Se mi vuoi batti le ciglia

di scarlett_midori
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Everything. ***
Capitolo 2: *** Giorno uno: Blue post-it. ***
Capitolo 3: *** Giorno due: Stylist and glitters. ***
Capitolo 4: *** Giorno tre: Fathers and son ***
Capitolo 5: *** Giorno quattro: Celibaty. ***
Capitolo 6: *** Giorno cinque: Petit fleur. ***
Capitolo 7: *** Special: Forever. ***
Capitolo 8: *** Giorno sei: Day by day. ***



Capitolo 1
*** Everything. ***


"Magnus Bane & Alexander Gideon Lightwood
sono lieti di invitarvi al loro scintillante matrimonio, che avrà luogo ad Alicante, il giorno 18 Dicembre."

«Mamma!»

«Non mi interessa, Alec. Le nozze si terranno ad Idris, ed noi dobbiamo andare lì ad organizzare.»

«Mamma, ma sarebbe tutto più complicato, lì» disse il ragazzo, con voce angosciata.

«I tuoi amici Nascosti avranno un permesso speciale per quel giorno. Stai tranquillo, Alec.»

«Ma..»

«Figliolo, vogliamo far capire al Conclave cosa sia il vero amore?..» Il tono della donna era dolce, così Alec non poté far altro che annuire.

Poi la madre cominciò a parlare di panorami, di grandi sale di ricevimento e di decorazioni speciali, e il ragazzo si arrese definitivamente.

Idris sarebbe stato il posto in cui si sarebbero svolte le sue nozze con Magnus Bane.

Finalmente.
 

«E così per quanto tempo staremo lontani, fiorellino?»

«Una settimana, Magnus.

Mi mancherai..»

«Alec, fidati di me: ho già in mente il modo in cui riusciremo a comunicare.»

Gli occhi dello Stregone brillavano di una luce furba ed intelligente, e Alec si chiese cosa mai avesse in mente.

«Anche perché nessuno può impedirmi di organizzare il mio matrimonio, cioè nostro!» esclamò Magnus, e scintille blu cominciarono a riempire la camera da letto.

«Sì, ma se tu devi rimanere qui.. come farai..»

«O mio piccolo ed ingenuo Nephilim..» Lo Stregone fece qualche passo verso il suo futuro marito e gli sorrise.

Aveva ora le labbra vicine all'orecchio destro dell'altro.

«Io posso tutto. Ricordalo.»

Ed i suoi occhi felini brillarono ancora, impazienti e maliziosi.

«Vedrai

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Capitolo 2
*** Giorno uno: Blue post-it. ***


La casa dei Penhallow era bella ancora come l'ultima volta in cui Alec l'aveva vista. 

Ma quel luogo riportava alla memoria anche brutti pensieri. 

Alec non avrebbe mai dimenticato il piccolo Maxwell, e quello che era accaduto. Era stata solo colpa sua..

«Alexander.» La voce di Maryse trascinò via Alec da quei cupi pensieri. 

Gli occhi della donna stavano brillando nella penombra della camera degli ospiti.

«Allora, hai qualche preferenza per i fiori?»

«Mamma, papà dov'è?»

La donna sembrava spiazzata. Si sistemò una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio e fissò i fogli tra le mani.

«Immagino sia in Consiglio, Alec. Allora, i fiori?»

«Dato che siamo qui ad Alicante, direi i nostri fiori.»

«Ovviamente.» La donna sorrise dolcemente, e scarabocchiò qualcosa sui fogli bianchi. 

Quella sera, Alec era seduto sulla poltrona accanto alla finestra ed osservava la neve che ricopriva la piccola città. 

I Nephilim del posto avevano cominciato ad addobbare la piazza, ed ora, un albero altissimo decorato da piccole stregaluci illuminava tutto. Era tutto così romantico.

Ecco perché lui e Magnus avevano deciso di sposarsi in inverno: il freddo, la neve, il cielo invernale, rendevano tutto più bello e spettacolare.

Alec pensò di voler essere tra le braccia del suo futuro marito, in quel momento.

Aveva giurato di trovare il modo di farsi sentire, allora poiché erano già venti ore che non aveva sue notizie?

L'ultima cosa che aveva fatto quel furbo Stregone era stata dargli un piccolo blocchetto di fogli azzurri.

"Quando ti mancherò, scrivimi." Queste le sue parole, ed Alec aveva annuito, ma non senza qualche dubbio. 

Tanto vale proviamo, si disse il Nephilim, e recuperata una penna da un cassetto di una scrivania, cominciò a scrivere qualche parola sul blocchetto azzurro.

"Mi manchi, amore."

Il ragazzo fissò il foglio per qualche secondo, ma non accadde nulla.

Finché, non avvertì nell'aria un leggero profumo di sandalo ed ingenuamente pensò di trovarsi Magnus vicino.

Ma in realtà il profumo era prodotto dal foglietto! Si stava pian piano consumando: bruciava di una tenue luce blu e lasciava nell'aria un buonissimo profumo.

«M-ma..» balbettò Alec, decisamente sorpreso. 

A quanto pare, il suo geniale ragazzo un modo lo aveva trovato. Se solo, però, avesse anche trovato il modo di rispondere..

Neanche il tempo si pensare a queste parole, che Alec vide qualcosa attaccato al vetro della finestra. 

Si alzò per prenderlo e, sorpreso ancora una volta, si accorse di avere tra le mani un altro foglietto, ma questo era verde.

"Fiorellino! Finalmente, pensavo che non saresti mai riuscito a capire il trucchetto dei fogli."

Alec esaminò il foglio, esterefatto, ma felice.

I telefoni a Idris non funzionavano, e quindi c'erano pochissimi modi per comunicare, e quello era un modo davvero bizzarro. Efficace, però.

"Magnus, sei davvero tu? 
Cioè, sono piacevolmente sorpreso."

Una volta terminato il messaggio, il processo ricominciò, e passarono solo pochi minuti dalla ricomparsa di un nuovo bigliettino verde.

"In persona. Il Sommo Stregone di Brooklyn, chi altri potrebbe aver pensato ad un modo così geniale di comunicare?"

"Solo tu, ovviamente. Come stai, Magnus?

Alec si era steso sul letto, con la luce del camino che illuminava i messaggi, ed i foglietti di Magnus che avevano cominciato ad apparire sulla testata del grande letto.

"Stanco, decisamente. Ho appena finito di pranzare, e nel pomeriggio devo andare a scegliere con Catarina il mio abito.. da sposo. Da sposo."

Nel pomeriggio? Alec, rise ed annuì, ricordando solo in quel momento che tra i due c'erano ben cinque ore di differenza.

"Non vedo l'ora di vedere il tuo, abito. Sarai bellissimo.
PS. Qui è sera.

Il seguente biglietto apparve sulla fronte del Cacciatore.

"Tu sei bellissimo, Alexander. Tra sei giorni ci vedremo, e poi non ti lascerò più andare via.
Troppi ragazzi, in giro, troppi. E tu sei molto bello.
PS. Lo so, mio caro. Ma i miei messaggi arriveranno ad ogni ora del giorno."

Alec arrossì, grato che però nessuno lo potesse vedere. 

Non aveva mai pensato che Magnus potesse essere geloso, era così sicuro di sé.

Un altro messaggio gli era apparso, attaccato sulla fronte.

"PSS. Lo so che sei arrossito. Vorrei poter vedere quelle guance incandescenti, tesoro."

"A breve, Magnus. Non vedo l'ora di vederti.
Oggi io e mia madre abbiamo scelto i fiori, e lei sta già preparando la Sala Grande per il ricevimento e la cerimonia. Ho scelto dei fiori stupendi, spero ti piaceranno."

"Non avrò occhi che per te, quel giorno, ma si, mi piaceranno."

~*~

"Vorresti dire che la nostra prima notte di nozze sarà ad Idris?"

"No no, Magnus. Partiremo la sera stessa del matrimonio. Ricordi?"

"Ah, giusto, giusto."

"Chairman dice che gli manchi, amore mio. Ma manchi più a me."

"Alec, ti amo."

"Alexander?"

Il biglietto apparve sulla fronte del giovane uomo.

"Alec, ti sei addormentato?
Ahh, vorrei essere lì al tuo fianco, di certo non ti farei dormire. Anzi.."

 

"Buonanotte, mio bellissimo ragazzo. E futuro marito.

PS. I brillanti sul pavimento, ti piacerebbero?"

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Capitolo 3
*** Giorno due: Stylist and glitters. ***


"Buongiorno, mio caro Stregone.
Scusa per ieri sera, ma mi sono addormentato improvvisamente.
Oggi, il sarto di fiducia di mia madre mi prenderà le misure per l'abito.
Sarà bellissimo, sicuramente.
Da te, saranno le due di notte. Spero che tu stia riposando.
Sogni d'oro.

PS. I brillantini non mi convincono molto, comunque."

Quella mattina, il sole illuminava la piccola piazza di Alicante. C'era molto freddo, ma l'atmosfera di festa trasmetteva un dolce calore e rendeva l'umore dei Nephilim molto più gradevole. 

Alec camminava per la città, al fianco della madre, che continuava a scarabocchiare frasi ed impegni su un'agenda.

«Alexander» disse la donna; il suo sguardo pareva abbastanza confuso.

«Questa mattina, Janette mi ha detto una cosa alquanto bizzarra: ha affermato di aver trovato sul pavimento della sala dei brillantini..»

Alec cercò di trattenere una risata.

«Brillantini? Ma è sicura?»

«Oh si, e la cosa peggiore è che i brillantini non si staccano. È come se quei maledetti glitter fossero sotto la superficie.»

«Oh, forse dovremmo andare a controllare, no?»

La donna annuì, lentamente, ma pareva visibilmente poco convinta. 

La sala era molto più bella di quanto Alec ricordasse: le pareti erano state ridipinte e vari affreschi mostravano momenti di gloria di Nephilim e Nascosti. Insieme. 

Alec sorrise, osservando le immagini che raffiguravano Raziel e il primo Shadowhunters: Jonathan.

L'unica cosa che stonava con tutto il resto erano i brillantini, che sembravano far parte integrante del tutto.

«No, Maryse! Non si staccano.»

La voce proveniva da una donna alta, di mezza età, anche se le rughe sotto agli occhi la facevano sembrare più anziana.

I lunghi capelli castani erano chiusi da una crocchia sul capo. Quando la donna incrociò lo sguardo di Alec sorrise, e gli andò vicino, stringendolo in un abbraccio.

«Il piccolo Alexander» disse, con un leggero accento francese.

«Salve, Janette.» Alec le sorrise.

«Mi dispiace, caro. Non so cosa sia accaduto al pavimento..»

«Oh, ma a me piace! E credo che al mio futuro sposo piacerà ancora di più» ammise il ragazzo, accennando un sorriso.

Gli occhi azzurri di Maryse lampeggiarono.

«Magnus!» esclamò. 

«È stato lui, ci scommetto! Non so come, non so quando, ma è stato lui.»

La voce della donna sembrava irritata, ma Alec sapeva che anche lei cercava di non ridere. 

A quanto pare, Magnus Bane poteva davvero tutto.

Ed Alec immaginava che quello sarebbe stato solo l'inizio.

 

"Sarto, quale sarto?"
"ALEXANDER GIDEON LIGHTWOOD."
"Nessun altro uomo ti vedrà mezzo nudo, io devo essere l'unico."
"Non riuscirò più a dormire, ora."
"Spero che quel sarto sia vecchio. Molto vecchio. Decrepito."

Due ore dopo...

"Okay, forse ho esagerato. Non vedo l'ora di vedere il tuo abito, petit fleur. Mi manchi troppo.

PS. Spero che i brillantini ti siano piaciuti.
PSS. Il tuo Parabatai è sempre più irritante. Posso trasformarlo in un'anatra?"

 

«Il suo abito sarà il più bello, piccolo mio.»

Maryse stava annuendo piano, osservando i modelli di abiti disegnati su vari fogli, sparsi su un piccolo tavolo.

Alec avrebbe semplicemente preferito comprare l'abito già fatto, ed invece doveva farselo confezionare.

Il che aveva significato stare un'ora in piedi su una sedia a farsi prendere le misure dal vecchie Cacciatore, che ora si dedicava agli abiti.

Il vestito era principalmente bianco ma il pantalone, come la giacca, mostrava intarsi e decorazioni in oro. La cravatta sarebbe stata tutta color oro, le scarpe nere..

Alec espirò, ripensando a quanto Magnus e gli altri gli mancassero.

Sperò solo che quei giorni passassero velocemente.

"MAGNUS. Mi hai riempito il letto di messaggi. Il che non mi dispiacerebbe, se solo non fossero pieni di intenti omicidi.
Il sarto era più che decrepito, ed un brav'uomo."
"Ah, e credo che mia madre impazzirà se vedrà ancora un solo granello brillare.

Non fare del male al mio testimone, e salutami tutti. Mi mancate."

Alec raccolse tutti i messaggi di Magnus -anche quelli della sera precedente- e li racchiuse in una cartellina blu. 

La risposta dello Stregone arrivò poco dopo: 
"Chairman Meow ha scelto il suo abito per le nozz-"
"Ho passato la notte ad essere paranoico, ora devo dormire. A dopo, amore MIO. E non dimenticare che ti amo.."
"Un ultima cosa: che ne pensi del fuoco?"

Alec aggrottò le sopracciglia: fuoco? Quale fuoco? 
Per l'Angelo. 
Spero che Magnus non bruci nulla, pensò il Cacciatore.

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Capitolo 4
*** Giorno tre: Fathers and son ***


La neve aveva ricominciato a cadere su Alicante, ricoprendo di un bianco candore tutto il territorio.

A giudicare dalla posizione del sole, Alexander intuì che sarebbero dovute essere le dieci, ma la piazza era comunque vuota a causa della neve.

Egli, invece, si stava dirigendo verso il posto in cui risiedeva il Conclave, abbastanza sicuro di trovare lì suo padre.

Le grandi porte erano chiuse, il che significava che i Nephilim erano in consiglio.

Non c'era niente di particolarmente grave o pericoloso, in quei tempi -forse a parte problemi provenienti dai Blackthorn - ma Alec immaginava che il Conclave non se ne sarebbe occupato, almeno per il momento.

L'attesa durò quasi un'ora, tempo durante il quale Alec aveva passeggiato per Alicante, alla ricerca di un negozio in cui fabbricassero anelli.

Magnus era uno Stregone, e non poteva impugnare uno stilo su Alec, ne tantomeno lui poteva decorargli il petto con la Runa dell'Unione Matrimoniale.

Non che questo facesse qualche differenza, per il loro amore.

Avrebbero risolto quell'incongruenza pratica con dei semplici anelli: o meglio, Alec con l'anello per Magnus, e lo Stregone con l'anello per il Nephilim.

«Alexander.»

Il ragazzo si girò, e vide il padre venire verso di lui, con passo calmo e misurato. I suoi occhi blu sembravano abbastanza sereni, il volto tirato in un accenno di sorriso.

Alec immaginò che sarebbe somigliato a lui, da vecchio. Non che volesse pensare alla vecchiaia proprio in quel momento..

«Buongiorno, papà. È andato bene il Consiglio?»

«Sì, abbastanza bene. Perché non ti sei unito a noi?»

'Perché non mi va di farmi fissare da vecchi che credono ancora che la Terra sia piatta?'

«Dovevo organizzare alcune cose, sai, per il matrimonio..»

L'uomo annuì lentamente, visibilmente imbarazzato.

«E vanno bene i preparativi?»

«Sì. Mamma è davvero coinvolta e anche Isabelle, a New York, organizza il viaggio..»

«Ah, quindi una vera squadra» affermò Robert Lightwood, cominciando a camminare verso la strada innevata.

«E tua sorella come sta? E Jace?»

'E Max?'

«Stanno tutti bene. E la conduzione dell'Istituto procede al meglio.» Alec accennò un sorriso allegro.

«Molto bene, ne sono lieto. Ormai sei tu a portare avanti le cose lì, ora sei un uomo, figliolo.»

Alec sentì le guance andare in fiamme, segno che  l'imbarazzo stava avendo la meglio sulla conversazione, e tutto a causa della domanda per cui era lì, quella mattina.

«Papà, posso domandarti una cosa?»

«Uhm.. Certo, Alexander» rispose l'altro.

«Tu.. Cioè..» Il Nephilim prese un respiro, e l'aria gelida gli congelò quasi gli incisivi.

«Papà, ci sarai al mio matrimonio con Magnus? Mi farebbe davvero piacere.»

Ci fu un attimo di silenzio, in cui gli unici rumori udibili erano le voci dei bambini che giocavano con la neve vicino ad una vecchia casa.

«Alexan..»

«E chiamami Alec» lo interruppe il figlio, che ora si era fermato davanti alla figura del padre e cercava di guardarlo negli occhi. Negli stessi occhi azzurri che aveva anche lui, come aveva i suoi stessi capelli neri.

Anche se, Magnus gli aveva detto che gli ultimi Lightwood che aveva visto erano biondi.

«Alec, figliolo, io..»

Lo sguardo di Alec si indurì, presagendo una risposta negativa da parte del padre.

Forse l'uomo se ne accorse, o forse no, ma la risposta che diede stupì il ragazzo:

«Certo che ci sarò, Alec. Puoi contrarci.»

I tavoli erano stati disposti in due semicerchi separati, a unirli era il tavolo degli sposi, decorato, per il momento solo da una tovaglia azzurra.

Maryse stava osservando i tavoli e sistemava le sedie quando erano storte, le tovaglie nel caso avessero un increspatura.

Mancavano solo tre giorni a Sabato, e quindi al matrimonio.

Alec sentiva l'emozione aumentare di giorno in giorno, o forse, di ora in ora.

Era entrato con passo leggero nella sala, e quando aveva chiamato la madre, la donna aveva sussultato un attimo.

«Alec» La voce della donna era dolce.

«Come vanno le cose?»

«Oh, bene, tesoro. Domani sistemeremo l'altare ed il resto. Oggi la sala. Venerdì mattina il tuo abito sarà pronto e..»

Maryse sospirò.

«Mamma, stai calma.. sembri più agitata di me.» Alec rise; la madre lo stesso, ma sembrava stanca.

Alec prese dalle mani il suo mucchio di fogli e annuì piano.

«È il mio matrimonio, è giusto che sia io a preoccuparmi di queste cose.. Tu va pure a riposare.»

Maryse annuì ancora, e baciò la guancia del figlio.

«Se hai bisogno di qualcosa, tra poco arriva Janette.»

                         *~*~*

Magnus sbuffò: la giacca del completo non lo convinceva molto.

«Non mi ingrassa mica, vero, Catarina?»

L'amica alzò lo sguardo sulla giacca e scosse la testa, cercando di sorridere.

Ormai erano più di due ore che lei e Isabelle guardavano apparire completi da matrimonio, e cercavano di convincere Magnus a sceglierne uno.

«Ma forse.. i merletti qui» disse lo Stregone, assottigliando un po' gli occhi per guardare meglio.

«Niente merletti! Ho deciso» esclamò lui, facendoli sparire.

«Ascolta Magnus» cominciò la Cacciatrice, con tono poco paziente «tu devi scegliere qualcosa. Fatti un'idea mentale di quello che vuoi, e considera che l'abito del mio adorato fratellino tenderà all'oro.»

Magnus pareva disorientato, ma acconsentì. Fece sparire tutti gli abiti e lentamente cominciò a muovere le dita.

Una luce azzurra aleggiava nell'aria e, sotto le mani dello Stregone, cominciava ad apparire una giacca.. pian piano tutto il resto del completo.

Quello che apparve sorprese tutti.

Finalmente, Magnus, Isabelle e Catarina sorridevano.

"Amore mio, finalmente sono riuscito a trovare l'abito giusto.
Tu mi manchi così tanto, vorrei baciare le tue  labbra, ora e.."

"Alec, sono tua sorella.
Magnus scrive queste cose con me QUI. Non ti permettere di rispondere a certe cose finché ci sarò io! 
Con affetto, 
la tua splendida sorella."

"Ciao, Alexander. 
Sono Catarina, e sono dal tuo ragazzo per cercare di farlo ragionare.. ma ahimè, servirebbe altro. 
Spero che le cose lì vadano bene."

"Fiorellino! Queste usurpatrici.. Non sanno con chi hanno a che fare. 
Mancano solo tre giorni, amore."

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Capitolo 5
*** Giorno quattro: Celibaty. ***


"A quanto pare, la neve sarà assicurata, il giorno del nostro matrimonio. 
Fai in modo di stare ben coperto, i colpi di freddo o l'influenza non saranno accettati. 
Oggi, andrò a ritirare l'anello, mio caro Stregone.
Solo altri due giorni."

                     *~*~*

New York, ore 12.56.

«Magnus, Magnus, Magnus.»

«Cosa vuoi, Sunny

Simon rise, erano passati anni e lo Stregone ancora si impegnava a sbagliare il nome del ragazzo.

«Addio al celibato: che me pensi?»

Magnus si accigliò: lui ed Alec avevano discusso molto sull'argomento, ma senza arrivare ad un punto in comune. Entrambi temevano che le cose sarebbero potute degenerare..

«Per quanto mi riguarda, io tra un'ora partirò per Alicante. E farò in modo che Alec abbia il miglior addio al celibato di sempre!»

Jace allargò le braccia, e poi si inchinò, mentre subiva le occhiataccie dello Stregone.

«Magnus, fammi mandare un messaggio al mio Parabatai.»

«Ma io non ci penso proprio!» sbottò lo Stregone, ma, nel frattempo, Simon aveva recuperato dalle sue tasche il blocchetto di fogli magici.

"Fratello! Questo trucco dei foglietti è davvero.. fantastico. Ma non diciamolo a Magnus, ora sembra abbastanza furibondo.
Tra qualche ora sarò lì da te, e organizzeremo una serata fantastica. Sei pronto? 
Ps. Non mancherà il mango."

Finito il messaggio, Jace fissò il foglietto, mentre spariva magicamente, bruciando.

«Herondale! Ridammi i fogli, e non ti permettere di organizzare proprio nulla.»

Simon raccolse Chairman Meow dal pavimento, prima che il padrone lo schiacciasse, passando quasi su di lui.

«Magnus, stai calmo. Ci sarà solo qualche ballerino, alcool.. e altri ballerini sexy.»

Prima che il Figlio di Lilith potesse trasformare il cacciatore in un'anatra, un foglietto azzurro atterrò sul divano.

"Magnus non ammazzare il mio Parabatai, per favore. Lo terrò a bada io, una volta giunto qui.

Jace, ricorda che verrai qui ad Alicante. Non a Las Vegas.. Se vorrai, ci limiteremo a bere qualcosa."

«Ma come è noioso!» esclamò Lewis, dopo aver letto il messaggio.

«Ehi!» urlarono Magnus e Jace all'unisono.

Il Cacciatore biondo recuperò il borsone e la spada, e si avvicinò alla porta dell'appartamento.

«Io vado, ragazzi» cominciò Jace, ed il suo sguardo era davvero elettrizzato, «ci vediamo all'altare, caro Stregone!»

«Io lo trasforma in un'anatra!» gridò Magnus, non appena la porta si chiuse.

"MAGNUS! Prova a spiegarmi, a parole tue, perché nella sala del ricevimento sono apparse piccole fiammelle. Stanno sospese in aria, e illuminano la stanza.. È tutto molto bello, ma guai a te se vanno a fuoco le tende di velluto!"

                       *~*~*

Idris era fredda, anche quella sera, ed era ricoperta da uno strato di candida neve.

Alec era nel grande salotto di casa Penhollow, aspettando l'arrivo di Jace.

«Alec!» Jace spalancò la grande porta della casa, e un vento gelido penetrò nell'ambiente.

Alec raggiunse il fratello e si abbracciarono.

"Alec, so che è arrivato. Digli che se accadrà qualcosa, lui diventerà il piatto principale al nostro ricevimento: anatra all'arancia.
Con amore, il tuo futuro marito."

Il biglietto apparve sulla fronte di Jace, che per poco non cadde svenuto, ma era visibilmente divertito.

«Alec, sei ancora sicuro di volerlo sposare? Potrei sempre farti travestire, crearti un'identità falsa e..»

«Jace, sì, lo voglio sposare.»

Il ragazzo rise, ed accompagnò il Parabatai in camera.

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Capitolo 6
*** Giorno cinque: Petit fleur. ***


«Per l'Angelo! Domani è il mio matrimonio!»

Alec si svegliò così quella mattina: agitato, confuso, eccitato.

Jace, al suo fianco, aveva il viso affondato nel cuscino e faceva strani versi.

«Jace Herondale! DOMANI MI SPOSO!»

«..cosa? Sì, già, ma nel frattempo, potremmo ancora dormire.»

I capelli neri di Alec erano stranamente scompigliati.

«Oh, certo che no! Io mi vado a lavare ora, tu intanto preparati.»

Scese dal letto e andò verso il bagno, zampettando per l'agitazione.

«JACE!» urlò da sotto la doccia, ed il Parabatai solo in quel momento si alzò.

«Isabelle!» Alec stringeva tra le braccia la sorella: era così felice di vederla e di averla lì.

«Fratellino.»

La ragazza gli baciò una guancia e si trattenne dall'accarezzargli i capelli.

'Non stanno più dritti', aveva annunciato il fratello, poco prima.

Nel frattempo, Jace fissava incantato le fiammelle sospese in aria, nella sala del ricevimento.

L'altare era pronto: un arco acuto addobbato da rose bianche e blu (apparse magicamente durante la notte).

File e file si sedie bianche e azzurre costeggiavano i fianchi; al centro, un lungo tappeto d'oro conduceva all'altare.

Maryse era agitata, felice, emozionata. Non faceva altro che scarabocchiare sul suo foglio, e indicare a Janette nuove cose da migliorare.

Aline e Jia Penhollow sistemavano la sala, poggiando candelabri color oro al centro dei tavoli.

In questo quadretto così amorevole, Alec avvertì comunque una mancanza: Magnus.

«Tranquillo, lui sarà qui domani» sussurrò la sorella alle orecchie del fratello, e poi andò a parlare con Aline.
                             *~*
«La ringrazio, signor Scarshade.»

Gli occhi azzurri del Cacciatore si illuminarono al buoi del negozio dell'uomo.

Tra le mani stringeva un piccolo anello d'oro: la superficie intarsiata mostrava la Runa dell'Unione Matrimoniale, e una piccola luna, in onore di Magnus.

All'interno c'erano incisi il giorno in cui Alec e Magnus si erano conosciuti -sì, proprio il giorno della famosa festa dello Stregone- e una frase.

La notte era scesa su Alicante, e una spessa coltre di neve aveva coperto tutto.

Giù, in casa Penhollow,  Isabelle, Jace, Maryse e gli altri stavano cenando tranquillamente.

La madre di Alec spiegava quali dovessero essere gli ultimi ritocchi da fare l'indomani; Jace e Alice si lanciavano le molliche di pane.

Alexander era in camera sua e, seduto sulla poltrona affianco alla finestra, fissava la neve cadere silenziosa.

"Mi sto divertendo davvero tanto con Sanpen qui, tra poco lo trasformo in un topo, di nuovo."

Il bigliettino azzurro apparve attaccato sul petto del Cacciatore, e le sue risa riempirono l'aria mentre lo leggeva.

"Ora è uno di noi, Magnus. Stai attento. Ma più che del Conclave, mi preoccuperei di Izzy!"
"Mmh, credo che tu abbia ragione, amore.
Vorrà dire che lo trasformerò in un lama e lo spedirò in Perù!"
"Forse non dovresti spedirlo in un luogo in cui poi non lo puoi recuperare.."
"Touche, fiorellino."
"Smetterai mai di chiamarmi così?"

Alec sorrise, e vide il suo riflesso nel vetro appannato della grande finestra. 
"No, mai."
"Magnus, come vorrei averti qui, ora.. Mi sei mancato così tanto, in questi giorni.." 
"Mmh, sì. Penso che potremmo recuperare, ora."
"ALEC."
"Affacciati, petit fleur."

Cosa? Il Nephilim si alzò velocemente dalla poltrona, e aprì la finestra: un vento gelido lo investì, ma non gli importava. Stava vedendo Magnus, Magnus Bane, sotto la sua finestra, con le braccia spalancate, sotto i fiocchi candidi di neve.

Alec non perse tempo e scese giù, dove vide Clary, Catarina e Simon salutare gli altri. Urlò loro un "ciao", e corse fuori.

Magnus era lì, proprio davanti a lui. Il Cacciatore gli corse incontro e per la forza dell'abbraccio, entrambi caddero a terra, sulla neve fredda.

«Alec! Alec, sì..» Magnus rideva, e stringeva il ragazzo al suo petto.

«Mi sei mancato così tanto, amore» sussurrò Alec, e lo baciò.

Lo Stregone, dapprima sorpreso, ma poi felice ricambiò il bacio dolcemente.

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Capitolo 7
*** Special: Forever. ***


Nel camino, il fuoco crepitava e infondeva nella camera un leggero calore e un po' di luce.

Fuori la fubera di neve impazzava ancora, ma dentro, sotto le coperte di un letto caldo, si avvertiva solo un immenso calore.

I vestiti dei due amanti erano sparsi un po' sul pavimento, un po' sul letto - Alec aveva smesso di domandarsi come il calzino dell'altro fosse finito sul lampadario.

Il Nephilim sorrideva, mentre lo Stregone gli riempiva il collo e il petto di baci leggeri.

«Ti è mancato più questo?» sussurrò Magnus, baciando il collo dell'altro..

«O questo?» chiese, facendo scendere una mano verso il ventre del Cacciatore.

Alec non parlava, si limitava a guardare i suoi occhi felini che ardevano, e si riflettevano nei propri.

Continuarono quella lenta danza di corpi, tra baci e carezze. Tutto piano, perché era tanto che i loro corpi non si sfioravano l'un l'altro, ed ora si adattavano nuovamente a quella sensazione di piacere, di completezza.

«Mi è mancata la tua bocca, questi occhi maliziosi, il tuo naso perfetto..»

Intanto Magnus recuperava qualcosa dai suoi pantaloni di jeans viola.

Alec, sorrise alle sue labbra vicine, quando lo baciò, e quasi obbedendo ad un ordine silenzioso, si girò.

Magnus fece scorrere le dita lunghe ed affusolate lungo la schiena dell'altro, e ne baciò ogni piccola parte.

«Questa è la notte prima del nostro matrimonio..»

La sua voce era carica di divertimento, di emozione.

«Già. Siamo proprio dei cattivi ragazzi» aggiunse Alec, senza trattenere un risolino.

Riso che si interruppe, quando sentì lo Stregone dentro di sé; le sue mani sui fianchi, le gambe vicine.

«Alexander» si limitò a pronunciare lo Stregone, mentre si ritrovava sempre più vicino all'amato.

Il Nephilim stringeva tra le mani le lenzuola bianche, e il corpo accompagnava lentamente i movimenti dell'altro.

Gli era mancato tutto in un modo insopportabile, e poche ore più tardi, quella mancanza non sarebbe stata più avvertita.

Sposava il suo primo ed unico ragazzo, quello che era l'amore della sua vita. E che lo sarebbe stato, per sempre. Sempre, sempre..

Nel frattempo, Magnus aveva aumentato il ritmo delle spinte; entrambi respiravano profondamente.

Quando il piacere, l'amore, la complicità raggiunsero l'apice, i due si ritrovarono vicini. Dall'altro lato del letto, avvinghiati l'uno all'altro.
«Magnus..»
«Sì, fiorellino?»
«Ho capito cosa mi è mancato di più..»
«E cioè, amore?»
«Noi. Insieme. Per sempre.
Per sempre, Magnus?»
«Per sempre, Alec.»

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Capitolo 8
*** Giorno sei: Day by day. ***


Caro Magnus,

oggi è il giorno del nostro matrimonio ed io sono qui, poco lontano da te, che ti scrivo questa lettera.

La notte appena trascorsa è stata fantastica, ma forse, la parola più giusta da utilizzare è perfetta.

Perché quando tu sei con me, ogni cosa si avvicina alla perfezione.

È vero: tutto questo può apparire smielato, anche patetico o ripetitivo, ma questo è ciò he provo.

Credo che - finalmente l'ho capito - a me non interessa passare l'eternità con te, ma trascorrere ogni giorno nella pienezza e nell'amore che tu saprai darmi.

Una persona mi ha detto che la bellezza della vita consiste nella sua brevità; io ho intenzione di fare tesoro di queste parole, e vivere i giorni che mi rimangono al meglio, e al tuo fianco.

Ti amo, Sommo Stregone di Brooklyn.

Questo non cambierà mai.

E tanti auguri a noi, che nonostante scontri, disavventure e perdite, siamo ancora qui.

Oggi si festeggia, e noi saremo felici.

Con amore,

Il tuo quasi sposo.

                             *~*~*

Marito caro,

non riesco a credere ancora che io e te siamo finalmente una coppia sposata.

«Marito e marito

Un'affermazione che, in realtà, mi fa un po' ridere, non so perché.

Sarà forse per i quattro bicchieri di champagne?
Maybe.

Ad ogni modo, ora che sei impegnato a danzare con tua madre in questa bellissima sala - candele, fiammelle, brillantini, rose blu ed il resto ad opera del sottoscritto - io ne approfitto per scrivere questa lettera. 
Lettera che ti arriverà solo tra dieci anni, lo sai?

Non so bene il perché di questa scelta, ma voglio che così sia.

Oggi è il nostro matrimonio, dovrò pur essere soddisfatto, o sbaglio?

Alexander Gideon Lightwood, sei l'uomo migliore di questo mondo e come marito, io non avrei potuto desiderare di meglio, amore mio.

Qui, Catarina al mio fianco, sorride, leggendo la lettera.

Non arrabbiarti! È una testimone del nostro immenso e scintillante amore.

Alec, voglio amarti così intensamente da.. da avere il cuore stracolmo di emozioni. Voglio finalmente vivere, e amare ancora.

La musica è quasi finita, e tu tra poco sarai di nuovo qui, al mio fianco.

Voglio dirti che quell'abito da matrimonio che stai indossando ora ti sta benissimo. L'oro risalta i tuoi occhi, ed il mio anello si adatta perfettamente alle tue dita.

Auguri, Alec.

E congratulazioni per lo sposo che sei riuscito ad accalappiarti. (Eheh.)

Con immenso amore, 
Tuo marito Magnus Bane.

                            *~*~* 
«Mi vuole concedere questo ballo, signor Bane?»
«Con immenso piacere, messer Lightwood.»

I loro corpi si avvicinarono, ed insieme cominciarono a muoversi a tempo di musica. 
Un violinista molto speciale suonava per loro, quel pomeriggio e stava riproducendo con maestria una delle melodie preferite dallo Stregone. 
Alec, sorrideva; non aveva smesso da quando Magnus gli aveva infilato l'anello d'oro e di adamas al dito.
E il Cacciatore aveva fatto poi lo stesso. Aveva anche notato come Magnus avesse trattenuto le lacrime, leggendo la frase al suo interno: "Non per sempre, ma ogni giorno, giorno dopo giorno".
E Alec aveva sorriso, era arrossito e aveva lasciato che una lacrima cadesse sulla sua guancia bianca. 
Ora erano vicini e Alec aveva il viso poggiato sulla giacca nera dell'altro, decorata da intarsi d'oro e d'argento. 
Isabelle aveva detto che scegliere l'abito matrimoniale per Magnus era stata un'impresa, ma da veri eroi ce l'avevano fatta. 
«Tua madre e tuo padre stanno parlando. Ci sono progressi» bisbigliò Magnus. 
«Lo spero, davvero.»
«Forse, vedendo noi hanno ricordato cosa significa l'amore..»
«O almeno hanno pensato di sembrare civili al matrimonio del figlio» osservò il Nephilim.
«Shh, fiorellino. Pensiamo positivo, no?» 
«Certo, mio sposo.»
Magnus rise. 
«Cosa stavi scrivendo prima?»
«Nulla. Appunti per Catarina, dovrà prendersi cura di Chairman Meow, ora che partiamo.»
Alec annuì, e lentamente continuò a muoversi.
Magnus gli fece fare una piroetta, e lui rise. 
Erano così belli insieme, e felici.
Quando la musica cessò, fecero entrambi un inchino e una musica moderna cominciò.





 

«Tessa, credi che questa volta lui ce la farà?»
«L'amore vince ogni cosa, James. Io credo di sì.»

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