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Lista capitoli: Capitolo 1: *** il 1° perizoma di Itachi *** Capitolo 2: *** aria di dubbio *** Capitolo 3: *** qualsiasi cosa che non sia Itachi *** Capitolo 4: *** noi sotto le luci del cielo *** Capitolo 5: *** chiacchierando con Deidara *** Capitolo 6: *** nel tentativo di dimenticarti *** Capitolo 7: *** in missione con l'albino *** Capitolo 8: *** accenni di gelosia *** Capitolo 9: *** la decisione di itachi *** Capitolo 10: *** incidente di percorso *** Capitolo 11: *** ritorno alla vita ***
Itachi era sveglio da poco. si stiracchiò sotto le coperte e
preso coraggio scese dal letto e si diresse in bagno. faceva particolarmente
freddo in quei giorni ed era sempre difficile alzarsi da quel caldo tepore.
Messa la cuffietta per i capelli, entrò nel doppio vano doccia e aprì l'acqua.
Poco dopo si svegliò anche Kisame che alzatosi a sua volta entrò nel bagno
senza bussare.
-Giorno Itachi- esclamò con un sorriso. Il moro lo
guardò di rimando. Si spostò per permettergli di entrare ed essere colpito dal
getto d'acqua fredda causato dallo scaldino non funzionante. -Quest'acqua gelida te lo ringrinzisce
molto amico mio. Già normalmente è piccolo, figuriamoci ora- ghignò maligno lo
squalo.
-Il mio rientra in una misura normale, al massimo è il tuo eccessivo. Degno di
un mostro quale sei tu- rispose pungente l'altro.
-Come ti permetti?!-
-Sei tu che hai incominciato, Kisame!-
Itachi si girò dandogli le spalle non volendo continuare quello stupido
teatrino. Il suo comportamento però non fece altro che aumentare l'ira di
Kisame che non voleva assolutamente lasciargli l'ultima parola. Lo afferrò
quindi per i polsi, bloccandogli ogni movimento.
-Che cosa stai facendo?Mollami!-
-Dimmi scusa-
-Mai- sbottò l'Uchiha, che colpì il suo aguzzino calciandogli una gamba. Questi
cadde nonostante avesse tentato di appoggiarsi alla parete del vano doccia.
Mollata la presa, Itachi rapido uscì lasciando lo squalo con un pugno di
mosche. Dirgli scusa avrebbe significato offendere il suo onore, e nonostante
la supremazia fisica dell'altro era riuscito a scappare da quella spiacevole
situazione.
Il ninja della nebbia si rialzò furioso lasciando sbollire la rabbia sotto il
getto d'acqua gelida.
Come osava quel ragazzino dargli del mostro? Sapeva di non essere un modello e
neanche nella media, a dirla tutta...ma per dio era pur sempre più anziano di
lui! I giovani d'oggi non hanno più rispetto si ritrovò a pensare Kisame.
Finita la doccia e rientrato in camera, notò il moro, ormai vestito, davanti
allo specchio nell'intento di sistemare i capelli.
-Spero che quello che è successo prima non riaccada- sibilò il più giovane.
-Forse sono stato un pò troppo aggressivo. Ma ti
invito a non schernirmi più per il mio aspetto, coloro che lo hanno fatto non
sono più qui per ripeterlo-. che fosse o meno una velata minaccia al corvino
poco importava. Quelle finte scuse sapeva solo lui dove doveva mettersele. Uscì
dalla stanza, sussurrando parole incomprensibili, probabilmente insulti,
sbattendo la porta.
Il blu decise che avrebbe passato la giornata in salotto davanti alla
televisione, quando poteva amava guardare i documentari sugli animali.
-Itachi tocca a te uhn-
-Ok, pesco... passo il turno-
-UNO!- urlò euforico Sasori.
-Accidenti...Kakuzu devi assolutamente bloccarlo il
prossimo turno!- replicò Deidara.
-Quanto sei disposto a pagare?- bofonchiò il tesoriere. Ogni scusa era buona
per aumentare gli introiti a sua disposizione.
-Questo è un gioco Kakuzu, vuoi vincere o no?-
-Se vuoi ti ripeto la domanda-
-Vanno bene 3000 yen?-
-Il lavoro di squadra è sleale!- li sgridò il marionettista.
Proprio in quel frangente uscì il Leader dal suo ufficio. Diede una occhiata ai
ragazzi al tavolo e si sedette sul divano accanto a Kisame, che come al suo
solito aveva monopolizzato l'area tv con uno stupido show sugli animali.
-Ho un compito abbastanza delicato da affidare a te ed Itachi-
-Me ne parli pure- -Konan è andata a fare acquisti ma ha dimenticato il
portafogli, ed è rimasta bloccata in un negozio-
-Va bene andiamo subito- esclamò lo spadaccino. Si alzò dal divano e arrivato
al tavolo sollecitò il moro a terminare la partita. Questi lo guardò un pò scocciato, ancora lievemente arrabbiato per prima, ma
non si fece pregare.
Il capo consegnò loro il portafogli e l'indirizzo del negozio.
In pochi minuti arrivarono nel viale commerciale. C'era parecchia gente in
giro. Non impiegarono molto tempo a raggiungere il loro obiettivo. Che si
rivelò essere un negozio di intimo!
-Diamine il capo poteva pure dircelo di che negozio si trattava...avremmo
potuto mandarci Deidara-gnignò
Kisame, -e se qualcuno ci vedesse entrare in un posto simile?-
-Va bene entro io- disse risoluto il corvino non sopportando oltre i
piagnucolii dell'altro.
Itachi si tolse il coprifronte, si sciolse i capelli
e li sistemò un pò.
-Ti sembro una ragazza?-
Kisame rimase esterrefatto.
-Accidenti ci sembrate proprio. Vi manca solo un pò
di seno e siete proprio il mio tipo- lo canzonò il blu. In effetti i tratti
delicati del viso con quei capelli lunghi avrebbero ingannato chiunque.
-Aspettami qui-
Itachi uscì dal negozio con Konan soltanto una
mezz'ora dopo. Cosa avevano fatto tutto quel tempo da soli?
-Alla buon ora. Stavo facendo la muffa qua ad aspettarvi- esclamò Kisame, ma i
due sembravano non considerarlo. Lo superarono continuando a parlare tra loro.
-Stavi veramente bene con quei perizomi! Peccato che ne hai comprato soltanto
uno-
-In effetti non credevo mi donassero cosi tanto-
-Ma come Itachi da quando in qua gli uomini comprano questi affari? Avete preso
troppo seriamente le mie parole prima...-
-Quel negozio vende anche articoli per uomini. Infatti ne ho preso qualcuno
anche per il Leader, già so che apprezzerà il mio gesto.- rispose seria Konan. Davvero Kisame non poteva crederci... Pain, colui che tutti rispettavano e temevano...indossava i
perizomi? Lo squalo non sapeva se ridere o piangere per quella spaventosa
rivelazione. -Itachi, davvero...questa notizia mi lascia senza
parole...- si trovò a dire il compagno.
-Capisco che possa disturbarti l'idea di vedere un uomo che li porta. Ti
garantisco che in tua presenza non li indosserò-
Tornati al covo, Konan si diresse in ufficio per fare
rapporto e mostrare i suoi acquisti a Pain. Nel
frattempo gli altri due rientrarono nella loro camera.
Posato il cofanetto contenente l'intimo, Itachi salutò il collega ritornando in
salotto.
Uscì quindi dalla stanza lasciando la confezione incustodita. Kisame era
combattuto: tra la curiosità e il disgusto. Ma alla fine non potè resistere. Corse al comodino per vedere cosa aveva
acquistato l'altro. Lo estrasse dal pacchetto. Era di un blu acceso.
Il colore almeno non era male, pensò tra sé. Lo rimise al suo posto e si sdraiò
sul letto intenzionato a far un pisolino. Poco dopo sentì bussare alla porta.
-Possiamo?- rapidi entrarono Konan e Itachi. L'artista
degli origami sembrava particolarmente eccitata.
-Su Itachi, vallo a provare!-
IL moro prese il perizoma e andò a cambiarsi in bagno. -Kisame senti puoi uscire dalla stanza?- gli chiese Konan. - Sai prima avevo capito che preferivi non vederlo
indossato- -Ahah non ti preoccupare per me. Questa è la buona
occasione che mi faccio due risate- rispose divertito lo spadaccino.
Dopo pochi minuti il moro uscì dal bagno. Kisame non poteva credere ai suoi
occhi. Gli donava moltissimo! Se fosse una donna... cosa gli farei.
Itachi percorse la stanza con passo lento e aggraziato. Sembrava stesse
imitando le modelle che camminano in passerella. Solo che a guardarlo in quel
momento non c'era una folla di cultori per la moda ed il lusso. C'erano solo Konan e Kisame. La donna era estasiata di quel uomo che con
incredibile naturalezza, attraversava mezzo nudo la stanza. Girò un paio di
volte su se stesso mostrando ai suoi spettatori il fisico e le natiche
perfetti.
Kisame involontariamente non potè non paragonare il
corpo del compagno, coperto appena da quel filo di stoffa, e quello formoso
della collega. Cercò di immaginarla li, davanti a lui, con quello stesso
perizoma che indossava l'Uchiha. Ma la sua mente sembrava prendersi gioco di
lui... come poteva essere che trovasse più attraente Itachi piuttosto che Konan?
Quel pensiero lo turbò profondamente.
All'ennesimo giro del moro lo sguardo dello squalo cadde e si soffermò a lungo
su quello splendido sedere, facendolo arrossire vistosamente. Per evitare che Konan o peggio Itachi si accorgessero di quello che stava succendendo si alzò rapido dal letto e si diresse verso la
porta deciso ad uscire. -Kisame che fai già te ne vai? Pensavo volessi
prendermi in giro- lo punzecchiò il corvino. Da quando era uscito dal bagno il
compagno non aveva proferito parola e la cosa lo stupiva non poco.
-Ehm...devo fare una cosa importante. Voi continuate pure- disse chiudendosi la
porta dietro.
Percorse rapido il corridoio e il salotto, fino ad arrivare al piccolo giardino
da interno curato con premura da Zetsu. Si sedette
sotto un albero. Sfiorò con la mano il naso. Un pò di
sangue gli colava dalle narici.
Come poteva succedergli una cosa simile? Non riusciva a credere che ciò fosse
dovuto allo spettacolo di poco prima. Il corpo di Itachi...quel perizoma. Cercò
invano di trovare una soluzione più plausibile. Forse immaginare Konan lo aveva ridotto così! Sì solo cosi poteva essere
andata... eppure perchè continuava a pensare al corpo
del compagno?
-Kisame?- quella voce la conosceva fin troppo bene.
Il moro lo vide quasi subito. Gli venne incontro sedendosi accanto a lui.
Lo spadaccino continuava a coprire il naso, col timore che l'altro lo potesse
vedere.
-Senti Kisame ti volevo chiedere una cosa. Ecco... volevo sapere la tua opinione
su quello che hai visto poco fa-
-Come?-
-Non fare il finto tonto. Intendo il perizoma. Konan
dice che mi sta molto bene, ma... tu che ne pensi?-
Perchè mai gli chiedeva una cosa simile? Magari
lui...preferiva gli uomini?
- Non fraintendermi Kisame. Almeno se non ti fa ribbrezzo
potrò indossarlo liberamente senza infastidirti- Ah ecco.
-Bhe se devo essere sincero ti stava bene-. Non fu
facile ammetterlo ma era vero.
-Direi che Konan è stata molto insistente. Per non
sentirla più nelle orecchie mi sono convinto a provarne uno. E devo dire che mi
piacciono, immagino che molte altre donne li apprezzino indossati da un uomo-
Sentite quelle parole Kisame si sentì quasi deluso. Davvero gli dispiaceva
che non lo avesse fatto per lui? Che assurdità stava pensando.
Lo spadaccino spintonò l'Uchiha facendolo sdraiare sull'erba per poi alzarsi.
Il corvino non sembrò gradire quel gesto, si alzò e lo spinse a sua volta.
-Ma che ti prende?-
-Lasciami solo. Non mi interessa niente di te e del tuo perizoma!-
L'altro lo guardò con occhi di fuoco. Quel terribile sguardo lo ammutolì. Lo
spadaccino ripreso il controllo di sè si allontanò da
lì.
Che cosa gli stava succedendo? Poteva mai perdere la testa per un ragazzino
come quello? Per anni aveva amato le donne e le loro forme. Sperò con tutto se
stesso che quello fosse soltanto un brutto sogno. Ma era la realtà. E non
poteva farci niente.
Entrato in camera, aprì il cassetto e prese la causa di quel turbamento. Quel
perizoma.
Salve a tutti sono Sweetkonan. Questa fanfiction è stata pubblicata nel lontano 2008 e non è mai
stata completata...un pò per mia pigrizia e un pòperchè mi vergognavo
dell'aborto partorito dalla mia mente( XD ). Anche se non sono mancate le
recensioni e l'appoggio di alcuni lettori, sentivo che in questa fanfic tutto era sbagliato. Finalmente dopo ben 7 anni ho
deciso di rivedere il mio lavoro.
Premetto subito una cosa: tutti i capitoli saranno riscritti, la trama
principale non subirà variazioni, anche se è probabile che ci saranno dei
cambiamenti su siparietti e scenette in ogni capitolo.
Premetto che senza dubbio uno dei cambiamenti più rilevanti sarà la
caratterizzazione di Itachi. Nei vecchi capitoli...ecco... il nostro caro
Uchiha sembrava davvero una femminuccia in un corpo da uomo XD . Itachi rimarrà
sicuramente un pòooc,
altrimenti sarebbe impossibile sviluppare questa storia d'amore, ma non sarà
ridicolo com'era prima ^^.
Inoltre sto procedendo alla scrittura dei successivi capitoli in maniera tale
da dare un adeguato fine a questa storia.
Mi scuso con tutti coloro che 7 anni fa hanno iniziato insieme a me questo
percorso (voi come lettori io come scadente scrittrice) e siete rimasti delusi
per la mancanza di un epilogo. Purtroppo non ricordo più come avevo deciso di
far concludere questa storia, ma ho già pensato come continuarla, quindi non
temete stavolta finirà sul serio.
In ogni caso procederò prima alla riscrittura di tutti i vecchi capitoli già
pubblicati.
Grazie in anticipo a chi leggerà :) buona lettura!
Erano da poco passate le 8 e i due nukenin non avevano alcuna voglia di
alzarsi. Quella giornata non avevano missioni da portare a termine
quindi se la potevamo prendere con comodo.
-Itachi-
L'Uchiha tirò fuori la testa dalle coperte guardando
assonnato l'altro.
Eppure in quel momento non provava alcuna attrazione verso il moro.
durante tutta la giornata di ieri Kisame aveva fatto il possibile per
evitare la compagnia dell'altro. Quella strana sensazione lo aveva
accompagnato tutta la giornata, ma adesso a pochi metri da Itachi si
sentiva finalmente tranquillo. Che le spiacevoli ansie di ieri fossero
ormai storia superata?
-Kisame
che devi dirmi?- -Itachi volevo
avvisarti che oggi pomeriggio parto- -Parti?- -Sì ho
avuto un permesso speciale dal
capo. Torno al mio paese così potrò riconciliarmi
con ciò che rimane della mia
famiglia.- -sono felice per te,
Kisame- gli rispose sorridendo.
Il ninja spadaccino si alzò dal letto e si diresse sotto la
doccia, seguito da Itachi. Si
spogliarono ed entrarono nella cabine doccia,ognuno sotto il suo getto
d'acqua. Quando all'improvviso Kisame sentì due calde mani
sul
suo petto. -Che petto muscoloso
che hai Kisame- -Ma che stai facendo
Itachi?- Le mani dell'Uchiha
iniziarono a
scendere lungo l'addome per poi fermarsi sui fianchi. Alzò
lo
sguardo per incontrare gli occhi dell'altro.
Quanta libidine in quel gesto. Il blu si sentiva completamente confuso. -Fammi toccare il
prodigio di cui ti ha dotato madre natura- sussurrò Itachi
visibilmente arrossato. Le sue dita scesero
sfiorando gli attributi del compagno. Una scarica di adrenalina e di
piacere pervase il corpo del più anziano. Itachi sorrise
divertito, se ne era accorto. Afferrò più
saldamente la
potenza dell'altro lasciando ben intendere cosa voleva farne. Spaventato da tutte
quelle attenzioni, Kisame allontanò l'altro con il braccio. -Che credi di fare?
Prenderti gioco di me?! Metti le mani a posto!- Itachi gli
saltò addosso
facendolo scivolare e cadere. Il corvino era seduto sopra di lui e
continuava a guardarlo divertito. Con la punta della lingua si
leccò le labbra facendo così fremere il corpo
sotto di
lui.
Non stava succedendo davvero. Ma Kisame non riusciva più a
reagire. Era come paralizzato.
-Kisame...io ti amo- L'uomo squalo rimase
immobile per l'imbarazzo. -Prendimi e fammi
uomo!- urlò Itachi euforico prima di baciarlo sulle labbra.
Aprì gli occhi.
Kisame si ritrovò nel suo letto mandido di sudore. Il cuore
che
batteva all'impazzata. Doveva calmarsi. Si alzò rapido e
iniziò a camminare per la stanza. Si sentiva ancora molto
accaldato nonostante la stanza fosse fredda. L'erezione tra i
pantaloni che non intendeva scemare. Si sentì come
pietrificato
quando si accorse che Itachi era sveglio e lo stava fissando.
-Hai
fatto un brutto sogno?.- L'altro non rispose. -Te lo chiedo
perchè ti sei
agitato molto mentre dormivi. Hai fatto svegliare pure me- disse Itachi
alzandosi a sua volta dal letto.
Si avviccinò al blu, porgendogli la mano sulla fronte. Non
era caldo.
-Hai il viso un pò arrossato, ma non hai niente-
constatò
il corvino. Non era un tipo premuroso ma quel gesto fu apprezzato
dall'Hoshigaki che di rimando gli sorrise.
Tornarono quindi alla loro routine, dirigendosi in bagno per farsi una
lavata.
Kisame
sperò con tutto se
stesso che quello che aveva sognato prima non fosse un sogno
premonitore. Cercò di concentrarsi su quello che li
attendeva
quella giornata. Su cosa avrebbero mangiato a pranzo. Per un attimo si
voltò guardando l'altro che era intento ad insaponarsi.
Inaspettatamente sfuggì dalle mani del moro la saponetta,
costringendolo a piegarsi in avanti. Trovaserlo lì di
schiena,
in quella posizione indecente gli fece correre il sangue alla testa e
desiderò per un secondo di allungare la mano per carezzargli
il
sedere.
Raccolto il sapone Itachi si girò trovando il compagno fermo
come un ebete a guardarlo. Infondo era un pesce, pensò tra
sè. Il corvino non aveva proprio un'alta considerazione del
suo
compagno. -Kisame mi dici che hai
sognato stanotte?- L'altro
sembrò destarsi
dalla trance in cui era caduto e sperando che l'altro non avesse capito
con poca nonchalance si voltò guardando la parete della
doccia.
-Te lo
chiedo per l'erezione che hai... con quale bestia hai sognato di fare
sesso stavolta?- chiese stuzzicandolo il moro. -Non ho sognato niente-
-Che c'è fai il prezioso stamattina? Di solito sono io che
ti
prego di non raccontarmi nulla.- Kisame però
preferì
tacere. Non era giornata insomma. Finito di sciaquarsi
Itachi
uscì dalla
doccia. Kisame finalmente da solo si sedette lasciando scorrere l'acqua
in modo che l'altro pensasse che si stava ancora lavando.
Perchè proprio lui? Perchè non poteva continuare
ad amare
le donne come aveva fatto fino a l'altro ieri? Queste domande gli
rimbombavano nella testa. Oramai non era più un ragazzino,
non
riusciva a spiegarsi come un aspetto cosi importante nella sua vita,
quale l'attrazione verso il gentil sesso, potesse cambiare cosi dal
nulla da un giorno all'altro.
Il vano doccia si aprì. Era Itachi. Il moro
allungò il
braccio chiudendo l'acqua prima di entrare e piegarsi davanti all'altro. -Stai bene Kisame?- Lo spadaccino si mise
impiedi sorridendo forzatamente.- Sì non ti preoccupare- -Se c'è
qualcosa che ti
turba puoi dirmelo se vuoi. Siamo compagni infondo- inaspettatamente
gli sfiorò con la punta delle dita una guancia facendo
arrossire
Kisame. Distolse lo sguardo dal moro per evitare quell'imbarazzo e fece
per uscire dal bagno.
L'altro lo seguì scrutandolo preoccupato mentre lo squalo si
rivestiva. Quando ebbe finito, il corvino si avvicinò al
compagno sfiorandogli un braccio.
Quella mattina Kisame era davvero troppo strano. Che fosse arrabbiato
con lui per una qualche ragione?
-Kisame-
Si guardarono. Qualcosa non tornava. Davanti a lui in quel momento non
c'era il solito Kisame. Quegli occhi non li aveva mai visti prima.
Sembravano quasi...dolci.
-Itachi- sussurrò il più grande, carezzandogli il
viso.
Si chinò su di lui. L'altro non si mosse.
-Kisame-
Era cosi vicino. Sentiva il suo respiro sulla sua pelle.
Itachi riprese il controllo di sè quando sentì
bussare alla porta. Indietreggiò appena in tempo.
Sasori poco dopo aprì la porta.
-La
colazione è pronta, venite?- -Certo-
sbiascicò Kisame incamminandosi verso la porta.
Il moro lo afferrò nuovamente per il braccio. Voleva una
spiegazione a quello che stava per accadere poco fa. Ma lui non sapeva
cosa dirgli. Scrollò il braccio ignorandolo e uscendo dalla
stanza.
Itachi non riusciva a spiegarsi la passività di poco prima.
Perchè era stato necessario l'intervento di Sasori per farlo
tornare in sè? Erano ormai passati anni da quando non stava
da
solo con una donna. Non ne provava l'impellente necessità.
Ma
questo non giustificava il suo comportamento di poco prima. Che stesse
iniziando a provare
qualcosa per lui?
Ed
eccoci arrivati al secondo capitolo revisionato. Sto cercando di
pubblicarli molto rapidamente per poter cosi procedere alla conclusione
della storia. Spero tanto che la loro riscrittura venga apprezzata.
Buona lettura.
Capitolo 3 *** qualsiasi cosa che non sia Itachi ***
qualsiasi cosa che non sia Itachi
In
piena notte
Kisame si svegliò in preda agli incubi. Era la terza sera
che si
svegliava di soprassalto e sapeva che non sarebbe più
riuscito a
prendere sonno. Itachi dormiva ancora tranquillo nel suo letto.
Uscì dalla stanza e rimase
stupito nel vedere che non era l'unico a non chiudere occhio. Kakuzu
era seduto a tavola e stava bevendo del caffè con in mano un
libro. Anzi un manuale: Le 10 regole per lucrare e accrescere il
proprio patrimonio. Insomma una lettura piacevole.
-Anche tu non riesci a dormire?-
-Hidan non la smette di russare. Preferisco rimare un pò
qui...tu invece?-
-Ho continui incubi, sto così male che ho bisogno di
parlarne con qualcuno- disse avvilito.
Kakuzu posò il manuale sul tavolo, invitandolo a continuare.
-Mi devi garantire che non lo dirai a nessuno-
L'altro non si mosse. Sperò valesse come un sì.
-Ecco... da un alcuni giorni sento di provare qualcosa per Itachi...
voglia di toccarlo, di abbracciarlo.
Forse anche lui prova qualcosa, anche perchè una volta
stavamo per baciarci.-
-Sei stato tu ad incominciare?-
-Bhe, sì!-
-Non è che in realtà è rimasto
semplicemente spiazzato dal tuo gesto e per questo non ha reagito?-
-Itachi, lo conosci anche tu, riesce a rimanere sempre distaccato in
ogni situazione. Se non avesse voluto mi avrebbe fermato-
-Hai mai visto Itachi in una situazione del genere? E poi come
è
andata a finire? Sei tu che ti sei fermato?- chiese il tesoriere sempre
più curioso.
-E' entrato Sasori...ed Itachi si è spostato-
-ora capisco tutto- disse risoluto il tesoriere. -Credo proprio che con
Itachi non ci sia
nulla da fare, devi smetterla di pensare a lui! Esci un pò
la
sera, trovati una ragazza e vedrai che la situazione si
risolverà da sola- Kakuzu sembrava molto convinto di
ciò
che diceva.
-Aspetta Kakuzu forse non mi hai capito. Io non voglio dimenticarmi di
lui. Più passa il tempo e più lo desidero. Ma
è
atroce sapere di non essere ricambiato. In questi giorni fa di tutti
per starmi lontano. Aiutami
Kakuzu, che devo fare?-
-Te l'ho detto. Prova a frequentare delle donne e smettila di stargli
dietro.Portare avanti questa storia non farà che
rovinarti la vita...un amore non corrisposto è la cosa
più dolorosa al mondo.-
-Dimmi la verità un sacco di donne ti hanno spezzato il
cuore, eh?- disse sorridendo lo squalo.
-Sempre meglio di te che ti invaghisci di Itachi Uchiha- lo
schernì il tesoriere.
Infondo aveva ragione. Poteva trovare qualcuno più
impassibile
ed insensibile di Itachi? Accettò quindi i suggerimenti
dell'anziano e se ne tornò in camera.
Itachi era sveglio da poco e si sorprese di trovare vuoto il
letto
accanto al suo. Era ormai l'alba e di solito Kisame non era mattiniero.
Chiuse gli occhi ma non aveva più sonno. Ripensò
agli
ultimi giorni. Dopo quella mattina il moro aveva preferito allontanare
il compagno, che a parte salutarlo o dire frasi di circostanza, non
aveva ancora provato a chiarire quello che era successo. anzi, quello
che stava per succedere. Ma alla fine ce ne era davvero bisogno? Era
lampante agli occhi dell'Uchiha che lo squalo provasse qualcosa per
lui. Se non fosse stato così gli avrebbe parlato, spiegato
perchè l'altro giorno aveva tentato di baciarlo.
Nonostante tutto però non era riuscito a spiegarsi
perchè
fosse rimasto immobile mentre l'altro piano si era avvicinato a lui per
sfiorargli le labbra.
Non pensava proprio di provare qualcosa per il compagno. Ma allora
perchè?
Stanco di tutti quei pensieri si alzò dirigendosi in bagno.
Kisame rientrò in camera giunto in tempo per vedere il
collega ancora nudo, scegliere i vestiti da mettere.
Itachi mal sopportando il suo sguardo prese gli abiti ed
andò a cambiarsi altrove.
Già, Kakuzu aveva ragione. Era il momento di mettere fine a
quella situazione. Tanto l'altro non lo avrebbe mai ricambiato.
-Allora ragazzi ho alcune raccomandazioni per voi.- annunciò
il Leader a tavola mentre tutti erano intenti a mangiare.
-Non possiamo nemmeno fare colazione in pace!-
-Sta zitto!Comunque oggi il salotto è off limits.-
-COME?!- esclamarono in molti.
-Konan ha invitato delle sue amiche e non vuole che riaccada
ciò che è successo la volta scorsa...parlo
soprattutto
con te, Hidan. Non voglio vederti girare nudo per le stanze!-
Kisame non poteva ricevere una notizia migliore di quella. Quella
mattina delle donne sarebbero arrivate lì! Non poteva
lasciarsi
sfuggire questa occasione!
-ma allora come passeremo la giornata?- chiese Itachi.
-perchè non andiamo a farci un giro qua attorno? uhn-
Tutti nella base parteciparono alla discussione. Solo lo spadaccino
stava per le sue.
Se non poteva vederle in salotto, ciò non gli impediva di
incontrarle "casualmente" per strada ed infatti da diverse ore Kisame
aspettava fuori dalla base di scorgere un gruppetto di ragazze, che
finalmente si vide all'orizzonte.
Corse verso le sue prede e dopo le dovute presentazioni, promise di
scortarle verso la base. Lungo la strada cercò di
conquistarle
approfittando del suo bel fisico e mentre narrava esaltato alcune delle
sue gesta, la notò. Tra tutte era sicuramente la
più
bella, e ne rimase subito colpito. Gli si avvicinò per
sapere il
suo nome.
-Piacere sono Kisame Hoshigaki-
-Ciao io mi chiamo Namida, piacere di conoscerti - rispose
lei.
Aveva un viso adorabile, splendidi capelli neri e un fisico esile.
Anche se non era formosa come le donne che di solito frequentava, era
davvero stupenda.
Parlarono per un pò e Kisame si rese conto che oltre ad
essere
attraente era anche una donna molto allegra e sicura di sè.
Ed
inoltre non potè non notare che ella rideva ad ogni sua
battuta.
Insomma aveva sicuramente fatto colpo.
-Senti Namida...-
-Sì?-
-Che ne dici, ti va di prendere un caffè con me? Sai il
salotto
è off-limits per me ed i miei colleghi, però mi
piacerebbe conoscerti meglio-
-Perchè no!- esclamò lei sorridendo. Prese per
mano Kisame e si allontanarono dal gruppo di ragazze.
-Hey Sasori, sapevi se Kisame voleva venire con noi al cinema?- chiese
l'Uchiha.
-Mi ha detto che non viene perchè ha una commissione da
fare.-
-Ah non importa- disse Itachi.
Meglio così, poteva godersi il giro senza preoccupazioni.
-Non ci credo! Davvero puoi respirare sott'acqua?-
-Certo, come vedi ho le branchie. Spesso vengo definito un
uomo-squalo.-
-Lo sai, una volta ho fatto un corso di sub,ma senza alcun dubbio
sarebbe più eccitante fare un'esperienza come la tua. Non
sai
quanto ti invidio, adoro nuotare-
-Hey ne abbiamo di cose in comune- disse sorridendo. Non come con
Itachi. Di lui a stento ne conosceva il nome e la reputazione. Non solo
era a suo agio con lei, ma più parlavano, più
sentiva che
era la persona giusta per lui. Non voleva certo affrettare le cose, le
storie migliori nascono con il tempo, ma aveva la necessità
di
dimenticare qualcun'altro.
Continuavano a camminare uno affianco all'altro, sfiorandosi le dita.
Avrebbe voluta stringerla a sè in quel momento. Lei forse
intuendolo dalla sua titubanza, gli prese la mano.
-Sasori che ne pensi del film che abbiamo visto? Non ti è
piaciuto? -
-Troppo smielato per i miei gusti. La prossima volta scelgo io il film,
Deidara.Tu che ne pensi Itachi san?-
-Davvero orrendo, scusa Hidan ma per caso Kisame non ti ha detto che
impegno aveva?-
-Sai che me ne importa di quella sardina? Però infondo se
avessi
saputo cosa andavamo a vedere anche io non mi sarei fatto trovare!-
-Ma sta zitto! il film l'ho trovato bellissimo! Ma
guarda parli del diavolo e spuntano le corna- disse il dinamitardo
puntando poco più avanti di loro una coppietta. La ragazza
non
la conosceva ma sul ragazzo non c'erano dubbi.
Sentito il vociare degli altri, che non poteva non riconoscere, Kisame
si voltò trovando la combriccola tutta riunita. Itachi anche
se
non lo diede a vedere, era sicuramente il più stupito. Ecco
allora l'impegno improrogabile che non gli aveva permesso di unirsi a
loro. Una donna. Non era neanche tanto brutta, ma nello scrutarla non
potè non riconoscersi nel suo viso. Anche se era
più
minuta di lui, quei occhi e capelli neri risaltavano sulla sua
carnagione chiara, quasi cadaverica a suo modesto parere.
Però
aveva un non so che di affascinante. Nonostante tutto però
provò un odio a pelle per quella giovine ed infatti la
ignorò salutando solamente Kisame senza presentarsi.
Tutti gli altri invece dopo gli sfottò di circostanza del
tipo
"ma guarda Kisame cosa ci teneva nascosto" e "lascia stare sto pesce e
mettiti con me" si mostrarono cordiali con lei facendola sentire parte
del gruppo. Lei di rimando non essendo affatto permalosa, rideva di
gusto alle battuttine che i ragazzi indirizzavano al suo accompagnatore.
-Allora ragazzi come è andato il cinema poi?-
-Un vero schifo, hai fatto bene a non venire-
-Ma non è vero! Non lo stare a sentire uhm-
La discussione si fece più animata e nel frattempo Namida
che si
era allontanata da Kisame, si avvicinò al corvino
presentandosi.
L'altro non se lo aspettava un simile gesto, ma preferì
venirle
incontro facendo altrettanto.
-Tu sei il compagno di squadra di Kisame vero?-
Avevano parlato di lui?
-Hey Namida non perdere tempo dietro ad Itachi che lui non sa parlare-
esclamò divertito Hidan disturbandolo. Di rimando venne
fulminato con uno sguardo terribile da parte di entrambi.
-Sei il migliore amico di Kisame, quindi mi piacerebbe che diventassimo
amici- disse sorridendogli. Ma lui non riusciva proprio a sopportarla.
Tutti quei sorrisi, quelle smorfie carine. Che voleva ottenere?
Itachi non le rispose. Kisame si avvicinò a loro prima che
lei potesse insistere oltre.
-Ragazzi è stato un piacere incontrarvi, ma noi dobbiamo
andare
vero?- disse guardandola negli occhi ottenendo cosi la sua attenzione.
Era meglio evitare che si conoscessero troppo. Aveva percepito a pelle
che Itachi non voleva saperne nulla di lei, ma forse era anche meglio
così. Infondo non era tenuto a rendere conto a lui della sua
vita sentimentale.
Riuscì ad ottenre il risultato sperato, allontanandola dal
moro e salutati gli altri si incamminarono altrove.
Il moro era rimasto molto
sorpreso dal rapido cambiamento di gusti dello squalo.
E dire che fino a stamattina gli andava dietro. Subito si è
trovato una ruota di scorta pensò tra sè. Itachi
ne era convinto. Se si
fosse sbagliato però tanto meglio, sarebbero tornati
compagni
come prima e avrebbero potuto mettere da parte quell'episodio della
loro vita. Eppure tra i suoi pensieri aleggiava una nota di
malinconia che non riusciva ancora a spiegarsi.
Dopo una mezz'ora la coppia raggiunse il palazzo in cui abitava la
donna. Si salutarono in maniera formale anche se Kisame era certo che
se la avesse baciata lei non si sarebbe ritratta. Ma aveva deciso di
andarci piano. Si scambiarono i numeri di telefono promettendosi di
risentirsi presto. La guardò finchè non chiuse il
portone
avviandosi verso le scale.
Kisame si sentiva carico di speranza. Forse sarebbe riuscito a
dimenticarlo. Con l'aiuto di lei sarebbe andato avanti.
Camminava con passo lento, non aveva fretta di ritornare, anzi. Eppure
ebbe un sobbalzo al cuore quando penso a chi lo attendeva in base. Il
suo cuore non poteva mentire. Ma se ne sarebbe fatto una ragione. Era
il momento di ricominciare.
____________________________________________
Ed ecco un altro capitolo rifatto XD Cosa succederà tra
Itachi e
Kisame? Namida riuscirà a fargli dimenticare il compagno?
Continuate a seguirmi e lo saprete ^^
Buona Lettura
Ritornati
dall'ultimo incarico, finalmente Kisame ed Itachi avevano la
possibilità di passare qualche giorno di riposo alla base.
Era
in quei frangenti che Kisame si rendeva particolarmente insopportabile.
Stava tutto il tempo a telefono, impedendo a chiunque altro di poterlo
utilizzare, per sentire la sua nuova ragazza, Namida... già
sempre lei.
La fase di quasi indifferenza del moro venne infatti ben presto
sostituita da vera e propria intolleranza. Ogni volta che il compagno
cercava di parlargli di lei, forse conscio che l'altro non stravedesse
per la fanciulla, Itachi provava il desiderio impellente di cambiare
discorso o azzittirlo in malo modo. Lo spadaccino però non
desisteva. In fondo il suo stesso atteggiamento era indirizzato ad un
altro fine. Lo stesso Kisame infatti non aveva alcun desiderio che
l'altro accettase la sua nuova ragazza, anzi. Consapevole di come la
pensasse l'altro metteva spesso l'argomento in mezzo semplicemente per
infastidirlo.
Quella stessa mattinata come da abitudine dopo essere stato a telefono
per diverse ore, l'Hoshigaki aveva manifestato il bisogno impellente di
raccontare a qualcuno cosa si erano detti. E chi era il candidato
migliore se non Itachi?
-Sapessi cosa mi ha detto la mia Namida oggi! Vuole portarmi a vedere
un "posto speciale". Pensi voglia andare in un bel alberghetto?-
L'altro come ogni volta fingeva di non ascoltarlo. Ma non
potè
non pensare a come l'altro fosse uno stupido. Era mai
possibile che
pensasse sempre e solo a "quella" cosa? Il nukenin della nebbia parve
non curarsi del suo silenzio e continuò.
-In ogni caso penso sia meglio andare preparati... Itachi san per caso
puoi prestarmi qualche preservativo?- gli chiese ridendo
fragorosamente. Stavolta l'altro si degnò di guardarlo un
pò scocciato.
-Oh suvvia Itachi scherzavo! Comunque ti va di accompagnarmi a comprare
qualcosa? Non mi va di uscire con lei con sempre gli stessi vestiti-
-Allora che ne dici di
questo
completo?- gli si parò davanti all'uscita del camerino un
Kisame
davvero colorato...forse troppo.
-Non credo che la cravatta ti doni, e poi dovevi per forza provare un
completo verde?- davvero inguardabile. -Dici che meglio qualcosa di
più casual? Io non so decidermi-
Itachi entrò nel camerino per vedere che altro aveva scelto
di
provare: rimase inorridito da quel mix di colori. Giallo e rosso? E
quella cosa fucsia che cos'era? Una camicia?! Oh incredibile quanto
cattivo gusto avesse il compagno.
-Ti vado a predere qualcosa io, tu nel frattempo togliti questo
abominio ed aspettami- disse prima di allontanarsi.
Oramai era da alcuni anni che Itachi era in squadra con lo spadaccino e
quella era la prima volta che lo accompagnava a fare compere. In
effetti ora che ci pensava meglio quella era la prima volta che lo
vedeva con
degli abiti diversi. Doveva
tenerci molto a fare bella figura, pensò. Infondo le donne
sono
molto esigenti in fatto di vestiti e non voleva sfigurare accanto a lei.
Prese una maglia monocolore sul grigio, una giacca casual sul nero e un
paio di pantaloni abbinati. Aprì la porta del camerino
mostrando
all'altro cosa aveva preso. Questi, coperto solo dai boxer, guardava
perplesso cosa gli aveva portato il compagno.
-Sicuro che non sia meglio un pò di colore?-
-Le tonalità che avevi scelto sono inguardabili sulla tua
pelle bluastra-
Trovando ragionevole l'argomentazione dell'altro, smise di obiettare e
iniziò a vestirsi. Itachi lo guardava consapevole di averlo
superato anche in quel campo. Lo sguardo correva sulle muscolose cosce
coperte dai pantaloni appena presi sino a salire ai pettorali scolpiti.
Forse avrebbe dovuto prendere una taglia più grande per la
maglia. Infatti Kisame non riusciva a farla scendere lungo i fianchi.
L'Uchiha si avvicinò per aiutarlo e afferrato l'indumento lo
tirò verso il basso, ma era tutto inutile.
-Meglio che te ne prendo un'altra- disse facendo scivolare le mani
sull'addome dell'altro.
Quel gesto naturale compiuto senza nessun secondo fine fece
rabbrividire Kisame. Il corvino se ne accorse allontanandosi.
-Vado a prenderti una taglia più grande- sussurrò
prima di uscire nuovamente.
Quel contatto così intimo confuse anche la mente dell'Uchiha
che aveva preferito fuggire
subito da quella situazione. Quella era la prima volta che sfiorava il
corpo del compagno. Ripensandoci però la sua reazione era
stata
un pò spropositata. Che senso aveva scappare
così?
(eeeee ritornano le pippe mentali, mi mancavano...)Infondo lui aveva
compiuto quel gesto senza pensarci neppure. Non
voleva si creassero equivoci. Soprattutto ora che Kisame stava cercando
di frequentare un'altra persona.
Fatta un ultima prova, lo spadaccino si decise a comprare il completo
deciso da Itachi. Si cambiò nei bagni pubblici non essendoci
tempo a sufficienza per tornare alla base e seduto su una panchina
aspettava Namida in compagnia dell'amico.
Trascorsero insieme un'altra decina di minuti prima che Namida
arrivasse. Rimasero in silenzio per tutto il tempo. Probabilmente
Itachi era l'unica persona con cui Kisame si sentiva a suo agio anche
senza
parlare.
-Bhe io vado Kisame. Ci vediamo stasera- lo salutò e se ne
andò.
Namida gli andò incontro sorridendogli.
-Stai aspettando da parecchio?
Scusa se ho fatto tardi- -Non ti preoccupare
sono arrivato
da poco anche io. Comunque sei uno schianto- disse stampandole un bacio
sulla guancia. Lei arrossì intenerita da quel gesto.
Nonostante
la stazza era proprio un bambinone.
Erano passati diversi giorno dal loro primo incontro, e quello poteva
essere considerato come un primo appuntamento.
-Sono
curioso di conoscere questo posto speciale-
-Allora seguimi- disse prendendolo per mano.
Tornato alla base, Itachi fu convocato nell'ufficio del capo. -Devo affidarvi una
missione...ma dov'è Kisame?- -Ha un appuntamento
con una ragazza e se permette vorrei ritirarmi in camera mia- -Non importa andrai
con Deidara- disse indifferente Pain. -Se proprio devo
preferirei fare da solo- -Da solo non
c'è la faresti a mantenere tutte quelle buste...- -Buste?- -Della immondizia,cosa
se no! Dietro la base c'è un cumulo che arriva quasi al
primo piano e qualcuno deve sbarazzarsene- -Ma che compito
ingrato! Perchè proprio io?- -Perchè al
momento sei l'unico che non ha nulla da fare!- sentenziò il
capo. Itachi sporse la testa
fuori dalla
porta e vide che tutti non stavano facendo nulla. Chi stravaccato sul
divano, o intento a leggere un libro. Insomma era mai possibile che tra
tanta gente chiamasse proprio lui per quell'orribile compito? -Non è
vero!- -Suvvia! Non vedi che
sono tutti così occupati nel loro
intento di scaldare il divano?- -Come?! Ma che
blatera?! Io non sono qui a farmi prendere in giro! Io...- rispose un
pò alterato Itachi. -Tu cosa!? Ora vai a
fare quello che ti ho detto se non vuoi ritorsioni- lo
azzittì il Leader. -Va bene, vado- disse
maledicendolo tra sè. -Troverai Deidara in salotto a
non fare niente- disse Pain indicandogli la porta. Il colloquio era
finito. -Come tutti del
resto...-
-Siamo quasi
arrivati?- chiese
Kisame. Appena si erano visti, avevano preso un autobus ed erano in
viaggio ormai da più di un'ora. -Alla prossima fermata
scendiamo, abbi un altro pò di pazienza- L'autobus si
fermò ed i due scesero, prendendo una delle strade private
che affacciavano sulla fermata.
Attorno a loro vi erano solo campagne abbandonate, il sole stava
tramontando e il cielo si tinse di un rosa meraviglioso. Mano
nella mano, si inoltrarono in un campo camminando tra l'erba alta.
Namida si voltò verso l'uomo al suo fianco e notando una
nota
di indecisione gli indicò con l'indice il loro obiettivo:
raggiungere
la vallata davanti a loro. -Tra queste campagne
vivevo con i miei genitori, ma il luogo dove dobbiamo arrivare
è molto speciale per me- Raggiunto l'orizzonte
si fermarono davanti ad uno stagno. Niente di quel luogo sembrava a
prima vista speciale. -Cosa vuoi farmi
vedere?- gli chiese Kisame carezzandogli il volto. Ella lo
scrutò a lungo prima di rispondergli. -Alza gli occhi al
cielo-
Oramai era buio, il sole non era più visibile ai loro occhi.
Nonostante l'oscurità, le loro figure si riflettevano
sull'acqua
illuminate dalle stelle. Da lì era visibile tutta la volta
celeste. Molte altre volte Kisame aveva potuto vederla. In missione
infatti spesso dormivano all'aperto e alle volte non riuscendo a
prendere subito sonno, si soffermava a scrutare quel firmamento. Si
incantava ogni volta. Lo stesso successe in quel momento. Namida gli
strinse più forte la mano facendolo voltare. Si
alzò
sulle punte e lo baciò. Lui la strinse forte a sè
baciandola con passione.
-Scusa
perchè dovrei essere
io ad aiutarti? uhn- sbiascicò Deidara in preda ai nervi.
Fino
ad un secondo fa era intento in una accesa conversazione con Sasori
sull'importanza dell'arte e ovviamente sulla supremazia del'esplosione.
Quando infatti l'Uchiha lo interruppe, rivelandogli il nuovo incarico,
il marionettista non potè che gioire per essersi liberato
momentaneamente di quella palla al piede. Questo aveva stizzito ancora
di più il dinamitardo che non potendo prendersela
con Sasori ce si
era nel frattempo dileguato, si sfogò con il moro. -L'ha detto il capo e
ora muoviti che altrimenti qui ci mettiamo una vita a spostare questa
collina di immondizia!- -Ma lo sai che la
città più vicina è a 5
miglia da qui? E noi dovremmo portare ogni sacchetta fin
lì?!- -Certo che no, dai usa
un pò di argilla e crea un volatile, useremo quello per il
trasporto- -Sporcare la mia
arte!? Mai! Preferisco trascinare ogni sacco a mano piuttosto che
insozzare le mie opere-
-Se tanto insisti prendi questo!-disse il moro che salito sulla cima, prese un
sacchetto e glielo lanciò. Deidara lo afferrò con
entrambe le mani. -Accidenti ma come li
lanci, mi hai rotto un'unghia! Ora lo sistemo io il problema! uhn-
Prese una manciata di argilla, la lavorò bene tra le mani e
la lanciò sulla collina di rifiuti.
Kisame dopo aver riaccompagnato Namida a casa era ormai arrivato a
vedere la base, quando all'improvviso vide un'esplosione.
-Ma che sta
succedendo!? Ci stanno attaccando! Tutti fuori a combattere!-
urlò il Leader in preda al panico.
Tutti uscirono fuori
dall'edificio
e rimasero inorriditi da ciò
che videro. La base era completamente rivestita da immondiazia, che
come
l'edera, era attaccata ad ogni parete del palazzo. Non sembrava
più il rispettabile covo di una banda di criminali ma una
discarica a cielo aperto.
In quel momento Itachi maledisse il fatto di essere rimasto da
solo, perchè sapeva per certo che una cosa del genere non
sarebbe
mai successa se con lui fosse rimasto Kisame. In quel momento lo
avrebbe voluto al suo fianco. Con la freddezza che lo distingueva si
presentò con Deidara davanti al Leader pronto a sorbirsi i
suoi rimproveri.
I
giorni seguenti
furono molto duri per Itachi. Il capo ormai si era intestardito che i
due responsabili del disastro avrebbero ritinteggiato "a loro spese"
l'intera facciata
della famosa base. I vari membri avevano proposto diversi colori ma
alla
fine per volontà dell'unica donna del gruppo, che aveva
corrotto il leader come solo lei sapeva fare, si era optato per un
celeste adornato con margherite bianche, perchè "la fama di
un'organizzazione criminale è data dal buon gusto con cui si
presenta agli altri!". Anche se questo suo ragionamento non era
condiviso
da nessuno, in ogni caso era il Leader a decidere e questi non
potè che non darle ragione e oramai da diversi
giorni l'artista e l'Uchiha erano impegnati nel loro nuovo
lavoro, decisi a finirlo il prima possibile.
Quindi anche quel dì i due erano intenti a scrostare
l'immondizia dalle pareti per poi passare al colore. Nonostante il
compito durasse ormai da giorni, Itachi non riusciva proprio ad
abituarsi al carattere eccentrico e logorroico del biondo. Il
marionettista doveva avere una pazienza indescrivibile per non averlo
ancora eliminato. Anche perchè la sua famosa tattica di
ignorare
l'interlocutore fino a farlo desistere, non dava i risultati sperati
con il piromane. Questi infatti pensando che l'Uchiha fosse duro
d'orecchi, alzava la voce quasi fino a urlare. In quei momenti il
corvino si vedeva costretto a rivolgergli la parola. Più
passavano i
giorni in sua compagnia e più sentiva la mancanza delle
stupidaggini di Kisame.
Quella mattina in particolare non faceva altro che pensargli. Essendo
lui in "punizione" Pain aveva accoppiato lo spadaccino con Zetsu per
aiutarlo in
alcune mansioni. Gli mancavano i momenti di silenzio che
condividevano... adesso avrebbe anche accettato di parlare con lui di
Namida e di tutte le cose che facevano insieme. Insomma Itachi in
quella settimana non era più in sè e lo sentiva.
Ma non
riusciva ancora a darsene una spiegazione. Forse era solo stanco di
quella condizione. Si tappò le orecchie per non sentire
Deidara
e cosi facendo gli sfuggì la cazzuola che colpì
in pieno
il biondo che si trovava nell'impalcatura sotto di lui.
-Hey stai più attento! uhn- ma l'altro non gli rispose come
al
suo solito. Il piromane che non ci stava ad essere ignorato,
salì per parlargli a quattrocchi. Vedendo però
Itachi
lì immobile con lo sguardo perso nel vuoto capì
che
qualcosa non andava.
-Tutto bene?- gli si avvicinò sfiorandogli il braccio.
Questi si
voltò di scatto. Era solo Deidara. Riprese il suo solito
contegno guardandolo freddamente.
-Hey che è quella faccia ti ho solo chiesto come stai, sei
un pò pensoso oggi uhn?-
-Stavo pensando alla fortuna di essere qui con te- disse
sarcasticamente l'Uchiha.
-Ma sei ancora arrabbiato per quella storia? Ormai io ci ho messo
una pietra sopra..è giusta la punizione che ci ha dato il
capo-
-Bè sei stato tu a far esplodere tutto-
-Oh dai Itachi san che alla fine questo incarico non è poi
tanto
male, stiamo pur sempre all'aria aperta. L'unica cosa è la
puzza
proveniente dalle pareti, ma io oramai mi ci sono abituato- il moro gli
diede le spalle poco interessato alla sua opinione.
-Cambiando discorso e da un pò di tempo che non vedo
più Kisame, esce ancora con quella ragazza?-
-Sì- disse riprendendo il suo lavoro il moro.
-Bhe beato lui, qui a a parte Konan che è off limits non
c'è l'ombra di una ragazza-
-Ti piacciono le donne?- gli domandò il corvino impassibile,
ma era evidente che lo stava sfottendo.
-No adesso voglio capire chi cazzo ha messo in giro questa voce che io
sono gay?!- disse furioso Deidara. Infatti se non era Hidan
qualcun'altro ogni tanto glielo faceva presente, passando poi a
stuzzicare Sasori sull'accettare la situazione e concedersi. Insomma
scherzi che per lui erano davvero di cattivo gusto. Se fino a quel
momento si era limitato a rispondere di rimando, adesso Itachi davvero
lo fece imbestialire. L'Uchiha notata la reazione spropositata
dell'altro - perchè infondo nessuno dei compagni parlava
davvero
seriamente - gli si avvicinò cercando di rimediare.
-Deidara qui nessuno pensa sul serio che tu lo sia- l'altro
sembrò credergli.
-Comunque davvero penso che Kisame abbia avuto una fortuna sfacciata
anche se non particolarmente attraente al primo tentativo ha fatto
centro-
-Non penso tu abbia ragione. Alla fine l'aspetto non è
l'unica cosa che conta-
-Che? Mi vorresti forse dire che Kisame abbia qualcosa di buono se non
i muscoli?- rise il biondo. Gli occhi dell'Uchiha però non
sembrarono gradire le sue risa e si ammutolì subito.
-Tu sei proprio l'ultima persona che può criticare Deidara.
Almeno Kisame le evita certe cazzate con gli esplosivi-
-Ancora con quella storia ! Be direi proprio che voi due vi
meritate
a vicenda...- il moro cogliendo forse troppo il doppio senso legato a
quella frase, lo prese per il colletto della giubba bloccandolo contro
il muro. Deidara inizialmente si stupì di quell'improvviso
scattò d'ira, in quanto Itachi gli era sempre parso molto
pacato
nelle sue emozioni.
-Sai che oramai tutti ne sono al corrente alla base. Di ciò
che prova Kisame...-
Il corvino sgranò gli occhi senza smettere di tenerlo fermo.
Il
compagno aveva davvero rivelato una cosa simile a qualcuno? Era mai
possibile che in quella banda di pazzi lui fosse l'unico in grado di
tenere la bocca chiusa?
Deidara nel frattempo coglieva ogni suo gesto o titubanza. Si doveva
esserci qualcosa sotto, altrimenti perchè prendersela tanto?
Lo
stesso Uchiha poco prima lo aveva rassicurato sulle canzonate sulla sua
presunta omosessualità. E
se fosse...
- Itachi non mi vorrai mica far credere che ti piace Kisame vero?- le
sue parole arrivarono come spilli alle sue orecchie. Per un attimo si
sentì cedere e Deidara se ne accorse. Gli afferrò
le mani
allontanando la presa. Già era davvero così
semplice la
risposta. La soluzione a tutti quei turbamenti. A quei pensieri che non
riusciva proprio a spiegarsi. Sentirlo da Deidara poi... davvero era
cosi difficile per lui comprendere i suoi veri sentimenti? Li aveva
tenuti nascosti anche a sè stesso fino a quel momento.
Zetsu in compagnia del suo nuovo compagno passarono sotto l'impalcatura
salutando i due in cima. Deidara destatosi da quelle grida, si sporse
ricambiando la gentilezza.
-Sei da solo?- chiese Kisame. Itachi sentendo la sua voce non
mancò dall'affacciarsi a sua volta.
-Ohi Itachi come procede il lavoro?- continuò il blu.
Deidara
volendo togliere dall'impiccio di rispondere l'altro gli disse di farsi
i fatti suoi che loro avevano da fare. Kisame parve non apprezzare la
risposta continuando a scrutare il moro. Era da un bel pò
che
non si vedevano. Ed ora che lo guardava meglio gli sembrava un
pò spossato.
-Va bene c'è ne andiamo- disse Zetsu incitando Kisame a
muoversi: rientrano quindi nella base.
Deidara li seguì con lo sguardo finchè non furono
entrati
per poi voltarsi verso il moro. Infondo anche se era un pò
pazzo
ed egocentrico cercò di consolarlo.
-Immagino non sia facile accettare una cosa simile...soprattutto ora
che Kisame è impegnato- l'altro continuava nella sua
immobilità guardando oltre l'orizzonte. La voce di Deidara
gli
arrivava come ovattata. Fece un salto scendendo dall'impalcatura ed
entrò nell'edificio.
-Anche Itachi è umano infondo...-
Kisame rientrato da poco nella sua stanza, disfò i bagagli e
si
fece la doccia. Si preparò pronto a uscire nuovamente.
Mentre
sceglieva che giacca indossare, sentì la porta aprirsi.
-Avete finito per oggi?- si voltò per guardarlo ma questi si
chiuse nel bagno. Tsk faccia pure come vuole. Non gli avrebbe parlato
neppure lui allora pensò Kisame. Aveva forse litigato con
Deidara?
Si avvicinò alla porta per origliare. Niente.
-Itachi dai mi vuoi dire che hai? E da una settimana che non ci
vediamo... almeno abbi la gentilezza di salutarmi- che non gli fosse
mancato affatto? bhe che aveva da stupirsi, era pur sempre Itachi
Uchiha il suo compagno. Lui invece un pò gli era mancato.
Avrebbe voluto raccontargli come era andato il viaggio, ma si era fatto
tardi. Non poteva far aspettare Namida.
Prese una giacca qualsiasi e uscì chiudendo la porta.
Quella
sera dopo
aver fatto un giro in centro e cenato fuori Kisame da baldo cavaliere
accompagnava Namida sotto casa. Era passato appena un mese dal loro
primo incontro ma già sentiva di non poter fare a meno di
lei.
Ogni volta che poteva cercava di vederla e tra le missioni e impegni
vari, il tempo era sempre troppo poco da dedicare a lei. Sapeva di
essere ricambiato e non c'era gioia più grande di questa
certezza. Eppure... eppure a volte quando era in base e vedeva Itachi
si sentiva ancora in preda ad un turbinio di sensazioni. Un
pò
rammarico, gioia ed ansia. Quella stessa giornata, mentre tornava dalla
missione con Zetsu, si sentiva molto agitato. Quasi come un bambino che
aspetta di aprire un regalo. Poi vederlo gli aveva provocato un forte
turbamento. Era silenzioso come al suo solito, ma salutarlo almeno? Che
poteva mai costargli almeno essere un pò cortese? Avrebbe
tanto
voluto parlargli e risolvere la situazione.
Eppure non potè non sentirsi uno stupido a pensare ancora a
simile cose mentre era in compagnia della sua ragazza.
Si sentì pizzicare al braccio.
-Mi stai ascoltando Kisame? Uff hai sempre la testa per aria quando mi
riaccompagni a casa. A cosa pensi?-
-A niente di importante. Sai è già passato un
mese da quel giorno-
-Che tenero che sei Kisame! Davvero pensavi al nostro primo incontro?-
-Ma certo!- esclamò felice di averla abbindolata. Non era
proprio il caso dirgli la verità.
Arrivati al palazzo, lui fece per salutarla ma lei lo
strattonò
a sè. -Ti va di salire per bere qualcosa? Non avrai mica la
ritirata?- disse scherzando. Lui sorrise di rimando. -Anche se l'avessi
non potrei mai rifiutare il tuo invito tesoro-
La strinse a sè, cingendole i fianchi, e baciandola con
ardore.
-Ti sono mancata in questi giorni?- riuscì a malapena a
bisbigliare mentre gli divorava le labbra. Mugugnò un
sì
continuando a coccolarla. - Dai Kisame fermati un attimo. Continuiamo
sopra se vuoi- disse staccandolo con uno sguardo che diceva
già
tutto. Salirono e accomodatisi in salotto ricominciarono a farsi le
coccole.
Kisame aspettava con impazienza quel momento. Le sbottonò la
camicetta, posò alcuni baci sul reggiseno prima di
sfilarglielo
con un preciso movimento. Si inebriò del profumo di quella
pelle
che desiderava assaggiare già da un pò. Le
baciò
le labbra, carezzandole il seno mentre si perdeva nel piacere che quel
corpo femminile era capace di risvegliargli.
-Kisame...spostiamoci nella camera da letto- sussurrò Namida
tra
un bacio e l'altro. Kisame la sollevò tra le braccia
portandola
nella stanza da lei indicata. La poggiò con riguardo sulle
lenzuola, scoprì il petto scolpito e tornò su di
lei per
riprendere ciò che aveva interrotto. Quel gioco di baci e
carezze avrebbe potuto continuare ancora molto. Ma lo spadaccino non
vedeva l'ora di arrivare al sodo. Sbottonò la gonna della
ragazza, sfilandola via.
-Kisame...- sembrava volesse dire qualcosa. Eppure sembrava
supplicarlo. Non ti
fermare.
Non l'avrebbe delusa.
Era ormai molto tardi. Itachi era ancora sveglio, seduto in salotto
guardava svogliato un programma spazzatura, di quelli che segue con
passione Konan, aspettando il ritorno del compagno. In
verità
non lo avrebbe mai ammesso ma l'idea che Kisame poteva passare la notte
fuori gli provocava un pò di agitazione. Finalmente quella
mattina aveva preso coscienza della situazione in cui si trovava. Del
perchè aveva fin da subito odiato a pelle quella ragazza. Il
vero motivo per cui si sentiva cosi strano quando vedeva Kisame o
semplicemente gli stava vicino. Una parte di Itachi desiderava sfogare
quel sentimento ma sentiva che era rischioso compiere un gesto
così avventato. Kisame adesso stava con una donna. Non era
passato molto tempo, ma ogni volta che lo vedeva, percepiva nel
compagno una carica di gioia e felicità, che in precedenza
non
aveva mai visto. La parte più razionale di lui, gli
suggeriva di
mettersi da parte, per non complicare la vita dell'altro. Forse quel
sentimento cosi com'era nato, sarebbe scemato col tempo. Ma nonostante
questi pensieri, Itachi non riusciva a sopprimere quella sensazione di
angoscia e paura. Paura di averlo perso per sempre.
Sentì il rumore di una porta che si apriva. Si
alzò dal
divano e vide Kisame che camminava nel corridoio diretto alla loro
camera. Sembrava esausto.
Fu inevitabile per l'Uchiha immaginare quale fosse la ragione di quella
sua spossatezza. Nonostante lo avesse aspettato, in quel momento gli
mancò la forza di chiamarlo. Rimase lì impiedi,
lo
guardò aprire la porta e richiuderla subito dopo.
Non riusciva ancora a credere a cosa era successo. Era solo un brutto
sogno... ed invece era la crudele realtà.
Kisame entrato in camera si accorse che Itachi non era a letto.
Andò in bagno furioso e prese a pugni il muro. Non riusciva
a
non pensare a ciò che era successo alcune ore prima. Stava
facendo l'amore con Namida. La sua Namida... e durante l'enfasi del
momento non era riuscito più a controllarsi. Lei desiderosa
lo
incitava. Tra un gemito e l'altro sussurrava il suo nome. Eppure Kisame
non era riuscito a sopprimenere quella parte nascosta di sè
che
ancora desiderava Itachi.
Non poteva credere di aver sussurrato più e più
volte il
nome del compagno mentre era nel corpo della sua compagna.
Ripensava alla discussione avuta dopo, a lei che piangeva
perchè
si sentiva presa in giro ed umiliata. Ricordava le sue suppliche,
davvero poco convincenti, con cui cercava di rassicurarla... che Itachi
era una storia finita, anzi mai iniziata. Eppure forse solo Namida in
quel momento era davvero lucida. Aveva avuto il coraggio di mostrargli
la verità. Che lui in realtà non aveva
dimenticato
l'altro. Eppure Kisame non poteva accettare una situazione simile.
Voleva liberarsi di quell'amore e tornare alla sua vita precedente. E
ci sarebbe riuscito.
________________________________________
Proprio quando Kisame credeva di essersi liberato di Itachi, ecco che
il suo cuore lo tradisce obbligandolo a fare un passo indietro... e poi
il nostro Uchiha cosa farà? Tutto nel prossimo capitolo( da
riscrivere XD). Buona lettura!
Erano passate le 9.00 quando Itachi si svegliò ancora pieno
di
sonno. La sera precedente era rimasto sveglio ancora alcune ore prima
di rientrare in camera, non volendo vedere Kisame. Si mise a sedere e
notò che era da solo. Seguì la sua routine
quotidiana
prima di unirsi agli altri in salotto. Alcuni stavano ancora facendo
colazione: tra questi c'era anche Kisame. Sembrava di buon umore,
infatti scherzava e rideva con Sasori che era a tavola a tenergli
compagnia. Dopo essersi versato un pò di caffè e
preso un
cornetto dalla cucina, si sedette a sua volta a tavola.
Ascoltò
per un pò le loro futili chiacchiere: i due seguivano con
grande
passione diversi talk show e quando potevano si scambiavano opinioni
sui possibili vincitori. Proprio in quel momento infatti lo spadaccino
difendeva a spada tratta la sua prediletta che aveva come dote
principale, e anche unica secondo Sasori, un fisico da paura e un
decoltè di tutto rispetto. Doveva pur esserci una ragione
per
cui una ragazza simile, nonostante non superasse mai le prove, si
salvasse sempre per il voto favorevole dei spettatori. In quel momento
Itachi non potè che vergognarsi di provare qualcosa per un
deficiente simile. Davvero si era invaghito di un uomo che passava i
pomeriggi a vedere simili stupidaggini? Non potendo sopportare oltre
quella conversazione, ed avendo il bisogno impellente di parlare con
Kisame, si intromise avvisando Sasori che prima aveva sentito Deidara
chiamarlo e che forse non era il caso di farlo aspettare.
Sasori, infastidito dal suo intervento, salutò Kisame
ripromettendosi di riprendere la conversazione dopo.
-Buon giorno Itachi- bofonchiò il blu accennando ad un
sorriso. Doveva aver passato una bella serata.
-Giorno- gli rispose. Kisame lo guardò serio.-Vedo che hai
ripreso la capacità di parlare, sai ieri mi ha un
pò
infastidito il tuo comportamento-
-In questi giorni ho avuto un pò di problemi con Deidara-
mentì Itachi -Ho notato che ieri sei tornato molto tardi...-
-Bhe sì, ho trascorso una bella serata con Namida- disse
mentendo a sua volta all'altro senza tradirsi. Itachi parve credergli
in
quanto non approfondì oltre l'argomento.
Allora i suoi sospetti erano confermati. La cosa non potè
che
infastidirlo, ma sapendo ben controllarsi non lo diede a vedere
cambiando discorso. -Come è andata la missione con Zetsu?- -Benissimo non abbiamo
avuto
problemi, l'unica cosa non è mai facile rapportarsi alla
doppia
personalità di quella pianta- rispose -C'erano momenti che
parlava tra sè e con me contemporaneamente, direi che avrei
preferito il tuo silenzio a tutte quelle chiacchiere- strano ma vero...
aveva pensato proprio la stessa cosa di Itachi. Continuarono ancora
per un
pò finchè Konan non fece capolino in salotto
chiamando
Itachi e Kisame a gran voce. Il blu che non aveva ancora finito di
mangiare chiese ad Itachi di avviarsi senza di lui. Il leader doveva
parlare con loro. -Allora Itachi devo
affidare a te e Kisame una missione abbastanza urgente. Dovete partire
subito!- L'Uchiha
annuì serio prima di parlare.-Leader senta vorrei chiederle
una cortesia...posso andare da solo?- -Come da solo?
Sarà anche un
incarico semplice ma- nemmeno il tempo di finire che il corvino lo
interruppe -Come lei sicuramente sa Kisame sta frequentando una ragazza
da un pò di tempo e visto che è tornato appena
ieri da un
lungo viaggio, preferirei farlo riposare e magari svagare un
pò-
ebbene sì. Itachi aveva davvero pronunciato dette parole.
Forse
stargli lontano lo avrebbe aiutato, ed infondo chi poteva mai essere
peggio di Kisame e Deidara come compagni? -Va bene per stavolta
ti
accontento. Fammi pensare...ah sì! Penso che Hidan sappia
tenerti compagnia a sufficienza!- esclamò ironico Pain che
subito colse l'espressione di protesta del moro. Già. Ci
mancava
solo lui.
Tempo di salutare
Kisame e
preparare lo zaino che era già in viaggio con l'albino.
Stranamente era anche lui silenzioso. Non volendo però
rovinare
quel magico silenzio, che probabilmente sarebbe durato ancora poco,
accellerò il passo superando lo jashinista. -Hey che hai da
correre?- diamine!
Si era destato dallo stato di trance. Itachi continuò con il
suo
passo evitando di girarsi. -Stronzetto non
fingere di non
sentirmi! Non sono mica quel pesce del tuo compagno che puoi prenderti
il lusso di non rispondere!?- -Ti sei svegliato con
la luna
sbagliata oggi?- bofonchiò il moro fermandosi e guardandolo
negli occhi. Se c'era una cosa che non sopportava era essere insultato
senza un motivo. Fino a quel momento era sempre riuscito ad evitare di
stare solo in compagnia dell'albino. Eppure viene sempre una prima
volta per tutto. -Senti Uchiha dei miei
stivali,
l'incarico è semplice, dobbiamo solo andare a prendere una
missiva e tornare, non sai proprio goderti il viaggio eh?- lo raggiunse
fermandosi a sua volta -Proprio per questo volevo affrettarmi, non mi
va di dormire all'aperto stasera- sentenziò l'altro. -Ah giusto! Mi ero
dimenticato dei
confort a cui lo squalo ti ha abituato! Servito e riverito insomma-
disse Hidan ridendo fragorosamente. -Già vero,
ora ricordo che Kakuzu non spenderebbe mai un soldo per te...-
insinuò Itachi. -Che fai cerchi di
cambiare
argomento? Me ne fregasse qualcosa di quel vecchio bastardo... almeno
lui non si smanetta pensandomi- continuò ilarico il ragazzo.
Adesso davvero stava esagerando. -Hidan vedi di controllare le parole
che...- -Cosa piccolo Uchiha?
Mi mandi
addosso il tuo schiavetto? O ti scomodi tu ad alzare le mani?- lo
puntò divertito -Qui nessuno prende ordini da te! Hai
capito?!-
per evitare lo scontro aperto, Itachi preferì non
rispondergli,
si voltò facendo per andarsene ma ormai l'altro era su di
giri.
Voleva andare alle mani. Gli afferrò il braccio e lo
strattonò. Il moro rapido afferrò un kunai
puntandolo
alla carotide dell'albino fissandolo con occhi cremisi. -Dai fammi vedere che
sai fare-
Nel frattempo altrove
Kisame stava
attraversando la strada diretto verso l'abitazione di Namida. Aveva
bisogno di parlarle. Sentiva che poteva rimediare allo sbaglio
commesso. In quel momento aveva bisogno di lei. Arrivato sotto il
palazzo bussò più volte al citofono senza alcuna
risposta. Indietreggiò quanto bastava per scorgere una luce
dalla finestra del suo appartamento. -Namida!-
urlò una volta. E
poi ancora, e ancora finchè lei non si vide costretta ad
affacciarsi, avendo Kisame attirato l'attenzione di anche altri
residenti. -Namida, ti prego dobbiamo chiarire- supplicò il
blu.
Dal suo viso non traspariva nessuna emozione, ieri aveva già
pianto abbastanza. -Non abbiamo nulla da dirci Kisame, te ne puoi anche
andare- sibilò freddamente. -Io voglio stare con
te!-
urlò lo spadaccino, ma lei sembrava non ascoltarlo
più.
Chiuse la finestra e tornò dentro. Kisame tornò
al
citofono sperando lo aprisse, ma non lo fece. Sentì
però
la sua voce. -Kisame smettila di dire che vuoi stare con me,
perchè non sono stupida. Smettila anche tu di nasconderti da
te
stesso. Non cercarmi più-
Itachi era seduto.
Sfinito. Hidan
era riuscito per una buona ora a tenergli testa. Ma finalmente era
finita. La testa bianca aveva cessato di rotolare e si era fermata
sotto un albero. Ci volle poco perchè ricominciasse ad
urlare.
Il corpo invece era sdraiato a terra e il moro vi era seduto sopra.
-Cazzo Itachi ma non è leale staccarmi la testa!- urlava
l'altro, mentre il corvino ancora riprendeva fiato. Quel dannato albino
aveva per tutto il combattimento evitato di guardarlo negli occhi.
Accantonate le arti illusorie l'unica soluzione rimastagli fu
tagliargli il capo. Non poteva reggere con l'immortalità di
Hidan. Fortuna voleva che lo jashinista non fosse abile come lui con le
armi bianche. -Sta zitto un attimo-
sibilò
l'Uchiha. L'altro infatti non smetteva di lamentarsi. Nonostante fosse
immortale non doveva essere da poco il dolore di avere la testa
mozzata. Eppure nonostante tutto si sentiva meglio dopo aver fatto a
botte con Hidan. Si era sfogato a sufficienza. Si alzò dal
cadavere e si avvicinò alla testa. La afferrò per
i
capelli alzandola. -Bhe Hidan pare proprio che io abbia vinto- disse
quasi divertito. -Per stavolta. Sappi che voglio la rivincita!- -Magari la prossima
volta-
bofonchiò il corvino ritornando vicino al corpo. Se solo
avesse
potuto lo avrebbe lasciato lì, ma poi chi lo sentiva Kakuzu.
Si
accinse quindi a ricucirlo con l'attrezzatura che l'albino portava
sempre con sè. Mentre procedeva, si punse accidentalmente.
Si
fermò a guardare la piccola puntare, il sangue che usciva.
Eppure perfino in un momento simile, con Hidan che non faceva altro che
urlare, riusciva a pensare a lui.
Era scesa la notte. Eppure mentre Kisame
rientrava,
percorrendo i luoghi in cui era stato con lei, non provava alcuna
nostalgia. Non era neanche triste. Forse non era la persona giusta per
dimenticare. Ma lui non si sarebbe rassegnato! Avrebbe continuato a
cercare. Doveva pur esserci qualcuno al mondo in grado di alleviare il
dolore che lo perseguitava... e il suo liberatore non sarebbe mai stato
Itachi.
Trascorsero placide le
successive settimane. Nonostante tutto
Kisame non rivelò a nessuno cosa era successo con Namida.
Vista
la non curanza con cui Kakuzu aveva rivelato a tutti il suo segreto,
preferì evitare di sbagliare ancora. L'unico di cui poteva
fidarsi era Itachi. Ma non poteva dirglielo. Non ora almeno. Per
tenersi impegnato cercava, quando poteva, di uscire. Visto il
fallimento con Namida, aveva iniziato a frequentare bar per soli uomini
convinto che per dimenticare un uomo ne serviva necessariamente un
altro... o almeno ci sperava.
Tra le diverse frequentazioni che aveva avuto in quelle poche
settimane, era rimasto particolarmente colpito da un ragazzetto, che da
poco compiuti i 20 anni gli era capitato di rimorchiare in uno di
questi locali. L'intrigante tipetto di poco più alto di
Itachi,
aveva la pelle olivastra e gli occhi color nocciola. I capelli tinti di
un rosso scuro, lo avevano subito incuriosito. Eppure nonostante le
apparenze, dopo aver trascorso una notte assieme, il giovane non si era
volatilizzato come facevano di solito gli altri. Gli aveva lasciato il
suo numero mostrandosi interessato a conoscerlo meglio. Kisame non
sapeva cosa
facesse nella vita, ma al momento la cosa non gli importava. Quando non
era impegnato in missione con Itachi, sapeva che lui era sempre
disponibile a divertirsi. Quella giornata però non era in
programma di vedersi.
Nella base c'era aria di festeggiamenti. Tutti erano impegnati nelle
loro mansioni per rendere la serata memorabile. Il leader aveva infatti
deciso di organizzare un party per festeggiare l'anniversario
dell'Akatsuki! Insomma volenti o nolenti i suoi sottoposti erano tenuti
a dare il massimo per adornare la base e cucinare leccornie per quella
sera. Kisame nonostante il suo animo giocoso, non venne assegnato alle
decorazioni ma bensì in cucina in compagnia di Konan e
Hidan.
Per il semplice fatto di essere donna - questa la scusa che aveva
avanzato - si era autoproclamata chef e quindi ai due non
rimaneva
che fare gli schiavetti e fare tutto ciò che veniva loro
detto.
-Hidan mi passi la farina? Ma che stai facendo?! Ti avevo solo chiesto
di amalgamare l'impasto!- urlò stizzita Konan notando che
contro
le sue raccomandazioni l'albino aveva infornato l'orrido composto che
sarebbe dovuta diventare una "pizza".
- Ma che hai da urlare? Sto seguendo la ricetta!- e già...
niente insulti per la ragazza del capo. Le reazioni di Pain facevano
paura anche a quel folle.
- Se davvero volevi seguire la ricetta avresti dovuto lasciare
l'impasto riposare almeno un paio di ore al caldo...-
-Ed infatti il forno non è un posto caldo? Ahahah Konan dai
ti credevo più intelligente!-
Kisame dal canto suo seduto su uno sgabello aveva l'ingrato compito di
sbucciare un sacco pieno di patate. Con l'orecchio teso verso Konan -
pronto a scattare ad un suo comando - guardava con interesse Itachi
sopra la scala, intento ad attaccare un festone. Avrebbe preferito
aiutarlo piuttosto che stare lì a sopportarsi quei due. Ai
piedi
della scala Sasori gli passava delle palle di Natale, destinate ad
essere appese vicino agli stipidi dell'ingresso. L'Uchiha si sporse
ulteriormente per afferrarle tutte. Si voltò verso di lui,
forse
percependo di essere osservato.
Kisame spostò rapido lo sguardo altrove, sperando non avesse
notato che lo stava fissando. Eppure nonostante i suoi continui
tentativi di dimenticarlo, sentiva di desiderarlo ancora molto
intensamente. Il suo non poteva essere classificato come un semplice
invaghimento. Appena il corvino si rigirò potè
nuovamente
posare il suo sguardo su di lui. Nemmeno il tempo di tornare ai
pensieri di prima che si sentì scosso da una mano.
-Hey Kisame muoviti che Konan ti vuole! Ma che cazzo stai guardando?-
disse sporgendosi anche lui verso il salotto. - Ma guarda! Ci vuole
anche l'assistenza ora per attaccare uno striscione?! Questo Uchiha non
c'è la fa proprio a fare le cose da solo
- esclamò con il chiaro intento di attirare
l'attenzione
del moro, il quale si girò semplicemnte per rispondergli a
tono.
- Compatisco Kakuzu che è costretto a sopportarti
anche a
letto... anche lì tendi a fare l'isterico?-
Hidan gli sorrise e alzandosi le maniche fece un passo verso il corvino
prima di sentirsi trattenuto per la maglia.
-Hidan dove pensi di andare? Mi devi aiutare qui in cucina-
esclamò Konan costringendolo a desistere. Questi
sbuffò
stizzito prima di rientrare.
Itachi rimase diversi secondi fermo a guardarlo andare via, fino a
scrutare Kisame che era tornato ad
occuparsi delle patate. Scese dalla scala e fece con Sasori il conto
della situazione: in magazzino non erano riusciti a trovare tutto il
necessario. Era necessario comprare qualcosa. Presi i soldi con il
permesso di Pain, nonostante le proteste di Kakuzu, si diressero verso
la città più vicina. Furono però
costretti a
portarsi dietro anche Deidara che necessitava di acquistare
dell'argilla. Non c'era modo migliore di festeggiare se non preparardo
una pirotecnica esplosione!
Percorsa con passo svelto la strada, entrarono nel negozio per
cerimonie e feste.
-Bene penso sia meglio fare prima un giro, per vedere se c'è
qualcosa di adatto al contesto- disse Sasori atono. Senza dubbio la
persona più normale, secondo Itachi, per svolgere una
missione.
Diverse volte in passato aveva rimpianto di non essere stato assegnato
a lui. Entrambi di indole placida ed inespressiva erano stati assegnati
a dei compagni piuttosto rumorosi. Però almeno venivano
momenti
in cui anche Itachi non poteva che apprezzare lo spadaccino. La sua
stupidità e giovialità rendevano gli incarichi
meno
noiosi del previsto. E poi adesso lo preferiva anche per un'altra
ragione... che sperava passasse presto.
-Forza ragazzi! Un pò di entusiasmo! Prendiamo qualcosa di
stravagante vi va? Uhm-
-Deidara tu non dovevi solo comprare l'argilla?- domandò
già scocciato della sua presenza il corvino. -Provvedo dopo
Itachi, se lasciassi l'acquisto delle decorazioni a due lagne come voi,
già so che la festa verrebbe rovinata!-
Nonostante fosse una offesa ai loro gusti nè Sasori
nè
Itachi gli diedero peso, incamminandosi insieme verso la prima fila di
scaffali.
Il negozio era davvero molto grande e la roba tra cui scegliere era
davvero tanta. Il Leader poi era stato abbastanza generoso con i
contanti quindi potevano davvero sbizzarrirsi. Oltre ai soliti
coriandoli, decorazioni di carta e fiori di plastica, Itachi pensava
fosse necessario qualcosa di diverso dal solito. Superò i
ragazzi che erano intenti a bisticciare sul colore dei piatti e
bicchieri di plastica.
-La nostra è una organizazione seria Deidara, penso sia
meglio un bianco classico-
-Suvvia Sasori sama mica è una festa di vecchi! Siamo
giovani no? Uhm Almeno prendiamoli rossi-
-Proprio perchè sei un ragazzino penso che sia meglio far
scegliere a me-
-Ma non è giusto!-
E continuavano inperterriti a litigare, mentre Itachi scrutava
incuriosito il reparto "adulto" del negozio. In effetti se non fosse
stato per la presenza di Konan qualcuno di quei addobbi - che
riproducevano satiricamente parti intime maschili e femminili - sarebbe
stato apprezzato dagli uomini del team. Passando poi davanti ad una
vetrina notò che il negozio forniva anche servizio di
spogliarelliste/i. Anche in questo caso però si
rischiava di discriminare la povera Konan, quidi Itachi andò
oltre soffermando le sue attenzioni su una scatoletta di color nero
lucido. Si voltò quindi verso gli altri, che erano ancora a
litigare, attirando la loro attenzione.
-Non male la tua idea
di comprare
la consolle per il karaoke, potremmo usarlo anche in altre occasioni
uhn- esclamò Deidara. Continuarono a
parlottare tra loro
mentre procedevano verso il negozio di "argilla", che poi
poteva
davvero esserci nel paese della pioggia un ambulante che vendesso solo
quello? -Che c'è
non mi credi?-
bofonchiò il biondino, che trovava fastidioso le
insinuazioni di
Sasori che davvero credeva ridicola una cosa simile. -Penso che la tua sia
solo una scusa Deidara. Ammettilo non ti andava di rimanere in base a
sgobbare- -Ti assicuro che
davvero esiste! Hey ma di solito il carretto si trova in questa
piazzetta, dove sarà finito?- -Dai che la puoi anche
smettere, che tanti abbiamo già capito tutto...vero Itachi
san?- E mentre Deidara
gesticolando come
un matto cercava di convingerli della sua buona fede, e i due di
rimando lo sfottevano, il rosso notò tra la folla una
persona di
loro conoscenza. Il piromane urlò ad alta voce il suo nome,
interrompendo cosi le prese in giro. -Namida!- La ragazza sentendo si
chiamare si
fermò di colpo guardando nella loro direzione. Nemmeno il
tempo
di fare un passo che si trovò tutti e tre attorno, chi
sorridente, chi un pò meno. -Salve, mi pare di
avervi già visto da qualche parte...voi siete- -Gli amici di Kisame!
Già non ti ricordi più di noi uhn- -Dicci tutto bene con
Kisame?-
domandò apatico Sasori. Namida però forse
sorpresa da
quella domanda, sorrise a denti stretti manifestando un pò
di
fastidio e imbarazzo per quella situazione. -Bhe in verità
io e
Kisame non stiamo più insieme da un pò- -Come?!- esclamarono
Sasori e Deidara. Itachi anche non riusciva a crederci. Ma
preferì contenersi. Eppure in quei giorni
non gli era parso affatto triste e neppure malinconico. Deidara riprese la
parola,
confortandola sul comportamento del loro compagno.-Dai che capita di
litigare e allontanarsi, ma sono sicuro che Kisame sarà
farsi
perdonare!- eppure mai come allora quella frase sembrava proprio fuori
luogo. -Sentite ho un impegno abbastanza urgente. Passate una bella
giornata- profilò ai tre prima di allontanarsi e mischiarsi
tra
i passanti. Doveva essere successo
qualcosa di davvero serio tra loro. Eppure allora con chi stava uscendo
Kisame in quelle notti? Itachi si sentiva
esplodere la
testa. Ritornò astiosa la gelosia che a stento era riuscita
a
placare per tutto quel tempo per Namida. -Bhe ragazzi mi sa che
è il
caso di tornare alla base. Tanto qui non c'è rimasto
più
nulla da fare- sentenziò Sasori rivolgendosi ai due. Eppure non fu
difficile per Deidara, notare sul viso del corvino, una espressione
glaciale. Si profilavano serie guai al covo.
Tornati alla base,
mentre i due
nukenin della sabbia facevano rapporto sulla "passeggiata in centro",
Itachi si diresse in cucina dove trovò chi stava cercando:
stavolta Kisame era alle prese con una pila di cipolle -
chissà
per quale malsana ricetta - e piangeva a dirotto ad ogni taglio. Senendo una presenza
alle sue spalle, si girò ancora lacrimante. -Oh sei tu Itachi,
come è
andata la commissione?- l'altro però continuava ad essere
inespressivo. Però, ora che lo osservava meglio sembrava
quasi
adirato. -Tutto bene Itachi?- -Kisame, ho bisogno di
parlarti
subito- disse uscendo dalla cucina. Lo spadaccino lo seguì
fino
a rientrare nella loro camera. -Allora mi dici cosa
è successo?- -Al massimo sei tu che
mi devi delle spiegazioni, Kisame.- -Cosa?-
domandò esterrefatto il blu. -Che centro io adesso?- -Abbiamo incontrato
Namida- l'espressione dell'uomo-squalo cambiò di colpo. Ah,
ecco. -Con chi stai uscendo
in questi giorni Kisame? Perchè non mi hai detto che ti eri
lasciato?!- -Bhe perchè
non sono affari
tuoi. Io esco con chi mi pare!- disse alzando la voce il blu. Che
sfortuna che aveva incontrato Namida. Lo spadaccino avva intenzione di
rifilargli la scusa della ragazza ancora per un bel pò di
tempo.
Non si sentiva pronto a dirgli che stava frequentando un uomo. Anche
perchè Itachi avrebbe poi potuto mal interpretare ogni suo
gesto. -No Kisame! Adesso lo
voglio
sapere, smettila di nasconderti che tanto non te ne vai da questa
stanza finchè non so tutto- Itachi non riusciva
più a
contenersi. Forse se fosse riuscito a controllarsi, avrebbe taciuto.
Era logico che arrivati a quel punto Kisame non si sarebbe sbilanciato.
Doveva esserci sotto qualcosa. -Delle tue minacce sai
che me ne
faccio?! E Adesso spostati- nemmeno il tempo di dirlo che spinse con
forza l'Uchiha che facendosi forza sulle ginocchia non si
spostò
di un centimetro.
Le urla destarono
l'attenzione di
tutti e in poco tempo molti si accalcarono vicino alla porta per
origliare. Quando sentirono che i due dentro erano passati alle mani,
irruppero nella stanza bloccandoli mentre Pain chiamato da Konan li
raggiungeva. Entrato il Leader
nella stanza,
calò un irreale silenzio. Kisame però continuava
a
guardare in cagnesco il corvino. -È inutile
che continuate a
guardarvi cosi. Non vi permetterò di rovinare i
festeggiamenti
con i vostri futili litigi- -Se è per i
festeggiamenti che vi preoccupate, potete anche lasciarmi andare! Non
ho alcuna intenzione di rimanere- -Essia- e con un gesto
della mano lo fece liberare. Kisame
guardò Itachi negli occhi un'ultima volta prima di
oltrepassare la porta ed uscire dalla base.
Lasciato solo nella sua stanza, Itachi era già da una buona
ora
sotto le coperte, che cercava di fare mente locale su quanto era
successo poco prima. Senza dubbio la sua reazione era stata eccessiva,
si era sentito tradito quando aveva scoperto dalla stessa Namida come
erano andate le cose. E doveva ammettere che si sentiva davvero male in
quel momento. Non riusciva davvero a credere che dopo tutto quello che
avevano passato insieme, continuasse a tenergli delle cose segrete.
Alla fine era pur sempre Kisame, che ad ogni missione non smetteva mai
di parlare e di raccontargli di sè e di qualsiasi cosa
banale
gli succedesse nella vita.
Soffocato dal calore delle lenzuola si alzò dal letto
iniziando
a camminare in cerchio. Eppure non riusciva a decidersi su cosa fare.
Entrò in bagno, si spognò e aprì il
rubinetto.
Sotto il getto d'acqua, in quella cabina chiusa, cercò di
non
pensare più a nulla. Eppure gli tornava sempre in mente il
viso
rabbioso di Kisame... e quella spinta con cui non aveva fatto altro che
rendere ancora più tangibile la loro situazione. Il suo
evidente
allontanamento. Che fosse mai passato da un estremo ad un altro? Che lo
odiasse?
Uscì dal vano doccia, prese un asciugamano e lo
legò alla
vita. Rientrò nella camera e presi alcuni indumenti
incominciò
a rivestirsi.
Ma una situazione simile non poteva andare avanti. Doveva trovare un
modo per alleviare questo suo dolore e risolvere con l'altro. Poco
importava come sarebbe andata a finire. Se Kisame voleva sarebbero
rimasti amici. Ma doveva togliersi questo peso dal cuore, che non
riusciva proprio a superare. L'indomani gli avrebbe parlato. Ecco cosa
aveva deciso.
Vestitosi completamente uscì dalla stanza e si diresse verso
il
salotto. Riusciva a sentire le voce allegre degli altri, si vedeva che
la
festa era già iniziata senza di lui. Arrivato a
metà
strada incrociò Deidara che indossava uno stupido capellino
da
festa e ne portava un altro in mano.
-Ah eccoti qui Itachi san! Stavo proprio venendoti a chiamare- disse
porgendogli l'ornamento di cartone. Il corvino di rimando lo
guardò torvo senza accennare a prenderlo. - Eddai
Itachi! Non vorrai mica essere l'unico a non metterlo? Il capo
potrebbe offendersi-
Lo prese posizionandolo sul proprio capo. Quando entrò in
salotto con il biondo si rese conto con rammarico che era il solo ad
indossarlo, in quanto lo stesso piromane aveva già
provveduto a
sbarazzarsene.
-Ohi Itachi sei proprio adorabile!- esclamò Hidan che
trovava ogni scusa buona per sfotterlo.
Alcuni ridevano mentre altri erano già intenti a mangiare e
non
lo guardavano neppure. Il moro si voltò verso Deidara che
scherzoso gli fece una linguaccia. Avrebbe trovato il modo di
vendircarsi! L'Uchiha sorrise diabolico.
-Non riderai ancora per molto! Ti sfido al karaoke!- non aveva neanche
urlato eppure tutti si voltarono a guardarlo stupito.
La serata era appena iniziata.
Aveva camminato abbastanza ed oramai aveva sbollito tutta la rabbia. Lo
spadaccino sedeva su una panchina, il parco era semideserto solo
qualche coppietta ogni tanto gli transitava davanti. Si sentiva ancora
rimbombare nelle orecchie le parole dell'Uchiha: con chi stai uscendo?
Perchè non me lo hai detto? Insomma come si permetteva di
fargli
delle domande simili? Alla fine il corvino sapeva benissimo cosa Kisame
sentiva per lui... che senso aveva fare quella stupida scenata di
gelosia? Era stato molto chiaro il suo rifiuto. Non gradiva le sue
attenzioni... Perchè allora arrabbiarsi così per
qualche
segreto? Kisame davvero non ci capiva più niente. Quel
ragazzino
però doveva smetterlo di trattarlo così. Se solo
gli
altri non si fossero messi in mezzo, sarebbe stata la volta buona che
gli dava una lezione.
Afferrò il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Era
già
passata una buona mezz'ora. Saityuu si stava facendo attendere come al
suo solito. Normalmente lo avrebbe anche tollerato, ma in quel momento
non aveva proprio voglia di rimanere da solo. Non faceva altro che
pensare.
Poco dopo la sfuriata, infatti il blu aveva ben pensato di contattare
il ragazzo con cui usciva di recente, chiamato Saityuu appunto, per
passare la serata fuori. Si era autoescluso dalla festa, ma
ciò
non si significava che si sarebbe annoiato. L'altro aveva subito
risposto alla sua richiesta e si erano dati appuntamento in quel
giardino pubblico non molto lontano dall'hotel dove erano soliti
passare il dopo serata.
Rimise il cellulare in tasca e si alzò svogliato
stiracchiandosi. Decise di fare due passi. Tanto se non lo avesse
visto,
poteva sempre chiamarlo. Passò davanti le giostre e si
sedette
sull'altalena. Chi passava lo guardava incuriosito. Doveva davvero far
ridere un omone di quasi due metri come lui, lì da solo su
quel
gioco per bimbi. Fece per dondolarsi e quasi d'istinto la mente gli
tornò ad un vecchio episodio.
Una giornata di pedinamento, dove lui e Itachi dovevano attendere tre
tipi in un parco comunale. Itachi però si era annoiato di
aspettarli impiedi e allontanatosi dal punto in cui sostavano, si era
adagiato su un'altalena libera. Non indossava la cappa dell'akatsuki e
la giovane età lo rendevano un ragazzo qualunque in quel
momento. Sembrava davvero sereno e a suo agio e non si scompose neppure
quando un gruppetto di bambini si era avvicinato a lui. Kisame si era
quasi incantato a guardarlo barlottare con quei poppanti. Poi quando si
erano allontanati, il corvino aveva iniziato a dondolarsi.
Kisame si alzò imprecando. Qualunque cosa facesse quel
ragazzo
gli tornava sempre in mente. Allora non lo desiderava, ma nonostante
tutto quell'Uchiha era capace certe volte di incantarlo. Con i suoi
modi e i suoi gesti. Doveva essere stato davvero lungo il processo che
lo aveva portato ad incretinirsi per quel ragazzetto.
Riprese il cellulare, Saityuu lo stava chiamando.
-Hey sei arrivato? Va bene ora arrivo- disse prima di inoltrarsi di
nuovo nel parco.
-Oddio Itachi non credevo fossi così bravo a cantare- disse
una
stupita Konan -Itachi allora davvero eccelli in ogni arte...me ne
compiaccio! Sei davvero un ottimo acquisto per il team- lo
complimentò Pain.
-Adesso pretendo la rivincita!Uhn- -Non ne ho voglia ora,
è
inutile...Deidara. Tanto non puoi
battermi- disse divertito Itachi che aveva così ottenuto
vendetta. Il biondo però non demordeva continuando a
sbraitare
senza però essere ascoltato. Iniziarono quindi a fiottare le
sfide e il corvino non fu da meno: l'unico che riusciva a tenergli
testa era Kakuzu che nonostante l'aspetto, nascondeva una voce intonata.
-Un'altra dote nascosta del mio valido tesoriere!-
-È proprio vero che non bisogna lasciarsi ingannare dalle
apparenze...-
-Kakuzu ti sfido!-
Il chiasso non faceva che aumentare, tra chi aveva o non il microfono
tutti cantavano e si divertivano. Itachi anche se non lo dava a vedere
apprezzava i complimenti e si lasciò trasportare
dall'euforia
del momento. Ad ogni canzone, si alzava con giubilo un brindisi a Pain
e al successo dell'Akatsuki. Tutti erano felici e ridevano di gusto. Le
amarezze e i fallimenti non avevano posto quella sera. Anche le
antipatie vennero messe da parte ed ognuno si sentiva membro di quella
nuova famiglia chiamata Akatsuki.
Partirono quindi una escalation di auguri, accompagnati da abbondanti
bevute, per ogni membro del team. Nonostante la mancanza di Kisame
quella sera, il leader dedicò un brindisi anche a lui.
Già, avrebbe dovuto esserci anche lo spadaccino a quei
festeggiamenti. Se fino a quel momento Itachi era riuscito a non
pensarci, lo
frastornò come un tuono il pensiero del compagno. Posò sul
tavolo il drink che stava bevendo, ed uscì un
attimo in veranda. Anche Sasori e Deidara erano lì e
voltatisi
un attimo per il rumore della porta, si rigirarono continuando la loro
conversazione. Itachi si avvicinò alla rinchiera guardando
il
paesaggio in lontananza.
Si sentiva incerto sull'indomani. Quello che aveva deciso poco prima
non gli sembrava più la scelta migliore. Quella sera il
cielo
era sgombro di nuvole, solo una leggera brezza soffiava ed era molto
piacevole.
Sasori si concedò dal compagno e salutato anche il moro,
tornò alla festa. Deidara gli si avvicinò
con aria crucciata.
-Itachi che hai? Sei già stanco dei festeggiamenti?- ma
l'altro
taceva. Si voltò guardandolo negli occhi con una espressione
incerta.
-Dimmi pure...- proferì il biondo prima di volgere lo
sguardo verso le luci del cielo.
E parlò. Non perchè confidasse in un suo
consiglio -
Deidara gli appariva terribilmente immaturo - ma sentiva di dover
esternare il suo malessere. Non poteva più tenerselo dentro,
ma
neppure attendere l'indomani. Gli disse cosa lo turbava: della lite di
prima, di come sentiva di non poter continuare così e della
scelta di rivelare tutto a Kisame.
-Sembri convinto allora, cos'è che ti cruccia?-
-Forse dovrei trovare un altro modo per sistemare la cosa-
-Non credo esista modo migliore se non parlargli, Kisame non
è un ragazzino...-
-Non intendevo certo dire questo Deidara, cerca di capire...e se-
-E se ti rifiutasse? E questo il punto?-
L'altro si ritrasse dalla ringhiera portando le mani al volto. -E se
rovinassi tutto? Se anche fosse disposto a rimanere mio amico... come
farei poi io? A starci vicino tutti i giorni!-
-Ehy Itachi ma allora ne sei proprio sicuro...di-
-Sì. Non ho più dubbi su ciò che sento-
Il biondo lo afferrò per le spalle e lo scrollò
energicamente. Ma che?
-Deidara ma che diamine ti prende? Mollami!-
-Forza Itachi non puoi lasciarti dominare dalla paura per cosi poco!
Dove è finito il tuo stramaledetto orgoglio?- lo
scrollò
un ultima volta prima di mollarlo. Quegli occhi azzurri avevano
ragione, non poteva lasciare che il panico lo schiacciasse. Si stava
comportando come una stupida ragazzina, ed una cosa simile non poteva
proprio tollerarla!
-Grazie.-
Finiti
gli alcolici, a seguito del malumore di molti si
decise di uscire per continuare a festeggiare fuori. Quella sembrava
proprio la sera adatta per ridursi come spugne. Infondo il giorno
successivo si sarebbero dati tutti malati! Lo stesso Pain, che non
reggeva molto l'alcol, sollecitò tutti a muoversi e a salire
in
auto - che più che una quattro ruote sembrava un camion
merci -
e sotto la guida diligente di Sasori si diressero in centro.
Arrivati
a destinazione si incamminarono verso il viale commerciale che
di sera era sempre pieno di gente con i bar aperti fino all'alba.
Non si poteva certo dire che il
gruppo passasse inosservato: la presenza di individui come Kakuzu e
Zetsu - che oltre ad avere un'elevata altezza avevano anche una faccia
non proprio rassicurante - incutevano vero e proprio terrore ai
passanti, che arrivavano al punto di attraversare la strada per non
rischiare di incrociare il loro sguardo.
E proprio su questo scherzavano gli altri.
-Ehy Kaku guarda quella ragazza... Carina no?-fece Hidan
punzecchiandolo.
-Quanto scommettiamo che adesso attraversera la strada? Uhn-
Kakuzu non parve offendersi: era troppo sbronzo per cogliere tutto
quello che avevano detto.
Alla fine comunque si verificò come i più giovani
avevano
dedotto: la ragazza attraversò la strada sotto gli
schiamazzi di
Hidan e Deidara che ribadivano come il più anziano sarebbe
rimasto per sempre single.
Arrivarono quindi nella piazza dove c'erano gli ingressi anche di
alcune note discoteche. Loro però non erano tipi da andare a
ballare. Gironzolarono tra i diversi locali aperti e non mancarono
momenti in cui veniva perso qualche componente. Si sa, quando nelle
vene circola troppo alcool tendono a calare i freni inibitori ed era in
momenti come quelli che i ragazzi fingevano di non conoscere Hidan, che
sopraffatto dal caldo stava dando spettacolo inscenando uno
spogliarello per le ragazze presenti. Anche gli altri però
non
erano da meno, allungando le mani e urlando battute sconce alle belle
che gli passavano vicino.
Konan non potendoli controllare tutti sorvegliava in particolare Pain
che sembrava crollare da un momento all'altro, finchè non si
appisolò sulla spalla della compagna.
Itachi nel frattempo si era nuovamente estraniato dal mondo, a prima
vista poteva sembrare che seguisse con lo sguardo Sasori, l'unico
ancora un pò lucido, che stava raccogliendo gli stracci
dell'albino e lo inseguiva attorno alla rotonda per evitargli di finire
sotto un'auto. Ma non guardava nulla di particolare. Anzi non vedeva
l'ora che quella nottata passasse.
La musica house rimbombava assordante per tutto il locale. La sala era
gremita di ragazzi che ballavano. Tutti ammassati, l'uno addosso
all'altro si dimenavano frenetici presi da quel rumore fragoroso. Era
in quei posti che ultimamente lo spadaccino aveva trovato compagnia per
la sera. Ma non quella notte. Saityuu
si lasciava trascinare, avvinghiandosi parecchio a lui. Premeva col
fondoschiena contro il cavallo dei suoi pantaloni sapendo che lo
avrebbe fatto innervosire ed eccitare insieme. Perchè in
mezzo a
quella folla doveva contenersi, ecco la ragione. Gli afferrò
il
mento e lo costrinse sulle punte per dirgli uno stizzito "smettila" ma
ricevette solo una risata fragorosa.
Lo afferrò per la mano ed uscirono da quel tumulto per
accostarsi al bancone.
-Senti ti va di andare un pò fuori? Non ho più
voglia di ballare-
-E cosa vorresti fare?- chiese il ragazzino con sguardo ammiccante.
-Qualsiasi cosa, basta che usciamo di qui- sbottò il blu.
-Andiamo a casa mia, beviamo qualcosa e concludiamo la serata-
-Hidan sei proprio un cazzone-
-Hey lasciatemi in pace! È solo invidia la vostra! Avete
visto quante ragazze mi stavano guardando?!-
-Sicuramente ridevano di te-
Avevano finalmente recuperato l'albino e anche se il tempo era volato
si era fatta ora di rientrare.
-Hey bellezza ti va di tornare a casa con me?- fece l'immortale verso
una biondina niente male che gli era passata di fianco. Vedendo che lei
non rispondeva la afferrò per il polso per farla voltare.
Itachi
prontamente gli colpì il braccio per fargli mollare la
presa.
Aveva già dato troppo spettacolo e si era davvero scocciato
di
sopportarlo.
-Itachi che cazzo fai?!- urlò quello che però non
si sentiva più le forze nemmeno per alzare le mani.
Nel frattempo la ragazza spaventata attraversò la strada
guardandoli intimidita. Anche Itachi
seguì con lo sguardo la donna giungere
dall'altro lato del marciapiede e sussultò stupito: quello
era
Kisame?
Come poteva non notare il suo compagno blu alto quasi due metri? Eppure
non riusciva proprio a crederci, che ci faceva lì?
Deidara sentendo ancora Hidan inveire contro il corvino si
voltò
per ammutolirlo, oramai più nessuno aveva la salute di udire
le
sue urla. Si stupì però nel vedere che il moro
non lo
calcolava affatto, anzi aveva lo sguardo altrove. Sembrava stesse
fissando qualcuno. Ma chi? Poi anche il biondo lo vide. Quella sagoma
azzurra era inconfondibile tra la folla.
Usciti dal locale i due si diressero verso l'abitazione del
più
piccolo con passo molto lento. Era anche un modo per riprendere fiato
dopo il movimento sfrenato di prima.
Saityuu gli afferrò la mano facendolo voltare.
-Hey Kisame tutto bene? E da quando siamo usciti che non dici una
parola-
-Sono solo un pò stanco, non farci caso-
-Dai che non manca ancora molto- gli disse dandogli un bacio. Kisame
ricambiò affondando la lingua tra le sue labbra. Anche se il punto non
sembrava
molto illuminato Itachi riusciva a
distinguerlo nitidamente. Chi era quel ragazzo che gli teneva la mano?
Si sentì scuotere il braccio. Gli altri si erano
già
allontanati di alcuni metri e Deidara stava cercando di risvegliarlo da
quel torpore in cui
era precipitato.
-Itachi?-
-Sì?- -Senti con Kisame ci
parlerai
domani se vuoi ma adesso è meglio che ritorniamo a casa-
voleva
evitargli di litigare di nuovo, ma stavolta davanti ad un perfetto
sconosciuto. Che a giudicare da quel bacio doveva essere il suo nuovo
ragazzo.
-Scusa Deidara ma non posso...-
Avanzò di qualche passo puntando gli occhi sullo spadaccino.
-...Questa cosa la devo risolvere subito- Ora Kisame era
lì, con un
altro, ma questo non
cambiava nulla. Doveva parlargli. Tutta la sera aveva pensato solo a
quel momento e non voleva più rinviare. Gli avrebbe detto
tutto.
Se Kisame avesse voluto, il suo dolore si sarebbe placato. Altrimenti
si sarebbe messo l'animo in pace. Si diede forza e
incominciò a
correre: arrivato al ciglio della
strada non si diede lo scomodo di controllare e
dopo aver scansato una macchina non gli riuscì lo stesso con
la
seconda.
Si perse tra le sue
labbra
finchè non sopraggiunse alle sue
orecchie un urlo. I due si separarono e guardarono in direzione della
strada per capire cosa era successo. Quando Kisame vide
Deidara
che gridava iniziò a preoccuparsi. Lo cercò con
lo
sguardo: tutti c'erano tranne lui.
Lasciò lì il compagno ed iniziò a
correre, una
corsa disperata con un briciolo di speranza nel cuore.
Spintonò a
forza la gente per passare avanti finchè non lo vide. Ogni speranza era
irrimediabilmente svanita.
La disperazione fece la sua comparsa.
Itachi
era
lì, fermo su quel letto d'ospedale. Sulla nuca una
medicazione copriva
il taglio che era stato realizzato dal chirurgo per fermare l'emorragia
causata dall'incidente. Il resto del corpo non aveva riportato evidenti
traumi.
Infatti il guidatore nonostante fosse ubriaco era riuscito
comunque a rallentare a sufficienza da non rendere quello scontro
mortale o comunque più grave di quanto era risultato poi.
Kisame era sempre rimasto li accanto all'altro in quelle settimane
di coma, e puntualmente riviveva mentalmente tutto quello che era
successo quella notte.
Quel grido, dava sempre inizio ai suoi ricordi. La vista di Itachi
immobile sull'asfalto, con le pupille ancora aperte e con un
rivolo di sangue che scendeva dalle labbra.
La corsa in ospedale con l'auto del Leader.L'intervento alla testa e la
prognosi.
Almeno l'operazione era andata bene, ma nonostante questa buona notizia
Itachi sembrava non volersi risvegliare.
Casi simili accadono raramente, bisognerà attendere e
sperare che si risvegli da solo. Questa la diagnosi.
Oramai erano passate più di due settimane dall'incidente e
Kisame
trascorreva tutti i giorni lì e quando poteva anche le notti.
Dopo quella sera non aveva più richiamato Saityuu,
rifiutando le sue chiamate. Durante quelle settimane si era presentato
in ospedale, avendo saputo dai compagni dove trovarlo, ma lo spadaccino
senza neanche inventarsi una scusa, gli aveva chiesto di andarsene e di
non farsi vedere più. In fondo Kisame sapeva
che era anche colpa sua di quello che era
successo... o in fondo era lui che si attribuiva la colpa di
quell'incidente. Ripensò a quella notte. Alla
lunga attesa nel corridoio di quell'ospedale.
-Sono
passata tre ore da quando siamo qui, ma nessuno ci fa ancora sapere
niente- disse Pain. -Possiamo
solo sperare che l'operazione vada bene- sussurrò Konan. -Forza!
Basta
pensare negativo, Itachi è forte e si rialzerà
anche
stavolta- esclamò Hidan, forse il più positivo
del gruppo. Gli
altri rimasero in silenzio. Potevano solo aspettare.
Kisame
e Deidara nel frattempo erano usciti per parlare. Gli altri
già avevano capito cosa era successo: perchè
Itachi aveva
cosi d'impeto attraversato la strada senza controllare. Nessuno in
fondo gli attribuiva la colpa. Ma lui non riusciva a
sopportare lo sguardo degli altri.
-Hey
Kisame dai non ti tormentare cosi, adesso dobbiamo solo avere fiducia- -Non
sarei
dovuto uscire questa sera, se fossi rimasto alla base non sarebbe
successo tutto questo... e solo colpa mia-si rimproverò il
blu. -Ma
che stai blaterando?!- -Se
avessi detto la verità ad Itachi, che avevo iniziato
a frequentare un uomo...ma Deidara mettiti nei miei panni, come potevo
dirglielo? Mentirgli era l'unico modo per rimanere amici.- -Certo
è che non brilli per intelligenza tu eh? Ma
almeno riesci minimamente ad intuire perchè Itachi abbia
reagito
cosi? Se avesse provato repulsione nel vederti con un uomo non si
sarebbe neppure degnato di guardarti, figurarsi attraversare la strada
per raggiungerti- -Cosa
vuoi dire Deidara? Sai qualcosa che dovrei sapere?! Dimmelo!-
urlò l'Hoshigaki. -Penso
che sia meglio che te lo dica lui quando si
riprenderà...comunque smettila di piangerti addosso, Itachi
non
lo sopporterebbe-
detto ciò Deidara rientrò lasciando l'altro molto
turbato.
Che cosa voleva dire Deidara? Non voleva più illudersi. Non
poteva credere alla risposta che appariva più scontata.
Itachi
non poteva certo essere geloso. Ma allora che cosa voleva dirgli?
Prese a pugni il muro finchè non si calmò.
Rientrò
dentro senza dare importanza al sangue che gli scorreva tra le mani. Si
augurò solo che quella notte finisse in fretta.
Quella mattina faceva
molto caldo.
Nonostante il sudore l'Hoshigaki non
avrebbe mai lasciato quella mano. Quel giorno aveva deciso di portare
qualcosa da leggere, più precisamente una rivista di gossip.
Non era certo dei
gusti letterari del moro ma pensò che comunque gli sarebbe
potuto
piacere. Lo squalo però ben presto si rese conto che non era
fatto per quel genere di letture. Nonostante leggesse anche abbastanza
discretamente non riusciva proprio ad appassionarsi a quelle storie che
coinvolgevano stelle dello spettacolo. Dopo aver letto un
paio di gossip e
visto una decina di foto scandalose, si stufò e avendo
dormito
poco la sera precedente decise di fare un pisolino. Durante quella
piacevole pausa Itachi riprese i sensi.
Aprì con fatica gli occhi che non erano più
abituati alla
luce del sole. Gli ci vollero alcuni secondi per mettere a fuoco la
stanza e i suoi scarni arredamenti. Capì dove si trovava.
Spostò lo sguardo nella stanza finchè non
notò che
un uomo di carnagione blu, particolarmente brutto, stava dormendo
vicino a lui.
Chi è? E che ci fa qui?
Scostò la mano, ma l'altro la stringeva saldamente.
Cercò
allora di svegliarlo scuotendolo un pò. Ma senza risultato. -Svegliaaa!!-
gridò l'Uchiha
facendo destare di soprassalto l'altro che scattò in
piedi. Deidara e Hidan che erano in corridoio corsero in stanza per
capire che stava succedendo.
Tutti e tre strabuzzarono gli occhi quando videro il moro finalmente
sveglio.
Un Deidara commosso gli corse incontro per abbracciarlo. -Itachi finalmente ti
sei risvegliato..sniff- -Forza Deidara
controllati, mi davi già per spacciato forse?- -Ma che fai mi prendi
in giro? Guarda che io sul serio ero preoccupato- -Hey Itachi ben
tornato dal regno dei morti- lo schernì l'albino che era
felice di rivederlo vivo e vegeto. -Sempre il solito sei,
non sei cambiato affatto Hidan- rispose di rimando l'Uchiha. -Che c'era da
preoccuparsi? In settimana ho sacrificato una
povera anima al dio Jashin, quindi sapevo che ti saresti ripreso.
Jashin non delude mai i suoi discepoli- -Itachi san..-
sussurrò
ancora incredulo l'uomo-squalo che protese una mano per sfiorare
l'altro. Carezza che venne respinta in malo modo. -E tu chi
saresti?- -Ahahah suvvia Itachi
non è proprio il momento di scherzare...- disse Kisame
ridendo a denti stretti. -Non sto scherzando.
È la prima
volta che ti vedo- rispose l'Uchiha serio come al suo solito. No, non
sembrava proprio che scherzasse.
Il sangue dello spadaccino si raggelò. Come era possibile
che si ricordasse addirittura di Hidan ma non di lui? -Forza Itachi, mi vuoi
far credere
che ti sei dimenticato del tuo compagno Kisame?- domandò
Deidara
anch'egli poco convinto dell'affermazione del moro. -Lui il mio
"compagno"? Ma che stai blaterando Deidara?- -Ehm.. non intendevo
in quel senso..- -Allora cosa?- -Ti ricordi almeno che
sei membro dell'Akatsuki?- chiese ulteriormente il biondo. -Certo!- -Dai Itachi smettila
di prenderci per il culo, davvero non ti ricordi di lui?- disse Hidan. -Ragazzi sono serio.
Non l'ho mai
visto in vita mia- sentenziò Itachi ormai stanco delle
continue
domande.- Se permettete mi sono appena ripreso da un brutto incidente,
vorrei riposare- disse indicando la porta. Tutti uscirono lasciandolo
da
solo.
-Credo che il medico
ci avesse
accennato di possibili danni alla memoria, dovremmo avvisare gli altri
almeno per verificare se riconosce anche loro. Non credi Hidan?- -Si, immagino tu abbia
ragione. Voi rimanete qui, vado e torno- disse l'albino prima di uscire
dal reparto. Deidara si
voltò verso Kisame. Sembrava molto confuso. Era felice che Itachi
si fosse
finalmente ripreso, ma tutto quello che avevano vissuto insieme fino a
quel momento era sparito, o meglio era svanito dalla mente di Itachi.
Nonostante tutto però la felicità
superò la
tristezza. Alzò la testa sorridendo come meglio poteva. -Kisame senti io
chiedo
all'infermiera di chiamare un medico, cosi magari lo visita e ci
può spiegare questa "momentanea amnesia". Ci pensi tu ad
Itachi?- l'altro annuì. Quando l'artista si fu
allontanato, il blu rientrò nella camera del compagno.
Itachi non si era
ancora assopito.
Era impiedi, i gomiti appoggiati sul davanzale e il viso fuori la
finestra. Era coperto appena dal camice per pazienti che lasciava
scoperta la schiena e le natiche. I capelli sciolti al vento. Non era
facile per Kisame rimanere impassibile a quella visione, ma la
situazione lo richiedeva. Quando richiuse la porta, Itachi non si
voltò. Lo squalo si
avvicinò a sua volta alla finestra, affiancandosi a lui. -Che guardi di bello?- -Niente. Sto cercando
di ricordare-
si voltò guardandolo negli occhi.- Deidara e Hidan
sembravano
abbastanza preoccupati che non mi ricordassi più di te. Poi
la
faccia che hai fatto... devo dedurre che tu sia stato una persona molto
importante per me- Sia
stato. Già,
parlava al passato. -Siamo compagni di
missione già da un paio di anni...si direi che sono molto
legato a te- anche troppo pensò. -Devo dedurre che
siamo amici, giusto?-. Kisame annuì. -Allora ti prego di
scusarmi per il
mio comportamento, non volevo insultarti o cosa...sai svegliarsi da un
coma e trovarsi uno sconosciuto in camera..- -Si non ti
preoccupare, non mi ero offeso- esclamò il blu sorridendo. Itachi
sorrise di rimando. Doveva essere una persona molto gioviale questo
Kisame. -Dove sono andati gli
altri?- -A chiamare un medico
e gli altri membri dell'Akatsuki. Almeno cosi sapremo quanto
è estesa la tua amnesia...- -intendi Pain, Konan,
Zetsu, Kakuzu e Sasori? Mi ricordo di loro...tutti loro...- Kisame si
allontanò dal
davanzale preso dallo sconforto. L'altro parve accorgersene e si
voltò a sua volta poggiandogli una mano sulla spalla.
-Sarai
anche un tipo allegro ma non puoi demoralizzarti cosi facilmente. Ho
bisogno di tempo per riprendermi dall'incidente.-
Aveva ragione. Con il tempo forse
si sarebbe sistemato tutto.
Eccomi tornata dopo ben 5 anni di assenza... mi scuso in anticipo con
tutti i lettori che bene o male hanno letto questa fanfic sperando in
una sua conclusione. Diciamo che dalla pubblicazione dell'ultimo
capitolo sono successe un sacco di cose e ho messo totalmente da parte
il mondo delle fanfiction. La cosa che più mi dispiaceva era
di
aver lasciato una storia in sospeso. Cercherò di rimendiare
creando nuovi colpi di scena e rendendola più interessante.
Ho provveduto poi a sostituire tutti i precedenti capitoli. Diciamo che
oltre ad essere scritti meglio, ci sono alcuni cambiamenti con la trama
e soprattutto ho ridimensionato totalmente il carattere di Itachi. Nei
precedenti capitoli infatti il nostro caro Uchiha era terribilmente
effemminato. Bhe diciamo che ho cercato di portarlo quasi alla
normalità!
Commentate numerosi XD e fatemi sapere se vi piace come procede :)