The Red Rose - Amico Vampiro

di AlekHiwatari14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***





Capitolo 1



***
Subaru
***


Eccomi qui, come il mio solito. E' una giornata di primavera. I miei fratelli Raito, Ayato e Kanato giocano tranquillamente, mentre Shu e Reiji imparano le buone maniere. Sono diverso da loro. Non mi importa giocare o imparare, per questo mi ritrovo in questo giardino di rose, dove vi sono le rose bianche vicino alla torre, attendendo con ansia la mia adorata madre. Guardavo quella torre impaziente aspettando che lei si affacciasse e incrociassi il suo sguardo, quello sguardo a me negato e sofferto. Al collo ho una chiave e tra le mani un pugnale, entrambe sue. Aveva detto che dovevo ucciderla, ma non ne comprendevo il motivo. Senza di lei non riesco a vivere, mi feriva il sol pensiero di doverlo fare. L'avevo delusa, perchè non avevo trovato il coraggio. L'amavo troppo per poterlo fare. Da quella torre la vedo rientrare delusa. Trattenevo in me le lacrime e la rabbia di non essere abbastanza forte di fare ciò che mi aveva chiesto. Incominciai a piangere dal dolore di averla delusa e piangendo mi cadde il pugnale di mano. Ingoiavo in me per trattenere le lacrime. A noi vampiri non è concesso piangere, non proviamo dolore, ma ferire una madre o il pensiero di perderla fa male. Ero terribilmente arrabbiato con me stesso per quella situazione. Non mi piaceva essere solo e desiderare anche il suo singolo abbraccio. Non ricordavo neanche più il suo odore. Volevo tanto sfogare quella rabbia che avevo, ma volevo essere anche forte per mia madre. Non volevo mostrarmi debole davanti agli altri vampiri. Che avrebbero pensato di me i miei fratelli? Che ero una femminuccia sicuramente. E mentre il nervosismo mi prendeva ed io mordevo il labbro per non piangere, qui la conobbi. Un angelo mi venne incontro dicendomi:

?:Ehi, rosa sporca! Ti è caduto questo!

Sentendo quella voce femminile, alzai il volto e di fronte a me c'era lei. Era una bambina, doveva avere più o meno la mia età, cioè 6 o 7 anni. Aveva i capelli corti, mossi e castani e degli occhi azzurri luminosi. Indossava una camicia stile 800 come quella di Kanato bianca, con dei pantaloncini neri e stivali alti marroni. Sembrava un maschiaccio e per niente un umana, anche se l'odore era quello. Di solito le bambine che conoscevo indossavano vestiti eleganti con fiocchi enormi, ma lei era.... semplice direi. Mi tendeva il pugnale che mi era caduto con gentilezza. Incuriosito molto dal nomignolo che mi aveva dato quella bambina chiesi subito:

Subaru:R...rosa sporca?
?:Che c'è? Non ti piace rosa sporca? Eppure tu sei così.
Subaru:E perchè mai sarei rosa sporca? Che vuoi dire?
?:Semplice. Che sei sporco di rabbia e di malinconia, mentre rosa perchè tua madre è la rosa bianca, o sbaglio??
Subaru:Come lo sai?
?:Io so tutto. So anche che questa situazione ti fa male e non poco.
Subaru:Si, ma....non mi piace essere chiamato così. E' brutto! Mi sento così diverso.
?:Non è vero. Le rose sporche sono belle perchè son rare e a me piacciono.

Continuava a guardarmi sorridendo. Era strana e misteriosa. Da dove fosse spuntata fuori, non sapevo così stavo per chiedere:

Subaru:Tu chi....?

Mi bloccai. Senza avviso, ne preavviso mi abbracciò ancora col mio pugnale tra le mani.

Subaru:Ma... che...?
?:Sfogati pure. So che vuoi farlo. Chiunque lo vorrebbe in questa tua situazione.
Subaru:E...tu...come...?
?:Lo so e ti capisco bene. Sfoga tutta la tua rabbia e il tuo dolore. Piangi se vuoi. Io sono qui con te.

Quelle parole e quell'abbraccio confortevole, era strano, ma mi fecero sentire protetto e amato. Incominciai a sfogarmi piangendo e abbracciai quella spalla amica. Sembrava come se mi conoscesse da sempre. Mentre piangevo appoggiato alla sua spalla, mi accarezzava dolcemente e amorevolmente. Anche se l'aspetto era di un maschiaccio, quella piccola al suo interno aveva qualcosa che nessuno poteva immaginare che avesse, la dolcezza e la grazia di una madre protettiva. Sembrava mia madre quando poteva ancora tenermi con se.

Subaru:Lei....lei mi rifiuta. Ha detto che vuole che la uccidi. Che io... l'ho delusa. Non ci riesco... sono troppo debole.
?:Non è vero. Tu sei molto forte e fragile allo stesso tempo. La fragilità è la tua forza. Lei è orgogliosa di te.
Subaru:No....io sono una delusione!! 

Esclamai piangendo. Quel pianto mi aiutò a sfogare tutto ciò che avevo dentro. Lei mi spostò e mi guardò negli occhi ancora lacrimanti per dirmi:

?:Non è come pensi. Lei vuole vederti felice. Ha detto che vuole che la uccida perchè sta male. Tu non sei una delusione. Ogni madre vorrebbe una persona dolce come te. 
Subaru:Se non sono una delusione, allora cosa sono?
?:Lei ti vuole bene e apprezza il fatto che tu non la uccida. Sta impazzendo. Lei si sente sola.
Subaru:Non è vero e poi anch'io sono da solo.

Dissi asciugandomi le lacrime con le mani.

?:Invece no. Tu non sei solo, tu hai me. Cosa faresti se rimarresti chiuso in una stanza senza giochi, senza persone, senza luce, senza la cosa che ami di più? Io credo che impazzirei e incomincierei a dire scemenze su scemenze.

Quello che aveva detto era vero. Anch'io sarei impazzito. Mi tese un fazzoletto di seta bianco che aveva in tasca e mi asciugò le lacrime per poi avvolgere il pugnale in esso e mettermelo tra le mani.

?:Sorridi!

Esclamò sorridendo. Mi sentivo confortato e capito. Arrossii. Mi sentivo stranamente meglio. Sorrisi ringraziando. 

?:Ecco! Così voglio vederti. Sorridente. La tristezza e la rabbia non ti si addice.

Non sapevo chi fosse, ma quella bambina mi faceva star bene. Era misteriosa, dolce, gentile, amorevole... proprio come la mia mamma.

Subaru:Io sono Subaru, tu chi sei? Non ti ho mai vista da queste parti.
?:Beh...ecco....diciamo che sono una vecchia conoscenza.
Subaru:Vecchia conoscenza?
?:Oh...ho fatto tardi!!

Improvvisamente la bambina incominciò a correre per quel viale allontanandosi da me. Vedendola allontanare le chiesi:

Subaru:Ehi, dove vai?
?:Scusa, devo andare. Ti spiegherò tutto più tardi.
Subaru:Ehi, non mi hai detto ancora come ti chiami!

Urlai salutandola con la mano. La piccola si voltò verso di me ancora correndo rispondendo:"Rita". Era strano. Quel nome non mi risultava nuovo, ma neanche vecchio. 

Subaru:...Rita...

Sussurrai tra me e me. Sentivo che una parte di me si era allontanata. Era strano. Non mi era mai successo. Guardai quel pugnale nel suo fazzoletto e lo strinsi forte a me. Avevo voglia di vederla, volevo capirne di più sul suo conto. Così corsi lì dove era si era diretta, ma mentre io correvo, qualcun altro aveva fatto la sua conoscenza. Chi? Beh..Raito. Volete sapere cos'è successo con tra Rita e Raito? Beh... questo deve dirvelo lui visto che non so come siano andate le cose. Scopritelo nel prossimo capitolo raccontato direttamente da lui.
Un bacio... Subaru.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***




Capitolo 2


***
Raito
***


Ayato:Raito, Kanato, aspettatemi!!

Urlò Ayato correndo dietro di me e di Kanato che cercavamo di catturare un pipistrello. Io e i miei due fratelli, Ayato e Kanato, siamo molto uniti. Penso che nessuno ci possa dividere, tranne lei. Ad un tratto mi fermai e il mio sorriso si spense vedendola fare la smorfiosa con lo zio. Di chi sto parlando? Ah...già. Voi non sapete niente. Sto parlando di mia madre, Cordelia. Lei è una donna malvagia, per questo me ne ero innamorato da piccolo. Per lei e la società io sono già un uomo formato, anche avendo solo 7 anni. Perchè? Semplice, da piccolo, quando avevo circa qualche anno, mi ha violentato e tolto la verginità. Era così piacevole farlo che non riuscivo a farne almeno di lei, fino a qualche mese fa. Mio padre tornò da lavoro e mi scoprì in camera da letto con lei. Alla fine la colpa fu data a me rinchiudendomi nel seminterrato per aver disonorato la famiglia Sakamaki. Dopo un paio di giorni venne a dirmi che aveva trovato chi saziava di più il suo arduo desiderio e con me era solo sesso e basta. Questa è stata una botta abbastanza forte per me. Io la vedevo e la consideravo quasi una dea prima che mi spezzasse il cuore. "Tutte le ragazze sono così" mi disse quando volevo spiegazioni. Beh...se tutte son troie come lei preferisco darmi al giovane sesso e alla perversione visto che dopo quello che ho passato è un pò difficile per me starne senza. Vorrei tanto innamorarmi, ma non so neanche cosa sia l'amore. Un tempo pensavo fosse quello che provavo per Cordelia, ma mi sbagliavo. Non so neanche com'è fatto l'amore e credo che anche se me lo trovo davanti non lo capirò mai per come sono diventato cocciuto in questi ultimi due mesi. Ogni cosa che vedo penso a male. Se continuo di questo passo diventerò un sadico masochista pervertito viziato dal sesso. Vorrei tanto qualcuno che mi insegnasse l'amore e a stare bene con me stesso. E mentre guardavo quella scena assurda e disgustosa di quei due che si facevano le avance e quasi si scopavano in giardino, delle mani mi coprirono gli occhi. Improvvisamente sentii un profumo dolce ed umano. Quel profumo mi faceva impazzire, ma mai come quella voce che venne seguita dolcemente e sussurrata nel mio orecchio. 

?:Non dovresti guardare ciò che ti fa male.

Devo ammetterlo. Quella frase anche essendo dolce mi mise i brividi. Come faceva a sapere che mi faceva male guardare Cordelia con zio Richter? Presi quelle mani togliendole dagli occhi e mi voltai dietro rimanendone meravigliato. Davanti a me si presentava una bambina umana dai capelli castani e corti con occhi azzurri ipnotici. Non sapevo neanche se fosse realmente umana visto gli occhi e il sapere un pò troppe cose su di me, anche intimamente, senza averle detto niente. Neanche la conoscevo. Doveva avere all'incirca la mia età. Sembrava una tipa solare e sorridente per come mi mostrava il sorriso. Mi guardai attorno. Non vedevo adulto, tranne la mia famiglia di vampiri. Incredulo chiesi:

Raito:E tu da dove salti fuori? Chi sei?
?:Chi sono? E me lo chiedi anche? Sono la persona che ti proteggerà dalla perversione.
Raito:Ma sentila! Cosa sei? Una specie di supereroina?

Ironizzai vedendola fiera di se. 

?:Ovvio, sono in missione per portare pace e amore nei vostri cuori malati e desiderosi di essere ciò che siete.
Raito:In missione? Tsk...assurdo!
Ayato:Raito? Chi è la bambina?

Domandò Ayato avvicinandosi con Kanato. Gli occhi della bambina si illuminarono, forse di felicità, ma la cosa mi insospettiva e mi insospettì ancora di più quello che disse quando vide i miei fratelli.

?:Allora ci siete anche voi.
Kanato:Scusa, ci conosciamo?
?:Si, ma forse non vi ricordate di me. Comunque sono venuta per dirvi una cosa anche a voi due.
Ayato:Una cosa?
Kanato:Di che si tratta?
?:Ayato, Kanato, disubedite Cordelia! Sopratutto tu, Kanato. Quando ti chiede di cantare solo per lei, mandala a quel paese e tu, Ayato, quando ti obbliga a fare cose che non vuoi, ribellati! 
Raito:Aspetta! Come sai i loro nomi?

La piccola prese le mani di noi 3 e ce le ricongiunse. Era strano quel gesto. Perchè mai una bambina voleva che disubedivamo Cordelia e ci ricongiungeva le mani in segno di pace? Era misteriosa. Sapeva troppe cose su di noi e noi troppo poco di lei.

?:Voi 3, essendo gemelli, dovete rimanere uniti. Cordelia vorrà educarvi in modo differente e mettervi l'uno contro l'altro. Per questo dovete giocare, disubidire, fare pazzie insieme e se solo uno di voi rimane indietro. Non correte. Aspettatelo!
Kanato:Perchè dici questo?
?:Perchè Cordelia sta cercando di spezzare il vostro legame, poco a poco e non solo tra di voi, ma anche con gli altri vostri fratelli.

Il parlare di quella bambina, così dolce e così deciso. In lei non vedevo una bambina, ma una donna forte e docile. In lei vedevo una fanciulla che amava e aveva il desiderio forte di tenere unita la famiglia Sakamaki, ma....perchè? Lei ci conosceva appena, o almeno noi non la conoscevamo affatto. Perchè avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Improvvisamente si sentì abbagliare. Probabilmente era un cane. Prima che me ne accorgessi, lei si trovava già dall'altro lato del giardino che correva. Ma perchè correva?

Raito:Ehi?  Dove vai?
?:Da Shu! Ha bisogno d'aiuto!

Urlò correndo senza fermarsi un attimo. La cosa mi incuriosiva e non incuriosiva solo me.

Kanato:Da Shu?
Ayato:Com'è possibile che conosca tutti noi, ma noi non la conosciamo?
Raito:Non lo so, ma voglio vederci chiaro.
Kanato:Seguiamola!!

Disse correndo con me nella direzione dov'era andata.

Ayato:Ehi! Aspettatemi!!

Esclamò correndo dietro di noi. Quando arrivammo lì dov'era Shu, rimanemmo senza parole. Era contro Beatrix, ma per quale motivo? Perchè la disprezzava, proprio come disprezzava anche Cordelia? Così ci mettemmo a guardare la scena e la tenacia di quella bambina che tutto sembrava al di fuori di un umana. Sincera, combattiva, scontrosa, riservata, misteriosa, carismatica... di solito queste sono le qualità di un vampiro, com'è possibile che quell'umana abbia quelle caratteristiche? La cosa mi affascinava e non poco. Ero ammaliato da quella bambina. Non capivo il motivo. Di solito ero attratto dalle donne e non da stupide mocciose tappette che sono piatte e senza forme. Che mi stava succedendo? E perchè lei era corsa così da Shu?
Beh... lo scoprirete nel prossimo capitolo insieme a lui. Alla prossima. Raito.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***





Capitolo 3


***
Shu
***


Eccomi qua. Sono appena tornato da Edgar, il mio amico umano. Lui non sa che sono un vampiro, ma se lo sapesse non credo che gli importerebbe più di tanto. Lui è il mio migliore amico, per questo mi ha regalato questo cucciolo. E' così tenero. E' un cucciolo di pastore tedesco. Ha detto Edgar che avrà all'incirca 2 mesi. E' così piccolo che riesco a tenerlo in braccio con poco sforzo. Mi sento amato e pieno di gioia. Non vedo l'ora di farglielo vedere a mamma. Ed eccomi davanti a lei mostrandogli il cucciolo felice, ma non fu una bella idea fargli vedere quel regalo. Stanca e stressata si alzò dalla sedia nel porticato del cortile dov'era con Reiji, che leggeva come il suo solito accanto a lei. Mi venne incontro e chiamò il maggiordomo. Mi strappò il cucciolo tra le mani. Reiji guardò tutta la scena senza battere ciglio. Non riuscivo a capire come lui potesse approvare tutto ciò che faceva quella donna. Amava le regole, mentre io volevo solo essere libero e divertirmi come tutti i bambini della mia età, ma non mi era possibile a causa di Beatrix che voleva farmi diventare un ottimo capofamiglia ed io...non mi sentivo per niente pronto ad affrontare tutte quelle responsabilità. Insomma, uno della mia età gioca ancora e non può avere tutte quelle responsabilità tra le mani, o sbaglio? Ma lei non la pensava affatto come me.

Beatrix:Per favore, vedete dove dovete buttarlo. Un signorino e futuro capofamiglia deve imparare le buone maniere, invece di giocare con queste sciocchezze.
Shu:No, mamma!
Beatrix:Non si discute!
Shu:Perchè??

In quel momento diede il cucciolo nelle mani del maggiordomo. Mi sentivo privato della mia gioia. Avevo sempre desiderato un cucciolo, ma mamma non vuole animali in casa. Quel che non capisco è il perchè? Dopotutto abbiamo una villa e potrebbe stare facilmente fuori in giardino. Anche se stavo da circa 1 ora con quel cucciolo, già mi ero affezionato. Era la cosa che avevo sempre sognato, un cucciolo con cui giocare ed ora mamma lo stava buttando per strada. Mi sentivo morire. Se avessi saputo che fosse finita così non l'avrei mai portato a casa. Incominciai a piangere e supplicare mamma di non farlo, ma fu inutile.

Shu:Ti prego! No!! Mamma!!!
Beatrix:Finiscila! Un uomo non piange, sopratutto se è un vampiro.
Shu:No, mamma!

Mi aggrappavo alla sua gonna per non farglielo fare, ma fu inutile. Ormai già l'aveva dato al maggiordomo. Avrei dovuto dire addio al mio cane. L'avrei voluto tanto chiamare Julie, giocargli, portarlo a spasso con Edgar, mostrargli tante altre cose belle, ma adesso di bello non vedo niente. Mi sento il cuore infranto. Mi staccai dalla gonna di mia madre e a testa bassa tentavo di trattenere le lacrime, quando sentii un rumore di passi. Più che passi era una corsa. Mia madre mi prese per mano e mi stava per picchiare, quando la vidi. Un ombra con un balzo prese il cucciolo dalle mani del maggiordomo. Come un lupo che afferra la sua preda, aveva un agilità assurda. Quell'ombra si rivelò essere una bambina dai capelli castani e occhi azzurri. Aveva uno sguardo carismatico. Fu talmente veloce nei movimenti che il maggiordomo se ne accorse di non avere più il cane quando ella stava correndo verso di me col cucciolo tra le mani che scodinzolava.

Shu:Il mio cucciolo!
?:Julie è sano e salvo.

Mi disse sorridendo e dandomelo in braccio. Ero terribilmente incuriosito. Come sapeva che volevo chiamarlo così? Forse mi leggeva nella mente? Chissà. Comunque quel gesto infuriò mia madre che alterata le chiese:

Beatrix:E tu chi saresti?

La piccola sembrava avercela con lei. Infatti, contrariata, si mise davanti a me e al cucciolo che avevo tra le mani, guardandola con uno sguardo infuriato, quasi come se volesse farci da scudo, urlandogli in modo combattivo e deciso:

?:Sono colei che ti impedirà di rendere Shu acido e scorbitico come te!

Quelle parole sorpresero sia me che mia madre che le disse:

Beatrix:Acido e scorbutico? Io non voglio renderlo così, ma voglio farlo essere un ottimo capofamiglia ed educarlo per farlo diventare tale.
?:Educarlo con amore e la freddezza nel cuore non aiuta, dico bene Reiji?

Chiese guardando Reiji che era seduto ancora e non si era minimamente mosso dalla mia discussione con mamma. Sorpreso, proprio come lo ero anch'io, Reiji chiuse il libro e la guardò incuriosito.

Reiji:Come sai il mio nome?
?:Stai leggendo Romeo&Giulietta. Dovresti sapere cosa dice approposito dell'amore. Così glielo insegni un pò a tua madre.
Reiji:Dell'amore?
?:Si, quando dice:"Con le ali dell'amore ho volato oltre le mura, perché non si possono mettere limiti all'amore... e ciò che amor vuole amor osa!"  Questo vuol dire che se Beatrix ama veramente Shu e vuole farlo essere  un grande capofamiglia deve osare, cioè lasciarlo libero.

Il discorso che teneva quella piccola con Reiji era alquanto strano. Sembrava volesse convincere mia madre a lasciarmi libero. Reiji la guardò stranito incominciandosela a ridere.

Reiji:Ignorante! Osare significa essere audace e rischioso, non vuol dire libero.
?:Mamma...quanto sei puntiglioso. L'ignorate qui sei te! Ti facevo diverso.
Reiji:Puntiglioso e ignorante? 
?:Si, perchè è un rischio lascialo vivere, ma anche audace. Per questo come dice anche Richard Bach:"Se ami qualcuno lascialo libero. Se torna da te, sarà per sempre tuo, altrimenti non lo è mai stato.". Cioè ciò che sto dicendo che dovreste lasciarlo libero di vivere la sua vita. Poi, se vuole un capofamiglia come lei, può sempre dare il compito a Reiji, visto che è più portato.
Beatrix:Cosa? Ma chi ti credi di essere?

Quella bambina aveva un modo strano di parlare. Mi difendeva come nessuno mai l'aveva fatto, ma a modo suo. Era piena di cultura, anche più di Reiji. Sembrava essere una donna invece di una bambina, ma com'era possibile? In quel momento, tra tutto quel baccano, arrivò quella persona, ovvero mio padre, che si mise a guardare la scena invece di intervenire, cosa che fece Subaru non appena la vide che litigava con Beatrix.


***
Subaru
***



Vedendo che era scappata così, decisi di seguirla, ma non riuscii a stare a suo passo così, mi incamminai nella direzione in cui era andata a passo lento. Avevo seguito il suo odore fino ad arrivare nel cortile dove c'era il porticato con Beatrix e i miei fratelli, Shu e Reiji. Ciò che vidi mi lasciò senza fiato. Rita, la bambina che avevo conosciuto, stava litigando con Beatrix per causa di Shu. Beatrix stava perdendo le staffe ed io, ricordando tutto ciò che era successo quando l'avevo conosciuta, avevo realizzato che poteva essere per me una cara amica. Così, vedendo come stava per esplodere Beatrix, non riuscii a resistere e mi buttai tra i miei fratelli, Ayato, Raito e Kanato, per soppassarli e fermarle.

Beatrix:Cosa? Ma chi ti credi di essere?

In quel momento vidi che la stava per picchiare. Volevo fermarla, ma non ci riuscii. La colpii sulla guancia. 

Beatrix:Brutta screanzata! Tu non sei nessuno per farmi la ramanzina. Che brutte maniere che hai!! Dovresti saperlo che non si risponde agli adulti.

La cosa più brutta è che era presente anche mio padre che invece di intervenire se ne stava buono a guardare la scena. Raito e Kanato se ne accorsero che ero agitato.

Raito:Smettila di spingere!
Subaru:Vi ho detto di farmi passare!!
Kanato:Che ti prende?
Subaru:Fatemi passare!!

Urlai facendo spostare i miei fratelli e andando verso di lei che dal dolore tratteneva le lacrime.

Subaru:Perchè l'hai colpita?
Beatrix:Alle maleducate si fa così! Avanti, Shu! Dammi quel cane!
Shu:NO!

Beatrix andò da Shu e cercò di strappargli il cucciolo, Rita sembrava non volerne capire anche se aveva avuto quel ceffone. Cercavo di calmarla, ma successo qualcosa di strano.

Rita:Ti ho detto che non lo devi toccare!

Esclamò alterata spostando Beatrix da Shu e guardandola negli occhi. Aveva gli occhi illuminati. Sembravano brillanti, proprio come i vampiri quando sono pronti a bere.

Beatrix:Cosa?

Tutti rimasero increduli davanti a quei occhi, mentre io le andai vicino cercandola di calmare.

Subaru:Che diamine stai facendo?
Rita:Devo fermarla.
Subaru:E' ammirevole, ma sono cose di famiglia.
Rita:Non centra niente. Non voglio che Shu diventi acido.
Subaru:Ma chi te lo dice?
Rita:Lo dico io. Da qui non passa nessuno! Il cane deve rimanere qui!
Beatrix:Così sei un vampiro. Beh...vampira o no, il cucciolo deve andarsene.
Subaru:Ti prego, ragiona!
Rita:Lo sto facendo!
Subaru:Rita....

Dissi prendendole la mano. Quando pronunciai quel nome, le persone accanto a me incominciarono a diventare pallidi.

Beatrix:Hai detto....R....Rita?
Subaru:Si...è il suo nome.

Beatrix tremava. Non capivo il motivo. Mio padre, o come lo chiamo con i miei fratelli cioè quella persona, corse subito a vederla neanche avessi detto che era una diva vampiresca. La prese in braccio con se annusandola ed abbracciandola. 

Karlheinz:Figlia mia!

Esclamò avendola tra le sue braccia. In quel momento rimasi a guardarli e pensai:"In che senso 'figlia mia'?"Rimasi lì come un cretino, mentre gli altri accorsero da lei. Cosa stava succedendo? Chi era veramente quella bambina? E perchè papà l'aveva chiamata figlia mia? Scopritelo nel prossimo capitolo direttamente con gli occhi di quella persona, ovvero Karlheinz.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




Capitolo 4


***
Karlheinz
***


Ed eccomi qui. Sono appena rincasato da lavoro dopo un lungo periodo di assenza. In casa non c'è nessuno così mi accingo ad andare nel giardino sentendo delle urla. Lì incontro una mocciosa petulante e impertinente dai capelli castani ed occhi azzurri che sta infastidendo la mia seconda moglie, Beatrix con uno stupido cane. La cosa mi disgusta, ma allo stesso tempo mi incuriosisce. La vedo una piccola tenace. Beatrix stava perdendo le staffe e quando le perdeva, nessuno poteva evitarle di fare ciò che voleva. Sentii da lontano un urlo. Era mio figlio Subaru che tentava di arrivare a quella piccola, vedendola in difficoltà.

Beatrix:Cosa? Ma chi ti credi di essere?

Chiese colpendola sulla guancia. 


Beatrix:Brutta screanzata! Tu non sei nessuno per farmi la ramanzina. Che brutte maniere che hai!! Dovresti saperlo che non si risponde agli adulti.

In quel momento, Subaru riuscì ad uscire e ad arrivare alla bambina e Beatrix.

Subaru:Perchè l'hai colpita?
Beatrix:Alle maleducate si fa così! Avanti, Shu! Dammi quel cane!
Shu:NO!

Beatrix andò da Shu e cercò di strappargli il cucciolo, la bambina sembrava non volerne capire anche sapendo che non ce la spuntava con Beatrix. Subaru cercava di calmarla, ma lì successe qualcosa di inaspettabile.

?:Ti ho detto che non lo devi toccare!

Esclamò alterata spostando Beatrix da Shu e guardandola negli occhi. Aveva gli occhi illuminati. Sembravano brillanti, proprio come i vampiri quando sono pronti a bere. La cosa mi sorprese e non sorprese solo me. A distanza di metri potevo sentire il odore umano, ma allora com'era possibile che i suoi occhi si erano illuminati? Sorpreso la guardai attentamente. Incominciai a pensare che fosse lei, la piccola mia perduta, ma allo stesso tempo mi dicevo che era impossibile. Che doveva essere qualcuna che le somigliava, che una come lei non poteva essere sopravvissuta a contatto con la luce del sole bollente in quel giorno che Christa me la portò via. Così, l'osservai attentamente.

Beatrix:Cosa?

Subaru cercava tutti i modi possibili per calmarla, ma la piccola era testarda e la testardaggine è un vizio di famiglia.

Subaru:Che diamine stai facendo?
?:Devo fermarla.
Subaru:E' ammirevole, ma sono cose di famiglia.
?:Non centra niente. Non voglio che Shu diventi acido.
Subaru:Ma chi te lo dice?
?:Lo dico io. Da qui non passa nessuno! Il cane deve rimanere qui!
Beatrix:Così sei un vampiro. Beh...vampira o no, il cucciolo deve andarsene.
Subaru:Ti prego, ragiona!
?:Lo sto facendo!

Davanti a quella scena pietosa stavo andandomene quando sentii quel nome uscire dalla bocca di Subaru. Quel nome che attendevo da sempre di risentire e quella persona che attendevo da anni per riabbracciare.

Subaru:Rita....

Mi voltai incredulo verso la bambina. "Allora non è una bugia, non è un illusione. E' proprio lei!" Pensai guardandola incredulo da lontano. 

Beatrix:Hai detto....R....Rita?
Subaru:Si...è il suo nome.

Beatrix tremava. Dinanzi a quel nome e Beatrix che era impaurita come i miei altri figli, non riuscii a fare almeno di correre verso di lei ed abbracciarla. Aveva ancora quegli occhi brillanti da vampira. La mia ancora di salvezza era tornata e abbracciandola e annusandola non potei fare almeno di riconoscerla.

Karlheinz:Figlia mia!

Incominciai a piangere di gioia prendendola in braccio e portandola dentro casa. Ero estasiato all'idea di riaverla con me. Nessuno avrebbe dovuto toccare il mio piccolo gioiello. Perchè? Lei è la mia figlia adottiva. Ah..già. Nessuno sa la storia. Tutto successe un giorno d'inverno. Era in un orfanotrofio, quando la trovai. Dormiva dolcemente nella culla e vedendola la presi  tra le braccia per bere il suo sangue. Era così dolce e tenera che era una vera tentazione. Non sapevo chi fosse finchè non la vidi esternare la sua realtà. In quell'orfanotrofio c'era anche Christa, mia terza moglie che all'epoca non mi voleva, ma era già amata e ammirata da tutti i vampiri. Era il desiderio che ardevo dentro da tempo. Ricordo che quando la vidi mi nascosi. Era insieme ad un bambino, probabilmente orfano anche lui come la mia piccola Rita. Ricordo che Christa aveva un vestito bianco con un tupè con una rosa bianca che legava i suoi capelli argento-bianchi ed occhi rossi come il fuoco. Dolcemente si avvicinò alla culla ed io uscii allo scoperto prendendo la piccola per berla, ma lei pensò bene di prendere un pugnale d'argento che aveva con se e ferirmi. Il mio sangue e quello di Christa caddero sulla culla. Non so che successe nella culla, ma vedendo che mi aveva ferito decisi di ucciderla trasformandola in vampiro. Quando ritornai a guardare nella culla  vidi la piccola bere quel sangue caduto. Ero letteralmente affascinato, tanto da non poterne più fare almeno di lei. Mi aveva letteralmente ipnotizzato. La portai a casa dove l'affidai a Beatrix, ma la felicità mi fu strappata in un giorno. Il giorno delle nozze con Christa. Aveva pensato bene di sposarmi e strapparmi dalle mani mia figlia il giorno dopo le nozze portandola chissà dove. Così preso dal dolore di quella separazione e Richter che era riuscito a portarmi a casa solo lei senza la piccola, la violentai, proprio con la stessa violenza in cui lei mi ha strappato il mio dolce tesoro e così decisi di rinchiudere Christa nella torre più alta. Non volevo che uscisse e frequentasse altri vampiri, come non volevo neanche che vedesse suo fratello e suo figlio, Subaru, così da soffrirne a vita. Dal giorno in cui persi Rita e credevo ormai che di lei non ci fosse più nulla, avevo allestito una camera piena di giocattoli e di altri accessori messo uno per ogni mese passato senza di lei. Così, quando la presi in braccio felice di averla con me, decisi di dargli ciò che gli aspettava, ovvero una camera tutta sua, cioè quella che avevo costruito in tutto questo tempo.

Karlheinz:Questa è la tua camera piccola mia.

Dissi facendola entrare. Vedevo la felicità negli occhi della bambina, una felicità unica che non appena vide la sua stanza, corse verso di me abbracciandomi. Mi sentivo completo, peccato che tutto finì presto. Dovetti ripartire per lavoro, ma non lasciai la piccola così, senza protezione.

Karlheinz:Reiji? 
Reiji:Si, papà?

Mi inginocchiai nei corridoi davanti a mio figlio con quel libro pesante tra le mani e gli diedi il compito.

Karlheinz:Mi raccomando. Tieni d'occhio tua sorella. 
Reiji:Mia sorella? Ah...quella cosa.
Karlheinz:Si chiama Rita ed esigo che tu la chiami così. Ormai sei un uomo e voglio che ti comporti come tale.
Reiji:Ma si...certo. Adesso posso tornare a leggere?

Mi chiese. Annuii e lui corse via, mentre io uscivo da quella porta un pò più sereno sapendo di aver lasciato la piccola in mani sicure. Come si sarà comportato Reiji? Scopritelo nel prossimo capitolo raccontato da lui. 
Karlheinz!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***





Capitolo 5


***
Reiji
***


Ero nei corridoi che camminavo con il mio libro del galateo. Avevo abbandonato Romeo&Giulietta visto che ormai già sapevo la trama e la morale. Pensavo e ripensavo ciò che era successo con quella strana bambina di nome Rita. Mi aveva umiliato dicendomi che ero ignorante, neanche lei fosse meglio di me. Lei non aveva problemi come li ho io con Shu. Quali problemi? E me lo chiedete anche? Non vedete la prevalenza che ha su mia madre? Lei lo ammira e gli da più attenzioni nonostante io cerchi di fare tutto ciò che vuole, lei sta sempre dietro Shu senza darmi un secondo di tempo. Sembra quasi che non esisto, che sono un ombra che passeggia indisturbato per la casa. Mai una volta che avrebbe detto:"Dai, Reiji, leggiamo insieme." o solamente chiesto se stavo bene o meno. Odiavo il fatto che lei stesse tutto il tempo dietro di lui. Volevo che guardasse un pò anche me. Quando non guardava Shu, invece, l'unica cosa che faceva era litigare con Cordelia. Tutto quel fiato sprecato e mai un attenzione rivolta verso di me. Improvvisamente, mentre camminavo per andare in camera mia con questi pensieri nella mente, sentii una voce. Era mio padre.

Karlheinz:Reiji? 
Reiji:Si, papà?

Chiesi voltandomi. Si inginocchiò davanti a me e mi guardò diritto negli occhi dicendomi:

Karlheinz:Mi raccomando. Tieni d'occhio tua sorella. 
Reiji:Mia sorella? 

Domandai pensando chi fosse. Poi mi venne in mente quella stupida bambina comparsa dal nulla in giardino e stanco sospirai:

Reiji:Ah...quella cosa.
Karlheinz:Si chiama Rita ed esigo che tu la chiami così. Ormai sei un uomo e voglio che ti comporti come tale.
Reiji:Ma si...certo. Adesso posso tornare a leggere?

Balbettai sperando che dicesse di si per andare. Annuì ed io scappai via da quella situazione. Non volevo stare dietro a quella mocciosa, ma dovevo farlo per mio padre, ma prima di tutto questo, mi dedicai a leggere. Per scappare da mio padre e stare un pò in pace con me stesso, decisi di farlo in giardino nel porticato, finchè non venne a cercarmi quella rompiscatole intromettente e petulante.

Rita:Ciao.
Reiji:Che vuoi? Non hai niente da fare? Che ne so...giocare a palla, girare per casa...
Rita:Leggi il galateo? E' piuttosto complesso.
Reiji:Lo so e non ho bisogno di te che mi dica un'altra morale di un libro.
Rita:Ma il galateo non ha morali, ma solo buoni comportamenti come per esempio....
Reiji:AHHHH!!!! 

Urlai tappandomi le orecchie e lasciando il libro sulle ginocchia.

Reiji:Non me lo dire!!!Mi rovini la lettura.
Rita:Ok, scusa. 

Rispose abbassando la testa. Ripresi il libro e ricominciai a leggere, ma non ci riuscivo. Mi guardava insistentemente mentre continuavo a leggere. Mi stava dando sui nervi. Odiavo a morte essere osservato, sopratutto mentre ero immerso nella mia lettura.

Reiji:Che c'è?
Rita:Te l'hanno mai detto che sembri un like-butler?
Reiji:Like-butler?
Rita:Si...significa che sembri un maggiordomo. Sei sempre in regola con tutti.
Reiji:Le regole sono fatte per essere rispettate.
Rita:Invece sono fatte per essere trasgredite.
Reiji:Pensala come vuoi. Adesso posso leggere in santa pace?
Rita:Ti va di prenderci un thè?
Reiji:Un thè?
Rita:Si, ma andiamo in camera tua. Così stiamo più tranquilli.
Reiji:Perchè mai dovrei prendere un thè con te? Non vedi che sto leggendo? Se hai tanta voglia di prenderti il thè va a berlo da sola.
Rita:Non mi va di berlo da sola. Voglio parlare con qualcuno.
Reiji:Allora bevilo con Kanato o con Subaru. Parli con loro.
Rita:Ma io voglio prenderlo con te!!

Esclamò chiudendomi il libro e facendomi andare su tutte le furie.

Reiji:Ma che fai? Così mi fai perdere il segno!
Rita:Ti prego!! Prendiamoci questo thè.
Reiji:Dammi una buona ragione per cui debba berlo insieme a te.

Dissi riaprendo il libro ritrovando la pagina dov'ero rimasto che, a causa di quella smorfiosa, si era stropicciata.

Rita:Per parlare un pò e poi ho una cosa da mostrarti.
Reiji:Una cosa?
Rita:Ah...quanto sei puntiglioso! La fai troppo lunga lo sai? Vieni e basta! Non fiatare!!

Ribattè richiudendomi il libro. Stanco morto di quel comportamento del tutto infantile e arrogante risposi:

Reiji:Come vuoi.

Quella bambina mi puzzava. Rideva e sorrideva fintroppo per i miei gusti. Ed era anche un pò troppo intromettente e petulante, ma avevo promesso a papà che l'avrei tenuta d'occhio, anche senza un entusiasmo enorme, dovevo farlo. Con il libro tra le mani mi diressi in camera mia dove avrei dovuto prendere il thè con lei. Di lei non c'era traccia e per non sporcare il libro, visto che ne aveva già passate troppe e lo aveva già stropicciato abbastanza, cercai di posarlo nella libreria, ma lo scaffale libero era piuttosto in alto. Cercai di arrampicarmi, ma inaspettatamente una mano femminile lo prese. Era mia madre.

Beatrix:Il galateo? 
Reiji:Mamma?
Beatrix:Da quando in qua lo leggi?
Reiji:L'ho...appena...iniziato.

 Balbettai non sapendo che dire. Di solito non mi rivolgeva mai la parola. Sorridendomi appoggiò il libro sulla libreria nello scaffale dove volevo metterlo.

Beatrix:Ecco. Così dovrebbe andare.
Reiji:Non dovevi stare con Shu?
Beatrix:Si, ma se volevi passare un pò di tempo con me, bastava che me lo dicevi.
Reiji:Cosa?
Beatrix:Rita ha detto che non ti do attenzioni e che volevi prendere un thè con me. E' vero?

Davanti a quelle parole mi commossi. Una bambina, che per giunta neanche amavo, aveva capito tutta la situazione e l'aveva riferito a mia madre. Abbracciai forte mia madre scoppiando in una valle di lacrime. Era la prima volta che mamma mi rivolgeva la parola e mi dava un pò più di tempo per me. Il mio cuore sembrava scoppiare di felicità. Quando abbracciai mia madre, la vidi lì. Davanti la porta che guardava felice la scena per poi andarsene e lasciarci soli a prendere il thè ed a parlare. Ero felice. Quel giorno fu il più bello della mia vita. Quella peste di nome Rita mi aveva procurato un pò di felicità. Forse...non era così male come pensavo. E mentre bevevo quel thè, felice di stare lì con mia madre e chiedendomi cosa fosse successo, il perchè e come era riuscita a parlarne con mia madre, la vidi che se ne andava e mia madre mi sorrideva in modo pensieroso.

Reiji:Che hai?
Beatrix:Niente, pensavo solamente. Da oggi in poi ti darò più attenzioni promesso.

Mi disse riempendomi il cuore di gioia. Ero il vampiro più fortunato del mondo. Come aveva fatto quella peste a farla distogliere da Shu? Questo è un mistero anche per me, ma forse non per voi....


***
Beatrix
***


Eccomi qua, in camera di Reiji a prendere un thè con lui. Come sono arrivata qui? Beh... è stata quella peste di Rita. Ero in giardino a cercare Shu. Come al solito quella peste non ne vuole sapere di diventare capofamiglia. Se solo si impegnasse un pò come fa Reiji non avrei problemi con quella vipera di Cordelia. Eccolo lì a giocare con quello stupido cane, per questo non lo volevo. Non si sarebbe impegnato affondo con gli studi, come poi fa di solito, così decisi di rimproverarlo. Mi accingevo ad andare verso di lui, ma mi sentii improvvisamente tirare la gonna da dietro. Mi voltai. Era Rita che mi tirava e fissava.

Beatrix:Cosa vuoi?
Rita:Perchè non lo lasci giocare?

Sospirai e mi abbassai verso di lei. Voleva a tutti i costi che lo lasciassi giocare, la cosa non mi dispiaceva, ma essendo cocciuto e con Cordelia tra le scatole che vedeva il pelo nell'uovo, dovevo insegnargli le buone maniere.

Beatrix:Non posso tesoro. Te l'ho detto. Devo farlo diventare un grande capofamiglia. Se glielo lascio fare non lo diventerà mai.
Cordelia:Non lo diventerà mai comunque!

Esclamò quella vipera comparendo alle mie spalle. Mi alzai e mi voltai verso di lei e di nuovo a lottare. Eccola che ricominciava con la morale che lei era superiore a me e che avevo fatto un figlio inutile. Odiavo sentirmelo dire.

Beatrix:Ti piacere Cordelia. Peccato che ti sbagli. Mio figlio diventerà un vero e proprio uomo e capofamiglia che tu lo voglia o no.
Cordelia:Lo sai che hai fatto due figli che sono due scansafatiche. Il mio Ayato diverrà il capofamiglia, anche perchè sono io la prima moglie.
Beatrix:Di nuovo con questa storia? Il capofamiglia sarà Shu, anche se sono la seconda moglie, non importa. Ho dato io per prima alla luce Shu.
Cordelia:Si, ma io sono la figlia del signore dei demoni e posso benissimamente maledire tuo figlio.

Punzecchiava ancora. Odiavo quando diceva quelle frasi colpendo i miei bambini. Se voleva colpire me poteva farlo, ma quando colpiva con quelle frecciatine i miei figli, mi sentivo bruciare dentro. Così l'aria incominciò a farsi pesante e ad estaurarsi quell'aria di guerra che era inevitabile in quella situzione e con Cordelia tra le scatole.

Beatrix:Maledicilo ed io ti spedisco all'inferno.
Rita:Tranquilla, mamma Beatrix. A mandarla lì ci penseranno i figli.

Quelle parole sorpresero me e Cordelia. Mi ero completamente dimenticata che ci fosse anche quella piccola ad ascoltare la nostra conversazione. Mi avvicinai a lei e la presi in braccio cercando di non farla parlare, ma come Cordelia, anche lei, rispondeva a tono.

Cordelia:Tsk! Secondo te i miei figli mi uccideranno, eh? Peccato che Raito mi ama alla follia, proprio come mi ama anche Kanato e mi vorrebbe tutta per sè. E poi, tutti sanno che se un vampiro uccide la propria madre vuol dire che è cresciuto.
Rita:Si, ma se ti uccidono col metodo ammazzavampiri. Cosa che con te non faranno affatto.
Beatrix:Rita, sta zitta! Queste cose non si dicono mica?
Rita:Neanche se fosse la realtà?
Beatrix:Ma chi ti dice queste cose? Sono cose che non si dicono neanche al peggior nemico, lo sai? Quindi taci!

Dissi cercandola di farla star zitta, ma non ci riuscii.

Rita:Lei pretende molto da Ayato è sa che può essere l'unico ad ucciderla, peccato che non sia così. Le maligne muoiono attraverso le loro mani stesse. Non lo sai?
Beatrix:Zitta!
Cordelia:Razza di mocciosa viziata e impertinente!! 
Beatrix:Beh...c'è l'hai voluta tu la risposta e poi è solo una bambina.
Cordelia:Bambina o no, deve imparare a rispettare gli adulti!
Beatrix:Se vuoi scusarmi adesso ho due pesti da insegnare le buone maniere. Come se uno non bastasse già.

Risposi allontanandomi da lei con la piccola in braccio. La misi a terra non appena vidi che Cordelia se ne era andata e Shu si avvicinò a noi.

Beatrix:Tu non devi rispondere così. Devi essere più composta signorinella.
Rita:Sarò composta quando tu passerai un pò più di tempo con tuo figlio.
Beatrix:Mio figlio? Ma io già passo il mio tempo con Shu.
Rita:Non parlo di Shu, ma di Reiji. Lui è come te. Non parla, ma sente il bisogno di un tuo abbraccio, di una tua carezza. E' mai possibile che tu stia sempre con gli occhi puntati su Shu?
Beatrix:Ma...io...
Rita:Ma...si...però... BASTA! Basta con queste parole assurde! Cosa vuoi? Che Reiji odi Shu per tutta la vita solo perchè tu non gli sei stato vicino? Vuoi davvero portare questo rimorso?

Davanti a quelle parole non sapevo che dire. Ero rimasta praticamente spiazzata. Non credevo affatto di trascurare così tanto Reiji. Mi sentivo una madre inutile ed ingrata. Sentivo che stavo sbagliando qualcosa con entrambi. Forse era come aveva detto la piccola. Forse mi ero concentrata troppo su Shu per causa di Cordelia, ed avevo perso di vista Reiji. Forse avrei dovuto lasciarlo vivere a Shu, come voleva fare, e concentrarmi un pò più su Reiji.

Beatrix:Non prendo ordini da una bambina come te!

Esclamai andandomene dentro. Non volevo portare il rimorso per Reiji, ma non volevo neanche farmi vedere una madre col senso di colpa. Dopotutto sono una persona seria e decisa che non perde di vista nulla. Non potevo farmi vedere confusa, anche per insegnare ai miei bambini le buone maniere, non vi pare? Arrivai in camera di Reiji dove lo vidi arrampicarsi alla libreria. Aveva un libro enorme in mano e cercava di posarlo. Vedendolo in difficoltà mi avvicinai e presi quel libro. Così incominciai a concentrarmi un pò anche sul mio Reiji fino ad arrivare qui, a bere questo delizioso thè nero insieme a lui. Quella bambina stava cercando di unire la famiglia Sakamaki, cosa che in questa casa non c'è mai stata per causa di Cordelia. La piccola, dopo aver visto che bevevamo tranquilli, era uscita nei corridoi dove aveva incontrato Kanato. Cosa successe? Scopritelo nel prossimo capitolo raccontato da Kanato.
Un bacio materno, dalla vostra Beatrix.


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***




Capitolo 6

***
Kanato
***


Kanato:Teddy, andiamo in giardino??

Chiesi al mio orsacchiotto prendendolo in braccio e uscendo da camera mia. Fuori da quella camera vidi Cordelia con zio Richter che entravano in camera da letto amoreggiando. Odiavo il fatto che quei due stessero insieme. Volevo mia madre solo per me, ma non era possibile. Non ho mai accettato il rapporto che ha con zio Richter e ancora non lo accetto. Anche il solo vederli insieme mi fa venire la nausea.  Di solito non esco mai da camera mia, perchè i miei unici amici sono i miei giocattoli e uno dei miei migliori amici è proprio quest'orsacchiotto che ho tra le mani. Il suo nome è Teddy e siamo praticamente inseparabili. Rimasi lì a fissare quella porta dov'erano entrati la mamma e lo zio con Teddy che mi teneva per mano. Sentivo i gemiti e i lamenti della mamma e dello zio mentre lo stavano facendo, quando qualcuno mi sfilò Teddy dalle mani.

Kanato:Ehi!

Urlai voltandomi. Era Rita, la bambina dai capelli castani ed occhi azzurri che era comparsa dal nulla l'altro giorno. Aveva tra le mani il mio Teddy e lo abbracciava. Odiavo a morte quando qualcuno prendeva il mio Teddy, figuariamoci se ci parlasse o addirittura lo abbracciasse.

Rita:Che bello! E' morbido!
Kanato:Mollalo!!

Esclamai prendendo il peluche per i piedi.

Rita:No...così lo rompi!!
Kanato:E' mio Teddy!!

La bambina lasciò la presa per non romperlo e nel tirarlo a me caddi all'indietro con Teddy tra le braccia che poi mi fu nuovamente rubato dalla piccola.

Kanato:Cosa?
Rita:Stupido! Vienitelo a prendere!!

Mi disse incominciando a correre nei corridoi.

Kanato:Il mio Teddy!!

Urlai correndola dietro. Arrivammo nel giardino dove c'era il viale delle rose. Lì lei si fermò ed io gli sfilai Teddy tra le braccia. Forse ci riuscii solo perchè lei volle lasciare la presa per delle stupide rose.

Kanato:Preso!
Rita:Che belle rose. Come mi sta?

Mi chiese voltandosi con una rosa rossa tra i capelli. Sembrava così ingenua e solare. La piccola si sedette a terra. Non sembrava tanto interessata al mio Teddy visto che aveva mollato la presa così facilmente. Ma, allora, perchè l'aveva rubato? Incominciai a chiedermi guardandola incuriosito.

Kanato:Ti piacciono le rose?
Rita:Si, le adoro. Proprio come adoro anche i peluche.
Kanato:Ehii! Non guardare il mio Teddy!!

Esclamai abbracciandolo e tenendolo stretto a me. Pensando che volesse riprenderselo. La piccola rise. 

Rita:Ma io non voglio il tuo Teddy.
Kanato:Cosa? Allora perchè l'hai rubato?
Rita:Avevi intenzione di sentire tutto il tempo quello che facevano mamma Cordelia e zio Richter?

Mi chiese rimanendomi senza parole. "Come faceva a sapere che ero lì fuori aspettando mia madre?" Pensai guardandola mentre prendeva qualcosa dalla tracolla che aveva addosso.

Rita:Vuoi dei biscotti? Li ho fatti caldi caldi!

Mi disse porgendomi una busta di biscotti fumanti mentre era seduta a terra. Mi sedetti anch'io lì e mangiammo quei biscotti. Erano davvero buonissimi e dolcissimi, proprio come piacciono a me.

Kanato:Che buoni.
Rita:Sono biscottini di mele. Sono i più dolci che ci sono.
Kanato:Piace anche a te il dolce? 
Rita:Si, ogni tanto, ma non ne vado pazza. Mi piace più il salato. Puoi mangiarli tutti se vuoi.
Kanato:Cosa? Dici sul serio?

Annui ed io presi contento quella busta dividendola col mio Teddy.

Kanato:Hai visto, Teddy? Sono la persona più fortunata del mondo.

Mi sentivo felice, anche perchè qualcuno mi dava importanza e mi capiva al volo. Mentre mangiavo quei biscotti, la bambina mi guardava con un'aria pensierosa. "Perchè mi fissa così? Cosa avrà in mente?" Pensai tra me e me, ma sembrava leggermi nel pensiero, infatti, incominciò a contrabbattere.

Rita:Vuoi sentire una canzone?
Kanato:Una canzone?
Rita:Si. Ho voglia di cantare.
Kanato:Si, voglio sentire come canti!!

La piccola incominciò a cantare e ciò che cantò mi fece rimanere sorpreso.  Cantò Scarborough Fair, la canzone che cantavo sempre a mia madre ogni volta che voleva avermi con se e mi chiedeva di cantare. Devo ammettere che è davvero brava. Sentendo quella canzone, incominciai a cantare anch'io insieme a lei. Il nostro canto attirò Subaru, forse perchè quello era il suo territorio, chissà. Comunque, lui rimase lì a sentirci cantare. Mi sentivo stranamente felice. Quella bambina aveva la virtù di farmi stare bene e trovare il modo più adatto per non farmi pensare a mia madre. Finalmente avevo trovato una compagna con cui cantare e giocare, qualcuno che non fosse come il mio Teddy di pezza, qualcuno che mi aiutava ad uscire dalla mia camera e farmi stare all'aria aperta. Il nostro canto, dopo aver attirato Subaru, attirò anche Ayato che corse verso di me e mi strappò Teddy dalle mani. Quel gesto ci fece fermare il canto di botto.

Kanato:Ridammi il mio Teddy!!!
Ayato:Vienilo a prendere!!!

Esclamò correndo lungo il viale. Mi alzai da lì ed incominciai a correre dietro Ayato che forse aveva commesso quel gesto per avere attenzione. Rimasi lì Rita con Subaru e sinceramente, correre dietro Ayato dopo aver cantato con lei, mi faceva felice al tal punto che anche se correvo per riprendermi Teddy, lo facevo con il sorriso stampato in faccia. Forse...non è una minaccia come pensavo. Forse... è solo una bambina che vuole mettere pace lì dove non c'è. E la cosa la rende una vera principessa piena di modi e di eleganza. Forse...era questo che mi piaceva di lei. E mentre correvo, Subaru e Rita rimasero lì a guardarsi.

***
Subaru
***


Stavo percorrendo il viale di rose, quando improvvisamente udii una voce celestiale cantare Scarborough Fair. Era la canzone che cantava sempre Kanato, ma non sembrava fosse lui a cantarla. Così mi avvicinai e, mentre mi avvicinavo, udii aggiungersi a quel canto anche Kanato. Arrivai nella zona delle rose rosse lungo il viale. Lì vidi Rita e Kanato cantare insieme. Ero praticamente meravigliato dal suo modo di cantare. Improvvisamente, Ayato spuntò fuori dal nulla ed interruppe quel canto, rubando Teddy, l'orsacchiotto di Kanato, e fuggì via. Così facendo fece allontanare anche Kanato ed io rimasi lì a guardare Rita che fissava le rose. Notai che aveva una rosa rossa tra i capelli. Ricordando che mi avesse dato quello strano nomignolo, ovvero rosa sporca, decisi di darle anch'io un nomignolo del genere.

Subaru:Ehi, rosa rossa! Lo sai che sei proprio brava a cantare?
Rita:Rosa rossa?

Mi chiese voltandosi verso di me. Mi avvicinai a lei e mi sedetti accanto alzando la testa verso il cielo.

Subaru:Si, non lo sai? Tu sei una bellissima rosa rossa.
Rita:Ho capito. Mi hai dato un nomignolo a causa della rosa tra i capelli, vero? Devo dire che è molto carino. Mi piace.
Subaru:Davvero?

Sorpreso mi voltai verso di lei. La piccola sorrise ed annui. Non so come diamine faceva, ma riusciva a capirmi al volo, come se mi conoscesse da una vita ed io conoscevo ben poco su di lei.

Subaru:Così...sei anche tu figlia di Karlheinz, eh?

Domandai ricordandomi l'episodio successo in giardino. La piccola mi guardò con volto ed occhi spenti. Non so perchè, ma in quel momento sembrava così tanto mia madre quando non sapeva che dire o doveva dire qualcosa che la rammaricava, infatti la risposta fu del tutto fuori le mie aspettative.

Rita:Non sono la sua figlia di sangue. Sono sua figlia adottiva. 
Subaru:Adottiva?
Rita:Non so cosa sia successo, ma non so niente dei miei genitori, ne se ho fratelli o meno. Ricordo solo che Karlheinz da piccola mi portò qui e decise di adottarmi e tenermi con sè, finchè non è arrivata mamma Christa.
Subaru:Mamma Christa?
Rita:Oh..non ti impressionare! Chiamo mamma tutte le mogli di Karlheinz visto che non so chi di loro chiamare realmente madre.
Subaru:Quindi...sei orfana.
Rita:Si, ero orfana prima di essere trovata da Karlheinz. Mamma Christa viveva nell'orfanotrofio. Per causa mia credo che si siano conosciuti. E....credo sia colpa mia se lei è rintanata lì dentro.

Confessò guardando la torre dove mamma si affacciava sempre. Aveva quello sguardo così spento e triste. Non l'avevo mai vista giù. Abbassai la testa abbracciandomi le gambe cercando di dire qualcosa per consolarla.

Subaru:Non è colpa tua. Karlheinz è cattivo. Fa questo con tutti.
Rita:Karlheinz è cattivo perchè è stanco.
Subaru:Di che stai parlando?
Rita:E' mai possibile che non te ne sia accorto? Lui soffre.
Subaru:In che senso 'soffre'? Non l'ho mai visto soffrire.
Rita:Perchè non vuole mostrare le sue debolezze, ma interiormente soffre. Per     questo si è sposato più di una volta. Vuole qualcuno abbastanza forte, qualcuno che fosse suo figlio.
Subaru:Non ti seguo.

Dissi guardandola spaesato.

Rita:In poche parole, Karlheinz vuole morire e aspetta con ansia che uno di voi lo uccida e prenda il suo posto. Mi chiama ancora di salvezza perchè mi vede perfetta per ucciderlo, ma non ha capito che io non lo ucciderò mai.
Subaru:Ma qui vogliono tutti morire? Anche mia madre vuole che la uccida.

Risposi meravigliato. Non sapevo come stavano veramente le cose con papà e ciò che mi aveva detto Rita mi lasciava senza fiato.

Rita:Non so perchè Christa lo dica, a parte il fatto che soffre li dentro, ma penso ci sia dell'altro. E' una donna forte ed orgogliosa per continuare a vivere lì su senza di te, non credi? Forse...vive pensando che domani riesca ad abbracciarti. Chissà.

Ribattè continuando a guardare quella torre e senza mai staccare lo sguardo. Alzai la testa anch'io verso la torre e vidi affacciare mia madre. Mi alzai e corsi verso di lei, ma lei, come al solito, entrò dentro abbassando lo sguardo. Notai che era come aveva detto Rita. Aveva il volto addolorato, ma allo stesso tempo non voleva farsi vedere soffrire. 

Subaru:Rita.....hai...ragione....

Balbettai per poi voltarmi verso di Rita, ma con grande stupore non la vidi più. Dov'era finita? Era andata dall'altro lato del giardino dov'erano Kanato e Ayato che giocavano. Che successe? Fatevelo raccontare da Ayato nel prossimo capitolo.
Alla prossima, un bacio, il vostro Subaru.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***




Capitolo 7

***
Ayato
***

Eccomi qui in giardino, mentre disubidisco nuovamente mia madre e gioco con Raito. Lei vuole che studi e diventi migliore di Shu. Dice che sono il numero uno e se non studio non sono degno di essere suo figlio. Eppure mi chiedo perchè solo io. Dopotutto potrebbe essere anche Raito o Kanato tra i suoi figli. Perchè ha scelto proprio me? Putroppo, noi gemelli abbiamo la brutta cosa che chi esce per primo è l'ultimo figlio e chi esce per ultimo è il primo. Lo so. E' una strana legge, sinceramente non la capisco neanche io. Odio a morte mia madre, Cordelia, e il suo modo di fare. Pensa che scoparsi lo zio Richter la faccia star meglio proprio come si è scopata anche Raito davanti a Kanato. Solo il pensiero mi viene il disgusto. Non ho mai avuto alcun tipo d'amore da lei e sinceramente neanche lo desidero. Non ci tengo a diventare un confuso pervertito come Raito o un idiota necrofilo come Kanato. Mentre giocavo a basket, il mio gioco preferito, con Raito udii qualcosa. Sembrava una canzone, quella che di solito cantava Kanato.

Raito:Sbaglio o questa è la voce di Kanato?

Mi chiese. Ascoltammo attentamente e non c'era solo la voce di Kanato, ma anche una di qualch'altra persona. Una bambina per la precisione. Forse doveva essere Rita, la bambina comparsa dal nulla l'altro giorno. 

Ayato:Rimani qui! Vado a controllare.
Raito:Ah...io non rimango di certo qui! 
Ayato:Fa come vuoi!

Esclamai percorrendo il viale di rose. Arrivai lì dov'era Kanato e Rita che cantavano Scarborough Fair. Era la canzone che cantava sempre Kanato a Cordelia. Odiavo a morte quella canzone, proprio come odiavo Cordelia e sopratutto il suo modo con cui teneva a bada Raito e Kanato. Così, per far finire quel canto e far distrarre Kanato. Come? Col solito vecchio modo di rubargli la cosa che aveva a cuore, ovvero Teddy. Quel gesto fermò il canto di botto.

Kanato:Ridammi il mio Teddy!!!
Ayato:Vienilo a prendere!!!

Esclamai correndo lungo il viale. Kanato si alzò ed incominciò a corrermi dietro, rimanendo lì Rita da sola con Subaru. Era strano, sembrava quasi che Kanato si divertisse ad inseguirmi. Di solito urlava e piangeva dando l'allarme a Cordelia. La cosa mi fece felice, perchè significava che Kanato anche voleva giocare con me proprio come lo volevo io. Mentre correvamo, arrivammo nella zona dov'era il porticato, cioè dov'ero prima con Raito, lì incontrammo Cordelia che mi bloccò la strada prendendomi per l'orecchio destro. Il dolore e la prepotenza con cui mi prese mi fece cadere Teddy, l'orsacchiotto di Kanato, tra le mani che subito dopo se lo riprese e si mettendosi da parte.

Cordelia:Ma guarda, guada! Sbaglio o dovevi studiare te?
Ayato:Mamma! Lasciami!!
Cordelia:Corri dentro a studiare!
Ayato:Ma io non voglio.

In quel momento mi diede un ceffone facendomi sentire le stelle. Me l'aveva dato già altre volte. Odiavo la sua prepotenza.

Cordelia:Sei un disgraziato!! Vieni qui!! Ti insegno io le buone maniere!!
Ayato:Mamma! Lasciami!!

Continuai ad urlare, mentre mi prese per la mano e mi portò nel laghetto vicino casa. 

Ayato:Mamma!! Che fai?? Non vuoi buttarmi mica lì dentro?
Cordelia:Uomo avvisato, mezzo salvato!
Ayato:NO!! Mamma!! Dammi un'altra possibilità!!
Cordelia:Te ne ho date più volte. Da adesso in poi non ti riconoscerò più come mio figlio. Per me sei morto.
Ayato:Cosa??NO!!

Non finii neanche di dirlo che mi gettò in quel lago. Ero un vampiro e avevo 7 anni. I vampiri già di per sè non sanno nuotare, poi ero anche piccolo. Cercai aiuto, ma Cordelia se ne andò lasciandomi lì ad annegare. Per me era la fine. Anche zio Richter mi abbandonò. Non avevo speranze di sopravvivenze, se avessi saputo che fosse finita così, avrei dato un abbraccio ai miei fratelli o avrei fatto qualche opera buona. Improvvisamente sentii una voce sotto all'acqua. Cercai di risalire e vidi Rita che mi tirò un pallone.

Rita:Ayato! Prendilo!!

Esclamò agitata. "Un pallone? Non poteva prendere una mazza?" Pensai cercando di aggrapparmi a quella palla. La palla riusciva a farmi stare a galla.

Rita:Sbatti i piedi! Così nuoti verso la riva.

Urlò ed io feci come disse. Era strano. Non avevo mai nuotato, ma la palla riusciva a farmi stare a galla. Arrivai alla riva dove quella piccola mi diede una mano a salire. Ero sano e salvo e tutto grazie al suo aiuto.

Ayato:Grazie. Senza di te sarei annegato sicuramente.

La piccola mi abbracciò piangendo.

Rita:Per fortuna stai bene. Quella vipera non la passerà liscia. Te lo prometto. 

Poi guardandomi negli occhi ribattè:

Rita:Giuro che me la pagherà. Non le permetterò di farti diventare un sadico ribelle che tende a nascondere i proprio sentimenti.
Ayato:Cosa? Ma io non sono così.
Rita:Non ancora, per fortuna.

Disse riabbracciandomi. Era strano. Non avevo mai avuto un abbraccio. Per me era tanto l'affetto che mi stava mostrando quella piccola. Anche se non era mia sorella di sangue, si comportava proprio come se lo fosse stata realmente dandomi tanto affetto e preoccupazioni. Mi portò addirittura una coperta mettendomela sulle spalle.Quell'affetto era così sincero e incondizionato che mi fece commuore. Era l'affetto che non ho mai avuto da mia madre. Ricambiai l'abbraccio. Poi, per sdrammatizzare chiesi:

Ayato:Visto che qui abbiamo la palla, ti va di giocarci un pò? Tanto Cordelia non sa che sono vivo e vegeto.

La piccola mi sorrise e dopo essermi asciugato per bene incominciammo a giocare. 

Ayato:Sai giocare a basket?
Rita:Più o meno.
Ayato:Allora ti insegno come si fa.

Così incominciammo a giocare, quando improvvisamente si fermò guardando nella direzione della torre.

Ayato:Che hai?
Rita:Avverto qualcosa.

Poco dopo si sentii il vento che incominciò a soffiare forte. 

Rita:Entra dentro. Devo controllare una cosa.

Disse fuggendo via.

Ayato:Aspetta!

Ma ormai era già andata così, con quella palla tra le mani, entrai in casa dove vidi Kanato e Raito preoccupati. Forse...non era una semplice bufera. Forse....era qualcosa di più pericoloso. Intanto, la piccola Rita era entrata nella torre, dove aveva incontrato Christa, la madre di Subaru. Cosa successe? Chiedetelo a quella pazza della madre di Subaru. 
Ci si vede, Ayato!




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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***




Capitolo 8


***
Christa
***

Eccomi qui ancora chiusa in questa stupida torre. Come ogni giorno, mi affaccio dalla finestra della mia prigione su questa torre orrenda. Mi sento impazzire, ma il solo pensiero che in quel viale di rose ci sia lui, mi riempie il cuore. Chi? Lui, il frutto del peccato e dell'arroganza, quel frutto che amo profondamente più di me stessa, quella rosa così bella macchiata del sangue della violenza. Amo profondamente quel piccolo di nome Subaru. Egli è il mio piccolo. Ma anche amandolo profondamente e il solo vederlo mi riempie il cuore, come ogni altra volta che lo vedo, da quella finestra mi allontano. Mi sento di impazzire al sol pensiero che non possa neanche abbracciarlo quando tutte le mamme passano il loro tempo con i propri figli. Anche quella vipera di Cordelia che non lo merita affatto e non sa educare i propri figli, ha la possibilità di averli accanto. Il pensiero che non gli ho mai dato affetto mi ferisce profondamente, ma cerco di trattenermi. Mai una carezza, mai un bacio, mai una coccola, eppur lui continua a venire con quella chiave al collo suo. Pensa che sia della mia prigione, ma in realtà è qualcosa di più prezioso.  Ogni giorno scrivo qualcosa e lo metto in un cofanetto così, un giorno saprà chi era realmente sua madre quando non era pazza. Perchè? E' vero che non lo sono ancora, ma mi sento diventare matta chiusa in questa prigione e in questa situazione. Vorrei che lui mi uccidesse. Che mi uccidesse per amore e si sporcasse le mani del mio sangue che sorridendogli gli darei l'ultimo bacio della mia vita che si spegne e dargli finalmente quell'affetto che non gli ho dato. Essere un vampiro già è devastante, ancor di più è essere prigioniera di una vita che non vivi come vorresti. Desidero anche le cose più banali, come una passeggiata mano nella mano col mio bambino o anche solo mostrargli le bellezze della natura, ma mi ritrovo qui dentro senza forze per lottare. ''Eccolo, il mio bambino!'' Penso guardandolo giù da questa torre. Una torre alta, senza vie di uscita. Tra le mani ha ancora il pugnale che gli ho regalato per difendersi. Difendersi da suo padre, uomo rude e crudele, che pur non volendo ho sposato dando poi vita al mio gioiello. Di Karlheinz ho paura. Temo ogni suo gesto e non voglio che ferisca il mio bambino. Eccolo che mi guarda ancora con quegli occhi desiderosi di un abbraccio, uno sguardo, una carezza, ed io...madre indegna..non posso darglielo.
Vorrei tanto che uccidesse il mio dolore liberandomi da questa tortura, ma già so che è fin troppo dolce e gentile per farlo. 
Così mi allontano delusa da questa finestra. Finestra che è l'unico legame e contatto che ho con lui, il mio prezioso gioiello. Essere madre è la cosa più gratificante, specialmente avere un figlio così gentile, ma nella società vampiresca e con una persona come quella che mi ritrovo affianco, fa male. Vorrei diventasse violento e trovasse la forza e il coraggio dentro di se per battere chiunque lo sfidi, ma già so che pretendo molto da lui. Mi siedo a terra e penso che un altro giorno è passato ed io...non sono di nuovo riuscita a mostrare tutto il mio amore al mio figliolo adorato. "Che madre orrenda che sono" Penso con le lacrime agli occhi. Ecco che sfogo tutto con un pianto disperato. Sento che sto impazzendo, ma con un sorriso, anche con occhi spenti, penso che la mia vita continua ogni giorno e vado avanti pensando che questo inferno sia meglio che sia mio che di mio figlio. Chiudo gli occhi ed ecco che mi addormento, sperando nell'indomani che lo rivedo. Come un gufo che aspetta la notte per volare, così io aspetto l'indomani per guardare, l'unica cosa rara e preziosa che ho. L'unico che mi fa almeno sorridere un pò. So che tutte queste emozioni e sensazioni non verranno trasmesse direttamente da me, ma voglio che lui lo sappia ciò che provo. Così incomincio a cantare la mia canzone e con le lacrime agli occhi, come ogni giorno, do la buona notte al mio bambino.

Christa:Notte, angelo mio. Ricordati che la mamma ti vuole tanto bene, Subaru. 
?:Se lo vuoi bene allora perchè piangi?

Udii una voce di bambina che mi fece sobalzare. Quella voce mi fece voltare verso la porta della prigione e lì la vidi. Aveva dei capelli castani corti e occhi azzurri ipnotici. Doveva avere all'incirca l'età del mio Subaru. Era appoggiata con le mani sulle sbarre della prigione e mi guardava come se mi conoscesse da tempo. Quella piccola mi metteva i brividi. Mi alzai e mi avvicinai alla porta guardandola senza interesse. Dopotutto era solo una stupida bambina, mica era mia figlia?

Christa:E tu chi sei? Come hai fatto ad entrare piccolina?
Rita:Mi chiamo Rita e sono venuta a salvarti.
Christa:A salvarmi?

Chiesi meravigliata. Poi pensai:"una bambina di quell'età come può salvarmi? Starà sicuramente giocando a fare l'eroina."

Christa:E' molto gentile da parte tua.
Rita:Quella canzone l'ha cantata a Subaru, non è così? 
Christa:Come fai a saperlo? 

Domandai scioccata. Nessuno sapeva che l'avevo scritta e dedicata a lui da quando era in fasce. La piccola fece una faccia seria dicendomi:

Rita:Ascolta, so che non ci crederai, ma hai qualcosa che mi appartiene e se non l'avrò entro domani, succederà il finimondo.
Christa:Il finimondo?
Rita:Si, so che tu mi vedi così, ma in realtà non sono ciò che vedi.

Sorpresa dalle parole e da quell'atteggiamento maturo mi concentrai su di lei e vidi che era come diceva. Avvertivo in lei la forza di una donna giovane e non di una bambina di soli 6-7 anni.

Christa:In te avverto una donna e non una bambina. Anche dal modo di parlare. Sembri una donna fragile e forte allo stesso tempo.
Rita:Da dove vengono dicono che assomiglio a mia madre, ma non credo sia il caso di dirti chi è mia madre. Ti confonderei ancora di più le idee. Ti dico solo che ciò che avverti è vero. Sono una ragazza e non una bambina. 
Christa:Cosa? Ma hai l'aspetto di una bambina. Com'è possibile?

Quella situazione incominciava a farsi confusa ed io già ero confusa di mio.

Rita:Vengo dal futuro. In realtà ho 22 anni, ma non sono in grado di controllare la mia forma durante i viaggi nel tempo. Sono tornata qui perchè ho una missione, proteggere i Sakamaki.
Christa:E che dovrei farci io?
Rita:Come ho detto, hai qualcosa che mi appartine e devi darmela entro domani, se no la missione fallisce.
Christa:Cosa? E che avrei che ti appartiene?
Rita:Un cristallo. Dovresti averlo nascosto tra le cinghie del vestito. Dico bene?

In quella situazione non riuscii a controllarmi. Ero confusa e in quella prigione stavo impazzendo. Sentendo tutto quello pensai che fosse uno scherzo così le presi violentemente il braccio.

Christa:Tu vuoi farmi impazzire, non è così? Chi ti ha mandato?? Karlheinz? 
Rita:Cosa?
Christa:Rispondi!! Chi ti ha mandato?? Forse quella vipera di Cordelia! Ah...lo sapevo!! Mi chiama sempre pazza e adesso vuole farmi diventare davvero così.
Rita:Mamma....mi fai male!! Fermati!!

Urlò facendomi rabbrividire. Dallo shock mollai la presa. Gli avevo fatto il braccio destro rosso per stringerla. Com'era possibile che mi aveva chiamata mamma? Improvvisamente sentii dei passi, come una corsa. Davanti a me si presentò Karlheinz che la prese in braccio come un pazzo.

Karlheinz:Perchè sei venuta qui? Questa torre è proibita.
Rita:Mi spiace. Il tempo si era fatto brutto così ho deciso di entrare qui che era più vicino.
Karlheinz:Corri subito dentro!! Hai capito?

Ordinò Karlheinz mettendola a terra e vedendo che aveva il braccio rosso.

Rita:Si, papà.

Rispose correndo via. In quel momento Karlheinz mi guardò contrariato. Indietreggiai impaurita. Temevo quell'uomo più di chiunque altro, ma lo amavo anche perchè mi aveva dato il mio adorato Subaru. La prigione si aprì e lui si avvicinava sempre di più a me.

Christa:Non ti avvicinare!!
Karlheinz:Devi pagare per quello che hai fatto. 
Christa:NO!

Urlai vedendomi con le spalle al muro e scivolando lentamente a terra. L'uomo si buttò su di me e con violenza mi tratteneva abbassandosi i pantaloni.

Christa:No, ti prego!!
Karlheinz:Supplicami pure! Tanto sappiamo entrambi che è l'unico metodo per farti capire che devi stare al posto tuo.
Christa:NO!!!!

Continuai ad urlare mentre mi alza la gonna e mi abbassa l'intimo, ma fu inutile. Mi violentò come aveva sempre fatto quando voleva. Urlai piangendo di fermarsi, dandogli dei pugni, ma fu inutile. Mi prese le mani e mi bloccò e tanto si fermò quando uscì il sangue da quell'atto di violenza. Odio chiamarlo così. Avrei voluto tanto sposare qualcuno che mi amava e mi avrebbe fatto vivere quell'atto come qualcosa di insostituibile. Invece mi toccava subire queste violenze così da un uomo violento e brusco. Avrei voluto qualcuno che mi avrebbe permesso di vedere la mia famiglia e le persone che amavo di più, come mio figlio e mio fratello che ormai di lui non so più nulla. La verità? Amavo mio fratello. Avrei voluto sposarmi con lui, essendo un vampiro di sangue puro ed io una semplice ex-umana, avremo potuto farlo tranquillamente, ma Karlheinz, quando mi vide a quella festa, rimase estasiato rubbandomi e portandomi via con se nella sua villa. Da allora mi toccò subire tutto questo. Ormai urlare e piangere non serve più a nulla anche se mi viene spontaneo. Eccolo che si alza i pantaloni e con quel sorrisetto soddisfatto sulla faccia se ne va. Alzo il busto sedendomi a terra sfinita e col sangue che scivolava tra le gambe e le lacrime agli occhi non riuscii a fermare il mio pianto. Sentivo di essere una donna fallita.Odiavo a morte quella situazione. Improvvisamente udii la voce di Subaru chiamarmi.

Subaru:Mamma...

Mi voltai verso la prigione ed eccolo il mio bambino, insieme a quella piccola che era venuta prima. Volevo alzarmi e andare da lui, ma non ci riuscivo. Non volevo fargli vedere ciò che aveva combinato il padre, così mi trascinai da terra con le mani avvicinandomi alla porta della prigione e prendendo la mano del mio bambino.

Christa:Piccolo mio. 

Non riuscii a fare almeno di tentare di alzarmi aiutandomi con quelle sbarre per abbracciarlo mentre piangeva, ma riuscii solo a mettermi con le ginocchie a terra, fortunatamente bastò per abbracciarlo come si doveva.

Subaru:Mamma....
Christa:Oh...piccolo mio. Sei così dolce. Come hai fatto ad entrare?

Chiesi allontanandolo per guardarlo in faccia.

Subaru:Ho seguito Rita.

Sorpresa mi voltai verso la piccola che si era nuovamente appoggiata alle sbarre.

Christa:Perchè me l'hai portato qui e non sei uscita con lui?
Rita:Voleva vedere sua madre e sua madre voleva abbracciarlo, o sbaglio?
Christa:Allora è vero ciò che mi hai detto prima.
Rita:Si. Hai intenzione di darmelo o vuoi che le cose vadano male come le ho viste io?
Christa:Che succede se non te lo do? Cioè...che vorresti farci?
Rita:Domani c'è la festa di Shu. Ci sarà un gran ballo e devo allontare Richter da Cordelia per ferire Cordelia. Lei pensa di essere la migliore a tutto e così facendo sta distruggendo la famiglia Sakamaki.
Christa:Che vuoi dire?
Rita:Per causa di Cordelia, Shu è pedinato da Beatrix perchè Codelia ha sfidato Beatrix dicendo che Ayato era migliore del suo Shu e lei si è concentrata più su di lui che su di Reiji. Per questo Shu diventerà acido e scontroso, mentre Reiji tenderà ad isolarsi e ad essere dipendente dai libri e dalle regole dettate da Beatrix, mentre Ayato diventerà senza sentimenti, Kanato sarà un bambino pazzo isterico e completamente dipendente dal suo Teddy e Raito un maniaco perverso che trova sesso anche dove non c'è.
Christa:E il mio Subaru?

La piccola lo guardò e abbassando la testa disse una parola che non avrei mai voluto che dicesse sul conto di Subaru.

Rita:Tsundere.
Christa:Tsundere? Ma come? E' terribile.
Rita:Lo diventerà per causa di Cordelia. Per questo devo agire e devi darmi ciò che mi appartiene, prima che sia troppo tardi. 
Christa:Ok, ma come stanno? Cioè...vivranno tutti?
Rita:No, Beatrix morirà in pace con se stessa. Cordelia, per le cattiverie fatte, diventerà una presenza spettrale, mentre tu.....per causa di Cordelia fuggirai e così facendo non saprai più niente di tuo figlio.
Christa:Cosa? Ma è terribile.
Rita:Per questo diventerà un tsundere.

In quel momento, vedendo la situazione tragica agii. Presi dalle cinghie il cristallo che mi aveva chiesto dandoglielo. Non volevo che Subaru non avrebbe mostrato i suoi veri sentimenti e il suo vero carattere. La piccola lo prese prendendo poi dopo la mano di Subaru.

Rita:Che ne dici di uscire prima che papà si accorga che siamo qui?

Il mio piccolo Subaru annuii e mentre stavano andando si fermò per poi tornare indietro da me ed abbracciarmi e baciarmi. Quel giorno fu il più felice della mia vita, ma grazie a quella piccola non fu l'unico, ma solo il primo di una grande serie di incontri che avrei fatto all'insaputa di Karlheinz. Eccolo che si allontana mano nella mano di quella bambina così misteriosa e assurda che mi aveva chiamato mamma. Non sapevo nulla su di lei, ma pian piano l'avrei scoperto. Cosa successe? Fatevelo raccontare dal mio gioiello di nome Subaru. 
Con affetto, Christa

************************

Ps. Per chi volesse sapere il titolo della canzone che cantava Christa nella cella dedicata a Subaru. E' di Simonetta Spiri e si intitola Fragile. 
Se volete ascoltarla, fatelo pure. Così capirete e comprenderete i suoi sentimenti. Per chi volesse sentirla su Youtube ecco il link. 

http://youtu.be/9uRtwIpF-9A

Buon ascolto e al prossimo capitolo su Subaru. 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***




Capitolo 9


***
Subaru
***


Ero nel viale di rose aspettando che mamma si affacciasse per l'ennesima volta, quando improvvisamente il vento incominciò a soffiare forte. Era una vera e propria bufera. Decisi di correre dentro casa quando vidi Rita correre nella torre dove papà mi aveva sempre proibito di entrare. Decisi di seguirla per ripararmi e per avventurarmi con lei li dentro. Quando vi entrai non la vidi, ma sentii delle voci. Non capivo bene di chi fossero. Forse era di mia madre. Mi incamminai sentendo improvvisamente dei rumori venire dietro di me. Mi nascosi e vidi che mio padre era rincasato e stava andando verso la cella di mia madre, così lo seguii. Lui si accorse di essere seguito e stava venendo nel vicoletto dove mi ero nascosto quando un urlo lo fece voltare. Era l'urlo di Rita.

Rita:Fermati!!!
Karlheinz:Ma questa è Rita!

Esclamò correndo nella direzione dell'urlo. Mi incamminai dietro di lui dove poi vidi Rita in braccio a papà che era come un pazzo.

Karlheinz:Perchè sei venuta qui? Questa torre è proibita.
Rita:Mi spiace. Il tempo si era fatto brutto così ho deciso di entrare qui che era più vicino.
Karlheinz:Corri subito dentro!! Hai capito?

Ordinò Karlheinz mettendola a terra e vedendo qualcosa che non gli era per niente piaciuto.

Rita:Si, papà.

Rispose correndo via, dove svoltando il vicolo mi vide.

Rita:Che ci fai qui?
Subaru:Ti ho seguita. Che sei entrata a fare?
Ritaa:Volevo ripararmi.
Subaru:Usciamo!
Rita:No, aspetta. Dammi la giacca.
Subaru:Perchè?
Rita:Sta zitto e dammela.

Feci come aveva detto e mentre la piccola se la metteva addosso sentii le urla di mia madre.

Christa:Non ti avvicinare!!
Karlheinz:Devi pagare per quello che hai fatto. 
Christa:No, ti prego!!
Subaru:Mamma....

Dissi voltandomi indietro cercando di tornare dov'era mamma, ma Rita mi prese la mano.

Rita:Vuoi sentire il mare?
Subaru:Il mare?

Chiese sorpreso. "In una situazione del genere vuole farmi sentire il mare? Io voglio correre da mia madre a vedere cosa sta succedendo e lei invece vuole giocare?" mi chiesi tra me e me contrariato, ma forse voleva solo non farmi sentire le urla e i pianti di mia madre mentre mio padre la violentava. Mi mise le mani sulle orecchie sorridendomi vedendomi contrariato. Sentivo solo un ronzio come lo sbattere delle onde del mare sulla riva. Non potei fare almeno di rimanere estasiato. Ero incantato da come sorridesse e da come riuscisse a farmi tirare su. Misi le mani sulle sue dove mi commossi da quel gesto. Mi baciò la guancia per confortarmi ed io l'abbracciai, ma lei non ricambiò l'abbraccio per tenermi le mani sulle orecchie. Dopo un pò me le tolse prendendomi per mano.

Rita:Vuoi vedere la mamma?
Subaru:Vuoi veramente portarmi da lei?
Rita:Secondo te perchè ho voluto la tua giacca? 

Mi chiese sorridendo dolcemente. Si era servita della mia giacca per mascherare il suo odore umano e condurmi da lei. Infatti, se la tolse ridandomela. Mano nella mano arrivammo vicino ad una prigione dove vidi, a terra seduta e  con le mani sugli occhi, mia madre. Non riuscii a fare almeno di sussurrare chiamandola.

Subaru:Mamma...

Si voltò e mi vide. Tentava di alzarsi, ma non ci riuscì. Lo percepii dai suoi occhi addolorati. Pian piano si avvicinò a me strisciando prendendomi per mano con le lacrime agli occhi.

Christa:Piccolo mio. 

Tentò nuovamente di alzarsi facendosi aiutare dalle sbarre senza risultato. Quella forza di volersi alzare e fingere di star bene, quell'attimo che lei mi teneva la mano senza che ci fosse qualcuno ad impedirlo e quel fattto che si mise sulle ginocchia mi fece commuovere. Rita era riuscita a farmi avere un contatto decente con mia madre. La vedevo disperata, proprio come mi aveva riferito. Vederla in quello stato, per com'era davvero invece della madre senza cuore e pazza che dicevano, mi ferì. Lei se ne accorse abbracciandomi mentre scoppiavo in una valle di lacrime. Le sbarre fredde ci dividevano, ma non abbastanza da evitare quell'abbraccio. 

Subaru:Mamma....
Christa:Oh...piccolo mio. Sei così dolce. Come hai fatto ad entrare?

Chiese allontanandosi  per guardarmi meglio.

Subaru:Ho seguito Rita.

Sorpresa si  voltò verso di lei che si era appoggiata alle sbarre della cella.

Christa:Perchè me l'hai portato qui e non sei uscita con lui?
Rita:Voleva vedere sua madre e sua madre voleva abbracciarlo, o sbaglio?
Christa:Allora è vero ciò che mi hai detto prima.

In quel momento mamma e Rita incominciarono a fare un discorso assurdo sul futuro della famiglia. Non capivo di cosa si trattasse,  forse perchè già ne avevano parlato prima. La piccola incominciò ad elencare come sarebbero diventati i componenti della famiglia se mamma non gli avesse dato una data cosa. Ad un certo punto, parlarono di me davanti ai miei occhi. Ma era un discorso contorto e confuso. Dicevano parole assurde come per esempio tsundere. Rita era convinta che sarei diventato una cosa del genere, ma non sapevo cos'era. La mamma sentendo ciò incominciò ad allarmarsi. Forse era qualcosa di pericoloso.

Christa:Cosa? Ma è terribile.
Rita:Per questo diventerà un tsundere.

Dalle cinghie del vestito, mamma prese un cristallo azzurro a forma di collana dandogliela a Rita. La piccola, non appena lo prese tra le mani la mise in tasca e con l'altra mano prese la mia. 

Rita:Che ne dici di uscire prima che papà si accorga che siamo qui?

Ero confuso. Non sapevo che dire così annuii e mentre ce ne stavamo andando, mi fermai. Non avevo mai avuto contatti del genere con mia madre, così mi voltai indietro. Rita sembrò intuire guardandomi e lasciandomi la mano. Vedendo quel gesto, sorrisi per poi tornare indietro ad abbracciarla e baciarla. Quel giorno fu il più bello della mia vita. Grazie a quella piccola non fu l'unico, ma solo il primo di una grande serie di incontri che avrei fatto. Torno da Rita prendendole la mano.

Subaru:Possiamo andare.

Dissi sorridente e incamminandomi con lei mano nella mano. Arrivammo all'uscita della torre dove mi fermai di botto. La piccola si voltò verso di me.

Rita:Cos'hai?

Tenendola per mano, la tirai a me abbracciandola. 

Rita:Subaru? Che hai?
Subaru:Grazie. 
Rita:Scusa, ma di cosa?
Subaru:Mai nessuno mi ha fatto andare contro le regole. Tutti dicevano di rispettarle e stare al mio posto. Tutti tranne te. Sei venuta nel giorno più triste della mia vita, quando mamma mi ha chiesto di ucciderla e avevo il cuore a pezzi. Senza preavviso mi hai abbracciato dicendo:"sfogati!" e mi hai raccontato la realtà delle cose, cose a me sconosciute e negate. Sei così semplice che sei riuscita a farmi sentire il mare e a calmarmi quando mi sentivo nervoso e volevo scattare a quelle urla. Un'altra persona avrebbe detto:"usciamo!", invece tu hai detto:"aspetta!", ti sei messa la mia giacca, mi hai fatto sentire il mare per calmarmi e farmi vedere mia madre. Sei andata contro a tutto. Contro le regole e sopratto contro a ciò che ha detto Karlheinz solo per farmi avere un abbraccio da lei. 
Rita:Subaru....

Sussurrò sentendomi piangere di gioia.

Subaru:Quello che voglio dire è che sei speciale. Anche se sei venuta da un giorno e come se mi conoscessi da sempre. Sei la persona più cara che ho. Promettimi che non mi abbandonerai mai.
Rita:E perchè dovrei farlo?

Chiese ricambiando l'abbraccio. Mi sentivo stranamente bene. Non sapevo cosa avesse in testa Rita, ma qualsiasi cosa aveva non mi importava. Sicuramente era per il bene della famiglia visto che a me in due giorni che sta qua ha dato molto più dei miei fratelli e delle altre mogli di Karlheinz, lui compreso. Non volevo più staccarmi da quell'abbraccio e quando lo feci, la piccola mi asciugò le lacrime con un fazzoletto di seta che aveva nella tasca per poi baciarmi la guancia facendomi arrossire.

Rita:Timidone!
Subaru:Non sono timido.

La piccola incominciò a ridere per poi prendermi per mano e incominciare a correre lungo il viale, ma non sapevamo che una brutta sorpresa ci attendava da un momento all'altro. Quale? Cordelia. Fatevelo raccontare da lei cosa sta architettando alle spalle dei Sakamaki. 
Un bacio, il vostro Subaru.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***





Capitolo 10

***
Cordelia
***


Ero nel letto sfinita e soddisfatta del mio Richter che guardavo e accarezzavo il suo corpo nudo accanto al mio. Lo so, non è giusto tradire, sopratutto fare sesso con il fratello del proprio marito, ma l'ha voluto lui. Io l'avevo sposato perchè era il capo dei vampiri, il re, la persona più importante tra i vampiri e lui mi amava, ma solo per finta ha quanto ho visto. L'inizio del matrimonio era tutto rose e fiori, ma quando ha visto che non riuscivo ad avere figli era umiliato dal mio comportamento e da me. Sapevo che avevo problemi di fertilità e per avere figli avrei dovuto fare una cura ormonale, ma io, donna astuta che sono, non volevo essere umiliata davanti a tutti. Così gli dissi che ero fertile e che lui era un umiliazione visto che non riusciva a farmi uscire incinta, che era sterile e impotente, e che un uomo se non riesce a mettere incinta la propria donna non si poteva considerare tale. Nessuna donna prima di me è riuscita a prendere il suo cuore e sposarlo, non a caso è stato scapolo per 2000 anni ed io, figlia del signore dei demoni, sono riuscita a conquistarlo e sposarlo prendendomi questa villa immensa. Quell'idiota di mio marito, però, capii i miei piani e che il problema di non avere figli ero io. Così dopo una festa sposò Beatrix, sua seconda moglie e mia rivale. Sembra che alla festa si sia dato parecchio da fare, infatti Beatrix uscì incinta subito e mi umiliò dicendo che ero una donna fallita. Così mi feci una cura di ormoni per uscire incinta, ma la cura funzionò solo dopo che quella dannata Beatrix stava partorendo Reiji, il suo secondo figlio. Quella cosa mi umiliò talmente che volli fargliela pagare così incominciai a minacciare Beatrix che i suoi figli erano sfaticati e che il suo primo figlio non sarebbe mai diventato il capo famiglia perchè io avevo il diritto essendo la prima moglie di Karlheinz quindi mio figlio sarebbe stato il capofamiglia. Beatrix si rivelò un astuta rivale così, quando partorii e vidi che erano 3 gemelli ebbi un colpo di fortuna unico. Decisi che l'ultimo, stando alle regole, avrebbe intrapreso gli studi, il primo avrebbe soddisfatto tutti i miei desideri più intimi e il secondo avrebbe cantato e avrebbe fatto tutto ciò che gli ordinavo di fare. Infatti, sono riuscita nei miei piani, se solo Ayato mi stesse a sentire un pò e studiasse andrebbe ancora meglio. Per questo l'ho buttato nel lago, ma non solo. Quando tornerà Karlheinz farò la parte della vittima piangente che ha visto suo figlio annegare senza poter far nulla così il problema Ayato scocciatore è risolto, ma devo risolvere ancora parecchi problemi. Come prima cosa, devo trovare il modo di buttare fuori casa la nuova arrivata. Già da neonata mi uccideva moralmente volendo sempre stare con Beatrix e rovinandomi ogni santo momento i miei piani di ammaliarmi mio marito. Mezza volta che la presi in braccio incominciò a muoversi e a dimenarsi cadendo dalle mie braccia. Nel cadere si ruppe un canino e da allora la stima di Karlheinz nei miei confronti è scesa notevolmente e quel stesso giorno venne lei. Chi? Quella Christa che adesso è la terza moglie di Karlheinz. Ha tentato di rapire la piccola perchè non era un vampiro. Non so dove l'abbia portata, ma Karlheinz quando la riprese la chiuse nella torre violentandola. La cosa che mi da sui nervi di quella donna è che sostiene di essere amata da Karlheinz e che non vedrebbe il motivo per il quale l'avrebbe rapita e sposata. Devo trovare il modo migliore per uccidere i membri di questa famiglia tra di loro. Così mi arraffo tutto, ma con quella piccola ritornata tra i piedi è praticamente impossibile. Addirittura mi ha detto che mi manderanno all'inferno i miei stessi figli. Ha una faccia tosta enorme. E mentre pensavo ai miei fatti, Richter, l'uomo che soddisfa tutti i miei desideri sessuali, l'unico che riesce a darmi tanto e che adoro per le sue performance nel letto, cioè una bestia a letto per intenderci, si alzò dal letto raccogliendo i vestiti.

Cordelia:Dove vai amore?
Richter:Mi vesto prima che viene mio fratello. Sembri preoccupata.
Cordelia:No, tesoro. Non sono preoccupata. Nulla mi preoccupa. Dopotutto sono praticamente indistruttibile. Dovresti saperlo.

Informai alzandomi dal letto,nuda com'ero, avvicinandomi alla finestra dove vidi qualcosa che mi scioccò. Karlheinz era tornato a casa prima del tempo e stava camminando verso la villa.

Cordelia:Maledizione!
Richter:Che succede?
Cordelia:E' tornato Karl!

Esclamai vestendomi di corsa e uscendo in tutta fretta dalla stanza. Arrivai nei corridoi dove c'erano le scale per scendere in soggiorno. Elegantemente e a mio stile scesi quelle scale cercando di mettere in atto il piano della donna triste che perse il figlio in acqua, ma non mi venne. Perchè? Ayato era lì che giocava con Kanato e Raito. Nervosa e con passo svelto andai da Ayato.

Cordelia:Bene bene. Non so come tu abbia fatto ad uscire da lì,  ma esigo che tu vada a studiare. Subito!!
Ayato:NO! Io non voglio studiare, sopratutto se me lo dice una strega come te!
Cordelia:Ah...le cose stanno così? Bene!

Urlai prendendolo per le orecchie per portarlo al piano di sopra, mentre lasciai lì gli altri due che mi guardavano con ammirazione. Lo chiusi in camera sua mentre lui tentava di dare calci e pugni vicino alla porta per farsi aprire. Avevo deciso così e quel che decidevo doveva essere e mentre io rinchiudevo Ayato, Raito e Kanato decisero di uscire in giardino.

***
Raito
***


Uscii in giardino con Kanato vedendo che la bufera era passata.

Raito:Vogliamo catturare un pipistrello??
Kanato:SI!!!

Esclamò felice incominciando a correre con quel peluche in mano. 

Raito:Ehi! Aspetta! Devo prendere la mazza e la racchetta!

Riferii cercando qualcosa per catturare quei pipistrelli. Arrivai nel giardino dov'era il porticato e lì trovai gli oggetti che cercavo, ma non solo. C'erano anche Rita e Subaru che parlavano.

Subaru:Eppure non ho capito cosa significa tsundere.
Rita:Tranquillo. Al momento non lo sei e non credo che lo diventerai ora.

Disse sorridendogli. Sembrava stessero giocando con le rose. Incuriosito mi avvicinai.

Raito:Che fate?
Rita:Ehi! Stiamo facendo una corona di rose. Vuoi unirti?
Raito:Certo che no! Non faccio questi giochi da ragazzine! E poi ho altro da fare.
Rita:Altro cosa?
Raito:Io e Kanato abbiamo deciso di catturare un pipistrello.
Rita:Uh....voglio catturarlo anch'io!!

Esclamò con occhi sognanti la piccola. Neanche fosse qualcosa che possono fare le femminuccie come lei. Giocare al cacciatore sono cose da veri uomini come me, Kanato e Ayato. Non di fanciulle indifese. Dovrebbe più cercare  di prendere le farfalle che dei pipistrelli, pensai guardandola. Lei se ne accorse.

Rita:Perchè mi guardi così? 
Raito:Non è una cosa per femminuccie, ma per uomini veri.
Rita:Se riesci a prenderlo tu non vedo come non lo possa prendere anch'io.
Raito:Fa come vuoi. Se vuoi venire vieni, se no statti qui con le tue belle rose.

Risposi prendendo gli oggetti da terra. La piccola si alzò e dopo due passi si voltò verso Subaru.

Rita:Tu non vieni?
Subaru:Vorrei, ma non ne ho mai preso uno e sinceramente non ho neanche intenzione di catturarlo....

La piccola tornò indietro rassicurando Subaru di una cosa che mi diede fastidio.

Rita:Tranquillo. Tanto quelli che prenderemo o li terremo con noi o li lasciamo liberi.
Raito:Se dobbiamo lasciarli liberi non ci serve il suo aiuto.
Rita:Quello che cattura lui decide lui che farne. Non tu! 
Raito:Quanto sei antipatica!
Rita:Ah...certo! Ho parlato con mister simpatia. L'avevo dimenticato! Pardon!
Raito:Che hai detto?
Rita:Quello che hai sentito!

E mentre facevamo quel battibecco sentimmo di ridere. Era Subaru che rideva. Era strano. Non l'avevo mai visto sorridere e adesso che lo vedevo addirittura di ridere la cosa mi sorprese e non poco.

Subaru:Come siete buffi!

Rita sorrise e tendendogli la mano gli chiese:

Rita:Allora? Vieni?

Subaru, con grande stupore, si alzò e incominciò a correre con noi per catturare quelle creature.La giornata era finita a meraviglia, ma la meraviglia vera e propria la vidi il giorno seguente, alla festa di Shu. C'era una donna accanto a Richter e mamma Cordelia. Quella donna era bella, ipnotica e carismatica. Aveva la pelle lucida e bianca come la seta, labbra rosse come ciliege, occhi azzurri che ipnotizzavano chiunque li guardasse, capelli ricci lunghi che arrivavano al sedere e aspetto di una dea. Tra quei capelli aveva una rosa rossa sul lato destro accanto all'orecchio. Indossava un abito nero. La parte superiore del vestito era costituito da spalline a zig-zag trasparenti e ricoperto di stoffa lungo maniche con bordo rosso fuoco e ruches rosse alla fine delle maniche. Aveva una rosa grande rossa sul lato sinistro del petto e da lì uscivano altre rose rosse più piccole che coprivano la scollatura del corpetto del vestito pronunciando il suo seno che veniva coperto da un ciondolo a forma di cristallo, inoltre aveva anche una fessura sul lato destro della gonna che mostra increspature rosse sotto. Era praticamente incantevole, tanto che la mamma andò su tutte le furie. Chi era? Ah...non lo so, anche se vorrei tanto saperlo. 
Per saperne di più, fatevelo raccontare da zio Richter. Alla prossima.
Il vostro caro Raito.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***




Capitolo 11


***
Richter
***


Ero appena arrivato alla festa di compleanno di mio nipote Shu nella villa Sakamaki. Quando la vidi avvicinarsi a me. Cordelia.  E' una donna doppiogiochista e meschina, capace di ammaliarti in ogni situazione, peccato che io sia molto più pretenzioso di lei. Crede che non l'abbia capito che ha sposato mio fratello per le eredità. Crede che abbia sfidato mio fratello, ma siccome era più forte di me ho perso, ma non è così. Mi sto servendo di lei perchè ho bisogno di lei. Ho bisogno del suo sangue e del suo cuore di signora e figlia del signore dei demoni per distruggere mio fratello Karlheinz e diventare il numero 1. Per questo mi fingo follemente innamorato di lei, tanto alla fine ci perde lei, non io. Anzi... me la porto anche a letto, non sono io che vengo tradito e pian piano posso estrarre da lei l'essenza della signora dei demoni per rendermi invincibile, che posso volere di più? Beh...questo era quello che pensavo prima che arrivasse quella donna. Non sapevo chi fosse, ma entrò in villa con eleganza. La guardavano tutti. Aveva l'aspetto ingenuo e forte allo stesso tempo come la terza moglie di mio fratello. Quella donna era bella, ipnotica e carismatica. Aveva la pelle lucida e bianca come la seta, labbra rosse come ciliege, occhi azzurri che ipnotizzavano chiunque li guardasse, capelli ricci lunghi che arrivavano al sedere e aspetto di una dea. Tra quei capelli aveva una rosa rossa sul lato destro accanto all'orecchio. Indossava un abito nero. La parte superiore del vestito era costituito da spalline a zig-zag trasparenti e ricoperto di stoffa lungo maniche con bordo rosso fuoco e ruches rosse alla fine delle maniche. Aveva una rosa grande rossa sul lato sinistro del petto e da lì uscivano altre rose rosse più piccole che coprivano la scollatura del corpetto del vestito pronunciando il suo seno coperto da un ciondolo a forma di cristallo, inoltre aveva anche una fessura sul lato destro della gonna che mostra increspature rosse sotto. Era praticamente incantevole, tanto che Cordelia la guardò sorpresa mentre entrava.

Cordelia:Chi è quella?
Richter:Non ne ho idea.

La donna stava avanzando verso di me, ma prima si fermò a parlare con mio fratello. Forse doveva essere un'aspirante quarta moglie di Karlheinz. Sembrava abbastanza giovane, ma anche tanto donna da venirmi vicino e sfiorarmi il braccio col seno mentre giocavo alla roulette con gli altri invitati.

?:Oh...la roulette. Chi sta vincendo?

Chiese con una voce fine e dolce. Mi voltai verso di lei che incominciò a guardarmi attentamente negli occhi.

Richter:Oh..my lady. Non eravate con Karlheinz?
?:Ah..Karlheinz. Che uomo assurdo. Oddio! Non dico che non sia un bell'uomo, ma preferisco essere la prima ed unica donna che l'ultima o la quarta. Odio gli uomini troppo pretenziosi. Siete suo fratello, vero?
Richter:Si, mi chiamo Richter.
?:Oh...vi assomigliate parecchio. 
Richter:Lei chi è madame?
Red Rose:Il mio nome non ha importanza, ma se volete, chiamatemi Red Rose.
Richter:Red Rose? Oh...la rosa rossa.
Red Rose:Mi chiamano tutti così perchè adoro le rose rosse e dicono che assomigliano molto a me. 
Richter:Le rose rosse sono il simbolo della passione e del desiderio ardente di volere qualcuno.
Red Rose:Si, ma se non si sta attenti, le rose pungono e possono fare anche grandi danni.
Richter:Però...ha davvero un bel caratterino, lo sa?
Red Rose:Perchè non lasciamo stare la roulette e viene a bere qualcosa con me? Odio bere da sola.
Richter:L'accompagno volentieri.
Cordelia:NO!!! Dove vai??

Urlò Cordelia vedendo che mi allontanavo con la donna sotto al braccio.

Richter:Scusa Cordelia, il dovere mi chiama.
Cordelia:Cosa? Non è giusto!! Com'è possibile che quella ragazzina mi abbia tolto il mio secondo uomo?? Non l'accetto!!

Esclamò correndo da me e tirandomi dalla donna.

Cordelia:Richter, tesoro, tu dovresti giocare alla roulette. E' il tuo turno.
Red Rose:Richter, tesoro? Avevi detto che non avevi ne moglie ne fidanzata. Sei davvero un idiota!
Richter:No, ehi! Aspetta!! Guarda che hai fatto!! Ne riparliamo dopo!
Cordelia:COSA?

Chiese vedendo che inseguii la donna che improvvisamente sparì nella folla. Era come un fantasma, smaterializzata nel nulla, chi era? Da dove proveniva? Incominciai a chiedermi, ma la donna non aveva fatto altro che togliersi la collana scomparendo nel nulla.


***
Karlheinz
***


Era entrata nella villa. Non l'avevo mai vista. Bella e leggiadra, ma con occhi accattivanti. Donna perfetta per stare al mio fianco. Intuiva ogni mio pensiero e mia mossa. Mi avvicino a lei vedendola vicino a al buffer con mio figlio Subaru che le stava accanto.

Karlheinz:Oh..my lady. Siete incantevole.

Dissi prendendole quella mano fredda e baciandogliela, ma sembrò non essere interessata a me. Mi rispose con tono freddo e distaccato guardandosi intorno.

?:La ringrazio.
Karlheinz:Mi sfugge il vostro nome. Ci siamo già visti?
?:Non credo. 
Karlheinz:Ma lei ha un volto familiare.
?:Probabile. Sono una lontana parente di Christa. 
Karlheinz:Ah...davvero?

Chiesi sorpreso guardandola dalla testa ai piedi. 

?:Ho saputo che era qui e c'era una festa così mi sono imbucata.
Karlheinz:Contro le regole, eh?
?:Diciamo che mi adatto lì dove è possibile.
Karlheinz:Sono Karlheinz, il marito di Christa e l'organizzatore della festa.
?:Lo so. Siete anche il re dei vampiri e state aspirando a diventare un grande politico del Giappone. Dico bene?
Karlheinz:Mi leggete nella mente, madame. Qual'è il vostro nome?
?:Il mio nome? Ah...che importanza ha?
Karlheinz:Mi farebbe piacere chiamarla per nome.

In quel momento mi guardò un pò distaccata e imbronciata. Neanche se gli avessi chiesto la cosa più difficile del mondo. Abbassò la testa guardando Subaru e mettendosi delicatamente la mano destra al seno, mi guardò con aria innocente dicendomi:

Red Rose:Oh...se proprio desidera. Può chiamarmi Red Rose.
Karlheinz:Ah...la rosa rossa. 
Subaru:Rosa rossa?

Chiese sorpreso Subaru guardandola. Era strano. Mio figlio non si era mai comportato così.

Red Rose:Sentirà molto parlare di me. 

Ribattè abbassando lo sguardo.

Karlheinz:Siete molto astuta. Avete un non so che di familiare. Sicura che non ci siamo già conosciuti?
Red Rose:Probabile, come ho detto, sono abbastanza nota.
Karlheinz:Mi conceda questo ballo?
Red Rose:Mi spiace, ma al momento non ho affatto voglia di ballare come non ho voglia di diventare la quarta nel vostro repertorio di mogli e poi sono una parente di vostra moglie Christa. Abbiate un pò di rispetto.
Karlheinz:Mi perdoni signora, non volevo. Pensavo che...
Red Rose:Che sta succedendo lì?
Karlheinz:Hanno messo la roulette per divertirsi un pò.
Red Rose:Beh...vado a giocare un pò allora.
Karlheinz:Come vuole. Si diverta.

Dissi guardandola mentre si allontanava. Era strana e astuta. Sembrava essere interessata in particolar modo a mio fratello, Richter. Cosa avrà in mente? Improvvisamente la vedo allontanarsi da lui e nascondersi tra la folla. Decisi di inseguirla per vedere cosa fosse successo, ma di lei non c'era più traccia. 

Karlheinz:Ehi, Kanato? Hai visto per caso una signora alta, castana, con tante rose sul vestito?

Chiesi vedendolo che giocava col suo peluche come al solito.

Kanato:No, non ho visto nessuna donna.
Rita:L'ho vista io.

Mi voltai verso la mia piccolina che era dietro di me mano nella mano con Reiji e Shu. Aveva un vestitino grazioso con la parte di sopra stile camicia ottocentesca bianca e la parte di sotto era nera stile salopette con un fiocco rosso enorme al collo. Inoltre aveva i capelli lunghi fino alla spalla. La cosa mi sorprese e anche molto. Fino a stamattina aveva i capelli corti, com'era possibile che erano diventati improvvisamente lunghi?

Karlheinz:Oh..amore. Ma sei bellissima.
Rita:Grazie papà.

Mi avvicinai alla piccola inginocchiandomi a lei.

Karlheinz:Come hai fatto a far crescere i capelli così velocemente?
Beatrix:Questa disgraziata usava una parrucca invece di legarli semplicemente.

Informò Beatrix venendo dietro i figli.

Karlheinz:Cosa?
Beatrix:L'hanno scoperta stamattina e non ti dico come. Abbiamo trovato Raito in camera sua.
Rita:Non è vero! Raito era venuto a svegliarmi, papà. Non c'entra niente!
Karlheinz:Beh..ne parliamo dopo con calma tesoro. Dove hai visto che è andata quella donna?
Rita:In giardino. Sembrava andasse di fretta.

Mi alzo e vado lì dove ha detto la piccola, ma della donna, neanche l'ombra. Chi è questa Red Rose? 

***
Raito
***


Ero alla festa di Shu quando la vidi. Era una donna misteriosa, bella e carismatica. Aveva delle forme pazzesche. Non avevo mai visto una donna così bella. Era corsa via da Richter ed io l'avevo inseguita nei bagni, ma per mia sfortuna ho trovato Rita che non riusciva ad abbottonarsi il vestito.

Raito:Che ci fai qui?
Rita:Potrei chiederti la stessa cosa. Mica vuoi fare come stamattina?

Chiese facendomi venire in mente ciò che era successo. Ero nei corridoi e curioso decisi di entrare in camera di Rita per vedere come era quando dormiva. Si dice che le femmine siano orrende quando dormono, infatti mamma non è un bel spettacolo, ma con grande sorpresa la vidi, come dire...diversa dalle altre. Aveva i capelli lunghi e la pelle chiara come il colore del latte. Dormiva a pancia in giù con il cuscino accanto che lo abbracciava. Era così tenera che mi sedetti sul letto a guardarla meravigliato. La piccola si svegliò e non appena vide il mio volto incominciò ad urlare ed era normale. Incominciò a chiamarmi maniaco pervertito tirandomi dietro tutto ciò che trovava.

Raito:Ma che fai?
Rita:Vattene!!!

Urlò tirandomi il cuscino.

Raito:Vuoi la guerra? E guerra sia!!
Rita:NO!!

Non so come, ma incominciammo a fare la guerra con i cuscini finchè non venne Beatrix ad interromperci.

Rita:Ehi!! Sto parlando con te!!!

Esclamò facendomi tornare al presente.

Raito:Ma figurati!!
Rita:Mi dai una mano con la zip. Non riesco ad alzarla.
Raito:Femminuccie.

Ribatto stanco alzandogli la zip del vestito andandomene a fare un giro per cercare quella donna, ma di lei neanche l'ombra.

Shu:Perchè hai detto una cosa che non è vero?
Reiji:Già, non abbiamo visto nessuna donna.
Rita:Chi ve lo dice che non l'abbia vista?
Raito:Quale donna?

Chiesi tornando da loro e sentendo che parlavano di una donna.

Reiji:Papà cercava una donna dal vestito di rose e lei gli ha detto che era in giardino.
Raito:E' impossibile che sia lì. Sto tornando ora dal giardino.
Rita:Ehi, io l'ho vista di sfuggita che ne so io dov'è andata.
Subaru:Bugiarda!

Interruppe Subaru guardando contrariato Rita. Cos'è successo? Ah...non chiedetelo a me. Fatevelo raccontare da Subaru.
Alla prossima. Il vostro Raito!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***




Capitolo 12


***
Subaru
***


Una donna aveva detto di chiamarsi Red Rose dopo avermi guardato.La cosa mi sorprese perchè era il nomignolo che avevo dato a Rita. Alzai la testa vedendo il suo volto. Aveva l'aspetto di mia madre. Il suo modo di fare era identico al suo. Quando disse come si chiamava mi venne un colpo. Pensai:"E' impossibile che sia lei!", ma la realtà è che era proprio chi pensavo che fosse. Al collo aveva il cristallo che le aveva regalato mia madre. Non so come fece, ma sembrò svincolarsi facilmente sia da papà che da Richter ritornando bambina. Se ne stava con Raito, Reiji e Shu quando sentii i rimproveri avuti da loro, mi avvicinai incuriosito.

Reiji:Papà cercava una donna dal vestito di rose e lei gli ha detto che era in giardino.
Raito:E' impossibile che sia lì. Sto tornando ora dal giardino.
Rita:Ehi, io l'ho vista di sfuggita che ne so io dov'è andata.
Subaru:Bugiarda!

Interruppi guardando contrariato Rita. Cos'era successo? L'avevo vista. Era lei Red Rose, la donna che cerca papà. Ero pienamente convinto di ciò che avevo visto.

Rita:Subaru, che hai?

Mi chiese vedendomi contrariato. 

Subaru:Sei una bugiarda e nascondi le cose! Perchè non lo dici?
Rita:Dire cosa?
Subaru:Oh...lascia perdere!! Sei proprio come Cordelia! Una doppiogiochista infame!
Raito:Ehi! Modera le parole, mia madre infame lo è sicuramente, ma non è una doppiogiochista proprio come non lo è neanche Rita.
Rita:Raito, lascialo stare. 

Disse prendendogli la mano e calmando Raito. Si avvicinò a me che ero una bomba pronta ad esplodere da un momento all'altro.

Rita:Subaru...cos'è successo?

Domandò prendendomi la mano. Gliela sfilai di mano e con le lacrime agli occhi corsi in camera mia. Ero deluso. Perchè aveva fatto tutto questo? Perchè aveva ammaliato Richter e papà così?? Mi sentivo il cuore a pezzi. Credevo che lei fosse sincera e invece stava ingannando tutti. Incominciai a piangere, preso da questi pensieri, seduto a terra dietro la porta. La piccola, sentendo il pianto, incominciò a bussare.

Rita:Subaru? Posso entrare?
Subaru:Va via!!

Le urlai appoggiando la testa alle gambe che abbracciavo. 

Rita:Perchè non ne parliamo? 
Subaru:E di che dovremo parlare?
Rita:Di molte cose che non sai....come tsundere.
Subaru:Non mi interessa.

Inaspettatamente me la ritrovai davanti.

Subaru:Come hai fatto ad entrare?
Rita:Sono un vampiro anch'io. Te lo sei dimenticato?

"Ovvio. Ha usato il teletrasporto." pensai guardandola contrariata. La piccola si avvicinò a me accovacciandosi a terra.

Rita:Subaru? Dai, non avercela con me.
Subaru:Tu sei una doppiogiochista infame. Riesci a trasformarti in altre persone e ad ingannare chiunque, dimmi chi sei!!

Le gridai in faccia, ma sul suo volto vidi solo occhi spenti e sguardo basso.

Rita:Quello che hai visto non è una trasformazione, ma una cosa di più grande che non posso dirti.
Subaru:Vedi! Hai segreti con tutti. Sai tutto di tutti, ma nessuno sa niente di ciò che sei e di ciò che fai, me lo spieghi come sia possibile??
Rita:Io...non volevo...
Subaru:Non volevi cosa?
Rita:Ferirti.

Rispose incominciando a piangere. Abbassai il volto. Non volevo vederla così. Ero arrabbiato a morte con lei, ma mi feriva vederla così giù.

Rita:L'ho fatto perchè non voglio che tu diventi quell'essere e non voglio che la famiglia si sgretoli.

Continuò asciugandosi le lacrime e cercando di essere forte.

Subaru:Perchè?
Rita:Cordelia è il centro di tutto e Cordelia devo colpire. Per causa sua non sono neanche un vero e proprio vampiro. 
Subaru:Che vuoi dire?
Rita:Non posso bere sangue per causa del canino spezzato che ho. Non mi permette di bere e non mi sento per niente vampiro così. Che razza di vampiro sono se non posso neanche nutrirmi normalmente?
Subaru:E' stata lei a fartelo?
Rita:Si, proprio come tenterà di uccidere tua madre. 
Subaru:Ma tu chi sei?

Le chiesi sorpreso.

Rita:Sono Rita. Semplicemente io.
Subaru:Come sai tutte queste cose?
Rita:E' la domanda che mi sento più spesso dire. Come lo sai? Come hai fatto? Come lo sapevi? Chi sei? E così via. Ma a queste domande non ho risposta neanche io. Per questo rispondo sempre lo sapevo e basta. Quando sai qualcosa lo sai anche senza sapere come.

Alzai la testa e la guardai. Aveva un volto confuso e dispiaciuto. Sapevo che la sua missione era colpire Cordelia, ma non sapevo che ci sarebbero stati anche altri modi come questo per colpirla. Vedendola rammaricata cercai di cambiare discorso. 

Subaru:Tsundere.
Rita:Che?
Subaru:Che vuol dire tsundere?
Rita:Come ti stai comportando adesso.

Rispose spezzandomi il cuore. Non volevo essere una persona così cattiva, che scatta per nulla e che ferisce le persone che ama stando male principalmente io visto che sono buono dentro.

Subaru:Non voglio essere un tsundere. E' brutto.
Rita:Allora smetti di arrabbiarti! Smetti di fare tutte queste scenate. Sii te stesso come lo sei stato fin ora. Perchè anche se tu fai il cattivo,l'arrogante, lo scorbutico acido, tu sei buono, dolce e gentile dentro. Sono cose opposte l'une dalle altre. Ecco perchè ti stai comportando da tsundere. Fai il cattivo, ma qui dentro sei buono.

Disse appoggiando la sua mano sul mio cuore. Con le lacrime agli occhi mi avvicinai a lei abbracciandola.

Subaru:Rita.....non voglio essere un tsundere. E' brutto.
Rita:Lo so. Per questo devi essere te stesso e per esserlo dobbiamo eliminare Cordelia.
Subaru:Lo so, ma vederti vicino a zio Richter e vedendo il modo in cui lo ammaliavi, pensavo...

Alterata staccò l'abbraccio dicendomi:

Rita:Ehi! Potevi scegliermi un partito migliore. Ma l'hai visto? E' vecchio e pieno di rughe per non parlare della faccia d'infame che ha. Solo lui poteva mettersi con Cordelia, che poi daltronde ci sta solo per prendere il suo potere, peccato che farà la stessa fine di Cordelia.
Subaru:Cioè...?

La piccola sorrise.

Rita:Va beh...ho parlato troppo oggi. Che ne pensi di scendere a festeggiare con Shu?

Annuii alzandomi e prendendo la sua mano, mentre nei corridoi stava succedendo un putiferio.

***
Shu
***


Shu:Ehi! Finalmente sei venuto! Pensavo non venissi!

Esclamai felice vedendo il mio miglior amico Edgar. Gli avevo prestato dei vestiti nobili siccome era una cerimonia in grande con canzoni di musica leggera. Diciamo che era la classica festa aristocratica. Perchè glieli avevo prestati? Purtroppo viveva in un povero villaggio, ma si sa. L'amicizia non ha prezzo. Per questo gli avevo dato i vestiti più belli che avessi.

Edgar:Sicuro che non disturbo?
Shu:Certo che no. Vieni! Voglio farti vedere la casa.

Dissi portandolo con me in giro. Mentre gironzolavamo per casa vedemmo Rita e Subaru uscire dalla stanza di Subaru.

Edgar:Chi è quello?
Shu:E' il mio fratellastro Subaru. Non è molto socievole, ma quella affianco si. Si chiama Rita ed è la mia sorellina.
Edgar:Davvero? Non sapevo avessi sorelle.
Shu:Infatti è venuta da poco. Vieni che te la presento.

Risposi correndo verso Rita. 

Shu:Rita! Fermati!

La piccola si fermò voltandosi insieme a Subaru.

Rita:Shu. Che ci fai qui?
Shu:Devo presentarti una persona.
Rita:Una persona?

Chiese avanzando verso di noi mentre Subaru era lì fermo a guardarci.

Shu:Rita, ti presento Edgar. E' il mio migliore amico e giochiamo spesso insieme.
Edgar:Ciao.
Rita:Piacere, io sono Rita.

Disse facendo intimidire Edgar. Si, lo so. Siamo come la notte e il giorno, diversi e uguali allo stesso tempo. Lui è timido ed introverso, mentre io invece sono allegro e solare, ma si sa che l'amicizia è questo. Essere diversi e capirsi con un solo sguardo. Io ed Edgar siamo amici per la pelle e non vorrei mai separarmi da lui. Neanche morto.

Shu:Sai è piuttosto timido, ma quando prende confidenza è un gran giocherellone.
Rita:Si vede. 

Rispose scompigliando i capelli ad Edgar.

Edgar:Dai, non sono mica un bambino. Guarda che sono più grande di te.
Rita:Davvero? Quand'è il tuo compleanno?
Edgar:A Luglio. Il 23 luglio, perchè?
Rita:Ah.. beh... allora posso darti ragione. Sei più grande di me di....


Incominciò a contare sulle dite.

Rita:di 4 mesi e neanche.... 3 mesi e qualcosa.
Edgar:Perchè? Quand'è il tuo compleanno?
Rita:A novembre.
Subaru:Quando di novembre?

Domandò mettendosi in mezzo.

Rita:Il 19. Comunque è stato un piacere conoscerti. Possiamo giocare insieme qualche volta, che ne dici?
Edgar:Certo. Qualche volta che Shu viene da me, puoi venire anche tu.

Disse sorridendo. Ero felice. Il mio migliore amico e la mia sorellina sembravano andare d'accordo, nessuno l'aveva umiliato, ne tanto meno avevano capito che fosse un umano. Meglio di così non poteva andare, finchè non andammo in salone dove vedemmo Reiji.

Reiji:Che ci fa lui qui?
Shu:L'ho invitato, perchè?
Edgar:Mica sto disturbando?
Shu:No, non disturbi. Non farti tanti problemi.
Reiji:Invece disturbi e come.
Shu:Ehi! Abbi un pò di rispetto per il mio amico.
Reiji:Rispetto? Solo uno stupido come lui può essere tuo amico.
Shu:Rimangiati quello che hai detto!!
Reiji:E perchè mai? Un umano nella tana dei vampiri non può essere che un idiota, non credi?
Edgar:Vampiro?

Chiese incominciando a tremare mentre tutti ci guardavano. Edgar scappò via ed io me la presi con Reiji.

Shu:Guarda che hai fatto!!
Reiji:Ho detto la pura realtà. Vedi che è un imbecille?
Shu:Piantala!!

Esclamai con le lacrime agli occhi. 

Rita:Finitela voi due!

Disse mettendosi di mezzo. Aveva rovinato il mio compleanno e non potevo perdonarglielo. Incominciai a correre via nella direzione dov'era andato Edgar. Lo trovai poco distante dal parco che conduceva nel suo villaggio.

Shu:Edgar? Io....
Edgar:Tranquillo. Non ero fuggito per tuo fratello.
Shu:Cosa? Allora perchè sei fuggito?
Edgar:Era tutto così altolocato. Odio l'aristocrazia e gli abiti di lusso. Odio le regole e tutti quei comportamenti strani.
Shu:Mi spiace che tu l'abbia saputo così.
Edgar:Cosa? Che sei un vampiro? Guarda che già lo sapevo.
Shu:Davvero?
Edgar:Non mangi mai quando vieni a casa mia e bevi sempre quel liquido che ti porti dietro nella borraccia. Era ovvio che lo fossi.

Edgar già sapeva tutto e il fatto che mi avesse accettato aveva un valore grande per me. Lo abbracciai. Era un grande amico. Non aveva rivelato a nessuno la mia identità e questo mi rendeva fiero di lui. Il giorno seguente però, successe qualcosa di strano. Cordelia era molto amareggiata dal comportamento di Richter e Richter non guardava neanche più Cordelia. Cos'era successo? Fatevelo raccontare da Cordelia.
Un bacio, Shu.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***




Capitolo 13


***
Cordelia
***


Eccomi qui, tra i corridoi della villa Sakamaki. Ancora una volta i miei piani erano saltati, per non parlare della festa. Fu un vero disastro. Comparse quella ragazza dal nulla. Ho domandato in giro e nessuno sa nulla sul conto di quella donniciola, ma tutti dicono che se la trovono devono chiederle di uscire. Per non parlare poi di Richter. Il mio Richter è stato ammaliato da quella perfida vipera ed io mi sono trovata a giocare alla roulette tutta sola. Quando è tornato invece di chiedere chi vinceva e chi perdeva domandò della ragazza se l'avevamo vista. Quella Red Rose. Tsk...neanche fosse miss universo. Nessuno e dico NESSUNO può togliermi l'amante, anzi! Sono sempre io a togliere alle altre, mai nessuno aveva remato contro di me, ma giuro che me la pagherà. Nessuno può andarsene così perchè ha visto un'altra, anzi! Sono sempre io a decidere se lasciare o meno quella persona e non quella stupida ragazza che incanta il mio uomo. Richter da quando l'ha vista pare che io non esista neanche più. Per non parlare poi di Karlheinz. Sta sempre intorno aquella stupida bambina e mi guarda con sospetto, neanche fossi io il problema. Non so come, ma quella ragazza e quella mocciosa sembrano essersi messe d'accordo. Mi stanno davvero dando sui nervi. Devo trovare un modo per riprendermi Richter e togliergli quell'incantesimo di quella donna perfida, ma come? Incominciai a chiedermi. E mentre camminavo vidi Reiji, il secondo figlio di Beatrix, che stava andando in camera sua. Beatrix non era mai con lui, ma sembrava essersi ripresa quando è venuta quella mocciosa in casa. Allora incominciai a chiedermi:"perchè non attaccare direttamente Beatrix mettendole contro i figli?" Quale occasione era migliore di questa per confondere le idee e mettere il piccolo contro di lei? Così mi avvicinai elegantemente e severamente com'era il mio modo di fare.

Cordelia:Ehi, Reiji. Crescendo stai diventando il ritratto di tuo padre, lo sai?
Reiji:Cosa?
Cordelia:Non temere. Non sono per discutere di lui. Mi chiedevo solamente cosa ci fa un bambino solo soletto come te senza Beatrix.
Reiji:Sta cercando Shu.
Cordelia:Oh...maledetta Beatrix. Ha di nuovo messo Shu prima di te? Oh...povero piccolo.
Reiji:No, lei non ha messo Shu prima di me. Vuole solamente aiutarlo a diventare un buon capofamiglia.
Cordelia:Oh..allora non sai niente. Lei non ti vuole affatto bene. Per lei tu non esisti. Esiste solamente Shu.
Reiji:E' inutile che dici fesserie! Mia madre mi vuole bene e ha detto che baderà un pò più a me.
Cordelia:Certo, mettendo sempre al primo posto Shu e facendoti da ripiego quando non c'è.
Reiji:Mamma mi ha parlato chiaro e ha detto che deve badare prima a Shu che deve essere il capofamiglia.
Cordelia:L'ha detto per non dirti che odia passare del tempo con te.
Reiji:Cosa?
Cordelia:Se vorrebbe passare del tempo con te potrebbe farlo benissimamente educando Shu insieme a te, invece di ignorarti. Dopotutto sei molto più colto di tuo fratello. Non ti pare?
Reiji:Eh?
Cordelia:Perdonami. Forse ho parlato troppo. Dimentica ciò che ho appena detto e fa ciò che stavi facendo.

Dissi allontanandomi con il sorrisetto sulle labbra vedendolo confuso. Era talmente confuso che gli cadde il libro di mano. Mentre me ne andavo sentii pure un sussurrare mamma con un filo di voce. Almeno Beatrix adesso era sistemata per un pò.



***
Richter
***



Mi ritrovavo nel giardino della famiglia Sakamaki. Volevo riprendere la relazione con Cordelia, ma mi sentivo stranamente pensieroso e attratto da quella Red Rose che conobbi alla festa. Volevo tanto sapere chi era, dove abitasse, che tipo fosse, ma non sapevo niente di lei. Astento il suo nome. Era così misteriosa e leggiadra. Vedevo i miei nipoti giocare tra di loro a palla. Sembravano così felici. Stranamente volevo essere spensierato come loro, ma ero troppo pretenzioso. Volevo e pretendevo il sangue di Cordelia. Così, con quella rosa rossa tra le mani, decisi di farmi avanti e chiederle perdono per ciò era successo. Non appena la vidi uscire mi avvicinai.  Lei incrociò le braccia e mi diede le spalle.

Richter:Cordelia? Mia amata?
Cordelia:Amata un corno!
Richter:Perdonami. Tu lo sai che sono un uomo e gli uomini ragionano diversamente dalle donne e....solamente dopo se ne accorgono dell'errore che hanno fatto. 
Cordelia:Che vorresti dire?
Richter:Che di te sono pazzo e non posso farne almeno. Perdonami, ti prego. Senza di te, senza vedere la tua carne nuda, senza i tuoi sguardi io potrei morirne.
Cordelia:Ieri sembrava tanto che non fosse così.
Richter:Devi credermi.

Dissi mettendole davanti la rosa.

Cordelia:Chi te l'ha data? Red Rose?
Richter:No. Ho raccolto la rosa più bella per dalla alla più bella donna che conosco.
Cordelia:Tu sai sempre come ammaliarmi.
Richter:Mi perdoni?
Cordelia:Certamente, mio caro.

Rispose dandomi la mano ed io gliela baciai. Aveva abboccato di nuovo all'inganno, ma mentre stavo baciando la sua mano ebbi una pallonata diritta in faccia.

Cordelia:Caro? Stai bene?
Kanato:Ehi! Guarda che hai fatto!
?:Perdono. Mi passate la palla?

Chiese una bambina venendoci incontro facendo alterare Cordelia.

Cordelia:Stupida mocciosa screanzata che non sei altro! Vieni qui!!
Kanato:Mamma, Rita non ha fatto niente!
Cordelia:Tu stai zitto!!

Esclamò mentre la piccola veniva avanti. Cordelia la prese di prepotenza il braccio.

Cordelia:Credi di prendermi in giro per caso? Ho visto che l'hai fatto apposta.
Rita:Mamma Cordelia!! Mi fai male.
Richter:Mamma Cordelia?
Cordelia:Questa screanzata chiama tutte le mogli di Karlheinz mamma. Non farci caso.
Richter:Come tutte le mogli?
Cordelia:E' orfana e Karlheinz ha pensato bene di portarcela qui quand'era bambina.
Richter:Oh...allora è lei la prediletta.
Rita:Non sono affatto la prediletta!! Lasciatemi!!

Urlò dimenandosi. Mi avvicinai alla palla e gliela passai. Aveva un aria strana. I suoi occhi azzurri sembravano quelli di Red Rose, ma non poteva essere lei. Dopotutto era solo una bambina mentre Red Rose era una donna già formata.

Richter:Tieni!

Dissi accovacciandomi a terra e dandole la palla facendola lasciare da Cordelia. La piccola sorrise e mi abbracciò.

Rita:Grazie, zio Richter. Sei lo zio migliore del mondo.

Quella piccola aveva un modo di fare unico. Era dolce e ingenua come ogni bambina, ma riusciva stranamente ad alterare Cordelia. Mentre si allontanava la guardava con disprezzo.

Richter:Cos'avete mia amata? Sembrate contrariata.
Cordelia:Odio quella piccola. Vorrei tanto che sparisse.
Richter:Posso pensarci io madame se proprio vuole.

Risposi abbracciandola e baciandole il collo, mentre la piccola se ne andava con Kanato. Cosa successe? Fatevelo raccontare da lui.
A presto, Richter.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***




Capitolo 14


***
Kanato
***


Ero in giardino a giocare a palla con Teddy, Rita, Ayato e Raito. Come al solito usavano sempre Teddy come palla invece di farlo giocare come giocatore.

Kanato:Ehi! Non vale!! Teddy non è mica una palla?
Rita:Perchè non lo fai fare da spettatore invece di farlo giocare?
Kanato:E se poi me lo rubano?
Rita:Tranquillo, chi vuoi che te lo ruba? Dai a me.

Disse prendendolo e mettendolo sotto al porticato seduto su una sedia. Poi prese un quaderno e scrisse:"Forza Kanato!", mettendoglielo tra le mani e ritornò da me.

Raito:Ma che fai?
Rita:Se deve tifare lo deve fare bene.
Kanato:Siii..... farò goal per te, Teddy!!

Esclamai felice vedendo li il mio orsacchiotto fare il tifo per me. Mentre giocavamo arrivò Cordelia che si mise a parlare con lo zio Richter. Sembravano stessero chiarendo qualcosa, ma non capii cosa. Improvvisamente, mentre giocavamo, Rita prese il pallone tra i piedi fermandolo. Incominciò a guardare e a sentire ciò che si dicevano mamma e zio.

Ayato:Rita, ma che fai?
Raito:Passa la palla!
Rita:Un minuto!

Urlò guardando la scena. Mi avvicinai a lei per vedere che stesse facendo e ciò che vidi mi lasciò col disguasto in bocca. Zio Richter aveva dato a mamma una rosa. Erano così...bleach!

Rita:Mi fanno venire il voltastomaco.
Kanato:Perchè non continuiamo a giocare?
Rita:Un momento.

Disse vedendo la scena con disgusto.

Richter:Ho raccolto la rosa più bella per darla alla più bella donna che conosco.
Cordelia:Tu sai sempre come ammaliarmi.
Richter:Mi perdoni?
Cordelia:Certamente, mio caro.

Rispose dandole la mano. Lo zio era un grande seduttore, sapeva sempre come prendere la mamma. Rita incominciò a ridersela.

Kanato:Perchè ridi?
Rita:Vuoi vedere come interrompo il loro bel momento romantico?
Kanato:Rita! No!! Mamma si arrabbia.
Rita:E con ciò? Che mi farà? Una sculacciata? Ma chissenefrega!

Esclamò preparandosi al calcio. Cercai di fermarla, ma fu troppo tardi. Mentre lo zio stava baciando la mano della mamma gli arrivò una pallonata diritta in faccia.

Cordelia:Caro? Stai bene?
Kanato:Ehi! Guarda che hai fatto!
?:Perdono. Mi passate la palla?

Chiese facendo l'ingenua facendo alterare mamma che aveva visto tutta la scena.

Cordelia:Stupida mocciosa screanzata che non sei altro! Vieni qui!!
Kanato:Mamma, Rita non ha fatto niente!
Cordelia:Tu stai zitto!!

Mi rimproverò mentre Rita le andava incontro come se niente avesse fatto. Cordelia, piuttosto nervosa e alterata, la prese di prepotenza per il braccio.

Cordelia:Credi di prendermi in giro per caso? Ho visto che l'hai fatto apposta.
Rita:Mamma Cordelia!! Mi fai male.
Richter:Mamma Cordelia?
Cordelia:Questa screanzata chiama tutte le mogli di Karlheinz mamma. Non farci caso.
Richter:Come tutte le mogli?
Cordelia:E' orfana e Karlheinz ha pensato bene di portarcela qui quand'era bambina.
Richter:Oh...allora è lei la prediletta.
Rita:Non sono affatto la prediletta!! Lasciatemi!!

Urlò dimenandosi. Lo zio sembrò strano. Si avvicinò a lei con la palla e accovacciandosi a terra gliela diede facendola lasciare dalla mamma. La piccola sorrise e lo abbracciò. Che scena patetica. Non avevo mai visto Rita fare la smorfiosa con qualcuno. Adesso capivo il motivo per cui papà l'amava così tanto.

Rita:Grazie, zio Richter. Sei lo zio migliore del mondo.

Tornò da me con la palla tra le mani e il sorrisetto compiaciuto e mentre tornavamo a giocare chiesi:

Kanato:Perchè l'hai fatto?
Rita:Adoro far arrabbiare Cordelia.
Kanato:Sei sempre la solita.
Rita:Chi io? Ma va! Dopotutto se lo merita quella vipera.

Rispose giocando insieme a me. Intanto, nella sua stanza, Reiji era preoccupato e, mentre ordinava quei libri, pensava e ripensava a ciò che aveva detto Cordelia.

***
Reiji
***


Ero in camera mia a riordinare i libri. Mamma mi aveva chiesto di essere ordinato nelle mie cose, ma del resto era inutile che me lo chiedesse visto che lo sono già. Mentre riordinavo pensavo alle parole di Cordelia. In effetti non aveva tutti i torti. Se mamma voleva educare Shu poteva farlo anche insieme a me. Preso da questi pensieri uscii in giardino dove vidi Rita giocare con i figli di Cordelia e Cordelia che parlava tranquillamente con lo zio. Mi avvicinai a lei chiedendo dove fosse mia madre non vedendola.

Reiji:Cordelia? Hai visto mamma?
Cordelia:Beatrix è dall'altro lato. 
Reiji:Grazie.

Dissi educatamente con il libro sotto al braccio di galateo. La vampira mi venne dietro e mi fermò.

Cordelia:Reiji? Hai pensato a ciò che ho detto?
Reiji:Si, mi spiace che lei abbia detto quelle cose, ma penso che mamma lo faccia per aiutare Shu.
Cordelia:Beh...allora perchè non l'aiuti anche tu? Potresti benissimamente aiutarla togliendo le distrazioni di Shu.
Rita:Palla!!!!

Urlò arrivando la palla diritta tra me e Cordelia con una potenza assurda. Bucò addirittura il muro della villa per la violenza con cui l'aveva calciata.

Cordelia:Stupida mocciosa!! Vuoi percaso uccidermi??
Rita:Perdonami, mamma Cordelia! 

Mi avvicinai alla palla e gliela diedi.

Reiji:Tieni!
Rita:Non vieni a giocare?
Reiji:Devo leggere ora.
Rita:Sempre a leggere te, eh? Va beh...comunque ti do un consiglio, non ascoltare le perfide streghe.
Cordelia:Perfide streghe? Ce l'hai per caso con me??
Rita:Chi? Io? No. Perchè hai la coda di paglia perfida strega? 

Chiese facendole la linguaccia e andandosene. Quella bambina era piuttosto strana. Sembrava volesse dirmi di non ascoltarla, ma non potevo non farlo. Appena arrivai da mia madre vidi che Shu stava facendo progressi enormi e lei era molto concentrata su di lui.

Beatrix:Come si deve comportare un capofamiglia?
Shu:Deve dare ordini e regole. Inoltre deve essere sempre a conoscenza di tutto ciò che succede in famiglia rispettando l'etichetta.
Beatrix:Bravo. Hai studiato a quanto vedo.
Reiji:Mamma? Ho quasi finito il galateo.
Beatrix:Aspetta Reiji. Non vedi che passi che sta facendo Shu? A quando vedo la piccola aveva ragione. Lasciarti un pò libero ha dato i suoi frutti. Continuiamo, qual'è il libro delle buone maniere da rispettare?
Shu:Il galateo.
Beatrix:Ottimo.

Rispose contenta, ma io non lo ero affatto. Era proprio come aveva detto Cordelia. Sono un ripiego per mia madre e non mi considera realmente suo figlio. Mi alzai dalla sedie e decisi di ritornare in camera mia. Non appena feci due passi, mamma mi chiamò.

Beatrix:Reiji? Dove vai?
Reiji:Vado in camera.
Beatrix:Non vuoi rimanere qui con noi?
Reiji:Non mi va.

Dissi addolorato. Odiavo essere un ripiego. Una volta entrato in camera e posato il libro decisi di fare ciò che aveva detto Cordelia. Eliminare ogni fastidio e quale fastidio di Shu era peggiore del suo migliore amico? Così mi incamminai lì ed incendiai il villaggio e mentre incendiavo, Shu aveva appena finito di essere interrogato da mia madre.


***
Shu
***



Beatrix:Bene. Mi fa piacere che hai studiato. 
Shu:Posso andare a giocare ora?

Chiesi vedendo mamma orgogliosa di me.

Beatrix:Certo che puoi.

Mi alzai felice e attraversai il giardino correndo da Edgar, il mio migliore amico. Aveva detto che mi aspettava fuori al villaggio. Mentre correvo fui fermato da Rita.

Rita:Dove vai?
Shu:Vado da Edgar.
Rita:Posso venire con voi? Mi sono scocciata di giocare a palla.
Shu:Certo che puoi.

Dissi prendendole la mano e mano nella mano la portai con me nel villaggio di Edgar, ma più ci avvicinavamo e più sentivamo puzza di bruciato.

Rita:Oh..no.
Shu:Cos'hai?

Domandai vedendola preoccupata.

Rita:Corri!!

Urlò incominciò a correre e lasciandomi la mano.

Shu:Aspettami!!

Esclamai correndola dietro. Arrivammo al villaggio di Edgar dove davanti ai miei occhi vidi tanto di quel fuoco che rimasi sorpreso. Edgar non poteva essere ancora vivo e lì c'era Reiji. Era tutta colpa mia. Se non fossi uscito di casa e avessi conosciuto Edgar adesso lui non sarebbe stato il mio migliore amico e Reiji non l'avrebbe fatto.

Shu:Edgar....

Sussurrai, sentendomi le parole mancare, con le lacrime agli occhi . Cercavo di trattenermi. Di trattenere quelle lacrime e quella rabbia cosa che Rita non fece. Appena vide cos'era successo, corse da Reiji dove lo prese con prepotenza per la camicia.

Rita:Che diamine hai fatto?
Reiji:Ho fatto qualcosa di utile per mamma. Così Shu studierà e non avrà più distrazione.
Rita:Te l'ha detto Cordelia, non è così? Perchè non mi hai ascoltata?
Reiji:Mamma pensava più a Shu che a me.
Rita:Ma che centra? Shu aveva bisogno di più aiuto di te, ma mamma Beatrix ti vuole bene e anche molto. Lo vuoi capire che lei non ti da abbastanza attenzione per causa di quella vipera di nome Cordelia?
Reiji:Ma che stai dicendo?
Shu:Edgar.....Edgar!!!!

Urlai con le lacrime agli occhi. Rita si voltò verso di me e guardando Reiji disse decisa:

Rita:Portalo a casa.
Reiji:Dove vai??

Chiese vedendola correre.

Rita:Vado a salvare Edgar! Lui non deve dimenticare!
Shu:Rita!!
Reiji:No!! Torna indietro!!

La piccola non ci ascoltò e si lanciò in quelle fiamme sotto i nostri occhi. Un vampiro a contatto col fuoco difficilmente sopravvive, anzi...muore carbonizzato. La perdita che avevo avuto era grande. Non solo avevo visto bruciare Edgar, ma anche Rita. Almeno era quello che pensavo io e gli altri. Perchè? Scopritelo nel prossimo capitolo raccontato direttamente da Rita.
Col cuore infranto, Shu.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***






Capitolo 15


***
Rita
***


Eccomi qui ad affrontare queste fiamme. Come mi sono trovata in questa situazione? Beh....dovete sapere che vengo dal futuro e so per certo ogni avvenimento che cambierà i Sakamaki, come anche i Mukami. Non so ancora come sono arrivata qui, ma so che devo cambiare le cose. L'ultima cosa che ricordo era una rissa. In casa Sakamaki Raito e Subaru litigavano enormemente tra di loro. Raito era stato imperdonabile. Mi aveva baciata davanti a tutti sapendo che stavo con Kou, gli avevo dato un ceffone e avevo litigato con lui. Odiavo il suo modo di fare il perverso, proprio come odiavo il fatto che fosse così determinato ad avermi. Subaru l'aveva saputo vedendomi piangere. Era strano il rapporto che avevamo. Era un rapporto fraterno, ma andava oltre. Ci amavamo, ma non potevamo stare insieme per due motivi: il primo era il mio ragazzo, Kou, il secondo che avevo scoperto che era mio fratello. Sapevo che i vampiri erano tentati ad innamorarsi tra fratello e sorella e tra cugini, ma vedevo la cosa alquanto strana ai miei occhi. Subaru, impulsivamente, si alzò dal letto sentendo ciò che era successo e vedendo Raito lo seguì fino alle scale dove lo fermò.

Subaru:Che stavi facendo?
Raito:Non sono fatti che ti interessano!

Sentendo la discussione avvennero gli altri che cercarono di dividerli.

Ayato:Subaru, smettila!
Subaru:Ah...quindi dovrei smetterla? Eh? 
Yui:Calmatevi!

Urlava cercando di dividerli. Corsi dietro Subaru vedendo che era su tutte le furie.

Subaru:Calmarmi? Ah..certo! Mi calmo subito!
Raito:Bravo, fai il cagnolino!
Subaru:Cos'hai detto?
Kanato:Smettetela!
Rita:Vi prego, basta!

Esclamai cercando di fermare Subaru.

Subaru:Adesso ti faccio vedere io cosa succede se tocchi le cose che non ti appartengono!
Rita:Bastaa!!!!

Urlai cercando di afferrare il braccio di Subaru. Ma quest'ultimo era ingestibile, tanto che caricando il pugno verso Raito, non si accorse di me che ero dietro di lui tentando di calmarlo. Mi diede una gomitata facendomi perdere l'equilibrio essendo sul bordo delle scale. Caddi rotolando e sbattendo la testa contro la ringhiera d'argento perdendo i sensi. Non so cosa successe, ma al mio risveglio mi ritrovai nel buio. Sentivo le voci dei ragazzi urlare disperati.

Subaru:NO!! Perchè??
Raito:E' stata colpa tua!
Reiji:Non respira!
Kanato:NO! NON E' VERO! E' UNA BUGIA!

Disse sentendolo piangere. 

Rita:Ragazzi!! Sono qui!!

Sembrava non mi sentissero, ma io sentivo loro.

Subaru:E' tutta colpa tua! Se non l'avresti baciata non mi sarei arrabbiato e non saremo in questa situazione!
Raito:Ehi! Che credi che hai sentimenti solo tu? Anch'io sono innamorato di lei!
Tutti:Cosa?
Raito:Se non fosse stato per le violenze di Cordelia, l'avrei capito e sarei intervenuto prima che si mettesse con Kou.
Subaru:Se è per questo, Cordelia ha rovinato tutti. Se non fosse stato per il distacco così brusco da mia madre, se fossi stato con lei un pò di più invece di vederla solamente tramite la torre, non sarei diventato così impulsivo e Rita adesso....

Sentii piangere.

Rita:Subaru....Raito....

Sussurrai sentendo che piangevano come bambini.

Ayato:Se solo Cordelia ci avesse educato nello stesso modo...
Kanato:...perchè non siamo più uniti come prima? Prima giocavamo insieme.
Raito:E' tutta colpa di Cordelia. Lo sai. Con me faceva sesso davanti a te e ad Ayato lo emarginava. Secondo voi si può essere uniti con un educazione del genere?
Ayato:Per causa sua, non avevo capito che amavo Yui. Per 5 anni sono stato così a guardarla e ammirarla, pensando che fosse attrazione da conserva, ma lei non era così. Se non fosse stato per Rita non l'avrei mai capito.

Sentii piangere anche loro.

Rita:Ayato...Kanato...
Reiji:Se solo avessi avuto un pò più d'affetto da mia madre adesso saprei cosa c'è nel mio cuore, invece di essere freddo e distaccato dal mondo.
Shu:Se Beatrix mi avesse lasciato un pò più vivere non sarei il mostro che sono ora.  Non avrei visto morire Edgar sotto i miei occhi, non mi sarei mai trasformato in un uomo pigro, distaccato e introverso. Ero completamente diverso. 
Reiji:Aveva ragione. Karlheinz e Cordelia ha distrutto tutti noi.

Sentii ancora piangere.

Rita:Reiji...Shu....
Subaru:Rita!! Svegliati!!

Urlò con le lacrime agli occhi. Mi giravo a destra e a sinistra ma non li vedevo continuai ad urlare:

Rita:Ragazzi!! Mi sentite??? Sono qui!!!

Nessuno mi sentì. Sentivo piangere e incominciai a piangere anch'io.

Rita:Se solo avessi un modo per tornare indietro e fermare i vostri cambiamenti per rendervi migliore, lo farei.

Improvvisamente il pavimento sotto di me cedette e caddi in acqua. Sentivo il vento creare le onde. Non riuscivo ad uscire, quando poi riuscii a svincolarmi uscendo dall'acqua mi trovai al centro dell'universo. Avevo abiti diversi addosso. Avevo una camicia stile 800 e dei pantaloncini corti. Mi voltai specchiandomi nell'acqua. Ero tornata ad avere 7 anni. I miei capelli erano lunghi fino alle spalle e ricci. Proprio come quand'ero piccola.

Rita:Com'è possibile?

Mi chiesi voltandomi e pensando. Intuii tutto. Una leggenda diceva che era possibile tornare indietro nel tempo e modificare le cose. Che tornando indietro col cuore puro la persona che era in viaggio nel tempo sarebbe tornata pura all'età che aveva, ma solo tramite un cristallo che avrebbe scelto il prescelto, ed io al collo avevo quel cristallo al momento della caduta. L'avevo trovato in una palude durante le vacanze invernali e da allora lo portavo sempre con me. L'avevo avuto da Christa, non chiedetemi i dettagli perchè sarebbe troppo difficile spiegarvelo passo passo. Trovandomi al centro dell'universo decisi di tornare alla villa Sakamaki dove incontrai Subaru nel viale delle rose e da lì è incominciato tutto il percorso che sapete fino ad ora. Col cristallo che misi mentre correvo lanciandomi in quelle fiamme diventai adulta. Incominciai a cercare Edgar. Non doveva dimenticare, se l'avesse fatto Shu avrebbe avuto difficoltà a riagganciare i rapporti con lui. Tra tutte quelle fiamme lo vidi che urlava:

Edgar:Mamma!!

Lanciandosi in una casa nel villaggio. Corsi da lui, ma una sbarra cadde travolgendolo.

Rita:Edgar!!

Urlo correndo da lui senza sensi. Respira ancora fortunatamente. Lo prendo in braccio e cerco di volare per sfuggire alle fiamme, ma sono troppo alte. Non si respira. Così prendo un fazzoletto e glielo metto davanti alla bocca e al naso per non fargli respirare quell'aria, mentre io mi copro con la manica della camicia che ho addosso. Le travi non reggevano, ma non so come riusciamo ad uscire prima che cedono. Lo metto a terra e mentre sto per togliere la collana, sentii una voce maschile familiare. E' Karlheinz.

Karlheinz:Il tuo salvataggio è stato sublime.
Rita:Cosa vuole?
Karlheinz:Niente, solo chiederle il motivo di codesto salvataggio.
Rita:E' solo un bambino. Non merita di morire.
Karlheinz:Sei stata assunta dal mio subordinato, per caso?
Rita:No, non sono stata assunta da nessuno.
Karlheinz:Beh...sarei felicissimo se lei entrasse a far parte dell'organizzazione "sangue d'Eva".
Rita:Ne ho sentito parlare.
Karlheinz:Sarei felicissimo se collaborasse con me e il signor Mukami.
Rita:In che consiste?

Chiedo pur sapendo in cosa consisteva, ma devo fingere di non sapere nulla. Era un piano diabolico architettato da lui, dove aveva capito le intenzioni di sua moglie Cordelia e del fratello Richter. Sapeva che prima o poi si sarebbero rovinati con le loro mani e sapeva della prescelta, cioè Yui. Il piano consisteva di unire quattro ragazzi umani disagiati e sfruttati dalla vita, trasformarli in vampiri, farli adottare dal signor Mukami e prepararli per il piano "Adamo ed Eva". Il piano consisteva che una ragazza umana, ovvero la prescelta, davanti a tutti quei vampiri si sarebbe suicidata e gli avrebbero impiantato il cuore della figlia del signore dei demoni, in pratica Yui divenuta vampira. Sangue "di Eva" avrebbe scelto un "Adamo" che sarà in grado di ottenere il potere di controllare il mondo, e i loro discendenti avrebbero cambiato il mondo. Era il desiderio che ardeva Karlheinz, perchè solo così avrebbe visto la morte e si sarebbe liberato dell'inferno della vita. Peccato che io non avevo affatto voglia di farglielo fare, così accettai la proposta.

Rita:Ok, accetto la proposta, ma mi occuperò io dei "Mukami" invece del vostro subordinato. Dopotutto una donna sa come educare molto meglio di un uomo d'affari.
Karlheinz:Concordo. Allora provvede lei?
Rita:Ci può contare.

Rispodo stringendogli la mano per confermare il contratto. L'uomo se ne va ed Edgar si sta svegliando. Mi tolgo il cristallo diventando bambina e al suo risveglio mi vede.

Edgar:Dove sono?
Rita:Tranquillo. Sei sano e salvo.

Intanto, Karlheinz tornando a casa ebbe la notizia della mia scomparsa. Cosa successe? Fatevelo spiegare da Reiji.
Un bacio dalla vostra Rita.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***




Capitolo 16



***
Reiji
***


Rientrai stravolto a casa insieme a Shu. Mi sentivo terribilmente in colpa. Volevo piangere, ma a piangere già c'era Shu che appena entrò dalla porta di casa fece una corsa chiundosi in camera sua. Mamma appena vide la reazione di Shu ed io che stavo per piangere dal dispiacere, ma mi trattenevo si avvicinò. Avrei voluto tanto che in quel momento mi avrebbe ignorato come faceva sempre.

Beatrix:Reiji? Cos'è successo? 

Cercavo di non guardarla, ma lei si accovacciò a terra guardandomi e prendendomi con dolcezza facendomi esplodere.

Beatrix:Reiji perchè hai questa faccia? e perchè Shu piange?
Reiji:Mamma.....perdonami!!

Esclamai buttandomi tra le sue braccia piangendo.

Beatrix:Rita dov'è? Non era con voi?
Reiji:Mamma....mi spiace.....sono stato uno stupido.
Beatrix:Che significa?
Reiji:Rita non c'è più....
Beatrix:Come non c'è più? 
Reiji:E' tutta colpa mia. Aveva detto di non ascoltarla, ma non l'ho fatto. Lei....si è buttata lì....non è uscita....abbiamo visto crollare tutto. 
Beatrix:Oh..Reiji. Sembri scoinvolto. Ti faccio prepare una camomilla.

Disse prendendomi per mano e portandomi in salone facendomi fare una camomilla. Continuavo a piangere. Avevo paura della reazione di mio padre e di mia madre. Le domestiche incominciarono a chiedere cosa fosse successo. In quel momento entrarono Subaru e Raito.

Raito:Guarda come gli stanno addosso. E' davvero un ottima idea fare il disperato.
Subaru:Ma Reiji non è il tipo.

Mia madre mi venne vicino asciugandomi le lacrime con un fazzoletto.

Beatrix:Calmati e spiega cos'è successo.
Reiji:Ho.....ho....ho incendiato il villaggio mamma. 
Beatrix:E che sarà? E' stata una burlonata di bambini, no?
Reiji:No....Rita...era lì con Shu e....il villaggio era quello dell'amico di Shu e.....

Incominciai a piangere disperatamente. Subaru si avvicinò a noi.

Subaru:Dov'è Rita?
Reiji:Non c'è più.
Beatrix:L'hanno rapita.
Reiji:No.....

In quel momento rincasava papà e sentì ciò che dissi.

Karlheinz:Dov'è la piccola?
Beatrix:Non lo so. Era uscita con Shu e Reiji, ma al rientro non era con i bambini. Shu piangeva e Reiji ha visto tutto, ma non riesce a parlare.

Mio padre sentendo quello si avvicinò a me e chiese con aria severa e seria:

Karlheinz:Dov'è Rita?
Reiji:Non c'è più.
Karlheinz:Cos'è successo?
Reiji:E' tutta colpa mia. Mi dispiace papà.

Risposi piangendo. In quel momento entrò Shu con le lacrime agli occhi.

Shu:E' colpa mia! 

Urlò piangendo. Forse cercava di difendermi, ma odiavo il fatto che volesse farlo.

Beatrix:Come "è colpa tua"?
Shu:Se lei non fosse venuta con me non sarebbe entrata lì.
Karlheinz:Li dove?
Shu:Nel villaggio di Edgar. 
Karlheinz:Dici quello vicino al lago?
Shu:Si. Reiji ha incendiato il villaggio, ma è stata colpa mia. Se non le avessi lasciato la mano....
Beatrix:Che vuoi dire?
Reiji:Che lei è corsa lì dentro.

Papà incominciò ad alterarsi e ad urlare:

Karlheinz:Perchè non l'avete fermata?
Reiji:Abbiamo tentato, ma lei è testarda. 
Shu:E' entrata lì dentro. 
Karlheinz:Non può essere.
Shu:E' crollato tutto. C'è solo cenere adesso. Non può essere viva!! E' tutta colpa mia! Se non avessi conosciuto Edgar e non fossi andato al villaggio, adesso sarebbe ancora qui.
Reiji:No....è colpa mia! Io ho incendiato il villaggio.
Shu:Per colpa tua ho perso due persone a cui volevo realmente bene!! 
Beatrix:Reiji! Perchè hai incendiato quel villaggio?
Reiji: E' tutta colpa mia! Aveva detto di non farlo. Di non starla a sentire, ma non l'ho ascoltata. Mi dispiace mamma.
Beatrix:Di non ascoltare cosa?
Reiji:Cordelia. E' stata lei a dirmi di togliere le distrazioni di Shu in modo di avere più affetto da te. 
Karlheinz:Cordelia.......dovevo immaginarlo!

Esclamò autoritariamente andandosene chissà dove. Mamma mi guardava dispiaciuta e disgustata. L'avevo fatta grossa. E come lei, anche Raito mi guardava contrariato, mentre Subaru, sentendo che non c'era più, era fuggito via con le lacrime agli occhi.

Reiji:Mamma....
Beatrix:Sono delusa dal tuo comportamento. Ti facevo più maturo Reiji.
Reiji:Ma tu non mi davi attenzioni! Pensavi a Shu e non a me!
Beatrix:Ma non è questo il modo di reagire.
Reiji:Sicuramente è molto meglio del tuo ignorarmi.

Risposi piangendo e correndo via dalla sala. Ero scoivolto e sapevo che con quelle parole avevo ferito mamma. Ma doveva mettersi nei miei panni. Che avrebbe fatto lei al mio posto? 


***
Subaru
***


Ero entrato in salotto con Raito quando vidi Reiji disperato. Entrò Shu spiegando tutto ciò che era successo e ciò mi lasciò l'amaro in bocca.

Beatrix:Che vuoi dire?
Reiji:Che lei è corsa lì dentro.

Papà incominciò ad alterarsi e ad urlare:

Karlheinz:Perchè non l'avete fermata?
Reiji:Abbiamo tentato, ma lei è testarda. 
Shu:E' entrata lì dentro. 
Karlheinz:Non può essere.
Shu:E' crollato tutto. C'è solo cenere adesso. Non può essere viva!! E' tutta colpa mia! Se non avessi conosciuto Edgar e non sarei andato al villaggio adesso sarebbe ancora qui.
Reiji:No....è colpa mia! Io ho incendiato il villaggio.
Shu:Per colpa tua ho perso due persone a cui volevo realmente bene!! 

Sentendo quelle parole, pensando che la persona più cara a me era morta e non c'era più, mi sentii qualcosa dentro spezzarsi. Era una cosa dolorosa e incontrollabile. Corsi via da lì con le lacrime agli occhi. Arrivai nel viale di rose dove incominciai a prendermela con loro.

Subaru:Perchè?!?

Urlai strappandole da lì, ma successe qualcosa di inaspettato. Una mano prese la mia che aveva quelle rose in mano. Mi voltai. Era lei.

Subaru:Rita....tu sei...
Rita:Shhh....

Disse inzittendomi.

Rita:Nessuno deve sapere che sono viva.
Subaru:Perchè?
Rita:Cordelia deve pensare che sono morta. Perchè così deve andare. Nel frattempo devo aggiustare i Mukami.
Subaru:I che?
Rita:Ascolta! Qualsiasi cosa succede, tienimi informata! Ogni giorno alle 6 del mattino, qui. Ok?
Subaru:Perchè alle 6?
Rita:Fa come ti dico e non chiedere. Ti spiegherò tutto meglio quando ne sarà il momento.

In quel momento l'abbracciai.

Subaru:Torna presto. Non fare sciocchezze.
Rita:Tranquillo. Sono nata per farle.

Rispose ricambiando l'abbraccio. Quello fu il nostro ultimo contatto prima che lei sparisse. Papà era furioso, tanto che se la prese con Cordelia menandola a sangue, ma lei sembrava contenta di ciò che era successo, ma non sapeva i piani di Rita, proprio come non li sapevo neanche io. Qual'erano? Scopritelo nel prossimo capitolo raccontato da Edgar. 
Alla prossima Subaru.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***





Capitolo 17



***
Edgar/Yuma
***


Mi svegliai ritrovandomi nel bosco. Non sapevo chi ero, ma lì trovai una bambina dai capelli castani e occhi azzurri che mi fissava. Aveva un aria familiare, ma non riuscivo proprio a ricordare chi fosse. Avevo un mal di testa enorme.

Edgar:Dove sono?
?:Tranquillo. Sei sano e salvo.

Mi disse con aria dolce e protettiva mentre guardava i resti di qualcosa che era ormai cenere.

Edgar:Cos'è successo?
?:Ti racconterò tutto dopo. Adesso alzati e seguimi! Non devono trovarti qui.

Rispose prendendomi la mano e aiutandomi ad alzare. Mi portò in città. Non ricordavo nulla di me ed ero tormentato dal fatto di non sapere quella piccola chi fosse. 

?:Aspettami qui! Compro qualcosa e torno.
Edgar:Io....
?:Ehi. Tranquillo! Vuoi uno zuccherino? Così ti calmi un pò e parliamo di ciò che è appena successo.

Detto questo mi porse una borsetta di veluto. All'interno c'erano molte zollette di zucchero.

Edgar:Grazie.

La piccola entrò nel negozio, mentre io rimasi fuori a sgranocchiare quelle zollette. Erano così buone e quella piccola era tanto gentile con me. Ad un tratto vidi un gruppo di mal viventi ribelli che derubavano. Mi alzai di scatto.

Edgar:Ehi! Che state facendo?

Urlai e quel gruppo incominciò a scappare. Odiavo a morte le ingiustizie così decisi di seguirli, buttando a terra quei zuccherini. Arrivai in un vicolo cieco dove quel gruppo si fermò a guardarmi e mi spinsero a terra.

??:Ma guarda, guarda! Cos'abbiamo qui?

Chiese un ragazzo. Probabilmente capo di quella gang strana.

Edgar:Non potete rubare!! E' sbagliato.
??:Ma noi non rubiamo affatto! Prendiamo in prestito e poi già ci sono i politici che rubano. Noi facciamo solo il nostro meglio per mangiare e sopravvivere.
Edgar:Cosa?
Venturi:Io sono il capo di questa gang. Mi chiamo Venturi. Sembri un pò perso. Qual'è il tuo nome?
Edgar:Veramente...io....non lo so.

Dissi e tutti incominciarono a ridere. Mi sentivo così ridicolo. Venturi venne da me e si inginocchiò, vedendomi perso e confuso, proponendomi:

Venturi:Che ne pensi di diventare un mio seguace? 
Edgar:Un tuo seguace?
Venturi:Si. Vivremo liberi e andremo contro tutti proponendo un mondo libero e uguale per tutti, senza classi sociali o lacune. Che ne pensi?
Edgar:Non chiedo di meglio.
Venturi:Bene....da oggi in poi ti chiamerai Orso visto che non sai il tuo vero nome.
?:Il suo nome è Edgar e voi non potete prenderlo con voi!

Esclamò una voce femminile provenire dietro di me. Mi voltai ed era la bambina che era con me. Tra le mani aveva una busta con del pane caldo e guardava contrariata Venturi.

Venturi:Oh...chi sei dolcezza?
Rita:Mi chiamo Rita e sono la sorella del suo miglior amico. Ti consiglio di lasciarlo stare e non fargli avere stupide allusioni.
Venturi:Oh...una femminuccia come te non può stare mica con noi maschiacci?
Rita:Per la cronaca sono molto meglio di voi, e poi non voglio stare con voi. Io voglio che Edgar ricordi tutto e tutti, così quando si troverà di fronte al suo migliore amico, non si eviteranno.
Venturi:Tsk....che vuoi che gliene importi? Adesso ha noi come migliori amici. Giusto Orso?

Chiese mettendomi la mano sulla spalla. In quel momento non sapevo che fare. Lei era l'unica che sapeva di me, ma era anche un occasione per diventare qualcuno, liberare il mondo ed essere un eroe. Così, con basso sguardo, dissi:

Edgar:Giusto.
Rita:Beh...so che ti hanno illuso e se questa è la tua scelta non posso far altro che lasciarti vivere il tuo destino.

Disse avvicinandosi a me e mettendomi quella busta tra le mani.

Rita:Sappi che comunque vada, ci rivedremo all'orfanotrofio proprio per causa sua. 
Edgar:C...cosa?
Rita:Ricorda che viviamo in un epoca dove la guerra è morte sicura. Adesso c'è la guerra in città e presto si farà viva davanti ai vostri occhi. Divertitevi anche, rubate, ma tra qualche giorno verrà l'esercito in città con i carri armati e truppe. Stermineranno tutto e tutti, tranne te Orsacchiotto.

Rivelò scompigliandomi i capelli sorridendo e aggiungendo:

Rita:Se vuoi stare con loro tanto ci vedremo lì, in orfanotrofio. E poi ho tante altre cose da fare, ma ricordati di questo nome... Shuu Sakamaki. 
Edgar:Shuu Sakamaki?
Rita:Si. Lui è il tuo miglior amico. Poi ti racconterò tutto all'orfanotrofio, ok?

Era così sicura di se. Era strano. Non avevo mai conosciuto nessuno così prima d'ora. Almeno tra quelle persone era quella più strana. Si alzò da terra e se ne andò lasciandomi lì con la mia nuova famiglia e a mangiare quel pane caldo. Mi sentivo in colpa. Forse non avrei dovuto lasciarla andare, ma ormai ero un seguace di questa gang di strada. Venturi diceva che le femmine erano strane e  riteneva quella piccola una pazza senza un briciolo di cervello che spara scemenze a raffica. In poche parole... la derise. Così incominciai ad aiutare Venturi. La mia mansione era quello di rubare del cibo da dare a tutti i suoi seguaci, ma l'idea di rubare non era da me. Incominciai a lavorare come uno schiavo, o ciò che rivendicavo come "animali", al fine di ottenere soldi per pagare il cibo come è bene fare. Venturi aveva visto chiaro in me. Il mio sogno era ed è, ancora tutt'ora, quello di vivere un mondo senza guerre, in cui tutti sono liberi e uguali, senza classi sociali o lacune. Volevo mettere a nudo i politici corrotti e gli aristocratici viziati e arroganti del loro status, al fine di purificare il mondo della sua sporcizia. Tuttavia, accadde proprio come aveva detto quella bambina di nome Rita. I giorni passavano e la guerra si faceva sempre più sentire. Dopo due o tre giorni, mentre compravo del pane per darlo al gruppo, udii improvvisamente dei suoni di sparo, delle urla assordanti e una confusione assurda. Uscii dal negozio e da dove scappavano le persone proveniva del fumo. Vedendo la scenda, mi cadde la busta col pane da mano. Pensai alle parole della bambina e corsi lì impaurito della profezia che aveva detto. Arrivato lì mi imbattetti in ciò che aveva predetto. L'esercito era venuto in città con i carri armati e truppe. Si erano imbattuti nel mio gruppi di ribellione, ovvero quello di Venturi, e quando arrivai lì vidi tutti morti. Il fumo, la confusione, quel sangue ovunque, mi sentivo male. Non so cosa successe. Ricordo che sentivo gli occhi pesanti e affaticato. Caddi a terra perdendo i sensi. Al mio risveglio ero in una stanza. Su di me c'era un soffitto grigio. Era forse l'orfanotrofio di cui aveva parlato Rita? Dov'era ora? Perchè mi trovavo lì? L'avrei rincontrata? Beh...lo scoprirete nel prossimo capitolo. Un bacio dall'orsacchiotto Edgar!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***




Capitolo 18



***
Kou
***


Mi svegliai ritrovandomi lurido e bagnato, ma era normale visto che mi trovavo a casa. So che è un pò strano chiamare casa delle fogne, ma quello era il mio unico rifugio. Non avevo nessuno. Mia madre e mio padre mi hanno abbandonato qui qualche anno fa. Dissero che dovevo stare dov'ero venuto. Non capivo cosa volessero dire, ma neanche mi importava. Volevo vivere la vita a modo mio e non sapere niente di loro. Dopotutto non ricordavo neanche i loro volti come neanche da quanto tempo sto per le strade e per le fogne. Guardavo, impaziente, quel cielo che era sopra di me che riuscivo ad intravedere dalle grate delle fogne. Ogni giorno, appena mi alzavo, correvo lì cercando di vedelo, ma le grate me lo impedivano come sempre. Improvvisamente, udii una voce dolce e femminile dire:

?:Il cielo è una cosa meravigliosa e irraggiungibile, non ti pare?

Sorpreso mi voltai lì dove avevo udito quella voce. Era una bambina dell'età mia. Aveva una maglia lunga che arrivava alle ginocchia tutta bucata nera, era scalza e piena di cerotti e bende. Aveva gli occhi azzurri e i capelli lunghi castani. Non sembrava essere trascurata e sporca, anzi....emanava un odore di rose e ciliegie stupendo, mentre invece io puzzavo come una pantegana. 

Kou:Chi sei?
Rita:Mi chiamo Rita e sono venuta per farti vedere il cielo.
Kou:Il cielo?

Chiesi scendendo dalle grate e andando verso di lei.

Rita:Si...presto avrai vestiti puliti, una famiglia che ti vuole bene...
Kou:E' impossibile. Io...non sono accettato da nessuno. 
Rita:Non è vero. Presto verranno i soldati e ti troveranno. Anche se faranno un gesto orribile, dopo ti portaranno in orfanotrofio. 
Kou:Un gesto orribile?
Rita:Si, ma io non ti abbandono. Sono venuta per accompagnarti. Non temere.

Disse dolcemente prendendomi le mie mani sporche di fango. Sembrava che non gli facessi schifo come di solito faccio alle persone.

Kou:Chi sei? Un angelo?

Domandai vedendola troppo dolce nei miei confronti. Era pulitissima e da quel che sapevo solo gli angeli odorano di rose, era bella e protettiva. La piccola rise.

Rita:No, almeno non credo. 
Kou:Io mi chiamo Kou.
Rita:Lo so. 

Rispose accarezzandomi il viso e spostandomi il ciuffo dall'occhio destro. Mi guardava con quegli occhi piena di meraviglia. Incominciarono a farsi lucidi vedendoli.

Kou:Che fai?
Rita:Ti guardo. Guardo...ciò che sei prima di andare lì.
Kou:Lì dove?

Continuai a chiedere. La piccola fece uno strano gesto. Si avvicinò e con le lacrime agli occhi mi baciò l'occhio destro. 

Kou:Ma...cosa...?

Balbettai confuso. Improvvisamente si udirono degli spari.

Rita:Kou? Dobbiamo andare.

Annuii ed uscimmo da quella fogna. Dovevamo scappare da quelle armi e quella guerra. Mentre correvamo ci imbattemmo in un gruppo di soldati. Pensavano fossimo ribelli così incominciarono a sparare a caso. Spararono una madre e un figlio, probabilmente erano i soldati in cerca di ribelli e li avevano sparati come un esempio.

Kou:Ho paura!
Rita:Non aver paura. Andrà tutto bene.

Disse abbracciandomi. Quei soldati si avvicinavano sempre di più e non appena videro il mio volto e quello della piccola ci trascinarono in orfanotrofio. Urlavo. Non volevo che mi staccassero da lei. Era l'unica persona che aveva affetto nei miei confronti pur conoscendola da poco. Era l'unica che non mi aveva scacciato sentendo il mio fetore. L'unica che era protettiva con me. La piccola vedendo che urlavo venne da me staccandosi dall'addetta.

Rita:Ehi, calmati! 
Kou:Cosa vogliono farci?
Rita:Nulla. Solo ciò che ti avevo predetto. Tranquillo. Ci vediamo dopo.

Rispose abbracciandomi e baciandomi la guancia per poi allontanarsi con le addette. Mi condussero in un bagno dove incominciarono a spogliarmi e mi immersero in una vasca piena di schiuma e acqua. Odorava di pulito, quel pulito che non ho mai avuto fino a quell'istante. Incominciarono a lavarmi e mentre una mi strofinava la schiena, un'altra mi strofinava i capelli.

Addetta1:Mamma mia! Ma da quant'è che non si lava?
Addetta2:E' un trovatello. E' normale che sia così sporco.
Addetta1:Si, ma abbiamo cambiato l'acqua già tre volte.
Addetta2:Tranquilla, dopo questo bel bagno voglio vedere se puzza ancora di sudiciume come prima.
Addetta1:Fortuna che non ha i pidocchi.
Addetta2:L'hanno trovato e portato giusto in tempo.
Kou:Cosa sono i pidocchi?

Chiesi vedendo le addette che mi lavavano. Incominciarono a ridere, forse per la mia ignoranza, chissà. Dopo quel bel bagno mi diedero dei bei vestiti puliti. Odoravano di sapone ed erano belli caldi appena usciti dalla lavanderia. Indossai quegli abiti e li adoravo. Sembravo un aristocratico. Avevo la camicia a maniche lunghe bianca con un fiocco rosso al collo e un pantaloncino con le bredelle grigio e marrone. Dopo aver indossato quegli abiti, gli addetti mi portarono in un grande salone dove lì rimasi incantato. Rita, la bambina che avevo conosciuto, aveva un abito principesco rosa con molte increspature bianche e un fiocco rosa tra i capelli. Era praticamente stupenda, se solo non avesse avuto quel colorito così bianco-latteo, ma evidentemente lo aveva perchè non era umana. Doveva essere per forza un angelo per sapere tutto quello che stava succedendo ancor prima di accedere. Mi avvicinai a lei con il sorriso sulle labbra.

Kou:Ehi!
Rita:Come siamo belli.
Kou:Ma la più bella siete voi, madame.

Dissi facendo il galante, come fanno gli aristocratici, prendendole la mano gelata e baciandogliela. La piccola rise.

Rita:Che fai? 
Kou:Il gentiluomo.
Rita:A me sembri solo uno stupido aristocratico senza modi.
Kou:Oh...grazie, madame.

Risi. Era bello vederla ridere. Era strano. Quella piccola riusciva a prendermi e non sapevo come facesse. In quell'orfanotrofio mi sentivo un re. Mi davano da mangiare, mi lavavano, mi vestivano con abiti puliti e profumati, mi davanto tante altre belle cose che non avevo mai immaginato di aver avuto. Sopratutto uno come me che viene dalle fogne luride. La sera, fuori all'orfanotrofio, mi misi a parlare con Rita. Mi piaceva e le volevo realmente bene. Riusciva a capirmi con un gesto senza che parlassi.

Rita:Hai visto che bello?

Chiese guardando il cielo.

Kou:Si. E' stupendo. Come facevi a sapere che qui avrei avuto tutte queste belle cose?
Rita:Certe cose si sanno e basta.
Kou:Sai.... Penso che l'orfanotrofio sia come il cielo. Bello.
Rita:Beh...per te lo è, per altri invece no.
Kou:Per te non lo è?
Rita:Si, lo è, ma.....non ancora per molto.
Kou:Che vuoi dire?

La piccola mi prese per mano e sospirò:

Rita:Non ti lascerò fartelo fare.
Kou:Cosa?

Aveva un comportamento strano. Continuava a fissare il mio occhio destro. 

Kou:Ho qualcosa che non va?
Rita:E' tutto ok e....solo che....mi spiace.
Kou:Ti spiace per cosa? 

Sembrava amareggiata. Si alzò e tornò dentro senza dire una parola. Era strana, ma il giorno dopo capii il motivo della stranezza. Venni portato in un "club" che mi divisero da lei. A causa della guerra che stava succedendo, il paese aveva bisogno di denaro, proprio come l'orfanotrofio. Per guadagnare denaro facile per finanziare la guerra, il club aveva scelto bei bambini come me dall'orfanotrofio e li offriva come merce e "intrattenimento" per aristocratici. Quando arrivai in quella lussuosa casa, venni affidato ad un bambino aristocratico dove mi guardò con malizia e cattiveria.

Kou:Piacere, io sono Kou.
Bambino:Non mi interessa il tuo nome!!

Esclamò spingendomi a terra.

Kou:Ma che fai?
Bambino:Voglio divertirmi con te.

Così venni frustato, tagliato, picchiato e torturato. Ero talmente torturato che i  miei lividi e le mie ferite non avevano il tempo di guarire. Non volevo pensare a quel pestaggio doloroso. Pensai che volevo credere nelle belle cose e che un giorno sarei stato felice come aveva detto Rita, ma ero debole. Alla fine, ho accettato che la situazione era un inferno e mentre io cercavo qualcosa per fermare quell'inferno, qualcun altro era preoccupato per l'assenza di Rita.

***
Karlheinz
***


Eccomi qui sul luogo del delitto. Qui la mia piccola è morta. In questo villaggio. Perchè mi trovo qui? Voglio vedere il suo piccolo corpo e fargli una degna sepoltura, ma queste indagini stanno da 2-3 giorni e ancora non hanno trovato nulla. Ci sono tanti corpi bruciati e carbonizzati. Fino ad ora ancora non ho trovato nulla di lei. Niente, neanche i resti dei vestiti. La cosa mi sembra assurda. Richter, mio fratello, mi sta aiutando nelle indagini. Crede che non l'abbia capito che lo fa per portare notizie della mia piccola a Cordelia e festeggiare con lei la morte della mia adorata figlia. Tsk...che uomo assurdo e infame, peccato che io sono molto peggio di lui. 

Mukami:Signore? Non c'è traccia della piccola.

Mi informò il mio subordinato e segretario Mukami lasciandomi di stucco.

Karlheinz:E' impossibile che non ci sia traccia. 
Mukami:Signore? Siamo sicuri che non sia riuscita ad uscirne? Ricorda qualche particolare che possa esserci d'aiuto?

Chiese facendomi venire in mente Red Rose che era accanto al corpo dell'amico di mio figlio Shu al momento dell'incendio.

Karlheinz:Adesso che ci penso...che ci faceva lì?
Mukami:Chi?
Karlheinz:C'era Red Rose.
Mukami:Red Rose?

Domandò facendo voltare Richter che si avvicinò a noi.

Karlheinz:Si. E' una donna che è venuta alla festa di mio figlio Shu. Ora che ci penso aveva salvato un bambino, ma....è assurda l'ipotesi che sto pensando.
Richter:Quale ipotesi?
Karlheinz:Nessun vampiro riuscirebbe a cambiare forma diventando adulta e anche se avesse questo tipo di potere è praticamente assurdo pensare che quella donna è la mia Rita. Anche perchè si mostrava molto matura per come si comportava, non arrivava mai alla maturità di Red Rose. La mia piccolina è ingenua e dolce, mentre Red Rose è una tentatrice professionista e doppiogiochista. Quindi escludo che sia lei.
Mukami:Però....se non ricordo male, ha detto che aveva gli stessi occhi di vostra figlia.
Karlheinz:Si..ma.....

In quel momento incominciai a pensare al confronto tra le due. Era strano. Una parte di me voleva che Red Rose fosse mia figlia, ma l'altra parte non lo accettava. La vedevo troppo donna per essere una bambina di 7 anni. Così presi la mia decisione.

Karlheinz:Mukami? 
Mukami:Si, signore?
Karlheinz:Fate delle ricerche. Vedete se c'è una donna chiamata Red Rose tra i vampiri e portatemi tutte le ricerche.
Mukami:Certo,signore.

Rispose mettendosi all'opera mentre  io me ne tornai a casa. Reiji e Shu erano a pezzi. Da quando Rita se ne è andata nessuno conduce più la vita di prima. L'unico che stranamente è rimasto intatto è Subaru, anzi...si sveglia nella mattinata e va sotto alla torre,come ogni volta,per vedere Christa. Sembrava che con Rite era in rapporti migliori rispetto agli altri fratelli, ma era come se non se ne fosse mai andata da lui. Beatrix, per far riprendere Reiji e Shu aveva deciso di passeggiare un pò con loro. A casa non c'era nessuno apparte Subaru che continuava a guardare su quella torre e Cordelia che educava Ayato e si faceva cantare una canzone dal Kanato. Aveva un aria così felice quella perfida strega. Non volevo vederli, così decisi di andare a lavoro per scoprirne di più. Intanto, a mia insaputa, qualcosa accadeva nel viale vicino alla torre. Cos'era? Fatevelo spiegare da Subaru. 
A presto. Karlheinz

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***




Capitolo 19



***
Subaru
***


Subaru:Rita!

Esclamai vedendola nascosta nella torre. Mi accertai che non ci fosse nessuno e mi avvicinai a lei abbracciandola.

Subaru:Che bello rivederti.
Rita:Si, sono felice anch'io. Allora? Ci sono novità?
Subaru:Papà sta indagando nel villaggio. 
Rita:Lo so. Ho notato Richter che guardava come un segugio dove potessi essere insieme ad un altro uomo.
Subaru:Ci vorrà ancora molto a te prima che torni?
Rita:Penso di si. Almeno qualche altro giorno. Almenoche......
Subaru:Almeno che...cosa?
Rita:Se scoprissero che sono Red Rose e venissero all'orfanotrofio dove sto aiutando i miei amici sarebbe un guaio.
Subaru:Dobbiamo trovare un modo per depistarli.

Dissi incominciando a pensare. La piccola mi diede una busta.

Subaru:Cos'è?
Rita:Dobbiamo bruciare questi panni e metterli dove stanno indagando.
Subaru:Cosa? Ma è troppo rischioso.
Rita:Tu bruciali, poi ci penso io a metterli lì.
Subaru:Ma che stai facendo in orfanotrofio di così importante?
Rita:Aiuto i Mukami.
Subaru:I Mukami?
Rita:Si, saranno presto i figli adottivi del subordinato di Karlheinz. Devo riuscire a renderli forti e fargli tornare la memoria a Edgar. E' per il bene di Shu.
Subaru:Cosa? Edgar è sopravvisuto alle fiamme?
Rita:Si, avrei potuto anche non salvarlo visto che lo avrebbe fatto Karlheinz, ma volevo che ricordasse. Purtroppo qui sta andando tutto a rotoli. Ogni modifica che voglio apportare, l'unica che è andata bene è a te e a Reiji che ha avuto un pò d'affetto da sua madre. Il resto sembra andare tutto male.

Confessò preoccupata. 

Subaru:Tranquilla. Vedrai che andrà tutto bene. 
Rita:Adesso devo tornare in orfanotrofio prima che Kou faccia qualche scemenza.
Subaru:Kou?

Chiesi sorpreso non sapendo chi era. La piccola si voltò verso di me e con un sorriso disse:

Rita:Giusto. Tu non sai nulla su di lui. 
Subaru:Chi è?
Rita:Una persona a cui tengo. Tutto qua.
Subaru:Non sarà mica qualcuno che ti piace?

La piccola abbassò lo sguardo arrossendo e la cosa mi ferì anche non capendone il motivo. La risposta che diede fu al quanto strana.

Rita:Non mi piace.
Subaru:Cosa?
Rita:Non mi piace....perchè....cioè... ci tengo a lui...come dire....è la classica persona insopportabile, infame, egoista, egocentrica narcisita che se deve insultarti lo fa senza problemi, ma....è anche dolce e sensibile, affettuoso...è come Raito in effetti.
Subaru:Che vuoi dire?
Rita:Insopportabile, ma se non ci fosse dovreti inventarlo.
Subaru:Che?
Rita:Senza di lui non saprei come vivere. Raito è un pervertito nato, ma se non fosse così sarebbe noioso, lo stesso è Kou. E' un infame in cerca di vendetta dalle sofferenze subite, ma interiormente è fragile. Se non fosse così egoista ed egocentrico non fosse lui, come te, se non fossi dolce e sensibile non saresti il Subaru che voglio bene. Non so se capisci.
Subaru:E' un discorso molto contorto, ma... credo di capire a cosa intendi dire. E' come la situazione mia e di mia madre, giusto? Cioè che anche se non mi da affetto e sta rinchiusa qui, in questa torre, la voglio ugualmente bene...vero?
Rita:Esatto. Anche se è considerata pazza, è pur sempre tua madre. Le vuoi bene, ti batte il cuore, ti fa soffrire vederla così, ma è proprio per questo che stai sempre qui. Anche soffrendo non puoi farne almeno.

Rispose facendomi rimanere l'amaro in bocca.

Subaru:Quindi...ti sei innamorata di lui.
Rita:Diciamo che è una situazione delicata.

Disse. Abbassai lo sguardo. Sentivo il cuore a pezzi. La piccola mi accarezzò il volto aggiungendo:

Rita:Ehi! Tu vieni sempre prima degli altri. Se non fosse così non fossi qui. Non credi.

Sorrisi e l'abbracciai per poi staccarci. Doveva andare in orfanotrofio ed io....avevo quei suoi abiti da bruciare prima che papà se ne fosse accorto di chi era veramente. 


***
Kou
***


Eccomi qui, in camera degli aristocratici. Volevo fermare questa tortura e questo inferno. Non volevo essere più un animale da intrattenimento per quegli stupidi nobili. Così decisi di fermare l'orfanotrofio. Nel tentativo di fermare questa tortura e fermare il dolore in me, di essere trattato come un giocattolo di un aristocratico, mi lamentai che il mio occhio destro, coperto dal ciuffo, non avrebbe mai più visto il cielo azzurro che desideravo tanto vedere di nuovo. Anche perchè a causa dei pestaggi era completamente chiuso e viola che non si apriva. Sentivo che era inutile tenerlo così feci l'errore più grande della mia vita. Decisi di sfigurarmi e togliermelo con una forchetta davanti all'aristocratico, come mezzo di protesta, ma la reazione fu altro. Purtroppo, era quello che gli aristocratici desiderano di più. Amavano i miei occhi color cielo e volevano sfigurarmeli, ed io....stupido com'ero....ero caduto nella loro trappola. Incominciarono a prendermi in giro, mentre piangevo dell'errore commesso. Ricordavo la scena di Rita che me lo baciava e sentivo un gran dolore al petto. L'avevo sicuramente delusa. Improvvisamente, dinanzi a me, apparve lei dal nulla. Si voltò verso di me annussando nell'aria. Aveva quell'azzurro degli occhi illuminati da una strana luce fluorescente. 

Kou:R....Rita...

Balbettai vedendola strana. Mi venne vicino e mi prese il volto. Con le lacrime agli occhi leccò il sangue che scorreva dall'occhio.

Rita:Sono arrivata tardi.....

L'aristocratico incominciaò a prenderci in giro, ma lei sembrava non reggere alle provocazioni. Era nervosa. Molto nervosa.

Rita:Ehi! Moccioso!! Dì un altra parola e giuro che ti prosciugo tutto il sangue che hai nelle vene.
Bambino:Oh...certo! Guarda chi ha parlato! Il vampiro. O dovrei chiamarti sanguisuga??

Disse incominciandola a deridere. Ero mortificato di quella situazione. Incominciai a piangere e le lacrime mi bruciavano l'occhio destro. Non avrei mai voluto che lei mi avrebbe visto così. 

Kou:Mi spiace...io......non dovevo. Sono uno stupido.

La piccola mi accarezzò il volto dolcemente, ma vedendomi piangere disperato, non riuscì a reggere la situazione. Si avvicinò come un fulmine all'aristocratico trovandosi dietro di lui. Lo prese per la gola alzandolo in aria. Aveva un aria spietata, mentre alzava in aria l'aristocratico spaventato ed io avevo seriamente paura. Non l'avevo mai vista nelle sue vere vesti. Con quegli occhi illuminati mostrò il suo canino affilato con la sua vera realtà. Era un vampiro. Si leccò quel canino pronta a morderlo. 

Bambino:No!!Lasciami!!
Rita:Lasciarti? Ah...giusto. 
Bambino:G...giusto??
Rita:Sangue per Kou....sangue anche per te....

Rispose con aria maligna e infame scaraventandolo contro il muro. Al muro era appoggiato uno specchio e l'aristocratico finì con la schiena su di esso rompendolo e ferendosi. 

Rita:Oh....che sfortuna. 7 anni di guai per uno specchio rotto. Peccato.

Disse voltandosi verso di me e incamminandosi, quando quest'ultimo si alzò e prendendo un bastone di legno da terra corse dietro di lei per picchiarla. A quella scena non seppi resistere e urlai:

Kou:Rita!!! Dietro di te!!
Bambino:Prendi questo!!!

Cercò di dandogliela in testa, ma lei fu più agile di lui. Sparì per un secondo ritrovandosi dopo un attimo dietro all'aristocratico. Con una forza innata, prese quella mazza.

Rita:No,no,no....Non ci siamo proprio. Le tue buone maniere sono peggio delle bestie. Non sai che le donne non si toccano?

Chiese ironicamente spezzando quella mazza con la forza che aveva nella mano impaurendolo e facendolo fuggire via. Si voltò verso di me che mi ero rintanato sotto al tavolo. Mi ero rifugiato lì perchè avevo paura di lei. Era diventata ingestibile e furiosa, ma mi guardava sempre con quell'aria di tenerezza. Mi venne vicino accovacciandosi a terra.

Kou:Che vuoi da me?
Rita:Kou...hai paura?
Kou:E' ovvio che ne abbia! Sei un mostro. 
Rita:L'infamità si combatte con la giustizia, anche se a volte può sembrare infame anche quella.
Kou:Lo hai praticamente rovinato.
Rita:Chi? Io? Perchè? Non hai visto che ha fatto a te?

Domandò accarezzandomi il volto sporco di sangue per l'occhio. La piccola cercò di spostarmi i capelli dall'occhio ed gli tolsi la mano. Non volevo fargli vedere che ero senz'occhio. Mi sentivo umiliato e inutile.

Kou:No....è orrendo!
Rita:Lo so, ma non starai così ancora per molto. Avrei voluto che non avessi avuto l'occhio di vetro, ma non ci sono riuscita. Dopotutto il destino non si può cambiare, o sbaglio?
Kou:L....L'occhio di vetro?
Rita:La tua nuova famiglia te lo darà.
Kou:Tu sei pazza! Continui a dire cose senza fondamenti. Che ti importa di me? Chi diamine sei?? Perchè mi stai accanto? Da dove sei uscita? Non ti ho mica chiamato io? Perchè continui a dire della famiglia? Perchè?? 

Urlai con le lacrime agli occhi. La piccola, inaspettatamente, appoggiò le sue labbra alle mie teneramente. Era strano. Sentivo il cuore a mille. Non so se era per la paura o per il bacio. Era la prima volta che davo un bacio così. La piccola si staccò prendendo il mio volto e continuò a leccarmi l'occhio. L'avevo definita mostro, ma in realtà era molto dolce e protettiva. Sembrava quasi che volesse prendersi cura di me. 

Kou:Perchè.....mi stai attorno e ti prendi cura di me?
Rita:So che stai pensando di ucciderti a causa dell'occhio e di ciò che è appena successo.
Kou:Come fai a saperlo?
Rita:Io e te siamo simili. Anch'io lo vorrei in questa situazione, ma...la vita è un dono meraviglioso e anche se tentassi di ucciderti, non ci riusciresti. Credimi. Sei troppo uguale a me.
Kou:Chi te lo dice?
Rita:Provaci pure se vuoi. 

Disse convinta. Così tentai il suicidio, ma era come aveva detto. Non riuscivo ad uccidermi. Gli addetti dell'orfanotrofio vennero proprio quando avevo quel coltello tra le mani. Pensarono che ero stato io a conciare male e ad impaurire l'aristocratico bambino così mi chiusero nella cella di punizione dove incontrai un bambino dai capelli lunghi e occhi castani. Non aveva l'aria di un burlo, così mi avvicinai.

Kou:Non sembri un burlo. 
?:Infatti non lo sono.
Kou:Come hai fatto a finire qui?
?:Ho picchiato uno per aver parlato male del mio capo gruppo, te??
Kou:Comportamento indegno nei confronti degli aristocratici.
?:Capisco. Quindi eri nel "club".
Kou:Esatto.
?:Ti hanno trattato come un giocattolo, giusto?
Kou:Si.

Mi avvicinai a lui e amichevolmente gli dissi:

Kou:Piacere, io sono Kou.Tu chi sei?
Edgar:C'è chi mi chiama Orso, chi Edgar, ma chiamami come vuoi. Ormai non so più niente di me. Ho perso la memoria in un incidente e l'unica persona che sapeva di me, l'ho abbandonata. Aveva detto che ci saremo rincontrati qui, ma fino ad ora non l'ho ancora vista.

Così incominciammo a parlare e diventammo amici. Poco dopo, incontrai Ruki, un bambino aristocratico diventato orfano e povero. Mi insultava chiamandomi perdente. Lui mi aveva visto durante il mio tentativo di suicidio. Cercai di negare, ma in quell'inferno non sapevo proprio che fare. Rita sembrava essere dissolta nel nulla e mentre io architettavo un piano insieme ad Edgar per fuggire, qualcun altro faceva la sua conoscenza. Chi? Fatevelo raccontare da lui. 
Un bacio. Kou.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***




Capitolo 20



***
Azusa
***


Ero in giro per le strade. Avevo fame, una fame che potevo morire quando vidi quella donna avvicinarsi. Era bella, con capelli lunghi e ricci e occhi azzurri. Era molto carismatica.  Si accovacciò sul ciglio della strada dov'ero seduto.

?:Finalmente ti ho trovato.
Azusa:Chi sei?

Chiesi vedendola sorridermi con un aria dolce e protettiva.

?:Non chiedere. Hai fame, vero? Ecco! Questi sono per te.

Disse dandomi una busta. In quella busta c'era pane, acqua, prosciutto e mele. 

Azusa:C...cosa?

Alzai lo sguardo verso la donna e sembrava essersi dissolta nel nulla. Anche se mangiavo felice sentivo di essere inutile. Dopotutto che scopo avevo nella vita? Non ho casa, non ho amici, non ho famiglia. La mia esistenza in questo mondo non aveva alcun significato, finchè non conobbi quei tre ladruncoli di Justin, Melissa e Christina, che picchiandomi per qualsiasi motivo ridicolo mi facevano sentire stranamente meglio. Sentivo il dolore e quel dolore mi piaceva, perchè voleva significare che ero vivo. Ogni volta che succedeva ridevo. Lo apprezzavo perchè era la prova che  ero vivo ed esistevo dando un significato alla mia vita. Fino a qualche giorno dopo. Justin, Melissa e Christina erano stati uccisi da un nobile che stavano cercando di rubare. Piansi. Ero rimasto di nuovo solo e nessuno mi avrebbe più picchiato facendomi sentire sulla pelle che ero vivo. Un poliziotto felice si avvicinò.

Poliziotto:Hai visto? Ti abbiamo tolto quei 3 ribelli di torno. Così non avrai più violenze. Sei contento?

Abbassai la testa e il poliziotto mi scompigliò i capelli andandosene. La polizia sapeva che mi trattavano male. Pensavano fossi contento della morte dei 3, ma non era affatto così. Incominciai a vagare da solo per le strade nuovamente, ma svenni davanti a un negozio. Il negoziante mi prese a calci, dicendo che  interferivo con la sua attività. Incominciai a ridere. Finalmente avevo trovato qualcun altro che mi faceva sentire vivo.


Azusa:Ancora!! Mi calci di più!
?:No!

Esclamò una bambina mettendosi davanti. Aveva i capelli castani e occhi azzurri. Si voltò verso di me e mi aiutò ad alzarmi.

?:Tutto bene?
Azusa:Si...tranquilla. Adoro essere calciato.
?:Dovrebbero piacerti le carezze non i calci.

Il negoziante disgustato dal comportamento di noi due, ci portò all'orfanotrofio. Lì incominciai ad avere molti amici, ma quella piccola era sempre presente. Sembrava un ombra attaccata a me.

Azusa:Perchè continui a guardarli?
?:Evito che ti picchino, visto che già sei strano di tuo.
Azusa:Comunque non so ancora il tuo nome.
Rita:Mi chiamo Rita. Tu sei Azusa. 
Azusa:Come sai il mio nome?
Rita:So tutto. Ne vuoi un pò?

Disse offrendomi il pane che aveva tra le mani. Aveva qualcosa di familiare, ma non capivo cos'avesse.

Azusa:Ci siamo già incontrati per caso?
Rita:Può darsi.

In quel momento entrarono nella stanza due bambini che incominciarono a fissarci mentre mi offriva quel pane. Uno di quello l'abbracciò da dietro.

?:Rita!!!!

Urlò il biondo quasi stritolandola.

Rita:Lasciami! Così mi fai male.
??:Oh...a quanto vedo la conosci anche tu.

Ribattè il moro guardandoli stranito. La piccola guardò il moro sorridendo.

Rita:Te l'avevo detto che ti avrei ritrovato.
??:Chi è il tuo amico?

Chiese avvicinandosi.

Azusa:Io....mi chiamo...Azusa.

Balbettai guardandoli in modo strano. Il moro si sedette accanto a me e spezzò il suo pane offrendomelo.

??:Tieni! Sembri affamato.
Azusa:Grazie sei molto gentile..
??Io mi chiamo Orso.
Rita:Edgar!!
Edgar:Che c'è? Se vuole chiamarmi Edgar o Orso è la stessa cosa, no?
Kou:Io, invece, mi chiamo Kou.
Rita:Com'è andata in questi giorni?
Kou:Ho conosciuto Edgar e un altro. Ma sinceramente non so che pensare.
Rita:Ruki?
Edgar:Come fai a conoscerlo?
Rita:Ve l'ho detto. So tutto.
Kou:Ovvio che sai tutto. Tu sei un vamp.....

Non finì di dire la parola che gli tappò la bocca con la mano.

Rita:Ah..scusatelo! Spara sempre scemenze!
Edgar:Stiamo progettando di scappare. Volete unirvi a noi?
Kou:Lei è con me! Se non viene, io rimango qui con lei!
Azusa:Sembrate essere molto amici...è bello. Vuol dire che qualcosa di buono c'è ancora.
Edgar:Hai già incontrato Ruki?

Chiese guardando la piccola.

Rita:Non ancora. Anzi...vado a fargli una visitina subito.
Kou:Aspetta! Vengo con te!!

Esclamò prendendole la mano e allontanandosi con la piccola, mentre io rimasi lì con il mio nuovo amico Edgar.


***
Ruki
***


Ero nei corridoi dell'orfanotrofio. Nessuno mi sopportava. Il motivo? Sono un ex-aristocratico e, come ogni uomo d'affari che si rispetti, avevo il mio caratterino acido e scontroso. Insomma....ritenevano il mio atteggiamento troppo negativo. Gli unici  che erano decenti per me erano Kou e Edgar. Avevamo progettato di fuggire da quest'inferno, ma il progetto ancora doveva essere ultimato. E mentre camminavo, qualcuno urlò il mio nome. Era Kou.

Kou:Ruki!!

Mi voltai e insieme a lui c'era una bambina dai capelli castani ed occhi chiari. Sicuramente la solita ficcanaso rompiscatole. Dopotutto le femmine sono così.

Kou:Ruki, ti presento Rita.
Ruki:Ah...è lei la bambina che hai detto che ti ha salvato.
Kou:Esatto.
Ruki:Sembra una bambina come le altre. 
Rita:Ehi, invece di fermarti alle apparenze perchè non pensi a ciò che c'è infondo alle persone.

Disse colpendomi. Quella piccola aveva tenacia da vendere. Eppure era una femmina, di solito le femmine sono stupide e ne capiscono poco.

Ruki:Io non mi fermo alle apparenze.
Rita:Ah...davvero? Per uno stupido aristocratico capriccioso e viziato andato in banca rotta che ha visto il suicidio del padre e che ha aspettato nella propria villa il ritorno della madre andata via con il suo amante senza darsi pace, credo che non sia affatto come dici. Se non ti saresti fermato alle apparenze avresti accettato la verità, non ti pare?
Ruki:C...come diamine...?

Ero sconvolto. Come faceva a sapere cosa fosse successo? Rimasi lì a guardarla incredulo, finchè Kou non le mise la mano sulla spalla.

Kou:Non ci far caso. Lei spara tutto così senza fondamenti.
Rita:Però lo sai che non sbaglio mai un tiro.
Kou:E' ovvio. Perchè tu sei...

La piccola lo guardò storto e Kou si stoppò.

Kou:Ok...non parlo più.
Ruki:Cos'è?
Kou:Non posso dirlo. Lei non vuole.
Rita:Dovete fare come vi dico. Il piano che avete in mente non riuscirà subito.
Ruki:Ecco l'uccello del mal augurio.

Dissi sentendo la piccola che incominciava a secciare sul piano senza sapere di cosa si trattava.

Rita:Non riuscirà perchè se ne accorgeranno e vi cattureranno.
Ruki:Senti, femminuccia! Sta al tuo posto! Non potranno mai catturarci.
Rita:Fa come vuoi. Sai come si dice. Uomo avvisato, mezzo salvato. Per la cronaca passerà un pò di tempo prima che uscirete definitivamente da qui. Che lo voglia o no. Ah...un altra cosa. Di di nuovo che Kou è un perdente mentre fissa il cielo e le cicatrici che avrai come punizione per la tua fuga te le farò io personalmente.
Ruki:Che??

Domandai incredulo. Quella bambina era strana. Se ne andò contrariata e Kou la seguì. Sembrava un segugio. Era sempre dietro a lei. Anche se non la conoscevo affatto, odiavo quando qualcuno si intrometteva togliendomi ogni speranza. E' insopportabile, proprio come lei. Dov'erano andati? Ah...non chiedetelo a me. Parlate con Kou. Io che ne so?
Un saluto dal vostro Ruki.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***




Capitolo 21



***
Kou
***


Kou:Dove vai? Aspettami!

Esclamai allontanandomi da Ruki con Rita. La presi per mano e lei si fermò.

Kou:Cos'hai?
Rita:Sono degli stupidi.
Kou:Cosa?
Rita:Promettimi che non scapperai con loro.
Kou:Perchè? Lo sai meglio di me che è un inferno qui!
Rita:Si, ma se andrai ti ridurranno in fin di vita. Lo sai che significa? Altre cicatrici e tu già ne hai troppe.
Kou:Io....
Rita:Kou...guardati! Hai una benda che ti copre l'occhio, cicatrici ovunque, vuoi davvero continuare a soffrire e non vedere più il cielo azzurro?
Kou:E se ti sbagliassi?
Rita:Non posso sbagliarmi. Non l'ho mai fatto...

La piccola aveva gli occhi lucidi. L'abbracciai.

Kou:Rita...tu non rimarrai qui, proprio come non rimarremo neanche noi. Tu ci inseguirai, ok? Il piano andrà alla grande. Me lo sento. Sono giorni che ci stiamo lavorando.
Rita:Lo so, ma non andrà come pensate.
Kou:Tranquilla. So che di loro possiamo fidarci.
Rita:Kou....loro sono la tua famiglia. 
Kou:Che?

Chiesi staccandomi da lei.

Rita:Devo andare.
Kou:Ehi! Aspetta!!

Rita sparì nel nulla ed io rimasi lì a guardarla dissolversi pensando a ciò che aveva detto.

Kou:La mia famiglia?


***
Raito
***


Ero in giardino a giocare con Kanato. Nulla era come prima. Era tutto così silenzioso da quando Rita era scomparsa. Mio padre gli stava prendendo la testa. Incominciò a pensare che Red Rose fosse lei. Era assurdo. Come faceva Rita ad avere quelle bocce che ha Red Rose? Poi c'è una gran differenza d'età. Era assurdo. 

Kanato:Teddy? Andiamo a giocare dentro. Non voglio stare all'aperto.

Disse entrando dentro casa. Incominciò a piovere e decisi di farmi un giro per il giardino quando vidi un ombra aggirarsi per il viale di rose. Incominciai a correre e lì vidi Subaru con una busta tra le mani. Sembrava che aspettasse qualcuno accanto la torre. Improvvisamente vidi comparire una sagoma dietro di lui e lui corse dentro la torre. Era tutto fin troppo strano. Mi avvicinai e con grande stupore vidi Rita. Era lì, sana e salva. Subaru l'abbracciava felice. Era tutto così ovvio. Ecco perchè Subaru non avvertiva la sua mancanza. Continuavano a vedersi in segreto, ma....perchè?

Rita:Fatto ciò che ti ho chiesto?
Subaru:Si, è tutto qui dentro.

Rispose dandogli una strana busta di plastica.

Rita:Cordelia sospetta qualcosa?
Subaru:Ancora no. Beatrix cerca di dare il più possibile a Shu e Reiji.
Rita:Meno male. Almeno la mia scomparsa ha fatto avvicinare un pò più a Reiji con la madre.
Subaru:Si, ma Cordelia sembra darsi da fare, proprio come Karlheinz.
Rita:Lo so. Tra un pò dovrebbe rovinare Raito.
Subaru:Come rovinarlo?
Rita:Cerca di tenerlo lontano dalle domestiche, sopratutto da una certa Hilda. Cordelia è spietata e vuole buttarlo nelle braccia di una di loro. 
Subaru:Che?
Rita:Non chiedermi il motivo, che non lo so neanche io. Penso che voglia renderlo fragile. Lui è debole emotivamente, quindi cerca di stargli accanto e non farlo fare niente che già ora è perverso. Finirà per non capire il senso dell'amore così.
Subaru:D'accordo, ma tu devi riandare?
Rita:Subaru...lo sai.
Subaru:Tra quanto tornerai?
Rita:Spero presto.
Subaru:Non capisco ancora perchè continui ad andare da loro.
Rita:Subaru...già te l'ho spiegato.
Subaru:Si, ma tu sei la mia rosa rossa.

Disse prendendole le mani. 

Rita:Devo andare.

La piccola svanì nel nulla. Sembrava essersi volatilizzata. Era un vampiro, ma tecniche come il teletrasporto erano piuttosto complicate. Mi nascosi e Subaru incominciò a correre verso la villa mentre io rimasi lì a pensare.

Raito:Così vuole rovinare Cordelia, eh? In effetti ciò che ha fatto l'altro giorno con Ayato è stato crudele, proprio come ha fatto con me e Kanato. Ora capisco cosa voleva dire quando diceva di stare uniti. Beh...Cordelia vuole la guerra? E che guerra sia!

Esclamai deciso correndo dentro casa. Subaru continuava a tenermi d'occhio mentre le domestiche pulivano e mi guardavano in modo strano. Mia madre entrò in soggiorno chiedendo alle domestiche:

Cordelia:Avete notizie della piccola?
Domestica:No, signora. Il signor Karlheinz ha detto che stanno facendo indagini su indagini e della piccola non c'è neanche l'ombra.
Cordelia:Spero sia diventata cenere.
Domestica:Che?
Cordelia:No, dicevo spero che non sia diventata cenere.
Domestica:Speriamo. E' ancora così giovane.
Raito:Invece penso che tornerà quando meno lo immaginiamo.

Interruppi guardando in modo maligno mia madre.

Cordelia:Lo spero.

Disse disgustata. Si vedeva lontano anni luce che non la sopportasse. Il perchè ancora lo devo capire. Dalle scale scese Kanato e Ayato che si sedettero sul divano accanto a me.

Ayato:Hai visto come piove?
Raito:Adoro la pioggia. E' il momento perfetto per battersi con qualcuno.
Kanato:Di che parli?
Raito:Cordelia ha intenzione di farci del male, proprio come voleva eliminare Rita.
Ayato:Si, ma Rita è morta nel villaggio di Edgar a causa di Reiji.
Raito:Tutto falso. L'ho vista prima che parlava con Subaru. A quanto pare finge di essere morta per fare l'effetto sorpresa. 
Kanato:Che cosa? 
Ayato:Mamma lo sa?
Raito:Mamma non lo deve sapere. Dovete farmi un favore.
Kanato:Un favore?
Raito:Si. Se vedete che le domestiche vogliono farmi qualcosa, statemi più vicino possibile. Cordelia pare che voglia ragirarmi con loro.
Ayato:Ma è assurdo.
Raito:Ho sentito Rita che avvertiva Subaru di tenermi d'occhio. Infatti sta lì a fingere di suonare e mi fissa dalla testa ai piedi. Pensa che io non lo sappia.

Dissi facendo notare Subaru che fingeva di suonare il piano.

Ayato:D'accordo. Ti aiuteremo allora.
Kanato:Conta pure su di noi.
Raito:Grazie, fratelli! Siamo unici!

Esclamai con un sorriso attendendo il momento della verità. Intanto, sul luogo del delitto, Richter aveva trovato qualcosa.


***
Richter
***



Ero nel villaggio incendiato, quando ad un tratto venni rapito da una strana luce. Mi avvicinai lì dove proveniva, ma non trovai nulla a parte foglie e altre bruciature.

Richter:Che strano. Avrei giurato che c'era qualcosa di luminoso qui.

Ritornai alle mie indagini e, con grande sorpresa, trovai un pezzo di vestito bruciato sotto a delle sbarre.

Richter:Cosa?

Lo raccolsi. Era una manica di camicia. La prova inconfutabile che la prediletta di Karlheinz era morta. Lo chiamai e lui subito corse sul luogo prendendo quel pezzo tra le mani.

Karlheinz:No.......
Mukami:Signore? Si sente bene?
Karlheinz:La mia bambina.....non c'è più.....

Mio fratello era distrutto. Credeva che la sua Rita in realtà era Red Rose. Era assurdo. Come poteva esserlo? Karlheinz, dal dolore, dovette sedersi. Non l'avevo mai visto così, ma adoravo vederlo distrutto. Corsi in villa con quel pezzo tra le mani mostrandoglielo a Cordelia.

Richter:Mia signora....

Dissi inginocchiandomi a lei e mostrandogli quella stoffa bruciata che la prese tra le mani con sorriso soddisfatto ridendo malignamente.

Cordelia:Finalmente! E' morta quella piccola guastafeste.
Richter:Proprio come desideravate.
Cordelia:Siete stato molto buono Richter...che ne pensi di venire a prendere la tua ricompensa?
Richter:Volentieri mia signora.

Risposi vedendola che mi trascinò in camera da letto incominciando a baciarmi ammaliata. E mentre lei mi saltava addosso per farlo, qualcuno cercava il modo di fuggire, ma non sapeva se farlo o no.
Chi? Scopritelo nel prossimo capitolo.
Un saluto Richter.



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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***




Capitolo 22


***
Azusa
***


Eccomi qui a progettare il piano di fuga insieme a Kou, Orso e Ruki. Ero sinceramente indeciso se andarmene o no. Rita era scomparsa nel nulla e i bambini incominciarono a picchiarmi quando non mi vedevano con uno di loro. Volevo andarmene, ma avevo seriamente paura. Paura da ciò che aveva detto Kou riguardo alla fuga. Che probabilmente ci avrebbero torturati. Non fraintendetemi, non sono masochista. Odio la tortura anche se è l'unico mezzo che mi fa sentire vivo. Ruki se ne accorse e incominciò a schiaffeggiarmi.

Ruki:Decidi!! O sei dentro o sei fuori!

Il capo era lui. Non volevo rimanere lì così decisi di andare avanti con il piano di fuga, ma come me le indecisioni albergavano anche in qualcun altro.

Edgar:Che ti prende?
Kou:Non credo sia una buona idea. Rita ha sempre ragione in tutto e ho paura di ciò che verrà.
Ruki:Non dire fesserie! Vuoi davvero rimanere qui a piangerti addosso?
Kou:Io...
Rita:Veglierò su di voi.

Interruppe comparendo dal nulla.

Ruki:Non sono d'accordo. Non ti voglio nel piano.
Kou:Perchè?
Ruki:E' l'uccello del malaugurio. Ecco perchè!
Edgar:Lei sa tutto su di me e solo se andremo via mi dirà tutto ciò che devo sapere, proprio come aveva promesso. Quindi deve venire con noi.
Ruki:Non se ne parla.
Azusa:Allora rimango anch'io qui.
Kou:Già! Anch'io!
Edgar:Se lei non viene, non verrà nessuno di noi.
Azusa:Decidi. Tutti o nessuno?

Chiesi spalleggiato dagli altri.

Ruki:D'accordo, ma se va qualcosa storto, non ditemi che non l'avevo detto che era una sfigata. Dopotutto se sta con Kou hanno l'intesa ottima.
Kou:Che hai detto?
Ruki:Sfigata e perdente forever.

Incominciò a ridersela prendendoli in giro. Non capivo di cosa parlasse finchè non vidi gli occhi della piccola. Erano completamente diversi. Guardava Kou con un amore profondo. Sembrava volesse prendersi cura di lui mentre gli accarezzava i capelli dolcemente.

Rita:Preferisco essere sfigata e stare con un perdente che vivere da fortunata con un aristocratico ricco e avido senza un briciolo di cuore.

Kou la prese per mano e le baciò la guancia. Sembravano si volessero davvero parecchio bene.

Ruki:Bleach! Che schifo! Il perdente ha baciato la sfigata.
Edgar:Però sono carini insieme.
Azusa:Sembrano quelle coppie che si vedono per strada.
Ruki:Ah...se volete portarla, non fatemi vedere questo schifo. Per favore! Mi stanno venendo le carie solo a vederli.
Kou:Non fare pazzie, ok?
Rita:E come faccio? Io sono nata per farle.

Il piccolo l'abbracciò.

Kou:Beh..allora andiamocene da qui.

Disse prendendola per mano. Il piano incominciò, ma purtroppo non andò come avevamo previsto....



***
Edgar/Yuma
***


Ero lì pronto ad effettuare il piano insieme a Ruki e agli altri. Ci eravamo prefissato un tempo da eseguire, ma proprio mentre stavo di guardia per effettuare il piano, un ragazzo venne da me.

?:Ehi, Edgar! Allora sei vivo.
Edgar:Che?
?:Non ti ricordi di me? Sono Leo. Eravamo nello stesso villaggio.
Edgar:Io...non mi ricordo di te.
Leo:Come "non ricordi"? Tu stavi sempre con un biondino. 
Edgar:Un biondino?
Leo:Si...aspetta!Come si chiamava? Ah..già. Shu!
Edgar:Shu? Aspetta...dove l'ho già sentito questo nome?
Leo:Era il tuo migliore amico. Eravate inseparabili. Non ti ricordi?
Edgar:Un biondino....di nome....Shu....? Dici Shuu Sakamaki?
Leo:Già, proprio lui. Allora devi ricordarti anche di me.
Edgar:Mi spiace, ma non mi ricordo affatto di te.
Leo:Come? Ti ho dato quel cucciolo di pastore tedesco. Avevi detto che volevi darglielo a Shu, ma poi gli è piaciuto?
Edgar:Io..non lo so...io....

Difronte a tutte quelle domande a cui non sapevo dare una risposta, mi sentivo perso. Sentivo che non ricordavo assolutamente niente di me. Come potevo ricordare tutto quello che era successo solo parlandone con Rita? Era assurdo pensarlo.

Leo:Ehi! Tutto bene?
Edgar:Io...non ricordo nulla....quindi credo che hai sbagliato persona.

Dissi rammaricato e scappando via da lui. Non volevo che sapesse che non ricordavo nulla di tutto quello che era successo. Arrivai in camera dove tutti erano pronti.

Ruki:Perchè ci hai messo così tanto tempo?
Edgar:Scusa...ho avuto un imprevvisto.

Il piano proseguì e Kou diede fuoco alla stanza, che riuscì a distrarre le guardie. 

Kou:Finalmente! Andiamo, Rita!

La piccola si fermò nel bel mezzo dei corridoi proprio mentre stavamo fuggendo.

Kou:Rita....
Rita:Voi andate. Vi seguirò dopo.
Kou:Cosa? Non puoi rimanere!
Rita:Te l'ho detto. Sono nata per fare pazzie....almeno questa è al fin di bene. 
Edgar:Non fare la scema e vieni con noi!!
Rita:Tranquilli. Vi raggiungerò appena possibile.
Kou:Non fare scemenze e raggiungici!

Disse guardandola teneramente.

Rita:Ok.

Sussurrò la piccola. Sembrava avesse qualcosa nel cuore che la feriva e non poco. La fuga ebbe successo, o almeno così pensavamo.... Siamo stati poi braccati dai funzionari. Tutti sono stati colpiti e condannati di nuovo all'orfanotrofio, ma almeno quello che avevo avuto io, era il danno minore rispetto agli altri...


***
Kou
***



Ho cercato di uccidermi più e più volta, anche  con l'incoraggiamento di Ruki, ma non sono mai stato in grado di farlo. Amavo troppo la vita per morire così. Suicidarmi nonostante avevo disperatamente voglia di sfuggire alla situazione era impossibile, perché avevo ancora speranza nel mio cuore. Speranza di vivere. Per questo continuavo a guarda più e più volte il cielo. Ruki mi ha chiamato perdente più volte, ma quando si accorse della mia speranza mi disse che se avessi rinunciato a quella speranza, non sarei stato altro che un perdente. Così, insieme a Ruki e Edgar  ho pianificato la fuga da quell'inferno che poi si è aggiunto anche Azusa dopo insieme a Rita. Alla mia Rita.  Il nostro piano ha  inizialmente successo, ma le persone dell'orfanotrofio ci catturarono. Era proprio come disse Rita. Non potevamo andarcene. Non ora. E mentre preparavano le fruste, chiusi gli occhi per non vedere. Fu strano. Sentivo i rumori delle fruste, ma non mi colpivano. Aprii gli occhi scoprendo il motivo. Una donna alta, dai capelli ricci e castani, ci stava facendo da scudo.

Funzionario:Ma da dove sbuca?
Addetta:Signora? Si levi di torno!
?:NO! 

Gli addetti ci presero uno ad uno. La donna prese le braccia dei funzionari. Spalancando gli occhi e mostrando il suo essere.

?:Toccateli e vi ammazzo!!
Funzionario:Cosa diamine è?
Addetta:Oddio!! Un vampiro!!!

Urlò incominciando a scappare.

Edgar:Ho paura!!
Azusa:Che facciamo?

La donna cadde a terra. Cadendo si ruppe la collana che aveva al collo, probabilmente per le frustate avute. Una volta a terra vidi il suo vero volto rimanendo disperato.

Kou:Rita!!!!

Urlai correndo verso di lei. Aveva la schiena piena di sangue. La presi tra le mie braccia.

Kou:Svegliati! Rita!!

Continuavo urlare piangendo. I ragazzi vennero da me cercando di soccorrerla.

Azusa:Ehi! Svegliati!
Edgar:Rita! Apri gli occhi!

E mentre cercavamo di svegliarla, vennero da noi dei soldati che incominciarono a colpirci più e più volte.

Edgar:Basta!!
Ruki:Non vedete che sta male?
Kou:Piantatela!!

Urlai continuando a ricevere botte con le mazze.  Gli inseguitori incominciarono a ridere e a dire:

Inseguitore1:Non importa se fanno male la "merce",  più danneggiato è più è piaciuto.

Dissero ferendomi, quando improvvisamente una mano li fermò. Era Rita che si era ripresa.

Rita:Lui....non è merce.
Inseguitore2:Ehi! Che hai? Svincolati e dagliene quattro.
Inseguitore1:Non ci riesco.
Rita:Ho detto che non è merce!!!

Con forza e rabbia ruppe quella mazza impaurendo i due. Per quanto tentasse di difenderci, fu inutile. 



***
Ruki
***


L'uccello del malaugurio era venuto con noi, ma improvvisamente decise di rimanere lì a farci da scudo. Ero sorpreso. Ci ha fatto da scudo tutto il tempo. Non so come abbia fatto, quando ci hanno trovato e volevano picchiarci è diventata adulta mettendosi davanti a noi facendoci da scudo. Purtroppo non ha retto molto. Per quanto tentasse difenderci non ci fu verso. Venni preso e separato dagli altri. Come punizione per aver tentato di scappare, sono stato marchiato sulla schiena come un animale, o forse è meglio dire 'bestiame'. Come credevo di essere ormai giunto ai box più profondi di rabbia senza speranza e disperazione al mondo, così erano anche gli altri ragazzi. Tuttavia, non ero l'unico conciato male. Kou è stato vicino alla morte quando è stato riportato in orfanotrofio con noi. 

Kou:Non voglio morire!!
Azusa:Calmati!
Kou:Come faccio a calmarmi? Voglio vedere di nuovo il cielo! Non voglio stare chiuso qui!
Edgar:Forse dovevamo fare come aveva detto Rita.
Ruki:Un tentativo andava fatto. Inutile disperarci.
Rita:Tranquillo.
Kou:Ti hanno quasi ucciso.

Disse mentre la teneva per mano. La piccola cercava di calmarlo, ma non ci riusciva.

Rita:Rivedrai il cielo azzurro. Non temere.

E mentre eravamo chiusi lì dentro. Qualcosa di strano stava accadendo nella villa Sakamaki. Cosa? Ah..non chiedetemelo a me.
Io sto chiuso qui. Come faccio a saperlo?
Con rammarico...il vostro Ruki.





 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***




Capitolo 23


***
Reiji
***


Ero nei corridoi come al solito. Da quando la rompiscatole se ne era andata, niente era più come prima, apparte il fatto che sembrasse non essersene mai andata per Subaru ed i gemelli Raito, Ayato e Kanato sembravano contrariati con Cordelia. Non capisco il motivo. Probabilmente ha fatto qualcosa che non gli è andato. Chissà. E mentre ero nei corridoi, appresi la notizia di Rita. Erano stati trovai i suoi resti, ovvero una manica bruciata.

Beatrix:Oddio!
Karlheinz:Vorrei tanto che sia solo uno stupido scherzo.
Beatrix:Lo vorrei tanto anch'io. Shu è distrutto. Non riesce più a studiare, mentre Reiji sta sempre nella sua camera e non vuole vedere nessuno.
Karlheinz:Già, ha fatto così tanto.
Cordelia:Di cosa vi preoccupate? Ormai è andata!

Esclamò comparendo nel nulla e facendo urtare Karlheinz che la prese per la gola.

Karlheinz:Di un altra parola e giuro che ti ammazzo lurida strega!
Cordelia:Lo sai come stanno le cose. Perchè continui a negarlo? E' morta!
Karlheinz:NO! Non può essere morta! Lo sento! E tu sei solo una stupida se dici così!
Cordelia:Lo sai che l'ha uccisa tuo figlio Reiji. Come puoi pensare che quella donna sappia educare se i bambini che educa si uccidano tra di loro.
Beatrix:Non ti permetto di parlare così dei miei figli, hai capito?
Reiji:Mi spiace! Quante volte ancora dovrò dirvelo! Mi spiace!!

Urlai esplodendo e incominciando a piangere. Mia madre mi venne vicino e mi abbracciò.

Beatrix:Non è stata colpa tua.
Reiji:Lasciatemi in pace!!

Esclami correndo in camera mia. Intanto, Karlheinz faceva i conti con Cordelia.


***
Karlheinz
***


Ero entrato in camera da letto, seguendo tramite teletrasporto Cordelia.

Karlheinz:Avanti! Spiegami che hai contro quella bambina!
Cordelia:Contro di lei nulla, ma voglio distruggere te con tutta la tua generazione se non l'avessi capito.
Karlheinz:Questo si era capito. Per questo educhi i tuoi figli così male.
Cordelia:Sai....pensavo che tu fossi l'unico che potevo amare, ma poi è apparso tuo fratello.
Karlheinz:E te lo sei scopato e continui a farlo come sempre.
Cordelia:Cosa?
Karlheinz:Non sono cieco, le cose le vedo e se non parlo e per l'opinione altrui. Sono il Re dei Vampiri e le cose andranno sempre come dico io.

E mentre discutevo con quella vipera, arrivò una telefonata. Era il mio subordinato Mukami.

Mukami:Signore? Ho una notizia sconvolgente.
Karlheinz:Mukami non può starmi dietro sempre.
Mukami:Riguardo a Red Rose. 
Karlheinz:Red Rose? Che me ne frega di lei? Non vede che ho altro per la testa?
Mukami:Si, ma deve sapere che non esiste nessuna Red Rose tra i vampiri.
Karlheinz:Cosa?
Mukami:Inoltre, ho apportato delle ricerche e, sul giornale di oggi, c'è il tentato di fuga di alcuni ragazzini in un orfanotrofio.
Karlheinz:E' il momento.
Mukami:Non è tutto. Non erano 4 come avevate previsto, mio signore.
Karlheinz:Cosa? Ma è impossibile! Nelle mie visioni erano solamente 4.
Mukami:Lo so, ma non come dice il giornale. Qui ne sono 5 e la quinta è una lei.

Sentendo le parole incominciai a pensare che non fosse vero. Ero un veggente, com'era possibile che non ero riuscito a prevedere la quinta e che quella era una lei? Incominciai a pensare che fosse sopravvissuta in qualche modo la mia Rita, così mi teletrasportai lì.
Udii l'urlo di un bambino.

?: Ma non voglio morire!!!Voglio rivedere il cielo azzurro che desidero. Non voglio.
Karlheinz:Non morirai!

Dissi entrando nella stanza. Lì i miei occhi si spalancarono  e rimasi sorpreso. La mia piccola era lì e abbracciava un bambino. Aveva un aria spenta e martorizzata, come se l'avessero torturata.

Karlheinz:Ti ho trovata!!

Esclamai con le lacrime agli occhi correndo verso di lei e abbracciandola.

Rita:Ci....ci conosciamo?

Chiese guardandomi spaesata. 

Karlheinz:Come? Non ti ricordi di me?? 
?:Cielo? Lo conosci?

Domandò un bambino con i capelli biondi guardandola stranito.

Rita:Mi...spiace. Non ricordo nulla.
Karlheinz:Cos'è successo?
Edgar:E' stata trovata anche lei come me. Non ricordava nulla, proprio come non ricordo neanche io nulla.


Rivelò Edgar, l'amico di Shu, amareggiato. 

??:Per questo si chiama Cielo.
Karlheinz:No, questa storia non mi piace! Lei si chiama Rita, non Cielo. Ed io sono tuo padre.
Rita:Mio padre? 

Continuava a chiedere incuriosita. Si vedeva che era stata traumatizzata. La presi in braccio.

Karlheinz:Oh...tesoro. Ti porto a casa.
Rita:No.

Disse abbracciandomi.

Rita:Se sei mio padre voglio stare con te.
Karlheinz:Ma qui devo lavorare.
Rita:Ti aiuto allora.

Continuò ad insistere ed io...non riuscii a fare almeno di dire di no.


***
Ruki
***


Eravamo nella cella di detenzione. Eravamo tutti messi male. Come punizione per aver tentato di scappare, sono stato marchiato sulla schiena come 'bestiame'. Credevo di essere, ormai, giunto ai box più profondi di rabbia senza speranza e disperazione al mondo, così erano anche gli altri. Tutti piangevamo ed urlavamo. Tuttavia, non ero l'unico conciato male. Kou è stato vicino alla morte quando è stato riportato in orfanotrofio con noi. 

Kou:Non voglio morire!!
Azusa:Calmati!
Kou:Come faccio a calmarmi? Voglio vedere di nuovo il cielo! Non voglio stare chiuso qui!
Edgar:Forse dovevamo fare come aveva detto Rita.
Ruki:Un tentativo andava fatto. Inutile disperarci.
Rita:Tranquillo.
Kou:Ti hanno quasi ucciso.

Disse mentre la teneva per mano. La piccola cercava di calmarlo, ma non ci riusciva.

Rita:Rivedrai il cielo azzurro. Non temere.
Kou:No!! Io voglio vedere il cielo azzurro!!
Rita:Zitti!!!

Urlò sentendo qualcosa. Non capii cos'avesse sentito, ma sembrava impaurita e contrariata in qualche modo.

Azusa:Ma che hai?
Ruki:Ha gli sbalzi d'umore.
RitaSta venendo.

Sussurrò con un aria impaurita.

Edgar:Chi?
Rita:L'uomo che non vi farà morire e vi renderà una famiglia, ma.... il prezzo è troppo caro da pagare.
Ruki:Facci capire! Sta venendo un'uomo che può liberarci da qui e tu non vuoi?
Rita:Dovrete uccidervi ed io non voglio.
Kou:Che?
Rita:Vi farà diventare come me, ma mentre io sono nata e ho sentimenti, voi....sarà così difficile.
Azusa:Che intendi dire?
Rita:Sento il suo respiro....si sta avvicinando.
Ruki:Neanche avessi l'udito supersonico!
Rita:Idiota! Sono un vampiro e il mio udito è molto più sottile del vostro. Chiamatemi con qualche altro nome, ma non Rita. Ok? Devo fingere di non ricordare, anche perchè la collana è andata.
Azusa:Che vuoi dire?
Rita:Fate come vi dico.

Disse col tremore addosso. Sembrava fosse una persona molto pericolosa, infatti, quando Kou urlò, lui apparse. Aveva i capelli argento-bianchi lunghi e un aria autoritaria, ma sembrava del tutto diverso quando vide Rita.


Kou: Ma non voglio morire!!!Voglio rivedere il cielo azzurro che desidero. Non voglio.
Karlheinz:Non morirai!

L'uomo entrò nella stanza e rimase sorpreso non appena vide Rita che abbracciava Kou. Rita fingeva di essere spenta, anche se gli riusciva bene visto che ne aveva avute di santa ragione durante la fuga. 

?:Ti ho trovata!!

Esclamò con le lacrime agli occhi correndo verso di lei e abbracciandola.

Rita:Ci....ci conosciamo?

Chiese guardandolo spaesata, proprio come se non lo conoscesse affatto. 

?:Come? Non ti ricordi di me?? 
Kou:Cielo? Lo conosci?

Si intromise facendo ciò che le aveva chiesto Rita.

Rita:Mi...spiace. Non ricordo nulla.
?:Cos'è successo?
Edgar:E' stata trovata anche lei come me. Non ricordava nulla, proprio come non ricordo neanche io nulla.


Rivelò Edgar amareggiato. 

Azusa:Per questo si chiama Cielo.
?:No, questa storia non mi piace! Lei si chiama Rita, non Cielo. Ed io sono tuo padre.
Rita:Mio padre? 

Continuava a chiedere incuriosita. L'uomo la prese in braccio traumatizzato da come si comportava la piccola.

?:Oh...tesoro. Ti porto a casa.
Rita:No.

Disse abbracciandolo dolcemente.

Rita:Se sei mio padre voglio stare con te.
?:Ma qui devo lavorare.
Rita:Ti aiuto allora.

Continuò ad insistere e lui si convinse.

?:Ok.
Ruki:Chi sei?
Karlheinz: Il mio nome è Karlheinz. Sono venuto per darvi la possibilità di diventare vampiri per vendicarvi del mondo che vi ha praticamente privati di tutto.
Ruki:Pagheremo qualsiasi prezzo pur di vendicarci di questo lurido mondo!!
Rita:SII!!! Diventerò anch'io vampiro, papà?

L'uomo si voltò e la guardò mentre la teneva in braccio. 

Karlheinz:Tu no. Già lo sei.
Rita:Davvero??

Era una scena patetica e ridicola. Lo raggirava a suo piacimento. Forse era una tattica vampirica.

L'uomo ci diede un pugnale dove avremo dovuto ucciderci per poi bere il sangue di quell'essere per diventare vampiri. Fu ciò che facemmo, ma Rita non voleva che lo facessimo.

Rita:Perchè lo devono fare? Non stanno bene così?
Karlheinz:Devo lavorare e loro devono essere salvati.
Rita:Si, ma non così.

L'uomo alterato la mise a terra.

Karlheinz:Signorina? Fammi lavorare e va in quell'angolo subito!
Rita:Ma papà...
Karlheinz:Che ho detto??

Continuò ad urlare mentre la piccola amareggiata si spostò. Ci guardava mentre ci uccidavamo uno ad uno. 




***
Kou
***



Eccolo. Il pugnale è tra le mie mani. E' il mio turno. Volevo morire, ma non ci riuscivo. Di nuovo mi mancava il coraggio. Ruki e Azusa erano già diventati vampiri. Quell'uomo venne da me.

Karlheinz:Avanti! Ucciditi! Non vuoi vendicarti del mondo?
Kou:Si, ma....
Karlheinz:Non dirmi che sei un uomo misero come quello che si è appena ucciso con Ruki.
Ruki:Come fai a sapere il mio nome?
Karlheinz:Io so molte cose.
Ruki:Ok, cosa vuoi in cambio di questo?
Karlheinz:Nulla. Solo che mi fareste un lavoretto quando ne sarà il momento, ma di questo ne parleremo dopo.
Rita:Kou....

Sussurrò vedendo che non riuscivo ad uccidermi.

Kou:Mi spiace...sono un uomo debole e senza senso....
Rita:Non farlo......

Una lacrima scese sul suo viso. Abbassai lo sguardo al petto sentendo un dolore atroce. C'ero riuscito. Stavo per morire. L'uomo mi diede il suo sangue e così fece anche con Edgar. Diventammo tutti vampiri e lui ci diede rifugio nella villa del suo subordinato Mukami.

Karlheinz:Da oggi in poi tu sarai il cervello.

Rivelò a Ruki che annui.

Ruki:D'accordo.
Karlheinz:Tu, moretto!!

Disse chiamando Edgar.

Edgar:Si?
Karlheinz:Non ricordi nulla di te, vero?
Edgar:Esatto.
Karlheinz:Bene. Tu da oggi in poi ti chiamerai Yuma, Yuma Mukami.
Yuma:Yuma?
Karlheinz:Esatto, proprio per evitare confusioni. Poi adesso hai una famiglia e una nuova vita, non ti pare?

Poi venne verso di me e mi diede un occhio di vetro. Era l'occhio che mi aveva parlato Rita.

Kou:Cos'è?
Karlheinz:Questo è il tuo nuovo occhio. Quest'occhio è magico ed è come un gioiello, ma non solo. Permette anche di vedere la verità leggendo il cuore degli esseri umani.  
Kou:Cosa? Perchè l'ha dato proprio a me?
Karlheinz:So che hai avuto problemi a credere in altre persone diverse da quelle non siano i tuoi fratelli e me, ma ti avverto di non fare  troppo affidamento su di esso. Potresti perdere di vista ciò che è realmente importante per te. Inoltre, quando sei abbinato con un certo sangue e capisci una certa verità, l'occhio potrebbe anche farti vedere qualche miracolo.

Rivelò mentre me lo metteva. Mi sentivo una persona nuova. Ero completamente diverso. Rita sembrava amareggiata.

Kou:Cos'hai?

Chiesi avvicinandomi a lei mentre Karlheinz concludeva con i miei fratelli. La piccola incominciò a piangere, ma le lacrime che gli uscivano erano completamente diverse dal solito. Piangeva sangue.

Kou:Cos'hai?
Rita:Vuoi vedere dentro le persone?
Kou:Si, ma non lo so ancora usare.
Rita:Allora...Vedi dentro me!!

Urlò con quegli occhi rosso sangue appoggiando la sua fronte alla mia. Incominciai a tremare e ad avvertire paura. Vidi certe scene strane. Cosa vidi? Scopritelo nel prossimo capitolo.
Alla prossima. Kou.



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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***




Capitolo 24
 
 
 
***
Kou
***
 
 
Kou:Cos'è?
 
Chiesi vedendo che Karlheinz mi offriva qualcosa.
 
Karlheinz:Questo è il tuo nuovo occhio. Quest'occhio è magico ed è come un gioiello, ma non solo. Permette anche di vedere la verità leggendo il cuore degli esseri umani.  
Kou:Cosa? Perchè l'ha dato proprio a me?
Karlheinz:So che hai avuto problemi a credere in altre persone diverse da quelle non siano i tuoi fratelli e me, ma ti avverto di non fare  troppo affidamento su di esso. Potresti perdere di vista ciò che è realmente importante per te. Inoltre, quando sei abbinato con un certo sangue e capisci una certa verità, l'occhio potrebbe anche farti vedere qualche miracolo.
 
Rivelò mentre me lo metteva. Mi sentivo una persona nuova. Ero completamente diverso. Rita sembrava amareggiata.
 
Kou:Cos'hai?
 
Chiesi avvicinandomi a lei. La piccola incominciò a piangere, ma le lacrime che gli uscivano erano completamente diverse dal solito. Piangeva sangue.
 
Kou:Cos'hai?
Rita:Se vuoi vedere dentro le persone?
Kou:Si, ma non lo so ancora usare.
Rita:Allora...Vedi dentro me!!
 
Urlò con quegli occhi rosso sangue appoggiando la sua fronte alla mia. Incominciai a tremare e ad avvertire paura. Vidi certe scene strane. Ero....adulto...proprio come lo era anche lei. Ero arrabbiato con lei. Ritenevo che il suo sangue fosse tossico.
 
Kou:Che il tuo sangue è tossico! Tutti quelli che lo bevono si comportano in modo strano. Ed io non voglio diventare di nuovo un allegro francesino idiota.
 
Urlai nervoso e alterato. Mi prese per il braccio fermandomi.
 
Rita:Il mio sangue non fa alcun effetto. Ti rende solo più umano.
Kou:Ma io umano lo sono già stato ed è una cosa terribile.
Rita:Solo perchè ne hai passate di tutti i colori non vuol dire che sia tremendo.
Kou:E tu che ne sai? Sono stato io ad essere frustato dagli aristocratici, sono stato io ad essere picchiato, sono io ad avere l'occhio di vetro, non tu!!
Rita:Se solo ti fermassi un attimo a pensare, forse capiresti che puoi essere umano anche senza il mio sangue. Non te ne rendi conto, ma tu accentui solo il tuo vero carattere con il mio sangue, ma sei te stesso. Non ti cambio.
Kou:Non è vero! E' una bugia!
Rita:Ok.
 
Rispose lasciandomi il braccio e prendendo una benda.
 
Rita:Dici che non è così, ma so cosa c'è il te che ti fa star male.
Kou:Che vuoi fare con questa benda?
Rita:Mettitela sugli occhi. Voglio mostrarti l'umano che è in te anche senza il mio sangue.
Kou:Con questa benda?
Rita:Mettila e non fare domande.
 
Nella visione misi la benda ed incominciò a spingermi conducendomi nel luogo e la cosa che avevo sempre desiderato vedere chiaramente.
Mi tolse la benda e vidi il suo volto.
 
Rita:Volevo mostrarti questo.
Kou:Questo cosa? La tua faccia?
Rita:No...
 
Sospirò ridendo e togliendosi di dosso per poi sedersi accanto a me. Spalancai gli occhi dallo stupore. Dinanzi a me c'era il mare e un bellissimo cielo azzurro con il sole ancora alto che stava a momenti per tramontare. Mi aveva portato nei pressi della spiaggia perchè sapeva che desideravo ardentemente rivedere il cielo azzurro e anche il tramonto.
 
Kou:Che...che significa?Come facevi a sapere che...?
Rita:Volevi vedere il cielo azzurro, no?
 
Chiese spostandomi i capelli dall'occhio rosso e legandomeli con una forcina.
 
Rita:Ecco. Così lo ammiri meglio.
Kou:Perchè proprio qui e non in un'altro posto? Poi...posso bruciarmi. Non credi?
Rita:No. Puoi anche uscire quando il sole c'è, ma solo un ora prima del tramonto, quando il sole è leggero e non forte che ti brucia la pelle.
Kou:Come lo....
Rita:L'ho letto in un libro di vampiri che ho preso all'università. Tranquillo.
Kou:E'......è stupendo.
 
Sussurrò guardando il sole che incominciava a tramontare. Incominciò a dire delle frasi collegate a quel tramonto e a quella scena. Sentivo le farfalle nello stomaco e la gola che si stringeva. La guardai e sentendo quelle parole associate a quel tramonto, una lacrima scese sul mio viso spinto da milioni di altre lacrime. Si voltò.
 
Kou:Stupido!
Rita:Che fai? Piangi?
Kou:Com'è possibile? Mi sento...così....strano. Non riesco a capire ciò che provo, eppure provo qualcosa anche senza bere il tuo sangue. Che diamine ho?
Rita:Ti sei emozionato.
Kou:Mi sento le farfalle nello stomaco. Come diamine fai?
Rita:Tu sei ancora umano nel cuore, anche se non lo vuoi ammettere.
 
Mi buttai nelle sue braccia incominciando a piangere ancora di più.
 
Kou:Nessuno c'era riuscito a farmi emozionare così....soprattutto essendo me stesso.
Rita:Kou...
Kou:Giuro che se ti toccano faccio una strage. Nessuno deve farti del male. Solo io posso fare l'infame con te.
 
Mi spinse incominciando a ridere.
 
Rita:Nyan!!!
 
Esclamò ridendo. Dalla gioia la tirai a me abbracciandola e baciandola sulla guancia le sussurrai:
 
Kou:Grazie per essere la mia migliore amica.
Rita:Ma figurati.
 
In quella visione vidi tutti i suoi sentimenti e anche i miei. Quando mi staccai da lei le asciugai quelle lacrime che erano normali. 
 
Kou:Sembrava piangessi sangue.
Rita:A volte capita.
Kou:Perchè sento il cuore a mille?
Rita:Non voglio che tu diventi un infame narcisista doppiogiochista. Rimani ciò che sei. Ti prego.
 
L'abbracciai. 
 
Kou:Non temere. Nessuno ci dividerà e non permetterò a nessuno di cambiarmi.
Rita:Grazie.
 
L'uomo si voltò verso di noi e ci vide che ci abbracciavamo. Sembrava irritato dalla scena.
 
Karlheinz:Eh..no! Così non va bene.
 
Disse staccandomi da lei.
 
Karlheinz:Adesso andiamo a casa. Voi rimarrete qui. A momenti dovrebbe rincasare il signor Mukami. Ci vedremo tra qualche giorno per parlarvi del favore che mi dovrete.
 
Aggiuse prendendo la piccola.
 
Kou:Ciao, Cielo.
Rita:Addio, Nyan.....
 
Sussurrò con volto triste comparendo insieme a quell'uomo.
 
Kou:Addio? Come....addio??
 
Mi chiesi mentre rimasi li a guardare il punto dov'erano scomparsi. Sentivo un dolore dentro. Sentivo come se avessi il cuore preso in una mano forte che mi stringe a tal punto da farmi toccare al petto.
 
Azusa:Va tutto bene?
Kou:Non lo so. Mi sento strano. 
Ruki:Cos'hai?
Kou:Mi fa male il petto.
Yuma:Tranquillo. Il signor Mukami dovrebbe tornare a breve.
Kou:No...è come se....
Ruki:Come cosa?
Kou:Sento qualcosa dentro che fa male, come se stesse morendo qualcosa.
 
Rivelai ancora con la mano in petto cercando di capire cosa stesse succedendo.
 
 
***
Raito
***
 
Raito:Addio, donzella!!!
 
Urlai salutando la domestica che era corsa via a gambe levate. Cos'era successo? Avevo esattamente fatto l'opposto di ciò che voleva che facessi mia madre. L'ho licenziata. Adesso mancava l'ultima. La signora Hilde. Devo ammettere che un pò mi pesa cacciarla via. Ha delle belle forme, ma per il mio bene e per fargliela pagare a mia madre, dovevo buttarla fuori.
 
Hilde:Signorino? Serve aiuto?
 
Chiese voltandosi verso di me. Aveva i capelli legati e quel collo scoperto mi tentava e non poco. Volevo morderla...volevo possederla...Non so cosa ebbi, ma ero attratto da lei.
 
Hilde:Signorino? Si sente bene?
 
I miei fratelli erano in salone a giocare ed io cercavo di trattenere i miei istinti, ma pareva che volesse tentarmi e non poco. Lo faceva alquanto bene. Infatti non riuscii a rispondere ai miei istinti e cercai di violentarla abbassandomi i pantaloni quando qualcosa mi fermò. Davanti a me a guardare quella squallida scena c'era Rita. Aveva le lacrime agli occhi e mi guardava disgustata e dispiaciuta allo stesso tempo. 
 
Raito:R...Rita....
 
Sussurrai, ma la piccola scappò via.
 
Raito:Aspetta!!!
 
Urlai alzandomi i pantaloni e seguendola. Arrivai nel giardino dove la presi per il braccio e lei cadde a terra.
 
Raito:Rita!!
Rita:Va via!!! Sei un porco maniaco!!
 
L'abbracciai mentre piangeva.
 
Raito:Grazie.....grazie.....
 
Sospirai mentre la stringevo forte a me. Mi aveva salvato da una fine orribile. Mi aveva appena salvato dalla perversione e dal maniaco che sarei diventato, ma come faceva a sapere che ero lì?
 
 
***
Karlheinz
***
 
L'atteggiamento di Kou con la mia Rita non mi piaceva affatto. Così la portai a casa. La piccola piangeva, probabilmente non voleva che l'avrei portata qui. 
 
Karlheinz:Smettila di piangere!
 
Ordinai e lei mi guardò con uno sguardo di dispezzo ed odio.
 
Karlheinz:Non guardarmi così! Lui è destinato a fare altro. 
Rita:Al tuo lavoro, giusto?
Karlheinz:Si e poi queste sono cose da adulti, non tue.
 
La piccola corse con le lacrime agli occhi verso la cucina. Mi sentivo in colpa, ma doveva capirlo. La famiglia è un conto e il lavoro ne è un altro. Sentii dei passi e mi voltai. Era Beatrix.
 
Beatrix:Che succede?
Karlheinz:L'ho trovata.
Beatrix:Cosa?
Karlheinz:Non ricorda niente, quindi cerca di non metterle ansia.
Beatrix:Ah...che sollievo. Allora non è morta nell'incendio come credavamo.
Karlheinz:No. Pare che qualcuno ci abbia ragirato.
Beatrix:Chi farebbe mai una cosa del genere?
 
Mi chiese mentre io incominciai a pensare all'accaduto. In mente mi venne un particolare. Nessuno di noi aveva trovato i resti della piccola, ma solo mio fratello. Mukami e la mia squadra, in tutta la ricerca, non avevo trovato traccia e solo lui, dopo 3 giorni, ha trovato quel pezzo di camicia. Quale cosa era più ovvia che era stata tutta una trovata di Cordelia e di Richter? E mentre pensavo a questo, la domestica Hilde uscì dalla cucina come una pazza prendendo le valigie e andandosene.
 
Beatrix:Che succede?
Hilde:Voi siete pazzi!! Pazzi!!! Io in questa casa non ci sto più!!! 
Karlheinz:Cos'è successo?
Hilde:Nulla!!! Apparte il fatto che vostro figlio Raito ha tentato di violentarmi!! 
Karlheinz:E' giovane e vuole fare esperienze. Poi siete stata voi a tentarlo con quei capelli legati.
Hilde:Io non ho tentato nessuno!! La signora Cordelia mi ha detto che era meglio tenerli legati, ma ora il problema non si crea più. Me ne vado!!!
 
Urlò uscendo fuori alterata.
 
Beatrix:Ed ora?
Karlheinz:Ci penso io.
 
Dissi. Per l'ennesima volta doveva sistemare la cosa uccidendo quell'assurda mortale. E mentre io provvedevo, Subaru era in giardino dove vide Raito che abbracciava Rita. Cosa successe?
Ah...fatevelo spiegare da lui. Ora sono impegnato.
A presto. Karlheinz.
 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***




Capitolo 25

 
***
Subaru
***

Eccomi qui, come il mio solito. Ero nel viale delle rose a guardare mia madre nella torre quando sentii delle urla. Sembravano Raito e Rita. Decisi di andare a controllare. Arrivai nel giardino dov'erano dove li vidi. Raito la prese per il braccio e lei cadde a terra.
 
Raito:Rita!!
Rita:Va via!!! Sei un porco maniaco!!
 
L'abbracciò mentre la piccola piangeva.
 
Raito:Grazie.....grazie.....
 
Sospirò piangendo e sorridendo. Era strano. Mi avvicinai a loro.
 
Rita:Lasciami!!
 
Lui non voleva mollarla.
 
Subaru:Hai sentito che ha detto?? Lasciala!!
 
Il vampiro lasciò la presa e la piccola si alzò incominciando a correre.
 
Subaru:Ma che le hai fatto?
Raito:Non so....non ho fatto niente.
Subaru:Allora perchè piange?
Raito:Già quando l'ho vista dentro, sembrava traumatizzata.
 
Rivelò facendomi preoccupare. Intanto, la piccola aveva raggiunto la torre.
 
 
***
Christa
***
 
Improvvisamente udii un pianto. Mi alzai da terra e mi avvicinai alle sbarre.
 
Christa:C'è qualcuno??
 
Chiesi sentendo quel pianto seguito da passi. Più che passi sembrava una corsa. Infatti, davanti a me si ripresentò quella bambina.
 
Christa:Ehi! Perchè piangi?
Rita:Mamma!!!
 
Urlò buttandosi tra le mie braccia. Le sbarre ci dividevano. Non capivo cosa fosse successo.
 
Christa:Cos'è successo?
 
La piccola piangeva a dirotto e non sapevo che fare. Una situazione simile non mi ero mai trovata. Dietro di lei corse anche Subaru.
 
Subaru:Rita!!
Christa:Perchè sta piangendo?
Subaru:Non lo so, ma quando l'ho incontrata stava con Raito e anche lui ha detto che l'ha vista piangere.
Christa:Mi dici che hai?
 
E mentre la piccola piangeva e non riusciva a parlare neanche dal dolore, qualcun altro anche stava male.
 
 
***
Kou
***
 
Ero nella villa Mukami, la mia nuova casa. Sentivo un dolore orribile in petto.  In quel momento rientrò il signor Mukami.
 
Mukami:Ah...allora voi siete le 4 canaglie che devo allevare, eh?
Yuma:Signore? Kou non sta bene!
 
Rivelò portandolo da me che avevo le lacrime agli occhi per il dolore.
 
Mukami:Piccolino, che hai?
Kou:Fa male.
 
Dissi stringendo la mano al cuore.
 
Mukami:Come...? 
Kou:Stringe. Fa male.
 
L'uomo mi prese in braccio e mi portò in ospedale, ma lì dissero che era inutile. Non avevo assolutamente niente.
 
Mukami:Ma come? Continua a dire che gli fa male il petto.
Dottore:E' una di quelle malattie incurabili dell'anima. Vostro figlio Kou.... ha tutti i sintomi di un ragazzo innamorato strappato dalla donna dei suoi sogni.
Mukami:Cosa?
Dottore:Non possiamo farci niente. Deve essere lui a sopportare la malattia.
Mukami:Capisco cosa vuole dire.
Kou:Com'è quando uno si innamora? E' grave?
 
Chiesi vedendo entrambi preoccupati.
 
Mukami:E' grave se la persona che ami non può stare con te.
Kou:Ed io chi amo?
Dottore:E' più grave del previsto.
Mukami:Ami la persona che vuoi bene, che vuoi stare accanto. Ami la persona a cui non vuoi essere separata.
Ruki:Allora.....è innamorato di Rita.
 
Rivelò facendo voltare l'uomo.
 
Mukami:Rita?
Yuma:Si, la figlia di Karlheinz.
Mukami:Allora era con voi.
Azusa:Per non farlo uccidere gli ha fatto da scudo finchè ha potuto.
Kou:Lei è diversa dalle altre. Lei mi capisce e per me lei è come il cielo d'estate. Quando mi vide non fece come le altre che se ne sono andate disgustate vedendomi, anzi. Mi venne vicino. Abbiamo guardato il cielo insieme e voleva proteggermi da questo. 
Mukami:Qui non va affatto bene!
 
Disse alzandosi e portandoci a casa.
 
Yuma:Non credete che la reazione del signor Mukami sia stata un pò eccessiva?
Ruki:Già. Penso che quell'uomo nasconda qualcosa.
Kou:Beh...allora scopriamolo!
 
Proposi mettendomi d'accordo coi miei fratelli. Uscimmo dalla camera e udimmo la voce dell'uomo che parlava a telefono. Probabilmente parlava con il suo capo.
 
Mukami:Signore? Il piano è saltato.
?:Come è saltato?
Mukami:Non sono più in 4 ad essere respinti dalla vita, ma solo 3.
?:Non dica scemenze! E' impossibile.
Mukami:Non è impossibile. Kou si è innamorato.
?:Cosa?? Ma è assurdo!! Lo sai come stavano i piani.
Mukami:Lo so, ma non posso fare niente!
?:Invece deve fare in modo da odiare chi ama. Capito?
Mukami:Ok, procedo subito signore.
 
Rispose attaccando il telefono.
 
Azusa:Il piano?
Kou:Allora noi siamo come oggetti.
Ruki:Tranquilli. Non potranno farci nulla. Siamo vampiri ora.
Yuma:Ci hanno preso in giro allora.
Ruki:Tranquilli. Faremo in modo che tutto questo non ci venga privato.
 
Disse incominciando a pensare ad un piano ovvio.
 
 
***
Subaru
***
 
Guardarla piangere tra le braccia di mia madre mi feriva e mi inteneriva allo stesso tempo.
 
Christa:Tranquillizzati, cara. Cos'è successo?
 
La piccola cercava di calmarsi, ma non ci riusciva. Si staccò da mia madre.
 
Subaru:Rita...
 
Sussurrai facendola voltare. Aveva quegli occhi pieni di lacrime. Quella bella rosa sembrava appassire ed io non volevo. Mi avvicinai a lei prendendole le mani.
 
Subaru:Ehi! Rosa rossa! Basta piangere!
 
Esclamai cercandola di tirare su, ma non ci riuscivo. 
 
Rita:C...come faccio? Fa male.....
 
Disse toccandosi il cuore. Quella mano al cuore, quello sguardo spento e quelle lacrime agli occhi. Era identica a mia madre. Avevano la stessa espressione addolorata. Era così ingenua... non riuscii a resistere ai miei istinti. Con la mano che avevo nella mano la tirai verso di me baciandola davanti agli occhi di  mia madre. Non so perchè lo feci, ma mentre la baciavo sentii il cuore battere all'impazzata. Sinceramente non sapevo neanche che potesse battere visto che non l'avevo mai sentito. Mia madre fece una faccia strana, come se era meravigliata e allo stesso tempo intenerita. Quando staccò le sue labbra dalle mie, mi abbracciò. Non so ancora come spiegarlo, ma sentivo che con lei ero completo. Proprio come se fosse l'ultimo pezzo di un puzzle complesso che non riuscivo mai a trovare. Mentre l'abbracciavo, mia madre abbassò lo sguardo e una lacrima scese sul suo viso. Come mai? Chiedetelo a lei. 
A presto. Il vostro caro Subaru.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***





Ca
pitolo 26

***
Christa
***


Guardarla piangere tra le mie braccia mi feriva e mi inteneriva allo stesso tempo.

Christa:Tranquillizzati, cara. Cos'è successo?

La piccola cercava di calmarsi, ma non ci riusciva. Si staccò da me cercando di riprendersi, ma si vedeva che c'era qualcosa che la feriva enormemente. Sembravo io quando mi sposai con Karlheinz e non potei più vedere mio fratello, l'amore della mia vita. Subaru la chiamò facendola voltare. Si vedeva lontano un miglio che era mia figlia veramente. Aveva quegli occhi pieni di lacrime e cercava di essere forte. Subaru si avvicinò a lei prendendole le mani.

Subaru:Ehi! Rosa rossa! Basta piangere!

Esclamò facendomi incuriosire. Quell'espressione non l'avevo mai sentita dire. Forse si chiamavano così per scherzare. Forse per cercandola di tirarla su di morale, chissà. Fatto sta che non riuscì a calmarla.

Rita:C...come faccio? Fa male.....

Disse toccandosi il cuore. Quel gesto mi fece venire me in mente. Quella mano al cuore, quello sguardo spento e quelle lacrime agli occhi. Era identica a me quando soffrivo e per orgoglio tentavo di essere diffidente agli occhi estranei, ma non ci riuscivo. Aveva la mia stessa espressione addolorata. Sembrava così ingenua...e Subaru fece una cosa che non mi sarei mai aspettata che facesse. Con la mano che aveva nella mano della piccola la tirò a se baciandola davanti ai miei occhi. Non so perchè lo fece, ma la cosa mi stupì e non poco. Era sua sorella e per una madre vampiro, vedere due figli che si baciano per amore, è il contratto d'amore più bello che ci possa essere. Sarà strano, ma tra vampiri l'amore fraterno può diventare amore coniugale. Sopratutto nelle fasci nobiliari come la nostra. Era strano vederli baciare. Ero  meravigliata e allo stesso tempo intenerita. Dopo quel bacio, la piccola lo abbracciò. Quella scena era molto simile a quella mia e di mio fratello prima che mi sposassi con Karlheinz. La verità è che amavo e amo ancora follemente mio fratello, ma non potevo stare con lui. Era già promesso ad un'altra. Per questo sono finita in questa situazione. Per il dolore di un amore, l'amore di mio fratello. Entrambi ci amavamo. Non a caso la piccola che abbraccia Subaru è il frutto più bello che ci sia. E' il frutto dell'amore tra me e mio fratello. E' quel frutto che ho tenuto nascosto per tutto questo tempo e ho cercato di liberarmi a finchè non potesse dare problemi a lui, ma quando si è buoni non si può essere cattivi. Anche abbandonandola lei è rimasta sempre nel mio cuore. 

Subaru:Mamma? Cos'hai?

Chiese vedendomi piangere. 

Christa:Sono felice....

Sussurrai asciugandomi le lacrime che mi erano uscite dall'emozione. 

Christa:Vi conviene andare prima che viene Karlheinz.
Subaru:Si, mamma.

Disse prendendola per mano.

Subaru:Vogliamo uscire?

La piccola annui asciugandosi le lacrime. Dolcemente la condusse fuori. Ero orgogliosa di loro. Ero orgogliosa di avere una donna forte e fragile allo stesso tempo e di avere un uomo in grado di amare e supportare la donna che ama.


***
Subaru
***


Subaru:Vogliamo uscire?

Chiesi prendendola per mano. La piccola annui asciugandosi le lacrime. Dolcemente la condussi fuori. Nel giardino trovammo Kanato e Ayato che avevano avuto la notizia che era tornata. 

Kanato:Rita!!!
Ayato:Sei tornata!!

Urlarono buttandosi nelle braccia della piccola.

Rita:Ehi!
Kanato:Cosa sono questi occhi pieni di lacrime?
Ayato:Già! Avanti! Su con la vita!!
Rita:Si, ma... l'effetto sorpresa con Cordelia è saltato.
Kanato:Chissenefrega!
Ayato:E poi non è saltato, anzi!! Le hai fatto prendere un colpo ed ora sta come una pazza.
Kanato:Concordo.

La piccola incominciò a ridere. Sembrava si stesse riprendendo e non potevo non esserne felice. 

Ayato:Che dite? Giochiamo a palla??
Kanato:Si!!!Giochi anche tu, Subaru?
Subaru:Non saprei.
Rita:Si, viene anche lui! Andiamo a prendere la palla!

Esclamò prendendomi per mano e portandomi dentro dove trovammo Karlheinz che era alterato e non poco. Era al telefono, probabilmente, con il suo subordinato, Mukami.

Karlheinz:Come è saltato?
Mukami:Non sono più in 4 ad essere respinti dalla vita, ma solo 3.
Karlheinz:Non dica scemenze! E' impossibile.
Mukami:Non è impossibile. Kou si è innamorato.
Karlheinz:Cosa?? Ma è assurdo!! Lo sai come stavano i piani.
Mukami:Lo so, ma non posso fare niente!
Karlheinz:Invece deve fare in modo da odiare chi ama. Capito?
Mukami:Ok, procedo subito signore.

Rispose attaccando il telefono. La piccola lasciò la mia mano e si avvicinò a lui.

Rita:Chi era?
Karlheinz:Lavoro, quindi non ti riguarda.
Rita:Perchè qualcuno dovrebbe odiare chi ama? 
Karlheinz:Che?
Rita:L'odio e l'amore è lo stesso sentimento. Se odi tanto una persona, vuol dire che la ami follemente.
Subaru:Rita? Andiamo!!

Dissi trascinandola con me, in camera mia.

Subaru:Ma che fai? Lo sai che papà non vuole che facciamo domande riguardo il lavoro.
Rita:Lo so, ma gli ho dato solo un consiglio. Tutto qui.
Subaru:Non so perchè, ma sento che c'è qualcosa di più sotto.
Rita:Che dovrebbe esserci?
Subaru:Avanti! Parla!!
Rita:Non c'è nulla, apparte che gli metto le pulci nell'orecchio e confondo un pò i suoi piani.
Subaru:Ma perchè?
Rita:Voglio aiutare i Mukami.
Subaru:Sempre con questi Mukami....

Sussurrai contrariato. Odiavo la concezione che avesse per quel....Kou. Non lo conoscevo, ma neanche volevo conoscerlo. Solo il nome mi faceva schifo. Improvvisamente si spalancò la porta. Erano Reiji e Shu. I due appena videro Rita rimasero increduli.

Shu:R...Rita!!!

Urlò buttandosi tra le sue braccia.

Reiji:Rita!!!

Esclamò seguendo l'altro abbracciandola anche lui.

Reiji:Sei viva!Ditemi che non è un sogno!
Shu:Non immagini che trauma a vederti bruciare lì dentro.
Rita:Lo so e questo trauma te lo devi togliere.
Shu:Che?
Rita:Ho delle buone notizie. Anche Edgar è vivo e vegeto.
Reiji:Cosa?
Shu:Dici sul serio?
Rita:Si, ma devi fingere di non sapere nulla. 
Shu:P...perchè?
Rita:Tuo padre vuole usarlo per un progetto diabolico, ma per come si stanno mettendo le cose credo proprio che il progetto fallirà.
Subaru:Perchè?
Rita:Che domande? Porterò Shu da Edgar.
Shu:Cosa? Dici sul serio?
Rita:Certo!!

Shu l'abbracciò felice. Non so cosa avesse in mente, ma qualsiasi cosa si trattasse doveva essere per far saltare il piano a Karlheinz e a Cordelia. Sinceramente....mi faceva piacere e non poco. Rita decise di accompagnarlo dal suo Edgar. Come? Fatevelo raccontare da Shu. 
Un bacio dal vostro Subaru.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***





Capitolo 27



***
Shu
***


Sentire mia madre che diceva che era tornata mi sentii sollevato, ma ancora di più lo fui quando corsi insieme a Reiji a cercarla e la trovammo in camera di Subaru. Appena la vidi mi buttai tra le sue braccia.

Shu:R...Rita!!!

Urlai abbracciandola seguito da Reiji.

Reiji:Rita!!!

Esclamò abbracciandola anche lui con le lacrime agli occhi.

Reiji:Sei viva! Ditemi che non è un sogno!
Shu:Non immagini che trauma a vederti bruciare lì dentro.
Rita:Lo so e questo trauma te lo devi togliere.

Disse incuriosendomi.

Shu:Che?
Rita:Ho delle buone notizie. Anche Edgar è vivo e vegeto.

Informò lasciandomi incredulo da ciò che diceva. Sentivo il cuore che scoppiava di gioia. La mia sorellina e il mio migliore amico erano vivi. Quale cosa era migliore di questa??

Reiji:Cosa?
Shu:Dici sul serio?
Rita:Si, ma devi fingere di non sapere nulla. 
Shu:P...perchè?
Rita:Tuo padre vuole usarlo per un progetto diabolico, ma per come si stanno mettendo le cose credo proprio che il progetto fallirà.
Subaru:Perchè?
Rita:Che domande? Porterò Shu da Edgar.
Shu:Cosa? Dici sul serio?
Rita:Certo!!

Esclamò sorridendo. Dalla felicità l'abbracciai forte. Non so cosa avesse in mente, ma qualsiasi cosa si trattasse doveva essere per far saltare il piano a Karlheinz e a Cordelia. Sinceramente....mi faceva piacere e non poco. Rita decise di accompagnarmi da Edgar. Come? Semplice. Aspettò la mattina, verso le 6 uscimmo e lei mi teletrasportò lì. Ci trovammo di fronte ad una villa. Sembrava la villa del signor Mukami, l'assistente di Karlheinz.

Rita:E' li dentro.
Shu:Dici sul serio?
Rita:Si, ma c'è una cosa che devi sapere.

Disse fermandomi.

Shu:Cosa?
Rita:Edgar non ricorda nulla. Ha preso una brutta botta e non ricorda nulla del suo passato. In tutto questo tempo ho cercato di dirglielo, ma non ci sono riuscita. Inoltre, adesso Karlheinz gli ha dato un'altra vita con un altro nome.
Shu:In che senso?
Rita:E' diventato un vampiro e... si chiama Yuma Mukami. E' parte integrante del piano di Karlheinz, ecco perchè.
Shu:Beh...non sarà grave, no?

Risposi essendo ottimista. Era strana. Per uscire di corsa aveva ancora dimenticato di vestirsi ed era uscita con la camicia da notte. 

Shu:Ma hai ancora il pigiama!!
Rita:Lo so...ma volevo accompagnarti.

Incominciai a ridere. Sembrava che anche lei non stesse nella pelle di venire qui. La piccola si guardò intorno. 

Rita:Rimani qui.
Shu:Cosa?
Rita:Cerco di farlo uscire.

Incominciò a correre verso la casa cercando un modo per entrare ed io rimasi lì ad aspettarla.


***
Kou
***


Mentre ero nel letto sentii un rumore.

Kou:Cos'è stato?

Mi chiesi alzandomi dal letto. I rumori provenivano da fuori. Mi affacciai e, con grande sorpresa, vidi Rita che gironzolava fuori. Presi la felpa che avevo sulla sedia e mettendomela uscii fuori correndola incontro.

Kou:Rita!!

Urlai abbracciandola. Le presi le mani dalla felicità.

Kou:Che ci fai qui?? Sei tornata?
Rita:Secondo te potevo non tornare?

La guardavo felice. Non mi sembrava vero.

Kou:Rita....

Sussurrai abbracciandola di nuovo.

Rita:Kou, ho bisogno del tuo aiuto.
Kou:Del mio aiuto?
Rita:Si. E' anche per il bene di Edgar. Lo so che ora ha una nuova vita, ma vorrei che uscisse un attimo fuori. Devo fargli vedere una persona.
Kou:Una persona??

Chiesi curioso. La piccola mi voltò e mi spinse.

Rita:Avanti!! Muovi quelle gambine e va a chiamarlo!
Kou:Come vuoi.

Dissi entrando dentro. Arrivai nella stanza di Yuma accesi la luce per farlo svegliare.

Yuma:Kou!! Sono le 6 di mattina!! Chiudi questa luce!!
Kou:C'è una persona fuori che ti vuole.
Yuma:Una persona??



***
Edgar/Yuma
***


La mia vita era migliorata parecchio nelle ultime 19 ore. Anche se ero un vampiro, mi piaceva enormemente. Dovevo solo abituarmi un pò a quelle nuove abitudini. Ero nel letto che dormivo, tranquillamente, quando improvvisamente si spalancò la porta. Era Kou che entrò, come un pazzo, accendendo la luce facendomi svegliare.

Yuma:Kou!! Sono le 6 di mattina!! Chiudi questa luce!!
Kou:C'è una persona fuori che ti vuole.
Yuma:Una persona??

Chiesi alzando il busto tutto intontito. Andai fuori dove vidi uno vestito da nobile. Aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri. Non so perchè, ma aveva qualcosa di familiare. Appena mi vide, il piccolo mi corse incontro abbracciandomi.

?:Che bello!! Allora sei vivo davvero!! Non sai che trauma ho avuto vedendo il villaggio che bruciava.
Yuma:Ma...tu...chi sei??

Domandai non ricordando chi era. Il piccolo si staccò e mi guardò prendendomi le mani.

?:Come? Non ti ricordi di me? Ah..già! Rita me l'aveva detto!
Yuma:Detto cosa?
?:Dell'amnesia, ma tranquillo. Possiamo fingere che ci siamo conosciuti ora se per te va bene.

Era così amichevole e socievole che a quelle parole non potei fare almeno di sorridere e annuire.

Shu:Bene. Piacere! Io sono Shuu Sakamaki.
Yuma:Shuu? Allora tu sei.....

Dissi rimanendone incredulo e felice.

Shu:Sono cosa?
Yuma:Io sono Yuma Mukami, ma puoi chiamarmi Edgar se vuoi.
Shu:Certo.
Yuma:Non so perchè, ma penso che diventeremo presto migliori amici.
Shu:Certo, anch'io!
Yuma:C'è una cosa che devi sapere. Tra un pò devo rientrare.
Shu:Anch'io se è per questo.
Yuma:Non è per l'orario, ma è perchè sono diverso da te. Io.....
Shu:Sei un vampiro, vero?

Chiese stupendomi. Incominciò a sorridere.

Shu:Tranquillo. Ti posso capire benissimo. Anch'io lo sono.
Yuma:Davvero?
Shu:Si.
Yuma:Che ne dici se ci vediamo alle 9 nel bosco?
Shu:Alle nove di sera?
Yuma:Si.
Shu:Ok, allora porto la palla così giochiamo lì.
Yuma:Certo!

Esclamai felice e mentre noi parlavamo, qualcuno ci guardava.



***
Kou
***


Rita guardava felice i due che si davano appuntamento per giocare. Era così buona pur essendo un vampiro. I miei occhi non vedevano altro che lei. Andai dietro di lei e l'abbracciai.

Rita:Ehi!
Kou:Cielo mio.

Sussurrai baciandola la guancia. La piccola si voltò verso di me e mi spostò i capelli dall'occhio destro. 

Kou:Hai visto che bello. E' rosso!
Rita:Lo so. Blu come i tuoi, ma rosso se pronto a mordere.
Kou:Mi conosci proprio bene, eh?
Rita:Avrei preferito vedere illuminati entrambi azzurri, ma poco importa.

Le presi la mano.

Kou:Lo sai....sono malato.
Rita:Cosa?
Kou:Si...hanno detto i dottori che è una malattia inguaribile.
Rita:Com'è possibile? Tu sei un vampiro.
Kou:Lo so. Hanno detto che....me l'ha procurata una persona ed io credo di sapere chi è.
Rita:Chi?
Kou:Tu.
Rita:Io?

Chiese sorpresa e incredula.

Kou:Si...sono malato di te. Questa malattia inguaribile si chiama cotta cronica. Cioè.....sono innamorato di te.

Rivelai guardandola negli occhi. I suoi occhi si illuminarono proprio come penso anche i miei. La vedevo nitidamente. Mi avvicinai pian piano con il volto verso di lei e la baciai sulle labbra. Il vuoto che sentivo dentro, quel dolore strano e persistente, sembrò svanire. Mi sentivo felice, anche il solo vederla. Era strano. L'amore fa davvero tutto questo?? E mentre la baciavo fui distratto da un rumore d'applausi. Erano Yuma e l'amico che ci guardavano e ci applaudivano facendoci imbarazzare e arrossire di colpo.

Yuma:Siete così carini!!
?:Concordo!!
Kou:Dai, ragazzi!! Smettetela!! 
Rita:Shu!! Dobbiamo andare!!

Esclamò andando verso l'amico di Yuma e prendendolo per la mano.

Rita:Ci vediamo.
Kou:Ciao....Cielo...
Rita:Ciao....Nyan....

Sussurrò scomparendo insieme al piccolo. Poco dopo venne il signor Mukami fuori.

Mukami:Che fate qui fuori? Dovete stare a letto!
Kou:Lo so, ma avevamo deciso di giocare un pò.
Mukami:Giocherete domani.
Yuma:Possiamo andare nel bosco?
Mukami:Nel bosco? Perchè?
Kou:Che domande? C'è la natura, l'aria fresca, i fiori, i prati e il cielo!!!

Esclamai indicando il cielo sopra di me euforicamente.

Yuma:Possiamo fare di tutto.
Mukami:Certo. Ok....

Mormorò indeciso e noi entrammo dentro battendo il cinque. Intanto, nella villa Sakamaki qualcuno si irritava parecchio della scoperta che Rita era viva e vegeta. Chi? Ah...non saprei.
Alla prossima. Un bacio dal vostro Kou.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***





Capitolo 28



***
Cordelia
***


Cordelia:Non ci credo!! Ditemi che è uno scherzo!!

Urlai alterata verso le cameriere che informavano che la piccola era viva e vegeta.

Domestica:Signora, non è uno scherzo. E' appena arrivata. E' in camera del signorino Subaru ora.

Cordelia:Non è possibile!!
Richter:Calmati cara.
Cordelia:Avevi detto che avevi visto i suoi resti.
Richter:Te li ho portati mia cara, ma non so come sia riuscita ad uscirne viva.
Cordelia:Maledizione!! Per una volta che sembra andare tutto nel verso giusto, spunta fuori quella guastafeste e rovina tutto!! Ah... non è possibile!!

Continuai ad urlare scaraventando il vaso che era nella stanza a terra.

Richter:Mia cara, lei non è assolutamente un problema. E' una stupida bambina. Cosa vuoi che faccia?
Cordelia:Nulla, ma la sua presenza mi irrita e non poco.

Dissi sedendomi sul divano. Il mio caro Richter mi venne dietro e incominciò a massaggiarmi il collo.

Richter:Rilassati! Andrà tutto bene. La eliminerò io per te, mia cara.
Cordelia:Dici sul serio?
Richter:Lo sai che non voglio altro che la tua felicità.

Rispose teneramente ed io lo baciai. Amavo averlo come mio schiavo. Gli uomini dovrebbero essere così, schiavi delle proprie donne e non l'inverso.


***
Raito
***


Mi ero appena messo nel letto che cercavo di dormire. Era pieno giorno quando qualcuno aprì la porta della mia stanza. Sentii dei passi e mi voltai vedendo una figura femminile pian piano che si avvicinava con un orsacchiotto tra le mani. Si incamminava impaurita. Era Rita. Fuori pioveva a dirotto e si scatenavano lampi e tuoni. Probabilmente si era messa paura della tempesta, come ogni ragazza normale e sana di mente.

Rita:Raito...
Raito:Che c'è? Non riesci a dormire?

Chiesi alzando il busto e stropicciandomi gli occhi.

Rita:Ho paura.
Raito:Sbaglio o avevi detto che non avevi paura dei tuoni?
Rita:Infatti, non ho paura di nulla....tranne di una cosa. Ti prego....posso dormire con te?

Domandò facendomi gli occhioni da cucciolo bastonato. Peccato che quella tecnica con me non attaccava affatto. Ma ero terribilmente curioso di sapere cos'era quello che aveva così tanta paura....

Raito:Di che si tratta?
Rita:Che?
Raito:Dimmi di cosa hai paura ed io ti faccio dormire con me.

La piccola abbracciò l'orsetto che aveva tra le mani e con occhi lucidi mormorò:

Rita:E..........T.........
Raito:Cosa?

Sembrava imbarazzata a tal punto da diventare tutta rossa.

Rita:Ho paura di E.T.
Raito:E.T? Ah....giusto! L'alieno del film, ma che centra col fatto che vuoi dormire qui??
Rita:Sei un insensibile e infame!!! Ma che domande mi fai??? Insomma!! E se poi viene a prendermi nella notte o si nascondesse sotto al letto....quale fine farei? Dopo mi terrai sulla coscienza!! Io ho paura!!

Urlò con le lacrime agli occhi. A quel punto sospirai vedendo che si faceva tutti quei film in testa.

Raito:Ok,ok! Non andare in panico! Dormi qui se vuoi, ma ti avverto. Dormo in mutande.
Rita:Ed io in camicia da notte.
Raito:Che centra? Allora se ti dicevo che dormivo completamente nudo che facevi??
Rita:Dormivo sempre in camicia da notte.

Era incredibile di quanta ingenuità albergava in quella bambina, almeno pensavo fosse così, ma alla fine capii che era testardaggine e presa in giro. Si addormentò accanto a me. Era così bella mentre dormiva abbracciata a quel peluche. Dolce ed ingenua, così la dipingevo. Era strano, ma mi sentivo attratto anche se non aveva forme femminili come di solito sono abituato a vedere. Mi addormentai abbracciato a quell'esserino tanto fragile chiedendomi come mai fosse venuta da me e non da Subaru che aveva legato di più. Quando glielo chiesi, la risposta fu al quanto deludente.

Rita:Come?
Raito:Perchè sei venuta da me e non da Subaru?
Rita:Subaru dorme in una bara. Già per una persona c'è poco spazio, figuriamoci per due.
Raito:Quindi sei venuta da me perchè ho il letto matrimoniale in camera mia??
Rita:Ovvio. Che pensavi??
Raito:Non cambierai mai!!

Risposi deluso. Pensavo fosse venuta da me perchè gli aspiravo sicurezza e fiducia, ma invece fu tutt'altro. 

Kanato:Andiamo a giocare??
Rita:Si!!

Esclamò prendendo la mano di Kanato e correndo via in camera sua con lui.


***
Kanato
***



Kanato:Andiamo a giocare??
Rita:Si!!

Disse euforica prendendo la mia mano e correndo con me in camera mia. Incominciammo a giocare con i peluche che avevo.

Kanato:Teddy, hai visto Rita? Salutala.
Rita:Ciao, Teddy!
Kanato:Non devi parlare con lui!
Rita:Oh..certo! Lui può parlare con me, ma io non ho il diritto di rispondere, giusto?
Kanato:Esatto.
Rita:D'accordo! Mi cucio la bocca.

Rispose facendomi sorridere.

Kanato:Sai...ho saputo che hai il ragazzo.
Rita:Che???

Urlò diventando tutta rossa.

Kanato:Allora è vero!! Me l'ha detto Shu. Vi dovete vedere alle 9 nel bosco con lui e l'amico di Shu, giusto??
Rita:Non è il mio ragazzo.
Kanato:Il rossore in faccia e la tua reazione dice tutt'altro. Avanti!! Sputa il rospo!! Io e Teddy vogliamo sapere!!

Esclamai mettendogli il peluche sotto al naso che la guardava curiosa.

Rita:Ehm...lo sai che sei un pò troppo intromettente??
Kanato:Sono solamente curioso. Avanti! Parla!! Dove, quando e come vi siete conosciuti?? Voglio saperlo!!

La piccola si alzò e aprì la finestra indicando il cielo.

Rita:Lì.
Kanato:Cosa?
Rita:Ci siamo conosciuti a causa sua e.. del sangue.
Kanato:Che vuoi dire?
Rita:Dipende da conoscersi cosa intendi. E' difficile raccontartelo...
Kanato:Siete già stati insieme?? Cioè avete già scopato??
Rita:EH??? Ma che dici???

Urlò diventando rossa come un peperone. Forse ero stato molto schietto, ma dovevo chiederglielo. La vedevo molto presa da quel Kou, forse anche più di Subaru. Ero curioso. 

Kanato:Voglio saperlo!! Tutte le coppie lo fanno no? Anche mamma con lo zio lo fa, proprio come lo faceva anche con Raito.
Rita:Ma quello che fa tua madre è un'altra cosa. Da me viene chiamata puttanaggine.
Kanato:Sarà, ma la vedo felice dopo che lo ha fatto.
Rita:E' l'effetto goduria di strega. Ha effetto anche senza tuo zio o Raito. Credimi!! Sopratutto se sparissi io. Avrebbe l'orgasmo a mille.
Kanato:Orgasmo??
Rita:Hai ragione. Sei troppo piccolino per queste cose. A volte me lo dimentico.

Disse facendomi pat-pat in testa. Mi sentivo un idiota. 

Kanato:Non sono piccolino!!! Voglio sapere!!!

Improvvisamente la porta si aprì. Era Shu.

Shu:Andiamo??

Chiese con la palla tra le mani. La piccola annui e si affrettò a correre da lui, lasciandomi li da solo con Teddy.

Kanato:Teddy? Secondo te ha il  ragazzo??
Teddy:Ovvio, non hai visto come brillavano i suoi occhi?
Kanato:Ho visto. Penso anch'io che lo abbia.

Risposi abbracciandolo.

Kanato:E siamo rimasti solo noi, mio caro Teddy. Che vogliamo fare?? 

Domandai guardando felice il mio peluche. Intanto, Rita e Shu correvano nel bosco. Cosa successe? Chiedetelo a loro. Adesso sono impegnato con Teddy. Un bacio da Kanato & Teddy.




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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***





Capitolo 29


***
Shu
***


Ero a lezione con mia madre. Tutto procedeva per il meglio. Guardai l'orologio. Segnava le 8 di sera. Tra un'ora e anche meno avrei rivisto il mio amico Edgar e non stavo più nella pelle.

Beatrix:Cos'è quel sorrisetto?

Chiese accorgendosi che ero euforico.

Shu:Posso andare a giocare nel bosco con Rita?
Beatrix:Un capofamiglia non...
Shu:Non lascia mai il nucleo familiare, pensa sempre agli altri prima di se stesso e non si prende mai un pò di relax per se. Ho capito.
Beatrix:Ok...va pure!

Esclamò sorridendomi.

Shu:Grazie mamma!!

Mi alzai abbracciandola e correndo in camera di Rita, ma non c'era.

Shu:Dove si sarà cacciata?

Mi domandai con il pallone tra le  mani non vedendola. Nei corridoi incontrai Subaru e lo fermai incominciando a fare domande.

Shu:Hai visto Rita??
Subaru:E' andata in camera di Kanato a giocare, perchè?
Shu:Nulla!! Dobbiamo andare a giocare nel bosco.
Subaru:Nel bosco? Posso venire con voi?
Shu:Beh..non saprei. Se proprio ti va, aspettaci fuori. Vado a prendere Rita e torno.
Subaru:Ok.

Dissi correndo in camera di Kanato. Da fuori udii delle voci. Erano quelle di Rita e di Kanato che parlavano.

Rita:Hai ragione. Sei troppo piccolino per queste cose. A volte me lo dimentico.

Sentii facendolo arrabbiare. 

Kanato:Non sono piccolino!!! Voglio sapere!!!

Sentendo quella discussione, aprii la porta con il sorriso sulle labbra.

Shu:Andiamo??

Chiesi con la palla tra le mani. La piccola annui e si affrettò a correre verso di me, lasciando lì Kanato a giocare da solo. Intanto, i Mukami scoprivano un lato del signor Mukami che non conoscevano affatto.


***
Azusa
***


Il signor Mukami, diversamente da come sembrava, non ci trattava come oggetti di un qualche piano, anzi. Era molto affettuoso con noi. Ci aveva procurato vestiti, dei giocattoli e ognuno di noi aveva i propri hobby.

Azusa:Che belli!!

Esclamai fermandomi davanti ad una vetrina vedendo dei coltelli da collezione.

Mukami:Ti piacciono?
Azusa:Si! Li voglio tutti!!
Mukami:Non esageriamo! Li prendiamo uno alla volta. Se no, non c'è bellezza nel collezionarli. Non credi?

Annuii e indicai due dei tanti che mi piacevano.

Azusa:Mi piace quello rosso e quello nero con le rifiniture d'oro.
Muka:Ok, aspetta qui! Vado a prendertelo.

Disse lasciandomi la mano e entrando nel negozio.

Kou:Ragazzi, avete visto che bel cielo stellato??
Ruki:Uh..mamma!! Ricomincia lui e la fissazione del cielo!!
Yuma:Quando la smetterai?
Kou:Perchè dovrei smetterla? Voi avete i vostri hobby ed io ho i miei.
Ruki:E quale sarebbe questo tuo hobby? Osservare le stelle??
Kou:No!! Voglio diventare come il cielo. Famoso e conosciuto in tutto il mondo, ammirato da tutti ed essere uno spiraglio per chi sta male.
Mukami:Allora mi sa che hai sbagliato approccio.

Interruppe uscendo con i coltelli in una scatola dandomeli in mano.

Azusa:Che belli!! Si!! Finalmente sono miei!!
Kou:In che senso ho sbaglio approccio?
Mukami:Se vuoi diventare famoso deve saper ballare e cantare.
Ruki:Si, proprio come una femminuccia!!

Esclamò ridendosela, ma la reazione di Kou stupì tutti.

Kou:Si!!! Mi iscriverete a canto e a danza??
Mukami:Ma certo.
Kou:Grazie, grazie, grazie, grazie...!!!

Urlò buttandosi tra le braccia del signor Mukami. Quell'uomo era veramente molto buono e, anche se Ruki era convinto che ci fosse qualcosa di sporco sotto, non mi importava granchè visto che ci dava affetto e ogni cosa volevamo. Se davvero ci fosse qualcosa del genere sotto, l'avrei anche fatto. Dopotutto...non avevo mai avuto tanto affetto prima. Ero commosso a tal punto da incominciare a piangere.

Ruki:Perchè piangi??
Azusa:Perchè...ho sempre visto gli altri mano nella mano con i propri genitori e i proprio fratelli, mentre io gironzolavo per le strade sempre da solo, ma adesso...mi sento accettato e amato. Nessuno ha avuto riguardo di me proprio come neanche di voi. Sono stato sull'orlo della morte più volte. Prima per fame, poi per le botte e infine per le torture avute in orfanotrofio, pensavo fosse un simbolo d'affetto, ma mi sbagliavo. Essere amato e coccolato è molto meglio dell'essere picchiato.

I ragazzi, ormai miei fratelli, vennero da me abbracciandomi.

Ruki:Stupido! Noi siamo fratelli è normale che siamo una famiglia. Lo siamo sempre stata!
Azusa:Vi ringrazio signore...vi ringrazio di cuore per la vostra ospitalità.
Mukami:Non devi ringraziarmi. Come ha detto Ruki, siamo una famiglia.

Disse abbracciandomi anche lui.

Yuma:Uh..ci sono delle mele lì!!

Urlò correndo al banco della frutta.

Mukami:Non correre!!

Ordinò prendendomi per mano insieme a Kou, mentre Ruki correva dietro di Yuma. La vita non poteva andare meglio di così.

Mukami:Le vuoi?
Yuma:Si!! 
Kou:Yuma....non dovevamo....

Balbettò avvicinandosi a lui e prendendolo per la giacca.

Yuma:Hai ragione!! Che ore sono??
Mukami:Sono quasi le 9, perchè?
Kou:Muoviamoci!!

Esclamò trascinandosi Yuma dietro.

Mukami:Ma dove andate?

Domandò con la busta di mele in mano.

Yuma:A giocare!!!

Urlò senza fermarsi. Quei due erano strani. Cosa stavano nascondendo??



***
Kou
***


Ero in città con la mia nuova famiglia, quando improvvisamente vidi l'orario in un negozio ricordandomi l'appuntamento con Rita. Mi avvicinai a Yuma prendendolo per la giacca dietro.

Kou:Yuma....non dovevamo....

Balbettai sperando che capisse cosa volevo dire, fortunatamente capì.

Yuma:Hai ragione!! Che ore sono??
Mukami:Sono quasi le 9, perchè?
Kou:Muoviamoci!!

Dissi allarmandomi di aver fatto tardi, così presi Yuma trascinandomelo dietro.

Mukami:Ma dove andate?

Domandò con la busta di mele in mano.

Yuma:A giocare!!!

Urlò senza fermarsi. Arrivammo nel bosco dove vidi Shu, l'amico di Yuma, con Rita e un altro. Aveva una faccia seria e scontrosa. Probabilmente era un nobile come Shu, ma sembrava molto ribelle. Quando lo vidi, stava vicino a Rita che l'abbracciava da dietro. La cosa mi infastidì e non poco, ma Rita non sembrava molto interessata a lui, anzi... Quando mi vide si staccò da lui.

Rita:Nyan!!!

Esclamò correndo verso di me abbracciandomi col volto sorridente. La cosa sembrò contrariare e non poco il tipo.

Kou:Come stai?
Rita:Bene, te?
Kou:Molto meglio adesso che sei qui con me.

Sussurrai guardandola negli occhi. In quel momento, presi le mani della piccola baciandogliele.

Kou:Sei bellissima.

La piccola arrossì. Quel gesto galante diede sui nervi al ragazzino che, arrabbiandosi, venne verso di noi.

?:Brutto stronzo!! 

Urlò prendendomi per la maglia, staccandomi dalla mia Rita e cercando di aggredirmi.

Kou:Lasciami!! Ma che fai?
Rita:Subaru!!

La piccola cercò di separarci insieme a Shu e a Yuma, ma sembrava ce l'avesse con me. Mi spinse a terra e stava per sferrare un suo pugno su di me. Chiusi gli occhi temendo il peggio, ma non avvertii nulla. Li riaprii. Di nuovo quella scena. Rita mi faceva da scudo ancora una volta. Aveva la guancia rossa. Probabilmente aveva colpito lei invece di me.

Subaru:Togliti di mezzo!!
Rita:NO!
Subaru:Non può passarla così!!
Rita:Se vuoi colpire qualcuno, fa come prima. Colpisci me! 
Subaru:Cosa?

Il ragazzo sembrava scosso da ciò che aveva detto la piccola.

Subaru:Togliti ti ho detto!!!

Urlò contro la piccola e la piccola ribattè:

Rita:NO!! 
Subaru:Lo devo ridurre in cibo per formiche.
Rita:Basta, Subaru! Bastaaaa!!

Il piccolo la guardava meravigliato.

Subaru:Perchè lo difendi?
Rita:Non è ovvio? Smettila di fare questa guerra!! Lascialo stare!!

Esclamò standomi davanti. Non so cosa gli prese, ma il ragazzo se ne andò correndo seguito da Shu e Yuma, mentre la piccola incominciò a piangere.

Kou:Ti sei fatta male??

Chiesi accarezzandole la guancia rossa.

Rita:Tranquillo. Sto bene.
Kou:Adesso ti do un bacetto e tutto passa.

Sussurrai facendola ridere mentre le baciavo la guancia addolorata sperando che le passasse. Perchè ha avuto quella reazione? Ah...non lo so. Fatevelo raccontare da lui. Adesso sono impegnato a consolare il mio cielo. 
Un bacio. Kou.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***






Capitolo 30



***
Subaru
***



Avevo saputo che Rita e Shu andavano a giocare fuori. Avvertivo una strana sensazione. Sentivo che era importante che andassi con loro. Arrivammo nel bosco dove presi la palla che Shu aveva tra le mani.

Subaru:Giochiamo?
Shu:Si, dobbiamo aspettare un mio amico.
Subaru:Un tuo amico?

Nell'attesa, Rita incominciò a prendermi in giro.

Subaru:Smettila!!

Dissi vedendo che mi scompigliava i capelli.

Rita:Tanto non mi prendi!!

Esclamò ridendo e correndo mentre io la seguivo. Riuscii a prenderla di sorpresa abbracciandola da dietro.

Subaru:Presa!
Rita:No!! Non è giusto!
Subaru:Ora tocca a te prendermi!!
?:Shu!!!

Urlò una voce maschile. Mi voltai. Era Edgar, l'amico di Shu. "Allora era vero. E' rimasto anche lui intatto all'incendio." Pensai guardandolo mentre si avvicinava. Con lui c'era un'altro ragazzo. Era strano. Aveva i capelli biondi col ciuffo sull'occhio destro e occhi azzurri. Aveva un bel stile ed era estremamente bello. Rita, quando lo vide, si staccò dalle mie braccia urlando:

Rita:Nyan!!!

Correndo verso di lui abbracciandolo col volto sorridente. La cosa mi infastidì e non poco. 

?:Come stai?
Rita:Bene, te?
?:Molto meglio adesso che sei qui con me.

Sentii sussurrare mentre la guardava negli occhi. La cosa mi innervosì e non poco, ma cercavo di tenere la calma. Ero talmente teso e concentrato su quel tipo che non sentii Shu e Edgar che si stavano salutando accanto a me.

Edgar:Ciao!!
Shu:Ciao.
Edgar:Chi è lui??
Shu:Ah..giusto! Lui è mio fratello Subaru.
Yuma:Piacere. Io sono Yuma.

Disse porgendomi la mano in segno d'amicizia, ma ero interessato a guardare altro. Il comportamento del biondino mi infastidiva parecchio, sopratutto il suo modo di guardarla e di prenderla. Sembrava volesse provarci con lei.

Yuma:Cos'ha? Si è incantato?
Shu:Subaru? Tutto bene?
Subaru:Non mi piace.

Mormorai alterato.

Shu:Che?
Subaru:Non mi piace come si comporta con lei.

In quel momento, quell'idiota prese le mani della piccola baciandogliele.

?:Sei bellissima.

La piccola arrossì. Quel gesto galante mi diede sui nervi al tal punto da non riuscire più a trattenermi.

Subaru:Brutto stronzo!! 

Urlai avviandomi verso di lui con passo nervoso prendendolo per la maglia, staccandola dalla mia Rita. 

?:Lasciami!! Ma che fai?
Rita:Subaru!!

La piccola cercò di separarci insieme a Shu e a Yuma, ma non ci riuscivo. Sentivo un fuoco ardere in me a tal punto da non riuscire a controllare i miei istinti. Volevo ucciderlo e bergli tutto il sangue che aveva addosso, ma non me lo permettevano, così lo spinsi a terra caricando il mio pugno con tutta la forza che avevo addosso. Volevo rovinargli quel bel visino che aveva, ma mentre lo stavo colpendo si mise Rita davanti prendendo lei il pugno. In quel momento non pensai alla sua guancia che avevo colpito, ma desideravo ucciderlo con tutto il cuore così esclamai alterato: 

Subaru:Togliti di mezzo!!
Rita:NO!
Subaru:Non può passarla così!!
Rita:Se vuoi colpire qualcuno, fa come prima. Colpisci me! 
Subaru:Cosa?

Domandai scosso. Non l'avevo mai vista così determinata, peccato che anche io lo ero a toglierlo di mezzo. 

Subaru:Togliti ti ho detto!!!

Urlai nuovamente contro di lei, ma non ne voleva saperne.

Rita:NO!! 
Subaru:Lo devo ridurre in cibo per formiche.
Rita:Basta, Subaru! Bastaaaa!!

Non riuscivo a capire perchè tentasse di difenderlo così.

Subaru:Perchè lo difendi?
Rita:Non è ovvio? Smettila di fare questa guerra!! Lascialo stare!!

Esclamò standomi davanti impedendomi di colpirlo. Non so cosa mi prese, ma quel suo gesto mi ferì profondamente. Sentivo il desiderio di piangere dal dolore, tanto che incominciai a correre seguito da Shu e Edgar, mentre la piccola incominciò a piangere.

Shu:Subaru!! Aspetta!!
Subaru:Andate via!! Lasciatemi solo!!

Dissi non riuscendo a trattenere le lacrime. Shu mi prese per il braccio notando che stavo piangendo.

Shu:Subaru!! Perchè piangi?
Subaru:Non sto piangendo!!
Shu:Subaru!!
Subaru:Vi ho detto di lasciarmi solo!!!

Urlai staccandomi da lui e andandomene vicino al fiume piangendo. Mentre ero lì a terra e tirare sassi verso il fiume, delle braccia mi avvolsero. Era Rita.

Subaru:Vattene!
Rita:No.
Subaru:Chi è quello? Perchè lo difendi così tanto??
Rita:Lui è Kou.

Rispose lasciandomi senza fiato.

Subaru:Ah...allora ecco perchè aveva quell'atteggiamento.
Rita:Perchè lo stavi picchiando?
Subaru:Non lo sopporto. Mi sta proprio lì.
Rita:Ma lui non ti ha fatto niente.
Subaru:Già la sua presenza mi da fastidio. E' arrogante e presuntuoso. Mi da fastidio.
Rita:Perchè?
Subaru:Come perchè?? Non è ovvio? Volevo che tu fossi stata la mia lady. Che nessuno ti avesse toccato e invece lui mi ha mancato di rispetto.
Rita:La tua lady?

Chiese sedendosi accanto a me, mentre continuavo a guardare il fiume con le lacrime agli occhi e il rossore in faccia per ciò che avevo detto.

Subaru:Si..è quando una persona appartiene ad un'altra e stanno insieme perchè si vogliono bene, ma....dimentica ciò che ho detto.
Rita:Subaru?? Io sono già la tua lady.
Subaru:Che?
Rita:Ti voglio bene, ti appartengo, ma... essere la lady di qualcuno è una cosa e l'amore ne è un'altra. 
Subaru:Che vuoi dire?
Rita:Tu sei il mio lord ed io la tua lady. Siamo fratello e sorella. E' normale che ci sia questo sentimento di appartenenza l'uno verso l'altro. Ci ho messo parecchio per capirlo, ma è così. Non chiedermi perchè, ma...è diverso dall'amore. Io e Kou siamo affetti entrambi dalla stessa malattia dell'anima. Questa malattia ci porterà alla vita eterna l'uno accanto all'altro perchè entrambi non riusciamo a rinunciare all'idea di stare insieme. Non so se capisci cosa voglio dire.
Subaru:Lo capisco, ma...non lo sopporto.

La piccola mi abbracciò.

Rita:Ma non l'hai neanche conosciuto. Sono sicura che se lo conoscessi ti piacerà e non poco.
Subaru:Non credo. Uno che ci prova con la mia lady non può starmi simpatico.
?:Rita??

Chiamò il biondo venendo verso di noi. Quel tipo mi stava proprio lì. Non lo sopportavo. Rita si alzò da terra e andò verso di lui prendendogli la mano e portandolo verso di me.

Rita:Kou...lui è Subaru. Subaru....lui è Kou.

Disse presentandoci.

Kou:Allora è lui quello che mi hai sempre parlato.
Subaru:Lei ha parlato di me?
Kou:Si, ogni volta che ci mettevamo a parlare diceva sempre che doveva andare da Subaru.
Subaru:Anche a me ha parlato di te.
Kou:Davvero??
Rita:Visto? State facendo amicizia. Perchè odiarvi, quando potreste essere amici?

Mi chiese facendomi sorridere. Era vero. Sono sempre stato il tipo che guarda dentro le persone prima di giudicarle, invece l'avevo giudicato ancor prima di conoscerlo e mi ero sbagliato. Forse...non è tanto male come sembra, ma....il fatto che prendeva Rita per mano e stessero così  tanto in sintonia.. mi feriva.

Kou:Vieni a giocare con noi?
Subaru:No....credo che...torno a casa.

Risposi mettendo le mani in tasca e incamminandomi verso la villa mentre i due mi guardavano allontanarmi. Intanto, il signor Mukami cercava di capire come mai fossero scappati così i due, mentre Ruki e Azusa erano in soggiorno a guardare i loro nuovi regali. Cosa successe?? Ah...non chiedetelo a me. 
Alla prossima...Subaru.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***




Capitolo 31


***
Ruki
***


Eravamo appena rincasati con il nostro nuovo padre. Kou e Yuma erano scappati a giocare. Pensavano non sapessi che Rita ha portato il migliore amico di Yuma per farlo giocare e Kou è andato lì solo per vederla. Come facevo a saperlo? Beh...quel giorno, invece di dormire, andai nella mia ex-villa dove presi alcune delle mie cose, tra cui il libro che leggeva sempre mio padre. Avevo in mente di studiare, laurearmi, diventare una persona importante e colta e non come lui che non era in grado di gestirsi neanche gli affari. Odiavo a morte quella situazione, tanto che ogni notte da quel giorno non sono più riuscito a dormire. Ho incubi su incubi. Sono sempre stato viziato e coccolato. Ritrovarmi solo, con i domestici che ci derubavano e mi deridevano, quando sono stato sempre io a deriderli e a pretendere da loro, ritrovarmi senza una madre, scappata con l'amante e senza importarsi minimamente della fine che avre fatto, e con un padre morto in giardino, suicidato dal troppo lavoro e dai troppi debiti, è uno schianto e non poco per un ragazzino come me. Volevo molto bene ai miei. Mi hanno sempre detto di mostrarmi forte e autoritario perchè le persone così si aspettano che sia essendo un aristocratico. Continuo ad esserlo per volere di mio padre e per essere ancora un aristocratico ben accetto ovunque. Voglio far tremare le persone al mio passaggio. Non voglio essere buono e scemo come lo era mio padre. Non voglio essere tradito. Odio a morte le femmine, perchè sembrano essere ingenue e alla fine ti pugnalano nel momento del bisogno, come mia madre. Incominciai a sfogliare quel libro di mio padre con le lacrime agli occhi. Azusa, che era accanto a me con la sua nuova collezione, se ne accorse che qualcosa in me non andava.

Azusa:Che hai? Perchè piangi?
Ruki:Nulla. Pensavo solamente.
Azusa:Cos'è quel libro?
Ruki:E' di mio padre. L'ho preso la scorsa notte.
Azusa:Chissà dove sono andati Kou e Yuma.
Ruki:Yuma è andato dal suo vecchio migliore amico, mentre Kou l'ha seguito per vedere Rita.
Azusa:Cosa?
Ruki:L'ho visto l'altra sera che si davano appuntamento. E' un pò troppo mieloso il ragazzino. Deve imparare che le femmine danno solo problemi.
Azusa:Perchè? E' un male voler bene a qualcuno?
Ruki:No, ma se quella persona ti illude solamente, lo è e come.
Azusa:Io la conosco e non credo che illude Kou, anzi. Secondo me si vogliono realmente bene.
Ruki:Lo spero.

Risposi guardando il libro.

Mukami:Sono rincasati??

Chiese entrando in soggiorno.

Azusa:Non ancora.
Mukami:E' da un pò che sono fuori. 
Ruki:Vedrai che rientreranno presto.

Non finii neanche di dirlo che la porta si aprì.

Yuma:Scusate il ritardo.
Kou:Ci siamo fermati per strada a comprare dei pastelli.
Yuma:Già. Se dobbiamo andare anche a scuola è il minimo che potevamo prendere.

I due avevano entrambi il sorriso stampato in faccia. Il signor Mukami era sospettoso e non poco. Vedere i due sorridere lo preoccupava e molto anche. Non appena Yuma e Kou andarono in camera loro, si mise al telefono.

Mukami:La questione è seria.
?:Ma che dice?
Mukami:Ve l'ho detto e ve lo ripeto. E' seria e non poco. Mi sta sfuggendo la situazione da mano. Adesso anche Yuma è strano.
?:Ma come? Doveva diventare scontroso.
Mukami:Lo so.
?:Gli stai dando gli zuccheri?
Mukami:Si, gliele sto dando, ma sembra molto euforico e le zollette non fanno effetto.
?:Beh..allora raddoppiale.
Mukami:Ma signore...qui la cosa è seria! 
?:Mukami? Di un'altra parola, anzi! Fammi sapere solo che qualcun altro è uscito fuori dal piano e giuro che ti licenzio.
Mukami:Ma..signore... Pronto!! Ci siete!??

Ma aveva riattaccato. Il signor Mukami sembrava disperato. Si sedette sul divano a guardare il camino acceso.

Mukami:Non ci posso credere. Il progetto è fallito e Karlheinz ancora non ne vuole sapere.
Ruki:Karlheinz??

Mi chiesi capendo chi fosse l'uomo che parlava sempre.

Mukami:Se solo Azusa e Ruki fanno la stessa fine di Kou e Yuma, mi sa che il progetto sangue d'Eva è fallito sul nascere.

Sentendo quelle parole mi allontanai senza fare rumore e andai a cercare Kou e Yuma per sapere cosa fosse successo.


***
Edgar/Yuma
***


Ero in camera mia con Kou a raccontare ad Azusa ciò che era successo.

Azusa:Wow...davvero??
Yuma:Si, ci siamo messi a giocare a palla e poi dopo a nascondino.
Kou:Abbiamo conosciuto pure Subaru, un altro fratello di Shu.
Yuma:Veramente è il fratellastro. Hanno madri diverse.
Azusa:Vorrei tanto venire anch'io con voi!

Esclamò entusiasto da ciò che sentiva. 

Kou:Beh..allora la prossima volta vieni anche tu con noi.
Azusa:Dici sul serio??

In quel momento entrava Ruki in camera.

Ruki:Mi fa piacere che vi siete divertiti, ma non capisco questa vostra euforia. 
Kou:E' venuta anche Rita con noi.
Ruki:Lo so che l'uccello del malaugurio è venuto con voi, proprio come so anche che Yuma ha incontrato il suo migliore amico.
Yuma:Come fai a saperlo??

Chiesi rimanendone sorpreso.

Ruki:So tutto quello che devo sapere e non mi piace affatto ciò che fate.
Kou:Ma come?
Ruki:Kou? Il tuo posto è qui e non con Rita, mentre a te Yuma non va affatto bene che incontri il tuo passato.
Kou/Yuma:Ma perchè?
Ruki:Perchè per causa vostra tutto questo ci verrà privato!!

Urlò guardandoci demoralizzato. Non capivo cosa volesse dire.

Yuma:Perchè dovrebbe esserci privato tutto?
Ruki:Perchè è come aveva detto l'uccello del malaugurio! E' tutto un piano e noi siamo degli strumenti che se non ci stanno avranno una brutta sorte. Non lo capite?
Azusa:Peggio di come l'abbiamo avuta non può accaderci.

Ribattè Azusa con sguardo spento. Io e Kou ci avvicinammo a lui abbracciandolo.

Yuma:Sono d'accordo con Azusa.
Kou:Anch'io. Tu puoi stare dalla parte del piano, ma a noi non ci va affatto.
Yuma:Come ha detto lui, peggio di come siamo andati, non possiamo andare.

In quel momento Ruki ci guardò pensieroso.

Ruki:Perchè? Perchè continuate a stare dietro a dei sogni che possono essere infranti? Le altre persone ci infangano!! Il signor Mukami ci vuole bene e ci tratta come dei figli e....
Azusa:Se ci vuole bene come dici, allora non deve trattarci come un piano.

Azusa stava sorprendendo tutti dalle risposte che stava dando. Sembrava quasi deciso a ciò che voleva rispetto a prima che era sempre titurbante. Quel nuovo Azusa mi piaceva perchè non aveva debolezze e mostrava la sua forza d'animo altruista e verso la cosa migliore da fare.

Ruki:Ma io devo guidarvi..l'ha detto anche Karlheinz.
Azusa:Karlheinz ci odia! 
Yuma:Vuole usarci solamente!
Kou:Adesso siamo vampiri e comportiamoci da vampiri, no?
Yuma:Giusto!!
Ruki:Da vampiri?

Chiese guardandoci incredulo.

Yuma:Si. I vampiri sono spietati. Loro ci vogliono così. Senza cuore e spietati.
Kou:Ma lo saremo con loro. Chi ci vuole bene non ci abbandona e fa parte della famiglia Mukami. 
Azusa:Al momento siamo solo noi 4 la nostra famiglia.
Yuma:Concordo. Se ci vuole bene, il signor Mukami, allora deve lasciarci liberi di amare e di giocare.
Azusa:Senza amore saremo solamente dei mostri sadici e masochisti, non ti pare?

Ruki ci guardò sorpresi per poi sorridere e abbracciarci.

Ruki:Avete ragione! Mi sono lasciato prendere dalle mie paure, ma noi siamo la nostra famiglia. Nessuno può dirci cosa fare ne tanto meno obbligarci a farlo. Siamo vampiri ora e dobbiamo essere come dei vampiri. Quindi, da domani andremo in biblioteca e cercheremo dei libri adatti per scoprire il nostro nuovo essere. Che ne pensate?
Kou:I libri non mi piacciono, ma...sono con te.
Yuma:Anch'io. Dopotutto dobbiamo sapere come siamo fatti.
Azusa:Anch'io!

E con quell'abbraccio e quella promessa decidemmo di essere dei vampiri in tutto e per tutto. 


***
Ayato
***


Ero in villa a giocare con Raito quando da lontano vedemmo Subaru che rincasava senza Shu e Rita.

Ayato:Ehi! Che ha? 
Raito:Sembra quasi che ti abbiano bastonato.
Subaru:Più o meno.

Rispose con un espressione spenta. Posammo i bastoni e ci dirigemmo verso di lui.

Raito:Dov'è Rita?
Subaru:Con la sua fiamma.
Ayato:Con la sua fiamma??
Raito:Che vuoi dire?
Kanato:Allora è vero che ha il ragazzo!!

Esclamò Kanato spuntando fuori dal nulla e facendo agitare Raito.

Raito:Come sarebbe a dire che ha il ragazzo??
Kanato:Me l'ha detto Shu. E' fidanzata con un biondino.
Raito:Sicuramente sarà una fesseria.
Subaru:Invece no. Io l'ho conosciuto.
Ayato/Raito/Kanato:Cosa??
Raito:Come sarebbe a dire che l'hai conosciuto?
Kanato:Com'è?
Ayato:Ha la nostra età o è più grande?
Subaru:Ha la nostra età, ma....

Sospirò pensieroso e stanco.

Kanato:Ma cosa?
Raito:Avanti! Parla!! Non ci tenere sulle spine!!
Subaru:E' molto più bello di noi.

Quelle parole fecero crollare il mondo addosso a Raito. Lo si vedeva dal volto stremato e spossato.

Raito:M...m...molto più bello....di noi??
Subaru:Si. E' sempre allegro e simpatico. La prende con grazia ed è anche molto galante.
Kanato:Davvero??
Ayato:Beh...allora è davvero fortunata.

Dissi felice sorridendo insieme a Kanato, ma Raito non sembrava esserne d'accordo. Anzi...era ancora un pò scosso dalla notizia.

Raito:Scusate...io...vado dentro...

Balbettò Raito abbassando la testa e avviandosi dentro amareggiato.

Ayato:Ma cosa gli prende?
Kanato:Non lo so.
Subaru:Spero non sia nulla di grave.

Intanto, Raito era arrivato in camera sua. Con le lacrime agli occhi chiuse la porta. Perchè piangeva? Non lo so. Chiedeteglielo a lui.
A presto. Ayato.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***





Capitolo 32



***
Raito
***



Ero in giardino a giocare con Ayato quando da lontano vedemmo Subaru che rincasava senza Shu e Rita.

Ayato:Ehi! Che ha? 
Raito:Sembra quasi che ti abbiano bastonato.
Subaru:Più o meno.

Rispose con un espressione spenta. Posammo i bastoni e ci dirigemmo verso di lui.

Raito:Dov'è Rita?
Subaru:Con la sua fiamma.
Ayato:Con la sua fiamma??
Raito:Che vuoi dire?
Kanato:Allora è vero che ha il ragazzo!!

Esclamò Kanato spuntando fuori dal nulla. Sentendo quelle parole incominciai ad agitarmi. Non sapevo che avesse un ragazzo e neanche me lo immaginavo.

Raito:Come sarebbe a dire che ha il ragazzo??
Kanato:Me l'ha detto Shu. E' fidanzata con un biondino.
Raito:Sicuramente sarà una fesseria.

Dissi convinto, ma Subaru mi smetti sorprendendomi e dandomi la conferma di ciò che diceva Kanato.

Subaru:Invece no. Io l'ho conosciuto.
Ayato/Raito/Kanato:Cosa??
Raito:Come sarebbe a dire che l'hai conosciuto?
Kanato:Com'è?
Ayato:Ha la nostra età o è più grande?
Subaru:Ha la nostra età, ma....

Sospirò pensieroso e stanco.

Kanato:Ma cosa?
Raito:Avanti! Parla!! Non ci tenere sulle spine!!
Subaru:E' molto più bello di noi.

Quelle parole mi fecero crollare il mondo addosso. Sentivo come se fossi stato travolto da una valanga o da un esercito di mammuth affamati e arrabbiati. Nessuno poteva essere più bello di me. Io sono irresistibile anche se sono solo un bambino, tutti mi vogliono. Anche Cordelia mi dice sempre che sono stupendo e irresistibile. Com'era possibile che esistesse qualcuno addirittura migliore di me? Le parole si erano bloccate alla gola tanto che incominciai a balbettare.

Raito:M...m...molto più bello....di noi??
Subaru:Si. E' sempre allegro e simpatico. La prende con grazia ed è anche molto galante.
Kanato:Davvero??
Ayato:Beh...allora è davvero fortunata.
Raito:Scusate...io...vado dentro...

Continuai a balbettare con le parole che si stringevano alla gola e andando dentro sentendo che il cuore si stava riducendo in mille pezzettini. Era strano. Com'era possibile che sentissi tutte quelle sensazioni orride su di me? Perchè mi sentivo a pezzi?? Preso da queste domande e dal dolore che portavo dentro, una volta in soggiorno, incominciai a correre in camera mia chiudendo la porta a chiave. Il dolore al petto era così penetrante e devastante che non riuscii a trattenere le lacrime dagli occhi. Sentire che stava con uno che per giunta era migliore di me, mi feriva e non poco. Incominciai a piangere senza volere e la cosa mi addolorava molto.

Raito:Stupido! Stupido! Un uomo non piange!!

Mi urlai contro incominciando a picchiarmi dandomi dei pugni sulle gambe per cercare di smettere di piangere, ma le lacrime continuavano ad uscire.

Raito:Stupido!!

Continuai ad urlarmi piangendo. Frustrato mi lasciai trascinare dalle emozioni a terra continuando a pensare a ciò che fosse successo.

Raito:La odio!!! Per causa sua non riesco a capirci più nulla. Che diamine ho?? Perchè mi fa male il petto?

Confuso, quelle poche lacrime si trasformarono in un mare sul mio volto. La cosa che mi faceva più male era il piangere senza capirne il motivo. Mi sentivo distrutto, come se qualcosa in me fosse andato perduto. Com'era possibile che una dannata bambina senza forme e bellezza mi potesse fare questo? Non avevo mai provato nulla di simile. Mi sentivo il mondo crollare e non potevo far altro che sfogarmi piangendo. Volevo trattenermi, ma non ce la facevo. Forse... quell'esserino...con tutta la sua dolcezza e la sua ingenuità...era riuscita a strappare l'essere buono e fragile che era in me, cosa che le altre donne, compresa mia madre, non erano riuscite a fare. E mentre piangevo, accovacciato a terra e abbracciandomi le gambe, improvvisamente sentii il tocco di un abbraccio da dietro che mi fece sobalzare. Com'era possibile? Avevo chiuso la porta a chiave e non capivo il motivo di quelle braccia che mi avvolgevano. Mi alzai di scatto e mi voltai vedendo Rita che era dietro di me.

Rita:Perchè piangi?
Raito:Come diamine hai fatto ad entrare?
Rita:Sono un vampiro. E' normale che riesca ad entrare anche a porte chiuse.

Mi informò ricordandomi che avesse il dono del teletrasporto come ogni vampiro in questa assurda casa.

Raito:Che vuoi??
Rita:Perchè piangi?

Continuò a chiedere mentre era accovacciata ancora a terra. Mi asciugai le lacrime con la manica della maglia che avevo addosso.

Raito:Chi?  Io? Ma figurati! Sono un uomo. E gli uomini non piangono.

Dissi togliendo la manica dagli occhi. La piccola si alzò avvicindosi a me maliziosamente.

Rita:Non piangono, ma quando lo fanno sono davvero teneri.
Raito:Che??

In quel momento divenni una lampa di fuoco. Ero tutto rosso in viso. La piccola incominciò a ridere e mi abbracciò.

Rita:Dove avevi nascosto questo tuo lato tenero e vulnerabile, eh? 
Raito:Ma che dici? Non sono ne tenero ne vulnerabile.
Rita:Davvero? Avverto molta fragilità in te. 

Aveva capito tutto. Probabilmente aveva già scoperto la sua attinenza al mordere gli umani qual'era. Era strano. Di solito i vampiri lo scoprono a 13-14 anni. Probabilmente perchè era una femmina il suo sviluppo era diverso degli uomini. Chissà. Fatto stava che comunque aveva l'attinanza a mordere persone con fragilità visto che l'aveva avvertita in me. Sapeva che ero debole. Abbassai lo sguardo e la piccola mi guardò incuriosita.

Rita:Ehi? 
Raito:Che vuoi?
Rita:Essere fragile non vuol dire essere debole. Anzi...un uomo che mostra le sue fragilità è un uomo forte capace di non vergognassi dei suoi sentimenti ed è solo da ammirare.

Quelle parole mi sorpresero. Aveva capito che odiavo farmi vedere un debole. Non so perchè, ma in un certo senso mi tirarono un pò su. La guardai sorridendo e le presi la mano.

Raito:E' vero quello che si dice?
Rita:Cosa?
Raito:Che hai il ragazzo.
Rita:Non rispondo, anzi....me ne vado.
Raito:Chi tace accossente.
Rita:Infatti accossento.

Rispose andandosene e facendomi imbestialire. Quella tipa era capace di farmi alterare con poco e con una facilità innata. La seguii per avere spiegazioni, ma accadde qualcosa di inaspettato.

Rita:Lasciami!!!

Incominciò ad urlare. Perchè? Era stata presa da Cordelia che voleva picchiarla.

Cordelia:Stupida mocciosa!!
Rita:NO! Lasciami!!!

Continuò ad urlare mentre la donna alzava la mano pronta a sferrare il ceffone. Cosa successe? Ah..non chiedetelo a me. Io ero nei corridoi che correvo verso le urla e il caos. Che ne so? Fatevelo spiegare da Cordelia. A presto. Dal vostro Raito.

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***





Capitolo 33


***
Cordelia
***


Ancora una volta i miei piani erano saltati. La piccola era tornata e Richter aveva promesso di togliermela di mezzo, ma tutto sembrava al di fuori che si impegnasse a farlo. Ero in soggiorno che architettavo uno dei miei piani per togliere di mezzo quella fanciulla. L'unico punto interrogativo che avevo il come avrei dovuto farlo. Mentre ero lì a pensare, eccola che si presenta davanti ai miei occhi.

Cordelia:Oh...bene bene...guarda chi è tornata.

Dissi infastidita con un tono tra l'ironico e amareggiato. La piccola si voltò verso di me che ero seduta sul divano, aspettando il mio adorato Kanato che venisse per cantarmi una delle sue canzoni. Lo sguardo che aveva la piccola era perfido e malizioso proprio come un vampiro maligno che voleva fargliela pagare al proprio nemico. Con un sorriso inquietante e uno sguardo malvagio mi rispose:

Rita:Mamma Cordelia vuole togliermi da mezzo, non è così? 
Cordelia:Ma che dici, mia cara? Io non farei mai nulla del genere.
Rita:Peccato che io so come stanno le cose e non sarai di certo tu a fermarmi.
Cordelia:Cosa?
Rita:Pensi davvero che zio Richter mi elimini? Beh...ti sbagli di grosso. Lui è attratto da altro. Fa lo schiavetto solo perchè ama il tuo sangue e vuole impossessarsene. 
Cordelia:Ma che dici? Se è uno scherzo è davvero di pessimo gusto.
Rita:Purtroppo è la pura realtà. Sei perfida e doppiogiochista, ma lui lo è molto più di te. Ti vuole per altri fini. Per diventare più forte di Karlheinz e tu sei cascata nella sua rete proprio come una semplice preda azzannata dal predatore con tanta facilità.
Cordelia:Non ti permetto di parlarmi così!!!

Esclamai alzandomi di scatto dal divano.

Rita:Perchè? Che mi fai??
Cordelia:Io....Ah!!!! Non mi metto a litigare con una mocciosa.
Rita:Ovvio. Hai paura di perdere. Non è così? 
Cordelia:Vuoi sapere che ti faccio?? Beh...ti ammazzo!!
Rita:Fammi vedere!
Cordelia:Con piacere!!

Urlai prendendola per il braccio con violenza. Non so perchè lo fece, ma improvvisamente incominciò ad urlare l'opposto di ciò che mi aveva detto di fare. 

Rita:Lasciami!!!

Incominciò ad urlare. Forse perchè aveva visto che non scherzavo e stavo caricando la mano per picchiarla.

Cordelia:Stupida mocciosa!!
Rita:NO! Lasciami!!!

Continuò ad urlare mentre alzavo la mano pronta a sferrare il ceffone, ma quel ceffone non la colpì. Perchè?? Semplice. Quella piccola peste l'aveva fatto apposta. Mi aveva isticato per farmi odiare dall'uomo che era dietro di me. Chi? Tsk....il mio adorato marito Karlheinz. Vedendo la mia reazione di violenza, ma non sapendo che era stata lei a provocarmi, me lo trovai dietro e mi prese la mano con violenza. Tanto che me la strappò quasi.

Cordelia:Lasciami!!
Karlheinz:Metti solo un dito sulla piccola e ti ammazzo.
Rita:Papà!!!

La piccola incominciò a lamentarsi e a piangere. Si vedeva lontano un miglio che fingesse, ma per Karlheinz non lo era, anzi...mi lasciò la mano e la prese in braccio per confortare quella peste.

Karlheinz:Vergognati!! E' una bambina. Già è confusa che non ricorda nulla. 
Cordelia:Cosa?? Ma lei...
Rita:Papà!! Chi è quella donna cattiva?? Perchè voleva picchiarmi?? Cos'ho fatto??

Chiese abbracciando Karlheinz ancora fingendo di piangere.

Karlheinz:Nessuno di importante, ma se alza solo un altro dito su di te, passerà l'inferno. Glielo prometto.

Contrariato, Karlheinz se ne andò con la piccola in braccio. Quella peste voleva mettermi in ridicolo ed io volevo sterminarla con tutto il cuore.


***
Karlheinz
***


Ero al piano di sopra e stavo scendendo le scale quando sentii dei lamenti. Sembravano le urla della mia piccolina, così corsi al piano di sotto dove vidi quella vipera di Cordelia che le aveva preso il braccio violentemente.

Rita:Lasciami!
Cordelia:Stupida mocciosa!!
Rita:NO! Lasciami!!!

Continuò ad urlare mentre alzava la mano pronta a sferrare il ceffone, ma quel ceffone non la colpì. Perchè non appena vidi la scena intervenni andando dietro Cordelia e prendendogli la mano che voleva colpire la piccola con violenza, senza preoccuparmi che fosse una donna e dovevo portarle rispetto. Gliela strinsi talmente tanto che gliela potevo quasi strappare se avessi voluto.

Cordelia:Lasciami!!
Karlheinz:Metti solo un dito sulla piccola e ti ammazzo.
Rita:Papà!!!

La piccola incominciò a lamentarsi e a piangere. Sembrava molto scossa, tanto che lasciai quella vipera e corsi da lei prendendola in braccio per confortarla, per poi voltarmi verso Cordelia con la piccola ancora in lacrime che non riusciva a calmarsi.

Karlheinz:Vergognati!! E' una bambina. Già è confusa che non ricorda nulla. 
Cordelia:Cosa?? Ma lei...
Rita:Papà!! Chi è quella donna cattiva?? Perchè voleva picchiarmi?? Cos'ho fatto??

Chiese abbracciandomi con le lacrime agli occhi ancora più confusa di prima. Le accarezzai i capelli.

Karlheinz:Nessuno di importante, ma se alza solo un altro dito su di te, passerà l'inferno. Glielo prometto.

Contrariato, me ne andai con la piccola in braccio che mi abbracciava ancora. La portai nel mio studio dove la feci calmare e la feci sedere alla mia scrivania.

Rita:Papà? Posso colorare?
Karlheinz:Ma certo, tesoro.

Le dissi dandogli dei fogli e dei pastelli e mentre le davo quei fogli,  ricevetti una chiamata dal signor Mukami che sembrava preoccupato.

Karlheinz:Mukami, che diamine vuoi??
Mukami:I ragazzi...vede...
Karlheinz:Ha risolto la questione con Kou, vero?
Mukami:Vede....la questione è seria.
Karlheinz:Ma che dice?
Mukami:Ve l'ho detto e ve lo ripeto. E' seria e non poco. Mi sta sfuggendo la situazione da mano. Adesso anche Yuma è strano.
Karlheinz:Ma come? Doveva diventare scontroso.
Mukami:Lo so.
Karlheinz:Gli stai dando gli zuccheri?
Mukami:Si, gliele sto dando, ma sembra molto euforico e le zollette non fanno effetto.
Karlheinz:Beh..allora raddoppiale.
Mukami:Ma signore...qui la cosa è seria! 
Karlheinz:Mukami? Di un'altra parola, anzi! Fammi sapere solo che qualcun altro è uscito fuori dal piano e giuro che ti licenzio.
Mukami:Ma..signore... 

In quel momento, urtato, attaccai il telefono in faccia.

Karlheinz:Maledizione! Non ci voleva!!
Rita:Papà...qualcosa non va??
Karlheinz:Cosa stai disegnando?

Domandai non volendogli dire cosa avevo. Dopotutto una bambina come lei non poteva capirne... o almeno era quello che pensavo.

Rita:Qualcosa che papà dovrebbe fare.

Rispose dandomi i fogli dove aveva colorato.

Rita:Sono progetti, ma poi papà può farli o no. Sono consigli..idee...

Su quei fogli c'erano molti disegni strani. Quella piccola aveva disegnato Cordelia e Richter fuori dalla villa, Christa fuori dalla prigione con il suo Subaru, Beatrix con i suoi Reiji e Shu, ma quello che mi colpì fu il suo volto sorridente. Non avevo mai visto nulla di simile. Aveva quell'aria di voler aiutare che aveva sempre quando la trovai per la prima volta. 

Rita:Papà? Cos'hai?
Karlheinz:Sono molto belli, ma... non sono progetti buoni. Forse quello di Christa e di Beatrix si possono attuare, ma quello di Cordelia....credo proprio di no.
Rita:Uffa!! Allora devo avere sempre quella vipera davanti?? 
Karlheinz:Ma che dici?
Rita:E se mi fa qualcosa?
Karlheinz:Tranquilla. Ti proteggerò io.

Le dissi abbracciandola. Non sapevo se attuarlo davvero o no, l'unica cosa che sapevo è che ero nervoso e non poco per ciò che era successo con Mukami. Presto o tardi avrei dovuto andare a verificare ciò che stava succedendo. Intanto, il signor Mukami scopriva che anche Azusa e Ruki erano stati coinvolti. Come?? Fatevelo raccontare da loro. Alla prossima da Karlheinz.

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***





Capitolo 34




***
Ruki
***


Il piano di incastrare il signor Mukami stava riuscendo. Eravamo diventati vampiri ormai e dovevamo comportarci come tali. Peccato che ci comportavamo come bambini umani invece che bambini vampiri. Infatti, uscivamo a giocare quando il sole era alto, mangiavamo ogni giorno e non abbiamo ancora bevuto sangue, ma cercavamo di comportarci da infami con lui facendogli scherzi su scherzi. Dopotutto in quei libri sta scritto che un vampiro è dispettoso, no??

Mukami:Non ci credo. Stanno giocando di nuovo al sole. Gli ho detto mille volte che la mattina bisogna dormire e non giocare.

Mormorò venendoci vicino con una tunica addosso che gli copriva il capo. Probabilmente gli dava fastidio la luce. 

Mukami:Avanti! Entrate dentro!
Yuma:No!!!

Esclamò dando un calcio al pallone e correndo avanti e indietro seguito da Azusa. 

Mukami:Ruki, almeno tu, entra! Da il buon esempio.

Mi disse disperato mentre ero seduto sull'erba del giardino a leggere il libro di mio padre.

Ruki:Perchè dovrei?
Mukami:Sei il fratello maggiore e la mente di questa famiglia, quindi fa come ti dico.
Ruki:E se ti dicessi di no?
Mukami:Che?
Ruki:Non voglio entrare. Mi piace stare all'aperto e poi fa entrare prima agli altri, no?
Mukami:Dov'è Kou?

Chiese non vedendolo in giardino. Senza staccare gli occhi dal libro, indicai il tetto. Il signore alzò la testa e vedendo Kou sul tetto incominciò a preoccuparsi. In fretta e furia salì lì su andando da Kou che come al solito guardava il cielo e le nuvole che si addensavano fantasticando chissà che.


***
Kou
***


Eccomi sul tetto di questa casa. E' l'unico posto più alto e tranquillo da dove posso vedere il mio cielo azzurro che poi tanto azzurro non è. Aveva delle nuvole bianche che si addensavano formando delle immagini nel cielo. Mi è sempre piaciuto fantasticare e inventare favole guardandole. 

Kou:C'era una volta un castello, dove viveva una principessa. Questa principessa era rinchiusa e doveva battere un mostro. Un giorno un ragazzo semplice e rozzo la trovò e la liberò, così riuscirono a stare felici insieme.

Incominciai a raccontare vedendo quelle immagini nelle  nuvole. Poi incominciai a pensare se avessi rivisto presto Rita. Avevo una voglia matta di rivederla, di abbracciarla e di giocare con lei. Mentre pensavo a quello sdraiato sul tetto con le mani dietro alla nuca che guardavo ancora quelle immagini nel cielo, davanti al mio volto vidi quello del signor Mukami contrariato.

Mukami:Che ci fai qui su?
Kou:Guardavo il cielo!!
Mukami:Non sei più un umano. Torna dentro!! A dormire!!

Esclamò severamente prendendomi e trascinandomi dentro chiudendomi in camera mia.

Kou:Uffaaaa!!! Che noia!! Perchè devo dormire?? Io non voglio!!

Così, a sua insaputa, mi misi a colorare e a disegnare.



***
Azusa
***


Azusa:Passala!!

Urlai giocando a calcio con il mio fratello Yuma che me la passò. Eravamo diventati inseparabili. Avevo una voglia matta di divertirmi e incontrare l'amico di Yuma e Rita. Non volevo essere il progetto del piano losco che avevano in mente. Il signor Mukami, autoritariamente, ci prese e ci portò in camera nostra. Era diventato irascibile e incontrollabile. Probabilmente era perchè non lo ubedivamo più, ma poco importava. Il giorno seguente andammo tutti e 4 a giocare nel bosco. Yuma doveva rivedersi col suo migliore amico e ci sarebbe stata anche Rita lì. Infatti era lì che ci aspettava.

Ruki:Guarda guarda. L'uccello del malaugurio.
Kou:Rita!!!

Esclamò correndola incontro neanche fosse stato un film romantico abbracciandola.

Azusa:Ciao.
Rita:Ciao, Azusa!!

Felice, mi venne vicino e mi abbracciò. 

Azusa:Che bello rivederti. Come stai?
Rita:Bene. Ti vedo in gran forma.
Azusa:Diciamo.
Yuma:Ruki? Azusa? Vi presento il mio amico Shu.
Shu:Piacere di conoscervi.

Disse chinando il capo. Quella sera la passammo a giocare, ma presto venne il momento di separarci.

Kou:Allora ci vediamo domani.
Rita:Certo.

Rispose sorridendolo mentre prendeva la mano del fratello Shu per tornare a casa. Improvvisamente la fermò.

Kou:Rita, aspetta!!

La piccola si voltò e Kou gli andò vicino. Cos'aveva in mente?



***
Karlheinz
***


Karlheinz:Non mi interessa!! Cerca di riprendere la situazione di mano!!

Urlai per telefono contro al signor Mukami che non stava svolgendo il suo lavoro come doveva.

Mukami:Allora riprendetevi la vostra bambina. Sta facendo solo stragi qui!
Karlheinz:Non ti permetto di parlare così di mia figlia.
Mukami:E' colpa sua se Kou e Yuma mi sono sfuggiti di mano. Provvedete immediatamente! Insegnatela ad essere un aristocratica, cosa che è invece di dirmi cosa fare o non fare.

Ribattè attaccandomi il telefono in faccia.

Karlheinz:Tsk...che screanzato! Ma chi si crede di essere? So badare perfettamente alla mia bambina.

Contrariato posai il telefono in tasca. In quel momento, felice entrava la mia Rita insieme a Shu. Quei due sembravano essere diventati inseparabili, ma forse era solo la mia impressione. La piccola aveva qualcosa tra le mani che, senza dare nell'occhio, corse in camera sua a posarlo. Curioso e vedendola sempre con la testa tra le nuvole, decisi di controllare cosa fosse. Andai in camera sua mentre lei era fuori a giocare con i figli di Cordelia e mi avvicinai alla scrivania dove vidi una montagna di fogli. Su quei fogli c'erano molti disegni strani tra cui alcuni che già sapevo come quello di Cordelia e Richter fuori dalla villa, Christa fuori dalla prigione con  Subaru e Beatrix con i suoi figli Reiji e Shu, ma quello che mi colpì furono gli altri disegni. C'erano Shu con il suo migliore amico Edgar che giocava a palla nel bosco, Kanato con Azusa che giocavano a prendere il thè, Reiji che leggeva con Ruki e infine, un disegno custodito gelosamente di lei con Kou mano nella mano. Era diverso dagli altri disegni. Era stato fatto da qualcun altro sicuramente. Quei 4 disegni mi fecero rimanere perplesso. Forse...non avevo guardato bene la mia piccola davvero. In quel momento la porta si aprì ed entrò la piccola che vedendomi con volto amareggiato si fermò sulla porta chiedendomi:

Rita:Papà? Cos'hai?

In quel momento non sapevo che dire. Ero amareggiato da quel comportamento, tanto che incomiciai a domandare:

Karlheinz:Che significa?

La piccola si avvicinò a me mostrandomi i disegni uno ad uno con il sorriso in volto.

Rita:Sono progetti. Ti piacciono?
Karlheinz:Sono molto belli, ma... non sono progetti buoni. 
Rita:Perchè?
Karlheinz:Perchè è tutta fantasia e non si possono attuare. Dopotutto fanno parte del piano quelle 4 persone. Cioè del mio lavoro e tu non puoi mettere famiglia e lavoro insieme.
Rita:Lavoro?
Karlheinz:Certo. Loro fanno parte del progetto di papà. Se vuoi metto fuori Christa e la faccio stare con Subaru, ma il resto....non può essere attuato. Non potranno mai vedersi o conoscersi. Non so se capisci...
Rita:Allora non rivedrò mai più Kou?

Quella domanda mi fece pensare alla discussione avuta col signor Mukami. Mi avvicinai preoccupato verso di lei accovacciandomi a terra per diventare alla sua altezza.

Karlheinz:No...non puoi. Tu sei diversa da lui. Tu sei un vampiro.
Rita:Ma anche lui lo è.
Karlheinz:Si, ma... lui...
Rita:Papà...lui è buono.
Karlheinz:E' questo il problema. Non può essere buono se è un vampiro.

Con quel disegno dei due tra le mani, glielo mostrai severamente.

Karlheinz:Che significa?
Rita:Che può significare?
Karlheinz:Lui...ti piace?
Rita:Lui mi è stato vicino all'orfanotrofio. Senza di lui non sarei qui.
Karlheinz:Ti ho fatto una domanda ed esigo una risposta.

La piccola mi guardò perplessa abbassando lo sguardo. La cosa mi amareggiava e non poco. Il mio piano era andato a pezzi per causa sua, proprio come aveva detto Mukami. Aveva fatto innamorare Kou ed ora era ancora più difficile fargli fare ciò che doveva.

Karlheinz:Dovevo sospettarlo.
Rita:Papà....non l'ho voluto io...
Karlheinz:Allora parlavano di questo prima Ayato e Kanato fuori. E' Kou il biondino.
Rita:E'....solo....un amico...
Karlheinz:Un amico....certo. Si incomincia sempre così.

Risposi deluso e alterato dal gesto della piccola.

Rita:Ma papà!!
Karlheinz:Sei stata fuori con lui tutto il giorno, non è così?
Rita:Papà...
Karlheinz:Da oggi in poi non lo vedrai più.
Rita:Ma papà..non puoi!
Karlheinz:Perchè??

Con occhi lucidi alzò la testa verso di me rivelando ciò che aveva nel cuore ferendomi enormemente.

Rita:Io lo amo.

Quelle parole erano come un macigno dentro di me. Erano talmente violente che incominciai a bestemmiare e ad urlare prendendo la piccola con violenza sulle spalle e portandola nella torre.

Rita:Papà!! Lasciami!!
Karlheinz:Da oggi in poi starai qui!!!

Urlai buttandola nella prigione dov'era Christa e chiudendo la porta a chiave.

Christa:Che succede?
Karlheinz:Volevi occuparti di un figlio, non è così? Bene!! Adesso puoi farlo!
Rita:Ma papà!!

Continuava a ribattere appoggiando le mani alle sbarre.

Rita:Papà, lasciami parlare!!
Karlheinz:Può essere che qualche giorno qui ti faccia bene. Finchè non cambi idea da qui non uscirai.

Deciso e ferito nell'orgoglio, presi le chiavi con me allontanandomi da lei. Sentivo il dolore crescere dentro di me. Talmente tanto da incominciare a piangere, ma sono un uomo forte.

Rita:Papà!! Non andartene!!

Continuava ad urlare. Ed io, come uomo d'onore e severo com'ero, non mi voltai ne per far vedere le lacrime ne per mostrarmi un debole. Un uomo autoritario e severo come me deve rimanere tale e, mentre io uscivo, senza accorgermene qualcuno entrò dentro. Chi? Subaru. Che fece? Beh...fatevelo raccontare da lui.
Alla prossima. Karlheinz.



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