quando non sai quello che vuoi

di sweetkonan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il 1° perizoma di Itachi ***
Capitolo 2: *** aria di dubbio ***
Capitolo 3: *** qualsiasi cosa che non sia Itachi ***
Capitolo 4: *** noi sotto le luci del cielo ***
Capitolo 5: *** chiacchierando con Deidara ***
Capitolo 6: *** nel tentativo di dimenticarti ***
Capitolo 7: *** in missione con l'albino ***
Capitolo 8: *** accenni di gelosia ***
Capitolo 9: *** la decisione di itachi ***
Capitolo 10: *** incidente di percorso ***
Capitolo 11: *** ritorno alla vita ***



Capitolo 1
*** il 1° perizoma di Itachi ***


 

 

Itachi era sveglio da poco. si stiracchiò sotto le coperte e preso coraggio scese dal letto e si diresse in bagno. faceva particolarmente freddo in quei giorni ed era sempre difficile alzarsi da quel caldo tepore. Messa la cuffietta per i capelli, entrò nel doppio vano doccia e aprì l'acqua.
Poco dopo si svegliò anche Kisame che alzatosi a sua volta entrò nel bagno senza bussare.
-Giorno Itachi- esclamò con un sorriso. Il moro lo guardò di rimando. Si spostò per permettergli di entrare ed essere colpito dal getto d'acqua fredda causato dallo scaldino non funzionante.
-Quest'acqua gelida te lo ringrinzisce molto amico mio. Già normalmente è piccolo, figuriamoci ora- ghignò maligno lo squalo.
-Il mio rientra in una misura normale, al massimo è il tuo eccessivo. Degno di un mostro quale sei tu- rispose pungente l'altro.
-Come ti permetti?!-
-Sei tu che hai incominciato, Kisame!-
Itachi si girò dandogli le spalle non volendo continuare quello stupido teatrino. Il suo comportamento però non fece altro che aumentare l'ira di Kisame che non voleva assolutamente lasciargli l'ultima parola. Lo afferrò quindi per i polsi, bloccandogli ogni movimento.
-Che cosa stai facendo?Mollami!-
-Dimmi scusa-  
-Mai- sbottò l'Uchiha, che colpì il suo aguzzino calciandogli una gamba. Questi cadde nonostante avesse tentato di appoggiarsi alla parete del vano doccia.

Mollata la presa, Itachi rapido uscì lasciando lo squalo con un pugno di mosche. Dirgli scusa avrebbe significato offendere il suo onore, e nonostante la supremazia fisica dell'altro era riuscito a scappare da quella spiacevole situazione.
Il ninja della nebbia si rialzò furioso lasciando sbollire la rabbia sotto il getto d'acqua gelida.

Come osava quel ragazzino dargli del mostro? Sapeva di non essere un modello e neanche nella media, a dirla tutta...ma per dio era pur sempre più anziano di lui! I giovani d'oggi non hanno più rispetto si ritrovò a pensare Kisame.

Finita la doccia e rientrato in camera, notò il moro, ormai vestito, davanti allo specchio nell'intento di sistemare i capelli.
-Spero che quello che è successo prima non riaccada- sibilò il più giovane.
-Forse sono stato un troppo aggressivo. Ma ti invito a non schernirmi più per il mio aspetto, coloro che lo hanno fatto non sono più qui per ripeterlo-. che fosse o meno una velata minaccia al corvino poco importava. Quelle finte scuse sapeva solo lui dove doveva mettersele. Uscì dalla stanza, sussurrando parole incomprensibili, probabilmente insulti, sbattendo la porta.
Il blu decise che avrebbe passato la giornata in salotto davanti alla televisione, quando poteva amava guardare i documentari sugli animali.


-Itachi tocca a te uhn-
-Ok, pesco... passo il turno-
-UNO!- urlò euforico Sasori.
-Accidenti...Kakuzu devi assolutamente bloccarlo il prossimo turno!- replicò Deidara.
-Quanto sei disposto a pagare?- bofonchiò il tesoriere. Ogni scusa era buona per aumentare gli introiti a sua disposizione.
-Questo è un gioco Kakuzu, vuoi vincere o no?-
-Se vuoi ti ripeto la domanda-
-Vanno bene 3000 yen?-
-Il lavoro di squadra è sleale!- li sgridò il marionettista.

Proprio in quel frangente uscì il Leader dal suo ufficio. Diede una occhiata ai ragazzi al tavolo e si sedette sul divano accanto a Kisame, che come al suo solito aveva monopolizzato l'area tv con uno stupido show sugli animali.
-Ho un compito abbastanza delicato da affidare a te ed Itachi-
-Me ne parli pure-
-Konan è andata a fare acquisti ma ha dimenticato il portafogli, ed è rimasta bloccata in un negozio-
-Va bene andiamo subito- esclamò lo spadaccino. Si alzò dal divano e arrivato al tavolo sollecitò il moro a terminare la partita. Questi lo guardò un scocciato, ancora lievemente arrabbiato per prima, ma non si fece pregare.
Il capo consegnò loro il portafogli e l'indirizzo del negozio.

In pochi minuti arrivarono nel viale commerciale. C'era parecchia gente in giro. Non impiegarono molto tempo a raggiungere il loro obiettivo. Che si rivelò essere un negozio di intimo!
-Diamine il capo poteva pure dircelo di che negozio si trattava...avremmo potuto mandarci Deidara- gnignò Kisame, -e se qualcuno ci vedesse entrare in un posto simile?-
-Va bene entro io- disse risoluto il corvino non sopportando oltre i piagnucolii dell'altro.
Itachi si tolse il coprifronte, si sciolse i capelli e li sistemò un .
-Ti sembro una ragazza?-
Kisame rimase esterrefatto.
-Accidenti ci sembrate proprio. Vi manca solo un di seno e siete proprio il mio tipo- lo canzonò il blu. In effetti i tratti delicati del viso con quei capelli lunghi avrebbero ingannato chiunque.
-Aspettami qui-
Itachi uscì dal negozio con Konan soltanto una mezz'ora dopo. Cosa avevano fatto tutto quel tempo da soli?
-Alla buon ora. Stavo facendo la muffa qua ad aspettarvi- esclamò Kisame, ma i due sembravano non considerarlo. Lo superarono continuando a parlare tra loro.
-Stavi veramente bene con quei perizomi! Peccato che ne hai comprato soltanto uno-
-In effetti non credevo mi donassero cosi tanto-
-Ma come Itachi da quando in qua gli uomini comprano questi affari? Avete preso troppo seriamente le mie parole prima...-
-Quel negozio vende anche articoli per uomini. Infatti ne ho preso qualcuno anche per il Leader, già so che apprezzerà il mio gesto.- rispose seria Konan. Davvero Kisame non poteva crederci... Pain, colui che tutti rispettavano e temevano...indossava i perizomi? Lo squalo non sapeva se ridere o piangere per quella spaventosa rivelazione.
-Itachi, davvero...questa notizia mi lascia senza parole...- si trovò a dire il compagno.
-Capisco che possa disturbarti l'idea di vedere un uomo che li porta. Ti garantisco che in tua presenza non li indosserò-

Tornati al covo, Konan si diresse in ufficio per fare rapporto e mostrare i suoi acquisti a Pain. Nel frattempo gli altri due rientrarono nella loro camera.
Posato il cofanetto contenente l'intimo, Itachi salutò il collega ritornando in salotto.
Uscì quindi dalla stanza lasciando la confezione incustodita. Kisame era combattuto: tra la curiosità e il disgusto. Ma alla fine non potè resistere. Corse al comodino per vedere cosa aveva acquistato l'altro. Lo estrasse dal pacchetto. Era di un blu acceso.
Il colore almeno non era male, pensò tra sé. Lo rimise al suo posto e si sdraiò sul letto intenzionato a far un pisolino. Poco dopo sentì bussare alla porta.
-Possiamo?- rapidi entrarono Konan e Itachi. L'artista degli origami sembrava particolarmente eccitata.
-Su Itachi, vallo a provare!-
IL moro prese il perizoma e andò a cambiarsi in bagno.
-Kisame senti puoi uscire dalla stanza?- gli chiese Konan. - Sai prima avevo capito che preferivi non vederlo indossato-
-Ahah non ti preoccupare per me. Questa è la buona occasione che mi faccio due risate- rispose divertito lo spadaccino.

Dopo pochi minuti il moro uscì dal bagno. Kisame non poteva credere ai suoi occhi. Gli donava moltissimo!
Se fosse una donna... cosa gli farei.

Itachi percorse la stanza con passo lento e aggraziato. Sembrava stesse imitando le modelle che camminano in passerella. Solo che a guardarlo in quel momento non c'era una folla di cultori per la moda ed il lusso. C'erano solo Konan e Kisame. La donna era estasiata di quel uomo che con incredibile naturalezza, attraversava mezzo nudo la stanza. Girò un paio di volte su se stesso mostrando ai suoi spettatori il  fisico e le natiche perfetti.

Kisame involontariamente non potè non paragonare il corpo del compagno, coperto appena da quel filo di stoffa, e quello formoso della collega. Cercò di immaginarla li, davanti a lui, con quello stesso perizoma che indossava l'Uchiha. Ma la sua mente sembrava prendersi gioco di lui... come poteva essere che trovasse più attraente Itachi piuttosto che Konan?
Quel pensiero lo turbò profondamente.
All'ennesimo giro del moro lo sguardo dello squalo cadde e si soffermò a lungo su quello splendido sedere, facendolo arrossire vistosamente. Per evitare che Konan o peggio Itachi si accorgessero di quello che stava succendendo si alzò rapido dal letto e si diresse verso la porta deciso ad uscire.
-Kisame che fai già te ne vai? Pensavo volessi prendermi in giro- lo punzecchiò il corvino. Da quando era uscito dal bagno il compagno non aveva proferito parola e la cosa lo stupiva non poco.
-Ehm...devo fare una cosa importante. Voi continuate pure- disse chiudendosi la porta dietro.

Percorse rapido il corridoio e il salotto, fino ad arrivare al piccolo giardino da interno curato con premura da Zetsu. Si sedette sotto un albero. Sfiorò con la mano il naso. Un di sangue gli colava dalle narici.
Come poteva succedergli una cosa simile? Non riusciva a credere che ciò fosse dovuto allo spettacolo di poco prima. Il corpo di Itachi...quel perizoma. Cercò invano di trovare una soluzione più plausibile. Forse immaginare Konan lo aveva ridotto così! Sì solo cosi poteva essere andata... eppure perchè continuava a pensare al corpo del compagno?

-Kisame?- quella voce la conosceva fin troppo bene. Il moro lo vide quasi subito. Gli venne incontro sedendosi accanto a lui.
Lo spadaccino continuava a coprire il naso, col timore che l'altro lo potesse vedere.
-Senti Kisame ti volevo chiedere una cosa. Ecco... volevo sapere la tua opinione su quello che hai visto poco fa-
-Come?-
-Non fare il finto tonto. Intendo il perizoma. Konan dice che mi sta molto bene, ma... tu che ne pensi?-

Perchè mai gli chiedeva una cosa simile? Magari lui...preferiva gli uomini?
- Non fraintendermi Kisame. Almeno se non ti fa ribbrezzo potrò indossarlo liberamente senza infastidirti-
Ah ecco.

-Bhe se devo essere sincero ti stava bene-. Non fu facile ammetterlo ma era vero.
-Direi che Konan è stata molto insistente. Per non sentirla più nelle orecchie mi sono convinto a provarne uno. E devo dire che mi piacciono, immagino che molte altre donne li apprezzino indossati da un uomo-

Sentite quelle parole Kisame si sentì quasi deluso. Davvero gli dispiaceva che non lo avesse fatto per lui? Che assurdità stava pensando.

Lo spadaccino spintonò l'Uchiha facendolo sdraiare sull'erba per poi alzarsi.
Il corvino non sembrò gradire quel gesto, si alzò e lo spinse a sua volta.
-Ma che ti prende?-
-Lasciami solo. Non mi interessa niente di te e del tuo perizoma!-
L'altro lo guardò con occhi di fuoco. Quel terribile sguardo lo ammutolì. Lo spadaccino ripreso il controllo di si allontanò da lì.

Che cosa gli stava succedendo? Poteva mai perdere la testa per un ragazzino come quello? Per anni aveva amato le donne e le loro forme. Sperò con tutto se stesso che quello fosse soltanto un brutto sogno. Ma era la realtà. E non poteva farci niente.

Entrato in camera, aprì il cassetto e prese la causa di quel turbamento. Quel perizoma.

Eppure...gli stava cosi bene.








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Salve a tutti sono Sweetkonan. Questa fanfiction è stata pubblicata nel lontano 2008 e non è mai stata completata...un per mia pigrizia e un perchè mi vergognavo dell'aborto partorito dalla mia mente( XD ). Anche se non sono mancate le recensioni e l'appoggio di alcuni lettori, sentivo che in questa fanfic tutto era sbagliato. Finalmente dopo ben 7 anni ho deciso di rivedere il mio lavoro.
Premetto subito una cosa: tutti i capitoli saranno riscritti, la trama principale non subirà variazioni, anche se è probabile che ci saranno dei cambiamenti su siparietti e scenette in ogni capitolo.
Premetto che senza dubbio uno dei cambiamenti più rilevanti sarà la caratterizzazione di Itachi. Nei vecchi capitoli...ecco... il nostro caro Uchiha sembrava davvero una femminuccia in un corpo da uomo XD . Itachi rimarrà sicuramente un ooc, altrimenti sarebbe impossibile sviluppare questa storia d'amore, ma non sarà ridicolo com'era prima ^^. 
Inoltre sto procedendo alla scrittura dei successivi capitoli in maniera tale da dare un adeguato fine a questa storia.
Mi scuso con tutti coloro che 7 anni fa hanno iniziato insieme a me questo percorso (voi come lettori io come scadente scrittrice) e siete rimasti delusi per la mancanza di un epilogo. Purtroppo non ricordo più come avevo deciso di far concludere questa storia, ma ho già pensato come continuarla, quindi non temete stavolta finirà sul serio.
In ogni caso procederò prima alla riscrittura di tutti i vecchi capitoli già pubblicati.
Grazie in anticipo a chi leggerà :) buona lettura!

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Capitolo 2
*** aria di dubbio ***


Un amore per Itachi


Erano da poco passate le 8 e i due nukenin non avevano alcuna voglia di alzarsi. Quella giornata non avevano missioni da portare a termine quindi se la potevamo prendere con comodo.
-Itachi-
L'Uchiha tirò fuori la testa dalle coperte guardando assonnato l'altro.

Eppure in quel momento non provava alcuna attrazione verso il moro. durante tutta la giornata di ieri Kisame aveva fatto il possibile per evitare la compagnia dell'altro. Quella strana sensazione lo aveva accompagnato tutta la giornata, ma adesso a pochi metri da Itachi si sentiva finalmente tranquillo. Che le spiacevoli ansie di ieri fossero ormai storia superata?

-
Kisame che devi dirmi?-
-Itachi volevo avvisarti che oggi pomeriggio parto-
-Parti?-
-Sì ho avuto un permesso speciale dal capo. Torno al mio paese così potrò riconciliarmi con ciò che rimane della mia famiglia.-
-sono felice per te, Kisame- gli rispose sorridendo.
Il ninja spadaccino si alzò dal letto e si diresse sotto la doccia, seguito da Itachi. Si spogliarono ed entrarono nella cabine doccia,ognuno sotto il suo getto d'acqua. Quando all'improvviso Kisame sentì due calde mani sul suo petto.
-Che petto muscoloso che hai Kisame-
-Ma che stai facendo Itachi?-
Le mani dell'Uchiha iniziarono a scendere lungo l'addome per poi fermarsi sui fianchi. Alzò lo sguardo per incontrare gli occhi dell'altro.
Quanta libidine in quel gesto. Il blu si sentiva completamente confuso.
-Fammi toccare il prodigio di cui ti ha dotato madre natura- sussurrò Itachi visibilmente arrossato.
Le sue dita scesero sfiorando gli attributi del compagno. Una scarica di adrenalina e di piacere pervase il corpo del più anziano. Itachi sorrise divertito, se ne era accorto. Afferrò più saldamente la potenza dell'altro lasciando ben intendere cosa voleva farne.
Spaventato da tutte quelle attenzioni, Kisame allontanò l'altro con il braccio.
-Che credi di fare? Prenderti gioco di me?! Metti le mani a posto!-
Itachi gli saltò addosso facendolo scivolare e cadere. Il corvino era seduto sopra di lui e continuava a guardarlo divertito. Con la punta della lingua si leccò le labbra facendo così fremere il corpo sotto di lui.

Non stava succedendo davvero. Ma Kisame non riusciva più a reagire. Era come paralizzato.

-Kisame...io ti amo-
L'uomo squalo rimase immobile per l'imbarazzo.
-Prendimi e fammi uomo!- urlò Itachi euforico prima di baciarlo sulle labbra.


Aprì gli occhi.
Kisame si ritrovò nel suo letto mandido di sudore. Il cuore che batteva all'impazzata. Doveva calmarsi. Si alzò rapido e iniziò a camminare per la stanza. Si sentiva ancora molto accaldato nonostante la stanza fosse fredda. L'erezione tra i pantaloni che non intendeva scemare. Si sentì come pietrificato quando si accorse che Itachi era sveglio e lo stava fissando.
-
Hai fatto un brutto sogno?.- L'altro non rispose.
-Te lo chiedo perchè ti sei agitato molto mentre dormivi. Hai fatto svegliare pure me- disse Itachi alzandosi a sua volta dal letto.
Si avviccinò al blu, porgendogli la mano sulla fronte. Non era caldo.
-Hai il viso un pò arrossato, ma non hai niente- constatò il corvino. Non era un tipo premuroso ma quel gesto fu apprezzato dall'Hoshigaki che di rimando gli sorrise.
Tornarono quindi alla loro routine, dirigendosi in bagno per farsi una lavata.


Kisame sperò con tutto se stesso che quello che aveva sognato prima non fosse un sogno premonitore. Cercò di concentrarsi su quello che li attendeva quella giornata. Su cosa avrebbero mangiato a pranzo. Per un attimo si voltò guardando l'altro che era intento ad insaponarsi.
Inaspettatamente sfuggì dalle mani del moro la saponetta, costringendolo a piegarsi in avanti. Trovaserlo lì di schiena, in quella posizione indecente gli fece correre il sangue alla testa e desiderò per un secondo di allungare la mano per carezzargli il sedere.
Raccolto il sapone Itachi si girò trovando il compagno fermo come un ebete a guardarlo. Infondo era un pesce, pensò tra sè. Il corvino non aveva proprio un'alta considerazione del suo compagno.
-Kisame mi dici che hai sognato stanotte?-
L'altro sembrò destarsi dalla trance in cui era caduto e sperando che l'altro non avesse capito con poca nonchalance si voltò guardando la parete della doccia.
-
Te lo chiedo per l'erezione che hai... con quale bestia hai sognato di fare sesso stavolta?- chiese stuzzicandolo il moro.
-Non ho sognato niente-
-Che c'è fai il prezioso stamattina? Di solito sono io che ti prego di non raccontarmi nulla.- Kisame però preferì tacere. Non era giornata insomma.
  
Finito di sciaquarsi Itachi uscì dalla doccia. Kisame finalmente da solo si sedette lasciando scorrere l'acqua in modo che l'altro pensasse che si stava ancora lavando.

Perchè proprio lui? Perchè non poteva continuare ad amare le donne come aveva fatto fino a l'altro ieri? Queste domande gli rimbombavano nella testa. Oramai non era più un ragazzino, non riusciva a spiegarsi come un aspetto cosi importante nella sua vita, quale l'attrazione verso il gentil sesso, potesse cambiare cosi dal nulla da un giorno all'altro.


Il vano doccia si aprì. Era Itachi. Il moro allungò il braccio chiudendo l'acqua prima di entrare e piegarsi davanti all'altro.

-Stai bene Kisame?-
Lo spadaccino si mise impiedi sorridendo forzatamente.- Sì non ti preoccupare-
-Se c'è qualcosa che ti turba puoi dirmelo se vuoi. Siamo compagni infondo- inaspettatamente gli sfiorò con la punta delle dita una guancia facendo arrossire Kisame. Distolse lo sguardo dal moro per evitare quell'imbarazzo e fece per uscire dal bagno.
L'altro lo seguì scrutandolo preoccupato mentre lo squalo si rivestiva. Quando ebbe finito, il corvino si avvicinò al compagno sfiorandogli un braccio.
Quella mattina Kisame era davvero troppo strano. Che fosse arrabbiato con lui per una qualche ragione?
-Kisame-
Si guardarono. Qualcosa non tornava. Davanti a lui in quel momento non c'era il solito Kisame. Quegli occhi non li aveva mai visti prima. Sembravano quasi...dolci.

-Itachi- sussurrò il più grande, carezzandogli il viso.
Si chinò su di lui. L'altro non si mosse.

-Kisame-
Era cosi vicino. Sentiva il suo respiro sulla sua pelle.

Itachi riprese il controllo di sè quando sentì bussare alla porta. Indietreggiò appena in tempo.
Sasori poco dopo aprì la porta.
-
La colazione è pronta, venite?-
-Certo- sbiascicò Kisame incamminandosi verso la porta.
Il moro lo afferrò nuovamente per il braccio. Voleva una spiegazione a quello che stava per accadere poco fa. Ma lui non sapeva cosa dirgli. Scrollò il braccio ignorandolo e uscendo dalla stanza.

Itachi non riusciva a spiegarsi la passività di poco prima. Perchè era stato necessario l'intervento di Sasori per farlo tornare in sè? Erano ormai passati anni da quando non stava da solo con una donna. Non ne provava l'impellente necessità. Ma questo non giustificava il suo comportamento di poco prima. Che stesse iniziando a provare qualcosa per lui?








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Ed eccoci arrivati al secondo capitolo revisionato. Sto cercando di pubblicarli molto rapidamente per poter cosi procedere alla conclusione della storia. Spero tanto che la loro riscrittura venga apprezzata. Buona lettura.



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Capitolo 3
*** qualsiasi cosa che non sia Itachi ***


qualsiasi cosa che non sia Itachi



In piena notte Kisame si svegliò in preda agli incubi. Era la terza sera che si svegliava di soprassalto e sapeva che non sarebbe più riuscito a prendere sonno. Itachi dormiva ancora tranquillo nel suo letto. Uscì dalla stanza e rimase stupito nel vedere che non era l'unico a non chiudere occhio. Kakuzu era seduto a tavola e stava bevendo del caffè con in mano un libro. Anzi un manuale: Le 10 regole per lucrare e accrescere il proprio patrimonio. Insomma una lettura piacevole.
-Anche tu non riesci a dormire?-
-Hidan non la smette di russare. Preferisco rimare un pò qui...tu invece?-
-Ho continui incubi, sto così male che ho bisogno di parlarne con qualcuno- disse avvilito.
Kakuzu posò il manuale sul tavolo, invitandolo a continuare.
-Mi devi garantire che non lo dirai a nessuno-
L'altro non si mosse. Sperò valesse come un sì.
-Ecco... da un alcuni giorni sento di provare qualcosa per Itachi... voglia di toccarlo, di abbracciarlo. Forse anche lui prova qualcosa, anche perchè una volta stavamo per baciarci.-
-Sei stato tu ad incominciare?-
-Bhe, sì!-
-Non è che in realtà è rimasto semplicemente spiazzato dal tuo gesto e per questo non ha reagito?-
-Itachi, lo conosci anche tu, riesce a rimanere sempre distaccato in ogni situazione. Se non avesse voluto mi avrebbe fermato-
-Hai mai visto Itachi in una situazione del genere? E poi come è andata a finire? Sei tu che ti sei fermato?- chiese il tesoriere sempre più curioso.
-E' entrato Sasori...ed Itachi si è spostato-
-ora capisco tutto- disse risoluto il tesoriere. -Credo proprio che con Itachi non ci sia nulla da fare, devi smetterla di pensare a lui! Esci un pò la sera, trovati una ragazza e vedrai che la situazione si risolverà da sola- Kakuzu sembrava molto convinto di ciò che diceva.
-Aspetta Kakuzu forse non mi hai capito. Io non voglio dimenticarmi di lui. Più passa il tempo e più lo desidero. Ma è atroce sapere di non essere ricambiato. In questi giorni fa di tutti per starmi lontano. Aiutami Kakuzu, che devo fare?-
-Te l'ho detto. Prova a frequentare delle donne e smettila di stargli dietro.Portare avanti questa storia non farà che rovinarti la vita...un amore non corrisposto è la cosa più dolorosa al mondo.-
-Dimmi la verità un sacco di donne ti hanno spezzato il cuore, eh?- disse sorridendo lo squalo.
-Sempre meglio di te che ti invaghisci di Itachi Uchiha- lo schernì il tesoriere.
Infondo aveva ragione. Poteva trovare qualcuno più impassibile ed insensibile di Itachi? Accettò quindi i suggerimenti dell'anziano e se ne tornò in camera.


Itachi era sveglio da poco e si sorprese di trovare vuoto il letto accanto al suo. Era ormai l'alba e di solito Kisame non era mattiniero.
Chiuse gli occhi ma non aveva più sonno. Ripensò agli ultimi giorni. Dopo quella mattina il moro aveva preferito allontanare il compagno, che a parte salutarlo o dire frasi di circostanza, non aveva ancora provato a chiarire quello che era successo. anzi, quello che stava per succedere. Ma alla fine ce ne era davvero bisogno? Era lampante agli occhi dell'Uchiha che lo squalo provasse qualcosa per lui. Se non fosse stato così gli avrebbe parlato, spiegato perchè l'altro giorno aveva tentato di baciarlo.
Nonostante tutto però non era riuscito a spiegarsi perchè fosse rimasto immobile mentre l'altro piano si era avvicinato a lui per sfiorargli le labbra.
Non pensava proprio di provare qualcosa per il compagno. Ma allora perchè?
Stanco di tutti quei pensieri si alzò dirigendosi in bagno.
Kisame rientrò in camera giunto in tempo per vedere il collega ancora nudo, scegliere i vestiti da mettere.
Itachi mal sopportando il suo sguardo prese gli abiti ed andò a cambiarsi altrove.
Già, Kakuzu aveva ragione. Era il momento di mettere fine a quella situazione. Tanto l'altro non lo avrebbe mai ricambiato.

-Allora ragazzi ho alcune raccomandazioni per voi.- annunciò il Leader a tavola mentre tutti erano intenti a mangiare.
-Non possiamo nemmeno fare colazione in pace!-
-Sta zitto!Comunque oggi il salotto è off limits.-
-COME?!- esclamarono in molti.
-Konan ha invitato delle sue amiche e non vuole che riaccada ciò che è successo la volta scorsa...parlo soprattutto con te, Hidan. Non voglio vederti girare nudo per le stanze!-
Kisame non poteva ricevere una notizia migliore di quella. Quella mattina delle donne sarebbero arrivate lì! Non poteva lasciarsi sfuggire questa occasione!
-ma allora come passeremo la giornata?- chiese Itachi.
-perchè non andiamo a farci un giro qua attorno? uhn-
Tutti nella base parteciparono alla discussione. Solo lo spadaccino stava per le sue. 

Se non poteva vederle in salotto, ciò non gli impediva di incontrarle "casualmente" per strada ed infatti da diverse ore Kisame aspettava fuori dalla base di scorgere un gruppetto di ragazze, che finalmente si vide all'orizzonte.
Corse verso le sue prede e dopo le dovute presentazioni, promise di scortarle verso la base. Lungo la strada cercò di conquistarle approfittando del suo bel fisico e mentre narrava esaltato alcune delle sue gesta, la notò. Tra tutte era sicuramente la più bella, e ne rimase subito colpito. Gli si avvicinò per sapere il suo nome.
-Piacere sono Kisame Hoshigaki-
-Ciao io mi chiamo Namida, piacere di conoscerti  - rispose lei.
Aveva un viso adorabile, splendidi capelli neri e un fisico esile. Anche se non era formosa come le donne che di solito frequentava, era davvero stupenda.
Parlarono per un pò e Kisame si rese conto che oltre ad essere attraente era anche una donna molto allegra e sicura di sè. Ed inoltre non potè non notare che ella rideva ad ogni sua battuta. Insomma aveva sicuramente fatto colpo.
-Senti Namida...-
-Sì?-
-Che ne dici, ti va di prendere un caffè con me? Sai il salotto è off-limits per me ed i miei colleghi, però mi piacerebbe conoscerti meglio-
-Perchè no!- esclamò lei sorridendo. Prese per mano Kisame e si allontanarono dal gruppo di ragazze.

-Hey Sasori, sapevi se Kisame voleva venire con noi al cinema?- chiese l'Uchiha.
-Mi ha detto che non viene perchè ha una commissione da fare.-
-Ah non importa- disse Itachi.
Meglio così, poteva godersi il giro senza preoccupazioni.

-Non ci credo! Davvero puoi respirare sott'acqua?-
-Certo, come vedi ho le branchie. Spesso vengo definito un uomo-squalo.- 
-Lo sai, una volta ho fatto un corso di sub,ma senza alcun dubbio sarebbe più eccitante fare un'esperienza come la tua. Non sai quanto ti invidio, adoro nuotare-
-Hey ne abbiamo di cose in comune- disse sorridendo. Non come con Itachi. Di lui a stento ne conosceva il nome e la reputazione. Non solo era a suo agio con lei, ma più parlavano, più sentiva che era la persona giusta per lui. Non voleva certo affrettare le cose, le storie migliori nascono con il tempo, ma aveva la necessità di dimenticare qualcun'altro.
Continuavano a camminare uno affianco all'altro, sfiorandosi le dita. Avrebbe voluta stringerla a sè in quel momento. Lei forse intuendolo dalla sua titubanza, gli prese la mano.

-Sasori che ne pensi del film che abbiamo visto? Non ti è piaciuto? -
-Troppo smielato per i miei gusti. La prossima volta scelgo io il film, Deidara.Tu che ne pensi Itachi san?-
-Davvero orrendo, scusa Hidan ma per caso Kisame non ti ha detto che impegno aveva?-
-Sai che me ne importa di quella sardina? Però infondo se avessi saputo cosa andavamo a vedere anche io non mi sarei fatto trovare!-
-Ma sta zitto! il film l'ho trovato bellissimo! Ma guarda parli del diavolo e spuntano le corna- disse il dinamitardo puntando poco più avanti di loro una coppietta. La ragazza non la conosceva ma sul ragazzo non c'erano dubbi.
Sentito il vociare degli altri, che non poteva non riconoscere, Kisame si voltò trovando la combriccola tutta riunita. Itachi anche se non lo diede a vedere, era sicuramente il più stupito. Ecco allora l'impegno improrogabile che non gli aveva permesso di unirsi a loro. Una donna. Non era neanche tanto brutta, ma nello scrutarla non potè non riconoscersi nel suo viso. Anche se era più minuta di lui, quei occhi e capelli neri risaltavano sulla sua carnagione chiara, quasi cadaverica a suo modesto parere. Però aveva un non so che di affascinante. Nonostante tutto però provò un odio a pelle per quella giovine ed infatti la ignorò salutando solamente Kisame senza presentarsi.
Tutti gli altri invece dopo gli sfottò di circostanza del tipo "ma guarda Kisame cosa ci teneva nascosto" e "lascia stare sto pesce e mettiti con me" si mostrarono cordiali con lei facendola sentire parte del gruppo. Lei di rimando non essendo affatto permalosa, rideva di gusto alle battuttine che i ragazzi indirizzavano al suo accompagnatore.
-Allora ragazzi come è andato il cinema poi?-
-Un vero schifo, hai fatto bene a non venire-
-Ma non è vero! Non lo stare a sentire uhm-
La discussione si fece più animata e nel frattempo Namida che si era allontanata da Kisame, si avvicinò al corvino presentandosi. L'altro non se lo aspettava un simile gesto, ma preferì venirle incontro facendo altrettanto.
-Tu sei il compagno di squadra di Kisame vero?-
Avevano parlato di lui?
-Hey Namida non perdere tempo dietro ad Itachi che lui non sa parlare- esclamò divertito Hidan disturbandolo. Di rimando venne fulminato con uno sguardo terribile da parte di entrambi.
-Sei il migliore amico di Kisame, quindi mi piacerebbe che diventassimo amici- disse sorridendogli. Ma lui non riusciva proprio a sopportarla. Tutti quei sorrisi, quelle smorfie carine. Che voleva ottenere?
Itachi non le rispose. Kisame si avvicinò a loro prima che lei potesse insistere oltre.
-Ragazzi è stato un piacere incontrarvi, ma noi dobbiamo andare vero?- disse guardandola negli occhi ottenendo cosi la sua attenzione. Era meglio evitare che si conoscessero troppo. Aveva percepito a pelle che Itachi non voleva saperne nulla di lei, ma forse era anche meglio così. Infondo non era tenuto a rendere conto a lui della sua vita sentimentale.
Riuscì ad ottenre il risultato sperato, allontanandola dal moro e salutati gli altri si incamminarono altrove.
Il moro era rimasto molto sorpreso dal rapido cambiamento di gusti dello squalo.
E dire che fino a stamattina gli andava dietro. Subito si è trovato una ruota di scorta pensò tra sè. Itachi ne era convinto. Se si fosse sbagliato però tanto meglio, sarebbero tornati compagni come prima e avrebbero potuto mettere da parte quell'episodio della loro vita. Eppure tra i suoi pensieri aleggiava una nota di malinconia che non riusciva ancora a spiegarsi.

Dopo una mezz'ora la coppia raggiunse il palazzo in cui abitava la donna. Si salutarono in maniera formale anche se Kisame era certo che se la avesse baciata lei non si sarebbe ritratta. Ma aveva deciso di andarci piano. Si scambiarono i numeri di telefono promettendosi di risentirsi presto. La guardò finchè non chiuse il portone avviandosi verso le scale.
Kisame si sentiva carico di speranza. Forse sarebbe riuscito a dimenticarlo. Con l'aiuto di lei sarebbe andato avanti. 
Camminava con passo lento, non aveva fretta di ritornare, anzi. Eppure ebbe un sobbalzo al cuore quando penso a chi lo attendeva in base. Il suo cuore non poteva mentire. Ma se ne sarebbe fatto una ragione. Era il momento di ricominciare.






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Ed ecco un altro capitolo rifatto XD Cosa succederà tra Itachi e Kisame? Namida riuscirà a fargli dimenticare il compagno? Continuate a seguirmi e lo saprete ^^
Buona Lettura



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Capitolo 4
*** noi sotto le luci del cielo ***


quando non sai quello che vuoi04



Ritornati dall'ultimo incarico, finalmente Kisame ed Itachi avevano la possibilità di passare qualche giorno di riposo alla base. Era in quei frangenti che Kisame si rendeva particolarmente insopportabile. Stava tutto il tempo a telefono, impedendo a chiunque altro di poterlo utilizzare, per sentire la sua nuova ragazza, Namida... già sempre lei.
La fase di quasi indifferenza del moro venne infatti ben presto sostituita da vera e propria intolleranza. Ogni volta che il compagno cercava di parlargli di lei, forse conscio che l'altro non stravedesse per la fanciulla, Itachi provava il desiderio impellente di cambiare discorso o azzittirlo in malo modo. Lo spadaccino però non desisteva. In fondo il suo stesso atteggiamento era indirizzato ad un altro fine. Lo stesso Kisame infatti non aveva alcun desiderio che l'altro accettase la sua nuova ragazza, anzi. Consapevole di come la pensasse l'altro metteva spesso l'argomento in mezzo semplicemente per infastidirlo.

Quella stessa mattinata come da abitudine dopo essere stato a telefono per diverse ore, l'Hoshigaki aveva manifestato il bisogno impellente di raccontare a qualcuno cosa si erano detti. E chi era il candidato migliore se non Itachi?
-Sapessi cosa mi ha detto la mia Namida oggi! Vuole portarmi a vedere un "posto speciale". Pensi voglia andare in un bel alberghetto?-
L'altro come ogni volta fingeva di non ascoltarlo. Ma non potè non pensare a come l'altro fosse uno stupido. Era mai possibile che pensasse sempre e solo a "quella" cosa? Il nukenin della nebbia parve non curarsi del suo silenzio e continuò.
-In ogni caso penso sia meglio andare preparati... Itachi san per caso puoi prestarmi qualche preservativo?- gli chiese ridendo fragorosamente. Stavolta l'altro si degnò di guardarlo un pò scocciato.
-Oh suvvia Itachi scherzavo! Comunque ti va di accompagnarmi a comprare qualcosa? Non mi va di uscire con lei con sempre gli stessi vestiti-

-Allora che ne dici di questo completo?- gli si parò davanti all'uscita del camerino un Kisame davvero colorato...forse troppo.
-Non credo che la cravatta ti doni, e poi dovevi per forza provare un completo verde?- davvero inguardabile.
-Dici che meglio qualcosa di più casual? Io non so decidermi-
Itachi entrò nel camerino per vedere che altro aveva scelto di provare: rimase inorridito da quel mix di colori. Giallo e rosso? E quella cosa fucsia che cos'era? Una camicia?! Oh incredibile quanto cattivo gusto avesse il compagno.
-Ti vado a predere qualcosa io, tu nel frattempo togliti questo abominio ed aspettami- disse prima di allontanarsi.
Oramai era da alcuni anni che Itachi era in squadra con lo spadaccino e quella era la prima volta che lo accompagnava a fare compere. In effetti ora che ci pensava meglio quella era la prima volta che lo vedeva con degli abiti diversi. Doveva tenerci molto a fare bella figura, pensò. Infondo le donne sono molto esigenti in fatto di vestiti e non voleva sfigurare accanto a lei.
Prese una maglia monocolore sul grigio, una giacca casual sul nero e un paio di pantaloni abbinati. Aprì la porta del camerino mostrando all'altro cosa aveva preso. Questi, coperto solo dai boxer, guardava perplesso cosa gli aveva portato il compagno.
-Sicuro che non sia meglio un pò di colore?-
-Le tonalità che avevi scelto sono inguardabili sulla tua pelle bluastra- 
Trovando ragionevole l'argomentazione dell'altro, smise di obiettare e iniziò a vestirsi. Itachi lo guardava consapevole di averlo superato anche in quel campo. Lo sguardo correva sulle muscolose cosce coperte dai pantaloni appena presi sino a salire ai pettorali scolpiti. Forse avrebbe dovuto prendere una taglia più grande per la maglia. Infatti Kisame non riusciva a farla scendere lungo i fianchi. L'Uchiha si avvicinò per aiutarlo e afferrato l'indumento lo tirò verso il basso, ma era tutto inutile.
-Meglio che te ne prendo un'altra- disse facendo scivolare le mani sull'addome dell'altro.
Quel gesto naturale compiuto senza nessun secondo fine fece rabbrividire Kisame. Il corvino se ne accorse allontanandosi.
-Vado a prenderti una taglia più grande- sussurrò prima di uscire nuovamente.
Quel contatto così intimo confuse anche la mente dell'Uchiha che
aveva preferito fuggire subito da quella situazione. Quella era la prima volta che sfiorava il corpo del compagno. Ripensandoci però la sua reazione era stata un pò spropositata. Che senso aveva scappare così? (eeeee ritornano le pippe mentali, mi mancavano...)Infondo lui aveva compiuto quel gesto senza pensarci neppure. Non voleva si creassero equivoci. Soprattutto ora che Kisame stava cercando di frequentare un'altra persona.
Fatta un ultima prova, lo spadaccino si decise a comprare il completo deciso da Itachi. Si cambiò nei bagni pubblici non essendoci tempo a sufficienza per tornare alla base e seduto su una panchina aspettava Namida in compagnia dell'amico.

Trascorsero insieme un'altra decina di minuti prima che Namida arrivasse. Rimasero in silenzio per tutto il tempo. Probabilmente Itachi era l'unica persona con cui Kisame si sentiva a suo agio anche senza parlare. 
-Bhe io vado Kisame. Ci vediamo stasera- lo salutò e se ne andò.
Namida gli andò incontro sorridendogli. 
-Stai aspettando da parecchio? Scusa se ho fatto tardi-
-Non ti preoccupare sono arrivato da poco anche io. Comunque sei uno schianto- disse stampandole un bacio sulla guancia. Lei arrossì intenerita da quel gesto. Nonostante la stazza era proprio un bambinone.
Erano passati diversi giorno dal loro primo incontro, e quello poteva essere considerato come un primo appuntamento.
-Sono curioso di conoscere questo posto speciale-
-Allora seguimi- disse prendendolo per mano.


Tornato alla base, Itachi fu convocato nell'ufficio del capo.
-Devo affidarvi una missione...ma dov'è Kisame?-
-Ha un appuntamento con una ragazza e se permette vorrei ritirarmi in camera mia-
-Non importa andrai con Deidara- disse indifferente Pain.
-Se proprio devo preferirei fare da solo-
-Da solo non c'è la faresti a mantenere tutte quelle buste...-
-Buste?-
-Della immondizia,cosa se no! Dietro la base c'è un cumulo che arriva quasi al primo piano e qualcuno deve sbarazzarsene-
-Ma che compito ingrato! Perchè proprio io?-
-Perchè al momento sei l'unico che non ha nulla da fare!- sentenziò il capo.
Itachi sporse la testa fuori dalla porta e vide che tutti non stavano facendo nulla. Chi stravaccato sul divano, o intento a leggere un libro. Insomma era mai possibile che tra tanta gente chiamasse proprio lui per quell'orribile compito?
-Non è vero!-
-Suvvia! Non vedi che sono tutti così occupati nel loro intento di scaldare il divano?-
-Come?! Ma che blatera?! Io non sono qui a farmi prendere in giro! Io...- rispose un pò alterato Itachi.
-Tu cosa!? Ora vai a fare quello che ti ho detto se non vuoi ritorsioni- lo azzittì il Leader.
-Va bene, vado- disse maledicendolo tra sè.
-Troverai Deidara in salotto a non fare niente- disse Pain indicandogli la porta. Il colloquio era finito.
-Come tutti del resto...-

-Siamo quasi arrivati?- chiese Kisame. Appena si erano visti, avevano preso un autobus ed erano in viaggio ormai da più di un'ora.
-Alla prossima fermata scendiamo, abbi un altro pò di pazienza-
L'autobus si fermò ed i due scesero, prendendo una delle strade private che affacciavano sulla fermata. Attorno a loro vi erano solo campagne abbandonate, il sole stava tramontando e il cielo si tinse di un rosa meraviglioso. Mano nella mano, si inoltrarono in un campo camminando tra l'erba alta. Namida si voltò verso l'uomo al suo fianco e notando una nota di indecisione gli indicò con l'indice il loro obiettivo: raggiungere la vallata davanti a loro.
-Tra queste campagne vivevo con i miei genitori, ma il luogo dove dobbiamo arrivare è molto speciale per me-
Raggiunto l'orizzonte si fermarono davanti ad uno stagno. Niente di quel luogo sembrava a prima vista speciale.
-Cosa vuoi farmi vedere?- gli chiese Kisame carezzandogli il volto. Ella lo scrutò a lungo prima di rispondergli.
-Alza gli occhi al cielo-
Oramai era buio, il sole non era più visibile ai loro occhi. Nonostante l'oscurità, le loro figure si riflettevano sull'acqua illuminate dalle stelle. Da lì era visibile tutta la volta celeste. Molte altre volte Kisame aveva potuto vederla. In missione infatti spesso dormivano all'aperto e alle volte non riuscendo a prendere subito sonno, si soffermava a scrutare quel firmamento. Si incantava ogni volta. Lo stesso successe in quel momento. Namida gli strinse più forte la mano facendolo voltare. Si alzò sulle punte e lo baciò. Lui la strinse forte a sè baciandola con passione.

-Scusa perchè dovrei essere io ad aiutarti? uhn- sbiascicò Deidara in preda ai nervi. Fino ad un secondo fa era intento in una accesa conversazione con Sasori sull'importanza dell'arte e ovviamente sulla supremazia del'esplosione. Quando infatti l'Uchiha lo interruppe, rivelandogli il nuovo incarico, il marionettista non potè che gioire per essersi liberato momentaneamente di quella palla al piede. Questo aveva stizzito ancora di più il dinamitardo che non potendo prendersela con Sasori ce si era nel frattempo dileguato, si sfogò con il moro.
-L'ha detto il capo e ora muoviti che altrimenti qui ci mettiamo una vita a spostare questa collina di immondizia!-
-Ma lo sai che la città più vicina è a 5 miglia da qui? E noi dovremmo portare ogni sacchetta fin lì?!-
-Certo che no, dai usa un pò di argilla e crea un volatile, useremo quello per il trasporto-
-Sporcare la mia arte!? Mai! Preferisco trascinare ogni sacco a mano piuttosto che insozzare le mie opere-
-Se tanto insisti prendi questo!-disse il moro che salito sulla cima, prese un sacchetto e glielo lanciò. Deidara lo afferrò con entrambe le mani.
-Accidenti ma come li lanci, mi hai rotto un'unghia! Ora lo sistemo io il problema! uhn-
Prese una manciata di argilla, la lavorò bene tra le mani e la lanciò sulla collina di rifiuti.

Kisame dopo aver riaccompagnato Namida a casa era ormai arrivato a vedere la base, quando all'improvviso vide un'esplosione.

-Ma che sta succedendo!? Ci stanno attaccando! Tutti fuori a combattere!- urlò il Leader in preda al panico.

Tutti uscirono fuori dall'edificio e rimasero inorriditi da ciò che videro. La base era completamente rivestita da immondiazia, che come l'edera, era attaccata ad ogni parete del palazzo. Non sembrava più il rispettabile covo di una banda di criminali ma una discarica a cielo aperto. In quel momento Itachi maledisse il fatto di essere rimasto da solo, perchè sapeva per certo che una cosa del genere non sarebbe mai successa se con lui fosse rimasto Kisame. In quel momento lo avrebbe voluto al suo fianco. Con la freddezza che lo distingueva si presentò con Deidara davanti al Leader pronto a sorbirsi i suoi rimproveri.








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Che disastro xd Cosa succederà ad Itachi e Deidara? Tutto nel prossimo capitolo.
Buona lettura.

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Capitolo 5
*** chiacchierando con Deidara ***


quando non sai quello che vuoi05



I giorni seguenti furono molto duri per Itachi. Il capo ormai si era intestardito che i due responsabili del disastro avrebbero ritinteggiato "a loro spese" l'intera facciata della famosa base. I vari membri avevano proposto diversi colori ma alla fine per volontà dell'unica donna del gruppo, che aveva corrotto il leader come solo lei sapeva fare, si era optato per un celeste adornato con margherite bianche, perchè "la fama di un'organizzazione criminale è data dal buon gusto con cui si presenta agli altri!". Anche se questo suo ragionamento non era condiviso da nessuno, in ogni caso era il Leader a decidere e questi non potè che non darle ragione e oramai da diversi giorni l'artista e l'Uchiha erano impegnati nel loro nuovo lavoro, decisi a finirlo il prima possibile.
Quindi anche quel dì i due erano intenti a scrostare l'immondizia dalle pareti per poi passare al colore. Nonostante il compito durasse ormai da giorni, Itachi non riusciva proprio ad abituarsi al carattere eccentrico e logorroico del biondo. Il marionettista doveva avere una pazienza indescrivibile per non averlo ancora eliminato. Anche perchè la sua famosa tattica di ignorare l'interlocutore fino a farlo desistere, non dava i risultati sperati con il piromane. Questi infatti pensando che l'Uchiha fosse duro d'orecchi, alzava la voce quasi fino a urlare. In quei momenti il corvino si vedeva costretto a rivolgergli la parola. Più passavano i giorni in sua compagnia e più sentiva la mancanza delle stupidaggini di Kisame.
Quella mattina in particolare non faceva altro che pensargli. Essendo lui in "punizione" Pain aveva accoppiato lo spadaccino con Zetsu per aiutarlo in alcune mansioni. Gli mancavano i momenti di silenzio che condividevano... adesso avrebbe anche accettato di parlare con lui di Namida e di tutte le cose che facevano insieme. Insomma Itachi in quella settimana non era più in sè e lo sentiva. Ma non riusciva ancora a darsene una spiegazione. Forse era solo stanco di quella condizione. Si tappò le orecchie per non sentire Deidara e cosi facendo gli sfuggì la cazzuola che colpì in pieno il biondo che si trovava nell'impalcatura sotto di lui.
-Hey stai più attento! uhn- ma l'altro non gli rispose come al suo solito. Il piromane che non ci stava ad essere ignorato, salì per parlargli a quattrocchi. Vedendo però Itachi lì immobile con lo sguardo perso nel vuoto capì che qualcosa non andava.
-Tutto bene?- gli si avvicinò sfiorandogli il braccio. Questi si voltò di scatto. Era solo Deidara. Riprese il suo solito contegno guardandolo freddamente.
-Hey che è quella faccia ti ho solo chiesto come stai, sei un pò pensoso oggi uhn?- 
-Stavo pensando alla fortuna di essere qui con te- disse sarcasticamente l'Uchiha.
-Ma sei ancora arrabbiato per quella storia? Ormai io ci ho messo una pietra sopra..è giusta la punizione che ci ha dato il capo-
-Bè sei stato tu a far esplodere tutto-
-Oh dai Itachi san che alla fine questo incarico non è poi tanto male, stiamo pur sempre all'aria aperta. L'unica cosa è la puzza proveniente dalle pareti, ma io oramai mi ci sono abituato- il moro gli diede le spalle poco interessato alla sua opinione.
-Cambiando discorso e da un pò di tempo che non vedo più Kisame, esce ancora con quella ragazza?-
-Sì- disse riprendendo il suo lavoro il moro.
-Bhe beato lui, qui a a parte Konan che è off limits non c'è l'ombra di una ragazza-
-Ti piacciono le donne?- gli domandò il corvino impassibile, ma era evidente che lo stava sfottendo.
-No adesso voglio capire chi cazzo ha messo in giro questa voce che io sono gay?!- disse furioso Deidara. Infatti se non era Hidan qualcun'altro ogni tanto glielo faceva presente, passando poi a stuzzicare Sasori sull'accettare la situazione e concedersi. Insomma scherzi che per lui erano davvero di cattivo gusto. Se fino a quel momento si era limitato a rispondere di rimando, adesso Itachi davvero lo fece imbestialire. L'Uchiha notata la reazione spropositata dell'altro - perchè infondo nessuno dei compagni parlava davvero seriamente - gli si avvicinò cercando di rimediare.
-Deidara qui nessuno pensa sul serio che tu lo sia- l'altro sembrò credergli.
-Comunque davvero penso che Kisame abbia avuto una fortuna sfacciata anche se non particolarmente attraente al primo tentativo ha fatto centro-
-Non penso tu abbia ragione. Alla fine l'aspetto non è l'unica cosa che conta-
-Che? Mi vorresti forse dire che Kisame abbia qualcosa di buono se non i muscoli?- rise il biondo. Gli occhi dell'Uchiha però non sembrarono gradire le sue risa e si ammutolì subito.
-Tu sei proprio l'ultima persona che può criticare Deidara. Almeno Kisame le evita certe cazzate con gli esplosivi-
-Ancora con quella storia ! Be direi proprio che voi due vi meritate a vicenda...- il moro cogliendo forse troppo il doppio senso legato a quella frase, lo prese per il colletto della giubba bloccandolo contro il muro. Deidara inizialmente si stupì di quell'improvviso scattò d'ira, in quanto Itachi gli era sempre parso molto pacato nelle sue emozioni. 
-Sai che oramai tutti ne sono al corrente alla base. Di ciò che prova Kisame...-
Il corvino sgranò gli occhi senza smettere di tenerlo fermo. Il compagno aveva davvero rivelato una cosa simile a qualcuno? Era mai possibile che in quella banda di pazzi lui fosse l'unico in grado di tenere la bocca chiusa?
Deidara nel frattempo coglieva ogni suo gesto o titubanza. Si doveva esserci qualcosa sotto, altrimenti perchè prendersela tanto? Lo stesso Uchiha poco prima lo aveva rassicurato sulle canzonate sulla sua presunta omosessualità. E se fosse...
- Itachi non mi vorrai mica far credere che ti piace Kisame vero?- le sue parole arrivarono come spilli alle sue orecchie. Per un attimo si sentì cedere e Deidara se ne accorse. Gli afferrò le mani allontanando la presa. Già era davvero così semplice la risposta. La soluzione a tutti quei turbamenti. A quei pensieri che non riusciva proprio a spiegarsi. Sentirlo da Deidara poi... davvero era cosi difficile per lui comprendere i suoi veri sentimenti? Li aveva tenuti nascosti anche a sè stesso fino a quel momento.
Zetsu in compagnia del suo nuovo compagno passarono sotto l'impalcatura salutando i due in cima. Deidara destatosi da quelle grida, si sporse ricambiando la gentilezza.
-Sei da solo?- chiese Kisame. Itachi sentendo la sua voce non mancò dall'affacciarsi a sua volta.
-Ohi Itachi come procede il lavoro?- continuò il blu. Deidara volendo togliere dall'impiccio di rispondere l'altro gli disse di farsi i fatti suoi che loro avevano da fare. Kisame parve non apprezzare la risposta continuando a scrutare il moro. Era da un bel pò che non si vedevano. Ed ora che lo guardava meglio gli sembrava un pò spossato.
-Va bene c'è ne andiamo- disse Zetsu incitando Kisame a muoversi: rientrano quindi nella base.
Deidara li seguì con lo sguardo finchè non furono entrati per poi voltarsi verso il moro. Infondo anche se era un pò pazzo ed egocentrico cercò di consolarlo.
-Immagino non sia facile accettare una cosa simile...soprattutto ora che Kisame è impegnato- l'altro continuava nella sua immobilità guardando oltre l'orizzonte. La voce di Deidara gli arrivava come ovattata. Fece un salto scendendo dall'impalcatura ed entrò nell'edificio.
-Anche Itachi è umano infondo...-

Kisame rientrato da poco nella sua stanza, disfò i bagagli e si fece la doccia. Si preparò pronto a uscire nuovamente. Mentre sceglieva che giacca indossare, sentì la porta aprirsi.
-Avete finito per oggi?- si voltò per guardarlo ma questi si chiuse nel bagno. Tsk faccia pure come vuole. Non gli avrebbe parlato neppure lui allora pensò Kisame. Aveva forse litigato con Deidara?
Si avvicinò alla porta per origliare. Niente.
-Itachi dai mi vuoi dire che hai? E da una settimana che non ci vediamo... almeno abbi la gentilezza di salutarmi- che non gli fosse mancato affatto? bhe che aveva da stupirsi, era pur sempre Itachi Uchiha il suo compagno. Lui invece un pò gli era mancato. Avrebbe voluto raccontargli come era andato il viaggio, ma si era fatto tardi. Non poteva far aspettare Namida.
Prese una giacca qualsiasi e uscì chiudendo la porta.











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Ed eccoci arrivati a metà della riscrittura! Manca ancora un pò ma ben presto potrò pubblicare i nuovi capitoli. Buona lettura!


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Capitolo 6
*** nel tentativo di dimenticarti ***


quando non sai quello che vuoi06


Quella sera dopo aver fatto un giro in centro e cenato fuori Kisame da baldo cavaliere accompagnava Namida sotto casa. Era passato appena un mese dal loro primo incontro ma già sentiva di non poter fare a meno di lei. Ogni volta che poteva cercava di vederla e tra le missioni e impegni vari, il tempo era sempre troppo poco da dedicare a lei. Sapeva di essere ricambiato e non c'era gioia più grande di questa certezza. Eppure... eppure a volte quando era in base e vedeva Itachi si sentiva ancora in preda ad un turbinio di sensazioni. Un pò rammarico, gioia ed ansia. Quella stessa giornata, mentre tornava dalla missione con Zetsu, si sentiva molto agitato. Quasi come un bambino che aspetta di aprire un regalo. Poi vederlo gli aveva provocato un forte turbamento. Era silenzioso come al suo solito, ma salutarlo almeno? Che poteva mai costargli almeno essere un pò cortese? Avrebbe tanto voluto parlargli e risolvere la situazione.
Eppure non potè non sentirsi uno stupido a pensare ancora a simile cose mentre era in compagnia della sua ragazza.
Si sentì pizzicare al braccio.
-Mi stai ascoltando Kisame? Uff hai sempre la testa per aria quando mi riaccompagni a casa. A cosa pensi?-
-A niente di importante. Sai è già passato un mese da quel giorno-
-Che tenero che sei Kisame! Davvero pensavi al nostro primo incontro?-
-Ma certo!- esclamò felice di averla abbindolata. Non era proprio il caso dirgli la verità.
Arrivati al palazzo, lui fece per salutarla ma lei lo strattonò a sè. -Ti va di salire per bere qualcosa? Non avrai mica la ritirata?- disse scherzando. Lui sorrise di rimando. -Anche se l'avessi non potrei mai rifiutare il tuo invito tesoro-
La strinse a sè, cingendole i fianchi, e baciandola con ardore. -Ti sono mancata in questi giorni?- riuscì a malapena a bisbigliare mentre gli divorava le labbra. Mugugnò un sì continuando a coccolarla. - Dai Kisame fermati un attimo. Continuiamo sopra se vuoi- disse staccandolo con uno sguardo che diceva già tutto. Salirono e accomodatisi in salotto ricominciarono a farsi le coccole.
Kisame aspettava con impazienza quel momento. Le sbottonò la camicetta, posò alcuni baci sul reggiseno prima di sfilarglielo con un preciso movimento. Si inebriò del profumo di quella pelle che desiderava assaggiare già da un pò. Le baciò le labbra, carezzandole il seno mentre si perdeva nel piacere che quel corpo femminile era capace di risvegliargli.
-Kisame...spostiamoci nella camera da letto- sussurrò Namida tra un bacio e l'altro. Kisame la sollevò tra le braccia portandola nella stanza da lei indicata. La poggiò con riguardo sulle lenzuola, scoprì il petto scolpito e tornò su di lei per riprendere ciò che aveva interrotto. Quel gioco di baci e carezze avrebbe potuto continuare ancora molto. Ma lo spadaccino non vedeva l'ora di arrivare al sodo. Sbottonò la gonna della ragazza, sfilandola via. 
-Kisame...- sembrava volesse dire qualcosa. Eppure sembrava supplicarlo. Non ti fermare.
Non l'avrebbe delusa.


Era ormai molto tardi. Itachi era ancora sveglio, seduto in salotto guardava svogliato un programma spazzatura, di quelli che segue con passione Konan, aspettando il ritorno del compagno. In verità non lo avrebbe mai ammesso ma l'idea che Kisame poteva passare la notte fuori gli provocava un pò di agitazione. Finalmente quella mattina aveva preso coscienza della situazione in cui si trovava. Del perchè aveva fin da subito odiato a pelle quella ragazza. Il vero motivo per cui si sentiva cosi strano quando vedeva Kisame o semplicemente gli stava vicino. Una parte di Itachi desiderava sfogare quel sentimento ma sentiva che era rischioso compiere un gesto così avventato. Kisame adesso stava con una donna. Non era passato molto tempo, ma ogni volta che lo vedeva, percepiva nel compagno una carica di gioia e felicità, che in precedenza non aveva mai visto. La parte più razionale di lui, gli suggeriva di mettersi da parte, per non complicare la vita dell'altro. Forse quel sentimento cosi com'era nato, sarebbe scemato col tempo. Ma nonostante questi pensieri, Itachi non riusciva a sopprimere quella sensazione di angoscia e paura. Paura di averlo perso per sempre.
Sentì il rumore di una porta che si apriva. Si alzò dal divano e vide Kisame che camminava nel corridoio diretto alla loro camera. Sembrava esausto.
Fu inevitabile per l'Uchiha immaginare quale fosse la ragione di quella sua spossatezza. Nonostante lo avesse aspettato, in quel momento gli mancò la forza di chiamarlo. Rimase lì impiedi, lo guardò aprire la porta e richiuderla subito dopo.

Non riusciva ancora a credere a cosa era successo. Era solo un brutto sogno... ed invece era la crudele realtà.
Kisame entrato in camera si accorse che Itachi non era a letto. Andò in bagno furioso e prese a pugni il muro. Non riusciva a non pensare a ciò che era successo alcune ore prima. Stava facendo l'amore con Namida. La sua Namida... e durante l'enfasi del momento non era riuscito più a controllarsi. Lei desiderosa lo incitava. Tra un gemito e l'altro sussurrava il suo nome. Eppure Kisame non era riuscito a sopprimenere quella parte nascosta di sè che ancora desiderava Itachi.
Non poteva credere di aver sussurrato più e più volte il nome del compagno mentre era nel corpo della sua compagna.
Ripensava alla discussione avuta dopo, a lei che piangeva perchè si sentiva presa in giro ed umiliata. Ricordava le sue suppliche, davvero poco convincenti, con cui cercava di rassicurarla... che Itachi era una storia finita, anzi mai iniziata. Eppure forse solo Namida in quel momento era davvero lucida. Aveva avuto il coraggio di mostrargli la verità. Che lui in realtà non aveva dimenticato l'altro. Eppure Kisame non poteva accettare una situazione simile. Voleva liberarsi di quell'amore e tornare alla sua vita precedente. E ci sarebbe riuscito.









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Proprio quando Kisame credeva di essersi liberato di Itachi, ecco che il suo cuore lo tradisce obbligandolo a fare un passo indietro... e poi il nostro Uchiha cosa farà? Tutto nel prossimo capitolo( da riscrivere XD). Buona lettura!


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Capitolo 7
*** in missione con l'albino ***


quando non sai quello che vuoi07



Erano passate le 9.00 quando Itachi si svegliò ancora pieno di sonno. La sera precedente era rimasto sveglio ancora alcune ore prima di rientrare in camera, non volendo vedere Kisame. Si mise a sedere e notò che era da solo. Seguì la sua routine quotidiana prima di unirsi agli altri in salotto. Alcuni stavano ancora facendo colazione: tra questi c'era anche Kisame. Sembrava di buon umore, infatti scherzava e rideva con Sasori che era a tavola a tenergli compagnia. Dopo essersi versato un pò di caffè e preso un cornetto dalla cucina, si sedette a sua volta a tavola. Ascoltò per un pò le loro futili chiacchiere: i due seguivano con grande passione diversi talk show e quando potevano si scambiavano opinioni sui possibili vincitori. Proprio in quel momento infatti lo spadaccino difendeva a spada tratta la sua prediletta che aveva come dote principale, e anche unica secondo Sasori, un fisico da paura e un decoltè di tutto rispetto. Doveva pur esserci una ragione per cui una ragazza simile, nonostante non superasse mai le prove, si salvasse sempre per il voto favorevole dei spettatori. In quel momento Itachi non potè che vergognarsi di provare qualcosa per un deficiente simile. Davvero si era invaghito di un uomo che passava i pomeriggi a vedere simili stupidaggini? Non potendo sopportare oltre quella conversazione, ed avendo il bisogno impellente di parlare con Kisame, si intromise avvisando Sasori che prima aveva sentito Deidara chiamarlo e che forse non era il caso di farlo aspettare.
Sasori, infastidito dal suo intervento, salutò Kisame ripromettendosi di riprendere la conversazione dopo.
-Buon giorno Itachi- bofonchiò il blu accennando ad un sorriso. Doveva aver passato una bella serata.
-Giorno- gli rispose. Kisame lo guardò serio.-Vedo che hai ripreso la capacità di parlare, sai ieri mi ha un pò infastidito il tuo comportamento-
-In questi giorni ho avuto un pò di problemi con Deidara- mentì Itachi -Ho notato che ieri sei tornato molto tardi...-
-Bhe sì, ho trascorso una bella serata con Namida- disse mentendo a sua volta all'altro senza tradirsi. Itachi parve credergli in quanto non approfondì oltre l'argomento.
Allora i suoi sospetti erano confermati. La cosa non potè che infastidirlo, ma sapendo ben controllarsi non lo diede a vedere cambiando discorso. -Come è andata la missione con Zetsu?-
-Benissimo non abbiamo avuto problemi, l'unica cosa non è mai facile rapportarsi alla doppia personalità di quella pianta- rispose -C'erano momenti che parlava tra sè e con me contemporaneamente, direi che avrei preferito il tuo silenzio a tutte quelle chiacchiere- strano ma vero... aveva pensato proprio la stessa cosa di Itachi.
Continuarono ancora per un pò finchè Konan non fece capolino in salotto chiamando Itachi e Kisame a gran voce. Il blu che non aveva ancora finito di mangiare chiese ad Itachi di avviarsi senza di lui. Il leader doveva parlare con loro.
-Allora Itachi devo affidare a te e Kisame una missione abbastanza urgente. Dovete partire subito!-
L'Uchiha annuì serio prima di parlare.-Leader senta vorrei chiederle una cortesia...posso andare da solo?-
-Come da solo? Sarà anche un incarico semplice ma- nemmeno il tempo di finire che il corvino lo interruppe -Come lei sicuramente sa Kisame sta frequentando una ragazza da un pò di tempo e visto che è tornato appena ieri da un lungo viaggio, preferirei farlo riposare e magari svagare un pò- ebbene sì. Itachi aveva davvero pronunciato dette parole. Forse stargli lontano lo avrebbe aiutato, ed infondo chi poteva mai essere peggio di Kisame e Deidara come compagni?
-Va bene per stavolta ti accontento. Fammi pensare...ah sì! Penso che Hidan sappia tenerti compagnia a sufficienza!- esclamò ironico Pain che subito colse l'espressione di protesta del moro. Già. Ci mancava solo lui.

Tempo di salutare Kisame e preparare lo zaino che era già in viaggio con l'albino. Stranamente era anche lui silenzioso. Non volendo però rovinare quel magico silenzio, che probabilmente sarebbe durato ancora poco, accellerò il passo superando lo jashinista.
-Hey che hai da correre?- diamine! Si era destato dallo stato di trance. Itachi continuò con il suo passo evitando di girarsi.
-Stronzetto non fingere di non sentirmi! Non sono mica quel pesce del tuo compagno che puoi prenderti il lusso di non rispondere!?-
-Ti sei svegliato con la luna sbagliata oggi?- bofonchiò il moro fermandosi e guardandolo negli occhi. Se c'era una cosa che non sopportava era essere insultato senza un motivo. Fino a quel momento era sempre riuscito ad evitare di stare solo in compagnia dell'albino. Eppure viene sempre una prima volta per tutto.
-Senti Uchiha dei miei stivali, l'incarico è semplice, dobbiamo solo andare a prendere una missiva e tornare, non sai proprio goderti il viaggio eh?- lo raggiunse fermandosi a sua volta -Proprio per questo volevo affrettarmi, non mi va di dormire all'aperto stasera- sentenziò l'altro.
-Ah giusto! Mi ero dimenticato dei confort a cui lo squalo ti ha abituato! Servito e riverito insomma- disse Hidan ridendo fragorosamente.
-Già vero, ora ricordo che Kakuzu non spenderebbe mai un soldo per te...- insinuò Itachi.
-Che fai cerchi di cambiare argomento? Me ne fregasse qualcosa di quel vecchio bastardo... almeno lui non si smanetta pensandomi- continuò ilarico il ragazzo. Adesso davvero stava esagerando. -Hidan vedi di controllare le parole che...-
-Cosa piccolo Uchiha? Mi mandi addosso il tuo schiavetto? O ti scomodi tu ad alzare le mani?- lo puntò divertito -Qui nessuno prende ordini da te! Hai capito?!- per evitare lo scontro aperto, Itachi preferì non rispondergli, si voltò facendo per andarsene ma ormai l'altro era su di giri. Voleva andare alle mani. Gli afferrò il braccio e lo strattonò. Il moro rapido afferrò un kunai puntandolo alla carotide dell'albino fissandolo con occhi cremisi.
-Dai fammi vedere che sai fare-


Nel frattempo altrove Kisame stava attraversando la strada diretto verso l'abitazione di Namida. Aveva bisogno di parlarle. Sentiva che poteva rimediare allo sbaglio commesso. In quel momento aveva bisogno di lei. Arrivato sotto il palazzo bussò più volte al citofono senza alcuna risposta. Indietreggiò quanto bastava per scorgere una luce dalla finestra del suo appartamento.
-Namida!- urlò una volta. E poi ancora, e ancora finchè lei non si vide costretta ad affacciarsi, avendo Kisame attirato l'attenzione di anche altri residenti. -Namida, ti prego dobbiamo chiarire- supplicò il blu. Dal suo viso non traspariva nessuna emozione, ieri aveva già pianto abbastanza. -Non abbiamo nulla da dirci Kisame, te ne puoi anche andare- sibilò freddamente.
-Io voglio stare con te!- urlò lo spadaccino, ma lei sembrava non ascoltarlo più. Chiuse la finestra e tornò dentro. Kisame tornò al citofono sperando lo aprisse, ma non lo fece. Sentì però la sua voce. -Kisame smettila di dire che vuoi stare con me, perchè non sono stupida. Smettila anche tu di nasconderti da te stesso. Non cercarmi più-


Itachi era seduto. Sfinito. Hidan era riuscito per una buona ora a tenergli testa. Ma finalmente era finita. La testa bianca aveva cessato di rotolare e si era fermata sotto un albero. Ci volle poco perchè ricominciasse ad urlare. Il corpo invece era sdraiato a terra e il moro vi era seduto sopra. -Cazzo Itachi ma non è leale staccarmi la testa!- urlava l'altro, mentre il corvino ancora riprendeva fiato. Quel dannato albino aveva per tutto il combattimento evitato di guardarlo negli occhi. Accantonate le arti illusorie l'unica soluzione rimastagli fu tagliargli il capo. Non poteva reggere con l'immortalità di Hidan. Fortuna voleva che lo jashinista non fosse abile come lui con le armi bianche.
-Sta zitto un attimo- sibilò l'Uchiha. L'altro infatti non smetteva di lamentarsi. Nonostante fosse immortale non doveva essere da poco il dolore di avere la testa mozzata. Eppure nonostante tutto si sentiva meglio dopo aver fatto a botte con Hidan. Si era sfogato a sufficienza. Si alzò dal cadavere e si avvicinò alla testa. La afferrò per i capelli alzandola. -Bhe Hidan pare proprio che io abbia vinto- disse quasi divertito. -Per stavolta. Sappi che voglio la rivincita!-
-Magari la prossima volta- bofonchiò il corvino ritornando vicino al corpo. Se solo avesse potuto lo avrebbe lasciato lì, ma poi chi lo sentiva Kakuzu. Si accinse quindi a ricucirlo con l'attrezzatura che l'albino portava sempre con sè. Mentre procedeva, si punse accidentalmente. Si fermò a guardare la piccola puntare, il sangue che usciva. Eppure perfino in un momento simile, con Hidan che non faceva altro che urlare, riusciva a pensare a lui.


Era scesa la notte.
Eppure mentre Kisame rientrava, percorrendo i luoghi in cui era stato con lei, non provava alcuna nostalgia. Non era neanche triste. Forse non era la persona giusta per dimenticare. Ma lui non si sarebbe rassegnato! Avrebbe continuato a cercare. Doveva pur esserci qualcuno al mondo in grado di alleviare il dolore che lo perseguitava... e il suo liberatore non sarebbe mai stato Itachi.












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Capitolo 8
*** accenni di gelosia ***


quando non sai quello che vuoi08




Trascorsero placide le successive settimane. Nonostante tutto Kisame non rivelò a nessuno cosa era successo con Namida. Vista la non curanza con cui Kakuzu aveva rivelato a tutti il suo segreto, preferì evitare di sbagliare ancora. L'unico di cui poteva fidarsi era Itachi. Ma non poteva dirglielo. Non ora almeno. Per tenersi impegnato cercava, quando poteva, di uscire. Visto il fallimento con Namida, aveva iniziato a frequentare bar per soli uomini convinto che per dimenticare un uomo ne serviva necessariamente un altro... o almeno ci sperava.
Tra le diverse frequentazioni che aveva avuto in quelle poche settimane, era rimasto particolarmente colpito da un ragazzetto, che da poco compiuti i 20 anni gli era capitato di rimorchiare in uno di questi locali. L'intrigante tipetto di poco più alto di Itachi, aveva la pelle olivastra e gli occhi color nocciola. I capelli tinti di un rosso scuro, lo avevano subito incuriosito. Eppure nonostante le apparenze, dopo aver trascorso una notte assieme, il giovane non si era volatilizzato come facevano di solito gli altri. Gli aveva lasciato il suo numero mostrandosi interessato a conoscerlo meglio. Kisame non sapeva cosa facesse nella vita, ma al momento la cosa non gli importava. Quando non era impegnato in missione con Itachi, sapeva che lui era sempre disponibile a divertirsi. Quella giornata però non era in programma di vedersi.
Nella base c'era aria di festeggiamenti. Tutti erano impegnati nelle loro mansioni per rendere la serata memorabile. Il leader aveva infatti deciso di organizzare un party per festeggiare l'anniversario dell'Akatsuki! Insomma volenti o nolenti i suoi sottoposti erano tenuti a dare il massimo per adornare la base e cucinare leccornie per quella sera. Kisame nonostante il suo animo giocoso, non venne assegnato alle decorazioni ma bensì in cucina in compagnia di Konan e Hidan. Per il semplice fatto di essere donna - questa la scusa che aveva avanzato - si era autoproclamata chef e quindi ai due non rimaneva che fare gli schiavetti e fare tutto ciò che veniva loro detto.
-Hidan mi passi la farina? Ma che stai facendo?! Ti avevo solo chiesto di amalgamare l'impasto!- urlò stizzita Konan notando che contro le sue raccomandazioni l'albino aveva infornato l'orrido composto che sarebbe dovuta diventare una "pizza".
- Ma che hai da urlare? Sto seguendo la ricetta!- e già... niente insulti per la ragazza del capo. Le reazioni di Pain facevano paura anche a quel folle.
- Se davvero volevi seguire la ricetta avresti dovuto lasciare l'impasto riposare almeno un paio di ore al caldo...-
-Ed infatti il forno non è un posto caldo? Ahahah Konan dai ti credevo più intelligente!-
Kisame dal canto suo seduto su uno sgabello aveva l'ingrato compito di sbucciare un sacco pieno di patate. Con l'orecchio teso verso Konan - pronto a scattare ad un suo comando - guardava con interesse Itachi sopra la scala, intento ad attaccare un festone. Avrebbe preferito aiutarlo piuttosto che stare lì a sopportarsi quei due. Ai piedi della scala Sasori gli passava delle palle di Natale, destinate ad essere appese vicino agli stipidi dell'ingresso. L'Uchiha si sporse ulteriormente per afferrarle tutte. Si voltò verso di lui, forse percependo di essere osservato.
Kisame spostò rapido lo sguardo altrove, sperando non avesse notato che lo stava fissando. Eppure nonostante i suoi continui tentativi di dimenticarlo, sentiva di desiderarlo ancora molto intensamente. Il suo non poteva essere classificato come un semplice invaghimento. Appena il corvino si rigirò potè nuovamente posare il suo sguardo su di lui. Nemmeno il tempo di tornare ai pensieri di prima che si sentì scosso da una mano.
-Hey Kisame muoviti che Konan ti vuole! Ma che cazzo stai guardando?- disse sporgendosi anche lui verso il salotto. - Ma guarda! Ci vuole anche l'assistenza ora per attaccare uno striscione?! Questo Uchiha non c'è la fa proprio a fare le cose da solo - esclamò con il chiaro intento di attirare l'attenzione del moro, il quale si girò semplicemnte per rispondergli a tono.
 - Compatisco Kakuzu che è costretto a sopportarti anche a letto... anche lì tendi a fare l'isterico?-

Hidan gli sorrise e alzandosi le maniche fece un passo verso il corvino prima di sentirsi trattenuto per la maglia.
-Hidan dove pensi di andare? Mi devi aiutare qui in cucina- esclamò Konan costringendolo a desistere. Questi sbuffò stizzito prima di rientrare.
Itachi rimase diversi secondi fermo a guardarlo andare via, fino a scrutare Kisame che era tornato ad occuparsi delle patate. Scese dalla scala e fece con Sasori il conto della situazione: in magazzino non erano riusciti a trovare tutto il necessario. Era necessario comprare qualcosa. Presi i soldi con il permesso di Pain, nonostante le proteste di Kakuzu, si diressero verso la città più vicina. Furono però costretti a portarsi dietro anche Deidara che necessitava di acquistare dell'argilla. Non c'era modo migliore di festeggiare se non preparardo una pirotecnica esplosione!
Percorsa con passo svelto la strada, entrarono nel negozio per cerimonie e feste.
-Bene penso sia meglio fare prima un giro, per vedere se c'è qualcosa di adatto al contesto- disse Sasori atono. Senza dubbio la persona più normale, secondo Itachi, per svolgere una missione. Diverse volte in passato aveva rimpianto di non essere stato assegnato a lui. Entrambi di indole placida ed inespressiva erano stati assegnati a dei compagni piuttosto rumorosi. Però almeno venivano momenti in cui anche Itachi non poteva che apprezzare lo spadaccino. La sua stupidità e giovialità rendevano gli incarichi meno noiosi del previsto. E poi adesso lo preferiva anche per un'altra ragione... che sperava passasse presto.
-Forza ragazzi! Un pò di entusiasmo! Prendiamo qualcosa di stravagante vi va? Uhm-
-Deidara tu non dovevi solo comprare l'argilla?- domandò già scocciato della sua presenza il corvino. -Provvedo dopo Itachi, se lasciassi l'acquisto delle decorazioni a due lagne come voi, già so che la festa verrebbe rovinata!-
Nonostante fosse una offesa ai loro gusti nè Sasori nè Itachi gli diedero peso, incamminandosi insieme verso la prima fila di scaffali.
Il negozio era davvero molto grande e la roba tra cui scegliere era davvero tanta. Il Leader poi era stato abbastanza generoso con i contanti quindi potevano davvero sbizzarrirsi. Oltre ai soliti coriandoli, decorazioni di carta e fiori di plastica, Itachi pensava fosse necessario qualcosa di diverso dal solito. Superò i ragazzi che erano intenti a bisticciare sul colore dei piatti e bicchieri di plastica.
-La nostra è una organizazione seria Deidara, penso sia meglio un bianco classico-
-Suvvia Sasori sama mica è una festa di vecchi! Siamo giovani no? Uhm Almeno prendiamoli rossi-
-Proprio perchè sei un ragazzino penso che sia meglio far scegliere a me-
-Ma non è giusto!-
E continuavano inperterriti a litigare, mentre Itachi scrutava incuriosito il reparto "adulto" del negozio. In effetti se non fosse stato per la presenza di Konan qualcuno di quei addobbi - che riproducevano satiricamente parti intime maschili e femminili - sarebbe stato apprezzato dagli uomini del team. Passando poi davanti ad una vetrina notò che il negozio forniva anche servizio di spogliarelliste/i. Anche in questo caso però si rischiava di discriminare la povera Konan, quidi Itachi andò oltre soffermando le sue attenzioni su una scatoletta di color nero lucido. Si voltò quindi verso gli altri, che erano ancora a litigare, attirando la loro attenzione.

-Non male la tua idea di comprare la consolle per il karaoke, potremmo usarlo anche in altre occasioni uhn- esclamò Deidara.
Continuarono a parlottare tra loro mentre procedevano verso il negozio di "argilla", che poi poteva davvero esserci nel paese della pioggia un ambulante che vendesso solo quello?
-Che c'è non mi credi?- bofonchiò il biondino, che trovava fastidioso le insinuazioni di Sasori che davvero credeva ridicola una cosa simile.
-Penso che la tua sia solo una scusa Deidara. Ammettilo non ti andava di rimanere in base a sgobbare-
-Ti assicuro che davvero esiste! Hey ma di solito il carretto si trova in questa piazzetta, dove sarà finito?-
-Dai che la puoi anche smettere, che tanti abbiamo già capito tutto...vero Itachi san?-
E mentre Deidara gesticolando come un matto cercava di convingerli della sua buona fede, e i due di rimando lo sfottevano, il rosso notò tra la folla una persona di loro conoscenza. Il piromane urlò ad alta voce il suo nome, interrompendo cosi le prese in giro.
-Namida!-
La ragazza sentendo si chiamare si fermò di colpo guardando nella loro direzione. Nemmeno il tempo di fare un passo che si trovò tutti e tre attorno, chi sorridente, chi un pò meno.
-Salve, mi pare di avervi già visto da qualche parte...voi siete-
-Gli amici di Kisame! Già non ti ricordi più di noi uhn-
-Dicci tutto bene con Kisame?- domandò apatico Sasori. Namida però forse sorpresa da quella domanda, sorrise a denti stretti manifestando un pò di fastidio e imbarazzo per quella situazione. -Bhe in verità io e Kisame non stiamo più insieme da un pò-
-Come?!- esclamarono Sasori e Deidara. Itachi anche non riusciva a crederci. Ma preferì contenersi.
Eppure in quei giorni non gli era parso affatto triste e neppure malinconico.
Deidara riprese la parola, confortandola sul comportamento del loro compagno.-Dai che capita di litigare e allontanarsi, ma sono sicuro che Kisame sarà farsi perdonare!- eppure mai come allora quella frase sembrava proprio fuori luogo. -Sentite ho un impegno abbastanza urgente. Passate una bella giornata- profilò ai tre prima di allontanarsi e mischiarsi tra i passanti.
Doveva essere successo qualcosa di davvero serio tra loro. Eppure allora con chi stava uscendo Kisame in quelle notti?
Itachi si sentiva esplodere la testa. Ritornò astiosa la gelosia che a stento era riuscita a placare per tutto quel tempo per Namida.
-Bhe ragazzi mi sa che è il caso di tornare alla base. Tanto qui non c'è rimasto più nulla da fare- sentenziò Sasori rivolgendosi ai due.
Eppure non fu difficile per Deidara, notare sul viso del corvino, una espressione glaciale. Si profilavano serie guai al covo.

Tornati alla base, mentre i due nukenin della sabbia facevano rapporto sulla "passeggiata in centro", Itachi si diresse in cucina dove trovò chi stava cercando: stavolta Kisame era alle prese con una pila di cipolle - chissà per quale malsana ricetta - e piangeva a dirotto ad ogni taglio.
Senendo una presenza alle sue spalle, si girò ancora lacrimante.
-Oh sei tu Itachi, come è andata la commissione?- l'altro però continuava ad essere inespressivo. Però, ora che lo osservava meglio sembrava quasi adirato. -Tutto bene Itachi?-
-Kisame, ho bisogno di parlarti subito- disse uscendo dalla cucina. Lo spadaccino lo seguì fino a rientrare nella loro camera.
-Allora mi dici cosa è successo?-
-Al massimo sei tu che mi devi delle spiegazioni, Kisame.-
-Cosa?- domandò esterrefatto il blu. -Che centro io adesso?-
-Abbiamo incontrato Namida- l'espressione dell'uomo-squalo cambiò di colpo. Ah, ecco.
-Con chi stai uscendo in questi giorni Kisame? Perchè non mi hai detto che ti eri lasciato?!-
-Bhe perchè non sono affari tuoi. Io esco con chi mi pare!- disse alzando la voce il blu. Che sfortuna che aveva incontrato Namida. Lo spadaccino avva intenzione di rifilargli la scusa della ragazza ancora per un bel pò di tempo. Non si sentiva pronto a dirgli che stava frequentando un uomo. Anche perchè Itachi avrebbe poi potuto mal interpretare ogni suo gesto.
-No Kisame! Adesso lo voglio sapere, smettila di nasconderti che tanto non te ne vai da questa stanza finchè non so tutto- Itachi non riusciva più a contenersi. Forse se fosse riuscito a controllarsi, avrebbe taciuto. Era logico che arrivati a quel punto Kisame non si sarebbe sbilanciato. Doveva esserci sotto qualcosa.
-Delle tue minacce sai che me ne faccio?! E Adesso spostati- nemmeno il tempo di dirlo che spinse con forza l'Uchiha che facendosi forza sulle ginocchia non si spostò di un centimetro.

Le urla destarono l'attenzione di tutti e in poco tempo molti si accalcarono vicino alla porta per origliare. Quando sentirono che i due dentro erano passati alle mani, irruppero nella stanza bloccandoli mentre Pain chiamato da Konan li raggiungeva.
Entrato il Leader nella stanza, calò un irreale silenzio. Kisame però continuava a guardare in cagnesco il corvino.
-È inutile che continuate a guardarvi cosi. Non vi permetterò di rovinare i festeggiamenti con i vostri futili litigi-
-Se è per i festeggiamenti che vi preoccupate, potete anche lasciarmi andare! Non ho alcuna intenzione di rimanere-
-Essia- e con un gesto della mano lo fece liberare.
Kisame guardò Itachi negli occhi un'ultima volta prima di oltrepassare la porta ed uscire dalla base.









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Capitolo 9
*** la decisione di itachi ***


quando non sai quello che vuoi09


Lasciato solo nella sua stanza, Itachi era già da una buona ora sotto le coperte, che cercava di fare mente locale su quanto era successo poco prima. Senza dubbio la sua reazione era stata eccessiva, si era sentito tradito quando aveva scoperto dalla stessa Namida come erano andate le cose. E doveva ammettere che si sentiva davvero male in quel momento. Non riusciva davvero a credere che dopo tutto quello che avevano passato insieme, continuasse a tenergli delle cose segrete. Alla fine era pur sempre Kisame, che ad ogni missione non smetteva mai di parlare e di raccontargli di sè e di qualsiasi cosa banale gli succedesse nella vita.
Soffocato dal calore delle lenzuola si alzò dal letto iniziando a camminare in cerchio. Eppure non riusciva a decidersi su cosa fare. Entrò in bagno, si spognò e aprì il rubinetto. Sotto il getto d'acqua, in quella cabina chiusa, cercò di non pensare più a nulla. Eppure gli tornava sempre in mente il viso rabbioso di Kisame... e quella spinta con cui non aveva fatto altro che rendere ancora più tangibile la loro situazione. Il suo evidente allontanamento. Che fosse mai passato da un estremo ad un altro? Che lo odiasse?
Uscì dal vano doccia, prese un asciugamano e lo legò alla vita. Rientrò nella camera e presi alcuni indumenti incominciò a rivestirsi.
Ma una situazione simile non poteva andare avanti. Doveva trovare un modo per alleviare questo suo dolore e risolvere con l'altro. Poco importava come sarebbe andata a finire. Se Kisame voleva sarebbero rimasti amici. Ma doveva togliersi questo peso dal cuore, che non riusciva proprio a superare. L'indomani gli avrebbe parlato. Ecco cosa aveva deciso.
Vestitosi completamente uscì dalla stanza e si diresse verso il salotto. Riusciva a sentire le voce allegre degli altri, si vedeva che la festa era già iniziata senza di lui. Arrivato a metà strada incrociò Deidara che indossava uno stupido capellino da festa e ne portava un altro in mano.
-Ah eccoti qui Itachi san! Stavo proprio venendoti a chiamare- disse porgendogli l'ornamento di cartone. Il corvino di rimando lo guardò torvo senza accennare a prenderlo. - Eddai Itachi! Non vorrai mica essere l'unico a non metterlo? Il capo potrebbe offendersi-
Lo prese posizionandolo sul proprio capo. Quando entrò in salotto con il biondo si rese conto con rammarico che era il solo ad indossarlo, in quanto lo stesso piromane aveva già provveduto a sbarazzarsene.
-Ohi Itachi sei proprio adorabile!- esclamò Hidan che trovava ogni scusa buona per sfotterlo.
Alcuni ridevano mentre altri erano già intenti a mangiare e non lo guardavano neppure. Il moro si voltò verso Deidara che scherzoso gli fece una linguaccia. Avrebbe trovato il modo di vendircarsi! L'Uchiha sorrise diabolico.
-Non riderai ancora per molto! Ti sfido al karaoke!- non aveva neanche urlato eppure tutti si voltarono a guardarlo stupito.
La serata era appena iniziata.


Aveva camminato abbastanza ed oramai aveva sbollito tutta la rabbia. Lo spadaccino sedeva su una panchina, il parco era semideserto solo qualche coppietta ogni tanto gli transitava davanti. Si sentiva ancora rimbombare nelle orecchie le parole dell'Uchiha: con chi stai uscendo? Perchè non me lo hai detto? Insomma come si permetteva di fargli delle domande simili? Alla fine il corvino sapeva benissimo cosa Kisame sentiva per lui... che senso aveva fare quella stupida scenata di gelosia? Era stato molto chiaro il suo rifiuto. Non gradiva le sue attenzioni... Perchè allora arrabbiarsi così per qualche segreto? Kisame davvero non ci capiva più niente. Quel ragazzino però doveva smetterlo di trattarlo così. Se solo gli altri non si fossero messi in mezzo, sarebbe stata la volta buona che gli dava una lezione.
Afferrò il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Era già passata una buona mezz'ora. Saityuu si stava facendo attendere come al suo solito. Normalmente lo avrebbe anche tollerato, ma in quel momento non aveva proprio voglia di rimanere da solo. Non faceva altro che pensare.
Poco dopo la sfuriata, infatti il blu aveva ben pensato di contattare il ragazzo con cui usciva di recente, chiamato Saityuu appunto, per passare la serata fuori. Si era autoescluso dalla festa, ma ciò non si significava che si sarebbe annoiato. L'altro aveva subito risposto alla sua richiesta e si erano dati appuntamento in quel giardino pubblico non molto lontano dall'hotel dove erano soliti passare il dopo serata.
Rimise il cellulare in tasca e si alzò svogliato stiracchiandosi. Decise di fare due passi. Tanto se non lo avesse visto, poteva sempre chiamarlo. Passò davanti le giostre e si sedette sull'altalena. Chi passava lo guardava incuriosito. Doveva davvero far ridere un omone di quasi due metri come lui, lì da solo su quel gioco per bimbi. Fece per dondolarsi e quasi d'istinto la mente gli tornò ad un vecchio episodio.
Una giornata di pedinamento, dove lui e Itachi dovevano attendere tre tipi in un parco comunale. Itachi però si era annoiato di aspettarli impiedi e allontanatosi dal punto in cui sostavano, si era adagiato su un'altalena libera. Non indossava la cappa dell'akatsuki e la giovane età lo rendevano un ragazzo qualunque in quel momento. Sembrava davvero sereno e a suo agio e non si scompose neppure quando un gruppetto di bambini si era avvicinato a lui. Kisame si era quasi incantato a guardarlo barlottare con quei poppanti. Poi quando si erano allontanati, il corvino aveva iniziato a dondolarsi.
Kisame si alzò imprecando. Qualunque cosa facesse quel ragazzo gli tornava sempre in mente. Allora non lo desiderava, ma nonostante tutto quell'Uchiha era capace certe volte di incantarlo. Con i suoi modi e i suoi gesti. Doveva essere stato davvero lungo il processo che lo aveva portato ad incretinirsi per quel ragazzetto.
Riprese il cellulare, Saityuu lo stava chiamando.
-Hey sei arrivato? Va bene ora arrivo- disse prima di inoltrarsi di nuovo nel parco.


-Oddio Itachi non credevo fossi così bravo a cantare- disse una stupita Konan -Itachi allora davvero eccelli in ogni arte...me ne compiaccio! Sei davvero un ottimo acquisto per il team- lo complimentò Pain.
-Adesso pretendo la rivincita!Uhn-
-Non ne ho voglia ora, è inutile...Deidara. Tanto non puoi battermi- disse divertito Itachi che aveva così ottenuto vendetta. Il biondo però non demordeva continuando a sbraitare senza però essere ascoltato. Iniziarono quindi a fiottare le sfide e il corvino non fu da meno: l'unico che riusciva a tenergli testa era Kakuzu che nonostante l'aspetto, nascondeva una voce intonata.
-Un'altra dote nascosta del mio valido tesoriere!-
-È proprio vero che non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze...-
-Kakuzu ti sfido!-
Il chiasso non faceva che aumentare, tra chi aveva o non il microfono tutti cantavano e si divertivano. Itachi anche se non lo dava a vedere apprezzava i complimenti e si lasciò trasportare dall'euforia del momento. Ad ogni canzone, si alzava con giubilo un brindisi a Pain e al successo dell'Akatsuki. Tutti erano felici e ridevano di gusto. Le amarezze e i fallimenti non avevano posto quella sera. Anche le antipatie vennero messe da parte ed ognuno si sentiva membro di quella nuova famiglia chiamata Akatsuki.
Partirono quindi una escalation di auguri, accompagnati da abbondanti bevute, per ogni membro del team. Nonostante la mancanza di Kisame quella sera, il leader dedicò un brindisi anche a lui. Già, avrebbe dovuto esserci anche lo spadaccino a quei festeggiamenti. Se fino a quel momento Itachi era riuscito a non pensarci, lo frastornò come un tuono il pensiero del compagno. 
Posò sul tavolo il drink che stava bevendo, ed uscì un attimo in veranda. Anche Sasori e Deidara erano lì e voltatisi un attimo per il rumore della porta, si rigirarono continuando la loro conversazione. Itachi si avvicinò alla rinchiera guardando il paesaggio in lontananza.
Si sentiva incerto sull'indomani. Quello che aveva deciso poco prima non gli sembrava più la scelta migliore. Quella sera il cielo era sgombro di nuvole, solo una leggera brezza soffiava ed era molto piacevole.
Sasori si concedò dal compagno e salutato anche il moro, tornò alla festa. Deidara gli si avvicinò con aria crucciata.
-Itachi che hai? Sei già stanco dei festeggiamenti?- ma l'altro taceva. Si voltò guardandolo negli occhi con una espressione incerta.
-Dimmi pure...- proferì il biondo prima di volgere lo sguardo verso le luci del cielo.
E parlò. Non perchè confidasse in un suo consiglio - Deidara gli appariva terribilmente immaturo - ma sentiva di dover esternare il suo malessere. Non poteva più tenerselo dentro, ma neppure attendere l'indomani. Gli disse cosa lo turbava: della lite di prima, di come sentiva di non poter continuare così e della scelta di rivelare tutto a Kisame.
-Sembri convinto allora, cos'è che ti cruccia?-
-Forse dovrei trovare un altro modo per sistemare la cosa-
-Non credo esista modo migliore se non parlargli, Kisame non è un ragazzino...-
-Non intendevo certo dire questo Deidara, cerca di capire...e se-
-E se ti rifiutasse? E questo il punto?-
L'altro si ritrasse dalla ringhiera portando le mani al volto. -E se rovinassi tutto? Se anche fosse disposto a rimanere mio amico... come farei poi io? A starci vicino tutti i giorni!-
-Ehy Itachi ma allora ne sei proprio sicuro...di-
-Sì. Non ho più dubbi su ciò che sento-
Il biondo lo afferrò per le spalle e lo scrollò energicamente. Ma che?
-Deidara ma che diamine ti prende? Mollami!-
-Forza Itachi non puoi lasciarti dominare dalla paura per cosi poco! Dove è finito il tuo stramaledetto orgoglio?- lo scrollò un ultima volta prima di mollarlo. Quegli occhi azzurri avevano ragione, non poteva lasciare che il panico lo schiacciasse. Si stava comportando come una stupida ragazzina, ed una cosa simile non poteva proprio tollerarla!
-Grazie.-


 







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Capitolo 10
*** incidente di percorso ***


quando non sai quello che vuoi10


Finiti gli alcolici, a seguito del malumore di molti si decise di uscire per continuare a festeggiare fuori. Quella sembrava proprio la sera adatta per ridursi come spugne. Infondo il giorno successivo si sarebbero dati tutti malati! Lo stesso Pain, che non reggeva molto l'alcol, sollecitò tutti a muoversi e a salire in auto - che più che una quattro ruote sembrava un camion merci - e sotto la guida diligente di Sasori si diressero in centro.
Arrivati a destinazione si incamminarono verso il viale commerciale che di sera era sempre pieno di gente con i bar aperti fino all'alba.
Non si poteva certo dire che il gruppo passasse inosservato: la presenza di individui come Kakuzu e Zetsu - che oltre ad avere un'elevata altezza avevano anche una faccia non proprio rassicurante - incutevano vero e proprio terrore ai passanti, che arrivavano al punto di attraversare la strada per non rischiare di incrociare il loro sguardo.

E proprio su questo scherzavano gli altri.
-Ehy Kaku guarda quella ragazza... Carina no?-fece Hidan punzecchiandolo.
-Quanto scommettiamo che adesso attraversera la strada? Uhn- 
Kakuzu non parve offendersi: era troppo sbronzo per cogliere tutto quello che avevano detto.
Alla fine comunque si verificò come i più giovani avevano dedotto: la ragazza attraversò la strada sotto gli schiamazzi di Hidan e Deidara che ribadivano come il più anziano sarebbe rimasto per sempre single.
Arrivarono quindi nella piazza dove c'erano gli ingressi anche di alcune note discoteche. Loro però non erano tipi da andare a ballare. Gironzolarono tra i diversi locali aperti e non mancarono momenti in cui veniva perso qualche componente. Si sa, quando nelle vene circola troppo alcool tendono a calare i freni inibitori ed era in momenti come quelli che i ragazzi fingevano di non conoscere Hidan, che sopraffatto dal caldo stava dando spettacolo inscenando uno spogliarello per le ragazze presenti. Anche gli altri però non erano da meno, allungando le mani e urlando battute sconce alle belle che gli passavano vicino.
Konan non potendoli controllare tutti sorvegliava in particolare Pain che sembrava crollare da un momento all'altro, finchè non si appisolò sulla spalla della compagna.
Itachi nel frattempo si era nuovamente estraniato dal mondo, a prima vista poteva sembrare che seguisse con lo sguardo Sasori, l'unico ancora un pò lucido, che stava raccogliendo gli stracci dell'albino e lo inseguiva attorno alla rotonda per evitargli di finire sotto un'auto. Ma non guardava nulla di particolare. Anzi non vedeva l'ora che quella nottata passasse.

La musica house rimbombava assordante per tutto il locale. La sala era gremita di ragazzi che ballavano. Tutti ammassati, l'uno addosso all'altro si dimenavano frenetici presi da quel rumore fragoroso. Era in quei posti che ultimamente lo spadaccino aveva trovato compagnia per la sera. Ma non quella notte. 
Saityuu si lasciava trascinare, avvinghiandosi parecchio a lui. Premeva col fondoschiena contro il cavallo dei suoi pantaloni sapendo che lo avrebbe fatto innervosire ed eccitare insieme. Perchè in mezzo a quella folla doveva contenersi, ecco la ragione. Gli afferrò il mento e lo costrinse sulle punte per dirgli uno stizzito "smettila" ma ricevette solo una risata fragorosa.
Lo afferrò per la mano ed uscirono da quel tumulto per accostarsi al bancone.
-Senti ti va di andare un pò fuori? Non ho più voglia di ballare-
-E cosa vorresti fare?- chiese il ragazzino con sguardo ammiccante.
-Qualsiasi cosa, basta che usciamo di qui- sbottò il blu.
-Andiamo a casa mia, beviamo qualcosa e concludiamo la serata-

-Hidan sei proprio un cazzone-
-Hey lasciatemi in pace! È solo invidia la vostra! Avete visto quante ragazze mi stavano guardando?!-
-Sicuramente ridevano di te-
Avevano finalmente recuperato l'albino e anche se il tempo era volato si era fatta ora di rientrare.
-Hey bellezza ti va di tornare a casa con me?- fece l'immortale verso una biondina niente male che gli era passata di fianco. Vedendo che lei non rispondeva la afferrò per il polso per farla voltare. Itachi prontamente gli colpì il braccio per fargli mollare la presa. Aveva già dato troppo spettacolo e si era davvero scocciato di sopportarlo.
-Itachi che cazzo fai?!- urlò quello che però non si sentiva più le forze nemmeno per alzare le mani.
Nel frattempo la ragazza spaventata attraversò la strada guardandoli intimidita.
Anche Itachi seguì con lo sguardo la donna giungere dall'altro lato del marciapiede e sussultò stupito: quello era Kisame?
Come poteva non notare il suo compagno blu alto quasi due metri? Eppure non riusciva proprio a crederci, che ci faceva lì?
Deidara sentendo ancora Hidan inveire contro il corvino si voltò per ammutolirlo, oramai più nessuno aveva la salute di udire le sue urla. Si stupì però nel vedere che il moro non lo calcolava affatto, anzi aveva lo sguardo altrove. Sembrava stesse fissando qualcuno. Ma chi? Poi anche il biondo lo vide. Quella sagoma azzurra era inconfondibile tra la folla.

Usciti dal locale i due si diressero verso l'abitazione del più piccolo con passo molto lento. Era anche un modo per riprendere fiato dopo il movimento sfrenato di prima.
Saityuu gli afferrò la mano facendolo voltare.
-Hey Kisame tutto bene? E da quando siamo usciti che non dici una parola-
-Sono solo un pò stanco, non farci caso-
-Dai che non manca ancora molto- gli disse dandogli un bacio. Kisame ricambiò affondando la lingua tra le sue labbra.

Anche se il punto non sembrava molto illuminato Itachi riusciva a distinguerlo nitidamente. Chi era quel ragazzo che gli teneva la mano? Si sentì scuotere il braccio. Gli altri si erano già allontanati di alcuni metri e Deidara stava cercando di risvegliarlo da quel torpore in cui era precipitato.
-Itachi?-
-Sì?- 
-Senti con Kisame ci parlerai domani se vuoi ma adesso è meglio che ritorniamo a casa- voleva evitargli di litigare di nuovo, ma stavolta davanti ad un perfetto sconosciuto. Che a giudicare da quel bacio doveva essere il suo nuovo ragazzo.
-Scusa Deidara ma non posso...-
Avanzò di qualche passo puntando gli occhi sullo spadaccino.
-...Questa cosa la devo risolvere subito-
Ora Kisame era lì, con un altro, ma questo non cambiava nulla. Doveva parlargli. Tutta la sera aveva pensato solo a quel momento e non voleva più rinviare. Gli avrebbe detto tutto. Se Kisame avesse voluto, il suo dolore si sarebbe placato. Altrimenti si sarebbe messo l'animo in pace. Si diede forza e incominciò a correre: arrivato al ciglio della strada non si diede lo scomodo di controllare e dopo aver scansato una macchina non gli riuscì lo stesso con la seconda.

Si perse tra le sue labbra finchè non sopraggiunse alle sue orecchie un urlo. I due si separarono e guardarono in direzione della strada per capire cosa era successo. Quando Kisame vide Deidara che gridava iniziò a preoccuparsi. Lo cercò con lo sguardo: tutti c'erano tranne lui.
Lasciò lì il compagno ed iniziò a correre, una corsa disperata con un briciolo di speranza nel cuore. Spintonò a forza la gente per passare avanti finchè non lo vide.
Ogni speranza era irrimediabilmente svanita.
La disperazione fece la sua comparsa.










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Capitolo 11
*** ritorno alla vita ***


quando non sai quello che vuoi 11



Itachi era lì, fermo su quel letto d'ospedale. Sulla nuca una medicazione copriva il taglio che era stato realizzato dal chirurgo per fermare l'emorragia causata dall'incidente. Il resto del corpo non aveva riportato evidenti traumi.
Infatti il guidatore nonostante fosse ubriaco era riuscito comunque a rallentare a sufficienza da non rendere quello scontro mortale o comunque più grave di quanto era risultato poi.
Kisame era sempre rimasto li accanto all'altro in quelle settimane di coma, e puntualmente riviveva mentalmente tutto quello che era successo quella notte.

Quel grido, dava sempre inizio ai suoi ricordi. La vista di Itachi immobile sull'asfalto, con le pupille ancora aperte e con un rivolo di sangue che scendeva dalle labbra.
La corsa in ospedale con l'auto del Leader.L'intervento alla testa e la prognosi.
Almeno l'operazione era andata bene, ma nonostante questa buona notizia Itachi sembrava non volersi risvegliare.
Casi simili accadono raramente, bisognerà attendere e sperare che si risvegli da solo. Questa la diagnosi.

Oramai erano passate più di due settimane dall'incidente e Kisame trascorreva tutti i giorni lì e quando poteva anche le notti.
Dopo quella sera non aveva più richiamato
Saityuu, rifiutando le sue chiamate. Durante quelle settimane si era presentato in ospedale, avendo saputo dai compagni dove trovarlo, ma lo spadaccino senza neanche inventarsi una scusa, gli aveva chiesto di andarsene e di non farsi vedere più.
In fondo Kisame sapeva che era anche colpa sua di quello che era successo... o in fondo era lui che si attribuiva la colpa di quell'incidente. Ripensò a quella notte. Alla lunga attesa nel corridoio di quell'ospedale.


-Sono passata tre ore da quando siamo qui, ma nessuno ci fa ancora sapere niente- disse Pain.
-Possiamo solo sperare che l'operazione vada bene- sussurrò Konan.
-Forza! Basta pensare negativo, Itachi è forte e si rialzerà anche stavolta- esclamò Hidan, forse il più positivo del gruppo.
Gli altri rimasero in silenzio. Potevano solo aspettare.

Kisame e Deidara nel frattempo erano usciti per parlare. Gli altri già avevano capito cosa era successo: perchè Itachi aveva cosi d'impeto attraversato la strada senza controllare. Nessuno in fondo gli attribuiva la colpa. Ma lui non riusciva a sopportare lo sguardo degli altri.

-Hey Kisame dai non ti tormentare cosi, adesso dobbiamo solo avere fiducia-
-Non sarei dovuto uscire questa sera, se fossi rimasto alla base non sarebbe successo tutto questo... e solo colpa mia-si rimproverò il blu.
-Ma che stai blaterando?!-
-Se avessi detto la verità ad Itachi, che avevo iniziato a frequentare un uomo...ma Deidara mettiti nei miei panni, come potevo dirglielo? Mentirgli era l'unico modo per rimanere amici.-
-Certo è che non brilli per intelligenza tu eh? Ma almeno riesci minimamente ad intuire perchè Itachi abbia reagito cosi? Se avesse provato repulsione nel vederti con un uomo non si sarebbe neppure degnato di guardarti, figurarsi attraversare la strada per raggiungerti-
-Cosa vuoi dire Deidara? Sai qualcosa che dovrei sapere?! Dimmelo!- urlò l'Hoshigaki.
-Penso che sia meglio che te lo dica lui quando si riprenderà...comunque smettila di piangerti addosso, Itachi non lo sopporterebbe-
detto ciò Deidara rientrò lasciando l'altro molto turbato.
Che cosa voleva dire Deidara? Non voleva più illudersi. Non poteva credere alla risposta che appariva più scontata. Itachi non poteva certo essere geloso. Ma allora che cosa voleva dirgli?

Prese a pugni il muro finchè non si calmò. Rientrò dentro senza dare importanza al sangue che gli scorreva tra le mani. Si augurò solo che quella notte finisse in fretta.


Quella mattina faceva molto caldo. Nonostante il sudore l'Hoshigaki non avrebbe mai lasciato quella mano. Quel giorno aveva deciso di portare qualcosa da leggere, più precisamente una rivista di gossip. Non era certo dei gusti letterari del moro ma pensò che comunque gli sarebbe potuto piacere. Lo squalo però ben presto si rese conto che non era fatto per quel genere di letture. Nonostante leggesse anche abbastanza discretamente non riusciva proprio ad appassionarsi a quelle storie che coinvolgevano stelle dello spettacolo.
Dopo aver letto un paio di gossip e visto una decina di foto scandalose, si stufò e avendo dormito poco la sera precedente decise di fare un pisolino.
Durante quella piacevole pausa Itachi riprese i sensi. Aprì con fatica gli occhi che non erano più abituati alla luce del sole. Gli ci vollero alcuni secondi per mettere a fuoco la stanza e i suoi scarni arredamenti. Capì dove si trovava. Spostò lo sguardo nella stanza finchè non notò che un uomo di carnagione blu, particolarmente brutto, stava dormendo vicino a lui.
Chi è? E che ci fa qui?
Scostò la mano, ma l'altro la stringeva saldamente. Cercò allora di svegliarlo scuotendolo un pò. Ma senza risultato.
-Svegliaaa!!- gridò l'Uchiha facendo destare di soprassalto l'altro che scattò in piedi. Deidara e Hidan che erano in corridoio corsero in stanza per capire che stava succedendo.
Tutti e tre strabuzzarono gli occhi quando videro il moro finalmente sveglio.
Un Deidara commosso gli corse incontro per abbracciarlo.
-Itachi finalmente ti sei risvegliato..sniff-
-Forza Deidara controllati, mi davi già per spacciato forse?-
-Ma che fai mi prendi in giro? Guarda che io sul serio ero preoccupato-
-Hey Itachi ben tornato dal regno dei morti- lo schernì l'albino che era felice di rivederlo vivo e vegeto.
-Sempre il solito sei, non sei cambiato affatto Hidan- rispose di rimando l'Uchiha.
-Che c'era da preoccuparsi? In settimana ho sacrificato una povera anima al dio Jashin, quindi sapevo che ti saresti ripreso. Jashin non delude mai i suoi discepoli-
-Itachi san..- sussurrò ancora incredulo l'uomo-squalo che protese una mano per sfiorare l'altro. Carezza che venne respinta in malo modo.
-E tu chi saresti?- 
-Ahahah suvvia Itachi non è proprio il momento di scherzare...- disse Kisame ridendo a denti stretti.
-Non sto scherzando. È la prima volta che ti vedo- rispose l'Uchiha serio come al suo solito. No, non sembrava proprio che scherzasse.
Il sangue dello spadaccino si raggelò. Come era possibile che si ricordasse addirittura di Hidan ma non di lui?
-Forza Itachi, mi vuoi far credere che ti sei dimenticato del tuo compagno Kisame?- domandò Deidara anch'egli poco convinto dell'affermazione del moro.
-Lui il mio "compagno"? Ma che stai blaterando Deidara?-
-Ehm.. non intendevo in quel senso..-
-Allora cosa?-
-Ti ricordi almeno che sei membro dell'Akatsuki?- chiese ulteriormente il biondo.
-Certo!-
-Dai Itachi smettila di prenderci per il culo, davvero non ti ricordi di lui?- disse Hidan.
-Ragazzi sono serio. Non l'ho mai visto in vita mia- sentenziò Itachi ormai stanco delle continue domande.- Se permettete mi sono appena ripreso da un brutto incidente, vorrei riposare- disse indicando la porta. Tutti uscirono lasciandolo da solo.

-Credo che il medico ci avesse accennato di possibili danni alla memoria, dovremmo avvisare gli altri almeno per verificare se riconosce anche loro. Non credi Hidan?-
-Si, immagino tu abbia ragione. Voi rimanete qui, vado e torno- disse l'albino prima di uscire dal reparto.
Deidara si voltò verso Kisame. Sembrava molto confuso.
Era felice che Itachi si fosse finalmente ripreso, ma tutto quello che avevano vissuto insieme fino a quel momento era sparito, o meglio era svanito dalla mente di Itachi. Nonostante tutto però la felicità superò la tristezza. Alzò la testa sorridendo come meglio poteva.
-Kisame senti io chiedo all'infermiera di chiamare un medico, cosi magari lo visita e ci può spiegare questa "momentanea amnesia". Ci pensi tu ad Itachi?- l'altro annuì.
Quando l'artista si fu allontanato, il blu rientrò nella camera del compagno.

Itachi non si era ancora assopito. Era impiedi, i gomiti appoggiati sul davanzale e il viso fuori la finestra. Era coperto appena dal camice per pazienti che lasciava scoperta la schiena e le natiche. I capelli sciolti al vento. Non era facile per Kisame rimanere impassibile a quella visione, ma la situazione lo richiedeva. Quando richiuse la porta, Itachi non si voltò.
Lo squalo si avvicinò a sua volta alla finestra, affiancandosi a lui.
-Che guardi di bello?-
-Niente. Sto cercando di ricordare- si voltò guardandolo negli occhi.- Deidara e Hidan sembravano abbastanza preoccupati che non mi ricordassi più di te. Poi la faccia che hai fatto... devo dedurre che tu sia stato una persona molto importante per me-
Sia stato. Già, parlava al passato.
-Siamo compagni di missione già da un paio di anni...si direi che sono molto legato a te- anche troppo pensò.
-Devo dedurre che siamo amici, giusto?-. Kisame annuì. 
-Allora ti prego di scusarmi per il mio comportamento, non volevo insultarti o cosa...sai svegliarsi da un coma e trovarsi uno sconosciuto in camera..-
-Si non ti preoccupare, non mi ero offeso- esclamò il blu sorridendo.
 Itachi sorrise di rimando. Doveva essere una persona molto gioviale questo Kisame.
-Dove sono andati gli altri?-
-A chiamare un medico e gli altri membri dell'Akatsuki. Almeno cosi sapremo quanto è estesa la tua amnesia...-
-intendi Pain, Konan, Zetsu, Kakuzu e Sasori? Mi ricordo di loro...tutti loro...-
Kisame si allontanò dal davanzale preso dallo sconforto. L'altro parve accorgersene e si voltò a sua volta poggiandogli una mano sulla spalla.
-Sarai anche un tipo allegro ma non puoi demoralizzarti cosi facilmente. Ho bisogno di tempo per riprendermi dall'incidente.-


Aveva ragione. Con il tempo forse si sarebbe sistemato tutto.









 




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Eccomi tornata dopo ben 5 anni di assenza... mi scuso in anticipo con tutti i lettori che bene o male hanno letto questa fanfic sperando in una sua conclusione. Diciamo che dalla pubblicazione dell'ultimo capitolo sono successe un sacco di cose e ho messo totalmente da parte il mondo delle fanfiction. La cosa che più mi dispiaceva era di aver lasciato una storia in sospeso. Cercherò di rimendiare creando nuovi colpi di scena e rendendola più interessante.
Ho provveduto poi a sostituire tutti i precedenti capitoli. Diciamo che oltre ad essere scritti meglio, ci sono alcuni cambiamenti con la trama e soprattutto ho ridimensionato totalmente il carattere di Itachi. Nei precedenti capitoli infatti il nostro caro Uchiha era terribilmente effemminato. Bhe diciamo che ho cercato di portarlo quasi alla normalità!  
Commentate numerosi XD e fatemi sapere se vi piace come procede :)
 
 - sweetkonan -


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