Classmates

di Sathys
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 21 ***
Capitolo 2: *** 19 ***



Capitolo 1
*** 21 ***


Ebbene sono tornata con un'altra fan fiction ma stavolta è leggermente diversa da quella che continuo a portare a avanti (questa per intenderci) . Perché qui i personaggi esistono realmente. Nel senso che non li ho esattamente inventati ma sono i miei odiosi adorabili compagni di classe. 
Quindi ragazzi del 5°m, quando la leggerete abbiate pietà di me perché è da un po' che non scrivo. Detto ciò... buona lettura.
 
Lorenzo Rapagnà
Apro gli occhi nello stesso momento in cui allungo la mano verso il comodino per prendere i miei occhiali. Ma le mie dita incontrano solo il freddo del vetro. Lo stesso che ho davanti.
Il mio respiro diventa irregolare mentre cerco di capire dove mi trovo. La stanza è asettica ma tanto io sono dentro un tubo e non potrei uscire. 
Provo a urlare e a battere i pugni sul vetro ma attorno a me c'è solo uno straziante silenzio.
-Cazzo!- impreco lanciando un calcio contro il tubo. Non mi faccio male ma solo perché ho degli anfibi. Chiunque mi abbia messo qui si è preso la briga di cambiarmi mentre dormivo. Indosso un maglione bordò, largo e strappato in alcuni punti, e un paio di pantaloni verdi. Mi tasto la faccia e mi accorgo non indosso gli occhiali ma ci vedo alla perfezione, sono sbarbato e i miei capelli sono stati rasati e accorciati in cima.
Ricomincio a prendere a pugni il vetro ma una voce, che sembra provenire da alcuni altoparlanti posti nella stanza, annucia che mancano dieci secondi al lancio.
Sempre più spaventato mi accovaccio a terra tra le lacrime aspettando che mi "lancino" da qualche parte.
Finito il conto però, la piattaforma su cui sono inizia ad alzarsi, ed io con essa, mentre il soffitto viene aperto lentamente.
Sospiro cercando di calmarmi e attendere la mia morte ma quando la piattaforma si ferma mi trovo davanti un'enorme cornucopia piena di cibo, armi, zaini e altre robe sparse a terra. 
Guardandomi attorno vedo la mia classe. Cristian, Benny, Ilaria, Valentina e ogni singolo alunno. Siamo tutti sulle piattaforme attorno alla cornucopia, vestiti allo stesso modo fatta eccezione per il maglione che cambia colore a seconda di chi lo indossa.
Sembriamo tutti puliti. Nè Cristian, nè Valentina e Lorenzo indossano gli occhiali da vista. Lei ha i capelli biondi, naturali e anche piuttosto lunghi. Simone li ha corti e castani e chiunque altro della classe si fosse tinto adesso è tornato al suo colore di capelli naturale. 
-Benvenuti!
Ci guardiamo tutti attorno per capire da dove provenga la voce ma risulta essere meccanica quindi anche stavolta deve provenire dagli altoparlanti.
-Benvenuti ad una nuova edizione degli Hunger Games!-
Cosa? Hunger Games?
-Nel caso non lo sappiate ci sono solo 3 regole.-
Era solo un cazzo di libro!
Mi volto alla mia destra e mi accorgo che Valentina è letteralmente sbiancata. Ancora di più. Alla mia sinistra invece Riccardo ride come suo solito. Come diavolo fa?
-Non scendere dalla piattaforma prima dello scadere del tempo.-
Sposto la vista oltre Riccardo e vedo Giuseppe L. e Benny. Mi guarda sconcertata e io scuoto la testa cercando di farmi coraggio.
-Nessuno sarà vostro amico.-
Torno a guardare di fronte a me e mi accorgo che oltre uno zaino c'è una piccola ascia. Un tomahawk per la precisione.
-C'è un solo vincitore.-
Riccardo e la sua risata inizia a darmi sui nervi.
-Per facilitarvi di dico che vi trovate nella città di Ascoli, ovvimente è ridotta in macerie, ma molte strade sono rimaste pulite. Tranquilli è solo una riproduzione. Nessuno è morto. Ancora.-
Adesso capisco anche dove siamo, al centro della Piazza del Popolo. Il duomo è ancora in piedi ma parecchi edifici attorno a noi sono crollati.
-30, 29, 28...-
Il conto alla rovescia è inziato e porto le mani sopra la mia testa. Ho paura ma a quanto pare non c'è nessun altra soluzione.
-20, 19...-
Inspiro ed espiro fissando l'arma e lo zaino davanti a me. Mi volto solo per guardare Benny che è occupata a fissare un pugnale davanti a lei. Sposta per un attimo lo sguardo verso Giuseppe e capisco immediatamente cosa vuole fare.
Gli altri nel frattempo sembrano aver deciso di andare verso la cornucopia. Chi con più, chi con meno coraggio.
-9, 8, 7...-
Inspiro per l'ultima volta guardando Cristian. Sta indicando me e lui. Forse vuole che ci alleiamo. Annuisco sussurrando -Va bene.-
-3-
Mi posiziono per correre.
-2, 1.-
Molti di noi urlano mentre si lanciano verso le armi o il cibo ma non io. Sono concentrato verso il tomahawk.
Mi manca il fiato quando afferro prima lo zaino e poi l'arma ma finisco a terra prima che possa riprenderlo. Riccardo mi ha buttato giù e cerca di prendermi a pugni per prendere il tomahawk. Provo di incassare più che posso e ricordo tutto quello che mi ha fatto passare in questi anni. 
Sento montare l'odio dentro di me mentre cerco di divicolarmi da lui. Finchè capisco che c'è un'unica soluzione.
Con l'arma ancora ben stretta nella mia mano lo colpisco nella parte più vicina a me. La sua testa.
Quando spalanca gli occhi vedo il terrore che si riflette automaticamente nei miei. Solo quando si accascia a terra realizzo di aver appena ucciso una persona.
Tremante riafferro il tomahawk e mi rialzo in piedi ma davanti a me c'è una scena agghiacciante. Il corpo di Giuseppe L. è riverso a terra in una pozza di sangue mentre Benny lo guarda con occhi carichi di odio. Ha un coltello sporco in mano e non ci metto tanto a fare due più due e scappare insieme Cristian a gambe levate. 
---
Cabooom due morti. Preparatevi per gli altri.
Ps.
Contento Rapi? 

 

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Capitolo 2
*** 19 ***


Scusate il ritardo ma questi giorni sono piena di studio (Ah, la maturità). 
Volevo augurarvi buona lettura specificare che "Secco" è il soprannome dato a Matteo.

Elias Pintacuda
Sono nel panico più totale e Matteo che fa? Cammina. Cristo! -Muoviti cazzo!- urlo, a bassa voce come solo io so fare per non farci sentire dagli altri. Okay, in realtà ho urlato ma ho l'adrenalina a mille e non capisco come faccia lui a stare così. Persino Rapagnà ha tirato fuori le palle uccidendo Riccardo, mentre lui adesso non si da una mossa.
-Se non l'avessi già notato, tre ore fa metà della nostra classe ha cercato di uccidersi... e di ucciderci.-
-E chi avrebbe cercato di ucciderci? Siamo stati talmente veloci a prendere lo zaino davanti a noi che non ci ha visti nessuno.- ribatte lui sbuffando. Almeno da segni di vita.
-Non lo so ma io prima non sono caduto per sbaglio.
-Stai svarionando amico, siamo in mezzo alle macerie, ti sarai inciampato.-
-Fai tu. Io voglio andarmene. Cazzo.- E comunque prima in piazza non c'erano macerie a terra, era pulito.
Rimango in silenzio per il resto della giornata, almeno fino a quando arriva la sera e dobbiamo iniziare a cercare un rifugio. Magari con una dormita la fame che mi attanaglia svanirà. 
-Ehi! Elì hai sentito?-
A quelle parole mi allarmo all'istante. Sento i miei arti bloccarsi ma le palpebre spalancarsi -Cosa?- sussurro con un fil di voce.
-Pss! Ragazzi!
Matteo si volta e trovo il coraggio di farlo anche io tirando un respiro di sollievo vedendo Carolina con le braccia alzate, senza nessuna arma tra esse.
-Caro!- Matteo le corre incontro abbracciandola senza che io possa chiedergli almeno di controllare chi ci sia nei paraggi.
-Sono sola, chiedervi un'alleanza sarà troppo scontato ma Sissi, Silvia ed Eleonora se ne sono andate tutte insieme all'inizio.- spiega guardandoci -Io ero lontana e non sono riuscita a raggiungerle.-
-Per me va bene.- sentenzio toccandomi la testa. Ho ancora le mie treccine e questo mi fa fare un sorriso amaro. Perché farci belli per morire? 
-Anche per me.- risponde Matteo mettendosi seduto su un tronco a terra. Probabilmente siamo vicino al fiume e almeno abbiamo un po' di acqua.
-Grazie mille ragazzi.- Il mio stesso sorriso si dipinge sulle labbra di Carolina e dopo poco anche su quelle di Secco

Non che io abbia dormito molto stanotte. Dopo uno sparo di cannone sono stati mostrati i volti di Giuseppe e Riccardo, i due morti di ieri, e in me inizia a crescere la paura. Mi chiedo se la costituzione di Matteo possa in qualche modo rallentarci o se l'arrivo di Carolina complichi le cose. Non voglio uccidere una ragazza e non voglio uccidere nemmeno il mio migliore amico per un motivo stupido. Infondo non sono un medico e non so' se possa effettivamente rallentarci. Ma forse sono solo paranoie. Non abbiamo ancora toccato cibo.
-Elì...- sussurra Matteo toccandomi la spalla. Forse voleva svegliarmi perché rimane un attimo stupito quando mi vede voltarmi -Ma Valenti...
Il suo discorso viene interrotto da un urlo. Probabilmente di una ragazza. Probabilmente di Cristina.
Ci alziamo tutti e tre e per un attimo mi viene da ridere allo sbalzo di Carolina. Stava dormendo e ha tutte le foglie impigliate nei capelli lunghi e castani. 
-Che succede?- mormora avvicinandosi a noi. 
Scrollo le spalle in risposta e mi nascondo dietro un albero per cercare di osservare la scena davanti a noi.
Cristina è rimasta impigliata ad un sasso che le è caduto sull'anfibio. Ci sono anche Simone, Alessia e Virginia con lei ma visto che i primi due se ne vanno dopo aver parlato di qualcosa che sembrava il labiale di "rimango io", Virginia deve essersi offerta per aiutarla. 
-Che aspettiamo...- dice Matteo alle mie spalle -Abbiamo un coltello e una balestra nello zaino. Uccidiamole.-
-Anche io ho un coltello.- aggiunge Carolina.
-Ragazzi. Non credo serva.- rispondo sbarrando gli occhi.
Virginia ha cacciato un macete e non lo sta puntando contro la scarpa di Cristina per aiutarla. 
-Mattè... Mattè adesso la ammazza.- le mie parole escono fuori tra il divertito e il terrorizzato. 
Virginia, nel frattempo, alza il macete e gira attorno alla schiena di Cristina. Sta parlando ma da questa distanza non riesco a sentire molto, anzi proprio nulla.
-Ma non erano amiche?- domanda Carolina shockata.
-E' l'arena.- Le parole di Matteo suonano come le ultime parole di un film, o di un trailer d'effetto, perchè il macete colpisce in pieno la scapola sinistra di Cristina, facendola cadere a terra. Doveva credere che fosse stato uno scherzo idiota per non provare a reagire. Perché continuare a rimuovere la scarpa bloccata non si può chiamare reagire.
-Andiamocene, risaliamo in città prima che tornino gli altri due.- propongo mentre il colpo di cannone dichiara la morte di una nostra compagna.

Simone Ciccarelli
-Il cannone!- grido tornando indietro dalle mie amiche. Non può essere successo qualcosa a loro. Infondo siamo a tre metri di distanza, saremmo morti anche noi. 
Io e Alessia iniziamo a correre mentre lei cerca di prepararsi ad usare l'arco. Non è male a tirare e poi io non posseggo nessuna arma.
Abbiamo il fiatone non appena ci fermiamo ma quando alzo lo sguardo il respiro vorrebbe bloccarsi del tutto. Virginia ha in mano il macete insanguinato mentre Cristina è rivolta a terra sporcando il terreno di sangue. 
Mi si annebbia la vista e l'unica cosa che riesco a pronunciare è un secco -Tu.- rivolto a quella che credevo fosse mia amica. Nostra amica. Alessia punta l'arco contro di lei pronta a tirare ma non voglio. Non ancora.
-L'hai uccisa!- sbraito correndo verso Virginia. Prova a scappare ma inciampa a sua volta perdendo l'arma. L'afferro prima che se ne impossessi di nuovo e mi butto sopra di lei con il macete puntato sotto il suo collo.
-L'hai uccisa!- ripeto mentre quella che è diventata una stupida assassina si divincola sotto di me cercando di salvarsi.
-Mi dispiace. Non volevo!- si giustifica piangendo. Non mi fa pena.
-Ti dispiace? Chi mi dice che non farai lo stesso con me e Alessia?- domando retoricamente avvicinandole ancora di più il coltello.
-Ti prego Simone... Era... Era un peso.-
Non riesco a credere che abbia pronunciato quelle parole. Crede di farsi perdonare in questo modo?
Rimango in silenzio alzando l'arma e spostandomi leggermente dal suo corpo.
Infatti le lascio tirare un respiro di sollievo prima di colpirla al cuore.
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Boom, Boom. Due morte. Perdonatemi per le morti poco violente. Ci sarà di meglio.
 

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