Linked souls

di _Ryuzaki_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


                                                                                        Capitolo 1

Era una giornata come tutte le altre a Londra, Liz spalancò gli occhi nell'udire il cinguettio degli uccelli sul davanzale della sua finestra.
Volse il viso verso di loro e gli animali fermarono il loro canto per guardarla -Grazie ragazzi...- gli rivolse un dolce sorriso e loro chinarono il capo in segno di saluto per poi spiccare il volo.
La ragazza si alzò a sedere e poi in piedi. Si stiracchiò notando con piacere che il lungo sonno era stato anche ristoratore. Quel giorno c'era un bel tempo stranamente per gli standard della sua città.
Il sole splendeva nel cielo azzurro e non c'era neanche l'ombra di una nuvola, e lei si sentiva molto attiva; quindi decise di andare a fare una passeggiata nel parco del suo quartiere.
Si diresse in bagno per fare una bella doccia rinfrescante prima di uscire. Appena fuori dalla cabina fissò la sua immagine riflessa nel grande specchio rotondo proprio sopra al lavandino. I lunghi capelli corvini incorniciavano il suo bel viso e i suoi brillanti occhi color dell'oceano la fissavano incuriositi. Indossò i vestiti che avveva preaprato per poi pettinare i morbidi capelli che ricadevano in dolci onde sulla sua schiena. Li raccolse in una crocchia dietro la nuca così che non le cadessero davanti agli occhi. Adesso era pronta per la sua uscita mattutina.
Una volta all'aria aperta guardò il cielo e respirò la leggera brezza che le accarezzava la pelle del viso. Iniziò a camminare con le mani premute nelle tasche del giacchetto che aveva addosso. L'autunno sarebbe arrivato in termine di cinque o sei settimane; avrebbe iniziato a vedere le prime foglie che cadevano dai rami. Aveva sempre amato quella stagione. Dipingeva tutto di mille colori e l'aria aveva l'odore dei primi timidi fuochi che i cittadini accendevano per proteggersi da quel freddo improvviso. Liz non aveva di questi problemi. Riusciva sempre a sapere in anticipo quello che il clima avrebbe donato loro all'inizio di ogni giorno. Non si era mai soffermata troppo sul motivo di questa sua capacità anche se era certa che non tutti ne avrebbero avuto la fortuna.
Arrivò al parco in dieci minuti e si fermò proprio davanti al cancello spalancato ad osservare come il vento smuovesse le chiome degli alberi come fossero fogli di carta.
Era affascinata da come la natura riuscisse a rendere così magico anche un avvenimento del genere, all'ordine del giorno. Le sarebbe piaciuto rimanere ferma per ore di fronte ai fenomeni più semplici solo per poter ragionare su tutto quello che la circondava e su come tutto potesse sembrare fantastico.
Sedette all'ombra di un albero e prese a guardare davanti a sé concentrata sul rumore che il vento provocava nello scorrere tra le foglie. Farlo la aiutava a non pensare a tutto quello che le persone intorno a lei dicevano. Aveva una gran confusione nella testa quando si trovava in ambienti affollati.
Ognuno aveva la sua da dire, anche se non era pertinente a quello che stavano divendo gli altri. Non aveva mai detto a nessuno quello che era in grado di fare; non che qualcuno si fosse mai interessato a lei. Era sicura che la avrebbero fraintesa e non avrebbe più potuto vivere nella pace a cui era abituata da tanto ormai. Non aveva mai avuto molti amici, neanche da piccola. Si era sempre tenuta in un angolo, distante da tutto e da tutti anche se riusciva a capire comunque quello che le accadeva intorno. Venne riportata alla realtà da qualcosa che le picchiettava sul dorso della mano. Si girò e sorrise al piccolo uccello che tentava di attirare la sua attenzione. L'animale le saltellò sul palmo. La ragazza alzò la mano al livello del viso e guardò con più attenzione il volatile -Ciao piccolino, che c'è, anche tu ti senti solo?- lui si avvicinò di più piegando il capo di lato come se stesse studiando i suoi lineamenti. Lo guardò in quei piccolissimi occhi neri e li ricambiò il suo sguard rivelandole ciò che voleva dirle. Era sempre stato uno dei suoi doni preferiti. Saper parlare con gli animali era una capacità che riteneva molto utile e interessante. Sapere quello che pensavano poteva far sì che lei li aiutasse o che loro aiutassero lei. In più di qualche occasione era capitato che avessero bisogno di aiuto e fortunatamente lei era nei paraggi per poter intervenire. In cambio loro le facevano compagnia e a volte la accompagnavano nella vita di tutti i giorni; come quei due gentilissimi passeri che la svegliavano ogni mattina con il loro canto.
In quel momento vide un uccello andare nella sua direzione. Pensò si trattasse di un altro animale in cerca del suo aiuto; ma poi notò che portava qualcosa nel becco. Non poteva pensare che qualcuno potesse fruttare in quel modo delle povere creature.
Appena le atterrò davanti lei gli accarezzò il capo e sfilò la lettera dal suo becco. Se la rigirò tra le mani per due minuti pensando a cosa fosse meglio fare in quel momento. Poi si decise ad aprirla.
 
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Preside: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima classe, Grande Mago, Stregone Capo,
Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. di Maghi)
 
Cara signorina Philips,
Siamo lieti di informarLa che Lei ha il diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Nonostante la sua età le sarà data la possibilità di prendere parte a dei corsi privati con ogni professore. Ogni mago ha diritto ad un'educazione.
Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
L'anno scolastico avrà inizio il 1 Settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Distinti saluti,
Minerva McGranith
Vicepreside
Guardò stralunata la busta che conteneva la lettera chiedendosi se stesse sognando. Si pizzicò il braccio e constatò di essere perfettamente sveglia. Non poteva essere vero. Insomma non c'era neanche la minima possibilità che esistesse una scuola come quella. Magia e Stregoneria. Doveva per forza essere lo scherzo di qualche ragazzino. Anche se... Forse era giunta finalmente l'ora di capire il perché di tutte le sue stranezze. Non aveva certo pensato di essere una comune cittadina londinese. Da molto tempo ormai aveva capito di essere in qualche modo "diversa" dagli altri. Ad ogni modo, strinse il foglio di carta tra le dita rileggendo ancora una volta il contenuto del messaggio valutando se prendere sul serio la possibilità di inviare una lettera di risposta. Tentar non nuoce... pensò. E in qualsiasi modo fosse andata avrebbe avuto la certezza delle sue speciali doti. Si alzò sistemandosi poi i vestiti e si avviò a casa per incominciare a scrivere la fatidica lettera. Entrambi gli uccelli la seguirono fino al suo appartamento e lei, aperta la porta li fece accomodare come avrebbe fatto in compagnia di due vecchi amici. Dopo aver dato loro qualcosa da mangiare sedette al tavolo della cucina con in mano carta e penna.
Non aveva idea di dove cominciare a scrivere. Non le capitava tutti i giorni di dover rispondere a lettere di antiche e formali scuole di magia. Fu solo dopo un paio di ore che finalmente la sua opera fu pronta.
La consegnò al gufo e, dopo avergli fatto una carezza ed essersi scusata per sfruttare le sue ali, lo lasciò volare fuori dalla finestra. L'altro volatile era rimasto accomodato sul divano e lei lo raggiunse non appena il messaggero sparì alla sua vista. -Secondo te è tutto uno scherzo?- lui scosse la testa a mo' di diniego; la ragazza sospirò e si sistemò meglio sul cuscino dicendo -Spero proprio tu abbia ragione......- rimase lì tutta la mattinata restante a fare conversazione con il passerotto come fossero due vecchi amici.
 


Ecco il primo capitolo di una nuova storia. Non so che ne verrà fuori, ma mi sento molto positiva al riguardo.
R&R
_Ryuzaki_

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
La lettera diceva di recarsi a Diagon Alley per acquistare tutto il necessario per la scuola. Si chiese allora come arrivarvi, non c'era alcun tipo di indicazione che avrebbe potuto aiutarla. Si ritrovò quindi a vagare per Londra in cerca di un indizio che avrebbe potuto aiutarla nella sua ricerca. Tornò a casa senza trovare nulla di utile. Le furono necessari tre giorni per trvare una soluzione. Era veramente freddo quel giorno a Londra, al contrario di poche giornate prima. Il sole era soltanto un bel ricordo. la pioggia cadeva furiosa al suolo bagnando del tutto Liz che si era ritrovata per strada nel momento in cui l'acqua era cominciata a precipitare. -Sapevo di non dover prendere questa strada e tornare a casa....- si rimproverò mentalmente per quella sua improvvisa decisione. Quando aveva lasciato l'appartamento quella mattina sapeva che sarebbe iniziato a piovere ma aveva pensato di tornare in fretta. Invece quando era a metà strada aveva preso una traversa pensando di aver visto qualcosa di strano intrufolarsi nel vicolo. Lo aveva seguito ma poi ne aveva perso le tracce ed era rimasta al freddo e sotto la pioggia. Sicuramente si sarebbe presa un bel raffreddore. Guardandosi attorno però riuscì a vedere la salvezza. L'insegna luminosa di una locanda. Subito vi corse e si rifugiò all'interno. La accolse un piacevole calore e un chiacchiericcio diffuso in ogni angolo della stanza. Si guardò attorno e le parve di sentirsi a casa, in qualche strano modo. Avanzò di qualche passo chiedendo permesso alle persone fino ad arrivare ad un bancone dietro al quale un uomo la fissava con un sorriso -Come posso esserle utile signorina? Mi sembra spaesata...- lei sorrise di rimando e disse -Si, ecco vede... Ho ricevuto una lettera dove era scritto di raggiungere Diagon Alley, saprebbe indicarmi la giusta direzione per arrivarvi?- decise di tenersi sul vago, se avesse detto di dover andare lì per comprare il materiale che le sarebbe servito durante le lezioni in una scuola di magia la avrebbero sicuramente presa per pazza, quindi meglio evitare. L'uomo la guardava diffidente, poi chiese -Potrei vedere la lettera in questione, se non sono indiscreto?- lei tentennò per un attimo, ma poi gliela consegnò. Il locandiere la lesse e gliela riconsegnò sorridendo -Scusi la diffidenza signorina, ma non si è mai troppo prudenti ai giorni d'oggi...- lei riprese la lettera e la rinfilò nella borsa sorridendogli. Lui finì di asciugare il bicchiere che aveva tra le mani per poi chiedere a qualcuno di sostituirlo per qualche minuto. -Mi segua signorina...- lei sorrise -Può chiamarmi Liz...- lui allora annuì e la accompagnò fuori dal locale attraverso una porta sul retro -Da qui si va a Diagon Alley..- posò quella che la ragazza pensò fosse la sua bacchetta magica su dei mattoni del muro di fronte a loro fino a creare una sequenza. Lei osservava rapita ogni suo movimento finché la parete non cominciò a muoversi e i mattoni a spostarsi. La ragazza sbatté più volte le palpebre per essere sicura che fosse reale e osservò il fenomeno andare avanti fino a quando non comparve un passaggio proprio davanti a loro. Il locandiere si voltò a guardarla -Ecco qui.... benvenuta a Diagon Alley.- Liz fece un passo avanti e oltrepassò l'arco di mattoni, poi si voltò e ringraziò l'uomo che le augurò una buona visita per poi sparire dietro al muro che riprese la sua posizione originale. Lei si rivoltò e si ritrovò immersa nella folla rumoreggiante che si aggirava per la via. C'erano talmente tante persone che dovette premersi le cuffiette nelle orecchie per non divenire matta con tutte quelle voci nel cervello. Avanzò spalleggiando con tutti i maghi che tentavano di raggiungere il negozio desiderato. La ragazza aveva la lista delle cose da comprare nella mano ma sapeva bene che per qualsiasi tipo di spesa aveva bisogno di contanti, e l'unico luogo dove poteva procurarseli era la Gringott, la banca più sicura del regno magico, stando a quanto avevano scritto nella lettera. Quindi si incamminò sperando di non perdersi nei meandri di Diagon Alley. Si guardava attorno affascinata da ogni minimo dettaglio che le rimaneva impresso a fuoco nella mente. Poco dopo si trovò di fronte uno dei più grandi edifici che avesse mai visto in tutta la sua via. Era qualcosa di enorme con i muri bianchi ed alte colonne all'entrata in alto era scritto in grande "GRINGOTT"; era il posto giusto. Si avviò alla porta e la aprì lentamente osservando come tutti i piccoli dettagli andavano via via formando una sala meravigliosa. Rimase letteralmente a bocca aperta di fronte a tutta quella magnificienza. Non appena mise piede in quell'edificio si sentì la cosa più insignificante sulla faccia della terra. Era tutto così grandioso da far sembrare i suoi 172 centimetri una nullità. Si fece avanti incerta fino all'ultimo banco. A quel punto si schiarì la voce ed un essere si affacciò per guardarla. Era una creatura interessante.... -Si?!- chiese abbassandosi gli occhiali sul lungo e ricurvo naso. Liz si strinse nelle spalle -Vorrei accedere alla mia camera blindata...- lui la squadrò, poi disse -Certo, mi mostri la sua chiave...- lei gli consegnò la chiave dorata che aveva trovato in allegato alla lettera, e dopo un'attenta ispezione quello chiese ad un altro dipendente di mostrarle ciò che desiderava. Fu così che raggiunse per la prima volta la sua camera personale alla Gringott. Era piena zeppa d'oro, anche se non si spiegava di chi mai potesse essere e perché mai lo avesse affidato a lei, una completa estranea. Prese il denaro necessario e qualcosa in più per le evenienze del viaggio; poi lasciò la banca e indossò di nuovo le cuffiette. La musica classica la rilassava ed in quel momento necessitava di tutta la tranquillità possibile per affrontare quella situazione del tutto nuova e fantastica. Fece tutte le sue spese e per ultima cosa lasciò la scelta della bacchetta. Si recò al negozio di Olivander. Era un luogo che trasudava storia di magia e presenza di maghi da ogni poro ed era presente un fantastico odore di legno. Tolse le cuffiette dalle orecchie e chiese ad alta voce -C'è qualcuno? È permesso? Signor Olivander?- un piccolo uomo dai capelli bianchi e crespi si affacciò da dietro uno scaffale -Desidera?! Immagino sia qui per una bacchetta... Allora vediamo...- le si avvicinò e le disse superandola -Provi con questa...- lei la prese e la agitò ma il risultato non fu dei migliori, quindi il negoziante gliene porse un'altra con con un altro pessimo risultato come anche le quattro successive. Il pover uomo non sapeva più dove battere la testa mentre la ragazza era dispiaciuta e non sapeva come scusarsi. -Mi perdoni, non volevo ridurre il suo negozio in questa maniera lo giuro.... La aiuterò a sistemare.... Vuole che le porti qualcosa di caldo da bere?- lui scosse la testa -Prima troviamo quella giusta prima potremo ricostruire il negozio...- si rimmerse nelle bacchette e ne rivenne fuori con altri quattro contenitori tra le mani. -Provi queste- si limitò a dire. Dopo averne provate tre finalmente fu il turno di quella giusta. Quindo la impugnò ci fu un vento pazzesco che fece volare tutti i fogli rimasti al loro posto sul tavolo. L'anziano si gettò pesantemente sulla sedia sospirando -Finalmente....- la ragazza subito lo raggiunse e con uno schiocco di dita fece apparire una tazza di tè fumante che mise davanti al negoziante sfinito. Lui la guardò impressionato -Sai fare magie senza bacchetta?? Tutto questo lavoro e sai fare incantesimi senza bacchetta?!- lei si strinse nelle spalle -Nella lettera della scuola c'è scritto che devo averne una...- lui sedette meglio e incominciò a bere lentamente. -Non per essere invadente ... Ma quanti anni hai? Mi sembri un po’ grande per iniziare la scuola ora...- lei annuì - Lo sono infatti, ho venti anni compiuti... Anzi tra poco ventuno.... Ma il preside ha detto che ogni mago ha il diritto di avere un'educazione seppur solo basilare... Quindi eccomi qui a comprare una bacchetta e a combinare tutto questo pasticcio... Adesso le rimetto tutto al suo posto..- detto questo schioccò di nuovo le dita e tutti i fogli andarono al loro precedente posto. I vasi si ricomposero e lo stesso tutti i vetri rotti. Le bacchette presero più tempo ma alla fine ogni cosa era di nuovo in ordine. -Ecco qua... Mi sembra di riavere messo tutto come stava prima che iniziassi a danneggiare il suo negozio... Se c'è qualcosa che non va bene o che manca non dubiti che gliela ripagherò...- il mago era interessato al potere della ragazza. Aveva visto soltanto un'altra persona usare un incantesimo del genere ed era sicuro che non avesse avuto eredi. Liz vedendolo con lo sguardo fisso si accucciò di fronte ai suoi piedi -È sicuro di sentirsi bene signore??- lui annuì -Si... Certo , tutto bene cara... Vai di fretta o puoi rimanere a bere una tazza di tè con questo vecchio??- lei sorrise -Nessuna fretta signore, rimango ancora un pò.- allora lui le indicò una sedia dove sedersi e poi disse -Puoi chiamarmi Olivander cara... Ma adesso parlami di te... Come si chiamano i tuoi genitori??- lei fece spallucce -Non ho mai saputo il loro nome.... Sono cresciuta in un orfanotrofio in Italia; fino ai diciotto anni, poi sono dovuta andare via e ho realizzato il mio sogno di venire a vivere a Londra...ho sempre avuto questi poteri, fin da quando ero piccola e col tempo ho imparato ad usarli e gestirli... Tutto qua, non è una vita molto interessante in effetti...- l'uomo le mise una mano sulla spalla -Scusami non volevo farti tornare alla mente brutti ricordi...- lei scosse il capo con un sorriso dolce -Non sono brutti ricordi, è la mia vita, bella o brutta che sia stata mi ha portato qui no??- lui ricambiò il sorriso continuando a bere il suo tè -Sei molto saggia per la tua età, lo sai? Hai una buona capacità di giudizio; è difficile trovare un pregio come questo nei giovani di oggi...- rimasero a parlare per molto tempo e Liz lo aiutò con il negozio poi disse -È stato bello conoscerla, grazie infinite per il suo aiuto e scusi ancora per il negozio... Ci vediamo presto!- lo salutò, riprese tutte le sue cose e si riavviò al muro di mattoni dal quale era passata all'andata e la riaprì premendo la stessa sequenza di poche ore prima. Un'altra delle caratteristiche della ragazza era una memoria fotografica, dote che le risultava molto utile; ricordava tutto ciò che vedeva o sentiva da quando aveva quattro anni a quel momento. Si ritrovò di nuovo al Paiolo Magico; salutò l'uomo dietro al bancone e uscì dirigendosi con tutti i suoi bagagli nel suo piccolo appartamento. Da quel momento tornò più volte a Dragon Alley per fare spese o solo per andare a trovare il signor Olivander.

Scusate scusate scusate! Avevo problemi al computer e non ho potuto aggiornare *on her knees begging for forgiveness*
Comunque ecco finalmente il secondo capitolo di Linked Souls. 
R&R.
_Ryuzaki_
 

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