Ziva's sick

di Giulia 96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In ufficio ***
Capitolo 2: *** Ziva, cos'hai? ***
Capitolo 3: *** A riposo? Io? ***
Capitolo 4: *** Poisoned ***



Capitolo 1
*** In ufficio ***


Varcata la soglia dell'ascensore mi diressi verso la mia scrivania, non avevo molta voglia delle solite battutine di DiNozzo, quindi mi sedetti salutando tutti con un semplice ciao. Tony era vicino a Mcgee e come sempre era lì a punzecchiarlo, quasi non si accorse neanche della mia entrata, ma nulla può sfuggirgli.

"Ehi Ninja! Come mai in ritardo stamattina?"
"Solo perchè stranamente sei in anticipo non vuol dire che io sia in ritardo, Tony!"
"Ehi Boss, dove andiamo questa mattina?" intervenne McGee;
"Da nessuna parte McGee, oggi restiamo in ufficio, non ci è stato affidato nessun caso. Finite i vostri rapporti sui casi risolti!"
Detto questo prese le sue cose e salì le scale per andare dal Direttore.

"Sapete cosa vuol dire questo?" intervenne Tony, "Nessun crimine è stato commesso, dovremmo festeggiare ragazzi, è una notizia magnifica!... Anche se forse... non lo è cioè è il nostro lavoro, è ciò che facciamo, noi indaghiamo gli omicidi e se non avvenissero più saremo tutti disoccupati ... ci ritroveremo tutti sotto un ponte per cercare di sopravvivere! Oddio è orrendo!" 

Cominciai ad avere un forte mal di testa e decisi di zittirlo prima che potessi arrivare a fargli del male: "Se continui così finirai sicuramente sotto un ponte a elemosinare, non hai da lavorare?"
"Come siamo scontrosi oggi Zee, brutta serata ieri?"
Decisi di ignorarlo, non che avesse ragione ma con lui è inutile rispondere, se continui non finisce più! Mi alzai per fotocopiare un documento quando d'improvviso la mia vista si annebbiò, mi appoggiai al tavolo, feci un respiro profondo e mi diressi verso la fotocopiatrice, sembrava che nessuno avesse notato il mio "malessere" perfetto, nessuno poteva notarlo, d'altra parte non sono stata allenata per questo, non posso dimostrarmi debole e poi che vuoi che sia Ziva ti sei alzata troppo in fretta!
Finito il mio rapporto (sul caso della settimana scorsa) decisi di rinfrescarmi un pò e nella direzione del bagno trovai Abby che saltellando mi prese per un braccio e mi portò nel suo laboratorio perchè voleva mostrarmi una delle sue nuove macchine scientifiche.
"Hai da fare?...Non m'importa, vieni che ti mostro una mia nuova macchina da lavoro, è adorabile, devo trovarle un nome e chi meglio di un'amica può aiutarmi nel farlo?" 
"Abby, veramente io..." cercai di seguire il suo passo, ma mi era difficile, non sapevo cosa mi stesse capitando barcollai per un attimo e Abby subito si fermò: "Ziva tutto ok? Stai bene?" eravamo appena arrivate nel suo laboratorio e mi fece sedere su uno sgabello. 
"Abby sto bene! Non preoccuparti, anzi, mostrami la tua nuova macchina" 
"Sicura, non vuoi che chiami Ducky che venga a darti un'occhiata? Tanto per essere sicuri..." 
"Dai Abby, non ho tempo da perdere, ho un sacco di lavoro arretrato da finire e non sono qui per perdere del tempo nel farmi vedere da Ducky, per un semplice capogiro ci si deve preoccupare così tanto a chi non è mai successo?"
"A te...mai...per quello sono preoccupata..." 
"Ok Abby, scusa, ma non è niente davvero, ho solamente bisogno di più riposo, tutto qui.."
Abby mi stava illustrando tutte le funzioni del nuovo marchingegno quando all'improvviso sentii come un vento gelido trapassarmi tutta e instaurarsi nelle mie ossa, era primavera quindi non avrei dovuto sentire tutto quel freddo, mi stavo ammalando, non ricordo quando fu l'ultima volta che mi ammalai ma sarà stata mooolti anni addietro. Chiesi a Abby se aveva già in mente qualche nome e tutta eccitata me ne elencò una decina, scelsi quello più adatto per lei e tornai dietro la mia scrivania, solo che prima che potessi raggiungerla in ascensore successe una cosa stranissima! 
"Zeeevaa!" urlò Eli David, mi guardai intorno e non vidi nessuno, ero in ascensore, da sola, come potevo sentire la voce di mio padre? Mi appoggiai alla parete dell'ascensore, tutto sembrava muoversi, non riuscivo più a mettere a fuoco nulla, le porte si aprirono, cercai di uscire ma al terzo passo compiuto caddi a terra, non riuscivo a vedere nulla, ero come in dormi/veglia, solo che sentivo tutto, Tony preoccupato corse subito verso di me e fece chiamare Ducky, io cercavo di muovermi o di alzarmi, ma mi era impossibile! 
Passarono neanche 5 min e dato che Ducky non aveva risposto alla chiamata di McGee, Tony decise di portarmi giù da lui.
"Cos'è successo? Oh povera Ziva...coricatela qui!"

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Capitolo 2
*** Ziva, cos'hai? ***


Il dolore era insopportabile, mi sentivo rigidissima e non potevo, non riuscivo ad aprire gli occhi o dare nessun segno di “presenza”, ero come intrappolata nel mio stesso corpo! Più cercavo di ribellarmi a ciò che mi era capitato più mi era difficile “riprendermi”, il punto era che non riuscivo a rilassarmi, come potevo? Avevo dolori lancinanti a tutti i muscoli, come se avessi dei crampi inarrestabili, ma il problema più grande era che non potevo dire a nessuno come mi sentivo e di conseguenza nessuno poteva aiutarmi!
“Da come è rigida povera Ziva, sembra che stia soffrendo, il punto è che non riesco a capire di quale male stia soffrendo, se è così addolorata vuol dire che non è svenuta del tutto…” 
“Che intendi Duck?” Intervenne Gibbs
“Jethro, vuol dire che la nostra Ziva non riesce a liberarsi del dolore, il suo corpo ha cercato di farla soffrire di meno nello svenire, ma ciò non è accaduto al 100%, vedi la sua rigidità? Questo implica che sta sentendo dolore…l’unica è provare ad iniettarle della morfina, sperando che si calmino...in modo tale che si svegli e possa spiegarci con più chiarezza tutti i suoi sintomi…”
Decisi di provare a rilassarmi, dopo l’iniezione di morfina sentivo queste “contrazioni” ai muscoli come un dolore tremendo, ma non più insopportabile, quindi cercai di pensare a qualcos'altro, sentivo Tony parlare con Abby e provai a concentrarmi su di lui, sulla sua voce, mi risultava alquanto difficile, ma piano piano riuscii ad aprire gli occhi.
La prima persona che vidi fu Ducky e subito dopo Gibbs, erano attoniti intorno a me, come se avessero visto un alieno; una fitta di dolore mi fece gemere, ma subito cercai di non esternare in modo così “infantile” le mie sofferenze, feci un respiro profondo e cercai di rialzarmi.
“Cos’è successo? Come stai?” chiese il mio capo con un’aria addolorata.
La mia voce non voleva uscire e finalmente al terzo tentativo riuscii a trovarla “Sto…sto meglio” dissi cercando di alzarmi, Ducky vedendo i miei tentativi di sedermi mi aiutò e nel frattempo tutti si erano avvicinati a me, non sapevo che dire, che fare, la situazione non era delle migliori e soprattutto non era di mio gradimento, odiavo sentirmi così indifesa e soprattutto odiavo il fatto che tutti fossero preoccupati per me…fu Tony a rompere il silenzio e chiese al Dottore: “Cosa le è successo? Qual è la sua diagnosi?”. Dr. Mallard guardò prima me poi tutti gli altri dicendo che non ne era sicuro e che doveva prima parlare con me…”Ho bisogno che usciate tutti, vi chiamiamo quando abbiamo finito, vero Ziva?” aggiunse cercando il consenso nel mio sguardo, quindi annuii. Uscirono tutti e tornarono al loro lavoro con più domande di prima e ancora più preoccupati per me, non sapendo cosa mi fosse capitato.
“Bene Ziva, ora che siamo soli, te la senti di raccontarmi cos’è successo?”
Mi presi la testa fra le mani, non riuscivo a pensare lucidamente, il dolore mi offuscava la mente e parlare di certo non avrebbe aiutato, ma d’altra parte come potevo guarire se non parlavo? Cercai di non divulgarmi troppo e di dire in breve l’accaduto…”Mal di testa…Capogiri...Voci... Crampi…” sembrava che un Tir fosse appena passato sopra di me che nel parlare mi tornarono tutti i sintomi ancora più accentuati, stavo per cadere dalla “branda” nel sentire di nuovo la voce di mio padre chiamarmi con un volume di voce più forte di prima. Ducky mi aiutò a coricarmi dicendomi che forse sarebbe stato meglio se fossi rimasta distesa e acconsentii nel farmi visitare da cima a fondo.
Dopo 15 minuti interminabili di domande se sentivo o meno dolore in vari punti Ducky sembrava alquanto soddisfatto nell’aver capito il mio problema, mi misurò la pressione e la  temperatura corporea e finalmente poteva azzardare una diagnosi…


ANGOLO AUTORE
Spero che la storia vi piaccia, è la mia prima storia che scrivo e sinceramente non so neanche bene come si pubblicano correttamente, spero riusciate a leggere tutto senza problemi e accetto qualsiasi consiglio per poter scrivere una storia che si avvicini di più ai vostri gusti ;)

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Capitolo 3
*** A riposo? Io? ***


Il tempo sembrava non finire più, soprattutto perché Ducky a ogni sua teoria raccontava chi e perché si era ammalato di quelle cose, e io, cercando di essere il meno fredda possibile gli feci capire di arrivare al punto che non ce la facevo più…
“Scusa cara, allora… iniziamo dalle cose più semplici… da quanto posso constatare dalla tua temperatura corporea, hai 39 ca. di febbre, e questo potrebbe giustificare le voci che hai detto di sentire e il mal di testa, bene e fin qui si potrebbe curare il tutto con delle tachipirine per abbassare la febbre e del buon riposo, la cosa che non mi piace affatto è questo tuo problema sorto con questa febbre improvvisa, il fatto che ti si irrigidiscano i muscoli in questo modo e che provochino tutto questo dolore…beh vuol dire solo una cosa…anche se strana, sei stressata Ziva?”
“Stressata?...P-perché?”
“Perché mia cara dai sintomi direi che tu soffra di fibromi-algia…questo spiegherebbe anche il gran mal di testa che hai…solo che mi sembra molto strano che si sia verificato così in fretta senza darci la possibilità di aiutarti prima…da quanto hai questi dolori ai muscoli?”
“D-ducky… cos'ho?” non riuscivo quasi più ad ascoltarlo, la testa mi pulsava incessantemente ed era quasi impossibile prestare attenzione alle parole del dottore…
“La fibromi-algia è una malattia rara, se non quasi assente, solo il 15% della popolazione ne è affetto e insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta. 
In passato, fin dal 1800 la malattia era già conosciuta ma con tanti altri nomi: nel 1904 ad esempio la malattia venne chiamata Fibrosite da Gowers. Ogni nome divenne poi sinonimo dell'unico nome ora ufficiale di fibromi-algia, termine coniato nel…o scusa cara, quasi dimenticavo, i sintomi corrispondono al 90% ai tuoi e tra questi possiamo aggiungerci anche la febbre…crampi, temperatura alterata, alterata percezione di caldo e freddo, persistenza del dolore anche dopo il trattamento di antidolorifici, difficoltà di concentrazione, ci sarebbero anche altri sintomi, ma non sempre si manifestano tutti e sono giunto a questa conclusione perché mi sembra la più opportuna a questo caso… ”
“Ok…ma… come mai mi sono… ammalata?”
“Beh non ci sono dei motivi ancora certi, ma sicuri ci sono lo stress, l’uso eccessivo dei muscoli, mia cara Ziva dovrai cercare di fare meno sport, hai stressato troppo il tuo corpo, non sei imbattibile!”
“Ma Ducky, io, ho sempre svolto tutto quanto allo stesso modo, sono stata allenata per essere imbattibile!”
“Ziva, tutti noi siamo umani, abbiamo tutti un limite, devi capirlo o un giorno all’altro non avrai più la fortuna di poterlo fare…meglio tardi che mai no?”
Mi diede un bacio sulla fronte e mi disse che la cura migliore, dato che era la prima volta che manifestavo i sintomi, sarebbe quella di riposare per un periodo di tempo, e questo voleva dire non presentarmi al lavoro per moolto tempo.
Mi alzai e mi diressi verso la porta, Tony subito entrò e mi aiutò a salire in ascensore, Gibbs andò ad aggiornarsi da Ducky, mentre Abby e McGee non sapevano come comportarsi, mi guardavano come se fossi un alieno, stranamente l’unico che non avrei mai pensato fosse capace di tanto autocontrollo era proprio il mio caro Tony, considerato come il fratello maggiore rompiscatole ma con un cuore d’oro, mi stava aiutando come fosse suo lavoro farlo, si vedeva benissimo che mi conosceva ormai da tempo, non mi chiese nulla, fece tutto da solo senza che dovessi ammettere di stare male, insomma solo lui poteva capirmi, solo lui era riuscito a trovarmi in Africa, insomma, il mio fratellone finalmente si comportava da tale…  

ANGOLO AUTORE:
Questa è la mia prima storia, ma non vuol dire che sia l'ultima! 

Alla prossima! :D 

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Capitolo 4
*** Poisoned ***


Salimmo in macchina, mi fece coricare nei sedili posteriori e una volta arrivati davanti al mio appartamento, gli porsi le chiavi e lo ringraziai per avermi accompagnato fino a casa.
“Non ti preoccupare Ziva, questo e altro per te, ti basta chiedere e Tony sarà a tua completa disposizione!”
Cerca di sorridergli ma l’unica cosa che riuscii a esprimere fu una smorfia strana, mi fece sedere sul divano e andò in cucina dicendo che voleva rendersi utile e aiutarmi…non porsi resistenza, ero troppo stanca e addolorata e anche perché un aiuto mi sarebbe servito, non volevo ammetterlo, ma questa mia malattia spaventava anche me e non di poco…
Com’era possibile che si manifestasse in questo modo?
Anche pensare mi causava dolore, mi alzai in piedi, ma la mia testa non volle saperne e caddi con un tonfo secco.
“Cosa combini piccola Ninja? Appoggiati a me.”
Gli indicai il bagno, mi era venuta una nausea tremenda e non sapevo se sarei riuscita ad arrivare in bagno in tempo, mi aiutò ad alzarmi e mi accompagnò, appena varcata la soglia corsi al water e vomitai…
Sentii Tony uscire e prendere in mano il telefono:
“Ducky, sono io, DiNozzo, non sta bene, Ziva non sta bene, sta vomitando, mi puoi spiegare cos’ha? Che da quello che vedo è che da un giorno all’altro la nostra Ziva sembra con un piede nella fossa!”
“Strano Tony, sicuro che stia vomitando? La cosa è strana però, anche secondo me ha avuto una reazione troppo istantanea, di solito la si accusa nel tempo piano piano, mai così drasticamente, perché dai sintomi che presentava le avevo diagnosticato la fibromialgia… intanto sto ancora aspettando gli esiti dell’esame del sangue da Abby, poi potrò verificare che non vi sia dell’altro…povera Ziva…”
“Ok Ducky, ti tengo aggiornato se ci dovessero essere cambiamenti…ora torno da Ziva, sembra aver bisogno di me…ah, se vedi Gibbs, puoi dirgli che mi prendo metà giornata, se riesco lo chiamo tra poco, ma non vorrei che mi aspetti invano…”
“Sarà fatto Anthony, non preoccuparti, a presto.”
La testa mi esplodeva e non riuscivo più a rialzarmi, ero appena riuscita a pulire un po’ il bagno e a rinfrescarmi la faccia che un altro capogiro si impossessò di me e mi fece cadere…
“Tony?”
Arrivò dopo qualche secondo, il vedermi a terra sembrava preoccuparlo e dopo avermi rimessa sul divano decise di portarmi un bel the caldo, apprezzai molto il gesto anche perché qualcosa di caldo mi avrebbe aiutata con i brividi che andavano e venivano…
Mi addormentai con la testa appoggiata alle gambe di DiNozzo che si era offerto di farmi da cuscino mentre mi accarezzava i capelli e stranamente mi sembrava di non sentire più tutto quel male che avevo provato fin poco prima...
Lo squillo del telefono di Tony mi svegliò e così mi accorsi che mi aveva messa nel mio letto, era proprio un tesoro quando si impegnava.
“Ciao Abby, dimmi tutto!”
“Ziva? Come sta?”
“Sembra meglio, adesso dorme…hai già gli esiti dell’esame del sangue?”
“Si si, chiamavo anche per questo, facendo un’attenta analisi tra le sostanze presenti nel sangue di Ziva posso notare molte cose, ad esempio se mangia abbastanza carni rosse per quanto riguarda i risultati del ferro, poi”
“Abby, arriva al dunque, per piacere!”
“È stata avvelenata! Una pastiglia messale in qualche bevanda o cibo che lei ha ingerito e causa gli stessi sintomi della fibromialgia, solo in maniera più accentuata, questa pastiglia viene di solito utilizzata in Africa per interrogare le persone e renderle più deboli, Gibbs è già all’opera per trovare il colpevole, sicuramente qualcuno che vuole colpire Ziva, approfittandone della sua fragilità in questo momento…anche perché l’effetto dovrebbe svanire tra un giorno o due!”  
“Grazie Abby per avermi aggiornato, vado a riferirlo a Ziva!”
“Sono qui Tony, ho sentito tutto! Ilan, è stato Ilan Bodnar! Mio padre l’ha incaricato per convincermi a tornare in Israele e a quanto pare ha deciso di usare la forza dato che qualche giorno fa gli ho detto che non sarei tornata…”
 
 
Ilan (dopo giorni di sotterfugi per rimanere nascosto dall’NCIS) fu ritrovato e venne portato nella sala interrogatori, dove Gibbs gli fece confessare tutto quanto e una volta uscito dalla sala disse all’orecchio di Ziva:
“Il Mossad vuole sua figlia, e l’avrà!”
 
 
ANGOLO AUTORE:
Ciao a tutti, questo è definitivamente il capitolo conclusivo della storia, mi dispiaceva lasciarla come l’avevo lasciata, soprattutto per il fatto che avevo lasciato la nostra Ziva ammalata!
Beh, spero che vi sia piaciuta, alla prossima!
Un abbraccio, Giulia.

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