The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Michael and James

di Saiph_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** James ***
Capitolo 2: *** Michael ***



Capitolo 1
*** James ***


The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Micheal and Micheal

Part one. James











Non si aspettava una così buona sorte, nient’affatto.
Oh, Anne-Marie sarebbe stata così felice delle notizie! Certo, ottenere il ruolo di Giulietta Capuleti non fu così esaltante come ottenere il ruolo di Romeo Montecchi, ma non lui non ci pensò più di tanto. Gli importava, più che altro, di ottenere abbastanza denari per sostenere se stesso e sua moglie per qualche mese, forse un paio, dopodiché avrebbero messo in scena qualcos’altro, e sarebbero arrivati altri denari nelle sue vuote tasche.
Fare parte della compagnia del Ciambellano era già una fortuna di per sé.
Poco importava che il corpetto del suo abito fosse stretto e lo stesso abito fosse troppo lungo e lo portasse ad inciampare un passo su tre. Poco importava che la parrucca bionda e lunga gli facesse prudere ogni lembo di pelle da essa sfiorato.
James McAvoy si sentiva fortunato a poter recitare nella compagnia da sempre tanto ammirata.
Si sentiva meno fortunato, però, quando sentiva le risate soffocate degli altri uomini al suo passaggio. Persino la balia rideva di lui.
La balia.
Lui resisteva in modo stoico e impassibile a quelle derisioni e continuava a lavorare in modo più che diligente. C’era ben poco in grado di fermarlo dall’impegnarsi nel suo ruolo di fanciulla innamorata, e tra queste poche cose erano incluse le attenzioni di Romeo.
Non che fossero particolarmente evidenti, ma si potevano notare in piccoli dettagli, come i suoi di solito rari sorrisi, che però a lui erano concessi abbastanza frequentemente, o occhiate maliziose.
Talvolta il suo Romeo si arrischiava persino a cercare un contatto fisico, a cui, stranamente, James non si tirava indietro.
L’ultima fu una carezza su una guancia data con la scusa di un po’ di sporco, ma era limpido che l’obiettivo a cui Romeo mirava era unicamente il contatto in sé, nessun motivo altruista lo avrebbe spinto ad agire in quel modo.
E si che ancora James non aveva avuto modo di scoprire il nome del suo corteggiatore, nonostante lavorassero insieme da giorni, ormai. Forse settimane. Il tempo volava ogni qualvolta James riusciva ad ottenere una parte per uno spettacolo, la cognizione del tempo non esisteva più fino all’ultima scena dello spettacolo.

“Se io profano, con la mia mano indegna, questa reliquia sacra, le mie labbra sono pronte a rendere più molle, con un tenero bacio, il ruvido tocco.”
Le parole uscirono morbide dalle labbra di Romeo, mentre sue mani carezzavano dolcemente quelle di James, prima che quest’ultimo si tirasse indietro e si levasse la maschera.
“Buon pellegrino, voi fate troppo torto alla vostra mano, che ha mostrato in ciò la devozione che si conviene!”
Romeo non esitò a riavvicinarsi, e lo fece con così tanto entusiasmo che chiunque avrebbe pensato che si fosse calato troppo nel personaggio. Ma James sapeva che non era così. Il suo sguardo, la luce nei suoi occhi, e il sorriso che gli piegava gli angoli delle labbra all’insù.. tutto in lui mostrava passione.
Passione per il ruolo da lui interpretato o qualcosa che James avrebbe stentato ad accettare?
“Dunque” e qui Romeo intrecciò nuovamente le dita di una mano a quelle di James, che non poteva sottrarsi, per il copione affidatogli “Lascia che le labbra facciano quello che fanno le mani, se non vuoi che la fede cambi in tormento.”
James si spostò indietro e fuggì dal bacio che Romeo, sempre secondo copione, stava per dargli, ma l’altro non impiegò così tanto tempo a raggiungerlo e a fermarlo, posandogli le mani sui fianchi.
“Ferma, ferma. Non muoverti, in tanto che io raccolgo il frutto della mia preghiera.”
James provò a scappare, nuovamente, ma il suo Romeo lo attirò per un braccio e fu un attimo.
Un attimo prima che le mani degli attori cominciassero a battere, e le loro labbra si fondessero insieme in un bacio pulito e dolce.
Così dolce che James ne ebbe paura e lo rifiutò, togliendosene anche prima che i timidi applausi del resto della compagnia si attenuassero.

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Capitolo 2
*** Michael ***


The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Micheal and Michael

Part two. Michael











Avrebbe potuto passare ore a perdersi negli occhi profondi e più azzurri del cielo senza nuvole in una giornata di metà estate di quel ragazzo. Erano stati proprio gli occhi a conquistarlo e a devastargli ancor di più l’animo già tormentato.
Ogni qualvolta gli si poteva avvicinare, non ne perdeva occasione. La sua voce, per Dio, era il suono più soave che Michael avesse mai avuto il piacere di udire. E le labbra lo facevano impazzire ogni volta che posava gli occhi su di esse. Avrebbe voluto morderle, trasmettere con un bacio quella passione che gli scaldava il cuore e faceva si che i suoi tormenti fossero dimenticati, seppure per qualche istante appena.
Ma James, oh, lui si mostrava diffidente in un modo che lo disorientava e lo faceva sentire frustrato. Era peggio del non ricordare le battute di una scena, era peggio di qualsiasi cosa che di male gli fosse successa, ma era anche la più meravigliosa.
Quell’amore struggente lo coccolava nelle notti più buie e gli faceva capire che doveva averlo. James doveva essere suo.
E la fortuna pareva essere dalla sua, almeno per una volta nella sua esistenza.
Il Cielo aveva voluto che capitasse a lui il ruolo di Romeo, esattamente quello per cui si era proposto, e il suo nome era rimasto quello dal provino fino a che non erano cominciate le prove, e anche oltre. Nessuno sapeva il nome dell’attore che si celava dietro al personaggio di Romeo, e questo per una semplice questione di interpretazione.
Gli pareva più facile entrare nel personaggio se celava la sua identità, e difatti, nonostante fossero solitamente due personaggi completamente agli antipodi, in quell’occasione di differente avevano poco o nulla.
Entrambi innamorati, entrambi soffrivano per un amore che non avrebbero potuto avere con facilità, per motivi diversi. Ma se Dio era misericordioso, ad entrambi sarebbe toccato il loro lieto fine. Quel primo bacio gli aveva fatto provare una gioia che non aveva mai provato prima d’ora, e così tutti quelli a venire. Ogni bacio, per quanto finto, era stata un’emozione, e il rossore che coloriva le gote di James era capace di fargli sentire calore al ventre. Inutile dire che il proprio membro dipendeva totalmente dalla vergogna sul viso della sua Giulietta. Vergogna che, Michael lo sapeva, era dettata soprattutto dal desiderio. Era cosciente di questo poiché sapeva esattamente che il suo sguardo e quello di James non erano così diversi, dopo ogni scena che prevedesse un contatto del genere.
E così, erano giunti all’ultima scena dell’ultimo atto dello spettacolo vero e proprio. Un centinaio di spettatori, se non di più, fissavano i protagonisti con il fiato sospeso, ma Michael non si curò di loro. No, la sua totale concentrazione era rivolta a qualcun altro, alla persona che giaceva davanti a lui, con gli occhi chiusi, e a malapena respirava.
Sapevano entrambi cosa sarebbe successo adesso.
Michael aveva finto di sbagliare per poter ripetere, con evidente insofferenza da parte di James, quella scena finale, che comprendeva la loro ultima effusione. Settimane di lavoro erano servite a ben poco, la sua soddisfazione era stata pressoché nulla, viste le reazioni di James. Per quanto adorabile la sua timidezza e il suo imbarazzo, Michael non voleva solo questo. Non gli interessava solo scambiare caste effusioni con l’amato, voleva di più.
Desiderava, dall’amato, altro amore, quello più sensuale, che non comprendesse unicamente solo timidi baci e occhiate sfuggenti, ma passione, tanta passione.
Nonostante l’evidente sentimento ricambiato da parte di James, non era riuscito ad ottenere molto di più. Questo aveva provocato in lui frustrazione, delusione e rabbia, e pochi sapevano quando la sua rabbia potesse essere distruttiva.
Recitò il suo monologo finale, che ormai gli veniva naturale come bere un bicchiere d’acqua, e posò per l’ultima volta le labbra su quelle morbide della persona amata, e lo sentì.
Fu percettibile il tremore di quelle stesse labbra che per settimane lo avevano condotto alla dannazione, e fu quello che spinse Michael a prolungare il loro ultimo bacio fino al limite del plausibile. Un ultimo gesto d’addio, un atto di pura disperazione malcelata fino ad allora. Non poteva chiedere di più. Brevi furono gli istanti che seguirono, in cui Giulietta si svegliava, trovava il suo sposo senza vita a terra e lo raggiungeva nell’aldilà, e breve fu il monologo finale che chiuse lo spettacolo.
Gli attori di Romeo e Giulietta si rialzarono e, con tutti gli altri personaggi, salutarono il pubblico entusiasta e commosso e si ritirarono per cambiarsi d’abito. Fu l’ultima volta che Romeo e Giulietta ebbero occasione di scambiarsi uno sguardo e fu uno sguardo colmo di tristezza e rimpianto per quello che non avevano avuto e per quello che si lasciavano alle spalle.
Una triste pace porta con sé questo mattino. Il sole la sua fronte non mostrerà, addolorato. Di fuori, parleremo di questi eventi del destino: per alcuni, il perdono; per altri, il castigo adeguato. Che mai dolore giunse al suo apogeo, come nella storia di Michael e James.

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