Overdid

di pace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mailbox ***
Capitolo 2: *** Mailbox ***
Capitolo 3: *** Mailbox ***
Capitolo 4: *** Mailbox ***



Capitolo 1
*** Mailbox ***


Finalmente eccomi qui con quest’altra sentitissima storia. La penso da un po’, mi emoziona tanto. Non è una trama originale ma sento di doverla fare e spero che ci siate voi ad accompagnarmi <3 spero vi piaccia almeno la metà di quanto piaccia a me. Ho cercato di rendere almeno il primo capitolo sensazionale. E devo dire che mi piace com’è venuto. Intendo... mi piace l’atmosfera tra Edward e Bella e mi piace la sua “timidezza” in un certo senso. Non so se a voi piaccia ma mi voglio mettere in gioco :)
Ho impiegato giorni per renderlo perfetto, ho curato ogni minimo dettaglio... non so se ce l’ho fatta, forse no... ma va bene cosi :))
Vi voglio bene e grazie a tutti, belli e brutti xD
Ricordo la mia altra ff “Game over-Quando il gioco si fa duro”.
Un bacio :*
MissP;)
 
 
Mailbox-Pov Edward
 
Quella ragazza è ancora lì in piedi che guarda a destra e sinistra, sorridendo a tutte le macchine, ridacchiando e toccandosi i capelli. Si morde il labbro e se lo accarezza lasciva, sbattendo le palpebre ma rimanendo instabile sui tacchi.
    Il suo nome è ‘Bella’. E lo è davvero. La conosco perché io quella prostituta non posso dimenticarla.
 
Non cambia mai il suo posto, rimane sempre ferma alla cassetta della posta e con una mano su di un fianco e i capelli su di un lato, sembra essere insensibile al freddo. La vedo sempre quando vado a Forks dai miei. Non so se mi ha mai notato davvero ma per ben due volte mi ha rivolto un sorriso radioso e sensuale. Forse non mi ha visto realmente, forse l’ha rivolto semplicemente all’uomo di turno.
    Non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi. Dice a tutti i suoi clienti di chiamarsi ‘Bella’ ma poi se quelli le chiedono di poterla chiamare in un altro modo, lei dice che va bene.
    Non so perché, io adoro il suo nome. Non capisco perché gli altri glielo vogliano cambiare.
 
‘Bella’ è giovane. Ha il volto etero e due labbra rosse che risaltano la pelle bianca.
    Vicino a lei c’è un’altra donna. Non so il suo nome, non ci ho mai fatto caso perché non mi interessa. Vedo alcune volte che chiacchierano e la rossa, di cui non so il nome, fuma una sigaretta. Bella non fuma; quando quella gliela offre, lei dice di no. Scuote dolcemente la massa bruna e sospira, impercettibile.
    Sembra stupido ma io vado sempre al bar vicino quella cassetta della posta. La stessa cassetta della posta dove c’è lei. Lei non mi vede quasi per niente, ma io si.
    Mangio un panino per pranzo e continuo a fissarla per poi alzarmi e andare dai miei genitori i quali in questo periodo, non si sa il perché, vedono sempre più il figlio. Mi chiedo perché mai ‘Bella’ stia lì in quella strada e se ne vada per cinque minuti con una macchina qualsiasi per poi ripetere la cosa all’infinto. Quello che mi domando è anche perché io mi ritrovo a fissarla ogni giorno da 3 mesi ormai.
 
Bella oggi si chiama ‘Grace’. Dice a tutti di chiamarsi cosi da quando un tizio stamane le ha chiesto di poterla chiamare in quel modo, ma per me rimane ‘Bella’. Forse si è abituata a non essere più vista per quella che è.
    La cosa strana è che non si trucca fortemente. Ha solo un rossetto rosso e un po’ di mascara; la rossa affianco a lei sembra una maschera di carnevale e porta – se li porta – vestitini inesistenti. Bella indossa sempre una gonnellina a jeans, i tacchi vertiginosi e un top che risalta il seno.
    Oggi ho deciso che le parlerò.
 
È passata una settimana ma niente. Non trovo il coraggio di parlarle, forse perché non so di cosa esattamente. Non voglio che pensi che sono quel tipo di uomo che ricorre a quel genere di avventura, affatto.
    Esco dal bar salutando Jack, il barrista. Ho più confidenza con lui che con la mia famiglia. Forse perché passo più tempo in quel bar che in qualsiasi altro posto. Non so il perché. Forse perché osservarla attraverso il vetro del locale mi da più sicurezza. Comunque Jack dice che Bella è lì forse da un annetto circa. Ha molti clienti ma pochi soldi. Gli ho chiesto se lui la conoscesse e ridacchiando imbarazzato mi ha risposto di no. Ma io non gli credo e perciò “Jack il barrista”  non rientra più nella cerchia di simpatici.
    Vado alla macchina e vedo un’altra donna fissarmi languida. –Ehi tesoro, vuoi fare un giretto?
    Non la vedo e non la sento; ce ne sono molte in questa strada di povere ragazze e donne. Quando mi infilo in macchina finalmente vado da lei. Credo di essere un po’ rosso in volto ma va bene cosi. Quando Bella si accascia al finestrino aperto mi rivolge un sorriso timido e io me lo conservo nel cuore.
    -Ciao...
    Sbatte le palpebre e con ingenuità studiata si porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Ha degli occhi fantastici e una voce stupenda. –Come ti chiami?
    Sbiascica e sbatte di nuovo le palpebre.
    -Edward, Edward Cullen.
    -Ciao, “Edward, Edward Cullen”.
    Ridacchia, scimmiottando il mio impaccio e la sua risata mi arriva dritto al cuore. Da vicino è ancora più bella.
    -Tu?
    Le chiedo, sorridendo sghembo, un po’ imbranato, ma sperando di conquistarla almeno la metà di quanto lei abbia fatto con me.
    -Bella ma...
    Si rabbuia e con la tristezza negli occhi sembra ritornare bambina. Tenta di dirmi altro ma la blocco sorridendole. -‘Bella’ è perfetto.
 
****
(Lo so, è un po' piccola, vero?) 

Allora vi spiego un po’ cosa ho pensato:
La storia sarà divisa in parti, in pratica ci saranno dei “momenti” in cui in nostri protagonisti si muoveranno. La prima parte è Mailbox ed è la prima fase della storia in cui loro si conosceranno. Poi ci sarà quella dell’avvicinamento e per ultima quella dell’amore. Darò dei nomi a ciascuno di essi e lo vedrete voi quando si chiude una parte e se ne riapre un’altra. Se vi chiedete se sarà tutto un ‘pov Edward’, non lo so neppure io quindi... u.u xD
Un’altra cosa... sicuramente dopo le tre fasi ci sarà un epilogo e quindi forse anche altre fasi se la cosa va in porto xD
Spero vi piaccia, lo spero davvero. Accetto critiche, offese e quant’altro xD
Vi ricordo la mia ff su ufo baby “Orgoglio” e l’altra su Twilight. Che altro dire? Adoro tutto di questo sito e soprattutto amo voi che quando volete siete calorosi <3 non mi aspetto granchè, non vi preoccupate ma se volete io sono qui... anche per farmi qualche consiglio :)
SALUTO TUTTI VOI CHE STATE LEGGENDO, UN ABBRACCIO DI CUORE :33333333333
=D

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Capitolo 2
*** Mailbox ***


Mailbox-Pov. Edward   

- Posso offrirti qualcosa?
    - Del tè, grazie.
    Si siede sullo sgabello, leggera. Scruta con i suoi occhietti grandi le pareti della cucina e io mi incanto a guardarle le labbra rosse. Quando mi accorgo che mi fissa, arrossisco involontariamente e per un attimo vedo un sorrisino incresparle le labbra perfette. Fisso la data di scadenza della bottiglia, trovandola improvvisamente interessante.
    - Ecco.
    Sbattè le palpebre e prende il bicchiere che le porgo. - Grazie.
borbotta mentre beve un sorso causando le bolliccine. Scappa anche a me un sorrisetto intenerito.
    - E' alla pesa...
    - L'ho notato.
    Mi fissa sotto le ciglia scure e cerco di indovinare i suoi pensieri. "Perchè sono qui a bere un tè alla pesca?" Che poi, è anche scaduto, per la miseria! Il tè può scadere?
    - Bella casa.
    Simula un cerchio verso l'alto con il dito per indicarla, stringendo le labbra. So cosa sta pensando, non civuole un genio: questo è pazzo.
    - Ah, si... questa? Si.
    Bella risposta del cacchio.
    Annuisco. Annuisce.
    Fissa il pupazzetto gongolante sulla mensola e lo stuzzica un po' facendolo fare su e giù. - Che oggetto strano.
    Ha delle mani delicate, sottili e piccole. Sembrano burro, pastafrolla. Tenere da mordicchiare. Scommetto che è tutta cosi. Tenera, dolce e...
    - Insomma da mettere in cucina. E' strano.
    Mi riscuoto dai miei pensieri e per un attimo non capisco di cosa parli. Devo avere un'aria da scemo. 
    Bella da' un cenno al pupazzo.
    Il pupazzo. Oh si, il pupazzo, giusto.
    - Oh si, il pupazzo, giusto. Eh si, è... già.
    Annuisco. Annuisce.
    Non riesco a capire la sua espressione. partend dal pressupposto che non può essere rimasta sconvolta dalla mia loquace e arguta risposta, penso che mi stia semplicemente... studiando.
    E a me questa cosa piace. Oddio, Dio solo sa che sto sudando sette camicie ma... questa cosa mi permette di fare lo stesso senza sentirmi un pazzo maniaco. Anche se lo sono. Quindi fisso tutto di lei. Vorrei poterla ricordare per sempre.
    - Ti piace cosi tanto?
    - Cosa?
    Domando senza connettere il cervello.
    - Fissarmi. Lo stai facendo da un bel po'.
    Oh cazzo, non sono apparso meno pazzo allora.
    - Sei... io... tu sei molto bella.
    Arrossisce. Dio, quanto è dolce. Ma non ci credo che nessuno glielo dica.
    - Grazie.
    - Sembra che che te  l'abbiano detto per la prima volta.
    E un po' l'idea mi piace, anche se so che non è vero.
    - Sei il primo che me lo dice da sobrio. e soprattutto non mentre... sai...
    Arrosisce impercettibile, di nuovo. Poi balza sulla sedia. -Cosa vuoi da me?
    Ahia, tasto dolente. Ecco: qui devo rispondere con qualcosa di fantastico che le farà rimanere a bocca aperta, so esattamente perchè la voglio affianco a me, ma non perchè l'ho portata qui.
    Rimango fermo in piedi, a separarci la penisola di granito della cucina. - Diventa la mia ragazza.

Lo so che non sposto da tanto. e in più è anche corto. Chiedo scusa a chi legge questa ff ma ho una buona notizia. Ho il prossimo capitolo pronto quindi... xD
Se tutto è come penso, pubblicherò velocemente.
Un'altra cosa... vorrei dedicarlo senza impegno ad un mio "amico" che compie gli anni. Auguri :)
Enjoy ;))

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Capitolo 3
*** Mailbox ***


Pov Edward-Mailbox

Dopo quella volta, sono passate due settimane. Mi fermo spesso da lei e anche se non lo sa, la proteggo da stupidi pervertiti. In realtà, non vorrei mai dirglielo. So che non la prenderebbe bene. "Le servono soldi", ma a me serve che lei sorrida.
Ogni volta che la vedo entrare in un'auto nuova, mi si stringe il cuore, è come se perdessi un pezzo di me e mi sento uno schifo perchè è come se glielo permetessi io.
Jack, il barrista, mi chiede perchè le mie visite sono più frequenti. "Mi piace la tua cucina, amico".
Lui guarda fuori, verso Bella, sorride. Come chi sa tutto della vita, e va via.

Il giovedì è nostro. Bella mi ha promesso che il giovedi può essere solo mio e suo.
E io mi sento bene. Vederla sorridere con me mi fa pensare che sono io davvero a farla sorridere. 
Non l'abbiamo fatto, non voglio.
E lei, non è diventata la mia ragazza. Non mi ha risposto in realtà, quindi... teoricamente potrebbe esserci speranza.
Io la pedino quasi sempre quindi so dove abita. Le mando qualcosa di tanto in tanto, so che le servono delle cose. Questo è il nostro patto, anche se non è dichiarato, è più un volere della mia mente. Comunque non vorrei si sentisse sporca, io lo faccio con piacere. Sembra che mi acconsenta di fare tutto ciò perché serve più a me che a lei. E forse è vero.
Come posso staccarla da tutta questa storia?
Abita nel quartiere più malandato di Forks e ci vive da sola. Da quanto ho capito ha anche un gatto.
Come posso salvarla da tutta questo squallore?
Dio non esiste. Se esistesse, la vedrebbe. Qui, ora. E capirebbe che un fiore del genere nel deserto non può starci.

Oggi è mercoledi. Ho voglia di lei, del suo profumo e dei suoi capelli quando si appoggia sull'erba del mio giardino. Voglio guardare le sue ciglia perfette e folte, sentire i battiti del suo cuore. Ascoltarla è una meraviglia. Mi piace quando rivolge la faccia al sole, sorride e respira. Come se non avesse nulla di cui preoccuparsi.
Chi l'ha ridotta cosi? Perchè??
Bevo il mio caffè e fisso la cassetta della posta. Sorrido.
Lei è lì, come sempre. E solo questo mi rincuora.
Parla con Jessica, stanno aspettando. Qualcuno.
Lei non vuole vedermi gli altri giorni, non so il perché. Me l'ha proibito.
Mentre vedo i suoi occhi scintillare nella notte, questi puntano nella mia direzione. Smetto di ridere e resto fermo, immobile. Solo il buio della notte può aiutarmi. Spero non mi abbia visto.
Sorride nella mia direzione. Perdo ancora un battito, giuro, forse è perchè dormo poco, ma... sembrava che il sorriso fosse per me.
Poi li trova.
Cerca nella cassetta della posta e prende la rosa e il bigliettino nascosti lì dentro.
Per un momento resta ferma a fissarli, col sorriso sulle labbra e pare volerselo godere solo lei quel momento. Poi però Jessica la scuote e Bella le fa vedere cosa ha in mano.
Mi sento sciocco. Non mi ha visto, anche se è strano, considerato che io posso vederla. Ma meglio così.
Sento il sapore dolciastro del caffè sulle labbra e ne gusto il sapore. Come se lo intercettasse, Bella punta di nuovo lo sguardo verso di me. Si stringe il bigliettino e al petto e sorride.
Lo faccio anch'io.

Alcune volte le mando delle rose nella cassetta della posta.
Alcuni potrebbero definirlo maniacale o ossessivo. E giuro che sono andato a vedere cosa significa.
Mia sorella Alice mi ha beccato alle tre di notte a leggere il dizionario. Ha acceso la luce e per un primo momento è restata sorpresa. Poi è andata in cucina, si è presa da bere ed è tornata a letto. Come se leggere alle tre di notte un dizionario sia normale.
In queste due settimane i miei mi vedono molto spesso e quindi sto sempre da loro. Mia sorella è piccola ancora quindi legalmente dovrebbero vivere sotto lo stesso tetto.
Tuttavia quel giorno non riuscivo a dormire e non era per il polpettone a mezzanotte che mia madre ha cucinato. Ho cercato maniacale e recita cosi: smodato, ossessivo. Poi ho cercato maniaco e recita cosi: che, chi soffre di una o più manie. Ho cercato mania: entusiasmo smodato, smania, tendenza, predilizione fanatica.
Ed è vero, ho e sono tutto ciò. Vorrei solo salvarla, capite?
Si può salvare una persona?
Da stessa?

Scusatemi per il ritardo.
Un bacio a tutti :**

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Capitolo 4
*** Mailbox ***


Emmett dice che ho bisogno di "una sana scopata".
Emmett è il mio migliore amico, ci conosciamo dai tempi dell'asilo eppure, per chissà quale motivo, non gli ho detto nulla di Bella. Cosa può dirmi? "Sono così contento che tu abbia trovato una bella prostituta tutta per te! Sei sicuro che non abbia qualche malattia?". Sono quasi certo che direbbe così.
Emmett è un tipo cazzutto... non so se mi spiego. E' un misto tra Rocky Balboa e un orsetto gommoso. Lo adoro per questo. E perché non mi fa pagare nel suo ristorante.
Quel giorno, giovedì mattina, avevo solo un'oretta per raccontargli di Bella e per farmi dare dei consigli, prima che arrivasse l'ora di andare da lei, come tutti i giovedì daltronde. Di solito quando lo andavo a trovare al suo ristorante, il mio migliore amico lasciava la sua figura di capo, si sedeva al tavolo con me e diventava semplicemente mio amico. Sapevo che potevo contare su di lui, anche su questo. Non mi avrebbe giudicato. Forse ero io, ero io che mi giudicavo. Ero impazzito di una prostituta che non mi calcola di striscio?
-Amico! Come va?
Seduto al tavolo, mi sono sentito la spalla spezzata da una manona che senza ombra di dubbio apparteneva al mio grosso amico.
-Emmett...
I suoi occhi vivi di storie raccontate col passare del tempo, mi rassicurarono e al contempo stesso mi fecero frenare. Ma poi parlai. -Emmett, mi sono innamorato.

-Dov'è questa tipa?
-E' lì.
-Lì dove?
-Lì, Emmett, davanti ai tuoi occhi!
-Non la vedo...
-Abbassa lo sguardo! La stai fissando da un'ora, abbassa lo sguardo!
-Ma io non la vedo...
-Abbassalo!
Fece come gli avevo gridato/ordinato di fare e non la smise di sorridere.
-Perché ridi?
-Ha delle belle tette.
Alzai lo sguardo verso di lui, trucidandolo.
-Avevi detto che non l'avevi vista!
-Intendevo in faccia!
Rise sguaiatamente e fece girare quasi tutti nel bar di Jack. Mi misi la mano in viso. -Dio, Emmett, abbassa la voce...
-Dimmi com'è 'sta tipa.
Sospirai. -E' molto dolce. Credo sia stata ferita, in tutta la sua vita, molto spesso. Come tutti del resto.
-No no, dicevo, come sono le sue tette?
Non stava scherzando. Più lo fissavo, più capivo che l'espressione del suo volto era di sincera curiosità.
Sospirai, di nuovo. -Non lo so.
Strabuzzò gli occhi e quasi si strozzò con la birra. -C-come "non lo so"? Come "non lo so"? Come fai a sapere di amarla se non sai come sono le sue tette!!?
Credeteci oppure no, davanti alla sua espressione estereffata e scandalizzata, non sapevo come controbbattere.

-Quindi oggi...?
Emmett mi fissa con un sorriso malizioso e fa il gesto con la mano. 
Alzo gli occhi al cielo. -No, Emmett.
-Uff, perchè?
-Perché non credo... Ma fatti gli affari tuoi, scusa!
-Ti limiterai a mandarle i fiori finchè non ti si alzerà più?
Lo guardai truce. -E anche se fosse?
Mi guardò stralunato. -Ci pensi pure!
Tornai a mangiucchiare la cheesecake. Dio se Emmett era irritante! Mi faceva venire stupidi complessi, come se quelli miei non bastavano!
-Cacchio, ma quanti fiori ci mandi a quella tipa? Per un po' di...
Emmett si mise a borbottare cose molto carine sulle donne e su quello che gli uomini fanno per loro ma dopo un po' non lo ascoltavo più. Bella aveva in mano un tulipano, con un bigliettino.
Non era il mio. Non le davo mai tulipani ma solo rose.
-Emmett...
-Mh?
-E' un tulipano quello?
Forse annuì.
Scossi la testa, senza fiato. Qualcuno gli mandava delle rose. Qualcun altro. 
Quel qualcun altro che mi aveva anche copiato idea.
Bella sorrise. Perché sorrideva? Perché cazzo sorrideva?
Come se lo conoscesse! Come se era abituata a quei tulipani.
-Qualcuno ti sta rubando la ragazza?
Sospirai. Ecco il punto.
-Non è la mia ragazza, Emmett, non lo è.

-Edward mi spiace cosi tanto. Lo so che è il nostro giorno oggi ma ho un appuntamento.
Bella era di fronte, con un faccino triste e dispiaciuto, e si abbracciava per il freddo. Eravamo in macchina ed era primo pomeriggio. Aveva gli occhi gonfi, le labbra rosse e io volevo baciarla. Ma lei aveva un appuntamento.
Un apputamento. Con chi? No, non potevo saperlo. Non dovevo saperlo.
Non mi apparteneva. Non era la mia ragazza.
E non dovevo dimostrarmi dispiaciuto.
Fissai il manubrio e dopo cinque minuti abbondanti, la guardai. -Okay.
Mi rivolse un sorriso di scuse e andò via. E come lei anche il suo profumo.
La stavo perdendo ogni giorno e ogni secondo di più. E la parte peggiore era che non l'avevo mai avuta.

 

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