The noise have a sound.

di hazoverdos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Blu and green. ***
Capitolo 2: *** 拯救我 (Salvami) ***



Capitolo 1
*** Blu and green. ***


Louis.

La luce entrava debole nella stanza del bagno, le gocce d'acqua dolce mi scorrevano lentamente sul corpo.
Era un buon modo per scacciare via i pensieri, per iniziare un altra giornata.
L'assenza in quella casa rimbombava sempre di piú, il silenzio ormai non aveva piú un suono e il dolore cercava di scacciarlo via. 
Non mi andava di ingurgitare, di far annegare nel mio stomaco qualcosa che sicuramente avrei lasciato andare via.
Quella mattina non aveva alcun senso. Il sole non c'erano perchè le nuvole lo avevano spazzato via.
Avevo paura di guardare la mia faccia nello specchio, avevo persino paura di aggiustarmi i capelli. Adaggiai la cartella sulle mie spalle e lasciai chiudere la porta alle mie spalle.
Il tempo iniziò a farsi buio e un tuono violento si schiantò sulla terra facendomi sobbalzare e aumentare il passo piú del solito. 
Entrai nel vicolo che mi portava al college e iniziò a piovere debolmente.
Le mura del college erano griggiastre, la parte inferiore si affacciava su una distesa di acqua e sabbia non curata. 
Era la parte migliore per ritrovarti a stare li con i pensieri immersi in un limbo oscuro. Sentí una spinta che mi colpí le spalle schiantandomi per terra.
Alzai appena la testa pesante. 
Zayn Malik. 
Studente dell'ultimo anno. 
                            
-Buongiorno frocio.-     
             
Una risata intervenne alle spalle del ragazzo. 
Harry Styles. 
Fa lo stesso corso di scienze con me. 
Le sue fossette disegnavano magnificamente il suo dolce sorriso preceduto da un filo sottile di barba. Mi alzai dolorante e mi scrollai i residui di erba e terreno bagnato dal pantalone.
Aspettai la lacrima che stava scivolando contro la mia pelle finisse di correre per asciugarmela ed entrare nell'aula. 
Il corridoio che portava all'aula della mia classe era piuttosto grande da ospitare tutti i ragazzi presenti.
Mi sedetti, come di mio solito, all'ultimo banco accanto alla finestra.
Faceva molto freddo per essere a quasi metá Maggio e mi accorsi che la nuvola passeggera era sparita lasciando ai pochi e deboli raggi del sole ad entrare in scena.
Ogni volta che muovevo ogni singola particella del mio corpo mi sentivo osservato. 
Penso che tutti avrebbero avuto modo di assistere a ciò che mi è successo poco fa, ma ormai sono abituati. 
Dalla porta blu cobalto entrò il ragazzo alto e snello, scrollò i boccoli caduti sulla fronte e si rimediò ad un 'Buongiorno' allegro. 
Si accomodò con nonchalance accanto al mio banco. Aveva gli occhi rossi, socchiusi e aveva un fottuto -e tenero- sorrido da ebete.
Avrei voluto prenderlo a pugni.
Mi guardava ma mi limitavo a non scontrare i suoi occhi verdi con i miei. 
L'azzurro e il verde non mi è mai piaciuto! 
Il mare e la foresta. 
Non aveva senso.
Per il puro nervosismo mi strappai quasi la manica della felpa ancora bagnata di terreno e erba.
Avevo le mani tremanti, gli occhi abbassati e la pelle torturata dalle dita.
La campanella si limitò a suonare uno stridolio che sembrava, per noi, l'urlo di una vittoria. 
Ero tornato sulla terra fino a quando..

-Ciao.-

..una voce sottile seguita da una puzza di erba venne da dietro alle mie spalle.
Mi bloccai difronte al mio armadietto senza nemmeno respirare. Avevo perso il senso dell'orientamento a quelle parole. 
La voce era cosi maledettamente familiare.

-Ciao.-

Sputai tremante.
Mi voltai e quel ragazzo dai capelli ricci, gli occhi verdi era difronte a me.
Avevo paura. 
Solo paura.
Non capí per quale stupida ragione aveva deciso di parlarmi. Non capivo. Non ero conoscente.

-Non avere paura, non voglio picchiarti.-

Sorrise con nonchalance avvicinandosi di piú a me.
Il suo alito misto di erba e caramelle alla menta mi fece ribaltare lo stomaco. Mi fece salire la nausea -e paura- piú di quanto ne avevo.
Non risposi alla frecciatina, mi limitai a voltarmi verso l'armadietto e lo chiusi dolcemente lasciandomi alle spalle Harry Styles e il suo sorriso fottutamente adorabile.
Dio, lo odiavo!

Odiavo il suo modo di fare, il suo modo cosi garbato, da ragazzo innocente, da ragazzo dal cuore di pietra.
Un giorno quel muro qualcuno riuscirà ad abbatterlo e lui ritornerà a sorridere come faceva i primi giorni del college.
Volevo scoprirlo, ma avevo paura! 
A dire la veritá, era l'unico che non mi aveva mai sfiorato. Si limitava a fermare 'la sua banda' fino a che non mi vedeva sanguinare. Oppure si limitava a sorridere e a farmi uscire il cuore dal corpo. 
Andai sulla distesa di acqua e sabbia e mi misi a fissare le onde che si scagliavano contro le rocce uniformi e forti. Le guardavo andare in dietro e poi con tutta furia distendersi sulla sabbia. Amavo guardare il mare, mi faceva stare tranquillo, superavo qualsiasi, mi liberavo dai pensieri oscuri. Era un mio modo per sfogarmi senza parlare. 
Guardavo il mare e tutto passava.
Portai una sigaretta nell'involucro delle mie labbra, avvicinai l'accendino e ispirai il fumo buttandolo lentamente fuori.
Pensare. Contemplare il vuoto dentro. 
Avevo voglia di far uscire i demoni che avevo in corpo, mi sentivo a pezzi e questi pezzi li sentivo urlare e sfracellarsi verso le rocce mentre annegavano nel mare.
Qualcuno si sedette dietro di me.
Dinuovo l'odore di erba e menta mi spezzarono le narici. Non mi mossi. Restai immobile a guardare l'acqua.
Sentivo il suo respiro regolare farsi sempre piú leggero dietro al mio collo.
Era cosi vicino?
Restó anche lui immobile, senza fiatare, senza muoversi.
Sentivo i suoi occhi penetrare nelle mie spalle.
Un'altro senso di paura mi colpí debolmente sulla spalla.
La sua mano era calda, grande. Mi copriva metà spalla. Tremai al gesto dolce ma non mi voltai.
Restammo fermi cosi per i prossimi venti minuti fino a che non mi alzai lasciandolo li per terra. 
Probabilmente mi aveva seguito.
Si, ma perchè?                
Perchè lo aveva fatto?


Era mezzanotte passata quando mi avvicinai vicino al bancone.
La ragazza dagli occhi celesti e i capelli biondi mi mise davanti un bicchierino di liquido trasparente con sale e limone. 
Misi il sale nell'incavo tra il pollice e l'incide e lo ospitai nella mia bocca leccandolo dolcemente, bevvi il liquido e misi il limone in bocca. Aveva un sapore quasi dolciastro e mi irrigidí dopo aver deglutito.
Iniziai a sentire un senso di stupore. Mi sentivo libero. Avevo buttato giú i miei pensieri.
Feci la stessa cosa per i prossimi due bicchieri e iniziavo gia a non stare bene.
Barcollando mi avviai al centro della pista da ballo e iniziai ad ondulare le braccia al cielo. Urlavo. Saltavo. Mi sentivo libero.
Ancora barcollando mi avvicinai alla porta, la spinsi leggermente e uscí fuori. 
Una ventata di vento caldo mi arrivò in volto.
Avevo la mente offuscata, i piedi che non mi reggevano. 
Riuscí ad accendere la sigaretta ma restavo immobile a guardare un punto della strada ma non capivo chi si stava avvicinando a me.
Due occhi verdi fecero da faro e mi fecero svegliare. Le sue fossette delineavano la sua dolce bocca aperta in un sorriso.
Mi prese per mano e io feci per toglierla ma la sua stretta era molto piú forte di me in quel momento.

-Lasciami.-

Dissi debolmente.
Era ubriaco anche lui, o almeno credo. Il suo alito misto tra tequila e erba mi invasero dritto la faccia facendomi mancare il respiro, senza farmi capire ancora nulla. 
Perchè era ancora qui?
Quasi cadendo appoggiai la mano sul suo petto e il cuore batteva cosi forte che pensavo che da un momento all'altro me lo sarei ritrovato in mano.
Entrammo dentro insieme e mi offri un bicchiere di un cocktail piuttosto colorato. 
Lo scolai come se fosse acqua. 
E li finí!
Buio totale.

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Capitolo 2
*** 拯救我 (Salvami) ***


Harry.
La luce del sole colpiva dolcemente sulla sua faccia mettendo in mostra i suoi occhi azzurri.
La notte stessa non riuscí a ricordarmi cosa era successo realmente, ricordo che dopo ciò che gli avevo offerto aveva iniziato a sbraitare cose senza senso.
L'ho coricato nella macchina e me lo sono portato a casa.
L'ho guardato dormire tutta la notte senza fare rumore.
Gli accarezzavo i suoi folti capelli e sorridevo.
Si, sorridevo.
Quel ragazzo ha causato qualcosa dentro di me che non riesco a capire ancora cosa sia.
Quelle volte che Zayn lo pestava a sangue, mi richiudevo in bagno a spaccarmi le nocche della mano.
Dovevo difenderlo. Dovevo farlo io.
Il destino lo ha conservato per me e non lo lascio sfuggire.
Nessuno della mia "banda" sapeva che io fossi gay, e se lo avessero saputo mi avrebbero pestato insieme a Louis.
Loro pensano che io sia Harry Styles, il tipo che si porta a letto le ragazze e che se ne strafrega di tutto. Il tipo che non soffre, che sa ridere.
Ma invece no. Io sono il contrario.
Quando inizialmente presero di mira Josh, li si che me ne fregavo.
Ma ora che Louis Tomlinson è una preda per questi lupi affamati, mi sento come un alunno e il suo compito di matematica.
Difficile ma ci riuscirá prima o poi.
Appunto, sará difficile salvarlo ma ci riuscirò!
Il suo respiro si fece piú leggero e da lí capivo che stava per svegliarsi. Avevo paura della sua reazione.
Ma non volevo fargli del male, anzi.
Louis, aprí lentamente gli occhi e li sgranò fino a farli uscire fuori dalle orbite.
Poi i suoi occhi scontrarono i miei.
La foresta e il mare.
Il prato e il cielo.
Sorrisi appena limitandomi ad un 'Buongiorno' stretto tra i denti.
Iniziò da 'che cazzo ci faccio qui' e terminò con..
-Non mi hai mica fatto nulla? Giuro, Harry, che se mi hai sfiorato anche con un dito ti farò ricordare questa giornata per il resto dei tuoi giorni!
Si alzò dal letto e si infiló le sue vans nere.
Sorrisi di scatto guardandolo andare via.
Un senso di colpa mi entrò attraverso il torace spezzandomi le ossa.
Se aveva paura di me, era tutta colpa mia.
Solo mia.
Se ne era andato mentre io gli sorridevo dietro mentre volevo urlargli contro di restare ancora un altro pò.
Mi distesi sul letto e i sensi colpa si trasformarono in incubi.
Il dolore che mi saliva dritto nel cuore si fece sempre piú denso.
Non aveva colpe Louis, dovevo difenderlo.
Dovevo smetterla di vederlo spiaccicato contro il suolo senza un briciolo di forza.
Dovevo aiutarlo.
Salvarlo.
Amarlo.
Louis.
Gli ultimi giorni furono molto piú pesanti, tra lo studio e i disegni che dovevo consegnare entro la fine del mese.
Ricordai di essere stato invitato ad una festa venerdí sera da Eleonor.
Una ricca ereditaria, tra cui anche la mia migliore amica.
El sapeva sin dall'inizio che ero gay, come metá college.
Andare via da Doncaster, lasciare li tutti i miei pesanti ricordi fu un impresa difficile, fu una missione da riuscir a mandare a termine.
Andare via per il college ma anche andare via perchè ormai tutta la mia famiglia sapeva della mia omosessualità e non essere accettato da chi mi ha messo al mondo fa davvero molto schifo!
Era venerdí. I giorni volati come fogli che svolazzavano nell'aria.
Dopo essermi fatto una doccia veloce, l'orologio segnava le 22.05 ed ero ancora in tempo.
Un pantalone nero strappato sul ginocchio destro, una camicia bianca e le mie solite vans grigie, entrarono in scena posandosi leggermente sul mio corpo che in quella giornata risultava debole.
Chiusi la porta e mi infilai nella macchina.
Guidai fino alla grande villa, con le pareti color miele e un viale coperto di fiori con una fontana nel mezzo.
La musica gia pompava forte e le mura parevano staccarsi dal resto della casa.
Entrai nella stanza e odore di alcol mescolato con erba e musica mi travolse la faccia facendomi barcollare.
Riuscí ad arrivare al bancone per ordinare un cocktail ma mi bloccai alla vista del ragazzo dagli occhi color marrone.
Era Liam Payne, migliore amico -e forse scopamico- di Zayn Malik. Furono sorpresi in un bar gay chiusi in un cesso.
Forse erano ubriachi e fatti come ogni giorno!
-Un cocktail, grazie.-
Il suo sorriso finto prese vita mentre prendeva un bicchiere di vetro e mescolò liquidi colorati.
Feci tutto di un sorso e ne ordinai un altro.
-Questa è la mia specialitá, frocio.- Ribattè sorridendo maliziosamente.
-Almeno io non sono stato sorpreso in un cesso di un pub gay a farmi il mio migliore amico!-
Sapevo di aver toccato un testo dolente del suo passato, ma l'alcol inizió a fare il suo dovere.
La vena sul suo collo iniziò a farsi notare mentre il sangue pulsava nelle mie vene.
Mi girai e incamminandomi mi sedetti su un divano di pelle nera mentre con l'altra mano avevo un'altro bicchiere, pensavo fosse vodka liscia o altro.
Una testa riccia con gli occhi verdi entrarono dalla porta.
Le sue fossette iniziarono ad emarginare.
Cosa ci faceva lui la?
E perchè stava venendo nella mia parte?
Avrá preso una svista?
-Ciao.-
Si accomodò lentamente sul divano facendomi sobbalzare.
-Ciao.-
Imitai sorseggiando il quarto -o forse il quinto- drink.
Ma perchè era sempre li?
Cosa voleva realmente da me?
I suoi pantaloni marroni scuro con la sua camicia bianca aperta lasciavano alla vista, due uccelli a destra e a sinistra che delineavano i lineamenti del suo petto.
Sorseggiava dal suo bicchiere sorridendo senza staccare gli occhi dalla pista.
Mi fa strano dirlo ma era davvero bellissimo.
Difronte a lui si presentò un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi color mare.
Era Niall, almeno credo che si chiamasse cosi.
Mi alzai e uscí dalla porta nel retro dove dinanzi a me c'era un' enorme piscina e troppa, ma fin troppa gente.
Mi accesi una sigaretta e mi avviai verso uno strato di prato e mi sdraiai lentamente.
L'erba morbida e non bagnata mi accolse leggermente facendomi rilassare.
Infilai una mano sotto la testa e guardai le stelle.
1, 2, 3, 483848 stelle si affacciavano sulla terra, il giallo e il blu notte si sposavano davvero bene.
Ma due occhioni verdi mi rovinarono la vista facendomi accecare.
Cosa potevo farne delle stelle se due occhi cosi potevo averli sempre puntati difronte ai miei.
Si sdraió accanto a me con nonchalance fumando anche lui.
Sentí brividi attraversarmi la schiena e morendo sulle mie braccia.
Il suo odore mi entrò nelle narici facendomi vivo.
I pensieri gia offuscati dall'alcol mi fecero dire ad alta voce..
-Harry, perchè non mi salvi?-

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