Animal Spirits

di coolki13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rachelle ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***



Capitolo 1
*** Rachelle ***


CAPITOLO  1

La prima cosa che notò Rachelle arrivata a casa di Tyga fu che non si trovava davanti ad una casa sull’albero, come al solito sua nonna le aveva detto una bugia. Peccato,le sarebbe piaciuto passare i prossimi tre mesi su una casa sull’albero.
Rachelle aveva scoperto le sue orecchie all’età di sette anni. Mentre aiutava sua mamma nello zoo scoppiò un incendio, sua madre morì mentre lei riuscì a salvarsi. Il mattino dopo però, si sveglio con due orecchie da coniglio in testa e le sue caratteristiche sensoriali erano molto più avanzate rispetto a prima. Dopo l’incidente andò a vivere da sua nonna ma le sue orecchie rappresentavano un enorme problema. Innanzitutto era sensibile a qualsiasi odore e suono ma aveva anche strani impulsi come scappare alla vista di persone nuove e aveva una strana voglia di carote. All’inizio i sintomi erano lievi ma presto diventarono sempre più intensi e sua nonna decise che per Rachelle era meglio imparare a controllarsi. Rachelle così decise di mettersi in viaggio verso Tyga. V'era che una ragazza di quindici anni, con i suoi stessi sintomi ma capace di controllarli, vivevesse in una casa sull’albero nel bosco vicino al villaggio di Rachelle e lei era l’unica che la potesse aiutare a controllare i suoi impulsi. Il giorno dopo avere ricevuto la notizia dell’esistenza di Tyga,  Rachelle decise di partire, portò con se il minimo indispensabile e si mise in viaggio verso la salvezza.
Dopo giorni di viaggio Rachelle si trovò davanti a casa di Tyga ma qualcosa la frenò dal bussare. All’improvviso la assalirono moltissimi di dubbi: ”Tyga era davvero una brava persona?, L’avrebbe aiutata?, E se l’avesse rimandata a casa?”. L’ansia costante era un altro sintomo di Rachelle e come altre volte prese il soppravvento, stava quasi per darsela a gambe quando la porta si apri e ne usci una ragazza con una faccia perplessa.
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Quel giorno Tyga era veramente arrabbiata. La primavera era in ritardo e stava esaurendo le scorte di cibo. Essendo vegetariana Tyga coltivava il suo cibo in una casetta vicina alla sua casa sull’albero, ma purtroppo col freddo non cresceva un bel niente e doveva accontentarsi fagioli sottovuoto dalla mattina alla sera. Erano quelle le giornate in cui Tyga avrebbe gradito un minimo di compagnia, magari non una vera e propria amicizia, ma qualcuno che la aiutasse e che le stesse accanto. Mentre rifletteva si accorse che le mancavano le cesoie e senza  di quelle non avrebbe potuto raccogliere gli ultimi pomodori, così decise di tornare alla casa sull’albero per prenderle. Appena aprì la porta però vide la faccia smarrita di una ragazzina della sua età e rimase sconvolta: aveva delle orecchie da animale proprio come lei.
All’età di due anni Tyga era stata rapita da uno scienziato di nome Vertomax. Egli conduceva esperimenti illeciti su animali e persone. Il suo ultimo obbiettivo era quello di fondere lo spirito di un animale e quello di un’umana. Così dopo varie torture riuscì a creare un ibrido e lo chiamò Tyga. Questo ibrido era dotato di sensi e capacità atletiche animali ma intelligenza e capacità intellettive umane. Tyga era stata creata come arma da guerra, ma mentre era nel laboratorio conobbe uno scienziato di nome Albert che le insegnò come controllare i suoi impulsi e sfruttarli a suo piacimento. Nel suo laboratorio Tyga aveva tutto ciò di cui aveva bisogno, qualsiasi cosa richiedesse le veniva subito consegnata, una volta chiese una piscina in camera solo per vedere la reazione degli scienziati che si occupavano di lei: il giorno dopo si svegliò con una piscina davanti al letto. Purtroppo però la felicità momentanea di Tyga non durò. Ben presto Vertomax iniziò a far fare a Tyga esercizi che la spingevano verso la violenza: attaccare animali, combattere contro altri avversari e imparare diverse tecniche di combattimento. Tutti questi addestramenti inclini alla violenza si contrapposero fin da subito agli insegnamenti di Albert che miravano a insegnare a Tyga come allontanarsi dalla violenza e imporre la pace nella sua mente e nel suo corpo. Albert decise così di andare a parlare con Vertomax. Nessuno sa davvero cosa successe quel giorno, ma lo si può immaginare dal fatto che Albert non fu più visto. Tyga non attribuì subito la colpa a Vertomax; del resto lui era bravo e non avrebbe mai fatto del male ad Albert. Un giorno Vertomax le disse che finalmente avrebbe potuto liberare il suo spirito, Tyga non capiva, del resto aveva solo undici anni, ma ben presto le fu tutto chiaro. Vertomax la chiuse in una stanza con uno scienziato, lei lo avrebbe dovuto ammazzare seguendo i suoi impulsi animali e allora Tyga capì: Vertomax non era bravo, il suo unico scopo era utilizzarla come sua arma personale e Albert l’unico che aveva cercato di contrastarlo era morto perché lei non si era opposta. Tyga restò in quella camera per settimane senza toccare l’uomo che vi era dentro ma senza allenamento non era più in grado di controllarsi, lo aggredì due volte riuscendo ad evitare la morte dell’uomo ma la terza volta non c’era più scampo Tyga attacco l’uomo e gli graffiò il petto fino alle ossa e solo dopo averlo picchiato a morte la sua sete di sangue fu sazia. Tyga si chiuse dentro la stanza per sette mesi senza ne cibo e con solo una piccola ciotola d’acqua consapevole della morte di un uomo che non aveva colpe. Rimossero il cadavere dopo cinque giorni e dopodiché Tyga non vide più nessuno. Iniziò a progettare la sua fuga alla fine del sesto mese e il primo giorno del settimo fu fuori da quel laboratorio degli orrori. Rubò tutti i libri di Albert in modo da poter essere in grado di continuare ad allenarsi e di non permettere mai più al suo istinto di prendere il sopravvento come quella volta.
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Rachelle fisso Tyga durante quei dieci minuti di intenso pensiero. Non conosceva affatto Tyga e non sapeva come rompere il silenzio, ma poi pensò che essendo stata lei a venire a casa di Tyga forse lei doveva iniziare a parlare: “Ehm.. piacere io sono Rachelle, non sono qui per farti del male, ho solo bisogno del tuo aiuto.” Tyga la si rilassò un attimo e Rachelle la poté guardare.  Tyga era una ragazza carina: alta, slanciata, una corporatura tonica, le curve a posto, aveva lunghi capelli castani ondulati e occhi di due colori diversi uno verde e uno viola e e aveva due enormi orecchie da tigre. Indossava una felpa col cappuccio arancione, dei jeans blu e delle All Star molto rovinate arancioni. Inoltre aveva un'enorme coda da tigre che le spuntava dal fondoschiena. Rachelle si sentiva un po’ a disagio soprattutto perchè Tyga non aveva ancora aperto bocca, ma fece finta di niente e aspettò una sua risposta. Tyga si giro e la guardò con occhi di ghiaccio: “Che ci fai qui tu?” le chiese freddamente. Rachelle per un attimo non seppe cosa dire ma poi si diede una regolata e parlò fingendo una confidenza che non aveva: “Io ho ehm un problema, non riesco a controllare i miei impulsi animali, sapevo che tu p-prima avevi il mio stesso problema, ma lo hai risolto quindi mi sono chiesta se … magari potessi aiutarmi.” Rachelle sperava di avere fatto centro ma appena vide lo sguardo di Tyga capì di essersi sbagliata: “I miei problemi non sono affari tuoi e comunque anche se volessi aiutarti non potrei, ho giurato a me stessa che non avrei mai condiviso gli insegnamenti del mio maestro.” Rachelle restò di stucco “I-Io non volevo offenderti” disse con timore “E infatti non lo hai fatto ora vattene a casa finché sei ancora in tempo e non tornare più anzi meglio: dimenticati di me” le rispose Tyga con un certo fastidio. Rachelle stava già andando in panico: non aveva abbastanza provviste per il viaggio di ritorno, sua nonna la avrebbe cacciata di casa se lei non avesse imparato a controllare i suoi poteri e poi cosa avrebbe fatto?! Cercò di mantenere un autocontrollo ma il fatto di imporre un limite al suo stato d’animo non fece che accrescerlo e Rachelle era sull’orlo delle lacrime. Ad un certo punto non resse più: scoppiò in lacrime senza ritegno davanti a Tyga e la supplicò dicendo che se l’avesse aiutata l’avrebbe anche pagata e a quella offerta Tyga scoppiò a ridere: “E cosa ci faccio coi soldi, li pianto?”
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 Alla vista di Rachelle in lacrime a Tyga si strinse il cuore, forse avrebbe potuto aiutarla. Ci rifletté un po’ su e decise di aspettare il giorno dopo, ma il problema sorse quando si chiese che cosa avrebbe fatto di Rachelle. Non poteva certo rimandarla fino a casa ma neppure lasciarla lì fuori. Tyga si girò verso Rachelle che si stava asciugando le lacrime col dorso della mano: “Non sono ancora sicura di volerti insegnare a controllare i tuoi poteri, ma non posso certo lasciarti nel bosco quindi, a patto che tu stia buona e non ti rimetta a piangere, puoi stare a casa mia.” Rachelle era infastidita dal commento sul pianto ma era proprio quello lo scopo di Tyga: dimostrare che lei era superiore. Rachelle ringraziò Tyga brevemente e subito dopo Tyga la condusse verso casa sua. Rachelle era incredibilmente sorpresa dal fatto che la cosiddetta "casa delle piantagioni" non fosse la vera casa di Tyga, la quale le dovette spiegare per una buona mezz’ora come funzionavano le piantagioni e le stagioni dell’agricoltura. Tyga si rese conto che parlare con Rachelle la rendeva spensierata e per un attimo era riuscita a dimenticarsi dell’omicidio di cinque anni fà che si impresse subito nella sua mente come per ricordarle perché non era e non sarebbe mai potuta essere docile e ingenua come Rachelle.

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


“Wow!” Rachelle non riuscì a dire altro. La casa sull’albero di Tyga non era una sola casa sull’albero erano tantissime casette collegate tutte insieme da ponti carrucole ed ascensori e non solo ma in cima avevano tutte un giardino privato. Rachelle notò che Tyga era visibilmente soddisfatta della sua opera d’arte e in breve le spiego lo schema della casa. Sugli alberi più alti c’erano le zone giorno: soggiorno, cucina, sala da pranzo, cinema, sala giochi, sala feste, sala meditazione, una piscina interna,una infermeria, una spa e un bagno normale. Sugli alberi più bassi c’erano sette camere da letto, un altro bagno, una sala docce, una sala bagno per ogni camera, un’altra piscina e delle stanze di cui Tyga preferì non parlare. Rachelle non vedeva l’ora di esplorare quella bellissima dimora ma preferì che fosse Tyga a guidare. Tyga le spiegò che aveva anche costruito un ascensore, ma Rachelle le disse che era claustrofobica; un altro sintomo portato dalle sue orecchie. Così Tyga le fece prendere una scaletta solo che a metà scala Rachelle si sentì girare la testa. Rachelle cercò di appoggiarsi alla scala ma i giramenti erano sempre più forti e ad un certo punto mise male un piede e scivolò. Prima di schiantarsi a terra riuscì a vedere Tyga che si girava e poi niente solo nero. Rachelle non si muoveva, doveva avere preso una bella botta sulla testa. Tyga impose al suo corpo di mantenere la calma. Un tempo un corpo inerme avrebbe suscitato in lei la voglia di attaccarlo ma dopo tutti gli anni di addestramento quella voglia era scomparsa. Doveva gestire la situazione, prima caricò Rachelle in ascensore: essendo svenuta non avrebbe avuto problemi di tipo claustrofobico, poi la mise in infermeria dove c’era un letto ed un’ armadio pieno di erbe curative. Iniziò preparando un impacco antinfiammatorio perché nella caduta si era anche ferita alla testa e se la ferita si fosse infettata avrebbe potuto provocare danni cerebrali. Dopo si preoccupò dello stato di incoscienza: bisognava curarla con l’omeopatia altrimenti le sarebbe venuta la febbre. Le preparò una medicina e gliela diede. Passarono più o meno due giorni e Rachelle stava migliorando aprì gli occhi una o due volte e la terza volta parlò anche. A quel punto Tyga si trovò d’innanzi ad una scelta difficile: cambiarle rimedio o continuare ancora due giorni con lo stesso. Alla fine scelse di continuare con lo stesso anche perché non disponeva delle erbe necessarie per cambiarlo. La sua scelta si rivelò sbagliata infatti dopo due giorni Rachelle ricadde nel suo stato di incoscienza e non solo, le venne anche la febbre. Due settimane dopo l’incidente Rachelle non dava segni di miglioramento e Tyga iniziava seriamente a preoccuparsi. Decise di inoltrarsi nel bosco per cercare alcune piante per incominciare un nuovo trattamento, ma qualcosa la insospettì: sentiva uno strano odore che la portò ad una radura lì vicino. Tyga si avvicinò cauta e fu piuttosto sorpresa di vedere una ragazzina di più o meno 15 anni addormentata su un tronco.

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