Can you see my demons?

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 CAPITOLO 1        

-non ci vado in quella clinica!- Rachel camminò all’indietro ma venne bloccata dal braccio di suo padre Hiram –Rachel hai bisogno d’aiuto- Rachel scosse la testa –no, posso farcela- l’altro suo padre, Leroy, le prese il viso fra le mani –Rachel l’hai detto mesi fa, devi lasciare che persone che ti capiscano ti aiutino- Rachel scosse la testa e sentì gli occhi inumidirsi –non potete farmi questo, mi sentirei più malata di quel che sono- Hiram strinse gli occhi e guardò il soffitto, una fitta di dolore al petto gli fece ricordare che essere padre a volte era duro, Rachel girò la testa per non far notare che ormai le lacrime non riuscivano a fermarsi –tu non sei malata, sei solo un po’ speciale- Leroy le si inginocchiò davanti sorridendole –ti promettiamo che tornerai ad essere la ragazza che eri, uscirai presto da lì- Rachel scosse la testa –ho solo sedici anni, come credete che ne uscirò così facilmente?- Hiram le sorrise –sei la ragazza più forte che conosco- Leroy annuì –e anche se hai toccato il fondo riuscirai a tornare in superficie- Rachel deglutì –dove la trovo tutta questa forza?- i suoi due padri sospirarono –la troverai, fidati-.
 
-Buon compleanno!- Rachel scosse la testa risvegliandosi da quel sonno ad occhi aperti –ciao Jo- salutò il suo infermiere, in realtà era più un amico che un infermiere, era l’unico con cui riusciva a parlare in quel luogo –allora principessina, oggi compi diciassette anni- Rachel sbuffò –non sono più una bambina- Jo annuì –non ti va di uscire un po’ da qui dentro? Insomma sono giorni che stai qui da sola- Rachel scosse la testa –uscirò solo per tornare a casa- Jo si grattò la testa rasata –Rachel..- iniziò l’uomo –no Jo, è un anno che sono qui dentro! Sono tre mesi che non vomito- l’infermiere mulatto sbuffò –Rachel non vomiti ma hai la nausea quando mangi, dimmi che non è vero e ti faccio tornare a casa, non mangi a sufficienza- Rachel abbassò lo sguardo –devi solo farti aiutare- Rachel annuì –per regalo di compleanno potrei saltare i pasti almeno oggi- Jo si mise un dito sul mento e si fermò a pensare –ehmm… no- Rachel scosse la testa –però ho un altro regalo per te- l’omone si sedette sul letto della ragazza –da stasera avrai una compagna di stanza- Rachel sbuffò –oddio, non ti aspetterai che farò i salti di gioia, avere una compagna di stanza in questo posto è come avere una sigaretta in un bosco di accendini- Jo scoppiò a ridere –queste metafore da dove ti escono?- Rachel abbozzò un sorriso –cosa ti aspetti che ti dica? Che ci faremo le treccine?- Jo rise ancora –avete la stessa età, è possibile- Rachel sorrise di nuovo, era raro sorridere in quel posto –come si chiama?- Jo si alzò stiracchiandosi –ora sei curiosa?- Rachel sbuffò –prima di entrare qui dentro ero la persona più curiosa del mondo- Jo annuì –è per questo che hai scoperto la bulimia?- Rachel scosse la testa –no, quella l’ho scoperta a scuola- Jo rise di nuovo e si avviò alla porta –mi pare che si chiami Santana- Rachel annuì e lo salutò. Quando rimase sola si rese conto che era rimasta per minuti a fissare il piatto di pasta che Jo le aveva portato –forza Rachel, è solo qualche boccone- si mise qualche pezzo di pasta in bocca e lo ingoiò, lei non mangiava, si limitava a masticare e ingoiare con la speranza di morire con un boccone incastrato nell’esofago, non ne poteva più di quella vita, non ne poteva più di sentirsi malata. Riuscì ad ingoiare due volte, ma al terzo tentativo ci rinunciò, sentendo la nausea montarle dentro, sbuffò e si lasciò andare sul suo letto, guardò il soffitto sapendo che nessuno sarebbe andato a trovarla, la sua migliore amica, Quinn, era partita per il collage un mese dopo la sua riabilitazione e il suo ragazzo era come scomparso, i suoi genitori erano già andati quella mattina, così si ritrovò sola, come solo un’adolescente problematica può trovarsi, sbuffò, sapendo che a quell’età non ci si dovrebbe sentire così, quelli dovevano essere gli anni migliori e lei se li stava rovinando a causa delle sue paranoie e dei suoi demoni interiori.
 
Stava affacciata alla finestra da quando Jo era entrato a portarle la cena, non aveva toccato niente, era troppo incantata dal cielo, stava per tramontare e il cielo azzurro si era riempito di sfumature rosse e arancioni, le stelle iniziavano a vedersi e Rachel si rendeva conto che non tutto faceva schifo in quel mondo, non si accorse neanche della porta che si apriva qualche minuto dopo –non hai ancora toccato niente- la voce di Jo la fece sospirare –mangio più tardi- sentì la porta chiudersi e si lasciò andare con uno sbuffo –è bellissimo eh?- Rachel sussultò girandosi di scatto e trovando un paio di occhi neri come la pece a fissarla –cosa?- Rachel la guardò pietrificata, una ragazza dalla sua stessa età, con i tratti ispanici e la pelle ambrata, dai capelli neri come gli occhi e dalle labbra così piene da sembrare due cuscini di morbide piume, non seppe perché ma immaginò quelle labbra incurvarsi in un sorriso, e fu sicura che quello sarebbe stato uno di quei sorrisi su cui morirci –il cielo a quest’ora- Rachel annuì leggermente –io sono Santana- la latina allungò una mano, Rachel la strinse subito –Rachel- si limitò a dire –dato che quello è il tuo suppongo che questo sia il mio- Santana indicò quello che sarebbe stato il suo nuovo letto e Rachel annuì distratta e continuò a fissare la ragazza, si rese conto solo in quel momento che aveva lo sguardo più perso del suo, e che aveva gli occhi vuoti e pieni di mostri –si ehm, credo di si- Santana le sorrise e Rachel spalancò la bocca, era proprio come aveva pensato, quel sorriso era qualcosa di eccezionale, in quel momento fu come se avesse capito che oltre al cielo anche le persone non facevano poi così schifo. Santana si sedette sul suo letto e guardò Rachel che era rimasta da svariati minuti a fissare la cena con la nausea che già si faceva sentire –non hai fame?- Rachel la guardò stranita –si, è solo che..- Santana fece un gesto con la mano –scusami, non è proprio la domanda più normale da fare in un centro di riabilitazione- Rachel sorrise per la prima volta ad una persona che non fosse Jo –sei bella quando sorridi- Rachel sorrise più forte cercando di placare un leggero rossore sulle sue guance –naah- si limitò a dire sdraiandosi sul suo letto, Santana le sorrise scuotendo la testa.
 
Rachel stava fissando il soffitto bianco da almeno una mezz’ora quando sentì un rimbalzo contro la parete, si girò e vide Santana gettare una pallina rossa contro il soffitto e quando le tornava in mano la stringeva forte, nel lanciarla la manica della felpa della ragazza si era leggermente abbassata rivelando una cicatrice gonfia e bianca, Rachel sussultò vedendola, non fece in tempo ad analizzarla perché Santana accorgendosene si era alzata la manica e aveva lanciato uno sguardo a Rachel che le aveva solo sorriso –ti da fastidio?- Rachel scosse la testa –no, non preoccuparti, mi aiuta a non pensare- Santana annuì –già- la latina strinse forte la pallina e la tirò alla ragazza che la prese al volo –provaci, aiuta- Rachel annuì e strinse la pallina e stranamente trovò un sollievo strano, la guardò bene –perché proprio il rosso?- Santana la guardò un po’ titubante –mi dicono di non parlarne con nessuno- Rachel le passò la pallina –perché?- Santana fece spallucce –perché potrei fare del male- Rachel scosse la testa –più male di quello che mi faccio da sola?- Santana annuì –si, molto di più di quel male- Rachel annuì e si sedette guardando la ragazza che sdraiata fissava il soffitto con lo sguardo perso nel vuoto –ti va di giocare?- Santana alzò un sopracciglio –alle undici? Sei bipolare per caso?- Rachel scoppiò a ridere e le si sedette vicino, notò subito che la ragazza si era scostata –perché ti allontani?- Santana boccheggiò –te l’ho detto- Rachel alzò un sopracciglio –cosa?- Santana fece spallucce –chi si avvicina a me si ferisce- Rachel alzò gli occhi al cielo –sono già ferita- Santana abbassò lo sguardo –non voglio fare del male  a persone che neanche mi conoscono- Rachel fece spallucce –non ho niente da perdere, dammi la possibilità di conoscerti- Santana rimase un attimo in silenzio e guardò Rachel prima di sorridere e annuire –non me ne pentirò ne sono sicura- Santana sbuffò –lo vedremo- disse prima di dare la buona notte a Rachel e di addormentarsi.




 Ancora io, sì, non la smetterò mai
*risata malefica*
Mi è venuta l'idea di questa fanfiction pensando al mio dolce angioletto che si gode la sua vita a Los Angeles con il suo fidanzatino/bonazzo da paura, Wilden, e niente ho voluto far cadere un po' la figura di Santana sicura di sè e di una Rachel che se ne fotte di quello che dice la gente perchè tanto sa che la fine che farà è quella che ha sempre sognato e bla bla bloa, non so se la storia vi piacerà, fatemi sapere, in caso contrario sarà inutile continuare a pubblicarla. Lo so che questo capitolo è leggermente breve, ma prometto che gli altri, se ce ne saranno, diventeranno più lunghi.
Alla prossima, baci.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***




CAPITOLO 2

 

-Buon pranzo ragazze- Jo entrò nella stanza di Santana e Rachel e le salutò entrambe –vi ho portato qualcosa- Rachel annuì e sorrise all’infermiere –vedo che non sono il tuo unico amico- Rachel scoppiò a ridere cacciandolo scherzosamente dalla stanza –vi conoscete da molto?- Santana si sedette a quella che ormai era la loro scrivania da due settimane –da quando sono qui- Santana annuì prendendo un sorso di zuppa –perché il caffè non lo danno qui dentro- sbuffò la latina –ti aspetti che diano la caffeina ad un branco di matte?- Santana scoppiò a ridere ma si bloccò vedendo lo sguardo titubante di Rachel nel guardare il suo pranzo –Rach quante altre volte dovrò dirti che devi mangiare se vuoi uscire da qui?- Rachel alzò lo sguardo sulla latina –io mangio, è quello che faccio dopo che mi fa paura- Santana alzò un sopracciglio –com’è possibile che abbiamo parlato di tutto tranne che della nostra storia?- Santana fece spallucce –non ne ho idea- si alzò le maniche di poco mostrando appena i polsi e Rachel notò un paio di bende, quelle che una settimana prima non aveva –cos’hai combinato?- Rachel gliele indicò mangiando un po’ di pane, Santana la guardò e passò lo sguardo sulle sue braccia, deglutì visibilmente –andiamo sai che con me puoi parlarne, stiamo sulla stessa barca- Santana annuì e si alzò dopo aver finito la sua zuppa –finisci di mangiare e vestiti così scendiamo in cortile- Rachel annuì.

 

Fecero qualche giro di campo, il cortile era in realtà un campo con la pista di corsa intorno, così le ragazze del centro camminavano o semplicemente si tenevano in forma, stanche si sedettero su una panchina all’ombra di un albero, più isolata rispetto alle altre –allora, mi dici cos’hai combinato?- Santana annuì deglutendo –lo sai perché sono venuta qui?- Rachel scosse la testa –ho tentato il suicidio qualche volta- Rachel spalancò la bocca –ecco perché mangi come se fossi una normale- Santana rise –non soffro di disturbi alimentari- Rachel alzò un sopracciglio –e cos’hai fatto?- Santana sospirò e con calma si alzò le maniche, Rachel spalancò la bocca, oltre a quella cicatrice bianca che aveva visto l’altra sera, e che ora era coperta da quelle bende, Santana aveva sul braccio una sessantina di cicatrici chi più visibile chi meno, ma quella che più le saltò all’occhio ne fu una che era segnata parallelamente alla vena, spalancò la bocca quando vide che era lunga dal polso fino al gomito –perché?- Rachel le prese le braccia dolcemente e passò un dito su tutte le cicatrici fino ad arrivare alla benda –bullismo, scarsa autostima, sai non c’è un perché preciso, è l’unico modo che mi faceva sentire diciamo, bene- Rachel annuì –perché hai le bende?- Santana sospirò e iniziò a togliersele –un paio di giorni dopo il mio arrivo qui ci ho riprovato- Rachel spalancò la bocca vedendo che c’era ancora ben marcato un taglio profondo da dove il sangue poteva ancora essere toccato –ora capisci perché dicevo che non voglio che le persone si avvicinino a me?- Rachel annuì e accarezzò anche quello di taglio, Santana sentì dei brividi inondarle le braccia tanto da avere la pelle d’oca –mi chiedo come ho fatto a salvarmi? Le stai vedendo anche tu le cicatrici, insomma non sono poi così facili da ricucire- Rachel annuì –hai la pelle d’oca Santana- Rachel le sorrise –si, insomma, è strano che qualcuno non mi dica che sono malata- Rachel scoppiò a ridere e fece spallucce –sono malata anche più di te- Santana scosse la testa –da quand’è che stai in riabilitazione?- Rachel fece spallucce –da un anno- Santana sospirò –io ci sono da due anni- la ragazza spalancò la bocca –dicono che non sono abbastanza forte, ma la realtà è che non voglio salvarmi, non ho nessun valido motivo per continuare a vivere e mi fanno cambiare clinica con la speranza che io possa salvarmi- Rachel annuì abbassando lo sguardo –e tu?- Rachel la guardò e si indicò –io cosa?- Santana fece per aprire la bocca per parlare –ragazze è ora di rientrare-sentirono l’altoparlante  e Rachel sbuffò –perché non ci lasciano stare fuori- Santana fece spallucce –non lo so, ma è meglio rientrare- Rachel annuì e le due si avviarono alle loro stanze. Non cenavano mai con le altre, stavano sempre fra di loro, solo loro due, si sentivano a proprio agio l’una con l’altra.

 

-allora stavi dicendo?- Santana le chiese fissando il cielo, avevano cambiato le postazioni della stanza, avevano spostato il letto di Santana sotto la finestra, in modo che la sera si sedevano e guardavano il cielo e le stelle –alcuni miei compagni mi ripetevano che ero grassa e che ero brutta- Santana alzò un sopracciglio –ma se sei stupenda- Rachel le sorrise –fammi finire- Santana abbassò lo sguardo arrossendo leggermente –volevo trovare un modo per dimagrire e inizialmente smisi di mangiare, ma poi con il passare del tempo neanche quello più funzionava e a scuola scoprii la bulimia, così iniziai a ficcarmi due dita in gola- Santana annuì –e tu come l’hai scoperto? L’autolesionismo intendo- Santana fece spallucce –sin da quando ero piccola ho sempre avuto pensieri da persona diversa, un segreto che non potevo rivelare e quando per uno stupido scherzo del destino il mio segreto venne svelato iniziai ad essere vittima di atti di bullismo, iniziai a provare vergogna, una volta nella doccia mi tirai un pugno, scoprii che quel dolore alleviava leggermente quello che avevo dentro, così ho iniziato, dai pugni ai graffi con le unghie, fino ai tagli con le lamette- Rachel annui e senza neanche accorgersene la sua mano corse a stringere il polso dell’altra, Santana fissò la mano di Rachel –scusa, ti ho fatto male?- Rachel ritrasse la mano, Santana scosse la testa –non sento più dolore- Rachel spalancò la bocca –come fai? Cioè non è possibile- Santana fece spallucce –l’obbiettivo è non provare più dolore- Rachel le prese i polsi fra le mani e strinse forte, guardò il volto di Santana senza nessuna smorfia –hai raggiunto l’obbiettivo? Allora è vero che ci si abitua a tutto- Santana annuì abbozzando un sorriso triste –e allora perché continui a farlo?- Santana abbassò lo sguardo –in teoria in clinica non dovrei, ma ho sempre qualcosa di affilato con me e in pratica lo faccio perché quando i miei demoni vogliono uscire e io non glielo permetto, mi vengono degli attacchi di panico e non riesco a farcela senza quei tagli, mi sale la frenesia di veder scorrere sangue dalla mia pelle- Santana tirò su con il naso, la luce della luna si rifletteva nel buio dei suoi occhi –scusa- si asciugò le lacrime –perché ti scusi?- Santana fece spallucce –è da quando sono nata che lotto contro me stessa e contro il mondo, facendo finta di essere forte, ma non ne posso più, io voglio vivere per quella che sono davvero- Santana non riuscì a trattenere le lacrime e si ritrovò nella stretta di Rachel che le accarezzava i capelli mentre la latina piangeva –è tutto apposto- le sussurrò Rachel, mentre tratteneva le lacrime a sua volta.

 

 

Anche questo non è poi così lungo, ma sto ancora cercando di capire come mettere bene la storia e i personaggi. Spero vi piaccia. Alla prossima :****

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Rachel spalancò gli occhi e sentì il rumore della palla di Santana sbattuta contro il muro, si mise su un lato e guardò la latina che giocava con la pallina buttandola sulla parete dove sotto era posto il letto di Rachel –ma quanto ho dormito?- Santana fece spallucce bloccando la palla e stringendola –tutta la giornata- Rachel si alzò di scatto –dici sul serio?- Santana annuì rilanciando la palla –oddio scusa- Rachel le si sedette accanto –per cosa?- Santana la guardò lasciando cadere la pallina –ti ho lasciato sola- Santana sorrise –non fa niente, anzi ero preoccupata- Rachel corrugò la fronte –quando sei tornata dalla visita con il medico eri turbata- Rachel abbassò lo sguardo –di cosa avete parlato?- Rachel scosse la testa –com’è farsi del male?- Santana alzò un sopracciglio –cosa c’entra questo?- Rachel fece spallucce –com’è quando si prova dolore?- Santana si sdraiò e sospirò –pensare a me ti fa credere di dimenticare quello che hai?- Rachel le si sdraiò accanto ed entrambe guardarono il soffitto come se fosse il cielo con le stelle –si credo di si, sai il fatto è che devi scegliere se salvare gli altri o te stessa- Santana annuì –hai scelto di salvare me invece che te?- Rachel si alzò fissandola un attimo, rimase a guardarla in silenzio, finchè Santana non ricambiò lo sguardo –non volevo dire che abbiamo un legame, cioè siamo coinquiline, in questo schifo di posto, ma noi, cioè, non siamo niente- Rachel le sorrise mettendole una mano davanti la bocca –niente è già qualcosa no?- Santana le sorrise –allora cosa si prova?- Rachel appoggiò la testa sull’addome piatto della ragazza e si lasciò accarezzare la fronte dall’altra –fa male, molto male, ma poi pensi che è meglio di quello che hai dentro, sembra che tutti i demoni per un attimo escano insieme al tuo sangue, beh è rilassante, ma poi quando restano le cicatrici non si sta più bene, fanno più male quelle che i tagli. Quando inizi non la smetti più- Rachel annuì –tu ci riuscirai- Santana rise divertita –io non ne uscirò mai- Rachel bloccò la mano della latina che ancora le accarezzava la fronte –tu ce la farai- disse più convinta intrecciando le sue dita a quelle di Santana che sorrise leggermente –hai mai smesso per qualche tempo?- Santana annuì sciogliendo quell’abbraccio che avevano creato le loro mani e tornò ad accarezzarle la fronte, Rachel sentì la mancanza di quel contatto, ma quello sulla sua fronte era ancora meglio –sì, per un mese- Rachel chinò la testa –poi?- Santana sbuffò fermando il movimento con la sua mano –non ti fermare è rilassante- Santana scoppiò a ridere e passò ad accarezzarle una guancia –poi le cicatrici erano troppo pesanti da sopportare e ho ricominciato, avevo solo quindici anni- Rachel spalancò la bocca appoggiando la sua mano su quella della latina –convivi con i tuoi mostri da due anni?- Santana annuì asciugandosi una lacrima –sono io ad essere un mostro, sono un disastro, un errore perenne- sussurrò cercando di non farsi sentire dalla ragazza –sai che due cose negative insieme vanno bene?- Santana sorrise dopo essersi asciugata l’ennesima lacrima –non vanno bene se una è giusta e l’altra è sbagliata- Rachel si morse un labbro –io non sono giusta, sono un cumulo di sbagli e di disastri messi insieme, sono un guscio vuoto- Santana scosse la testa –no, non lo sei- si limitò a dire prima di rimanere a fissare il soffitto per tempo illimitato.
 
-sono un errore capisce?- Rachel si mise una mano fra i capelli –signorina Berry se continua così non uscirà mai da questo posto- Rachel sbuffò e guardò il suo medico –io non voglio uscire- lanciò lo sguardo verso la sua stanza –cosa?- il dottore la guardò bene –devo aiutare una persona- Rachel gli sorrise e vide abbozzare un sorriso sul viso dell’altro –innamorarsi in questo momento forse è la cosa che le farà più bene- Rachel spalancò gli occhi –cosa? Io non mi sono innamorata- il dottore alzò le mani e guardò con Rachel la porta della sua stanza sorridendo – Rachel però devi anche capire che devi aiutare te stessa- la ragazza annuì –la stessa persona che devo salvare mi sta salvando- fece una breve pausa –non vomito da cinque mesi e mangio quasi tutto da qualche settimana- il medico annuì sfogliando la cartella clinica di Rachel –devi risolvere i problemi d’autostima- Rachel deglutì –quelli sono i più difficili ma con il mio aiuto e quello di questa “persona” riuscirai a superarli- Rachel annuì –la prossima volta parliamo del motivo che ti ha spinto la prima volta a vomitare- Rachel annuì di nuovo.
 
-Rachel è pronta la cena- Rachel annuì scuotendo la testa e cercando di non avere lo sguardo perso che aveva fino a qualche secondo prima, Santana le sorrise e con la solita pallina rossa in mano prese a mangiare –non mi hai più spiegato perché è rossa- Santana sorrise –è rosso sangue- si limitò a dire, Rachel spalancò la bocca –è di questo colore per poter vincere sui miei demoni e per poterli schiacciare- mostrò la pallina a Rachel e gliela passò –c’è stato un periodo in cui vomitavo sangue- Santana quasi si strozzava, Rachel si alzò immediatamente –sto bene Berry- sorrise ma quando vide il viso di Rachel diventare cupo chinò leggermente la testa –cosa c’è?- Rachel fece spallucce –i bulli mi chiamavano sempre per cognome- Santana annuì –scusa- Rachel scosse la testa –non importa- Santana annuì –stavi dicendo?- le chiese la latina –alcune volte non mangiavo niente  e nonostante questo mi mettevo le dita in gola e vomitavo, dato che non avevo niente nello stomaco usciva solo sangue- Santana fece una faccia schifata –ma che schifo- si sedette di peso sul letto di Rachel in modo da averla difronte –disse quella che si squarciava le vene- Rachel le si pose davanti, Santana scoppiò a ridere cadendo all’indietro e mettendosi comodamente sul letto di Rachel, con la testa affondata nel cuscino della ragazza, Rachel sorrise e pensò che quella notte quel cuscino se lo sarebbe abbracciato –credo che sia ora di indossare qualcosa per andare a dormire- Santana annuì distrattamente, Rachel si sfilò la maglia e prese a cercare qualche felpa calda per la notte, Santana la guardò da dietro con gli occhi spalancati e un labbro fra i denti –non..non credo che sia la cosa migliore cambiarsi davanti a me- Rachel la guardò stranita quando ormai si era già infilata la felpa –perché? Non mi salterai mica addosso- Rachel rise –è probabile- Rachel la guardò con le sopracciglia crucciate –io sono gay Rachel- la ragazza spalancò la bocca e si chiese come aveva fatto a non accorgersene –se ti da fastidio posso anche andarmene, e cambiare stanza non c’è problema- Santana fece per alzarsi, ma Rachel le si piombò addosso bloccandola per un braccio –non mi importa se sei gay- Santana si morse un labbro –sicura? Perché non ci metto niente a..- Rachel le coprì la bocca con le mani –ho due padri San- la latina spalancò la bocca –una coppia gay che ha una figlia etero, che combinazione assurda- Rachel scoppiò a ridere sdraiandosi accanto alla ragazza, quel poco che il letto permetteva –non sono etero- Santana la guardò con gli occhi chiusi in due fessure –mi stai prendendo in giro?- Rachel rise –credo solo che non si devono avere queste etichette, importa di chi ti innamori non di che sesso è la persona- Santana annuì –e non credere che sono impreparata- Santana alzò un sopracciglio –ho provato entrambe le metà della mela- Rachel sorrise alla latina –così mi stupisci Rachel Berry- la ragazza rise trovando rifugio nel collo della latina –Rachel e basta- Santana annuì guardandola e spostandole un ciuffo di capelli dal viso –mi stupisci solo Rachel- la ragazza rise di nuovo lasciando un bacio sulla guancia della ragazza e nascondendo il viso nell’incavo del collo di Santana, inalò il suo odore e sorrise leggermente quando sentì il braccio della latina cingerle la schiena e stringerla a sé, allungò il braccio sull’addome di Santana fino a prenderla per un fianco ed ad accartocciarsi accanto a lei, Santana sorrise –sembri una bambina- Rachel strinse più forte la ragazza –e tu il mio angelo custode- Santana sorrise e rimasero in quel modo per tanto tempo, finchè il sonno non le investì entrambe.
 
-ehm..buongiorno- Jo si chiuse la porta alle spalle facendo svegliare di soprassalto Rachel che si guardò intorno con aria intontita, aveva dormito tutta la notte su un lato, in quella posizione scomoda per non far svegliare ed allontanare Santana, che era rimasta a stringerla per tutta la notte –ciao Jo- sbadigliò la ragazza salutando l’infermiere che era appena entrato per il suo solito controllo mattutino –vedo che hai dormito in compagnia- Rachel sbarrò gli occhi e arrossì di botto –non è come pensi- Jo annuì ridendo, stava per dire qualcosa ma Santana che si spostava e che si lamentava li fece girare entrambi, Rachel sorrise e si alzò avvicinandosi all’uomo –allora cosa c’è?- Jo fece spallucce –volevo vedere se avevi fatto colazione, ma credo che sia un po’ tardi per quella- Rachel scoppiò a ridere e gli schioccò un bacio sulla guancia –ora vado che ho altre trenta ragazze da controllare- dicendo così si chiuse la porta alle spalle lasciando Rachel sola, non si era mai resa conto che da quando c’era Santana quella stanza era molto più rumorosa e sorridente, guardò la ragazza addormentata e sorrise ringraziandola mentalmente, aprì il cassetto nella sua scrivania e prese un foglio, iniziando a scrivere qualche verso e intonandolo ogni tanto.
 
Santana aprì gli occhi poco tempo dopo,  quando ancora frastornata si guardò intorno ,rimase sorpresa di essere dall’altro lato della stanza invece che sul suo letto, vide Rachel china sulla scrivania e chinò di poco la testa sul lato, sbadigliò silenziosamente e le si avvicinò, vide che stava scrivendo qualcosa velocemente, e aveva le cuffie, così con calma allungò un braccio per togliergliene una, Rachel appena sentì qualcosa vicino la sua cuffia scattò bloccando il polso di Santana, la latina sussultò e sentì una fitta di dolore partire dai suoi tagli, Rachel la guardò sospirando e lasciò andare il polso della ragazza –ti ho fatto male?- Santana scosse la testa e si massaggiò il braccio –scusa, è che il bullismo sai..- fece qualche segno con la mano e Santana annuì –non importa, passa- sorrise falsamente stringendo il polso fra le mani –che stai scrivendo?- le chiese sedendosi accanto alla ragazza –una canzone- Santana chinò leggermente la testa –posso?- Rachel scosse la testa tenendosi il foglio attaccato al petto –ma tu canti?- Rachel annuì con sguardo fiero –non ci posso credere, voglio ascoltarti qualche volta- Rachel sorrise e annuì –quando vuoi- Santana le sorrise e corse a vestirsi in bagno. Si guardò un attimo allo specchio, sospirò vedendosi, senza trucco, con i capelli neri sciolti sulle spalle, per un attimo le sembrò di vedere la capo-cheerleader, con quella coda alta e il trucco, sbuffò e si girò appoggiando il peso sul lavandino, guardò il soffitto per non piangere.
 
-Hei quando farai coming out?- Santana si bloccò di scatto e piano si girò verso il ragazzo che le aveva urlato quella frase –cosa?- sussurrò –hai capito cos’ho detto- sorrise malignamente il giocatore di football –non so di cosa stai parlando- Santana strinse i denti mostrandosi minacciosa –sei gay Santana, e ora lo sanno tutti- Santana si guardò intorno, tutti la fissavano come se fosse di un altro pianeta, sentì il labbro tremarle e si convinse a non piangere –la regina delle stronze sta per cadere ,eh Lopez?- la latina si girò di nuovo verso il ragazzo e fece un passo in avanti quasi per aggredirlo, ma lo sguardo degli altri iniziava a bruciarle la pelle, si guardò di nuovo in torno e sembrava che quei visi le sorridessero malignamente, si girò e con calma cercò di oltrepassare il corridoio, appena si ritrovò fuori, lasciò le sue lacrime scendere  e iniziò a correre cercando un luogo dove stare sola.
 
Santana aprì gli occhi e tornò al presente, prese un lungo sospiro e  abbassò lo sguardo sui suoi polsi, le bende non servivano più, ma lei le aveva ancora, aveva paura di vedere un altro taglio, di avere una nuova cicatrice che non sarebbe andata più via –Santana ti sei persa in bagno?- sentì Rachel bussare e sussultò –scusa- sospirò  prima di aprirle la porta –ti scusi per tutto?- Rachel allungò lo sguardo dal viso di Santana, dove gli occhi stavano per straripare e passò alle braccia, con le maniche alzate –che stavi facendo?- Rachel alzò un sopracciglio –niente- si limitò ad accennare la ragazza, Rachel la guardò fissa prima di sbaragliarla ed entrare in bagno, iniziò  a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa –dov’è?- Santana alzò un sopracciglio –cosa?- Rachel sospirò –dov’è?- ripete avvicinandosi a Santana e prendendole i polsi fra le mani –non ce l’ho- abbassò lo sguardo la latina –e dove la tieni?- Santana sbuffò e prese per mano Rachel, che a quel contatto sussultò, la portò fino alla sua valigia, dove, in una sacca, vi trovò diverse lame, di diversa grandezza –ma ci fai la collezione?- Santana scoppiò a ridere prima di sentire il suo viso schiacciato in una morsa –non c’è niente da ridere, tu devi smetterla- si ritrovò il viso di Rachel a qualche centimetro dal suo, mentre la mano della ragazza le stringeva le guance, Santana fissò lo sguardo sulle labbra di Rachel prima di allontanarsi –da oggi le tengo io- Rachel gliele tolse di mano e andò a metterle fra la sua roba –ma andiamo Rach- Santana sbuffò –no, non permetterò di farti fare altro male- Santana le sorrise leggermente .
 
Nella stanza regnava il silenzio, si sentiva solo la penna di Rachel muoversi sul foglio e la pallina di Santana sbattere sulla parete. Rachel la sentì una e due volte, prima di sbuffare e girarsi sulla sedia girevole –Santana perché non vai a farti un giro?- la latina la guardò afferrando la pallina –ti do fastidio?- Rachel sbuffò –sto scrivendo e un rumore come quello mi irrita- Santana alzò gli occhi al cielo –siamo permalose- Rachel la guardò male –lo so che ti annoi, vai a fare un giro- Santana scosse la testa –vuoi darmi fastidio?- Santana le sorrise leggermente –perché dovrei?- Rachel sospirò –non lo so, perché forse te ne stai lì ferma a giocare con una pallina e a creare rumori che mi urtano il sistema nervoso! Oppure perché stai cercando di passare il tempo in un modo che odi, perché stai chiusa qui? Vai a fare qualcosa! Mangia qualcosa, che ne so, fai qualcosa- Santana la guardò con la bocca spalancata –scusa- disse leggermente irritata, prima di alzarsi e camminare svelta verso la porta –San aspetta- Rachel la chiamò pentita, la latina si girò e la guardò con un sopracciglio alzato –mi dispiace- disse Rachel passandosi una mano sul viso –se vuoi andare a farti un giro magari quand’ho finito ti raggiungo- Santana scosse la testa e tornò a sedersi sul letto –ti aspetto- Rachel chinò di poco la testa –non riesci a stare sola?- Santana annuì –si, ma con te è diverso- Rachel alzò un sopracciglio –cosa vuoi dire?- Santana guardò verso il basso –con te mi sento- fece una pausa per deglutire –completa- sussurrò, Rachel sorrise e le si avvicinò prendendola per un braccio –andiamo, scriverò dopo- Santana le sorrise e si avviarono al campo.
 
 -ti aspetta qualcuno fuori di qui?- Rachel si girò a guardare Santana che le aveva fatto quella domanda fissando il cielo –no perché?- Santana fece spallucce avvicinandosi alla ragazza –perché non fai altro che scrivere da quando ti svegli- Rachel sospirò –avevo un ragazzo la fuori- Santana annuì evitando di guardarla –non state più insieme?- Rachel scosse la testa –direi che non è mai venuto a trovarmi, quindi no- Santana annuì –mi dispiace- disse sorridendole caldamente –non importa, a te? Ti aspetta qualcuno?- Santana scosse la testa –quando uscirò da qui con gli altri condividerò solo il pensiero di essere malata- Rachel scosse la testa –non sei malata- Santana annuì –lo sono, se non lo fossi stata mia madre non mi avrebbe scaricato qui dentro- Rachel sbuffò –quando uscirai da qui sarai una persona nuova- Santana rise sadicamente –quando uscirò da qui sarò più sola di prima- Rachel si alzò stringendole una mano –avrai me- Santana rise di nuovo tirando via la mano –siamo legate da questo posto e basta- Rachel la guardò con un labbro fra i denti –cosa?- Santana la guardò e alzò un sopracciglio –dopo tutto questo non saremo più niente- Rachel scosse la testa –questo è quello che credi tu- disse sussurrando, prese una felpa e camminò fin fuori. Il rumore della porta che sbatteva fece sussultare Santana che come se si fosse appena svegliata da un incubo si rese conto di quello che aveva detto, indossò una sciarpa camminò svelta fino alla loro panchina.
 
-Rachel- sussurrò guardandola –che c’è è la tua panchina questa ora?- Santana sbuffò e abbassò lo sguardo –sei bipolare per caso?- Santana la fissò con un sopracciglio alzato –no, come ti viene in mente?- Rachel scosse la testa e la fissò con la testa chinata – a momenti sei la persona più dolce del mondo e ad altri la più stronza, a volte non ti capisco- Santana sospirò –posso sedermi?- Rachel spalancò la bocca dalla richiesta –fammi spiegare- la ragazza annuì e le fece spazio –non mi conoscevi prima, non sapevi com’ero- Rachel alzò un sopracciglio –e sentiamo com’eri?- la latina sbuffò e si portò le ginocchia al petto.
-hei Lopez a che ora stasera?- Santana fece spallucce –quando vuoi- fece un occhiolino al ragazzo e camminò svelta verso il suo armadietto –buongiorno- Santana rimase a fissare Brittany con un sorriso stampato sul viso –ciao BrìBrì- la bionda le sorrise, ma Santana fu attirata da qualcun altro, uno sfigato del glee, sorrise malignamente e sfilò la granita dalle mani di una matricola passata in quel momento –buon giorno sfigato- sorrise al ragazzo e con un movimento finse di gettargli una granita in faccia, il ragazzo strinse gli occhi pronto per l’impatto, ma Santana gli diede una spallata facendolo cadere a terra come un sacco di patate, tutto il corridoio scoppiò a ridere e Santana fece una giravolta su se stessa e diede il cinque ad una sua compagna di squadra.
–allora, com’è andata con quel tizio ieri?- Santana fece spallucce –il solito, come il resto della settimana- la sua compagna di squadra spalancò gli occhi –ragazza lasciacene qualcuno a noi- arrivò una voce dalle docce che le fece scoppiare a ridere tutte.
 
-eri una troia?- Santana rise –non esagerare, dico solo che mi sono passata tutti i ragazzi della scuola- Rachel annuì –e questo non è essere troie?- Santana sbuffò –va bene, lo ammetto, ma lo facevo solo per rinnegare me stessa- Rachel annuì –quindi era questo quello che eri?- Santana annuì ma poi scosse la testa –ero anche peggio- Rachel chinò la testa.
-giappocinese numero uno e giappocinese numero due, che bella coppia, ma ditemi, i vostri bambini nasceranno gialli come un canarino e canteranno? Saranno proprio dei sfigati da glee club- la ragazza orientale alzò gli occhi al cielo fissando Santana –è una cosa razzista da dire Santana!- il ragazzo orientale le puntò il dito facendola sbuffare –è pur sempre la verità chimono d’oro- il ragazzo strinse i denti –che vuoi fare?- Santana gli si avvicinò provocandolo mentre la ragazza la fissava da testa ai piedi mormorando qualcosa in coreano –devi smetterla di offenderci- la latina sorrise malignamente passando lo sguardo sulla ragazza –dovete smetterla di riempire il mio territorio con le vostre voci canterine e sfigate- Santana sorrise malignamente e dando le spalle ai ragazzi camminò verso il campo da football.
 
-lo so che mi merito tutto quello che mi è successo, puoi dirmelo- Rachel la guardò, non era possibile che la ragazza che ora aveva avanti fosse quella che le aveva raccontato, una ragazza stronza e perfida senza nessun pudore era diventata stranamente una ragazza dolce e buona che cercava di starsene fuori da tutto quello che gli altri volevano –no, non lo meritavi, se c’ero io in quel liceo con il cavolo che mi facevo mettere i piedi in testa da una cheerleader gay- Santana scoppiò a ridere avvicinandosi alla ragazza –sta zitta nasona- le disse colpendole il naso con un dito –hei! Il mio naso è come quello della grande, insuperabile Barbra Streisand, e non permetto che un’ispanica mi prenda in giro per il mio naso quando ha due palle da bowling al posto delle tette- Santana spalancò la bocca abbassando lo sguardo sul suo petto –Berry!- le strillò contro mettendosi le mani davanti al petto –che c’è? Ti ho fatto rimanere senza parole?- Santana rise dandole una spallata –mi spii mentre mi faccio la doccia per caso?- Rachel spalancò gli occhi e boccheggiò un paio di volte –scherzavo- Santana alzò le mani –anche se non mi dispiacerebbe- Santana scoppiò a ridere prima di ricevere uno schiaffo sulla nuca da Rachel –pervertita che non sei altro!- Rachel si alzò avviandosi nella loro stanza con un sorriso stampato sul viso –aspettami- Santana le corse dietro arrivandole al suo fianco –e comunque mi piace il tuo naso- Rachel la guardò un attimo sorridendo, Santana le ricambiò il sorriso e le alzò il viso con una mano, le si avvicinò lasciandole un bacio sulla punta del naso, Rachel mancò di un battito e rimase a fissare Santana in tutti i suoi movimenti, la latina le sorrise allungando il passo e sorridendo.




Come promesso un capitolo più lungo. Spero vi stia piacendo, e dato che tutte queste news sulla fine di glee e i diversi post del cast, ho deciso di caricarlo prima, dato che almeno non ci avremmo pensato per qualche secondo. Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie per le recensioni e le visualizzazioni.

-Kisses, M
*suona molto come pretty little liars vero? :'D*


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



CAPITOLO 4

Santana si guardò intorno sotto quel grande albero, seduta sulla panchina, o meglio sdraiata, si accese una sigaretta cercando di non farsi vedere da nessuno e ispirò un bel po’ –è normale sentirsi così soli?- mormorò guardando verso l’alto, convinta che i mostri che aveva dentro potevano risponderle, si portò la sigaretta fra le labbra e continuò a ispirare, finchè la prima sigaretta non finì. Le tremavano le mani e le gambe, sentiva un nodo allo stomaco e iniziava a tremarle anche il labbro, iniziò  a morderselo, sapendo che un altro attacco di panico stava per arrivare, il suo battito era così forte che sembrava la batteria di una band rock, il suo respiro era così irregolare che sembrava fosse appena stata per ore in apnea. Nonostante il tremolio riuscì a portarsi un’altra sigaretta alle labbra per dare la possibilità a quei mostri di placarsi e di trovare un gioco per almeno altri due minuti –ma che diamine stai facendo?- Santana sussultò e le cadde la sigaretta di mano quando vide Rachel in piedi davanti a lei –che non si vede?- raccolse la sigaretta e dopo averla ripulita se la riportò alla bocca facendosi un altro tiro –San non puoi fumare qui, chi ti ha dato quelle cose?- Santana fece spallucce –mi sono portata tante cose dalla vecchia clinica- fece scattare il suo accendino proprio ad un centimetro dal viso di Rachel –stai cercando di spaventarmi?- Santana scoppiò a ridere –ti sto solo mostrando chi sono- Rachel scosse la testa e con la mano scacciò la nuvola di fumo rilasciata dalla bocca di Santana –non sei così- Santana sbuffò –lasciami un po’ in pace- fece l’ultimo tiro alla sua sigaretta e dopo aver fatto un piccolo fosso vi gettò il mozzicone all’interno, salutò con la mano Rachel e si avviò verso il campo da corsa, Rachel alzò gli occhi al cielo e la guardò stranita, cambiava personalità ogni minuto, era impossibile capire quella ragazza, un momento prima era dolce l’altro la sua parte cattiva se ne impossessava, nonostante questo scosse la testa e la seguì –dammene una- Santana la guardò con un sopracciglio alzato –cosa?- scoppiò a ridere –tu? Fumare? Rachel non prendermi in giro- Rachel scosse la testa –ti ho detto che voglio provare- Santana la guardò con un sorriso beffardo sul viso –magari un altro giorno- avvicinò il suo viso a quello della ragazza, Rachel sentì l’odore di Santana, nonostante quella puzza di fumo quel profumo dolce era sempre stampato sulla pelle della latina, Santana scoppiò a ridere avanzando il passo e mettendosi le mani nella tasche. Rachel la guardò da lontano leggermente scossa dalla vicinanza della ragazza.
 
Rachel battè la porta alle sue spalle facendo sussultare Santana, che la fissò un attimo prima di tornare a leggere un libro con la penna fra i denti, Rachel le si avvicinò prendendole il libro e la penna dalla bocca, Santana la guardò scocciata prima di sbuffare –che cosa vuoi? Ti devo chiedere scusa per il mio comportamento acido?- Rachel incrociò le braccia al petto –perché fai così?- Santana fece spallucce –perché sono così- Rachel scosse la testa –no, non sei così- Santana si immerse negli occhi cioccolato della ragazza –sono il tipo di persona che i tuoi non vogliono farti frequentare, ho guardato la morte negli occhi e le ho riso in faccia- Rachel scosse la testa –quella è la tua parte cattiva- Santana sentì le sue mani tremare di nuovo, sbuffò, quegli attacchi la stavano stancando –non ne ho una buona- Rachel annuì avvicinandosi –ce l’hai, è nascosta nel buio dei tuoi occhi e ogni tanto ricompare, ma si nasconde per paura che qualcuno le faccia del male, per paura di perdere le persone- Santana boccheggiò ritrovandosi senza una corazza –io..io- balbettò e vide Rachel avvicinarsi sempre di più –con me non devi nascondere quella parte- Santana sentì le gambe tremarle, non per l’attacco di panico, a quello si era quasi abituata, ma a causa della vicinanza di Rachel –San dì qualcosa- la latina rimase immobile con gli occhi puntati in quelli di Rachel e con le mani tremanti –è l’unica cosa che non ho ancora distrutto- Rachel alzò un sopracciglio –cosa?- le si avvicinò un altro po’, ritrovandosi ad un centimetro dalla ragazza –quella parte, non ci sono mai riuscita a distruggerla- Rachel sorrise leggermente –non devi farlo- appoggiò la sua mano su quella di Santana –distruggerò anche quella, come tutto, e poi passerò  a te- Rachel alzò un sopracciglio –ti distruggerò, allontanati da me, vattene- Santana tirò via la mano da quella di Rachel e le si allontanò –San ma cosa?- la latina si alzò seguita da Rachel, sentì le gambe tremare troppo così si sedette a terra con la testa sulle gambe –sono una granata- sussurrò, Rachel le si sedette accanto appoggiando la testa sul muro e guardando l’alto –sono una granata- ripetè ormai con il labbro tremante –quando scoppierò farò del male anche a te- Rachel scosse la testa sorridendo –non mi interessa- le prese il viso fra le mani e notò che aveva le iridi dilatate e il labbro che le tremava –ti sei impasticcata per caso?- Santana scoppiò a ridere asciugandosi le lacrime con la manica della sua maglia –non è niente- le si allontanò, Rachel notò il tremolio nelle mani della ragazza –San hai un attacco di panico?- la latina annuì chiudendo gli occhi lasciando qualche lacrima –non aiuta il buio, non ti fa scomparire- Santana la guardò –non li sopporto più, non posso continuare così- Rachel annuì e le si avvicinò stringendola –passerà, vincerai tu- Santana cercò di annuire appoggiando la testa sulla spalla della ragazza, Rachel le accarezzò la testa lasciandole un bacio fra i capelli prima di stringerle le mani per bloccare il tremolio.
 
-stai bene?- Rachel la guardò dopo almeno un quarto d’ora che stringeva le mani della ragazza, non che le dispiacesse, ma non voleva vedere Santana stare male –si, va meglio- la latina si alzò in piedi andando in bagno a sciacquarsi la faccia, evitò di guardarsi allo specchio e quando tornò vide Rachel in piedi che la aspettava, appena l’aveva vista le aveva lanciato il suo pacchetto di sigarette, Santana aveva sorriso –dicevo sul serio, voglio provare- Santana scoppiò a ridere  –magari non oggi- le sorrise posando il pacchetto –va bene- Santana prese la sua pallina e la schiacciò fra le sue mani. Dopo averla schiacciata almeno una ventina di volte sentì svanire del tutto l’attacco di panico -giochiamo Rachel?- Rachel alzò un sopracciglio e guardò Santana accanto a lei sul suo letto -a cosa?- chiese la ragazza alzandosi e sedendosi -io ti lancio la palla e tu la lanci a me e ogni volta diciamo la prima cosa che ci viene in mente- Rachel annuí sorridendo - va bene- Santana le sorrise e si sedette avendola proprio di fronte, lanciò la palla per la prima volta -la mia migliore amica sta al collage- Rachel prese la palla al volo -hai la migliore amica più grande?- Rachel annuì e lanciò la palla alla ragazza -la mia migliore amica era anche la mia ragazza- Rachel spalancò la bocca –era?- Santana annuì abbassando lo sguardo –non parlare al passato sembri più matura di me- Santana le sorrise prendendo la palla che aveva lanciato -ero la capo-cheerleader e quindi la più popolare della scuola- Rachel spalancò la bocca -il fisico da cheerleader ce l’hai- Santana scoppiò a ridere tirandole la palla -sei bellissima- Rachel rimase a guardarla, le sembrava ancora più bella quando rideva –la prima volta che ti ho visto ho pensato che il tuo sorriso fosse il motivo per cui questo mondo schifoso non andava a rotoli- Rachel non si rese neanche conto di quello che aveva detto, finché  non aveva visto Santana arrossire di botto –Beh, se dobbiamo metterla così, quando il sole  ti illumina gli occhi diventano così profondi e belli che ogni mattina quando ti svegli con quell’aria da bambina rimango imbambolata a guardarteli- Rachel sorrise come un ebete, e si coprì il viso con una mano cercando di non far notare quanto fosse arrossita -San non esagerare- la latina rise andando a sedersi accanto alla ragazza -hai iniziato tu- Rachel sbuffo -ho solo detto che hai il fisico da cheerleader- Santana la guardò con sopracciglio alzato -credi che questo non sia un complimento?- Santana le sorrise -io.. Dammi quella palla- fece per prenderla ma Santana la schivò -sei ancora più bella quando arrossisci- Santana sorrise vedendola in difficoltà -smettila di provocarmi- Rachel le diede una spallata prendendole finalmente la palla di mano -fammici pensare- disse stringendola fra le mani -ci sono- Santana annuì e si preparò per ascoltare qualche altra storia -posso darti un bacio?- Santana batté un paio di volte le palpebre e la guardò con un sopracciglio alzato -su una guancia cretina- Santana scoppio a ridere e avvicinò la sua guancia al viso di Rachel. Sentì il contatto con le labbra morbide dell’altra sulla sua mandibola anziché sulla sua guancia, Rachel di soffermò un attimo prima di allontanarsi -tocca a me- Rachel annui e le passò la palla -ho voglia di in abbraccio- Rachel le sorrise e senza neanche farla respirare le si catapultò addosso stringendola fra le sue braccia, Santana sorrise ricambiando la stretta, la ragazza prima di allontanarsi dalla latina le schioccò un piccolo bacio sul collo che le fece arrivare alle narici il dolce ed esotico odore di Santana, si beo di quel profumo mentre Santana sentiva i brividi invaderla -hai un odore stupendo- Rachel la guardò mentre Santana si grattava una nuca -dicono che il mio sapore è meglio- Rachel scoppiò a ridere quando vide lo sguardo malizioso della ragazza, in quel posto, dove i problemi sommergevano tutti, nessuno aveva tempo per essere felice o per le battutine maliziose e quella di Santana la faceva sentire per almeno un attimo felice - voglio assaggiare anche io- Santana spalancò gli occhi -stai scherzando vero?- Rachel le sorrise scuotendo la testa, Santana la guardò confusa, Rachel non sapeva neanche cosa stava facendo, ma agì d’istinto, le scostò i capelli dal collo e si avvicinò lentamente, appoggiò le sue labbra sul collo della latina sentendola tremare un attimo, le lasciò u morso, poi un altro fino ad arrivare alla mandibola e della ragazza, dove con un bacio si allontanò con la guancia di Santana fra i denti -credo che abbiano ragione, sai di buono- Santana annuì con in faccia ancora un ghigno confuso ed eccitato allo stesso tempo -credo che sia meglio andare a dormire - disse Santana con ancora gli occhi spalancati-si, hai ragione, buona notte San- Rachel le mando un bacio da lontano e si mise sotto le coperte, lasciando una Santana leggermente confusa a fissare il soffitto.


lee cose iniziano a smuoversi 
*applausi per me*
Okay oggi sono supercarica, cioè vi rendete conto? La Rivera che aspetta un bebè! sto sclerando.
Come passare da divise da cheerleader a biberon e pannolini, Rivera lo stai facendo bene.
Comunque ora sto divagando, dicevo, le cose si stanno dando una mossa e vedremo come vanno a finire.
Grazie per le visualizzazioni e recensioni.

-Kisses M
*adoro salutarvi in questo modoo*


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***




CAPITOLO 5
 

Santana aveva passato tre notti insonni a causa del comportamento di Rachel qualche sera prima, l’altra faceva finta di niente mentre Santana si chiedeva come mai avesse fatto quella cosa strana, le amiche non si comportano così, cioè almeno così credeva, la sua unica amica era stata Brittany , la sua ragazza, e con lei si spingeva anche oltre, si passò una mano fra i capelli e decise di non pensarci almeno per quel giorno, guardò fuori la finestra, non si ricordava neanche quando era entrata in quella clinica e non sapeva quando sarebbe uscita, sbuffò guardandosi intorno, aveva bisogno di sfogarsi in qualche modo, così prese il suo pacchetto di sigarette e se ne accese una portando la testa fuori dalla finestra, dopo qualche tiro sentì la porta aprirsi dietro di lei e subito nascose la sigaretta fuori la finestra guardando chi era entrato –sono io calma- Rachel scoppiò a ridere chiudendo la porta a chiave –mi uccidono se scoprono che fumo- Rachel annuì –sta attenta a non farti vedere dalla finestra- Santana scosse la testa –abbiamo il giardino sul retro, non ci va quasi mai nessuno qui- Rachel annuì e rimase a guardare Santana con un labbro fra i denti, la latina si sentì come provocata da quel movimento e cercò di non guardarla, ma quando Rachel le si avvicinò fu quasi impossibile evitarla –cosa c’è?- le chiese sbuffando –voglio provare- Santana alzò gli occhi al cielo e le porse una sigaretta, Rachel ne prese una e l’accese attaccando l’estremità con quella di Santana, ritrovandosi a pochi centimetri di distanza, Santana deglutì un paio di volte e si allontanò velocemente appena Rachel si fece un veloce tiro, tossì e Santana la guardò ridendo –e semplice- le mostrò il movimento da fare e Rachel al secondo tiro riuscì a cacciare fuori tutto il fumo senza tossire –brava- Santana le fece un piccolo applauso –però vieni vicino alla finestra, non vorrei far diventare una camera a gas questa stanza- Rachel scoppiò a ridere avvicinandosi alla ragazza.
-sai passare il fumo Rachel?- Santana le sorrise dopo la seconda sigaretta –ho appena imparato a fumare, vuoi già farmi prendere il fumo a vuoto?- Santana rise –va bene, allora lo prendo io- le sorrise, Rachel annuì e le si avvicinò, tanto che le loro labbra si sfioravano, Santana riuscì ad ispirare il fumo che Rachel aveva tirato fuori, e avvicinandosi alla finestra lo aveva tirato fuori a sua volta –che figata!- Rachel saltellò –sta calma, sembri una bambina in calore- Rachel incurvò le sopracciglia –ma le bambine non sono in calore- Santana rise di nuovo –non importa- continuò a guardare fuori dalla finestra ridendo –San?- la latina si girò e si ritrovò Rachel a qualche passo dal viso –Rach..Rachel- disse deglutendo, la ragazza le si avvicinò lentamente per darle la possibilità di allontanarsi, ma Santana non voleva farlo, così stette ferma e aspettò che Rachel decidesse cosa fare, riuscì a sfiorare le labbra della latina quando sentirono bussare alla porta, Rachel si allontanò di botto, come se si fosse svegliata da una trans, Santana rimase a guardarla scossa mentre chi c’era dietro la porta insisteva a bussare –cre..credo che dovresti aprire- Rachel non ebbe il coraggio di guardarla negli occhi e corse ad aprire  –cosa c’è Jo?- l’uomo le sorrise –hai una visita- Rachel alzò un sopracciglio –nome?- Jo prese un bigliettino –Kurt Hummel- Rachel sorrise e annuì –fallo entrare- Jo annuì e si chiuse la porta –è il tuo ragazzo?- Santana le chiese con un sopracciglio alzato –no, lui è il mio…- non finì di parlare perché sentì subito una forte stretta da dietro, Rachel si girò e urlò dalla felicità, Santana la guardò da lontano con un sopracciglio alzato, vide il ragazzo, aveva i capelli mori con un ciuffo alzato, occhi azzurro cielo e la pelle chiara quasi cerulea –Kurt che ci fai qui?- Rachel si allontanò dal ragazzo –mi dispiace non essere venuto prima- Rachel scosse la testa e si girò verso la latina –Kurt, lei è Santana- il ragazzo sorrise alla latina e le tese una mano –Kurt- Santana annuì stringendogli la mano –Santana- fece un finto sorriso –devi dirmi tutto quello che è successo in Europa- Kurt scosse la testa –devi dirmi come ci sei finita qui- Santana si sentì di troppo, così prese il suo pacchetto di sigarette e si avviò alla porta –io vado al campo, è stato un piacere Kurt- il ragazzo le sorrise e tornò a guardare Rachel –è una bomba!- Rachel alzò un sopracciglio –da quando sei etero?- il ragazzo rise di gusto –e da quando tu arrossisci per una ragazza?- Rachel si accorse solo in quel momento che le sue guance stavano andando a fuoco –io..- provò ma il ragazzo la bloccò –parleremo un'altra volta del perché sei qui, ora parlami di quella ragazza- Rachel gli sorrise e si sedette sul suo letto con Kurt accanto.
 
Santana sbuffò calciando una pietra vide la sua panchina da lontano occupata e sbuffò mettendosi le sigarette in tasca –Lopez- Santana guardò l’uomo che sedeva sulla panchina e lo salutò con una mano –Salve dottor Edwards- l’uomo le fece segno di sedersi e Santana annuì –allora cosa mi dice?- Santana fece spallucce –non voglio psicanalizzarti, sono lo psicologo di Rachel non tuo- Santana sorrise –per me è più un amico- l’uomo le lasciò una pacca sulla schiena –allora, com’è che va in questa clinica? Ho saputo che ne hai cambiate tante- Santana annuì –va bene, forse ho trovato davvero il modo per salvarmi- il medico sorrise –sono felice con te, ma dimmi questo c’entra qualcosa con Rachel?- Santana spalancò gli occhi e boccheggiò –scusami, forse non è affare mio, ora devo andare, ci vediamo Santana- la latina si alzò in piedi e bloccò l’uomo per un braccio –cercherò di aiutarla anche più di quanto cerca lei- l’uomo sorrise accarezzandole una guancia –lo so Santana, lo so- disse prima di incamminarsi verso l’entrata della clinica.
 
-è gay?- Rachel annuì –e cosa aspetti a saltarle addosso?- Rachel scosse la testa –Kurt se non ricambia?- il ragazzo scacciò quel pensiero con la mano –hai visto come ha reagito al mio abbraccio?- Rachel sorrise leggermente e si stese sul letto –ci siamo quasi baciate oggi- Kurt la guardò –quasi?- disse sconfortato –sei arrivato tu e hai rotto le palle- Kurt scoppiò a ridere e lasciò un bacio sulla fronte della ragazza, proprio quando si stava allontanando Santana entrò in stanza e raggelò alla vista di Kurt chinato su Rachel –scusate, io ehm, vado- stava per fare retrofronte ma Kurt la fermò –non preoccuparti, me ne stavo andando, l’orario di visita deve essere finito- Santana gli sorrise falsamente e lasciò passare il ragazzo che diede un ultimo bacio sulla fronte a Rachel –ci vediamo fra qualche giorno- Rachel annuì e lo salutò con il gesto della mano, Santana sospirò e si stese sul letto guardando la parete e dando le spalle a Rachel –che cos’hai fatto al campo?- Rachel la guardò sorridente –niente- si limitò a dire Santana –che hai fatto con..?- Rachel aggiunse il nome del ragazzo –con Kurt, abbiamo parlato- disse sorridente –di cosa?- Rachel le si avvicinò –sei curiosa?- rise –no, anzi sono stanca- si girò verso Rachel donandole uno sguardo spento –ti senti bene?- Santana annuì e si mise seduta –ti ho detto che sono solo stanca- Rachel alzò un sopracciglio –vado a sciacquarmi la faccia- Santana non riuscì a reggere il peso dello sguardo di Rachel e camminò svelta verso il bagno, sbuffò guardandosi allo specchio e ripensò a quello che aveva detto con il medico e a come si era sentita male quando aveva visto Rachel vicina a qualcuno che non fosse lei, sbuffò, non voleva riavvicinarsi a qualcuno, non voleva perdere un’altra parte di sé, aveva paura di innamorarsi, aveva paura di essere di nuovo felice, perché lo sapeva, non poteva essere felice per sempre, dopo un piccolo periodo di felicità c’era sempre un bel po’ di tempo in cui si sarebbe sentita di nuovo grigia, di nuovo sola e triste.
 
-ti amo Santana- sorrise alla ragazza bionda che si chinò leggermente per baciarla –anche io Britt- la bionda aveva riso e le aveva preso la mano avviandosi a casa.
 
Santana sbuffò mettendosi le mani fra i capelli, sentì la rabbia scorrere dentro le sue vene, con un movimento tirò un pugno al muro, e dovette ritirare le mano e mettersela fra le labbra per evitare di urlare, aveva le nocche rosse e quasi sanguinavano, ma non ci pensò, uscì dal bagno e come una mummia camminò spedita verso il suo letto, rimase immobile a fissare il soffitto, mentre Rachel stava leggendo.
 
-andrà tutto bene- Brittany le asciugò le lacrime –no, non andrà niente bene- Santana si passò una mano sugli occhi –San, guardami- la latina alzò lo sguardo nero in quello azzurro cielo di Brittany –noi ne usciremo-.
 
-pensi a lei?- Santana sussultò e si girò verso Rachel che aveva chiuso il libro –a chi?- Santana si morse una guancia –alla tua ragazza- Rachel si guardò le unghie ma dovette rialzare lo sguardo dato che la risata di Santana l’aveva fatta confondere, si rese conto che quella non era la risata che aveva sentito, quella calda e dolce, era gelida e nervosa –non ce l’ho più la ragazza- Rachel alzò un sopracciglio sedendosi sul letto della ragazza –ma avevi detto che la tua ragazza era anche la tua migliore amica- Santana annuì –appunto, era- disse marcando il verbo al passato –perché vi siete lasciate?- Santana fece spallucce –ha preferito qualcun altro a me- si limitò a dire girandosi dall’altro lato.
 
-Dobbiamo parlare- Santana alzò un sopracciglio vedendo Brittany seria, come mai –che è successo?- la bionda si mise con le gambe incrociate sul letto della latina –mi sono innamorata- Santana sorrise –San non mi sorridere così- la latina chinò di poco la testa, chiuse il libro e le si avvicinò –che succede?- Santana le prese il viso fra le mani –mi sono innamorata di qualcuno che non sei tu- la latina sussultò  e ritirò le mani –noi..- Brittany non concluse vedendo Santana con la testa bassa e i pugni stretti –mi dispiace- si limitò a dire –ti dispiace?- Santana alzò la testa con una risata –ti dispiace? Vattene da casa mia- la latina si alzò e guardò Brittany con odio –San cosa? Aspetta noi non…- Santana scosse la testa –ti ho detto ti andartene- Brittany le si avvicinò prendendole le braccia fra le mani –non mi toccare!- si allontanò, ormai non riusciva a trattenere le lacrime –vai via!- le urlò, vide Brittany annuire e la vide camminare fino alla porta della sua stanza –mi dispiace- sussurrò un’ultima volta prima di andare via.
 
-ti va di parlarne?- Rachel le sorrise posandole una mano su un braccio, Santana la guardò con gli occhi leggermente lucidi –cosa c’è da dire, mi ha sostituito Rachel, se ne andata- la latina le urlò contro, Rachel abbassò lo sguardo allontanandosi –scusa- le sussurrò prima di andare a sdraiarsi sul suo letto –Rachel io…- la ragazza scosse la testa –buonanotte- disse prima di darle le spalle e rimanere a fissare la parete, Santana sbuffò e rimase a fissare la schiena della ragazza.
 
Santana si guardò intorno, vide la cornice con la sua foto e quella di Brittany, tolse la foto da dietro il vetro, gettandolo a terra e spaccandolo, con ancora le lacrime che bagnavano la foto la piegò rendendo visibile solo se stessa, lasciò un pugno alla parete e cadde ormai stremata dal pianto, si alzò le maniche  e con una tale forza nelle unghie ti riaprì le ferite che presero a sanguinare.
 
Santana riaprì gli occhi con uno scatto, svegliandosi ormai che era mattina, si guardò le mani e le braccia, non erano sanguinanti, si guardò intorno ritrovandosi nella stanza bianca e antisettica della clinica, Rachel non c’era nel suo letto, non era presente neanche alla scrivania, sbuffò e decise di rigirarsi fra le coperte e guadagnarsi altre ore di sonno.


Mi rendo conto che sono cattiva, rido.
Mi piace creare questi momenti di tensione e poi, SBAAM, spazzarli via, rendono la cosa elettrizante. Comuunque, grazie di tutto (è il quinto capitolo che lo ripeto).
Credo che forse nel prossimo possa succedere qualcosa. 
Ho detto forse.

-Kisses, M.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6
 
-Buongiorno- Santana aprì un occhio ritrovandosi Jo davanti che le sorrideva –che ci fai qui?- l’omone fece spallucce –ho visto Rachel entrare ed uscire velocemente e mi sono chiesto se qualcosa non andava così ho provato a bussare ma non rispondevi- Santana annuì togliendosi le coperte di dosso –siete amici voi due?- Jo annuì sorridendo alla ragazza –prima del tuo arrivo Rachel parlava solo con me e stava chiusa tutta la giornata in questa stanza, mangiava appena e l’unica cosa che la faceva distrarre era il cielo, sorrideva solo falsamente, ora ogni volta che la vedo con te ha sempre quel sorriso abbozzato sul viso, come se solo la tua presenza le facesse bene- Santana annuì sorridendo –vado a vestirmi, se vuoi continua a raccontare mi piace ascoltare le persone- Jo sorrise e si sedette sul letto mentre Santana ascoltava dal bagno –mi raccontò che le piaceva scrivere canzoni, amava cantare, ma da quando avevano iniziato a prenderla in giro aveva smesso di cantare e non scriveva più- Santana si spazzolò i capelli e sospirò pensando alla ragazza –non aveva amici?- Jo si guardò la divisa bianca –ne aveva una, Quinn, la ragazza più grande- Santana annuì –si me l’aveva detto- Jo sorrise –con lei aveva un rapporto forte, speciale, solo con Quinn riusciva ad essere davvero quella che nascondeva agli altri, una ragazza brillante cresciuta troppo in fretta- Santana si appoggiò con la spalla allo stipite della porta e fissò Jo con un sopracciglio alzato –beh, è ora che io vada- Santana annuì e lo salutò con un cenno della testa, sospirò e iniziò a cercare di capire cosa fare, si affacciò dalla finestra nell’attesa di vedere Rachel spuntare dalla porta, ma non accadeva. Non avevano fatto pace dalla sera prima, così sbuffando cercò di nascondere il suo orgoglio e camminò fino al campo, fin sotto la loro panchina.
 
La vide da lontano sdraiata e appoggiata con la schiena contro l’albero e una penna fa le labbra –buongiorno- Rachel sussultò e guardò Santana –mi dispiace- la latina pronunciò prima che Rachel riuscisse a dire qualcosa –non volevo aggredirti ma sono arrabbiata- Rachel annuì sorridendole –siediti accanto a me- Santana le sorrise e si sedette, Rachel incrociò le gambe e guardò Santana che era rimasta a guardarsi le unghie –Jo mi ha parlato di Quinn- la latina riuscì a guardare la ragazza che a quel nome sorrise –che ti ha detto?- Santana fece spallucce –che era importante per te- Rachel annuì –Quinn è importante per me- puntualizzò –e ora dov’è?- Santana le chiese con un sopracciglio alzato –al collage- Santana annuì –stai bene?- Rachel allungò una mano sulla spalla della latina –credo di si- Santana la guardò sorridendo –Rachel le sorrise e si battè le mani sulle gambe –stenditi- Santana la guardò confusa –andiamo fallo- Santana sbuffò e appoggiò la testa sulle gambe incrociate di Rachel che prese ad accarezzarle i capelli –mi ha lasciato perché si era innamorata di un ragazzo- Rachel spalancò la bocca –San non devi dirmelo per forza, io non…- Santana la bloccò con una stretta di mano –no, devo togliermi questo peso- allora Rachel annuì e stette in silenzio ad ascoltarla –il giorno dopo la vidi fra i corridoi, mano nella mano con un giocatore di football, lei mi vide da lontano, e appena successe lasciò la mano del tipo, io distolsi lo sguardo per non farle capire che stavo male da quel giorno sono rimasta sola con la mia testa- si indicò una tempia con un dito –la cicatrice più grande che ho sul braccio l’ho fatta quel giorno, mi fece sentire inutile, facile da sostituire- Rachel scosse la testa –tu non sei inutile- Santana sorrise leggermente e si alzò guardando Rachel dritta negli occhi –Jo mi ha anche parlato di te- Rachel abbassò lo sguardo –che ti ha detto?- Santana le si avvicinò con calma –mi ha detto che sei cambiata da quando sono arrivata io- Rachel spinse la testa in avanti ritrovandosi ad un centimetro dall’altra –in senso positivo?- Santana annuì e strinse un labbro fra i denti, arrivò a sfiorare il labbro superiore di Rachel quando suonò l’altoparlante che annunciava che dovevano tornare per il pranzo, Rachel sbuffò e si alzò dalla panchina –Jo ci starà aspettando- Santana annuì leggermente imbarazzata e camminarono fianco a fianco fino alla loro stanza.
 
-Santana togli i piedi da lì!- la latina guardò la ragazza scocciata, aveva i piedi sulla scrivania e stava leggendo un libro -per favore San- la latina sbuffò abbassando i piedi e sorridendo falsamente a Rachel -che stai leggendo?- Santana fece spallucce mostrando la copertina del suo libro a Rachel -Bukowski, mhh, chissà perché me l’aspettavo- Santana rise chiudendo il libro e prendendo una mela -hai fame?- Rachel annuì poco convinta - queste mele sono squisite- Santana lasciò un morso sulla mela e la mostro a Rachel che quasi incantata da quel movimento si sedette sulle gambe si Santana -che stai facendo?- Rachel fece spallucce prima di prendere la mela dalle mani della latina e portarsela alla bocca, diede un morso e ingoiò -ti piace?- Santana le sorrise rimanendo a guardare la parte dove la ragazza aveva morso, Rachel annuì leggermente prima di riavvicinarsi alla mela e a morderla, alzò lo sguardo e si ritrovò il viso di Santana a qualche centimetro dal suo, si avvicinò lentamente e con un sorriso si ritrasse alla fine, e le avvicinò la mela alle labbra -tieni- disse solo prima di alzarsi e andare verso il bagno sghignazzando-San credo che mi farò un bagno caldo, se hai bisogno mi trovi di là- Santana annuì e le sorrise –mi piace quando mi chiami San- Rachel scoppiò a ridere e corse verso il bagno lasciando Santana sola –mi farai impazzire- sussurrò guardandola da lontano.
 
Sentì bussare alla porta e corse ad aprire, vide una ragazza girata di spalle, con i capelli biondi e il fisico slanciato –mi scusi?- Santana alzò un sopracciglio e sobbalzò quando la ragazza si girò –Brittany- sussurrò indietreggiando –Santana- disse la ragazza guardandola con quei due specchi di cielo –che ci fai qui?- Brittany fece spallucce –ero venuta a scusarmi- Santana scosse la testa –non le voglio le tue scuse- la bionda annuì –io ho fatto un errore Santana- la latina scosse la testa guardando verso il pavimento –e io cosa dovrei farci?- guardò la bionda con odio –ti prego, possiamo tornare come prima!- la latina scosse la testa –ora tengo a qualcuno che non sei tu- le disse imitando il suo tono di molto tempo prima, Brittany si morse un labbro –San ti sei dimenticata di me?- le si avvicinò e allungò le sue mani sul volto della latina –non chiamarmi San!- le scostò le mani avvicinandosi alla porta –con lei non potrai mai avere quello che avevi con me- Santana alzò gli occhi al cielo –avrò molto di più!- Brittany scosse la testa –sei così ingenua, chi credi che possa amarti Santana? Eh?- Santana strinse i pugni e cercò di trattenere la furia che si stava scatenando in lei, Brittany le si avvicinò con un sorriso maligno sul viso e le alzò una manica scoprendo le sue cicatrici –si un m…- Santana strinse gli occhi, pronta a sentire quella parola –vattene!- Santana aprì gli occhi e vide Rachel dietro Brittany che la guardava disgustata –non osare neanche più avvicinarti a lei! Non osare pensare neanche di avere qualche stupido diritto per chiamarla in modi che vuoi tu!- Rachel la indicò con rabbia e piano le si avvicinò aggressivamente –non vale niente Rach- Santana la bloccò per le spalle –non ne valeva la pena neanche quando andavamo a l…- Rachel strinse i denti sentendo la presa di Santana sulle sue braccia molto forte, prese un forte slancio in avanti e tirò uno schiaffo dritto sulla guancia di Brittany –non tornare mai più in questo posto- la bionda la guardò impaurita e svelta camminò fino all’uscita della clinica con Rachel alle calcagna.
 
-Santana?- Rachel rientrò in stanza e si guardò intorno, di Santana nessuna traccia, sentì il getto dell’acqua  e spalancò gli occhi vedendo la cerniera della sua borsa aperta, la prese al volo e constatò che le lame della latina erano scomparse, Rachel sentì il suo battito accelerare e corse verso la porta –Santana!- urlò cercando di girare la maniglia, ma era chiusa a chiave –Santana apri!- il getto d’acqua era troppo forte e Santana non riusciva a sentirla, così Rachel diede qualche spallata alla porta e alla fine riuscì ad aprirla, si catapultò ad abbracciare Santana, che data la forza dell’impatto fece qualche passo all’indietro, sentì Rachel stringerla forte e sfilarle la lama dalle mani –mi dispiace- disse fra le lacrime, Rachel scosse la testa –mi dispiace- ripetè staccandosi dall’abbraccio, Rachel la prese per mano e la portò fuori dal bagno, Santana si sedette sulla scrivania  e Rachel le si posizionò fra le gambe, guardò il braccio di Santana e fortunatamente non si era procurata qualche grave taglio, non erano abbastanza profondi ma sanguinavano e Rachel si ritrovò le mani sporche –devi sciacquarti- Santana le disse tremante, Rachel annuì e corse in bagno ripulendosi del sangue sulle sue mani, tornò da Santana con un paio di bende ed iniziò a fasciarla –no, non metterci niente- Rachel la guardò con un sopracciglio alzato –perché?- richinò lo sguardò sulle braccia di Santana –senza bende guarisce prima- Rachel crucciò le sopracciglia –ma prenderai infezione- Santana sospirò –va bene- disse lasciandosi bendare dal tocco leggero della ragazza –cos’hai sentito?- Rachel la guardò capendo immediatamente cosa voleva dire la latina –che tieni a qualcuno- Santana si morse un labbro fissandola intensamente –credi di sapere di chi parlavo?-  Rachel annuì leggermente –una mezza idea ce l’ho- le sussurrò prima di chinarsi sulle braccia di Santana –Rachel io non…- la latina non riuscì a concludere la frase perché un brivido le percorse la spina dorsale, guardò Rachel e la vide lasciare morbidi baci su tutte le sue cicatrici, sorrise prima di prenderle il viso fra le mani –che stai facendo?- Rachel le accarezzò le braccia –mi prendo cura di te- Rachel si allungò in avanti dando la possibilità a Santana di scansarsi, ma la latina al contrario le spinse il viso verso il suo e senza sapere neanche come sentì le labbra di Rachel sulle sue, sorrise leggermente, era da tempo che non aveva un contatto così intimo con qualcuno, Rachel le morse un labbro prima di staccarsi e tornare sulle braccia di Santana –ci pensi dopo a quelle- la latina le alzò il viso e riattaccò le sue labbra  a quelle di Rachel, scese dalla scrivania mettendosi in piedi, Rachel camminò all’indietro e cadde sul suo letto con Santana addosso che scoppiò  a ridere, risata che fu placata dalle labbra di Rachel, la latina passò dalle labbra della ragazza fino al collo, prese a baciarle ogni lembo di pelle e a succhiarle qualche piccola parte, Rachel strinse un labbro e fece scivolare le sue mani fino a quelle della latina, cercò di intrecciare le loro dita ma sentì un liquido caldo scorrerle lungo la mano –San..- la latina alzò la testa guardando la ragazza –credo che dovresti farti bendare quei tagli- la latina le sorrise, si mise seduta e si fece aiutare con le bende. 




Ragazzuooole/i! Vi sono mancata? 
I'm sorry, ma sono andata in gita con la scuola e non ho potuto caricare il capitolo.
Comunque, avevo detto che forse le cose sarebbero cambiate, detto fatto, anche se non sappiamo se si metteranno insieme, booh.
*creo ansia vero?*
-Kisses M

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

Rachel sentì la luce irrompere fra i suoi sogni e si costrinse ad aprire un occhio, dovette richiuderlo immediatamente perché un raggio di sole la colpiva in pieno fra le coperte, sbuffò –Santana chiudi le finestre- urlò da sotto le coperte, ma non sentì la risposta, così si scoprì del piumone riparandosi dal sole con un braccio, si guardò intorno e di Santana nessuna traccia, notò il letto non sfatto della ragazza e quasi come un lampo di genio si ricordò della sera prima, cadde all’indietro sul suo letto portandosi il cuscino sul viso.
 
-Non ce la faccio più- Rachel sorrise stringendo una benda sul polso destro di Santana –ho quasi fatto San- la latina sbuffò di nuovo –resisti- Santana alzò gli occhi al cielo –Rachel- la tirò per la maglia, Rachel rimase chinata sul braccio di Santana e la ignorò –Rachel!- richiamò Santana leggermente scocciata –che c’è?- Rachel alzò lo sguardo ritrovandosi vicina al viso di Santana –non ce la faccio più- ripetè la ragazza –ma se non ti sto neanche toccando- Santana le sorrise leggermente chinandosi in avanti e prendendole la labbra fra le sue, Rachel sorrise leggermente e si lasciò accarezzare il viso da Santana.
 
Rachel aprì gli occhi ritrovando l’odore di Santana sul suo cuscino, sorrise e si alzò camminando verso il bagno per cercare Santana. Ma neanche lì c’era, la latina sembrava essersi volatilizzata nell’aria, si guardò intorno finchè un bigliettino posto sul suo comò non la fece scattare, corse a prenderlo e lesse in bella scrittura una frase, una domanda.
“Chi potrebbe mai amare una ragazza con le cicatrici?”
Rachel sussultò leggendo quella frase e si mise una mano sul viso, sapeva Santana cosa stava facendo, si stava sminuendo, Rachel sbuffò  e si guardò intorno, e adesso cosa avrebbe dovuto fare? Correrle dietro? Oppure aspettarla? Non lo sapeva, non si trovava in quella posizione da tempo, sbuffò e si avvicinò alla finestra sperando che il cielo le avrebbe portato qualche idea. Rachel stava guardando le nuvole da almeno qualche minuto quando il suo sguardo quasi per sbaglio cadde sul cortile posteriore dove mai nessuno andava, vide una piccola figura seduta su una panchina che guardava il cielo e che si passava una mano fra i capelli folti, capì che era Santana quando la vide stringere la sua pallina rossa, si morse un labbro e scattò verso la porta.
 
Quando arrivò al campo vide una piccola porta accanto al percorso da corsa, avanzò il passo e sperando che nessuno la vedesse entrò in quel piccolo giardino dove c’erano almeno una decina di panchine sommerse dai grandi alberi, Santana stava ad una delle ultime, nascosta dietro un ciliegio, quando Rachel la raggiunse la vide ancora concentrata a guardare il cielo, scosse la testa pensando che invece di uccidersi a pensare poteva andare anche da lei e parlarle, si appoggiò con una spalla contro l’albero e sorrise –lo sai che pensare troppo uccide vero?- Santana sussultò e si girò velocemente verso Rachel –quello è il fumo- disse ironica, prima di sospirare –che ci fai qui?- Rachel si guardò intorno –che ci fai tu qui?- Santana sbuffò sdraiandosi di nuovo –dovevo pensare- Rachel le si avvicinò –lo vedo, non potevi parlarne con me direttamente?- Santana si mise seduta e fissò la ragazza –di cosa dovrei parlare- Rachel alzò un sopracciglio e le porse il biglietto che Santana le aveva lasciato –di questo- Santana deglutì visibilmente –cosa vuoi dire con questo foglio?- Santana la guardò un attimo negli occhi prima di distogliere lo sguardo –nessuno mi amerebbe mai- Rachel sbuffò passandosi una mano fra i capelli –smettila- Santana scosse la testa –perché? È vero! Sono quella bambina cresciuta troppo in fretta, quella con lo sguardo vuoto e la tempesta nel cuore- Rachel sbuffò –smettila di parlare!- le urlò facendola zittire, Santana la guardò confusa –sei bellissima!- Santana fece per aprire bocca ma Rachel le bloccò le parole con un bacio, Santana spalancò gli occhi prima di ricambiare e di sentire la ragazza stringerla per i polsi, lasciò andare un leggero gridolino di dolore prima di vedere Rachel staccarsi velocemente –che successo?- Santana scosse la testa e riprese il viso della ragazza fra le mani facendola sorridere.
 
-credo che dovremmo rientrare- Rachel guardò Santana dal bassò indicando il cielo, la latina sbuffò e strinse Rachel per i fianchi –stiamo così comode non voglio alzarmi- Rachel scoppiò a ridere e intrecciò le sue dita a quelle di Santana, rimase a guardarla dal basso per qualche momento, stavano sulla panchina, Rachel sdraiata con la testa sulla pancia di Santana e la latina semisdraiata con la schiena appoggiata contro il ciliegio –dico sul serio, dovremmo andare sopra- Santana sbuffò e annuì. Si avviarono al campo fianco a fianco, le ragazze erano già rientrate, c’erano solo loro che camminavano per il giardino, Santana si guardò intorno prima di bloccare il suo sguardo sulla mano di Rachel che stava ad un centimetro dalla sua, sorrise e si allungò a prendere la mano della ragazza –‘Cause you are beautiful, no matter who they say- Rachel le cantò in un orecchio, Santana sorrise rimanendo imbambolata dalla voce melodiosa della ragazza che era corsa in avanti ridendo, Santana scosse la testa e le corse dietro. Quando arrivarono nell’atrio della clinica avevano entrambe il fiatone e avevano interrotto il silenzio che producevano le ragazze, si sentiva solo il vocio di un documentario –si guarda solo quello qui?- Santana indicò la televisione e Rachel fece spallucce –lo sapreste se magari evitaste di stare tutte sole nella vostra stanza- Jo le fece sussultare entrambe –non ci piace relazionarci con gli altri- Rachel ammise  e Santana annuì alle sue spalle –va bene, adesso rientrate, avete saltato anche la cena- Rachel spalancò gli occhi ricordandosi che se voleva uscire da lì doveva mangiare –è stata colpa mia Jo, portaci qualcosa almeno Rachel non si sentirà in colpa- Jo scoppiò a ridere –Rachel si sente in colpa più se mangia- la ragazza abbassò lo sguardo –portaci qualcosa lo stesso, la faccio mangiare io- Jo rise di nuovo e le lasciò andare in stanza.
 
-non ho fame- Rachel sbuffò cadendo all’indietro sul suo letto –non mi interessa- Santana si guardò allo specchio che avevano in bagno –ma se ho lo stomaco chiuso che ci posso fare- Santana sbuffò e si affacciò dalla porta –lo apri lo stomaco- sentì Rachel sbuffare altre due volte prima di raggiungerla e sedersi accanto a lei –devi uscire di qui Rachel- la ragazza abbassò lo sguardo –ma non ho fame- Santana alzò gli occhi al cielo –hai fame invece, ti mangeresti l’intero cenone di natale è solo che hai paura di quello che lo specchio ti dirà- Rachel sbuffò schiacciando il viso contro il cuscino –la fai facile tu- Santana alzò un sopracciglio –stai dicendo che è facile guardarmi allo specchio?- Santana scoppiò a ridere e si sdraiò accanto alla ragazza –si, tu non avresti dovuto avere problemi- Santana sbuffò –ma ce l’ho- Rachel si mise su un fianco a guardarla –non devi averne, sei stupenda anche in questo posto da schifo, con le occhiaie e i capelli sfatti, quindi- Santana le sorrise e scosse la testa –com’era quella canzone di prima?- Rachel scoppiò a ridere e scosse la testa –non canterò di nuovo- Santana sbuffò –ma la tua voce mi piace!- Rachel fece schioccare la lingua e scoppiò a ridere prima di mettersi  a pancia all’aria –Rachel! Canta!- la latina piagnucolò –sembri una bambina- Santana sbuffò e le si avvicinò ad una guancia –fallo per me- le sussurrò, Rachel spalancò gli occhi e deglutì visibilmente, Santana scoppiò a ridere prima di morderle la guancia e tirarla verso di sé, Rachel lasciò un grido di dolore e si coprì la guancia con una mano mentre Santana scoppiava a ridere –sei una cattiva bambina!- Rachel sentì la guancia andare a fuoco e si avvicinò velocemente a Santana che stava ancora sdraiata –vuoi punire la bambina cattiva? – Rachel scoppiò a ridere e le si avvicinò, Santana le sorrise avvicinandosi a sua volta. Dovettero allontanarsi però perché Jo aveva bussato alla porta –Ragazze è arrivato lo spuntino- Rachel scoppiò a ridere guardando l’uomo con un piatto di biscotti e due bicchieri con del latte –avevo pensato che era tardi per la cena e dato che siamo quasi alle vacanze natalizie- Santana gli sorrise e si alzò dal letto della ragazza –Rachel ma che ti è successo?- Jo le si avvicinò e le passò un dito su una guancia, Rachel scattò all’indietro mentre Santana scoppiava dalle risate silenziosamente –niente, stavo appoggiata sulla mia mano- Jo annuì e sorridendo andò via. Santana si lasciò andare in una risata liberatoria che riempì le mura della stanza –Sei una stronza!- Rachel prese un cuscino e glielo gettò contro colpendola in pieno viso e facendola barcollare all’indietro –sei forte piccola Berry- Santana rise e si avviò a mangiare un biscotto –non sono piccola abbiamo la stessa età- Santana sbuffò dolcemente e le infilò un biscotto in bocca, Rachel sussultò e si ritrovò il dolce sapore del cioccolato che ormai non sapeva neanche com’era fatto, Santana rise di nuovo e velocemente lasciò un morso al biscotto che Rachel aveva fra le labbra, la ragazza rimase leggermente confusa data la velocità con cui aveva agito Santana  -che c’è? Non ti piace la cioccolata?- Rachel scosse la testa ingoiando quel poco di boccone che le era rimasto fra le labbra, si sorprendeva sempre quando Santana faceva qualcosa che le faceva sembrare una vera coppia e un momento dopo faceva finta di niente –mi piace, ma non la mangiavo da tempo- Santana annuì e fece un sorso dal suo bicchiere.
–io non ho fame, vado a gettarmi fra le coperte- la latina si alzò e camminò svelta fino al suo letto, lasciando Rachel che guardava titubante il piatto di biscotti, ne erano cinque e il suo bicchiere era pieno –Rachel mangia- sentì Santana alle sue spalle, si girò e la vide che la guardava sorridendo –puoi aiutarmi?- Santana annuì e si alzò prendendo il piatto di biscotti con una mano e con l’altra prese la mano di Rachel. Andò a sedersi sul suo letto con le gambe incrociate –se li metti nel latte sono più buoni- Rachel annuì e andò a prendere il latte, Santana notò che le tremavano le mani e che era tutto un fascio di nervi –Rachel- la ragazza alzò lo sguardo e incrociò gli occhi di Santana –sono solo dei biscotti, riuscirai a mangiarli tutti- Rachel deglutì –è cioccolata- Santana annuì –non cambierà niente dal mangiare cinque biscotti o un piatto di pasta- Rachel annuì e inzuppò un biscotto nel latte, lo guardò per qualche minuto prima di avvicinarselo alle labbra, Santana la guardava con orgoglio e quando Rachel ebbe lasciato un morso al biscotto vide Santana esultare –mi farai anche l’applauso?- Santana scoppiò a ridere e si allungò per toglierle le briciole dagli angoli della bocca –mi sento piena- Rachel si mise una mano sulla pancia –ma scherzi? Ne hai mangiato uno solo- Rachel sbuffò –non ci riesco, basta!- urlò –Rachel calmati- Santana le accarezzò una guancia e le scostò i capelli –ti aiuto io- Rachel alzò un sopracciglio e sospirò quando Santana le si sedette ad un palmo dal naso, prese un biscotto e lo avvicinò alla bocca della ragazza, Rachel era rimasta a fissare gli occhi neri come il carbone di Santana e non si accorse neanche di aver mangiato due interi biscotti, vide Santana sorridere e tornò alla realtà –se ti aiuto funziona- Rachel annuì ancora scossa, si allungò al piatto e avvicinò il biscotto alle labbra di Santana –non ho fame- Rachel scosse la testa e insistette, Santana sbuffò e fece per addentare il biscotto, Rachel lo allontanò portandoselo fra le labbra e ridendo lo mangiò in un solo boccone –vuoi giocare Rachel?- Santana la fissò con un sopracciglio alzato –io? No ma che dici, voglio solo finire i biscotti in santa pace- Santana sorrise malignamente e le passò un biscotto –finiscili allora- Rachel tese una mano per prenderlo ma Santana lo ritirò indietro –dammi quel coso- Santana rise vedendo Rachel che cercava di afferrare il suo braccio –è l’ultimo!- Santana fece spallucce e lo addentò –gli ultimi hanno sempre un sapore migliore- Rachel sbuffò e finalmente riuscì ad afferrare il braccio della ragazza –ora è mio- sorrise malignamente e se lo avvicinò alla bocca prima che Santana riuscisse a scipparglielo dalle mani e a gettarselo in bocca –Santana!- Rachel sbuffò saltando addosso alla ragazza –era mio!- la latina scoppiò a ridere –ti rendi conto che mi stai accusando di aver mangiato qualcosa di tuo?- Rachel spalancò la bocca e si allontanò dalla ragazza –io cosa?- Santana annuì –avevi fame e non ne facevi un problema- Rachel deglutì e bevve in un solo sorso il suo bicchiere di latte –che cosa mi succede?- camminò per la stanza avanti e dietro per qualche volta – stai guarendo Rachel- Santana sorrise e guardò la ragazza da lontano malinconicamente, sapendo che una volta uscite da lì non sarebbero state niente –no, non posso guarire- Rachel si avvicinò a Santana –guarire significa andarmene da qua- Santana annuì abbassando lo sguardo –non voglio allontanarmi da te- Santana sorrise leggermente –non ci allontaneremo- Rachel annuì –succederà- Santana scosse la testa e le prese le mani fra le sue –no, quando uscirò anche io da qui staremo sempre insieme- Rachel scosse la testa –sei della California e io dell’Ohio- Santana le sorrise –i miei genitori hanno dovuto trasferirsi in Ohio per lavoro- Rachel spalancò gli occhi –Ohio dove?- Santana fece spallucce –credo che la cittadina si chiami Loma, Lama, non lo so- Rachel sussultò –Lima, si chiama Lima- Santana annuì –fa lo stesso, ci sei mai stata?- Rachel sorrise annuendo –io ci vivevo- Santana spalancò la bocca prima di essere stretta dalla ragazza.




Holaaa! Come va?
Ho fatto un tantino di ritardo, ma la scuola mi sta prendendo troppo tempo, scusatemi.
Cooomunquee, vi sta piacendo, credo, quindi non la cancellerò, anche perchè sarebbe uno spreco, sono così carinee.

-Kisses M

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8
 
Santana si chiuse la porta alle sue spalle e si lasciò andare in un sospiro –è andato bene?- la latina sussultò e vide Rachel con la penna fra le labbra intenta a fissarla –Rachel, credevo fossi andata a farti un giro- la ragazza scosse la testa –no, scrivevo e ti ho aspettata- Santana annuì e le si sdraiò accanto appoggiando la schiena contro il muro –com’è che non fai altro che scrivere?- Rachel fece spallucce –perché a casa non potevo farlo per troppo tempo e così qui sto scrivendo tutto quello che mi passa per la testa- Santana corrugò le sopracciglia –perché a casa non potevi scrivere? – Rachel le sorrise leggermente prima di lasciar cadere i fogli sul comodino –i miei genitori non capivano, non capivano che questo è il mio sogno, che sin da bambina voglio scrivere canzoni e cantare, far capire alle persone com’è che si sta davvero, qual è il vero dolore, vorrei aiutare le persone tramite la mia scrittura e la mia voce- Santana annuì –sapevo cantare una volta- sussurrò la latina –davvero? Oddio ti voglio ascoltare- Santana fece spallucce –non canto più- Rachel sbuffò e appoggiò la testa sulla spalla di Santana –solo il verso di una piccola canzone, dai- Rachel mise un broncio adorabile, Santana le sorrise e le schioccò un bacio –un giorno magari- Rachel sorrise e battè le mani, strinse il viso di Santana e dopo averle baciato tutta la faccia si allontanò saltellante –ma che hai oggi?- Santana scoppiò a ridere vedendola ritornare come una bambina –niente, non lo so- Santana rise di nuovo e si alzò avvicinandosi alla ragazza –andiamo a fare un giro- Rachel scosse la testa –a momenti Kurt sarà qui- Santana annuì –già oggi è la giornata di visita del “fidanzatino”- Rachel la guardò male tirandole un pugno su una spalla –che c’è? Sembrate due fidanzati- Rachel rise –sei gelosa di Kurt?- Santana sbuffò –no!- la aggredì prima di sentire le sue guance colorirsi –Santana Kurt è gay!- Rachel rise più forte –co..cosa? oddio, oddio- ripetè per almeno dieci volte –che c’ è?- Santana si passò una mano sul viso –ero gelosa di un gay- si massaggiò le tempie rimanendo leggermente sconvolta –allora lo ammetti che sei gelosa!- Rachel le puntò il dito sorridente –Rachel non infierire!- la latina sbuffò –sei così carina- Santana le sorrise leggermente –non è vero- cercò di darsi aria per far scomparire il rossore dal volto, prima che Rachel le bloccasse la mano e si allungasse a darle un bacio –no non è vero, tu sei bellissima- le sorrise e Santana la ritirò a sé baciandola di nuovo.
 
-allora ci sono novità?- Kurt accavallò le gambe e sorrise a Rachel –io..ehm… non saprei- Kurt scosse la testa –andiamo parla- Rachel sbuffò –io e Santana …- Kurt lanciò un urletto felice e fece sussultare Rachel –Kurt! Che cazzo urli!- il ragazzo scoppiò a ridere –prima di tutto cosa sono queste parole? Poi state insieme? Davvero?-Rachel si passò una mano sul viso –in un certo senso- Kurt ridusse gli occhi ad una fessura –vi siete baciate?- Rachel annuì –parecchie volte- Kurt si mise le mani davanti la bocca –e come bacia?- Rachel arrossì di botto –Kurt! Ma che domande!- il ragazzo sbuffò –andiamo Rachel non essere timida!- la ragazza fissò il pavimento ed iniziò a pensare a quello che provava quando stava con Santana –oh Kurt è come il paradiso, come stare all’improvviso sulle spiagge delle Hawaii, come il mare in inverno oppure la cioccolata calda sotto le coperte, hai presente           quella sensazione di calore che ti riempie il petto e ti resta lì fino al giorno dopo, ecco così ci si sente con lei- Kurt spalancò la bocca –ti sei innamorata- Rachel sorrise leggermente –e Quinn?- la ragazza sussultò a quel nome –per..perchè me lo chiedi?- Kurt le allungò una mano sul viso –Quinn mi ha chiamato l’altro giorno- Rachel spalancò la bocca e continuò ad ascoltare le parole dell’amico –mi ha chiesto di te e le ho raccontato tutto, è rimasta sconvolta. Ma la cosa che mi chiedevo è; ti ha risposto a quella domanda?- Rachel abbassò lo sguardo –Rachel ti prego devi togliermi questo dubbio- la ragazza scosse la testa prima di alzare lo sguardo –no, non mi ha risposto- Kurt annuì sconfitto e si alzò avviandosi alla porta, dove entrambi sussultarono vedendo  Santana con una sigaretta fra le labbra –non potresti fumare qui lo sai?- Santana annuì –si, ma a nessuno frega- i tre scoppiarono a ridere, Kurt lasciò un bacio su una guancia a Rachel e una pacca sulla spalla a Santana prima di andare via dalla stanza. Regnava il silenzio da almeno qualche minuto, tempo in cui Santana aveva fatto qualche tiro e aveva fissato Rachel con aria sospetta –cosa c’è?- Rachel andò a stringerla da dietro –dovrei farti la stessa domanda a te- Rachel si allontanò di botto –co..cosa?- balbettò impaurita –si, prima che Kurt venisse eri felice e ora sembra che stai per andare alla forca, e poi cos’è questo fatto della risposta?- Rachel deglutì –stavi origliando?- Santana alzò gli occhi al cielo –sono entrata nel preciso istante in cui tu hai detto che non ti ha risposto- Rachel annuì e abbassò lo sguardo –credo che devo dirti una cosa- Santana alzò un sopracciglio e la guardò da lontano –ti ricordi di Quinn?- Santana annuì –sì, la ragazza più grande, la tua migliore amica- Rachel sorrise malinconicamente –non eravamo migliori amiche- Santana alzò un sopracciglio –e che eravate?- Rachel sospirò e cercò tutto il coraggio che aveva in corpo, non lo aveva mai ammesso davanti a qualcuno –io e Quinn eravamo come te e Brittany- Santana spalancò la bocca –voi due…?- fece tanti segni con le mani che Rachel all’inizio parve non capire –no, non andavamo oltre i baci- Santana sospirò e si passò una mano sul viso, gesto che fece sorridere Rachel –e allora qual è il problema?- Rachel si spostò il ciuffo verso l’indietro –questa è la parte difficile- Santana corrugò la fronte e le si sedette accanto –puoi dirmelo- Rachel annuì e si schiarì la voce –prima che lei partisse per il collage le feci una domanda- Santana annuì –quale?- Rachel la guardò negli occhi per un attimo  prima di spezzare quel contatto –le chiesi se era innamorata di me- Santana spalancò la bocca leggermente –e lei?- Rachel fece spallucce –è partita senza rispondere- Santana si morse un labbro e allungò un braccio lungo la schiena di Rachel –rach?- le chiese dopo qualche momento di silenzio –cosa c’è?- Rachel aveva gli occhi chiusi e le gambe allungate sulle cosce della latina –se ti avesse detto si tu cosa avresti fatto?- la ragazza aprì gli occhi e si allontanò da Santana –non lo so, non ci ho mai pensato- la latina abbassò lo sguardo –tu eri innamorata di lei?- Rachel si morse un labbro e prese il viso di Santana fra le mani –no- disse convinta fissandole gli occhi neri come la notte –e se anche me ne fossi innamorata ora non sarebbe più importante-Santana annuì e continuò ad avere lo sguardo basso nonostante Rachel le avesse il viso fra le mani –cosa c’è che non va?- Rachel chinò di poco la testa e lasciò andare il viso di Santana –è solo che pensavo, se ti ha cambiato così tanto l’umore deve avere un po’ di importanza no?- Rachel si morse un labbro e rimase a fissare il bianco della parete –si, era importante che lei mi rispondesse, mi ha delusa e non mi ha chiesto scusa per quasi un anno, come credi che io debba stare?- Santana fece spallucce –scusa, pensavo solo che se non te ne fregava non ti avrebbe fatto male- Santana alzò le mani in segno di resa e si preparò ad accendersi un’altra sigaretta, Rachel sbuffò scuotendo la testa, ci mancava solo una discussione con Santana quel giorno –ero innamorata va bene? Era questo quello che volevi sentire no? Ecco ti ho accontentata- Santana le sorrise tristemente prima di tornare a guardare fuori dalla finestra –potresti almeno evitare di ignorarmi?- Rachel le si avvicinò –che ti devo dire? Congratulazioni? Hai convinto più te che me- la latina gettò il mozzicone dalla finestra e si allontanò, uscendo dalla stanza e camminando verso il giardino posteriore, dove lei e Rachel andavano sempre.
-Santana!- la latina si girò e vide un omino di mezza età raggiungerla –salve dottor Edwards- l’uomo la salutò con il fiatone –sai dov’è Rachel?- la latina annuì –in stanza- l’uomo le sorrise e salutandola prese  a correre.
 
Rachel sentì la porta chiudersi lentamente alle sue spalle, accese la lampada che aveva accanto al letto e fissò Santana con disappunto –diamine Rachel!- Santana sussultò e si portò una mano al petto –sei stata fuori per ore- Santana sbuffò e si tolse le scarpe –dovevo stare un po’ all’area aperta- Rachel alzò un sopracciglio e si mise sotto le coperte –il dottor Edwards mi ha detto che uscirò presto da qui- Santana rimase bloccata a fissarla –presto quando?- Rachel fece spallucce –lo decideremo durante la prossima seduta- Santana annuì e andò in bagno per mettersi il pigiama. Quando dieci minuti dopo tornò trovò Rachel ancora sveglia che aveva gli occhi puntati su di lei –non hai sonno?- Rachel scosse la testa –no, ho troppe cose a cui pensare- Santana annuì e aprì il cassetto della scrivania prendendo il bloc notes della ragazza –scrivi- Rachel scosse la testa –non serve a niente questa volta, un foglio bianco non può darmi delle risposte- Santana annuì e le si sedette accanto –fammi spazio- Rachel sorrise debolmente e fece entrare la ragazza sotto le coperte –allora, provo a rispondere io- Rachel le sorrise –dammi quel foglio, facciamo come a scuola, quando non vuoi che la prof ti scopra a parlare con la compagna di banco- Santana sorrise e passò il foglio con la penna a Rachel, la vide scrivere qualcosa, stava quasi per addormentarsi quando Rachel le passò il foglio, aveva cancellato e riscritto almeno cento volte, non riusciva a trovare le parole giuste così lo aveva scritto nel modo più semplice che esisteva;
Sei innamorata di me, Santana?
La latina rimase per qualche momento a fissare il foglio non sapendo cosa scrivere, se un si diretto oppure un giro di parole, aveva paura di essere rifiutata, così si mise sulla difensiva e fu vaga;
Se ti dicessi di sì?
Rachel guardò Santana che aveva lo sguardo basso, sorrise e la sua mano quasi per sbaglio sfiorò quella della ragazza, che alzò gli occhi e guardò Rachel, le lasciò il foglio sotto il naso e Santana fissò una piccola scritta sul margine del foglio;
E se, così per sbaglio, ti baciassi?
Santana alzò gli occhi di scatto, sentiva le gote leggermente rosee e la vicinanza improvvisa di Rachel le fece imporporare ancora di più. Rachel era così vicina che le bastò un piccolo movimento per avere le labbra dell’altra sulle sue, Santana sorrise leggermente e allungò le mani sulle guance di Rachel, mentre l’altra si era messa semi sdraiata con le mani che stringevano Santana verso di lei, la latina cambiò le posizioni e si mise a cavalcioni su Rachel, la ragazza la fissò un attimo prima di sorriderle e di accarezzarle una guancia, Santana si chinò di nuovo e tornò a baciarla, questa volta staccandosi dalle labbra della ragazza ed avviandosi al suo collo, Rachel dovette stringere un labbro fra i denti per evitare di emettere qualche strano tipo di rumore, mentre con le mani aveva iniziato ad accarezzare la schiena di Santana e dopo diversi dubbi si decise a intrufolare le mani sotto la maglia di Santana, la quale sussultò a contatto con le mani gelide della ragazza – la prossima volta  riscaldati le mani- Santana le sussurrò ad un centimetro dalle sue labbra, soffocò la risata prodotta in quel momento da Rachel e allungò una mano fra i capelli mori della ragazza e l’altra la pose sulla guancia di Rachel, rimasero attaccate l’una all’altra per una ventina di minuti avevano cambiato spesso posizione, nessuna delle due voleva fare il passo più grande della gamba, ma entrambe avevano una sensazione insopportabile alla base dello stomaco, Rachel fu la prima a tentare di sfilare la maglia a Santana, ma venne bloccata dalla latina che la allontanò prontamente –che c’è?- Rachel la guardò confusa e si ritrovò seduta sulle gambe di Santana –non posso- disse stringendosi la maglia contro i fianchi, Rachel le si avvicinò –non sarai mica vergine?- Santana scoppiò a ridere –ricordi che ero una poco di buono prima di scoprire di essere gay vero?- Rachel rise –va bene, allora cos’hai?- la latina deglutì visibilmente prima di alzarsi di poco la maglia, Rachel spalancò la bocca, aveva i fianchi pieni di piccole linee bianche, alcune erano gonfie altre invece erano contornate ancora di quel leggero rossore –San..- Rachel la guardò dolcemente e passò le mani ad accarezzarle i fianchi –non devi vergognarti di mostrarmi le cicatrici- Santana abbassò lo sguardo –sono il simbolo della tua vittoria- Santana scosse la testa –mi ricordano solo quello che ho perso- Rachel le si avvicinò, stava ancora sulle sue gambe –non perderai più niente- Rachel la strinse in un abbraccio –e comunque io sono vergine- disse di botto allontanandosi da Santana per vedere la sua reazione, la latina le sorrise –quanta tenacia- scoppiò a ridere e Rachel arrossì di botto –io..non ridermi in faccia! Aspettavo la persona giusta- Santana la fissò sorridente e prese una mano della ragazza fra le sue –non ridevo per il fatto che tu sia vergine, ma per il fatto che me l’hai detto così velocemente quasi come se non volessi farmelo sentire- Rachel abbassò lo sguardo –non devi vergognartene, è una cosa così innocente- Santana le accarezzò una guancia facendo sorridere Rachel.



Sono puntuale oggi, allora ciccinis, tutto apposto?
Adoro il modo in cui mi fate sapere la vostraa, siete grandi. Thank u.
 -Kisses M

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

-Grazie- Santana ringraziò Jo per la busta con due cornetti che le aveva appena dato e si avviò alla sua stanza, quando stava a pochi passi però le capitò di urtare per baglio contro una ragazza -scusami- accennò velocemente prima di scattare verso un infermiere, Santana riuscì a notare che la ragazza aveva gli occhi verdi accesi e i capelli biondi, ma del resto non ci aveva fatto caso, era scappata velocemente. Quando rientrò in stanza vide Rachel già sveglia che fissava il cielo, la latina sbuffò -che c’è?- Rachel la guardò sorridendo avvicinandosi - mi hai rovinato la sorpresa- Santana le mostrò la busta e Rachel alzò un sopracciglio -che sono?- Santana le sorrise allungandosi a o renderle una mano -dato che qui non danno mai dei cornetti ho chiesto a Jo se poteva prenderne due in città- Rachel aprì la busta con una mano e sentì subito l’odore dolce del cioccolato -ne vuoi mangiare due? È vero che sei magra ma San così ingrassi- la latina scoppiò a ridere -uno è per la mia ragazza- sorrise offrendogliene uno -come mi hai chiamata?- Santana le sorrise dolcemente avvicinandosi e lasciandole un bacio dolce sulle labbra, Rachel le strinse la mano che aveva ancor a incollata alla sua e la abbracciò forte -Ragazze- si vide appena il naso accennato di un’infermiera sbucare dalla porta, le due si staccarono senza però mai perdere quel contatto che stavano avendo le loro mani -sì?- Santana rispose per prima, vide la donnina aprire la porta -Rachel c’è qualcuno che dice di conoscerti- Rachel alzò un sopracciglio e fissò la ragazza dietro le spalle dell’infermiera -Quinn- sussurrò facendo sussultare Santana, riconobbe subito gli occhi verdi della ragazza con la quale aveva fatto una specie di incidente -Ciao Rachel- la ragazza si limitò ad accennare quando ormai furono loro tre –dobbiamo parlare- Rachel fece per aprire bocca ma non riuscì a produrre nessun suono, Quinn nel frattempo aveva fissato stranamente Santana e il suo sguardo era scivolato sulle loro dita intrecciate, Santana sembrò accorgersene così si allontanò da Rachel -tu sei la ragazza di prima?- Santana annuì leggermente scossa -lei è Santana. La mia.. Ehm- Quinn guardò Rachel con un ghigno il viso -la sua compagna di stanza- Santana terminò la frase iniziata da Rachel, aveva poi sorriso falsamente -credo che mangerò il mio cornetto al campo- prese la busta al volo e salutando le due camminò svelta verso l’esterno.
 
-Odio tutte le bionde!- sbuffo la latina lasciando qualche calcio contro il ciliegio -parli da sola?- Santana sussulto e si guardo alle spalle, Kurt le sorrideva appoggiato alla porta che divideva il giardino dal campo -che ci fai tu qui?- Santana spalancò la bocca avvicinandosi al ragazzo -io e Rachel abitiamo nello stesso isolato, ho visto l’auto di Quinn fuori casa sua e ho pensato che fosse venuta qui non avendola trovata a casa e sono venuto ad assicurarsi che non facesse guai- Kurt si sedette su una panchina e si passo una mano sul il ciuffo perfetto che aveva sulla fronte -dicevo che ci fai qui in questo giardino?- Santana gli si sedette accanto fissandogli gli occhi mare -Rachel mi ha raccontato che questo è il vostro posto speciale- Santana annuì tristemente -perché non sei da lei?- Kurt fece spallucce stringendo la sua sciarpa rossa -hai più bisogno tu di me che lei- Santana alzò un sopracciglio -non ci conosciamo neanche- Kurt scoppiò a ridere -Rachel parla così tanto di te che ormai so a memoria anche qual è l posizione in cui dormi la notte- Santana sorrise leggermente prima si sospirare e sdraiarsi sulla panchina -allora, perché maledicevi le bionde?- Santana tornò seduta e fissò il ragazzo che attendeva una sua risposta.
 
-ora stai bene?- Rachel si ritrovò ad annuire convinta come non lo era mai stata, lanciò un pensiero a Santana e rimase a fissare il cornetto che non aveva ancora mangiato -ti dispiace se lo mangio? Sai deve essersi fatto freddo- Quinn le sorrise e si sedette sul letto difronte a quello di Rachel -non so come ho fatto a non notare che non mangiavi- Rachel lasciò un morso al dolce lasciando che io gusto dolce del cioccolato le finisse fra i denti, fissò Quinn seduta comodamente sul letto di Santana e quasi provo un certo fastidio nel vederla al posto della sua latina -potresti sederti da un’altra parte?- Quinn si alzò interrogativa -la tua compagna di stanza è gelosa delle sue cose?- Rachel fece spallucce -con me no, ma mi da fastidio che qualcuno irrompa nella nostra quotidianità - Quinn la guardò leggermente scossa -Sono la tua migliore amica Rachel- la mora abbassò lo sguardo e sorrise gelidamente -sei partita un anno e mezzo fa e non ti ho più sentito- Quinn spalancò la bocca vedendo lo sguardo arrabbiato di Rachel -mi dispiace, io non volevo lasciarti sola, dovevo prendermi tempo, avere dello spazio e ora che sono tornata non andrò più via, cioè metaforicamente,  a Yale ci devo tornare per forza, ma non è questo il punto, io starò sempre qui con te- Quinn le prese le mani fra le sue e concluse il suo breve monologo con un sorriso dolce sulle labbra -vedremo- si limito a dire Rachel prima di allontanare le mani da quelle della bionda, nessuno, a parte Santana, poteva tenerla per mano, le dava un fastidio nella parte bassa dello stomaco quando qualcuno provava a sfiorarla senza io suo consenso.
 
-cosí ti ha lasciato?- Santana annuì quando ebbe finito di raccontare la sua piccola storia a Kurt -oddio, anche io ho un ragazzo e giuro se finissimo così credo che non riuscirei ad andare avanti, sei davvero molto forte per combattere così tanto ogni giorno- Santana gli sorrise e abbassò lo sguardo -sai credo che abbia ragione- Santana rialzò lo sguardo e fissò Kurt -cosa?- il ragazzo le mise una mano su una Spalla -Rachel, credo che abbia ragione, il tuo sorriso ha un qualcosa di non so ché, è un raggio di sole- Santana gli sorrise più forte prima di alzarsi -credo che dovrei tornare in camera, tu vuoi venire o cosa?- Kurt sospirò con aria rilassata prima di alzarsi e di dirigersi al campo -torno a casa, non dire a Rachel che sono stato qui, inizierebbe a lamentarsi sul fatto che non sono andato da lei- Santana annuì prima di separarsi definitivamente Kurt le fece l’occhiolino -dimmelo se ti fa del male- Santana scoppiò a ridere e lo salutò con il gesto della mano, aveva trovato un nuovo amico, qualcuno con cui parlare e condividere i suoi pensieri, qualcuno che non l’avrebbe mai giudicata.
 
Quando tornò in camera Quinn era già andata via e Rachel era rimasta a fissare la porta nell’attesa del ritorno di Santana -finalmente!- appena la latina fu rientrata si ritrovò schiacciata dalle braccia e dal petto di Rachel che la stringevano in una morsa –com’è andata?- Santana le si allontanò e le sorrise -beh, abbastanza bene- Santana la guardò confusa –solo? Non mi dici più niente?- Rachel scosse la testa –ti ha dato una risposta su quella storia?- Rachel scosse la testa –credo che volesse farlo- sussurrò –e perché non l’ha fatto?- Rachel le sorrise avvicinandosi –perché ti tenevo per mano- Santana alzò un sopracciglio –a lei non permettevo di stringermi le mani- Santana sorrise e abbassò lo sguardo leggermente imbarazzata –ma comunque non mi importa, io amo te e niente potrà farmi cambiare idea- Santana rialzò lo sguardo come se le fosse arrivata una scossa, si avvicinò a Rachel e le lasciò un bacio prima di stringerla forte –anche io- le disse sussurrandole in un orecchio.
 
I giorni passarono e anche le settimane, il Natale ormai era vicino, e lo spirito natalizio poteva sentirsi anche in quella clinica dalle pareti bianche antisettiche, dove ognuno aveva avuto la possibilità di decorare il proprio albero natalizio, mentre la sala magna veniva addobbata da Jo e i suoi colleghi. Rachel era rimasta a fissare il loro albero dal suo letto, non era molto alto neanche molto folto, ma era la cosa più bella che quel posto potesse darle, oltre a Santana ovviamente, si erano limitati a darle una serie di lampadine e poi per il resto era a loro scelta, così stava pensando cosa mettere, Santana intanto le accarezzava la schiena e la fissava con la testa appoggiata sulla mano che cadeva pesantemente sul letto di Rachel –potremmo metterci un puntale tutto nostro- Rachel si girò all’improvviso verso Santana che sussultò vedendo l’espressione di Rachel, aveva un sorriso così grande che sembrava una spaccatura, gli occhi spalancati e la frangia scompigliata –sei inquietante- le disse scoppiando a ridere prima di sentire uno sbuffo provenire da Rachel –allora cos’hai in mente?- la ragazza le sorrise di nuovo e corse verso la scrivania, prese una sua foto e la mostrò a Santana –ne hai una tua?- la latina annuì mentre fissava estasiata Rachel nel piccolo foglio, aveva un vestito addosso, rosso e nero con il rossetto rosso che le contornava uno dei suoi migliori sorrisi –sei bellissima in questa foto- Rachel le sorrise da lontano mentre cercava una foto di Santana –era l’ultima esibizione che ho fatto al glee prima di finire in questo posto- Santana vide lo sguardo malinconico della sua ragazza e le sorrise dolcemente –ti manca cantare davanti ad un pubblico?- Rachel annuì e sentì subito la stretta di Santana alle sue spalle –promettimi che canterai di nuovo un giorno- Rachel si rigirò nell’abbraccio e le sorrise perdendosi nei suoi occhi neri, si allungò in avanti lasciandole un bacio prima d tornare a cercare una foto di Santana –eccola!- esultò quando ne vide una –no, non usare quella- Santana gliela tolse di mano pronta a buttarla –ma hai un sorriso così bello in questa foto- Santana scosse la testa –perché è piegata?- Rachel cercò il margine con calma e cercò di ricreare la foto iniziale senza sgualciture –Rachel- sussurrò stanca Santana, vide Rachel spalancare la bocca e mostrarle la foto –scusa- si limitò a dire la ragazza, Santana si ritrovò quella foto fra le mani, non l’aveva da tempo, era una delle sue foto migliori, rovinate però da quello che era successo poi, Santana sorrideva forte e stringeva i suoi pon pon con la sua divisa perfetta da Cheerleader, mentre al suo fianco Brittany si allungava a lasciarle un bacio su una guancia, sentì gli occhi inumidirsi a quella foto, non tanto per la presenza di Brittany, ma per le sue braccia scoperte, per quella divisa che le stava così bene da farle schifo, per il rispetto che ancora aveva, non aveva cicatrici ne mostri nella testa, era una ragazza come tutte le altre, forse un po’ diversa, ma era comunque una ragazza normale –San se vuoi possiamo metterla via, io..- Rachel cercò di parlare ma il rumore della carta strappata la fece sussultare –hai ragione, questa foto è troppo bella per essere buttata- la latina le sorrise e staccò la sua parte da quella di Brittany, prese la foto di Rachel e con un po’ di nastro adesivo attaccò le due foto tanto da farle sembrare una sola –questa si che è una foto stupenda- Rachel sorrise e si allungo a baciarle una guancia –finiamo di addobbare il nostro albero- Santana le fece un occhiolino e dopo aver posato la loro foto sulla punta dell’abete, e dopo aver buttato la foto di Brittany, cercò cosa mettere per addobbare la pianta sempre verde. 



Apparte il fatto che si avvicina il natale mentre siamo quasi in primavera, cosa ne pensate?
Ho letto una recensione che si chiedeva cosa sarebbe successo fra Quinn e Rachel (Ringrazio chi ha recensito, come sempre), non so se "tifiat" più per le Pezberry o le Faberry, ma ci tengo a precisare che è una Pezberry, anche se c'è abbastanza presenza Faberry.

Grazie ancora

-Kisses M

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10
 
-Santana!- Rachel tolse le coperte di dosso alla sua ragazza e la scosse per un braccio –cosa vuoi? È Natale, fammi dormire- Rachel sbuffò togliendole il cuscino da sotto la testa –appunto! Stanno arrivando i miei!- Santana spalancò gli occhi e in un millisecondo si alzò mettendosi in piedi e correndo a vestirsi –Santana aspetta- la latina tornò indietro –Kurt mi ha detto di farti indossare questo- Santana alzò un sopracciglio e fissò il maglioncino che le era stato dato –è uguale al mio, credo l’abbia fatto apposta- Santana annuì sorridendo a Rachel e chinandosi a darle un bacio su una guancia. –allora Santana i miei non devono sapere che stiamo insieme- la latina si sedette sul suo letto –mi hai detto che sono gay o sbaglio? Non credo che ti caccerebbero di casa se dici che stai con una ragazza- Rachel le sorrise e si avvicinò al loro albero –che fai?- Santana le si avvicinò –tolgo gli addobbi che i miei genitori non devono vedere- Santana scosse la testa –ma non se ne parla proprio, questa è la nostra storia- Rachel la guardò negli occhi e le sorrise annuendo –quindi lasciamo il mio scatolo di lassativi e le tue lamette al loro posto?- Santana annuì e si guardò allo specchio –ma dove diavolo l’ha trovato questo maglioncino?- Rachel scoppiò a ridere vedendo che era abbastanza stretto e che le fasciava le curve come a volerle tenere strette in una morsa protettiva –credo l’abbia fatto lui- Santana tirò la pancia in  dentro –non respiro- disse lasciando andare un sospiro forte –auguri comunque- Rachel scoppiò a ridere e le lasciò un bacio a fior di labbra –non ho mai capito perché si fanno gli auguri a natale- Rachel fece spallucce –e poi tu sei ebrea- Rachel rise di nuovo –si festeggia un’altra festa lo stesso giorno di natale- Santana annuì –va bene, quando verranno i tuoi? Dobbiamo aprire i regali- Rachel sorrise e fissò il suo regalo sotto l’albero, non potevano uscire per andarne a comprare qualcuno, quindi c’era la strana usanza di dare alla propria compagna di stanza o ad un’amica del posto qualcosa di proprio che significhi qualcosa –Rachel sono arrivati i tuoi- Jo irruppe nella stanza e due uomini arrivarono a stringere la brunetta, Santana sorrise da lontano, non abbracciava i suoi da tempo, anzi era come se non li conoscesse affatto –auguri tesoro- disse il più alto allontanandosi da Rachel e posando lo sguardo sull’albero –anche a voi- sorrise Rachel e si avvicinò alla latina –oddio quell’esibizione fu una delle migliori- l’altro suo padre si mise le mani davanti la bocca commosso , Rachel si schiarì la voce ricevendo lo sguardo dei suoi su di lei –lei è Santana, la mia compagna di stanza – il più basso le si avvicinò allungando una mano –vedo che ti sei fatta un’amica, io sono Hiram e lui è Leroy- Santana sorrise e strinse la mano calda dell’uomo –Santana- i due le sorrisero tornando a guardare l’albero –è originale- disse Leroy fissando le piccole scatole di lassativi –già e anche i vostri maglioni lo sono, ve li ha fatti Kurt?- Rachel annuì sorridendo.
 
-allora Santana di dove sei?-  la latina si svegliò dal suo sonno ad occhi aperti e smise di fissare fuori dalla finestra –sono della California ma mi sono trasferita a Lima- i due sorrisero –bene, almeno Rachel avrà qualcuno anche dopo questo- Santana annuì e abbassò lo sguardo tornando a fissare fiori dalla finestra –ma cos’ha?- Leroy sussurrò in un orecchio di Rachel –le mancano i suoi genitori- sorrise amaramente guardando la ragazza –non vengono mai?- Rachel scosse la testa –sono quel tipo di genitore a cui non frega un cavolo dei propri figli- Hiram spalancò la bocca e guardò di nuovo Santana –allora Santana, parlaci di te- la latina si girò e guardò il sorriso enorme sul viso dei genitori di Rachel, con un sorriso si avvicinò alla sua ragazza –ho diciassette anni, sono gay e sono finita qui per il bullismo- i due uomini annuirono –meno male, credevo che ti desse fastidio il nostro essere diversi- Santana sorrise –no, con il tempo ho capito che le etichette non servono a niente-  Rachel le strinse una mano e le sorrise leggermente, vide suo padre far scivolare il suo sguardo sulle loro mani e si allontanò immediatamente da Santana –allora Rachel, Finn è venuto a trovarti?- Rachel boccheggiò un paio di volte, ricevendo un sguardo stranito da Santana –no, non è mai venuto- Hiram si passò una mano sul viso –era distrutto quando entrasti qui dentro, qualche giorno fa l’ho incontrato, ero convinto che ti avrebbe fatto una sorpresa di Natale- Santana alzò gli occhi al cielo –scusatemi- disse sorridendo falsamente e camminò svelta fino al bagno –non è venuto, non stiamo più insieme- i suoi genitori alzarono gli occhi al cielo facendo finta di non averla sentita, mentre Rachel lanciava uno sguardo verso la direzione presa da Santana –hai rincominciato a cantare?- Leroy le sorrise dolcemente –si, Santana mi ha aiutato molto- Rachel sorrise involontariamente –Rachel, tu e ..- Hiram iniziò la frase e congiungendo le mani –Hiram! Non sono cose da chiedere in un posto come questo, e poi Rachel sta con Finn, giusto?- Rachel annuì poco convinta –sarà ora di tornare a casa, si è fatto tardi- Rachel lasciò un bacio su una guancia ad entrambi –salutaci Santana- Rachel annuì e dopo aver chiuso la porta sentì quella del bagno scattare –che hai sentito Santana?- la latina sussultò guardando Rachel con sguardo leggermente imbarazzato –ehm- si grattò la nuca –Sanno già tutto?- Rachel sorrise –no, sanno una mezza cosa- Santana annuì –chi è Finn?- chiese dopo qualche secondo di silenzio –lui era il mio ragazzo- Santana annuì –i tuoi non sanno che vi siete lasciati?- Rachel annuì e poi scosse la testa –si o no?- la latina iniziò ad innervosirsi e si sedette con le spalle contro il muro –si, ma non riescono ad ammetterlo, io e Finn siamo cresciuti insieme e mi adorava e io adoravo lui- Santana annuì –credi che dopo tutto questo in qualche modo riuscirete a riavvicinarvi?- Rachel le sorrise dolcemente –che c’è? Mi sembra normale fare queste domande- Rachel rise e le si avvicinò –io e quel ragazzo non abbiamo più niente in comune- Santana le sorrise sporgendosi a lasciarle un bacio sulle labbra –che vogliamo fare?- Santana fece spallucce –apriamoli- indicò i regali e si alzò prendendo per mano Rachel –va bene- Rachel sorrise guardando le loro mani –sono curiosa di sapere cosa sia- Santana scoppiò a ridere e le porse il suo regalo, Rachel si portò la busta all’orecchio e cercò di capire cosa fosse, dopo qualche secondo passato così e aver fatto ridere Santana decise di aprirlo e si ritrovò fra le mani un foglio e la pallina rossa di Santana, spalancò la bocca –San- la latina le sorrise leggermente –non puoi regalarmi questa pallina, ti serve- Santana scosse la testa –no, devi tenerla tu- Rachel la baciò velocemente e lesse ciò che c’era scritto sul foglio –questa è la mia scrittura- Santana rise annuendo –hai conservato quella conversazione per tutto questo tempo?- Rachel si strinse il foglio al petto e le lasciò un altro bacio –ora tocca a me- Santana saltellò sul posto come una bambina facendo ridere Rachel –che cos’è?- Santana si trovò un diario fra le mani –è la cosa più importante che ho qui dentro- Santana alzò un sopracciglio –oltre a te ovviamente- la ragazza scoppiò a ridere –è il diario dove scrivi sempre- Rachel annuì –quando uscirò da qui lo avrai tu e ti ricorderai di me- Santana la guardò interrogativa –che significa quando uscirai da qui?- Rachel deglutì e mordendosi un labbro fissò Santana.
 
-Rachel com’è che ti sentivi quando facevi, ehm…- Rachel guardò il medico confusa –quando mi mettevo due dita in gola?- il medico rise –si, quello- Rachel lo vide scrivere qualcosa sul suo bloc notes –cosa scrive?- il dottor Edwards alzò lo sguardo dal foglio –sto scrivendo il modo in cui ti comporti, ironizzare  sulla cosa è già molto positivo- Rachel sorrise –allora spiegami com’è che stavi- Rachel annuì e si schiarì la voce –quando mangiavo mi sentivo in colpa, tanto da sentirmi un peso sullo stomaco, così per non farlo capire ai miei e per sfogarmi in un certo senso, mangiavo tantissimo, e alla fine mi rinchiudevo in bagno e aprivo l’acqua per non far sentire prima i miei lamenti e poi i miei singhiozzi, mi provocavo il vomito per sentirmi più leggera, per essere più bella e più popolare, ma a chi importa? In qualsiasi modo tu sia, gli altri troveranno un modo per farti credere che non sei abbastanza, lo sa dottore, lo sa come ci si sente ad essere ignorati e a esserci sempre per qualcuno, mentre quel qualcuno non c’è mai?- l’uomo la guardò –si lo so come ci si sente, tu lo sai?- Rachel annuì –prima di venire qui ci convivevo con il dolore e con l’umiliazione, ora non più, non me ne frega, sono bella così come sono e non c’è bisogno di un paio di dita in gola per farlo sapere alle persone- il dottore le sorrise amorevolmente e si alzò –la nostra seduta è finita Rachel- la ragazza spalancò la bocca –cosa? Ma come?- l’uomo le poggiò una mano su una spalla –prepara le valige, si torna a casa- Rachel sorrise e saltellò ma poi si fermò all’istante ricordandosi di Santana –fra quanto?- il dottore si mise un dito sul mento –dopo l’epifania- Rachel spalancò la bocca –cosa? Così presto?- l’uomo annuì –non sei contenta?- Rachel lanciò uno sguardo alla sua stanza –si, ma… non importa, arrivederci e grazie- salutò il suo medico e si avviò alla sua stanza.
 
-te ne vai?- Rachel annuì abbassando lo sguardo –oddio Rachel!- Santana la strinse fra le sue braccia facendole mancare il respiro –te ne andrai di qui, ti rendi conto- Rachel annuì –e io resto qui- Santana sussurrò assimilando la cosa –San io non ti lascerò sola, verrò ogni giorno se è necessario, non lascerò che tu rimanga sola- Santana le sorrise accarezzandole una guancia –mi aspetterai?- Rachel sorrise e le prese il viso fra le mani avvicinandolo al suo, Santana allungò le sue mani fra i capelli di Rachel sorridendo sulle labbra di quest’ultima, insieme si alzarono e Rachel fece cadere il libretto dalle mani di Santana –vai di fretta?- Rachel sorrise staccandosi e ammiccando maliziosamente –sta per scattare la mezza notte- sussurrò nell’orecchio della latina facendola cadere all’indietro sul letto –scatta l’ora a luci rosse?- Rachel scoppiò a ridere e le si sdraiò accanto –a natale si chiede scusa alle persone che vi hanno ferito- Santana alzò un sopracciglio –cosa? Tu non mi hai ferito- Rachel sorrise maliziosamente –scusa- le disse prima di morderle una guancia e passare alle sue labbra, morse anche quelle, un paio di volte finchè Santana non si sedette sulla sua pancia –Sei cannibale- Rachel scoppiò a ridere –a natale si perdonano le persone e ti ho già chiesto scusa- Santana alzò un sopracciglio, si avvicinò lentamente –fottiti- le disse ad un soffio dalle sue labbra allontanandosi –fottimi tu- Santana spalancò gli occhi –Rachel!- la ragazza scoppiò a ridere e la strinse –stavo scherzando- la latina ricambiò la stretta e la avvicinò a sé –tu scherzi sempre- sghignazzò fra i suoi capelli e appoggiò la testa sul cuscino di Rachel, mentre l’altra allungava un braccio su viso di Santana e le accarezzava una guancia.



SBAAAM. Chi se lo aspettava che Santana rimanesse lì dentro? Dovevo farlo, altrimenti appena uscite la loro vita sarebbe stat monotona. Per ora la nostra latina preferita resterà lì dentro, con quel diario. Cosa credete che riserverà il destino per loro?
Grazie, come sempre, siete troppo buoni.
-Kisses M

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***




CAPITOLO 11
 
Rachel sospirò e diede un’ultima carezza alla foto di Santana che aveva nell’armadietto –Rachel? Rachel Berry?- si girò e vide una ragazza raggiungerla da lontano –sei proprio tu?- Rachel le sorrise debolmente e chiuse il suo armadietto –si Tina, sono io- la ragazza sorrise e la strinse –quando sei tornata?- Rachel fece spallucce –una settimana fa- la ragazza sorrise, era alta quanto lei, con i tratti asiatici e aveva una frangetta sulla fronte con un vestitino a scacchiera –come sei cambiata- Tina annuì –si, ho tolto i colpi di sole blu e i vestiti neri, anche tu lo sei, cioè sei in gran forma, ti vedo più..ehm..più- Rachel rise –grassa?- la ragazza asiatica abbassò lo sguardo –non volevo dire questo- Rachel le sorrise –sono felice di essere più grassa, fidati- Tina salutò un paio di ragazzi e si rivolse di nuovo a Rachel –perché non vieni con me al glee?- Rachel sorrise e prese Tina sotto braccio –ti seguo- la ragazza rise e dopo poco si ritrovarono nella sala, tutti stavano seduti, i ragazzi si lanciavano delle palline di carta, le ragazze spettegolavano mentre il professor Schuester impostava il manichino per le regionali –ragazzi- Tina richiamò tutti facendoli bloccare, Rachel salutò con il gesto della mano e venne subito accolta dai compagni che correvano a stringerla –Rachel! Oddio quando sei arrivata?- Finn entrò dalla porta e corse a stringerla, Rachel lo guardò leggermente in imbarazzo –la settimana scorsa- risposte timidamente –allora signor Schue, devo fare un provino per entrare oppure vi basta che io sia qui?- il professore la guardò ridendo –Rachel siediti al tuo posto- la ragazza gli sorrise e camminò svelta fino alla sua sedia in prima fila, si guardò intorno, si sentiva proprio dove doveva stare, a casa, anche se una parte di lei l’aveva lasciata in quella clinica –stai bene?- Kurt le si sedette vicino e le strinse una mano –abbastanza- gli sorrise e cominciò ad ascoltare il professor Schue.
 
Giorno 62
Sono passati già due mesi che sono rinchiusa in questa gabbia, non credo di potercela fare, è una battaglia persa. Qui mi inducono a mangiare, non posso tornare nella mia stanza per tre ore dopo mangiato, non vogliono che io vomiti, non ce la faccio più, voglio tornare alla mia malata ma semplice normalità, mi mancano i miei amici, Kurt, Tina, Mercedes, Quinn e a volte anche Finn, perché non è mai venuto fino ad adesso? Forse ha vergogna di me? Come non potrebbe del resto, mi guardo allo specchio del bagno e mi sale solo la voglia di tirargli un pugno, qui dentro mi hanno tolto tutto, il cellulare, le pinzette per le sopracciglia e perfino i lacci delle scarpe sono andati via, come se poi io riuscissi a strozzarmi, certo ci ho pensato, ma non potrei farlo, i miei genitori stanno già abbastanza male, è solo per loro se sono stata chiusa qui dentro, altrimenti credo che me ne sarei già andata. Sono solo un brutto e insopportabile peso.
 
Santana finì di leggere un paragrafo di una pagina del diario di Rachel, ormai così le passava le giornate, leggendo le sensazioni e le emozioni che Rachel aveva scritto, le mancava così tanto, aveva letto la parte in cui lei non era ancora arrivata e non riusciva a credere che Rachel pensasse tutte quelle cose negative su se stessa, leggeva che voleva morire e la cosa le faceva abbastanza male –Santana!- la porta si aprì di scatto facendo sussultare la latina che alzò gli occhi dal diario della ragazza –Rachel- Santana sorrise e corse verso la sua ragazza –mi sei mancata un sacco- sospirò, Rachel le sorrise e si allungò in avanti per lasciarle un bacio –anche tu, scusami se non sono venuta ma avevo le prove del glee- Santana scosse la testa e la baciò di nuovo –non importa, sei qui adesso- Rachel sorrise e continuò a scoccarle diversi baci.
-e così sei rientrata nel glee club?- Rachel fissò Santana che era concentrata a giocare con i suoi capelli neri –si, quando uscirai di qui devi venirci assolutamente, già ti amano- Santana le sorrise e prese ad accarezzarle una guancia –a proposito, quand’è che verrai via con me?- Santana guardò Rachel e deglutì visibilmente –non lo so, a breve, la settimana prossima ho la consulenza con il medico, spero che mi dirà quando posso uscire- Rachel le sorrise sentendo un po’ di paura nella sua voce –uscirai presto da qui, ne sono sicura- Santana le sorrise e si sporse per baciarla –si e poi potremo finalmente avere una vera relazione- la latina le sussurrò sfiorando le labbra di Rachel con le sue –ti voglio così tanto- Rachel attaccò di nuovo le sue labbra su quelle di Santana –anche io, ma dovremo resistere un altro po’, va bene?- Rachel si allontanò un attimo da Santana e annuì prima di sdraiarsi accanto a lei.
 
-quando tornerai?- Rachel fece spallucce –prima possibile- le sorrise e si avvicinò lasciandole un bacio –buona notte- le sussurrò prima di dirigersi alla porta e di lasciare Santana sola. La latina riprese il diario di Rachel e passò a molte pagine avanti.
 
Ho perso il conto dei giorni che sono rimasta qui dentro, oggi è il mio compleanno, e come regalo ho ricevuto una porzione in più di colazione, no ma io dico, mi state prendendo in giro? Sono bulimica, cos’avete che non funziona? Non le mangio quelle cose! Come se non bastasse sta per arrivare una ragazza che sarà la mia compagna di stanza, oddio, adesso vogliono anche cercare di farmi legare con qualcuno? Ha la mia stessa età, e allora? Non le voglio le amiche qui dentro, mi fa schifo questo posto! Me ne voglio andare!
 
Santana si lasciò andare in un sorriso, pensando che Rachel non la sopportava prima di incontrarla, com’erano cambiate le cose, ora stavano insieme e lei sarebbe uscita presto. Sospirò portandosi il diario al petto, fece per riaprilo ma un foglio cadde e finì proprio sulle sue gambe –cos’è questo?- sussurrò e aprì il foglio leggendo alcuni versi, era una canzone, appena lo capì iniziò a canticchiare. Quella canzone le sembrava diversa, come se il tono e le parole le ricordassero qualcosa, così decise di analizzare le parole per bene –We are broken, we can’t fix it, there’s no cure for our condition- sospirò lentamente, quelle parole la colpivano sempre di più, passò a qualche verso dopo e lesse una frase che la fece sorridere –Even angels have their demons- lesse e rilesse quelle parole sorridendo, sapeva che la canzone l’aveva scritta Rachel, e quella frase le diede la prova che fosse una canzone ispirata su loro due, sorrise e si sdraiò nel letto con il foglio ancora stretto al petto.
 
-Kurt- Rachel sospirò avvicinandosi il cellulare all’orecchio e rifugiandosi sotto le coperte –hei tesoro, come stai?- Rachel sbuffò –Kurt lo so qual è la vera domanda che vuoi farmi- sentì un attimo di silenzio dall’altro lato poi il ragazzo sospirò –ti manca Santana?- Rachel deglutì e si passò una mano sul viso –non sai quanto, mi sembra di essere ancora lì, era l’unico motivo per cui sarei voluta restare- Kurt sorrise –cavolo Rachel, sei proprio cotta- la ragazza rise leggermente e chiuse un attimo gli occhi per assimilare il ricordo di Santana, li riaprì quando ormai il pensiero si era fatto troppo pesante da sostenere –com’è stato?- Rachel alzò un sopracciglio e si mise seduta togliendosi le coperte di dosso –cosa?- Rachel si sporse a prendere la sfera rossa che le aveva regalato la latina –salutarla- Rachel sospirò –oh Kurt, è stato più difficile andare via che entrarci - chiuse gli occhi e cadde all’indietro sul letto.
 
-Rachel la tua auto è arrivata- la ragazza annuì e prese il borsone con la sua roba, si guardò intorno e per l’ultima volta respirò quell’aria che odorava di ospedale, ma che per lei odorava di quella scia di profumo che la latina si portava addosso, non le dispiaceva andarsene, le dispiaceva non poter restare, voleva portarsi la latina con sé, ma sapeva che Santana aveva ancora bisogno di aiuto, almeno solo per un altro po’ –Rachel!- Jo la richiamò –arrivo- la ragazza corse fuori e vide tutti i pazienti in fila pronti per salutarla e per ultima c’era Santana, bella come il sole, anche con i capelli in disordine e senza trucco –ciao ragazze- le salutò tutte con un bacio sulla guancia finchè non arrivò da Santana, si guardarono un attimo negli occhi e Rachel si limitò a lasciarle un bacio sulla guancia come fosse stata come le altre, si guardò intorno e lanciando uno sguardo carico di scuse a Santana si avviò all’uscita, la latina camminò con Jo fino al cortile e la vide allontanarsi –perché mi ha salutato in quel modo?- Jo fece spallucce –perché Rachel odia gli addii melodrammatici- Santana abbassò lo sguardo e fissò le sue scarpe, cercando di non pensare a Rachel –signorina Berry andiamo i suoi la aspettano- Rachel annuì e si guardò un attimo indietro, fu lo sbaglio più giusto che avesse mai fatto in vita sua, per sbaglio incontrò gli occhi di Santana, che aveva appena posato lo sguardo su di lei, fu come la prima volta, si perse negli occhi neri dalla ragazza, anche se stavano lontane, sentì un labbro tremarle e quasi come se la sua mente fosse sconnessa lasciò cadere la sua borsa, si girò completamente e prese a correre velocemente –San!- le urlò quando la latina ormai stava per rientrare, Santana la guardò leggermente confusa finchè non si decise ad aprire le braccia e a prenderla al volo –non dimenticarti di me – Santana le sussurrò in un orecchio –non lo farò mai, ti aspetterò pure per tutta la vita- la latina le sorrise prima di posarla a terra e di lasciarla andare –mi mancherai- sussurrò quando ormai Rachel era già partita. 
 
-Rachel? Ci sei?- la ragazza sussultò sul suo cuscino e si guardò di nuovo in torno, stava a casa sua, e la voce del suo migliore amico che la chiamava le fece capire che era passato un po’ da quel giorno –si Kurt, scusami- sentì il ragazzo sorridere e sospirò –arrivano i rinforzi, cinque minuti e siamo da te- Rachel alzò un sopracciglio –siamo?- domandò ma ormai Kurt aveva chiuso la chiamata, a Rachel non restava che nascondersi sotto le coperte.
 
-Hei è pronta la cena- Santana alzò lo sguardo verso Jo che era appena entrato –non ho fame- rispose prontamente tornando a leggere per l’ennesima volta quella canzone –di solito questa era la frase tipo di Rachel- Jo sorrise malinconicamente –tu l’hai aiutata molto sai- Santana annuì –posso chiederti una cosa Santana?- la latina lo guardò e posò il foglio –certo, chiedi pure- Jo si sedette su quello che prima era il letto di Rachel –voi due state insieme?- Santana si morse un labbro indecisa su cosa rispondergli, sapeva che Rachel si fidava completamente dell’infermiere così annuì leggermente –si, stiamo insieme- dichiarò aprendo il diario di Rachel –quel diario non lo mollava mai, qualche mese dopo il tuo arrivo la vidi scrivere una canzone e mi resi conto del bene che le stavi facendo- Santana sorrise –hai il cellulare con te Jo?- l’uomo annuì –si ma non posso usarlo- Santana si alzò e si avvicinò all’infermiere –ti prego, ho bisogno di chiamarla, solo un attimo poi te lo restituisco- Jo le sorrise e prese a cercare nelle tasche del camice bianco –lo conosci il suo numero?- Santana annuì –l’ha scritto sulla sua pagina iniziale- prese il cellulare sorridendo e corse in bagno –farò subito- Jo le sorrise strizzandole un occhio.
 
-Rachel sono arrivati Kurt e Mercedes- Rachel uscì fuori da sotto le coperte dove vi era rimasta almeno per dieci minuti e aspettò che i due entrassero in stanza –mio dio Rachel!- Mercedes corse ad abbracciare la ragazza –come stai? Oddio mi sembra passata una vita- Rachel rise leggermente –non bene ma è tutto apposto, perché non eri al glee l’altro giorno?- Mercedes si allontanò dalla ragazza –sono stata male, l’influenza gira ultimamente- Kurt sorrise e scosse la testa –e dillo che stavi con Sam- Mercedes gli lanciò un occhiataccia –non mi sembra una buona idea parlare di ragazzi in questo momento- Mercedes sussurrò nell’orecchio di Kurt indicando Rachel –Rachel l’ha superato, non le frega un bel niente di Finn- Mercedes alzò gli occhi al cielo –è così che ti ha fatto credere- Rachel sbuffò e li guardò scuotendo la testa –smettetela! Ci sono anche io!- odiava quando a volte i due confabulavano su di lei e non la facevano entrare nel discorso –scusaci, ci stavamo solo chiedendo se tu e Finn stavate in buoni rapporti- Rachel fece per aprire bocca ma sentì il suo cellulare squillare –scusate ragazzi- sorrise e rispose –pronto?- il numero non era salvato in rubrica così quando sentì la voce di Santana dall’altro lato sorrise quasi a far creare una spaccatura in mezzo al suo viso –oddio San!- urlò facendo sussultare Kurt e Mercedes –chi è questo San?- Kurt alzò gli occhi al cielo e le fece segno di stare zitta –aspetta un attimo- Rachel guardò male i due e camminò fino al bagno della sua camera, Kurt sbuffò e guardò male Mercedes –che c’è?- la ragazza lo guardò stranita come risposta ricevette uno sbuffò.
 
-Jo mi ha prestato il cellulare e ti ho chiamata- Rachel sorrise e si sedette sul bordo della sua vasca da bagno –mi manchi tanto- Rachel si lasciò sfuggire e sentì l’altra sorridere –anche tu, ma uscirò presto di qui, te lo prometto- Rachel sorrise –domani è martedì- Rachel sussurrò assimilando la cosa –si, domani sapremo quando dovrò uscire da questo posto- Rachel sospirò –hei non preoccuparti, abbiamo passato quasi sette mesi qui dentro, supereremo anche questo- Rachel sbuffò e si passò una mano fra i capelli –si, ma almeno stavamo insieme, mi sento persa, questa non mi sembra più casa mia, i miei amici sono degli sconosciuti- Rachel si alzò e camminò per la stanza –lo so amore, lo so, ma resisti ancora per un po’, va bene?- Rachel sorrise e annuì –resisto- accennò prima di avvicinarsi allo specchio –Rach ora devo andare, Jo ha finito il turno di sera- Rachel sbuffò –va bene, ci sentiamo domani pomeriggio, cercherò di stare lì appena le prove del glee finiscono- sentì Santana sorridere e sorrise a sua volta –come vuoi, e Rach?- Rachel aprì la maniglia della porta e si avviò fuori –cosa c’è?- sospirò avvicinandosi alla sua stanza –ti amo- sorrise e aprì la porta –anche io, ci sentiamo domani- sorrise e staccò la chiamata rimanendo a fissare la schermata del cellulare –ehm, Rachel?- Mercedes la fece svegliare dalla sua trans –lasciala sognare ad occhi aperti almeno per un attimo- Rachel si accorse che Mercedes stava rispondendo a Kurt e che di lì a poco sarebbe iniziata un’altra lite dove lei non sarebbe c’entrata così li fermò –non riiniziate per favore- Mercedes annuì e batte una mano sul letto facendola avvicinare –ci guardiamo un film?- Rachel si stupì della domanda, era convinta che Mercedes volesse chiederle di Santana, ma poi si ricordò di chi fosse la sua amica e di come forse fosse l’unica a conoscerla per davvero –sì, un bel film romantico che arriverà a far vomitare anche Kurt- le due ragazze scoppiarono a ridere ricevendo un’occhiataccia da Kurt.
 

Odio vederle lontane! Dio! vabbè, resisterò per almeno un altro po'. Mi scuso in anticipo se non riuscirò a caricare presto, ho la prossima settimana piena di interrogazioni e compiti, odio la scuola! 
Per non parlare di quanta tristezza ci sia oggi nell'aria, ma del resto #gleeksdontstopbelievin.
Comuunque, grazie come sempre.
-Kisses M

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***



CAPITOLO 12
 
-Rach! Hei!- Mercedes urlò alzando una mano per farsi vedere dalla ragazza che era appena uscita dalla sua auto nel parcheggio –buongiorno- Rachel la salutò sorridendo appena –hei che hai tesoro?- Rachel scosse la testa e si avviò all’entrata sempre seguita da Mercedes –è per quel ragazzo di ieri?- Rachel sorrise –è una ragazza, e si chiama Santana non San- Mercedes spalancò la bocca –ecco! Dicevo che era strano che un ragazzo si chiamasse San!- Rachel rise leggermente e salì le scale dell’entrata –allora mi spieghi cosa c’è fra voi due?- Rachel sorrise e si avviò al suo armadietto –quello che c’è fra te e Sam- Mercedes sorrise –Rachel Berry sei andata in una clinica con una malattia psicologica, un ragazzo bietolone, la migliore amica al collage e il migliore amico all’estero, e ne sei uscita più bella di prima con una ragazza che fa di tutto per chiamarti?- Rachel scoppiò a ridere aprendo l’anta del suo armadietto –si Cedes, quel posto mi ha fatto bene- Mercedes scosse la testa –no, è Santana che ti ha fatto bene, insomma si è innamorata della parte peggiore di te e si innamorerà di più quando vedrà come sarai felice quando sarà qui accanto a te- Rachel sorrise e guardò la foto di Santana seguita da Mercedes –è una cheerleader, merda! Come ci è finita in quel posto? Droga?- Rachel rise di nuovo chiudendo l’armadietto e avviandosi all’aula di spagnolo –no, è una cosa diversa- Mercedes annuì –spero che non sia come le nostre Cheerleader qui- Mercedes ne indicò una –con quei piccoli culetti bianchi si vantano come dei fenicotteri rosa- Rachel scoppiò a ridere –oddio ma da dove ti vengono?- Mercedes sorrise –è una dote naturale- Rachel le sorrise –e comunque non è come queste qui, non si vanta e non è bianca- Mercedes rise di nuovo –si ho notato- la ragazza diete un riferimento alla foto dell’armadietto di Rachel –Ced io ho spagnolo adesso, ci vediamo al glee- Mercedes annuì e la salutò con il gesto della mano –Ah Cedes?- la ragazza di colore si girò e guardò Rachel –se vedi Kurt digli se vuole venire con me e te alla clinica- Mercedes alzò un sopracciglio –cosa? Mi faresti venire?- Rachel sorrise annuendo –solo se lo vuoi- la ragazza sorrise e le fece un occhiolino –quando vedrò Kurt vedrò cosa vuole fare- Mercedes le lasciò una pacca sul sedere e andò via ridendo, Rachel scosse la testa andando a prendere posto.
 
-che mi sono persa?- Rachel si guardò intorno in aula canto, Artie e Tina non si tenevano per mano, anzi stavano entrambi con due persone diverse, Mike e Kitty, Mercedes e Sam si sorridevano timidamente e Blaine faceva parte delle New Direction –tante cose- Kurt le sussurrò facendola ridere –ragazzi devo dirvi una cosa- Finn si alzò e camminò fino al centro della stanza –non riesco più ad aspettare- tutti guardarono il ragazzone con sguardo confuso –hai messo incinta qualche ragazza?- Puck scoppiò a ridere ricevendo qualche occhiataccia da Rachel –che c’è?- alzò le braccia –dobbiamo ricordarti chi è padre qui dentro?- Noah sbuffò e guardò altrove, Noah Puckerman, padre di un’adorabile bambina, con la sua ex ragazza, Quinn Fabrey, Rachel ancora non riusciva a crederci, la sua vecchia amica era rimasta incinta di un tipo come quello, che, nonostante fosse di buon cuore, non riusciva a prendersi le sue responsabilità, non aveva passato l’anno per questo, altrimenti sarebbe finito sicuramente in un carcere mentre i suoi compagni, come Quinn, sono andati al collage –ragazzi non litigate- il professor Shouester si intromise e guardò Finn –allora, continua Finn, ti ascoltiamo- il ragazzo deglutì ed iniziò a giocherellare con il bordo della sua maglia –devo partire per un po’ di tempo- tutti spalancarono la bocca –cosa? come facciamo senza un membro alle regionali?- Blaine si passò una mano fra i capelli gelatinati mentre tutti mormoravano qualcosa –Ragazzi lo so, mi dispiace davvero tanto, ma i miei non vogliono saperne niente, si sono messi in testa quest’idea di festeggiare il loro anniversario con la famiglia in Texas- tutti sbuffarono, Rachel si guardò intorno e si alzò camminando verso il centro della stanza, com’era solita fare prima che il suo inferno iniziasse –non ci siamo mai arresi così facilmente, che avete? Finn è uno dei nostri membri più bravi, ma non è l’unico, giusto?- la ragazza guardò Finn che annuì convinto –e poi io so già chi fare venire in sua assenza- Kurt e Mercedes si lanciarono un’occhiata mentre tutta l’aula era presa dalle parole di Rachel –non so fra quanto, ma a breve una mia…amica si trasferirà a Lima e mi ha detto di saper cantare, potremo farle fare un provino e vedere come va- tutti sorrisero annuendo –Bentornata fra noi Rachel!- Kurt si alzò e le battè le mani, qualche secondo dopo tutta la classe aveva preso a farle applausi facendola sorridere. La campanella suonò poco dopo e si salutarono tutti, Rachel si avviò alla sua macchina pensando che sarebbe corsa da Santana a dirle la notizia, Kurt e Mercedes appoggiati alla sua vettura le fece ricordare che doveva portare anche loro, così pensò che per quella volta non sarebbe rimasta a stringersi e a baciarsi con la ragazza, scosse la testa e scacciò quei pensieri sorridendo ai due amici –quanto ci vuole da qui alla clinica?- Rachel fece spallucce –credo quarantacinque minuti- mise in moto ed uscirono dal parcheggio della scuola.
 
-allora spiegatemi cos’è successo di nuovo- Kurt guardò Mercedes e le fece segno di iniziare a parlare –abbiamo vinto le provinciali per te- Rachel sorrise e lanciò uno sguardo ai due ragazzi –intendo fra di voi- Mercedes sorrise –io e Sam stiamo in un certo senso insieme- Mercedes abbassò lo sguardo sorridendo –ma è una cosa bellissima- Kurt annuì –Blaine mi ha sorpreso venendo qui a studiare- Rachel sorrise a Kurt –è una cosa fantastica- Mercedes scorse qualcosa nella voce di Rachel e le poggiò una mano su un braccio –che c’è che non va?- Rachel sospirò –è come se non fossi più io capisci? Mi sento così strana, come se tutto fosse una falsa, è come se fossi cresciuta di troppo per quest’età- Kurt sorrise –hei, è normale, hai affrontato delle cose troppo grandi persino per la grande Rachel Berry- Rachel annuì e lasciò che Mercedes le asciugasse una lacrima –non farti vedere triste dalla tua ragazza ora- Rachel sorrise e ringraziò Mercedes spegnendo l’auto. Si avviarono all’entrata della clinica, Rachel si sentiva male quando solcava quella soglia, come se tutti i brutti ricordi le tornassero a mente, ma poi entrava e vedeva il sorriso di Santana e tornava a stare bene –Rachel!- Jo le corse incontro e la strinse –Jo- Rachel gli fece un occhiolino allontanandosi –allora, Santana?- l’infermiere le sorrise –si è diretta verso il campo una mezz’ora fa- Rachel annuì –va bene, la raggiungo, ci sono problemi se i miei amici si avviano nella mia vecchia stanza- Jo scosse la testa e sorrise ai due –hei Kurt- l’infermiere salutò il ragazzo con una mano –Jo- gli fece un cenno con la testa –dove stiamo andando?- Mercedes guardò Rachel uscire da una porta –noi aspettiamo Rachel nella sua vecchia stanza- Mercedes annuì e camminarono verso una stanza. Era come tutte le altre bianca, e fredda, solo che qualche foto di Rachel e Santana le faceva distinguere –se ne andata da qualche tempo, ma sembra che sia rimasta sempre qui- Kurt si sedette sul vecchio letto di Rachel –questa è Santana giusto?- Kurt annuì –è bella vero?- Mercedes rise –che c’è sta nascendo un animo etero lì dentro?- Kurt si lasciò andare in una risata.
 
Rachel camminava svelta per il giardino sul retro, sapeva perfettamente dove Santana era andata, così appena la vide da lontano sorrise, la vide tirare fuori qualche sbuffò di fumo e si nascose dietro l’albero –fumare fa male!- le urlò contro sbucando fuori e facendola sussultare –Rachel! Mi hai spaventato- Rachel scoppiò a ridere e corse a stringere la ragazza –come stai?- Santana le accarezzò una guancia –bene, tu?- Rachel annuì –le cose si aggiusteranno piano piano- Santana annuì e si fece un altro tiro –va bene, dammi quella cosa, e andiamo su c’è una sorpresa- Santana scosse la testa –ma non se ne parla neanche, l’ho appena accesa- Rachel sorrise e si allungò a prenderla –andiamo!- urlò, ma quando Santana si mise in piedi con un braccio alzato la guardò confusa –non ci arrivi- Santana scoppiò a ridere vedendo come Rachel saltellava cercando di arrivare al suo braccio –San!- Rachel fece un altro salto e riuscì a dare uno schiaffo alla mano di Santana che fece cadere la sigaretta –presa- Rachel la spense con il piede meritandosi un’occhiataccia da Santana –ho un pacchetto intero- Rachel scoppiò a ridere –ma chi te le porta?- Santana fece spallucce –ho il mio spacciatore personalizzato- Rachel scoppiò a ridere –chi sarà mai?- Rachel alzò un sopracciglio avvicinandosi alla ragazza –mia sorella- la latina fece una faccia buffa facendo scoppiare a ridere l’altra, sorrise sentendo quella risata, ma alla fine la bloccò perché appoggiò le sue labbra su quelle di Rachel.
 
-sono adorabili- Mercedes sorrise e strinse Kurt, avevano sentito la risata di Rachel, così si erano affacciati dalla finestra e le avevano viste scherzare e giocare finchè Santana non l’aveva tirata a sé e l’aveva baciata –lo so- Kurt scoppiò a ridere e vide le ragazze avviarsi –stanno venendo- Mercedes annuì e si allontanò dalla finestra sedendosi sul letto di Mercedes –questo non era il diario di Rachel?- Kurt annuì alla domanda –gliel’abbiamo regalato noi- Mercedes sorrise –e ora è di Santana- Kurt si passò una mano fra i capelli.
 
-San sbrigati- Rachel tirò la ragazza per una mano –mi dai il tempo- Rachel scoppiò a ridere e finalmente riuscì a trascinare la ragazza nella stanza –Kurt!- Santana corse ad abbracciare il ragazzo –sì, sei mancata anche a me- Santana rise e si allontanò, fissò il suo sguardo nero su Mercedes, chinò leggermente la testa –lei è Mercedes- Rachel raggiunse Santana e le poggiò una mano su una spalla –è la mia amica più fidata- Santana guardò Rachel per poi passare a guardare Mercedes, le sorrise allungandole una mano –Santana- sorrise più forte quando la ragazza afferrò la sua mano –Mercedes- Rachel sorrise ad entrambe –come mai siete qui?- Santana guardò Kurt e Mercedes –volevamo farti una sorpresa- Kurt alzò le spalle e appoggiò la testa sulla spalla di Mercedes.



Helloo! Nuovo  capitolo non troppo lungo, vabbe, il prossimo lo sarà, credo. Anche perchè sono solo due capitoli e già mi da noia vederle lontane.  ADORO MERCEDES, BASTA!
Comuunque, come al solito fatemi sapere! Grazie, sempre gentili.

-Kisses M

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13
 
ho conosciuto la mia compagna di stanza, e sì lo so, scusami se non ti ho scritto per tanto tempo, ma stavamo facendo conoscenza. Credevo fosse una persona come me, depressa, apatica e con quello sguardo sempre vuoto. Certo ci sono anche i suoi momenti, ma lei non è come me, non è come nessun altro. Abbiamo stretto un rapporto d’amicizia, non faccio niente senza di lei, e lo stare qui mi sembra meno duro se c'è lei. Sei sfortunato, non puoi vederla, non puoi vedere quel sorriso con le fossette e quella cascata di capelli neri, ma soprattutto non puoi vedere quegli occhi neri, giuro ogni volta che li punta nei miei una bomba scoppia nella mia testa, non so cosa mi succede, credi sia normale sentirsi così? So tutti i suoi movimenti, dalle cose grandi ai dettagli, so che quando ride tanto mette la lingua fra i denti e arriccia il naso, so anche che per il nervoso si mordicchia le unghie togliendosi tutto lo smalto, a volte è nero altre volte è rosso. Per non parlare di quando è concentrata  a fare qualcosa e si morde un labbro. Dio dovresti avere gli occhi solo per guardarla.
 
Santana sorrise e le venne spontaneo toccarsi una fossetta, come avrebbe fatto per ancora quel tempo a stare senza di lei? Ovviamente quando sarebbe uscita da lì non sarebbero state ventiquattro ore su ventiquattro attaccate, ma almeno sarebbe potuta correre da lei appena ne avesse avuto bisogno –la mia latina preferita è sveglia?- Jo entrò in stanza portandole la colazione –sono l’unica latina che conosci- l’omone scoppiò a ridere –allora hai ideato la sorpresa per Rachel?- Santana si guardò intorno e lo zittì –non può sentirti dimentichi che abita a quarantacinque minuti da qui?- Santana annuì –lei è ovunque- l’omone scoppiò a ridere –quando avrai finito chiamami- Santana sorrise annuendo.
 
-allora quando uscirà da li dentro?- Kurt le si avvicinò sorprendendola –mi hai spaventato! Comunque fra tre settimane- Kurt abbassò lo sguardo –è davvero tanto- Rachel si avviò all’aula di storia –supereremo anche questo mese- sospirò prima di lasciare l’amico –lo supererai prima di quanto immagini- Kurt sorrise beffardo, evidentemente l’amico sapeva tutto il piano della latina.
-Rachel stai bene?- il professor Shouester chinò la testa e fissò Rachel seduta in prima fila che in quel momento sussultò sulla sedia –io, non lo so, credo, cioè, si sto bene- sorrise falsamente e sentì la mano di Mercedes stringerle una spalla –sei sicura di stare bene? Non ci hai ancora donato nessuno dei tuoi monologhi- Kitty incrociò le braccia, Rachel strinse i denti quando sentì la voce acuta di Kitty finirle nelle orecchie –se tu fossi meno concentrata a pensare a te capiresti che ci sono altre cose nella vita oltre allo sculettare e al portarsi a letto qualsiasi cosa si muova!- tutti rimasero leggermente sconvolti dalla risposta acida di Rachel, tanto che anche la ragazza si rese conto di aver esagerato, così sospirando si alzò ed andò al centro della stanza –mi dispiace- disse abbassando lo sguardo –non volevo aggredirti- guardò Kitty che alzò un sopracciglio –è un periodo non proprio esaltante questo, sono uscita da poco dal rehab e per una ragazza non è facile scoprire che tutto quello che tu ritieni normalità sia solo una grande e grossa bugia- fece un attimo di pausa e sentì il professore sedersi –l’unica cosa che era davvero vera eravate voi ragazzi, e ora non so più come relazionarmi, sono un’altra persona, penso diversamente e non so neanche perché ora sto al centro della stanza, di solito correvo al piano e iniziavo a cantare, mi rendo conto che vi ho dato del filo da torcere almeno una volta ad ognuno di voi in questi anni- vide Mercedes sorridere  e alzarle un pollice –ho passato l’ultimo anno in una clinica, il natale, il capodanno, non avevo amici, forse una o due, ma parliamo di un infermiere e della..- Rachel si bloccò, non sapeva come definire Santana, sì insomma, era la sua ragazza, ma loro non lo sapevano, e soprattutto non voleva che sapessero che Santana fosse finita in rehab -..mia compagna di stanza- concluse ricevendo un’occhiata stranita da Kurt –sei logorroica come sempre Rachel- Puck la fece sorridere leggermente –grazie Noah, forse voi non lo noterete, ma io mi sento diversa, me ne accorgo spesso, rimango a fissare il vuoto per tempo illimitato, dormo meno del dovuto e spesso, prendetemi per matta, è come se la mia stanza di notte fosse popolata di ombre, mostri e demoni che mi incitano a fare qualcosa che non è giusto- Artie chinò di poco la testa e fissò Rachel –Rachel è normale, sei appena uscita da una situazione difficile, devi darti un po’ di tempo, impareremo a conoscerti per come sei adesso, proprio come abbiamo fatto prima che tu andassi lì dentro, ora hai solo bisogno di qualche periodo per far tornare tutto alla normalità- la ragazza abbassò lo sguardo e annuì asciugandosi una lacrima –che dice tre settimane sono sufficienti?- Mercedes lanciò un occhiata a Kurt che si morse un labbro –crede che Santana uscirà fra tre settimane?- Kurt annuì e si avvicinò all’orecchio della ragazza –è tutto un po’  scombussolato, poi ti spiego, tu inizia a farti spiegare qualcosa da Rachel- Mercedes annuì e tornò a fissare la ragazza al centro della stanza –non credo che riuscirete e conoscermi, sono troppo complicata- Rachel abbassò di nuovo lo sguardo, il professor Shouster boccheggiò un paio di volte non sapendo cosa dire –hei- Rachel alzò la testa verso la voce di Blaine –cosa c’è?- il professore rispose sorridendo –io sono Blaine Anderson, piacere di conoscerti- il ragazzo camminò verso Rachel con la mano tesa, la ragazza all’iniziò non capì cosa volesse fare ma quando il resto della classe si alzò in piedi presentandosi non potè fare altro che sorridere –siamo una famiglia Rachel, indipendentemente dal fatto che te ne sia andata per qualche tempo- Rachel sorrise e venne stretta nell’abbraccio di tutti i suoi amici.
 
-Rachel! Hei aspettami!- Mercedes le corse dietro appena la campana dell’ultima ora suonò –cosa c’è? - sussurrò la ragazza –possiamo parlare?- Mercedes le sorrise –io in realtà volevo andare a casa- Mercedes annuì e fissò i suoi piedi –potrei accompagnarti e nel frattempo parlare- rialzò lo sguardo e vide lo sguardo di Rachel titubante –volevo tornare a casa a piedi, sai mi rilassa- Mercedes annuì e abbassò lo sguardo rinunciandoci –va bene, ma domani parliamo?- Rachel annuì e dopo averla salutata si avviò verso casa.
 
-com’è andata la visita stamattina?- Rachel aspettò che Kurt e Mercedes andassero un po’ fuori per lasciarle sole a parlare –è andata- Santana sorrise nervosamente e si sdraiò sul suo letto –vado dritta al punto- Rachel le si sdraiò accanto, appoggiò la testa sul suo stomaco e un suo braccio cingeva la vita della latina –quand’è che potrò vantarmi della mia ragazza fuori di qui?- Santana sorrise leggermente e le stampò un bacio fra i capelli –il medico ha detto fra un mese- Rachel si allontanò e la fissò confusa –avevi detto che le cose stavano migliorando- Rachel inziò ad andare su e giù per la stanza –Rachel..- le si avvicinò prendendole le mani –no San, non credo di riuscirci- la latina alzò un sopracciglio –è solo un mese, ce la faremo- Santana le prese il viso fra le mani facendo affogare la ragazza nei suoi occhi neri –sarà un decennio non un mese- Santana annuì abbassando lo sguardo –passerà lo stesso- Rachel sorrise quando sentì le labbra della latina appoggiarsi sulle sue –dopo questo sarà ancora più difficile andarmene da qui dentro- Santana scoppiò a ridere e tornò a sedersi sul suo letto.
 
Rachel aprì gli occhi sentendo il pugno sbattersi contro la porta della sua camera da letto –chi è?- sussurrò cercando di sembrare serena –sono io, il tuo papà, posso?- Rachel sorrise e sbucò dalle coperte andando ad aprire la porta –cosa c’è papà?- Rachel sorrise a suo padre che andò a sedersi sul suo letto sfatto –oggi non vai a trovare Santana?- Rachel chinò di poco la testa –ci sono stata ieri, perché?- Leroy fece spallucce e prese ad accarezzare il piumone –pensavo che qualche volta potresti portarci anche Finn- Rachel alzò gli occhi al cielo a quel nome –papà io e Finn non stiamo più insieme- l’uomo annuì-lo so, ma pensavo che una volta uscita da quel posto tu e lui potevate …- Rachel scosse la testa e bloccò il flusso di parole che stava facendo risuonare suo padre –Papà smettila! Smettetela entrambi! Non torneremo più insieme!- suo padre abbassò lo sguardo e annuì –si, lo avevo capito- Rachel incrociò le braccia –ma sai c’è sempre la speranza per un padre, tu e lui siete cresciuti insieme e io e tuo padre adoriamo i suoi genitori, quindi credevo che sareste rimasti insieme per sempre- Rachel annuì –sì ti capisco- sorrise a suo padre e rimasero in silenzio per qualche minuto, a fissare il vuoto e a pensare, andò avanti così finchè suo padre non si alzò e si avviò alla porta –devo preparare la cena- fece una piccola pausa e fissò sua figlia –voglio solo farti una domanda, puoi rispondermi sinceramente?- Rachel annuì –da quando tu e Santana state insieme?- Rachel spalancò gli occhi e cercò di contenere l’imbarazzo –io e , aspetta io cosa?- chiese cercando di non far capire quanto fosse impacciata –credi che non l’abbia capito? Quegli sguardi, i sorrisi, Rachel sei mia figlia e ti conosco- Rachel chinò lo sguardo sorridendo –allora?- la ragazza fissò suo padre che ancora aspettava una risposta –da un po’- suo padre sorrise e le lasciò un bacio sulla fronte prima di scendere in cucina.
 
Rachel cadde sul suo letto e prese la pallina rossa sul suo comodino, la strinse e se la portò al naso ispirando l’odore di Santana che c’era ancora sopra, sorrise immaginandosi improvvisamente quel rumore ritmico contro il muro, la sua visione scese verso il basso, si vide prima il braccio di Santana e poi il resto del corpo della latina fino al suo viso, concentrato e imbronciato nel giocare, sorrise involontariamente mentre aveva gli occhi chiusi, li riaprì sapendo che Santana sarebbe arrivata presto e che finalmente si sarebbe potuta vantare di avere una persona così perfetta nelle sue imperfezioni al suo fianco, finalmente nessun ragazzo che fingeva di ascoltarla, che voleva solo una cosa da lei, nessun perticone burbero che avrebbe preferito una palla da football a lei, che poi non era neanche rotonda, perché definirla palla non se lo spiegava.
-pronto- rispose frettolosamente al suo cellulare quando vide la schermata con il nome di Finn, aveva ancora la pallina stretta fra le mani e sperava che il ragazzo si sbrigasse per tornare a fantasticare sulla sua ragazza –hei Rachel, tutto bene?- la ragazza alzò gli occhi al cielo –Finn arriva al punto- disse fredda, non le piaceva essere così distante ma quel ragazzo le aveva fatto troppo male –va bene, con calma Rach- sbuffò e aspettò che il ragazzo concludesse –mi chiedevo, dato che è passato del tempo dall’ultima volta, ti va di fare un duetto con me?- Rachel alzò un sopracciglio –non ho voglia- sentì il ragazzo ridere e si strinse in denti, le faceva scattare il sistema nervoso –tu hai sempre voglia di cantare- Rachel strinse la pallina di Santana e si calmò per un attimo –non è che non ho voglia di cantare, è di farlo con te che non ne ho voglia- sentì il ragazzo muoversi e attese in una risposta degna della sua affermazione –Rachel, io volevo che tornassimo amici, mi dispiace per quello che ho fatto, sai come sono tutti, mi credevano già uno sfigato poi se avessero scoperto che stavo con una rinchiusa in una clinica- Rachel sentì il fumo alle orecchie e non riuscì più a contenere la stizza che le stava salendo –tu hai preferito la popolarità a me! Hai preferito qualcosa che dopo questi anni da schifo non significherà più niente! anche se cerchi di rimediare non puoi! Sei un bambino Finn, sei proprio come tutti gli altri, un immaturo bambinone che pensa di poter giocare con le ragazze!- gli urlò in un orecchio prima di staccare la chiamata e di gettare il suo cellulare dall’altro lato del letto, prese a stringere convulsivamente la pallina e giurò di essere rossa in viso dato il forte nervosismo, lo odiava, odiava quel ragazzo e tutto il resto delle persone che racchiudevano la sua cerchia, tutti sfigati montati che dopo il liceo sarebbero finiti, le ragazze a fare le spogliarelliste e i ragazzi a fare gli spacciatori. Sospirò lentamente  e cercò di riconcentrarsi su Santana.
-quando domani esci di scuola, torni a casa?- suo padre Hiram la bloccò sull’uscio della porta facendola tornare indietro -No papà, che ti importa di domani?- sospirò e si riavviò alla porta -e dove hai intenzione di andare?- Rachel sbuffo -dove vado sempre a giorni alterni e comunque non mi hai risposto- suo padre sbatté il giornale sul tavolo facendo girare suo marito -ti ho fatto una domanda precisa- Rachel sbuffo -devo andare da Santana- Hiram si passò una mano sulla fronte -non so come dirtelo, ma io non voglio che tu vada lì- Rachel alzò un sopracciglio -tutto ti ricorda cosa ti è successo e non mi va che tu lo faccia- Rachel sbuffò -ma ci vado per Santana, non faccio mica un tour- Leroy sorrise sentendo l’ironia di sua figlia, ricevette un occhiataccia da suo marito -almeno portati qualcuno, che ne so Finn, Kurt, non dico che non devi andare dalla tua amica ma non voglio che tu vada lì dentro- Rachel venne infastidita dal modo in cui suo padre credeva che lei e Santana fossero legate da qualcosa semplice come l’amicizia, ma ci passò sopra ricordandosi che aveva nominato Finn, guardò l’altro suo padre che, alle spalle di Hiram, si mise un dito sul naso in segno di silenzio, Rachel gli sorrise, sapeva perché Leroy non aveva detto niente a Hiram, voleva che glielo dicesse lei e lo aveva adorato in quel momento -io e Finn ci siamo lasciati. Capitolo chiuso.- Rachel sorrise glacialmente a suo padre prima di girarsi e camminare svelta verso la porta, prese le chiavi della sua macchina al volo e decise che era troppo tardi per andare a piedi.
 
 
Rachel corse svelta per i corridoi ed arrivò nell’aula canto quando ormai il professore aveva già scritto il tema della settimana alla lavagna -scusate!- urlò correndo per sedersi -che successo?- il professore le sorrise mettendo il tappo al pennarello -ho fatti tardi stamattina a causa di mio padre, e sono arrivata in ritardo così Sue mi ha fatto fare 20 giri di campo in più- il professore sbuffò e alzò gli occhi al cielo -non importa Rachel, non abbiamo ancora iniziato- Rachel puntò uno sguardi alla lavagna dietro il professore e sbuffo sonoramente -“myself” sul serio prof?- il signor Shuester scoppiò a ridere -eppure ero convinta che tu fossi stata la prima a cantare- Rachel chinò la testa di lato, si guardò intorno e fisso tutti i suoi compagni sorriderle dolcemente, qualcuno le aveva alzato un pollice, qualcun altro le aveva strizzato un occhio, Rachel sospirò e senti subito la stretta sulla sua spalla di Kurt, si alzò sicura di sé e camminò verso la stanza.
 
-cosa ci canterai?- Il professore le sorrise -believe in me, Demi Lovato- Rachel si morse un labbro e si posizionò al centro della stanza. Era tempo che non cantava per davvero, era tempo che non faceva che stare zitta, anche se una parte di lei stava urlando e continuava a farlo finché aveva voce. Prima di intonare la canzone sospiro chiudendo gli occhi, quando li riaprì immaginò di essere sola e che magari avesse solo una persona a guardarla, stessa persona a cui aveva promesso di tornare a cantare, le venne spontaneo sorridere quando immaginò due gemme nere che facevano da sfondo alle stelle, e nonostante la canzone fosse abbastanza triste, Rachel sorrideva e ogni tanto le cadeva qualche lacrima, non le asciugava, anzi le lasciava scivolare, sapendo che da quel giorno in poi tutte le offese, i pregiudizi, tutto ciò che la gente avrebbe detto, le sarebbe scivolato addosso, proprio come quelle lacrime. Pensò che poteva farcela, poteva riuscirci, si era persa solo per essere come gli altri ma a lei non serviva perdersi, lei doveva accettarsi così per come era, dannata e imperfetta, con il naso scomposto e la frangia sempre dritta, con i labbroni da papera e la poca altezza, lei era nata in quel modo e se alle persone non piaceva non le sarebbe importato molto -now, I believe in me- concluse la canzone con lo scoppio degli applausi da parte del resto del club, sorrise come una bambina la mattina di natale e corse a sedersi al suo posto, prese la pallina rossa di Santana che ormai si portava anche a letto e la strinse un paio di volte, anche solo per sentire la ragazza vicina -che stai stringendo?- Rachel sorrise a Tina che le sussurrò quella domanda in un orecchio -una pallina, è rilassante- Rachel le sorrise e si portò la pallina al naso, ormai si drogava di quell’odore -e chi te l’ha data?- Rachel sorrise -qualcuno di importante- sussurrò con sguardo sognante -Rachel ma tu sei innamorata!- la ragazza sussulto sulla sedia come quasi tutto il resto del gruppo, Tina aveva decisamente alzato il tono di voce, Finn la guardò confuso, mentre gli altri tornarono a farsi i fatti loro dopo qualche minuto, Finn continuava a fissarla, Rachel sbuffò -cosa vuoi?- gli chiese acida, il ragazzo scosse la testa e si girò a guardare il professore.
- dove credi di andare?- Tina la bloccò quando stava per aprire la portiera della sua auto -a casa?- rispose come se la cose fosse ovvia e sorrise a Tina -chi è il fortunato?- Rachel spalancò gli occhi -non so di che parli- Tina alzò un sopracciglio -davvero? Quella pallina la tieni sempre con te e ti ho spesso visto a drogarti del suo odore- Rachel sorrise sempre tenendo le spalle a Tina -è di un’amica- si girò a guardarla e poi entrò in auto -vado che devo studiare- Tina la salutò con il cenno della mano.
 
Il giorno dopo tornò da scuola di buon umore, correndo verso casa per prendere la borsa e filare dritta da Santana, era passata solo una settimana, ma ce l’avrebbe fatta ad aspettare un’altra settimana ancora e ancora un’altra. Anche se l’avrebbe decisamente uccisa -Ciao papà- urlò appena entrata in casa, vide la sua borsa sul l’attaccapanni dell’ingresso e la raccolse cercando di scappare via il più velocemente possibile -ferma lì- Hiram la bloccò sull’uscio della porta facendola bloccare -cosa c’è?- sbuffò andando verso il soggiorno -oggi da Santana non ci vai- Rachel alzò un sopracciglio -cosa? Ma Papà!- Rachel lanciò uno sguardo a Leroy che fece per aprire bocca -no lascia tuo padre fuori di qui- bloccò l’uomo con un gesto della mano e fissò Rachel -non ci vai punto- Rachel alzò gli occhi al cielo e si avviò all’uscita della casa -vorrà dire che non ci sto qua- urlò e chiuse la porta con un tonfo, mollò un calcio ad un vaso che aveva in cortile e camminò svelta fino alla strada, si avvio a casa di Kurt con ancora il nervosismo che la riempiva, con la speranza che almeno con il ragazzo sarebbe potuta andare dalla sua ragazza. Stava camminando velocemente quando sentì dei passi dietro di lei -Berry- si sentì chiamare e sbuffò, sembrava che quel giorno non facesse altro che sbuffare, sapeva che era qualcuno che voleva prenderla in giro così si limitò ad ignorarlo -Hei Berry, cos’è ,non rispondi?- sembrò che quella voce le fosse familiare così si girò a guardare il suo interlocutore, le cadde la bocca sul marciapiede quando la vide da lontano.



Non c'è bisogno di uccidermi vero? Vi voglio bene lo sapete. Chi potrà mai essere "l'interlocutore"? Voi che dite? Di certo io niente, #nospoiler. Dimentico sempre di chiedervi se vi sta piacendo il modo in cui sto facendo usare il diario di Rachel a Santana, allora?Che mi dite?
*grazie come sempre*
-Kisses M

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14
 
 Era rimasta immobile per qualche minuto, ancora con la bocca spalancata, la stava ammirando in tutta la sua bellezza, con un vestitino rosso fuoco, un paio di tacchi neri che non erano ne troppo eleganti ne troppo formali, il sorriso splendente era coronato da una matita rossa, Rachel riuscì a vedere finalmente quegli occhi solo quando la ragazza le si avvicinò -Santana?- sussurrò con ancora la bocca spalancata -sorpresa- la latina le sorrise più forte, ma Rachel rimase bloccata a fissarla -oh, ehm non era questa la reazione che mi aspettavo- Santana abbassò lo sguardo poco prima di sentirsi stritolare -che ci fai qui?- Rachel le si allontanò e iniziarono a camminare, le loro braccia si sfioravano ma evitavano di prendersi per mano anche se era una tentazione davvero forte -volevo farti una sorpresa- Rachel annuì e sorrise -ho capito, ma dovevi uscire fra due sett… - Si bloccò un attimo -TU MI HAI PRESO IN GIRO?- Santana scoppiò a ridere e annui, Rachel non poté fare altro che sorridere, sentire la risata di Santana le riempiva il cuore -è comunque sei bellissima- Rachel le sorrise e si alzò sulle punte per lasciarle un bacio su una guancia, Santana si morse un labbro e guardò Rachel, la tentazione di baciarla era troppo forte, ma quello era un posto troppo affollato e soprattutto era il quartiere di Rachel, non poteva baciarla, Rachel capì cosa tormentava la latina così la tirò per un polso fino ad un vicolo molto stretto, Santana le sorrise appena si ritrovò con le spalle contro il muro -vuoi rapinarmi?- Rachel sorrise prima di agganciare le sue labbra a quelle della ragazza -mi sei mancata così tanto - Santana sorrise e le prese il viso fra le anni -sono passati solo due giorni- Rachel annui e cercò di non lasciarsi andare in un urletto eccitato quando Santana si chinò sul suo collo e infilò le mani sotto la maglia -Santana- sospirò allontanandosi, la latina la guardò con sopracciglio alzato -che c’è?- Rachel sbuffò -niente, niente, baciami e basta- Santana scoppiò a ridere prima di tornare a baciarla con enfasi -tu sei pazza- Rachel annuì -non sai quanto lo sono, di te- Santana le sorrise prima di lasciarle un morso su un labbro -Rachel?- la ragazza si allontanò velocemente da Santana e si girò verso la fine del vicolo -oddio Kurt sei solo tu- sospirò tornando ad avvicinarsi alla sua ragazza -ciao San- la latina alzò una mano in segno di saluto e sorrise timidamente al ragazzo -che ci fate appartate in un vicolo sudicio?- Kurt rise e si fece seguire fin fuori casa sua -Santana mi ha fatto una sorpresa e…- Kurt la bloccò -salta questa parte, so già tutto- Rachel lo guardò confusa -mi avete preso in giro tutti- Santana scoppiò a ridere -si, e comunque che ci facevate in quel posto?- Santana si guardò intorno e Rachele si schiari la voce guardando i suoi piedi, a Kurt però bastò vedere il rossetto sul collo di Rachel per fargli collegare i pezzi del puzzle -siete due ninfomani- Santana scoppiò a ridere lasciando una spallata a Kurt -vi va di entrare?- Santana sorrise scuotendo la testa -scusami Kurt ma devo finire di disfare le valige, ci vediamo domani a scuola va bene? Rach che ne di testi di aiutarmi?- Kurt annuì e salutò Santana -per me va bene, tanto a casa non ci torno- la latina le sorrise e non si accorsero nemmeno che Kurt era andato via -allora dove vi siete sistemati?- Santana si guardò intorno -a qualche isolato da casa tua- le sorrise e si avviò con Rachel sempre attaccata accanto.
 
Arrivarono a casa di Santana poco dopo, il cielo non si era ancora imbrunito -arrivate- Santana le sorrise entrando dalla porta rimasta aperta -i miei sono fuori per lavoro tutto il giorno e mia sorella sta al collage- Rachel annuì -stai sola per tutto il giorno, beata- Santana rise e si fece spazio fra gli scatoloni -scusa per il disordine, i miei non hanno ancora completato il trasloco- Rachel fece spallucce -non ti preoccupare- Santana le sorrise -andiamo nella mia stanza- le tese una mano e sentì subito le dita di Rachel abbracciare le sue. La stanza di Santana stava al piano di sopra, non aveva tanti scatoloni fortunatamente, la latina aveva già messo qualche foto sulle mensole e i mobili neri e rossi la identificavano -da dove iniziamo?- Santana fece spallucce -dai vestiti che non ho portato in clinica- Rachel sorrise e aprì una delle poche scatole -o mio Dio- Santana guardò Rachel dall’altra stanza con sguardo leggermente confuso -che successo?- Rachel la guardò con ancora gli occhi spalancati -hai un centinaio di vestitini- quello che aveva fatto entrare in trans Rachel era la vecchia divisa da Cheerleader che Santana aveva conservato -..e questa- Rachel la mostrò a Santana che le scoppiò a ridere in faccia, la ragazza aveva un’espressione sognante sul viso e la bocca era incurvata in un leggero sorrisetto malizioso -so a cosa stai pensando- Rachele sorrise più forte -non la metterò mai- Santana le prese la divisa dalle mani –eddai, sei sexy normalmente figuriamoci con quella cosa- Santana scosse la testa -mostra solo quante cicatrici ho- Rachel abbassò lo sguardo -è quella la parte che preferisco- Santana alzò un sopracciglio -sì, hai capito bene, la parte misteriosa, un po’ dark e matura- Santana sorrise ed iniziò a mettere a posto i diversi vestiti che aveva nella valigia -anche se la parte da bomba sexy non è mica male- Santana scoppiò a ridere e si girò ritrovandosi Rachel a qualche passo -ma come hai fatto? Stavi lì- Rachel sorrise prima di sporsi e baciarla, Santana le prese il viso fra le mani e senza neanche accorgersene caddero sul letto a peso morto, Rachel si ritrovò schiacciata dal corpo della sua ragazza, Santana si avviò al collo di Rachel, mentre con le mani le accarezzava i fianchi e l’addome piatto, Rachel cercava di trattenere i gemiti ma quando Santana succhiò particolarmente forte non potè evitare di lasciarsi andare in un urletto eccitato -dimmi che quello che ti sta vibrando nei pantaloni è un telefono- Rachel si staccò scoppiando a ridere e rimanendo leggermente scossa dal tono roco che la voce di Santana aveva acquisito -scusami, è mio padre- Santana annuì e continuò con i vestiti che aveva rimasto in giro -che c’è papà?… Sono con Santana…. No non alla clinica ,è uscita… Si tornò a casa fra qualche ora…. Va bene, ciao- Staccò l chiamata avvicinandosi a Santana e abbracciandola da dietro -tutto bene?- Santana annui e le sorrise baciandola di nuovo -continuiamo- Rachel le sorrise avviandosi alla scatola dei vestitini -come vuoi- Santana le risposte sorridendo.
 
-come diamine si apre questo coso!- Santana mollò un pugno al suo nuovo armadietto e sospirò passandosi una mano sul viso –buongiorno raggio di sole- Rachel le si avvicinò sorridendo e allungandosi a baciarle una guancia –ciao- disse appena mollando un altro pugno all’armadietto –San ti mostro un trucco- Rachel si alzò sulle punte e fece un po’ di pressione sulla parte superiore dell’anta, quasi come per magia si aprì rivelando l’ancora vuoto armadietto di Santana –grazie- le sorrise e le fece un occhiolino, mise i libri che avrebbe dovuto usare per la giornata e si scorciò le maniche mostrando le sue cicatrici –San..?- la latina si girò a guardarla, Rachel le si avvicinò e allungò una mano ad allungarle una manica –sta attenta con queste- le sorrise dolcemente –giusto, io non sono uscita da una clinica e non stiamo insieme- Rachel le sorrise e si guardò intorno, era presto e nessuno era ancora arrivato, di solito lei era la prima, così si scorse e le lasciò un bacio a stampo –almeno finchè non passa un po’ di tempo- Santana annuì –posso resistere, almeno non sto più chiusa in quella cosa- Rachel si lasciò andare in una piccola risata e vide la sua ragazza far sbucare il suo pacchetto di sigarette dalla sua tasca –non ti conviene accenderla- Santana la guardò perplessa –la Sylvester odia il fumo- Santana alzò gli occhi al cielo –questa donna mi sta già sulle scatole, andiamo a farci un giro?- Rachel annuì –prima andiamo un attimo in bagno- Santana alzò un sopracciglio –che ci facciamo in bagno- Rachel scoppiò a ridere e la prese per un polso –tu seguimi- le lanciò un sorriso malizioso e Santana spalancò la bocca. Dopo aver percorso tutto il corridoio si ritrovarono in uno di quei cubicoli dove a stento ci entravano in due, Rachel si ritrovò a dover trattenere i gemiti dato che Santana le stava torturando il collo a furia di baci e morsi, la latina risalì fermandosi sulla mandibola e poi arrivò alle sue labbra, Rachel le dischiuse immediatamente permettendo alla lingua di Santana di andare a contatto con la sua –tra un po’ suona e non mi hai fatto fumare- Rachel scoppiò a ridere donandole un altro bacio –magari te lo togli il vizio- Santana sorrise e con uno strattone Rachel si ritrovò con il corpo attaccato a quello della latina –se è questo il metodo mi va bene- Rachel sorrise baciandola di nuovo, ancora e ancora, finchè la campanella non le fece staccare sbuffando –ho spagnolo adesso- Santana annuì e intrecciò la mano di Rachel con la sua –anche io, possiamo andarci insieme- Rachel annuì e le sorrise, appena furono arrivate fuori la porta del bagno e avevano intrapreso la strada dei corridoi si lasciarono la mano.
 
-domani farai l’audizione per il glee ,vero?- Santana annuì e si appisolò sulla sua mano appoggiata sul banco –devo trovare tutti i modi possibili per stare il più possibile con te- Santana baciò la mano della ragazza che aveva fra la sua, stavano sedute all’ultimo banco e nessuno poteva vederle, tranne Kurt e Mercedes che non facevano altro che fissarle –ma la smettete?- Rachel tirò una pallina di carta dritta sulla faccia di Kurt facendo scoppiare a ridere Mercedes –siete la cosa più bella del mondo- Santana sorrise e arrossì leggermente al sussurro dell’amica, Rachel invece sbuffò e posò la testa sul banco rimanendo a fissare Santana che giocava con le proprie dita intrecciate a quelle dell’ebrea, gli occhi erano distratti ma sempre profondi e bui, per un attimo vi si perse dentro, senza trovare una via d’uscita, la latina sosteneva che fossero spenti e senza vita, ma Rachel non la pensava così, pensava che fossero gli occhi più belli che avesse mai visto, neri e lucidi quasi come se fossero sempre pronti per scoppiare a ridere o piangere, quando voleva abbandonare quel mondo le bastava guardarla negli occhi e veniva ingoiata da quel buio che la uccideva forse quanto il sorriso della latina. Tornò nel mondo reale solo quando la campanella suonò e Santana lasciò la mano di Rachel per alzarsi –ci vediamo a pranzo- le lasciò un bacio fra i capelli e si avviò all’uscita, facendo rimanere una Rachel a guardarla con la testa poggiata pesantemente su dorso della mano –muoviti innamorata- Mercedes le picchiò il pugno in testa facendole perdere lo sguardo sognante che aveva avuto fino a poco prima –mio dio, fuori da quella clinica è ancora più bella- Kurt sorrise sentendo il sussurro della ragazza e prendendola sotto braccio, lui, Rachel e Mercedes si avviarono a una nuova lezione.
 
-tu devi essere la ragazza nuova, io sono Noah Puckerman, ma tutti mi chiamano Puck- Santana vide il ragazzo avvicinarsi al suo armadietto, era un ragazzo abbastanza palestrato, con gli occhi verdi nel nocciola, il sorriso assonnato e quella specie di cresta al centro della testa che a Santana ricordava vagamente la coda di uno scoiattolo –Santana- sorrise falsamente tornando a fissare il suo armadietto, l’aveva abbellito un po’, aggiungendoci una sua foto con i suoi genitori, una foto di Rachel e la pagina in cui avevano scritto quella sera che si erano messe insieme –tu sei l’amica di Rachel?- la latina annuì e fissò il ragazzo che aveva guardato l’armadietto intensamente, senza però scorgere la pagina –sei molto diversa dal tipo di amica che le facevo- Santana rise –che tipo di amica le facevi?- Puck si grattò la cresta e poggiò le spalle contro il ferro degli armadietti –una bibliotecaria, con le gonne a quadri e i maglioncini con le renne- Santana scoppiò a ridere –tralasciando il fatto che a me piace come si veste Rachel, chi ti dice che non sono una bibliotecaria?- Noah alzò un sopracciglio e squadrò Santana da testa ai piedi, aveva un vestitino, Santana lo aveva messo solo per far impazzire Rachel, con delle parigine nere a stivaletto sotto, il trucco leggerissimo solo con un rossetto e un chiodo di pelle a ricoprirle il piccolo pezzo di tessuto –con quelle gambe?- Puck rimase a fissare le gambe slanciate e sode della ragazza per svariati minuti, la sentì ridere e tornò a guardarle il viso –perché Rachel le gambe come ce l’ha?- Santana alzò un sopracciglio e chiuse il suo armadietto per ascoltare il ragazzo –non ho mai guardato Rachel in quel senso, è più una sorella minore per me- Santana rise, se solo avesse potuto dirgli lei com’erano le gambe di Rachel, sode e incredibilmente lunghe per essere di una ragazza non troppo alta –hai perso qualche anno?- Puck annuì –sono dello stesso anno di Quinn, la conosci no?- Santana annuì –di vista- Noah sorrise –io sono il padre di Beth, la figlia di Quinn- Santana spalancò la bocca e fissò il ragazzo – si ci rimangono tutti così, un ragazzo bello e sveglio come me che ha fatto rimanere una ragazza incinta- Santana rise –che modestia- Noah sorrise e fece spallucce –nessuna riesce a resistermi- il ragazzo le si avvicinò –non scommetterci tanto, io ci riesco- Santana lo allontanò posandogli una mano sul petto –che cosa brutta da sentire- la latina rise insieme a Noah –sono gay- aggiunse con naturalezza ricevendo un sorriso da Puck che poi però sbuffò abbassando lo sguardo-solo le ragazze possono farsi le più sexy! Sempre così!- Santana scoppiò a ridere seguita da Puck. Ridevano così tanto che non sentirono il rumore di passi che si stava avvicinando –ti ho trovata finalmente- Rachel sorrise a Santana e poi passò lo sguardo su Puck –ciao Noah- il ragazzo le fece un cenno con la testa –Berry, Santana- salutò la latina con un sorriso e si allontanò dalle due lasciandole sole –che ci facevi con quello?- Santana fece spallucce –è simpatico- Rachel scosse la testa –è un puttaniere- Santana sbuffò –lo pensi solo perché ha messo incinta Quinn- Rachel spalancò gli occhi –chi te l’ha detto?- Santana indicò la direzione presa dal ragazzo e si avviò verso la mensa, le dava un enorme fastidio vedere che Rachel poteva essere condizionata da quello che riguardava Quinn –San aspetta- sentì la forte presa sul suo braccio e quasi d’istinto si ritrasse, sentendo un dolore più psicologico che fisico –scusami- Rachel le sorrise e le lasciò una carezza sul braccio –non volevo farti male- Santana fece spallucce –devo andare a pranzo- Rachel sbuffò e la seguì silenziosamente.
-Santana!- Rachel la afferrò di nuovo e la trascinò con sé verso il campo da football -devo andare a pranzo e devi andarci anche tu, ricordi la riabilitazione?- Rachel sbuffo -aspetta, parliamo prima, dopo andiamo a farci come le porche, nonostante qui faccia tutto schifo- Santana cercò di trattenere una sorrisino -stai sorridendo?- Rachel le si avvicinò -devo andare- la latina ricompose la sua faccia seria e si allontanò da Rachel -perchè fai così?- Santana si bloccò e si girò a guardarla -mi da fastidio va bene?- Rachel alzò un sopracciglio -cosa?- Santana sbuffò e la guardò da lontano - il fatto che Quinn ti possa cambiare l’umore, mi da fastidio il fatto che sembra che tu non l’abbia dimenticata- Rachel sorrise e le si avvicinò con passo spedito -sei una cretina- Santana alzò in sopracciglio e sorrise quando sentì le braccia di Rachel attaccarsi al suo collo, la ragazza le lasciò un piccolo bacio e le si allontanò guardandosi intorno, non c’era nessuno, così la baciò di nuovo -lo capisci che per me esisti solo tu?- Santana abbassò lo sguardo e arrossì lievemente -è solo che…- Rachel le sorrise e le mise una mano sulla bocca -andiamo a pranzo- la latina le sorrise annuendo prontamente -ti amo così tanto- quel sussurrò arrivò alla latina quasi come un miraggio, si girò verso Rachel che ancora la stava fissando con sguardo sognante -tu vuoi farmi morire davanti a tutti vero?- Rachel scoppiò a ridere e le lasciò un candido bacio su una guancia prima di sedersi al tavolo accanto a Kurt e Mercedes.


Surprisee!!! Okay forse non era una così grande sorpresa.
L'inizio non mi è piaciuto tanto, non lo so, boh. Ho adorato la parte con Noah, cioè no io adoro Puckerman. Per il resto come vi è sembrato?

-Kisses M

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15
 
-sei sicura che tua madre non ci sia?- Santana annuì tornando ad attaccare le sue labbra su quelle di Rachel, la ragazza le allungò le mani dietro la nuca mentre Santana la teneva per i fianchi e camminò all’indietro, urtò contro qualcosa e un vaso cadde facendo un gran fracasso –ops- Rachel rise leggermente sulle labbra della ragazza, Santana le sorrise e passò al suo collo mentre con tutta la forza che aveva riuscì a prenderla in braccio per i fianchi, Rachel prese il viso di Santana fra le mani tornando ad avere quel contatto con le sue labbra, intrecciò le sue gambe dietro la schiena della ragazza, salirono le scale ritrovandosi nella stanza della latina, Santana fece sedere Rachel sulla sua scrivania, le aprì le gambe di scatto e le si posiziono fra di esse, compì quei movimenti senza mai staccare le sue labbra da quelle di Rachel, le lasciò un morso e si allontanò, le morse una guancia e poi passò la collo, Rachel cercò di trattenere un gemito, lanciò uno sguardo alla porta che era rimasta aperta –San..- la ragazza tornò a portare il viso all’altezza del viso dell’altra –la porta- Santana alzò un sopracciglio e si girò alle sue spalle, annuì e camminò fino a chiuderla, si rigirò e si ritrovò a sbattere con la schiena contro di essa, Rachel l’aveva raggiunta e in un movimento felino aveva riattaccato le sue labbra alla ragazza, Santana soffocò un gemito nella bocca dell’altra e infilò le mani sotto la maglia di Rachel percorrendo tutta la sua figura, arrivò a sfilarle la maglia e a gettarla a terra, iniziò a baciarle e succhiarle il collo, scese alla clavicola e le lasciò una scia di baci fino a risalire e farle un succhiotto sul collo, Rachel non riuscì a trattenersi e le strinse le unghie in una spalla mentre un urletto eccitato cercava di uscire dalle sua labbra, Santana si staccò sorridendo –mi stai staccando una spalla- Rachel scoppiò a ridere e la strattonò per i fianchi facendo attaccare i loro corpi, si allungò a baciarle il collo, le sfilò la maglia accarezzandole le cicatrici che aveva sul fianco, passò a baciare la clavicola e poi la spalla, allungò le mani sulle braccia di Santana le accarezzò i polsi e sentì la ragazza avere la pelle d’oca, sorrise leggermente instaurando un contatto con i suoi occhi bui, di slancio le baciò una guancia, passò agli angoli della bocca e poi finalmente riebbe quel contatto con le labbra paradisiache della latina –Santana, sei in casa?- la ragazza si staccò di botto sentendo immediatamente la voce di suo padre –sì, mi sto cambiando- urlò e guardò Rachel che già era corsa ad infilarsi la sua maglia mentre la latina se la sghignazzava –non preoccuparti, sono solo venuto a prendere le mie cose- Santana alzò un sopracciglio e guardò Rachel, si infilò velocemente una felpa -dove vai?- scese velocemente le scale senza fregarsene dei capelli scombinati e del viso leggermente roseo -io torno in California- Rachel sentì mancare un battito a quella frase, non voleva origliare, ma il tono dell’uomo era molto alto e con qualche sfumatura di rabbia -non preoccuparti, tu e tua madre restate in questa ridicola cittadina- Santana alzò gli occhi al cielo -Lima è molto meglio di quel che pensi- l’uomo le fece un gesto con la mano -solo per quella ragazza e comunque è con te?- Santana alzò un sopracciglio -che intendi dire?- suo padre fece spallucce -hai i capelli scombinati, il viso rosso e le labbra gonfie, cosa credi che debba pensare?- Santana spalancò gli occhi e si girò verso le scale, Rachel sussultò a quelle parole e arrossì cercando di farsi piccola sul letto della ragazza -stavo solo dormendo- Santana cercò di non diventare più rossa di quello che era, suo padre non ci pensò di più e si avviò alla porta -ci vediamo tesoro- Santana fece una faccia disgustata sentendo quel nomignolo che suonava quasi come una presa in giro, vide suo padre chiudere la porta e sospirò -ciao papà- sussurrò tornando al piano di sopra -scusami- si sedette accanto a Rachel con gli occhi che iniziavano ad umidirsi -vuoi che ti lasci sola?- Santana scosse la testa e si girò a guardarla, Rachel rimase leggermente sorpresa di vederla così distrutta, Santana non piangeva mai, riteneva che fosse una cosa per deboli, di solito tutto lo risolveva con una battuta, ma poi tornava a casa, si chiudeva in stanza e chiudeva la luce, rimaneva al buio per ore cercando di sparire, ma ogni volta che la porta si apriva e sua madre entrava quello spiraglio di luce le ricordava che non poteva scomparire, poteva solo fare finta che tutto quello che aveva intorno fosse una menzogna, che tutto il male fosse una stupida metafora che spesso i filosofi usavano fare. Abbinava quel buio con il rosso del suo sangue, erano i suoi due colori preferiti. Il rosso le dava una strana sensazione, quella luce e quel l’intensità, con forza prorompeva la sua pelle, arrivava dopo il dolore e per Santana non c’era soddisfazione migliore nel passarvi un dito su ogni graffio, ogni ferita, ogni cicatrice che con il tempo avrebbe lasciato il suo rossore e sarebbe diventata semplicemente bianca per poi essere dimenticata. Adorava il nero, il buio, la notte e soprattutto adorava il nero per la morte, perché in fondo era quello che le ricordava, un ammasso di buio e di buchi neri, quella era la morte e lei ci stava bene. Inoltre il nero dei suoi occhi era così intenso che spesso le persone rimanevano imbambolate a fissarglielo, come Rachel, che spesso ci sperava di affogare in quel nero, si sentiva protetta, come se intorno a lei tutto scomparisse. Rachel sapeva che Santana odiava i suoi occhi, credeva che la sua anima fosse così o che non l’avesse affatto, la latina non faceva altro che chiudere gli occhi ed evitare di guardarseli, li odiava e se avesse potuto si sarebbe tagliata via anche quell’oscurità che da quando era venuta al mondo la riempiva.
Di slancio le gettò le braccia al collo e la strinse forte, la sentì piangere e fu come se un migliaio di aghi le si fossero piantati nel cuore -mi dispiace così tanto- Santana scosse la testa e si allontanò asciugandosi le lacrime -mio padre se l’è meritato, è uno stronzo- Rachel le asciugò una lacrima sfuggita al suo controllo -non ha mai accettato il fatto che tu sei gay?- Santana scosse la testa -non ha mai accettato me, la vergogna di una figlia gay si unì a quella di averla in una clinica e il grande dottor Lopez non poteva permetterselo, così mi hanno ignorato per tre anni, solo mia sorella veniva e mi diceva che mia madre litigava ogni giorno con papà solo per essermi accanto- la latina abbassò lo sguardo e si ritrovò di nuovo nella stretta di Rachel -è tutto apposto- Santana annuì all’ennesima pacca sulla spalla di Rachel -mia madre sarà qui a momenti credo che sarà felice di sapere che finalmente se ne andato- Santana si allontanò da Rachel ed iniziò a camminare per la stanza -non dire così- Rachel la seguì mettendole le mani sulle spalle -oh lo dico eccome, non vorrò mai che mia figlia abbia un padre così- Rachel le accarezzò una guancia -anche se in teoria mia figlia non avrà un padre- Rachel scoppiò a ridere e scosse la testa, si chiedeva come facesse ad essere cosi ironica anche quando la situazione non era delle migliori -lo avrà un padre anche se non crescerà con lui- Santana annuì a l’affermazione di Rachel -crescerà con noi- Rachel la guardò e abbassò lo sguardo con le guance leggermente sfumate si rosa -perché arrossisci?- Santana le alzò il viso con un dito, vide le labbra di Rachel incurvarsi prima di sentirle sulle sue -ora che ti ho trovato non ti lascio più- Santana le sorrise e la strinse senza perdere il contatto con le sue labbra.
 
 
-Mi amor sono tornata- Santana sorrise e salutò con la mano sua madre, mentre con l’altra continuava ad accarezzare il braccio di Rachel che le si era addormentata sulla spalla -che fai?- le si avvicinò e sorrise quando vide l’altra ragazza -è lei la famosa Rachel?- Santana annuì sorridendo -certo che è bella- la latina rise leggermente -non svegliarla, sta dormendo così profondamente- Santana annuì e continuò quel lento e dolce movimento sul braccio della ragazza -papà se ne andato- sbottò all’improvviso, vide il viso di sua madre oscurarsi e abbassarsi -lo so, credo che abbia fatto b…- Santana non la fece finire di parlare -come stai mamma?- la donna le sorrise allungandosi ad accarezzare la guancia di sua figlia -tu come stai?- Santana annuì sorridente e lancio uno sguardo a Rachel -io sto bene- il sorriso che aveva diventò ancora più forte quando Rachel sospirò e fece correre la sua mano a stringere quella della latina -io vado di sopra, ci vediamo dopo- Santana annuì e si lasciò dare un bacio sulla fronte da sua madre.
Rachel si svegliò solo quando il profumo di Santana iniziava ad essere troppo dolce e le aveva fatto venire voglia di baciarla e infilare il viso nel suo incavo del collo, Santana le sorrise appena vide i suoi occhi aperti e quell’espressione mezza addormentata che la faceva sembrare una bambina -hei- disse soltanto allungandosi a baciarla -c’è mia madre in cucina- Rachel sussultò e si allontanò velocemente da Santana sentendola ridere -lei non è come mio padre, tranquilla- Rachel le sorrise e tornò ad avvicinarsi alla ragazza -San hai studiato per domani?- sua madre arrivò in soggiorno e si pose di fronte al divano e sorrise quando vide Rachel sveglia -Salve signora Lopez, io sono Rachel Berry- la donna sorrise e quando vide la mano tesa di Rachel le si avvicinò stringendola -chiamami Maribel- Rachel le sorrise e si risedette accanto a Santana -si mamma, ho studiato con Rachel e Kurt- la donna annuì e le sorrise - e chi è Kurt?- Rachel sorrise quando sentì la sua mani ancora stretta in una morsa, sapeva che la mamma di Santana  non le avrebbe giudicate così ricambiò la stretta -è il mio migliore amico e di conseguenza amico di Santana- Maribel annuì sorridendo -sono felice che tu abbia fatto amicizia con qualcuno- Santana le sorrise e rimasero un attimo zitte tutte e tre, finché Rachel non fissò l’orologio e si alzò di scatto -è tardi, devo tornare a casa, papà mi ucciderà- Maribel sorrise -siamo tutti uguali- Santana lanciò un pensiero a suo padre e abbassò lo sguardo di botto, a lui non era mai fregato di lei e di che ora tornasse a casa - andiamo ti accompagno, non vorrai mica fare un intero isolato a piedi- Rachel sorrise alla ragazza e sempre mano nella mano salutò Maribel e si avviò all’auto di Santana.
 
 
-sai cosa cantare?- Rachel le sorrise e vide la ragazza annuire mentre concentrata continuava a fissare la strada. -si, ma è una sorpresa- Rachel sbuffò e sentì l’auto dell’altra spegnersi. Il parcheggio della scuola era già abbastanza popolato, e si potevano già vedere i gruppetti dividersi -non ho ancora capito a che posto siamo noi del glee- Rachel le sorrise tristemente e indicò qualcosa -accanto e a volte dentro il cassonetto- Santana la guardò con gli occhi spalancati -ma perché lo fanno?- Rachel fece spallucce -perché questo è come qualsiasi altro liceo del mondo- Santana annuì e si avviarono passando accanto ai gruppetti -lì ci sono le Cheerleader- indicò un gruppo di ragazze che parlavano animatamente con una divisa rossa, nera e bianca -Quinn mi ignorava quando stava con loro- Santana la fissò e vide un ghigno triste invaderle il viso -loro sono i giocatori di football- Rachel alzò la mano in segno di saluto, Puck le ricambiò il gesto con un sorriso e tornò giocherellare con una palla -loro sono i nerd- Santana allungò lo sguardo verso Artie che andava avanti e dietro con la sua sedia facendo ridere i ragazzi -e lì ci siamo noi- arrivarono accanto al cassonetto e Mercedes e Kurt erano già muniti di un sorriso splendente -Rachel- Sam camminò verso Rachel e la strinse forte facendola sollevare, tutti notarono lo sguardo di fuoco che Santana aveva lanciato al ragazzo, tanto che adesso la latina aveva tutte le attenzioni -lei è Santana, la ragazza di cui vi ho parlato- Kitty annuì e le si avvicinò squadrandola da testa a piedi -tu sei della California?- Santana annuì alzando un sopracciglio -sembra che vieni dall’Alaska, cos’è hai paura che qualcuno di guardi? Oppure sei musulmana e non puoi mostrare la carne alle persone?- Santana deglutì e si strinse nella sua felpa, aveva tirato il cappuccio sulla testa e i capelli le cadevano sulla schiena senza mostrarsi, il jeans lungo era scuro e nero come a non volere che le persone la guardassero le gambe e le scarpe, un paio di Convers, erano dello stesso colore dei suoi occhi -oppure sono semplicemente qualcuno a cui non piace vantarsi delle proprie forme e non fingo di essere una cristiana che la darebbe anche ad un crocifisso! - Santana fece un sorriso meschino e fece rimanere Kitty senza parole, tanto che la ragazza girò i tacchi e filò via -questa ragazza ha un bel caratterino- Blaine sorrise pigiando una mano su una spalla di Santana, la latina sorrise e abbassò lo sguardo imbarazzata, mentre Rachel la fissava leggermente scossa.
 
-Hei che hai?- Rachel la guardò di nuovo quando ormai stavano fuori al suo armadietto -hai parlato in quel modo a Kitty, sembravi una..- Santana rise -stronza?- Rachel annuì con ancora lo sguardo deluso -andiamo Rachel, te l’ho detto come sono, non mi sono mai tenuta le offese- Rachel abbassò lo sguardo -ti tenevi tutto dentro e poi scoppiavi- allungò una mano ad accarezzarle un polso -non è più così, potrò sembrare meschina, ma ora è il mio modo di difendermi- Rachel annuì e sorrise donandole una dolce stretta sul polso, stranamente Santana non lo ritrasse, anzi sembrò che quella stretta le avesse dimenticato dove fosse fino a qualche settimana prima -guarda chi c’è- Rachel si allungò a prendere il suo vecchio diario nell’armadietto di Santana -mi manca questo ammasso di fogli- la latina rise leggermente e glielo sfilò di mano -che c’è non posso vedere?- Santana scosse la testa ma si ritrovò a mani vuote, Rachel con una mossa veloce gliel’aveva tolto e ora stava ammirando un bellissimo disegno -ma sono io?- Santana sentì le guance ardere e si pose alle spalle di Rachel, aveva fatto un migliaio di disegni della ragazza quando stava chiusa in quel posto ma quello le era particolarmente caro, Rachel stava seduta sul suo letto della clinica, con un leggero sorrisino sulle labbra, gli occhi concentrati a scrivere qualcosa, le gambe nude, lunghe e sode, la frangia dritta, sembrava quasi una fotografia -se ti piace puoi averlo- Rachel le sorrise e scosse la testa -è come se lo avessi già- Santana le sorrise e chiuse l’armadietto avviandosi, con Rachel, all’aula di biologia -non sapevo che sapevi disegnare- Santana fece spallucce -ho iniziato a disegnare da piccola ma poi ho smesso, ci ho riprovato quando sei andata via dalla clinica- Rachel la guardò sorridente -perché non me l’hai mostrati prima? I disegni intendo- Santana sorrise maliziosamente e si avvicinò all’orecchio della ragazza -come facevo se ogni volta che venivi a trovarmi finivamo sul punto di fare sesso?- Rachel spalancò gli occhi e sentì le guance imporporarsi quando la voce roca e bassa di Santana le arrivò al cervello -San..Santana- la latina le sorrise allontanandosi dal suo orecchio dopo avervi depositato un bacio -che c’è?- le chiese con finta innocenza -abbiamo lezione, fra due minuti- Santana alzò un sopracciglio -e quindi? Vuoi fare una scappatella di due minuti?- Rachel scoppiò a ridere e quel poco di pudore che le era rimasto scomparve -no, volevo farti capire che se sono.. Ehm.. Eccitata, non riesco a seguire il professore- Santana sorrise e si riavvicinò al suo orecchio -sei eccitata Berry?- Rachel deglutì e cammino fino al suo banco dove accanto Santana la fissava attendendo una risposta -San..- le uscì un sospiro quando sentì quasi per sbaglio la mano della sua ragazza cadere sulla sua coscia -che c’è?- la latina continuava a fare la finta innocente, mentre si era avvicinata a Rachel e l’aveva fissata intensamente, passò lo sguardo dai suoi occhi fino alle sue labbra e iniziò a mordersi ardentemente le proprie -Santana ti prego- sospirò spezzando quel contatto -che c’è?- di nuovo quella domanda e di nuovo la mano della latina aveva preso ad accarezzarle una coscia -non ti bacio da ieri, se non la smetti ti salto addosso e non mi importa se qui ci sia una classe intera- la latina lasciò andare una risatina, guardò quello che aveva avanti e sussultò quando accanto alla rana da vivisezionare bi trovò un bisturi -Ra..Rachel- batté un paio si volte sulla spalla della ragazza senza smettere di fissare il bisturi che aveva fra le mani -che c.. Oh no- sussurrò quando vide gli occhi di Santana battere e il labbro quasi urlava dal dolore tanto che la ragazza se lo stava mordendo -San usciamo di qui- non chiesero neanche l’autorizzazione del professore che erano già in bagno .Per tutto il tragitto Santana aveva impugnato il braccio di Rachel quasi a farlo sanguinare. La ragazza stringeva i denti ma non le interessava, preferiva sentire quella forza sulle sue braccia più tosto che su quelle di Santana -è tutto app..- non riuscì a finire di parlare perché era rimasta bloccata a fissare Santana, aveva gli occhi chiusi, stretti in una morsa, il labbro aveva preso a sanguinare, Rachel vi passò due sita sopra, ritrovandosi il sangue della ragazza fra le mani -San!- le urlò prendendole il viso fra le mani, notò che stava tremando e che era calda, quasi bollente, Rachel spalancò la bocca e le prese le braccia alzandole le maniche per farla raffreddare -San calmati, non è niente- la latina aveva piano aperto gli occhi e alla vista delle sue cicatrici rosse per il caldo tornò a mordersi il labbro che tornò a sanguinare -no, smettila! Ti fai male!- Rachel le urlò stringendole il viso fra le mani, si specchio nei suoi occhi neri e lucidi e alzandosi sulle punte la baciò per evitare che quelle povere labbra continuassero quel doloroso movimento, sentì subito il sapore acre del sangue di Santana fra le labbra e si staccò, la latina si era calmata appena le labbra di Rachel si erano poste sulle sue -scusa- sospirò allungando un il pollice a toglierle il suo sangue dalla labbra -è incredibile- Santana alzò un sopracciglio -cosa?- Rachel le sorrise portandole le mani dietro la nuca, attaccò la sua fronte a quella della ragazza e la guardò fissa negli occhi -anche il tuo sangue è perfetto- Santana sorrise e sentì le guance arrossarsi, non aveva la forza di distaccare lo sguardo da quegli occhi cioccolato, però riuscì ad appoggiare labbra sulle sue e a stringerla forte -non sai quanto sei perfetta tu- Rachel sorrise e tornò a baciarla -anche se inizio ad avere dubbi sul fatto che tu sia un vampiro- Rachel scoppiò a ridere lasciandole una sberla su una spalla -andiamo?- chiese dopo l’ennesimo bacio, Santana  annuì e si avviarono di nuovo all’aula. Durante tutta l’ora Rachel le aveva stretto una mano e spesso aveva sentito Santana stringerla davvero troppo forte, quando si girava per guardarla e la vedeva in difficoltà la guardava diritta negli occhi e con un sorriso annuiva sicura -sei più forte, puoi farcela- le aveva ripetuto un centinaio si volte.
 

Okay, mi mancava vedere Santana come una stronza, è stata abbastanza docile ultimamente. Non so se vi entusiasma il fatto che siano entrambe fuori, cercherò di rendere la loro vita il meno monotona possibile.
Grazie come sempre.
-Kisses M

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


CAPITOLO 16

-Professor Shuester- l’uomo si girò mentre tutta la stanza dava attenzione a Rachel che teneva stretta Santana per un braccio –dimmi Rachel- la ragazza sorrise e indicò Santana ­–Santana, la ragazza di cui vi parlavo, vorrebbe fare un’audizione- l’uomo sorrise e battè le mani facendo mettere Santana al centro della stanza –sai cosa cantare?- la latina annuì e aspettò che Rachel si fosse seduta per iniziare la canzone, la ragazza ebrea sentì nella musica qualcosa di familiare, ma solo quando Santana le sorrise capì cosa stava succedendo –we are broken, we can’t fix it, there’s no cure for our condition- appena sentirono la voce di Santana tutti rimasero leggermente scossi, riusciva a trasformarla in soave e roca, da triste e tremante, era un qualcosa che non riuscivano a spiegarsi, la sua voce non era dolce, ma era potente, quasi quanto quella di Rachel, quest’ultima invece, oltre ad essersi emozionata per la voce della latina aveva riconosciuto immediatamente la sua canzone, sentì subito le lacrime pizzicarle gli occhi, così abbassò lo sguardo, quando lo rialzò notò che Santana la stava fissando e stava sorridendo mentre cantava, a quel sorriso le crollò la terra sotto i piedi, le lacrime iniziarono ad uscirle incontrollate e dovette coprirsi un sorriso troppo forte con una mano, Kurt fissava Rachel e a scatti Santana –ma è la tua canzone?- le sussurrò in un orecchio, Rachel si limitò ad annuire con ancora le lacrime ad uscirle dagli occhi.
Quando la canzone finì il boato della stanza poteva essere sentito persino da Sue Sylvester che allenava le Cherioo nella palestra –dio, questa canzone era fantastica, complimenti, chi l’ha scritta, tu?- il professore le arrivò accanto, e Santana potè notare che anche lui aveva gli occhi leggermente rossi –no, qualcuno di più importante, comunque grazie- disse timida abbassando lo sguardo dopo aver guardato Rachel che ancora aveva le lacrime sulle gote –merda Santana! Canti da paura!- Puck urlò battendo ancora le mani, il professore scosse la testa e lo guardò male –allora? Sono entrata?- tutti annuirono e l’uomo riccio le fece un occhiolino facendole segno di andarsi a sedere con la testa –sono andata bene?- Rachel fissò la sua ragazza con una lacrima solitaria che le scorreva sul viso –dove hai trovato quella canzone?- Santana fece spallucce –nel tuo diario- Rachel sorrise e le venne una tale voglia di baciarla che dovette mordersi un labbro per non farlo.
 
-benvenuta nel glee club, sfigata!- Santana riuscì a sentire appena quella frase quando si costrinse a chiudere gli occhi, qualcosa di ghiacciato le era finito in faccia e ora le stava scorrendo lungo tutto il viso e il torace, sentiva quella sostanza fredda e appiccicosa scorrerle lungo la valle dei seni e contemporaneamente su tutta la linea della sua schiena, sentì qualcuno spostarle un po’ di granita dagli occhi, così riuscì ad aprirli -merda- Rachel sussurrò trascinandola in bagno, Santana si leccò le labbra, il suo viso era troppo gelido però per poter formulare un’espressione schifata -a Lamponi! La odio!- Rachel rise leggermente e dopo averle ripulito la faccia le diede i suoi vestiti -oddio, devo indossare questa roba?- Rachel annuì -se non vuoi girare in mutande- Santana rise e le schioccò un bacio, entrò in uno dei cubicoli che c’erano nel bagno e si cambiò.
Quando uscì Rachel rimase imbambolata a fissarla, la gonna stretta e corta le mostrava le gambe sode e ambrate, il suo maglioncino, che le andava leggermente stretto, le metteva in mostra le curve e si vedevano appena gli addominali accennati, si era legata i capelli ancora appiccicaticci in una coda di cavallo che le metteva in mostra il viso, con i zigomi alti e le labbra arrossate dal gelo, gli occhi le bruciavano ma erano ugualmente neri -contieni la bava Berry- Santana scoppiò a ridere avviandosi fuori dal bagno, con Rachel che la seguiva come un cagnolino, quasi scodinzolava.
                                                                                       
-devo farmi una doccia- Santana gettò la sua borsa sulla poltrona del soggiorno e corse verso il bagno che aveva nella sua stanza -San aspetta- Rachel la seguì e mandò un messaggio a suo padre dicendo che sarebbe tornata casa per la cena -che c’è?- la latina aveva già sfilato via la gonna di Rachel e si apprestava a sfilare via anche la maglia, Rachel deglutì leggermente e cercò di concentrarsi sul viso di Santana -volevo solo accertarmi che tu intendessi fatti una doccia e non.. - fece qualche segno con la mano e Santana le sorrise -no, non voglio tagliarmi, non preoccuparti per quello che e successo stamattina, ho perso il controllo solo per un attimo- Rachel le sorrise e le si avvicinò per schioccarle un bacio -ti aspetto qui- le sussurrò sulle labbra.
 
Santana si gettò letteralmente sotto la doccia, sentì finalmente i suoi capelli liberarsi da quel liquido e poté districarli, il suo corpo tornava ad essere liscio e non appiccicaticcio che la faceva sembrare una gomma da masticare -San?- Rachel aprì la porta mostrando solo un occhio -si?- disse la ragazza che nascosta da un telo non poteva vedere Rachel -che fai?- Rachel sussurrò -mi sciacquo i capelli- Santana sbucò da dietro la tendina e la fissò sorridente, Rachel sentì la gola seccarsi quando si rese conto che la separava dal corpo della latina solo un velo, la sua mente iniziò a vagare e si ritrovò a pensare come fosse quella pelle ambrata ricoperta da piccole goccioline sotto il suo tocco, pensò a come fosse passare le mani fra i suoi capelli bagnati e pensò soprattutto a quanto potessero essere più perfette le sue labbra ricoperte d’acqua che evaporava al solo calore -Rachel?- Santana la chiamò schioccando un dito, in modo che il suo braccio e metà della sua spalla sbucassero fuori dal loro nascondiglio -scu..scusa, ero venuta solo ad accettarmi che tu stessi bene- Santana sorrise -vuoi raggiungermi qui sotto?- Rachel si ritrovò a mordersi un labbro e la fissò leggermente dubbiosa, voleva, come se non voleva, ma sapeva bene che se fosse finita sotto quella doccia non ne sarebbe riuscita a staccare gli occhi dal corpo tonico della latina -sto scherzando- Santana scoppiò a ridere e si avvolse nel suo asciugamano -anche se, se mi avresti risposto di sì non sarebbe stato mica male- le sussurrò in un orecchio avviandosi alla stanza della ragazza, Rachel deglutì di nuovo e strinse le gambe, si girò e camminò svelta verso la ragazza, la bloccò per un polso facendola girare -tu vuoi provocarmi- le sussurrò prima di baciarla con foga, Santana sorrise e quasi spontaneamente passò a baciarle il collo, mentre con le mani iniziava a sfilarle la maglia, Rachel non conteneva i gemiti, quella volta non si morse il labbro ne conficcò le unghie nella spalla di Santana, si limitò a fare quello che si sentiva di fare, Santana sorrise e prese a baciarle la clavicola mentre camminava all’indietro, Rachel si ritrovò a sbattere contro la scrivania di Santana, di nuovo, la latina le allungò le mani sul fondoschiena sodo e prendendola di peso la fece sedere, allungò le mani all’elastico della gonna e la fece scivolare sulle cosce snelle di Rachel, nel frattempo l’altra aveva preso coraggio e allungò una mano per farle cadere giù l’accappatoio, infilò un suo ginocchio in mezzo alle cosce di Santana e la sentì gemere immediatamente -San- la latina si allontanò leggermente e fissò Rachel incantata, le labbra gonfie, gli occhi più scuri del solito e il fiato irregolare -cosa c’è?- Rachel le prese il viso fra le mani -sei così perfetta- tornò a baciarla tornando a far scivolare le sue mani lungo il corpo della latina -Rachel guardami- Santana la fissò con gli occhi che le sorridevano, Rachel si tuffò in quel nero e rimaste a guardarla finché Santana non parlò -ti amo- Santana le sorrise e Rachel ricambiò il sorriso finché non sentì Santana allungare una mano verso la sua intimità -non ti farò male, te lo prometto- Santana le disse dolcemente tornando a baciarla mentre continuavano con quei gesti e movimenti che racchiudevano tutto il loro amore.
 
 
-ragazzi siete stati fantastici - il professore batté le mani - e dato che la settimana è ormai finita vorrei che l’ultima esibizione fosse una dei nostri nuovi arrivati- Santana sorrise e lanciò uno sguardo a Blaine sapendo che il professore si riferisse a loro -professore potrei iniziare prima io, se per San non ci sono problemi - la latina fece spallucce -figurati Blaine- il ragazzo le sorrise e si avviò al centro del palco -stavo pensando, è la settimana dedicata a noi no? E nessuno, a parte Rachel- la ragazza sorrise e fece un cenno con il capo come per fare un inchino -ha pensato all’artista che in assoluto ha combattuto per se stessa e poi ha vinto- tutti alzarono un sopracciglio -non parla di Katy Perry vero?- Puck ricevette uno sguardo di fuoco da Kurt che sorrise al suo ragazzo, Blaine si era trattenuto una risatina alla faccia che aveva fatto Puck. La canzone partì dopo poco e Santana sentì il cuore tremarle, guardò Rachel che le sorrise- Skies are cryng, I am wacthing, Chatching teardrops in my hands- Santana deglutì, non era possibile che quella canzone potesse ricordarle tutto il male che aveva passato, la sentiva spesso mentre era in rehab e riusciva a rifilarsi una radio, strinse gli occhi e le mani, sentiva già gli occhi pizzicarle -go on try to tear me down, i will be rising from the ground, like a skyscraper- un singhiozzo scappo al controllo di Santana, tanto che Rachel si girò nella sua direzione e si morse un labbro, Santana aveva abbassato lo sguardo, si era arpionata il labbro e con le mani percorreva le sue braccia, su è giù provocando così tanto calore alle sue cicatrici che Rachel credette potessero prendere fuoco, Santana cercò di resistere, di mostrarsi forte davanti a quella che era diventata la sua famiglia in così poco tempo, ma non riuscì a mantenere quella forza davanti a quelle parole, non riuscì ad ascoltare il secondo ritornello che si alzò dalla sua sedia e veloce scappò fuori dall’aula canto, lontano da quella canzone, lontano da tutto quello che le ricordava chi era e cos’aveva fatto.
 
-San..- Rachel aveva sussurrato appena la ragazza era corsa via, piano si era alzata ed era uscita fuori, l’aveva vista da lontano, Santana aveva appoggiato le spalle contro il suo armadietto, guardava il soffitto, forse per fermare le lacrime o forse per evitare di cadere e crollare, si teneva le braccia incrociate sotto al petto e il tremolio nelle sue gambe era visibile anche da lontano, Rachel sorrise debolmente e le si avvicinò -mi dispiace- sussurrò asciugandosi una lacrima -non importa, era solo una canzone- Santana abbassò lo sguardo e fissò Rachel, la ragazza si stupì vedendo come fossero cambiati quegli occhi, in quel momento capì perché Santana li odiava tanto, perché erano l’unica cosa di sé che non poteva cambiare ne camuffare, erano inondati dalle lacrime e quel piccolo insignificante spiraglio di luce era come trovare la via d’uscita da un labirinto, solo che prima di trovarla vi ci perdevi, le lacrime arricchivano quello sguardo facendolo sembrare più scuro e tenebroso -non intendevo per la canzone, sono scappata come una codarda- Rachel sorrise di nuovo e le asciugò una lacrima solitaria -non importa neanche quello- Santana abbassò lo sguardo e scosse la testa -sono un disastro- Rachel le sorrise e le alzò il viso tornando a perdersi in quel labirinto fatto di carbone -ti amo soprattutto per quello- Santana sorrise e si lasciò andare nelle braccia della sua ragazza, la strinse forte e per un attimo finse che tutto quello che aveva intorno non esistesse, finse di non avere cicatrici e finse anche che la ragazza che ora la stava abbracciando era anche quella che si era sempre amata e che non era mai arrivata a provocarsi il vomito, finse che la sua vita fosse più facile, ma era solo una finzione, così quando Rachel si allontanò,  Santana tornò nella sua vita schifosa di sempre -devo dire loro chi sono davvero- Rachel guardò la latina leggermente confusa -se lo meritano- Rachel sorrise e le strinse una mano -andiamo ci daranno per disperse- Santana  rise e cammino svelta fino all’aula canto.
 
 
Quando le due ragazze entrarono tutti si ammutolirono, Blaine era tornato al suo posto e ora fissava Santana  sorridendo -io lo dicevo che l’usignolo non doveva cantare- un boato di risate seguì il commento di Kitty –dovrei parlarvi- tutti rivolsero l’attenzione a Santana che si era fermata al centro della stanza -parla pure- Sam le sorrise facendola deglutire -meglio iniziare dall’inizio- sospirò -mi chiamo Santana Lopez e sono della California- i ragazzi la fissarono confusi -lo sappiamo già- Mercedes alzò un sopracciglio quando vide Santana abbassare lo sguardo -si, lo so, so anche che dopo quello che sto per dirvi la maggior parte di voi mi odierà e il resto cercherà di linciarmi- vide spuntare un sorriso sul viso di Rachel  e questo le diede un po’ di forza -nel mio vecchio liceo non esisteva l’uso di prendere a granitate la gente, c’era di peggio, i ragazzi come noi venivano ‘bullizzati’ con cose peggiori e spesso venivano pestati, a capo di questo c’era la capo cheerleader, una stronza che se la faceva con tutti i ragazzi del liceo, era cattiva e spesso aveva fatto dei commenti troppo forti, tutti la definivano l’ape regina e si oscuravano al suo passaggio, insomma non era una bella persona- alzò un attimo lo sguardo sui suoi compagni, si concentrò su Rachel che le alzò i pollici, sorrise richinando lo sguardo -un giorno però la cheerleader fu sbaragliata, in un certo senso, tutti scoprirono che fosse gay e che stava con una sua compagna di squadra. La piramide sociale crollò e la ragazza si ritrovò a subire tutto quello che aveva fatto un tempo agli altri- Santana sospirò e puntò lo sguardo sulle sue braccia -la ragazza iniziò a cercare la morte, la chiamava ma non arrivava, voleva andarsene, si faceva del male e quando i suoi genitori, per uno stupido scherzo del destino, la scoprirono la mandarono in un centro di recupero- Rachel si morse un labbro, sapeva quanto fosse difficile parlare di quello con altre persone, ci era passata anche lei -e questo cos’ha a che fare con te?- Kurt chiese incuriosito, del resto non sapeva con esattezza la vera storia di Santana -perché quella ragazza sono io- la latina abbassò lo sguardo sulle sue braccia che aveva scoperto, tutti spalancarono la bocca perfino il professore, gli sguardi di tutti caddero sulle braccia di Santana, proprio come aveva fatto Rachel tempo prima, quelle cicatrici bianche avrebbero fatto mozzare il fiato a tutti, in quel momento però Rachel aveva sorriso forte e le fece un occhiolino, come se si sentisse orgogliosa del coraggio della sua ragazza -tu e Rachel vi siete conosciute nel Rehab?- Tina chinò di poco la testa fissò Rachel che annuì -siete liberi di odiarmi, io lo farei se fossi in voi- Santana abbassò lo sguardo smettendo di trattenere le lacrime.


l'ultimo capitolo non è stato uno dei migliori lo so, e neanche questo, scusatemi, è solo che questo è un periodo molto incasinato per me. Spero solo di ricevere suggerimenti su qualcosa da farle fare, ormai sono fuori, non posso farle entrare di nuovo dentro, sarebbe da pazzi, anche se ho una cosa in mente che magari succederà più in là. Fatemi sapere.
-Kisses M

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


CAPITOLO 17
 
-Buongiorno- Rachel sentì Santana sbadigliare dall’altra parte del cellulare –hei amore- sorrise sentendo quel nomignolo, spense la sua auto e si avviò verso l’entrata del liceo –sei già a scuola?- chiese salutando Kitty, stava con un gruppo di Cherioo che la guardarono disgustata –no, faccio tardi, conservami il posto all’ultimo banco- Rachel annuì e camminò per il corridoio cercando di non farsi vedere con il cellulare in mano –stai bene?- chiese aprendo il suo armadietto, sentì un attimo di silenzio dall’altro lato e sorrise amaramente –si, sono solo un po’ nervosa- Rachel crucciò le sopracciglia –per quello che è successo ieri?- la sentì sospirare e si passò una mano sul viso –loro avevano bisogno di un momento per assimilare la cosa- sentì la latina sospirare –come si comportarono con te? Insomma ti guardarono impietriti e muti fino al suono della campana? - Rachel deglutì –nella stessa maniera anzi anche peggio- sussurrò e stettero un attimo in silenzio, non le importava se nessuna delle due diceva niente, non era un silenzio imbarazzante ma uno di quelli rafforzanti, loro due parlavano anche senza far uscire qualche suono dalla loro bocca. Quella specie di incanto però fu distrutto dal suono della campanella che fece sbuffare Rachel –è suonata, ti aspetto in classe- sentì la latina salutarla  e si avviò in classe sedendosi, proprio come le aveva detto Santana, all’ultimo banco. Poggiò la testa sul banco e chiuse un attimo gli occhi.
 
-Rachel..- la ragazza sussultò mettendosi dritta e fissò l’amica negli occhi, vide un velo di terrore passarle sul viso, e chinò lo sguardo asciugandosi le labbra, si guardò intorno in quel cubicolo, il bagno sudicio della scuola. Si era dimenticata, completamente, di chiudersi a chiave, senza neanche pensarci si era chinata sul water e aveva cercato di gettare via tutto, il dolore, la vergogna, tutto, stava per funzionare, si era già portata due dita alla bocca quando Mercedes era entrata rimanendo con la bocca spalancata –io..- provò a parlare alzando lo sguardo, la ragazza aveva ancora gli occhi spalancati, pieni di delusione e pronti a rimproverarti, la sua smorfia confusa era ben visibile e non cercava neanche di mascherarla –che stai facendo?- la ragazza indicò il bagno e Rachel deglutì non sapendo dare una risposta –io..- riprovò ma non le uscì niente, guardò di nuovo l’amica, aveva smesso di fissarla e aveva fatto retrofronte, camminando svelta verso l’uscita, la vide da lontano passarsi una mano sul viso –Mercedes! Aspetta!- urlò, ma la ragazza non la ascoltò e continuò a camminare svelta. Rachel sbuffò e lasciò andare un pugno al muro, si mise una mano davanti alle labbra cercando di non urlare e lasciò che le sue lacrime silenziose le bagnassero le guance.
 
-che fai?- la voce di Kurt le fece aprire gli occhi di scatto, alzò la testa da quella posizione che aveva preso appena entrata  e si guardò intorno, Santana non era ancora arrivata –riposavo gli occhi- Kurt le sorrise annuendo e andò a sedersi accanto a Blaine che gli sorrideva, Rachel lo salutò con un gesto della mano e si girò a fissare la finestra, e di nuovo si perse nei suoi pensieri.
 
-dobbiamo parlarti- venne accerchiata in aula canto dai suoi compagni di glee, cercò una via d’uscita e facendo un passo avanti trovò la sedia a rotelle di Artie che la bloccava –non scapperai- Rachel deglutì e fissò Tina –Mercedes ci ha detto quello che è successo- Rachel si girò verso Sam che le sorrideva apprensivo –è tutto okay, non era niente, mi sentivo male- sentì uno sbuffo da dietro e si girò –davvero? So riconoscere una persona che si provoca il vomito- Rachel deglutì di nuovo –che motivo avrei di vomitare Cedes?- Artie fece spallucce –sono giorni che ti vediamo strana, dimagrita, la tua voce non ha più la stessa potenza- Rachel sentì gli occhi inumidirsi e abbassando lo sguardo li strinse –devo andare ora- fece un passo verso Artie che fissò Mercedes –non è finita qui Rach- la ragazza fece un cenno al ragazzo che si spostò lasciando correre via Rachel. Scappò più veloce che poteva e appena si ritrovò in bagno da sola scoppiò in un pianto dirotto.
 
-Berry? Berry!- sentì il professore chiamarla e si girò di scatto verso di lui che scosse la testa –stai ancora dormendo Berry?- Rachel scosse la testa e lo fissò –sai Lopez che fine ha fatto?- Rachel scosse la testa guardandolo stranamente, perché lo chiedeva a lei? Che si capisse che erano così intime? E soprattutto dov’era finita Santana? Rachel sbuffò e iniziò a fissare la porta, con la speranza che la latina fosse arrivata con la sua solita aria da diva. Dopo qualche minuto la vide arrivare, solo che al posto dell’aria da diva aveva un forte fiatone dato per la corsa forse, i capelli erano racchiusi in una coda spettinata e dall’espressione intontita doveva essersi svegliata da poco –mi scusi, la macchina non partiva- il professore alzò gli occhi al cielo e le fece segno di accomodarsi –che fine hai fatto?- Rachel le sussurrò appena Santana le si fu seduta accanto –quando hai staccato la chiamata mi sono addormentata!- Rachel cercò di reprimere una risatina –sei proprio un bradipo- Santana le sorrise e si accoccolò con la testa sul banco –Lopez sei hai così sonno ti mando in infermeria- la latina alzò lo sguardo verso il professore che la guardava severo –mi stavo solo appoggiando- il professore alzò un sopracciglio –mi rispondi anche?- Santana sbuffò –stavo dando la mia spiegazione- gli sorrise con una faccia da schiaffi e vide il professore farsi rosso come un peperone, Rachel la guardò male lasciandole una gomitata fra le costole –vuoi una nota disciplinare per caso?- Santana alzò gli occhi al cielo –mi scusi- sussurrò falsamente –cos’hai stamattina?- la latina guardò la sua ragazza e alzando lo sguardo si voltò verso la finestra.
 
-Santana!- la latina chiuse il suo armadietto e si girò a fissare Blaine che le si avvicinava –ciao gay Berry- sorrise facendo ridere il riccio/gelatinato –dato che Finn è partito e Rachel non c’è stata per un po’, mi hanno dato l’incarico di essere il vice leader del gruppo, quindi volevo parlarti di quello che abbiamo deciso su quello che ci hai detto l’altro giorno- Santana annuì deglutendo –ti ascolto- sorrise e riaprì il suo armadietto cercando di non fissare gli occhi nocciola dell’altro –non ci frega di quello che eri Santana, ci importa di quello che sei adesso, di quello che sei brava a fare e del mondo in cui, con quelle tue battutine spesso acide e altamente ironiche, ci fai ridere, con te smorziamo la tensione e spesso sei una stronza insopportabile, ma noi siamo una famiglia e le famiglie si accettano per quello che sono, non vogliamo che tu cambi, ti accetteremo per quello che sei, noi..- non riuscì a finire di parlare perché Santana l’aveva attirato a sé e l’aveva stretto forte –parli più della Berry- Blaine scoppiò a ridere e si allontanò sorridendole –questa scuola sembra un gay pride- Santana alzò un sopracciglio guardandosi intorno, aveva sentito quel sussurro farsi strada fra le diverse teste che popolavano il corridoio a quell’ora –puoi ripetere scusa?- Santana si avvicinò ad una cheerleader che stava confabulando qualcosa con una sua compagna di squadra –San non ne vale la pena, loro..- latina fece un segno con la mano facendo zittire Blaine –ho detto che ormai questa scuola è un gay pride, noi Cheerleader non riusciamo a concentrarci con queste checche che camminano per i corridoi e fissano i nostri ragazzi bramosi di portarseli a letto, e per quanto riguarda le lesbiche, beh, stacci lontana- Santana sospirò chiudendo gli occhi –essere gay non significa volersi fare tutte le persone del tuo stesso sesso, e poi una di voi con me, ma vi siete viste? Un mucchietto di ossa che sbattono i pon pon, sul serio?- Santana lasciò andare una risata e si girò avviandosi a Blaine che era rimasto a fissarla soddisfatto –stupidi gay di merda- la cheerleader mollò uno spintone a Blaine che si ritrovò schiantato contro l’armadietto, Santana strinse di nuovo i denti e si girò furiosa, si guardò intorno e con sguardo malefico fissò la compagna della cheerleader, impugnava una granita a fragola, con un sorriso schietto e meschino gliela scippò di mano e la gettò sulla testa della ragazza –non provare a parlare più in questo modo ai miei amici- le disse minacciosa accartocciando il bicchiere e lanciandolo ai loro piedi –oddio, io..- la compagna cercò di parlare –sta zitta! Aiutami cretina!- le due cheerleader filarono in bagno e Santana si girò fissando Blaine sorridente –Blaine! Oddio che ti è successo?- Kurt corse verso il suo ragazzo con Rachel alle calcagna –una cheerleader- si limitò ad accennare alzandosi da terra, poi però passò lo sguardo su Santana sorridendo –Santana l’ha conciata per le feste però- Kurt la fissò preoccupato –non l’ho picchiata!- alzò le mani in segno di innocenza facendo ridere gli altri –le ha lanciato una granita- Rachel scoppiò a ridere e si avvicinò alla latina intrecciando le sue dita a quelle di Santana, la latina le sorrise –ragazze- Kurt sussurrò facendole risvegliare, il ragazzo indicò Blaine con lo sguardo –oh, giusto- Rachel sorrise imbarazzata e si allontanò da Santana –aspetta, cosa? cosa sai che io non so?- Kurt alzò gli occhi al cielo e prendendo Blaine per un braccio lo trascino via –dai Kurt! Dimmelo- le due sentirono da lontano scoppiando a ridere.
 
-dovremmo studiare per domani- Santana annuì continuando a passarsi lo smalto nero sulle unghie –abbiamo un esame di spagnolo, ricordi?- Santana annuì di nuovo–è la mia seconda lingua, non ho bisogno di studiarlo- alzò un attimo lo sguardo su Rachel che la guardava con la testa chinata –che c’è?- le sorrise –perché nero?- Santana crucciò le sopracciglia e abbassò lo sguardo sulle sue unghie –oh, non lo so, mi piace così- Rachel annuì e tornò a posare gli occhi sul libro. Ma inutilmente dato che cinque minuti dopo era tornata a fissare Santana, che ancora era concentrata sulle sue unghie, le sembrava la visione più bella che avesse mai visto, così dimenticandosi completamente di un ipotizzabile esame chiuse il libro e poggiando il mento sul dorso della mano rimase concentrata a fissare Santana e tutti i suoi movimenti, sventolava la mano per far asciugare velocemente il suo smalto, e vi soffiava sopra, facendo un espressione buffa e dolce allo stesso tempo –se vuoi un autografo chiedi pure- gli occhi divertiti della latina che si puntavano nei suoi la fecero svegliare da quella specie di trans e scoppiò a ridere –faresti tutto per me vero?- Santana alzò un sopracciglio –cosa?- Santana si mise sdraiata sul suo letto con Rachel a qualche metro –non riesco a togliermi una cosa dalla testa da quando sei uscita da quel posto- la latina alzò un sopracciglio e vide lo sguardo di Rachel vagare per la stanza –che stai cercando?- la ragazza sorrise –la tua divisa da Cheerleader- Santana scosse la testa –scordatelo, non la metterò mai- Rachel sbuffò –andiamo San, faccio quello che vuoi, ma fammi vedere come ti sta- Santana scosse la testa mettendosi supina –sei cattiva- Rachel la sovrastò sedendosi sul suo addome, Santana spalancò gli occhi e deglutì rumorosamente –perché pensi sempre a quello?- Rachel scoppiò a ridere facendo arrossire Santana, evidentemente Rachel aveva capito a cosa stava pensando –è una cosa naturale, anche tu penseresti a quello se non fossi così pudica- Rachel scoppiò a ridere e si chinò a schioccarle un bacio –sono romantica io, cosa vuoi- Santana sbuffò –tutto così sdolcinato e smielato- Rachel scoppiò a ridere e si chinò di nuovo a baciarla –sto aspettando ancora che tu ti metta la tua vecchia divisa- Santana sbuffò –se smetti di credere che sono un cammello vado a metterla- Rachel scoppiò a ridere allontanandosi dalla ragazza  -ti aspetto qui- Santana annuì correndo a vestirsi dietro l’anta aperta dell’armadio.
-non devi ridere però- Rachel sorrise sentendo la ragazza –non rido ma fammi vedere- Santana sospirò e sbucò fuori dal suo nascondiglio, Rachel spalancò la bocca e lasciò che le cadesse a terra, la fissò da testa a piedi e rimase incantata. Era diversa da quelle della sua scuola, la gonnellina non era a balze, era stretta e le cadeva perfettamente sulle cosce, rossa come il fuoco che ardeva sulla sua pelle, la parte di sopra non era un tutt’uno con la gonna, anzi si vedeva una piccola parte di pancia che sbucava e anche lì Rachel rimase per un attimo a fissarla e a vedere quanto quel rosso potesse bruciare su quella pelle, passò il suo sguardo sopra, dove, la divisa ormai stretta dagli anni, le andava piccola sul seno e Santana si era ritrova a trattenere il fiato, le maniche a tre quarti nere le fasciavano le braccia muscolose, Rachel non notò neanche le cicatrici che prorompevano sui polsi e sul fianco della latina, quella divisa le fasciava così bene il fisico che l’avrebbe convita ad entrare nelle Cheerio solo per fissarla ogni giorno –ehm, ora vado a toglierla- Santana sorrise imbarazzata leggermente rossa in viso,  neanche il tempo di girarsi che si ritrovò schiacciata sul letto sotto il peso e lo sguardo ardente di Rachel –mi stai spaventando- Santana la guardò confusa prima di sentire le sue labbra attaccate a quelle dell’altra, sorrise e le allungò una mano dietro i capelli, Rachel si era allungata alla sua schiena cercando la zip della divisa, ma Santana aveva cambiato le posizioni, si era seduta sul ventre della ragazza e le sorrideva maliziosamente –prima me l’hai fatta mettere e ora vuoi togliermela- Rachel sbuffò allungando le mani verso la latina, la quale la schivò abilmente –San!- le urlò contro, il suo tono si inclinò talmente tanto che sembrava stesse sul punto di piangere, Santana scoppiò a ridere e si chinò sul suo collo tempestandolo di baci, allungò le mani alla camicetta di Rachel e quasi strappandogliela di dosso le aprì tutti i bottoni e la gettò a terra –era nuova- mugugnò fra un bacio e l’altro, Santana sorrise e cercando di trattenere un moto di ilarità scese fino alla clavicola della ragazza, mentre le sue mani si avviavano verso la gonna stretta di Rachel –San, aspetta- Santana si staccò e la guardò confusa –mi sta chiamando Mercedes- Rachel indicò lo schermo del suo cellulare che vibrava ed era illuminato –va bene, vado  a prendermi una lattina di coca- Santana sbuffò e camminò verso le scale scendendo in cucina. Prese del ghiaccio dal suo congelatore e lo mise in un bicchiere di vetro, lo fissò per qualche secondo e un’idea iniziò a balenarle in mente, sorrise guardando verso  le scale; così distratta nel pensare ad altro si tagliò per sbaglio con la lattina, all’inizio non ne risentì, anzi ne provò un certo piacere, ma poi si ricordò che non era mostro, non doveva amare il dolore, così puntò i suoi occhi sulla ferita, e sarebbe stato meglio se non lo avesse fatto. Il sangue pulsava sotto la sua pelle ed usciva con non poca velocita, il taglio le percorreva mezzo palmo della mano e da come il sangue scorreva era abbastanza profondo –oddio no- sussurrò e in quel momento niente fu possibile per evitare di sentire quel tremolio nelle sue gambe che aveva conosciuto bene, era rimasta bloccata a fissarsi la pelle divisa in due, deglutiva e la sua mente non faceva altro che ripeterle di correre in bagno o almeno da Rachel, di medicarsi e di fare finta che non fosse successo, ma non ci riusciva, ogni singolo muscolo del suo corpo era bloccato in quella posizione, si era passata anche un dito sulla ferita e quel bruciore le era arrivato al cervello, respirò profondamente ma ormai un attacco di panico si era impadronito di lei e della sua mente, chiuse gli occhi un paio di volte sperando di scomparire, ma era ancora lì e c’era anche il sangue, che nel frattempo non aveva smesso di uscire e piano le aveva riempito la mano e iniziava a sgocciolare e finire sul marmo bianco e liscio della sua cucina.
-Santana ma che stai combinando?- solo la voce di Rachel, qualche tempo dopo,  la fece svegliare  e tornare in sé, si girò verso la ragazza e deglutì, Rachel crucciò le sopracciglia e appena vide una goccia salata sorpassare la guancia di Santana scattò in avanti raggiungendola –oh dio, non dirmi che..- Rachel le prese la mano ferita  e la fissò bene prima di alzare lo sguardo su Santana –mi sono tagliata per sbaglio con la lattina- quel sussurrò fu così flebile che neanche Santana fu sicura di averlo detto –vieni andiamo a disinfettarlo- Rachel le sorrise –non credo che riuscirò a muovermi- Santana deglutì e fissò di nuovo la sua ferita, si strinse un labbro fra i denti e guardò Rachel che le sorrise –dammi la mano- Santana la guardò un po’ confusa, ma le cedette lo stesso la sua mano ancora sporca di sangue, Rachel poggiò le sue dita sulla ferita e sorrise a Santana –fai finta che sia solo un graffio, uno di quelli che ti fai quando rincorri qualcuno e all’improvviso cadi, pensa che non ti è uscito del sangue, e pensa che non esista- Rachel unì la sua mano a quella di Santana, sentì immediatamente il contatto con il sangue ancora umido sulla mano della latina, ma non ci fece poi così caso –io..non ci riesco- Santana sospirò passandosi una mano fra i capelli neri –San, hei- Rachel le prese il mento con la mano libera e la fissò negli occhi sorridendole –hai vinto tu, loro non hanno più voce in capitolo- Santana annuì accennando un piccolo sorriso, prima di sentire uno schioccò sul suo taglio –la smetterai mai di baciarmi le cicatrici?- Rachel fece spallucce e scoppiò a ridere –andiamo a disinfettare la tua mano- Rachel le indicò le scale con la testa, mentre con ancora la mano appiccicata a quella di Santana, si avviarono al bagno di sopra, nella stanza della latina.
 
-ti brucia?- Rachel la guardò sorridendo , Santana annuì leggermente –mi sembra di averla già vista questa scena- Rachel scoppiò a ridere e si allungò in avanti per schioccarle un bacio –sì, non so dove ma l’ho vista già - Santana le sorrise accarezzandole il viso con la mano sana –grazie- Rachel scosse la testa –non devi ringraziarmi proprio di niente- Santana abbassò lo sguardo e sussultò quando sentì una fitta di dolore –scusa- la latina scosse la testa –non importa- Rachel le sorrise di nuovo–non riesco a capire perché ti ha fatto quest’effetto, insomma è molto diverso da quello che è successo prima di oggi- Santana sospirò e abbassò lo sguardo –la prima volta che mi sono tagliata non l’ho fatto apposta- Rachel spalancò la bocca –cosa?- Santana annuì e sospirando si lasciò bendare -Avevo dieci o forse undici non lo so, so solo che mi odiavo perché ero diversa da tutte le altre ragazzine e che non sapevo reggere il dolore, provavo di tutto, dal piangere al disegnare, ma la cosa che mi fece bene fu tagliarmi per sbaglio con l’auto della mia amica, sotto il parabrezza c’era una specie di sporgenza, ho ancora la cicatrice, mi uscì il sangue per un bel po’, mi piaceva vederlo scorrere, quel contrasto con la mia pelle e adoravo ancora di più passare un dito sopra la ferita e sentire quel bruciore, sembrava il fuoco, credetti che fosse una cosa normale, insomma ero solo una bambina. Un anno dopo mi ritrovai a dover combattere contro me stessa, ero diversa da come mi voleva la gente, sinceramente non lo ricordo come fosse non combattere contro i miei mostri, comunque mi riempii il braccio sinistro di graffi, segni, rossori e lividi, mi rimasero per giorni e mia madre credeva fosse una reazione allergica, dato che mi ero data dei pizzicotti e sembravano dei morsi di insetti o allergia. Era strano sentire il mio braccio in quel modo, mi piaceva toccarlo e sentire la pelle calda al contatto con la mia mano. Diciamo che tutto è iniziato da quel giorno, un graffietto alla volta, finché non sono passata dai lividi e graffi a veri tagli. Volevo smettere, giuro, ma non potevo, quella frenesia era troppo forte, mi piaceva vedere il sangue scorrere lungo la pelle dei miei polsi. Ma dovetti fermarmi lo stesso per qualche mese, per mia madre, mia sorella, per la mia famiglia, di certo non per me, ed è questo che mi ha rovinato ,avrei voluto tagliarmi la vita a pezzi, ma non potevo così mi limitavo a farlo con la mia pelle. Ecco l’ho detto. Sono sempre stato un mostro, sin da bambina. E come dice il proverbio ‘se nasci tondo non puoi morire quadrato’. A me mi sta bene, la cosa più psicopatica è questa, amo farmi male. Scusa se non ti ho detto solo una parte della verità all’inizio, è che riesco  a realizzarlo solo adesso- Rachel le sorrise e la strinse forte, la prese per mano e quando arrivarono nella camera della latina la baciò lentamente, prima di sentire le mani di Santana sulla sua gonna, in un batter d’occhio si ritrovò in intimo e non seppe neanche come –mi è venuta un’idea- Rachel alzò un sopracciglio –quando ti vengono questi lampi di genio mi spaventi- Santana scoppiò a ridere e le lasciò un morbido bacio scendendo in cucina a prendere un cubetto di ghiaccio, se lo pose fra le labbra e corse di nuovo da Rachel –cosa vuoi fare?- Santana le sorrise e si limitò a baciarla, Rachel si lasciò scappare un gemito appena le sue labbra andarono a contatto con il ghiaccio freddo e subito dopo con le labbra ardenti della latina –San..- la latina le sorrise e le mise un dito sulle labbra, le lasciò un ultimo bacio prima di scendere, sempre con il ghiaccio fra le labbra, verso il collo della ragazza, la quale sussultò appena sentì il freddo imprigionarle la pelle –Santana- sussurrò mordendosi un labbro cercando di trattenere un gemito quando la ragazza le passò la bocca su tutta la valle dei seni, discese lentamente e quando arrivò all’ombelico vi fece diversi centri concentrici fino a mettere, quel poco che restava, il cubetto nell’ombelico della ragazza, che a quel movimento non riuscì a trattenere un gemito, Santana alzò un attimo lo sguardo su di lei e le sorrise, rifece il percorso che aveva tracciato con l’acqua, solo che questa volta le sue labbra avevano un contatto diretto con la pelle di Rachel, arrivò al suo viso –sei bellissima- la ragazza sorrise prima di attaccare la sua bocca a quella della latina, riuscì finalmente a sfilarle via quella divisa di dosso che ormai era diventata un ostacolo.

Scusate, non odiatemi, sono in grande ritardo ma non ho avuto tempo e non ero dell'umore giusto per questo tipo di capitolo. Il fatto che non mi stiate facendo sapere cosa ne pensate inizia ad essere preoccupante.
Spero che il capitolo vi piaccia.
-Kisses M

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


CAPITOLO 18
-Rachel, guarda che bello!- Santana saltellò sporgendosi dalla scogliera, Rachel si guardò intorno e non riuscì a capire com’è che era arrivata in quel posto –Rachel! Guardami!- si girò e vide Santana sorriderle con le braccia alzate per avere la sua attenzione, deglutì quando la vide con un paio di ponpon in mano e la divisa da Cheerios impressa addosso, ma la cosa che la fece più male fu vederla sul bordo del precipizio su cui si erano ritrovate–San! Sta attenta!- Rachel corse veloce con il cuore che le galoppava nel petto, ritornò a respirare solo quando riuscì ad afferrare il braccio di Santana, la latina le sorrise e piano fece scorrere la sua mano fino alle dita di Rachel –mi hanno presa nelle cheerios, visto?- Rachel annuì un po’ confusa, non era la latina quella che diceva di odiare le cheerleader? –vogliono che io mi copra le cicatrici, perché non possono permettersi che una loro compagna di squadra sia stata in un centro di riabilitazione- Rachel alzò gli occhi al cielo e il suo sguardo si posò sulle braccia di Santana, il polso era ricoperto da un polsino e da lì in su tutte quelle cicatrici erano state coperte da una grande dose di fondotinta –che c’è ?- Santana le sorrise, senza guardarla e si sporse ancora di più verso il burrone –niente, è solo che mi stai spaventando, potresti cadere- Santana le sorrise e affondò il carbone nel cioccolato –mi stai mantenendo tu, non mi lasceresti mai- Rachel sorrise e pensò che aveva ragione, la sua presa era così salda sulla mano della ragazza che sentì le proprie nocche impallidire –hai ragione, io non potrei mai lasciarti cadere- Santana le sorrise e si sporse e fissare il fondo di quel precipizio senza fine –è bello qui su, vero?-Rachel annuì distratta, non le fregava niente di quello che si estendeva dopo e sotto la scogliera, la visione di Santana in quell’atteggiamento la faceva imbambolare, sembrava così felice che un sorriso spontaneo spuntò sulle labbra dell’ebrea –qualsiasi posto con te è bello- sussurrò la ragazza credendo di non essere sentita –oh Rachel, io ti amo così tanto- Santana le sorrise un attimo, dopo tornò a perdersi nella maestosa altezza delle rocce –Rachel!- la ragazza più bassa sentì una voce cristallina avvicinarsi proprio quando stava per rispondere alla sua ragazza, si girò e vide una figura avvicinarsi –Quinn!- Rachel salutò la sua migliore amica con una mano –Rachel!- Santana le strillò –stringi!- la ragazza ebrea non la sentì, troppo presa e fissare la bionda che le sorrideva –Rachel!- Santana urlò di nuovo, sentendo la presa sulla sua mano sciogliersi, quando Rachel si girò fu troppo tardi per prenderla –San!- urlò chinandosi per vedere dove fosse caduta –Santana!- sentì la mano di Quinn fermarsi sulla sua spalla, si girò verso di lei  con le lacrime che le allagavano gli occhi–mi dispiace- mormorò la bionda prima di mollarle uno spintone, Rachel spalancò gli occhi e sentì la terra mancarle sotto i piedi, cadde a capofitto, riuscì a vedere Quinn da sopra il precipizio che la fissava con sguardo irremovibile e con un sorriso maligno sul viso, sembrava un avvoltoio pronto a puntare il becco verso la sua prossima preda, Rachel guardò verso il basso, dove, dopo aver affrontato la coltre di nubi, riuscì a vedere l’asfalto macchiata di rosso dove steso a terra c’era il corpo inerme della latina, che stringeva forte una mano per evitare di lasciarsi andare, per non chiudere gli occhi e non riaprirli più. Non ci volle molto che Rachel si ritrovò anche lei schiantata al terreno, proprio accanto a Santana, che proprio un attimo prima di chiudere gli occhi la fissò per l’ultima volta –avevi detto che non mi avresti lasciata- sussurrò e cadde in un sonno perenne –San!- Rachel riuscì a lanciare un urlo straziante, sentì le sue forze vacillare, faceva male lo schianto, le ferite e il suo corpo perdevano troppo sangue, come se tutto il dolore di Santana fosse ricaduto su di lei,  allungò una mano ad afferrare quella della latina –ti amo Santana! Ti amo! Ti prego perdonami! Apri gli occhi! Voglio di nuovo quella notte puntata su di me!- le scosse leggermente la mano inutilmente e  piano si lasciò scivolare via, venne presa dal buio e non vi trovò più nessuna via d’uscita.
 
-Rachel! Sei in ritardo!- Rachel spalancò gli occhi mettendosi seduta, fece correre una mano sul suo petto, il cuore le batteva all’impazzata e aveva il fiato corto, si guardò intorno, la sua stanza era sempre la stessa -Solo un sogno- sospirò cercando di tornare a respirare regolarmente -Rachel!- suo padre la chiamo di nuovo -arrivo papà - Rachel si alzò e camminò, con ancora le gambe che tremavano, fino al piano di sotto.
 
-buongiorno- Kurt spuntò da dietro l’armadietto di Rachel facendola sussultare -ciao- sussurrò appena Rachel –Santana è rimasta da te stanotte, per caso?- Rachel deglutì a quel nome, scosse leggermente la testa -no perché dalla tua faccia sembra che tu non abbia dormito- Rachel sospirò e fissò Kurt -ho avuto un incubo, ho dormito ma sarebbe stato meglio non farlo- Kurt alzò un sopracciglio -racconta- la incoraggiò con un sorriso, Rachel sospirò di nuovo e prese a raccontargli tutto.
 -Oddio Rach- Rachel annuì -già, credi che dovrei dire a Santana che io e Quinn qualche giorno fa abbiamo fatto pace?- Kurt fece spallucce - se lei e Brittany facessero pace tu vorresti saperlo?- Rachel annuì prontamente -aspetta tu come conosci Brittany?- Kurt le sorrise -non sono fatti tuoi- Rachel scosse la testa -non so se vorrei dirglielo- Kurt alzò gli occhi al cielo -Santana deve sapere entrambe le cose- Rachel chiuse il suo armadietto e si girò verso Kurt -Sapere cosa?- Santana comparve all’improvviso facendoli sussultare entrambi -San- Rachel si lasciò andar in un lamento, guardò la sua ragazza viva e vegeta e le corse incontro stringendola -hei che succede?- la latina la strinse e fissò Kurt, il ragazzo sospirò -io vado, ho lezione- Santana lo salutò con un sorriso, continuando a tenere Rachel stretta fra le sue braccia, le lasciò un bacio sulla fronte e rimasero così finché la latina non la sentì singhiozzare contro il suo petto -Rachel mi racconti cosa succede?- Santana le asciugò le lacrime e quando vide un accenno con la testa da parte di Rachel si decise a seguirla nell’aula vuota più vicina.
 
-allora?- Santana si sedette su un banco mentre Rachel camminava avanti e dietro nervosamente -ho avuto un incubo- Santana alzò un sopracciglio -io ti lasciavo cadere da una scogliera a causa di Quinn, che poi spingeva anche me- Santana sorrise e corse a stringere Rachel che stava per scoppiare a piangere si nuovo -non capisco, perché ci stai così male? Era solo un sogno- Rachel sbuffò -non era l’incubo a fare male, ma il modo in cui mi sentivo, il modo in cui mi hai odiato- Santana le sorrise scuotendo la testa -oh Berry, io non potrei mai odiarti- Rachel sorrise lasciando andare qualche altra lacrima -neanche se ti lasciassi cadere da una scogliera?- Santana sorrise -vedi scogliere da queste parti? Perché io non ne ho mai viste, e se ci sono allora avvisami così ci stiamo lontane, ti amo troppo per odiarti in qualche strano modo- Rachel sorrise e la strinse di nuovo, lasciandole un bacio su una spalla -anche io- Santana alzò un sopracciglio e si allontanò fissandola -anche tu cosa?- Rachel sorrise e le si avvicinò -non potrei mai odiarti e- Santana si morse un labbro e puntò il suo sguardo sulle labbra dell’ebrea -e?- Rachel sorrise e la baciò dolcemente -ti amo anche io- Santana sorrise stringendola quasi a romperle le ossa -queste parole hanno un suono che mi piace quasi quanto quello che fai quando..- Santana non finì di parlare he ricevette uno scappellotto dietro la testa -non ti smentisci mai- entrambe scoppiarono a ridere -mi ami anche per questo – Rachel scosse la testa -non parlare della nostra relazione in mezzo ai corridoi- Santana annuì abbassando lo sguardo leggermente triste -qualcuno potrebbe essere troppo invidioso, uccideremo un bel po’ di persone- Santana scoppiò a ridere scuotendo la testa -e comunque sì, ti amo anche per quello- Rachel fece correre la sua mano a stringere quella di Santana, fu un solo attimo, subito dopo le due si erano già allontanate, anche se si seguivano con gli occhi e si sorridevano a vicenda.
 
-dato che dobbiamo prepararci per le nazionali- Shuester battè le mani esaltandosi –a proposito non smetterò mai di congratularmi con voi, alle regionali siete stati fantastici, nonostante alcune di voi erano state fuori uso per un po’- Rachel sorrise scuotendo la testa –dicevo, avevo intenzione di fare una gara a coppie e chi vince avrà un fantastico premio- tutti sbuffarono tranne Santana che battè le mani un paio di volte –non esaltarti, non sa neanche quale premio sia, lo inventa al momento- Santana scoppiò a ridere e mollò una gomitata a Noah che sorrise –è vero, Puck ha ragione- Rachel la guardò annoiata mentre il ragazzo sorrideva anche a lei –ragazzi! Ascoltatemi!- l’attenzione tornò al professore che ora si era seduto al piano –dobbiamo riaccogliere uno di noi, ve ne siete dimenticati?- Santana alzò un sopracciglio quando vide la porta spalancarsi alzò gli occhi al cielo –Finn!- Kurt gli corse incontro abbracciandolo mentre tutto il glee lo seguiva, tutti tranne Santana, la latina capì immediatamente che tipo era, alto e goffo, per poco non cadeva con gli altri addosso, con la faccia un po’ da ebete, ma dopo tutto poteva sembrare davvero un bravo ragazzo –allora, si va alle nazionali?- Finn sorrise a tutti che gli annuirono, Santana era rimasta ancora nella stessa posizione, sulla sedia scarlatta a fissare quel ragazzone che non sembrava avesse proprio niente di speciale –tu sei Santana?- la latina alzò un sopracciglio –come fai a saperlo?- Finn fece spallucce e le sorrise –Rachel ci ha parlato troppo, e dico troppo, di te- Santana accennò un sorriso e fissò Rachel che aveva abbassato lo sguardo arrossendo leggermente –sono anche convinto che quella pallina rossa che stringe sempre sia tua- Santana crucciò le sopracciglia e sorrise di nuovo a Rachel –sei il suo stalker?- fissò Finn che le sorrise –sono il suo ragazzo- Santana sussultò a quelle parole e serrò la mandibola, giurò che se non ci fosse stata Rachel accanto al ragazzo, si sarebbe alzata e gli avrebbe tirato un pugno sul naso –ex ragazzo- le scappò di bocca, Finn la fissò con un sopracciglio alzato, la tensione nella stanza era densa come la nebbia, Finn aprì la bocca per parlare ma Santana lo bloccò –non sei mai venuto in quel centro, non ti sei mai degnato neanche di salutarla e ora mi vieni a dire che è la tua ragazza?- il silenzio calò nella stanza, Finn spalancò la bocca mentre Rachel si mordeva un labbro –io..io- il ragazzo provò a parlare ma ci rinunciò sbuffando –ragazzi calmatevi, formate le coppie, le faremo al momento le esibizioni, quindi, mi raccomando scegliete bene- Santana guardò Rachel per chiederle di fare un duetto insieme ma Finn fu più veloce –io in realtà volevo farlo con..- Rachel guardò Santana che aveva abbassato lo sguardo –San, ti va di cantare con me?- Mercedes le sorrise e fece cadere il suo sguardo sui due ragazzi, Rachel sbuffò e annuì a Finn lanciando uno sguardo carico di scuse a Santana.
 
-San!- la latina si guardò alle spalle smettendo di ascoltare Mercedes che parlava al suo fianco –Santana!- si fermò per aspettare Rachel che la raggiungeva –mi avvio in auditorium, nel frattempo scegli una canzone- Santana annuì e le sorrise, vide Mercedes sgambettare veloce verso l’auditorium, si sarebbero esibiti tutti, una coppia alla volta e avrebbero scelto il vincitore. Santana guardò la ragazza che l’aveva raggiunta con il fiatone, la latina potè notare Finn fissarla da lontano con sguardo inquisitorio –scusa se non ti ho aspettato- Santana accennò appena –non importa- sussurrò Rachel iniziando a camminare al fianco della latina –avete scelto cosa cantare?- la diva fissò Santana dal basso e deglutì leggermente ­–pretending- Santana alzò un sopracciglio –cosa?- Rachel sospirò e si ritrovò gli occhi neri di Santana addosso –l’ha scritta per me, prima che io finissi in rehab- Santana alzò un sopracciglio –io..spero andiate bene- Santana le sorrise cercando di mantenere un’espressione tranquilla, anche se sentiva già il fuoco avvamparle nelle vene, si fissò le braccia e senza neanche accorgersene si passò una mano sul braccio, la sua pelle era calda sotto i suoi polpastrelli freddi. Possibile che non potesse innervosirsi? Odiava quello che le succedeva, quasi come se si stesse trasformando in un mostro –San..- Rachel allungò una mano sulla sua spalla, ma lei si scostò –Santana- la richiamò Rachel, Santana stava per girarsi, già con gli occhi stretti e un labbro fra i denti –Rachel! Dobbiamo cantare! Sbrigati!- Finn la prese per un braccio non curante di Santana e trascinò Rachel con sé fino all’auditorium. La latina rimase a fissarli da lontano, con ancora le braccia bollenti –Dio!- urlò correndo verso il bagno, si guardò un attimo allo specchio e sospiro cercando di mantenere la calma –va tutto bene- si disse cercando di sorridere, mise i polsi sotto l’acqua ghiacciata anche se sapeva che non sarebbero diventati freddi, era una reazione psicologica. Sbuffò quando sentì degli applausi poco lontani, la prima coppia doveva essersi già esibita, forse riusciva ad evitare di vedere quel bradipo addosso alla sua ragazza, scosse la testa abbassando lo sguardo sulle sue mani strette sul lavandino, un respiro profondo poi si avviò verso la porta pronta per ascoltare quelle sdolcinatezze per una ragazza che ormai quel tizio non possedeva neanche più.
 
Santana si sedette accanto a Mercedes e fissò Rachel sul palco, che guardava abbastanza annoiata Finn –allora cosa ci canterete?- il professore sorrise e sentì lo sbuffo di Santana –pretending- sorrise Finn, ma Rachel al suo fianco non era poi così entusiasta –io…scusate- disse prima di correre via dal palco. Santana sospirò e si alzò dalla sedia camminando fuori –me ne occupo io- sorrise fintamente a Finn e camminò fino all’aula canto.
 
-Rachel!- Santana entrò guardandosi intorno –vai via- le urlò la ragazza rannicchiata contro il muro all’ultima fila –oh Rach, che ci fai lì?- Santana le si avvicinò sorridendo comprensiva, ma Rachel la respinse e si nascose con la testa fra le mani –vattene Santana- la latina le si sedette accanto e la guardò in silenzio per qualche istante –abbiamo passato quasi un anno in rehab, e credi che ti lascerò sola adesso?- Rachel la guardò e scosse la testa –sapevo che lo avresti detto- la latina sorrise e le allungò un braccio su una spalla e la tirò verso di sé –la verità è che non ci riesco. Non posso cantare con lui, non le sento più quelle cose, è come se fosse tutta una finzione- Rachel sbuffò nascondendo il viso nell’incavo del collo di Santana –lo so, ma ormai abbiamo fatto le coppie, e poi devi far vedere di che pasta sei fatta al McKinley, alle regionali è stata una passeggiata, ma andiamo incontro alle nazionali- Rachel sospirò e annuì guardando Santana –io volevo cantare con te- la latina abbassò lo sguardo sorridendo –avremo tanto tempo per farlo- Rachel sbuffò –lo so, ma ero impaziente, avevo pensato anche ad una canzone- Santana la fissò sorridendo e avvicinando il viso a quello dell’altra –sarebbe?- soffiò ad un palmo dal suo naso –So Emotional- Santana sorrise e scosse la testa allungando a schioccarle un bacio a fior di labbra –muoviamoci Berry, devi cantare- si staccò sentendo un lamento di Rachel e scoppiò a ridere tendendole la mano –la prossima volta canteremo insieme- Santana annuì trascinando, letteralmente, Rachel per i corridoi.
 
Aprì la porta dell’auditorium sospirando e tutti passarono lo sguardo su di lei –Rachel?- Finn non finì neanche di parlare che Rachel comparve dietro di Santana, ancora con le dita legate a quelle della latina –scusate, dovevo andare in bagno, ansia da prestazione- il professore le sorrise, Finn però la guardava ancora leggermente confuso –Berry vai a cantare su- Mercedes le lasciò uno schiaffetto sul sedere facendo ridere Rachel, più per la guardata torva di Santana che per la situazione. La latina si sedette, ormai pronta per sentire quella specie di lamento, sbuffò un paio di volte nella poltrona e non riuscì a stare ferma neanche per un attimo. La voce del bietolone rimbombava per la stanza e Santana era ancora più innervosita, quel tizio si stava avvicinando fin troppo alla sua ragazza –Santana! Cerca di darti una controllata!- Mercedes le mollò una gomitata nelle costole facendola agitare, se possibile, ancora di più –come faccio? Quel coso sta attaccato alla mia, e ripeto, MIA Rachel!- Mercedes le mollò un’altra gomitata per farla calmare -se forse la smettessi di agitarti e fisseresti la tua ragazza capiresti che ti sta dedicando la canzone- Santana sussultò e smise di muoversi di botto, non si era manco accorta che Rachel la fissava con un sorriso dipinto sulle labbra, mentre lasciava andare quel canto che la faceva incantare ogni volta. L’unico neurone che non si era ancora spento a causa di Rachel le fece passare per un attimo lo sguardo su Finn e lo vide guardare a scatti lo sguardo di Rachel e il suo nero e buio, Finn sembrò ghignare con una mossa allacciò la sua mano a quella di Rachel, facendo sussultare Santana -San- Mercedes le toccò una spalla facendola tornare in sé -io.. scusa, non ce la faccio- si alzò e camminò svelta fin fuori l’auditorium, sentì lo sguardo di Rachel seguirla e sbuffò una volta fuori, odiava essere gelosa.
 
"Hola Classe"
Inizio con il dire che la scena del sogno non è inventata, ma la mia compagna di banco ha ben pensato di sognarci su quella scogliera e tutto il resto, dico solo che quella che muore alla fine sono io, che vita ingiusta.Volevo anche dire che Finn sembrerà uno brutto stronzo *posso dirlo vero?*, ma credo che lo farò diventare il bravo ragazzo che tutti conosciamo , insomma amo troppo quel bietolone per fargli fare la parte dell'antagonista.
Comunque, credo di non essere troppo in ritardo e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere, alla prossima.

Volevo dedicare il capitolo *e forse mezza storia* alla mia amica che adesso sta leggendo, è grazie a lei se spesso ho vinto le mie battaglie, ti voglio bene ciccina.
-Kisses M

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


CAPITOLO 19
-Santana! Ti ho cercato ovunque!- la latina sbuffò chiudendo il suo armadietto di scatto –che ci fai qui Mercedes?- vide la ragazza avvicinarsi e si incamminò nella parte opposta –dovremo cantare fra qualche turno- Santana alzò gli occhi al cielo –stavo giusto andando da Shuester e ritirarmi- Mercedes sbuffò e la bloccò per un braccio, Santana sussultò e ritirò il braccio di scatto, come se avesse preso una scossa –scusa, io.. mi da fastidio che mi stringano in quel posto- Mercedes si limitò a sorriderle e a scuotere la testa –non importa, ma tornando al fatto di prima, non puoi ritirarti semplicemente perché…aspetta, perché vuoi ritirarti?- Santana la guardò un attimo prima di continuare –non mi piace cantare quando sono arrabbiata- Mercedes le scoppiò a ridere letteralmente in faccia, tanto che Santana sbuffando se ne andò lasciandola a ridere in mezzo ai corridoi –Santana aspetta!- fece finta di non sentirla e con i pugni stretti batteva i piedi a terra, quasi a creare un solco. Aveva sbuffato già un paio di volte quando aveva sentito una porta dietro di sé chiudersi –Che diamine è tutto questo chiasso?- la latina alzò un sopracciglio e si girò a fissare la donna che si lamentava e fissava la porta dell’auditorium, era alta e magra, con un taglio corto e biondo, gli occhi azzurri e scaltri si ergevano sugli zigomi poco esposti dalla pelle candida –e tu che ci fai in mezzo ai corridoi?- urlò contro Santana che si puntò un dito al petto, come per dire “io?” –si tu, razza di idiota! Fila in classe!- Santana strinse i denti –ci stavo andando, stiamo in auditorium a fare lezione con Shuester- la donna la fissò da testa a piedi e alzò un sopracciglio –come mai tu non hai fatto il provino per le mie Cheerios?- Santana la guardò leggermente confusa –perché non volevo?- fece spallucce ed entrò nell’auditorium chiudendosi la porta alle spalle e facendo rimanere la coach a bocca spalancata.
-Professore- Santana lo chiamò da lontano, alzò per un secondo gli occhi al cielo quando lo vide esaltato per l’esibizione che stavano facendo in quel momento Artie e Kitty, le sembrava un bambino la cosa la infastidiva non poco –aspetta Santana, si stanno esibendo, potrai parlarmi quando toccherà a te- Santana sbuffò e gli si sedette accanto –non voglio esibirmi, mi ritiro dalla gara- non diede neanche il tempo all’uomo di guardarla confuso che se ne andò accanto a Kurt –Shuester! Vieni immediatamente qui!- sentirono una voce urlare dalla porta di ingresso e tutti si girarono di botto, persino Artie e Kitty smisero di cantare –Sue sono nel bel mezzo di una lezione, cosa c’è di così importante!- così dicendo irritato e innervosito lanciò uno sguardo a Rachel che annuì sorridendo, quei due si capivano come fossero stati padre e figlia –la Sylvester deve sempre rovinarci le lezioni- Santana spalancò la bocca rendendosi conto di con chi aveva parlato poco prima, ne aveva sentito parlare di quella donna, di quanto fosse autoritaria e assetata di potere, e lei che aveva fatto? Le aveva risposto con presunzione e con quel tono stronzo che la definiva da quando era nata –o merda- si lasciò scappare appena ebbe assimilato la cosa –che succede Lopez?- Noah le sorrise girandosi a guardarla dalla fila anteriore –prima stavo passeggiando per i corridoi, dato che qui dentro mi annoiavo- tutti annuirono, ormai ascoltavano solo lei –e l’ho incontrata mentre si lamentava del chiasso che stavamo facendo, le ho risposto in tono acido e mi ha chiesto perché non ero nei cheerios, e indovinate, altra risposta acida! Oddio mi ucciderà- sbuffò cadendo all’indietro con un gesto teatrale, che proprio non le si addiceva, sentì un attimo di silenzio e poi tutti scoppiarono a ridere –che avete da ridere?- Santana sbuffò passandosi le mani a lisciare la gonna –non capisci, Sue ha sempre doppi fini, ti ha chiesto perché non facevi parte delle cheerleader, semplicemente perché vuole che tu ne faccia parte- vide Blaine annuire al pensiero di Kurt e iniziò a tranquillizzarsi –avrà visto che sei una tosta e ti vuole in squadra, facile- questa volta fu Tina  a parlare che la fece tranquillizzare totalmente –sono d’accordo, sai come ti starebbe bene una divisa da Cheerios con quelle gambe?- Santana scoppiò a ridere sentendo la battuta di Noah e poco dopo lo schiocco sulla sua nuca da parte della mano di Rachel –ma sei impazzita?- il ragazzo la guardò ringhiando, ma sorrise appena vide Rachel fissarsi la mano pentita –scusa- sussurrò soltanto, prima di alzarsi e uscire dal cerchio che avevano composto i ragazzi, Mercedes giurò di aver visto lo sguardo di Santana seguire Rachel come se volesse proteggerla da qualche attacco di un qualche leone improvviso.
 
-Hei!- si guardò alle spalle crucciando un sopracciglio –ciao- sorrise andando incontro alla latina –che fine hai fatto? Non ti ho visto per il resto dell’ora- Rachel fece spallucce e si mise  a braccetto con la ragazza–che fai?- Santana fissò le loro braccia intrecciate e chinò di poco la testa –tenerti per mano è troppo diretto, così ti tengo per braccetto- Santana rise lasciandole un bacio su una tempia –comunque sono stata dal professore dopo che la Sylvester ha smesso di urlargli contro, domani finiremo le gare, quindi sei ancora in tempo per rientrarci, tonta che non sei altro- le battè un pugno sulla testa dolcemente e vide Santana sorridere –tu che fine hai fatto?- Santana fece spallucce e fece scorrere la sua mano fino al polso di Rachel –sono stata con Blaine e Noah- Rachel sorrise quando il contatto con la mano di Santana iniziò a farsi sempre più vicino –Noah non è arrabbiato con me, vero?- Santana rise ricordando la scenetta avuta poco prima –no, non se le presa- Rachel le sorrise e continuarono a camminare in silenzio, le loro mani ormai erano palmo a palmo, ma dovettero allontanarsi quando videro Finn avvicinarsi-Santana posso parlarti?- la latina guardò il ragazzo con un sopracciglio alzato –di cosa?- Rachel parlò per Santana e vide lo sguardo di Finn cadere su di lei, che fino a poco prima non aveva neanche notato –ciao Rach, puoi lasciarci soli?- la latina fissò Rachel annoiata e dopo averle schioccato un bacio rumoroso sulla guancia si allontanò per camminare con Finn –allora?- gli chiese sbuffando –ho visto che durante l’esibizione mia e di Rachel sei uscita prima- Santana spalancò gli occhi e cercò di bloccare un rossore che stava per espandersi sulle sue gote –sì, dovevo andarmene un po’ fuori- Finn sospirò profondamente e fissò gli occhi imbarazzati di Santana –non siamo partiti con il piede giusto noi, quindi che ne dici di ripartire da capo?- il ragazzo le tese una mano sorridente, Santana lo fissò leggermente confusa –come vuoi- alla fine cercò di sorridere e strinse la mano del ragazzo –un giorno di questo dobbiamo farci una chiacchierata io e  te- Santana sorrise e scosse la testa –sicuro di essere Finn Hudson? Sono un po’ insicura, non è che Hummel si è impossessato di te?- Finn scoppiò a ridere e si girò allontanandosi –ci vediamo Lopez- Santana gli sorrise –ciao Hudson- incrociò le braccia al petto e si avviò alle porte del liceo, sospirò e sorridendo prese il cellulare per chiamare Rachel, quando però vide una chiamata persa da sua madre si affrettò a chiamarla –tesoro!- sentì subito la donna risponderle, si preoccupò, sembrava quasi che sua madre stesse aspettando una sua chiamata –che succede mamma?- sussurrò spaventandosi della risposta –niente è che dovrei parlarti di una cosa- Santana deglutì –cosa?- sussurrò di nuovo, ma per lei fu inevitabile sorridere quando vide Rachel appostata accanto alla sua auto –devi andare per qualche giorno da tuo padre- Santana spalancò la bocca –cosa? in California? Ma non se ne parla neanche!- sentì dall’altro lato sua madre sbuffare –è solo per un paio di giorni, l’avvocato ha detto che finchè non sarai maggiorenne devi andarci per almeno un weekend al mese- Santana sbuffò passandosi una mano sul viso –ne riparliamo dopo a casa mamma- mimò a Rachel di aspettarla un attimo e si girò dandole le spalle –non torni adesso?- Santana sospirò e guardò Rachel sorridendo –no, vado a studiare da un’amica- tornò a girarsi sentendo però che Rachel continuava a fissarla –va bene, ma appena torni dobbiamo fissare il fine settimana in cui andrai da tuo padre- Santana sbuffò e si morse un labbro per contenere la stizza –io non ci voglio andare!- urlò ma ormai sua madre aveva staccato la chiamata, fissò lo schermo del cellulare  e bloccandolo lo gettò nella sua borsa –tutto bene?- la voce bassa di Rachel le arrivò alle orecchie –andiamocene- si limitò a dire Santana camminando dall’altro lato dell’auto.
Rachel sapeva cos’aveva Santana negli occhi quando qualcosa non andava, se ne era accorta anche quella volta, mentre guidava e quegli occhi così concentrati sembravano più scuri e intensi del solito, guardò per un attimo fuori dal finestrino, sapeva che se Santana aveva qualcosa ne avrebbero parlato, si girò a fissarla, passò lo sguardo dal suo viso, si era attanagliata il labbro con i denti, cercò di schiacciare la voglia improvvisa di morderle quelle labbra fino a farle sanguinare. Fece scendere il suo sguardo verso le braccia tese di Santana e le mani che si chiudevano in un lucchetto intorno al manubrio, fissò che le teneva strette quasi a trattenere la voglia di picchiare contro un muro, così sospirò, ricordandosi che Santana le avrebbe parlato di quella cosa sicuramente, ma che la sua ragazza era anche una testa dura –San..- sussurrò appoggiando la mano sul suo braccio –che c’è?- la latina si girò per un attimo verso la più piccola e cercò di mimare un sorriso, che però, risultò come una smorfia –che succede?- Santana non rispose, continuò a fissare la strada nell’attesa di arrivare a casa di Rachel –sei arrabbiata con me? Sei arrabbiata per il fatto che ho cantato con Finn? Cosa ti ha detto quello stronzo! Che cosa è successo? San mi stai facendo preoccupare, ti dispiace che io abbia reagito così al tono di Puck così malizioso con te? Allora scusa, è solo che mi ha dato fastidio!- smise di parlare e di gesticolare appena vide l’auto fermarsi, fissò Santana che la guardava divertita –hai intenzione di rimanere qui dentro a vita, Berry?- Rachel alzò gli occhi al cielo scendendo dall’auto e avviandosi alla porta di casa sua.
 
-papà!- urlò ma non ricevette nessuna risposta, tranne un rumore di piatti che si rompevano, alzò un sopracciglio fissando Santana al suo fianco –papà!- sospirò vedendo suo padre a raccogliere i cocci di porcellana a terra –tesoro mi hai spaventato- Leroy si portò una mano al petto teatralmente, Santana sorrise, quell’uomo era proprio sua figlia al maschile –scusa papi- Rachel si trattenne dallo scoppiare a ridere in faccia all’uomo –oh ciao Santana- solo in quel momento la latina venne notata –salve signor Berry- alzò una mano timidamente e sorrise dolcemente, Rachel la guardò un attimo prima di staccare senza voglia lo sguardo da quel sorriso così innocente ma che nascondeva un mondo –allora, noi andiamo a studiare- Leroy annuì girando e sorridendo sotto i baffi –tra poco io e Hiram andiamo al centro commerciale, vuoi qualcosa?- fissò sua figlia che scosse la testa –no, sto apposto- Leroy annuì e la lasciò andare. Santana e Rachel salirono in stanza in silenzio, Santana la fissava confusa, perché la Berry era arrabbiata con lei questo non riusciva  a capirlo, così appena Rachel chiuse la porta le si parò davanti, a qualche centimetro –perché mi tieni il muso Berry?- le soffiò ad un centimetro dal tuo viso –ma se sei tu quella arrabbiata! Non vuoi neanche dirmi il perché?- Santana sorrise scuotendo la testa –almeno dimmi cos’ho fatto- sentì quel sussurro sbatterle contrò le spalle, si era girata e aveva fatto un passo per allontanarsi dalla ragazza –tu non hai fatto niente!- chiuse un attimo gli occhi per trattenersi, non poteva risponderle male, non era colpa sua del resto –mia madre vuole che io passi il weekend da mio padre- Rachel alzò un sopracciglio –ed è così grave?- Santana si sedette sul letto di Rachel –sì, non capisci. Tornare lì sarebbe come se tutto quello che mi è successo succedesse ancora: i tagli, l’outing, il bullismo.. Brittany- Rachel si morse un labbro sentendo il nome della ragazza sussurrato come fosse stato un segreto che nessuno avrebbe dovuto ascoltare, stette in silenzio a fissarla per un tempo che le sembrò lunghissimo, alla fine boccheggiò un paio di volte, ma non disse niente, si limitò a stendersi accanto a Santana e fissare il soffitto di casa Berry –ti si sono scaricate le pile?- Santana si mise di lato fissando Rachel con un sorrisetto  malizioso sul viso, mentre le passava un dito sulla pancia piatta –no- una risposta secca fece alzare un sopracciglio a Santana che si mise seduta –che c’è adesso?- sbuffò passandosi una mano sul viso –perché ti preoccupi di lei?- Santana sorrise sentendo l’insicurezza che Rachel aveva cercato di non far trasparire dalla sua voce –non sorridermi in quel modo- la latina abbassò lo sguardo e quando lo rialzò trovò gli occhi di Rachel che la scrutavano –la dovresti smettere di credere di essere poco abbastanza- Rachel sbuffò e girò la testa per non fissare Santana, strinse i denti sapendo che la latina aveva centrato il punto, era insicura e spesso si odiava, nessun centro di riabilitazione le avrebbe fatto riacquistare la fiducia che aveva verso il suo corpo prima che tutto quello incominciasse –è colpa sua se sono diventata questo, non pensare neanche che quello che stai ipotizzando sia vero- Rachel sentì la mano salda della latina girarle il volto, vide il sorriso della ragazza e abbassò lo sguardo rendendosi conto di essere una vera cretina –la smetti con quel broncio oppure devo togliertelo io?- Santana le passò un dito su un labbro e si avvicinò lentamente al viso della ragazza –che intendi per togl..- non finì di parlare perché dovette trattenere un urletto di dolore, causato dal suo labbro stretto nella morsa dei denti di Santana –tu sei matta!- Rachel si mise una mano davanti la bocca e sentì l’altra ridere –e tu sei gustosa- Rachel sorrise scuotendo la testa –e tu mi stai provocando- Santana rise prendendole il viso fra le mani –la smettiamo con questi “e tu”?- Rachel sorrise e appoggiò le sue labbra su quelle della latina sentendola sorridere poco dopo –mi è venuta un’idea!- Rachel si staccò fissando Santana che si era staccata un po’ contro voglia –oh andiamo Berry! Abbiamo di meglio da fare! La tua idea la sento dopo- Rachel rise e quando Santana allungò una mano per afferrarle la nuca la schivò, alzandosi e iniziando a camminare avanti e dietro –potrei accompagnarti in California, sarebbe divertente- Santana sorrise e annuì –dovrei chiedere a mio padre, ma lui non ci sarà mai, quindi credo che sia già un sì- Rachel sorrise e le schioccò un bacio – devi  prepararti per la gara anche se ti sei ritirata, dato che stamattina non abbiamo concluso- Santana annuì e cercò di trasportare Rachel sul letto con sé, invano –aspetta, devo parlarti- Santana alzò un sopracciglio e la lasciò vedendola sedersi difronte a lei –ecco.. vedi.. io.. io e Qu..Quinn, noi, abbiamo.. ehm.. diciamo..- Santana sbuffò alzando gli occhi al cielo –sei la ragazza più logorroica che conosco e ora non riesci a parlare?- Rachel sorrise tirando un sospiro –ioeQuinnabbiamofattopacecomeprimasenzabaciecarezzesiamoduenormaliamiche- Santana spalancò gli occhi sentendo quanto Rachel avesse parlato veloce e a macchinetta –Rachel! Rallenta!- le mise le mani sulle spalle per farla rilassare –okay, ripeti con calma, va bene?- Rachel annuì deglutendo –io e Quinn abbiamo fatto pace, siamo diventate come prima- Rachel vide lo sguardo di Santana inscurirsi e si affrettò a continuare –ma senza baci e carezze- sussurrò giusto in tempo da sentire le mani di Santana stringersi sulle sue spalle –siamo due normali amiche- concluse sorridendo e sperando di vedere Santana sorride a sua volta, ma la vide solo in silenzio, a riflettere e a torturarsi la mente con quei mille film mentali –dimmi qualcosa almeno- Rachel le accarezzò un braccio facendola sussultare –io penso che se lo dici tu che c’è solo amicizia tra voi per me va bene- Rachel sorrise e saltò in braccio alla ragazza, riempiendole il viso di baci –dovremmo andare, lo sai vero?- Rachel le sussurrò ad un centimetro dalle labbra –si lo so- sussurrò avvicinandosi, si allontanò facendo rimanere Rachel come una cretina –stronza- le puntò il dito contro e dopo poco scoppiarono a ridere.
 
 
-merda- Santana sospirò affannosamente ritrovandosi con lo spigolo di uno dei lavandini dei bagni della scuola conficcato nella schiena , Rachel continuava a farle una specie di radiografia con le mani mentre la sua bocca era impegnata a mordere e succhiare ogni piccolo pezzo di pelle che si trovava nel raggio di un metro del collo di Santana, la latina respirava e cercava di trattenere i gemiti mentre le sue mani erano strette intorno al sedere di Rachel-potrebbe entrare qualcuno- Rachel sbuffò iniziando ad avvicinarsi alle labbra della ragazza -non me ne frega, ti scoperei pure in mezzo i corridoi- Santana la guardo confusa, non era sicura di stare parlando con la sua ragazza, con la pudica, innocente Rachel Berry dalle gonne da falsa santarellina -che c'è?- sospirò ad un centimetro dalla sua bocca -dio Berry- sussurrò con tono roco, sentì il lago nelle due gambe espandersi, dovette trattenere un urlo di dolore appena Rachel le strinse una guancia fra i denti quasi a volergliela strappare -che combini!- Santana si massaggiò la guancia vedendola imbronciarsi un attimo -non devi chiamarmi Berry!- Santana sorrise e allungò un braccio ad afferrare la mano di Rachel -scusa piccola- sussurrò ad un palmo da lei prima di schioccarle un bacio che fu approfondito da Rachel -O.MIO.DIO- Santana si staccò di scatto e Rachel fece un passo indietro, entrambe fissarono la porta, dove con la bocca spalancata e gli occhi azzurri increduli, vigilava una Kitty scossa -voi..voi..- le puntò entrambe prima di fare un passo indietro -Kitty! Aspetta!- Rachel si lanciò in avanti afferrandola per un braccio e avvicinandola a sé -cos'hai visto?- Santana le chiese appoggiando la schiena contro il muro fatto di mattonelle -che razza di domande fai, Lopez! Ho visto te e la nana logorroica, canterina e per niente sexy- Rachel alzò gli occhi al cielo -Kitty vai avanti!- la richiamò, la bionda la fissò e annuì -senti dopo averti vista pomiciare con la più figa del club, oltre a me ovviamente, ci sono rimasta sconvolta- Santana iniziò a ridere e vide Rachel diventare rossa di botto, la più bassa iniziò a battere un piede a terra e a parlare così veloce che nessuna delle due riuscì a capirla -questo significa che sta per arrivare un'ondata isterica di parole dalla Berry, e non ho proprio voglia di sentirla- Kitty fece un passo verso la porta, ma fu bloccata di nuovo da Santana -non dirlo agli altri- Kitty sorrise e scosse la testa - e fargli venire un colpo?- Santana le sorrise fra le risate e la lasciò andare.
 
- Rachel, Rachel calmati- Santana le si avvicinò bloccandola per le spalle -lo dirà a tutti! Siamo rovinate!- Santana alzò un sopracciglio -sarebbe così brutto non nascondersi più?- Rachel sentì il tono insicuro di Santana e sorrise ingenuamente -sarebbe bellissimo poterti tenere per mano, baciarti alla luce del sole, stringerti e far capire a tutti che sei mia- Santana chinò lo sguardo -ma?- Rachel  le alzò il viso con una mano-vorrei che lo sapessero da me e non da una cheerleader che non ha mai avuto buone parole per noi- Santana annuì abbassando lo sguardo -quindi dovremo anticiparla- Rachel le tese una mano -sei sicura?- Santana le sorrise con gli occhi che scattavano brillanti in quelli di Rachel -mai stata più sicura di qualcosa in vita mia- Santana unì la sua mano a quella di Rachel e insieme camminarono fino all'aula canto.
 
-ragazzi, dobbiamo dirvi una cosa!- la voce di Rachel fece sussultare tutti, Santana la guardò divertita, la cantante aveva usato un tono di voce così acuto da sembrare un oca che starnazza, inoltre stringeva la mano della latina così forte che Santana sperava non gliela strappasse –mi hai spaventato Berry- Noah si mise una mano sul petto in modo teatrale e assunse un tono di voce da femminuccia, quasi a volerla prendere in giro –Puck falla finita- Finn mollò una gomitata nelle costole all’amico e tornò a portare la sua attenzione sulle due ragazze al centro della stanza, cercando di evitare di far cadere il suo sguardo sulle mani intrecciate delle due –noi volevamo..- Santana venne interrotta dal rumore assordante di una pianola che stona –scusate- tutti si girarono verso la voce e spalancarono la bocca –Quinn?- Rachel sussurrò con gli occhi spalancati, Santana aveva lasciato andare la mano di Rachel, aveva le braccia piegate al petto e un sopracciglio alzato a fissare la ragazza, Quinn si stava passando una mano nei capelli biondi, aveva l’aria imbarazzata, per sbaglio nella fretta di entrare nella sua vecchia aula canto aveva urtato contro la seggiola della pianola, che aveva urtato lo strumento in questione, che era caduto provocando un rumore fastidioso –volevo farvi una sorpresa- Quinn abbassò lo sguardo per poi rialzarlo quando sentì il gruppo scoppiare a ridere. Solo Santana e Rachel non ridevano, una troppo impegnata a capire cosa stesse succedendo e l’altra incavolata per aver interrotto la sua dichiarazione –noi stavamo parlando- Santana sorrise falsamente a Quinn e guardò gli altri del gruppo –cosa volete dirci?- Sam sorrise appoggiando il viso sul dorso della mano –non vorrete mica dirmi che ho rovinato la vostra dichiarazione e che loro non sanno ancora che voi due state insieme?- Santana chiuse gli occhi e respirò profondamente, sentì Rachel irrigidirsi al suo fianco, aprì gli occhi solo per vedere la reazione degli altri, stavano tutti fissando Quinn con la bocca spalancata –Cosa?- Finn urlò confuso –Santana e Rachel stanno insieme, non lo sapevate?- Quinn vide tutti scuotere la testa e abbassò lo sguardo, Santana vide l’ombra di un sorriso crearsi su quel viso, la voglia di prenderla a pugni le schizzò alle stelle –credo di aver fatto una vera e propria figuraccia- la risatina della ragazza bionda fu l’ultimo rumore emesso dai ragazzi da lì a qualche minuto, Rachel fissava il pavimento e non aveva il coraggio di guardare ne Santana ne Finn, anche se sentiva quanto la sua ragazza stesse ribollendo in quel momento. Quando finalmente riuscì ad alzare lo sguardo riuscì a notare solo i capelli di Santana che sfrecciavano via con lei, guardò oltre la sua spalla e la vide camminare svelta borbottando qualcosa in spagnolo, sbatteva i piedi a terra quasi a creare un fosso ad ogni passo, camminava così veloce che il suo sguardo non poté fare altro che assecondare quel movimento ipnotizzante di anche, scosse la testa svegliandosi, quello non era proprio il momento adatto per ammirare il sedere della propria ragazza. Si sentì un certo mormorio nella stanza solo quando Santana uscì  e si battè la porta alle spalle con una certa forza –San- Rachel pronunciò iniziando a correre.
 –credo di aver fatto un casino- Quinn pronunciò accompagnata da una risatina –l’hai fatto apposta!- Kurt le puntò un dito contro alzandosi dalla sua sedia –Kurt sta calmo- Mercedes gli pose una mano sulla spalla –piuttosto cerchiamo un modo per scusarci del nostro, anzi del vostro, silenzio imbarazzante- Tina annuì passandosi una mano sul viso –andiamo che cos’abbiamo fatto di male?- Finn fece spallucce –dopo quello che ci ha raccontato Santana, il suo primo coming out con la sua vecchia ragazza non è stato dei migliori, e ora che trova il coraggio di dirvelo esplicitamente, voi che fate? State lì impalati!- Mercedes si ritrovò ad aggredire gli altri che la guardavano confusi –tu lo sapevi?- Finn si alzò sovrastando l’altezza di Mercedes –io e Kurt- il ragazzo annuì sorridendo –e io- Kitty alzò la mano sorridendo imbarazzata, fissò Kurt e Mercedes che la guardavano con un sopracciglio alzato –le ho beccate a copulare in bagno- Kitty fece spallucce e sentì gli altri sospirare –lo sapevo anche io, perché nessuno mi da conto?- Quinn ricevette uno sguardo di fuoco da Kurt –perché tu sei stata solo un errore di percorso- ammise con un sorrisino bastardo sul viso –brutto bastardo!- Quinn gli inveì contro –ragazzi! Calma, Mercedes ha ragione, troviamo un modo per farci scusare, Shuester penserà che è un’esercitazione per le nazionali- tutti annuirono e sorrisero a Finn –allora, oggi alla terza ora nell’auditorium creeremo un piano, non mancate- Mercedes e Kurt si lanciarono un’occhiata e si sorrisero annuendo.
 
-Santana?- Rachel la chiamò per l’ennesima volta dopo essere uscita dall’aula canto, aveva camminato per tutto il corridoio, ora guardava da lontano gli allenamenti delle cheerios e sperò di vederla sugli spalti, ma non c’era, la ragazza sembrava essere sparita. Corse verso l’auditorium e neanche lì c’era –Rachel- si sentì chiamare e una mano si appoggiò sulla sua spalla, sorrise sentendo quel tocco così familiare –ma dov’eri finita?- si girò ritrovandosi faccia a faccia con Santana –nell’aula di astronomia- Rachel alzò un sopracciglio –che ci facevi lì?- Santana si passò una mano fra i capelli –nel mio vecchio liceo non la usavano mai, era il mio rifugio- Rachel sorrise annuendo –vorrei solo tirarle un pugno sul naso- Rachel scoppiò a ridere e si allungò a schioccarle un bacio su una guancia –vieni con me- la più bassa la prese per mano e trascinandola, letteralmente, iniziarono a correre fino agli spalti del campo da football –che ci facciamo sugli spalti- Rachel scosse la testa –è sotto gli spalti, non su- Santana le sorrise e accovacciandosi le due si sedettero sull’erba, stranamente pulita, al di sotto degli spalti, lì nessuno poteva vederle –mi ricorda il giardino sul retro della clinica- Rachel sorrise appoggiando la testa sulla spalla di Santana –già, ricordo quando ti sdraiavi sulla panchina dietro il ciliegio e ti fumavi la tua sigaretta pomeridiana- Santana sorrise –non è cambiato molto da quel giorno- Santana annuì –tranne il fatto che mi hai fatto smettere di fumare- Rachel rise e si allungò a schioccarle un bacio.   

 
Fabrey slays everyone.
Rido. Quinn cattivella che fa le bastardate ci voleva dai, anche se io la preferisco come la Quinn Fabrey migliore amica di Santana Lopez, dolce e spesso schietta. Anche se questa parte tanto "Lopez's Style" le sta bene. 
Mi rendo conto che questo capitolo è molto più lungo degli altri, quindi potrebbe essere molto più confusionario, fatemi sapere se non si capisce un emerito niente o se è abbastanza leggibile.
-Kisses M.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


CAPITOLO 20
 
-scusami- Santana fece correre la sua mano verso il braccio che era appena stato urtato, si girò indietro con una smorfia di dolore stampata sul viso, vide una ragazza camminare svelta, una cascata di capelli biondi raccolti in una coda, Santana fece scorrere lo sguardo sulla ragazza appena, le vide una divisa rossa addosso, fu sicura di non averla mai vista fra le cheerios -che ci fa Quinn con la sua vecchia divisa?- Santana sussultò e cercò di trattenere un urletto spaventato, Rachel le era comparsa accanto improvvisamente -Quinn?- chiese iniziando a sentire il dolore sul suo braccio espandersi - sì, non l'hai vista?- Santana scosse la testa e si bloccò sul suo braccio, sentì la pelle sotto le sue dita ardere e pulsare, come se centinaia di nidi di vespe stessero scoppiando pronti per riempirle il viso di punture di insetto -Rachel- chiamò la ragazza girandosi verso di lei ma Rachel era scomparsa, proprio com'era arrivata, come un tuono nella notte più tempestosa -Rachel!- urlò ma dovette trattenersi e piegarsi sul suo braccio, il dolore ora iniziava a lasciarle fitte per il corpo come se fosse stata pugnalata, come se il coltello poi venisse estratto lentamente lacerandole le membra , urlò di nuovo, questa volta la voce le si strozzò in gola, iniziò a sentire le lacrime scorrerle rovinosamente sul viso, si guardò intorno, nessuno l'aveva notata, come fosse stata invisibile, come se nessuno l'avesse mai fatta nascere, cercò di correre via, ma iniziava a perdere le forze, le fitte aumentavano e il suo braccio si era squarciato in troppi posti, il sangue usciva libero dai suoi polsi, il pavimento iniziava a riempirsi di rosso e Santana era bloccata lì, in quel corridoio dove nessuno la sentiva, aveva perso la voce, il sangue stava per svuotarla e le lacrime le si erano prosciugate agli angoli degli occhi. Si sedette con la schiena contro gli armadietti e chiuse gli occhi con forza, ma dovette aprirli di scatto, vide qualcosa nel buio, un paio di occhi grigi come l'inverno e una distesa di rosso, rosso sangue, deglutì per l'ultima volta quando sentì l'ultima goccia uscirle dal corpo -Rachel- sussurrò di nuovo cercando di scorgere la ragazza fra la folla.
 
 
-Rachel!- si mise seduta di scatto aprendo gli occhi, si guardò intorno e si mosse agitata fra le calde coperte del suo letto, si fissò le braccia e sospirò nel vederle piene di cicatrici bianche e dimenticate anziché squarci sanguinanti e pulsanti-era un sogno- sussurrò passandosi una mano sul viso -solo un sogno- ribadì l'ovvio e sentì le guance andarle a fuoco, si girò verso la sveglia; le quattro del mattino, ora come avrebbe fatto a riprendere sonno? Sbuffò un paio di volte e si rimise sotto le coperte. Dopo essersi rigirata come una cotoletta un paio di volte guardò il soffitto rinunciando a dormire, vide il suo cellulare accendersi e spegnersi e lo afferrò al volo dal comodino: due messaggi da Rachel in cui le chiedeva se fosse ancora sveglia, sentì gli occhi bruciarle e si sbrigò a comporre il numero -San- sentì la voce di Rachel e le lacrime iniziarono la loro veloce discesa lungo il suo viso -Ra..rach- un sussulto le fece strozzare le parole in gola - che succede amore?- la latina sorrise fra le lacrime -ho avuto un incubo- spiegò velocemente stendendosi sul letto -che hai sognato?- Rachel sembrava preoccupata -te lo spiego domani- si passò una mano sul viso cercando di scacciare quell'incubo macabro che le stava facendo riempiendo il cuore di aghi e spilli-come vuoi San- sentì Rachel sorridere e sembrò calmarsi un attimo -tu, piuttosto, perché non riesci a dormire?- attese un attimo di silenzio, come se Rachel stesse pensando se parlare oppure no -in realtà stavo pensando a te- Santana sorrise, sorrise così forte da sentire le fossette formarsi ai lati delle sue guance -quanto vorrei essere lì- sussurrò e sentì l'altra sorridere -tua madre ha il turno di notte?- la latina alzò un sopracciglio stupendosi della domanda -si perché?- sentì uno sbuffo dall'altro lato, come un soffio di vento -perché vorrei che tu mi aprissi, sai sto gelando- Santana saltò giù dal letto -cosa?- urlò quasi -Sì cogliona, sono fuori casa tua- Santana sorrise staccando la chiamata, corse verso la porta di ingresso e la spalancò -che diamine ci fai qui?- Rachel le sorrise facendo le spallucce -mi mancavi- Santana abbassò lo sguardo arrossendo, stettero in silenzio a guardarsi per qualche minuto finché un altro sbuffo di vento non le fece venire i brividi -che dici, mi fai entrare oppure ci vuole un permesso scritto?- Santana scoppiò a ridere e la tirò verso di sé per la maglietta baciandola dolcemente, con ancora le labbra salate dalle lacrime -ma come hai fatto a venire a quest'ora?- Rachel fece spallucce -sono scappata da casa di Kurt- Santana scoppiò a ridere e tenendola per mano la portò nella sua stanza -quindi tuo padre crede che tu stia a dormire da lui- Rachel annuì -ma in realtà..- Santana la strinse fra le sue braccia sotto le coperte -in realtà ho detto a Kurt che sarei corsa a dormire dalla mia ragazza- Santana rise infilando il viso nei capelli di Rachel -tu sei pazza- Rachel scoppiò a ridere e le schioccò un altro bacio -allora, raccontami del tuo sogno- Santana si morse un labbro e annuì fissando Rachel intensamente.
 
-Quasi dimenticavo, Quinn ti chiede scusa per il caos in aula canto- Santana alzò un sopracciglio e fissò un attimo Rachel, prima di tornare a guardare la strada –ci mancava solo sentirla nominare oggi- Rachel sorrise e le accarezzò una guancia, passando poi alle labbra e infine al collo –Rachel..sto guidando- mormorò la ragazza, Rachel sorrise e si allungò a schioccarle un bacio su una guancia –sei nervosa?- Santana la fissò un attimo e quando vide l’insegna che indicava la sua direzione deglutì –sto tornando nella mia vecchia città, dove ci sono ragazzi che non mi vedono da tre anni e che mi hanno portata a tentare il suicidio, e dove c’è mio padre che mi odia, come credi che io debba stare?- Rachel abbassò lo sguardo ma poi sorrise –aggiungi “con la mia ragazza”- Santana le sorrise accarezzandole una gamba con una mano –siamo quasi arrivate- sorrise –Cosa? tu vivevi a Los Angeles?-  Rachel spalancò la bocca quando lesse il nome della città –in provincia, ma non cambia tanto- Rachel la guardò annuendo e poi iniziò a guardare fuori dal finestrino beandosi del paesaggio.
 
-Papà- Santana strillò una volta entrate in casa, Rachel si guardava intorno con la bocca spalancata e gli occhi increduli, appena arrivata si era ritrovata una casa che rispetto a quelle a cui era abituata a Lima sembrava una reggia, le pareti erano ricoperte di marmo bianco e il giardino era curato a perfezione, l’interno rispecchiava perfettamente l’esterno, con gli interni eleganti e una scala che si divideva in due nel bel mezzo della sala da pranzo –Santana, tesoro- Rachel sussultò e si girò a fissare verso l’inizio della scala, un uomo con gli stessi tratti di sua figlia stava scendendo le scale con fare elegante, era vestito con una camicia rigirata sulle braccia, aveva un pantalone a sigaretta e sotto braccio stringeva una giacca nera, con una valigetta impugnata alle mani, solo quando si fu avvicinato Rachel si rese conto di quanto uguale a Santana potesse essere; capelli corvini, occhi neri, zigomi alti e fisico slanciato –lei è una mia compagna di scuola- Rachel sorrise all’uomo che la squadrò da testa a piedi, non era abituata a vedere quel nero guardarla in quel modo, di solito gli occhi di Santana la scrutavano con dolcezza o con desiderio, ma suo padre la fissava con sguardo accusatorio –ottimo, si sistemerà nella stanza degli ospiti- Rachel vide l’uomo sorriderle dolcemente e ricambiò, quel sorriso l’aveva già visto un milione di volte –no, dormirà nella mia stanza, nel letto di Blanca- Rachel vide il sorriso sul viso dell’uomo spegnersi e il suo sguardo diventò duro all’improvviso –ma..- provò l’uomo, ma sua figlia fu più veloce di lei –ho già chiamato mia sorella, e ha detto che per lei non c’è problema- Santana sorrise schiettamente all’uomo e lanciando un’occhiata a Rachel si fece seguire lungo le scale –ah, papà- si girò e vide l’uomo fissarla –dovresti ricordare che essere gay non vuol dire farsi tutte le persone dello stesso sesso sulla terra- Rachel trattenne una risatina quando vide il viso dell’uomo diventare rosso dalla rabbia, giurò di averlo sentito imprecare in spagnolo –non parlarmi in questo modo!- urlò, ma Santana era già scappata in stanza con Rachel alle calcagna –scusalo- Santana sbuffò cadendo sul suo letto. Rachel si guardò intorno, quella stanza era così diversa dal resto della casa, era semplice, umile e quasi vuota, dato che la maggior parte delle cose di Santana erano finite a Lima e quelle della sorella dell’ispanica erano finite al Collage –tu ti sei trasferita a Lima lasciando questo?- Santana scoppiò a ridere quando si rese conto dello sguardo stupito di Rachel –a Lima ci sei tu, piccola Berry- Rachel sorrise e si lasciò schioccare un bacio a fior di labbra –ti va di andare a fare un giro? Mio padre non andrà in ospedale finchè non sarà sicuro che io e te non siamo a rotolarci fra le lenzuola- Rachel le lasciò una gomitata guardandola male –dovresti parlargli- Santana scosse la testa e iniziò a correre sulle scale, mentre Rachel camminava lentamente e immaginava di avere un lungo vestito come in uno di quei balli reali, Santana notò i movimenti della ragazza e sorrise scuotendo la testa –sbrigati principessa- Rachel rise e camminò velocemente su ogni gradino, fino all’ultimo dove il suo braccio venne tirato da Santana, Rachel si ritrovò fra le braccia della ragazza che le sorrideva dolcemente a qualche centimetro dal suo volto, sentì le mani di Santana stringersi sui suoi fianchi e le venne spontaneo stringere il suo collo fra le braccia –dovremmo staccarci- sussurrò la latina allontanandosi ma tenendo sempre Rachel per mano –se mio padre ci vede ti manderà a dormire sul divano- Rachel sorrise scuotendo la testa –aspettami qui, vado a prendere la moto- Rachel annuì e si sedette sull’altalena che il dottor Lopez aveva sul balcone –Santana ti porta in giro?- Rachel sussultò fissando l’uomo che le sorrise debolmente –si, signor Lopez- il dottore si sedette accanto alla ragazza e fissò un attimo una pianta difronte l’altalena –spero che lei sia felice con te- Rachel spalancò gli occhi e fissò l’uomo latino boccheggiando –non preoccuparti, al contrario di come pensa mia figlia io accetto il suo orientamento sessuale, e so com’è quando si innamora- Rachel abbassò lo sguardo arrossendo di poco –dovrebbe parlarle, lo sa vero?- l’uomo si passò una mano fra i capelli –lei non mi ascolta, io voglio solo che lei sia felice, che non soffra più- Rachel lo guardò un attimo, le sembrò di vedere per la prima volta un padre e non un medico di fama o un riccone con una casa enorme –Rachel? Andiamo?- Santana salì un gradino che portava al terrazzino –sì, arrivederci Signor Lopez- l’uomo le sorrise e le fece un cenno con la mano, Santana fissò suo padre e quando il suo sguardo nero si scontrò con quello altrettanto nero non riuscì a rimanere con quell’espressione dolce sul volto, suo padre la odiava, o almeno così credeva la latina.
 
 –Santana- la latina si bloccò dal mettere in moto la vettura a due ruote e fissò suo padre –stasera avrò il turno di notte, chiudete bene tutte le porte, domani appena sveglia doppiamo parlare- lo sguardo dell’uomo arrivò a Rachel che annuì leggermente e sorrise, Santana li fissò entrambi con sguardo accusatorio, ma poi scrollò le spalle per dimenticare l’accaduto.
-non sapevo avessi una moto- Rachel succhiò un po’ di frullato, e fissò il bicchierone marcato Starbucks –e io non sapevo che bevessi così in fretta- Rachel sorrise e si allungò a lasciare un bacio a Santana –Rach, c’è gente qui- Santana si ritrasse sfuggendo a Rachel –hai fatto coming out, qual è il problema?- Rachel vide la latina deglutire e vagare con lo sguardo verso un tavolo poco distante –quel tavolo- Rachel guardò oltre la sua spalla e sospirò, intercettò una coda bionda spiccare fra altre quattro ragazze in divisa da Cheerleader, la stessa che Santana le aveva fatto vedere –è Brittany?- Santana annuì e distolse lo sguardo per tornare agli occhi di Rachel –e Sugar, e altre tre sciacquette che prima mi leccavano i piedi- Santana sbuffò facendo correre una mano ad afferrare quella di Rachel –San, calmati, ora non stai più in quel liceo e soprattutto non hanno più potere su di te- Rachel le sussurrò dando tutta la sua concentrazione alle labbra della latina, che si incurvarono in un sorriso –se la smetti di fissarmi come a volermi mangiare forse potremo andarcene prima che mi salti addosso- Rachel scoppiò a ridere rumorosamente, tanto che Santana non potè evitare di sorridere, sentire la risata di Rachel le faceva sempre un certo effetto, Rachel ne era consapevole, infatti non si stupì quando sentì le mani della ragazza aggrapparsi alle sue guance e spingerla verso il suo viso –dovresti evitare di ridere quando sei con me- Rachel le sorrise accarezzandole le tanto amate labbra per poi intrecciare le sue dita a quelle della ragazza –stanno venendo qui- Santana deglutì allontanandosi da Rachel e desiderando intensamente di non essere vista –Santana Lopez!- Santana sbuffò alzando lo sguardo verso una ragazza dai capelli rossicci –Sugar Motta- disse in un lamento e cercando di sorridere –Brittany- aggiunse sotto voce, la bionda sembrò quasi imbarazzata e Rachel sembrò di non vedere la stessa persona che aveva visto alla clinica –ragazze, Ryder e Jake vi cercavano- la bionda sorrise alle compagne di squadra e dando una spintarella alla rossa le fece andare via, ritrovandosi sola con le due –cosa vuoi Brittany?- Santana sbuffò prendendo Rachel per mano, stava per darle le spalle e andarsene se la bionda non le avesse appoggiato una mano su un braccio, la latina alzò un sopracciglio passando lo sguardo dalla mano della bionda agli occhi azzurri di quest’ultima –sono felice che tu sia uscita da quel posto- disse soltanto prima di passare lo sguardo su Rachel e fissarla con una certa scintilla negli occhi –tu mi hai tirato uno schiaffo!- Rachel si passò una mano sulla frangia e annuì nervosa –vedo che siete finite insieme alla fine- Brittany si stampò un ghigno disgustato sul viso e tornò a fissare la latina –non hai il diritto ne il dovere di giudicare le persone di cui mi circondo- Rachel strinse la mano di Santana più forte, vedendo gli occhi di Brittany diventare strani, ma Santana conosceva quello sguardo, lo aveva visto parecchie volte, solo che questa volta sapeva affrontarlo –se queste persone le usi per far finta che non pensi a me credo di avere il diritto di giudicare- Rachel strinse i pugni quando sentì il tono altezzoso che aveva già sentito nella clinica –oh, dolce BrittBritt- Santana sorrise meschinamente e si avvicinò di un passo a Brittany, la bionda si trovò la latina troppo vicina e si ritrovò a deglutire –hai dimenticato che il mondo non gira intorno a te? E se non era per la sottoscritta ora staresti nell’aula di matematica a disegnare unicorni e stupide fatine!- Santana le sputò in faccia tutto il suo odio e quando vide Brittany indietreggiare si girò verso Rachel –torniamo a casa- le disse a denti stretti, prima di fissare di nuovo Brittany, la bionda teneva la testa bassa e sembrava avesse gli occhi chiusi –mi dispiace- sentirono a voce alta quando ormai si erano girate di spalle e si stavano avviando –l’hai già detto una volta- Rachel si lasciò scappare il commento, spalancò gli occhi aspettandosi uno sguardo di fuoco dalla bionda, ma la ragazza la guardò annuendo –hai ragione, avete ragione entrambe, è per questo che ti chiedo, Santana, di dimenticare tutto quello che è successo da quando ti ho delusa la prima volta- la latina la fissò un attimo ad occhi stretti, mentre Rachel faceva volare lo sguardo fra le due –tienitele le tue scuse, non mi servono- detto questo Santana lasciò persino la mano di Rachel e innervosita si avviò alla sua moto, la ragazza più bassa alzò gli occhi al cielo, Santana non sarebbe mai cambiata, sarebbe rimasta sempre testarda, fissò Brittany e quanto poteva sembrare colpevole e le sorrise –le passerà, vedrai- sussurrò prima di girarsi e raggiungere Santana.
 
-la cosa bella di avere genitori separati è che non ci sono mai- Rachel sorrise sentendo le labbra di Santana sulle sue. Il bacio si accese velocemente e Rachel si ritrovò sotto il peso di Santana che le tempestava il viso di baci e il corpo di carezze -Dio Rachel, io amo il tuo collo- la latina sussurrò quando ormai si era ritrovata a succhiare e mordere ogni piccolo lembo di pelle che andava dalla mascella alle clavicole, Rachel non riuscì a risponderle perché un gemito le era sfuggito dalle labbra appena le morbide labbra della latina le avevano toccato il lobo - San- sussurrò stringendole le braccia intorno al corpo in un abbraccio dolce e possessivo -ti viene da fare la dolce proprio ora?- la latina sorrise allontanandosi un attimo -io in realtà volevo spostarti- sussurrò roca la ragazza capovolgendo la situazione. Santana si ritrovò a mordersi un labbro violentemente quando Rachel si era seduta sul suo ventre e le aveva tirato su la maglietta -che stai facendo?- riuscì a parlare nonostante stesse perdendo il controllo del suo corpo -non lo so ancora- Rachel instaurò un broncetto malizioso e quando Santana sembrava essersi un po’ calmata sussultò all'improvviso, Rachel si era chinata sul suo addome e dopo averlo tempestato di baci un susseguirsi di succhiotti fece scattare i fianchi di Santana -sei impaziente Lopez?- Santana scosse la testa e sorrise -da quanto in qua sei tu la maliziosa?- la latina cercò di mettersi seduta per capire cosa Rachel le aveva formato con quei succhiotti, ma la ragazza più bassa la spinse di nuovo contro il materasso e si gettò, letteralmente, sulle sue labbra, mentre con le mani faceva volare via i pantaloncini di Santana -San?- l'attenzione dell'ispanica venne presa non più da quei due cuscini di piume, ma dagli occhi cioccolato leggermente umidi e inscuriti di Rachel -dimmi- le disse dolcemente accarezzandole il labbro inferiore con il pollice -credo che fare sesso sul letto di tua sorella sia poco elegante- Santana la fissò stranita e dopo poco scoppiò a ridere passandosi una mano sul viso -ti rendi conto che hai rovinato il momento ?- Rachel fece spallucce scendendo dal ventre della ragazza -potremo sempre spostarci dal letto di Blanca e continuare sul tuo- Rachel sfoggiò il suo sguardo malizioso e vide una scintilla comparire negli occhi di Santana - o forse hai ragione, il momento è rovinato, vado a mettere il pigiama- si alzò e si incamminò verso la sua valigia, ma il suo braccio venne bloccato e venne catapultata con forza sul materasso accanto a quello in cui stava sdraiata prima -prima appicchi il fuoco e poi gli getti un secchio di acqua fredda?- Santana si mise a cavalcioni sul suo corpo e Rachel sorrise maliziosamente prendendole il viso fra le mani e schiacciandolo contro il suo con forza e passione, Santana spalancò gli occhi, ma quando sentì i denti di Rachel  affondare nel suo labbro dischiuse la bocca permettendo alle due lingue di trovarsi e fare l'amore insieme, Santana sorrise e tornò con il suo viaggio verso la clavicola della ragazza, dove vi stampò un morso, le tirò via la maglia e nella valle dei seni succhiò fino a lasciarle il segno, alzò un attimo lo sguardo su Rachel e sorrise dolcemente vedendola con gli occhi stretti e la testa all'indietro -sei bellissima, lo sai?- le sussurrò prima di baciarla ripetutamente sulle labbra -sei la mia vittoria in una vita di sconfitte- Rachel si lasciò scappare in un sussurrò, tanto che arrossì, ma quando vide il sorriso espandersi sul viso di Santana si agganciò al suo collo e la tirò verso di sé , soffocando i gemiti nella bocca della ragazza, che aveva in un attimo spogliato la ragazza e ora le aveva messo il ginocchio, fra le cosce, la diva riuscì a fare lo stesso ed entrambe sussultarono al contatto -piccola Berry- Santana sorrise appena quando Rachel si accasciò sul suo letto, si allungò a lasciarle un bacio sul naso e le si stese accanto. Rachel poggiò la testa sul petto della ragazza e allungò un braccio a cingerle la vita - buonanotte piccola mia- Santana le lasciò un bacio su una tempia e lascio che il battito del suo cuore trasportasse Rachel nelle braccia di morfeo.
 
-San!- Rachel spalancò gli occhi come se si fosse appena ricordata di qualcosa, strattonò delicatamente la sua ragazza per farla svegliare e la sentì lamentarsi –San ho sentito un rumore di sotto- la latina sbuffò girandosi su un lato e dandole le spalle –mio padre ha terminato il turno di notte, tranquilla- Rachel sentì la latina sospirare e prima che potesse addormentarsi la strattonò di nuovo –e se ci vede nello stesso letto?- Santana sbuffò guardandola un attimo –Rachel non stiamo facendo niente di male- sospirò e prima che Rachel riuscisse a scandire qualche altra parola si allungò a lasciarle un bacio a fiori di labbra –dormi adesso- la latina le sorrise appoggiando la testa sul cuscino e dandole le spalle -non credi che potrebbe essere contrario al nostro rapporto?- Santana scosse la testa girandosi verso di Rachel e allungandole le braccia ai fianchi per racchiuderla in un dolce abbraccio -non me ne frega, io ti amo Rachel e magari così capirà quanto è vero il nostro amore anche se è vietato dalla bibbia-Rachel le sorrise e immerse il suo viso nel collo di Santana -dormi piccola mia- sussurrò accarezzandole le schiena e tenendo gli occhi fissi sulla porta. Aveva paura, certo che ne aveva, se suo padre avesse cacciato via Rachel lei avrebbe perso una parte di sé, qualcosa di troppo prezioso, sapeva che suo padre non accettava il suo orientamento sensuale, ma sapeva che lui era pur sempre un padre che voleva il bene di sua figlia, anche se a modo suo. Ecco perché non si stupì affatto di vederlo impalato sulla soglia della porta a fissarle, il signor Lopez non poteva vedere gli occhi aperti di sua figlia, troppo impegnato nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni. Santana sapeva che suo padre non l'avrebbe notata, ma quello che successe dopo la stupì ancora di più. Il dottor Lopez camminò nella stanza, accarezzò il vecchio letto di Blanca e quando arrivò a quello di Santana sorrise, allungò le coperte fino alle spalle si Santana e Rachel e accarezzò una guancia di sua figlia -buonanotte tesoro- si chinò e dopo averle lasciato un bacio andò via, chiudendosi la porta alle spalle, mentre gli occhi di Santana erano vividi nel buio e cercavano di capire cosa diamine fosse successo.
 
 
Rachel lasciò andare un lamento a causa della forte luce che le era appena arrivata agli occhi -San- sussurrò aprendo un occhio alla volta e fissando la sua ragazza al suo fianco, sdraiava supina con gli occhi impalati sul soffitto, non la vedeva da tempo con lo sguardo così perso nel vuoto -hei- sussurrò dolcemente passando dolcemente il naso su tutto il collo di Santana, creando una dolce carezza. Sembrò solo in quel momento che la latina si fosse svegliata -ciao- disse distratta passando a fissare la porta chiusa -che succede?- sospirò Rachel sapendo che qualcosa torturava Santana -quando stanotte ti sei svegliata parlando di mio padre, avevi ragione, è venuto in stanza- Rachel spalancò gli occhi puntellandosi sui gomiti -e?- chiese impaurita dalla risposta -ci ha rimboccato le coperte e mi ha baciato una tempia, dopo di che se ne andato, chiudendo la porta- Rachel lasciò che un sorriso sfuggisse al suo controllo -oh san- le allungò le braccia sull'addome stringendola -non capisco, non lo faceva da anni ormai- Santana si morse un labbro attirando l'attenzione di Rachel -forse ha cambiato idea- la latina sorrise istericamente e scosse la testa -stiamo parlando di mio padre, primario nel reparto di chirurgia plastica, il dottor Lopez che non guarda sua figlia negli occhi da quando ha fatto coming out- Rachel fece scorrere il suo sguardo dalle labbra di Santana agli occhi, trovandoli per la prima volta stupiti e confusi tanto da sembrare più persi di quando stavano in rehab -perché non provi a dargli un'altra possibilità? - Santana smise di fissare la porta e guardò gli occhi cioccolato della diva -perché quando io stavo male lui non c'era- Rachel abbassò lo sguardo stringendo più forte Santana verso di se -san..- Santana deglutì a vuoto comprimendo le lacrime che si erano formate agli angoli sei suoi occhi -non ho più un padre da anni, sai che vuol dire? Non mi ha parlato per mesi, e quando sono finita in rehab ha fatto semplicemente finta che io fossi morta- Santana sentì una goccia salata e calda scorrerle lungo la guancia ardente, fece per portarsi una mano al viso, ma Rachel fu più veloce, rimase ad accarezzare quel viso ambrato per qualche secondo prima di sorriderle e stringerla sempre più a sé -tutti meritano un'altra possibilità, anche il peggiore dei traditori- Santana annuì tirando su con il naso -hai ragione, io e mio padre dobbiamo assolutamente parlare- Rachel sorrise annuendo e allungandosi a baciarle una guancia -io e i miei papà risolviamo tutto in questo modo- Santana sorrise accarezzando il braccio scoperto di Rachel - a volte vorrei che i tuoi mi adottassero- Rachel sorrise iniziando a lasciarle una scia di baci per tutta la guancia –saremmo sorelle, e io non potrei fare questo- sussurrò prima di avere un contatto con le labbra dischiuse di Santana  -dovremo scendere a fare colazione- Rachel annuì sedendosi sull'addome di Santana -si dovremmo- la latina sorrise allungando me mani fino al collo di Rachel e tirandola verso di sé, Rachel sorrise nel bacio e poggiò le mani sulle guance calde di Santana, sentendo il contatto con le mani della latina scendere lungo la sua schiena e appoggiarsi sulle cosce, dopo poco si ritrovò ribaltata, Santana si mise a cavalcioni su di lei, senza mai smettere di baciarla passò le sue mani lungo le sue gambe scoperte dal pantaloncino, provocando forti brividi a Rachel -come fai ad avere queste gambe chilometriche? Sei una gnoma, dannazione- Rachel sorrise scuotendo la testa -facile, mi annaffio i piedi ogni sera- Santana rise mollandole una sberla su una spalla -idiota- disse fra un bacio e l'altro -stronza- sussurrò Rachel senza staccarsi dal corpo di Santana -gnoma- continuò la latina -tettona- Santana rise scuotendo la testa e accarezzando la frangia di Rachel -piccola mia- sussurrò cercando di non farsi sentire, quando Rachel sorrise sulle sue labbra sentì l'imbarazzo montarsi in lei -amore mio - Rachel si allontanò da Santana guardandola per un attimo negli occhi, come sempre vi si perse, quel labirinto era un qualcosa di troppo complesso, troppi sentieri, troppe strade chiuse, ma lei ci era riuscita, aveva trovato una soluzione a quell'enigma, a sciogliere quel groviglio di sentieri per trasformarli in qualcosa di più forte, e ora si sentiva quasi dipendente da quel nero, si sentiva come quando il sole lascia spazio alla luna per brillare, non si sarebbe mai allontanata, non avrebbe mai permesso a quella luna di farsi oscurare dalle nuvole.
-Non so come diamine fare a staccarmi da te- la latina le sorrise accarezzandole il viso dolcemente -allora non farlo- Rachel sorrise abbassando lo sguardo -posso chiederti una cosa?- Santana crucciò le sopracciglia -perché io?- Rachel si morse un labbro iniziando a martoriarsi le mani -hei- Santana le prese una mano fra le sue e le sorrise -tu non sai neanche quante ragioni potrebbero esserci per risponderti- Rachel scosse la testa evitando di guardare Santana per non mostrare la sua debolezza e insicurezza in quel momento -Rachel, guardami- Santana le prese il viso fra le mani sorridendo -per ogni notte c'è una stella, per ogni ferita c'è del sangue, per ogni scoglio c'è dell'acqua, per ogni persona c'è una persona, per ogni demone c'è un suo angelo- sorrise guardando Rachel dritta negli occhi, la ragazza abbassò lo sguardo e annuì -stavo pensando- alzò lo sguardo verso Santana stringendo la stretta della mano della latina-cosa?- la latina sorrise mettendosi seduta accanto a Rachel -tu mi hai salvato- Santana sorrise facendo spallucce -una vita per una vita- si limitò a dire -e questa dove l'hai sentita?- Santana ghignò divertita -in qualche film- Rachel sorrise allungandosi a baciarla dolcemente -ora ho bisogno di un caffè- sospirò Santana alzandosi e allungando una mano a Rachel, che immediatamente accettò.
 
-papà avrà fatto del caffè spero, giuro sto morendo, ho bisogno di caffeina- Rachel scoppiò a ridere mentre si affrettava a scendere le scale seguendo la latina –Santana non dovresti fare abuso di così tanta caffeina, crea dipendenza- la latina guardò suo padre per la prima volta senza rancore negli occhi e con un sorriso appena accennato sulle labbra –tu non dovresti lavorare così tanto, fai il medico anche a casa- Rachel sorrise alle spalle dei due e scosse la testa andandosi a sedere –caffè?- vide il padre della ragazza avvicinarsi con una tazza fumante in mano, Rachel scosse la testa sbadigliando –non faccio mai colazione- vide il dottor Lopez storcere la bocca e fissò Santana confusa –hai detto un abominio per mio padre, per lui la colazione la mattina è fondamentale- dopo poco sentirono la risata cristallina dell’uomo e Santana si stupì non poco, ormai si era abituata all’uomo tutto d’un pezzo, quello sempre freddo e distante –San, possiamo parlare?- il silenzio cadde nella stanza, padre e figlia si guardavano intensamente, mentre Rachel passava lo sguardo a scatti da entrambi –papà..- Santana sospirò avvicinandosi all’uomo –sul serio Santana, ho bisogno di dirti delle cose, io non..- l’uomo sentì il fiato bloccarsi in gola, le parole gli morirono nel petto, quando sentì i capelli di sua figlia solleticarle il collo e il viso stringersi contro il suo petto, Rachel spalancò la bocca quando vide il padre ricambiare l’abbraccio e accarezzare i capelli corvini di Santana –fatti dire una cosa però, sei pessimo a rimboccare le coperte- Rachel sorrise quando sentì la risata di entrambi e si godé per qualche altro momento quell’episodio riappacificante –quando avete intenzione di partire?- l’uomo passò il suo sguardo su Rachel che fece spallucce giocando con i bordi della sua maglia –oggi, domani abbiamo il glee e non possiamo perdercelo- Santana annuì alle parole di Rachel e si avvicinò alla sua ragazza sorridendole –allora sarà meglio che vi prepariate-.


Ho le carie, giuro.
Chi mi conosce sa che sono poco solita fare cose del tipo "ODDIO CHE TENERA" (sì, Mè sto a parlà di te) Comunque, non sono solita neanche creare spoiler, ma mi sa che le cose non andranno bene in futuro, non so.
*Madonna, che ansia*

Ringrazio chi continua a leggere questa chiamiamola "cosa".
Vi voglio bene, Adios.

-M
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


CAPITOLO 21
-Rachel Berry!- la ragazza si bloccò davanti al suo armadietto e guardò oltre la sua spalla –dimmi Noah- il ragazzo le si avvicinò con la mandibola serrata e i pugni stretti –in aula canto, ora.- disse freddo camminando velocemente, Rachel si grattò una tempia e deglutì pensando a quello che poteva volere il ragazzo.
-dammi un valido motivo per non farmi fare una scenata!- Rachel lo fissò mordendosi un labbro, vide molti membri iniziare ad entrare e sentì il sangue ribollirle nelle vene, Santana non doveva assolutamente sentire quella conversazione –di che parli Puck?- Kurt entrò in quel momento seguito da Mercedes, avevano sentito il tono alto del ragazzo da fuori –ha baciato la mia ragazza!- Rachel cercò di bloccare le lacrime stringendo gli occhi, si passò una mano lungo un braccio nervosamente e fece per aprir bocca –Quinn me l’ha detto! Il giorno dopo che ci siamo rimessi insieme- la voce di Noah iniziava ad inclinarsi, come un lamento di un animale ferito –detto cosa?- Rachel strinse gli occhi più forte e sospirò appena sentì una voce conosciuta arrivarle alle spalle, guardò Puckerman che indeciso guardava Santana e poi Rachel, non volendo rovinare quel rapporto –San..- Rachel riuscì a sussurrare fissando Santana, ormai con le lacrime che stavano per scoppiarle negli occhi –che succede?- la latina si precipitò verso Rachel ma fu fermata da Noah che la fissava severamente scuotendo la testa –glielo dici tu o lo faccio io?- Rachel guardò gli occhi verdi del ragazzo e sospirò stringendo gli occhi e lasciando che le lacrime le cadessero –io e Quinn…- Santana strinse la mandibola, piegò le mani al petto e chinò la testa di lato –dov’è?- sussurrò con tanto rancore da sembrare un serpente avvolto nelle sue spire, si guardò intorno alla ricerca della bionda in questione –San aspetta- Rachel allungò una mano per prendere un braccio di Santana, ma la ragazza si ritrasse guardandola male –non toccarmi!- le urlò contro guardandola per un attimo, agli occhi ormai lucidi e rossi di Rachel si aggiunsero quelli velati di rabbia e tristezza di Santana, la latina fu la prima ad avere la forza di staccare quel contatto, diede le spalle al gruppo e camminando svelta si avviò ai corridoi, Rachel sentì un rumore partire dal suo petto e bloccarsi alla sua testa, forse era il suo cuore che si era arreso, che aveva smesso di battere e con un ultimo, piccolo rumore sordo l’aveva abbandonata, si girò verso Kurt e Mercedes che avevano la bocca spalancata, uno con lo sguardo severo verso di lei e l’altra aveva sbuffato passandosi le mani fra i capelli –Rachel- Noah provò a parlare, ma Rachel non riuscì a sentirlo, troppo persa nei suoi pensieri e nel caos che aveva fatto –hei ma che succede? Ho visto Santana correre per i corridoi con uno sguardo infuocato- Finn entrò guardandosi intorno e bloccandosi a fissare Rachel che ormai era scossa dai singhiozzi –Noah cosa le hai fatto?- Puck si morse un labbro passandosi una mano sulla cresta –ho fatto un caos! Dannazione!- il ragazzo sbuffò battendo un pugno sul pianoforte –non è stata colpa tua- Rachel riuscì a dire fra le lacrime sorridendo all’amico –Rachel mi spieghi che succede?- Finn le si avvicinò, ma non ricevette risposta, perché la ragazza era scoppiata fra le sue braccia, il ragazzone le accarezzò la schiena cercando di bloccare i singhiozzi mentre fissava Kurt che si alzò –devo andare- camminò svelto fino all’uscita e si avviò all’armadietto dove sapeva di trovare Santana.
 
-non provare a farmi il lavaggio del cervello Hummel- Kurt spalancò gli occhi quando sentì quella voce essere così fredda e distaccata –io in realtà volevo assicurarmi che tu non facessi una pazzia- Santana sorrise meschinamente e scosse la testa –fidati Kurt, non è quello che farò- la latina chiuse l’armadietto con forza, facendo sussultare di paura qualche matricola –e che hai intenzione di fare?- Kurt la bloccò per un braccio guardandole gli occhi scuri e freddi –oh, Kurt, lei non sa cos’ha generato- detto questo Kurt lasciò la presa sul suo braccio e vide la latina sparire in mezzo alla folla di studenti.
 
-Spero ti piaccia a lampone Berry!- Rachel strinse gli occhi tossendo leggermente quando sentì il liquido finirle per sbaglio in gola, una goccia le scivolava lungo la spina dorsale e un’altra parallela a quella, le scivolava lungo la valle dei seni –maledizione!- sbuffò passandosi le mani davanti agli occhi –Santana che fai? la tua la bevi?- Rachel rizzò le orecchie a quel nome, si dimenticò persino del gelo che iniziava a riempirle le ossa, si guardò alle sue spalle e spalancò la bocca quando Santana gettò una granita in faccia ad una matricola –la coach ci starà aspettando- Kitty urlò dall’altra parte del corridoio verso le sue compagne e passò accanto a Rachel versione gomma da masticare –Kitty!- la bloccò per un braccio cercando di non sporcarle la divisa da Cheerleader –da quando Santana è entrata in squadra?- la bionda fece spallucce –da ieri, Rachel faresti meglio a darti una ripulita, tra un po’ ci sono le nazionali e non vorrei che ti prendessi un malanno per le cazzate delle mie compagne di squadra- Rachel annuì e sorridendole le lasciò il braccio prima di avviarsi al bagno delle ragazze.
-Rachel che ti è successo?- Tina spalancò la bocca appena vide la ragazzetta entrare dalla porta del bagno delle ragazze –sono state le cheerleader- sbuffò la ragazza con le mani incrociate –e Santana- aggiunse poco dopo facendo spalancare gli occhi a Tina –ora fa parte della loro squadra?- Rachel annuì sbuffando –lei le odiava le Cheerleader- sussurrò aprendo l’acqua e iniziando a togliersi quel liquido dai capelli –dai ti aiuto, non pensarci, tra un po’ sarà finita- Rachel annuì e si lasciò pulire i capelli da Tina.
 
-sei una traditrice!- Santana sussultò guardandosi intorno, non era abituata ad avere tutti quegli occhi addosso –come hai potuto?- questa era la voce di Rachel, che le arrivò dritta alle spalle, si girò deglutendo verso di lei e pregando se stessa di non essere debole –se qualcuno di voi mi spiega cos’ho fatto di male forse capirò di cosa parlate- sbuffò scocciata guardando Kurt che aveva una mano sul viso –sei entrata nelle cheerleader!- di nuovo la diva le parlò con tono stanco, Santana sorrise malignamente, era stanca prima di iniziare quella specie di battaglia che la latina era pronta ad iniziare –sta zitta Berry- le lanciò uno sguardo di fuoco, uno di quelli che non era abituata a mostrare da un po’, non si stupì affatto quando la ragazza strinse la mandibola e si attanagliò il bordo della gonna con le mani –quello che ci tortura è che non riusciamo a capire il motivo per cui ti stai facendo comandare da quella strega-Santana sbuffò fissando gli occhi chiari di Sam –perché, bocca di trota, la Sylvester si aspetta che io voglia diventare capo-cheerleader, così ha fatto un compromesso con me, mi ha chiesto di fare la spia e io in cambio diventerò capo-cheerleader,  ho accettato, per ora sono la vicecapo-cheerleader di Kitty- si prese un momento per assimilare lo sguardo confuso di tutti gli altri –poi le darò delle informazioni sbagliate e la Sylvester non ci batterà mai più- Santana produsse un ghigno stronzo sul viso e con le mani incrociate guardò tutti gli altri, cercando di non fermarsi a guardare Rachel, sapeva che non avrebbe retto a lungo quella falsa, ma doveva comunque provare a rialzarsi da sola –hai avuto un’ottima idea, San!- Finn le sorrise esaltandosi –ne dubitavi bietolone?- sorrise sarcasticamente e vide qualche bocca spalancarsi, si sentiva di merda, non voleva mostrarsi così ma doveva farlo, altrimenti si sarebbe fatta sopraffare dai troppi sentimenti –va bene ragazzi, basta distrazioni, dobbiamo iniziare la lezione- il professor Shuester battè le mani posandone una sulla spalla di Santana, che lo guardò quasi dolcemente, non doveva fingere con tutti del resto. Quando tornò a far volare il suo sguardo sui compagni scorse quello di Rachel fissarla delusa, sapeva che la ragazza aveva capito quello che stava facendo, così sorrise tristemente e si avviò alla porta dell’aula –dove vai?- urlò Kurt ma venne bloccato dal professore che sorrise –Santana non starà con noi per oggi, deve recuperare un compito di spagnolo- Rachel alzò un sopracciglio e fissò Mercedes che scuoteva la testa –lo spagnolo è la sua seconda lingua professore, ci dica la verità- Rachel sbottò vedendo dei sorrisi ironici sugli altri visi –la verità è che l’hai fatta diventare un mostro- Kitty lanciò uno sguardo fulmineo a Rachel e scosse la testa fissando il professore, la diva si morse un labbro sbuffando –so quello che ho fatto, K. Ma non provare neanche a chiamarla mostro- sentì la risatina ironica di Kitty arrivarle alle orecchie e sbuffò –l’hai distrutta Rachel!- la diva fissò Kurt guardarla in modo severo –le hai dato tutta quella forza e poi le hai tolto il terreno da sotto i piedi, Santana sta brancolando nel buio come un automa, e la colpa non è di nessuno se non tua- Rachel non disse più niente, si limitò ad accennare un segno con la testa e sospirò con il respiro rotto dalle lacrime, abbassò lo sguardo guardando le sue dita –io la amo- sussurrò alzando la testa e sentendo le lacrime scorrerle sul viso –oh, Rach..- venne subito stretta in un abbraccio stritolante, capì fosse Noah solo dall’odore di dopobarba che lo identificava nel gruppo –si risolverà tutto, vedrai- Tina le poggiò una mano sulla spalla –ragazzi, facciamo che oggi le prove passano- il professore sorrise aprendo la porta della stanza –andate a rilassavi per un’ora, senza fastidi-.
 
-io la amo- Santana sussultò a quelle parole e si portò una mano al viso, cercando di fermare le lacrime, stava appoggiata al muro al di fuori dell’aula canto, riuscì a  sentire tutto, il modo in cui avevano attaccato Rachel e il modo in cui quest’ultima si era lasciata andare fra i singhiozzi. Santana cercò di fermare la voglia di correre nell’aula, e stringerla nelle sue braccia, dimenticare tutto quello che era successo e tornare in California, dove tutto sembrava essere estinto. Quando sentì le parole del professore cercò di sbrigarsi e rintanarsi nel bagno delle ragazze per evitare di essere vista e scoperta ad origliare, si chiuse in uno dei cubicoli bianchi e si sedette tenendo la testa fra le mani, le ci voleva un attimo di pausa da quell’armatura, dove poteva stendere quel sorriso sarcastico sul suo viso e stamparsi un’espressione distrutta, a pezzi, come il suo cuore. Si passò le mani sulla divisa e si sentì una cretina, lei odiava le cheerleader. Sbuffò e si guardò le braccia, coperte dalla maglia di lycra bianca che aveva messo sotto la divisa, sbuffò lasciando un pugno contro la porta di legno plastificato, il rumore sordo riecheggiò per poco nell’aria, giusto in tempo per sentire qualcuno entrare e singhiozzare mentre imprecava contro se stessa –sono stanca- sentì la ragazza sussurrare, aprì di poco la porta e le fu impossibile non riconoscere quelle spalle e quei capelli bruni che ricadevano sulla schiena della ragazza –Rachel- sussurrò a se stessa –cosa devo fare?- Rachel continuò a parlare contro lo specchio, ci fu un attimo in cui Santana fu sicura che la ragazza avesse visto il riflesso dei suoi occhi scuri dallo specchio. Dopo poco la latina vide Rachel girare la testa verso la porta e un rumore di passi avanzò per la stanza –Rachel, ti ho trovata finalmente- Santana guardò Mercedes confusa e mordendosi un labbro trattenne la voglia di uscire da quel posto e fiondarsi su Rachel per asciugarle quelle lacrime che ancora le cadevano lungo le gote –hei che succede?- la ragazza accanto alla diva le posò una mano su una spalla sorridendole –lei mi odia- sussurrò Rachel guardandosi fissa negli occhi dallo specchio – Rachel..- Mercedes provò a parlare sorridendo –no! Hai visto come mi guarda! Hai visto come mi parla!- Rachel lasciò un calcio contro il lavandino e sospirò cercando di trattenere la calma –è cambiata questo lo abbiamo notato tutti, ma non è per odio se l’ha fatto- Santana alzò un sopracciglio da dietro la porta, l’aveva chiusa, sigillata, appena Rachel aveva battuto il piede contro il lavandino, ora sedeva in un angolo, quel poco che poteva almeno –per cosa potrebbe averlo mai fatto?- la voce di Rachel sembrò non avere più forze, persino la voce stava andando a farsi fottere –perché ti ama troppo- sorrise la ragazza e vide le lacrime scendere sul viso della compagna, Santana sentì il singhiozzo di Rachel e si arpionò la bocca per evitare che le lacrime le colassero a picco.
 
 
-Bene ragazzi, oggi dobbiamo iniziare a determinare la scaletta per le nazionali- i ragazzi annuirono e il professore sorrise passandosi una mano fra i riccioli –Shuester!- il professore sussultò guardandosi alle spalle appena vide Sue guardarlo con il solito sguardo di sfida sbuffò innervosito –dimmi Sue- l’uomo cercò di mantenere un tono calmo, nonostante quella donna gli facesse passare tutta quella grandissima pazienza che aveva –ho bisogno delle mie Cherioo, l’allenamento è stato anticipato- Kitty spalancò gli occhi e lanciò uno sguardo a Santana che fingeva di essere estranea al tutto, continuando a limarsi le unghie – ma coach ci stiamo preparando per le nazionali, non possiamo perderci il glee per l’allenamento!- Kitty sbuffò passandosi una mano fra i capelli biondi –allora vorrà dire che durante la partita di campionato dei Titans non avremo il nostro capo-cheerleader, anzi lo avremo e da ora in poi non sarai tu- la bionda alzò un sopracciglio e si guardò intorno per chiedere un aiuto agli altri, ma tutti sembravano troppo spaventati per intervenire –Lopez!- Santana alzò di scatto la testa fissando la donna –sì coach?- la Sylvester le sorrise meschinamente –sei la nuova capo-cheerleader- Santana alzò un sopracciglio e fissò Kitty che aveva lo sguardo basso –ma coach..- provò a ribattere ma la donna le lanciò uno sguardo di fuoco –coach Kitty a faticato tanto per questo ruolo! Professor Shuester non può farglielo fare!- tutte le attenzioni si spostarono su Rachel, sembrava l’unica ad aver avuto il coraggio di parlare –nessuno ha chiesto il tuo parere Barbra, se fossi nei miei cheerio e non in questo ridicolo club sapresti quanto parlare. Quella proboscide che ti ritrovi in mezzo alla faccia farebbe da piramide- Rachel sbuffò abbassando lo sguardo –non le parli in quel modo!- la stanza si ammutolì, la Sylvester guardò Santana con odio e fece per parlare ma venne bloccata dalla latina –noi restiamo qui, al diavolo il suo allenamento, Signora Fletcher- Santana piegò le braccia al petto e giurò di aver sentito la risatina di Mercedes arrivarle da un lato della stanza –Santana..- Shuester si passò una mano sugli occhi per poi guardare Sue che teneva i tenti stretti e gli occhi sbarrati –Lopez! Nell’ufficio del preside! Ora!- Santana sbuffò e si alzò velocemente avviandosi da Figgins, Shuester e Sue la seguirono mentre la classe ripiombava nel silenzio.
 
Rachel si teneva un labbro fra i denti e gli occhi erano ancora increduli, Santana l’aveva protetta, non si rese neanche conto di quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che la latina non le rivolgeva la parola se non per prenderla in giro –Rachel?- la ragazza venne riscossa da Finn che le sorrideva dolcemente –stai bene?- le chiese passandole una mano su una spalla –ho bisogno di un po’ d’aria- sospirò e lentamente si alzò uscendo dalla classe.
-la sospenderà?- Sam guardò Finn che fece spallucce –se la caverà con una nota disciplinare, per tutte le cose che ho combinato io sarei già dovuto essere espulso una centinaia di volte- tutti annuirono al commento di Noah e rimasero in silenzio a guardarsi.
 
-andiamo professore! Lei non fa altro che prenderci in giro da quando siamo entrati in questo liceo!- Santana sbraitò fissando Shuester che scuoteva la testa –tu sei arrivata solo quest’anno- Figgins si ammutolì appena Santana gli lanciò uno sguardo di fuoco –Sue ti chiedo un’ultima possibilità, Santana è..- provò a dire qualcosa ma si bloccò, la latina scosse la testa –sono malata? Sono una psicopatica? Prego professore, dica pure cosa sono- Santana strinse la mascella fissando Shuester –sei ferita- si limitò a dire l’insegnante, la latina si sentì crollare e giurò di aver lasciato libera una lacrima scorrere lungo la sua guancia –oddio Jlo non starai piangendo- Sue sbuffò alzando gli occhi al cielo –Sue non hai gli allenamenti da svolgere?- la donna guardò Figgins contrariata, ma quando vide lo sguardo duro dei due uomini sbuffò uscendo dall’ufficio del preside.
-mi dispiace- Santana sbuffò sprofondando nella poltrona davanti la scrivania del preside –per questa volta non importa signorina Lopez, ma se riaccadrà sarò costretto a prendere dei provvedimenti- Santana annuì e si alzò –non riaccadrà, conosciamo tutti com’è Santana- Shuester sorrise alla ragazza posandole una mano su una spalla –andiamo, abbiamo una scaletta da decidere- Santana annuì e seguendo Shuester uscì dall’ufficio.
 
Rachel era seduta lì fuori, con le spalle contro un armadietto e non faceva altro che fissare la porta per vedere quando i due sarebbero usciti. Sussultò quando vide le guance di Santana rigate e lo sguardo comprensivo del professore –cosa ti hanno detto?- Rachel scattò verso Santana e vide un ghigno stupito fissarsi sul volto dell’altra –che ho ragione, Berry- Shuester guardò Rachel e fece spallucce –io torno in classe, vi aspetto lì- l’uomo mise una mano su una spalla di Rachel e dopo aver sorriso a Santana si avviò. Le due stettero in silenzio per qualche secondo, si fissavano e Rachel ebbe l’opportunità di guardare di nuovo quel viso che era abituata ad ammirare –muoviti Hobbit, stai perdendo tempo- Santana la superò stringendo un attimo gli occhi appena si ritrovò a darle le spalle –ti ringrazio- sentì Rachel da lontano e sospirando continuò a camminare fingendo che Rachel non le avesse parlato.


Never a joy. 
Ecco come definire questo capitolo. Lo so gettatemi pure delle casse di pomodori in faccia. Ma dovevo farlo, insomma che divertimento c'è nel vivere/leggere una storia tutta rose e fiori?
Credo che farò comparire di nuovo una delle due biondine per aiutare ad aggiustare le cose, del resto la dannata trinità deve esistere ovunque, anche se qui Quinn credo che abbia meno possibilità di essere un'amica di Santana.
Grazie come sempre.
-Kisses,M

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***



 
CAPITOLO 22
-Rachel- la cantante si guardò intorno per capire da dove provenisse quella voce, quando vide la cresta da moicano di Noah Puckerman gli sorrise debolmente salutando con un cenno della mano -dimmi- gli disse debolmente, non ce l'aveva con lui, forse un po’ ma non era colpa sua, aveva agito solo d'istinto, come avrebbe fatto lei -io volevo scusarmi- il ragazzo si passò una mano sulla rasatura leggermente imbarazzato -Noah non devi preoc..- il ragazzo la bloccò con un segno della mano -no- disse secco, la guardò fissa negli occhi -non stavamo ancora insieme io e Quinn, non avrei dovuto fare quel casino, ora Santana… lei è cambiata ed è colpa mia- sbuffò poggiando la schiena contro gli armadietti, Rachel si stupì nel vederlo senza quell'atteggiamento spavaldo che lo distingueva fra gli altri -non è colpa tua- si limitò a dire Rachel -vorrei capire però quand'è che vi siete messi insieme, Quinn me l'avrebbe detto- sussurrò fissando la foto di Santana nel suo armadietto -tu e San stavate in California, mi ha detto del bacio quando stavate per tornare, il bacio è successo dopo il vostro coming out, o sbaglio?- Rachel spalancò la bocca -o mio dio- sussurrò passandosi una mano fra i capelli -che succede?- Noah scattò in avanti preoccupato -per Barbra- Rachel strinse gli occhi chiudendo l'armadietto con forza –Rachel - Noah le posò una mano su una spalla, la diva si girò a guardarlo, uma lacrima le solcò una guancia –scusami, devo andare- la ragazza si asciugò la goccia salata, diede le spalle al ragazzo e appena si ritrovò lontana dal corridoio iniziò ad avanzare il passo, correndo velocemente.



-vuoi un drink?- Rachel annuì guardando Quinn sorriderle, non le degnò neanche di un sorriso, l'avrebbe voluta sbattere fuori da quel locale e farla salire sul primo treno per New Haven, cosa pensava di fare dicendo quello che avevano lei e Santana? Rachel conosceva la sua amica bionda, sapeva che era più per ripicca che per sbaglio –Rachel, ascolta- Quinn le posò una mano su una spalla facendola girare, Rachel sbuffò fissando gli occhi smeraldo della ragazza -sono stata stupida, ero solo gelosa, non volevo fare quello che ho fatto- sussurrò abbassando lo sguardo -gelosa?- Rachel crucciò le sopracciglia, Quinn fece per rispondere ma il cameriere arrivo con i loro drink -mi dava fastidio il fatto che tu avessi trovato la felicità senza di me, non volevo che nella tua vita non ci fosse più posto per me- Rachel sorrise -ma Quinn, tu farai sempre parte della mia vita- la bionda sorrise -porta le mie scuse anche a Santana- Rachel  le sorrise e di slancio l'abbracciò tenendola stretta.



Rachel spalancò gli occhi, perché oltre a quello non ricordava niente? Quanto diamine aveva bevuto? E soprattutto quando aveva baciato Quinn?
-ho fatto un disastro- sbuffò sbattendo un piede a terra nell'aula di astronomia, si passò per l’ennesima volta una mano lungo i capelli e alzò lo sguardo rintracciando i pianeti, le venne in mente Santana, quando quella volta le aveva rivelato che amava andarsi a nascondere nell’aula di astronomia. A quel nome il cuore iniziò a pomparle nel petto. L’ispanica ora la odiava, per un malinteso, per una cosa che lei neanche ricordava, come avrebbe fatto a risolvere tutto se Santana non riusciva neanche a parlarle?

-che ci fai tu qui?- sussultò appena sentì quella voce, la ragazza si girò a guardarla con un labbro fra i denti –avevo dimenticato il libro- sussurrò falsamente, si avviò verso l’uscita ma venne bloccata di nuovo dalla voce della latina –sicura Berry? Non mi risulta che tu frequenti questo corso- Rachel si irrigidì di scatto –devo andare, ciao Santana – le sorrise debolmente e si affrettò ad  uscire da quella stanza, non era una cosa che le faceva bene stare chiusa in un posto tutta sola con la latina.
 
Rachel camminava svelta mentre a tratti guardava il corridoio davanti a lei e a tratti la porta dell’aula di astronomia, sbuffò e si ritrovò un senso di panico nel petto, l’ansia ormai le aveva provocato un nodo allo stomaco. Di cosa aveva paura adesso? Sbuffò dirigendosi verso la sala mensa, anche se non è che avesse poi così tanta fame.
 
-oggi abbiamo gli allenamenti, lo ricordi?- Santana annuì fissando Kitty di fronte a lei che mangiava un’insalata –non so se vengo- sussurrò guardando fissa il suo piatto per evitare di incontrare gli occhi degli altri del glee, seduti al tavolo di fronte –cosa? Non puoi mancare ad un allenamento con la Sylvester, ti ucciderà e poi ucciderà noi- Kitty si passò una mano fra i capelli sbuffando –non mi interessa- sbuffò alzandosi per andare a posare il vassoio –Santana!- Kitty la bloccò per un braccio, l’ispanica guardò prima la mano della cheerleader posata sul suo polso e poi gli occhi della ragazza –senti biondina- Kitty si allontanò per lo sguardo di fuoco che la latina le aveva lanciato –io oggi ho da fare- fece una pausa passandosi una mano per lisciarsi la divisa –quindi tu e le tue adorate compagne di squadra direte a Sue che se ci tiene a vincere le nazionali dovrà concedermi questo giorno di pausa, altrimenti le saboterò ogni fottuta esibizione, intervista o campionato!- Kitty annuì spaventata, quel tono così sottile e irato era strano sentirlo pronunciare da Santana, ma del resto quella non era più Santana.
La latina sorrise con un ghigno stronzo sul viso e dando le spalle a Kitty si avviò verso l’uscita dell’aula mensa. Appena uscì sbuffò correndo a rifugiarsi nel bagno delle ragazze. Quella era una lotta continua, non ce la faceva proprio più, era troppo difficile continuare a fingere tenendo la parte buona al sicuro da quella cattiva, non riusciva più a separarle, come se quel demone che aveva dentro pian piano stava iniziando a mangiare e divorare quella piccola parte buona che sbucava solo tempo prima, quando Rachel era con lei. Si guardò allo specchio e strinse gli occhi guardando il soffitto bianco e antisettico per non lasciarsi andare, non poteva permettersi di piangere, non poteva essere così debole. Avrebbe dovuto smetterla, smettere di provare qualcosa, smettere di amare. Perché lei lo sapeva.
 
L’amore è una debolezza.
Non faceva che ripeterselo da quando Brittany se ne era andata, lasciandola con le sue paranoie e le sue malattie. Posò di nuovo lo sguardo sui suoi occhi scuri e le sembrò di essere stata catapultata indietro nel tempo, quando era chiusa in clinica, si guardava allo specchio e sognava così tanto di ritornare ad avere la sua divisa cheerleader, il trucco e i capelli apposto; ora avrebbe pagato milioni per ritornare in quel posto, lì dove Rachel l’avrebbe stretta quando si sentiva troppo distrutta per assemblare i pezzi. Ora c’era solo un grosso vuoto, solo una voragine. Si sciacquò il viso con noncuranza e si apprestò ad asciugarlo, sperò solo che i suoi occhi non fossero notati, erano rossi nonostante non avesse pianto. Sbuffò e lanciando un’ultima occhiata allo specchio si apprestò ad uscire fuori instaurando di nuovo la sua corazza. Camminò per i corridoi senza neanche fare caso cosa urtava o chi sbatteva per l’aria, non le interessava di ferire qualcuno, voleva solo capire come far stringere quel vuoto, e forse farsi divorare l’anima da quel mostro non era la cosa migliore, ma almeno nessuno avrebbe più provato a ferirla –scusami- sentì qualcuno pestarle un piede e mollarle una gomitata, alzò gli occhi di scatto facendoli iniettare di rabbia, ma quando si ritrovò una Rachel abbastanza stanca sentì il suo sguardo addolcirsi, era inutile, non poteva evitare di far sciogliere il ghiaccio con quei due occhi così caldi che la guardavano –ti sei fatta male?- le chiese la più piccola –si, il tuo naso mi è quasi arrivato nelle spalle, sta attenta Hobbit- sbottò con rabbia e la superò, sicura di avere lo sguardo deluso di Rachel su di sé cercò di non guardarsi indietro e lasciarsi scappare quelle maledette lacrime che volevano uscire da ore.
 
-Kurt, stasera ho bisogno di uno dei nostri pigiama party, avvisa Mercedes. Alle sette e mezza da me, dobbiamo parlare di una cosa urgente- Kurt annuì attento non riuscendo a fermare le parole di Rachel, che da come aveva gli occhi velati di tristezza era una cosa di vitale importanza.
 
 -Santana!- la latina sussultò distogliendo lo sguardo dal suo drink -ragazzi- salutò con un cenno della testa Mercedes e Kurt -che ci fai qui?- chiesero timidamente e spaventati da qualche reazione acida della latina -aspetto una mia vecchia amica, mi serve una coreografia per il numero al glee e lei è una ballerina - Kurt e Mercedes si guardarono confusi, Santana aveva quel tono calmo che tanto la caratterizzava prima che tutto quel caos succedesse, si erano stupiti non poco di vederla senza quell'armatura fatta di rabbia -che c'è?- chiese riprendendo un po’ quel tono infastidito -niente è solo che ..sei diversa- ammise Mercedes mentre Kurt restava in silenzio, Santana li guardò un attimo con lo sguardo spento, per poi riguardare il suo bicchiere -e voi? Che fate qui?- li fissò tramutando i suoi occhi in glaciali e la sua voce divenne improvvisamente fredda -serata fra due ragazze e un ragazzo- Santana sorrise debolmente smettendo di guardarli, forse per nascondere un sorriso che non poteva mostrare, come un segreto, o una debolezza -due ragazze?- chiese prima di rendersi conto della terza persona -ah- si limitò a dire prima che Kurt l rispondesse, Mercedes si schiarì la voce ottenendo l'attenzione dell'amico -dov'è?- si limitò a chiedere Santana, sapeva che gli altri due l'avrebbero capita, del resto i suoi occhi non potevano che alludere a Rachel. Si erano improvvisamente velati di un qualcosa che si avvicinava alla tristezza, solo più caldo e sanguinante, come una ferita -è andata in bagno, fra un po’ sarà qui- Santana annuì mordendosi un labbro -sarà meglio andare- disse a mezza voce Kurt fissando Santana -credo che non ce ne sia bisogno- Mercedes guardò oltre le spalle di Santana e vide Rachel irrigidirsi -scommetto che mi ha vista, eh?- Santana sorrise ironicamente, afferrò il suo bicchiere di martini fra le mani, pronta per portarselo alle labbra -Santana- sussultò quando sentì il sussurro di Rachel arrivare alle spalle -ciao, Rachel..- i tre si stupirono nel sentire dire il nome della cantante, persino la latina era leggermente sorpresa di averlo detto, erano giorni che si ripeteva in mente il nome della ragazza che la stava tormentando, eppure non l'aveva mai detto ad alta voce, quasi a volerlo dimenticare, senza nessun effetto. Appena gli occhi castani della bruna incontrarono quelli neri di Santana il tempo sembrò fermarsi, persino Kurt e Mercedes rimasero fermi a guardare gli sguardi che si lanciavano le due. sembravano volersi abbracciare con gli occhi, Rachel  si sarebbe volentieri persa in quel nero come faceva prima, e giurava di non volerne più uscire questa volta. Perché quando l'aveva fatto non aveva più trovato un modo per rientrarci. Persino il calore dei suoi occhi castani e profondi non aveva sciolto e spaccato il velo di ghiaccio che ricopriva lo sguardo carbone di Santana quella sera, però quella mattina l’aveva vista, quella scintilla così piccola ma esistente, quasi a farle capire che c’era ancora una speranza.

-andiamo, tuo padre ci aspetta- Kurt interruppe quel momento infinito prendendo sotto braccio Rachel, come per paura che la ragazza potesse crollargli davanti agli occhi senza neanche accorgersene -s..si- balbettò l'ebrea e lanciando un'ultima occhiata a Santana si girò per darle le spalle. Santana sospirò e in un solo sorso si scolò il suo martini, mentre con la coda dell'occhio guardava gli amici uscire dal locale.

Rachel si allontanò da Kurt e Mercedes, come se avesse avuto paura di incontrare i loro sguardi comprensivi, come se avesse avuto paura di fargli capire che era troppo distrutta per essere ricomposta di nuovo.

-è stato intenso- sussurrò Mercedes cercando di non farsi sentire dalla cantante -quelle due si amano troppo per stare così lontane- mormorò Kurt passandosi una mano fra i capelli perfettamente pettinati -dobbiamo trovare un modo per farle parlare, chiudere in una stanza e guardarsi negli occhi senza nessun altro intorno- Kurt annuì alle parole di Mercedes -dobbiamo aiutarle- ammise alla fine e Mercedes gli sorrise stringendogli la mano come per congelare un patto di sangue.
 
-Lopez- l’ispanica fece un cenno con la testa alla bionda appena arrivata –Pierce- salutò sorridendo –allora perché mi hai fatto attraversare  mezzo continente?- Santana guardò Brittany con un leggero sorrisino sul viso –mi devi aiutare- Brittany alzò un sopracciglio guardandola confusa –dovrei ricordarti che l’ultima volta non hai accettato le mie scuse e non siamo neanche amiche? Perché dovrei aiutarti?- Santana ghignò con aria altezzosa –volevi che ti perdonassi no?- Santana le sorrise e fece per prendere la borsetta per andarsene –ho visto Rachel- si bloccò sentendo il nome della ragazza –ti ha vista?- chiese velocemente Santana e fissò gli occhi oceanici di Brittany –no, ma perché non è qui con te?- Santana fece spallucce abbassando lo sguardo –ci siamo lasciate- sorrise quasi tristemente tornando a fissare il viso di Brittany  -cosa? Che è successo Santana?- la latina fece spallucce –sembra che tutti preferiscono qualcun altro a me- Brittany si morse un labbro abbassando lo sguardo –San io..- la latina la bloccò con una mano su una spalla –non sono qui per parlare di questo- fece un attimo di pausa sospirando –allora, accetti la mia proposta?- Brittany poggiò la testa sul dorso della mano –non so devo pensarci- Santana alzò gli occhi al cielo –senti Pierce, se vuoi rimediare a quello che hai fatto allora ti conviene di accettare altrimenti puoi anche tornartene da dove sei venuta- Brittany la fissò un po’  confusa –che ti è successo Santana?- la bionda fece per afferrare una mano dell’ispanica, ma la latina si era già alzata dalla sua sedia e si era avviata –ci sentiamo domani per le prove, buona serata Pierce- Brittany boccheggiò un paio di volte –quali prove?- provò a chiedere ma Santana era già troppo lontana. La bionda sbuffò –un angelo azzurro- il cameriere le sorrise e si diresse al bancone per prepararle il suo cocktail.
 
-per Barbra, come glielo spiego? Cioè vi rendete conto?- Rachel camminava svelta almeno da un’ora avanti e dietro nella sua stanza, Kurt e Mercedes la fissavano confusi e stanchi per i continui mormorii formati dalle labbra della cantante –Rachel se forse ci spieghi cosa diavolo ti passa per la testa possiamo aiutarti- Kurt cercò di fermarla, ma solo quando Mercedes la prese per le spalle la ragazza si blocco, i due videro le sue guance rigate e le labbra strette fra i denti –io non lo ricordavo!- urlò lasciandosi andare nelle braccia dei due amici -di che stai parlando?- una volta che la diva si fu calmata Kurt le chiese chinando leggermente la testa –ero ubriaca quando ho baciato Quinn, prima di stamattina non lo ricordavo, mi è venuto in mente prima quando mi avete portato in quel posto! Io e Quinn siamo state lì- Mercedes spalancò la bocca –non so se essere stupita del fatto che tu ti sia ubriacata o del fatto che tu non te lo sia ricordata- Rachel le lanciò uno sguardo di fuoco –andiamo, spiegaci cosa cavolo è successo- Rachel sospirò e si sedette pesantemente sul suo letto –ricordo le cose a flash, ricordo qualche bicchire di troppo e un forte mal di testa, la nausea  poi era così forte- Rachel fece una faccia schifata al pensiero –va avanti- urlarono in coro i due –un attimo—Rachel sbuffò sedendosi sul suo letto –ricordo solo che ho baciato Quinn credendo che fosse Santana- Mercedes spalancò la bocca –tu sei una cretina!- urlò, Rachel abbassò lo sguardo annuendo –che ci posso fare? Non lo ricordavo neanche!- Kurt scosse la testa –Rachel- la diva lo guardò con gli occhi velati di tristezza –tu ami Santana?- Rachel alzò un sopracciglio –che domande Kurt, mi sembra ovvio- Rachel gesticolò, ma si calmò di blocco quando Kurt sorrise, perdendo il suo sguardo serio –allora combatti per lei, combatti per qualcosa che vale la pena combattere-.

Scusatemiii. lo so sono in ritardo e il capitolo non è dei migliori.
Ma punto primo; è un capitolo di passaggio, e spero che abbia chiarito un po' le idee, perchè in quello vecchio le cose si erano capite poco, è solo che mi piace scrivere in modo che chi legga debba aspettare un po' per capirlo. Sono strana, non c'è bisogno di pensarlo. 
Punto secondo; mi si è rotto il computer dove avevo tutte le mie fanfiction, compresa questa, quindi sto riscrivendo tutti i capitoli finali da capo, e non è poco.
Scusatemi ancora.
Grazie di tutto.
-Kisses M

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


CAPITOLO 23
 
-come bene tutti sappiamo il tema delle nazionali è il passato, che sia nostro o della storia americana o un passato in generale, quindi dato che abbiamo già stabilito la nostra scaletta volevo sapere se qualcuno di voi aveva intenzione di fare un numero- il professor shuester si guardò intorno nell'aula, i ragazzi mormoravano fra di loro e solo una mano era alzata -prof, vorrei cantare- la latina ricevette un sorriso e un assenso dal professore.
Camminò svelta fino al centro della stanza e sorrise -che hai addosso?- Artie la guardò confuso, Santana abbassò lo sguardo sulla felpa che portava in quel momento -vero, dov'è la tua divisa da cheerio? Se la Sylvester ti vede senza ti uccide- Santana sbuffò al commento di kitty -aspetta non indossi i pantaloni!- Noah sussultò sulla sedia, riuscì ad intercettare lo sguardo di rachel e si schiarì la voce tornando in sé -non porto i pantaloni, ma non sto in mutande puckerman- santana sbottò acida -questa felpa era abbastanza grande da non far vedere quello che ho sotto- santana sorrise aprendo la zip e sfilandosi la felpa.
Rahel spalancò la bocca riconoscendo la vecchia divisa da cheerleader di santana, e come ogni volta rimase a bocca aperta con la saliva a zero davanti a quel paio di gambe e a quei muscoli ben definiti -porca..- Sam aveva la stessa espressione che avevano tutti gli altri ragazzi -bene prof, prima che io inizi a cantare può portare dei secchi per contenere la bava del ranocchio e dei suoi simili?- mercede soffocò una risatina per poi ricevere una gomitata da Kurt -santana, vai avanti- sbuffò il professore -va bene, allora ho preparato questa canzone con una mia vecchia compagna di scuola, non è un problema se canta con me vero?- tutti i maschietti scossero la testa velocemente e come se Marylin Monroe stesse per entrare in stanza si posizionarono con lo sguardo verso la porta -se ha le tue gambe poi cantare con noi tutte le volte che vuole - lo sbuffo che segui il commento di noah arrivò da Rachel, si ritrovò lo sguardo divertito di santana adosso e dovette distogliere lo sguardo ler non fissarle le labbra e forse anche le gambe.

La canzone iniziò poco dopo con il boato dei ragazzi, Santana ballava perfettamente con la sua amica bionda, che rachel riconobbe immediatamente, ovviamente -Ma è Brittany?- Kurt le sussurrò ma decise di non attendere una risposta appena Rachel strinse le mascella e i pugni contro i lembi della sua gonna.
Rachel guardò tutta l'esibizione arricchendola di sbuffi e alzate di occhi al cielo ogni volta che quella bionda tutte gambe si avvicinava alla sua Santana.
Anche se sapeva bene di non avere più il diritto di affibbiarle quel pronome possessivo.

-bene Santana, ottima esibizione ma non credo sia poi così adatta- il professore si schiarì la voce per paura di un attacco da parte della furia latina di Santana -cosa? Ma è una canzone fatta per noi- l'ispanica indicò se stessa e Brittany -codarda- Rachel lasciò andare il sussurro rendendosi conto troppo tardi di averlo detto forse troppo ad alta voce -scusami?- Santana alzò un sopracciglio guardandola come un animale inferocito -credo che il professore voglia dire che era inadeguata, perchè, cara Santana, lascia che ti ricordi che hai avuto un passato più significativo del farti desiderare da tutti i ragazzi della scuola con la tua migliore amica!- Rachel si alzò in uno scatto di rabbia, vedere gli occhi di Santana tramutarsi e darle quella sfumatura di paura la fece caricare in un certo modo -tutti qui dentro sappiamo chi sei! Tutti sappiamo cosa nascondi sotto le maniche! Dove sei stata fino a qualche tempo fa! E soprattutto sappiamo con chi ci sei stata!- la rabbia di Rachel sembrò svanire tutta in una botta, ora sentiva solo la delusione fare breccia nella sua testa -come hai potuto dimenticarlo? Come hai potuto fingere che tutto quello che abbiamo passato fosse solo una finzione?- la voce rotta dal pianto di Rachel annunciò la distruzione totale dell'armatura di Santana. Il silenzio nella stanza era il segno che tutti stavano ascoltando attentamente quello che succedeva, Brittany aveva fatto un passo di lato per allontanarsi da Santana e guardava fissa Rachel, Kurt e Mercedes guardavano a tratti Rachel e a tratti Santana.
Le due invece erano entrate in un universo parallelo dove Santana aveva finito gli insulti e dove Rachel aveva la gola secca per il troppo parlare, fu quando una lacrima solitaria cadde sulle guance di Rachel che tutto finì, la diva camminò verso la porta lasciando una spallata a Santana, la latina sbuffò guardando le spalle di Rachel tese e le mani strette in pugni -cazzo- sbuffò passandosi una mano fra i capelli tiranti indietro solo di un lato.

-che diavolo è successo lì dentro?- Brittany seguì la latina fino al suo armadietto -niente Brittany, torna a casa- sbuffò Santana -cosa? Tu mi hai detto che vi siete lasciate!- la latina fissò confusa la bionda -è quello che ci è successo infatti-Brittany sbuffò alzando gli occhi al cielo -Lopez se so una cosa sull'amore è che quando due persone si guardano in quel modo non è affatto finita- santana si irrigidì quando sentì quelle parole -non mi servi più Pierce, puoi tornartene a fare la capo-cheerleader e a scoparti tutto ciò che si muove in California- Brittany sorrise scuotendo la testa -gli insulti non funzionano con me, Lopez- Santana sbattè l'armadietto guardandola male -senti Pierce- strinse i pugni e fece per parlare e attaccare l'amica bionda, ma vide Rachel avvicinarsi e guardò confusa la diva -guai in vista, io vado, è stato un piacere- diede le spalle a Santana –Rachel- sorrise e salutò la ragazza con un cenno della testa -ciao Brittany- Rachel sembrò fredda e distaccata, ma Brittany capì che non era per lei, ma per quella testona della sua ex migliore amica.

-vuoi farmi la predica Berry?-Rachel strinse i denti e scosse la testa -apri il tuo armadietto- Santana alzò un sopracciglio -cosa?- chiese divertita ma quando lo sguardo di Rachel si fece ancora più infuocato sbuffò aprendolo -allora?- chiese impaziente, Rachel fece un passo avanti senza smettere di guardarla, allungò una mano verso la loro foto, la staccò dal ferro e la strinse fra le mani. La accartocciò gettandola fra i piedi della ragazza -sei una codarda- sussurrò smettendo di guardare il viso di Santana per passare a fissare l'armadietto della latina. Santana cercò di non spalancare la bocca e di mantenere il suo sguardo di ferro -cos'hai detto?- sussurrò acida -codarda- Rachel sorrise meschinamente e dopo neanche un minuto si ritrovò schiacciata contro il ferro degli armadietti -Berry- Santana le prese il colletto del golfino e lo strinse con forza, forse per evitare di avvicinarsi più del dovuto -mi hai delusa- sussurrò Rachel lasciando che una lacrima le scorresse lungo la guancia -Rachel..- Santana sospirò portandole via la goccia salata con un dito, non si rese neanche conto del suo tono, perché troppo vicina al viso della ragazza, rachel sembrò accovacciarsi contro l'armadietto, le gambe le tremavano e il cuore le pulsava più del dovuto. Perché diamine le stava permetendo di avvicinarsi? Perché le aveva permesso di farsi asciugare quella lacrima?
Santana deglutì quando decise di allontanarsi per non nuocere ulteriormente la sua salute, sospirò lasciando il  colletto della ragazza, raccolse la foto accartocciata e la gettò nel suo armadietto chiudendolo subito dopo.


Sospirò con il respiro rotto dal pianto, prese il suo borsone degli allenamenti e si avviò al campo da football. 
Rachel scivolò lungo la parete e si sedette a terra, una mano era corsa al suo petto, aveva il respiro affannato, si era appena resa conto che aveva smesso di respirare quando Santana l'aveva afferrata.

 
-ti senti bene?- Rachel sussultò ritrovandosi due piedi maschili davanti alle sue gambe stese sul pavimento, era rimasta nella stessa posizione da quando Santana era andata via, alzò lo sguardo fino ad incontrare gli occhi verde nocciola di Blaine che le sorrideva dolcemente -No- sussurrò, sentì il ragazzi sedersi al suo fianco e poggiò la testa sulla sua spalla -voi due lo risolverete- Rachel sbuffò -mi odia- Blaine trattenne una risata fuori luogo e accarezzò una guancia dell'amica -non essere tonta- Rachel gli lanciò un occhiata di fuoco -tonta? Io? Ma hai visto il modo in cui mi guarda ogni volta? Sembra voglia linciarmi!- Blaine sospirò alzandosi e tenendole una mano -vuole che tu la odi- Rachel alzò un sopracciglio -che significa?- Blaine la prese a braccetto e si avviò all'uscita della scuola -significa che è più facile smettere di amare chi ti odia- Rachel abbassò lo sguardo sentendo improvvisamente gli occhi inumidirsi -allora che si metta l'anima in pace, perché io non la odierò mai, nonostante i miei scatti di rabbia- Blaine sorrise e si allungò a lasciarle un bacio su una guancia -si aggiusterà tutto vedrai- le ripeté con tono calmo che avrebbe convinto persino una tigre a non mangiare la sua preda.

-Santana!- la latina si guardò alle spalle quando stava infilando le chiavi nella serratura della sua auto -Ciao Bietolone- salutò l'amico con un sorriso appena accennato -vedo che ti sei rimessa la divisa- Santana annuì stringendo il borsone in spalla -non mi andava di finire di nuovo nell'ufficio della coach- Finn annuì e si poggiò alla macchina sorridendo -allora, stai bene?- Santana alzò un sopracciglio -sto alla grande- l'ironia fece breccia nella sua voce facendo tramutare lo sguardo di Finn.
I suoi occhi le lanciavano delle ondate di dolcezza e di sicurezza tanto che Santana quasi si allungò in avanti per abbracciarlo e piangere come una bambina.
-è solo che ho sentito quello che è successo nei corridoi- Santana aprì la portiera e si bloccò a fissare l'interno della sua auto -credo che mezza scuola l'abbia visto- sussurrò entrando e sedendosi -San- Finn poggiò una mano su un braccio della latina ricevendo immediatamente un contatto visivo -sto bene Finn, dico sul serio- un falso sorriso spuntò sul viso di Santana che mise in moto -non sei sola San- la latina sorrise ironica e scosse la testa -sai ci si sente soli anche in mezzo alla gente- Finn la guardò con la bocca leggermente inclinata, Santana schiacciò l'acceleratore e come una furia su avviò verso casa.

 
-Hey Santana- la latina alzò lo sguardo dal volante e vide una coppia di ragazzi salutarla con la mano, accostò ed abbassò il finestrino –ragazzi- salutò Kurt e Blaine con un cenno della testa –dove vai, San?- la latina fece spallucce tenendo un braccio teso sul volante mentre l’altro era posato mollemente sulla rotellina del volume della sua radio –ho appena finito gli allenamenti sto tornando a casa, voi invece?- Kurt e Blaine si gurdarono un attimo sorridenti prima di riguardare la latina –noi stiamo andando a casa mia, Blaine resta a cena dai miei- Santana sorrise felice, ma il suo sorriso non poté che spegnersi appena vide le mani dei due ragazzi congiunte, senza neanche accorgersene deglutì sospirando –sono felice per voi, ma ora devo andare a farmi una bella dormita- i due annuirono sorridenti –ci sentiamo domani a scuola San- la latina salutò con la mano e chiuse il finestrino tornando a sigillarsi in quella scatola di metallo con la musica sparata a mille.
Corse per tutto l’isolato, finché arrivata a casa sua, scese dall’auto chiudendo la portiera con forza, arrivò al suo cancello di entrata e lì non riuscì a trattenere le lacrime che si erano bloccate all’altezza del suo petto procurandole un groppo in gola -vaya mierda!- sbottò aprendo la porta di scatto e rintanandosi in camera sua.
Perché non poteva essere più semplice? Perché invece di tutto quel caos la vita non le aveva dato la normalità? Magari un giocatore di football come ragazzo, una semplice coda di cavallo e di pompon al posto dei suoi mille demoni e della sua stupida armatura che ormai faceva acqua da tutte le parti. Arrivò in camera sua e si passò un paio di volte una mano su una guancia, per asciugare le lacrime. Si lanciò contro il letto scavando con la testa fra i cuscini e cercando di non lasciarsi andare completamente, di non far crollare quel muro che tanto era pieno di crepe. Mollò qualche pugno al materasso e al cuscino. Quando iniziò a sentirsi ridicola persino per se stessa si alzò e guardò un attimo il suo riflesso allo specchio.
Aveva i capelli scombinati nella sua coda alta, la divisa sgualcita, le mani chiuse in pugni quasi sanguinanti e le gambe erano così tese da sembrare pronte per una corsa ad ostacoli. Il suo viso era scavato dal pianto, le occhiaie erano evidenti e le labbra le si erano gonfiate a causa dei morsi che si era data per trattenere delle urla di disperazione.
Sbuffò sciogliendosi la coda con uno scatto, si guardò intorno e con forza mollò un calcio alla sua sedia che cadde rovinosamente a terra. Santana si irrigidì appena il dolore le arrivò dal piede al cervello, sorrise quasi diabolicamente e corse in cucina. Dopo poco lo specchio la vide arrivare con il coltellino tascabile che sua mamma le aveva tolto quando era finita in rehab, ricordava quando lo aveva usato l’ultima volta.
 
- non credo dovremmo farlo- Santana sbuffò lanciando un’occhiataccia a Brittany e Sugar –volete divertirvi? Allora dovete seguirmi, l’ho nascosta qui l’ultima volta- Santana mise una mano in una tasca controllando che il suo coltellino fosse ancora lì –forza, dobbiamo scavalcare se vogliamo prendere la nostra roba- Sugar sbuffò e avanzò il passo guardando Santana da lontano che con calma iniziava a scavalcare il cancello dell’edificio
–se il bidello ci vede?- Brittany si passò una mano lungo i capelli biondi ribelli –gli diremo che siamo venute a prendere un libro che avevamo dimenticato- Sugar annuì spaventata, le due si apprestarono a seguire la mora. Percorsero tutto il corridoio del primo piano fino ad arrivare al bagno delle ragazze.
-Santana, sbrigati- la latina annuì alzando un pollice alle due ragazze che facevano da palo. Entrò nel terzo cubicolo del bagno, contò le mattonelle del cubicolo, come se fosse un problema di algebra, quando trovò quella che le serviva impugnò il coltello e lo fece scattare. Tracciò il perimetro della mattonella quadrata con la punta del coltello, trovando finalmente il punto giusto per tirarla fuori. Posò il coltello sul pavimento sudicio della scuola e prese un sacchetto da dentro un buco profondo del muro.
-Muy bien!- esultò portando via il sacchetto, mise a posto la mattonella ed uscì dal cubicolo raggiungendo le due compagne che la aspettavano. Fecero lo stesso percorso che avevano già fatto per entrare. Dopo aver scavalcato si rifugiarono nell’auto decappottabile rosa di Sugar. Alzarono il tettuccio e con gli occhiali scuri al volto si catapultarono nei sedili anteriori.
-ce ne abbastanza per farne tre- Santana sorrise soddisfatta tenendo il sacchetto fra le mani –si ma non vorrei tornare a casa con gli occhi rossi- Santana sbuffò –non preoccuparti, a casa mia ho il collirio, domani mattina prima che mamma si sveglia ce lo versiamo negli occhi- Santana fece un attimo di pausa, tornò al posto accanto a quello del guidatore, si infilò il sacchetto nella tasca della felpa,dove  accanto c’era il coltellino –stasera sul tetto ci fumeremo queste tre meraviglie, ringraziate il signor coltello- Santana fece scattare l’oggetto puntandolo proprio avanti al naso aquilino di Sugar –sta ferma, mi spaventi- la rossa le spinse il braccio facendola sbuffare –e va bene, scusa- sbuffò guardando fuori dal finestrino.
 
Aprì gli occhi tornando a fissarsi allo specchio, come se le fosse venuta una strana idea si sfilò via la maglia della divisa, rimanendo solo in reggiseno, strinse i denti quando vide le cicatrici sui suoi fianchi. Fece scattare il coltellino e se lo avvicinò al fianco. Cercò di non guardarsi, perché sapeva cosa sarebbe successo se solo si fosse ricordata davvero chi era, sapeva che se si sarebbe guardata negli occhi avrebbe ricordato tante cose, oltre al suo fumare erba durante i primi anni di liceo, avrebbe ricordato quanto male faceva vedere quel sangue scorrere e quanto allo stesso tempo le faceva bene, le avrebbe semplicemente ricordato quanto poteva essere pericolosa quando si trasformava in un mostro. Strinse gli occhi e la mandibola, ormai ci aveva rinunciato a bloccare le lacrime, il coltellino aveva ormai la punta poggiata sulla sua pelle latina e cicatrizzata, bastava uno scatto, uno solo per formare uno di quei tagli che laceravano persino le carni. Ma Santana riuscì ad avere la forza di essere debole, riuscì a guardarsi allo specchio e a fermare il suo braccio e la sua mano che teneva il coltellino, le aveva bucato la pelle con la punta e un rivolo di sangue le era sceso, ma non era troppo, anzi quasi non faceva male. Santana sentì l’ennesima lacrima bloccarsi agli angoli della bocca ed alzò il coltellino dal suo fianco, riuscì a tenerlo così vicino al naso da analizzarlo per bene, una goccia di sangue scivolava lungo la lama e sul legno del manico, dove Santana vi aveva inciso il suo nome. All’improvviso le lacrime le si fermarono e le sue dita si strinsero intorno al manico. Con un urlo strozzato gettò via il suo coltello facendolo sbattere contro la mensola dei libri. Come un domino tutto cadde. E Santana si ritrovò in una stanza disordinata e caotica quasi quanto la sua testa. Sbuffò e le lacrime tornarono a scendere, poggiò la schiena contro il muro accanto alla scrivania e scivolò lungo la parete poggiando le natiche su alcuni fogli.
In mezzo a quell’ammasso vi riconobbe immediatamente un vecchio diario, sussultò appena lo vide e si lanciò per prenderlo. Non ricordava neanche più di averlo.
Iniziò a sfogliare le pagine e i disegni di Rachel non fecero altro che aumentare le sue lacrime. Un ghigno di dolore la invase quando per sbaglio le comparve davanti la canzone che Rachel le aveva scritto, sfogliò l’ennesima volta la pagina e vi trovò una delle ultime volte in cui Rachel ci aveva scritto.
 
Uscirò di qui.
L’avresti mai detto? Io no, credevo che ci sarei morta qua dentro. Ma a volte l’amore è troppo forte, più forte del desiderio, lei mi ha salvato e credo lo farà per ancora un po’. Per ora confido in te, e magari un giorno leggerà questa pagina, magari io sarò fuori e lei ancora dentro, ma per poco, lo so. Sì non ti porterò via con me, ti lascerò con lei, ti lascerò qui, dove il mio cuore e la mia anima non se ne andranno mai. Finché c’è lei. La mia dolce e bipolare ispanica. Sorrido quando penso a lei, non lo so perché, ma mi sale qualcosa dallo stomaco e arriva dritto al cuore, come se si svegliasse dal suo solito battito, si svegliasse dal suo torpore, ed improvvisamente iniziasse a battere a ritmo di una canzone d’amore. Questo non è il classico tipo di amore che conoscevo, sai quello per Finn, per Quinn, questo è il tipo di amore che non si può considerare una debolezza.
 
Santana si accorse di aver finito di leggere quando una lacrima cadde dritta sull’ultima frase, singhiozzò un paio di volte ma poi gettò il diario per l’aria. Quelle parole non avevano più senso. Si era trattenuta per troppo, ora doveva dare sfogo alla sua rabbia e al suo dolore, avrebbe pianto per tutta la notte. Sì l’avrebbe fatto, se solo quello stupido diario non avesse deciso di vomitare una stupida foto.
Santana la prese fra le mani e sentì le lacrime prosciugarsi, era sicura di aver finito i liquidi, accarezzò con il pollice il viso sorridente di Rachel e le venne quasi voglia di stracciare la sua parte. La sua parte da stupida cogliona.
Cosa cavolo aveva combinato? Come aveva potuto dimenticare tutto? Era diventata qualcuno che ormai non le apparteneva più. Come aveva fatto a fingere fino a quel punto?
 
-è tornata la sorella più figa dell’universo!- Santana sussultò appena sentì la porta della sua stanza spalancarsi, si girò e vide lo sguardo confuso di sua sorella –Blanca..- sussurrò passandosi una mano fra i capelli spettinati  -che stai facendo?- Santana seguì lo sguardo preoccupato di sua sorella per tutta la stanza. I libri crollati si erano portati dietro diverse carte, matite e penne, la sedia era ancora a terra, il coltellino era in bella vista e il suo letto era sfatto. Santana era china su se stessa, senza maglia con le cicatrici arrossate e le gote bagnate –San..- Blanca sussurrò avvicinandosi e sedendosi accanto a sua sorella, Santana la guardò per un attimo, la pelle ambrata faceva contrasto con i suoi occhi verdastri e i capelli rossicci, Blanca era proprio la copia di loro madre, tranne per la pelle, quella l’aveva presa da loro padre –che ti è successo?- Santana sospirò abbassando lo sguardo –sono crollata- singhiozzò e sentì la stretta di sua sorella sulla sua spalla aumentare –tu che ci fai qui?- chiese la più piccola –sono venuta aggiustare i guasti che combina mia sorella minore- Santana sorrise e scosse la testa –allora questo è il momento esatto, devi aiutarmi- sospirò Santana stiracchiandosi ed asciugandosi le gote –tutto quello che vuole la mia piccolina è legge- Santana rise mollandole una spallata.


Dopo ore notturne senza sonno e in balia del caldo ce l'ho fatta.
Non è proprio il miglior capitolo che io abbia scritto, e non so se vi piace, ma volevo che Santana diciamo crollasse definitivamente e che stesse per ricadere in tutto il caos che aveva per la testa all'inzio della storia. In più volevo ritornare a far comparire il diario di Rachel, mi sembrava una buona idea.
Voi che dite?
-Kisses M

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


CAPITOLO 24
-San sbrigati, la cena diventa fredda- sentì sua madre urlarli e il tintinnio delle forchette che sbatterono contro i piatti. Santana sbuffò camminando velocemente dal bagno e raggiungendo la sua stanza. Aprì l’armadio e prese la prima maglia lunga che le capitava a tiro, si posiziono davanti allo specchio poco prima di metterla e guardò per un attimo il suo riflesso.
Santana non aveva dormito per quasi tre notti, il pensiero di quello che avrebbe fatto se solo non si fosse controllata non riusciva ad andarsene dalla sua testa. Se era sveglia ricordava, se invece dormiva sognava una marea di sangue e dolore. Gli occhi erano contornati da delle occhiaie profonde ma per sua fortuna non troppo visibili. Si passò una mano dove aveva ancora una piccola crosta, dove il coltello aveva ficcato la sua punta e come un flash si ricordò di quella sera a casa di Rachel, dove aveva visto per la prima volta quello che la cantante le aveva inciso sulla pelle con i succhiotti. Le scappò un singhiozzo e cercò di non piangere chiudendo un attimo gli occhi.
-mi hai scritto “mine” sull’addome- Rachel scoppiò a ridere guardando il riflesso sconvolto di Santana dallo specchio della sua stanza –un semplice succhiotto non ti andava?- sbottò la latina mentre Rachel continuava a ridere –tu mi marchi sempre- la diva sorrise alzandosi dal suo letto e camminando verso Santana –ma non ti ho mai scritto niente- Rachel fece un piccolo broncio, al quale, sapeva, Santana non riusciva a resistere –non ti piace?- la voce bassa e quasi tremolante di Rachel fu il colpo di grazia per Santana, la latina la afferrò per un braccio e con un forte stretta sulle spalle le lasciò un semplice bacio –sei una piccola gnoma diabolica- Santana le sussurrò e sorrise appena Rachel iniziò a ridere –tu sei mia e io ti amo- l’ispanica sorrise ricevendo un altro bacio casto –anche io nana- le lasciò un bacio sul naso, Rachel sorrise e si promise di ficcare questo momento nella scatola dei ricordi da non dimenticare.
-Santana!- l’ennesima urlata di sua madre la fece rinvenire e sussultò infilandosi velocemente la maglia e correndo al piano di sotto.
-ti eri addormentata?- sua sorella sorrise ironicamente infilandosi un pezzo di carne in bocca –non trovavo la mia maglietta- sussurrò stanca Santana, giocherellando con il cibo nel suo piatto –stai diventando tutt’ossa, mangia- Maribel le sorrise posandole una mano su una spalla –non ho tanta fame, ho solo sonno- Santana guardò gli occhi chiari di sua madre bevendo un po’ d’acqua –come mai non riesci a dormire?- la latina più piccola deglutì schiarendosi la voce –incubi- si limitò a dire ricevendo un’occhiata comprensiva da Blanca –non è che hai rincominciato a..- sua madre non riuscì a finire di parlare, troppo spaventata persino per dire quella parola –mami! Che dici!- Blanca sbottò facendo correre una mano a stringere quella di Santana –non posso neanche avere preoccupazioni da madre?- Santana abbassò lo sguardo e sbuffò, sapeva che da lì a poco sarebbe iniziata una discussione fra sua madre e Blanca, dove lei non sarebbe stata interpellata, succedeva spesso da quando Santana aveva fatto coming out –hei B, quando ti manderanno la lettera di Hogwarts che ti informa di dover tornare?- Blanca sorrise e rivolse tutta la sua attenzione alla latina –prima del fine settimana, sabato ho un esame-Santana annuì tornando a chinare la testa sul piatto. Da quel momento la cena andò avanti tranquilla come mai.
 
-sono felice di essere venuta qui con te- Blanca sorrise a sua sorella prendendo un sorso di caffè, erano al Lima Bean, dopo pranzo, Santana aveva due ore libere ed aveva ben pensato di stare un po’ sola con sua sorella –Yale non è tanto piacevole senza la mia sorellina che mi ruba i trucchi- Santana scoppiò ridere e fece spallucce –lì però hai il tuo ragazzo che ti rotola fra le lenzuola- Blanca rise e fece spallucce –come stai?- chiese tornando seria. La tensione si fece alta fra le due sorelle e Santana si ritrovò senza una risposta concisa. Stava bene rispetto l’altro giorno, ma non stava bene rispetto a due mesi prima, quando al posto della sua mano vuota e fredda c’era quella di Rachel che le avrebbe stretto le dita e le avrebbe sorriso, scosse la testa ed abbassò lo sguardo. Blanca capì che forse quello non era il momento esatto per parlare –mi ha detto mamma che non ti sei iscritta più a Yale ma alla Columbia, a New York- Santana annuì guardandosi intorno, si sentì all’improvviso osservata –lo sai vero che la Columbia sta nello stesso paese della Nyada?- Santana deglutì ed alzò lo sguardo negli occhi verdi della sorella, lo sapeva, eccome se non lo sapeva. –a Yale non potrei mai venirci, c’è quella lì- Blanca chinò lo sguardo ma poi capì immediatamente –dimmi come si chiama, sono un anno avanti a lei, la dovrei conoscere, le matricole sono come carne fresca- Santana sorrise per il modo in cui aveva parlato sua sorella, assumendo un tono da maschiaccio –Quinn Fabrey- Blanca spalancò la bocca e guardò sua sorella sorpresa –quella che è rimasta incinta?- Santana fece un cenno con la testa –brutta storia, davvero brutta- Blanca si passò una mano lungo il mento iniziando a guardare verso qualcosa di lontano che neanche esisteva, Santana la guardò per un attimo ma poi distolse lo sguardo, a volte sua sorella era più strana di lei.
 
-Santana che piacere vederti qui!- la latina guardò verso le sue spalle ed un sorriso le uscì spontaneo appena vide Finn poggiarle una mano su una spalla –Hudson!- Santana si alzò per stringerlo, Blanca la guardò confusa, da quanto sua sorella si apriva con un ragazzo?
-Oh, Finn lei è mia sorella, Blanca- il ragazzo passò il suo sguardo da bambinone sulla donna che aveva di fronte e sorrise mostrando le sue fossette –ciao- Blanca sorrise apertamente alzandosi per stringere la mano al ragazzone –piacer mio altra Lopez- Blanca rise, Santana si guardò intorno, sicura che Finn non fosse in quel posto solo, quando le venne in mente chi aveva l’ora di buca con lei oltre Finn. Un tremito le passò lungo la schiena quando una ragazzetta spuntò dalle spalle di Finn –Finn il tuo caf.. Santana- la classica reazione che Rachel aveva ogni santissima volta che la vedeva in qualche posto, la latina sorrise appena e si sedette di fronte sua sorella. Blanca spalancò la bocca quando vide Rachel, passò prima lo sguardo sulla ragazza e poi su sua sorella che all’improvviso sembrava essersi spenta. Rachel dal canto suo stava fissando Blanca con stizza negli occhi, forse perché era una ragazza bellissima che stava sola con la sua Santana.
La sua Santana.
Rachel scosse la testa, Santana non era più sua, doveva smetterla con quegli aggettivi possessivi.
-io..io devo andare- Santana si alzò e camminò fuori dal bar, sua sorella sbuffò guardando i due ragazzi –scusate- sorrise leggermente e corse dietro sua sorella. Rachel guardò Finn che ancora stava sorridendo con quella faccia da ebete –muoviti Finn- gli mollò una gomitata e si sedette al tavolo dove poco prima c’era stata Santana –non si somigliano per niente- sussurrò Finn sovrappensiero, Rachel alzò un sopracciglio –era sua sorella Rach- la ragazza spalancò la bocca e immediatamente sentì le guance andarle a fuoco, oddio avrebbe dovuto smettere di amarla. Doveva seriamente smetterla di essere dipendente del suo odore, delle sue labbra e di quegli stupidi occhi neri.
 
-Santana, fermati!- Blanca la bloccò per un braccio –lasciami- la più piccola si divincolò ma non riuscì sbloccare il suo braccio –dovete parlare, era gelosa di me! Hai visto come mi ha guardato?- Santana sospirò abbassando lo sguardo –non ci riesco, ha baciato Quinn, non saprei che dirle, e poi l’ho delusa- Blanca abbassò lo sguardo –rimedia da quello poi tutto verrà da sé- Santana alzò un sopracciglio ed un improvviso sorriso comparve sulle sue labbra –sei un genio!- si disse da sola, lasciò un bacio su una guancia a sua sorella e velocemente prese il cellulare –Mercedes, sono io Santana, ho bisogno di un aiuto- Blanca non riuscì a sentire altro, dato che sua sorella era andata via correndo. Ora come avrebbe fatto a tornare a casa? Sbuffò promettendosi di fare la predica a sua sorella, ma nel frattempo avrebbe dovuto trovare un modo per trovare la casa di sua madre, era la sua prima volta a Lima, non sapeva neanche che esistesse l’Ohio prima.
 
-allora ricapitoliamo- Kurt sospirò e con un movimento circolare delle mani guardò Mercedes perplesso -Santana, la Santana di adesso, il ghiacciolo,non la ragazzina appena uscita dal rehab, parliamo della cheerleader stronza- Mercedes annuì stanca ed annoiata, era almeno la centesima volta che spiegava quello che Santana le aveva detto a telefono -si Kurt, Santana Lopez vuole cantare una canzone sul suo passato e scusarsi per il modo in cui ha affrontato la cosa l’altra volta- Kurt sospirò rumorosamente come se un attacco di nervi stesse per arrivargli -Rachel lo sa?- Mercedes scosse la testa -assolutamente no, Rachel dovrà avere un effetto a sorpresa- Kurt sorrise malizioso e si passò una mano lungo il ciuffo perfetto e dritto che aveva piantato sulla sua fronte - manca una settimana alle nazionali, la prossima lezione al glee è due giorni prima la partenza per Chicago- Mercedes annuì comprendendo i pensieri di Kurt -abbiamo trovato un posto dove mettere in atto il nostro piano- Kurt sorrise alla ragazza di colore e con un gesto, estremamente femminile, le batté il cinque.

-Santana, oh, rallenta- la latina si guardò le spalle e sorrise leggermente quando vide Finn raggiungerla -sei il quarterback, Hudson, non ci credo che non mi batti sulla velocità- Finn scoppiò a ridere e si strinse lo zaino in spalla -ho saputo che canterai una nuova canzone al glee- Santana alzò gli occhi al cielo- Mercedes e la sua boccaccia- sbuffò, Finn la guardò sorpreso -in realtà è stato Kurt- si grattò la testa con la sua solita espressione confusa -si, Mercedes l'ha detto a Kurt che l'ha detto a te- Finn spalancò la bocca ed annuì -lasciali ciarlare per un po’, il nostro club è noioso ultimamente- Santana quasi scoppiò a ridere -ma scherzi? Questo club è così pieno di gossip che nemmeno una serie tv americana ne sarebbe così piena, ho visto più coppie scoppiarsi in questi mesi che in due anni- Finn sorrise facendo spallucce con sguardo innocente -se non te ne fossi accorta la coppia del momento siete tu e Rachel, quasi scommettono sul fatto di vedervi di nuovo insieme o no- Santana rise scuotendo la testa -scommetto che facevano anche con voi due così- Finn fece spallucce, di nuovo -in realtà non piacevamo troppo come coppia, sarà che le nuove direzioni sono affascinati dalle coppie lesbiche, soprattutto se un delle due è una bomba latina- Santana rise di nuovo, mollò un pugno delicato sulla spalla enorme del quarterback -che canterai?- chiese il ragazzo dopo aver finto di aver sentito dolore -Why Try di Ariana Grande- Finn spalancò gli occhi -sai che parla anche d'amore vero?- Santana abbassò lo sguardo e in un attimo le parve di pensare a Rachel, di come l'avesse salvata, del modo in cui entrambe avevamo spento le fiamme senza l'aiuto dell'acqua -si, ma è da quello che è composto il mio passato, amore e dolore- Finn fece per parlare ma scosse la testa appena le parole le sorpassarono la mente, Santana si chiese se magari fossero troppo stupide per il ragazzo.
-sarà meglio andare- sbuffò Santana sentendo il campanello suonare, stava per avviarsi in palestra quando Finn la bloccò per un braccio -non mollare mai- le sussurrò,Santana annuì sorridendo -contaci bietolone- Finn scosse la testa e prese la direzione inversa di Santana, per l'aula di fisica.

 
 
Jo sentì un auto parcheggiare a pochi metri dall’entrata della clinica, guardò l’orologio appeso al muro ed alzò un sopracciglio, quello non era l’orario di visita, chi mai poteva essere. Avanzò lentamente all’uscita e vide una grande Jeep nera posata sui sassi, i vetri erano oscurati, ma la portiera del passeggero era aperta, sentì i passi leggeri di una donna avviarsi verso l’entrata e fu sorpreso di incontrare di nuovo quegli occhi neri, che sembravano così diversi da quando li aveva visti varcare la soglia di quel posto. Erano iniettati di odio, forse anche di tristezza, ma c’era sempre quella piccola scintilla che Jo aveva sempre notato di Santana –che ci fai qui?- Santana sorrise all’uomo e in un attimo il suo sguardo si sciolse diventando dolce e limpido. Aveva un nodo allo stomaco, il suo cuore batteva forte, era difficile andare in quel posto, dove aveva affrontato troppe cose, dove troppe cose erano nate e poi morte.
-potrei parlare con le altre persone?- Jo annuì velocemente, si girarono entrambi quando il rumore della portiera che si chiudeva annunciò l’arrivo di Kurt –venite, andiamo in sala riunioni- Santana sorrise e seguì l’uomo con passo veloce.
 
-ehm.. non so come iniziare, non esiste un modo per iniziare- Santana si schiarì la voce davanti alla folla di donne che la osservava stupite, la maggior parte di loro era più grande, alcune erano nuove, altre invece l’avevano vista passeggiare per il parco con quella ragazza da cui non si staccava mai.
-molte di voi non mi conoscono, altre solo di vista, ma non importa, perché in questo posto tutte siamo uguali, non c’è bisogno di conoscerci. Tutti sappiamo la nostra storia, qui ci sono persone che combattono con i loro demoni per una vita, e chi, come me, viene salvato- a quelle parole Santana sentì un groppo in gola, Kurt le sorrise alzandole un pollice –non sono qui per parlare, perché credo che a voi non interessi un bel niente di quello che ho da dire, ma dopo quello che mi è successo qui dentro mi sono costruita una vita nuova, che ogni tanto fa cagare, ma è pur sempre migliore di quella che avevo prima. Devo ringraziare voi, ragazze, e qualcun altro, che al momento non è qui- fece una pausa e chiuse gli occhi, in mente focalizzò l’immagine di Rachel, lasciò che una lacrima le scendesse prima di iniziare di nuovo a parlare. Kurt era stupito, Santana si era completamente messa a nudo in un posto che l’aveva denudata senza che lei desse il suo permesso –spero che voi tutte vi salviate, perché non c’è cosa migliore di vivere senza quei mostri che ti stanno col fiato sul collo, è difficile ballare con un diavolo sulle spalle- si schiarì la voce, abbassò lo sguardo e sospirò. Da lontano arrivò una voce, quasi come un sussurro –regrets collect like old friends, here to relieve your dark moments, I can’t see no way, I can’t see no way- Santana sorrise alzando lo sguardo, la sala aveva iniziato ad intonare quella canzone e tutte la stavano dedicando l’una all’altra, era uno di quei momenti da film, senza vita reale. Santana si sentì quasi orgogliosa, perché sapeva che quelle donne potevano farcela –it’s always dark before the dawn- sussurrò al microfono, il tutto finì con un applauso e una risata da parte di tutte le donne. Santana sentì il nodo allo stomaco sciogliersi, forse poteva farcela. Poteva vincere di nuovo, per la seconda volta. Però ora non lo avrebbe fatto grazie a Rachel, ma per Rachel.
Kurt la guardò da lontano ed annuì facendole l’occhiolino, orgoglioso della sua amica ispanica.

Dio, sono inn ritardo vero?
Scusate, l'estate mi sta prendendo troppo, non ci sono mai a casa.
Comunque, credo che siamo quasi alla fine, non so quanti altri ce ne saranno, ma non credo superino i cinque. 
Ma #Don't worry Be happy.
Parlando del capitolo, è incentrato su Santana, sua sorella e il resto. Non so se vi piaccia, ma ho una bell'idea per il prossimo capitolo. Parlando un attimo di Finn e Blanca, non so mi piacciono, è una cosa strana secondo voi?
e Mercedes e Kurt? cos'avranno in mente? Ci sto pensando ed è un bel caos. :'D

-Kisses M

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