito tanto presto.
Guardai un'altra volta Harry. La sua somiglianza con James era impressionante.
E poi ripensai agli occhi di Potter. Quegli occhi nocciola, profondi e ammaliatori. Capaci di incantare anche le pietre. Persino Hermione, era sembrata spiazzata da quegli occhi dalle mille sfumature. Ma chi si nascondeva, dietro quelle nocciole?Qual'era il vero James? Avevo sempre creduto che fosse lo sbruffone, l'arrogante, l'incantatore di folle.
Era bastata quell'espressione sofferente, a farmi crollare tutte le certezze. Dove si nascondeva il vero James?
Mi ricordai di una conversazione che ebbi con Remus, ancora all'inizio del sesto anno.
Avevo da poco finito di litigare con Potter, il motivo non me lo ricordavo, ma stavo ancora facendo uscire la rabbia sfogandomi con il povero Remus.
A un certo punto, mi ricordo, lui sorrise, calmissimo, gli occhi divertiti.
"Devi stare attenta, Lily." disse. Io lo guardai, confusa. "Stai attenta, perchè se ti capiterà anche solo per un secondo di vedere il cuore di James, te ne innamorerai, senza via di scampo." risi, scettica.  Lui fece un altro sorriso, estremamente dolce. "Ti sei mai chiesta perchè tutti amano James?" certo che me l'ero chiesta. Miliardi di volte, senza mai trovare risposta. "Tanti hanno l'illusione di possedere un pezzettino del cuore di James. Forse è per questo che lo amano. Perchè hanno visto in minuscola parte ciò che lui concede a pochi in grandissima parte, e vorrebbero anche loro questa concessione."
Allora non avevo capito. Ora, però, quella conversazione forse non mi era tornata in mente per caso.
Tutto quel dolore che avevo visto nei suoi occhi, come era riuscito a contenerlo?Una persona normale sarebbe esplosa, ne ero sicura. Era tanto, troppo. Non avevo mai visto tanto dolore racchiuso in una sola persona. Nemmeno quando era morta la madre di Emmeline.
Guardai per un'ultima volta Harry, e poi mi decisi a girare i tacchi.
Dovevo andare da James. Non sapevo cosa gli avrei detto, avrei improvvisato.
Quello che sapevo, però, era che dovevo a tutti i costi fargli tornare il sorriso.

Lily salì le scale che portavano al dormitorio, lentamente, pensando intanto a cosa avrebbe potuto dire.
Sentiva, dal basso, gli sguardi di Harry, Ron e Hermione che la seguivano, incerti. Non se ne curò, e abbassò la maniglia della porta, con calma.
Quando entrò, vide James di schiena, appoggiato alla finestra, che guardava l'immenso giardino di Hogwarts innevato.
Esitò un secondo, prima di avvicinarsi con un sospiro.
-Potter, io...- si bloccò. Cosa poteva dirgli?Che le dispiaceva?Che sapeva quanto Remus fosse importante?Sembravano tutte parole vuote, superficiali. Luoghi comuni.
Sospirò.
-James, sono sicura che tu eri con lui. Sono certa che tu hai...hai fatto di tutto per salvarlo.-
Finalmente, Potter si girò, lentamente. La fissò negli occhi.
-Come fai ad esserne sicura, Evans?- mormorò.
Lily si sentiva quasi a disagio. Non erano i soliti occhi che era abituata a guardare. Eppure, era sulla strada giusta, lo sentiva.
Distolse lo sguardo, facendolo vagare per la stanza. Poi si avviò verso il letto, e si sedette, con un sospiro. Ripuntò gli occhi lievemente a mandorla su James.
-Una volta stavo parlando con Remus...-
-Tu parli troppo con Remus, per i miei gusti.- borbottò James, interrompendola.
Lei fece una piccolissima risata. James sorrise lievemente, pensando che se lui non riusciva a ridere, almeno era bello sentire la risata di Lily.
-Dicevo. Stavo parlando con Remus, e mi è capitato di chiedergli perchè...perchè lui fosse amico di due soggetti come te e Black. Insomma, lui studioso, maturo, riservato...e voi, invece, siete due terremoti, nel vero senso della parola. Era già da un po' che me lo domandavo.-
James la guardò, un'omba divertita negli occhi.
-E lui?-
Lily sorrise.
-Lui si è quasi arrabbiato. Ha detto che non potevo assolutamente giudicare senza conoscere. E poi mi ha detto...che non avevo idea di quante cose voi aveste fatto per lui. Ma la cosa che veramente mi ha colpito, è stato che mi ha detto che per ognuno di voi sarebbe stato scontato, morire per l'altro. Come se foste stati una sola sostanza divisa in quattro corpi. Quelle parole erano talmente intrise di sincerità che non avrei potuto fare a meno di crederci. Ed è...è per questo, James, che io sono sicura di quello che ho detto prima. Sarai anche uno sbruffone, un bulletto arrogante, eppure solo adesso mi chiedo veramente perchè c'è tanta gente che ti acclama. Tutti vorrebbero la vostra amicizia, la vostra lealtà. Quindi non...non sentirti in colpa, ti prego. Non sarebbe giusto, perchè mai avresti lasciato un malandrino morire, e questo lo so.-
In tutto quel tempo, James era rimasto in silenzio.
Lily alzò lo sguardo verso di lui, e notò che aveva gli occhi quasi lucidi.
Se ne stupì. Istintivamente, gli fece gesto di avvicinarsi.
Lui avanzò verso il letto, con una lentezza esasperante, e poi si sedette, senza mai togliere lo sguardo da Lily.
Quelle parole l'avevano quasi commosso. Era strano che parole simili fossero state pronunciate da Lily Evans. Anche se, bisognava dirlo, le parole che Remus le aveva rivolto erano assolutamente vere.
Ed era stata Lily, la sua Lily, a ricordarglielo. A ricordargli che un malandrino non avrebbe mai permesso che un altro malandrino morisse senza combattere, a costo di morire lui stesso.
Si sentì leggermente più rincuorato. Anche se la tristezza della perdita rimaneva tutta, immutata.
Sospirò.
-Remus non meritava di morire.-
-Lo so.-
-Era...è...una persona troppo buona, per morire.-
-Lo so.-
-Ed è uno degli amici migliori che si potesse desiderare.-
Lily, istintivamente, allargò le braccia, ormai anche lei con gli occhi lucidi.
Remus per lei spesso era stato un confidente. Per quanto la loro non si potesse definire vera e propria amicizia, ci andava molto vicino.
James accolse il suo abbraccio, cercando ancora di non piangere. Non voleva farlo, davanti a lei. Era pur sempre James Potter, dannazione.
Stettero lì abbracciati per un tempo indefinito, con solo il silenzio a fargli da compagnia.
Poi James si staccò, gli occhi quasi asciutti, una nuova determinazione nello sguardo.
Poi sorrise. Un sorriso vero.
-Grazie, Lily.-
Anche lei sorrise.
-Non ho fatto nulla, James.-
Lui fece quasi un ghigno.
-Però ti stai sforzando di sopportarmi.-
Lei rise.
-Siamo nella stessa barca, no?-
Potter sorrise. Ci fu un altro po' di silenzio, prima che parlasse di nuovo.
-Sai una cosa?Hai ragione. Non permetterò che Remus muoia invano. Combatterò. Dovessi essere il primo a morire.-
Lily sorrise. Prima che potesse rispondere, però, sentirono bussare alla porta.
Si lanciarono uno sguardo confuso, prima che la rossina andasse ad aprire.

Quando Lily aprì la porta, entrarono Harry, Ron e Hermione, con un enorme vassoio ciascuno in mano.
Notai che dietro di loro c'era un'altra ragazza, con i capelli rossi e l'aria imbarazzata.
Allo sguardo confuso mio e di Lily, Harry sorrise appena.
-Avevamo pensato che non sareste scesi a cena...così...-
Lily sorrise.
-Certo, entrate.-
La guardai solo un secondo, prima di decidere che aveva ragione a farli entrare. Se fossimo rimasti ancora soli, non mi sarei trattenuto ancora a lungo. Almeno ora ero troppo impegnato a tenermi su un falso sorriso, per pensare a quanto mi facesse male sapere che Remus non c'era più.
Remus, il nostro Remus, se ne era andato, e dovevo farmene una ragione. Non potevo continuare a piangermi addosso.
Una magrissima consolazione che avevo raccimolato nella mia breve riflessione prima che arrivasse la Evans, era che nel mio tempo Remus ci sarebbe stato almeno per altri vent'anni.
-Però...se...se volete che ce ne andiamo...Se volete restare da soli...- Era stata Hermione a parlare, quasi rossa in viso. Se non avessi avuto quel maledetto macigno in mezzo al petto, avrei subito colto il doppio senso di quella frase, e ne avrei approfittato sicuramente per fare una battuta maliziosa. Ma in quel momento era l'ultima cosa che mi passava per la testa.
Avevo miliardi di immagini che mi frullavano in testa. Remus, il piccolo e minuscolo Remus, che leggeva un libro più grande di lui, nel treno per andare ad Hogwarts. Remus e la luna piena, Remus e la sua felicità nello scoprire cosa eravamo diventati per lui, Remus e la sua gioia quando, all'età di dodici anni, aveva capito che non sarebbe bastato un Piccolo Problema Peloso, a dividerci.
Era assurdo come non mi sentissi più una parte di cuore. L'avevo lasciato lì, sulla collina.
Desiderai con tutte le mie forze che la Mcgranitt ci cancellasse la memoria, prima di tornare al nostro tempo. Non avrei sopportato quel dolore a lungo.
Sorrisi debolmente. Hermione aspettava ancora una risposta.
-No. Tranquilli, va tutto bene.-
Calò un silenzio imbarazzato.
-Lei è Ginny, la mia ragazza, e...sorella di Ron.- ci informò Harry, dopo un po', indicando la ragazza entrata dopo di loro, che ci sorrise, un po' timidamente.
La osservai bene. I capelli erano rossi, un rosso completamente diverso da quello di Lily, e facevano da contorno a due grandi occhi castani. Nel complesso era carina, anche se, naturalmente, non c'era confronto con la rossa che era seduta fino a qualche attimo prima accanto a me sul letto.
Tesi la mano, sorridendo.
-Piacere...- mi bloccai. Cosa dovevo dirle?James Potter?Guardai Harry, lievemente impacciato.
Fu Ginny stessa a togliermi dall'imbarazzo, facendomi un sorriso.
-Ero curiosa di conoscere il famoso James Potter, finalmente.- poi sembrò correggersi, imbarazzata. -Insomma, da giovane Malandrino, si intende.-
Qualcosa nella sua espressione imbarazzata mi fece ridere. La tensione sembrò improvvisamente sciogliersi.
Fu allora che ghignai, tornando per un attimo il James Potter di un tempo.
-Evans, ora dimmi come fai a negare che Harry è nostro figlio. Insomma, gli piacciono pure le rosse!-
Lily fece una smorfia. Eppure, nei suoi occhi leggevo qualcosa...che fosse sollievo?
-Ti ricordo che a me non piacciono le rosse, Potter.-
Ghignai di nuovo.
-Però piacciono a me.-
Lily fece un ghignetto.
-Oh, bè, nessun dubbio sul fatto che Harry è la tua copia spiccicata, Potter. Ma non vedo perchè io dovrei c'entrarci qualcosa.-
Mi limitai a sorridere, innocentemente. La mia Lily, sempre con la risposta pronta. Forse, se non ci fosse stata lei, sarei stato lì a frignare come un bambino.
A quel gesto spontaneo, lei mi sembrò un po' spaesata.
Poi mi voltai verso Harry, sperando di non averlo offeso, in qualche modo. Mi accorsi che anche Lily aveva fatto lo stesso. Ma lui aveva lo sguardo...felice. Come se quel piccolo battibecco, che per me e Evans non era null'altro che quotidianità, l'avesse reso il ragazzo più felice del mondo. Non ne capii il motivo.
L'avrei capito in seguito, a mie spese.

Fu Ginny, di nuovo, a interrompere il silenzio, con un sorriso.
-Noi abbiamo portato qualcosa da mangiare, se volete favorire...- fece, indicando con la chioma rossa i vassoi, che erano stati posati accuratamente da Hermione su un minuscolo tavolino fatto apparire per magia. -...Spero che non siate come Harry, che non mangia mai dolci, perchè ce ne sono un bel po'.-
In quel momento, successero due cose, contemporanamente.
Lily spalancò gli occhi, emettendo un flebile -Oh.-.
E James si girò verso di lei, con aria trionfante, esclamando un -Ah!- estremamente divertito.
La Evans fulminò il Malandrino.
-Togliti subito quell'aria dalla faccia.-
-Che aria, Evans?-
-Quell'aria da...da...da "cosa ti avevo detto"-
-Ah...quell'aria...però in effetti, Evans, cosa ti avevo detto?-
-è una coincidenza, Potter. Solo una coincidenza. A un sacco di gente non piacciono i dolci.-
-Oh, è vero. Ma allora vuoi dirmi che un sacco di gente ha i tuoi occhi?-
-Potter, la pianti?-
Intanto, gli altri ragazzi nella stanza guardavano James e Lily con una faccia interrogativa.
Potter si voltò verso di loro, con un sorriso.
-Vedete...nemmeno alla qui presente Evans piacciono i dolci.-
-Oh.- era stata Ginny, a parlare.
Harry aveva sgranato gli occhi. E stava cercando con tutte le sue forze di non fare un sorriso a trentadue denti. Aveva l'impressione che se l'avesse fatto, dando così in qualche modo ragione a James, Lily lo avrebbe scuoiato vivo.
Però sapere sempre più particolari sulla vita dei suoi genitori lo riempiva di gioia. Non aveva avuto modo di conoscerli, e ora, finalmente, venire a sapere quei piccoli dettagli insignificanti, lo rendeva il ragazzo più contento sulla faccia della terra.
Cercò di sviare l'argomento, per accontentare tutti.
-Allora, mangiamo?-
Vide James incupirsi lievemente, appena tutti gli ebbero voltato le spalle per spiluccare qualcosa dai vassoi.
E allora capì.
Capì la farsa in cui stava recitando suo padre. Tutti i sorrisi, le battute, i battibecchi, erano solo una copertura che cadeva, non appena si distoglieva per un secondo lo sguardo. Si chiese, ancora una volta, se avevano fatto bene a venire lì. Forse era meglio se lasciava suo padre e sua madre da soli, come gli aveva suggerito Hermione.
Ma non ce la faceva a sopportare che soffrissero lontano da lui.
Voleva stargli vicino.
Decise di parlare con James, ora che tutti erano impegnati fare dell'altro, come mangiare. Lily era stata presa in un'accesa discussione tra Ron e Hermione, mentre Ginny osservava la povera e spaesata Lily presa tra due fuochi, piuttosto divertita. Lei ci era abituata. Nel frattempo, il bel malandrino aveva preso un grosso pezzo di cioccolata fondente dal vassoio, tenendosi comunque un po' in disparte dagli altri. Harry gli si avvicinò, con cautela.
-James.-
Lui si voltò, di scatto. Era stato colto di sorpresa, immerso nei suoi pensieri. Sorrise.
-Si?-
Il bambino che è Sopravvissuto sorrise.
-Ne mangi molta, di solito?- chiese, accennando verso il pezzo di cioccolata.
Anche James fece un ampio sorriso.
-A quintali. Tientelo per te, ma non vivo, senza cioccolata.-
Harry fece una breve risata.
-Anche Remus ne mangiava tantissima.-
James aggrottò la fronte, con aria stupita.
-Remus?Non ho mai visto Remus mangiare cioccolata. Anzi, di solito non fa altro che rimproverarmi perchè ne mangio troppa.-
Harry sgranò gli occhi. Remus, mai mangiato cioccolata?ma come?Ogni volta che poteva, Remus si mangiava il suo piccolo salutare pezzettino di cioccolata. 
Ci furono parecchi attimi di silenzio, nei quali Harry rifletteva. Poi riparlò, con voce bassa.
-Sai che...Remus era il mio insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, al terzo anno?-
Notò gli occhi di James illuminarsi di sincera felicità.
-Davvero?-
Harry annuì.
-Si. Il professor Silente gli aveva dato il posto.-
James sorrise, affettuoso come un padre.
-Sono sicuro che sarà stato un ottimo insegnante.- ridacchiò. Lui e Sirius gli dicevano sempre che aveva un ottimo futuro come insegnante.
Harry annuì, sorridendo.
-Il migliore che abbiamo avuto.-
Ci fu un attimo di silenzio.
-Sai lui...lui era...si insomma. Lui era felice. Più o meno.- Evitò di specificare cosa volesse dire, con quel più o meno. Remus non sarebbe mai più stato felice come un tempo, come quando era con i suoi Malandrini. Però, nel complesso, si poteva definire in qualche modo felice. Intanto, le nocciole di James si erano spostate sui suoi smeraldi,incuriosite da dove potesse finire quel discorso. -Quindi tu...ecco...non devi sentirti in colpa. Non è stato giusto, che sia morto. Era una persona a cui tenevo tantissimo, e non doveva morire, assolutamente. Però...lui era felice. Nonostante...- abbassò la voce. -Nonostante il suo piccolo problema peloso, se capisci cosa intendo.-
James sgranò gli occhi.
-Tu sai...-
Harry sorrise appena.
-Io so.-
-Come...?-
-Storia lunga. Non è questo l'importante, adesso.-
James lo guardò, ancora un attimo. E poi capì.
Quante volte Remus gli aveva espresso i suoi timori? Quante volte gli aveva detto che per gli uomini come lui, Lupi mannari, non era prevista la felicità?E quante volte lui per tutta risposta aveva sbuffato, alzando gli occhi al cielo?
E in effetti, aveva avuto ragione. Remus aveva trovato lavoro. Si era sposato, aveva avuto un bambino. Era riuscito a far conciliare il suo essere Lupo Mannaro con la vita quotidiana.
Si sentì leggermente rincuorato. Il dolore profondo rimaneva, ma si stava assopendo.
Il suo amico era morto felice. Fiero di se stesso, aveva lasciato sulla terra il suo seme, che sarebbe germogliato a poco a poco.
James sorrise, quasi intenerito, al ricordo del Remus del 1976, casto e puro, che impediva a se stesso di avere relazioni con una donna, per paura di farle del male in seguito per la sua natura selvaggia.
Era orgoglioso di Remus, di quello che era diventato.
La morsa che gli stringeva il cuore aveva aperto un piccolo spiraglio, per far passare quell'orgoglio innato che provava per il suo amico.
Sorrise ad Harry, questa volta sincero.
-Cosa fate?-
Ginny si era avvicinata ai due, facendo svolazzare i capelli rossi.
Harry le sorriuse, per poi baciarla delicatamente sulla fronte. Poi la guardò, con gli occhi talmente brillanti, che James si chiese se mai anche gli occhi di Lily sarebbero brillati così, magari per lui.
-Niente, Gin. Ora è meglio che andiamo, così lasciamo James e Lily dormire in santa pace. Ron, Hermione!Smettetela di litigare come una vecchia coppia di sposati, e andiamocene.-
Ron e Hermione si erano voltati verso Harry, rossi in viso. Non sopportavano essere richiamati come due bambini, anche se molto spesso lo erano.
Lily, senza farsi vedere, trasse un sospiro di sollievo, per poi sorridere, avvicinandosi a James e Harry.
-Grazie per la "cena"- disse.
-Di nulla- fece Ginny, decisa. -Mi dispiace che non ti piacciano i dolci, però. La prossima volta penseremo a qualcos'altro.-
Lily ridacchiò.
-Ma non ha importanza, davvero.-
Fece una breve risata, senza particolare allegria. Sapeva che ora sarebbe di nuovo calata tutta la tristezza su di lei, ma soprattutto su James.
Si avviarono verso la porta.
-Allora...a domani.-
Prima di uscire definitivamente, però, Harry si voltò, con una faccia strana.
-Ah, James...domani...domani dovrebbe venire Teddy. Se...se vuoi vederlo.-
Lily si voltò verso il Malandrino, preoccupata dalla sua reazione. Ma James si limitò a sorridere, e annuire.

Quando finalmente furono usciti tutti, James si buttò sul letto, completamente vestito, portandosi le braccia sugli occhi, come a proteggersi dalla luce.
-Sono stanchissimo.- mugugnò.
Lily sorrise, quasi intenerita. Dopo pochisimo, James sembrava quasi essersi addormentato di colpo, il respiro era profondo. Lily si chiese se ci si potesse addormentare con una tale velocità. I capelli del Malandrino sembravano ancora più impazziti del solito.
Si avvicinò, di soppiatto, senza fare alcun rumore. Non sapeva bene nemmeno lei, quello che stava facendo.
Giunta a pochissima distanza, allungò una mano verso i capelli di Potter, tanto per liberargli la fronte da quella massa di capelli nerissimi.
Chissà se erano morbidi, si ritrovò a chiedersi.
Quando però la sua mano stava per sfiorare la fronte del Malandrino, James spalancò gli occhi, togliendosi le braccia dal viso, colpendola con tutta la potenza del suo sguardo.
Lily stabuzzò gli occhi. -Ah.- esclamò, togliendo la mano, in fretta, le guance colorate di porpora.
-Cosa stavi facendo?- domandò, candidamente, Potter.
La domanda del secolo. Cosa stava facendo?Lily non lo sapeva. Assolutamente. E cos'era quel silenzio?Lily Evans senza battuta pronta?Lily Evans che non ribatte?Cosa diavolo stava succedendo?Non andava bene. Doveva trovare una risposta, e subito.
-Avevi della cioccolata sulla fronte, Potter.- borbottò, distogliendo lo sguardo, sempre più imbarazzata. Va bene, come uscita non era delle migliori. E allora?Almeno non era rimasta là a balbettare come una stupida.
James si portò una mano sulla fronte, con espressione corrucciata, e sfregò, nell'intento di togliersi della cioccolata inesistente dalla fronte.
Aveva una faccia talmente buffa, che Lily scoppiò a ridere.
Potter la guardò, non capendo cosa avesse scatenato tanta ilarità.
Fu allora che Lily si allungò, e gli tolse i capelli dalla fronte, quasi con naturalezza.
Il malandrino sembrava ancora più confuso. Aveva una luce strana negli occhi. -Ma...- iniziò. Lily scosse la testa, non dandogli il tempo di finire.
-Vado in bagno, Potter. E vedi almeno di toglierti le scarpe, prima di addormentarti.-
In bagno, trasfigurò i suoi vestiti in un comodo pigiama, facendo una lieve smorfia. Doveva ricordarsi di chiedere ad Hermione di prestarle qualche vestito. Per quanto potesse essere brava in Trasfigurazione, aveva sempre paura di sbagliare qualcosa. E se non fosse riuscita a ri trasfigurare i suoi vestiti?Sarebbe stata costretta ad andare in giro come una stupida in pigiama? Fortuna che Hermione aveva più o meno la sua stessa corporatura.
Poi si spazzolò i denti, con cura, chiedendosi intanto cosa le fosse preso, prima con Potter.
Decisamente, un simile comportamento non era da lei.
Eppure, in quel momento Potter le era sembrato così...vulnerabile. Non era cosa da tutti i giorni, vedere James Potter vulnerabile. Sbuffò. Doveva controllarsi di più, o non ne sarebbe venuta più fuori.
Si diede un'ultima asciugata alla faccia, poi lanciò un ultimo sguardo critico allo specchio. Il rosa antico delle piastrelle che lo contornavano lo facevano apparire enorme, mettendola quasi a disagio.
Fece un respiro profondo, e poi uscì, ricordando a se stessa di mantenere un minimo di controllo.
Quando però chiuse la porta del bagno, quello che vide le fece crollare tutti i precedenti propositi, come un castello di sabbia.
Potter si era addormentato, rannicchiandosi lievemente in posizione fetale.
Lily notò che aveva scalciato via le scarpe, e il maglione era stato gettato malamente per terra, lasciando il Malandrino solo in canottiera.
Si avvicinò, cauta, notando, con una strana stretta al cuore, che aveva ancora gli occhiali.
Glieli tolse, lentamente. Quando notò il volto di James senza occhiali a coprirlo, quasi si spaventò.
Il Malandrino era bianco cadaverico, e gli occhi sembravano quasi infossati, nonostante fossero chiusi. Si stava mordendo le labbra, quasi con forza.
Lily comprese che si stava sforzando, anche nel sonno, di non piangere. Quella vista le fece una tale tenerezza, che quasi le vennero gli occhi lucidi. James stava soffrendo anche nel sonno, per la perdita del suo amico. Tutto ciò che era riuscito a trattenere fino ad allora, stava per venire fuori adesso, quando ormai aveva abbassato la guardia.
Ma fu solo quando Potter trasse un lungo sospiro, profondo e tremolante, che Lily agì d'istinto.

Quando quella mattina mi svegliai, mi chiesi perchè il letto improvvisamente fosse diventato così duro.
Non trovando risposta mi decisi ad aprire gli occhi, piano per non essere eccessivamente disturbata dalla luce.
Quando i miei occhi si aprirono definitivamente, rimasi interdetta.
A pochissimi millimetri dal mio viso, c'era il volto di Potter.
Mi alzai col busto di scatto, quasi spaventata, rossa come non mai.
Ma che diavolo...?
Guardai meglio.
Potter dormiva, tranquillamente, totalmente ignaro di aver provocato al mio cuore un mezzo infarto.
Ok. Calma. Dovevo solo stare calma. Cosa diavolo ci facevo, nel letto di Potter?
Tentai di calmare il ritmo del mio cuore. Ordinai al mio cervello di provare a ragionare.
Lo sguardo mi cadde involontariamente su James. E, ancora più involontariamente, sorrisi.
Il viso era tranquillo, anche se ancora pallido.
E allora mi ricordai di avere agito d'istinto.
Di essermi distesa accanto a Potter, e di averlo abbracciato, nell'intento di confortarlo. E forse ci ero riuscita, anche se minimamente.
Improvvisamente, mi sopraggiunse l'imbarazzo per quello che avevo fatto.
Ma cosa diavolo mi era saltato in testa?E se Potter si fosse svegliato?Mi avrebbe preso in giro a vita.
E poi, dannazione, perchè l'avevo fatto?Maledetti ormoni in subbuglio di un'adolescente.
Mi affrettai ad uscire da quel letto, ancora imbarazzata.
In piedi, cercai di ragionare sulla cosa.
Va bene. Io e Potter avevamo dormito insieme. Il vantaggio era che Potter non lo sapeva, apparentemente, e, se tutto andava secondo i miei piani, non lo avrebbe mai saputo. Perfetto. Niente di più semplice.
Il problema era costituito dal fatto che non trovavo assolutamente motivazione al mio strano istinto adolescenziale.
Bastava così poco a farmi perdere il controllo?E che cavolo.
Feci un lungo sospiro. Poi, di nuovo, lo sguardo mi cadde su James.
Era...tenero. Non sapevo come altro definirlo. E non potevo negare di essermi sentita stranamente protetta, tra le sue braccia. Ricordavo vagamente e con imbarazzo, che a un certo punto era stato lui, a stringermi, inconsciamente. Chissà cosa stava sognando. A un certo punto della notte, le lacrime erano arrivate. Silenziose, senza alcun gemito, avevano solcato quel viso solitamente sempre allegro. Tutto, sempre dormendo. Quasi per fare in modo di dimenticarsi di aver pianto, alla mattina dopo. Sorrisi, impercettibilmente.
Forse non avevo fatto poi un grosso errore. Forse.
Dai miei pensieri mi distolse un lieve bussare alla porta.
Aggrottai la fronte, mentre andavo ad aprire. Chi poteva essere, a quell'ora...?
Subito dopo aver formulato quel pensiero, mi accorsi che non sapevo nemmeno che ore erano.
Aprii.
Era Hermione.
-Lily...ciao, spero di non avervi svegliato.-
Sorrisi.
-No, tranquilla.- Cercai di non pensare troppo al fatto che se fosse arrivata dieci minuti prima, mi avrebbe trovato nel letto di Potter.
-Ecco...volevo dirvi...se...se volete, giù è arrivato Teddy.-
















Eccomi qui!!!!!!allora, mi scuso per il ritardo...la scuola è sempre peggio -.- coooooooooomunque...mi scuso per eventuali errori, non l'ho nemmeno riletta perchè sono di frettissima =)
Purtroppo non ho nemmeno il tempo di ringraziarvi una per una, perchè sono di frettissima...però ringrazio tantissimo le 12 persone che mi hanno recensito, grazie davvero, senza di voi non riuscirei ad andare avanti =) e grazie anche alle 31 (O.O) persone che mi hanno messe tra i preferitio!!!grazie ancora...ora scappo =) un bacio!!!



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Capitolo 4
*** Io non voglio ***


cap 4 Lily rimase un secondo interdetta.
C'era il piccolo Teddy?Di già?
Poi si riprese, notando che Hermione era ancora sulla porta, che attendeva.
-Oh. Ehm, si...scendiamo subito. Dammi il tempo di svegliare James, va bene?-
Hermione sorrise.
-Certo. Vi aspettiamo in Sala Comune.-
La rossina annuì, con un sorriso, per poi chiudere la porta, mentre Hermione se ne andava.
Sospirò, girando su se stessa e puntando lo sguardo sul letto del Malandrino. James aveva calciato via tutte le coperte, ritenendole inutili. Lily si chiese come fare per svegliarlo. Aveva sempre odiato, svegliare le persone. Era uno dei motivi per cui passava delle ore nel letto, aspettando sempre che fossero le sue amiche, a svegliarla. Decise che intanto sarebbe stata buona cosa avvicinarsi a lui.
Appena però fece un passo, James spalancò gli occhi, come se l'avesse sentita.
Si guardarono, per un secondo, l'una interdetta, l'altro ancora mezzo addormentato.
-Evans?- Lily fece per aprire la bocca, ma il Malandrino continuò, con la voce impastata dal sonno. -Cosa ci fai nel dormitorio dei ragazzi?-
Poi, improvvisamente, spalancò gli occhi, ricordandosi dov'era. Emise un grunito, chiudendo gli occhi, di scatto. Gli era tornato in mente tutto.
-James.- disse Lily, quasi con un sospiro.
Il Malandrino riaprì gli occhi, guardandola. Poi si sollevò, lasciando penzolare le gambe fuori dal letto, con la fronte aggrottata.
-Ho fatto un sogno assurdo.- disse, passandosi una mano tra i capelli, involontariamente.
-Che sogno?- chiese Lily, guardandolo, un po' preoccupata. Temeva che James avrebbe detto qualcosa che riguardasse la notte trascorsa.
-Ho sognato il funerale di Remus, credo.-
Questa volta fu Lily, ad aggrottare la fronte.
-Credi?-
Intanto si dava della stupida. Come poteva essere stata così egoista e insensibile da preoccuparsi subito per qualcosa che l'avrebbe semplicemente messa in imbarazzo, quando invace James aveva sognato i funerali del suo più caro amico?
James annuì.
-Si, era...era strano. Io c'ero, ma...era come se fossi...guardavo tutto dall'alto. Era come se non fossi fisicamente lì. Come se fossi...morto, e stessi oservando tutto dall'alto. E poi è arrivata una presenza, vicino a me..era...credo fosse...Remus.-
Le ultime parole erano state sussurrate. Lily sgranò gli occhi.
Calò il silenzio, per un po'.  Poi Lily fece un sorriso, piccolo.
-Era solo...solo un sogno.- la voce era incerta, esitante. Se ne stupì lei stessa.
James annuì, piano, senza mai smettere di guardarla.
Poi Lily sospirò, spostando lo sguardo.
-Dobbiamo andare giù, è arrivato Ted.-
Potter annuì di nuovo, nel più completo silenzio. Non aveva intenzione di dire a Lily che quel sogno -era solo un sogno, continuava a ripetersi- era stato sin troppo reale. Poteva ancora sentire i pianti disperati di coloro che erano al funerale di Remus, poteva ancora vedere la testa nera di Harry, china e silenziosa. E la stretta al cuore che aveva provato, nel capire che lui non poteva fare nulla, per il dolore di suo figlio, non poteva essere derivata solo da un sogno. E si, in quello stesso sogno, lui aveva sentito, percepito che Harry era suo figlio, senza ombra di dubbio. Era stata una senzazione inspiegabile, impossibile da definire.  
Nel frattempo, Lily era stata immobile. Poi si girò, verso la porta, con un altro sospiro.
James si riscosse, e fece un breve ghigno, scacciando via quei pensieri nebulosi.
-Evans?-
-Cosa?- fece lei, girando la testa, un attimo prima di aprire la porta. Si accorse solo in quel momento che James ghignava.
-Hai intenzione di scendere in pigiama?-

Quando scesero, notarono subito il gruppetto di gente che si era raggruppato al centro della Sala Comune.
Harry era attorniato da Ginny, Ron, Hermione e altre due o tre persone che James e Lily non riconobbero.
Il moro rideva, spensierato come non l'avevano mai visto.
Quando scesero anche l'ultimo gradino di marmo, la folla tacque, e parecchie teste si voltarono verso di loro, incuriosite. Solo allora James notò il furgoletto che Harry teneva in braccio.
Harry gli si avvicinò, con un sorriso un po' incerto, sorriso che Lily ricambiò, prontamente, ma James era troppo impegnato ad osservare il bimbo stretto tra le braccia del moretto che rideva come un matto, per farci caso.
Quel pupo era l'esserino più minuscolo che James avesse mai visto.
La testolina era ricoperta da pochi capelli azzurrini, che ogni tanto sfumavano di colore, passando dall'azzurro al viola, al verde al rosso, e poi di nuovo all'azzurro, con un arcobaleno che accompagnava la sua risata infantile.
Una manina paffuta era appoggiata sulla base del collo di Harry, mentre l'altra era infilata in bocca. Il piccolino continuava a girare la testa e parte del busto, curioso ed estasiato da tutto quello che vedeva attorno a sè, mentre gli occhi passavano dal blu intenso al color miele.
James lo guardò, stupito, mentre cambiava per l'ennesima volta colore dei capelli.
-Ma....è...-
-Un Metamorfomagus, si.- rispose Harry, con un sorriso.
-Quindi lui non...non ha...- si bloccò, ricordandosi che Lily non sapeva del piccolo problema peloso di Remus. Per fortuna, Harry capì comunque.
-No, non ha...i geni di Remus.-
Si guardarono negli occhi, seri, per un po', poi James annuì, lentamente, rincuorato. Remus sarebbe stato felice, se avesse saputo che suo figlio non aveva ereditato i geni del Lupo Mannaro.
Intanto Lily guardava i due ragazzi, non capendoci nulla.
James continuava a guardare il bimbo, non sapendo bene come sentirsi. Da un lato, quel nanerottolo dai mille colori lo divertiva, ma dall'altro, era quasi deluso. Certo, a quell'età era ancora troppo piccolo, per avere dei caratteri somatici ben definiti, ma solo ora si rendeva conto di quanto aveva sperato di riconoscere Remus, in quel piccolo musetto.
In quel preciso istante, Teddy puntò il suo sguardo sul Malandrino, incuriosito da quel viso che non aveva mai visto.
E, quasi istantaneamente, gli occhi mutarono forma e colore, diventando di un caldo color ambra.
Il moro spalancò gli occhi.
Davanti a lui c'erano gli occhi di Remus, quasi fossero stati evocati dal suo pensiero, che lo osservavano, curiosi, eppure nella più completa serietà.
Improvvisamente, a James non sembrò più di essere davanti ad un bambino di si e no un anno. Davanti a lui c'era il viso di un ragazzo che lui conosceva bene.
Remus John Lupin.
Ma durò solo un istante.Teddy spostò lo sguardo, perdendo già l'interesse nel nuovo venuto, e così come era apparso, il viso scomparve, facendo tornare gli occhi del bimbo di un vivace color oceano.
Potter rimase per un attimo incredulo, poi si riscosse, notando che Harry gli stava parlando.
-..vuoi?-
James scosse la testa, cercando di scacciare il volto di Remus dalla mente.
-Scusami, Harry, puoi ripetere?-
Harry sorrise.
-Ti ho chiesto se vuoi tenerlo in braccio.-
James strabuzzò gli occhi, passando lo sguardo, lentamente, da Harry a Ted e viceversa.
-Sei impazzito?No, no, per carità.-
Harry assunse uno sguardo divertito.
-Perchè no?-
-Ma l'hai visto?è minuscolo!Rischierei di...non lo so. No, Harry, davvero.-
Lily si avvicinò, con sguardo quasi malizioso.
-Posso?- chiese ad Harry, con un sussurro, il quale annuì, non capendo le intenzioni della rossina.
Lily prese per le ascelle il piccolino, che sembrò estremamente contento di tutta quella situazione.
Lo tese verso James.
-Perchè non lo vuoi?Guardalo, è così carino.-
Il Malandrino fece una smorfia. Intanto, il piccolo Teddy calciava le gambette grassoccie, con allegria.
-Non è quello.-
Lily fece un piccolo ghigno.
-Guarda che non è fatto di porcellana. Non si rompe mica.-
James alzò gli occhi al cielo.
-E se lo faccio cadere?Evans, non...-
-Non ci posso credere..- fece un altro ghigno. -..il grande James Potter ha paura di un bambino?-
James la guardò, sbalordito.
Poi strinse gli occhi a fessura, vedendo quanto Lily si stesse divertendo.
E nessuno poteva mettere in ridicolo James Potter senza subirne le conseguenze.
Anche se la Evans era la Evans.
-Va bene, Lily. Dammi quel dannato bambino.-  borbottò, prendendo il pupetto dalle braccia della rossa, che intanto fece una breve risata. Era riuscita nel suo intento.
James se lo portò al petto, esitante.
Bambino e ragazzo si guardarono per un secondo negli occhi, in silenzio.
Poi il piccolino esplose in un urletto eccitato, facendo cambiare il colore dei suoi capelli da azzurro a nero, e gli occhi diventarono di un familiare castano.
James scoppiò in una fragorosa risata.
-Che fai, copi?-
Il piccolo fece un versetto innocente, quasi avesse voluto discolparsi, e i suoi capelli tornarono del colore del cielo.
-Inutile che tu faccia il santarellino...ti ho colto in flagrante!-
Mise su un'aria fintamente minacciosa, al che il bimbo rise.
Il Malandrino sorrise, intenerito.
-Sai...è strano che io sia diventato padre prima di Remus. Mi sembra assurdo, è lui quello responsabile del gruppo. Se lo raccontassi, non ci crederebbe nessuno. Lo scapestrato James Potter, che fa un figlio prima del saggio e savio Remus Lupin, tu ci crederesti?-
Il piccolo emise un gorgoglio eccitato.
James rise di nuovo, e poi gli strizzò l'occhio.
-Questo piccolo monologo, però, rimarrà un segreto tra me e te, intesi?-
Teddy mosse i piedi, emettendo una serie di suoni concitati.
-Lo prendo come un si.- disse il Malandrino, ghignando.
Poi lo sollevò, in modo da averlo sopra la sua testa.
Gli sorrise.
-Che ne dici, voliamo?- al gorgoglio di risposta, iniziò a farlo volteggiare sopra la sua testa, facendolo ridere come un matto.
Poi lo riadagiò sulle sue braccia.
Gli pizzicò il naso, piano.
-Conoscevo molto bene tuo padre, sai?Ah, - in lui si accese uno sguardo Malandrino -non credere a chi ti dice che era un bravo ragazzo.- si avvicinò al suo orecchio, sorridendo. -Ti assicuro che lui era il più malandrino tra i Malandrini.- Il furgoletto rise, più per il fiato sull'orecchio che per le parole di James, naturalmente, ma questo non impedì al giovane Malandrino di aprirsi in uno dei suoi sorrisi più belli.
Lily, intanto, stava osservando la scena, con un miscuglio di emozioni che le attraversavano la testa.
Guardando l'espressione di Potter in quel momento, e guardando come stava incantando il bambino senza particolare sforzo, non aveva potuto impedirsi di sentire un discreto batticuore. E quello stesso battito veloce, aveva notato, era direttamente proporzionale alla luminosità degli occhi di James, in quel momento.
Questa cosa non le andava bene.
Affatto.
Eppure, era così bello, vederlo con in braccio Teddy.
Da quando Lily Evans si sente il cuore più veloce solo perchè Potter -Potter, intendiamoci- sembra possedere un talento naturale per i bambini?
O più semplicemente, da quando Lily Evans sentiva il cuore aumentare i battiti solo per Potter?!
A quelle domande, Lily non trovava risposte.
Prima gli ormoni impazziti, e ora questo.
E la rossina, come sempre, odiava non trovare risposta alle sue domande. Decise di agire, tanto per scacciare tutti quei pensieri che le frullavano in testa.
Si avvicinò a Ramoso.
-Non avrai intenzione di portarlo già sulla cattiva strada, eh, Potter?- fece, prendendogli dalle mani Teddy, come fosse stata la cosa più naturale del mondo. James assunse l'espressione di un bambino a cui è stato tolto il giocattolo preferito.
Lily a quell'espressione rise.
-Avanti, James, non credi sia arrivato il mio turno, di strapazzarlo un po'?- detto questo, fece un sorrisone a Teddy, che la guardò, inizialmente un po' spaesato da quel brusco cambio di braccia, ma che dopo si aprì in una risata gorgogliante.
James sbuffò, contrariato.
-Va bene, Lily, ma guarda che dopo lo rivoglio io.-
Lily assunse un'espressione fintamente esasperata.
-Ma sentilo. E poi era lui che non lo voleva nemmeno prendere in braccio.-
Potter fece un ghigno, ma non rispose.
Intanto Harry osservava la scena, divertito. Per conto suo sarebbe stato ore a fissarli, anche solo bisticciare.
Ginny lo guardò, e sorrise. Non l'aveva mai visto così felice. Poi assunse un'espressione corrucciata. Come avrebbe reagito, quando James e Lily se ne sarebbero dovuti andare?
Gli gettò un'altra occhiata. E inevitabilmente il suo sorriso contagiò anche lei.
Sarà quel che sarà, si disse.
James, nel frattempo, aveva raggiunto Lily, che si era spostata un po', facendo il solletico a Teddy.
Con un ghigno poco rassicurante sul viso, consapevole che l'avrebbe fatta arrabbiare, le mise le mani sui fianchi, da dietro, facendola sobbalzare.
Poi la rossina lo fulminò.
-Potter, togli le tue mani dai miei fianchi.-
Altro ghigno Malandrino.
-No, Evans. Ne devo approfittare, finchè hai le mani occupate, no?-
Lily sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Aspetta che mi liberi le mani e vedi cosa ti faccio, Potter.-
Il moro sorrise.
-Allora, visto che comunque devo morire, tanto vale che sia per qualcosa che mi sono goduto a pieno, no?-
La ragazza fece una smorfia talmente buffa, che il piccolo tra le sue braccia scoppiò a ridere.
Lei lo guardò, fintamente minacciosa.
-Ehi, tu, non dargli corda.-
Poi sorrise. In fondo, le mani di Potter sui suoi fianchi non le davano poi così tanto fastidio.
Harry li osservò, sentendosi il cuore stretto in una morsa.
La schiena di James lasciava vedere solo la testa rossa di Lily, che spuntava come un piccolo fuoco dalla sua spalla.
Harry vide il Malandrino avvicinarsi all'orecchio di Lily e sussurrarle qualcosa, con un sorriso. Al che la testolina di Lily si mosse da destra a sinistra, e le sue spalle tremarono un po', come segno di una risata trattenuta.
Era stato un gesto così intimo, che Harry avrebbe ucciso chiunque avesse osato disturbarli.
La morsa del suo cuore si strinse, lasciandogli in bocca il gusto dell'amarezza.
Al posto di Teddy, ci doveva essere stato lui, un tempo.
Per un momento si vide bambino, stretto nelle braccia di sua madre, mentre suo padre l'abbracciava, da dietro, come stava facendo in quel momento. 
Vide, con gli occhi del bambino, il viso di suo padre posare un bacio sulla guancia candida di sua madre, e vide Lily sorridere, raggiante. Si vide emettere urletti eccitati, anche lui ansioso di ricevere quelle dimostrazioni d'affetto, egocentrico come tutti i bambini.
Si riscosse, accorgendosi solo in quel momento che gli occhi gli erano diventati lucidi.
Scosse la testa, cacciando le lacrime. Aveva diciotto anni, dannazione. Diciotto anni, e aveva sconfitto Voldemort in persona. Non poteva ancora piangere come un bambino.
Sentì una pacca sulla spalla. Si girò parzialmente.
Ron gli aveva messo una mano sulla spalla, in una muta consolazione. Hermione, accanto a lui, sorrideva, rassicurante. Poi sentì una piccola mano prendergli la sua. Si voltò verso Ginny. E finalmente ricambiò il sorriso a tutti. Non sapeva come avrebbe fatto, senza i suoi migliori amici e Ginny. A loro bastava uno sguardo, per capire.
James intanto posò la testa sulla spalla di Lily. Prima che la rossina potesse contestare, ghignò.
-Prima di ammazzarmi, Evans, ricordati che sono miope. Sto solo cercando di guardare da più vicino Teddy.-
Lily lo guardò, truce, per un secondo. Poi si morse il labbro, ordinandosi di non mettersi a ridere.
Ma all'ultimo momento non ce la fece, e il suo viso si aprì in un ampio sorriso.
-Va bene, Potter, per questa volta passi. Ma che non diventi un'abitudine.-
Il Malandrino ridacchiò.
Stettero un po' in silenzio a guardare Teddy, perso nel suo mondo.
-è un bambino bellissimo.- sussurrò Lily. Sentiva il respiro di James sul suo collo, e stava lottando con tutta se stessa per non arrossire come una ragazzina alla sua prima cotta.
Sentì James annuire, lentamente, contro la sua spalla.
-è il figlio del mio migliore amico.- sospirò Ramoso, infine.

 -Jam...ehm, Robert, mi passi il pane?-
James fece una smorfia, e Lily gli lanciò uno sguardo di scuse. Quella storia di usare i nomi fasulli era per entrambi assurda. E nemmeno la storia dei cugini quadrava più di tanto: James era troppo simile a Harry, per essere semplicemente suo cugino. Comunque, ormai si erano presentati così.
Si trovavano in Sala Grande, per fare colazione. Era passata quasi una settimana, da quando avevano visto Teddy, e James e Lily non facevano altro che chiedere sue notizie. Si erano letteralmente innamorati di quel bambino.
Improvvisamente, la Mcgranitt si alzò.
-Scusate, un po' di silenzio.- lanciò un'occhiata ammonitrice a tutte le tavolate, e il brusio cessò all'istante. -Abbiamo previsto per gli studenti del sesto anno, che oggi vadano a visitare il villaggio Babbano di Bugdefort, e la professoressa Sprite vi farà da guida. Tutti gli studenti del sesto anno si dovranno trovare davanti al portone d'ingresso fra un'ora e mezza esatta. Mi avete capito?Un ora e mezza, non un decimo di secondo di più.Naturalmente, gli studenti che non parteciperanno, a meno che non siano impediti da forza maggiore, verranno severamente puniti.-
Si sentirono vari rumori di protesta, tra cui molte sedie che si spostavano, per uscire in fretta in modo da essere pronti in tempo.
James e Lily guardarono Harry, interdetti.
Non ci avevano capito nulla.
Harry, sentendosi osservato, abbozzò un sorriso.
-Suppongo non vi abbiano detto nulla delle periodiche gite nel mondo dei Babbani.-
Agli sguardi confusi dei due, Harry sospirò.
-Vedete...dopo la sconfitta di Voldemort, per evitare che ricapiti una cosa simile, il Ministro della Magia ha deciso che era arrivato per i maghi il momento di conoscere di più i Babbani...così Babbanologia è diventata una materia obbligatoria per i primi quattro anni di scuola, e, inoltre, periodicamente si organizzano delle gite nel mondo Babbano...oggi a voi è capitato Bugdefort, è carino, noi del settimo anno ci siamo stati il mese scorso. Comunque tranquilli, ci sarà Ginny con voi, se avrete bisogno di qualcosa.-
Sollevò le spalle, come indicare che aveva finito il discorso.
Fu Lily a parlare, scettica.
-Ma, serve veramente a qualcosa?Insomma, i razzisti nascono e muoiono razzisti, credo.-
Harry scrollò le spalle, ma fu James a parlare, con un ghigno.
-Evans, tu sei troppo cinica. Secondo me potrebbe essere interessante, invece.-
Lily scrollò le spalle, perplessa.

-....e poi, sapete, questo villaggio fu spesso visitato persino dalla regina Elisabetta I, si dice persino che venisse qui in incognito solo per ammirare le adorabili pietre che utilizzavano per costruire le case i villeggianti...-
La monotona voce della Professoressa Sprite entrava dalle orecchie degli studenti, raggruppati in una piazza circolare, circondata da casette di impronta rinascimentale.
James sbuffò.
-Che noia!-
Lily ghignò.
-Non eri tu che dicevi che poteva essere interessante?-
Il Malandrino alzò gli occhi al cielo.
-Si ma non...questo. Mi divertirei sicuramente di più, se almeno camminassimo. Quella parla ininterrottamente da due ore!Sembra che neanche respiri!-
In effetti, anche Lily iniziava  a sentirsi stufa. Fortuna che, da quel che aveva detto la professoressa, fra pochi minuti avrebbero dovuto avere un'oretta di pausa, nella quale avrebbero potuto gironzolare come meglio credevano.
Come se non bastasse, l'anziana Professoressa aveva ritirato a tutti le bacchette, per evitare che facessero disastri in giro, così James non si era neanche potuto divertire facendo qualche scherzetto innocente.
-Va bene, ragazzi. Avete un'ora di pausa a partire da ora!Mi raccomando, fra un'ora vi voglio tutti qui!fate i bravi,e...-
Mentre la Sprite ancora parlava, si sentirono parecchi sospiri sollevati. Quella tortura era finalmente finita.
Ginny si avvicinò a James e Lily, con un sorriso, mentre la folla si disperdeva in giro.
-Come va?-
James roteò gli occhi.
-è stata un'esperienza piuttosto traumatica, grazie.-
Ginny rise.
-La Sprite è sempre così. Tutto sta nel rendere interessante le visite. Vi assicuro che quando ci andiamo con Hagrid, ci si diverte sicuramente di più.-
Anche James ridacchiò.
-Andiamo?-
La rossa dagli occhi castani annuì.
-Dove volete andare?Prima ho visto un negozio dove fanno degli ottimi panini con il formaggio fuso, il gestore è italiano. Andiamo lì, così prima mangiamo qualcosa?-
James e Lily annuirono. Era da parecchio che i loro stomaci brontolavano.
Arrivarono davanti al bar, dopo una breve camminata. Quel villaggio, in fondo, era decisamente piccolo.
-Sembra un posto carino.- fece Lily, guardandosi intorno.
-E poi da dentro arriva un profumo...- continuò James, ghignando.
La grifoncina alzò gli occhi al cielo, mentre Ginny sorrideva.
-Sempre a pensare al cibo, tu.-
-Voi dirmi Lily, che tu non ci hai pensato fino ad ora?-
Lily rise. Touchè. Fece per aprire la porta, ancora sorridendo, quando improvvisamente qualcuno uscì dalla porta, bruscamente, facendola sbalzare a terra.
-Ehi, ma chi diavolo...- fece, tentando di alzarsi, massaggiandosi il fondoschiena.
-Ragazzina, non si chiede nemmeno scusa?- un ragazzo biono e obeso stava davanti a lei, guardandola indignato.
Lily si infervorò.
-Cosa?Ma chi diavolo ti credi di essere?Sei stato tu che...-
-Dudleino di mamma, che succede?-
Dalla porta del locale era uscita una donna alta, dai tratti cavallini.
Lily spalancò gli occhi.
La donna la vide, e strabuzzò gli occhi, facendo un passo indietro.
Quegli inconfondibili occhi verdi.
-Petunia...?-
I capelli cremisi, la pelle diafana.
Lily.
La donna, se possibile, impallidì ancora di più.
Afferro il braccio di suo figlio, tentando di strattonarlo dietro di se.
-Mamma?conosci questa ragazza?-
Dudley lanciò un'occhiata di sbieco a Lily, capendoci sempre meno.
James intanto guardava Lily, preoccupato, e Ginny era impallidita. Accidenti, quella non ci voleva.
-Petunia...hai...hai avuto un figlio..?-
La donna, finalmente, si decise a parlare. Strattonò forte il figlio, riuscendo finalmente a portarlo dietro la schiena, facendogli da scudo.
-Stai lontana da lui.- urlò, con voce isterica.
-Cosa...?Io...io non ho...Petunia, io...-
Lily era incredula. Quella era sua sorella? Non avrebbe dovuto avere più di una cinquantina d'anni, eppure ne dimostrava decisamente di più. Il collo era ricoperto da una fitta ragnatela di rughe, le tempie erano tirate. L'invidia, il rancore, l'avevano ridotta in quello stato?
E ancora, dopo tutti quegli anni, Petunia la odiava?
-Mamma?Chi è questa ragazza?-
Petunia per un attimo esitò. Sua sorella. Quella ragazza era sua sorella.
Poi strinse gli occhi a fessura, con l'espressione diffidente.
-Nessuno, Dudley. Non è nessuno. Ora andiamo.-
Si voltò, non notando che Lily aveva abbassato la testa, mortificata.
Quando ebbe fatto qualche passo, però, la voce flebile di Lily la raggiunse, di nuovo.
-è tanto difficile?- si voltò, lanciandole un'occhiata gelida. Ma Lily teneva gli occhi bassi. -è tanto difficile da dire, che sono tua sorella?-
Petunia rimase un attimo interdetta. Per un breve secondo, avrebbe voluto abbracciare quella sorella perduta per tanto tempo. Si chiese se aveva lo stesso profumo di sempre, la sua piccola Lily.
Poi Dudley spalancò gli occhi.
-Lei è...- Petunia si riscosse. Cosa le era venuto in mente'Sua sorella era un mostro. E se ne era andata. Era morta, sua sorella. Morta.
-Non è nessuno, Dudley.-poi si rivolse a Lily. -Non so da quale inferno tu sia venuta fuori, ma io ho smesso di avere una sorella da molto tempo.-
Esitò un secondo. Ma Lily non rispondeva, sempre con gli occhi rivolti a terra.
Poi si girò, e, senza una parola in  più, se ne andò.
Lily sobbalzò, mentre sentiva i passi della donna allontanarsi.
Non potè impedire ai suoi occhi di diventare lucidi.
-Lily...- era James.  Le accarezzò il viso, mettendosi davanti a lei.
Poi le alzò il mento, con una mano. Gli occhi della rossa erano ricolmi di lacrime. A James si strinse il cuore. Quanto avrebbe voluto uccidere quella Petunia, in quel momento.
-Lily, non...-
-James, non lo voglio.- la voce era rotta. James sentì una pugnalata in mezzo al cuore.
-Cosa?- sussurrò.
Lily scosse la testa. Non doveva piangere. Non avrebbe pianto.
-Non lo voglio, questo futuro.Nemmeno...nemmeno Petunia...- mormorò.
E James non potè fare a meno di abbracciarla, stretta, sentendo un groppo in gola, lasciando che le silenziose lacrime di Lily gli bagnassero la spalla.







Ciaooooo eccomi qui ^^ allora, volevo fare una precisazione...non so se si capisce(no ndvoi) qui c'è un equivoco. La frase di petunia vuole dire "non so come tu abbia fatto a resciuscitare, perchè tu sei morta, e nn potresti essere qui" mentre, naturalmente, lily la interpreta come un "non saresti mai dovuta nascere" per come la vedo io, Petunia  e Lily non si riconcilieranno mai, per il semplice motivo che nel frattempo sono nati troppo equivoci, troppo rancore, troppa rabbia, soprattutto da parte di petunia. ormai il danno è irreparabile.
bene, passo ai ringraziamenti, scusate se sarò sbrigativa:

zukkyna: Ti rispondo via msn che è meglio XD ahahaha...si vede che ho una voglia matta di  fare qsti cosi alla fine, eh XD

__granger: sono contenta che ti sia piaciuto ^^ a a proposito, sei tu che mi hai mandato una mail?no xk nn capivo se eri tu o no ^^ se eri tu mi ha fatto davvero piacerissimo, grazie mille...scusa se sn sbrigativa, è che sono di fretta ^^ giuro che ti risponderò meglio ^^

Maira_Hermione96: muahahahahah...tu amica talpa mi fai morire XD ahahaha...grazie della recensione, riesci sempre a mettermi di buon umore ^^ e tranquilla, anche se sei l'unica a aver scritto quelle cose, nn sei pazza =P cioa amica taaaaalpa!!

alemalfoy: ciaooooooooo!!!che bello risentirti ^^ scusa se nn recensisco mai, ma davvero al pc ci vengo ad ogni morte di papa =___= cooomunque...nn sai qnt mi ha fatto piacere la tua recensione, davvero!!!a e cmq, in realtà neanche la mia Lily è la Prefetto Perfetta, semplicemente, nel primo capitolo Emmeline la prende in giro perchè sa benissimo che non è così...insomma un po' come se  a me dicessero che sn normalissima qnd invece tutti sanno benissimo che sn pazza XD ok ho preso un esempio infelice...dettagli XD grazie per la recensione, mi hai riempito il cuore ^^ un bacio, a prestissimo ^^

PrincessMarauders: eeeeeeeee, nn posso dirti quando e se sapranno di essere morti...però se rileggi l'introduzione sono sicura che ti verràun'illuminazione XD  dimmi se ti è piaciuto l'incontro con teddy e tutto...

MissRainbow: tranquilla, Lily nn si offende...dice che puoi ammirare james quanto vuoi, basta che gli stai a tre km di distanza XD ahahahah...al massimo fai come faccio io, e ti avvicini di nascost...noooo lilina, stai calma, scherzavo!!1ahahahah...coooomunque...si, ho già tutta la storia in testa...e bè, il mio scopo è quello di stupire, quindi suppongo vada bene così XD cmq dimmi se a un certo punto pensi che esageri XD

ramoso4ever95. sei pazza??le tue recensioni noiose??non provare mai più a dire una cosa del genere, a me piacciono sempre le tue recensioni =P ahahahah...e tranquilla se nn recensisci spesso =P

oOoPRONGSIEoOo: ma naturalmente nn posso vivere senza le tue recensioni XD come va la scuola?spero meglio!!grazie per i mille complimenti...e...no, Lily nn si è neanc'ora svegliata...però succube del fascino di james ormai un po' lo è XD e come si farebbe a non esserlo?ahahaha...scusa se nn ti risp bene, è che sn di frettissima ^^ un bacio, spero che ci beccheremo su msn presto ^^

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Capitolo 5
*** Amici? ***


cap 5 Lily era seduta sul letto, con lo sguardo puntato verso la finestra, che rifletteva. Ormai il cielo era ricoperto da una fitta coltre scura.
Sentiva lievemente lo scrosciare della doccia proveniente dal bagno.
Sorrise.
Il Malandrino le era stato accanto per tutto il ritorno dal piccolo villaggio. Le aveva preso la mano, stringendola fra la sua, con discrezione, senza farsi vedere da nessuno, ma allo stesso tempo rassicurandola. Poi, quando finalmente erano arrivati al castello, aveva subito annunciato di volere farsi una doccia. Per levarsi il sudore, aveva detto, ma Lily aveva scorto, dietro quelle iridi, la volontà di lasciarla cinque minuti da sola, in modo da schiarirsi le idee.
Sospirò, chiudendo per un secondo gli occhi e massaggiandosi la testa.
Avrebbe tanto voluto cancellare quella giornata.
L'immagine di sua sorella le tornò nella mente, con prepotenza.
Non si aspettava di certo che l'accogliesse con un ampio sorriso. In fondo, era Lily Evans vent'anni più giovane. Razionalmente avrebbe fatto fatica ad accettarlo persino lei. Ma non era stato quello, il problema. Il problema era stato l'astio che era uscito dalle labbra di sua sorella. Astio, rabbia, rancore. Lily aveva sempre pensato, sperato, che con il tempo sua sorella abbandonasse la diffidenza nei suoi confronti. Era sicura che a un certo punto loro sarebbero tornate a ridere insieme, come una vera famiglia.
Ma, da quello che aveva visto, non era stato così.
Sua sorella l'aveva cancellata.
Non so da quale inferno tu sia venuta fuori, ma io ho smesso di avere una sorella da molto tempo.
Sussultò.
Quelle parole l'avevano ferita più di quanto lei stessa volesse credere.
Io ho smesso di avere una sorella da molto tempo.
Come erano arrivate a quel punto?Possibile che da una stupida, sciocca invidia si potesse arrivare a disprezzare una sorella in quel modo?
E pensare che tutto era partito da una stupidissima lettera che lei aveva letto per pura curiosità, spinta da qualcun'altro, per giunta.
Del tutto inaspettatamente, all'improvviso, le balenarono nella testa altre parole, dette da altre labbra. Labbra che aveva considerato amiche, un tempo.
Non mi serve l'aiuto di una piccola, schifosa Mezzosangue.
Gli occhi le si appannarono, per un secondo. Era impreparata a quell'attacco meschino che le aveva teso la sua mente.
Era da tanto che non pensava a Severus. Il loro rapporto era andato sgretolandosi, di anno in anno, fino ad arrivare al punto di rottura. Ci era stata male, i primi tempi, ma dopo un po' era passata, e si era accorta quasi con stupore che in realtà se l'aspettava. Ognuno aveva scelto la propria strada da molto tempo, ormai.
Eppure.
Eppure quelle parole le bruciavano, ancora.
Piccola, schifosa Mezzosangue.
Tutte le persone di cui si fidava di più, erano destinate ad abbandonarla?
Non so da quale inferno tu sia venuta fuori.
Piccola schifosa Mezzosangue.
Ho smesso di avere una sorella da molto tempo.
Severus, ci sono problemi ad avere genitori Babbani?No, Lily, tranquilla.
Piccola schifosa Mezzosangue.
Tu sei un mostro!Vattene nella tua scuola per mostri, io non ci voglio avere niente a che fare!
Improvvisamente, la colse un senso di claustrofobia.
Quella stanza era troppo piccola.
La sua testa era troppo piccola per contenere tutte quelle voci.
E quella stanza era troppo piccola, troppo poco familiare, troppo poco...sua.
In quel momento, lei avrebbe dovuto essere nel Dormitorio Femminile, con Emmeline, Mary, Marlene e Alice.
Avrebbe dovuto essere nel suo tempo, a preoccuparsi solo di cosa l'aspettava il giorno dopo, magari facendo contemporaneamente progetti per le vacanze Pasquali.
Non so da quale inferno tu sia venuta fuori.
Si alzò, velocemente. Aveva quasi il respiro affannoso.
Doveva uscire da quella stanza.
Aveva bisogno di sentirsi a casa, per un attimo.
Aveva bisogno di tornare alla sua realtà.
Quasi quasi, avrebbe gradito anche una richiesta di uscita da parte di Potter.
Quantomeno, era normale. Prevedibile.
Chiuse gli occhi. Si costrinse a respirare profondamente. Doveva rimanere calma, andava tutto bene.
Doveva uscire da quella stanza.
Si avviò verso la maniglia della porta, a passi svelti, e l'aprì.
Si bloccò solo un secondo, davanti alla porta, senza nemmeno preoccuparsi di chiuderla bene. Fece saettare gli occhi verdi da destra a sinistra, velocemente.
Poi prese a camminare, a passo spedito, senza voltarsi indietro.
Attraversò la Sala Comune, senza nemmeno guardare chi c'era. Non voleva vedere nessuno che non fosse del suo tempo, in quel momento.
In testa, ancora le rimbombavano quelle parole.
Tu sei un mostro.
Ho smesso di avere una sorella da molto tempo.
Non è nessuno, Dudley!Andiamo!
Non mi serve l'aiuto di una piccola, sudicia Mezzosangue!
-Ehm...scusa?-
Lily sussultò, tornado alla realtà. Si trovava in un corridoio dei tanti di quella scuola, senza ricordarsi come ci fosse arrivata. Guardò meglio cosa, o meglio chi, l'aveva distratta dal turbinio dei suoi pensieri.
Davanti a lei stava un ragazzo, non molto più alto di lei, dai capelli castani, sorridente.
Lo osservò con più attenzione.
Gli occhi erano verde chiaro, sovrastati da due folte sopracciglia scure.
-Si?- disse, non capendo affatto cosa volesse quello sconosciuto da lei. Lei voleva solamente trovare un posto dove starsene in pace, e a casa.
-Tu sei Alice Carter, giusto?-
Lily rimase interdetta, per un secondo. Poi realizzò. In quel dannato mondo, lei era Alice Carter. Per poco non digrignò i denti. Sarebbe esplosa, ne era sicura.
Annuì, non fidandosi della sua voce. In quel momento le sarebbe uscito un tono isterico.
Lo sconosciuto le sorrise, affabile, e allungò una mano.
-Piacere, io sono Thomas. Sai, io...è da un po' che volevo parlarti.-
Solo in quel momento Lily notò la cravatta verde-argento che spuntava dal colletto della camicia del ragazzo.
Cosa diamine voleva un Serpeverde da una ragazza con il cognome palesemente Babbano?
Costrinse il suo istinto, che stava andando automaticamente sulla difensiva, a tranquillizzarsi. Cercò di assumere un tono cordiale.
-E cosa volevi dirmi...?-
Era sicura che ora si sarebbe arrivati agli insulti. Non vedeva altro motivo per cui un verde-argento sconosciuto potesse desiderare di parlarle. Chissà se questo Serpeverde aveva un po' di fantasia, o avrebbe optato per il classico e mai superato sporca Mezzosangue.
Poi mentalmente si diede della stupida. Da quando in qua accettava così di buon grado uno stereotipo come quello?Non era detto che tutte le Serpi avessero intenzioni malvagie.
E si accorse con stupore che quasi quasi voleva che quel Serpeverde la insultasse. Sarebbe stato un barlume di normalità in tutta quella situazione.
Si ritrovò, con ansia, ad aspettare qualche spregievole appellativo.
Si, doveva essere completamente impazzita.
Nel frattempo Thomas aveva portato una mano sulla nuca, imbarazzato.
-Bè, ecco, vedi, tu sei molto carina...mi chiedevo se...-
La grifoncina spalancò gli occhi, e per poco la sua mascella non toccò a terra. Si costrinse a darsi un contegno.
Desiderò con tutta se stessa che Thomas non continuasse la frase.
-...se ti andrebbe di vederci, qualche volta. E...bè, spero di essere stato il primo a chiedertelo, perchè tutti i miei amici volevano strapparti un appuntamento. Si lo so, magari sei una delle tante che trovano ripugnante uscire con noi Serpeverde, soprattutto dopo la Guerra tutti dubitano di noi, ma...-
A Lily venne voglia di ucciderlo. O di sbattere la testa contro il muro.
Dove erano finiti i Serpeverde di una volta?quelli senza scrupoli?Quelli orgogliosi?Quelli che non dovevano chiedere mai?
Dove era andata la sua dannatissima normalità?
Per poco non le vennero gli occhi lucidi. Lei voleva il suo fottutissimo mondo, e che diamine.
Intanto, il ragazzo attendeva.
-Io..-
A salvarla in extremis, fu una voce.
-Alice!- Lily si voltò, lentamente, per poi vedere James, bello come il sole, avvicinarsi a lei, con passo sicuro, uno sguardo Malandrino che faceva brillare gli occhi nocciola.
Alla rossina venne voglia di baciarlo, da quanto gli era grata.
-Ti stavo cercando ovunque!-
-J..Robert.- disse lei, con voce flebile.
Lui la guardò un secondo, poi squadrò il Serpeverde. Puntò di nuovo il suo sguardo sulla rossina, e capì, come sempre.
-Ti ha scritto Bob.- fece, senza quasi riflettere.
La grifoncina lo guardò, confusa.
-Bob?-
James fece un ghigno. Poi alzò gli occhi al cielo, fingendosi esasperato.
-Per Merlino, Alice!Sei qui da una settimana  e già ti dimentichi del povero Bob?Sai, il tuo ragazzo...quello che non passa dalle porte da tanto è grosso...quello che per poco non mi ammazzava di botte solo perchè ho osato accarezzarti i capelli, hai presente?e fortuna che sono solo tuo cugino...altrimenti, chissà cosa mi faceva...-
Lily, finalmente capì dove volesse arrivare il Malandrino. Rizzò la schiena, e sorrise, stando al gioco.
-Ah, Bob!Ovvio che non me ne sono dimenticata, idiota!Ero semplicemente sorpresa, tutto qui.-
Intanto, il povero Serpeverde era lievemente impallidito. Indietreggiò di un passo.
-Ah...scusami, Alice, non lo sapevo, davvero. Prometto che non ti disturberò più.-
Detto questo, rosso in viso, sgattaiolò via.
I due Grifondoro rimasero un momento in silenzio.
Poi Lily fece un sorrisino, con aria divertita.
-Bob?-
James ghignò, scrollando le spalle.
-è il primo nome che mi desse l'idea di uno muscoloso e senza sale in zucca che mi è venuto in mente.-
Lily ridacchiò.
-Grazie, comunque.- sospirò. -Non sapevo più dove sbattere la testa.-
Ramoso sorrise.
-Dovere.-
-Come hai fatto a trovarmi?-
Il ghigno che si dipinse sul volto del giovane non prometteva nulla di buono.
-Ho i miei mezzi, Evans. Tu, piuttosto, cosa ci facevi qui?-
Lily fece un profondo respiro, e distolse lo sguardo.
-Avevo bisogno di pensare.- sussurrò, continuando a non guardarlo. James era troppo bravo a capirla, e in quel momento lei aveva paura che l'avesse giudicata una stupida, se avesse saputo cosa le passava per la testa.
E di nuovo, le parole della sorella la colpirono.
Tu sei un mostro.
Lui la fissò, per un attimo interminabile.
-E cosa voleva la Serpe?- mormorò, con cautela. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava, ma voleva che fosse Lily, a parlargliene.
Lei sbuffò.
-Voleva chiedermi di uscire. Ti rendi conto?Persino i Serpeverde sono totalmente cambiati. Una volta uno di loro non mi avrebbe mai chiesto di uscire...e che diamine, per loro sono una Mezzosangue!-
James la guardò, serio. Ma Lily non sembrava volersi voltare.
Allora fece un ghigno.
-Ti sbagli, Evans. Non ti chiedono di uscire semplicemente perchè sanno che se lo fanno, si potrebbero ritrovare con qualche arto in meno grazie al sottoscritto.-
Lily rise, prendendosi il volto tra le mani. Stava per crollare, se lo sentiva.
Per un attimo calò il silenzio. La rossa non sembrava intenzionata a rialzare il viso dai suoi palmi.
James le accarezzò la testa.
-Lily...-
-Vorrei solo un po' di normalità, non mi sembra di chiedere troppo.- la voce era attutita, quasi un sussurro.
Il moro sentì chiaramente il suo cuore stringersi , affranto.
E non trovò di meglio da fare che cingerle la vita e trarla a se, con delicatezza.
La strinse al petto, sentendo che faceva lunghi respiri, probabilmente per calmarsi.
-James...-
-Dimmi, Lily.-
-Quante altre cose orribili scopriremo?Remus...Petunia...-
-E non dimentichiamoci Harry, prova vivente del fatto che alla fine cederai al fascino di James Potter.-
Lily rise, grata per quel tentativo di farla ridere.
Sentiva il cuore di James pulsarle sotto l'orecchio. E in fondo, non lo trovava affatto spiacevole. Anzi, aveva la netta impressione che il suo cuore stesse aumentando i battiti a dismisura, sentendo quel piacevole suono.
Si ritrovò ad ammettere, quasi senza resistenza, che ormai James non le era più tanto indifferente come un tempo. La battuta che aveva fatto James, quindi, poteva considerarsi quasi profetica.
Alla faccia della normalità. La prima a starsi comportando non in maniera normale, dunque, era lei.
Fantastico.
-Voglio tornare a casa.- mormorò, contro il petto di James.
Lui la scostò un po', per guardarla negli occhi.
Quanto gli piacevano, quegli occhi. Tutto ciò che Lily dissimulava con la voce, con i gesti, con le risate,  appariva invece lampante nei suoi occhi. Era talmente abituato a guardarla, che ormai leggerli gli veniva con una facilità assurda.
Ma era una lettura di cui non si stancava mai. C'era sempre qualcosa di nuovo. Gli occhi di Lily non erano mai monotoni.
Gli venne un'idea. Sorrise, prendendole una mano.
-Vieni?-
Lei fece una faccia spaesata.
-Dove?-
Ramoso ghignò.
-Per una volta, Evans, fidati.-
Lily aggrottò la fronte, perplessa, ma decise di lasciarsi guidare.  
Quando però giunsero al grande portone d'ingresso, Lily si bloccò, preoccupata.
-James, ma cosa...-
Lui fece una faccia divertita.
-Tranquilla, Evans. Non stiamo trasgredendo nessuna regola. Non è un reato, uscire a farsi una passeggiata, giusto?-
Lei lo guardò male.
-Ti è sfuggito il dettaglio insignificante che siamo ben oltre il coprifuoco, Potter?-
James ghignò, lo spirito da Malandrino completamente attivo.
-Forse mi è sfuggito, si. Ora, se hai finito, potremmo uscire.-
Lily lo guardò, indignata da tanta sfacciataggine. Solo che a quel punto, il moro sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, lasciandola per un minuto buono senza la capacità di intendere e di volere.
Accidenti, pensò, devo piantarla di farmi incantare così. Cavolo, Lily, è Potter!Cos'ha di così speciale?A parte il sorriso abbagliante. E gli occhi incantevoli. E...
Lily! Smettila subito!Non lasciare che gli ormoni parlino per te, chiaro?Stiamo parlando di James Potter, e che cavolo!
Tanto per non fare la figura della stupida, distolse lo sguardo, percorrendo quel pochi passi che li separavano dal portone.
Lo aprì, con un sospiro. Stava infrangendo tutte le regole possibili e immaginabili, soprattutto quelle che per anni si era imposta a se stessa.
Quando fu uscita, attese che James la raggiungesse, chiudendo anche l'ultimo spiraglio di luce che proveniva dal portone. Quando le fu accanto, le sorrise di nuovo, allegro.
Lei sollevò un sopracciglio, con fare eloquente.
-Allora?- chiese, brusca, ancora contrariata da tutta quella situazione.
Lui si limitò a sorriderle per l'ennesima volta, e a incamminarsi verso il Lago Nero, con assoluta tranquillità.
Lily intanto si chiedeva dove diavolo la stesse portando.
Dopo alcuni metri fatti senza dire una parola, James si fermò, guardandosi intorno.
Poi ghignò, voltandosi verso Lily, stando bene attento a qualsiasi tipo di reazione da parte della ragazza.
-Siamo arrivati.- disse.
Lily si guardò attorno, con la fronte aggrottata. Poi inarcò le sopracciglia.
-Questo è il Lago Nero.-
Il Malandrino fece un ghigno, vedendo la faccia confusa di Lily.
-Si.- si limitò a dire. Voleva vedere se ci arrivava da sola.
-Potter, mi hai fatto infrangere una decina di regole solo per farmi vedere il Lago Nero?-
Lui rise.
-Non eri tu che volevi la normalità?-
Lily lo guardò, più confusa di prima. Non capiva dove volesse arrivare Potter. Ma non poteva di certo farsi vedere che non capiva! inarcò un sopracciglio.
-Hai ragione. Effettivamente, la mia voglia di buttarti nel lago è perfettamente normale.-
Lui alzò gli occhi al cielo, divertito.
-La solita violenta.- poi con un colpo di bacchetta fece apparire una coperta, che stese sul terreno, per poi sedersi, come se nulla fosse.Poi sorrise.
-Lily, guardati intorno.- ampliò il sorriso, vedendo che la rossina obbediva, spostando lo sguardo lentamente attorno a se. -Il parco, il Lago...Hogwarts, da fuori è sempre la stessa. è rimasta immutata nel tempo. Eccola, la  normalità. Per un attimo, possiamo fingere che sia il 1976, senza salti temporali, senza niente. Per un po', possiamo fingere che sia tutto normale.-
Lily sgranò gli occhi, finalmente capendo. Potter l'aveva portata lì solo per farla sentire meglio. Per farla sentire, per un attimo, di nuovo a casa, nel suo tempo. Si sentì il cuore riempirsi di gratitudine. Le venne in mente che era una stupida. Quanti anni aveva passato a detestare Potter! E perchè, poi?Non riusciva nemmeno quasi a ricordarselo. Certo, lanciava incantesimi ovunque, faceva il bulletto, era strafottente. Si accorse che si era sempre soffermata a valutare quel carattere, senza mai chiedersi se in Potter ci fosse qualcosa di più di quello. Aveva giudicato superficiali tutti quelli che gli andavano dietro come dei burattini nelle sue mani, ma forse era lei, l'unica superficiale, l'unica che non si era accorta del tesoro che aveva tra le mani.
Per un secondo, provò quasi compassione per la vecchia Lily Evans, quella che non si era mai data la briga di scavare più a fondo nell'animo di James, arrivando a detestarlo e evitarlo come fosse una brutta malattia, perchè quella Lily Evans era una Lily Evans a cui mancava sicuramente qualcosa.
Si sedette, con cautela, osservando James, ancora immersa nelle sue riflessioni.
Improvvisamente, sentì come di dovergli qualcosa. Lui aveva fatto tanto, per lei. L'aveva consolata, le era stato vicino. Tanti non l'avrebbero fatto, lo sapeva. In quei pochi giorni, James si era limitato a comportarsi come si comportava tutti i giorni, con i suoi amici.
Gli sorrise, e lui ricambiò, con naturalezza.
Avrebbe potuto baciarlo. Avrebbe potuto gettargli le braccia al collo, dirgli che lo amava, come uno di quei film Babbani che riscuotono tanto successo tra il pubblico.
Ma quello non era un film. Non era quello ne il modo, ne il momento adatto. Qualunque cosa potesse succedere, poteva attendere ancora un po'. Non si risolvevano anni di disprezzo con un bacio, non era giusto nei confronti di James.
Ma questo non voleva dire che non si dovesse incominciare, da qualche parte.
Spostò lo sguardo verso il Lago, che ormai faceva tutt'uno con il cielo scuro della notte.
-Grazie, James.-
Lui sorrise.
-Di niente, Lily.-
Lei guardò il cielo. La luna era tonda, perfetta nella sua luminosità.
-Sai, alla fine non è così male. Essere finita qui con te, intendo.- gli lanciò un'occhiataccia, per smontare subito il ghigno che si andava dipingendosi sulla faccia del Malandrino. -Non iniziare subito a montarti la testa, Potter.- poi sorrise. -Intendo dire che so benissimo che molte persone, al tuo posto, non avrebbero retto i miei attacchi isterici. Molto probabilmente mi avrebbero mandato a quel paese già da un pezzo.Quindi...grazie. Ecco tutto.-
James la guardò. Era imbarazzata, lo vedeva da come guardava in alto, senza in realtà vedere niente, facendo in modo che i suoi occhi fossero il più nascosti possibile. Lily sapeva bene che lui era in grado di smascherare qualsiasi suo pensiero solo guardandola negli occhi.
Spostò anche lui lo sguardo sulla luna. Per un attimo si intristì, vedendola piena. Sarebbe dovuto essere con Remus, in quel momento. Poi però sorrise.
-Anch'io sono contento di essere capitato qui con te, nonostante tutto. Se con me ci fosse stato Remus, o peggio Sirius, non so cosa avrebbero fatto. E...anch'io ti devo ringraziare, Evans, per molte cose. Prima di tutto, per non avermi ancora ucciso.-
Lily rise.
-Direi che, ora come ora, potremmo anche considerarci amici.-
Lily fece finta di strozzarsi. -Potter, queste notizie sconvolgenti me le devi dare con un po' di preavviso, se non vuoi che muoia sul colpo!-
James rise, e anche Lily si unì a lui. La risata di Lily si spense con un sorriso.
-Comunque suppongo che si, possiamo considerarci amici. Ma non montarti la testa!-
James fece un'altra risata. Era così bello ridere insieme. E, per ora, sarebbe bastato.

Harry era seduto su uno dei divanetti rossi della Sala Comune che si massaggiava la testa, e intanto osservava Lily, seduta ad un tavolo, che scriveva su un foglio di pergamena.
Quando lei e James erano rientrati, l'ora di cena era già passata da un pezzo.
Sotto vivo consiglio di James, e sotto debole protesta di Lily, avevano fatto una capatina alle cucine, per mangiare qualcosa.
Dopo, erano rientrati alla Torre dei grifondoro, ancora che ridevano e scherzavano. E lì avevano trovato Harry.
Era da un po' che il ragazzo guardava Lily.
Non capiva cos'era, ma le sembrava diversa. Più...non sapeva come definirla. Gli occhi non celavano più tutta quella preoccupazione che l'aveva caratterizzata prima. Il suo volto non era più in perenne tensione, come se si fosse aspettata che succedesse qualcosa di catastrofico da un momento all'altro.
Era quasi rilassata.
Avrebbe tanto voluto chiederle dove erano stati fino a quel momento lei e James, ma non voleva farsi gli affari loro. James era di nuovo uscito dal buco del ritratto, dicendo che doveva fare una cosa. Cosa, nessuno lo sapeva. E Lily aveva deciso di aspettarlo, scrivendo intanto qualcosa. Lily amava scrivere. Pochi erano a conoscenza di quanto lei amasse il suono che faceva la piuma mentre sfrigolava sulla pergamena, o di quanto si divertisse a trovare accostamenti di parole sempre nuovi. Spesso non scriveva niente di particolare - quasi sempre i suoi scritti finivano direttamente nel cestino- ma l'idea di scrivere le piaceva tantissimo.
Harry sospirò, spostando il suo sguardo sul fuoco. Aveva un mal di testa come pochi. Maledetta Luna, gli aveva attaccato la febbre, a forza di voler parlare con lui di Nargilli e simili. Sbuffò sonoramente, senza accorgersi che intanto Lily aveva puntato lo sguardo smeraldino su di lui.
-Harry?- Harry sobbalzò, notando finalmente che Lily lo stava guardando, quasi preoccupata. Era così strano averla lì. Così bello.
-Dimmi.-
Lily posò la piuma, e lo guardò fisso negli occhi per un po', facendolo sentire quasi a disagio. Poi fece un lungo, profondo sospiro.
-Non devo essere stata una madre molto presente, vero?- mormorò.
Harry sobbalzò, spalancando gli occhi. La fissò. Aprì la bocca, e poi la richiuse.
-Come...cosa...-
Lily scrollò le spalle, fingendo noncuranza.
-I tuoi occhi.-
Harry aggrottò la fronte.
-Cosa?-
Lei sospirò.
-I tuoi occhi. Sono...sono gli occhi di un ragazzo cresciuto troppo in fretta.- scrollò le spalle. -Non lo so, forse è dovuto anche alla guerra che hai vissuto. Però...non lo so, anche da come guardi me e James. Come se ci vedessi per la prima volta. Non lo so, sono solo supposizioni.-
Harry la guardò, sbalordito. Fece un lieve sorriso.
-Questo vuol dire che credi al fatto che sia vostro figlio?-
Lei lo guardò, seria. Poi sorrise, lievemente.
-Non ne sono affatto sicura. Però...però se è stato possibile che io e James diventassimo amici...bè, non posso escludere totalmente che..che possa succedere qualcosa, in futuro, ecco.-
Lui la guardò, felice. Finalmente vedeva un barlume di speranza.
Poi ripensò alla domanda che gli aveva fatto Lily.
Non sono stata una madre molto presente, vero?
Come faceva a risponderle che era vero, ma che non era stata colpa loro?Che non doveva sentirsi in colpa?Perchè la preoccupazione di Lily celava un senso di colpa profondo.
Quanto avrebbe voluto spiattellarle tutto, in quel momento.









Ce l'ho fattaaaaaaaaaaaa XD mi sento potente XD ho diviso questo capitolo in due...circa...perchè sennò veniva lunghissimo =__=  mi scuso per il lieve ritardo di questo capitolo...e mi scuso in anticipo per il prossimo, che arriverà molto probabilmente in ritardo, perchè questa settimana a scuola hanno deciso che sarebbe molto divertente ucciderci con lentezza e sadicamente -.- coooooomunque...bè, Lily si sta svegliando. Questo capitolo è uno dei primi a cui avevo pensato, prima di iniziare a scrivere. Ci tenevo molto, anche se in realtà è completamente diverso dall'idea originale: all'inizio ci doveva essere Ron, si dovevano dire delle cose e nn se ne dovevano dire delle altre. nel complesso, spero sia venuto bene. Prima di passare ai ringraziamenti, volevo dire una cosa:

Un grazie speciale alla mia Forza di Volontà...e chi vuole intendere intenda XD si, signori, perchè la mia forza di volontà ha un nome, un cognome, e anche un soprannome XD muahahah XD
E grazie a chi mi ha aggiunto tra i preferiti...neanche con a metàho raggiunto una tale quota in così poco tempo O.O grazie, davvero.

e ora...i cosi ufficiali XD

 Miss Rainbow: oddio tu mi fai troppi complimenti XD addirittura un genio?XD bè...grazie XD e grazie ancora per la tua storia...mi sono commossa, è stata una cosa così inaspettata XD e pensare che l'ho letta quasi per caso:devi sapere che sn orba, quindi metà storie nn le vedo xk sn mezza cieca XD e tranquilla, va bene anche s eesageri, anzi XD ahahah...dimmi cosa ne pensi di qst capitolo ^^ un bacione, e grazie!

oOoPRONGSIEoOo:  ciaooooooooo ^^ è da un sacco che non ci sentiamo...spero che inizino a stressarti un po' meno O.O povera, nn sai qnt ti capisco...cmq si, in effetti molti hanno detto che odiano petunia, ma...in fondo è una reazione piuttosto normale...e, si, Lily si aspoettava quantomeno di aver recuperato negli anni il rapporto...almeno ci sperava ^^ davvero ti stai innamorando sempre di più di James?muahahahah...pure io XD ok basta... hai visto che Lily si è svegliata?cara lei ^^ con calma arriva anche Lily ^^ muahahah ^^ spero di sentirti presto =( un bacio...!!!!

_granger: ciao!!!!allora...grazie per i mille complimenti ^^ se vuoi il mio contatto msn è lussissa@hotmail.com...nn te l'ho scritto via mail xk mi sta facendo un casino assurdo, lasciamo perdere ^^ dimmi cosa ne pensi anche di questo capitolo ^^ un bacio!

alemalfoy: davvero odi Harry?O.O oddio, mi devi volere veramente bene, allora, se stai leggendo una storia dove lui è quasi il co protagonista XD ahahaha...grazie per i complimenti...!!!!sono così contenta di riuscire ad esprimere bene i sentimenti dei personaggi...xk in effetti in quella parte doveva fare pena, Harry.  ^^ grazie di tutto, sei sempre gentilissima!!!!!!un bacio ^^

zukkyna: siiiiiiiiii teddy è pucciosooooooooo XD e nemmeno io so il significato del termine, ma lo uso spesso XD muahahahaha.....DETTAGLI, no???ahahahaha...davvero l'avevi intuito, il significato di quella frase?che bello allora vuol dire che nn faccio tanto schifo ^^ muahahahah...sono masochista, come vedi, e desidero che tu mi tranci in due Xd e Lily...Lily lily...si è svegliata, grazie al cielo XD muahahah.dio, qsti cosi alla fine mi stanno uccidendo, si nota?muahaha XD a fra tre secondi, Forza di Buona volontà XD un bacio!

Sherry: nuova lettrice, che bello ^^ grazie, sn contenta ti sia piaciuto ^^ fammi sapere come trovi questo cap! un bacio!

Princessmarauders: nessuna illuminazione'davvero?peccato XD bè nn manca molto perchè ti venga, tranquilla XD grazie di tutto, sn contenta che ti sia piaciuto ^^

jaily: tranquilla, nn importa ^^ cmq mi dispiace che ci sia stato un fraintendimento:nn intendevo che due cugini nn possano essere uguali...ma che, siccome tutti più o meno conoscevano la storia familiare di Harry, e di consegiuenza chi-assomigliava a chi, poteva risultare un po' strano, tutto qui ^^ ehm nn so se mi sn spiegata...pronbabilmente no ma dettagli =P  cmq hai fatto bene a dirmelo, nn me ne sarei quasi accorta altrimenti ^^ grazie! un bacio ^^

Nikki Potter: grazie mille!!!!!!!sono contentissima che ti piaccia, perchè per me tu scrivi benissimo, quindi fa piacere sentirselo dire da una che ritengo scriva molto bene ^^ grazie ancora!!

Summer84:  grazie mille ^^ mmmmm...per quanto riguarda il passato o simili...mmm...nn lo so ^^ muahah...un bacio!



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Capitolo 6
*** Incubi ***


cap 5 Harry la fissò, indeciso.
Quegli occhi erano troppo uguali ai suoi.
Distolse lo sguardo, sospirando. Non poteva, non poteva assolutamente dirle tutto. Avrebbe stravolto tutto, Lily ne sarebbe rimasta sconvolta. Probabilmente non si sarebbe più avvicinata a James. 
Chiuse gli occhi, massaggiandosi la testa.
Avere la febbre a quaranta gradi non aiutava di certo. Probabilmente esagerava, ma era esattamente così che si sentiva: con la testa che era sicuro gli sarebbe esplosa da un momento all'altro. A confronto, le fitte acute che sentiva quando Voldemort si insinuava nella sua testa gli sembravano quasi un dolce ricordo.
Quasi, intendiamoci.
Improvvisamente, sentì una mano che premeva delicatamente sulla sua fronte.
Riaprì gli occhi, spiazzato, ritrovandosi davanti Lily che gli tastava la fronte, con aria preoccupata.
-Cos'hai?-
A Harry fece un effetto strano, vederla così vicina, tutta preoccupata. Mai le era sembrata più sua madre come in quel momento. Scosse la testa, piano.
-Niente, credo di essermi preso un po' di febbre.-
Lily annuì, senza mai smettere di guardarlo. Poi sospirò, e si sedette sul divano. Lo fissava, in attesa di qualcosa.
Gli attimi di silenzio si susseguivano, ininterrotti.
Poi Harry trasse un lungo sospiro.
-Sai, hai..hai ragione.- Il viso di Lily si irrigidì, per un secondo. -non siete stati dei genitori...molto presenti Ma, - si morse il labbro. -ma ti prego, Lily, credimi sulla parola se ti dico che non è stata colpa vostra. Voi non avreste mai voluto. Non è stata assolutamente colpa vostra.- Sospirò, chiudendo gli occhi di nuovo. Non doveva piangere.
Quando riaprì le palpebre, Lily aveva un'espressione indecifrabile sul viso. Gli occhi esprimevano quasi disprezzo. Solo dopo Harry capì che era disprezzo verso se stessa.
-Quale genitore...- la voce della rossina era bassa, quasi rotta. -quale genitore sarebbe tanto ignobile da abbandonare suo figlio, anche per un qualsiasi motivo...?- Non riusciva a credere che avessero potuto abbandonare Harry, non riusciva a trovare un motivo valido per una cosa tanto orribile. Che razza di persone erano?Che razza di persona era lei?
-Lily!- sbottò Harry, quasi arrabbiato. Non sopportava che si parlasse male dei suoi genitori, anche se era sua madre stessa, a parlare. -Non avete potuto farci niente, ok?Lily, per favore. Non posso dirtelo. Merlino sa solo quanto vorrei, ma davvero, non posso. Ti prego, credimi se ti dico che non è dipeso da voi.-
Lily aprì la bocca, per protestare, ma fu prontamente interrotta da Harry.
-Per favore non chiedermi niente.-
La rossa lo guardò per un attimo interminabile. Poi sospirò.
Alzò gli occhi al cielo.
-Ringrazia che non sia James. A quest'ora ti avrebbe tartassato di domande.-
Harry sorrise, ma non disse nulla. In effetti, se il padre aveva anche una briciola della curiosità che caratterizzava lui stesso, doveva decisamente ringraziare che seduta su quel divano ci fosse Lily, e non James.
Lei lo guardò, senza fiatare.
Cos'era quel grande mistero che Harry non voleva svelare?Cos'aveva da nascondere?
Non sapeva se era meglio dirlo a James. Sicuramente il Malandrino avrebbe fatto di tutto per svelare l'inghippo, ma non sapeva se era un bene o un male. E se avesse danneggiato le cose irreparabilmente?
Squadrò per l'ennesima volta il moro.
Aveva un'aria stravolta, quasi avesse avuto il peso del mondo sulle spalle.
Harry si scompigliò i capelli, con un sospiro. Il mal di testa stava raggiungendo vette inimmaginabili.
Lily fu colta da un'improvvisa fitta di tenerezza. Quante volte aveva visto James scompigliarsi i capelli in quella identica maniera?
Era buffo vedere quello stesso gesto, che le aveva procurato tanta irritazione, fatto da una persona così simile, eppure anche così diversa da James.
In un attimo fu presa da quello strano sentimento che ancora non sapeva bene come definire. Aveva voglia di proteggere Harry. Aveva quasi bisogno di fargli capire che lei era lì, che adesso andava tutto bene, non si sarebbe dovuto preoccupare di nulla.
La sua testolina razionale faticava ancora a dare un consenso a tutti quei sentimenti, ma la verità era che il cuore ormai aveva ceduto.
Sospirò.
-Harry, vieni qui.-
Il ragazzo la guardò, scettico. Lei sorrise, rassicurante.
Harry le si avvicinò, con cautela, senza capire. Quando le fu vicino, lei lo guardò, seria.
-Mi dispiace.- disse, non sapendo bene nemmeno lei per cosa si stesse scusando. Forse per non esserci stata nei momenti giusti, forse semplicemente perchè quell'aria perennemente vigile non si adattava ad un diciottenne.
Il Bambino che è Sopravvissuto la guardò, capendo cosa Lily volesse dire. Poi annuì, semplicemente.
Con grande stupore di Harry, in quel momento Lily fece una cosa che lui, ma forse nemmeno lei, si sarebbe mai aspettato.
Lily allungò la sua mano affusolata verso la fronte di Harry, spostandogli i capelli che gli erano caduti sugli occhi, con delicatezza, per scoprire la famosa cicatrice che il ragazzo aveva da diciasette anni.
-Cos'hai qui?- disse, passando con il dito sul profilo di quel marchio indelebile.
Solo che, prima che Harry avesse il tempo di replicare qualsiasi cosa, Lily sentì una fitta in mezzo al petto.
Dolorosa, come una pugnalata.  La testa le girò  per un lungo istante.
Davanti a lei, il buio.
Improvvisamente un'ombra si mosse, diventando man mano sempre più distinguibile, fino ad apparire del tutto, come una promessa di morte.
Una mano di fronte a lei impugnava una lunga bacchetta scura.
Quella mano cadaverica scompariva poi all'interno di un lungo mantello, nero come l'anima del suo possessore.
Avrebbe tanto voluto vedere in viso quella figura incappucciata, ma non ci riusciva. L'immagine era sfocata, sempre meno nitida man mano che cercava di distinguerla.
Dov'era?
Ma soprattutto, chi era?
Era come se fosse all'interno di qualla stanza, presenza partecipante attivamente di qualunque cosa stesse per accadere, eppure lei si trovava anche all'esterno di quella piccola e soffocante stanzetta, non avrebbe saputo dire come.
E poi, la figura tenebrosa parlò, con un sibilo che metteva i brividi.
-Spostati...spostati, stupida!-
Rispose una voce flebile e impaurita, distorta dal dolore e dal pianto, irriconoscibile, eppure era una voce che manteneva una parvenza di fierezza, una lieve nota orgogliosa e consapevole di quello che stava per accadere.
-No!Ti prego, non lui!Prendi me al suo posto, ma ti prego, lui no!Ti prego, farò tutto ciò che vorrai, ma lui no, lui no...-
Lily sentiva caldo, troppo, troppo caldo.
E quella voce era familiare. Era una donna, una donna che sicuramente aveva perso tutto. Chi era?
La figura sollevò la bacchetta, con lentezza esasperante.  Bastavano due semplici paroline e un po' di buona volontà, per finire una vita.
-Avada...-
Le immagini vorticavano davanti a lei, rendendole indistinte.
L'ultima cosa che sentì, fu l'urlo agghiacciante di un bambino.
-Lily?-
La rossina spalancò gli occhi verdi, con un sobbalzo. Si sentiva come se avesse trattenuto il respiro fino a quel momento.
Harry la guardava con un cipiglio preoccupato.
-Hai...hai detto qualcosa, Harry?-
La voce le uscì roca, quasi strozzata. Rabbrividì, non riuscendo a dare una spiegazione alla visione avuta poco prima. Era dannatamente reale. Eppure, non poteva esserlo. Lei era nella Sala Comune dei Grifondoro, seduta su un comodo divano rosso, non poteva essere stata contemporaneamente da un'altra parte. E poi, chi era quella donna?
Era stato un sogno? E se no, cosa diamine era? E che nesso c'era tra quella donna e la cicatrice di Harry?
Sentì un altro brivido lungo la schiena.
Cosa le nascondeva il ragazzo che le stava di fronte?
E perchè aveva una voglia incredibile di abbracciarlo? Era come se sentisse che solo così facendo poteva recuperare una parte di se stessa.
-Ti ho chiesto se stavi bene. Avevi una faccia, sembrava quasi avessi visto un morto.-
La rossina aprì la bocca, per rispondere. La richiuse subito dopo. Doveva dirgli che no, non si sentiva affatto bene?Doveva farlo preoccupare per una cosa che non era sicura nemmeno lei di aver visto? Il moro intanto continuava a squadrarla, chiedendosi se era il caso di allarmarsi. La grifoncina era pallida, come se avesse visto la morte in persona.
Che avesse sentito qualcosa, toccandogli la cicatrice? Lui, per conto suo, aveva sentito solo una lievissima scarica elettrica, e poi, un piacevole benessere si era diffuso per tutto il suo corpo. Un benessere che era sicuro di non aver mai provato, se non, forse, con Ginny. Ma era un benessere diverso, più complesso e più semplice allo stesso tempo.
Ogni volta che, da piccolo, si era sbucciato un ginocchio, o si era fatto male, si era chiesto come dovesse essere avere una madre lì, pronta a disinfettarti le ferite anche solo con una carezza. Quando ancora era un mocciosetto pieno di illusioni, ogni volta che si faceva male si aspettava che saltasse fuori sua madre o suo padre, magari dalla siepe che sua zia rancurava con tanto amore, tanto per dirgli che in realtà loro non se ne erano mai andati.
Aveva smesso di farsi false speranze quando una volta, da dietro alla siepe era effettivamente uscito qualcuno: suo zio Vernon, con tanto di faccione rubicondo, che gli aveva mollato una sberla in pieno viso tanto per ricordargli che avrebbe dovuto essere in cucina ad aiutare zia Petunia da un pezzo.
Ma ora gli era quasi sembrato di tornare quel bambino che sognava nel giardinetto del numero 4 di Privet Drive. Gli sembrava di essere semplicemente caduto su un sasso eccessivamente appuntito e che sua madre, pronta e attenta, senza esitazioni, senza nemmeno essersene mai veramente andata, gli avesse accarezzato la fronte, eliminando in un istante qualsiasi tipo di dolore passato o futuro.
Finalmente, Lily sorrise. Decise che non era giusto angustiare qualcuno solo per uno stupido scherzo che le aveva giocato la sua mente. Probabilmente, era stata troppo influenzata da tutto quello che le era accaduto in quei giorni, tanto da farle vedere cose che non esistevano.
-Tutto bene. Mi sono solo persa nei miei pensieri per un attimo.-
Il ragazzo annuì, per niente convinto. Decise comunque di lasciare perdere, non voleva farle pressione.
Lily sorrise di nuovo, intenerita dall'aria stanca del moretto.
-Harry?-
-Si?-
-Stenditi.-
Accompagnò questa frase appoggiando le mani sulle gambe, come un dolce invito.
Lui la guardò, stupito e dubbioso allo stesso tempo. Cercò di zittire la vocina interiore che gli gridava selvaggiamente di stendersi sulle gambe della rossina. Tante, troppe volte aveva desiderato che sua madre gli facesse quell'invito, facendo così sentire lui un figlio, finalmente, e non solo il Prescelto.
-Perchè?-
La grifoncina alzò le spalle.
-Perchè sembri aver bisogno di dormire. E non credo nel tuo dormitorio ci sia il silenzio necessario per far dormire un ragazzo con il mal di testa.-
Harry puntò il suo sguardo su di lei, valutando l'espressione della rossa. Gli occhi di Lily dicevano chiaramente di muoversi, prima che cambiasse idea.
Fu così che Harry, con cautela, si distese sulle gambe di sua madre, sentendosi a suo agio come mai prima d'ora. Finalmente poteva dire di sentirsi a casa.
Era talmente felice, che gli vennero gli occhi lucidi. Chiuse gli occhi, per non farsi vedere dalla grifoncina.
Quando poi la rossina iniziò a passargli una mano tra i capelli, tentando inutilmente di tirarli giù, si disse che sarebbe stato bello far durare tutto quello per sempre.
-Ehi...raccontami di Ginny.- non sapeva bene cosa l'aveva spinta a fargli una domanda simile, ma voleva sapere più particolari possibili sulla vita di Harry. Forse sentiva di dovergli quell'affetto che una madre deve al proprio figlio.
Harry, inevitabilmente, sorrise, aprendo gli occhi.
-Cosa vuoi sapere?-
-Non so. Come vi siete conosciuti?Da quanto state insieme?-
Il ragazzo sorrise di nuovo, ricordandosi con tenerezza quella piccoletta che aveva accompagnato i fratelli alla stazione di King Cross il primo di settembre di anni prima.
-A dire la verità lei mi conosceva molto prima che mi accorgessi di lei. La prima volta che l'ho vista stava accompagnando i suoi fratelli alla stazione. Lei avrebbe iniziato Hogwarts l'anno sucessivo.  All'inizio se devo essere sincero mi era del tutto indifferente. Sai, la vedevo solamente come la piccolina di casa Weasley, niente di più. -
Lily sorrise.
-E poi?-
Harry fece un ghigno, che le ricordò terribilmente James.
-E poi, al sesto anno, l'ho beccata mentre pomiciava con Dean Thomas..-
La rossina rise.
-Brutta cosa, la gelosia.-
Harry fece una smorfia.
-Pareva che un mostro si fosse impossessato del mio petto. Era una senzazione orribile.-
Lily alzò gli occhi al cielo, divertita.
-Povero, piccolo Harry.-
-Tu hai mai provato una senzazione simile?-
Lily ghignò.
-Certo che si. Solo, io sono molto più brava a nasconderlo rispetto ad altri.-
Ad Harry si accese uno sguardo Malandrino.
-Quindi, se tu vedessi James mentre bacia una ragazza, saresti gelosa?-
Lily arricciò il naso, fingendosi indignata.
-Qui mi pare che stiamo diventando un po' troppo impertinenti. Tecnicamente, sono più vecchia di te, porta un po' di rispetto!-
Il moretto sorrise.
-Già il fatto che tu non risponda costituisce una risposta.-
La grifoncina sbuffò, fintamente esasperata.
-Mi sembra che lei abbia preso un po' troppo da James Potter, signorino. Povera Ginny, le mie condoglianze.-
Harry si aprì in un ampio sorriso.
Dopo un po', il sorriso si trasformò in una risata, prima silenziosa, poi sempre più forte.
Non sapeva nemmeno lui perchè rideva. Forse, semplicemente perchè in quel momento era felice, felice di scherzare con sua madre, felice di essere disteso sulle sue ginocchia come un bambino.
Felice e basta.
Lily lo vedeva ridere come un matto, senza capire perchè. Sentiva le sue spalle tremare sotto lo sforzo delle risate, facendo tremolare impercettibilmente anche le sue gambe.
E, così, dal nulla, come se le fosse bastata quella risata a renderla felice, scoppiò a ridere anche lei, apparentemente senza un motivo.
E continuarono a ridere per un bel pezzo.

James entrò dal buco del ritratto, cercando di fare il meno rumore possibile.
Era molto tardi. Aveva passato le ore a correre, sotto forma di cervo, per il parco di Hogwarts.
Non sapeva nemmeno lui per ottenere cosa.
Probabilmente perchè si sentiva in colpa, perchè in quel momento non era con Remus sotto la luna piena.
Forse solamente perchè aveva bisogno di correre a tutta velocità, di sentire l'aria sferzargli il viso, entrargli nei polmoni, fargli battere il cuore veloce. In mancanza della sua scopa, il modo migliore era trasformarsi in cervo.
Quando entrò nella Sala Comune, credendo di non trovarvi nessuno, rimase sbalordito.
Su uno dei divanetti rossi, era appoggiata Lily, beatamente addormentata, con Harry disteso sulle sue gambe, anche lui immerso in un sonno profondo.
Quella visione lo lasciò per un attimo interdetto.
Si avvicinò di poco, per osservare meglio quella scenetta.
Lily aveva il volto poggiato sulle sue stesse braccia, mentre alcune ciocche di capelli vermigli le ricadevano scomposte sul viso, sollevandosi ogni tanto, quando Lily emetteva un respiro un po' più profondo degli altri.
Harry occupava quasi tutto il divano, le gambe rigide e dritte, come se si aspettasse di dover balzare giù dal letto da un momento all'altro.
Per un attimo Ramoso si chiese se dovesse sentirsi geloso, dal fatto che Harry fosse steso così beatamente sulle gambe della sua rossa, arrivando dove lui forse non sarebbe arrivato mai.
Ma ad essere sincero non ci riusciva. Quella scena gli faceva solo sentire il cuore battere un po' più veloce, intenerito da quei visetti addormentati.
Si avvicinò di soppiatto al divano, facendo il meno rumore possibile.
Poi si accucciò, in modo di essere alla stessa altezza del viso di Lily.
Cercando di fare più piano che poteva, le passò una mano sul viso, scostandole i capelli che le ricoprivano il volto.
Quant'era bella, così, addormentata. Sembrava così fragile, anche se lui era consapevole che non lo era affatto.
In quel momento decise che non avrebbe permesso a niente e a nessuno di farle del male. Non importava se lei lo avrebbe considerato solo e soltanto un amico, si sarebbe fatto bastare òla sua presenza.
Tutto, purchè lei fosse felice.
In quel momento, Lily aprì le palpebre, quasi di scatto. Inizialmente i suoi occhi parvero impauriti.
Poi vide James davanti a lei.
Sbattè gli occhi, mettendo a fuoco la stanza, ricordandosi dov'era.
-Ciao.- fece poi, sbadigliando leggermente.
James sorrise.
-Non volevo svegliarti.-
Sussurrò, non smettendo mai di guardarla.
Lily sbattè ancora gli occhi, ancora non completamente sveglia.
Fece vagare lo sguardo per la stanza, tentando di ricordare il sogno che stava facendo fino ad un attimo prima. Poi lo sguardo le ricadde su Harry. Si lasciò sfuggire un altro sbadiglio.
-Volevamo aspettarti, ma ci siamo addormentati.-
James ghignò.
-Ho notato. Comunque, non dovevate.-
-Dove sei stato?-
James scrollò le spalle.
-Fuori.-
Lei inarcò un sopracciglio.
-Fuori?a fare cosa, fuori?-
Il Malandrino ghignò.
-Niente di particolare.-
Lily lo guardò piuttosto scettica.
-Perchè il mio fiuto sente puzza di guai?-
Il Malandrino allargò il ghigno.
-Forse perchè Harry stasera non si è lavato.-
La rossina lo fulminò.
-James Potter. Se non mi dici immediatamente cosa hai fatto fino a quest'ora, io...-
-Tu...?-
-Io ti...-
-Mi salti addosso?ma allora potevi dirlo subito, Evans!Avanti, cosa aspetti?Quando vuoi, eh-
Lily chiuse gli occhi, esasperata.
-Potter, tu un giorno o l'altro mi spingerai al suicidio, davvero.-
James rise. Lei lo guardò, fingendosi indignata.
-Io ti dico che mi suiciderò per colpa tua, e tu ridi?Ma ma, insomma!Dove sono finiti i cavalieri di un tempo?-
-Suppongo siano tutti scappati quando le principesse hanno iniziato a rispondergli per le rime.-
La rossa gli lanciò un'occhiataccia, per scherzo.
-Potter, ringrazia il fatto che qui non rivesto la carica di prefetto, altrimenti adesso..-
Mentre stava per finire la frase, James le si avvicinò, e le posò un bacio leggero sulla fronte, per poi staccarsi subito dopo, con un sorrisetto.
Lily sbattè gli occhi, confusa per un attimo. Era decisamente troppo spaesata persino per lanciargli un'occhiata torva, il che era tutto dire.
-Cos'era?- chiese, cercando di darsi un contegno.
Lui ghignò, tanto per sdrammatizzare.
-Un modo come un altro per farti stare zitta.-
Lei lo guardò, in silenzio. Sollevò le sopracciglia, ancora un tantino sconvolta. Poi fece uno sbuffo, cercando di non ridere.
Ma non ce la fece, e infine scosse la testa, lasciandosi andare ad una breve risata, cercando di farla il più piano possibile, per non svegliare Harry.
Anche James rise,  pensando che ormai non avrebbe più potuto farci niente, c'era troppo dentro. Era irremediabilmente innamorato di Lily.
Calò il silenzio, e dopo un attimo la rossina si lasciò sfuggire un altro sbadiglio. James sorrise.
-Andiamo in dormitorio?-
Lily guardò Harry.
-Come facciamo con lui?-
-Aspetta.-
James tirò fuori la bacchetta. Si grattò il mento, per un attimo pensieroso. Poi mormorò una formula, talmente piano che Lily non riuscì a sentire.
Il capo di Harry si sollevò leggermente, quel tanto che bastava per fare in modo che non si svegliasse e permettesse allo stesso tempo a Lily di alzarsi.
-Sguscia fuori.- le mormorò James, tenendo la bacchetta puntata su Harry. Lily annuì, e cercò di togliersi senza fare il minimo rumore.
Dopo un po' ci riuscì. Poi sembrò riflettere per un secondo.
-Aspetta un attimo.- disse, rivolgendosi a James.
Prese un cuscino da una poltroncina, e lo mise sotto la testa del moretto. Lo osservò un po'. Intanto James abbassò la bacchetta.
Lily fece apparire per magia una coperta, con la quale ricoprì Harry, rimboccandolo per bene.Poi gli tolse gli occhiali, per farlo stare più comodo, e li appoggiò sul tavolino di fronte. Infine si avvicinò un'ultima volta a Harry, e gli tolse un ciuffo di capelli dalla fronte.
Osservò tutta la sua opera, soddisfatta.
Si voltò verso James, notando che aveva uno sguardo strano.
-Che c'è?-
James si limitò a scuotere la testa, senza proferire parola. Vedere tutta quella scenetta l'aveva fatto sentire stranissimo.
Era una senzazione che non aveva mai provato.
Un misto tra orgoglio, tenerezza, dolcezza, amore. Non sapeva nemmeno come definirla, e per un attimo si sentì minuscolo, di fronte a tutto quello.
Sentiva un incredibile bisogno di baciare Lily.
-James, va tutto bene?- lei lo stava guardando, lievemente preoccupata. Il Malandrino aveva uno sguardo indecifrabile.
Poi lo vide avvicinarsi, lentamente, senza una parola. Lily aggrottò la fronte, non capendo cosa avesse scatenato una reazione simile al moro.
Se lo ritrovò a pochi centimetri, e per poco non sobbalzò.
E ora cosa aveva intenzione di fare?
Per un momento, quasi, si sentì gelare, pensando che James era decisamente troppo vicino, per una persona che voleva scambiare due semplici parole.
Una vocina impazzita nella sua testa le gridava che era troppo presto, mentre un'altra, più piccola e marginale, stava esultando.
Lily aprì la bocca. Voleva dire qualcosa, qualsiasi cosa che fermasse James. Ma aveva la voce bloccata, dimenticata chissà dove nella sua testa.
James alzò una mano, e Lily si disse che non era il caso di farsi prendere dal panico.
La mano sollevata andò ad accarezzare la guancia di Lily, con delicatezza, e si fermò lì. E lei cercò di convincere se stessa che il battito del suo cuore fosse perfettamente normale.
E poi James sorrise.
E tutta la tensione si sciolse come neve al sole. le vocine nella sua testa si placarono. Si decise a respirare, non essendosi neanche accorta che stava trattenendo il fiato.
Lui non l'avrebbe baciata, perchè sapeva che era troppo presto. Lei non era pronta, e forse nemmeno lui.
-Evans.- disse solo, a voce estremamente bassa, la mano ancora poggiata sulla sua guancia liscia.
Lily si limitò a fissare il suo sguardo nelle nocciole di James.
-Sai che fra due settimane è Natale?-
Lei scosse la testa, senza riuscire ancora a parlare. Non se ne ricordava. Erano già a Natale?
James annuì, ancora con quello sguardo strano di poco prima.
-Pensavo che...- il Malandrino prese un respiro profondo. -Sarebbe carino se facessimo un regalo a Harry.-
A quel punto la rossina aggrottò la fronte.
-Io e te?-
James annuì.
Lily lo guardò, dubbiosa.
-Dici?-
Il moro sollevò le spalle, con noncuranza.
-Suppongo gli faccia piacere se gli facciamo un regalo.-
La rossina si morse il labbro, indecisa. Ripensò al fatto che Harry le aveva detto che non erano stati dei genitori molto presenti. Forse quello poteva essere un modo per rimediare, almeno in parte.
Annuì.
-Questo vorrebbe dire...-
-Che dovremmo andare a Hogsmeade, si.-
-A Hogsmeade.-
-Si.-
-Io e te.-
-Si.-
-Insieme.-
-Si...-
-Da soli.-
James cercò di non scoppiare a ridere, mentre annuiva. Alla fine però non ce la fece, e si mise a ridere. Lily aveva una faccia buffissima.
Lily lo guardò, scandalizzata, ma comunque con uno sguardo piuttosto divertito.
-Cosa ridi?Guarda che è una cosa seria!Sto accettando una cosa che rifiuto da anni!-
Alla fine della frase, però, rise anche lei.
Poi, quando le risate si furono spente, la grifoncina strinse gli occhi a fessura, ancora indecisa. Si mordicchiò il labbro. James la trovò adorabile.
-Nell'ipotetica situazione che io accettassi, sarebbe un'uscita da...amici, giusto?-
James sorrise, rassicurante, nascondendo una punta di amarezza.
-Certo, Lily.-
-Me lo prometti?-
James sospirò, fintamente esasperato. Sorrise di nuovo, ricambiando lo sguardo serio di Lily.
-Parola di Malandrino.-

Lily si trovava in una stanza buia, e camminava. Camminava e non sapeva per dove.
L'importante era camminare.
All'improvviso, ci fu molta luce. E lei vide. Vide un bambinetto dai capelli neri e un naso molto lungo, e vide una bambina di circa la sua età seduta accanto a lui, con dei lunghi capelli rosso scuro.
Sobbalzò, riconoscendo le due figure.
Ma, prima che potesse fare qualsiasi cosa, la scena cambiò.
Si ritrovò in un parco grandissimo, vicino ad un albero di betulla.
Era il parco di Hogwarts.
E all'improvviso, senza nessun preavviso, sentì una voce carica di disprezzo.
-Non mi serve l'aiuto di una piccola, schifosa Mezzosangue!-
Spalancò gli occhi, ma ancora prima che potessi dire o fare qualsiasi cosa, la scena mutò di nuovo.
Vide sua sorella, davanti a lei. Adulta, piena di rughe, con gli occhi stanchi eppure ancora capaci di trasmettere odio.
-Tu sei un mostro!-
E Lily scuoteva la testa, cercando di negare, cercando di protestare.
Ma la donna sollevava i pugni, facendoli roteare per aria, e lei indietreggiava, intimorita.
-Non so da che inferno tu salti fuori, ma io ho smesso di avere una sorella da molto tempo!-
Solo allora sentì le guancie rigate di lacrime.
-N...no...Petunia...-
-Vattene!vattene, mostro!Vattene!-
E con ancora il viso bagnato, Lily vide di nuovo cambiare la scena.
Una mano impugnava una bacchetta lunga e scura, il volto incappucciato.
Era un sogno?
Voleva svegliarsi da quell'incubo così dannatamente reale.
-Spostati stupida, spostati...-
Questa volta non sentì la risposta della donna.
-Avada...-
-No!-
-Lily!-
Lily spalancò gli occhi, terrorizzata. Il respiro era affannoso e veloce, e si sentiva sudata come non mai.
Si guardò intorno.
James stava davanti a lei, con il viso preoccupato.
Era stato solo un incubo?Severus...Petunia...la figura incappucciata...
-J..James?-
La voce le uscì roca, impaurita.
Lui la osservò, aggrottando la fronte. L'aveva sentita urlare, gridare, invocare pietà. Aveva implorato qualcuno di prendere lei al suo posto. Appena l'aveva sentita, era balzato giù dal letto.
Ora la rossina aveva una faccia stravolta.
Le si avvicinò, con cautela. La rossina si era sollevata, mettendosi seduta.  Sentiva ancora i battiti accellerati del suo cuore.
James le si sedette accanto, fissandola. Vederla così spaventata gli stringeva il cuore.
-Lily.- mormorò, accarezzandole la testa. -Lily, va tutto bene. Era solo un incubo.-
La rossina non ce la fece più. Si prese il volto tra le mani, cercando di respirare regolarmente e di non scoppiare a piangere. Era stato tutto così spaventosamente reale. Soprattutto l'ultima parte.
-James...è stato un incubo orribile...C'era...c'era Piton...e poi...poi Petunia mi diceva che...E poi un uomo...e un bambino piangeva, e io non potevo fare niente, perchè...-
Il moro non ce la faceva, a vederla così.
Gli faceva troppo male. La sua Lily, la sua forte e determinata Lily, terrorizzata in quel modo. Se avesse potuto, sarebbe entrato nella testa di Lily volentieri, per eliminarle tutti i pensieri orribili che si erano insinuati nella sua testa, riducendola così.
L'abbracciò, di slancio.
La sentiva tremare, contro il suo petto.
-Lily, va tutto bene. Ci sono io, qui. va tutto bene. Era solo un incubo.-
-Era...era così reale..io...-
-Sh, ora basta. Ti prometto che andrà tutto bene.-
Lily annuì, contro di lui. Tremava ancora, e la sua pelle era fredda. James non credeva di aver mai sentito una pelle così fredda.
Le accarezzò i capelli, tentando di scaldarla. Ma la ragazza continuava a tremare come una foglia.
Cosa l'aveva ridotta in quello stato?Cosa aveva visto?
Questo si chiedeva James, quando sentì la vocina flebile di Lily parlare, stretta a lui.
-Non te ne andare, James. Per favore.-
Perchè era sicura che qualsiasi cosa fosse quel sogno, sarebbe tornato. Quell'Avada Kedevra sarebbe stato pronunciato totalmente, ne era sicura. E lei non voleva che la donna morisse, perchè era sicura che avesse qualche cosa a che fare con lei.
James dirgrgnò i denti, desiderando uccidere qualunque cosa potesse farla stare così male.
-No, Lily. Starò qui. Sarò sempre qui per te. Ora non pensarci più. Qualunque cosa fosse, è tutto passato adesso. Io ci sono, sono qui, te lo prometto.-
E Lily annuì, lottando contro il tremore, cercando di calmare il suo cuore agitato.












E dopo la bellezza di tre settimane, eccomi qui ^^ ehm ^^ chiedo umilmente perdooooonooooo =___= lo so, lo so, sono pessima, mi faccio viva dp tre settimane con una schifezza simile O.O voi nn avete idea di quanto io odii la scuola -.- fra un po' pretenderanno pure che scaliamo l'everest facendo le funzioni matematiche -.- ok ora ho finiito XD se ci sn errori ditemelo per favore, che nn l'ho nemmeno riletta ^^  chiedo ancora scusa, e passo ai ringraziamenti che purtroppo saranno molto veloci xk ho pochissimo tempo ^^

ramoso4ever95: tranquilla, ti capisco, anche a me la scuola sta uccidendo -.- lasciamo perdere che è meglio XD spero ti sia piaciuto anche questo ^^

oOoPRONGSIEoOo: ehy, tranquilla x la filippica, lo sai che qnd hai bisogno di sfogarti ci sono sempre ^^ cmq muahahha...si in effetti mi piacerebbe prendere il posto di Lily ^^ aaaa dettagli ^^ cmq si, Petunia in realtà nn mi aspettavo che la odiasse tanta gente, proprio xk ho detto cavolo si ritrova la sorella morta davanti, nn è il massimo Xd e si è sicuramente anche gelosa...gelosa anche xk si è ricordata del fatto che, anche se è morta, per quei pochi anni è stata molto felice, lei invece alla fine si è un po accontentata...dimmi cm ti pare qst cap ^^

Maira_Hermione96: cioooooa ^^ tranquilla, tanto sn più da fucilare io che nn aggiorno da secoli ^^ cmq no, nn è che lei pensi direttamente a un futuro con lui...lei semplicemente dice che nn è più così tanto impossibile, ma qst nn vuol dire che succederà automaticamente, anzi! nn so cm faccio a spiagarmi...è un po' come se a scuola io ti dicessi che ho preso 12. è sicuramente impossibile, però se mi dicono che ho preso 10 dico che potrebbe anche essere anche se è altamente improbabile...nn credo di essermi spiegata, ma dettagli ^^ un bacio amica talpa ^^

Iva27: ciao nuova lettrice ^^ grazie x i mille complimenti, nn me li merito!!!il continuo di a metà...ehm, con calma ^^ muahahah...un bacio ^^

jaily:  hahahaha...mi sa che allora mi ammazzerai in qst capitolo ^^ noooo cmq è presto per farli mettere insieme, ricorda che sn al sesto anno, tecnicamente ^^

kia88oc: grazie ^^ la parte con cui ho iniziato arriverà tra non molto, vedrai =P e se vuoi ti do un'indizio, ovvero la parte con cui ho iniziato è fortemente legata con una cosa che hai detto =P muahaha so che nn ci avrai capito niente ma dettagli XD

Sherry: si con Ron XD ma nn pensare male, Ron nn era un sostituto di Thomas Xd doveva solo arrivare lì a rompere un po' le scatole, xo alla fine ho evitato XD fammi sapere come hai trovato qst cap!un bacio ^^

zukkyna: bwahahahah...allora facciamo che tu fai l'opera di convincimento su di me, e io su di te così siamo apposto XD  certo che tu nn stai molto bene O.O ti ricordo che dobbiamo scrivere un libro di filosofia...quindi nn smettere di farti le canne per nessun motivo!!!!!bwauahahauahauahh...cmq Lily continua a staccarti il pc O.O nn va mica bene, vuol dire che pensi troppo a James XD muahaha XD ci sentiamo più prima che poi XD ps il punto clou...bwauahhauahauahahhh...hai presente la faccina sadica?ecco immaginati la mia faccia contornata di capelli CASTANi esattamente con quell'espressione lì =P un bacio!

Miss Rainbow:  grazie mille per i complimenti, nn me li merito...nooooo nn ferma nn tranciarmiiiii XD bwahahahah...grazie di tt suddita XD un bacio!!

__granger: vero che Bob è un nome da dudley?L'ho sempre pensato XD bwahahaha...XD scusa se a volte su msn nn ti risp, ma il pc mi sta facendo di quei casini assurdi(cm se nn bastasse la scuola, no -.-) un bacio!

alemalfoy: oddio, ami addirittura ogni virgola delle mie storie?XD waaaa XD  mi fai arrossire XD  lo sooooo anch'io amo sempre di più james O.O uffa ho passato il san valentino a sognarmi che james potter entrasse dalla finestra con una scopa e dicesse vieni che ti porto a vedere un bellissimo posto dove si può fare l'amore selvaggiemente XD bwahahahaha XD cmq grazie ancora, davvero io ti adoro per tutti i complimenti che mi fai XD le tue recensioni mi fanno sempre gongolare, nn so se va bene XD ahahaha Xd un bacione!!!!

BabyAle92: Grazieeeee ^^ fammi sapere anche cm trovi questo ^^

Yridyan:  davvero sn riuscita a fartela amare?^^ (me batte le mani) che bello ^^ sn tanto contenta ^^ dimmi se ti piace qst capitolo ^^

PrincessMarauder: se vuoi dirmi le tue teorie, sarei curiosa di sentirle Xd poi nn ti assicuro di dirti se sn giuste o sbagliate xk poiu faccio spoiler, ma XD ahahaha...un bacio, alla prossima!

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Capitolo 7
*** Scope, neve e... ***


Lily si svegliò, lentamente.
Percepì una presenza accanto a sè ancora prima di realizzare dove si trovasse.
Aprì gli occhi con cautela, quasi avesse timore della luce.
Sorrise.
James era a pochi centimetri da lei, ancora profondamente addormentato, un braccio disteso sotto il cuscino.
Era passata una settimana, ormai, e tutte le mattine si verificava quel rituale.
Lei si svegliava,nel bel mezzo della notte, terrorizzata, urlando, tremando, fredda quasi come un corpo senza vita. Batteva i denti, si rannicchiava sotto le coperte, tentando di far cessare il tremore, cercando di non svegliare James. Ma il freddo non cessava, i denti sbattevano talmente forte che a volte aveva paura si rompessero.
Fino a quando non arrivava James, che ignorava puntualmente i suoi tentativi di dirgli che stava benissimo, e la prendeva tra le braccia, cullandola, stringendola, cercando i tutti i modi di scaldarla.
Stavano così per un bel pezzo, lui desiderando con tutto se stesso trasmetterle tutto il calore che aveva in corpo, e lei sperando di smettere di tremare, consapevole del fatto che così faceva solo del male a James. Avrebbe dovuto dirgli di smetterla, ma era una stupida egoista. E aveva una dannata paura che quel sogno si concludesse, che la donna venisse uccisa, e che, si, James se ne andasse, lasciandola da sola con il freddo.
Alla fine si addormentava, contro la spalla di Potter, che ancora tremava.
Lui la teneva ancora un po' stretta a sè, ascoltando il suo respiro regolare, e poi la adagiava sul letto, lentamente per non svegliarla.
La osservava per un po', per accertarsi che andasse tutto bene.
Ma, proprio quando si stava per allontanare per raggiungere il suo letto, neanche a farlo apposta, lei ricominciava a tremare, il viso pallido e gelido.
Allora James si stendeva accanto a lei, sperando di farla stare meglio.
E molto spesso ci riusciva. Lily dopo un po' smetteva di tremare, e lui si addormentava, prendendole una mano, come a voler controllare che la sua temperatura rimanesse sempre uguale.
I primi tempi Lily rimaneva un attimo interdetta, quando se lo ritrovava così vicino. Ma dopo una settimana ci aveva fatto l'abitudine. Era inutile continuare a mentire a se stessa, e ormai stava imparando a convivere con il batticuore non idifferente che la presenza di Potter le procurava.
Il moro si mosse, e Lily capì che non mancava molto, perchè si svegliasse.
E infatti, dopo pochi secondi Ramoso aprì gli occhi, assonnato, mugugnando qualcosa di incomprensibile. Si guardò un attimo attorno, spaesato. Alla mattina ci metteva sempre un po' a realizzare dove si trovasse.
Quando finalmente mise a fuoco Lily, aggrottò la fronte.
-Lily?-
Lei sorrise.
-Ciao.-
James si sollevò un po', per vedere meglio la rossina.
-Tutto bene?-
Lily annuì, mentre il moro si lasciava andare ad uno sbadiglio.
Poi la osservò di nuovo, un velo di preoccupazione a coprirgli gli occhi nocciola.
-Sicura?-
Lei annuì di nuovo. Lui la scrutò per un paio di secondi, indeciso.
Poi sospirò.
-Tu proprio non vuoi raccontarmi quel maledettissimo incubo, vero?-
Lily lo guardò, severa, e scosse la testa. L'ultima cosa che voleva, era farlo preoccupare ancora di più. James stava facendo già troppo, per lei, non si meritava di sobbarcarsi pure quell'incubo orribile che la perseguitava da ormai una settimana.
Lui sbuffò.
-Lily, odio vederti così, durante la notte diventi talmente fredda che ho paura che...-
Prima che lui potesse finire la frase, lei gli afferrò la mano, delicatamente. L'appoggiò sulla sua guancia calda, chiudendo gli occhi, stando un secondo solo ad ascoltare il silenzio.
Il caldo che sentiva non aveva niente a che fare con la temperatura della stanza.
Sorrise.
-Senti?Adesso va bene così.- sussurrò, sentendo che le guancie si imporporavano leggermente.
Poi sorrise, sempre ad occhi chiusi.
Dopo averla osservata per un po' in silenzio, James sospirò.
-Perchè non vuoi raccontarmi l'incubo?-
Lei scosse la testa, senza aprire gli occhi.
Ci fu un altro sospiro da parte del Malandrino.
-Odio vedere che stai male senza poter fare niente.- borbottò.
A quel punto, la rossina aprì gli occhi, mettendo in quello sguardo tutta la serietà possibile.
-Stai facendo tanto, invece.-
-Di sicuro non quanto vorrei.-
Lei sorrise, intenerita.
-Quello che fai basta e avanza, davvero.-
Si guardarono negli occhi per un lungo istante. Poi lui sbuffò, piano.
Si alzò dal letto, con uno scatto ed un sorriso, facendo sciogliere la tensione.
-Avanti, Evans, è ora di prepararsi, dobbiamo andare a Hogsmeade.-
Ghignò, vedendo che la rossina sbatteva le palpebre, spiazzata.
-Hogsmeade?- James aveva uno sguardo malandrino che non le piaceva per nulla.
Lui allargò il ghigno, come se nulla fosse.
-Si, Evans. Hogsmeade. Oggi è Sabato.-
Lily spalancò gli occhi, incredula. Era già passata una settimana?
James intanto si stava divertendo un mondo, a guardare le mille faccie stupite della rossina.
Lei lo guardò male, vedendo che sghignazzava. Poi cercò di ridarsi un contegno. Rizzò la schiena, e si schiarì la gola.
-Guarda che ci metto un attimo, a cambiare idea.-
James si portò una mano sul cuore, mettendo su un'espressione da cucciolo bastonato.
-Sei una donna crudele, Evans.Vuoi dirmi che lasceresti  Harry senza regalo di natale?Povero piccolo, per colpa tua passerà il Natale piangendo e...-
Lei inarcò un sopracciglio.
-Potter, ti ricordo che il piccolo Harry ha diciott'anni.-
-Come puoi badare a questi dettagli assolutamente insignificanti?-
La grifoncina sbuffò, alzando gli occhi al cielo, anche se la sua espressione celava un velo di divertimento.
-Si, come vuoi, Potter. Visto che ci tieni tanto ad andare a Hogsmeade, potresti gentilmente uscire dalla stanza?-
Ramoso le lanciò uno sguardo confuso.
La ragazza sospirò.
-Devo prepararmi.- disse, scandendo bene le sillabe, come se stesse spiegando una cosa molto semplice ad un bambino di due anni.
Lui ghignò.
-Tranquilla, tesoro, puoi cambiarti benissimo mentre io ti guardo, non mi dà fastidio.-
La risposta che ricevette fu un cuscino in faccia tirato piuttosto violentemente.
-Potter, esci immediatamente, se non vuoi che il cuscino diventi un macigno molto pesante.-
-Ma perchè sei sempre così violenta, Evans?Hai per caso ricevuto un trauma di qualche tipo, da piccola?-
A quel punto, con grande stupore di James, Lily si prese il volto tra le mani. Spalancò gli occhi, mentre vedeva la rossina annuire.
-L...Lily?-
-Oh, James. Si. Te lo devo confessare. Io...io...-
Lui la guardò allarmato, mentre sentiva la sua voce affievolirsi. Che cosa era successo?Perchè sembrava che Lily faticasse a parlare?
-Io...avevo undici anni...e...ero su un treno...- fece una pausa, senza alzare il viso.
-Lily?-
Lei scosse la testa, sospirando.
-Andava tutto bene...quando..è...è successo che....-
-Che?- chiese, esitante. Era seriamente preoccupato. Cosa le avevano fatto?Cavolo, era colpa sua se ora stava piangendo.
A quel punto, la rossina alzò la testa.
-Bè, ti ho visto. Tu non puoi  capire che esperienza traumatica sia stata. Da quel giorno, ogni volta che ti vedo sento un'irrefrenabile voglia di prenderti a schiaffi.-
Fu solo a quel punto che James notò che la rossa non stava affatto piangendo, anzi, sghignazzava pure.
Spalancò la bocca. Ci era cascato come un allocco. Lily intanto continuava a ridere. Il Malandrino fece una smorfia.
-Ah-ah. Simpatica, davvero. E io che mi stavo preoccupando davvero.-
Lily ghignò.
-Ben ti sta. Ora, se gentilmente usciresti dalla stanza...-
James ghignò, ben deciso a non dargliela vinta, dopo lo scherzo che glli aveva giocato.
-Che amore che sei, vuoi stare da sola per farti bella per il sottoscritto...ma tranquilla,  sei bellissima lo stesso.-
Lei gli scoccò un'occhiataccia.  Poi lo guardò con sufficienza.
-Potter, sai, non sei l'unico maschio sulla faccia della terra. Chi ti dice che l'ultima volta che siamo stati ad Hogsmeade io non abbia visto l'uomo dei miei sogni?Prendiamo per esempio il cassiere di Zonko: biondo, alto, occhi azzurri...-
James fece una smorfia, stringendo gli occhi a fessura.
-Bene, ora che lo so, farò in modo di deturpare quel bel faccino. Anzi, ora non andremo a Hogsmeade finchè non avrò compiuto la mia opera.- e mise su una sorta di broncio, che fece ridere Lily.
-Avanti, Potter, esci dalla stanza. Devo prepararmi, davvero.-
Lui incrociò le braccia al petto.
-No.-
Lily inarcò un sopracciglio.
-E perchè no, esattamente?-
-Non andiamo a Hogsmeade. Anzi, tu stai chiusa qui fino a che non torno, e io intanto vado a spaccare la faccia al cassiere di Zonko.-
Lei sbuffò, per nascondere che in realtà si era sentita piuttosto lusingata, da quelle parole.
-Non c'è nessun cassiere di Zonko, Potter. Ora, esci, per favore?-
James la scrutò un attimo, indeciso. Guardò quelle labbra carnose, il viso incorniciato dai capelli vermigli ancora tutti spettinati dalla notte appena trascorsa. Era così bella. E se qualcuno avesse cercato di portargliela via?O peggio, se lei  ci fosse stata?
Poi fece un sospiro, dandosi dell'idiota. Non poteva di certo decidere di chi si poteva innamorare Lily.
-Posso andare in bagno a cambiarmi, prima?O vuoi costringermi ad andare a Hogsmeade in pieno inverno in boxer e canottiera?-
Lily sussultò impercettibilmente, accorgendosi solo in quel momento della tenuta da notte di Potter.
Si sforzò con tutta se stessa di non arrossire.
-C..certo, Potter.-
Mentre il Malandrino si chiudeva la porta del bagno alle spalle, la rossina si concesse il lusso di avvampare.
Lei aveva dormito assieme a Potter, mentre lui indossava dei semplicissimi boxer con una miserissima canottiera?Il bello era che una vocina maliziosa nella sua testa le diceva che la canottiera se la teneva solo e soltanto per non mettere a disagio lei. Se possibile, arrossì ancora di più. Merlino, come aveva fatto a non accorgersene?O meglio, se ne era accorta, ma non ci aveva assolutamente fatto caso. Alla sera solitamente si addormentava ancora prima che lui uscisse dal bagno, troppo stanca e speranzosa di recuperare le ore di sonno perse.Durante la notte, era decisamente troppo turbata e spaventata, per badare a come fosse vestito Potter-e comunque, ammise con un certo imbarazzo, l'unica cosa che le importava in quel momento era sentire le sue braccia rassicuranti che la stringevano. E alla mattina...alla mattina era decisamente troppo assonnata, per badare a qualsiasi cosa che non fosse la strada per arrivare al bagno senza schiantarsi contro il muro.
Ma come aveva fatto a non accorgersi di un dettaglio simile?Per un attimo, ebbe un flash delle braccia nude e muscolose di James Potter.
Certo che gli allenamenti di Quidditch gli hanno fatto proprio bene.
Si schiaffeggiò mentalmente. Che razza di pensieri le venivano?
Intanto, James era uscito dal bagno, vestito.
-Tutto bene?- Lily era piuttosto paonazza.
Lei annuì, e poi gli fece gesto di uscire.
James decise di non indagare oltre.
Uscì dalla stanza, sapendo che era meglio girare al largo, quando Lily decideva che non era aria. E Lily Evans tendeva a odiare chiunque la beccasse ad arrossire o a mostrarsi debole.
Quando finalmente Lily rimase sola nella stanza, si concesse di trarre un lungo sospiro, ordinando al suo cuore di calmarsi.
Ogni tanto le ci voleva, un momento di solitudine. Soprattutto quando si doveva cambiare. Non perchè non le piacesse avere gente intorno, o perchè fosse una di quelle ragazze che mettono a soqquadro la stanza per trovare un vestito decente, ma semplicemente perchè, quando doveva prepararsi per qualcosa di più o meno importante, le piaceva usufruire di tutto lo spazio disponibile, e questo implicava che non ci fossero persone che le ronzassero intorno rubandole così spazio vitale.
In quel momento aveva bisogno di riflettere un attimo, nel più completo silenzio.
Insomma, aveva dormito con James Potter che era...ehm...non proprio così vestito.
E allora?
Solo perchè la canottiera di James lasciava ben poco spazio all'immaginazione, non doveva farsi cogliere dagli ormoni in subbuglio. Lui era James Potter, e lei era Lily Evans, e che diamine. Lei non era di certo una tizia qualsiasi, che si faceva abbindolare così facilmente. Anche se, bisognava dirlo, il Quidditch l'aveva veramente messo bene, tra addominali scolpiti e tutto il resto.
Si vergognò di quel pensiero, e decise di piantarla.
Si mise a frugare tra gli abiti che le aveva prestato Hermione, per distrarsi.
Solo in quel momento si accorse che c'era sin troppo silenzio. Rabbrividì, sentendo improvvisamente freddo.
Spostati, spostati stupida...
No!Non lui, prendi me al suo posto...farò qualsiasi cosa, ma ti prego non lui...
Le si mozzò il respiro. Di nuovo quelle immagini, di nuovo quella voce.
Tremava.
Cercò di scacciare la lieve patina di lacrime che le si era formata sugli occhi. Perchè era così debole?Lily Evans non si faceva mai cogliere impreparata, mai. Cosa le stava succedendo?
Scelse con mano tremanti un vestito a caso dal mucchio.
Prima sarebbe evasa da quel posto, prima si sarebbe allontanata da quella voce.

-Andiamo?-
James alzò gli occhi verso Lily, appena scesa, e sorrise.
Solo allora si accorse che c'era qualcosa che non andava. La rossa era si era già infilata sciarpa e mantello, come se sentisse un gran freddo, e inoltre era estremamente pallida.
Prima però che potesse aprir bocca, lei si avviò a razzo verso l'uscita del Buco del ritratto.
-Lily, aspettami!-
Ma Lily non lo ascoltò.
Lui afferrò il mantello velocemente, e la inseguì, chiedendosi intanto cosa diavolo  avesse scatenato un così repentino cambio di umore nella rossina.
E la risposta temeva di saperla.
-Lily, fermati, dannazione.-
Ma Lily non si fermava.
Camminava spedita, veloce, in una silenziosa gara contro il tempo.
Non sentiva James che la chiamava insistentemente, quasi non vedeva la strada che percorreva. Davanti agli occhi aveva solo l'immagine di una bacchetta lunga e scura, che terminava in una mano cadaverica e terribile.
Aprì il portone di legno scuro che portava all'esterno di Hogwarts, camminò tra la neve, il tutto quasi senza pensarci. Il freddo che le gelava le ossa non era di certo dovuto alla temperatura sotto zero.
Arrivata al cancello, si fermò.
James la vide portarsi le mani sulle braccia, e sfregare per il freddo. Tremava talmente violentemente che James vedeva chiaramente le sue spalle scosse dal tremore.
Si avvicinò. Quando la sentì mormorare, si sentì raggelare.
-No, lui no, ti prego...Farò tutto ciò che vorrai, ma ti prego, non lui...non lui, ti prego!-
James le posò una mano sulla spalla, e Lily urlò, voltandosi di scatto.
-Lily!Calmati, sono io. Sono James.-
Quando Lily lo riconobbe, spalancò gli occhi, tornando in un attimo alla realtà. Si accorse di essere fuori, accanto al cancello da cui partiva la strada per arrivare a Hogsmeade. James era davanti a lei, preoccupato ed ansimante per la cosa, i capelli più spettinati del solito.
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime, senza un motivo plausibile. Odiava sentirsi debole. Aveva paura di impazzire.
James la attirò a sè, mentre lei ancora tremava.
-James. Il sogno...adesso...-
-Lily. Calmati. Ci sono io, qui.-
-James, tu mi credi pazza?Perchè a me sembra di stare per diventarlo.-
Lui strise i denti, sentendosi molto vicino alle lacrime. In quel momento, avrebbe di gran lunga preferito essere nella loro Hogwarts, avrebbe preferito essere odiato a morte da Lily, piuttosto che vederla così.
-No. Lily, non sei pazza.-
-E invece si. Lo sto diventando, James. Sto impazzendo. Quello che vedo non ha senso. Quello che sento non ha senso. Impazzirò, mi porteranno al San Mungo...Ho paura, James. Ho paura di impazzire...ho paura di morire.-
Lui la scostò da sè un attimo. Le prese il viso tra le mani, in modo da guardarle meglio gli occhi. Lily quasi sussultò, da quanto erano decisi gli occhi del moro.
-Lily. Questo non accadrà mai, finchè io sarò in vita. Hai capito?Mai. Te lo giuro. Quindi, smettila.-
La rossina aprì la bocca, per dire qualcosa, ma poi la richiuse. Gli occhi di James erano così intensi, che per un attimo si sentì persa. Erano due pozzi profondissimi, nei quali lei stava annegando, lentamente, e non sapeva se esserne rincuorata o spaventata.
Questo non accadrà mai, finchè io sarò in vita.
Suonava come una promessa, una di quelle che fai e poi mantieni a costo della tua stessa vita.
Rabbrividì.
Poi James fece un sorriso che tolse per alcuni secondi a Lily la facoltà di respirare normalmente.
-Andiamo?Mi sembra che abbiamo ancora un regalo da comprare.-
Lei annuì, e lui sciolse lentamente la presa dal suo viso. E la rossina si accorse che un pochino le dispiaceva.
Si incamminarono, lentamente e un po' imbarazzati, ognuno perso nei propri pensieri.
Fu Lily, a rompere il silenzio, dopo qualche metro.
-Cosa potremmo prendergli?-
James ci pensò su. Scrollò le spalle.
-Non saprei. Cosa potrebbe piacere a Harry?-
La grifoncina si mordicchiò il labbro.
-Qualcosa da mangiare?-
Lui scosse la testa. Nel frattempo, erano arrivati nel piccolo paesino, coperto totalmente di neve candida.
-Banale. E poi non gli piacciono i dolci, cosa gli mandiamo, un pollo arrosto?-
Lily fece uno sbuffo, che però non riuscì a mascherare la risata che ne seguì.
-Una penna stilografica?-
Il moro aggrottò la fronte..
-Una che?-
Lei lo guardò, divertita.
-L'ignoranza di voi maghi cresciuti solo ed esclusivamente nel mondo magico è veramente abissale.-
James si finse offeso.
-Guarda che io so tantissime cose del mondo Babbano. Solo, ehm, non le ostento.-
Lily rise.
-Si, certo. Avanti, cerchiamo il regalo per Harry che è meglio.-
Ramoso rise.
-Gel per capelli?-
James la guardò, scandalizzato.
-Stai scherzando!I capelli a marchio Potter non si toccano.-
La rossina alzò gli occhi al cielo.
-Il fatto che tu sia innamorato dei tuoi capelli, non significa che a lui piacciano.-
Il Malandrino fece una faccia sconvolta. Poi le lanciò un'occhiataccia, per scherzo.
-Punto primo: mi rifiuto di regalargli una qualsiasi diavoleria che serva per rovinare quei bellissimi capelli. Punto secondo: io non sono innamorato dei miei capelli. Sono le ragazze, ad esserne perdutamente innamorate. E tu non fai testo- aggiunse, dopo aver visto che Lily aveva aperto la bocca, per replicare. La rossina la richiuse subito, evitando di dire che forse ormai non era più propriamente così. -Punto terzo..- e qui fece un ghigno - Mi dispiace deluderti, ma i miei capelli non si arrendono tanto facilmente. Credimi, una volta ho provato a mettermi una cosa come tre quintali di gel, e l'unico effetto che ho ottenuto è stata una zazzera più incasinata del solito. Quindi, se non vuoi che ci odi per il resto della sua esistenza, evitiamo.-
Lily sbuffò.
-E quindi?-
Notò che il malandrino si era fermato davanti ad una vetrina, e la osservava interessato. Gli lanciò uno sguardo interrogativo, raggiungendolo. Lui le sorrise.
-Ti aveva detto che giocava a Quidditch, giusto?-
Finalmente la grifoncina addocchiò la vetrina che James aveva guardato con tanto interesse. Aggrottò la fronte.
-James, non possiamo regalargli una scopa. Ha detto che ha smesso.-
Il moro fece un ghignetto poco rassicurante.
-Lily, ci sono due motivi per il quale uno smette di giocare a Quidditch. O perchè non vuole più giocare, o perchè viene costretto da forze maggiori.-
Allo sguardo confuso della grifoncina, sospirò.
-Quando uno è stato costretto a smettere di giocare, non vuole praticamente neanche sentirlo nominare, il Quidditch, perchè altrimenti la voglia di giocare tornerebbe tutta. Ginny gioca a Quidditch, ma tu hai mai visto Harry andare agli allenamenti per guardarla?Ogni volta che si parla di Quidditch cambia argomento dopo pochissimo. Se invece una persona ha smesso volontariamente di giocare, comunque non perde l'interesse per questo sport. Prendi ad esempio Ron. -
Lily si fece pensierosa.
-Si, ma perchè dovrebbe riniziare proprio ora?-
Lui scrollò le spalle.
-Ginny non fa che ripetermi che non capisce perchè Harry non riprenda a giocare, visto che era un ottimo cercatore.  Magari, regalargli una scopa potrebbe essere un buon incentivo.-
Lily si girò a guardare meglio la scopa esposta in vetrina, cercando di non incontrare lo sguardo di James.
-Mi sembra che tu abbia conversato molto con la piccola Weasley.- fece, ironica, nascondendo la strana senzazione che sentiva alla bocca dello stomaco.
James sollevò le spalle.
-Non è facile trovare una ragazza che parli così spontaneamente di Quidditch, e che inoltre sia brava a giocare.-
Lily nascose una smorfia spontanea che le stava spuntando sul viso facendo un piccolo sbuffo e alzando gli occhi al cielo.
-Guarda che non è vero, ce ne sono di ragazze esperte di Quidditch. E poi- aggiunse, in un tono tenuto volontariamente talmente basso che James quasi non la sentì -se io non so niente di Qiudditch è perchè nessuno si è mai dato la briga di insegnarmelo.-
Il moro inizialmente la guardò, incredulo, sicuro di aver capito male. Poi, quando vide l'espressione sostenuta della rossina, scoppiò a ridere.
Lei lo guardò, lievemente infastidita. Strinse gli occhi a fessura.
-Potter, si può sapere cosa c'è da ridere?-
Lui le prese il viso tra le mani, e le posò un piccolo bacio sulla fronte, facendola arrossire un po'. Poi sorrise.
-Lo sai che la mia rossa preferita sarai sempre tu.-
Lily sbuffò, fingendosi esasperata, ma in realtà si sentiva stranamente sollevata.
-Allora, gli compriamo la scopa?- chiese, per cambiare argomento e togliersi così dal leggero imbarazzo provato.
James annuì. In quel momento si sentiva estremamente contento. Se Lily era gelosa, non poteva che essere un ottimo segnale. Per poco non si metteva a saltellare in mezzo alla strada.
Lei lo guardò, tutto sorridente e felice come una pasqua, e non potè impedirsi di ridere.

Dopo aver pagato la scopa, e dopo aver dato disposizioni su dove e quando recapitarla, i due uscirono dal negozio, soddisfatti dell'acquisto.
-Carino il commesso, vero Potter?- disse Lily, con un ghigno, chiudendosi la porta del negozio alle spalle. Nevicava.
James fece una smorfia.
-Ma era gay!-
Lily allargò il ghigno.
-Appunto. Avrei voluto fotografare la tua faccia, quando ti ha dato la scopa e ti ha detto "Questa scopa sarebbe perfetta per sculacciarti, mio bel maschione".-
James rabbrividì, ancora orripilato. Poi sogghignò.
-Però ti ho vista piuttosto infastidita, quando ha aggiunto "avanti, molla la rossa e vieni con me, ti darò cose che una donna non potrà mai darti".-
Lily fece una lieve smorfia.
-Mi ha semplicemente dato fastidio che si parlasse di me come se non fossi nella stanza, Potter. E togliti immediatamente quel sorriso dalla faccia.-
Potter a quelle parole rise. La rossina fece per dire qualcos'altro, quando lo sguardo le cadde poco più in là.
-James, guarda quanta neve!- fece, sorridendo.
Lily si incamminò, incantata, verso un cumulo di neve alto diversi centimetri, a pochi metri dal negozio. Intanto la neve continuava a scendere dal cielo, copiosa, facendo sembrare il paesino uno di quei villaggi incantati descritti tanto minuziosamente nelle favole Babbane.
Si fermò davanti a quella sorta di collinetta formata da diversi centimetri di neve.  Sorrise. Lei amava la neve. Sin da quando era bambina, non vedeva l'ora che arrivasse l'inverno, e attendeva con trepidazione che le nuvole, gonfie di pioggia autunnale, trasformassero la fastidiosa pioggerellina in neve candida. Quel mucchietto di neve le faceva venire in mente tanti ricordi, tanti pomeriggi passati con sua sorella a costruire pupazzi di neve forniti di scope e cappelli. Una volta addirittura avevano progettato di costruire un'intera comunità di pupazzi, scegliendone anche i nomi più appropiati. A metà del secondo pupazzo di neve, però, la mamma le aveva richiamate per la cena, e quando il giorno dopo erano tornate in giardino, la maggior parte della neve si era sciolta.
Sentì un moto di nostalgia per quelle due bambine che giocavano con la neve, ignare che accanto a loro c'era un mondo che loro nemmeno si immaginavano, quello che poi sarebbe diventato il mondo di Lily, allontanandola così dalla sorella quando ancora credeva che il bene che si volevano sarebbe durato per sempre.
Ramoso la raggiunse, un po' spiazzato dalla svolta che aveva preso la conversazione.
-Sai...- disse Lily, con una punta di malinconia. -..da piccola ho sempre desiderato fare l'angelo sulla neve, solo che non ne ho mai avuto il coraggio. Petunia invece lo faceva spesso: allargava braccia e gambe, e ridendo si lasciava cadere nella neve. Poi mi supplicava sempre di raggiungerla, ma io non la raggiungevo mai. Avevo troppa paura che la neve mi si infilasse nelle ossa.-
James la guardò.
Vedeva chiaramente la malinconia negli occhi di Lily, il pentimento per non aver fatto abbastanza per recuperare quel rapporto sbriciolatosi per un motivo così futile. Si sentiva così impotente di fronte allo scorrere fuggevole del tempo, e si chiedeva che prezzo avevano dovuto pagare loro, generazione degli anni '70, per quella pace conquistata tanto duramente in quegli ultimi anni del ventesimo secolo.
-Sai cosa vedo, nell'incubo?-
Potter fissò il suo sguardo su di lei, ma Lily non lo stava guardando. Teneva gli occhi fissi sul cumulo di neve bianca, come se lì avesse potuto trovare tutte le risposte che cercava.
-Non...non sei costretta a dirmelo, se non vuoi.-
Non voleva che le tornassero in mente brutti ricordi. Ma lei scosse la testa, assorta.
-C'è una donna...e un uomo incappucciato di fronte a lei che impugna la bacchetta...lui le dice di spostarsi, lui non vuole lei, lui vuole la cosa che c'è dietro di lei...ma lei...lei lo implora...vuole salvare qualunque cosa che ci sia dietro di lei, perchè sa che se perdesse quello, la sua vita sarebbe finita...la stanza è buia, fa caldo...- si bloccò, sentendo la voce incrinarsi.
James allungò una mano, accarezzandole il volto.
-Non devi continuare, se non te la senti.-
Ma lei scosse la testa, di nuovo. Aveva bisogno che anche James sapesse, aveva bisogno che lui le stesse vicino.
-Lei...lei lo supplica...farebbe qualsiasi cosa pur di salvare...salvare la cosa che c'è dietro di lei...sarebbe disposta a tutto per avere la certezza che lui si salvi...ma...ma l'uomo incappucciato non la ascolta...solleva la bacchetta...sta per scagliare l'Anatema che Uccide...e...- si prese per un secondo il volto tra le mani, ma poi lo risollevò.
-E poi l'unica cosa che si sente è un pianto disperato di un bambino.-
Ramoso spalancò gli occhi. Le accarezzò una guancia.
-Perchè non me lo volevi dire?-
-Perchè...avevo paura di renderlo ancora più reale di quello che sembra. E poi perchè...-si morse il labbro, tentando di non farsi cogliere dallo sconforto.-perchè ho dannatamente paura di scoprire chi è quella donna, James. Ho paura di essere io, quella donna che viene uccisa.-
James si sentì mancare. Non poteva essere, non doveva essere così. Lily non poteva morire, non senza che lui facesse qualcosa.  Per un secondo, si sentì quasi preso dal panico. Istintivamente le prese una mano, per accertarsi che lei fosse ancora lì.
Lily si girò parzialmente verso di lui, e lo guardò, verde che annega nella nocciola per un attimo.
Poi, inaspettatamente, gli rivolse un grande sorriso. Quella stretta le era servita a farle capire che finchè ci sarebbe stato lui, tutto sarebbe andato bene.
James allora prese una decisione, per far tornare l'aria allegra che avevano avuto fino a poco tempo prima.
-Vieni?- le disse, facendo un passo indietro e trascinandola leggermente con la mano.
Lei aggrottò la fronte, confusa.
-Cosa...- 
-Evans, fidati di me.-
Poi le prese anche l'altra mano, e iniziò a camminare all'indietro, molto piano, facendo attenzione a dove metteva i piedi, ma comunque stando attento a tenere ben strette le mani di Lily.
A un certo punto, Lily sentì chiaramente i suoi piedi affondare nella neve morbida. Erano entrati nel mucchio che aveva osservato con tanta attenzione fino ad un attimo prima.
Lo guardò, interrogativa, senza muovere un passo.
-James, ma cosa...-
Lui le sorrise.
-Non hai detto che hai sempre desiderato fare l'angelo?-
Lily spalancò gli occhi, capendo dove il moro volesse arrivare. La neve le stava leggermente entrando nelle scarpe, bagnandoglieli.
-James!Non posso buttarmi in mezzo alla neve qui, nel bel mezzo di Hogsmeade!-
James sorrise ancora di più.
-E perchè no?-
Quel ragazzo riusciva perennemente a stupirla.
-Perchè...perchè di no, insomma.-
-Lo sai che non ti si geleranno le ossa, vero?-
Lei lo guardò, contrariata.
-Ci vedranno tutti.-
-Importa qualcosa?-
-Bè...-
-Conta che chiunque ti veda qui adesso, non ti vedrà più per i prossimi vent'anni almeno.-
-James, ma non...-
Al malandrino si accese una luce divertita negli occhi.
-Sai Evans, tu ti fai fregare troppo spesso dal tuo cervello. Dovresti agire di più.-
Lily Evans non andava mai provocata, mai. E questo James lo sapeva bene. Però non riuscì comunque a prevedere la reazione della rossina, visto che la scintilla che le era passata negli occhi era durata troppo poco, perchè lui se ne accorgesse.
Perciò, spalancò gli occhi quando si sentì mancare la terra sotto i piedi.
La rossina si era buttata di peso all'indietro, complice delle mani strette ancora a quelle di James, trascinandolo così con sè nella caduta.
Quando James atterrò, mettendo prontamente le mani ai lati della rossa per non schiacciarla sotto il suo peso, rimase ancora per un secondo interdetto, non capacitandosi di come era arrivato così in fretta con le mani affondate nella neve..
Poi la vide sotto di sè, che rideva come una matta.
La guardò, ancora stupito per quello che aveva fatto. E intanto lei non smetteva di ridere, le mani a coppa davanti alla bocca, rideva come una bambina, i capelli sparsi sulla neve, gli occhi smeraldini leggermente socchiusi per lo sforzo della risata. La sentiva tremare sotto di lui, scossa dalle risate.
E Potter si alzò con il busto,mettendosi seduto sulla neve, prima di fare una cavolata che Lily sicuramente non avrebbe apprezzato.
O almeno, così pensava lui.
-Tu sei matta.- mormorò, passandosi una mano tra i capelli. Grosso errore, visto che le mani erano inevitabilmente fradice. Intanto la grifoncina continuava a ridere. Lui la guardò, divertito e lievemente scocciato.
-Hai finito?-
Lily scosse la testa, continuando a ridere. James sbuffò, fintamente esasperato.
-Io mi chiedo davvero come faccia certa gente a credere che tu sia una santa. No, davvero. Hai uno spirito molto più malefico del sottoscritto.-
La rossa dopo un po' spense le risate, senza abbandonare il sorriso. Poi lanciò uno sguardo divertito a James.
-Avanti Potter, non eri tu che dicevi che dovevo agire di più e pensare di meno?- il suo sguardo era carico di sottointesi, che forse però lui si stava solo immaginando.
O questa ragazza è assolutamente priva di malizia, o mi sta provocando in una maniera assurda.
Lily si aprì in un sorriso, che era tutto fuorchè innocente.
Okay, mi sta decisamente provocando.
Lo sguardo della Evans si fece improvvisamente intenerito.
-Hai i capelli tutti bagnati.-
Lui la guardò negli occhi, poi sollevò le sopracciglia, e spostò il suo sguardo con fare molto eloquente sui capelli della grifoncina, sparsi a ventaglio, lingue di fuoco che sporcavano il manto bianco del terreno.
Lei sorrise di nuovo, quasi non sentendo la neve fredda che le impregnava la sciarpa.
E James pensò che non avrebbe resistito un secondo di più.












Beeene, eccomi qui, dopo sole due settimane, dai, non è male...ehm...cosa ci fate con quelle asce in mano?fermi...state buoni...aiutoooo =__= ok la smetto di fare la cretina =P mmmm...so che sono molto sadica ad avere interrotto così il capitolo ma...sono cose che capitano ^^ ehm...^^ insomma, già stava venendo un capitolo enorme...e in più mi piace lasciarvi nel dubbio...james bacierà Lily o no?bwahauahahauaha...^^ sono sadica, si?^^ vabbe ^^ ora vi lascio, purtroppo non riesco nemmeno a ringraziarvi una per una perchè devo andare a studiare storia -.- quella maledetta -.-
un grazie particolare a :
jaily (grazie per non avermi ucciso), oOOPRONGSIEoOo(guarda che voglio la recensione enorme =P muahah scherzo)  Iva27(non strangolarmi ^^) Miss Rainbow(sudditina mia, non affili i coltelli ^^)  alemalfoy(grazie, davvero io ti adoro, mi fai sentire realizzata ^^) weasley star(tranquilla, a me basta che leggi e continui a piacerti la fic ^^) PrincessMarauder(mmm...non ti posso dire ne se hai fatto giusto, ne se hai completamente sbagliato.tanto fra pochissimo la tua curiosità sarà soddisfatta ^^) Yridyan(ahaha...bacio o non bacio?questo è il dilemma ^^) zukky(no no, i cosi alla fine sono tragici, basta O.O bwahauahaha...ci sentiamo collega XD) e __granger (figurati, mi piacciono un sacco le tue recensioni ^^ un bacio)

bene!Finito, storia mi aspetta ^^ (-.- che schifo -.-) eeeehm...ciaooo un bacio, spero a presto!!e grazie a tutti!!!





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Capitolo 8
*** La capacità di arrivare nei momenti sbagliati ***


cap 8 James allungò una mano verso quei fili rossi sparsi sulla neve, sicuro che mancasse poco perchè il suo autocontrollo si volatilizzasse.
Le spostò una ciocca ramata che le era rimasta attaccata al viso.
-Evans.-  fece, con voce bassa.
Solo allora Lily spostò lo sguardo sui suoi occhi.
-Si?- Chiese, esitante.
-Alzati.-
Lei aggrottò la fronte, continuando a non capire. Si puntellò sui gomiti, per sollevarsi, fino ad arrivare a sedersi di fronte al moro.  Si mise una mano tra i capelli vermigli, scuotendoli un po', per liberarsi dalla neve, poi puntò il suo sguardo su di lui. Solo allora notò che gli occhi di James si erano fatti come più scuri. Ci vide una tensione mai vista prima.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa, Ramoso le posò una mano sulla fronte. Poi la fece scorrere fino alla guancia con una delicatezza estrema, quasi avesse avuto paura di fare qualsiasi cosa che non andava fatta.
E la sua mano rimase lì, per un tempo interminabile.
I secondi si susseguivano, e Lily  non sapeva minimamente come definire le senzazioni che le provocava la mano calda di James sul viso.
-Lily.-
Lei per tutta risposta lo guardò, chiedendosi come mai James avesse l'incredibile capacità di farle andare via la voce in pochi istanti.
-Ora dovresti dirmi cosa vuoi, lo sai?- James aveva usato un tono basso, quasi dolce.
La rossa lo guardò, di nuovo, tentando di dare una risposta senza sapere bene cosa dire.
E capì che era giunto il momento di fare i conti con se stessa. Per lei, e per James, perchè così non sarebbe potuta andare avanti a lungo.
James non l'avrebbe aspettata in eterno, e lei sarebbe sicuramente stata indecisa in eterno.
Lily Evans odiava essere messa alle strette, ma quella volta comprese che era necessario, per il bene di tutti.
Aveva bisogno di farsi chiarezza.
Le piaceva James? Si. Ormai stava quasi diventando facile, ammetterlo.
Ma voleva che la baciasse?Non lo sapeva. Quello non era il suo tempo, quella vita non le apparteneva. Non sapeva cosa fare.
Chiuse gli occhi, per un secondo. Non voleva incontrare lo sguardo di James, sapeva che a quel punto tutte le sue resistenze sarebbero cadute. 
Cosa ti dice il cuore? Di baciarlo. Adesso, subito, di gettargli le braccia al collo, di baciarlo fino a che non sentirete bisogno d'ossigeno, e poi...
Okay, Lily, basta così, il concetto è chiaro.
E la testa?Cosa ti dice, la testa?Di alzarti. Fuggire via da quelle mani calde, rassicuranti, chiuderti in una stanza fino a che non ti sarai chiarita le idee. Che, per inciso, non saranno mai chiare.

In quel momento le amiche le mancavano terribilmente. Loro le avrebbero saputo consigliare sicuramente cosa fare, avrebbero saputo perfettamente come conciliare cuore e cervello.
Su una cosa, però, cuore e ragione erano d'accordo. La sincerità veniva prima di tutto, e James non meritava di essere illuso.
-Non so nemmeno io, cosa voglio, James.-
Lui staccò la mano dal suo viso, e lei improvvisamente si accorse che le mancava qualcosa.
Il moro annuì, piano.
Poi si alzò, con un sospiro. Se fosse rimasto seduto sicuramente non avrebbe resistito, con lei lì davanti.
E solo allora Lily si accorse di avere detto un'enorme bugia.
Si alzò anche lei, di fretta.
-James.- chiamò, in modo da farlo girare verso la sua parte. In quel momento però l'attraverò un brivido di freddo. Non se ne stupì, con tutta la neve che le era entrata nei vestiti, rischiava di prendersi una bella febbre.
James però se ne accorse, e, dopo averle rivolto un sorriso un po' mesto, tirò fuori la bacchetta.
Lily sentì quasi subito un venticello caldo passarle tra i capelli ed i vestiti, asciugandoglieli in un batter d'occhio.
Sorrise.
-Grazie.-
Lui sollevò le spalle.
-Di niente.-
Calò un silenzio quasi imbarazzato. Poi lei fece un passo verso di lui. Allungò una mano, fino a prendergli la sua, e la strinse.
-Ho mentito.-
-Cosa?-
-Non è vero che non so cosa voglio.-
James la guardò, intensamente.
-E quindi cosa vuoi?-
Lily distolse lo sguardo, lentamente, imbarazzata. E James si chiese se per caso tutto quello non fosse un dannatissimo sogno. Aveva passato anni, ad aspettare un momento simile. Anni, sapendo perfettamente che le sue speranze con tutta probabilità non si sarebbero mai avverate. Forse aveva solamente frainteso. Forse lei adesso si sarebbe girata, e gli avrebbe semplicemente detto che l'unica cosa che voleva era andarsene da quel posto. O magari gli avrebbe detto che si era accorta che Severus Piton le mancava tantissimo, e che quindi l'unica cosa che voleva era tornare da lui, perchè si era accorta di esserne innamorata. Fece un sacco di ipotesi, una forse più assurda dell'altra, ma quello che lei gli disse non se lo sarebbe mai aspettato.
-Voglio quello che vuoi anche tu.-
Gli occhi verdi della grifoncina si erano di nuovo spostati su James, con una certa fierezza. Cercò di non ridere di fronte all'espressione incredula di Potter.  Poi lo vide farsi diffidente, quasi sospettoso.
-Evans, è uno scherzo?-
Lei scosse la testa, cercando di sostenere lo sguardo penetrante del Malandrino. Vi si leggeva un'espressione insolita, un misto tra timore e stupore. Poi fece un sorrisino strano, più simile a James Potter di quanto lo fosse stato fin'ora.
-E come fai a sapere quello che voglio io?-
Per un attimo, Lily maledisse James e sè stessa. Sè stessa, perchè se adesso James era così diffidente, era sicuramente colpa sua e della sua mania di respingerlo in ogni modo. E James, perchè non l'aveva baciata prima, quando ancora erano sulla neve, evitando di dare il via a tutti quei quesiti che la gettavano nella confusione.
Una vocina impertinente della sua coscienza, però, le assicurava che se James avesse fatto un gesto simile senza sapere se lei sarebbe stata d'accordo, lei non avrebbe certamente reagito bene, anzi.
Mollò la mano di James, e fece un passo indietro.
-Hai ragione.- mormorò. -Io non so niente.-
Le era tornata l'indecisione, maledizione.
James le si avvicinò. Le prese il viso tra le mani, sollevandoglielo appena. Lily per un secondo si stupì di avere quegli occhi così vicini.  Sembravano ancora più profondi. E di nuovo, ebbe l'impressione di annegare.
-Sei sicura di non volermi baciare tanto per il gusto di lanciarmi uno Schiantesimo, vero?-
Lily si lasciò scappare un sorrisetto. Sosse la testa. Il cuore le martellava nel petto con una velocità spaventosa.
-Però c'è qualcosa che non va.-
Lo guardò, stupita. Gli occhi del Malandrino erano placidi, rassicuranti.
Abbassò gli occhi, che si erano fatti cupi. James sapeva sempre quello che pensava, ma stranamente non si sentì a disagio come altre volte. Sospirò.
-Ho paura.-
-Di cosa?-
Non ebbe il coraggio di guardarlo.
-Questo presente non ci appartiene, James. Noi...non dovremmo essere qui. Chi ci dice che quello che faremo oggi non scombinerà il passato da cui veniamo?-
Solo allora alzò gli occhi verso di lui. Quello che lesse negli occhi di James la spiazzò per qualche secondo. Era un qualcosa di grande, di assoluto, di totalizzante. Era amore, e Lily si chiese per un attimo come potesse pretendere di ricambiare tutto quel sentimento.
-Forse, Lily, è meglio avere rimorsi che rimpianti, non credi?-
Lei aprì la bocca, ma si bloccò. Il viso di James era veramente a pochissimi millimetri da lei.
Per un attimo, si dimenticò come si facesse a parlare.
Il moro esitò, un attimo. E intanto Lily si sentiva il suo fiato sul viso, e il suo corpo era percosso da interminabili brividi, come tante piccole scariche elettriche che le correvano lungo la schiena.
Una piccola parte di lei che si ricordava ancora come si doveva stare al mondo, le diceva che le mani erano inutili, inermi lungo al corpo, e che avrebbe di sicuro dovuto metterle da qualche parte, come per esempio qualsiasi parte del corpo di James.
Solo che era decisamente paralizzata. Il cervello non riusciva a mandare comandi al resto del corpo. I poveri Ben e Matt, che erano stati fidanzati di Lily prima di James, erano stati miseramente cancellati dalla mente della rossina, come se i due poveretti non fossero mai esistiti, e lei si ritrovava ad essere inadatta e inesperta, come una ragazza che stesse per dare il suo primo bacio. Si chiese per un attimo dove fosse finita tutta la sua proverbiale sicurezza, che la spingeva a insultare tranquillamente il ragazzo più popolare della scuola.
Tal ragazzo più popolare della scuola, per inciso, si stava avvicinando sempre di più a quelle labbra tanto sognate. E anche il suo cuore galoppava, perchè quella che stava per baciare non era una ragazza qualsiasi. No. Lei era Lily Evans, la ragazza che aveva osservato, seguito, perseguitato, se vogliamo. La ragazza che puntualmente si affacciava  in ogni suo pensiero, da non si ricordava neanche più quanto tempo.
Ormai le loro labbra si sfioravano.
Lily chiuse gli occhi.
E la magia si ruppe.
-Mi dici perchè non andavano bene le pantofole nere?!-
La voce squillante di Ronald Weasley li raggiunse, facendo intuire la presenza del rosso a pochi metri da loro.
-Ron!Non puoi regalare a tua sorella un paio di pantofole, nere, con su scritto "Buonanotte, pupa!"-
Lily strabuzzò gli occhi, mentre James si staccava, in fretta.
-Ma perchè?!-
-Come al solito, Ronald, hai la sensibilità di una cucchiaino di caffè!Non puoi regalare una cosa simile ad una ragazza!è indecoroso!-
-James, Lily!Anche voi qui?-
Lily vide James chiudere gli occhi, e contare fino a dieci. Poi lo vide voltarsi, lentamente, calmissimo. Talmente calmo che Lily per un secondo ebbe paura che esplodesse.
James fece un sorriso tiratissimo,talmente falso che persino un cieco se ne sarebbe accorto.
-Hermione!Ron!Ma che piacere vedervi...-
Hermione lo guardò un secondo, e poi spalancò gli occhi. Saettò lo sguardo su Lily, rossissima, e aprì la bocca, stupita. Poi arrossì, imbarazzata.
-Noi...-
Anche Ron si accorse dell'aria che si era fatta improvvisamente pesante.
Guardò prima James, che aveva una luce omicida negli occhi, e poi Lily, che guardava da tutte le parti, meno che dalla loro.
-Abbiamo...abbiamo interrotto qualcosa?-
A quel punto, Hermione si portò una mano sulla fronte, desiderando con tutta se stessa che si aprisse un baratro sotto i suoi piedi. E Lily si affrettò a rispondere con un -No, certo che no.- mentre James prorompeva in una serie di borbottii, tra cui Lily distinse chiaramente le parole "idiota", "altro che cucchiaino di caffè" e "farò in modo che soffra".
-Ora...bè...noi eravamo qui a cercare i regali di Natale...volete...volete unirvi a noi?-
James chiuse gli occhi, indeciso se piangere o bestemmiare. Ormai la sua possibilità di baciare Lily era andata, tanto valeva accettare la proposta di Ron. Nel frattempo, avrebbe escogitato qualcosa per fargliela pagare.
Gettò una breve occhiata a Lily, che fece un piccolo cenno. In quel momento era decisamente troppo imbarazzata per rimanere di nuovo da sola con James.
Ramoso allora si aprì in un sorriso, rivolto a Ron e Hermione, che li guardavano piuttosto imbarazzati, e annuì, convinto che se avesse provato a parlare gli sarebbe uscito solo un ringhio cupo.
Lily si accorse, mentre Ron e Hermione si giravano per fare strada, che al Malandrino si era congelato il sorriso in un attimo. Ormai Lily iniziava a capire quando James si metteva addosso quella maledetta maschera che utilizzava con tutti, quella che lo faceva sembrare uno spaccone.
Quell'immagine, di lui così afflitto, le strinse il cuore.
Intanto James pensava. Probabilmente, quella era stata la sua unica possibilità. Ora Lily avrebbe ripensato ai motivi che l'avevano spinta ad odiarlo tanto in passato, e avrebbe capito che stava per fare una grandissima cavolata, a baciarlo. Avrebbe ringraziato Merlino per l'arrivo di Ron, e tanti saluti.
Sorrise lievemente. Era incredibile come Lily Evans fosse l'unico argomento in cui la sua autostima non arrivava alle stelle.
Inaspettatamente, sentì delle esili braccia abbracciarlo, da dietro, e per un attimo sentì il petto di Lily contro la sua schiena.
-Prima o poi.- disse la grifoncina, in un soffio.
James spalancò gli occhi. Gli stava forse dicendo esattamente quello che voleva sentirsi dire?
Gli stava ribadendo di non perdere le speranze?Prima o poi, sarebbe arrivato ciò a cui agognava da anni?
Prima o poi.
Ricordava che anche Remus, gliel'aveva detto, sollevando le spalle.
Prima o poi capirà, Ramoso.
Sorrise, mettendoci una parte di amarezza e una parte di speranza.
-Me lo prometti, Evans?-
In quel momento sembrava un bambino a cui hanno negato troppe volte ciò che bramava di più.
Con la coda dell'occhio spostò lo sguardo sulla testolina rossa di Lily, appena in  tempo per vederla andare su e giù, in segno di assenso.
Poi la grifoncina sciolse l'abbraccio, e, senza quasi che lui se ne accorgesse, gli posò le labbra morbide sulla guancia, in un lieve bacio che sapeva di promessa.
Poi si avviò, come se nulla fosse, verso Ron e Hermione, senza voltarsi indietro.
James rimase lì, per un attimo inebetito, per poi accorgersi che se non si sbrigava non li recuperava più.

-Harry!Svegliati!-
Il Prescelto mugugnò qualcosa di incomprensibile. Non voleva svegliarsi dal dolce trepore del dormiveglia, e il fatto che la voce che l'aveva chiamato fosse decisamente femminile non lo sfiorò neppure.
Hermione sbuffò, con le mani sui fianchi, voltandosi verso Ginny.
-Niente.-
Avevano provato cinque secondi prima a svegliare anche Ron, ma era stato come cercare di spaccare un muro a testate.
Ginny ghignò. A mali estremi, estremi rimedi. Parlò con un tono basso, estremamente seducente.
-Oh, Malfoy, quanto sei sexy...Ovvio che sei molto più sexy di Harry, che domande...-
A quel punto, Harry Potter, rinomato salvatore del mondo magico, balzò su dal letto, urlando.
-Aaaah!!!Cosa?!-
Con gli occhi spalancati, vide, per quanto la sua miopia glielo consentisse, Ginny, ovvero la sua ragazza, ovvero colei che gli aveva fatto prendere un colpo, che si arrotolava una ciocca rossa tra le dita, con assoluta noncuranza e con un piccolo ghigno disegnato sulle labbra.
Harry strinse gli occhi a fessura, cercando ufficialmente di fulminarla con lo sguardo, e ufficiosamente di vederci meglio.
-Cos'è che sarebbe, Malfoy?!-
Ginny propruppe in una risata cristallina, e poi si avvicinò, per dargli un piccolo bacio a stampo.
-Era l'unico modo per svegliarti.-
Lui la fulminò.
-L'unico modo per svegliarmi è dichiararmi il tuo amore folle per Malfoy?!-
Ginny sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Poi gli prese gli occhiali, e glieli inforcò, come se niente fosse.
Harry si guardò attorno, ancora assonnato. Quando vide pure Hermione, ancora imbarazzata per l'uscita che aveva fatto Ginny, aggrottò la fronte.
-Che ci fate voi due qui?-
-Harry!Ma come, non sai che giorno è oggi?-
-Che giorno è oggi?-
La voce roca e assonnata che aveva parlato non era di Harry, bensì di Ron, svegliato da tutto quel frastuono che stavano facendo i suoi amici.
Hermione alzò gli occhi al cielo, per non mostrare il rossore che le aveva colorato le guancie quando aveva sentito la voce di Ron così dannatamente bassa e sensuale. Poi sorrise.
-Oggi è Natale!-
Solo allora Harry spostò lo sguardo, incredulo, sul mucchietto di pacchi accanto al suo letto. Era già Natale, e lui nemmeno si era accorto dello scorrere del tempo.
-Natale?- borbottò, ancora leggermente frastornato.
Ginny annuì, sorridenso, e poi si mise seduta accanto ad Harry, accocolandosi per bene sul suo letto.
-Avanti, ragazzi, svegliatevi e aprite i regali.-
Il moro sorrise, accarezzandole i capelli.
-E voi?-
Hermione, che intanto si era seduta accanto a Ron, scrollò le spalle.
-Li abbiamo già aperti da un pezzo. Harry, Ron, Buon natale. E, a proposito..- sorrise, guardando negli occhi Ron. -Grazie per il regalo, sei stato dolcissimo.- e, detto questo, gli scoccò un bacio sulla guancia, facendolo diventare più rosso dei capelli di Ginny.
-P...prego...-
-Ehi, guardate qua!-
Harry, interrompendo i suoi amici, aveva tirato fuori dal mucchio un pacco lungo e stretto, con gli occhi sgranati. Nella stanza calò il silenzio, mentre tutti guardavano prima Harry, poi il pacco, straniti.
-Sembrerebbe...-
-Ma non può essere...-
-Ma...-
Harry sentiva il cuore battergli veloce, senza sosta. L'aveva colto una piacevole senzazione di dejà-vu. Si ricordava perfettamente il natale del suo terzo anno, quando aveva ricevuto un pacco quasi identico a quello che  ora stringeva tra le mani, quando ancora credeva che Sirius Black lo volesse morto, quando ancora pensava che il suo padrino fosse un assassino, traditore dei suoi migliori amici.
Chi gli aveva mandato quel pacco?Impedì al suo cuore di farsi false speranze, ormai di Sirius Black non rimaneva che un bellissimo ricordo, sepolto sotto un velo che non sarebbe stato sollevato mai.
Sospirò pesantemente, guardando i suoi amici.
-Lo apro?-
Hermione e Ron annuirono, in silenzio
-Aspetta, è caduto un biglietto.- Ginny si era chinata, raccogliendo da terra un biglietto che non era attaccato da nessuna parte. Evidentemente, era caduto dal regalo che aveva in mano Harry.
Il moro lo prese, stupendosi del fatto che gli tremassero le mani. Si diede dell'idiota. Eppure, sapeva che, una volta conosciuto il mittente, con tutta probabilità ne sarebbe rimasto deluso. Chi poteva fargli un regalo del genere?Forse Hagrid. O Bill e Fleur.
Si accinse ad aprire il biglietto, quasi agitato. Forse gli conveniva aprire il regalo e basta, lasciando così anonimo il mittente. Avrebbe evitato delusioni inutili. Però, a dispetto di tutto, era estremamente curioso.
Aprì il biglietto.
Ciao Harry.
In questo momento Lily sta tentando in tutti i modi di strapparmi il biglietto dalle mani, quindi sarò breve e conciso..
Harry spalancò gli occhi, e guardò Ginny. Anche lei sembrava stupita, ma sorrideva. Continuò a leggere.
So che non giochi più a Quidditch(e per una cosa simile potrei anche decidere di ucciderti, ma di questo parliamo dopo) però ho pensato che mi piacerebbe vederti giocare. E non puoi dire di no, per questa dannatissima scopa ho dovuto sopportare le avances di un cassiere che mi ha fatto capire che con me farebbe cose decisamente vietate ai minori di quarant'anni- con conseguenti battutine di Lily( ma tanto si sa che è gelosa marcia)
Potter!!!Piantala di scrivere scemate!!!!!Harry non credere ad una sola parola di quelle che scrive!!!!
...Comunque, dicevo. Potresti dire al tuo amico Ron che...
Potter.  Non. Divagare. Allora Harry, continuo io perchè il qui presente James Potter non è in grado di produrre una frase di senso compiuto  senza farmi fare figure imbarazzanti. Innanzitutto, Buon Natale, Harry!!
Evans, se continui
di questo passo facciamo notte.
Potter, stai zitto, se non vuoi  che ti affoghi nel water.
Quanto sei dolce, Evans.
Vedrai che sarò ancora più dolce, dopo  averti tagliato la testa e averla usata come strofinaccio per pulire i pavimenti.
Davvero, ti facevo meno sadica. Santo chi ti sposa!Ma...aspetta un attimo..tecnicamente sono IO che ti sposo. Merlino, aiuto.
Finchè tu sogni, Potter, io scrivo, eh. Scusa Harry. Comunque, buon Natale. Spero che il regalo ti piaccia. L'ha scelto Potter, quindi per quanto mi riguarda non mi interessa se glielo lanci in testa.
Si vede che mi ama,eh, Harry?Comunque Evans datti una mossa, qui più che un biglietto natalizio sta venendo fuori l'Enciclopedia Britannica.
La  colpa è  solo tua, Potter!
Certo, come sempre, Evans.
Noto un certo tono sarcastico, Potter.
Ma no, Evans, non mi permetterei mai.
Mh...vabbè. Ora in effetti è meglio se andiamo, Harry, o come dice Potter finiamo per scrivere l'Enciclopedia Britannica.
Un bacio, e ancora buon Natale.
                                                                              Lily e  
James.
Ps: Harry, guarda che non mi sfuggi. Ho prenotato il campo da Quidditch per il pomeriggio di Natale, ti prego, non abbandonarmi. Fallo per questo povero disgraziato che si è dovuto sorbire un negoziante con le unghie smaltate che lo guardava come se gli stesse per saltare addosso- guarda che non scherzo, faceva paura.Buon Natale, e guarda che ti aspetto, insieme a Ginny, Ron e Hermione. 
Harry finì di leggere il biglietto, con un groppo in gola.
Si sentiva felice, felice e ancora felice. Ora, tutte le volte che gli sarebbero mancati i suoi genitori, avrebbe avuto quel pezzo di carta da stringere, avrebbe avuto quelle due firme vergate d'inchiostro nero da accarezzare, tanto per accertarsi che loro esistevano davvero.
Non poteva credere che gli avessero davvero fatto un regalo. Se poi aveva capito giusto, avevano speso pure parecchio, per quel regalo.  Paradossalmente, senza nemmeno farlo apposta, James e Lily gli avevano regalato ciò che anche il padrino, al suo tempo, gli aveva regalato.
Lo interpretò come un segno, come una testimonianza. Le persone che aveva amato più al mondo gli avevano fatto lo stesso regalo.  Forse una speranza c'era ancora, da qualche parte.
Piano, con tutta la delicatezza possibile, posò il biglietto sul letto, e iniziò a scartare il regalo contenuto nel pacco.
Quando iniziò a intravedersi la scopa, sentì Ginny trattenere il fiato.
E quando finalmente ebbe tolto dalla carta l'intera scopa da corsa, la sua rossa fece un gemito.
-Oh, Harry, è bellissima!Ma chi te l'ha regalata?- Era Ron a parlare.
Anche lui, infatti, si era alzato per contemplare l'oggetto. Era veramente una bella scopa, ultimo modello, con la coda allungata e perfetta. Harry accarezzò il legno scuro del manico, provando a immaginarsi volare assieme a suo padre, e per un attimo ebbe un moto di malinconia.
-Mamma e papà.- sussurrò, non staccando gli occhi dalla scopa.
Notò appena con la coda dell'occhio Hermione alzarsi e prendere il biglietto dal letto, per leggerlo.
Quello era il primo, e forse unico, regalo che riceveva dai suoi genitori da quando aveva un anno. Si sentiva un miscuglio di emozioni in mezzo al petto, e avrebbe tanto voluto andare da James e Lily e farsi abbracciare.
-Oh, Harry...- Hermione gli posò una mano sulla spalla.
Lui le sorrise, per rassicurarla. Hermione sapeva sempre quali emozioni stesse provando Harry. Per lui era come una sorella, e ci sarebbe sempre stata.
Ginny gli accarezzò i capelli, e lui improvvisamente si sentì amato. Da Ginny, da Hermione, persino da Ron, che lo scrutava cercando di capire cosa dire, e ora anche da sua madre e suo padre. Si sentì felice, e gli vennne naturale aprirsi in un sorriso.
-Grazie.- sussurrò, a nessuno in particolare.
Ginny sorrise.
-Ora però non puoi rifiutarti di fare una partita.-
Harry la guardò, dubbioso. non aveva ancora pensato a quell'aspetto del regalo.
-Io...veramente...-
Allora Ginny ghignò. Sapeva bene come convincere il suo ragazzo.
-Paura, Potter?-
Lui la guardò, accigliato.
-Come?-
La rossina si scostò una ciocca dal viso, sempre con aria divertita.
-Certo, posso capire che tu ti senta...soggiogato dalla mia presenza in campo, visto che in squadra ho preso il tuo posto come Cercatrice...ma devi stare tranquillo, ti lascierò qualche possibilità, prima di prendere il Boccino.-
Harry le lanciò uno sguardo scandalizzato.
-Weasley, ti ricordo che ero il Cercatore più giovane dell'ultimo quarto di secolo!-
Lei fece un sorrisetto.
-Hai detto bene, Potter. Eri.-
Harry Potter, nonostante gli anni passati a combattere contro Voldemort gli avessero fatto acquisire una certa prudenza, era pur sempre figlio di James e Lily, le due persone più orgogliose che il mondo Magico avesse mai conosciuto. Niente da stupirsi quindi, se in quel momento strinse gli occhi a fessura, punto nell'orgoglio.
-Weasley, non ti conviene sfidarmi. Ti posso battere a occhi chiusi.-
-Davvero?Dimostramelo.-
-Con piacere.- si strinsero la mano, come due sfidanti che si stanno per battere all'ultimo sangue.
-Ah, Ginny.- la rossa lo guardò, interrogativa. Harry ghignò. -Io in squadra mi prendo James.-
Ginny lanciò una rapida occhiata a Ron, iniziando a preoccuparsi. Forse non era stata proprio una bella idea, quella di sfidare Harry.

Lily sbuffò, lanciando un'occhiataccia a James, che le sorrise, sornione.
Si stavano avviando verso il campo da Quidditch. Ci sarebbe stata una splendida giornata, se non fosse per il fatto che aveva nevicato fino al giorno prima e dunque la temperatura era decisamente sotto lo zero.
La rossina sopirò. Maledetto Potter, che l'aveva convinta a venire a vedere quella cavolo di partita.
In realtà sarebbe stata una mini-partita, composta solo da due membri per ogni squadra, formate rispettivamente da Harry e James, e Ginny e Ron. Nessun'altro dei loro compagni di casa aveva voluto azzardarsi a mettere il naso fuori dal caldo castello.
Giustamente, pensava lei.
Ginny e Harry avrebbero ricoperto il ruolo di Cercatori, mentre Ron e James avrebbero tentato di fare sia da Portieri, sia da Cacciatori. Lily credeva che tutto ciò avrebbe portato solo ad una partita disastrosa, ma quando gliel'aveva detto, James l'aveva guardata come se non capisse niente, e allora aveva preferito non continuare il discorso.
Si strinse la sciarpa al collo, rabbrividendo.Ormai avevano raggiunto le tribune. Finalmente si fermarono, sugli alti gradoni.
Lei e Hermione si sarebbero limitate a guardare, mentre James e Ginny dopo averle accompagnate lì avrebbe raggionto gli altri tre.
Lily si girò verso James, con un sopracciglio inarcato.
-Dimmi di nuovo perchè sono qui.-
Lui ghignò.
-Mi devi portare fortuna, Evans.-
Lei alzò gli occhi al cielo.
-E non potevo portarti fortuna dalla Sala Comune?!-
Lui ridacchiò, scuotendo la testa.
Poi vide la sua aria stanca. Due pesanti occhiaie le solcavano gli occhi verdi, facendola sembrare quasi più pallida del solito.
Con un dito, con delicatezza, le accarezzò quelle macchie violacee, sentendosi il cuore esplodere d'amore.
-Non hai dormito stanotte, vero?-
Lily scosse la testa, sospirando. Quella notte l'incubo era stato peggiore del solito. Non erano neanche valsi gli sforzi di James, che quella notte non si era limitato a prenderle una mano, ma l'aveva tenuta stretta tra le sue braccia, tentando in tutti i modi di tranquillizzarla. Nemmeno lui aveva dormito molto, quella notte.
-Se vuoi, puoi tornare dentro, e riposarti un po'. Ti chiamo io per la cena.-
Lei scosse la testa, sorridendo. Se non era riuscita a dormire con lui vicino, figurarsi in quella stanzetta estremamente fredda da sola.
James qualcosa intuì, perchè lo sguardo gli si fece intenso.
-Se vuoi vengo con te, Lily. Non me ne frega niente della partita, se tu non stai bene.-
Lily sentì il cuore riempirsi di tenerezza. Come faceva quel ragazzo ad essere così...così lui?Era incredibile come la facesse sentire bene con una sola parola, un solo gesto.
Sorrise.
-Assolutamente no. Dovrà esserci qualcuno che sostituisce le ragazze pon-pon, no?!- dicendo questo, finse di sventolare in aria un pon pon invisibile. -datemi una J, datemi una A...-  mormorò poi, con scarso entusiasmo.
James scoppiò a ridere, per poi abbracciarla, di slancio, facendola arrossire un po'.
-Mi raccomando Evans, portami fortuna.- sussurrò. Il respiro di James sul suo orecchio la fece rabbrividire.
Lei si limitò ad annuire, beandosi per un attimo di quel contatto.
Poi sentì le labbra di James posarsi sulla sua guancia, con un tocco morbido e delicato.
-Guarda che ci conto.-
Lily annuì di nuovo, sorridendo, mentre lui si staccava.
-Allora, andiamo?- Ginny e Hermione li avevano raggiunti. James annuì, mentre Hermione spostava la neve da un pezzo di tribuna con la bacchetta, in modo che lei e Lily si potessero sedere senza problemi.
-Allora vi sbrigate?- Harry, volando sulla scopa, li aveva raggiunti, raggiante. Era così felice, stava per realizzare il sogno di una vita: giocare a Quidditch con suo padre. Anche Ron si avvicinò, in volo. Sorrideva anche lui. Non era cosa da tutti i giorni, vedere il suo migliore amico così felice.
Ginny fece un sorrisetto.
-Spero che tu sia pronto a perdere, Harry.-
Harry fece per parlare, ma fu interrotto da James, che fece un ghigno.
-Un Potter non perde mai, Ginny, sappilo.-
Harry fece lo stesso, identico ghigno.
-Esattamente.-
-Va bene. Ma dopo non venire a piangere da me, eh.-
-Tranquilla, Ginny. Vedrai che non sarò di certo io, a implorare pietà.-
James, senza abbandonare il ghigno, aprì la mano, per dare la possibilità ad Harry di battere il cinque.
Harry stava giusto per compiere il gesto, quando sentirono una voce.
-Potter!Evans!-
James e Lily si guardarono un secondo, spaesati, per poi rivolgere lo sguardo da dove era provenuta la voce.
La Professoressa Mcgranitt, dal basso delle tribune, li stava richiamando, tramite l'incantesimo Sonorus che permetteva alla sua voce di risultare parecchie volte più alta del normale, in modo che i due interessati la sentissero.
-Dovete venire nel mio ufficio. Subito.-











eccomi qui ^^ lo so, lo so che mi faccio troppo attendere, e mi dispiace. ormai è superfluo dire che è colpa della scuola.  Passando al capitolo, pure qui ci ho messo la suspance XD devo dire che la maggior parte di voi avevano indovinato, sul bacio O.O forse devo iniziare a preoccuparmi, che stia diventando troppo prevedibile?XD cooomunque...prima di passare ai ringraziamenti, volevo dire una cosuccia ^^ Ora, lo so che non devo assolutamente lamentarmi, anzi, una media di 10 recensioni a capitolo nn dovrebbe farmi far altro che saltellare di gioia, e infatti è questo l'effetto che mi provoca. Però, cavolo, 81 persone mi hanno messo tra i preferiti O.O e, cavolo, con a metà all'ottavo capitolo 80 preferiti me li sognavo di notte. Quindi mi piacerebbe che anche alcune di queste persone silenziose e fantastiche si facesse sentire, anche solo per dirmi che mi hanno aggiunto tra i preferiti x pietà ^^ naturalmente nn mi sto lamentando, vi adoro tutti quanti, solo mi piacerebbe sapere cosa ne pensate ^^ e ora, passo ai cosi ufficiali XD

Miss Rainbow: bwauahauahahauaha...lo so che sono sadica...non sarei Regina, altrimenti ^^ ahahaha...e per piacere, non mi colllassi, che poi la devo portare al san mungo e finisco per non avere più una coscienza, ne tantomeno una suddita che cerca di usurparmi il trono(non lo neghi XD) ahahahahah...oddio sono davvero posseduta da Lain Coubert O.O un bacio, a presto XD

Iva27: ooooops...altro che due settimane, sono quasi passate due settimane e  mezza XD (me va a nascondersi in un cantuccio buio succhiando leccalecca a forma di cuore nella speranza di intenerire i miei fan assassini XD) e ti ho pure deluso xk nn c'è stato il bacio Xd eeeehm...vedrai, vedrai...ti dico solo, aspetta e vedrai XD

pikkolina88: uhuh...altro cap in cui vi lascio sospesi XD

zukkyna: cavolo ci hai preso O.O come sempre XD non saremmo cloni, altrimenti XD grazie per i complimenti, collega, come al solito XD e poi scusa...OVVIO che i dettagli ci sono sempre, che domande XD insomma XD io sono dettagli dipendente, e poi ricordiamoci che tutto è un dettaglio, compreso James...anche se James è un dettaglio molto figo XD bwuauahauaha...oddio, sono già in ansia per i cosi alla fine del prossimo capitolo O.O hahahahaha XD a stasera...forse Xd a domani sicuramente(nonostante io abbia da studiare, nn c'ho voglia XD)

weasley star: muahahah...in effetti James non riesce proprio a resistere a Lily ^^ dannazione, se non ci fosse stato Ron...ehy ma aspetta...sono IO che ho fatto arrivare Ron O.O oddiooo adesso vado e modifico il capitolo XD ahahah...scherzo ^^ un bacio!

PrincessMarauder:  ora te lo posso dire: non si baciano XD ahaha...che stronza che sono, basta XD cooomunque...diaciamo che le tue supposizioni...mmmmm Xd ci hai azzeccato qualcosina Xd ma non  ti preoccupare, tutti i dibbi nel prossimo capitolo saranno risolti...XD

__granger: grazie, come al solito XD non importa se non sei la prima, l'importante è che tu continui a leggere XD pure ora vi ho lasciato sull'orlo, eh?bwauahaha XD un bacio!

Star Petal: ciaoooo ^^ mi ha fatto un piacere enorme ricevere la tua recensione, davvero Xd anche perchè la tua fic mi piace tantissimo(sai che sono quella che recensisce una volta ogni tre o quattro secoli, no?=P) quindi sn stata davvero contentissima!!bwauahaha...mi dispiace, sono una rinomata sadica...quindi mi diverto a tenervi sulle spine XD ma non diciamolo in giro, che poi non mi leggete più XD ahahah XD un bacio!!

Yrdyan: confesso, sono una maledetta sadica XD e vi ho fatto pure aspettare più del solito, povere O.o e non ho messo neppure il bacio XD per consolazione dico che forse...nel prossimo.. XD

ramoso4ever95: si, è una senzazione orribile, poveri O.o dettagli XD grazie x la recensione e i complimenti!!bacio!!

alemalfoy:  cavolo, mi conosci troppo bene O.O io inizio a preoccuparmi XD ahahaha...mi fai piangere, davvero, sono commossa. Io non credo di essere così brava, ricevere tutti questi complimenti mi fa sentire così contenta!!e sono felice che ti piaccia il mio modo di scrivere, visto che io nn ne sono mai soddisfatta XD si, Lily soffre tanto...e la cosa non migliorerà, se posso dirlo XD un bacio!!!

Nikki Potter:  tranquilla, ti capisco, nemmeno io a volte riesco a sfiorare il pc per interi gg, figurati scrivere, leggere o recensire O.O comunque grazie per tutto Xd si, è vero, come si fa a stare male con uno come james?XD

eulalia17: haha...grazie ^^ fa sempre piacere ricevere nuove lettrici ^^ sono contenta che ti sia piaciuta anche A metà ^^ a presto!!!un bacio!!


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Capitolo 9
*** Come se non fosse stato mai amore ***


cap 9 Lily e James si scambiarono l'ennesimo sguardo perplesso.
Era da un bel po' che camminavano per i corridoi di Hogwarts, in silenzio, con l'anziana preside che camminava davanti a loro, spedita, con quella sicurezza tipica di chi è abituato a farsi rispettare.
Lily, guardando James, vedeva nei suoi occhi il medesimo dubbio che si era insinuato nella sua testa. C'era forse un unico motivo per cui la professoressa li avrebbe potuti chiamare.
Non sapeva se sperare o meno che i suoi dubbi si avverassero.
Da un lato, l'idea di tornare a casa la elettrizzava. Poteva immaginarsi perfettamente il momento in cui sarebbe ritornata nel suo tempo. Avrebbe abbracciato le sue amiche, poi si sarebbe buttata sul letto del dormitorio femminile, affondando la testa nel morbidissimo cuscino rosso che l'aveva accompagnata per quei lunghi sei anni di scuola. Poi magari sarebbe scesa per la cena, si sarebbe riempita il piatto di leccornie, gettando poi un'occhiata al tavolo dei Professori. Lì, avrebbe notato con gioia che Silente era seduto in mezzo, rassicurante come sempre, e alla sua destra avrebbe avuto la Professoressa Mcgranitt con il suo solito, austero chignon, solo che quest'ultimo sarebbe stato del consueto nero, e non, come invece era adesso, grigio perla.
Poi magari avrebbe spostato lo sguardo sul tavolo dei Grifondoro. E lì, immancabilmente, ci sarebbero stati i Malandrini, finalmente al completo, che facevano casino come al loro solito. Non avrebbe mai detto che tutto ciò le sarebbe mancato, un giorno.  Forse, poi, avrebbe incontrato lo sguardo di James, e si sarebbero sorrisi, complici di qualcosa che solo loro potevano sapere, con conseguente cascata di domande da parte delle amiche.
Per un attimo, si morse il labbro. Se fossero tornati nel loro tempo, come sarebbe andata a finire con James? Avrebbero perso tutto quello che era stato?
Si sarebbero ritrovati, imbarazzati, a non avere più niente da dirsi?
Non avrebbe più avuto le sue braccia forti, rassicuranti, a stringerla durante la notte per farle cessare il tremore, o il suo sguardo preoccupato quando alla mattina notava che le occhiaie non erano affatto diminuite. Non si sarebbe più svegliata con lui vicino che le teneva la mano, tentando allo stesso tempo di non occupare tutto il materasso.
Gli gettò un'altra occhiata, senza che lui se ne accorgesse.
E si intristì.
Perchè dall'altro lato, non voleva tornare a casa, non ancora, era troppo presto. Avevano ancora troppe cose da fare, con Harry, con Ginny, con Ron e Hermione. James avrebbe dovuto finire, anzi incominciare, la partita di Quidditch con Harry, a lei sarebbe piaciuto scoprire qualcosa di più sul suo sogno.
Improvvisamente si ricordò della mano aperta, testa di James, pronta ad accogliere il batti mano di Harry, che poi non era mai arrivato.
Rabbrividì, sentendo quasi uno strano presagio. Cercò di tranquillizzarsi, dicendosi che con tutta probabilità il motivo per il quale stavano andando verso l'ufficio della Mcgranitt riguardava tutt'altro.
In fondo, potevano esserci un miliardo di motivi per cui la Professoressa volesse parlargli.
Vide la donna aprire la maniglia del suo ufficio, e se ne stupì. Non si era nemmeno accorta di aver fatto tutta quella strada.
La Mcgranitt, dopo averli fatti entrare, si schiarì la gola.
-Sedetevi.- disse, indicando loro due sedie.
Obbedirono, senza fiatare.
Ci furono attimi di silenzio, nei quali l'anziana signora li squadrò. Poi fece un lieve sorrisetto, soddisfatta.
-Sono felice di annunciarvi che, dopo un accurato studio, e dopo aver consultato vari libri e esperti, sono finalmente arrivata al nocciolo della questione.-
James sbuffò, sonoramente.
-Non la tiri per le lunghe, Minnie.-
Lily gli lanciò uno sguardo indignato, mentre la Professoressa stringeva gli occhi a fessura, piccata.
-Potter, ringrazi che la sua arroganza in questo tempo non possa essere punita.-
James ghignò, ma ricevette prontamente un pestone da Lily, prima che potesse ribattere.
La Mcgranitt nascose un sorriso. Quei due erano esattamente come se li ricordava. Ormai gli anni l'avevano lievemente addolcita, e quella ventata di passato le faceva provare una strana malinconia.
-Come mai ci ha convocati?- chiese Lily, a voce bassa. Voleva e non voleva sentire la risposta. Il presagio di poco prima tornò a insinuarsi dentro di lei. Rabbrividì.
-Ho capito come mai siete finiti qui.-
La guardarono, interrogativi. La donna rivolse un'occhiata a Lily.
-Signorina Evans, si ricorda per caso le proprietà della pozione Ricordarum?-
Lei aggrottò la fronte.
-Mi pare di si. Mi sembra di ricordare che è una pozione molto difficile da preparare, non tanto per la difficoltà degli ingredienti, quanto per la concentrazione che ci vuole nel prepararla.Di solito infatti non si dà da fare agli studenti del sesto anno, ma il Professor Lumacorno voleva fare un esperimento.-
La Mcgranitt annuì, soddisfatta.
-Vada avanti, Evans.-
-Bè...è una pozione molto strana, in quanto viene molto condizionata dai sentimenti di chi la prepara. Per questo ci vuole un' enorme concentrazione: basta che una persona mescoli con troppa foga, e la pozione viene completamente sballata.-
L'anziana preside annuì, per poi rivolgersi a James.
-Ora, Signor Potter, mi saprebbe dire a cosa stava pensando, mentre preparava la pozione?-
-Non mi ricordo.- rispose James, decisamente troppo in fretta. Lily lo guardò, sospettosa. Una delle qualità di Potter era sicuramente la buona memoria, quindi la cosa le puzzava un po'.
La Mcgranitt fece un sorriso, vedendo i suoi sospetti venire confermati.
-Di che colore era la sua pozione, signor Potter?-
Lui alzò gli occhi al cielo.
-Cosa c'entra tutto questo?-
-C'entra.- fece la donna, annuendo con gravità. -Perchè qualunque cosa lei abbia pensato in quel momento, l'ha pensata in maniera talmente intensa da aver modificato la pozione.-
James aggrottò la fronte.
-E quindi?-
Minerva Mcgranitt si massaggiò la testa. Era complicato da spiegare, persino lei aveva stentato a capirci qualcosa.
-Quindi, lei probabilmente si stava chiedendo se i suoi desideri, in futuro, sarebbero stati realizzati.-
Potter stette in silenzio, per qualche secondo.
-Potter, la tua pozione era verde, o mi sbaglio?- chiese Lily, pensierosa. Non si ricordava esattamente, ma le pareva che il colore fosse quello.
James fece un sorrisetto strano, immerso nei suoi pensieri.
-Verde smeraldo.- confermò, senza quasi pensarci.
Di nuovo, la Preside annuì. Stavano arrivando al punto.
-Fondamentalmente, la Ricordarum ha lo scopo di far ricordare. La versione giusta serve per far ricordare ciò che si è dimenticato a causa di un incantesimo che ti ha cancellato la memoria, ma da questa pozione possono venir fuori decine di sfumature. Quindi, è come se la pozione avesse deciso di farti venire qui in modo che dopo tu ricordassi che i tuoi desideri si avvereranno.-
-Cioè...mi sta dicendo che la pozione avrebbe assunto il colore degli occhi della Evans, perchè ha...sentito...che stavo pensando a lei, e quindi poi mi ha catapultato nel futuro per farmi ricordare in futuro se avevo una speranza o meno con lei?!-
Lily lo guardò, leggermente imbarazzata. Senza nemmeno pensarci, il Malandrino le aveva praticamente spiattellato che non faceva che pensare a lei.
La Mcgranitt increspò le labbra sottili in un sorriso.
-Qualcosa del genere, si.-
James si portò una mano nei capelli, emettendo un sospiro tra l'esasperato e il confuso.
-Tutto questo ha un senso?- mormorò.
-Solo se lei vuole dargliene uno, signor Potter.-
Lui la guardò, in tralice.
-I troppi anni a contatto con Silente l'hanno resa una donna criptica, Prof.-
-Lo prendo come un complimento, signor Potter.-
James annuì, come se non si fosse aspettato altra risposta che quella.
-Quindi, la conclusione di tutto questo discorso è...?- si inserì Lily, stufa di rimanere in silenzio.
La donna sospirò.
-Ho trovato il modo di farvi tornare a casa. Dovrete partire oggi stesso.-
Nella stanza calò il silenzio.
Lily per un secondo si sentì euforica. Finalmente sarebbero tornati a casa, quella situazione assurda sarebbe finta. Avrebbe finalmente riavuto l'amata normalità.
-Ma io devo ancora finire la partita di Quidditch con Harry.-
Lily guardò perplessa James. Il moro fissava l'anziana donna, con un'espressione strana sul viso. Stava per chiedergli cosa c'entrava, stava per chiedergli che importanza aveva una stupida partita di Quiddich, rispetto all'imminente ritorno a casa.
E poi comprese che Potter non stava veramente parlando di Quidditch, e che lei era la solita, stupida egoista.
Dietro all'affermazione di James ce n'era un'altra, decisamente meno frivola.
Come ci sarebbe rimasto Harry, sapendo che se ne sarebbero dovuti andare così presto?
Ripensò a quella mano aperta, accogliente, in attesa di un cinque che non sarebbe mai stato battuto. E si intristì.
L'ex insegnante di Trasfigurazione sospirò.
-Qua vengono le note dolenti. Harry.-
I due la guardarono, confusi.
E lei per un attimo guardò Potter, preoccupata della sua reazione. Sperava non facesse niente di avventato.
Emise un altro sospiro. La vecchiaia la stava rendendo decisamente troppo nostalgica.
-Mi dispiace, ma sono costretta a cancellare la memoria a entrambi.-
James strabuzzò gli occhi, mentre Lily spalancò la bocca.
-Che cosa?!- sbottò il moro.
La rossina intanto non riusciva a parlare, da tanto era rimasta spiazzata.
-Stando qui, avete scoperto troppe cose che potrebbero danneggiare il passato. E non provate a negarlo. Già il fatto che abbiate saputo l'esistenza di Harry costituisce un problema.-
-Ma...-
-Niente ma, signor Potter. La mia decisione è irremovibile.-
-Lei non può...-
-Però devo, Potter.-
-Possiamo...possiamo almeno salutarlo?- Lily era intervenuta, con gli occhi posati a terra.
Aveva capito che era inutile rimanere lì a discutere, la Mcgranitt era stata chiara, e nulla le avrebbe fatto cambiare idea.  Non poteva però impedire al suo cuore di stringersi in una morsa dolorosa. Si stava affezionando a quel ragazzo tanto simile a James, sentiva ormai di volergli bene. Non era giusto che se ne dovessero dimenticare.
La professoressa sembrò pensarci un attimo, poi annuì, lentamente.
-Va bene. Però fate presto, non possiamo aspettare molto. Verrò a chiamarvi quando sarà tutto pronto.-
In fondo, era giusto che salutassero il loro unico figlio, e in un'ora, massimo due, non potevano di certo riuscire a trovare un modo per sfuggire a tutto quello.
Lily sobbalzò, quando sentì la porta chiudersi violentemente.
James si era alzato ed era uscito, furioso, sbattendo la porta.
Guardò l'anziana donna, in una muta richiesta.
Quando quella annuì, Lily si affrettò a raggiungere James.
Uscendo dalla porta, vide con la coda dell'occhio Potter che si avviava verso la scala a chiocciola che conduceva all'uscita. Fece una piccola corsa, per raggiungerlo.
Intanto erano arrivati davanti al grande gargoyle di pietra, che li lasciò passare, imperturbabile. Si ritrovarono nel corridoio del secondo piano, senza proferire parola.
-James.- chiamò lei, ancora un po' affannata per la corsa.
Finalmente lui si girò. Tentò di farle un sorriso, che però non arrivò agli occhi.
La rossina cercò di aprire bocca, per dire qualsiasi cosa, quando lui la interuppe.
-Davvero, Evans, non serve che ti sforzi. Semplicemente, tornerà tutto normale, no? Come se non fosse successo niente.- Sollevò le spalle, fingendo noncuranza. 
Lily lo guardò, confusa. Non lo aveva mai sentito così amareggiato.
-James, anche a me dispiace. Io...-
Lui scosse la testa.
-No, Evans. Non sarà la stessa cosa. Pensi che io possa dimenticarmi il fatto che, finalmente, Lily Evans aveva capito che non ero il classico ragazzo tutto muscoli e niente cervello?Per te sarà sicuramente più facile, dimenticare.  Ma se a te va bene così, va bene. Vorrà dire che rinizieremo tutto, tu mi considererai di nuovo un bulletto che non sa fare altro che stare su una maledetta scopa, io ricomincerò a darti il tormento giusto perchè è l'unico modo che ho di parlarti, ricominceremo a insultarci come se tu mi odiassi ancora, io farò ancora finta che non me ne freghi niente quando in realtà ci starò male, e stop. Tutto normale. Come due perfetti sconosciuti. Va bene così, Evans, davvero.-
Lei lo guardò, colpita. Non si aspettava un discorso del genere.
Non aveva nemmeno pensato al fatto che, se la Mcgranitt le avesse cancellato la memoria, si sarebbe dimenticata anche quella piacevole stretta al cuore che le provocava la vcicinanza di James.
Si sarebbe dimenticata di quanto lui le fosse stato vicino, si sarebbe dimenticata di tutto quello che avevano passato, insieme.
Lily Evans si sarebbe dimenticata di essersi innamorata di James Potter.
-Io non voglio dimenticare, Potter.-
Lui la guardò, sbalordito.
-Cosa?-
Lily incrociò le braccia al petto, assumendo un'espressione dura, per celare l'imbarazzo.
-Quel che hai capito hai capito, non ho intenzione di ripeterlo.-
James fece un sorriso.
-Quindi, Evans, se ho capito giusto, cosa avresti intenzione di fare?-
Lei sollevò un sopracciglio.
-Non lo so, Potter, dimmelo tu.-
Vide il moro pensarci per qualche secondo.
-Sei sicura?-
La rossina sospirò.
-Se sono sicura di non volermi dimenticare quanto sono stata superficiale a giudicarti senza conoscerti?Si, sono sicura.-
James sorrise, e le accarezzò una guancia. Sembrò pensarci un attimo.
-Potremmo andare in biblioteca, lì magari troviamo qualcosa.-
Lily fece un sorrisetto ironico.
-Ero convinta che Malandrino e biblioteca fossero due parole che non sarebbero mai potute andare nella stessa frase.-
Lui ghignò.
-Sbagliato, Evans. Malandrino e biblioteca non possono andare nella stessa frase, a meno che in quella stessa frase non ci sia anche la parola "Evans".-
La rossina scosse la testa, divertita.

-Io direi di dividerci, così facciamo prima.Quando abbiamo trovato qualcosa di interessante, ci troviamo su quel tavolo lì.-
Erano giunti nella grande biblioteca, che pareva deserta, senza quasi fiatare. Dovevano fare in fretta, il tempo era poco e la biblioteca era enorme.
Lily annuì.
-Non è che ti perdi, Potter?- fece, ironica. Lui la guardò malissimo, facendola ridacchiare.
Solo allora si accorsero che c'era qualcosa che non andava. La furia di Madama Pince non li aveva ancora travolti. Si lanciarono un'occhiata, perplessi, ma non ci badarono più di tanto. Non avevano tempo.
-Tu vai a destra, io a sinistra.-
James annuì, e per un attimo, quando sentì i passi di Lily allontanarsi verso sinistra, si sentì spaesato. Gli scaffali davanti a lui erano altissimi,  ricolmi di libri polverosi e antichi. Non sapeva proprio da dove iniziare. Con un sospiro, decise di muoversi.
Incominciò ad addentrarsi tra gli scaffali, leggendo qua e là i titoli, senza sapere bene cosa cercare. Il silenzio che c'era là dentro lo innervosiva. Tutta quella calma non faceva per lui. Per un secondo sorrise, pensando a Lily, che sicuramente si stava muovendo benissimo tra quegli scaffali, godendosi il silenzio che ti permetteva, ogni tanto, di captare il sussurro dei libri.
Stava giusto per chiedersi se non fosse necessario fare una capatina nel reparto Proibito, quando uno scricchiolio dietro di lui lo fece voltare, di scatto.
-Ciao. Hai visto per caso un Ricciocorno Schiattoso, da qualche parte?-
James lanciò un'occhiata perplessa alla ragazzina che era sbucata all'improvviso davanti a lui. Ebbe subito l'impressione che non ci fosse molto con la testa. Gli occhi, di una sfumatura argentata, non si erano mai mossi dal suo viso. Era come se non stesse guardando veramente lui, ma fosse persa in un mondo tutto suo. I capelli biondi le scendevano lungo le spalle, totalmente annodati. Sorrideva, ma sembrava sorridesse più al soffitto che a lui.
-Piacere, io sono Luna Lovegood. Sostituisco Madama Pince...sai, da quando si è rotta un'unghia non è stata più la stessa...è stata costretta a ritirarsi. Così la biblioteca la curo io, fino a che non troverò un Riccocorno Schiattoso, ovviamente.-
-A, ehm...si?- James non aveva trovato nulla di più intelligente da dire. Quella ragazzina gli metteva addosso una certa inquietudine.
Lei lo guardò, con interesse.
-Pensi che io sia pazza?Sai, qui mi chiamano Lunatica Luna...puoi farlo anche tu, se vuoi.-
Il moro aggrottò la fronte. Quella ragazzina era decisamente fuori. Però non gli sembrava cattiva, anzi. Decise di sorriderle.
-No, tranquilla. Non era mia intenzione. Piuttosto, mi potresti aiutare?Mi servirebbe un libro, ma non so proprio dove cercarlo.- Forse in due avrebbero fatto più in fretta.
Lei fece un sorriso, incantata da chissà cosa.
-Certo, James.-
James la guardò, stupito.
-Come fai a conoscere il mio nome?-
Luna fece una risatina.
-Chi non conosce James Potter?- e indicò un tavolo, poco distante. James si avvicinò, incuriosito, indeciso se darle corda o meno. Sgranò gli occhi, quando si accorse della scritta sul tavolino di legno.  Piccolo, quasi invisibile, scritto con inchiostro nero e indelebile, c'era il suo nome, seguito subito dal suo cognome. James Potter. Eppure non sembrava la sua scrittura. Era una scrittura femminile, delicata. Gli sembrava decisamente la scrittura di Lily.
Scrollò le spalle, rendendosi conto dell'assurdità della cosa. Probabilmente, era stata fatta da una di quelle ragazzine che gli andavano dietro, sospirando a ogni sua apparizione. Comunque, non si spiegava come facesse Luna a sapere che James Potter era proprio lui. Fece per voltarsi e chiederglielo, quando se la ritrovò a pochissimi centimetri dal suo viso.
Sobbalzò.
-Ti ho spaventato?-
-N..no, figurati.- Rispose, allontanandosi di un passo. E lei sorrise, di nuovo in quella maniera che la faceva sembrare completamente tocca.
-Comunque, è questo il libro che cerchi.-
Gli porse un libro dalle pagine ingiallite, con la copertina nera e rigida, apparentemente senza titolo.
La guardò, stupito.
-Ma come...-
-Questa notte ho sognato che venivi a chiedermi questo libro.-
James la guardò, indeciso se riderle in faccia o crederle. Fissò il libro, dubbioso.
Improvvisamente Luna sembrò farsi triste.
-Non dovrei darti questo libro, sai.-
Lui non capì, e la fissò, interrogativo.
-Sarebbe più giusto che tu e Lily dimenticaste tutto questo. Però...il destino è il destino.- James sgranò gli occhi. Ma da dove veniva fuori quella ragazzina?Come faceva a sapere tutte quelle cose? Lo colse il dubbio che non fosse pazza, anzi, che sapesse molte più cose dell'intera Hogwarts messa assieme.
Luna gli sorrise.
-Prendi anche queste.- Gli porse due pastiglie rettangolari di color fuxia. -Capirai a cosa servono appena avrai letto il libro. Ora vai, la tua rossa si sta seriamente chiedendo se è il caso di venirti a cercare.-
-Ma tu come fai a...-
La biondina sollevò le spalle.
-Se vuoi chiamalo talento innato. Sta a te decidere se fidarti o meno.-
James fece per dire qualcosa, ma così come era arrivata, Luna sparì nel nulla.
Dopo un secondo, nel quale il moro rimase frastornato, decise di muoversi, o Lily l'avrebbe dato per disperso.
La raggiunse al tavolino stabilito. La rossina era lì con un libro aperto sul tavolo, che leggeva, assorta. Quando sentì i passi avvicinarsi, sollevò la testa, sorridente.
-Ciao. Dov'eri finito?Mi stavo chiedendo se fosse il caso di venirti a cercare.-
A quella frase il moro fece una faccia sbalordita. Lily lo guardò, interrogativa.
-James?va tutto bene?Sembra che tu abbia visto un fantasma.-
Il Malandrino si riscosse, e si sedette.
-Cosa c'è di male nel vedere un fantasma?-
Lei scosse la mano, sbuffando divertita.
-é un detto Babbano.-
James sorrise.
-Cos'hai trovato?-
Lily scrollò le spalle. Indicò con un gesto delle mani i libri che aveva appoggiato sul tavolo.
-Un po' di roba. Dobbiamo sbrigarci, se vogliamo trovare quello che cerchiamo. Tu cosa hai preso?-
Ramoso le mostrò il libro che gli aveva dato Luna. Vide Lily aggrottare la fronte, dubbiosa.
-Sembra essere molto antico. Dove l'hai trovato?-
James sollevò le spalle.
-Storia lunga. Avanti, muoviamoci, se no non finiamo più.-
Lily annuì, e poi calò il silenzio. L'unico rumore che si sentiva era il lento sfogliare delle pagine sottili, e il tempo era scandito dal susseguirsi rapido delle parole vergate con inchiostro nero. Le pagine, ormai rese vecchie dagli anni, erano talmente fragili che avrebbero potuto rompersi da un momento all'altro.
James pensò che era la prima volta, che sfogliava un libro con tanta delicatezza, timoroso di spezzare qualcosa dall'importanza vitale. Per un attimo, si chiese se Luna l'avesse preso in giro: quel libro parlava esclusivamente di Creature Magiche.
Improvvisamente, ci fu qualcosa che attirò la sua attenzione. Tra due pagine c'era un foglio, di stampa decisamente più recente, scritto a caratteri eleganti e raffinati. Ma quello che lo stupì fu che non era scritto con il consueto nero, bensì a caratteri di un verde sgargiante. Sotto, c'era un disegno stilizzato, che raffigurava due cubetti rettangolari, molto simili a quelli che gli aveva donato Luna. Incominciò a leggere, sentendosi finalmente sulla giusta strada.
Improvvisamente, Lily si spostò con la sedia  bruscamente, portandosi le mani a coppa davanti alla bocca.
James la guardò, preoccupato. Gli occhi verdi della rossina erano spalancati, parevano terrorizzati.
-Lily?Che è successo?-
La ragazza scosse la testa, rapidamente, incapace di proferire parola. Accennò con la testa verso il libro che stava leggendo fino a poco tempo prima.
James buttò l'occhio sul libro. Lo prese con una mano, e lo avvicinò, per leggere meglio.
Dopo un secondo alzò lo sguardo, sconvolto.
Lily aveva gli occhi pieni di lacrime.

Harry sbuffò, passandosi una mano tra i capelli.
-Ma dove si sono andati a cacciare?-
Ron sollevò le spalle. Ormai il sole era tramontato, e di James e Lily neanche l'ombra.
Harry sbuffò per l'ennesima volta, preoccupato.
Vide Hermione e Ginny scendere dal dormitorio.
-Ancora niente?- chiese la rossa. Harry scosse la testa, esasperato. Si sentiva agitato. E se fossero tornati nel passato senza dirgli niente?
-E se provassimo a guardare nella Mappa del Malandrino?-
Hermione scosse la testa, sconsolata.
-Si è spenta dopo la morte di Remus, ricordi?-
Harry sospirò. Era vero. Dopo la Battaglia di Hogwarts, la Mappa non era più apparsa. Avevano provato ogni sorta d'incantesimo, per farla tornare in vita, ma non era servito a nulla.
C'era chi diceva che la Mappa era difettosa, chi che dopo anni di servizio si era consumata, ma Harry sospettava che, con la morte dell'ultimo Malandrino, fosse morta anche la mappa.
Stava per proporre qualcos'altro, quando sentirono il Buco del Ritratto aprirsi, con un cigolio.
Vedendo che era James, subito seguito da Lily, si sentì immensamente sollevato. Non erano partiti. Si aprì in un sorriso.
-Dove eravate finiti?Non...-
Poi notò il volto di suo padre. Le labbra erano contratte, gli occhi erano resi più scuri a causa del volto estremamente pallido. Teneva una mano lungo il fianco, stretta a pugno, e nell'altra un libro.
Il silenzio che calò nella stanza si poteva tagliare a fette.
James si avviò, con una lentezza esasperante, verso un tavolo, senza guardare nessuno.
Con movimenti lenti, studiati, aprì il libro sul tavolo, ad una pagina apparentemente casuale. Poi si voltò verso Harry, e il prescelto si accorse che i suoi occhi parevano due tizzoni ardenti d'ira. Incrociò le braccia al petto.
-Spiegami questo.-
Poi si sedette su una lunga panca dietro al tavolo, le braccia incrociate, senza smettere di guardarlo. Intanto anche Lily l'aveva raggiunto, sedendosi. La vide rabbrividire, per poi prendersi il volto tra le mani, come una bambina che non vuole vedere ciò che le sta davanti.
James per un attimo la guardò, preoccupato e in silenzio, per un secondo abbandonando l'espressione sconvolta di poco prima. Senza una parola, la attirò a sè, in modo che lei si accoccolasse sul suo petto, tentando di tranquillizzarsi. Tremava violentemente.
Ramoso spostò lo sguardo vagamente accusatore su Harry, in silenzio, come se fosse stata colpa sua se Lily in quel momento stava male. Ma forse se lo stava solo immaginando.
E Harry seppe che, quel gesto l'avrebbe segnato, in qualche modo. Seppe che non avrebbe potuto mentirgli, qualunque cosa avesse da dirgli.
Lentamente, con la sicurezza di un condannato a morte, si avvicinò. Quando fu a pochi centimetri dal libro, decise di sedersi. Qualunque cosa avesse da leggere non si prospettava leggera.
Gettò una rapida occhiata al libro, e impallidì, leggendo dove James aveva aperto il manoscritto.
Quella non ci voleva.
Rilesse velocemente la pagina.
La prima caduta del Signore Oscuro avvenne il 31 Ottobre 1981, del tutto inaspettatamente. Molti in seguito si chiesero come si fosse in seguito sentito il pluriomicida Sirius Black, sapendo che aveva consegnato il suo Signore dritto tra le braccia della morte. Infatti, il Mago Oscuro aveva deciso di sterminare la famiglia Potter, in quanto era stato profetizzato che il piccolo Harry avesse la capacità di sconfiggere Voldemort. Fu così che egli, venuto a conoscenza della residenza di James e Lily Potter a Godric's Hallow tramite il sopracitato Sirius Black, si recò dalla famiglia la notte di Halloween. Fu lì che perse la vita: prima di venire brutalmente uccisa, Lily Potter si era frapposta tra il piccolo e il mago, fornendo così ad Harry una protezione che...
Harry smise di leggere, adirato. Chiuse il libro di scatto, per vedere chi ancora aveva il coraggio di scrivere certe scemenze. Quando ebbe sotto gli occhi l'autore e la data di pubblicazione, per poco non fu tentato di scagliare il libro fuori dalla finestra.
Rita Skeeter, 1993.
Ancora lei. Gli venne un'incredibile voglia di andare a cercarla per lanciarle le più atroci maledizioni.
-Questo libro è vecchio, non dice le cose come stanno.- disse, arrabbiato. Ci credeva che i suoi fossero sconvolti.
-E allora, dimmi come stanno le cose.- disse James, quasi ringhiando.
Harry li guardò. Notò che Lily si era staccata da James, per guardare meglio lui, quello che tecnicamente avrebbe dovuto essere suo figlio.
Non sapeva cosa fare. Non aveva tempo per inventarsi una storia plausibile, e non poteva nemmeno lasciare le cose come stavano in quel momento. Cosa poteva dire?Cosa poteva fare?Forse, era il caso di raccontare loro tutta la verità, visto che peggio di così non poteva andare.
Però avrebbe combinato un disastro, se lo sentiva.
James e Lily intanto attendevano, in silenzio.
Lily pensava al sogno, al suo sogno. Era stato sconvolgente comprendere che quella donna che invocava pietà era veramente lei. Certo, lo sospettava, ma fino all'ultimo aveva sperato che non fosse così. Fino all'ultimo si era aggrappata alla speranza che quel sogno riguardasse un'altra persona.
James invece, aveva solo due parole in testa, due parole che gli facevano dannatamente male. Sirius Black.
Lo stesso Sirius Black che per lui era come un fratello, lo stesso Sirius Black che diceva di detestare le arti oscure, perchè erano direttamente proporzionali alla sua famiglia. No, non poteva crederci, non voleva crederci. Il suo cervello automaticamente aveva dato per scontato che non potesse essere vero, perchè Sirius non l'avrebbe mai fatto. E Lily?La sua Lily. Brutalmente uccisa, aveva detto il libro. Non poteva essere.
Non poteva fare tutto così dannatamente schifo.
Harry li fissò per qualche istante, prima di sospirare. Doveva per forza raccontare la verità, non c'era altra soluzione.
Una parte del suo cervello si opponeva, con tutte le sue forze.
Doveva esserci un'altra strada. Ma lui non riusciva a trovarla, maledizione. Non con gli occhi di sua madre puntati su di lui, sofferenti. Non con lo sguardo così profondo di suo padre addosso.
E allora, con un ultimo sospiro, raccontò.
Raccontò di come tanti anni prima ci fosse stata una profezia. Raccontò di come questa profezia parlasse di un bambino, nato agli sgoccioli del settimo mese da chi aveva sfidato Voldemort per tre volte. Raccontò come ci fossero due famiglie tra cui Voldemort poteva scegliere, ed egli scelse i Potter. Narrò di come i Potter decisero di nascondersi, e del fatto che Sirius propose uno scambio, all'ultimo minuto, sicuro che nessuno avesse cercato di carpire informazioni da Peter Minus.
Parlò, parlò, senza fermarsi, e ogni parola era una pugnalata.
Il tradimento di Peter, l'incarcerazione di Sirius. La vita dai Dursley.
Tutto ciò che c'era da raccontare, Harry lo raccontò, rendendosi conto di come fosse difficile trovare le parole adatte, man mano che andava avanti.
Solo quando ebbe finito tutto, alzò lo sguardo su Lily. La ragazza aveva gli occhi pieni di dolore e di sofferenza, non sembravano più nemmeno i suoi occhi. Era talmente preso nell'osservarla, che sobbalzò quando sentì James alzarsi in piedi, senza una parola. Fu solo allora che Harry guardò anche lui, e per un attimo si sentì morire.
Se negli occhi di Lily aveva visto la sofferenza, nello sguardo di James vide...l'odio.
Un odio consumante, dilaniante. Lo sguardo di James sarebbe bastato ad uccidere Voldemort in persona.
Lui, ancora adolescente, si era visto tutti i suoi sogni spezzarsi, come foglie al vento. James Potter, che spesso forse aveva peccato d'ingenuità, aveva guardato il suo futuro sgretolarsi davanti ai suoi occhi. Spesso aveva sognato di combattere Voldemort, di portare una speranza maggiore al mondo. Non chiedeva molto, a dispetto di quanti lo credevano un Dio, lui non credeva affatto di essere invincibile. Però aveva sempre sperato che, se proprio doveva morire, la sua morte almeno servisse a far vivere meglio quelli che sarebbero venuti dopo.
E invece. Peter era diventato un Mangiamorte, Lily era morta, Remus aveva vissuto come un reietto, e Sirius era stato ingiustamente incarcerato per un reato che non avrebbe commesso nemmeno sotto le più atroci torture.
Odiava quel futuro.
Senza guardare nessuno, nel più assoluto silenzio, le unghie conficcate nei palmi, si avviò verso la stanza che aveva diviso con Lily per più di un mese.
Quando sentì la porta sbattere, talmente violentemente che sembrava un tuono, Harry guardò Lily, terrorizzato.
Cosa aveva fatto?
Si girò verso il dormitorio dei capiscuola, chiedendosi se non fosse il caso di andare da James.
Lily però si alzò, e gli posò una mano sul braccio.
-Vado io.- sussurrò, in maniera talmente flebile che Harry stentò a sentire.
Lily fece le scale, quasi di corsa, senza più badare a Harry. In quel momento, l'unica cosa importante era James.
La porta si aprì con un cigolio sinistro, come una muta avvertenza.
Lily notò, dallo spiraglio della porta, il Malandrino, appoggiato con la fronte alla finestra.
Aprì del tutto la porta, entrando definitivamente.
James non si mosse, e la rossina esitò, venendo colta da una senzazione strana di dejà-vu. Fece un passo verso il moro, notando che teneva gli occhi chiusi, e respirava profondamente, come se stesse per esplodere, le mani mollemente infilate nelle tasche dei pantaloni.
-James...- mormorò. Lei stessa faticava a parlare. Quello che aveva raccontato Harry, l'aveva turbata profondamente. Eppure, stranamente, si era accorta che andava bene così.
L'aveva presa con una sorta di rassegnazione. Doveva morire, per salvare suo figlio?Sarebbe morta. Andava bene.
-Evans.-
La rossina per un attimo lo guardò, sentendosi una morsa in mezzo al petto. C'era qualcosa che decisamente non andava. La voce di James non era scanzonata, non era ironica, non era affettuosa o amichevole. Era fredda. Tagliente. Lo stesso tono che si usa con uno sconosciuto che non vorresti conoscere nemmeno se ti pagassero.
Prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, James si voltò. Lo sguardo era spento, vitreo, talmente non alla James Potter che Lily per poco non si chiese cosa ne fosse stato del suo James.
Cosa poteva dire?Cosa poteva fare?
Fece per avvicinarsi a lui, con un passo, quando lui distolse lo sguardo, come ferito da qualcosa.
-No, Evans.- mormorò, e Lily si sentì gelare, non capendo.
-Cosa?- fece, stringendo gli occhi a fessura. Aveva una bruttissima senzazione in mezzo al petto
James si passò una mano tra i capelli. Sembrava sfatto.
-Non va bene così. Cazzo, tutto questo non può andare bene.-
La rossa fece per dire qualcosa, ma James la precedette, puntando il suo sguardo furioso su di lei.
-A cosa è servito tutto questo, Evans?A cosa cazzo è servito, dimmelo!-
Sembrava indemoniato. Aveva preso a camminare avanti e indietro per la stanza, cercando di sfogare tutta la sua rabbia in quei pochi passi che gli consentivano di ricoprire l'intero perimetro della camera.
-Ho passato sei anni, sei fottutissimi anni, a venirti dietro. A chiedermi se tutto questo aveva un senso, se avrei ottenuto qualcosa. Bè, qualcosa l'ho ottenuta.- Rise, amarissimo. -Quattro anni. Quattro, miseri anni in cui sarò, se si può dire, felice. Quattro anni, Evans!Cosa cazzo sono, quattro anni?-
Lei strinse gli occhi a fessura,  sentendo l'orgoglio venire fuori, come sempre. Ma questa volta, era orgoglio misto a qualcos'altro. Paura. Paura che quel discorso portasse a ciò che temeva di più.
-Cosa vuoi che ti dica, Potter?Che mi dispiace per non esserti caduta ai piedi come una delle tue tante oche?-
Si era adeguata al tono di voce di James. Alto, furioso.
James scosse la testa.
-No. Evans, non capisci?Andrebbe benissimo, ma cosa comporteranno, quei quattro anni?-
Lily strinse le labbra, aspettando che continuasse.
-Sono stato anche stupido, per non averci pensato prima. Non ero con Remus quando moriva. Certo, perchè ero già morto.- fece un sorriso carico di rancore. -Ecco cosa comporteranno, quei quattro anni. Tu morirai, Harry vivrà malissimo per anni, Sirius finirà in carcere per dodici anni, Remus vivrà come un reietto, Peter...Merlino, Peter!Il piccolo Peter, uno dei miei migliori amici, ci venderà come niente fosse. E perchè poi?Invidia?Rancore?Io non lo so, Evans, ma non posso fare a meno di chiedermi se tutto questo si sarebbe potuto evitare. Io non ci sto a tutto questo. Non posso rassegnarmi e basta, Evans, non posso.-
Lily lo guardò, diffidente.
-Cosa conti di fare, allora?- sibilò. Il brutto stava per arrivare, se lo sentiva nel cuore, che batteva a singulti, quasi.
James finalmente interruppe la sua frenetica camminata, per guardarla negli occhi, per un lungo istante.
A quel punto, Lily strabuzzò gli occhi, leggendo ciò che James voleva dirle prima che il moro potesse nasconderlo nel suo sguardo.
Indietreggiò, sentendosi mortalmente ferita.
-Mi stai...mi stai mollando, Potter?-
Quella frase sembrava assurda. Paradossalmente, la loro storia finiva ancora prima di incominciare.
Potter fece un sorrisetto amareggiato.
-Evans, è mai cominciata?-
A quella frase sussurrata, Lily sentì il cuore lacerarsi in due. Sentiva gli occhi pizzicare, ma non avrebbe pianto, lo sapeva. Non davanti a lui.
-Cosa pensi di ottenere con una cosa simile, Potter?-
Lui si limitò a scuotere la testa.
-Forse niente. O forse, voi vivrete molto più a lungo. Non posso stare a guardare mentre tutte le persone a me care muoiono, Evans.-
-E Harry?Ci hai pensato, a lui?Lui salverà tutto il mondo Magico, cazzo!Che ne sarà di lui, Potter?-
Non capitava spesso, che Lily Evans inveisse in quel modo. In quel momento, sentiva tutto il mondo che le crollava addosso.
E Potter fece un sorriso, cattivo come non lo era mai stato.
-Harry è la mia copia spiccicata, no?Mi basterà sposarmi con una qualsiasi ragazza dagli occhi verdi.-
Quelle parole erano state pronunciate con una freddezza talmente studiata che Lily non ci credette nemmeno per un secondo. Eppure, quelle parole la ferirono nel profondo, come se una lama affilata le avesse squarciato il petto.
Rizzò la schiena, sentendosi improvvisamente stanca e avvilita.
Voleva solo andarsene da qualche parte a piangere. Strinse i pugni. Se lui la voleva ferire, lei non sarebbe stata da meno.
-Ti credevo maturato, Potter.- sibilò, indietreggiando di un passo. -Credevo davvero che in te ci fosse qualcosa...di più, rispetto al pallone gonfiato che conoscevo. Credevo davvero di potermi innamorare di te. Mi sbagliavo. Sei sempre il solito, immaturo ragazzino che conoscevo.-
Detto questo, si girò, sicura di non farcela. Si avviò verso la porta, lottando contro le lacrime. La aprì, per poi girarsi un secondo verso James, desiderando che dicesse qualsiasi cosa.
Per un attimo, gli vide un luccichio strano, negli occhi. Non ci badò, perchè ormai le lacrime stavano iniziando ad avere la meglio.
Se si fosse soffermata un secondo, prima di sbattere la porta del dormitorio, avrebbe notato che dagli occhi nocciola di James, sempre così sorridenti, era scesa un'unica solitaria lacrima, che si affrettò ad asciugare in un attimo.
Non poteva piangere. La sua decisione l'aveva presa. Non poteva permettere che lei morisse. Se il disprezzo di lei era il prezzo da pagare per la sua stessa vita, sarebbe andato bene.
Lily corse giù per le scale, veloce, tentando di non piangere.Quelle lacrime erano troppo difficili da trattenere.
Vide nella sala Comune Harry, che la guardò, preoccupato. Lei si limitò a ringhiare qualcosa simile a -Tuo padre è un idiota-, per poi fuggire via da quella Sala. Aveva bisogno di stare da sola. Odiava farsi vedere debole, e non sarebbe certo stato Harry, a vederla piangere.
Si bloccò su delle scale, non sapendo bene come ci fosse arrivata.
Si accorse che non ce la faceva più.
Si accasciò su un gradino, aggrappandosi alla ringhiera, e scoppiò a piangere come non aveva mai pianto prima d'ora.
In un attimo, aveva perso tutto. Possibile che tutte le persone a cui si affezzionava, prima o poi decidessero di lasciarla?Quanto ancora poteva reggere, di quel passo?Si accorse che era la prima litigata veramente seria che faceva con Potter. Quelle di prima erano tutte scaramuccie di poco conto, cavolate se paragonate a quella. Cos'era qualche malandrinata, a confronto con quel dolore nel petto?Con quella sensazione di vuoto inestimabile, incancellabile?Forse aveva ragione lui, doveva essere meno rigida, doveva essere più disponibile fin da prima. Poi si diede della stupida solo per averlo pensato.
No, il succo non era quello. Ragionandoci su, capì che Potter aveva messo su quel teatrino apposta per farsi disprezzare, per convincerla a lasciarlo perdere. Se aveva imparato almeno un po' a capirlo, Potter non era così egoista come si era voluto far credere.
Ma lei non era disposta a lasciar perdere. Lo giurò a se stessa, avrebbe lottato.
Dopo mezz'ora, nella quale le lacrime non si decidevano a fermarsi, sentì dei passi. Cercò di non farci caso, e si raggomitolò ancora di più, sperando di non essere riconosciuta. Però non potè fare a meno di voltarsi, quando si sentì
chiamare.
-Signorina Evans?-
Lily alzò lo sguardo, e sobbalzò. Si era completamente dimenticata della Mcgranitt, del fatto che dovessero tornare nel proprio tempo.
-Professoressa.- si affrettò ad asciugarsi le lacrime, vergognandosi. Si era fatta sorprendere come una stupida a piangere come una bambina.
L'anziana donna, che aveva uno spirito in fondo simile a quello di Lily, decise di non indagare sul volto bagnato della rossina, sapendo quanto potessero essere imbarazzanti, quei momenti in cui veniamo colti alla sprovvista nei nostri attimi di debolezza.
-Vi stavo cercando. Non c'è più tempo, è ora. Deve chiamare Potter, dovete andare. Vi voglio nel mio ufficio fra dieci minuti.-

L'anziana preside scrutava i volti dei due giovani di fronte a lei, chiedendosi cosa li avesse spinti a non guardarsi nemmeno per sbaglio.
La Evans teneva gli occhi bassi, sul pavimento, come se lì avesse potuto trovare una risposta a tutti i suoi dilemmi, interiori e non.
E Potter invece teneva lo sguardo fisso sulla stessa preside, come se la stesse sfidando a chiedere qualcosa.
L'ultimo saluto con Harry era stato patetico. Erano tutti rigidi, diffidenti, quasi si fossero considerati degli estranei. Harry per poco non si metteva a piangere, consapevole di aver fatto un disastro.
La Mcgranitt sospirò, decidendosi a parlare. Tirò fuori dalla tasca una pozione.
-Ora vi spiego come funziona. Badate, questa boccetta me la sono fatta mandare dritta dal ministero, ho dovuto inventarmi un sacco di fandonie. Questo intruglio è rarissimo da trovare, e anche piuttosto pericoloso, se usato a sproposito. Consente si di tornare esattamente nel tempo preciso da cui si è partiti, ma automaticamente cancella i ricordi inerenti al futuro che si è vissuto. Io lancerò a terra questa pozione, voi vedrete del fumo bianco avvolgervi, e poi vi ritroverete esattamente da dove siete venuti. Domande?-
I due scossero la testa, come degli automi. La professoressa li guardò, scettica, ma poi fece un altro sospiro, e fece per aprire il tubetto contenente il liquido grigio perla.
Stava giusto per compiere il gesto che li avrebbe riportati a casa, quando la voce flebile di Lily la interruppe.
-Professoressa...prima...potrei parlare un secondo con Potter?-
James per la prima volta dopo la discussione la guardò, incuriosito. Ma la rossina teneva gli occhi ancorati a terra.
La Mcgranitt sospirò, annuendo. Era meglio che quei due chiarissero qualunque cosa avessero da chiarire.
-Pochi minuti, mi raccomando.-
Lily annuì, ma la Mcgranitt non la vide, uscendo dalla porta e chiudendosi quest'ultima alle spalle.
Nella stanzetta calò il silenzio.
Poi Lily fece un sorrisino amaro, sempre con gli occhi bassi.
-Sei sicuro di quello che fai, Potter?-
James per un attimo si stupì a quella domanda. Annuì,con un sospiro carico di tristezza.
E anche Lily si ritrovò ad annuire, non aspettandosi altro che quello.
-Non servirà a niente.- James alzò lo sguardo, chiedendosi cosa volesse dire la rossina. Lei scosse la testa. -Non servirà a niente. Quella pozione ci cancellerà la memoria, tu dimenticherai tutto questo.-
Lui incrociò le braccia al petto, non sforzandosi nemmeno di sorridere. Quanto avrebbe voluto limitarsi ad abbracciare la sua Lily, quella stessa Lily che ora non aveva il coraggio di incontrare il suo sguardo.
-Anche tu, Evans.-
Lei sobbalzò, e alzò finalmente lo sguardo. Poi fece un sorriso amaro, tentando di suonare ironica.
-Come farai a ricordarti di non venirmi dietro, Potter?- voleva suonare acida, ma non ci riuscì. Le uscì solo un tono malinconico, come sapesse che lui aveva una risposta anche per quello.
E difatti, lui sorrise, triste, pensando a Luna e alle parole che gli aveva rivolto.
Sarebbe più giusto che tu e Lily dimenticaste tutto questo. In fondo, era vero. Lily avrebbe dimenticato tutto, grazie a Merlino.
-Non posso dirtelo, Evans.-
Di nuovo, lei annuì, sapendo che quella risposta era stata scontata sin dall'inizio.
Calò di nuovo il silenzio.
Dopo un po', quest'ultimo fu rotto nuovamente da Lily.
-James?-
Lui alzò lo sguardo su di lei, cercando di non pensare a quanto stesse male, in quel momento.
-Mi baci?-
James la guardò, incredulo, sentendo la rabbia pian piano salirgli al petto. Ripensò a tutte le volte che aveva sperato di sentire quelle parole uscire da quelle labbra.
Ripensò a quante volte aveva sognato che lei gli chiedesse una cosa simile. Ripercorse con la mente quegli ultimi giorni, quello che era cambiato, quello che era rimasto uguale. E lei era lì, calda, invitante, con le labbra che tremavano leggermente, gli occhi verdi velati da un sottile strato di lacrime, i capelli rossi scarmigliati, che dava voce ai suoi desideri più profondi con una semplicità disarmante.
Moriva dalla voglia di avvicinarsi a lei, di prenderle il viso tra le mani e baciarla, fino a quando non gli sarebbe mancato l'ossigeno. Voleva sentire il sapore delle sue labbra, voleva averla fino a dimenticarsi chi era.
Ma non poteva, maledizione. Non adesso, dopo tutto quello che era successo. E pensare che pochi mesi prima avrebbe fatto carte false, per avere quello che lei gli stava chiedendo. Ora, invece, avrebbe preferito morire, piuttosto di vederla soffrire così. Piuttosto di sentirle fare una richiesta simile.

-Non servirebbe a niente, Evans.-
Lei annuì, triste.
-Lo so.-
-E quindi?Perchè mi chiedi una cosa simile, se sai che non cambierà nulla?-
Lei sospirò.
-Perchè...perchè servirebbe a me. Se hai deciso che con me non vuoi avere più niente a che fare, va bene. Però...vorrei almeno sapere cosa avrei provato, se qualche giorno fa tu mi avessi baciato, a Hogsmeade.-
A quel punto, James fu seriamente tantato. Sentiva le sue resistenze sgretolarsi, piano piano. Si avvicinò, e le accarezzò una guancia.
Non poteva. Cercò di mettere a tacere le decine di voci contrastanti che aveva nella sua testa.
-Evans, sarebbe tutto inutile. Fra un po' da quella porta entrerà la Mcgranitt, e tu ti dimeticherai tutto, compreso il fatto che io ti abbia baciato o meno. Fra un po' smetterai di stare male, perchè dimenticherai tutto.Sarà...come se non ci fosse mai stato...nulla, tra di noi.-
Lei sollevò lo sguardo, e quegli occhi così rossi e gonfi di pianto fecero venire a James la voglia di strozzarsi da solo, perchè era solo colpa sua, tutto quel dolore.
-E tu, Potter?- mormorò.
Lui strinse le labbra, non proferendo parola.
-Tu come ti sentirai, Potter?-
-Non ha importanza, Evans.-
Lei chiuse gli occhi, per un momento.
-Certo che ne ha.- riaprì gli occhi, fissandolo. -Meglio avere rimorsi che rimpianti, ricordi?-
Fu allora che James non ce la fece più.
Appoggiò i palmi delle sue mani sui suoi zigomi. Seguì la linea leggermente incurvata delle guance, per poi arrivare al mento.
Le sollevò il viso, guardandola negli occhi, resi ancora più chiari dal contrasto lievemente arrossato della parte solitamente bianca dell'occhio.
-Ti farò solo del male, Lily.-
Lei fece un sorrisetto sofferente.
-Tanto dimenticherò tutto, no?-
E a quel punto, il moro avvicinò le labbra a quelle di lei, come aveva fatto solo un'altra volta in passato. Solo che quel giorno non ci sarebbe stato nessuno, a interromperli.
Le labbra di lui sfiorarono quelle carnose di lei, inizialmente esitanti. Poi si fecero più urgenti, bisognose di quel contatto negato per anni.
Le portò le mani dietro la nuca, sentendo le sue labbra dischiudersi in un silenzioso invito.
Passione, amore, dolore, tutto si mischiava con il sapore delle loro lingue intrecciate, impegnate in una danza tra le fiamme che li avrebbe portati inevitabilmente a scottarsi, entrambi.
Lily non voleva staccarsi. Voleva passare la sua vita attaccata a quelle labbra che la facevano fremere, voleva vivere per quei brevissimi stacchi la facevano respirare un attimo, per poi immergersi di nuovo in quelle labbra agrodolci che sapevano d'amore.
Troppo presto, James si staccò. La fissò un attimo negli occhi, tenendola ancora per un po' tra le braccia. Quello che sussurrò dopo fece strabuzzare gli occhi a Lily.
La rossina fece per dire qualcosa, ma James fu più veloce.
Si staccò completamente da lei, indietreggiando.
-Prof, può entrare.-
Lily spiazzata da quel brusco distacco, fissò la preside entrare. Voleva dire qualcosa, voleva fermarla, perchè lei non poteva dimenticare quel bacio, quelle parole.
James annuì, dando il suo muto consenso alla Mcgranitt, che aprì la boccetta di liquido grigiastro.
L'ultima cosa che Lily ricordò furono le ultime parole di James.
Ti amo, Evans.










Beneeee...eccomi qui ^^ non solo sono riuscita a far NON passare due settimane, ma vi ho fatto pure un capitolo enorme, siete contenti? O.O ehm...perchè avete quelle asce in mano?O.o aiutoooo O.O
ehm basta ho finito XD a parte il fatto he sn ancora qui a rompere le scatole, quando ormai voi sarete qui che implorerete pietà xk io smetta di scrivere...questo capitolo...è molto importante. Daciamo pure che è il capitolo più importante, quello che ha dato il via a tutta la storia, l'introduzione...per questo ci tengo molto.
Lo so che vorrete ammazzarmi per come si sono messe le cose, e che mi odiate ^^
Inoltre so anche che in questo capitolo James e Lily risultano un po' OOC: la cosa è voluta, perchè è nei momenti di maggior sconforto che vengono fuori parti di noi che nemmeno credevamo di avere, in questo caso c'è quasi un inversione di ruoli: Lily diventa quella impulsiva, e James diventa razionale, qusasi a livello di stronzaggine. Anche perchè, ad essere sinceri, a 16 anni puoi essere la persona più coraggiosa e temeraria del mondo, ma sapere che morirai a 21 anni non deve essere cmq il massimo XD
Chiedo scusa se le poche parolacce presenti  hanno dato fastidio, però erano necessarie..ma se danno troppo fastidio le tolgo, anche se in realtà erano un paio ^^
Basta, ho finito ^^ passo ai ringraziamenti, nella speranza che non mi uccidiate prima ^^ e scusate se non lascio ringraziamenti molto lunghi, è che lo studio come al solito mi reclama -.- XD un bacio!

trixina: oddio, grazie per i mille complimenti...anche se adesso mi sa che più che complimenti mi inveirai contro ^^ il fatidico bacio alla fine c'è stato, hai visto?=P certo, nn in una situazione molto...confortante, ma dettagli XD un bacio, a presto!

PrincessMarauder:  lo so che sono stronza ^^ ehm ^^ cooomunque...hai visto, che qualcosa ci avevi preso?XD ehm non è che mi fai prendere una sincope al povero emanuele, anche se non ho la più pallida idea di chi sia O.o vabbe dettagli XD

brando: ma no figurati, scusatemi voi se sono risultata troppo dura ^^ cmq grazie dei complimenti!

Nikki Potter: il prima o poi è arrivato più prima che poi XD si, alla fine era una cosa abbastanza importante, quello che aveva da dire la Mcgranitt XD grazie di tutto, sul serio XD (mi dispiace non fare commenti un tantino più esaurienti...è che sono stanca morta XD)

Iva27: cavolo, ci hai preso o.O sul serio, sto diventando troppo prevedibile XD grazie cmq ^^

Yrdyan:....e bacio fu XD ma non odiatemi XD  grazie per i complimenti, aumentano a dismisura il mio ego *.* bwuahauaha XD

eulalia_17:  ma nooooo povero Ron XD è solo un po'...ehm tanto...rompipalle XD dettagli XD la partita non si è fatta, ma avrebbero sicuramente vinto James e Harry, insomma, con i Potter non si scherza XD un bacio, grazie!

Pan_Teresa94: che bello, una nuova lettrice ^^ (me fa pat pat con le mani XD) grazie mille, davvero...e...lo so che James è un gran figo...ormai c'è la coda infinita che gli va dietro XD se non ci fosse Lily, mannaggia XD d'altra parte se non ci fosse Lily non lo ameremo così tanto Xd ok ho finito di sclerare XD un bacio!

zukky: noooo ma che figa, l'era glaciale XD io mi ero innamorata di diego da piccola XD muahahahah Xd basta XD mmm dici che ti voglio provocare un infarto?mmm...non so, può essere, tutto è possibile in qst mondo XD visto che ci avevi preso di nuovo?ehm....no in realtà nn mi ricordo se la tua ipotesi era giusta o sbagliata Xd dettagli, no??XD muahahah...ci sentiamo su msn!!!XD

alemalfoy: sono sadica?(me si guarda intorno) ma chi, io?ma no, cosa dici mai XD buwahauahah XD e il tanto sperato bacio arrivò...ma naturalmente mica potevo farli baciare e tutti felici e contenti, no?insomma XD troppo...banale XD muahaha XD poveri, vi faccio fare una sincope ogni volta, lo so XD non so come farai a adularmi ancora dopo questo capitolo O.O (me si nasconde in un cantuccio buio XD) non odiatemi, insomma...abbiate fiducia in me XD (oddio, sembro un prete O.O abbiate fede, ragazzi, abbiate fede O.O) ora vado XD un bacio!

muahah: ehm...XD si, devono già tornare XD ok qnd faccio queste uscite mi sento veramente sadica O.O coooomunque...tranquilla, anch'io sono moooolto pigra XD grazie per tutti i complimenti, spero continuerai a leggere XD

Star Petal: noooo non farmi un infarto XD povero Ron...mi sa che dopo il mio capitolo andrà a rintanarsi in un angolino mooolto buio della terra, terrorizzato dalle lettrici inferocite XD  com'era strasburgo? a me piacerebbe tantissimo andarci *.* grazie per la recensione, mi sento ogni volta realizzata XD un bacioo!!!

riddikulus: lo so, lo so che dovrei aggiornare più spesso *.* dannata scuola, giuro che la odio, vorrei tanto che andasse a fuoco -.- aaargh -.- grazie dei complimenti =) un bacio!

Miss Rainbow: -.- lei e il suo dannato scherzo -.- la farò impiccare, un giorno -.- noooooo povera la mia suddita XD ecco vedi sto diventando sin troppo buona...ehm...xk guardi con quella faccia eloquente il capitolo?non ti pare che io sia un esempio esemplare(O.o) di virtù e bontà?^^ ehm...ok nn convinco nessuno XD si...è stata una buonissima notte, davvero, sai?perchè poi quando Jam...ehm...continuiamo su msn, siamo in presenza di minori XD un bacio suddita...e stia sempre all'erta, la ghilghiottina è bella pronta, ansiosa di mozzare qlc testa XD

denyan: sai, in effetti mi aspettavo che prima o poi qualcuno mi facesse questa domanda. la risposta...bè, è no. Per due semplici motivi: intanto, James ci è rimasto talmente male, per Remus, che la sua testa ha automaticamente dato per scontato, che gli altri fossero vivi. E poi, perchè la morte di remus gli ha fatto così male, che lui non vuole chiedere degli altri due, una sorta di meccanismo di difesa, non so se mi spiego. Ho finito di sproloquiare ^^ un bacio ^^

tonks17:  il bacio c'è stato, e ci hai azzeccato sulla prof XD  cooomunque, ben arrivata, e grazie per i complimenti ^^ lo so che sono sadica ma...ehm...no nn ho scusanti, lo sono e basta XD grazie ancora, un bacio XD

oOoPRONGSIEoOo: elyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy XD che piacere sentirti XD tranquillaaaa non è successo niente di grave, non devi mica chiedermi scusa XD ti capisco con la scuola, le due settimane che precedevano questa sn state un inferno pure per me...davvero, ci provano gusto secondo me, a farci torture psicologiche. E tranquilla se nn hai ancora scritto, è meglio una cosa fatta bene e con calma che una fatta alla cazzo (XD) e in due secondi XD scusa com'è che ti metti a parlare tranquillamente con le mie lettrici dicendo che sono una sadica perversa O.O non dovresti stare dalla mia parte?XD scherzo XD  e smettila di insultarti XD cmq si si l'ombra del vento l'ho finito...appena ci becchiamo ci facciamo una luuuuuuuuuuuuunga chiaccherata su quanto mi ispira Julian Carax in termini...ehm...non propriamente casti Xd muahahah XD ma tu come facevi a sapere che lo stavo leggendo?O.o ehm forse te l'ho detto, nn mi ricordo più XD muahaha XD in qst capitolo james perde un po' in perfezione, ma noi lo amiamo lo stesso, vero?Xd e poooovero ron, nn odiatelo XD è solo un burattino nelle mie mani (me fa un ghignetto molto sadico XD) dai, spero di trovarti su msn prima o poi Xd senno nella prossima recensione mi lasci un appuntamento tipo: giovedì alle 16 Xd così fa molto film 007 Xd bwuahauahauha...quanto mi diverto ad essere idiota XD un bacio ely, e nn odiarti  xk io ti adoro XD

pikkolina88:  tranquilla ^^ come è stata l'austria?^^  un bacio ^^

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Capitolo 10
*** Frammenti ***


cap 10 Lily per un attimo non vide niente.
Poi sentì chiaramente di essere caduta sul pavimento, vuoi per il fatto di essere seduta, vuoi per il fatto che una natica le pulsava dolorosamente.
Aprì gli occhi, notando che anche James era caduto per terra, a poca distanza da lei.
Cercò di ricordarsi come diamine era finita sul pavimento, mentre vedeva Potter fare una smorfia per il dolore.
Poi le tornò in mente tutto.
La campanella era suonata, e Potter aveva fatto finire a terra la sua pozione. Chissà cosa ci aveva messo dentro, per fare in modo che cadessero a terra entrambi.
Si alzò, sbuffando e lisciandosi la gonna della divisa.
-Potter, possibile che tu non possa fare a meno di fare disastri?-
Lui la guardò, dal basso, per un attimo stupito. Fece per aprire la bocca, ma poi parve ripensarci.
Si sollevò da terra, senza una parola, semplicemente fissandola. E Lily per un attimo si sentì a disagio. Notò che Potter aveva qualcosa di strano, ma non avrebbe saputo spiegare con esattezza cosa.
E poi cos'era quel silenzio che si stava protraendo a lungo?Perchè non ribatteva?
James, dopo un attimo, sorrise, cercando di non risultare troppo amaro.
Per un unico, egoistico istante aveva sperato che la pozione non avesse funzionato, che lei gli avrebbe sorriso, dicendogli magari che gliel'aveva fatta, che lei aveva sempre saputo un modo per schivare gli effetti degli Incantesimi di Memoria.
Subito dopo si odiò per averlo pensato. Era giusto così, doveva andare così, basta. Lui stesso aveva fatto di tutto perchè andasse così, doveva quindi essere coerente con se stesso. La seconda caramella fuxia che gli aveva dato Luna, quella che sarebbe stata destinata a Lily ma che lui non le avrebbe dato mai, pesava come un macigno nella sua tasca, quasi a volerlo indurre in tentazione, ricordandogli che un modo perchè Lily ricordasse tutto c'era, la Evans avrebbe ancora potuto sapere quello che non si ricordava, ingoiando quella semplice pastiglia come aveva fatto lui poco tempo prima.
Decise che doveva rapidamente trovare un posto dove buttare quella pillola, o il suo istinto avrebbe presto avuto la meglio.
Intanto, la rossina attendeva ancora una risposta, squadrandolo dall'alto in basso.
-Mi dispiace, Evans.-
Lei lo guardò, stranita.
Mi dispiace, Evans?
Cosa diavolo era successo? Dov'era il ghigno alla James Potter?Dov'erano le battutine maliziose?Dov'era la voce ironica?
Ma soprattutto, da quando in qua James Potter le chiedeva scusa?!
-Fa...fa niente, Potter.- borbottò, ancora spiazzata.
Lui si limitò ad annuire, facendo ricadere il silenzio.
Era strano, ma Lily pensò che era la prima volta che stavano in silenzio, così a disagio.
Tra loro c'erano sempre state battute, ironia, acidità, sarcasmo, litigate, insulti.
Ma mai c'era stato silenzio. E soprattutto, Lily non si era mai sentita così scomodamente in silenzio.
Intanto, lui continuava a fissarla, come se avesse dovuto imprimersi nella mente la sua immagine per un'ultima volta.
Ti amo, Evans.
Lily spalancò gli occhi.
-Hai detto qualcosa, Potter?-
James scosse la testa, e lei aggrottò la fronte.
-Mi era sembrato...- sussurrò. Poi scosse la testa, confusa. Non bastava che Potter sembrasse un'anima in pena, ora ci si metteva anche la sua immaginazione a farle sentire cose che non stavano ne in cielo ne in terra.
James scrollò le spalle, con finta noncuranza.
-Bene. Io vado, Evans. Ci si vede.-
E, senza una parola di più, le rivolse la schiena, avviandosi verso destra.
-Ehi!Potter, dove diavolo vai?Trasfigurazione è dall'altra parte!-
Lui voltò leggermente la testa, sorridendo.
-Infatti non sto andando a Trasfigurazione, Evans.-
Non aggiungendo altro, continuò la strada che stava percorrendo.
-Potter, non puoi saltare le lezioni così!Mi hai sentito?Potter!-
Ma fu tutto inutile, il Grifondoro era volontariamente sordo ai suoi richiami.
E in un attimo Lily, vedendolo di schiena, capì cosa aveva James che non andava.
I suoi occhi erano spenti, privi di quella vitalità che lo caratterizzava da sempre.
Stette per un secondo a riflettere su quell'ultima considerazione, prima di rendersi conto su chi stesse veramente riflettendo.
Facendo uno scatto felino verso sinistra si avviò verso l'aula della McGranitt, borbottando frasi sconnesse e imprecando contro il suo cervello che ogni tanto le faceva quelle uscite assolutamente senza un senso.
Per sua fortuna raggiunse l'aula quando la professoressa non era ancora arrivata, quindi si potè concedere di sostare un secondo sulla soglia, guardandosi intorno.
Individuò subito Emmeline che si sbracciava, per attirare la sua attenzione in modo che si sedesse vicino a lei. Raggruppate accanto alla biondina c'erano, immancabilmente Mary e Marlene che le sorrisero, radiose, mentre Alice si stava scambiando un lungo bacio con il suo fidanzato, in un angolino della classe.
Merlino, quanto le erano mancate.
Aggrottò la fronte, stupita da quel fugace pensiero che le aveva attraversato la testa. Le aveva viste quella mattina, e che diamine, cosa le veniva in mente?
Non badandoci più di tanto, raggiunse le sue amiche, con un sorriso.
-Com'è andata con Potter?- le chiese subito Mary, spiccia.
La rossina sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Lasciamo perdere.-
In realtà, per una volta, aveva dato quella risposta perchè non sapeva cos'altro dire. Stranamente, in quel momento, sentì una sorta di fitta dolorosa al cuore. Non ne capì il motivo.
-Tesoro ma, hai dormito, questa notte?- gli occhi azzurri di Emmeline la guardavano, preoccupati.
Lily la guardò, confusa.
-Si, certo che si, perchè?-
La Vance alzò le spalle.
-Hai due occhiaie tremende...-
La rossina aggrottò la fronte.
-Em ha ragione, Lils. Sembra che tu non abbia dormito per giorni interi.- la dolce Marlene le aveva posato una mano sul braccio, guardandola meglio negli occhi.
-Occhiaie...?-
Mary le porse uno specchietto fregandolo dall'astuccio di Alice. Quella ragazza si portava sempre dietro il suo immancabile specchietto rotondo, anche se in realtà lo usava più come porta fortuna che per altro.
-Guardati.-
Lily effettivamente si guardò.
Portò un dito sotto l'occhio, accarezzandosi dove, effettivamente, c'erano due solchi nerastri, tendenti al violaceo, testimoni di lunghe notti passate in bianco.
L'unico problema era che lei non se le ricordava affatto, quelle notti in bianco.
Le sembrava di aver dormito benissimo, quella notte. Aveva fatto un sonno lungo e prolungato, senza sogni.
Chissà perchè, in quel momento le venne in mente Potter.
Scacciando immediatamente quel pensiero dalla sua testa, fece spallucce, poichè le amiche continuavano a fissarla.
-Sarà lo stress che mi provocano le continue richieste di Potter.-
Fece una risata un po' forzata, seguita a ruota dalle sue amiche.
L'unica che non rise fu Emmeline, che si accorse subito che la rossa non gliela raccontava affatto giusta.

James si lasciò cadere pesantemente sul letto.
Buttò gli occhiali sul comodino, con un sospiro stanco, e si massaggiò gli occhi.
Tutto quello di cui aveva bisogno in quel momento era silenzio.
Si sentiva invecchiato di una decina d'anni in un solo colpo.
Con lentezza studiata, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni la pastiglia che lui stesso aveva ingoiato, e che gli aveva permesso di non dimenticare.
Doveva assolutamente buttarla via.
Io non voglio dimenticare, Potter.
Scosse la testa. Se voleva non impazzire, doveva sbarazzarsi della vocina insistente di Lily che si era insinuata nella sua testa, che gli faceva ricordare quanto era stato vicino all'averla.
Ma come faceva, dannazione?
Aveva ancora il suo maledetto sapore sulle labbra. Se chiudeva gli occhi, poteva ancora vedersela tra le braccia, sbalordita dalle ultime parole che lui le aveva rivolto.
Sbalordita, e forse felice.
Doveva piantarla. Doveva togliersi Lily Evans dalla testa, o sarebbe impazzito, se lo sentiva.
E tu come ti sentirai, Potter?
Male. Dannatamente, maledettamente male, Evans. Ma era necessario, basta.
James, mi baci?
Improvvisamente, la porta i spalancò, facendolo sobbalzare. La pastiglia rosa gli cadde di mano, finendo chissà dove.
-Ramoso!-
Felpato era entrato, con la solita delicatezza, seguito da un Remus sbuffante e un Peter che ridacchiava.
Lui li guardò, per un secondo dimentico di tutto.
-Cosa ci fate qui?-
Sirius scrollò le spalle.
-Non eri a lezione, così abbiamo deciso di venirti a cercare.-
Remus gli lanciò un'occhiataccia.
-Ti vorrei far notare che TU mi hai costretto a venire a cercare Ramoso, interrompendo così un'importantissima lezione di Trasfigurazione Umana!-
Il bel Black alzò gli occhi al cielo.
-Mamma quanto la fai lunga!Come se tu non sapessi già tutto a memoria!-
-Questo non c'entra nulla!Solo perchè io, al contrario di te, studio, non vuol dire che si debba automaticamente saltare la lezione!-
-Era solo una noiosissima lezione della Minnie!-
-SOLO?Ti ricordo che l'anno prossimo abbiamo i MAGO!-
-E io ti ricordo che sei petulante!-
Peter roteò gli occhi.
-Falli smettere, ti prego.-
Disse, rivolto a James. Lui li guardò. Uno a uno.
Sirius, con la solita aria da bello e dannato, con la camicia sbottonata e la cravatta completamente slacciata.
Remus, tutto impettito nella sua divisa perfetta e stirata, che si vedeva però che un po' moriva dal caldo.
E, con lentezza esasperante, quasi avesse avuto paura di quello che avrebbe visto, spostò lo sguardosu Peter.
Quello che vide, però, gli fece male.
Perchè non vide un lurido verme strisciante, pronto a servire chiunque piuttosto di salvare la sua pelle putrida, non vide un topo troppo vigliacco per affrontare il pericolo a viso aperto. Non vide una persona pronta a vendere i suoi migliori amici.
Vide Peter. Solo Peter. La divisa messa bene, un po' stretta sulla vita, colpa forse dei troppi dolci.
Non c'era un mostro, davanti a lui. Solo, uno dei suoi migliori amici.
Non sapeva se vomitare, piangere o scoppiare a ridere.
Peter. Codaliscia. Cosa lo aveva indotto, a fare una scelta del genere?Cosa poteva spingere un uomo, un ragazzo, a vendere i propri migliori amici?
Lo guardò ancora per qualche secondo.
Una parte di lui voleva alzarsi e tirargli un cazzotto in pieno viso. Quella stessa parte di lui avrebbe goduto a vederlo con gli occhi sgranati e sanguinante, mentre emetteva una sorta di squittio terrorizzato.
Ma l'altra parte di lui,  invece, lo faceva sentire un verme solo per averlo pensato.
Perchè quello che gli stava davanti non era il Peter che aveva descritto Harry, no. Quello era solo Codaliscia il Malandrino, quello stesso Peter che tante volte aveva avuto bisogno di protezione. Certo, non era Sirius, suo fratello e migliore amico. Non era Remus, lupo da accompagnare nelle notti più buie della sua esistenza. Ma era pur sempre Peter, uno dei suoi migliori amici.
Decise che non era giusto incolparlo adesso per qualcosa che avrebbe fatto in futuro. Non poteva farlo, si sarebbe rivelato uno dei peggiori amici che si possano desiderare.
Si sarebbe limitato ad aiutarlo, a renderlo più partecipe, a farlo sentire più amato, perchè forse era solo di quello, che aveva bisogno. Quante volte lui e Sirius l'avevano preso in giro per sciocchezze? Sicuramente non bastavano due mani per contarle tutte.
Si accorse che Remus e Sirius avevano smesso di battibeccare come due vecchie comari, e lo fissavano.
Li guardò a sua volta, poi fece un sorriso, sentendo che volevano che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa. Era strano che James se ne restasse zitto così a lungo.
-Ragazzi.- disse, e vide i tre Malandrini scrutarlo con curiosità. -Vi ricordate al primo anno, quando abbiamo inventato il Codice Malandrinesco?-
Sirius rise.
-Certo che si. Perchè ti viene in mente adesso, Ramoso?- poi ghignò -Non starai diventando uno di quegli studentelli noiosi e nostalgici che non fanno altro che chiedersi i perchè della vita?!-
James rise, poi si alzò. Aveva bisogno di muoversi. Si avviò alla finestra, e osservò il paesaggio. Poi si voltò di nuovo verso i suoi amici. Si passò una mano tra i capelli, mentre vedeva i tre scambiarsi un'occhiata perplessa. Avevano capito che c'era qualcosa che non andava.
Tanto valeva dirgli la verità. O, per meglio dire, una piccolissima parte di verità.
-Ho deciso di chiudere con la Evans.-
Le reazioni dei Malandrini furono l'una diversa dall'altra.
Peter spalancò la bocca, emettendo un -Eh?- sorpreso.
Remus lo fissò, impassibile, cercando di cogliere ogni sfaccettatura del suo sguardo.
E Sirius...bè, Sirius crollò a terra. Dal ridere. Rideva talmente forte che sembrava ululasse.
Remus spostò rapidamente lo sguardo su Felpato, così come fecero anche James e Peter, l'uno che si aspettava una cosa del genere, l'altro non capendo perchè il Malandrino ridesse..
-Altro che Felpato, qui dovevamo chiamarlo Elefante Ballerino.- borbottò Remus.
-Scu...scusa Ramoso...- fece Sirius, intanto, rialzandosi, ancora scosso dalle risate, asciugandosi le lacrime dal ridere. -...è che l'hai detto con una faccia talmente seria, che per un attimo, davvero ci sono cascato...- continuava a ridacchiare, mentre James lo fissava, pensando che l'idiozia di Sirius in fondo gli era mancata. -Insomma, dai...questa era grossa...tu...la Evans...- piano piano, la risata si spense, accorgendosi che nessun'altro, nella stanza, rideva. Si guardò intorno, ancora con un lieve sorriso, accorgendosi finalmente che qualcosa decisamente non andava.
-Perchè...era una battuta, non è così?-
Ramoso sospirò, e Sirius si sentì per un attimo spaesato. Quello non era suo fratello, non era il James che conosceva. Cosa diamine era successo?
-Credo proprio di no, Sirius.- esalò James.
-Avanti, Ramoso.- sbottò il bel Black, inquieto. -Una frase simile l'avrai ripetuta milioni di volte. Non puoi dire sul serio.-
-Cosa ti ha indotto a fare una scelta simile, James?- chiese Remus, cercando di andare dritto al sodo della questione. Perchè era lampante che qualcosa era successo, qualcosa più del solito, sicuramente.
James aveva trovato una scusa, anche se poco plausibile, anche a quella richiesta, ma diamine se era difficile, mentire ai propri migliori amici.
Scosse la testa, alzando le spalle.
-Mi sono rotto, ecco tutto.-
Sirius rise, suonando lievemente isterico. Perchè se James iniziava a mentirgli, era sintomo di qualcosa che veramente era grave.
-Si, questa è la palla che racconterai alla folla, e naturalmente ti crederanno tutti, come sempre. Ora però dicci il vero motivo, Ramoso.-
James fece una risata. Ovvio, non poteva sperare di fregarli così facilmente. Erano pur sempre i Malandrini, dopo tutto.
Li guardò ancora, in piedi, preoccupati. I suoi Malandrini. Come aveva fatto a resistere un mese senza di loro?
Poi fece un sorriso, un'ombra del vecchio ghigno sul volto.
-Se non ve lo dico vi offendete?-
Felpato sbuffò sonoramente.
-Mi sarei offeso se mi avessi raccontato un'altra palla, Ramoso. Non facevi prima a dire che non volevi dircelo?!-
James rise, nonostante tutto. Era incredibile come quattro persone potessero capirsi così, al volo. Non c'era bisogno di parole complicate, di discorsi contorti, di sguardi nascosti. A loro bastava un cenno del capo, per comprendersi.
-Ramoso, te la ricordi la prima regola del Codice Malandrinesco?Quella che mi hai rinfacciato di essermi dimenticato, quando avete scoperto che ero un Lupo Mannaro?-
James sorrise. Certo che se la ricordava. Era quella più importante, quella che non si sarebbero mai scordati.Cercò, con tutte le sue forze, di non guardare Peter. Sapeva che il suo sguardo sarebbe risultato più accusatore del voluto.
Lui, Peter, in futuro se la sarebbe dimenticata, quella regola.
Se voleva tentare di recuperare il rapporto con Peter, doveva cercare di pensare il meno possibile a quello che avrebbe fatto in futuro. Doveva concentrarsi sul Peter di adesso, il Malandrino ancora fedele agli ideali Grifondoro. O almeno, così sperava Ramoso.
-Un Malandrino non deve mai abbandonare un altro Malandrino. Se è necessario che un Malandrino muoia per salvare un altro Malandrino, il Malandrino sopracitato non deve esitare neanche un secondo, a morire.- recitò a memoria Sirius, con un sorriso che era tutto un programma.
Remus scrollò le spalle, con un sorriso.
-Bè, è ancora valida. Qualunque Malandrino ci sarà sempre, per un altro Malandrino.-
James si sentì seriamente commosso, quando vide anche Peter annuire, con un sorriso assolutamente sincero. Qualsiasi Magia Nera doveva ancora essere ben lontana dal cuore di Peter, almeno per un altro po' di tempo.
Quella regola era stata pronunciata tanti anni prima, quando ancora erano bambini, quasi per scherzo, eppure,  era l'unica forse che era rimasta invariata nel tempo, adattandosi perfettamente ad ogni situazione, passata, presente o futura.
Fu allora che sentì il vecchio James, quallo che aveva lasciato sul campo da Quidditch con Harry, venire fuori, un pezzettino alla volta.
Perchè era vero, si sentiva un vuoto in mezzo al petto. Era vero, stava male, maledettamente male. Sarebbe stato dannatamente difficile dimenticare quel bacio, quelle labbra, quegli occhi verdi così belli, quei capelli rossi che gli ricordavano tramonti lontani.
Ma non era solo.
Con lui, ad affrontare il dolore, il rimpianto, le difficoltà, c'erano i suoi Malandrini, che mai lo avrebbero abbandonato.
Ce la poteva fare, adesso lo sapeva.
Si sentì estremamente grato, per tutto questo, perchè aveva degli amici talmente grandi che non ne avrebbe mai desiderati di migliori.
Prese il cuscino più vicino che aveva, e lo lanciò dritto in faccia a Sirius.
Per dimostrare la sua gratitudine, si intende.
E per dire ai suoi amici che James Potter c'era ancora, da qualche parte.
Felpato, offeso dal profondo dell'orgoglio, prese ad urlare, brandendo il cuscino con fare melodrammatico.
-Ah!Tu quoque, James?!Tu, mio fratello, mi tradisti?!Non fanno più i fratelli di una volta, diamine!-
E, detto questo, brandendo quell'arma micidiale che di solito si usa per dormire, si avventò contro Ramoso, dando così il via ad un'estenuante lotta di cuscini, a cui si unirono, naturalmente, anche Remus e Peter.

Lily era in una chiesa enorme.
Avanzava, piano, con lentezza, cercando di imprimersi nella mente più particolari possibili di quell'edificio così poco familiare.
Dalla grandezza che metteva quasi soggezione, e dalle grandi vetrate, poteva ricordare vagamente una chiesa di stampo gotico.
L'altare, di marmo bianco, era cosparso di fiori, anch'essi del colore della neve.
Accanto al prete, girato di schiena, stava un uomo dall'abito scuro e dai capelli neri e spettinati.
Vide, in una delle bancate laterali, Petunia, con uno strano sorriso sul volto.
Si accorse di tenere qualcosa tra le mani, ma non riusciva a vedere cosa.
Improvvisamente, da un angolino della chiesa, l'Organo fece partire una musica.
Si stupì, quando riconobbe la Marcia Nuziale.
Si stava sposando?
D'un tratto, l'uomo in abito scuro si girò.
Lei sgranò gli occhi, stupita. Davanti a lei, con un sorriso che faceva sciogliere e battere il cuore, c'era niente di meno che James Potter, capelli scalmanati come al solito, splendido nel suo abito nero.
Si stava sposando con James Potter?
Contro ogni logica, il suo cuore prese a battere ad una velocità spaventosa.
James intanto continuava a sorridere.
-Sei arrivata, finalmente.-
Lei fece per rispondere, quando senza nessun preavviso, una voce dietro di lei la precedette.
-Scusami tanto, amore!Tu non hai idea...per strada c'era un tale traffico!-
Lily, presa alla sporovvista, con gli occhi fuori dalle orbite, si spostò di lato, giusto per vedere una donna dall'eccezionale bellezza avanzare, con un sorriso enorme indirizzato a James.
Al suo James, si sorprese a pensare Lily.
L'abito bianco le scendeva sinuosamente lungo il corpo, aderendo perfettamente sul seno lievemente scoperto, per poi adattarsi divinamente alla pancia completamente senza un filo di grasso, e concludendosi infine con un'ampia gonna di raso bianco.
Il viso era incorniciato da una cascata di riccioli neri, ma quello che si notava di più erano sicuramente gli occhi.
Grandi, ma soprattutto, verdi. Verdi come la buccia di una mela, verdi come la speranza che emanavano.
Spiccavano su quel volto magro e fine come due fari luminosi, brillanti, ma soprattutto innamorati.
Una vocina nella sua testa, che sembrava impazzita, gridava che quella donna non poteva essere innamorata di James, non del suo James.
Tutto quello non aveva un senso, non...
Solo quando vide James abbracciare la donna, e baciarla con tanto ardore che tutto faceva pensare fuorchè fossero in una chiesa, che sentì chiaramente il suo cuore sgretolarsi, come un semplicissimo castello di sabbia che viene giù alla prima soffiata di vento troppo forte.
Voleva gridargli qualcosa, voleva farli staccare, rinfacciargli che non si poteva, che a un matrimonio bisognava aspettare il consenso del prete, per baciare la sposa.
Ma prima che la voce le uscisse, prima che sentisse le lacrime calde scorrerle sul viso, James si staccò dalla donna, e la fissò, con un sorriso cattivo che lei non gli aveva mai visto sul volto.
-Hai visto, Evans?Non mi è stato difficile, sposarmi con una qualsiasi ragazza dagli occhi verdi.-
E mentre la platea rideva, lei strabuzzò gli occhi.
Spostando gli occhi velocemente su Petunia, si accorse che la sorella aveva trasformato il sorriso in un ghigno malefico.
Le risate dei presenti continuavano a rimbombarle in testa.
Vide James scuotere la testa.
-Povera, piccola Evans...davvero credevi che mi fossi innamorato di te?-
La folla continuava a ridere, e lei, non riusciva a distogliere gli occhi dal braccio di James, avviluppato alla vita della ragazza dagli occhi verdi, che ghignava, senza pietà.
E lei, solitamente così orgogliosa, solitamente così forte, non trovava la forza per ribattere.
Il prete le puntò un dito contro, e lei si accorse, con orrore, che si trattava di Severus Piton.
-Davvero credevi che un Purosangue del suo livello potesse innamorarsi di una sudicia, schifosa Mezzosangue?Povera illusa!Tu e tutta la tua razza siete solo dei peccatori ignobili, feccia della società, luridi vermi che si sono insidiati nelle nostre case, rubandoci il cibo e il lavoro, insozzando la nostra razza pura, sterco che pretende di essere preso in considerazione...-
Automaticamente, impaurita, spostò lo sguardo su James, cercando protezione, cercando qualcuno che negasse quelle parole ignobili.
Ma James aveva ripreso a baciare la sua fidanzata, questa volta con una dolcezza infinita. Le teneva le mani dietro alla nuca, quasi avesse paura che scappasse, e quella visione fece cadere il cuore di Lily in un baratro nero.
Voglio svegliarmi, pensò. Voglio svegliarmi, basta, vi prego...
Tutti intorno a lei ridevano.
Ditemi che è solo un sogno, basta, voglio svegliarmi...
Le risate si fecero più forti.
Lily abbassò lo sguardo, sentendo le lacrime premere per uscire, e solo allora riuscì vedere ciò che aveva tenuto fino a quel momento, in mano.
Incominciò ad urlare, mentre la folla rideva.
Tra le sue mani, ricoperto di sangue, c'era un neonato, morto.

Lily si svegliò di soprassalto, emettendo un breve strillo, con gli occhi spalancati.
Sentiva il cuore batterle a mille.
Vedendo che era nel suo dormitorio, si sentì enormemente sollevata. Guardò le sue amiche che dormivano placidamente nei loro letti, a poca distanza da lei, e le vennero quasi le lacrime agli occhi per il sollievo.
Si passò una mano sul viso, asciugandosi dal sudore.
Era solo un sogno, pensò, cercando di tranquillizzarsi. Solo un sogno.
Inspirò ed espirò un paio di volte, cercando di far diminuire il battito del suo cuore.
Quel sogno era stato così dannatamente reale. Gettò un'occhiata al comodino.
L'orologio segnava le 5:15 del mattino. Sbuffò. Mancavano ancora quasi due ore, perchè la sveglia suonasse.
Decise di andare in bagno, in quel letto non voleva starci un minuto di più.
Si lavò più volte le mani ed il viso, sentendo piano piano la paura sciogliersi, per far posto alla razionalità, come sempre.
Ragionandoci su,  era un sogno assurdo.
Già il fatto che lei avesse anche solo pensato di potersi sposare con Potter, era assurdo.
E poi, quando mai lei aveva pensato che Potter fosse innamorato di lei?Per quanto ne sapeva, Potter poteva mettersi con chiunque, non era affar suo.
Eppure, quel bambino tra le braccia...
Rabbrividì, fissandosi allo specchio.
Era solo un sogno, Lily, smettila.
Sospirò.
James che baciava così dolcemente la sua ragazza, con quel sorriso pieno d'amore e di felicità...
La rossina spalancò gli occhi.
 James?Da quando era James, e non Potter?
Vide, attraverso lo specchio, il suo viso trasformarsi in una smorfia. E sobbalzò. Perchè quella smorfia non era di disgusto, di stupore, o di qualsiasi altro genere di sentimento che avesse sempre provato per Potter.
Quella smorfia esprimeva dolore, e basta.
Evans, direi che, ora come ora, potremmo anche considerarci amici.
Potter, queste notizie me le devi dare con un po' di preavviso, se non vuoi che muoia sul colpo!
Una risata, la sua risata. Era bello ridere insieme, vero, Lily?
Indietreggiò, spaventata. Non aveva più il controllo del suo cervello, non aveva più il controllo del suo viso.
Cos'erano quelle frasi sconnesse che la sua testa continuava a mandarle?
Non capiva cosa diamine le stesse succedendo. Era ormai passata una settimana,dall'ultima volta che aveva parlato con Potter, e continuavano ad accaderle cose che non capiva.
Sentiva la voce di Potter che proclamava cose assurde, poi si ritrovava il viso coperto da due pesanti occhiaie, faceva sogni inquietanti e macabri, e infine si riscopriva a soffrire per...Potter?
Per James, la corresse una vocina nascosta nella sua testa.
Lei scosse la testa, frenetica, arrabbiata con se stessa. Odiava non capire, odiava quella situazione che la faceva sentire confusa.
Decise che era ora di cambiare, o sarebbe impazzita. Aveva voglia di cambiare, di ribellarsi a tutto questo. Forse, se fosse cambiata lei stessa, a partire dal proprio aspetto, avrebbe smesso di comportarsi il maniera assurda, e Potter, insieme ai suoi occhi spenti, le sarebbe uscito dalla testa.
Uscì dal bagno, cercando di fare il meno rumore possibile.
Avvicinatasi al suo letto, prese la bacchetta, e un paio di forbici.

-Cosa diamine stai facendo?!-
Lily sobbalzò, girandosi. Vide Emmeline, sulla porta, che la scrutava, sospettosa.
Incredibile come i suoi capelli, biondissimi e liscissimi, non sembrassero mai fuori posto, nemmeno dopo aver dormito. Emmeline sembrava la classica ragazza bella e distaccata, avvicinabile solo per miracolo.
Lily però sapeva bene che non era così. Gli occhi azzurri, che parevano freddi e senz'anima, nascondevano in realtà un cuore grandissimo, che veniva nascosto per paura di essere ferito.
Grifondoro fino al midollo, pazza con le amiche almeno quanto era fredda con gli estranei, Emmeline Vance era l'ultima erede di una lunga stirpe di purosangue.
Lily le sorrise, imbarazzata per essere stata colta in flagrante.
Poi scrollò le spalle, vedendola avvicinarsi.
-Mi sto solo tagliando i capelli, Em.-
Il sopracciglio fine di Emmeline raggiunse quasi l'attaccatura dei capelli, da tanto si sollevò.
-Come mai questa improvvisa voglia di uccidere così brutalmente i tuoi capelli?-
Lily lanciò un'occhiata di disappunto allo specchio. In effetti, il risultato non era dei migliori: sembrava più un pulcino spelacchiato, che altro. I suoi bei capelli lunghi e rossi, che prima scendevano lungo la schiena, ora arrivavano sulle spalle, irregolari e senza un taglio preciso.
Sollevò le spalle, voltandosi di nuovo verso la sua migliore amica.
-Avevo voglia di cambiare.-
La Vance roteò gli occhi, senza però scomporsi più di tanto. L'alta società inglese Magica aveva avuto, anche se involontariamente, un certo effetto su di lei, donandole quell'aria perennemente di superiorità che in realtà non le apparteneva affatto.
-Tesoro, ma dico, perchè ti è venuta voglia di cambiare alle cinque del mattino?Non potevi aspettare...che so...l'ora di pranzo?Almeno questa tua strana voglia si sarebbe ripercossa sulla scelta del cibo, e non sui tuoi poveri, innocenti e bellissimi capelli.-
La rossina fece un sorriso totalmente innocente.
-Sono le sei meno un quarto, Em.-
La bionda, senza minimamente badare a quella precisazione, inarcò le sopracciglia.
-Dimmi che Potter non c'entra niente con i tuoi capelli.-
La rossina emise un lungo sospiro. Era inutile negare, Emmeline aveva la straordinaria capacità di capire chiunque con un solo sguardo.
-Non lo so, Em.- si morse il labbro. -Non so cosa mi stia succedendo ok?Però ho voglia di cambiare. Ho lo stesso taglio da quando ero piccola,  Potter mi viene dietro da quando avevo 11 anni, poche cose nella mia vita sono cambiate...forse è ora di cambiare, non credi?Potter non c'entra, Em. Fai come se non l'avessi nominato. L'unica cosa che rimarrà immutata nel tempo, probabilmente, è il fatto che Potter non c'entra nulla, con la mia vita.-
-Davvero credevi che un Purosangue del suo livello potesse innamorarsi di una sudicia, schifosa Mezzosangue?Povera illusa!Tu e tutta la tua razza siete solo dei peccatori ignobili, feccia della società, luridi vermi che si sono insidiati nelle nostre case, rubandoci il cibo e il lavoro, insozzando la nostra razza pura, sterco che pretende di essere preso in considerazione...-
Rabbrividì, mentre le tornava in mente quel sogno.
Le parole che aveva rivolto a Emmeline erano totalmente vere. O almeno, sperava che fossero vere.
A lei non piaceva Potter, punto.
Quel sogno non era significato nulla, basta.
Era solo uno stupido, dannatissimo sogno, e presto se ne sarebbe dimenticata. E quei maledetti capelli non sapeva come sistemarseli.
La biondina la guardò per alcuni, lunghi istanti in silenzio.
Poi sospirò. Con Lily non c'era niente da fare. La rossina tendeva a tenersi tutto dentro, senza mai rivelare i suoi sentimenti a nessuno, nemmeno a se stessa, se necessario. Ormai lei aveva imparato a capirla.
Sospirò di nuovo, poi, avvicinandosi, le prese forbici e spazzola.
-Dammi qui. Se proprio vogliamo commettere questo capellicidio, almeno che sia una cosa fatta decentemente.-
E Lily sorrise.

-Ramoso?-
-Mh?-
Felpato lo guardò, con aria critica. James non aveva alzato lo sguardo dal foglio su cui stava scrivendo.
Erano nella Sala Comune e, tecnicamente, avrebbero dovuto svolgere i compiti di Incantesimi. In realtà, James stava tentando di studiare, mentre Sirius lo fissava da mezzora, aspettando che Ramoso si accorgesse del suo sguardo.
Ma Ramoso era fermamente deciso ad ignorarlo.
-Cosa stai facendo?-
James alzò gli occhi, decidendosi finalmente a prestargli attenzione, con un sopracciglio inarcato.
-Secondo te cosa sto facendo, Felpato?-
-La vera domanda era: stai veramente studiando, James?!-
Ramoso sbuffò.
-Perchè, non si vede?!-
-Certo che si vede. Infatti è questo che mi preoccupa.-
Potter, alzando gli occhi al cielo, riprese la piuma che aveva appoggiato sul tavolo, riprendendo ad ignorarlo.
Sirius dopo un po' sbuffò.
Poi sorrise. Sapeva come farsi ascoltare.
-Hai notato che la Evans si è tagliata i capelli?-
James non rispose, continuando a scrivere, fingendo noncuranza.
Certo che l'aveva notata. Erano tre giorni che i capelli di Lily si erano accorciati. Quella cascata rossa ora arrivava un po' sopra le spalle, dei lunghi capelli che lui amava accarezzare non era rimasto pressochè nulla. Anche se, doveva ammetterlo, la grifoncina era bellissima lo stesso, se non di più. Ma non aveva voglia di pensarci.
-Sta molto bene.- continuò Felpato, ben deciso a farsi considerare dal suo migliore amico.
L'unico segno di vita di James, fu un leggero sollevamento delle spalle.
-Sei ben deciso a dimenticarla, quindi.-
James gli lanciò una rapida occhiata, per poi riprendere a scrivere. Non capiva affatto dove volesse arrivare Sirius.
Felpato, si sapeva, conosceva James meglio di chiunque altro. Il fatto che Ramoso fosse riuscito a mettere su nuovamente l'aria da bulletto scanzonato, che avesse ricominciato a fare scherzi quasi quanto prima, aveva ingannato tutti, tranne, ovviamente, lui.
L'intera Hogwarts ormai si era convinta che il Malandrino avesse completamente dimenticato la Evans, in quanto era quasi una settimana che non le rivolgeva nemmeno la parola, e non si incantava a fissarla.
Sirius, amico fedele, si voleva limitare a verificare se i suoi dubbi erano fondati. Nessuno se ne accorgeva, ma James aveva assunto una sorta di apatia, faceva le cose senza veramente essere presente. Si era rifugiato in essa, probabilmente perchè era l'unico modo per non soffrire troppo.
Fu per questo che sorrise, fingendo la stessa noncuranza di James. Voleva vedere se il suo amico aveva ancora la capacità di avere reazioni normali.
-Visto che quindi della Evans non te ne frega più nulla, suppongo non ti dispiacerà se ci provo.-
Fu con immensa gioia che vide la testa di Ramoso alzarsi di scatto, gli occhi stretti a fessura, indiavolati come non li vedeva da una settimana.
-Non provare nemmeno ad avvicinarti, Sirius, o giuro che...-
Si interruppe, però, stupito, quando il suo migliore amico scoppiò a ridere con un sonoro latrato.
Felpato scosse la testa, ancora divertito, e si alzò.
-Vedi, Ramoso..- disse, sorridente. -Puoi anche cercare di ingannare l'intera Hogwarts, la Evans e te stesso, ma non riuscirai mai a ingannare me.-
Detto questo, se ne andò, fischiettando.
Ramoso c'era ancora, da qualche parte. Doveva solo trovare il modo di recuperarlo.
Ma niente era impossibile, per Sirius Black.













Ok, eccomi qui XD premetto che questo capitolo non mi piace per nulla O__O anzi, mi fa proprio schifo. Però di riscriverlo non ne avevo voglia, quindi..mi direte voi XD Il titolo...l'ho dato principalmente perchè ho descritto Frammenti di vita dopo harry e tutto...lo so che fa vomitare, ma sono una frana XD
Questo comunque è un capitolo di transizione XD il prossimo, vorrei postarlo il 10, così mi faccio un regalo per il mio compleanno (18 O__O ok, ragazzi, da adesso posso ufficialmente finire in galera O__O XD)
Poi...piccola precisazione: come si è visto nel capitolo, è Lily che dimentica tutto,(anche se il suo subconscio qualcosa le suggerisce, speriamo che si decida ad ascoltarlo XD) mentre James ricorda, grazie alle pastiglie che gli ha dato Luna...mi dispiace se nello scorso capitolo nn sono stata chiara XD poi...c'è altro da dire?no, non credo XD
passo ai ringraziamenti ^^

nan96: come faranno a mettersi insieme non posso dirtelo, ma prima o poi succederà, vedrai XD dimmi cosa ne pensi anche di questo capitolo ^^ un bacio!

tonks17:  grazie per la recensione XD James ovviamente ama sempre Lily, e Lily lo ama, nel suo subconscio, diciamo XD come andrà a finire?XD sembro cretina a fare queste domande, visto che sono io che scrivo ^^ hahaha ^^  grazie ancora, un bacio XD

pikkolina88: si, James l'ha trovato il modo XD ma non vuole dirlo a Lily, naturalmente...è un tantino masochistra, povero XD grazie di tutto, un bacio XD

trixina: ahaha...ma sai che all'inizio avevo pensato a una cosa del genere? solo che poi faceva troppo telefilm americano XD xo non è una cattiva idea, magari la userò per altre fic XD e hai beccato esattamente il punto: anche se non si ricordano, o meglio, anche se Lily non si ricorda, ormai lei è innamorata di James. Solo che lei non lo sa XD povera Lily, sono sadica XD  grazie per i complimenti, spero che non cambierai idea nemmeno dopo qst cap, che fa veramente schifo ^^

zukkyna: zuuuukky ^^  poveri fondatori, non nominarli invano Xd ehm ok finisco di blaterare XD ma sul serio avevi quasi le lacrime agli occhi?O___O la prossima volta allora, per avvertirti, ti mando per regalo una bacinella, così versi li tutte le tue lacrime XD santo merlino, continuo a farneticare -.- argh -.- è matematica che mi uccide XD ci sentiamo fra un po' XD aaa cmq hai visto, che il discorso sui capelli aveva uno scopo preciso?XD

Summers84: mmmm...bè, qualcosa di particolare succederà, prima o poi XD lo so, James ha reagito piuttosto male XD ma d'altra parte, povero, è rimasto un tantino schokato O___O XD a presto!

PrincessMarauders:  naaaaah, James è decisamente troppo buono, per fare in modo che Peter finisca ad Azkaban. è talmente buono, che vuole cercare di fare in modo che il futuro cambi, si, ma nel senso che Peter non prenderà una cattiva strada. Ce la farà il nostro interpido eroe a portare il topo sulla retta via?XD ok ho finito XD un bacio XD
ps:mi sa che il tuo povero ragazzo mi odierà, visto che ti sto indirizzando sulla via del sadismo XD dettagli XD

jaily: e adesso...si vedrà XD James si ricorda, ma Lily no XD grazie cmq, un bacio =)

alemalfoy:  O________O no, ma seriamente, tu mi fai sentire in colpa O_____O ma tanto O___O noooooo non dovevi piangere, insomma XD cioè...io poi non dormo la notte per i sensi di colpa XD aaaaaaaaaa XD dai...ok forse questo ti farà piangere ancora di più, questa volta dallo schifo, ma dettagli XD un bacio XD

Iva27:  sai che non ci avevo minimamente pensato?O_____O però mi hai dato un ottima idea, davvero XD nei prossimi capitoli farò vedere anche come si sente Harry, perchè in effetti bene non deve stare XD grazie per l'idea, davvero XD

vanexa:  grazieee per tutto ^^ spero che dopo aver letto questo non mi toglierai dai preferiti seduta stante O______O mi farebbe piacere ricevere un altro commento da te ^^ un bacio!

Star Petal: O_O maledetto computer -.- guarda, a me il mio adoratissimo portatile una volta mi si è spento dopo che avevo scritto tre quarti di un capitolo O.o e ovviamente, avevo salvato a un quarto =___= aaaaaaaaaaaa!!!!! uno di questi gg il computer finisce giù dalla finestra, lo giuro XD  cooomunque...anch'io amo james alla follia, basta XD  credo che, con tutte le persone che lo amano su efp, ci si potrebbe tranquillamente costruire un fun club XD sono contenta che Luna ti sia piaciuta, quello era un pezzo a cui tenevo veramente molto, perchè Luna mi ha sempre incuriosita e volevo caratterizzarla bene XD nooooo....non unirti al gruppo armato, per favore O___o insomma adesso ho fatto prestissimamente, no?XD (e via con i neologismi XD) ahaha...un bacio e grazie per la recensione, non me la merito XD

Nikki Potter:   adesso si vedrà XD grazie per la recensione, un bacio!

eulalia17:  è vero, Lily dimentica tutto...però, qualcosa, il suo cuore si ricorda Xd quindi non perdere le speranze Xd (santo cielo, sembro una suora O___o no no no, devo togliermi immediatamente uesta immagine raccapricciante dalla testa O.O) grazie per i complimenti, un bacio XD

Yridyan:  no, Lily nn ha la pastiglia Xd la pastiglia di Lily ce l'ha James Xd a-hem XD che, per inciso, è davvero così pazzo, masochista e idiota...ma noi lo amiamo lo stesso XD comunque...non posso dire nulla, ma anch'io amo gli happy ending, quindi aspetta ad uccidermi XD muahahaha Xd  e noooo ormai ho ricevuto talmente minaccie di morte che dormo con metà cervello attivo, per paura che di notte mi versiate olio bollente in testa XD muahahha...scherzo XD a presto, baci XD

Pan_Tere94: ed eccoti accontentata XD si, James è moooolto masochista...io lo amo XD oddio, sembro pazza O__O aspetta un attimo...ma io SONO pazza XD muahahah XD  ok ho finito ^^ grazie di tutto, un bacio XD

Miss Rainbow: suddita O_O cos'è questo improvviso slancio d'affetto?bwuahauahauha...anch'io la adoro, comunque XD insomma, le nostre chiaccherate a suon di sadismo passeranno alla storia XD  divertiti in grecia...ma guarda che devi lasciarmi una mega recensione, dopo...o niente testa sulle spalle, se capisci cosa intendo...bwuahauaha XD scherzo XD fai buon viaggio!!! baciooo

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Capitolo 11
*** ....Il naufragar m'è dolce in questo mare.... ***


Lily sbuffò sonoramente.
Si passò una mano tra i capelli, esasperata. Le sembrava ancora strano che la sua mano trovasse il vuoto, appena scendeva un pelo al di sotto delle spalle.
Non riusciva a studiare. Per una volta, la silenziosa e accogliente biblioteca la faceva sentire tutto fuorchè tranquilla. Era un po' che si sentiva inquieta, come se sentisse una sorta di brutto presagio incombere su di lei.
Era una splendida giornata di fine marzo, e lei se ne stava rinchiusa in biblioteca come una stupida. Emmeline si stava facendo i bagagli, visto che il giorno dopo avrebbe preso il treno che l'avrebbe portata a casa, per festeggiare le vacanze pasquali con i suoi familiari. Alice era rimasta in camera, ad aiutare Emmeline, mentre Mary e Marlene si erano proposte di accompagnarla in biblioteca, ma lei aveva gentilmente declinato l'offerta. Aveva voglia di restare da sola, e quel che era peggio, era che non capiva perchè. Aveva sempre amato stare in compagnia delle amiche, andare a fare i compiti all'aria aperta in quei pochi giorni che il clima solitamente piovoso dell'Inghilterra si concedeva una vacanza, facendo spuntare il sole.
Ma quell'oppressione che sentiva in mezzo al petto non se ne andava, e Lily stava seriamente iniziando a chiedersi se non fosse il caso di preoccuparsi.
Era come se al suo cuore mancasse qualcosa, qualcosa di fondamentale che però non sapeva spiegarsi cosa fosse.
Forse era solo la nostalgia di casa.
Lily, eccezionalmente, quell'anno aveva deciso di rimanere a Hogwarts per le vacanze pasquali. Non sapeva perchè, ma solo il pensiero di rincontrare Petunia le faceva sentire una dolorosa morsa allo stomaco, che andava via solo dopo parecchio tempo.
Fece un lungo sospiro, per poi spostare la testa lievemente a lato, verso la finestra che le faceva arrivare i tiepidi raggi del sole sui capelli vermigli.
Notò che quella era giusto la finestra che dava sul campo da Quidditch, dove la squadra Grifondoro aveva da poco finito di allenarsi.
Con un moto di stizza chiuse i libri, più che decisa ad andarsene da quel tavolo.
-Evans, quanta fretta.-
Lily alzò gli occhi, stupita.
Davanti a lei c'era niente di meno che Sirius Black, gli occhi blu estremamente divertiti.
La rossa non potè fare a meno di chiedersi cosa ci facesse il Malandrino in un luogo come quello.
-Black. Come mai senza il tuo degno compare?-
In realtà, per quanto si fingesse noncurante, sentiva benissimo il sapore amaro della delusione in bocca. Perchè al posto di Black doveva esserci un altro malandrino, dovevano esserci altri capelli neri e altri occhi divertiti.
Occhi che non la sfioravano nemmeno da circa una settimana.
Il ghigno che comparve sul volto di Sirius non prometteva niente di buono.
-Cos'è, Evans, vuoi dirmi che ti manca James?-
Lei roteò gli occhi, sbuffando.
-No, Black. Volevo solo sapere dove era andato, così vado dalla parte opposta.-
Avrebbe tanto voluto che il suo cuore smettesse di correre così veloce, maledizione.
-Sai Evans, il mio problema è che conosco troppo bene James.- Lei lo guardò spaesata dal brusco cambio di argomento. Lui continuò, senza badarci. -Anni e anni passati ad osservarlo, mi hanno fatto diventare un ottimo osservatore.-
Detto questo, con la testa accennò al tavolo che Lily aveva appena abbandonato per alzarsi in piedi a fronteggiare Black.
Lei seguì il suo sguardo, un po' timorosa.
Sgranò gli occhi, quando notò che sul tavolo, piccola e quasi invisibile, c'era una macchia di inchiostro terribilmente simile a una scritta.
Una scritta che recitava, senza pudore, un nome seguito da un cognome.
James Potter.
Lily era piuttosto sconvolta. Quella...cosa l'aveva fatta lei?Quando?Non se ne ricordava.
Per un attimo pensò che magari quello di Black era un bluff, che quella scritta era stata fatta da una delle innumerevoli ochette che andavano dietro a James senza un minimo di dignità.
Ma quella era indubbiamente la sua scrittura.
Come aveva potuto lei, Lily Evans, Prefetto, amante della biblioteca, deturpare così un tavolino di legno, solo per scrivere un dannatissimo nome?
E che nome, poi. L'ultimo nome che si sarebbe aspettata di scrivere era proprio quello.
Cosa diamine le stava succedendo?Perchè continuavano a capitarle cose sinistre?Non capiva più niente.
Tutto il mondo in cui aveva vissuto fino a quel momento stava prendendo una piega strana, inquietante.e distorta, tanto da gettarla quasi nel panico.
Sentiva le voci. Potter smetteva di venirle dietro, lei si metteva a fare sogni macabri. Si sentiva perennemente il cuore schiacciato da qualcosa di estremamente pesante. La compagnia la faceva sentire a disagio. E infine, quella piccola scritta che sfacciatamente continuava a balenarle davanti agli occhi, senza però farle ricordare quando diavolo l'avesse fatta.
Sirius Black la interruppe nel bel mezzo di quel turbinio di pensieri.
-Vedi, Evans, io e te dobbiamo collaborare.-
Lei lo guardò, sconcertata.
Ci mancava solo Black che veniva a dirle cose assurde. Perfetto.
-Scusa?-
Fece, con una vocetta stridula.
Lui sospirò pesantemente, e si passò una mano tra i capelli. Prese una sedia,e facendola stridere sul terreno, la spostò e ci si sedette in modo da avere il busto attaccato allo schienale. Appoggiò i gomiti sullo schienale, e la guardò fisso, prima di parlare di nuovo.
-Evans, ecco, mettiamo subito in chiaro una cosa. Io non piaccio a te e tu non piaci a me. Scusa, niente di personale, eh. Il fatto è che mi hai fatto star troppo male James perchè io possa provare anche un po' di simpatia nei tuoi confronti.-
Lily strinse gli occhi a fessura, diffidente.
-Black, se sei venuto qui per farmi la predica, io...-
Lui scosse la testa.
-No. Vedi, quel che a me interessa in questo momento è solo e soltanto James, quindi delle tue giustificazioni non me ne faccio nulla. Ti ripeto, tu non mi piaci. Non mi piaci perchè hai fatto soffrire mio fratello, non mi piaci perchè penso che tu sia una ragazzina saccente e petulante, che crede di sapere tutto del mondo ma in realtà non sa vedere al di là delle apparenze.- Fece un secondo di silenzio, nel quale Lily tentò di aprire bocca, ma lui la precedette con un sospiro. -Però, Evans, il problema è che tu piaci a lui, e io non posso di certo dirgli di chi innamorarsi. Davvero, all'inizio pensavo che non gli avrebbe fatto altro che bene, sforzarsi di dimenticarti. Ma vedo che non è così. Ogni giorno peggiora, e non vuole nemmeno dirci niente.-
Lei alzò un sopracciglio, e rispose, piccata.
-Non mi sembra che stia tanto male, Black.-
Non era vero. Aveva appena detto un'enorme bugia. Anche lei si era accorta che gli occhi di James non erano più gli stessi occhi rassicuranti di un tempo. Avevano assunto una torbidezza strana, come se stessero contenenndo quante più lacrime possibili, per poi riversarle nel più completo silenzio della sua stanza.
Ma non voleva esporsi troppo.
Felpato fece un sorriso mesto.
-Era questo che intendevo, quando dicevo che non sai andare al di là delle apparenze.-
Lily chiuse gli occhi, senza rispondere. Con lentezza si sedette anche lei.
Si sentiva stanca.
Stanca di fingere, stufa di sentirsi barricata nella sua corazza protettiva.
-Non vedo comunque come potrei esserti utile, Black. Lui ha deciso di dimenticarmi, e stop.-
Sirius si illuminò, sentendosi finalmente sulla strada giusta.
-Qui sta il problema, Evans. Lui ora che cerca di dimenticarti ci sta peggio di quando vi insultavate allegramente per i corridoi. Io non so cosa sia successo quel dannato giorno di una settimana fa, ma qualcosa è successo, qualcosa di grave. Non voglio che tu mi dica cosa vi siete detti, perchè non mi interessa, se vorrà sarà lui a dirmelo. Voglio solo che torni ad essere sè stesso, e non il fantasma di James Potter. Ma per farlo bisogna che collaboriamo, io e te.-
Lei aggrottò la fronte, scettica.
-Io e te?Collaborare?E perchè?-
-Perchè in fondo, in un modo un po' contorto, ho capito che anche a te James non è del tutto indifferente. E non negarlo, Evans. E se per far tornare James felice ho bisogno di te, allora è giusto che tu ci sia.-
Lily riflettè per qualche secondo.
-Perchè?- disse, sollevando lo sguardo, diffidente.
-Cosa?-
-Perchè, Black, vieni propio da me, che non ti sono mai stata simpatica, per chiedermi di aiutarti?Cosa ti spinge a chiedere a una persona che odi di...collaborare?-
Il moro sorrise, sincero. Quella risposta era facile.
-Perchè- sussurrò -ci sono persone per le quali vale la pena mettere da parte l'orgoglio e il rancore, Evans, e James è assolutamente una di quelle persone.-
Lei lo guardò, sbalordita.
Una risposta simile non se l'aspettava. Un conto era sapere dell'amicizia dei Malandrini per sentito dire, un conto era se le veniva esposta così, su un piatto d'argento.
Si chiese cosa avesse spinto quattro persone così differenti a legare le loro vite in maniera così solida e incondizionata.
Aveva sempre visto Black e Potter come due idioti, che avevano trovato l'uno nell'altro il compagno ideale per giocare brutti tiri alla gente, ma forse allora Sirius aveva avuto ragione. Perchè dietro a quello c'era molto di più, e lei non se ne era mai data cura di capirlo.
Era veramente una persona incapace di guardare al di là del proprio naso?
Forse Black era veramente un ragazzino arrogante che si credeva indistruttibile, ma si poteva davvero disprezzare una persona che, ora ne era sicura, si sarebbe sacrificata senza un battito di ciglia per le persone a cui teneva?
Fu colta dal senso di colpa, perchè forse quella persona che ora le stava davanti era addirittura migliore di lei.
Si sentiva confusa.
Sospirò.
-E sentiamo, cosa conteresti di fare, Black?-
A quel punto, il ragazzo le sembrò un attimino sconcertato, e poi scoppiò a ridere, con un latrato talmente esplosivo che Lily era sicura avrebbe attirato l'ira di Madama Pince.
Difatti, pochi attimi dopo si vide la donna avvicinrsi come una furia al loro tavolo con aria minacciosa.
-Black!Veda di moderare i toni, o la butto fuori a calci, sono stata chiara?!-
-Mi scusi, mi scusi.- Sussurrò Sirius, ancora scosso dalle risate.
Lily intanto lo guardava sbalordita, non capendo cosa avesse scatenato tanta ilarità.
Quando la donna se ne andò, dopo avergli scoccato un'ultima occhiata di fuoco e dopo aver borbottato una serie non molto gradevole di epiteti rivolti a Sirius, Lily strinse gli occhi a fessura, indecisa se arrabbiarsi.
-Black, si può sapere cosa diamine ci trovi di tanto divertente?-
Lui scrollò le spalle, un ultimo accenno di risata nella voce.
-Hai mai agito d'istinto, Evans?-
Lei inarcò un sopracciglio, stupita, iniziando seriamente a pensare che Black l'avesse presa in giro fino a quel momento.
Che razza di domanda era?
-Non credo siano affari che ti riguardino. E comunque, si può sapere cosa c'entra?-
Lui scosse la testa, divertito.
-Vedi, Evans, non ho la più pallida idea di cosa fare. Ad essere totalmente sinceri, speravo che fossi tu, a darmi qualche buona idea.-
La rossina lo guardò, sconcertata.
-Mi stai prendendo per il culo, Black?- fece, con aria minacciosa. 
Il Malandrino scosse la testa.
-Assolutamente no. Vedi, non avevo assolutamente in programma di parlarti, a dire la verità. Semplicemente, ti ho vista lì, e ho pensato che forse sarebbe stata una buona idea, parlarti. Ho agito d'istinto, ecco.-
Calò il silenzio, mentre Lily era decisamente sbalordita.
Non sapeva davvero più cosa pensare. Quel ragazzo aveva l'incredibile capacità di fare esattamente l'opposto di quel che ci si aspettava facesse.
Era esattamente l'antitesi della razionalità, e lei, che della razionalità ne aveva fatto quasi uno stile di vita, non aveva idea di come prenderlo. Si sentiva impotente, e non sapeva se la cosa le piaceva oppure no.
Hai mai agito d'istinto, Evans?
Evans, è meglio avere rimorsi che rimpianti, non credi?
James?Mi baci?
Uno sguardo nocciola sbalordito e arrabbiato.
Ti farò solo del male, Lily.
Non si ricordava che sorridere facesse così male.
Tanto non ricorderò nulla, no?
E poi labbra, labbra che si sfiorano, mentre il cuore galoppa e grida, mentre la voglia di piangere e ridere cresce. Labbra morbide, delicate, per farsi via via sempre più insaziabili, desiderose di quel contatto tanto bramato.
Labbra che si dischiudono, lingue che si intrecciano, sospiri che si uniscono, sentimenti che si mischiano, in una danza che presto sarebbe finita bruscamente.
E poi...
Ti amo, Evans.
Occhi che si sgranano.
Fumo. Fumo bianco, nebbia. Ricordi che scivolano, scivolano, scivolano...Due occhi nocciola vicini, troppo vicini...
E ancora fumo...
Neve...c'era tanta neve, quel giorno...quale giorno?
Fumo, solo fumo. Fumo bianco. Non ricordava...C'era qualcosa da ricordare, ma non sapeva...non sapeva cosa...
Ti amo, Evans.
Un bambino. Un bambino morto. Sangue.
No, lui no, lui no, ti prego, prendi me, ma lui no.
Ti amo, Evans.
Hai mai agito d'istinto, Evans?
James, mi baci?
Lily spalancò gli occhi, stupita.
Black la guardava, probabilmente in attesa che dicesse qualcosa. Era stata tutto quel tempo in silenzio?
Cos'erano quelle voci? E perchè il suo cuore non smetteva di frullarle nel petto come una trottola impazzita?
Cos'erano quelle immagini che aveva in testa?
James che si avvicinava, che le prendeva il volto...
Scacciò in fretta quelle immagini, spaventata. Stava impazzendo, ne era sicura. Forse era malata. Il cuore non le smetteva di battere, impazzito come la sua testa.
-Evans?Va tutto bene?Sei impallidita.-
Lily annuì, apparentemente calma. Dentro di lei, però, si affollavano mille domande, a cui non sapeva dare una risposta.
-Che cosa ci guadagni, Black?Ad agire sempre e comunque d'istinto, dico.-
Non sapeva nemmeno lei come le era uscita un'affermazione simile. Ma davvero, voleva capire. E forse parlare l'avrebbe distolta da tutto ciò che aveva in testa.
Lui la guardò, stupito.
Una domanda simile dalla Evans non credeva sarebbe mai arrivata. Non ci pensò troppo su, comunque, e scrollò le spalle.
-A volte niente, Evans.-
-E allora, perchè lo fai?-
Perchè lei aveva chiesto a James di baciarla?Aveva davvero chiesto a James di baciarla?O era stato un sogno, un sogno che le veniva in mente solo allora?Lei non poteva aver chiesto una cosa simile a Potter. Era assurdo. Quando sarebbe successo, poi?No, era impossibile.
Black fece una breve risata, e scrollò le spalle, di nuovo.
-Perchè è istintivo, suppongo.-
Lei lo guardò, stralunata. Non sapeva se pensare che Black fosse completamente pazzo, e allora lei fosse normalissima, o fosse semplicemente un genio, e quindi lei fosse una completa cretina che non aveva capito nulla della vita.
La verità sta nel mezzo, diceva qualcuno.
Forse avevano entrambi da imparare, l'uno dall'altra. Sorrise. E, improvvisamente la prospettiva di collaborare con Black per far tornare Potter quello di sempre non le sembrò più tanto malvagia.
Ripensò a quante volte, con le amiche, si era sfogata perchè Potter non la lasciava un minuto in pace.
Ricordò quante litigate in mezzo ai corridoi si era fatta con Potter, per colpa di uno stupido scherzo.
Le tornarono in mente tutti i no esasperati che aveva detto alle sue richieste assurde.
Tutto quello, se avesse accettato la proposta di Black, sarebbe ricominciato, prima o poi, lo sapeva.
Però, ammise con molta più facilità di quanto si aspettasse, le mancava.
Le mancava il sorriso scanzonato che le rivolgeva, il ghigno strafottente che si dipingeva sul suo volto quando la vedeva alzare gli occhi al cielo.
Le mancavano quegli occhi nocciola talmente luminosi che davano sempre l'impressione di essere a conoscenza di un segreto molto divertente.
Le mancava il fatto che spuntasse sempre ovunque c'era lei.
Si stupì di quei pensieri, ma decise di non badarci troppo. Doveva cogliere l'attimo finchè era in tempo, lo sapeva. Se ci avesse ripensato con il senno di poi, sicuramente avrebbe cambiato idea.
Sospirò.
-Almeno ti è venuto in mente qualcosa tipo un piano, fino ad adesso, Black?-
Felpato scosse la testa, emettendo una breve risata.
-L'unica cosa che mi è venuta in mente, sarebbe quella di provare a farlo ingelosire, ma credo che l'unica cosa che otterrei sarebbe quella di far scoppiare una rissa.-
Lei arricciò il naso, con aria lievemente schifata, un po' per scherzo.
-Black, il fatto che ho deciso di aiutarti non vuol dire che dobbiamo superare i limiti della decenza.-
Anche lui fece una faccia lievemente disgustata.
-Si, in effetti, anche a me l'idea di provarci con te mi ripugna. Di nuovo, niente di personale, eh. Saresti pure carina, ma decisamente non fai per me.-
Lei rise, non potendone fare a meno. Forse si sarebbe dovuta sentire offesa, eppure non era così.
Insomma, era già tanto se stavano arrivando a una sorta di...come si poteva chiamare?Amicizia?No, forse era semplicemente una tregua.
Improvvisamente, una voce li raggiunse. Una voce piuttosto incazzata, anche.
-Felpato, si può sapere cosa ci fai qui?-
Lily alzò gli occhi, mentre Sirius si girò, mettendo su un'espressione totalmente innocente.
Davanti a loro, in piedi con le braccia incrociate, c'era James, con gli occhi che mandavano scintille al suo migliore amico-ancora-per-poco-Sirius-Black..
-Ehilà, Ramoso. Qual buon vento?-
Se gli sguardi potessero uccidere, Sirius Black sarebbe inevitabilmente morto in quell'istante.
Lily lo guardò, un attimo in tralice.
Possibile che Potter fosse veramente geloso?
Prima che potesse fermarlo, il suo cuore prese a battere ad una velocità incontrollabile.
Vide James alzare gli occhi al cielo.
-Ti cercava Janet.- disse, con tono apparentemente più tranquillo.
Sapeva che Sirius non avrebbe mai fatto niente, con la Evans.
Sapeva che il suo migliore amico non l'avrebbe mai tradito.
Sapeva che doveva piantarla, la Evans era storia chiusa.
Eppure non poteva affatto impedirsi di avere una voglia irrefrenabile di mettere Sirius e Lily ad una distanza di sucurezza di almeno una ventina di chilometri.
Felpato fece un sorrisone, e si alzò dalla sedia.
-La cara Janet, è vero, me ne stavo per dimenticare.- poi aggrottò la fronte. -Ma, un momento, oggi non toccava Erika?-
James lo guardò, e per un attimo fece un sorriso divertito. Il solito Sirius.
-No, idiota. Con Erika ci sei uscito il mese scorso. Ieri hai chiesto a Janet di vedervi, ricordi?Janet O'Connor, Tassorosso...-
Sirius ghignò, completando la frase di James. -...Settimo anno. Due tette favolose, se posso dirlo. Ora mi ricordo, grazie Ramoso.-
Quello sbuffò, a metà tra l'esasperato e il divertito.
-Sei un caso perso, Sirius, davvero.-
L'affascinante Black gli battè una pacca sulla spalla, con un ghigno.
-Dovresti provare anche tu, sai, Ramoso?Se vuoi chiedo a Janet se fa una capatina anche da te, ogni tanto. Sempre che tu mi conceda la Evans per qualche notte.-
Prima che Lily potesse intervenire, assolutamente indignata da quei discorsi,  James emise un ringhio talmente cupo che Lily rabbrividì.
-Sirius...- sibilò. Si stava seriamente arrabbiando, e Black se ne accorse, perchè scoppiò a ridere.
-Va bene, va bene, scherzavo. Ora vado Ramoso, la dolce Janet mi aspetta.Evans, continueremo il discorso più avanti.-
Sorrise divertito all'occhiataccia che James gli rivolse. Quello, confronto al James veramente arrabbiato, era solo uno scherzo per lui, che lo conosceva meglio di chiunque altro.
Dopo che i suoi passi echeggiarono fino all'uscita della biblioteca, calò un silenzio decisamente imbarazzato.
James continuava a stare in silenzio, fissando il punto dove Sirius era sparito, tanto per non guardare Lily.
Lily, tanto per far qualcosa, nel più assoluto silenzio aprì un libro che aveva davanti a una pagina a caso, tanto per togliersi dall'imbarazzo.
Il moro non potè fare a meno di pensare che quella era la prima volta che rimaneva da solo con lei dopo...dopo tutto.
Questo pensiero gli fece spostare lo sguardo sulla rossa, quasi automaticamente.
Era un dannatissimo masochista, ecco la verità.
Per un attimo si beò semplicemente di quella vista, senza pensare a tutto quello che era successo.
La guardò mentre si mordicchiava un labbro, facendo finta di leggere una pagina di un libro che in realtà era girato al contrario.
Passò lo sguardo sui suoi capelli rossi, così corti rispetto a una volta.
E pensare che lui quei capelli li aveva avuti tra le dita, li aveva accarezzati tante volte quando l'aveva avuta tra le braccia durante la notte, per consolarla.
Si era talmente abituato ad averla vicina, che starle a quella distanza gli procurava un dolore quasi fisico.
Lei si mosse sulla sedia, a disagio. Perchè Potter stava in silenzio?Solitamente era lui che incominciava la conversazione-con una battutina ironica, certo, ma era sicuramente di più rispetto a quel silenzio opprimente, che non sapeva come gestire.
-Cosa vi siete detti, tu e Sirius?-
Sbottò James, infine. Subito dopo si maledisse.
Non solo stava andando contro alla regola che prevedeva di parlarle il meno possibile, non solo si sentiva estremamente bene solo perchè lei aveva alzato gli occhi smeraldini su di lui, sorpresa, non solo si stava facendo tranquillamente male da solo. No, non solo. Aveva pure fatto la domanda più idiota che poteva venirgli in mente, lasciandosi guidare dalla gelosia, invece che dalla testa.
Lily lo guardò, diffidente.
-Non sono affari tuoi, Potter.-
Lui la guardò, stupito.
Con una punta di amarezza si accorse che Lily aveva ragione.
Che diritti aveva lui, ormai, su di lei? Non aveva forse deciso di aver chiuso con Lily Evans?
Non era forse la decisione migliore per tutti?
E allora doveva smetterla. Lei non doveva più far parte della sua vita.
Forse Lily finalmente si stava facendo una vita, senza che lui le girasse intorno.
Probabilmente lei, ora che non si ricordava nulla, se lui le girava alla larga non poteva che esserne contenta. E quindi lui non poteva e non doveva-anche se, dannazione, voleva- rivendicare alcun diritto su di lei.
Anche se l'immagine di lei e Sirius che chiaccheravano amabilmente gli faceva venire voglia di sterminare l'intera popolazione maschile di Hogwarts.
Annuì.
-Hai ragione, Evans.-
Semplicemente, si voltò, e fece per andarsene.
E a Lily si strinse il cuore, a vederlo andare via.
Non voleva che se ne andasse.
Hai mai agito d'istinto, Evans?
-Potter, aspetta un attimo.- esclamò.
E, finchè lui si girava, lievemente spiazzato, lei si sentì dannatamente bene.
Inarcò un sopracciglio, finchè lui la guardava, in silenzio.
-Ho fatto per caso qualcosa che ti ha offeso, Potter?-
Se quello che Black diceva era vero, allora voleva capire perchè Potter, di punto in bianco, avesse smesso di tormentarla.
Lui la guardò fisso negli occhi, e Lily si sentì incatenata a quello sguardo come mai lo era stata.
-Perchè me lo domandi, Evans?-
Di nuovo, il sopracciglio di Lily si sollevò, con fare scettico. Cercò di nascondere in tutti i modi il batticuore che aveva.
-Sai com'è, Potter, se una persona smette di parlarmi così all'improvviso, mi viene abbastanza naturale pensare che magari le ho fatto qualcosa.-
Sentì il suo cuore esultare, quando vide un ghigno estremamente familiare comparire sul volto di Potter.
-Pensavo che se avessi smesso di darti il tormento, saresti subito corsa a festeggiare, Evans.-
Lei sorrise, mesta.
E a James quel sorriso ricordò tantissimo il sorriso che aveva fatto prima di baciarla. Dolorante, sofferente se pur volesse parere ironica.
-La torta è in camera, Potter. Se ne volevi una fetta dovevi dirlo prima.-
James fece uno sbuffo, per mascherare una risata.
Subito dopo, però, si accorse che lei lo stava fissando.
E capì che così non andava per niente bene.
Perchè la voglia di far tornare tutto come era un tempo era troppa.
Perchè il suo cuore in quel momento era decisamente troppo felice, e non andava bene.
Perchè a stare lì, a ridere e scherzare con lei, gli avrebbe fatto solo male.
E perchè aveva una dannata voglia di baciarla, e non poteva.
Era così difficile, fare finta che di lei non gliene importasse niente.
Il giorno dopo sarebbe partito per le vacanze, e sperava di distrarsi da tutto quel dolore.
Difficile, molto difficile.
-Sai Potter, alla fine va bene così.-
La voce di Lily lo riscosse. Si era presa una ciocca tra le dita, e la osservava, come se lì ci fosse qualcosa di estremamente interessante.
-Cosa, Evans?-
Stavano entrambi sussurrando.
Lei sollevò le spalle, e finalmente si decise a fissarlo, decisa e fiera. Forse quello che stava per dire era sbagliato. Ma doveva sapere se valeva davvero la pena di aiutare Sirius, in qualche modo.
-No, dico. Capisco perchè l'hai fatto. Intendo, il fatto che non mi tormenti più. Non serve che cerchi giustificazioni, ecco.-
-E...perchè l'avrei fatto, sentiamo, Evans...?-
James iniziava seriamente a preoccuparsi. Che lei si ricordasse qualcosa?Non poteva essere, la pozione avrebbe dovuto funzionare perfettamente.
E doveva assolutamente trovare il modo di scacciare quella minuscola vocina nella sua testa che gli stava dicendo che era meglio così, che almeno sarebbe tornato tutto esattamente come prima, perchè lei non avrebbe rinunciato a lottare, lo sapeva.
Lei si limitò a sollevare le spalle, e a guardarlo, orgogliosa e battagliera. James non era il solo che era capace di provocare.
E lei voleva solamente vedere una reazione. Qualsiasi cosa le sarebbe andata bene, anche una risata di scherno.
Ma almeno sarebbe stato qualcosa di più di quello sguardo vuoto.
-Semplicemente, hai accettato di aver perso la sfida, e ti sei accorto che non puoi avere tutte le ragazze di Hogwarts. Era anche ora, a mio avviso. Ti eri stancato di prendermi per il culo e di cercare di portarmi a letto tanto per completare il tuo album di belle figurine, Potter.- ci era andata giù piuttosto pesante.
Ora, James aveva accettato piuttosto stoicamente il fatto di dover subire le pene dell'inferno, per starle lontano.
Aveva accettato anche, diciamo, il fatto di convivere ogni giorno con un segreto più grande di lui, senza poter dire niente ai suoi migliori amici, che continuavano a lanciargli sguardi preoccupati.
Era disposto a sopportare persino di vedere Lily, la sua Lily, con qualcun'altro, o comunque a starle il più lontano possibile.
Sapeva bene di essere masochista, autolesionista, e qualsiasi altro aggettivo che prevedesse l'idea di fare male a sè stesso, ma in fondo anche quello l'aveva accettato di buon grado, se serviva a far avere un futuro migliore a tutti quanti.
Però, c'era una cosa che James Potter assolutamente non accettava.
E quella, era il fatto che i suoi sentimenti venissero distorti in quella maniera.
Perchè nonostante il dolore, la sofferenza e quant'altro, un pizzico di quel vecchio orgoglio che l'aveva sempre caratterizzato c'era ancora, e lui non sopportava che lei, proprio lei, per la quale stava facendo tutto quello, venisse a dirgli una cosa simile
Andava bene essere masochisti, ma fino a un certo punto.
Lily sobbalzò, quando se lo vide così a poca distanza da lei.
Il Malandrino aveva sbattuto entrambe le mani sul tavolo, e ora la sovrastava.
La rossa sollevò lo sguardo, intimorita, e andò a scontrarsi con due iridi nocciola sin troppo familiari.
-Mai più, Evans.- sibilò, con la voce roca. -Non ci provare mai più a dire una cosa del genere, Evans. Mi hai capito?-
Gli occhi del Malandrino si erano fatti più scuri, infuriati come non li vedeva da tempo.
Lily rimase interdetta, per alcuni secondi. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma non riuscì ad emettere suoni di nessun tipo.
Quelle iridi castane la tenevano inchiodata lì, senza via di scampo.
Il naufragar m'è dolce in questo mare.
Era Leopardi che lo diceva, o qualcun'altro?
Non importava, ma quella citazione in quel momento le calzava a pennello.
Sebbene in quel momento quegli occhi nocciola mandassero scintille arrabbiate, sebbene quelle iridi fossero talmente indignate e ferite da farle quasi male, non poteva comunque fare a meno di annegarci dentro, senza volere veramente interrompere il contatto visivo.
Lo sentiva vicino, troppo vicino.
Aveva voglia di alzarsi dalla sedia. Non sapeva bene se per svicolare a quello sguardo intenso, o semplicemente per baciarlo. La sua testa non specificò bene a quale delle due proposte fosse più propensa, e lei pensò che fosse meglio così.
-E allora, perchè?- si ritrovò a chiedere, in un soffio, senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Vicino, era troppo vicino. Da quella distanza lui poteva senza nessuna difficoltà contarle quante lentiggini avesse sul viso.
Piano piano, vide i suoi occhi calmarsi, farsi più dolci, seppur non diminuendo d'intensità.
Perchè ti amo, avrebbe voluto rispondere lui. Ma non lo fece.
Si limitò ad alzare una mano, lentamente, quasi preoccupato per quello che stava per fare.
Lily aveva paura che James sentisse il suo cuore, da tanto forte stava battendo.
La mano del moro andò a posarsi sui suoi capelli, e scese, piano, andando ad intrecciare le sue dita con quelle morbide ciocche rosso scuro.
Un angolino remoto del subconscio di Lily la maledisse, perchè quella carezza non sarebbe durata a lungo, visto che i suoi capelli ora erano decisamente più corti di prima.
Si ritrovò a desiderare con tutta se stessa i suoi capelli lunghi, che avrebbero permesso a quel contatto di durare molto più a lungo.
Subito dopo averlo pensato si diede della stupida.
-Stai bene con i capelli corti, Evans.-
E lei si sentì sprofondare.
Perchè non aveva senso che quella frase, pronunciata da tante altre persone, detta da lui avesse tutto un altro effetto.
Perchè, se a lei non piaceva James Potter, ora era così felice per quelle tre parole messe in croce?
Perchè lei, che aveva sempre la risposta pronta, ora si sentiva la gola secca?
-Non...non è una risposta, Potter.-
James per un attimo incassò la testa nelle spalle, come se su di esse gravasse un peso enorme.
-Non posso risponderti, Lily.-
Lei sapeva che avrebbe quantomeno dovuto tentare di protestare, ma il suo sguardo era stato nuovamente catturato dagli occhi del moro.
E da quel nome. Il suo nome. Pronunciato da lui, sembrava un nome bellissimo.
-Perchè?- riuscì a chiedere, con voce flebile.
-Perchè è meglio per tutti, Evans.-
Lily spalancò gli occhi.
Quando si riprese dalla confusione iniziale, trovando finalmente la forza per rispondere, lui se ne era già andato.










Ciaooooo!!!!intanto, chiedo umilmente perdono:avevo detto che postavo la settimana scorsa, ma alla fine così non è stato =__=  poi, uhm...che altro dire?Grazie a tutti per gli auguri ^^ e poi...caspita, 96 preferiti O__O io vi adoro, ragazzi, davvero. Anche se le recensioni sono diminuite abbastanza, nell'ultimo capitolo. Uhm...vabbe. Spero che questo vi piaccia di più ^^
Una precisazione...tutta la conversazione tra Sirius e Lily, naturalmente, non ha assolutamente doppi sensi.  Lo dico perchè è già capitato che qualcuno fraintendesse, e quindi volevo mettere in chiaro che la mia Lily è di James e basta.Non ci sarà mai niente di più che amicizia tra di loro. Scusate il tono lievemente depresso, ma il tempo così brutto mi mette decisamente di malumore O.o bene...detto questo, passo la parola ai ringraziamenti ^^


tonks17:  ahahaha...chi non ama James e Sirius?Penso che tutte le ragazze di efp si farebbero volentieri una capatina nei loro fan club, me in primis Xd come si fa a non adorarli, insomma XD Posso chiederti una cosa?Come diavolo fai a mettere i cuoricini nelle recensioni?anch'io voglio O____O  cooomunque, vediamo di darmi un attimino di contegno. Graaaaaassie di tutto ^^ (e tu questo lo chiami contegno?O.o ndte)(eeeehmmmm...dettagli ^^ ndme)  James e Lily insieme ci saranno...ma ricordiamoci che sono solo al sesto anno, li devo far penare ancora un po' XD e...non posso dirti se Lily troverà la pastiglia oppure no XD anche perchè in realtà nn lo so nemmeno io XD bwuahauahua..ok ora la smetto XD un bacio!!!!

Nikki Potter:  ciaooo. hai visto?Sirius e Lily hanno deciso di collaborare...chissà cosa ne verrà fuori XD sai che forse mi hai dato un'idea su Harry?uhmmmm...ci dovrò lavorare XD grassie per la recensione XD

zukkyna:  zuuuukky XD ora sei dispersa nel veneto...sai che è stranissimo finire il capitolo e fare i cosi alla fine senza lamentarsi con te per quattro ore e mezza xk mi scocciano i cosi alla fine?XD cooooomunque...anch'io piango pochissimo ma quando inizio non smetto più XD ahahaha...vabbe, sai che novità, siamo cloni XD  oooh finalmente qualcuno che è d'accordo con me: io non credo che se James avesse saputo avrebbe ripudiato Peter, anzi. La cosa bella dei malandrini è proprio la fedeltà, detesto chi tratta Peter da schifo, perchè sarebbe come sminuire quello che ha fatto dopo, non so se rendo XD sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso cap, sai che a me faceva cagare Xd muahuahauha XD e poi dico a te che fai discorsi stupidi Xd vabbe ma tanto sai che ti voglio bene XD non c'entra una mazza ma dettagli Xd muahauha...ci sentiamo domani, così mi racconti l'odissea veneziana Xd un bacio!!

Iva27: oddio, tutti questi complimenti mi fanno arrossire XD non sono brava in tutto, anzi XD cooomunque...Sirius in azione è arrivato, si salvi chi può Xd bwuahuah XD sono contenta di rendere bene James, dimmi anche come è venuto questo capitolo XD E hai ragione, anch'io amo il rapporto che c'è tra james e Sirius, perchè è unamicizia con la A maiuscola, e io pagherei per avere un simile rapporto XD basta ho finito XD un bacio!!!

pikkolina88:  una botta in testa,dici? naaaah, troppo facile e troppo poco sadica XD bwuahuah XD grassie mille per la recensione ^^ un bacio ^^

Yridyan:  sono in ritardissimo, lo so, ma una buona parte del capitolo l'ho dedicata al tuo adorato Sirius, contenta?XD ok lo so che come richiesta di perdono è un tantino squallida XD nooo cmq nn piangere O.o su...le cose tra James e Lily si sistemeranno...ehm...prima o poi XD buahuah XD un bacio!!!

PrincessMarauder:  O___O ok, ormai ho capito che il tuo nick ti sta a pennello, solo una malandrina potrebbe avere idee così geniali XD muahauaha...appena vedo matteo pure io lo sveglio con una secchiata d'acqua in testaaa XD muahauah XD cooomunque...si, nemmeno io sarei riuscita mai a tagliarmi i capelli, nn subito almeno(in realtà l'ho fatto, ma dopo due mesi che mi aveva mollato, quindi non vale XD) ma Lily è forte e decisa, per questo James la ama XD peccato che prima dovrò farli soffrire un altro po'...bwuahuah XD un bacio!!!

eulalia_17: grazie dei complimenti, fanno sempre piacere XD Lily si deciderà...prima o poi XD

vanexa: muahauha...lo sai che l'ho fatto apposta a mettere quel si ricorda tutto, vero?il mio sadismo è uno stile di vita, basta XD ok sto delirando XD cmq XD mi piace che tu abbia definito Sirius l'eroe di quel capitolo...in effetti era proprio così XD ahaha...grassie di tutto, davvero ^^

Shin_86:  nuova lettrice, che bello ^^ grassie di tutto, davvero ^^ fammi sapere anche come ti sembra questo capitolo ^^ un bacio

oOoPRONGSIEoOo: O_______________O tu...tu...tu mi commuovi O__O grassieeee ^^ di tutto, degli auguri,(com'è che tutti pensate che verrò subito arrestata O__O muahuahauaha) del tentativo di rimanere sveglia (XD) della recensione enorme...di tutto!!!!e, no, non ho ancora cambiato idea XD però mi mancano un po' le lunghe consultazioni che facevamo per ogni capitolo, spero che torneremo al più presto a farle XD e ci hai preso, come sempre: anch'io odio chi non mette Minus, perchè è vero che è un viscido bastardo, ma che razza di tradimento avrebbe fatto se nemmeno ci fosse stato??o se fosse comunque stato sempre considerato grasso brutto e insignificante??no, il tradimento dei Potter è orribile proprio perchè è stato fatto da una persona di cui si fidavano al 100 per cento, anche xk James non avrebbe MAI messo la vita di Harry e Lily in mano a una persona di cui non si fidava al mille per cento. Che bello, siamo daccordo anche su questo ^^ Lo so che James fa venire voglia di portarselo a lett...cioè...di abbracciarlo XD io stessa lo farei...bwuahuah XD noooo nn farmela pagare O__O aiuto O__O e comunque...va bene, appena posto ti mando una mail, sia mai che mi ammazzi solo perchè non ti ho avvisato XD bwuahuah XD ma poi che ne so, io penso vabbe nn c'avrà voglia di recensire, povera XD vaaaabbe XD comunque dicono che sono io la sadica, ma tu che ti metti a ridere nei momenti drammatici sei una cosa fantastica, eh O___O bwuahuah XD ma io ti adoro lo stesso XD ora ti saluto, che viene la risposta alla recensione più lunga del capitolo XD un bacione enorme!!!!!!!spero di sentirti prestissimo, ti adoro XD

Star Petal:  ciao Vicky!!(posso chiamarti così vero?XD) grassie per gli auguriiii...oddio, ora dovrò stare molto più attenta quando commetto i miei crimini O__O fortuna che qua posso esercitare il mio sadismo senza rendere conto a nessuno...bwuahauh...iniziate a tremaaare XD muahauha....no vabbe scherzo(circa XD)  davvero ami James?guarda nn l'avrei mai detto...muahauah XD cooomunque...lo so che il sogno è macabro XD anzi...posso farti una domanda?Secondo te, cosa voleva dire il bambino morto?non è niente di fondamentale, però vorrei solo sapere se qualcuno l'ha capito XD finora ci è arrivata solo la zukky(ina), quindi forse è il caso che inizi a preoccuparmi XD ahaha...ora vado, un bacio XD

Miss Rainbow: suuuuddita, cara.  Non affili i coltelli O__o siamo in un paese civile, insomma, ormai questi barbari metodi non si usano più...le ghilgliottine rosa sono molto più chic ^^ muahauaha...cooomunque...grazie, per tutto, come sempre.  Soprattutto per gli auguri XD buahuah XD come qui le cose le decide lei O__o no nn ci siamo mica capite...qui le cose le decido io...poi quando morirò lei faccia quello che vuole, tanto sarò bella che morta...muahuaha XD basta, scappo che senno i miei mi uccidono, altro che XD un bacio!!!









 

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Capitolo 12
*** I vantaggi dell'essere Purosangue ***


-Em, sei sicura di aver preso tutto?-
Emmeline sbuffò, con aria scocciata. Poi sorrise.
-Si, Aly. A volte sei peggio di una mamma.-
Alice la guardò storto, mentre Lily ridacchiava.
Erano tutte alla stazione, per accompagnare Emmeline, che quel giorno partiva per le vacanze di Pasqua.
Quell'anno, non erano molte, le persone che avrebbero abbandonato Hogwarts: con la guerra imminente che imperversava per le strade, la gente preferiva mantenere i propri figli al sicuro nella Scuola di Magia.
Si fermarono, quando arrivarono ad una delle innumerevoli porte del treno scarlatto, ed Emmeline si girò verso le sue migliori amiche, per salutarle prima di salire.
-Oh, Em!Ci mancherai!-
Marlene, con le lacrime agli occhi, le aveva gettato le braccia al collo.
Lei alzò gli occhi al cielo, seppur con un largo sorriso ad incresparle le labbra.
-Lene, sto via solo un paio di settimane.-
Per tutta risposta, la moretta la strinse ancora di più.
-Len, guarda che così la strozzi.- fece Lily, divertita.
Marlene si staccò, sbuffando, fingendosi offesa.
-Uffa, mai una di voi che apprezzi i gesti d'affetto. Ma dico io, proprio le ragazze meno zuccherose di Hogwarts mi dovevo andare a cercare?-
Lily ghignò, mentre Mary roteava gli occhi, con un sorriso.
-Len, non siamo noi, troppo poco affettuose, sei tu che grondi miele da trutti i pori.-
La moretta si finse scandalizzata.
-Io non grondo miele!- ma fu la prima a contraddirsi, scoppiando a ridere, seguita a ruota dalle altre.
-Avanti, ragazze, salutiamo Emmeline, che le facciamo perdere il treno.-
Lily guardò Alice, in tralice.
-O Merlino, Aly, adesso sembravi davvero mia madre.-
Alice le fece una linguaccia, mentre Mary dava un rapido bacio a Emmeline, per salutarla.
Quando la biondina spostò lo sguardo su Lily, si accorse che la rossa la stava fissando.
E quando Lily aveva quello sguardo, significava solo una cosa.
L'aria si era fatta immediatamente tesa.
Em sbuffò.
-Lily, non potresti risparmiarti la predica, per una volta?-
-No, Em. Questa volta non accetto scuse. Se torni a scuola e vedo che hai anche un solo centimetro di pelle lievemente arrossato, giuro che mi incazzo di brutto.-
Lei sorrise.
-Cercherò di non espormi nemmeno un secondo al sole, allora.-
Lily la guardò, seria.
-Non sto scherzando, Em.-
La Vance trasse un lungo sospiro.
-Lo so, Lily.-
-Odio non poterti scrivere.-
Sbottò la rossa, contrariata.
La bionda sospirò di nuovo, annuendo.
-Lo so, Lily. Sai che anche a me dispiace.-
A quel punto intervenne Alice, mettendo una mano sulla spalla della rossa.
-Avanti, Lily, useremo il solito codice.- e le strizzò l'occhio, cercando di smorzare l'aria, seppur anche lei si fosse intristita.
La grifoncina annuì, sospirando. Poi lanciò un'ulteriore occhiata torva alla sua migliore amica.
-Em, per qualsiasi cosa, non esitare a chiamarci. Guai a te se torni e scopro che non ci hai scritto perchè avevi paura che ci preoccupassimo. Niente ma.- aggiunse prontamente, vedendo che la Vance stava giusto per aprire bocca.
Alice, insieme a Mary e Marlene, annuirono.
-Ha ragione Lily, Em.- disse Alice. -Guarda che ci mettiamo un attimo a venirti a prendere: io le porto tutte sulla scopa, Marlene si occupa di farci entrare senza il minimo rumore, Mary ti fa uscire di casa in tutta fretta mentre Lily si occupa di tuo padre.-
La rossa abbandonò per un attimo l'espressione preoccupata, per mettere su un'aria angelicamente perfida.
-Sarebbe un piacere.-
-Si, così è la volta che ti ammazza, Lils.- replicò Emmeline, alzando gli occhi al cielo.
Anche la rossa portò gli occhi smeraldini al cielo.
-Basta solamente che ci provi.-
Emmeline la guardò severamente.
-Lily, è mio padre.-
-Chiamarlo padre mi sembra un eufemismo, Em.-
-Ne abbiamo già parlato, Lily.-
Prima che la rossina potesse replicare, intervenne Mary.
-Basta, ragazze. Stare qui a discutere non servirà a niente. Emmeline, sali su quel treno, che è la volta che lo perdi sul serio, e dopo sarebbe peggio, vero Lily?- l'ultima frase l'aveva detta lanciando un'occhiata estremamente seria alla rossa, che sbuffò.
Odiava darle ragione.
Annuì.
Poi lei e Emmeline si guardarono, entrambe con una faccia sostenuta. Poi Emmeline sorrise, e Lily dovette trattenersi per fare un enorme sorriso a sua volta.
-Ciao rossa. Lo sai che ti voglio bene.-
L'altra sbuffò, alzando gli occhi al cielo, ma poi sorrise.
-Anch'io te ne voglio. E ora sali su quel treno, bionda, e fai la brava.-
Si sorrisero. Bionda e Rossa erano i soprannomi che usavano quando ancora erano al primo anno, quando il loro gruppo era costituito solo da due elementi. Poi, quando si erano unite anche Alice, Mary e Marlene erano caduti in disuso, in quanto se dicevano l'aggettivo mora erano in tre a girarsi. E poi, erano cresciute. Anche se a volte era divertente tornare alle origini.
Con un ultimo sorriso, questa volta un po' più triste, Emmeline salì sul treno che l'avrebbe portata a casa.
Il fatto che appena salì sul treno il sorriso sulle labbra le si congelò all'istante, le amiche non lo sarebbero mai venute a sapere.

Erano venti minuti che cercava uno scompartimento vuoto.
L'ultimo che aveva aperto era occupato da quattro Serpeverde che non avevano perso l'occasione per lanciarle battutine d'apprezzamento.
Sbuffò.
Odiava tutto quello. Ma soprattutto, odiava non avere le amiche intorno a sè, tra le quali poteva tranquillamente passare inosservata.
Aprì l'ennesima portra, scocciata, sperando di potersi al più presto rifugiare nella sua tranquillità.
Si stupì, quando vide che all'interno dello scompartimento c'era Potter, con lo sguardo perso al di là del finestrino.
Esitò un secondo, ma fu abbastanza perchè lui si girasse e si accorgesse di lei.
-Vance?Come mai da sola?-
Lei inarcò un sopracciglio biondo.
-Potter, potrei farti la stessa domanda. Dove sono Black, Lupin e Minus?-
Lui scrollò le spalle, con un lieve sorriso.
-Sono rimasti a scuola.-
Quella era giusto la settimana di luna piena, e quindi Sirius aveva deciso di rimanere ad Hogwarts per far compagnia, insieme a Peter, a Remus.
Lui aveva deciso di tornare a casa. Meno vedeva la Evans, prima se la sarebbe dimenticata.
O almeno così sperava.
Si squadrarono per un po', in silenzio.
Poi Emmeline sospirò.
-Posso sedermi qui?Ho cercato un posto vuoto dappertutto,ma smebra che questo treno proliferi di Serpeverde. Almeno sto con qualcuno della mia Casa.-
Lui sollevò le spalle, come cenno d'assenso.
La osservò mentre si trascinava il pesante baule dietro e si sedeva di fronte a lui, con delicatezza.
Era strano. In sei anni di scuola nella stessa casa non si erano mai rivolti la parola, se non giusto quel tanto che bastava per non risultare scortesi.
Forse era perchè lui era talmente abituato a cercare una testolina rossa tra quel gruppo, da non aver mai badato più di tanto alle amiche di Lily.
Solo allora si accorgeva, per esempio, di quanto la Vance
paresse fragile.
-Vance, giusto per curiosità, ma mangi?-
Vide i suoi occhi di ghiaccio diventare improvvisamente diffidenti.
-Non vedo come la cosa potrebbe interessarti, Potter.-
Per lui fu quasi spontaneo, sorridere.
-Questa è una tipica frase alla Lily Evans.-
L'aveva detto senza nemmeno rendersene conto, e quando se ne accorse, portò di nuovo lo sguardo sul finestrino, come a voler nascondersi da qualcosa.
La pugnalata al petto che aveva ricevuto pronunciando quel nome, era stata dannatamente forte.
Sentì per un attimo gli occhi azzurri di Emmeline scrutarlo a fondo.
-Comunque si, mangio, Potter. Infatti è da un bel po' che aspetto che tu mi offra volontariamente una di quelle Cioccorane che tieni vicino a te, ma come vedo la cavalleria ormai non esiste più, quindi sarò costretta a fregartene una senza il tuo permesso.-
Lui si girò, puntando lo sguardo nocciola su di lei.
Possibile che avesse cambiato argomento così abilmente di proposito, accorgendosi che l'ultima cosa che voleva fare era parlare della sua migliore amica?
Al suo sguardo interrogativo lei gli rivolse un sorriso mesto.
Ok, si, era possibile.
Sorrise a sua volta, grato.
-Prendi pure, Vance.-
Le porse una Cioccorana, che lei scartò con gusto, per poi mettersela in bocca.
Lui la squadrò mentre masticava con lentezza il dolcetto.
Dopo un po', lei alzò lo sguardo.
-Potter, si può sapere cos'hai da fissarmi in quel modo?-
James rise, scrollando le spalle.
-Niente, mi chiedevo solo quando sarebbero arrivate le classiche domande da interrogatorio.-
Emmeline inarcò le sopracciglia.
-Tipo?-
Potter scrollò le spalle, di nuovo.
-Perchè non vado più dietro alla Evans, per esempio.-
-Perchè, me lo diresti?-
Il moro sgranò gli occhi.
-No.- rispose, di getto.
Lei sollevò le spalle, con noncuranza.
-Appunto.-
La guardò, esterrefatto. Aveva passato le ultime settimane a cercare le scuse più disparate, per dare una risposta a chi gli rivolgeva quella domanda.
E adesso arrivava lei, migliore amica del suo tormento, e lo capiva decisamente al volo.
Decisamente, c'era qualcosa che non quadrava, ma non avrebbe saputo dire se in lui o in lei.
Fu talmente naturale mettersi a ridere, che lui stesso se ne stupì.
Perchè, me lo diresti?
No, ovvio che non avrebbe mai detto a nessuno del vero motivo per cui voleva dimenticare la Evans.
Il fatto che però lei l'avesse capito così velocemente lo divertiva, e non sapeva nemmeno bene il perchè.
-Sai che sei una ragazza strana, Vance?-
Lei sorrise.
-L'unica a dirmelo tanto schiettamente prima di te è stata Lily.-
L'espressione di James si indurì.
Ci furono vari attimi di silenzio, nei quali lui aveva preso a guardare un punto imprecisato della finestra.
-Non è facile da dimenticare, una come Lily Evans.-
Lui sorrise, amaro.
-Lo so.-
-Credi che ne valga davvero la pena?-
James la fissò, sempre più sconcertato da quella ragazza.
-Cosa?-
Emmeline sospirò, portandosi una ciocca bionda dietro all'orecchio.
-Vale davvero la pena di soffrire tanto, Potter?-
-Cosa ti fa pensare che io stia soffrendo, Vance?-
Lei sorrise, e James notò che era un sorriso estremamente malinconico.
-Dicono che sono brava a leggere le persone, ma non ci vuole comunque un genio, per capire certe cose.-
Calò il silenzio.
Il moro comprese che lei non si aspettava veramente una risposta. Era una domanda che aveva posto perchè lui si rispondesse da solo.
James era stupito. Quella ragazza era piena di sorprese, non c'erano dubbi.
-Hai mai...- incominciò, con aria apparentemente assente. Emmeline lo guardava, aspettando che continuasse. -Hai mai provato la senzazione...di sapere che quello che stavi facendo fosse dannatamente sbagliato?Che quello che provavi, che quello che volevi avrebbe portato delle conseguenze terribili?- fece un sorriso che nulla aveva del solito sorriso alla James Potter. -Io non credo, Emmeline.-
Il silenzio rimase, vibrante tra loro, per alcuni minuti. Emmeline si chiedeva se era il caso di abbassare le difese, e fargli capire che si, lei poteva capire tutto quel dolore, pur non conoscendone il motivo, oppure era meglio semplicemente rimanere in silenzio, lasciando che entrambi tornassero a rimuginare sulle loro cose senza più interferire l'uno con l'altro.
Alla fine sospirò.
James Potter, nonostante Lily gliene avesse sempre parlato come un ragazzino arrogante, non le sembrava cattivo.
Anzi, sentiva una certa affinità scorrere tra loro. Erano entrambi intrappolati in qualcosa da cui sarebbe stato impossibile uscire senza pagarne le conseguenze.
-Ti sbagli, James.- erano passati al nome quasi inconsapevolmente, ma nessuno dei due ci fece caso.
Lui la guardò, stupito, ma prima che potesse dire qualcosa, Emmeline continuò.
-Una cosa simile l'ho provata anch'io.- mormorò, senza guardarlo negli occhi. Era difficile, per lei, parlare di certe cose con un estraneo. Quasi non sorrise, chiedendosi se James sarebbe scappato appena avesse sentito la sua storia.
Proprio come tutti gli altri.
Emmeline si bloccò lì, non specificando nulla, ne facendo in qualche modo capire qualcosa di più su quell'affermazione.
-E alla fine le conseguenze ci sono state?-
Lei lo guardò fisso negli occhi, indecisa. E per un secondo James si sentì confuso di fronte a quegli occhi ghiacciati, perchè sembravano gli occhi di una persona straziata da qualcosa di più grande di lei.
Fece un altro lungo sospiro.
Poi, con un gesto fluido, talmente velocemente che quasi Potter non se ne accorse, si tolse la maglietta, rimanendo in canottiera.
E James, che inizialmente era totalmente intenzionato a chiederle cosa avesse intenzione di fare, sgranò gli occhi.
-E così si spiega perchè Emmeline Vance tiene sempre maglie a collo alto e maniche lunghe nei giorni di vacanza, e perchè adora tanto la sua divisa invernale in piena estate.- fece lei, amaramente ironica.
Ramoso avrebbe veramente voluto dire qualcosa. Ma decisamente, non riusciva.
La pelle di Emmeline era cosparsa di lividi, nerastri e gonfi, alcuni tendenti al violaceo.
Le percorrevano il collo, arrivando fino al petto, per poi andare al di sotto della canottiera bianca.
Notò che sulla spalla destra aveva una strana cicatrice, che le arrivava fino al gomito.
-Sono...-
-Lividi fatti con la magia, si.-
I lividi di quel genere erano terribili. Oltre a provocare un dolore allucinante, persistevano per mesi, anche per anni, se erano davvero brutti.
-Chi te li ha fatti?- La voce di James era un misto tra l'atterrito e l'arrabbiato. Solo un mostro poteva averle fatto una cosa del genere. I lividi Magici erano qualcosa di molto simile alla Magia Nera.
Lei sorrise. Fortuna che non gli aveva fatto vedere cosa aveva sulle gambe.
-Non tutti i genitori Purosangue sono come Amy e John Potter, James.-
L'espressione che andò dipingersi sul volto di James era un misto tra incredulità a disgusto. Non ci poteva credere. Esistevano ancora Maghi che facevano cose del genere ai propri figli?
-Sono stati...i tuoi?-
La bionda sollevò le spalle, fingendo noncuranza.
E James si chiese come facesse a starsene così calma di fronte a lui, senza battere ciglio. Pensò a quanto tempo avesse sofferto, quella ragazza, e per un attimo sentì lo strano impulso di abbracciarla.
-Mio padre ha delle idee molto rigide, sull'essere Purosangue.-
Lui cercò di concentrarsi a guardarle il viso, per non continuare a fissare quei segni di violenza spietata su quella pelle altrimenti lattea.
Lei aveva un'espressione tranquilla, come se quella fosse una storia che aveva ripetuto miliardi di volte.
Eppure, negli occhi si poteva leggere tutto il dolore dei ricordi passati, tutta la tremenda impotenza di un destino sin troppo crudele con lei.
A James sembrava tutto così tremendamente e schifosamente sbagliato, che gli veniva voglia di vomitare.
-La...Evans...lo sa?-
Quasi non aveva sentito il male che gli provocava solitamente pronunciare quel nome, da tanto era adirato.
La Vance scrollò le spalle.
-Lei è stata la prima, ad accorgersene. Ancora prima che si chiedesse come mai non rispondevo alle sue lettere durante i mesi estivi, sospettava qualcosa, sebbene io abbia sempre fatto di tutto, per rimanere sempre coperta.-
-Perchè non...-
Emmeline sospirò.
-Quando i miei hanno scoperto che la mia migliore amica era una Mezzosangue, mi hanno impedito di scriverle in tutti i modi. Mi hanno tenuta chiusa in camera, controllavano ogni gufo che arrivava. E ad ogni lettera di Lily, mi...bè, puoi immaginarlo.-
Lui la guardò, sempre più sbalordito. Non riusciva a credere che esistesse ancora gente del genere, con la mentalità rimasta probabilmente al Medioevo o giù di lì.
-Ma tua madre...permette tutto questo così, come se nulla fosse?-
Si rifiutava di credere che una donna, per quanto di ideologia Purosangue potesse essere, permettesse che la propria figlia venisse martoriata in quel modo.
La biondina fece spallucce.
-Mia madre è morta quando avevo quattordici anni.- James fece per dire qualcosa, con gli occhi spalancati, quando lei sollevò di nuovo le spalle. -Ma non era diversa da mio padre, anzi.-
-Anche lei...-
Em si limitò ad annuire.
James era ammutolito. Gli sembrava una cosa così assurda, che ci fosse gente del genere.
Già con Sirius aveva constatato quanto le persone potessero diventare schifosamente inumane, ma fino a quel punto non l'avrebbe di certo immaginato.
Come si faceva ad anteporre degli ideali a
un minimo di civilizzazione?
Aveva ancora sotto gli occhi quelle botte nerastre e gonfie, testimonianze della violenza gratuita di persone che si credevano superiori solo perchè per puro caso erano nate in famiglie Purosangue.
Doveva avere una faccia piuttosto disgustata, perchè Emmeline sorrise.
-Ti faccio schifo, Potter?-
In fondo se l'aspettava.
Eppure, con suo grande stupore, Potter la guardò, arrabbiato.
-No. Mi fa schifo fino a che punto la gente può arrivare, solo questo.-
Lei sorrise, mestamente.
-Lo so.-
-A volte mi vergogno di essere Purosangue, davvero.-
La biondina distolse lo sguardo. Ci fu silenzio, per un po', dove ognuno rimase immerso nei propri pensieri.
James pensava a Emmeline, a Sirius, a sè stesso e, quasi senza rendersene conto, anche alla Evans.
Era come se facessero parte tutti e quattro di mondi separati, distinti.
Eppure lui non vedeva tutta questa differenza. Cosa portava gli esseri umani a dividersi in categorie?Perchè ci dovevano per forza essere i Purosangue, i Mezzosangue, i rinnegati, gli ibridi?
Non erano tutti forse esseri umani?
Di nuovo, non potè impedirsi di provare disgusto.
Le botte che Emmeline portava sul corpo, erano l'ennesima testimonianza di quanto il mondo non fosse tutto rose e fiori.
Ebbe per un attimo nostalgia di quella spensieratezza che lo caratterizzava fino a qualche mese prima.
-Non ti viene voglia di andartene, Vance?-
Al suo sguardo interrogativo, scrollò le spalle.
-Andartene. Da tutto. Da tutti. Da tuo padre, dall'essere Purosangue. Dalla violenza.-
Emmeline sorrise, un velo di tristezza a colprirle gli occhi celesti.
-Mi stai facendo una proposta, Potter?-
Lui rise. Anche se come proposta non sembrava poi tanto assurda.
Inizialmente lei scosse la testa, per poi sollevare le spalle.
-Non posso andarmene, è mio padre.-
James la guardò, incredulo.
Una frase simile non se l'aspettava.
Emmeline, anticipando la sua domanda, fece un sorriso mesto, per poi sollevare le spalle.
-Non è un mostro, James. Semplicemente, fa ciò che facevano i suoi genitori con lui, e i suoi nonni ai suoi genitori prima di lui. Non fare quella faccia.- James in effetti aveva spalancato gli occhi. -Io...gli voglio bene, nonostante tutto.-
Rise, imbarazzata. Potter aveva talmente gli occhi fuori dalle orbite che sembrava che le iridi castane gli uscissero dall'occhio da un momento all'altro.
-Non fare quella faccia, Potter.- ripetè.
Lui sollevò un sopracciglio, e lei si chiese se sapesse che dopo tanto aver guardato Lily Evans, qualcosa da lei l'aveva preso.
-Che faccia dovrei fare?-
-Una faccia che non dica "tu sei pazza, Emmeline"-
James ghignò, e per sua sorpresa, fu estremamente semplice fare quel gesto che non gli veniva più da un po'.
-Ma tu sei pazza, Emmeline.-
Lei sollevò le spalle.
-Forse, o forse no. La pazzia è un concetto relativo, non credi?-
Il Malandrino fece uno sbuffo, mascherando una risata. Anche lei ridacchiò, per poi spostare lo sguardo sul finestrino. Aggrottò la fronte, corrucciata.
-Siamo quasi arrivati, vado a cambiarmi.-
-Vance, ma mancherà mezzora all'arrivo!-
La ragazza sollevò gli occhi al cielo, poi imitò una voce in falsetto.
-Un Purosangue deve sempre essere impeccabile. Tu non sei una ragazza normale, Emmeline, sei l'esponente della nobile e pregiata famiglia Vance...e bla bla bla. Il risultato di questo discorso è che devo scendere dal treno con tanto di chignon perfetto, trucco senza neanche una sbavatura, vestito- qui fece una smorfia disgustata -oltre che elegantissimo e stiratissimo, verdissimo, un pugno nell'occhio, te lo assicuro, poi...scarpe pulite e raffinate..insomma, devo uscire di qui come se fossi appena stata ad un importante ricevimento tenuto dalla regina in persona.-
James la guardò lievemente stralunato.
-Mi perdoni la scortesia, Madama, ma credo di essermi perso a metà frase.-
Emmeline scoppiò a ridere.
-Senza offesa, James, ma la parte del perfetto galantuono non ti si addice, veramente.-
Lui ghignò.
-Va bene, allora...Emmeline, non ho capito una mazza.-
La biondina rise di nuovo, cristallina.
-Non importa.-
Detto questo, fece per uscire dallo scompartimento, con tanto di trousse e vestito lungo nella mano destra opportunamente tirati fuori, per avviarsi verso il bagno e prepararsi-sperava di fare in fretta, odiava far attendere le persone fuori dal bagno, anche perchè più faceva aspettare, più gente ci sarebbe stata a guardarla quando sarebbe uscita da quella dannata porta vestita come una principessina d'altri tempi.
Odiava tutta quella cerimonia.
-Vance?-
Si girò, un attimo prima di uscire definitivamente dalla porta, guardando interrogativa James, che l'aveva chiamata.
Ramoso sollevò le spalle.
-Niente. Mi ha fatto piacere parlare con te. Non mi dispiacerebbe che si ripetesse, solo questo.-
Era contento di constatare che riusciva ancora ad agire d'impulso, che il suo istinto c'era ancora anche se un po' assopito.
Emmeline lo fissò, sospettosa.
-Potter, è perchè ti faccio pena, per caso?-
Le dispiaceva essere così acida, ma era più forte di lei. Troppe volte aveva sofferto.
Ramoso sorrise, e Emmeline si stupì, perchè era da un po' che non si vedeva quel sorriso in giro.
-Assolutamente no, Vance.-
La Vance lo guardò, indecisa se fidarsi.
Poi guardò quel sorriso, e si chiese se in realtà non fosse giusto così. Sorrise.
-Il mio indirizzo ce l'hai, Potter.-
Per un breve attimo avvertì un lieve senso di colpa.

Sirius, caro,
sono stata molto dispiaciuta che tu non venissi a festeggiare la Pasqua con noi. Lo sai che io e John ne saremmo stati molto felici. Ma James ci ha detto che dovevi prenderti cura di Remus, quindi per questa volta ti perdono, ma bada, se quest'estate non ti vedrò installato a casa nostra mi riterrò personalmente offesa.
Ma, bando alle ciance, come stai?E Remus e Peter?Scommetto che quel malandrino di mio figlio non vi ha ancora scritto una riga. Ci penserò io a tirargli le orecchie, non preoccupatevi.
Piuttosto, Sirius, sono un po' preoccupata. James sembra strano. Per carità, mangia e parla come al solito, però ha qualcosa che non mi convince, una madre certe  cose le sa. Senza contare che poi la sua stanza è ancora in perfetto ordine, e sono già quattro ore che è in casa. Una cosa simile non era mai successa, di solito appena mette il piede in quella stanza tutta la fatica che ho fatto a pulirla nei mesi precedenti se ne va tranquillamente a quel paese. Non lo so,  John dice che sono troppo apprensiva, forse ha ragione lui. Tu per caso sai se gli è successo qualcosa?
Scusami caro, lo so che ti sto opprimendo con tutte queste chiacchere. Spero al più presto di ricevere tue notizie, sai che altrimenti vado in ansia.
Un bacio,  Amy.

Sirius sorrise, arrivando alla fine della lettera.
Amy Potter ormai l'aveva praticamente accolto come un figlio, e trovava perfettamente naturale mandare a lui lettere con la stessa frequenza con cui scriveva a suo figlio.
Era immensamente grato ai Potter per tutto quello che facevano per lui. Gli serviva un padre, e John era stato pronto a guidarlo nei momenti più difficili. Gli serviva una madre, e Amy l'aveva stretto nel suo abbraccio materno.
Se non fosse stato per loro e James, probabilmente lui non ce l'avrebbe fatta.
Sapeva che la signora Potter era completamente sincera, quando diceva che ci era rimasta male perchè lui non era andato lì per le vacanze pasquali.
D'altra parte, la luna piena sarebbe stata solamente fra due giorni, e lui doveva rimanere con Remus.
Scorse l'ultimo pezzo della lettera, nel quale Amy si esprimeva preoccupata per James, e corrucciò la fronte, lievemente infastidito.
Non aveva ancora trovato soluzione al problema di James, e questo lo faceva decisamente imbestialire.
Possibile che suo fratello stesse male, e lui fosse così incapace da non riuscire ad aiutarlo?Con tutto quello che James aveva fatto per lui. Si sentiva un verme. Che razza di amico era?
Arrabbiato, si alzò di scatto dal letto, e prese a vagare per la stanza del dormitorio, come un'anima in pena. Ci doveva essere qualcosa che potesse fare.
Sbuffò.
D'un tratto, gli cadde l'occhio sul suo baule, da dove sbucava un quaderno infilato malamente di lato.
Lo prese, sorridendo.
Se ne era quasi dimeticato. Quello era il "Quaderno dei Malandrini".
Era per lo più una cavolata da bambini, che ormai utilizzavano solamente per attaccarci foto ritenute particolarmente divertenti, ma qualche anno prima Remus lo compilava minuziosamente descrivendo ogni avventura dei Malandrini, e Sirius, James e Peter si limitavano a commentare ogni cosa che scriveva il povero Lunastorta.
Dal quarto anno in poi, notò Sirius, c'erano attaccate solo fotografie che li ritraevano nei momenti più impensati. Evidentemente, Remus si era rotto di scrivere tutto quello che facevano.
Aprendo una pagina a caso, Sirius notò con un certo divertimento la calligrafia incomprensibile di James che diceva a un Remus decisamente infastidito che era prolisso e barboso.
Scoppiò a ridere.
Decise di portarselo in Sala Comune, magari sfogliandolo gli sarebbe arrivata un'illuminazione divina, o qualcosa del genere.
Scendendo, notò che la Evans era seduta ad un tavolo che cercava di studiare, mentre poco più in là un gruppetto del terzo anno faceva baldoria.
-Evans, come mai qui tutta sola?-
Lily si voltò verso di lui, notando che la stava raggiungendo. Sbuffò.
-Stavo cercando di studiare, Black.-
Lui ghignò.
-Sei talmente secchiona che studi anche durante le vacanze di Pasqua?-
Lei lo guardò, torva, ma non rispose. La verità è che non aveva niente di meglio da fare. Alice era con Frank, Marlene si era beccata l'influenza, e Mary non sapeva dove era finita. Inoltre, era preoccupata per Emmeline, quindi la maniera migliore per tenere occupata la mente era studiare.
Se non fosse stato per un gruppetto di idioti che non facevano altro che far baccano.
-Tu cosa ci fai qui, Black?-
Lui sollevò le spalle, sedendosi di fronte a lei.
-Io e te avevamo un accordo, te lo ricordi, Evans?-
Lei aggrottò la fronte. Notò che Black era estremamente serio.
Fece per ribattere qualcosa, ma poi richiuse la bocca.
Sospirò, per poi annuire.
Lui fece un breve sorriso, annuendo a sua volta.
Poi appoggiò sul tavolo il quaderno rilegato in pelle che fino a quel momento avava tenuto in mano.
Lily lo osservò, incuriosita, e lui mise una mano sul dorso della copertina, facendo per aprirlo.
A metà strada, si bloccò.
-Evans, mi devi promettere una cosa.-
La rossina lo guardò, interrogativa.
-Qualunque cosa leggerai su questo quaderno, te lo devi portare nella tomba. Sono stato chiaro?-
Lily assunse un cipiglio sospettoso.
-Black, è qualcosa di illegale?-
Il moro sorrise.
-No, è solo qualcosa di estremamente stupido.-
-E perchè ci dovrebbe aiutare?-
Lui scrollò le spalle.
-Istinto, Evans, istinto. Smettila di chiedere il perchè per ogni cosa.-
Lily gli lanciò uno sguardo truce, per poi prendergli il quaderno dalle mani, e iniziare a sfogliarlo.
Era l'istinto che voleva Black?Va bene. Istinto gli avrebbe dato. Ma che poi non venisse a lamentarsi da lei.
Aveva ancora in testa le ultime parole che Potter le aveva rivolto.
Perchè è meglio per tutti, Evans.
Tutti, chi?
Cosa voleva dire Potter?
Rabbrividì. Perchè quando James aveva pronunciato quelle parole, lei si era sentita il cuore dilaniato dal dolore?
Smettila di chiedere il perchè per ogni cosa.
Forse aveva ragione Black.
Improvvisamente dall'album le scivolò fuori, per sbaglio, una foto.
La prese in mano, incuriosita. Vide con la coda dell'occhio Sirius allungarsi per vedere meglio.
Quasi senza accorgersene, le si dipinse sul viso un'espressione intenerita.
La foto ritraeva un James Potter addormentato placidamente nel letto, con su un'espressione assolutamente beata sul volto.
Sentì Sirius ridacchiare.
-Questa mi ricordo di avergliela fatta io. Devi sapere che James ha una vera e propria fobia, per le foto. Guai a chi gliene fa. Siccome non si svegliava, ho provato a vedere se fotografandolo si dava una mossa. Puoi non credermi, ma appena il flash è scattato, è balzato su dal letto urlandomi qualcosa contro di altamente offensivo.- Sirius scoppiò definitivamente a ridere.
Lily, con delicatezza quasi estrema, passò un dito sul profilo cartaceo della figura di James, quasi incantata.
Si sentiva una strana senzazione in mezzo al petto.
Una sorta di tenerezza mista a qualcos'altro che non riusciva a comprendere.
Il Malandrino era steso su un fianco, e aveva un braccio disteso sotto il cuscino.
La colse una strana senzazione di deja-vu.
Non te ne andare, James, per favore.
No, Lily. Starò qui. Sarò sempre qui per te. Sono qui, te lo prometto.
Tu non vuoi raccontarmi quel dannato incubo, vero?
Lily, non me ne frega niente della partita, se tu non stai bene. Se vuoi vengo con te.
Pensi che io possa dimenticare che finalmente Lily Evans aveva capito che non ero il classico ragazzo tutto muscoli e niente cervello?
Io non voglio dimenticare, Potter.
Fu percossa da un brivido. Il cuore le batteva, veloce. Non capiva cosa le era preso.
Eppure, quella foto la faceva sentire strana.
Si rese conto, con stupore, che avrebbe potuto passare ore a rimirarla come una stupida.
E, istintivamente, senza darsi un secondo per pensare, seguì l'impulso.
-Posso...posso tenerla, Black?-
Istinto, Evans, solo istinto.









EEEEEEEEccomi qui ^^ ammettetelo, non ci speravate più, eh?e invece eccomi qui ^^ ok la pianto di far la scema...scusatemi come sempre è che tra la scuola, e casini vari(tra cui cercare di capire come diamine funziona sto computer) ho fatto meno in fretta di quello che sperassi. Senza contare che poi questo capitolo mi ha fatto decisamente dannare, visto che da metà in poi nn sapevo più cosa diavolo inventarmi.
Vediaaaamo..qualcosa da dire...Ovviamente, il titolo è volutamente ironico, nel senso che non c'è assolutamente vantaggio, nell'essere Purosangue, tanto che la povera Emmeline viene malmenata senza problemi. Poooi...ditemi se c'è qualche casino(per esempio, testo troppo grande/piccolo/normale/incasinato) perchè ripeto, ho il computer nuovo e anche un programma nuovo, quindi nn capisco più niente ^^ altro..bè, no. In questo capitolo non vediamo James e Lily insieme, ma era necessario un po' di stacco per entrambi ^^ basta, ho finito, passo ai cosi alla fine(estremamente veloci, xk devo studiare) ^^ un bacio e grazie a tutti ^^

Shin_86: ahaha...purtroppo a James servirà ancora un po' di tempo per svegliarsi ^^ ma ricordiamoci che sono al sesto anno XD grazie x la recensione, un bacio XD

tonks17: «“‘¥~‹÷´```````````´`≠≠≠≠≠≠≠ ehm O__O no ok non mi vengono i cosetti ^^ vabbe dettagli XD cooomunque XD muahauah...si sono ancora al sesto, senno poveri li facevo stare insieme pochissimo XD già di tempo nn ne hanno molto XD ahaha XD vabbe basta XD comunque si, a Lily non manca molto, anzi...però...però...uuuhm non posso dire nulla XD in effetti nemmeno io mi farei solo una capatina nel suo fan club...mi nasconderei direttamente nel suo letto O_O eeeeeeeeeehm ok basta adesso sto ricadendo nel vietato ai minori, quindi sto zitta XD ahahah...fammi sapere come ti sembra questo cap XD un bacio!!

pikkolina88: grassie ^^ mi dispiace tenervi sulle spine O_O fammi sapere se qst ti è piaciuto XD un bacio XD

Sherry: grassie ^^ il lieto fine ci sarà...tra mooolto tempo credo XD no dai scherzo...in realtà nn lo so XD muahauah XD grazie di tutto!

Iva27: sao ^^ anch'io amo Sirius...ma il mio amore folle e incondizionato va solo a James, basta XD anche se lo faccio stare malissimo, povero l'amore della mia vita XD sono contenta che anche tu te ne stia innamorando (Lily a questa affermazione mi ha lanciato uno sguardo assassino, ma sono dettagli XD) grazie come sempre per tutto, e guarda che mi piacciono le recensioni deliranti XD ahahaha XD un bacio!

Nikki Potter: si esatto, è quella che mi ha dato l'idea XD poi cidevo un attimo ragionare su (cosa molto difficile considerando il mio cervellino inesistente e la scuola che nn lascia respirare- ma dettagli ^^) James tornerà James, prima o poi, tranquilla XD un bacio!

oOoPRONGSIEoOo: in effetti ho osservato la recensione con una faccia da imbecille per mezzora, dicendo ma è davvero lei O__O hahahaha...che bello si eri davvero tu ^^ grassie di tttessssssssssor ^^ come va a scuola?spero ve l'abbiano riparata O__O il momento fatidico(in cui mi odierete a morte) si avvicina...ih ih ih...sei contenta?muahauaha XD ma poro James non è moscio O_____O ahahaha XD grassie per i mille complimenti, come sempre, lo sai che ti adoro ^^

eulalia17: haha...grassie mille ^^ in effetti Lily è ora che si svegli XD fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo XD

PrincessMarauder: ahaha nn ti preoccupare ^^ noooooo matteo ormai ci ha fatto l'abitudine alla mia pazzia, si è rassegnato quando per allontanare una sua spasimante mi sono messa a urlare in mezzo alla strada che puzzava ^^ quindi XD muahauah XD comunque grassie per i complimenti XD davvero la conversazione era simile a qnd voi vi siete messi insieme?__O wow ho il dono della preveggenza XD ehm no mi sa che in sto caso nn c'entra molto XD vabbe dettagli Xd un bacio!!!

zukkyna: dici che sono melodrammatica?hahahaha ma nooooooooo XD figurati XD cooomunque...certo che un po' mi mancavi, insomma, come faccio io senza la mia pazza zukky?muahauaha XD ok ho finito XD si infatti la precisazione alla fine l'ho messa apposta XD ahahahahaah...si sa mai che qualcuno esaltato mi faccia una sorpresa scrivendo una cosa tipo siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii una sirius lily -.- è la volta che ammazzavo qualcuno XD ahahaha XD coooomunqu...noooo non sei assolutamente di parte, eh?e chissà perchè Lily ci guarda sempre male, siamo due angioletti noi XD bwuahauaha XD ciao zukky, ci sentiamo fra pochissimo come sempre XD

muahah: grassie mille ^^ addirittura i brividi ti ho fatto venire O__O wow sono contenta XD fammi sapere anche se questo ti è piaciuto XD ciao!

Miss Rainbow: cioè...lei va a nascondersi sotto le foglie di BANANA??suddita, dopo quasta Lily ha fatto una sincope, altro che O__O povera, mi è toccata rianimarla promettendole una notte di fuoco con l'amore della nostra vit...cioè...con James ^^ muahauaha XD grassie di tutto sudditina mia *__* un bacio, apresto!

Miss Evans: concordo, James e Lily sono così pucciosi insieme che non si può non amarli XD io per poco non strozzo qualcuno quando me li vedo nelle fic con altri, tipo Severus O.o nessuno mi deve toccare questa coppia o ammazzo tutti XD muahauaha XD grazie per i complimenti, davvero, siete decisamente tutti troppo buoni con me XD dimmi anche se questo cap ti è piaciuto, anche se qui quei due non si vedono insieme- ma prima o poi si rifaranno, va ricordato che sono ancora al sesto anno XD  un bacio, e grazie ancora.

Yrdyan: ma tranquilla ^^ anch'io con la scuola e tutto sono messa nei casini -.- infatti x scrivere so capitolo x poco non mi buttavo giù da un ponte -.- coooooomunque...grazie, grazie e ancora grazie, davvero ^^ mi fanno sempre un sacco di piacere le tue recensioni ^^ è vero sirius è adorabile, basta XD muahauaha Xd ora vado a studiare O.o un bacio!!!

vanexa_: tranquilla, l'importante è che la storia continui a piacerti ^^ il momento fatidico arriverà, credo che tu mi sopravvaluti, ma spero davvero di descriverlo bene XD grazie di tutto, davvero Xd un bacio XD





 



















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Capitolo 13
*** Sorprese Pasquali ***


cap 13 Lily sorrise, vedendo Emmeline scendere con eleganza dal treno scarlatto.
Marlene, di fianco a lei, si stava sbracciando per attirare l'attenzione della biondina, che appena le vide fece un largo sorriso.
La rossa si sentì finalmente sollevata. Le vacanze erano finite, e Emmeline si stava avvicinando a loro, radiosa.
Sapeva di esagerare, ma non riusciva mai a stare tranquilla, quando la sua amica tornava a casa. Aveva sempre una dannata paura di non vederla più scendere da quel treno su cui saliva ogni volta che poteva.
Per quasto si sentiva in ansia ogni volta che andavano alla stazione per accompagnarla o, come in quel caso, per riportarla indietro.
Marlene, impaziente di eliminare quei pochi passi che le separavano, corse incontro alla biondina, gettandole le braccia al collo, con impeto.
Lily sorrise nel sentire l'urlo di Emmeline che veniva pericolosamente sbilanciata all'indietro a quell'abbraccio inaspettato, per poi ridere insieme a Lene.
Le raggiunse, insieme a Mary e Alice.
Intanto, Emmeline stava amichevolmente insultando Marlene.
-Len!Tu mi farai morire un giorno all'altro!E se fossi caduta e avessi sbattuto la testa?!-
-Oh, hai sopportato di peggio.-
Quella sottile allusione fece ridere la biondina. Ormai era abituata alla schiettezza e all'impulsività di Lene. In un gruppo normale, forse quella frase avrebbe fatto gelare l'aria intorno a loro, ma questo non succedeva mai. Solo le sue amiche potevano permettersi di fare quel genere di battute. Lei stessa era la prima a fare battute sulla sua situazione-non tanto perchè la considerasse una cosa su cui scherzarci sopra, quanto perchè ironizzare la cosa sembrava renderla meno reale di quello che in realtà era. Inoltre, sapeva bene che Marlene non si era minimamente accorta dell'allusione che aveva fatto. Non perchè fosse stupida, semplicemente, lei non ci pensava. Aveva il cervello direttamente collegato alla bocca.
E lei le voleva troppo bene, per farle pesare quelle uscite che potevano parere di cattivo gusto.
Forse aveva ragione James, a dire che era pazza.
Sorrise.
-Come state?-
-Come stai tu, piuttosto.-
Tutti gli sguardi si puntarono su Lily, che aveva un'espressione estremamente seria sul viso. Gli occhi verdi erano direttamente puntati negli occhi azzurri della Vance.
Emmeline sorrise, di nuovo.
E Lily si accorse che aveva qualcosa di diverso.
Forse era il sorriso, più aperto e spontaneo del solito.
Forse erano gli occhi, contornati da un filo di matita nera, che probabilmente si era messa per far credere a suo padre di essere una perfetta Purosangue, raffinata ed elegante.
O forse era perchè quegli occhi azzurri le sembravano più sereni del solito.
-Sto bene, Lils.-
Ed era vero. Non era mai stata meglio in vita sua. Di nuovo, avvertì il senso di colpa avvolgerla, ma non ci fece più di tanto caso.
La rossina la guardò, sospettosa. Stava ancora cercando di capire cos'era cambiato nella sua migliore amica, quando un'ombra si avvicinò a loro.
-Mi sono perso qualcosa?-
Lily riconobbe immediatamente la voce di Potter.
Cosa ci faceva lì?Che le vacanze pasquali l'avessero fatto rinsavire? In effetti, l'aria strafottente sembrava essere tornata quella di sempre.
Stava giusto per rispondere qualcosa, quando successe qualcosa di totalmente inaspettato, che la fece sgranare gli occhi.
Vide Potter avvicinarsi a Emmeline, e, come se niente fosse, passarle un braccio intorno alla vita. Poi lo vide bisbigliarle qualcosa all'orecchio.
Si aspettava che lei lo respingesse, con una smorfia.
Si aspettava che Em facesse una battuta velenosa, scostandosi da James.
Ma quello che vide la lasciò ancora più sbalordita.
Emmeline scoppiò a ridere, portandosi una mano davanti alla bocca.
E, cosa ancora più sconvolgente, le sue guance si dipinsero di un delizioso color rosso porpora.
Per la prima volta in vita sua, Lily sentì una voglia incontrollabile di fare veramente male alla sua migliore amica.
Il bacio che lui posò sulla testolina bionda di Emmeline, che sembrava racchiudere mille parole, le fece dannatamente e perfidamente male.
Fu come strappare bruscamente un pezzo di stoffa. Il suo cuore si strappò così, senza un perchè, lasciando pochi sfilacci attaccati tra loro.
Fu una senzazione orribilmente familiare.
Mi stai mollando, Potter?
Si sentiva male. E il braccio di James non sembrava intenzionato a staccarsi dalla vita di Emmeline, il suo viso, così intimamente vicino, non sembrava volersi allontanare.
In quel momento, la odiò.
Odiò il sorriso imbarazzato di Emmeline, odiò quel rossore delicato sulle guance, odiò i suoi perfetti capelli dorati, odiò i suoi occhi limpidi e azzurri, odiò il fatto che lei era Purosangue. Semplicemente, la odiò.
E, subito dopo, si sentì una persona schifosa.
Come poteva odiare la sua migliore amica?
Ma soprattutto, perchè aveva sentito tanto odio?
A lei Potter era totalmente indifferente.
Vero?
Vide Emmeline scostarsi da James, con delicatezza. Si voltò verso di lui, alzando gli occhi al cielo, fingendosi scocciata, ma in realtà sorrideva.
-Non dicevamo di aspettare che raccontassi tutto?-
Lui ghignò, e Lily si accorse con una stretta al cuore, che i suoi occhi non si erano spostati di un millimetro da quelli di Emmeline.
-Perchè, non l'hai ancora fatto?-
Lei gettò un'occhiata fugace alle sue amiche.
Lily sembrava impietrita, Alice aveva sgranato gli occhi e aperto la bocca, stupita, Mary aveva un'espressione sconcertata sul viso, mentre Marlene aveva gli occhi grigi che brillavano di curiosità.
-Sai com'è, sono scesa esattamente due minuti fa dal treno.- esalò, divertita.
James sbuffò, ghignando.
-Vance, sei estremamente lenta.-
Lily si disse che la voce suadente di Potter era solamente frutto della sua immaginazione.
-Visto che sono estremamente lenta, come dici tu, vuoi raccontare tu che facciamo prima?-
James mise su un'espressione totalmente innocente.
-Ma veramente dovrei andare da Sirius.-
Em fece una smorfia fintamente scettica.
-Si, certo. Sicuro di essere un Grifondoro, Potter?-
Lui la guardò, scandalizzato, cosa che la fece ridere.
E Lily sentì nuovamente il mondo crollarle addosso.
Perchè erano così maledettamente perfetti insieme, che il solo vederli le faceva male.
E si stupì per l'ennesima volta di quel pensiero.
Sentì Emmeline sbuffare.
Si sentiva strana, come avvolta in una bolla di vetro. Sentiva e vedeva, ma senza recepire davvero quello che stava succedendo.
Forse era tutto uno stupido sogno.
-Vai, James, prima che Alice mi faccia una sincope.- sussurrò Emmeline.
In effetti, Alice sembrava decisamente sul punto di svenire.
Potter ridacchiò. Poi il suo sguardo si fece intenso, tanto che Lily si dovette trattenere dal gemere.
-Stai bene?-
Emmeline annuì, e fu quello a trasportare Lily nuovamente alla realtà. La preoccupazione per Emmeline superò di gran lunga tutto quello che aveva provato fino ad ora.
Fu allora che intravide un segno verdastro a lato del collo dell'amica. Prima non lo aveva notato, perchè nascosto dai capelli.
Il senso di colpa le piombò addosso in un attimo. Come aveva potuto dimenticarsi di una cosa del genere?Come aveva potuto anche solo per pochi istanti, odiarla?
Come se Emmeline non avesse sofferto abbastanza.
Vide James esitare un secondo, e poi annuire, poco convinto. Lo vide posarle un ultimo bacio sulla fronte, dolce come non lo aveva mai visto, per poi allontanarsi verso i suoi Malandrini.
Vide lei seguirlo con lo sguardo, per un po', e poi girarsi con lentezza studiata verso di loro.
Le guardò, una a una, con aria imbarazzata, in silenzio. Le loro espressioni variavano dallo sconcerto più puro allo sbalordimento più estremo.
Poi arrossì. E Lily questa volta si sentì prevadere solo da un'immensa tenerezza.
-Ehm...- esordì Emmeline, non sapendo bene cosa dire.
Alice a quel suono sembrò riprendersi.
-Ehm?!Come, ehm?! Quando pensavi di dircelo?Quando i vostri figli vi avrebbero annunciato che sareste diventati nonni?-
Mary ghignò.
-Eccola qui, la mamma chioccia.-
-Come è successo?- chiese Marlene, in tono soffice, non badando minimamente all'occhiataccia che Alice rivolgeva a Mary.
Emmeline roteò gli occhi.
-è una storia lunga.- mormorò.
Le amiche la guardarono, impazienti, e lei sbuffò. In effetti, non poteva di certo sperare di cavarsela con così poco.
-All'andata, in treno...abbiamo fatto il viaggio insieme. Niente di speciale, però è stato carino. Ecco, è...è stato gentile. Io gli ho raccontato di...mio padre e lui mi ha...- Poi si bloccò. Guardò Lily per un secondo. Scrollò le spalle, fingendo noncuranza. -Comunque, non importa. Ci siamo promessi di tenerci in contatto, e così è stato. Ci scrivevamo ogni giorno, anche più volte al giorno. Era strano, perchè abbiamo scoperto di avere un sacco di cose in comune. Ci sfogavamo a vicenda, non so come dire. Poi un giorno..-
Si bloccò. Era difficile raccontare quel giorno. La paura, il dolore, la finta insofferenza, tutto si era mischiato tra le sue lacrime.
Le amiche nel frattempo aspettavano, senza farle fretta. Avevano intuito che doveva essere successo qualcosa di grave. Lily aveva stretto i pugni, dimentica della gelosia e di tutto il resto. Se il suo sesto senso aveva ragione, quella sarebbe stata la volta buona che sarebbe andata dal padre di Emmeline a cantargliene quattro.
-Un giorno mio padre ha dato di matto. Nemmeno mi ricordo cosa l'ha scatenato.- Alzò gli occhi al cielo. In realtà, si ricordava benissimo cosa aveva fatto scattare la furia di suo padre. Inavvertitamente, aveva nominato Lily, e suo padre, che credeva avesse rotto i contatti con quella "lurida Mezzosangue"-come la chiamava lui-non ci aveva visto più. Ma questo Lily non doveva saperlo, o si sarebbe sentita in colpa.
-Mi ha picchiata. Come sempre, d'altra parte.-
Rabbrividì, impercettibilmente.
Non disse che quella volta era stata peggiore del solito.
Non disse che quella volta era talmente arrabbiato che l'aveva picchiata alla Babbana, senza bacchetta.
Non disse di come le avesse tirato uno schiaffo talmente forte da farle sanguinare il naso, non disse che poi si era tolto la cintura e di come, senza pietà, l'avesse frustata, non ricordava nemmeno quante volte, mentre lei stava rannicchiata sul pavimento, tentando di proteggersi la testa.
Non disse che la fibbia metallica e d'orata della cintura di suo padre le aveva ferito violentemente la schiena, le braccia, il collo. Non disse di aver pensato questa è la volta che mi ammazza sul serio.
Non raccontò che poi, quando si era fermato, le aveva ordinato con voce glaciale di andarsene in camera sua, e di restarci, incurante del sangue che le macchiava la maglietta. Avrebbe contattato il preside, aveva detto.
E lei si era alzata, tremante, sanguinante, con gli occhi ricolmi di lacrime e frustazione, e si era avviata, barcollante, con le ferite che le pulsavano, su per le scale che l'avrebbero portata alla sua prigione personale.
-Em...- era stata Lily, a richiamarla, sussurrando. Aveva gli occhi pieni di orrore.
Aveva capito. Aveva compreso che era stato peggio del solito.
Emmeline la guardò, in una muta supplica di non dire niente. E Lily tacque.
-Ho...ho scritto a James. Gli ho scritto che..non ne potevo più. Avevo bisogno di aiuto.-
Marlene si avvicinò, accerezzandole i capelli.
-Sciocchina, potevi scrivere a noi. Sai che ti saremmo subito venute a prendere.-
La biondina annuì.
-Lo so, mi dispiace. In quel momento non ci ho proprio pensato. Ho scritto alla prima persona che mi è venuta in mente.-
-E lui...?- Lily si ritrovò a sperare che Potter avesse davvero fatto qualcosa. Incoerentemente, quel pensiero le fece male, ma la fece anche sentire sollevata. Perchè tutto si poteva dire, tranne che James Potter se ne sarebbe stato con le mani in mano.
Emmeline sorrise, quasi intenerita. Sollevò le spalle.
-Diciamo che pochi secondi dopo aver spedito la lettera, ho sentito uno schiocco tremendo provenire dal piano di sotto.-
Sorrise. Si ricordava di essere scesa, preoccupata, ancora instabile sulle gambe e con le orecchie che le fischiavano per i colpi subiti.
E di essersi vista James Potter sbucare dal suo caminetto davanti al divano dove era seduto suo padre, come se nulla fosse.
-Per farvela breve, mi è venuto a prendere, una cosa del genere.-
-Oh.- Marlene aveva sospirato, estasiata. Il suo spirito romantico già vedeva James come una sorta di cavaliere dalla scintillante armatura.
-Mi..ha portata a casa sua. Lì mi sono addormentata, sfinita.-
Aveva brevi ricordi. Si ricordava il sorriso di James, rassicurante e caldo, che le diceva "andiamo a casa". Si ricordava che suo padre le stava urlando qualcosa, e che James le si era parato davanti, con la bacchetta sguainata.
Poi non avrebbe saputo dire con esattezza cosa era successo. Si ricordava di aver visto tutto buio,  e di essere svenuta. Probabilmente aveva perso parecchio sangue.
Si era risvegliata in un grande letto, con lo sguardo nocciola di James puntato addosso, preoccupato.
-Poi cos'è successo?- era stata Alice, a parlare, con la voce ansiosa di una madre. E in quel momento nessuno la prese in giro, perchè tutte erano nello stesso stato di ansia.
Em sollevò le spalle, di nuovo.
-Abbiamo parlato...- fece, evasiva. Non voleva dire i particolari di quella notte tremenda. Non voleva dire che l'aveva fissato per un lungo istante, confusa, inizialmente non capendo cosa ci facesse lei lì. Per poi spostare lo sguardo sulle sue braccia nude, e accorgersi che erano totalmente cosparse di tagli. Profondi, orribili.
Era stato in quel momento, complice la febbre alta provocata dalle ferite infettate, che aveva iniziato a delirare.
I suoi ricordi erano offuscati, ottenebrati dal dolore e dal delirio.
Aveva urlato, questo se lo ricordava.
Si ricordava anche di avere avuto delle visioni. Aveva visto Lily al suo capezzale, aveva visto James steso con gli occhi vacui, morto, per terra, aveva visto la Professoressa Mcgranitt baciare appassionatamente un ippogrifo. Aveva pure visto suo padre che veniva a chiederle scusa, a un certo punto.
James l'aveva presa tra le braccia, l'aveva cullata. E lei continuava a piangere e gridare, nel suo stato di incoscienza.
E in quel momento, quel che era peggio, era che non capiva perchè.
Non sapeva perchè strillava, non sapeva perchè delirava. E, ogni tanto, negli sprazzi di lucidità, le passava davati l'immagine di una cintura dalla fibbia luccicante e letale, le passavano davanti due occhi, azzurri come i suoi, totalmente indifferenti al dolore provocato ad una ragazza di sedici anni.
Il mattino dopo, si era svegliata, accorgendosi di avere delle bende laddove prima vi erano segni rossi.
Le amiche la guardavano, in attesa di chiarimenti.
Lei sospirò.
-Io...è che non volevo tornare a scuola.-
-Cosa?!- sbottò Lily. Le altre la guardavano, semplicemente incredule.
-Ero...disgustata. Da mio padre, da me stessa. Soprattutto da me stessa.-
La voce era bassa, imbarazzata. Si vergognava un po' di quei pensieri.
Dopo essersi svegliata, le era venuta una voglia incredibile di piangere, di nuovo. Si sentiva uno schifo. Non riusciva a guardare Potter, che sapeva essere nella stanza. Si sentiva disgustata dalle ferite che aveva su tutto il corpo. Le veniva da vomitare alla vista di quelle lesioni che non si sarebbero più rimarginate del tutto, spiritualmente parlando.
Non voleva che James la guardasse.
Non voleva nessuno che la guardasse.
Aveva solo voglia di rannicchiarsi nel letto, serrare gli occhi, e dimenticare tutto. Gli insulti, le botte, il sangue. Tutto, voleva dimenticare tutto.
Chiudere gli occhi e sparire, trovarsi in un momento in un luogo lontano, in un'isola deserta dove poter lasciare che le onde la portassero via, ecco cosa voleva.
Eppure non era la prima volta che veniva picchiata e umiliata, non era di certo la prima volta che vedeva il suo corpo coperto da lividi e segni indelebili, non era la prima volta che arrivcava al punto di desiderare di lasciarsi morire.
Non sapeva perchè, ma forse quella era stata la tipica goccia che fa traboccare il vaso.
Era stufa.
Voleva andarsene, così suo padre non avrebbe più avuto modo di riempirla di botte, non avrebbe più avuto modo di insultarla.
-Perchè?- chiese Lily, con rabbia. Giurò a se stessa, che se le fosse capitato sotto mano il signor Vance, gli avrebbe fatto rimpiangere ogni cosa.
Il dolore provocato dalla vista di James e Emmeline insieme poco prima, era completamente scomparso, lasciando il posto a una furia quasi incontrollabile.
Come osava quel viscido Purosangue trattare così la sua migliore amica?Come osava abusarne a tal punto da farle venire voglia di non tornare nemmeno a scuola?
Fece un sorriso.
-Perchè- si rivolse a Lily. -Perchè...Per un attimo ho avuto voglia di morire.-
Sentì tutte quante trattenere il fiato.
-Io lo ammazzo. Giuro, lo ammazzo.- Lily aveva ringhiato, i pugni stretti, le unghie conficcate nei palmi.
Emmeline sentì subito dopo un abbraccio avvolgerla, rassicurante. Marlene, la solita dolce Marlene, che ora le sorrideva, rassicurante. Gli occhi grigi che dicevano chiaramente che se non aveva voglia di andare avanti, andava bene così, non importava che raccontasse tutto.
Fu quello a ridarle la forza.
Le sue amiche, come aveva potuto anche solo pensare di abbandonarle?Loro erano la sua maggiore forza, loro erano quelle che non l'avrebbero mai abbandonata.
Alzò gli occhi al cielo, per stemperare la tensione.
-James per farvela breve non era...ehm...molto daccordo con questa mia...decisione.-
Sorrise.
Si ricordava di aver mormorato a James di andarsene, con gli occhi prossimi alle lacrime. E nel frattempo, si dava della stupida. Piangeva come una bambina, e in più trattava male l'unico che era corso a salvarla dall'inferno.
Non si aspettava di certo che lui balzasse giù dalla sedia da dove era seduto, e le dicesse che era una cretina.
Lei aveva sollevato gli occhi, confusa.
E in quel momento seppe che lui aveva capito perfettamente cosa aveva pensato fino a un attimo prima.
Spostò un secondo lo sguardo su Lily. Non sapeva come andare avanti.
James poi si era seduto sul letto, con estrema tranquillità.
Aveva preso ad accarezzarle i capelli, e dirle che era una stupida. Che lei non doveva osare fare questi pensieri, che non era lei che si doveva vergognare. Doveva andare in giro a testa alta, come una vera Grifondoro.
E lei si era sentita stranissima.
Aveva guardato quegli occhi, nocciola e profondissimi, che si erano fatti seri.
E per un attimo si era senita mancare. Aveva dimenticato Lily? Si era chiesta. No. Certo che no, si era risposta, mentre lui si avvicinava sempre di più.
Perchè la voleva dimenticare?Forse sarebbe stato quello il momento adatto per chiederglielo.
Ma non ci era riuscita. Era stato tutto troppo veloce.
Sospirò.
-Mi ha baciata.-
A quel punto, arrivò la cascata di domande.
-Cosa?-
-Ma...cioè, per farti capire che non era d'accordo ti ha baciata?-
-Come è stato?-
Ma la biondina aveva puntato lo sguardo su Lily, incurante delle domande delle amiche. La rossina era rimasta immobile, rigida su se stessa, senza dire una parola. Dopo brevi attimi si sentì osservata. Sollevò lo sguardo su Emmeline, notando che era calato il silenzio.
-Lily.-
Lily si limitò a lanciarle uno sguardo interrogativo. Forse avrebbe dovuto dire qualcosa. Doveva complimentarsi?Doveva forse dirle che credeva meritasse di meglio?
Si sentiva strana. Stranissima. Come se qualcuno le avesse carbonizzato il cuore, lasciando solo un cumulo di cenere in mezzo alla tempesta.
Emmeline. E James.
Queste parole le rimbombavano in testa come colpi di pistola.
James e Emmeline. Emmeline Vance e James Potter. Emmeline Vance, presto in Potter, darà presto alla luce un bambino dai capelli neri e gli sgargianti occhi azzurri...
Doveva piantarla. Piantarla. Si erano solo baciati, dannazione, perchè diavolo iniziava a fare tutte quelle dolorose congetture?
Qual'era il suo problema? Cosa aveva che non andava la dolce Emmeline accanto al Malandrino James?
Erano perfetti insieme. Il suo cuore doveva smettere di singhiozzare, la sua mente doveva finirla di fare pensieri maligni.
Cos'era tutto quel dolore? Lei non aveva mai sopportato Potter, giusto? E allora non era assolutamente il caso di stare così male.
Il fatto che la sua migliore amica si fosse messa con James Potter non cambiava assolutamente nulla. Cosa poteva importare a lei?
Bugiarda, bugiarda.
Avrebbe tanto voluto far cessare quella vocina dannata nella sua testa.
Il fatto che Emmeline continuasse a fissarla non aiutava.
-Lily.- ripetè la bionda, con un sospiro. -Se...ritieni che...non dovrei stare con lui, ti prego, dimmelo prima che sia troppo tardi.-
Lily sbattè gli occhi, spiazzata. Cosa stava dicendo Emmeline?
-Cosa?- esalò. La vocina nella sua testa stava facendo una sorta di risatina isterica.
Em alzò gli occhi al cielo.
-Lo sai perchè si è messo con me, Lily.-
La rossa la guardò, sconcertata. Non capiva. Non capiva cosa diamine le stesse dicendo Emmeline. Cosa diamine voleva dire lo sai perchè si è messo con me? Perchè avrebbe dovuto saperlo? Cosa c'entrava lei? Se si erano messi insieme, lei
non doveva c'entrare assolutamente nulla. Giusto?
-Prima che me ne innamori davvero, Lily, devi dirmi se sei gelosa. Devi dirmi se ritieni ingiusto che sia io a stare con lui. Devi essere sincera, prima che sia troppo tardi. Lo sai che sei più importante tu. Io...sono ancora in tempo a lasciarlo, se vuoi. Però me lo devi dire adesso, Lils.-
Lily spalancò gli occhi.
Lei, gelosa?Di Potter?
Emmeline doveva essere completamente uscita di testa.
Lei non era affatto gelosa. Solo...non se l'aspettava, ecco.
Naturalmente, la solita vocina insistente della sua coscienza le ricordava che stava mentendo, e anche piuttosto spudoratamente.
Guardò Emmeline, dritto negli occhi, e fece per dire qualcosa. Poi si bloccò.
Era gelosa di Potter?
Come mai quella domanda posta dalla sua mente aveva una voce terribilmente simile alla voce di Black-e quindi suonava anche piuttosto retorica e sarcastica?
E poi, improvvisamente, si sentì in colpa.
Come poteva?Come poteva anche solo prendere in considerazione l'idea che le piacesse Potter, quando la sua migliore amica se ne stava innamorando?Come poteva rivendicare diritti su James, quando non aveva fatto altro negli ultimi sei anni, che insultarlo e dargli contro?Era giusto che lui si innamorasse di un'altra.
E poi, c'era Emmeline. Sapeva che l'amica non avrebbe esitato, a lasciare James, se lei glielo avesse soltanto chiesto.
Ma sarebbe davvero stata capace di chiederle una cosa simile?Dopo che lei aveva subito tante sofferenze?
Si ricordò per un momento lo sguardo imbarazzato di Em quando James l'aveva abbracciata. Si ricordò il rossore che le aveva colorato le guance, e quel sorriso così...felice. Poche volte aveva visto Emmeline così felice. Si meritava un po' di felicità.
Non era giusto chiederle un sacrificio simile per una cosa che non credeva nemmeno fosse gelosia. Probabilmente, ci era rimasta male semplicemente perchè Emmeline non le aveva detto nulla fino all'ultimo minuto. Si, doveva essere sicuramente stato quello, a farla rimanere male. Potter non c'entrava assolutamente nulla.
Rassicurata dalla svolta dei suoi pensieri, sorrise.
-Non dire sciocchezze, Em. Naturalmente non sono gelosa. Sono solamente un po' sorpresa, tutto qui.-
Emmeline la guardò, e Lily per un attimo sentì il suo sorriso vacillare.
Ti amo, Evans.
Piantala, Lily, piantala.
Sono qui, Lily. Sarò sempre qui per te.
Smettila.
Lo sai che la mia rossa preferita sarai sempre tu.
In fondo, mi basterà sposarmi con una qualsiasi ragazza dagli occhi verdi.
Emmeline non ha gli occhi verdi, Lily, piantala.
Perchè si sentiva quasi girare la testa?Perchè le faceva male il cuore?Perchè sentiva irremediabilmente di aver scritto la sua condanna?
Dovresti smetterla di chiedere il perchè per ogni cosa, Evans.
Black aveva ragione. Doveva smetterla di chiedere perchè.
Stava male.
Dannazione, stava maledettamente male.
Sentiva il cuore pompare sangue e ossigeno al resto del corpo, ma era come se stesse facendo un ultimo sforzo prima di bloccarsi definitivamente.
Per un attimo quasi, sperò che Emmeline capisse che non era vero. Per un lungo, egoistico istante sperava di vedere Emmeline abbracciarla, dirle che andava tutto bene, e rassicurarla sul fatto che era tutto un maledetto scherzo.
Ma la Vance si limitò a guardarla, cercando di leggerle lo sguardo.
Poi annuì, lentamente, e fu allora che Lily si sentì morire. Maledisse il fatto di essere una brava attrice, maledisse la sua capacità di tener nascosti i suoi sentimenti così bene.
Emmeline fece un sorriso timido, e Lily seppe di essersi segnata.

Una bacchetta lunga e scura, una mano cadaverica che si allungava sotto un mantello nero, nero come la morte stessa...
Caldo. Faceva caldo.
Un luccichio rosso sotto un cappuccio scuro...
Faceva decisamente troppo caldo.
-Spostati stupida, spostati...-
No...non poteva...non poteva spostarsi...Lui era più importante...della sua vita...
James...dov'era James?
Aveva promesso che sarebbe rimasto sempre lì, con lei.
Dov'era James?
Perchè non allunghi la mano verso di me, James?Perchè non mi fai capire che sei vicino a me?
Dove sei?
Dimmi dove sei, e io ti raggiungerò.
Luce verde.
Verde che ti acceca, per poi stordirti definitivamente. Per poi lasciarti lì, come un involucro vuoto, senza più anima ne cuore.
Dov'era James?
E improvvisamente, la scena cambiava.
Non era più in una stanzetta buia.
Era in una chiesa.
perchè era in una chiesa?
James...c'era James, all'altare.
Si stava sposando?
Merlino, avrebbe potuto morire per quel sorriso, ne era sicura.
-Finalmente sei arrivata.-
E lei si girava, e spalancava gli occhi.
Emmeline. Perchè Emmeline indossava un abito da sposa?Perchè James stava baciando Emmeline?No!James doveva stare con lei, era con lei che si doveva sposare. Emmeline...non aveva...gli occhi verdi...
-Sono fiero di te, bambina mia.-
Sobbalzò.
Il Signor Vance era apparso, in tutta la sua superbia, accanto ad Emmeline, e la stava abbracciando calorosamente.
-Sapevo che avresti smesso di frequentare tutta quella feccia di Mezzosangue.-
No...Emmeline dì qualcosa...
-Non si preoccupi, Signor Vance, in casa Potter non c'è posto per il sudiciume. Siamo gente perbene, noi.-
James...
-Sono contento che anche lei sia rinsavito, signor Potter. Non valeva la pena di andare dietro a una Mezzosangue, quando si ha una bella ragazza Purosangue come mia figlia sotto gli occhi..-
No, James...avevi promesso...
-Infatti, Signor Vance. L'unica cosa che mi dispiace, è di non essermene accorto prima.-
Avevi detto che mi amavi...James...
-Non importa, figliuolo. Ora avrete tutta la vita davanti.-
-Certo, certo. Non si preoccupi, provvederemo al più presto a darle dei nipotini, non è così, amore?-
Emmeline annuiva, radiosa.
James, no, non puoi farmi questo...
James accarezzava il viso di Emmeline, con una tale delicatezza e dolcezza che le vennero le lacrime agli occhi.
Non puoi...James non puoi..
Potter si avvicinava al viso di Emmeline, lo prendeva tra le mani, come se fosse fatto di vetro...
James, no...come farò io...come faremo noi?Che ne sarà...
Le labbra di lui sfiorarono quelle di lei, per poi affondarvicisi con bramosia..
Che ne sarà di me?
Che ne sarà di...
Che ne sarà di Harry?

Lily si svegliò di soprassalto, emettendo uno strillo acuto.
Si guardò attorno. Le sue amiche dormivano tranquillamente.
Era sudata. Le lenzuola si erano aggrovigliate attorno alle sue gambe, in una morsa calda e per niente comoda.
Le buttò per terra, ansimante.
Il cuore le martellava nel petto, come un tamburo di guerra.
Si sentiva frastornata.
Quel sogno...cos'era quel sogno?Lei, James, Emmeline...il signor Vance...
Harry...
Sobbalzò di nuovo. Chi era Harry? Si passò una mano tra i capelli corti, cercando di darsi una calmata. Era solo un maledetto sogno.
Rabbrividì.
Si portò le mani sulle braccia, rabbrividendo di nuovo.
Che diavolo...?
Poi rivide la luce verde. Accecante, letale.
E poi la donna. La donna che cercava James. Chi era?I brividi iniziarono a percorrerle tutto il corpo, come gelide scariche elettriche.
Iniziò a battere i denti.
Aveva freddo.
Sfregò le mani sulle braccia, tentando di scaldarsi. Si tastò la fronte. Era bollente.
Rabbrividì di nuovo.
Quel nome continuava a pulsarle nella testa.
Harry.
E più pensava a quel nome, più sentiva freddo.
Decise di alzarsi.
Si avviò verso il bagno, senza in realtà volerci andare davvero. Aveva freddo, dannazione.
I suoi piedi nudi sul pavimento non aiutavano, ma non ci fece minimamente caso. La sua mente era da tutt'altra parte.
James, non te ne andare, per favore.
Di nuovo, un brivido. Barcollò. Non riusciva a camminare, quasi. Si sentiva strana. Gelida. Sentiva di dover camminare. Se si fosse fermata, ne era sicura, si sarebbe accasciata al suolo, priva di sensi.
Cosa le stava succedendo?Cos'era quel sogno?Era solo un sogno, continuava a ripetersi.
Senza nemmeno rendersene conto, approdò al lavandino del bagno.
Azzardò alzare lo sguardo sullo specchio.
Sussultò. Due segni violacei e profondi le rigavano la parte sottostante dell'occhio.
Tremava ancora. Si aggrappò al lavandino. Sentiva una nausea tremenda.
Le girava la testa.
James. Ho bisogno di James.
Si lasciò cadere a terra, tremante. Perchè le venivano quei pensieri?Cosa le stava succedendo?
Doveva piantarla. James stava con Emmeline, non poteva più fare quelle uscite assurde.
Fu allora che realizzò che era da quell'istante che iniziava davvero senza Potter. Senza le sue richieste assurde, senza i suoi occhi puntati perennemente su di lei.
E così, senza nemmeno accorgersene, rannicchiandosi su se stessa per il freddo, iniziò a piangere.
Era una stupida. Era una dannata, maledetta stupida.
Le cadde qualcosa dalla tasca del pigiama.
La raccolse, e per poco non scoppiò a ridere.
Oltre al danno, la beffa.
Un Potter assolutamente addormentato se ne stava tranquillamente disteso, tagliato da metà in giù dal bordo della foto.
Le salì una rabbia al petto che non sapeva definire.
Doveva strappare quella foto. Doveva distruggerla come le si era strappato il cuore a lei.
Assolutamente, doveva farla a pezzi. Doveva togliersi quello sfizio, dar sfogo alla rabbia e al pianto.
Doveva distruggere le prove della sua debolezza.
La prese tra le mani, tremanti. Ordinò alle sue mani di fare forza per strapparla.
Ma non ce la faceva. Quel James addormentato,docile come non l'aveva mai visto, era impossibile da strappare.
Allora se la strinse al petto, tentando di scaldarsi.
Tremava ancora.
La strinse acora di più, e pianse. Pianse e non sapeva bene perchè, pianse perchè era quello che le andava di fare, a farle compagnia le piastrelle del bagno, fredde quasi quanto lei.
A un certo punto, la porta si aprì, cigolando.
Alzò lo sguardo. Tra le lacrime, distinse la figura di Marlene, con gli occhi spalancati.
La vide avvicinarsi. Voleva ritrarsi, non voleva che la vedesse in quello stato. Si rannicchiò ancora di più su se stessa.
-Non chiedere niente, per favore.- mormorò, tra le lacrime.
La ricciolina stette un momento immobile, a osservarla mentre si raggomitolava ancora di più in quella posizione scomoda.
Le aveva chiesto di non fare domande.
Senza fare domande, Marlene l'abbracciò.












E eccomi qui. Allora, vediamo di fare un po' di precisazioni...
Innanzitutto, non ammazzatemi XD lo so, lo so che sono crudele. Ma vanno ricordate un paio di cose: prima di tutto, sono al sesto anno, e loro in teoria si mettono insieme al settimo. Quindi, io voglio rispettare tutto quello che dice mamma row, dunque tranquilli, non tutto è perduto XD poi...si lo so, molti diranno ma proprio lei??bè...si. Primo, perchè secondo me James deve aver avuto almeno una storia seria prima di Lily. Insomma, è vero che è cambiato per Lily, ma volevo...metterlo alla prova, diciamo. Poi, perchè proprio emmeline...intanto perchè emmeline non è stupida...sa che Lily è Lily. E qui non dico altro, vi chiedo solo di fidarvi di me, quindi posate quelle asce XD
Per favore, non odiate emmeline. è tanto buona, davvero. E poi Lily non le ha mai detto che le piace potter, quindi non è colpa sua XD
va bene, basta XD se volete uccidermi...vi ho voluto bene XD
faccio dei ringraziamenti lampo, xk devo andare:
ringrazio pikkolina88(uhm...nah, emmeline non è pazza...semplicemente, è tanto buona XD)  zukkyna( scema XD ma io ti voglio bene XD muahauah)  Shin_86 (si lo so...abbi fede XD) Miss Evans, Iva27 (brava, hai beccato un punto importante: James e >Emmeline si possono aiutare a vicenda XD ) Sherry, Yrdyan, Nikki Potter (uhm...forse, può darsi che in un futuro non troppo lontano...ma sto zitta XD) tonks17 (please, don't kill me XD) Miss Rainbow(suddita, le rispondo su msn XD) eulalia_17 (si, quella frase si adatta perfettamente anche a me XD) oOoPRONGSIEoOo( grazie di tutto tessor XD) sarina87 (come sono stata felice di leggere la tua recensione XD spero nn mi abbandonerai proprio adesso XD) weasley star(che bello risentirti!!!comunque in effetti il mio scopo del farlo-mettere-insieme-a-em è anche un po' quelo: farli staccare un po' XD xk ci vuole XD) e vanexa_. Grazie a tutti, vi adoro!





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Capitolo 14
*** Tra fuoco e mare ***


cap 14 L'anziano Mago osservava la nobile fenice, assorto.
Il grande uccello vermiglio sembrava non essersene accorto, mentre il sinuoso becco era chinato a spiluccare qua e là cibo, dall'alto del suo trespolo.
Non c'è animale più splendido della fenice. Questo, pansava Albus Silente, finchè Fanny sollevò i brillanti occhi neri, decidendosi finalmente a prestargli attenzione.
Uomo e volatile si osservarono per un lungo istante, quasi comunicandosi qualcosa in un linguaggio sconosciuto.
Poi Silente sospirò, sentendosi stanco. Ormai l'età si faceva sentire.
-C'è qualcosa che non va, Fanny.- mormorò, senza distogliere gli occhi azzurrini dalla maestosa creatura. -Decisamente, c'è qualcosa che non quadra.-
Fanny si limitò a far schioccare il becco, come se ritenesse quell'argomento decisamente troppo indegno per il suo soave canto.
Silente fece un altro sospiro, profondamente addolorato.
-Lo so che disapprovi.-
La creatura infuocata si limitò a chinare la testa, insofferente. Riprese il suo becchettare, come se tutto quello che uscisse dalla bocca del Preside non avesse la benchè minima importanza.
Ritornò il silenzio, scandito solo dal lento scivolare della sabbia di una clessidra appoggiata sul tavolo.
-Mi hai fatto chiamare, Albus?-
Albus sorrise, mestamente.
-Elphias. Non ti avevo nemmeno sentito entrare.-
L'uomo sorrise.
-Bugiardo.-
Anche il preside sorrise, e si voltò finalmente verso l'uomo, totalmente vestito di nero.
-Come è andata la missione, Elphias?-
-Mi hai fatto chiamare solo per questo, Silente?-
Silente lo scrutò, gli occhi velati da un'antica saggezza.
-Naturalmente no.-
Il nuovo arrivato sospirò, spostando il peso da un piede all'altro. Per quanto il movimento fosse stato delicato, Silente sentì chiaramente il fodero di una spada strusciare contro il suo fianco.
-Non bene. Fabian ha riportato una tremenda bruciatura sul petto, che dubito andrà via, e abbiamo avuto numerose perdite. Siamo troppo deboli, Albus, e loro iniziano a diventare troppo potenti.-
Il Mago più anziano annuì, con aria grave. La guerra stava distruggendo ogni cosa che poteva essere distrutta, ormai. Stava impiantando radici nei luoghi più insospettabili.
-Infatti è esattamente di questo, che ti volevo parlare.-
Vide il giovane irrigidirsi e farsi più sospettoso. Per poco non sbuffò. Quelle creature erano estremamente diffidenti.
-Vorrei farti una proposta.- il combattente non replicò, aspettando che Silente continuasse.
-Tu sai quanto me che la situazione sarà destinata a peggiorare sempre di più.- L'uomo dai capelli biondi si limitò a far sentire il suo lungo respiro, come assenso. -Evidentemente abbiamo fatto le mosse sbagliate, Elphias.-
-Che cosa proponi, Albus?-
-Mi servono le tue doti speciali per combattere questa guerra.-
Elphias strinse gli occhi gialli a fessura, e automaticamente portò la mano sull'elsa della spada, posata sul suo fianco sinistro.
Sentiva puzza di guai.
-Cosa intendi dire, Silente?-
-Voglio che addestri i miei studenti a combattere.-
Automaticamente Elphias fece un passo indietro, diffidente.
-Albus, sai bene che non posso. Se loro scoprissero...-
-Ti daremo tutte le coperture necessarie, Elphias, te lo assicuro.-
-Cosa ti spinge a chiedermi un favore simile?-
Il vecchio Mago sospirò, e per un attimo dietro agli occhiali a mezza luna Elphias vide solo due pozzi vuoti.
-Sei la persona più indicata per una cosa del genere.-
-Io non credo, Albus. Sono sicuro che molti dei tuoi collaboratori sarebbero in grado di svolgere un compito del genere.-
-Vuoi dirmi che degli esseri umani sono più abili di un elfo maturo?-
Calò il silenzio. Elphias si era irrigidito, a quelle parole.
Albus sapeva bene che non poteva permettersi tanto, con lui. Non poteva osare così tanto. Se i suoi simili avessero saputo che addestrava degli umani con tecniche di combattimento elfiche, sarebbe stato espulso dal Consiglio dei Sette, con conseguente eliminazione delle sue facoltà magiche.
-Pensaci, Elphias. Possiamo avere una possibilità in più in questa guerra. Possiamo sperare di vincere, solo se tu accetti di compiere questo sacrificio.-


-Quindi, tu e la Vance...?-
James sospirò alle parole di Sirius, esausto. Era circa la quindicesima volta che gli veniva posta quella domanda. E poi, non capiva dove diamine avesse messo lo specchio che gli permetteva di comunicare con Sirius.
L'aveva perso.
Ovunque guardasse, quel dannato specchietto non saltava fuori. In quel momento, stava praticamente buttando all'aria tutto il contenuto del baule, per trovarlo, mentre il suo migliore amico si limitava ad osservarlo, placidamente seduto a gambe incrociate sul suo letto.
-Già.- si limitò a mormorare, non prestando veramente attenzione alla domanda.
Sirius annuì, con aria pensosa.
-Certo, è bellissima, ma...-
James sollevò lo sguardo dal suo baule, per guardare il suo amico, brandendo nella mano destra un paio di calzini sporchi. Aggrottò le sopracciglia.
-Prego?-
Felpato lo osservò, incuriosito.
James sembrò piuttosto divertito.
-Hai detto "bella"?Non figa?Felpato, non è che stai male?-
Il bel Black ghignò.
-Se non hai ancora capito la differenza tra "bella" e "figa" Ramoso, non hai capito niente della vita.-
Ramoso fece una breve risata, senza riuscire a nascondere bene il nervosismo. Non sapeva perchè, ma sentiva che da lì a poco sarebbe avvenuta una di quelle conversazioni che non portano nulla di buono.
Si soffermò a riflettere per un attimo sulle parole di Felpato.
Pensandoci, effettivamente, Emmeline era bella. Non figa, come tutte le altre.
E Lily, James?Lily è bella o figa?
Fece una smorfia, senza accorgersi che Sirius lo stava scrutando con particolare interesse.
Piantala.
Non vuoi rispondere?
-Perchè ti sei messo con lei, Ramoso?-
Prima che James potesse replicare, sollevando lo sguardo, Sirius fece un ampio gesto con la mano, come voler cancellare le parole appena dette.
-Cioè. Nel senso...certo che ti sei messo con lei perchè ti piace. Ma perchè proprio lei?- fece un sorriso strano. -Tra tutte, perchè ti sei messo proprio con l'amica della Evans, Ramoso?-
Il Malandrino prese un profondo respiro, prima di rispondere.
-Sirius, è capitato. Tutto qui. Non c'è niente di perverso o premeditato, in questo, te lo assicuro.-
Lo disse con un tono che non ammetteva repliche.
Il fatto che la sua testa fosse lacerata da due vocine completamente contrastanti tra di loro non aiutava affatto, se non a fargli aumentare quel maledetto mal di testa che non lo abbandonava da quella mattina.
Felpato lo guardò.
James gli aveva dato nuovamentela schiena, accucciandosi completamente sul baule da dove stava tirando fuori di tutto.
Molti non avrebbero colto la differenza in James Potter. I capelli erano la solita matassa nera e spettinata, come se il vento si divertisse a dare vita propria a quella zazzera scura.
Gli occhi dietro agli occhiali, parevano tornati vivaci come sempre, come se non fossero mai stati turbati da qualcosa.
Eppure Felpato poteva chiaramente scorgere i segni del nervosismo sul suo migliore amico.
Gli occhi nocciola, quando credevano di non essere visti, si facevano torbidi, più scuri del solito, quasi diffidenti.
La mano destra, che era da un po' che non lavorava così tanto, pareva tornata ai gloriosi tempi in cui veniva perennemente passata tra i capelli corvini di James, anche più volte nello stesso minuto.
Solo che, mentre allora Ramoso si scompigliava i capelli per fare il galletto, ora si poteva notare perfettamente che era più un gesto dovuto ad una sorta di nevrosi che non lo abbandonava tanto facilmente.
E poi, c'erano quelle dannate spalle.
Ancora una volta, Sirius si accorse, quasi con spavento, di come le spalle del suo migliore amico sembrassero appesantite, gravate da qualcosa di enormemente faticoso da trasportare.
Quelle stesse spalle forti e dritte, rese muscolose dagli incessanti allenamenti di Quidditch, ora avevano preso una leggera linea curva, come testimonianza di una stanchezza ben celata.
Felpato scosse la testa. Suo fratello non gliela raccontava giusta.
Era stufo di aspettare, voleva sapere cosa lo affliggeva.
-James, io vorrei semplicemente sapere cosa diamine è successo al mio migliore amico. Da un mese a questa parte non ti riconosco più, Ramoso!Non fai più scherzi, studi, non vai più dietro alla Evans...stai diventando la copia esatta di Remus!-
A quel punto James si alzò, velocemente, fronteggiando il suo amico in piedi.
-Non vedo cosa ci sia di male in Remus, Felpato.-
La voce era apparentemente calma.
-Merlino, non c'è niente che non va in Remus, James, ma Remus non sei tu!-
-Non sto cercando di diventare Remus, Sirius!-
-E allora che ne dici di spiegarmi cosa diavolo ti succede?Sono stufo, James!Stufo di non avere più mio fratello!-
Anche Sirius era balzato in piedi, i pugni chiusi, i denti digrignati.
Tra loro pareva passasse una scarica elettrica.
Entrambi non potevano fare a meno di pensare che quella, forse, era la prima litigata che facevano seria.
Erano passati in un attimo dal conversare tranquillamente al ringhiarsi contro.
-Forse tuo fratello è semplicemente cresciuto, ci hai pensato a questo, Sirius?Forse semplicemente è ora di crescere, e dovresti farlo anche tu!è finito il tempo dei giochi, Felpato, mettitelo bene in testa per una volta!-
Ci fu un attimo di silenzio, prima che Sirius sbottasse.
-Se crescere vuol dire diventare come sei tu adesso, allora ne faccio anche a meno, tante grazie!-
Detto questo, infuriato, si avviò verso la porta. Con un gesto impetuoso la aprì e la chiuse dietro di se, con un tonfo.
James osservò la porta chiusa, per alcuni istanti, le unghie ancora conficcate nei palmi.
Poi sospirò, cercando di calmarsi.
Si passò una mano tra i folti capelli neri, per poi sedersi pesantemente sul letto.
Si sentiva uno straccio.
Aveva litigato con il suo migliore amico. Fantastico.
L'ultima volta che era successo era stato...
Diamine, nemmeno se lo ricordava, quando era stato.
Sbuffò.
Pensò alle parole di Felpato.
Lui non voleva diventare affatto come Remus. Meno Remus c'entrava in quella storia, meglio era. In un momento, gli tornò in mente il marmo bianco, levigato alla perfezione, che conteneva la polvere del suo amico.
Rabbrividì.
Per un attimo si chiese se anche a lui e Lily fosse stata destinata una tomba simile.
Spontaneamente, digrignò i denti.
A lui e Lily non sarebbe stata destinata nessuna tomba. Soprattutto a Lily. Lei non sarebbe morta.  Lui non l'avrebbe permesso.
In quel momento la domanda di Sirius venne di nuovo a galla, con impertinenza.
Perchè ti sei messo con lei?
Era stato solo per dimenticare che si era messo con Emmeline?Solo per dimeticare dei capelli rossi come il fuoco, degli smeraldi incastonati su una pelle lattea?
Forse.
O forse no.
Era stato strano. La risposta che aveva dato a Felpato non era del tutto falsa.
Le senzazioni che aveva provato nel vedere Emmeline in quello stato...scosse la testa.
Rabbia. In quel momento, a vederla lì, con la maglietta completamente macchiata di sangue, gli era salita una rabbia cieca, una voglia pazzesca di ammazzare chiunque avesse fatto una cosa del genere.
Se chiudeva gli occhi, poteva ancora immaginarsela, sulla soglia delle scale, con un rivolo di sangue rosso scuro che le colava dal naso, e le arrivava fino alle labbra, lievemante aperte per la sorpresa del vederlo lì. Pallida, tanto da sembrare un cadavere. Gli occhi rossi e pesti.
Per non parlare di quando l'aveva portata a casa, svenuta.
L'aveva vista mentre sua madre, senza nemmeno fargli domande, l'aveva spogliata, con delicatezza. Il sangue rappreso si era agglomerato sulla schiena, formando delle chiazze tendenti al marrone in mezzo a tutto quel rosso.
Aveva davvero creduto che morisse.
La sua pelle sembrava sempre più pallida, man mano che ci si inoltrava nella notte. E sua madre, che con pazienza infinita cercava di medicare tutto con cura, sembrava sempre più preoccupata. Ogni tanto la sentiva mormorare frasi come "James, ma dove l'hai trovata?Povera ragazza.."
E lui, quante volte aveva chiesto se ce l'avrebbe fatta?Aveva perso il conto. L'unica cosa che si ricordava era che sua madre a quelle domande aveva sempre stretto le labbra, senza rispondere.
L'aveva conosciuta da talmente poco, si diceva, e già la stava per perdere.
Non voleva. Non era possibile. Non poteva morire così, dopo aver versato sangue e lacrime tra le sue braccia. Era una cosa orribile.
L'avrebbe ucciso. Lo giurava, avrebbe ucciso quel mostro, con le sue stesse mani.
Non aveva nemmeno bisogno della bacchetta. Era sicuro che, una volta avuto davanti il padre di Emmeline, sarebbe stato un gesto spontaneo tirargli cazzotti talmente potenti che ne sarebbero bastati due, per farlo secco.
Quelle senzazioni si erano centuplicate, quando poi lei aveva iniziato a strillare di dolore.
Dolore, rabbia, forse entrambe. Il delirio che l'avrebbe portata in un baratro nero, scuro come una notte senza stelle.
Aveva invocato pietà. A suo padre, a sua madre. E lui era lì, impotente mentre lei urlava, mentre piangeva, e lui non poteva fare altro che stare lì e guardare.
In quel giorno d'inferno, era stato impossibile avvicinarla.
Ogni persona che provava a toccarla, veniva vista ai suoi occhi azzurri come il padre, la madre, il mostro che potenzialmente l'avrebbe ferita.
Le urla erano penetranti, continue, strazianti. Intrise di una sofferenza che bruciava l'anima. Gli venne persino il dubbio che suo padre l'avesse violentata, da tanto sembrava soffrire la biondina.
Sentiva di volerle un bene dell'anima.
In quella settimana in cui si erano scritti, aveva avuto modo di conoscere bene Emmeline Vance.
Non era Lily, certo.
Non c'era confronto.
Non ci sarebbe mai stato confronto, forse.
Però era Emmeline. Emmeline, l'unica che non gli aveva chiesto niente. Emmeline, la dolce Emmeline. Emmeline, che sapeva perchè si era messo con lei.
Senza bisogno di spiegazioni, senza bisogno di parole, l'aveva guardato, e aveva scosso la testa.
Il chiodo scaccia chiodo non funziona di solito, lo sai, vero? Gli aveva chiesto, come se nulla fosse.
E lui si era messo a ridere. Non per scherno, ma per mancanza di altro da dire.
Perchè Emmeline aveva ragione.
Lui sentiva ancora di amare Lily. La amava, amava ogni sua più piccola sfaccettatura.
A volte la guardava, e la invidiava.
Perchè lei era riuscita a dimenticare tutto. Non si ricordava più nulla. Il bacio, la Mcgranitt, Harry. Nulla era rimasto di quel periodo nella grifoncina. Lei era tornata ad odiarlo come un tempo, non provava ormai il benchè minimo interesse per lui.
Tutti i ricordi che avevano condiviso erano andati perduti come pezzi di carta gettati al vento.
Era allora, che sentiva di aver bisogno di Emmeline. Perchè anche lui aveva bisogno di dimenticare per un po' quanto la amava. Aveva bisogno di sentire che era ancora possibile raggiungere un barlume di felicità.
La prima volta che l'aveva baciata, la prima cosa che gli era venuta in mente era stata che finalmente si era tolto quel dannato sapore dalle labbra.
Quel pensiero gli aveva fatto male.
Costringersi volontariamente a voler sostituire quel sapore, gli aveva provocato un dolore non indifferente al cuore. Si era costretto a crearsi una maschera, una facciata protettiva, perchè sapeva che altrimenti sarebbe crollato tutto.
Forse non si sarebbe nemmeno retto in piedi.
Il sapore di Lily.
Che se lo ricordava ancora bene. Diamine, se se lo ricordava. Però, man mano che a quel sapore si sostituivano i baci di Emmeline, lo sentiva farsi sempre meno presente.
Come il profumo di una rosa, che pian piano appassisce.
Ed Emmeline, Emmeline era la sua maschera.
Per assurdo, era lei che lo proteggeva, quando invece sarebbe dovuto avvenire il contrario.
Era come se lei avesse capito il suo bisogno, era come se avesse capito che il suo cuore, se non si fosse fatto qualcosa, sarebbe diventato un vegetale. Capace solo delle funzioni vitali, senza però più sentire la necessità di vivere. Puro istinto di sopravvivenza.
Sopravvivenza senza Lily.
Lei non gli aveva chiesto niente, ma aveva capito che il motivo per cui doveva dimenticarla era serio. Aveva capito che James Potter non avrebbe mai fatto una cosa del genere, se non per salvare Lily.
E lei non avrebbe accettato di perdere Lily, così come non lo avrebbe accettato lui.
Questo lo sapevano entrambi.
Era necessario, quindi, che lui si dimenticasse di Lily. Un po' perchè se non lo faceva lui si sarebbe lasciato andare, forse fino quasi a morirne, e questo Em lo sapeva, un po' perchè era come se lui le avesse lanciato una muta richiesta di soccorso, una richiesta d'aiuto per non farlo cadere in tentazione in nessun modo. Tentazione di tornare dalla rossa, e baciarla, e recuperare tutto quello che aveva perso.
A una condizione, però, aveva detto Emmeline.
Che Lily non soffra. Se avesse visto che Lily ci rimaneva male, se avesse visto che Lily era gelosa, allora lei lo avrebbe lasciato.
Perchè l'amicizia con Lily era più importante di qualsiasi cosa.
Lui aveva accettato, tanto, pensava, Lily non soffrirà. Ha dimenticato tutto, grazie a Merlino.
Ed era stato così che Emmeline aveva accettato di stare con lui. Per prova, forse, forse non avrebbe funzionato, forse si sarebbero scottati, ma almeno bisognava provare.
Se Lily era il fuoco, Emmeline si poteva paragonare al mare.
Il mare che può essere calmo, può non dire nulla, ma si può trasformare in tempesta alla velocità della luce.
Lily sul suo cuore aveva sempre avuto l'effetto di una fiamma. Che brucia, che divampa in fretta, senza lasciare posto alla razionalità, alla ragione.
Era stato strano accorgersi di come avesse sentito il bisogno irrefrenabile di dimeticarla.
Sei anni. Era stato sei, fottuti, lunghissimi anni a rincorrerla per i corridoi, a sperare di ricevere uno sguardo, una parola se non gentile, meno acida del solito.
E mai l'aveva dimenticata, nonostante soffrisse ogni volta che i suoi occhi gli rivolgevano solo disprezzo.
E mai aveva provato, a dimenticarla, volendo essere totalmente sincero con se stesso.
Se si metteva con qualcuna, sceglieva di solito le oche, quelle più frivole, senza un minimo di sale in zucca, perchè, nel suo subconscio, sapeva benissimo che lui in realtà non voleva affatto dimenticare Lily.
Per quanto dicesse a Sirius, a Remus, a Peter che l'unico motivo per cui andava con le oche era per portarsele a letto, la verità era che non si era mai dato la briga di cercare ragazze di un livello più alto, perchè lui voleva andare dietro a Lily. Voleva continuare a punzecchiarla, voleva continuare ad irritarla. Voleva conquistarla. Lei, solo lei. Voleva solo lei. Era innamorato di lei, quindi non trovava una motivazione abbastanza valida per stare con altre.
Ma ora la motivazione c'era.
Dannazione, se c'era.

In quei momenti, in cui stava con Emmeline, credeva davvero di poterla dimenticare.
Quando stava con la biondina, riusciva a dimenticarsi di Lily, in piccolissima parte. A occhi verdi si sostituivano pozzi azzurri, a capelli infuocati corrispondevano fili del colore del grano.
A tutto questo, si aggiungeva la speranza di poterla salvare.
Era da quel dannato giorno che sognava Lily, morta, distesa con un cencio bianco sul il corpo ormai senza vita.
Non faceva niente. Si limitava a stare lì, morta, cadavere, e lui era impotente di fronte a lei, costretto ad osservarla, le labbra rosse che aveva baciato violacee e putrefatte, gli occhi spalancati nel vuoto nero, privi di qualsiasi scintilla animatrice, i capelli abbandonati scomposti su un lenzuolo bianco, rossi, a formare un quadro inquietante e macabro se messo in contrasto con il pallore del viso.
Ogni notte, lui stesso si sentiva morire.
Perchè non poteva fare niente, in quel maledetto sogno. Niente, se non guardarla e prendere atto del fatto che era morta.
Morta. Finita. Scomparsa per sempre.
Non l'avrebbe più vista. Era una cosa terribile, starsene là, a guardarla morta, senza poter fare nulla.
Rabbrividì.
Era un sollievo svegliarsi. Era un sollievo avere la certezza che non sarebbe accaduto niente, perchè lei sarebbe stata salva.
Se ci ripensava, si sentiva prendere dal panico.
Doveva smetterla.
La prossima volta che faccio un sogno del genere, chiedo a Madama Chips una pozione per evitare di sognare.
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando la porta si aprì.
Non si era nemmeno accorto del tempo che era passato.
I capelli arruffati di Sirius fecero capolino dalla porta.
Quando Felpato si fu accertato che James fosse seduto sul letto e non fosse scomparso, entrò.
James lo guardò per un secondo, confuso e indeciso se doveva essere arrabbiato o meno.
Sirius lo guardò per un secondo, senza battere ciglio, cercando di mettere su un'espressione arrabbiata.
Ma poi ghignò, e vide che James pian piano tratteneva un sorriso.
-Mi sono dimenticato perchè abbiamo iniziato a litigare.- esordì Felpato, sempre con il ghigno Malandrino stampato in faccia.
James scoppiò a ridere, una risata vera, questa volta.
Il suo insostituibile Felpato. Mise da parte i pensieri. In quel momento, non c'entravano nulla.
-Anch'io.- disse. E si stupì nel constatare che era vero.
Forse era per quello che nemmeno si ricordava l'ultima volta che aveva litigato con Felpato.
Per quanto ne sapeva, quella litigata potevano benissimo averla fatta il mese prima, ma non era importante.
Erano talmente irrilevanti le loro litigate sulla loro amicizia, che si finiva quasi sempre per dimenticarsi del motivo che li aveva spinti a litigare con tanto fervore.
Sirius rise, con un latrato canino.
-Direi quindi amici come prima, fratello.-
James scosse la testa, con un ghigno e uno sguardo Malandrino.
-Io direi fratelli come prima, Felpato.-
Risero entrambi, mentre Sirius gli tirava una sonora pacca sulle spalle.
Sirius a volte pensava che era davvero stato fortunato, ad incontrare James.
Nessuno poteva sopportare James come lo sopportava lui, come nessuno poteva sopportare lui come lo sopportava James.
Erano uniti da una sorta di simbiosi, una fratellanza che non si esprimeva ne a parole ne con il sangue.
-Ramoso?Posso farti un'altra domanda?poi smetto di romperti le palle.-
James ghignò.
-La vedo difficile,Felpato, comunque dimmi.-
Anche Sirius ghignò. Fece per parlare, poi guardò meglio James.
Era stanco.
Quand'era l'ultima volta che Potter aveva dormito decentemente?
Decise di lasciar perdere.
James attendeva, e quindi si limitò a ghignare.
Per quella volta, gli avrebbe risparmiato l'interrogatorio.
Chiese la prima cosa che gli veniva in mente, tanto per alleggerire l'aria.
-Hai intenzione di portartela a letto?-
Rise nello stesso momento in cui James si tirava una pacca esasperata sulla fronte, alzando gli occhi al cielo.











Sono in ritardo. Sono in uno spaventosissimo, dannatissimo ritardo.
Mi dispiace, davvero. Torno dopo settimane interminabili, con una schifezza. Perchè, diciamocelo, fa schifo. In questo capitolo non succede assolutamente nulla(a parte la parte iniziale, che non va ignorata perchè più avanti sarà importante) inoltre è cortissimo. Non credo di aver mai scritto un capitolo più corto.
Ma, comunque, serviva che James prendesse posizione, dovevo spiegare perchè l'ha fatto...spero di esserci riuscita, anche se non credo.
Comunque, mi scuso ancora x il ritardo: sono state tre settimane d'inferno, avevamo una o due verifiche al giorno, tutte le rimanenti ore occupate da interrogazioni, inoltre ho avuto il saggio di danza e, se vogliamo metterla giù tutta, sto avendo un po' di casini in famiglia.
Quindi perdonatemi, non è stata voluta, prometto che ora che arriva l'estate cercherò di essere più costante (lo prometto soprattutto a Iva27, che, povera, mi aveva espressamente vietato di postare tardi XD scusamiXD)
Poi...cavolo O__O 25 recensioni O__O non ci posso credere O__O si ok, metà contenevano anche incazzature, però, cavolo, sono sempre 25 O_O vi adoro, davvero.
Ora, vi devo un po' di spiegazioni. lo faccio rispondendo una a una XD
Una cosa, soltanto, vorrei far presente a tutti. D'accordo, James non sarà stato uno stinco di santo a mettersi con emmeline...però, diamine, lui è andato dietro a Lily per SECOLI senza che lei lo cagasse minimamente. Quindi, per carità, peròse vogliamo anche Lily ha la sua parte di colpe: anche il fatto che se ne sia stata zitta, ha inciso. Perchè emmeline l'avrebbe lasciato, come ho detto anche sopra, ma la mia lily è stata zitta, lei è una brava attrice. E non è che Emmeline  sia una veggente, cavolo. Se Lily nn fa che ripetere "non mi piace" lei semplicemente finisce per crederci. E, un'altra cosa. JAmes NON sa affatto che Lily sta soffrendo, non sa che a lei lui piace. Nemmeno la stessa Lily a momenti lo sa, quindi è un po' difficile per lui dire a bè mi ama sicuramente, se Lily dice no no lo odio sicuramente. Basta, ho finito, scusate XDgrazie davvero a tutte XD.
E grazie a tutti quelli che mi hanno dato fiducia XD non vi cito una a una, ma grazie, davvero XD vi prometto che non vi deluderò...almeno spero, visto che questo capitolo è inclassificabile XD

robert90: grazie, davvero  XD spero che questo capitolo, invece, non sia stato una delusione.

pikkolina88: grazie mille XD no, per favore, non odiare James O_O spero di averlo un po' riscattato, in questo capitolo, e spero anche di avere riscattato almeno un po' emmeline, anche se nn credo XD la situazione si risolverà presto, ve lo prometto, non sono una che fa durare le fic secoli, quindi non riesco nemmeno a mantenere le stesse situazioni per secoli XD grazie per i complimenti.

Lady Patfood: mi dispiace che tu ci sia rimasta male, davvero, ma ti prometto che tutto si risolverà.

sarina87: grazie del fatto che ti fidi, è davvero importante per me =). Spero che James si sia un attimino riscattato XD uhm...poi...James non le ha rivolto nemmeno il saluto O.o mea culpa XD nel senso che nemmeno ci  ho pensato, ma in effetti hai ragione O_O cavolo povero l'ho reso più stronzo senza volerlo XD povero l'amore della mia vita XD ok la pianto di dire cavolate XD grazie di tutto, davvero.

Sherry: sono commossa, una persona che non ha la benchè minima intenzione di uccidermi *__* no davvero, la tua recensione mi ha risollevato il morale, grazie XD

zukky: zuuuuuuuuuuuuu O_O cavolo no nn mi devi scoppiare a piangere così, poi piango anch'io XD giuro, la tua recensione mi ha commossa XD poi nn so perchè ti sto rispondendo visto che siamo su msn ma dettagli O.o sei una delle poche che ha detto che James e emmeline sono belli insieme, solo per questo meriteresti un'altare di marmo bianco XD basta se c'è altro da rispondere lo faccio su msn, che così mi risparmio fatica...muahauah XD lo sai che ti voglio bene XD

Iva27: *me si inginocchia* scusa, scusa, scusa per il ritardo, davvero XD mi hai lasciato una recensione talmente bella che ho detto no adesso mi impegno e posto prima così la faccio contenta, e invece nn ci sono minimamente riuscita O_O scusami ancora XD grazie per la recensione, mi ha fatto morire dal ridere, davvero XD davvero tu sei pazza?io lo sono di sicuro di più XD io sono la regina delle pazze XD buwuahauha XD ok la smetto di sclerare O.o grazie, è stata una delle più belle recensioni la tua, davvero. Intanto perchè mi hai dato fiducia, poi perchè sei una delle poche che hai capito che non è che James sia tutto bello pimpante e allegro in questo momento. Baciare emmeline gli ha fatto dannatamente male, e anche emmeline lo sa. E hai beccato uno spoiler di un prossimo capitolo, ma nn posso dire quale XD spero di non averti deluso con questo capitolo XD un bacio!

tonks17: si, è vero, le reazioni contro Emmeline me le aspettavo, è vero. E sei libera di decidere se leggere ancora oppure no, però, lasciami fare delle precisazioni: James non sa che Lily è innamorata di lui, praticamente non lo sa nemmeno lei. E, in più, se vogliamo dirla tutta, anche James ci è stato male, prova a pensarci. Vai dietro per sei anni alla stessa persona senza che lei ti guardi minimamente, poi scopri che comunque se ti ci metti insieme morirete. Non deve avergli fatto proprio piacere una cosa come questa, non credi?Devi comunque contare che è pur sempre un ragazzo, di sedici anni per giunta. A voler essere completamente sinceri è anche un po' colpa di Lily, allora: poteva essere più chiara nei suoi sentimenti, poteva non mentire a se stessa e dire ad Emmeline di mollare James.Poi, Emmeline...non dire che non è una buona amica, perchè lo è e lo sarà. Se non vede che Lily è innamorata è perchè Lily non le ha mai dato modo di saperlo. Le ha sempre detto che odiava James-e, fino a poco tempo prima, era davvero così, lo odiava davvero, non aveva motivo quindi di fingere. Poi Emmeline è andata a casa, non poteva scrivere a Lily perchè il padre l'ammazzava, quindi non ha potuto notare cambiamenti nella sua amica. Ne, d'altra parte, Lily ha intenzione di farle notare cambiamenti. Poi è arrivato James, lei si è accorta che non è così odioso, e lei allora ha detto se lei lo odia non è detto che lo debba odiare anch'io. Lui l'ha aiutata, l'ha, in qualche modo, salvata, e inoltre lei capisce che se James si mettesse con Lily succederebbe qualcosa di terribile a Lily.  Inoltre devi anche considerare che è vero che Lily soffre, ma anche Emmeline ha sofferto:i genitori la picchiano da quando era bambina, le inculcano dei valori non suoi, le dicono continuamente che non deve frequentare "feccia". Nemmeno lei, quindi, deve stare una meraviglia. E James alla fine l'ha aiutata, l'ha protetta, perchè non poteva fare altrimenti. James Potter è James Potter non solo perchè prima o poi si metterà con Lily, James è James anche perchè ha un cuore grande, capace di contenere tutti. Basta, ho finito. Scusa se ti sono risultata un po' dura, ma è veramente un brutto periodo. Spero comunque che non mi abbandonerai, anche se la scelta, naturalmente, è tua. Un bacio.


Nikki Potter: mi dispiace se in questo capitolo non ho risposto a nessuna delle tue domande XD James non si sente un'assassino, fondamentalmente, perchè è ancora ingenuo: ingenuamente pensa che Harry nascerà da qualcun altro. Ma tranquilla, si ricrederà presto XD Sirius...sarà molto importante per i ricordi di Lily, credo XD d'altra parte amo alla follia Sirius, non potevo no n fargli avere un ruolo quantomeno importante XD grazie mille comunque, un bacio =)

weasley star: posto il fatto che l'inizio della tua recensione mi ha fatto morire dal ridere XD il problema è che Lily non sa di essere innamorata di james, non ancora o non totalmente...e va ricordato che la mia lily è dannatamente brava a tenersi tutto dentro. Quindi, alla domanda "ti piace James?" lei risponde "no" e nessuno lo mette in dubbio, talmente è convincente, non so come dire. Talmente convincente da convincere la sua migliore amica, non so se riesco a spiegarmi. Comunque fidati di me, si risolverà tutto, e Emmeline si rifarà, davvero XD abbiate solo un pizzichino di pazienza, è tutto quello che vi chiedo:dopottutto, sono al sesto anno, ripeto, ma non manca tantissimo al settimo, ormai sono ad aprile. Lo so che sto usando un tono un po' lugubre, mi dispiace O_O è che è un periodo un po' di merda ^^ un bacio!

muahah: mi dispiace averti fatto attendere così tanto ^^ mi dispiace anche di averti fatto piangere O_O cioè nel senso, va bene xk vuol dire che ho scritto bene, xo nn voglio far piangere le persone XD ok mi sto intorcolando da sola O.o grazie di tutto, lo so che era un capitolo cattivo, però era necessario, ma si risolverà tutto, fidatevi.

Rosalie Hale e Bella Swan: grazie perchè continuerai a seguirmi...il problema alla fine l'hai centrato: per quanto possano dire su a emmeline, a james, alla fine Lily ha avuto la possibilità di parlare, doveva parlare. Quindi la colpa non è solo di James o Emmeline, è colpa, se vogliamo, di tutti e tre...e James per ora è troppo convinto delle sue idee, per cambiarle. Ma si ricrederà, prima o poi. Grazie di tutto, ancora.

Miss Evans: anche se ti ho già risposto in realtà con il capitolo...XD no, James non si è assolutamente dimenticato di Lily. Anzi. In realtà il peggio è passato, non credo che Lily soffrirà ancora così tanto XD o forse no, chi lo sa XD ok la pianto XD un bacio.

eulalia17: hai ragione, Lily sopporterà, perchè è forte, non è di certo una che si lascia prendere dallo sconforto. Quindi XD grazie per i complimenti, davvero non credo affatto di meritarli. Un bacio!

Mousse: O_O cavolo se sapevo che facevo questa valle di lacrime forse era meglio che mi ritiri a scrivere fiction su heidi e le caprette(anche se mi sa che va a finire che faccio succedere qualcosa di tragico anche li, come minimo) O_O sicuri che non piangiate tutti xk il capitolo faceva schifo?O.o cooomunque, ti ringrazio, è sempre bello ricevere nuove recensioni. Spero di aver fatto capire un po' meglio James, anche se non credo di avergli reso giustizia. Un bacio.

Yrdyan: ma in realtà il titolo l'ho messo un po' a casaccio, non sapevo che altro scrivere XD ahaha...ok ho capito che più metto Sirius più sei contenta, quindi vedrò di mettercelo tantissimo XD spero che qui si sia capito un po' di più il comportaento di James (che, povero l'amore della mia vita, si sta prendendo un sacco di insulti per colpa mia XD quando lui si limita ad essere un misero burattino nelle mie mani XD questa frase sembra presa da un film dell'orrore O.o) grazie ancora di tutto, un bacio ( e guarda che non sei monotona, è grazie alle vostre recensioni che riesco ad andare avanti, davvero)

oOoPRONGSIEoOo: uhmmm...O.o "questa donna non è pazza" O_O questa frase mi ha lasciato sconvoltaO_O io...io...io NON sono pazza?????O_______O basta ci sono rimasta male adesso vado a chiudermi in un bunker buio e vuoto con un miliardo di lecca lecca a forma di James e sto li a piangere tutte le mie lacrime O_O insomma nn puoi dire certe cose XD ok basta la pianto XD muahauahauh...grazie delle DUE recensioni antiportasfiga XD brava brava difendi James XD e poi alleluja, finalmente qualcuno che capisce che è pure colpa di Lily O_O anche perchè porca miseria, poteva pure evitare di starsene zitta quando emmeline le ha chiesto se le dava fastidio tt la faccenda -.- (guarda che sei TU che l'hai scritto -.- ndtutti)(o...ehm...davvero?^^ ndme)(-.- ndtutti)(DETTAGLI ^^ ndme) cavolo ho davvero lasciato una valle di lacrime O.o ma secondo me xk faceva talmente schifo da far piangere XD buahauahauha XD basta ora vado tanto ti ho detto già tutto su msn XD grassie ancora, un bacione enorme!!(ps lucina?O_O santo merlino, povera me XD)

karmenpotter: mmmm...bè, mettiamola così, è vero che sono al sesto anno, ma sono già ad aprile, di li alla fine della scuola il passo è breve, considerando poi che io sono una che non riesce a far durare secoli una fic XD poi...cosa intendo nel dire che emmeline conosce Lily? come faccio a dirtelo senza fare spoiler..XD diciamo che vuole un bene dell'anima a Lily, e non esiterà a sacrificarsi, se necessario. Mi sono spiegata?no, lo so, ma non importa XD grazie x la recensione!

Miss Rainbow: suddita...^^ ma come, 4 capitoli?O__O e io che volevo fare i prossimi trentacinque capitoli con le descrizioni più particoleriggiate dei baci tra emmeline e james...ah, naturalmente il trentaseiesimo capitolo è l'ultimo, quindi lì FORSE james e Lily faranno una bellissima notte di fuoco...non le va bene?^^ muahauahauha...a parte gli scherzi, grazie sudditina mia XD Piton più...chi????O_O *me va a vomitare velocemente in bagno* eccomi...dicevamo...?aaaaaa O___O perchè sto leggendo la parola Piton???*me corre DI NUOVO a vomitare* si?^^ cooomunque ora vado XD la riverisco con tanto affetto e TANTISSIMI affettati. un bacio anche dalla ghigliottina rosa ^^

FunnyPink: oooooo finalmente qualcuno che lo dice XD

Jay Jay: grazie per la recensione..lo so, pure io sono dell'idea lily forever, abbiate solo un po' di pazienza.

Ksanral: grazie mille...finirà bene XD per quanto possa finire bene la storia di Lily e James ç__ç

pony: leggi solo le mie fanfiction?O_O mi sento onorata, davvero O_O spero che qui si sia capito un po' meglio James e le sue motivazioni. Certo, è vero è stato un po' superficiale...però devi anche considerare che è un ragazzo, e per lo più di sedici anni, età non molto nota per l'intelligenza maschile XD ok basta sto delirando O_O grazie dei mille complimenti, davvero ^^ un bacio.

_evans_: ciao ^^ spero che dopo questo capitolo ORRENDO tu non decida di abbandonarmi XD sono contenta che ti piacciano le mie fic ^^ grazie della fiducia, prometto che al più presto sarete tutti soddisfatti...non troppo presto però XD un bacio.








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Capitolo 15
*** La rivelazione ***


cap 15 Il cielo che ricopriva Hogsmeade annunciava pioggia.
Le nuvole prendevano tonalità differenti di grigio, dal più chiaro al più scuro e minaccioso, quasi nero, rigonfio di acqua fredda e umida pronta a scendere, copiosa e fastidiosa come solo la pioggia di Aprile può essere.
Lily gettò una rapida occhiata al cielo nuvoloso, e sbuffò.
Sperava davvero che Marlene si fosse portata l'ombrello da scuola.
Il suo adorabile ombrello verde, proveniente direttamente dalla Londra Babbana, era stato bellamente dimenticato in un angolino buio, sotto al suo letto.
Mary, dal canto suo, aveva un'incredibile capacità di rompere gli ombrelli, quindi Lily non si era affatto stupita, quando aveva annunciato con aria mortificata, di avere rotto irreparabilmente l'ennesimo ombrello.
Alice si era dileguata con Frank, e Emmeline era dispersa nei meandri della piccola cittadina con Potter.
Quindi, se fosse scoppiato il temporale, come era prevedibile, sarebbero state costrette a rifugiarsi in tre sotto all'ombrello striminzito di Marlene.
Quella giornata era iniziata decisamente male.
Si era svegliata con un mal di testa tremendo, e l'unica cosa che si ricordava era l'incubo che ormai la perseguitava tutte le notti, senza cambiare di una virgola. Come se non bastasse, quella mattina averebbe davvero voluto parlare con Emmeline. Così, senza un perchè, una innocente chiaccherata, come non la facevano da un po', ormai.
Ma si era accorta che non ci riusciva.
Non perchè Emmeline improvvisamente non si staccasse un secondo da Potter, anzi. Nemmeno perchè se provava a parlarle, l'argomento principale su cui ricadevano inevitabilmente era il suo rapporto con James, o simili.
No, niente di tutto questo. Emmeline stava seduta normalmente a fianco a lei, come al solito, parlavano delle stesse cose, senza frivolezze eccessive, come avevano sempre fatto.
Eppure, Lily si era accorta che la conversazione le veniva difficile.
Era una conversazione stentata, misera, quasi apatica.
Sembravano due persone che si erano appena conosciute, che cercavano entrambe di collaborare per far venir fuori una conversazione quantomeno decente.
Eppure entrambe si sforzavano. Le battute però non venivano così spontanee, le frasi facevano fatica ad uscire dalle bocche.
E Lily non capiva perchè.
Dannazione, non capiva cosa le stava succedendo. Cosa stava succedendo alla loro amicizia?Era come se qualcosa l'avesse incrinata.
E in qualche modo capiva che era colpa sua. Era lei che si era chiusa a riccio, era lei ad avere eretto un muro intorno a se.
Il problema stava nel perchè l'avesse eretto, quel muro.
Lei stessa non ne aveva la più pallida idea.
Diffidenza. In quel periodo, non riusciva a fidarsi di nessuno.
E non sapeva perchè. Era confusa.
Detestava essere confusa. Odiava non capire. Odiava e detestava non poter spiegare razionalmente quel miscuglio di sentimenti che provava in mezzo al petto ogni volta che vedeva Emmeline sorridere a James.
O James ridere per qualcosa che aveva fatto Emmeline.
O James e Emmeline seduti vicini durante le ore di lezione.
O...
Lily, smettila immediatamente.
Sbuffò di nuovo, scacciando dalla mente l'immagine di Potter che dava un bacio sulla fronte a Em, e notò che Marlene e Mary si lanciavano un'occhiata perplessa, prima di rivolgerle un'occhiata interrogativa.
Stava rovinando il sabato anche a loro, perfetto.
Decise che era veramente ora di smetterla.
Si fermò un secondo. Le era sembrato che una goccia di pioggia le bagnasse il naso.
Scrollò le spalle. Se l'era sicuramente immaginato.
Prima però di ricominciare a camminare, si accorse di essersi fermata quasi di fronte ad un negozio.
Aggrottò la fronte.
Le pareva estremamente familiare, quel posto.
-Lily?- Marlene l'aveva raggiunta, interdetta. -Perchè ti sei fermata?- Poi vide di fronte a cosa si era fermata. -Quidditch?- mormorò. -Lily, cos'hai da guardare?Non ti è mai interessato il Quidditch.-
Lily non le badò.
Sentiva che quel negozio la stava chiamando.
Come una calamita.
Si incamminò, assorta, senza badare alle amiche che la seguivano.
A lei non era mai interessato il Quidditch.
Eppure...
Arrivò davanti alla vetrina, senza fiatare.
Istintivamente, assorta, appoggiò una mano sulla vetrina fredda, dove era esposta una scopa nuova, probabilmente l'ultima uscita in commercio.
Non riuscì a trattenere un brivido.
Ti aveva detto che giocava a Quidditch, giusto?
James, non possiamo regalargli una scopa!Ha detto che ha smesso!
Senza nemmeno rendersene conto, fece scivolare la mano sulla vetrina, fino a che non incontrò la maniglia della porta.
Mi pare che tu abbia parlato molto, con la piccola Weasley.
Una risata.
Inequivocabilmente, la sua risata.
Lui che le prende il viso tra le mani.
Lui che le posa un bacio sulla fronte.
Lo sai che la mia rossa preferita sarai sempre tu.
Il sollievo, l'imbarazzo...
Allora, gli prendiamo la scopa?
E in un attimo, senza accorgersene, si ritrovò dentro.
Prima che potesse rendersi conto di quel che aveva fatto, venne di nuovo travolta dal rumore. La bolla in cui si era rifugiata esplose.
Mary e Marlene entrarono dietro di lei, perplesse, facendo tintinnare la porta.
Una commessa dietro ad uno scaffale fece cadere un paio di scatole che teneva in mano, per sbaglio.
Una signora di bell'aspetto si avvicinò a loro, sorridente, uscendo dalla sua postazione dietro alla cassa.
-Buongiorno!Posso fare qualcosa per voi?-
Lily sbattè gli occhi, un paio di volte.
Ma che diavolo...?
Perchè era entrata?Cosa diamine le era saltato in testa?
Quello decisamente non era il suo ambiente. C'era confusione, rumore di scope che frusciavano, gente che borbottava addocchiando kit di manutenzione della scopa.
Ma quello scaffale non era a destra...?
Aggrottò la fronte, stupita da quel pensiero.
La signora dai capelli castani intanto attendeva, sempre con il sorriso aperto.
Eppure quel viso le ricordava qualcuno...
Lily aprì la bocca, tanto per dire qualcosa, per evitare una figuraccia.
-Io...-
Improvvisamente, però, prima che potesse concludere la frase, da un angolino sbucò un bambino, che non avrà avuto più di quattro-cinque anni.
-Mamma!Guadda!!-
Senza badare minimamente a Lily e le sue amiche, avendo occhi solo per la madre, fece una giravolta su se stesso, tutto felice.
La madre lo guardò, con un certo imbarazzo.
Alla vita, il piccolo dai grandi occhi blu aveva un tutù azzurro.
-Tesoro!Dove l'hai preso?-
Accompagnò la frase con un gesto di stizza.
Con vocina stentata e incespicando sulle parole, il bimbo sbattè gli occhi, non capendo perchè la sua mamma sembrasse arrabbiata.
-Me lo ha regaato Zio.-
La donna aggrottò la fronte.
-Si dice regalato, Tom. Ora vai dallo zio e restituisciglielo, non sono cose adatte a un bambino come te.-
-Ma..-
-Niente ma, Tommhas. Ho da fare, non vedi?Non posso perdere tempo per queste cose.-
Poi si voltò verso Lily, ancora imbarazzata.
-Scusatelo, è solo un bambino...-
Il piccolo, intanto, deluso, aveva abbassato lo sguardo, tirando su col naso.
Un bambino non deve piangere, glielo diceva sempre suo papà.
Lily guardò quella testolina castana chinata, e si sentì stringere il cuore.
Si chinò, sotto lo sguardo perplesso della madre, per arrivare all'altezza del bimbo.
-Ehi piccolo.- Tommhas alzò gli occhi, colmi di lacrime. Lily gli accarezzò la testa. -Non devi piangere, lo sai?Quanti anni hai?-
Il bimbo, con una certa fatica, alzò la manina e, con un certo sforzo, abbassò il mignolino, in modo da avere quattro ditina alzate.
Lily gli rivolse un largo sorriso.
Intanto anche Marlene sorrideva, intenerita.
-Allora ti prometto che quando sarai più grande potrei avere tutti i tutù che vorrai.-
Il piccolo Tom sgranò gli occhi.
-Davvelo?Me lo pometti?-
La rossina annuì, sempre con un sorriso.
Poi il bambino sembrò ripensarci, aggrottando la fronte.
-Ma...come fai a essere sicura?-
Lily esitò.
Come faceva ad esserne sicura?
Carino il commesso, vero Potter?
Ma era gay!
Appunto.
Fece un sorriso, sperando che non uscisse troppo tirato.
-Certe cose si sanno e basta, piccolo.-
Convincere il bambino era decisamente più facile che convincere se stessa.
Desiderate?
Potrebbe farci vedere la scopa esposta in vetrina?
Ma certo. Lo sai che quella scopa sarebbe perfetta per sculacciarti, mio bel maschione?
Gli occhi orripilati di James erano estremamente divertenti, da guardare.
Ehm...no guardi veramente io...non che abbia qualcosa contro i gay, sia chiaro, però, come dire..
Ma guarda che non c'è problema, capisco perfettamente, tesoro. Ma ti assicuro se soltanto mollassi la rossa, ti farei vedere cose che una donna può solo sognarsi di darti.
Sbattè gli occhi, confusa. Si accorse che sul viso del bimbo si andava dipingendo un sorriso enorme.
Io non potrò mai vedere il sorriso del mio bambino.
Rabbrividì.
Ma che diavolo...?
Il bambino di chi?Chi si era infiltrato nella sua testa?Eppure quella voce era la sua.
Perchè pensava delle cose del genere?Perchè non avrebbe dovuto vedere il sorriso di suo figlio, sempre che ne avesse avuto uno in un futuro sicuramente lontano?
Rabbrividì, di nuovo. Decise di alzarsi, rivolgendo un altro sorriso a Tom, che se ne andò tutto felice, non badando all'occhiata preoccupata e perplessa che gli rivolse la madre.
Prima che potesse dire una parola, la porta tintinnò di nuovo, costringendola a voltarsi.
dalla porta a vetri entrarono Alice e Frank, una tutta pimpante, l'altro che pendeva dalle sue labbra.
-Lily!Mary!Len!Ciaooo!!Che ci fate qui?-
La voce esuberante e squillante di Alice riscosse Lily dai suoi pensieri.
-Aly!Cosa ci fai qui tu, piuttosto!Non dirmi che hai deciso che il negozio di Quidditch è molto più romantico di madama Piediburro!-
Era stata Marlene a parlare, ironica, dopo aver dato un bacio sulla guancia alla moretta appena arrivata.
Alice fece una grossa risata.
-No, è che mi serviva una mazza da Battitrice. Quelle della scuola fanno letteralmente schifo, così mi sono decisa a comprarne una. Tanto, mi può benissimo servire anche a casa.-
Frank sorrise, con aria gioiosa. Amava Alice, l'avrebbe accompagnata persino in capo al mondo, se necessario.
Intanto, la signora, capendo che la cosa sarebbe andata per le lunghe, decise di andare a servire qualche altro cliente, ma il gruppetto nemmeno se ne accorse.
-Ma voi, perchè siete qui?-
Mary sollevò le spalle.
-A dire il vero non lo so.-
-Mi era venuta voglia di entrare, così sono entrata.- sussurrò Lily, con finta noncuranza.
Tutti la guardarono, stupiti.
Alice sgranò gli occhi, poi, con aria molto teatrale, si portò una mano sul cuore.
-Oh, Merlino!Merlino santissimo!Il mondo sta cambiando, me lo sento. Ora gli asini voleranno, gli UFO atterreranno, il sole inizierà a girare attorno alla Terra, Sirius Black e James Potter diventeranno gay, Remus Lupin prenderà Troll in tutte le materie, Lumacorno...-
-Piantala, Alice.- Fece Lily, non potendo fare a meno di ridere. Alice sarebbe stata un'ottima attrice.
Anche Alice e le altre due scoppiarono a ridere.
-Ah, prima ho visto Emmeline.- Buttò lì Alice.-Mi ha detto di darti questo, Lily. Aveva visto che te lo eri dimenticato a scuola.-
A Lily si illuminarono gli occhi, vedendo cosa Alice le stava porgendo.
-Il mio ombrello!Grazie a Merlino, io adoro quella donna, davvero.-
Alice rise.
-E ci credo!Fuori sta iniziando a diluviare!-
Fecero tutti una risata. Poi Lily aggrottò la fronte.
-Ma come mai l'ha dato a te?-
Alice scrollò le spalle, cercando di dire le parole giuste.
-Lei era con James.-
Lily guardò un secondo Alice, non capendo perchè l'aria improvvisamente si fosse fatta quasi gelida.
Poi, in qualche modo, il suo cervello collegò le parole di Alice.
Emmeline e James erano insieme.
E allora?Lo sapevi anche prima, stupida!
Si, infatti. Diede ragione alla sua razionalità, senza esitare.
Eppure...
Eppure, era come se avesse realizzato solo in quel momento, che James era effettivamente con Emmeline. Come se si fosse aspettata, fino a quel frangente, di vedere sbucare Emmeline da dietro un buco e dire "scherzetto!" come quando erano piccole.
Non fare la cretina. Stanno insieme da più di un mese, ormai. Che ti aspettavi?
Nulla, appunto. Assolutamente nulla.
Però...
Perchè allora si sentiva gelida?Il cuore era come se si fosse congelato all'improvviso. E, come quando si mangia troppo in fretta un gelato eccessivamente freddo, si sentiva un dolore sordo e freddo in mezzo al petto.
Ma perchè?
Harry..Harry...Harry...
Sgranò gli occhi. Ancora quel nome. Cosa c'entrava in quel momento?
Cosa ne sarà di Harry?
Vorrei che mi spiegassi chi diavolo sei e cosa vuoi, ringhiò alla vocina della sua testa. Poi si diede della stupida.
Stava sicuramente impazzendo, non c'era altra soluzione.
Harry!
Questa volta quel nome era stato pronunciato a voce alta, come un ultimo grido prima della catastrofe.
Ma quale catastrofe?
Il mio bambino, non vedrò mai il sorriso del mio bambino. Non lo vedrò crescere, giocare, andare in bicicletta...
Lily piantala, cosa diavolo stai dicendo?
Non sarò con lui alla sua prima cotta, non lo consolerò quando si farà male, non potrò dirgli che a volte il cuore va per conto suo...
Ma di chi stai parlando?Perchè pensi una cosa del genere?Lily, smettila.
James...lui...lui sarà con me, quando morirò?
Non è detto.
Immediatamente e inconsciamente, odiò quelle ultime parole che la sua testa le aveva fornito.
No no no...lui deve essere con me...la vita, persino la morte, non hanno un senso se...
Rabbrividì, impercettibilmente.
...se lui non è con me. Nulla, nulla ha un senso. Nemmeno Harry...
Quel pensiero, seppur non riuscisse a dargli un senso coerente, le mozzò il respiro.
E come se nulla fosse, le balenò davanti l'immagine di James che abbraciava Emmeline, di slancio. E poi l'immagine dei loro visi, sempre più vicini, i respiri che si confondevano...
Avrebbe voluto chiudere gli occhi, per non vedere ciò che la sua mente le stava fornendo con crudeltà. Odiò se stessa. Perchè, diamine, se c'era una cosa che apprezzava della nuova coppia, era che mai li aveva visti pomiciare in pubblico, o comunque fatto qualcosa che avrebbe potuto sconvolgerla a tal punto.
Ma nonostante questo, no, la sua mente si divertiva a creare possibili scenette amorose, sebbene lei non ne avesse viste, tanto perchè si divertiva a farla soffrire.
Aggrottò la fronte.
Soffrire?
Perchè una cosa del genere avrebbe dovuto farla soffrire?
Scosse la testa.
-Oh, Lily!-
Spostò gli occhi verdi velocemente su Marlene, vedendo che si stava avvicinando, per abbracciarla.
Si chiese perchè. Lei non aveva nessun bisogno di quell'abbraccio...giusto?
-Smettila, Marlene.-
Tutti spostarono gli occhi, stupiti, su Mary. Marlene si era bloccata a metà del gesto, sbalordita. Lily guardò Mary, non capendo. L'amica aveva le braccia incrociate al petto, e la osservava. Sembrava arrabbiata.
-Non ha nessun bisogno di essere consolata.- disse, freddamente, gli occhi fissi su quelli della rossina.
Lily aggrottò la fronte. Mary aveva ragione, no? Ma...
-Mary?- chiese, stupidamente. Non capiva perchè sembrasse adirata.
Mary scosse la testa, stringendo le labbra.
-Tu sei gelosa.- la accusò. Lily sentì per un attimo uno spasmo in mezzo al petto, ma si riprese subito.
-Che cosa?Mary, cosa diamine stai dicendo?-
-Lily. Piantala, okay?Piantala di fare la finta tonta, non ti sopporto quando fai così.-
La rossina si mosse, a disagio. Mary sembrava sul punto di esplodere.
La moretta alzò gli occhi al cielo.
-Non hai nessun diritto di essere gelosa, Lily!-
Lily sobbalzò, come se fosse stata punta. Strinse gli occhi a fessura, pronta a ribattere.
-Mary...- sussurrò Alice, cercando di mandarle un messaggio implicito.
Mary scosse la testa, di nuovo, come voler scacciare le parole di Alice nel vento.
-Lei te lo aveva chiesto.- prese un respiro. -Ti aveva chiesto se eri gelosa. Era disposta a lasciarlo!Ma tu naturalmente no, te ne stai zitta, da brava!E ora?Con quale diritto pretendi di essere gelosa?-
Gli occhi di Mary sembravano mandare scintille. L'aria, pesante e elettrica, si poteva palpare sulla pelle.
A quel punto, però, anche Lily si infuriò.
-Mary, per Merlino, io non sono gelosa, chiaro?E poi...-
-Smettila di dire cazzate, Lily.- ci fu un momento di silenzio pesante. -Smettila. Se non vuoi essere sincera con te stessa...almeno, hai provato minimamente a pensare a come possiamo sentirci noi?-
Lily aprì la bocca, per replicare,ma Mary continuò, avvicinandosi a lei.
-Sei sempre chiusa in te stessa. Ti vediamo che soffri, ma non ci dici niente. E non sto parlando solo dell'ultimo periodo.- allargò le braccia. -Sto parlando di sempre, Lily. Per Merlino, sei sicura che siamo le tue migliori amiche?No, perchè davvero, a volte sembra che per te siamo delle perfette sconosciute!-
Lily sgranò gli occhi, ma Mary non le diede nemmeno il tempo di pensare a qualcosa da dire. La rossina non l'aveva mai vista così. L'amica aveva gli occhi lucidi per la rabbia.
-Hai mai pensato a come potremmo sentirci noi, nel vedere che non ci dici niente?Nel vedere che soffri, piangi in silenzio?Merlino, Lily. Credo di non averti mai visto piangere, in sei anni che ci conosciamo, ti rendi conto?Eppure so che lo fai. Credi che non ti sentiamo?Credi che l'altra notte, e quella precedente ancora, e quella prima ancora,  nessuno ti abbia sentito piangere?Come credi che ci sentissimo a vedere che confidavi più cose a Severus Piton che a noi?-
-Non tirare fuori Severus adesso, Mary.- sibilò Lily, arrabbiata e orgogliosa, mentre il cuore le batteva, veloce. L'avevano sentita?Mary, se Mary l'aveva sentita, voleva dire che..
-Già.- Mary annuì, convinta. -La sai una cosa Lily?La sai la rivelazione del secolo?Non è che perchè una persona ti ha deluso una volta, allora automaticamente non devi più fidarti di nessuno.-
-Io non ho mai detto che...-
-Tu non hai mai detto. Ma hai fatto. Okay, te la concedo, forse non è stata voluta. Prima accettavo, accettavamo, perchè, che diamine, almeno con Emmeline credevamo ti confidassi. E invece. Invece no, nemmeno con la tua migliore amica sei stata sincera. Ti rendi conto?-
-Come ti permetti?Non è vero, Emmeline..-
-Emmeline non sapeva neanche che ti eri innamorata di James Potter!-
Dopo l'urlo, ci fu il silenzio. Marlene aveva sgranato gli occhi, Alice passava gli occhi velocemente dall'una all'altra. Entrambe avevano il viso distorto dalla rabbia.
Frank vide con la coda dell'occhio la propietaria avvicinarsi, minacciosa e con la fronte aggrottata. Queste scenate nel suo negozio non le voleva.
-Ehm, ragazze, forse dovremmo...-
-Io non sono innamorata di Potter.- sibilò Lily, senza badare a Frank, gli occhi stretti a fessura.
Mary fece un sospiro esasperato.
-Come vuoi tu, Lily.- chiuse gli occhi un secondo, per non piangere. -Hai sempre ragione tu, giusto?-
-Non...-
-Non ci dirai mai cosa ti passa per la testa, vero Lily?- Mary aveva abbassato drasticamente la voce. -Davvero, vorrei sapere se mai ti sei confidata con qualcuno, almeno una volta nella vita.-
-Certo che l'ho fatto.- ringhiò Lily. In quel momento, la sua mente non le suggerì nessun nome. Ma l'aveva fatto, certo. Insomma, si era aperta più volte con Emmeline, giusto?Lei era la sua migliore amica.
Certo, forse erano più le volte in cui era Emmeline, a confidarsi.
Però anche lei l'aveva fatto, sicuramente.
Per esempio, quando era finita l'amicizia con Severus. O quando si era innamorata di Matt Trevor.
Non ti sei mai innamorata veramente di Matt Trevor, Lily.
Mise a tacere la sua coscienza.
-Non puoi lamentarti, se ora James sta con Emmeline, lo capisci, questo?-
-Io non avevo nessuna intenzione di lamentarmi!- sbottò Lily.
-Ragazze...- Alice, con un filo di voce, tentò di riportarle all'ordine.
-Non credi che Emmeline abbia sofferto abbastanza?Cosa pensi che direbbe se sapesse che sei gelosa?-
Lily bloccò in gola qualsiasi cosa stesse per dire.
Quella frase aveva colto nel segno.
-Non sono gelosa.- mormorò. Mary non le badò. Fece un ampio gesto con la mano.
-Lo mollerebbe. Senza esitazioni. E, sai cosa?Dopo ci starebbe di merda. Perchè, dannazione, se tu avessi parlato, quel giorno alla stazione, lei ora non si sarebbe innamorata di James Potter.-
La rossina si riscosse. Strinse gli occhi a fessura.
-Il problema non si pone, Mary.-
Lei non era innamorata di James Potter, punto.
-Perfetto. Quando ti leverai il prosciutto dagli occhi, allora, chiamami, mi raccomando.-
Detto questo, senza degnarla di uno sguardo, si avviò a grandi falcate verso la porta, quasi a passo di marcia. Sbattè la porta, senza nemmeno voltarsi indietro.
Calò un silenzio di tomba. Lily aveva le mani strette a pugno, gli occhi ancora fissi nel punto in cui Mary era scomparsa.
-Ehm...scusate...- tutti si voltarono verso l'anziana propietaria, che li aveva raggiunti, con aria severa. -Vi devo chiedere di andarvene.- Lanciò a Lily un'occhiata obliqua, come se temesse che si mettesse a urlare da un momento all'altro. -Direi che avete fatto abbastanza fracasso nel mio negozio. Per favore andatevene, o sarò costretta a chiamare la sicurezza.-
Marlene arrossì, mentre Alice, come un'automa, si avviò fuori dalla porta, scossa. Era la prima volta che il gruppo veniva diviso, così, con un litigio così brutto.
Tutti la seguirono.
Quando furono fuori, scese di nuovo il silenzio.
-Qualcuno mi spiega cosa diamine le è preso?- sbottò Lily. In realtà, l'intera litigata le rimbombava in testa come un eco fastidioso. Era la prima volta che Mary si adirava in una tale maniera.
In fondo al suo cuore, una vocina le diceva che le parole di Mary non erano del tutto false.
Con la coda dell'occhio, vide Marlene spostare lo sguardo per terra, come se lì nel terreno ci fosse qualcosa di estremamente interessante. Si irrigidì.
-Marlene?- disse, con voce metallica. La moretta sollevò lo sguardo.
-Lily. Ti prego, non fraintendermi. Io non mi metto dalla parte di nessuno. Solo che...è vero che...non ti apri mai, con noi. Anche...anche un mese fa, quando ti ho trovato in quel bagno...non...non è stato piacevole, ecco. E non è stato nemmeno piacevole che tu non mi abbia detto niente. Non mi hai spiegato perchè eri lì, perchè piangevi, perchè tremavi. Io rispetto la tua decisione, non voglio sforzarti, solo che...vederti star male mi ha fatto star male, ecco.-
Lily la guardò. E Marlene pensò che sembrava la stessero trafiggendo con delle stalattiti di ghiaccio.
-Bene.- fece la rossina, fredda. -Benissimo.-
Senza dire una parola in più, se ne andò, lasciando Marlene e Alice lì, in silenzio.

Il lunedì mattina era sempre traumatico.
Ma quel lunedì mattina Lily lo trovava ancora più traumatico. Sarà stato anche vero che Pozioni era la sua materia preferita, ma avercela nelle due ore che precedevano il pranzo, dopo due brillanti ore di Trasfigurazione, era decisamente da considerarsi da manicomio.
Lily sbuffò, gettando dei germogli di ortensia nella sua pozione color caramello.
Quel giorno non riusciva a concentrarsi. Solitamente era una delle prime a finire la pozione. Quel giorno, sebbene la pozione stesse venendo divinamente, dopo un'ora e mezza doveva ancora finirla.
Domenica lei e Mary non si erano quasi rivolte la parola. Se se la rivolgevano, era perchè nella stanza c'era anche Emmeline, e entrambe, inconsciamente, non volevano farle sapere che il motivo del litigio era lei.
Naturalmente, però, la bionda aveva intuito che qualcosa non andava. Non aveva detto niente. Sapeva che se avessero voluto, gliene avrebbero parlato.
Paradossalmente, Lily domenica aveva passato un mucchio di tempo con Emmeline.
Sembravano essere tornate quelle di una volta.
La rossina si era leggermente sentita in colpa.
Era come se Emmeline, non sapendo niente, si fosse messa automaticamente dalla parte di Lily. Era stata una cosa inconsapevole, nemmeno voluta, ma era come se non volesse lasciarla da sola contro tutti. Era una cosa che spesso facevano quando erano piccoline: quando una ce l'aveva con il mondo, l'altra automaticamente si metteva contro il mondo lei stessa.
Solo che quella volta Emmeline avrebbe dovuto avercela con lei.
E Lily, vigliacca, non le aveva detto niente, per paura di perdere di nuovo quella complicità riacquistata.
Sbuffò.
Quella notte non voleva dormire. Era rimasta con gli occhi spalancati, consapevole che se si fosse addormentata, sarebbe arrivato l'incubo, e di conseguenza, qualcuno l'avrebbe sentita gridare.
E lei non voleva che la sentissero.
A un certo punto, era rimasta stupita di trovarsi Emmeline davanti.
-Non riesci a dormire?-
Lily si era sollevata, e aveva annuito.
Em aveva sorriso.
-Nemmeno io.-
Non si ricordava nemmeno come, erano finite sulla Torre di Astronomia, a guardare le stelle.
E avevano parlato. Come non facevano da un mese e passa, ormai. Avevano parlato di tutto e di niente.
Era stato bello. Come quando era tutto normale, come quando la loro amicizia era la cosa più importante che avevano.
Eppure Lily si sentiva in colpa.
Le parole di Mary continuavano a perseguitarla, come una fastidiosa litania.
Non hai nessun diritto di essere gelosa.
Lei non era gelosa, infatti.
Anche se...
Ti amo, Evans.
Rabbrividì. Di nuovo quelle parole. Quelle dannate inesistenti parole che la sua mente le forniva, che creava dal nulla, le creava con la perfetta imitazione della voce di James.
Per colpa di quelle dannate parole, del suo dannato cuore, lei rischiava di perdere la sua migliore amica. Non era giusto.
Non hai nessun diritto di essere gelosa.
Era gelosa?Di James Potter?
Sobbalzò, involontariamente.
Come poteva essere gelosa del suo tormentatore?
Eppure, non era stata lei stessa ad ammettere, parlando con Sirius, che quelle attenzioni le mancavano?Che non capiva affatto perchè Potter, di punto in bianco, avesse smesso di andarle dietro?
Tutto quello le dispiaceva?
Non sapeva darsi una risposta.
Se però così fosse stato?Cosa avrebbe fatto?
Forse aveva ragione Mary. Che diritto aveva, lei, di immischiarsi nelle faccende di Emmeline?Come poteva anche solo pensare di poter dirle una cosa del genere?Dopo che aveva fermamente negato, rifiutato quella ipotesi?
-Professore?-
Lily, per lo spavento, fece cadere un mestolo dal tavolo, che, cadendo fece un rumore piuttosto forte.
Tutti gli occhi si puntarono su di lei. Rossa e imbarazzata, si chinò a terra, per raccoglierlo, mormorando un -Scusate.-
Il professore, dopo essersi accertato che andasse tutto bene, si rivolse di nuovo verso chi l'aveva chiamato.
-Mi dica, signor Potter.-
Lily si irrigidì, automaticamente. Sentì la sua schiena rizzarsi, neanche avesse avuto le antenne per ascoltare meglio.
Il cuore aveva incominciato a pompare ad una velocità spaventosa.
Si diede della stupida. Ci mancava solo che arrossisse.
Pregò con tutta se stessa che Emmeline, due file più indietro, non si fosse accorta del suo cambiamento di stato d'animo piuttosto palese.
Tu non sei gelosa, eh Lily?
In quel momento, il professore, tornato alla cattedra, battè le mani, con fare imperioso.
-Perfetto!Ragazzi, consegnate, mancano due minuti alla fine della lezione.-
Si sentirono parecchi gemiti.
Lily guardò la sua pozione, con un misto d'incredulità.
Che cosa?Era già finita la lezione?Ma lei non aveva finito la sua pozioe!E ora?Guardò il liquido caramello che bolliva nel suo calderone, incurante dell'agitazione della rossina.
Era la prima pozione che non finiva nella sua carriera scolastica.
Dannazione.
Lumacorno, indifferente agli sguardi terrorizzati dei suoi studenti, battè le mani un'ultima volta, decretando la fine della lezione. Prese la bacchetta per richiamare a se le pozioni degli studenti, e Lily si affrettò a mettere nella boccetta di vetro quel poco che aveva fatto.
Guardò sconsolata la sua pozione volare nelle mani del Professore.
Merda.
Le era successo solo un'altra volta, di sbagliare una pozione.
E, ora che ci pensava, era sempre e inevitabilmente colpa di Potter. Si avviò alla porta, stizzita.
Lì, si accorse con stupore che Emmeline l'aspettava, rigida.
Ebbe immediatamente una bruttissima senzazione.
Non hai nessun diritto di essere gelosa.
Merda.
-Lily, posso parlarti un attimo?-
La voce di Emmeline, che solo la sera prima l'aveva sentita tanto amichevole e piacevole, suonava bassa, fredda.
Qualcosa non andava, decisamente.
Che avesse parlato con Mary?
O forse si era accorta della reazione che aveva avuto quando aveva sentito Potter parlare?
E la sua coscienza sapeva perfettamente anche cosa non andasse, nonostante la rossina non facesse che ripetersi che non era vero.
Cercò di fare un sorriso.
-Ma certo.-
La biondina si voltò, senza una parola di più, avviandosi verso fuori, e Lily capì che doveva seguirla., in silenzio.
Nel corridoio, mentre Em camminava spedita, probabilmente diretta alla Sala Comune, Lily la osservò di sottecchi.
L'unico segno che pareva differente nel suo viso erano le labbra, leggermente contratte. Per il resto, Emmeline sembrava quella di sempre, se non fosse stato per il silenzio innaturale che si era infiltrato tra loro.
Mentre camminavano, varie volte Lily ebbe la tentazione di fermarsi e chiederle cosa stesse succedendo, ma non lo fece, forse per rimandare qualcosa che già sapeva.
Arrivarono nella Torre di Grifondoro, senza che nessuna delle due avesse aperto bocca.
Dopo che la Signora Grassa le fece passare, mentre mangiucchiava un panino imbottito, Emmeline percorse ancora qualche passo, senza voltarsi.
Poi si bloccò, e Lily fece lo stesso, a pochi metri da lei.
Sentiva attorno a se un'aria carica di disagio. La Sala Comune era vuota, tutti probabilmente stavano affluendo alla Sala Grande per mangiare.
-Lily.- Emmeline aveva parlato con voce ferma, sempre dandole la schiena. -Ti piace James?-
Era stata una domanda talmente improvvisa, che Lily sgranò spontaneamente gli occhi, senza nemmeno pensare alla risposta.
-No.-
Emmeline si girò completamente verso di lei, e la rossina si accorse che gli occhi sembravano essersi leggermente scuriti, resi quasi più cupi su quel viso d'angelo.
Incrociò le braccia al petto, più per impedirsi di tremare.
-Stai mentendo.-
La voce non era arrabbiata. Solo, estremamente gelida. Gelida e delusa, come se Lily l'avesse mortalmente ferita.
La Evans aggrottò la fronte.
-Cosa?Emmeline, sei impazzita?Non sto mentendo.- abbassò la voce -Si può sapere che cosa vi prende a tutti quanti?- borbottò. Perchè tutti erano fissati con quella storia del fatto che a lei piaceva il ragazzo della sua migliore amica?
Emmeline la guardò negli occhi in silenzio, per un attimo.
Poi distolse lo sguardo, ferita.
-Ti ricordi dopo Trasfigurazione, che sono salita un attimo in camera, perchè avevo dimenticato una cosa?- sussurrò. Non attese risposta. -Siccome non la trovavo, mi sono messa a guardare sotto i letti.-
Lily sgranò gli occhi, intuendo quello che sarebbe venuto dopo, sentendo il cuore che accellerava.
Merda, merda, merda. Non poteva essere quello che stava pensando, vero?
-Sotto il tuo letto ho trovato...una foto.-
Okay, era quello che stava pensando.
La rossina per un attimo si sentì vacillare.
Merda. Lo sapeva, che doveva strappare quella foto. Lo sapeva. Ecco cosa succedeva, a non agire con la propria testa ma con l'istinto. Dannato Black, e dannata lei.
Emmeline si girò di nuovo verso Lily, questa volta con sguardo fiero.
-Puoi spiegarmela?-
Lily aprì la bocca, non sapendo cosa dire. Non riusciva nemmeno a trovare la forza di mettersi sulla difensiva, come aveva sempre fatto.
Perchè aveva tenuto quella foto?Perchè aveva, quella foto, soprattutto. E ora?Che diceva?Scusa ma è stato istintivo, l'ho fregata da Black che voleva...
Aveva quella foto perchè...perchè Potter era..
Che diavolo poteva dire?
Vedendo che non rispondeva, la biondina si voltò di nuovo, annuendo, come se avesse capito.
-Emmeline, aspetta, io...-
-Zitta, Lily. Almeno, stai zitta.-
-Non è come pensi, Em.-
A quel punto, la testa di Emmeline fece uno scatto, gli occhi a fessura, le labbra strette.
-Cosa pensi che dovrei fare io adesso?!- Aveva gridato, se ne accorse solo dopo. Fece un passo in avanti. -Io...io te l'avevo chiesto. Te l'avevo detto. Lily, per favore, dimmi se sei gelosa. Dimmi se vuoi che lo molli, prima che sia troppo tardi.- Fece un respiro profondo. -E ora?Cosa dovrei fare adesso che, effettivamente è troppo tardi?-
Lily sgranò gli occhi, notando che dagli occhi di Emmeline era appena scesa una lacrima. La bionda scosse la testa.
-Cosa dovrei fare, adesso che...adesso che lo amo?-
Si asciugò gli occhi, in un attimo.
-Non potevi svegliarti prima, vero, Lily?Merlino. Tu menti a te stessa fino alla fine, non è così?Non capisci che così ci vanno di mezzo anche gli altri?-
La rossina si irrigidì. L'orgoglio, ancora una volta, ebbe la meglio.
-Io non mento a me stessa, Emmeline. Per Merlino, vi siete tutti fissati con questo fatto che a me piace Potter, ma a me non piace, ve lo volete mettere bene in testa?!-
Emmeline rise, amara.
-Certo. Allora avevi la sua foto sotto il letto per farci una sorta di rito woodoo, immagino.-
-No, io...-
-Tu cosa?-
-Io non ti ho mai chiesto niente, Emmeline!Non voglio che lo molli!-
-E secondo te a me farà piacere vedere la mia migliore amica che soffre?Che muore dietro al ragazzo con cui sto?Mi conosci, Lily?Mi hai mai veramente conosciuta?Cosa pensi che farò, io adesso?-
-Io non muoio dietro a nessuno.- ringhiò Lily, il viso arrossato per la rabbia.
-Dannazione, Lily, lui amava te, ti rendi conto?-
In quel momento, neanche a farlo apposta, il buco del ritratto si aprì. Evidentemente, il pranzo era finito.
Dal buco entrò James, sorridente.
-Ehi, c'è...- Poi si accorse dell'aria che c'era nella stanza. Aggrottò la fronte. Dubbioso, passò lo sguardo da Emmeline a Lily, lentamente.
Emmeline aveva gli occhi pieni di lacrime, e Lily aveva un'espressione arrabbiata, come se fosse appena esplosa.
-Che succede?- chiese, con calma apparente. Guardava Emmeline.
-Perchè non lo chiedi a lei?- ringhiò la bionda, furiosa, la voce pericolosamente incrinata.
Detto questo, si girò senza una parola, e con passo di marcia salì le scale del dormitorio femminile.
Si sentì chiaramente, quando sbattè la porta dietro di se.
James guardò le scale, per un attimo, ancora sbalordito, poi si voltò verso Lily.
-Cosa è successo?-
-Non sono affari tuoi, Potter.- ringhiò lei, senza esitazioni.
James incrociò le braccia al petto, stringendo gli occhi.
-Io invece credo proprio che siano affari miei, visto che la mia ragazza è appena salita in dormitorio sbattendo la porta.-
-Allora non vedo perchè dovrei essere io, a dirti cosa è successo.-
Lily aveva alzatò gli occhi.
-Si può sapere cosa diavolo le hai detto, Evans?-
-Ah, certo.- Lily fece un ampio gesto con la mano, arrabbiata. -Naturalmente, partiamo subito dal presupposto che sia stata io a dire o fare qualcosa di sbagliato, giusto?!-
Senza che nemmeno se ne fossero accorti, si erano avvicinati. Nessuno dei due se ne rese conto, ma stavano bisticciando esattamente come qualche mese prima.
-Ovvio.- sbottò Potter. -Tu non fai mai niente, vero, Evans?La colpa è sempre degli altri, mai tua, mi raccomando.-
-Ah, perchè tu ti ritieni un santo, non è così?James-io-sono-il-più-figo-Potter!-
-Stai cambiando discorso.-
-Io non sto affatto cambiando discorso!-
-E allora saresti così gentile da spiegarmi perchè diamine Emmeline è corsa in camera sua, piangendo?!-
Solo in quel momento, Lily si accorse di quanto si erano avvicinati. Erano faccia a faccia, e per poco lei non si era alzata sulle punte, tetando di raggiungerlo in altezza.
-Non credi sarebbe più giusto che te lo dicesse lei?- sibilò, tra i denti.
-No, voglio che me lo dica tu, Evans.- la voce di James era roca, e Lily quasi rabbrividì.
Il fiato di lui le arrivò dritto sul viso, e si sentì, per un attimo, stranissima. Come se finalmente avesse trovato casa sua.
-Tanto daresti ragione a lei.-
ringhiò, furiosa.
-Se hai così paura che dia ragione a lei, allora mi viene il dubbio che sia davvero così.- ringhiò, a sua volta, il Malandrino. Era strano. Sotto l'incazzatura, dietro a quel litigio, sentiva uno strano calore, uno strano fervore che non sentiva da un po'. E allora capì.
Lily era il fuoco.
Lei, le fiamme, lo stavano riavvolgendo, e lui non stava assolutamente facendo nulla, per fermarle. Ci era troppo abituato. Quella passione che veniva fuori, quel litigare come con nessun altro, gli era troppo familiare, troppo facile.
Gli era mancato quel battibeccare continuo, quelle conversazioni fatte di botta e risposta.
Improvvisamente, gli venne in mente Emmeline. Non poteva. Non poteva ricaderci così. Così non la proteggeva affatto, anzi.
Stava ricadendo vittima del solito egoismo, della solita parte che non poteva fare a meno di Lily Evans.
-Io?Paura?E di cosa?Non farmi ridere, Potter!-
La sua Lily. Fiera e combattiva, come sempre.
-E allora dimmi cosa è successo e facciamola finita, Evans!-
Vedere Emmeline che piangeva aveva avuto uno strano effetto, su di lui. Non capivca cosa fosse. Eppure, in quel momento sapeva che non poteva certo abbandonarla così.
Lily roteò gli occhi.
-Niente, Potter. Dannazione, è stato solo un maledetto equivoco, stop, chiaro?Tu non c'entri niente.-
Lo disse in modo tale che James capì al volo che lui c'entrava, eccome.
La fissò, la mascella indurita.
-Chissà perchè, qualcosa mi dice che non è così, Evans.-
-Cosa vuoi saperne tu, dei miei problemi con Emmeline?Potter,stanne fuori, per Merlino!-
-Non ho nessuna intenzione di starne fuori, Evans!-
In quel momento, senza che i due litiganti se ne accorgessero,entrò Sirius.
Appena vide James e Lily faccia a faccia, inarcò un sopracciglio.
Senza fare una piega, prese la bacchetta, e fece comparire un pacchetto di caramelle gommose davanti a lui. Poi, con passo felpato, come se fosse la cosa più naturale del mondo, si lasciò cadere sul divano e, sempre con l'aria di chi la sa lunga, si mise a osservare il litigio, neanche fosse stato ad un cinema Babbano.
-Merlino, Potter, sei sempre così dannatamente egocentrico, pensi sempre che tutto ruoti intorno a te. la sai la novità?Il mondo gira anche se non ci sei tu!-
-Con questo discorso dove vuoi arrivare, Evans?-
-Dove vuoi arrivare tu, piuttosto!Vieni qui, improvvisamente sembri essere cambiato come se nulla fosse, ti metti con la mia migliore amica, ci fai litigare. E poi mi chiedi dove voglio arrivare?-
James si allontanò di scatto incrociando le braccia al petto.
-Ah. Quindi è qui, il problema, Evans. Tu sei gelosa.- scosse la testa. -Sei gelosa. Di cosa, esattamente?Cosa vuoi Evans?No dimmelo, davvero, perchè io non capisco. Cosa diamine vuoi?Hai passato una vita, a dire che mi odiavi. Una vita. E adesso?Cos'è, sei gelosa del fatto che non hai più il cagnolino che ti scodinzola dietro?-
Era talmente arrabbiato, che si era totalmente dimenticato di tutto quel che era successo. Era come se lui fosse tornato il James Potter di qualche mese prima, e Lily la Lily Evans di sempre.
-Cosa vuoi, Evans?-
Ripetè, a bassa voce.
Lily sobbalzò.
Cosa vuoi?
Non lo so, cosa voglio, James.
Voglio quello che vuoi anche tu.
Senza nemmeno pensarci, arrabbiata con il mondo, urlò.
-Cosa voglio?Se vuoi ti dico esattamente cosa non voglio, Potter. Non voglio sicuramente quello che vuoi anche tu!-
Era una risposta assolutamente senza senso, se ne rendeva conto. Eppure, per un secondo le sembrò che James sobbalzasse, scottato.
La guardò, in tralice.
-E sentiamo, secondo te cos'è che vorrei, io?-
-Non lo so!Qualunque cosa tu voglia, però, è sicuramente sbagliata!- lo disse con fervore, non sapendo nemmeno cosa stava dicendo.
è sbagliato che tu mi voglia difendere, James.
Lily non fece caso a quell'ultima uscita della sua testa, troppo impegnata a guardare James.
-Benissimo, Evans, allora mi sembra che sia totalmente inutile rimanere qui a discutere!-
-Bene, allora, non vedo perchè tu sia ancora qui!-
-Perfetto.-
Come se Lily improvvisamente non ci fosse più, le diede la schiena.
Si accorse di Felpato.
-Sirius?Che diamine ci fai qui?-
Sirius alzò le spalle, masticando una caramella arancione.
James scosse la testa, come a indicare che non importava. Poi si voltò verso il dormitorio femminile, gli occhi stretti a fessura.
-Se pensi che siano delle stupide scale a fermarmi..- mormorò. In un attimo, senza nemmeno che Lily avesse sentito l'incantesimo, dal dormitorio maschile scese una scopa, fischiando.
Senza dire una parola in più, Ramoso uscì dal buco del ritratto.
La rossina guardò Sirius.
Sirius guardò Lily, alzando le sopracciglia.
E Lily prese un cuscino, colta dalla rabbia.
-Non lo sopporto.- urlò, facendo volare il cuscino sulla finestra, che poi cadde con un tonfo.
Prese la bacchetta, e Sirius per un attimo temette davvero per la sua incolumità.
-Lo odio- ringhiò Lily, infuriata, strappando il cuscino di prima e facendo volare attorno a se un mucchio di piume variopinte.
-No, dico, come si permette?!- scagliò un altro cuscino in aria. -Lui non sa niente di me. Niente.- Il cuscino finì a terra, di schianto. -Come si permette a giudicarmi?- Scosse la testa.
-Io, gelosa?Di lui?Ma per favore!- Altre piume svolazzarono per aria. -Il solito egocentrico, immaturo ragazzino viziato. Come se a me importasse qualcosa di cosa diavolo fa!- Aveva gli occhi lucidi di rabbia. -E mi chiede persino cosa voglio!Cosa voglio io!Cosa vuole lui, piuttosto!-
Prima che potesse scagliare un altro cuscino, sentì, dietro di se, un caldo innaturale.
Si girò.
Il fuoco, nel caminetto, si era acceso.
La sua rabbia, unita alla sua magia, avevano fatto divampare le fiamme.
E, stranamente, mentre veniva catturata dalla danza arancione del fuoco, sentì qualcos'altro nel suo cuore, oltre alla rabbia.
Una strana calma, innaturale, si impossessò di lei.
Danzano, danzano le fiamme.
Perchè se la prendeva tanto...?
il fuoco crepitò, come volerle dare una risposta.
In un attimo, le venne in mente il sogno. L'incubo.
Lei...si sentiva così male, quando vedeva James sposarsi. Perchè?
Era una cosa assurda. Innaturale.
Cosa vuoi, Evans?
E in un attimo la risposta le parve chiara, limpida.
Come se fosse sempre stata lì, bisognosa solo di essere tirata fuori. Non capiva perchè fosse stato tanto difficile, ammetterlo.
Perchè lei era gelosa.
E se ne accorgeva solo in quel momento.
Stupida, era una stupida.
Lei voleva lui.
Davanti alla danza delle fiamme, attirata dal loro vagare perpetuo, tutte le risposte le furono chiare.
Si voltò verso Sirius, in trance.
Come se non lo vedesse davvero.
Lui la guardò. Aspettando la rivelazione. Che sapeva sarebbe arrivata presto.
Lily sospirò. Si passò una mano nei capelli, stanca. Si voltò di nuovo verso le fiamme, che disegnavano arabeschi arancioni e gialli.
-Mi sono innamorata di James Potter.- disse, in un soffio.











Eccomi qui XD come promesso, ho fatto più presto e con un capitolo lungo il doppio. Contente?XD(no -.- ndtutti) dettagli XD passando al capitolo...vi potrà sembrare che alcuni discorsi siano contorti, e magari senza senso. L'ho fatto apposta, per rendere meglio l'idea:sapete quando si litiga, no?a volte capita, siccome si parla fondamentalmente senza pensare, che vengano fuori dei discorsi assolutamente campati in aria, vi è mai successo(ehm...no O_O ndtutti)(ma uffa XD ndme) vabbe insomma. vado di frettissima, (non l'ho nemmeno riletto, e mi sa che manca qualche n qua e là:ho la tastiera impazzita -.-)quindi nn vi ringrazio una  a una, ma comunque un grandissimo grazie a: Nikki Potter(naturalmente sirius avrà un ruolo fondamentale nella faccenda ricordi XD è il secondo amore della mia vita, come potrebbe non essere una sorta di protagonista?XD) sarina87, weasley star, zukkyna(muahauahauah...PICCOLA ZUKKY ci sentiamo su msn XD) pony(O_O guarda che mi fai paura XD ) darkalexandra85(grazie mille ^^ uhm...diciamo così...James è ancora molto ingenuo, infondo..quindi non è che non ci pensa, semplicemente da per scontato che Harry nascerà da qualcun altro, qualcosa del genere. Grazie comunque ^^) karmenpotter(hai esattamente beccato il punto: james è decisamente affezionato a emmeline, le vuole davvero  un bene dell'anima, sebbene sappia che Lily è sempre Lily.E, si, emmeline è un'amica, è davvero disposta a sacrificarsi:motivo per cui anche in qst capitolo si arrabbia:se lily si fosse svegliata prima, avrebbe risparmiato un sacco di dolore inutile a emmeline. brava, sei una delle poche che ci è arrivata, vuol dire che nn sn proprio schifosa come autrice XD)  Mousse (in effetti, pensandoci si, anche heidi ha il suo perchè XD poi qualcosa di malsano ce lo deve avere anche lei, per vedere le caprette che le fanno ciao XD) oOoPRONGSIEoOo(tesoro ti rispondo su msn XD) Bella1309(grazie mille ^^) Sherry, Iva27 (Siiiiiiii facciamo il club di pazze XD) Star Petal(vickyyyyyyyyyyyyy!!!sei tornata XD tranquilla, ti capisco, in quanto a pigrizia e/o impegni  sono messa esattamente come te, quindi tranquilla, nemmeno io spesso recensisco XD l'importante è che leggi XD bwuahauah) tonks17 (haha...no, elphias è un elfo...non importa se nn hai capito, l'ho fatta apposta moooooooolto criptica come cosa XD bwuahauah Xd si scoprirà tt più avanti XD) lizzie166, Princessmarauder (tranquilla ^^ l'elfo...si scoprirà più avanti XD buahauaha XD invece...si bè, Sirius e Lily diventeranno molto amici, in futuro. Però, nota bene NON si metteranno mai insieme XD) pikkolina88, muahah (si è lo stesso. Perchè elfo...?Perchè mi ispirava così, fondamentalmente XD) Miss Rainbow(ha visto che brava?XD) _evans_, e Yrdyan(tranquilla...hai gli esami?Cosa porti?XD)


bene, ho finito. scappo, che devo uscire XD un bacione!















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Capitolo 16
*** Sole, Terra e Venere ***


cap 16 ATTENZIONE!!!HO AUMENTATO IL RAITING. NON CHE CI SIANO DELLE SCENE PARTICOLARMENTE VIOLENTE, MA AD ALCUNE PERSONE PENSO CHE CERTE COSE POTREBBERO DARE FASTIDIO, QUINDI PER SIUREZZA L'HO AUMENTATO.
GRAZIE A TUTTI VOI.


Questo capitolo lo dedico a Zukkyna, per il suo compleanno, anche se in ritardo XD ti voglio bene scema XD







Le fiamme continuavano a crepitare nel silenzio, illuminando di arancione il viso di Lily.
Assurdo.
Tutto quello era assurdo.
Come poteva lei, Lily Evans, essersi innamorata di James Potter?
Assurdo. Oltre che improbabile, folle e impossibile.
Lei era una persona che amava la stabilità. La razionalità, la logica, la concretezza.
E Potter era l'antitesi di tutto questo.
Era impulsività, istinto, irrazionalità.
Fece un lungo respiro, mentre gli occhi verdi seguivano il contorno sinuoso del fuoco.
Alla fine Mary aveva avuto ragione.
Tutti avevano avuto ragione, in fin dei conti.
Mary, Marlene, Emmeline.
James.
Con un altro sospiro, si voltò verso Sirius Black, appoggiato mollemente sul divano, che la osservava, impassibile.
Con lentezza studiata, guidata più dalle gambe che dal cervello, si sedette accanto a lui, con un tonfo stanco.
-Sono innamorata di James Potter. E sono dannatamente, fottutamente gelosa.- come se dirlo ad alta voce l'avesse aiutata a sentirsi meglio.
Black sollevò gli occhi al cielo.
-Evviva. Ringraziamo il caminetto che ti ha fatto arrivare a questa brillante conclusione.- Borbottò. Poi sventolò una caramella gommosa impugnata nella mano sinistra, tanto per dare più enfasi alla frase. -Sul serio, fra un po' persino Gazza mi chiedeva se ci stavi completamente con la testa.-
Lily lo guardò male per un secondo, per poi puntare di nuovo lo sguardo fisso davanti a se.
-Sono una stupida.- mormorò.
Sirius, senza mutare minimamente espressione, sollevò un sopracciglio, addentando con lentezza la caramella color melanzana.
-Certo che lo sei.-
Masticava con lentezza, come se si stesse parlando del tempo.
Lily lo guardò, per un attimo stupita da quella risposta irriverente.
Poi sorrise, pensando che da Sirius Black non ci si poteva aspettare altro che franchezza.
Poi sospirò, afflitta.
-E adesso?- sussurrò, forse più a se stessa che al moro.
Il bel Black sollevò le spalle, con aria leggermente annoiata, come se la risposta fosse fin troppo scontata.
-E adesso, combatti.-
-Come se fosse facile.- borbottò Lily, senza guardarlo.
Sirius sbuffò, esasperato.
-Certo che è facile. Basta volerlo.-
La rossina lo guardò, lo sguardo sofferente.
-Lui, la sua scelta l'ha già fatta. Non posso mettermi in mezzo, Sirius.-
Con sua grande sorpresa, il moro scoppiò a ridere, come se Lily avesse appena fatto una battuta da guisness da primati.
-Ti sbagli, Evans.- scrollò la testa, trasformando la risata in un sorriso, che alla rossina parve cosparso da un'insolita amarezza. -Lui la sua scelta non l'ha fatta. Lui si è imposto, di scegliere. Non so perchè e non so quando, ma da quel dannato giorno in cui l'abbiamo trovato in camera da solo, lui ha deciso, indipendentemente dalla sua volontà, che doveva imporsi una scelta.  Si è costretto a scegliere, non ha scelto.- sollevò le spalle, in un gesto di frustrazione. -Emmeline lo sta solo cercando di risollevare dal baratro in cui si è volontariamente buttato.-
La Evans sgranò gli occhi, puntando gli occhi verdi in quelli blu di lui.
-Perchè?- chiese, in un soffio. Non credeva di aver capito.
-Io non lo so, Evans.-
Lily spostò di nuovo lo sguardo verso il caminetto. Iniziava a fare piuttosto caldo, ma non accennò a spegnere il fuoco.
-E quindi secondo te cosa dovrei fare?Non posso andare da James e Emmeline e dirgli: ehilà, ho scoperto di essere innamorata di te, James... Em, mollalo, per piacere, adesso non hai più motivo di stare con lui.-
Sirius scrollò le spalle.
-E perchè no?-
Lei lo guardò, allibita.
-Stai scherzando, vero?Come pretendi che faccia una cosa del genere?-
Il moro sbuffò.
-E allora non lamentarti, Evans.- sbottò. -Non vuoi farlo?Bene, non farlo.- Ignorò lo sguardo stupito di Lily, e scosse una mano, in aria. -Vuoi soffrire?Vuoi continuare a compiangerti, a chiederti se avresti potuto fare qualcosa?Vuoi continuare a vedere Emmeline e James felici e contenti che si sbaciucchiano negli angoli nascosti del castello?Vuoi stare a guardare, finchè lui un giorno la sposerà, e poi lei verrà tutta contenta a chiederti se vorrai essere la madrina dei loro figli?Benissimo, Evans, ma poi non lamentarti. Non puoi pretendere che ci sia sempre qualche santo che corre dietro ai tuoi capricci per sei anni, donandoti il suo amore incondizionato, ricevendo solo disprezzo, e poi pretendere di riaverlo indietro senza muovere un dito.- prese fiato, alzando gli occhi al cielo. La rossina intanto era rimasta immobile, quasi impietrita. -Vuoi James?E allora devi combattere. La vita è una lotta continua, Evans. Anche lui ha sofferto, cosa credi? Tu non l'hai mai visto dopo ogni tuo rifiuto, non l'hai visto di notte, quando nessuno poteva vederlo, come stava fottutamente male. Non l'hai visto spaccare mezzo dormitorio per la rabbia e la frustrazione.- guardò Lily, intensamente. -Lo rivuoi indietro?E allora lotta, combatti, con le unghie e con i denti, per Merlino, ma non pretendere che tutto ti sia dovuto, che basti uno schiocco di dita e tutto torni come prima. Reagisci. Questa non è una favola, Evans. Non è una fiaba. Nella vita reale il principe azzurro non può inseguire per sempre la principessa. Non c'è un perchè. Semplicemente, non può, e non lo farà.-
Lily lo guardò, sbigottita da quella piccola ramanzina.
Sirius la fissava, indifferente, come se tutto quel discorso fosse semplicemente un argomento del quale si parlava tutti i giorni. Poi sorrise, quasi affettuosamente.
-Solo James è così folle da andare dietro alla stessa ragazza per sei anni di fila.-
Lei inarcò un sopracciglio, ma sotto sotto era divertita. Forse perchè, sebbene in fondo al cuore quelle parole le avessero fatto male, sapeva che il Malandrino aveva ragione.
-Perchè mi hai fatto tutto questo discorso, Black?-
Lui scrollò le spalle, incurante.
-Perchè voglio che James sia felice. Con Emmeline è felice, ma è una felicità diversa, rispetto a quando stava con te. Me ne sono accorto prima, quando litigavate.-
La rossina aggrottò la fronte, interrogativa.
-Quando litigavamo?Che cosa?-
Lui scosse la testa, con un ghigno.
-Lascia stare, Evans. Non capiresti.-
-Ma...-
-Niente ma.- fece, scuotendo la mano, in un gesto imperioso. -Non è di questo che stavamo parlando.-
Il volto di Lily si indurì, in un moto di tristezza.
-Già.- mormorò.
Stavano parlando di come lei stava lasciando mollemente che la vita le scorresse addosso, senza afferrarla, e di come avesse lasciato andare il ragazzo che le piaceva senza fare niente.
-Quindi secondo te, Black, cosa dovrei fare?-
Il moro ghignò.
-Potresti prenderlo, sbatterlo contro il muro e baciarlo, tanto per vedere se si sveglia.-
Lily spalancò gli occhi, sentendosi il viso in fiamme in un attimo, senza preavviso.
-Cosa?!-
Sirius allargò il ghigno, malizioso.
-Vuoi farmi credere che non ti piacerebbe?-
-Black!Non dire assurdità!-
Lui sbuffò, senza smettere di sogghignare.
-Che donna pudica.-
La rossa lo guardò malissimo.
-Che uomo pervertito.- replicò, con una smorfia.
Cercò di scacciare in fretta l'immagine succulenta di un possibile bacio con James alla maniera descritta da Black.
-E poi- borbottò, sbuffando -Mi dici come diavolo farei a sbatterlo contro il muro?è alto il doppio di me, quasi!-
Il moro sogghignò, divertito. Poi si fece serio. La guardò.
-Eppure, non sarebbe la prima volta che riesci a metterlo con le spalle al muro.-
Lily bloccò qualsiasi risposta avesse avuto in mente. Le tornarono in mente tutti quei momenti in cui lei, visibilmente incazzata, faceva arretrare un James Potter titubante, con solo la forza della voce minacciosa e degli occhi stretti a fessura.
-Era diverso.- mormorò, quasi con tristezza. Le mancavano le sgridate ai Malandrini, quasi le mancavano le Malandrinate stesse che la mandavano tanto in bestia in passato.
Sirius scosse la testa, con le labbra strette.
-Non era diverso. Tu eri diversa, lui era diverso. Semplicemente.-
Lei aggrottò la fronte.
-Cosa intendi dire?Io non sono cambiata.-
Sirius scosse la testa.
-Tu hai smesso di essere Lily Evans da quando lui ha smesso di essere James Potter.-
Vedendo che Lily aveva una faccia perplessa, sorrise.
-Come faccio a spiegarti...hai presente il sistema solare?Le stelle, i pianeti, la terra?-
-Certo, ma cosa c'entra?-
-Niente esisterebbe senza il Sole, hai presente?I pianeti, le stelle, tutto vive di luce riflessa. Se il Sole si spegnesse, tutto si spegnerebbe: la Terra non esisterebbe più, tutto morirebbe.-
Senza nemmeno aspettare che Lily replicasse, fece un ampio gesto con la mano. -Ora, fai finta che James sia il sole. Se ci pensi, un sacco di gente conta su di lui. Emmeline, Remus, Peter, io...persino i Serpeverde avrebbero una vita molto più noiosa, se non ci fosse James.- sorrise, probabilmente ricordandosi qualche episodio passato con il suo migliore amico. -E, anche se non lo ammetteresti mai, anche tu facevi conto su di lui. James è una sorta di sole, dal quale tutti prima o poi raccolgono la luce. Naturalmente tende a emanare calore, senza chiedere nulla in cambio. E noi siamo tutti pianeti o stelle, che gli giriamo attorno senza nemmeno accorgercene, cercando di sfruttare il più possibile quella luce, qual calore. Emmeline è Venere, forse, uno dei pianeti più vicini al sole, uno di quelli che hanno più bisogno di prendere la luce.- poi ghignò. -Peter è Mercurio, quello più vicino al sole, e quindi più difficile da osservare. Ha paura di quello che potrebbero fargli gli altri, e quindi si nasconde dietro ai raggi solari, per non essere ferito. E così via.- ghignò di nuovo, lanciando un'occhiata divertita a Lily che sembrava assorta.
-Tu sei la Terra.-
Lily aggrottò la fronte, stupita. Non che si aspettasse qualcosa di più romantico, però, essere paragonata alla Terra...non sapeva nemmeno se prenderlo come un complimento.
-Cosa?-
Il bel Black rise.
-Si. Noi esseri umani siamo sempre stati terribilmente egocentrici, lo sai, no?Fino a qualche secolo fa si credeva che fosse il Sole a ruotare attorno alla Terra, non viceversa. Tu sei la Terra, perchè credevi che fosse il Sole a gravitare attorno a te, quando invece, anche se non lo ammetti, eri tu che traevi luce da lui. Spegnendosi, ha spinto di conseguenza anche te a spegnerti. Per questo per lui è stato così facile dimenticarti: perchè non sei più la Lily Evans di cui si era innamorato. La Lily Evans di prima era allegra, solare, in un modo o nell'altro non era mai completamente sola. La Lily Evans di prima combatteva, se voleva qualcosa. Ti stai spegnendo. Invece devi fargli capire che anche tu puoi brillare e dare luce, e non necessariamente luce riflessa.-
Lily fece un sorrisetto ironico. Quel discorso l'aveva colpita.
-Black, fai questi discorsi, quando tenti di conquistare una delle tue ochette?-
Sirius sghignazzò.
-Veramente mi basta prenderle e baciarle, per conquistarle. Però, potrei provare, tanto per cambiare.-
La rossina rise. Era strano, ma solo adesso si accorgeva che Black era veramente una bella persona. Dietro allo sbruffone, dietro a tutto, c'era un grande amico.
Era contenta di starsi avvicinando a una persona del genere. Aveva l'impressione che una volta ottenuta la fiducia e l'amicizia di Black, sarebbe stato difficile liberarsene.
-Sai-disse -Ho sempre considerato una sciocchezza, il fatto che due amiche litigassero per un ragazzo. Insomma- sventolò una mano in aria. -La mia teoria è che è stupido arrabbiarsi se una tua amica si mette con il ragazzo che ti piace. Se il ragazzo in questione si è innamorato di lei, che senso ha arrabbiarsi?Se lei ama lui, e lui ama lei, è una cosa naturale che stiano insieme. Insomma, rischiano di starci male tre persone per niente: la tipa perchè lui non la considera, l'amica della tipa perchè ama lui ma non può avvicinarsi, e lui perchè vede che quella che gli piace non osa avvicinarglisi. Non ha senso rovinare un'amicizia per un ragazzo.-
Stette in silenzio, riflettendo. Sirius sorrise.
-Ovviamente, hai ideato questa brillante teoria quando non eri innamorata, la tua lucidità era ancora ben presente e riducevi l'amore a una questione di razionalità.-
Lily ghignò.
-Ovviamente.- sussurrò, ricordandosi quella bambina dodicenne dai capelli rossi che pretendeva di spiegare l'amore con poche parole. -E non ero innamorata di James Potter, specifichiamo.-
Sirius ridacchiò.
-Perchè mi hai fatto tutto questo discorso, Evans?-
La Evans sollevò le spalle.
-Non lo so. Forse per dire che non ce l'ho con Emmeline. O forse è per dire che non voglio che Emmeline ce l'abbia con me. Oh, non lo so.-
Il rampollo di casa Black fece un sospiro esasperato.
-Sarebbe tutto decisamente più facile, se sapessimo cosa diamine ha scatenato la reazione-o meglio, la non reazione- di James.-
Le lanciò un'occhiata allusiva, come per chiederle qualcosa che non sapeva nemmeno lei.
Lei sospirò.
Harry...
Rabbrividì. Non capiva cosa c'entrasse in quel momento quel nome.
Molti in futuro si chiesero come si fosse sentito il pluriomicida Sirius Black sapendo di aver consegnato il suo Padrone dritto tra le braccia della morte...
Cosa comporteranno quei quattro anni?Cosa comporteranno, Evans, cazzo, dimmelo!

Il Signore Oscuro, venuto a conoscenza della residenza dei Potter tramite il sopracitato Sirius Black..
Uno sguardo nocciola sconvolto, stravolto. Una sorta di risata amara.
Deve esserci un errore.
James...
Sirius non farebbe mai una cosa del genere. Mai. Chi scrive queste cazzate?
Mi stai mollando, Potter?
Spalancò gli occhi.
Perchè quelle frasi la perseguitavano?
Cosa avevano a che fare con James?E chi era Harry?
Improvvisamente si sentì stanca, spossata. Aveva ragione Black. Lei si era spenta. Non combatteva più, non reagiva più. Che fine aveva fatto Lily Evans?
Si è spenta con gli occhi di James. Si è spenta con il sorriso di James. Anche Sirius si era spento. Anche Remus, involontariamente. Non era giusto.
Si accorse che la vecchia Lily Evans doveva tornare a combattere, doveva riprendere in mano le redini della sua vita.
Se voleva che il Sole tornasse a brillare, avrebbe dovuto imparare a brillare di luce propria, in modo da donare la sua luce al sole che l'aveva tanto riscaldata fino a quel momento.
Sorrise, pensando che stava diventando un po' troppo melodrammatica.
Ma comunque, qualcosa andava fatto.
Tanto per cominciare, la vecchia Lily Evans non si sarebbe fatta sopraffare da dei messaggi subliminari che le mandava il suo stupido cervello. Doveva capire cos'erano, quelle frasi.
Forse avevano un nesso con quello che era successo a James.
-Io ho come un vuoto.- bisbigliò. Scosse la testa, mentre Sirius la guardava, incuriosito. -No, non è esatto parlare di vuoto. Non lo so. Ho delle...senzazioni, che non so bene quando ho iniziato a provare. Faccio sogni strani. La mia testa mi fa sentire frasi che posso giurare di non aver mai sentito realmente. Ma James, in un modo o nell'altro, in questi sogni o in queste frasi, c'entra sempre. Io non ho...la più pallida idea di cosa gli sia successo, davvero. Però...a volte ho come la senzazione di non ricordarmi qualcosa. Qualcosa di fondamentale. Non so come dire. Forse è un discorso stupido, e sono solo io che mi faccio castelli in aria per nulla.-
Perchè si stava confidando con Black?
Perchè è l'unico che conosce James come le sue tasche, le rispose una vocina nella sua testa, prontamente.
Vide Sirius aggrottare l'aristocratica fronte, perplesso.
-Pensi che queste...senzazioni, c'entrino con James?-
Lei scosse la testa.
-Sicuramente c'entrano con James. Lui è...c'è sempre, non so come dire. Le voci che sento, o appartengono a lui, o sono pensieri che riguardano lui, non so come dire. E poi...c'è..Harry.-
-Harry?-
Lily sospirò.
-Non ho idea di chi sia. Faccio un sogno, tutte le notti...James...James si sta sposando...a volte con Emmeline, a volte con un'altra ragazza.- aggrottò la fronte. -Non credo sia importante. Io...io sono lì, e lo osservo...in mano ho qualcosa...qualcosa che non riesco mai a vedere cosa sia, tranne...alla fine, quando scopro che è..un neonato. Morto, pieno di sangue.- rabbrividì. -E poi c'è un nome, questo nome...Harry...che continua ad attraversarmi la testa, come una litania. E mentre osservo Potter sposarsi, mentre la folla di invitati mi addita come Mezzosangue, io..io so che morirò...che moriremo. Senza James moriremo.-
Guardò Sirius, sentendosi svuotata. Si accorse solo in quel momento di quanto aveva avuto bisogno di sfogarsi.
Sirius fece un sorrisetto.
-James non lascerebbe mai che la folla ti additasse come Mezzosangue.-
Lily sospirò.
-Lo so.-
-Tu e Harry morirete?-
-Non lo so. Non so chi sia Harry. Vorrei cercare di capirlo.-
Sirius aggrottò la fronte di nuovo, cercando di collegare i pochi pezzi che la Evans gli aveva fornito. Forse James aveva scoperto qualcosa su questo tale, Harry, che lo aveva spinto ad allontanarsi dalla Evans.
O forse...
Il suo ragionamento fu interrotto dal buco del ritratto che si apriva, con uno scatto.
Con fare imperioso, dal Buco entrò la Professoressa Mcgranitt, accompagnata dal suo inseparabile cipiglio severo.
-Signorina Evans, dovrebbe...-
Si bloccò, strabiliata, chiedendosi cosa diamine ci facesse la Evans seduta tranquillamente con Black accanto. Che quello scapestrato stesse cercando di portare anche lei fuori dalla retta via?
Solo in quel momento Lily parve accorgersi dell'ora tarda, e che ormai le lezioni del pomeriggio avrebbero dovuto essere iniziate da un pezzo.
Saltò in piedi, imbarazzata, lisciandosi la gonna.
-Professoressa!Ehm, ci scusi. Adesso andiamo subito a lezione, vero Black?-
Cercò di fare un sorriso allusivo a Sirius, come a chiedergli di non andare a cercare guai.
La donna inarcò un sopracciglio. Poi parve accorgersi del caminetto acceso.
-Non avete caldo?- con una rapida mossa, spense il fuoco scoppiettante. Poi si rivolse nuovamente ai grifondoro.
-Stia tranquilla, signorina Evans, non ero venuta per rimproverarla. Stiamo radunando tutti gli studenti di Grifondoro e Serpeverde per conto di Silente, dobbiamo mostrarvi una cosa.-

Lily aveva sempre considerato i sotterranei un posto estremamente lugubre.
Ora però, sembrava stessero andando oltre i sotterranei. Il corridoio che stavano percorrendo era buio e silenzioso, gli echi dei loro passi risuonavano in modo sinistro.
Il pavimento sotto ai loro piedi sembrava marcio.
Lily non aveva la più pallida idea di dove stessero andando. La professoressa camminava davanti a loro, spedita, quasi impaurita lei stessa da quel luogo.
Sperava di sentire qualche voce conosciuta, ma regnava il silenzio più assoluto. Vedeva Black osservare tutto con aria eccitata e incuriosita. Quella probabilmente era una parte del castello che nemmeno i Malandrini avevano mai visto.
Aveva sentito chiaramente, passata l'aula di Pozioni, il respiro della professoressa farsi più pesante, nello sforzo di concentrarsi. Avevano svoltato così tanti vicoli e vicoletti, che Lily era sicura che non sarebbe mai riuscita a tornare indietro.
Cosa poteva volere Silente là sotto?
Solo allora le veniva in mente che poteva essere uno stupido scherzo dei Serpeverde. Magari qualcuno aveva fatto della Pozione Polisucco e...
Proprio in quel momento, la Mcgranitt si fermò. Erano giunti davanti ad una grande porta di legno massiccio.
Con un sospiro, la Professoressa la aprì.
In quel momento, con grande sollievo di Lily, si sentì un familiare vociare.
All'interno c'era tutta la Casa di Grifondoro, che chiaccherava, concitata.
Entrò, sentendosi più tranquilla, mentre il portone dietro di lei si chiuse automaticamente.
-Lily!- si voltò verso la voce che l'aveva chiamata.
Marlene le venne incontro, di corsa.
Poi parve ricordarsi della litigata. Arrossì. Le dispiaceva aver litigato con Lily.
Vederla il giorno sucessivo tutta sola le aveva fatto piuttosto male, anche se comunque una parte di torto ce l'avevano entrambe.
-Ehm...Lils..-
Lily scosse la mano, scocciata, alzando gli occhi al cielo. Sorrise.
-Vieni qui, scema.-
Spalancò le braccia verso Len, che con una risata l'abbracciò.
Era impossibile stare arrabbiati con Marlene per un tempo superiore alle ventiquattr'ore. Era matematicamente impossibile stare arrabbiati con un soggetto del genere.
-Mi dispiace, Lils. Non avevo intenzione di lasciarti sola. Ma è che...-
-Lo so. Dispiace anche a me, in fondo avevate ragione. Tutti.- sospirò, pesantemente.
Marlene la guardò, sospettosa. Poi strinse gli occhi a fessura, fintamente truce.
-Lily Evans, c'è qualcosa che devi dirmi?-
Lily ghignò.
-Chi, io?No, assolutamente nulla.-
Len improvvisamente si fece seria.
-Lily, hai per caso parlato con Emmeline?- gettò un'occhiata alla sua destra. -Non si avvicina a James nemmeno per sbaglio. Abbiamo cercato di farci dire cosa è successo, ma...-
Lily seguì il suo sguardo, e sentì il cuore stringersi nel petto.
Emmeline era lì, vicino ad Alice, le braccia incrociate al petto, quasi avesse freddo. Anche da quella distanza si poteva notare che aveva gli occhi gonfi di pianto.
Doveva parlarle. Il prima possibile. Non poteva sopportare di vederla così. James o non James, innamorata o no, era pur sempre Emmeline, la sua migliore amica, quella con cui era cresciuta. Era come una sorella per lei, quello che Petunia non era stata. Non voleva assolutamente permettersi di perdere la sua migliore amica per una sciocchezza del genere.
Perchè, per quanto si fosse accorta che James era davvero importante per lei, per quanto il suo cuore battesse al vederlo lì, ai margini della folla con Remus e Peter, con il volto rabbuiato, non avrebbe mai euguagliato il rapporto che aveva con Emmeline, Marlene, Mary e Alice.
Così come lui non si sarebbe mai sognato di dare più importanza alla propria ragazza rispetto ai suoi Malandrini.
L'amore passa, l'amicizia no. Punto. Quella sacrosanta verità la sapeva bene anche Emmeline, lo sapeva.
Anche se il suo orgoglio le diceva di stare buona e zitta.
Sorrise.
Era stato Black, a dirle che c'erano persone per le quali valeva la pena mettere da parte i rancori e l'orgoglio. Aveva l'impressione che con quel ragazzo avrebbe costruito una bella amicizia.
Si rivolse di nuovo a Marlene, con la fronte aggrottata.
-Sai perchè siamo qui?-
La moretta scosse la testa.
-So solo che è stato Silente a convocarci qui. Guarda là.- indicò un punto distaccato dalla folla, dall'altro lato della stanza. Solo allora Lily si accorse che, accanto alla postazione che si era scelta la Mcgranitt, c'era una figura incappucciata. Dal lungo mantello marrone si potevano scorgere solo le mani, bianchissime e affusolate. Sembravano mani di donna, ma Lily non ci avrebbe giurato.
Len sollevò le spalle. -Si sa solo che è un grande amico di Silente. Non sappiamo altro. Ne perchè ci ha chiamati qui, ne altro.-
Improvvisamente, la Mcgranitt si schiarì la gola, facendo calare il silenzio. Gli studenti di Hogwarts non avrebbero mai capito come facesse quella donna a zittire le persone con un solo colpetto di tosse.
-Ragazzi, ora prestate attenzione, per favore. Abbiamo delle cose molto importanti da dirvi. Abbiamo riunito qui solo due case perchè questa stanza è troppo piccola per contenervi tutti, perciò appena avrete finito voi, faremo entrare le altre due Casate. Ora, pregherei tutti quanti di prestare la massima attenzione.-
La professoressa rivolse un'occhiata nervosa alla figura accanto a lei, che, annuendo lentamente, fece un passo in avanti.
Tutti gli sguardi degli studenti si fecero attenti.
Emanava un'aurea misteriosa, antica quanto la Magia stessa. Tutti capirono che quella figura di umano aveva ben poco.
Ci fu un attimo di silenzio vibrante, carico di aspettative, mentre l'incappucciato spostava la testa da destra a sinistra, per scrutare ogni studente.
Poi iniziò a parlare, con voce profonda e musicale.
-Non vi dirò ne come mi chiamo ne chi sono o da dove vengo. Non sono cose che vi possono interessare.-
Ci fu uno sbigottimento generale, ma lo sconosciuto non diede a nessuno il tempo di replicare.
-Io sono qui per addestrarvi a combattere. Lì fuori si sta combattendo una guerra.- con la testa accennò un piccolo movimento verso destra. -Ogni giorno la gente muore, mentre voi vi lamentate dei compiti. Ogni giorno, finchè voi qui decidete se fare o no i compiti assegnati per il giorno dopo, fuori c'è gente che non sa nemmeno se ci arriverà, al giorno dopo.-
Lasciò che quelle frasi penetrassero a fondo nell'anima degli studenti, prima di continuare.
-Lì fuori- fece una pausa. -il vostro migliore amico si potrebbe trasformare in un secondo nel vostro peggior nemico. Questa guerra non lascia scampo. Non ci sono ne vincitori ne vinti. Solo, c'è il tentativo di sopravvivere come meglio si può. Ognuno bada a se stesso.-
James strinse le labbra.
Non guardare Peter, James. Non guardare Peter.
James avrebbe tanto voluto sapere dove quell'uomo avesse voluto andare a parare. Non gli piaceva quella figura incappucciata. Non si fidava di chi non aveva il coraggio di mostrare il proprio volto.
Per un secondo, gli sembrò di vedere la figura sorridere, ma poi si ricredette.
-Per questo- continuò l'uomo -sono qui. Oggi il mio scopo è quello di vedere le vostre capacità. Vi metterò l'uno contro l'altro, testerò quanto sareste in grado di sopravvivere fuori da queste mura. Non voglio dei pappe molla, voglio dei combattenti, chiaro? Se non vi ritenete abbastanza forti, potete anche uscire di qui, a me non interessa.- si bloccò. Parve sospirare. -Ma chi tornerà qui dentro la prossima volta, non ne uscirà più, sappiatelo. Qui o si sta con me o contro di me. Non ci sono vie di mezzo.-
Ci fu un brusio generale di sconcerto. L'uomo lo ignorò.
-E ora- parve sorridere. -Posso anche mostrarvi il mio volto.-
Si sfilò il cappuccio dalla testa, mentre parecchia gente tratteneva il fiato.
Il volto magro che si rivelò era incorniciato da capelli biondi e sottili. Gli occhi parevano quelli di un gatto.
-Direi di cominciare.- scrutò la folla, ancora. Li guardò, uno a uno. Alcuni sembravano impauriti dal buio che li circondava, illuminato solo dalle poche lanterne, altri sembravano affascinati.
Pensò che erano tutti dei ragazzini, ancora. Gli dispiaceva iniziarli già a quello che sarebbe stato un mondo crudele e senza pietà.
D'altra parte, Silente sapeva quel che stava facendo. O almeno, così sperava Elphias.
Si schiarì la gola.
-Combattere...- li osservò ancora, con occhi penetranti -..non significa semplicemente tirare fuori una bacchetta e pronunciare qualche parola. Combattere è uno stile di vita. Vuol dire sacrificio. Vuol dire non avere pietà.- trasse un lungo sospiro. -Vuol dire uccidere a sangue freddo.-
A quelle parole molti spalancarono gli occhi. Qualcuno emise dei gridolini spaventati.
-Ma non è solo quello.- continuò, ignorando il sussurro di sottofondo degli studenti.
-Combattere vuol dire anche essere pronti a tutto. Essere agili. Essere pronti a usare ogni mezzo per combattere. Se una persona è brava a combattere con la spada ma non con la bacchetta, o viceversa, bè, ha già perso in partenza.- scosse la testa. -Non si saprà mai cosa il nemico userà per attaccare.-
Sorrise, accondiscendente, vedendo che molti avevano faccie perplesse.
-Per questo ora vi dividerò in coppie, e darò uno strumento a ciascuno. Poi io starò qui, e vedrò quanto siete in grado di fare con tale oggetto. Io non vi dirò niente, sta a voi mostrarmi le vostre capacità. Badate, non me ne frega niente se finite in coppia con un vostro amico o amica, anzi. Ve l'ho detto, dovete essere pronti a tutto. Quel vostro amico potrebbe non essere più tale, usciti da qui.-
Detto questo, lasciando che la folla mormorasse tra se, si rivolse alla Mcgranitt, a bassa voce.
-Procediamo?-
La donna annuì.
-Le decido io, le coppie?-
Elphias scosse la testa, con un leggero ghigno.
-Lo faccio io. Devo metterli l'uno contro l'altro, giusto?-
Lanciò una rapida occhiata agli studenti che bisbigliavano, concitati. Chiuse gli occhi, per concentrarsi meglio.
Con l'età che avanzava, era sempre più difficile individuare le relazioni tra gli umani. Richiedeva sempre una maggiore energia.
Saggiò, con gli occhi della mente, tutte le presenze nella stanza. Era un'operazione molto delicata. Si avvicinava molto all'entrare nella mente delle persone, solo a un livello più complesso. Più che nella testa, penetrava nelle emozioni che una persona provava verso una certa persona.
Sorrise.
-Voglio quello e quello.- sussurrò, indicando alla Mcgranitt chi intendeva cercando di non farsi vedere dai diretti interessati.
La Professoressa annuì.
-Brown!Peterson!Avvicinatevi.-
Due studenti di Grifondoro si avvicinarono, con aria perplessa.
Sempre con gli occhi chiusi, Elphias sorrise.
-Bastone.- disse, a bassa voce. Annuendo, la Professoressa fece apparire due bastoni dal nulla, con aria nervosa.
-Andate in quello spazio là.- fece, indicandogli un punto poco più in là. I due si avviarono, annuendo.
Intanto l'elfo continuava il suo lavoro.
-Migliore amica e ex migliore amico...interessante...voglio quei due.-
Minerva lo guardò, con aria perplessa. La coppia era bizzarra.
-Vance, Piton.- esclamò, lievemente incerta. Vide Emmeline Vance aggrottare la fronte, e Severus Piton fare una faccia disgustata. Sospirò. Li avrebbe dovuti tenere d'occhio, lo sapeva.
-Bacchetta.- disse l'elfo, senza una parola di più.
-Piton, togliti quell'aria disgustata dalla faccia.- ringhiò Emmeline, a bassa voce. -Non fa piacere nemmeno a me.-
La Professoressa indicò loro dove andare, con un sospiro.
-Il moro e la rossa.-
Fece l'elfo, senza badare minimamente cosa accadeva attorno a lui.
Minerva aggrottò la fronte.
-Evans e Potter?Non credo sia il caso, si odiano.-
Lui ghignò. -Invece si che è il caso. Tra loro c'è tanta passione, che sia odio o che sia amore non importa. Voglio vedere cosa sono capaci di fare.-
La donna scrollò le spalle, perplessa. L'esperto era lui.
-Potter, Evans. E niente repliche.- frecciò, prevedendo già eventuali proteste da uno dei due.
Lily e James si avvicinarono, a passo incerto.
James intanto si chiedeva perchè diavolo dovesse capitare proprio con la Evans.
-Spade.- berciò Elphias, già pronto a passare alla coppia sucessiva.
La professoressa li accompagnò al posto a loro assegnato, con aria severa.
Li guardò per bene. Poi inarcò un sopracciglio.
-Potter, Evans. Non voglio urla, strilli o simili. Sono stata chiara?Qui non siamo nel bel mezzo del corridoio, chiaro?-
James guardò la spada che gli era stata data in mano, e guardò Lily che osservava la sua arma con aria piuttosto scettica.
Quell'uomo era pazzo. E se le avesse fatto male?
-Professoressa.- disse, senza staccare gli occhi da Lily. -Non sarebbe meglio cambiare coppia?Non...-
Lily sbuffò.
-Il solito maschilista che crede che noi ragazze non siamo in grado di maneggiare un'arma come si deve. Scommetto che ti batto entro trenta secondi, Potter.-
La Mcgranitt trattenne un ghigno. Era in quei momenti che andava particolarmente fiera delle sue studentesse. Se ne andò, silenziosamente, ritenendo che lì non fosse più utile la sua presenza.
James inarcò un sopracciglio. Poi non potè fare a meno di sorridere. Era di Lily che si stava parlando, non di una qualsiasi, in effetti.
-Non metto in dubbio le tue capacità, Evans, ma dubito che tu possa battere me.-
La rossina sbuffò, di nuovo.
-Il solito sbruffone.-
Lui ghignò.
-La solita acida.-
Si guardarono. Lily sentiva il suo cuore battere all'impazzata. Era strano di come si accorgesse di quante piccole cose le piacevano di lui, ora che l'aveva ammesso ad alta voce.
I capelli neri, perennemente spettinati.
Il colore degli occhi, intensi come due pozzi profondi.
Le labbra. Merlino, quanto avrebbe voluto baciarle.
Le braccia, muscolose e abbronzate.
-Bene. Potete incominciare!-
La voce di Elphias la riscosse in un attimo. Si era imbambolata come una stupida. Arrabbiata, afferrò l'elsa della spada, e la sollevò, senza incontrare resistenza.
Senza esitazioni, mandò un fendente in direzione di Potter, che la bloccò prontamente.
Erano vicini. Dannatamente vicini.
-Dove hai imparato, Evans?- chiese il moro, mormorando, con la fronte aggrottata, senza staccare le due spade incrociate.
Lily sorrise.
-Avere un padre che ti costringe ad andare a lezione di autodifesa a volte è utile, Potter.-
Rapidamente, si staccò.
Fu in quel momento, non si sa perchè, che la litigata di poche ore prima ripiombò tra loro come un macigno. L'aria leggera che si era crata se ne andò, come fumo. Si osservarono per un po', senza fare niente.
Poi Lily si avventò di nuovo contro di lui, con la spada sguainata ben retta tra le due mani.
Facendo un passo indietro, James parò il colpo. Doveva riconoscere che comunque, decisamente Lily ci sapeva fare. Di nuovo, erano vicini, le spade argentate a fargli da barriera. I respiri ansimanti.
-Qual'è il tuo problema, Potter?-
-Di che problema parli, Evans?-
La rossa si allontanò, con una smorfia sofferente.
-Hai parlato con Emmeline?-
-Stai cambiando discorso.-
-No, affatto.-
James sospirò.
-Perchè avete litigato tu e Emmeline, Evans?-
Di nuovo, le spade si incrociarono, in un elegante schiocco. Lily aggrottò la fronte.
-Te lo dovrebbe dire lei, Potter.-
Questa volta fu James, ad allontanarsi.
-Si, ma vorrei sentire anche la tua versione.-
Lily cercò di copirlo a un fianco, ma fallì.
Sospirò. James la vide estremamente stanca, come se faticasse a reggersi in piedi. Si fermò, preoccupato. Ma la rossina si riprese, in un attimo.
Si spostò rapidamente da un lato, parando la spada di James.
-Ami Emmeline, Potter?- fu un sussurro, ma James spalancò gli occhi, come se l'avesse colpito.
-Perchè me lo domandi, Evans...?-
La rossina chiuse gli occhi, per un attimo.
Cosa poteva rispondere?Perchè mi sono innamorata di te?
-Perchè giuro che se la farai soffrire ti ucciderò, Potter.-
Si sentì un'ipocrita.
Fu allora che James si allontanò. Sorrise.
-Non le farei mai del male, Evans.-
Lily stava per dire qualcosa, quando si sentì un urlo agghiacciante provenire dalla sua schiena.
Si girò, vedendo con la coda dell'occhio James spalancare gli occhi, impallidendo.
Entrambi avevano riconosciuto la voce che aveva urlato.
-Che diavolo..?- mormorò.
Sgranò gli occhi, vedendo la scena. Severus aveva gli occhi sgranati e impauriti, la bacchetta ancora puntata in aria.
Emmeline si era accasciata al suolo, rannicchiandosi su se stessa. Si poteva vedere da quella distanza che tremava.
Si sentì prendere dal panico.
Cosa cazzo le aveva fatto..?
In quel momento corse, per raggiungerla.
-Em!Che diavolo...-
Vide James avvicinarsi, di corsa, il volto livido.
Emmeline lanciò un altro urlo, assomigliante a un ululato. Si teneva la pancia, sofferente.
Lily si rivolse a Piton, furiosa.
-Cosa cazzo le hai fatto?-
Il Serpeverde sembrò riscuotersi.
-Io...io..-
-Lily.- era stato James, a gemere. Si era chinato su Emmeline, togliendole i capelli dal viso.
Emmeline aveva gli occhi completamente annebbiati, il volto pallido dal terrore, le lacrime che le scorrevano giù dal viso.
Lily lanciò uno sguardo sprezzante a Severus,e  poi si chinò su Emmeline, preoccupata.
-Em!Em, mi senti?-
La bionda si voltò verso di lei, tremante, lentamente.
-Lily.- disse, con voce spezzata. -Lily.- non riusciva a dire altro.
-Tesoro, sono qui.- la rossa cercò la mano di Emmeline, e la trovò stretta a pugno, le unghie conficcate nei palmi.
-Em. Ti fa male?Cosa ti fa male?-
Emmeline scosse la testa.
Non riusciva a parlare. Poi spalancò gli occhi, e gemette, rannicchiandosi ancora di più al suolo.
La rossa spalancò gli occhi, terrorizzata.
-James, fa qualcosa.- era disperata.
-Em?Em, mi senti?- le prese l'altra mano, con delicatezza. -Em. Stringimi la mano tanto quanto ti fa male, ok?-
Em chiuse gli occhi. Ansimava.
E strinse. Forte, forte, forte...
Ma il dolore che sentiva non era fisico...
Una bambina bionda era in piedi su una sedia, davanti a un fornello. Canticchiava la sua musica preferita.
Avrà avuto cinque anni, giù di lì.
Mise in un pentolino una manciata di foglie di basilico, e mescolò.
Doveva stare attenta. Se avesse bruciato la cena, suo padre si sarebbe molto arrabbiato.
Allora, cosa le aveva detto che doveva mettere nella pentola, il ricettario...?
Sbirciò un grande libro sul ripiano vicino ai fornelli. Aguzzò la vista. Non era molto brava a leggere.
Improvvisamente, dietro di lei si sentì un abbaiare giocoso.
le si illuminarono gli occhi azzurri.
-Blitz!è vero, ti devo dare la pappa!- scese dalla sedia co un piccolo balzo, e diede una rapida carezza al cucciolo di cane bianco che le scodinzolava davanti. Aveva gli occhi molto simili ai suoi, era per questo che zia Emma glielo aveva regalato.
Dopo un po' che stava tagliuzzando la carne per il suo cagnolino, sentì un'odore sgradevole.
Spalancò gli occhi, spaventata.
-Oh, no, la cena!- corse di nuovo in cucina, vedendo che dalla pentola usciva uno strano fumo puzzolente.
-Accidenti.- mormorò. Corse in un attimo a vedere se poteva rimediare qualcosa, sfogliando in fretta le pagine del ricettario, sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi. Doveva riparare tutto, prima che...
In quel preciso, istante, però, si sentì una voce possente avvicinarsi.
-Emmeline?-
Spalancò gli occhi, terrorizzata. Suo padre. E adesso?
Spostò lo sguardo rapidamente da una parte all'altra della cucina, per vedere se poteva nascondersi da qualche parte.
Ma era troppo tardi.
La porta si aprì, facendo intravedere una testa castana.
-Emmeline?-
L'uomo entrò totalmente nella stanza, annusando l'aria. -cos'è questo odore?-
annusò l'aria.
-Hai bruciato la cena?- fece, con tono minaccioso.
La piccola spalancò gli occhi.
-Io...-
-Rispondimi, Emmeline. Hai bruciato la cena?-
-Non...-
Suo padre si avvicinò a lei. Le prese un braccio, prima che potesse scappare. Glielo strinse, fino a farla gemere.
-Rispondimi, stupida ragazzina. Non sei nemmeno utile per fare i lavori che fanno gli elfi domestici. Hai bruciato la cena?-
Emmeline deglutì. Le unghie di suo padre sembravano artigli.
-Si, padre.- mormorò.
Il Signor Vance trasse un respiro lungo, gli occhi che si stringevano a fessura.
La piccola Emmeline lo vide tirar fuori la bacchetta.
-Ora ti mostro.- sibilò. -Cosa si prova. Vediamo se ti viene ancora voglia di bruciare la cena.-
Con lentezza studiata, avvicinò la bacchetta alla gamba della piccola, che quel giorno indossava una gonna.
Emmeline cercò di divincolarsi, ma il suo braccio era ancora stretto nella morsa ferrea del padre.
-Incendio- quel sussurrò fece automaticamente apparire una fiamma nella bacchetta, mentre Emmeline spalancava gli occhi.
Non l'avrebbe fatto, vero?Lui mi vuole bene, non farebbe...
Sentì il calore della fiamma avvicinarsi ancora prima del dolore.
-Padre, no, la prego, io...-
Ma la fiamma aveva lambito la sottile stoffa della gonna a fiori. Fino a che sfiorò la pelle bianca della bambina, lambendo quella carne, avida di espandersi su tutta la gamba...
Emmeline si sentì morire.
Le sue gambe andavano a fuoco!
Caldo, c'era caldo...e poi le fiamme...
Emmeline iniziò a urlare, a piangere...
La pelle sembrava crepitare, si sentiva un odore di carne bruciata terribile...
Bruciavano...lei dibatteva le gambe, cercando di spegnere il fuoco, tra le lacrime, ma quello avanzava, lasciando le sue traccie nere sulle sue gambe ancora candide...
Si contorceva per il dolore, sentendo la mano di suo padre che le teneva artigliato il braccio, in modo che non fuggisse...
E lei urlava, urlava...
E suo padre ghignava, gli occhi di ghiaccio severi come non mai..
Scottava...bruciava...
Qualcuno spenga il fuoco, vi prego...
-Vediamo se ti verrà ancora voglia di fare una cosa del genere, piccola schiufosa.-
Dolore...Voleva accasciarsi al suolo...lacrime...lacrime che non spegnevano il fuoco...
Qualcuno mi aiuti...
Poi le fiamme sparivano, ma il dolore rimaneva...Persisteva...Non c'erano più le fiamme...
Il cuore batteva...
Ansimava....
E poi, un dolore alla guancia. Tremendo.
Suo padre aveva il palmo della mano aperto. Quella stessa mano si era appena andata a schiantare contro la sua tenera guancia.
Lei lo guardò, sofferente.
-Cosa ti ho detto un milione di volte??-
Em aprì la bocca, tra le lacrime. Il padre le tirò un cazzotto in piena pancia.
E le venne naturale rimettere.

-O, merlino. Sta vomitando..Em...Em, ti prego...Respira.-
Emmeline non sentiva Lily. Si riaccucciò per terra, e vomitò.
Vomitò ancora. Il pranzo, la colazione, forse la cena del giorno prima, fino a che il suo stomaco non fu completamente vuoto.
E a quel punto iniziò ad annaspare, in cerca d'aria, gli sforzi di vomito che non la facevano respirare.
-Em. Emmeline, guardami.- Sposto gli occhi azzurri terrorizzati su James, non vedendolo davvero.
Tremava, convulsamente.

-Dimmi allora, cosa ti ho detto?-
-Che...che...-
Le arrivò un cazzotto dritto sul naso.
-Non balbettare!Cosa ti ho insegnato??Cristo, perchè non sei nata maschio??-
-Una...una Purosangue non deve piangere...- mormorò, sentendo ancora le gambe in fiamme.
Suo padre, soddisfatto, le mollava il braccio.
-Brava. E ora, fila in camera tua, e restaci.-
Em tirò su col naso.
-Si padre.-
Si alzò, tremante.
-Emmeline?-
-Si?-
-Cosa si dice?-
Lei lo guardò, spaesata. Voleva solo andarsene.
Gli occhi di suo padre erano arrabbiati.
Lei sapeva cosa voleva.
Ma come faceva a dirgli una cosa simile, dopo che l'aveva malmenata...?Le gambe ancora le scottavano. Faceva fatica a stare in piedi.
Lei ancora non lo sapeva, ma quelle bruciature le avrebbero fatto infezione. le avrebbero procurato febbre alta, e quei segni indelebili sarebbero rimasti per sempre lì, traccie scure e indelebili, brandelli di carne bruciata ancora in tenera età.
Abbassò la testa. Gli occhi ancora le bruciavano.
-Io...la ringrazio, padre.-
-Brava.- Il padre le sorrise. -Ti voglio bene, Emmeline, ricordatelo. Faccio tutto questo solo per te.-
Senza una parola in più, Emmeline annuì, sempre con la testa bassa.
Si voltò, e, lentamente, si avviò verso la sua camera...

-Em, ti prego, rispondimi.- Lily aveva la voce preoccupata, gli occhi lucidi. La sua amica stringeva gli occhi. Poi li spalancava. La bocca si apriva, boccheggiava in cerca d'aria.
-Ormai sta vomitando solo acidi.- disse James, con un sibilo. Le aveva tenuto la testa finchè rimetteva. Aveva fatto comparire una pezza bagnata, e le tamponava il sudore che aveva su tutto il viso.
-Dannazione.- ringhiò. Odiave essere impotente.
La Mcgranitt si avvicinò, con passo concitato.
-Potter, bisogna portarla in infermieria.-
-Lo so.- ringhiò lui. Era la terza volta che provava a prenderla in braccio per sollevarla, ma la bionda non si faceva avvicinare più del necessario, sembrava non poter soffrire il contatto fisico.
Lily aveva più volte provato a parlarle, senza successo. Non sentiva, non rispondeva.
Le prese di nuovo la mano.
-Emmeline.- cercò di parlarle il più dolcemente possibile. La bionda , con lentezza meccanica, lo guardò. James capì che non stava veramente vedendo lui. Ci provò lo stesso.
-Em, ascoltami. Dobbiamo andare in infermieria. Em?- Lei lo guardò. Sbattè gli occhi.
-Em...- Lily aveva sussurrato, la voce rotta. -Em, per favore, ascolta James.-
-Devo prenderti in braccio, Em. Se no non riusciamo ad andare.-
Emmeline parve capire. Si allontanò bruscamente. sbattè il gomito per terra, nel tentativo di allontanarsi. Lily vide chiaramente due lacrime bagnarle il viso.
Le si strinse il cuore. Cosa poteva fare?
-Em.- era stato di nuovo James, a parlare, con tono soffice. L'aveva già vista in quello stato. Sapeva cosa stava rivivendo.
Merlino, quanto gli faceva male.
-Em, ascoltami. Non ti farei mai del male. Chiaro?Non permetterò mai più che lui ti faccia del male.-
Emmeline lo guardò, per un attimo interminabile. Poi i suoi occhi per un secondo parvero riprendere lucidità.
-James?- sussurrò, con voce roca.
Lui annuì. Piano, per non spaventarla, allargò le braccia, e le si avvicinò. Come se fosse fatta di carta, la sollevò da terra, mentre lei metteva il viso nell'incavo del suo collo, piangendo.
Lily le si avvicinò. Le accarezzò i capelli.
-Tesoro, ora starai meglio. Te lo prometto. Em?Ti voglio bene.-
Em spalancò gli occhi.
-Lily?- sussurrò.
-Sh. Sono qui.- Andò dietro alla schiena di James, per prenderle una mano, e stringergliela.
Emmeline prese a tossire, improvvisamente. Lily spalancò gli occhi, mentre quei colpi di tosse diventavano sempre più rauchi, vedendo una macchia allargarsi sulla maglietta di James.
-Sta tossenso sangue.- Ringhiò, disperata.
la professoressa, accanto a loro, spalancò gli occhi.
-Potter. In infermieria. Subito.- lanciò un'occhiatta a Severus Piton, che aveva guardato tutta la scena, impietrito. -Piton. Nel mio ufficio. Immediatamente.-
James annuì. Voltò la testa leggermente verso Lily.
Lei lo guardò, di rimando.
-Vieni?- mormorò, la voce bassa. Aveva bisogno di lei, in quel momento. Era spaventato a morte.
Lily annuì, spaventata quanto lui.
Emmeline tossiva.
-Tesoro, andiamo in infermieria adesso, va bene?-
Ma di nuovo, la biondina non sentiva.

-Dunque, sei finita a Grifondoro.-
Una ragazzina bionda annuì, sospirando, in piedi davanti ai due genitori, seduti ritti sulle sedie.
-Come hai detto che si chiama, la tua amica?-
Emmeline alzò gli occhi verso sua madre, che aveva posto la domanda. L'elegante signora la guardava, con aria truce.
-Lily.-
-Lily, e poi?-
La bionda non rispose.
-Lily e poi?- ringhiò suo padre, minaccioso.
-Evans.- mormorò la ragazzina, gli occhi bassi.
-Mezzosangue, quindi.-
Emmeline alzò gli occhi, di scatto.
-Lei non è...-
Le parole le morirono in gola. vide suo padre sorridere.
-Sai che fine faranno, quelli come loro?- si voltò. -Blitz!Vieni qui!-
Emmeline spalancò gli occhi, mentre vedeva l'husky bianco, ormai cresciuto, venirle incontro scodinzolando.
No, Blitz, non avvicinarti...
Suo padre le puntò la bacchetta contro, sogghignando.
-Imperio!- urlò.
Emmeline spalancò gli occhi, mentre una vocina suadente le entrava in testa, pungente.
Ammazza quel cane.
No!
Ammazza quel cane!
N..no...
Emmeline...Ammazzalo...non merita di vivere...è uno stupido cane...ora tu ti avvicini...lo accarezzi...e poi, guarda, è semplicissimo. Basta che gli rompi il collo.
Io...io non...
Fallo...
Non...non..non voglio...no..Blitz...
Fallo...
Contro la sua volontà, sentì le sue braccia allungarsi, fino ad accarezzare il pelo morbido del cane...
No...
Blitz le leccava la mano, gioioso...Ammazzalo...Ammazzalo..
Non voglio...
E, improvvisamente, si risvegliava dalla trance. Le bastò uno sguardo verso suo padre. Aveva paura ad abbassare gli occhi.
Tra le sue braccia, gli occhi ancora spalancati, c'era il suo cane.
Morto.
Gridò. Suo padre rise. -Hai ammazzato il tuo cane. La prossima, sarà la tua Lily.-
Em spalancò gli occhi.
-No!Io voglio bene a Lily.-
Suo padre rise, cattivo. Allungò un braccio. Emmeline fece per spostarsi, ma lui fu più veloce. La prese per un braccio, e la spinse contro di se.
Emmeline spalancò gli occhi, mentre sentiva il fiato di suo padre sul collo, il braccio completamente rivoltato e dolorante, schiacciato tra la sua schiena e il petto del padre.
-Tu vuoi bene a una lurida Mezzosangue, davvero?-
La bionda non rispose, impaurita.
Con l'altra mano, il padre le accarezzò il collo.
-Perfetto.-
Con la punta della bacchetta le accarezzò l'altro braccio, inerte lungo il fianco.
Sentì sua madre sbuffare.
-Edward, per favore, non macchiare il tappeto. L'ho pagato anche troppi soldi, non vale la pena sporcarlo con il sangue di questa mocciosa.-
Edward ghignò.
-certo, cara.- Con uno strattone, trascinò Emmeline più indietro, dove il pavimento non era ricoperto dal prezioso tappeto.
Passò di nuovo la bacchetta sul braccio di Emmeline, pronunciando una formula.
La bionda spalancò gli occhi, sentendo una lama di coltello affondarle nel braccio. Inarcò la schiena e urlò, per il dolore.
Vedeva il sangue scuro scorrerle dalla spalla fino al gomito.
Bruciava.
Anche i suoi occhi, bruciavano. Ma non doveva piangere, Non doveva, non doveva.
Si divincolò da suo padre, che questa volta la lasciò andare, con un moto di disgusto. Non violeva che quella ragazza gli sporcasse il nobile mantello di sangue.
Emmeline si prese il braccio destro, agonizzante. Osservò la mano insanguinata, un misto di orrore dipinto sull'aristocratico volto.
-E ora- ringhiò suo padre. -Scrivi immediatamente alla tua amica che non vuoi avere più niente a che fare con lei.-
Lei spalancò gli occhi. Dio, quanto le faceva male.
-Io...no!-
-A no?-  
-Lily...lei...è l'unica amica che ho...-
-Bè, ti sei scelta l'amica sbagliata.- allungò la bacchetta. -Ora, siediti, e scrivi a quella schifosa babbana che la gente come te non frequenta la gente come lei-
-Lei non è babbana, è una strega.- Tentò Emmeline.
-Non me ne frega un cazzo di..-
-Edward!Per favore, il linguaggio!-
-Giusto. Non mi importa di una stupida sgualdrinella che ha avuto la pietà di esserti amica. Ora tu ti siedi, e le scrivi, sono stato chiaro?-
Emmeline si resse il braccio ferito.
-No.- mormorò.
Poi spalancò gli occhi, vedendo che suo padre si avvicinava, la bacchetta sguainata.
Em decise che la cose migliore da fare era scappare. Si voltò, e iniziò a correre.
Travolse qualcosa al suo passaggio, ma non le importava.
La vista era sfocata, le gambe non la reggevano.
Lenta, era troppo lenta.
Il braccio sanguinava.
Salì delle scale, non sapeva nemmeno lei quali.
-Emmeline!- la voce tonante di suo padre la raggiunse.Lei barcollò. Si resse alla ringhiera. Ansimava.
Il sangue ormai aveva sporcato la gonna di seta cucita con tanta cura dalla loro elfa domestica.
Improvvisamente, si sentì tirare per i capelli.
Urlò.
-Maledetta puttanella, è inutile che tenti di scappare.-
Le tirava i capelli...
Le faceva male...
Sangue...
La vista era offuscata..
Traballò. Non vide lo scalino che c'era subito dopo. Il padre la teneva per i capelli.
E lei cadde, a peso morto, svenuta.
Il braccio pulsava, non sentiva più nulla se non urla...
Vedeva buio...
Buio...
Buio...
Non si sarebbe mai più risvegliata, lo giurò. Il mondo le faceva troppo male.




Eccomiiiii!!!ce l'ho fatta. Scusate, scusate scusate. La mia ispirazione ha preso il volo direttamente x timboctù, e nn tornava -.- in più avevo i recuperi di matematica e...vabbe, nn sto a spiegarvi. XD nn posso ringraziarvi una a una, perchè mia mamma mi sta sbraitando contro il fatto che avremmo dovuto essere fuori da mezzora XD e ehm, in effettiiii XD dettagli. ringrazio tutti, davvero.
Perchè questo capitolo così schifoso?xk mi serviva, fondamentalmente. Volevo far vedere Emmeline sotto un altra luce. Spero comunque che nessuno sia rimasto turbato eccessivamente, o mi abbandoniate x l'aumento del raiting ^^ scappo!un bacio enorme, grazie a tutti, soprattutto chi continua a darmi fiducia anche se nn me lo merito. Non manca molto alla fine dei casini, ve lo prometto. Un bacio grandissimo, al prossimo capitolo...e scusate ancora!!!!


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Capitolo 17
*** Il canto della Fenice ***


cap 17 James camminava con Emmeline in braccio, cercando di andare il più spedito possibile.
La bionda sembrava essersi addormentata sulla sua spalla, con le braccia attorno al suo collo.
-Dannazione, quando finisce questo corridoio?-
Lily si morse le labbra, tesa anche lei. Stava maledicendo chiunque avesse avuto la brillante idea di  organizzare quella sorta di incontro nei meandri più nascosti di Hogwarts.
Emmeline aveva bisogno dell'infermieria, subito, e loro non erano nemmeno arrivati vicino all'aula di Pozioni.
Gettò una rapida occhiata all'amica, che giaceva immobile sulla spalla di James.
Sentì una morsa d'apprensione stringerle il petto.
Il volto di Emmeline era teso in una smorfia dolorante, come se si stesse sforzando di fare qualcosa.
Ogni tanto vedeva James accarezzarle i capelli, come se stesse cercando di tranquillizzarla.
In quei momenti si sentiva sciocca. La sua migliore amica stava male, e lei comunque non poteva evitare di provare una fitta di gelosia per quel gesto così intimo.
-Evans?-
Lily spostò il suo sguardo su di lui, imbarazzata.
Non avevano ancora parlato, da quando erano usciti da quell'aula maledetta.
-Secondo te cosa le ha fatto?- alzò gli occhi al cielo. -Piton, intendo.- aveva una voce strana. Come se fosse combattuto.
Lily apprezzò il fatto che non l'avesse chiamato con nessun diminutivo, anche se in quel momento molto probabilmente gli avrebbe lasciato passare anche se avesse Schiantato il suo ex-migliore amico.
Era così arrabbiata con lui! Come si era permesso?Lui sapeva che Emmeline era la sua migliore amica. Sapeva quanto lei le voleva bene. Come aveva potuto farle del male?
La loro amicizia era stata così velocemente cancellata dal Serpeverde?
Ma anche Emmeline non c'entrasse niente con lei, anche se a soffrire fosse stata una persona qualunque, quello che Piton aveva fatto-qualunque cosa avesse fatto- era una cosa orribile.
Era più che sicura che fosse Magia Oscura.
Come poteva un incantesimo normale fare tutto quel male a una persona?
Lily era decisamente disgustata. E anche qualcos'altro.
Riconobbe la morsa della nostalgia attanagliarle le viscere.
Nostalgia per quel bambino dai capelli un po' sporchi che tentava di fare amicizia con una bimba dai capelli rossi.
Nostalgia di un rapporto ormai sgretolatosi negli anni.
Si accorse di non aver ancora risposto a Potter.
-Non lo so.- esalò. Poi decise che aveva ragione Black. Era ora di smetterla. Cos'era quella vocina tremante?Lei era Lily Evans, e che diamine.
Alzò gli occhi al cielo, arrabbiata.
-Qualunque cosa le abbia fatto, lo ucciderò se mi capita sotto mano.- guardò Emmeline, placida e tranquilla. -Nessuno può far male alle mie amiche uscendone illeso.- borbottò, paralndo tra se e se, dimentica per un attimo di chi le stava affianco. -Nemmeno lui.- sussurrò.
Fu quando sentì la sua risata che alzò gli occhi verso di lui.
Era bello quando rideva. Anche se era una risata nervosa, che lasciava trapelare la preoccupazione.
Lily si chiese come diamine avesse fatto a non accorgersi che il suo cuore batteva in maniera così spropositata, quando c'era lui.
Se ne accorgeva, in realtà, ma lo aveva sempre attribuito alla rabbia. Si chiese quando fosse stato il momento in cui la rabbia si era trasformata in...amore? Aggrottò la fronte. Stava esagerando con le parole?
Poi sgranò gli occhi, notando con la coda dell'occhio Emmeline. Cosa diavolo stava pensando?La sua migliore amica stava male e lei pensava a queste stupidaggini.
-A cosa stai pensando, Evans?-
Doveva aver fatto una smorfia strana, visto che James la osservava, di sottecchi.
Cercò di mascherare al meglio i suoi pensieri, alzando gli occhi al cielo e sbuffando.
-Sto pensando che odio i sotterranei e chi li ha inventati.-
James sorrise, mestamente.
-Siamo arrivati alla fine, almeno.- indicò con la testa le scale che portavano all'uscita dei sotterranei.
Lily tirò un sospiro di sollievo. Da lì all'infermieria non ci sarebbe voluto molto.
James aumentò il passo. Dovevano fare in fretta.
Mai le scale che portavano lì sotto gli erano sembrate più lunghe.
Il peso di Emmeline si avvertiva appena. Quella ragazza era decisamente troppo magra.
La sentiva a malapena respirare.
Almeno aveva smesso di tossire sangue e di vomitare.
Ma James aveva una bruttissima senzazione alla bocca dello stomaco. La biondina era troppo immobile, troppo tranquilla. Aveva passato troppo tempo abbandonata sulla sua spalla senza nemmeno muovere un muscolo.
E aveva l'impressione che il suo respiro fosse decisamente troppo debole, come se via via si stesse spegnendo.
Aveva fottutamente paura di scoprire cosa diavolo le avesse fatto Piton.
E se Emmeline non si fosse più svegliata?
Indurì la mascella. Emmeline si sarebbe svegliata, punto. Non poteva non svegliarsi. Cosa avrebbe fatto lui?E Lily?Come avrebbe fatto Lily ad andare avanti?No, un'idea simile era inconcepibile.
Fu con un sollievo enorme che si ritrovarono davanti all'infermieria. Senza nemmeno rendersene conto, senza una parola di più, avevano quasi corso.
James fece per aprire la porta, mentre tentava di sostenere con l'altro braccio tutto il peso di Em.
Prima di aprire si voltò verso Lily, che si era fermata pochi passi più indietro.
Si guardarono.
-Vai.- fece la rossina, a voce bassa.
Non voleva entrare e vedere l'infermiera impallidire vedendo la sua amica. Non voleva sentire qualcosa che forse l'avrebbe distrutta. Non voleva vedere la sua migliore amica su un lettino d'ospedale, pallida e in fin di vita.
Era una reazione infantile, e forse anche eccessiva.
Ma non riusciva a percorrere quei pochi metri che la separavano da James. Semplicemente, non riusciva.
Vide il moro annuire, con lentezza.
Quando la porta si chiuse, lasciando solo udire un lieve eco di Madama Chips che esordiva in un'esclamazione compassionevole, si pentì immediatamente di non essere entrata.
Fece un passo verso la porta, dandosi della stupida e fifona, quando sentì dei passi accellerati poco dietro di se.
Si voltò, per vedere le sue amiche arrivare, di corsa.
-Lily!- era stata Mary a urlare, il volto pallido e preoccupato.
-Oh, Mary.- Lily le aveva gettato le braccia al collo, senza esitare. Entrambe si erano dimenticate la litigata. In quel momento dovevano solo rimanere unite.
La moretta strinse Lily, calorosamente, mentre Marlene le si avvicinò con gli occhi lucidi, accarezzandole i capelli. Alice tirò su col naso.
-Si sa qualcosa?- Mary aveva sussurrato, l'unica a avere la voce stabile.
Lily scosse la testa.
-James è appena entrato...-
-Lily, mi dispiace. Non avrei dovuto dirti quelle cose.- proruppe Mary, la voce rotta. Aveva visto Emmeline sputare sangue, un'immagine che l'avrebbe perseguitata per tutta la sua vita.
-No. Avevi ragione, invece. Scusami se non vi ho mai detto niente. Ma sai come sono fatta...è che...e Emmeline...-
Non riusciva a parlare correttamente. Era troppo sconvolta.
E da quanto tempo James era lì dentro?Cosa stava succedendo in quell'infermieria?
Odiava le attese. Odiava non sapere. Si maledisse per non essere entrata in quella stanza. Almeno in quel momento forse si sarebbe potuta rendere utile.
Mary l'abbracciò ancora più stretta, trattenendo le lacrime.
La porta dell'infermieria si aprì.
Lily si staccò da Mary, vedendo James uscire.
Era pallido.
-Che cosa..?- mormorò, temendo la risposta. Perchè James non parlava?Perchè era così serio?
Lui la guardò, per un lungo istante.
La rossina aveva gli occhi sgranati, carichi d'ansia e in attesa di una risposta.
-Madama Chips ha detto che...- l'aria si era caricata di tensione. -L'incantesimo di Piton le ha fatto rivivere tutti gli episodi più brutti della sua esistenza.- si passò una mano tra i capelli, esausto. -Su altri l'incantesimo non avrebbe avuto un effetto così devastante, ma i suoi ricordi sono...più terribili del normale.- parlava con voce atona, come se non fosse veramente lì.
-Adesso...adesso come sta?- Lily lo guardava dritto negli occhi, tesa. Sapeva che il peggio doveva ancora venire, lo vedeva in quegli occhi nocciola spenti.
Lui la fissò.
I loro sguardi si incatenarono per un lungo istante, come se avessero voluto comunicarsi qualcosa tra loro, escludendo il resto del mondo.
-Lei...non si sveglia. Sembra che non si voglia svegliare. Si è...si è indotta una sorta di coma, per non soffrire più...-
Lily impallidì. Fece per aprire bocca, ma James la precedette.
-Sai...le ferite che aveva sulla schiena?-
La rossa non rispose, iniziando a sentire una sorta di panico attanagliarle le viscere.
-O quelle sulle braccia. O sulle gambe, non ha importanza. Con quell'incantesimo...è come se tutte le ferite, tutti i lividi che aveva si fossero riaperti, provocandole un dolore così intenso che...-
Le parole gli morirono in gola. Persino lui, che sapeva sempre come far tornare il sorriso a chiunque, in quel momento aveva voglia di piangere, gridare.
Non era giusto.
Lily stette in silenzio. Assimilò quello che James le aveva detto.
Sentì Marlene emettere un verso strozzato, e scoppiare a piangere tra le braccia di Alice.
Mary si era presa il volto tra le mani.
E lei rifletteva.
Iniziò a capire.
E realizzò. Se Emmeline fosse stata una ragazza normale, con delle esperienze di una normalissima adolescente, non le sarebbe successo nulla.
Se quell'incantesimo fosse stato puntato su di lei, o su Mary, o su chiunque, non sarebbero stati lì a chiedersi se la sua migliore amica si sarebbe mai svegliata.
Era tutta colpa sua.
Sua, di quell'essere viscido, orrido, crudele come pochi. Quell'essere che non poteva nemmeno essere catalogato come essere umano, quell'individuo ignobile, che con ogni botta deturpava la sua unica figlia.
Sentì una voglia irrefrenabile di ucciderlo.
-Potter.- ringhiò, furiosa. -Prendi la scopa.-
Lui la guardò, senza capire.
Lei scosse la testa, sentendo gli occhi che diventavano lucidi. Ma non era quello il momento di piangere.
Doveva sfogarsi.
-Voglio ucciderlo.- sibilò, furiosa. Negli occhi di James si accese un barlume di comprensione, ma lei non se ne accorse. Prese a camminare, nervosamente, arrabbiata.
-Voglio andare là, e spaccargli la faccia. Voglio fargli provare quello che ha provato Emmeline, tutto quello che le ha fatto provare con le sue mani di merda e...-
Le si incrinò la voce. Si fermò. Era davanti a James.
-Lily...- disse lui, dolcemente.
Lei scosse la testa, Se si fosse fermata, sarebbe scoppiata a piangere, se lo sentiva.
-Lui...è tutta colpa sua!- sbottò, arrabbiata.
Non badò agli occhi che le si inumidivano sempre di più.
Fece un passo in avanti, costringendo James a fare un passo indietro.
-Sua, solo sua. è colpa sua se adesso Emmeline sta male. Colpa sua se lei ha sofferto. Colpa sua se non si dovesse risvegliare..-
Scosse la testa, frustrata. Fece un altro passo in avanti.
-Devo andare là, e ucciderlo.- le si incrinò la voce, ma non se ne accorse. -Devo andare là, fargli vedere cosa può fare una sporca Mezzosangue come dice lui, e poi vediamo se avrà il coraggio di dire qualcosa. Lo voglio uccidere, torturare, farlo a pezzi, sentire che invoca pietà e poi...-
Le si spezzò la voce.
Prima ancora che sentisse le lacrime bagnarle il viso, sentì le braccia -così familiari, così calde- di James avvolgerla.
Scoppiò in singhiozzi, contro il suo petto, mentre sentiva la sua mano andare ad accarezzarle la testa, delicatamente.
-Non le ho nemmeno chiesto scusa.- gemette, con un sussurro.
-Non è stata colpa tua, Lily.-
Lily sentì chiaramente che anche la voce di James aveva una nota incrinata. Avrebbe voluto guardarlo negli occhi, ma lui la teneva stretta contro di se, come se non avesse più voluto lasciarla andare via.
-Non è stata colpa di nessuno. Ne di Emmeline, ne tanto meno tua.-
L'unico forse che aveva qualche colpa era lui. Lui che non aveva saputo proteggerla abbastanza. Avrebbe dovuto ammazzare quel pezzo di merda nello stesso momento in cui ce lo aveva avuto davanti. Avrebbe dovuto andare a prenderla prima, farla scappare da quella casa degli orrori in cui aveva vissuto per anni.
Era stato troppo occupato a preoccuparsi dei suoi problemi, per capire che Emmeline sarebbe dovuta scappare con lui subito, già dalla loro prima chiaccherata sul treno.
La rossina scosse la testa, contro il suo petto.
Solo allora parve accorgersi che tutto quello non era normale.
Non era affatto normale che lei stesse tra le braccia di James-stando per altro dannatamente bene, tra quelle braccia- a frignare come una bambina.
Non era normale che lui la stringesse in quel modo-facendole sentire un calore nel cuore non indifferente- mentre la sua ragazza, o che dir si voglia la sua migliore amica, stava nell'altra stanza stesa in un lettino d'ospedale.
Non era nemmeno normale che lei non avesse nessuna intenzione di staccarsi da lui.
In quel momento, era impossibile staccarsi. Per il semplice motivo che aveva bisogno di quelle braccia, aveva bisogno di lui.
Lui, soltanto lui.
Non avrebbe pianto davanti a nessun altro, non si sarebbe fatta avvicinare da nessun altro, in quel momento, se non lui.
Lui che adesso stava provando lo stesso dolore, lo stesso senso di impotenza e frustrazione, la stessa voglia di uccidere l'artefice di tutto quello, le stesse emozioni che stava provando lei.
Lui che adesso la stringeva, le trasmetteva calore.
Ancora una volta...
-Lo odio.- mormorò, la voce più ferma.
-Lo so. Non meriterebbe nemmeno di respirare la stessa aria di Emmeline.-
Lily sciolse l'abbraccio, allontanandosi di un passo.
James aveva l'aria smarrita, confusa.
-Grazie.- disse lei, dal nulla, con aria seria.
Potter aggrottò la fronte.
-Di cosa?-
La rossina scrollò le spalle, beandosi per un attimo del contatto visivo con quelle grandi nocciole, senza darlo a vedere.
-Per esserci per lei.-
E per me.
E per tutti quelli che ti gravitano attorno.
Ci fu un lungo silenzio. Lily vide che James avrebbe voluto dire qualcosa, ma si tratteneva.
Poi fece un sorriso strano.
-Mi dispiace.- disse. -Per prima, intendo. Non intendevo darti la colpa subito, davvero.-
Lily lo fissò.
Quanto avrebbe voluto tornare tra le sue braccia, così prottettive.
Ma non poteva. Lui era il ragazzo della sua migliore amica, che ora era in stato di coma.
Si limtò a sorridere.
Le venne una strana tristezza, a pensare che la prima conversazione civile che avevano dopo tanto tempo avveniva in quelle circostanze.
Avrebbe tanto voluto che Emmeline fosse lì con loro.
Sospirò.
Senza dire niente, si avvicinò al muro di fronte alla porta dell'infermieria.
Si lasciò scivolare a terra, le spalle contro il muro, le mani a massaggiarsi la testa.
Seppe subito che la presenza che si sedette accanto a lei, nella stessa posizione-spalle al muro, ginocchia al petto- era James.
-Sai, credo che tu e Emmeline siate molto simili.-
James la guardò, stupito. Poi sorrise. Era vero. Lui e Emmeline avevano un carattere molto simile. Con l'unica differenza che Emmeline era cresciuta troppo in fretta quando ancora aveva tutto il diritto di comportarsi come una bambina, mentre James era vissuto in una bolla d'orata molto più a lungo.
Lily cercò di sorridere.
Chissà perchè, finiva sempre per succedere che le persone più importanti della sua vita, erano quelle che all'inizio detestava.
Anche con Emmeline era successo. Si ricordava bene di quanto le stesse antipatica, nei primissimi mesi di scuola, quella ragazzina che secondo lei aveva la puzza sotto il naso e l'aria da snob.
Sentì un groppo in gola.
-Si sveglierà.- disse James, quasi le avesse letto nel pensiero.
-E se non lo facesse?-
-Lo farà.-
-Come lo sai?-
James puntò il suo sguardo nocciola sul suo viso, di profilo. Ma Lily non si voltò. Era troppo impegnata a non farsi venire gli occhi lucidi.
Averla così vicina, sentire di nuovo il suo profumo così inebriante, averla di nuovo avuta tra le braccia...non credeva che le emozioni lo colpissero ancora in maniera così forte, così violenta. Dopo un periodo di distacco, invece che averla dimenticata, si era ritrovato a volerla più di prima.
E a sentirsi inevitabilmente in colpa.
Che diamine, Emmeline, quella che tecnicamente era la sua ragazza, stava male, fottutamente male, e lui si metteva a pensare a Lily?
A quanto fosse difficile, in un momento come quello, starle lontano?
Per quanto cercasse di mentire, lui aveva bisogno di lei.
Di Lily.
Perchè con Emmeline riusciva a fare finta che non gliene importasse niente. Perchè con gli occhi fissi su quelli di Emmeline poteva non ricordarsi per qualche istante di che verde fossero gli occhi di Lily.
Ma senza Emmeline, perdeva il proprio pilastro, e tornava ad essere il James di sempre, quello che non poteva fare a meno di notare subito una capigliatura rossa tra la folla, quello che sarebbe stato disposto a tutto, pur di avere Lily Evans.
Senza Emmeline, non aveva la forza di volontà necessaria a resisterle.
Si accorse di non averle ancora risposto.
-Perchè lei sa che abbiamo bisogno di lei.-
A quel punto Lily si voltò con la testa verso James.
Era serio.
Si guardarono per un lungo istante, in silenzio, immersi ognuno negli occhi dell'altro.
Poi Lily si voltò di nuovo verso la porta.
-Sai, forse hai ragione tu.- mormorò.
Calò il silenzio, di nuovo.
Lily si accorse con stranezza di quanto stesse bene, in quel silenzio. Al contrario dei silenzi normali, che la mettevano a disagio, stare lì, accanto a James, in silenzio, le sembrava la cosa più naturale del mondo.
Come se non ci fosse posto più perfetto di quello.
Non avevano bisogno di parole, di discorsi complicati, di frasi fatte.
All'uno bastava la presenza dell'altro, per sentirsi bene, a proprio agio.
Questo stupì Lily. Non le era mai capitato di avere la certezza di dipendere così tanto da una persona, e non sapere nemmeno definire se era un bene o un male.
Aveva appena scoperto di essere innamorata di James, e già sentiva di dipendere completamente da lui.
No, non andava bene. Affatto. Considerando il fatto che colui dal quale dipendeva aveva la ragazza.
Sospirò, chiudendo gli occhi per un secondo. stanca di tutto quello. A volte avrebbe voluto tornare bambina, per togliersi tutti quei pensieri.
Avrebbe voluto tornare ad essere quella che odiava Potter, per evitare di sentire tutte quelle emozioni decisamente troppo violente che le scombussolavano tutto-cuore, anima, corpo, ma soprattutto testa.
James la osservò, con gli occhi chiusi, per un attimo.
Com'era bella.
Seguì il suo profilo, così come aveva fatto tante, troppe altre volte.
Le lentiggini spruzzate sugli zigomi, le labbra piegate in un'espressione di lieve apprensione, la fronte leggermente corrucciata, in un'espressione stanca, quasi stravolta, gli fecero sentire una morsa allo stomaco non indifferente.
Si chiese davvero come avesse potuto pretendere di starle lontano, di dimenticarla.
Era impossibile.
Avrebbe dovuto chiedere a chiunque dominasse i suoi istinti di spegnere la voglia immensa che aveva di baciarla.
Di far smettere al suo cuore di battere all'impazzata.
Di togliergli dalla testa l'immagine di quell'unico bacio che si erano dati, di quel bacio d'addio che gli aveva spezzato inevitabilmente il cuore, nonostante fosse stato lui stesso a volere così.
Il pensiero gli cadde di nuovo su Emmeline.
Dannazione.
Doveva svegliarsi. Non avrebbe accettato il contrario, a costo di entrare nella sua mente  e andare a recuperarla ovunque si fosse rifugiata.
Non poteva abbandonarli lì, così, come se nulla fosse. Non poteva abbandonare lui, non poteva abbandonare Lily.
Anche se non l'amava come amava Lily, a modo suo l'amava. Era un amore diverso, forse, meno travolgente, meno tempestoso, ma era pur sempre una sorta di amore.
Non poteva sopportare l'idea di non sentire più la sua risata, di non sentirla più fare le sue domande assurde, che facevano perennemente centro.
Il silenzio persisteva.
Nessuno dei due sapeva quanto tempo era passato.
Potevano essere minuti, ore, giorni, non aveva importanza.
Le amiche di Lily piano piano se ne erano andate, una a una, per poter avvertire professori o simili di quello che era successo, in modo che nessuno si chiedesse il motivo della loro assenza.
A un certo punto, James vide la testa di Lily ciondolare pericolosamente, per poi far aprire alla rossina gli occhi di scatto, come chi è appena stato svegliato bruscamente.
Lo guardò, un attimo confusa, sbattendo gli occhi.
Lui sorrise.
-Lily, se vuoi dormire...se ci sono novità ti sveglio.-
La rossina scosse la testa, decisa.
-No. Voglio stare sveglia.-
James la guardò, dubbioso. Aveva la faccia di una che tenta in tutti i modi di tenere gli occhi aperti senza voler farlo notare.
Non passarono nemmeno due minuti, che gli occhi di Lily si chiusero di nuovo, con lentezza, per poi riaprirsi, con cipiglio arrabbiato.
Il moro sorrise, con dolcezza.
-Lily.- sussurrò.
-Mm.- mugugnò la rossa. Doveva tenere gli occhi aperti.
Non poteva avere già sonno, insomma, che ore erano?
Anche se l'idea di farsi un sonnellino era così allettante...
No!
Doveva rimanere sveglia. Non poteva cadere vittima del sonno...
Quasi non si accorse di James che l'attirava verso di se, facendola accoccolare sul suo petto.
-Lily dormi. Davvero. giuro che ti sveglio se c'è qualcosa di nuovo.-
Ormai Lily aveva gli occhi mezzi chiusi.
-Mmh...magari solo cinque minuti...-
Mormorò, non bene cosciente di dove si trovasse. Le braccia di James le sembravano una calda coperta.
James fece una risata, pianissimo.
-No, davvero.- mugugnò Lily, mentre la voce le si abbassava ulteriormente. -Fra cinque minuti svegliami...-
-Va bene.-
-Promettimelo.-
-Promesso.- ma la rossa si era già addormentata.
Il moro sorrise, guardandola, le palpebre chiuse a nascondere i brillanti occhi verdi.
Aveva ragione Sirius. Per quanto potesse mentire a tutti, non poteva mentire anche a se stesso. La amava. Tanto. Si chiedeva sin troppo spesso come avesse fatto a innamorarsi così tanto di lei.
Non aveva nemmeno lui ben chiaro il momento in cui da una semplice sfida personale era passato ad amarla così tanto.
Però sapeva di amarla, e così sarebbe sempre stato, per quanto si fosse sforzato di dimenticarla.
Era confuso. Non sapeva più cos'era giusto e cosa era sbagliato.
Era giusto che lui tentasse di salvare Lily?
In fondo, chi era lui per poter cambiare un destino già deciso?
Cosa gli importava di morire, se la sua morte avesse implicato la salvezza del mondo magico?
Sapeva che non avrebbe esitato, se si fosse trattato solo di lui.
Ma alla sua morte sarebbe succeduta quella di Lily, l'imprigionamento di Sirius, la vita piena di dolore di Remus.
Per la prima volta nella sua vita, James Potter aveva agito per ragione, piuttosto che per istinto, scegliendo di autoinfliggersi il tormento di stare lontano da Lily.
Il suo istinto non aveva mai sbagliato, mai.
Eppure aveva scelto la ragione.
Aveva fatto bene?Aveva fatto male?
Non lo sapeva.
Pensò a Em.
Voleva davvero credere alle parole che aveva detto a Lily.
Il bisogno che aveva di Emmeline era diverso rispetto al bisogno che aveva di Lily, ma comunque aveva bisogno di lei, non sapeva come spiegarlo.
Il pensiero che Emmeline potesse star male gli faceva sentire un'orribile morsa allo stomaco.
Era seriamente in crisi.
Cosa voleva?Voleva Lily, o voleva Emmeline?Voleva il suo destino, o la sicurezza?
Non lo sapeva.
Non capiva più niente.
Il fatto poi che Lily fosse così beatamente addormentata su di lui non aiutava, visto che il suo dannato cuore-e, dicendola tutta, anche i suoi stramaledetti ormoni- gli stava praticamente ordinando di baciarla.
In quel momento, per il corridoio echeggiarono dei passi.
Alzò la testa. Inizialmente fece una faccia stupita, per poi sogghignare.
Sirius, Remus e Peter si avvicinarono a lui, Sirius con lo stesso ghigno di James dipinto in faccia.
-Ehi.- disse James. -Che ci fate qui?-
-Siamo venuti a vedere come stai.- disse Remus, mentre si sedevano accanto a lui.
James sorrise.
Logico.
Come aveva fatto a non pensarci prima?
Non esisteva che i Malandrini non capissero come stesse uno del gruppo. Lui era confuso, e loro, senza che nessuno dicesse niente, spinti solo da quell'unico legame che li univa, erano arrivati, senza porre domande.
Sapevano sempre arrivare nel momento giusto.
Delle altre persone, forse gli avrebbero chiesto, con aria di rimprovero, che diamine ci facesse con Lily addormentata sul suo petto, visto che Emmeline stava dall'altra parte della porta dell'infermieria.
Ma loro no. Si erano limitati a sedersi, lì con lui, capendo il bisogno che aveva di chiarirsi le idee, con i suoi amici accanto.
Non avrebbe mai voluto amici migliori.
Scrollò le spalle, in risposta a Remus, piano per non svegliare Lily, che ogni tanto mugugnava nel sonno.
Sapeva che avrebbero capito il suo stato d'animo, non serviva esplicitarlo a parole.
Dopo un po' di silenzio, notò che Sirius lo osservava.
Gli lanciò un'occhiata interrogativa.
Black si fece serio.
-Cosa pensi di fare, con lei?- accennò con la testa a Lily.
-Cosa intendi dire?-
-Tu le piaci.-
James stentò dal trattenersi dal ridere.
-Sirius. Stiamo parlando della stessa Lily Evans?Lily Evans mi odia, hai presente?-
Ci fu un secondo di silenzio, nel quale Sirius si chiedeva seriamente dove diamine fosse finita l'autostima del suo migliore amico.
-Ma se ti odia, perchè si è addormentata avvinghiata a te?- chiese Peter, con aria seriamente confusa.
éer un secondo ci fu silenzio.
Poi Felpato scoppiò a ridere, facendo rimbombare il suo latrato per tutto il corridoio. Anche Remus trattenne un sorriso.
-Per fortuna che esisti, Peter.- fece Sirius, sempre ridendo.
Minus sorrise, imbarazzato, non capendo cosa avesse detto di tanto sconvolgente.
-Peter ha ragione, comunque, Ramoso. Come lo spieghi questo?- fece Remus, ironico.
James li guardò.
-Perchè era l'unico posto comodo per dormire?- tentò, sentendo da solo il dubbio nella sua voce.
Sirius lo guardò come se si fosse trasformato in qualcosa di particolarmente disgustoso, poi inarcò un sopracciglio, con fare eloquente, ma Remus lo precedette.
-Certo. E magari ora sta così attaccata a te perchè immagina che tu sia Marlon Brando.-
Felpato e Ramoso guardarono contemporaneamente Remus, con la stessa espressione confusa.
-Chi?-
Fece James, una lieve nota irritata nella voce. Chi diamine era questo tipo?Appena avesse scoperto di che Casa era, sarebbe andato a spaccargli la faccia, pensò, istintivamente.
Remus alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
-Lasciate perdere. Un famoso attore Babbano.-
-Ah.- James si rilassò. Amy Potter era una grande appassionata di cinema Babbano, per questo James sapeva più o meno di cosa si trattasse, benchè non se ne fosse mai interessato particolarmente.
-No veramente io non ho capito. Che cos'è un...assore?-
Lunastorta guardò con aria esasperata Sirius.
-Attore, Felpato, attore. Non chiedermi di spiegartelo, è davvero troppo per le tue capacità intellettive.-
-Ma Marlon Brando assomiglia a James?- chiese Peter, timidamente.
Remus si tirò una manata sulla fronte.
-Io ci rinuncio.- borbottò, mentre James ghignava, divertito.
I suoi Malandrini. Non avrebbe saputo vivere, senza di loro.
-Comunque, sei un idiota, Ramoso.- disse Felpato, con un sorriso Malandrino.
James sbuffò. Non aveva intenzione di tornare sull'argomento. Remus capì, e allora ghignò.
-Certo, Sirius. Infatti, solo un idiota può essere tuo amico.-
James scoppiò a ridere, mentre Sirius lo guardava, indignato.
-Ehi!Maledetto sacco di pulci...-
-Sei tu il cane, non io.- fece Remus, con aria fintamente da saputello.
-Ma Remus, anche noi siamo amici di Sirius.- contestò Peter.
-Grazie, Codaliscia.- ghignò Sirius.
-Mai detto di non essere idiota, infatti.-
Risero.
In quel momento, si sentirono dei passi.
Tutti alzarono lo sguardo nella direzione da dove proveniva il rumore, per poi vedere Silente avanzare con aria grave, seguito dalla professoressa Mcgranitt, preoccupata, e dall'insegnante di combattimento. Dietro di loro c'erano Mary, Alice e Marlene.
I Malandrini si fecero seri.
James scosse lievemente Lily, per farla svegliare.
-Uh?- la rossina aprì gli occhi, spaesata.
Si accorse solo in quel momento, con gli occhi pieni di sonno, di dove aveva dormito.
Fece per dire qualcosa, quando anche lei notò ciò che aveva attirato l'attenzione dei quattro ragazzi.
Intanto il Preside li aveva raggiunti, senza sorridere.
-Preside.- fece Remus, alzandosi, imitato da Lily, un po' barcollante, e Peter. James e Sirius, invece, rimasero impalati lì seduti per brevi istanti, fino a che la Mcgranitt non gli lanciò un'occhiata di velato  rimprovero.
-Signori.- fece Silente, senza perdersi in chiacchere.
Mary, seguita da Lene e Alice, si avvicinò a Lily.
-Ha scoperto cosa le ha fatto Piton?- chiese James, il volto incupito.
Albus Silente fece un gesto ampio con la mano.
-Con il signor Piton ho parlato e so tutto quello che c'è da sapere. Ora, ritengo più opportuno che entriamo in infermieria a vedere come se la cava la signorina Vance.-
La Mcgranitt li guardò tutti.
-Albus, non credo sia una buona idea, farli entrare tutti.-
Lui li osservò, ma venne preceduto da Sirius, che fece un passo avanti.
-Dove va Ramoso, vengo anch'io.- fece, ostinato.
Remus, nonostante avesse un gran rispetto per Silente, si trovò totalmente d'accordo con Sirius, quindi annuì vigorosamente, dandogli man forte, seguito da Peter.
James ghignò apertamente.
Era impossibile dividere i Malandrini.
Silente sospirò.
-Va bene. Non abbiamo tempo da perdere, quindi entrate tutti.-
Marlene strinse la mano a Lily, facendole un sorriso, che venne ricambiato, anche se erano entrambi dei sorrisi carichi di tensione.
Entrarono nell'infermieria dalle pareti bianche, cercando di fare piano.
Madama Chips andò subito incontro al Preside.
Aveva l'aria stanca, sudata, come chi lavora da molto tempo senza ottenere nulla.
Era talmente frustrata che quasi non si accorse del mucchio di gente che era appena entrato.
-Non si sveglia, Albus. Ho provato di tutto, dalle pozioni più disparate. Fra un po' dovremo chiamare quelli del San Mungo. Più sta in coma, più rischia di perdere delle finzioni vitali importanti.-
Lily a quelle parole impallidì visibilmente.
Gettò un'occhiata rapida al lettino dove era stesa Emmeline, sentendo gli occhi pizzicarle.
La bionda era immobile e pallida. Sembrava dormisse.
La rossina avrebbe tanto voluto precipitarsi lì per sentire se il cuore le batteva ancora, ma si trattenne.
-Merlino, Albus.- Minerva Mcgranitt era convinta che sarebbe morta dall'agitazione. -Cosa facciamo?-
Albus guardò l'infermiera, che era tornata a chinarsi su Emmeline, per passarle un panno sulla fronte.
-Poppy, apra la finestra.-
-Ma Signor Preside, l'ammalata...-
-La prego, Madama Chips. Si fidi di me. Forse ho la soluzione.-
Senza una parola di più, solo con un'espressione perplessa, l'allora giovane donna si avviò e aprì la finestra.
Ci fu un momento di attesa, nel quale Silente osservò la finestra appena aperta, concentrato.
Dopo un attimo di attesa, si sentì uno strano sibilo.
Con grande sorpresa di tutti, sulla finestra si era appena posato un maestoso uccello vermiglio.
Lily sgranò gli occhi, così come parecchi dei presenti.
Era l'animale più bello che avesse mai visto.
Dagli occhi neri traspariva una saggezza millenaria.
Si sentì immediatamente in soggezione.
-Vi presento Fanny.- fece Silente, pacato.
-Una fenice?- chiese Mary, con curiosità, dando voce ai pensieri della maggior parte dei presenti. -Come può una fenice aiutare Emmeline?-
-Le fenici- osservò Silente, senza staccare gli occhi da Fanny, che era volata sul letto di Emmeline, senza esitazioni. -O, per la precisione, le lacrime di fenice, hanno proprietà curative molto potenti.-
Madama Chips spalancò gli occhi, illuminandosi.
-Ma certo!Il canto di Fanny, unito con le sue lacrime, potrebbe richiamare la signorina Vance da dove si è rifugiata.-
Il Prside annuì. Poi sospirò.
-Altrimenti, non saprei che altro fare.-
Tutti spostarono lo sguardo carico d'attesa sul volatile, che però si limitò a fare qualche passo sul materasso bianco della Grifondoro.
Passò qualche secondo.
-Perchè non fa nulla?- sbottò James, irritato dall'attesa.
Silente lo guardò un attimo.
-Credo che non basti. Bisognerebbe commuoverla.-
-E come...come si fa?- domandò Lily, con voce ferma. Qualunque cosa, per svegliare Emmeline. Se fosse stato necessario uccidere qualcuno per commuovere la fenice, lei lo avrebbe fatto.
Silente passò lo sguardo da James e Lily.
Ora veniva il difficile.
-Ritengo che...per commuoverla...bisognerebbe mostrare a Fanny ciò che l'ha fatta soffrire così tanto.-
Quelle parole echeggiarono per la stanza.
Chiunque conoscesse almeno un po' Emmeline, sapeva bene che per lei non ci sarebbe stato niente di più umiliante e straziante di far vedere a tutti i propri ricordi.
Se lo avesse saputo, se ne sarebbe vergognata per il resto della sua vita.
Non sarebbe più stata la stessa.
Lily immediatamente fece per dire qualcosa, ma James fu più veloce.
-No.- fece un passo in avanti, distaccandosi dalla folla. Si parò davanti al letto di Emmeline, e poi si girò, fronteggiando il preside, incrociando le braccia.
Lily in quel momento avrebbe voluto baciarlo, da tanto la rese orgogliosa quel gesto.
-Non permetterò una cosa del genere. Non senza il permesso di Emmeline.-
Lo sguardo di James era torvo.
-Signor Potter, sia ragionevole. Non..- esordì la Mcgranitt.
-Ci deve essere un altro modo.- fece Lily, raggiungendo James.
Non poteva lasciare che i ricordi più intimi della sua migliore amica fossero utilizzati per far piangere un volatile.
James le fece un lieve sorriso.
-Purtroppo no, signorina Evans. Non è facile far commuovere una fenice. Serve qualcosa di molto forte.-
-Ma ci dev'essere qualcosa!Siamo maghi, dannazione!-
-Signor Potter, moderi il linguaggio.-
-Sinceramente, Prof, non me ne frega niente del linguaggio, in questo momento.-
-Potter..- la Mcgranitt aveva stretto gli occhi a fessura.
-Lascia, Minerva.- Silente aveva zittito la protesta nascente con un gesto della mano. -Signor Potter, ha forse un'idea migliore?-
James osservò tutti i presenti sparpagliati per la stanza.
Ci doveva essere un modo per far piangere quella dannata fenice.
Qualcosa che la potesse commuovere al punto da riuscire a riportare Emmeline tra loro.
Il problema era cosa.
Nessuno di loro aveva vissuto quello che aveva vissuto Emmeline.
Vide Elphias osservarlo, con interesse.
Distolse lo sguardo, che gli ricadde su Lily.
Lei lo osservò, di rimando. Lo sguardo di James era così intenso, che si costrinse ad allontanarsi un po', avvicinandosi alla parete dell'infermieria. Se non lo avesse fatto, aveva paura di poter fare qualche sciocchezza.
James, improvvisamente, fu colto da un'illuminazione.
-Professor Silente.- esordì, puntando gli occhi nocciola in quelli azzurrini del Preside. -Se le fenici sono in grado di vedere il passato, ciò vuol dire che sono in grado anche di vedere il futuro, giusto?-
Sperava di non sbagliarsi. Sentiva gli occhi di tutti puntati su di lui.
Silente era incuriosito.
-Bè, si, credo proprio di si.-
James lo guardò.
Se ciò che il preside diceva era vero, allora Fanny , vedendo lui e Lily, in qualche modo avrebbe dovuto conoscere il loro futuro, e quindi avrebbe dovuto sapere di Harry, della loro morte prematura.
Non sapeva se questo sarebbe bastato per commuoverla, però...
A Sirius pareva di vedere le rotelline del cervello di James muoversi alla velocità della luce, Si chiese cosa avesse in mente.
Vide il moro voltarsi verso la Evans, con aria seria.
-Evans...- propuppe, sussurrando.
Lily lo guardò, inquieta, attendendo che finisse la frase. Non prevedeva niente di buono.
-..ti devo baciare.-
Ci furono circa tre secondi di silenzio.
Lily ascoltò.
Sbattè gli occhi.
Sperò fosse uno scherzo.
Si accorse che Potter non aveva affatto l'aria di uno che scherza.
E allora esplose.
-Cosa?!Potter, ti sei completamente rincretinito??Cosa diavolo stai dicendo??-
Possibile che si permettesse di dire una cosa del genere in quel momento?
Si era davvero innamorata di un soggetto del genere?
Non era assolutamente possibile.
E aveva pure il coraggio di alzare gli occhi al cielo!
-Evans, non è uno scherzo. Per far piangere Fanny, devo baciarti.-
Calò il silenzio. Lily sperò con tutta se stessa che non avesse veramente detto una cosa del genere.
Credette fosse uno scherzo.
Inarcò un sopracciglio.
-Perchè, baci così male, Potter?- sussurrò, sentendo che poteva prorompere in una risata isterica da un momento all'altro.
Perchè, dannazione?
Ora voleva sapere perchè si era innamorata di una persona così idiota, così meschina, così..
Non concluse mai il pensiero.
Potter aveva sbuffato.
Con un gesto rapido, si era avvicinato, e aveva sbattuto le mani sulla parete dove si era appoggiata Lily, senza lasciarle via di fuga.
La guardò, per un secondo, in tralice.
Il suo sguardo sembrava chiederle scusa, perchè non aveva tempo per spiegare.
Lily non ebbe il tempo di formulare una frase di senso compiuto, che le sue labbra furono catturate da quelle di James.
Inizialmente, tentò di opporsi.
Che diamine, lui stava con Emmeline!
Non poteva baciarla in quel modo. Era...era assurdo che lei...
Fu in quel momento che cedette. Perchè per quanto la ragione le desse torto, la vocina di Sirius Black si era di nuovo fatta viva nella sua mente, dicendole che quello era il ragazzo che le piaceva, che le piaceva tanto, e che non avrebbe più avuto un'occasione simile, nonostante si sentisse in colpa.
La prevase una senzazione familiare, sin troppo familiare. Come se avesse già incontrato quel sapore.
I suoi occhi si chiusero, automaticamente.
Non poteva rispondere al bacio, non poteva...anche se il suo sapore era così buono, anche se...
Dischiuse le labbra con naturalezza, senza ricordarsi più dov'era, senza più ricordarsi chi era lui e chi era lei, o perchè stessero facendo una cosa del genere.
Potter e Evans non esistevano più, esistevano solo due sentimenti, identici e complementari, che scaturivano dalle loro bocche unite.
Come se lei fosse stata fuoco, e lui vento che alimenta il fuoco, lo rende vivo.
Mentre sentiva la lingua di Potter insinuarsi piacevolmente tra i suoi denti, il pensiero che quel bacio fosse solo per far piangere una dannata fenice-che non credeva nemmeno che potesse piangere per un bacio, non ne vedeva il motivo- le fece dannatamente male.
Fu allora che la sentì.
Un canto. Soave e bellissimo, che faceva piangere il cuore.
Spalancò gli occhi, e sentì James staccarsi.
Fanny piangeva.
-Ma che diavolo...- mormorò, esterrefatta.
James la guardava.
Vide in quelle nocciole un dolore immenso, e non ne capì il motivo.
Non poteva sapere che le paure più nascoste di James erano appena state confermate.
Il loro destino era inevitabile.
Lily non vide Madama Chips precipitarsi su Emmeline, per fare in modo che le lacrime della fenice cadessero esattamente nei posti giusti.
In quel momento, c'erano solo gli occhi di James.
-Come...come facevi a...-
James scosse la testa, senza rispondere. Lo vide fare un passo indietro.
E Lily avrebbe voluto avvicinarsi.
Ma non lo fece.
Fanny continuava a gemere, straziata.
Si portò una mano sulle labbra.
Avevano ancora il suo sapore.
-L'hai fatto solo per Emmeline?- le uscì, spontaneamente.
Vide un bagliore negli occhi di James.
Stava per rispondere, quando la voce del preside li interruppe.
-Signor Potter, forse io e lei ci dovremmo fare una chiaccherata.-
James lo guardò, con freddezza. Non avrebbe permesso a nessuno di sapere quel che sapeva.
-Io invece credo di no, Preside.-
Lily in quel momento odiò Silente, perchè aveva interrotto la risposta che, si accorse, avrebbe fatto dipendere la rottura o meno del suo cuore.
Silente si voltò verso Elphias, in una muta richiesta. L'elfo aggrottò la fronte, concentrandosi.
James tirò fuori la bacchetta.
-Non provare nemmeno a entrarmi in testa, sono stato chiaro?- ruggì, furente.
Strinse gli occhi a fessura, senza abbassare la bacchetta.
-Occupatevi di Emmeline, invece.-
Lily lo guardò. E vide che in quegli occhi, mentre diceva quella frase, era passato qualcosa.
Senso di colpa.
E allora seppe che no, non l'aveva fatto solo per Emmeline.














Eccomi!!!!!Alloooora...che dire?Ho postato in frettissima, contenti?XD in realtà l'ho fatto perchè domani parto per l'inghilterra, e sto via due settimane, quindi non so quando posterò...sicuramente al mio ritorno, comunque XD poi...spero di non aver esagerato con questo capitolo. Ero partita con un idea molto più tranquilla(Lily e James non si sarebbero affatto dovuti baciare) però poi la mia ispirazione ha deciso di muovere le mie dita per conto loro, e quindi.
Spero che si sia capito perchè James riesce a far piangere la fenice: baciando Lily davanti alla fenice, James sapeva che il volatile avrebbe visto il loro futuro, e di conseguenza, si sarebbe commossa. No volevo dirlo in caso non fosse stato chiaro ^^
Bene, credo sia tutto qui. James inizia ad avere dei dubbi sulla sua scelta, però vuole comunque troppo bene a emmeline. Come finirà?muahauahauah.
L'ultima cosa: mi scuso enormemente, è da tre capitolo, forse quattro, che non riesco proprio a ringraziarvi una a una. Mi dispiace, davvero, è che ogni volta devo andare da qualche parte, quindi non riesco mai a ringraziarvi come meritereste. Siete fantastiche, solo grazie alle vostre recensioni riesco ad andare avanti, davvero, perchè mi fanno capire che come scrittrice non faccio così schifo.
Frazie ancora prometto che nel prossimo capitolo vi ringrazierò, una per una, e vi farò anche un monumento per riuscire a sopportarmi XD un bacio a tutte XD ci sentiamo fra tre settimane, o anche meno  XD

Ah, l'ultima cosa, volevo solo rispondere a PrincessMarauder e Rosalie Hale e Bella Swan, che mi hanno posto la stessa domanda:
No, Em e Piton non sono mai stati amici. Elphias voleva vedere cosa succedeva a mettere semplicemente contro l'attuale migliore amica di Lily e l'ex migliore amico di Lily. No, Emmeline e Piton si odiano abbastanza, fondamentalmente, perchè lui ha fatto soffrire Lily, quindi Em lo odia XD







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Capitolo 18
*** Carpe diem ***


cap 18 Quando Emmeline si risvegliò dal coma, non avrebbe saputo dire con certezza dove fosse stata.
Si ricordava solo di aver visto sua madre, seduta su una sedia di fiamme, mentre fumava una lunga sigaretta bianca.
Allora aveva creduto di essere finita all'inferno.
Poi aveva sentito l'angelo.
O forse non era un angelo.
Qualunque cosa fosse, l'unica cosa che ricordava era una melodia. Dolce e pura, che la richiamava in un mondo che le faceva paura.
Non voleva tornare in quel mondo.
Eppure, quella musica era troppo straziante per essere ignorata.
Quando Emmeline aprì gli occhi nella bianca infermieria di Hogwarts, trovò gli occhi caldi e rassicuranti di James, ad accoglierla.
In seguito si sarebbe ricordata di aver pensato che valeva la pena di risvegliarsi, per quegli occhi nocciola.
Quando si risvegliò, ebbe la bruttissima senzazione di non riuscire a muovere nemmeno un muscolo del proprio corpo.
Fu allora che James le disse che ci voleva tempo. Che Madama Chips aveva detto che prima di riprendere il completo utilizzo delle braccia e delle gambe, sarebbero dovuti passare giorni, forse settimane.
Non si esce da uno stato di coma di due settimane senza riportarne i segni.
Avrebbe ripreso a camminare e a correre, ma ci sarebbe voluto tempo, e la giusta dose di riposo.
Le lacrime di Fanny avevano funzionato con lentezza, permeando dentro di lei con difficoltà.
La corazza dove si era rifugiata era stata difficile da abbattere.
Poi James la guardò, e Emmeline seppe quello che le stava per dire ancora prima che lui aprisse bocca.
Lo lesse nel senso di colpa dei suoi occhi.
Lo lesse nell'espressione preoccupata di James.
Quando Emmeline Vance seppe da James Potter che aveva baciato Lily Evans, avrebbe voluto alzarsi e abbracciarlo.
Ma non ci riusciva.
Le sue braccia non riuscivano a muoversi.
Fu allora che James le posò un bacio sulla fronte, per poi avvolgerle le braccia dietro alla schiena, sollevandola di peso, e stringendola forte, abbracciandola come solo lui sapeva fare.
E lei non poteva ricambiare l'abbraccio.
Le sue braccia rimanevano inermi lungo il corpo, come gli arti di una bambola rotta.
Ci sarebbe voluto un mese, perchè riprendesse l'utilizzo completo di braccia e gambe.
Fu allora che Emmeline chinò la testa sulla sua spalla, e pianse.
Pianse come una bambina, pianse quelle lacrime che i suoi genitori non le avevano mai asciugato.
Pianse per se stessa, pianse per James e Lily, pianse perchè il pianto di Fanny l'aveva risvegliata.
Pianse anche per farsi coraggio.
Non chiese a James perchè Fanny avesse pianto di fronte a quel bacio. Sapeva che lui non le avrebbe detto niente.
Sapeva che quel bacio poteva significare solo che James e Lily erano segnati da qualcosa che sarebbe stato difficile da comprendere.
Avrebbe potuto chiedere a James se l'amava ancora, se sentiva anche lui in quell'abbraccio il sapore dell'addio.
Ma non lo fece.
Perchè quando Emmeline si risvegliò dal coma, sapeva esattamente quello che avrebbe dovuto fare.

-James, sto bene, piantala.-
Lui la guardò, preoccupato.
-Sei sicura?-
Emmeline alzò gli occhi al cielo, trattenendo un sorriso.
-Sono sicura. Smettila di fare la faccia di uno che si aspetta che crolli a terra da un momento all'altro.-
James non potè fare a meno di sorridere.
Con l'inizio di Giugno era arrivato anche il tempo per Emmeline di uscire dall'infermieria.
Camminava a passo lento, un po strascicato, ma almeno camminava. Madama Chips aveva detto che con il tempo avrebbe ripreso a camminare normalmente.
Almeno adesso poteva concedersi di uscire dall'angusta stanzetta.
Non ne poteva più di quelle quattro mura bianche e senza personalità, nonostante le visite fossero state assidue e continue.
Ora aveva voglia di godersi la bella giornata in riva al lago.
Anche se avrebbe dovuto studiare.
Ma quel giorno non voleva pensarci. Aveva una cosa molto più importante da fare.
Guardò James, che ancora sorrideva, e le venne spontaneo, sorridere a sua volta.
Era così bello.
Ma non era suo, doveva farsene una ragione.
Si avvicinò, quasi di soppiatto, e lo guardò negli occhi, per un lungo istante.
Poi lo baciò, piano, sulle labbra, mettendoci quanta più dolcezza possibile.
Si staccò, gli avvolse le braccia attorno alla vita, appoggiando la testa sul suo petto, con un sospiro.
Chiuse gli occhi, lasciando passare qualche secondo.
-Em?-
Naturalmente, lui si era accorto che qualcosa non andava.
Lei scosse la testa. Aveva bisogno di qualche altro secondo.
-Sh. Aspetta un attimo.-
James non capì cosa volesse dire, ma comunque stette in silenzio. Avvertiva una strana vibrazione nell'aria, qualcosa che assomigliava al timore dell'attesa.
Em sciolse l'abbraccio, e lo fisso con i penetranti occhi azzurri.
Sorrise.
-Ti amo.- sussurrò.
Il moro fece per aprire bocca, ma lei lo interruppe, posandogli una mano sulle labbra.
-Aspetta. Per favore, lasciami parlare senza interrompermi, va bene?-
Vide che James era confuso.
Sorrise di nuovo, questa volta con amarezza.
Era dannatamente difficile, trovare le parole giuste senza piangere. Ma ce la doveva fare. Per James, per Lily. Soprattutto, per Lily.
-Io ti amo. Tanto. Davvero. Però non posso più sopportare la vista delle due persone che amo più al mondo che soffrono, James.-
Si guardarono per un lungo istante.
Vide che alla confusione, negli occhi di James si stava sostituendo qualcos'altro, che non seppe definire.
Quando parlò, la sua voce era appena un sussurro.
-Cosa stai cercando di dirmi, Emmeline?-
Cercò di apparire serena.
-Tu ami lei, James.-
Le parole appena pronunciate vibrarono nell'aria per un lungo istante.
Era come se fossero ai piedi di un baratro nero, e lei avesse appena deciso di buttarsi, senza sapere contro cosa si sarebbe schiantata.
-Tu ami lei, e lei ama te. Io sono di troppo, ormai.-
James fece un passo indietro, per guardarla meglio.
Credette davvero di sprofondare, quando vide il dolore negli occhi della bionda.
-Mi stai lasciando?-
La voce gli uscì metallica, distorta.
In quel momento, non riusciva a pensare a niente.
Era una situazione del tutto nuova, per lui. Di solito era lui che mollava le ragazze, non viceversa.
Non sapeva cosa provare. Era una senzazione nuova, un vuoto allo stomaco che assomigliava alla morsa della paura.
Si chiese se tutte le ragazze che aveva mollato si sentissero esattamente come si stava sentendo lui in quel momento.
Tu ami lei, e lei ama te.
Solo in quel momento realizzò cosa veramente avesse detto Emmeline.
Si sentì sprofondare, rendendosi conto di quanto Emmeline avesse ragione.
Tutti i suoi sforzi non erano serviti a niente?
Sentì la piccola mano aristocratica di Emmeline che gli accarezzava la guancia, con delicatezza. I suoi occhi azzurri erano cupi, e James vi lesse la voglia di tornare indietro.
-Non accetterei di vederti con nessun altra, lo sai.-
La voce era ferma, anche se era ridotta a un sussurro triste.
Poi scosse la testa, per scacciare la patina che le stava offuscando gli occhi.
-Io non so perchè...non so perchè Fanny ha pianto, quella notte che l'hai baciata. Non lo so, e non lo voglio sapere, davvero. Sono talmente vigliacca che non voglio sapere che cosa ha visto quel dannato volatile nel vostro futuro. Però...-
Si morse il labbro.
-Però so che qualsiasi cosa sia, Lily è il tuo destino, non io. So che, qualsiasi cosa tu sappia sul vostro futuro...non credo valga la pena soffrire così tanto, James. Stai soffrendo tu, e sta soffrendo lei, per una cosa che avverrà non si sa quando.-
Fece un sospiro tremante. Non era ancora tempo per le lacrime. Si fece forza.
-Lily è come una sorella per me. Lei è tutta la mia famiglia. Le voglio un bene dell'anima, e non posso più sopportare di vedere che ti ama in silenzio, James. So che tu hai fatto tutto questo per lei. So che hai cercato di dimenticarla, che la vorresti dimenticare perchè sarebbe tutto più facile, che ti sei sforzato in tutti i modi di...innamorarti di me, fino al punto di credere di amarmi davvero. Ma ora basta, è finito il tempo di provarci, James. Non ci riesci, e allora devi prendere quello che viene.- sorrise. -Gli antichi in questi casi direbbero carpe diem.-
Lo vide stringere le labbra.
-Non posso, Emmeline. Se io e Lily...-
-Se tu e Lily- continuò lei -se tu e Lily non vi mettete insieme, rischiate di soffrire molto di più rispetto a qualunque cosa vi potrà far soffrire nel futuro.-
Sorrise.
-Devi vivere il presente, James. Dobbiamo goderci il presente finchè c'è. Ci sarà tempo per preoccuparsi del futuro.-
Sollevò le spalle. In un barlume di razionalità, si chiese come diamine stesse facendo a non scoppiare in lacrime.
Stava lasciando il ragazzo che aveva amato più di chiunque altro.
Però lo stava lasciando per l'altra persona a cui teneva più al mondo, quindi era giusto così.
-Devi andare da lei, James. è giusto così, e tu non puoi farci niente, perchè il tuo cuore ha già scelto per te. Il James Potter che seguiva sempre l'istinto lo sa bene, ne sono sicura.-
La guardò.
Era bella, Emmeline.
Sembrava una principessa, con i capelli d'orati e le labbra piene, gli occhi che sembravano aver rubato al cielo un po' della sua vernice malinconica.
Era bella, e aveva ragione.
Non poteva più fuggire.
Se il suo destino era stato segnato, perchè non godersi quegli ultimi attimi che gli venivano concessi?
La guardò ancora.
Era difficile lasciarla andare.
Perchè, nonostante tutto, l'aveva amata davvero.
Forse era più un amore fraterno, niente a che vedere con la passione travolgente che provava per Lily, ma comunque non era un sentimento superficiale e banale, come quello che aveva provato per tutte le altre.
Una parte di lui comunque sarebbe stata sempre di Emmeline, anche se una minuscola parte.
Decise di non dirle una cosa del genere, per il semplice fatto che sapeva che le avrebbe fatto ancora più male di quel che già aveva fatto.
Piano, con lentezza, guardandola negli occhi, annuì.
Aveva capito.
Doveva andare da Lily.
Avrebbe preso quello che veniva, perchè gli andava così. Era giusto così, non poteva più andare avanti di quel passo.
Se quello che diceva Emmeline era vero, anche Lily in quel momento stava male, e questo lui non poteva accettarlo. Se a soffrire fosse stato solo lui, poteva andare, ma se anche lei soffriva per quella separazione, non ci stava più.
Non sapeva perchè lei si fosse innamorata di lui, non sapeva se lei si ricordava qualcosa di quel mese passato nel futuro, o se aveva intuito qualcosa dal pianto di Fanny, ma quel che era certo era che non poteva più sopportare quella lontananza forzata.
Aveva amato Emmeline.
L'aveva amata come si ama una sorella, forse, ma l'aveva amata.
Ma Lily era Lily. Lily era la passione, Lily era l'amore, quello travolgente, che non lascia spazio ad altro, quello che non ti fa dormire di notte, quello che ti fa battere il cuore a velocità spaventose.
E lui l'aveva abbandonata per troppo tempo.
Aveva pensato di fare il suo bene, ma si era solo fatto del male.
Nel futuro sarebbero morti a causa di un folle con manie di protagonismo, ma nel presente lui stava sacrificando la cosa più bella che potesse avere al mondo.
Ci era voluta Emmeline, la dolce e bella Emmeline, per farlo ragionare.
La stessa Emmeline che aveva patito le pene dell'inferno, gli diceva che era disposta a farsi spezzare il cuore, pur di vedere loro due insieme.
Giurò a se stesso che Lily o non Lily, non avrebbe comunque mai permesso a nessuno di fare del male a Emmeline.
Lei era stata l'unica a ritirarlo su dal baratro, lei che poteva capire in minima parte quello che aveva passato, lei che ora aveva il cuore spezzato, glielo leggeva negli occhi.
Non era giusto che soffrisse, non Emmeline.
Se avesse potuto amare entrambe alla stessa maniera, se il mondo fosse stato diverso, se nelle fiabe ci fosse stato sempre il lieto fine, forse sarebbe stato tutto molto più semplice.
Ma Lily era Lily, ma per quanto avesse potuto negarlo, il suo amore per lei non era mutato di una virgola.
Quando l'aveva baciata, oltre al senso di colpa, aveva sentito il sollievo.
Il sollievo di ricordarsi il suo sapore, il sollievo di quei brividi familiari che solo lei sapeva provocargli, il sollievo di sentire che ancora il suo cuore era capace di battere alla velocità della luce.
Per quanto si possa credere, anche il Sole ha bisogno della Terra, altrimenti non avrebbe più un valido motivo per cui brillare.
Si stupì di quanta voglia avesse di correre da lei, di abbracciarla, di dirle che la amava.
Ma non sarebbe stato giusto nei confronti di Emmeline.
Vide che sul volto della biondina si increspò un sorriso. Se c'era tristezza, la nascose sin troppo bene.
-Solo...James.-
Lui la guardò. Ancora era sicuro di non riuscire a parlare correttamente.
-Posso...posso parlarle prima io?Ho bisogno di parlarle, dobbiamo chiarire. Non voglio perderla come amica.-
Il moro sorrise.
-Ma certo.-
Lei annuì.
-Allora...è finita.-
-Si.-
Si fissarono per un lungo istante, in silenzio.
Poi Emmeline, con lentezza, gli diede le spalle.
Fece qualche passo, arrancando un po'.
Doveva allontanarsi, prima di piangere.
In quel momento, James la vide estremamente fragile, troppo piccola per un mondo così grande.
Sentì il suo cuore stringersi, quando la vide fermarsi.
-Em.- la chiamò, con tono soffice.
La biondina girò parzialmente la testa, lanciando una fugace occhiata a James.
A James fece male vedere che in quegli occhi azzurri brillavano lacrime trasparenti e silenziose, ricoprendo le guancie con un velo umido.
Emmeline non ce l'aveva fatta, ad allontanarsi abbastanza prima di scoppiare a piangere.
Se ci fosse stato suo padre, in quel momento le avrebbe urlato contro che una Purosangue non deve mai mostrare i propri sentimenti, è da vigliacchi, indegni di una stirpe di nobile famiglia.
Ma naturalmente, James non era suo padre.
Senza dire niente, in un muto invito, allargò le braccia, protendendole verso di lei.
In un attimo, nemmeno il tempo di accorgersene, se la ritrovò di nuovo tra le braccia, che singhiozzava contro il suo petto, bagnandogli la camicia bianca  di lacrime salate.
La strinse forte, cullandola, accarezzandole i capelli nel vano tentativo di calmarla.
La sentiva tremare leggermente, come se piano piano si stesse ghiacciando.
Ogni lacrima versata, era un pugnale nel suo cuore.
Era tutta colpa sua.
Aveva giurato di non farle mai del male, e aveva finito per farle il cuore a brandelli, come se lei non avesse già sofferto abbastanza, nella sua vita.
Forse aveva ragione Lily, a dire che era solamente un egoista.
-Em.- disse, piano. -Lo sai che io ci sarò sempre e comunque, vero?Lo sai?Non è che adesso sparirò dalla tua vita. Quando avrai bisogno di me, ci sarò, sempre, chiaro?Non ti libererai così facilmente di me.-
La sentì emettere un verso a metà tra una risata e un singhiozzo.
-Devo sembrarti patetica.-
-No, non lo sei.-
-Invece si. Diamine, è stata una mia scelta, sono io che ti ho mollato, e sto qui a frignare come una mocciosa.-
Sentì le sue braccia stringerla ancora più forte.
-Smettila, Em. Non pensare mai più una cosa del genere.-
Sentì le sue piccole mani far pressione sul suo petto, per staccarsi un po'.
Lo guardò negli occhi, e cercò di sorridere, mentre cercava di trattenere le ultime lacrime.
-Grazie. Sono stati i migliori mesi della mia vita, davvero.-
Le posò un bacio sulla fronte, prima di sorriderle, con quel sorriso che faceva sciogliere.
Poi l'espressione gli si indurì, facendosi più cupa.
-Scusami se sono stato uno stronzo. Non avrei dovuto coinvolgerti.-
Lei si fece seria.
-L'hai fatto per Lily.-
James sospirò.
-Si, l'ho fatto per Lily. Ma questo non toglie che ora tu stai male, ed è tutta colpa mia.-
Emmeline sorrise, dolcemente, ma James ci vide una tristezza che gli fece gemere il cuore.
-Passerà. Il tempo guarisce tutte le ferite.-
Poi alzò gli occhi al cielo, cercando di smorzare l'aria.
-E bada, guai a te se entro l'anno prossimo non vi vedo insieme, sono stata chiara?Giuro che vi faccio fuori entrambi, altrimenti.-
James rise.
-Vedrò quel che posso fare.-
Sorrise all'occhiataccia di Emmeline.
Lei sbuffò, sentendo le ultime traccie di lacrime svanire. Il cuore ci avrebbe messo un po' di più, ad aggiustarsi, ma Em sapeva che avrebbe potuto farcela. In fondo, lui non l'avrebbe mai abbandonata del tutto, lo sapeva.
-Ora io vado lì e le parlo, poi arrivi tu e la baci, va bene?-
-Si, e poi mi ritrovo direttamente cinque dita stampate in faccia.-
Emmeline rise.
Una risata incrinata.
-Uffa. E io che volevo farti soffrire un po'.-
Anche James rise.
Emmeline era fatta così. Era capace di passare da un argomento all'altro alla velocità della luce, con una faccia di bronzo degna dei più esperti giocatori di Poker.
Lei gli sorrise, un'ultima volta. Si sollevò appena, e gli posò un bacio sulla guancia.
L'ultimo, forse, che poteva concedersi.
-Ciao James. E mi raccomando, fai il bravo, che se le fai del male potresti ritrovarti senza qualche arto. E bada, non intendo ne braccia ne gambe.-
Lui sorrise, sentendo quel sussurro nell'orecchio. La risposta che le diede però, era seria.
-Non potrei mai farle del male.-
Emmeline rise.
-Lo so.-

Lily era seduta sulla riva del lago, a contemplare la massa d'acqua che ogni tanto veniva increspata da qualche movimento proveniente dal fondo.
Chissà in quel momento dove si trovava la Piovra Gigante.
Forse la scrutava da sotto la superficie dell'acqua, chiedendosi chi fosse quell'intrusa che osservava il suo ambiente con tanta insistenza.
O forse la Piovra Gigante esisteva solo nella sua testa.
Aveva avuto tante occasioni per andare a trovare Emmeline in infermieria.
Naturalmente però, sceglieva di andarla a trovare perennemente quando lei non poteva minimamente accorgersene.
Si era ritrovata negli orari più disparati della notte nell'infermieria, per il semplice motivo che il suo orgoglio le impediva di andare a trovarla quando era sveglia e in grado di sostenere una conversazione.
Il suo orgoglio, o forse la sua vigliaccheria.
Non voleva affrontare l'argomento che le aveva spinte a dividersi.
Non voleva che la sua migliore amica capisse quanto avrebbe voluto che il bacio che le aveva dato James Potter non finisse mai.
La rossina era confusa.
Si era ritrovata a evitare volontariamente qualsiasi tipo di compagnia, per paura che le venissero rivolte domande che la gettavano ancora di più nell'incomprensione.
Ma più rifletteva da sola, più aveva l'impressione che troppi particolari le sfuggissero.
Emmeline le mancava.
Sapeva che James le aveva detto del bacio.
Lui non era vigliacco come lei.
Cosa aveva significato quel bacio per lui?
Era l'unica a essersi sentita a pezzi, dopo?
Perchè Fanny aveva pianto?
Sicuramente non perchè Potter baciava male, pensò, ricordandosi la sua battuta.
Aveva sentito l'anima di James sulle sue labbra.
Aveva sentito di poter conquistare il mondo, rimanendo solo così, attaccata a quel viso che un tempo odiava.
E non sapeva come, ma sapeva con certezza che lui aveva provato lo stesso.
Quelle emozioni non le aveva provate da sola, se lo sentiva.
Sentì una presenza sedersi accanto a lei, ma non si voltò. Sapeva che quel momento doveva arrivare.
Continuò a osservare l'acqua.
-In sei anni che siamo qui, non ti sembra strano che nessuno abbia mai visto la Piovra?-
La voce di Emmeline era serena, come se non fosse mai accaduto nulla.
-Forse è troppo spaventata per venire fuori.-
-O forse nemmeno esiste.-
Ci fu un secondo di silenzio, nel quale entrambe osservarono l'acqua, ora placida.
Emmeline sorrise.
-Mi sei mancata.-
Lily fece una faccia fintamente sostenuta.
-Hai fatto tutto da sola, lo sai?-
Fece, ricordando la litigata.
La biondina rise.
-Hai ragione. Ero gelosa marcia.-
Anche Lily sorrise.
-Si, lo eri. Lo ero anch'io.-
-Lo so.-
-Comunque, anche tu mi sei mancata.-
Emmeline si aprì in un ghigno.
-Lo so.-
Lily la guardò dall'alto in basso, fintamente truce.
-Stare con Potter ti ha fatto montare un po' la testa, o sbaglio?-
La biondina fece una breve risata, facendo ricadere poi il silenzio.
Lily non si preoccupò di trovare qualcosa da dire. Il ghiaccio era rotto, come sempre. Ogni volta che litigavano era sempre così: lei si faceva un milione di paranoie, poi arrivava Emmeline e le ricordava che bastava una battuta per aggiustare tutto.
Quel piccolo teatrino era il loro modo di dire mi dispiace.
-Comunque, l'ho lasciato.-
Sussurrò la bionda, dopo un po'.
La rossina si voltò verso di lei, osservando il suo profilo.
-Mi dispiace.- non trovò niente di meglio da dire. Forse avrebbe dovuto chiedere il perchè.
Ma sospettava di sapere già la risposta.
In qualche modo era scontata.
James aveva provato le sue stesse emozioni, baciandola.
Non sapeva se sentirse sollevata. Forse avrebbe dovuto stare male per Emmeline.
Emmeline sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Oh, piantala, Lily. Ovvio che non ti dispiace.-
Lily la guardò un attimo interdetta, notando che gli occhi di Emmeline si erano spostati su di lei, quasi arrabbiati.
Poi dopo un secondo vide l'ombra di un sorriso farsi strada sulle labbra di Emmeline.
Anche lei sorrise.
-Va bene.- disse, con una specie di ghigno. -Allora non mi dispiace.-
Emmeline sorrise definitivamente.
-Così va meglio.-
-Posso interrompervi?-
Lily spostò lo sguardo sulla figura alta e sorridente che le sovrastava, lentamente.
Aveva riconosciuto la voce immediatamente.
Tenne lo sguardo fisso su James, sul suo sorriso per un po', con le parole che si erano bloccate in gola.
Avrebbe dovuto dire che doveva parlare con la sua migliore amica, che in quel momento voleva stare con lei, ma Emmeline la precedette, alzandosi.
Si scrollò un po' di fili d'erba che si erano impigliati qua e là, e sorrise.
-Si, certo, me ne stavo giusto andando.-
Si sorrisero.
Come due buoni amici, complici forse di un piano premeditato.
Come se il giorno prima non si fossero baciati in un angolino buio del castello, come se un attimo prima Emmeline non avesse avuto un'incredibile voglia di stringersi di nuovo tra le sue braccia.
Ma andava bene così.
Con un ultimo sorriso, la biondina se ne andò.
Solo James si accorse delle lacrime che tratteneva.
Ma non la seguì.
Sapeva che lei non avrebbe voluto.
Si sedette dove fino un attimo prima era seduta Emmeline, con un sospiro.
Lily rispostò lo sguardo sul lago, fingendo di trovarlo particolarmente interessante.
Non voleva incantarsi a guardarlo, sarebbe stato umiliante.
Anche se i suoi occhi verdi erano particolarmente attratti da quella figura seduta accanto a lei.
Sapeva cosa si sarebbero detti.
Non c'era molto bisogno di chiedersi cosa era venuto a fare lì, dopo poco che Emmeline l'aveva lasciato.
Improvvisamente fu colta da un miliardo di dubbi.
Lui era pur sempre James Potter, giusto?
E fra pochi giorni sarebbe finita la scuola.
-Potter, cosa sei venuto a fare, qui?- glielo chiese in un soffio, anche se la risposta la temeva- o la sperava, non riusciva a capirlo-già.
Lui roteò gli occhi.
-Così, sai, avevo voglia di camminare, c'era il sole.-
Poi spostò lo sguardo su di lei, facendosi serio.
-Hai parlato con Emmeline?-
Lily annuì, sempre senza guardarlo.
Aveva paura di perdere il controllo di se stessa soltanto guardandolo.
James fece un sorriso, forse un po' triste.
-Lo sai che nell'ultimo periodo non faceva altro che parlare di te?-
Lily sorrise.
-Non potevo trovare migliore amica migliore.-
Quante si sarebbero fatte da parte, solo per vedere le due persone che amava felici?
-Lo credo anch'io.-
Ci fu un attimo di silenzio.
Lily sospirò, pensando che non era giusto che Em soffrisse, in quel momento.
-Ci innamoriamo sempre delle persone sbagliate.- mormorò.
Vide Potter sorridere, con uno sguardo indecifrabile.
-Hai ragione.-
Sarebbe stato decisamente meglio se Emmeline si fosse tenuta alla larga da lui.
Anche James soffriva per la perdita, anche se in parte minore. Quattro mesi non si cancellano con un battito di ciglia, la rossina lo sapeva.
Solo allora Lily si decise a spostare lo sguardo su di lui.
Il suo cuore tamburellò contro il suo petto ad un ritmo di danza sfrenata, e la rossina per un attimo si dimenticò quello che voleva dire.
-Potter.- mormorò. -Perchè Fanny ha pianto, quella notte?-
James la fissò negli occhi, e Lily vide di come si scurirono in un attimo, diventando cupi, sin troppo seri.
Il moro sorrise, con amarezza.
-Forse è meglio che tu non lo sappia, Evans, davvero.-
La rossina stette un secondo zittà.
-è davvero così brutto il nostro futuro, James?-
Immediatamente, sentì le sue nocciole saettare sul suo viso, interrogative.
Sorrise, mestamente, per dare una spiegazione.
-Tu avevi chiesto a Silente se le fenici vedono anche il futuro, prima di baciarmi. Questo mi fa pensare che tu...sappia qualcosa che noi non sappiamo.-
Lo osservò.
-E suppongo che Fanny non si metta a piangere per la semplice vista di noi che ci lasciamo per un motivo stupido quale che ne so, tu che mi tradisci, o l'arrivo a Hogwarts di una seducente ballerina russa.-
Se la sua teoria era giusta, allora forse poteva spiegarsi perchè James improvvisamente non le fosse più venuto dietro.
Che il loro futuro avesse anche una connessione con i suoi sogni?
James si accigliò, aggrottando la fronte.
-Tu dai per scontato direttamente che sia io a tradirti per una seducente ballerina russa?-
Lily sorrise.
-No, in effetti no. Potrebbe anche arrivare qualche aitante e famoso giocatore di Quidditch da qualche località esotica...-
Lo vide alzare gli occhi al cielo.
-Certo. Il giocatore di Quidditch che le va dietro per secoli non le va bene, ma se si tratta del famoso bellimbusto proveniente dalla città esotica, allora..-
Lily ridacchiò, piano.
Poi lo sentì sospirare.
-Lily.- il moro aveva una voce grave, che lei avrebbe giurato di non aver mai sentito così seria. -è meglio che tu non sappia quello che so io, credimi.-
La osservò per un lungo istante, cercando di imprimersi nella memoria ogni minimo particolare di quel viso.
-Io non posso dirti di più. Se vuoi tornare indietro, se sei spaventata, io lo posso capire, davvero. Non voglio sforzarti a fare nulla, Lily.-
Le prese la mano, e iniziò a giocherellarci.
Lei lo osservò, un po'.
Il contatto con la sua mano calda la fece rabbrividire.
E se durante l'estate lui avesse incontrato un'altra?
-Ho bisogno di un altro po' di tempo.- appena mormorò quelle parole, se ne pentì.
Vide James osservarla, e poi annuire.
Si affrettò a dare una spiegazione a quegli occhi sofferenti.
-Vorrei...vorrei lasciar passare l'estate...far chiarezza su quello che provo. Se davvero...se davvero dobbiamo vivere il presente, senza curarci del futuro, allora devo essere sicura dei miei sentimenti, essere davvero pronta a quello che verrà.- lo guardò ancora, sentendo che non avrebbe potuto mai averne abbastanza, di quegli occhi nocciola. -Puoi...puoi aspettarmi un altro po'?Solo un altro po', te lo prometto.- l'ultima frase le era uscita con una punta d'angoscia.
In fondo, non pretendeva troppo?
Erano sei anni che aspettava, sarebbe anche stato giusto che lui si stufasse.
Non si sarebbe affatto stupita, se lui l'avesse mandata a quel paese.
James la osservò per un lungo istante, serio.
Ce l'avrebbe fatta ad aspettarla ancora?
Vide che era spaventata, vide che si era già mezza pentita delle sue stesse parole.
Sorrise.
-Ho aspettato sei anni, Evans, per tre mesi posso ancora resistere.-
Vide il sollievo passare tra quegli smeraldi.
Le prese la mano, e le baciò il palmo, in un ultimo saluto prima della partenza.
-Scrivimi, quest'estate.- fece Lily, in un sussurro istintivo. Non sapeva da dove le era uscita, ma sapeva che non avrebbe sopportato di non sentirlo per tre mesi di fila.
Nonostante avesse deciso di lasciar passare ancora un po' di tempo, il suo cuore sapeva già tutte le risposte alle sue domande.
James le sorrise, e Lily si sentì rinascere.
-Ma certo, Evans.-
Il sorriso alla James Potter era tornato a splendere.
 

















ed eccomi qui, signori e signore!non sapete che fatica ho fatto per postare oggi O.o Ho scritto di notte fino alle due ieri, oggi mi sono ridotta a mezzanotte...perchè, dovete sapere, che vi libererete di me x altre due lunghe settimane XD vado in puglia XD
come al solito, commento ultra veloce, che se i miei mibeccano è la volta che nn vedo più il pc. Scusatemi, perdonatemi se nn ringrezio mai...per assurdo, sn più impegnata d'estate che d'inverno O.o vado, scappo. sappiate che vi adoro tutti, grazie per i bellissimi commenti =) ma..ho notato che state diminuendo pian piano O.o non è che sto peggiorando la qualità dei capitoli, vero?si come minimo è così XD uhm...vedrò di migliorare XD scappo XD grazie di tutto!!!





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Capitolo 19
*** Lettere e dubbi ***


cap 19                                                                                      Lily Evans,
                                                                                     Tweenie Road 3
                                                                                     La stanza esatta non la so, anche se                                                                                        mi piacerebbe.

                                                      1 Luglio 1976
Ciao Evans,
mi sembra strano scriverti senza ricevere indietro solo insulti-sinceramente, mi aspetto ancora che come risposta riceverò una Maledizione Senza Perdono. Comunque, suppongo siano dettagli. Sirius si è installato in camera mia come un segugio, e continua a sbirciare per vedere cosa sto scrivendo -PIANTALA, SIRIUS!- scusami. D'altra parte non potevo fare altrimenti, qui in casa è impossibile stare da soli in santa pace: se non era questo maledetto rompipalle -Sir, è inutile che fai l'espressione indignata.- era mia madre che faceva finta di aiutare Pinkie, la nostra elfa domestica, mentre in realtà cercava di guardare a chi-cosa-quando-dove e perchè stavo scrivendo. A, e anche come. La terza alternativa erano Sirius e mia madre insieme-e ti assicuro che è meglio di no. Quei due messi in coppia fanno paura, sembrano culo e camicia. Mia mamma mi dovrebbe veramente ringraziare per averle portato in casa Sirius, le sue giornate sarebbero decisamente più noiose, altrimenti.
Okay, sto sparando un mucchio di cazzate-come sempre, dirai tu- quindi ora smetto.
Come stai?Spero davvero che tu non abbia già iniziato a fare la valanga di compiti che ci hanno dato, saresti davvero pessima, lasciatelo dire. Io e Sirius come minimo li faremo l'ultimo giorno delle vacanze-sempre se li faremo. Anche se ho paura che Remus, che ci piomberà in casa domani insieme a Peter, ci costringerà a studiare con la solita solfa che l'anno prossimo abbiamo i MAGO- è dal terzo anno che va avanti con questa storia. Andrà a finire come al solito, lui e Peter seduti a tavolino mentre noi un po' copiamo e un po'-tanto- cazzeggiamo.
Non so nemmeno io perchè ti sto scrivendo tutto questo, visto che sicuramente tu l'anno prossimo sarai Caposcuola e ti sto fornendo informazioni che non dovrei darti-ma tanto so che ci godi a darci punizioni, quindi vedi, lo faccio solo per farti felice.
Ora vado, Sirius si è stufato di cercare di sbirciare e si è spaparanzato sul mio letto continuando a emettere sbuffi annoiati, tanto per farmi capire che vuole che smetta di cianciare come un idiota-si, lo so che in questo momento starai dicendo"ovvero, quello che in realtà sei", ti conosco Evans. Anche se sarebbe una cosa carina se tu per una volta non pensassi una cosa così prevedibile, e invece dicessi una cosa tipo"James mi manca, anche se è un idiota." va bene, smetto di farneticare, Sirius mi sta minacciando.
Ciao Evans, spero a presto.
Baci,                    
                                                    James.




                                                                                 
A quelle due pazze furiose chiamate                                                                                          Emmeline Vance e Marlene Mckinnon,
                                                                                 Casa di Marlene
                                                                                 Soffitta di Marlene
                                           2 luglio 1976
Allora,
mi ha scritto. Contente? Vi rendete conto che è da quando abbiamo finito la scuola che mi mandate tre gufi al giorno per sapere se mi ha scritto?O.o siete due pazze furiose, basta. No ma davvero, di chi è stata la folle idea di mettervi in casa insieme, a voi due?O_O
Comunque si, mi ha scritto. E, no, non gli ho ancora risposto. Non so se lo farò. Cioè, insomma...niente, basta, chiuso l'argomento. Non mi estorcerete altro. Non vi dirò che mi ha fatto piacere che mi abbia scritto, ne che quando ho riconosciuto la sua calligrafia il mio cuore ha fatto una cosa tipo un triplo salto carpiato all'indietro.
Un bacio sceme, vi voglio bene anche se siete completamente matte.
Lily


                                                                                   Alla donna che ucciderò molto presto se                                                                                    non fa quello che deve fare, meglio detta                                                                                    Lily Evans,
                                                                                   Dovunque si trovi adesso.
                                 Lo stesso giorno in cui mi hai scritto tu.
Lily Evans.
Sono quella che tecnicamente dovrebbe essere la tua migliore amica, ma che non lo sarà più se non scrivi a quell'uomo che sta passando le pene dell'inferno perchè non gli scrivi. Ok, le pene dell'inferno in realtà non lo so, ma comunque. Ora tu prendi carta e calamaio, e gli scrivi. Chiaro?Altrimenti vengo li e ti costringo a scrivere io-sai che lo farei.
Lily!!Sono Marlene. Emmeline ha ragione, devi scrivergli. Guarda che aiuto Emmeline ad ucciderti, non mi faccio problemi, lo sai ^^
Ecco, appunto. Lily tesoro...se non ti ho convinto, bene, ora ti darò dei validissimi motivi x cui dovrai scrivergli entro 2 secondi:
1- Gli piaci.
2- Ti piace!
3- Gli hai chiesto tu di scriverti.
4- Quando ho detto molto allegramente "Si, ti mollo perchè così stai con Lily" intendevo veramente perchè così stai con Lily, non era una battuta.
5- Chi era quella che nel treno continuava a dirmi "Ma tanto non mi scrive, lo so che non mi scrive. Però voglio che mi scriva!"?
6- Devo davvero continuare?
7- Si, ho capito, devo continuare.
8- Ti viene dietro da una vita.
9- Ti viene dietro da una vita, mentre tu l'hai sputtanato per una vita.
10- Bacia da Dio. E non provare a negarlo, tanto lo so che lo pensi anche tu.
Ti basta?
Ti vogliamo bene,                                             Em e Len.

                                                                               A Emmeline,
                                                                               Inutile scrivere l'indirizzo.


Ora rispondo a tutti i tuoi punti:
1,2,3: Dettagli ^^
4 Ehm...Dettagli?'^^
5 Non è vero, non ero affatto preoccupata, nel treno. Solo che...ehm...ecco, si, avevo appena mangiato una Tuttigusti+1 al...all'origano, quindi ero piuttosto agitata perchè l'origano non lo digerisco.
6,7 Bravissima, vedo che capisci ^^
8 Si, per carità, ma questo non gli ha mai impedito di fare l'idiota in qualunque modo, anzi.
9 lo sputtanavo, come dici tu, perchè appunto faceva l'idiota.
10......................................... anche se fosse? '^^
Lily
 
                                                                                       



                                                                                Sempre alla stessa persona, sempre                                                                                          nello stesso luogo.



........
Scrivigli.
ADESSO.
Em.
Ps Si, anch'io ti voglio bene.
 

                                                                                 
A James Potter,
                                                                                 Potter's Manor
                                                                                 La stanza non la so, e NON la voglio                                                                                        assolutamente sapere.
                                     7 luglio 1976


Ciao Potter,
ti scrivo dopo essere stata minacciata di morte dalle mie cosidette migliori amiche se non lo facevo. Nonostante questo, come vedi ho fatto passare un po' di tempo dalla tua lettera, per non darti soddisfazione. No, non è vero, in realtà il fatto è che ieri sera c'era la cena con Vernon Dursley-il fidanzato obeso di mia sorella- con relativi genitori, e Petunia è da due settimane che fa i preparativi, completamente in fibrillazione, mettendo di conseguenza in agitazione mia mamma, che di conseguenza mi faceva girare in casa come una matta per fare i più disparati lavori domestici:dalle pulizie dei vetri, allo spulciare il gatto, e chi più ne ha più ne metta.  Quindi solo adesso riesco ad avere un attimo di pace per scriverti. Qui tutto bene, Petunia a parte. Dopodomani partiamo per andare in crociera- qualcosa mi dice che mi annoierò un sacco, da sola con i miei e mia sorella, figurati. Spero che le mie lettere ti arrivino ugualmente-cioè, non è che lo spero nel senso che voglio che tu mi scriva, cioè si, cioè, nel senso... al diavolo, fa lo stesso. Cancellati dalla testa l'ultima riga e mezza, va bene? Sono solo stupidaggini. Emm è andata in vacanza con Marlene, al mare, la settimana dopo andrà da Alice o da Mary. Da me non può venire, purtroppo, perchè è decisamente il primo posto dove l'essere ignobile(il signor Vance) la cercherebbe. Mentre alla fine Em non gli ha mai parlato molto delle altre-per il semplice motivo che aveva paura avesse la stessa reazione avuta con me, quindi speriamo non sospetti nulla. Anche se la cosa non potrà venire nascosta per molto: come minimo Silente chiederà una spiegazione, al nostro ritorno. Perchè ti sto dicendo tutte queste cose? Non lo so-probabilmente ti starai chiedendo quando questa secchiona noiosa smetterà di cianciare inutilmente, lasciandoti finalmente andare dalla bellissima vicina di casa, o una cosa simile. Quindi ci sentiamo, se mai avrai voglia di rispondere...se no, non importa, davvero. Non è che sei costretto a scrivermi perchè ti faccio pena, o qualcosa di simile. Se invece ti va, va bene. Nel senso che mi fa piacere...non montarti la testa, piacere perchè è...o per Merlino. Ma mi spieghi perchè sono così dannatamente insicura?neanche fossi una novellina del primo anno, che palle. Se vuoi scrivere bene, se no peggio per te, ecco, basta.
Baci,                                                  Lily

                       
                                                                            A Lily Evans, nella speranza che questo                                                                                 gufo la trovi, visto che sei sperduta                                                                                         nell'oceano.
                                                                            A proposito, crociera dove?


                                 15 luglio 1976

Evans,
ma perchè siete tutti convinti che io abbia perennemente l'harem di ragazze attorno a me?
Ok, ammetto che, ehm, a Hogwarts potrebbe anche essere vero-a parte il fatto che sono loro che vengono dietro a me, io non me le vado certo a cercare-insomma, più o meno, ma davvero, se ti può consolare la prima casa abitata dista da casa mia circa quattro kilometri, e ci abita una simpatica vecchina che adora sfornare torte al cioccolato- davvero una donna meravigliosa, se non fosse che è talmente vecchia che mi sa che ha già seppellito figli e nipoti. A, poi ci sarebbe, a cinquecento metri da noi una bellissima casa, abitata da un'allegra famigliola composta da padre, madre, figlia.  Lei davvero bellissima: boccoli castani che le arrivano fino alla schiena, grandi occhi da cerbiatta, nasino all'insù, pelle abbronzata. Ha un unico, piccolo difetto: ha undici anni. A, e ci sarebbe anche il fattuccio che è mia cugina, e che Sirius l'ha già prenotata dalla prima volta che è venuto qua, tipo- continua a guardarla con sguardo languido e sussurrarle parole come "cresci un altro po' che ritorno, te lo prometto." Lei, poverina, già lo adora, e si è già messa in testa che un giorno si sposeranno. Spero davvero che rinsavisca al più presto, altrimenti saranno guai. Per lui, intendo: lei va in giro dicendo che ha intenzione di avere tredici figli, tra cui quattro gemelli, uno che diventerà gay e una bambina che sarà la futura Regina Madre, non chiedermi perchè. Questo per dirti che non c'è bisogno che tu sia gelosa, mio dolce Giglio. Si, lo so che ora tu negherai fino alla morte, ma almeno lasciami sperare, okay?
Ti ho trovato parecchio confusa nell'ultima lettera, che succede?Lo so, è che sei rimasta abbacinata dal ricordarti quanto bello sono-va bene, va bene, la smetto, non serve che mi lanci uno Schiantesimo. Anche se devo dire che un po' mi mancano, i tuoi tentativi di uccidermi, lo sai?è quasi strano fare cazzate con Sirius senza aspettarsi che sbuchi fuori da un momento all'altro urlandomi contro che sarò la causa del tuo ricovero al San Mungo. Anche se un po' folle lo sei già, Evans, ammettilo. Come fa a passarti per la testa che non mi vada di scriverti?Sei decisamente da rinchiudere, basta.
Lily, davvero non so cosa accadrà in futuro, non so che cosa deciderai tu, se mi scriverai ancora, ma so che mi piace ricevere le tue lettere, aprirle, sapere che sei tu che mi scrivi, che per cinque minuti della tua vita ti sei messa lì e hai detto okay, scriviamo a quel coglione di Potter. Quindi non farti paranoie inutili, va bene?Che se una cosa è certa è che questo qualcosa che c'è tra di noi-che non so sinceramente come chiamare- non voglio che finisca. Quindi, prendi penna e calamaio e smetti di pensare troppo. Lo dico anche per la nostra vita: da quel che ho capito, Emmeline rischia di evirare me e uccidere te, se non facciamo come dice lei. Quindi meglio assecondarla.
Un bacio Rossa.                                               James.



                                                                                              A James Potter,
                                                                                              Lì dove era quando mi ha scritto.
                                        22 luglio 1976
Mettiamo in chiaro una cosa,
io non sono affatto gelosa. Semplicemente, mi preoccupo per la tua salute mentale: si sa che stare troppo a contatto con le oche danneggia irreparabilmente il cervello. Quindi, il fatto che sia stata un filino-ma pochissimo, davvero- contenta di sapere che non hai ochette che ti ronzano intorno come mosche è dovuto al semplice fatto di sapere che il tuo unico neurone non verrà ulteriormente danneggiato. Sempre che non decida di suicidarsi. A parte questo, sono in crociera in Norvegia-fa un freddo cane, giuro, rischio di gelarmi le ossa, e fortuna che è estate.  Da quel che ho capito arriveremo fino alla Terra del Fuoco-della serie, se non vi siete portati i maglioni di lana peggio per voi. Sai, credevo di annoiarmi a morte, invece qui ho conosciuto un ragazzo, Mark, anche lui con i genitori Babbani, che mi ha fatto scoprire che anche qui c'è una minuscola comunità magica-anche se dobbiamo stare molto attenti ai Babbani, ma almeno non mi sento completamente un'estranea. Mark ha detto che qui fanno anche delle attività apposite per i maghi- questa sera staremo a vedere, speriamo. Forse non sarò costretta a passare un mese a rosolarmi nella noia mentre mia sorella mi lancia occhiate vagamente disgustate-solo vagamente, però, visto che ora tecnicamente ho 17 anni, e quindi ha troppa paura che le lanci un incantesimo. Il fatto che non potrei lanciarglielo comunque sarà un segreto che rimarrà tra me e te.
Sai, comunque, avevi ragione, nell'ultima lettera ero piuttosto confusa, non so nemmeno io cosa mi sia preso. La verità è che mi sembra ancora strano tutto questo. Intendo, il fatto che ci scriviamo senza insultarci, il fatto che sto diventando matta senza un motivo apparente, il fatto che il mio cuore faccia un balzo, ogni volta che vedo qualcuno che possa assomigliare vagamente a te-quest'ultima frase fai finta di non averla letta, è decisamente imbarazzante. Ci devo soltanto fare l'abitudine, credo. E le mie non sono paranoie inutili, sono solo...va bene, basta, sono paranoie inutili, hai ragione, accidenti. Però non farci troppo l'abitudine, sono io quella che ha sempre ragione, ricordatelo.
Ora devo proprio andare, è quasi ora di cena.
Ci sentiamo presto, un bacio.                                     Lily



                                                                                           


                                                                                              A Lily
                                                                                              Su non so che parte sperduta                                                                                                 della costa norvegese.
                                           28 luglio 1976
E poi sono io quello megalomane, Evans?
Va bene, per il resto farò finta di ignorare le frasi imbarazzanti- anch'io farò a meno di dire cose imbarazzanti, tanto più che sono decisamente scontate, visto che quello che provo per te lo sa più o meno tutta Hogwarts. Comunque non mi fiderei troppo di quel Mark: come diamine avrebbe fatto a capire subito che sei una Strega, se non sei decisamente il tipo che va in giro a sbandierare i tuoi poteri davanti ai Babbani?Magari è un Mangiamorte, e il suo facciamo-i-carini-gentili-simpatici è tutta una tattica per attirarti in chissà quale trappola. E poi, se ha i genitori Babbani, come faceva a sapere che c'erano dei maghi a bordo?Stai attenta, Evans. So che sai badare a te stessa e quello che vuoi, però io non mi sento affatto sicuro se quello là ti gira attorno.
Scrivimi presto,                                           James

                                                                                             


                                                                                        A James-non-sono-paranoico-Potter,
                                                                                        solito luogo.
                                         3 agosto 1976
Povero Mark,
 davvero non si merita del Mangiamorte. Sapeva della comunità magica semplicemente perchè suo padre è il coproprietario della nave, e il suo socio è, appunto, un mago, quindi era chiaro che lo sapesse. E ha scoperto di me perchè un giorno non sono stata attenta e ho mandato un gufo senza guardare attentamente se c'era qualcuno che mi guardava.
Sbaglio, o qualcosa mi fa intendere che qualcuno qui sia un filino geloso, Potter?
                                                              Lily

                                                                                       A Lily
                                                                                       Ma questa seconda riga è                                                                                                        inutile.
                                           5 agosto, stesso anno.

Cosa te lo fa credere, Evans?
                                          James
       
                         
                                                                                     
  A James
                                                                                        si ma c'è un che di divertente nel                                                                                               scrivere questa seconda riga
                                                                                        totalmente inutile.
                                                ma che la scrivo a fare la data?
Mah,
non saprei. Puro intuito femminile, forse. Tu che ne dici?
                                      Lily


                                                                                       A Lily
                                                                                       in effetti è vero.

                                                 ho perso il conto dei giorni.
Anche se fosse?
Comunque non è quello il problema. Il fatto è che potrebbe non essere sicuro, Lily. Non è solo una questione di gelosia, è anche qualcos'altro, davvero. Non voglio che ti accada qualcosa. Poi come farei senza le tue incessanti frecciatine?
                                                James


                                                                                       
                                                                                          Per James
                                                                                          ma sei sempre lì?
                                       
                              9 agosto-credo.
Certo,
e io dovrei crederti. Va bene, farò finta, tanto per darti soddisfazione. Comunque, se ti può consolare, Mark è davvero un bravo ragazzo, gentile, dolce, romantico, sempre disponibile a dare una mano, i miei genitori lo adorano. Però decisamente non fa per me: è il tipico ragazzo che se non ti vede per mezzora ti dice che gli sei mancata. Può anche farti piacere se sei una a cui piacciono le smancerie, ma ormai dovresti conoscermi abbastanza bene per capire che non sono affatto la tipa. E poi, detto con franchezza, è arrivato troppo tardi. Non potrei mai innamorarmi di lui.                                                
                                         Lily





                                                                                        A Lily
                                                                                        si, sono sempre qui. Ma tu quando                                                                                         ci arrivi alla Terra del Fuoco?

         
                                          12 agosto

Tu dici che non devo proccuparmi,
DOPO che hai detto che quel tizio è bello, simpatico, gentile e chi più ne ha più ne metta?!Evans, dimmi chiaramente, vuoi che abbia un infarto?No perchè in quel caso ci sei andata molto vicina, te lo assicuro. Chiedi a Sirius, secondo il suo modesto parere ero uno spettacolo piuttosto divertente. Cambiando argomento, cosa hai fatto a San Lorenzo?Sirius ha organizzato una specie di festa-voleva anche provare a dar fuoco al giardino(anche se le sue parole esatte sono state fare un falò in giardino, ma se si tratta di Sirius è uguale) ma Remus gliel'ha impedito. Ci è voluta la mia cuginetta, che l'ha sedotto con gli occhioni da cerbiatta, convincendolo che le stelle si vedono meglio senza il giardino in fiamme. Alla fine non ha avuto il falò ma ha avuto la festa. Abbiamo lasciato mia cugina a casa sua-so già che te lo stavi chiedendo- per fortuna, anche perchè non credo avrebbe retto la vista di Sirius ubriaco perso che se la spassava con una tizia bionda-non chiedermi chi era, non lo so e non lo voglio sapere, però mi pareva svedese, chissà dove l'aveva trovata. Io ho visto prima una stella cadente, e ti ho pensato. Dopo parecchio, quando ormai tutti se ne erano andati, ne ho vista un'altra. Di solito non ho tutta questa fortuna, mah. Magari ero brillo anch'io, e le ho soltanto immaginate. Ma spero di no, altrimenti significherebbe che i miei desideri non si avvereranno. Ti prego, se hai passato tutta la serata a trastullarti con quel tizio, NON dirmelo, non credo di poterlo sopportare. A meno che tu non mi voglia morto. Anzi, prima ammazzerei il tuo amico, e dopo farei un infarto, tanto per non dargli la soddisfazione di vedermi morto, quindi, decidi tu, la mia vita è in mano tua.
Un bacio, confido nella mia stella cadente.
                                                                     James

Ps: L'ultima frase era una cosa della serie "chi ha orecchie da intendere, intenda"?

                                                                                   



                                                                                    All'uomo più melodrammatico di questa
                                                                                    terra, detto anche James Potter.
                                13 agosto

James,
ma quanto scemo sei?Certo che ho passato San Lorenzo con Mark. E sai una cosa?Ci è rimasto anche piuttosto male, perchè quando mi ha chiesto a cosa diamine stessi pensando da tutta la sera, e io ho attaccato a parlare per quella che sarà stata una mezzora abbondante di una sola e unica persona, bè, non deve essere stato molto piacevole. E non parlo di Emmeline. E nemmeno di Marlene, o Alice, o Mary-anche perchè, se avessi attaccato a parlare di quelle pazze delle mie amiche probabilmente sarei ancora lì che parlo. Quindi smettila di fare il melodrammatico-davvero, hai mai pensato di recitare, Potter?Secondo me avresti un successo strepitoso. Anche se non ti ci vedo molto nelle vesti di Otello-senza contare che non ho nessuna intenzione di fare la fine di Desdemona. In realtà non ti vedrei bene nemmeno nelle vesti di Romeo, anche se suppongo che la vista di te in calzamaglia mi farebbe molto ridere. Potremmo filmarti, così poi rendiamo il video visibile a tutta Hogwarts. Proponilo a Sirius, sono sicura che insieme potremmo mettere su un ottimo affare-tanto sono sicura che anche lui si divertirebbe un mondo, a sfotterti. Detto questo...salutami tua cugina:povera, non deve essere facile, avere due soggetti come voi come vicini di casa. Fortuna che non l'avete portata alla festa, chissà che macello avete fatto, sarebbe stato davvero troppo da sopportare per una bambina di undici anni.
Ora vado.
Un bacio,
                                                                         Lily
Ps: Non saprei. Tu che ne dici?  


                                                                                   

                                                                                       A James Potter
                                                                                       dove diavolo sei finito?
     
                                         23 agosto

James?
Non è che l'hai fatto davvero, l'infarto, vero?Non è che sono preoccupata, solo che è da dieci giorni che non ti fai sentire ed è, ecco, strano. Però non voglio risultare assillante, solo vorrei sapere se stai bene, basta.
A presto?                                                     Lily




                                                                                        A Potter
                                         26 agosto

Potter,
non ti sei offeso vero?No perchè sarebbe veramente una cosa stupida.
                    Lily



                                                                                        A James Potter,
                                                                                        Potter's Manor
                                        28 agosto

Potter, se non avevi più voglia di scrivere potevi dirlo subito, non serviva sparire così. Bene, suppongo ci rivedremo a Settembre. Non è necessario che tu risponda, visto che ti da fastidio.
Saluti.
                                                            Lily Evans.
                                                                     





                                                                               
 Per Emmeline Vance,
                                                                                 ovunque ti trovi adesso-non credo sia
                                                                                 importante.
               
                                         
29 agosto
Ciao Em.
non so bene perchè ti sto scrivendo questa lettera- probabilmente non te la manderò nemmeno. Solo che avevo bisogno di sfogarmi, e tu sei la mia migliore amica. So che non dovrei parlarti di queste cose, che forse ti faranno soffrire-diamine, sei stata con lui quattro mesi, sarebbe mio dovere da amica non parlartene. Ma comunque, come ho detto prima, probabilmente non ti manderò questa lettera-sai come sono fatta.
Domani mattina ci svegliano alle 4 per farci sbarcare. Adesso il sole sta tramontando, il suo disco rosso sta lentamente calando nell'oceano, mentre come sottofondo musicale ha lo sciabordio delle onde, disturbate solo dal passaggio di questa dannata nave. Ma anche se quel riflessi arancioni arrivano qui, talmente vicino da poter avere l'impressione di riuscire ad afferrarli, a me pare che il sole non scaldi più la mia pelle da parecchio tempo. Più di dieci giorni, per la precisione. Sono più di dieci giorni che non lo sento. E mi sento così cretina, perchè mi sto comportando come una ragazzetta dei romanzi rosa, che non fa altro che sedersi davanti a un dannatissimo tramonto, appunto, e emettere lunghi sospiri che potranno essere colti solo dal vento.

Però la verità è che mi manca-mi mancano le sue lettere, finite così all'improvviso, mi manca lui, con il suo sorriso che gli illumina tutto il viso, neanche fosse veramente il sole, mi mancano i suoi occhi che mi fissano sempre, costantemente, anche quando non vorrei mi fissassero.
E, dannazione, sto male. Sto fottutamente, dannatamente e maledettamente male.
  E, tu mi conosci, odio questa senzazione. Odio, odio sentirmi debole, sentire che c'è un vuoto nel mio stomaco, così profondo e nero, che non credo si chiuderà mai del tutto.
La nostalgia rende pessimisti, ma sto iniziando a chiedermi se invece di pessimismo è puro realismo. Puro, semplice, cinico realismo che mi attanaglia le viscere, che non se ne va, non ha intenzione di lasciarmi vivere in pace, di farmi godere queste ultime ore direttamente sul mare.
Mi chiedo se ne vale la pena. Vale la pena avere tutto questo dolore addosso, questo vuoto, questo sentire che al mio cuore manca qualcosa, una parte fondamentale, se poi-perchè ne sono sicura- arriverà, magari un giorno, qualcuna sicuramente più bella e simpatica di me a portarmelo via?Come faccio ad avere la certezza di potermi fidare, completamente, totalmente, incondizionatamente, se alla prima occasione sparisce?Sparisce come questo sole che tramonta. Solo che il avrai sempre la certezza che il sole ricomparirà, prima o poi, il sole non ci lascia mai soli, ci segue in una corsa continua, ci lascia con la promessa che il giorno dopo veglierà ancora su di noi, caldo e accogliente. Lui invece?A lui cosa gliene frega di seguire una piccola Mezzosangue secchiona, buona giusto per farsi passare i compiti?è in questi momenti che lo odio. Lo odio perchè io amo la razionalità, lo odio perchè non so cosa provo, lo odio perchè mi scatena tutte queste dannate emozioni che mi fanno male, mi lacerano il cuore e mi annebbiano la testa. Lo odio perchè, maledizione, lo amo.
No, Em, non ti spedirò mai questa lettera. Sono troppo orgogliosa per farlo. Però ho imparato che è vero che chi odia ama, e chi ama, amando odia anche un po', perchè il confine tra odio e amore è veramente troppo sottile. Io odio la dipendenza da lui, odio che mi manchi, odio non sapere perchè di tutto questo dolore. E contemporaneamente amo lui-amo il suo sorriso, la sua ironia, anche la sua strafottenza. Tutto questo non fa altro che confondermi.
Vorrei solo addormentarmi, e svegliarmi fra qualche anno, per vedere se è vero che il  tempo lenisce tutte le ferite.
Em, sono patetica. Sono veramente patetica. Per questo questa lettera me la porterò nella tomba, per questo i miei dubbi non saranno mai detti ad alta voce. Perchè sono dubbi totalmente patetici.
Non so cosa farò, quando lo riverdrò, a settembre. Questo suo silenzio mi ha ferita troppo, davvero. Mi viene da chiedermi se sotto sotto non sia un vigliacco.
Ma non credo. è pur sempre James Potter. Si sarà semplicemente stancato di me, basta, me ne devo fare una ragione.
Ci sentiamo Em, ti voglio bene, anche se non leggerai mai queste righe.
                                                               
                                                                          Lily























Finalmente ho finito XD
sono tornata!!!!contente???(NO -.- ndtutti)(XD) alloooora...che dire?questo è un capitolo assolutamente di transizione, nn succede nulla di particolare: lo scopo, fondamentalmente di questo capitolo, era tagliare un po' l'aria-ne avevo bisogno io, ma anche james e lily, che non ho fatto altro che tormentarli. Poi, non prendete troppo sul serio lo scambio di battute tra Lily e Emmeline, nessuna delle due accusa nessuna, sono solo battute tra amiche-tra migliori amiche.
Poi...per finire, l'ultima lettera di Lily. So che può risultare strana, incomprensibile, e decisamente OOC. Il problema è che lì io e Lily abbiamo fatto una sorta di fusione, non so come dire:è andata a finire che forse quelle parole sono più mie che di Lily. Però non importa, alla fine un po ci stava, un po la volevo mettere, e l'ho messa.
Cosa sarà successo a James?Mah ^^
Non mi pare ci sia nient'altro da dire, solo se c'è qualcosa di poco chiatro chiedete pure ^^ passo ai rtingraziamenti, anche se veloci XD

Ringrazio tantissimo:
Shiho93
Lady Patfood
zukkyna(si, ti rispondo su msn XD)
Queenlife: ciao nuova lettrice ^^ grazie mille x i mille complimenti, avevo per poco gli occhi lucidi, giuro XD nn so se questo capitolo ti piacerà, ma fammi sapere =) poi naturalmente sono sempre aperta alle critiche XD
brando: haha...no em non soffrirà più, lo prometto XD cmq nn perdere le speranze, si metteranno insieme XD alla fine lily ha chiesto di aspettare un po' anche xk nn sarebbe stato giusto nei confronti di Em.
pikkolina88: si, lo so, Silente dovrebbe far qualcosa. Si vedrà XD
_TattaFede_
PrincessMarauder: nooo O.o dove sei andata?cmq Lily l'ha fatto perchè ha tanti dubbi- lo si capisce anche qui- e anche un po per emmeline, xk nn sarebbe stato il massimo mettersi subito con lui quando la sua migliore amica stava male ^^ grazie di tutto, un bacio
jeginnybells: finalmente qualcuno che capisce XD tranquilla, fra massimo un capitolo Sirius avrà un grande spazio XD
Iva27: ehm....bè insomma...due settimane e quattro giorni, tre giorni me li abbuoni o mi hai già spedito le lettere minatorie?XD
FunnyPink
ramoso4ever95:ehi, io aspettavo tua sorella sotto l'ombrellone, com'è che non si è fatta viva?mannaggia XD
Miss Rainbow: suddita O__O vabbe che c'entra, tecnicamente anch'io ho un ragazzo, ma finchè si guarda e nn si tocca nn c'è niente di male,no?Xd muahauha XD a presto sudditina XD
Harmonia
tonks17: hahahaha...oddio ma i tuoi complimenti mi fanno sempre commuovere XD ma infatti quello che dico è per fortuna che emmeline è emmeline...se fosse stata io, nn l'avrei MAI mollato XD muahauha XD un bacio XD
karmenpotter: haha...si, infatti volevo ringraziarti x avermi dato l'idea del sole e della terra ^^
oOoPRONGSIEoOo: ti rispondo su face XD o su msn XD
Mousse: tu mi commuovi, davvero XD
Sherry: tranquilla, anch'io sono pigra XD e...grazie XD
sarina87
eulalia_17: no ma tranquilla x le recensioni XD e poi avete ragione, ma infatti nn mi aspettavo così tante recensioni XD hahaha XD alla prossima, un bacio XD





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Capitolo 20
*** Cos'è che hai realmente detto...? ***


cap 20 -Allora tesoro, mi raccomando, scrivici.-
Lily si scostò una ciocca di capelli dal viso, cercando di non sbuffare. Sua madre le aveva ripetuto circa una quindicina di volte quella frase nel giro di mezzora.
-Si, mamma. Ora devo proprio andare, o il treno mi lascia qui.-
Come conferma a quell'affermazione, il treno scarlatto che faceva da sfondo a quella scena emise un fischio acuto, per avvertire i ritardatari di darsi una mossa.
La signora Evans annuì, con gli occhi leggermente lucidi, per poi stringerla in un ultimo abbraccio stritolante.
Dopo essersi staccata, Lily sorrise ai suoi genitori. Quello sarebbe stato il suo ultimo primo di Settembre in quella stazione.
-Ciao mamma, ciao papà. Salutatemi Petunia.- disse, incupedosi leggermente all'ultima frase. Sua sorella aveva finto un gran mal di testa pur di stare a casa per non salutare la sorella. Non si era nemmeno degnata di alzarsi dal letto, incurante del fatto che non avrebbe visto Lily per nove mesi.
I suoi annuirono, cercando di sorridere.
Seguirono con lo sguardo Lily fino a quando non scomparve, dietro alla porta del vagone rosso.
Lily, quando fu all'interno dell'Espresso per Hogwarts, tirò un lungo sospiro.
Finalmente.
Non vedeva l'ora di tornare a scuola. Non ne poteva più di respirare l'aria pesante che c'era in casa, con Petunia sempre pronta a urlarle contro, e i suoi che non sapevano più come fare a calmarla.
Decise di raggiungere subito lo Scompartimento per i Prefetti e i Caposcuola. Prima sbrigava il suo dovere, prima avrebbe potuto raggiungere le amiche e il suo baule, che le era stato gentilmente sequestrato da Alice mentre lei salutava i suoi genitori. Naturalmente Alice l'aveva fatto fondamentalmente perchè aveva un porta oggetti sempre a sua disposizione: Frank era il classico ragazzo che non si faceva intimorire da un paio di bauli pesanti quasi quanto lui.
La rossina sorrise, pensando alla coppia.
Cercò di non pensare al fatto che avrebbe potuto incrociare Potter per il corridoio da un momento all'altro.
Brava Lily, sei riuscita a non pensare a James per quasi cinque minuti.
Aveva una vocina della coscienza decisamente stronza.
Realista, non stronza. Realista.
Accellerò il passo, leggermente ansiosa.
Superò un gruppetto di Tassorosso che chiaccheravano, allegri.
La spilla argentata che aveva al petto era la sua unica salvezza: sicuramente non avrebbe incontrato Potter nello scompartimento dei Prefetti. Lì, al massimo si sarebbe dovuta confrontare con Remus.
Non era ancora pronta a vederlo, a parlarci.
A litigarci, la corresse la sua coscienza.
Sbuffò.
Gli ultimi venti giorni-se non di più-di vacanza erano stati orribili.
Si era ritrovata a rileggere le lettere di James con una costanza degna della protagonista di un romanzetto rosa qualunque.
Non sapeva come avrebbe reagito, se l'avesse rivisto.
Perchè oltre alla rabbia per non aver più ricevuto sue notizie, oltre ai mille dubbi che le frullavano in testa, c'era anche la voglia-cocente e allettante- di abbracciarlo, di accertarsi che andasse tutto bene, che lui stesse bene-indifferentemente dai sentimenti che poteva ancora provare o meno per lei.
Si impose di smetterla con quei pensieri.
Sentì il treno muoversi, sotto di lei.
Erano partiti.
Dopo brevi istanti, finalmente, raggiunse lo scompartimento.
Sperò con tutta se stessa che gli altri Caposcuola e Prefetti avessero avuto la sua stessa idea di venire lì subito. Aveva una gran voglia di rivedere Emmeline e le altre.
Si dimenticò quel pensiero appena aprì la porta dello scompartimento.
O meglio, se ne dimenticò appena vide chi c'era, nello scompartimento.
Strabuzzò gli occhi talmente tanto, che se fosse stata abbastanza lucida si sarebbe chiesta come avessero fatto a non schizzarle fuori dalla testa.
Facendo il punto della situazione.
Qualcuno le avrebbe dovuto spiegare perchè nello scompartimento c'era una sola persona.
Un'unica, dannata, maledetta persona, tranquillamente seduta scomposta nello scompartimento riservato ai Prefetti, solitamente pieno e caotico.
Un'unica, dannata persona, l'unica dannata persona che non avrebbe mai, mai voluto vedere in quel preciso istante.
Quell'unica dannata persona che rispondeva al nome di James Potter.
James Potter, che la fissava, con aria apparentemente tranquilla.
James Potter. Che la fissava.
Forse aveva sbagliato scompartimento.
Ma no, era sicura che quello fosse il posto giusto, ci entrava da due anni, ormai. Se non era totalmente impazzita, e se non aveva le allucinazioni, quello era esattamente il posto che stava cercando di raggiungere il più velocemente possibile fino a qualche minuto fa.
Forse avrebbe dovuto dire qualcosa.
-Potter?!- le uscì una vocina lievemente isterica. Cercò di darsi un contegno. -Che diamine ci fai, qui?!-
Assurdo.
Era tutto assurdo.
Era forse finita in uno di quei filmini dementi di ultima scelta?
Perchè Potter si trovava nell'ultimo posto in cui si sarebbe dovuto trovare?
E avrebbe voluto che quelle nocciole smettessero di fissarla con tanta insistenza.
E avrebbe anche voluto non provare così tanti sentimenti contrastanti, nel vederlo lì.
-Evans, cosa credi ci potrebbe fare uno studente dell'ultimo anno qui dentro?-
Lily impallidì.
-Dov'è Remus?- chiese, con un filo di voce.
Lui la guardò, attentamente. Studiando le parole da usare.
Lily non era l'unica a essere rimasta sconvolta dalla sua nomina di Caposcuola. Lui stesso aveva dei seri dubbi sulla stabilità mentale del Preside, ora come ora.
-Remus ha...consegnato la spilla di Prefetto, alla fine dell'anno scorso.-
Silenzio.
Lily si chiese se fosse il caso di suicidarsi, in quel preciso istante. O di uccidere lui, a seconda dei casi. O ancora, di uccidere Remus, qualunque motivo avesse avuto per abbandonarla a quel penoso destino. A dire il vero, però, la prima persona che avrebbe ucciso sarebbe stata, senza alcuna ombra di dubbio, Albus Silente, colpevole di essere irremediabilmente rimbecillito quando meno avrebbe dovuto farlo.
Cercò anche di scacciare la delusione, dandosi della stupida. Davvero credeva che Potter si sarebbe installato nello scompartimento dei Prefetti solo per aspettare lei?
-Perchè?-
Sussurrò.
A James quel sussurro ricordò terribilmente la calma prima della tempesta.
Si passò una mano tra i capelli corvini. Come faceva a dirle che Remus era decisamente troppo provato dalla Luna Piena, per poter svolgere anche il suo ruolo di Caposcuola?
Optò per dirle la verità. Ovvero, non dirglielo.
-Non posso dirtelo, Evans.-
Lily distolse lo sguardo, ferita.
Improvvisamente, parve ricordarsi di essere arrabbiata.
-Certo.- replicò, amarissima. -Immagino tu non possa nemmeno dirmi perchè sei sparito, allora.-
Arretrò di un passo, ritrovandosi quasi fuori dalla porta.
Non si curò del fatto che potesse esserci qualcuno.
Le gambe quasi le tremavano.
James aveva aggrottato la fronte.
-Lily...-
-No.- scosse la testa, cercando di non fare una smorfia. -Davvero, non importa. In fondo, cosa me ne frega?Sono solo stata venti giorni a fare le più assurde ipotesi, a chiedermi cosa diavolo fosse successo, a sperare che.. a quanto pare non c'era tanto da chiedersi. Sei qui, stai bene, perfetto. Sono stata una stupida, vero?Stupida a preoccuparmi, stupida a pensare che...- scosse la testa. Si accorse che la sua voce aveva un tremolio impercettibile.
Doveva andarsene, per non farsi venire gli occhi lucidi.
Quanto era stata cretina!Cosa si aspettava?
Si voltò, per andarsene, in fretta.
Si sentì afferrare per un polso.
-Aspetta un attimo, Evans.-
La rossina si voltò, lentamente, per ritrovarselo di fronte, più vicino di quanto sarebbe servito per mantenere il controllo.
-Mollami, Potter.- sibilò, furiosa.
-No.-
-Sono stata venti giorni ad aspettare. Ad aspettare un dannato gufo, anche che mi annunciasse che non volevi più saperne della sottoscritta. Ma niente, a quanto pare non sono degna nemmeno di quello!E ora lasciami. Voglio andarmene.-
Cercò di divicolarsi da quella stretta.
-Non fino a che non mi avrai ascoltato.-
-Non ho voglia di ascoltare stupide scuse, Potter.-
Cercò di tirare un altro strattone, ma la presa del moro non era così facile da sciogliere.
Al contrario di lei, che sapeva che sarebbe bastato guardarlo negli occhi un secondo di troppo, per abbassare tutte le difese.
Dagli scompartimenti vicini erano sbucate un bel po' di teste, per controllare cos'era tutto quel baccano, e ora si godevano lo spettacolo, i sorrisetti compiaciuti e gli sguardi famelici di chi era da un po' che non assisteva a una scenetta divertente.
Lily non se ne accorse, ma James si.
Senza alcun preavviso, la tirò dentro allo Scompartimento con una tale forza che per poco Lily non finì a gambe all'aria.
-Potter, sei totalmente impazzito...?!- fece Lily, ridandosi una sistemata dopo la quasi caduta, arrabbiata.
Sbalordita, osservò James appoggiarsi alla porta con tutto il corpo, bloccando così ogni possibilità di fuga.
-Hai intenzione di tenermi prigioniera qui dentro per il resto del viaggio?!- ringhiò, il viso arrossato per la rabbia.
-Se necessario, si.- il tono di James aveva un che di minaccioso.
-Ma come ti permetti?-
-Evans, vuoi ascoltarmi per un momento?-
-No!- Ma solo perchè sto per scoppiare a piangere, voleva dirgli. -No, non ho intenzione di ascoltarti!-
Gli si avvicinò, con aria furiosa, le gote arrossate.
Lui la trovò bella, bellissima.
-Sei sparito senza dire niente!-
Senza quasi che James avesse il tempo di rendersene conto, Lily gli si avventò contro, cercando di tirargli pugni neanche troppo leggeri sul petto.
Cercò di ripararsi alla belle'meglio con i palmi delle mani, mentre la rossina cercava di colpire i punti scoperti.
-Hai idea di come posso essermi sentita?- sentì gli occhi farsi lucidi. -Non avevo idea di cosa potesse esserti successo. Ho passato notti insonni, facendo le ipotesi più assurde!Vedevo il tuo cadavere ovunque!E poi ti trovo qui, tranquillissimo, neanche fosse stato a bere il thè con Merlino in persona, e...- scosse la testa, decidendo che era inutile continuare quella frase. -Se ti eri semplicemente rotto i coglioni potevi dirmelo e basta.- mormorò, infine, tutta la sua solita fierezza andata a finire in qualche luogo recondito del treno.
-Lily.- James finalmente le prese i polsi, delicatamente, fermando così quei piccoli pugni che parevano d'acciaio, da tanto erano stretti.
La rossina distolse lo sguardo, senza fiatare.
-Guardami.-
Ma lei non lo guardò.
-Ho visto troppe ragazze piangere per te, James Potter.-
L'insicurezza che traspariva dalla sua voce le fece chiedere perchè il fatto di essere innamorati implicasse necessariamente un drastico abbassamento della propria autostima.
Lei non sarebbe stata una di quelle ragazze. Non poteva essere una di quelle ragazze.
-Lily, per favore, guardami.- questa volta lo disse in tono dolce.
E lei spostò lo sguardo su di lui, calamitata inevitabilmente da quegli occhi grandi e nocciola.
James sorrise, tentando però di non risultare strafottente.
-Non pensavo ti avrei fatto preoccupare così tanto, davvero.-
Lei si sottrasse di nuovo a quello sguardo in grado di leggerle l'anima.
-Non ero preoccupata, Potter. Mi ha...semplicemente dato fastidio.-
Non convinse nemmeno se stessa.
James fece emise un suono a metà tra uno sbuffo e una risata.
Forse non avrebbe dovuto, però il fatto che Lily si fosse preoccupata così tanto gli fece provare un lieve compicimeto.
Allora non era l'unico a provare sentimenti così grandi da sembrare immensi.
Il suo cuore batteva alla stessa velocità del suo, glielo leggeva negli occhi smeraldini, che lei cercava di nasconderglieli in ogni modo.
-Ti ricordi l'ultima lettera che ti ho mandato?-
Lei non rispose. Se la ricordava.
-Nel momento esatto in cui il gufo è uscito dalla finestra, io e Sirius abbiamo sentito uno schianto tremendo provenire dal piano di sotto.-
Gli occhi verdi della rossina saettarono immediatamente sul suo viso.
-Siamo scesi e..diciamo pure che la casa era invasa dai Mangiamorte.-
Lily sgranò gli occhi.
Contrariamente a quello che faceva credere il Ministero della Magia, quel manipolo di uomini che qualche anno prima aveva iniziato a farsi chiamare Mangiamorte e a distruggere case e famiglie, stava diventando ogni giorno sempre più numeroso.
Le si strinse il cuore dall'ansia, ma cercò di non darlo a vedere.
Intanto James continuava a parlare, tenendo lo sguardo fisso su di lei, come se avesse paura che svanisse da un momento all'altro.
-Ad essere sincero non ricordo molto della battaglia, se non che cercavano mio padre, e che io e Sirius abbiamo pensato seriamente che in quel momento potevamo morire.-
Alzò gli occhi al cielo, per un momento, forse per nascondere le paure che aveva avuto.
-Non mi ricordo nemmeno bene come è finita, ad essere sincero. Davvero Evans, non ti auguro di finire mai in un campo di battaglia. L'unica cosa che mi ricordo, però, è mio padre, che alla fine del combattimento ci ha abbracciati uno a uno, piangendo. Davvero, è stata una cosa devastante, era la prima volta della mia vita che lo vedevo a pezzi. Ha tenuto stretta mia madre per quelle che mi sono parse ore. Comunque, non è questo il punto. Il punto è- fece una pausa, per fissarla negli occhi. -Siamo stati costretti a utilizzare l'Incanto Fidelius per nasconderci da un'altra parte, il rischio che ci riprovassero era troppo alto. Capisci perchè non ti ho scritto?Non potevo rischiare, Evans. Cosa sarebbe successo se un Mangiamorte avesse visto dove arrivavano le mie lettere, e avesse deciso di farti qualcosa per arrivare a me?No, non potevo assolutamente rischiare di metterti in pericolo, Evans.-
Lily sentì la pressione sui suoi polsi farsi sempre più lieve, fino a che James non la lasciò andare del tutto, lasciando che le braccia ricadessero inermi lungo i fianchi.
Si fissarono.
In silenzio.
Improvvisamente, a Lily quella stanzetta parve estremamente piccola.  
Sentì prevaderla una sorta di claustofobia.
Aveva bisogno di parlare con qualcuno che non le facesse venir voglia di saltargli addosso.
Fece un passo, come un'automa.
Avanti, senza un motivo.
Forse voleva raggiungere la porta.
O forse voleva semplicemente avvicinarsi a lui.
Sentire il suo profumo.
Ancora.
Assaporare le sue labbra.
Ancora, ancora e ancora.
Ma come poteva farlo?Era stata una cretina.
Aveva dubitato di lui, l'aveva insultato catalogandolo come il più infimo degli esseri, desiderando che i suoi sentimenti per lui svanissero nel nulla, cancellati da qualche lacrima che non aveva il coraggio di versare.
Fece un passo indietro.
Poi si girò, dandogli la schiena.
Piano, senza sapere veramente cosa stava facendo, raggiunse il finestrino del treno, dove paesaggi multicolori si inseguivano, splendenti alla luce del pallido sole di quel primo di settembre.
-Sono stata una stupida.- mormorò, a nessuno in particolare, quasi dimentica che non era sola nella stanza.
Improvvisamente, le tornarono in mente le parole di Mary.
Non è che se qualcuno ha tradito la tua fiducia una volta, allora vuol dire che automaticamente tradiranno la tua fiducia anche tutti gli altri.
Aveva ragione.
Perchè ogni volta veniva fuori che era sempre lei a sbagliare, lei in compagnia del suo stramaledetto orgoglio?
-Inizio a credere che sia inutile avere un orgoglio, se non hai una vita propria.-
Borbottò.
James la osservava, dall'altro lato della stanza, piuttosto divertito. La rossina aveva preso a camminare avanti e indietro, rimuginando su se stessa, borbottando frasi e riflessioni di cui lui riusciva a cogliere soltanto sprazzi.
Merlino, quanto avrebbe voluto baciarla.
-Mi sono fatta un sacco di pare per nulla...- stava continuando la rossina, senza minimamente sapere di risultare un filino pazza, a girovagare per lo scompartimento senza meta.
-E invece, magari..- si voltò, finalmente, verso James, e lo guardò.
Intensamente, a lungo.
Diamine, lui avrebbe potuto essere morto. Era un miracolo se era lì, che la fissava con i suoi grandi occhi nocciola.
Era stato attaccato dai Mangiamorte.
E lei dov'era?
Dov'era mentre James combatteva?Perchè non era con lui?
Mentre lei era seduta su una stupida barca a guardare uno stupido tramonto, a fare pensieri stupidi, lui si chiedeva se sarebbe sopravvissuto al giorno dopo.
Mentre lei era tutta intenta a chiedersi perchè era scomparso nel nulla, lui nel nulla rischiava di finirci davvero.
A quei pensieri le si mozzò il respiro in gola.
Sentì il cuore accellerarle nel petto.
Aveva rischiato di perderlo.
Per sempre.
Quel pensiero le fece scattare qualcosa di strano, nella testa. Una sorta di campanello d'allarme, una sorta di senzazione che le chiedeva perchè diamine fosse ancora lì, a perdere tempo.
Aveva rischiato di non sentire più la sua voce. Di non vedere più il suo sorriso, splendido, che gli illuminava tutto il viso, i denti bianchi a fare da contrasto con la pelle abbronzata. Di non poter sperare più che quelle labbra catturassero le sue.
Come avrebbe fatto senza di lui?
Nella lettera che non aveva mandato a Emmeline, quella dove rivelava tutti i suoi pensieri, aveva detto di odiare il fatto di dipendere così tanto da qualcuno.
Eppure, si accorse in quel momento, che era inevitabile.
Cosa avrebbe fatto, senza di lui?
James non avrebbe mai saputo dire cosa successe con certezza in quel momento.
Seppe solo che se la ritrovò tra le braccia, stretta contro il suo corpo, con il viso nell'incavo del suo collo, talmente vicina che poteva sentire il battito irregolare del suo cuore attraverso i vestiti.
Dopo un primo sbigottimento iniziale, nel quale si chiese come Lily fosse passata ad essere in un punto imprecisato della stanza all'essere lì, tra le sue braccia, con il suo profumo che gli solleticava le narici, decise che in fondo non aveva la benchè minima importanza, e che, forse un'occasione simile non gli sarebbe mai più capitata.
Senza pensarci due volte avvolse le braccia attorno alla vita della rossina, stringendola ancora di più su di se.
La sentì emettere un sospiro tremolante, come se solo allora si sentisse appagata, soddisfatta.
Solo allora Lily si accorse che finalmente lui era lì, era vero, lo stava davvero stringendo di nuovo, non era frutto solo della sua fervida immaginazione, che durante l'estenuante crociera le aveva giocato sin troppi brutti tiri.
Era lì, con lei, e stava bene.
-Mi dispiace.- mormorò.
Il moro aggrottò la fronte.
-Per cosa?- chiese, anche lui a voce bassa.
-Per aver dubitato di te.-
Percepì il suo sorriso, anche se non poteva vederlo.
-Non saresti stata Lily Evans, altrimenti.-
La grifoncina emise uno sbuffo di divertimento.
-Sai, pensandoci bene, ci sono un sacco di cose per cui mi dovresti chiedere scusa, in effetti.-
Fece James, con un ghignetto per niente rassicurante.
Lily inarcò un sopracciglio, anche se il moro poteva soltanto immaginarsi il gesto.
-Davvero?Per esempio?- chiese, scettica, reggendo il gioco.
-Per esempio, potresti chiedermi scusa per avermi fatto prendere un colpo descrivendomi nei minimi dettagli Mister-Quanto-sono-Perfetto-Mark.-
Lei rise.
-Scusa.- fece, un po' seria un po' no.
-E già che ci sei potresti chiedermi scusa anche per tutte le punizioni che hai inflitto ai Malandrini per tutti questi anni..-
Lily alzò gli occhi al cielo, seppur con una punta di divertimento.
-Adesso, non esagerare.-
Risero.
Calò il silenzio, ognuno dei due che si godeva il calore dell'altro sulla pelle.
Lily se avesse potuto sarebbe rimasta così per sempre, abbracciata a lui, sentendo il suo profumo rassicurante, assaporando ogni minimo particolare di quell'abbraccio che la stava facendo sentire calda, protetta. Appagata.
Sentì la testa di James appoggiarsi sulla sua spalla, delicatamente.
-Mi sei mancata.- disse, in un soffio, la voce roca e estremamente sensuale, che aveva fatto svenire miliardi di ragazzine svenevoli.
E non intendeva in quegli ultimi venti giorni. Intendeva in quei lunghissimi mesi dove era stato lontano da lei, senza poterla toccare, abbracciare, baciare.
I quattro mesi più lunghi e strazianti della sua vita.
Ma ora lei era lì, tra le sue braccia, e per nulla al mondo l'avrebbe allontanata.
Lily cercò di scostarsi un po', per guardarlo negli occhi, ma lui non glielo permise: voleva stare così, ancora un attimo, a bearsi di quel corpicino stretto contro il suo.
Lei allora voltò la testa, appena, notando che il moro aveva chiuso gli occhi, con aria rilassata. Sembrava che niente, in quel momento, avesse potuto disturbarlo. Se Lily non avesse avuto le sue braccia strette sulla sua vita, e se non avesse sentito il suo cuore battere così velocemente tra le sue costole, avrebbe giurato che dormisse.
Gli posò le labbra sulla tempia, con gli occhi semichiusi.
Poi si spostò più in basso, sullo zigomo, seguendo con le labbra il contorno del suo viso.
Sentì le sue labbra incurvarsi in un sorriso.
Sorrise anche lei, prima di baciargli la guancia imberbe, leggermente ruvida.
Era suo, e di nessun'altra. Mai, nessuna avrebbe dovuto provare ad avvicinarglisi: non avrebbe avuto problemi a uccidere chiunque osasse fare una cosa del genere.
Gli posò un bacio sull'angolo della bocca, facendo rabbrividire entrambi.
-Ti amo, Evans.-
Lei spalancò gli occhi, qualsiasi parola bloccata in gola, il cuore a mille.
Lei lo guardò.
Lui la guardò.
Lei non credeva di aver sentito bene.
Lui invece, sorrise, lo sguardo indecifrabile.
Okay, aveva sentito bene.
Lily pensò che il cuore avrebbe potuto esploderle da un momento all'altro. Quel sussurro inaspettato le aveva provocato una marea di senzazioni, che andavano dallo sbalordimento al calore più dolce, esattamente lì dove c'era il cuore.
Quel cuore palpitante che ormai gli apparteneva, indubbiamente.
Fu un attimo prima che lei aprisse bocca per dire qualcosa, che sentirono chiaramente la maniglia della porta abbassarsi, facendoli ricadere nella cruda realtà, ricordandogli che non erano certamente in uno scompartimento privato.
Fecero appena in tempo a scostarsi un po', giusto per non sembrare totalmente avvinghiati, e la porta si aprì, rivelando una persona che parlava, concitata, al suo compagno che lo seguiva.
Al riconoscere la voce, Lily strabuzzò gli occhi, mentre James fece una faccia puramente disgustata. E anche lievemente incazzata.
-E allora ti dicevo, se tu...-
La persona appena entrata si bloccò, gelata all'istante da quella visione raccapricciante.
James chiuse gli occhi, emettendo un sospiro esasperato.
Staccò le braccia da Lily.
Si girò. Quella scena era pericolosamente simile a un'altra situazione che aveva vissuto. Solo che a quel punto avrebbe decisamente preferito che a interromperli fosse stato Ronald Weasley.
-Piton!- disse, ostentando un'allegria esagerata. -Qual buon vento?-
Il Serpeverde era impallidito visibilmente.
-Potter- fece, con voce carica di rabbia e disprezzo. Quell'essere stava davvero abbracciando la donna che amava? -Cosa ci fai qui?Tu non puoi stare qui.-
Dietro di lui intanto era entrato Mulciber. Gli occhi azzurrini pieni di cattiveria, si apprestava già a godersi una bella scenetta. Magari sarebbe anche iniziata una rissa, di quelle che piacevano a lui.
Potter roteò gli occhi.
-Certo che posso stare qui.- con finta noncuranza, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una spilla argentata. La sventolò in aria, mentre Piton impallidiva ancora di più.
-Non è possibile.- mormorò. -Chi hai corrotto, Potter?- senza volerlo, spostò gli occhi neri su Lily.
Lei si sentì avvampare di rabbia sotto quello sguardo. Lui, era stato lui a interromperli proprio sul più bello. Il suo ex migliore amico. C'era anche lui tra quelli che avevano tentato di ammazzare James?
Era già entrato a far parte delle schiere di Voldemort?
James fece un sorriso tiratissimo, vedendo lo sguardo famelico del Serpeverde puntato su Lily.
Non ammazzarlo, James. Trattieniti. Non puoi lanciargli una Fattura per il semplice motivo che sta guardando Lily.
Piton a quel punto si rivolse alla rossina, un secondo prima che James ribattesse.
-Pensavo avessi gusti migliori, Lily.-
James rise.
Non ammazzarlo, James. Ha salvato tuo figlio, nel bene o nel male. Non ucciderlo.
-Gusti migliori?Come te?Ma non farmi ridere, Mocciosus.-
Piton arrossì di rabbia.
-Non stavo parlando con te, Potter.-
Nessuno si curò del fatto che intanto, nello scompartimento stavano entrando i Prefetti e i Caposcuola delle altre case.
-E io ti ho detto mille volte che per te non sono più Lily, ma Evans.- la rossina aveva incrociato le braccia sotto al seno, con aria fredda e dura.
Lo odiava.
Avrebbe tanto voluto tornare tra le braccia di James. Avrebbe voluto piangere. Che fine aveva fatto quel bambino dai capelli neri che la spiava da dietro una siepe?
Perchè era stato inghiottito per far spazio a quel ragazzo dall'aria tenebrosa e senza scrupoli?
James le scoccò un sorriso, che per un attimo la riscaldò.
Gli lanciò una fugace occhiata.
Lo amava.
E non aveva fatto in tempo nemmeno a dirglielo.
Si morse il labbro, frustrata.
Quando si dice passare dalle stelle alle stalle.
James vide chiaramente che Piton stava per dire qualcosa.
Decise di interrompere qualsiasi iniziativa del Serpeverde, rivolgendosi alla folla, che ormai li osservava da un po', inebetita: Lily era rimasta sin troppo sconvolta da quell'incontro inaspettato, non voleva che il Sepreverde dicesse qualcosa facendola stare ancora peggio.
-Bene, signori e signori, lo spettacolo è finito.-
Sorrise, facendo trattenere il fiato a tutte le ragazze presenti.
-Potter, sei davvero tu il nuovo Caposcuola di Grifondoro?- fece una ragazza magra dai capelli corvini, legati stretti in una coda lunga che le scendeva lungo le spalle, Caposcuola di Corvonero.
James annuì, con un sorriso. -Evidentemente, Silente si è deciso a rendere questo ruolo un po' meno barboso.-
Alcuni risero, mentre Piton si limitava a trucidarlo con lo sguardo.
Perchè quel pallone gonfiato doveva perennemente avere tutto, mentre a lui non veniva concesso niente?
Si vedeva già Caposcuola, si vedeva già cercare di recuperare il rapporto perso con Lily, perchè era sicuro che anche lei sarebbe stata sicuramente Caposcuola. Avrebbe approfittato delle riunioni per tentare di riallacciare il rapporto, provare a parlarle, e invece...invece come sempre era arrivato prima Potter.
Giurò a se stesso che gliel'avrebbe fatta pagare, prima o poi.
-Bè, Potter ha ragione, comunque.- disse, intanto, il giovane Prefetto di Tassorosso, alzando le spalle. -Muoviamoci, prima finiamo qui prima potremmo tornare a fare quiello che preferiamo.-
Ci fu un mormorio d'assenso, e improvvisamente tutta la staticità che c'era stata fino a quel momento si sciolse, mentre i componenti delle varie Case si separavano, per riunirsi tra loro e scambiarsi le informazioni necessarie.
James lanciò uno sguardo a Lily, la quale gli lanciò uno sguardo carico di significato.
Era ancora imbronciata, e voleva starsene un po' in disparte. Non era brava come James a nascondere le emozioni, non poteva parlare tranquillamente con i Prefetti di Grifondoro senza pensare continuamente a cosa stava per accadere qualche minuto prima.
Il moro, senza una parola, capendo quello che voleva, si mise a parlare con aria concitata con i Prefetti, per fornire le informazioni necessarie a tutti.
Anche se l'unica cosa che avrebbe voluto fare era andarsene con Lily.
Intanto a rossina si era appoggiata al muro, e respirava, piano, cercando di calmarsi.
Era arrabbiata.
Con Piton, perchè aveva scelto le strade sbagliate, e nonostante questo ogni tanto saltava fuori dal nulla, ricordandole il suo passato, velando i suoi pensieri con una patina nostalgica.
Con James, perchè avrebbe voluto che lui adesso la prendesse e la portasse lontano da lì.
Con sè stessa, perchè sapeva che non aveva senso essere arrabbiati con James, soprattutto perchè in fondo lui atava solo facendo quello che avrebbe dovuto fare lei.
E poi era frustrata.
Decisamente.
Perchè, mentre vedeva James ridere e scherzare con i Prefetti-una dei quali era stata una sua ex, le pareva, ma non ne poteva essere completamente certa, avrebbe tanto voluto non essere lì, ma essere in qualunque altro luogo, con lui, e riprendere da dove avevano interrotto. Voleva dare quel bacio che non aveva dato, voleva che dopo quel bacio a stampo ce ne fosse un altro, decisamente più lungo.
Voleva il suo bacio.
A costo di sembrare una pateticissima protagonista dei romanzi rosa.
Ripensò alle parole che aveva detto. Le ultime.
Quel ti amo aveva avuto un effetto decisamente sconvolgente, su di lei.
Vide con la coda dell'occhio la prefetta farsi ancora più vicina a James, per vedere meglio il foglio che le stava mostrando.
Le salì una stranissima furia omicida, che partiva dallo stomaco e arrivava dritta in mezzo al petto.
Perchè quella gallina ora stava lo stava prendendo a braccietto con molta noncuranza?Come se fossero stati amiconi.
La sentì ridere, e le sembrò una risata estremamente fastidiosa.
Ma James non vedeva che ci stava provando spudoratamente?
Si impose di calmarsi.
Cosa diamine le stava succedendo?Va bene essere gelosi, ma li si stava esagerando. Quella povera innocente ragazza in fondo non stava facendo assolutamente nulla di male-e, ora che ci pensava, non era affatto una sua ex.
Però gli stava troppo vicino. Decisamente.
Come si permetteva?
Lui era suo.
E tutte se lo dovevano mettere bene in testa.
Le sembrò una cosa da mettere in chiaro. Subito.
Non poteva sopportare oltre la vista di quell'ochetta che gli ronzava attorno.
-Ehi, Potter, mi sono dimenticata di dirti una cosa.- esclamò, a voce alta. Improvvisamente calò il silenzio nella stanza. Tutti si voltarono a guardarla. Sorrise, allo sguardo interrogativo di James.
L'aria sembrava carica di aspettative.
Lily aveva uno spirito anticonformista, in fondo.
Sollevò le spalle, con finta noncuranza, ben sapendo che quello che stava per dire non aveva assolutamente nulla di innocente e tranquillo. Qualcuno forse sarebbe rimasto traumatizzato.
Comunque non aveva importanza, lei lo voleva dire. Se lo teneva dentro da troppi minuti.
Lo guardò negli occhi, vedendo che era rimasto leggermente spiazzato. Sorrise di nuovo.
-Comunque, ti amo anch'io.-
Potè chiaramente sentire, con un certo divertimento, gli occhi di tutti i presenti strabuzzarsi, e i respiri trattenersi.
Ma l'importante, in quel momento, era James.
Lo vide sbattere gli occhi, confuso.
Lo vide fissarla, in silenzio.
Poi fece una smorfia.
-Scusa, Evans, per un attimo mi pareva che avessi detto qualcosa di molto bello nei miei confronti. Cos'è, che hai realmente detto?-
Lei sbuffò, roteando gli occhi.
-Che sei un idiota.-
-Ah.- James annuì, tutto convinto. -Si, decisamente più plausibile.- mormorò, poi.
Lily lo guardò, con quella faccia assolutamente convinta, e rise.
Merlino, quanto lo amava.
-Vieni qui, stupido.-
Come se nulla fosse, ignorando completamente la folla che li guardava con le bocche spalancate, gli si avvicinò e, afferrandolo per un braccio, lo trascinò fuori dallo scompartimento, tranquillamente. In quel momento non le fregava niente della faccia sconvolta di Piton , o del fatto di stare lasciando il dovere per il piacere.
C'erano solo lei e James, contavano solo lei e James.
Quando si richiusero la porta alle spalle, lei si girò verso di lui, divertita.
Il Malandrino aveva un'aria decisamente sconcertata, anche se nei suoi occhi si poteva leggere chiaramente una luce maliziosa.
-Evans.- disse, a bassa voce. -Hai idea di cosa hai appena fatto?-
La fece arretrare, mentre lei lo guardava, sempre con una punta di divertimento. Si appoggiò contro il muro. Poi fece finta di pensarci.
-Vediamo...ti ho appena portato via da una noiosissima riunione di Prefetti?-
Lui ghignò, mettendole le braccia attorno alla vita.
-Decisamente, ti sto portando sulla cattiva strada.-
Poi fece un sorrisetto malizioso.
-Ora però dovresti ridirmi quello che hai detto prima.-
Lily inarcò un sopracciglio.
-Io non mi ripeto, Potter.-
Incrociò le braccia al petto, facendo fintamente la sostenuuta.
Sorrise, al suo sguardo omicida.
-E poi esattamente, perchè dovrei ridirtelo?-
Lui inarcò un sopracciglio.
-Per esempio, perchè mi hai fatto penare per sei lunghi anni prima di sentirtelo dire. Merito almeno un po' di soddisfazione, no?-
La rossa ci pensò un po'.
-Mah, veramente tutto è relativo, Potter. Anch'io potrei dire che mi hai fatto penare per sei lunghi anni. Devo ricordarti che, stranamente, tutti i miei possibili spasimanti scomparivano nel giro di due settimane?Senza contare il povero Tobias O'Connor, finito misteriosamente in infermieria dopo nemmeno tre giorni.-
James mise su un'espressione totalmente innocente.
-Non sono stato io. E comunque, io bacio sicuramente meglio di O'Connor.-
Lily mise su un'espressione ingenua.
-Perchè, l'hai baciato?-
Il Malandrino la guardò, leggermente disgustato.
-Evans...-
-No, davvero. Per affermare una cosa simile dovresti sapere esattamente come bacia O'Connor, e per sapere una cosa simile dovresti aver fatto l'esperienza di averlo baciato.-
-Evans, io e te non riusciremo mai a fare un discorso lievemente romantico, non è così?-
La rossa sorrise.
-No, credo di no.-
Lui rise.
Lily lo guardò.
-Ti amo.- disse, in un soffio. Dirlo fu una cosa talmente naturale, che quasi se ne stupì. Era un po' come se avesse affermato "io esisto".
James sorrise, e, senza esitare oltre, le prese il viso tra le mani. Seguì i contorni degli zigomi con i pollici, per un secondo, giusto per fissarla negli occhi, e poi posò le sue labbra su quelle carnose di lei.
Indugiò un attimo sulla sua bocca, mordicchiandole il labbro superiore, per poi approfondire il bacio, ritrovando quel contatto che l'aveva persegutato nei sogni degli ultimi mesi.
Lily per un attimo si chiese se in tutti quegli anni in realtà non avesse aspettato solo quel bacio, da tanto si sentì felice in quel momento.
Sentì la sua lingua sfiorarle il palato, e lo strinse ancora di più a se, pensando che finalmente, era tutto perfetto.
Non ci sarebbe stata più nessuno che li avrebbe divisi.
James si staccò, di poco, giusto per affondare in quegli occhi smeraldini. Sorrise alla sua smorfia interrogativa. Poi il sorriso si trasformò in un ghigno.
-Allora, dici che sono meglio di O'Connor?- mormorò, divertito dall'espressione leggermente imbronciata della rossina.
Lei lo guardò in tralice, per un momento.
Poi roteò gli occhi.
-Oh, stai zitto.-
Senza una parola in più, gli afferrò il viso tra le mani e lo baciò, di nuovo.


















Eccomi qui, dopo ben due settimane di assenza. Prometto sempre di postare presto, e alla fine non succede mai. Dettagli XD Alloooora...finalmente il capitolo tanto atteso...sono stata stupita di accorgermi che tante di voi si aspettassero che il capitolo decisivo sarebbe stato tra molto tempo: questo mi ha parecchio soddisfatta, vuol dire che ho raggiunto il mio scopo XD passo ai ringraziamenti ^^

PrincessMarauder: io sono stata nel Salento, a Gallipoli XD sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto XD

Shiho93: James l'ha scampata bella, ma alla fine è uscito senza danni XD

zukkyna: zuuuuu XD muhauhauhauha XD uffa però un giorno scriverò un capitolo tutto di bigliettini, visto che lo leggi così in fretta XD muhauhauha XD ma ti rispondo per bene su msn, che è meglio XD ti voglio bene scema XD

brando: non posso dirti se Lily si ricorderà o meno del viaggio nel futuro, però posso dirti che sicuramente non me ne sono dimenticata: ci sono ancora troppe cose che bisogna chiarire, ed è anche vero che adesso stanno insieme, ma ciò non vuol dire che sia tutto sistemato, anzi. grazie x i complimenti XD

ramoro4ever95: hahahha...no, però non sarebbe stata una cattiva idea, credo che anche a James sarebbe molto piaciuta XD sarà per una prossima volta XD

Penny Black: ciao! sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che tu abbia capito bene tutti i dubbi di Lily(perchè, diciamocelo, quella ragazza è decisamente complessata XD) grazie ancora per tutto ^^

zanna: hahahaha...ecco svelato il mistero Xd cmq si, hai ragione, è una cosa che noi ragazzi purtroppo abbiamo perso...a me piacerebbe tantissimo ricevere lettere così XD e tranquilla, la pazzia dilaga, quindi nn preoccuparti se colpisce anche te XD

Mousse: muhauhauha, giuro che la tua recensione mi ha fatto morire dal ridere XD alla fine una delle ipotesi potrei utilizzarla come una prossima storia, che ne dici?muhauhauha XD un bacio, alla prossima XD

tonks17: haha, tranquilla XD Em...no, non sta male. o meglio si, sta di merda, ma se l'è messa via: sa che Lily è Lily, e essendo Lily la sua migliore amica, vuole quasi più bene a lei che a se stessa, e vuole quasi più bene a Lily di quanto ne voglia a James, quindi, alla fine no, nn sta male XD nel senso che Em è la tipica persona che dice prima vengono TUUUTTi glia altri, e dopo, forse, se c'è posto, ma solo se nn disturba, vengo io XD nn so se mi spiego XD basta ho finito di delirare XD un bacio!

oOoPRONSGIEoOo: muhaiuhauha XD tu sei pazza XD dettagli XD ci sentiamo scema XD

Miss Rainbow: muhauhauhauha, suddita, lei mi inquieta sempre di più XD ci sentiamo su msn che è meglio, mi inquieta di meno(no, nn è vero XD) un bacio XD

Iva27: no James è vivo e vegeto XD La vacanza...mmm...diciamo che ci sono stati un po' di casini, e non è affatto andata come speravo, ma suppongo che siano dettagli XD spero ti sia piaciuto anche questo capitolo XD

_evans_: tranquilla ^^ spero che l'idea che ti eri fatta non si avvicinasse troppo a quello che in realtà è successo, se no che gusto ci sarebbe?Xd scherzo XD

vanexa_: bè, diaciamo che si, c'è una possibilità di ricomparsa di Harry, ma nn posso dire altro XD spero che la storia continui a piacerti...e sono stata tanto contenta che l'ultima lettera ti sia piaciuta così tanto: come ho detto nell'ultimo capitolo, quella lettera era più mia, che di Lily, diciamo che era più una lettera x me stessa, ecco. XD un bacio!

pony: O__O muhauhauha XD povera Lily XD anche se l'idea del pony mi piace, bwuhauhauhauha XD ho seriamente pensato di metterla come battuta in qst capitolo, però poi ho detto no vabbe magari poi si offende XD però, povera Liluy, bisogna capirla: è psicopatica XD innamorata e psicopatica XD fammi sapere anche se questo capitolo ti è piaciuto XD un bacioXD

Maira_Hermione: O__O quando ho letto il tuo nome ho fatto un infarto, altro che volerti ammazzare XD muhauhauha XD amica talpa, quanto tempo XD pensavo che la mia storia avcesse iniziato a farti schifo XD sono stata così contenta di risentirti XD poi mi spiegherai come mai Harry Potter aveva perso tutto il suo fascino O_O un bacio! XD

caramella_rosa_gommosa: ciaoo XD sono contenta che ti piaccia la storia...e tranquilla, nn ti credo una maniaca: tra pazze ci si comprende subito XD muhauhauha XD un bacio!

eulalia_17: muhauhauha XD povero James XD

Crazy Owl: grazie mille, è sempre un piacere ricevere complimenti XD spero ti piaccia anche questo cap XD un bacio!

karmenpotter: haha...si, infatti l'ho fatto apposta perchè volevo alleggerire l'aria: sono troppo pazza per fare troppi capitoli deprimenti XD sai, le "minaccie" di Em in realtà sono ispirate a una mia amica, che aveva fatto più o meno lo stesso con me XD Alla fine avevi ragione tu, è stato tutto più o meno un malinteso XD un bacione!















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Capitolo 21
*** Consapevolezze ***


cap 21                                                                      A te, anche se non leggerai mai questo capitolo.                                                                               Perchè, nonostante tutto, è giusto così.







Lily si scostò una ciocca dal viso, guardando la sua immagine nello specchio, con aria scettica.
Buffo come il bagno del treno fosse estremamente piccolo.
Okay. Ce la poteva fare.
Non vedeva cosa ci fosse di così complicato: in fondo doveva solo andare dalle sue amiche, sorridere, mettere un soggetto, connettere un verbo e fare una frase di senso compiuto.
Semplice, no?
Il fatto era che non ci credeva ancora.
Lei e James stavano insieme.
Lei, Lily Evans, e lui, James Potter, si erano messi insieme esattamente tredici minuti e trentasei secondi fa, ovvero quando avevano finito di baciarsi. Non che lei fosse una maniaca degli orari, ma era da circa tredici minuti-ormai quattordici- che ogni persona che incrociava la guardava di sbieco, come se quella che passeggiava tranquillamente per il treno fosse un'aliena con tanto di antennine verdi e orecchie a punta. Non era passato nemmeno un quarto d'ora dall'inizio della loro relazione-alla parola Lily ebbe una sorta di brivido- e già tutto il treno ne era venuto a conoscenza.
Certo, il fatto di aver spiattellato che amava James davanti a un numero non indifferente di persone non era da sottovalutare, ma quelli erano dettagli assolutamente insignificanti.
Fece un gran sospiro, gettando nuovamente un'occhiata alla sua immagine riflessa.
Come diamine faceva a dire alle amiche una cosa a cui stentava a credere persino lei?!
Lei e James Potter.
Colui a cui aveva detto di non non sapeva nemmeno più quante volte.
Colui che l'aveva fatta dannare per non si ricordava più quanto tempo.
Il ragazzo che odiava, e che adesso amava.
Sospirò.
Okay, non sarebbe stato così difficile.
-Mi sono messa con James.- tentò, cercando di suonare naturale al suo riflesso allo specchio.
Il suo viso si stese in un'espressione estremamente ironica e sarcastica, con tanto di sopracciglio inarcato, come se stesse facendo una battuta molto divertente.
No, non andava bene.
-Sapete James Potter?Si insomma...è il mio ragazzo.- riprovò.
Questa volta, però, fece una sorta di risatina acuta.
Okay, sembrava completamente deficiente. Doveva essere l'unica ragazza al mondo a non riuscire a dire una cosa così dannatamente banale.
Banale?Stava con James Potter, dannazione, non poteva essere banale.
Sbuffò, frustrata. Cosa diavolo c'era di sbagliato, in lei?Va bene che non era mai stata una ragazza particolarmente romantica-anzi- però, lì non si trattava di non romanticismo: si trattava proprio di pazzia congenita.
Il suo ragazzo era James Potter, certo che si trattava di pazzia congenita.
Possibile che non riuscisse a unire le parole James Potter-mio ragazzo nella stessa frase senza avere comportamenti assurdi-quali arrossire furiosamente, voglia di ridere istericamente, e simili?
Si portò una ciocca rossa dietro l'orecchio, cercando di sorridere. Okay, ci provava un'ultima volta, poi avrebbe mandato al diavolo tutto, andava come andava.
Sorrise.
-Io e James...-
-...Vi siete messi insieme, lo so. Mi chiedo ormai chi non lo sappia:è lo scoop dell'anno!-
Lily si girò, con gli occhi spalancati, l'espressione di chi vorrebbe sotterrarsi e non ricomparire mai più.
-Emmeline?!- fece, con voce acuta.
Emmeline, appoggiata allo stipite della porta, fece un ampio sorriso, divertita.
L'estate l'aveva fatta ancora più bella, mentre i pantaloni scuri le fasciavano le gambe snelle, facendola sembrare ancora più alta di quello che era, i capelli biondi erano tenuti stretti in uno chignon, che lasciava sfuggire qua e là ciocche chiare.
-Cosa diavolo ci fai, qui?- fece la rossina, ancora piuttosto sbalordita.
La bionda sorrise.
-Oh, ecco, come ti dicevo, Meredith è venuta in scompartimento tutta eccitata, affermando che Samuel le aveva detto che aveva scoperto grazie al cugino di Valery, che aveva visto Jessica e le aveva detto che..-
-Emmeline, ti prego- Lily roteò gli occhi. -Mi stai facendo venire mal di testa.-
Em sorrise.
-Insomma, per fartela breve, hai davvero detto a James che lo amavi nello scompartimento dei Prefetti, davanti a tutti?-
Lily arrossì fino alla punta dei capelli, maledicendosi. Merlino, ci aveva messo così poco, a spargersi la voce?
-Bè...- farfugliò -Potrebbe essere vero, si.-
La bionda scoppiò a ridere, facendola sentire ancora più imbarazzata.
-Questa è la mia migliore amica.- esclamò, tirandole un'affettuosa pacca sulla spalla.
Lily sbuffò, alzando gli occhi al cielo, senza trattenere un sorriso.
-Mi dispiace tu l'abbia scoperto da un pettegolezzo.-
L'amica scrollò le spalle, un luccichio orgoglioso a illuminarle lo sguardo azzurro.
-Non importa. L'importante, è che tu l'abbia fatto.-
Poi assunse un'aria divertita.
-Piuttosto, cosa stavi facendo?Le prove generali?- fece un ghignetto.
Lily la guardò male.
-Stavo solo...o, lasciamo perdere.- scosse la testa, come scacciare tutte le stupidaggini che aveva pensato fino a un secondo prima.
Poi la guardò, ricordandosi improvvisamente che la loro non era una conversazione molto normale. Insomma, lei era la sua ex. Come doveva sentirsi?Che stupida che era stata. Forse era troppo presto, avrebbe dovuto prima chiedere a Emmeline se...
-O Merlino, Lily, no.- Emmeline la guardò malissimo. -Smetti immediatamente di pensare a quello che stai pensando.-
Lily, presa in contropiede, sollevò un sopracciglio.
-E sentiamo, a cosa starei pensando?- fece, incerta, cercando di prendere tempo.
La biondina sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Al fatto che io sono la ex di James e che le migliori amiche non vanno con gli ex delle migliori amiche.-
La rossina la fissò, sconcertata. Fece per aprire bocca.
-Lily Evans. Se dici un'altra parola giuro che ti lancio in testa una scarpa.- gli occhi stretti a fessura di Em non potevano contenere un certo divertimento, nonostante la velata minaccia appena fatta.
-Ma io..-
-Ti avevo avvertita.-
Saltellando sul piede destro, Emmeline fece per togliersi la zeppa sinistra.
Lily fece un gesto soffocato di finto terrore, per poi ridere.
-No, Em!- gridò, sempre ridendo, vedendo che l'amica stava veramente venendo verso di lei impugnando l'arma.
-Mi dispiace, Lily Evans, te la sei cercata.- sventolò in aria la scarpa, zoppicando intanto sull'altro piede, facendo ridere Lily, seppur con un certo timore: quando voleva, la Vance sapeva fare paura.
Improvvisamente dalla porta del bagno sbucò una ragazzina di Corvonero, dai lunghi capelli castani. Appena la ragazza vide che Lily era intrappolata tra il lavandino e Emmeline con una scarpa in mano, sgranò gli occhi.
-Cosa...?!- fece, con vocina flebile.
La bionda alzò lo sguardo.
-Tranquilla, sto solo uccidendo la mia migliore amica.-
L'altra, spaventata, indietreggiò, per poi scappare via, terrorizzata.
Emmeline alzò gli occhi al cielo, rinfilandosi la scarpa.
-Bah. Pivelline del terzo anno.-
Lily ghignò.
-Poverina, le hai fatto passare la voglia di fare i suoi bisogni.-
La bionda sbuffò, scocciata.
-Non sopravviverà a lungo, in questa scuola.- fece, melodrammatica.
La Evans allargò il ghigno.
-Adesso andrà in giro a dire a tutti che mi vuoi uccidere..-
Em le restituì il ghigno, annuendo.
-Probabilmente nasceranno leggende...-
-Di come tu mi abbia trascinato qui con un inganno...-
-Tutto perchè ero gelosa marcia di James Potter...-
-Racconteranno di come tu mi abbia intimato di lasciare James...-
-E di come tu, invece, abbia difeso il tuo amore...-
-A quel punto tutti capiranno perchè Emmeline Vance è impazzita, e ha cercato di uccidere Lily Evans...-
-Brandendo una zappa di otto centimetri come arma...-
-Tutto per un ragazzo!- concluse Lily, con enfasi.
Si guardarono.
E scoppiarono a ridere.
-Dici che sarebbe uno shock per il loro scoop, se uscissimo dal bagno a braccietto?-
Emmeline fece finta di rifletterci. Poi annuì vigorosamente. Scrollò le spalle.
-Suppongo quindi che sarà il motivo per cui ora usciremo a braccietto.-
Lily rise, prendendo sotto braccio Emmeline.
-Il mistero si infittisce: perchè, se le due si contendevano il ragazzo, poi c'è chi giura di averle viste a braccietto insieme?!-
-O peggio, ridere insieme!-
-Scherzare!Come se prima non si fossero tirate i capelli per James Potter!-
-Cosa nascondono la bella Emmeline Vance e la Caposcuola Lily Evans?!-
-Ehi!Perchè a te l'aggettivo bella e a me semplicemente Caposcuola?!-
Em la guardò con finta sufficienza.
-Perchè sono io la bella tra le due, è ovvio.-
-Oh, ma stai zitta, bionda.-
-Senti rossa, cerchi la rissa?-
Erano uscite dal bagno.
Si guardarono, fintamente truci, per poi scoppiare a ridere.
-Grazie, Em.- soffiò Lily. Sapeva che Emmeline stava male ancora per James. Ma sapeva anche che era davvero felice per loro due.
Emmeline sbuffò.
-Non mi devi ringraziare, scema.- poi alzò gli occhi al cielo. -Giuro, ci mettevate un altro po' e vi ficcavo nel letto assieme a forza.-
La rossa assunse un'espressione scandalizzata.
-Em!-
La bionda rise.
-A mali estremi, estremi rimedi.-
Lily scosse la testa, fintamente esasperata. La solita Emmeline.
Emmeline, che metteva sempre gli altri prima di lei stessa.
Emmeline, che si era volontariamente spezzata il cuore, per vedere le persone che amava felici.
Emmeline che non aveva fatto altro che incitarla a scrivergli, nonostante, lo sapeva, le avrebbe fatto male, malissimo.
Emmeline. La sua migliore amica.
Lily si era chiesta spesso se non fosse meglio lasciar perdere tutto, restituendo alla sua migliore amica quel poco di felicità che aveva avuto con James.
Per poi rendersi conto che non sarebbe servito a niente. Emmeline non sarebbe mai tornata con James, neanche per tutto l'oro del mondo. Si era fatta da parte definitivamente, e non avrebbe accettato di vedere James se non con Lily. Punto.
La biondina si fermò davanti a uno scompartimento. Probabilmente, era il loro, visto che da dentro proveniva uno scroscio di risate non indifferente.
Lily, esitante, aprì la porta.
Appena fu dentro, calò un immenso silenzio, gli occhi di tutte le amiche puntate su di lei. Alice, con la pelle di un delizioso color cioccolato, la fissava con i grandi occhi castani, con espressione preoccupata. Mary invece aveva uno sguardo divertito, le labbra piegate in un sorriso eccitato.
Marlene, con i riccioli neri legati dietro alla nuca, fu la prima ad alzarsi, emettendo un urletto.
Senza nemmeno rendersene conto, Lily in un attimo fu stretta da una saltellante Lene, gioiosa e ridente.
-Non posso credere che tu l'abbia fatto!- urlò, scoppiando a ridere.
Lily fece una faccia fintamente confusa.
-Fatto cosa?-
-Oh, non fare la finta tonta con noi, Lily. Ormai tutta la scuola sa le tue imprese.-
fece Mary, allargando il sorriso.
Lene si staccò, per guardare bene la rossina.
-Vogliamo i dettagli.- disse, con un ghigno.
-Vero.- concordò Alice.
Lily gettò un'occhiata alla porta, per vedere se riusciva a scappare, ma Emmeline, traditrice, aveva chiuso la porta e ci stava appoggiata sopra, per impedirle di scappare.
-Tu non dovresti volere i dettagli.- borbottò, rivolta alla sua migliore amica.
La quale, senza troppi problemi, ghignò.
-Oh, certo che li voglio. Il fatto che il tuo ragazzo sia il mio ex non sminuisce la mia voglia di pettegolezzi, tranquilla.-
Lily la fulminò.
-Ti odio.-
-Io no.- fece la bionda, angelicamente, guadagnandosi l'ennesima occhiataccia.
Lily alzò gli occhi al cielo.
Con un sospiro, si sedette accanto a Mary, e iniziò a raccontare.

-Sirius, mi passi il pane?-
-No.-
Remus guardò, con faccia indignata, uno dei suoi migliori amici, che stava masticando con l'eleganza di un maiale affamato una costoletta d'agnello.
-E perchè no, di grazia?!-
-E perchè te la dovrei passare io e non James?!-
-Forse perchè TU sei più vicino al pane di James?!-
James guardò i suoi migliori amici, lievemente sconcertato. Possibile che il banchetto fosse iniziato da meno di mezzora e quei due già si mettevano a litigare?
Lily lo guardò, con la forchetta a mezz'aria.
-Ma fanno sempre così?-
Il moro sollevò le spalle, noncurante.
-No. Di solito fanno molto peggio.-
Sirius, tanto per confermare la cosa, lanciò un pezzo di pane in testa a Remus, il quale si mise a minacciarlo brandendo il succo di zucca.
La ragazza li osservò, divertita.
-Davvero, Potter, ho sempre creduto che tu fossi il peggiore. A quanto pare mi sbagliavo, e di grosso.-
La Sala Grande, ricolma di studenti e addobbata con tanto di soffitto stellato, rimbombava di risate.
Ogni tanto, qualcuno lanciava delle occhiate stranite al tavolo dei Grifoni, osservando con sgomento Lily e James, seduti l'uno di fronte all'altra come se fosse stata la cosa più naturale del mondo. La notizia che ormai James Potter non era più sul mercato aveva fatto il giro di tutte le tavolate, e c'era già chi scommetteva sulla durata della neocoppia.
-Evans, cosa oseresti insinuare?- fece Sirius, interrompendo la battaglia per guardarla, truce.
-Chi, io? Assolutamente niente, Black, è tutto nella tua testa.-
-Piuttosto..- fece Sirius, con aria malandrina. -Proporrei un brindisi: a James e Lily, che finalmente si sono messi insieme, risparmiando a me, Remus e Peter un sacco di rotture quali: piagnistei continui di James, descrizioni dettagliate delle lentiggini della Evans, e...-
-Felpato, ti avverto, sto per ficcarti il tovagliolo in bocca.-
-Però ha ragione.-
-Remus, ma sei in combutta con lui solo quando non si tratta di sputtanarmi?!-
-Però, Black ha ragione.- era stata Emmeline, a parlare, sorridendo, con il bicchiere in mano. Poi fissò James, seria. -piuttosto, io e te dobbiamo parlare.-
Il Malandrino la fissò, lievemente preoccupato.
-E di cosa?-
Emmeline roteò gli occhi, con aria segretamente divertita, mentre Lily stessa la guardava, lievemente in ansia.
-Sai, il classico discorsetto che fa la migliore amica al nuovo ragazzo della sua migliore amica.-
-Ma me l'hai già fatto.-
-Davvero?- la biondina sorrise. -Ripetimelo.-
Lui alzò gli occhi al cielo, mentre Lily sogghignava. Adorava vedere James in difficoltà.
-Non devo fare soffrire Lily o altrimenti mi priverai di ogni arto possibile.-
-Esatto. E ti farò bollire a fuoco lento nel calderone di Pozioni.-
-Ma da quando sei così sadica, Em?-
Lei fece finta di pensarci.
-Da sempre, direi.- poi fece un sorrisino angelico. -E non credere che perchè siamo stati insieme ti farò un trattamento di favore, anzi.-
Lily sogghignò, rivolgendosi a James.
-Vedi perchè è la mia migliore amica?- poi si voltò verso la bionda. -Però, Em, vuoi togliere a me tutta la soddisfazione di picchiarlo a sangue?!-
James si voltò verso Peter, strabuzzando gli occhi.
-Prendi nota, Codaliscia: mai mettersi con la migliore amica della tua ex. Mai.-
Peter, seduto alla destra del moro, annuì, freneticamente.
-Ah, grazie.- fece Lily, incrociando le braccia al petto, con aria fintamente sostenuta. -Quindi stai dicendo che non vuoi più stare con me. Benissimo, Potter.- annuì, offesa per scherzo.
Lui la guardò.
-Lily, io starei con te anche se avessi un occhio solo e tre teste, ma davvero, c'è un limite a tutto.-
La rossa fece spalluccie.
-Oh, bè, faccio sempre in tempo a chiamare Mark e dirgli...-
-Piano, Evans. Tu a Mark non gli dici proprio niente.-
-E chi me lo impedirebbe?Tu?-
-Esattamente.-
-E la motivazione sarebbe?-
Gli altri intanto si guardavano, un po' esasperati, un po' divertiti. D'altra parte, non sarebbero stati  James e Lily, se non si fossero punzecchiati un po'.
Ramoso fece un sorriso disarmante, al quale parecchie ragazze di Grifondoro non poterono fare a meno di guardare male colei che aveva tolto la possibilità a tutte loro di fare in modo che James Potter fosse loro.
-La motivazione sarebbe che ti sei autocondannata ad essere mia per un periodo variabile da qui all'infinito.-
Lily lo guardò, leggermente spiazzata. Sorrideva ancora come se nulla fosse, il maledetto. Inarcò un sopracciglio, cercando di non cedere ai suoi bellissimi occhi nocciola.
-Davvero? E chi lo dice?-
-Tu stessa l'hai urlato in mezzo allo scompartimento dei Prefetti, mi sembra.-
Lo guardò malissimo, non sapendo cosa rispondere. Lui fece un sorriso ancora più innocente.
-Lo sai che ti amo?-
-Io ti odio, invece.-
-Ma chi odia ama.-
-Allora ti disprezzo.-
-Chi disprezza compra.-
-No, nel mio caso, chi disprezza odia.-
-Ma allora se tu mi disprezzi teoricamente mi odi, ma per la proprietà transitiva derivata dal proverbio chi odia ama, in pratica tu mi ami.-
Lily gli lanciò uno sguardo sconcertato, mentre James sogghignava.
Ci fu un attimo di silenzio.
-Okay, sei riuscito a confondermi.- mormorò Lily, ancora lievemente spiazzata.
Potter rise, guadagnandosi un'occhiata omicida dalla Evans, che poi però trasformò in un'occhiata divertita.
-Però, James, mi dispiace deluderti.- disse Mary, con aria affranta. -Ma Lily non potrà mai essere totalmente tua.-
-Vero!- esclamò Marlene, come colta da un'illuminazione. -Vedi, devi sapere che ognuna di noi, nel bene o nel male, costituisce una parte fondamentale di Lily...-
-Vero.- Emmeline aveva preso in mano il suo succo di zucca con eleganza, come se fosse una tazzina di thè molto delicata. -Io, per esempio, sono il suo fegato, perchè prendo sempre la parte peggiore di lei.-
-Io sono la sua coscienza.- fece Mary, scuotendo la testa, come per dire che in ogni caso, Lily era un caso disperato da quel punto di vista.
Marlene annuì, con aria saputa.
-Io invece...- disse, mantenendo una sorta di espressione melodrammatica. -Sono il suo neurone. Il suo unico, piccolissimo neurone.-
Poi ghignò.
-Alice era...-
-Marlene!!Zitta!- strillò Lily, imbarazzata.
James la guardò.
-Cos'era Alice?-
-Niente!-
James non seppe dire altro, mentre le guardava tutte con aria piuttosto sconcertata. Lily aveva abbassato la testa sulla sua fetta di torta, senza dire una parola di più, dimentica per qualche secondo che non le piacevano i dolci.
Sirius battè una mano sulla spalla di James, con fare consolatorio.
-James, guarda il lato positivo.- fece un ghigno. -è come se stessi con cinque ragazze contemporaneamente. C'è chi pagherebbe per avere un'occasione simile. Io, per esempio.-
-Black, fai schifo.- Lily aveva alzato la testa dal suo piatto, con aria disgustata. Poi rivolse un'occhiataccia a James. -E, Potter, non ti azzardare a toccare una sola delle mie amiche, o vedi cosa ti faccio.-
-Mi sono messo con la ragazza più violenta di tutta Hogwarts.- disse il moro, con voce piagnucolosa, mentre Sirius annuiva, convinto, facendo sbuffare Remus.
-E devi sapere che inoltre- continuò Alice, con ara serafica, facendo perdere a James qualsiasi speranza di trovare almeno un elemento normale in quel gruppo. -Che la tua ragazza fa persino parte di un'associazione segreta, una sorta di ordine mistico fatto apposta per le ragazze come noi...-
Il moro la guardò, preoccupato, non vedendo che intanto le altre ridacchiavano. Alice aveva delle doti da attrice spettacolari.
Alice fece una pausa d'effetto, per poi esordire, con voce bassa e drammatica.
-L'Ordine delle Psicopatiche.- concluse, con enfasi.
Ci fu un attimo di silenzio.
Fu a quel punto che James realizzò di essersi messo con una donna che probabilmente era totalmente fuori di testa.
Guardò Lily.
Pensò che in fondo, non aveva la benchè minima importanza.

Lily stava salendo le scale, freneticamente, le lacrime che le scorrevano lungo il viso, copiose e strazianti.
Al petto stringeva qualcosa, qualcosa di pesante ma che per nulla al mondo doveva lasciar cadere.
Le mani le tremavano, e doveva farsi violenza psicologica per non stringere troppo forte qualunque cosa avesse in mano.
Lui era lì.
Non ci poteva credere.
Qualcuno li aveva traditi.
Lei, James, Sirius, tutti si erano fidati...e lui, per tutta risposta, li aveva traditi.
Perchè?
Non c'era tempo per pensare, non c'era tempo per disperarsi. Lui era lì. Lui era lì, e lei doveva salvare Harry. Doveva salvarlo, prima che...
Sentì un tonfo. Terribile, pesante.
Si fermò un istante, barcollante, riconoscendo il suono di un corpo che cade a terra.
La vista le si offuscò.
No!
No, lui non poteva essere morto...no, no, lui no, ti prego!Non poteva essere morto, semplicemente, non poteva!
Sentì qualcuno muoversi al piano di sotto.
Ricominciò a salire le scale. Lenta, era troppo lenta.
Non poteva essere morto.
Strinse di più al petto il suo bambino, mentre il piede cadeva nel vuoto, ancora credendo di trovare un gradino, senza in realtà accorgersi di essere arrivato al pianerottolo.
No, James...
Correva, correva per quella casa familiare e in quel momento così poco accogliente.
James, avevi promesso che non mi avresti mai lasciato, per nessun motivo, che nemmeno la morte ci avrebbe separato...avevi giurato!
Harry, doveva pensare ad Harry!
Io prendo te, Lily Evans, come mia legittima sposa...
Entrò nella stanza del bambino, sbattendo la porta.
Prometto di onorarti e rispettarti...
Consapevole che non sarebbe servito a nulla, spostò in maniera convulsa qualche mobile davanti alla porta, dopo aver posato Harry nella culla, che la guardava, incuriosito.
Nella gioia e nel dolore...
Lo sentiva. Era vicino, dannatamente vicino. Si asciugò gli occhi, cercando una via di fuga.
In salute e in malattia...
Ma era troppo tardi. Fece appena in tempo a girarsi, per sentire la porta venire frantumata in mille pezzi.
In ricchezza e povertà...
-Spostati, stupida.- gli occhi rossi di lui erano l'unico bagliore sotto il cappuccio nero. -Spostati.-
Lei si parò di fronte alla culla, le lacrime come unico segno di debolezza. Non avrebbe più rivisto quel mondo, sarebbe morta, ne era certa. Doveva pensare solo ad Harry, ormai lui era la sua unica ragione di vita.
Finchè morte non ci separi...
-No, ti prego, prendi me al suo posto, ma non Harry, ti prego, non lui!- supplicare era estremamente facile, quando non avevi niente per cui valesse la pena vivere.
Ed ora, con il potere conferitomi da Dio e dalla Chiesa...
Fu un attimo, e una mano bianca spuntò dal mantello nero, impugnando la bacchetta.
Io vi dichiaro...
Non sentì nemmeno la sua condanna. La luce verde la abbagliò giusto un'istante.
Marito...
Cadde a terra, il suo ultimo pensiero al suo bambino, il suo ultimo ricordo a James.
Il bimbo guardò la figura.
...e moglie...
La figura guardò il bimbo. Sollevò la bacchetta.
Amen.
Può baciare la sposa.

Lily si svegliò di soprassalto, mandida di sudore.
Si portò una mano al petto, sentendo chiaramente il suo cuore battere come un tamburo tra le sue costole. Il respiro era affannoso e boccheggiante.
Sentiva freddo, nonostante avesse le coperte bagnate per il sudore appiccicaticcio della sua pelle.
Ancora un incubo.
Le veniva da piangere.
Quante notti erano che non dormiva bene?Da quanto tempo non si faceva nove ore di sonno?Domani avrebbe avuto le prime lezioni del settimo anno.
Non poteva continuare così.
Come avrebbe fatto ai MAGO?
sarebbe collassata, di quel passo, ne era sicura.
Si alzò, tremante, sentendo i brividi percorrerla da cima a fondo, unico remasuglio terribile di quell'incubo.
Uno dei tanti.
Se almeno l'incubo fosse stato lo stesso, ogni notte. Prima o poi ci fai l'abitudine, gesti terribili diventano abitudinari, sempre meno spaventosi man mano che prendi confidenza.
Per quanto terribile, ti ci abitui.
Ma i suoi incubi erano diversi, tutte le notti. Ogni notte più spaventosa della precedente.
Si massaggiò la testa, chiudendo gli occhi, sentendoli pizzicare.
Come poteva andare avanti così?
Si alzò, gettando malamente a terra le coperte umide di sudore.
Sentiva il cuore pulsarle nelle tempie.
Non avrebbe retto a lungo, lo sapeva.
Guardò le sue amiche, che dormivano tranquille. Un po' le invidiava. Marlene, nascosta completamente sotto le coperte, che respirava piano e docilmente. Mary, distesa a pancia in su, che mugugnava frasi sconnesse nel sonno. Alice, con le braccia e mezza testa a penzoloni fuori dal letto. E infine Emmeline, completamente rannicchiata su se stessa, in posizione fetale, con le coperte strette sul corpo a farle da protezione contro il mondo esterno. Si ricordava di una conversazione che avevano avuto da bambine, nella quale lei le aveva rivelato che quando era più piccola dormiva così perchè credeva che in quel modo il padre non sarebbe mai riuscito a colpirla.
Si passò una mano tra i capelli, sospirando, esausta, per poi gettare un'occhiata rapida all'orologio sul comodino.
Le due e mezza.
Fantastico. A saperlo prima, non si sarebbe nemmeno presa la briga di finire in tempo i compiti: almeno avrebbe avuto qualcosa da fare in quel momento.
Doveva chiedere a Madama Chips qualcosa per il sonno, assolutamente.
Decise di scendere in Sala Comune. Almeno, lì poteva fare qualcosa. Avrebbe letto un libro, magari. Magari si sarebbe stancata al punto che i suoi nervi non avrebbero retto, e si sarebbe addormentata nella Sala Comune di botto, un sonno senza sogni.
Considerandolo un buon piano, si decise a scendere.
Non prese nemmeno il mantello: aveva bisogno di dormire, non di coprirsi.
Senza far rumore, aprì la porta, pregando perchè nessuna delle sue amiche si svegliasse.
La richiuse con delicatezza dietro di se, apprestandosi a scendere, con un piccolo sospiro stanco.
Per un attimo le tornò in mente il sogno, e rabbrividì. Diamine, lei si era appena messa con il ragazzo che amava-e che prima odiava-e cosa sognava?Loro due felici e contenti, magari a passeggio su un unicorno argentato?
Loro due che si giuravano amore eterno in una chiesetta dallo stile vittoriano, circondati dai loro amici sorridenti e gioiosi?
No. Naturalmente no.
Sognava che venivano ammazzati da uno sconosciuto col cappuccio. Che cosa carina.
A quel pensiero, rabbrividì, pentendosi di non aver preso il mantello. Ma non aveva nessuna intenzione di tornare indietro: ormai i suoi piedini, con tanto di pantofole, avevano sceso i primi gradini, avviandosi verso la Sala Comune.
Continuò la sua discesa, senza fare il minimo rumore, in punta di piedi. C'era un'atmosfera quasi spettrale.
Quando però fu scesa abbastanza da poter vedere la Sala rossa e oro, si bloccò.
Seduto su un divanetto rosso, c'era qualcuno che contemplava il fuocherello scoppiettante nel camino.
Il suo cuore prese a battere a ritmo più veloce, mentre guardava meglio il profilo del ragazzo, trovando conferma ai suoi sospetti.
Era impossibile non riconoscere il profilo di James, con i capelli neri arruffati, il viso ancora abbronzato dai pochi giorni di sole che l'Inghilterra aveva avuto quell'anno e le spalle muscolose, ora leggermente abbassate con fare stanco.
Il moro si era tolto gli occhiali e li aveva posati sul comodino, come se fossero stati troppo pesanti per stare ancora a lungo sul suo naso.
Lily si sentì il respiro mozzarsi in gola, dal considerare quanto in quel momento James fosse bello.
Il fuoco gli illuminava parte del viso, mentre gli occhi nocciola erano profondi, persi in un altro mondo.
La rossina se sedette sul gradino dove si era fermata, senza  emettere il minimo suono, aggrappandosi alla ringhiera e osservandolo.
Non sapeva perchè non era scesa. Voleva stare lì, a contemplarlo ancora un attimo, così, immobile, assorto in chissà quali ragionamenti.
Per un attimo sentì una fitta in mezzo al petto.
James sembrava stare intraprendendo una vera e propria lotta con se stesso.
La mascella era indurita, la bocca contratta in una smorfia quasi dolorosa, notò Lily.
Una mano era aggrappata al bracciolo del divano, quasi con forza, tanto che le nocche erano leggermente sbiancate, mentre l'altra mano, con lentezza nervosa e stanca, ogni tanto passava tra i capelli neri, giusto per spettinarli ancora di più senza che lui, ovviamente, se ne accorgesse.
Spostando gli occhi sul suo sguardo, Lily per poco non sussultò, rischiando di farsi scoprire.
Quegli occhi sempre così allegri, sempre così pieni di sentimento, ora erano torbidi, vuoti, immersi in qualcosa di oscuro e profondo.
Sembrava che l'anima di James, espressa solitamente nei suoi occhi, fosse stata straziata da qualcosa, da qualcosa di crudele.
La rossina avrebbe voluto andare lì e scuoterlo, farlo uscire dalla trance, chiedergli cosa diavolo stesse facendo, a cosa diamine stesse pensando.
Avrebbe voluto dirgli che a qualsiasi conclusione stesse arrivando, era quella sbagliata.
Ma non riusciva a muoversi. Era paralizzata dalla vista di quel Potter che non aveva mai conosciuto, quello solitamente coperto da una maschera spessa e rigida come l'argilla.
Non capiva cosa avesse potuto ridurre James, il suo James, in quello stato.
Avrebbe voluto andare a chiederglielo.
Avrebbe voluto andare là e abbracciarlo fortissimo, per fargli dimenticare tutte le sue preoccupazioni.
Non ci riusciva. Era inchiodata a terra, su quel dannato gradino, e non riusciva ad alzarsi.
Incantata da quel ragazzo assorto, tanto bello da far male.
Quello sarebbe dovuto essere il loro giorno, giusto?Il giorno più bello della loro vita, il giorno in cui si erano messi insieme.
E allora perchè non erano entrambi nei loro letti, a sognare un roseo futuro insieme?
Perchè pareva che James avesse ricevuto la notizia più brutta della sua vita?
Improvvisamente il moro fece un piccolo sbuffo, chiudendo gli occhi e poi riaprendoli, esausto, dopo esserseli massaggiati.
-Sei un idiota, James.- mormorò a se stesso, per poi portarsi una mano a coprirsi il viso.
Dopo brevi attimi di silenzio, Lily sgranò gli occhi, sentendo un singhiozzo provenire dal moro.
Non era un singhiozzo rumoroso. Se non fosse stata attentissima a tutti i gesti di James, non se ne sarebbe nemmeno accorta.
Ma fu il singhiozzo più doloroso di tutta la sua vita.
Stava piangendo...?
Sentì un altro leggero singulto da parte di James, e fu come se qualcuno le avesse direttamente strappato il cuore riducendolo a brandelli.
Si aggrappò con tutte le sue forze alla ringhiera, sentendo che tutto il resto attorno a lei crollava.
Perchè James piangeva?
Avrebbe voluto, ancora una volta, alzarsi per abbracciarlo. Avrebbe voluto tranquillizzarlo, dirgli che andava tutto bene.
Ma era bloccata, tenuta a terra dal suo respiro mozzato e dal cuore che le batteva pesantemente nel petto.
Vedere James piangere era la cosa più dilaniante che avesse provato in tutta la sua vita.
Non riusciva a capacitarsi di quelle guancie umide, di quella mano premuta sugli occhi per nascondere quel bagliore lucido nelle sue iridi castane.
Cos'era successo al suo James?
Le venne in mente il sogno di quella notte.
E in quel momento, come se il suo cuore capisse qualcosa a cui la sua mente non poteva arrivare, sentì delle lacrime calde bagnarle il viso.
Come se lei in realtà capisse perchè James piangeva.
Come se quel pianto fosse collegato a quel sogno, come se anche lui avesse fatto quell'assurdo sogno.
Anche se la sua mente non poteva ricordare, il suo cuore soffriva come se avesse saputo esattamente cosa li attendeva.
Strinse ancora di più le nocche alla ringhiera fino a farle sbiancare, lottando contro le sue lacrime silenziose. Non voleva farsi sentire da James, così come una vocina nella sua testa le diceva che lui non voleva farsi vedere da lei in quello stato.
Non era giusto.
Qualunque fosse il motivo per quelle lacrime, non era giusto.
Avrebbe voluto andare da lui.
Ma non poteva farlo con gli occhi ancora ricolmi di lacrime, semplicemente non poteva.
Anche se in quel momento aveva un bisogno indefinibile delle sue braccia strette attorno a sè, della sua voce calda che la rassicurasse e le promettesse che no, lui non sarebbe mai morto, non se ne sarebbe mai andato senza di lei.
James non l'avrebbe sopportato, non in quel momento, quando era pienamente conscio dello spettro del loro futuro che si aggirava attorno a loro, alitandoli addosso con il suo fiato macabro e struggente.
Potter si scostò la mano dal viso, asciugandosi un ultima fastidiosa lacrima.
Odiava piangere. Preferiva di gran lunga ridere sopra le disgrazie, piuttosto di piangersi addosso.
Fece un ultimo, lungo respiro guardando il fuoco scoppiettante nel caminetto, cercando di scacciare i dubbi tormentati.
Non si era pentito di essersi messo con Lily, assolutamente. Non sarebbe riuscito a resistere un secondo di più senza di lei, lo sapeva.
Eppure...
Dannazione, eppure avevano quel dannato destino che li perseguitava.
Decise di smetterla. Doveva tornare nel suo dormitorio.
Lily in quel momento, asciugatasi le lacrime, decise che non poteva stare lì un secondo di più.
Doveva andare da lui.
Doveva sentirsi dire che sarebbe andato tutto bene.
Quelle lacrime l'avevano troppo turbata per poter pretendere di non corrergli tra le braccia.
Si alzò, barcollando un po' e tentando di mollare la presa alla ringhiera.
Dopo aver ritrovato la stabilità, sempre nel più completo silenzio, scese qualche gradino.
Vide che anche lui si stava alzando dal divano, con lentezza.
Decise di fermarlo, prima che si avviasse al dormitorio.
-James.- chiamò. Ormai era arrivata al terzultimo gradino.
Lo vide girarsi, sorpreso, e per poco non sobbalzò.
Nei suoi occhi non c'era alcuna traccia di tristezza, come se lei stessa non l'avesse sentito straziato dal dolore qualche secondo prima.
I suoi occhi scuri, dopo un breve attimo di sbalordimento, tornarono gioiosi come li aveva sempre visti, e le labbra si aprirono in un sorriso luminoso.
Quanti sentimenti sei in grado di nascondere, James Potter?
Scese gli ultimi gradini, percorrendo gli ultimi passi che la separavano da lui.
-Lily!Cosa ci fai qui?-
Lei fremette, scottata.
Abbassò la testa.
Male. Le faceva troppo male vedere che James tentava di nascondere tutto dietro a un sorriso. Quante altre persone aveva ingannato con quel sorriso?Quante persone lo credevano felice e strafottente, mentre in realtà lui si rifugiava ogni notte in un angolino a soffrire?
-Non riuscivo a dormire.- mormorò, dopo un secondo di esitazione.
Sollevò lo sguardo.
Sobbalzò.
Gli occhi di James si erano rifatti scuri e torbidi, riacquistando quella lucidità che aveva tentato di nascondere un secondo prima.
Allora Lily realizzò che lui sapeva.
Non avrebbe saputo spiegare ne come ne perchè, ma comprese che lui era a conoscenza dei suoi sogni più turbolenti.
Lui aveva compreso molto di più di quello che lei avrebbe voluto che lui capisse.
Non sapeva come, ma lui sapeva del bambino che cercava di salvare tutte le notti.
Non sapeva perchè, ma lui sapeva dell'incappucciato dalla mano cadaverica che le lanciava una maledizione mortale.
Lui sapeva e ne soffriva.
Non ci fu bisogno di parole.
Prima che lei potesse farsi venire gli occhi lucidi, lui allungò le braccia verso di lei.
Lily vi si gettò dentro senza un secondo di esitazione, consapevole che se avesse aspettato solo un secondo, sarebbe stato troppo tardi.
Non chiese perchè prima piangeva.
Non chiese come poteva essere a conoscenza dei suoi sogni.
In quel momento aveva solo bisogno di lui.
Lo strinse a se, tremante, sentendo finalmente il suo abbraccio avvolgerla. Poteva chiaramente sentire il suo cuore battere attraverso la stoffa sottile della maglietta.
Non pianse, perchè se era con lui non ne aveva motivo.
Con un brivido lungo la schiena, le tornò in mente l'angoscia che aveva provato nel sogno, alla consapevolezza di averlo perso per sempre.
-James, non lasciarmi mai.- disse, in un soffio tremante. -Ti prego.-
A quella supplica, così inconsueta per lei, sentì James stringerla ancora di più a se. Avrebbe potuto farle male, ma a lei non importava. Voleva che la stringesse ancora, ancora più forte, sino a spezzarle le costole, se necessario.
Dopo un attimo di silenzio, sentì James sospirare.
-No, Lily.- la rossina distinse una nota incrinata nella sua voce. -Mai. Te lo giuro.-

Lily fece una smorfia, lievemente infastidita da un breve raggio di sole che le aveva colpito l'occhio.
Pienamente decisa a non svegliarsi, tentò di girarsi in un'altra posizione, in modo da togliersi la fastidiosa luce dal viso.
Con stupore, si accorse di non riuscirci.
In più, da quando il suo cuscino era così duro?
E emanava calore.
Non era così fastidioso, nonostante tutto. Spostandosi un altro po', però, si accorse che sotto il suo orecchio c'era qualcosa che pulsava, neanche troppo lentamente, a dire il vero.
Decisamente qualcosa non quadrava.
Si decise ad aprire gli occhi.
La prima cosa che notò, fu che quello decisamente non era il suo dormitorio, a meno che la loro stanza non si fosse improvvisamente ingigantita, dotandosi da sola di divanetti rossi e oro e di un imponente camino di marmo.
-Ma buon giorno, bella addormentata.-
Sgranò gli occhi, frastornata, tentando di capire da dove provenisse la voce.
Per poi accorgersi, con imbarazzo, che proveniva da sopra di lei.
Sollevando lo sguardo, timorosa, andò a scontrarsi con il sorriso abbagliante di James.
Solo allora si accorse di essere praticamente distesa su quello che era il suo ragazzo da meno di ventiquattro ore.
Arrossendo fino alla radice dei capelli per quella vicinanza inaspettata, sentendosi improvvisamente completamente sveglia, balbettò.
-Cosa diamine ci fai tu qui?!-
Non aveva ancora realizzato quello che era successo la sera prima.
-Oh, sai.- fece il moro, passandosi una mano tra i capelli e fingendo un'aria preoccupata. -Ieri sera io, Sirius e Emmeline ti abbiamo fatto ubriacare di brutto- annuì, con aria convinta. -A quel punto ti volevo portare a letto, a dormire intendo, ma tu non mi hai lasciato, mi hai trascinato sul divano e è andata a finire che abbiamo fatto sesso selvaggio per tutta la notte.-
-Naturalmente, tanto selvaggio che siamo vestiti.- fece Lily, sarcastica, non senza prima aver dato una breve controllata.
Cercò di tirarsi su il più possibile, ancora imbarazzata.
Aveva dormito tutta la notte sul petto di James?
E se avesse davvero avuto ragione James e lei avesse sognato tutto quello che era successo la sera prima?
James fece un sorrisetto Malandrino, completamente tranquillo, come se nulla fosse successo poche ore prima.
-Per James Potter nulla è impossibile, Evans.-
Lei gli lanciò un occhiata scocciata, con tanto di sopracciglio inarcato.
-Potter, non farmi pentire di essermi messa con te dopo neanche un giorno.-
Lui rise. Poi, inaspettatamente, si allungò verso di lei, catturando le sue labbra.
Sebbene inizialmente Lily cercò di fingersi più che decisa a non ricambiare il bacio, quando lui le mordicchiò il labbro inferiore non potè fare altro che dischiudere le labbra, con un piccolo gemito.
Non era possibile che lui la facesse cedere così facilmente. Avrebbe decisamente dovuto lavorarci, non poteva fare sempre la figura di quella insaziabile delle sue labbra.
Avrebbe potuto, per esempio, per vendicarsi, mordergli la lingua, così lui la prossima volta ci avrebbe pensato due volte, prima di baciarla a tradimento.
Magari un'altra volta, pensò Lily, portando le braccia a cingergli il collo, con trasporto crescente.
Dopo un attimo James si staccò, sorridendo. Le carezzò una guancia, perdendosi nei suoi occhi.
-Sei un idiota, comunque.-
-Eri bellissima mentre dormivi, Evans.-
La rossina sgranò leggermente gli occhi.
-Ho dormito davvero?- mormorò, stupita. Quante notti erano che non dormiva veramente?
Potter annuì, senza staccare la sua fronte da quella di Lily.
-Nove ore filate, Evans. Contate personalmente.-
-Ma..- Lily aggrottò la fronte. Nove ore?Quanto tempo era che non dormiva così tanto?Era stato un sonno completamente senza incubi, e non era affatto stanca come invece tutte le altre mattine.
Forse per James Potter davvero niente era impossibile.
Poi parve accorgersi di un particolare.
Quando lei era scesa in Sala Comune, era scesa così, senza mantello ne niente.
Questo voleva dire che...
Gettò una rapida occhiata  al suo vestiario.
Si accorse con orrore che indosso aveva il suo pigiama preferito-comodissimo, certo, ma sicuramente non poteva dirsi il classico pigiama che metteva in risalto la sua sensualità. Anzi, il suo bel pigiama bianco con i pinguini neri e bianchi e gli occhietti fuori dalle orbite, tutto faceva venire in mente tranne la parola sexy.
Imbarazzata, si allontanò un po' da James, portando le gambe al petto, nel vano tentativo di coprirsi.
-Comunque- borbottò. -Che ore sono?-
-Mmm..- mugugnò lui, lanciandole un'occhiata indagatrice, soffermandosi su un punto non precisato del suo corpo-cosa che fece ancora più imbarazzare Lily. -Non saprei.-
Poi le fece un sorriso sbieco.
-Comunque è inutile che ti copri, Evans, ho avuto tutta la notte per contemplarti.-
Lei spalancò gli occhi, inorridita. Vedendo che sghignazzava, gli lanciò un'occhiataccia.
Vedendo che non smetteva di ridere, sbuffò, e si alzò.
-Bene Potter, visto che ti fa tanto ridere la cosa, vado a vestirmi.- gli lanciò un'occhiata indignata. -Ci vediamo fra un secolo o due.-
-Ehi, dove scappi?-
La afferrò per un braccio giusto un attimo prima che lei si allontanasse, facendole perdere l'equilibrio e facendo in modo che con un tonfo si sedesse esattamente attaccata a lui.
Le cinse la vita in modo che non scappasse di nuovo.
Lei lo fulminò, facendolo ghignare.
Le si avvicinò all'orecchio, solleticandoglielo con il suo fiato.
-Vedi Evans, non puoi resistermi.-
Lily lo guardò di traverso, con sufficienza, facendo finta di non essere perfettamente consapevole delle sue braccia attorno alla sua vita, abbronzate e muscolose.
-Certo Potter, tu continua a sognare.-
James fece una faccia divertita.
-Oseresti negarlo?-
-Fammici pensare...si?-
-Mh...io non credo.-
Senza aspettare la sua risposta, le baciò la pelle dietro all'orecchio, facendola rabbrividire.
-Potter è inutile- sussurrò. -Con me non attacca.- anche se chiuse gli occhi, sentendo le sue labbra  percorrerle la linea del collo, tempestandola di baci.
Poi spalancò gli occhi.
-Aspetta...hai detto nove ore filate?!-
James la guardò come se fosse improvvisamente impazzita.
-Si, e allora?-
-E allora le lezioni sono iniziate due ore fa, Potter, maledizione!-
Come una furia si catapultò giù dal divano, mentre Potter la guardava come se fosse un'aliena.
Lei gli lanciò un'occhiataccia.
-Si può sapere cosa ci fai ancora lì?!Alzati, muoviti!Dobbiamo andare!Merlino, cosa penseranno se non ci vedono il primo giorno di scuola dell'anno dei MAGO?!-
Lui sbuffò, trattenendosi dal ridere. Adorava Lily Evans anche in versione secchiona isterica.
-Certo, non ha problemi a trascinarmi fuori dallo scompartimento dei Prefetti dopo aver urlato ai quattro venti che mi ama, ma se si tratta di perdere un paio d'ore di lezione...-
Lo guardò malissimo.
-Era una cosa diversa.- fece, stringendo gli occhi a fessura. Poi roteò gli occhi. -E poi che c'entra, lì l'ho fatto solo perchè c'era quell'ochetta della Cooper che ti ronzava attorno.-
-A grazie.- stavolta fu James a fare una smorfia indignata. -Quindi ora se non fosse stato per la Cooper tu non avresti mai detto quelle cose?- la guardò, con aria maliziosamente dubbiosa.
Lei fece una risata imbarazzata, per poi prendere un cuscino e lanciarglielo in faccia.
Giusto perchè lui non notasse le sue guance tinte di rosso.
-Avanti stupido, fila a vestirti.-
Ancora imbarazzata, si avviò verso il dormitorio.
Quante cose erano successe, in soli due giorni?Aveva detto a James che lo amava-e, no, non solo perchè c'era la Cooper che gli girava intorno come un'ape sul miele-si erano baciati, si erano messi insieme. Aveva fatto un altro incubo, aveva visto James piangere.
E si era risvegliata tra le sue braccia.
Poteva succedere qualcos'altro?
-Ehi, Evans!- si sentì chiamare, quando ormai aveva messo il piede sulle scale. Si voltò.
-Guarda che non siamo in ritardo.- Lily lo guardò, confusa, mentre James faceva un ghignetto Malandrino. Poi sollevò le spalle, con noncuranza.
-Abbiamo la riunione con i Caposcuola, ricordi?-



 














Me si inginocchia ai vostri piedi. Prima di ammazzarmi per la lunghissima attesa, vi prego, lasciate che vi spieghi cosa è successo al mio povero cervellino in questo mese lunghissimo.
O meglio, in realtà non ho scusanti. Vorrei poter giustificare questo ritardo abnorme dicendo che era perchè sono passata ad essere nuovamente single, con i vari annessi e connessi-compresa la depressione tipica da adesso-non-troverò-mai-più-qualcuno-che-mi-vuole-perchè-ci-sarà-sempre-una-ragazza-bellissima e strafiga-con cui farmi-le-corna(non fateci caso, ormai dovreste sapere che non sono normale XD) ma sinceramente mentirei. Vorrei anche magari dire che è perchè ci stanno già stressando con la solita solfa del quest'anno-avete-gli-esami, ma mentirei ancora.
La verità è che la mia ispirazione aveva preso direttamente il biglietto di sola andata x timboctù, e non c'era proprio verso di farla tornare O.o scrivevo una frase, poi la cancellavo, oppure la tenbevo ma a quel punto era passata un'ora e spegnevo il pc, quando riaccendevo mi accorgevo che mi faceva tt schifo...insomma, ho fatto un mese assolutamente disastroso. Mi dispiace. Vi chiedo perdono, e nn vi biasimerei affatto se aveste rinunciato a leggere questa storia che procede a singulti. Scusatemi ancora!!!Spero mi perdoniate...se no, lo capirei, davvero.
Passando al capitolo...è un capitolo un po' stupido, anche se la parte centrale, quella di lily e del sogno, è importante. Adesso che si sono messi insieme non tutto sarà rose e fiori, anzi. Comunque l'ho voluto fare così, un po leggero, perchè avevo bisogno sia io sia loro di tagliare l'aria(e di cose drammatiche ne ho viste troppe in questo periodo, davvero O.o) spero non vi sia risultato troppo stupido...e ditemi cosa ne pensate di Lily e Emmeline: spero sia chiaro, comunque, che Em non ce l'ha affatto con Lily, e che anzi, è felicissima per la neocoppia.
Ringrazio i lettori silenziosi, ringrazio quelli che mi hanno messo tra i preferiti e le seguite =) e ora per ultime, ma non per meno importanti, i ringraziamenti alle recensioni XD:

Shiho93: spero che tu nn mi abbia abbandonato XD comunque in effetti era solo una formalità XD volevo anche metterlo, ma poi con tutta sincerità mi sono dimenticata XD un bacio XD

Miss Rainbow: suddita XD le dispiace se rispondo su msn?Xd la adoro XD

Penny Black: grazie mille XD e si ci hai azzeccato, in realtà non è che adesso sarà tutto rose e fiori, anzi XD però diciamo che magari sarà un po meno cupo del solito XD un bacio!

pony: muhauhauha XD si, in effetti ci eri andata vicina XD e ok, archivio la battuta del pony per un prossimo capitolo, in questo c'era già troppa stupidità dilagante Xd e tranquilla che emmeline nn rimarrà sola...ops mi sa che sto facendo spoiler XD meglio che sto zitta XD ciaooo un bacio XD

zukkyna: una sola parola:msn Xd muhauhauha XD ti voglio bene scema XD

pazzarella_dispettosa: ciao ^^ mi piacciono le persone schiette XD cmq si, Lily è caposcuola XD un bacione!

brando: mah, sai, a me Piton me l'hanno fatto diventare antipatico...cioè l'avrei stimato molto, se poi nn fossero fioccate duemila fic(scritte male, perchè quelle scritte bene meritano tutto il mio rispetto e la mia stima) dove si diceva che james era un babbeo e severus un mito vivente. Lo odio in reazione, diciamo così XD cmq brava, hai ragione: lily è fatta così XD emmeline nn ci è rimasta male, in fondo sapeva che doveva andare così XD un bacio XD

vanexa_: muhauha XD grazie, fa sempre piacere ricevere complimenti =9 si anche a me piton fa un po' pena...però sotto un certo aspetto se l'è cercata, e non avrebbe esitato a consegnare un bambino innocente al suo signore, se non fosse stato che era il bambino di Lily. Per questo a me un po di pena la fa, ma nn riesco nemmeno a dire che adesso è il mio personaggio preferito, anzi XD sono contenta che ti sia piaciuta XD un bacio XD
 
ramoso4ever95: scema, mi fanno sempre piacere le tue recensioni XD muhauhauhauha XD lily...nn so chi ammazzerà per prima, ma mi sa io stessa XD dettagli XD grazie di tutto, un bacio!

La Nika: ehi nuova lettrice ^^ O.o davvero l'hai letta in soli tre gg??O.o o mio dio, povera te XD poi mi sa che se ti trovano in uno stato di pazzia permanente è colpa mia XD vabbe dettagli XD grazie per i mille complimenti =) la storia del futuro...bè, arriverà, è ancora presto: prima devo fare avere un po di tregua a questi due poveretti XD un bacio!

karmenpotter: muhauha XD sai che anch'io avrei voluto vedere la faccia di Piton?ahaha Xd e ti assicuro, nemmeno io sapevo cosa aspettarmi x questo capitolo, e non ho nemmeno ben chiaro cosa fare per gli altri...speriamo che la mia ispirazione nn si prenda un altra vacanza XD un bacio XD

Pecky: grazie ^^

caramella_rosa_gommosa: posso entrare anch'io nel fan club anti mocciosus?Ti prego, pago bene XD muhauhauha XD grazie di tutto, davvero Xd e non importa quando recensisci, l'importante è che ti piaccia la storia XD un bacioXD

Iva27: ma sai che le tue recensioni mi commuovono sempre?O.O davvero XD e scusami, perdonami se non posto mai presto, ma davvero, stavolta la mia fantasia era partita e non tornava più: la mia pazzia era scemata, ma ora è tornata più folle e pronta a scrivere di prima XD muhauhauha XD un bacio cara XD

Mousse: giuro che mi hai fatto morire dal ridere Xd nn riuscivo più a smettere Xd muhauhauha XD e comunque mi sa che piton ha ricevuto più minaccie di morte per il mio capitolo che per tutto quello che ha fatto nei libri XD muhauhauha XD e poi la mia idea dei mangiamorte magari andava bene, ma vuoi mettere con le tue sclerate Xd me le devo segnare x nn dimenticarmele XD muhauha Xd un bacio, grazie di tutto XD

riddikulus: ehm...^^ chiedo venia, potrai mai perdonarmi?XD

Svampi: ma così mi fai arrossire Xd grazie XD

muahah: oddio grazie O_O ho gli occhi lucidi O.O grassie XD

Maira_hermione96: amica talpa!!scuuuuusa per il ritardo =( tra ispirazione che se ne va, cornificazioni vcarie, lasciamo perdere... XD scusami ancora XD sono contenta che ti piaccia...e no nn finirà tanto  presto, ho ancora un anno da scrivere xD senza contare matrimonio e simile XD un bacio!!

Crazy Owl: grazie ^^ spero tu non mi abbia abbandonato x la troppa attesa XD un bacio!

oOoPRONGSIEoOo: tesorooo XD ti rispondo su msn, come sempre XD

S_marti_es: ti sei letta 22 capitoli in una volta O.o sei pazza come me, che bello XD grazie di tutto, un bacio XD

silverine85: grazie mille per i complimenti =) diciamo che james ha capito i sogni di lily senza bisogno che glielo dicesse...XD e emmeline si è messa con james perchè se non lo avesse fatto, james non si sarebbe mai svegliato, credimi. Anzi, sarebbe stato capace di fare qualche sciocchezza anche peggiore =) un bacio XD


































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Capitolo 22
*** Scherzi e problemi ***


cap 22 Alla zukkyna, perchè parte, perchè è partita, perchè è tornata ma se ne andrà di nuovo. Questo capitolo è tutto per te, Zu. Maneggialo con cura. Ti voglio bene, e mi manchi. Tanto.

E lo dedico anche a Mousse, perchè la sua recensione mi ha fatto morire, giuro XD grazie, mi hai risollevato il morale, davvero.







Andrew McAunter non si poteva certo dire un garante dell'intelligenza.
Alto e massiccio, con un aria perennemente stupita a incorniciargli il volto, la testa rasata, era il classico ragazzo tutto muscoli e niente cervello. Preferiva di gran lunga passare le giornate a rimirarsi i muscoli e a sollevare pesi, piuttosto che aprire un libro.
Il Cappello Parlante con lui aveva avuto un bel daffare: a Serpeverde non lo poteva mandare, le serpi se lo sarebbero mangiato nel giro di poco, Corvonero non se ne parlava, troppo stupido, e men che meno Tassorosso: troppo poco docile, sarebbe stato come mandare un toro in una gabbia di pettirossi. Con riluttanza, allora, l'aveva messo a Grifondoro, nella speranza che trovasse qualcuno che lo svegliasse fuori.
Da subito aveva mostrato tanto una predilizione per lo sport, quanto una poca capacità di applicarsi nello studio. Il sesto anno, poi, era stato fatale per Andrew: aveva deciso di vivere per il Quidditch da quando il capitano della squadra gli aveva proposto di avere il ruolo di Portiere. Neanche a dirlo, era stato bocciato, con la bellezza di Troll in tutte le materie.
Ma al ragazzo non pareva importare particolarmente.
Si era ripromesso di non deludere mai, per nessuna ragione al mondo, James Potter, anzi, a volte lo seguiva come un cagnolino scodinzolante.
Questo perchè il Malandrino lo aveva fatto passare dallo stato di sfigato stupido, allo stato di ragazzo popolare-nonche parte fondamentale della squadra di Quidditch in meno di ventiquattro ore.
Era stato James a capire che quei muscoli pompati sulle braccia potevano essere perfetti per parare la palla anche nei casi più estremi.
Era stato James a prelevarlo dalla Torre di Astronomia mentre faceva l'ennesima serie di flessioni estenuanti, e a metterlo su un manico di scopa.
Era a James, quindi, che andava tutta la sua devozione.
Andrew McAunter aveva, inoltre un'altra, per niente segreta passione, oltre allo sport.
Questa passione rispondeva al nome di Marlene McKinnon.
Con l'assurdo proposito di imitare James in tutto per tutto, si era convinto che lei doveva essere sua, e non perdeva mai occasione per chiederle di uscire, convinto che se il suo protettore alla fine era riuscito a conquistare la belle Lily Evans, anche lui sarebbe riuscito a fare sua Marlene.
Il problema però che non era arrivato a comprendere, era il fatto che lui non era affatto James Potter, e Marlene non era sicuramente Lily Evans.
Lui era decisamente troppo stupido per capire che il disgusto malcelato di lei non era affatto un sentimento per nascondere qualche strano sentimento di amore, e d'altra parte la povera Len era decisamente troppo dolce e buona per dargli il benservito come si meritava.
Però, quel giorno Marlene si era svegliata con un diavolo per capello.
Tanto per cominciare, le erano arrivate le sue cose.
Come se non bastasse, si era accorta con orrore di aver finito le uniche dannate medicine che le facevano passare quel fastidioso dolore al basso ventre.
In secondo luogo, mentre avanzava a passo spedito verso l'aula di Antiche Rune, nessuna delle sue amiche era con lei: Lily era a una riunione con i Caposcuola, Emmeline si era dileguata senza che nessuno se ne accorgesse, Alice e Mary non frequentavano il corso di antiche rune.
Per ultima cosa, i suoi dannati capelli ricci e neri non volevano proprio saperne, di stare al loro posto. Non aveva fatto in tempo a legarseli perchè era in ritardo, e ora erano sparati in tutte le direzioni.
Niente da obbiettare, quindi, se quando si accorse che attaccato alla porta dell'aula di Antiche Rune c'era niente popò di meno che il suo tormentatore, attorniato da un paio di ragazzine cicaleggianti, si bloccò in mezzo al corridoio, chiudendo gli occhi esasperata, pregando qualsiasi dio esistente che lui non stesse aspettando lei.
Naturalmente si sbagliava.
Insomma, per lei lui si era fatto un'intera nottata a fare flessioni e piegamenti, solo perchè la ricciolina notasse quanto ben sviluppati fossero i suoi addominali, e fino a che punto si potessero ingrossare i muscoli dei suoi avambracci. Persino James Potter non poteva certo vantare i muscoli che aveva lui!
Non capiva proprio che, più cercava di gonfiarsi, più a Marlene faceva schifo.
La moretta sospirò, esasperata, chiudendo gli occhi, vedendo che lui si staccava dalla porta per avviarsi verso di lei.
Fa' che non mi parli, fa' che non mi parli...
-Ehi, bambola.-
Len aprì gli occhi, vedendo tutte le sue speranze crollare. Merlino, quanto non lo sopportava!Aveva messo su l'aria da grande playboy, non notando che più che altro, assomigliava solamente a un grande pesce lesso.
-McAunter..- disse, in tono docile. -Non dovresti essere a lezione di Pozioni?-
-Sai, bambolina, ho saltato la lezione solo per te. Dì, sei contenta, vero?Vero?-
Marlene chiuse gli occhi di nuovo, sentendo il nervosismo salirle nelle viscere.
Perchè a lei?Perchè?
Merlino, e lei che aveva sperato che, rimanendo indietro di un anno, non l'avrebbe più incontrato!
E invece lui che faceva?Si metteva a saltare le lezioni!
No, non era proprio giornata.
Lui intanto aveva messo su un'espressione talmente da ebete, che lei avrebbe voluto prenderlo a schiaffi e urlargli: -Ripigliati!!-
Purtroppo, Len era una ragazza decisamente pacifica.
Non aspettando una risposta, McAunter si sputò su una mano e se la passò tra i capelli rasati, come se fosse un grande gesto.
-Dì, bambola, allora esci con me, si?-
Orripilata, Marlene mise su un aria puramente schifata, sperando di risultare abbastanza eloquente.
Evidentemente non ottenne il risultato sperato, vista l'aria da beota di Andrew.
Si apprestò a spiegare per l'ennesima volta, con la pazienza di una maestra di prima elementare, un concetto che ripeteva da due anni, ormai.
-Vedi, McAunter, il fatto è che io...-
Si guardò intorno, sperando che un fulmine la colpisse, per mettere fine a quel supplizio.
Piuttosto di uscire con quella sottospecie di gambero muscoloso, si sarebbe data alla vita monacale.
Improvvisamente, come una manna dal cielo, con la coda dell'occhio vide Sirius Black che si avviava, totalmente ignaro della tragedia che stava vivendo Marlene, verso la loro parte.
Fu allora che fu folgorata da una sorta di illuminazione divina.
Le si illuminò lo sguardo.
Perchè, a mali estremi, ci volevano estremi rimedi.
Len era una ragazza fondamentalmente timida.
Però, se doveva scegliere tra l'istinto di sopravvivenza e la sua timidezza, decisamente sceglieva il primo.
Perchè per quanto fosse timida, era pur sempre pazza. E disperata, in quel caso.
-Sirius!- esclamò, in tono gioioso, sperando di risultare abbastanza convincente. Mise su un sorriso dolce, di quelli che pochissime persone le avevano visto in viso.
Senza pensarci troppo, gli corse incontro.
Il bel Black, senza nemmeno avere il tempo di rendersene conto, si ritrovò la dolce Len stretta tra le braccia.
Sgranò gli occhi e fece per dire qualcosa, sconcertato.
Non che gli dispiacesse stringere quel corpicino così caldo a sè, sia chiaro, ma...
-Ti prego, reggimi il gioco- lo supplicò Marlene, aumentando la stretta per surrurrargli meglio quelle parole all'orecchio, mentre lui cercava ancora di capirci qualcosa. -Per favore, te ne sarò eternamente grata.-
Solo allora vide il povero Andrew guardarli sconvolto, oltre le spalle di Marlene.
Ci mise un attimo a fare due più due: era ben risaputo, all'interno della Casata di Grifondoro, che Marlene si sarebbe uccisa piuttosto di uscire con un soggetto del genere.
Ora, era risaputo che Sirius Black amava ogni genere di scherzo, bello o brutto che fosse.
Inoltre, aveva sviuluppato una ben nota antipatia per McAunter: seguiva James come un'ombra, e erano anni, ormai, che cercava di entrare a far parte dei Malandrini, conquistandosi così il posto di quarto migliore amico di James.
La cosa a Sirius non andava affatto a genio.
E l'idea di far credere a quel pallone gonfiato che lui stesse con Marlene Mckinnon, facendolo così schiattare d'invidia, gli risultava succulenta come un piatto di costicine di maiale appena sfornate.
Passò le braccia attorno alla vita di Lene, facendo un piccolo ghigno, senza mai smettere di guardare Andrew.
-Amore, è da tanto che mi aspettavi?- nemmeno lui pensava di poter raggiungere un tono di voce così dolce.
Sentì Marlene sussultare appena, tra le sue braccia. Evidentemente, nemmeno lei si era aspettata tutta quella confidenza.
La ragazza si scostò appena, giusto per guardarlo negli occhi. Fu un errore, visto che appena incontrò i suoi occhi blu arrossì furiosamente, accorgendosi solo in quel momento di cosa avesse realmente fatto.
Cosa diavolo ci faceva tra le braccia di Black?Era per caso impazzita? Poteva chiaramente sentire  sulla schiena gli sguardi infuriati di un paio di ragazzine che prima stavano accanto a McAunter.
Forse era stato un gesto troppo avventato. Quelle non avrebbero perso l'occasione per ucciderla.
Inoltre, non era affatto credibile come attrice, lei. Come avrebbe potuto fingere di stare con il ragazzo più popolare della scuola, anche se per brevi minuti, se appena lo guardava avvampava?
Lui le fece un sorriso incoraggiante, capendo che Marlene non era affatto brava a mentire.
Lei si riprese: c'era in gioco la sua salvezza, che diamine, non poteva certo farsi incantare da un paio d'occhi blu, nei quali si erano specchiate praticamente tutte le ragazze della scuola.
Si schiarì piano la gola. Poi sorrise, a trentadue denti.
Marlene non si considerava una bella ragazza, ma l'unica cosa che sicuramente aveva di splendido, a detta di tutti, era il sorriso, genuino e contagioso.
Persino Sirius rimase abbagliato da quelle labbra dischiuse, per un attimo.
-Sarei disposta ad aspettarti anche tutta la vita, lo sai.-
Dopo aver pronunciato la frase, si morse il labbro, cercando di non scoppiare a ridere. La sua vena pazza stava decisamente tornando fuori, e, a dirla tutta, era anche piuttosto divertente, fare finta di essere la classica ragazzina sdolcinata al seguito di Black.
E a giudicare dallo sguardo divertito di Sirius, la faccia di McAunter in quel momento doveva essere uno spettacolo impareggiabile.
Più che decisa a liberarsi definitivamente di quel palestrato senza cervello, rincarò la dose, aggiungendoci un altro piccolo sorriso, sperando che risultasse abbastanza innamorato.
Lui non potè trattenere un piccolo ghigno. Andrew aveva assunto la tipica espressione di un cadavere a cui hanno appena annunciato che sarebbe finito all'inferno.
Tanto per divertirsi ancora un po', le sfiorò una guancia, portandole un ricciolo dietro all'orecchio, in un gesto che sperava risultasse abbastanza tenero.
La sentì rabbrividire sotto il suo tocco.
Si chiese se non l'avesse mal giudicata, e in realtà lei fosse veramente una buona attrice.
-Vale lo stesso per me, lo sai.-
Si guardarono per un lungo istante, in silenzio. Negli occhi di lei Sirius vi lesse qualcosa che gli fece venir voglia di indietreggiare.
Ma non lo fece, altrimenti sarebbe saltato tutto. Stranamente, voleva davvero aiutare Lene, non sapendo bene perchè.
-Scusate.-
Marlene sobbalzò, distogliendo lo sguardo, e girandosi verso la voce, rossa di vergogna.
Stava annegando in quei pozzi blu senza ritegno. E non andava bene.
Andrew si era avvicinato alla falsa coppia, e gli stava davanti. La voce con cui aveva parlato era strozzata.
-Ma voi due state insieme?- chiese, stupidamente.
No, avrebbe voluto rispondere Sirius, sarcasticamente, stiamo solamente inaugurando un nuovo sport nazionale, chiamato "scambiamo effusioni in pubblico con perfetti sconosciuti".
Vide che anche Marlene aveva assunto un'espressione piuttosto incredula, quindi decise di intervenire.
Con totale naturalezza, le prese la mano, andando ad intrecciare le sue dita con le proprie. Fu compiaciuto dal vedere che lei non fece una piega, ad esclusione di un po' di rossore che andò a imporporarle le guance, che poteva tranquillamente essere ricollegato all'imbarazzo di una ragazza innamorata.
-Si, certo che si.- poi lo scrutò dalla testa ai piedi, con aria divertita. -Per caso c'è qualche problema, McAunter?- avvicinò ancora di più a se Marlene, con fare possessivo.
Fu con una certa soddisfazione, che vide Andrew impallidire.
-M..ma...da quanto?- farfugliò.
-Oh- fece, scrollando le spalle, con indifferenza. Vide con la coda dell'occhio Lene sorridere, divertita, cercando di non ridere. -Saranno quattro mesi, ormai.- sparò.
-Precisamente, quattro mesi fra quattro giorni.- specificò Marlene, con aria compiaciuta, chiedendosi intanto da dove le venisse tutta quella sfacciataggine. Evidentemente, era proprio disperata.
La mano di Sirius era calda nella sua.
Era strano, per due praticamente sconosciuti, tenersi per mano. Eppure lui non sembrava assolutamente a disagio.
Chissà quante altre ragazze sconosciute aveva tenuto per mano, si chiese Marlene, ancora divertita.
Nessuno dei due sospettava che si sarebbero potuti bruciare entrambi, con quel gioco.
Sirius si voltò verso di lei, mettendo su l'aria più beota che sapesse fare.
-Ma certo- disse -e vedrai, ho in serbo una bellissima sorpresa per te, amore.- ghignò.
-Non vedo l'ora.- rispose lei, con un sospiro, accorgendosi intanto che il volto di Andrew era sempre più incredulo.
La sua Marlene con Sirius Black! Il migliore amico del suo idolo!
-Sarà una giornata indimenticabile.- intanto la farsa continuava, mentre i due ce la stavano davvero mettendo tutta, per non mettersi a ridere. Difficile, visto che si guardavano dritto negli occhi, con fare sornione.
-Ogni giorno lo è, se ci sei tu, amore mio.-
Chiunque si sarebbe accorto che stavano fingendo: da quando, infatti, Sirius Black era così dolce?
Marlene, da parte sua, aveva sempre avuto bisogno d'affetto, ma mai al livello da sfiorare il diabete. Donava affetto a chiunque, ed era abbastanza romantica, ma da lì all'essere sdolcinata ne correva: quel ruolo era sempre stato di Alice, non suo.
Naturalmente, però, quel chiunque non era Andrew McAunter, che man mano che vedeva i due piccioncini scambiarsi miele gratuito, si incupiva.
Non aveva certo problemi a far scoppiare una rissa, ma quello era Sirius Black, il migliore amico di James Potter.
La gerarchia scolastica gli vietava rigorosamente di mettersi contro un Malandrino: le cose sarebbero finite molto, molto male. Senza contare che James, se avesse saputo che aveva pestato il suo migliore amico, l'avrebbe sbattuto fuori dalla squadra.
Naturalmente, era troppo narciso per poter anche solo considerare che Sirius l'avrebbe messo fuori gioco senza tanti problemi.
-Ma quanto sei dolce, amore!- cinguettò Lene, abbracciando il suo finto ragazzo, di slancio.
Inizialmente Sirius fu un attimo stupito da quel gesto tanto spontaneo quanto inaspettato.
Non poteva sapere che Marlene era fatta così: donava i suoi abbracci a prescindere dalla persona che le stava davanti.
Lei comunicava a abbracci, quasi.
Aveva un'innata capacità di donare amore a chiunque, senza nemmeno rendersene conto.
Lily spesso diceva che gli abbracci di Len erano dannosi per la salute, in quanto una volta che ne ricevevi uno, era difficile poi smettere di riceverli.
Lui le passò le braccia attorno alla vita, sentendo uno strano calore in mezzo al petto.
Non seppe perchè, ma gli tornò in mente la sua infanzia.
Quante volte avrebbe voluto che qualcuno dei suoi familiari, sua madre magari, lo abbracciasse così?
L'affetto non era cosa per la famiglia Black, e lui l'aveva capito già da molto prima che lo radiassero dall'albero genealogico, da molto prima che lo smistassero in Grifondoro, anche.
Aveva imparato a conviverci, come ci si abitua a un giocattolo particolarmente brutto, aveva imparato a non pretendere nulla, riversando poi quella freddezza tanto caratteristica dei Black sui suoi rapporti con le donne.
Aveva sempre ricercato nel sesso quel calore che la madre non gli aveva mai dato.
Non l'aveva mai trovato.
Intanto Andrew aveva spalancato gli occhi, vedendo la sua Marlene che si gettava senza ritegno tra le braccia di Black.
Capì di aver perso ogni speranza: Lene aveva scelto quel bellimbusto, ormai. Eppure non capiva cosa avesse Black che lui non aveva. Anzi, il confronto, secondo lui, non reggeva proprio: Sirius Black non aveva i suoi bicipiti da pugile professionista.
Forse la sua Lene aveva scelto Black perchè puntava ai suoi soldi.
Ecco, in quel caso tutto si incastrava alla perfezione: era logico che lei scegliesse un ragazzo più ricco di lui.
Confinato nel suo stato mentale, credeva davvero a quello che pensava, senza minimamente considerare che il povero Sirius viveva dai Potter senza una lira.
Visto che Marlene non era più disponibile, si sarebbe trovato un'altra preda, in fondo il mare era pieno di pesci.
Sollevando le spalle, decise di andarsene.
Forse avrebbe potuto fare qualche flessione, visto che ormai la giornata scolastica era andata persa.
Sirius pensò che era stato sin troppo facile ingannare quello stupidotto, mentre lo vedeva voltargli la schiena e avviarsi verso una meta sconosciuta.
-è andato via?- bisbigliò Marlene, non azzardandosi a staccarsi, per paura che McAunter fosse ancora in agguato.
-Aspetta.- mormorò Sirius, di rimando.
Non sapeva perchè disse di aspettare, forse perchè non era ancora riuscito a capire cosa avesse quell'abbraccio di tanto diverso rispetto a tutti gli altri.
-Potrebbe tornare da un momento all'altro.- borbottò, tentando di dare una giustificazione all'affermazione fatta poco prima.
Passarono lunghi istanti di silenzio.
Dopo un po' Len iniziò a sentirsi a disagio, in tutto quel silenzio.
Si mosse leggermente, sentendo la timidezza tornarle fuori in un attimo.
-Ehm, Sirius...- fece. -Credo che adesso potremmo anche staccarci.-
Lui improvvisamente parve accorgersi di quello che stava facendo.
Senza preavviso, come scottato, mollò la presa dalla sua vita, mentre lei assunse un'aria piuttosto sconcertata da quel brusco cambio di umore.
Il Malandrino si allontanò di un passo, fissandola negli occhi.
Lei ricambiò lo sguardo, per poi sorridergli, imbarazzata. Aveva davvero fatto credere a Andrew di essersi messa con Sirius Black?
Buffo come un secondo prima si stessero scambiando effusioni e invece in quel momento fosse calato tra loro un disagio teso e pesante.
Sirius distolse lo sguardo, già pronto a dimenticarsi di quell'episodio.
Come se Marlene fosse semplicemente stata una delle sue tante ragazze. Scrollando le spalle, si mosse, diretto all'interno dell'aula: ormai erano in ritardo.
-Grazie.- era stato un sussurro, ma ebbe il potere di fermarlo.
Si voltò.
Si aspettava di vedere Lene imbarazzata, con gli occhi bassi e timidi, magari pentita di quello che aveva fatto, cosa che lo avrebbe ancora più convinto a voltarle le spalle.
Invece, quando si girò, vide che Marlene era decisamente scossa dalle risate.
Per un attimo, Sirius non capì davvero cosa ci fosse di tanto ridicolo. Anzi, per un momento si sentì quasi offeso: stava forse ridendo di lui?
-Ehi- disse, con aria piuttosto indignata. Non gli era mai capitato che una ragazza gli ridesse in faccia. -Si può sapere cos'hai da ridere?-
Marlene cercò di darsi un contegno. Quando rideva tremolava tutta, e non era affatto un bel vedere.
Scosse la testa.
-Niente, è che stamattina mi ero decisamente svegliata male. Però, devo dire che adesso, ogni volta che sarò di malumore, mi basterà pensare alla faccia di McAunter mentre ci chiedeva se stessimo insieme...- e riprese a ridere, quasi più forte di prima.
Lui la guardò, stupito.
Quella ragazza aveva una bella risata.
-Quindi non sei pentita?- le chiese, sbalordito.
Non avrebbe mai detto che Marlene, che non faceva mai un torto a nessuno, avesse in realtà uno spirito...quasi malandrino.
Lei strabuzzò gli occhi.
-Sei impazzito?Mi sono liberata di McAunter!è stata probabilmente la cosa migliore che io abbia mai fatto in tutta la mia vita.-
-Ma adesso tutta la scuola penserà che stai con me.- replicò, dubbioso.
Len sollevò le spalle.
-Mal che vada, sarò la ragazza più invidiata di tutta la scuola.- e ghignò. Gli occhi grandi le brillavano di divertimento.
Sirius ne ebbe la conferma: dietro alla facciata, si nascondeva una malandrina coi fiocchi.
-Antiche Rune è piana di Serpi.- disse il malandrino, con cautela. Poi stirò le labbra in un ghigno. Non sapeva nemmeno lui perchè lo stava facendo. -Se vuoi continuiamo la farsa ancora per un po'. Potrebbe essere divertente vedere gli sguardi di tutti spalancati per lo stupore.- scrollò le spalle. -Senza contare che poi potrai dire definitivamente di esserti tolta McAunter dai piedi: se adesso avesse qualche dubbio, il fatto che tutta la scuola va dicendo il nuovo pettegolezzo non potrà che confermargli che è tutto vero.-
Sarebbe anche stata l'occasione per liberarsi di un po' di fan: a volte diventavano troppo assillanti.
L'ultima gli aveva stregato la scopa, rischiando di fargli fare un volo di una quindicina di metri.
La guardò. Era una specie di sfida. Poche ragazze l'avevano sorpreso, nell'arco degli anni. Quasi sperava che Marlene rifiutasse, per far tornare tutto nella norma.
Len riflettè. Sarebbero girate un sacco di voci sul suo conto. Molte ragazze l'avrebbero odiata.
Ma diamine, se sarebbe stato divertente. E Marlene era una che amava gli scherzi più di qualsiasi altra cosa.
Sorrise.
-Ci sto. Ma solo per quest'ora, Black.-

-Ciao, James!-
-Chi è quella?- Lily guardò con aria scettica una biondina che sventolava una mano in segno di saluto, allegra, a pochi metri da loro.
James ricambiò il saluto con un cenno, per poi rivolgersi a Lily con un sorriso.
-Melanie Wilde, è di Tassorosso.-
Lily le lanciò un'occhiata di sfuggita.
-Ha tutta l'aria di stare per svenire, forse dovresti andare a soccorrerla.-
Lui ghignò.
-Non pensavo che avrei mai avuto il piacere di vederti gelosa, Lily.-
La rossa sbuffò.
-Non sono gelosa, la mia era una pura e semplice constatazione.-
-Quindi se io la chiamassi...-
-Se tu la chiamassi, ti ucciderei, ti ricordi cosa ti ha detto Emmeline?-
-Quindi mi uccideresti non perchè sei gelosa, ma per il semplice fatto che ho fatto una promessa a Emmeline?-
-Certo, non voglio che la mia migliore amica diventi un'assassina solo per te.-
-E se io fossi masochista, e nonostante sapessi che Emmeline mi potrebbe uccidere, la chiamassi lo stesso?-
Lily sollevò le spalle, con finta noncuranza.
-Fai pure, a tuo rischio e pericolo.-
Gli lanciò uno sguardo di sfida, che fu pienamente ricambiato.
Poi James si aprì in un ghigno malandrino.
-Perfetto, Evans, allora....- si voltò dall'altra parte del corridoio, dove Melanie rideva con alcune sue amiche. -Ehi, Mel!- chiamò, come se nulla fosse.
Lily fece un'impercettibile smorfia sentendo il soprannome.
James fece finta di non accorgersene, più che deciso a testare fin dove sarebbe arrivata la rossina.
-Mel, vieni qui un attimo, per favore?-
La minuta Melanie annuì, tutta allegra, e con passo saltellante li raggiunse in un attimo.
I morbidi riccioli le ricadevano sulle spalle sensualmente, ricadendo fino a metà schiena. Lily fu quasi contenta dal constatare che era molto più bassa di lei, sebbene sicuramente più formosa nei punti giusti: il seno che si intravedeva-o meglio, si vedeva proprio- dalla camicietta troppo stretta, era sicuramente troppo abbondante.
-Dimmi, Jamie.- Lily trattenne un'altra smorfia.
-Mi cercavi?- cinguettò, sbattendo le ciglia.
Prima ancora che James potesse aprire bocca, la rossa fece un passo avanti, con un sorriso da un'orecchio all'altro.
-Ciao, Melanie.- disse, con voce dolce. Le porse la mano, con fare cordiale, vedendo con la coda dell'occhio James spalancare gli occhi, stupito. -Io sono Lily, l'ultima ragazza che James ha messo incinta...-
Melanie strabuzzò gli occhi, mentre Lily faceva una faccia falsamente stupita.
-Ma come, non te l'ha detto?Lui va a letto con le ragazze solo per metterle incinte e poi abbandonarle al loro destino senza fare una piega. Si diverte, sai. Credo abbia fatto una specie di scommessa con quel suo amichetto, Black: chi mette incinta più ragazze, vince.-
La faccia della bionda tutta curve si stava accartocciando in maniera piuttosto divertente.
-Per fortuna appena l'ho saputo l'ho legato a me con un'incantesimo.- le disse poi a bassa voce, come se le stesse rivelando una confidenza.
Si sentì molto soddisfatta quando il corpicino formoso di quella ragazza sussultò, come scottata.
-A..bè allora io...io è meglio se vado, ok?- la vocetta era stridula, e guardava James, scandalizzata.
-Magari...ci vediamo un'altra volta James...ciao,ci vediamo!-
Come una furia, senza più voltarsi indietro, corse via, spaventata.
Lily ghignò, chiedendosi se non stesse andando in tutta fretta a vedere se c'era un surrogato del Test di Gravidanza.
-Con certe ochette non c'è nemmeno bisogno di ricorrere alla violenza, per convincerle a smammare.- sussurrò, con aria soddisfatta.
James guardò Lily, con aria sbalordita.
Fece un ghigno, con una luce divertita a illuminargli lo sguardo.
Quella era decisamente la donna della sua vita.
Lily si voltò verso il moro, come se nulla fosse.
-Che c'è?- chiese, vedendo gli occhi nocciola che quasi brillavano.
James sogghignò.
-Sai Evans, credo che diventerai la signora Potter prima ancora di quanto pensassi.-
Lei sbuffò, imbarazzata, sistemandosi una ciocca rossa dietro l'orecchio.
Sollevò le spalle, con noncuranza.
-Quindi non eri affatto gelosa.- rettificò James, sardonico.
Lei lo guardò male.
-Certo che no.- sibilò, sapendo di stare combattendo una guerra persa.
-Ovvio.-
-Senti Potter, smettila...anzi, sai una cosa?Sei un ingrato.-
Lui assunse un'espressione corrucciata.
-Un ingrato?E perchè, di grazia?-
-Perchè dovresti ringraziarmi, è ovvio.-
-A si?E di cosa?-
Lei fece una faccia sostenuta, incrociando le braccia al petto.
-Del fatto che è solo grazie a me se d'ora in poi le ochette come Mel ti staranno alla larga. Mi sono finta persino incinta, solo per aiutarti!-
Distolse lo sguardo. Sapeva che era una teoria un po' azzardata, ma il suo orgoglio le impediva fermamente di confermare l'evidenza. Anche se stava trattenendo un sorriso, divertita da quel gioco cretino che stavano facendo entrambi.
James fece finta di pensarci.
-Sai Evans, credo che tu abbia ragione.- annuì, convinto. Sorrise. -Direi che meriti anche un premio, solo per il fatto di esserti finta incinta per allontanare Mel.-
Lei fece un sorrisino, sempre senza guardarlo.
-Si, lo penso anch'io...- sussurrò. Era disposta anche a concedergli il pareggio, per un bacio.
-Bene, Evans...- le si avvicinò, alitandole sul viso, facendola rabbrividire. -Allora, direi...- continuò, con voce rauca, sempre più vicino. Il suo profumo aveva decisamente la capacità di stordire Lily. La rossina chiuse gli occhi, pronta a farsi catturare dalle labbra del moro. -....che possiamo andare!-
Inaspettatamente, si allontanò, la voce tornata all'altezza normale, prendendole una mano.
La rossina spalancò gli occhi.
-Eh...?- fece, con aria dubbiosa. Perchè il ghignetto che andava dipingendosi sul viso di James non le preannunciava nulla di buono?Perchè un secondo prima aveva le labbra di Potter a due millimetri dalle sue e ora lui stava per scoppiare a ridere?
-Andiamo. Alle cucine, intendo. Non volevi il premio?Bene, oggi gli elfi ti daranno tutta la cioccolata che vorrai.-
La faccia di Lily era talmente buffa, che James scoppiò a ridere sguaiatamente.
Aveva spalancato la bocca con aria boccheggiante, e gli occhi erano strabuzzati.
Ci era rimasta piuttosto di merda.
E James se la rideva.
Lo guardò malissimo.
Lui scosse la testa, senza riuscire a smettere di ridere. Era stata una scena troppo divertente. Vedere Lily che ci rimaneva malissimo perchè lui non la baciava, era uno spettacolo irrepetibile.
-Merlino quanto ti odio, Potter.- nonostante le braccia incrociate al petto, si aprì in un largo sorriso. Cosa ci si poteva aspettare dal capo dei Malandrini?
James era ancora scosso dalle risate.
-Lily...no...ma era troppo divertente...Avevi una faccia...haha...-
Lei fece finta di guardarsi il polso, con aria scocciata.
-Pensi di aver finito prima di pranzo, Potter, o dobbiamo stare qui fino a sera...?-
James scosse la testa con un'ultima risata, e poi si fece serio.
La guardò.
Lily indietreggiò.
-Ah, no, mi dispiace, l'occasione ormai l'hai persa. Le mie labbra sono chiuse. Sigillate. Off-limits. Non ti avvicinare, chiaro?-
Naturalmente il moro, come da copione, si era invece avvicinato, e parecchio anche.
Prima che lei scappasse, le cinse la vita con le braccia.
Lei puntellò le mani sul suo petto, per tenerlo lontano.
-Potter, cosa non ti è chiaro della parola no?-
-La N. E anche la O, a essere sinceri.-
Lei rise, dandogli modo di avvicinarsi ancora di più.
-James, vattene.- protestò, senza molta convinzione.
-Lily Lily Lily...come se non sapessi che non puoi resistermi.- soffiò lui, alitando aria calda nel suo orecchio.
-Potter, stai solamente peggioranto la tua situazione, ti avverto...-
-Te l'ho mai detto che...-
-Che?-
-Che mi piacciono tantissimo i tuoi occhi?-
-Fare il ruffiano non serve a nulla, Potter.-
Lui si morse il labbro, con aria pensierosa.
-Accidenti.-
Lily rise. In fondo era vero, che non sapeva resistergli.
Con calma, si alzò leggermente sulle punte, per arrivare a sfiorare le labbra di James con le proprie.
-Spero tu ti sia lavato i denti stamattina, Potter.-
-Mmmh.- James non prestò molta attenzione alla domanda, preoccupandosi invece di non farsi sfuggire quelle labbra carnose.
Lily stava giusto per abbandonarsi totalmente a quelle labbra, quando una voce li interruppe.
-Lily!- era una voce maschile, sicuramente.
-Ma allora è un vizio.- borbottò James, staccandosi lievemente dal viso di lei e sciogliendo l'abbraccio.
Lily si voltò, ancora leggermente frastornata da quella brusca interruzione, per vedere un ragazzo ricciolino avanzare verso di loro, con aria stupita e felice insieme.
Spalancò gli occhi, credendo di avere le traveggole.
Quando il ragazzo le fu davanti, aveva il fiatone per la corsa. Non indossava la divisa scolastica.
-Lily!Lily Evans!Merlino, che piacere rivederti!- fece un sorrisone. -Non credevo che avrei avuto tanta fortuna. Speravo proprio di rivederti.-
Lily, spiazzata, se decise a parlare.
-Mark?!Che diamine ci fai, tu, qui?!-
Nonostante lo stupore, si accorse perfettamente del corpo di James che si irrigidiva, accanto al suo.

Il lago Nero pareva più scuro del solito, quel giorno.
Il cielo sopra di lei era plumbeo, come se rispecchiasse appieno il suo umore.
Emmeline sospirò, stringendosi al petto le gambe, con aria stanca.
Sapeva che sarebbe successo. Si era preparata tutta l'estate per quell'avvenimento. Non aveva passato ora chiedendosi se ci fosse un'altra strada possibile.
Ma non ce n'erano, lo sapeva bene.
Si asciugò una piccola lacrima che le era apparsa all'angolo dell'occhio destro.
Era una stupida. pensava che piangere avesse risolto le cose?
Anzi, solitamente piangere non faceva che peggiorare le situazioni. Era sempre stato così, in ogni momento della sua vita.
-Ehi, che ci fai qui, tutta sola?-
Si voltò leggermente. Sorrise a Remus, che si sedette accanto a lei.
Non aveva ancora capito bene perchè, ma sembrava che tutti i malandrini l'avessero presa sotto la propia ala protettrice, compresi Sirius e Remus. Probabilmente, doveva tutto a James.
-Niente.- disse. -Riflettevo.-
Remus si accorse che aveva pianto.
-Stai ancora male per lui?- le chiese, guardandola negli occhi.
Lei lo fissò, di rimando.
Poi distolse lo sguardo, e sorrise.
-Con il tempo ho capito che il cuore di James è così grande che ognuno di noi ne possiede almeno un pezzetto.-
Poi scosse la testa. -Non è per lui che piango. Ormai me ne sono fatta una ragione, davvero. Mi basta avere un pezzetto anche minuscolo del suo cuore. La parte più grande appartiene a Lily, è giusto così. Così è stato scritto dal destino, non voglio di certo cambiare le cose. Sono perfetti insieme, e io sono tanto felice per loro, Rem, davvero. L'unico rammarico che ho è quello di non aver agito subito, forse.-
-Ma allora perchè...-
-Ho parlato con Silente.- Emmeline teneva lo sguardo puntato sul lago.
Remus non osò aprir bocca. Sapeva che se lei gli avesse voluto dire qualcosa, lo avrebbe fatto.
-Vuole...- la voce le tremava. -Vuole che parli con mio padre. Domani.-










Ciaooooooo XD sono qui...contente?dopo sole due settimane XD ringraziate la zukky, è merito suo XD Questo è un capitolo breve, ma intenso...entrano in gioco nuovi personaggi, e poi c'è Emmeline. Lo so, lo so che non dovevo farla più soffrire, ma nn potevo nemmeno lasciare che le cose non si risolvessero una volta per tutte, non credete?XD
Purtroppo non vi ringrazio una a una, innanzitutto perchè mi stanno sbraitando contro di scendere a cena XD e poi perchè se non posto immediatamente qualcuno mi ammazza XD
Grazie alle 17 persone che hanno recensito, grazie davvero con tutto il cuore, mi avete risollevato il morale tantissimo, davvero. Questo capitolo non sarebbe esistito senza di voi, l'intera fic non esisterebbe, senza di voi. Ancora mille volte grazie =)
Ah il capitolo  non l'ho riletto XD per eventuali errori fatemelo pure presente, che correggerò il prima possibile XD baci!!! 
















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Capitolo 23
*** La solitudine di essere una Vance ***


cap 22 Questo capitolo lo dedico a Miss Rainbow, che ha compiuto gli anni ieri XD scusa il ritardo, ma ieri non ce l'ho proprio fatta a postare XD un bacio!







-Mark?!Cosa diamine ci fai, tu, qui?!-
Lily aveva gli occhi sgranati dallo stupore. Si sarebbe aspettata di vedere tutti, tranne lui. Mark era stato, a suo parere, uno di quegli incontri destinati a durare giusto il tempo di una crociera, niente di più.
Il riccio si grattò la testa, imbarazzato.
La rossina avvertiva un'aria decisamente tesa, proveniente dalla parte di James.
Avrebbe voluto voltarsi a guardarlo, ma giusto quando stava per farlo, Mark parlò di nuovo, con un sorriso.
-Ecco...mio padre- fece una smorfia di disappunto. Lily si ricordava che non aveva un ottimo rapporto con il padre. -A quanto pare si è messo d'accordo con il suo cooperatore, che è un amico di Silente, per farmi frequentare l'ultimo anno qui ad Hogwarts. Lui essendo sempre impegnato nei viaggi oltreoceano non può occuparsi di me, come ben sai. Gli è sfuggito il dettaglio che negli ultimi sette anni ho frequentato sette scuole diverse per colpa dei suoi spostamenti, ma comunque.-
Lily era ancora frastornata. Il biondo sorrise, amabilmente.
-Non mi presenti?- accennò a James.
La rossa si riscosse. 
-Ehm, si, certo. James, lui è Mark, sai che te ne avevo parlato..Mark, lui è James il mio...uhm, ragazzo.-
Calò un silenzio teso.
Lanciò uno sguardo imbarazzato a entrambi, notando che si squadravano, i volti piegati in una smorfia non molto rassicurante.
-Tu sei quello che ha fatto soffrire Lily.- fece Mark, guardando il moro con freddezza.
Lily si irrigidì, lanciando a James un'occhiata.
Se prima avesse anche avuto un microscopico dubbio sui sentimenti di James, e non ne aveva, vederlo piangere nella Sala Comune le aveva completamente ribaltato il modo di vedere le cose.
Avrebbe ucciso volentieri Mark, per il semplice fatto che ora sapeva che lui, il suo James, in realtà era quello che aveva sofferto più di tutti. Ed era una cosa che non le andava giù, la faceva sentire male dal senso di colpa.
Per questo, avrebbe voluto che Mark si cucisse la bocca.
James non fece una piega.
-E tu sei quello che ci provava con lei ma non ha mai ottenuto nulla, mi sembra.-
Con molta noncuranza, passò un braccio attorno alla vita di Lily, come se nulla fosse, senza mai smettere di incenerire il biondo.
Se da un lato Lily si sentì compiaciuta da quel gesto, e la mano di James sul suo fianco le faceva venire i brividi, dall'altro si sentì lievemente a disagio: sembrava una preda contesa tra due leoni affamati.
O un boccino conteso tra due cercatori, a scelta.
-Comunque- Mark tornò a rivolgersi a Lily, ignorando completamente l'affermazione del moro. -Sembra allora che passeremo molto più tempo insieme, Lily.-
-Io...- Lily venne interrotta prontamente da James.
-Io credo proprio che dovremmo andare, Lily.- le lanciò un'occhiataccia. -Ricordi?Abbiamo il compito di Trasfigurazione.-
Aveva ragione. La cara Minerva aveva deciso che, siccome durante le vacanze estive sicuramente avevano studiato, non ci sarebbe stato alcun problema a fargli un compito i primi giorni di scuola. Aveva anche aggiunto, prevedendo eventuali malattie fasulle, che chiunque non si fosse presentato al test avrebbe avuto Troll per il rimanente anno scolastico, venendo così inevitabilmente bocciato ai MAGO.
Se fosse stata un'altra professoressa, probabilmente nessuno le avrebbe creduto, ma era di Minerva Mcgranitt che si stava parlando.
Lily parve ricordarsene in quel momento.
-Oh, è vero, merda!Scusa Mark, dobbiamo correre. Ci vediamo in giro, d'accordo?-
Mark non nascose il suo disappunto.
-Ah. Io speravo che mi facessi vedere un po' la scuola...sai, sono nuovo e rischio di perdermi...ma se hai da fare non importa, davvero.-
James sbuffò, a quel palese tentativo di far nascere in Lily un qualche senso di colpa.
Il biondo lo guardò, infastidito. Quel James rischiava di far saltare tutti i suoi piani.
-C'è qualche problema?- disse, con freddezza.
-No, assolutamente. Sono sicuro che un professore sarà più che disposto a mostrarti il castello da cima a fondo.- ribattè il moro, sarcastico.
-Non mi sembra di averti chiesto niente, infatti.-
-Mark, ti hanno già detto in che Casa devi stare?- intervenne Lily, prima che la situazione degenerasse. Ignorò l'occhiata omicida che le rivolse James. Odiava non avere l'ultima battuta.
Il biondo aggrottò la fronte, perplesso.
-Serpequalcosa.-
-Ma guarda, abbiamo una nuova Serpe.- James lanciò un'occhiata a Lily. -Sbaglio, o te l'avevo detto?-
Lei roteò gli occhi.
-James.- sibilò, in tono di rimprovero,
-Perchè, c'è qualcosa che non va?- Mark sembrava preoccupato.
Lily fece un sorriso un po' stentato, sentendosi tra l'incudine e il martello.
-No, è solo che...-
-Lily, non cercare scuse.- Il Malandrino si rivolse a Mark, squadrandolo dall'alto in basso. -Serpeverde è la casa dove vanno i figli di papà, gli stronzi, quelli che si divertono ad essere crudeli e...-
-Potter!- sbottò la rossa, arrabbiata. -Non ascoltarlo, non sono tutti così. Sono solo pregiudizi.- fulminò James con lo sguardo.
Lui ricambiò.
-Devo forse ricordarti le precedenti esperienze con un Serpeverde, Evans?-
Mark aggrottò la fronte.
-Personalmente non ho questi pregiudizi.- fece, prima che Lily potesse ribattere. -In Spagna ho frequentato una scuola dove non c'erano divisioni di Case. Eravamo tutti come un'unica, grande famiglia.-
James sentì chiaramente l'impulso di pestare quel bel faccino.
Lo odiava. Era anche più basso di lui, gli ci sarebbe voluto un attimo per menarlo a dovere.
E poi come faceva Lily a non accorgersi che quel tizio stava solo cercando senza tanti mezzi termini di leccarle il culo?
Era pure un Serpeverde.
Lily sospirò, esasperata. Com'era finita in quella situazione assurda?
Voleva bene a Mark, le era stato vicino in molti momenti in crociera, ma in quel momento avrebbe davvero voluto che scomparisse, per parlare con calma con James.
Da un lato si sentiva estremamente bene.
Lui era geloso di lei. Di lei, non di Emmeline, di Melanie, o di chiunque altra ragazza bellissima si aggirasse per la scuola.
Questo la faceva sentire compiaciuta e orgogliosa.
Però avrebbe anche evitato volentieri che il suo ragazzo spaccasse la faccia a un suo amico per una sciocchezza. James avrebbe dovuto capire che lei non avrebbe certo cambiato idea su Mark solo perchè lui si faceva bello di fronte a lei.
Capì che per liberarsi da tutto quello avrebbe dovuto accontentare Mark, o non ne sarebbero più venuti fuori.
-Dobbiamo andare.- fece, sbrigativa. Poi sospirò, vedendo che Mark stava mettendo su un'espressione da cucciolo bastonato. -Ascolta, se vuoi ci possiamo incontrare alla fine delle lezioni, così ti mostro un po' il castello.-
-Davvero?- Mark sembrò rinascere.
-Già, davvero?- James aveva saettato gli occhi nocciola su di lei, torvi.
Merlino, perchè non mi hanno soppresso nella culla diciassette anni fa?Mi sarei risparmiata un sacco di problemi.

-Non ci andare.-
Lily si massaggiò la testa, esausta. Guardò James di fronte a lei, in piedi, con le braccia incrociate che la guardava. Era stata una giornata tremenda.
La Mcgranitt per poco non si era incazzata di brutto, vedendoli arrivare così tardi, poi avevano avuto doppia ora di pozioni, a pranzo si erano parlati pochissimo perchè c'era decisamente troppa gente che origliava, poi Vitous gli aveva affibiato un intero libro da leggere per il giorno seguente, e il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure si era divertito a terroriozzarli parlandogli dei MAGO.
Decisamente non era giornata.
-James. Non posso non andarci, è un mio amico.-
-Un tuo amico che ti viene dietro, di Serpeverde per giunta. Perchè la storia non mi è nuova?-
Lily aggrottò la fronte, guardandolo.
-Severus non mi veniva dietro.-
-Lily, stai scherzando o sei cieca?Se potesse Piton mi ucciderebbe, ma è troppo vigliacco per farlo.-
-Solo perchè lui ti odia a priori. E comunque non capisco perchè adesso stiamo parlando di questo, non c'entra nulla.-
Lui roteò gli occhi.
-No, infatti.- suonava sarcastico.
-Non capisco quale sia il tuo problema.- borbottò Lily. 
-Non mi piace l'idea di te e lui da soli che girovagate per il castello.-
Lei sbuffò.
-Si tratta al massimo di un'ora, giusto il tempo di mostrargli il castello, non mi pare questa gran cosa.-
-Un'ora?Lily, hai presente quanto è grande Hogwarts?In un ora al massimo gli avrai mostrato dove sono i sotterranei.-
La rossina lo fissò negli occhi, ma lui distolse lo sguardo.
Lei sorrise.
-Sei geloso.- non era una domanda.
-Non è quello.- replicò, senza guardarla. -Quel Mark ha qualcosa che non mi convince.-
-E sei geloso.-
-No. Non solo, almeno. Non mi piace nè come ti guarda nè come ti parla, ma poi ha qualcosa che decisamente non mi piace. è come se stesse tramando qualcosa.-
-James, ti devi fidare di me.-
Questa volta lui la fissò.
-Di te mi fido, è di lui che non mi fido per niente.-
-Non farà nulla.-
-Non puoi esserne sicura.-
Lei sbuffò di nuovo.
-So difendermi, e lo sai.-
-Saprai difenderti anche quando metterà su quel sorrisetto angelico?O quando ti farà vedere quante cose avete in comune?O quando magari ti farà vedere quanto è l'uomo perfetto, assolutamente senza difetti, con idee uguali alle tue, bravo a scuola, bello, dolce, carino, simpatico, romantico, contrario alla violenza, senza pregiudizi, totalmente indifferente al Quidditch, interessato solo ai libri, e magari aggiungiamoci pure che sa fare impazzire le ragazze senza mai averne toccata una?-
Lily lo guardò, stupita. Lui la guardava, arrabbiato. Eppure Lily notò un guizzo nello sguardo che le fece capire quanto fosse stato imbarazzante, spiattellarle tutta quella pappardella di paranoie.
Si sentì stringere il cuore. Come avrebbe anche solo potuto considerare Mark, quando aveva James?
Il Malandrino aveva alzato gli occhi al cielo, nel frattempo. Si passò una mano tra i capelli.
-Comunque, devo andare. Ho l'allenamento. Suppongo ci vedremo a cena.-
Lei abbassò lo sguardo.
Doveva fermarlo.
Possibile che non fossero capaci di superare la prima difficoltà?
Lui aveva espresso tutto quello che sentiva, e lei era capace solo di rimanere in silenzio.
Doveva fermarlo.
Qualcosa però glielo impediva.
Sentì i suoi passi per le scale, e si chiese perchè ancora una volta avesse dato retta al suo orgoglio.

-Lily, ma mi stai ascoltando?-
-Si, certo che si.-
Non era vero. Non l'aveva ascoltato, nè quando l'aveva incontrato in Sala Grande, ne ora, che si trovavano al terzo piano. Avrebbe dovuto mostrargli l'aula di Incantesimi, ma lei stessa non avrebbe saputo dire con certezza dov'era.
Aveva la testa completamente da un'altra parte.
E Mark non faceva altro che chiaccherare, facendole aumentare in maniera esponenziale il suo mal di testa.
Si sentiva completamente fuori luogo.
Avrebbe voluto essere al campo di Quidditch a urlare a James di scendere e di parlarne. Non poteva davvero credere di aver litigato con lui dopo nemmeno due giorni da quando era iniziata la loro storia.
Per cosa, poi?
Il senso di inquietudine le si era appiccicato sulla pelle come un vestito particolarmente scomodo.
Dentro di lei il cuore si agitava, pesante.
Tirò un lungo sospiro.
-Lily, si può sapere cosa non va?- Mark la guardava, comprensivo.
La rossina si sentì irritata.
Cosa ci faceva lui qui?Aveva bisogno di James. Adesso. O di Emmeline, tanto per sfogarsi e farsi sentire dire da qualcun altro che era una stupida.
Peccato che Emmeline quel giorno era stata sfuggente. Era preoccupata per qualcosa, e Lily non riusciva a capire cosa.
La biondina negava, adducendo quel comportamento alla stanchezza, ma aveva qualcosa che non convinceva Lily. Conosceva la sua migliore amica, e non era mai stata così agitata.
Promise a se stessa che quella sera avrebbe cercato di parlarle.
Si accorse di non avere risposto ancora al biondo.
-Scusami Mark, davvero, è solo che ho litigato con James, quindi non sono molto dell'umore.-
-Oh.- il riccio annuì, con aria gentile. -è colpa mia?Non vorrei mai che litigaste per colpa mia.-
La cosa le puzzava di menzogna.
Le venne automatico chiedersi se fosse davvero così egocentrico da intuire subito che la causa scatenante del litigio fosse legata alla sua comparsa.
Sollevò le spalle. Non se la sentiva di mentirgli dicendogli che lui non c'entrava nulla.
Lui parve capire.
-Mi dispiace, Lily. Non era mia intenzione. Se avessi saputo che bastava così poco per farlo arrabbiare, io..-
-Non avresti comunque potuto fare nulla.- borbottò, brusca. Non aveva voglia di parlarne con il motivo del litigio, proprio no.
-Forse hai ragione tu.- Mark fece un sospiro. -Come ti trovi con lui?-
Lei aggrottò la fronte, perplessa. Lo guardò.
-Bene, direi.- non capiva dove volesse arrivare. -Anche se abbiamo litigato, non vuol dire che stiamo male.-
Avevano passato sei anni a litigare, sarebbe stato strano smettere così di colpo.
-Sei sicura?-
Lily si irrigidì.
-Cosa intendi?- fece, freddamente. Perchè si voleva ostinare a parlarne?
-Non fraintendermi.- sorrise. Doveva andarci cauto. -è che mi ricordo che hai sofferto tanto, in crociera. Mi chiedo solamente se con lui sei veramente felice, se ne valga davvero la pena.-
Lily si fermò un secondo, passandosi una mano tra i capelli esasperata.
Era stanca, arrabbiata e afflitta. Non aveva voglia nè di analizzare il suo rapporto con James con un quasi sconosciuto, nè di sentirsi fare la paternale.
Riprese a camminare.
-Certo.- disse, sperando che il discorso si concludesse lì.
Perchè non era rimasta nella Torre di Grifondoro ad aspettare James?
Sarebbe sicuramente stato meglio. Magari si sarebbe riappacificata con lui.
Se solo ripensava al motivo che li aveva spinti a litigare, si sentiva una cretina.
Certo che ne valeva la pena. Ne aveva avuto la conferma quando lui aveva pianto, ne aveva avuto l'assoluta certezza quando le aveva fatto capire tutte le sue paranoie.
E più stava con Mark, più si convinceva di quanto amasse James, e di quanto lui non avesse potuto farsi paranoie più inutili.
Cosa se ne faceva di un biondo saccente e secchione, sdolcinato e romantico, quando aveva il suo Malandrino dagli occhi nocciola?
Mark intanto la osservava. Il suo piano non stava andando affatto bene. Non era ancora riuscito a scoprire quello che gli serviva.
-Scusa se insisto, Lily, so che magari non ti va di parlarne. Però James non mi sembra il tipo adatto a te. Hai visto come mi guardava, oggi?Sembrava che volesse scannarmi, e solo perchè sono della Casa che lui odia.-
Lily sembrava piuttosto assente, quindi continuò.
-Non devi sentirti obbligata a stare con lui, sai. E non devi nemmeno sentirti in colpa. Ci hai provato, va bene, ma se non funziona non funziona. Posso capire che tu abbia un po' di paura, non mi sembra in effetti il tipo che rimane tranquillo se lo molli, ma se vuoi io...-
-Mark.- Lily si era fermata in mezzo al corridoio, i pugni stretti lungo i fianchi. Lo guardò, lo sguardo torvo.
Era stanca e stufa, afflitta e arrabbiata, in quel momento decisamente non avrebbe sopportato una parola di più. Come si permettava di giudicare?
-Detta con tutta sincerità, non ritengo di essere abbastanza in confidenza con te da poterti permettere di dire queste cose.- Il tono era glaciale.
Il biondo sembrava confuso.
-Essere stato un mese a stretto contatto con me non vuol dire conoscermi. Tu non sai se James sia o no il ragazzo perfetto per me, non puoi saperlo, quindi non ti permetto di sparare sentenze sulla mia vita, chiaro?- scosse la testa. -Non sei mio amico. Non sei mio padre. Sono venuta qui solo perchè mi hai chiesto un favore, e per buona educazione ho accettato, perchè non mi costava nulla. Se avessi saputo che questo avrebbe implicato litigare con James non l'avrei fatto, credimi.- strinse gli occhi a fessura.
-James avrà anche un mucchio di difetti, è arrogante, egocentrico, è il ragazzo più paranoico sulla faccia della terra, quando si impegna sa fare l'idiota in una maniera assurda. Ma io ho scelto lui, non te, e questo te lo devi mettere bene in testa, va bene?Ho scelto lui, amo lui. Per il quieto vivere in questa scuola, Mark, deve esserti chiara una regola fondamentale. Io, e sottolineo solo e soltanto io, posso insultare James Potter. Sono stata abbastanza chiara?-
Dopo questo predicozzo, tacque. Era talmente infuriata che non le venne neanche il minimo dubbio di avere esagerato.
Mark la fissò, sorpreso. Non aveva ancora avuto modo di conoscere la Lily Evans "facilmente infiammabile".
Questo però poteva tornare a suo vantaggio.
Sorrise, in quella maniera un po' disarmante, e fece per dire qualcosa.
Improvvisamente, però, sentirono un frastuono proveniente da dietro le loro spalle.
Lily si girò, in fretta, giusto in tempo per vedere un'armatura che crollava rovinosamente a terra, provocando un fragore che risuonò per gran parte del corridoio.
Il fracasso fu seguito da una risata che fece spalancare gli occhi a Lily.
Perchè quella risata rimbombante era inconfondibile.
L'avrebbe riconosciuta tra mille.
Possibile che avesse le allucinazioni e sentisse la risata di James?
Si avvicinò, a passo incerto, verso dove proveniva il suono, incredula.
Decisamente, quella non poteva essere un'allucinazione.
Più si avvicinava alla fonte di rumore, più si convinceva che quella era la risata di Potter. Ma come poteva esserci James, se l'unica cosa che vedeva era l'armatura appena caduta e il pavimento?
Con un certo timore di essere completamente impazzita, si fermò.
La risata persisteva.
Dubbiosa, allungò una mano, come per testare l'aria. Sobbalzò, quando le sue dita sfiorarono qualcosa di più consistente.
Ormai priva di ogni dubbio, strinse la mano, sentendo qualcosa simile a una stoffa.
Senza più esitazioni, tirò.
Fu comunque sorpresa di sentire la stoffa che man mano che scivolava via, scopriva prima la testa, e poi l'intero corpo, di James caduto per terra insieme all'armatura, che se la rideva.
Lily strabuzzò gli occhi, mentre il mantello dell'invisibilità le rimaneva completamente in mano, rendendo nuovamente il moro completamente visibile.
-Tu?Che ci fai qui?- sussurrò, con voce strozzata.
James finalmente smise di ridere, accorgendosi di non essere più invisibile. Come per accertarsi della cosa, si tastò la testa, facendo poi una smorfia. Era stato smascherato.
Mise su il suo miglior sorriso.
-Sai, passavo di qui, Evans...-
-Da quando hai un mantello dell'Invisibilità?- Lily era ancora troppo sconvolta per accorgersi che James aveva preso a parlare.
Potter aggrottò la fronte.
-Uhm, da sempre, direi. Mio padre l'ha passato a me, dopo che suo padre l'ha passato a lui...e così via per generazioni.-
-Tu hai un mantello dell'invisibilità?-
Lui la guardò, chiedendosi se Mark non le avesse fatto saltare qualche rotella.
-Si Evans. Ce l'hai in mano.-
Lily finalmente parve riprendersi.
-Da quanto sei qui?- mormorò, ancora piuttosto incredula, completamente dimentica di Mark a pochi metri di distanza da loro.
James sollevò le spalle, leggeemente imbarazzato.
-Ti ho seguita dalla Sala Comune. Non mi andava proprio giù l'idea che girovagassi con Mister Perfezione da sola.-
Lily lo guardò, in tralice. L'aveva seguita? Questo voleva dire che lui aveva sentito tutto, ogni frase che aveva detto. Non sapeva se dovesse sentirsi lusingata, arrabbiata o cos'altro.
Visto che il silenzio non accennava a diminuire, James si mosse, a disagio, per poi fare una smorfia di dolore.
-Evans, intanto, non è che potresti aiutarmi a...-
-E  l'allenamento?-
-Eh?-
-L'allenamento. Di Quidditch. Non avevi l'allenamento di Quidditch?-
-Oh.- James scrollò le spalle. -Non ci sono andato.- lo disse come se fosse una cosa naturale. Fece un ghigno. -Tanto sono il capitano, nessuno contesterà il fatto che non sono andato all'allenamento, per una volta. Tanto più che sono il più bravo di tutte le altre tre squadre messe insieme, quindi non è un problema.- l'ultima frase fu accompagnata da una sghignazzata.
Lily solitamente lo avrebbe preso in giro per la sua falsa modestia, o avrebbe sbuffato, ma in quel momento il cuore le batteva forte.
Aveva saltato gli allenamenti di Quidditch solo per accertarsi che andasse tutto bene. Normalmente si sarebbe arrabbiata, considerandolo probabilmente come un sintomo di mancata fiducia, o comunque una sorta di oltraggio al suo orgoglio, visto che era perfettamente in grado di cavarsela da sola.
Ma vederlo lì, seduto per terra, con mezza armatura su una gamba, un gomito posato per terra per fare leva al resto del corpo, le fece scaldare il cuore.
Non era arrabbiato con lei perchè era andata con Mark, le aveva perdonato quel suo solito orgoglio dannato, e aveva rinunciato volontariamente ad andare a giocare allo sport che più amava.
Come poteva anche solo pensare di arrabbiarsi con lui?
-Quindi tu...hai sentito.- constatò.
Il moro allargò il ghigno. La gamba imprigionata sotto l'armatucome prendere la sua Lily.
ra gli pulsava dolorosamente, ma non ci fece caso.
-Si.-
Vedere Lily arrossire era sempre piacevole, perchè era in quei momenti che capiva quanto anche lei tenesse a lui.
Anche se la scenetta che aveva visto poco prima le batteva tutte.
-Non...dovevi, comunque.- sussurrò Lily, brusca, distogliendo lo sguardo, per non far trasparire l'imbarazzo.
Lui sorrise, sapendo perfettamente come prendere la sua Lily.
-Lo so, ma l'ho fatto lo stesso.-
Lei sbuffò.
-Sei un idiota, comunque.-
Continuava a non guardarlo.
-Anche tu, Lily.-
Lily lo guardò, indignata.
-Io non sono un'idiota!-
-Si che lo sei.-
-Tu potevi capire che Mark per me non è nulla.-
-E tu potevi fermarmi e dirmelo. Siamo pari, Lily.-
-No.-
-Si.-
-No.-
-Si.-
-Ti dico di no.-
-E io ribadisco di si, invece.-
-Non mi ricordo più di cosa stavamo parlando.-
James sorrise, vedendo che lei aveva di nuovo distolto lo sguardo, trattenendo un sorriso.
-Nemmeno io.-
-Siamo due idioti.-
James scoppiò a ridere, per poi allargare le braccia, facendo un po' di fatica a non perdere l'equilibrio.
-Vieni qui.-
Lily non se lo fece ripetere due volte. Si mise con le ginocchia a terra, e gattonando un po', lo raggiunse, per abbracciarlo. Inspirò il suo profumo, sentendosi finalmente tranquilla.
Davvero aveva creduto che non potessero superare la prima difficoltà?
-Sei il ragazzo più paranoico mai esistito sulla faccia della terra.-
-Amore mio, mi raccomando non essere troppo dolce, potrei rimanerci male.-
Lily rise.
-E non ti azzardare mai più ad andartene in quel modo da me, chiaro?-
-Ma Lily, avevo l'allenamento di Quidditch, me ne sarei andato comunque, anche se ci stessimo giurando amore eterno.-
-Com'è che era...?Amore mi raccomando non essere troppo dolce...?-
Potter ghignò.
-Ma io non ti voglio dolce. Ti adoro quando fai l'acida.-
-Dovrebbe essere un complimento?-
-Qualcosa del genere, si.-
Lei sbuffò, anche se sotto sotto era compiaciuta.
-Piuttosto, Evans...- James si era leggermente staccato da lei. -Ora non è che mi aiuteresti ad andare in infermieria?Credo di essermi rotto una gamba.-
Lei sgranò gli occhi, balzando in piedi.
-Che cosa?!-
-Niente che Madama Chips non possa riparare in due secondi, tranquilla. Avrei solo bisogno che tu spostassi l'armatura dalla mia gamba, e poi possiamo andare.-
-Tu sei pazzo, Potter.- borbottò la rossa, mentre tirava fuori la bacchetta per fare come lui le aveva detto, un velo di preoccupazione a coprirle gli occhi.
Come poteva dire con tanta leggerezza che si era rotto una gamba?!
-Lo so che mi ami, Evans.-
Lei roteò gli occhi.
Mark li osservò, da lontano. Si erano completamente dimenticati di lui.
Arricciò il naso, contrariato. Avrebbe dovuto cambiare tutti i suoi piani.
Fissò Lily mentre cercava, tra Magia e forza fisica, di tirare su James, con un notevole sforzo, e improvvisamente gli venne in mente un'idea.
Certo, sarebbe stato comunque più rischioso, ma avrebbe comunque ottenuto il suo scopo.
Ne doveva parlare con il Capo il più presto possibile.
Senza farsi sentire se ne andò.

Emmeline si girò nel letto, con un fruscio di coperte.
Ormai era mattina. Sentiva chiaramente le sue amiche trafficare per la stanza, alcune ormai già sveglie, altre ancora mezze insonnolite.
Lei solitamente era l'ultima a svegliarsi.
-Em?Em?-  Era Len, che la scuoteva dolcemente.
Emmeline per un attimo strinse le labbra. Era ora di iniziare la sua farsa.
-Len.- gracchiò. Poteva chiaramente immaginarsi Marlene aggrottare la fronte, al suono della sua voce.
-Altri cinque minuti...voi intanto andate, vi raggiungo.- mugugnò ancora, la voce bassa.
Len la guardò, dubbiosa. La biondina teneva gli occhi serrati.
-Sei sicura?-
Em annuì, non troppo vigorosamente.
Sentì Marlene sospirare.
-Va bene. Allora intanto andiamo.-
Annuì di nuovo. Fin lì era tutto normale, lei scendeva sempre un po' dopo delle altre, e ci metteva sempre un niente a convincerle a scendere prima di lei.
L'unica differenza era che lei quel giorno non sarebbe affatto scesa a colazione, ma loro non lo sapevano.
Aveva preferito non dire nulla sull'incontro di quella mattina. Aveva supplicato Remus di non dirlo a nessuno, men che meno a James o a Lily.
Sapeva che la sua migliore amica avrebbe dato di matto, se avesse saputo che avrebbe dovuto incontrare suo padre.
Socchiuse un occhio appena, giusto per controllare. Marlene e Mary stavano uscendo.
Alice le stava per raggiungere.
-Alice.- gracchiò, per richiamare la sua attenzione.
L'amica le si avvicinò, cauta, mentre le altre due uscivano dalla porta.
Le dispiaceva ingannarle così, ma era necessario. Sapeva che non le avrebbero permesso di andare da suo padre.
-Aly, non mi sento molto bene.- mormorò. -Non credo scenderò a colazione, puoi avvertire tu le altre?-
Alice aggrottò la fronte.
-Cos'hai?-
-Mal di testa, nausea...deve essere stato qualcosa che ho mangiato ieri sera.- cercò di suonare ammalata.
Alice sembrava preoccupata.
-Vuoi che resti a farti compagnia?-
-No!- cercò di mantenere la calma. -No. Credo mi basterà riposare un po', davvero, grazie lo stesso. Avverti tu Lily e le altre?-
Lily quella notte era rimasta in infermieria con James. Emmeline non poteva credere di aver avuto tanta fortuna. Sicuramente, se Lily fosse stata lì, l'avrebbe smascherata nel giro di pochi secondi.
Alice per un attimo sembrò dubbiosa, e la biondina si chiese se non fosse il caso di pregare che Merlino gliela mandasse buona.
-Si, va bene, certo che si.- sospirò infine Alice, decidendosi e aprendosi in un sorriso.
Fu solo quando sentì la porta sbattere dietro ad Alice, che tirò un sospiro di sollievo. Si tolse le coperte, con un brivido di freddo.
Era strano che il dormitorio fosse così vuoto.
Indossò la divisa, lentamente. Cercava di non pensare a quello che stava per fare. Non voleva vedere quell'uomo, non credeva di essere pronta a parlarci, a sentire qualsiasi scusa lui avesse.
Perchè era sicura che lui avrebbe tirato fuori qualche scusa.
E lei, ci sarebbe caduta. Diamine, ci sarebbe caduta, come sempre.
Perchè lui era suo padre. Era tutta la sua famiglia.
E lei non riusciva ad odiarlo. Era più forte di lei.
Nonostante avesse il corpo distrutto, nonostante psicologicamente fosse ridotta a uno straccio.
Lei gli voleva bene.
Si morse il labbro. No, quella volta non avrebbe dovuto farsi abbindolare. A Novembre sarebbe diventata maggiorenne, finalmente, era la sua occasione per potersi finalmente liberare dello spettro di tutta la sua famiglia una volta per tutte.
Per un attimo, le passò per la testa un'idea maligna.
Perchè si copriva così tanto?
In fondo, quelle ferite che si stava coprendo con tanto di calze lunghe e sciarpa, gliele aveva fatte lui.
Perchè doveva coprirgli le sue responsabilità?Lui l'aveva picchiata, lui l'avrebbe guardata ferita.
Si tolse le calze lunghe, scoprendo i lividi rossi. Il ricordo delle fiamme che le lambivano la pelle la fece rabbrividire, e si intristì, passando per un secondo il dito sul profilo di un segno rosso.
Quanto aveva sofferto, per tutto quello. La pelle di una bambina di cinque anni è destinata a mutare e crescere, allungarsi e modellarsi. La pelle morta dovuta a una bruciatura, invece, resta lì, non cresce.
Per questo ogni volta che cresceva, la pelle le tirava in una maniera assurda, da un lato spinta dalla voglia di allungarsi, dall'altro trattenuta dalle cellule morte.
Male. Atroce male, ogni volta.
Si guardò allo specchio.
Decise di tirarsi su i capelli in uno chignon. Sul collo da cigno si intravedeva ancora un segno nerastro.
Tanto meglio.
Era il suo scopo. Lui doveva vedere. Doveva vedere cosa le aveva fatto.
Decise di truccarsi.
Voleva essere bella. Apparire splendida la aiutava a sentirsi più sicura, come se indossare una maschera fosse servito a qualcosa.
Con la matita nera tracciò il contorno degli occhi, sentendo che la sua mano tremolava impercettibilmente.
Strinse le labbra, imponendosi di stare calma.
Era a Hogwarts, era al sicuro. Se lui avesse osato avvicinarsi troppo Silente sarebbe intervenuto.
Avrebbe tanto voluto crederci.
Per un breve attimo, si pentì di non aver detto niente a Lily. Almeno forse lei l'avrebbe rassicurata.
Scacciò il pensiero. Ormai, quel che era fatto era fatto.
Fu difficile non infilarsi il pennellino del mascara in un occhio per il nervosismo.
Infine, si diede un'ultima occhiata allo specchio.
Le gambe nude che sbucavano da sotto la gonna facevano un po' impressione, ma per il resto, era bellissima.
Sorrise, amara.
A che serviva sembrare una principessa se nelle sue vene scorreva il sangue dell'orco?
Si decise a scendere, senza pensarci un minuto di più. Prima andava, prima finiva.
Il Signor Vance la stava aspettando seduto su una sedia, quando aprì la porta, cercando di non risultare troppo timorosa.
Silente gli aveva messo a disposizione una stanzetta illuminata da una piccola finestra, con l'unico ornamento di un grande tavolo di legno al centro.
Entrò, e suo padre si alzò.
-Emmeline!- le venne incontro con un sorriso, che la fece rabbrividire. Era parecchio più alto di lei, e menomale che Emmeline era una delle ragazze più alte del settimo anno. -Sei bellissima.-
La biondina automaticamente abbassò gli occhi.
Si era ripromessa di essere fiera e combattiva, ma all'ultimo minuto non era proprio riuscita a sostenere lo sguardo.
Le faceva troppo male vedere i suoi stessi occhi in quell'uomo.
-Avanti, siediti.- lui le spostò la sedia, per farla sedere comodamente.
Lei obbedì, senza fiatare, continuando a non sollevare lo sguardo.
Dov'era la Emmeline Grifondoro, in quel momento?Dov'era quel coraggio con cui aveva lasciato James, o con cui aveva accettato di parlare con suo padre?
Le sembrava di essere un'altra Emmeline. Non riusciva a parlare, sentiva chiaramente il terrore avvolgerle lo stomaco.
Cos'era successo?Sentiva la gola secca, e improvvisamente fu colta da un senso di solitudine dilaniante.
Non c'era nessuno con lei. Era da sola, a combattere contro di lui. Ed era giusto così. Così aveva voluto Silente. Doveva imparare a combattere, con o senza i suoi amici accanto.
-Allora, come hai passato l'estate?-
Finalmente alzò lo sguardo. Con stupore notò che suo padre non sembrava arrabbiato, anzi, aveva una strana serenità nello sguardo.
Si sentì inquieta.
C'era da aver paura, quando suo padre si comportava come un essere umano e non come un mostro, c'era da avere molta più paura di quando la picchiava a sangue.
Edward Vance si passò una mano sul mento, perfettamente rasato.
-Sai mi hai stupito, pensavo davvero saresti andata dagli Evans. A quanto pare, sei stata molto più furba. D'altra parte- fece un ghigno, lo sguardo illuminato da qualcosa che fece venire a Emmeline voglia di vomitare. Orgoglio. -..sei una Vance, proprio come me.-
La bionda strinse le labbra, cercando di non dare corda al senso di nausea che si era impossessato delle sue viscere.
Lei non era una Vance. Non lo era, non lo sarebbe mai stata, ne avrebbe mai voluto esserlo.
Ignorando la reazione di sua figlia, l'uomo continuò.
-Anche se i McKinnon non sono stati abbastanza attenti a chi li seguiva, comunque.-
Emmeline spalancò gli occhi.
-Cosa?- le uscì un suono strozzato. Lui sapeva dov'era?Lui l'aveva scoperta?Aveva messo in pericolo Marlene e tutta la sua famiglia.
Una fitta di paura le attanagliò le viscere.
L'uomo rise.
-Avanti, Emmeline, davvero credevi che non ti avrei rintracciata?Tenevo d'occhio già da un pezzo gli Evans, i McKinnon, i Potter...-
-I Potter?- di nuovo, si sentì mancare.
Non poteva essere. Non poteva essere, davvero.
Li aveva messi in pericolo tutti. Amy Potter era stata così gentile con lei, e James...e lei li aveva ripagati mettendoli in pericolo.
Stava per sentirsi male. Le girava la testa.
-Non sono stato io a mandare i Mangiamorte contro i Potter, se è questo che ti stai chiedendo.-
Emmeline lo fissò, la vista leggermente offuscata.
-Pur essendo d'accordo con la loro ideologia, non credo che questi attacchi disorganizzati siano la soluzione per una pulitura definitiva dei Mezzosangue. In più, i Potter sono una famiglia rispettabilissima, non avrei visto assolutamente di buon occhio il loro attacco.-
Emmeline aveva il cuore che le batteva troppo forte per ribattere. Sentiva le gambe tremare.
Che ammazzasse lei, che picchiasse lei, la torturasse, la violentasse, qualsiasi cosa, ma che non toccasse i suoi amici.
Non sapeva se sentirsi rincuorata dall'ultima frase.
-Sai, comunque, mi è capitato di chiaccherare con Amy Potter.-
Istantaneamente, le si gelò il sangue nelle vene. L'idea che la dolce Amy avesse potuto essere avvicinata da quell'uomo le fece venire voglia di rimettere.
Suo padre annuiva, incurante che sua figlia non avesse ancora aperto bocca.
-James Potter, si chiama così il ragazzo che è venuto a prenderti quella sera, non è vero?-
Em fece per dire qualcosa, ma lui fu più veloce.
-Sai, nonostante tutto, credo che possa anche andare bene. Certo, sconvolge tutti i piani, ma infondo è Purosangue e la sua famiglia è ricca. Quindi, ti do il mio benestare.-
Se prima la bionda aveva provato rabbia, nausea e terrore, ora tutte quelle senzazioni furono sostituite dallo sconcerto. Cosa intendeva dire...?
-Di...di che cosa state parlando, padre?-
Più che la sua solita voce, sembrava un sussurrò strozzato.
Lui le sorrise. Un sorriso che aveva imparato ad odiare.
-Ormai sei quasi maggiorenne, Emmeline. Il mio dovere di padre ho cercato di farlo, è ora che ti affidi ad un altro uomo.- poi fece un sospiro, venendo ad essere quasi malinconico. -Io e tua madre ci siamo sposati esattamente alla tua età.-
Dovere di padre...?Altro uomo..?
Sposarsi?
Suo padre era venuto lì per dirle che era in età da marito?
Le venne così naturale mettersi a ridere, che quasi si stupì di se stessa.
Quante idiozie diceva quell'uomo...?
-Padre, non ho intenzione di sposarmi.-
La sua voce era tornata, fiera e fredda, totalmente in contrasto con la risata appena spenta. L'ultima frase del padre le aveva fatto ritornare la giusta prospettiva delle cose. Davanti a lei non c'era più un mostro, c'era solo un poveretto rintanato nelle sue illusioni Medievali.
-Non credo tu abbia potere di scelta, Emmeline. E ritieniti fortunata, James Potter è un buon partito, in fondo, anche se i sioi sono Babbanofili.-
Lei fece una risata che avrebbe congelato il deserto, da tanto gelida era.
-L'ho lasciato, padre. Io e James Potter non stiamo più insieme, e mai più lo staremo, glielo giuro su quanto ho di più caro.-
Mentre diceva quella frase, pensò che mai era stata più contenta di avere mollato James.
Lo vide aggrottare la fronte.
-Come mai?-
-Sta con un'altra.- tagliò corto lei. Mai avrebbe rivelato il nome dell'altra, ovviamente. Chissà cosa avrebbe fatto suo padre se avesse saputo che l'altra era Lily Evans.
-Mezzosangue o Purosangue?-
-Non ha la benchè minima importanza.-
Edward si impose di mantenere la calma. Non doveva mandare a rotoli i suoi piani.
-Ti sei fatta fregare il ragazzo da una Mezzosangue, Emmeline?- aveva usato un tono minaccioso.
Emmeline sussultò, sgranando gli occhi, più ferita di quanto volesse darlo a vedere da quella frase.
-No.- disse, a denti stretti. -Io l'ho mollato. Non lo amavo, padre, le è tanto difficile credere che possa succedere una cosa del genere?!- le costava mentire sui suoi sentimenti, ma era l'unico modo per tenere James e Lily al sicuro.
Non gli avrebbe permesso di toccare le persone più importanti della sua vita.
Quella prospettiva le aveva fatto recuperare tutto il coraggio Grifondoro che c'era in lei.
-Non tutti credono che l'amore si possa comprare, padre. Lui ama lei e lei ama lui, e io non amo lui. Che sia Mezzosangue o Purosangue non costituisce di certo un freno per l'amore.- disse, tagliente.
Lui sospirò. Si grattò il mento, pensieroso.
-Suppongo che non si possa fare niente. Per fortuna non ho tagliato i contatti con la famiglia Avery.-
Lei lo guardò, incredula.
-Cosa...-
-Alla prima occasione indirrò un ricevimento per farti conoscere lo sposo, Emmeline.-
Lei lo guardò, credendo inizialmente che fosse una battuta. Rise, senza allegria.
-Forse non avete compreso. Io non mi sposo.-
-Forse sei tu, a non aver compreso, Emmeline. Non dipende da te.-
-Non dipende da me se sposarmi o meno?-
-Sei una Vance, comportati come tale.-
-Io non voglio affatto essere una Vance!-
-Ma lo sei.-
Quelle parole ferirono Emmeline come un coltello appuntito.
-No.- mormorò, sentendo gli occhi pizzicarle.
Lei non voleva quel destino, non voleva un matrimonio senza amore.
Sentì suo padre sospirare, e se ne stupì. Era la terza volta che sospirava. Non era da lui trattare, solitamente si limitava a ottenere quello che voleva e basta.
-Anch'io alla tua età ero un ribelle, sai?-
Lei fece una risata incolore.
-Certo, posso immaginarlo. Cosa faceva, padre?Ha osato pronunciare la parola Mezzosangue con tono ironico invece che con disprezzo?-
Le lanciò una di quelle occhiate capaci di terrorizzarla, e lei si irrigidì.
-Non essere irriverente, Emmeline.-
-Non essere irriverente?E cosa dovrei fare, padre?Sposarmi?Fare dei figli, e poi vederli picchiati dal padre senza fare niente?Passare dall'essere picchiata da lei all'essere violentata, perchè mi violenterà, mai avvenga che io sia consenziente in un matrimonio senza amore, essere violentata da un uomo che odio, e guardare i miei figli che crescono con le gambe bruciate perchè...-
Le si era incrinata la voce, e solo allora si accorse di avere gli occhi pieni di lacrime, i suoi propositi di restare fredda e distaccata completamente volatilizzati.
-Devo dire a mio marito che stia attento ai mobili mentre fa cadere il sangue ai miei figli?Il sangue dannatamente puro.- cercò di suonare sarcastica, suonando più che altro disperata. -Sarà ancora così puro quel sangue, quando avrà imbrattato il tappeto persiano di casa mia, tutto per colpa di mio marito che mi farà assistere impotente alla violenza?Impotente o menefreghista, certo.-
Tacque. Avrebbe voluto che ci fosse Lily. O James, o Mary, o Len, o Alice, andava bene anche uno qualsiasi dei Malandrini.
Avrebbe voluto non sentirsi così dannatamente sola.
Per quanto potesse vincere la battaglia, avrebbe sempre perso la guerra, lo sapeva.
E lo sforzo di non piangere stava diventando sempre più difficile.
Quasi desiderò che lui la picchiasse. Quello sguardo compassionevole sul suo volto, che non gli aveva mai visto, le faceva schifo, la faceva sentire sporca, inadeguata, completamente fuori posto.
Aveva messo in pericolo la vita dei suoi amici scappando, non scappando sarebbe comunque incappata in un matrimonio che le avrebbe portato solo disgrazie.
Cosa poteva fare?
-Emmeline..- suo padre sembrò sorridere, inquietante. -Sei così uguale a me..-
-No!- la biondina aveva urlato. -Non sono uguale a te. Non lo sono.-
Girò la testa, per non guardarlo negli occhi azzurri.
-Invece si, Emmeline.- la voce era diventata carezzevole e viscida. -Siamo Vance, lo capisci?E siamo soli, io e te.-
Lei spalancò gli occhi.
-No. Io non sono come te. Non sono sola.-
-Davvero, Emmeline?- sorrise. -Eppure, nessuno può capirti quanto me. Sei mia figlia, il mio sangue, parte di me vivrà sempre in te. Nessuno capirà mai il dolore che provi quanto ti posso capire io.-
Emmeline fece una risata, quasi isterica. Credeva davvero a quello che diceva, quell'uomo?
Era stato lui a provocarle quel dolore, lo capiva, questo?
Improvvisamente sentì lo sguardo di suo padre sulle sue gambe nude. Rabbrividì, pentendosi di non essersi messa le calze. Cosa le era venuto in mente?Sembrava che quegli occhi la stessero accarezzando, quasi. Solo il pensiero la disgustava.
-Ti fanno male le gambe, Emmeline?-
-Vuole essere una battuta?- ringhiò lei, con quella poca forza che ancora aveva.
Non le importava se lui l'avesse picchiata. Non le importava più di nulla. Anzi, che la picchiasse, che la facesse sentire sporca e inutile. Voleva un motivo per odiarlo, voleva davvero con tutte le sue forze odiarlo.
Lui era suo padre, ma non si era mai comportato come tale.
Lei lo aveva sempre difeso, dicendo che era suo padre, proclamando che gli voleva bene lo stesso.
Lui era suo padre, e la picchiava.
Lui era suo padre, e l'aveva quasi uccisa.
Lui era suo padre, e voleva che lei si sposasse.
Lui era suo padre, e aveva controllato i suoi amici.
Lui era suo padre, e non c'era mai stato, mai.
E allora perchè non riusciva ad odiarlo?Perchè?
Io e te siamo uguali, Emmeline.
Lei non era come lui. Lei non era una Vance.
E allora perchè non riusciva ad odiarlo?
-Forse è venuto il momento che ti mostri una cosa, Emmeline.-
Senza che lei avesse il tempo di replicare, si alzò in piedi, e con un gesto fluido si abbassò i pantaloni, sotto gli occhi pieni di orrore di Emmeline.
La biondina spalancò gli occhi.
Sulle gambe di suo padre, coperti da peli scuri e lunghi, c'erano dei lividi.
Rossi. Lunghi. Segni inconfondibili di fiamme di fuoco sulla carne. Bruciature profonde.
Come le sue. Uguali alle sue.
Io e te siamo uguali, Emmeline.
Solo io posso capire veramente il tuo dolore.
Fu allora che incominciò a piangere.
Il senso di oppressione le schiacciava il petto, facendola sentire terribilmente sola.
Quando lui le accarezzò i capelli, lei non si ritrasse come avrebbe fatto di solito.
La verità era che lei non riusciva ad odiarlo perchè aveva dannatamente, disperatamente bisogno di un padre.
Un padre qualsiasi.










Aaaaaaallora...ciao XD eccomi qui, sto diventando brava, ancora dopo due settimane e basta di attesa arrivo XD mi sa che d'ora in poi sarà più difficile, causa quella cosa chiamata scuola -.-
Questo capitolo...intanto chiarisco una cosa, che per errore mio non ho mai specificato: Mark è un mago, ma ha i genitori babbani Xd e per chi se lo chiedesse, è il tipo che Lily ha incontrato in crociera XD Un'altra cosa: anche se ora sembra tutto risolto, non dimenticatevene: tornerà.  XD poi...passando a emmeline...povera, lo so che in teoria non dovrei più toccarla da tanto l'ho fatta soffrire O.o però la situazione non è nemmeno così semplice da risolvere. Inoltre lei si sente sola, perchè per quanto Lily e le altre possano starle vicine, nessuna sa davvero quanto ha sofferto....ah, e con questo capitolo non vorrei aver dato l'impressione che il padre di emmeline sia cambiato in meglio: anzi, è peggio di prima, diciamo, perchè invece delle mani usa più la "tortura psicologica" chiamiamola così.
Detto questo, passo ai ringraziamente(lampo, come sempre XD) e poi vado a mangiare XD un bacio!

brando: lo so, sono una bastarda con emmeline XD xo da come la Rowling ha descritto Silente, io non me lo vedo che aspetta secoli prima di far parlare emmeline e il padre- inoltre lui non è assolutamente a conoscenza delle entità dei danni di emmeline causati dal padre. Per Len e Sir...si vedrà XD

Miss Rainbow: sudditina mia XD ha visto che ce l'ho fatta?muhauhauhauhauhauhauhauha XD mai sottovalutare me stessa XD spero sia contenta del, ehm, regalo. Detto questo, c'è ambrogio che l'aspetta per mostrarle i nuovi strumenti di tortura addottati dal nostro regno. Muhauhauhauha XD ci sentiamo su msn sudditina XD

zukkyna: ti voglio bene scema XD

jaily: grazie, come sempre XD

S_marti_es: grazie, i complimenti mi scaldano il cuore XD si bè anch'io nn avrei esitato a buttarmi tra le braccia di sirius, muhauhauha XD sai che Andrew l'ho proprio preso da un personaggio reale?XD

La Nika: Mark è il ragazzo della crociera XD

Iva27: Emmeline e Remus?mmmmm...non nego e non affermo XD vero che Lily è una grande?muhauhauhauha, cara la mia Lily(o signore, parlo come se fosse mia figlia O.o siamo messi male XD) un bacio!

pony: mi fai morire dal ridere XD muhauhauhauha XD grazie, davvero XD povero Mark, che brutta fine che poteva fargli fare Jame XD hahaha XD grassie XD

Mousse: MUHAUHAUHAUAHUHA XD che bello, è sempre appagante sapere che non sono l'unica pazza sulla faccia della terra XD e....sai una cosa?ti svelo un segreto...una delle tue ipotesi assurde su Mark...diciamo che...ecco...si, va mooolto vicino a CHI è Mark DAVVERO. perchè lui nn è chi noi pensiamo che sia XD muhauhauhauha XD o signore sto delirando proprio O.o dettagli, si?XD Ma sai che ieri ho mangiato una mousse al cioccolato e mi è venuta in mente la tua recensione O.o ok sono fuori povera me XD muhauhauhauha XD continua  alasciarmi recensioni chilometriche, non vivrei senza sul serio XD muhauha XD poi...Minus...ma sai che io ho una teoria...è che secondo me all'inizio inizio, quando aveva ancora 11 anni, non era lo schifosissimo ratto che poi è diventato. Qualcosa di buono deve averlo avuto, se i Malandrini l'hanno accolto XD poi sappiamo tutti cosa ha fatto, e mai lo giustificherò(mi ha ucciso gli amori della mia vita, se ce l'avessi tra le mani....grrrr)ma all'inizio inizio, magari, non era COSì cattivo, ecco. Mah. un bacio!

ramoso4ever95: io, maltrettare i miei personaggi?ehm ma nooooo ma cosa dici mai XD un basio XD

oOoPRONGSIEoOo: ma sai che la scena di Lily è avvenuta davvero?muhauhah ti racconterò su msn o facebook XD saoo XD

caramella_rosa_gommosa: ops, e invece mi sa che ci hai azzeccato su mark XD muhauhauha XD ma più che disturbare james e lily...ok nn posso dire altro XD un bacio XD

karmenpotter: ehi ^^ si, hai ragione, la parte di Em è stata la più intensa...mi sa che ormai smetto di fare le parti comiche, nn riesco a nn fare nulla di tragico x più di due capitoli XD ehhhh XD la reazione di Lily si vedrà, tranquilla...muhauhauhauha, tremate XD no scherza XD saoo XD

malandrino4ever: ciao XD davvero ti ho commosso O.o mi ha fatto molto piacere la tua recensione, non devi assolutamente preoccuparti se non hai recensito, parli con una che è l'impersonificazione della pigrizia e del rimandare XD fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo XD

vanexa_: marlene e sirius...mah...vedremo, con il tempo XD

tonks17: ma che carina che sei ^^ nn importa se non recensisci, davvero, l'importante è che tu legga e la storia continui a piacerti =) Mark è un mago, ma Lily ha saputo metterlo al suo posto, visto?XD  muhauhauha XD e...per quanto riguarda emmeline hai ragione, su tutto, non è giusto che una ragazza soffra così( Ehm ehm...non vorrei dire, ma sei TU che mi stai facendo soffrire -.- ndEmmeline) (Em cara...vai a farti un giro, si?^^ ndme)(-.- ti odio -.- ndemmeline) però non posso nemmeno risolverla con qualche cagata delle mie XD muhauha XD un bacio grande, e grazie!

silverina85: alloora...James ricorda perchè nel capitolo nove, Luna gli aveva dato due pastiglie fuxia, ricordi?Ecco, quelle pastiglie avevano il potere di annullare l'effetto della pozione che ha usato la Mcgranitt XD spero di essere stata chiara XD un bacio XD


















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Capitolo 24
*** Fare la differenza ***


cap 24 Lene emise un lungo sbadiglio, portandosi la mano davanti alla bocca.
Odiava il lunedì mattina. Era il giorno più inutile sulla faccia della terra. Si sistemò meglio la tracolla azzurra che aveva sulla spalla, infastidita da quel peso dovuto dai libri che parevano mattoni.
Era ancora in tempo per fare una capatina in Sala Grande per bersi un caffè caldo prima di incominciare quella giornata pesante di scuola.
Era passato si e no un mese dall'inizio del settimo anno, e già si sentiva spossata. A volte si chiedeva se i Professori non li avessero scambiati tutti per robot dalle sembianze umane. Senza contare che non perdevano occasione per ricordare a tutti quanti che alla fine dell'anno la scuola avrebbe presentato il temuto conto finale: i MAGO erano più vicini di quanto credessero, e gli insegnanti sembravano sadicamente compiaciuti dalla prospettiva di bocciarli tutti.
Improvvisamente si accorse che a qualche passo da lei, gettata malamente per terra, c'era una copia della Gazzetta del Profeta.
Senza pensarci troppo, la raccolse, chiedendosi chi fosse l'incauto che l'aveva lasciata lì.
Vedendo cosa c'era in prima pagina, rabbrividì, quasi automaticamente, sentendo subito una lieve oppressione stringerle il petto.
Il titolo, a grandi caratteri in grassetto nero, proclamava ciò che ormai si sentiva sempre più di frequente.
Ennesima strage di Babbani, ennesime famiglie sterminate e distrutte dal dolore.
Con un brivido per niente rassicurante, si dcise a leggere l'articolo, con la fronte corrucciata dalla preoccupazione.

Domenica sette ottobre, ovvero ieri, si è verificato l'ennesimo incidente in una cittadina Babbana a pochi chilometri da Oxford. La modalità di questi attacchi ormai è sempre la stessa: come una nube nera, il Marchio Nero appare, segnando così la condanna per un'intero villaggio con l'unica colpa di non essere in grado di lanciare nemmeno il più piccolo incantesimo. Non si sa perchè questi cosidetti Mangiamorte operino, ma questa volta l'attacco è suonato come una sorta di avvertimento: il Primo Ministro della Magia, infatti, si trovava a Oxford per incontrare un importante esponente della politica Babbana. Il messaggio pareva chiaro: questi uomini privi di scrupoli mirano al potere, ma la vera domanda è, chi è questo misterioso Lord che li comanda?Dove si svolgerà il prossimo attacco?

Marlene chiuse il giornale, stizzita, senza nemmeno finire di leggere.
Non poteva credere che quelli della Gazzetta fossero così ottusi. Gli attacchi erano sempre più frequenti, le morti sempre più cruente, e loro che facevano, invece di agire?
Scrivevano cose talmente scontate che persino un undicenne, si sarebbe messo a ridere.
Certo che Lord Voldemort mirava al potere. Dubitava che un essere umano, per quanto crudele potesse essere, uccidesse così, senza uno scopo preciso.
Quelli del ministero li credevano davvero così stupidi da non accorgersi che quello che scrivevano erano un mucchio di stronzate, atte solo a cercare di nascondere qualcosa che ormai stava disseminando il panico?
Sua madre era Babbana, mentre suo padre era un importante Auror. Sarebbero stati al sicuro?
Ne dubitava. Ormai l'intera scuola era sempre più preoccupata: erano in pochissimi, quelli con famiglie totalmente Purosangue.
E anche i Purosangue, comunque, non erano poi così al sicuro come si poteva credere, bastava pensare ai genitori di James, tenuti costantemente nel mirino dai Mangiamorte.
Solamente i Serpeverde sembravano vagamente soddisfatti da tutta quella situazione.
Sbuffò, portandosi una ciocca riccia dietro all'orecchio, cercando di placare l'ansia.
All'inizio, quando erano avvenuti i primissimi attacchi, ancora due anni prima, tutti avevano pensato a un piccolo manipolo di pazzi che si divertiva a giocare con le Arti Oscure.
Nessuno avrebbe mai creduto che la situazione degenerasse fino a quel punto.
Ormai erano in guerra.
Ripensò alle parole di Elphias.
L'elfo aveva ragione. Ormai bisognava stare molto attenti, valutare molto bene di chi fidarsi o meno.
Sospirò. Aveva come l'impressione che il brutto di quello scempio dovesse ancora venire.
A distoglierla dai suoi pensieri cupi fu una voce, che ormai aveva imparato a riconoscere.
-Marlene!-
Il bel volto di Sirius Black era contornato da un seducente ghigno, che naturalmente provocò parecchi attacchi cardiaci a qualche ragazzetta di passaggio nel corridoio.
Prima però che Marlene potesse ricambiare il sorriso, qualcuno le venne addosso, all'improvviso, facendole perdere l'equilibrio.
In un attimo si ritrovò con il sedere per terra, la borsa con i libri, naturalmente non chiusa, riversata sul pavimento con tutto il suo contenuto.
Guardò tutti i suoi libri sparsi sul terreno, incredula.
La risata latrato di Sirius la raggiunse in un attimo, mentre lei faceva una smorfia di disappunto.
-Stai bene?- Black continuava a ridere, nonostante volesse risultare gentile.
Lei lo guardò malissimo, sentendo il fondoschiena pulsarle dolorosamente.
Prima però che potesse ribattere, una vocetta ancora infantile la bloccò.
-Ehi, Mezzosangue, stai più attenta.-
Stupita, guardò da dove proveniva la voce, per poi notare un primino di Serpeverde a neanche un metro da lei, anche lui per terra, che si massaggiava un fianco.
Naturalmente, come pretendevano di risolvere la guerra, se le idee razziste erano ormai insidiate nel mondo Magico come una seconda pelle?
Le venne tristezza.
Probabilmente, quel ragazzino non sapeva nemmeno bene cosa voleva dire, Mezzosangue.
-Ragazzino, bada a come parli, altrimenti...-
Sirius aveva stretto gli occhi a fessura, mettendo tutta la rabbia possibile nella sua voce.
Con un gesto della mano, Lene lo bloccò.
-Lascia, Sirius.-
Poi, senza badare all'occhiata stupita di entrambi, si mise in ginocchio, e fissò il primino, seria.
-Come ti chiami?-
Quello pareva a disagio. Era stato abituato dalla sua famiglia a ritenere tutti i Mezzosangue della feccia neanche in grado di parlare, quasi, figurarsi se aveva mai concepito di poterci conversare.
-Io...Victor.- rispose, incerto.
Gli occhi di quella ragazza mettevano in soggezione, quasi.
-Allora, Victor, vuoi che ti mostri una cosa?-
Lui la guardò, stupito. Era in grado di fare lo spavaldo finchè gli altri non ribattevano, ma decisamente non era capace di mantenere il ruolo di bastardo Serpeverde troppo a lungo, anzi.
In fondo, aveva solo undici anni.
Agiva come gli era stato insegnato, ma non gli era mai capitato di incontrare resistenza.
Marlene, con lentezza studiata, prese la bacchetta, senza mai smettere di guardare Victor.
Il razzismo di quel ragazzino ancora infantile, non era certo dovuto a un'ideologia radicata in maniera solida in lui, quanto più derivava da un'ignoranza di fondo, e da una naturale tendenza di seguire tutto ciò che i genitori dicevano.
Non erano in pochi, quelli razzisti per inerzia.
In fondo, Voldemort possedeva sicuramente una certa eloquenza, se tanta gente lo seguiva.
Sotto gli occhi stupiti di Victor e di Sirius, che guardava tutta la scena con un misto di senzazioni che non sapeva bene come definire, la riccia trasfigurò sotto i loro occhi uno spillo argentato, da un pennino che aveva nella borsa ancora per terra.
Senza che nessuno potesse prevederlo, avvicinò lo spillo al suo indice sinistro, e fece lievemente pressione finchè la pelle non fece comparire una piccola gocciolina di sangue.
Non era una ferita nè profonda nè era stata particolarmente dolorosa, ma i due ragazzi sgranarono gli occhi, stupefatti dal gesto apparentemente senza senso.
Sirius fece per dire qualcosa, precipitarsi a vedere come stava, sgridarla, qualsiasi cosa, ma Marlene parlò prima che potesse muoversi, tendendo il dito più vicino al Serpeverde, che la osservava, con un misto di terrore e orrore negli occhi.
-Vedi?- fece la moretta, a voce bassa. -Il mio sangue è uguale al tuo.-
La gocciolina rossa stava ferma sull'indice, e Victor la osservò, in maniera quasi morbosa.
Poi spostò lo sguardo sugli occhi grigi di Marlene, per poi di nuovo guardare quella ferita minuscola.
Si chiese se quella ragazza fosse pazza.
Però, effettivamente, quel rosso era perfettamente uguale al sangue che gli sgorgava dalle ferite quando si faceva male.
La guardò, confuso, e si stupì di vedere che sorrideva, dolce.
-Non devi credere per forza a quello che ti dice la gente, Victor. Questo sangue non è sporco, come puoi vedere tu stesso. Non c'è niente che distingue te da me, la mia Magia è Magia tanto quanto la tua. Io rido, piango, sogno esattamente come fai tu.-
Lo sguardo del ragazzino era spaesato.
Non aveva mai visto le cose da quella prospettiva.
Eppure, se gli avevano sempre detto che i Mezzosangue erano feccia, ci doveva essere un motivo, no?
Magari quella ragazza nascondeva qualcosa di sordido dentro di sè. In fondo, quale persona sana di mente si sarebbe volontariamente bucata un dito?Forse era pratica dei Mezzosangue fare incantesimi masochisti, per scagliare chissà quale maledizione sui Purosangue.
Eppure quella ragazza dai lineamenti gentili non sembrava affatto cattiva, anzi, aveva un sorriso dolce che le illuminava tutto il viso.
Gli ricordava vagamente sua cugina, che se ne era andata qualche anno prima, a causa di un incantesimo finito male.
La ragazza improvvisamente si alzò, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
-Ora però dovresti proprio andare a lezione, Victor. I tuoi amici ti staranno aspettando sicuramente.-
Lui si riscosse. Senza neanche salutare, con le idee confuse, se ne andò, raccogliendo le poche cose che gli erano cadute con l'impatto di poco prima.
Rimasti soli, Sirius si voltò verso Marlene, che inaspettatamente ancora sorrideva.
-Perchè l'hai fatto?- chiese, brusco.
Len lo guardò. Sirius era rimasto turbato, lo si vedeva dagli occhi blu apparentemente indecifrabili. Scrollò le spalle.
-Per fargli capire che non puoi giudicare qualcuno solo in base alle dicerie che girano su di lui.-
-Si, ma a che scopo tagliarsi il dito?- sembrava scosso.
Lei roteò gli occhi.
-Non essere melodrammatico. Non mi sono tagliata il dito, è solamente un taglietto.-
Lui improvvisamente le afferrò la mano, costringendola a voltarsi verso di lui.
La vide arrossire sotto il suo sguardo.
-Fammi capire, hai intenzione di tagliuzzarti il dito ogni volta che un mocciosetto da quattro soldi ti chiama Mezzosangue?-
Ora pareva quasi arrabbiato.
Lei sostenne il suo sguardo per qualche istante, chiedendosi se lui si stesse davvero preoccupando per una cosa simile.
La sua mano calda le teneva sollevata la mano ferita, e in qualche modo, Len si sentiva strana, quasi turbata.
Si chiese se non stesse cadendo anche lei sotto il fascino di Sirius Black.
Forse era il caso di iniziare a preoccuparsi, visto quanto il suo cuore le pulsava nel petto.
-Spesso la paura del diverso è dovuta all'ignoranza. Usando la violenza si crea solo un circolo vizioso da cui è difficile uscirne.- mormorò, accorgendosi di non avergli dato ancora la risposta.
-E bucarsi il dito non è violenza?-
Le guardò l'indice, ancora arrossato, sentendosi strano.
-è diverso.- cercò di suonare decisa, ma la voce era troppo bassa rispetto al normale.
-La prossima volta cosa farai?Ti amputerai il braccio?-
-Non essere ridicolo, Sirius.-
Lui la fissò. Erano talmente vicini che potevano quasi sentire i rispettivi respiri sul viso.
Spostò di nuovo lo sguardo blu sul dito affusolato di Marlene.
Perchè si sentiva strano?
Forse aveva la febbre.
-Ti fa male?- chiese, all'improvviso.
La riccia sollevò le spalle.
-Domani non ne sarà rimasta nemmeno una traccia.-
In quel momento, Sirius fece una cosa che non si sarebbe mai aspettata.
Con lentezza, si portò la mano di Marlene alle labbra. Quasi senza pensarci, le succhiò lievemente l'indice, piano, laddove c'era il taglietto.
Fece sparire quel poco di sangue rimasto, come se fosse stato un gesto naturale.
Il modo in cui lo fece, però, parve così intimo e sensuale che Marlene si sentì avvampare.
Com'era possibile che risultasse sexy persino quando non avrebbe affatto dovuto?
Il Malandrino si staccò, tenendo però la mano di Len vicino al viso, e sorrise, beccandola che ancora era rossa in viso.
-Ora anch'io posso considerarmi Mezzosangue.- mormorò, con aria quasi estasiata.
Poi fece un ghigno.
-Pensa che smacco che sarà per i carissimi Orion e Walburga Black.-
Len aveva una faccia piuttosto sconcertata, e Black scrollò le spalle.
La moretta allontanò la mano dal suo viso, e se la osservò, come se improvvisamente avesse cambiato la fisionomia della mano, l'imbarazzo che pian piano svaniva dalle sue guancie, per far posto a uno strano calore all'altezza del cuore.
-Tu sei tutto matto.- mormorò, ancora spiazzata.
Lui rise.
-Ha parlato colei che si è tagliata il dito per sventolarlo sotto al naso di uno stupido Serpeverde.-
-Ti ho detto che non...-
-Comunque, è stato un bel gesto.- lo disse in tono brusco, quasi imbarazzato., interrompendola. Sirius Black imbarazzato?No, non era possibile. -Cioè, davvero. Nonostante io preferisca qualche bell'incantesimo ben assestato piuttosto che martoriarsi il dito, ecco...- ignorò lo sbuffo di lei. Si stava impappinando, e decisamente non era da lui.
-Credo sia stato..ecco. Basta, adesso vado.- boffonchiò, in conclusione.
Fantastico, aveva fatto un discorso senza nè capo nè coda. Perchè mentre con tutte le altre ragazze non aveva problemi, a Marlene non riusciva nemmeno a fare un complimento decente?
Anche se c'era da dire che con le altre non aveva mai dovuto intrattenere chissà quale tipo di conversazione. Quelle che non erano Marlene, si infilavano nel suo letto senza chiedergli niente, al massimo si accontentavano di sentirsi dire che erano splendide e focose.
Irritato con se stesso, si chiese se fosse il caso di fare qualcosa per riacquistare la faccia.
Ma Len fu più veloce di lui.
Di slancio, colta da un'improvvisa senzazione di tenerezza, lo abbracciò, cogliendolo di sorpresa.
-Grazie.- sussurrò, finchè lui ricambiava l'abbraccio, quasi in un gesto automatico.
Lily aveva decisamente ragione, sugli abbracci di Marlene. Erano davvero, davvero dannosi.
Soprattutto per lui.
-Per esserti preoccupato per me, intendo.- specificò la moretta, solleticandogli l'orecchio.
Sirius aggrottò la fronte.
Preoccupato?Lui?Per una ragazza?
Non era concepibile. No, Len si sbagliava, lui non si era preoccupato, era solo..
Lui non era preoccupato, e non si stava affezionando a quella ragazza che sembrava nata per scombussolargli tutto lo stato emotivo con un solo abbraccio, perchè semplicemente lui non era fatto per queste cose.
Non era fatto per l'amore e tutte le cazzate che ne derivavano, i vincoli, tutte quelle cose tipo mesiversari, coccole, monogamia, si sentiva male al solo pensiero.
Lui voleva divertirsi. Voleva essere libero di prendere e lasciare. Voleva non sentirsi una merda se tradiva. Voleva il sesso, selvaggio e puro, senza sentimentalismi o attese.
Il problema, però, era che voleva anche che quell'abbraccio non si sciogliesse mai.
E la cosa lo mandava decisamente in panico.

La Sala Grande era ghermita di gente che chiaccherava, allegra e spensierata dopo una dura giornata di studio.
Emmeline spiluccava il suo piatto di purè con aria assente, incurante del chiacchericcio e dell'ilarità generale.
Avrebbe dovuto dirglielo.
Sapeva che avrebbe dovuto informare le sue amiche di tutto quello che era successo.
Ma davvero, non ci riusciva.
Era stata brava a crearsi una perfetta maschera di indifferenza sul volto, come se lei non avesse mai parlato con suo padre, come se lui non le avesse mai detto tutto quello che le aveva detto. Come se non l'avesse avvertita che si sarebbe dovuta sposare con uno di quelli che andavano sempre in giro con Severus Piton.
Gettò una rapida occhiata al tavolo di Serpeverde, giusto in tempo per vederlo voltarsi verso di lei.
Le fece un sorriso, mellifluo.
Emmeline rabbrividì, capendo chiaramente cosa stesse pensando il Serpeverde.
Si vide per un secondo con gli occhi di lui, nuda e completamente impotente sotto di lui, e le salì un violento senso di nausea che la fece desistere dal continuare a mangiare quello che aveva nel piatto.
Tanto non aveva fame.
-Em?-
Sobbalzò, per poi accorgersi che Lily la guardava, dalla sua destra, con aria preoccupata.
Probabilmente si era accorta di qualcosa che non andava.
Cercò di sorridere, con l'unico risultato che la rossina aggrottò la fronte.
-Qualcosa non va?- Intanto anche James aveva spostato lo sguardo caldo su di lei, facendola sentire lievemente a disagio.
Lily se ne accorse, e lo guardò male.
-Tu fatti gli affari tuoi.-
Lui la guardò, scandalizzato.
-Ma anch'io voglio sapere cosa succede a Emmeline.-
La rossina alzò gli occhi al cielo, esasperata.
-Sei peggio di una vecchia comare. Smamma.- il tono che usò fece sorridere genuinamente Emmeline, intenerita. Sembravano una coppia di sposini che si punzecchiavano.
-Ma perchè?- James protestava, facendo gli occhi da cucciolo bastonato.
-Perchè si dà il caso che IO sia la sua migliore amica. Non necessariamente tu devi rientrare in ogni discosrso, sai?-
La biondina si sentì stringere il cuore. Come avrebbe fatto senza di loro?Senza i loro continui battibecchi alla mattina, o al pranzo, o alla cena?
Come faceva a dirgli tutto?Non poteva farlo adesso, con una marea di gente pronta ad ascoltare.
Anche se era necessario.
-Si, ma tecnicamente se la mettiamo in questo modo io sono il suo migliore amico, quindi anch'io devo sapere se c'è qualcosa che non va!-
Eppure Emmeline sapeva di doverlo fare. Prese un bel respiro.
-Per quanto mi riguarda potresti essere il Papa in persona, ma sta di fatto che ora ti devi fare gli affari tuoi.-
-Ma...-
-Io mi sposo.-
Non lo disse a voce alta. Ma comunque, calò il silenzio.
James bloccò in gola qualsiasi cosa stesse per dire.
Lily saettò gli occhi smeraldini su di lei, strabuzzandoli.
Improvvisamente, fu come se l'intera Sala Grande si fosse azzittita. Persino Sirius, che di solito quando mangiava non ammetteva di essere disturbato, pareva essersi fermato, gelato sul posto.
Naturalmente, in realtà nell'intera Sala risuonava ancora l'incessante chiacchericcio, ma era così che si sentiva Emmeline. Come se attorno a lei ci fosse un vuoto colmo solo di silenzio.
Ora tutte le sue amiche avevano preso a guardarla, con aria sconcertata.
Anche i Malandrini la osservavano.
Ma gli sguardi che le pesavano più di tutti, gli sguardi che più sentiva dentro di sè, come se la stessero graffiando, erano quelli di James e di Lily. Non osava guardarli negli occhi. Per la prima volta in vita sua, aveva una paura folle della reazione della sua migliore amica, tanto che il cuore le batteva, forte nel petto.
Non doveva farsi prendere dall'emozione. Lei aveva preso una decisione, e doveva stare ferma su quella.
Non poteva concedersi sentimentalismi, non più. Ne andava della loro sicurezza, del loro quieto vivere.
Fu Mary a interrompere il silenzio, portandosi alle labbra il bicchiere d'acqua, con un sorriso teso.
-Era una battuta?- disse, con fare ovvio. Em vide il corpo di Sirius rilassarsi, come se quella di Mary fosse stata un'ottima spiegazione alla sua uscita.
La tentazione di dare ragione a Mary era forte.
Remus, invece, di fronte a lei, la scrutava con gli occhi ambrati, profondi e seri.
Lui sapeva molto di più di tutti gli altri, per questo lei non lo guardò.
Vide anche Lily fare un sorrisetto, come se si aspettasse la sua conferma. Ma non spostò gli occhi da lei, chiaro sintomo che sapeva che non avrebbe mai fatto una battuta simile.
Alzò gli occhi per un secondo sulle nocciole di James, trovandole più scure del solito, totalmente concentrate sul suo viso, cercando un qualche segno di divertimento che non c'era.
Sospirò.
-No. No, non era una battuta.-
A quel punto Lily, senza sapere nemmeno lei bene da dove le uscì, fece una sorta di risatina che suonava isterica.
-Cosa sarebbe questa storia, Emmeline?-
Gli occhi azzurri della biondina erano troppo cupi, per non presagire qualcosa di grave.
-Ti sposi?- continuò, rigida. Aveva la mente vuota, non riusciva a pensare lucidamente. C'era solo un ronzio nella sua testa, che risuonava come un avvertimento.
Emmeline annuì, chinando lo sguardo sul piatto, totalmente intatto.
-E da quando?- Lily suonò sarcastica. Credeva ancora che da un momento all'altro l'amica avesse rivelato a tutti la burla.
La biondina si morse il labbro. Adesso veniva il momento più difficile.
-Da quando ho parlato con mio padre.- la voce le tremava.
La rossina ebbe un lieve fremito.
-Hai parlato con tuo padre?-
Tutti gli sguardi erano concentrati su loro due. A parte quelli di James, che non avevano abbandonato il viso di Emmeline, come voler indagare su quella storia solo basandosi sulle sue espressioni.
Em annuì, questa volta con più decisione.
A quel gesto, gli occhi di Lily parvero feriti. Distolse lo sguardo, in fretta.
-Perchè non me l'hai detto?-
Per la prima volta da quando era iniziata quella conversazione, Emmeline la guardò.
Vedere che era rimasta ferita la ferì a sua volta.
-Perchè mi avresti impedito di andare.- mormorò, scontata.
-Forse l'avrei fatto per un buon motivo.- disse, riprendendo a guardarla. Aveva uno sguardo deluso, per quanto cercasse di nasconderlo.
-Io dovevo parlargli, Lily.-
-Per dirgli cosa?Che andava tutto bene, che non c'erano problemi se ti ha reso la vita un inferno?-
-Io e lui non siamo così diversi, Lily. Lui ha sofferto tanto quanto me.-
-Che cosa?- Lily irruppe in una risata, tesa e glaciale. -Non starai dicendo sul serio, spero. Quello che ti ha fatto è orribile, Em. Non credo ci siano paragoni.-
-Il punto non è quello. Il punto è che fra un mese compio diciasette anni, e secondo la tradizione devo sposarmi, e lo farò.-
-Tu non hai mai rispettato le tradizioni.- era stato James a parlare, la voce profonda.
Emmeline strinse le labbra, sentendo il cuore spezzarsi. Stava facendo del male a tutti quanti, lo sentiva. Ma doveva farlo. Doveva, o per loro non ci sarebbe stato scampo.
-Già. Forse è il caso che inizi adesso.-
-No!- Lily si era alzata, furente, fronteggiandola con sguardo arrabbiato. -Dov'è finita l'Emmeline che conosco?Questa non sei tu. Da quando accetti quello che ti dice quel mostro senza protestare?-
Gli occhi smeraldini lampeggiavano, in un bagliore d'ira. Eppure, un bravo lettore come James poteva chiaramente vedere che in quegli occhi c'era un miscuglio di paura e smarrimento, di voglia di abbracciare la sua migliore amica e di voglia di piangere.
Emmeline sospirò.
Si odiò per quello che stava per dire. Si odiò perchè avrebbe fatto del male a Lily. Tentò di mantenere la voce ferma, trattenendo le lacrime.
-In quanto Purosangue, ho dei doveri da rispettare.-
Fu un attimo. La mano di Lily partì, quasi come se fosse stata guidata da una forza invisibile. Non si rese conto nemmeno lei di quello che stava facendo, fino a quando il rumore dello schiaffo le rimbombò nelle orecchie.
Non fu uno schiaffo forte, ma fece sobbalzare entrambe.
Lily guardò Emmeline, con la guancia arrossata, e poi la sua mano, sgranando gli occhi.
Tremava.
Attorno a loro era calato il silenzio. Ora sembrava davvero che tutta la Sala Grande si fosse fermata.
-Non...non posso credere che tu abbia detto una cosa del genere.- sussurrò, lo sguardo ancora puntato sulla mano tremolante.
Sentiva il cuore batterle, veloce. Non sapeva nemmeno da dove le era arrivata una tale reazione. Forse perchè quella frase le aveva ricordato terribilmente quando Piton l'aveva chiamata Mezzosangue. Anche se non capiva il nesso tra le due situazioni, ma era stato un po' come sentirsi dare dell'inferiore, da entrambi.
O forse era solo perchè sapeva che Emmeline non poteva pensarla così. Che Emmeline non ragionava così. Cosa le aveva detto il padre per far avvenire quel cambio radicale?
Em si massaggiò la guancia, ancora stupita.
Quello schiaffo se l'era meritato, in fondo. Fece un sospiro. Sapeva di non poter mentire a Lily.
-Non capisci, Lily?- la voce era quasi incrinata, tanto che la rossina spostò il suo sguardo su di lei, ancora sconvolta. -Se non faccio come dice lui, a rimetterci sarete tutti voi.-
La rossa si riscosse.
-Em, sappiamo difenderci.- risultò fredda, senza volerlo.
La Vance scosse la testa, frustrata.
-Contro di lui non potete niente, Lily. Capisci?Lui sapeva che ero dai Mckinnon, quest'estate. Mi ha seguita anche quando sono andata da Alice. Conosceva ogni mia mossa, all'insaputa di tutti. Cosa sarebbe successo se avesse attaccato la mamma di Marlene?-
Marlene sobbalzò, impercettibilmente, mentre Lily si mordeva il labbro.
Ci fu un secondo di silenzio, nel quale una senzazione di inquietudine si impossessava di tutti loro.
Se il padre di Emmeline era stato in grado di rintracciarli senza problemi, c'era un posto dove potessero essere veramente al sicuro?
-Em, forse dovresti preoccuparti un po' più di te stessa e un po' meno degli altri, non credi?anche tu hai diritto a un po' di felicità, come chiunque altro.- la voce di James non era mai stata più seria in vita sua.
Lei lo guardò duramente.
-Sbaglio, o questo discorso non dovrebbe valere solo per me?-
James la guardò, serio, il volto contratto.
-Cosa mi stai rinfacciando, Emmeline?-
Emmeline si prese il viso tra le mani, stanca. -Nulla. Dico solo che tu al mio posto avresti fatto lo stesso, hai fatto lo stesso.-
James aggrottò la fronte.
-Non è lo stesso.-
-E invece si.-
Si guardarono per un attimo. Lily scrutò prima l'uno, e poi l'altra.
-Si può sapere di cosa diavolo state parlando?-
James guardò Emmeline, improvvisamente torvo.
-Niente. Vero Emmeline?-
Ci mancava solo che Lily sospettasse qualcosa. Emmeline fece un sorriso tirato.
-Il fatto è che io devo farlo. devo fare quello che dice,non mi interessa sposarmi, basta che che voi siate al sicuro. Non potrei sopportarlo, se vi succedesse qualcosa, e credetemi, mio padre è capace di tutto.-
-Ma ci deve essere un'altra maniera, non è possibile che tu faccia un matrimonio senza amore per sottostare alle regole di un fanatico.- disse Marlene, fissando Emmeline negli occhi.
La bionda scosse la testa, affranta.
-No, non c'è. Anzi, ad essere sincera, non mi stupirei affatto se fosse stato lui a mandare i Mangiamorte dai Potter.- guardò James, che aveva stretto le labbra e indurito la mascella, come per trattenere la rabbia.
Poi sospirò, e fece un sorrisino. -Avanti, in fondo non mi è neppure andata così male. Se va tutto bene io e Avery condivideremo solo i pasti. Sarò in una bella casa, sarò ricca, non dovrò lavorare. Molte donne vorrebbero essere al mio posto.-
-Smettila, Emmeline.- Lily aveva incrociato le braccia al petto. Aveva gli occhi quasi lucidi, in parte per la rabbia e in parte per la voglia di piangere. -Smettila di dire scemenze. Tu non ti sposerai.-
-Devo.-
-No!-
-E cosa succederebbe se i Mangiamorte riattaccassero i Potter, Lily?Sarebbe solo colpa mia.-
-I Potter sono gli Auror più bravi di tutta l'Inghilterra Magica.- borbottò, con rabbia.
-Già, e i Mangiamorte sono gli esseri più crudeli e meschini che la Terra abbia mai concepito. Non ci sono garanzie, contro di loro.-
A Lily passò un lampo di rabbia nello sguardo.
-Non puoi accettare un matrimonio combinato solo perchè potenzialmente ci vuoi proteggere, Em!Non ha senso, è una cosa stupida! Ci sappiamo difendere, si può fare un'altra scelta.-
-E se i Mangiamorte apparissero in casa tua, Lily?-
La rossina sussultò, ferita. Osservò il viso di Em, vedendoci passare solo sofferenza.
-Anche se ci fossi tu, cosa potresti fare, sola contro una banda di Mangiamorte?I tuoi cosa potrebbero fare?Sono Babbani, Lily. finirebbero in pochi istanti.-
Lily girò la testa di lato, per non guardare nessuno.
Quelle parole l'avevano riportata alla cruda realtà. Si sentiva il cuore martellarle nel petto. Sapeva che la biondina aveva ragione, lo sapeva.
Non riusciva a parlare, per un attimo avendo la visione dei suoi genitori agonizzanti, stesi sul pavimento di casa sua. Rabbrividì.
Non seppe perchè, ma in quel momento le venne in mente un fascio di luce verde, e la culla di un bambino.
Sentì un'irrefrenabile voglia di scappare.
Era un comportamento da stupida. Emmeline la scrutava, seria e triste.
-Io...devo andare.- mormorò, per poi girarsi, cercando di allontanarsi il più in fretta possibile da quella Sala.
Era una reazione infantile.
Ma non avrebbe sopportato di stare lì dentro un minuto di più.
Non poteva credere che Emmeline accettasse davvero di sposarsi. La sua testa cercava frenetica una soluzione, che non trovava.
Appena la sua testolina rossa sparì dal portone, James si alzò.
-Vado da lei.-
Emmeline annuì, senza smettere di guardare il punto dove era scomparsa Lily.
-Chiedile...chiedile scusa da parte mia.-
James si portò una mano tra i capelli, sospirando.
-Emmeline. Credi che distruggere te stessa faccia stare meglio gli altri?Ti sbagli. I Mangiamorte ci saranno comunque, le persone innocenti uccise ci saranno comunque. Non puoi tenere tutti sotto la tua ala protettiva, lo sai?E io credo che qui- gettò un'occhiata che comprendeva tutti, Sirius, Marlene, Mary, Alice, Peter, Remus. -se qualcuno dovesse morire per combattere, se qualcuno dovesse sacrificarsi per te, nessuno esiterebbe a farlo, e lo farebbe volentieri.-
-Ma io non lo sopporterei, James. Il punto è tutto qui. Non sopporterei di vedervi morire, quando avrei potuto benissimo limitare i danni.-
Il moro fece per parlare, ma lei lo bloccò, scuotendo la testa, non accettando repliche.
-Vai da lei, James.- si toccò la guancia. -Questo schiaffo ha fatto più male a lei che a me, lo sai.-
James esitò un attimo, per poi annuire.
Doveva trovare la sua rossa.
Uscì dalla Sala Grande, prima camminando, quasi lentamente, poi arrivando quasi a correre.

La trovò su una poltrona rossa della Sala Comune, che osservava il fuoco scoppiettare, con aria assente.
-Lily.-
Chiamò, senza ricevere risposta. La rossina non si mosse nemmeno, come se fosse stata da tutt'altra parte.
James ritentò, avvicinandosi di più.
-Lily...-
-Ha ragione.- la voce le era uscita flebile, incrinata.
James si irrigidì, capendo al volo di cosa stesse parlando. La rossina continuò, senza badare a lui, come parlando a sè stessa.
-Emmeline ha ragione. I miei...i miei sono in pericolo. Ci sono sempre più notizie di famiglie Babbane sterminate, loro...se ricevessero un attacco, non sopravviverebbero.-
Si prese il viso tra le mani, emettendo un sospiro tremulo. -Come faccio ad essere certa che loro sono al sicuro, finchè me ne sto qui?-
James creddette che il cuore potesse scoppiargli. Gli faceva troppo male vederla star male.
-Ehi.- le sollevò il mento, delicatamente, guardandola negli occhi, che luccicavano di lacrime. Lei scosse la testa.
-Odio questa guerra.-
Lui l'abbracciò, stretta, stringendo le labbra.
Poi le posò un bacio sulla testa. -Lo so. La odio anch'io.- la voce gli tremava. In quel momento pensava a Harry, a come aveva vissuto per colpa di quella stessa guerra.
La sentì tirare su col naso. Le accarezzò i capelli, tentando di rassicurarla.
-Lily.- sospirò. -Non posso prometterti che andrà tutto bene, perchè non so come andrà. Ma faremo il possibile, farò il possibile, perchè vada tutto bene, questo posso giurartelo.-
Lei si spostò un po', facendo in modo che anche lui potesse sedersi.
Quando si fu accomodato, la riprese tra le braccia, facendola sentire un po' più rassicurata.
Erano rare le smancierie tra di loro, ma Lily in quel momento sentiva di avere bisogno di stare così, rannicchiata contro il suo petto, e la mano di lui tra i capelli, che scorreva lenta, in una carezza senza fine. Solo quelle mani potevano fermare il tremore, potevano far cessare il freddo che sentiva dentro.
-Credi davvero che sia stato il padre di Emmeline a mandare i Mangiamorte a casa tua?-
James aggrottò la fronte.
-Non lo so. Sono anni ormai che i Mangiamorte tentano di attaccare i miei, ma è la prima volta che ricevono una attacco così diretto. Non era mai successo che attaccassero in casa nostra. Però non vedo cosa ci avrebbe guadagnato, il padre di Emmeline, a spedirceli in casa. Non mi sembra un uomo che agisce per l'interesse degli altri.-
Lily stette in silenzio, un attimo, rimuginando.
-Non posso credere di averla picchiata.- soffiò, all'improvviso.
Il moro fece un sorriso.
-L'amicizia è anche questo.-
Lei si sollevò, per guardarlo negli occhi.
-Cosa?Prendere a schiaffi la tua migliore amica appena dice qualcosa che non ti piace?- distolse lo sguardo. -Dopo che ha subito tanta violenza, io non ho esitato a schiaffeggiarla. Sono in fondo così diversa da quel mostro di suo padre?-
Lui la guardò, con aria severa.
-Lily. Non dirlo neanche per scherzo.-
Lily non lo guardava. Aveva ripreso a fissare il fuoco danzante nel camino.
-Anche mia sorella mi dice sempre che sono un mostro. Inizio a credere che abbia ragione.-
James le prese il volto tra le mani, costringendola a guardarlo.
-Lily Evans.- era serio. -Quando ti guardi allo specchio, cosa vedi?Un mostro?Io, personalmente, vedo una bellissima ragazza. Vedo determinazione, vedo coraggio. Vedo intelligenza. Vedo un miliardo di altre caratteristiche che ti hanno fatta diventare, che ti rendono la ragazza di cui mi sono follemente innamorato. Se ti sono andato dietro per sei anni, non è di certo perchè ho visto un mostro, in te. E se pensi che io sia di parte, allora se vuoi adesso andiamo da ogni persona del castello a chiedere se vedono un mostro, in te. Non fare mai più un paragone del genere, il padre di Emmeline non può nemmeno rientrare nella categoria dei mostri, sarebbe un insulto ai mostri stessi. Se ti sento dire di nuovo una cosa del genere, mi riterrò personalmente offeso, Lily. Anzi, sarebbe un'offesa anche a tutte le persone che ti vogliono bene, compresa Emmeline.-
Lei lo guardò, sentendosi sciogliere. Seriamente, come aveva fatto senza di lui, tutti quegli anni? Quasi non si ricordava nemmeno come ci sentisse, a stare senza di lui.
Si sentì arrossire, e abbassò gli occhi, imbarazzata.
James aveva ragione, certo che aveva ragione.
Si sentiva una tale cretina.
Nonostante quelle parole per un attimo l'avessero fatta sentire felice come mai prima, il problema persisteva.
-Dobbiamo fare qualcosa per Emmeline.- mormorò.
Sentì le mani di lui sciogliere la presa dal suo volto, mentre annuiva, deciso.
-Il problema è, cosa?-
-Non so. Ma dobbiamo trovare qualcosa. Non possiamo permettere che si sposi con quel...quel...- Lily fece una smorfia, non trovando la parola adatta per definirlo.
Il moro sorrise, intenerito.
Le baciò la fronte.
-Troveremo qualcosa, te lo prometto.-
-Forse dovrei andare da lei. L'ho mollata così, in Sala Grande...-
Lui scosse la testa.
-Lasciala un po' da sola. Sai anche tu che è la cosa che vuole. Deve riflettere, da sola.-
La rossina sospirò.
-Mi sento così impotente. E non mi sono nemmeno accorta che era andata a parlare con suo padre. Chissà quanto tempo fa è stato!Alla faccia della migliore amica. Perchè è sempre lei, quella che deve soffrire?Perchè le cose brutte capitano sempre a lei, mentre a me viene solo il meglio di tutto?Non è giusto. Io ho te, bei voti, una famiglia che mi vuole bene- fece una smorfia a metà tra l'ironico e il sarcastico -escludendo Petunia, ovvio. Lei, Emmeline, lei è buona, è dolce, altruista..lei si meriterebbe tutto questo, non io.- la voce di Lily era impregnata d'angoscia.
Non riuscicva a perdonarsi una cosa del genere.
James la guardò, scettico.
-Stasera hai un'autostima da far paura, davvero.-
Lily sbuffò.
-Hai capito cosa intendo.-
Lui scosse la testa. Avrebbe voluto dirle che la giustizia esiste per tutti. Sarà stato anche vero tutto quello che aveva detto, ma Lily non sapeva il piccolo particolare da tenere in considerazione: lei sarebbe morta per salvare suo figlio. E presto, anche.
A quel pensiero, James sentì uno spasmo di dolore in mezzo al petto.
Com'era possibile che il mondo continuasse a esistere senza Lily Evans?
Non poteva accettarlo. Per l'ennesima volta, si ritrovò a chiedersi se stesse facendo la cosa giusta. Cosa sarebbe successo se avesse continuato per la strada che aveva cercato di tracciare, quella senza di lei?
Ma sapeva bene di non avere la forza necessaria a continuarla, quella strada. Averla lì, tra le braccia, così calda, così lei, gli faceva ricordare inevitabilmente e egoisticamente di non poter stare, senza di lei.
Doveva godersi il suo presente, e il suo presente era Lily.
Si accorse di non avere ancora risposto.
Alzò gli occhi al cielo.
-La sua famiglia siete voi, Lily. E...bè, certo, non tutti possono vantare di avere un ragazzo bello, simpatico, sexy, intelligente e affascinante come me.- ghignò, smorzando un po' l'aria.
Lei alzò un sopracciglio, sentendosi finalmente un attimino più tranquilla.
-Hai dimenticato di aggiungere l'aggettivo idiota.-
-No, l'ho omesso solo per farti un piacere: so che non ti senti realizzata, senza la tua dose di insulti quotidiani.-
-Mi stai dando dell'acida?-
-No, ti sto dando semplicemente della Lily Evans.-
Lei fece un sorriso, ma era un sorriso che non le illuminò gli occhi.
Le accarezzò il viso, sentendo il cuore martellargli nel petto.
-Ehi. Andrà tutto bene, d'accordo?Troveremo una soluzione per Emmeline, dovessimo entrare nella chiesa e rapirla prima che si sposi, chiaro?- le sorrise. -Che ne dici ora se andiamo in camera?Fra un po' arriveranno tutti, e non credo tu voglia essere sorpresa in atteggiamenti zuccherosi con il sottoscritto, o sbaglio?- poi ghignò. -Poi non sarebbe certo la prima volta che dormiamo insieme.- le scompigliò i capelli, fingendo un'allegria che non aveva totalmente.
Lily aggrottò la fronte.
-In camera tua?E i Malandrini?-
James fece un ghigno.
-Oh, non necessariamente nel mio dormitorio. Sbaglio, o i Caposcuola hanno un dormitorio fatto apposta per loro?-
Lily ci pensò su. Aveva come l'impressione che quella notte l'incubo sarebbe tornato. Aveva ricevuto troppe brutte notizie, troppe preoccupazioni l'assillavano, per poter pensare di dormire tranquilla.
-Non so. Forse dovrei andare da Emmeline.-
Il Malandrino scosse la testa.
-Lasciale tempo, Lily. Ne parlerete, ma adesso avete bisogno entrambe di sbollire.-
Lei annuì, lentamente.
-Hai ragione.-
-Certo, come sempre.-
-Possibile che per te ogni occasione è buona per montarti la testa?-
James rise, prendendola per mano.
-Andiamo.-
Lei si lasciò trascinare, con un sorriso esasperato.
La camera riservata ai Caposcuola era oggettivamente enorme.
Il letto a baldacchino che campeggiava nel bel mezzo della stanza, poi, era probabilmente il sogno di ogni singolo essere vivente che amasse dormire.
Lily appena la vide spalancò gli occhi. Non ci aveva mai messo piede prima, visto che sin dall'inizio dell'anno aveva dato subito per scontato che avrebbe continuato a dormire con le amiche, ma quasi quasi ora se ne pentiva.
-è bellissima.- mormorò, lasciando vagare lo sguardo per la stanza.
James invece, di fianco a lei, non sembrava poi così stupito. Lily lo osservò.
-Ci sei già entrato?-
A quella domanda, il Malandrino parve sobbalzare. La guardò, e per un attimo a Lily parve di vedere una luce impaurita in quelle nocciole. Non ne capì il motivo.
-Uhm...no. No, certo che no.-
La rossina aggrottò la fronte, chiedendosi perchè mai James avrebbe dovuto mentirle su una cosa del genere.
Ma magari era stata solo un'impressione.
Decise di non indagare.
Guardando un'altra volta il letto immenso, si sentì arrossire.
-Io dovrei andare a prendere il pigiama.- mormorò, cercando intanto di pensare se per caso si fosse portata un completo da notte un po' più decente di quello con cui l'aveva vista l'ultima volta.
Lui le fece un sorriso che le fermò il respiro.
-Ti aspetto.-
Lily annuì.
Tornò dopo un po', con il suo pigiama con i pinguini, avendo deciso, dopo una riflessione durata la bellezza di dieci minuti, che era inutile scervellarsi per trovare un pigiama più carino: tanto, ormai, il peggio era fatto, James l'aveva già vista conciata in quel modo, e non l'aveva ancora presa in giro fino alla morte, quindi, tanto valeva.
E poi non era certo un pigiama, che decretava la sua bellezza.
Anche se alla prima gita a Hogsmeade avrebbe fatto una capatina al negozio di intimo. Giusto per sicurezza, si intende.
Tornò e lo trovò seduto a gambe incrociate sul letto, coperto solo dai boxer e una canottiera.
Sollevò un sopracciglio, cercando di non soffermarsi troppo a guardare le sue braccia muscolose.
-Potter, hai intenzione di dormire così?- fece di tutto per non arrossire.
Lo vide ghignare sotto i baffi, e poi fare spalluccie.
-Ho caldo.- poi mise su un'aria totalmente innocente. -Perchè, ti dà problemi, Evans?-
Lei gli gettò un'occhiata truce. Si impose di non soffermarsi troppo a fissargli le spalle nude, o i pettorali che si intravedevano dalla maglietta.
-Naturalmente no, Potter. Non sono mica una di quelle ochette che ti svengono dietro.-
Il fatto che avesse una gran voglia di saltargli addosso era un dettaglio assolutamente trascurabile.
Poi si sentì in colpa. Come poteva pensare una cosa simile, in un momento come quello, dove la sua migliore amica aveva preso la decisione più terribile che potesse prendere?
James rise, e le fece segno di mettersi accanto a lui.
Lei non se lo fece ripetere due volte, pensando che doveva cercare di non preoccuparsi troppo. Si mise subito sotto le coperte. Al contrario di James, lei era decisamente freddolosa.
-Pensi che dovrei avvertire le altre che sono qui?-
James sollevò le spalle, decidendosi anche lui a mettersi sotto le coperte, dopo aver spento la luce con un colpo di bacchetta.
-Non credo serva, immagineranno che sei con me.-
La rossa inarcò un sopracciglio.
-Esattamente per questo, le volevo avvertire. Sai, nel caso sia necessario un salvataggio in extremis...-
Intanto, James le aveva passato un braccio intorno alla vita, facendole sentire improvvisamente più caldo del normale.
-Ma non eri tu quella che diceva sempre che ero io a dover avere paura di te?-
-Infatti non ho specificato i soggetti.-
Lui la guardò, con un ghigno che era tutto un programma.
-Evans tranquilla, se hai intenzione di violentarmi basta dirlo.-
-Potter che ne dici di dormire?Così eviti queste uscite.-
-No, mi diverto troppo a vedere le faccie che fai.-
-Io non sto facendo nessuna faccia!-
Si contraddisse da sola, facendo una smorfia.
Potter rise, accarezzandole una guancia.
Merlino, quanto la amava.
Lily sembrò intristirsi, di nuovo. Odiava cambiare umore così in fretta, ma non poteva fare a meno di sentire ancora dentro di se le parole di Emmeline.
L'unico conforto per lei era lui.
-James?-
-Mh?-
-Credi che finirà, prima o poi?Dico, tutta questa violenza, i pregiudizi nei confronti di noi Mezzosangue.-
Lui sospirò, avvicinandosi ancora di più al suo viso. La guardò negli occhi, per un lungo istante.
Sapeva che stava pensando a Piton, a tutti i cambiamenti che c'erano stati, a Emmeline e al suo matrimonio.
-Io credo che...- strinse le labbra. -credo che gli stronzi che si credono superiori solo perchè sono nati in una famiglia per così dire Purosangue non smetteranno mai di esistere. Ma sono anche convinto che siano le persone come Emmeline, o come Sirius, che faranno la differenza. Che cambieranno qualcosa, anche se di poco, perchè pur essendo Purosangue non sono rimasti succubi delle ideologie, e hanno fatto di testa loro.-
Lily aveva uno sguardo strano, quasi lucido, anche se lui non lo poteva vedere, dato il buio.
-E tu?Anche tu sei Purosangue, non pensi di poter fare la differenza?-
James stette in silenzio, un attimo.
Poi sorrise, amaramente. Lui avrebbe fatto la differenza, ma sarebbe stato diverso. Sarebbe morto per salvare sua moglie e suo figlio.
-Forse.- sussurrò, cauto.
Lei cercò la sua mano, sotto le coperte. Quando la trovò, la strinse, forte.
-Io sono sicura di si.- mormorò, piano. Stranamente non si sentì imbarazzata, nel dire una cosa del genere.
Era impossibile che uno come James non facesse la differenza. Lui era il sole, il suo sole.
Lui sorrise. Fece sgusciare le loro mani intrecciate dalle coperte, mettendole bene in vista tra loro.
-Questo- sussurrò, intrecciando ancora di più le loro dita -farà la differenza.-
Lily sorrise, sentendosi avvampare.
Però James aveva ragione. L'amore avrebbe sempre fatto la differenza.
Per coprire l'imbarazzo, anche se era buio, si accoccolò ancora di più sul suo petto, senza dire una parola di più.
Per un po' ascoltò solo il battito del cuore di James.
-James?- sussurrò, poi.
-Mh?-
La rossina sollevò lo sguardo.
Sorrise, intenerita.
Il Malandrino aveva gli occhi chiusi. Si vedeva che era sul punto di addormentarsi.
Gli posò un piccolo bacio sulle labbra.
-Ti amo.- disse, in un soffio, prima di chiudere anche lei gli occhi, e lasciarsi andare alle braccia di Morfeo.



 









Ok, lo so, lo so, vi prego NON uccidetemi. C'è un motivo per cui, ahimè, ho postato con PIù di un mese di ritardo. Questo dannato motivo si chiama scuola. Perchè ho fatto un mese terribile, ve lo giuro O.o ho avuto le simulazioni d'esame, avevo minimo 3 interrogazione più un compito al giorno. Naturalmente, fino alla fine di ottobre non fanno niente, perchè dicono massì, tanto c'è tempo -.- e a novembtre si accorgono che FOOORSE è il caso di avere voti -.- aaargh, quanto li odio. Lasciamo perdere, che è meglio ^^ vi chiedo davvero, davvero, davvero scusa, mi prosto ai vostri piedi, nella speranza che ci sia ancora qualche santo che legge questa storia.
E mi dispiace doppiamente, perchè questo capitolo fa davvero schifo. Sembra scritto da una bimbetta delle elementari, probabilmente è pure sgrammaticato, oltre che i pezzi non sono praticamente legati tra di loro, è sdolcinato da far paura e alcune cose non hanno senso nemmeno per me. Chiedo davvero scusa: la scuola si è portata via una buona fetta di ispirazione, e un'altra buona fetta di quella che tecnicamente doveva essere una scrittura decente fino a qualche mese fa.
Vi prego, se qualcosa non è chiaro fatemelo sapere, non mi offendo, anzi: so bene che molte parti fanno pena. L'unico pezzo di cui sono soddisfatta è, forse, l'inizio.
Non credo ci sia altro da dire XD a parte che si, se tutto va bene, dal prossimo capitolo ricominceranno i guai XD e belli grossi, anche XD
Ringrazio infinitamente le 18 santissime persone che mi hanno recensito, quelle che mi recensiscono ogni capitolo con pazienza che non merito, purtroppo non posso ringraziarvi una a una perchè devo fare in fretta: se i miei scoprono che sono sveglia, altro che un mese di silenzio XD mi bruciano direttamente il pc XD ma volevo postare x forza oggi, era una questione di principio XD
Ora vado, che il commento sta venendo più lungo del capitolo XD un bacio grande, e grazie ancora tantissimo alle recensitrici, a chi mi ha messo tra i preferiti e chi tra le seguite XD un bacio!
 











        

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Capitolo 25
*** Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto (I parte) ***


cap 25 La Torre di Astronomia a quell'ora del mattino aveva un che di speciale.
L'alba aveva sempre avuto un suo fascino, per Emmeline. Era il simbolo di un nuovo giorno che sorgeva, e con lei, portava sempre la speranza che quello fosse un giorno migliore rispetto al precedente.
Quando era a casa, ad ogni alba Emmeline ringraziava di essere ancora viva, temendo che prima o poi le botte del padre sarebbero arrivate a un punto di non ritorno.
Fece un lungo sospiro.
Quell'anno sarebbe stato l'ultimo.
L'ultimo che avrebbe passato addormentandosi di tanto in tanto nella sua amata Torre di Astronomia, l'ultimo in cui avrebbe potuto vedere quello scorcio di cielo tinto di colori rosati.
Venire lì l'aveva sempre rilassata, era un ottimo posto dove poter riflettere, chiarirsi le idee.
Ma in quel momento non c'era nulla su cui riflettere. Il suo destino era chiaro, non poteva permettersi errori.
La discussione con Lily le risuonava ancora in testa, eppure sapeva che quello che stava facendo era l'unica via possibile.
Lily lo avrebbe dovuto accettare.
Non era tornata in dormitorio, quella notte.
Si era subito rifugiata lì, in quello che ormai era diventato il suo posto.
Aveva bisogno di solitudine.
Se avesse avuto ancora lacrime per farlo, avrebbe pianto.
Aveva passato tutti i giorni dopo la visita di suo padre, a piangere, in silenzio e di nascosto, ma ora era giunto il momento di reagire.
Non poteva continuare a piangersi addosso, aveva preso la sua decisione, e avrebbe dovuto perseguirla, volente o nolente.
Senza preavviso, sentì dei passi, dietro di lei, leggeri, come se non volessero disturbare. Si voltò, per vedere chi la interrompeva nel suo momento di quiete preferito, e aggrottò la fronte, riconoscendo subito il viso pallido di Remus Lupin.
-Che ci fai qui?- chiese, stupita.
Il biondino sorrise, con aria stanca. Si avvicinava la Luna Piena, e lui ogni giorno si sentiva sempre più spossato.
-So che vieni sempre qui, per riflettere. Volevo parlarti.-
Emmeline girò nuovamente la testa verso il cielo, stringendo le labbra. Non chiese perchè lui avesse deciso proprio quell'ora per fare conversazione, visto che era Sabato mattina, e avrebbe potuto starsene tranquillamente a letto.
Si abbracciò le gambe, stringendole al petto, mentre sentiva Remus sedersi accanto a lei.
-Se sei venuto qui per convincermi a non sposarmi, hai perso ore di sonno per nulla.-
Remus sorrise, senza guardarla.
-Non sono venuto per questo. E poi io mi sveglio sempre presto, non è un problema.-
Subito i suoi occhi azzurri saettarono su di lui.
-E per cosa sei venuto, allora?-
Lui scrollò le spalle, con lentezza.
-Non c'è un motivo preciso. Avevo solo voglia di parlare. E volevo chiederti se tu ne volevi parlare.-
Emmeline guardò con stupore le guance di Remus tingersi di un lieve rossore dovuto all'imbarazzo. Non aveva mai visto un ragazzo arrossire con tanta semplicità.
Remus Lupin era probabilmente l'unico ragazzo sulla faccia della terra che non si preoccupasse di apparire virile agli occhi di una ragazza.
Quella consapevolezza per un attimo la fece sentire strana.
Poi prese un lungo respiro, guardandosi le punte dei piedi.
-Il 30 Novembre verrà annunciato il mio fidanzamento ufficiale con Robert Avery.-
La sua voce era atona, come se stesse elencando le previsioni del tempo per il giorno dopo.
-E il 29 è il tuo compleanno. Wow. Il signor Vance non perde tempo, eh?-
Al pronunciare quel nome, Remus mantenne una distaccata freddezza. Remus era molto più pacato di James e Sirius, non eccedeva mai nei commenti, nonostante il suo ribrezzo per Edward Vance fosse palese.
Lei fece un sorriso triste, e a lui venne voglia di abbracciarla.
Per poi rinunciare subito dopo, sentendosi un vigliacco.
-Sai...ho...- Emmeline aveva la voce bassa. -ho parlato molto con mio padre, quel giorno. Ho scoperto un mucchio di cose che...non avrei mai pensato. Forse è anche per questo, che ho deciso di sposarmi. Ho...ho deciso che non voglio deluderlo.-
Ci fu un lungo silenzio.
-Credi che sia una cosa stupida?-
Remus strinse le labbra, per poi sospirare. Quel ragazzo sembrava sempre avere qualcosa che pesava come un macigno sulle sue spalle.
-Spesso la paura di deludere le persone ci porta a fare cose stupide.-
Fece un lieve sorriso, pensando ai Malandrini.
Si ricordava bene quanta paura aveva avuto, quando loro avevano scoperto il suo segreto. Aveva avuto talmente tanta paura di deluderli, che alla fine James si era arrabbiato parecchio, accusandolo di non essersi fidato di loro, di averli delusi si, ma non tanto per il suo piccolo problema peloso, quanto più per averli considerati capaci di allontanarsi da lui per una sciocchezza simile.
Quanto tempo aveva passato, tenendosi dentro quel segreto opprimente?
Quante scuse aveva inventato, per la sua salute cagionevole e per le sue periodiche sparizioni mensili?
Quante notti aveva avuto paura che loro lo scoprissero, abbandonandolo nuovamente al suo destino, etichettandolo come mostro..Quanto era stato stupido.
Ricordarlo a distanza di anni gli faceva quasi venire da ridere.
Ora gli sembrava così da idioti, pensare che i Malandrini si potessero sciogliere per una cosa simile.
Anche se qualcosa gli sfuggiva. Aveva come l'impressione che qualcosa nei Malandrini si stesse incrinando. Non in maniera visibile, era più una senzazione, eppure...
Ora era James, a nascondere qualcosa, ne era sicuro. Lo vedeva che era turbato.
Certo, da quando stava con Lily era sicuramente migliorato, ma quella leggera aria straziata non lo abbandonava mai.
Non poteva sopportare che colui che l'aveva fatto uscire dal baratro, che era giunto quasi a fargli considerare la licantropia come qualcosa di normale e divertente, l'ennesimo motivo per fare bisboccia con gli amici, ora soffrisse in silenzio.
Il sospiro di Emmeline gli fece ricordare dov'era, discostandolo dai suoi pensieri frenetici.
-Io non voglio che lui vi faccia del male. Credi che sia chiedere troppo?-
Si trovava bene con Remus. Si stava bene anche in silenzio, con lui.
Non era James, o quel fuori di testa di Sirius, ma era Remus, solo Remus.
E questo le piaceva.
-Io credo sia chiedere troppo a te di sposarti per una cosa simile.-
-Spesso mi chiedo perchè dovevo nascere proprio dai Vance. Non potevo essere Mezzosangue anch'io?Cosa c'è di tanto bello nei Purosangue?A me sembrano solo un branco di idioti frustrati dalla vita, che siccome sono insoddisfatti e si annoiano se la prendono con gli altri.-
Ormai faceva discorsi sconnessi tra loro, sintomo che era vicina alle lacrime. Strano, pensava davvero di non averne più da versare.
Il Malandrino sorrise.
-Tu non sei frustrata, nè te la prendi con gli altri.-
-Io evidentemente sono l'eccezione che conferma la regola.-
-Anche James e Sirius?-
La biondina scrollò le spalle.
-Probabile.-
Remus fece una breve risata. Poi non parlò più, limitandosi a osservare il sole, ormai sempre più alto nel cielo.
Entrambi stettero in silenzio.
Era questo che le piaceva, di Remus, pensò Emmeline, colta dall'illuminazione. Lui non tentava di dissuaderla dalla sua decisione. Si limitava a starle vicino, come meglio poteva. E forse questo faceva vacillare più la sua decisine di mille altri tentativi.

Lily quel sabato mattina si svegliò tardi.
Inizialmente si guardò attorno, confusa, non avendo idea di dove si trovasse.
In un momento le tornarono in mente tutti gli avvenimenti della sera prima.
Emmeline, il matrimonio, James che la consolava..
Poi arrossì, di botto, accorgendosi di essere stretta al petto nudo di James.
Sollevò lo sguardo, temendo quasi che lui si fosse accorto del suo imbarazzo, per poi notare con un sorriso che stava ancora dormendo, tranquillo.
Aveva i capelli neri ancora più spettinati del solito.
La mano che le stringeva la vita era caldissima, la sentiva chiaramente nonostante la stoffa del pigiama.
Lily pensò che era bello, ma veramente bello.
Con una mano tracciò il contorno del suo viso, partendo dalla tempia.
Gli accarezzò la guancia, rapita.
Stentava ancora a credere che quel ragazzo fosse tutto suo. A volte si stupiva ancora, quando il suo cuore prendeva a battere più veloce in sua presenza.
Gli sfiorò il mento, e diventò improvvisamente consapevole che lui era praticamente quasi nudo, accanto a lei.
Si sentì strana. Improvvisamente non aveva più voglia di limitarsi a sfiorarlo con delicatezza per non svegliarlo.
Si avvicinò alle sue labbra per poi baciarlo, inizialmente delicatamente.
Solitamente non era così zuccherosa, ma non stette troppo a pensarci. Sentiva che James si stava svegliando.
Non trascorse molto tempo perchè Potter ricambiasse il bacio, a occhi chiusi, convinto di stare ancora dormendo e che quello fosse un bellissimo sogno.
Solo che i sogni di James Potter non erano mai stati proprio casti, e il bacio che lei gli stava dando era troppo profondo per non mandarlo su di giri.
Lily sentì la sua mano calda intrufolarsi sotto la maglietta del pigiama e accarezzarle la schiena, stringendola contemporaneamente ancora di più a sè.
Un lungo brivido le attraversò la spina dorsale, e si stupì di sentire quanto lo volesse. Non aveva mai provato un desiderio così profondo per qualcuno, tanto che la spinse a stringersi ancora di più a quel petto caldo, stupendo persino sè stessa.
Non era abituata a certi gesti, non era abituata nemmeno a quella senzazione di frenesia e di piacere che le percorreva il corpo.
In un attimo, lui fu su di lei.
Solo a quel punto James si decise ad aprire gli occhi.
Si guardarono per un attimo, e scontrandosi con i suoi occhi nocciola, Lily sentì tutto l'imbarazzo riversarsi sulle sue guance.
James le rivolse il suo miglior sorriso.
-Evans.- disse, con una tranquillità invidiabile. Come se fosse stato perfettamente normale trovarsi in quella posizione con Lily alle undici di sabato mattina, le braccia appoggiate sul cuscino per fare leva sul suo corpo scolpito dai tanti allenamenti di Quidditch, i bacini che cozzavano tra loro, e le sue labbra piegate in un sorriso piuttosto malizioso.
Lily aveva sempre pensato che l'ironia fosse un'ottima scappatoia per l'imbarazzo. Cercando di riprendere il controllo di sè stessa, e tentando di ignorare il suo cuore che sembrava urlare, fece un sorrisetto, sperando di non lasciar trapelare le sue emozioni.
-Potter. Scommetto che stavi sognando di baciare appassionatamente Sirius.-
La voce le era uscita un po' roca, ma per il resto se l'era cavata piuttosto bene.
Lui la squadrò da capo a piedi, con una lentezza che la fece arrossire.
-Non proprio Sirius...-
Soffermò lo sguardo sulla lieve scollatura della maglia, che nel trambusto di poco prima si era spostata lievemente e lasciava intravedere un piccolo pezzettino di reggiseno azzurro.
Poi spostò lo sguardo sui suoi occhi, questa volta divertito.
-Ma magari Remus.- disse, la voce tornata normale. Fece finta di rifletterci. -Sai, è decisamente più il mio tipo, biondino, studioso...pensi che staremmo bene insieme, io e lui?-
Lei lo guardò male, stando al gioco.
-Quindi io sarei un rimpiazzo, Potter. Buono a sapersi, davvero.-
La sua mano era ancora sotto la sua maglietta, che giocherellava andando su e giù a suo piacimento.
Lily si sorprese a pensare che odiava quei vestiti, li voleva togliere.
-E tu che stavi sognando, Evans?Di fare sesso selvaggio con Marlene?-
Osservò divertito i loro corpi praticamente intrecciati.
Lei lo fissò, scandalizzata.
-Cosa?Oh, no!ma sei fuori?- prese a passargli una mano tra i capelli, non credendo nemmeno lei di essere così audace. -Stavo sognando di fare l'amore con l'unico, vero, amore della mia vita...- prese a giocherellare con il suo orecchio, sapendo l'effetto che gli faceva.
Poi sorrise, innocentemente, completando la frase.
-...Frank Paciok.-
Vedere la faccia scandalizzata di James la fece ridere.
-Evans non ti facevo così crudele, non solo tradisci me, James Potter, ragazzo più figo di tutta la scuola, no, tradisci anche una delle tue migliori amiche!Sono sconvolto.-
Lei continuava a ridere.
Poi si bloccò.
Scrollò le spalle, ironica.
-Al cuor non si comanda.- usò un tono volutamente melodrammatico.
Lui inarcò un sopracciglio, per poi ghignare.
-Evans, non so quanto ti convenga, provocarmi.-
-Mmh..e perchè mai?-
James le si avvicinò all'orecchio. Le mordicchiò il lobo, sentendola trattenere il respiro.
-Perchè si dà il caso che sia io a esserti sopra, in questo momento.-
Senza darle il tempo di replicare, si impossessò delle sue labbra, prima torturandole il labbro superiore, per poi approfondire il bacio, lasciando che le sue mani vagassero su ogni centimetro di pelle disponibile.
La sentì sospirare, e poi Lily si lasciò completamente andare, affondando le mani nei suoi capelli corvini, per poi spostarle giù, sulle spalle ampie e nude, saggiando ogni singolo muscolo della sua schiena.
Lui passò al suo collo, ricoprendolo interamente di baci, quasi famelici, e lei avrebbe potuto giurare di non essersi mai sentita meglio in vita sua.
Improvvisamente, però, qualcosa la bloccò.
Il pensiero di quello che sarebbe potuto venire dopo la spaventò.
Non sapeva se era pronta a perdere totalmente il controllo di sè stessa.
Stavano insieme da appena due mesi, forse era troppo poco.
Sarebbe stata la sua prima volta.
Seriamente, non ci aveva mai pensato. Certo, si era immaginata il momento un milione di volte, ma era sempre stata come una cosa utopica, non avrebbe mai pensato che in concreto potesse avvenire.
A parte i classici consigli delle amiche fidanzate da secoli, come Alice, che le dicevano sempre che la prima volta era meglio che avvenisse con qualcuno di esperto, lei in concreto non sapeva nulla.
Mentre lui alle spalle aveva esperienza, lei non sapeva quasi nemmeno da che parte incominciare.
E se fose stata completamente incapace in materia?Se lui le avesse riso in faccia?E poi, anche se ad alta voce non l'avrebbe mai ammesso, aveva una dannata paura del dolore.
Lo sentiva contro di sè.
Sentiva di volerlo, con ogni più piccola parte del suo corpo, di desiderarlo.
Eppure...
Prima ancora che potesse finire il pensiero, lui si staccò.
La guardò negli occhi, e poi sorrise.
Con una mano le accarezzò il viso.
-Io e te siamo una coppia piuttosto strana, Lily.- sembrava divertito.
-Cosa intendi?- la voce della rossina era flebile, ancora scossa da tutte quelle senzazioni e dubbi.
Lui parve rifletterci.
-Bè, fino a due minuti fa tu stavamo parlando di come io teoricamente dovrei essere attratto dal povero Remus, e tu stavi decantando il tuo amore folle per Frank Paciok. Non credo siano cose che una coppia normale farebbe.-
Lei rise.
Si sentiva rincuorata. Come se lui le avesse detto di stare tranquilla, che era lei a dover decidere tutto.
Tecnicamente James non aveva detto niente, però per lei era come se lo avesse fatto.
Ed era contenta che non ci fosse disagio, tra loro.
-Insomma, suppongo siano cose che capitano.-
-Certo.-
-Sono solo piccoli, minuscoli, insignificanti dettagli trascurabili.-
-Forse dovremmo farci insegnare un po' di smielosaggini da Alice e Frank.-
-Cosa?Frasi tipo James, amore mio, sei la mia vita, non potrei mai vivere senza di te, allora quand'è che ci sposiamo?Andiamo da Madama Piediburro?Cucciolo, vuoi che ti imbocchi?pandino mio, ho tanta voglia di abbracciarti!- il tutto, detto con la voce in falsetto, era piuttosto comico.
Lui la guardò, frastornato.
-Lily, per favore non fare mai più una cosa del genere. Sei inquietante mentre dici queste frasi, fai una faccetta sadica terrificante. Soprattutto nell'ultima, facevi paura.-
La rossa lo guardò male, per scherzo.
-Ecco vedi, ti lamenti e poi non apprezzi i miei sforzi.-
-Ma se non sei capace!-
-Vuoi provare tu, Mister James-grondo-miele-da-tutti-i-pori Potter?-
-No. Io non ho problemi ad ammettere che non sono capace.-
Lily rise, per poi sospirare.
Lui era ancora su di lei. E lei era ancora combattuta tra la parte istintiva e vogliosa, e quella razionale e timorosa.
Alla fine, vinse la seconda, come sempre.
-James?Non credi sia ora di alzarci?-
Una parte di lei protestò, ma l'altra era decisamente sollevata. Non voleva che lui facesse confronti con le sue ex e lei, giudicandola inadeguata per una cosa simile.
Se lui rimase deluso, non lo diede a vedere.
Si sollevò dal letto, e Lily per un secondo ebbe la voglia di richiamarlo indietro, ma poi stette zitta.
-Cosa facciamo?- chiese James, con un sorriso, totalmente ignaro dei tormenti della sua rossa.
Anche lei si sollevò dal letto, e scrollò le spalle.
-Lunedì ci sarebbe il compito di Storia della Magia..-
James la guardò, incredulo.
-Non dirmi che vuoi studiare di sabato. Non dirmelo.-
Lei sollevò gli occhi al cielo.
-James, hai per caso una vaga idea di quanto ci sia da studiare per Ruf?-
-Bè...no.-
Lei inarcò un sopracciglio.
-Tutto il programma svolto fin'ora, e anche quello che avremmo dovuto studiare per le vacanze.-
James sollevò le spalle.
-E allora?-
-E allora- spiegò, con lentezza studiata, come se stesse spiegando come fare due più due a un bambino di quattro anni -Non sto esattamente come tu sia messo, ma io non riesco a impararmi tutto bene in un solo giorno.-
-Ma se hai sempre studiato, ti basterà dare una ripassata...Poi magari io copio da te, o da Remus.- fece un sorriso talmente innocente che avrebbe ingannato chiunque.
Ma non Lily, naturalmente, che inarcò un sopracciglio.
-James. Hai presente tre giorni fa, quando sei piombato in biblioteca e mi hai prelevato dicendomi che dovevi ASSOLUTAMENTE raccontarmi una barzelletta?-
-Ehm...si.-
-Ecco. Lì stavo cercando di studiare Storia della Magia.-
-A si?Bè, ecco...-
-E hai presente quando una settimana fa, mi hai trascinato agli allenamenti di Quidditch perchè volevi un parere da una che di Quidditch non capisce un'acca, solo per farti dire se esteticamente in campo eravate ben messi?-
-Guarda che è colpa della Mcgranitt se...-
-Comunque, teoricamente avrei dovuto studiare Storia della Magia.-
-Ah.-
-E hai presente dieci giorni fa...-
-Aspetta, non dirmelo. Fammi indovinare. Storia della Magia?-
-Bravissimo.-
Ci fu un momento carico di silenzio.
Poi James sbuffò.
-Okay, ho capito. Dammi il tempo di prendere i libri e vestirmi, va bene?-
Lily sorrise. Gattonò appena sul letto, per scoccargli un bacio sulla guancia.
-Va bene. Intanto anch'io vado a vestirmi e prendere i libri nel dormitorio delle ragazze. Ci vediamo in Sala Comune?-
James annuì, senza obbiettare.

-James?- Lily aprì la porta del dormitorio maschile, con la fronte corrucciata. Era da un quarto d'ora che lo aspettava in Sala Comune, senza che il Malandrino desse segni di vita.
Stufa, aveva deciso di andare personalmente a vedere cosa stesse combinando.
Aggrottò la fronte, vedendolo che stava rumando senza discrezione nel baule di Sirius.
-Si può sapere cosa stai facendo?- gli chiese, scettica.
Lui si voltò, sorridendole, rimanendo inginocchiato per terra.
Lily notò con sollievo che si era vestito. Non sapeva quanto ancora avrebbe potuto resistergli, nonostante tutto.
James sollevò le spalle.
-Sto cercando il libro di Storia della Magia.-
-E perchè lo cerchi nel baule di Black?-
-Perchè l'ultima volta che l'ho visto l'avevo dato a Sirius. Sai, il suo l'ha lanciato in testa a Severus Piton, e poi non ha più voluto toccarlo per non sporcarsi le mani di unto.- aveva detto tutto questo con una naturalezza disarmante, come se fosse stato perfettamente logico non toccare più un libro per paura di sporcarsi.
E in effetti, per il Malandrino la cosa era normalissima.
Lily sbuffò, nascondendo il divertimento. Sirius Black era veramente il ragazzo più folle che avesse mai conosciuto.
Si guardò intorno, notando che la camera dei Malandrini era davvero un disastro. Non si stupiva affatto che James non trovasse il libro: accanto a ogni letto c'era un agglomerato di vestiti gettati malamente a terra, Lily non si chiese nemmeno se puliti o sporchi, scatole di caramelle Tutti i Gusti+1 ancora mezze piene, fogli di pergamena accartocciati, libri senza una copertina, se non un brandello di quello che poteva essere stata una copertina nera.
Accanto al letto di James c'era una sola cosa che poteva essere considerata al suo posto: la sua amata scopa, inscatolata per benino dentro la sua custodia, e appoggiata accanto al muro.
L'unico letto ad essere quantomeno decente, era quello di Remus: sul suo baule erano ordinatamente impilati i libri in ordine di grandezza,  e le pantofole azzurre ai piedi del letto erano perfettamente allineate tra di loro.
Vedere tanta perfezione in quell'ammasso di sporcizia le fece venire quasi da ridere.
Intanto il moro si era alzato, con uno sbuffo.
-Niente. Non è che guarderesti sotto il letto, per piacere, mentre io vado a guardare se è in bagno?-
Lily finì di perlustrare la camera con lo sguardo, per osservare lui, stupefatta.
-In bagno?Perchè mai dovrebbe essere in bagno?-
Lui, con una calma invidiabile, fece spallucce.
-Mi pare di ricordare che Sirius qualche settimana fa avesse scambiato il libro di Storia della Magia per carta igenica. Ma non mi ricordo se Remus se ne è reso conto prima o dopo che Felpato lo utilizzasse effettivamente per pulirsi.-
Lily sgranò gli occhi, tentando di capire se James parlasse sul serio.
-Tu...voi...-balbettò, incredula. Con che razza di soggetto era andata a mettersi?
Il Malandrino ghignò.
-Sono cose che capitano. Non è colpa nostra se il libro ha le pagine della consistenza della carta igenica.-
Lei lo guardò male.
-Fila in bagno a cercarlo. Io guardo sotto il letto.- fece una smorfia. -Non è che colonie intere di polvere hanno preso vita, vero? perchè in quel caso se mi attaccassero non avrei scampo.- scherzò.
James non smise di ghignare.
-Non lo so, può essere. Sei una Grifondoro, no?Dimostralo.-
La rossina alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa, per poi avventurarsi a controllare dove le era stato indicato, mentre sentiva il Malandrino andare in bagno a controllare.
Non potè trattenere una smorfia, quando si chinò. Da sotto il letto proveniva un odore strano, come se ci fosse stato qualcosa che marciva.
-James, ci avete nascosto il morto qua sotto?C'è una puzza terribile.-
-No, è che l'altro giorno Sirius..-
-Va bene, va bene ho capito!Fermati, non lo voglio sapere.-
Dal bagno provenne una risata, e lei sorrise.
Iniziò a frugare in cerca di qualcosa che assomigliasse vagamente a un libro.
Non vedeva nulla, quindi andava a tentoni con le mani sotto il letto.
C'era talmente tanta polvere che le sue mani sarebbero diventate totalmente nere.
Improvvisamente sentì qualcosa incastrato tra le assi del pavimento.
Non doveva essere qualcosa di grande, lo afferrava tranquillamente con una mano.
Ed era lievemente spigoloso, come se avesse avuto una forma rettangolare, o quadrata.
Curiosa, cercò di toglierlo dalle assi del pavimento.
Con un po' di fatica alla fine ci riuscì.
Perplessa, osservò l'oggettino che aveva afferrato.
Quasi con delusione, però, si accorse che era solo una caramella.
Aveva una forma rettangolare, e possedeva una strana colorazione di rosa acceso, quasi fuxia.
Non assomigliava a nessuna delle caramelle che aveva mangiato da quando era entrata a far parte del Mondo Magico.
A dire il vero, aveva anche un che di strano: il colore fuxia sembrava muoversi, come se il suo interno fosse stato liquido.
Si alzò in piedi, con la fronte aggrottata, per studiarla meglio.
Non sapeva perchè dava tanta importanza a una caramella.
Qualcosa si agitò dentro di lei, ma non capì nè cosa nè perchè.
Seriamente, non sembrava affatto una caramella qualsiasi.
-James?- chiamò, vedendo che stava uscendo dal bagno, tenendo tra le mani un libro rilegato con una copertina malconcia, con aria vittoriosa.
-Che cos'è questa?- tra le due dita sollevò quella pastiglia che tanto la incuriosiva.
Si aspettava che James le rispondesse, magari raccontandole l'ennesimo aneddoto divertente compiuto da Sirius Black, o al massimo che sollevasse le spalle, incurante.
Ma la reazione che ebbe James non avrebbe potuto prevederla, nemmeno se l'avessero avvertita.
Il moro fece scivolare il libro che aveva tra le mani, che si schiantò con un tonfo al suolo, mentre impallidiva visibilmente.
Il sorriso che aveva fino a un attimo prima era stato totalmente cancellato, per lasciare spazio a un'espressione terrorizzata, come se avesse appena visto qualcuno morire.
Lo sguardo nocciola era puntato sull'oggetto incriminato, e un misto di emozioni cupe gli attraversavano gli occhi, resi quasi più scuri.
Il silenzio pesante che ne seguì fece sgranare gli occhi alla rossa. Cos'era successo?Cosa aveva chiesto di tanto sconvolgente?
Improvvisamente, senza sapere perchè, le tornò in mente quel giorno che in cui l'aveva visto piangere con tanta disperazione.
-Lily.- James cercò di mantenere un tono di voce normale, ma fu tradito da un leggero tremolio. -Dammi quella pastiglia.-
Se prima Lily avesse avuto dubbi sull'innocenza di quella cosina fuxia che teneva in mano, quell'ordine glieli spazzò via completamente.
James si accorse subito di aver commesso uno sbaglio. Si era fatto prendere dal panico, e aveva agito senza pensare.
Ma questo gli sarebbe costato caro.
Lily strinse gli occhi a fessura, sentendo un campanello d'allarme risuonarle in testa.
Non aveva più voglia di ridere.
-Cos'è questa pastiglia, James?- ripetè, questa volta con la voce minacciosa.
James chiuse gli occhi, tentando di calmarsi.
Tutto quello non poteva stare succedendo davvero. Si era completamente dimenticato di quella dannata pastiglia. Era convinto di averla buttata via. In un attimo, con orrore, gli tornò in mente quel pomeriggio di tanti mesi prima, quel giorno dove lui e Lily erano tornati dal loro viaggio.
Sentendo le viscere che si contraevano, si rivide maneggiare con aria pensierosa quella pozione travestita da caramella.
Con gli occhi della mente si ricordò perfettamente che i Malandrini l'avevano raggiunto. E lui, stupido, aveva lasciato cadere a terra la pasticca rosa.
E poi non se ne era più curato.
Non se ne era più curato, convinto di averla persa per sempre, e che nessuno l'avrebbe trovata mai.
Come aveva potuto essere così...non gli veniva in mente nemmeno un insulto abbastanza potente per definirsi.
Riaprì gli occhi, emettendo un sospiro.
-Niente, Lily. Davvero.- la voce era talmente calma che metteva i brividi.
Non che sperasse davvero di cavarsela con così poco. Lei era Lily Evans, dopo tutto. Eppure, non poteva nemmeno dirle "Vedi Lily, quella pastiglia serve per farti ricordare che moriremo per colpa di un pazzo sadico con manie di protagonismo, quando avremo circa ventun'anni e avremo da poco fatto un bellissimo bambino di nome Harry. Ah, inoltre ti farà ricordare che per un mese siamo stati nel futuro e abbiamo scoperto che il pazzo sadico citato prima voleva nostro figlio per farlo a polpette, semplicemente perchè una profezia aveva detto che il pupo lo avrebbe sconfitto."
Sarebbe stato davvero troppo. Lei non doveva sapere niente, per nessuna ragione al mondo.
Piuttosto si sarebbe ucciso con le sue stesse mani.
-Per caso è qualcosa di illegale?-
La voce di Lily tremava.
Sperava che lui dicesse di si.
Sperava che servisse, rintanarsi nelle sue solite certezze, nei suoi soliti comportamenti ligi al dovere.
Ma qualcosa nello sguardo di James le faceva capire che in ballo c'era molto, molto di più rispetto a un semplice mancato rispetto delle regole.
L'aria si poteva tagliare a fette, e Lily si chiese davvero cosa avesse quella caramellina all'apparenza innocente, per far gelare tutto attorno a lei. Persino gli occhi solitamente così caldi di Potter, sembravano essersi raggelati, come se fossero distaccati dal mondo.
Cosa le sfuggiva?
Perchè James non parlava?
Il suo cuore aveva preso a battere, senza sosta.
E non ne capiva il motivo. Era come se la risposta fosse a pochi centimetri da lei, ma lei non riuscisse ad afferrarla, perchè quella scivolava tra le sue dita, sfuggente.
Come se mancassero solo due miseri pezzi per completare il puzzle, ma quelli fossero stati i pezzi più vitali.
Finalmente il Malandrino rispose.
-No. No, niente di illegale, Lily. Non è...-
Improvvisamente, colta da una strana senzazione, si ricordò di una cosa. Non gli lasciò concludere la frase.
-Cosa intendeva dire Emmeline, ieri sera, a cena, quando ha detto che anche tu hai fatto lo stesso?Quando avresti fatto...e cosa avresti fatto?-
Si accorse subito che la domanda era quella giusta. James si irrigidì, come pietrificato, chiudendo le labbra e stringendole, più che deciso a non rivelarle neanche una sillaba.
Strinse ancora di più gli occhi.
-Cos'è che non mi hai detto, James Potter?-
Perchè quel primo di settembre piangeva in Sala Comune?Perchè si era allontanato da lei, quei mesi di fine scuola?Perchè si era messo con Emmeline, se era solo per rimpiazzare lei?
Improvvisamente, tutte le domande che aveva sempre avuto le vennero in mente, come un'onda travolgente.
Perchè Fanny aveva pianto, quando l'aveva baciata?
Cos'aveva visto?E quanto ne sapeva James, di quel che Fanny aveva visto?
Non capiva perchè tutti quei quesiti, adesso. Non capiva cosa c'entrassero. Eppure, una vocina nella sua testa le diceva che era esattamente quella, la strada da percorrere.
Chi era Harry?
Perchè quell'incubo orribile la perseguitava?
Il cuore continuava a martellarle nel petto. Se lui non rispondeva, c'era qualcosa che non andava. C'era davvero qualcosa che lui le nascondeva.
Il pensiero le fece male, malissimo.
Il moro tentò di mettere su un sorriso, risultando poco convincente.
-Non essere ridicola. Non ti sto nascondendo nulla.- falso come Giuda. Si sentiva male a mentirle così. A vedere che il suo guardo smeraldo si stava facendo diffidente.
Era un ipocrita.
Sapeva che se lei avesse insistito avrebbe spiattellato tutto. Non aveva mai mentito alle persone che amava. E doveva incominciare proprio con lei, la sua Lily.
Quella frase fece infuriare Lily. Perchè le confermava che aveva ragione. C'era qualcosa che lui non le diceva.
-E allora rispondimi, maledizione!Cos'è questa?- strinse le dita attorno alla caramella colorata, sentendo intanto qualcosa che si spezzava dentro di lei.
Chi era quel ragazzo freddo e distaccato?Non era il James di poco prima, quello che la baciava e la accarezzava, non era il Malandrino che raccontava i bizzarri comportamenti del suo migliore amico.
James non le avrebbe mai mentito, mai.
Lily aveva l'impressione di essere di fronte a uno sconosciuto.
Uno sconosciuto con gli occhi scuri e infiammati, le labbra strette e il respiro pesante, preoccupato.
Uno sconosciuto che non si fidava di lei.
James non aveva idea di come uscirne. Lily non si sarebbe data pace finchè non le avesse dato una risposta soddisfacente.
Si passò una mano tra i capelli, cercando di ragionare il più in fretta possibile.
La guardò.
E Lily per un attimo si sentì morire dentro.
Perchè in quegli occhi c'era tanta, troppa sofferenza.
Fu come se qualcuno l'avesse schiaffeggiata.
L'aveva già visto, quello sguardo. L'aveva visto una sera in Sala Comune, mentre lo spiava mentre lui piangeva. L'aveva visto un giorno di tanti mesi prima, quando si era trovata per terra con lui, a causa di una sua pozione che l'aveva fatta cadere rovinosamente a terra.
L'aveva visto poi pochi giorni prima di Pasqua, quando lei gli aveva chiesto perchè non le veniva più dietro.
Improvvisamente le venne in mente un'immagine.
James, chinato a terra, davanti a una lapide levigata di marmo bianco, gli occhi arrossati.
Una maschera di dolore a coprirgli il volto.
E poi, quegli occhi. Dilaniati dalla sofferenza. Distrutti da una consapevolezza improvvisa.
-Evans, e io dov'ero, mentre il mio migliore amico moriva?-
Gli occhi. Quegli stessi occhi.
Quanto dolore riesci a trattenere, James Potter?
Si riscosse.
Continuò a guardarlo.
Sirius le aveva detto che con lei sarebbe stato di nuovo felice. Che Emmeline non era abbastanza, per farlo tornare il James Potter di un tempo. E allora, perchè quegli occhi?Perchè tanto dolore represso?
Lui stava male.
Lui stava male, e lei non sapeva perchè.
Lui stava male e lei non stava facendo niente per farlo stare meglio, o comunque lui non voleva che lei lo facesse stare meglio.
Quella consapevolezza le mozzò il respiro.
Non capiva.
Cosa le nascondeva di tanto terribile da non poter essere detto?
Per un attimo, il viso di James tornò quello di sempre. Scanzonato, ironico.
Lily odiò quella maschera.
-Molto semplicemente, è una delle tantissime pastiglie che deve prendere Remus. Per la sua salute cagionevole.-
La rossa si irrigidì.
-Quindi suppongo non succederebbe niente se la mangiassi.-
Fece per avvicinarsela alla bocca, seriamente intenzionata a ingoiarla per vedere cosa sarebbe successo.
Rabbia, dolore, frustrazione, amore, non sapeva nemmeno più lei cosa stava provando. Forse solo attesa della verità.
-No!-
L'urlo di James la fece sobbalzare.
La caramella rosa le sfuggì di mano.
Rotolò senza fare rumore, frapponendosi in mezzo, tra loro.
Ci fu silenzio. Un silenzio dove si guardarono, a lungo. Nessuno dei due che riusciva a leggere gli occhi dell'altro.
E fu terribile.
Lily sentiva che le gambe avrebbero potuto cederle.
Lui le nascondeva qualcosa. Quelle parole le rimbombavano in testa, e le facevano male, come dei pugnali scagliati a tutta velocità sul suo cuore.
Come se non fosse stata veramente lei a guidare le sue reazioni, sentì il suo corpo irrigidirsi.
Lui le nascondeva qualcosa.
James si accorse della sua reazione.
-Lily...- era quasi implorante. Vedeva che si stava allontanando anni luci da lui. Vedeva che si stava incrinando qualcosa. Irreparabilmente.
Avrebbe voluto prenderla e stringerla, non permettere che uscisse da quella stanza fino a che non avessero chiarito tutto, fino a che non sarebbe tornato tutto come prima.
Ma non sarebbe mai tornato tutto come prima. Il danno era fatto.
Lo dicevano quegli occhi verdi lontani anni luce.
Lei si voltò verso la porta.
Lui le nascondeva qualcosa.
Senza una parola di più, uscì dalla stanza, quasi di corsa, senza nemmeno guardarlo.
Lui le nascondeva qualcosa, e lei era totalmente intenzionata a scoprire cosa.
Scese le scale precipitosamente, e non si accorse nemmeno di Marlene seduta a un tavolo della Sala Comune, che guardava in cagnesco Sirius che si stava intrattenendo in attività non propiamente caste con una tizia di Tassorosso.
Si avviò verso Black, e ignorando totalmente la sopracitata Tassorosso, li interruppe.
-Black. Ho bisogno di te. Subito.-
Sirius, leggermente spaesato, si staccò dalla faccia della sua nuova fiamma, che fece una smorfia piuttosto infastidita, e si voltò verso Lily, mezzo frastornato.
Quando capì che era lei, che lo guardava con il volto duro, le guance ancora rosse per la rabbia, e le braccia incrociate sotto il seno, sollevò un sopracciglio.
-Evans, non credo di essere la persona più adatta a reprimere i tuoi istinti sessuali. Ti ricordo che James...-
Lily lo interruppe, esasperata.
-è esattamente per James che ho bisogno di te.-
Sirius a quel punto le dedicò tutta la sua attenzione, aggrottando le sopracciglia. Sul suo migliore amico non si scherzava.
-Cosa intendi?-
Lei sospirò.
-Devo scoprire chi è Harry e cosa mi sta nascondendo James. Cosa sta nascondendo a tutti quanti.-
-Sirius?Allora?- la Tassorosso aveva interrotto lo scambio di battute, e osservava il moro con aria seccata. -Vuoi mandare via questa qua tornare a fare quello che stavamo facendo?-
Black si voltò verso di lei, inacidito. Mai interromperlo quando stava riflettendo.
-Kelly, i tuoi servigi non sono più richiesti. Puoi anche andartene.-
L'altra lo fulminò, stizzita.
Lanciandogli un'occhiata carica d'indignazione se ne andò, con il naso per aria.
Senza degnarla più di un solo sguardo, Sirius si rivolse a Lily.
-Credi davvero che James ci stia nascondendo qualcosa?-
Lei scosse la testa.
-Non lo credo, ne sono sicura.-

Emmeline camminava per il corridoio del terzo piano, diretta verso la Torre dei Grifoni.
La chiaccherata con Remus le aveva fatto davvero bene.
Remus era un ragazzo strano.
Era totalmente diverso da tutti i ragazzi che aveva conosciuto fino ad allora. A volte non pareva nemmeno un essere umano.
Sorrise.
Il primo vero sorriso dall'ultimo incontro con suo padre.
-Così, tu saresti Emmeline Vance.-
Em sobbalzò, e si voltò verso dove era provenuta la voce.
Quando riconobbe la figura, sgranò gli occhi.
Davanti a lei c'era niente popò di meno che Elphias l'elfo, con tanto di spada foderata lungo il fianco.
-Non...non sapevo di essere famosa.- lo guardò, stranita. Cosa voleva da lei?Perchè mai un elfo avrebbe dovuto parlarle?
Lui sollevò le spalle, incurante.
-Infatti non è che tu lo sia poi molto. Per me gli umani sono tutti uguali. Però è Silente, che mi ha parlato molto di te.-
La bionda corrucciò la fronte.
-Silente?- Perchè mai il Preside si interessava a lei?
L'elfo sbuffò.
-Si, Silente. Sai, quell'uomo con la barba bianca e lunga, ogni tanto si vede in giro per questa scuola.-
-So chi è Silente.- rispose lei, piccata. Quell'elfo iniziava a darle sui nervi. -Mi chiedevo semplicemente perchè uno come Silente si dovrebbe interessare a me.- lo guardò storto.
-Vorrebbe chiederti un favore, e mi ha chiesto di accompagnarti nel suo ufficio.-
La faccia che aveva Elphias diceva chiaramente che era tutto fuorchè contento di una cosa simile.
Emmeline non capiva perchè fosse tanto ostile nei suoi confronti. Forse era così con tutti quelli diversi dalla sua razza?
-Perchè?-
Lui alzò gli occhi al cielo.
-Te l'ho detto, ti deve chiedere un favore. Sei forse sorda?-
La bionda gli lanciò un'occhiataccia. Era ufficiale, quell'elfetto da quattro soldi le stava decisamente sulle scatole. Chi diavolo si credeva di essere?
-Guarda che ti ho sentito. Riesco a leggere la mente, ricordi?-
Em inarcò un sopracciglio, ironica.
Tanto meglio, pensò.
Elphias la guardò, infuriato.
-Sei una ragazza irrispettosa. Dovresti imparare a mostrare più umiltà nei confronti delle razze superiori alla tua.-
Lei fece un ghigno.
-Ho passato una vita, a non essere umile nei confronti di chi si considerava superiore a me. Non smetterò di certo di fronte a un elfo borioso e pieno di sè.- detto questo, gli voltò le spalle. -Ora vado da Silente. è stato un piacere, davvero.-
Senza una parola di più, si avviò verso l'ufficio nel preside, cambiando direzione rispetto a prima.

-Si può sapere cosa stiamo cercando?-
Sirius era seduto comodamente su una sedia della biblioteca, accanto a uno scaffale pieno di libri polverosi, mentre Lily, in piedi, rovistava tra i titoli, ogni tanto tirando fuori un libro e sbattendoglielo davanti, quasi con rabbia. Ormai il tavolino su cui si erano appoggiati era pieno di libri.
-Qualcosa.- tagliò corto lei, senza distaccare lo sguardo dallo scaffale.
Madama Pince li guardava storto, poco più in là.
Sirius le lanciò una breve occhiata, prima di tornare a rivolgersi a Lily, con le sopracciglia aggrottate.
-E cosa sarebbe questo qualcosa?-
Lily si bloccò.
Lo fissò.
-Veramente non lo so bene nemmeno io. Qualcosa che mi faccia capire cos'è questa.- da una tasca tirò fuori una pergamena tutta stropicciata, su cui aveva tracciato un disegno stilizzato della caramella fuxia trovata prima.
Il moro osservò la pergamena, perplesso.
-Non posso credere che James mi stia nascondendo davvero qualcosa. Non mio fratello.- mormorò, in tralice.
Lily lo fulminò con gli occhi.
-Tu mi avevi detto che con me sarebbe stato di nuovo felice!- lo accusò, quasi senza nemmeno rendersene conto. Doveva assolutamente sfogarsi, buttare via quell'oppressione che aveva in mezzo al petto. -Invece non è così, fa solo finta!è turbato da qualcosa, è straziato da qualcosa. E io voglio capire cosa. Se lui non vuole dirmi niente, allora farò da me. Lo aiuterò ad uscire dal buco nero anche se lui non vuole. Ma prima devo capire cosa è successo, perchè ogni tanto ho come dei buchi in testa. Scoprire perchè faccio sogni assurdi, perchè ogni tanto mi balenano in testa immagini che non ho mai visto. E poi, Harry. Credo che il punto stia tutto in quel nome. Non so perchè, ma ne sono certa, il mio istinto mi dice che è così. E credo che il punto per iniziare tutto sia proprio in quella pastiglia.-
Sirius osservò attentamente il disegno.
-Cosa credi che sia?-
Lei sospirò, finalmente smettendo di tirare fuori convulsamente libri, e se sedette.
Gli prese il foglio tra le mani, e scosse la testa.
-Potrebbe essere qualunque cosa. Ha tutta l'aria di essere una pozione in pillole, ricordi che l'anno scorso ce ne aveva parlato, Lumacorno?-
-Veramente, no.-
Lily alzò gli occhi al cielo. Non aveva tempo di fare dell'ironia, era troppo preoccupata.
-Servono soprattutto per le battaglie, quando non puoi stare lì a prepararti una pozione per mancanza di tempo. Sono state inventate pochi anni fa: si mette della pozione in una pastiglia, in modo da poterla ingoiare quando vuoi. L'effetto è lo stesso, in teoria, anche se finora sono ancora abbastanza rare da trovare in giro.-
Il moro corrucciò la fronte.
-Come fa James ad avere una cosa simile?-
La rossina sospirò.
-Esattamente quello che voglio scoprire.-
-Hai detto che era fuxia?-
Lily annuì.
-Non so. Ti ricordi una particolare pozione di colore fuxia?-
La ragazza sospirò, frustrata. Non stavano cavando un ragno dal buco, ed erano lì da ormai un'ora abbondante. Scosse la testa. Di quel passo non avrebbero scoperto niente.
E gli occhi di James le continuavano a balenare in testa.
Improvvisamente gli occhi blu di Sirius presero a fissarla.
-Evans, lo sai vero che io sarò sempre e comunque dalla parte di James, vero?-
Lei aggrottò la fronte, interrogativa, e Sirius prese a spiegarle.
-Non è che perchè ti sto aiutando automaticamente vuol dire che siamo amici. Qualunque cosa scopriremo, anche se James avesse ammazzato qualcuno, io sarei dalla sua parte, indipendentemente di come tu reagirai a quello che scopriremo. Lui è mio fratello, e non accetto vederlo soffrire in nessun modo, quindi vedi di non essere tu, la causa scatenante del suo dolore.-
Lily lo guardò, indignata.
-Non ho nessuna intenzione di fargli del male, qualunque cosa scopriremo, io lo amo.. Anche per me potrebbe aver ucciso una persona, non mi interessa.-
Lui ghignò.
-Staremo a vedere, Evans.-
La Evans strinse gli occhi a fessura.
-Black...-
Sirius scrollò le spalle.
-Non ti scaldare. Sto solo mettendo le mani avanti. Chi mi dice che non lo mollerai se scopri qualcosa che non ti garba?-
Lily strinse le labbra, senza rispondere.
Il cuore le martellava nel petto.
Avrebbe davvero lasciato James, se avesse scoperto qualcosa di terribile?Il cuore rispondeva subito di no. Certo che no.
Eppure la testa era combattuta.
Non lo avrebbe mai lasciato, ne era sicura. Però, il fatto che lui le avesse mentito la faceva stare peggio di quanto credesse. Quante cose ancora non le aveva detto? Quante cose le avrebbe tenuto nascoste?
Lily sapeva benissimo di essere una persona che trova difficoltà a fidarsi delle persone.
E si era fidata di James. Completamente, totalmente, alla fine si era fidata.
E lui le aveva mentito.
Sapeva che non doveva essere prevenuta. Prima scopriva cosa era successo, e poi avrebbe valutato. Magrai non era niente di così grave.
Anche se il suo cuore martellante le diceva tutto il contrario.
Non aveva risposto a Sirius. E decise di non rispondere.
-Questi libri non servono a niente.- sussurrò.
Black si passò una mano tra i capelli.
-Sai che ci sarebbe una persona persino più brava di te, in Pozioni. Forse...forse se chiedi a lui...-
Lily spalancò gli occhi.
Lo guardò.
Strinse le labbra.
Lo avrebbe fatto?Avrebbe davvero messo da parte il rancore che covava per il suo ex migliore amico, per chiedergli informazioni su quella dannata pastiglia?O come sempre avrebbe vinto l'orgloglio?Poteva davvero farlo?
Le tornarono in mente ancora gli occhi di James.
E la risposta fu automatica.
Annuì.
-Forse chiedere a Piton è la scelta migliore.- dirlo ad alta voce fu stranamente difficile.
Sirius la guardò.
-Lo faresti davvero?-
Lily sorrise.
-Ci sono persone per le quali vale la pena mettere via il rancore, ricordi?-













Ciaoooooo XD AAAAAllooooooooooooooooooooooora...Volevo postare a natale ma ehm XD sono stata parecchio indaffarata XD così ho deciso di farvi un piccolo regalo per festeggiare il nuovo anno XD quindi...
BUON ANNO A TUTTI XD mi raccomando fate i bravi ma non troppo XD O.o ok la smetto di delirare XD
ooora, passando al capitolo...come vedete, ci sono parecchie cosuccie che significano guai XD Lily sta iniziando a cercare...il titolo è riferito, appunto, a questo: se James non vuole darle informazioni(se maometto non va alla montagna) Lily andrà dalle informazioni(la montagna andrà a maometto) so che l'avevate capito, ma volevo precisare XD
Il capitolo l'ho diviso in due, altrimenti veniva veramente troppo lungo XD
Poi..uhm...altro?mi pare di no, quindi passo ai ringraziamenti XD e ringrazio tantissimo anche le persone che mi hanno aggiunto ai preferiti e alle seguite XD vi adoro XD

brando: ecco, intendevo QUESTI guai XD Mark per ora non c'è ancora, ma presto comparirà... Buon anno XD

Iva27: tranquilla per i commenti lunghi, sai che li adoro XD purtroppo finora non ho avuto molto tempo perchè sono anche andata in montagna, ma ora spero di recuperare il tempo perduto XD tanto per curiosità, in che università vai?lo chiedo a tutti, è che io sono in alto mare XD muhauha XD dettagli XD grazie ancora per i complimenti, un bacione, e buon anno XD

alix black: grazie mille per i complimenti XD Emmeline non si è ribellata, non lo fa perchè ha veramente paura che il padre possa fare del male ai suoi amici XD ma tranquilla troveranno una soluzione XD Buon anno XD

zukkyna: msn, naturalmente XD

pazzarella_dispettosa: grazie XD allora...no, marlene e sirius fanno tutta la scenetta di lunedì mattina, mentre la scena in sala grande è una cena qualsiasi, in questo caso di venerdì sera, perchè in questo capitolo è sabato XD hai fatto bene a chiedermelo, in effetti nn si capiva xk non l'ho specificato XD buon anno!!

caramella_rosa_gommosa: muhauhauha XD ma sao XD niente Mark nemmeno qui, sei contenta?ma non attendere troppo, si nasconde dietro ogni angolo...XD per quanto riguarda emmeline non posso dire nulla, ma in ogni caso non voglio essere cattiva con lei, ne ha passate veramente troppe XD ho detto troppo XD buon anno XD

kokylinda2: ciao XD mi ha fatto piacere che tu abbia recensito XD non ho fatto un regalo di natale, ma di capodanno, va bene lo stesso?XD Azz, comunque, ci sei andata vicina: ora Lily sa qualcosa XD mi piacerebbe sapere il tuo parere anche su questo capitolo =) un bacio, e felice anno nuovo XD

Mousse: BWAUHAUHAUHAUHA. Giuro tu mi fai morire XD nn faccio altro che ridere come una pazza quando mi recensisci XD muhauhauha XD ma O.o anch'io volevo pane e nutella non è giusto O.o ehm ok non c'entra niente XD e anch'io odio matematica O.o ok nemmeno qst c'entra nulla Xd muahuhauhauha XD allooooora...Remus e Emmeline?maaah XD boh XD oppure...Emmeline e Elphias?BWUHAUHAUAH XD no vabbe scherzo. In realtà nn lo so XD muhauhauha XD e spero di nn avere deluso troppo le tue aspettative di sesso sfrenato con questo capitolo, ma siccome sono buona ti dirò: avrai altre occasioni per pensare male. Avrai altre MOOOOLTE occasioni XD muhauhauha XD come hai passato il Natale? e che fai oggi?muhauhauha XD che rompi palle che sono XD ti faccio un sacco di auguri di buon anno e O.o allora l'hai ucciso tu Mark?ecco perchè non si trova da nessuna parte O.o muhauhauha XD un bacio XD aaaa e hai ragione su victor Xd non so se lo inserirò di nuovo, alla fine è un personaggio fine a sè stesso, ma mi serviva per rendere l'idea XD

S_marti_es: guarda, spero proprio che appena nn torno dalle vacanze rinizino a riempirmi di compiti O.o è la volta che mi uccido XD grazie di tutto, e auguri XD

malandrino4ever: chiamami pure Lu, se vuoi XD comunque sono contenta che ti piacciano XD per emmeline non assicuro niente, ma....si vedrà XD muhauha XD buon anno!!!

La Nika: hai detto benissimo, la speranza è l'ultima a morire XD grazie di tutto e buon anno XD

oOoPRONGSIEoOo: ehi tesoro XD ti rispondo appena ci becchiamo, ti va?scusa se nn ti ho fatto gli auguri di natale =( ma ero in montagna, e il cel completamente senza soldi -.- maledetta me XD adesso ti faccio gli auguri di buon anno, ma speriamo di sentirci prestissimo XD ti adoro XD

Bella1309: tranquilla, anch'io non recensisco quasi mai XD sono contenta che ti sia piaciuta la riflessione: lì c'era molto di me, nel senso che sono cose che penso valgano anche oggi. Buon anno XD

Miss Rainbow: sudditina adorata, lo so che sono un'idiota, ma potrei risponderle su msn?prima posto prima evito di essere uccisa XD anche da lei, si U.u le auguro buon anno, e si ricordi che le voglio tanto bene =)

Crazy Owl: Emm non sa, ma sospetta XD sa che James si era messo con lei per salvare Lily, e tanto le basta, come dire XD grazie x i complimenti XD un bacio e buon anno!!

LiebenLily: ammazza ci hai azzeccato XD Lily è veramente troppo intelligente, per non scoprirlo da sola, e infattoi è quello che ha intenzione di fare XD grazie di aver recensito, fa sempre piacere avere pareri nuovi XD buon anno!

silverina85: sono io che mi commuovo per le vostre recensioni XD grazie, davvero, non smetterò mai di adorarvi XD buonissimo anno XD

karmenpotter: hai ragione, sono spesso troppo severa con me stessa XD è che non sono soddisfatta dei miei lavori XD e non ti preoccupare se il commento era lungo, a me nn fa altro che piacere. Grazie per i mille complimenti XD e mi fa piacere se recensisci ogni dettaglio, mi serve per capire cosa piace e cosa invece non va bene, o simili XD comunque, ecco qua: il viaggio nel futuro è tornato, per così dire XD ora le cose precipiteranno XD però, però...non posso dire niente XD prima o poi si vedrà anche Harry, comunque, lo prometto XD grazie ancora di tutto, e buon anno XD


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Capitolo 26
*** Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto (II parte) ***


cap 26 Lily si torse le mani, nervosa.
Per quanto cercasse di evitarlo, non poteva fare a meno di sentirsi agitata.
Da quanto tempo non parlava con quello che era stato il suo migliore amico?
Non riuscì a trattenere una smorfia, amareggiata, suo malgrado.
Si ricordava bene quella sera in cui lui aveva minacciato di dormire tutta la notte davanti alla Signora Grassa, se lei non veniva a parlargli.
Lo stesso giorno in cui lui l'aveva chiamata Mezzosangue.
Ripensarci le faceva ancora male.
Eppure non poteva dire che non se lo aspettasse. Da tempo, ormai, le loro strade si erano separate. Forse già da quel primo di Settembre in cui erano stati smistati uno a Serpeverde e l'altra a Grifondoro la loro amicizia aveva iniziato a incrinarsi, anche se impercettibilmente, creando pian piano una spaccatura che si sarebbe allargata negli anni, lentamente ma in maniera inesorabile, fino alla rottura definitiva.
Aveva davvero sperato che l'amicizia potesse andare oltre alla rivalità tra case.
Fino all'ultimo, aveva ignorato il fatto che Emmeline e le altre le dicessero di lasciarlo perdere, che Serpeverde era e Serpeverde rimaneva.
Le aveva sempre ammonite per questi pregiudizi, eppure, quando era avvenuto il fatto, non aveva potuto fare a meno di pensare che loro, le sue amiche, gliel'avevano detto.
Ogni giorno, Emmeline le diceva che Piton aveva insultato qualcuno, Mezzosangue come lei.
Ogni volta che Marlene passava davanti a dei Serpeverde da sola, non poteva fare a meno di ricevere battutine sprezzanti che la facevano arrossire di rabbia, e tra quelli che la insultavano gli occhi grigi di Marlene riconoscevano sempre, in qualche modo, Severus.
E Mary non poteva fare a meno di ricordare con indignazione quello scherzo di cattivissimo gusto che le avevano fatto gli amici del Serpeverde.
Ma lei, stupida, ogni volta che si arrabbiava con lui, poi lo perdonava.
Tutte le volte che lui la supplicava, lei si ritrovava a cedere, semplicemente perchè lui le diceva che non era quello, il vero Severus Piton.
Fino a quel giorno, in cui tutto le si era rivelato chiaro, cristallino. Incredibile come fosse stato lui stesso a sbatterle in faccia la cruda realtà.
Era stato orribile.
Le era stato detto che tante cose della vita finiscono, l'amore forse in primis, con i suoi alti e bassi, con i suoi salti verso l'ignoto.
Ma l'amicizia, no.
Aveva sempre creduto che quella fosse una delle poche cose che permangono per sempre. La solidità che dà l'amicizia, la certezza che qualcuno tenderà sempre la mano per aiutarti, la felicità di sapere che non sarai mai solo, tutto quello, non aveva mai pensato che potesse finire.
Scomparire, svanire per una strada sbagliata.
Per degli ideali che lei non capiva.
Che gusto ci poteva essere, nel diventare seguace di un pazzo assassino?
No, proprio non capiva. Non capiva dove fosse finito quel bambino che giocava con lei. Era stato sostituito da un ragazzetto che si divertiva a giocare con il fuoco.
Un fuoco che era pericoloso, un fuoco con le fiamme nere e tenebrose.
Troppo tardi forse si era accorta che l'immagine che aveva lei di Severus era in realtà un'immagine idealizzata, che rimandava ancora a quel bimbo timido che la spiava da dietro una siepe, diversissima dall'immagine che invece il resto del mondo aveva di Severus.
Quando finalmente si era accorta della distinzione tra le due immagini, tra le due figure, ancora aveva tentato di convincersi che l'immagine che aveva il resto del mondo era quella distorta, sbagliata, che lei in realtà sapeva che Severus non era così.
Ma in realtà era lei che si sbagliava. E di grosso, anche.
Era stata così stupida.
Il Piton che lei aveva creduto di conoscere in realtà forse non era mai esistito.
E l'aveva scoperto a sue spese.
Sarebbe riuscita a parlargli, ora, dopo tutto questo tempo?
Lui l'avrebbe ascoltata?Come avrebbe reagito se gli avesse chiesto un favore?
Forse l'avrebbe cacciata via e basta.
Ma almeno, doveva tentare. Per lui, per James. Per tutto l'amore che lui le aveva sempre dato, e che lei non ricambiava mai abbastanza, forse.
Se avesse saputo che ora lei era lì, diretta verso l'antro dei Serpenti, per cercare il suo ex migliore amico, sicuramente si sarebbe arrabbiato.
Però lei doveva assolutamente sapere.
Non poteva sopportare di rimanere con le mani in mano. E per quanto detestasse ammetterlo, Piton era sicuramente il migliore in Pozioni, dopo Lumacorno.
Fu fortunata: non fu costretta a scendere fino ai sotterranei, per trovarlo.
Lo incontrò in un corridoio, da solo, fermo, col naso adunco chinato su un libro.
Tipico da Piton, girare per i corridoi senza curarsi di guardare dove metteva i piedi.
Per un attimo, Lily rimase interdetta. Cosa poteva dirgli?
Fu lui a sollevare il naso da dove stava leggendo, e voltarsi, avendo sentito dei passi provenienti dalla sua schiena.
Lily riconobbe i tratti dello stupore sul suo volto, nonostante il Serpeverde cercasse di rimanere impassibile.
Si fissarono, per un lungo istante, in silenzio. lei sentiva chiaramente tutta la decisione di poco prima scemare. Cosa ci faceva lì? Si accorse che era l'ultimo posto dove voleva stare, faccia a faccia con il Serpeverde.
Quel ragazzo era un estraneo.
-Lily?Cosa ci fai qui?-
Lei esitò.
Ecco, alla fine. Era lì, ormai era in ballo, e doveva ballare.
Non tentò di fare inutili giri di parole.
-Ho da chiederti un favore.-
Nonostante tutto, dentro di lei, le stesse urlando di scappare, la voce le uscì abbastanza risoluta da non far trapelare alcuna emozione. Sulla faccia di Piton si dipinse un'espressione scettica, con anche una lieve punta di sarcasmo.
-E perchè saresti venuta a cercare proprio me?-
Lily dovette mettere da parte tutto l'orgoglio che premeva per venir fuori, per rispondergli. E fu solo grazie al suo spirito di Grifondoro, che non ascoltò l'istinto di fuggire via a gambe levate.
Lo guardò di sottecchi.
Da quando lui la metteva così a disagio?Anche se disagio non era propriamente la parola giusta. Stare lì con lui in un corridoio deserto, osservando i suoi capelli unticci attaccati quasi al suo volto, mentre lui la scrutava, la...inquietava.
Davvero non si era mai accorta della luce strana, quasi distorta, fanatica, che luccicava in fondo ai suoi occhi neri?
Quegli occhi non avevano niente della limpida sincerità delle nocciole di James. Erano torbidi, le davano l'idea di qualcosa di malsano, di inquietante.
Erano sempre stati così, quegli occhi?
Una volta si fidava di lui.
Adesso, anche con la più buona volontà, no. Inutile girarci attorno.
Improvvisamente non le sembrava stata una buona idea, venire fin lì.
Ma ormai c'era. Doveva farlo, per James, si ripetè, per l'ennesima volta.
-Perchè credo tu sia la persona più indicata per farmi questo favore.- fu soddisfatta del fatto che non aveva usato un tono particolarmente partecipe. Era risultata fredda, dura. Aveva usato lo stesso identico tono dell'ultima volta in cui si erano parlati.
Piton piegò il viso in una smorfia, sentendo la rabbia montargli dentro alla velocità della luce.
-E dimmi, cosa ne pensa il tuo fidanzatino, del fatto che tu sia venuta a parlarmi?-
Era stato volutamente cattivo.
Lily strinse i pugni, sentendo tutto il suo autocontrollo sbriciolarsi, piano piano.
-Lascia fuori James da questa storia.- ogni traccia di distacco era sparita dalla sua voce.
Con rabbia, Severus fece una risata.
-Non ci posso credere.- scosse la testa. -Mister-sono-il-più-figo non sa che sei venuta a parlare con il suo peggior nemico?Cosa dirà quando lo scoprirà?Quanti giorni è che state assieme, tre settimane?-
-Due mesi.- sibilò la rossa. Non le piaceva dove stava andando a parere il Serpeverde.
Quello ghignò, divertito.
-Due mesi. E già vi tenete nascoste le cose?Non ti sembra un po' blanda, come relazione?-
Lily sembrò sobbalzare, impercettibilmente. Strinse gli occhi verdi a fessura, decisa a non dargliela vinta.
-Quello che succede tra me e James non è affar tuo.-
Improvvisamente, il viso di Piton si contorse, e gli occhi lampeggiarono d'ira.
-Vi date da fare, vedo.- lo sguardo si era puntato sul collo di Lily, che aggrottò la fronte, portandosi una mano dove lui la stava guardando insistentemente.
Arrossì di botto, sentendo con un dito cosa intendeva il Serpeverde. Lì, sul lato del collo, la palle era lievemente arrossata, un chiaro ricordo lasciato da quella mattina iniziata così bene.
Non se ne era nemmeno accorta, presa com'era nel cercare informazioni.
-Non sono affari tuoi.- ribadì, decisa, mascherando l'imbarazzo.
Lui la guardò, torvo.
-Ma certo. Dimmi, cosa pensavi di fare?Venire qui tranquilla, chiedermi un favore e io avrei dovuto risponderti subito, sissignora, pronto per servirla?Davvero, Lily, cosa ti aspettavi?Non mi parli per due anni e poi te ne salti fuori all'improvviso chiedendomi un favore?Chi sono io, il tuo cagnolino da guardia?-
A quelle parole, lei si infuriò.
-Non ci provare!Non provare a rinfacciarmi il fatto che non ti parlo. Non sono certo io quella che ha scelto di andare tra le schiere dei Mangiamorte.-
Improvvisamente, con un brivido, le tornò in mente un sogno che aveva fatto, in un tempo che le sembrava lontano anni luce.
Il primo dei suoi incubi.
James che si sposava con una ragazza incantevole dagli occhi verde mela, e poi lui, Severus Piton, che l'accusava di essere una sordida Mezzosangue.
-Avremmo potuto comunque essere amici.-
Lily strabuzzò gli occhi.
-Cosa?Piton, i tuoi amichetti probabilmente sono coloro che stanno dando la caccia ai miei genitori, alla mamma di Marlene, a un sacco di altre persone!come puoi davvero dire avremmo potuto comunque essere amici?Tu avevi in programma di diventare quello che stai per diventare ancora prima che mi chiamassi Mezzosangue!E non negarlo. Quante volte ti ho chiesto di lasciar perdere quegli stupidi di Avery e Mulciber?Ma non mi sembra che tu mi abbia mai dato ascolto. Quindi non ti azzardare a fare finta che sarebbe potuto andare tutto bene. Se non mi avessi insultato quel giorno, lo avresti fatto in un'altra occasione. O, se non me, una delle mie amiche.-
Aveva parlato tutto d'un fiato, sentendo la rabbia ribollirle nelle vene. Per un attimo, si era dimenticata il motivo per cui era lì, arrabbiata com'era.
-Perchè proprio lui, Lily?- il tono di Severus si era improvvisamente abbassato.
Lei gli lanciò uno sguardo, confusa dal brusco cambio di tono e di argomento.
-Perchè Potter?Tra tutti, perchè ti sei andata a mettere con il mio peggior nemico?Andavano bene tutti, tranne Potter. Come puoi...lui è arrogante, è un pallone gonfiato...quanto pensi che ci metterà a tradirti?-
-Sai Piton, io ho smesso di giudicare le persone per quello che credo che siano. Forse, dovresti iniziare anche tu.-
Era stata un'idea sbagliata, voler venire lì. Doveva immaginarselo, che lui difficilmente l'avrebbe aiutata. Stava solo perdendo tempo, tempo che avrebbe potuto utilizzare per scoprire quello che le interessava.
Lui la ignorò.
-L'hai fatto per ripicca nei miei confronti?Si insomma, tra tutti ti sei andata a mettere guarda caso con quello che più odio.-
Lily lo fissò, incredula. Non riuscì a trattenere una risatina di scherno.
-Non posso davvero credere che tu creda a quello che hai appena detto.-
-Tu lo odiavi.-
-Hai mai sentito dire che le persone cambiano, Piton?-
Sembrava più un'accusa. Era stato lui, il primo a cambiare. A diventare quello che era. Non poteva permettersi di giudicare James, proprio non poteva.
Lui la guardò, attentamente.
Anche lei era cambiata. Non si era mai preso la briga di guardarla troppo a lungo, in quei due anni, rischiava di farsi troppo male.
Ma ora che lo notava, gli occhi brillavano di una luce diversa, gioiosa, come se nonostante tutta la discussione, avesse sempre la mente in un posto più felice di quello. I capelli rossi erano tenuti più corti rispetto a quello che usava quando era bambina. Si era fatta più alta, e ormai i lineamenti del viso erano quelli di una donna.
Della bambina che era stata non era rimasto pressochè nulla. Era bella, Lily, era indubbiamente una delle ragazze più belle che avesse mai visto.
Un tempo preferiva lui, a Potter.
Provò un moto di stizza verso il Malandrino. Lui gli aveva portato via anche la cosa più cara che aveva. Gli aveva portato via lei.
Tutti cadevano al fascino di Potter, e ora, persino lei era caduta nella rete.
Aveva quasi voglia di uccidere Potter. Ancora lo umiliava, ancora lo faceva sentire inferiore a lui, privandolo della cosa a cui aveva tenuto di più.
Con rabbia malcelata, fece un passo verso di lei. Aveva solo bisogno di offenderla.
-Formate proprio una bella coppia, voi due.- fece, con sarcasmo rabbioso. -Un pallone gonfiato e una Mezz...-
-Non hai ancora imparato a lavarti la bocca, Mocciosus?-
Lily si voltò, sbalordita, per vedere subito dopo James, in tutto il suo splendore, avviarsi verso di loro. L'espressione era dura, tesa, quasi si aspettasse di ricevere un attacco da un momento all'altro. La rossina per un attimo ebbe un fremito, e per pochi istanti si dimenticò di esserci rimasta male per aver scoperto che lui le nascondeva qualcosa.
-Come hai fatto a...-
Lui le rivolse un sorriso che però, le fece riacquistare il contatto con la realtà. Era un sorriso tristissimo.
-So sempre dove e come trovarti, Evans.-
Piton non poteva sopportare quello sguardo. Era come se fossero legati da due fili invisibili.  Era uno sguardo carico di sottointesi. Lei lo guardava come avrebbe voluto che guardasse lui, e questo non poteva sopportarlo.
-Sei venuto a marcare il territorio, Potter?- sibilò, maligno.
James precedette Lily, pronta a ribattere. Lo squadrò dall'alto in basso, con sufficienza, cosa che lo mandò ancora di più in bestia.
-Non credo ce ne sia bisogno, Mocciosus. Vedi, io, al contrario di te, tendo a fidarmi delle persone con cui sto.-
-Ma davvero?Allora suppongo sapessi che Lily era venuta qui per chiedermi, come dire...un favore.-
Lily si morse il labbro, nell'intento di non saltare al collo di Piton per staccargli la testa. Come si permetteva?Si, ok, lei era venuta lì senza avere detto nulla a James, e non gliel'avrebbe nemmeno fatto sapere se non fosse stato strettamente necessario, ma dal tono in cui l'aveva detto, la faceva sembrare una cosa talmente sporca, come se lei gli avesse chiesto di passare un'intera notte di fuoco con lei, quando in realtà lei voleva solamente chiedergli informazioni su una stupida pastiglietta rosa visto che un'altrettanto stupido-anche se pur sempre sexy, affascinante-Grifondoro non voleva rivelarle niente.
James rimase impassibile. Seppur dentro di lui sentisse chiaramente la vocina di Sirius che lo incitava a picchiare a sangue Mocciosus, e sebbene avesse una grandissima voglia di voltarsi verso Lily e chiedere conferma, un'altra vocina, più simile a Remus, gli diceva che l'indifferenza era l'arma migliore.
-Lily può fare quello che vuole, è grande e vaccinata, non ha sicuramente bisogno di chi la controlli. Avrà avuto i suoi buoni motivi.- e lui sospettava anche di sapere quali.
La rossina lo guardò, stupefatta. Per un attimo si chiese chi fosse quel ragazzo, non poteva trattarsi dello stesso James Potter che lei aveva sempre conosciuto.
Lui per tutta risposta le lanciò un'occhiataccia. Cosa credeva?Che non potesse avere anche lui un minimo di autocontrollo?
Anche se la voglia di fracassare la faccia di Mocciosus al suolo rimaneva. Forse poteva dargli una bottarella, in fondo, piccola piccola. Giusto per mettere in chiaro come stavano le cose.
No, James, sta buono. Ricordati, ha salvato tuo figlio. Per quanto sia un essere viscido e ributtante, ha salvato tuo figlio.
-Ma certo, Potter. Adesso giochi a fare la parte del buono e altruista Grifondoro solo perchè c'è lei, non è vero?Scommetto che ci metterai un attimo, appena si sarà girata, ad appendermi per le caviglie.-
James dispiegò le labbra in un sorriso compassionevole, che fece andare in bestia Severus.
-Vedi Mocciosus- la vocina di Remus gli diceva che forse sarebbe stato il caso di non chiamarlo più con quel soprannome, ma proprio non ce la faceva a darle ascolto -sei un po' troppo attaccato alle tue ossessioni. Non ho intenzione di appenderti per le caviglie.-
-Ma certo. Forse non c'è una folla abbastanza numerosa ad acclamarti, vero, Potter?Non è divertente se non ci sono i tuoi scagnozzi a coprirti le spalle, vero?-
Lily aggrottò la fronte. Sembrava che Piton volesse che James reagisse.
Il Grifondoro sbuffò, senza essere particolarmente toccato da quelle parole. Non riusciva più veramente a vedere Severus come un bersaglio, un rivale.
Ormai per lui provava solo un sentimento di pietà, e, anche se non l'avrebbe mai ammesso sotto tortura, un lieve filo di gratitudine. Perchè anche se sarebbe diventato un Mangiamorte, anche se aveva chiamato Lily e tutti quelli come lei in maniera ignobile, anche se era stato il primo a rivelare la Profezia che li avrebbe condannati a Voldemort, anche se era innamorato della sua ragazza, anche se aveva passato anni a cercare i modi più subdoli per fare del male a lui e i suoi amici, colpendoli alle spalle, aveva davvero salvato suo figlio.
Anche se stentava a credere che quella persona fosse la stessa che gli stava davanti, e anche se il suo odio per lui non era scomparso del tutto, doveva sforzarsi di tenere a mente che lui, prima o poi, avrebbe fatto qualcosa di buono, quantomeno per amore di Lily.
-Ho smesso con queste ragazzate, Piton.- usò un tono calmo, sapendo che lui voleva solo provocarlo, per dimostrare a Lily che era il solito James Potter quindicenne e idiota.
-Adesso dimmi una cosa, Potter- il tono era sibillino, mellifluo. Aveva cambiato tattica, capendo che continuando a sfidarlo in quel modo non sarebbe approdato da nessuna parte. -quanto pensi ci metterai a trovartene un'altra?-
Lily sobbalzò, a quelle parole. Fece per dire qualcosa, indignata, quando Severus parlò di nuovo, con rabbia crescente. Non sopportava che quei due stessero insieme ancora, non riusciva proprio a capacitarsene.
-Ne hai a decine, ai tuoi piedi. Belle, brutte, more, bionde, alte, basse, ne hai per ogni genere. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, Potter, e io non credo che davvero tu sia diventato questo stinco di santo. Ti ci vorrà poco a tradirla, vedrai. Basterà che una qualsiasi ti sbatta gli occhioni verdi sotto il naso, e la tua Mezzosangue l'avrai già bella che dimenticata.- fece un sorrisetto subdolo, sapendo bene di avere appena oltrepassato il limite.
Aveva appena toccato uno dei tre tasti intoccabili di Potter.
Malandrini, Lily e Quidditch, ognuno in quella scuola sapeva che non bisognava mai scherzare su quegli argomenti, con James.
E lo sapeva anche il Serpeverde. Eccome, se lo sapeva.
Fu un attimo. Un attimo, e Piton si ritrovò la bacchetta di Potter puntata alla gola.
Non potè fare a meno di trattenere un ghigno. Ecco il Potter che conosceva e che voleva scatenare. Ecco quello che Lily disprezzava.
-Non dire mai più una cosa del genere, Mocciosus.- James strinse gli occhi a fessura, ogni briciolo di calma scomparso.
Lily aveva spostato lo sguardo a terra.
Si sentiva strana. Come se nella sua mente stesse squillando un campanello d'allarme, che le diceva di stare attenta.
Come se la sua mente cercasse di fare spazio a qualcosa.
Di nuovo, nella mente le riaffiorò il suo primo incubo, quello dove James si sposava. Rabbrividì, improvvisamente ricordandosi per cosa lei era venuta lì.
Intanto la discussione continuava, senza prestare attenzione a quello che le stava succedendo.
-Sei un povero illuso se speri che per lasciarla mi basti che mi passi davanti una qualsiasi altra ragazza dagli occhi verdi.-
Lily spalancò gli occhi. Fu come se improvvisamente le si fosse bloccato l'udito, la vista, tutto.
Attorno a lei si creò un vuoto. Una specie di bolla, che non le faceva capire nulla di quello che c'era all'esterno.
Harry è la mia copia spiccicata, mi basterà mettermi con una qualsiasi dagli occhi verdi.
Non sentì la risposta di Piton.
Mi basterà una qualsiasi dagli occhi verdi.
Non la sentì proprio.
Quella voce...
Harry è la mia copia spiccicata.
Quegli occhi...
La voce di James e Piton le arrivava ovattata, come se si fosse trovata in un'altra stanza.
Mi stai mollando, Potter?
Un sorriso. Triste, amaro.
è mai cominciata, Evans?
Sobbalzò. E in quel momento, nella sua testa successe qualcosa di strano.
Fu come se nel suo cranio iniziassero a formarsi delle crepe.
Tante. Piccole. Lente. Piccole crepe che improvvisamente si aprono.
Pensi che io potrei mai dimenticare che tu avevi smesso di considerarmi come un pallone gonfiato?
Tante, piccole crepe. Che facevano male.
Nella sua testa sentiva come se qualcosa stesse esplodendo. Sentiva le tempie pulsare, dolorosamente.
E non capiva.
Non capiva cosa le stesse succedendo.
Immagini. Immagini lontane, di un altro tempo, di un altro spazio...
Io non voglio dimenticare.
Era tutto così confuso...
Una bacchetta nera, un uomo incappucciato..Dov'era James?Era morto?
Harry, doveva proteggere Harry...
Un lampo verde.
Si portò le mani alla fronte, non riuscendo a sopportare quel dolore, quella pulsazione incessante alla testa. Chiuse gli occhi, senza nemmeno accorgersene.
Una donna anziana stava in piedi, ritta di fronte a loro, lo sguardo rigido.
Ho scoperto come farvi tornare a casa.
Devo cancellarvi la memoria.
Io...no...James...
Tu dimenticherai tutto, Evans. Sarà...come se non ci fosse stato...nulla, tra di noi.
No!
Le si mozzò il fiato in gola. Barcollante, si allontanò impercettibilmente, per avvicinarsi al muro. Non sapeva nemmeno lei cosa stesse facendo. Si appoggiò al muro, tremante. La vista era offuscata. Non vedeva nulla di quel corridoio, di James che si era appena girato a guardarla, con la fronte aggrottata, o di Piton, ammutolito.
Non vedeva niente.
Non sentiva niente.
Immagini, immagini le vorticavano nella testa. Sprazzi di luce. Dolore. Dolore, dolore...
James, mi baci?
Questa volta singhiozzò, portandosi una mano all'altezza del cuore. Le faceva male. Batteva pesantemente, come un macigno. Come un cuore che sta per fermarsi.
Le faceva male.
Non servirà a nulla, Evans. Dimenticherai tutto.
Perchè la voce di James era così dannatamente straziata?
Questa volta provò un'altro tipo di dolore. Più intenso, profondo, proveniente direttamente dall'anima.
Molti in seguito si chiesero come si fosse sentito il pluriomicida Sirius Black, sapendo che aveva consegnato il suo Signore dritto tra le braccia della morte...
Tremò. Cosa le stava succedendo?
Chiuse gli occhi, cercando di respirare correttamente. Sentiva la sua razionalità lottare contro tutto quello. Eppure serviva solo a farle aumentare il mal di testa, lo sentiva.
Non siamo stati dei buoni genitori, vero, Harry?
Fu troppo.
Le gambe le cedettero, non sostenendola più. Crollò a terra, con un tonfo.
Percepì appena il grido di James che le correva incontro, chiamandola.
Quel James apparteneva alla vita reale.
Lei si stava ricordando l'altro.
-Lily!Cosa...-
La rossina sbattè le palpebre, tentando di scacciare la patina offuscata che le copriva gli occhi.
Fu inutile. Non aveva il controllo del proprio corpo. Si sentì cadere in avanti, senza trovare le braccia.
James l'afferrò un attimo prima che finisse con la faccia a terra.
-Lily.- aveva una nota di panico, nella voce. La sentiva tremare violentemente. -Lily, che succede?Ti prego, parlami.-
Severus Piton era rimasto immobile, lontano da loro, impietrito. Cosa stava succedendo?Era troppo terrorizzato per correre da lei.
Non era un Grifondoro, lui.
Lily si aggrappò alla camicia di James, annaspando in cerca d'aria.
Avrebbe dovuto rispondergli.
-James.- fu tutto quello che riuscì a dire, prima di sentire di venir risucchiata da un altro ricordo.
Evans, fidati di me.
Non hai detto che hai sempre desiderato fare l'angelo?
Meglio avere rimorsi che rimpianti, non credi, Evans?
Non so da quale inferno tu sia venuta, ma io ho smesso di avere una sorella da molto tempo.
Si accorse di avere il viso bagnato di lacrime solo perchè in uno sprazzo di lucidità, vide James spalancare gli occhi, spaventato da quello che le stava succedendo.
Le passò una mano sul viso.
-Ti porto in infermieria.- fece per alzarsi per prenderla in braccio, ma lei glielo impedì, aggrappandosi a lui con tutte le sue forze.
-No.- inspirò, ancora in cerca d'aria. -No.- ripetè, solo. Non sapeva cosa le stesse succedendo, sapeva solo che se si fosse staccata da lui sarebbe successo qualcosa di spaventoso.
-Lily!- le prese il volto tra le mani, cercando di farsi guardare negli occhi. Lei sbatteva le palbebre ritmicamente, gli occhi inondati di lacrime. -Lily, ti prego. Riesci a sentirmi?Devi dirmi che succede, devo sapere come posso aiutarti. Cosa posso fare?-
-Non lasciarmi.- fu tutto quello che riuscì a dire. Non trovava le parole, realtà e irrealtà si confondevano, nella sua testa. Non sapeva a chi stesse dicendo quelle parole, se al James che vedeva nella sua testa, o al James che stava davanti a lei. -Non lasciarmi.- ripetè, questa volta, fu sicura, al James davanti a lei.
-Sono qui, Lily. Non ti lascio.-
Io sono qui, Lily. Sarò sempre qui per te, te lo prometto.
Si rese conto di stare battendo i denti.
Si accorse appena che James aveva voltato la testa, verso un punto che non riusciva a vedere, nel corridoio.
Riusciva solo a percepire James, il viso di James, gli occhi di James, accanto a lei. Sentiva che la stava stringendo, con le braccia che quasi tremavano per la preoccupazione.
E poi, tutte quelle immegini...
-Piton, vai a chiamare qualcuno, Silente, la Mcgranitt, chiunque. Subito!-
Severus spalancò gli occhi alle parole di James, guardandolo. Non riusciva a muoversi.
L'unica cosa che vedeva era Lily avvinghiata a Potter.
Lei voleva lui. E lui non poteva farci niente. Era tra le sue braccia, che voleva stare.
L'aveva persa.
Per sempre.
Che senso aveva aiutarli, adesso?Quando lei sarebbe stata meglio, non si sarebbe ricordata di Severus Piton, che aveva chiamato aiuto. No, si sarebbe ricordata di Potter che la teneva stretta contro di sè, tentando di darle un qualche tipo di conforto, pur non sapendo che cosa le era capitato per farla stare così.
Non c'era posto per lui, lì.
-Muoviti.- ringhiò Potter. Ci mancava solo che la Serpe si facesse prendere da un attacco di panico.
Piton gli lanciò un altro sguardo spiazzato, e James alzò gli occhi al cielo.
-Maledizione.- sussurrò. -Ho capito, mi devo arrangiare.-
Con una mano tirò fuori la bacchetta, mentre con l'altra cercava di reggere Lily, che continuava a singhiozzare, contro di lui.
Cercò un pensiero felice, per evocare un Patronus, ma era così difficile, con lei lì che soffriva, e non sapeva perchè, come fare a alleviarle il dolore.
Il senso di impotenza lo opprimeva, impedendogli qualsiasi pensiero in grado di evocare il cervo luminoso.
Perchè diamine Piton se ne stava lì senza fare nulla?Non vedeva che Lily stava male?Maledizione!
Lily mugugnò qualcosa di incomprensibile.
Lui sospirò, e chiuse gli occhi, sollevando la bacchetta. Doveva riuscirci, per lei.
-Io non voglio dimenticare, Potter.-
Spalancò gli occhi, e la guardò, stupefatto.
Aveva gli occhi serrati, il volto distorto in una smorfia di dolore. Respirava a fatica, e continuava a tremare.
Improvvisamente, capì.
Si sentì prendere dal panico, non arrivando al perchè lei stesse ricordando.
Cosa le aveva fatto scattare i ricordi?
Un altro singulto di lei gli fece capire che non c'era tempo da perdere. Doveva andare in infermieria, e subito. Al resto avrebbe pensato dopo.
Tutto, purchè lei stia bene, pensò. Avrebbe accettato qualsiasi cosa, a patto che lei stesse bene. Anche che lo lasciasse, anche che si allontanasse. Andava bene, se avesse smesso di tremare.
Sollevò di nuovo la bacchetta, chiudendo gli occhi.
Ce la doveva fare.
Cercò di non pensare a lei che gli stava tra le braccia, e pensò invece ai momenti più belli. Quella mattina, quando si era risvegliato con il suo bacio, la prima volta che gli aveva detto che lo amava. Stranamente, gli tornò in mente anche la prima volta che erano andati ad Hogsmeade, da soli, nel futuro. Era da un po' che non si concedeva quei pensieri, aveva fatto di tutto per toglierseli dalla testa.
Per fortuna, l'incantesimo riuscì, dopo pochi tentativi.
Appena il cervo bianco gli trotterellò a fianco, si sentì subito meglio. Sarebbe andato tutto bene.
-Vai da Silente e avvertilo.-
Strinse le labbra, quando il cervo si allontanò. Sapeva che avvertire Silente sarebbe significato che avrebbe dovuto spiegargli tutto. Raccontargli del futuro, spiegargli perchè Lily stava così.
Ma andava bene. Tutto, purchè lei stesse bene, si ripetè, come una litania.
La rossina emise un gemito di dolore, e lui la strinse, sentendo il cuore che si stava macerando dal dolore.
Le baciò la fronte, trattenendo con tutto sè stesso la voglia di piangere.
-Sh, andrà tutto bene, Lily. Te lo prometto.-
Per un attimo, lei sembrò riacquistare lucidità. Lo guardò, un secondo. Fece per dire qualcosa, quando la vista le si annebbiò di nuovo.
Strizzò gli occhi. Non voleva perdere il contatto con il viso di James, non di nuovo. Voleva vederlo, rassicurarlo. Qualsiasi cosa.
Ma fu inutile. Di nuovo, fu accecata dai ricordi.
James?
Lui alzava gli occhi su di lei. Anche lui stava soffrendo, lo vedeva. Lo vedeva bene.
Mi baci?
Le era costato dire quelle parole?Non se lo ricordava.
Ma forse no. Era stato abbastanza istintivo. Aveva assecondato la voglia del momento. Quell'occasione non sarebbe mai tornata, lui se ne sarebbe andato...
Non servirebbe a niente, Evans.
Lo so.
E quindi perchè mi chiedi una cosa simile, se sai che non cambierebbe nulla?
Aveva fatto un lungo sospiro, questo se lo ricordava, si. Non riusciva a pensare di perderlo, dopo così poco che si era accorta che sentimenti provava per lui. Non sopportava che quel qualcosa tra di loro sparisse così.
Perchè servirebbe a me. Vorrei sapere cosa avrei provato, se quel giorno tu mi avessi baciato.
Vide James vacillare. Vedeva nei suoi occhi farsi spazio qualcosa, oltre alla sofferenza.
Desiderio, forse.
Evans, sarebbe tutto inutile. Fra un po' dimenticherai tutto, compreso il fatto se io ti abbia baciato o meno. Sarà come se non ci fosse mai stato...nulla, tra di noi.
Lo aveva guardato, sentendo di avere voglia di picchiarlo. O di baciarlo. Come poteva davvero pensare sarebbe stato come se non ci fosse stato nulla tra di loro?Davvero pensava che sarebbe stato come se non ci fosse stato mai amore, tra loro?
No, era impossibile.
Ti farò solo del male, Lily.
Meglio avere rimorsi che rimpianti, no?
In un attimo, le sue mani sul suo viso, sui suoi zigomi, sul suo mento.
Le sue labbra sulle sue, le sue dita tra i capelli, il suo respiro sul suo viso...
Ti amo, Evans.
Sobbalzò. Un nuovo dolore le lacerò il cuore. Strinse ancora di più gli occhi, aggrappandosi ancora di più a lui, sentendo che lui rispondeva, abbracciandola ancora più stretta, con un singulto.
-Lily. Rimani sveglia, ti prego.- non sapeva cosa sarebbe accaduto, se si fosse addormentata. Non sapeva come andavano, queste cose. Cosa succedeva alla mente umana, quando un incantesimo di memoria si spezzava?Perchè a scuola non gli insegnavano queste cose, dannazione, invece di perdere tempo a cianciare su inutili battaglie di Troll?
Eppure sentiva che doveva tenerla sveglia.
Ti amo, Evans.
Lily vedeva tutto buio, ora. Sentiva le forze che la abbandonavano, piano.
C'era una luce, in fondo al buio, ma era lontana, troppo...non riusciva, non riusciva a raggiungerla...
Eppure doveva combattere, doveva rimanere sveglia, lo sapeva, o sarebbe stata la fine. Non si sarebbe svegliata più.
Cercò di concentrarsi su James, il James reale, che sentiva le stava accarezzando il viso, i capelli, sussurrandole parole per tenerla sveglia.
Parole che però erano ricoperte dai suoi ricordi.
Ti amo, Evans.
Restare sveglia era pressochè impossibile.
Lui avvertì le sue resistenze cedere, piano piano.
-Lily!Non ti addormentare, chiaro?Non ci provare.- la strinse a sè, forte. -Ti racconterò tutto, Lily. Ti dirò come sono andate le cose. Poi potrai fare quello che vorrai. Potrai insultarmi, uccidermi, lasciarmi, fare quello che vuoi. Ma ti prego, è l'unica cosa che ti chiedo, non addormentarti. Per favore, resta sveglia. Per me, resta sveglia.-
La rossina avrebbe voluto annuire, ma non ce la faceva. Le sue forze stavano scemando, la mente le mandava solo immagini vorticanti e confuse, sprazzi di pensieri le pulsavano nella testa, facendole male.
E in fondo una dormitina non poteva essere questa brutta cosa, no?
Le faceva così male la testa.
E c'era così buio...
Le sembrò che del fumo la inondasse, del fumo bianco, e non capiva cosa fosse.
Sapeva che però, prima di addormentarsi, doveva rispondere al suo ricordo, non doveva lasciarselo sfuggire, non un'altra volta.
Ti amo, Evans.
Ormai il buio si era impossessato di ogni cosa, attorno a lei. James le aveva detto di rimanere sveglia, per lui. Doveva farlo...ma...
Non riusciva.
Si sentì precipitare sempre di più verso il buio.
Sentì chiaramente un'unica, ultima lacrima rigarle la guancia.
Ti amo, Evans.
Parlò, in un ultimo rantolo.
-Anch'io ti amo, Potter.-
Il moro spalancò gli occhi, rendendosi conto che le resistenze di Lily erano crollate.
-No!- James la scosse, non troppo forte per non farle male. -Lily, maledizione, svegliati!- si lasciò scappare un singhiozzo.
Che cosa aveva fatto?Era tutta colpa sua. Se avesse parlato prima, se le avesse detto tutto, oppure se le avesse lasciato mangiare la pastiglia, forse ora lei non sarebbe stata così male.
Era tutta colpa sua.
La rossina non dava segni di vita.
Si alzò, prendendola in braccio, un po' barcollante. Doveva portarla da Madama Chips, subito.

-Sono grato che lei abbia accettato di parlarmi, signorina Vance.-
Il preside la scrutava dagli occhiali a mezzaluna, sereno.
Emmeline si mosse, a disagio, sulla sedia. Sentiva la presenza dell'elfo dietro di lei, e gli occhi azzurri di Silente erano così seri e saggi, che quasi la inquietavano.
-Di niente, preside. Cosa voleva dirmi?-
Lui la fissò ancora per qualche istante in silenzio, per poi sorriderle.
-Mi sono arrivate delle voci, signorina Vance. Voci su di lei.-
Emmeline aggrottò la fronte, perplessa. Perchè mai il Preside doveva interessarsi dei suoi problemi?
-A che proposito, signore?-
-A quanto vedo, ha deciso di sposarsi.-
La bionda non replicò, abbassando lo sguardo.
-Crede che sia la scelta migliore, signorina Vance?-
Questa volta, lei sollevò lo sguardo, decisa.
-Si, signore.-
Silente sospirò.
-Potrei chiederle perchè?-
-Perchè devo proteggere chi mi è più caro.-
Il Preside continuò a fissarla, in silenzio. Sembrava preso da chissà quale riflessione. Emmeline non sapeva cosa pensare, di quella conversazione. Perchè il preside si interessava a lei?
L'uomo fece un sospiro.
-Bene. Visto come stanno le cose, signorina Vance, avrei da chiederle un grande favore.-
Em aggrottò la fronte. Fece per rispondere, quando improvvisamente sentirono un raschiare alla porta.
Silente aggrottò la fronte, corrucciato. Aveva chiesto di non essere disturbato.
-Avanti.- disse, pacato.
Dalla porta non provenne nulla, se non ancora un insistente raschiare.
Fu Elphias ad aprire la porta, con la fronte aggrottata.
-Ma chi..-
Una forte luce li colpì, entrambi. Emmeline fu la prima a balzare in piedi, riconoscendo la figura di un cervo.
-Ma è il Patronus di James!Che cosa...-
Il Patronus luminoso non la lasciò finire, parlando con la voce di James.
-Professore, ho bisogno d'aiuto. Lily sta male, serve che lei venga, subito.-
Emmeline spalancò gli occhi, incredula.
Lily stava male?
Senza pensarci, guardò il preside. Sollevata, vide che annuiva, evidentemente preoccupato anche lui dal tono urgente che aveva il Malandrino.
-Portami da lui.-

-Signor Potter, forse ora è il caso che lei mi dia qualche spiegazione.-
James guardò il Preside.
Era passata un'ora, da quando aveva portato Lily in infermieria.
Un'ora, e Madama Chips ancora non era stata in grado di fare nulla.
Si erano radunati tutti lì. I Malandrini erano lì per lui, naturalmente, ma le prime ad accorrere erano state le amiche di Lily. Emmeline si era posizionata dall'altro lato del letto, totalmente intenzionata a passare lì il tempo finchè la sua migliore amica non si fosse svegliata.
Nemmeno lui aveva intenzione di abbandonare la sua postazine, affianco del letto di Lily.
La rossa aveva gli occhi chiusi. Sembrava serena, come se dormisse.
Ma era troppo pallida perchè ci si potesse illudere che stesse solamente dormendo.
Era tutta colpa sua.
Sapeva di avere gli occhi infossati, e si sentiva stanco morto, come se non avesse dormito per giorni e giorni.
La vista di Lily così, il senso di colpa, l'avevano prosciugato di qualsiasi energia avesse ancora in corpo.
Sospirò. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, non poteva certo sperare che il Preside ignorasse tutto per sempre. Tanto più che, se voleva davvero aiutare Lily, doveva dire tutto, in modo che trovassero una soluzione per lei.
Guardò Emmeline, che lo fissava. Non con aria accusatrice. Era la solita Emmeline, che tentava di scavare a fondo per scoprire quello che lui non voleva rivelare.
-James..- tentò la bionda.
Spostò lo sguardo sugli altri, scuotendo la testa.
Poteva davvero raccontare tutto, davanti a loro?
Osservò i Malandrini.
Sirius, suo fratello, lo guardava dritto negli occhi, cercando di capire cosa provava, cosa sentiva.
Una volta gli bastava un niente, per leggere gli occhi di James. E ora, invece, non ci riusciva.
E questo non riusciva ad accettarlo.
Cosa gli nascondeva, suo fratello?
Anche Remus lo guardava, anche se non così apertamente. Perchè James era diventato così misterioso, così silenzioso, tutto d'un tratto?
Poi James spostò lo sguardo su Peter. E improvvisamente, gli venne da chiedersi come avrebbe reagito, se gli avesse rivelato ciò che avrebbe fatto.
Il piccolo Peter. Timoroso, guardava nella sua direzione, dispiaciuto del suo dispiacere, senza capire davvero cosa fosse successo.
Non era un mostro. Era ancora il suo migliore amico. Non riusciva a non vederlo come tale, proprio non ci riusciva.
Era assurdo che proprio lui fosse il suo assassino. Assurdo. Solo pensarci gli si stringeva il cuore.
Cosa aveva fatto al piccolo Peter, perchè iniziasse ad odiarlo al punto di venderlo in quel modo?
Quali scelte sbagliate aveva compiuto, per portarlo su una strada così pericolosa?
Peter era fragile. Peter era facilmente condizionabile.
Ma era Peter,che diamine.
Il suo amico Peter.
Uno dei suoi migliori amici, anzi.
Non avrebbe superato la notizia di averlo condannato a morte, non in quel momento.
Lo avrebbe spinto a fare qualche sciocchezza, se gli avesse rivelato tutto.
Non voleva sconvolgerlo così.
Come diavolo faceva a non considerarlo uno dei suoi migliori amici?Davvero, come avrebbe fatto?
Aveva passato sette anni a considerarlo tale.
dalla prima volta che era entrato a far parte dei Malandrini, un lontano giorno d'inverno del primo anno, i Malandrini erano sempre stati quattro, e mai avrebbero potuto non essere quattro.
Come faceva a condannarlo così?
Era ancora uno di loro.
Guardò Sirius, chiedendogli scusa mentalmente. Sapeva che ci sarebbe rimasto male. ma doveva farlo. Loro non dovevano sapere. Nessuno di loro si sarebbe mai perdonato, ognuno per le proprio scelte.
Spostò lo sguardo su Silente.
-Preside, io...preferirei parlarle da solo.-
Com'era prevedibile, Sirius sobbalzò. Guardò James, incredulo.
Era la prima volta che suo fratello non voleva condividere qualcosa con lui.
La prima volta.
Si sentì quasi male.
Cosa stava succedendo al James che aveva sempre conosciuto?Perchè non si confidava più?
Per un attimo, James gli lanciò un'occhiata.
Un'occhiata che gli chiedeva chiaramente scusa. Gli diceva che avrebbero parlato, era una promessa.
Per un attimo, si sentì sollevato.
Remus scrutò James, sentendosi il cuore che palpitava, preoccupato.
Per un attimo si chiese chi fosse quel ragazzo. Non poteva essere James. James con loro parlava. James con loro si sfogava, non li teneva mai all'oscuro di nulla.
Era un po' che il loro James era cambiato, facendo spazio a una persona più adulta, matura. Era un James che pareva sempre addolorato per qualcosa. Era un James più riflessivo.
Eppure era sempre James. Lo stesso James che rideva e scherzava, lo stesso James che lo aveva aiutato nelle sue notti più terribili. Lo stesso James che aveva sempre un sorriso per tutti.
Remus si chiese da quanto tempo James nescondesse qualcosa.
Persino Peter lanciò al moro un'occhiata perplessa.
James era strano, troppo strano. Non li aveva mai mandati via senza una spiegazione, senza nemmeno un sorriso scherzoso.
Fu Sirius a girarsi per primo, attirando l'attenzione di Remus e Peter.
-Andiamo.- disse, con una scrollata di spalle.
-Ma...- tentò di protestare Peter. Non era da Sirius arrendersi così.
Black gli posò una mano sulla spalla. Lanciò una fugace occhiata a James, giusto in tempo per vederlo rivolgergli un breve sorriso, che scomparve subito.
Aveva capito giusto, quindi.
-Andiamo.- ripetè, in tono perentorio.
Ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni, suo fratello gliel'aveva promesso in un'occhiata. E lui si fidava di James.
Emmeline osservò James, per un attimo. Il moro guardava il Preside, senza fiatare.
Con un sospiro, si alzò. Si rivolse a Marlene e le altre.
-Andiamo anche noi. Torneremo dopo, appena Madama Chips avrà capito cosa è successo a Lily.-
Poi riguardò James.
-E tu, non colpevolizzarti troppo, per favore. Sono sicura che non è stata colpa tua.-
Lui fece una smorfia.
-Ma certo.-
Non era decisamente riuscito a mascherare il sarcasmo.










Ciaoooooo!!!ebbene si, sono riuscita a postare dopo sole due settimane, invece dei soliti duemilaquattrocento giorni XD siete contente?muhauha XD
Bene, come vi dicevo, le cose iniziano a precipitare...ah, poi, non so veramente se i Patronus passino attraverso le porte, oppure siano in grado di raschiare le porte per fare rumore O.o me la concedete una piccola licenza poetica?XD
Poi...altro da dire?Come ho reso Piton?Dovete sapere che io lo odio XD però tento sempre di non esagerare, nè con l'odio nè con il non odio...in fondo lo odio più per osmosi, diciamo così, ma questa è un'altra storia, non vi farò perdere tempo con le mie chiacchere XD
Poi...mmm...ho accellerato il passo della scoperta XD non preoccupatevi se non avete totalmente capito come Lily ha ricordato, credo lo spiegherò meglio nel prossimo capitolo XD
Altro da dire non mi pare ci sia...a parte che si, lo so che sono la solita sadica, ehm XD dettagli, ormai dovreste conoscermi XD
Passo ai ringraziamenti XD un bacio!



alix black: grazie mille ^^ si in effetti per James i guai sono tutt'altro che finiti XD povero, lo faccio soffrire troppo, e si che lo amo alla follia XD ehm XD un bacio XD

kokylinda2: questa volta sono stata più veloce, hai visto?e la verità è venuta a galla XD come hai iniziato l'anno nuovo?un bacio XD

Bella1309: diciamo che la mente di Sirius è genialmente contorta XD forse prima o poi ci racconterà cosa ha fatto marcire sotto al letto, intanto continueremo a sospettare che ci abbia nascosto il morto XD hai ragione per quanto riguarda James: è troppo disorganizzato e disordinato, è questo che lo ha fregato. un bacio XD

brando: James in effetti è distrutto, ma perchè è il solito paranoico che si attribuisce tt le colpe di qst mondo Xd ma dettagli XD tutto andrà per il meglio XD grazie della recensione XD un bacio!

caramella_rosa_gommosa: ma mark x quello ricomparirà fra un bel po', credo XD anche se in realtà nn lo so con esattezza XD Piton non ha approfittato, ma diciamo che non è nemmeno stato utile XD è che io un po lo odio O.o più che altro ok, si, amava Lily...ma se non fosse stato che Harry era il figlio di Lily, l'avrebbe consegnato a Voldemort senza problemi, quindi per carità io l'ho un po rivalutato, ma nn me la sento proprio da etichettarlo a santo, settimo libro o non settimo libro. Perdona lo sfogo XD un bacio XD

Mousse: io le vacanze le ho passate bene...a parte, come dire, un minuuuuscolo inconveniente: chiamato Genitori-che decidono-allegramente-di-andare in vacanza-con-i-loro amici. E naturalmente chi sono i loro amici??I genitori di James Potter??I genitori della mia migliore amica??Ma no, ovviamente, NO. sono i genitori del mio fottuto ex. Ma è oooooooovviooooo, ma fate pure con comodo, eh, non mi offendo mica se a appena un mese dalla rottura mi fate fare convivenza forzata con lui, eh -.- vabbe, tralasciamo XD muhauha XD(poi mi dovrai spiegare la questione dell'amico-ancora x-poco, eh XD)  Questione pastiglia fuxia...O.o me legge sconcertata le tue parole: magari fa un figlio con Mocciosus O.o me va a vomitare, suuuubito O_O ti prego!non dire mai più una cosa del genere, qst volta sei TU che stavi facendo morire ME O.o bleeeeeeah che schifo che schifooo XD nn dirlo mai più, muhaiuhauha XD  mmmm...poi...Ma io non ho mai detto che Remus e Emmeline non si metteranno mai insieme...ho solo detto che...MAH; BOH; CHISSà(testuali parole XD) muhauhauha XD va bene, sono sadica, lo so, lo so. Accidenti, devo contenermi O.o mmmm naaaaahhh voglio fare la sadica ancora per un pochetto XD ti preeego XD giusto il tempo di farli morire tutti, muhauhauhauha XD sto scherzando, io amo James (non si direbbe, da come mi tratti -.- ndJames)(James, amore, shhhh ndme)(James amore a chi??O.o ndLily) (zitta tu, torna a dormire ndme) (O__O ndentrambi) ok dopo questo piccolo teatrino, ehm, direi che è ora di andare, si?XD muhauhauha XD a presto cara XD un bacio XD ps: si, sono proprio bastarda XD muhauha XD

zukky: muhauhauhauhauhauha XD le sai le paroline magiche, si?ti adoro XD

Miss Rainbow: ehm...che male c'è a morire di crepacuore??muhauhauhauhauha XD ma Oo a proposito di cose equivoche e di integrità morale...non è che si è fatta qualche canna?O.o mauhauhauhauha Xd la adoro suddita, se lo ricordi XD

Iva27: non mi da affatto fastidio, anzi, mi fanno sempre piacere, più lunghi sn i commenti più mi piacciono XD è vero, povero James, il mio amato mi fa tanta tenerezza O.O eppure lo faccio soffrire di continuo, sono una vera bastarda, eh?XD mmm bella architettura, da un lato come lavoro mi sarebbe piaciuto, solo che sn completamente negata x la matematica, quindi ehm XD sono contenta che Sirius ti piaccia...qui è comparso poco, ma comunque è importante XD un bacio XD

S_marti_es: no, tutte le mie amiche mi chiamano Lussi, puoi farlo tranquillamente XD io ti chiamerò Marty, ti va?XD cooomunque...su emmeline e remus ho la bocca cucita XD muhauhauha XD chi preferisco dei malandrini?Vediamo...quello che faccio SEMPRE, perennemente soffrire come un cane XD muhauha, ma James, è naturale XD non hai idea di quento io lo ami O.o e ti capisco: nemmeno i miei amici maschi reggono mai il confronto, maledizione XD anch'io voglio un James potter nudo nel letto, porca puz XD e il tuo?XD un bacio XD

oOoPRONGSIEoOo: la mia tessssora ^^ ma sao ^^ parliamo bene su msn uno di questi gg, ti va?io e te ci dobbiamo fare una luuuunga chiaccherata muhauhauha XD ti voglio bene XD

ramoso4ever95: tranquilla per il ritardo, capisco benissimo ^^ muhauha si Sirius è fatto apposta x essere...Sirius XD nn ci sono altre parole x descriverlo XD muhauha XD un baciio!

pony: ciao Jame Austen2 alla vendetta XD mi sn spaventata all'inizio della recensione ho detto oddio adesso mi schiatta sul serio O.o muhauhauha XD ma O.o perchè tutte state a dire che piton e lily si mettono insieme?XD no no no momento, sia ben chiaro...Unto-Man e Lily staranno SEMPRE a una distanza di sicurezza di ALMENO venti metri XD non me ne frega se lui tenta di usare ogni mezzuccio subdolo x farla cadere ai suoi piedi, giammai si sfioreranno, non nelle mie fic XD(hai visto che termini anch'io poco grezzi?ho scomodato persino il giammai, muhauha XD ok la finisco XD) mark mark mark...mark ricomparirà, ma, sinceramente, non credo i suoi piani comprendano molto James e Lily...lui punta MOLTO più in alto, sai com'è. muhauhauhauha XD ora vado però, che mio padre mi ammazzerà fra molti pochi istanti XD ciao XD e non morire ti prego O.o sono così belle le tue recensioni ^^ saooo XD

malandrino4ever: ed ecco la risposta a tutte le tue domande XD muhauha XD spero ti sia piaciuto il capitolo, grazie di tutto XD

silverine85: Sirius è pur sempre Sirius XD probabilmente non si accorgerà tanto presto di Marlene, conoscendolo Xd ma vedrò cosa posso fare XD un bacio!

PrincessMarauders: non ti preouccupare, io stessa non sono una che recensisce ogni capitolo delle fic, semplicemente nn ho mai tempo XD quindi don't worry XD poipoipoi...nn so dirti se sceglierà ancora Peter come custode segreto, ma fose la vera domanda sarebbe, James accetterà davvero di NON fidarsi di Peter?James è sin troppo buono, e a volte, forse pecca d'ingenuità: tende davvero troppo a fidarsi degli amici, anche di quelli sbagliati. Mah, vedremo XD un bacio XD

La Nika: tranquilla x il ritardo ^^ lo so, lo so, adesso ci saranno taaaaanti casini, ma vedrete che tutto si sistemerà XD

karmenpotter: mmmm. sai che hai detto una cosa interessante?in effetti Lily percepiva il viaggio come una cosa distantissima da lei: è un semi anticipo del prossimo capitolo, ma shhh però, tu fai finta che io nn abbia detto niente XD poi ci hai azzeccato: maggior parte della tua recensione in realtà, è una previsione per il futuro, ma anche questo tienitelo x te XD e hai ragione, alla fine James non poteva fare altro che stare con le mani legate, povero l'amore della mia vita XD e anche su emmeline e remus potresti avere ragione O.o oddio, sai troppo, no basta, devo stare zitta XD muhauhauha XD un bacio!













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Capitolo 27
*** La sventurata rispose ***


cap 27 -Mi dica se ho compreso bene, signor Potter.- Silente aveva le mani giunte dietro la schiena, e gli dava le spalle, con aria assorta. -Mi sta dicendo che lei e la signorina Evans avete fatto un viaggio nel futuro, e avete scoperto quello che accadrà, ovvero, avrete un figlio che verrà perseguitato da Voldemort in persona, il quale vi ucciderà perchè voi tenterete di difenderlo.-
Si voltò lentamente verso James, per scrutarlo dagli occhiali a mezzaluna.
Il moro sospirò, annuendo.
C'erano solo loro due in stanza, più la rossina, che continuava a dormire, apparentemente tranquilla.
Non aveva mai staccato lo sguardo da lei.
-Ora capisco perchè Fanny ha pianto quel giorno.- il Preside annuì, assorto nei suoi ragionamenti. -Molto furbo da parte sua, signor Potter, davvero. Io stesso non sarei mai arrivato alla conclusione alla quale è arrivato lei. Baciare la signorina Evans in modo che Fanny vedesse il vostro futuro...davvero, davvero intelligente.-
James non rispose.
Quel giorno, la fenice gli aveva sbattuto in faccia che lui non poteva cambiare il suo destino. Gli aveva confermato che lui e Lily non sarebbero vissuti a lungo.
Per quanto fosse stato intelligente, per quanto il preside potesse pensare che quella fosse stata una mossa furba, per lui era stato semplicemente l'ennesimo pezzo del suo cuore che si spezzava.
Silente aggrottò la fronte, spostando anche lui il suo sguardo azzurrino su Lily.
-E dice di non avere idea del perchè la signorina Evans improvvisamente abbia ricordato?-
Potter per un attimo sembrò rianimarsi, e guardò il Preside, scuotendo la testa.
-No. Insomma, stavo parlando con...Piton..- fece una smorfia di rabbia, ricordando quel bastardo che non aveva nemmeno aiutato la ragazza che professava tanto di amare. Gliel'avrebbe fatta pagare, oh, se gliel'avrebbe fatta pagare.
L'anziano gli fece un gesto, invitandolo ad andare avanti.
-..si, ecco, stavo parlando con Piton quando lei si è allontanata, ha iniziato a tremare, e...-
Si morse le labbra, trattenendo un brivido. La sentiva ancora tra le sue braccia, totalmente inerme, che mormorava frasi sconnesse tra loro.
Era stata un'esperienza che James pregava di non dover ripetere mai. Avrebbe fatto qualunque cosa, avrebbe ucciso chiunque, sarebbe andato sulla luna solo per lei, avrebbe derubato la Regina stessa, pur di non vederla più in quello stato.
Gli aveva fatto così male, vedere lei, Lily Evans, la forte e invincibile Lily Evans, la donna che amava, la Caposcuola che stava alzata fino a tardi per svolgere i suoi doveri, la ragazza che lo rifiutava con tanto sdegno fino a poco tempo prima, così maledettamente fragile, così vulnerabile.
Era sicuro che quell'immagine lo avrebbe perseguitato per il resto della sua vita.
-Ed è sicuro che non ci sia stato qualcosa, magari un pezzo di conversazione, una frase, una parola, che possa aver fatto ricordare a Lily tutto?-
Silente lo guardava in un modo che fece capire immediatamente a James che lui era già arrivato a una conclusione.
Il Malandrino aggrottò la fronte, tentando di scavalcare l'immagine della sua Lily sofferente, e cercando di ricordare tutta la conversazione che c'era stata prima.
Gli sembrava come se i due avvenimenti fossero totalmente sconnessi tra loro, come se lui e Piton avessero conversato secoli prima, mentre Lily era sin troppo vivida nella sua testa.
Improvvisamente, gli sembrò di ricordare qualcosa.
Sei un povero illuso, se speri che per lasciarla mi basti mettermi con una qualsiasi dagli occhi verdi.
-Ho...ho detto una frase...- iniziò, con un barlume di comprensione a illuminargli lo sguardo. -una frase che era molto simile a un'altra che le avevo detto nel futuro. Ma...ma comunque, non avrebbe senso.-
-Perchè crede di no, signor Potter?-
-Innanzitutto, la frase non era perfettamente uguale...-
Il preside lo interruppe.
-Probabilmente signor Potter, la frase di cui lei parla, che in teoria secondo lei le ha fatto ricordare, è quella che è rimasta più impressa nella mente della signorina Evans..Credo anche che dipenda dallo stato emotivo di ogni persona. Vedi, James- il Preside fece una pausa, come per mettere ordine tra i suoi pensieri. -La mente umana è estremamente complessa. Tutt'oggi rimangono cose del nostro cervello che non sapremo mai. Non possiamo prevedere come una persona reagirà a un determinato stimolo. Probabilmente nel futuro quella frase ha avuto un effetto devastante sulla signorina Evans, nel bene o nel male, un effetto così potente che è bastato che tu la pronunciassi in maniera simile, perchè lei ricordasse.-
James stette un secondo in silenzio, ragionando.
-Però- disse -non ha comunque senso. La pozione che ci ha dato la Mcgranitt era davvero così debole, da fare in modo che bastasse una frase per rompere l'incantesimo?-
Silente fece un sorriso pacato, gli occhi che brillavano di un certo divertimento.
-Non è stata la frase, a rompere l'incantesimo, James.-
James lo guardò un attimo, interrogativo. Vedendo che il Preside sembrava intenzionato a non pronunciare più verbo, fece una smorfia.
-Preside, davvero, io la considero un grande uomo e ha tutta la mia stima, ma per un unica volta, non è che potrebbe parlare un po' meno come un filosofo e un po' di più come mangia?Davvero, non per mancanza di rispetto, è che sono davvero, davvero stanco.-
Tanto per dare la conferma di quello che aveva detto, si passò una mano tra i capelli, lanciando un'occhiata fugace a Lily. Sicuramente, se lei fosse stata sveglia, gli avrebbe lanciato un'occhiataccia per essere stato così inopportuno nei confronti del Preside.
Con suo grande stupore, però, Silente proruppe in quella che doveva essere una risata.
James spalancò gli occhi, stupito. In sette anni, non credeva di avere mai visto il Preside ridere così di gusto.
-D'accordo, James, tu mi stai simpatico. Vediamo, come posso spiegartelo..- si grattò la barba, ancora lievemente divertito. -La pozione che vi ha dato la Mcgranitt era un misto tra una Giratempo e un Oblivion, l'incantesimo per cancellare la memoria.-
Potter annuì, per farlo andare avanti.
-Quella pozione, però, ha modalità di operare ben diversa dal Oblivion. L'incantesimo infatti cancella la memoria, diciamo così, dall'interno. Mentre la vostra pozione si occupa semplicemente di nascondere i ricordi dietro a una barriera molto spessa. Agisce sull'esterno, facendo in modo che i ricordi restino chiusi in una specie di bolla. I ricordi della signorina Evans non sono mai stati cancellati, erano solo assopiti, e probabilmente aspettavano solo l'occasione giusta per venire fuori.- fece una breve pausa. -Il fatto che tu, proprio tu, sottolineo, perchè se fosse stato qualcun altro probabilmente non avrebbe fatto nessun effetto, abbia pronunciato quella frase, le ha riportato alla memoria tutto il dolore che quella frase deve averle provocato. Con il dolore, le barriere che difendevano i suoi ricordi, già deboli, si sono completamente sgretolate, dandole modo di ricordare.-
-Ha detto già deboli?Perchè già deboli?-
Silente sorrise, guardando attentamente il viso di James. Il Malandrino era pallido, il volto tirato dal senso di colpa. Probabilmente, non riusciva a perdonarsi di aver pronunciato quella frase che le aveva fatto tanto male. Il Preside preferì non dirgli che se non fosse stato quel giorno, sarebbe capitato sicuramente più avanti. Prima o poi, la signorina Evans avrebbe ricordato, con o senza l'aiuto di James.
-Vedi ragazzo, il problema di cui non hai tenuto conto, quando hai deciso di farle dimenticare tutto, è il fatto che si possono cancellare i ricordi, ma non i sentimenti.- fece un piccolo sospiro, prima di andare avanti. -La signorina Evans si era già innamorata di te, James, quando le è stata cancellata la memoria. Quindi, si è ritrovata a compiere un'ardua battaglia: il suo cuore le diceva una cosa, mentre la testa ne diceva tutt'altra. Il suo cuore le mandava delle immagini, il suo subconscio cercava altre vie per ricordare, proprio perchè il cuore voleva farle ricordare. Però, come le ho sempre detto, la mente umana è complessa, quindi non c'è da stupirsi se invece la sua razionalità e le barriere create dalla pozione combattevano per impedire tutto questo. Questa, chiamiamola così, lotta, l'ha indebolita, e ha indebolito anche tutte le sue barriere, facendo in modo che è bastasse risentire una frase detta dalla stessa persona che l'aveva pronunciata nel futuro, per farle tornare in mente tutto.-
-Fantastico.- James roteò gli occhi. -proprio quello che avevo bisogno di sentire.- borbottò, sarcastico.
Era riuscito a creare più danni di quanti ne volesse risolvere. A volte si chiedeva davvero se avesse sbattuto la testa da qualche parte da piccolo, per diventare così idiota, oppure idiota ci era proprio nato.
In ogni caso, si sentiva uno schifo.
E se lo meritava pure. Era stato così convinto della sua "brillante" idea!Lasciare Lily, così lei non avrebbe sofferto. Fare in modo che si dimenticasse tutto, e tutto sarebbe andato al posto giusto.
Quanto era stato stupido.
Ma perchè doveva essere Lily, a pagare per la sua stupidità? Perchè era lei, a dover essere distesa su quel maledetto letto, e non lui?
-James, sai, non credo che dovresti colpevolizzarti. Volevi solo fare il suo bene. Non potevi sapere cosa sarebbe successo.-
Per un attimo Potter lo guardò, sconcertato. Gli aveva letto nella mente? Gli occhi del preside brillavano di una luce strana.
Decise di non indagare, e alzò gli occhi al cielo.
-Certo, come vuole.- fece, sbrigativo. Non aveva certo intenzione di parlare con lui dei suoi sensi di colpa, o simili. Non era ancora arrivato ad essere così disperato da addottare il Preside come suo psicologo personale.
Qualcosa nello sguardo divertito di Silente gli fece intendere che gli avesse di nuovo letto nella testa.
Dannato Preside.
-Cosa pensa di fare, adesso?Per svegliare Lily, intendo.-
Quella situazione era dannatamente assurda.
Era ancora convinto di essere precipitato nel bel mezzo di un sogno. O meglio, di un incubo.
Silente fece un lungo sospiro.
-Credo non si possa fare niente, James.-
Il moro lo guardò, incredulo.
Poi rise, freddamente.
-Carina, come battuta. Ora avanti, mi dica cosa dobbiamo fare. Chiamare Fanny?Fare un incantesimo?Qualunque cosa. Lei risolve sempre tutto, no?Tiri fuori il suo asso nella manica.-
Ormai si rendeva conto di stare delirando. L'anziano mago lo scrutò, profondamente.
-Il punto è, James, che la situazione è diversa rispetto a quella della signorina Vance. Qui è la signorina Evans, che sa quando è il momento più consono per tornare. Prima, la sua testa deve mettere ordine, deve recuperare i ricordi, tutti, riviverli, riassemblarli tra di loro, e non sappiamo quanto questo potrebbe durare. La mente è diversa per ognuno di noi: c'è chi ci potrebbe mettere una settimana, chi un'ora, chi un mese. Forzando il risveglio, rischiamo di provocarle più dolore di quanto non ne abbia già sofferto. Rischierebbe non solo di non ricordarsi tutto ciò che le è capitato nel futuro, ma addirittura potrebbe perdere totalmente la memoria, non ricordarsi nemmeno più come si chiama, i suoi genitori, nulla. L'unica soluzione è aspettare.-
-Mi sta dicendo che dovremmo stare qui senza fare niente?!-
-Devi portare pazienza, James.-
-Come può dirmi di portare pazienza?Per quanto ne sappiamo potrebbe stare morendo, e lei mi dice di portare pazienza?-
-Sono sicuro che si sveglierà, James.-
-Non può esserne sicuro.-
-No, è vero. Ma io sono ottimista, James. Dovresti esserlo anche tu.-
Lui non rispose.
Una volta James era ottimista. Una persona pessimista non sarebbe mai potuta andare dietro alla stessa persona per un tempo così lungo. Non sarebbe mai riuscita a diventare un Animagus, sfidando almeno una quarantina di regole scolastiche e ministeriali.
Forse aveva ragione il Preside. Forse doveva tornare ad essere ottimista.
Lo doveva essere, per lei.
Anche se era difficile.
Fece un sospiro piuttosto rumoroso. Era l'unico tipo di assenso che riusciva a dare.
-Ora, James, se non ti dispiace, ti dovrei chiedere di uscire dall'infermieria. Vorrei parlare un attimo con Madama Chips.-
-Io non mi muovo da qui.- replicò il moro, con ostinazione.
Silente trattenne un sorriso.
-Devo davvero parlare con l'infermiera, James, da solo.-
-Non importa. Andate da un'altra parte.- decisamente, avrebbe dovuto imparare ad essere meno irriverente. Ma era fatto così, non ci poteva fare nulla. E poi il Preside non sembrava arrabbiato, anzi, manteneva sempre quella sorta di aria tranquillamente divertita.
Poi l'anziano mago sospirò.
-Ti prometto che ti verrò a chiamare appena avrò finito, James. Ti chiedo solo una mezz'oretta, non di più. Se mi accorgo di cambiamenti nella signorina Evans, giuro che manderò qualcuno a chiamarti. Ora ho bisogno di esporre a Madama Chips alcune mie teorie, e devo sapere cosa ne pensa. Ci serve la massima concentrazione, e non credo che Poppy sia in grado di svolgere appieno il suo lavoro, se le gironzoli attorno.-
-Ma starei tranquillo. Sul serio.-
Silente trattenne un sorriso. Quel ragazzo gli piaceva, decisamente. Era cocciuto e testardo, proprio quello che ci voleva, in periodi duri come quelli.
Peccato che avesse un destino così triste. Avrebbe sicuramente fatto carriera, se non fosse stato per quel futuro nefasto.
Ma ora aveva davvero bisogno di parlare con Madama Chips senza di lui.
-Devo insistere, James. Ti farà bene cambiare un po' d'aria. E meno gente Madama Chips ha intorno, meglio si può dedicare alla signorina Evans.-
Quell'ultima frase parve far riflettere il Malandrino, che dopo un po' annuì, con un sospiro.

Lily stava correndo.
Non sapeva nemmeno lei per andare dove, o dove si trovasse.
Sapeva solo che doveva andare avanti, superare quella nebbiolina grigia che pareva avvolgere tutto attorno a lei.
Qua e là distingueva delle ombre, ombre che le mettevano addosso una senzazione spiacevole di inquietudine.
Non si muovevano, le ombre.
Parevano osservarla semplicemente, immobili e nere come la notte.
L'unico rumore che udiva era l'eco della sua corsa, veloce. Non credeva di poter correre così veloce, era sempre stata una schiappa, negli sport.
Improvvisamente, davanti a lei si stagliò un muro grigio e ruvido.
Si fermò.
Sul muro si distinguevano una serie di porte, nere e massiccie.
Aggrottò la fronte. Dove si trovava?Perchè era lì?
D'un tratto, un lampo passò per la sua testa, come un ricordo lontano.
James. Aveva bisogno di James.
Doveva aprire quelle porte?Cosa ci sarebbe stato, al di là di quelle porte?
Si ricordava vagamente di essere svenuta tra le braccia di James.
Si ricordava di James, quindi non aveva perso la memoria. Giusto?cercò di focalizzare la mente su qualche ricordo recente.
Ma dove si trovava?
Si guardò intorno, cercando qualche informazione in più che le potesse essere utile. Ma nulla, là dentro era tutto grigio, grigio, nebbia.
Decise di aprire una di quelle porte, forse avrebbe scoperto come uscire da quel posto grigio e opprimente.
Esitò un secondo, prima di schiudere la porta al centro.
Si ritrovò subito in una stanza dall'aria familiare.
Il grigio era sparito, sostituito da un'accogliente color rosso-oro.
La loro sala Comune. Con curiosità, si chiese come fosse finita laggiù.
Sentì un piccolo versetto provenire dal suolo. Notò in quel momento un pupo di si e no un anno, seduto per terra, con la schiena che lo reggeva a malapena. Qualche capello nero a contornargli la testolina, una mano infilata nella boccuccia rosa, e l'altra che stringeva un orsacchiotto senza un occhio, il piccolo la osservava, con curiosità ingenua.
Per un attimo si sentì strana. Il piccolo la continuava a fissare, nel più completo silenzio.
Spostò lo sguardo.
Su una poltroncina rossa vide sbucare una testa nera e spettinata, e spalancò gli occhi, sentendo il cuore accellerare. Quella testa l'avrebbe riconosciuta tra mille, lo sapeva.
-James?- chiamò, la voce strozzata.
Vide la testa girarsi, alzandosi da dove era seduta, facendo vedere totalmente il ragazzo.
Lily spalancò gli occhi, vedendo due brillanti ochi verdi fissarla, di rimando.
Per un attimo non riuscì a parlare, troppo sorpresa per emettere qualsiasi tipo di suono. Il cuore le batteva, ancora.
I due smeraldi continuavano a fissarla, sorpresi quanto lei.
Quello non era James.
Un nome le balzò alla testa, facendole sentire un calore in mezzo al petto che continuava a farle battere il cuore velocemente.
-Ha..Harry?- la voce le uscì esitante, come se avesse paura che il ragazzo svanisse da un momento all'altro.
-Mamma?-
Lily sentì gli occhi che le si riempivano di lacrime, senza un motivo apparente. Mamma, quel ragazzo l'aveva chiamata mamma. Harry era suo figlio, il suo bambino, colui per il quale si era sacrificata.
In quel momento, nessun gesto le era sembrato più giusto.
Nel momento esatto in cui l'aveva visto, si era ricordata tutto.
Il futuro, poi dimenticato. Poi Piton, e James che la difendeva. Lei che si sentiva male. Ricordando, finalmente.
Ricordando Harry.
-Harry- mormorò, ancora sorpresa. -Cosa ci fai, qui?-

James entrò in Sala Comune, cercando di non sentirsi troppo nervoso.
Era rimasto davanti alla porta dell'Infermieria giusto cinque minuti, per poi decidere che non riusciva a stare fermo.
Doveva camminare, fare qualcosa, non sarebbe riuscito a rimanere lì immobile un secondo di più.
Forse Silente aveva ragione a dire che doveva cambiare aria.
Ma a quel punto, visto che da Lily in quel momento non poteva fare nulla, e il Preside avrebbe avuto da fare sicuramente per un bel pezzo lì dentro, e lui sentiva proprio l'irrefrenabile bisogno di fare qualcosa, aveva deciso che avrebbe parlato con i suoi Malandrini.
Era ora che loro sapessero. Non potevano rimanere all'oscuro di tutto, ancora.
Loro erano i suoi migliori amici.
Per troppo tempo li aveva trascurati, aveva permesso che non fossero più partecipi della sua vita.
Non sarebbe stato facile.
Ma doveva rimediare.
Li trovò tutti lì, in Sala Comune.
Sorrise lievemente, pensando che probabilmente, lo stavano aspettando. Per quanto ne sapevano, lui sarebbe potuto rimanere con Lily fino al giorno sucessivo, ma loro lo stavano aspettando comunque, Remus seduto sul divanetto rosso che sfogliava con aria assente la Gazzetta del Profeta, Sirius e Peter che giocavano a scacchi, entrambi svogliati e senza badare minimamente alle pedine sulla scacchiera.
Il primo a sollevare lo sguardo appena il buco del ritratto si aprì fu, naturalmente, Sirius.
Con lo sguardo blu penetrante lo scrutò, preoccupato, chiedendosi se finalmente avrebbe saputo. Suo fratello pareva teso. Come se si stesse preparando ad affrontare una dura prova.
Per un attimo si sentì ferito. Era davvero così difficile, per lui, rivelarsi?Quanto dolore aveva sopportato suo fratello, in quei mesi?
A quel punto, anche Peter e Remus, abbassando il giornale, lo guardarono.
Ognuno di loro, sapeva perchè James era lì. Perchè aveva quello sguardo serio.
Era vero che l'avevano aspettato. Si erano installati lì, e non si sarebbero smossi fino a che il loro amico non sarebbe tornato.
Era il momento della verità, finalmente.
Non ci sarebbero più stati segreti.
Almeno, così sperava Sirius.
-Come sta Lily?- chiese Remus, in tono neutro, dopo un attimo di silenzio.
C'erano state poche volte, in cui l'aria tra loro era stata così tesa.
-Cos'ha, Lily?- rettificò Sirius, senza mai smettere di guardare James. Era davvero proccupato. Perchè tutto quel mistero?Cosa stava succedendo, al loro Ramoso?
James li guardò, un'ultima volta, prima di sospirare, e passarsi una mano tra i capelli. Doveva riuscirci, maledizione!Loro erano i suoi amici. Non poteva più permettersi di nascondergli tutto quello.
-Okay.- fece, lasciandosi cadere su un divanetto accanto a Remus. -Credo sia giusto iniziare dal principio.-
Si soffermò un attimo con lo sguardo su Peter. Non aveva ancora deciso se dire o no del suo coinvolgimento. Probabilmente, se avesse iniziato a parlare, non avrebbe mai dovuto posare lo sguardo su Codaliscia. Sapeva quanto i suoi occhi avrebbero potuto rivelare, sapeva che per Sirius sarebbe stato un attimo, saltare al collo a Peter, non appena avesse capito.
Decise che la cosa migliore sarebbe stata quella di guardare Remus durante tutta la conversazione.
Peter sarebbe stato troppo difficile da guardare, mentre Sirius sarebbe stato sin troppo facile, e si sarebbe tradito troppo facilmente.
E non aveva ancora deciso se dire anche di Peter, oppure no.
Che ne sarebbe stato dei Malandrini?
Stava davvero mettendo la parola fine, lui, proprio lui, a quell'amicizia che sembrava durare da secoli?
-Vi ricordate l'anno scorso, quando Lumacorno ci ha fatto fare la pozione Ricordarum?-
Naturalmente, Remus annuì. Sirius invece aggrottò la fronte, mentre Peter scuoteva la testa.
James sbuffò, nonostante tutto divertito.
-Non importa. In ogni caso, con quella pozione io ho fatto non so quale macello...Remus non guardarmi così, o non finirò mai- Remus stava giusto per aprir bocca, dimentico per un attimo di cosa stessero parlando, per fare una piccola ramanzina a James su come sarebbe stato opportuno che lui si applicasse di più alla materia tanto detestata. Lunastorta chiuse immediatamente la bocca. -Sta di fatto che io e Lily siamo finiti nel futuro.-
Lasciò qualche secondo perchè i Malandrini metabolizzassero le parole appena dette.
Remus aveva spalancato gli occhi. -Cosa?!Ma come...com'è possibile, tu non...ma...-
Peter, invece lo fissava, allibito. -Come hai fatto?- squittì, quasi con ammirazione. James si sentì infastidito da quella vocetta così carica di venerazione.
Per un attimo, ne rimase stupito. Certo, le lodi di Peter non erano mai mancate, ma in quel momento gli sembravano così...viscide.
Cercò di non badarci troppo.
L'unico invece a non non lasciar trapelare nessuna reazione fu Sirius.
Taceva, Sirius. Forse per una delle poche volte in vita sua, non parlava.
Osservava, Sirius. Osservava James, suo fratello, chiedendosi quando sarebbe esplosa la bomba. Quando la quiete avrebbe fatto posto alla tempesta.
E poi aspettava, Sirius. Aspettava in silenzio. Aspettava quella tempesta, ansioso e impaziente di affrontarla.
James intanto riprese a parlare.
-Non importa il come, credo. Ve la faccio breve, comunque.- Non aveva di certo intenzione di dire che aveva scoperto che sarebbero morti tutti. Era più che deciso ad attenersi solo alle informazioni strettamente necessarie. Non voleva provocare dolore inutile, non ai suoi migliori amici. Già sapeva bene come sarebbero stati, sapendo la sua fine. Prese un respiro. Stava per arrivare al punto. -Lì abbiamo scoperto che...ecco, abbiamo conosciuto..nostro figlio.-
Sentì Remus trattenere il fiato, e osservarlo, con gli occhi spalancati. Fece un piccolo sorriso.
-Alla fine ce l'hai fatta, James.- disse, riferendosi a quanto l'avevano preso in giro tutti loro, dicendogli che l'unica cosa che la Evans gli avrebbe mai dato sarebbero stati gli schiaffi.
Lunastorta sapeva che forse quello non era il momento più adatto per fare dell'ironia, ma sentiva che tutti avevano bisogno di stemperare l'aria. Lui stesso, aveva quella cocente necessità di sentirsi di nuovo tra i Malandrini di una volta.
E poi, davvero si sentiva felice per il suo amico. Era il sogno di una vita che si realizzava, poter stare con Lily, avere dei figli da lei. Remus sapeva che James non avrebbe mai osato chiedere di meglio.
James sorrise, per un attimo, orgoglioso.
-Si chiamerà Harry e...salverà il Mondo Magico, qualcosa del genere.-
Tutti lo guardarono, stupefatti.
-Wow James- fece Peter, sorridendo. -Ce l'hai fatta davvero.-
James per un secondo lo guardò, e si sentì mancare. Quel sorriso era sincero. Era davvero, davvero sincero. Peter Minus era davvero felice per lui. Cosa diavolo era successo?Perchè il suo migliore amico doveva venderlo così?
Paura, rancore, rabbia...tutto questo poteva sul serio scavalcare un'amicizia che pareva solida?
Sapeva che non avrebbe dovuto guardarlo. Guardare Peter gli faceva davvero male. Cosa aveva fatto a Codaliscia, perchè arrivasse ad odiarlo?
Ma quello che era peggio era che lui forse nemmeno l'aveva odiato, per fare una cosa simile.
Forse si era solo fatto prendere dalla paura.
E questo era, mille volte peggio. Perchè lui non ci avrebbe pensato due volte, a gettarsi tra Peter e Voldemort, se fosse stato necessario.
Non è sempre vero che l'amore che dai è uguale a quello che ricevi.
Lui non riusciva a non volere bene a Peter, quantomeno per quello che ora era. Aveva i suoi difetti, certo, ma aveva anche i suoi pregi.
-James.- Sirius interruppe il flusso dei suoi pensieri.
Potter non lo guardò. Non voleva condannare Peter. Non subito, non così.
Ogni volta che rifletteva su Peter, finiva così. In un modo o nell'altro, cercava sempre di proteggerlo, di non accettare quello che avrebbe fatto.
Cercava sempre una via alternativa.
Quante riflessioni aveva fatto su Peter, e quante volte si era ripetuto le stesse cose?
Sirius ebbe quasi più paura di quel mancato sguardo di qualunque altra cosa. Sentiva che suo fratello si stava allontanando. Lo stavano perdendo, tutti loro, e non capiva perchè.
-James, maledizione, guardami!- La voce di Sirius aveva una nota terrorizzata al suo interno. Finalmente, con lentezza, James guardò Felpato.
Senza dire niente.
Si guardarono un attimo, entrambi sentendo il gelo dell'aria che si era insinuato nei loro cuori. Solo il tempo avrebbe detto se l'amicizia sarebbe riuscita a sciogliere quel ghiaccio che li stava avvolgendo.
-Che altro c'è?- sussurrò Felpato, per la prima volta in vita sua, con timore.
Senza mai staccare il blu dal nocciola.
Davanti ai suoi occhi impotenti, il nocciola si tramutò in un colore più simile al cioccolato fondente, scuro e torbido, impaurito e non più limpido, sofferente, senza traccia dell'allegria e della luminosità tipica degli occhi di James.
Per poco Sirius non si alzò in piedi, di scatto, per correre a scuotere suo fratello, e urlargli di tornare indietro, ovunque stesse andando senza di lui.
-Il fatto è che- continuò James, distogliendo lo sguardo, questa volta guardando dalla parte opposta dei Malandrini. La voce era bassa, accorata dal dolore, quasi. -Io e Lily non vedremo mai crescere Harry.-
Nessun silenzio avrebbe mai potuto essere più assordante.
-Che cosa significa?- ringhiò Sirius, a denti stretti.
James lo guardò. Deciso, questa volta.
-Quando Harry avrà un anno io e Lily verremo uccisi, Sirius.-
Non aveva nemmeno finito la frase che Sirius era balzato in piedi, quasi ringhiando.
-Stai scherzando.- i pugni conficcati nei palmi non compensavano il dolore che stava per esplodergli nel petto.
Il moro sorrise, amaramente, mettendo negli occhi tutta la sofferenza che aveva provato in quei mesi.
-Secondo te scherzerei su una cosa simile?-
-No!- si avvicinò a James, la rabbia riversata tutta nei suoi occhi blu. -No!- ripetè, più forte, furioso.
Afferrò James per le spalle, e lo scrollò. Come a voler accertarsi che tutto quello non fosse un incubo.
-Io non lo permetterò, James!-
Il mondo non poteva privarlo dell'unica cosa più simile a un fratello che avesse. Aveva già perso la famiglia, non aveva avuto mai nè padre nè madre, nè un fratello da poter chiamare "famiglia".
Perdere James, sarebbe stato perdere molto più che un amico. Sarebbe stato perdere un fratello, una parte di anima, di cuore, di se stesso.
Sarebbe stato perdere una vita.
-Mi hai sentito?Io non lo permetterò.- strinse gli occhi a fessura, il blu che pareva il mare in tempesta. -Dimmi chi è stato, James.-
Sarebbe andato lì e l'avrebbe ammazzato. Istantaneamente. Questo fottuto bastardo non avrebbe nemmeno avuto il tempo di chiedersi cosa avesse fatto.
Era accecato dalla rabbia e dal dolore.
James non poteva morire.
Non James.
Quelle due frasi si susseguivano nella sua testa, facendo aumentare la sua rabbia.
Era indubbiamente pazzo.
Ma non gli importava.
James non doveva morire.
Potter distolse lo sguardo.
-No, James.- Sirius lo scosse, ancora.
Perchè suo fratello non lo guardava più?Perchè voleva tenergli nascosto quello che pensava?
-Ti prego, James, guardami negli occhi. Parlami!Chi è stato?Dimmi chi è stato, James. Dimmelo, che lo ammazzo.-
-No!- James aveva di nuovo spostato lo sguardo su Sirius, arrabbiato anche lui adesso. -Non permetterò che il mio migliore amico diventi un assassino, Sirius!Tu non farai niente del genere. Devi promettermelo. Non fare nulla di simile, chiaro?-
Ma James sapeva che Sirius l'avrebbe fatto, se gli fosse stato possibile. Ogni Malandrino sarebbe stato disposto a uccidere, per un altro Malandrino.
Cercò di non pensare alle eccezioni.
Sirius si alzò, di scatto.
-Non te lo posso promettere.- ringhiò.
Anche James si alzò.
-Adesso ascoltami, Sirius!Io non voglio che tu lo faccia.- James sembrava quasi spaventato.
-Bene.- ringhiò l'altro. -Ma voglio sapere chi è questo figlio di puttana!Se non ucciderlo, quantomeno gli voglio spaccare la faccia!-
-James.- questa volta era Remus. Per la prima volta, Potter lo guardò. Notò che era pallidissimo, gli occhi che esprimevano angoscioso terrore. -Chi è stato?-
Potter strinse le labbra.
Sirius gli riafferrò le spalle, guardandolo dritto negli occhi.
-James.- tremava. -Ti prego, James, devi dircelo.-
Il moro lo guardò, negli occhi.
Eccolo, il momento. Era arrivato. Doveva dirgli di Peter?
Aprì la bocca.
Come poteva guardare negli occhi suo fratello e mentirgli?
Sarebbe stato tutto così facile. Bastava pronunciare un nome, e tutto sarebbe stato a posto.
Quel nome li avrebbe condannati tutti.
Dal primo all'ultimo.
Se lo avesse pronunciato, forse avrebbe cambiato il suo destino. I Malandrini si sarebbero divisi definitivamente, forse. Lui e Lily sarebbero stati salvi.
Il problema, però, era sempre quello.
Non riusciva a tradire un suo amico. Non riusciva a condannare quello che adesso era Peter.
Se non diceva nulla, forse lui avrebbe ancora potuto recuperare Peter da dove si era gettato.
Se invece ora lo avesse detto a Sirius, la vita di Peter sarebbe diventata un inferno. Felpato non si sarebbe limitato a escluderlo, no.
Felpato lo avrebbe ucciso.
Era davvero questo che voleva?
Che Peter morisse?
Se lo meritava davvero?
Il Peter che conosceva lui, no.
Era sempre questo, il problema. Non riusciva proprio a vederlo come un nemico.
Avrebbe potuto provare a cambiare il suo futuro. Rendere Peter più simile a quello che era ora e non a quello che sarebbe diventato.
Ma lo doveva fare da solo.
-Voldemort.-soffiò, in fretta. 
Silenzio.
Vide con la coda dell'occhio Peter impallidire.
E il silenzio persisteva.
Sirius strinse ancora di più i pugni, ormai sentendo le unghie conficcarsi nella carne.
-Combatterò, non è un problema.- sibilò poi. -Tu non morirai, James. Sono stato chiaro?-
Come se fosse dipeso da lui.
-Ma certo.- fece Remus, in tono quasi febbrile. -Possiamo trovare un modo. Ormai tanto lo sai, no?Potete nascondervi. Intanto, noi combatteremo. Daremo la vita, se necessario. Ma non morirete, no, tu e Lily resterete in vita, James, parola di Malandrino.-
Remus sentiva le sue gambe tremare, così come le braccia. Era una senzazione simile a quella che provava quando si trasformava.
Il terrore di qualcosa che stava per accadere, e che non si poteva fermare. La razionale certezza di un imminente dolore, e, contemporaneamente, l'irrazionale preghiera che tutto ciò non accadesse.
-Non servirà. Lui ci troverà, lui...vuole Harry. Senza il nostro sacrificio, il mondo sarà condannato ad essere manipolato da Voldemort. Questo è il punto. Io e Lily dobbiamo morire, per salvare lui.-
-No!- Sirius aveva gridato di nuovo. -Non lascerò che tu muoia, James!Non me ne frega un cazzo se Voldemort poi ci userà tutti come suoi burattini, se trasformerà il mondo in un inferno!scapperemo, combatteremo, faremo qualcosa, ma non gli permetterò di ucciderti, dovessi finire ad Azkaban!-
James si morse la lingua, trattenendo le lacrime. Il suo amico aveva praticamente predetto quello che gli sarebbe successo.
Sirius cercò di nuovo il suo sguardo, ma James non glielo permise.
-James, devi dirci come aiutarti!Non staremo qui con le mani in mano. Ti prego, James, devi dirci quello che possiamo fare. Non starò a guardare mentre il mio migliore amico viene ucciso!-
Gli pareva che nelle vene gli scorresse sangue avvelenato, ricco di gelida rabbia nera.
-è questo il problema, Sirius.- mormorò lui. -Non potete aiutarmi. Sono condannato.-
-No!- di nuovo, il grido disperato. Sirius si allontanò. -No, io non lo accetto!Mi hai capito?- ringhiò, allontanandosi sempre di più, verso il buco del ritratto.
Non riusciva a stare ancora in quella stanza, non riusciva.
La fiamma del caminetto per un secondo avvampò, facendo scricchiolare in maniera sinistra il legno che stava bruciando.
-Sirius..-
-No!- ringhiò, di nuovo.
Era pazzo, Sirius. Pazzo di rabbia, rabbia per quell'ingiustizia che forse non avrebbe voluto scoprire.
In un attimo fu fuori dalla Sala Comune.
Era talmente pazzo di rabbia che avrebbe potuto far male a qualcuno, se lo sentiva.
Aveva bisogno di sfogarsi.
Avrebbe potuto cercare davvero qualcuno, e prendersela con lui. Una bella rissa, forse, era quello che ci voleva.
Ma era troppo arrabbiato persino per andarsela a cercare, la rissa.
Andava per corridoi sconosciuti, velocemente e senza badare alla gente che si fermava al suo passaggio.
La rabbia che sentiva al petto si mischiava con il dolore che gli colava nelle viscere come liquido acido e avvelenato.
Aveva ancora le unghie ficcate nei palmi.
Suo fratello sarebbe morto.
Queste, le parole che aveva in testa.
Suo fratello sarebbe morto.
L'avrebbe lasciato, solo, disperato come un cane randagio, senza famiglia, senza niente di veramente importante.
Che ne sarebbe stato dei Malandrini, senza James?
La testa gli si riempì di ricordi, ricordi di ogni sorta, protagonisti indiscussi loro, i Malandrini.
Avevano giurato di non lasciarsi mai. Un adolescente tende a credere di essere immortale. Che a lui non potrà mai succedere nulla, la morte è solo un eco lontano che non sfiora minimamente una giovane mente sempre proiettata verso nuove ambizioni.
Un adolescente ha ancora troppo da scoprire, da vedere, da curiosare, per permettersi il lusso di morire.
Nelle magiche mura di Hogwarts, persino le stragi di Babbani compiute da Voldemort sembravano solo un eco, lontanissimo.
E invece ora aveva scoperto quanto di più terribile avrebbe potuto scoprire.
Suo fratello sarebbe morto.
Si accorse di essere arrivato al settimo piano, gli occhi ancora offuscati dalla rabbia.
Lì, finalmente, non c'era nessuno.
Doveva buttar fuori tutto quello che aveva in corpo.
Urlò.
Forte fino a che la gola non gli arse dal dolore.
Non gli importava nulla se lo avessero sentito.
Che lo mettessero in punizione, che lo espellessero, meglio!Meglio di tutto quel dolore.
Davanti a lui, appoggiate al muro, erano appoggiate una serie di armature lucide e argentate.
Persino quelle, gli davano fastidio.
Ne calciò una, esattamente su quello che doveva essere il ginocchio, facendola ruzzolare a terra, provocando un frastuono che echeggiò per tutto il corridoio.
Ma non gli importava.
Il piede gli pulsava dolorosamente.
Ma non gli importava.
Suo fratello sarebbe morto.
Questo si, gli importava.
Tirò un altro calcio all'armatura a terra. E un altro, e un altro ancora. Ancora, i piedi gli duolevano, ma ancora continuava a calciare.
Voleva distruggere quell'ammasso di ferro.
I calci facevano risuonare l'accozzaglia argentea, assordandolo.
Faceva tutto così schifo.
James non poteva morire.
Lui era il suo migliore amico, non poteva abbandonarlo.
-Sirius?-
Felpato si voltò verso la voce, ancora stordito, gli occhi stretti a fessura.
Vide Marlene avvicinarsi, gli occhi argentati spalancati per lo stupore. Sorrise. Chissà che aspetto orribile doveva avere, pensò, in uno sprazzo di lucidità.
I lunghi riccioli neri della ragazza erano raccolti dietro alla nuca, tenuti fermi da una matita che lasciava sfuggire un po' di ciocche qua e là.
Se non fosse stato tanto accecato dalla rabbia, avrebbe sicuramente notato che era bella.
Ma il punto era che lui era accecato dalla rabbia.
Marlene si avvicinò, con sguardo interrogativo, e quasi lui fu tentato di gridarle di andare via. In quel momento, non rispondeva delle sue azioni. Era puro istinto, la razionalità era completamente andata a farsi benedire.
E Lene era bella. Era una ragazza, e lui in quel momento aveva bisogno di sfogarsi.
Per un attimo si fece schifo.
-Cosa ci fai qui?- la fronte era corrucciata, in un'espressione che la rendeva buffa.
Sirius non si degnò di rispondere.
La riccia guardò allora l'armatura per terra, con aria scettica.
-Hai intenzione di distruggere la scuola?-
-No.- quel ringhio per poco non spaventò Marlene.
Lo guardò. Sirius aveva un'aria stravolta. Gli occhi ricordavano vagamente un abisso marino da cui sarebbe stato impossibile uscirne.
-Vuoi parlarne?- tentò, incerta, senza mai distogliere lo sguardo da quell'oceano scuro.
-No.-
Sirius sentiva di stare per perdere il controllo, di nuovo. Non voleva che lei gli stesse così vicino. Il profumo della sua pelle odorava di fiori d'arancio, ricordando la sua provenienza sicula da parte di madre, e spagnola da parte di padre. Gli arrivava dritto nelle narici, facendogli venire voglia di mordere quella pelle lievemente biscottata.
Non si era mai accorto di quanto quelle curve, giudicate un po' troppo abbondanti da parte di Marlene, fossero in realtà un richiamo così invitante per i suoi ormoni.
Se fosse stato lucido, il primo pensiero di Felpato sarebbe stato quello che lui non poteva fare niente, con Marlene. Lei era sua amica. La prima e fondamentale regola di Sirius Black, era quella che le amiche non si toccavano.
Non era come le altre, Lene, non avrebbe potuto andarci a letto e basta.
Non meritava di soffrire, di lasciarsi spezzare il cuore.
Lei gli piaceva.
Come amica. Certo, come amica. non sia mai che a Sirius Black piaccia una ragazza sul serio.
Il problema era che Sirius non era lucido.
E l'odore di lei era così delizioso...
Lene alzò un sopracciglio.
-Hai intenzione di rispondere no a ogni domanda che ti farò?-
Sirius inspirò, cercando di uscire dalla cortina istintiva di nebbia dietro alla quale si era barricato.
-No.- non riusciva davvero a dire altro.
Stava dicendo no a Marlene. Stava dicendo no al destino, Stava dicendo no a se stesso. No, James non doveva morire. No, non poteva prendere Marlene lì, così com'era, farla sua per una notte e poi via, come il vento, come aveva sempre fatto con tutte. No, Marlene non poteva essere la soluzione ai suoi problemi, non avrebbe di certo placato il dolore che aveva in mezzo al cuore, o la senzazione di essere marcio dentro.
Marlene roteò gli occhi.
-Capisco.- lo guardò ancora un attimo, perdendosi in quella tempesta torbida e blu.
Non sapeva bene che fare. 
Sapeva che Sirius era una di quelle persone che, quando sono in quello stato, vogliono rimanere da sole. Sirius era una di quelle persone che odiavano sentirsi deboli.
Sollevò le spalle, con un sospiro. Non voleva forzarlo a parlare, se lui non voleva, anche se in quel momento si sentiva in grado di fare qualsisi cosa che lui le avesse chiesto per farlo stare meglio. Forse aveva solo bisogno di stare da solo. -Pensavo di andare a trovare Lily, prima di cena, per sentire se hanno capito cos'ha. Se hai bisogno di me, sono là.-
Si voltò, e iniziò a incamminarsi da dove era venuta, non sapendo bene se stesse facendo la cosa giusta oppure no.
Fu vedendola andare via, che Sirius perse completamente la testa.
La scia del suo profumo sembrava ancora aleggiare accanto a lui.
Non poteva sopportare che tutte le persone a cui voleva bene lo abbandonassero.
Vedere la figura di Marlene che si allontanava sempre di più lo fece scattare.
Lene si sentì tirare per la manica, ed ebbe quasi appena il tempo perchè un lampo di stupore le attraversasse lo sguardo, prima di ritrovarsi schiacciata contro il muro.
Per un secondo, i loro sguardi si scontrarono, mare e nuvola, e solo per un secondo, Lene lesse qualcosa negli occhi di Sirius, che le fece sgranare gli occhi.
Qualcosa che la supplicava, dicendole non mi lasciare.
Fece per aprire bocca, ma nessun suono raggiunse mai le sue orecchie.
Sirius aveva premuto le labbra contro le sue, senza nemmeno rifletterci troppo.
Non era un bacio lieve.
Non aveva nulla della dolcezza delicata dei baci descritti nei romanzi, o dell'insicurezza dovuta all'incertezza della risposta di lei.
Ma diamine, se c'era passione.
Marlene sentì chiaramente la sua pelle avvampare, mentre le sue mani le risalivano sul viso, accarezzandole gli zigomi, per poi affondare nei suoi ricci.
La matita che le teneva i capelli cadde a terra, lasciando che la zazzera scura le scivolasse con dolcezza sulle spalle.
Lui premette il corpo contro il suo, sentendo le sue dita incastrarsi perfettamente tra i piccoli riccioli di Marlene.
E Lene per un attimo fu presa dal panico.
Cosa stava facendo?
Perchè diamine lui la stava baciando?
Sirius Black non baciava quelle come lei. Lei non era bella, non era brava a letto, non aveva niente che potesse attirare Sirius Black. E non era nemmeno un'oca da una botta e via!Cosa credeva?
Se avesse ricambiato il bacio, sarebbe stata una delle tante?
Probabilmente si.
Sicuramente, si.
Lui le mordicchiò il labbro superiore, in maniera talmente sensuale, che lei non potè fare a meno di dischiudere le labbra, ricambiando il bacio.
Come poteva resistere a Sirius Black?
Per uno strano istinto viscerale che le proveniva direttamente dl ventre, gli infilò a sua volta le mani tra i capelli, attirandolo ancora di più a se, insaziabile.
Cosa stava facendo?Maledizione!
Come ci era finita in quella situazione?Come?
Lei non voleva baciarlo.
Cioè, si, voleva baciarlo, chi non voleva essere baciata da Sirius?Ma non voleva che fosse..così. Avrebbe voluto parlarne, prima. Avrebbe voluto che lui la rassicurasse, dicendole che magari non era affatto come le altre.
Ma quel bacio era troppo senzazionale, per interromperlo in quel momento.
Dov'era finita la timida e impacciata Marlene?
Sentì le mani del moro reclinarle lievemente la testa all'indietro, per poi passare le labbra sul suo collo, mordicchiandolo, baciandolo, torturandolo con quelle labbra così dannatamente sensuali.
Doveva dirgli di smetterla, non poteva continuare di quel passo. Si stava comportando come una di quelle ragazzette che si portava a letto. Doveva avere un minimo di autocontrollo, dannazione.
Chiuse gli occhi, e sospirò.
-Sirius.- tentò, ma più che un tono deciso e perentorio, che avrebbe dovuto dare fine a quel gioco di labbra sul suo collo, le uscì un mormorio spezzato, che pareva più un allettante invito che un rifiuto.
Lui fece scivolare una mano lungo lungo il suo corpo, senza mai smettere di baciarle il collo.
Si sentiva andare a fuoco, e questo non aiutava molto la sua razionalità.
Quando quella mano calda e grande le accarezzò un fianco, scoprendo un pezzo di pelle nuda sotto la camicetta, le si mozzò il respiro in gola, e spalancò gli occhi.
Cosa stava facendo?
Improvvisamente si vergognò tantissimo.
Non si era mai sentita così.
sapeva di stare raggiungendo una tonalità del viso che avrebbe fatto concorrenza ai capelli di Lily.
Non era da lei, fare certe cose. Non era una ragazza che faceva certe cose. Okay, un pensierino su Sirius magari se l'era pure fatto, ma, così presto?
Stava di nuovo per chiamarlo, per dirgli di fermarsi. Sentiva che era eccitato.
Il profumo di lei gli ottenebrava i sensi, lo portava su terre inesplorate, gli faceva venir voglia di assaggiare ogni più piccolo centimetro di lei.
Improvvisamente, lui staccò le labbra dal suo collo, e, senza preavviso, la guardò, quando lei aveva appena aperto le labbra, per parlare.
Spalancò gli occhi, sorpresa da quello sguardo straziato dal desiderio, dal dolore, dalla frustrazione.
Gli occhi di lei erano come un cielo in tempesta, e quelli di lui sembravano fatti apposta per completare quel quadro grigio. Cos'erano le nubi, senza il mare burrascoso a fargli da contorno?
In quel momento capì che avrebbe fatto di tutto, se lui avesse continuato a guardarla.
Si dimenticò di ogni cosa.
Fu lei, ad allungarsi verso di lui, questa volta, a far scontrare le due labbra, in un bacio altrettanto irruento, impaziente come quello di Sirius lo era stato.
La sua risposta arrivò immediatamente.
La spinse ancora di più contro il muro, sollevandola, baciandola con foga, con impazienza crescente.
Non poteva più aspettare.
Solo baciandola riusciva a non pensare a tutto quel dolore che gli aveva quasi impedito di respirare.
La voleva.
Con ogni fibra del suo essere, con ogni cellula del suo corpo, non riusciva più a stare fermo e limitarsi a baciarla.
Era finito il tempo dei giochi, ora faceva sul serio. Voleva quella pelle biscottata sulla sua, voleva sentirla gemere sotto di lui, voleva che il suo profumo gli facesse dimenticare tutto, ancora una volta.
Quel profumo di fiori d'arancio doveva mischiarsi con la sua pelle, per un attimo forse l'avrebbe fatto sentire meno avvelenato, meno sporco e marcio dentro.
Marlene si aggrappò con le gambe alla sua vita, per non cadere, sentendosi sempre più in fiamme.
Una piccolissima parte di se stessa, continuava a dirle di fermarsi.
Ma era troppo flebile per contrastare la scia bollente che le lasciavano le mani di Sirius sulla sua pelle, i suoi baci sempre più affamati sul suo viso.
Ormai, si era totalmente innamorata di Sirius Black, non poteva certo più nascondersi.
Sirius le accarezzò una gamba, con lentezza, sorridendo quando la sentì emettere un gemito.
Aveva sempre pensato che il sesso fosse un'ottima valvola di sfogo.
Un'ottima distrazione.
Sentiva già il dolore farsi più debole, rintanarsi in un cantuccio piccolo piccolo del suo essere, soffocato dall'adrenalina che gli scorreva nelle vene, calda e familiare.
Marlene non lo meritava.
Ma non riusciva a smettere di baciarla. Ormai era arrivato al punto di non ritorno, lo sentiva.
Senza più freni, con mani esperte e agili, senza mai staccarsi dalle sue labbra, tolse i primi bottoni della sua camicetta dalle asole, desiderando far sparire quel sottile strato di tessuto che lo divideva da lei il prima possibile.
Lene spalancò gli occhi, realizzando a cosa avrebbe davvero portato tutto quello, se lui avesse continuato.
Lo guardò, gli occhi grigi attraversati dal terrore, il cuore che pompava sangue e ossigeno a una velocità a cui non avrebbe mai creduto di poter arrivare.
Voleva davvero fare l'amore con Sirius Black?Era disposta a farsi trattare come una delle sue tante puttanelle?Sarebbe entrata a far parte di una delle sue tante puttane?
Fece l'errore di guardarlo negli occhi, ancora una volta.
E scorse, ancora, tra tutto quel desiderio che gli offuscava la vista, quella frase mai pronunciata.
Non mi lasciare.
Fremette, non sapendo cosa fare.
Era disposta a rischiare?
Istintivamente non voleva fermarsi, la pelle reclamava a gran voce le mani calde di Sirius su di se, il respiro era affannato e irregolare, ansioso di riprendere tutto da capo. Le labbra rosse, gonfie di baci, sentivano la mancanza delle dolci torturatrici che le avevano tormentate fino ad adesso.
Forse lui non l'avrebbe considerata una delle tante.
Forse.
Ma molto probabilmente, no.
Sarebbe stata una notte e via, sarebbe stata la sua ennesima valvola di sfogo, solo carne in cui penetrare, niente di più che sesso, per lui.
Eppure sembrava così straziato, così dolorante e distrutto. Non sopportava di vederlo così, come un'anima in pena.
Come ci sarebbe rimasto, se adesso lei, con la camicetta mezza sbottonata, i seni che facevano capolino dando bella mostra di se, i capelli tutti scombussolati, si fosse tirata indietro?
E lei, sarebbe riuscita a rifiutarlo?Sarebbe stata abbastanza forte?
Era il primo che la faceva sentire così.
Con lui, tutta la sua timidezza, era andata in un posto dove non sapeva più se era in grado di recuperarla. Con lui diventava un'altra Marlene.
Si poteva dare così?
Lo riguardò negli occhi. Quel blu scuro rischiava di farla collassare. Come poteva resistere a due occhi così?
La sua razionalità non era mai stata troppo forte, nemmeno da lucida. Lei non riusciva a ragionare con praticità, come Lily. E quelle senzazioni erano troppo nuove, troppo diverse rispetto alle solite, per riuscire a contrastarle con decisione.
Avrebbe rischiato. Sentiva di non riuscire più a ragionare. Il desiderio la stava uccidendo.
Aprì la bocca. Sarebbe stata ancora in tempo a rifiutare, a allontanarsi, a dire che non voleva essere una delle tante. E lo avrebbe fatto, se solo avesse avuto la lucidità necessaria.
E invece, l'unica cosa che le uscì fu:
-Non qui.- sussurrato, sapendo di essersi condannata.
Avrebbe sofferto. Si, lo sapeva, avrebbe sofferto. Lui l'avrebbe lasciata dopo una notte.
Ma non le importava.
Non quando ormai ci era troppo dentro, troppo innamorata per tirarsi indietro senza pentirsi.
Lui la baciò. Poi le prese una mano.
-Andiamo nella stanza delle Necessità.-
Non era una domanda.
Lene sorrise. Ovvio, Sirius Black non poteva che sapere subito dove portarla per certe cose. Doveva immaginarselo.
Era ancora in tempo per tornare indietro. Sarebbe bastato scuotere la testa.
Sospirò.
Pronta ad essere una delle tante.
Poteva solo aggrapparsi alla speranza che lui non le facesse troppo male.
Annuì, consapevole di essersi appena gettata volontariamente nella bocca del leone.












Ehm...(me sbuca da un angolino nascosto)Toc toc...c'è nessuno?Lo so, lo so, ho fatto passare SECOLI dall'ultimo aggiornamento. Ho solo una parola per scusarmi: scuola. Scuola, scuola, scuola!Aaaaargh, io ODIO la scuola -_- e sarà sempre peggio, non ci posso credere O.o cooooomunque, eccomi qui, con un altro capitolo XD come vi sembra?O.o la prima parte mi sono annoiata tantissimo a scriverla O_O quindi ditemi se è molto brutta, perchè ne sono consapevole XD pooooi...mmmmm...spero che l'ultima parte si sia capita bene. Nel senso, non volevo far apparire Marlene come una troietta, perchè non lo è, assolutamente. Solo, è innamorata, quindi le è difficile resistere a Sirius, soprattutto perchè lo vede in difficoltà, e vuole davvero aiutarlo. E Sirius conosce, uhm, un metodo abbastanza veloce per dimenticare e farsi passare il dolore. Per quanto riguarda lui, invece, la strada non sarà così facile. Deve ancora imparare a distinguere tra sesso e amore, ma imparerà, a sue spese. Poi poi...mmm...basta, credo O.o
Chiedo umilmente perdono, in ginocchio, ma non posso ringraziarvi una per una -___- il libro di spagnolo mi reclama, con una faccetta sadica che dice TUUUU domani hai la verifica!!!!STUUUDIAAA!!!-___- non vedo l'ora di fare gli esami, almeno potrò bruciare tutto questo XD vi prego, non smettete mai di recensirmi, è solo grazie a voi che riesco ad andare avanti XD e le vostre ultime recensioni mi sono piaciute tantissimo, erano tutte lunghissime, non sapete quanto mi hanno fatto piacere *__* non vi ringrazierò mai abbastanza, davvero, GRAZIE per tutto quello che fate per me XD e ben tornate a tutte quelle che per un po non ci sono state *__* vado a spagnolo...voi recensite XD muhauhauha XD un bacio grandissimo!!!






















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Capitolo 28
*** Risveglio ***


cap 28 Marlene stiracchiò una gamba, non volendo aprire gli occhi, nonostante la breve luce che filtrava dalla finestra le stesse ferendo gli occhi già da un po'.
Non si ricordava che il letto del suo dormitorio fosse così caldo.
Cullata dal trepore del sonno, si mosse un altro po', mettendosi più comoda sotto le coperte.
Fece una lieve smorfia, sentendosi improvvisamente tutta indolenzita.
Confusa, si spostò un altro po', cercando di ricordare perchè avesse tutto il corpo dolorante.
Dopo aver chiuso la porta, Sirius non aveva aspettato nemmeno un istante.
Senza più preoccuparsi di un rifiuto, si era avventato sulla sua bocca, voglioso di assaporare quella pelle biscottata e calda.
Finalmente le sfilò totalmente la camicietta, quasi strappandogliela di dosso, stanco di quell'ostacolo bianco che gli ostruiva la vista e il tatto.
Per un attimo i loro sguardi si incontrarono, e lui sorrise, vedendola rabbrividire sotto il suo sguardo blu notte.
Marlene si sentì avvampare. Aveva paura di aprire gli occhi e scoprire che quelle immagini che le passavano in testa corrispondevano alla realtà.
L'aveva fatta indietreggiare, senza mai smettere di baciarla, mentre con le mani le percorreva la spina dorsale, passando sulle vertebre con dita agili, facendola sospirare poi quando arrivò al gancetto che chiudeva quel semplice tessuto colorato che ancora lo divideva da quelle curve piene e sensuali.
Lene si morse il labbro, chiedendosi se fosse davvero andata a letto con Sirius Black, o quello fosse tutto un sogno dovuto alla sua fervida immaginazione. Si era davvero lasciata così tanto andare, a tal punto da comportarsi come una delle tante?Si era davvero innamorata così tanto di Sirius?
Sentiva di essere sprofondata in una dimensione che non era più quella dove era vissuta fino a quel momento. Tutto quello in cui credeva, tutto quello che era, si stava sgretolando sotto il tocco di quelle mani che la esploravano, curiose di scoprire quel nuovo mondo sconosciuto.
Quante altri corpi avevano accarezzato, quelle mani?
Non dovresti farlo, Lene.
Quella era la vocina di Lily, che le parlava. La vocina di Lily, di Emmeline, di Mary, di Alice, di se stessa, persino.
Quelle vocine sapevano cos'era buono e cos'era cattivo per lei, cos'era giusto e cos'era sbagliato.
Ma in quello spazio inesistente tra i loro due corpi sempre più scoperti, non c'era posto per una qualsiasi delle sue amiche, o per la sua vocina interna.
Il reggiseno viola cadde a terra senza alcun suono percepibile. Ma probabilmente, anche se quella caduta avesse prodotto un'esplosione, non se ne sarebbero accorti.
La stese sul letto, sovrastandola con il suo corpo marmoreo, desideroso di avere di più, famelico come un predatore a cui è stata offerta su un piatto d'argento la sua preda preferita.
Solo allora lei parve accorgersi che lui era a petto nudo. Chissà quando si era tolto la camicia. Forse non era così importante.
Forse stava sbagliando tutto.
Lo attirò a se, baciandolo con irruenza.
Stava di nuovo iniziando a pensare troppo.
Affondò le mani nella sua schiena, sentendo tutti i suoi muscoli tesi sotto le sue dita sottili.
Le si mozzò il respiro in gola, quando lui iniziò a spostare le labbra dalla sua bocca al suo collo, per poi seguire la linea della gola e approdare con bramosia sul suo petto, ancora totalmente inviolato.
Marlene sussultò, appena. Non voleva aprire gli occhi e scontrarsi con la vista del suo corpo nudo disteso accanto a quello di Sirius, senza che tra i due ci fosse il minimo contatto, totalmente in contrasto con le immagini della notte precedente, ancora vivide dentro di lei, a tal punto che pensarci le faceva ancora sentire il calore di lui su di lei, i baci roventi sui suoi seni scoperti, il suo fiato caldo che le accarezzava la pelle, incendiandole ogni suo più piccolo poro, fino all'anima.
Si era pentita?Non lo sapeva. Poteva davvero pentirsi di quella piccola bolla che si erano creati?Quel che era successo era successo, lo sapeva. Sapeva quali erano le conseguenze dell'andare a letto con Sirius. Non si sarebbe aspettata un'accoglienza delle più felici, non poteva aspettarsela, non da lui.
Non da quando era entrata a far parte di una delle tante.
Ma non voleva aprire gli occhi, non ancora.
Voleva ancora lasciarsi cullare da quella bolla ovattata per un po', prima di dover affrontare le conseguenze.
-Marlene.- il suo nome sulle sue labbra aveva il dolce sapore di un'albicocca matura, succoso e dolce come solo un frutto maturato sotto il sole estivo può essere.  L'aveva sussurrato la prima volta mentre lei, con mani tremanti e inesperte, tentava di sfilargli i pantaloni, audace come non lo era mai stata, mentre lui ancora si dedicava a conoscere ogni più nascosta avvallatura o solco del suo corpo, riempiendola di baci ricchi di promesse che non sarebbero mai state dette ad alta voce.
Iniziò a strusciarsi contro di lei, mentre con le labbra infiammate ancora le torturava la pelle, con passione e desiderio,  facendola gemere e sospirare.
Senzazioni simili non le aveva mai provate.
Sentì una nuova emozione inibirle i sensi, stordendola per brevi secondi.
Un calore che questa volta non proveniva da lui, ma direttamente da lei, dal suo corpo.
Inarcò il bacino, volendo sentire ancora più vicino a se quel corpo che aveva fatto tremare tante altre ragazze prima di lei.
Nascose la testa sotto le coperte, vergognandosi.
Da quando era così poco pudica?Così poco timida?Non sapeva se le piaceva, quella nuova Marlene. Era una Marlene che lei stessa non conosceva, non aveva mai visto, non sapeva come gestire.
Era una Marlene che andava a letto con Sirius Black.
Per poco non sobbalzò.
Un po' tardi per farsi scrupoli, non credi, Marlene? Eccola, la vocina della sua coscienza, più acida di un limone per essere stata messa in stand by per tutta quella notte così diversa dal solito.
Grunì, per tutta risposta.
Si, era tardi per farsi scrupoli.
Non riusciva più a distinguere quale fosse il suo respiro e quello di Sirius. Caldo, attorno a lei c'era solo caldo.
E il corpo quasi nudo di lui sopra di lei, che metteva in bella mostra i pettorali scolpiti e tonici, belli che sembrava che Michelangelo, per scolpire il suo David, avesse preso a modello Sirius.
Lene ormai era più che sicura di aver perso qualsiasi sensibilità per il mondo esterno. Esistevano solo le sue mani che l'accarezzavano, viaggiando sempre più a sud, privandola di ogni respiro.
Le aveva tolto la sua ultima protezione più intima, stanco dei giochi. Ora si iniziava a fare sul serio.
E lei, completamente svestita sotto di lui,  per un attimo aveva di nuovo sentito tutto l'imbarazzo di trovarsi lì, con le mani affondate tra le sue spalle larghe e forti, il suo sguardo blu, reso scuro dal desiderio, che la mangiava con gli occhi.
Chiuse le palpebre, nascondendo l'iride argentata a quello sguardo famelico.
-Marlene.- di nuovo il suo nome, arrocchito dalla voce bassa di Sirius, suonò alle sue orecchie come un nome splendido, che le ricordava la sua terra d'origine, la sua prima e vera casa.
Lo sentiva muoversi con velocità crescente sopra di lei. Sapeva che non sarebbe passato molto tempo, prima che arrivasse il dolore vero e proprio.
Le uscì dalle labbra un sottile rantolo. Lo voleva, con tutta se stessa.
Nonostante il dolore, nonostante avrebbe sofferto, nonostante tutto. Lo voleva. Voleva essere sua e che lui fosse suo, anche solo per una notte, una notte andava bene, se la sarebbe fatta bastare.
Chissà se lui aveva capito che una cosa simile, per lei era totalmente nuova.
-Marlene.- ripetè lui, il fiato corto per lo sforzo. -Apri gli occhi, Lene. Guardami.-
Non poteva resistergli.
Aprì gli occhi, cercando di sostenere quello sguardo che le ricordava tanto il mare.
Aveva paura.
-Fai piano.- mormorò, quasi come una supplica che Sirius udì appena.
Non aveva fatto particolarmente piano. O, anche se l'intenzione fosse stata quella di cercare di non farle male, Lene non se ne era accorta minimamente.
Marlene trattenne il respiro, travolta dai ricordi di poche ore prima.
Non si voleva ricordare del dolore.
Sospirò, decidendo finalmente che era ora di aprire gli occhi e scontrarsi con la realtà.
Sgusciò da sotto le coperte, ringraziando il fatto che Sirius non si fosse ancora svegliato. Quando dormiva, assumeva una posizione piuttosto buffa, non ci teneva affatto che lui la vedesse in quel modo.
Le sue amiche la prendevano sempre in giro perchè sembrava che scomparisse completamente, si tirava su le coperte fino a coprire totalmente la testa riccia, quasi a crearsi una protezione contro il mondo esterno.
Facendo vagare lo sguardo per la stanza, si accorse che a Sirius non era rimasta nemmeno una coperta a coprirgli il corpo tutto nudo. Il Malandrino stava disteso a pancia in giù, con le braccia e gambe aperte, come se niente avesse potuto disturbarlo.
Lene si sentì arrossire.
Era davvero successo tutto quello?
Troppo tardi per farsi scrupoli!
Fece una smorfia, sentendo di nuovo la vocina della sua coscienza farsi sin troppo viva. Quella mattina aveva deciso di tormentarla.
In realtà poi non si sentiva così tanto di farsi scrupoli. Non poteva dire che si era pentita, no. Quella notte le era piaciuta, sin troppo.
Le piaceva l'idea che le sue mani fossero arrivate dove nessun'altro era arrivato, le piaceva l'idea di appartenergli, completamente.
Perchè, per quanto per lui non fosse lo stesso, lei si era completamente donata a lui, e per quanto lui fosse sbagliato per lei, era il ragazzo che amava, puttaniere o no. Non avrebbe voluto la sua prima volta con nessun altro.
Certo, sarebbe stato più perfetto se lui avesse ricambiato i suoi sentimenti.
Però, tant'è, che quel che è fatto è fatto, inutile rimuginarci su.
Con un vago senso di colpa, si ricordò che la sera prima sarebbe dovuta andare a trovare Lily con le sue amiche.
Improvvisamente le salì la preoccupazione. Che diamine le era saltato in testa?Una delle sue migliori amiche era addormentata senza che nessuno sapesse perchè, e lei cosa faceva?Stava lì a trastullarsi con Sirius Black!
Doveva essere totalmente impazzita. Quel ragazzo la mandava talmente fuori di testa che si dimenticava persino delle sue amiche.
Che razza di amica orribile era?
Cercando di fare il meno casino possibile, afferrò il lenzuolo e lo tirò con se, cercando di raggiungere il pavimento e contemporaneamente coprirsi al meglio che poteva.
Ora che era mattina, e che aveva una visuale molto più chiara dei loro vestiti totalmente abbandonati sul terreno, si sentiva molto più in imbarazzo rispetto alla sera prima, dove la luce soffusa le rendeva tutto molto meno reale.
Mentre i suoi piedi toccavano la pietra gelida del terreno, sentì Sirius mugugnare qualcosa.
Non voleva che si svegliasse quando ancora non era vestita.
Le sembrò un pensiero stupido, eppure, con la luce del mattino, si sentiva molto più vulnerabile.
-Marlene?-
Troppo tardi. Il Malandrino aveva aperto gli occhi, ancora assonnato, e le guardava la schiena nuda, con aria confusa.
Lei sospirò.
Con lentezza, stringendosi il lenzuolo al petto, si voltò verso du lui, non sapendo esattamente cosa aspettarsi.
Si sentì arrossire sotto il suo sguardo blu, tornato del blu naturale, senza essere intorbidito dal desiderio.
Dannazione. Aveva fatto l'amore con lui, eppure non poteva impedirsi di sentirsi in imbarazzo. Perchè diamine non era un po' più coraggiosa e fiera, come Lily?
O un po' meno pudica, come Emmeline.
D'un tratto si sentì completamente inadeguata.
-Marlene?- ripetè Sirius, questa volta più sveglio. -Cosa ci fai, qui?-
Fu come se qualcuno le avesse tirato uno schiaffo in faccia.
Cosa in effetti ci faceva, lei, lì?
Troppo tardi per farsi scrupoli, Marlene.
Avrebbe dovuto rispondergli, si.
Magari con una battuta acida. O con qualunque cosa che le togliesse quel dannato senso di inadeguatezza dal cuore.
Un'altra vocina della sua coscienza, più simile a quella di Lily, le diede dell'idiota. Davvero voleva dargliela vinta così, comportandosi come una qualunque ragazzetta che si faceva scopare da Sirius Black?
Improvvisamente provò pena per tutte quelle poverette che erano andate a letto con lui.
Forse non erano solo puttanelle, forse erano solo ragazze che credevano ancora alla favola del principe azzurro che si scopre improvvisamente innamorato di loro.
Forse speravano di dargli quel qualcosa in più che gli avrebbe fatto scegliere tra una di loro.
E lei aveva sognato come loro. Era stata stupida come loro. Si era fidata, e basta.
Era troppo tardi per farsi scrupoli.
Forse però non era tardi per distinguersi dalla massa.
Non se ne sarebbe andata con la coda tra le gambe, sconfitta e umiliata, no.
-Non lo so. Forse me lo dovresti dire tu cosa ci faccio qui, Sirius. Non sono io che ti sono saltata addosso in mezzo a un corridoio deserto.-
Si sentì svuotata. Come se avesse corso per decine di metri alla velocità della luce. Il cuore le batteva forte in mezzo al petto. La timida Marlene forse poteva imparare qualcosa da quella nuova Marlene che era andata a letto con Sirius Black.
Lo vide spalancare gli occhi. Il moro parve ricordarsi qualcosa, all'improvviso, perchè il volto gli si adombrò.
Lo vide stringere i pugni.
-Non sono affari tuoi.- ringhiò, freddo.
Un altro schiaffo, ecco che effetto ebbero quelle parole.
In effetti, non poteva aspettarsi di meglio. Lo sapeva che non poteva.
Si aspettava davvero qualcosa di più rispetto alla freddezza?
Doveva essere coraggiosa, non lasciarsi vincere dalla timidezza. La nuova Marlene non doveva essere timida, la nuova Marlene era forte. Non credeva più nelle favole, aveva smesso di crederci in quel momento, la nuova Marlene.
Doveva andarsene.
-Giusto.- si alzò in piedi, senza mollare la presa dal lenzuolo bianco. -Allora me ne vado. Chiamami, quando penserai che siano affari miei.-
Per un attimo ebbe l'impressione di essere stata troppo dura.
La sera prima lui sembrava davvero sconvolto. Forse stava ancora male, forse davvero non erano affari suoi. Forse tutto quello di cui aveva bisogno era una distrazione, e piuttosto che andasse con qualcun'altra, era meglio che fosse saltato addosso a lei.
Fece per dirgli qualcosa, quando Sirius la precedette.
-Va bene, fai quello che vuoi, basta che mi lasci dormire.-
Subito dopo aver pronunciato quelle parole, se ne pentì.
La vide sobbalzare, ferita. Le guancie le si tinsero di un adorabile porpora.
Cazzo. Marlene non era come le altre, cazzo. Lei era sua amica. Perchè le aveva fatto questo?Perchè le stava facendo questo?
Si sentiva così da schifo.
Perchè aveva portato lei a letto, e non qualcun'altra?
Con qualcun'altra si sarebbe sentito in diritto di trattarla male senza farlo sentire una merda.
In quel momento aveva la necessità di trattare male qualcuno, qualcuno qualsiasi. Come se il fatto che James sarebbe morto gli avesse dato il diritto di rendere infelici tutti coloro che gli stavano attorno.
Lei aveva il diritto di sapere perchè l'aveva sbattuta al muro e l'aveva baciata.
Ne aveva tutto il diritto.
Il problema era che non lo sapeva nemmeno lui, il perchè di quel gesto.
Certo, in quel momento aveva bisogno di sfogarsi, di dimenticare tutto.
Ma c'era stato qualcos'altro, e non capiva che cosa.
Qualcosa che lo spaventava, lo rendeva vulnerabile, più nudo di fronte a lei che di fronte a qualsiasi altra.
E lui odiava sentirsi vulnerabile.
Lei spostò lo sguardo.
Senza più dire una parola, sentendo chiaramente che la mano che teneva il lenzuolo aveva iniziato a tremare, si avviò verso il cumulo di vestiti gettato a terra, decisa a vestirsi e andarsene.
Si chinò verso i vestiti, frugando in cerca dei suoi.
Gli occhi grigi le bruciavano, ma non avrebbe pianto.
Se l'era cercata, giusto?
Era lei che era voluta venire in quella dannata stanza, lei che gli aveva detto di si, lei che aveva deciso di dargli se stessa senza rimpianti.
L'umiliazione faceva parte del prezzo?
Essere trattata come una puttanella qualsiasi, quello, faceva parte del prezzo.
Solo in quel momento si accorgeva di quanto avesse creduto nell'illusione in cui tutte, prima o poi, cascavano. Si era illusa di essere diversa, che per lei lui sarebbe cambiato, che dopo quella notte qualcosa potesse davvero cambiare. Davvero aveva sperato che lui le dicesse di rimanere. Si era crogiolata in un sogno, e ora ne pagava le conseguenze.
Stupida Marlene, stupida. Era troppo tardi per farsi scrupoli, ed era anche tardi per distinguersi dalla massa.
Stupida Marlene, ecco cosa ci guadagni, a credere nelle favole.
Sia la vecchia, sia la nuova Marlene erano ammutolite, annientate da quelle parole.
Altro che schiaffo, quella era stata una vera e propria pugnalata.
Sentendosi tremare dentro, tirò fuori dalla matassa confusa le sue mutandine.
Non doveva piangere. Sapeva quel che sarebbe successo, doveva solo riuscire a stare calma. Uscita da lì, si sarebbe fatta prendere dallo sconforto, ma lì, no.
Se c'era una cosa che aveva imparato dall'essere amica di Lily Evans, era che l'orgoglio andava difeso, fino alla fine.
Sapeva che lui la stava osservando.
Ancora accucciata a terra e dandogli le spalle, cercò di infilarsi l'indumento tenendo contemporaneamente il lenzuolo bianco stretto a se, come un'ancora di salvezza che la teneva appesa a un filo che se si fosse spezzato, l'avrebbe condannata.
-Non credi di stare facendo tanta fatica per nulla, con quel lenzuolo?- la voce di Sirius le arrivò alle orecchie, facendole digrignare i denti. Sapeva che lui stava ghignando. -In fondo, non c'è nulla che non abbia visto.-
Per Marlene fu troppo.
Si sentì fremere di rabbia.
E di nuovo si sentì battagliera, sentì la fierezza di Godric Grifondoro entrare in lei con prepotenza. Chi era lui per trattarla così?
Per umiliarla?
Chi si credeva di essere?
Lui poteva averle privato la dignità come donna, ma la dignità come persona no, quello mai.
Lasciò che il lenzuolo bianco le scivolasse ai piedi, e poi si voltò, senza coprirsi.
Con sguardo fiero, senza più alcun timore, ora sapeva le parole giuste da usare.
Perchè non ci stava, ad essere umiliata.
Andava bene essere innamorati, ma questo non voleva di certo dire farsi mettere i piedi in testa.
Lasciò che lui la guardasse, con occhi stupiti, che lasciasse scivolare lo sguardo sulle sue dolci curve tonde.
Non distolse mai lo sguardo.
Non arrossì nemmeno. In quel momento non se lo sarebbe mai perdonato.
-Eccoti accontentato. Sei soddisfatto di quello che hai ottenuto, Black?-
Lui per poco non sobbalzò. Quel cognome era stato detto con tanto disprezzo che nemmeno lui, parlando della famiglia Black in generale, ci aveva mai messo così tanto disgusto.
Quel cognome, pronunciato da quelle lebbra, ebbe il potere di farlo sentire uno schifo. Il peggiore e il più infimo degli esseri.
Lei non lo aveva mai chiamato per cognome.
Nemmeno la prima volta che si erano parlati.
Cosa aveva fatto?
La guardò. Improvvisamente, gli sembrò che lei fosse bellissima.
Lo sguardo argentato era fiero e duro, e come il mercurio, sembrava essere altrettanto velenoso.
Le spalle nude erano dritte, e mostravano senza imbarazzo i due seni non eccessivamente abbondanti, ma nemmeno piccoli. I fianchi erano larghi, le gambe non troppo lunghe.
Non era perfetta, Marlene, non come tante altre che erano state a letto con lui.
Ma era perfetta per lui.
No, non era soddisfatto, avrebbe voluto risponderle. Non era soddisfatto, e si sentiva male, perchè in quel momento sentiva che l'unica cosa che aveva voglia di fare era prenderla e baciarla di nuovo, sentirla di nuovo sussurrare il suo nome come aveva fatto quella notte, mentre lui entrava in lei, mentre le accarezzava le coscie, mentre la baciava.
E si sentiva male, perchè lei stava soffrendo a causa sua, e tutto quello che lui riusciva a pensare era che avrebbe voluto ancora averla tra le braccia.
Non perchè aveva voglia di fare sesso e basta, con qualcuno a caso, no.
Perchè aveva voglia di fare sesso con lei.
Era perfetta per lui, che l'aveva appena fatto sentire come l'ultimo delle merde, chiamandolo per quel cognome che aveva rinnegato con sdegno.
-Non sono un Black.- riuscì a mormorare, come risposta ad un insulto che non era stato pronunciato ad alta voce, cercando di non perdere il controllo, di nuovo. Sentiva chiaramente di volerla.
La vide sorridere.
Non aveva nulla del sorriso bellissimo di Marlene. Quel sorriso che le scopriva tutti i denti bianchissimi, che le incurvava gli angoli della bocca in maniera deliziosa.
Era un sorriso maligno e cattivo, niente più che una linea retta disegnata su quel viso dai lineamenti altrimenti dolci.
-No, certo che no.- sorrise di nuovo, Marlene. Se lui voleva fare lo stronzo, lei non sarebbe stata da meno. -Credo che tu sia molto peggio di loro, Black.-
Lui spalancò gli occhi, colpito come da un fulmine, ma lei non gli diede il tempo di replicare, incrociando le braccia sul seno.
-Loro almeno fanno sapere al mondo di essere dei perfetti Purosangue, e come tali si comportano. Tu invece ti professi tanto diverso, ma guardati: usi le persone esattamente come loro, credi di poter avere tutto e tutti a tuo piacimento, credi che il mondo giri attorno a te. Sei spaventato dalle relazioni serie, solo perchè hai una fottuta paura di non essere all'altezza!Sei patetico, Black, davvero.-
Prese un grande respiro. Ecco, le si stava incrinando la voce. Maledizione.
-L'unica grande differenza fra te e i tuoi parenti, forse, è che tu sei riuscito ad andare a letto con una piccola e schifosa Mezzosangue, ecco tutto.-
Lui si alzò, di scatto. Questo non glielo permetteva. Non poteva insultarlo così!
-Marlene..- gli era uscito un tono basso, furioso. Stava giocando col fuoco.
Lei indietreggiò, raccogliendo i vestiti per terra. Sentiva di stare per piangere.
-Non ti avvicinare.- disse. Non credeva di essersi mai rivestita così velocemente. Certo, la camicietta era tutta scombinata, la gonna tutta spiegazzata, e si era infilata le scarpe senza nemmeno provare a infilarsi le calze. Ma non le importava, voleva solo andarsene. -Non voglio rivederti mai più, Sirius Black.- raccolse la cravatta da terra, senza metterla al collo. Eccoli, sentiva gli occhi gonfi di lacrime. Non doveva dargli la soddisfazione, dannazione. Ma non era abbastanza forte, non era mai riuscita a trattenere troppo a lungo le sue emozioni, Marlene. -Un errore posso anche perdonarmelo, due, no.-
Detto questo si voltò.
In un attimo era sparita dietro alla porta, lasciandolo lì, incredulo.
Il profumo di lei che ancora aleggiava nella stanza.
Ebbe l'impulso di correrle dietro. Per un folle attimo, pensò di correrle dietro, completamente svestito, per dirle che non si doveva azzardare a parlargli così, come se fosse un Black davvero. Voleva afferrarla per una manica come aveva fatto la sera precedente, e urlarle addosso che voleva baciarla, maledizione.
Sapeva di aver esagerato.
Faceva lo stronzo per arginare il marciume che aveva dentro. Faceva lo stronzo perchè voleva che lei lo considerasse uno stronzo.
Lui non meritava l'amore di nessuno.
Perchè James sarebbe morto, e lui sarebbe rimasto in vita. E quello non poteva accettarlo. Non voleva essere più fortunato di lui, voleva fare di tutto per sentirsi feccia.
Perchè sentendosi feccia si sarebbe sentito meno ingiusto nei confronti di suo fratello.
Perchè se suo fratello fosse morto, lui non avrebbe potuto mai sentirsi felice, non avrebbe mai nemmeno voluto, sentirsi felice o amato o qualsiasi altra cosa che Marlene avrebbe potuto dargli.
Doveva pagare, per essere rimasto in vita.
Sentiva chiaramente la voce di James nella sua testa che gli dava del coglione.
Stava rovinando una delle cose più belle che potesse avere, l'amicizia incondizionata di quella ragazza che si pungeva un dito solo per fare vedere a uno stupido Purosangue quanto il suo sangue fosse uguale al suo.
Lui non la meritava.
Lui non metritava nessuno.
Eppure la voleva, voleva ancora averla sotto di se.
Perchè?
Cos'aveva quella notte di sesso in più delle altre?
Marlene, quella notte aveva Marlene.
Ma era solo sesso.
D'un tratto spostò lo sguardo sul materasso del letto.
Fu solo in quel momento che notò qualcosa che prima non aveva minimamente notato.
Un errore posso anche farlo, ma due, no.
Una macchia rossa, tendente al marroncino, campeggiava sulla superficie altrimenti immacolata, sporcaldola, facendolo sentire, finalmente, come aveva tentato di sentirsi.
Uno schifo.
Improvvisamente, divenne fondamentale ricordarsi se avesse fatto piano o meno. Quella supplica che lei gli aveva fatto prima che lui la facesse completamente sua, assumeva un nuovo significato.
Lei era vergine.
E si era data a lui, incondizionatamente. Si era affidata a lui, non gli aveva detto nulla, si era semplicemente fidata. Ora nella sua testa rivedeva tutti quei gesti, quei sospiri, quei gemiti, e li vedeva da un'altra prospettiva.
Perchè?Perchè non gliel'aveva detto?Perchè gli aveva permesso di farlo?
Doveva fermarlo.
Marlene, la dolce Marlene, l'aveva lasciato fare, lasciandosi condurre in quel gioco di seduzione.
E lui, cosa le aveva dato, per la sua prima volta, a parte trattarla come una delle tante?
Ma lei poteva dirglielo, dannazione!
Era un coglione.
Ci sei riuscito, Black. Sei riuscito a perdere una delle poche cose belle che avevi.

-Harry?Cosa ci fai, qui?-
Harry non parve aver sentito la domanda. Continuò a guardarla, per quelli che parevano minuti interminabili.
Poi si mosse. Lily notò che gli tremavano le mani, leggermente.
-Mamma.- disse, la voce ridotta a un sussurro emozionato. -Non credevo ti avrei mai rivisto.-
Lily sentì il cuore stringersi nel petto. Improvvisamente non le interessava più sapere dove fosse. Lì c'era suo figlio.
-Oh, Harry.- gli afferrò le mani, sentendosi il cuore pieno di tenerezza. -Non sai quanto mi dispiace. Non avrei mai voluto salutarti così, Harry, io...-
-No invece. Eravate sconvolti, era chiaro che...non avrei dovuto dirvi nulla. Ora papà mi odia..-
-No, Harry!- Lily gli strinse ancora di più le mani, cercando di trasmettergli tutto quello che avrebbe voluto dirgli in quel contatto. -Harry, non pensarlo nemmeno. James non potrebbe mai odiarti, devi credermi.- si sentiva un groppo in gola. -Devi credermi.- ripetè, sentendosi quasi gli occhi lucidi.
Erano bastati pochi istanti per farle ricordare tutto, e ora sentiva davvero quel ragazzo come suo. Sangue del suo sangue, frutto del suo amore di mamma. Sentiva di volergli un bene immenso, anche se aveva solo da poco 17 anni, anche se era presto per potere sentire l'istinto materno, ma quel ragazzo era davvero suo figlio. Si chiese davvero come avesse fatto a non capirlo subito, a non accettarlo da subito come figlio suo e di James.
Come aveva fatto a non riconoscerlo immediatamente?Suo figlio non poteva che essere lui.
Il moro sorrise, amaramente.
-Non avrebbe tutti i torti. Sono il responsabile della tua e della sua morte.-
-Gli unici responsabili della nostra morte sono Voldemort e Peter Minus, Harry.- Lily aveva assunto un cipiglio severo.
Aveva ancora sentimenti contrastanti, dentro di se, riguardo a tutta la faccenda.
Davvero uno dei migliori amici di James l'aveva tradito in maniera così subdola?Trovava impossibile che una qualsiasi persona potesse tradire James.
Era sempre stato buono con i suoi amici. James era una persona che tutti avrebbero voluto, come amico. Sapeva che Sirius e Remus ringraziavano ogni giorno Merlino per avergli dato James a sostenerli. Allora perchè Peter l'aveva tradito?
-Lo so.- Harry sospirò, chiudendo gli occhi. Poi li riaprì, specchiandosi nei suoi occhi gemelli. -è solo che avrei voluto dirvi tante cose. Spiegarvi...-
Lily lo interruppe.
-Non ce n'è bisogno, Harry, davvero. Non hai nulla da spiegare, o da colpevolizzarti.-
Era vero. Non voleva che Harry si colpevolizzasse per una cosa simile.
-Vorrei solamente un'occasione per parlare con lui.- fece una smorfia. -Non voglio che sia arrabbiato.-
-James non è arrabbiato con te, Harry. Solo...- roteò gli occhi. -Lui ha questa mania di voler sempre proteggere tutti.-
Il moro sorrise. Questa volta un bel sorriso, che partiva da un orecchio all'altro.
-Probabilmente al suo posto avrei fatto anch'io quello che ha fatto.-
Lily sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Allora è intrinseca nel DNA dei Potter,  la mania di credersi degli eroi solitari e tragici d'altri tempi.- borbottò. Ce l'aveva ancora con James per averle nascosto tutto.
Lei non avrebbe voluto stare a guardare mentre lui soffriva tanto, come invece era stata costretta a fare.
Harry sghignazzò.
-Può darsi.-
-Per favore, fai le condoglianze a Ginny da parte mia, se sei davvero così tanto simile a James...-
Lui le lasciò una mano, per passarsela tra i capelli, con finta aria di superiorità.
-Peccato che tutti amino i Potter..-
Lei lo fissò, incredula.
-Merlino, hai preso pure l'egocentrismo dei Potter?Tu non puoi essere mio figlio, no no, non esiste.-
Risero entrambi.
-Sono contento che tu sia qui.- mormorò il moro. -Vorrei...vorrei che anche papà fosse qui. Vorrei finire la partita a Quidditch, vorrei...vorrei aver fatto tante cose con lui, con voi, sempre. Vorrei che mi aveste cresciuto, vorrei sapere tutto di voi, avervi accanto a me.. Invece...- Adesso aveva quasi gli occhi lucidi.
-No, Harry.- Lily gli afferrò nuovamente le mani, sentendosi stringere il petto. non gli piaceva vederlo così giù. Suo figlio non poteva essere triste, per nessuna ragione al mondo. piuttosto si sarebbe fatta amputare una gamba. -Ti prego, non dire così. Troveremo una soluzione. Ci possono essere tanti modi. Non sceglieremo Peter come custode segreto, ci nasconderemo...ci deve essere un modo, ora che sappiamo, sarà tutto più semplice..-
Si bloccò, vedendo che stava scuotendo la testa.
-Harry?- mormorò, con voce spezzata, timorosa.
-Lily.- Harry prese fiato. -Hai dato un'occhiata, qui attorno?-
La rossina aggrottò la fronte, stupita dalla domanda. Si guardò in giro, più attenta di prima. Notò in quel momento che il bimbo, prima seduto per terra, ora gattonava sotto il tavolo, giocando con delle figure inesistenti. Solo in quel momento si accorse che quello era un Harry in miniatuta.
Si ripose la domanda che si era fatta prima. Che razza di posto era mai quello?Dov'erano?
In quel momento si accorse che quella era, si, la Sala Comune, ma aveva un che di strano. Non vi erano  le due scale a chiocciola che avrebbero dovuto portare rispettivamente ai dormitori maschili e femminili. In compenso, vi era un'unica, lunga scala di pietra che si innalzava fino a un piano superiore dal quale Lily poteva chiaramente vedere una serie che sembrava infinita di porte, tutte massiccie e simili a quella che aveva aperto lei per venire lì.
-Dove siamo?- domandò, in un sussurro.
-Non lo so con precisione. Credo sia una sorta di terza dimensione. o forse è il tuo subconscio, o il mio, chi lo sa. Ecco...dopo che...ve ne siete andati, io mi sono ritrovato qui. Ad aspettare, credo.-
La rossa sgranò gli occhi, incredula. Suo figlio era imprigionato là dentro da quando se ne erano andati?
-Che cosa?Aspettare cosa?Perchè...?-
-Ad aspettare una scelta vostra, credo.- fece silenzio per un secondo, mentre Lily continuava a guardarlo, sbalordita. -Il punto è- prese un grande respiro. -Che raccontandovi tutto, ho compromesso tutto il futuro. Ora nulla potrebbe essere come prima. Tutto dipende dalla vostra scelta. Capisci?Potrebbero esserci decine di migliaia di scelte che potreste fare, che cambierebbero il futuro, completamente.- indicò le porte, sopra di loro. -Potreste scegliere di non scegliere Peter come custode segreto. Potreste scegliere di lasciarvi e di non vedervi mai più. James potrebbe sposarsi con un'altra, e a quel punto io non nascerei proprio. Tu, potresti scegliere di sposarti con un altro. Potreste decidere di farmi addottare da una famiglia Babbana per nascondermi. Potreste pensare di sposarvi, si, ma non avere figli. Potreste decidere di scappare dalla guerra e rifugiarci tutti in America. Potreste decidere di uccidere la Cooman prima che dica la profezia, o di fermare Piton prima che la riferisca a Voldemort. Un sacco di cose, che potrebbero cambiare la mia vita, radicalmente, e con lei anche tutto il futuro che conosco.  Quando voi sceglierete, una di quelle porte si aprirà, facendomi riniziare tutto d'accapo, in un'altra vita, forse, oppure potrebbe semplicemente riportarmi nel mio presente.-
Sorrise.
-Avevano ragione tutti i maghi che mi hanno detto di non giocare con il tempo. Dicendovi tutto, credo di aver fatto un macello. Esiste una sola linea temporale, e quella va rispettata.-
Lily lo guardò.
-E tu...quale porta vorresti che si aprisse?- mormorò, colpita ancora da quelle parole.
Harry sospirò.
-Devo essere sincero?Non lo so. Il mio più grande desiderio è sempre stato quello di stare con voi, di conoscervi. Te, papà, Sirius, Remus. Tutti voi. Però...sarebbe davvero giusto? Nel mio mondo Voldemort è stato sconfitto. Le persone...tutte...non posso dire che sono felici, le perdite ci sono state, e sempre rimarrà quella tristezza per le persone care che non ci sono più. Ma almeno la guerra è finita. Tutte le persone...Ginny..Hermione...Ron.. si stanno rifacendo una vita, chi più, chi meno. Sarebbe davvero giusto far riniziare tutto d'accapo?Non lo so, Lily. Sono combattuto. E alla fine dipende tutto da voi.-
Lily aprì la bocca. La richiuse. Gli strinse le mani, sentendosi gli occhi pizzicare.
-Harry...- mormorò. Come se nominare il nome di suo figlio l'avesse aiutata a superare quel conflitto interiore.
Poteva capire Harry. Finalmente Voldemort era stato sconfitto. Chi le diceva che, se fossero rimasti in vita, non sarebbero morti tutti comunque qualche anno dopo?Chi le diceva che Voldemort non avrebbe preso il sopravvento, dominandoli tutti?Che fine avrebbe fatto Harry, se Voldemort fosse salito al potere?
Per lei non si preoccupava. era disposta ad essere torturata, uccisa. Ma suo figlio?Anche lui era un Mezzosangue. Se Voldemort li avesse catturati, come sarebbe finita?Rabbrividì, ricordandosi i racconti che le faceva sempre suo nonno sulla Seconda Guerra Mondiale. Voldemort non si allontanava molto dall'ideologia hitleriana, in fondo. Rabbrividì, di nuovo. Non voleva nemmeno pensare alla possibilità di suo figlio rinchiuso in un campo di sterminio. Solo l'idea le faceva sentire il cuore lacerarsi.
Almeno nel suo presente era salvo, senza ombra di dubbio.
Perdere un figlio era l'esperienza più dolorosa che una madre potesse avere.
Sarebbe riuscita, ora, a tornare nel suo presente, con la consapevolezza che non l'avrebbe mai visto crescere?
Non era una sorta di perdita anche quella?
Il cuore le martellò duramente nel petto.
Doveva scegliere un altro futuro per suo figlio?oppure no?
Per la prima volta si ritrovava a dover scegliere come madre. non più come singola, ma come una persona che aveva dato metà del suo cuore a un'altra persona.
Le sue mani tremarono, in quelle di Harry.
-Mamma.- anche lui aveva gli occhi lucidi, indovinando i suoi pensieri.
Lei lo abbracciò, di slancio.
Non poteva permettersi di rischiare, no.
Lui era troppo importante.
Nel suo presente, lui sarebbe stato salvo.
Una mamma doveva sapere cos'era giusto per il suo bambino, cosa l'avrebbe portato in salvo. E in quel mondo, Voldemort era stato sconfitto.
Doveva smettere di essere egoista, e fare quello che una madre avrebbe fatto.
Iniziò a singhiozzare, senza nemmeno accorgersene.
Non riusciva a separarsi da lui. Non con l'incertezza di non vederlo mai più. Sarebbe morta per lui. Lo avrebbe fatto altre mille volte, se necessario.
Le lacrime amare che le bagnavano il viso sapevano di addio.
Perchè non l'avrebbe mai visto crescere, il suo bambino. Perchè non poteva rischiare un futuro che non dava certezze, non quando avrebbe potuto salvarlo. Scegliendo la strada che le era stata prefissata.
Non piangeva spesso, Lily Evans. Lily Potter però avrebbe pianto spesso, perchè il suo destino sapeva qual'era, e lo avrebbe seguito.
Avrebbe amato James quei pochi anni anche per tutti gli anni in cui non ci sarebbero stati più sulla terra. Avrebbe adorato Harry, cercando di riempirlo di quell'amore che non avrebbe potuto dargli nell'avvenire.
Il cuore continuava a macerarsi nel dolore, disperato per quella separazione.
Era l'ultima volta che vedeva suo figlio adolescente.
Non aveva mai provato tanto dolore in vita sua.
Anche James sarebbe morto. L'avrebbe sopportato? La sola idea che lui potesse abbandonare quel mondo, privandolo dei suoi sorrisi, del suo calore, della sua luce, la gettava in un abisso da dove lo sapeva, non sarebbe mai riemersa. Le tenebre del dolore la stuzzicavano, facendole gemere il cuore, che riversava un fiume trasparente sulle sue guancie, fatto di lacrime e amarezza.
Perchè tutto doveva essere così ingiusto?
Odiava quel mondo, che l'avrebbe privata delle due cose più belle che avesse mai avuto.
Odiava Voldemort, per quello che aveva fatto a lei, alla sua famiglia.
Sentiva che anche Harry stava piangendo. In maniera silenziosa, abbracciato a lei, aggrappato come a un'ancora di salvezza, stava riversando tutto il dolore, la frustrazione per il suo destino.
Che non sarebbe cambiato, ora lo sapeva.
Avrebbe voluto chiederle se era sicura della sua scelta.
Ma non sarebbe servito a nulla, lo sapeva.
Lily aveva scelto. Lily sarebbe morta. Lily gli avrebbe offerto il suo amore, di nuovo. Lily stava piangendo, ma sarebbe stata coraggiosa. Lily si stava sacrificando per lui, un'altra volta.
Improvvisamente, era come se non fossero due ragazzi della stessa età. Era come se lui fosse un adolescente, e lei fosse una donna matura, pronta a morire per il figlio.
-Devi tornare da papà.- singhiozzò, senza staccarsi da lei. -Hai bisogno di lui.-
-Ho bisogno di entrambi.- sussurrò, la voce rotta.
Suo figlio si staccò.
-Lo so, mamma. Ti voglio bene.-
Lily gli accarezzò i capelli, cercando di sorridere.
-Anch'io, Harry. Io e tuo padre saremo sempre orgogliosi di te, ricordatelo.-
Lui annuì, sforzandosi di far smettere le lacrime.
-Tu..tu rimarrai qui?Rinchiuso in questa stanza?-
Harry si passò una mano tra i capelli.
-Non lo so. Probabilmente rimarrò qui fino a che una decisione non sarà stata presa.-
La rossa si morse le labbra. Avrebbe ancora voluto sapere tante cose, su suo figlio. Avrebbe voluto sapere tutto di lui. Avrebbe voluto sapere che musica ascoltava, che libri leggeva, se leggeva, che cosa provava quando volava. Cosa aveva provato alla sua prima cotta, cosa ne pensava di tutti quello, se aveva almeno un ricordo di loro come genitori.
Ma era troppo tardi. Non poteva stare ancora in quella stanza, anche se avrebbe tanto voluto. Doveva tornare nel suo mondo.
E Harry non sarebbe venuto con lei. Avrebbe sempre conservato gelosamente quelle memorie di quei brevi attimi passati con suo figlio.
Era straziante doverlo lasciare, ma era necessario, lo sapeva. Doveva solo farsi forza.
-Come devo fare per tornare...nel mio presente?-
Lily sentiva a ogni parola un pezzettino di cuore distruggersi. Stava lasciando suo figlio. Doveva essere forte, lo faceva per lui.
-Entrando qui, hai varcato una porta. Questa...era la porta...del futuro. Ce n'è un'altra che è quella del passato, e un'altra che è quella del presente. Devi trovare quella giusta..-
Si sfregò gli occhi, per asciugare le lacrime, mentre Lily annuiva, tirando su col naso.
La rossina si voltò, senza una parola di più. Non poteva guardarlo ancora, sapendo di stargli dicendo addio.
Aveva sempre odiato gli adii.
Non riusciva a camminare veloce, la vista era ancora offuscata dalle lacrime.
Non seppe nemmeno quando, ma si ritrovò fuori dalla porta.
Mentre la porta si richiudeva, ebbe l'impressione che con lei, si chiudesse anche un pezzo di anima.
Si portò una mano tremante alla bocca, cercando di fare cessare i singhiozzi.
Sentiva il bisogno di appoggiarsi da qualche parte.
Intorno a lei c'era di nuovo quella nebbiolina grigia che le aveva fatto tanta paura. Ora, provava solo indifferenza.
Aprì una porta, facendo una fatica tremenda.
Sperava di tornare a casa.

Si risvegliò che ancora piangeva. Il dolore in mezzo al petto non era diminuito, quella dolorosa senzazione di non poter mai più esistere come intera, ma sempre come essere dimezzato, mancante di qualcosa, persisteva nelle sue membra, facendola sentire debole. I suoi occhi continuavano a versare lacrime.
Non lo avrebbe mai più rivisto come un adolescente.
-Harry.- mormorò, con disperazione.
Aveva appena fatto in tempo ad accorgersi di avere un figlio, che già le era stato strappato dalle braccia.
Era una stupida, a piangere così. Sapeva che la scelta era stata sua. Doveva andare fino in fondo, per il suo bene.
Nonostante le pareva che qualcuno si stesse divertendo a sminuzzarle il cuore con un taglierino, facendolo sanguinare, doveva essere forte.
Sapeva di potercela fare. Non era mai stata debole, ne lo sarebbe mai stata. Doveva solo trovare il modo per consolarsi, pensando che Harry sarebbe comunque stato felice.
Si chiese dove fosse James. Avrebbe tanto voluto che lui la stringesse, in quel momento.
Per poi ricordarsi che lui l'aveva tenuta all'oscuro di tutto. Aveva affrontato tutto quel dolore, da solo, lasciando che lei si dimenticasse tutto.
Il solito idiota con la mania di fare l'eroe.
Sapeva che James l'aveva fatto solo per il suo bene, però non poteva impedirsi di essere arrabbiata con lui.
In quel momento, la porta si aprì, facendo entrare l'oggetto della sua arrabbiatura.
-Lily?- James stava sulla porta, incredulo di vederla sveglia. Aveva l'aria stravolta. Aveva appena finito di parlare con Remus. Non si dava pace del fatto che Sirius fosse scappato con tanta furia dentro di se.
Un'altra cosa di cui sentirsi in colpa, fantastico.
Notò che Lily aveva gli occhi rossi, pieni di lacrime. Non fece però in tempo a chiedere cosa avesse, che la rossa gli tirò il cuscino in faccia.
-Tu- sibilò, sentendo che aveva la voce incrinata. -Perchè non mi hai detto nulla?Perchè hai lasciato che dimenticassi?-
James si passò una mano tra i capelli, facendo un lungo sospiro. Le conversazioni difficili per quella serata non erano finite, a quanto pareva.
Sapeva che Lily si sarebbe arrabbiata. Non poteva essere altrimenti.
Si meritava una sfuriata, lo sapeva. Nonostante questo, comunque, non poteva impedirsi di essere sollevato perchè si era svegliata.
E dalla forza con cui gli era arrivato il cuscino sul viso, poteva anche dire che stava anche piuttosto bene.
Ora, lei avrebbe potuto fare quello che voleva, non gli importava. Poteva ucciderlo, lasciarlo, insultarlo, andava bene. Tutto, l'unica cosa che veramente contava era che lei si fosse svegliata. Per il resto, avrebbe accettato qualsiasi sua decisione.
-Credevo che fosse la scelta migliore, Lily.-
-La scelta migliore per chi?!- esplose lei, le guance tinte di rosso. Non poteva mettersi a piangere, non di nuovo.
James non rispose. La guardava, e basta, con quegli occhi grandi e nocciola che la facevano impazzire. Si impose di non dirgli di avvicinarsi.
-Credi che non sappia scegliere da sola cosa è giusto per me?-
-Cosa avrei dovuto fare, Lily?Accettare che da lì a neanche quattro anni saresti morta, senza fare niente?- James aveva uno sguardo duro. Nemmeno per lui era stato facile, cosa credeva?
-Avremmo potuto parlarne, James!Decidere, insieme!Ma invece tu no, hai deciso che dovevi fare questa cosa da solo!Quando la smetterai di voler sempre proteggere tutti, James?Sono grande abbastanza per saper badare a me stessa, non credi?Non credi che forse anch'io avrei voluto fare qualcosa per te?-
-è totalmente diverso, Lily!-
Avevano alzato tutti e due talmente tanto la voce, che era una fortuna che Madama Chips fosse andata a parlare con Silente, lasciando così l'infermieria incustodita.
Prima che il moro potesse aggiungere altro, Lily replicò, urlando.
-è diverso solamente perchè credi sia compito tuo risolvere tutto, quando non è così!Come credi che mi sia sentita io, sapendo che dovevi morire?Io ero già innamorata di te, dannazione!-
Se James le avesse risposto ancora "è diverso", Lily giurò, non avrebbe più risposto delle sue azioni.
James la guardò. Possibile che in quel momento riuscisse a pensare solo che era fottutamente bella?
Sapeva che lei all'epoca del viaggio nel futuro si stava già innamorando di lui, si, ma averne la conferma da lei lo fece sentire come se in quel momento avesse potuto volare senza l'aiuto di una scopa.
Ma, decisamente, quello non era il momento.
Intanto Lily continuava a parlare, accesa dalla rabbia e ancora con gli occhi lucidi di lacrime. Aveva abbassato la voce.
-Cosa credevi di fare?Tenermi all'oscuro per sempre di quanto successo?-
-Non volevo che soffrissi, ecco tutto.-
Lily lo guardò, furente.
-Allora è per questo che ti sei messo con la mia migliore amica?Per non farmi soffrire, Potter?Come credi che mi sia sentita quando ti ho visto con lei?-
La voce le si era incrinata di nuovo, maledizione. La prossima volta che decideva di litigare con qualcuno si sarebbe dovuta ricordare di farlo non subito dopo aver pianto.
-Tu ti saresti dovuta dimenticare tutto. Mi odiavi, ricordi?Sai perchè mi sono messo con lei, lo sai.-
James aveva un tono di voce che le fece stringere il cuore. Aveva solo voglia di smettere tutta quella discussione, e abbracciarlo.
Era vero, sapeva che lui l'aveva fatto solo per lei.
Ma era ancora troppo orgogliosa, troppo arrabbiata.
-Ma bene!Peccato che nel tuo brillante piano non avessi considerato quello che provavo io!Pensi davvero che i miei sentimenti fossero così superficiali da poter essere cancellati così, con una pozione da quattro soldi?-
Potter la guardò, intensamente. Ci fu un attimo di silenzio.
Finchè i loro occhi si incontravano, James si sentì di nuovo colpevole. Perchè lei aveva ragione, maledizione.
L'aveva voluta proteggere, e saveva solo combinato danni.
Era giusto mettere da parte l'orgoglio.

-Hai ragione. Mi dispiace.- il tono di voce era tornato normale, mentre il battito cardiaco era aumentato. Perchè sapeva che non sarebbe stato così facile.
Infatti, lei distolse lo sguardo.
-Non basta.-
-Lo so.-
-Non mi hai dato possibilità di scelta. Hai deciso tutto tu, per me. Odio chi decide per me, lo sai.-
Ora nessuno urlava più. Tra loro era scesa una sorta di calma apparente, che forse era più inquietante delle urla.
-Sono stata male, per mesi. Non sapevo quello che mi stesse succedendo. Vedevo delle immagini, sentivo le voci. Ho creduto di impazzire.-
La voce le tremò.
-Lily..-
Lei scosse la testa.
-Ti prego. Non provare a dire qualcosa di carino, non lo sopporterei. So che ora tu diresti qualcosa che mi farebbe ricordare quanto io non possa stare senza di te, quanto poco sia importante tutto questo rispetto a quello che provo per te. Ma il problema è che invece tutto questo per me è importante. Mi hai nascosto troppe cose, James.-
Lui sentì il cuore stringersi. Lily continuava a non guardarlo. Temeva quel che sarebbe venuto dopo, anche se sapeva che sarebbe stato giusto. Poteva davvero rinunciare così?
-Farei qualsiasi cosa per riguadagnarmi la tua fiducia, Lily, lo sai. Qualsiasi cosa, basta solo che tu me lo chieda.-
Lei finalmente lo guardò. James si sentì morire. Aveva gli occhi pieni di lacrime.
-Ho solo...ho solo bisogno di un po' di tempo, James. Devo riflettere, devo...non lo so nemmeno io. Ma ho bisogno di tempo.-
Il cuore le sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro, ne era sicura. Quel giorno era stato troppo martoriato, per resistere ancora.
Sapeva che sarebbe tornata da James. Aveva troppo bisogno di lui, sentiva di amarlo troppo, per non volerlo accanto a se. Già si stava pentendo di quelle parole, già in lei aveva una minuscola speranza che lui non se ne andasse.
Non le era nemmeno passato par l'anticamera del cervello di lasciarlo.
Ma per la sua salute mentale, sapeva di aver bisogno di un po' di tempo senza che lui le girasse attorno, per far ordine nella sua testa.
Doveva imparare a fidarsi di nuovo.
Lo sentì sospirare, pesantemente. Sarebbe scoppiata a piangere non appena lui se ne sarebbe andato, lo sapeva. Ma era brava Lily a tenersi tutto dentro, avrebbe aspettato che lui fosse a distanza di sicurezza, per dar sfogo alle lacrime.
Il cuore le diceva di tornare indietro. dalla sua decisione. La testa, invece, no.
Era troppo abituata a seguire la testa.
James la osservò ancora, chiedendosi cosa sarebbe successo, se davvero avesse lasciato quella stanza.
Era tentato di replicare, di dirle che no, non voleva darle tempo. Non voleva che pensasse troppo, che decidesse qualcosa che l'avrebbe distrutto.
Già sentiva il cuore agonizzante.
Ma rispettava la sua decisione. Era vero, lei odiava che gli altri decidessero per lei, e lui l'aveva fatto troppe volte.
Era stato stupido, e ora ne avrebbe dovuto pagare le conseguenze.
Era disposto ad aspettarla tutto il tempo necessario. Anche se gli ci fossero voluti altri sette anni di attesa.
Annuì.
-Va bene Lily. Tutto il tempo che vuoi.-
Con un ultimo sorriso amaro, uscì.
Lily si prese il volto tra le mani. Aveva come l'impressione di essersi volontariamente gettata in un buco nero.













Ciao ragazze/i XD Lo so che state per uccidermi. Vi prego, non fatelo! questo capitolo pieno di valli di lacrime è strano O.o nel senso che vi giuro che hanno fatto tutto i personaggi O.o hanno fatto tutto da soli, io ero solo un burattino che doveva scrivere quello che mi dicevano XD
Dopo questa piccola precisazione che sono sicura che non vi avrà fatto desistere dal proposito di uccidermi...cosa c'è da dire?uhm...ho postato presto, contente?In realtà l'ho fatto perchè dopo penso che non avrò moltissimo tempo: ci hanno riempito di compiti(neanche a dirlo) in più dal 2 al sei vado in gita, e poi altra caterva di compiti -.- quindi non so bene quando posterò, anche se farò il possibile.
Uhm...spero di non essere passata al raiting rosso O.o nel caso qualcuno me lo dica che vedrò di sistemare XD
Poi...questo capitolo non mi piace( e daglie XD so che ho detto questa frase circa a un capitolo si e l'altro pure, ma dettagli XD)  intanto perchè l'idea originale non l'ho nemmeno sfiorata(hanno fatto tutto da soli, ve l'ho detto XD) poi perchè...non saprei. James non si è comportato da James, Sirius non si è comportato da Sirius, forse solo Lily si è comportata da Lily.
Credo avrei dovuto soffermarmi di più su certe cose, e di meno su altre. Vorrei sottolineare, comunque, prima che mi uccidiate, che non è che Lily abbia lasciato James, affatto. Anche perchè altrimenti non avrebbe senso tutto il discorso che ha fatto su Harry. Ha solo, uhm, bisogno di una pausa. James l'ha delusa, ecco tutto, e per esperienza personale, so cosa possa voler dire essere delusi da chi pensavamo non ci avrebbe mai mentito, anche se James l'ha fatto a fin di bene. MMm. Mi farete sapere voi.
detto questo non credo ci sia altro da dire XD passo ai ringraziamenti XD


Lolly94: ciao Jo(posso chiamarti così?XD) allora, una sorta di colpo di scena c'è stato XD il saluto di harry era davvero stato così freddo, si, ma ora Lily ha riparato, in parte. Chissà in futuro cosa accadrà XD Mmm...sai, io credo che James non sia capace di tradire un amico, anche se si trattasse di Peter. Minus stesso, nel prigioniero di Azkaban, dice a harry che james avrebbe avuto pietà di lui...ecco, quindi non credo che James avrebbe mai separato i Malandrini. è molto più propenso a cercare di fare qualcosa lui, magari cercando di parlare con Peter. Sono felice che questa mia decisione ti sia piaciuta =) sono contenta che ti sia piaciuto, spero che commenterai anche questo ^^ e non ti preoccupare, le recensioni lunghe mi piacciono XD un bacio!

kokylinda2: James per il momento non ha intenzione di dire particolari in più su Harry, e i Malandrini sono decisamente troppo sconvolti per chiedere. Ma in futuro si vedrà =) un bacio

zukkyna: come faremmo noi senza di noi?come farei io senza di te XD ciao scema XD a msn XD

brando: mmmm...James non ha informato le amiche di Lily, semplicemente xk crede che sia Lily stessa a doverlo fare, nel caso lo volesse. E Lily...Lily è diversa da James. Adesso, non sono ancora sicura di quel che farò, ma devo tenere anche conto che mentre James è abituato a dire tutto ai malandrini, Lily, bè, no. Lei si tiene tantissime cose dentro, non per mancanza di fiducia, solo perchè Lily è fatta così. E bisogna tenere presente che Emmeline qualcosa sa, ma che ha detto chiaramente a James che non vuole sapere più del necessario. Ma comunque, vedrò XD Poi...diciamo che Lily era nel suo subconscio, che però l'ha portata in una sorta di dimensione parallela, dove ha potuto incontrare Harry. Spero in qst capitolo si sia capito un po meglio XD un bacio.

pazzarella_dispettosa: sai che la tua recensione mi è piaciuta tantissimo?si, perchè hai esattamente detto quello che io penso di James e di Peter. James non sarebbe mai riuscito a condannarlo, mai. Come avevo detto un altra volta a non mi ricordo chi, James è James non solo perchè sta con Lily, James è James perchè è un vero Grifondoro, è l'amico che tutti vorremmo avere, l'uomo che tutte vorremmo sposare...James è. Non c'è molto altro da dire. Si vede che lo adoro?ehm XD pooooi vediamo...per quanto riguarda la cancellazione della memoria, non saprei XD vedremo XD altro da dire non credo ci sia. Grazie della bellissima recensione, sono contenta di farti immedesimare così tanto(anche se mi dispiace se piangi O.o d'ora in poi cercherò di limitarmi XD) un bacio!

DanyCullen: grazie XD la citazione del manzoni mi è venuta in un attimo di follia XD povero James, un anima dannata O.O mi sa che è colpa mia, ehm XD un bacio!

S_marti_es: ciao marti XD come è andata l'interrogazione sui sassi?XD  uhm...è vero, li sto facendo soffrire tutti O.o ma c'è da dire che dal fondo non possono altro che risalire, quindi penso che d'ora in poi le cose miglioreranno XD almeno spero O.o grazie per i complimenti, che non merito XD mmmmm non credo ci sia altro da dire, se non che spero che nn mi ammazzerai x qst capitolo XD un bacio!

La Nika: ciaoooo XD lo so, Lene avrebbe dovuto trattenersi...ma non ce l'ha proprio fatta, povera. Non è razionale, lei, è molto istintiva e...bè, e è innamorata. Sirius capirà, prima o poi, forse adesso è troppo orgoglioso per chiedere scusa, ma prima o poi capirà. Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo XD un bacio!

malandrino4ever: si lily si è ripresa XD grazie di tutto =) un bacio

pony: carissima lettrice, lei sa quanto mi abbiano fatto piacere le sue recensioni, e sono davvero rammaricata se non ho dato molto ascolto al suo pony nemmeno questa volta...però però avrei un paio di cosuccie da dirle XD primo questa volta non mi può ammazzare U.u insomma...suvvia le ho dato una bellissima immagine del SUO Sirius COMPLETAMENTE nudo XD dovrà pur valer qualcosa, no?no?no?cosa...cosa ci fa con l'ascia in mano...?^^ nooo stia buona su su su XD muhauhauha poi l'altro motivo al momento non me lo ricordo O.o a si, ora si: le prometto che ora che hanno veramente toccato tutti il fondo, non si potrà fare altro che risalire XD quindi nn si suicidi, la prego!tengo troppo alle sue recensioni, che, decisamente, mi stavano facendo schiattare dal ridere XD un terzo motivo sarebbe che ho postato presto U.u XD cercherò di trattare un po meglio tutti, davvero, ma nn mi uccida la prego XD la saluto XD un bacio

ramoso4ever95: O.O tu sei un genio. Sul serio. Davvero ho sfogato su Sirius la mia rabbia repressa, il mio stress O.o come hai fatto a capirlo?sei un genio, sul serio, mi fai paura O.o e si, ho altri metodi Xd anche se a volte sono talmente stufa che mi verrebbe davvero da prendere qualcuno (no, non a caso -.-) e sbatterlo al muro e "usare i metodi di Sirius". ma dettagli XD grazie di tutto XD un bacio XD

_job_: ahaha...si, sirius è...sirius XD grazie x essere passata XD

silverine85: ehm ^^ non uccidermi anche se so che saresti tentata ^^ un bacio XD

oOoPRONGSIEoOo: tesoro!!!!!!!finalmente ti risento, mi ero preoccupata decisamente XD hahah XD che bello era davvero troppo che non ci sentivamo per bene O.o  non facciamo più passare tutti questi anni XD aaaaahhhh mi hai fatto morire con il tuo "certo io preferisco James, ma na bottarella a sirius..." hahaha XD ti adoro XD ci sentiamo presto XD

Miss Rainbow: lei e le sue minaccie non mi tangono U.u (si, anch'io dovrei essere a fare italiano XD) in oooogni caso io la adoro, si ricordi XD ci sentiamo su msn XD

Mousse: ho aggiornato presto, ho aggiornato presto(me che balla sul tavolo XD) ehm O.o comunque, un contegno, si, ecco. OOraaaa....te lo devo dire, mi dispiace. Io...Io...EBBENE SI; SONO STATA INGAGGIATA DALLA BANDA BASSOTTI PER UCCIDERTI. Non avercela con me, davvero, tu mi stai simpatica ma mi hanno promesso in cambio una...ehm...notte diciamo...particolare XD in compagnia di un certo moro con gli occhi nocciola,e , ecco, tu puoi capirmi...come facevo a rifiutare con tanto sdegno?! Lo spirito è forte, ma la carne è debole, ecco U.u  va bene, va bene, sto cercando di sdrammatizzare XD lo so che sto torturando tutti O.o devo essere una sorta di spirito sadomaso, più li amo più li tormento O.O o santo cielo, forse dovrei ritirarmi da qualche parte a succhiare leccalecca e non disturbare più nessuno XD mmmm ci penserò XD grazie di tutto muhauhauhauha XD sai che mi ero quasi preoccupata quando nn avevo visto la tua recensione O.o faccio oddio, ecco, l'abbiamo persa XD muhauhauha XD orsù, è stato un piacere XD (O.o altro che il latino...qui credo che sia proprio il liceo a far male alla salute O.O) muhauha XD un bacio XD

caramella_rosa_gommosa: tranquilla, anch'io non ho mai tempo ^^ per peter..hai ragione tu. Qui è ancora buono, diventerà un sorcio solo dopo, purtroppo. E Sirius, amare Lene?mmmm...forse, quando metterà da parte un po d'orgoglio XD un bacio, e grazie!





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Capitolo 29
*** Crescere ***


cap 29
Questo capitolo lo dedico a Miss Rainbow, senza un motivo particolare. Semplicemente perchè è la mia suddita preferita.                                                      





Lily uscì dalla classe di Storia della Magia, inebetita.
In quell'ora dalla bocca del professore era uscito un fiume lento e noioso di parole, e lei, forse per la prima volta nella sua intera carriera scolastica, non aveva prestato attenzione a nemmeno una di esse.
La sua testa era stata troppo concentrata su un interessante dibattito tra lei e il cuore, per ascoltare lo strascicato resoconto di come il re dei Golbin avesse spodestato il principe dei Troll nella celebre battaglia avvenuta sulle colline Hellways.
Il cuore si lamentava perchè voleva girarsi e guardare James, solo una volta, giusto per accertarsi che fosse in classe.
La testa le gridava che era solo una dannata scusa, e non poteva e non doveva farlo.
Il suono della campanella era stato una benedizione.
Voleva scappare da lì.
Emmeline, uscita con lei, si fece scappare un grosso sbadiglio dalle labbra.
-Davvero, Lily, non capisco come tu faccia a NON dormire, nelle ore di Ruf.- la bionda si passò una mano tra i capelli. -è matematicamente impossibile restare svegli. Ho visto persino Remus, collassare sul banco.-
La rossa si strinse i libri al petto, non rispondendo.
Pensare a Remus le faceva inevitabilmente pensare al suo compagno di banco.
Sapeva che non era giusto starci male. Era stata lei a chiedere a James di concederle tempo.
Eppure, era sempre lui, il suo problema. Il suo maledetto cuore non faceva che chiederle semplicemente di tornare da lui.
Sarebbe bastato un suo tocco, per farle svanire tutto il dolore che aveva dentro, lo sapeva.
Un suo sguardo, per farla sentire meno sola di fronte al suo destino.
Ma la sua razionalità era di tutt'altro avviso.
Lily faceva fatica a fidarsi delle persone, questo probabilmente era, e sarebbe sempre stato, uno dei suoi più grandi problemi.
Alcuni la giudicavano cinica. Lei si considerava semplicemente realista.
Sapere che lui, proprio lui, le aveva mentito, le aveva nascosto tante cose, aveva cercato di farle dimenticare, l'aveva come fatta sentire...tradita.
Sapeva che era da pazzi pensarla così.
Ma davvero, la sua testa non riusciva a fidarsi.
Non ancora, non completamente.
Doveva avere il tempo di riflettere, da sola.
Il tempo di considerare i pro e i contro della sua scelta, anche.
Non aveva intenzione di tornare indietro, certo che no, però doveva ancora assimilare tutto quello che le era successo.
Pensare a Harry le faceva ancora sentire una voragine nera in mezzo al cuore.
Era bruttissimo sapere che non avrebbe mai più rivisto suo figlio nelle vesti di un ragazzo, ormai quasi uomo.
Chi si sarebbe preso cura di lui?
Chi gli sarebbe stato vicino nei momenti più brutti?
Lei avrebbe solo potuto osservarlo dall'alto, patire con lui le sue sofferenze, senza che lui sapesse che lei lo avrebbe sempre guardato, non importava se fosse finita all'Inferno, in Paradiso o in un mondo ultraterreno ancora non ipotizzato.
Improvvisamente, aveva anche avuto voglia di rivedere Ron e Hermione, per parlargli.
Per dirgli grazie di essergli stati accanto. Per chiedergli, per favore, per favore non abbandonatelo mai. Fatelo per me, per James, perchè noi non siamo potuti stargli accanto, e allora fatelo voi per noi, vi prego.
Sentì il cuore stringersi in uno spasmo doloroso.
Non le facevano bene quei pensieri.
In quei giorni da quando si era risvegliata, Lily aveva fatto di tutto per tenere la mente il più occupata possibile.
Aveva studiato fino a orari assurdi, si era stancata in tutti i modi possibili, per essere sicura di essere talmente sfinita, da addormentarsi subito, senza alcun pensiero che le frullasse per la testa.
Nelle ore buche aveva aiutato i primini con lo studio, pur di non pensare.
Si era impegnata particolarmente con una ricerca di Trasfigurazione che sarebbe stata da consegnare per il mese sucessivo.
Evitava come la peste i momenti di silenzio tra lei e le sue amiche, cercava sempre di riempire le pause, di trovarsi in posti affollati che le rendessero arduo l'ascoltare se stessa.
Ma era tutto così inutile.
Bastavano cinque secondi di silenzio, perchè sentisse un pezzettino di cuore staccarsi e sbriciolarsi.
Bastava che sopraggiungesse la notte, perchè gli incubi le affollassero la testa, più vividi e crudi che mai.
Era come morire ogni notte.
E poi risvegliarsi, non sapendo decidere se fosse meglio o peggio la realtà dei suoi incubi.
A volte era semplicemente così difficile, accettare tutto quello.
Accettare quella vita, quel destino così brutto, per lei e per James, per Harry.
Il suo bambino.
Non c'è niente di peggio per una madre che perdere il proprio figlio.
E lei l'aveva perso ancora prima di averlo.
Era lì che avrebbe semplicemente voluto James accanto.
Per potersi aggrappare, per potere avere un appiglio, uno scoglio su cui naufragare in pace.
Quelli erano i momenti peggiori.
Odiava dipendere così tanto da qualcuno. Si era sempre considerata forte abbastanza per poter affrontare tutto nella maniera migliore da sola.
Ma evidentemente, non era così.
Giusto in quel momento, le arrivò l'eco della sua risata.
Quella risata che avrebbe riconosciuto tra mille, che le fece riprendere la cognizione della realtà.
Non era stata una risata forte, nè una particolarmente allegra, ma Lily l'avrebbe potuta sentire anche se fosse stata sorda e cieca.
Automaticamente, spostò lo sguardo da dove era provenuto il suono, notando che era appoggiato al muro. Una mano era tra i capelli corvini, e si scombinava la zazzera, come al solito.
Ormai Lily avrebbe potuto distinguere con esattezza scientifica quando faceva quel gesto perchè era imbarazzato, per mettersi in mostra, per nervosismo, o semplicemente per stanchezza.
Gli occhi di James erano circondati da due occhiaie nere.
Nemmeno lui aveva dormito molto, in quel periodo.
Accanto a lui Remus gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e gli stava parlando, a bassa voce.
Non c'era traccia di Sirius e Peter.
-Lily?-
Finalmente, riuscì a evadere dalla cortina dei suoi pensieri, sentendo la voce di Emmeline che la chiamava.
Fissò la sua migliore amica, notando che gli occhi azzurri di Emmeline la stavano scrutando intensamente, come se si aspettasse una risposta di senso compiuto a qualcosa che lei non aveva minimamente sentito.
-Si?- 
Emmeline alzò gli occhi al cielo.
-Non hai ascoltato una sola parola di quello che ti ho detto, non è così?-
La rossina sospirò, senza guardarla.
-Scusa, Em. Solo...-
-Forse- fece Em, roteando gli occhi. -Dovresti solo smetterla.-
Lily la guardò, perplessa.
-Di fare cosa?-
La biondina esalò un sospiro esasperato.
-Di fare qualsiasi cosa tu stia cercando di fare facendo finta di mollare James.-
Lily fece una smorfia indignata.
-Non sto facendo finta, Em!Ci siamo solo presi una pausa. E non sto cercando di fare nulla. Solo, ho bisogno di tempo, per pensare. Da sola.-
Il cuore le batteva, veloce.
La Vance roteò gli occhi.
-Lily, sembri una reietta. Lui, sembra un reietto. Non so perchè diamine tu stia facendo tutto questo ma è...sbagliato. Lily, credi che non mi sia accorta di come lo mangiavi con gli occhi solo tre minuti fa?O di come durante la lezione fissavi Ruf disperatamente per evitare di voltarti indietro dove era seduto lui?Oppure, credi davvero che James non abbia passato tutta la lezione a fissarti la schiena, nella speranza che gli rivolgessi un mezzo sguardo?-
Lily fece per replicare, quando la soffice voce di Lene le raggiunse.
-Ragazze!- fece un sorriso stanco, raggiungendole. -Sono distrutta. Fortuna che anche per oggi le lezioni sono finite.- sorrise, di nuovo. Era strana, Marlene, in quei giorni. Quasi più strana di Lily. La si vedeva poco in giro, stava per la maggior parte del tempo in silenzio.
Qualcosa la turbava, ma non aveva voluto dire a nessuno cosa.
Aveva paura che le sue amiche la potessero giudicare una stupida, se avesse detto cosa aveva fatto.
Scrutò Lily e Em, sentendosi in colpa. Lily sembrava davvero disfatta.
Odiava non potere fare niente per aiutarla, non sapere cosa la affliggeva.
Subito dietro di lei arrivarono Alice e Mary, entrambe con il viso assonnato.
-Giuro che non ne potevo più. Quanto diavolo parla Ruf?Devo essermi addormentata, a un certo punto.- Alice si lasciò scappare uno sbadiglio, come a voler confermare ciò che aveva appena detto, mentre Mary annuiva per assentire. Poi si rivolse a Emmeline.
-Cosa si dice di nuovo?-
Emmeline alzò gli occhi al cielo.
-Niente. Stavo solo dicendo a Lily quanto mollare James sia stata la cosa più stupida che potesse fare.-
-Ehi, non l'ho mollato, è solo...-
-Che poi- Mary interruppe Lily, aggrottando la fronte. -devo ancora capire perchè l'ha lasciato.-
-Ehi, io sono ancora qui, nel caso non ve ne foste accorte.- replicò Lily, piccata.
-Lily- la rossina trovò i grandi occhi di Marlene che la fissavano. Si morse il labbro. Sapeva cosa stava per chiederle, era da quando si era risvegliata, che le amiche le facevano domande. -Perchè non vuoi dirci perchè l'hai lasciato?- lo sguardo le si fece più dolce. -Sai che non ti giudicheremmo mai, Lily. Qualsiasi tua scelta ci va bene. Vorremmo solo sapere cosa è successo, perchè in questi giorni sembri la fotocopia di te stessa. Non ti abbiamo mai visto così, siamo semplicemente preoccupate.-
-In più- soffiò Alice. -non credo molto alla storia che ci ha rifilato Madama Chips per spiegare il tuo svenimento. Lily, è stato davvero un calo di zuccheri?E se così fosse, perchè James pareva distrutto dal senso di colpa?-
Emmeline annuì.
-Già. E poi perchè poco prima che tu svenissi tra te e lui sembrava tutto così dannatamente perfetto, e poi ti sei svegliata e sei venuta fuori con questa storia del prendersi tempo?Troppe cose non quadrano, Lily. Vogliamo solo sapere cosa succede, come aiutarti. Ci fa star male vederti così giù.-
Per poco a Lily non vennero gli occhi lucidi.
Sarebbe stato così facile confidarsi con le sue amiche.
Spiattellare tutto fino all'ultima goccia, sfogarsi, piangere, urlare. Loro l'avrebbero capita. L'avrebbero ascoltata.
Forse era la cosa giusta da fare, o forse no.
Sapete, ho scoperto che fra quattro anni avrò un figlio da James, solo che poi io e lui verremo uccisi.
Non era poi così facile da dire.
Ci aveva messo un sacco, lei, a credere a quello che le sarebbe successo. Come l'avrebbero presa le sue amiche?
Si era rassegnata al suo destino, certo, ma altrettanto avrebbero fatto loro?
Se fosse stata al loro posto, come si sarebbe sentita se Em, o Alice, o chiunque di loro, le avesse annunciato che sarebbe morta dopo pochi anni?
Avrebbe davvero voluto saperlo?
Forse si, ma la questione era completamente diversa.
Già lei e James, piombando nel futuro, avevano rischiato di cambiare tutto quello che era successo.
Valeva la pena di rischiare ancora?
No, decise.
Più persone sapevano, più avrebbe rischiato che il futuro cambiasse, privando Harry della certezza di un futuro senza Voldemort.
Sospirò. Poteva almeno dire una parte di verità.
-è solo che..non riesco più a fidarmi di lui come prima. Mi ha tenuto nascoste delle cose...e..- la voce le morì in gola.
Avrebbe davvero voluto che la sua testa le rendesse tutto un po' più semplice. Perchè se il cuore non voleva fare altro che dimenticare tutto e tornare da James di corsa, la testa le diceva perennemente di aspettare?
Perchè doveva sempre essere così razionale?
Razionalmente, non si fidava.
Istintivamente, si.
Ma non era abituata a usare l'istinto, proprio no.
Improvvisamente, Emmeline sembrò folgorata, come se avesse capito qualcosa di molto importante.
Abbassò gli occhi.
-Oh.- disse, semplicemente, senza emozioni particolari.
Lily la osservò, sospettosa.
Quel "oh" non le suonava giusto. Conosceva abbastanza Emmeline per poter dire che quel semplice suono scappato dalle sue labbra nascondeva qualcosa.
Che James le avesse rivelato qualcosa?
Improvvisamente le venne il dubbio. Se Emmeline sapeva, molte cose prendevano senso.
Ma James davvero le aveva detto tutto senza consultarla?No, non poteva essere. Si fidava ancora di lui, anche se non totalmente, ma si fidava.
Non avrebbe mai rivelato niente a Emmeline senza il suo consenso.
-Cosa vorrebbe dire "oh"?-
La bionda scrollò le spalle, fissandola nuovamente negli occhi. Intanto le altre le guardavano, interrogative.
-Niente. Semplicemente, oh.-
All'occhiata sospettosa di Lily, alzò gli occhi al cielo.
-Lils, seriamente, era ovvio che si fosse messo con me per dimenticare te, e che volesse dimenticare te per una qualche buona ragione. Non sono cieca, nè stupida, così come non è stupido lui. Sapevo che nascondeva qualcosa, qualcosa per cui credeva fosse necessario lasciarti stare.-
Lily fece per aprire bocca, sbalordita, ma la bionda non le diede il tempo di proferire verbo.
-Non mi ha mai detto cosa fosse.- a quelle parole, vide che Lily si rilassava. -E sinceramente, nemmeno io ho mai chiesto niente. Chiamami vigliacca, ma non ho voluto sapere perchè Fanny ha pianto, quando ti ha baciato. Posso fare solo supposizioni..e, d'altro canto, non credo tu sia più disposta di lui a dirmi tutto, giusto?-
Lily non potè fare a meno di lasciarsi comparire un piccolo sorriso sulle labbra.
Era la solita Emmeline. Che capiva tutto senza che le dicessi niente, che capiva tutto facendo finta di non capire.
Lene passò lo sguardo da Em a Lily, interrogativa.
-Si può sapere di cosa diavolo state parlando, voi due?Cos'è che James teneva nascosto a Lily, e cosa c'entra con il fatto che si era messo con te, Em?-
Lily distolse lo sguardo.
-Non..non posso parlarne, ragazze, io...mi dispiace.- si guardò i piedi, per forse la prima volta non sentendosi forte abbastanza per sostenere lo sguardo delle sue amiche.
Non voleva scontrarsi con gli occhi stupiti e feriti di Marlene, o con quelli interrogativi e materni di Alice, o con quelli forse arrabbiati di Mary.
Ci fu un momento di silenzio, in cui non riuscì a guardare nessuna di loro.
Poi sentì una mano accarezzarle la testa, affettuosa.
Alzò lo sguardo, per ritrovarsi due occhi argentati che la osservavano, dolci come non lo erano da un po'.
Marlene sorrise, intenerita.
Era strano vedere Lily debole.
Non importava se non voleva parlare di quel che era successo, lei ci sarebbe sempre stata, per quella rossina che non mostrava mai i suoi sentimenti agli altri, ma che era capace di donare l'anima alle persone che amava.
-Ti manca tanto, vero?-
Lily sospirò.
Con loro non aveva bisogno di essere fiera, con loro poteva anche permettersi di lasciare l'orgoglio in un cantuccio buio del suo cervello.
Annuì.
Si, James le mancava. Immensamente. Anche se era stupido, perchè era stata lei a chiedergli del tempo, non poteva fare a meno di sentire la sua mancanza.
Di sentire il bisogno delle sue braccia forti che la stringessero, del suo sorriso che le illuminava la giornata. Della sua risata contagiosa, dei suoi occhi così profondi.
Forse una settimana lontano da lui le era bastata, forse la sua razionalità per una volta poteva anche stare zitta.
Forse.
Mary le guardò tutte, prima di sospirare.
-Ragazze, cosa ci sta succedendo?- esalò. Passò lo sguardo di nuovo da Lily, gli occhi verdi circondati da segni violacei di occhiaie, a Lene, così diversa rispetto al solito, a Em, a Alice. -Lily ha lasciato James, Lene è perennemente su un altro pianeta. Emmeline sta per sposarsi...cosa ci è successo?Perchè siamo cambiate così tanto?Che fine stiamo facendo?-
Nessuna pareva avere la risposta, sebbene tutte sapessero che Mary aveva ragione.
Era tutto più facile, quando avevano 11 anni. I problemi maggiori forse riguardavano il fare i compiti prima o dopo la doccia.
Non c'erano ragazzi a incasinare le vite, le sofferenze maggiori derivavano da una caduta dalle scale, forse, o al massimo da un voto brutto.
E poi c'era quell'amicizia, che sembrava solida e immutabile, che ora invece le vedeva tutte lì, una di fronte all'altra, ognuna con i suoi segreti, con i suoi scheletri nell'armadio.
Che fine avevano fatto quelle bambine?
Quella bambina dai capelli rossi sempre con gli occhi spalancati e curiosi per ogni novità di quel mondo, quella bimba bionda che pareva tanto snob a una prima occhiata, che poi si era rivelata la persona più buona che avessero mai visto, quella ricciolina che sembrava avere più capelli che altezza, dall'accento strano e esotico, la ragazzina che già dal primo anno si era trovata il "fidanzatino" e non l'aveva più lasciato, e poi l'amica di tutti, la più socievole di quel gruppo...dov'erano nascoste?
Perchè non erano più in grado di comunicare tra loro?
Strano che crescendo la capacità di comunicazione sembri regredire.
Da bimbi le cose più imbarazzanti sembrano cose perfettamente dicibili. Con il tempo, subentra l'orgoglio, il carattere, il questo-non-si-può-dire.
Forse è perchè le cose da dire diventano più grandi, più complesse, più difficili da dire sotto tutti i punti di vista.
Era questo maturare?
Smettere di parlare l'una con l'altra?Allontanarsi, rintanarsi nel proprio dolore, cercare di affrontarlo da sole, per dimostrare qualcosa, dimostrare di essere grandi, di poter badare a sè stesse senza aiuti esterni?
Era questo crescere?
Perdere i contatti con le vecchie amicizie, non fidarsi più?
Lene pensò che non ci stava.
Non voleva che non parlassero più. Non voleva più tenere nascosto che era andata a letto con Sirius, comportandosi come un'oca, forse.
Però sapeva che loro non l'avrebbero mai giudicata tale.
Qualcuno che riprendesse la comunicazione, che le rifacesse sentire unite, ci voleva.
Mary aveva ragione.
Dall'anno precedente tutto era cambiato, e ognuna di loro ci aveva messo del suo.
Però questo non voleva dire che non poteva tornare tutto come prima.
Forse l'avrebbero sgridata per essere stata impulsiva, forse avrebbero detto che era stata sciocca a illudersi.
Lily avrebbe probabilmente tentato di uccidere Sirius.
Però erano le sue amiche, e ci sarebbero sempre state. Realizzare questo, in un attimo, la fece sentire rassicurata.
Perchè erano comunque lì, non importava quanto lei avesse sbagliato.
-Okay- fece un grande respiro. -Che ne dite se andiamo in un posto più tranquillo e inizio a parlare io?-

James smise per un attimo di scrivere il suo tema di Incantesimi, per guardarsi attorno.
Sirius stava scarabocchiando distrattamente su una pergamena, senza sembrare minimamente intenzionato a scrivere almeno un paio di frasi di senso compiuto.
Remus era mollemente seduto sul divanetto rosso, che contemplava il fuoco scoppiettante davanti a lui. Quella sera ci sarebbe stata la luna piena, niente da stupirsi, quindi, se sembrava più simile a un cadavere che al solito Remus, sempre primo per quanto riguardava lo studio.
Peter sonnecchiava, di fianco a lui.
James fece un sospiro.
Quella scena non era normale.
Da quando James Potter fa i compiti, pur di passare il tempo?
Una volta avrebbe trovato modi decisamente migliori per far trascorrere le ore.
Da quando i Malandrini erano così silenziosi?
Nessuno di loro sembrava intenzionato a guardare negli occhi l'altro.
Sirius praticamente non gli rivolgeva la parola.
Probabilmente non lo faceva nemmeno apposta.
Semplicemente, si era chiuso a riccio sul suo dolore.
E James aveva provato in tutti i modi di fare una conversazione decente, ma le parole uscivano stentate, fredde.
Cosa stava succedendo ai Malandrini?
Rivelando tutto, aveva davvero spezzato l'amicizia più lunga di tutta Hogwarts?Era riuscito a incrinare quel rapporto, nonostante non avesse detto il vero colpevole della sua morte?
Quel silenzio lo metteva a disagio.
Era veramente messo male, se si sentiva a disagio con loro.
Sentì il bisogno impellente di dire qualsiasi cosa.
-Stasera c'è la luna piena.-
Finalmente, Sirius parve riprendere contatto con la realtà. Lo guardò, annuendo.
Remus fece un grunito.
Era pur sempre un segno di vita.
Stranamente, fu Peter a fare il passo sucessivo, svegliandosi improvvisamente.
-Ti raggiungiamo alla solita ora, Rem?-
-Non importa. Si. No. Fa lo stesso.-
Sirius guardò James, e per un attimo si dimenticò di tutto quello che aveva scoperto.
Ghignò.
-Eccolo, è entrato nella fase "lasciatemi-morire-in-pace"-
James per poco non si strozzò, cercando di non ridere all'occhiataccia che Lunastorta rivolse a Sirius.
Forse si poteva ancora recuperare tutto.
-Vi ricordate il mese scorso?Che la Mcgranitt gli ha chiesto come stava il giorno stesso della luna piena, e lui le ha risposto "con tutto rispetto, professoressa, si faccia gli affari suoi?"-
Sirius scoppiò definitivamente a ridere.
Remus li guardò male.
-Vi odio.- sibilò, cercando di nascondere uno sguardo divertito. Anche a lui mancavano i Malandrini.
Le cose che aveva fatto con loro, non sarebbero ritornate mai.
Nessuna luna piena sarebbe stata più la stessa, senza loro accanto.
Sapeva bene che quelle prese in giro erano solo il loro modo affettuoso per stargli vicino, per rallegrarlo.
Non importava cosa sarebbe successo in futuro, erano i momenti come quelli, in cui erano ancora i Malandrini.
-Certo, Rem. Ce lo dici anche quando copiamo i compiti da te, quando ti distraiamo durante le lezioni, quando ti freghiamo gli appunti, quando ti costringiamo a non studiare, quando ti coinvolgiamo nei nostri piani diabolici...- iniziò Sirius, con la voce divertita.
-...quando non ti facciamo dormire, quando ti corrompiamo con i tuoi dolcetti preferiti, quando ti facciamo infrangere le regole...- continuò James.
Remus scosse la testa, fintamente esasperato.
James sorrise. Era così che sarebbe sempre dovuto essere.
Quattro fratelli, quattro cuori per un'unica anima.
Era bello sapere che riuscivano ancora a comportarsi normalmente, in fondo.
Stava ancora sorridendo, quando all'improvviso il Buco del Ritratto si spalancò, lasciando entrare una furia dai capelli rossi e gli occhi lampeggianti d'ira.
Lily non diede nemmeno il tempo a James di realizzare che fosse entrata, che si era già piazzata davanti al tavolo dove erano seduti lui e Sirius, le guance arrossate e gli occhi stretti a fessura.
-Tu!-
Un urlo del genere avrebbe fatto rabbrividire una Banshee.
Su James ebbe solo l'effetto di fargli alzare gli occhi al cielo. Dopo sette anni, si poteva dire tranquillamente che ci aveva fatto l'abitudine.
Non diede a vedere come in realtà il suo cuore avesse accellerato i battiti, facendogli venire un mezzo colpo, a vedere niente popò di meno che Lily Evans ritta di fronte a loro.
Averla lì davanti, anche solo che gli urlava contro come negli anni passati, aveva la capacità di farlo sentire dannatamente bene.
Era davvero masochista.
Per un secondo aveva davvero sperato che lei fosse lì per dirgli che il tempo dell'attesa era finito, che lei si fidava di nuovo completamente di lui.
Evidentemente, non aveva considerato chi aveva davanti.
Anche se proprio non capiva perchè fosse così arrabbiata.
-Cosa ho fatto questa volta?- risultò più acido di quanto avesse voluto.
Il problema era che nulla stava andando per il verso giusto, in quel periodo.
Ed era stanco di tutto quello. Voleva solo far tornare tutto come prima.
Per un attimo, Lily lo guardò, stranita.
Come se si fosse accorta solo in quel momento che lui era lì.
Cercò di ignorare la sorpresa di trovarselo a così poca distanza da sè.
-Non sto parlando con te- fece, aggrottando la fronte, come se la sola idea fosse ridicola, per un attimo dimentica della rabbia. Poi si riprese. -ma con LUI.-
Puntò lo sguardo verde su Sirius, sentendosi in grado di ucciderlo solo con un'occhiata.
Lui la guardò di rimando, confuso, mentre James aggrottava la fronte, guardando suo fratello.
-Sirius?Che cosa...-
Lily non gli diede il tempo di finire.
-Tu, sottospecie di...di essere- la voce arrabbiata della rossa lasciava trapelare tutto il suo disgusto. -Come hai osato?Come...come ti sei azzardato a farle una cosa del genere?Tu, razza di viscido bastardo senza un minimo di cuore!Credevo fossi una persona migliore, e invece sei solo un puttaniere che non è in grado di tenersi i gioielli di famiglia al proprio posto!Cosa credevi di fare, eh?!-
James reagì prima di Sirius, che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Per quanto amasse Lily, gli amici erano sempre gli amici, e non si toccavano. Specialmente suo fratello.
Ci stava il puttaniere, forse, ma senza cuore no, questo non glielo permetteva.
-Evans, piano con gli insulti. Non credo che..-
Lily si voltò verso di lui, rivolgendogli uno sguardo inceneritore.
-Piano con gli insulti?!Piano con gli insulti?!Questo pezzo di vermicolo è andato a letto con Marlene e poi l'ha trattata come se fosse l'ultima feccia della terra, e tu Potter mi dici piano con gli insulti?Cosa gli dovrei dire, complimenti Black, hai sverginato la mia migliore amica, ma bravo!-
Fortuna che la Sala Comune era praticamente vuota, o a quel punto tutto Grifondoro avrebbe saputo che la prima volta di Marlene era stata con Sirius Black.
Quelle urla avevano destato anche definitivamente Remus e Peter, che ora guardavano tutta la scena, piuttosto atterriti. Il povero Remus, poi, che già di suo aveva mal di testa, sentiva che davvero avrebbe dovuto uscire da lì.
Ma sentiva che se avesse spostato anche un solo centimetro d'aria sarebbe stata la fine.
James prese un respiro profondo.
Lanciò un'occhiata a Black, per confermare quello che aveva detto la Evans.
Sirius aveva lo sguardo perso nel vuoto, cosa che fece capire a James che Lily aveva detto la verità.
Si, va bene, in effetti Sirius non aveva fatto una cosa molto carina.
Ma, anche se fosse, non gli andava bene che lo si insultasse, non importava cosa.
Tanto più che Sirius non reagiva. Guardava la Evans, senza in realtà vederla davvero.
E James sapeva a cosa stava pensando. Istintivamente, seppe cosa aveva spinto Sirius tra le gambe di Marlene, a cosa stava pensando quando aveva deciso di non pensare affatto.
Guardò di nuovo Lily.
-Certe cose si fanno in due, lo sai vero Evans?-
Lei lo fissò, stringendo le labbra.
Sentiva il suo cuore andare alla velocità della luce.
James era così dannatamente vicino, avrebbe potuto toccarlo. Di nuovo, aveva solo voglia di guardarlo negli occhi e sentirlo accanto a se.
Ma non poteva farsi sopraffare dai sentimenti, non adesso.
Marlene stava male, dannazione!
E lei non poteva  sopportare che una sua amica soffrisse, proprio no.
Amava James, va bene, ma le sue amiche erano le sue amiche, fine della storia.
E quello che James aveva appena detto le aveva fatto sentire una fitta amara in mezzo al cuore.
-Tu sei d'accordo con lui, Potter!Ma bene, avrei dovuto immaginarlo!-
Lily sentiva in bocca il gusto aspro della delusione.
-Non sto dicendo questo!Ho solo detto che non credo che Sirius abbia costretto nessuno.-
-Ah bè certo!Perchè prendere qualcuno, sbatterlo contro il muro e baciarlo è tenere pienamente conto della volontà dell'altro, non è così?-
James nascose lo stupore dietro ad un'occhiata esasperata.
Possibile che non potesse fare altro che litigare con Lily, quando avrebbe solo voluto stare con lei, senza problemi?
Non era salutare tutto quello. Non faceva altro che stare male, e litigare con lei lo faceva sentire solo peggio.
-Non credi che siano cose che debbano risolvere Marlene e Sirius senza che tu ti metta in mezzo, Evans?-
La rossa lo fissò, con rabbia.
-Se lei è troppo buona per fare in polpette questo pezzo di merda non vuol dire che non lo possa fare io!-
Sirius spostava lo sguardo dall'uno all'altra, non riuscendo a parlare.
Vedeva James con lo sguardo ferito, vedeva Lily combattuta tra la voglia di piantare lì tutto e abbracciarlo, e la voglia di ammazzare lui.
Stavano litigando per l'ennesima volta, ed era tutta colpa sua.
Per le sue azioni, pagava suo fratello.
Alla fine, aveva ottenuto quello che voleva.
Si sentiva davvero marcio.
James guardò male Lily. Mai dire una cosa del genere a James Potter su Sirius Black.
-Si dia il caso che questo "pezzo di merda" sia il mio migliore amico, quindi sei pregata di non insultarlo!- la voce era gelidamente arrabbiata.
Ancora James lo difendeva, nonostante avesse ragione Lily, pensò Sirius, con senso di colpa. Metteva in gioco il suo amore, per difendere il suo migliore amico. Anche se questo avrebbe comportato litigare con la donna della sua vita.
Fece per aprire la bocca per dire qualcosa, ma la rossa fu più veloce.
Ormai si erano completamente dimenticati che Sirius era presente. C'erano solo loro due, a fronteggiarsi.
-E si dia il caso che il tuo migliore amico abbia fatto star male la mia migliore amica!-
-E io ti ripeto che non credo affatto che Marlene sia stata costretta a fare niente!-
-Cosa diamine vuol dire non è stata costretta?- sbottò Lily. -Non meritava comunque di essere trattata come una delle tante puttane di Black!Anche se non capisco come, a lei lui piaceva!E ora sta di merda per colpa sua!-
-Sapeva a cosa andava incontro, o sbaglio?Sirius non ha sicuramente la reputazione di un santo.-
Lily non aveva idea di quando esattamente James si fosse alzato dal posto dove era seduto.
Lo guardava negli occhi, arrabbiata, furiosa, eppure con la voglia di non staccarsi mai da quello sguardo.
Perchè staccarsi da quello sguardo sarebbe equivalso a una fine.
-Non è una giustificazione per quello che ha fatto!-
James scosse la testa. 
Anche se erano forse una delle prime cose che l'avevano fatto innamorare di lei, odiava litigare con Lily. La passione che ci metteva, il coinvolgimento che aveva quando si arrabbiava era una cosa che aveva imparato ad amare, durante gli anni, tanto che all'inizio si accontentava solo di quello.
Farla arrabbiare, vedere come reagiva. E più reagiva più si innamorava.
Ma ora era diverso. Ora avrebbe voluto solo baciarla.
-Non lo sto giustificando!Sto solo dicendo che prima di giudicare dovresti sentire le due campane, non credi, Evans?-
Era sempre stato così, e sempre sarebbe stato.
Avrebbe sempre difeso Sirius, anche se si comportava da coglione.
Perchè il rapporto che c'era tra i Malandrini non si poteva cambiare, Lily o non Lily.
E lei avrebbe dovuto accettarlo.
-Lene sta male, tanto mi basta!-
Sembrava che ad ogni frase, ognuno dei due alzasse ancora di più la voce.
-E io conosco Sirius, e tanto mi basta per sapere che sicuramente non voleva farle del male!-
-Immagino che farla sentire come uno schifo facesse tutto parte del progetto "non voglio farle del male", allora!-
Sirius guardò entrambi. Sembravano seriamente in grado di far crollare la scuola.
Decise di intervenire, prima che la situazione degenerasse.
-Evans...- tentò, ma James lo interruppe, ignorandolo.
-Non ti permetto di lanciare simili accuse su Sirius, Evans!-
-James..- provò di nuovo il rampollo di casa Black.
-Non provare a dirmi cosa devo fare!Sei esattamente come lui, Potter!-
Nessuno dei due sembrava minimamente intenzionato ad ascoltare il soggetto della discussione.
-Dovrei prenderlo come un insulto?Ti ricordo che "lui" è praticamente mio fratello!-
-Ragazzi...-
-STA' ZITTO, SIRIUS!-
Calò un silenzio gelido.
Dopo quell'urlo che avevano lanciato contemporaneamente, Lily e James si guardarono, entrambi col fiato corto.
Lily aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi.
Perchè aveva finito col litigare ancora con James?
Lui era davanti a lei, gli occhi scuri che la fissavano, le labbra strette.
Aveva combinato un disastro. Marlene le aveva detto di lasciar perdere, di stare buona e non fare nulla, ma lei era troppo accecata dalla rabbia per ascoltarla, e, lì per lì, aveva solo avuto voglia di cantarne quattro a Black.
Ma avrebbe dovuto immaginare che con lui ci fosse anche James.
E avrebbe dovuto immaginare che James non avrebbe esitato a difenderlo a spada tratta.
Distolse lo sguardo, per la prima volta dopo tutte quelle urla.
Non avrebbe resistito a stare lì un minuto di più.
Voleva piangere, sbattere la testa contro il muro, picchiarlo, baciarlo, non lo sapeva nemmeno lei.
-Devo andare.- disse, sbrigativa, senza mai guardarlo negli occhi.
Vigliacca, era una vigliacca, pensò.
Ma non sarebbe tornata indietro.
Senza una parola in più se ne andò, le mani strette a pugno.
Lui fissò la sua schiena finchè non scomparve dal buco del ritratto, e continuò a fissare il punto dove era sparita per altri interminabili minuti.
Sentiva di avere il cuore stretto in una morsa.
E non gli piaceva.
Non gli piaceva per nulla.
Le cose che si erano urlati gli echeggiavano ancora in testa.
Si sentiva ancora fremere per la senzazione di averla vicino.
Era tutto così dannatamente sbagliato.
Sirius vide quella sofferenza che James non avrebbe mai espresso ad alta voce, e si sentì terribilmente in colpa.
-Ramoso...io...gra..-
-Zitto, Sirius.- sbottò il moro.
Lo guardò, furente.
-Il fatto che ti abbia difeso non significa che tu non sia un coglione.-
Felpato non lo guardò, colpevole. James probabilmente era l'unica persona in grado di fargli provare vergogna.
-Cosa diamine ti è saltato in testa di andare a letto con Marlene?!-
Questa volta era lui che avrebbe voluto gridargli "Guardami, Sirius!" così come suo fratello aveva fatto con lui quando gli aveva rivelato il futuro suo e di Lily.
Ma Sirius teneva lo sguardo chino sul tavolo.
-Non lo so.-
Ed era vero. Non lo sapeva davvero.
Cos'aveva nella testa?Per qualche strano motivo che non riusciva a comprendere, odiava sapere che lei stava male a causa sua. 
-Già.- James roteò gli occhi. -Forse dovresti imparare a collegare un po' di più il cervello, che ne dici, Sirius?!-
Finalmente, Felpato alzò gli occhi su di lui. James aveva un'aria esausta. Come se litigare con Lily l'avesse completamente esaurito.
Nei suoi occhi si poteva leggere tutta la frustrazione che gli aveva fatto provare quel litigio.
-Mi dispiace.-
Ramoso era l'unica persona sulla faccia della terra in grado di estorcere a Sirius Black quelle due paroline magiche, facendogliele dire in maniera sinceramente pentita.
Gliele aveva fatte dire quando aveva rivelato a Severus Piton il segreto di Remus, e gliele faceva dire ora, facendolo sentire nello stesso, identico modo in cui si era sentito allora.
E come allora, James lo guardò con gli occhi nocciola cupi.
-Non è a me che devi chiedere scusa, idiota.-
Sirius fece un sospiro.
Non sarebbe mai stato capace di chiedere scusa a Marlene.
Ma Ramoso non aveva finito. Scosse la testa, frustrato.
-Felpato, se hai un preblema con me te la prendi con me, è chiaro?Non puoi ogni volta che hai un problema sbattere una a caso contro il muro e scopartela, semplicemente non puoi!Questa volta è stata Marlene, la prossima volta chi sarà?Emmeline?O magari Lily?-
Sirius sobbalzò. Lo guardò, cupo.
-Non ti farei mai una cosa del genere!- ringhiò.
James si passò una mano tra i capelli.
-Lo so, ma non è questo il punto!Il punto è che là fuori c'è una guerra, la gente muore, Sirius!- a quelle parole, Felpato sobbalzò, ma il moro continuò, imperterrito. -Non possiamo più permetterci di essere bambini in eterno, Sirius. Il tempo delle cazzate è finito, ora ognuno deve essere in grado di prendersi le proprie responsabilità. Non puoi scoparti una ragazza come Marlene, farla stare male e poi pretendere che vada tutto bene!-
Remus, dal divanetto, trattenne un sorriso.
Era fiero dell'uomo che James stava diventando, senza dubbio. Ormai era completamente maturato.
Sirius aveva abbassato gli occhi, di nuovo.
James lo guardò con fare stanco.
-La cosa che mi dà fastidio, Felpato- scosse la testa. -è che a te lei piace. Non è una delle tante. E allora, perchè stai facendo questo a te stesso?perchè fai finta che non te ne freghi niente?-
-Era solo sesso.- sibilò Black, senza alzare gli occhi. Sentiva che le mani gli tremavano. Una vocina, dentro di lui, gli suggeriva di ascoltare James.
Ma lui non ne aveva assolutamente intenzione.
Ramoso alzò lo sguardo al cielo, esasperato.
Si era decisamente rotto.
Suo fratello era veramente cocciuto, e in quel momento non aveva testa per stargli dietro. Non gli andava di dover litigare anche con Sirius, oltre che con Lily.
E lui aveva davvero bisogno di rimanere solo.
-Si va bene, come vuoi.- tagliò corto. Senza più guardarlo, si rivolse a Remus, la voce esausta.
-Ci vediamo stasera alla solita ora, Rem.-
Senza una parola di più, e senza nemmeno guardare più nessuno, si avviò verso il suo dormitorio.
Si sentì chiaramente quando sbattè la porta, per chiuderla.
In Sala Comune calò il silenzio.
Remus guardava Sirius, che guardava il tavolo.
-Felpato...-
-Marlene non mi piace. Era solo sesso, okay?-
Remus sospirò, massaggiandosi la testa. Perchè i mali non vengono mai uno alla volta?Non bastava la luna piena, no. Serviva anche che James litigasse con Lily, Che Sirius litigasse con James e che a lui toccasse far entrare un po' di sale in zucca a Sirius.
-Sirius. Perchè non vuoi ammettere che ti piace?Cosa c'è che non va in lei?-
-Non c'è niente che non va, in lei!Semplicemente, non mi piace. Mi sono divertito, va bene?Avevo bisogno in quel momento di fare quello che mi andava di fare. Perchè dovrei chiederle scusa, poi?è stata lei a venire a letto con me, giusto?Io non l'ho costretta.-
Parlava a macchinetta, quasi delirante. Remus seppe all'istante che più parlava, più cercava di convincere se stesso.
Era come se in realtà fosse da solo, completamente dimentico che in quella stanza c'erano anche Remus e Peter, e stesse facendo quel monologo con la sua coscienza. O con la vocina di James, a seconda dei punti di vista.
Decisamente, c'era qualcosa che non quadrava, se la vocina della coscienza iniziava ad essere simile a quella di James e non più a quella di Remus.
Lunastorta si alzò, per mettersi accanto a lui. Anche se aveva un mal di testa della malora, voleva davvero aiutare Sirius.
Peter non disse niente. Sapeva che era Remus, quello più bravo a far ragionare le persone.
-Perchè?-
Sirius lo guardò come se fosse pazzo.
-Cosa?-
-Perchè Marlene non ti piace?-
Felpato lo osservò, interdetto.
-Non c'è un motivo particolare.- boffonchiò, poi, senza ammettere che in realtà non gli veniva in mente niente di plausibile.
-Ma ci deve essere un motivo.- replicò Lunastorta, ostinato.
-Bè, non c'è!- sbottò Sirius. Quella conversazione lo stava innervosendo.
Remus inarcò un sopracciglio, sorridendo.
-Allora ti piace.-
-No!- ringhiò Sirius. -Piantatela tutti con questa storia. Sono andato a letto con tre quarti della scuola, perchè con lei dovrebbe essere diverso?-
Cercò di ignorare l'immagine che gli presentava la sua testa del viso di Lene, a pochissimi centimetri dal suo.
Doveva dimenticarsi del suo sorriso, dei suoi abbracci, dei suoi sospiri.
Perchè non riusciva a cavarseli dalla testa?
Non era mai stato così per una ragazza.
-Perchè lei era tua amica. Sirius Black non va a letto con le amiche, giusto?-
Il Malandrino non rispose.
Non voleva che Remus continuasse a parlare. Quello che gli diceva era troppo scomodo.
E poi aveva quella orribile senzazione in mezzo al petto, che non sapeva come definire.
Lo opprimeva, e gli faceva dannatamente paura.
E Sirius Black non può avere paura, mai.
-Bè, forse ora le cose sono cambiate.- borbottò.
Il Lupo Mannaro si incupì.
-Andresti a letto con Emmeline, quindi?-
-No, certo che no, lei è...- Sirius si bloccò.
Remus lo osservava con aria trionfante. Qualcosa gli diceva di essere appena stato incastrato.
-Comunque adesso non ha nessuna importanza- continuò, sbrigativo. -Non ho nessuna intenzione di continuare a parlare di Marlene. Ci sono andato a letto perchè in quel momento mi andava, stop. Non voglio essere nè psicanalizzato nè nulla, sono stato chiaro?-
Lunastorta lo osservò per un lungo istante. Lo sguardo blu di Sirius era sfuggente, cupo.
Non era mai stato limpido, da quando avevano saputo dell'imminente morte di James.
Così come non era più stato limpido il suo, o quello di Peter.
Cosa stava succedendo ai Malandrini?Era come se ognuno di loro stesse erigendo un muro attorno a sè che non comprendeva gli altri.
-Perchè sei davvero andato a letto con Lene, Sir?- mormorò, riponendo la domanda.
Il moro non lo guardò.
-Dovevo sfogarmi.-
E Remus seppe perfettamente cosa sottointendeva quella frase.
Sirius forse era colui che avrebbe sofferto più di tutti, alla morte di James. Perchè sarebbe stato perdere ancora una volta la sua famiglia, sarebbe stato perdere tutta la felicità e la spensieratezza che aveva avuto in quegli anni.
Sospirò.
-Sirius, ascoltami bene...- lo fissò negli occhi. -James ha ragione, non puoi pretendere che il sesso sia sempre la risoluzione a tutti i tuoi problemi. Questa volta non hai fatto che crearne di peggiori.-
-Non stavo cercando di risolvere i miei problemi!- ringhiò. -Stavo solo...- la frase gli morì in gola. Non sapeva nemmeno lui, cosa stesse cercando di fare.
-Forse volevo solo dimenticare tutto per un attimo. Marlene era solo la persona sbagliata nel momento sbagliato.-
La morsa che aveva nel petto gli diceva che non era così, che stava sbagliando tutto, ma non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Remus scosse la testa, sentendo i suoi occhi farsi umidi. Non gli avrebbe fatto bene, nè a lui nè a Sirius, quello che stava per dire.
-Sirius. Dimenticare non cambierà la realtà dei fatti. James...lui...James morirà, Sirius.-
Senza che avesse il tempo di accorgersene, Remus sentì un dolore lacinante proprio al centro del suo viso.
Sirius si era appena alzato in piedi, e gli aveva appena tirato un pugno sul naso.
Si prese il naso tra le mani, guardandolo incredulo.
-Non dirlo mai più!- sbottò, i muscoli tesi, le mani strette a pugno.
Contrasse la mascella.
-James non morirà, è chiaro?Non morirà, dannazione.-
Remus sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Vedeva che Sirius stava vacillando, sentiva che stava per crollare.
-Troveremo un modo. Dobbiamo trovare un modo.-
La voce si era fatta più flebile.
-Sirius..-
Come avrebbero fatto senza James?Dove sarebbero finiti i Malandrini, senza la loro colonna portante?
Chi li avrebbe sostenuti, chi sarebbe stato sempre pronto a allungare una mano per afferrarli?
Ramoso per loro era come il collante che li teneva tutti insieme.
Era lui che aveva scoperto per primo il segreto di Remus, lui che per primo aveva deciso di fare qualcosa per aiutarlo.
Era lui che aveva ospitato Sirius in casa sua, senza fargli domande.
Era lui che aveva accettato Peter, prendendolo sotto la sua ala protettiva.
La verità era che senza di lui, loro non erano niente.
-James non può morire.-
Remus alzò lo sguardo su Sirius, e sobbalzò.
Per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, gli occhi blu di Sirius erano gonfi di lacrime.
Era una visione straziante.
Quel Malandrino che pareva fregarsene di tutto e di tutti, quel Malandrino che non aveva pianto nemmeno quando la sua famiglia l'aveva completamente abbandonato, quel Malandrino che rideva sempre, facendo rimbombare la sua risata per tutti i corridoi, il Malandrino che pareva sempre un passo più avanti rispetto agli altri per quanto riguardava divertirsi, quello stesso Malandrino, ora stava piangendo.
Probabilmente Remus non si sarebbe mai dimenticato di quell'immagine di Sirius Black.
Era troppo, troppo dolorosa.
Anche quando Felpato sarebbe stato arrestato, Remus avrebbe ripensato a quell'immagine, di quel ragazzo che tutto si faceva scivolare addosso, che piangeva combattendo contro le lacrime che volevano scendere, ma che non riuscivano, troppo abituate a stare nascoste.
E allora si sarebbe chiesto se davvero quel ragazzo era quello che aveva consegnato i Potter tra le braccia della morte.
Allora Lunastorta spalancò le braccia, fregandosene del fatto che lui gli avesse appena mezzo fracassato il naso, e che tra qualche ora lui si sarebbe trasformato in un mostro.
Erano molto rari, gli abbracci tra di loro.
Come forse un po' tutti i ragazzi, non capitava che mostrassero spesso affetto nei confronti l'uno dell'altro.
Ma in quel momento avevano bisogno semplicemente di una spalla di conforto.
Perchè James sarebbe morto, e loro lo sapevano.
Perchè con la fine di James rischiava di finire tutto quello su cui avevano lavorato per sette anni.
Perchè i Malandrini non ci sarebbero stati più, senza Ramoso.
Sirius lo abbracciò, un po' impacciato.
-Non voglio che muoia.- disse, con la voce incrinata.
Remus tirò su col naso.
-Lo so. Nemmeno io.-
-Lui è mio fratello. Il mio migliore amico.-
Lunastorta si limitò a dargli una pacca sulla spalla. Non ce la faceva a parlare.
Non importava più cosa Sirius avesse fatto con Marlene e perchè l'avesse fatto, non importava più che di lì a qualche ora sarebbe diventato un Lupo Mannaro, non importava più il suo mal di testa, o il naso ancora pulsante.
La possibilità di perdere James era troppo atrocemente reale, per poter dire qualsiasi cosa.
Stettero lì, l'uno sulla spalla dell'altro per confortarsi, per quelli che parvero secoli.
Peter li guardava, anche lui con i lacrimoni negli occhi, ma non osò avvicinarsi, per paura di essere di troppo.
A un'occhio esterno e onnisciente, quella scena avrebbe ricordato una macabra prospettiva del futuro che incombeva su tutti loro: James che non c'era, sparito per sempre, Peter che non avrebbe mai trovato il suo posto, e Sirius e Remus, gli unici due Malandrini rimasti uniti, che si sarebbero supportati fino alla fine.

Lily spostò una gamba per mettersi più comoda, senza staccare gli occhi dal libro che stava leggendo.
L'unico elemento a farle luce era la sua bacchetta, che le illuminava giusto quelle due o tre righe che si apprestava a leggere.
Era in Sala Comune, ed era sicuramente molto tardi.
Ormai nella stanzetta non era rimasto più nessuno, Lily ipotizzò che dovessero essere circa le una di notte.
Voleva stancarsi per non pensare, come ormai faceva tutte le sere.
Girò la pagina del tomo, per poi accorgersi che non si ricordava nulla di quello che aveva appena letto.
Forse era davvero il caso di chiudere il libro e andare a nanna.
Aveva ancora in testa il litigio di quel tardo pomeriggio.
Perchè aveva dovuto litigare con James?Come se le cose non fossero già abbastanza complicate, tra di loro.
La verità era che le mancava.
Le mancavano persino i battibecchi tra di loro, come se anche solo tramite quelli riuscisse a sentirsi viva.
Improvvisamente, sentì dei passi strascicati, come di chi cerca di camminare senza farsi sentire.
Balzò in piedi, giusto in tempo per ritrovarsi faccia a faccia con James, Sirius e Peter.
Per un momento si guardarono a vicenda, nessuno che osava fiatare.
Sgranò gli occhi, mentre vedeva i Malandrini guardarsi, preoccupati.
-Potter?Black?Minus?Cosa diamine ci fate qui a quest'ora?-
Si accorse con stupore che Remus non c'era.
Che strano, aveva sempre pensato che quei quattro girassero sempre insieme.
-Evans, potremmo farti la stessa domanda, non credi?- fece Sirius, guardandola, ostile.
Lily strinse gli occhi a fessura, sentendo che un giorno o l'altro avrebbe potuto benissimo ammazzare Black senza rimpianti.
O quanto meno fargli molto male.
-Black, io non ho l'aria di una che sta per andarsene a spasso per i corridoi.-
James si rivolse a Sirius e Peter, che lo fissavano, non sapendo bene cosa fare.
-Voi andate intanto, vi raggiungo subito.-
-Ehi!- sbottò Lily, contrariata, mentre Sirius e Peter annuivano, e si avviavano a passo svelto verso il Buco del Ritratto. -Come sarebbe a dire?- Li guardò sparire, con la fronte aggrottata. Poi si rivolse a James, un cipiglio poco rassicurante dipinto sul viso.
-Potter, tu sei Caposcuola, non dovresti permettere certe cose. Tanto più che si può sapere dove diavolo credete di andare a quest'ora della notte?!-
James si passò una mano tra i capelli.
La rossina vide per la prima volta quanto veramente il viso di James paresse stanco.
Gli occhi nocciola erano quasi vacui, il volto era pallido.
Fu assalita da un'improvvisa tenerezza.
Come faceva a rimanere lontana da lui ancora?Che senso aveva, rimanergli lontano, quando sentiva di amarlo così tanto?
Non riusciva a rimanere arrabbiata con lui, proprio non ci riusciva.
Il cuore le batteva troppo forte, la voglia di stringerlo a sè era troppo violenta, perchè fosse ancora messa a tacere a lungo.
-Non posso dirtelo, Lily.-
Gli faceva male escluderla così, mentirle ancora.
Ma non poteva dire niente, senza il permesso di Remus.
Vide i suoi occhi verdi venire attraversati da un lampo di delusione, che lo ferì più di tutte le urla che lei gli aveva lanciato in tutti quegli anni.
Le labbra di Lily si piagarono in una smorfia amara.
-Ancora segreti, Potter?-
La rossa distolse lo sguardo, sentendo che se avesse continuato a perdersi in quelle nocciole, avrebbe ceduto.
Come faceva a fidarsi di lui completamente, se le nascondeva le cose?
-Come faccio a sapere che non state andando a fare un'orgia tutti insieme appassionatamente?-
Certo, sapeva che lui non l'avrebbe mai fatto, ma allora cosa li spingeva fuori dal dormitorio a quelle ore, che lei non potesse sapere?Se stavano semplicemente facendo un giretto nelle cucine, James sapeva perfettamente che non si sarebbe arrabbiata.
Cos'era tutto quel mistero, allora?
E, ora che ci pensava, non era la prima volta che James spariva per una notte intera.
Che cosa le nascondeva ancora?
Lui fece un breve sorriso.
-Lily, credi che Peter sia capace di sostenere un'orgia collettiva, parlando seriamente?-
Poi tornò serio. Con delicatezza, le prese il mento, facendola voltare verso di lui.
Merlino, quanto gli erano mancate quelle iridi verdi sulle sue.
-Lily, se dipendesse da me giuro che ti direi tutto anche adesso.- con la mano libera le percorse il profilo della guancia. -Il punto è che questa...cosa, non riguarda solo me. Puoi credermi?-
Fece un sospiro, senza smettere mai di fissrla.
-è una cosa tra noi Malandrini.-
Strinse le labbra, prima di parlare di nuovo, ricordandosi del litigio di qualche ora prima.
-E ti prego, non chiedermi mai di scegliere tra te e loro. Non lo sopporterei, Lily.-
Lei lo osservò, intuendo anche lei a cosa si riferisse.
Sorrise, intenerita.
Certo che non gli avrebbe mai chiesto una cosa del genere. Sapeva di non poter competere con i Malandrini, e in fondo era una delle cose che l'avevano fatta innamorare di lui: la suia lealtà, la sua inconfutabile amicizia che lo legava così stretto a Sirius, Remus e Peter.
E poi nemmeno lei avrebbe mai voluto essere davanti a una scelta simile.
-Sai che non lo farei mai.- sussurrò, non distogliendo lo sguardo.
Era pronta a perdonare, era pronta a fidarsi di nuovo.
Non avrebbe resistito un secondo di più senza di lui.
Lui le accarezzò il viso, con tenerezza.
Lily sapeva che in quel momento l'avrebbe baciata.
Il suo fiato era talmente vicino al suo viso che Lily non avrebbe quasi più saputo distinguere quale era il suo respiro e quale quello di James.
E lui l'avrebbe sicuramente baciata, se improvvisamente qualcosa, fuori dalla finestra, non avesse attratto il suo sguardo.
In quel breve asso di silenzio Lily sgranò gli occhi, sentendo qualcosa provenire da lontano.
Qualcosa che assomigliava ad un ululato.
James manteneva lo sguardo fisso sulla finestra.
Sembrava preoccupato.
E Lily per un attimo ebbe la bruttissima impressione che James fosse diretto esattamente dove era risuonato quel verso lontano.
Non fece nemmeno in tempo ad aprire bocca, che lui si era voltato, allontanandosi di un passo.
-Devo andare.-
Senza una parola in più, si avviò dove poco prima erano spariti gli altri due.
Lily sentì chiaramente la mancanza del calore della sua mano grande sulla sua guancia.
Lo fissò per un attimo mentre spariva, sentendosi inebetita. Si riscosse giusto un secondo dopo che lui era uscito.
-James!- chiamò.
Ma il Malandrino era già lontano, lasciando Lily con il cuore che batteva a mille.
Perchè aveva seriamente l'impressione che i suoi sospetti fossero esatti.
Fissò il buco del ritratto, quasi sperasse che lui ricomparisse.
Ma, naturalmente, non successe nulla di tutto ciò.
Lily era da sola, in quella Sala comune ormai buia, e aveva una leggera senzazione di panico che le attanagliava il cuore.
Era davvero un ululato che aveva sentito?
Dov'erano diretti i Malandrini?
-Stai attento.- mormorò, come se James avesse potuto ancora sentirla.











*Me sbuca da un angolino* Cucù ^^ ehm...Noi, mettete via quelle asce O.o non ammazzatemiiiiiii XD O.o ok riniziamo da capo XD
Ma buongioooorno XD ebbene si, sono tornata, dopo quasi un mese di assenza XD Lo so che ormai non ci speravate più XD scusatemi O.O è che come avevo detto nel capitolo precedente, questo è stato un mese veramente pieno: la scuola, la gita, i compiti, l'ispirazione che andava e veniva...veramente, non avevo nemmeno il tempo per respirare, figuriamoci per scrivere XD spero davvero che possiate perdonarmi. Ora che ci sono le vacanze di pasqua cercherò di aggiornare più in fretta(sono ancora dell'idea che sarebbe una cosa molto carina postare il gg del mio compleanno, come una specie di autoregalo XD) però non assicuro niente:purtroppo, gli esami si avvicinano, e i prof sembrano intenzionati a farci morire tutti quanti prematuramente.
Detto questo, che ve ne pare del capitolo?Lo so, è triste e un po' confuso, ma spero comunque che vi sia piaciuto : in realtà sono un po' preoccupata, perchè ho fatto  veramente fatica a scriverlo, perchè sono di umore un po' strano, in questo periodo. Sarà la primavera XD
Ah, a proposito -.- non ho capito perchè ma il mio pc si sta divertendo TANTISSIMO a cambiare scrittura da solo -.- quindi scusate se alcune cose appaiono scritte in maniera diversa, o più piccole, ma non so che diamine gli sia preso O.o
Mmmm...non credo ci sia altro da dire XD passo ai ringraziamenti XD e, nel caso non ci dovessimo sentire prima, BUONA PASQUA A TUTTI! XD

zukkyna: oooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooohhhhhhhh XD no adesso aspetta O.o a quale te sto parlando?O.o e quale me sta parlando con te?O.o aaaaaaaaaaahhhhh Xd si ok sono impazzita dettagli XD ho 16 cosi alla fine da fare, SEDICI XD morirò me lo sento XD sei invitata al mio funerale XD ti adoro scema, ci sentiamo su msn muhauhauhauhauhauhauhauhauhauhauhauhauhauhauhauha XD


pazzarella_dispettosa: ciaaaaaao!allora...partiamo dalla tua domanda...ehm XD in teoria(da quello che ha detto mamma Row, xk sinceramente nemmeno io l'ho capita molto sta cosa XD ma dettagli se lo dice lei ci credo XD) Voldemort ha scelto Harry, e non Neville, come "suo eguale" proprio xk Harry era Mezzosangue, come Voldemort stesso. Io credo che intenda Mezzosangue nel senso che Lily era mezzosangue, e quindi, come dire, Harry è per un quarto Mezzosangue. In ogni caso, basandomi anche sulle cose che si sentono sulla seconda guerra mondiale(si lo so sono malata XD) anche lì uccidevano le persone anche se avevano un quarto di sangue ebreo, quindi penso che il principio di Voldemort fosse più o meno lo stesso, per questo Lily ha fatto tutto il discorso, mi sono basata un po' anche su quello XD detto questo...ci hai azzeccato, in realtà XD James e Lily non rimarranno separati ancora a lungo, come già qui si è potuto vedere XD va bene non alzo il raiting muhauhauha XD no vabbe anche xk non è che scrivo chissà quali notti di fuoco dettagliate XD quindi amen XD grazie per la recensione, come sempre XD l'ho adorata XD un bacio XD

kokylinda2: grazie per i complimenti XD hai ragione, Lily ha fatto bene e male...è che Lily è sempre convinta di poter bastare a se stessa, quando ormai non è più così XD un bacio!

brando: no, Mark non spunterà molto presto probabilmente XD ma xk a lui non è che gliene freghi molto di James e Lily, lui punta più in alto....bwuhauhauhauhauhauhauhauha. Ehm comunque XD grazie come sempre della recensione =) un bacio XD

Miss Rainbow: wellààà suddita XD ha visto, le ho pure dedicato il capitolo, non si lamenti U.u XD ce l'ho fattaaaaa a postareeeeeee O.O giuro non ci speravo più O.o l'ho detto, questo è un capitolo maledetto, qualcuno non voleva che lo scrivessi O.O ma io sfidando il fato solo per voi sono riuscita nell'impresa bwuhauhauhauhauhauhauhauha XD eeehm, si, ora mi do un contegno. le voglio bene *_* (non si preoccupi, è tutto normale: mi devono venire XD)  bene XD la lascio Xd un bacio XD

Lolly94: ciao Jo XD anch'io amo incondizionatamente James e Sirius anche se non si direbbe molto bwahuhauhauha XD Sirius probabilmente ci metterà ancora un po' a risolvere le cose, ma prima o poi si riscatterà, davvero. Anche perchè, capiamolo povero, è la prima volta che gli succede una cosa del genere XD E James e Lily come puoi notare non riescono a stare più di un capitolo l'uno senza l'altro, è inevitabile, sono attratti l'uno dall'altra come due calamite XD quindi don't worry XD grazie di tutto, come sempre XD un bacio!

S_marti_es: ciao Marty XD bwuhauhauha...sono andata in gita a Madriiiid XD bellissima *_* ehm se nn fosse che pioveva ma suppongo che questi siano dettagli assolutamente insignificanti, si?XD muhuhauhauha XD cooooomunque XD non è giusto che voi siate rimasti a casa O.o io x un mese nn ho fatto che sgobbare, insomma XD muhauha XD x punirti ho fatto un capitolo tristissimo U.u scherzo ovviamente XD cioè il capitolo è tristissimo O.o ma è una cosa che mi viene spontanea, ormai sai che sono sadica, bwuhauha XD ma in gran confidenza posso dirti che se non il prossimo, l'altro ancora, capitolo sarà, come dire, talmente pieno di felicità che mi accuserete di avervi fatto venire il diabete e mi supplicherete di tornare a farli soffrire muhauhauha XD no vabbe scherzo nn sono a quei livelli, peeerò...XD haha XD un bacio XD

La Nika: tutto è destinato a migliorare XD vedrai, fidati di me XD però per quanto riguarda il destino, si, non cambierò la storia: per quanto mi piacerebbe, non riesco a vedermeli negli anni a venire, non so come dire. Un bacio!

ramoso4ever95: ma O.o non è una scusa, DAVVERO si sono mossi da soli XD bwuhauha Xd no non aumenterò il raiting XD tanto non è che scrivo nei dettagli XD quindi ho pensato che amen XD Sirius...Sirius Sirius Sirius. è vero, è un mezzo coglione, ma deve solo imparare a crescere. E lo farà, ho fiducia in lui XD un bacio XD

malandrino4ever: grazie come sempre per i complimenti, mi fanno sempre piacere XD mmm...perchè dici che non è un comportamento da Sirius?Strano, sei il primo che lo dice XD si lo so, anch'io credo che la parte tra Lily e Harry e tra James e Lily andasse allungata di più...però mi sono ritrovata veramente a corto di parole, e bisogna anche dire che la velocità mi ha fregata: dovevo assolutamente postare prima della partenza, quindi non sono stata lì troppo, quando invece avrei dovuto XD grazie di tutto XD un bacio XD

Iva27. tranquilla per lo scorso capitolo ^^  lo so che Sirius è stato un po' una merda XD e in questo capitolo non c'è persona che non gliel'abbia detto bwuahuhauha XD ma si riscatterà, lo prometto =) grazie dei complimenti XD un bacio!

pony: carissima lettrice, lei sa quanto le sue recensioni mi abbiano sempre fatto immensamente piacere, e quanto io sia rammaricata se spesso non dò ascolto al suo povero pony(che poi mi pare sia una specie di autocoscienza O.o ma le autocosciente nn mi piacciono, io non dò mai ascolto alla mia muhauhauha) ma O.o mi sono persa XD dicevo XD ecco si, lei sa tutte queste cose XD perciò...mi sono persa un'altra volta, ecco. è colpa sua U.u le sue recensioni mi fanno troppo ridere, quindi mi distraggo U.u muhauhauha XD cooomunque XD Siiiirius Sirius Sirius...direi che il concetto che è un DEFICIENTE gliel'hanno messo in testa in parecchi, in questo capitolo XD lei sa come è testardo, il povero amore della sua vita Xd ma si riscatterà bwuhauhauhauha XD per quanto riguarda James e Lily, bè...non so se ha notato, ma la sua frase che mi ha detto, (cos'è adesso, fanno pure finta di lasciarsi?!) mi ha fatto talmente ridere che ho deciso di farla dire a Emmeline Xd chi se non lei poteva pensarla esattamente come lei?XD muhauah XDmmmm...detto questo, direi che ho detto tutto, si si. La lascio con un bacio XD

_job_: ne sono felice XD

caramella_rosa_gommosa: hai perfettamente ragione XD il subconscio di Sirius probabilmente sa già tutto, ma lui in ogni caso non lo vuole ammettere, non solo per orgoglio: anche per un fatto che non si ritiene all'altezza. è scemo povero XD ma prima o poi qualcosa capirà XD un bacio!

Star Petal: ciao Vi XD grazie, sono così contenta che ti sia piaciuta la parte di Harry e Lily, è quella a cui tenevo di più. Come è andata spagnolo?XD un bacio!

Yridyan: ciaooooooo!!che bello risentirti ^^ grazie come al solito per i complimenti XD non ti preoccupare se non hai recensito, posso capire bene cosa voglia dire avere un periodo un po' così, se ci si aggiunge la scuola, poi! fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo XD un bacio XD









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Capitolo 30
*** Trust me ***


cap 30 Questo capitolo va alla mia Lasagna, perchè me l'ha fatto promettere XD muhauhauha XD no vabbè...va a lei perchè è la migliere amica che qualcuno possa sperare di avere, e a me è capitata questa fortuna, va a lei perchè c'è un po' di lei in ognuna delle amiche di Lily. Mi dispiace stronza, il capitolo non è così sdolcinato come ti avevo detto XD torma presto da Ingorstadt che mi manchi =) ti voglio bene, tantissimo!


-Ragazzi. Mi dispia...-
-Remus.- James roteò gli occhi. -Concludi la frase, e i dolori che ti procura la trasformazione saranno delle carezze, confronto a quello che ti farò.-
-Ma..-
-Remus, io ti ho avvertito. Uomo avvisato, mezzo salvato.-
-In questo caso dovresti dire lupo.-
James sorrise, alla battuta di Sirius.
Erano in infermieria, tutti e quattro. Quella notte, era forse stata una delle più divertenti che i Malandrini avessero passato da quando erano riusciti a trasformarsi in Animagus.
Forse perchè era stato bello, dopo tutte quelle litigate, tornare ad essere Ramoso, Felpato, Codaliscia e Lunastorta.
Era stato piacevole essere nuovamente senza pensieri, per una notte. Senza preoccupazioni come quando avevano quindici anni.
Tornare ad essere uniti, come sempre. Tornare ad essere i Malandrini, senza chiedersi se sarebbe durato solo il tempo di una notte o quell'unità sarebbe rinata proprio grazie a quella notte.
L'unico effetto negativo era che da quella notte, vuoi per le piccole lotte innocenti, vuoi per il divertimento e l'entusiasmo di essere di nuovo insieme, erano usciti tutti e quattro un po' ammaccati: Sirius aveva il posteriore dolorante, a causa probabilmente di una scornificata particolarmente forte ricevuta da Ramoso, oltre che un forte mal di testa, James aveva il petto graffiato in più punti, oltre che una gamba dolorante, e Peter per poco non si era spezzato la schiena, per colpa di Felpato che, nella foga di cercare di mordere James in seguito alla scornificata di poco prima, l'aveva calpestato.
A conti fatti, Remus era quello che forse era messo meglio: aveva riportato solo un taglio al braccio, che, confronto a quello che si ritrovava quando non aveva i suoi amici a fargli compagnia, era praticamente nulla.
Naturalmente, però, Remus non sarebbe stato Remus, se non si fosse sentito in colpa per ogni più piccolo taglietto presente sul corpo dei suoi amici.
James aveva visto chiaramente il suo volto incupirsi sempre di più, man mano che Madama Chips, pazientemente e senza chiedere nulla, aveva sistemato tutte le ammaccature, raccomandandosi poi di stare a riposo.
La Chips, secondo James, era una santa.
Non aveva mai detto niente a nessuno, delle loro puntuali visite mensili in quell'infermieria.
Anche nei primi anni dalla scoperta del segreto di Remus, quando ancora loro non sapevano come stargli vicino, uno dei tre, se non tutti e tre, tentava di farsi male apposta, per poter trascorrere il tempo in infermieria e stare così accanto a Lunastorta, lei non aveva mai detto nulla, capendo quanto quelle visite fossero salutari per il buon vecchio lupacchiotto.
-Voi non dovreste seguirmi.- Remus aveva ripreso a parlare, borbottando. James alzò gli occhi al cielo, per la millesima volta.
Incurante, Remus continuò.
-Sapete bene che è pericoloso. Non posso permettervi ogni volta di farvi male!-
-Remus. Ascoltami bene.- Ramoso pirma di continuare si chiese perchè Remus si facesse ripetere ogni mese le stesse cose. -Non ci hai puntato la bacchetta contro, per farci venire con te. Tutto quello che facciamo, lo facciamo volontariamente. Smettila di sentirti in colpa, sei insopportabile!-
-Senza contare che poi- continuò Sirius, alzando anche lui gli occhi al cielo, e spostandosi un po', con sguardo infastidito. Era una bella rottura di scatole, aver male al didietro. La prossima volta l'avrebbe fatta pagare a Ramoso, eccome se l'avrebbe fatto. -non è che lo facciamo solo per te. Lo facciamo anche perchè ci divertiamo. Smettila di essere così egocentrico, lupo spelacchiato.-
Remus cercò di trattenere il sorriso che gli si stava dipingendo in viso.
Era come se Sirius gli avesse appena detto che gli voleva bene, lo sapeva.
Senza lui, James e Peter, non sapeva proprio come sarebbe andato avanti.
Ma in ogni caso, non poteva non sentirsi in colpa per tutto quello che facevano per lui. Non se lo meritava.
In più, poteva essere pericoloso.
E se lui avesse perso il controllo?
No, non andava affatto bene.
-Sentite ragazzi, io apprezzo davvero quello che fate per me, ma...-
Prima che Remus potesse concludere la frase, la porta si spalancò.
Tutti ammutolirono, quando riconobbero la figura di Lily Evans, ritta davanti alla porta, che li scrutava con una luce strana negli occhi.
Il silenzio che era calato nella stanza era uno di quei silenzi gelidi che ti penetrano nelle ossa.
Remus impallidì leggermente, mentre James sgranava gli occhi.
Perchè entrambi, in quel momento, seppero immediatamente che in qualche modo Lily sapeva.
E non sarebbe servito negare.
Non avevano idea di come avesse fatto, ma sicuramente quello sguardo non poteva che significare una cosa.
Guai.
Lei era venuta in quell'infermieria, solo per vedere i suoi sospetti venire confermati.
Si sentì chiaramente lo sbuffo di Sirius.
-Ecco, lo sapevo che non potevamo stare tranquilli, con la Evans in giro di notte.- boffonchiò.
Lily lo ignorò completamente, puntando il suo sguardo verde prima su Remus, per poi spostarlo con lentezza su James.
Il moro la guardò, di rimando.
-Cosa...cosa ci fai qui?- parlò con lentezza, simulando una calma che non aveva.
Forse era solo un tentativo di prendere tempo.
Remus aveva abbassato lo sguardo, pensando che sicuramente Lily era rimasta sconvolta da quello che aveva scoperto, e magari avrebbe detto che non voleva avere più niente a che fare con loro.
La Evans distolse lo sguardo, sentendolo appannato.
Ormai il suo viso sembrava aver stretto una profonda e duratura amicizia con le occhiaie, che le solcavano il viso, implacabili.
-Io...sono stata in biblioteca.-
Come se quell'unica frase avesse potuto spiegare tutto.
Non riusciva a parlare correttamente, per colpa del sonno che ormai faticava a tenerla in piedi.
Era stata per un po' a fissare il buco del ritratto da cui era sparito James, prima di decidere cosa fare.
Seguirlo probabilmente sarebbe solo servito a complicargli la vita, se l'idea che le stava frullando in testa era vera.
Allora le era venuta l'illuminazione. Quale posto migliore per trovare conferma ai suoi sospetti, se non la biblioteca, che tante volte le era stata d'aiuto?
Senza pensarci un secondo di più, si era fiondata nel regno dei libri, incurante dell'ora tarda.
Aveva passato tutta la notte in biblioteca, a fare ricerche su ricerche.
A collegare frammenti di frasi, pezzetti di conversazioni, cercando di ricordare con esattezza ogni comportamento o gesto che le potesse essere utile, per infine giungere alla conclusione che Remus era un Lupo Mannaro.
Era stato anche abbastanza facile, ricollegare tutti i pezzi.
Le sparizioni mensili, sempre guarda caso le notti di luna piena, la cattiva salute, le ferite spesso profonde e in posti strani.
La cosa che ancora non aveva compreso del tutto, era come i Malandrini facessero a stargli vicini senza essere feriti.
Sperava davvero che non fossero così incauti da fare compagnia a un Remus bello che trasformato sotto forma umana.
Se Madama Pince avesse saputo che era entrata in biblioteca di nascosto di notte, l'avrebbe ammazzata.
Ma non le interessava.
-Ero...ero preoccupata perchè mi pareva di aver sentito un ululato provenire da fuori, così...-
Non era stata una buona idea, passare direttamente dalla biblioteca all'infermieria. Avrebbe decisamente dovuto cercare di dormire, prima di tentare di fare una conversazione, visto quel poco che riusciva a parlare.
Era ormai l'alba, quando era sgusciata fuori dalla biblioteca, sperando che nessuno la vedesse.
Era abbastanza sicura di essersi anche addormentata, per cinque minuti, sul tavolo della biblioteca.
Ma poi, il pensiero che i Malandrini fossero feriti l'aveva completamente svegliata, facendole decidere di andare immediatamente a controllare in infermieria.
Se non fossero stati là, non avrebbe esitato ad andare a controllare nel parco.
Non avrebbe sopportato di sapere che James era stato ferito.
Poteva ancora sentire il cuore batterle dalla preoccupazione.
Ora però che li aveva effettivamente trovati, non sapeva bene cosa fare.
La verità è che non si era aspettata davvero di trovarli.
E il sonno le annebbiava il cervello.
Ora che ci pensava bene, davvero credeva di poter andare eventualmente fuori nel parco, ad affrontare qualsiasi cosa ci sarebbe dovuta essere da affrontare, in quello stato?
James si passò una mano tra i capelli.
Gettò uno sguardo a Remus, che teneva lo sguardo basso.
Non sembrava intenzionato a prendere la parola.
Sospirò, guardandola.
-Quanto sai?-
A quel punto Lily parve riprendersi, il sonno improvvisamente sparito. Alzò gli occhi al cielo.
-Abbastanza da sperare che non siate così stupidi da seguire un Lupo Mannaro in piena trasformazione.- gli lanciò uno sguardo truce, notando in quel momento i numerosi graffi sparsi qua e là.
I Malandrini si scambiarono un'occhiata, ma Lily continuò. Ormai era partita in quarta, tutte le preoccupazioni di quella notte lunga che venivano a galla.
Parlava a macchinetta.
-Sapete che è pericoloso?E se vi fosse capitato qualcosa?Come avreste fatto?Senza offesa, Remus, sono convinta che non torceresti un capello a questi tre, anche se se lo meriterebbero in momenti come questi, ma un Lupo Mannaro non è sicuramente la cosa più pericolosa che si aggira per la Foresta Proibita, si James, so che siete stati andati nella foresta proibita, non fare quella faccia- James chiuse immediatamente la bocca, che aveva aperto per protestare.
Sorrise, tra sè e sè, sentendosi rassicurato.
Il problema non era che Remus era un Lupo Mannaro. Per un attimo aveva davvero temuto che lei stesse per dirgli qualcosa del genere, qualcosa che lui non avrebbe mai accettato.
Doveva capirlo subito, che Lily era solamente preoccupata, terribilmente preoccupata.
Intanto la rossa continuava, imperterrita.
Si era lanciata in un monologo senza capo nè coda, come faceva sempre quando era agitata,   preoccupata o arrabbiata.
E si dava il caso che quella notte fosse stata agitata, preoccupata e arrabbiata.
Troppi i pensieri che aveva in testa, troppa la voglia di sentire di nuovo James vicino, e troppa l'agitazione di non sapere se stesse bene.
Stava iniziando a diventare patetica, se lo diceva da sola.
James decise di fermarla, prima che fosse troppo tardi.
-Lily. Calmati.-
Lei gli lanciò un'occhiataccia.
-Come fai a dire di calmarmi se voi vi divertite a farvi ammazzare?-
James roteò gli occhi.
-Non rischiavamo di farci ammazzare, è...complicato.-
Lily strinse gli occhi a fessura. Odiava non venire a conoscenza delle cose.
Odiava soprattutto che le cose le venissero nascoste dalle persone che amava.
-Complicato...come?-
Ramoso lanciò un'occhiata a Remus che annuì, come segno d'assenso a una tacita domanda.
-Sai che gli animali non corrono pericoli, a stare a contatto con i Lupi Mannari, giusto?-
-Vuoi davvero dirglielo?- sbottò Sirius.
Remus gli lanciò un'occhiata fulminea, come ammonimento di stare zitto.
Non poteva ancora credere che Lily non lo avesse ancora additato come mostro. Eppure, se lo aspettava ancora.
James lo ignorò, concentrandosi su Lily che annuiva, con la fronte aggrottata.
-Ecco...quindi noi abbiamo fatto in modo di poter stare vicini a Remus, senza correre pericoli.-
Ci fu un secondo di silenzio.
-Continuo a non capire.- Lily si accorse che la sua voce tremava leggermente.
-Siamo Animagus.-
La rossa sgranò gli occhi. Di tutte le risposte che si aspettava, sicuramente quella era l'unica che non le aveva nemmeno sfiorato l'anticamera del cervello.
Come potevano essere Animagus?Ci volevano anni per riuscirci, ci voleva un tipo di Magia avanzatissima. Senza contare poi che si doveva passare per cavilli burocratici che potevano durare altrettanti anni, per rendere legale una cosa del genere.
Il Ministero teneva strettamente sotto controllo gli Animagus, possibile che tre diciasettenni fossero riusciti a fare tutto all'insaputa di tutti?
-Animagus?Cioè...ma...come?-
-Animagus non registrati.-
Lily lo guardò, incredula. Ormai si era completamente dimeticata persino di avere sonno.
-Ma...è un'operazione che richiede anni!- senza contare che era un'operazione altamente rischiosa, oltre che illegale.
Ma decise di non soffermarsi troppo su quel particolare.
Il suo cuore era già stato messo a rischio di infarto troppe volte, non sapeva se voleva anche i dettagli di quante regole avessero infranto.
Regole che poi erano norme, leggi. Se fossero stati scoperti, non si sarebbe trattato di qualche giorno di punizione a pulire i bagni della scuola.
Si sarebbe trattato di qualche anno ad Azkaban.
James fece un ghigno. In fondo, non poteva non sentirsi orgoglioso di come erano riusciti in relativamente poco tempo ad ottenere risultati così soddisfacenti.
-Si, bè, non è stato facile, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Così adesso, a ogni luna piena, facciamo compagnia a Remus.-
La grifoncina rimase in silenzio, a riflettere.
Aveva sempre saputo che l'amicizia dei Malandrini era qualcosa di speciale, ma non aveva mai immaginato a un livello così profondo.
Avevano sfidato leggi e decreti, per stare accanto a Remus.
Quello era essere veri amici, era davvero starsi accanto nel momento del bisogno.
Esistevano davvero persone così grandi?
Lei sarebbe stata capace dello stesso coraggio?
Fino a qualche anno prima, li giudicava solo un branco di ragazzini immaturi, buoni solo a tirare brutti tiri alla gente.
Quanto era stata stupida, a non voler guardare al di là del proprio naso!
Già se n'era accorta quando aveva passato più tempo con James, ma mai come adesso si era sentita più stupida e inadeguata.
Lei non aveva mai fatto nulla del genere. Non aveva mai dato una tale dimostrazione di lealtà, e se ne vergognava.
Quando aveva scoperto il fatto di Remus, era stata certo pronta a esprimergli tutto il suo appoggio, a sostenerlo in ogni modo possibile in ogni momento.
Limitarsi a quello, ora le sembrava vergognoso.
Anche lei avrebbe voluto aiutarlo, ma per quanto ci avesse pensato, non era riuscita ad arrivare ad una soluzione, se non, appunto, quella di parlargli e fargli capire che se mai avesse avuto bisogno, lei ci sarebbe sempre stata.
Avrebbe dovuto pensarci immediatamente, che i Malandrini non sarebbero rimasti con le mani in mano.
Con una punta di amarezza, si rese conto che in realtà lei conosceva così poco, di loro.
Cosa sapeva in fondo, di loro?Di come era nata la loro amicizia?di cosa li legava?
Quanto conosceva James, in realtà?Quante cose ancora le nascondeva?Quante cose non avrebbe mai saputo?
Lei aveva conosciuto il James che era stato con lei nel futuro, e poi aveva conosciuto il James  del dopo-viaggio nel futuro.
Ma il James prima del viaggio coincideva completamente con gli altri due James?
Al pensiero, sentì qualcosa stringersi nel petto.
Si sentiva confusa.
Se lei non l'avesse scoperto da sola, lui le avrebbe mai detto di quel particolare della sua vita?
Il pensiero che la risposta fosse potuta essere negativa le fece male.
Lo amava. Tanto che a volte si stupiva dell'intensità dei suoi stessi sentimenti. Avrebbero avuto un figlio, una famiglia, una casa insieme.
Ma come potevano avere tutto questo, se lei non sapeva nemmeno cose così fondamentali di lui, come che si trasformava ogni mese in un Animagus?
Decise in quel momento che era rimasta troppo tempo in silenzio.
Distolse lo sguardo.
-Perchè non me l'hai detto?- suonò più ferita di quanto volesse sembrare.
Lui la fissò. Lily pareva da tutt'altra parte con la testa.
-Non era un segreto solo mio. Non potevo dirtelo senza il consenso degli altri.-
Lei chiuse gli occhi, per un secondo, per poi riaprirli. Fu un errore guardare James, perchè improvvisamente si accorse che era a petto nudo.
Si sentì in un istante stranamente accaldata.
Bene, perfetto, non bastavano solo il suo cuore, la sua testa e il suo orgoglio, che ormai parevano aver preso vita propria e facevano tutto da soli senza che lei sapesse nulla.
Ora ci si mettevano pure gli ormoni impazziti in un momento in cui se ne sarebbero dovuti stare ben lontani.
Avanti Lily, riacquista la ragione. Smetti di fissare i suoi pettorali con una faccia da ebete, metti un soggetto, un verbo e un complemento e fai una frase di senso compiuto. Che non preveda proposte sconcie, grazie, direi che non è esattamente il momento. Ti ha appena rivelato di essere un Animagus, inoltre a pochi metri da lui ci sono i suoi amici. Non è proprio il caso di saltargli addosso, giusto?Anche perchè dovresti essere arrabbiata. O delusa. O qualsiasi cosa, ma sicuramente NON una sottospecie di quattordicenne in calore che vede per la prima volta in vita sua un paio di pettorali maschili dal vivo. Anche se sicuramente sono dei bei pettorali. Bei, bellissimi pettorali, scolpiti al punto giusto, per non parlare poi...
Si riscosse, dandosi della cretina.
Non aveva ancora risposto.
E gli stava ancora fissando il petto con una faccia da ebete.
Cercando di darsi un contegno, spostò lo sguardo sui suoi occhi. Zona decisamente più neutra, anche se la stavano fissando con un certo divertimento.
Maledizione, probabilmente era arrossita e lui aveva capito tutto.
Cercando di far finta d'ignorare l'intera faccenda, prese un lungo respiro.
-Quindi, mi ero preoccupata per niente.- suonò dura, senza volerlo. In realtà stava ancora cercando di riprendere l'uso completo della ragione.
James si passò una mano tra i capelli, e a quel gesto a Lily venne voglia di fiondarsi lì e baciarlo.
Piantala, Lily!Si può sapere cosa diamine ti succede?Se stare lontana da lui una misera settimana ti fa quest'effetto, non oso immaginare cosa faresti dopo un mese!
Però non sarebbe una cattiva idea, strappargli i pantaloni di dosso e fare di lui quello che voglio...
Lily Evans!Smettila SUBITO!sbaglio o stavate parlando di cose serie?!
Si, di cose serie. Hai ragione. Cose serie. Strappargli i pantaloni non è una cosa seria, giusto?Va bene.
-Mi dispiace.-
Si riprese, sentendo le parole di James.
Possibile che gli ormoni venissero fuori nei momenti critici?Evidentemente, si.
Di nuovo si diede un contegno, uscendo totalmente dalla trance e ricordandosi che effettivamente, lei e James avevano ancora un paio di cosette da chiarire, e in teoria loro erano ancora "in pausa" in quanto a quanto pareva, lui le teneva ancora nascoste delle cose.
Ma tecnicamente una di quelle cose che ancora non mi ha svelato è il contenuto dei suoi boxer, quindi perchè non fare partire la chiaccherata di chiarimento da questo piccolo particolare...
Si schiaffeggiò mentalmente. Da quando era così pervertita?
Si impose di smetterla.
Doveva davvero fargli un discorso serio. Che non implicasse la sua nuova visione distorta e pervertita del mondo.
-Non è questo il punto, James.- fece un respiro profondo, tornando ad essere completamente padrona di sè, e ricordandosi finalmente qual'era il punto della questione. Era delusa, giusto?Perchè sapeva così poco di lui, e non sapeva quante cose non sapeva. -Il punto è che mi hai nascosto...del viaggio, mi hai nascosto questo...quante altre cose mi nascondi, James?-
Lui la guardò, serio.
-Ti giuro che non c'è altro, Lily.-
La rossa distolse lo sguardo.
-Come faccio ad esserne sicura?-
Oh, sentiva di essersi cacciata in una conversazione che non sarebbe finita bene. La tensione era già palpabile tra di loro. E si che lei non avrebbe voluto fare altro che baciarlo. Dal giorno prima, non avrebbe voluto altro che quello.
Vide che lui alzava gli occhi al cielo, esasperato.
-Non lo so, Lily. Forse dovresti solo fidarti.-
Anche lui sembrava deluso. Perchè Lily non riusciva a fidarsi di lui, e basta?
Si guardarono, per un lungo istante. Lily si sentì tremare le ossa, sotto quello sguardo cupo.
Aprì la bocca. Poi la richiuse.
Spostò lo sguardo, non riuscendo a reggere quegli occhi.
Ancora, aveva voglia di baciarlo e basta.
In un attimo, tutto le parve così nitido, nella sua testa.
Perchè non riusciva a fidarsi?Cosa la bloccava?
Forse era solo una stupida.
Perchè non avrebbe dovuto fidarsi di James?Era James, dannazione. Non il primo sconosciuto che le capitava sotto gli occhi.
Era il suo James, quello che per lei ci sarebbe sempre stato.
Aveva bisogno di andarsene.
Di riflettere da sola, senza i suoi occhi puntati addosso.
Perchè come stava adesso, con lui lì davanti, le sembrava semplicemente così stupido non essere tra le sue braccia.
E non poteva sperare di resistere ancora a lungo.
Prese un lungo respiro.
-Io...devo andare.-
Ultimamente, non le sembrava di far altro che scappare. Scappava da lui, scappava dalle spiegazioni che doveva alle sue amiche, scappava dal suo futuro.
Vigliacca, ecco cosa era.
-Lily..-
James scosse la testa, vedendola sparire dietro alla porta.
Strinse le labbra, sentendo che poteva esplodere da un momento all'altro. Gli faceva male averla lontana. Non capire cosa le passasse per la testa. Sapere che non si fidava di lui.
Gli faceva davvero troppo male.
Ed era tutto così sbagliato.
Perchè non riuscivano a chiarirsi?Sembrava che ogni volta non sapessero far altro che litigare.
-Ramoso..- Remus guardò James, dispiaciuto.
Lo vide sospirare.
-Lascia stare, Lunastorta. Solo..-
Prima che potesse concludere la frase, però, successe qualcosa che sorprese tutti quanti.
Perchè Lily era rientrata, e, senza proferire verbo nè pensare troppo a quello che stava facendo, si era avvicinata velocemente e così, senza quasi che nemmeno lei se ne rendesse conto, gli aveva preso il viso e l'aveva baciato, con un'urgenza che nemmeno lei credeva di avere.
Aveva aspettato troppo tempo.
Non era più riuscita a trattenersi, ecco la verità.
E non gliene fregava niente se lui le aveva mentito, se lui le avesse nascosto chissà quali cose, in quel momento non le sarebbe nemmeno importato di scoprire che lui in realtà fosse un alieno travestito da umano.
Perchè l'unica cosa che era riuscita a pensare era a quanto le mancasse.
A quanto non ne potesse più di litigare e basta.
A quanto fosse da vigliacchi e da sciocchi, scappare così, quando la verità era che il loro tempo era poco.
A quanto lui fosse bello, lì, mezzo nudo e con quegli occhi profondi, che la supplicava con lo sguardo di fidarsi di lui, di far tornare tutto com'era prima.
A quanto il suo nome, Lily, fosse bello pronunciato da lui, con quel tono che le faceva voglia solo di saltargli addosso.
E ora le importava solo delle sue labbra sulle sue, quelle labbra che aveva avuto il bisogno di baciare per così tanto tempo.
Era riuscita ad agire d'istinto, per una volta.
E non si era mai sentita meglio.
A James ci vollero giusto cinque secondi per realizzare cosa fosse successo, e altri cinque per convincersi che non aveva improvvisamente sbattuto la testa e iniziato a delirare, immaginandosi Lily che gli correva tra le braccia.
Dopo aver realizzato che no, non era completamente impazzito, e che si, Lily era davvero tornata indietro, si decise a avvolgerle le braccia attorno alla vita e ricambiare il bacio, stringendola più vicino a sè, senza nemmeno che gli passasse per la testa di chiedersi cosa avesse fatto cambiare idea alla sua rossa.
Non gliene poteva fregare di meno, in quel momento.
Le spiegazioni potevano sicuramente aspettare.
Era così bello avere Lily tra le braccia, che per poco non si chiese se fosse finito in paradiso, o qualcosa del genere.
Quando si staccarono, avevano entrambi il fiato corto.
Si guardarono per un po', senza fiatare. Lei aveva ancora le mani sul viso di lui, e James la teneva ancora così vicina a sè che i loro respiri si confondevano.
Poi lui alzò un sopracciglio, facendo un sorrisetto divertito.
Era così bella, con le guance tutte arrossate.
-Non puoi  chiamarmi in quella maniera e poi pretendere che io stia buona zitta e ferma.- sussurrò lei, cercando di dare una spiegazione al suo comportamento.
Il moro rise.
-Scusa, pensavo che Lily fosse il tuo nome. La prossima volta se lo desideri ti posso chiamare Gertrude.-
Lily fece una smorfia.
-Idiota.- mormorò. Le sembrava ancora strano e bello essere stretta a lui.
Ed era così naturale stare così, era stato così semplice, fidarsi di nuovo. Con una sola battuta, con un solo bacio lei aveva ceduto. Tutte le sue barriere erano cadute come se fossero fatte di cartapesta.
Le sembrava stupido non averci pensato prima.
Bastava così poco.
Le cose forse non si erano risolte, avrebbero ancora dovuto parlare, ma ora le cose che le sembravano insormontabili, quella divisione che le sembrava una spaccatura troppo grande per essere riparata, in realtà ora le pareva così dannatamente semplice.
-Non vorrei mai disturbarvi, ma vi ricordo che ci siamo anche noi.- la voce irritata di Sirius aveva fatto capolino nella loro bolla, facendola esplodere.
James scoppiò a ridere, mentre Lily faceva una smorfia.
Era troppo felice di averla di nuovo lì, e nessuno sarebbe riuscito a rovinargli il malumore.
Fissò Lily con un ghigno, sciogliendo l'abbraccio.
-Perdonalo, è così acido perchè stanotte è stato stracciato dal sottoscritto.-
-Ehi!Non è affatto vero che mi hai battuto, maledetto cornuto!Ti devo forse ricordare chi ti ha fatto quella cicatrice sulla spalla?-
-Ma Felpato, era il mese scorso!Questo mese ho vinto io, è inutile che tenti di negarlo!-
Lily spostò lo sguardo da James a Sirius, poi di nuovo a James, e infine si rivolse a Remus.
-Basta così poco per farli divertire?-
Remus sorrise.
-Purtroppo si.-
Lily alzò gli occhi al cielo, divertita.
Era da una settimana che non sorrideva così.
Improvvisamente le venne in mente una cosa.
-Remus, ascolta, mi dispiace davvero per tutto. So che non è molto, ma se...insomma, se vuoi parlare, sfogarti, non lo so, io per te ci sarò sempre, davvero. E non dirò niente a nessuno, te lo prometto.-
Lunastorta sorrise, grato.
Davvero si aspettava che Lily, la ragazza di Ramoso, lo giudicasse un mostro?
Eppure già James gli aveva insegnato che doveva avere un po' più di autostima.
-Grazie, Lily, te ne sono grato, sul serio.-
Lily gli sorrise.
Senza preavviso James si alzò dal letto, e prese la sua maglietta che era stata gettata alla rinfusa sulla sedia lì vicino.
Se la infilò.
-Bene, noi andiamo.- Lily lo guardò, scettica.
-Andiamo?Andiamo dove?-
Lui sorrise.
-A parlare con più calma senza che ci siano orecchie indiscrete.- guardò male Sirius, che sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Ma tu sei ferito.- gli ricordo la rossina, guardandogli con ara assorta il punto dove c'erano le ferite.
Un po' le dispiaceva di non avere più quella bella visuale davanti.
Un po' tanto.
James sbuffò.
Senza nemmeno degnarsi di rispondere, la prese per mano, per trascinarla via dall'infermieria.

-Quindi tu sei il cervo, Sirius è il cane e Peter è il topo.-
James annuì, mentre lei giocherellava con una ciocca di capelli rossi, riflettendo.
Erano nella stanza dei Caposcuola.
Non sapeva nemmeno lei da quanto tempo erano lì. James le aveva raccontato tutta la storia dei Malandrini, dalla scoperta del segreto di Remus, ai tentativi di diventare Animagus, tutto.
Inutile dire che ne era rimasta affascinata.
Smise di giocherellare con i capelli, per fissarlo.
-Come fai?- chiese, piano.
Lui la fissò, di rimando.
-A fare cosa?-
Lily strinse le labbra, per poi sospirare.
-Peter. Come fai a..stare così tranquillo, vicino a lui?Non ti viene da pensare a quello che farà a noi, a Harry?-
Il moro fece un sospiro, per poi sedersi accanto a lei, sul letto. Le scostò una ciocca di capelli ramati dal viso, sistemandogliela dietro all'orecchio.
La guardò attentamente, cercando le parole giuste da usare.
-Cosa diresti, se ti dicessero che Emmeline o Marlene uccideranno te e la tua famiglia?-
La rossina aggrottò la fronte.
-Non lo farebbero mai.-
James annuì.
-Questo è il problema. Nemmeno Peter, lo farebbe mai. O meglio...il Peter di adesso, non lo farebbe mai. Non riesco, o forse non voglio, credere che sarà proprio lui a farmi una cosa del genere. Lily- le accarezzò il viso. -è Peter. Nonostante tutto, è ancora uno dei miei migliori amici. Come posso svegliarmi una mattina e riuscire a disprezzarlo, quando ogni giorno mi dimostra di essere ancora il Peter di un tempo?Quando per sette anni mi è stato vicino?Il mio problema è che non riesco nemmeno a concepirlo come un traditore. Puoi capirmi?So che è difficile.-
Lily lo osservò attentamente, vedendo quanto dolore era nascosto dietro a quelle iridi.
Quanto doveva sentirsi male James, sapendo che sarebbe stato uno delle persone di cui si fidava di più a venderlo a Voldemort?
In qualche modo, Lily sentì le parole che non le aveva rivolto.
James aveva sempre creduto nell'amicizia, era uno dei pochi valori in cui non aveva mai avuto modo di dubitare. Aveva conosciuto gli amici che sarebbero sempre stati al suo fianco a undici anni, e da lì non si erano mai separati.
Con loro aveva condiviso tutto, aveva passato le più mirabolanti avventure, aveva affrontato i discorsi stupidi così come i discorsi seri.
Sempre in quattro, sempre uniti.
Le ragazze passavano, gli anni passavano, ma gli amici no, non erano mai passati.
Quella era la grande verità di James.
Se gli crollava il valore dell'amicizia, gli crollava tutto.Non rimaneva più nulla a sorreggerlo. Perchè su quel valore lui era potuto diventare il James Potter che era.
Il tradimento di Peter era una delle cose peggiori a cui potesse pensare.
Voleva dire non avere più fiducia nei suoi amici, voleva dire perdere i pilastri di tutta la sua esistenza.
James sorrise, mestamente.
E lei si sentì prevadere dalla tenerezza.
Piano, allungò una mano, per accarezzargli i capelli.
-Mi fai vedere?- chiese, con tono soffice. Voleva solo allontanare quella tristezza dai suoi occhi.
Parve confuso, dal cambio di argomento.
-Cosa?-
Lei sollevò le spalle.
-Come ti trasformi. Vorrei vedere.-
Il moro sorrise, questa volta il sorriso gli arrivò agli occhi. Trasformarsi in cervo era forse una delle cose che gli piacevano di più, dopo il Quidditch.
Si alzò in piedi, mettendosi accanto al letto. La stanza era talmente grande che ci sarebbero stati tranquillamente una decina di animali grossi il doppio di lui.
Chiuse gli occhi, per concentrarsi.
Era così bello, completamente assorto nei suoi pensieri. La rossina si chiese da quanto tempo non si soffermasse più a guardarlo semplicemente così.
Si sentì battere il cuore più veloce.
A Lily parve una cosa magica ancora prima di vedere la luce bianca.
Era come se James stesso emanasse un'aura potente e vibrante di magia.
Poi vide la luce avvolgere il corpo del Malandrino, e James piegarsi sempre più avanti, fino a quando il fascio luminoso scomparve, con un ultimo bagliore, e James non era più James.
Lily spalancò gli occhi, sbalordita.
Al suo posto, un cervo dal pelo rossiccio e le corna robuste che svettavano per aria la osservava, fiero e con aria quasi nobile.
Gli occhi, però, erano rimasti quelli di James.
Indubbiamente, quel nocciola caldo e accogliente non avrebbe potuto appartenere a nessun'altro.
Guardando quegli occhi collocati in un posto così diverso rispetto a ciò che era solita vedere, sentì qualcosa tremare dentro di sè.
Si alzò in piedi anche lei, sentendosi incapace di stare ferma.
Senza mai smettere di guardarlo, si avvicinò a Ramoso, che la guardava incuriosito.
Non sapeva nemmeno lei cosa stesse facendo.
Quegli occhi poi la attiravano come una calamita.
Voleva sentire se il pelo era morbido come i suoi capelli, voleva far cessare il tremore dentro il suo cuore.
Senza che il cervo si muovesse, con lentezza, quasi per paura che quella creatura sparisse, gli affondò le mani in quel pelo soffice e rossiccio.
Tutto, senza mai staccare lo sguardo dal suo.
Non poteva distogliere lo sguardo, non ci sarebbe mai riuscita nè mai avrebbe voluto.
Perchè quegli occhi le stavano parlando.
Le stavano parlando di desiderio.
Le stavano parlando di amore. Tanto che pareva che la stanza improvvisamente avesse cambiato forma e colore, tanto che quell'amore parve riversarsi su di lei come una colata di lava inattesa.
Fece un respiro tremulo, e aprì la bocca per dire qualcosa.
Anche lei voleva donare quell'amore, voleva fargli sapere che tutti quei sentimenti li provava anche lei.
Ma forse non servivano le parole, forse lui avrebbe capito lo stesso.
Che senso avevano quelle due paroline scontate che ormai tutti dicevano, quando tutto quell'amore lo potevano sentire, percepire sulla propia pelle, senza bisogno di esplicitazioni?
Chiuse la bocca.
Ramoso fece un passo verso di lei, e Lily chiuse gli occhi, sapendo cosa sarebbe venuto dopo.
In un attimo, quasi senza preavviso, si ritrovò le braccia di James strette alla vita e la bocca catturata da un altro paio di labbra, che la baciarono con foga e irruenza.
Era un bacio totalmente diverso dal solito.
Mentre Lily gli portava le mani tra i capelli e si stringeva ancora di più a lui, sentì chiaramente tutto il desiderio, tutta la passione di poco prima venire a galla, quasi con prepotenza, quasi fosse stata imprigionata per troppo tempo.
Era un bacio totalmente diverso dal solito.
James la baciava come se da quel bacio dipendesse tutto il resto dell'esistenza. Come se volesse consumare tutta la bramosia e l'urgenza che aveva in corpo con quel bacio.
Lily si era ritrovata spesso a volere James, non si poteva certo negare, sotto tutti i punti di vista.
Ma mai come quel momento le era sembrato più giusto.
Improvvisamente non era più solo una questione che poteva essere razionalizzata.
Era questione che lei doveva averlo. Punto. E non c'era ragione o paura che tenesse.
Avevano così poco tempo, come poteva badare a qualcosa come la paura?
Quanto le era mancata quel tocco sul suo viso, quel braccio che la stringeva a sè quasi con forza.
Dopo un po' si separarono, per la semplice mancanza di ossigeno.
Con il viso a poca distanza dal suo, James sorrise.
Con lentezza, le sfiorò il viso, come se volesse imprimersi ogni più piccolo particolare di lei con quel sempliuce tocco.
-Lily, da quanto tempo è che non dormi decentemente?- le accarezzò la parte sottostante dell'occhio, come se sperasse di fare sparire quelle occhiaie nere solo con quel gesto.
Lei lo guardò, stranita. Pareva essersi completamente dimenticata di aver passato la notte in bianco.
Era curioso che le facesse una domanda simile in quel momento, quando lei si sentiva sveglia come non lo era stata da una settimana.
-Da..un po'.- non aveva certo intenzione di dirgli da quanto. Era pur sempre Lily Evans.
James sorrise, intuendo subito tutto.
-Devi rilassarti, Evans.- la accompagnò a sedersi sul letto, mentre lei aveva l'aria leggermente stordita.
Si posizionò dietro di lei.
Lily lo guardò, con la coda dell'occhio. Aveva un'aria maliziosa che era tutto un programma.
-Potter mi fai paura, mettiti in un posto dove possa vedere bene cosa stai combinando.-
Lui alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Poi sorrise di nuovo.
-Vedi, è esattamente questo che intendo, quando dico che devi rilassarti.-
Senza una parola di più, con delicatezza le prese le spalle tra le due mani, e iniziò a massaggiargliele, con movimenti lenti e circolari.
Lei sorrise, piacevolmente sorpresa.
Chiuse gli occhi, sentendosi in pace con il mondo.
-A cosa devo tutta questa gentilezza?- chiese, con un ghigno.
Il moro la guardò, fintamente indignato.
-Un ragazzo non può semplicemente essere gentile con la propria ragazza, per una volta?-
La rossina alzò gli occhi al cielo.
-Non se si tratta di te. Avanti, cosa vuoi in cambio?- scherzò.
Era così bello ritornare a punzecchiarsi con lui.
Avevano ancora tante cose di cui parlare e da chiarire, era vero, però in quel momento si sentiva troppo bene per tirare fuori l'argomento.
James interruppe i movimenti sulle sue spalle, per poter ghignare.
Un ghigno che non aveva nulla di buono, sospettò Lily.
Le si avvicinò all'orecchio.
-Cos'hai da offrirmi, Evans?- sussurrò. Lily rabbrividì, sperando che lui non se ne accorgesse.
-Non saprei- mormorò. -Delle ottime ripetizioni di Pozioni?-
Certo. Oppure delle ottime lezioni di anatomia umana...
Ecco la sua parte pervertita che tornava a galla. Lui non avrebbe dovuto starle così vicino. La sua vicinanza le mandava il cervello in tilt, e per un attimo ebbe nuovamente la visione sua mezzo nudo.
Si sforzò di non saltargli addosso lì, in quel momento. Doveva darsi un contegno, e che cavolo.
James le scostò i capelli dalla schiena, per sistemarglieli su una spalla.
-A dire la verità, avevo pensato a qualcosa di meglio...-
Senza nemmeno aspettare la sua replica, prese a baciarle il collo, facendo chiudere automaticamente gli occhi a Lily.
Calmati, Lily, respira. Devi fare respiri profondi, su. Non puoi perdere il controllo così, gliela darai vinta...
Le sue labbra le mordicchiarono leggermente il lobo dell'orecchio, facendole mozzare il respiro profondo che aveva intenzione di fare a metà.
Non sarebbe proprio dargliela vinta, giusto?
Sentì la mano di James intrufolarsi sotto la camicietta, sfiorandole un fianco.
Lily per un attimo si chiese se fosse possibile che stesse andando a fuoco.
Oh, al diavolo. Pensò.
Senza riuscire più a fermarsi, girò lievemente la testa di lato, per cercare la sua bocca.
Che non si fece attendere.
Lily riuscì in qualche modo a voltarsi completamente verso di lui, lasciandosi baciare totalmente.
Sentiva di avere estremamente caldo.
La parte pervertita di lei sembrava essersi lanciata in un balletto folle della felicità, sentendo che quei baci stavano superando di gran lunga ogni sua aspettativa.
James le piegò la testa leggermente all'indietro, per spostare le sue labbra sul suo mento, sulla sua gola, andando ripetutamente su e giù, come se stesser tracciando un disegno che partiva dal suo viso.
Lily si chiese se davvero non fosse il caso di preoccuparsi. Stava veramente andando a fuoco.
Iniziò a sbottonarle la camicetta, e lei non protestò.
Sentiva di volerlo troppo anche lei, per cercare anche solo di darsi un contegno. Ormai aveva le guance arrossate, il fiato spezzato, e continuava a sentirsi sin troppo vestita.
Giunto all'ultimo bottone, lui la guardò per un attimo, e lei si sentì in imbarazzo.
Decise di parlare.
-Quindi- mormorò, ironica, finchè lui liberava l'ultimo bottone dall'asola. -era questo che intendevi quando dicevi che dovevamo parlare.-
-
Non proprio- bisbigliò, facendole scivolare dalle spalle la camicia, lasciandola rabbrividire sotto il suo sguardo. -Ma mi posso sempre organizzare.-
Lily arrossì, sentendo i suoi occhi esplorarla da cima a fondo. Non si ricordava nemmeno più se avesse addosso un reggiseno decente.
Lui risolse tutti i suoi dubbi, prendendole il viso tra le mani, e baciandola.
Senza mai abbandonare le sue labbra, la accompagnò a stendersi sul letto, sentendo che ormai stava giungendo al limite.
Era troppo tempo che voleva averla così, quasi nuda sotto di lui, con quel profumo che gli riempiva le narici, con i suoi seni ancora coperti che premevano contro il suo petto.
Si staccò un po', per poterla guardare negli occhi.
Le accarezzò il viso.
Gli occhi verdi erano quasi lucidi, accesi da un desiderio che nemmeno lei aveva mai pensato di poter provare.
-Lily- sussurrò. -Non sei obbligata a fare nulla, lo sai, vero?-
Lei lo osservò, un attimo.
Si era già ritrovata ad essere di fronte a una scelta simile.
Doveva fermarsi?Era troppo presto?Quante cose ancora non avevano chiarito, era giusto abbandonarsi totalmente, quando avevano ancora così tanto da dirsi?
Era pronta a fidarsi completamente?
Aprì la bocca.
Lily Evans, non fare stupidaggini. Hai un figo da paura sopra di te, con un fisico mozzafiato, pronto ad amarti totalmente e incondizionatamente, a soddisfare tutti i tuoi più perversi desideri, e stai ancora lì a chiederti cosa fare?Devi essere fuori di testa, Lily. Ora chiudi quella bocca, o tienila aperta solo per scopi più proficui!
In fondo non poteva che dare ragione alla sua parte pervertita, giusto?
Cos'hai intenzione, di dare alla luce Harry grazie all'aiuto dello spirito santo?Avanti, muoviti!
Sorrise, decidendo che in effetti non poteva replicare. Lo voleva in una maniera così profonda, che ora come ora, staccarsi da lui avrebbe costituito un dolore quasi fisico.
Al diavolo le sue ex, non me ne frega niente. Ora è mio, soltanto mio, e non ho intenzione di farmelo scappare.
Trasformò il sorriso in un ghignetto.
-Piuttosto Potter, mi sembra che tu sia un po' troppo vestito, per i miei gusti.-
Oh. Non era una frase molto da lei, in effetti. James aveva un'espressione sconcertata sul viso.
Ma in fondo non aveva mica detto niente di male, aveva solo dato voce ai suoi pensieri.
Vai così, ragazza!
Ecco, anche la sua vocina pervertita, con la quale ormai stava facendo amicizia, era d'accordo.
Dopo il primo momento di sbalordimento, James sorrise.
-A questo si può sempre rimediare, Evans. Vuoi favorire?-
Ghignò, con aria maliziosa.
Lily lo guardò in cagnesco.
Osa anche provocare, il bastardo. Oh, ma ora gliela faccio vedere io.
Lo attirò a sè, baciandolo. Spostò le mani sulle sue spalle muscolose, seguendo il profilo della maglietta.
Trovando il bordo della maglietta, lo sentì mugugnare leggermente.
Chiedendosi quando fosse diventata così audace, gliela sfilò con lentezza, scoprendo finalmente il fisico scolpito del ragazzo.
Fece vagare lo sguardo languido sulla linea perfetta dei pettorali, per poi spostarlo sugli addominali tesi e sviluppati dai frequenti allenamenti di Quidditch.
Promemoria per me: la prossima volta, prima di dire che il Quidditch è uno sport inutile, pensa agli effetti benefici e salutari che fa' sui giocatori.
Ma seriamente, da quando era così pervertita?
Era tutta colpa di James. Era lui che la stava portando sulla cattiva strada, decisamente.
Come poteva non fare pensieri di quel genere, se lui se ne stava lì, sopra di lei, con quel corpo che le faceva venire voglia di fare di lui tutto quello che voleva?Era impossibile, insomma.
E lei era una povera piccola adolescente con gli ormoni lievemente in subbuglio.
Non si poteva pretendere che facesse finta di essere una suoretta da quattro soldi, se lui la guardava in quel modo.
In quel modo che le diceva chiaramente che non era l'unica adolescente con gli ormoni in subbuglio, in quella stanza.
La baciò, con un'urgenza disperata, sorridendo quando lei gemette leggermente contro le sue labbra. Le sfiorò il profilo di una gamba, lentamente.
Lily sarebbe potuta esplodere da un momento all'altro, se lo sentiva. Aveva il corpo scosso da tremiti, e poi avvertiva quella voglia incontrollabile di averlo ancora più vicino a sè.
Con le dita sottili si aggrappò alle sue spalle muscolose e forti, desiderando eliminare tutti i più piccoli spazi vuoti presenti tra di loro.
Non credeva possibile arrivare a desiderare così tanto qualcuno.
Le mancò il respirò quando lui fece scivolare via la gonna della divisa, lasciandola finalmente coperta con due miseri triangolini di stoffa, giusto quel che bastava per coprirle le parti più intime.
Le sue mani parevano seguire i brividi che la scuotavano, facendo a gara a chi arrivava prima alla meta.
Lily non si era mai sentita così.
Mai aveva covato emozioni così forti, desideri così profondi per qualcuno.
Ed era così felice che quel qualcuno fosse lui.
non avrebbe accettato di farsi accarezzare così da nessun'altro. Nessuno sarebbe stato in grado di farle provare sentimenti così forti, a parte lui.
James.
Il suo, James. Quelle due parole la facevano sentire così viva, così piena di felicità che non credeva sarebbe mai stato possibile.
Le faceva quasi paura, tutta quella felicità immensa e luminosa.
Lui le accarezzò la spina dorsale, arrivando al gancetto del reggiseno, che sfilò, in un attimo.
Poi si concesse di guardarla negli occhi, per un secondo.
Lei lo osservò di rimando. Vedendo quegli occhi inscuriti che le leggevano l'anima, si sentì nuovamente in imbarazzo.
Cosa diamine stava facendo?
Lo stava veramente facendo?
Lei, proprio lei?Incredibile come si passi dall'odiare una persona ad amarla così tanto nel tempo che trascorre tra un battito di ciglia e l'altro.
Doveva assolutamente dire qualcosa, per vincere l'imbarazzo del suo sguardo indagatore su di sè.
-Vedo che sei piuttosto esperto nello sganciare reggiseni, Potter. Devi esserti esercitato parecchio, negli anni.- nella sua voce c'era ancora quel piccolo remasuglio di paura di essere inadeguata alla situazione, nell'essere giudicata un'incapace.
Fu facile per lui leggerle quella paura negli occhi, anche se lei ad alta voce non l'avrebbe mai ammesso.
Sorrise, togliendole un capelli dal viso.
-Mi sono esercitato unicamente per poter arrivare al meglio a questo momento, Evans, cosa credi?- scherzò, sapendo che sarebbe bastato per tranquillizzarla.
Infatti lei sorrise.
Tutte le paure che si scioglievano come neve al sole.
Perchè avrebbe dovuto avere paura, con lui?
Era una cosa da pazzi anche solo pensarla.
Lo dimostrava solo il fatto che non erano servite parole sdolcinate e zuccherose, a tranquillizzarla.
Le era bastata una battuta.
Era così nel loro stile, non eccedere nel miele neanche in momenti come quello. E le piaceva così tanto, il loro stile, che ormai era totalmente sicura che James fosse così dannatamente perfetto, per lei.
-Il solito idiota. Chi ti assicurava che questo momento sarebbe...-
La zittì, coinvolgendola in un bacio a cui era proprio impossibile non cedere.
Si staccò, rimanendo comunque a pochi millimetri da lei.
-Tu parli troppo, Evans.-
Lily fece una smorfia.
-Non puoi zittirmi così, Potter.- boffonchiò.
-Sei proprio sicura, Evans?- le baciò il collo, per poi spostare le labbra sempre più in basso.
Sussultò, quando le sue labbra le sfiorarono un seno.
Chiuse gli occhi, sentendo che ormai non ne poteva più di quell'attesa.
Non le importava nemmeno più del dolore che avrebbe potuto provare. Tutto, nella sua pelle, chiamava a gran voce il nome di James, lo voleva sentire totalmente e completamente suo.
Voleva essere totalmente e completamente sua.
Diventare un'unica entità con il suo corpo, un'unica anima.
Ormai era tutto un brivido, mentre sentiva le sue labbra baciarle zone del corpo che mai aveva pensato di avere. Le copriva ogni centimetro di pelle di baci, le sue mani l'accarezzavano, lente e inesorabili, la esploravano come mai avrebbero sperato di fare.
Poi, sempre con calma, le viaggiarono sulla gamba nuda, percorrendola in una carezza lunga e continua.
Lily sentì l'aria mancarle nei polmoni, quando finalmente lui arrivò a destinazione.
Lo guardò negli occhi, notando che ora era totalmente serio.
La guardava come mai prima aveva fatto, come se la vedesse per la prima volta. Con una delicatezza che non sapeva nemmeno lui da dove provenisse, le sfilò le mutandine bianche, lasciandola completamente nuda davanti a lui.
Quante volte si era immaginato quella scena, nei suoi sogni, nei suoi desideri più nascosti, e ora lei era davvero lì, totalmente sua.
Decisamente, la realtà stava superando di gran lunga la sua immaginazione.
La sentì gemere, quando le sue labbra le catturarono un nuovo centimetro di pelle.
Lily si inarcò contro di lui, quando le carezze si fecero più profonde.
Come avrebbe fatto a uscire da quella stanza, a guardarlo negli occhi, senza arrossire ad ogni istante?Dopo che lui l'aveva sfiorata ovunque, facendola sentire come un essere speciale, sarebbe riuscita ad essere la stessa?
-James- sussurrò. Voleva dirgli qualcosa, ringraziarlo per averle regalato tutto quello. O forse solo essere rassicurata. Forse voleva dirgli che lei non sapeva assolutamente cosa fare, come comportarsi in quel momento. Forse voleva dirgli di non abbandonarla, non ora.
Ora aveva davvero troppo bisogno di lui.
Lui le accarezzò la fronte, con tenerezza, guardandola negli occhi.
-Sh, Lily- le baciò le labbra, poi il naso, la fronte, le lentiggini, di nuovo le labbra. -Sii solo te stessa.-
Si sentì il cuore tremare. Gli sorrise, sentendosi di nuovo tranquillizzata. Non era difficile, essere se stessa, con lui affianco.
Decise che era ora che anche lei facesse qualcosa.
Con mani inesperte e quasi timide, gli sfiorò l'elastico dei pantaloni. Si stupì quasi, quando lo sentì trattenere il fiato. Anche lei era in grado di fargli provare le stesse cose che stava provando lei.
Con una felicità quasi selvaggia per questa consapevolezza, gli sfilò pantaloni e boxer, in un gesto unico e fluido.
Da lì in poi, Lily iniziò a percepire tutto confuso.
C'erano le mani di James, che ormai avevano scoperto i segreti più nascosti del suo corpo, che parevano non si stanacassero mai di sfiorare la pelle lattea, facendola bruciare sotto il suo tocco, facendole credere di poter conquistare qualsiasi cosa, solo con lui.
Poi c'erano le sue labbra, che mordevano e fuggivano, e parevano disegnare strani arabeschi sulla sua pelle, lasciando una piccola traccia arrossata al loro passaggio.
I suoi capelli corvini le solleticavano il mento.
Tutto attorno a lei era James e in funzione di James, tutto le parlava di lui. Ogni azione, ogni tocco la faceva sentire più viva che mai, ogni suo bacio le faceva inarcare la schiena, volendolo sentire ancora di più contro di sè.
Per un attimo, la guardò negli occhi.
-Non voglio farti del male. Fermami, in caso, d'accordo?-
Lily annuì, avendo completamente dimenticato come si parlava.
Ancora un po' di timore dentro di lei c'era, ma bastò una sua occhiata, per farle dimenticare tutto ciò che avrebbe voluto dirgli.
James la baciò, questa volta con dolcezza, per poi iniziare a muoversi sopra di lei, con calma. Doveva cercare di fare il più piano possibile, non farsi prendere dall'urgenza che sentiva avere dentro di sè.
Lily si aggrappò alle sue spalle con tutta la forza che aveva, quando entrò in lei. La vista le si offuscò leggermente. Cercò di non gridare, sentendo una fitta di dolore al basso ventre.
Non sarebbe mai riuscita a tornare a respirare normalmente, se lo sentiva.
Dopo un breve attimo in cui le parve di aver completamente perso ogni facoltà percettiva, Lily si sentì prevadere da un calore insolito, divcerso da tutto ciò che aveva provato fino ad allora.
Spalancò gli occhi, sentendo che piano piano il dolore spariva, e l'unica cosa che rimaneva era la senzazione di appartenergli, totalmente, finalmente.
Lui si mosse, e fu come se fosse stata attraversata da una scarica elettrica così potente che le lasciò una senzazione di euforia in tutto il corpo.
-Lily.-
Lo guardò, ancora incapace di parlare. Lo guardò negli occhi, e ci si perse dentro.
Le parve di annegare in un mare di cioccolata fusa.
Respiravano entrambi affannosamente, senza più sapere quale fosse il corpo dell'uno e il corpo dell'altro, e in quel momento Lily capì che mai avrebbe potuto fare scelta più giusta.
In quel momento non esisteva più nessuno, non esisteva Harry, non esisteva Voldemort, non esisteva Peter, persino Emmeline e Marlene faticavano ad esistere nella sua testa.
Pechè erano solo loro, e solo loro sarebbero rimasti.
Non importava nemmeno quanto poco tempo ancora rimanesse loro da vivere, perchè in quel momento non era vitale, sarebbero potuti morire anche in quell'istante, nulla sarebbe importato.
Loro non erano più nemmeno Lily e James, erano solo due anime che si erano incontrate, avrebbero potuto essere chiunque e ovunque, avrebbero potuto essere lei una lince e lui un cervo, ma si sarebbero amati allo stesso identico modo, perchè nulla poteva essere più semplice e perfetto di così.
Saperlo le accese tutto l'amore che aveva nel cuore, come se fin'ora non ne avesse avuto abbastanza.
Imparò a muoversi con lui, e nulla l'avrebbe potuta rendere più felice di così.
Imparò che gli occhi di James da quella distanza avevano mille sfumature diverse, imparò a vederlo in un modo totalmente diverso da prima.
Imparò a dirgli "ti amo" solo con il linguaggio del corpo.
Imparò ad amare il suo corpo insieme a lui, perchè in fondo era anche questo, fare l'amore, conoscere il corpo dell'altro ma anche il proprio, amandolo insieme all'altro e per l'altro.
Quando lui si staccò da lei, erano entrambi esausti.
Lui le sorrise, baciandole la fronte.
Lei gli sorrise, chiudendo gli occhi a quel tocco delicato, trovandolo stranamente perfetto. Per poi riguardarlo negli occhi, senza più paure o imbarazzo.
Gli accarezzò i capelli, con tenerezza.
-Potter, ricordati che non ti amo per nulla.-
Le sorrise. Le accarezzò il profilo del viso.
-Certo, nemmeno io. Infatti è stato solo sesso.-
Lily rise. Entrambi con la consapevolezza di quanto fosse vero il contrario delle loro parole, ma entrambi consapevoli che era divertente giocarci su, essere sempre loro stessi, nonostante tutto.
-Alice ci ammazzerebbe, se sapesse quanto riusciamo ad essere dolci anche nei momenti come questo.-
Lui fece una risata.
Le scompigliò i capelli, con dolcezza.
-Vorrà dire che non lo saprà mai. Ora dormi Lily, sei esausta.-
In effetti Lily sentiva in quel momento il sonno dei giorni precedenti tornarle a galla. Poi parve ricordarsi qualcosa.
-Ma...credo che dovremmo essere a lezione.-
Lui alzò gli occhi al cielo.
-Per un giorno non muori, che ne dici?-
-Ma...-
-Lily, ti stai per addormentare. Non riusciresti a fare nulla, in questo stato.-
Lei parve rifletterci un momento. Aveva decisamente sonno. Doveva recuperare sia la notte in bianco, sia le notti passate a dormire poco, oltre che le forze consumate poco prima.
Poi fece una smorfia.
-Mi fanno male le gambe.- annunciò, quasi con tono d'accusa.
James scoppiò a ridere, e l'attirò a sè.
-Dormi.- le mormorò tra i capelli.
-Dopo però parliamo?-
James alzò gli occhi al cielo, esasperato.
-Si, Lily, dopo parliamo.-
Ma la rossina era già stata inghiottita tra le braccia di Morfeo, cullata dal battito del cuore di James.










Buonasera gente XD anche se non è proprio sera ma dettagli. Che posso dire di questo capitolo?Mi è piaciuto scriverlo. Sul serio. Era da un bel pezzo che non avevo tutta questa mania di scrivere, invece con questo capitolo, bè, avevo proprio voglia, ero ispirata. Cosa che purtroppo  non capita spesso. l'ho scritto se si può dire in due giorni, tutto tra oggi e ieri, ed ero piuttosto presa male.
Purtroppo, non si può dire che il prossimo capitolo arriverà tanto presto, anzi: ormai gli esami sono troppo vicini per sperare di avere ancora tempo per scrivere. farò il possibile, ma casomai sapete di chi è la colpa XD
Poi...O.o io ho sempre paura di superare l'arancione e approdare al raiting rosso, ma vabbè XD casomai fatemelo notare che non so, modifico il capitolo, qualcosa del genere XD
Mmmm...James e Lily...che dire di questi pazzi a parte che hanno gli ormoni impazziti?XD era ora che facessero pace- come ho ribadito parecchie volte nel capitolo, non è che ora sia tutto risolto. Dovranno ancora parlare e chiarire un bel po' di cose, ma innanzitutto Lily doveva riuscire a fidarsi completamente di lui, ad affidarsi a lui. detto questo...Xd mi sono divertita un sacco a fare la Lily che dibatte con i suoi ormoni altamente impazziti XD cooomunque Xd basta credo, non c'è altro da dire O.o a parte che alla fine non era così smielato come capitolo XD non riesco proprio a farli dolci, questi due XD
Infine, ringrazio pony perchè è anche grazie a lei che questo capitolo è stato così ispirato XD questo capitolo consideralo come un regalo di compleanno in ritardo XD

per ultimi, i ringraziamenti Xd velocissimi xk ho davvero poco tempo XD un bacio!

pazzarella_dispettosa: direi che sei un genio o.o ci hai azzeccato su TUTTO, tipo XD 1 si sono rimessi insieme in questo capitolo XD 2 si, Peter alla fine ha tradito anche perchè non ha trovato il suo posto, non ha capito quanto i malandrini ci tenessero a lui...(luridosorciooooo io ti ODIO -.- ehm sorry XD)
 poi XD no, Lily non sa ancora che james gliel'ha detto ai malandrini, ma lo scoprirà a breve XD eee...c'era qualcos'altro?O.o no credo di no XD evviva la mia memoria XD vaaabbè XD grazie della recensione XD un bacio!

brando: ti ringrazio come sempre per la recensione =) si, hai ragione: Peter si autoesclude. Perchè si sente inadeguato, inadatto, è impacciato e crede sempre di essere l'ultima ruota del carro, quando non è così. non so se Lily dirà mai niente alle sue amiche...anch'io la vedo dura XD ma xk tra lei e le amiche c'è un rapporto completamente diverso che tra i Malandrini, non so nemmeno bene come spiegarlo XD è come se loro fossero amicissime, ma poi in ogni caso ognuna ha la sua vita, è indipendente dalle altre. I malandrini, invece, sono completamente diversi...credo dipenda anche dalla sostanziale differenza che c'è tra ragazzi e ragazze, quella che fa avere ai ragazzi molto più cameratismo che tra ragazze. è tutto credo XD grazie x essere passata XD

S_marti_es: MAAAAARTI XD visto che hai conosciuto tanti bei ragazzi in gita che ne dici di presentarmene uno o due?^^ ehm..no eh?^^ muhauhauha Xd alla fine non l'ho fatto smielato il capitolo ^^ non ci riesco, uffa XD vabbe almeno si sn riappacificati, no?XD muhauha XD e si, io sono molto saggia U.u seeeeeee nn ci crede nessuno XD qui se nn l'avessi capito è partito un coro di buuu XD cooomunque XD no nn arriverà nessuno spiderman =( però intanto goditi un po' di James nudo, che ne dici?bwuhauhauhauha XD un bacio XD

Miss Rainbow: sudditina mia adorata ^^ le ho dedicato il capitolo x farle capire quanto le voglio bene XD grazie per sopportarmi quando serve XD visto che è su msn, fra tre secondi le scrivo muhauhauhauhauhauhauha XD baci XD

pony: we gemellaaaaaa Xd aaaa...no, aspetta aspetta, devo iniziare bene U.u carissima lettrice, lei sa quanto mi abbiano sempre fatto piacere le sue recensioni e come...O.o ma nn mi ricordo più come dovevo continuare, aaaaa XD che poi O.o ci stiamo sentendo su msn muhauhauha XD
hai ragione sa tutto di morte Xd e tutti crescono in questo capitolo XD l'interruzione su Mark?O.o aaaaaaaaheeeeem XD no XD hahaha XD quello che le ho detto su mark deve rimanere un segreto di stato U.u ma gemella O.o hai mai pensato di scrivere ff?hai alcune idee che sono davvero geniali XD muhauhauha XD ci sentiamo fra tipo un secondo XD ciao XD

Yrdyan: mi è piaciuta tantissimo la tua recensione, sai?XD perchè credo che tu abbia colto appieno tutto ciò che volevo dire XD infatti lo scorso capitolo era molto più cupo degli altri, forse in quel momento ero anch'io molto cupa, e mi è venuto così XD però credo che ci volesse XD questo, al contrario, ho fatto dare a tutti un po' di tregiua XD grazie per essere passata XD un bacio"!

malandrino4ever: grazie mille per la recensione Xd si, hai visto, sono tornati insieme =) non possono stare separati XD un bacio!

La Nika: lo so =( è che quest'anno ho gli esami, quindi nn ho praticamente tempo =( contenta che in questo capitolo si siano riappacificati?XD un bacio =)

Iva27: James e Lily ti hanno sentita, sei contenta?XD non snono riuscita a apostare prima di pasqua, sigh sob. maledetta scuola e maledetti esami!!aaargh!!li odio -.- come hai passato la pasqua?XD cmq sono tornata con un capitolo bello lungo, tutto dedicato a James e Lily, spero di essermi fatta perdonare XD XD un bacio!

Lolly94: Ciao Jo XD  mi dispiace averti fatta aspettare tanto nello scorso capitolo =( qui ho rimediato, almeno in parte XD no, Lily non ha seguito i malandrini muhauhauhauha Xd in realtà xk in troppe fic capita una cosa del genere o.o voglio distinguermi dalla massa XD muhauhauha XD vero che Sirius fa tenerezza?*_* O.o ok ehm devo smetterla XD muhauha XD un bacio XD

caramella_rosa_gommosa: ciao Xd grazie per i complimenti XD haha è vero, sir e lene dovrebbero smettere di fare i bambini, perrròòòòòòò...mah Xd chi vivrà vedraà XD un bacio"!

ramoso4ever94: O.o come mai è un periodo un po' depresso?=( grazie per gli auguri XD  sir e marlene...bè, non posso dirti molto XD e nemmeno su emmeline XD muhauhauha XD in questo cap li ho trascurati O.o xo vedrai XD un bacio!

zukkyna: nn c'è bisogno che dica che ti adoro e che ci sentiamo su msn, vero?Xd ti adoro pazza XD

Elly_Lily_Herm: grazie mille ^^ spero di risentirti!un bacio!



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Capitolo 31
*** Tutto e niente ***


cap 31 Martin Heidegger, noto filosofo del '900, affermava che l'essere-per-la-morte, ovvero la consapevolezza di morire, è l'unica possibilità certa che è data all'uomo.
Per vivere in maniera autentica, l'uomo non dovrebbe far altro che riuscire ad accettare il fatto che deve morire, e che, nel farlo, sarà sempre e comunque da solo.
Morire è la nostra unica possibilità incondizionata.
Questa consapevolezza, di essere soli di fronte a questo nulla, a questo vuoto, genera angoscia.
L'angoscia di essere soli di fronte a questo immenso nulla.
L'angoscia che tu, di fronte alla morte, sei comunque un singolo, un ente che, nell'atto stesso della morte, non ha nessuno accanto a sè, perchè sei in ogni caso tu che muori, tu che inizi a sentire il tuo corpo che perde vita, tu e basta.
Per questo la maggior parte delle persone tende a ridurre la morte a un semplice fatto, distaccato da sè, tende a coprirsi gli occhi di fronte alla morte, riducendolo a un evento che non c'entra niente con noi.
Nessuno è in grado di accettare completamente la propria morte.
Però..
Lily si mosse nel sonno, e James sorrise, osservandola.
Eccolo, il suo però.
Lui poteva benissimo accettare la sua morte, non era poi così importante. O meglio, poteva esserlo, ma finchè c'era lei con lui, non lo era così tanto.
Avrebbe potuto anche morire in quell'istante, e sarebbe andato bene.
Era strano come avesse passato mesi a cercare di evitare il suo destino, a cercare di salvare Lily dall'annientamento totale, e fosse invece bastato così poco per farglielo accettare quasi senza condizioni.
Non che ora fosse felice del fatto che sarebbero morti di lì a pochi anni, chiaro, ma era come se avesse raggiunto una sorta di compromesso tra lui e il resto del mondo.
E andava bene così.
Perchè ora era vivo.
Era vivo con lei, e non sarebbe potuto andare meglio di così. Chi se ne importava del futuro, loro erano lì, ora, e se lo sarebbero fatto bastare.
Lily si mosse ancora, sintomo che si stava svegliando.
La rossa aprì lentamente gli occhi, sentendo la mano grande di James accarezzarle la testa.
Sbattè le palpebre un paio di volte, per realizzare dove fosse e magari anche chi fosse.
Quando ebbe messo a fuoco la stanza e James accanto a lei che le sorrideva, aggrottò la fronte, ancora confusa dal sonno.
-Che ore sono?- chiese, non realizzando ancora appieno cosa ci facesse lì.
-Non ne ho idea. Credo però sia più o meno ora di cena.-
Lily spalancò gli occhi, ora completamente sveglia.
-Ora di cena?- ripetè, sbalordita. Aveva dormito più di dodici ore filate?
James ghignò.
-Avevi un po' di sonno da recuperare.-
Lei mormorò qualcosa di incomprensibile, ancora incredula. Era la prima volta che dormiva così tanto. Di solito le piaceva dormire, ma non aveva mai superato le nove ore di sonno.
-Tu da quanto sei sveglio?- fece poi, più lucida.
Il moro sollevò le spalle.
-Non saprei. Mi devo essere svegliato verso l'una, perchè il mio stomaco reclamava cibo, ma poi mi sono riaddormentato, e mi sono svegliato poco fa. Anch'io ho passato la notte in bianco, in fondo.-
Lily lo fissò, e in un attimo parve ricordarsi tutto quello che era successo appena poche ore prima.
E con tutto, intendo propio tutto.
Lui su di lei.
I loro corpi intrecciati. Lui che la spogliava.
Lei che lo spogliava.
Oh, Merlino.
-Oh.- fece, sentendosi arrossire.
Lily, non ti agitare. Non è successo nulla di grave, giusto?perchè diamine arrossisci come una dodicenne alla sua prima cotta?Riprenditi, per Merlino. 
Quindi, se tutto andava bene, e se quello che avevano fatto non era stato solo un frutto della sua nuova immaginazione pervertita, lei era ancora nuda nel letto. Con lui, altrettanto svestito. Sempre nel letto.
Gettò una rapida occhiata a James, tanto per confermare la cosa.
Lui le sorrise.
Merlino, ma allora vuoi proprio che ti salti addosso. Non puoi guardarmi con quella faccia da schiaffi che dice so-di-essere-figo, e pretendere che io non allunghi le mani per strozzarti. O per...
Zitta, Lily. Fermati. Santo cielo, questo ragazzo ti sta trasformando in una ninfomane, o cosa?Un po' di autocontrollo, e che diamine.
Ma..
Niente ma. Ferma. E smettila di guardarlo con la faccia da ebete, non fai altro che aumentare il suo ego da maschio-alfa-che-ha-ottenuto-la-sua-preda.
Forse, Lily si chiese, sto veramente impazzendo. Non era normale parlare con due vocine nella sua testa.
Non era affatto normale.
E lei non lo stava affatto guardando con una faccia da ebete!
Va bene, forse un pochino.
Ma ci aveva appena fatto l'amore, aveva tutto il diritto di guardarlo con una faccia da stupida ragazzina tipica da romanzetti rosa di ultima scelta, giusto?
Certo. E magari ora ti metterai a scrivere sui muri "James ti amo troppissimo"  e ad entrare in crisi se per sbaglio si dimentica di darti il bacino della buona notte.
Oh, ma io da lui pretenderò ben altri tipi di baci, non ti preoccupare, non mi limiterò certo ai "bacini della buona notte" come li chiami tu...
Ma la vuoi smettere, Lily?
Aveva deciso che, visto che quelle due vocine persistenti nella sua testa non sembravano intenzionate ad abbandonarla tanto presto, le avrebbe ribattezzate con i nomi di Peppa e Gertrude. Il suo orgoglio, invece, nel caso fosse venuto fuori, l'avrebbe chiamato Peppino. Non era possibile che la seguissero ovunque. Forse qualcuno le aveva fatto un incantesimo. Si, doveva per forza essere così, altrimenti come si spiegava il suo precoce rimbambimento?
-Lily?- James la guardava con aria confusa. Perfetto, anche lui si era accorto della sua espressione da idiota.
-Scusa, stavo parlando con le mie vocine interne, dicevi?-
Merlino, non poteva credere di aver appena detto una cosa del genere. Ora si che l'avrebbe considerata pazza e sarebbe uscito definitivamente da quella stanza, scappando a gambe levate.
Addio dolce reputazione da posata e ragionevole Caposcuola.
Addio notti di passione sfrenata, passate ad ammirare tutto il ben di Merlino che il Quidditch ha regalato ai muscoli di questo ragazzo così sexy e dotato..
Prima che Peppa, ovvero la sua ragione, potesse replicare con qualcosa di molto acido, con grande stupore di Lily, James rispose, senza scomporsi più di tanto.
-Le mie assomigliano alle voci di Sirius e di Remus. Ogni tanto litigano pure. Tutto nella mia testa. Un giorno dovrò chiedere qualcosa a Felpato e Lunastorta in proposito, perchè non è possibile, mi perseguitano anche quando non ci sono.-
Lei lo guardò, incredula.
Possibile che lui fosse pazzo tanto quanto lei?
Il moro la guardò, con occhi colmi di qualcosa che non sapeva bene come definire.
Lily non riuscì più a trattenersi, e lasciò che sul viso le si disegnasse un grande sorriso, sentendo il cuore che le esplodeva.
Infine, scoppiò a ridere, così, senza un motivo particolare.
Si allungò un po', e lo abbracciò, non volendo mostrargli il tumulto di emozioni che le stavano esplodendo nel petto tutte in una volta.
Felicità, per averlo lì accanto, nonostante tutto quello che avevano passato e che probabilmente avrebbero ancora dovuto passare.
Imbarazzo, per tutto quello che avevano fatto poche ore prima, e per essere così, stretta a lui, ancora tutta nuda, mentre sentiva il corpo di lui caldo e accogliente, così pieno di amore che le faceva quasi paura. Era una cosa che non aveva mai provato, e che non avrebbe voluto provare mai se non con lui.
Forza, perchè in quel momento sapeva di poter sconfiggere chiunque, solo stando così.
Completezza, come se solo allora tutti i pezzi di lei stessero andando al proprio posto.
Desiderio. Di averlo ancora più vicino, di ripetere tutto l'amore che avevano fatto ancora e ancora, perchè era sicura che non si sarebbe mai stancata.
E poi, c'era lei, la senzazione forse più importante di tutti, quella per cui nessun rapporto può basarsi facendone a meno: la fiducia.
Fiducia in lui, nelle sue braccia che la tenevano stretta, nei suoi occhi dalle mille sfumature, nel suo sorriso che gli illuminava tutto il viso, nei suoi gesti così semplici, ma che le facevano intuire tutto.
Fiducia, quella fiducia che le era mancata, quella fiducia della quale ora si chiedeva come avesse fatto a dubitarne per un solo istante.
Al diavolo la ragione, la logica, la razionalità e il cinismo, che spesso l'avevano guidata.
Ora non si trattava di quello. Si trattava solo di fidarsi, e lei era disposta con tutta se stessa a farlo.
-Sei un idiota.- gli sussurrò. Forse solo per togliersi dall'imbarazzo, chi lo sa. Forse perchè era il suo modo per dirgli che lo amava. Perchè era un idiota, ma era il suo idiota, non importava cosa.
Lui ridacchiò, passandole una mano lungo la schiena, in una lunga carezza che la fece rabbrividire.
-è sempre una delizia quando esprimi così tanto affetto con le parole, Lily.-
Lei lo guardò, con un sopracciglio inarcato.
-Sono ancora tutta indolenzita, non so se mi spiego. Spero per te che sia una cosa che duri pochissimo, o i guai ti assicuro che li passi tu.-
Il moro si lasciò scappare una grossa risata.
Le baciò il naso, per poi guardarla negli occhi. Poi ghignò.
-Sai, conosco un ottimo metodo per far passare quel tipo di dolore. Rifare esattamente la stessa cosa che ti ha provocato il dolore.-
Lily mise su un'espressione fintamente scandalizzata.
-Potter, possibile che tu sia sempre così pervertito?-
Come se la cosa ti dispiacesse...
-Evans, possibile che tu non mi creda?Guarda che è vero. Proviamo, e ti dimostrerò che ho ragione.-
-Tu e Gertrude diventereste ottimi amici, ne sono sicura.-
James la osservò, interrogativo.
-Chi sarebbe Gertrude?-
-La mia vocina interna pervertita, è ovvio.- lo guardò se fosse veramente la cosa più ovvia del mondo. Era adorabile.
Potter ghignò.
-Tu hai una vocina interna pervertita?-
La rossina sbuffò, contrariata.
-Bè, si. Ho deciso di chiamarla Gertrude, perchè è da stamattina, quando sono venuta in infermieria, che è spuntata fuori.-
-E ora cosa ti sta dicendo, Gertrude?- nel porle la domanda a un soffio dalle labbra, le sfiorò con lentezza la spina dorsale, arrivando sempre più in basso.
Diamine, questo ragazzo mi vuole morta.
Aprì la bocca, cercando di ignorare il calore che le si stava espandendo per tutto il corpo, non volendo dargliela vinta troppo in fretta.
-Che..- iniziò, cercando di non perdere il filo del discorso, mentre il suo respiro le accarezzava il viso.
Chiuse gli occhi, mentre la sua mano scese ancora un po' più in basso, facendole sentire di nuovo tutto quel fuoco che pareva essere in grado di bruciare tutto ciò che le stava attorno.
Oh, avanti Lily. Parlerete dopo. Ora devi solo dirgli prendimi, sono tua..
Avrebbe dovuto immaginarsi che Gertrude si sarebbe alleata con James, quella brutta traditrice.
Ma è quello che vuoi anche tu, avanti Lily!
Lily Evans!Smettila immediatamente!Sei totalmente rincitrullita, per caso?Voi due dovete parlare, seriamente, quindi piantala!
Non sapeva se essere rassicurata dall'improvvisa riapparizione di Peppa.
In ogni caso, la sua santissima ragione aveva, per l'appunto, ragione, quindi doveva smetterla. Dopo avrebbero avuto tutto il tempo del mondo per fare dell'altro, ma ora dovevano semplicemente chiarire tutto.
Guarda che ci conto, però.
Non badò all'affermazione della sua vocina pervertita, e invece prese un grande respiro, riaprendo gli occhi.
Lui la stava guardando, divertito.
Oh, non gliel'avrebbe affatto data vinta.
-...che dobbiamo parlare.- concluse, esalando il respiro.
James si rise, di gusto. Si allontanò un po', per guardarla meglio.
-Va bene, allora.- sorrise. -Parliamo. Da cosa partiamo?- se anche fosse stato preoccupato, non lo diede a vedere.
La rossa fece per aprire la bocca, per dirgli qualcosa, quando improvvisamente fu colta da un dubbio.
Un dubbio così strano e penetrante, che cancellò qualsiasi cosa avesse pensato di dire. Non le era mai venuto in mente di chiedersi una cosa simile, davvero.
O meglio, si, l'aveva fatto, ma non si era mai chiesta una cosa simile su lei e lui, quando ancora erano una coppia.
La domanda le uscì ancora prima che potesse fermarla.
-...Hai fatto l'amore, con Emmeline?-
Lily potè chiaramente sentire il silenzio pesante che calò su di loro.
Lo osservò, imbarazzata.
Non poteva credere di essersi lasciata scappare quella domanda. Tra tutte le cose di cui dovevano parlare, lei andava a tirare fuori una cosa simile?
Il moro aggrottò la fronte, guardandola. La grifoncina potè chiaramente vedere un lieve imbarazzo passare tra i suoi occhi nocciola.
-Non...dovresti chiederlo a lei?-
-Ma certo- Lily roteò gli occhi. -Emmeline, tesoro, non vorrei parerti insensibile, ma per caso sei andata a letto con quello che è il mio attuale ragazzo, ovvero il tuo ex?- lo guardò male, come per sottolineare l'assurdità della cosa.
Lui ridacchiò, beccandosi un'altra occhiataccia.
Poi ripiombò il silenzio.
-Non hai risposto, comunque.- fece dopo un attimo Lily. Suonò rigida, pur non volendolo.
Lui fece uno sbuffo, che assomigliava più ad una risata.
-Gelosa, Evans?-
-Di te?Ma anche no, Potter.-
-C'è qualcosa di inquietante nel fatto che continuiamo ad usare i cognomi per chiamarci dopo tutto quello che abbiamo passato, Lily.-
-
E tu non mi hai ancora risposto, James.-
-
Vuoi davvero sapere se sono andato a letto con Emmeline, Evans?-
-Sai, Potter, quando una persona fa' una domanda, solitamente...-
-Intendo dire, sarebbe davvero così importante?Cambierebbe molto, per te, sapere che ci sono andato a letto?-
Si guardarono, un secondo. James aveva un'espressione strana in volto, come se la questione lo turbasse profondamente.
Lily riflettè sulle sue parole. Come avrebbe reagito se la risposta fosse stata affermativa?tecnicamente non sarebbe cambiato nulla, giusto?
Forse ci sarebbe rimasta un po' male, ma pensandoci, non era poi così importante la sua risposta. Cosa importava con chi l'avesse fatto o meno?Ora era con lei, quello era l'importante.
Ma era comunque le sarebbe piaciuto saperlo.
Sollevò le spalle.
-Sono solo curiosa.-
Sembrò esattamente la cosa giusta da dire, perchè in un attimo James parve più rilassato. Si aprì in un largo sorriso, uno di quelli che la facevano sciogliere.
-No. No, non ci sono andato a letto.-
Lily aggrottò la fronte, sentendo comunque una parte di lei che nemmeno sapeva si fosse irrigidita, rilassarsi.
-Perchè?Voglio dire, Emmeline è bellissima. Credo che quasi tutti i ragazzi della scuola ci abbiano fatto almeno un pensierino.-
Il Malandrino alzò gli occhi al cielo.
-Non te lo immagini?- si passò una mano tra i capelli. -Certo, Emmeline è bellissima. Non lo nego.-guardò attentamente Lily, per vedere la sua reazione. Si era morsa un labbro, pensierosa. -Ma lei era pur sempre...hai presente le donne dello schermo di Dante?-
Lei lo guardò, sorpresa.
-Come fai a conoscere Dante?è un poeta babbano.-
Ramoso ghignò.
-Tu non hai idea di quanto grande sia la libreria di casa Potter. Una volta Sirius ci si è perso dentro. Avrà non so quante centinaia di libri, tra autori Babbani e non.- Vide chiaramente lo sguardo smeraldino di Lily illuminarsi, affascinato dalla prospettiva di un miliardo di libri tutti a sua disposizione. Tipico, Lily Evans non si sarebbe mai potuta perdere un'occasione così ghiotta per aumentare in maniera spropositata la sua cultura. Non era certo una secchiona nel senso comune del termine, non se si intendeva per secchiona una tutta casa e studio, però sicuramente amava leggere quasi quanto amava stare con le amiche.
Chissà che faccia avrebbe fatto, quando l'avrebbe portata a visitare la libreria che sua madre rancurava con tanto amore.
-Comunque- continuò, riprendendo il filo del discorso. -Dante usava descrivere nelle sue opere delle donne, chiamate appunto donne dello schermo, che servivano in realtà a nascondere l'amore che provava per Beatrice. Ecco, Emmeline era una sorta di donna dello schermo. Magari l'ho anche amata, non dico di no, ma era comunque una copertura, un modo per occultare "la mia Beatrice", chiamiamola così.- mimò le virgolette, alzando gli occhi al cielo.
Subito dopo parve ricordarsi qualcosa.
Fece una smorfia, cercando di trattenersi. Dopo un secondo, però, sotto lo stupore di Lily, scoppiò a ridere.
Lei lo fissò, sospettosa.
-Perchè ridi?-
Potter scosse la testa, ancora ridendo.
-Niente. Mi sono ricordato che Emmeline diceva sempre che non sarebbe mai venuta a letto con me perchè aveva paura che nel momento migliore mi mettessi a urlare il tuo nome, qualcosa del genere.-
Appena Lily registrò quelle parole, spalancò gli occhi, esterrefatta.
Lo guardò, incerta, sperando di aver capito male. Sul viso di James andava dipingendosi un ghigno Malandrino che era tutto un programma.
Prendendo consapevolezza di quello che realmente avesse detto il moro, Lily si sentì improvvisamente il viso in fiamme.
Era certa di non essere mai arrossita così tanto in vita sua. Probabilmente la sua faccia stava facendo concorrenza ai suoi capelli.
Oh, era sicura di non aver mai provato così tanto imbarazzo nella sua intera esistenza.
E lui, che faceva?Se la rideva!L'avrebbe ucciso. Altro che Voldemort. L'avrebbe ucciso lei, seduta stante, solo per il fatto che stava ridendo in maniera così idiotamente compiaciuta del suo imbarazzo.
L'avrebbe fatto fuori, ecco. Nelle maniere più turpi, si.
-Santo Merlino, con chi diavolo sono andata a mettermi?Potter, sei un idiota. Un grande, grandissimo idiota pervertito, che deve aver subito qualche danno cerebrale irreparabile da piccolo. Ma cosa diavolo avete per la testa tu e Emmeline?Argh, questa me la pagate. Entrambi. Vi odio, ecco.-
Lui allargò il ghigno.
L'avrebbe fatto fuori nelle maniere più turpi e cercando di utilizzare le torture più crudeli. Si, aveva deciso. Ci doveva essere un libro sulle torture, in quel dannato castello!Lei l'avrebbe trovato, e Potter sarebbe stato la sua cavia.
-Il bello che probabilmente aveva anche ragione..-
La vide arrossire, se possibile, ancora di più. Quanto si divertiva a provocarla!Era sempre stato uno dei suoi passatempi preferiti.
Anche se ora aveva afferrato un cuscino con aria minacciosa.
E lo stringeva talmente forte che le sue nocche erano sbiancate.
E sembrava totalmente intenzionata ad ucciderlo.
-Potter, stai zitto, se non vuoi che ti soffochi.- sibilò, ancora imbarazzata, brandendo il cuscino rosso con l'aria più intimidatoria che le riuscì.
James sogghignò.
-Lily, non puoi uccidermi per aver detto la verità. E poi lo sai, che sei estremamente sexy quando ti arrabbi.-
-Ma allora tu vuoi morire.- sibilò la rossa, con gli occhi stretti a fessura. E il rosso dalle guance non se ne andava, maledizione. Perchè, perchè doveva sentirsi così in imbarazzo?Merlino.
-No, non esattamente. Prima vorrei fare una cosa.-
-Potter..non ti avvicina..-
Incurante della sua espressione omicida, si era avvicinato, e l'aveva baciata, senza nemmeno lasciarle finire la frase.
Poteva esserci qualcosa di più tipico e scontato di così?Si chiese Lily.
Ma naturalmente, dopo circa due secondi e mezzo in cui tentò di fare resistenza, poi cedette e ricambiò il bacio. Perchè si, ogni suo bacio le donava ogni volta le stesse senzazioni del primo.
E forse era tipico e scontato, ma a lei piaceva così.
Quando si staccarono, col fiato corto, lei mise su un finto broncio.
-Non mi puoi zittire così, e che cavolo.-
Lui rise, non togliendo le mani dal suo viso.
-Come se non sapessi che non ti dispiace affatto.-
La rossina roteò gli occhi, esasperata.
Con lui era una causa persa. Inutile discutere. Che poi, non ne valeva nemmeno la pena, visto che un po' di ragione ce l'aveva anche lui.
-Ma quindi Emmeline quanto sapeva?- riprese il discorso da lì, cercando di non pensare ancora a quello che le aveva detto.
Probabilmente, appena avrebbe visto Emm se ne sarebbe ricordata, e si sarebbe sentita doppiamente in imbarazzo. Maledizione.
James parve rifletterci.
-Penso abbia intuito qualcosa, ma sicuramente non tutto. Sapeva che se mi mettevo con lei avevo un validissimo motivo per non andarti più dietro- ignorò lo sbuffo di protesta di Lily alle parole "validissimo motivo" -ma non ha nemmeno fatto eccessive domande. Non ha mai voluto sapere più del necessario.-
La rossa sorrise, intenerita.
-Emmeline è una grande, oltre che la migliore amica che potessi avere.-
-Indubbiamente.-
-Saresti rimasto con lei, se io non ci fossi stata?- al pensiero le si strinse il cuore.
Il moro le tolse una ciocca dal viso.
-Non ha la benchè minima importanza, Lily. Tu ci sei, è questo che conta. Sei qui, ora, con me. Ci sei tu stretta tra le mie braccia, non Emmeline, o qualcun altra, e fidati che non ti lascierò più andare tanto facilmente.-
Le accarezzò il viso, mentre i suoi occhi nocciola si inscurivano leggermente di preoccupazione.
-Abbiamo così poco tempo, Lily. Non posso più permettermi di perderti.-
Lily sentì il suo cuore battere come un tamburo contro il suo petto, mentre lo guardava fisso negli occhi.
Solitamente James non era dolce. Solitamente, lei non era dolce.
Ma quella forse era una delle poche cose dolci che lui le avesse mai detto, e a lei era sembrata perfetta.
Perchè a lei non servivano altre parole, per sapere tutto quello che lui le voleva dire. bastava leggerglielo negli occhi.
Gli accarezzò il viso, sperando di alleviare tutta quella preoccupazione dal viso.
-Ho...ho incontrato Harry, mentre ero addormentata.-
Lui aggrottò la fronte.
-Come...-
-Sono finita...o forse siamo finiti, Harry ed io, in una sorta di..non lo so. Realtà parallela. O forse era solo il mio subconscio. Non lo so. Comunque sono arrivata in questa grande stanza che assomigliava alla nostra Sala Comune, e c'era Harry. Abbiamo parlato, tanto, ed è stato bello. Come se..come se avessi realizzato solo in quel momento che diamine, è nostro figlio. Nostro figlio per davvero.-
James sorrise, prendendole la mano.
-Pensare che eri così restia a crederci, all'inizio.-
Lei annuì. Pronta a parlargli a cuore aperto, finalmente. Sentiva il suo stesso cuore battere ad un ritmo più rilassato, come se si stesse rassicurando.
-Infatti. Ed è stato così strano, davvero. Perchè già sento di volergli così tanto bene, che...non credevo fosse possibile, provare così tanto amore per una persona. Era un amore così uguale, ma così diverso a quello che provo per te, James...non saprei nemmeno come spiegartelo. Non ero più Lily Evans, studentessa, o quant'altro. Ero Lily Evans-Potter, madre del salvatore del mondo Magico, che si è sacrificata per salvare il figlio da morte certa. E non mi importava. Perchè avevo quella consapevolezza che mi sarei potuta sacrificare altre centinaia, migliaia di volte, solo per lui, solo per avere la certezza che lui fosse al sicuro. Avevo la certezza che potevo tranquillamente affrontare la morte, ma che non avrei mai potuto affrontare il fatto di perdere lui.-
James si aprì in un ghigno. Gli occhi, però, erano luminosi.
-Evans, devo iniziare ad essere geloso?-
Lei rise. Poi gli arruffò i capelli, con tenerezza.
-Ma questa certezza l'avevo perchè ero sicura che tu saresti stato al mio fianco fino alla fine. Che me ne sarei andata, si, ma che in ogni caso tu mi avresti aspettata al di là del varco. Per questo voglio farlo, voglio seguire il nostro destino fino in fondo, perchè so che saremo comunque insieme. Non voglio vivere in un mondo in cui tu non ci sei, anche se sei uno stupido idiota. E pervertito. E paranoico. E un mucchio di altri difetti che non mi va di star qui ad elencare, perchè perderemmo tutta la notte.-
Il moro alzò gli occhi al cielo, sorridendo.
Poi si fece di nuovo serio.
-Quindi tu sei sicura di quello che ci capiterà?Possiamo ancora trovare un modo per cambiare le cose, anche stando insieme...possiamo non scegliere Peter come Custode Segreto, o, non lo so..-
Lily scosse la testa, zittendolo.
-No. Nel futuro che conosciamo Harry è al sicuro, James. Voldemort è stato sconfitto, di lui non vi è più traccia. Il mondo in cui vive è felice, senza più guerra. Chi ci può dire invece, se le cose andranno bene se cambiamo tutto?Chi ci dice che non andrebbero peggio di come sono?No. Non posso permetterlo, quando so che ora lui può vivere tranquillo il resto della sua vita. Non posso pensare alla mia felicità, non posso essere così egoista. Puoi capirmi, James?Non voglio prendere questa decisione, se tu non sei completamente d'accordo. Ho bisogno che tu capisca, e condivida, perchè non sarebbe giusto nemmeno da parte mia non considerare quello che vuoi tu. Se credi che sarebbe meglio lasciarmi, se non vuoi questo futuro, posso capirlo, possiamo fare qualcosa, che ne so, potresti mettermi incinta per poi andartene, e poi le cose andrebbero come andrebbero, in fondo non è necessario che tu muoia...-
Aveva quasi gli occhi lucidi. Non aveva mai distolto lo sguardo da quello del moro. Voleva davvero che lui si sentisse libero di fare quello che voleva.
Lei, la sua scelta l'aveva fatta.
-Lily- la interruppe lui. Le accarezzò il viso, non sapendo bene come esprimere a parole quello che sentiva. In quel momento, era come se non fossero più due diciasett'enni, era come se fossero due adulti. Due adulti, consapevoli di quali erano i rischi delle loro responsabilità. Due adulti che si guardavano faccia a faccia, eppure ancora due bambini, che non sapevano nulla del mondo là fuori, che non sapevano quasi nulla della vita che avrebbero dovuto affrontare.
Sorrise, James. Sorrise, perchè negli occhi di Lily aveva letto molto più di quanto fosse lecito, e perchè guardando gli occhi di Lily, la risposta a cosa dovesse fare gli era venuta totalmente naturale. Perchè non poteva essere altrimenti. Perchè non voleva che fosse altrimenti.
Sorrise, perchè era l'unica cosa che gli rimaneva da fare, in quel mondo che gli avrebbe strappato gli anni migliori. Il sorriso era l'arma più potente che un uomo potesse avere, in quei tempi bui, e fu strano come se ne accorse.
-Lily- ripetè, continuando a sorridere, mentre lei lo guardava, confusa da quel sorriso così bello. -vorrà dire che vivremo questi ultimi anni anche per tutti gli anni che non vivremo. Vivremo, ameremo, rideremo, ci divertiremo, sogneremo come se ogni giorno fosse l'ultimo. Ci godremo questa vita finchè ci è possibile, e so che non mi verrà difficile, perchè posso facilmente dimenticarmi tutto ciò che accadrà, finchè sono qui con te. Combatteremo, anche, combatteremo per catturare quanti più Mangiamorte possibile, in modo che quando nostro figlio combatterà avrà la strada più sgomberata possibile. Ho cercato di cambiare il futuro, di allontanarmi da te, e probabilmente è stata la cosa più stupida e immatura che potessi fare.  Soprattutto adesso me ne rendo conto, mentre tu invece mi stai chiedendo se la tua scelta va bene anche a me. Tu sei molto meno egoista e immatura di me, Lily, e credo che questo già si sapesse.- sorrisero entrambi, prima che lui continuasse. -E ora mi dispiace, perchè ho sprecato altro tempo, quando ne abbiamo così poco, quando avremo potuto utilizzarlo al meglio. Non ti metterei mai, Lily, incinta per poi abbandonarti, per lasciare che tu faccia questa cosa da sola. Harry è nostro figlio, e io non potrei essere più orgoglioso di lui, ora come ora. Perchè è un ragazzo che ha imparato a cavarsela con le sue forze, perchè ha sconfitto il Mago più crudele di tutti i tempi. O semplicemente perchè è figlio mio e tuo, e sarei orgoglioso di lui anche se non avesse fatto nemmeno una delle cose che ha fatto.  E morirò, per te, ma soprattutto per lui, Lily. Perchè gli voglio bene anch'io quanto te.- Allargò, se possibile, ancora di più il sorriso. -E ti aspetterò al varco tra la vita e la morte, ti aspetterò tendendoti la mano, per poter affrontare anche quell'avventura, insieme. Questa è una promessa, Lily Evans, e non ti darò mai modo di dubitarne.-
La rossa sentiva chiaramente gli occhi lucidi. Ma per una volta, non le importava. Non le importava farsi vedere così emozionata, così vicina alle lacrime. Non se colui che la vedeva era lui.
Quelle parole le avevano scaldato cuore e anima, le erano entrate dentro e si erano fuse con il suo sangue, come se quelle parole fossero state un nutrimento vitale per il suo essere.
Quel giorno, quella conversazione, Lily non se li sarebbe mai dimenticati, lo sapeva. E nemmeno lui se li sarebbe mai dimenticati, glielo vedeva dagli occhi, ricolmi di amore a tal punto che per un attimo lei si chiese se davvero esistesse una persona in grado di amarla così tanto.
Gli strinse la mano che non si era mai strecciata dalla sua, sentendolo ricambiare la stretta.
-In fondo potrebbero esserci dei vantaggi, a non invecchiare.- mormorò. Era arrivato il momento di sdrammatizzare. -Per esempio, tu non mi vedrai mai con la pelle tutta raggrinzita e la faccia coperta da una maschera di trucco per nascondere le rughe. Io non ti vedrò mai calvo.-
-Ehi!- James si portò una mano ai capelli, fintamente scandalizzato. -Io non diventerò mai calvo, è chiaro?Non bestemmiare!-
La rossa rise.
-Non faremo in tempo a stancarci l'uno dell'altra, in ogni caso. Vedi?La cosa può avere dei risvolti positivi.-
-Mi rassicura sentire che sei certa che prima o poi ci saremmo stancati l'uno dell'altra, sul serio.-
-Bè, certo- Lily alzò gli occhi al cielo, divertita. -Chi sopporterebbe il tuo egocentrismo sfrenato per tutta una vita?-
-Ma sentila. E io cosa dovrei dire del tuo orgoglio?A volte pare che tu sia più innamorata di lui che di chiunque altro.-
-Ecco, vedi?Saremmo stati una di quelle coppie che dopo un po' iniziano a tirarsi padelle in faccia.-
-O che dopo un po' iniziano a non parlare più.-
-A dormire in letti separati.-
-E ad avere rispettivi amanti.-
Lily lo guardò male.
-Se solo ci provi...-
James scoppiò a ridere. Poi alzò gli occhi al cielo, non rispondendo alla provocazione.
-Oppure saremmo diventati una di quelle coppie insopportabili, che sembrano apiccicati con un incantesimo, o che paiono siamesi, qualcosa del genere.- fece, invece.
-O santo cielo, hai ragione!Una di quelle coppie che se ci si dimentica l'anniversario o il mesiversario, scoppia la Terza Guerra Mondiale.-
-Esatto. Oppure che se lui passa un po' di tempo con gli amici e non si fa sentire per cinque minuti lei si arrabbia e scoppia l'Apocalisse.-
-Quelle coppie che se non rispetti quelle dannatissime tradizioni tipo San Valentino si sfasciano, reincriminandosi di non amarsi abbastanza. Che subito dopo essersi dette un mucchio di cose sdolcinate, quali "sei la mia vita" "ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo" "non potrei mai vivere senza di te, amore mio" si mollano per andare con qualcun altro.-
-Una di quelle che si chiamano come avessero ottant'anni, quali "cara" "tesoro"...tipo Frank e Alice. Con tutto il bene che voglio entrambi, ma sono una cosa impossibile.-
La rossina fece una smorfia, leggermente disgustata.
-Alice è una delle mie migliori amiche, ma seriamente, non vorrei mai finire come lei. Non voglio essere così tanto dipendente da qualcuno. Non perchè non ti ami, ma perchè ritengo che una relazione, per farla funzionare, abbia bisogno innanzitutto di due persone che sono in grado di bastare a se stesse, se necessario. Per essere felice con te, prima di tutto devo essere felice con me stessa, altrimenti il risultato è solamente un rapporto morboso ed egoista, che tieni in piedi solamente per un tuo bisogno personale. Invece l'amore è uno scambio reciproco, è unire un po' della mia felicità, del mio star bene, con la tua felicità, il tuo star bene. Io potrei benissimo stare senza di te. Soffrirei, certo, soffrirei tantissimo, ma non morirei. Potrei stare senza di te, ma non voglio. Sono due cose completamente diverse.-
Lo guardò, per vedere se avesse capito o ci fosse rimasto male. Non voleva apparirgli fredda e stronza. Voleva essere semplicemente sincera. Pensava davvero ciò che aveva detto.
Il moro ghignò. Le prese il viso tra le mani, fissandola dritta negli occhi verdi e ancora un po' lucidi.
-Ho sempre saputo che eri perfetta per me.- la baciò, con passione e urgenza, non pensando più a niente che non fosse lei e le sue labbra sulle sue.
Sapevano entrambi che avrebbe potuto benissimo non essere così. Che sicuramente non sarebbero mai diventati una di quelle coppie, anche se fossero vissuti per secoli l'uno accanto all'altra.
Semplicemente, sarebbero rimasti quello che erano, una coppia un po' strana, forse, o forse che aveva capito più di tutti gli altri. Non sarebbero stati smielati, avrebbero riso e scherzato, si sarebbero insultati e avrebbero discusso, come era proprio loro. Si sarebbero presi i propri spazi, se uno avesse avuto voglia di passare un'intera settimana solo con i propri amici l'altro non avrebbe certo protestato. Sarebbero probabilmente stati una di quelle coppie che sembrano insieme da sempre, ma non perchè paiono vecchi stanchi, ma semplicemente perchè il loro non sarebbe stato un amore che si sarebbe consumato in pochi mesi. Semplicemente perchè erano fatti per stare insieme, lui e lei.
Sarebbe potuto davvero essere perfetta, la loro vita, se fossero vissuti a lungo. Non si sarebbero lasciati, forse, ma non se lo sarebbero nemmeno chiesti, perchè il per sempre era semplicemente un modo per non prendersi la responsabilità dell'oggi.
Non sarebbero stati sicuramente una di quelle coppie, morte o non morte, ma non c'era nemmeno bisogno di esplicitarlo a parole.
Perchè non importava.
Dovevano godersi quegli attimi di felicità, e basta. Al futuro ci avrebbero pensato dopo.
-Aspetta.- Lily si staccò, leggermente, facendolo grunire leggermente di disappunto. La rossa aggrottò la fronte. -Non c'è altro?-
Lui sbuffò.
-Lily, direi che abbiamo parlato abbastanza.-
-Ma ci deve essere dell'altro.-
-Se anche ci fosse, può sicuramente aspettare.-
Lei lo ignorò.
-Siamo spariti per un'intera giornata. Cosa diciamo a tutti?Ai professori?- aveva un'aria seriamente preoccupata.
Ramoso ridacchiò, alzando gli occhi al cielo.
-Quello che vuoi. Doveri di Caposcuola. Eravamo a pulire tutti i bagni. Siamo stati imprigionati da Mirtilla Malcontenta perchè voleva stuprarmi. Non lo so. Inventati quello che vuoi, sinceramente non mi importa. E comunque possiamo pensarci dopo.- si allungò per baciarla di nuovo.
-No, aspetta.- il ragazzo sbuffò, esasperato, mentre lei rifletteva. Ci doveva essere dell'altro. Voleva davvero chiarire tutto, prima di lasciarsi completamente andare.
Quello era come se fosse stato un nuovo capitolo della loro storia, e lei non voleva certo iniziarlo con la pagina sporca di inchiostro. Voleva avere una pagina completamente bianca, pulita, priva di aloni o macchie.
-Hai detto ai Malandrini di Harry?- fece, incerta.
Ramoso la fissò, per poi sospirare.
Annuì.
Lily lo guardò di rimando, non sapendo se sentirsi arrabbiata o semplicemente accettare la cosa così come stava.
-Non tutto. Ho detto solo che moriremo, non ho detto di Peter, non avrebbero retto. Ma...non potevo non dirglielo, Lily. Glielo dovevo, dopo tutto quello che hanno fatto per me. Dovevo spiegargli perchè ero diventato l'ombra di me stesso. Loro ci sono sempre stati, sono i miei migliori amici. Non potevo tenerli all'oscuro.-
La rossina lo guardò un altro po', per poi sospirare.
Annuì.
Era giusto che James avesse raccontato tutto. Non poteva davvero pretendere che i Malandrini non sapessero nulla.
Era abbastanza matura da capire che il rapporto che avevano loro era molto diverso da quello che aveva lei con le sue amiche. Non che lei non si fidasse delle amiche, o considerasse la sua amicizia meno profonda, però sicuramente era un tipo di rapporto diverso.
Lei non era abituata a confidare tutto alle sue amiche. Forse solo Emmeline poteva dire di sapere tutto, ma veramente tutto, di lei.
Non era nemmeno colpa di nessuno. Semplicemente, lei non riusciva ad aprirsi completamente con quasi nessuno. Certe cose di lei non le sapeva nemmeno lei stessa, e non se la sentiva di dirle. Nemmeno a coloro alle quali avrebbe donato volentieri la propria anima.
Invece James era completamente diverso.
Lui non aveva problemi ad aprirsi, a gestire i propri sentimenti.
Per lui era normale, che i suoi amici sapessero anche le più piccole cose di lui.
Mentre Lily non aveva fatto nessuna fatica a mantenere il segreto perchè ci era avvezza, per James era semplicemente stato impossibile nascondere una cosa così grande ai suoi amici.
-Come...come l'hanno presa?-
-Male. Sirius è andato a letto con Marlene.-
-Oh.- A Lily si accese una sorta di luce di comprensione nella testa.
-Già.-
-Questo comunque non lo giustifica.-
-Lo so. Ma Lily, devi capire che non permetterò mai a nessuno, nemmeno a te, di insultarlo, in nessun modo. Anche se è un coglione, anche se quello che fa è ciò di più sbagliato al mondo, rimarrà per me sempre mio fratello, e lo difenderò sempre e comunque.-
La ragazza lo guardò, seria.
-E tu devi capire che difenderò sempre le mie amiche, anche se questo vorrebbe dire litigare con te.-
James rise.
Le scompigliò i capelli.
-Allora siamo d'accordo che sull'argomento Sirius-Marlene non saremo mai d'accordo.-
Lei riflettè, un secondo.
-Tu credi che a Black piaccia Lene?-
Il moro roteò gli occhi.
-Ovvio che gli piace. Ci è andato a letto.-
-Allora dovrebbe piacergli mezza scuola.- replicò, scettica.
Lui scosse la testa.
-No. Ci è andato a letto, e io non ne sapevo assolutamente niente, così come non ne sapeva niente Remus, o Peter. O chiunque altro di sesso maschile. Di solito Sirius racconta a tutti l'ultima notte di sesso trascorsa. Si diverte a sottolineare la facilità con cui riesce a conquistarle, qualcosa del genere. Di Lene invece nessuno sapeva nulla. Sintomo che è stata una notte completamente diversa.-
-Ma allora perchè l'ha trattata così?- chiese Lily, cercando di capire. Qualcosa le diceva che Black era difficile da conoscere a fondo. Probabilmente aveva mille sfaccettature che teneva nascoste dietro alla maschera da arrogante puttaniere bello e impossibile.
-Perchè è un idiota. Ha paura dei propri sentimenti, li evita come la peste. In più, è convinto di non meritarla perchè si fa schifo da solo. Ah, e poi non vuole nemmeno mettersi con lei perchè è convinto di non meritare la felicità visto che io morirò.-
La rossa lo guardò, incredula.
Decisamente, quella non se l'aspettava.
Quanto ancora non sapeva di Sirius?Era sul serio un ragazzo che nascondeva tutto sè stesso dietro ad una maschera.
Ma perchè?
Improvvisamente, voleva davvero saperne di più. cercare di aiutarlo, come lui aveva cercato di aiutare lei.
-Sbaglio, o è un pochettino complessato?- balbettò, ancora sconvolta.
Come si faceva a farsi così tanto schifo da precludersi la felicità?
Lui sollevò le spalle.
-è Sirius. Lui è fatto così. Ha una storia talmente complessa e incasinata, che davvero perderei ore a raccontartela tutta. Lui è stato abituato a pensare che l'amore non esiste e che lui, essendo un Black, non può amare ed essere amato. Non vuole legarsi per non soffrire. Sirius è...complicato. Mi ci sono voluti anni per capirlo fino in fondo, e ancora adesso alcuni meccanismi della sua testa mi sono completamente ignoti. Ma tant'è, noi gli vogliamo bene lo stesso.-
Lei sorrise. Poi aggrottò la fronte.
-Quindi, potrebbe non ammettere mai che gli piace Marlene.-
-Esatto.-
-Fantastico. Povera Lene.-
Il Malandrino le accarezzò i capelli, sorridendo. Poi le si avvicinò, a un centimetro dalle labbra.
Era stufo di parlare. Ora bisognava passare ai fatti.
-Già. Bene, ora direi che possiamo lasciare Sirius e Marlene ai loro affari, e badare ai nostri.-
Lei inarcò un sopracciglio.
-Cosa intendi?-
Fece appena in tempo ad accorgersi del ghignetto poco rassicurante che si era dipinto sul viso di Ramoso, prima di venire coinvolta in un bacio che le fece intendere perfettamente cosa intendesse.

Lene uscì dalla biblioteca, chiedendosi se il professor Lumacorno si sarebbe arrabbiato tanto, quando avrebbe letto quell'obrobrio che tecnicamente doveva corrispondere a un tema sulla Felix Felicis.
Non che le importasse più di tanto. Lei non era riuscita a fare di meglio, e non aveva nemmeno voglia di sforzarsi più di tanto per quel tricheco, soprattutto contando che l'unica che capisse qualcosa di pozioni tra di loro, ovvero Lily, era sparita da un pezzo da qualche parte con James.
Marlene sorrise, intenerita. Sperava davvero che quei due risolvessero ogni cosa. Non ne poteva più di vedere Lily triste.
La ricciolina provava una sofferenza immensa, a vedere che una delle sue migliori amiche soffriva. Era una cosa che non poteva sopportare.
Inoltre, era chiaro che lei e James fossero destinati a stare insieme, quindi, prima chiarivano le cose meglio era.
-Ehi, Mezzosangue..-
Si voltò, con la fronte aggrottata.
Per poi sorridere. Davanti a lei c'era Victor, l'undicenne con il quale si era scontrata qualche settimana prima.
Cercò di non pensare chi ci fosse con lei, quando si era scontrata con Victor.
Gli lanciò un'occhiata, severa.
-Victor, non dovresti chiamare così le persone. Non è carino.-
Lui abbassò la testa, colpevole.
-Scusa, è che io non so il tuo nome...-
Lene lo scrutò.
Il ragazzino pareva un po' strano. Sembrava pallido, spaventato da qualcosa. Teneva gli occhi bassi, come se si vergognasse.
-Posso fare qualcosa per te, Victor?Mi sembri agitato.-
Il primino finalmente alzò lo sguardo. Sembrava si sentisse in colpa, e Lene non capiva perchè.
-No io...è solo che non voglio che mi vedano. Sai, cosa potrebbero dire i miei compagni di Serpeverde se mi vedessero parlare con una come te...ecco...non mi parlerebbero più, credo..-
Sembrava insicuro delle sue stesse parole.
La moretta si sentì intenerita.
-Come mai volevi parlarmi?-
-Ecco, io...è...è che..- balbettò. -Volevo chiederti come ti chiami...perchè...perchè il tuo discorso mi ha colpito, l'ultima volta, e allora..- balbettò.
Sembrò rimanere a corto di parole, e Lene gli sorrise, incoraggiante.
Victor fece un gran respiro. Poteva farcela. Doveva solo cercare di pensare alle parole giuste.
-Allora volevo sapere qualcosa di più su di te, sui Mezzosangue in generale...perchè Purosangue e Mezzosangue si odiano...cose così...volevo parlare..M..ma s..se tu non..non vuoi..-
Lene aggrottò la fronte, confusa. Il ragazzino sembrava quasi sperasse nelle sue ultime parole.
Probabilmente era solo spaventato di farsi vedere in giro con una Mezzosangue.
Sorrise.
-Ma certo Victor. Vuoi che andiamo da qualche parte, magari un po' più appartati, così non ci vede nessuno?-
Victor a quelle parole sembrò visibilmente sollevato. Aveva comunque l'aria terrorizzata. Lene pensò che magari avrebbe potuto fargli qualche domanda in proposito, non appena fossero rimasti completamente soli.
-Si. Si, ecco, forse sarebbe meglio...-
La ragazza sorrise, cercando di infondergli sicurezza.
-Andiamo, allora.-
Il ragazzino annuì.
Mentre si incamminavano, nessuno notò una figura nell'ombra che sogghignava, soddisfatta.








Ciaoooo XD sono riuscita a postare prima degli esami Xd anche se probabilmente questo sarà davvero l'ultimo capitolo che posto prima degli esami. Mmm allora, da cosa partiamo?Innanzitutto mi scuso dell'uso improprio che ho fatto di citazioni letterarie, probabilmente Dante e Heidegger si staranno rivoltando nella tomba per come li ho deturpati XD Ma non è certo colpa mia se mi costringono a studiarli e quindi poi vengo condizionata U.u XD
A parte questo...il titolo è Tutto e niente perchè, fondamentalmente, Lily e James parlano di tutto e niente XD dalle cose serie alle cose più stupide XD mi dispiace se questo capitolo vi ha annoiato, ma erano necessarie delle chiarificazioni tra i due, altrimenti per loro sarebbe davvero stato impossibile andare avanti XD spero che non siano risultati troppo smelensi(sicuramente lo sono più del solito, ma cercate di capirli, poveretti XD) o poco chiari. In caso, fatemelo notare.
Poi...l'ultima parte...mah XD ditemi voi XD
Se trovate un mucchio di errori ditemelo XD perchè una buona parte del capitolo l'ho scritta che non ero molto in me(erano solo le sette di domenica mattina, dopo una notte passata insonne, cercate di capirmi XD)
 Un' ultima cosa...so di risultare una rompiballe, ma mi sembra davvero che le recensioni siano calate parecchio. Sono passata dall'avere 22 recensioni qualche capitolo fa, e poi sono sempre più andata in calando, fino ad arrivare a 11 in questo...non che mi lamenti, perchè vi adoro tutti lo stesso XD però non capisco come mai, visto che le letture mi paiono sempre quelle più o meno. Inizia a farvi schifo?è troppo lunga?Vi prego, ditemelo. perchè è veramente brutto vedere che ci sono più di 900 letture, 175 preferiti e poi sempre meno persone che recensiscono. Sono sempre disposta alle critiche, quindi non abbiate paura a lasciare una recensione anche negativa XD se so cosa sbaglio posso sempre migliorare, invece così non capisco se sono io il problema, o se magari è di tutt'altro genere e io nn c'entro nulla(come probabilmente sarà XD )so che ora mi darete della paranoica e dell'egocentrica XD però mi piacerebbe davvero sapere cosa è successo, anche se probabilmente è tutta una questione della scuola che nn lascia il tempo di nn fare niente -.- però vabbe XD nel caso fosse così ho dato aria alla bocca inutilmente, come al solito XD
Ora passo ai ringraziamenti XD

Iva27: magari conoscessi qualcuno come James Xd gli sarei subito saltata addosso/sposato/chiesto di essere il padre dei miei figli XD ahhhh poi in questo capitolo mentre lo descrivevo dicevo ma perchèèèèèèèèèèè lei e non io??perchèèè??XD sono pazza lo so XD dettagli XDgrazie per i complimenti  come sempre =) sono riuscita a postare prima degli esami evviva evviva XD lo so che in teoria sono più facili di quello che sembrano, e che se alla fine hai studiato bene durante l'anno vanno bene...ma il problema è quello, SE avessi studiato bene tt l'anno XD hahahah no dai scherzo, spero vada tutto bene XD un bacio e grazie ancora =)

zukkyna: O.o faccina di msn che alza le sopracciglia, d'ora in poi ti chiamerò, altro che XD ti adoro zukky lo sai XD ci sentiamo su msn XD ti adoro, e grazie di esistere, davvero, sarebbe un mondo peggiore senza le tue recensioniXD

pony: HAHAHAHAHAHHA HO DECISO COSA FAR FARE A MARK!!!! MUHAUHAUHAUha ehm O.o o.O mi sa che  con questa frase mi sono un pochetto compromessa, se ora qualcuno leggesse questa risposta di recensione capirebbe tutto, ehm. Vaaaabbe, tu che leggi e che nn sei pony, fai finta che io nn abbia detto assolutamente nulla, si?XDTuuu nn hai visto nieeeente. Ehm ok la smetto. Povera Ila, si deve sorbire le mie sclerate anche qua XD dettagli, in fondo tu mi hai voluta conoscere, tu mi sopporti U.u tiè U.u XD sei contenta?nemmeno qua puoi usare la solfa del carissima autrice, muhauhauhauha Xd sono tutti felici e contenti Xd tranquilla, non durerà. MUHAUHAuh Xd scherzo. Per ora XD Bah, passo e chiudo, va là, che ormai mi sono già abbastanza compromessa, e tutti crederanno nella mia pazzia. DEvo salvare le apparenze, suvvia. XD un bacio, a dopo!

pazzarella_dispettosa: ciao genia XD mmmm...ok, Lily e James li lascio tranquilli per un po', visto che me lo chiedi U.u anche se...mah, chissà chissà XD ahaha scherzo XD ma o.O no nn compare mark XD sarebbe stato un pochino impossibile che piombasse nella stanza dei Caposcuola(O.o me improvvisamente si immagina Mark che entra nella stanza mentre quei due stanno facendo la loro bella chiaccherata tutti nudi-me si immagina mark che vuole fare una cosa a tre o.O o signore XD qualcuno spenga il mio cervello XD)diciamo che a Mark nn gliene frega più molto di James e Lily, non li coinvolgerà più, se non indirettamente XD ma vcedrai Xd ho in serbo graaandi cose x il fottuto biondino XD(ehi O.o sei tu che mi hai creato, non puoi insultarmi O.o ndMark)(stai zitto, idiota, o ti faccio appendere per le caviglie. ndme)(-.- ndmark)XD fammi sapere come è venuto questo capitolo, ho paura sempre di farli apparire sdolcinati XD un bacio genia XD

S_marti_es: Maaaaaaarty XD non mi nominare la tesina O.o è già tanto se so su cosa farla, bwuhauhauhauha XD ehm si, sto ridendo per non piangere, ecco XD almeno siamo nella stessa barca XD lo so, lo so, anch'io ho quasi avuto una crisi isterica dicendo perchèèèèèè James non sei vero???Perchè, perchè, perchè??dimmi perchè, maledizioooone XD perchè poi devi essere così figo e bello e fantastico e NUDO per la miseria XD attribuiamo la mia pazzia agli esami, si?poi il fatto che io sono così tipo SEMPRE sarà un segreto che rimarrà tra te e me XD In spagna alla fine non è successo niente di che, non sono stata fortunata come te, uffa. E io che già speravo di tornarmene a casa con un bel spagnolo e dire WAAA non ho più bisogno di te, James, tieniti pure Lily U.u ma purtroppo non è successo, uffff XD confido nella tua promessa che un giorno troveremo il nostro James2 XD (il primo lasciamolo a Lily, dai, poverina XD)
Io, te, e la vocina pervertita di Lily potremo fare veramente un magnifico trio, sisi. XD la smetto di delirare, che è meglio che vada a studiare XD un bacio!

ramoso4ever95: ehi, mi piacciono le tue recensioni, smettila di scusarti =) ehi, mi dispiace se eri depressa =( votrrà dire che farò più capitoli divertenti come quello precedente, così ti tiri su XD se hai bisogno di parlarne, comunque, anche se sono una mezza sconosciuta, sono sempre disponibile =) nooo io odio quelli che nn fanno altro che giurarsi amore eterno e scrivere dappertutto ti amo piccipicci e bla bla bla O.o anche perchè, guarda caso, sono le classiche coppie che si mollano dopo pochissimo(sono cinica, si XD) quindi non le sopporto proprio XD ora vado XD ma se vuoi parlare la mia mail è sempre disponibile XD un bacio!

brando: si, finalmente si sono riappacificati totalmente XD credimi, non ne potevo più nemmeno io dei loro litigi XD(ok, non è totalmente vero ma dettagli, muhauhauha si sa che sono sadica XD) grazie per la recensione =) un bacio!

Mousse. O.o o.o o.O aspetta aspetta che mi riprendo XD AAAAAAAAAAAAAAA SEI TORNATAAAAAAAAAAAAAAA XD muhauhauhauhauhauhauha scusa ma lo dovevo dire U.u MUHAUHA XD che bello sei tornataaaa XDmi sono mancate le tue recensioni deliranti XD che poi tanto deliranti non sono:ohibò, chi sarebbe riuscita a resistere a james NUDO?Ti assicuro che in quel momento i miei pensieri erano MOLTO, MOLTO più pervertiti di quelli di Lily XD mi sono dovuta censurare per non approdare nel, altro che rosso, bordeaux-raiting XD solo Lily poteva non violentarlo brutalmente, veramente O.o quella donna ha un formidabile autocontrollo, sisi Xd se fossi stata io...bwuhauhauhauha non dico cosa gli avrei fatto che siamo in presenza di minori U.u XD Passando a cose più serie...ehm...non mi ricordo mica XD che poi, io non potrei MAI passare a parlare in modo serio, quindi è una causa già persa in partenza XD come stai??com'è andata in grecia?XD bei ragazzi, eh?Xd che ne dici di presentarmene uno?così, giusto per diventarci amica, eh, non voglio mica farci niente....XD O.o ok, Gertrude ha preso possesso di me, devo smetterla XD meglio che vada a commentare la prossima recensione, và, che altrimenti mi installo qui XD ah, poi, anch'io odio tutte le false rassicurazioni tipo tanto sono sicura che andrà bene, quindi grazie di nn avermene fatte, bwuhauhauha Xd ho particolarmente apprezzato XD vado sul serio XD un bacio XD

Marti94: ciao nuova lettrice XD sono molto contenta che tu abbia commentato XD davvero è una delle più belle che tu abbia mai letto?O.o bè...grazie Xd si, non sai quanto anch'io vorrei essere al posto di Lily XD fammi sapere come ti è parso anche questo capitolo =) un bacio!

Star Petal: ciiiiiaaaaao Vicky XD tranquilla se non recensisci sempre, te l'ho detto che anch'io sono MOLTO poco costante XD ora che ci penso dovrei recensire la tua fic O.o adesso lo faccio, giuro XD coooomunque grazie mille per i complimenti XD sono contenta di essere riuscita a descrivere bene il momento, ci tenevo a non ricadere nel banale/sdolcinato XD un bacio!

lary095: ciao Laura =) grazie per i complimenti XD Lene e Sir ci metteranno ancora un po' a risolvere, Sirius è mooolto lento su certe cose XD però è vero che sarebbero una coppia molto passionale =) hai visto?alla fine James e Lily si sono completamente riappacificati, e grazie al cielo Lily ha capito che deve fidarsi di lui XD un bacio grande!









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Capitolo 32
*** Quando la guerra entra senza chiedere il permesso ***


cap 32 Ottobre aveva ormai ceduto il passo ad un Novembre a dir poco gelido.
Il vento sferzava le mura di Hogwarts senza pietà, facendo chiaramente capire che quell'anno il freddo non avrebbe risparmiato nessuno.
La notte che faceva compagnia alle folate d'aria pareva essere stata dipinta con l'inchiostro più nero disponibile sul mercato.
Un unico pallido spicchio di luna faceva capolino in quel quadro scuro.
Era una di quelle notti in cui gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria amavano starsene rintanati al calduccio nelle loro Sale Comuni, accalcati davanti al fuoco a raccontarsi storie con una bella tazza di cioccolata fumante tra le mani.
Questo non aveva comunque fatto desistere Minerva McGranitt, erede diretta della dea della Giustizia Dike, nello sguinzagliare i Caposcuola perchè ispezionassero il castello, nel caso qualche studente impavido avesse deciso di affrontare i corridoi deserti per girovagare senza meta alla ricerca di qualcosa da fare oltre il coprifuoco.
Lily Evans sbuffò, contrariata.
Neanche a dirlo, in due ore di ronda non avevano incontrato un'anima.
Solitamente non le dava così fastidio, passeggiare per i corridoi di notte, soprattutto se c'era James, con lei, trovavano sempre il modo per non morire di noia durante quei controlli serali.
Anzi, di solito le davano anche una buona scusa per stare fuori con lui oltre il coprifuoco, e la cosa non poteva fare altro che tornare a loro vantaggio.
Ma non quella sera.
Quella sera, Lily non si sentiva per niente tranquilla, a vagare per i corridoi come un'anima in pena.
Un senso di strana irrequietezza le avvolgeva le viscere, e la spingeva a guardare con sospetto ogni più piccola ombreggiatura sulle pareti.
Il bello era che non sapeva nemmeno lei perchè.
Quella senzazione l'aveva colta poco dopo che avevano iniziato la ronda, e la spingeva a rimanere all'erta per ogni minimo scricchiolio sinistro.
Si sentiva decisamente stupida.
Non aveva motivo di preoccuparsi di nulla, niente in quei giorni aveva dato modo di turbarla, anzi.
I giorni che erano seguiti alla giornata dei chiarimenti le erano sembrati qualcosa di surreale.
Era come se improvvisamente si fosse ritrovata ad essere un'altra persona.
Più leggera. Più viva.
Per lei era strano, riuscire a fidarsi così tanto di qualcuno. Era una cosa che spesso la spaventava un po', chiedendosi se non stesse vivendo uno strano sogno creato dal suo subconscio.
Carpe diem.
Cogli l'attimo.
E l'attimo l'avevano colto.
Ogni secondo era diverso dal precedente.
Ogni attimo era qualcosa da vivere in maniera diversa, senza preoccupazioni, paure o angoscie.
Insieme, erano in grado di comportarsi come se nulla fosse più importante di un sorriso assonnato alla mattina presto, di un bacio rubato sotto la pioggia torrenziale, di una notte passata a tenersi stretti come se il domani non dovesse mai arrivare.
Le battutine maliziose di Emmeline e le altre ormai si sprecavano.
E lei rideva, rideva, rideva per quelle battute imbarazzanti, anche quando queste suggerivano qualcosa che non andava affatto lontano dalla realtà, anzi, a dirla tutta le amiche azzeccavano la maggior parte delle volte che fantasticavano su cosa potesse avvenire in quella che ormai avevano denominato, con ironia sottile, "la misteriosa stanza dei Caposcuola".
Era tutto così divinamente strano.
Le pareva di non aver fatto altro che ridere, in quei giorni.
Eppure, quella sera qualcosa era diverso.
Lei era diversa.
Hogwarts stessa, sembrava diversa.
I corridoi non sembravano altro che un oscuro labirito da cui sarebbe stato difficile uscirci.
Le ombre parevano creature giganti e mostruose pronte ad attaccarli.
Sapeva che probabilmente erano solo sciocchezze.
Non capiva perchè quella senzazione indefinita le si fosse appiccicata sulla pelle, facendola sentire inadatta al mondo esterno, quasi.
Forse era solo stanca.
Si, doveva essere così. Probabilmente aveva passato troppe ore sui libri, si era stancata, e ora quel leggero contrarsi di viscere non era altro che l'espressione fisica del suo bisogno di riposo.
Aprì la porta di un'aula, illuminandola appena, giusto per controllare che non ci fosse nessuno, e poi la richiuse, con fare nervoso.
Non vedeva l'ora di finire quella dannata ronda e andarsene a dormire, ecco cosa.
-Lily?-
Si voltò verso James, che la guardava con occhi incuriositi.
-Che c'è?- suonò irritata. Fantastico, ora se la prendeva con lui che non c'entrava nulla.
Forse le dovevano arrivare le sue cose. Sicuramente avrebbero spiegato l'irritabilità e il leggero contrarsi di viscere.
Ma non spiegavano la sottile e inspiegabile paura di fondo che la stava seguendo da quando era uscita dalla Sala Comune.
-Sei strana.-
Lei lo guardò, scocciata. Era uno di quei momenti in cui odiava che lui riuscisse a capirla così bene.
Non aveva nessuna intenzione di rivelargli le sue stupide paure inesistenti. Avrebbe creduto di avere una ragazza completamente fuori di senno.
-Non sono affatto strana.-
-Allora perchè ti comporti come se ti aspettassi che balzasse fuori un drago a tre teste da un momento all'altro?-
Lo guardò male, per poi avvicinarsi alla porta di un'altra aula. Le era sembrato di sentire dei rumori.
Appoggiò una mano sulla maniglia arrugginita, mentre con l'altra teneva stretta la bacchetta.
-Voglio solo andarmene a dormire.- borbottò, sapendo di non risultare convincente, prima di abbassare totalmente il pomello.
Non diede il tempo a James di replicare, perchè distinse quasi immediatamente, nella poca luce della stanza quasi totalmente buia, due corpi avvinghiati tra loro in atteggiamenti decisamente poco casti.
Eccole le tue paranoie cosa si rivelano essere, Lily, pensò con sarcasmo, due adolescenti con gli ormoni troppo sballati per curarsi di chiudere la porta con un incantesimo.
-Wood!Turton!- tuonò, riconoscendo le due figure. I due ragazzi si staccarono in fretta, all'udire della voce acuta della rossa. La ragazzina, una brunetta minuta e timida, arrossì fino alla radice dei capelli, mentre l'altro tentava di riallacciarsi la camicia e raccogliere le sue cose in tempo record.
-Noi..- iniziò il ragazzo, cercando di salvare il salvabile. La ragazzina, se possibile, arrossì ancora di più, abbassando gli occhi.
Sapevano entrambi che essere beccati in piena notte in un'aula deserta dalla Caposcuola di Grifondoro significava solo guai.
Lily li guardò con gli occhi stretti a fessura, irritata.
Si era aspettata davvero di trovare qualcosa che giustificasse la paura che le attanagliava le viscere, in quell'aula.
Qualcosa che la facesse sentire meno sciocca.
-Cinquanta punti in meno a Tassorosso e Corvonero. A testa.-
Non sapeva nemmeno lei da dove le arrivasse tutta quella cattiveria.
Si rendeva conto che era un po' esagerata, come punizione.
Era decisamente troppo tesa, maledizione.
I due ragazzi la guardarono giustamente sbalorditi.
-Ma non è giusto!- sbottò il ragazzo. -Non stavamo facendo nulla di male, cercavamo solo..-
-Okay, okay, ragazzi.- James intervenne, prima che la cosa degenerasse. Lanciò un'occhiata a Lily, chiedendosi cosa la rendesse così isterica.
Squadrò i due, e sorrise, cercando di sembrare rassicurante.
Poveretti, li capiva: in fondo, stavano solo cercando di divertirsi, e avevano scelto il momento sbagliato, semplicemente, ovvero il momento in cui Lily era di pessimo umore.
Non avrebbe voluto essere al loro posto. Però doveva cercare di smussare le punizioni di Lily, o altrimenti nessuno sarebbe uscito vivo.
Fortuna che erano la prima coppietta che incontravano, o a quell'ora tutte le clessidre che contenevano i punteggi delle varie case si sarebbero azzerate senza possibilità di replica.
-La Evans stava scherzando- le lanciò un'occhiataccia, come segnale di non provare nemmeno a contraddirlo. -Facciamo dieci punti in meno a testa, d'accordo?Ora però filate a dormire, prima che vi becchi qualche professore, e vi assicuro che sarebbe peggio.-
La brunetta annuì, il viso illuminato di riconoscenza, e tirò per una manica il ragazzo, come cenno di muoversi. Quello fece un segno d'assenso, lanciando un'occhiata gelida a Lily, per poi spostare lo sguardo carico di gratitudine verso Potter.
Velocemente si allontanarono, lui che ancora borbottava sottovoce maledizioni contro l'isterismo di certa gente.
James e Lily stettero un attimo in silenzio, senza muoversi.
Poi il moro la fissò, con un'aria divertita.
-Lily- lei si voltò verso di lui, senza in realtà vederlo davvero. Guardava il vuoto, un po' spaesata. -Se togli così tanti punti per ogni sottigliezza, rischi di fare un macello. Capisco che potrebbe andare tutto a nostro vantaggio, se le altre Case avessero il punteggio ridotto al minimo potremmo facilmente vincere la Coppa delle Case, ma non credo questo sia il metodo giusto.- concluse, ironico.
Inizialmente Lily lo guardò male.
Detestava quel ghignetto che si andava dipingendo sulla sua faccia.
Poi sospirò, esasperata.
Non capiva nemmeno lei cose le passasse per la testa.
Era tutta la sera che era così. Nervosa, isterica, timorosa, sospettosa.
Così, senza una motivazione reale.
Con aria frustrata, andò a issarsi su un banco, giusto per sedersi un attimo.
Si passò una mano tra i capelli, stanca.
Guardò James, sapendo che lo stava facendo preoccupare, nonostante quell'aria scanzonata che lo accompagnava sempre.
Odiava che si preoccupasse per qualcosa che non sapeva nemmeno lei cosa fosse.
Una maledetta senzazione che di dispiegava dal centro del suo stomaco, e le paralizzava le budella, come se stesse per succedere qualcosa di terribile.
Conosceva quella senzazione.
Era la senzazione che provava nell'incubo, ogni volta che lei stava per morire.
Rabbrividì.
-Non so cosa mi stia succedendo.-
James le si avvicinò, posizionandosi davanti a lei.
Le accerezzò una tempia, con delicatezza.
-Prova a raccontarmelo.-
Lily decise di mettere da parte il timore di sembrare stupida. In quel momento aveva troppo bisogno di lui.
-Sono...non lo so. Spaventata da qualcosa, ma non so cosa. Come se avessi un brutto presentimento, una senzazione che stia per accadere qualcosa di tremendo.-
Dopo un attimo di silenzio James le prese le mani tra le sue, sorridendole, cercando di stemperare l'aria cupa che si era stagnata tra gli occhi della rossa.
-Questo non ti dà un buon motivo per terrorizzare una povera coppietta che tentava di pomiciare in un'aula vuota senza disturbare nessuno, lo sai?-
Gli lanciò un'occhiata gelida.
-Sei di molta consolazione, grazie.- poi parve pensarci un po'. -E comunque non sarebbero dovuti stare fuori dal dormitorio oltre il coprifuoco, lo sai anche tu.-
-Noi stiamo sempre fuori dal dormitorio oltre il coprifuoco, Evans.-
-Ma cosa c'entra, noi siamo Caposcuola!-
-Devo forse ricordarti che tre sere fa eravamo esattamente nella stessa posizione della coppietta di prima, solo tre aule più in là?Non esattamente un comportamento da Caposcuola..-
-Quello è stato un incidente di percorso, ed è stata tutta colpa tua. Io volevo perlustrare i corridoi, sei tu che me l'hai impedito.-
-Saresti credibile, se non fosse che mi ricordo benissimo che continuavi a dire che ti stavi annoiando a morte e che volevi che ti trovassi qualcosa da fare.-
-Ma non era certo un invito a trascinarmi in un'aula deserta e saltarmi addosso!-
-Non mi pare tu ti sia opposta.-
-Dettagli!-
James rise. Le accarezzò la testa, guardandola negli occhi, ora più sereni.
Sapeva che bastava distrarla. Qualunque cosa fosse quel presentimento che aveva, la cosa migliore per scacciarlo era parlare d'altro.
-Ammetti però che è un ottimo modo per far passare il tempo.- disse, ghignando.
Lei alzò un sopracciglio, scettica.
-Pretendi anche che ti risponda, Potter?-
-Così confermi solo le mie ipotesi, Evans.-
-Ma quella bocca non la tieni mai chiusa, Potter?-
-Potresti provare a zittirmi tu, Evans.-
-Non ci contare.-
Si allungò verso il suo viso, innaffiandola col suo respiro caldo.
-Allora mi dovrò arrangiare.-
Le cinse il viso con le mani, percorrendole la linea del volto di baci.
Lily chiuse gli occhi, sospirando.
Andava tutto bene, ora.
Un bacio sullo zigomo, un bacio sul naso.
E sentiva le viscere rilassarsi.
Due baci sulle palpebre.
E sentiva che quelle strane paure insensate, per un qualcosa che non sapeva nemmeno lei, se ne stavano andando totalmente.
Un bacio sulle labbra.
Bastava così poco.
Uno sul collo.
E Lily sorrise, tranquilla.
James però si staccò, dopo brevi attimi.
Aggrottò la fronte, guardandola.
-Hai sentito?-
L'effetto benefico che aveva avuto James su Lily svanì all'istante. Subito gli occhi della rossa si fecero più attenti.
-Cosa?- mormorò, sentendo nuovamente le viscere contratte.
-Sembrava un singhiozzo. Aspetta.-
Si scostò totalmente da lei, mentre il suo sguardo verde lo seguiva, pronta a qualsiasi avvertimento.
James afferrò la bacchetta.
Mormorando un breve incantesimo per illuminare l'aula, finalmente la stanza si rischiarò completamente, facendogli distinguere chiaramente l'interno di tutta l'aula.
Era una stanza evidentemente in disuso, vista la poca quantità di tavoli al suo interno, e l'aspetto arrugginito e polveroso delle finestre.
In quel momento, si sentì chiaramente il rumore che prima aveva incuriosito James.
Un singulto, piuttosto forte, proveniente da dietro una vecchia cattedra scalcinata.
Sembrava che qualcuno stesse piangendo, tentando a tutti i costi di non farsi sentire.
James si avvicinò, cauto, mentre Lily lo seguì, tentando di fare il meno rumore possibile, e sguainando la bacchetta per sicurezza.
Dopo pochi passi, Lily distinse chiaramente una figurina tutta rannicchiata su se stessa.
Era una ragazza, lo si poteva vedere dai lunghi capelli castani totalmente scompigliati, e dalla figura esile, sottile, completamente raggomitolata contro la gamba del tavolo, come a voler sparire all'istante dalla loro vista.
James corrugò la fronte, confuso.
-Cosa...- non fece in tempo a concludere la frase, che la ragazzina parve rannicchiarsi ancora di più su se stessa.
-Non fatemi del male!- urlò. Pareva disperata. Il suo corpo tremava violentemente, come se fosse percossa da continue scariche di elettricità.
Era sconvolta.
Il viso era una maschera di lacrime e terrore.
Lily fremette, notando come quel dolore le paresse stranamente familiare.
James si accucciò accanto alla ragazza, mettendo via la bacchetta.
Che cosa poteva essere successo a quella ragazzina?
Cercò di mettere su il suo miglior sorriso, capendo che la prima cosa da fare era quella di farle capire che era al sicuro.
-Ehi- le mostrò le mani, prive di qualsiasi oggetto scambiabile per una potenziale arma di qualsiasi tipo. -non ti vogliamo fare del male. Vedi?Sono disarmato. Siamo Caposcuola. Riesci a dirci cosa ti è successo?Da quanto sei qui?-
Lily lo fissò, chiedendosi come facesse a mantenere tutto quel sangue freddo.
Lei non riusciva a muoversi. Di nuovo, la senzazione di panico le attanagliava le viscere, immobilizzandola.
La mano destra impugnava la bacchetta, facendole sbiancare le nocche, e non sembrava intenzionata a lasciarla andare.
E di nuovo, non capiva perchè tutto quel terrore.
Si sentiva inutile, a stare ferma lì a guardare tutta la scena, impotente spettatrice di tutto quel dolore, mentre James stava cercando di rendersi utile nel miglior modo possibile.
Intanto, la ragazza tirò su col naso, cercando di asciugarsi una lacrima.
-I...io...Non..non lo so- singhiozzò. -Sono arrivata qui prima...dopo..dopo che..sono scappata qui dopo che Jenny...-
Non riuscì mai a finire quella frase spezzata. Si prese il viso tra le mani, e fu avvolta da una nuova ondata di singhiozzi, pensando a Jenny e a tutto ciò che quella figura mascherata le aveva fatto.
Lily tremò, rivelandosi capace solo di fissare quella piccola ragazza che si teneva il volto, disperata.
In quel momento, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era il suo incubo peggiore.
La figura incappucciata, che ora sapeva essere Voldemort, avvicinarsi a lei, con la bacchetta protesa, sempre più vicino, sempre troppo vicino, alla culla che custodiva il suo cuore, che conteneva quel furgoletto che ben presto avrebbe perso entrambi i suoi genitori..
James gettò un breve sguardo a Lily, indeciso sul da farsi.
La rossina fissava il vuoto davanti a sè, persa nelle visioni spettrali del suo subconscio.
Capì immediatamente che c'era qualcosa che non andava.
-Lily?- chiamò.
Lei parve riscuotersi, in attimo. Gli fece un cenno con la testa, come per dire che andava tutto bene.
Anche se tutto bene non andava.
Sentiva che c'era qualcosa di terribile che non era ancora stato detto.
-Jenny era la mia migliore amica.- riprese la ragazza, tra le lacrime. Con le mani si stropicciò la gonna, in un gesto nervoso. -Era appena scattato il coprifuoco, e quindi stavamo tornando in sala Comune..Io a dire il vero dovevo tornare in Sala Comune, mentre Jenny voleva prima fare un salto a salutare il suo ragazzo..-
Riusciva a stento a parlare.
Rivivere tutto la dilaniava.
Un secondo prima che arrivasse un'altra scarica di singhiozzi si gettò tra le braccia del Malandrino, per poi far scoppiare nuovamente tutto il suo dolore disperato in calde lacrime dal sapore amaro.
James guardò Lily, imbarazzato, indeciso sul da farsi.
Vide nello sguardo della rossa passare una compassione impotente per quella creatura spaventata, e allora decise che in fondo aveva solo bisogno di una spalla su cui piangere.
La abbracciò, tentando di calmarla.
-Shh, ora va tutto bene.- gettò un'altra occhiata a Lily, per accertarsi che anche per lei fosse tutto a posto. -ora ci siamo qui noi. Come ti chiami?Di che casa sei?-
La ragazza si staccò, leggermente più lucida. Il petto le sobbalzava ancora per i singhiozzi che tentava di trattenere. Lo guardò negli occhi, e si sentì imbarazzata per essersi lasciata trasportare così tanto con uno sconosciuto. Bè, quasi. Era impossibile non conoscere James Potter, in quella scuola.
-Io...Emily. Tassorosso.- con un dito scacciò via la patina bagnata che si era fermata appena sotto l'occhio, e cercò di fare respiri profondi.
Dopo un po' parve calmarsi del tutto.
-Te la senti di dirmi cosa è successo, ora?-
James aveva la voce dolce, come se la stesse accarezzando lentamente per tranquillizzarla.
Lily notò chiaramente come Emily paresse affascinata da quei pozzi nocciola che non la lasciavano naufragare.
Non era affatto lecito sentirsi gelosi in un momento simile, giusto?
Si morse il labbro, per costringersi a non fare cavolate.
Emily aveva bisogno di aiuto, e James si stava comportando molto più da Caposcuola di quanto stesse facendo lei.
Buffo come i ruoli si fossero rebaltati in un battito di ciglia.
La ragazzina emise un lungo respiro contornato da qualche tremolio, e annuì, incerta.
-Stavamo camminando...e all'improvviso...a-a-abbiamo v-visto un foglio per terra...tanti fogli, in realtà...erano sparsi sul-sul p-p-pavimento e..- la frase le si spezzò in gola, emettendo un suono sinistramente strozzato. Respirò a lungo, per calmare i singhiozzi. -Ne..ne abbiamo raccolto uno e..- tirò su col naso, sentendo gli occhi farsi lucidi. -c'era...c'era s-s-critto..c-cche tutti i M-m-mezzosangue dovevano..dovevano prepararsi perchè..perchè..- lacrime di terrore vagavano sul suo volto ovale, mentre veniva scossa da nuovi singhiozzi, più potenti.
Lily raggelò, all'istante. Strinse il pugno libero dalla bacchetta, mentre la presa sul bastoncino di legno si fece più dura.
-Vai avanti.- la voce di Potter era secca, un suono fatto di amara rabbia pronta a esplodere.
Non aveva nulla della carezzevole dolcezza di qualche secondo prima.
Gli occhi si erano fatti cupamente scuri, pregni di collera nera.
Emily deglutì, nascondendo per un attimo i suoi occhi castani sotto le palpebre.
-Dovevano...dovevamo prepararci perchè presto saremmo morti tutti.- singhiozzò. -Non ne avrebbero lasciato nemmeno uno vivo, diceva.- sobbalzò, ricordando quelle parole tremendamente crudeli, vergate di rosso. -A-a-all'inizio io e Jenny abbiamo...abbiamo pensato che fosse uno scherzo...uno scherzo di cattivo gusto..- dalla sua gola uscì un gorgoglio -Ci..ci siamo separate, lei per andare d-da David, io l'avrei aspettata in Sala Comune...- le mancava quasi il fiato, per lo sforzo di parlare e piangere insieme. -S-s-solo c-c-che non l'ho più vista tornare..- altre lacrime andarono ad aggiungersi alle precedenti. -Ho..ho pensato di andare a cercarla...so-sono andata da David, lui è di Corvonero..- l'ennesimo singulto la scosse da capo a piedi. -Lui ha detto che l-l-lei n-n-non si e-era mai presentata al loro ap-apuntamento..- si prese il viso tra le mani, non reggendo più tutto quel parlare, e diede libero sfogo al pianto.
James le appoggiò una mano sulla spalla, tentando di confortarla.
Aveva come l'impressione che non fosse tutto lì.
Strinse le labbra, sentendo tutta l'angoscia che doveva provare Emily sulla propria pelle.
-Non sapevo più che fare- gemette, straziata, la voce simile a quella di un pigolio. -allora stavo per tornare alla Sala Comune, magari...magari qualcuno sapeva qualcosa...quando...quando..- tirò su col naso. Ormai aveva il viso completamente bagnato e appiccicoso. -ho...davanti a me..ho visto..ho visto un Kneazle. Tutto nero...pareva un gatto...mi...mi ha..mi ha fatto un miagolio e..ha spalancato la bocca..aveva i denti...aguzzi come quelli di un vampiro..ed erano...erano..-si lasciò scappare una sorta di squittio terrorizzato. -i denti erano ricoperti di sangue. E su..su una zampa aveva...legato sulla zampa destra...era attaccato..- un'altra scarica di singhiozzi le impedì di concludere la frase. -Era attaccato il braccialetto preferito di Jenny. Gliel'avevo regalato io per il suo compleanno, l'ho riconosciuto subito...- gemette. -Sono scappata...ero terrorizzata..mi sono rifugiata qui...poi...poi sono entrati quei due...quella coppia..non si sono accorti di me, avevo troppa paura per mostrarmi...io..ho paura c-c-che Jenny sia..- non parlò più, lasciando che nuove lacrime andassero a mischiarsi con quelle precedenti, facendo intuire le parole terribili nascoste in quella frase.
A parte il suo pianto doloroso, non volava una mosca.
Lily sentiva il cuore che le martellava nel petto, ansante.
Sentiva qualcosa di simile al terrore strisciarle nell'addome.
Era tutto reale?
Com'era possibile che a Hogwarts, sotto gli occhi diretti del Preside, fosse avvenuto un assassinio?
No, era assurdo.
Magari la ragazzina si era fatta prendere dal panico e si era immaginata tutto.
Magari Jenny semplicemente aveva perso il braccialetto, e la sua scomparsa non aveva niente a che fare con i denti ricoperti di sangue del Kneazle.
O forse era tutto vero, e Hogwarts non era più così sicura come lo era stata fino ad allora.
Il solo pensiero era raccapricciante.
James, dopo attimi di silenzio in cui cercava di far lavorare il cervello alla velocità della luce, si schiarì la voce.
-Dobbiamo andare a dirlo a Silente. Subito.- il tono era grave, serio come Lily era sicura di non averlo mai sentito. -Intanto è meglio che tu vada in infermieria, Madama Chips così può darti qualcosa che ti faccia dormire. Hai sicuramente bisogno di riposo. Lily ti può accompagnare, mentre io vado a parlare con..-
-No!- Emily scalpitò, negli occhi vagava una luce spaventata. Si voltò verso Lily. La guardò un attimo, tremante. -Anche lei è Mezzosangue, come me.- fremette, spaventata. -Lui...chiunque egli sia.. vuole i Mezzosangue, lui ha promesso di ucciderci tutti...vuole..vuole noi...io...se vede due Mezzosangue girare per i corridoi...ci ucciderà...me lo sento, ci ucciderà..se almeno mi vede con un Purosangue..forse non...- sconvolta, fu colta dall'ennesimo attacco di pianto.
Ogni volta che le sembrava di aver finito le lacrime, quelle ricominciavano.
A Lily pareva che ormai nel suo sangue scorresse ghiaccio.
Non sapeva come comportarsi. Non aveva idea di come reagire. Era come se stesse guardando tutta quella scena da un punto di vista estraneo all'intera faccenda.
-Lily?- James la guardò intensamente. Cercava di leggerle le emozioni che le percorrevano il viso.
Aveva un'espressione strana. Apatica.
-Te la senti di andare tu da Silente?Da sola?- usò un tono soffice.
Sapeva che lei non l'avrebbe mai perdonato, se avesse preteso di fare tutto da solo. Anche lei si voleva rendere utile.
Se la sarebbe cavata, ne era sicuro.
Era una delle streghe migliori del loro anno, e non era certamente facile terrorizzarla. Inoltre, l'avrebbe tenuta d'occhio sulla Mappa del Malandrino, per sicurezza, così da controllare che arrivasse illesa da Silente.
Lily parve riprendere coscienza di ciò che la circondava.
Lo guardò.
E improvvisamente parve ricordarsi chi era, e l'orgoglio prese il posto di quel ghiaccio che prima le fluiva nelle vene.
Non era certo una damigella in pericolo, lei.
Da che razza di timori si faceva prendere?
Sapeva difendersi, e anche con una maestria discreta. Avrebbe fatto vedere lei chi era la Mezzosangue.
Gli occhi si riempirono di fermezza decisa.
Era una Caposcuola, ed era ora che iniziasse a fare il suo dovere.
-Certo.-
Emily parve stupita dal tono di voce sicuro che aveva usato.
James annuì, senza mai smettere di guardarla.
-Va bene. Tu vai, io ti raggiungo il più in fretta possibile.
Lily annuì. Senza una parola di più, ignorando le viscere contratte in uno spasmo di strano timore, si voltò e si incamminò per andare a parlare con il Preside.

Le fiamme scoppiettavano, nel caminetto della Sala Comune di Grifondoro semivuota.
Ormai era tardi.
Solo Lily assisteva allo spettacolo di quella danza continua, assorta però in ben altri pensieri.
Aveva finito da un pezzo di parlare con Silente.
E James non era ancora tornato.
Irrequieta, cambiò posizione, cercando di mettersi più comoda sul divano.
Era arrivata all'ufficio del preside piuttosto trafelata.
Nonostante non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, la inquietava non poco girare per i corridoi, dopo aver sentito tutta quella storia.
Era stata accolta da un Albus Silente ancora perfettamente sveglio e comodamente seduto nel suo ufficio, come se fosse perfettamente conscio della visita notturna che stava per ricevere.
Lily si mosse ancora, senza trovare una reale posizione in cui stare.
Forse perchè non era propriamente in pace con se stessa.
Lo sguardo dell'anziano Mago si era trasmutato presto da tranquillo e placido a preoccupato e ansioso, man mano che Lily gli spiegava l'intera dinamica dei fatti.
Trafelato, si era alzato dalla sua sedia, con aria grave.
-Signorina Evans, lei e il signor Potter avete fatto un ottimo lavoro. Ora andrei a fare un paio di domande alla signorina Emily, sempre che non si sia già addormentata. La prego di fare ritorno immediatamente al suo dormitorio, e non divulgare la notizia troppo in giro, almeno fino a quando non avrò notizie più sicure. La pregherei anche di assicurarsi vivamente che nessuno, per nessuna ragione, lasci il dormitorio.-
Era preoccupato.
Lily poteva dire con certezza che era la prima volta in sette anni che vedeva il preside minimamente turbato da ciò che lo circondava.
E se lui era preoccupato, non era da biasimare, se lei quella notte non avrebbe fatto sogni affatto tranquilli.
E James non era ancora tornato.
Si impose di darsi una calmata.
Era facile dimenticarsi che fuori si stava combattendo una guerra, finchè erano rinchiusi in quelle quattro mura familiari e sicure.
Un po' più difficile era dimenticarsene, se la guerra li veniva direttamente a cercare esattamente in quelle quattro mura.
Non poteva credere che Jenny fosse davvero stata assassinata, proprio lì.
Sperava ancora che fosse sparita per qualsiasi altro motivo.
Se il castello non era più sicuro, dove sarebbero stati al sicuro?Dopo questo, c'era davvero da stupirsi che il loro Incanto Fidelius non avrebbe funzionato?
Era quasi prevedibile, viaggio nel futuro o meno.
Forse erano solo paranoie.
Ma non riusciva a togliersi dalla testa le lacrime di Emily, e il volto privo di vita di Jenny. Che poi, la Jenny che vedeva nei suoi pensieri non sapeva nemmeno se corrispondesse all'immagine della vera Jenny, che non aveva mai visto e che non avrebbe visto mai, probabilmente.
Rabbrividì.
Chissà come davvero era, la povera Jenny.
Era bionda?Era mora?Che cosa avrebbe voluto fare nel suo futuro?Diventare madre, sposarsi?Oppure essere una donna in carriera, senza vincoli eccessivi?
Perchè per lei erano così importanti, quei particolari?
Forse dare un volto a Jenny avrebbe contribuito a non vedere se stessa nella figura morta che si prospettava nella sua testa.
Forse sapendo i dettagli avrebbe potuto ricostruire un significato per quella morte insensata.
In quel momento il buco del Ritratto si aprì, mostrando un James pallido e stravolto.
-Ehi.- il sorriso che le rivolse si spense quasi subito.
Si scostò per fargli posto, senza pronunciare verbo.
James si lasciò cadere pesantemente sul divano, stanco.
-Silente è arrivato in infermieria a parlare con Emily. Le ha letto i ricordi grazie alla legimanzia, e poi ha detto che avrebbe mandato i professori a perlustrare il castello. Hanno ancora delle speranze nel ritrovarla viva.- si passò una mano tra i capelli, esausto.
-Perchè non ha mandato anche i Caposcuola a perlustrare i corridoi?Non sarebbe meglio renderci utili?-
Lui scosse la testa, frustrato.
-Gliel'ho fatto presente anch'io, ma ritiene che sia troppo pericoloso. Ha detto che è meglio se stiamo qui, a controllare che nessuno esca.-
Lily annuì. Aveva detto le stesse cose anche a lei.
-Tutto questo è assurdo.- mormorò il moro, scuotendo la testa. -Hogwarts dovrebbe essere un posto sicuro.-
La rossa per un attimo sorrise, mesta.
Strano come, mentre lei quando era sconvolta o terrorizzata si rinchiudeva in un religioso silenzio, James sentisse il bisogno spasmodico di continuare a parlare, come per mettere a tacere i propri pensieri.
-Emily era ancora sconvolta. La Chips ha dovuto darle una doppia dose della pozione per far dormire senza sogni, per calmarla.- scosse la testa. -Non riusciva a smettere di piangere. Da un lato posso capirla. Credo sia una di quelle cose che ti segnano per tutta la vita, perdere in quel modo qualcuno che ti sta a cuore.-
Lei lo fissò.
-Io perderò te.- sussurrò, sentendo l'amarezza di quelle parole nella bocca come fossero veleno.
Lui la guardò di rimando. Nessuno dei due si chiese come fossero passati a parlare di quell'argomento. Non era stato più toccato, dopo quella notte in cui avevano fatto l'amore. Sorrise, con la stessa amarezza.
-Saranno giusto dieci minuti, forse meno. Poi mi raggiungerai.- distolse lo sguardo, puntandolo sul fuoco. -C'è un che di egoisticamente consolante, nel sapere che sarò il primo, sai?-
Calò il silenzio, un silenzio vibrante di amara consapevolezza. Era tutto così assurdamente sbagliato.
-Saranno i dieci minuti più lunghi della mia vita.- sussurrò lei, senza osare guardarlo.
Non era una richiesta di consolazione, o un'accusa, o altro.
Era una semplicissima constatazione.
James non rispose. Non ce n'era il bisogno.
Poi Lily fece un sospiro, chiudendo gli occhi.
Si allungò verso il comodino che le stava davanti, senza mai rivolgergli uno sguardo.
Lì sopra, aveva appoggiato dei fogli. Li afferrò, cercando di non osservarli.
-James- chiamò. Si impose di non tremare, finchè lui le volgeva lo sguardo.
Gli porse i fogli, senza distogliere gli occhi dai suoi.
-Li ho trovati andando verso l'ufficio di Silente, e poi altri ne ho trovati davanti al buco del ritratto. Li ho raccolti tutti, perchè non volevo che domani mattina qualcuno li vedesse. Anche se probabilmente qualcuno mi è sfuggito, ve ne erano parecchi.- tenne lo sguardo fermo, sicuro, non volendo che lui vedesse quanto in realtà dentro stesse vacillando.
Li riconobbe subito.
Emily li aveva descritti alla perfezione.
Inchiostro di sangue su un foglio altrimenti immacolato.
Parole fredde come lame.
Mezzosangue, preparatevi. La vostra ora è vicina. Di voi non rimarrà altro che cenere. Nessuno avrà scampo. Questo è un giuramento di guerra.
Sentì una rabbia cocente crescere dentro di lui, subito dopo aver finito di leggere. Senza esitazioni, con un unico gesto rabbioso, li appallottolò tutti insieme, per poi gettarli tra le fiamme, senza pensarci un solo istante.
Mentre le fiamme lambivano la carta con uno scoppiettio, sentì i suoi stessi occhi ardere di frustrazione.
Li guardò bruciare, sentendo che qualcosa nel suo petto, bruciava assieme a loro.
Che cosa c'era di sbagliato, nelle persone?
Perchè il mondo aveva così paura di qualcosa che fosse anche solo minimamente diverso?
Cosa spingeva l'uomo ad agire con così tanta cattiveria?
Con la coda dell'occhio, osservò Lily, che contemplava la carta venire avvolta dal fuoco, con aria assente.
Cosa spingeva l'uomo ad agire contro altri uomini?
Lui faceva persino fatica a concepire che qualcuno volesse sbarazzarsi di una creatura come Lily. Ma anche senza essere di parte, non capiva come delle persone volessero semplicemente liberarsi di una fetta dell'umanità, così, per un puro pregiudizio.
C'era qualcosa di marcio nell'umanità.
Qualcosa che forse non c'entrava nemmeno con la guerra. Era insito nell'uomo, e non si chiamava di certo Voldemort. Non aveva un nome, era qualcosa che probabilmente viaggiava nel cuore degli uomini sin dalle origini.
Si stupì di quei pensieri. Solitamente era Lily quella pessimista, e lui era l'ottimista.
Come si sentiva, lei, in quel momento?
Mezzosangue, preparatevi.
Il viso della rossa non esprimeva emozioni. Probabilmente anche lei aveva paura, probabilmente quelle parole l'avevano toccata più di quanto desse a vedere.
La sua forte e coraggiosa Lily. Sentiva quella paura che lei stessa non avrebbe mai ammesso vibrare nell'aria.
Jenny avrebbe potuto essere lei, o Lene, o Mary. Questo, stava pensando Lily.
La vostra ora è vicina.
-Una volta abbiamo parlato di fare la differenza.- se ne uscì la rossa, con la voce che tremava leggermente. -Ma ha davvero senso, che un granello di sabbia si metta a combattere contro un oceano?Quanto vale la parola di due o tre persone che non hanno pregiudizi, contro un'orda di persone che invece ci vorrebbe tutti morti?Coloro che moriranno per la nostra causa saranno sempre troppi, rispetto a coloro che rimarranno vivi per ucciderci. Siamo in guerra.-
Non lo guardò, durante quel discorso.
Era un discorso fatto con voce atona, priva di qualsiasi emozione.
-Preferiresti soccombere?-
Lily scosse la testa.
-No. Certo che no.- sospirò, pesantemente. -Non so cosa sto dicendo. Continuo a pensare a Jenny. E Emily. E al fatto che non sarebbe dovuto succedere. Non qui, non così giovani. E mi sento così stupida, perchè ero così felice, mentre la gente là fuori muore, e mi sento doppiamente stupida, perchè egoisticamente vorrei cancellare le ore precedenti e tornare come ero appena prima di cena. Totalmente senza pensieri. E non è giusto, perchè siamo in guerra, di pensieri dovrei avercene, eccome.-
James si allungò, per stringerla a sè.
Le baciò una guancia, sentendola fremere.
-Io non ti voglio infelice.- sussurrò. Le accarezzò il profilo del viso. -Nè voglio che tu abbia troppi pensieri. Non sono d'accordo con il tuo discorso, Lily.- la baciò nuovamente. -Credo sia giusto, tentare di essere spensierati. Non possiamo darla vinta così a tutti coloro che invece vorrebbero farci preoccupare. A cosa credi servissero quei fogli?A spaventare, a terrorizzare. Chi riesce ad ottenere la paura delle persone, le ha già in pugno per metà. Bisogna saper godere delle piccole cose soprattutto in guerra, per ricordarci ogni giorno che c'è qualcosa per cui vale la pena lottare.-
Lily sorrise, in parte tranquillizzata.
Si accoccolò meglio tra le braccia di James. Iniziava a sentirsi stanca. Avrebbe voluto fare un lungo sonno, privo di sogni turbolenti.
-Hai ragione.- soffiò.
Pensò alla senzazione di irrequietezza che aveva provato prima, e come effettivamente si fosse rivelata esatta, e rabbrividì.
Sentì l'abbraccio di James farsi più saldo, come se avesse capito benissimo su cosa stava rimuginando.
Non parlarono più.
Fu dopo non molto, che entrambi si addormentarono, esausti da quella serata.
Entrambi erano consapevoli che quella notte, qualcosa ad Hogwarts era cambiato.
D'ora in avanti sarebbe stato difficile, ridere senza pensare a quella sera.
D'ora in avanti sarebbe stato difficile vedere le battaglie tra Grifondoro e Serpeverde come qualcosa di innocuo.
La guerra era entrata tra quelle mura, senza nemmeno prendersi il disturbo di bussare.








Uhm...toc toc?C'è qualcuno al di là dello schermo?XD
Ebbene si, dopo mesi (o.O) sono, finalmente, tornata, nella speranza che ci sia ancora qualcuno che legge e non siate tutti quanti scappati in qualche lontana città esotica, completamente dimentichi della povera Lussissa e della sua storiella XD
Finalmente gli esami sono finiti e riesco ad aggiornare di nuovo, anche se il ritorno non è dei più ecclatanti: questo capitolo è più corto del solito, principalmente di transizione,non ha chissà quali riflessioni,  e serviva soprattutto a me, per cercare di introdurre la guerra e far capire che non possono permettersi di stare troppo tranquilli XD,e per rientrare nella storia, nei personaggi, che nelle ultime settimane li avevo sentiti parecchio distanti da me e dal mio mondo fatto di stress e di poca scrittura-per un periodo ho persino pensato di aver perso completamente la capacità di scrivere, chiedete alla povera pony, che si è subita le mie sclerate da psicopatica XD questo capitolo va a lei, che continuava a mandarmi messaggi MOOLTO subliminari(ceeerto come no -.- praticamente erano minaccie di morte XD) per farmi scrivere XD
In ogni caso XD i James/Lily di questo capitolo sono un po' strani o.O ve l'ho detto, ho fatto un periodo in cui li sentivo proprio distanti, e questo è ciò che è venuto fuori. Ma in ogni caso XD adesso dovrei riuscita a ricalarmi nella parte eeee quindi ora non vi libererete più di me MUHAUHAUHAUHA XD nel prossimo capitolo aspettatevi DI TUTTO XD Lene, Sirius, Emmeline, ora tornano tutti all'attacco BWUHAUHA XD O.o ehm no ok scherzo...circa, bwuhauhauha XD O.o sono gli esami che mi hanno fatto diventare pazza, tranquilli ^^
L'unica cosa che questo capitolo ha di importante è una domanda: cosa sarà successo alla povera Jenny?Chi l'ha uccisa?bwuhauhauha XD O.o continuo ad essere pazza, si XD
Passo ai ringraziamenti che è meglio XD scusate se li faccio un po' di fretta, ma inizio ad essere seriamente in ritardo XD

caramella_rosa_gommosa: mmmmm dici che Sirius finirà con Lene?può essere...ma se ciò dovesse accadere non sarà tanto presto, BWUHAUHA O.o ehm ok mi chiedo ogni volta perchè mi diverto ad essere così sadica XD grazie per i complimenti, mi commuovono sempre *__* scoprirai presto chi sogghignava nell'ombra, diciamo già...nel prossimo capitolo?ma non posso fare spoiler XD un bacio ^^

Iva27: ehm no, alla fine ti ho davvero fatto morire dall'attesa: è tre mesi quasi che non aggiorno ^^ per chi lavora Victor?uhm...non è che proprio lavori volontariamente XD cioè, poverino, ha 11 anni, diciamo che non è propriamente consapevole della parola "coraggio", soprattutto se lo manda qualcuno che non ha tanti problemi a puntargli una bacchetta contro ^^ O.o mi sa che ho detto troppo XD per il discorso dell'amore, sono contenta di aver trovato qualcuno che la pensa come me: non sopporto quelle coppiette quasi ridicole che si giurano amore eterno e addirittura si mettono a scegliere già il nome dei futuri figli, e poi basta una cazzata e si mollano e il gg dopo stanno con qualcun altro. Un po' di coerenza, che diamine!credo sia tutto ^^ un bacio!

pazzarella_dispettosa: ciao Genia XD avevo promesso che avrei lasciato in pace James e Lily o.O bè ma non è che qui succeda qualcosa a LORO, non proprio almeno XD in effetti in questo capitolo non succede pressochè nulla O.o mi sa che ho scritto un capitolo pallosissimo Xd oh bè, dettagli XD a presto genia, scusa la velocità ma sono DAVVERO in ritardo O.o comunque sono stracontenta che ti sia piaciuto il capitolo scorso, era un capitolo a cui tenevo parecchio XD un bacio!

_zukky: visto che poi ti lamenti che "saresti quella a cui dovrei dedicare più tempo x rispondere alla recensione U.u" risponderò anche a te in maniera prolissa e piena di faccine schizzate, sei contenta?XD come puoi pretendere che dopo che mi hai scritto una decina di versi strani io non pensi male?O.o sei la solita pervertita, ammettilo U.u XD e comunque i nomi dei nostri figli li scelgo io U.u ammettilo, anche Peppa e gertrude hanno un certo non so che XD bwuhauhauhauha XD vai a dormire scema XD ci sentiamo o.O boh non so quando XD ti voglio bene!

Star Petal: si, lo so...sono tutti dolci e teneri XD peccato che in questo capitolo non ne sappiate più del precedente, quindi per sapere cosa accadrà alla povera Lene bisognerà aspettare...bwuhauhauha o.O io sono sadica XD grazie per la recensione *__* un bacio X

Nymphy Lupin: tranquilla, anch'io solitamente mi scoccio a recensire ^^ cooomunque...chi è la figura misteriosa?nel prossimo capitolo probabilmente lo scoprirai...XD grazie della recensione =)

DanyCullen: purtroppo, per Sirius e Lene ci vorrà ancora un bel po': sono entrambi testardi, anche troppo XD grazie per essere passata!

Little Nanny: non hai affatto fatto una recensione troppo lunga e noiosa, anzi, non sai quanto piacere mi abbia fatto ^^ mi sono quasi commossa a sentirti dire quanto ti sono piaciuti i personaggi: per me è molto importante sapere che riesco a caratterizzarli bene ^^ inoltre mi ha fatto piacere che mi abbia detto che riesco a bilanciare bene il romanticismo e l'ironia di James e Lily: te lo giuro, io non riesco proprio a sopportare quelle storie dove prima si odiano e nn farebbero altro che accoltellarsi, e poi improvvisamente puf!sembrano appiccicati con l'attaccatutto. Oppure quelle storie dove Lily pare una Banshee isterica e poi si appiccica a James come una cozza, e se lui per sbaglio dice "Guarda oggi devo uscire con Sirius.." viene giù il finimondo. E purtroppo di storie così ce ne sono tante XD quindi sono contenta di non rientrare nella categoria XD anche se questo capitolo ti avrà sicuramente annoiata, spero di risentirti ^^ un bacio!

Marti94: grazie per i complimenti ^^

pony: carissima lettrice, tu sai quanto io ti abbia stimata e abbia aspettato con ansia ogni tua recensione...MA TUUU!!!TU SEI SPARITA O.O dove ti sei andata a cacciare, lettrice dei miei stivali, nel momento in cui maggiormente mi servivi??AHHH per punirti vedrò di far SOFFRIRE IMMENSAMENTE SIRIUS, HA!COSì IMPARI U.u muhauhauhauhauhauha XD ma no ma tu lo sai che io ti voglio bene XD lo so che James è da stupro U.u giù le zampe, è MIO U.u (Lily:...O.o scusa, ti spiacerebbe ripetere...?-.-)(io:O.o ehm ^^ Lilina cara ^^ metti giù quel fucile, su, scherzavo ^^) mmmmmm non vi è altro da dire, venerabile compagna. Mi appresto a lasciare questi luoghi...E TU VEDI DI RICOMPARIRE, MISERIACCIA, tanto per citare Ron XD saluti e baci, ti voglio bene e blablablabla. addio XD

ele_lele: ma sai che mi hai fatto quasi venire un colpo?O.o bwuhauhauhauha Xd per questo ti stimo, sul serio XD come è andata la maturità?alla fine che tesina hai portato?io lasciamo perdere -.- ho trovato il commissario esterno di matematica che sarei stata disposta ad ammazzarlo con le mie stesse mani -.- ma almeno ora è finita, muhauhauha XD sono contenta che io ti abbia fatto apprezzare la coppia James/Lily, ogni nuova fan viene ben accetta muhauhauhauha Xd O.o tranquilla, sono pazza, ma è normale ^^ spero di risentirti presto, e grazie mille per i complimenti ^^ XD

PinkLadies: ma grazie cara ^^ oddio, sto facendo passare un mucchio di notti insonni a un mucchio di gente, qui XD ehm XD dettagli ^^ grazie ancora!

dramione_ron: TUUU HAI UN RAGAZZO UGUALE A SIRIUS??O.o o.O ma non è giuuuuuuuuuuuuuustoooooooooo lo voglio anch'iiiiiiiiiiiooooooooooo buaaaa ecco ora piango disperata, xk io non ho la tua fortuna, perchè, perchè??il mio ex l'unica cosa che potrebbe vagamente avere in comune con James Potter è che mi ha regalato un magnifico paio di corna -.- carino, vero?-.- ma questo non c'entra XD davvero pensi che dovrebbe diventare un libro?o.O magari XD grazie mille per tutti questi complimenti XD un bacio!

_Jaya: si, ci avevo pensato all'inizio di dare i nomi alle vocine delle sorelle di cenerentola, ma poi non so perchè mi ha colto una specie di illuminazione divina e Peppa e gertrude furono, bwuahuah XD grazie dei complimenti ^^

malandrino4ever: per rispondere alle tue domande su Lene dovrai aspettare ancora un po' XD ma non troppo, tranquillo ^^ grazie per la recensione XD

brando: mmmmmmm...non posso dirti se hai azzeccato o no con la tua supposizione ma...Xd mi fermo qui o dico troppo, muhauha XD spero che non ti abbia annoiata troppo questo capitolo =) un bacio =)

ramoso4ever95: certo che puoi contattarmi, quando vuoi ^^ anche per "stressarmi" come dici tu XD se vuoi la mia mail è lussissa@hotmail.com Xd gli esami sono andati abbastanza bene, anche se i prof sono stati un po' stronzi o.O ma l'importante è essere passati XD dovrai aspettare ancora un pochino per sapere chi è la figura nell'ombra, ma probabilmente non ci sarà da attendere troppo XD un bacio!

Miss Rainbow: suuuuddditaaaaaa =((( lei mi mancaaaaaaaaa (ma non come l'aria: quella mi proviene direttamente dal condizionatore, e la sto adorando e inspirando come farebbe Sirius Black al cospetto di una ventina di donne nude pronte a donarsi a lui incondizionatamente.) XD ma come mai non ha più msn?=( sigh sob...guardi, ho scritto un capitolo schifoso, secondo me è tutta colpa del fatto che non ci sentiamo più, si si U.u muhauha XD coooomunque XD appena torni in vita fammi uno squillo, che così possiamo riprendere le nostre amabili blaterazioni (o.O forse questa parola nn esiste XD) come se nulla fosse cambiato(si, sto delirando. Si, è colpa degli esami. No, in effetti no, sono sempre stata pazza O.o) come sempre sudditina mia adorata (O.o è la lontananza che ci fa sentimentali, si si U.u) grassie dei complimenti =D spero di risentirla presto XD la adoro!

La Nika: grazie per i complimenti XD è vero, ormai James e Lily sono quasi degli adulti, ehhhhh...ma uffa, la rowling non poteva lasciarli vivere?sigh XD grazie ancora!

vanexa_: tranquilla ^^ a metà...no, non credo di continuarla, ormai mi ci sento davvero troppo distante, è come se non l'avessi nemmeno più scritta io, non so come dire XD la figura nell'ombra...uhm...chi sarà mai?XD si vedrà XD baci!

love luna: la tua recensione mi ha fatto molto piacere ^^ non dovevi sentirti in colpa comunque XD chi mi segue da un po'(chiedi a zukky e pony e Miss Rainbow XD) sa che spesso mi faccio cogliere dallo sconforto perchè non mi piace quasi mai quello che scrivo, e quindi tendo a lamentarmi se vedo che le recensioni calano XD ma tranquilla, sono io che sono una mezza lagna (quelle tre possono sempre confermare XD) quindi ^^ comunque mi ha fatto piacere ^^ si, James è un figo assurdo bwuhauhauhauhauha XD grazie ancora ^^ un bacio!

Yridyan: ma ciao ^^ Sirius e Lene...bè, ne vedrete DAVVERO delle belle XD quei due non sono capaci di fare altro che casini XD l'elfo riapparirà o.O prima o poi XD soprattutto ora che c'è stato un assassinio, il suo aiuto sarà indispensabile XD guarda, anch'io sto decisamente avendo delle aspettative troppo alte sull'amore o.o è tutta colpa di james e Lily, ecco u.u XD un bacio!

Elly_Lily_Herm: sono contenta che la storia ti piaccia ^^ grazie per essere passata ^^

S_marti_es: MAAAAAAAARRRRRRRRRRRRTYYYYY XD  gli esami...diciamo che sono andati O.o per fortuna, non ne potevo più, giuro XD stavo seriamente tentando di buttarmi dalla finestra, a un certo punto XD stavo seriamente anche pensando di andare lì, pc alla mano, e dire: sentite, commissari...io avrei scritto una storia, non ho proprio avuto tempo di studiare, vedete?^^ c'è gente che si suiciderebbe senza di me ^^ (me gli faceva leggere la recensione di...ehm o.o boh XD di qualcuno che voleva commettere un suicidio se non aggiornavo-mi sa nessuno, ma al massimo me lo inventavo XD)  muhauhauha XD è ora di smettere di fare la scema o.O siamo maturate, ecco U.u (seeeeeee come no XD certo certo XD) spero che questo capitolo non ti abbia annoiato a morte XD davvero ti sei mezza imparata a memoria dei pezzi?O.o mi commuovi O.O mmmm...sai, mi piace questa cosa della triplice alleanza...potrebbe uscirci qualcosa di carino...mmm..potremmo mettere su un'opera teatrale!!!!direi che io faccio Lily...e direi di iniziare esattamente dalla scena in cui fanno l'amore, BWUHAUHAUHAUHAUHAUHA XD O.o si, gli esami mi hanno fuso anche quel piccolo neuroncino che mi era rimasto XD (quale neurone??O.o) XD io veramente nn ho ancora accettato che James morirà...spero ancora di trovare una noticina minuscola della rowling in cui dice muhauhauha!!era un grande scherzone, sono tutti vivi!!!Xd magari =( XD ora vado che è meglio O.o a preeeeesto  mia alleataXD un bacio!



























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Capitolo 33
*** Lo Sconosciuto ***


cap 33 Alla mia Marlene XD Perchè è a lei che mi sono ispirata anche per le piccole cose, anche se questa Marlene ha capelli neri e occhi grigi invece che riccioli castani XD
Ti voglio bene, stronzetta, ricordatelo sempre.








Marlene Mckinnon dispiegò le labbra in un sorriso, osservando con attenzione il ragazzino seduto sul ciglio delle scale insieme a lei.
Era domenica, e dunque quel giorno la divisa scolastica non era obbligatoria.
Lei in ogni caso l'aveva indossata lo stesso, in quanto non le dispiaceva affatto mostrare a tutti la cravatta rosso-oro penzolante sulla camicia bianca e l'immancabile gonna a pieghe grigia. A dirla tutta si sentiva molto più comoda così che in qualsiasi altro vestito.
Victor, invece, dall'alto dei suoi undici anni, era di tutt'altro avviso: troppo poco abituato a imporsi un vestiario che non voleva, ogni occasione era buona per indossare ciò che più gli garbava.
I capelli castano scuro gli ricadevano sulla fronte in uno spruzzo di ciuffi che arrivavano quasi agli occhi, ora tenuti bassi per l'imbarazzo.
-Victor- la voce di Lene era pregna di una dolcezza che faceva sembrare che lo stesse imboccando con un cucchiaino ricolmo di miele da far scorrere direttamente lungo la gola. -dimmi cosa c'è che non va, ti prego. Siamo amici, giusto?-
Il ragazzino annuì, riuscendo finalmente a guardarla negli occhi.
Marlene si ritrovò a pensare a quanto fosse strana, quella situazione. In quelle settimane aveva stretto un rapporto curioso con quel piccolo Serpeverde.
Era iniziato tutto dalle domande incessanti di quel ragazzino.
Inizialmente erano domande brevi e generali, curiosità di capire un mondo che non aveva mai avuto modo di conoscere, prima che lui scomparisse nuovamente dietro a una facciata dai colori verde argento.
Ma poi, pian piano, si era avvicinato sempre più a lei.
Aveva incominciato a farle domande più profonde, che richiedevano risposte più ampie.
E lei si era concessa di ricambiare l'interrogatorio, scoprendo così un buon confidente in un ragazzino che era appena più grande di un bambino.
Entrambi potevano imparare qualcosa dall'altro.
Era piacevole riuscire ancora a vedere il punto di vista di quell'età ancora innocente, da parte di Lene, e dall'altra parte, Victor stava iniziando a imparare a ragionare con la sua testa, fregandosene sempre di più del giudizio altrui.
Con dei limiti, ovviamente: aveva pur sempre undici anni, era impossibile che si liberasse totalmente dalle convinzioni che gli inculcava una famiglia dal sangue Puro e immacolato.
Ogni tanto vedeva nello sguardo scuro di Victor un'ombra di timore, come se temesse quella vicinanza con lei, ancora come i primi tempi.
L'undicenne la interruppe dai suoi pensieri, riuscendo finalmente a togliersi di dosso ciò che gli premeva in mezzo all'addome.
-Ho paura.- sbottò, in fretta, sperando che la velocità della frase non avesse permesso a Lene di cogliere le sue parole.
Lei sospirò, stropicciandosi con le mani la gonna della divisa.
Aveva un campanello d'allarme che le tintinnava in testa, incessante.
Anche lei in quel periodo aveva paura. Molta.
Chi poteva azzardarsi a non averne?
Dopo la sparizione di Jenny, sembrava che nulla nel castello fosse più lo stesso.
Silente era stato chiaro: nessuno avrebbe più dovuto allontanarsi dal castello per nessuna ragione.
Chiunque avesse violato il coprifuoco avrebbe subito punizioni ben più gravi di quelle a cui erano abituati.
Stavano ancora cercando delle spiegazioni per quel che era successo. Spiegazioni che parevano svanite con il vento di quella notte.
Tutto lo staff di Hogwarts era in pieno fermento, ancora impegnato a trovare i colpevoli di quelle lettere rosso sangue e quel che rimaneva di Jenny, che pareva essere volata via in un alito d'aria troppo forte.
Coloro che non volevano guardare in faccia la realtà ipotizzavano che fosse semplicemente scappata, ma le tracce di sangue trovate qua e là per il corridoio, purtroppo, sbattevano negli occhi una verità ben più terribile.
Ma non poteva certo dimostrarsi impaurita di fronte allo sguardo terrorizzato di Victor.
Tentò di mettere su un sorriso.
Qualcuno l'avrebbe giudicata pazza, a starsene seduta su un gradino con un Serpeverde, soprattutto in quei giorni.
Ma Victor era pur sempre un bambino.
-Di cosa hai paura?Lo sai che a me puoi dirlo.- suonò conciliante, cercando ancora di risultare dolce, seppur ora il miele avesse un'aggiunta di arancia che dava al tutto un retrogusto amarognolo.
-Credi che Jenny sia davvero morta?- la voce gli era uscita con un velo di infantilità che sperava di perdere, negli anni. -Nel nostro dormitorio si dicono cose strane.- mormorò, poi.
Lene increspò la fronte, all'erta.
-Cose strane tipo?-
Victor scrollò le spalle, cercando di spazzare via quell'ombra che pareva insidiata dentro di lui.
-Quelli più grandi sembra che stiano complottando qualcosa. Sono sempre in gruppo a confabulare, e appena uno dal quarto anno in giù entra nella stanza lo mandano via in malo modo, o si interrompono bruscamente.- deglutì. -Sei la prima persona a cui lo dico...ma che succederebbe se fossero stati loro ad uccidere Jenny?E se...e se vedessero che vado spesso in giro con una Mezzosangue, cosa mi direbbero?Ho paura di quello che potrebbero farmi. Anche se non credo più che ci sia differenza tra Purosangue e Mezzosangue, Serpeverde è pur sempre la mia Casa. Però non voglio nemmeno non esserti più amico, tu sei simpatica..mi..mi hai insegnato molte cose..continuo a non capire perchè i Purosangue ce l'abbiano tanto con...con quelli come te..- l'ultima frase si consumò in un sussurro debole come un ramoscello spezzato.
Le labbra di Marlene si piegarono in un sorriso che non aveva più nulla del miele di poco prima.
Era un sorriso che usava spesso, dopo la notte passata con Sirius: era il sorriso dei disillusi.
-Siamo in guerra.- la voce pareva un taglio secco e preciso sulla carne. -Credo che tutto ciò che è importante ora come ora, non è più il perchè e il percome. Tutto ciò che ora conta è la parte in cui stai.- si raddolcì, accarezzandogli la testa. -Non devi per forza decidere adesso. Di anni ne hai ancora. Però devi ricordarti che non c'è nulla di più riprovevole di colui che sta da una parte solamente per paura di quello che potrebbe accadergli. Gli ignavi sono una categoria che non merita nemmeno di soggiornare all'inferno, giusto per citare il mio conpatriota Dante.-
Lui la guardò, perplesso. Gli occhi grandi esprimevano ancora tutta l'incoscienza di un bambino, l'innocenza di chi non aveva ancora perso nulla nella vita.
Marlene ebbe come l'impressione che quegli occhi sarebbero rimasti gli stessi anche quando lui sarebbe diventato molto più grande.
-Chi sarebbe questo tizio con un nome tanto ridicolo?-
Lene scoppiò a ridere, suo malgrado.
-Dante Alighieri, giovanotto. Non ti hanno insegnato niente, prima di venire a Hogwarts?-
Non era stata Marlene, a parlare, a meno che all'improvviso la voce della ragazza non si fosse trasformata in una voce alquanto musicale e maschile.
La riccia si voltò di scatto, giusto in tempo per scontrarsi con un cielo azzurro e terso imprigionato in due occhi giocosi.
Il nuovo venuto inclinò la testa di lato, sorridendo in maniera affabile.
-Perdonatemi la scortesia. Stavo scendendo le scale, e mi è capitato di udire l'ultimo scambio di battute.-
Lene si alzò da dove era seduta, arrossendo, accorgendosi in quel momento di stare ostruendo il passaggio a quel ragazzo che a occhio e croce doveva avere all'incirca la sua età.
Non indossava la divisa scolastica, e una camicia azzurra e dei semplicissimi pantaloni neri coprivano un corpo che non doveva essere eccessivamente muscoloso.
-Niente- fece, imbarazzata. -scusaci tu. Avanti, Victor, troviamo un altro posto dove sederci, qui intralciamo il passaggio.-
-Ehi, aspetta.- il ragazzo le sorrise di nuovo, facendo assumere al suo viso l'aria di un angelo. -Mi pare di aver capito che sei italiana, sbaglio?-
Lei lo osservò, sorpresa.
Riccioli della stessa sfumatura dei raggi di sole gli coprivano la testa.
Si accorse di non avere ancora risposto, troppo incantata a scrutarlo da cima a fondo. Non l'aveva mai visto prima. Un tipo così non era di certo un ragazzo che passava inosservato, in quella scuola.
La sua naturale timidezza venne fuori in quel momento, esprimendosi sul suo viso, colorandolo di rosso.
Era un po' che la vecchia Marlene, impacciata e timorosa, non si faceva viva.
La accolse con un po' di diffidenza, non essendo più abituata a quell'imbarazzo.
-Si, io...in realtà è complicato. Mia mamma è siciliana, mio padre è spagnolo, ma io ho vissuto in Sicilia per i primi dieci anni della mia vita. Sotto un certo punto di vista quindi mi considero totalmente italiana, si.-
-Dici sul serio?- l'azzurro del suo sguardo si inondò di una luce gioiosa. -Io amo la Sicilia. Ci sono stato un po' di anni fa con mio padre. Me ne sono perdutamente innamorato, avrei voluto stazionarmi lì e vivere per sempre tra mare e granite al gelsomino. Ho viaggiato tantissimo in questi anni, ma lì è dove veramente ho lasciato il cuore. Ci tornerei anche subito. L'Italia per me è stata come una seconda casa fino a poco tempo fa.-
Lene sgranò gli occhi, non credendo davvero a quello che udiva.
Era la prima volta che le capitava di parlare della sua terra madre con qualcuno che l'avesse visitata, in quel castello.
Per quanto i suoi racconti fornissero una vaga idea di quanto potesse essere bella la sua Sicilia, nessuno riusciva mai veramente a capire cosa volesse dire per lei quel profumo di salsedine pregno nella terra, quel caldo sole che ti accarezzava la pelle, incendiandola e scottandola, rendendola dura e di varie sfumature biscottate, il colore rossastro che assumeva il mare quando il sole tramontava tuffandovicisi dentro.
Nessuno aveva mai capito cos'era stato, per lei, trasferirsi in quello che agli occhi di una ragazzina di dieci anni era completamente un mondo diverso.
Un mondo fatto di nuvole cupe, di pioggia umida che ti si attaccava alla pelle, facendoti sentire le ossa stesse umide e fredde.
Anche quando c'era il sole, era solo un disco pallido, che non arrivava mai a scaldarle il cuore.
Un mondo di case isolate e chiuse, dove i vicini guardavano la tua esistenza con sospetto e diffidenza, dove lei era catalogata come "la straniera".
La malinconica e piovosa Inghilterra.
Quel luogo che l'avrebbe ospitata nella sua adolescenza, ma che non sarebbe mai riuscita a catalogarla come casa.
Prima dei suoi dieci anni, Lene non era mai stata una ragazzina timida.
Era esuberante. Spontanea. Estroversa, anche.
Il suo sorriso illuminava il piccolo paesino dove abitava nei pochi giorni in cui il sole si riposava dietro a qualche nuvola di passaggio.
Correva sempre per i campi dei suoi nonni, facendo arrivare alla vecchia casa affacciata sul mare dei nonni la sua risata ancora prima dei suoi piedi scalzi.
A dieci anni, appena si era trasferita, Marlene aveva imparato ad essere timida con gli estranei.
Ad abbassare gli occhi davanti agli sconosciuti.
A sentire dentro di sè quella senzazione di solitudine e amarezza che ti striscia nelle vene, fino ad avvolgerti completamente il cuore, tenendolo come avvolto da una coperta, che più che una coperta calda pareva un asciugamano umido e freddo.
C'era una parola per definirla, quella senzazione.
Malinconia.
Sbattè le palpebre, notando quanto si fosse persa nelle cupe grotte dei suoi pensieri.
-Dove sei stato?- le venne spontaneo un sorriso.
-Un po' ovunque.- il ragazzo accompagnò le sue parole con un ampio gesto della mano. -Catania. San Vito. Trapani. Taormina, Favignana, le gole di Alcantara..Ci ho passato lì quattro anni interi. Gli anni migliori della mia vita. Non posso credere che anche tu..-
Lene lo interruppe, ridendo.
-Sul serio?Buffo, allora probabilmente hai visto molto più della Sicilia di me.- rise ancora, più per imbarazzo, questa volta. -No, io abitavo in un paesino minuscolo sulla costa. Non era un granchè, forse, però mi manca. Là ho tutta la mia famiglia, praticamente.-
Le faceva strano, confidarsi in quel modo con un perfetto sconosciuto.
Forse non avrebbe dovuto, chi le diceva che quel tizio non fosse una sorta di pifferaio magico, venuto solo a incantarla per condurla nella sua trappola per topi personale?
Improvvisamente, lo sguardo di lui si raffreddò, assumendo una malinconia struggente.
-Sai cosa mi manca, soprattutto, della Sicilia?- nascose un secondo gli occhi sotto le palpebre, come se cercasse di rannuvolare quel cielo celeste. -Le persone. La gente, il calore, la disponibilità ad aiutare.- la voce era intrisa di sofferenza.
Len lo guardò, sentendo un principio di commozione chiuderle la gola, forse per il tono che aveva usato lui, o forse solo per riconoscersi in quelle parole. Riuscì solo a fissarlo, completamente dimentica per un attimo di tutto il resto.
Lo sconosciuto intanto continuò, lo sguardo perso in un vuoto che era specchio della malinconia che provava spesso lei, giusto un attimo prima di dormire.
Era davvero assurdo, che una persona che non aveva visto mai prima di allora, le stesse dicendo qualcosa che teneva stretto dentro di sè, sempre timorosa di lasciarlo uscire, sempre paurosa che qualcuno potesse giudicarla esagerata e nostalgica.
-Mi mancano gli odori. Quelli forti e pregni sempre però di quell'odore marino che ti fa ricordare  il mare che ti avvolge. Mi manca anche tornare a casa con i piedi ricoperti di sabbia, che poi ti si infila ovunque e la odi perchè non riesci proprio a toglierla, e ti ritrovi sabbia nel letto, sul divano, nei buchi più impensati del pavimento. Oppure...-
-Il mare.- continuò lei, la voce vibrante e carica di non detti. -A me manca il mare. Tanto, tantissimo. A volte sogno lo sciabordio delle onde, e quando mi accorgo di stare sognando è terribile.-
Lo stesso mare che l'aveva vista sgambettare, instabile e incerta, quando era ancora troppo piccola per pronunciare persino il suo nome.
Il mare che aveva accolto silenzioso le sue lacrime, appena prima di partire.
L'acqua mista a sabbia e spuma alla riva, che si faceva sempre più scura man mano che i piedi non trovavano più la stabilità del terreno.
Fino ad arrivare a quel blu intenso, contornato da macchie più chiare e limpide, e ombre invece di un colore più cupo e scuro.
Come i suoi occhi.
I suoi occhi avevano l'esatto colore del mare più profondo, quella profondità instabile che ti permette di galleggiare o affogare, di nuotare o affondare.
Scherzando, aveva sempre detto che se sarebbe dovuta morire, le sarebbe piaciuto farlo in mare.
Alla fine, era riuscita ad annegare nei suoi occhi.
A quella fitta di dolore era decisamente impreparata.
Per poco non sentì gli occhi farsi lucidi.
Aveva ritrovato il mare, nei suoi occhi, mentre la baciava.
Aveva ritrovato il mare, mentre sussurrava il suo nome come se fosse l'ultima cosa da fare un attimo prima di morire.
Si era fatta trasportare, fiduciosa, tra le onde di quel mare, convinta di avere ancora una boa a cui aggrapparsi.
Si era spinta troppo al largo, per poi accorgersi che non c'era nemmeno una minuscola alga galleggiante, a cui appendersi.
C'era solo il mare.
I suoi occhi, le sue mani, i suoi baci, i suoi movimenti.
Il suo mare.
Che aveva finito per farla affogare.
Nonostante tutto, non era mai stata una brava nuotatrice, Marlene Mckinnon.
Non quando il mare ti svuota completamente, facendoti chiedere che senso abbia la tua esistenza.
Non quando il mare ha un cognome nero come la notte e il nome di una stella.
Il ragazzo dai capelli del color del sole intanto aveva sorriso.
-Già. Il mare.-
Lo guardò, incontrando nuovamente la vernice azzurra del cielo.
Quello sguardo terso la confondeva, ammaliandola.
Non era più abituata alla limpidezza di un cielo senza nuvole, Marlene.
Doveva assolutamente scacciare quella vocina che le diceva che lei non voleva il cielo, lei voleva il mare. 
Lei voleva nuotare, non volare.
Anche se questo avrebbe voluto dire affogare.
Nessuno dei due, nel frattempo, si accorse del giovane Victor che, quatto quatto, sgattaiolava via, pensando che lui il suo lavoro l'aveva fatto.
Aveva svolto tutto come gli era stato richiesto, e ora finalmente, lui l'avrebbe lasciato in pace.
E chiedendosi, nel frattempo, perchè gli pareva, a ogni passo che faceva, che i suoi piedi si appesantissero, e che il suo cuore fosse rimasto là, sul ciglio delle scale, mentre il sorriso della Mezzosangue continuava a balenargli davanti agli occhi.
Era ancora troppo piccolo per riconoscere il senso di colpa che gli cresceva nel petto.
O forse, era semplicemente troppo spaventato per volerlo riconoscere.
-Mi pare incredibile di averti incontrato. Una siciliana a Hogwarts, è più di quanto avessi mai osato sperare!-
Il tono dello sconosciuto le ricordava una musica antica, come se provenisse da un altro secolo.
Lene rise, imbarazzata.
Le capitava spesso, di ridere come reazione nervosa.
Il ragazzo improvvisamente le prese la mano, mentre il suo sguardo pareva brillare come una stella cadente.
-Dico sul serio.- annuì con vigore, facendo ondeggiare i ricci, e stringendole la mano calda, per poi portarsela vicina al cuore. -Mi sento così fortunato. Il tuo profumo mi ricorda i luoghi da me tanto amati, e i tuoi capelli hanno la forma delle onde del mare quando soffia quella brezza lieve che non ti fa sentire il caldo soffocante di Agosto.-
Lene rise ancora, scuotendo la testa.
Sentiva chiaramente le guance imporporate.
Udiva il battito leggermente accellerato di quello sconosciuto sotto la stoffa della camicia.
Chissà chi era.
Pareva davvero saltato fuori direttamente da un libro di fiabe.
-Ma chi sei, tu?Da dove arrivi?- trattenne un'altra risata, non volendo sembrare maleducata.
Le veniva davvero spontaneo, dare sfogo all'ilarità, quasi in ogni occasione, le sue amiche lo sapevano bene.
Quella risata che solo lei e le sue amiche sapevano appartenere all'imbarazzo, o all'incredulità, diventava un grosso problema quando si trattava di interrogazioni o, come in quel caso, di nuove conoscenze.
-Non mi sono nemmeno presentato?Merlino, perdona la scortesia, ti prego. Ero talmente preso dall'entusiasmo che non ti ho nemmeno detto il mio nome.-
Inaspettatamente, sollevò la piccola mano di Lene verso le sue labbra. Chiuse gli occhi, e la baciò, con delicatezza, come se stesse sfiorando un diamante.
Marlene aggrottò la fronte, perplessa da quel gesto ormai caduto in disuso da quasi un secolo, senza poter fare a meno di notare che quel bacio pareva come una carezza di seta pregiata.
-Ti prego di chiamarmi semplicemente Mark.- soffiò il ragazzo, arricchendo la sua voce di dolcezza e non aprendo mai le palpebre. -Sono arrivato a Horwarts da poco, non conosco praticamente nessuno.- aprì gli occhi, mentre un sorriso incantatore gli si disegnava sulle labbra, scoprendo i denti bianchi.
-Incontrare te è stato come essere scaldato di nuovo dai raggi del sole dopo aver vissuto per anni sotto una cappa cupa di pioggia.-
Mark il seduttore.
Le sue parole avevano la capacità di irrietire le sue prede, spingendole esattamente dove lui voleva spingerle.
Mark il Pifferaio Magico.
Lui era nato per questo.
Era stato creato per incantare e distruggere. Per avvolgere lentamente la preda tra le sue spire incantate, per farle seguire una musica fiabesca, per poi annientarla con un abbraccio mortale.
Mark il serpente.
Dagli occhi celesti e dai capelli d'angelo.
Mark, il diavolo.
Era impossibile non cadere nel vortice azzurro dei suoi occhi ammalianti.
Sapeva tutto delle sue vittime.
Le studiava settimane, prima di potervicisi avvicinare.
Ne sapeva i punti deboli e i punti di forza, le abitudini, gli sport preferiti, gli amori e i drammi personali.
Sapeva tutto.
Perchè prima di attaccare, doveva attrarre le prede nella trappola, e per attrarle doveva sedurle, in modo che non facessero nulla che andasse contro la loro volontà, in modo che, soprattutto, lui ne uscisse sempre e immancabilmente con le mani pulite. E per sedurle, doveva capire i loro gusti, cosa davvero avrebbe fatto presa sui loro innocenti cuori, cosa invece le avrebbe potute allontanare.
Diventava sempre varie persone, Mark: era dolce con chi voleva dolcezza, era un principe per chi voleva la favola, era ironico con chi voleva il divertimento, e così via.
Non poteva concedersi errori, nè si era mai permesso di farne.
Il Signore Oscuro non avrebbe mai perdonato nessuno sbaglio, da parte sua.
Non aveva certo intenzione di deluderlo.
Quasi gli dispiaceva per Marlene: in fondo era una bella ragazza, il genere di ragazza con cui gli piaceva intrettenersi, inoltre non aveva mentito quando aveva detto di amare la Sicilia.
Un vero peccato che fosse una Mezzosangue e quindi destinata a morire.
Doveva stare attento a non esagerare, ora, o l'avrebbe insospettita.
Doveva andarci cauto.
Marlene non era certo facile da abbindolare, doveva stare attento a suonare i tasti giusti.
Era una bella sfida. Una di quelle che gli piacevano di più.
Jenny era stata sin troppo facile, da incatenare alle sue spire.
Aveva bisogno di qualcosa che lo impegnasse di più, che lo stimolasse.
Non voleva certo correre il rischio di annoiarsi.
Marlene gli rivolse uno sguardo incerto, non sapendo bene come comportarsi.
Quel tipo la incuriosiva.
E il suo fiato le sfiorava ancora la mano.
-Sei un tipo strano.- si lasciò scappare quel mormorio senza volerlo, e si maledisse.
Accidenti a lei e al filtro inesistente tra il suo cervello e la bocca.
Il biondo sorrise, illuminando in un'espressione che le ricordò ancora una volta il sole.
-Me lo dicono in molti.- le lasciò andare la mano, delicatamente, facendo in modo che i loro sguardi rimanessero incatenati.
Sorrise ancora.
Ora veniva la parte più difficile, quella che avrebbe decretato il successo o meno della prima parte dell'operazione.
Sapeva come muoversi, aveva recitato il copione nella sua stanza un miliardo di volte, sapeva cosa in Lene andasse stuzzicato per far cadere l'ultima barriera di diffidenza.
Marlene Mckinnon aveva uno spirito molto patriottico, in fondo.
-Sai qual'è l'unica cosa che mi dispiace?- si passò una mano tra i capelli, in un gesto imbarazzato.  -Non ho mai assaggiato un arancino decente che fosse uno. Sul serio, non capisco tutto questo entusiasmo per gli arancini siciliani, i pochi che ho assaggiato erano terribili.-
Lene aveva preso a fissarlo, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
Per poco la sua mascella non toccò terra. Sarebbe anche impallidita, se non fosse stata troppo sconvolta persino per farlo.
-Tu...che cosa?!- boccheggiò, quasi. Pareva che avesse detto una bestemmia di fronte all'Altissimo in persona. Probabilmente, per Lene, quell'insulto effettivamente era perfettamente equiparabile a una bestemmia della peggior specie. -Dimmi che non dici sul serio. Ti prego, dimmelo.-
Mark per poco non sorrise. Quella Mezzosangue era buffa. Un vero peccato, sacrificarla.
Invece scrollò le spalle, come se non avesse detto nulla di male.
Se possibile, il volto di Marlene inorridì ancora di più.
Si portò una mano al cuore, chiudendo gli occhi, come se stesse cercando il modo di riprendere a respirare.
Pareva quasi realistica.
Era riuscito a farle dimenticare che erano due perfetti sconosciuti, ne era sicuro.
-Così mi ferisci.- proruppe, in tono volutamente melodrammatico.
Lui rise.
-Scusa. Ma davvero, non capisco.-
Lene lo interruppe scuotendo la testa e mettendosi le mani sui fianchi, scherzosa.
-Tu non puoi essere stato in Sicilia. Non la stessa Sicilia dove sono nata io, almeno.-
Mark rise, ancora, facendo risuonare quella sinfonia profonda per tutto il corridoio.
-Oh, avanti, non è così grave.-
Se possibile, l'argento liquido negli occhi di Lene parve sporgersi ancora di più all'infuori.
-Non è grave. è tragico. Molto, molto tragico. Non puoi capire. Non puoi venirmi a dire che non ti piacciono gli arancini. Insomma, è come se avessi detto al Papa che Maria non era vergine.-
Il cielo azzurro lampeggiò di divertimento.
-Addirittura.-
Lene annuì, con vigore.
-Tu non puoi capire. Oh, santo cielo, davvero, tu non puoi capire. Mi hai appena tolto dieci anni di vita. Quindici, anzi. No, trenta. Cinquanta!-
Il riflesso dei suoi occhi azzurri non smetteva di brillare di divertimento.
-Mi spiace. Come posso farmi perdonare, Mademoiselle?-
Lei stette al gioco, portandosi una mano al petto, come se davvero il suo cuore si stesse frantumando.
Parlò con voce quasi incrinata, apposta.
-Non puoi. Questo è troppo. Mi spiace, questa relazione non può andare avanti.-
Mark rise ancora, seriamente divertito.
-Se ti può consolare, ho apprezzato particolarmente i cannoli. E le granite.-
La ragazza lo guardò male.
-Niente può compensare il male che mi hai fatto. No, questo affronto non lo posso perdonare.-
Scherzava, ma neanche troppo: le pareva davvero impossibile che qualcuno non apprezzasse il suo cibo preferito.
-Sei sempre così melodrammatica?-
Lei finse di pensarcì un po' su, per poi acconsentire, con aria cupa.
-Sei bellissima lo stesso.-
Lene si sventolò una mano davanti al viso, come per scacciare quel complimento.
-Inutile che fai il lecchino. Ciò che hai detto è irreparabile.-
-Ma non è colpa mia se li ho mangiati due volte e entrambe le volte sono stato male!-
La riccia gli lanciò uno sguardo di pura sufficienza.
-Questo- drizzò la schiena, fingendo una pomposità che non aveva. -perchè tu non hai mai assaggiato gli arancini che faccio io.-
Il suo sguardo si illuminò, estasiato.
-Sai cucinare?-
Lene alzò gli occhi al cielo.
-So tenere una padella in mano da prima ancora che tu riuscissi a stare in piedi con le tue gambe, giovanotto.- imitò la Mcgranitt, divertita da quel piccolo gioco che stavano facendo.
Anche se l'aveva detto per scherzo, era davvero brava a cucinare.
Sua mamma le aveva insegnato sin da piccolissima i segreti per essere una buona cuoca, e ora era praticamente lei che cucinava, alle cene importanti di famiglia quando non era a scuola.
Emmeline, quell'estate a casa sua, si commuoveva quasi a ogni piatto che proponeva, per non parlare di Mary, che iniziava a sospirare come un'innamorata che riconosce dopo anni l'odore del proprio amato.
Alice assaporava tutto come se provasse un'estasi mistica a ogni bocconcino, mentre Lily si trasformava improvvisamente in un pozzo senza fondo, mangiandosi anche le briciole.
Era buffissimo vedere la sua faccia da cucciola bastonata quando si accorgeva che il cibo era finito.
Cucinare era davvero la cosa che le veniva meglio di tutte, da brava italiana che si rispetti.
Il biondino si aprì nell'ennesimo sorriso.
Un sorriso giocoso, pronto a lanciare la sfida.
Ormai, ce l'aveva in pugno.
Incrociò le braccia sul petto, sornione.
-Bene allora. Il coprifuoco non è ancora scattato, facciamo ancora in tempo ad andare nelle cucine e chiedere se puoi preparare qualcosa. Stupiscimi.-
Lei lo guardò, stupita.
-Mi stai sfidando, per caso?-
L'altro ghignò, perfettamente consapevole del suo ruolo di vincitore nel gioco.
-Puoi sempre non raccogliere la sfida e accettare che gli arancini non mi piaceranno mai.-
Lei lo fulminò, scherzosa. Poi fece finta di rimboccarsi le maniche, iniziando a scendere le scale, con passo lento e superiore.
-Preparati ad assaggiare i migliori arancini della tua vita, allora.-
Mark sorrise, guardandole la schiena sinuosa che ancheggiava a ogni scalino.
La prima parte del piano era qusi fatta.

Ognuno, in quella scuola, sapeva che quando Sirius Black era arrabbiato, bisognava stargli bene alla larga.
Nulla da stupirsi, quindi, se in quel momento Peter Minus guardasse il profilo di Sirius con aria seriamente preoccupata.
Erano nascosti dietro un arazzo da una quindicina di minuti, forse meno, e Peter aveva chiaramente notato il volto di Sirius farsi più nero man mano che vedeva Marlene Mckinnon parlare con quel "fottutissimo biondino di merda" come l'aveva definito lui.
-Sirius- tentò, squittendo, ricevendo subito dopo un'occhiataccia che l'avrebbe convinto a tacere, se non fosse stato che iniziava a sentirsi scomodo e a disagio. -Perchè stiamo spiando Marlene?-
Il mare blu degli occhi di Sirius divenne burrascoso.
-Non stiamo affatto spiando Marlene.-
Ringhiò, a voce un po' troppo alta, tanto che Peter si girò di scatto verso Lene, per sbirciare se avesse sentito qualcosa.
La ragazza però pareva troppo presa dalla conversazione, per sentire.
-Allora perchè siamo qui?- mormorò.
Felpato lo ignorò completamente.
Non è che stesse spiando Marlene. Semplicemente, stava camminando, e appena aveva sentito la sua voce impulsivamente aveva trascinato Peter dietro quell'arazzo.
Peter, perchè sapeva bene cosa gli avrebbero detto James e Remus, se fossero stati lì.
Non voleva verità scomode.
Non voleva sentire le loro voci che scambiavano quel gesto come un sintomo del fatto che Marlene gli piaceva.
Non c'entrava nulla il fatto che l'aveva vista sulla Mappa del Malandrino ancora quando era in Sala Comune, e avesse deciso casualmente di avviarsi da quella parte appena aveva notato il nome dell'undicenne Serpeverde accanto a lei.
Non c'entrava nemmeno nulla il fatto che da quando si era nascosto dietro quel telo ricamato, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
Era come se non potesse staccare gli occhi dalle onde nere dei suoi capelli, dalla curva dolce del viso, dai seni che premevano contro la camicetta bianca.
-Siamo qui- si decise a rispondere, mentre osservava Lene spostare il peso da un piede all'altro, facendo sollevare lievemente un'anca, e facendogli improvvisamente ricordare la curva sensuale e nuda dei suoi fianchi. -perchè l'ho deciso io.- concluse, lasciando che le parole scivolassero via, veloci e sbrigative come un vestito strappato via in fretta.
Peter non fiatò, al contrario di come avrebbero sicuramente fatto Ramoso e Lunastorta, l'uno con tono ironico e l'altro polemico.
Il silenzio li accompagnò mentre dall'altra parte, Lene sorrideva, in quella maniera che aveva solo lei di sorridere.
Sirius scorse una luce negli occhi della ragazza che gli fece provare un moto di acidità che gli scese lungo la gola, fino a stringergli lo stomaco.
Si accorse di aver stretto i pugni solo quando sentì il dolore delle unghie conficcate nella carne.
Peter gli lanciò un'occhiata, di sbieco.
Felpato stava tremando.
Avrebbe quasi voluto allungargli una mano sulla spalla, per tranquillizzarlo.
Come facevano, Remus e James, a sapere sempre cosa dirgli in quei momenti?
Non fece nulla, troppo timoroso di sbagliare le battute, come al suo solito.
-Ma che fa?Li lascia soli?- esplose Sirius, notando Victor che se la filava senza rumore.
-Sirius, calmati.- squittì Peter, atterrito all'idea di farsi scoprire.
-No che non mi calmo. è una stupida!- sbottò, mentre la vedeva ridere, imbarazzata.
La morsa attorno allo stomaco si trasformò in qualcosa di più pesante e doloroso.
Avrebbe voluto rubare quella risata e imprigionarla in una cappa d'oro della quale solo lui avrebbe avuto il permesso di custodire le chiavi.
Solo in quel momento si accorse che il piccolo Minus stava parlando.
-Perchè dici che è una stupida?- le gettò un'occhiata. -Non sta facendo nulla di male, credo.-
-Nulla di male?- sbraitò, tentando comunque di tenere un tono di voce adeguato. -è uno sconosciuto, e ci sta parlando come se nulla fosse!-
Peter osservò la coppia, perplesso.
-Bè- balbettò -non mi sembra un cattivo ragazzo.-
-Non hai sentito cosa ha detto Silente?!- sibilò. -Dobbiamo stare attenti a chiunque. E quello è uno sconosciuto. Per quanto ne sa lei potrebbe essere una merdosissima Serpe che sta progettando di mangiarsela a colazione!-
-Per questo la stiamo spiando?Per vedere se vuole mangiarsela a colazione?-
Peter pensava che Sirius fosse solamente terribilmente geloso, perchè Marlene in quel momento era bella e sorridente, e non era lui il fautore di quella risata spontanea.
Ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo.
Non ad alta voce, almeno.
Inutile che James stesse tanto a scervellarsi su cosa avesse detto o fatto perchè Peter li tradisse: ciò che avrebbe fregato Minus non era il risentimento, non era il rancore verso i suoi amici.
Era, senza ombra di dubbio, la paura.
La paura di non essere adeguato a nulla, la paura che gli faceva squittire frasi anzichè dirle con la testa ben alzata.
-Ti ho detto che non la stiamo spiando, Peter.- ringhiò l'altro, vedendo che lo sconosciuto le prendeva la mano, per baciargliela con delicatezza. Digrignò i denti, trattenendo a stento l'impulso di balzare fuori da quell'arazzo e staccare i due all'istante.
Come si permetteva, quel bellimbusto, anche solo di toccarla?
Nessuno poteva permettersi una tale libertà.
Nessuno.
Nessuno a parte te?Gli replicò la vocina di Remus nella sua testa, nell'esatto momento in cui quella di James ribatteva, con la giusta dose di malizia: tu però l'hai toccata, eccome.
Era diverso.
Tentò di ribattere, a entrambi.
Diverso e basta, non doveva certo dare un perchè a quella diversità.
Ma era, indubbiamente, diverso.
Con lui Marlene ci era andato a letto, lui poteva toccarla. Ne aveva il pieno diritto, perchè ormai sapeva a memora ogni sua più piccola avvallatura.
Patetiche scuse di un uomo a cui non è rimasto altro se non spiarla dietro ad un velo, quando l'unica cosa che vorrebbe è stringerla a sè senza alcun problema o paranoia.
Potresti farlo, sai. Dovresti solo uscire di qui, abbracciarla, ammettere quello che senti. E tutto filerà liscio.
La vocina insistente e fastidiosa di James non l'avrebbe mai abbandonato, ne era sicuro.
Ed effettivamente, Sirius Black non si sbagliava: anche quando sarebbe stato rinchiuso tra le mura della prigione peggiore di tutti i tempi, anche quando il dolore e l'orrore sarebbero stati tali da fargli venire voglia di lacerarsi le carni con le sue stesse mani, non avrebbe mai smesso di sentire quella vocetta petulante e fastidiosa.
La voce di suo fratello.
La voce che, negli anni ad Azkaban, gli sarebbe sembrata la melodia più dolce del mondo.
La voce che l'avrebbe esortato a scappare dalle grinfie di quelle sbarre, scongiurandolo di proteggere suo figlio dal pericolo che gli strisciava attorno.
La voce di James.
Lui non lo sapeva, ma gli sarebbe terribilmente mancata, quella voce.
Scacciò i consigli del James della sua testa, giudicandoli ridicoli.
Cosa sentiva, poi?
Era stata una bella scopata.
Basta.
E allora perchè sei qui? Remus, il pacato e dolce Remus, come sempre.
Perchè lui si preoccupava sempre che le sue scopate fossero felici.
Stronzate. La schiettezza di James che si faceva sempre viva.
E intanto lui osservava Lene.
Lene, che rideva e pareva che una farfalla avesse dispiegato le ali sul suo viso, da tanto era bella.
Lene, che parlava con qualcuno che non era lui.
Perchè fa così male?
Lene, che spalancava gli occhi, inorridita, per poi portare la mano al cuore, sempre però con quell'aria da burla che a lui era subito saltata all'occhio.
Non dovrebbe fare così male, una semplice scopata.
Non voleva quel dolore in mezzo al cuore.
Questo pensava, mentre la vedeva drizzare la schiena e guardare lo sconosciuto dall'alto in basso e dirgli qualcosa con tono altezzoso.
Poi sobbalzò.
Quale dolore?Io non provo dolore, solo preoccupazione per una mia compagna di Casa che sta socializzando con una possibile Serpe.
Lene sollevò gli occhi al cielo, e a lui quegli occhi balenarono in mente quando erano molto più vicini, spalancati sui suoi, che chiedevano carezze e baci che non le aveva negato.
Questo, dolore.
Si era stufato.
Qual'era l'utilità di stare lì?
Aveva bisogno di aria.
Di dimenticarsi quei capelli e quel sorriso, quelle labbra e quella pelle.
Irrequieto, decise che se ne doveva andare.
Se fosse rimasto lì, sarebbe corso da lei e avrebbe ricominciato a baciarla, per poi riportarla nella Stanza delle Necessità, e...
Aveva bisogno d'aria.
-
Andiamo, Peter.- ordinò, brusco. -Sono stufo di stare qui rintanato come un coniglio.-
-Ma...- tentò, debolmente Peter.
Non capiva Sirius. O meglio, non capiva perchè fosse così restio a esprimere quello che provava.
Sirius interruppe la sua protesta sul nascere, sentendo una rabbia dentro di sè implacabile.
Rabbia che riversava sugli altri, ma che in fondo sapeva dover riversare solo su se stesso.
Aveva bisogno d'aria.
Aveva bisogno di Marlene.
-Ho detto andiamo. Hilary mi aspetta nella Stanza delle Necessità, non posso farla aspettare.-
E mentre se ne andavano senza farsi notare, Sirius in qualche modo seppe, in qualche luogo recondito del suo subconscio, che quella sera passata nella Stanza sarebbe stata deludente.
Forse per la prima volta da quando ne aveva scoperto i segreti, il sesso non sarebbe bastato.
Perchè quello che cercava era l'amore.
L'amore che si stava avviando nelle cucine con Mark, pronto a dare il meglio di sè ai fornelli.
Ma questo Sirius ancora non poteva saperlo, non razionalmente, almeno.

Emmeline Vance camminava spedita per i corridoi, senza mai voltarsi indietro.
La gonna accompagnava con sensualità il movimento delle gambe, facendola apparire, come sempre, bellissima.
Sapeva quel che doveva fare, e come farlo.
Si era truccata, quel giorno.
Si era truccata subito dopo aver parlato con Silente, che le aveva esposto la situazione nel più preciso dei modi.
Le aveva fatto una proposta, e lei aveva accettato.
E dopo aver accettato, si era truccata.
Nulla di eccessivo:non aveva bisogno di coprirsi il viso, giusto quel filo però che le colorava gli occhi di nero matita e azzurro ombretto, facendo risaltare così gli occhi chiari.
Un tocco di lucidalabbra sarebbe potuto servire, in casi estremi.
Una delle pochissime cose che le aveva insegnato sua madre era che un po' di lucido sulle labbra a volte faceva miracoli.
E lei aveva proprio bisogno di un bel miracolo con la M maiuscola.
Indossare una maschera sul viso l'aveva sempre resa più forte.
Mentre camminava, si ripeteva bene in testa le parole del preside.
La scrutava dagli occhiali a mezzaluna come se riuscisse a penetrarle l'anima solo con la forza dello sguardo.
Attentissimo a ogni sua reazione, aveva continuato a fissarla, mentre le parlava.
-Lei capisce che la situazione ormai è degenerata ai livelli massimi. Con la morte di Jenny è tutto peggiorato. Per questo sto chiedendo il suo aiuto, signorina Vance. Mi creda se le dico che non mi sarei mai permesso di chiederle una cosa simile, se non fossi estremamente certo delle sue capacità e possibilità.-
Lei aveva annuito, stringendo le nocche alla sedia a cui era ancorata. Era davvero pronta a tutto.
-Innanzitutto, signorina Vance, è ancora intenzionata a sposarsi?Guardi che fa sempre in tempo a tirarsi indietro. Anche dopo che avrò fatto la proposta, se lei decide di cambiare idea, deve dirmelo immediatamente.-
Era arrivata ai sotterranei, dove voleva arrivare.
Si umettò le labbra, sentendo un lieve sapore amaro impiastricciarle la bocca. Stava a lei capire se era il lucidalabbra o semplicemente la sua voglia di scappare.
Si chiese se sarebbe stata capace di recitare bene come richiedeva il copione.
Per poi rispondersi che non c'era spazio per il condizionale, in quella recita.
Perchè doveva farcela, senza mezzi termini.
-Allora, si ricorda la prima lezione di combattimento fatta da Elphias?-
Emmeline aveva sentito una presenza muoversi alle sue spalle, e lei seppe all'istante che era l'elfo, pronto ad ascoltare tutto.
Aveva annuito, ignorando la creatura.
-L'ho fatta per uno scopo preciso, signorina Vance. Voglio creare un esercito di combattenti, pronti a entrare in questa guerra.-
Nuovamente aveva assentito, con occhi curiosi, chiedendosi cosa c'entrasse lei.
Strinse le labbra, man mano che i suoi passi alteri risuonavano per le scale di pietra che l'avrebbero portata davanti ad una Sala Comune ben nota.
Non era ancora scattato il coprifuoco, perchè Silente si era assicurato che lei non andasse nei sotterranei dopo l'orario previsto, ma non era nemmeno pomeriggio, quando quell'ambiente sarebbe brulicato maggiormente di persone.
Meno aveva a che fare con le serpi, meglio era.
Ognuno di loro in qualche modo le ricordava suo padre.
Il Preside aveva giunto le mani dietro la schiena, alzandosi in piedi.
Aveva iniziato ad andare avanti e indietro per la stanza, osservando con particolare cura i quadri appesi che sonnecchiavano.
-L'ho chiamato l'Ordine della fenice.- aveva ripreso a guardarla. Sentiva che anche Elpgias, dietro di lei, le fissava la schiena con insistenza.
Quello sguardo le dava fastidio.
Fece quasi per girarsi e farglielo notare, quando l'anziano mago si voltò nuovamente verso di lei.
-Ed è presto per reclutare studenti del settimo anno, siete ancora troppo inesperti. Ma purtroppo, lei è l'unica a cui posso chiedere questo favore.-
-Ehi, tu.- fermò un ragazzino che stava giusto per dire la parola d'ordine della sala verde-argento.
Quello si fermò, perplesso, per poi spalancare gli occhi alla visione di Emmeline.
Lo vide mentre la spogliava con occhi lussuriosi.
A molti studenti aveva fatto quell'effetto, lo sapeva bene.
Ma quello non era decisamente il momento. In realtà, non sarebbe mai stato il momento.
Lei fece ondeggiare la cascata sciolta di grano lungo le spalle, in un gesto irritato che le fece scuotere la testa.
-Signorina Vance, la prego. Se cambia idea, è ancora in tempo per tirarsi indietro, lo sa, vero?Un matrimonio senza amore è...-
-Ho detto che lo faccio.- aveva ribattuto, quasi impertinente. -Voglio rendermi utile. per i miei amici, per me stessa.- aveva addolcito poi.
Il preside aveva annuito, serio.
E poi aveva detto qualcosa che non si sarebbe certo aspettata dal preside.
-Grazie, signorina Vance.- era quasi commosso. -Grazie davvero.-
Non si sarebbe tirata indietro.
Il ragazzo la guardava, in attesa che parlasse, contemplandola come se fosse una dea scesa direttamente dal cielo.
Avrebbe potuto sorridergli, ma non aveva per nulla voglia di addolcire ciò che stava per dire.
Non c'era nulla di dolce o appetitoso, in quella frase, anzi, solo il pensiero di dirla le procurava lungo la gola quella brutta senzazione che si sente poco prima di rigurgitare qualcosa.
-Voglio parlare con Avery. Subito. Digli che vuole parlargli...Emmeline Vance. La sua fidanzata, Emmeline Vance.-










Eccomi qui XD non ci speravate più, eh?Scusatemi, davvero. Ma con la scusa che sono relegata in Puglia Internet va ogni morte di papa, e dunque mi è estremamente difficile postare-per non dire scrivere, visto che tra mare, cibo e uscite non so davvero più quando scrivere XD
Sapete una grandissima novità?O.O
QUESTO CAPITOLO MI PIACE O.o o.O insomma, dovreste festeggiare, cos'è quell'aria perplessa come dire questa è fuori?uffaaa XD
alloraaaa...che dire...mmmm...intanto non so se alla domenica si usi la divisa scolastica o meno, ma nella mia Hogwarts no, l'ho deciso io XD
poooi...mmm...ovviamente non giudicate male lene. non è che sta cercando un sostituto di Sirius eh, affatto. Lei Mark lo vede proprio come un amico, come vedrebbe James, tanto per dire. Giusto perchè non vi vengno dubbi.
In più, lene è davvero una persona un po' ingenua: mentre Lily ha il problema opposto, ovvero non si fida x nulla delle persone, Lene si fida troppo.
è troppo ingenua per pensare che esistano delle persone cattive, e deve ancora imparare sulla sua pelle a mantenere le distanze quando è giusto mantenerle. In più è rimasta davvero sconvolta da quello che le ha detto Mark XD
spero di non aver offeso nessuno in nessun modo o.o io purtroppo non sono siciliana, ma mi piacerebbe tantissimo andarci XD questo non c'entra nulla però XDaltro da dire...mmmm...che vorranno fare emmeline e silente?Xd mah XD
Bene, direi che è tutto qui.
Scusate, non riesco proprio a rispondere una a una: sto crollando dal sonno, e vorrei postare...scusate, giuro che mi rifarò alla prossima XD
Grazie comunque di tutto, come sempre XD
Soprattutto chi mi fa sempre ridere con le sue recensioni lunghe e anche un po' pazze, che mi illuminano sempre il cuore.
Un bacio!

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Capitolo 34
*** La tentazione di Eva ***


cap 34 L'attesa può uccidere un essere umano.
Emmeline pensò che chi aveva detto una frase del genere doveva per forza non esserci completamente con la testa.
Infatti, per quanto la riguardava, avrebbe aspettato volentieri altri due o tre secoli, piuttosto di vedere il ghigno strafottente di Avery che spuntava insieme alla sua testa scura dalla Sala Comune dei Serpeverde.
-Emmeline Vance- il ghigno mellifluo diede ad Em l'impressione che qualcosa di viscido le stesse scorrendo lungo la gola. -a cosa devo l'onore di questa visita, mia cara fidanzata?-
La Vance trattenne un brivido di disgusto, cercando con tutta se stessa di mordersi la lingua per evitare di ribattere in maniera acida che no, lei non era affatto la sua fidanzata, nè mai lo sarebbe stata.
Quelle parole non poteva più concedersele.
Doveva cancellarle dal suo vocabolario.
Dirlo al cuore però era uno sforzo che richiedeva tutta l'energia che aveva messo nel trattenere le lacrime in tutti quegli anni.
E se voleva davvero ottenere quello che le aveva chiesto Silente, doveva mettere in atto tutta la gentilezza e la persuasione di cui era capace.
Per la prima volta nella sua vita, doveva mettere in pratica ciò che la tradizione Purosangue insegnava ai suoi pargoli da oltre millenni.
Se sei una donna Purosangue, sii sempre servizievole e accondiscendente con il tuo futuro o presente marito: per quanto tu sia di buona famiglia, non sarai mai al suo livello.
Ricordava ancora come sua madre snocciolava quelli che per le famiglie più in alto erano i comandamenti da seguire senza esitazione.
-Non sono qui per una visita di piacere.-
Non ce l'avrebbe mai fatta, ad essere meno fredda di così, mai. Per un attimo sentì le sue convinzioni vacillare.
Avery ghignò, un barlume malizioso negli occhi che sapeva irritarla più di qualsiasi botta di suo padre, più di qualsiasi parola malevola di sua madre.
Il tuo destino è segnato, Emmeline. Prima te ne farai una ragione, prima ti sarà più facile guardarlo negli occhi senza sputargli addosso.
-Lo immaginavo.- fece un passo verso di lei, continuando a sorridere. Emmeline ficcò le unghie nei palmi, cercando di non allontanarsi in modo brusco finchè la sua mano bianca andava a scostarle un ciuffo di capelli.
Lui sapeva perfettamente di farle saltare i nervi, toccandola.
Lei sapeva perfettamente di doversi abituare a quelle mani da perfetto figlio di papà senza che le venisse ogni volta il voltastomaco.
-E cosa vuole la mia adorata fidanzata, da spingerla fino al covo dei Serpeverde?-
Em fremette ancora, alla parola fidanzata.
Ci si sarebbe mai abituata?
Lui lo faceva solo per provocarla, ne era certa, lo vedeva da quegli occhi inondati di perfidia nera.
Fece per aprire bocca, trovandosi la gola secca e incapace di emettere suoni.
Era come affacciata su un baratro.
Un vuoto scuro accarezzava i suoi piedi, mentre sulle spalle aveva un bagaglio di buone intenzioni.
Doveva solo saltare.
Saltare senza guardare, saltare verso la parte dei cattivi, dove il buio non sarebbe più stato solo un vuoto da superare ma sarebbe stato un sentimento che le avvolgeva il cuore.
Il bagaglio di buone intenzioni era acciambellato sulle sue spalle fragili, pesava tanto, troppo per quelle spalle a cui era già stata inflitta tanta violenza, e per la prima volta da quando aveva preso la sua decisione, Em aveva voglia di scrollarselo di dosso, di lanciarlo a qualcun altro, di dire che non poteva sempre essere lei, a soffrire la scomodità di quel peso.
Poteva non saltare, tornare da dove era venuta, prendere per mano i suoi amici e non lasciarli più andare, proteggerli così.
Ma le sue buone intenzioni non si sarebbero mai scollate dalle sue scapole.
Sarebbero rimaste lì, ingombranti, a ricordarle ogni giorno che la scelta più facile non era quella che li avrebbe messi al sicuro.
Era un peso che sarebbe scomparso solo saltando. La verità le sminuzzava il cuore, facendolo sanguinare, eppure era una verità che andava accettata.
Si preparò a lanciarsi.
Silente le aveva detto esattamente cosa fare, in quel caso.
L'aveva preparata a non demordere, l'aveva preparata a combattere con la giusta dose di distaccata freddezza.
Strinse i pugni, sentendo che ormai le unghie grattavano la pelle in maniera dolorosa e insistente.
Si schiarì la gola, liberandosi per un secondo dell'amarezza che le seccava l'anima.
Il ghiaccio nei suoi occhi rispecchiava la voce con cui parlò, senza più esitazioni, guardandolo direttamente nelle pupille scure.
-Ho da proporti un patto.-
-Un patto?- lo sguardo del ragazzo brillò, sinistro come l'ala spezzata di un corvo. -Che patto potrebbe mai proporre una dei cocchi di Silente al suo fidanzato Serpeverde?-
Questa volta neanche un velo di irritazione si mostrò sul suo viso che pareva scolpito direttamente nel marmo, angelico e senza imperfezioni come solo una statua può essere.
-Se non ti dispiace, vorrei parlartene in una sede lontana da orecchie indiscrete.-
Robert Avery si limitò a ghignare.

-Io non capisco Sirius!-
-Detto da te è preoccupante.-
James ignorò totalmente il commento di Remus, limitandosi a scuotere la testa con aria rassegnata.
-Mi pare evidente che Marlene gli piace. Se ne accorgerebbe persino Mrs Purr!L'unico a non accorgersene ovviamente è lui.-
Il corridoio su cui stavano camminando era illuminato solo da qualche lanterna luminosa, e le uniche voci che parevano rieccheggiare erano le loro.
Remus fece un sorriso divertito, osservando James.
Il Malandrino aveva da poco finito l'allenamento di Quidditch, a cui Remus era andato ad assistere, visto che aveva già finito i compiti per la settimana, e gli sembrava giusto un tantino eccessivo iniziare già quelli per il mese sucessivo.
Ramoso aveva lo sguardo esasperato di chi non ne può più di sopportare i continui cambi di umore del proprio migliore amico, che, per inciso, quel giorno agli allenamenti di Quidditch era stato intrattabile, al punto che James aveva dovuto dirgli di darsi una calmata visto la zizzania che seminava in tutta la squadra.
Quando poi era uscito dalla doccia nella speranza di parlare a Sirius come si deve, si era ritrovato soltanto Remus ad aspettarlo fuori dagli spogliatoi, che gli aveva comunicato che Sirius si era letteralmente volatilizzato senza nemmeno pensare di sfiorare l'acqua della doccia.
-Merlino, James, questa frase ti faceva sembrare proprio una vecchia comare. Allora è vero che con l'amore ti sei rammollito.-
La faccia di Ramoso si accartocciò in maniera impareggiabile.
-Che cosa?Ma non è affatto vero!-
Remus rise, vedendo l'espressione indignata di James.
-Ramoso, non c'è niente di male, sai?- sarebbe risultato convincente, se non si stesse trattendendo con tutte le sue forze dal ridergli in faccia.
Il moro gli diede uno spintone, per scherzo, facendolo scoppiare definitivamente a ridere.
-Sirius ha una cattiva influenza su di te, Rem.-
-Ah, perchè invece tu hai un'ottima influenza su di me, immagino.-
-Certo, io sono un irreprensibile esempio di virtù e bontà.-
-Ti sei guardato allo specchio ultimamente, James?Perchè mi sa che non stiamo parlando della stessa persona.-
-Ma guardate un po' chi si vede in giro!-
Prima che James avesse la possibilità di replicare a Remus, il sorriso gli morì sulle labbra, sostituito da una smorfia infastidita.
Cinque membri della casa di Salazar si erano appena piazzati davanti a loro, i ghigni che trasudavano malvagità e disprezzo.
-Mulciber e compagnia bella, e ti pareva.- James alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
-Potter e il secchione, è un onore avervi nel nostro territorio, davvero. Come mai senza il rinnegato e lo sfigato?-
Dietro Mulciber, James distinse una figura più esile delle altre, che gli pareva avesse un che di familiare.
Gli occhi blu, il profilo elegante e aristocratico. Non serviva nemmeno conoscere Sirius bene come lo conosceva lui, per riconoscere immediatamente il portamento altezzoso dell'ultimo esponente della casata dei Black.
Regulus Black doveva avere appena cominciato il suo quinto anno, e già era entrato a far parte della cricca di verde-argento che aspiravano a diventare i cocchi del Signore Oscuro.
-Non ti conviene darti tante arie, Mulciber. Ci metto un attimo a farti espellere.-
-Oh, avete sentito ragazzi?Potterino qui si crede superiore solo perchè ha una spilla che attesta di aver leccato il culo a Silente più di tutti gli altri Grifondoro.-
-Lestrange, non vorrei ricordarti che anche il tuo amico qui è un Caposcuola, sebbene non si comporti affatto come tale.- Remus, nonostante tutto, manteneva la solita aria pacata, come se stesse semplicemente parlando del tempo.
James sorrise, sapendo quanto il licantropo potesse far saltare i nervi con quel suo comportamento tranquillo.
-Potter ti fai difendere da un ibrido, adesso?-
Severus Piton aveva parlato dal suo angolino nascosto affianco a Regulus, le labbra strette a incorniciare l'espressione di disgusto dipinta in volto.
L'odio verso Potter era aumentato a dismisura, dall'ultimo incontro.
-Lascia stare, Severus.- Mulciber sorrise, malefico. -Inutile stare qui a discutere: tempo qualche mese e tutti quelli come lui strisceranno ai nostri piedi chiedendoci una pietà che non avranno mai.-
-Sei solo un figlio di..-
-Che linguaggio, Potteruccio. Non si addice proprio a un Purosangue come te, sai?-
Il Malandrino fece per ribattere, quando venne interrotto da Remus, che gli posò una mano sul braccio, come per calmarlo.
-James. Andiamocene. Vogliono solo provocarci, lo sai anche tu.-
-Si giusto, andatevene. Tanto ci rivedremo presto, suppongo. Non vedo l'ora di vedere quanto piangerete, quando i Mezzosangue saranno finalmente sterminati. La piccola Jenny è stata solo la prima di una lunga serie che comprenderà anche la tua adorata rossa, Potter.-
James tirò fuori la bacchetta, puntandogliela al petto, stringendo gli occhi a fessura.
-Un'altra parola, Mulciber, e vedrò di ucciderti con le mie stesse mani. Non me ne sbatte un cazzo di finire ad Azkaban, se è per liberare il mondo dal tuo brutto muso.-
Mulciber sorrise, vedendo come la mano di James tremasse di rabbia attorno alla bacchetta.
Che spreco. Potter sarebbe stato un ottimo combattente, tra le schiere del Signore Oscuro.
Un'altra famiglia Purosangue insudiciata dalle mani sozze di quegli scarti umani detti Mezzosangue.
Un vero peccato.
-Che paura che mi fai, Potter, non vedi come tremo?La cosa che mi fa ridere è che fate tanto i gradassi in pubblico, poi in privato è tutta un'altra storia, non è così?-
-Cosa intendi dire, Mulciber?-
Remus aveva posato una mano sulla spalla di James, ma questa volta teneva il busto leggermente piegato in avanti, e la mano pronta a scattare verso la tasca dove teneva la bacchetta.
Anche lui trasudava rabbia da tutti i pori.
Lestrange ghignò, malefico.
-Il mio amico ha ragione. Prendete quella puttana che vi portate sempre appresso, la bionda che si fa menare dal padre. Fa tanto la vittima, ma non ha affatto avuto problemi a trascinare il nostro amico Avery in una stanza vuota qualche minuto fa, secondo voi per cosa?-
-Sicuramente per fare quello che sa fare meglio: la puttana.-
-Oh no Mulciber, non dire così, sei cattivo. In fondo, quella troia è la più furba di tutti i Grifondoro: ha capito che farsi diseredare e cancellare dall'albero genealogico non l'aiuterà certo ad ottenere tutti i soldi che le verrano concessi con il matrimonio combinato con una delle più ricche famiglie Purosangue del mondo Magico.-
Fu un attimo.
Un attimo, e Lestrange si trovò a terra, colpito in pieno stomaco da un pugno tremendamente potente.
Lestrange spalancò gli occhi. Non era certo preparato a parare un attacco alla Babbana così, all'improvviso.
Gli ci volle un attimo per realizzare cosa fosse successo.
Un attimo, e al pugno ne seguì un secondo, questa volta sul viso, che gli fece emettere uno strillo soffocato dal dolore.
Un attimo fu il tempo che ci volle a tutti per capire che a colpire Lestrange non era stato il più scontato James Potter, ancora in piedi con gli occhi sbarrati.
Remus Lupin, il dolce e pacato Remus, Remus il prefetto, Remus il ragazzo contrario alla violenza, quel Remus, si era gettato senza ritegno sul Serpeverde, pieno di una furia cieca che non sapeva nemmeno a lui di avere.
E finchè un altro cazzotto alla Babbana sfondava il naso a Rodolphus, facendogli sputare sangue e saliva, Lupin pensò che quella senzazione di euforia l'aveva già provata.
Era la stessa sensazione che provava durante la trasformazione.
Solo che mai la trasformazione gli dava quella dolce senzazione di vendetta lungo la gola.
Sentì qualcuno avventarsi contro di lui, colpirlo alla schiena per costringerlo a togliersi da lì, ma Remus era di tutt'altro avviso.
Bloccò la mano di Lestrange chiusa a pugno, pronta a colpirlo, e in compenso provvide a ficcargli un gomito nell'addome, facendolo ringhiare dal dolore.
Voleva ucciderlo.
L'avrebbe ucciso.
Come si permetteva?
Come osava anche solo pernsare ad Emmeline, quel luridissimo pezzo di merda?
Emmeline, così buona, Emmeline, sempre pronta a sacrificarsi per gli altri.
Quella stessa Emmeline che aveva visto piangere, che aveva voluto consolare, accarezzare e abbracciare.
Voleva spiaccicargli la faccia, in un modo indelebile, in un modo tale che avrenbbe portato le cicatrici per il resto della sua esistenza.
Gli arrivò un calcio sul fianco, che lo costrinse a ruzzolare di lato, lontano dalla Serpe.
Accecato dalla rabbia, non si premurò nemmeno di scoprire chi fosse il suo aggressore, e lo afferrò invece per la caviglia, trascinandolo giù con sè, e colpendolo ripetutamente in ogni pezzo di corpo disponibile.
Finchè colpiva e veniva colpito, sentiva solo la rabbia aumentare.
Non era mai stato tipo da risse, lui. A quelle poche che aveva partecipato erano state iniziate da James o Sirius, ma di solito se ne stava fuori il più possibile, contrario alla violenza e convinto che violenza generasse solo altra violenza.
Ma in quel caso non era riuscito a trattenersi.
Voleva deturpare quegli esseri a tal punto da farli rimpiangere di essere nati.
Per un unica volta nella sua vita, Remus Lupin avrebbe desiderato essere sotto forma di lupo, per poterli sbranare senza pietà e fare in modo che di loro non rimanessero nemmeno le briciole.
Non sapeva nemmeno lui da dove gli arrivasse, tutta quella rabbia.
E nemmeno gli importava.
James intanto osservava la scena, sbalordito.
Anche lui era stato sul punto di colpire Lestrange, ma stranamente Remus l'aveva preceduto, e questo l'aveva parecchio sconcertato.
Non poteva credere che quello a terra fosse proprio Remus.
Vide il suo amico cercare di tirare una testata a Mulciber, che lo teneva da dietro.
Oh bè. In fondo Remus era un malandrino per qualcosa, no?
-Se ci fosse Sirius...- mormorò, scuotendo la testa e pensando a quanto si sarebbe divertito il suo migliore amico alla vista del caro e dolce Remus che perdeva totalmente il controllo.
Poi, non perdendo un minuto di più, e conscio che quella scena probabilmente sarebbe stata una  di quelle cose che avrebbe ricordato per l'eternità, si gettò addosso a Mulciber, buttandosi nella mischia, perchè si sa, non sia mai che un Malandrino lasci tutta la rissa ad un altro Malandrino.

-Allora Vance, esattamente, perchè siamo qui?-
Emmeline si guardò attorno, studiando l'aula vuota in cui si erano messi per evitare di studiare lui, il suo ghigno strafottente che le dava tanto sui nervi, la postura elegante che denotava l'appartenenza a una stirpe nobile, gli occhi neri pieni di cattiveria.
Non poteva credere di stare per dire quello che stava per dire.
Signorina Vance, deve stare attentissima a ogni minimo particolare. Deve calcolare ogni sua mossa, ogni suo gesto e parola, per riuscire nell'impresa. Il minimo errore, e andrà tutto in fumo.
Mi fido di lei, signorina Vance.
La voce di Silente le risuonava ancora in testa.
Sospirò.
Era pronta a combattere.
-Acconsentirò al matrimonio.-
Lo guardò negli occhi, per fare in modo che lui vi leggesse tutta la sincerità possibile.
Una luce sinistra attraversò gli occhi neri del Serpeverde, che incrociò le braccia al petto.
Non era uno stupido, sapeva bene che non era certo tutto lì.
-Continua.-
Osservò come la Grifondoro spostava il peso da un piede all'altro, senza però far trapelare nulla dal suo sguardo ghiacciato.
-In cambio, ti chiedo di spostare la data della cerimonia. Se mi devo sposare, voglio prima avere la possibilità di finire gli studi senza essere legata a un vincolo così stretto. Sai bene cosa un matrimonio Purosangue comporta, e quindi saprai anche quanto è difficile riuscire a gestire i preparativi e lo studio contemporaneamente. Sono sicura che non te ne fai nulla di una moglie bocciata ai MAGO.-
Fece una pausa, lasciando il tempo ad Avery di annuire, con lentezza. Il Serpeverde continuava a fissarla, sapendo bene di metterla in soggezione.
Cercò di ignorarlo.
-Ti chiedo anche che tu e i tuoi amici lasciate in pace i miei amici, dal primo all'ultimo. Non voglio che gli sia torto nemmeno un capello, e non intendo solo qui, ad Hogwarts. Intendo da ora a per sempre.-
-Questo non posso assicurartelo. Non sono io che decido, in questi casi.-
La ragazza strinse i pugni, sentendo la pressione delle unghie grattare sui palmi in maniera fastidiosa.
L'allusione era chiara: se il Signore Oscuro avesse voluto farli fuori tutti, lui non avrebbe certo potuto e nemmeno voluto opporsi.
Quell'allusione la colpì come un pugnale ficcato nel petto.
Tutto quel sacrificio, sarebbe davvero servito a qualcosa?
Si sentì vacillare, per un attimo.
Stava per consegnarsi totalmente nelle mani di quel ragazzo, senza nemmeno sapere se tutto quello avrebbe portato a qualcosa.
-Allora- sperava che la Serpe non notasse l'incrinatura della sua voce. -ti chiedo di lasciarli in pace nel limite del possibile.-
Sarebbe stato già qualcosa.
Avery la guardò, gli occhi color pece illuminati per la prima volta da un sentimento che lei non credeva di aver mai visto, negli occhi di nessun Serpeverde.
E che avrebbe preferito non vedere mai.
Pietà.
Lei gli faceva pena.
Per poco non le venne da emettere un ringhio.
Non voleva la sua compassione.
-Perchè sprechi tanto tempo dietro a quei Grifondoro da quattro soldi, Vance? E si che avresti un sacco di possibilità in più, se non lo facessi. Sei una Purosangue, sei bella, potresti avere il mondo ai tuoi piedi con uno schiocco di dita.-
-Non mi aspetto che un Serpeverde comprenda cos'è l'amicizia, Avery.-
Lui aprì le labbra in un sorrisetto sinistro.
-Dovrai iniziare ad essere più gentile, se vuoi davvero venire a patti con me, mia piccola Vance.-
Emmeline si morse le labbra, sperando che il dolore del morso allontanasse il peso di quelle parole.
Non poteva ribattere che non era piccola, nè tantomeno che non era sua.
Ma non poteva nemmeno abbassare lo sguardo davanti a quegli occhi, pericolosi come una macchia di petrolio che vaga in mezzo al mare, indisturbata.
Si limitò a stare in silenzio.
Parlò lui, ben consapevole che non si era ancora arrivati al punto.
-Non mi hai ancora detto cosa ci guadagno io, in tutto questo.-
La vide nascondere gli occhi azzurri sotto le palpebre, emettendo un impercettibile sospiro.
Si immaginò come sarebbe stato avere quelle labbra tutte per sè.
Si immaginò mentre le baciava con violenza e irruenza, mentre la faceva gemere e ansimare sotto il suo corpo, e la visione gli piacque.
Sarebbe stato invidiato dalla metà della popolazione scolastica maschile, e questo ad Avery piaceva.
-Sarò una buona moglie, non mi ribellerò mai al tuo volere. Potrai fare di me tutto ciò che vorrai, anche dopo la morte. Non ti tradirò, e non permetterò a nessuno di ferirti senza prima aver ferito me. -
La guardò, stupito, notando che aveva riaperto gli occhi e lo fissava, con un'intensità tale che lo lasciò per un attimo sconcertato.
La voce era cadenzosa, come se stesse recitando un'antica poesia.
Quella litania Avery la conosceva bene.
Gliel'avevano inculcata fin dalla più tenera età, e come a lui, a milioni di altri Purosangue, compresa Emmeline Vance.
Era solo l'inizio di un giuramento dei più antichi, il giuramento che generazioni di Maghi e Streghe Purosangue erano stati costretti a pronunciare per millenni, prima che il Ministero della Magia decidesse di farlo cadere in disuso.
Non era solo un contratto matrimoniale, no.
Era molto di più.
Era un contratto per la vita.
Un giuramento che avrebbe legato due anime in maniera indissolubile, un legame che nemmeno la morte avrebbe potuto spezzare.
Era più forte di un Voto Infrangibile, più forte ancora del legame che si andava a creare quando un Mago salvava la vita ad un altro Mago.
Le conseguenze di quel patto erano enormi, le implicazioni terribili.
Per questo ormai non si usava più, se non dalle famiglie Purosangue più antiche, quelle che tenevano più alle tradizioni che ai loro stessi eredi.
Emmeline, accettando quel patto, stava condannando la sua anima ad essere ferita ogni qual volta che lui sarebbe stato ferito, a soffrire quando lui avrebbe sofferto.
A morire quando lui sarebbe morto.
E viceversa, naturalmente.
Persino un Purosangue come lui, Serpeverde e senza scrupoli, ci avrebbe pensato bene prima di accettare una cosa simile.
-Saresti...disposta a pronunciare il Rito?-
Lei annuì, gli occhi fermi e freddi.
-Perchè?- proruppe lui, in tono basso. Quella non se l'aspettava. Sicuramente c'era qualcosa sotto.
Emmeline strinse le labbra, sapendo che quella era la parte più difficile. Ora aveva ottenuto la più completa attenzione del Serpeverde, ora doveva solo comporre la melodia giusta per farlo capitolare totalmente.
Se Lily l'avesse sentita in quel momento, probabilmente l'avrebbe ripudiata come amica per il resto della sua esistenza.
Sospirò.
Andava fatto, l'aveva promesso al preside.
-Voglio unirmi al Signore Oscuro, e diventare una delle sue spie. Gli dirò tutte le mosse di Albus Silente, tutti i suoi stratagemmi, tutti i suoi segreti. Sarò la sua serva più fedele.- spostò il peso da un piede all'altro, cercando di non bloccarsi nel discorso. Solo pronunciarlo la faceva sentire gelata nel cuore, ma andò avanti. -Ed è proprio per dimostrarti la mia completa devozione alla causa, che sono disposta a pronunciare il Rito.-
Ecco.
Ce l'aveva fatta.
Aveva gettato l'esca, ora stava al pesce abboccare.
Osservò con attenzione ogni sua più piccola reazione.
Notò i suoi occhi scuri studiarla a fondo, sorpresi e increduli, senza che però dall'espressione facciale trasparisse il minimo sconcerto.
Avery stava analizzando ogni sua parola con la più studiata attenzione, cercando le sfaccettature più insignificanti per smascherare il trucco di cui aveva paura di essere vittima.
Emmeline gli diede il tempo di assimilare ogni sua parola ed ogni suo gesto.
Non doveva assolutamente mettergli fretta, o il palco sarebbe crollato.
Sul viso indossava solo indifferenza, negli occhi era disegnata solo fermezza.
Sperava solo che Avery rispettasse il copione a cui Silente l'aveva preparata.
Lo vide pian piano stringere gli occhi a fessura, come se volesse scavare ancora più a fondo di lei.
-Cosa spinge una delle cocche dei Grifondoro a darsi via così?-
Il tono ricordava vagamente il sibilio di un serpente.
Emmeline rispose subito, cercando di non sorridere, compiaciuta. Avrebbe in seguito dovuto chiedere al Preside come faceva a sapere esattamente quale sarebbe stata la reazione di Avery a quella proposta.
Albus Silente aveva calcolato anche il più insignificante dettaglio.
-Vendetta, Avery.- sibilò anche lei, simulando una cattiveria che non le apparteneva. -Per anni ho vissuto oppressa da un padre che mi ha fatto pentire ogni giorno di essere nata. Per anni ho dovuto subile violazioni, botte, insulti per colpe che non mi appartenevano. Ora, l'unico sentimento che mi guida è la vendetta. Non mi importa di nient'altro, ora come ora. Voglio umiliarlo, Avery, fargli credere che finalmente sono diventata la figlia che sperava fossi, per poi ucciderlo con le mie stesse mani. E se per ottenere quello che voglio devo unirmi al Signore Oscuro, allora ben venga. Vendicarmi è la mia ragione di vita, e nulla mi impedirà di raggiungere il mio scopo.-
Vide il Serpeverde rilassarsi lievemente, e per poco non esultò.
La voglia di vendetta era una giustificazione perfettamente plausibile per lui, e lei lo sapeva.
Nessuno come i verde argento sapevano trarre più piacere dal sapore dolce e invitante della vendetta.
Era il loro nettare per eccellenza.
Per questo, non obbiettò minimamente all'ultima affermazione della biondina: era stata una risposta sufficientemente esauriente, per lui.
Si limitò ad annuire, con lentezza, ed Emmeline ebbe voglia di saltare di gioia.
Ce l'aveva fatta.
Il pesce aveva abboccato, o meglio, il serpente era stato irrietito da Eva, per una volta, e non il contrario.
-Non credevo che voi Grifondoro foste capaci di queste cattiverie, Vance.-
Lei sorrise. Il sorriso più seducente che aveva in repertorio.
-Sono pur sempre una Vance, Avery.-
Lui ghignò, soddisfatto dalla risposta.
-Dovrò consultare anche gli altri però, Vance. Non posso darti una risposta immediata. Se davvero vuoi diventare una di noi, ci sarà tutta una procedura da svolgere. Il Signore Oscuro vorrà parlarti di persona.-
Emmeline annuì, lo sguardo duro.
-Sono pronta a tutto.- strinse le labbra. -Però ricordati tutto quello che ho chiesto prima. Voglio essere lasciata in pace almeno fino ai MAGO, e voglio che i miei amici non vengano feriti.-
La Serpe ghignò, di nuovo.
-Vedrò cosa posso fare, Vance.-
Annuì di nuovo, sapendo che d'ora in poi sarebbe dovuta stare attentissima a ogni sua mossa. Non aveva dubbi che Avery le avrebbe sguinzagliato dietro i suoi scagnozzi per controllare che non facesse passi falsi.

-Si può sapere cosa diamine sta succedendo qui?!-
Emmeline Vance era sbalordita dallo spettacolo che le si presentava davanti.
A terra giaceva un ammaccato Mulciber, sovrastato da un Remus Lupin totalmente intenzionato a tirargli un'altra serie di calci, mentre poco più in là si potevano vedere James Potter e Rodolphus Lestrange che se le davano di santa ragione, alla babbana.
Nessuno parve curarsi di lei, troppo impegnati nel combattimento.
Emmeline aggrottò la fronte, perplessa, quando vide Remus tirare un destro piuttosto violento sul viso del Serpeverde.
Da quando Remus partecipava alle risse?
Provò a schiarirsi la voce, nella speranza che qualcuno la calcolasse.
Ovviamente non servì a nulla.
-Ma che diavolo...-
-Lupin e Potter sono saltati al collo di Lestrange e Mulciber perchè avevano fatto un commento su di te.-
Si girò, esterrefatta,verso la voce che aveva parlato.
-Piton- sibilò, disgustata. Si ricordava bene l'ultima volta che si erano affrontati, come era andata a finire. -Tu non dai una mano ai tuoi amichetti?- poi realizzò quello che aveva detto. -Che commento?-
-Non è la mia battaglia da combattere.- non rispose alla seconda domanda.
-Hai già dimostrato quanto tieni ai tuoi amici, non dovrei stupirmene, in effetti.-
Severus si irrigidì, sentendo chiaramente lo spettro di Lily frapporsi tra loro.
-Non sono affari tuoi come tratto i miei amici, Vance.-
-Lo sono dal momento in cui la mia migliore amica è stata male mesi per come l'hai trattata.-
-A me sembra che si sia consolata piuttosto in fretta.- lanciò un'occhiata di disprezzo verso Potter, che ora pareva aver assunto una posizione di vantaggio rispetto a Lestrange.
Emmeline si irrigidì.
-Oh, il povero piccolo Sevvy è stato di nuovo battuto da James Potter!Che rabbia che ti deve fare, sapere che lui è migliore di te anche in questo, vero?-
-Lui la userà solo come trofeo. Ci metterà poco a stancarsi.-
Lei rise.
-Non posso credere di stare avendo questa conversazione con te, davvero.- scosse la testa. -Sparisci, Piton. E dicono sia meglio guardare la trave nel proprio occhio, prima di vedere la pagliuzza nell'occhio dell'altro.-
-Non sai di che cosa parli, Vance. Solo io conosco la vera Lily, solo io so che lui non è adatto a lei. Sarà infelice, vedrai.-
-Tu pensi di essere migliore?Non hai nemmeno il coraggio di aiutare i tuoi amici durante una rissa!Quegli stessi amici che hai preferito a Lily!Mi fai pena, Piton.- tirò fuori la bacchetta, voltandogli le spalle. -E ora, vattene e lasciami risolvere questa faccenda da sola, visto che tu sei troppo vigliacco.- non badando più a lui strinse gli occhi a fessura, e poi tuonò, imperiosa -Petrificus Totalus!-
Tutto si fermò.
Em si massaggiò la testa.
Quella giornata non sembrava finire mai.
Poi si rivolse a Remus e James, entrambi immobili in una posizione strampalata.
-Si può sapere cosa diamine credevate di fare?!-
In quel momento si sentiva molto Lily.
-Risse alla babbana in mezzo ai corridoi?Cosa avreste fatto se fosse arrivato un professore,eh?!-
James la guardò, divertito. Probabilmente aveva pensato la stessa identica cosa: era uguale spiccicata a Lily, in quel momento.
La Vance sbuffò, lanciandogli un'occhiata glaciale.
Notò che Remus aveva un occhio particolarmente gonfio, e le si strinse il cuore in maniera strana.
Aveva fatto tutto quello, per lei?
-Adesso vi porto in infermieria, dove mi dovrete qualche spiegazione.- poi si rivolse ai Serpeverde, che la guardavano, furiosi. -Quanto a voi- disse -ringraziate che non sia un Prefetto, o peggio un professore. Sarebbe una soddisfazione immensa, togliervi dei punti.- loro la guardavano, neri di rabbia. Emmeline sorrise, dolcemente. -Mi limiterò a sperare che nessuno vi trovi fino all'inizio del nuovo anno.-
Detto questo, fece un incantesimo di Levitazione per trasportare Potter e Lupin con facilità, i quali continuavano ad osservarla, uno con divertimento e l'altro con vergogna, e si avviò verso l'infermieria, lasciando Mulciber e Lestrange lì, belli che pietrificati in una posizione alquanto scomoda.

-Perchè l'hai fatto?-
Emmeline guardò scettica Remus, che si teneva del ghiaccio sull'occhio in maniera ostinata, cercando in tutti i modi di non incontrare il suo sguardo.
James se l'era letteralmente svignata, dopo averle raccontato a grandi linee tutta la storia.
La scusa ufficiale era che non aveva riportato gravi danni e doveva incontrarsi con Lily, la scusa ufficiosa era che sperava che quei due parlassero in maniera seria di quello che aveva fatto Remus.
Dopo attimi pregni di silenzio, Remus borbottò.
-Loro...ti hanno accusata di...- arrossì. Non voleva nemmeno ripeterli, quegli insulti, Al solo pensiero gli saliva la rabbia.
-Fammi indovinare- Emmeline roteò gli occhi. -Hanno detto che sono una puttana, e che sposerò Avery solo per interesse.-
Remus strinse le labbra, e Emmeline annuì.
-Lo immaginavo. Non sarebbe nemmeno la prima volta che mi accusano.- lo fissò, intensamente e intenerita.
Sorrise.
-Rem, non dovevi farlo, davvero. Non mi interessa, che dicano quello che vogliono. Io..-
-Non potevo rimanere con le mani in mano, Em.- Remus la interruppe, quasi ringhiando. -Le cose che hanno detto...se ci penso mi fanno ancora infuriare.- distolse di nuovo lo sguardo, imbarazzato dall'essersi lasciato così tanto andare.
Non sapeva nemmeno lui cosa gli fosse preso, in quel momento.
Silenzio.
Emmeline lo fissò, chiedendosi come mai il suo cuore avesse preso a battere così velocemente.
Era assurdo.
-Grazie.- fu spontanea quella parola sussurrata, fu spontanea tanto quanto quella situazione era assurda.
Totalmente, inconcepilmente assurda.
Le faceva così tanta tenerezza, che avrebbe voluto abbracciarlo.
Nessuno si era mai battuto per lei così.
L'ultima persona che avrebbe mai immaginato poter fare una cosa simile, era Remus Lupin.
Il dolce Remus.
Remus c'era sempre stato, nei momenti peggiori.
Era sempre pronto a darle una mano, come meglio poteva.
Remus era una persona che si infilava piano piano nel tuo cuore, bussando e chiedendo il permesso.
Non faceva irruzione, non sfondava le porte.
Si infiltrava lentamente, attento a non disturbare.
Remus rispettava i suoi silenzi e le sue decisioni come nessuno aveva fatto fino ad allora.
Remus aveva abbandonato la sua indole quieta per provocare una rissa.
A volte le persone ci sorprendono con i loro gesti, facendocele vedere con una luce totalmente diversa.
A volte, realizziamo che le persone semplicemente non sono solo chi crediamo che siano.
A volte, capiamo quanto siamo importanti per una persona semplicemente così, con un gesto inaspettato.
Emmeline dava per scontato che James e Sirius fossero perfettamente in grado di iniziare una rissa per lei, probabilmente anche Lily avrebbe partecipato più che volentieri, se avesse saputo gli insulti che le venivano rivolti.
Ma Remus?
Lui era totalmente inaspettato.
E stranamente, le faceva piacere, quel gesto inaspettato.
Anche se non avrebbe dovuto farle piacere, anche se la faceva sentire in colpa, perchè in quel momento non poteva permettersi di provare dei sentimenti che andassero al di là dell'amicizia, per qualsiasi ragazzo.
Si stava per sposare, dannazione!
-Io ho parlato con Avery.-
Questa volta fu lui a fissarla, mentre lei distoglieva lo sguardo.
-Sei certa della tua decisione, allora?-
Emmeline si mordicchiò il labbro.
-Sono riuscita a rimandare il matrimonio per la fine dell'anno ma si, rimango comunque sempre della mia decisione.-
Lo vide annuire con la coda dell'occhio. Sembrava esausto.
Questa volta, il silenzio che calò non aveva niente di tranquillizzante.
-Lo posso capire.-
Em lo guardò, sorpresa.
-Davvero?-
Lui annuì.
-Si. Lo fai per le persone che ami. Forse anch'io lo farei, al tuo posto.-
Lei continuò a tenere lo sguardo su di lui. Era l'unico che non cercava di opporsi alla sua decisione. E forse era l'unico che era riuscito a farla vacillare.
-Gli...gli ho chiesto di lasciarvi in pace, in cambio. E che mi lasci libera di vivere la mia vita, almeno fino ai MAGO.-
Continuava a parlare, cercando di giustificarsi inutilmente.
Lui le aveva già dato la sua approvazione, perchè allora continuava a cercare scuse?
Probabilmente perchè voleva solo convincere se stessa.
Voleva solo scacciare quella lieve indecisione che l'aveva colta.
Remus era stato improvvisamente colto da un'incredibile voglia di fermarla e dirle di non sposare quel viscido Avery, che le avrebbe solo fatto del male. L'avrebbe solo portata al dolore, e lei non se lo meritava, non se lo meritava proprio.
Emmeline era buona, Emmeline pensava sempre prima agli altri che a se stessa, Emmeline aveva già sofferto tanto.
Meritava qualcuno che l'amasse, che la accudisse e la facesse sentire come meritava.
Ma la decisione era sua, non poteva che rispettarla.
Nonostante gli facesse male.
Gli faceva male, perchè in fondo sapeva che nemmeno lui la meritava, non con il suo problema mensile.
-Sai quanto sacrificio ti comporterà, questa scelta, vero?- eccola, l'unica cosa che riusciva a dire.
Lei annuì.
-Lily mi ucciderà- mormorò, tra sè e sè.
Calò di nuovo il silenzio, carico di tensione.
Una tensione che Em non poteva sopportare.
Dopo un po' lei parlò di nuovo, con voce flebile.
-Solo, Remus...-
Lui la osservò attentamente, stupito dal cambio di tono, così fragile e insicuro.
-C'è...c'è una cosa che vorrei chiederti, prima di...prima di sposarmi...un favore-
La fissò ancora, perplesso, non sapendo cosa aspettarsi. Lei teneva gli occhi bassi.
Se non fosse stato così concentrato a scervellarsi su cosa mai lei gli potesse chiedere, avrebbe notato la luce lievemente malandrina che le attraversò gli occhi.
-Dimmi pure, Em.-
-Ecco...i..io..ho solo paura che..ecco..- Remus era sempre più confuso. Non aveva mai visto Emmeline così imbarazzata. -Non..non voglio che...ecco...la mia prima volta, non voglio che sia con Avery...ho paura che mi faccia male, ed io...io vorrei...ho sempre voluto che la mia prima volta fosse con qualcuno che quantomeno mi volesse bene..Quindi, ecco, se tu potessi..se tu vuoi..con me, ecco...-
Si mise le mani sugli occhi, per nascondere il viso, in un gesto di imbarazzo.
Se Lupin fosse stato un po' più attento, avrebbe notato che stava solo cercando di trattenersi.
Il Licantropo spalancò gli occhi. Poi la bocca.
Poi sentì improvvisamente il suo viso andare a fuoco.
Non credeva possibile che Emmeline gli avesse chiesto una cosa così imbarazzante.
Cosa doveva risponderle?Cosa poteva dirle?
Non era possibile.
Perchè a lui?
Cosa le passava per la testa?
Cosa doveva dirle?
Ciò che gli aveva appena chiesto era assurdo.
Stava forse chiedendo a lui di essere...la sua prima volta?
La sua faccia stava facendo concorrenza ai capelli di Lily.
-Non..tu..io..non non...cioè non è che..- balbettò.
Fu a quel punto che Emmeline Vance scoppiò immancabilmente a ridere.
Una risata talmente forte che avrebbe potuto far tremare le mura di Hogwarts.
Una risata bellissima.
Fu a quel punto che, se possibile, Remus Lupin spalancò ancora di più gli occhi, non capendo.
Cosa che fece ridere ancora di più Emmeline.
-Merlino...avresti...avresti dovuto vedere la tua faccia..- quasi non riusciva a respirare, da tanto rideva. -Era...era fantastica...- e giù un'altra raffica di risate.
Il povero Lupin a quel punto era sconcertato.
-Ma...- tentò.
Emmeline scosse la testa, ancora ridendo.
Aveva allontanato la tensione, e questo la sollevava non poco.
-Remus.- prese fiato. -Stavo solo scherzando. Ti stavo prendendo in giro. Non sono vergine, e comunque so che non lo avresti mai fatto.-
Rise di nuovo. La faccia di Remus era stato qualcosa di impareggiabile.
Se solo avesse avuto una macchinetta fotografica..Diamine, avrebbe potuto guardare la foto tutte le volte che avrebbe voluto ridere.
Remus la guardò, ancora sorpreso.
Rideva ed era bella, Emmeline.
Rideva e sembrava una principessa delle favole.
Rideva dopo avergli fatto uno scherzo degno dei Malandrini più noti.
Fu allora che scattò qualcosa, nella testa di Remus.
-Perchè dici che non l'avrei mai fatto?-
Lei smise di ridere. lo scrutò un po', e poi scosse le spalle.
-Andiamo, non lo faresti mai. Sei troppo buono e hai troppo senso dell'onore per fare una cosa del genere. Il dolce e pacato Remus non lo farebbe mai, nemmeno se mi fossi mostrata completamente svestita e avessi iniziato a ballare lungo un palo. Non sei certo come Sirius, e..-
Fu allora che scattò qualcosa, nella testa di Remus, mentre lei ancora parlava.
Perchè mentre sentiva le gote perdere il rossore dovuto alla vergogna, avvertiva anche una senzazione farsi strada nel suo petto.
Una senzazione che non riconobbe subito.
Ma in quel momento, si sentì quasi offeso da quelle parole.
Perchè diamine, per quanto non lo volesse dare troppo a vedere, Sirius e James l'avevano preso tra i Malandrini non solo perchè serviva un secchione nel gruppo, ma perchè in lui avevano visto una vena pazza che solo loro erano in grado di tirare fuori.
Era un Malandrino anche lui, in fondo.
E lei era lì, che ancora se la rideva e parlava, bella come la più bella principessa, bella come Eva, e altrettanto letale.
Orgoglio, ecco cos'era quella senzazione.
Perchè diamine, era un uomo anche lui, in fondo.
E per quanto imbarazzante, l'immagine di lei che ballava nuda attorno a un palo non gli sarebbe certo rimasta indifferente.
Così, fece l'unica cosa che gli sembrò sensata fare, in quel momento.
La zittì.
Baciandola.
Emmeline quasi sobbalzò, sorpresa da quel brusco cambio di prospettiva.
Colta di sorpresa, ci mise un po' a realizzare quello che stava succedendo, e a ricambiare il bacio, portandogli le mani sul viso.
Lui non aveva avuto molti primi baci, nella sua vita, ma di gran lunga quello scalava tutte le classifiche.
Lei di primi baci ne aveva avuti parecchi, invece, ma mai ne aveva ricevuto uno così dolce e..giusto, nella sua vita.
Fu un bacio che aveva la tenerezza del primo, e la passione dell'ultimo.
Fu un bacio che Emmeline, ne fu sicura, avrebbe voluto prolungare per il resto della sua vita.
Quando si staccarono, Remus la guardò, imbarazzato.
Fu lei la prima a parlare.
-Chi l'avrebbe mai detto- disse, prendendo fiato -che i Lupi Mannari avessero delle così grandi doti da baciatori.-
Fu a quel punto che Remus parve riprendere la cognizione della realtà.
Arrossì.
Lei si sarebbe sposata da lì a pochi mesi, e lui cosa faceva?
-Io...non volevo, mi dispiace.-
-Non volevi?- lei lo guardò, stranita.
-Cioè no, non è che non volessi, ma...mi dispiace.-
-Ti dispiace.- lo disse come se l'avesse preso come un insulto.
-No, cioè...io...non è che mi dispiace, ma...non dovevo. Ne dovremmo parlare, io..-
Emmeline inarcò un sopracciglio.
Poi sospirò.
Si massaggiò la testa.
Lei voleva limonare fino al resto dei suoi giorni, mentre lui voleva parlare dei suoi sentimenti.
La cosa aveva un che di comico.
-Senti, Remus...-
-Davvero, tu fra un po' ti sposi, e io sai bene che non posso avere relazioni nel mio stato...-
Emmeline alzò gli occhi al cielo, prima di ripetere, esasperata.
-Remus.-
-è stato un gesto avventato e...-
-Remus Jhon Lupin!- tuonò. -Se ora come ora non provvedi subito a tenere occupata quella tua lingua lunga ficcandomela dritta in bocca, vedrò di sbatterti al muro e farti dimenticare qualsiasi pensiero casto e puro tu possa avere ancora su di me, credimi!-
Remus Jhon Lupin, suo malgrado, non potè far altro che obbedire.













Ok.
Ehm XD
Lo so, lo so, lo so!Sono un disastro. Sono tornata dopo tipo 1209 mesi DOPO avervi promesso e spergiurato che non vi avrei più abbandonato. Mi dispiace!
Potrei scusarmi dicendo che è iniziata l'università, mi sono dovuta cercare una nuova casa, ho dovuto tenere i miei primi esami...ma sinceramente, mentirei. Di tempo ne ho avuto. Ma questa storia...non so, non mi diceva più nulla. Non riuscivo più a scriverla con entusiasmo, era più un doverla continuare, non la volevo continuare.
Poi non so bene cosa sia successo XD ma sono qui XD l'ispirazione mi è magicamente tornata...oggi XD non chiedetemi perchè, non ne ho la più pallida idea XD
Non dico che ora posterò presto: non lo posso assicurare(e ora ho avvero gli esami -.-) ma posso promettervi che cercherò di fare il possibile. Questi personaggi non li voglio abbandonare, davvero, mi ci sono troppo affezionata. E chiedo ancora venia per il ritardo XD
Scusate moltissimo!
Passando al capitolo, uhm. Non so bene che dire XD Remus finalmente tira fuori il suo lato malandrinesco, anche se poi ci vuole emmeline per farlo uscire totalmente allo scoperto XD
Poi...ovviamente tra loro non è che adesso saranno rose e fiori, anzi. Doranno vedere se continuare la relazione o no, perchè effettivamente lei SI STA per sposare, e non cambierà idea, e Remus lo sa perfettamente. Mmmm...altro?XD in questo capitolo è tutto Em/Rem XD gli altri poveri li ho palesemente ignorati, dettagli XD
Basta, non credo di avere altro dadire O.o
A parte scusarmi ancora XD
Ah, non l'ho nemmeno riletta, quindi potrebbero esserci un saaaacco di errori XD
Risponderò a tutte le recensioni via..ehm...nn so come si chiama XD tipo posta privata XD se riesco tutte adesso, ma al più tardi domani mattina tutte avrete la risposta XD
Grazie per chi rimarrà ancora con me XD
Vi adoro. Tutti, davvero!

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Capitolo 35
*** Quelli come noi non si separano. ***


cap 35 James Potter entrò nella Sala Comune dei grifoni con un sorriso che gli partiva da un orecchio all'altro.
Era sicuro che Emmeline e Remus in quel momento stessero avendo una più che interessante conversazione, e non vedeva l'ora di dirlo anche a Sirius e Peter.
Peter a dire il vero non aveva idea di dove fosse finito, ma Sirius appena era entrato aveva sollevato la testa dal tavolo su cui era seduto, facendogli un cenno col capo.
-Non indovinerai mai chi ho lasciato in infermieria con una bionda di nostra conoscenza!-
Si lasciò mollemente cadere sulla panca accanto a Felpato, senza abbandonare il sorriso.
A quella frase d'esordio, Sirius si limitò ad inarcare un sopracciglio, con fare scettico.
-Chi?-
Il tono di voce era piuttosto atono, come se la cosa non lo riguardasse minimamente.
James aggrottò la fronte, perplesso, ma decise di lasciar correre, troppo curioso di vedere la reazione del suo migliore amico alla notizia del loro lupacchiotto che a quanto pare stava finalmente crescendo anche dal punto di vista ormonale, oltre che mentale.
Ghignò, più che deciso a non farsi scoraggiare dall'umore evidentemente cupo dell'amico.
-Prova a indovinare.-
Felpato alzò gli occhi al cielo, con aria disinteressata.
La curiosità era sempre stato uno dei suoi punti deboli, ma in quel momento, stranamente, sembrava essersi rintanata a far coppia col suo buon umore da qualche parte.
-Dai, Ramoso. Non mi va. Dimmelo e basta.-
James lo osservò, di sottecchi, sentendo tutto l'entusiasmo che gli scivolava via di dosso in un attimo.
Erano giorni ormai che Sirius sguazzava in quell'umore tetro e scorbutico che faceva desistere i più coraggiosi dall'avvicinarglisi. Persino le ragazze più audaci, in quella settimana e mezza, avevano preso ad evitarlo, timorose di essere respinte in malo modo.
Nessuno capiva che cosa passasse nella testa di Sirius Black, probabilmente non lo sapeva nemmeno Sirius Black stesso, e James decise che quello era il momento più consono per scoprirlo.
Che c'entrasse la sua morte prematura o il casino con Lene, Ramoso era più che deciso a pungolarlo fino a quando non sarebbe stato disposto a parlarne e risolvere la cosa.
Si passò una mano tra i capelli.
-Okay- scosse la testa, frustrato. -Sirius, si può sapere cosa sta succedendo?-
Felpato spostò gli occhi sul tavolo, come se lì avesse potuto trovare una risposta alla domanda posta da suo fratello.
La verità era che non sapeva minimamente cosa stava succedendo. Erano giorni che si alzava con un diavolo per capello, si irritava per qualsiasi cosa, e ogni dannata volta che cercava di fare qualcosa finiva sempre col litigare con tutti per i motivi apparentemente più stupidi.
E nemmeno James questa volta avrebbe potuto aiutarlo.
Era solo. Solo, contro tutti.
Lui non lo sapeva ancora, ma in un futuro neanche troppo lontano quella solitudine gli sarebbe piombata addosso come la peggiore delle pugnalate, costringendolo ad essere perennemente in fuga da un mondo che lo avrebbe ritenuto un assassino fino al giorno della sua morte.
-Non sta succedendo niente, Ramoso.-
Potter sospirò, esasperato. A Sirius ci sarebbero potuti volere anni, per ammettere di avere un problema.
-Certo che sta succedendo qualcosa. Avanti, dimmi cosa c'è che non va.-
Sirius lo osservò, irritato da tanta insistenza. Non voleva parlarne. Non voleva che gli venissero poste domande scomode, a cui sarebbero seguite risposte sin troppo scomode.
Non voleva squarciare il velo che gli copriva la realtà.
-Non c'è niente che non va, James.-
Lui lo guardò storto.
-Felpato, ti conosco da sette anni.-
-E allora?-
-E allora so perfettamente quando c'è qualcosa che non va. Cosa ti prende?Sono giorni che sei così.-
Sirius tornò a guardare il tavolo, stringendo i pugni.
Un fiume di parole gli stava per sgorgare dalle labbra, e quel fiume di parole avrebbe potuto farli annegare entrambi, lo sapeva bene.
Perchè non riusciva più a guardare James negli occhi e non pensare che presto quell'uragano dai capelli arruffati non sarebbe stato più al suo fianco.
Perchè si sentiva una persona orribile, quando guardava Lily e pensava che se non ci fosse stata lei, James forse sarebbe stato salvo.
E anche perchè, dannazione, per la prima volta nella sua vita si ritrovava a desiderare qualcuno al suo fianco che non fosse la solita sciacquetta disposta ad aprire le gambe al suo primo schiocco di dita.
E quel qualcuno stranamente aveva un nome e un cognome che non osava pronunciare, perchè pronunciarlo sarebbe stato come ammettere che quel qualcosa che lo legava a lei esisteva davvero.
E lui, che per anni era stato educato suo malgrado alla scuola dei Black che non possono amare, non era ancora pronto ad ammettere una cosa simile.
Non ora, quando si sentiva così arido.
Così poco disposto a quel sentimento che richiedeva necessariamente e inevitabilmente un dare all'altro qualcosa di grande.
Lui dentro era vuoto. Non poteva dare niente, tanto meno amore.
Non poteva ricevere niente, tanto meno amore.
Walburga Black sarebbe stata contenta: almeno una cosa era riuscita a inculcargliela, tra tante idee che Sirius aveva sempre ripudiato.
I Black non possono amare.
Quante volte gli era stata ripetuta quella frase?
Non aveva ancora risposto a James, che lo guardava, cercando di leggergli l'anima.
La consapevolezza che probabilmente ci sarebbe riuscito lo irritò, portandolo al limite della sopportazione.
Perchè sapeva che sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro.
E se fosse esploso, avrebbe sicuramente detto qualcosa che avrebbe inevitabilmente ferito Ramoso.
-Sono solo stanco, okay?E ora dimmi chi c'era in infermieria, avanti.-
James strinse gli occhi a fessura.
Li odiava, i comportamenti evasivi.
-Sirius...-
Lui strinse le labbra. Dannazione a James e alla sua insistenza.
Dannazione a James e alla sua fissa di non arrendersi mai.
Eppure si era arreso per quanto riguardava il suo futuro.
Perchè, James?
Perchè vuoi abbandonarmi?
Nessuno dei due si accorse di Lily, che in quel momento stava entrando in Sala Comune con un paio di libri stretti al petto.
Decise di non disturbare i due Malandrini, che parevano totalmente presi dalla discussione.
-Ho detto che non ho niente, maledizione!Che ne dici di lasciare perdere?-
-Non posso lasciare perdere, se so che c'è qualcosa che non va.-
A quel punto, successe quello che Sirius aveva cercato così disperatamente di non far succedere.
Tutto il grumo di emozioni che gli si era impastato nel petto, tutta l'amarezza e la frustrazione, tutta la disperazione e la rabbia, vennero riversate fuori con una violenza tale da far tremare le mura di Hogwarts.
-Non vedo comunque perchè dovrebbe interessarti!-
Vide James aggrottare la fronte, spiazzato.
Tra tutte le cose che Sirius poteva reicriminargli, quella di fregarsene non gli era mai passata per l'anticamera del cervello.
Non era sempre stato pronto ad aiutarlo in ogni occasione?Cosa voleva dire Sirius?
-Cosa...-
-Tanto comunque tu te ne andrai, giusto?Hai già deciso che morirai e che non puoi farci niente, no?Cosa te ne frega se intanto ci lasci tutti qui a marcire nella merda!-
Si alzò in piedi, stringendo labbra e pugni, sentendosi tremare.
Sapeva che non era colpa di James, o di Lily, eppure non poteva fare a meno di chiedersi se Ramoso non avrebbe potuto combattere di più per scampare a quel destino.
James non aveva mai rinunciato a niente nella sua vita, perchè ora si?Perchè aveva deciso di arrendersi?
Continuava a chiederselo.
Ramoso lo guardò, con aria incredula.
Anche se sapeva benissimo che prima o poi Sirius avrebbe fatto venire fuori tutto quel dolore che aveva dentro, non pensava lo avrebbe mai accusato di fregarsene.
Cosa credeva, che a lui non importasse?
Cosa ne sapeva di tutto quello che aveva passato in quei mesi?
-Ma cosa credi, che io sia contento di morire a ventun'anni?Credi che non cambierei tutto questo, se potessi?-
Felpato lo guardò, con rabbia.
-E allora cambialo, maledizione!-
James scosse la testa, digrignando i denti.
-Non posso, Sirius, lo sai!-
-No che non lo so, invece!- aveva le dita ficcate nei palmi talmente in profondità, che se non fosse stato impegnato a litigare con James avrebbe urlato di dolore. -Non so perchè fai tutto questo, perchè hai deciso di non combattere più!Che ne è stato del mio migliore amico?-
Perchè il mio migliore amico ha rinunciato a me, a noi?Ai Malandrini?-
Questa era la vera domanda di Sirius.
Cosa ne sarà di noi senza di te, James?
Non ci puoi lasciare così, semplicemente non puoi. Ce l'hai promesso, ricordi?Hai promesso che i Malandrini ci sarebbero sempre stati, fino alla fine del mondo. L'avevi promesso. James Potter mantiene sempre le promesse.
Avrebbe voluto buttare fuori quelle parole che gli ostruivano la gola.
Avrebbe voluto gridare fino a quando la voce non gli sarebbe mancata.
Anche James si alzò, arrabbiato.
Come poteva Sirius dirgli una cosa del genere?
Lui non aveva rinunciato.
Non avrebbe mai rinunciato ai Malandrini.
-Non ho smesso di combattere porca puttana!Se tu non l'avessi notato là fuori c'è un pazzo assassino che tenta di ucciderci tutti, e a quanto pare mio figlio sarà quello che ci libererà dalla persecuzione di Voldemort!Cosa dovrei fare secondo te, dire no io me ne levo fuori arrivederci e grazie?-
E fu allora che Sirius Black si lasciò sfuggire una cosa di cui si sarebbe immediatamente pentito.
La peggiore cosa che avrebbe potuto dire a James.
-Potresti lasciare Lily.- La voce di Felpato era uscita come un flebile sussurro che non avrebbe mai dovuto lasciare la sua bocca. Gli occhi blu che non osavano spostarsi dal terreno per vedere il nocciola sussultare ferito.
Che cosa ci può far dire, la disperazione?
Quanto male possiamo fare agli altri, guidati da questo sentimento tormentato?
James impallidì, di botto, e Sirius seppe di essere riuscito a ferire in maniera indelebile la persona che più gli era stata vicina in quegli anni.
Ma bravo, Sirius, complimenti. Ci sei riuscito. Ti senti abbastanza sporco, adesso?Abbastanza marcio?
-Cosa?- anche James aveva sussurrato, troppo sconvolto per gridare ancora.
Era convinto di aver sentito male.
Doveva per forza aver sentito male, Sirius non gli avrebbe mai detto una cosa del genere. Lui sapeva quanto avesse penato per farsi amare da Lily, lui sapeva quanto poco riuscisse a stare senza di lei.
C'era a ogni suo no, c'era a ogni sua caduta, c'era quando cercava di rimettersi in piedi.
Doveva per forza aver sentito male.
Una pugnalata simile poteva aspettarsela da chiunque, ma non da suo fratello.
Lui finalmente ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.
Con una fibrillazione dettata solo dalla disperazione di chi tenta il tutto per tutto, Sirius parlò, sapendo bene che si stava scavando una fossa da cui sarebbe stato difficile riemergere.
-Lasciala. La dimenticherai, col tempo puoi farlo, ne sono certo, adesso magari ti sembra impossibile, ma in fondo il tempo guarisce tutto, no?Oppure anche no, può anche non essere una soluzione definitiva, appena finisce la guerra se la ami ancora puoi sempre ritornarci insieme.-
Appena vide la faccia di James, avrebbe voluto solamente mordersi la lingua e ritirare tutto quello che aveva detto.
Ramoso aveva spalancato gli occhi, ferito come non lo aveva mai visto.
Cosa aveva fatto?
James lo fissò. A bassa voce, dicendolo più a se stesso che a Felpato, mormorò:
-Non posso credere che tu l'abbia detto davvero.-
Lo guardò ancora, aspettandosi qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Una negazione. Una risata.
Gli sarebbe andata bene qualsiasi cosa.
Ma Sirius stava zitto.
E quel silenzio a James fece ancora più male di quanto si fosse aspettato.
Perchè non diceva nulla?
Sirius abbassò lo sguardo, sentendosi come il più infimo degli esseri.
La verità era che nemmeno lui, poteva credere di aver detto una cosa simile.
Sapeva di aver appena pugnalato James con un'arma ben peggiore di un coltello.
Sapeva quante James ne aveva passate, lo sapeva, eppure non era riuscito a tenere cucita quella stupida boccaccia.
Si divertiva, a ferire gli altri per ferire se stesso?Cosa c'era che non andava, in lui?
Il punto era che non voleva perdere James.
Solo l'idea gli faceva male.
Voleva trovare una soluzione, dannazione.
-Cosa...- James aveva ripreso a parlare, passandosi una mano tra i capelli. -Cosa credi che stessi cercando di fare l'anno scorso, eh?Tu...- si bloccò. Faceva quasi fatica a parlare, dalla delusione che gli attanagliava le viscere. -Tu hai visto com'ero, l'anno scorso, senza di lei, tu non...- strinse i denti, ancora sconvolto. -Non posso credere che tu mi stia chiedendo una cosa simile.-
Si ripassò una mano tra i capelli, scuotendo la testa.
Sirius stava zitto, tenendo gli occhi bassi.
Riconosceva la delusione del suo amico come se fosse la sua. La poteva percepire in quel volto pallido e in quegli occhi quasi spenti, la poteva sentire nell'aria pesante che si era creata tra loro.
Solo un'altra volta era riuscito a deludere così tanto il suo amico, quando aveva rivelato a Mocciosus come arrivare alla Stamberga Strillante.
Poteva reggere la rabbia di Ramoso, poteva reggere le litigate e forse persino l'indifferenza, ma la delusione, quella mai.
James continuava a fissarlo.
Aveva voglia di andarsene o urlargli contro.
Scelse la peggiore: ferirlo.
Non sapeva nemmeno lui come definire la sensazione che lo stava rodendo dentro.
Parlò senza pensare, perchè in quel momento l'unica cosa che riusciva a concepire era che Sirius gli aveva imposto una scelta che si era giurato di non rifare mai.
-Fino a un anno fa non avrei mai ritenuto possibile che uno di voi, uno qualsiasi dei miei migliori amici, sarebbe riuscito a tradirmi. Tu è come se lo avessi appena fatto, e poi ci sarà anche...Non ci posso crederere, davvero. Evidentemente, noi Malandrini non siamo così uniti come diciamo di essere.-
Sirius per poco non sussultò. Lo guardò, sbalordito e ferito.
Cosa voleva dire James?
Lui non lo vrebbe mai tradito, James lo sapeva!
Cosa stava dicendo?
Lui non...
James scosse la testa, con aria quasi disgustata.
-Me ne vado.-
Sirius avrebbe voluto fermarlo. Chiedergli scusa, chiedergli che cosa diavolo volesse dire con quella mezza frase che si era lasciato sfuggire.
Ma non lo fece.
Si limitò a rimanere con gli occhi bassi, mentre James si allontanava senza più degnarlo di uno sguardo, avviandosi verso il dormitorio maschile.
Sirius non alzò gli occhi nemmeno quando sentì la porta del loro dormitorio sbattere.
-Black?-
Lui sobbalzò, riconoscendo la voce.
Oh, cazzo.
Alzò gli occhi, per trovarsi davanti niente popò di meno Lily Evans, che lo fissava con aria imbarazzata.
-Evans?- gli era uscito un tono lievemente isterico. -Da quanto sei qui?-
Lily si schiarì la gola, guardandosi attorno, giusto per non guardare lui.
Non c'era una maniera carina per dirgli che aveva assistito a tutto il litigio.
-Da...un po'-
Lui sembrò comprendere, perchè improvvisamente nei suoi occhi blu passò un lampo di imbarazzo.
-Oh.-
-Già.-
Sirius riabbassò lo sguardo, sentendo piano piano il senso di colpa farsi largo dentro di sè.
Non solo aveva ferito mortalmente James, ora con tutta probabilità Lily lo avrebbe odiato per tutta la vita.
Perchè non riusciva a farne una giusta, ultimamente?
Lily lo osservò, di sottecchi, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa.
L'aria attorno a loro si era caricata di imbarazzo e di silenzio.
Improvvisamente a Lily Sirius fece quasi tenerezza, vederlo lì, con aria abbattuta e afflitta.
Era vero, aveva fatto soffrire Lene, ed era vero, aveva appena detto a James che sarebbe stato meglio mollarla, ma, seriamente, quale amico non l'avrebbe fatto?
Fu strano come lo realizzò, semplicemente guardando quegli occhi blu che tentavano di sfuggire ai suoi.
Sirius aveva semplicemente paura di perdere James. Una paura tremenda di ritrovarsi di nuovo solo, dopo tanti anni che finalmente era riuscito a trovare un po' di pace in se stesso.
Stava solo cercando un modo di salvarlo, di tenerlo al sicuro.
Lei non sarebbe vissuta a lungo senza James, ma come si sarebbe sentito invece Sirius, che prima di riabbracciarlo avrebbe dovuto vagare per anni senza una casa e un posto dove stare?
Anche lei, se fosse stata in lui, si sarebbe odiata, probabilmente.
Tutto quello non era giusto, non solo per lei e per James, ma anche per Sirius e per Remus, e per tutte le persone a loro care.
Decise che doveva parlare con Sirius a tutti costi.
Non erano mai andati granchè d'accordo, loro due, nè si erano mai stati particolarmente simpatici.
Ma lui era la persona di cui James si fidava più al mondo, forse addirittura più di lei, e questo doveva pur valer qualcosa.
Evidentemente, Sirius aveva la stessa maschera di menefreghismo e arroganza che aveva James fino al quinto anno, solo più spessa e decisamente più dura da sciogliere.
Ma perchè non tentare comunque di scoprire chi veramente c'era, dietro quella maschera?
Già si era sbagliata su James, probabilmente si era sbagliata anche su Sirius.
Perchè se c'era una cosa che aveva capito da tutta quella litigata, era che Sirius non avrebbe mai permesso che succedesse qualcosa a James: piuttosto sarebbe morto lui.
Non avrebbe mai accettato la sua morte, mai, così come forse non avrebbe mai accettato che la causa indiretta della sua morte fosse un furgoletto non ancora nato in grado di salvare il mondo.
Sospirò.
-Black...-
Provò, senza particolare successo: Sirius teneva gli occhi ancorati al pavimento.
-Black?- riprovò, ma Felpato pareva essersi immerso nelle sue riflessioni di sensi di colpa.
Questa volta emise uno sbuffo.
-Sirius!-
Finalmente lui parve riscuotersi, almeno in parte. La guardò, con aria assente.
Lei si mordicchiò le labbra, non sapendo bene cosa dire, l'imbarazzo che ancora si poteva palpeggiare tra di loro.
Ma doveva farlo. C'era James, di mezzo.
-Possiamo parlare?-
-Ascolta, Evans, io non ho...-
-Nulla di personale contro di me, ma ho fatto già troppe volte soffrire James, quindi io non piaccio a te e tu non piaci a me?-
Sirius sgranò gli occhi mentre lei sorrideva, ironica, stupendosi del fatto che Lily si ricordasse ancora quella conversazione che pareva avessero avuto secoli prima.
Lily intanto annuì, sempre sorridendo.
-Lo so.- poi prese un largo respiro. -Ascolta, Sirius, io non ho niente contro di te. E so che non approvi la scelta di James, e che in parte me ne dai la colpa.-
Felpato si limitò a stringere le labbra. Si era lasciato sfuggire sin troppe parole, quel giorno.
La rossa si morse il labbro, di nuovo.
Non sapeva bene come continuare. Non era brava con le parole, lei, non lo era mai stata.
E Sirius in quel momento era un muro in cui doveva assolutamente far breccia.
Doveva sconfiggere quella diffidenza naturale che Sirius aveva nei suoi confronti.
Decise di cambiare approccio.
-Quando ho incontrato Harry- fece, stando bene attenta alla sua reazione. -lui mi ha...mi ha parlato molto di te, sai?-
Questo riuscì a scalfire il muro, almeno in parte. Il Malandrino la guardò, curioso e stupito da quella rivelazione. Non aveva mai considerato il figlio di James più di tanto, fino a quel giorno. Lo considerava solo l'ennesimo ostacolo che avrebbe portato il suo migliore amico alla morte. Per quello quelle parole catturarono la sua attenzione.
-Il fatto è- continuò Lily, a voce più bassa. -che quando io e James moriremo, tu sarai la sola famiglia su cui potrà contare. Sarai..il padre che James non potrà mai essere.-
Sirius la guardò, sorpreso.
Sbagliava, o aveva sentito una nota leggermente incrinata, nella voce della rossina?
Notò che gli occhi smeraldini non guardavano più lui, ma si erano fissati su un punto imprecisato della Sala Comune.
Come se stessero cercando in tutti i modi di nascondersi.
Come se stessero cercando in tutti i modi di non piangere.
Forse lui e Lily erano più simili di quanto pensasse.
-Lui...lui ti voleva bene. A te più di chiunque altro.- fece una pausa. Le veniva ancora difficile parlarne con scioltezza, senza suonare triste e piena di rimpianti. Era una parte che le faceva ancora male. -Il fatto è che io e James non avremmo mai la possibilità di stargli vicino, Sirius. Mentre tu...tu si.-si morse il labbro inferiore, sentendosi vacillare.
Quante cose di suo figlio si sarebbe persa, quanti momenti avrebbe rimpianto.
-E so che...so che è quello che vuole anche James. Che sia tu a stargli vicino, intendo. Non darebbe a nessun altro il compito di stare accanto a suo figlio se non a te, Sirius. Sei...la persona su cui conta di più, su cui ha sempre contato di più e su cui conterà sempre di più. E...e io mi fido di James, se lui dice che tu sei la persona più adatta a prendersi cura di lui. James ha...bisogno che tu sia con lui, per seguire il suo destino. Ha bisogno che tu gli stia accanto, fino alla fine. Non ce la farebbe senza di te, lo so che non ce la farebbe, nonostante probabilmente ci metterebbe qualche secolo ad ammetterlo.-
Sirius la fissò, e per la prima volta da quando James aveva posato gli occhi su di lei, vide cosa lui aveva visto in quella rossa che l'aveva fatto tanto dannare.
Per un attimo, vide.
Vide in quegli occhi verdi un amore smisurato per suo fratello, e per un attimo quasi ebbe voglia di distogliere lo sguardo, timoroso di violare quel sentimento così intimo, così profondo e incomprensibile.
Vide anche, sotto strati di verde, quello sguardo che spesso aveva visto negli occhi della signora Potter, negli occhi della signora Lupin, quello sguardo che a lui era sempre stato negato.
Era lo sguardo di una madre.
Una madre che però non avrebbe mai visto crescere suo figlio.
Per la prima volta, si ritrovò a considerare il punto di vista di Lily.
Come doveva stare lei a sapere quello che le sarebbe successo?
Cosa la spingeva a sacrificarsi ad occhi chiusi per una creatura che ancora non era stata concepita?
Amore. Soltanto amore.
Quell'amore che lui forse non avrebbe ricevuto mai.
Ecco, cosa poteva spingersi a fare un genitore, cosa sarebbe stato disposto a fare per proteggere il frutto di un amore precedente ma non meno importante. Il sacrificio estremo sarebbe avvenuto senza esitazioni da parte di un genitore, se la vita del figlio era messa a repentaglio.
E Sirius capì che James non lo faceva per Lily, non lo faceva perchè voleva smettere di combattere.
Capì che James si sarebbe sacrificato proprio in nome di quell'amore che avrebbe avuto un nome e un cognome, capelli spettinati e occhi smeraldini.
E niente gli avrebbe fatto cambiare idea, perchè in fondo, l'amore di un genitore a volte supera qualsiasi cosa.
E lui, in quanto suo migliore amico, non poteva permettersi che il sacrificio di James fosse vano. Era suo dovere fare in modo che Harry crescesse amato e protetto, proprio come avrebbero voluto i suoi genitori.
Tutti avevano bisogno dell'amore di una famiglia.
Soprattutto il figlio di James.
Per questo si sarebbe dovuto prendere cura di lui.
Allora ripensò a quello che gli aveva detto Lily.
Lui ti voleva bene, più che a tutti gli altri.
Allora forse il sacrificio di James non sarebbe stato vano.
Suo figlio sarebbe davvero cresciuto sapendo cos'è una famiglia, l'avrebbe promesso a James. E a Lily.
-Io...ci sarò sempre, per James.-
Con quello, voleva dire che aveva capito.
Voleva dire che aveva accettato.
Lei sorrise. Un velo di amarezza a coprirle gli occhi.
-Lo so.-
Con quello, voleva dire che si fidava di lui.
Con quello, voleva dire grazie.
Fu quello sguardo triste a riportare Sirius alla realtà, in un attimo.
C'era qualcosa che James gli stava tenendo nascosto.
-Cosa...cosa voleva dire James, prima?quando...quando ha detto che i Malandrini non sono così uniti...e poi...poi stava per dire qualcos'altro, ma non ha concluso la frase.-
La rossina distolse lo sguardo, come se fosse combattuta.
E lo era.
Diavolo, se lo era.
Aveva visto anche lei l'espressione con cui James aveva pronunciato quell'ultima frase.
In quel momento aveva solo avuto voglia di stringerlo a sè per cercare di spazzargli via tutto il dolore che covava negli occhi.
-James in fondo è ingenuo, e tende troppo a fidarsi delle persone sbagliate.-
Era una frase uscita a mezza bocca, che poteva significare tutto e niente.
-Che cosa significa?- ringhiò lui, non vedendoci affatto chiaro.
Lily stava forse insinuando che James aveva ragione, che i Malandrini non erano poi così uniti?
Che basi aveva per osare fare un'affermazione simile?
Aveva davvero delle basi per dirlo?
Cos'era che James non gli aveva detto?
-Sirius- Lily chiuse gli occhi, stanca. -Per favore, non fare domande.-
-Come diavolo faccio a non fare domande?Lui ha...-
-Lui- la rossa lo guardò, questa volta dritto negli occhi. -lui ha basato tutta la sua esistenza sulla vostra amicizia, Sirius. Per questo se uno di voi lo tradisse, per lui sarebbe la fine. La fine dei Malandrini significherebbe la fine di James Potter. Se voi vi divideste ora- per un attimo Lily stette in silenzio, cercando le parole da usare. -se vi divideste ora, a James farebbe troppo male. E' proprio ora che ha più bisogno di voi, ha bisogno di sapere che ci siete. Per questo dovete stare uniti, perchè in qualche modo lui deve sapere che non sarà mai solo ad affrontare il suo destino. Certo, io ci sarò sempre, ma il problema è che io non basterò, non basterò mai, da un lato perchè so com'è James, non mi accollerà mai i suoi problemi, per quanto io possa cercare di convincerlo a farlo, dall'altro perchè è sempre stato così, ha fatto sempre affidamento su di voi. Gli servite voi, per andare avanti.- Lily sapeva che quello era un colpo basso: Sirius non avrebbe mai fatto del male a James. -Per questo ti chiedo di dimenticarti quello che ha detto. Fai finta che quella frase non ci sia mai stata, va bene?Adesso lui ha bisogno che stiate uniti, ha bisogno di vivere ancora felice. Io e lui abbiamo così poco tempo...vorrei...vorrei solo che almeno questi ultimi anni lui li passasse nel modo migliore. Con me, e con voi.-
Sirius non sapeva bene cosa dire.
Aveva sempre visto quanto James tenesse a Lily, ma non si era mai accorto fino in fondo di quanto il sentimento fosse reciproco.
Era strano vedere quell'amore da un altro punto di vista, ma gli permise di capire quanto in fondo davvero quei due fossero fatti per stare insieme.
Non sarebbero mai stati capaci di stare l'uno lontano dall'altra.
Capì quanto Lily in quel momento fosse preoccupata per James, e quanto fosse disposta a nascondere il suo dolore, i suoi dilemmi, solo per lui, per assicurarsi che non smettesse mai di sorridere per così farla brillare di luce riflessa.
-Quante cose ancora ci nascondete, tu e James?-
La sua bocca si piegò in una smorfia amara.
-Non tante, davvero.-
Solo il nome del nostro assassino.
Avrebbe avuto almeno un altro milione o due di domande da porle, ma lei aveva messo in ballo la felicità di James.
E su quella non si discuteva.
Se suo fratello aveva fatto una scelta, lui l'avrebbe rispettata, e non avrebbe fatto domande.
Anche se prima o poi quelle domande gli sarebbero tornate in mente.
Sospirò.
-E così, avremo un piccolo Potter che gironzola qua e là per far danni.- Era ancora sconcertato da quella notizia e stava a malapena iniziando ad accettarla, ma gli sembrava comunque un buon argomento per sminuire la tensione.
Infatti Lily si rilassò visibilmente, e sorrise.
-Si ma aspetta un attimo, fammi finire Hogwarts prima!-
-Si si, come se non sapessero tutti cosa fate per delle giornate intere tu e James nella stanza dei caposcuola...-
-Non facciamo nulla che tu disapproveresti, credimi.-
Lui ghignò, finalmente a suo agio.
-Appunto.-
-Black, sei il solito pervertito!-
Lui sorrise. Forse non avevano stretto chissà quale amicizia, ma quella sicuramente era una tregua.
E chissà che in quella tregua non si sarebbero conosciuti meglio, stabilendo così finalmente un'amicizia tanto sognata e sperata da James.
-Evans adesso vado. Voglio risolvere tutto questo casino con James, ma prima vorrei parlarne anche con Remus.-
Lily annuì, sorridendo.
Contenta, perchè adesso capiva davvero la fiducia incondizonata che James dava a Sirius.
Mentre il Malandrino stava per andarsene, le venne in mente una cosa.
In fondo, le pareva la cosa più giusta da fare.
-Sirius, un'altra cosa.-
Lui si girò, e vide che lei non aveva ancora abbandonato il sorriso.
-Ti andrebbe di fare da padrino a Harry?-

James, intanto, era entrato in dormitorio come una furia.
Non ci poteva credere.
Forse quella litigata era stata solo un incubo, da cui si sarebbe risvegliato a momenti.
Doveva per forza essere così, era troppo innaturale che lui e Sirius litigassero in quel modo.
Per cosa, poi?Nemmeno si ricordava cosa aveva scatenato l'inizio della discussione.
O meglio, se lo ricordava, ma non poteva credere che quella colossale litigata fosse nata da qualcosa di così stupido.
-James?Che succede?-
Immerso nei suoi pensieri, non si era accorto della presenza di Peter nella stanza, che ora lo osservava, con gli occhietti piccoli perplessi e confusi.
Doveva avere una faccia totalmente sconvolta.
Sbuffò.
Non che avesse poi così tanta voglia di parlarne con Peter, visto che in quel momento era perfettamente conscio del fatto che se Codaliscia se ne fosse stato buono e zitto, lui e Lily sarebbero vissuti, e il diverbio con Sirius non avrebbe proprio avuto le basi per esistere.
D'altro canto, aveva anche un bisogno spasmodico di sfogarsi, e Peter in quel momento era l'unica persona presente.
Inoltre fare finta di nulla non sarebbe servito a granchè: persino Peter poteva accorgersi del suo volto pallido e dei suoi occhi furenti.
-Ho litigato con Sirius.-
Disse, lasciandosi cadere sul letto, senza nemmeno pensarci più di tanto.
Peter si mosse, a disagio, spostando il peso da un piede all'altro.
Non era bravo, in queste cose. Era Remus il mediatore, di solito. Lui tendeva molto di più a starsene fuori da qualsiasi discussione, irrazionalmente timoroso di inemicarsi o una parte o l'altra.
Però si fece forza, pensando che James in quel momento aveva solo bisogno di qualcuno con cui parlare.
-Come mai?-
-Mi ha chiesto di lasciare Lily. Non ci posso ancora credere!Non avrei mai pensato che proprio lui mi potesse chiedere una cosa del genere. Insomma, di solito magari sono le ragazze, no?Che dicono "scegli tra i tuoi amici e me", e a quel punto tu le mandi a cagare e...basta. Ma Sirius!E poi ha anche osato insinuare che non me ne freghi niente di voi!Come può dirlo, dopo tutti questi anni?-
Si rendeva conto che il suo discorso non aveva un grande filo logico. Erano parole più dettate dalla rabbia e dalla delusione, e si sarebbe stupito se Peter ci avesse capito qualcosa, in tutta quella serie di frasi sconclusionate.
Eppure Codaliscia parve capire, perchè abbassò gli occhi a terra.
-Forse...forse è solo preoccupato, James. Noi tutti siamo preoccupati. Non vuole che tu muoia...nessuno di noi, lo vuole.-
Le parole gli uscirono incerte, come se avesse avuto paura della reazione di James.
Quando sollevò gli occhi, vide che Ramoso si era improvvisamente trasformato nel ritratto dello stupore più puro.
Gli occhi nocciola gli erano schizzati fuori dalle orbite, come se non potesse credere a quello che aveva appena sentito.
Peter arrossì. Aveva detto qualcosa di male?
-Cioè...-farfugliò, tentando di rimediare. -Non sto dicendo che lui ha ragione a dirti di lasciare Lily. Dico solo che potresti provare a metterti nei suoi panni...-
James lo fissò, incredulo.
Non lo stava minimamente ascoltando, ancora sconvolto per quello che aveva detto prima.
Non era stata una buona idea, quella di sfogarsi con Peter.
In quel periodo, Codaliscia non faceva altro che confonderlo.
Perchè diavolo lui stesso pareva così preoccupato per lui, se poi non ci avrebbe pensato due volte, a venderlo?Cosa lo avrebbe spinto a cambiare così tanto?
Non capiva. Non capiva proprio.
Si accorse che aveva smesso di parlare solo quando Peter lo richiamò alla realtà, sussurrando un timido -James?-
Cercando di non farsi prendere troppo dallo stupore, si impegnò per dare una risposta almeno sensata.
Pensndo a quello che Codaliscia gli aveva detto, stupore a parte, si accorse che in effetti non aveva tutti i torti.
Sirius stava solo cercando di sviare il destino.
Poteva davvero biasimarlo?
Per un momento si sentì in colpa. Avrebbe dovuto cercare di spiegargli meglio il suo punto di vista, cercare meglio di capire Sirius stesso, prima di andarsene così, con la voglia solo di ferirlo quanto lui lo aveva ferito.
In fondo, la paura più grande di Sirius era quella di essere nuovamente abbandonato dalle persone che più avrebbero dovuto volergli bene.
Come aveva fatto a non capirlo subito?
Sospirò.
-Vorrei...vorrei solo che se ne facesse una ragione.-
Peter annuì, ora più sicuro di sè: vedeva che James si era calmato, almeno in parte.
Contento che non si fosse arrabbiato, decise di continuare a dirgli il suo punto di vista. Forse poteva essere lui, per una volta, ad aiutarlo.
-Lo so, ma puoi anche capire che è difficile.-
Sul volto del moro apparve di nuovo quell'aria stupefatta, come se non potesse credere a quello che stava sentendo.
Lo vide mormorare qualcosa di incomprensibile tra sè.
Poi parve riscuotersi.
Annuì debolmente, sapendo che in fondo aveva ragione.
Si passò una mano tra i capelli, sbuffando. Avrebbe dovuto parlare il prima possibile con Sirius.
Peter fece un sorriso timido.
-Tranquillo Ramoso, tanto si sa che risolverete.-
Il Malandrino lo osservò, curioso.
-Come fai ad esserne così sicuro?-
Peter scrollò le spalle, con naturalezza. Arrossì un po'. Non era abituato ai grandi discorsi.
-Quelli come voi non si dividono, James.- poi parve rifletterci un attimo. -Quelli come noi non si dividono, neanche con una cosa del genere. Perchè in fondo i Malandrini rimarranno amici per sempre, anche se le vite ci cambieranno, ci separeranno e ci opporranno. Rimarremo amici per sempre, anche quando le feste finiranno e saremo costretti a morire.-
James aprì la bocca.
La richiuse.
La riaprì di nuovo, incredulo.
Sentiva che gli occhi potevano schizzargli via dalla testa da un momento all'altro, da tanto era lo stupore.
Chi diavolo è questa persona che mi sta davanti?
Non poteva essere.
Semplicemente, quella persona non poteva essere la stessa che lo avrebbe tradito, non poteva proprio essere.
Già non sapendo cosa sarebbe successo in futuro si sarebbe stupito per un discorso del genere da parte di Peter, solitamente sempre schivo a esprimere opinioni così forti, ma ora lo trovava proprio inconcepibile.
La cosa strana era che Codaliscia ci credeva davvero, alle parole che aveva detto. Credeva a ogni singola sillaba.
E allora perchè?
Perchè avrebbe fatto una cosa tanto ignobile?
Quand'è che Peter Minus si sarebbe trasformato nel Peter Minus descritto da Harry?
Che cos'aveva che non andava, dannazione?
Doveva assolutamente parlare con Lily. Non sarebbe resistito un momento di più, non con Codaliscia davanti che pareva in tutto e per tutto ancora uno dei suoi migliori amici.
Cosa avrebbe dovuto rispondergli?
Si srebbe sentito un filino ipocrita, a ringraziarlo per quelle parole che sarebbero valse probabilmente per tutta la vita per lui ma sicuramente non per Peter.
Quelli come noi non si dividono.
Perchè proprio Peter?
Perchè in fondo i malandrini rimarranno amici per sempre.
Perchè non poteva essere qualcuno che non fosse uno di loro, a tradirlo?
Anche se le vite ci cambieranno, ci separeranno e ci opporranno.
Peter non aveva idea di quanto avrebbe dovuto prendere letteralmente le sue stesse parole.
Non ne aveva proprio idea.
Rimarremo amici per sempre, anche quando le feste finiranno e saremo costretti a morire.
James avrebbe voluto ridere.
Oppure anche spiattellargli tutto e chiedergli se davvero dopo aver saputo tutto quelle parole avevano ancora un senso.
Perchè non ce l'avevano.
Aveva assolutamente bisogno di aria.
E di Lily. Aveva assolutamente bisogno anche di Lily, magari lei sarebbe riuscita a ragionare con più lucidità.
Peter intanto continuava a fissarlo, chiedendosi come mai Ramoso avesse perso l'uso della parola all'mprovviso.
Lo vide spostare gli occhi nocciola su un punto imprecisato della stanza.
-Io...devo andare.-
E, come una furia, esattamente come era entrato, James uscì, lasciando Peter a chiedersi cosa diavolo fosse passato nella testa del Malandrino così, da un momento all'altro.

-Lo capisci?Come può dire una cosa del genere e non aspettarsi di gettarmi nel panico?E' vero- James fermò il suo lungo vagare in circolo per la Sala Comune, per annuire un secondo, giusto per poi riprendere a camminare, cercando molto probabilmente di creare un solco laddove i suoi piedi stavano passando da dieci minuti buoni. -lui non sa nulla del futuro, quindi tecnicamente non poteva aspettarselo. Ma..ma si è messo a parlarmi così di lealtà e amicizia e amicizia che dura per sempre come se ci credesse con tutto se stesso!Cosa diavolo dovrei fare?Cosa diamine dovrei dirgli?!-
Lily fece un lungo sospiro, guardando con rimpianto il suo compito mai concluso di Trasfigurazione.
L'indomani avrebbe dovuto tirare fuori tutte le sue doti recitatorie e il suo rammarico più profondo con la Professoressa Mcgranitt: aveva già capito che per quella sera ormai era decisamente escluso continuare a cercare di svolgere i compiti.
Si sarebbe inventata qualcosa.
Ora era troppo impegnata a osservare James che pareva un'anima in pena.
Non credeva di averlo mai visto così nervoso. A dire il vero, non credeva di aver mai visto James Potter nervoso.
Era sceso dal dormitorio maschile a rotta di collo con un'aria pallida e sconvolta.
Sarebbe stato uno spettacolo quantomeno insolitamente interessante, se non fosse stato per il fatto che stava parlando a macchinetta da più di dieci minuti, aumentando così il suo mal di testa.
-James...- provò, senza successo.
Il moro non aveva la benchè minima intenzione di fermarsi, a quanto pareva.
-Ma perchè proprio Peter, mi chiedo?Cosa diavolo gli passerà per la testa!Come può una persona passare dall'essere il tuo migliore amico al tradirti senza rimpianti?Vorrei davvero capire, giuro, ma non riesco a cavarne un ragno dal buco.-
-James?-
-Tutta questa storia mi sta mandando fuori di testa.-
Lily alzò un sopracciglio, trattenendosi dal fare un commento sarcastico, e tentò invece per la terza volta di attirare la sua attenzione.
-Potter, ascoltami bene...-
-Come se non bastasse poi devo ancora trovare il modo di risolvere il casino con Sirius...non posso credere di non aver minimamente considerato come potesse sentirsi lui, in tutta questa storia...certo lui poteva anche evitare di fare certi suggerimenti, però sono il suo migliore amico, diamine, avrei dovuto capire immediatamente qual'era il vero problema!-
La rossa capì che bisognava immediatamente fermarlo in qualche modo, o si sarebbero trovati all'alba dei MAGO ancora lì.
-..come faccio a guardare in faccia Peter come lo guardavo prima?E come faccio a fare pace con Sirius pur...-
-James, ho chiesto a Sirius di fare da padrino a Harry.-
Ecco.
Questa era una bomba abbastanza potente da farlo bloccare in mezzo alla stanza e strabuzzare gli occhi verso di lei, quasi certo di aver sentito male e di essere ormai inevitabilmente impazzito.
Lily roteò gli occhi al cielo.
-Oh, grazie a Merlino finalmente sono riuscita a farti tacere.-
L'incredulità sul viso di James si dipinse con ancora più chiarezza, facendola sorridere con insolita tenerezza.
-James- decise di alzarsi per prenderlo per mano, e guidarlo con calma a sedersi dove prima era lei. Lui l'assecondò senza proferire verbo, per poi limitarsi a fissarla mentre lei rimaneva in piedi di fronte a lui, capendoci sempre meno. -Sai, sono sempre stata un po' diffidente nei confronti di Black. Non riuscivo proprio a inquadrarlo, perchè da come lo descrivevi tu a come invece lo vedevo comportarsi c'era un distacco enorme. Poi oggi ho assistito al litigio.- Prima che James potesse aprire bocca, annuì, guardandolo di sbieco. -Si, ero in Sala Comune dall'inizio della litigata, e no, nemmeno Black se n'era accorto.- James chiuse la bocca che aveva aperto per parlare, pensando che doveva essere proprio preso male, se nemmeno si accorgeva della presenza della sua rossa. -Comunque- continuò lei, nel frattempo. -ho capito...ho capito davvero quanto Sirius sarebbe disposto a sacrificarsi per le persone che ama. Ho capito cos'aveva lui da renderlo tanto speciale ai tuoi occhi. Non c'è persona migliore che potrebbe prendersi cura di Harry quando non ci saremo più. Lui stesso sarà disposto a morire per nostro figlio. Sarà un ottimo padrino.-
-Per quanto riguarda Peter..- Fece vagare lo sguardo per la stanza, prendendo fiato. -Ti ricordi...quella sera in cui mi hai chiesto di non chiederti mai di scegliere tra me e i malandrini?-
Lui increspò le labbra in un sorriso.
-Certo.-
Lily annuì.
-Io ti risposi che non l'avrei mai fatto. Il punto è che non lo farei mai anche perchè so benissimo che la risposta srebbe scontata.-
James la continuò a fissare, perplesso. A quanto pare quella notte sarebbe andato a dormire con la testa piena di domande irrisolte.
-Il punto è che tu sceglierai sempre loro, sempre, e questo lo so perfettamente. E tra loro ci sarà sempre anche Peter, James, per quanto tu non lo voglia ammettere e per quanto razionalmente sia frustrante. I Malandrini sono nati con Peter, e tu non smetterai mai di vederli con Peter. Siete in quattro e in quattro rimarrete, fino alla fine. In fondo..in fondo quello che sei diventato fin'ora è anche grazie a Peter, per quanto io non riuscirò mai a non detestarlo cordialmente. Non sappiamo ancora quando diventerà un Mangiamorte, ma ora come ora non lo è, è ancora il Peter che conosci tu, con cui sei cresciuto. Devi solo cercare di guardarlo come lo vedevi prima, anche se è difficile.-
Ramoso la guardò un po', riflettendo e chiedendosi se Lily fosse sempre stata così saggia.
Non sapeva quante ragazze avrebbero accettato così di buon grado il fatto che lui, effettivamente, avrebbe sempre scelto i Malandrini.
Lei non sapeva, e forse lui non gliel'avrebbe mai confessato, quanto questo suo non mettere in discussione la sua decisione avrebbe sicuramente reso molto più ardua la scelta di quanto lei si immaginasse: in fondo, persino i Malandrini avrebbero concordato su quanto lasciare andare una ragazza simile sarebbe stato uno spreco.
Per fortuna lui non aveva la benchè minima intenzione di lasciarsela scappare, non più.
Lily lo guardò, sorridendo appena.
Aveva un'aria totalmente concentrata, con un misto però di divertimento che le fece chiedere cosa stesse passando per quella testa spettinata.
-A che pensi?-
Lui scosse la testa.
-Niente, solo che hai ragione.-
Lily rizzò la schiena, fingendo un'aria superiore.
-Certo che ho ragione. Sono una donna, ho ragione anche quando ho torto.-
Le nocciole si fecero stupite, seppur ormai avessero assunto quell'aria divertita sintomo che erano pronte anche loro a stemperare l'aria.
-E poi sarei io il bulletto arrogante e montato, Evans?-
-Oh, avanti, staresti forse insinuando che non ho sempre ragione, Potter?-
-A contraddirti ci sarebbero un paio di cose, come per esempio il fatto che dicevi che mai e poi mai saresti caduta ai miei piedi, e alla fine l'hai fatto.-
-A dire il vero in giro c'è chi ancora dice che mi hai irrietito facendomi bere un filtro d'amore.-
-Ah, quindi non dicono più che ti sei messa con me esclusivamente per fare un torto a Severus Piton?-
-Ma James!- scosse una mano, fintamente scocciata. -Quello era il pettegolezzo del mese scorso, devi aggiornarti!-
Lui rise, avvolgendole le braccia alla vita, per attirarla a sè.
-Per essere una che non ama stare al centro dell'attenzione, direi che te la cavi piuttosto bene, Evans.-
Lily scrollò le spalle.
Le malelingue ci sarebbero sempre state, ma lei non era certo una di quelle che si faceva abbattere da certe sciocchezze come una ragazzina viziata.
-In fondo non posso lamentarmi, certo, se escludiamo i membri del tuo fanclub che vanno in giro continuamente con bamboline wodoo terribilmente simili a me e piene di aghi ficcati ovunque...a proposito, credo che qualcuna stia persino ottenendo qualche discreto successo: ieri mi si è spezzata un'unghia.-
James scoppiò definitivamente a ridere, per poi sollevare la testa e coinvolgerla in un bacio che le avrebbe spezzato il fiato per un po'.
A volte si chiedeva come avesse fatto tutto quel tempo senza Lily.
Sorrise sulle sue labbra, mentre sentiva le sue mani infilarsi tra i suoi capelli, rendendoli ancora più scombinati e pazzi di quanto fossero già.
Quando si staccarono, sorrideva anche lei.
-Alla prossima unghia che ti si spezza, ti do il permesso di ucciderle una a una senza pietà.-
-Sai che lo farei anche senza il tuo permesso. Aspetta che ti si avvicinino troppo, e faccio uno sterminio di massa. Poi potremmo portarle giù alle cucine: le oche sono squisite da mangiare, con un po' di patate di contorno.-
-In questo momento vorrei farti una battuta su quanto sei carina quando fai la gelosa, ma l'unica cosa che mi viene in mente è che sei una donna estremamente violenta e spaventosa.-
Lily alzò gli occhi al cielo.
-Come se questo non ti piacesse.-
-Sin da piccolo mi hanno rinfacciato di essere masochista, in effetti.-
La rossa gli tirò una leggera botta con la mano ancora infilata tra i suoi capelli, ridendo.
-Sei un idiota.-
James ghignò, sapendo perfettamente di avercela in pugno.
-Come se questo non ti piacesse.-
-Ehi!Non puoi usare così le mie battute!-
-Evans, non farei mai una cosa tanto ignobile e crudele!-
Lo guardò male, per scherzo.
-Forse dovrei iniziare a mettere in pratica il pettegolezzo che gira negli ultimi tempi, ovvero che mi sarei messa con te giusto per arrivare a fare orgie selvaggie con tutti i Malandrini. Sai, non sarebbe un'idea poi così malvagia. Ma non so se Remus sarebbe molto d'accordo.-
Il moro roteò gli occhi.
-Ma certo, preoccupiamoci che Remus non sia d'accordo.- mormorò. Poi fece un sorrisetto. -Evans, sei un'egoista comunque. Così godresti solo tu, ma e noi?-
-Ma come- si stupì fintamente lei, sbattendo le ciglia con innocenza. -credevo non vedessi l'ora di avere una scusa plausibile per confermare la tua bisessualità e coronare finalmente il tuo sogno d'amore con Sirius.-
La guardò malissimo.
-Non mi pare di averti mai dato modo di lamentarti, da quel punto di vista.-
-Per questo ho detto bisessualità e non omosessualità, dovresti essermi grato, per una volta che ho deciso di essere clemente.-
-Evans ammettilo- roteò gli occhi -tu sei un piccolo diavoletto dai capelli rossi mandato da qualcuno solo per tormentarmi.-
Lei si chinò su di lui, sorridente e malandrina, scompigliandogli ancora i capelli.
Incredibile come una volta li detestasse tanto.
-Come se questo non ti piacesse.- sussurrò di nuovo, prima di chinarsi del tutto e baciarlo, trasmettendogli così tutta quella giocosità prima emessa solo a parole con la bocca e con la lingua, conquistandosi così la vittoria su quel loro solito punzecchiamento di ruotine.
Vittoria che in fondo James le concesse volentieri: come poteva lamentarsi della sconfitta, quando aveva un sapore tanto simile alla vittoria?










Buon giorno!XD
Come al solito sono passati secoli, e come al solito mi scuso, mi prostro ai vostri piedi ricomparendo con un capitolo leggermente di cacca ma quanto meno lungo XD Al solito non sono scusabile, inoltre questo capitolo è piuttosto noioso (a parte la parte James/Lily, ma solo perchè adoro questi due XD)
A proposito, qualcosa da dire sulla parte James/Lily: credo che la gente abbia sempre voglia di sparlare di qualcuno, quindi sicuramente figuratevi se la popolazione di Hogwarts non si è divertita a fare del gossip sull'ultima coppia formata. Per i vari pettegolezzi che si rinfacciano James e Lily devo ammettere di aver preso da certe idee assurde che noto girano spesso ultimamente su efp: Lily che va con tutti i Malandrini, James che ricatta Lily o le da una pozione d'amore, Lily che si mette con James solo perchè è il peggiore nemico di Piton...di cose se ne sentono a bizzeffe XD con questo non volevo offendere nessuno, sia chiaro: semplicemente, io sono dell'idea che Lily e James si amassero per davvero, punto e fine. Per quanto riguarda il pettegolezzo "ti sei messa con me solo per fare un torto a Piton" Lily non ha il minimo sospetto che potesse avere un fondo di verità(ovvero, che Piton davvero fosse innamorato di lei), per questo si permette di scherzarci sopra, perchè lo considera un pettegolezzo come un altro.
Poi...uhm, ormai dovreste sapere come la penso su Peter: qui gli ho dato apposta un ruolo "importante", perchè ancora per un po' lui sarà un Malandrino a tutti gli effetti. Il difetto di peter è quello di essere timoroso e  facilmente condizionabile, e sarà questa la sua fregatura: fino a che non c'è ancora niente che lo minacci, si considera ancora un Malandrino e incapace di tradire: e ci crede, ci crede davvero a quello che dice.
Il problema è che non riuscirà mai a far corrispondere le parole ai fatti: e ce ne sono tantissime di persone così, che fanno grandi promesse credendosi chissà cosa e poi alla minima difficoltà scappano con la coda tra le gambe e ti tradiscono, ne ho avuto esperienza anche ultimamente, e non con persone sconosciute e antipatiche, ma con persone che proprio non pensavo mi avrebbero mai e poi mai tradito.
Credo sia tutto o.O adoro tutti voi, chi recensisce dopo tutto questo tempo restandomi ancora vicino, chi segue, chi ricorda, chi legge XD
Grazie di tutto, davvero, e scusate come sempre il ritardo!




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Capitolo 36
*** Ricordi spezzati ***


cap 36 Sirius Black si domandava dove diavolo fosse finito Remus Lupin.
In Sala Comune e in dormitorio non c'era, e a quanto pareva aveva disdegnato anche la sua meta preferita, la biblioteca.
Chissà dove si era cacciato.
Forse avrebbe dovuto cercarlo nelle cucine: si ricordava perfettamente le tre fette di torta che aveva divorato a pranzo, magari voleva corrompere gli Elfi domestici perchè gliene dessero un altro po'.
Quella serata non sembrava finire mai. In testa riusciva solo a sentire gli echi lontani della litigata con James, che ora gli sembrava assurda.
Aveva detto cose che razionalmente non avrebbe mai ripetuto, e doveva ammettere che parlare con Lily gli era servito.
Forse quella ragazza non era poi tanto sbagliata, per James.
Si stava giusto avviando verso le cucine, luogo di perdizione per gli amanti del cibo, quando sentì delle voci venire verso di lui.
-Devo ammettere che non ho mai mangiato meglio in vita mia, Milady.-
Poi la sentì.
Inconfondibile.
Sirius non sapeva bene da quanto tempo avesse iniziato a riconoscere con così assoluta certezza la sua risata.
Non sapeva nemmeno bene cos'era quella stretta allo stomaco che gli appesantiva le viscere, ogni volta che ne udiva il suono squillante e vivace.
Sapeva solo che il veleno che gli scorreva con perfidia nelle vene quando sentiva quella risata avrebbe potuto ucciderlo.
Le voci erano troppo vicine a lui per dargli il tempo di nascondersi o fare finta di non averle udite.
-Te l'avevo detto che...-
Marlene si bloccò di botto, sentendo il colore abbandonarle il viso.
Dimenticò immediatamente cosa stava per dire, trovandosi davanti quegli occhi a cui non sarebbe mai riuscita a resistere.
Un oceano azzurro che la supplicava di immergersi nelle sue acque profonde.
Un oceano contornato però da un'aria stanca, spossata, come se fosse turbato da qualcosa di oscuro.
Lene si odiò per quella voglia che aveva di abbracciarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene.
Si odiò perchè bastavano cinque secondi in sua presenza, e subito quel ragazza accanto a lei che l'aveva accompagnata così galantemente alle cucine, che l'aveva fatta ridere fino a quel momento, perdeva di significato, facendole ricordare che in fondo il suo posto sarebbe sempre stato tra le acque del mare.
-Marlene.- pronunciò il suo nome arricchendolo di quell amarezza che gli pungolava l'anima. -Cosa ci fai qui?-
Poi parve notare Mark, che lanciava brevi sguardi d'inquisizione da Lene a lui con fare sospetto.
Lo squadrò da capo a piedi. Biondo e dall'aria raffinata, sembrava venire fuori da uno di quei romanzi che Remus si portava sempre appresso.
Lo detestò ancora prima di avere il tempo di realizzare che lo detestava.
Detestò quei capelli biondi e ricci, che sembravano aver rubato i raggi solari solo per abbellirsi.
Detestò quell'aria da nobile del secolo scorso che si portava appresso.
Detestò come guardava Marlene, come se fosse qualcosa da mangiare il più in fretta possibile.
E detestò come le stava vicino, in una maniera che forse a lui non sarebbe più stata concessa.
Sentì il sapore aspro della rabbia risalirgli dalle viscere per riversarsi tutto nella gola, una rabbia cocente che non sapeva nemmeno da cosa fosse scatenata.
E fece la cosa che Sirius Black faceva più spesso quando era arrabbiato.
Ovvero, parlare quando sarebbe stato molto meglio non farlo.
-E poi, chi sarebbe questo damerino che ti porti dietro?-
Marlene sentì il viso andarle in fiamme, in un misto tra vergogna, umiliazione e rabbia che si esprimeva tutto nelle gote arrossate e negli occhi improvvisamente accesi.
Come osava pensare di avere qualche tipo di controllo su chi poteva frequentare o meno?
Come osava ritenere di poter balzare nuovamente nella sua vita come se nulla fosse?
-Non credo siano affari che ti riguardano, Black.-
Non aveva alzato particolarmente la voce, eppure sentiva di avere il respiro affannoso.
Forse perchè vederlo le aveva reso ancora più reali quei ricordi che tentava ogni giorno di sopprimere, o forse perchè gli occhi le pizzicavano in maniera pericolosa.
Sirius era ancora nella modalità in cui parlava senza riflettere, evidentemente, perchè se si fosse fermato anche un solo istante a guardare Lene avrebbe considerato che forse tuttavia era meglio mordersi la lingua e tacere.
Ma ovviamente non lo fece.
Perchè pareva che quel giorno fosse destinato a non finire mai, e pareva che lui fosse altrettanto destinato a dire stupidaggini e a litigare con tutti.
-Sono affari che mi riguardano dal momento che sei venuta a letto con me!-
A sua discolpa bisogna dire che nella sua testa suonava meno offensiva di come gli uscì.
Fu la classica goccia.
Pochissime persone avevano avuto il privilegio di vedere Marlene McKinnon davvero arrabbiata.
Era la classica ragazza tranquilla, che cerca sempre di non arrabbiarsi e di accontentare i più.
Ma come è di opinione comune, spesso i più tranquilli sono i peggiori, se fatti veramente arrabbiare.
Lene era il classico cane che non abbaia ma morde.
-Cosa..- prese un respiro profondo, sentendo che però la rabbia accelerava il battito cardiaco. -Come puoi...come...come osi?!-
Sirius la guardò e si stupì di pensare che la trovava bellissima.
Con le gote arrossate incorniciate dai riccioli neri che le accarezzavano il collo, gli occhi accesi e umidi dalla rabbia, il seno che premeva contro la camicia alzandosi e abbassandosi a ritmo del respiro troppo veloce, lui non potè fare a meno di pensare che fosse stupenda.
Quel pensiero lo stranì: in fondo, lui di belle ragazze ne aveva viste a bizzeffe.
Eppure in quel momento a Marlene avrebbe affibiato un dieci pieno, con lode.
Non sapeva perchè di quel pensiero improvviso, sapeva solo che quello, unito con la voglia di baciarla, era in grado di gettarlo nel panico.
-Se credi di avere un qualche assurdo diritto su di me solo perchè sei riuscito a portarmi a letto, mi dispiace deluderti Sirius Black, ma ti sbagli di grosso!- strinse gli occhi a fessura. -Non sono un oggetto, nè tanto meno sono un tuo oggetto su cui puoi rivendicare diritti!-
Lo guardò sprezzante, prima di concludere abbassando drasticamente la voce.
-E ora, con il tuo permesso..-
Lo superò con la testa alta e la schiena dritta, ma solo per mascherare quel dolore acuto che le solleticava il petto, che si sarebbe trasformato in lacrime salate non appena avesse trovato un luogo dove stare da sola.
Gli occhi di Sirius avvolsero la sua figura mentre si allontanava, feriti e turbati per quelle emozioni così forti che gli stavano squarciando il petto.
Cos'era quella voglia di correrle incontro e fermarla?
L'aveva già fatto una volta, e aveva visto come era andata a finire.
Nè tanto meno sono un tuo oggetto su cui poter rivendicare diritti!
La straziante verità racchiusa in quelle parole pareva un coltello forgiato di ferro e acciaio che si era appena ficcato nelle pieghe più recondite del suo cuore.
Lei non era sua.
Non lo sarebbe mai stata.
-Così mi faciliti solo il lavoro, Black.-
Si voltò di scatto, per vedere il biondino nascondere un ghigno dietro a una maschera impassibile.
-Cos'hai detto?- ringhiò, stringendo i pugni.
Quello lo guardò, gli occhi azzurri indecifrabili. Si aprì in un sorriso conciliante, arricchendo la sua voce di miele.
Lo detestava.
In quel momento avrebbe solo voluto spaccargli la faccia fino a vedere il sangue che gli sgorgava da tutti i pori disponibili.
-Non ho detto assolutamente nulla.-
Detto questo, si apprestò a seguire Marlene, con passo estremamente calmo.
Lo detestava.
-Ehi aspetta un attimo!-
Ma non servì. Prima ancora che potesse accorgersene, il biondo era già sparito alla sua vista, lasciando dietro di sè solo un uomo pregno di emozioni che non poteva a quanto pare sfogare con nessuno.
In quel corridoio deserto, Sirius Black si sentì solo e vulnerabile come forse non lo era mai stato.
E il pensiero di lei che si allontanava seguita da quella figura inquietante era straziante.
Era tutto così assurdamente raccapricciante, e tutto quello, tutta la confusione, tutto il dolore, tutto il marciume che sentiva attorno a sè non faceva che peggiorare il tutto, perchè quella volta, in quel corridoio deserto, Sirius Black finalmente non poteva prendersela con altri se non che con se stesso.
-Maledizione!-
Il suo urlo rieccheggiò contro le mura vuote, senza per questo farlo sentire meglio.
Tirò un cazzotto contro il muro più vicino, talmente forte che sentì le nocche sbucciarsi e le ossa dolere in segno di protesta.
Ne avrebbe immediatamente tirato un altro, se qualcuno in quel momento non fosse apparso per fermarlo.
-Si può sapere cosa diavolo stai facendo?-
Alzò lo sguardo, per ritrovarsi di fronte a un'espressione corrucciata e perplessa di una faccia che conosceva sin troppo bene.
James.
Naturalmente.
Con la Mappa del Malandrino arrotolata nella mano, sintomo che lo stava cercando per chiarire, o per parlare, cose che Sirius in quel momento non era sicuro di riuscire a fare.
In una situazione normale lo avrebbe divertito come James riuscisse sempre ad esserci nel momento in cui aveva più bisogno, anche se il suo bisogno era quello semplicemente di tirare cazzotti al muro.
Ma quella non era una situazione normale.
-Sto cercando di demolire la scuola, problemi per caso?-
Lo guardò male, per sottolineare di non prendere alla leggera il suo tono.
Ora, bisogna dire che il bello degli amici è che sanno quando è il caso di prenderti sul serio o meno.
James lo guardò in cagnesco.
-Sono Caposcuola, non so se posso lasciartelo fare.-
Si fissarono per un attimo in silenzio, entrambi cercando di vincere una battaglia di sguardi senza senso.
Il primo a sorridere fu James.
Perchè era così chiaro che Sirius stava facendo il duro quando avrebbe solo voluto qualcuno con cui sfogare tutta la rabbia e il dolore, che gli era davvero impossibile prenderlo sul serio.
Il secondo a sorridere fu Sirius.
Perchè vedere James che faceva il Caposcuola responsabile non si poteva proprio vedere, quando era chiaro che era venuto solo per lui, perchè in fondo lo sapevano entrambi che ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altro, anche se avevano finito da poco di urlarsi contro.
Fu inevitabile che scoppiassero a ridere entrambi, quasi nello stesso momento, come se non avessero aspettato altro da quando avevano finito di litigare.
Sirius scosse la testa, pensando che probabilmente non sarebbero mai riusciti a stare arrabbiati l'uno con l'altro per più di qualche ora.
-Sei troppo poco credibile, amico.-
James sghignazzò ancora per un po', per poi lasciar morire la risata in un sorriso.
Fece finta di riflettere.
-Se non sbaglio qui siamo vicini al passaggio segreto della Strega Orba.- ghignò, vedendo Sirius che capiva immediatamente dove voleva arrivare. Scosse le spalle, con finta noncuranza. -Che ne dici se andiamo a discutere della mia poca credibilità a Hogsmeade, davanti a un bicchiere di Whiskey Incendiario?-
Sorrise vedendo lo sguardo tipicamente malandrino che si accendeva negli occhi di Sirius. In fondo sapevano entrambi che era esattamente ciò di cui avevano bisogno.

-Sai...mi dispiace.- Sirius teneva gli occhi puntati sul liquido ambrato, come se stesse facendo una dichiarazione appassionata al Wishkey. -Non...so che Lily è importante per te, non avrei dovuto dire quelle cose. Ci ho parlato ed è una ragazza a posto, davvero, non è...non ho nulla contro di lei.-
James si fece dondolare un po' sulla sedia, prima di rispondere.
Sapeva che Sirius era sincero, nonostante fossero già al secondo bicchiere quasi finito di Whiskey e nonostante quelle parole sarebbero venute fuori con molta più fatica da lucidi.
-E a me dispiace non aver considerato minimamente il tuo punto di vista. Lo so che non condividi la mia scelta, che non vuoi condividerla perchè porterebbe all'inevitabile...in fondo io al tuo posto avrei reagito allo stesso modo. E' che...prova a seguirmi. Siamo in guerra, sempre più gente muore, una banda di assassini è pronta a sterminare un'intera fetta della popolazione magica. E improvvisamente viene fuori che mio figlio sarà in grado di fermare questa guerra, di fare in modo che migliaia di vite innocenti vengano risparmiate. Capisci che non posso semplicemente fare finta di nulla?-
Sirius alzò gli occhi verso di lui.
Per quanto il suo cervello volesse ancora a tutti i costi trovare una soluzione alternativa, poteva immedesimarsi nella scelta di Ramoso.
Sapeva che in fondo aveva ragione.
Non era ancora abbastanza ubriaco per confessargli che il vero problema sarebbe stato come avrebbe vissuto lui, senza James. Come sarebbero sopravvissuti i Malandrini, senza James.
Si limitò a sorseggiare un altro po' di liquido, prima di annuire.
La gola gli bruciò per qualche secondo, permettendogli poi di parlare.
-Posso capirlo.-
La luce felice che si accese negli occhi di James gli fece capire quanto davvero per Ramoso contasse, la sua opinione.
-Davvero?-
E allora decise che avrebbe approvato qualsiasi sua scelta. Certo, non sarebbe stato piacevole, ma se era ciò che serviva a rendere felice James, poteva accettarlo.
Annuì.
Ramoso sorrise.
-Grazie, amico. E' davvero importante per me.-
Felpato sbuffò, sentendo che la conversazione stava diventando un po' troppo imbarazzante.
-Lily mi ha chiesto di fare da padrino a Harry.-
-Lo so, me l'ha detto.-
-Ti ha anche detto che ho rifiutato?-
Era un peccato che fossero entrambi un po' brilli: forse quella notizia gliel'avrebbe comunicata di nuovo quando fossero stati lucidi, perchè la faccia che fece James in quel momento era una di quelle espressioni che valeva la pena gustarsi quando tutte le funzioni cerebrali erano perfettamente funzionanti.
Seriamente, dove erano le macchinette fotografiche quando servivano?
-Cosa?!Come?Ma...perchè?-
James lo guardava incredulo, chiedendosi se aveva sentito bene oppure i fumi dell'alcol iniziassero ad avere un effetto insolitamente spiacevole per le sue orecchie.
Sirius ghignò, decidendo di alleviare le pene di James, nonostante quella situazione lo divertisse immensamente.
-E toglierti così la soddisfazione di chiedermelo tu stesso quando verrà il momento?Ti conosco, so che per certe cose sei peggio di una femminuccia.-
Dopo il primo istante di stupore, Ramoso scoppiò a ridere, scuotendo la testa corvina.
Fece finta di guardarlo male.
-Mi stai per caso dando della checca, sacco di pulci?-
-Preferisci forse che ti dia del cornuto, Bambi?-
-Ehi!Questo era un colpo basso, guarda che Bambi era un personaggio di tutto rispetto!-
-Certo. Per le femminuccie, appunto.-
James, non trovando alcunchè con cui ribattere e non essendo nemmeno abbastanza lucido per tirare fuori una risposta abbastanza arguta, dato che ormai era al terzo bicchiere ambrato scivolato via in un soffio, non trovò niente di meglio da fare se non appallottolare il tovagliolino appoggiato accanto a sè sul tavolo, intingerlo un po' nei remasugli di liquido sul fondo del bicchiere, e lanciarglielo dritto in faccia.
Per poi concludere il tutto con una risata alla faccia scandalizzata di Felpato.
-Ma quanti anni hai, tre?!- con aria altezzosa Sirius afferrò una delle ultime olive che avevano servito con i cocktail, e gliela tirò addosso. -Non si spreca così l'alcol, Bambi!-
Si aprì in quella risata così simile a un latrato che lo accompagnava sempre.
-Ah, cane!Tu sprechi il cibo, invece!Quale disonore!E poi mi parli di maturità?!-
Si unì alla risata, sentendo che finalmente le cose stavano funzionando nel verso giusto.
Poi Sirius sollevò il bicchiere, ormai semivuoto.
-Fratelli come prima, allora?-
James sorrise, e pensò che nonostante tutto, Peter aveva avuto ragione.
Forse tutto il discorso che aveva fatto non aveva senso se detto da lui, ma sicuramente le sue parole si modellavano perfettamente per lui e per Sirius.
Perchè si può essere amici per sempre, anche quando le vite ci cambiano, ci separano e ci oppongono, si può rimanere amici per sempre anche quando le feste finiscono e gli incantesimi si spezzano.
Perchè quelli come loro non si separano, pensò James, con una punta di amarezza, perchè pensò anche che quel loro avrebbe dovuto comprendere quattro persone, non solo tre.
Sollevò il bicchiere vuoto anche lui.
Forse avrebbero dovuto riempirli per fare un brindisi decente, ma in fondo non aveva importanza.
-Ovvio.- disse, facendo tintinnare i due bicchieri.
Sirius aggrottò la fronte, dopo un breve attimo di silenzio.
-Remus e Peter si staranno chiedendo dove diavolo siamo spariti.-
Ramoso alzò gli occhi al cielo, mentre le labbra si piegavano nell'ennesimo sorriso che avrebbe sempre mantenuto la sua luminosità, nonostante tutto.
-Già, forse è il caso di andare, sarà anche scattato il coprifuoco ormai.-
Gli occhi blu del suo amico si sgranarono, cercando di trattenere le risate.
-Stai di nuovo cercando di fare finta di essere un bravo e responsabile Caposcuola, Ramoso?-
James rise, passandosi una mano tra la zazzera nera.
-No, ma sicuramente la mia Caposcuola preferita sarà lì che ci aspetta e smania di sapere come è andata a finire.- scrollò le spalle, ghignando malandrino. -Sai, per sapere se ci siamo picchiati a sangue o qualcosa di simile.- Poi alzò gli occhi al cielo. -E in quel caso probabilmente mi prenderebbe a insulti per non averla chiamata ad assistere alla rissa per fare il tifo.- il viso si piegò in una smorfia che nascondeva una certa sfumatura di divertimento. -Per te, ovviamente.-
Il latrato di Sirius rimbombò per tutto il locale.
-Quella rossa mi piace sempre di più.-
Il viso di James si fece minaccioso, ma gli occhi rimasero della loro naturale ilarità.
-Giù le mani, cagnaccio, è proprietà privata.-
Pian piano la risata di Felpato si spense, per lasciare il posto a un'espressione pensierosa che James all'inizio non capì.
Lo osservò, notando che si era immerso in riflessioni lontane anni luce da quel piccolo bar di Hogsmeade, congetture che aiutate dall'ormai elevato tasso alcolico che aveva in vena, non potevano portare a nulla di buono.
Fece per chiamarlo per riportarlo laggiù con i piedi per terra, quando fu Sirius stesso che parve riprendere contatto con la realtà.
-Come fai a saperlo?-
Aveva usato un tono basso, negli occhi una sfumatura seria e malinconica che non gli aveva mai visto prima.
-Come faccio a saperlo, cosa?-
Sirius spostò lo sguardo, lasciandolo vagare un altro po' per la saletta ormai piena di frequentatori notturni.
-Come fai a sapere che è lei?Quella giusta, intendo. Come fai a sapere che è lei quella con cui passeresti tutta la vita?-
Ramoso lo fissò, soppesando per bene la risposta. Cercando di capire cosa veramente Sirius stesse cercando in quella domanda.
Era una risposta che non poteva essere data in una sede così squallida, eppure comprese che Sirius aveva bisogno esattamente di quello, per porsi quella domanda.
Aveva bisogno di una saletta squallida di un bar di Hogsmeade e del liquido alcolico in corpo che gli facesse dimenticare nel caso la risposta si fosse rivelata troppo scomoda per lui.
Aveva bisogno di un bicchiere di Whiskey incendiario per poter affogarvicisi dentro, se la rivelazione a cui sarebbe giunto sarebbe stata troppo dolorosa.
Perchè la vera domanda non era rivolta a lui sul conto di Lily.
La vera domanda era rivolta a se stesso, sul conto di qualcuno a cui ancora non voleva dare la giusta importanza per non ferirsi troppo.
Sollevò le spalle, con cautela.
-Non lo so, suppongo che tu lo sappia e basta.- vide Felpato spostare con lentezza lo sguardo su di lui. Pareva che bevesse ogni sua parola come fosse Idromiele. -Lily mi ammazzerebbe se sentisse quello che sto per dire, e probabilmente mi accuserebbe di farle venire il diabete, ma..- sorrise appena. -si sente quando lei non c'è, ecco.- giocherellò col bicchiere davanti a sè, scegliendo per bene le parole da usare. Non era abituato a certi discorsi. Certo, in realtà aveva decantato spesso il suo amore per Lily davanti ai suoi amici, e Merlino solo sa quante volte si era lagnato per ogni suo rifiuto e quanto proporzionalmente si fosse lanciato in discorsi prolissi sulle mille più una lode della rossa, ma quelle erano tutte sciocchezze dette e ridette quando ancora in fondo dell'amore non aveva capito nulla, quando Lily era ancora una figura ideale su cui aveva basato un amore ideale. Ora invece si parlava della realtà, di quello che aveva iniziato realmente a provare da quando aveva raggiunto l'agognato si.
Si parlava di quando finalmente la Lily ideale e la Lily reale si erano fuse ottenendo una miscela perfetta che pareva fatta apposta per lui.
Prese un lungo respiro, prima di continuare il discorso.
-E' strano perchè non è più una ragazza con cui vuoi fare semplicemente sesso, no, diventa LA ragazza con cui vuoi fare...tutto, dal lavarsi i denti alla mattina al farci l'amore su un pavimento ruvido alla sera quando fino a pochi secondi prima credevi di non vedere l'ora di andare a dormire, al farci colazione assieme all'accudirla quando sta male. Ce l'hai sempre in testa. Inizi ad interessarti delle cose più stupide, anche di quante lentiggini ha sul naso o di quanto odi il chiacchericcio alla mattina prima della sua dose abituale di caffè. Inizi a volerla far ridere in ogni momento della giornata, perchè più ride più ti sembra di aver vinto qualche premio di importanza mondiale, perchè quella risata per chiunque potrebbe essere insignificante ma per te....per te è la risata che ti può cambiare la giornata, è quella risata che riconosceresti fra mille e più voci diverse. Lei ti può far sentire invincibile anche se non lo sei, ti può far sentire contemporaneamente l'uomo più felice dell'universo e l'ultimo dei miserabili. Ti fa venire voglia di essere una persona migliore senza nemmeno avere bisogno di chiedertelo. E in quel momento forse non sarà quella giusta, Sirius, ma è quella che vuoi, e niente ha più importanza di questo. Non..non puoi sapere da subito se è quella giusta, ma vale la pena correre il rischio e tentare di fare in modo di farla diventare quella giusta, non so se puoi capire cosa intendo.-
Lo guardò di sottecchi, cercando di capire cose gli stesse passando per la testa.
Non sapeva se tutto quel discorso poteva servire a qualcosa. Trattenne un sorriso, pensando che probabilmente Lily l'avrebbe davvero ucciso, se avesse sentito quel lungo sproloquio pieno di zucchero.
Magari anzi gliel'avrebbe ripetuto, giusto per divertirsi a vederla morire di imbarazzo.
Gli occhi di Sirius intanto si erano persi nel guardare il bicchiere di vetro trasparente, sentendosi stranamente simile a quel fragile contenitore vuoto.
Fragile come non lo era mai stato, perchè in quel momento Ramoso gli pareva l'uomo adulto che lui non sarebbe mai riuscito ad essere, e dannatamente, inesorabilmente, vuoto.
Le parole di James gli stavano scavando un solco dentro all'anima, si stavano scolpendo indelebili nel suo cuore, destinate a rimanerci a lungo, perchè Sirius Black per la prima volta capiva cosa si doveva provare a trovare quel pezzo di puzzle che improvvisamente ti fa andare tutti i pezzi al posto giusto, ti fa sentire completo.
Capì che non era mai stato così lontano da James, per il semplice fatto che ora lui quella completezza l'aveva trovata, mentre lui si era sempre accontentato di relazioni destinate a svanire nel nulla, quella completezza non l'aveva mai cercata per paura di trovarla.
E lui non lo voleva ammettere, ma allora era stata la completezza stessa a venirlo a cercare, a scovarlo e a metterlo davanti alla sua vuota realtà.
Perchè fu con un fremito che realizzò che lui una risata la sapeva riconoscere tra mille voci, di un volto aveva voluto sapere ogni più piccolo neo, e c'era una persona in grado di farlo sentire insieme il più felice degli uomini e l'ultimo dei miserabili.
Una persona che profumava di arance e di terra del sud, una persona che aveva la risata più bella che avesse mai sentito.
Ebbe voglia di fuggire il più lontano possibile, pur sapendo che non sarebbe mai potuto scappare da se stesso.
-Sirius?-
James lo riportò alla realtà, fissandolo con gli occhi nocciola preoccupati.
Sapeva che Felpato si stava perdendo in pensieri strani e torbidi, ma non poteva sforzarlo di parlarne con lui.
Perchè sapeva perfettamente che Felpato doveva arrivare alle sue conclusioni da solo, che altrimenti se l'avesse sforzato a farlo si sarebbe chiuso a riccio.
-Torniamo al castello.- borbottò Black, alzandosi di scatto.
Continuò a fissarlo per un altro po', mentre Sirius afferrava il mantello con gesti bruschi e maldestri.
Forse davvero qualcosa nella mente di Sirius si stava muovendo.
Forse.

-Ehi.-
Marlene alzò lo sguardo dal libro di Incantesimi, per trovarsi di fronte il sorriso splendente di Mark.
Sorrise anche lei.
-Ehi.-
Nell'ultima settimana si era trovata spesso in compagnia del biondo. Lui la faceva sentire tremendamente a proprio agio. Per una volta aveva trovato qualcuno con cui parlare veramente di tutto, dalla sua amata Sicilia ai suoi piatti preferiti, dagli ultimi pettegolezzi di Hogwarts ai suoi tormenti sulla guerra.
Certo, erano argomenti di cui poteva parlare tranquillamente anche con le sue amiche, eppure non aveva mai trovato nessuno che condividesse i suoi stessi interessi come Mark.
Quando era con lui, per un breve lasso di tempo smetteva di pensare a Sirius Black e alla sua bellissima faccia da schiaffi.
-Che ci fai qui in biblioteca?E' una bellissima giornata, tutti la stanno passando fuori.-
Lene sbuffò, piegando il viso in un broncio adorabile.
-Vitious mi ha affibiato cinquanta centimetri di pergamena da scrivere sull'incantesimo di Adesione Permanente perchè l'ultima volta, a suo dire, il mio tema faceva schifo. Quindi eccomi qui, che cerco di farmi entrare qualcosa in testa quando tutti sono fuori a divertirsi.-
Il biondo scoppiò a ridere, facendola sorridere di rimando.
Lene non era mai stata capace di rimanere imbronciata a lungo.
Scostò una sedia accanto a lei e si sedette, senza smettere mai di abbandonare l'aria allegra.
-Se vuoi resto io ad annoiarmi con te.-
Lei roteò gli occhi argentei al suo tono di zucchero, dicendosi che non avrebbe mai smesso di stupirsi di quanto la sua voce potesse suonare melodiosa.
-Non tentarmi. Se resti qui questo maledetto tema non lo finirò mai, lo sappiamo entrambi.-
Mark ghignò.
-Peccato, e pensare che io ti avevo portato...- si guardò attorno, stando bene attento che Madame Pince non lo beccasse con le mani nel sacco. Frugò un po' nella sua borsa, sotto lo sguardo curioso di Lene. -...questi.-
Com'era prevedibile, gli occhi di Marlene si accesero di una luce deliziata e commossa allo stesso tempo.
Quel ragazzo sapeva esattamente che tasti suonare per farla capitolare nel giro di breve.
D'altra parte, probabilmente non era nemmeno un mistero quanto fosse facile corromperla con del buon cibo fatto nella maniera giusta.
-Cannoli!Non ci posso credere, dove li hai trovati?-
Il biondo sorrise, ammaliandola per un secondo con i suoi occhi azzurri.
-Ho i miei metodi.- poi rise, vedendo l'espressione di Lene. Sembrava un cucciolo di cane scodinzolante che non vede cibo da mesi. -Avanti, mangiali. So che lo vuoi.-
La riccia allungò la mano e prese un dolcetto, sentendo già che la familiare senzazione di acquolina le avvolgeva la bocca. Diede un morso, sentendo che poteva raggiungere l'estasi mistica solo con un cannolo.
-Ah, che nostalgia!- sospirò, mentre il familiare sapore di ricotta e crema le impastava la bocca.
Mentre masticava sentì la familiare risata di Mark.
Aprì gli occhi, che aveva chiuso per degustare meglio.
-Che c'è?-
-Niente. E' che sei bellissima.-
Lei arrossì un po'. Ogni tanto se ne veniva fuori con quelle frasi che le facevano imbarazzare e sentire felice, seppur però lasciandola sempre con una punta di amarezza.
Perchè per quanto volesse negarlo, non era la persona giusta che gliele diceva, quelle frasi.
-Ma smettila.-
-No, è vero. E' bello vederti così contenta. In questa settimana eri di umore spesso cupo.-
Lei aggrottò la fronte, chiedendosi come una persona che conosceva da a malapena una settimana potesse capire così in fretta i suoi cambiamenti di umore.
Scrollò le spalle, come a dire che non aveva importanza.
-E' solo che a volte mi faccio prendere dai ricordi.-
Era stata volutamente vaga, eppure lui colse subito la sfumatura che i suoi occhi prendevano quando stava pensando a lui.
-Non dovresti rimuginare troppo sul passato, lo sai.-
Le accarezzò una guancia con tenerezza, spostandole un ricciolo nero dietro all'orecchio.
-Lo so. E' che...ho così tanta nostalgia di casa, alle volte. E poi...- lasciò morire la frase, non volendo parlare di quanto il suo cuore le stesse facendo male.
Osservò i cannoli ancora intatti sulla tavola, sentendo un groppo che le chiudeva lo stomaco.
Lui le continuò ad accarezzare la guancia, sorridendole appena, e facendo passare nei suoi occhi un bagliore preoccupato e dispiaciuto.
-Lene...- Lei spostò gli occhi su di lui, chiedendosi quando si era fatto così vicino. I suoi occhi catturarono quelli grigi di lei, senza mai lasciarli andare. -posso rivelarti un segreto?-
Lene si sentì ammaliare da quello sguardo azzurro, e si chiese come fosse possibile sentirsi confusa specchiandosi in un cielo azzurro.
Annuì, la voce che pareva essere volata via in quei cieli che stava contemplando.
-Io...ho dei poteri particolari.- lei sbattè gli occhi, confusa. -C'è...c'è un motivo, se spesso mi sono trovato costretto a cambiare scuola. Non...non sono un ragazzo comune, e spesso i miei...poteri...se perdo il controllo...possono diventare pericolosi, ecco.-
Durante tutto il discorso, i suoi occhi non si erano mossi di un solo millimetro.
-Che...che genere di poteri?-
Si sentiva stranamente senza fiato, come se lui la stesse costringendo a correre e a scappare da qualcosa.
Il biondo parve gemere, come straziato da qualcosa che lo tormentava dentro.
-Ti prego, se te lo dico promettimi che non scapperai. Tu sei l'unica...l'unica con cui mi sia mai trovato così a mio agio, l'unica a cui ho voluto rivelare questo segreto. Se te ne andrai...lo capirei, ma sto sperando con tutto me stesso che tu non lo faccia.-
Lene parve intenerirsi, ottenendo esattamente l'effetto che sperava.
-Certo che non scapperò. Avanti, a me puoi dire tutto.-
Lui parve riflettere, soppesando le parole.
-Io...posso modificare i ricordi, o cancellarli completamente. Solo che...quando li modifico...riesco a farlo solo in maniera negativa.-
Lei aggrottò la fronte, perplessa.
-In che senso?-
-Mi..mi concedi di mostrartelo?Poi rimetto tutto apposto.-
Lene annuì, gli occhi pieni di curiosità. Mark aveva un'aria di cospirazione strana, eppure gli occhi avevano una tristezza che poche volte aveva visto nella vita.
Il biondo avvicinò le mani alle sue tempie, sfiorandogliele con delicatezza, senza che i suoi occhi abbandonassero mai il suo viso.
-Ora chiudi gli occhi e ricorda qualcosa di particolarmente piacevole...nella tua infanzia, magari.-
Marlene chiuse gli occhi, sorridendo. Non era difficile ripescare qualche ricordo felice della sua giovinezza infantile, ne aveva così tanti, e di così belli!
Per esempio, si ricordava con vivida chiarezza il suo ottavo compleanno, la sorellina Erika aveva appena sei anni, mentre Esmeralda, la sorella più grande, ne aveva già dodici.
Erano riuniti tutti attorno alla tavola per festeggiare lei, i regali scartati che giacevano qua e là per la stanza: la mamma, il papà che si era preso una giornata di ferie, i nonni che però erano andati via da poco perchè dovevano riposarsi, e le sorelle.
-Ed ecco la torta con le otto candeline per la nostra principessa!- suo padre aveva un sorriso orgoglioso che gli partiva da un orecchio all'altro, e portava in mano la sua torta preferita, quella con il cioccolato e il cocco.
Messa giù la torta cinse la vita di sua madre, che gli scoccò un bacio sulla guancia.
-Sai Marlene, tu non ci crederai, ma è stato il tuo papà a fartela, la torta.- Laura McKinnon gli strizzò l'occhio, con aria complice. Era risaputo che il signor McKinnon non aveva la più pallida idea di come si facesse a fare qualcosa di commestibile, dunque solo lei e lui potevano sapere che per una volta si, si era impegnato per la sua principessa, ma aveva ringraziato più e più volte per il fatto di sapere ancora come maneggiare una bacchetta magica.
La piccola Lene guardò il suo papà, stupita.
-Papà!Ti sei davvero impegnato così tanto?- al suo cenno di assenso orgoglioso, Lene scoppiò a ridere e si apprestò a gettarsi tra le sue braccia, felicissima.
-Dai, soffia tesoro. E non dimenticarti di esprimere un desiderio!-
Lei soffiò, chiudendo gli occhi, esprimendo il desiderio che esprimeva tutti gli anni.
-Voglio trovare il mio principe azzurro, che sia alto, bello e forte, e abbia due occhi grandi e belli come il mare!-
In quel momento successe qualcosa di strano, nel ricordo di Lene.
Aggrottò la fronte, spaesata, vedendo che nel suo ricordo il suo papà faceva una faccia infastidita.
-Ma sentila. E' destinata a diventare una troia, proprio come sua madre.-
Eppure Lene non si ricordava affatto che suo padre avesse detto così.
Suo padre aveva riso, e poi aveva detto...
No.
Suo padre aveva detto...
Sconcertata, si accorse che non se lo ricordava. Fu con orrore che si accorse che l'unico pezzo di ricordo che le veniva in mente era quello che le stava mostrando la finzione.
-Miguel, per favore...-
-Laura non usare quel tono con me. Sai benissimo che mi da fastidio.-
-E' il suo compleanno. Ti prego, cerchiamo di farglielo passare decentemente...-
-Perchè, fino adesso non sono stato abbastanza calmo?Che cosa vorresti dire, che sono un padre di merda?!Eh, è questo che volevi dire?-
-No, io...-
-Zitta, sgualdrina!-
Marlene sussultò, vedendo nel suo ricordo che suo padre schiaffeggiava sua madre, con una violenza che era sicurissima di non avergli mai visto.
Suo padre era sempre stato buono come il pane, cosa...?
Sua mamma rotolò a terra, dolorante, e Miguel McKinnon le si avvicinò, minaccioso.
Lene si portò le mani alle braccia, come a voler coprire un brivido di freddo.
-Guarda che cosa mi hai fatto fare, puttana!Davanti alle tue figlie!Poi non stupirti se verranno su delle pessime donne, con un esempio come te!-
-Miguel ti prego...- sua madre cercò di tirarsi su, mentre nella voce aveva un tremito incontrollabile.
-Stai zitta, ti ho detto!-le sferrò un calcio in piena pancia, facendola piegare in due. -Tu e le tue figlie, giuro che un giorno troverò il modo di uccidervi tutte!-
-Basta!-
La piccola e la grande Marlene avevano gridato tutte e due, la seconda spalancando gli occhi, nella speranza che quel supplizio finisse.
Si ritrovò di fronte gli occhi di Mark.
-Fallo smettere.- sibilò, sentendo che qualcosa dentro di lei si struggeva disperato. Sotto agli occhi intanto le passavano le immagini di suo padre che tirava uno schiaffo anche a lei, furioso.
Si toccò la guancia, tremante.
Il biondo annuì, e con un rapido gesto le restituì le scene reali del suo ricordo felice.
Il cuore di Lene rallentò il battito frenetico, sentendo dentro di sè però ancora tutta l'angoscia e la paura, il dolore e il tremore che stava vivendo nel ricordo, nonostante ora fosse tornata a ricordare i volti sorridenti e innamorati dei suoi genitori.
-E'...è orribile.- mormorò, sbattendo gli occhi. Per quanto sapesse che tutto quello non era reale, non sarebbe mai più riuscita a vedere quel ricordo con innocenza.
Lei non lo sapeva, ma nella sua testa era appena stato inettato un veleno destinato ad espandersi per tutti i suoi ricordi, un veleno che avrebbe cambiato tutto il suo modo di vedere le cose e le persone.
Un veleno che da quella notte in poi sarebbe stato il suo personale tormentatore.
Mark sospirò pesantemente.
-Lo so. E' una maledizione. Davvero, lo potrò capire se te ne andrai.-
Marlene si schiarì la voce, ancora scossa.
Fissò il ragazzo, e si sentì quasi in colpa per quegli occhi abbattuti e supplichevoli.
La stavano scongiurando di non lasciarlo andare, di non comportarsi da vigliacca e restare con lui anche se era affetto da quella maledizione.
-Non...ho detto che non me ne andrò, Mark. Davvero. Siamo amici, no?Gli amici ci sono per gli amici, nel momento del bisogno. Non mi farò spaventare da questa capacità che hai, davvero.-
Gli occhi di lui si inondarono di felicità, e Lene fu contenta di aver fatto la cosa giusta.
Avrebbe scoperto molto più tardi che in realtà non poteva fare scelta più sbagliata.
-Oh Lene. Non sai quanto questo sia importante, per me. Ti ringrazio, davvero. E per qualsiasi cosa...io ci sarò. Basta che tu me lo chieda.-
Lei annuì brevemente, la testa persa in chissà quali pensieri. Per un solo attimo, aveva capito come davvero si doveva sentire Emmeline ogni volta che suo padre la picchiava.
Era orrendo. Provò una tenerezza immensa per la sua amica, che era così forte e solida nonostante avesse vissuto tutto quell orrore. Lei non ce l'avrebbe fatta. Le erano bastati pochi secondi dell'inferno, e già aveva sentito di non potercela fare.
-Lene- Mark la richiamò alla realtà. Parlava a voce estremamente bassa. -Ascoltami se...se vuoi che io...ti cancelli il suo ricordo, posso farlo. Di lui non ti ricorderai più niente. Non ti ricorderai quanto male ti ha fatto, non ti ricorderai il suo viso, il suo nome, nulla. Basta una parola, e il suo ricordo svanirà, sarà come se non fosse mai successo nulla.-
Marlene sgranò gli occhi appena quelle parole furono registrate dal suo cervello.
Dimenticare Sirius, completamente?
Voleva farlo?
Dimenticare il suo sapore, il suo odore, i suoi occhi dove era annegata?
Voleva dimenticare che suono avesse il suo nome pronunciato da quelle labbra che aveva baciato con tanta foga?
Si sarebbe dimenticata il dolore.
Si sarebbe dimenticata che lui non l'avrebbe mai vista più di una ragazza qualsiasi, con cui rinchiudersi in una stanza qualsiasi e farci del sesso qualsiasi.
Avrebbe dimenticato quella stretta in cui le si chiudeva il cuore ogni volta che lo vedeva passare per i corridoi.
Avrebbe dimenticato il suo viso , che aveva la capacità di farle male solo guardandolo.
Avrebbe dimenticato come ci si sentiva ad essere usata come una delle tante puttanelle di Black.
Avrebbe semplicemente dimenticato.
Sarebbe stata in grado di farlo?
Avrebbe riacquistato la sua innocenza, la sua ingenuità?Sarebbe tornata la vecchia Marlene McKinnon, quella  ancora in grado di arrossire se qualcuno la guardava troppo a lungo?
Qualcosa, dentro di lei, le diede la risposta, più forte e chiara di quanto si sarebbe aspettata.
Guardò intensamente Mark, che la scrutava.
Aprì la bocca per rispondere, sentendosi un groppo in gola.

-Ehi!Lily, aspettami!-
La rossa si voltò, sorridendo in direzione di James, che le stava correndo incontro a perdifiato.
-Ma guarda un po' chi si vede. Finiti gli allenamenti, Capitano?-
Lui sorrise e annuì, con l'aria stanca di chi non si è fermato per un solo attimo, eppure con il sorriso di chi è pienamente soddisfatto del proprio lavoro.
Si era appena fatto la doccia, Lily lo poteva vedere dai capelli ancora lievemente umidi, e si vedeva che aveva messo su i primi vestiti stropicciati che gli erano capitati a tiro.
Doveva essere stanco morto, e questo la fece sorridere ancora di più, intenerita.
-Stai andando a cena?- al suo segno di assenso, Ramoso allargò il sorriso. -Ti accompagno.- poi le scompigliò i capelli, facendole emettere un suono di indignata protesta. -Oggi non ti ho praticamente vista, rossa.-
Tra le lezioni, gli allenamenti di Quidditch, i compiti, i Malandrini lui e le sue amiche lei, erano giusto riusciti a vedersi per due millisecondi a orario di pranzo, prima che lei scappasse via di corsa in biblioteca per vedere se aveva dimenticato lì un libro che le aveva consigliato vivamente di leggere Lumacorno sulle Pozioni Avanzate.
Lily si sistemò i capelli vermigli, lanciandogli un'occhiata di scherno, piuttosto divertita.
-Pensavo fossi felice di passare un po' di tempo da solo con i tuoi fidanzati.-
James rise, suo malgrado. Quel giorno i Malandrini parevano tornati al loro antico splendore, con lui e Sirius che avevano fatto pace ed erano tornati più malandrineschi di prima.
Erano riusciti anche ad assestare un paio di scherzetti a Pix il Poltergeist, come era tradizione annuale sua e di Felpato.
Lei lo scrutò un po', sorridendo, felice che James fosse tornato ad essere senza preoccupazioni eccessive.
-Sono contenta che tu e Sirius abbiate chiarito.-
Gli occhi nocciola di James si alzarono al soffitto, fintamente esasperati, mentre le labbra si piegavano in un ghigno.
-Si, siamo andati a Hogsmeade e dopo un paio di bicchieri siamo riusciti ad ammettere entrambi che ci dispiaceva senza sentirci eccessivamente delle checche.-
Lily rise, e James pensò che quello che aveva detto a Felpato cinque giorni prima, su quanto potere potesse avere una semplice risata se fatta dalla persona giusta.
-No, cavolo, e io mi sono persa la scena!Potevate invitarmi, così quantomeno facevo qualche foto con cui poi potervi ricattare!-
Le lanciò un'occhiata obliqua.
Ghignò, sapendo bene di provocarla.
D'altra parte, era risaputo che fosse masochista.
-Non credo avresti retto granchè se fossi venuta...quando parlo di un paio di bicchieri intendo molti più che un paio, fidati.-
Com'era prevedibile, lei si indignò, le guancie che le diventavano immediatamente più rosse e il viso che si piegava in un broncio adorabile.
-Ehi, cosa vorresti insinuare?Guarda che io reggo benissimo l'alcol.-
Il moro roteò gli occhi.
-Certo.- suonava un po' troppo sarcastico anche alle sue orecchie.
Lily lo fulminò, con gli occhi dei quel colore così simile alla peggiore delle Maledizioni Senza Perdono.
-Non mi credi, Potter?-
Ramoso ghignò, poco rassicurante.
-Non ho mai detto questo, Evans.-
Lui voleva solo divertirsi un po' a farla infuriare, ma Lily Evans non andava mai sfidata, mai.
Si fermò in mezzo al corridoio, facendo di conseguenza fermare anche lui.
Strinse gli occhi a fessura con fare minaccioso. Eppure, dopo sei anni di strilli e strepiti, di battibecchi e di provocazioni, avrebbe dovuto saperlo che così faceva solo il suo gioco.
Forse la verità era che le piaceva troppo cascarci.
-Mi stai per caso sfidando, James Potter?-
Lui la fissò di rimando, senza lasciarsi scalfile minimamente da quegli occhi che mandavano scintille. Ormai ci era sin troppo abituato, e non poteva fare altro che farsi da scudo a quelle scintille con un sorriso che ormai sapeva essere in grado di disarmarla.
-Solo se sei abbastanza coraggiosa da raccogliere la sfida, Lily Evans.-
Naturalmente, si aspettava perfettamente la reazione indignata e piccata di Lily, che non ci mise nemmeno un secondo ad allungare la mano destra.
-Perfetto. Che cosa scommettiamo?-
Lily sapeva bene che se ne sarebbe pentita.
Lo sapeva quando lui aveva iniziato a provocarla, e lo sapeva ora che a lui si accendeva una luce maliziosa e malandrina negli occhi nocciola, mentre le sue labbra disegnavano un ghigno perfetto e malefico allo stesso tempo.
Lo sapeva quando le strinse la mano suggelando così quella scommessa così stupida, eppure che per qualche astruso motivo la divertiva così tanto.
-Scommettiamo che con tre bicchieri ti ubriachi. E se vinco io...- la guardò per bene, valutando cosa ne poteva ricavare dalla sua rossa preferita. Ghignò, mentre un'ideuzza niente male gli solleticava la testa. Se lei avesse accettato, avrebbe di sicuro guadagnato, e se lei non avesse accettato, avrebbe comunque rimediato una buona scusa per prenderla un po' in giro in futuro. -Se vinco io, cosa che sicuramente avverrà, dovrai soddisfare la mia fantasia più nascosta.-
La vide farsi immediatamente diffidente, mentre i suoi occhi smeraldini lo guardavano nel peggiore dei modi. Era già pronto a ridere, smettendo così tutto quello scherzo idiota, quando lei  parlò, con un'aria maligna.
-Accetto.- fu il suo turno di ghignare malefica, mentre vedeva James spalancare gli occhi, stupefatto. -Ma se vinco io, tu dovrai soddisfare la mia.- per poco non rise, vedendo la faccia di James. il povero illuso pensava davvero di poterla scoraggiare per così poco?
-Quale sarebbe la tua fantasia più nascosta, Evans?-
-Lo scoprirai solo quando avrò vinto, mi dispiace.-
Ramoso la scrutò un po', cercando di leggerle in testa qualsiasi cosa avesse in mente, ma lei rimase impassibile.
-Gli alcolici li scelgo io, però.-
-E chi mi dice che non barerai, Potter?-
-Hai così poca fiducia in me, Lily?-
-Ovviamente si.-
Lui sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Seriamente, i Malandrini stavano conducendo Lily su una cattiva strada.
-Non baro, promesso.-
Lily lo scrutò un attimo, per poi scrollare le spalle.
-Va bene. Affare fatto, allora.-
Alla fine, nessuno dei due aveva da perderci, quindi poteva anche andare.
-Perfetto. Perderai Evans, vorrei che lo spessi. Dobbiamo solo aspettare la prossima festa dove ci saranno un paio di bibite giuste.-
-Ma per piacere!Non ho mai perso una scommessa, non ho di certo intenzione di cominciare ora!-
Lui la guardò, e le sorrise, non trovando nient'altro di meglio da dire in quel momento, troppo incantato ancora una volta ad osservare quei lineamenti del viso che aveva tante volte sfiorato e baciato, e di cui non si sarebbe stancato mai.
Lily gli sorrise di rimando, in un gesto quasi di automatico riflesso. Poi allungò una mano, per afferrare la sua e intrecciarla tra le sue dita lunghe. Era strano come anche solo avere la sua mano sulla sua la facesse sentire protetta e amata.
-Su, andiamo a cena.- borbottò, imbarazzata per qualche motivo che non sapeva nemmeno lei.
Se lo trascinò dietro, e lo sentì a malapena protestare quando gli tirò il braccio.
-Lily, mi chiedevo- si azzardò a dire lui, quando lei ebbe lievemente rallentato il passo, permettendogli così di starle di fianco -che fine hanno fatto le altre?E' strano che tu vada a cena tutta sola, di solito sei circondata.-
Sorrise, pensando ai tempi in cui cercava di abbordarla ma falliva perennemente perchè era sempre attorniata dalle sue amiche che non la smettevano un attimo di cianciare.
La vide sollevare le spalle, con noncuranza.
-Alice è scesa secoli fa con Frank, Mary è scesa secoli fa per incontrare la sua nuova cotta del momento, Emmeline è andata in biblioteca perchè mi ha detto che Remus le da ripetizioni di Trasfigurazione e...bè, io volevo aspettarti.- gli sorrise. -Naturalmente solo perchè volevo assicurarmi che tu non fossi stato ucciso dalla tua squadra di Quidditch, perchè in quel caso avrei dovuto aiutarli a trovare un posto dove occultare il cadavere.-
-Naturalmente.- lui alzò gli occhi al cielo, in una maniera che la fece ridere. Poi aggrottò la fronte. -Ehi aspetta, e Marlene?- domandò, curioso del motivo per cui mancasse all'appello.
Il viso di Lily si fece cupo, preoccupato, e distante anni luce da dove era pochi secondi prima.
Lui la guardò, perplesso.
-E' successo qualcosa?-
Lei si morse il labbro, indecisa se dirgli tutto o meno.
James si fermò, costringendo anche lei a fermarsi e voltarsi verso di lui. Per un lungo attimo la fissò negli occhi, cercando di leggere qual era la sua preoccupazione.
-Lily?- chiese, incerto, aspettando una risposta.
La rossina sospirò, pesantemente.
-E' che siamo un po' tutte preoccupate per Marlene. Ultimamente è...strana.-
-Strana come?-
-Qualche notte fa si è svegliata urlando nel suo letto. Abbiamo cercato di chiederle cosa era successo, ma lei piangeva e non riusciva a dirci nulla. Da allora ha iniziato ad essere...sempre più strana. E' aggressiva, sta sempre più per conto suo. A volte sparisce per delle intere giornate, e quando torna sembra stravolta. Se cerchiamo di parlarle inizia a urlarci contro che noi non possiamo capire quello che ha vissuto lei. Non capisco. Non è mai stata così, è sempre stata solare e dolce, l'unica ancora innocente del nostro gruppo dicevamo per scherzare. E ora...non so. Abbiamo anche provato a parlarle, ma non vuole starci a sentire. Non vuole dirci cosa le sta succedendo, e noi non sappiamo più dove sbattere la testa. Ha provato a parlarci Emmeline, in maniera dolce, sai com'è Emmeline, e si è beccata solo insulti. Allora abbiamo mandato Alice, che anche lei ha un animo buono, perchè abbiamo pensato che se ci andassimo io o Mary finiremmo sicuramente per litigarci. Bè, da quella chiaccherata Alice è venuta fuori in lacrime, per questo ora è andata subito da Frank.- scosse la testa rossa, frustrata. -Finchè non capiamo cosa le è successo, non possiamo arrivare da nessuna parte.-  aggrottò la fronte. -Non è che ha parlato ancora con Sirius, vero?Che le ha detto qualcosa...?-
James ci riflettè un attimo, e poi scosse la testa.
-No. Me l'avrebbe detto, Lily, davvero. Sono sicuro che Sirius non parla a Lene da un bel pezzo, ormai.-
Lei spostò lo sguardo sul pavimento, non volendo che lui le leggesse tutta l'angoscia che aveva dentro.
Era davvero preoccupata per Lene, e nonostante fosse sempre stata quella che nascondeva meglio le emozioni e pareva non lasciarsi scalfire da nulla, in realtà stava peggio di quanto tutti avrebbero potuto credere, James lo sapeva, perchè aveva imparato a leggerla, dopo sette anni di osservazione assidua.
-Non lo so proprio, allora.-
-Ehi.- le sollevò il mento, con delicatezza. -Lily, non buttarti così giù. Ne verrete a capo, vedrai. Lene è vostra amica, e tiene a voi più di qualsiasi altra cosa, prima o poi vi parlerà di cosa le passa per la testa, ne sono sicuro.-
-Io...credo che lei abbia tanta nostalgia di casa, e forse è quello che la fa stare così male. Vorrei tanto aiutarla, davvero, ma se si continua a comportare così non posso fare a meno di litigarci, per poi sentirmi in colpa perchè se sta davvero male di sicuro litigare con me non aiuta.-
Lui sorrise, e la baciò in fronte.
-Tu parlale, e cerca comunque di starle vicino senza sfoderare troppo gli artigli, tigre.- sorrise. -Ricordati che come pungiball sono sempre disponibile. Ogni volta che vuoi prendertela con Lene, cerca invece di creare una nuova e acidissima frase per il sottoscritto, è una cosa che ti ha sempre dato soddisfazione, no?- Lily si aprì in un sorriso debole, sentendo però dentro di sè qualcosa che si scioglieva. Come poteva prendersela con lui, quando si dimostrava così paziente, con lei?Lui continuò, sollevando le spalle. -E dille che se la può consolare, se vuole alle prime vacanze disponibili ci facciamo tutti un giro in Sicilia...potebbe anche essere divertente, chi lo sa.-
Lei gli sorrise, grata di quel tentativo che faceva di tirarla su.
Gli strinse le mani, per trasmettergli quel calore che sentiva dentro.
-Grazie.- sussurrò, perdendosi nei suoi occhi.
Era un perdersi che non le sarebbe mai bastato.
Le passò una mano tra i capelli, togliendole alcune ciocche dal viso.
-E di che, scema?- le posò un altro bacio in fronte, come un'altra promessa che ci sarebbe sempre stato. -Avanti, ora andiamo a mangiare, che credo di aver sentito un ruggito venire dal tuo stomaco.-
Lei finalmente rise, senza più pensieri.








Buongiorno ^^ avanti ammettetelo, questa volta sono stata più brava del solito, ho fatto passare solo due mesi dall'ultimo capitolo XD sto migliorando U.U Ok non sono molto credibile, dettagli ^^
Non c'è granchè da dire su questo capitolo penso O.o l'ultima parte non mi convince granchè a dire il vero, ma giudicherete voi XD
Ringrazio come al solito tutti quelli che recensiscono, chi mi ha messo tra i preferiti e chi tra le seguite!
Ora mi appresto a rispondere alle favolose persone che mi hanno recensito XD baci, e al prossimo capitolo (che magari arriverà ancora più presto di questo XD)
Baci!
















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Capitolo 37
*** Di scommesse, tacchi a spillo e sorprese ***


cap 37 Emmeline camminava spedita verso la Torre dei Grifondoro, irritata e stranita dalla strana aria che l'aveva circondata per tutto il giorno.
Era il 29 Novembre e lei tecnicamente compieva gli anni, ma a quanto pareva quel giorno erano tutti troppo indaffarati nelle loro faccende per curarsene troppo, lei compresa.
Certo, quando si era svegliata Lily e le altre l'avevano immediatamente riempita di attenzioni e di auguri, o per meglio dire, Lily l'aveva svegliata tirandole diciassette cuscinate proprio come i suoi anni, parole sue, mentre Lene l'aveva quasi strozzata nel suo abbraccio durato la bellezza di quasi diciasette minuti contati dalla santissima Alice, che si era limitata a tirarle le orecchie diciassette volte mentre Mary se la rideva tra un augurio e l'altro. Aveva riso diciassette volte, naturalmente.
Ma a parte l'inizio burrascoso e gli auguri che erano susseguiti a quelli delle sue amiche, la giornata era sfumata nella solita noiosa ruotine scolastica senza più nulla di particolarmente ecclatante da riferire.
Eppure Em avvertiva qualcosa di strano nell'aria, come un senso di aspettativa che non riusciva a spiegarsi.
Tutto era iniziato non tanto quando Marlene era scomparsa, che ormai succedeva di continuo, ma più quando anche Lily era scomparsa, e, cosa più strana di tutte, senza James, il quale invece aveva gironzolato attorno a lei per tutta la giornata, inventandosi le scuse più disparate per tenerla occupata.
Ma la conferma che quei pazzi dei suoi amici stessero macchinando qualcosa di losco l'aveva avuta quando aveva visto Sirius confabulare con un gruppetto di Grifondoro del sesto anno: la cosa era particolarmente strana perchè il tale gruppo era formato anche da ragazzi, e il rampollo di casa Black sembrava non stesse affatto flrtando con nessuna delle ragazze presenti.
Stava giusto riflettendo su quei comportamenti insoliti, quando inaspettatamente si sentì afferrare per un braccio.
Stava per strillare, piuttosto spaventata, quando Remus J. Lupin le mise una mano sulla bocca, per farla tacere.
-Em, sono solo io.-
Le sorrise, mentre lei trasformava immediatamente gli occhi sgranati per lo spavento in un'occhiataccia fulminante.
Cercò di calmare il battito del cuore con un respiro profondo.
-Volevi farmi morire d'infarto per caso?- tuonò, indignata, mentre cercava di non sciogliersi alla vista di quelle labbra dischiuse in un sorriso.
-Non esattamente- le cinse la vita con delicatezza, osservandola attentamente mentre le guancie, già rosse per lo spavento preso, le si coloravano di un porpora ancora più acceso. -volevo semplicemente farti gli auguri in modo appropiato, visto che oggi non ne ho avuto l'occasione.-
Gli appoggiò le mani sul petto, cercando controvoglia di opporre una resistenza con le mani che sapeva bene non si sarebbe espressa affatto negli occhi.
-Remus- gettò una breve occhiata attorno a sè, per poi spostare gli occhi azzurri nuovamente su di lui. -potrebbero vederci.-
Lui sospirò, in maniera teatrale.
-Lo so, ma eri così bella che non ho potuto trattenermi.-
Una risata spontanea le sgorgò dalle labbra rosse, prima di sporgersi e baciarlo, leggera come il battito d'ali di una farfalla.
Lui però la trattenne più a lungo contro di sè, trasformando quello che doveva essere un bacio fugace in qualcosa di più lento e dolce, che le scaldava il cuore.
-Buon compleanno.- le mormorò infine, più rosso forse di lei.
Emmeline ridacchiò, intenerita dall'imbarazzo che provava lui ogni volta che la sfiorava.
-Che ne dici se andiamo in un luogo più appartato, dove non rischiamo di essere visti?-
Lo guardò, stupita.
Non era da lui fare certe proposte. Da quando si erano baciati per la prima volta, era sempre stata lei quella che spingeva a vedersi di nascosto per scambiarsi lunghi baci pieni di disperata passione.
Avevano deciso di non dirlo a nessuno, per non rischiare che la storia giungesse alle orecchie indesiderate dei verde-argento.
Fece un sorrisino compiaciuto, dimentica di tutti i sospetti che le erano frullati nella testa fino a quel momento.
-Ti sto forse portando sulla cattiva strada, Remus?-
Lupin si limitò a scrollare le spalle, prendendola per mano, dopo aver controllato attentamente che non ci fosse nessuno in giro.
-Sono pur sempre un Malandrino, no?-
Lei sorrise, non sospettando che con quella frase lui volesse dire molto di più di quello che lei poteva intendere.
-Certo, il più insospettabile.- gli lanciò un'occhiatina maliziosa. -Mi sono piaciute le ripetizioni di Trasfigurazione di ieri, davvero. Direi che sono da rifare.- rise apertamente, vedendo che Remus arrossiva.
-Tu mi prendi in giro- borbottò lui -solo perchè non sei in dormitorio con due scapestrati come James e Sirius. Felpato fiuta una buona pomiciata da un chilometro di distanza, mentre James è talmente petulante da spingerti a confessare dall'esasperazione. Mi sono dovuto praticamente fare violenza fisica per non sbattergli in faccia che si, quella delle ripetizioni era tutta una balla per sbaciucchirsi un po' in santa pace, e che no, non ero assolutamente disposto a dire altri dettagli. Fortuna che sono riuscito a farli stare zitti prima che loro riuscissero a farmi confessare.-
-Cioè, quindi, alla fine come hai fatto a farli tacere?-
-Nell'unico modo possibile- Remus sospirò con fare drammatico. -con un bel Silencio detto al momento giusto.-
La bionda rise.
-Non credere che io abbia vita più facile, comunque. Dovevi sentire Lily l'altra sera.- Alzò gli occhi al cielo. -Dove sei stata?Con chi?Perchè?Da quando tu e Remus studiate insieme?O meglio, da quando tu studi?Perchè ti sei fatta spiegare Trasfigurazione da Remus e non da James?Secondo me tu mi nascondi qualcosa. Faresti bene a dirmelo, sai che lo scoprirei comunque da sola!- la scimmiottò, la voce a metà tra l'esasperato e il divertito.
-Quella ragazza sta diventando peggio di James e Sirius messi insieme.-
-Fidati- roteò gli occhi. -lo è sempre stata. Solo che non mi sono mai azzardata a dirglielo perchè ci tengo alla mia vita.-
Il Malandrino rise, scuotendo la testa. Chi l'avrebbe mai detto in fondo che James ci avesse visto giusto sin dall'inizio, nel dire che sotto quella cascata di capelli rossi si nascondesse una testa perfettamente malefica e adatta al ruolo di Malandrina Insospettabile forse addirittura più di lui.
-Allora- le strinse la mano, non sapendo bene ancora in che modo comportarsi nei confronti di quella relazione segreta che gli faceva provare tante emozioni contrastanti tra loro. -come hai passato il tuo compleanno?Hai già ricevuto dei regali?-
Naturalmente lui conosceva già la risposta a quella domanda, ma non doveva assolutamente farlo capire a Emmeline, o avrebbe mandato in fumo tutti i piani fatti fino a quel momento.
Em sbuffò, notando che intanto erano arrivati davanti al ritratto della signora grassa.
-No.- sollevò le spalle. -A dire il vero non mi è mai importato granchè del mio compleanno, alla fine è un giorno come un altro. Di solito le altre se ne fregavano e mi riempivano di regali lo stesso, si vede che quest'anno si sono finalmente rassegnate.-
Lanciò un'occhiata a Remus, che intanto aveva staccato la mano dalla sua e si apprestava a sussurrare la parola d'ordine per accedere alla Sala Comune.
-Sai, io non...- continuò, ma la sua frase non la finì mai.
Appena mise piede nella Sala, fu sommersa da uno scoppio di voci che gridavano in un coro unico e assordante "Sorpresa!" mentre lei sgranava gli occhi, letteralmente sorpresa.
Davanti a lei stava, sospeso per aria, un cartellone pieno di colori e disegni che recitava la scritta "Auguri, Em!". Sotto al cartellone, sorridenti e bellissimi, stavano tutti i suoi amici più una quantità non definita di faccie più o meno sconosciute, probabilmente reclutate apposta per l'occasione.
-Ma che..-
Prima che potesse concludere il pensiero, ancora sbalordita, le si avvicinò una traballante Lily, seguita da Lene, Mary e Alice, ognuna con uno o più pacchi in mano.
Le osservò attentamente, per poi scoppiare definitivamente a ridere quando notò che quella sera Lily aveva indossato i tacchi.
Tutti spevano benissimo che Lily Evans era fisicamente impedita a camminare su qualsiasi scarpa più alta di un centimetro.
-Ragazze, ma cosa..- rise ancora, imbarazzata e incredula. Notò che la Sala Comune era stata sistemata in modo che al centro ci fosse un largo spazio per ballare, mentre le poltroncine e i divani erano stati disposti ai bordi della stanza, e i tavoli che di solito usavano per studiare erano traboccanti di bevande, la maggiorparte naturalmente alcoliche, e lì sospettò ci fosse lo zampino di Sirius, e leccornie di qualsiasi tipo.
Non poteva credere avessero fatto tutto questo per lei.
-Tu lo sapevi?- domandò con fare fintamente accusatorio a Remus, che era entrato dopo di lei e stava tranquillamente ghignando.
-Ovviamente si.-
-Tendono tutti a sottovalutare troppo le doti malandrinesche di Remus, per questo abbiamo scelto lui per prelevarti e portarti qui.- era stato Sirius a parlare, che si era parato in quel momento di fronte a lei, un sorrisone enorme dipinto in volto.
-Ma come...-
-L'idea se te lo stai chiedendo- continuò Sirius. -è stata della coppia malefica.- dicendo questo si voltò a indicare James e Lily, che fecero un inchino sentendosi nominare.
-Sei davvero così ingenua da pensare che questo compleanno ti avremmo lasciato in pace?- sogghignò Lily, che con quell'espressione e il vestitino nero e corto pareva proprio un piccolo diavolo coi capelli rossi.
-Povera illusa.- comppletò la frase Mary, sogghignando anche lei con fare diabolico.
Tutti risero, mentre lei con una risata squillante si gettava sulle sue amiche, forse per abbracciarle o forse per strozzarle, dipende dai punti di vista.
Da lì, come era quasi ovvio, tutti vollero abbracciare la festeggiata, persino chi era la prima volta che la vedeva ed era lì solo sotto minaccia di morte. Vale a dire la metà dei presenti.
-Non so nemmeno come ringraziarvi. Io..io...-
Lily alzò gli occhi al cielo, fingendosi seccata.
-Su, ora fai silenzio, siediti e apri i regali.-
-Ma- la biondina la guardò, perplessa. -Vorrei prima quantomeno andare su e cambiarmi. Voi siete tutti vestiti bene, mentre io sono in divisa...- Scrutò tutti i presenti, notando quanto impegno ci avevano messo tutti ad apparire eleganti e vestiti di tutto punto, e sorrise, ancora incredula.
Lily le lanciò quella classica occhiata che riservava solo a chi non obbediva ai suoi ordini. Ovvero, quella che più che un'occhiata era una promessa di morte istantanea se non si faceva esattamente quello che diceva lei.
Emmeline gemette, capendo che o la stava a sentire o quella notte si sarebbe accidentalmente trovata sommersa nell'olio bollente.
A volte si chiedeva se non fosse il caso di trovarsi una migliore amica un po' meno psicopatica.
-Va bene, va bene li apro. Santo Merlino, nemmeno al mio compleanno posso fare quello che voglio...- si lamentò scherzosamente, mentre intanto sfilava il fiocco dal primo pacco che le veniva porto da Alice.
-Certo che no.- confermò Lily, lapidaria, mentre Em strappava la carta argentata del regalo.
Si aprì in un sorriso quando vide gli occhi stupiti dell'amica al vedere il vestito che veniva fuori dalla carta.
-Questo è da parte di tutte noi.- trillò Alice.
-Naturalmente te lo devi mettere adesso.- aggiunse Mary, facendo un sorrisetto maligno.
-Ragazze, è bellissimo- disse, incantata, srotolando il vestito per vederlo meglio. Era di stoffa pesante, adatto per il periodo invernale, e il giallo, il rosso e l'arancio creavano una serie di figure lungo tutto il vestito che lo rendevano colorato e vivace. -Vado subito su a cambiarmi.-
-Eh no, Vance.- Sirius scuoteva la testa, divertito. -Così non vale. O ti cambi qui, davanti a tutti, o rimani in divisa.-
Solo pochi eletti si accorsero dell'occhiataccia di fuoco che Sirius ricevette da Remus a quell affermazione.
-In effetti non sarebbe male come idea...- allo sguardo fulminante che ricevette da Lily, James si corresse. -Voglio dire, potrebbe essere divertente. Altrimenti è tutto troppo facile, Em!-
Un brusio di assenso generale si espanse per tutta la sala, fino a che il brusio diventò sempre più forte, diventando alla fine un vero e proprio urlo di incitamento.
Emmeline guardò malissimo Sirius, che intanto se la rideva.
-Black, farò in modo di ucciderti in maniera lenta e dolorosa.-
-Ne devo dedurre che sei solo la barzelletta di una Grifondoro, Vance?-
Lei sbuffò, questa volta lanciandogli un'occhiata altezzosa.
-Ne devi dedurre solo che è ora di fare testamento.-
Remus si lasciò sfuggire uno sguardo supplichevole verso di lei.
Sapeva perfettamente che Sirius la stava provocando per gioco, e che lei con tutta probabilità da brava orgogliosa qual era avrebbe raccolto la sfida, ma non sapeva affatto se sarebbe riuscito a contenersi se lei si fosse spogliata così, tranquillamente, davanti a tutti.
Sirius intanto ghignava, e a lui venne voglia di farlo fuori. Perchè lo voleva morto, perchè?
-Avanti Vance, che sarà mai, un piccolo spogliarello per questi poveri Grifondoro dall'animo nobile..-
Sghignazzò. In fondo, si divertiva solo a provocarla un po'.
Emmeline lo guardò male, per poi fare spalluccie, incurante.
Era la guerra che voleva?Benissimo.
-Ok.- disse poi, facendo spalancare a tutti gli occhi.
Remus rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
Lei ghignò. Questa volta la sorpresa l'aveva fatta lei a tutti.
Poi alzò gli occhi al cielo, con finta esasperazione.
-E che sarà mai- disse -in fondo è esattamente come rimanere in costume.-
In un gesto rapido, si sfilò la camicia, gettandola a terra, lasciando tutti a bocca spalancata nel vedere il gioco di pizzo e merletti che si intrecciava nel reggiseno nero.
Si sentirono parecchi rumori di deglutimento generale.
L'unico che tentava con tutte le sue forze di non guardare, segnando così la sua colpevolezza, era Remus, che era diviso tra ciò che gli diceva la testa e ciò che gli dicevano gli ormoni, purtroppo in quei giorni decisamente più potenti di quanto lui stesso avrebbe mai ammesso.
Quello sguardo mancato però non passò affatto inosservato agli occhi di James, che si scambiò un'occhiata d'intesa immediata con Sirius, il quale, notando Lupin, fece un ghignetto rivolto a Ramoso, comprendendo esattamente cosa James gli stesse comunicando con il pensiero.
A volte quei due sembravano davvero legati da un filo invisibile che gli permetteva sempre di capire cosa pensasse sempre l'altro.
O forse era semplicemente perchè tra menti malefiche ci si capisce al volo.
Emmeline intanto stava sorridendo con aria di sfida all'aria da ebeti che a quanto pare avevano assunto tutti i componenti col cromosoma y presenti in quella sala.
E che nessuno osasse mai più dire che non era una vera Grifondoro.
Con noncuranza, come se fosse abituata a quel genere di spettacolo, senza mai abbassare lo sguardo azzurro che si era acceso di divertimento, si infilò il vestito, stando bene attenta a non sgualcirlo.
Quando la gonna a palloncino del vestito le scivolò in vita e andò a coprirle le gambe lunghe fino a poco sopra il ginocchio, si chinò per potersi sfilare la gonna della divisa, senza che nessuno riuscisse più a intravedere nulla, con grande rammarico dei ragazzi presenti.
-Et voilà!- concluse, con un sorriso, facendo ridere tutti.
In quel momento Lily Evans si girò con tutta tranquillità, puntando la bacchetta contro James Potter, il quale impallidì visibilmente.
-Evans cosa hai intenzione di fare?-
La rossa sorrise, con aria angelica.
-Naturalmente, ti cancello immediatamente il ricordo delle tette di Emmeline dalla testa.-
James indietreggiò di un passo, per niente rassicurato e più che deciso a fuggire a gambe levate per tentare di schivare qualsiasi incantesimo la sua ragazza avesse intenzione di propinargli.
Lily sbuffò, decidendo che quelle trappole mortali che aveva ai piedi non erano adatte a rincorrere Potter nel caso lui tentasse di scappare, a meno che non aspirasse a morire sfracellata al suolo.
Dunque se le sfilò con un mezzo calcio, sentendo chiaramente l'occhiata assassina di Mary perforarle la schiena.
Quelle erano le sue scarpe, e che cavolo.
Non ci badò minimamente, molto più interessata invece a continuare a fissare James, che decise che quell'esatto istante era il momento più consono per scappare, facendo un urlo che fece automaticamente spostare chi gli si parava davanti.
-Potter, non fare il vigliacco, torna immediatamente qui!- anche Lily si era lanciata all'inseguimento, tenendo comunque la bacchetta ben parata davanti a sè.
Emmeline rise forte, considerando che non si sarebbe mai stancata delle scenette di quei due, e afferrando contemporaneamente il pacchetto verde che le stava porgendo Marlene.
Osservò la moretta, notando che quel giorno era stranamente più serena del solito.
-Questo è da parte sempre di tutte. I regali singoli te li daremo man mano che la festa va avanti.- e sorrise, come non la si vedeva da un po'.
Mentre lo scartava, in lontananza si sentì l'urlo di James, seguito da un tonfo e seguito immediatamente dalla risata aperta di Lily.
Em tirò fuori dal pacco un bellissimo paio di scarpe col tacco nere, mentre la cosidetta coppia malefica tornava, con l'una che ridacchiava ancora e l'altro che si massaggiava la testa con faccia da martire.
-Sei riuscita nella tua impresa Lily?- chiese Remus, che sotto sotto sperava in una risposta affermativa.
Lily rise, scuotendo la testa.
-L'idiota ha fatto tutto da solo. E' inciampato e ha sbattuto la testa contro un tavolo. Ho riso talmente tanto che ho deciso di risparmiarlo.-
Ramoso la guardò male.
-Non riderai tanto quando scopriranno che ho una commozione cerebrale e quindi sarò sul punto di morte!-
-Per avere una commozione cerebrale bisogna presupporre che tu abbia un cervello Potter, quindi tranquillo, non penso proprio sia il tuo caso.-
Questa volta fu Sirius che scoppiò in una risata talmente compulsiva che per poco non si strozzò con la saliva, guadagnandosi un'occhiata omicida da James.
-Ma bene. Tradito dalla mia ragazza e dal mio migliore amico!Dove andremo a finire di questo passo?-
Frank Paciok gli battè una mano sulla spalla, in segno di comprensione.
-Amico ti capisco. Siamo purtroppo condannati a...-
-Frank, vieni immediatamente qui, mi devi aiutare a portare la torta!-
Frank imprecò tra sè e sè, non riuscendo a finire la frase e facendo in modo che tutti i presenti ridessero affettuosamente.
Purtroppo per lui, adorava Alice, anche quando faceva la dispotica, il che corrispondeva ai tre quarti delle volte.
-Torta?C'è anche una torta?- esclamò Emmeline, deliziata alla vista di Frank e Alice che trasportavano una torta che pareva la fine del mondo.
-Sai Em, solitamente è questo che si fa a un compleanno: si aprono i regali, si mangia la torta...-
Il commento sarcastico di Mary venne ignorato bellamente dalla bionda, per lasciare il posto a un'espressione beata quando la torta composta da più piani di cioccolata e panna venne piazzata davanti a lei, munita di candeline.
-E' una torta spettacolare.-
-Ovviamente l'ha fatta Lene.-
La diretta interessata arrossì, imbarazzata dall'avere tutta l'attenzione su di lei.
-Si ecco...ho pensato che ti potesse piacere, ho fatto un misto tra la tua torta preferita e qualcos'altro.-
-L'ho aiutata anch'io!- Lily si era fiondata di nuovo a sedersi accanto a Em, attirata dalla torta più che un'ape col miele.
-Lily, tesoro, ti sei limitata a sbattere le uova.-
-Bè, sbattere le uova è una parte fondamentale per una torta. Se le uova sono sbattute male, tutta la torta viene male.-
-Ma veramente...-
Lily impugnò la bacchetta e la puntò verso Lene, in una finta minaccia, ridacchiando comunque sotto i baffi.
-Se le uova sono sbattute male, tutta la torta viene male. Vero Len?-
Marlene non potè fare a meno di scoppiare a ridere.
-Ok, ok, come vuoi tu.-
-L'unico modo per scoprire se le uova sbattute da Lily sono state realmente fondamentali alla riuscita della torta, è appunto mangiare la torta, direi.- decretò Frank, che con aria sognante si stava già gustando quella sinfonia di cioccolata sul palato.
-Hai ragione, amore- Alice battè le mani, felice. -Avanti Em, spegni le candeline che così mangiamo!-
-E poi sono sempre io quella che pensa solo al cibo, vero?-
-Ma state zitti, che così la povera Emmeline spegne le candeline!-
-Si dai Em, soffia!-
-Sembra che stia compiendo due anni, altro che diciasette.- rise la biondina.
-L'età mentale è quella, infatti.-
-Ma Lily!Neanche al mio compleanno riesci a non essere acida?-
-Scusa, scusa. E' più forte di me.-
Tutti risero.
-Allora?io ho fame!-
-Sirius tu hai sempre fame.-
Emmeline si sporse il più possibile verso la torta, protesa per soffiare, e in quel momento tutti si zittirono.
-Ricordati di esprimere un desiderio.- Sussurrò Lene, un secondo prima che Em soffiasse.
Nessuno si accorse del suo tono malinconico.

-Sai che sei bellissima?-
Marlene si irrigidì, e bloccò automaticamente il braccio che si stava allungando per prendere la caraffa di Burrobirra appena sentì una presenza dietro di lei.
Dopo il primo istante in cui non riuscì a muoversi, decise di ignorare la voce, e continuare a fare quello che stava facendo, flettendo il braccio rimaso sospeso per aria.
Si riempì il bicchiere di burrobirra, non calcolando minimamente le varie brocche di superalcolici posate là accanto.
Mentre Lily e Mary, che stavano ballando poco distanti con Emmeline, una con cautela perchè non era abituata ai tacchi e l'altra scatenata come sempre, reggevano piuttosto bene l'alcol, lei con una sola goccia andava fuori di testa, quindi solitamente preferiva non bere.
Sirius la osservò attentamente, da dietro, mentre con un gesto nervoso posava la caraffa dov'era posizionata prima.
Avrebbe disperatamente voluto che lei gli parlasse.
Stupido, era uno stupido.
Aveva mollato lì James che chiaccherava con Frank e Alice dall'altra parte della sala, già alticcio, appena l'aveva vista gironzolare dalle parti del tavolo con le bevande tutta sola.
Non ne aveva potuto fare a meno.
Forse era già ubriaco, ma per quella sera avrebbe solo voluto che lei lo guardasse con quegli occhi grandi e innocenti, anche solo con disprezzo.
L'alcol lo spingeva a parlare troppo, e forse era stato quello a farlo parlare, così come era forse sempre quello a farlo continuare a blaterare, nella speranza di una qualsiasi tipo di reazione da parte della ragazza, che quasi senza accorgersene aveva iniziato a tremare impercettibilmente.
-Sai..mi..mi dispiace che siamo arrivati a questo punto. Almeno..una volta eravamo amici..-
Le ultime parole le aveva biascicate, e la vide stringere il bicchiere con più forza, come se si stesse trattenendo a forza per non tirarglielo addosso.
-Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando.-
Quell'affermazione gli fece sgranare gli occhi, incredulo.
Lei si era finalmente voltata verso di lui, i riccioli neri che le incorniciavano il volto a cuore quella sera non sembravano proprio voler rimanere al proprio posto, e qua e là le coprivano il viso, infastidendola.
Ma Sirius quasi non li notò, troppo impegnato a sorprendersi per badare a qualsiasi altra cosa.
Ma una cosa la notò, e ne rimase sconvolto.
Gli occhi.
Gli occhi non erano quegli stessi occhi che lui si era abituato a guardare, quei grandi pozzi argentati in cui aveva amato immergersi.
Quegli occhi erano senz'anima.
Sembravano spenti, morti.
Più che argento vivo parevano due lastre d'acciaio, e altrettanto senza vita.
Stava per dire qualcosa, qualsiasi cosa per fare allontanare quella freddezza così innaturale per lei, quando lei continuò il discorso, con voce gelida.
-Non siamo mai stati amici, Black.-
E a quel punto Sirius si accorse che c'era davvero qualcosa che non andava.
Quella non era la sua Marlene.
Quella donna che gli stava davanti non era quella stessa Lene che arrossiva a ogni suo tocco, che rideva sguaiatamente per ogni minima cosa, che metteva l'amore e la passione in ogni gesto che faceva.
Quella persona era qualcuno che lo considerava un estraneo, una persona dalla personalità fredda e calcolatrice.
Non era la sua Lene.
Non era la Marlene che amava.
Quel pensiero gli arrivò a ficcarsi dritto nel cuore, come un coltello lacerante e appuntito che gli fece a brandelli quegli ultimi pezzettini di quella negazione che l'aveva tanto protetto sino ad allora.
Qualcosa di quell'antico dolore doveva essersi mostrato nel suo volto, perchè improvvisamente anche Marlene sembrò vacillare.
La vide chiudere gli occhi, mentre la mano che impugnava il bicchiere tremava in uno spasmo.
Quando li riaprì, qualcosa era nuovamente cambiato.
Oltre il velo di lacrime che li copriva, quegli occhi sembravano essersi fusi nel solito, dolce argento liquido, e per un attimo il cuore di Sirius fece una capriola strana, perchè Marlene pareva essere tornata Marlene.
-Non siamo mai stati amici, Sirius.- un mormorio incrinato era tutto ciò che era rimasto di quella voce fredda che aveva tentato di mantenere fino a quel momento. -Io ero innamorata di te da molto prima di quella notte.-
Sirius aprì la bocca sottile, per poi richiuderla, lasciando che tutta l'incredulità e il trauma dovuto a quella frase si esprimesse negli occhi blu e tormentati.
La guardò, in attimi di silenzio che si rincorrevano nel tempo, facendogli parere che un secondo potesse durare un secolo, e viceversa.
Per un attimo fu come averla di nuovo vicina a sè, come se lui avesse potuto allungare le braccia e stringersela al petto e sarebbe tornato tutto com'era prima di quel trambusto, ma fu una sensazione che durò meno di un battito di ciglia, perchè in un attimo Marlene sembrò riacquistare quella maschera di freddezza tanto odiosa quanto dolorosa per lui.
In un attimo i suoi occhi tornarono gelidi come il vento del Nord, e Lene distolse lo sguardo, come se volesse riprendere il controllo di sè.
-Ti prego Sirius.- la voce era ritornata distaccata, e per un attimo Sirius odiò quella Marlene che voleva parere dura, così diversa da quella fragile ma indimenticabile Lene. -Fai finta che questa conversazione non sia mai avvenuta, va bene?Fai finta...fai finta che io mi sia dimenticata di te, che io non sappia nemmeno chi tu sia. E' meglio così. Per tutti.-
-Io non..-
-Per favore.- in quell ultima supplica, per un attimo Sirius rivide la solita Lene, e l'attimo dopo, in cui avrebbe voluto chiederle perchè, lei era già scivolata via da lui, tornando dalle sue amiche, più che decisa a dimenticarsi quella conversazione.
Sirius strinse i pugni.
C'era qualcosa di strano, in Marlene. Qualcosa di oscuro che aveva scorto in quegli occhi solitamente così puri e ingenui.
Qualcosa che lo terrorizzava, anche se non sapeva dire esattamente cosa.

Lily Evans non era una che si arrendeva facilmente.
Quando quella mattina aveva deciso che quella sera si sarebbe messa i tacchi, facendoseli gentilmente prestare da Mary, nessuno aveva potuto farla desistere, anche se lei stessa sapeva bene che rapporto burrascoso aveva con quelle scarpe micidiali.
Quando poi James, con una faccia da schiaffi degna dei più noti malfattori, le si era avvicinato con un bicchierere colmo di Wishkey Incendiario, ricordandole così la loro scommessa, non aveva comunque fatto una piega, più che decisa a vincere sia la scommessa fatta con James sia la scommessa fatta con i suoi piedi.
Non aveva considerato quanto sarebbe stato problematico ballare senza rendersi eccessivamente ridicola.
Lanciò un'occhiata particolarmente scettica ai suoi piedi, che parevano chiederle pietà, mentre cercava di muoversi senza sembrare un tirannosauro e contemporaneamente senza rischiare di fare un capitombolo per terra che avrebbe segnato per sempre la dipartita del suo orgoglio.
Fu allora che Lene le raggiunse, con un bicchiere di Burrobirra stretto in mano e gli occhi grigi attraversati da un turbamento inquieto.
-Bello questo gruppo che canta, come si chiama?-
Mary e Lily si gettarono una breve occhiata, accorgendosi entrambe che la moretta aveva qualcosa che non andava. Fu Emmeline a risponderle, del tutto ignara della comunicazione silenziosa che stava avvenendo tra le due Grifondoro, per il semplice fatto che ormai era decisamente brilla.
-Sono le Sorelle Stravagarie- urlò, per sovrastare la musica. -è un gruppo nato da pochissimo, a quanto pare una di loro è la cugina di Matthew Stevenson, il Tassorosso del sesto anno che sta ballando con Karin Smith. A proposito, sono una bella coppia, non trovate?-
Lene sorrise, nascondendo quel velo di malinconia che l'aveva accompagnata per un attimo.
-Ti sei mai accorta che sei parecchio pettegola, quando sei ubriaca?-
-Non sono affatto ubriaca!- Em assunse la tipica espressione indignata degli ubriachi quando li accusano di aver alzato troppo il gomito.
-Tesoro- Lily roteò gli occhi, divertita, decidendo che quello non era il momento per fare domande a Lene. -Prima hai abbracciato una perfetta sconosciuta del sesto anno di Grifondoro dicendole "Oh, Professoressa Mcgranitt, come sono contenta che ci sia anche lei alla mia festa!Vuole un drink?"-
Emmeline proruppe in una debole protesta senza senso, mentre una figura ben conosciuta si avvicinava alle ragazze, con aria malandrina.
-Evans, sbaglio o sei ancora un po' troppo sobria per i miei gusti?-
Lily si girò, fintamente scocciata.
-Potter, non hai ancora capito che ormai hai perso la scommessa?-
-Io non credo proprio- le porse un bicchiere pieno di un liquido dal profumo inebriante, sorridendole. -Ho ancora due possibilità per farti ubriacare, ricordatelo.-
Lei si limitò a sbuffare con indifferenza.
-Ragazze, perchè non dite a James quante volte ho perso una scommessa?-
-Mai.- fece Em, allungando la a con voce quasi infantile, mentre Mary annuiva per darle man forte e Lene scoppiava a ridere, come a dire che la sola idea di Lily che perdeva una scommessa fosse ridicola.
James si limitò a ridere, passandole le braccia attorno alla vita per attirarla a sè.
Non avrebbe mai ammesso ad alta voce che quasi quasi ci sperava, di perdere, giusto per scoprire qual era la fantasia più nascosta della sua rossa preferita.
Lei gli cinse il collo con un braccio, mentre con l'altro teneva in mano il bicchiere che lui le aveva gentilmente offerto.
-Sembra che Em si stia divertendo.- la indicò con un gesto della testa, facendo in modo che Lily lanciasse un'occhiata dietro di sè, dove Em stava ridendo a crepapelle a una battuta di Mary che lei non aveva sentito, probabilmente troppo presa a perdersi negli occhi nocciola del suo Malandrino.
-Si, direi di si, abbiamo avuto una bella idea. E poi avevamo tutti bisogno di una serata dove svagarci un po'. Almeno per una sera, rimanere senza pensieri.-
Ballavano lenti, seguendo un ritmo piuttosto discostante dal resto della massa scatenata che ballava attorno a loro, per il semplice fatto che Lily voleva approfittarne con una certa nonchalance per riposare i suoi poveri piedi, che se avessero avuto occhi per piangere in quel momento avrebbero inondato il pavimento di lacrime.
James annuì, prima di cambiare argomento, con un sorriso carico di malizia.
-Ma tu prima hai visto Remus?-
-Quando?-
-Prima. Quando Em si è mezza spogliata. Hai visto come l'ha guardata?Secondo me sta succedendo qualcosa tra quei due, te lo dico io. Conosco il mio pollo...anzi, il mio lupo.-
Lily rise.
-Ma tu farti gli affaracci tuoi mai?Sei peggio di una donna!-
-Disse colei che continua a fare bere Emmeline da tutta la sera solo per estorcerle informazioni..-
Lei si finse indignata.
-Ehi!Questa è una calunnia bella e buona!-
Lui alzò un sopracciglio con fare scettico, e Lily scoppiò a ridere di nuovo.
-E va bene, forse. Però detta così mi fai sembrare una persona subdola e stronza, che farebbe di tutto per ottenere i suoi scopi!-
James fece per parlare, ma la rossa lo guardò immediatamente male, anticipandolo.
-Non provare a dire che infatti è quello che sono, Potter, o stanotte ti converrà dormire con metà cervello sveglio a meno che tu non voglia morire in maniera più dolorosa di quanto potrebbe essere.-
-Ti sei resa conto che con questa frase hai solo confermato la mia ipotesi, vero?-
Gli occhi verdi della rossa scintillarono di ilarità, resa ancora più allegra dall'alcol che ormai la stava rendendo lievemente alticcia.
E si sentiva decisamente accaldata, ancora non sapeva bene se per aver bevuto o per il corpo del suo ragazzo premuto contro il suo.
Non che avrebbe mai confessato questa cosa a James, naturalmente. Lei non perdeva mai una scommessa, non aveva certo intenzione di cominciare ora.
In quel momento si diffuse nell'aria una melodia che fece illuminare lo sguardo di Lily di quella contentezza che i bambini provano quando ricevono un regalo inaspettato.
-Sono i Beatles!- esclamò, deliziata.
Doveva assolutamente scoprire chi era quel genio che aveva pensato alla musica da mettere e ringraziarlo profusamente, soprattutto perchè aveva avuto la brillante idea di inserire musica Babbana nel mezzo degli strilli e delle urla di tutti i musicisti maghi che proprio non riusciva a gradire completamente.
Inoltre, chi apprezzava il suo gruppo preferito doveva per forza essere una persona degna della sua stima.
Il moro la guardò, perplesso.
-Chi?-
Lo fissò, indecisa se essere più sconcertata o indignata. Si allontanò un po' da lui, mettendo su un'espressione di finto ribrezzo.
Intanto le note di I Saw Her Standing There vibravano nell'aria, ricordandole le sere che profumavano d'estate dove suo padre e lei si ascoltavano ogni canzone cantandola a squarciagola, in un misero tentativo che perennemente falliva di non essere stonati.
-Potter- scosse la testa, con drammaticità. -mi dispiace, questa relazione non può continuare.-
James si aprì in una risata che rimbombò per tutta la sala, per un secondo coprendo la voce di John Lennon, e lei ebbe per un secondo la strana fantasia di lui che cantava i Beatles senza niente addosso.
Il Wishky stava decisamente facendo un effetto strano, doveva assolutamente contenersi o sarebbe probabilmente finita male.
-Cioè fammi capire Evans, mi stai mollando perchè non conosco i...come si chiamano?-
Lei si allontanò ancora di più, mettendo su un'espressione da finta martire e portandosi una mano al petto.
-Ogni tua parola mi ferisce sempre di più, sappilo. Come potrebbe continuare, come?!- poi finse di riflettere. -Penso che mi metterò con Remus. Lui sicuramente li conosce, i Beatles.-
James si passò una mano tra i capelli, fingendo un'arroganza che ormai era stata inghiottita dall'età puberale.
-Io sono molto più bello di Remus, se permetti.-
-Sei anche molto più stupido, se permetti.-
-Ehi!-
-Sei tu l'ignorante che non conosce i Beatles, non prendertela con me.- gli fece una linguaccia. -ora se permetti vado a...-
Non fece in tempo a finire la frase, perchè giusto in quel momento il suo piede sinistro decise di dare forfait, storcendole la caviglia in modo tale che dopo un dolore acutissimo capitombolò finendo col sedere per terra e con un'espressione stupefatta a incorniciarle il volto, come se nemmeno lei potesse credere di essere caduta.
Per un attimo tutti parvero fissarla allibiti.
La caduta era stata talmente rapida che James non aveva fatto nemmeno in tempo ad afferrarla, e senza quasi volerlo, vedendola con quella faccia stralunata e incredula, non potè fare a meno di scoppiare sguaiatamente a ridere, ricevendo immediatamente un'occhiataccia da Lily.
-Merlino, è stata bellissima..- tra una risata e l'altra si accorse dell'espressione di Lily che si stava trasformando da sbalordita a indignata. Si schiarì la gola, senza però smettere di sorridere. -Scusa, scusa. E' che è stata una scena troppo comica. Aspetta, ti do una mano.- si avvicinò, porgendole la mano.
-Non serve, ce la faccio da sola.- le sue parole però furono smentite appena cercò di rialzarsi da una fitta acuta che le colpì nuovamente il piede, facendola crollare di nuovo a terra e facendo piegare il suo viso in una smorfia di disappunto.
James alzò gli occhi al cielo. -Vedo.- mormorò, annotandosi mentalmente che non avrebbe mai davvero compreso fino a dove l'orgoglio della rossa poteva arrivare.
Senza una parola di più le prese il braccio e se lo portò al collo, per poi sollevarla di peso, ignorando bellamente i suoi segnali di protesta.
La fece appoggiare completamente su di lui, e la aiutò a zoppicare verso il divano, vedendo che a ogni passo lei faceva una smorfia.
La scrutò un po' con aria preoccupata, mentre l'accompagnava a distendere le gambe per mettersi più comoda, dopo averla aiutata a scalciare via i tanto odiati tacchi.
-Stai bene?- chiese, notando che lei teneva lo sguardo fisso su un punto imprecisato della stanza, piuttosto imbarazzata.
Lei annuì, borbottando qualcosa di incomprensibile.
Non poteva credere di essere davvero caduta come un salame davanti a lui e a un altro centinaio di persone.
James si sedette, iniziando a massaggiarle la caviglia con delicatezza, per vedere se riusciva ad alleviarle il dolore almeno un po'.
Intanto si era avvicinata Lene, con un bicchiere in mano dall'aria promiscua.
-Che è successo?- la voce, sebbene fosse di un'ottava sopra il normale, sembrava preoccupata. -Ti ho vista cadere da lontano..- ridacchiò, poi, come a ricordare una scena spettacolare.
Lily la osservò attentamente, con gli occhi stretti in una severa fessura.
-Oh no- gemette. -ti prego Len, dimmi che non hai bevuto.-
L'altra alzò le spalle, indifferente.
-Solo un pochino.- tutti sapevano che anche "solo un pochino" a Lene bastava per fare disastri in giro, per questo di solito tentava di tenersi il più lontano possibile dal tavolo delle bevande, ma quella sera dopo aver visto Sirius non ce l'aveva proprio fatta, e si era detta che un bicchierino in fondo non poteva farle nulla di male.
Ovviamente si sbagliava.
-Ma piuttosto dimmi che è successo?Ti sei fatta male?-
La rossa scosse la testa.
-No, va tutto bene Lene. Torna a ballare, su.-
-Io ancora non capisco perchè ti sei messa quelle trappole ai piedi se sa benissimo di non saperci camminare.-
James si chiese perchè a quell'affermazione Lily fosse improvvisamente arrossita.
-Non è affatto vero che non so camminare sui tacchi!- tentò, debolmente, sapendo bene che era un'affermazione sin troppo pretenziosa persino per il suo orgoglio.
-Oh, Merlino.- Lene aveva sgranato gli occhi, fissandola con la bocca spalancata, e Lily tremò. Perchè se già Marlene aveva un filtro piuttosto inesistente tra bocca e cervello da sobria, non osava immaginarsi da brilla. Le lanciò un'occhiata di avvertimento, ma era già troppo tardi, la moretta stava già continuando a parlare. -Non dirmi che te li sei messi per quello che ha detto Alice stamattina!-
Ecco, per l'appunto.
Perchè, perchè Lene aveva deciso di bere proprio quella sera?
Era così dolce e carina, quando era sobria.
Automaticamente James guardò Lily intensamente, chiedendo -Cos'ha detto Alice?- mentre lei diventava rossa fino alla radice dei capelli.
-Niente. Alice non ha detto niente.- ringhiò, per poi voltarsi verso Marlene. -E non l'ho fatto certo per quello che ha detto, Lene. Che ne dici di andartene ora?- cercò di rendere il suo rono di voce minaccioso, in modo da farle comprendere l'antifona.
Marlene sembrò non averla minimamente sentita, troppo presa a focalizzarsi sulla domanda di James.
Si sentiva girare immensamente la testa, e ormai la razionalità sembrava essere andata in vacanza alle Canarie insieme al suo buon senso.
-Alice le aveva detto- ignorò il tentativo di Lily di trucidarla con lo sguardo. -che probabilmente a te avrebbe fatto piacere per una volta vederla vestita in maniera femminile e non con i soliti vestiti di tre taglie in più e scarpe che potrebbero definirsi carri armati.-
A Lily prese un'immediata voglia di strozzarla, mentre James la guardò, incredulo.
-Non l'ho fatto per quello!- sbottò, tentando di mantenere la calma e contenere l'imbarazzo che andava dipingendosi chiaramente sulle sue gote.
-Ti sei distrutta un piede solo per farmi piacere?-
-No!- lo guardò male, mentre lo vedeva aprirsi in un sorriso splendente. -Li ho messi perchè mi andava. E che cavolo, una persona non può nemmeno mettersi dei dannati tacchi senza ricevere il terzo grado?-
Lui scoppiò definitivamente a ridere, per poi allungarsi e baciarle il naso.
-Evans- le sussurrò, mantenendo il suo viso a pochi centimetri da lei, facendole arrivare il suo fiato caldo sul volto. -Solo per questo potrei impararmi tutta la discografia dei Beatles a memoria.- vide gli angoli della sua bocca piegarsi lievemente all'insù, prima di continuare. -So benissimo che ti puoi trasformare quando vuoi in una bomba sexy, quindi non serve che mi dimostri niente, okay?Mi piace la Lily che si veste da maschiaccio tanto quanto la bomba sexy, anzi forse anche di più, quindi basta tacchi, i tuoi poveri piedi non lo meritano affatto.-
Lei finalmente si aprì in una risata, per poi baciarlo velocemente e alzarsi, l'imbarazzo volato via sulle ali di una canzone sconosciuta che stava suonando le sue ultime note.
Non si rimise le scarpe, decidendo che preferiva girare scalza piuttosto che rimettersi quei trampoli, e gli porse la mano.
-Andiamo a ballare, su.-
James sorrise, senza dire altro.

-Em, sai che non dovremmo...-
Lei lo zittì, baciandolo.
Remus non sapeva esattamente come erano arrivati al dormitorio maschile, nè si ricordava se era stato lui a trascinarla su per le scale o lei a iniziare la cosa.
Non sapeva esattamente nemmeno che peso dovesse dare a quella faccenda, visto che fino a due minuti prima Emmeline era evidentemente brilla e lui...lui era abbastanza sobrio da accorgersi che lei era alticcia, ma non lo era abbastanza per fare l'uomo d'onore e non cibarsi dei baci caldi che lei gli concedeva su tutta la pelle.
Sarebbe potuto entrare qualcuno da un momento all'altro.
Forse non James, perchè lo aveva chiaramente visto mentre saliva le scale che portavano alla stanza riservata ai Caposcuola, ridacchiando e sorreggendosi a Lily o sorreggendo Lily, ancora non gli era ben chiaro, entrambi ubriachi d'amore, forse, o molto più semplicemente entrambi ubriachi e basta.
Forse nemmeno Sirius in fondo sarebbe salito, l'ultima volta che l'aveva visto stava facendo quella che a dire di Remus era la parodia di uno spogliarello sotto lo sguardo affamato di un gruppetto di ragazzine con gli occhi a cuoricino.
Ma Peter, per esempio?
O magari Frank Paciock, venuto a chiedergli qualcosa?
Si staccò dalle sue labbra con riluttanza, lasciandole scappare un gemito di protesta.
-Em, potrebbe entrare qualcuno.-
Gli occhi azzurri lo squadrarono da cima a fondo con una lucidità che per un attimo fece dubitare Remus sul fatto che lei non fosse in fondo così brilla come voleva far credere.
-Non mi importa.- fece per avvicinarglisi di nuovo, ma lui la bloccò.
-No. Ascoltami non voglio...non voglio fare niente, con te in questo stato. Sei brilla, e io non so quanto potrei mantenere il controllo se...non voglio fare qualcosa di cui domani ti pentiresti, Em.-
Questa volta fu lei ad allontanarsi di scatto, e sul volto aristocratico si dipinse una smorfia infastidita. In quel pozzi fatti di cielo per un attimo passò una macchia scura, come una nuvola che preannunciava una tempesta fatta di amarezza e tristezza.
Emise un lungo sospiro, chiudendo per un secondo gli occhi.
-Remus.- poi gli prese il volto tra le mani, facendo in modo che la guardasse dritto negli occhi. -Proprio non capisci, vero?- scosse la testa, per un attimo. -Oggi è il giorno del mio compleanno. L'ultimo compleanno che posso passare con le persone che amo, divertendomi e bevendo e ballando e baciando e amando e...sentendomi felice, e a casa.- fu un secondo prima che continuasse, che Remus ebbe conferma al suo sospetto: lei non era affatto ubriaca. Non da perdere di vista le cose che voleva, almeno. -Quindi, per favore- Emmeline continuò, non accorgendosi che Remus aveva già fatto crollare tutte le sue barriere. -per favore, questo ultimo compleanno, fammelo passare a modo mio. Con le persone che amo.-
Remus John Lupin non sapeva esattamente
come erano arrivati al dormitorio maschile, nè si ricordava se era stato lui a trascinarla su per le scale o lei a iniziare la cosa.
Sapeva però che quando si allungò per catturare quelle labbra rosse e intrappolarle in un bacio che non poteva che approdare a qualcos'altro di più intimo e profondo, lei avrebbe risposto aggrappandosi a lui con tutte le sue forze, più che decisa a prolungare quegli attimi fino a che non sarebbero rimasti marchiati a fuoco sulla sua pelle candida, in modo che nessuno mai avrebbe potuto portarglieli via.





Ma buongiooooooorno!!!Avanti su, ditemelo che sto migliorando e pubblico sempre più in fretta U.U no eh?ç___ç uffa ç___ç bè almeno i soliti 5 mesi non sono passati, ne sono passati dinuovoquasidue, puhauah XD
Ehm...ok adesso mi do un contegno XD domani parto per la Puglia e prima di partire dovevo assolutamente postare!
Questo capitolo...ehm...allora, doveva essere un capitolo divertente. Uno stacco da tutta la melma e la melodrammaticità in cui li ficco di solito, ecco, ma credo di non esserci affatto riuscita come al solito. C'è da dire che anche il prossimo probabilmente sarà ancora motivo di respiro per questi poveretti, ma non assicuro nulla.
Spero che questo capitolo non sia sembrato superficiale o cosa, è solo che secondo me avevano bisogno di un po' di sano svago. E io avevo bisogno di un capitolo di transizione!XD
Alla fine Lene non  si è fatta cancellare il ricordo di Sirius, avete visto?(sono fiera di Lene XD) e credetemi, il fatto che lei si ricordi di Sirius è moooooolto importante, visto che piano piano Mark le sta facendo il lavaggio del cervello XD
Intanto Sirius già si accorge che qualcosa in Lene non va, dite che se la darà una mossa?XD
Come vi sembrano Em e Rem invece?io li adoro *__*
Invece scopriremo solo nel prossimo capitolo chi ha vinto la scommessa tra James e Lily, puhauah XD su chi scommettete?XD
Mmm...altro da dire non credo ci sia.
Scusate se vi risulta noioso, è che veramente a scrivere i capitoli leggeri nn sono capace ç___ç vado molto meglio quando li stermino tutti, phuahuahauha XD Ora passo a rispondere alle meravigliose 16 persone che mi hanno recensito *__*
Ma un grazie particolare va anche a chi solamente legge o mette le mie storie tra le preferite/seguite/ricordate XD
Un bacio a tutti!






















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Capitolo 38
*** L'amore ai tempi del colera ***


cap 36 Londra, 1760

-Fateci entrare.-
-Vossignoria, non credo sia il caso, per tre graziose fanciulle come voi, assistere ad un tale spettacolo...Il mio padrone ha perso molto sangue...-
Lady Susan della casata dei Lanchester scansò il gracile servitore con aria seccata, ritenendo che ci fosse troppo poco tempo per insistere con le buone maniere, e lei doveva vedere con i suoi occhi quello che era capitato al suo amato.
Non aveva potuto credere alle sue orecchie, quando il suo maggiordomo le aveva comunicato la notizia della tragedia.
La stanza dove lui era stato adagiato, su un letto che l'avrebbe accompagnato nella sua morte, era scura e poco illuminata, per dare modo a chi entrava di non notare con eccessivo disgusto le ferite profonde e gli squarci sanguinolenti che percorrevano tutto il corpo di Lord Spencer.
Susan si inginocchiò accanto al letto, tremante, mentre ricordi di baci infuocati e di notti passate cercando di non farsi scoprire le bagnavano il volto di lacrime.
-Amore mio.- mormorò, prendendogli la mano tra le sue e baciandogliela ripetutamente, incurante del sangue rappreso sotto le unghie spezzate.
Una ciocca di capelli rossi le sfuggì dalla crocchia così ben congegnata dalle sue servitrici, ma non se ne curò, persa a contemplare i riccioli biondi dell'uomo che amava con tutta se stessa.
-E' morto?- il mormorio di Lady Margaret fece fremere Susan d'indignazione e rabbia, per un secondo, per poi dirsi che il lieve tono di speranza che aveva avvertito era solo frutto della sua immaginazione.
Sapeva che nonostante tutto anche Margaret aveva molto amato Lord Spencer, anche se lui le aveva spezzato il cuore scegliendo lei al posto suo.
Allora si decise a scuotere la testa, senza mai distogliere lo sguardo da quel viso pallido e perfetto che tante volte aveva accarezzato.
-Non ancora.- cercò di contenere il tremore della voce. -Ma lo sarà presto se non facciamo qualcosa.- gli guardò le palpebre chiuse, e sentì i suoi occhi farsi lucidi.
C'era un'unica maniera per riportarlo in vita, e quest'unica maniera significava compiere un sacrificio terribile.
-Cosa possiamo fare?- squittì una terza voce, e Susan cercò di sorridere alla sorellina. Guardare i suoi riccioli biondi le faceva quasi male, ricordandole quello che rischiava di perdere.
No. Non lo avrebbe permesso.
Lui doveva vivere, anche se le conseguenze sarebbero state terribili.
Lady Lanchester si alzò, ancora con le gambe molli e il cuore che batteva nel suo petto, schiacciato dalla consapevolezza tremenda di quello che stava per fare.
Sarebbe finita all'inferno per quello, Merlino non concedeva pietà per gli assassini, ma non le importava.
L'idea di perderlo era molto più insopportabile di una caverna infuocata piena di demoni che ti tormentano per l'eternità.
Con la mano ancora tremante si sfiorò il fianco, dove sotto la gonna era nascosto un pugnale d'argento fabbricato dagli elfi e bagnato nel sangue di unicorno.
Si voltò verso le altre due, e si ordinò di stare il più calma possibile.
Estrasse il coltello dalle pieghe del vestito, facendo scintillare la lama sotto le luci delle candele, e vide Lady Margarett avvicinarsi di più alla più piccola di casa Lanchester e appoggiarle le mani sulle spalle, con aria spaventata.
-Con il sacrificio del nostro sangue, lo renderò immortale.-

Londra, 1977

Una figura incappucciata di nero percorreva il perimetro della stanza lentamente, osservando con finta curiosità i quadri appesi alle pareti, volti a raffigurare visi ed espressioni di personaggi appartenenti alle più nobili dinastie ormai estinte col passare dei secoli.
Attendeva con trepidazione buone notizie.
Sentì uno scricchiolio, che gli annunciò che il suo ospite tanto atteso era arrivato, finalmente.
Sul volto pallido si andò dipingendosi un sorriso mostruoso.
-Mark.- sibilò, con lentezza studiata, sperando che si accorgesse immediatamente qual'era il quadro che aveva catturato maggiormente la sua attenzione.
Lo sentì trattenere il fiato per un solo istante, che però gli bastò a capire che la sua speranza non era andata vana.
-Mio Signore.-
La voce, nonostante tutto, era tranquilla, ma lui sapeva bene che il suo interlocutore era un ottimo attore. D'altra parte, aveva avuto secoli per perfezionarsi.
-Sei arrivato, finalmente. Lo sai che non mi piace aspettare.-
Il biondo annuì, mantenendo un'espressione mortificata sul viso d'angelo.
-Chiedo scusa, Mio Signore, ma non è affatto facile evadere da Hogwarts.-
Con un fruscio del mantello nero, il Signore Oscuro si voltò a fissarlo, con aria quasi divertita.
-Credevo che una creatura millenaria come te fosse abituata a ben altro.-
Mark non rispose, limitandosi a stringere le labbra, senza però sollevare lo sguardo per non sembrare irriverente, nonostante persino il Signore Oscuro sapesse che non poteva permettersi di scherzare troppo, con una creatura come l'ultimo discendente della casata degli Spencer.
-E' tutto pronto, dunque?-
-Sì, mio Signore. Il Rito verrà compiuto domani notte.-
-E tu mi assicuri che tutte tre le Mezzosangue si assoggetteranno al tuo volere al punto da donarti il loro sangue e il loro cuore, e che grazie a questo io diverrò immortale?-
Al gesto d'assenso del ragazzo, Voldemort lo scrutò con più attenzione, per poi far comparire sul suo volto una smorfia irrisoria.
-Giusto, dimenticavo che tu sei la prova vivente del fatto che il Rito dei Tre Cuori funziona.-
Per un attimo negli occhi azzurri di Mark passò un lampo che Voldemort avrebbe interpretato come rimpianto, se non fosse stato sicuro che una tale cratura non poteva provare sentimenti simili.
Ancora si ricordava il giorno in cui l'aveva recuperato, in una caverna dimenticata dal tempo, nascosto nelle insenature più buie che cercava di lasciarsi morire di fame e di freddo.
Eppure, un demone avrebbe dovuto sapere che ci voleva ben altro per farsi fuori.
-Mi raccomando, nulla deve andare storto. Come farai a procurarti la terza Mezzosangue?-
Il biondo sospirò, per un secondo immergendosi nel ricordo di una chioma rossa che aveva il profumo di mille viole. Una volta conclusa quella faccenda, avrebbe finalmente potuto riavere tra le braccia l'unica persona che era stata in grado nel suo torbido passato di fargli provare dei sentimenti.
-Lei non si preoccupi, mio Signore. Lasci fare a me, e per domani notte avrà i suoi Tre Cuori, uno di una Mezzosangue che ancora  non ha conosciuto l'amore, uno di una Mezzosangue a cui è stato spezzato, e l'altro di una Mezzosangue disposta a morire per amore. Grazie a quelli e al loro sangue mischiato con sangue di unicorno, lei manterrà per sempre la sua giovinezza.- si bloccò un attimo, prima di aggiungere, a bassa voce. -Proprio come  dice la leggenda.-
Quella stessa leggenda che era diventata la sua maledizione.
-Eccellente.- il Signore Oscuro giunse le mani affusolate e pallide, in senso di compiacimento. -Sarai ricompensato come pattuito.-
Mark annuì, per un attimo lasciandosi scappare un sorriso all'idea della sua ricompensa finale, che finalmente avrebbe alleviato tutti quegli anni, diventati secoli ormai, dolorosi e strazianti.
Aveva congegnato il piano alla perfezione, ed era sicuro che nulla sarebbe potuto andare storto. Era stato anche piuttosto facile procurarsi le Nate Babbane: la piccola Jenny si era comportata come un gattino mansueto tra le sue mani, esaudendo subito ogni sua richiesta, e la mente di Marlene Mckinnon era stata talmente bene plasmata grazie ai suoi poteri, che ormai lei lo vedeva come la sua unica speranza di salvezza, ragione per cui era sicuro di averla totalmente in pugno. Nemmeno la terza Mezzosangue era un problema, se tutto andava come previsto.
Senza farsi notare, si tastò la tasca destra dei pantaloni, dove era conservato un pugnale d'argento bagnato nel sangue di unicorno.
Perfetto. Era tutto pronto.

-Evans, sbaglio o hai perso una scommessa?-
Lily alzò un sopracciglio, con fare scettico, osservando James seduto sul letto con un sorrisone che gli partiva da un orecchio all'altro.
-Potter, sbaglio o stai sparando minchiate?Sono perfettamente lucida!-
-Certo, certo. E' la prima cosa che direbbe un ubriaco!-
-James!- il tono di rimprovero però non potè che trasformarsi in una risata aperta, forse perchè non era ubriaca ma nemmeno totalmente sobria, o forse perchè trovava solo divertente il suo modo di arrampicarsi sugli specchi.
Non avrebbe mai saputo che in realtà James in quella scommessa non ci aveva messo nemmeno la metà dell'impegno richiesto, troppo curioso nel vedere che cosa mai si sarebbe rivelata la fantasia più nascosta di Lily.
Eppure un po' di scena doveva farla: da che mondo è mondo, mai più James Potter fa vedere che si arrende così facilmente.
-Se sei così lucida come dici di essere allora mettiti in equilibrio su una gamba, avanti!E poi toccati il naso. E saltella. Tutto contemporaneamente!- alla sua occhiata perplessa, rise. -Ah, vedi, ti rifiuti di farlo, significa che hai paura di non farcela perchè sotto sotto sai di aver perso.-
Gli lanciò un'occhiata divertita.
-A dire il vero Potter tra i due mi sembri tu l'ubriaco.-
Lui fece un verso di scherno.
-Ti pare?Non c'è alcolico che possa stendere il grandissimo James Potter!- cercò di mettere su un'espressione indignata, ma gli occhi non riuscirono ad abbandonare quell'aria maliziosamente divertita.
-Ed è per questo che non riesci a reggerti in piedi per più di dieci secondi, immagino.-
James mise su l'aria ruffiana che usava anche con i professori quando doveva convincerli della sua innocenza perenne e sincera.
-No, quello è dovuto alla tua bellezza sconvolgente, ovviamente.- accompagnò il tutto con il suo miglior sorriso da Malandrino, cosa che fece ridere Lily, che scosse la chioma rossa, tra l'esasperato e il divertito.
Poi fece finta di lanciargli un'occhiata truce, imitando quasi alla perfezione la Mcgranitt.
-Potter non cercare di cambiare discorso, comunque.- sorrise, maligna. -Ho vinto.- aggiunse, con una nota di trionfo.
-Vuoi dirmi che non eri ubriaca quando hai proposto che andassimo a fare pipì nell'ufficio della Mcgranitt?-
Lily lo fissò, sconcertata.
-Non ho mai proposto niente di simile!-
-Ah!Vedi, la perdita di memoria è il primo sintomo dell'ubriaco, Evans basta, non puoi più negare!-
-Potter!- nonostante volesse mantenere un'espressione severa, Lily non riuscì a fare a meno di ridere all'ultimo minuto, giusto quando l'occhiata severa avrebbe dovuto incontrare i suoi caldi occhi nocciola.
-Per non parlare della tua bellissima caduta, poi!Come giustificarla, se non con il fatto che ormai non riuscivi più a mantenerti in equili..-
Prima che potesse concludere la frase, Lily gli aveva tirato uno scappellotto sulla testa, ancora ridendo.
-La vuoi smettere?- rise ancora, alla vista della faccia fintamente offesa a morte che stava dipingendosi sul volto di James.
-Ma allora Evans potevi dirlo subito che volevi la guerra!- senza una parola di più le tirò addosso un cuscino, quasi ridendo alla sua espressione vendicativa che le fece afferrare al volo il cuscino rosso.
Tentò di ripararsi come meglio poteva quando lei contrattaccò, tentando di colpirlo più volte sul viso e su tutti i pezzi di corpo che trovava liberi, dando così il via a una lotta di cuscini che si concluse solo quando lei gli capitombolò addosso, per poi scoppiare a ridere così forte che dovette coprirsi la bocca con una mano, per paura di fare troppo baccano.
Anche lui rise, felice di vederla spensierata e bella e allegra come non la vedeva da un paio di giorni, e pensò che avevano avuto una bella idea, a concedere a Emmeline e a tutti una serata di divertimento.
La fissò per un po' mentre ancora i suoi capelli vermigli gli solleticavano il collo e il suo petto vibrava ancora contro il suo, carico di risate che gli facevano battere il cuore più velocemente del normale.
Le sorrise, quando la risata di lei si spense e i suoi occhi verdi si fecero di un'intensità tale che nemmeno nei suoi sogni di adolescente scapestrato aveva visto mai.
-Evans- le scostò i capelli dal viso, per scrutarla meglio. -ho capito che non puoi fare a meno di sentirti succube al mio fascino, ma andiamo, cadere due volte in una serata solo per questo non ti sembra un filino esagerato?-
Lily alzò gli occhi al cielo.
-Senti, brutto stupido idiota...-
-Wow. Sei riuscita a rivolgermi tre insulti in meno di mezzo secondo, adesso ho davvero la conferma che sei sobria.-
E lei non potè fare a meno di mettersi a ridere di nuovo, nonostante tutto, e fu proprio nel bel mezzo di quel suono vivace che James le prese il viso tra le mani, attirandolo a sè, e la baciò giusto per il gusto di farlo, e a volte si stupiva ancora, di poterlo fare senza avere la certezza matematica di finire in Infermeria l'istante dopo.
Si staccò, tenendo però sempre il viso di lei a pochi centimetri dal suo, e sospirò, fingendosi immensamente esasperato, mentre lei gli rivolgeva un sorriso soddisfatto.
-Allora- disse, alzando gli occhi al cielo, senza però riuscire a nascondere un sorriso. -visto che hai vinto, avanti, sentiamo questa fantasia.-
Lily si puntellò sui gomiti per poterlo osservare meglio, e si sentì arrossire appena realizzò che davvero doveva dirgli cosa frullava nella sua testa.
Si trascinò con i gomiti all'indietro, per riuscire poi a mettersi seduta e fissarlo di sottecchi, a disagio. Era stata tutta presa all'idea di vincere, ma non aveva considerato poi la parte più imbarazzante della vittoria.
Distolse lo sguardo.
-Uhm, forse è meglio di no. Facciamo che hai vinto tu, ok?-
Figurarsi, vederla imbarazzata per James Potter era come un invito a nozze, e lei avrebbe dovuto saperlo ancora prima che lui sorridesse con aria maliziosa e gli occhi nocciola gli si illuminassero di divertimento.
Non si sarebbe arreso tanto facilmente, anche perchè ormai sua la curiosità era aumentata a dismisura dopo la reazione della rossa.
-Eh no, Lily, una scommessa è una scommessa. Non puoi tirarti indietro proprio ora.-
Lei borbottò qualcosa di incomprensibile, per poi sbuffare, seccata.
-E' una cosa stupida.-
-Oh, avanti Evans, sei una Grifondoro o cosa?-
La ragazza lo fulminò con lo sguardo, per poi sospirare.
-Lo giuro Potter, se dopo osi prendermi anche solo un po' in giro...-
Lui annuì, fingendosi serio per un secondo, giusto per darsi un tono solenne.
-Non riderò, parola di Malandrino.-
Lily lo guardò, dubbiosa, sentendo che ancora il rossore sulle guancie non se ne andava.
Poi sbuffò, dicendosi che era una Grifondoro per qualcosa, e ordinandosi di smetterla di essere così imbarazzata.
-Va bene, allora. La cosa è un po' lunga, quindi mettiti comodo.-
Lui per poco non rise al suo tono professionale che pareva quello che usava nelle interrogazioni, ma corresse subito il tiro trasformando la risata in un colpo di tosse. Non voleva certo bloccarla proprio ora che si era decisa, e inoltre l'occhiata assassina che lei gli aveva lanciato era un chiaro avvertimento che aveva idea che se non lo avesse colto, sarebbe finito ucciso nel giro di pochi istanti.
Lily si schiarì la gola.
-Allora, sono in mezzo a una strada e c'è un temporale tremendo, io mi sono persa...- osservò James, che pareva concentrato nel proprio racconto. -Poi vedo un castello, e decido di entrare, per ripararmi dalla pioggia e per chiedere indicazioni, ma..-
-E' grande il castello?- la interruppe a metà frase.
Lei lo guardò, perplessa, per poi alzare le spalle.
-Boh, si, direi di si.- fece per riprendere, quando il moro la bloccò di nuovo.
-Quanto grande è?- James ghignò. Si divertiva troppo ad esasperarla.
La rossa lo guardò male.
-Questo è irrilevante ai fini del racconto.-
Ramoso si finse scandalizzato.
-E invece è importante!Tutti i dettagli sono importanti!-
Lily alzò gli occhi al cielo, irritata.
-Parecchio grande allora. Tipo Hogwarts, contento?Posso andare avanti adesso?-
Lui annuì, tutto allegro, e la ragazza sbuffò, anche se all'ultimo si lasciò scappare un sorriso.
-Dicevo. Entro per chiedere indicazioni, ma il castello sembra essere deserto. Decido di esplorarlo un po', in cerca di qualcuno che mi dia una mano, quando...-
-C'è chi la chiamerebbe violazione di domicilio, lo sai Evans?-
-Potter, vuoi che continui o no?-
James finse di cucirsi la bocca, alla sua occhiata omicida.
Lily si rischiarì la gola, guardandolo ancora un po' male.
-Allora sono lì che vago come una scema, quando sento improvvisamente una musica bellissima proveniente da una stanza al piano di sopra. Decido di salire...e- gli lanciò un'occhiata. -no, le scale non si muovono come quelle di Hogwarts.- lo anticipò, vedendo che aveva già aperto la bocca per parlare. La richiuse, sorridendole, invitandola a continuare.
-Mi avvicino alla stanza dove si sente la musica, e decido di aprire la porta. La stanza è luminosa, grande. Al centro c'è un enorme pianoforte nero, e lì, davanti, c'è un pianista che suona una melodia meravigliosa. Quando mi sente entrare si ferma, si alza, mi guarda e..-
-Sono io, il pianista?-
Lily alzò gli occhi smeraldini al cielo, con ovvietà.
-Certo che sei tu, il pianista.- James sorrise compiaciuto, e lei continuò, ormai totalmente presa dalla storia. -Insomma, mi guarda e  mi dice "e lei cosa ci fa qui, signorina?" io allora gli dico che mi sono persa, che non ho un posto dove andare, e allora lui mi dice che non posso stare lì, che è violazione di domicilio...-
-L'avevo detto io.-
Lo ignorò.
-E...insomma andiamo avanti e tra una storia e l'altra ci mettiamo a litigare...-
James non riuscì a trattenersi dal ridere.
-Fammi capire, anche nei tuoi sogni erotici litighiamo?-
Lily non si preoccupò di calcolarlo.
-Insomma, nel frattempo non so come ci siamo avvicinati al pianoforte e...Insomma, per farla breve, finiamo per farlo sul pianoforte.-
Si accorse solo in quel momento che le sue guancie si erano di nuovo accese di rosso, e che le ultime frasi le aveva dette talmente velocemente che si stupiva lui avesse capito.
Lo osservò di sottecchi, e si accorse che cercava con tutte le sue forze di non far schizzare gli angoli della bocca verso l'alto, per non prorompere in una risata che le aveva promesso di non fare.
Non ce la fece.
All'ultimo istante gli scappò una risata che cercò di soffocare, senza riuscirci, e si guadagnò così un'occhiata turpe da Lily, che ormai sentiva di stare andando in fiamme.
-Avevo detto che era una cosa stupida.- boffonchiò, senza osare guardarlo. -E smettila di ridere!-
-Lily, non è stupida.-  rise ancora, e lei lo guardò male, indecisa a quel punto se offendersi. Lui le prese le mani. -Non è stupida. E' che cerca di capirmi: non sarò ubriaco, ma non sono nemmeno totalmente sobrio, e la mia bellissima ragazza si rivela pervertita quanto basta a farmi andare fuori di testa. E', uhm, tipo il sogno di ogni uomo esistente sulla terra, credo. Rido solo perchè mi stupisco ancora di essere stato così fortunato.-
Lei alzò gli occhi al cielo, ma ora le labbra erano piegate nel consueto sorriso.
-Sei sempre bravo a leccare il culo, vero Potter?-
James rise, per poi accarezzarle il viso.
-Senza contare che per realizzare quello che mi hai detto mi ci vuole un po' di tempo. Intanto dovrei trovare il modo di procurarmi un pianoforte e ah si, ci sarebbe anche il piccolo particolare che dovrei imparare anche a suonarlo. Senza contare le quisquilie come il fatto che devo beccare un giorno dove piove a dirotto, devo farti perdere e fare in modo che tu segua...-
Prima che concludesse, lei si avvicinò e lo baciò, con foga. Forse in fin dei conti l'alcool stava avendo effetto adesso, perchè si sentiva particolarmente accaldata, oltre che senza le solite inibizioni o paranoie del caso che a volte la prendevano nei momenti più strani.
Poi si staccò, senza però allontanarsi da lui più del necessario.
-Facciamo così, Potter- gli accarezzò la linea del viso, continuando a fissarlo. -tu prenditi tutto il tempo che vuoi, organizzati come ti pare e piace e vedi se la cosa è fattibile o meno. Nel frattempo...-
Lui ghignò.
-Si?-
Lily in quel momento si staccò completamente, sorridendo malandrina e tirando fuori la bacchetta, lasciandolo con una faccia perplessa e confusa.
-Nel frattempo, è ora che tu ti faccia un po' di sana cultura musicale.-
Mentre lui sgranava gli occhi incredulo, con un rapido gesto di bacchetta lei trasfigurò il comodino di legno affianco al letto in un qualcosa che James non seppe bene come identificare, probabilmente un aggeggio Babbano, che improvvisamente si mise a trasmettere musica che lui non aveva mai sentito, ma la voce di quello che cantava era simile a quella del cantante del gruppo che Lily prima aveva detto che le piacevano tanto, i Beatles.
Osservò attentamente quella cosa Babbana, non sapendo bene se esserene più affascinato o deluso.
Lily rise, vedendo la sua espressione spaesata e quasi diffidente, e decise di infierire ancora un po'.
-Avevi detto che ti saresti imparato tutta la discografia dei Beatles a memoria.- trillò, allegra. -Bene, ti sto dando la possibilità di farlo. Ripeto, non posso stare con qualcuno che non conosca e apprezzi i Beatles.-
James rivolse lo sguardo sbigottito verso di lei, senza ancora essere in grado di proferire parola, al che lei rise, di nuovo, decidendo che aveva infilato anche troppo il dito nella piaga, e in fondo anche lei adesso era stufa di scherzare.
Gli si avvicinò di nuovo, quatta quatta, e fece un sorrisetto malizioso che era tutto un programma a pochi centimetri dal suo viso.
-Tranquillo- soffiò, col tono più languido che poteva tirare fuori. -conosco un ottimo modo per farteli apprezzare.- catturò le sue labbra con le proprie, e senza mai abbandonarle, neanche per respirare, lo accompagnò a stendersi contro il piumone rosso, che quella notte era destinato ad essere stropicciato non certo per coprire due persone che dormivano.
James in seguito avrebbe pensato che Lily aveva avuto ragione: da quel momento in poi, ogni volta che qualcuno gli avesse fatto ascoltare i Beatles, non avrebbe potuto fare a meno di sorridere.

Remus John Lupin aprì gli occhi, con estrema cautela, per non venire ferito eccessivamente dalla luce proveniente dalle tende.
Tentò di muoversi, per guardare l'ora sul comodino, quando si accorse di una testa bionda accoccolata sul suo petto che dormiva, rilassata.
La osservò per un attimo, rimamendone quasi incantato.
Emmeline era bellissima.
La bocca era piegata in una smorfia buffa, e il suo respiro caldo lo sfiorava, facendolo rabbrividire.
In un secondo si ricordò con nitidezza ogni cosa fatta la sera precedente, ogni bacio ardente che lei gli aveva lasciato scivolare sulla pelle, ogni gemito e ogni sospiro che aveva fatto da colonna sonora a quella notte infuocata, il corpo nudo di lei che si aggrappava al suo, come fosse un'ancora che le avrebbe impedito di affogare, e i suoi capelli biondi che parevano essersi appropiati di un raggio di sole che gli solleticavano il viso mentre le baciava per l'ennesima volta le labbra di fragola, e il suo vestito nuovo che finiva per terra e lei che esitava per un secondo, guardandosi imbarazzata le gambe che ancora portavano i segni di una violenza straziante che la feriva ancora.
E poi c'era stata quella singola lacrima che le aveva accarezzato lo zigomo, che lui si era preoccupato subito di asciugare coprendola di baci e carezze.
Si sentì andare a fuoco, mentre gli riaffiorava alla mente il ricordo di quelle curve che aveva accarezzato ripetutamente, con un'insaziabilità quasi animalesca e nel contempo dolce.
Emmeline si mosse, sintomo che si stava svegliando, e Remus per qualche strano motivo si sentì arrossire ancora di più.
E se lei si fosse rivelata pentita di quello che avevano fatto?In fondo, non aveva la certezza assoluta che lei non fosse ubriaca.
La bionda sollevò le palpebre, lasciando intravedere quei pozzi azzurri che lo facevano impazzire.
Sbattè gli occhi, confusa, accorgendosi solo in quel momento che il cuscino su cui aveva dormito non pareva affatto un cuscino, ma aveva molto più l'aria del un petto nudo di un ragazzo.
Non che si potesse lamentare, sia chiaro. Da che si ricordava, era stata una delle migliori dormite che si era fatta in tutta la sua vita.
Sollevò lo sguardo, ancora assonnata, per scontrarsi con il viso imbarazzato di Lupin.
-Remus?-
Lui annuì, non riuscendo a dire nient'altro. Non sapeva quanto Em si ricordasse della sera precedente: forse ora gli avrebbe tirato qualcosa in faccia per essersi approfittato di lei, o qualcosa del genere.
Cosa si doveva dire in quel casi?
La vide far scorrere lo sguardo da lui a se stessa, per poi spostarlo di nuovo a lui, aggrottando la fronte, perplessa. Non era mai granchè in grado di ragionare, da appena sveglia.
-Abbiamo fatto...abbiamo fatto sesso?-
Remus si chiese perchè, fra tutte le ragazze in quella scuola, colei di cui doveva invaghirsi era l'esatto miscuglio tra James Potter e Sirius Black, e di conseguenza fosse colei che con una sola parolina poteva farlo imbarazzare più di chiunque altro, senza peraltro rendersene nemmeno conto.
Si schiarì la gola, sperando intanto che il suo viso tornasse di un colore normale.
-Abbiamo...abbiamo fatto l'amore, si.-
Lei lo guardò, per un secondo incredula, e Remus in quel momento temette il peggio, ma poi, con sua grande sorpresa, Emmeline si aprì in un sorriso che le illuminò tutto il viso, rendendola più bella che mai.
-Wow.- mormorò, sorridendo ancora, e per un attimo il cuore di Remus quasi inconsapevolmente si riempì d'orgoglio. -Davvero...wow.- gli occhi le brillavano di una tale felicità che improvvisamente Remus si scordò del perchè si sentiva imbarazzato.
-Quindi...uhm...non sei pentita.- chiese, qualche timore che ancora gli attanagliava le viscere.
-Pentita?- lo guardò stranita, come se avesse appena detto una parola particolarmente disgustosa. -Come potrei essere pentita?è stato...è stato...fantastico. Meraviglioso. Davvero.-
Si riaccoccolò sul suo petto, chiudendo gli occhi e sospirando, contenta.
Flash della notte precedente continuavano a balzarle in testa, facendola sorridere.
Nessuno l'aveva mai fatta sentire così completa e appagata, e per un solo attimo si disse che forse la felicità poteva esistere, nonostante tutto.
Remus prese ad accarezzarle i capelli, con tenerezza.
-Era...- si schiarì la gola, di nuovo imbarazzato. -Era la prima volta che...era la prima volta, per me.-
Em lo fissò, sbigottita.
-Sul serio?- al suo cenno d'assenso sbattè le palpebre, ancora stupita. -Non l'avrei mai detto.-
-Davvero?- Lupin sorrise, compiaciuto, nonostante tutto, nel sentire venire così sottilmente elogiato il suo ego maschile.
-Davvero.- Em confermò, baciandogli poi la guancia e sorridendogli. Era così tenero.
Dopo pochi istanti di silenzio fu lui a parlare, di nuovo.
-Em?-
-Dimmi.-
-E adesso?-
Lei lo guardò, una muta domanda negli occhi, e lui sospirò.
-Io sono un Lupo Mannaro, e tu stai per sposarti. E adesso, cosa facciamo?Continuiamo questa...relazione segreta e basta, andiamo avanti come se nulla fosse?Non...-
La bionda lo zittì, appoggiandogli una mano sulle labbra, e lo guardò dritto negli occhi color ambra per un lungo istante.
-Tu vuoi che questa relazione vada avanti?-
Remus notò che il suo sguardo si era rannuvolato e incupito, e le accarezzò la chioma bionda, sentendo il cuore stringersi.
-Io voglio te.- confessò, con una semplicità talmente disarmante che la fece arrossire.
-E allora...e allora si, andiamo avanti e basta, come se nulla fosse. Io...io non voglio rinunciare a te, non ancora, non adesso che sento di riuscire ad essere felice. Voglio continuare ad esserlo, per un po'.-
Emmeline chiuse le palpebre, sentendo gli occhi farsi lucidi, per nessun motivo in particolare.
Lui la strinse immediatamente nel suo abbraccio, cullandola e accarezzandola, sentendo il cuore più pesante.
Non era giusto.
Non era giusto che lui fosse un Lupo Mannaro e quindi lei rischiasse la sua incolumità stando con lui, non era giusto che lei si dovesse sposare con un uomo che le avrebbe portato solo sofferenze, e non era giusto che non potessero vivere la loro relazione alla luce del sole, come le normali coppie felici.
A volte si chiedeva come sarebbe stato vivere in un mondo parallelo, dove tutto quel casino della guerra non esisteva.
Decise di non pensarci, in quel momento. Dovevano viversi la vita come gli veniva offerta, perchè era tutto ciò che gli rimaneva.
Allora la baciò, perchè improvvisamente gli era mancato il contatto con le sue labbra, e sentì che lei rispondeva con entusiasmo.
Staccandosi si sorrisero, con una complicità nuova che scaldò il cuore a Remus.
Stava per parlare, quando udì chiaramente delle voci avvicinarsi da fuori.
-Sei sicuro di voler andare nel dormitorio adesso?Staranno tutti dormendo...-
-Fidati, Evans. Conosco Remus, sarà come minimo sveglio da ore che si domanda che fine abbiamo fatto. Con tutta probabilità sarà pure arrabbiato perchè non abbiamo ancora fatto i compiti per domani, e...-
Remus gettò un'occhiata di puro panico a Emmeline, la quale lo guardò, altrettanto spaventata.
Fece giusto in tempo a coprirsi con il lenzuolo, che la maniglia della porta si aprì, con un cigolio, facendo entrare un James Potter che ancora parlava.
-...ci sgriderà perchè...Remus?!-  sgranò gli occhi e si fermò in maniera brusca sulla porta, notando in quel momento la scena che gli si parava davanti: Remus Lupin che lo guardava, vergognandosi come un ladro, e giusto appena affianco a lui Emmeline Vance, che tentava in tutti i modi di coprirsi il più possibile.
Si era fermato in maniera talmente improvvisa che Lily gli si schiantò sulla schiena, e per poco non cadde.
-Ehi, ma si può sapere cosa diavolo ti è pre...Emmeline?!-
Lily Evans spalancò gli occhi, mentre vedeva per la prima volta nella sua vita la sua migliore amica arrossire furiosamente.
Ci furono una manciata di secondi di silenzio imbarazzato, gli uni troppo sconvolti per proferire verbo e gli altri che cercavano freneticamente una scusa per giustificare la loro presenza lì, assieme, finchè Remus non si decise a schiarirssi la gola.
-Ecco...noi...-
Non era esattamente sicuro di cosa volesse dire, in realtà. Considerò che quantomeno forse era stato meglio venire scoperti da James, piuttosto che da Sirius, che ne avrebbe fatto un caso nazionale.
Anche se il sorrisetto che andava dipingendosi sul volto di James Potter non gli piaceva per nulla.
Poi James scoppiò a ridere, e Remus non seppe dire se era una cosa buona.
-Lo sapevo!- urlò, tra una risata e l'altra. -Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo. Haha!Evans mi devi dieci galeoni. Uh, anche Sirius me ne deve altri dieci. Sono ricco!E tutto grazie a te, Remmy bello!Grazie, è solo grazie a te se alla prossima gita a Hogsmeade riuscirò a comprarmi le provviste di dolciumi da Mielandia per tutto l'anno!-
Lily sembrò riscuotersi dallo stupore in cui era stata inghiottita.
-Che cosa?Oh, no!Em, mi hai delusa. Molto, molto delusa. Ecco, ora i miei ultimi dieci galeoni sono andati!-
James sghignazzò.
-Tranquilla, Evans, se proprio vuoi comprerò qualcosa anche a te da Mielandia.-
-Ma che gentile che sei, comprarmi qualcosa con i miei soldi! Potter non c'è che dire, sei proprio un cavaliere!-
-Avete...avete fatto delle scommesse...su di noi?!- Remus era incredulo. Da James e Sirius poteva aspettarselo, ma anche Lily!
-Non esattamente.- precisò James, con aria solenne. -Che vi giraste attorno da ormai qualche settimana era ovvio a tutti, sarebbe stata una scommessa vinta in partenza. Per essere precisi, abbiamo scommesso che stanotte sareste andati a letto insieme.-
Emmeline si portò una mano sulla fronte, non sapeva bene se per l'imbarazzo o se per evitare di mettersi a ridere. Per compensare, emise uno sbuffo divertito, arrossendo.
-Non ci posso credere.- fece James, con voce fintamente incrinata. -Il nostro bambino è cresciuto!- si asciugò una lacrima fasulla, mentre Remus lo fissava ancora senza parole.
Perchè tutto ciò che aveva a che fare con i suoi migliori amici finiva in qualche modo sempre nella demenzialità?
-Emmeline!Tu e Remus!E non mi dici niente?- Lily scosse la testa, indignata.
-Te lo avrei detto...ehm...è solo che...io...noi...-
La rossa la vide in difficoltà, e allora trattenne un sorriso.
-Signorina, ti rendi conto che è la prima scommessa che perdo da, tipo, anni?Come faccio a continuare a vincere se non mi dici le cose?Sei proprio una screanzata!- scimmiottò un tono severo che non combaciava con gli occhi verdi brillanti di curiosità e malizia.
Finalmente Emm si aprì in una risata senza freni, al tono da finta maestrina di Lily, la quale poi spostò lo sguardo su James, fingendosi minacciosa.
-Quanto a te, Potter, smettila immediatamente di fissare Emmeline nuda.-
James la guardò tirando fuori lo sguardo più ingenuo che aveva.
-Non la sto fissando!E poi è coperta dal lenzuolo, non vedrei comunque nulla!-
Lily mise su un'aria sospetta.
-Tu non guardarla in ogni caso!-
Lui le fece la linguaccia.
-Allora tu non guardare Remus!-
Emmeline si strinse al petto di Remus, ancora ridendo, capendo che quel teatrino altro non era che il modo di Lily di dirle che le voleva bene, e che, anche se non le aveva detto nulla, non importava, poteva prendersi tutto il tempo che voleva.
Tutta la tristezza dovuta alla consapevolezza che quei momenti felici si sarebbero sciolti come neve al sole non appena il tempo avesse reclamato il suo pagamento, se n'era andata, lasciandole addosso solo quel leggero imbarazzo e quella spensieratezza che una neodiciasettenne dovrebbe avere.
-A proposito- fece Lily, ghignando e rivolgendosi verso Em. -Come si muove Remus sotto le lenzuola?-
-Lily!- protestò James, guardandola male, e pure Remus fece un verso strozzato, che le fece ridere entrambe.
-E'...favoloso.- mormorò Em, guardando Lupin con aria quasi sognante e facendolo arrossire.
James fece per dire qualcosa, fintamente scandalizzato, quando Lily lo afferrò per un braccio, sorridendo alla coppia e intanto trascinandoselo fuori, capendo che avevano bisogno di qualche minuto ancora per parlare e che di sicuro la presenza propria e di James lì non li aiutava a vincere l'imbarazzo.
-Allora noi andiamo.- fece. -Voi rendetevi presentabili e scendete in Sala Comune, che poi vogliamo i dettagli!-
Chiuse la porta dietro di sè, scambiandosi un'occhiata complice con James.
Erano entrambi consapevoli che molto probabilmente nè Remus nè Emmeline sarebbero usciti da quella camera, almeno fino al giorno dopo.

Sirius Black era piuttosto sicuro che sarebbe morto.
Probabilmente sarebbe stato il primo uomo sulla terra a morire di post-sbronza.
Lo stomaco gli si contraeva in maniera disgustosamente spasmodica ogni volta che si azzardava solo a pensare a qualcosa di commestibile, mentre quel po' di cervello che aveva sembrava essersi spappolato all'interno del suo cranio, procurandogli così un mal di testa che, ne era certo, nel giro di pochi istanti l'avrebbe ucciso.
Quel che era peggio era che il suo ormai quasi ex migliore amico non capiva la gravità della cosa, e continuava a ridergli in faccia ogni volta che si lamentava, facendogli venire voglia di portarselo con sè nella tomba.
Decise di cercare compassione nella ragazza del suo migliore amico. Non era forse vero che le donne sono comprensive e non negano mai un aiuto?
-Evans, tu sei brava in pozioni, non è che creeresti una pozione che curi la post-sbronza, tipo, uhm, subito?-
Lei gli lanciò un'occhiata, tra il divertito e il serio.
-Non ci penso nemmeno, Black. La prossima volta ci pensi due volte, prima di ubriacarti in quel modo.-
Bene. Dunque o Lily Evans non era affatto una donna, o chi aveva affermato una cosa del genere aveva sparato una colossale cazzata.
Fece un mugolio disperato, affondando la faccia nel divanetto rosso della Sala Comune su cui era sdraiato.
-La tua ragazza è una stronza, James.-
Sia James che Lily risero.
-Fidati, Felpato. Lo so.-
-Oh, avanti.- Lily alzò gli occhi al cielo, stampandosi un sorrisetto da schiaffi in faccia. -So che mi amate entrambi per questo!-
-Proprio no.- mormorò Sirius, tastando il divano attorno a sè cercando un cuscino per mettersi più comodo.
James si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a confermare, con un sorriso esasperato.
-Ma come!- fece la rossa, con fare melodrammatico. -Sirius, non è quello che mi hai detto l'altra notte!-
Sirius, naturalmente, che fiutava una buona possibilità di scherzo anche da sbronzo, la guardò, per poi fare un sorriso malefico.
In fondo Lily Evans era una perfetta malandrina, stava iniziando ad accettarlo e anzi, la cosa gli piaceva, fino a quando poteva avere un'ottima complice per gli scherzi perfetti a James.
-Lily!- esclamò, fingendosi disperato. -Avevamo detto che James non avrebbe mai dovuto sapere nulla della nostra relazione segreta!-
James li guardò male.
-Vorrei farvi sapere che non siete affatto credibili.-
Sirius sorrise, facendo l'occhiolino a Lily.
-Si, talmente poco credibili che se dovessimo basarci sul tuo sguardo, a quest'ora sarei morto e sepolto.-
Mentre James borbottava un -Non è affatto vero!- la Evans gli si avvicinò e gli scoccò un sonoro bacio sulla guancia, sorridendo poi.
-Prima o poi mi farò perdonare tutte quelle che ti faccio passare, promesso.-
-Ci mancherebbe Evans, o di questo passo inizierei seriamente a considerare le proposte indecenti delle mie innumerevoli fans.-
Prima che lei potesse ribattere trucidandolo con lo sguardo, intervenne Sirius.
-Per innumerevoli fans intendi tua madre?-
Lily scoppiò a ridere, sia per la battuta sia per la faccia scandalizzata di Potter.
-Ehi!Lascia stare la mamma, sacco di pulci.-
Il latrato d'ilarità del bel Black risuonò per tutta la Sala.
-Mi dispiace, Evans, ma come vedi non sarai mai la prima donna nel cuore di James, finchè Amy Potter sarà in vita.-
-Disse l'uomo che ogni volta che vede mia madre scodinzola come un cane...ah no scusa, scodinzola come te stesso, in effetti.-
-Scusa se apprezzo la donna che mi ha messo un tetto sopra la testa quando sono stato brutalmente cacciato da casa mia!-
-Ma che carini che siete, litigate come due sposini!- sghignazzò Lily, facendo in modo che immediatamente gli altri due la fulminassero con lo sguardo.
-Evans...- iniziò James, irritato, quando fu interrotto dall'improvvisa apertura del Buco del ritratto.
Ne entrò un ragazzino sugli undici anni, che Sirius riconobbe subito. Si alzò di scatto, stringendo i pugni, riconoscendo i capelli castani di Victor. Il ragazzino sembrava tremare sulle sue stesse gambe.
-Che diavolo ci fai tu qui, dannata serpe?Come hai fatto ad entrare?-
In quel momento si accorse che Victor stava piangendo, e strinse gli occhi a fessura, sentendo un pessimo presentimento che gli colava lungo lo stomaco.
-Io..io...volevo...dovevo avvertire qualcuno...non...-
-Chi ti ha dato la parola d'Ordine?-
Lily, vedendo che Sirius stava ottenendo solo di fare piangere l'undicenne ancora più forte, lo guardò male.
-Black.- lo ammonì, per poi rivolgersi al ragazzino di Serpeverde, in tono conciliante. -Dimmi piccolo, che è successo?-
Doveva farlo calmare, e poi forse avrebbero potuto chiedergli come diavolo era entrato lì.
-L..lui..lui l'ha...io...io volevo avvertirla, ma lui mi ha...mi minacciava, io non sapevo cosa fare...adesso...adesso lui sta...la sta...e ha detto che...ma lei era mia amica, davvero, non volevo le facesse del male!- rantolò, scoppiando in singhiozzi ancora più forti all'ultimo istante.
-Ehi, ehi calma. Fai un respiro profondo, okay?Cerca di raccontare tutto dall'inizio.- James si era chinato verso Victor, in modo da essere alla sua altezza, e lo guardò dritto negli occhi, con una sorta di urgenza che gli diceva che non c'era tempo da perdere. Aveva capito poco tra tutto quel balbettare, ma il poco che aveva captato non gli piaceva per nulla.
-Lui è potente, lui ha detto che avrebbe fatto del male alla mia famiglia se non lo aiutavo.-
-Lui chi?- chiese Lily, perplessa e arrabbiata. Chi era questo tizio che minacciava la gente?E chi minacciava, poi?
Sirius strinse i pugni, come se si aspettasse ciò che sarebbe venuto dopo.
-Lui..nessuno sa il suo vero nome. E'...sappiamo solo che è una creatura potente. Forse anche più potente di...del Signore Oscuro.-
poi tirò su col naso. -Si fa chiamare...si fa chiamare Mark.-
A quel nome, l'aria sembrò raggelarsi.
Lily spalancò gli occhi, mentre James le lanciava un'occhiata di sottecchi. Stava per dire qualcosa, qualsiasi cosa, dire che non era possibile, che si era sicuramente trattato di un errore, perchè per quanto poco avesse conosciuto Mark e seppur i loro rapporti non fossero finiti nei migliori dei modi, Mark, quello stesso Mark che aveva conosciuto lei, non era una persona cattiva, un po' saccente forse, ma non ce lo vedeva a far del male volontariamente a qualcuno.
Fu Ramoso a parlare, con voce bassa e seria.
-Dobbiamo andare da Silente.-
Prima che o Lily o Sirius si stupissero di quell'affermazione così poco da James Potter, il ragazzino urlò.
-No!- scosse la testa, frenetico. -Lui...ha detto che la ucciderà. La ucciderà, se avverto un professore. Ha detto...che se lo dico a un professore, lui lo verrà a sapere immediatamente, e allora...- qualche lacrima iniziò nuovamente a rigargli il viso. -Voi...lei mi parlava spesso di voi. Ho pensato che magari se avvertivo voi...io non voglio che muoia!Dovete salvarla!L'ha portata...l'ha portata nella foresta proibita.-
Sirius sentì le proprie unghie ficcarsi nei palmi, ferendoli e scorticandoli, ma non provava dolore. L'unica cosa vera che avvertiva era la voce del Serpeverde, e pian piano, tutti i tasselli di un puzzle che non sapeva nemmeno esistesse sembrarono andare al proprio posto.
Si ricordò una voce, ricca di miele e che pareva provenire da un altro secolo.
Così mi faciliti solo il lavoro, Black.
E poi gli occhi, gli occhi così grandi e belli e grigi e traboccanti di emozioni, così spenti e vuoti e senz'anima quando li aveva visti l'ultima volta.
E quella voce sempre allegra e esuberante con chi conosceva, quanto era timida con le persone nuove, quella stessa voce che gli era parsa metallica e fredda solo la sera prima, tutto gli tornò in mente e tutti i pezzi si collegarono tra loro in maniera dolorosa e raccapricciante.
E solo quel nome gli venne in mente, e gli venne spontaneo ripeterlo ad alta voce così come ormai la sua testa aveva iniziato a recitarlo di continuo da quando Victor era entrato in quella Sala.
-Marlene.-
Marlene, Marlene, Marlene.
Marlene era in pericolo.
E in quel momento non badò allo sguardo di Lily che si posò su di lui e non gli importava che anche lei stesse arrivando alla stessa identica conclusione propria, e non gli importava nemmeno più come diavolo Victor avesse fatto ad entrare nella loro Sala Comune, non gli importava nemmeno del fatto che si era messo a correre a caso come un disperato verso la Foresta Proibita, senza un piano e senza nemmeno sapere esattamente dove andare, nè gli importava che Lily fosse scattata nemmeno un secondo dopo di lui con la stessa opprimente sensazione nel cuore e con la stessa determinazione negli occhi. E nemmeno gli interessava che anche James l'aveva immediatamente seguito, pronto a scattare per suo fratello come sempre lo sarebbe stato.
Marlene andava salvata. Non gli importava nemmeno se lei lo odiava o se l'avrebbe odiato per il resto della sua vita, voleva che lo odiasse da viva, e così sarebbe stato, lo giurò.
Nessuno si curò più di Victor, che tirò un sospiro di sollievo, nonostante nessuno ormai avrebbe potuto salvarlo dal senso di colpa.










Buonasera =D (ormai sarebbe anche il caso di dire buonanotte, uhm XD)
Sono riuscita a postare entro due mesi *___* sono fiera di me stessa U.U siatelo anche voi di me XD puahuahauha XD
Coooomunque. Questo capitolo...uhm. Non so bene cosa dire su questo capitolo XD è più corto del solito e l'ho lasciato con un filino di suspance alla fine, muhahuaha XD
Si intravede il passato di Mark, e si capisce perchè agirà nel modo in cui agirà, se possiamo dire XD
Vorrei però che mi diceste sinceramente se si capisce, e soprattutto COSA si capisce XD perchè è importante che capiate questo capitolo, o meglio, è bene che si capiscano le cose serie in mezzo a tutto il resto di stupidità (mi sono divertita tanto però, a descriverli così idioti e innamorati e..idioti XD)
Da un lato mi piace questo capitolo e dall'altro no: più che altro davvero non so se sono riuscita a far capire quello che volevo far capire, quindi avanti con le interpretazioni, almeno so se devo darmi all'ippica oppure no XD
Altro da dire non credo ci sia, uhm. Ho deciso che d'ora in poi cercherò sempre di essere costante e aggiornare dopo due mesi U.U certo se riesco prima bene, però i due mesi sono, diciamo, la scadenza fissa. Almeno ci provo XD
Il titolo (suggerito dall'Ila =D grazie tessò <3) è un po' ambivalente: da un lato Mark muore (o dovrebbe morire) più o meno in quel periodo lì, mentre Voldemort stesso è un po' come il colera, una specie di malattia mortale e infettiva che non la riesci più a togliere.
Ora mi accingo a rispondere alle recensioni: se non vi dispiace però ne farei metà oggi e metà domani, perchè sono staaaanca morta (vado a letto con le galline, si U.U) XD. Allora, posto e rispondo alle recensioni e vado a letto U.U fatemi sapere e, buonanotte a tutti =D




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Capitolo 39
*** La Bella Addormentata nel Bosco ***


cap 39 Londra, 1756

-Lady Lanchester.-
Susan ignorò il richiamo, stando ben attenta a voltare la schiena al suo interlocutore, in modo che non potesse cogliere nemmeno una delle emozioni che si andavano dipingendosi sul suo viso di porcellana. Era più che decisa a continuare a camminare e ignorare quella voce vellutata fino a quando sarebbe giunta alla sua dimora, dove sarebbe stata libera di dare sfogo a tutto quello che le passava per la testa.
Sapeva però che sarebbe stato molto più facile a dirsi che a farsi: nessuno poteva essere tanto stolto da ignorare Mark Spencer a lungo.
-Susan.-
Quell'improvvisa sfumatura d'intimità nella sua voce la fece bloccare per un attimo, per poi stringere le labbra leggermente truccate di rosso e convincersi a continuare a camminare, cercando di aumentare il passo nonostante le scarpette col tacco ricamate con fili d'argento le impedissero il passo spedito che avrebbe voluto mantenere.
Il cielo sopra di loro aveva assunto una tonalità bianca con sfumature grigie. Probabilmente presto sarebbe nevicato, e questo non faceva altro che aumentare la sua voglia di essere al più presto tra le mura domestiche.
-Non potete continuare ad evitarmi per sempre, lo sapete anche voi.-
Quell'affermazione la fece finalmente voltare verso di lui, indignata. Un ricciolo rosso fuoco le sfuggì dall'acconciatura, facendole arricciare il naso, infastidita.
-Io non la sto affatto evitando, Lord Spencer.- non usò il suo stesso tono caldo e d'intimità, perchè sapeva che sarebbe stato solo un modo come un altro per cedere a quel viso d'angelo. -E ora, se mi permette, ho delle faccende da sbrigare.- fece per rigirarsi sui propri tacchi e andarsene questa volta definitivamente, quando lui le afferrò il braccio coperto dalla lunga veste azzurra, deciso a non permetterle di scappare di nuovo.
-Vorrei solo che mi diceste perchè, Lady Lanchester.-
La fissò negli occhi castani, sentendo che la sua pelle rabbrividiva impercettibilmente, laddove aveva posato la mano.
Susan fremette, e per un secondo Mark giurò di veder passare un bagliore di tristezza, in quelle iridi scure.
-Non ho idea di cosa lei stia parlando.- mentì, sapendo che la sua intonazione di voce l'aveva tradita. -Ora, se aveste la grazia di lasciarmi andare...- indietreggiò di un passo, portandosi le braccia al petto, avvertendo per un attimo un moto di freddo. Ma non riuscì ad allontanarsi più di così. Aveva perso le forze per voltarsi del tutto e andarsene, le aveva perse così come si era persa per un attimo di nuovo in quei cieli azzurri, che ora parevano così frustrati e decisi a non mollarla.
Eppure doveva abbandonarlo lì, ancora una volta, perchè era la cosa giusta da fare.
Non poteva essere preda dei sentimenti, che l'avrebbero voluta tra le sue braccia a farsi amare per ora e per sempre.
Eppure i suoi piedi non riuscivano a smuoversi, mentre scrutava quegli occhi azzurri farsi più cupi e tristi.
Li avvolse una folata di vento gelido, e un altro ciuffo rosso scappò dalla pettinatura, svolazzandole davanti al viso, ma questa volta lei non ci badò.
-Susan, che cosa vi è successo?Perchè non mi posso più avvicinare a voi?-
Questa volta lei rabbrividì di nuovo, ma non per il freddo, ma per quel tono così confidenziale e intimo che solo quando erano soli si potevano concedere. Nessun altro arrotolava il suo nome sulla lingua come faceva lui, che lo faceva sembrare una leccornia delle più prelibate.
Si guardò attentamente intorno, timorosa che qualcuno potesse sentirli, ma stranamente il London Bridge a quell'ora era completamente deserto, e a fargli compagnia c'era solo il Tamigi che scorreva lento sotto ai loro piedi.
-Lei sa bene che non possiamo, Lord Spencer. Se Margaret lo venisse a sapere...se i vostri genitori lo scoprissero...- mantenne il tono distaccato, sperando che lui la lasciasse andare, per il bene di entrambi.
-Al diavolo Margaret. Io non voglio sposare lei, voglio sposare te.- le afferrò le spalle, mentre lei scuoteva la testa, sconsolata. Eppure il cuore le si stava scaldando, ancora una volta, al suono di quella voce adesso piena di emozione.  -Sei tu, sei sempre stata solo tu. E' te che voglio, sempre e per sempre. Quello che dice la società, i miei genitori, i tuoi o quelli di Margaret, non ha importanza, io...-
-E invece ne ha!- si allontanò, bruscamente, indietreggiando fino al limitare del ponte, sforzandosi di non farsi venire gli occhi lucidi.
-Ne ha.- sospirò. -Mark- gustò per un secondo il suo nome sulle labbra, perchè in ciò che sarebbe uscito dopo dalla sua bocca non c'era nulla di dolce. -io sono una Mezzosangue...- zittì qualsiasi protesta stesse per venir fuori dalla bocca del biondino, scuotendo una mano. -E' quello che sono, che tu lo voglia o no. E tu sei Purosangue, e sai bene come siamo visti noi Mezzosangue dalla società..-
-Anche Margaret è Mezzosangue, se vogliamo dirla tutta, ma non mi pare che questo abbia fatto la differenza sulla scelta dei miei genitori.-
Lei scosse la testa, frustrata.
-Sai anche tu che c'è differenza. Margaret è nobile, e in più ha solo un genitore Babbano, mentre io non sono affatto nobile, e per di più ho entrambi i genitori Babbani. In più tu sei stato promesso a Margaret dall'età di dodici anni, senza contare che la stessa Margaret è la mia migliore amica, come potrei tradirla così?Non possiamo, Mark. Semplicemente, non possiamo, e lo sai anche tu.-
Lei non pronunciava spesso il suo nome, restia a svestirsi dall'etichetta che le imponeva un linguaggio che non sarebbe mai andato oltre i titoli che ognuno di loro possedeva, eppure quando lo faceva Mark Spencer poteva avvertire, dalla vibrazione particolare che aveva il suo nome sulle sue labbra, quello stesso sentimento che provava lui ogni volta che la guardava.
E allora sorrise, perchè non poteva immaginarsi una vita senza quella chioma rossa ormai impazzita sotto le raffiche del vento. Sorrise perchè anche lei provava quelle sensazioni che provava lui, e non c'era cosa che avrebbe potuto renderlo più felice.
Allora le si avvicinò, consapevole che lei non poteva più indietreggiare, o sarebbe finita nel fiume.
Nei suoi occhi castani passò un lampo di incertezza, ma lui non si fermò, avvicinandosi ancora a lei.
Le passò una mano attorno alla vita, sentendo che tratteneva il fiato contro il corpetto troppo stretto del vestito azzurro. L'altra mano si posò sulla guancia lattea, per fare in modo che fosse costretta a guardarlo negli occhi.
-L'unica cosa che veramente so- soffiò, a due centimetri dal suo viso. -è che ti amo. E nè la società, nè i miei, nè Margaret, nè tantomeno tu potrete cambiare quello che provo.-
-Mark...- tentò lei, ma lui non la lasciò continuare, prendendole il viso anche con l'altra mano e accarezzandoglielo, respirando a fondo il suo profumo.
-Sarei disposto a tutto per averti con me per l'eternità, a costo di sbarazzarmi di vite innocenti o di vendere l'anima al diavolo.-
A quell'affermazione, il viso di Susan si addolcì, nei suoi occhi vi lesse l'amore tormentato e quelle stesse parole che lui le aveva rivolto ricambiate, e lui ne approfittò allora per posarle le labbra sulle sue, con delicatezza.
Lei rispose, senza più esitazioni nell'anima.
Per un lungo istante l'aria attorno a loro sembrò essersi immobilizzata.
Un momento dopo, però, Susan avvertì qualcosa di bagnato sciogliersi sul suo naso, e si staccò, non capendo.
-Ma cosa...- anche Mark aveva assunto un'espressione perplessa, e allora entrambi rivolsero lo sguardo verso il cielo, e mentre il mondo attorno a loro si colorava di bianco, sorrisero entrambi, notando cosa stava succedendo.
Aveva iniziato a nevicare.

Foresta proibita, 1977

Mark sorrise amaramente, vedendo i primi fiocchi di neve di quell'anno iniziare a scendere copiosamente sulla Foresta, tinteggiandola di bianco, senza per questo però toglierle quell'aria inquietante che l'avrebbe sempre caratterizzata.
Abbassò lo sguardo, guardandosi attorno, in attesa. L'aria era particolarmente ferma, come se anche lei stesse aspettando.
Se tutto stava andando come previsto, tra poco dagli alberi sarebbero dovute spuntare le persone che avrebbero significato la riuscita appieno del suo piano.
Non si era addentrato molto nella Foresta, da dov'era si poteva ancora chiaramente intravedere il sentiero principale che portava ad Hogwarts. Non era il suo scopo nascondersi.
Sperava solo che Victor avesse fatto il suo dovere.
Era stato facile convincerlo a sottostare ai suoi ordini: gli era bastata qualche minaccia detta con occhi roventi per fare in modo che il ragazzino si spaventasse a morte.
Voltò lo sguardo dietro di sè, scorgendo la figura che aveva adagiato su un giaciglio di rovi, addormentata.
Per un breve attimo, osservandole i capelli neri sparsi per il terreno, che man mano che la neve cadeva si andavano spruzzando di bianco, si sentì quasi in colpa.
Seguì con lo sguardo le palpebre serrate e le ciglia folte e nere che le accarezzavano le gote, ora pallide a causa del sonno incantato in cui l'aveva immersa. Le labbra piene erano leggermente dischiuse in una muta richiesta di salvataggio che non sarebbe arrivato.
Sembrava che nemmeno respirasse, persa in quel mondo fantastico che lui le aveva personalmente creato nella sua testa.
Catene di spine sottili e nere le imprigionavano i polsi, per poi dipanarsi lungo i fianchi e avvolgerle la vita, in un lungo abbraccio mortale che si concludeva solo alla base del collo, dove i rovi si diradavano lasciandole giusto quello spazio per respirare che le era vitale.
-Mi dispiace.- disse, sentendo la vuotezza di quelle parole all'istante.
Ma lo faceva per Susan. Il suo nome era l'unica cosa che gli aveva permesso di mantenere il sangue freddo mentre procedeva con tutti i passi del Rito richiesti.
Voldemort glielo aveva promesso: se lui lo avesse reso immortale, avrebbe fatto in modo di riportare in vita Susan.
Non gli interessava come. Voleva solo riaverla indietro.
La Bella Addormentata intanto era silenziosamente immersa nei ricordi distorti di una vita che non aveva vissuto.
Non sentiva nulla nel suo sonno eterno. Solo il bacio del Principe avrebbe potuto riportarla alla realtà.
Poco distante da lei, in uno scrigno tempestato di pietre antiche, era custodito un cuore di una Mezzosangue che non aveva mai conosciuto l'amore. La prima Mezzosangue che aveva ucciso.
La piccola Jenny non aveva nemmeno avuto il tempo di chiedersi cosa le stesse succedendo, quando lui le aveva strappato il cuore dal petto e aveva lasciato che il suo sangue bagnasse il terreno.
Nessuno avrebbe mai ritrovato il corpo. O, anche se l'avessero ritrovato, nessuno avrebbe mai riconosciuto quel volto una volta tanto angelico e dolce così rivoltato e martoriato.
Non perse più tempo nei suoi pensieri, avvertendo passi concitati avvicinarsi dov'era lui.
Sorrise, pronto ad ottenere ciò che voleva.
Sentì i passi frenetici fermarsi, di botto.
-Come facciamo a sapere da che parte cercarla?Potrebbe essere ovunque!-
Era lei.
Perfetto.
Si entrava in scena.
Mosse qualche passo verso di loro, in modo da rendersi visibile tra gli alberi che si stavano imbiancando.
-Non dovrai andare poi così lontano, piccola Evans.-
Osservò divertito come tutti e tre sobbalzavano, sorpresi.
Non gli diede nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo.
Mosse le dita in un gesto rapido, e lunghi fili di rovi spuntarono per magia dal terreno, andandosi ad attorcigliare lungo la gamba di James, che, preso alla sprovvista venne trascinato a terra.
-Ma che diavolo..- imprecò, mentre un ulteriore ramo di rovi gli imprigionava le mani, inchiodandolo al terreno e impedendogli di afferrare la bacchetta. Fece una smorfia di dolore, sentendo i rovi che risalivano lungo la gamba per andare ad afferrargli il torso e il petto, a una velocità mostruosa.
Lily si girò immediatamente verso di lui, spalancando gli occhi osservando come le spine lentamente gli si stessero ficcando nelle mani e nel corpo, facendolo sanguinare.
-James!- gridò, automaticamente, per un secondo paralizzata dalla vista del collo che si macchiava di rosso, mentre lui emetteva un verso strozzato.
Intanto Sirius, assistendo alla scena, tentò di avventarsi su Mark, con la bacchetta sguainata e un ringhio al suo seguito, ma il biondo fu più veloce, e con un rapido gesto lo disarmò e lo bloccò a terra.
-Liberaci.- ringhiò, tentando di muoversi senza riuscirci. Un incantesimo oscuro e potente lo teneva inchiodato al suolo. -Liberaci, lurido bastardo!-
Mark si limitò a sorridere, malefico.
-Lasciali andare!- gridò Lily, che intanto era riuscita a tirare fuori la bacchetta e a puntargliela contro, con lo sguardo arrabbiato e combattivo.
Non capiva che diavolo stesse succedendo.
Quando era corsa dietro a Sirius, pronta a combattere per liberare Lene, tutto si sarebbe aspettata meno che vedere proprio Mark uscire dagli alberi.
Il ragazzo che le stava davanti non era il Mark che aveva conosciuto lei. La creatura che la stava fronteggiando aveva lineamenti distorti, quasi demoniaci, e costituivano solo l'ombra del viso che una volta le aveva parlato e sorriso.
Ora sembrava essere molto più adulto dei diciassette anni che aveva detto di avere, gli occhi si erano fatti più scuri e cattivi, le labbra erano piegate in un sorriso grottesco e maniacale che le dava i brividi.
Strinse la mano sulla bacchetta, fino a farsi sbiancare le nocche.
Che creatura era quella?
Che cosa voleva da loro, che cosa voleva da Lene?
Mark rise, e sembrò che stesse facendo gelare l'inferno con quella risata, più fredda della neve che le stava cadendo sui vestiti.
-Perchè dovrei?In fondo, mi sto così divertendo.-
Sentì un urlo agghiacciante provenire dalle sue spalle, e si girò rapidamente, per vedere il volto di James venire ricoperto da spine che ancora gli ferivano la carne, entrando nella profondità della pelle e lasciando traccie insanguinate che cadevano sulla neve appena fresca.
-No!- nonostante il pericolo di venire attaccata non riuscì a non precipitarsi su di lui, perchè l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che pian piano le spine sarebbero arrivate al naso, poi agli occhi, e l'avrebbero ricoperto e accecato e reso incapace di respirare e allora...e allora non voleva nemmeno pensarci.
Con le mani nude tentò di strappare le spine e i rovi, ferendosi e sporcando la neve di rosso, e intanto pensava che nei momenti più opportuni non le veniva in mente nessun incantesimo per venire fuori da quella situazione e questo, oh questo non se lo sarebbe mai perdonato.
Intanto Sirius, bloccato ancora, continuava ad urlare improperi di varia natura, che però sembravano non toccare minimamente il biondo.
Invece si rivolse a Lily.
-Io fossi in te non lo farei. Più cerchi di strapparle più quelle ricresceranno.-
Con orrore Lily si accorse che aveva ragione. I pochi rovi che era riuscita a strappare si stavano ricostruendo, più fitti e più neri che mai, e si intrecciavano sul corpo di James come se stessero costruendo un bozzolo pungente di dolore a una velocità spaventosa.
Colta da una fiamma di rabbia esplosa proprio in mezzo al petto, afferrò la bacchetta e si girò di scatto verso Mark, per un attimo sperando che bastasse un'occhiataccia per ucciderlo.
-Stupeficium!- gridò, con tutto il fiato che aveva in corpo.
La creatura si limitò a scansarsi, prorompendo in una risata.
-Piccola, ingenua Lily.- scosse la testa. Vide Lily fremere di rabbia, e ghignò, divertito. -Pensi che basti così poco?-
-Si può sapere cosa diavolo vuoi da noi?- ringhiò la rossa, sentendosi avvampare dalla rabbia e dalla frustrazione. -Chi sei tu?E dov'è Marlene?-
-Ah, la cara Marlene.- annuì, facendo finta di pensarci. -Si, non è molto distante da qui. Ma vedi, tutto questo non è importante, ora come ora.- puntò lo sguardo azzurro su James, imprigionato a terra, e si aprì in un sorriso angelico, molto più inquietante di qualsiasi ghigno si fosse concesso fin'ora.
Nello stesso momento, James cacciò un urlo di dolore che strappò il cuore a Lily, come se la sofferenza fosse sua.
-Smettila, pezzo di merda!Lascialo stare!- cercando di incanalare tutta la furia che sentiva dentro di sè nella bacchetta, urlò, senza quasi pensarci. -Crucio!-
Non successe nulla.
Mark Spencer rise, mentre Lily spalancava gli occhi, stupefatta, non sapeva nemmeno lei se per il fatto di aver cercato di lanciare una Maledizione Senza Perdono contro una persona o perchè la sua bacchetta non aveva dato segni di averla sentita.
-Oh, povero Giglio mio. Sei decisamente troppo Grifondoro per poter riuscire a lanciare una Maledizione.- scosse la testa, gli occhi illuminati da uno scherno malizioso che le fece ribollire il sangue nelle vene. -Pensi che continuare ad attaccarmi aiuterà il tuo insignificante amichetto?- come per confermare le sue parole, si distinse chiaramente un gemito straziante proveniente da Ramoso, il quale ormai aveva la bocca impastata di sangue e spine che gli impedivano di articolare qualsiasi altro suono.
-Sei solo un figlio di puttana.- sibilò Lily, sentendosi impotente. Cosa poteva fare?Quel mostro sembrava invincibile. Non aveva mai visto nessuno mantenere quel sangue freddo e scansare con tanta facilità gli incantesimi.
Vide Mark alzare gli occhi al cielo, sbuffando.
-Le donne di questo secolo sono così scurrili. Seriamente, dov'è finita l'educazione?-
James emise un rantolo, e Lily strinse la bacchetta.
Il cuore le batteva nel petto a una velocità spaventosa.
Doveva trovare una soluzione. E in fretta. 
Sirius intanto aveva smesso di urlare e si era fatto attento appena Mark aveva nominato Lene.
Il bastardo aveva detto che non era lontana.
Forse mentiva, ma in ogni caso lui doveva trovarla. A tutti i costi.
Doveva salvarla, o non si sarebbe mai dato pace.
Spostò gli occhi, l'unica cosa che ancora riusciva a muovere, per vedere se dietro a Mark intravedeva qualcosa, un segno della presenza di Lene nelle vicinanze.
La neve aveva preso a cadere sempre più copiosamente, vestendo la foresta di bianco, e coprendo qualsiasi traccia avesse sperato di trovare.
Dannazione, vedeva poco o niente. I fiocchi di neve andavano infittendosi, come a volersi fare beffa della sua disperazione.
Doveva trovare il modo di liberarsi da quell'incantesimo immobilizzante. Se si fosse potuto muovere, sarebbe stato tutto un po' più facile. 
Ringhiò di frustrazione, mentre sentiva Lily mandare un incantesimo che venne prontamente evitato dal biondo, per poi essere scacciato definitivamente da una risata malefica.
Mark non attaccava. Sembrava giocare con Lily, spingendola ad attaccare di continuo e divertendosi solo a farle perdere la fiducia in se stessa.
Pareva una situazione senza via di uscita.
Pensa, Sirius, pensa.
Remus si sarebbe messo a ridere, dicendo che gli sembrava una pretesa eccessiva.
Aveva bisogno di un piano.
Dov'era Remus e la sua mente geniale quando serviva?
Pensa, Sirius. Pensa.
Lily urlò un altro incantesimo, andato evidentemente a vuoto visto come il biondino gongolava felice. La sentì emettere un verso di esasperata rabbia. Possibile che quel tizio che sembrava provenire direttamente da un altro secolo non avesse punti deboli?Che razza di animale era?
Se solo avesse potuto coglierlo di sorpresa, in modo da riuscire a salvare tutti...
Ma come?Era bloccato lì, mentre suo fratello agonizzava a pochi metri di distanza, la futura moglie di suo fratello si stava esaurendo a forza di incantesimi andati a vuoto e la donna che amava era sperduta da qualche parte.
Avrebbe aggrottato la fronte, se avesse potuto.
La donna che amava?Non stava esagerando?
Decise che non era quello il momento per fare elucubrazioni mentali. Doveva agire, e in fretta.
E pensare che in quella foresta c'era stato un mucchio di volte con i Malandrini, era sicuro che con il suo fiuto da cane ci avrebbe messo meno di un secondo ad individuare Marlene e portarla in salvo.
Spalancò gli occhi, realizzando solo in quel momento quanto quel pensiero fosse geniale.
Lui era un cane!
Ignorò la vocina petulante del James nella sua testa che canticchiava Capitan Ovvio è sceso in città, e si concentrò.
Non serviva necessariamente la bacchetta, per trasformarsi in Animagus, bastava raccogliere tutta la magia che scorreva in ogni sua cellula, e utilizzarla per trasfigurare il proprio corpo nella forma desiderata.
Pregò di essere fortunato. Mark sicuramente non aveva utilizzato un incantesimo troppo potente per bloccarlo, sicuramente ritenendolo incapace di liberarsi in qualsiasi modo, e la maggior parte degli incantesimi lanciati dai maghi venivano spezzati durante la trasfigurazione umana, anche solo per il semplice fatto che era una magia molto più antica e potente di qualsiasi altro incantesimo.
Lily gettò un'occhiata fugace verso Sirius, e capì immediatamente cosa voleva fare. Quante volte James le aveva mostrato la trasformazione, dopo quella prima volta!Per un attimo si sentì euforica, sentendo il bocciolo della speranza rinascere dentro di sè.
Se lui fosse riuscito a liberarsi, sarebbero stati almeno in due, a combattere contro quella...cosa tanto simile a loro ma che in realtà tanto essere umano non doveva essere.
Sirius le lanciò uno sguardo di intesa, e per un attimo entrambi si sentirono collegati come mai era successo prima di allora.
Perchè entrambi lottavano per le persone che amavano, ed entrambi erano disposti a qualsiasi cosa pur di salvarli.
Perchè nè Lily nè Sirius erano James, che avrebbe sicuramente voluto che loro si mettessero in salvo per affrontare tutto da solo, e sia Felpato che Lily, al contrario suo, pretendevano che l'altro combattesse. Ad ogni costo.
In quello sguardo si scambiarono una promessa che avrebbe finalmente forgiato quell alleanza indossolubile che lega due amici per la pelle.
Li salveremo. Insieme.
Durò solo un secondo, ma fu abbastanza ad entrambi per abbattere qualsiasi remasuglio di sfiducia creata negli anni dall'uno nei confronti dell'altro.
Lily decise che la cosa migliore per aiutare Sirius era distrarre Mark. James le aveva spiegato bene cosa si rischiava se si veniva interrotti a metà della trasformazione, e non era nulla di piacevole.
-Perchè ti interessa tanto Lene?- sbottò. -E perchè stai torturando James?Che cosa ti hanno fatto?E soprattutto, chi sei tu?-
Mark sorrise, guardandola negli occhi. Avrebbe potuto immediatamente disarmare quella sciocca ragazzina, ma era piuttosto divertente vedere come si affannava a cercare nuovi incantesimi per tentare di annientarlo.
-Chi sono io non è rilevante, davvero. Non ti ho mentito sul mio nome, se ti può interessate. Per quanto riguarda la Mezzosangue e il tuo James...non mi hanno fatto nulla.- scrollò le spalle, indifferente, mentre Lily fece per parlare, ma la interruppe. -Mi servivano due cuori, e me li sto prendendo. Semplice. Sono due pedine nelle mie mani, niente di più, e niente di meno. Tu e l'altro siete solo due imprevisti facilmente risolvibili, una volta che mi sarò sbarazzato di entrambi.- tralasciò volutamente il dettaglio più importante. Doveva essere lei stessa ad arrivarci, o il rito non avrebbe avuto più alcun senso. Lei stessa doveva offrirsi volontaria per cedergli il proprio cuore, o niente avrebbe avuto più senso.
Lily fremette, confusa.
-Due cuori?- non riuscì a dire altro, scossa.
Se possibile, il suo stesso cuore aveva preso a battere ancora più veloce, non appena lui aveva pronunciato quelle parole.
Cuori?Quel verme voleva prendersi il cuore di una delle sue migliori amiche e del suo...non riuscì nemmeno a concludere il pensiero, da tanto le avrebbe fatto male la sola idea.
A cosa diavolo gli servivano?
Che razza di psicopatico aveva davanti?
Istintivamente indietreggiò, avvicinandosi al corpo inerme di James, tenendo la bacchetta puntata contro il petto di Mark.
Una cosa era certa. Avrebbe dovuto passare sul suo cadavere, prima di azzardarsi a toccare ciò che era suo.
-A che ti servono due cuori?A sostituire quello che non hai tu?-
Non sapeva bene da dove le uscisse il sarcasmo anche nelle situazioni più disperate. Forse non era proprio la cosa più idicata da dire, visto che a quanto pareva stava fronteggiando uno squilibrato, ma almeno sarebbe morta facendosi una risata.
La risata se la fece lui, stranamente.
A quel punto Lily ne ebbe la conferma: aveva davanti uno psicopatico.
Gettò una breve occhiata a Sirius, nel frattempo che Mark se la rideva di gusto, e vide che aveva gli occhi serrati per la concentrazione. Doveva essere molto più difficile, trasformarsi senza bacchetta e con un incantesimo che intanto ti costringeva all'immobilità.
Capì che doveva tenere distratto Mark ancora un po', o si sarebbe rovinato tutto l'effetto sorpresa.
-Sei proprio un bel tipino, Lily Evans.- sorrise, ripensando a Susan. Gliela ricordava così tanto. All'inizio, la sua voglia di conoscere Lily era stata genuina curiosità: in tutti quei secoli non aveva mai incontrato una persona che assomigliasse tanto alla sua perduta Susan. Poi però si era inserito tutto il resto, e allora tutto aveva preso una piega diversa. -Sai, potrei anche risparmiarti e darti la possibilità di scappare, in fondo.-
Naturalmente mentiva. E sapeva perfettamente quale sarebbe stata la reazione di Lily a una proposta del genere.
La rossa infatti fece una smorfia, lasciando che nei suoi occhi smeraldini si riversasse tutta l'indignazione possibile.
-Mai.- sibilò.
Lui fece un sorriso storto.
-Voi umani siete così prevedibili. Siete quasi teneri. Sempre lì a...-
Proprio in quel momento Sirius riuscì a completare la trasformazione. Scodinzolò felice, riuscendo finalmente a muoversi. Lily con la coda dell'occhio se ne accorse, e per poco non sorrise.
-..preoccuparvi per...ma che..?!-
Mark non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che Felpato gli si era avventato addosso, in tutta la sua mole nera, facendolo cadere a terra per la sorpresa e cercando di mordergli ogni parte del corpo che aveva a disposizione.
-Credo che Felpato si sia offeso. Anche lui voleva che gli dessi del tenero.- sussurrò Lily, quasi divertita, mentre Mark tentava di tenere fermo l'enorme cane nero che lo sovrastava.
Lily si chinò immediatamente su James, per vedere come stava e cercare di liberarlo da quell'intreccio infernale in cui era avvinghiato.
Mark intanto era riuscito a liberarsi di Felpato, facendolo ruzzolare con poca grazia sul terreno, ma non fece nemmeno in tempo ad alzarsi con espressione furiosa, che il cane gli era già di nuovo addosso, e con un balzo gli azzannò lo stinco, penetrando con i denti nella carne.
Mark emise un verso gutturale.
Era poco abituato agli scontri fisici, molto più propenso ad usare le sue arti magiche, e quell'attacco lo aveva colto del tutto impreparato, ma non aveva certo intenzione di mandare tutto all'aria per uno stupido imprevisto.
Lily intanto stava cercando di liberare James con ogni incantesimo che le veniva in mente.
-Finite Incantem!Oh, andiamo. Siete solo delle stupide piante, non potete essere così intelligenti. Deleterius!Recido!- Vide James guardarla per un secondo con sguardo vacuo, come se in realtà non la vedesse davvero. La luce che di solito li caratterizzava era spenta, come se lui in realtà si trovasse da tutt'altra parte. Poi, l'istante dopo, chiuse le palpebre, perdendo conoscenza.
Lily spalancò gli occhi, iniziando a sentirsi spaventata.
-No!No, no no no.- gli prese il viso tra le mani, quasi sperando che fosse tutto uno scherzo. -Potter, non ti azzardare a morire, sono stata chiara?Giuro che ti verrei personalmente a cercare nell'aldilà o qualunque cosa sia, ti porterei indietro per poi ucciderti di nuovo, questa volta personalmente.- James aveva il viso incrostato di sangue e spine appuntite, e lei era sicura di stare per avere un attacco isterico. Se solo ci fosse stato un modo per avvertire Silente, o qualche professore. -Evanesco!Reinnerva!Argh!-
Sentì un guaito, e si girò di scatto.
Mark era riuscito a scalciare via Felpato, facendolo rotolare sul terreno, e ora ghignava, soddisfatto, pronto ad uccidere il cane, gli occhi illuminati di una cattiva malizia.
Lily scattò, sapendo bene che James non gliel'avrebbe mai perdonato, se avesse lasciato che quel damerino da quattro soldi facesse fuori suo fratello.
-Stupeficium!- gridò con tutta la disperazione che aveva nel cuore. Questa volta il biondo era girato di schiena, e non ebbe il tempo di spostarsi. L'incantesimo andò a segno, e la luce rossa lo colpì in mezzo alle scapole, facendolo vacillare pericolosamente.
Per un attimo l'aria parve andare tutto a rallentatore.
Poi Mark cadde in avanti, la faccia contro il terreno innevato. Restò immobile.
Lily non osava crederci. Nonostante il silenzio che seguì, sapeva che non poteva essere così facile.
Osservò l'enorme cane nero, che la guardava di rimando, la lingua rosa fuori per la fatica. Aveva il muso coperto di sangue, la rossa non sapeva dire se suo o meno.
Aveva una zampa sollevata, e dalle goccie rosse che tinteggiavano il terreno bianco Lily capì che era ferita.
Improvvisamente fu posseduta da una strana calma. Respirò a fondo, cercando di elaborare un piano il più in fretta possibile.
Guardando Felpato, fu colta da una specie di illuminazione strana, un pensiero che non si era ancora pienamente realizzato nella sua testa, ma probabilmente si era già realizzato nel suo cuore.
In qualche modo, sapeva che doveva essere Sirius ad andare da Marlene.
Non sapeva perchè e non sapeva come, ma qualcosa le diceva che doveva essere così.
-Sirius, devi andare a cercare Lene.- lui la guardò, gli occhi blu attraversati da mille domande e proteste. Era restio a lasciare lì Lily, da sola. La vide stringere le labbra. -Ascoltami, Felpato.- era la prima volta che pronunciava il suo soprannome. Ci avrebbe riflettuto meglio e probabilmente l'avrebbe trovato strano, se non fossero stati in quella situazione. -Probabilmente è ferita, se non peggio. Devi trovarla e portarla al castello. A quel punto potrai chiamare qualche professore, Silente, magari, se vedi che non siamo ancora tornati. Devi salvarla, Sirius.- puntò gli occhi verdi nei suoi, trasmettendogli tutta la sicurezza di cui si sentiva capace. -Qui me la sbrigo io da sola. Ti prometto che me la caverò.- si morse le labbra, vedendolo ancora dubbioso. -Non mi perdonerei mai se Lene non arrivasse viva al castello, Sirius. Quindi vai, per piacere. Porterò James al castello sano e salvo.- ormai la neve pareva esserle entrata nelle ossa, ma lei non se ne curò. Guardò un ultima volta Felpato, intensamente, ostentando una sicurezza che forse non avrebbe avuto mai. -Fidati di me.- mormorò, sperando che bastasse.
Sirius la fissò per un momento, e percepì quasi sulla pelle le parole che lei non aveva pronunciato.
Sei disposto ad affidarmi il tuo migliore amico, in cambio della mia migliore amica?
Fidati di me.
Farò di tutto per portarlo in salvo, te lo prometto, a patto che tu mi prometta di portare in salvo lei.
Fidati.
E in qualche modo, lui si fidò. E allo stesso modo, le promise di non deluderla. Avrebbe salvato Lene. Le avrebbe dato prova di potersi fidare di lui, tanto quanto lui poteva fidarsi di lei.
Annuì, e lei assentì di rimando, sentendo che non erano più necessarie altre parole.
Sirius le voltò le spalle, e iniziò a correre verso l'interno della foresta, per quanto la zampa zoppicante glielo consentisse.
Era ancora turbato all'idea di lasciarli lì, ma poteva fidarsi della Evans. Non avrebbe mai permesso che succedesse qualcosa a Ramoso.
Inoltre, Marlene poteva essere ferita. Doveva fare in fretta.
Se fosse stata peggio che ferita non sapeva bene come avrebbe reagito. Al pensiero, il nodo che aveva in mezzo allo stomaco si strinse in maniera dolorosa, facendogli mozzare il fiato nel petto per un solo istante.
No. Non poteva essere peggio che ferita. Non era un'opzione.
Non poteva nemmeno pensare di non sentire più la sua risata squillare per tutto il corridoio.
Non importava se lui era un Black, se non poteva amarla come meritava, se non poteva averla.
L'importante era che lei fosse viva. Tutto il resto era una sciocchezza che avrebbe tranquillamente potuto affrontare dopo.
Annusò brevemente l'aria, per scovare una traccia che lo portasse dove Lene era nascosta.
Per un terribile istante non fiutò nulla, e il suo cuore perse un battito, temendo il peggio.
Poi la sentì, lieve e delicata come se la ricordava, la traccia che cercava. Quel profumo di fiori d'arancio che senza mai ammetterlo, nemmeno a se stesso, lo perseguitava da quella notte in cui l'aveva fatta sua.
Ringraziò mentalmente di essere un cane, e quindi di avere un fiuto più sviluppato del normale, e si avviò verso la direzione del profumo con una nuova foga nel petto.
Sto arrivando, Lene. Resisti.
Si fece largo tra gli alberi, non sapendo esattamente cosa aspettarsi.
Prima di poter vedere qualsiasi cosa, però, incespicò su qualcosa di particolarmente duro.
Perplesso, si trasformò in umano, per osservare meglio su cosa era inciampato.
Ai suoi piedi c'era uno scrigno. Uno scrigno interamente coperto di pietre preziose.
Chiedendosi cosa ci facesse lì una cosa del genere, lo raccolse da terra, per osservarlo meglio. Il coperchio era interamente coperto di smeraldi, mentre la parte sottostante era un susseguirsi di rubini e zaffiri, contornati da quello che pareva in tutto per tutto oro puro. Sembrava molto antico.
Decise di aprirlo, incuriosito, non immaginando nemmeno lontanamente quello che avrebbe visto.
Appena capì quello che c'era dentro lo lasciò cadere a terra, con un singulto di ribrezzo, facendo cadere il suo contenuto sulla neve, che ruzzolò per terra.
Si mise una mano davanti alla bocca, e l'altra davanti allo stomaco, disgustato. Cercò di trattenersi dal vomitare, mentre il contenuto gli rotolava vicino ai suoi piedi.
Un cuore.
Quello era un cuore. Di uomo.
Lottando contro i conati di vomito, cercò di allontanarsi da quella cosa, sentendo lo stomaco che protestava per la repulsione.
Di chi era quello scrigno?Era sempre di quel fottuto biondino?
Chi era in realtà quel tizio?Perchè aveva nascosto un cuore nella foresta?Era un cannibale?Cos'era?Perchè un cuore?
E se quel cuore fosse stato di...?
Per poco le gambe non gli cedettero, a quel pensiero orribile.
Fu in quel momento che la vide, a pochi metri di distanza.
Il giaciglio su cui l'aveva deposta Mark si era riempito di fiocchi di neve, che avevano bagnato ormai anche i suoi ricci neri, sparsi per il terreno.
Il cuore gli si fermò per un istante.
Si precipitò verso di lei, sempre più timoroso di quello che gli si sarebbe presentato davanti.
Sentiva il ghiaccio scorrergli nelle vene al posto del sangue.
Era arrivato troppo tardi?
La ragazza era immobile e innaturalmente pallida. Le labbra erano violacee, quasi. Sirius si ritrovò a sperare con tutto se stesso che fosse per colpa del freddo.
-Lene.- mormorò, una supplica che lei non avrebbe mai sentito. Le accarezzò il viso.
Era fredda. Troppo, troppo fredda.
Si lasciò cadere in ginocchio, davanti a lei.
-No.- implorò. -Lene, no.- Con mani tremanti e il cuore di ghiaccio, cercò di scostare più spine possibili dal petto della ragazza, spaventato di trovare uno squarcio proprio lì, all'altezza del cuore.
Quando le sfiorò il seno sinistro per poco non si mise a piangere per il sollievo.
Il suo cuore c'era ancora. E batteva.
Piano, pianissimo, era un palpitare talmente lieve che se Sirius non fosse stato estremamente attento non l'avrebbe mai avvertito, ma c'era.
Lene era viva.
Sirius ebbe un'improvvisa voglia di mettersi a ballare.
Era viva.
Le posò le mani a coppa sul viso, accarezzandole le guance gelide con i pollici, cercando di darle un po' di calore.
In quel momento però tutto l'entusiasmo del saperla viva sparì. Il suo respiro era sempre più debole.
Era il respiro di una persona che sta per smettere di vivere.
O forse..era il respiro di una persona che si sta lasciando morire.
-No.- ringhiò, di nuovo. Quella piccola speranza che gli era nata nel petto al sentire il suo cuore battere stava già svanendo, sostituita da un sottile terrore che gli divorava le viscere. -Non ti permetterò di morire, Lene, hai capito?- spostò le mani sulle sue spalle, cercando di scuoterla un po'. -Marlene. Devi svegliarti. Mi hai sentito?Sono un Black. Me l'hai detto anche tu, giusto?Sono un Black in tutto per tutto. E noi Black siamo dei dannati, fottutissimi egoisti. Quindi non puoi morire, perchè da egoista quale sono devi restare con me, chiaro?- le accarezzò la fronte, per poi passare le dita tra i capelli bagnati. -Lene, ascoltami. Devi svegliarti, perchè...perchè, cavolo, non puoi non svegliarti. Cosa ne sarà di Lily?E di Emmeline, di Mary, di Alice?Cosa...cosa ne sarà di..di tutti?Cosa ne sarà di...me?- prese un respiro profondo, sentendo il cuore in petto che gli stava esplodendo. -Tu...sei...sei diventata importante. Sei importante. Per tutti. Per...per me. Devi tornare, per me. Davvero, io...io...non lo so, ok?Sto delirando, forse, ma è da quella notte che non ho mai smesso di...di vederti. Ovunque. Sei dappertutto. Sento la tua risata anche quando non dovrei. Ti vedo quando sto sognando, ti vedo anche quando non ci sei. E se tu...se tu adesso smettessi di..smettessi di esistere, smettessi di essere dappertutto, tutto sarebbe...vuoto. Molto, molto più vuoto.- sospirò. -Lene. Non sono James, va bene?Lui è quello dei bei discorsi, lui è quello che non fa altro che parlare di sentimenti. E non sono nemmeno Remus, che per quanto timido e impacciato riesce sempre a esprimersi. Non sono nemmeno Peter, che sa essere tenero nel suo imbarazzo. Sono solo Sirius. L'egoista Sirius, il bastardo, puttaniere Sirius. Solo Sirius. Sono solo Sirius, e..e ho bisogno di te.- le fissò gli occhi chiusi. Avrebbe giurato di vedere quelle palpebre vibrare, per un solo istante. -Ho bisogno di te, perchè sei bella. Dentro e fuori. Ho bisogno di te e basta. Quindi, per favore Lene, svegliati. Torna. Per favore. Torna da me.-
In un ultimo, disperato tentativo, in un impulso cieco che gli veniva da dentro, le prese il viso con le mani, e senza rifletterci troppo, le posò le labbra sulle sue, quasi sperando di donarle tutto il suo respiro.
Erano gelide, eppure, a Sirius sembrò che man mano che proseguiva il contatto, quelle diventassero più calde, come se la circolazione di Lene avesse ripreso a funzionare nel modo giusto.
Lui non lo sapeva, ma la Bella Addormentata era stata svegliata dal suo sonno eterno.
Se avesse tenuto gli occhi aperti, si sarebbe accorto che con lentezza sulle guance di Lene si dipanava un leggero rossore, e che il respiro le si stava facendo più veloce.
Senza che nemmeno se ne accorgesse, le spire che la tenevano legata si spezzarono, frantumando così gli ultimi tratti dell'incantesimo in cui Mark l'aveva imprigionata.
Si accorse che qualcosa era cambiato nel momento in cui le labbra di Lene smisero di rimanere immobili come due pezzi di ghiaccio, e iniziarono a muoversi con le sue.
Forse stava sognando, perchè era improbabile che Marlene si svegliasse proprio con un suo bacio, perchè avrebbe dovuto?Eppure, anche se così fosse stato, non voleva svegliarsi.
Euforico, approfondì il bacio, sicuro di non volersi più staccare.
Fu solo quando lei con lentezza spostò le mani, che fin'ora erano rimaste inermi, sul suo petto, che lui realizzò che tutto quello era reale.
Si staccò, osservando con meraviglia come lei, con lentezza assopita, apriva gli occhi argentati, confusa e ancora non totalmente cosciente.
-Sirius?- mormorò, la voce impastata per non essere stata utilizzata a lungo. -Cosa..?-
A lui improvvisamente venne voglia di fare un sacco di cose. Voleva ridere, piangere, saltare, abbracciarla, portarla sulla luna, baciarla.
Viverla.
Perchè lei era bella. Bellissima. Piena di colori, rosse le guance e rosse le labbra, piena di espressioni, la fronte corrucciata in un fantomatico punto di domanda, gli occhi argentati e meravigliati e anche un po' confusi, così liquidi e pieni di vita. Era tutto così contrastante con la Lene che aveva tra le braccia fino a pochi istanti prima, così fredda e priva di scintille ad animarla, che a lui venne voglia di stringersela al petto e non lasciarla andare mai più.
Marlene era viva. Viva viva viva. Viva e bella, viva, bella, libera. E anche se non sapeva come era successo tutto quello, anche se non comprendeva quale magia fosse capitata, quella era l'unica cosa che importava. Che lei fosse viva.
La accarezzò, senza mai smettere di guardare tutti i suoi colori e tutte le sue espressioni.
-Come ti senti?-
Lei sbattè le lunghe ciglia nere.
-Io...non ricordo molto. Come sono finita qui?-
Sirius scosse la testa, passandole una mano sulla fronte.
-Non ha importanza. Ora ti riporto al castello. Sei ferita?-
-Io...non lo so. Mi fanno male le gambe. E le braccia. Ma non eccessivamente. Cos'è successo?Come..cosa...-
Felpato la osservò meglio, costatando che aveva dei segni effettivamente sulle braccia e sulle gambe, laddove prima la tenevano le spine. Poi doveva avere le ossa indolenzite per il freddo e per essere stata ferma così a lungo.
-Ti porto al castello.- mormorò, non sapendo come altro rispondere alle sue domande.
Desiderò che Lily riuscisse ad ammazzare quel figlio di puttana.
Con una delicatezza che era sicuro di non aver mai usato con nessuno, le passò un braccio sotto le ginocchia e uno glielo avvolse sotto la schiena, per poi sollevarla lentamente da quel letto degli orrori.
Fece una smorfia, e lei se ne accorse.
-Che succede?Sei ferito?- spalancò gli occhi, cercando di scrutarlo attentamente per scorgere ferite più o meno gravi.
Lui fece un sorriso. Lene non avrebbe mai potuto vedere il braccio ferito, perchè era quello che la stava tenendo da dietro. E in ogni caso, non era necessario che lei lo vedesse. L'importante era farla arrivare al castello sana e salva.
Scosse la testa.
-No. Tutto bene. Ora dobbiamo solo arrivare al castello.-
Lei non sembrava convinta, ma non protestò, ancora troppo confusa per tutto quello che stava succedendo.
Immagini sfocate le passavano nella testa, e non riusciva a distinguere con chiarezza quali fossero reali e quali meno.
Si sentiva completamente spossata, come se qualcosa si fosse impossessato di lei e l'avesse lasciata andare solo in quel momento.
Storie di sangue e di morte le attraversavano la mente, e non riusciva a capire se c'entrassero con lei o meno. Vedeva la sua vita scorrerle davanti e...qualcosa non quadrava. C'erano immagini che sembravano pezzi di un puzzle sconosciuto fatti incastrare con la forza nel suo puzzle.
L'unica cosa che riusciva a ricordarsi con chiarezza era Sirius.
Non passò molto tempo prima che si addormentasse tra le sue braccia, cullata dai suoi passi lenti che la riportavano verso il castello.

Lily, nel frattempo, non se la stava passando molto bene.
Appena Sirius se n'era andato, lei era stata indecisa se occuparsi prima di Mark, ancora riverso a terra ma che probabilmente si sarebbe rialzato tra non molto, o precipitarsi da James e tentare di nuovo di rianimarlo.
Era stato Mark a decidere per lei.
Prima che lei potesse decidere qualsiasi cosa, il biondo aveva iniziato a muoversi.
Si sollevò sui gomiti, e poi fece l'ultima cosa che Lily si sarebbe aspettata.
Scoppiò a ridere.
La rossa spalancò gli occhi, sentendo quel suono glaciale. Sembrava che una lastra di ghiaccio stesse scivolando sulla sua testa.
Mark si sollevò, quasi lentamente, sempre ridendo.
Si voltò verso di lei, i lineamenti distorti in una maschera mostruosa.
-Bene, ragazzina. Direi che mi sono divertito abbastanza con te. Ora è il momento di fare i seri.-
Lei urlò Protego ancora prima che lui pronunciasse l'incantesimo di attacco, facendo in modo che cozzasse contro una barriera di protezione e non la colpisse.
Doveva rimanere vicino a James, per proteggere anche lui.
Lanciò subito un incantesimo di attacco, che si andò a schiantare contro l'incantesimo di Mark, facendo in modo che nessuno dei due avesse effetto.
Digrignò i denti, vedendo che mentre lei iniziava già a sentirsi spossata e priva di energie, lui invece sembrava pronto a vincere una maratona.
Non poteva permettersi di sentirsi stanca. Doveva portare in salvo James, per poi fargli una ramanzina bella e buona per averla fatta morire di paura.
Proprio in quel momento dalla bacchetta di Mark sprizzò una luce rossa che la colpì alla spalla dove impugnava la bacchetta.
Sentì il sangue colarle lungo il braccio ancora prima di vedere la maglia macchiarsi di rosso.
Strinse i denti cercando di ignorare il dolore, e lanciò un altro incantesimo.
Che andò a vuoto.
Mark sorrise.
-Non pensi sia ora di smettere di cercare di combattere?-
Prima che lei potesse ribattere, fece spuntare un ramo dal terreno che le avvolse la vita, inchiodandola dov'era.
-Ma che diavolo...- sibilò, ma prima che riuscisse a liberarsi un altro tentacolo spuntò dal nulla, bloccandole le braccia e facendole volare via la bacchetta.
-Liberami, lurido bastardo!-
Si divincolò, ma più si agitava, più quella sembrava stringersi attorno a lei in una morsa soffocante.
Lui fece un sorrisetto.
-Davvero, una ragazza come te non dovrebbe parlare in questo modo.-
Per tutta risposta Lily emise un rantolo.
-Ora posso finalmente occuparmi delle faccende importanti.-
Con terrore Lily vide che si avvicinava a James, la bacchetta puntata e l'espressione diabolica a dipingergli il volto.
-Stagli lontano!- vide che l'espressione di James si piegava in modo doloroso, e strinse i denti. -Cosa gli stai facendo?Smettila!-
Intanto la morsa sulla sua vita si stava stringendo talmente tanto che era sicura le stesse lacerando la carne.
Il taglio al braccio continuava a sanguinare.
Non si sarebbe mai permessa di piangere, ma iniziò a pregare che arrivasse un professore a fermare tutto quello.
Intanto Mark sembrava avvicinarsi sempre di più a James, e la sua faccia sembrava sempre più sofferente.
Non poteva permettergli di fargli del male.
-Sai è buffo.- Mark aveva preso a parlare, nel frattempo. -Pensi che se ora gli strappassi il cuore sarebbe terribile, vero?Ma tu non immagini- la guardò un attimo. -che ci sono torture molto peggiori della morte. Credimi se ti dico che in questo preciso istante, se potesse, lui stesso mi supplicherebbe di ucciderlo, piuttosto di vivere quello che gli sto facendo vivere nella sua testa.-
Lily spalancò gli occhi smeraldini, passandoli freneticamente da James a Mark, a Mark a James.
-Che cosa...-
-Gli esseri umani molte volte sottovalutano sin troppo il potere che ha la tortura psicologica.-
Potter serrò le palpebre ancora più duramente. Sembrava sul punto di cacciare un urlo di dolore, che però non arrivò mai.
Il pensiero che lui stesse soffrendo interiormente le lacerò il cuore.
Quel verme lo stava torturando lentamente, gli stava modificando i ricordi in modo indelebile, e poi gli avrebbe strappato il cuore.
Non poteva permetterlo.
Non l'avrebbe permesso.
Lui era il sole. Doveva continuare a brillare, per lei, per tutti.
Aveva promesso a Sirius che l'avrebbe salvato.
Aveva promesso a se stessa, che l'avrebbe salvato.
Non aveva senso un mondo senza James.
E allora le venne un'idea. Era l'unica speranza che ancora aveva, l'unica minima possibilità che aveva di farlo arrivare sano e salvo al castello. Uno dei due si sarebbe salvato, e non aveva alcuna intenzione di essere lei.
-Prendi me.- in qualche modo, riuscì a mettere su un tono di voce abbastanza fermo da essere scambiato per sicuro di sè. Vide Mark immobilizzarsi, per un attimo. Non distogliendo lo sguardo dalla sua schiena, continuò. -Hai detto che ti serve un cuore. Uno a caso, giusto?E allora, lascialo libero. Lascia che si salvi. Non opporrò resistenza, te lo prometto. Prendi me.-
Appena pronunciò queste parole, avvertì la stretta lungo la sua vita allentarsi sempre di più, fino a quando non sparì del tutto. Si afflosciò a terra, e nel processo sentì la gamba destra che, nel cadere al suolo, si piegava in modo innaturale, rompendosi.
La sua bacchetta era finita chissà dove nella neve.
Chiuse gli occhi, per un secondo, cercando di mantenere la calma.
Quando li riaprì, si ritrovò davanti al sorriso smagliante di Mark.
-Interessante proposta.- allargò il sorriso. -Davvero, davvero interessante.-









Io...io mi vergogno un po' a farmi vedere ancora in giro XD
PROMETTO DI NON FARE PIù PROMESSE! No perchè davvero, davvero io credevo di farcela, entro i due mesi O.O e poi -.- e poi mi sono calati in testa una CATERVA impegni O.O preappelli di esame, le feste, la mia famiglia che sta lentamente ma inesorabilmente impazzendo xD l'ispirazione che non c'era proprio più! mi spiace, mi spiace, mi spiace. Non finirò mai di dire quanto mi dispiace ç___ç però davvero, prometto di non dire mai più "posto entro tot" perchè a quanto pare io e le scadenze proprio non andiamo d'accordo!Mi dispiaceee ç__ç e so anche che mi odierete perchè vi lascio di nuovo con la suspance XD Se vi può consolare, il nuovo capitolo in teoria ce l'ho già qui, tutto nella mia testa, quindi non dovrei metterci troppo a scriverlo! (ma 1 devo considerare gli esami e 2 è meglio se queste affermazioni le prendete con le pinze!xD)
Passando al capitolo, ovviamente Mark non voleva il cuore di James, ma quello di Lily XD solo che lei doveva offrirsi spontaneamente di donarlo, non la poteva costringere, spero si sia capito XD
Poi non saprei, uhm. La terza mezzosangue, quella che non aveva conosciuto ancora l'amore, era Jenny, la ragazzina assassinata qualche capitolo fa, spero si sia capito anche questo xD
E...uhm. Non saprei XD se avete altri dubbi chiedete pure, sarò felicissima di rispondervi =)
Adesso posto e poi  con calma rispondo a tuuuutte voi magnifiche che mi avete recensito!Grazie, non finirò mai di ringraziarvi, perchè mi seguite nonostante i miei tempi secolari! ovviamente un grazie anche a chi legge e basta =)
Un bacione a tutte!














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Capitolo 40
*** L'inganno di Voldemort ***


cap 40 Alla Sam e alla Kat. Perchè avrei voluto postare per il loro compleanno...naturalmente non ce l'ho fatta, e posto quasi tre settimane dopo xD ma non è importante xD Vi voglio bene, puzzone!




James stava percorrendo un lungo corridoio deserto di Hogwarts.
Che strano, e dire che pochi minuti prima avrebbe giurato di trovarsi nella Foresta Proibita, con Lily e Sirius, sotto la neve, che...
Che..?
Che cosa stavano facendo?
Sconcertato, si accorse che non se lo ricordava.
A dire il vero, non si ricordava nemmeno cosa ci facesse in quel corridoio vuoto, o come ci fosse arrivato.
Come non aveva nemmeno bene chiaro perchè aveva immagini così sfocate del suo passato.
Chi era lui?Dove era vissuto?
I suoi genitori erano morti?O forse no, erano vivi ma non si erano mai presi veramente cura di lui.
O forse era solo la sua testa che gli stava giocando dei brutti tiri?
Non avrebbe saputo dire quale delle mille immagini della sua infanzia che gli affollavano la testa fosse vera, nè quale delle affermazioni precedenti corrispondesse alla realtà perchè, si accorse, ricordava poco o nulla della sua vita prima di Hogwarts.
L'unica cosa di cui aveva la certezza era quella sensazione di peso al cuore che non riusciva a spiegarsi, come se l'oppressione e la tristezza fossero per lui una seconda pelle da indossare tutte le mattine insieme alla divisa scolastica.
C'era un po' troppo silenzio per essere Hogwarts in pieno giorno, e anche questo gli parve strano.
Rabbrividendo con una non bene identificata inquietudine addosso, continuò a camminare.
La cosa strana era che camminava senza nemmeno rendersene conto. Era come se qualcuno stesse muovendo i piedi al posto suo.
Andava avanti come un automa, senza meta e senza scopo, e si accorse, con un moto di stizza, senza nemmeno ricordarsi niente di quello che era successo prima.
Forse stava sognando, ma allora era uno dei sogni più reali che avesse mai fatto, perchè nei suoi sogni non aveva quel gran mal di testa ad accompagnarlo e sicuramente non si sentiva le membra pesanti come macigni.
Improvvisamente, da un luogo non ben definito alla sua destra, sentì provenire delle risate familiari.
Si accorse con stupore di trovarsi al settimo piano, vicino all'arazzo di Barnaba il Babbeo, solo quando davanti a lui comparve una porta che avrebbe dovuto riconoscere all'istante.
Senza rifletterci troppo, si decise ad entrare nella Stanza delle Necessità. Quello che vide lo gelò sul posto.
Due corpi, nudi, avvinghiati e ansimanti, giacevano su un grande letto rosso cosparso di petali vermigli come il sangue.
Un profumo soffocante di rose contornava la scena, avvolgendo i due amanti come una coperta.
Lui le stava baciando il collo latteo con trasporto, mentre lei gemeva, totalmente abbandonata con gli occhi chiusi tra le braccia di lui.
Non ci avrebbe fatto nemmeno tanto caso, se tra quei corpi non avesse distinto immediatamente una chioma rossa abbandonata sul cuscino.
Per un attimo si sentì morire.
Fu con un guizzo doloroso nel petto che riconobbe anche, immediatamente dopo, l'amante di lei. Come se non conoscesse a memoria quei capelli neri ora bagnati di sudore, come se non fosse entrato centinaia di volte per sbaglio nel dormitorio maschile mentre lui era in quella esatta posizione con l'oca di turno.
Ora, l'oca di turno era la donna che amava.
Quante volte l'aveva vista abbandonarsi a lui stesso in quello stesso identico modo?
Quante volte gli aveva afferrato le spalle, come ora stava facendo con quello che credeva fosse il suo migliore amico, per reggere il tumulto di emozioni che le sgorgava dal petto?
La sentì gemere, e una sorta di furia omicida si impadronì di lui.
Voleva correre lì e spaccare la faccia a lui e probabilmente sputare addosso a lei, ma si accorse di essere inchiodato al pavimento. I piedi non rispondevano ai comandi del cervello, nel cuore aveva solo un abisso nero nel quale avrebbe voluto affogare piuttosto di vedere quei movimenti sinuosi che gli davano il voltastomaco.
Allora fece l'unica cosa che in quel momento riusciva a fare.
Urlò.
A quel suono straziato, Sirius Black si staccò dal lungo bacio che stava dando a Lily, per voltare la testa verso di lui e poi sbuffare.
-Ah, Ramoso- si sollevò dalla sua postazione, facendo emettere a Lily un verso di protesta che allargò ancora di più la ferita che aveva nel cuore. -Sei tu.-
L'indifferenza dell'occhiata che gli rivolse schiaffeggiò James come un'improvviso tornado che si era abbattuto sul suo cuore, ma non fu niente in confronto a quello che uscì dalle labbra di Lily, mentre si sollevava per mettersi seduta, facendo ondeggiare i capelli vermigli.
-Oh no.- fece, con voce piatta e apatica, come se stesse parlando del tempo. -Adesso non ti metterai mica a dare in escandescenze, vero?-
Puntò gli occhi verdi nei suoi, quasi irritata.
Come se fosse una cosa totalmente sciocca, dare in escandescenze per una cosa simile.
Come se loro non fossero stati lì a tradirlo da chissà quanto tempo, come se non avessero deliberatamente deciso di prendere la sua fiducia e calpestarla come una vecchia cartaccia da buttare.
Il cuore gli pulsava nelle tempie dalla voglia di prenderli a pugni, entrambi, e per un attimo il pensiero gli fece male.
Avrebbe voluto fare e dire tante cose, avrebbe voluto urlare e picchiare Sirius e ricoprirli di insulti e anche svegliarsi, perchè era più che certo che quello fosse un fottuto incubo dal quale voleva svegliarsi, immediatamente.
Suo fratello. E la sua ragazza.
Non ci voleva credere, non ci avrebbe creduto se non li avesse visti con i suoi occhi.
-Perchè?- fu l'unica cosa che riuscì a chiedere, con voce malferma e bassa, e quasi lui stesso si stupì del dolore che trapelava dalla sua stessa voce.
Forse era una domanda stupida, ma in quel momento non sembrava in grado di dire altro. Non sapeva se fosse perchè era troppo annichilito e nauseato dalla visione dei loro corpi nudi ancora troppo vicini, o se perchè in quel momento sembrava non essere più in grado di fare quello che gli comandava di fare la propria volontà, ma fu l'unica domanda che riuscì a tirare fuori da quel garbuglio di sensazioni dolorose in mezzo al petto.
Sirius sbuffò, annoiato.
-Perchè non avevamo di meglio da fare?- poi quasi rise, vedendo lo sguardo che stava assumendo James. -Oh, avanti, non farla tanto lunga. In fondo, qualcuno doveva pur fare divertire questa gentile signorina.- detto questo le fece l'occhiolino, al che lei rise, e a James ribollì il sangue nelle vene.
Avrebbe voluto scuoterli e urlare qualcosa di pesante, per ferire entrambi tanto quanto loro stavano ferendo lui, ma sembrava che fosse qualcun altro a comandare i suoi gesti e le sue sensazioni.
L'avevano tradito per noia.
Avrebbe fatto meno male, se avessero dichiarato di essersi innamorati l'uno dell'altra, avrebbe decisamente fatto sanguinare meno la ferita.
E invece.
Invece l'avevano fatto perchè non avevano di meglio da fare.
Non voleva nemmeno crederci. Voleva svegliarsi da quell'incubo.
-E poi- continuò Sirius, con una scrollata di spalle che fece ingoiare bile a Ramoso. -Tanto non cambia niente, che lo faccia con me o con te. Sai benissimo anche tu che è innamorata di Severus Piton.-
Fu in quel momento che James notò, per la prima volta da quando era entrato in quell'inferno, un lampo negli occhi di Lily.
Un lampo che, si accorse, mentre tentava di non vomitare, poteva ricondurre solo a un senso di colpa lacerante.
Fu allora che iniziò ad urlare.

Lily spostò rapidamente lo sguardo su James, che aveva appena urlato.
Poi guardò Mark, con odio.
-Si può sapere cosa gli stai facendo?Ti ho detto di lasciarlo stare, puoi fare di me tutto quello che vuoi.- sbottò, sentendo qualcosa come un attacco di panico solleticarle le viscere.
Mark si passò la mano tra i capelli, ostentando un viso angelico che venne immediatamente tradito dal ghigno inquietante che  sembrava allargarsi man mano che la situazione volgeva a suo favore.
-Oh, non proccuparti per lui.- scrollò le spalle, con noncuranza. -Gli sto solo facendo vivere le sue paure peggiori.- sorrise. -Ora gli sto mostrando come vi divertireste tu e Black, insieme.-
Lei quasi ringhiò. Doveva trovare un modo per recuperare la sua bacchetta, non sopportava di non poter fare nulla per togliergli quel sorrisetto dalla faccia.
Potter cacciò un altro urlo, e lei lo guardò, non sapendo cosa fare.
Se solo avesse potuto alleviargli almeno un po' il dolore...
-James- tentò, sapendo bene che probabilmente era tutto inutile. -James, cerca di ascoltarmi. Nulla di ciò che vedi è reale. Io sono qui. Sono qui, e ti amo. Ti prego, cerca di ascoltarmi. Non devi credere a quello che vedi.-
Chiuse gli occhi, sentendo un groppo in gola, mentre Mark scoppiava a ridere, di gusto.
-Oh, Lily.- il biondo scosse la testa. -Sei dolcissima, davvero. Credi davvero che lui ti senta?-
Quasi gongolò, nel vederla digrignare i denti.
-Perchè fai tutto questo?- sibilò, furiosa.
Lui scrollò le spalle, per la prima volta senza sorridere.
-Per lo stesso motivo per cui agiscono tutti. Interesse personale.-
Lo osservò, stranita dalla nota dolorosa che era apparsa nella sua voce.
Poi la rabbia rimontò. Doveva trovare una soluzione, e in fretta. Cercò di vedere se tra la neve scorgeva la sua bacchetta, e se ci fosse qualche modo per raggiungerla, ma l'unica cosa che vedeva era il manto bianco che ricopriva ogni cosa.
Per un folle attimo pensò anche di avventarsi su Mark alla babbana, come uniche armi calci e pugni, ma si rese subito conto che lui l'avrebbe annientata ancora prima che potesse muoversi, senza contare che la gamba rotta la teneva inchiodata al terreno.
Senza bacchetta era completamente inerme, si accorse con frustrazione.
Senza bacchetta, era solo un oggetto nelle mani di quel pazzo.
L'unica speranza che avevano ancora era che Sirius avesse avvertito qualcuno al castello.
Decise che l'unica cosa che poteva fare era far parlare Mark il più possibile, in modo da fargli perdere il tempo sufficiente a Sirius per mandare qualcuno a cercarli.
-Non tutti agiscono per interessi personali.- buttò lì la prima cosa che le veniva in mente. Qualsiasi cosa, pur di distrarlo a sufficienza dal suo tentativo di ammazzare James con lentezza.
Funzionò.
Mark spostò lo sguardo azzurro su di lei per un lungo istante. Poi fece un sorrisetto, che però aveva un che di malinconico.
-Lo credi davvero, Lily?- per un attimo guardò James, per poi spostare di nuovo lo sguardo su di lei. -Tu perchè credi di volerlo salvare?-
La rossa fece per aprire bocca, ma lui la precedette, sollevando le spalle.
-Lui non ti sta chiedendo di essere salvato. Lui non desidera essere salvato, non credi?Ora come ora tu vuoi salvarlo perchè l'idea di perderlo ti è insopportabile. La verità è che quando muore una persona a noi cara piangiamo per noi stessi, perchè quella persona non ce l'abbiamo più accanto, non piangiamo perchè ci dispiace per quella persona. Quando salviamo una persona a noi cara lo facciamo perchè non siamo abbastanza coraggiosi da vivere senza di lei, non per chissà quale nobile motivo. Pensaci un attimo, Lily. Se davvero non agissimo per semplici interessi personali, lasceremmo andare quella persona in quello che sicuramente è un posto migliore. Perchè, diciamocelo, quello che la terra ha da offrirci è solo un sacco di schifezza, e basta. E' da egoisti pretendere che chi amiamo resti in vita solo perchè abbiamo paura di perderla.-
Si accorse all'ultimo di avere messo in quel discorso tutta la rabbia e la frustrazione accumulata nei secoli, tutta la dolorosa tristezza di vivere in un mondo in cui Susan non c'era. E solo all'ultimo si rese conto che il suo discorso aveva un sottile tono di accusa, perchè alla fine si, era tutta colpa di Susan, dell'egoista, imprevedibile e sua Susan, se era sopravvissuto in quel mondo senza più colori che valesse la pena guardare per i suoi occhi ormai senza una ragione per vivere.
Ogni ora della sua esistenza si chiedeva perchè lei gli avesse fatto questo, ogni secondo della sua giornata avrebbe voluto farla finita.
Ma ora il supplizio stava per finire.
L'avrebbe riavuta indietro, e allora tutto si sarebbe sistemato.
-Quindi si, tutti agiscono per motivi personali.- concluse, a bassa voce, senza accorgersi che nel frattempo era calato un silenzio sin troppo surreale.
Per un lungo momento l'aria sembrò essersi fermata, attorno a loro.
-Mi stai dando dell'egoista, Mark?-
La voce di Lily risultò diversa, tanto che gli fece sgranare gli occhi, mentre il suo cuore muto da tempo sembrava perdere qualche battito, per la prima volta dopo secoli.
Le parole che erano uscite dalla bocca della rossa avevano una tonalità di voce che gli suonava familiare. Sin troppo.
Si azzardò a guardarla, e spalancò ancora di più gli occhi, incredulo.
Gli occhi di Lily erano cambiati.
Il consueto verde si era scurito, al punto che erano diventati di un sin troppo familiare castano. E il viso aveva preso un'espressione strana, quasi agrodolce,  rara da vedere sul volto di Lily, ma che sicuramente aveva visto molte volte in un'altro viso.
E quella voce...
Non era possibile.
Che scherzo della natura era mai quello?
Non poteva essere.
-Susan?- balbettò, la voce poco più udibile di un sussurro.
Si aspettava che qualcuno ridesse, rivelandogli lo scherzo. Che assurdità era mai quella?
La vide sorridere con dolcezza, e ancora una volta si disse che non era possibile. Sicuramente la sua testa gli stava tirando qualche brutto tiro, o forse stava sognando.
Ma nemmeno quello era possibile, visto che aveva smesso di sognare da quella terribile notte in cui si era svegliato trovandosi i cadaveri di Susan, la piccola di casa Lanchester e Margaret ai suoi piedi, con il sangue ormai rappreso che copriva tutti i loro eleganti vestiti.
-Ciao, Mark.- continuò a sorridere, come se fosse tutto normale. Poi fece una smorfia, come infastidita. -L'hai ridotta proprio male questa ragazza, eh? - Cercò di flettere la gamba, senza riuscirci. Scosse la testa, in un misto tra disapprovazione e ammirazione. -E nonostante questo, sta combattendo con tutte le sue forze per tornare in possesso del proprio corpo. Formidabile, non c'è che dire.- sussurrò, come se parlasse con se stessa.
-Come...cosa...- Mark non riusciva nemmeno a pensare coerentemente, da tanto quella situazione era surreale.
Lei non poteva essere lì. Lei era morta. Era impossibile che stesse udendo la sua voce, impossibile vedere quelle espressioni che ogni giorno sbiadivano un po' di più dai suoi ricordi.
Lei si fece seria.
-Non mi hanno concesso molto tempo.- per un attimo si guardò attorno, quasi temesse che arrivasse qualcuno a portarla via da un momento all'altro. -Non posso stare nel corpo di questa umana molto a lungo, tra non molto dovrò tornare da dove sono venuta.- poi sembrò trattenere una risata. -Non hai idea di quanti insulti mi stia rivolgendo questa...Lily, giusto?E' forte. Mi ricorda tanto me.-
Mark si irrigidì.
Per un attimo, non seppe cosa dire, combattuto tra la voglia di correre da lei e ridere della situazione.
-Già- di nuovo, gli uscì un tono di lieve accusa che nemmeno lui pensava di avere.
Perchè ora nel petto sentiva crescere uno strano rancore, quando in realtà aveva sempre pensato che la prima cosa che avrebbe fatto appena l'avesse rivista, sarebbe stato stringerla a sè e baciarla come non faceva da troppo tempo?
Lei se ne accorse, perchè gli occhi le si addolcirono e riempirono di un'antica tristezza.
-Mark- sussurrò, e gli occhi di quella che sarebbe dovuta essere Lily si fecero liquidi. -Mark.- ripetè, scuotendo la testa con lentezza, e a lui per un millesimo di secondo parve che un brivido gli scorresse lungo la schiena, dopo secoli che aveva creduto di aver perso certe sensazioni per sempre. -Che cosa siamo diventati, Mark?-
Lui si limitò a stringere labbra e pugni, non sapendo esattamente cosa rispondere.
Avrebbe voluto chiederle a cosa si riferisse, ma il lieve senso di vergogna che si stava impossessando di lui davanti a quegli occhi tanto amati gli diceva che in fondo sapeva perfettamente la risposta.
La guardò intensamente, mentre la vedeva spostare lo sguardo dolce su James, per poi sorridere, intenerita.
Gli era mancata così tanto. In quel momento era sicuro che se fosse stato umano, avrebbe avuto un groppo in gola e lacrime calde che gli scorrevano lungo la faccia.
Ancora stentava a credere che lei fosse lì, si aspettava che da un momento all'altro balzasse fuori dal nulla qualcuno che gli dicesse che quello era tutto uno scherzo di cattivo gusto.
-Lo ama.- Susan parlò talmente a bassa voce che quasi non la sentì. -Quasi quanto io amavo te.- lo guardò, e lui avrebbe trattenuto il fiato se avesse potuto, da quanto quello sguardo era profondo.
-Perchè sei qui?- mormorò ricambiando lo sguardo.
Non sapeva cosa ancora lo trattenesse dall'andarle vicino e stringersela al petto. Forse perchè ancora non ci credeva, o forse perchè era sicuro di non averla mai sentita così distante da sè, nonostante fosse molto più vicina di quanto non lo fosse da secoli.
La vide chiudere gli occhi, e per un istante tra le sue labbra passò un fremito che non aveva mai visto.
-Perchè non voglio che tu faccia i miei stessi errori.- La voce era arrocchita dalla tristezza.
Aprì gli occhi, per poi fare un ampio gesto con le braccia, indicando tutto il paesaggio attorno a sè.
Lui non seguì con gli occhi quel gesto, troppo impegnato a osservarle il viso, mentre lei ancora parlava.
-Guardaci, Mark.- si morse le labbra. -Guardaci. Come ci siamo ridotti?Ho ucciso mia sorella e la mia migliore amica, nella speranza che tu vivessi. E sei vissuto, ma a che prezzo?Non mi pentirò mai abbastanza di quello che ti ho fatto, come non mi pentirò mai abbastanza di aver ucciso le altre due persone che amavo di più al mondo.-  Si portò le mani al cuore, come se anche quello stesse soffrendo. -E tu- continuò, la voce incrinata. -Hai ucciso una ragazzina innocente, e ora stai per condannare un ragazzo al tuo stesso destino. Com'è successo?Come siamo diventati due assassini, Mark?-
Dopo brevi attimi di silenzio lo sguardo azzurro di lui si fece duro.
-E' l'unica maniera che ho per riaverti con me.- sibilò, a denti stretti.
Susan, con grande stupore di Mark, scoppiò a ridere.
Era una risata così bella e familiare che per un solo attimo ebbe il potere di stordirlo.
Era anche, però, un suono che nascondeva un'amarezza straziante.
-Mio bellissimo, ingenuo Mark.- scosse la testa, senza abbandonare i suoi occhi. -Credi davvero che otterrai quello che vuoi?-
-Cosa vorresti dire?- ringhiò, vedendo che il suo sguardo si faceva sempre più triste. Sentì qualcosa vacillare, dentro di lui.
Susan nel corpo di Lily lo fissò.
-Nemmeno Voldemort ha il potere di resuscitare i morti, Mark.- mormorò, la voce colma di rassegnazione.
Nel silenzio che vibrò nell'aria dopo quell'affermazione, a Mark parve di aver ricevuto uno schiaffo in pieno volto.
La guardò, mentre lei stringeva le labbra e il vento si impossessava di alcune ciocche dei suoi capelli rossi, e sentì qualcosa pugnalargli il petto.
-Mi..mi ha mentito?- la sua voce tremò di rabbia, che aumentò al sorriso triste che Susan gli rivolse.
-Ha approfittato dell'unico punto debole che avevi, e ti ha raggirato. Cosa credi che gli importasse di mantenere la parola data, una volta divenuto immortale?Non siamo più nel nostro secolo. Non esiste più il codice d'onore. Rompere le promesse non è più considerato quasi un crimine.- si morse le labbra, fissandolo intensamente. -Soprattutto per uomini come Voldemort.-
Osservandola attentamente, senza proferire parola, Mark Spencer si rese conto in quel momento di una cosa che, probabilmente, aveva sempre saputo, nella parte più recondita del suo cervello.
La bacchetta gli scivolò di mano senza che nemmeno se ne accorgesse, e senza fare rumore alcuno andò a fare compagnia alla neve caduta.
E con la speranza che si sgretolava, Mark sentì anche sciogliersi quella fiamma di rabbia che gli si era accesa nel petto scoprendo che Voldemort l'aveva solo illuso, lasciando spazio a un sentimento devastante e vuoto che gli si allargò nel petto con lentezza lacerante.
Che senso aveva, tutto quello?
Se fosse stato umano, le gambe in quel momento avrebbero ceduto per lo sconforto, e si sarebbe accasciato sulla neve, pieno di un dolore sordo che partiva dallo stomaco.
Ma non era umano, e per un attimo avrebbe voluto esserlo, perchè a quel punto si sarebbe lasciato morire tra la neve, si sarebbe fatto cullare dal freddo, fino a quando questo non lo avesse inghiottito in un sonno eterno.
Non era umano, e non poteva fare altro che continuare a guardare il volto di Susan, e sentire improvvisamente il peso dei secoli che gravavano su di lui, facendolo sentire spossato, privo di qualsiasi voglia di continuare a combattere.
A che pro, a quel punto, andare a cercare Voldemort per vendicarsi?
A che scopo ucciderlo?Lui comunque sarebbe rimasto lì, su quella terra, a convivere con tutti i suoi rimpianti.
Era stanco. Si era visto distruggere l'unica speranza che ancora lo teneva legato a quel mondo, gli era stata strappata quell'ultima luce in un battito di ciglia di Susan, e ora l'unica cosa che riusciva a sentire dentro di sè era solo un interminabile vuoto.
Perchè dare a Voldemort il piacere di morire, quando alla fine era quello che desiderava per se stesso?
Aprì la bocca, per dire qualcosa che non sapeva nemmeno lui cosa fosse.
La richiuse, sentendo che ormai dentro non aveva più nemmeno la forza per parlare.
L'abisso nero e vuoto che ormai sentiva nel petto gli aveva privato tutte le forze.
Gli era stata tolta di nuovo la speranza per vivere, e ora non sapeva esattamente cosa fare.
-Sono stato uno stupido, vero?- sussurrò, il tono sfinito di un uomo sull'orlo di un baratro.
Gli occhi di lei si colmarono non di pietà, come si aspettava, ma di un amore cieco che l'avrebbe commosso se fosse stato capace di una tale emozione.
-Eri solo disperato.-
-Non è una giustificazione.- ringhiò. Si mosse, rapido. -E adesso...- si passò la mano tra i capelli biondi, di nuovo spossato. -E adesso...non so nemmeno io cosa mi rimane da fare.- sorrise, amaro.
Lei lo guardò, a lungo. Sentiva che la posseditrice del corpo in cui si era infilata pian piano si stava agitando sempre di più. Era quasi giunto il momento di andare, si disse. Non avrebbero accettato la sua assenza ancora a lungo.
Ma non riusciva a vederlo così abbacchiato, non ce la faceva proprio. Era tutta colpa sua se era così, adesso. Se solo lei non fosse stata così egoista...
Era venuta lì per fermarlo e non fargli compiere più atti atroci, ma solo ora si rendeva conto di quanto sarebbe stato difficile dirgli di nuovo addio.
Ora che ce l'aveva di nuovo così vicino, non voleva separarsene di nuovo.
Sentì Lily dentro di sè agitarsi ancora, preoccupata, e allora agì d'istinto.
-Vieni con me, Mark.-
Lui la guardò, confuso, e lei allungò una mano, come a invitarlo a prendergliela.
-Vieni con me. Questo mondo, questo secolo...non ci appartengono, e lo sai anche tu. Devo ritornare da dove sono venuta, il tempo che mi avevano concesso è quasi scaduto. Ma se tu venissi con me...saremmo di nuovo insieme, come un tempo. Vieni con me, amore mio.-
Per un attimo, nello sguardo di lui balenò qualcosa di simile alla speranza, che però fu immediatamente spenta da un sorriso amaro.
-Non posso. Sono immortale, ricordi? Non sai quante volte io ci abbia provato. Ad uccidermi, intendo, a raggiungerti, io...ho perso il conto. Nulla libera la mia anima da questo corpo immortale.- scosse la testa, con frustrazione.
Lei sorrise.
-Spesso, la soluzione è più semplice di quanto crediamo che sia.- allargò il sorriso, mentre lui assunse un'espressione stranita. -Ciò che ti ha creato è anche in grado di distruggerti, Mark.-
Inizialmente lui non capì.
La guardò, notando che si era accesa una luce strana in quelle iridi castane.
E poi, improvvisamente, pensò a quello che la rossa aveva appena detto, e una sorta di consapevolezza lo colse. Folgorato da una nuova frenesia sconosciuta, portò le mani alle tasche.
Senza proferire parola, e senza nemmeno osare spostare lo sguardo da quegli occhi castani, con una lentezza dettata dalla paura che quello fosse l'ennesimo sbaglio, estrasse, dalla tasca destra, un pugnale.
Quel pugnale.
L'argento antico brillò, riflettendo per un attimo quel barlume di speranza che, Mark ne era sicuro, si poteva leggere nel suo sguardo azzurro.
Osservò il pugnale, stringendolo tra le sue mani talmente forte che per un attimo ebbe paura di spezzarlo. Il sangue di unicorno in cui era stato imbevuto gli aveva donato una lucentezza inconfondibile.
Osò guardare nuovamente Susan, timoroso ancora che quella fosse la solita speranza che gli veniva spezzata via.
Ma lei sorrideva, radiosa e bellissima, e la mano di Mark che stringeva il pugnale iniziò a tremare, dopo secoli che era stato convinto che non avrebbe mai più avuto reazioni così umane.
La vide annuire.
-Non ci hai mai pensato?Tu sei un demone. Hai in te il sangue meno puro che possa esistere, il sangue creato da tre assassinii di tre persone che amavano con tutte loro stesse. E invece, cosa c'è di più puro del sangue di unicorno?Cosa c'è di più letale, dunque, per un demone col sangue impuro, del sangue più puro che esista?-
Lui spostò di nuovo lo sguardo sul pugnale, sbalordito, sentendo che tutto tornava, in quel momento.
Come aveva fatto a non pensarci prima?
Quanto era stato sciocco!Aveva creduto che sicuramente un semplice coltello fosse troppo poco per uccidere il suo sangue di demone millenario, e così non aveva nemmeno tentato di uccidersi con quello stesso pugnale che l'aveva creato, peccando di arroganza.
Una strana frenesia di impossessò di lui.
L'aveva sempre avuto accanto a sè, non l'aveva mai buttato, per il semplice motivo che era l'ultima cosa che lo teneva legato a Susan. Non aveva mai considerato in cosa era imbevuto.
Non aveva mai creduto che potesse essere la soluzione a tutti i suoi problemi.
Era talmente semplice!Così semplice, che forse avrebbe funzionato.
Alzò nuovamente lo sguardo, e sorrise, come era sicuro di non fare da molto tempo.
Un sorriso che gli illuminò tutto il viso.
Fu solo in quel momento che notò che gli occhi di Susan si stavano appannando, come se lei faticasse a mantenere la concentrazione.
Ma capì cosa stava succedendo solo quando vide il castano degli occhi di lei farsi più chiaro, acquisendo delle pagliuzze verdi che riconobbe proprie degli occhi di Lily.
Il tempo di Susan era finito.
Vide il suo viso piegarsi in una smorfia, mentre cercava di mantenere il possesso di quel corpo per ancora qualche istante.
La guardò, serio, e parlò con voce bassa.
-Aspettami, amore mio. Ti raggiungerò il più in fretta possibile.-
Lei annuì, ma ormai non aveva più il controllo della mente di Lily: gli occhi ormai erano tornati quasi totalmente del consueto verde.
Fu sotto quello sguardo color speranza, ma ancora macchiato di castano, che Mark si affrettò a sollevare il pugnale, mentre il fantasma-se si poteva chiamare così-di Susan scivolava via completamente dal corpo di Lily, tornando nel luogo oscuro sconosciuto ai mortali.
E mentre Lily, stordita, prendeva il pieno possesso delle sue facoltà mentali e fisiche, Mark, senza pensarci oltre e senza nemmeno distogliere lo sguardo da lei, si affondò il pugnale nel petto, cercando di puntare dritto al cuore che non batteva da troppo, ormai. Voleva fare il più in fretta possibile. Non aveva la minima intenzione di far aspettare Susan a lungo.
Per un secondo non successe nulla.
Mark temette che nemmeno quella sarebbe stata la volta buona.
Lily fece per dire qualcosa, ancora confusa e non pienamente cosciente, quando a Mark esplose una fitta di dolore in mezzo al petto che lo costrinse ad urlare.
Si era dimenticato quanto male facesse, il dolore.
Si accasciò al suolo, e con ironia pensò a quando, poco prima, aveva sperato di compiere quell'esatto gesto.
Un'altra fitta di dolore lo colpì e si espanse per tutto il torace.
Sentiva la propria carne lacerarsi, allargando il buco nel petto, come se il suo corpo non potesse sopportare il contatto con quel pugnale.
E lui urlò, urlò e urlò, sentendo il corpo per la prima volta dopo tempo immemore infiammarsi e piegarsi alla sofferenza.
Lily spalancò gli occhi, mentre vedeva dallo squarcio sul petto di Mark uscire a fiotti sangue nero come la pece che andava a sporcare il manto bianco di neve del terreno.
-Ma che diavolo...- mormorò, confusa.
Non si ricordava molto di ciò che era successo, a parte che una forza sconosciuta si era impadronita dei suoi pensieri e aveva iniziato a parlare a Mark tramite il proprio corpo.
Era stata quella a costringere Mark a farsi fuori?
Il biondo cacciò un altro urlo. Si portò le mani al petto, e per un attimo Lily pensò che volesse strapparsi di dosso il pugnale, ma lui la stupì, afferrando il manico d'argento e cercando di ficcarselo ancora più in profondità.
Con un ultimo, straziante gemito, Mark Spencer ruzzolò a terra, coprendosi di neve e del suo stesso sangue, e infine, dopo un ultimo, sospirato ansito, chiuse gli occhi azzurri, sentendo che finalmente la vita lo abbandonava.
Lily guardò quel corpo senza vita, a occhi e bocca spalancati, ancora non credendo bene a quello che fosse successo. Aveva ancora la testa nel pallone. Fino a un attimo prima stava combattendo, e poi...
Sentì un gemito proveniente da qualche parte dietro di lei, che le fece distogliere lo sguardo da quel corpo morto.
Vide che le spine che legavano James si stavano dissolvendo, e che lui iniziava a muoversi.
Senza più badare a Mark, fece per avvicinarsi a lui, per poi rendersi conto, con una smorfia di dolore, di non riuscire a muoversi. La gamba evidentemente si era rotta in più punti, impedendole qualsiasi tipo di movimento.
Senza minimamente farsi sconfortare da questa cosa, si mise a gattoni, puntellandosi sui gomiti, e, trascinandosi a fatica sulla neve, raggiunse James, che ancora aveva gli occhi chiusi.
Gli ultimi rovi che lo legavano si dissolsero nel nulla, spezzando così anche le ultime tracce dell'incantesimo di Mark.
-James.- mormorò, accovacciata accanto a lui.
Vide le sue palpebre vibrare, e si chiese se fosse un sintomo che stava per svegliarsi.
Non sapeva con esattezza gli effetti postumi della magia che il biondo gli aveva scagliato, e giurò a se stessa che se non fosse andato tutto più che bene, avrebbe personalmente trovato il modo di tormentare Mark, anche da morto.
Sospirò, pensando che intanto sarebbe stato bene recuperare la propria bacchetta. La testa le faceva male. La sentiva particolarmente appesantita. Che fosse a causa dell'essere che l'aveva posseduta?
Attorno a lei rimbombava solo il silenzio.
Interrogandosi sul da farsi, sfilò con delicatezza la bacchetta di James dai suoi pantaloni, per poi cercare di concentrarsi per bene.
La mente era così annebbiata e confusa che l'incantesimo di Appello andò a vuoto per ben due volte, ma la terza volta che gridò Accio Bacchetta! con un po' più di convinzione, quella con un sibilio sfrecciò tra le sue mani.
Un po' più sollevata, ora che aveva di nuovo la possibilità di controllare i suoi incantesimi, iniziò a pensare a come e se poteva riuscire a trasportare lei e James fuori dal bosco.
I mille pensieri che le affollavano la testa, però, non l'aiutavano a ragionare con razionalità.
Cos'era quella cosa che si era impossessata di lei?E perchè Mark si era ucciso?Perchè le aveva tolto la soddisfazione di farlo lei personalmente?
Scosse la testa.
Non era quello il momento.
-Evans?-
Si voltò rapidamente verso James, che aveva parlato, tossicchiando per lo sforzo.
-James!Stai...-
Ma non fece in tempo a concludere la frase, che un'altra voce li raggiunse.
-Signorina Evans!Signor Potter!State bene?-
Il professor Silente, con tanto di Mcgranitt a seguito, fece il suo ingresso trionfale, raggiungendoli a passo svelto.
Lily li guardò, e improvvisamente sentì tutta la stanchezza piombarle sulle spalle.
Ora che sapeva che sarebbe andato tutto bene, poteva concedere alla stanchezza di impadronirsi di lei.
-Professor Silente, professoressa Mcgranitt.- li fissò un attimo. -Un tempismo perfetto, non c'è che dire.- mormorò, la voce talmente bassa che forse loro nemmeno l'avevano udita.
-Il signor Black ci ha avvertito appena ha potuto...abbiamo dovuto trattenerlo dal precipitarsi qui appena ha affidato la signorina Mckinnon alle cure di Madama Chips...-
Silente si guardò attorno, e vide il corpo di Mark steso a terra, coperto di sangue nero. Sentì la Mcgranitt trattenere il fiato.
-Che cos'è successo qui?- chiese, con voce grave.
Lily fece una smorfia, spostando anche lei lo sguardo su Mark.
-Mi creda professore.- disse, con tono laconico. -Vorrei tanto saperlo anch'io.-












E dopo tempo immemore, eccomi qui, di nuovo!Non so esattamente cosa dire di questo capitolo xD spero si capisca tutto ciò che c'è da capire xD è un po' più corto degli altri, ma mi sembrava giusto finirlo così. Sperò che si capisca perchè all'inizio James non riesce a fare niente di quello che vorrebbe fare: naturalmente è Mark che comanda la sua voce e i suoi gesti, quindi non riesce a tirare un pugno a Sirius come avrebbe voluto xD Inoltre, la confusione iniziale è dovuta al fatto che Mark, come con Lene, gli sta modificando tutti i ricordi, proprio tutti, quindi anche la sua infanzia, la sua crescita...tutto, insomma. Spero di non aver reso la fine di Mark banale, e spero anche che questo capitolo abbia un senso e sia piaciuto xD Come al solito, fatemi notare errori o simili: l'ho scritto abbastanza velocemente, senza controllare più di tanto perchè volevo pubblicare oggi.
Ah, e...spero si capisca la storia del perchè col coltello Mark può morire xD E anche perchè non ci aveva pensato prima: lui aveva decisamente sottovalutato il pugnale, quindi diceva mah, figurati se basta questo ad uccidermi...anche perchè bisogna dire che in effetti se fosse stato un coltello normale non gli avrebbe fatto una cippa, ma è il sangue dell'unicorno ad essere importante: è il simbolo della purezza più grande, e quindi Mark, nato dall'impurità (l'assassinio) ne è, come posso dire?Come allergico. Spero che si sia capito xD
Bene, credo di aver detto tutto ciò che c'era da dire, ora mi accingerò a rispondere alle recensioni =)
Grazie a chi legge, a chi commenta, a chi mette tra le preferite, le seguite e le da ricordare!Un bacio grande a tutti =)







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