Once upon a Time.

di LastWords
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Once Upon a Time ***
Capitolo 2: *** The beginning ***
Capitolo 3: *** . ***



Capitolo 1
*** Once Upon a Time ***


Ciò che vi verrà scritto sono storie tradotte da una lingua ormai defunta, da una ragazza della quale ormai potrebbero rimanere le ossa, o forse nemmeno quelle.
Studiava l'italiano attraverso la musica, aveva parenti da quelle parti e aveva deciso di fare loro una visita, adorava i costumi italiani, ma non li aveva mai visti dal vivo, la ragazza. Non si sa perché decise di tradurre queste storie, le trovava affascinanti ma vuote, fini alla loro esistenza, senza veri collegamenti, senza uno scopo, metaforiche, ormai disperse.
Quindi preghiamo di non badare agli errori, sono traduzioni, di una persona non esperta, una persone come tutti, che ha voluto portare alla memoria qualcosa che sarebbe andato disperso.

Gli anni vissuti dai due sono sconosciuti, stando allo stile di scrittura, potrebbe trattarsi di qualche decina di anni fa

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Capitolo 2
*** The beginning ***


Una band provvisoria decise di pubblicare una canzone; decisero di fare tutto contando sulle loro capacità, senza ricorrere ad intermediari, così, in qualche modo, riuscirono a rilasciarne una ma, considerati i costi, decisero di non proseguire e lasciare che la speranza fosse l'ultima a morire.
Così venne al mondo una canzone, una sola dell'album, il quale ne avrebbe dovute avere 9, che si chiamava “...Art injected by an infected heart”.
Come copertina del cd fisico c'era una siringa colma di sangue, dentro ci sguazzavano degli omini piccoli e neri, non sembrava stessero affogando, erano a loro agio.
Erano tutti uguali, c'era una sola particolarità a differenziarli: avevano una macchiolina al livello del cuore, sembrava proprio si volesse evidenziare quel piccolo pixel.
C'era un riflesso in particolare che colpiva l'occhio tanto da accecarlo e si trattava di una strana luce che illuminava tutta l'immagine dandogli un senso di infinita bellezza, e non si pensava ad altro se non “che cosa può mai creare una luce così forte e colorata?”. Il riflesso copriva un omino che sembrava stare in piedi, con un braccino alzato e, non si sa se per la luce o perché si decise che dovesse essere così, il cuore dello stesso colore del resto del corpo. Non aveva espressione, era tristemente diverso e sembrava non sentirsi a suo agio, nonostante le condizioni che non permettevano di identificarne né un sopracciglio, né una smorfia. Stando a fissarlo per tutto quel tempo non ci si poteva non accorgere di un'altro stesso omino alle sue spalle. Di lui si vedeva solo la faccia, invece, ed era proprio quella che sembrava perfetta per completare l'altro. Era angosciante fissarla, trasmetteva qualcosa di paragonabile alla morte del proprio migliore amico, o qualcosa di simile.
Lo sfondo era opaco, grigio, e c'erano delle scritte incomprensibili. Confondeva, ed era proprio quello l'obiettivo che si erano posti. Andava dal grigio più chiaro al grigio più scuro verso la base della copertina, come se si volesse distinguere il cielo dal terreno anche se non c'era nulla che potesse definire i due distinti elementi.
Era un album che come argomento aveva l'arte e l'emozioni che inconsapevolmente ognuno ci mette per trasmetterla. L'arte del cuore era personale, e credevano che in qualsivoglia modo ci fosse sempre una metodologia per esprimerla. Tutti la esprimevano, a modo proprio, ma quasi nessuno sapeva coglierla perché l'arte di un cuore malato a nessuno interessava.


 

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Capitolo 3
*** . ***


Ogni progetto era destinato a svanire nel più recondito degli angusti buchi della mente di uno di quei ragazzi, o forse nell'infinito universo, destinato ad una qualche qualsiasi mente più prolifica e meno otturata.
Ognuno di loro era finito a suonare per conto proprio, nessuno sembrava davvero interessato a continuare un progetto che non avrebbe mai dovuto esistere sapendo loro il perché. Non c'era stato spazio alla collaborazione, all'intesa, alla musica e alla passione. Era tutto rimasto nelle trappole della psiche, in un violento conflitto interiore inevitabilmente corrosivo per ogni spazio alla fantasia. E' inutile provare a descrivere ciò che correva tra la vita di uno e dell'altro perché nessuno di loro in realtà aveva una vita, si erano trovati, erano quasi tutti perfettamente uguali in carattere, stile, modi di fare e di pensare ma questo, in realtà, lo sapevo solo io, nessun altro fuorché me perché, escludendo le quattro chiacchiere che si sono scambiati in condizione d'obbligo, e quelle per buttare giù due parole per un finto album, non hanno avuto altre interazioni.

 

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