Legata a te

di raffychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Questa storia è già stata pubblicata una volta qualche anno fa ma rileggendola ho trovato tanti e tanti di quegli errori che me ne vergogno ancora oggi. L'ho un po' sistemata e riscritto da capo il primo capitolo. Ringrazio come sempre la mia cara Andre per i preziosi suggerimenti, il supporto e anche per la sua santa pazienza. Come sempre qualsiasi commentoe critica sono ben accetti.
Buona lettura. ^^




Avevo freddo, ed ero arrabbiata.
Avevo fame, ed ero arrabbiata.
Insomma, ero arrabbiata e furente quel giorno e giuro che avrei carbonizzato chiunque mi fosse capitato a tiro se non trovavo un posto riparato, caldo e con del buon cibo subito!
Inoltre quel giorno maledetto era cominciato male già dal primo mattino, visto che durante la notte madre natura aveva deciso di far scendere tanta di quella neve da impedirmi di camminare normalmente, rischiando invece di inciampare e finire con la faccia nel neve un paio di volte.
Non che odiassi questa stagione, anzi, in altre circostanze avrei amato quella situazione. La neve candida e bianca mi regalava ogni volta un senso di pace e tranquillità. Da piccola adoravo sprofondare con tutto il mio peso su quella patina bianca, muovendo gambe e braccia contemporaneamente, creando un piccolo angelo delle nevi . Così come mi piaceva creare dei buffi pupazzi di neve dalle forme più strambe, dando loro i nomi più assurdi, giocando con loro, facendoli diventare, nella mia immaginazione di bambina, dei temibili nemici venuti da chissà quale luogo magico per conquistare il mondo, e io che mi immedesimavo nella figura della potente maga pronta a sconfiggerli per salvare l’umanità.
Sorrisi a quel ricordo in modo sarcastico, dopotutto la mia vita non era poi così diversa da quei giochi che facevo da bambina.
Ironia della sorte.
Anche se in quel momento l’avrei chiamata pura e semplice sfortuna, visto che non riuscivo a fare più di un passo senza sprofondare con i piedi nella neve, rischiando seriamente di rimanere sepolta viva li.
Ero ormai in viaggio da tre giorni senza riuscire scorgere un villaggio nemmeno a pagarlo oro.
Qualche divinità ce l’aveva con me, ormai ne ero fermamente convinta!
Forse LON in persona, oppure qualche seguace di Fibrizio che voleva farmela pagare, visto che avevo carbonizzato il suo principe non meno di un mese fa.
Dannazione, possibile che una fanciulla indifesa, e maledettamente affascinate come me, doveva perennemente essere perseguitata da tutti questi dannati mazoku solo perché sapevo lanciare una delle magie più potenti come il Giga Slave?
Al mondo non esistevano altre maghe capaci di evocarlo e quindi di beccarsi tutta questa sfortuna al posto mio?
Certo, non che mi dispiacesse essere l’unica in grado di evocare un incantesimo tanto potente, però anche una maga bellissima e geniale come me meritava il giusto riposo, no?
Insomma, era troppo chiedere qualche momento di tranquillità, comodamente seduta al tavolo di qualche bella osteria, con quintali di cibo davanti a me, e il borsello che tintinnava di monete d’oro?
Evidentemente si, visto che la realtà che in quel momento stavo vivendo era molto diversa.

-Eppure non penso di avere chissà quali pretese!-

Mi ritrovai ad urlare, cercando di liberare il mio ginocchio inevitabilmente sprofondato nella neve.
Davanti a me solo neve e alberi, e un vento gelido che mi sferzava la faccia.

-La mia povera pelle. Se non trovo subito un posto riparato sento che la mai faccia si sgretolerà.-

Improvvisamente sentì qualcosa di fin troppo freddo scontrarsi contro la mia nuca, scivolando poco dopo lungo i miei capelli facendomi congelare anche le punte, mentre sentivo una risatina alle mie spalle fin troppo fastidiosa per i miei gusti.
Mi voltai lentamente contro colui che aveva avuto l’insana idea di lanciarmi contro quella palla di neve, vedendolo con ancora il braccio teso e quel sorrisetto trionfante stampato in faccia.
Un lungo ciuffo biondo copriva metà del suo volto mentre un’insana voglia di uccidere si stava facendo strada dentro di me.
Puntai il mio sguardo furente su quella figura che rideva di gusto, tenendosi la pancia con l’altro braccio, puntando il dito indice verso di me.

-Ahaha…Lina…non sai..quanto…quanto sei buffa-

Ah ah, divertente, davvero!

Peccato che quello sciocco non aveva la minima idea di cosa stava rischiando in quel momento.
Fortuna vuole per lui che era sempre stato dotato di un ottimo sesto senso e di ottimi riflessi.
Furono infatti quelli a salvarlo dalla palla di fuco che gli lanciargli contro, creando un piccolo cratere dietro di lui.

-Oplà, mancato-

Disse canzonandomi e facendomi la linguaccia,  mentre io preparavo un’altra palla di fuoco decisa stavolta a colpirlo direttamente sulla faccia.

-Stavolta sei morto Gourry, sei davvero morto!-

Urlai, mentre vedevo il mio compagno di viaggio evitare la seconda palla di fuoco, finendo però con la faccia nella neve.

-Ah ah così impari, brutto stupido!-

Esclamai trionfante.

Certo, non l’avevo carbonizzato, dopotutto quello stupido era pur sempre la mia guardia del corpo e una guardia del corpo fa sempre comodo, ma almeno avevo ottenuto la mai vendetta visto che la sua faccia era ancora incastrata sotto parecchi centimetri di neve.
Chi la dura la vince!
Lo vidi rialzare la testa dalle neve, scuotendola e destra e a sinistra come una cagnolino. Ora era la sua faccia ad essere completamente ricoperta di neve.

-Uffà Lina, così non vale però-

Oh ma andiamo, che bisogno c’è di lamentarsi?

-Colpa tua Gourry, questa è la giusta punizione per avermi giocato quel brutto scherzo-

Dissi portandomi entrambe le mani sui fianchi, avvicinandomi a lui.

-Forza stupidone, vedi di alzarti, non sopporto più di stare qui.-

Allungai una mano verso lo spadaccino aiutandolo ad alzarsi, sono pur sempre una ragazza dai modi gentili. Peccato però che gli intenti di Gourry erano tutt’altro che nobili. Non appena prese la mia mano mi ritrovai a sprofondare a mia volta la faccia nella neve, mentre sentivo lo spadaccino ridere di nuovo.

-E con questo siamo pari-

Ma in fondo a cosa mi serviva una guardia del corpo?
 



La notte era ormai calata e sentivo i miei piedi rischiare seriamente di congelarsi vista la lunghissima e faticosa camminata.
Ma fu in quel momento che, finalmente, riuscì a vedere quello che da troppo tempo desideravo: Un villaggio!
Si ok, piccolo e nemmeno molto fiorente, ma era comunque un villaggio.
E si sa, dove c’è un villaggio c’è una locanda e dove c’è una locanda c’è cibo!
I miei occhi iniziarono a brillare di gioia mentre indicavo con voce allegra la nostra meta a Gourry.

-Gourry guarda, finalmente un villaggio, siamo salvi!-

Senza nemmeno dargli il tempo di rispondermi presi istintivamente il braccio dello spadaccino, richiamando a me l’incantesimo del Levitation, volando diritta verso la prima locanda.
Già mi immaginavo immersa in un caldo bagno ristoratore e con la pancia piena.
Peccato però che le mie previsioni non furono del tutto esatte.
Si, era una locanda, munita di camere e cucina, peccato per un piccolo particolare: cadeva a pezzi!

Che razza di scherzo è mai questo?

Pensai furiosa, pregando che quello fosse solo un brutto sogno.
Una mano venne appoggiata sulla mai spalla mentre il viso dello spadaccino era intento a scrutare quella specie di catapecchia.

-Beh Lina, è pur sempre una locanda, accontentiamoci-

Disse iniziando ad entrare dentro quel tugurio, trascinandomi a forza con lui.
No seriamente, ditemi che è uno scherzo.
 
 

Come avevo immaginato le mie aspettative si rivelarono del tutto vere!
La cena non era stata di certo delle migliori, come non lo era stato nemmeno il resto visto che, dopo aver salutato il mio compagno di viaggio, mi ritrovai a dover entrare nella camera più umida e puzzolente che avessi mai affittato.

 -Dannato oste dei miei stivali- pensai furiosamente gettando subito dopo il cuscino contro la parete, ricordando come quell’oste si pavoneggiava del fatto che la sua era l’unica locanda presente in tutto il villaggio, sfortunatamente per noi. Beh era inutile lamentarsi, tanto quella sera non avevo intenzione di passare l’intera nottata dentro quel tugurio.

No di certo!

Avevo un preciso piano in mente, in primis quello di  rifarmi dell’orrenda e misera cena che, sempre quell’oste che ormai era finito nella mia lista nera, mi aveva portato davanti agli occhi.
Tanto per essere chiari: due uova strapazzate e un pezzo di pane, no dico voi la chiamereste cena questa? E lui che diceva pure Ma signorina e mezzanotte, la cucina è chiusa da un pezzo oh ma andiamo!

Attesi tranquillamente che il mio amico andasse a dormire, sedendomi su quel letto duro come il marmo.
Sbuffai osservando il soffitto sopra di me.
La luce della candela poggiata sul mio comodino creava dei giochi di luce ed ombra che danzavano dinanzi a me.
Buio e luce si scontravano tra di loro, come guerrieri su un campo di battaglia, generando il caos.
Le tenebre in quel momento erano più forti, la luce più debole, eppure nessuno dei due voleva arrendersi.
In ballo c’era la loro esistenza.
E quando ti ritrovi a dover lottare per qualcosa di così importante, nient’altro conta.
E io lo avevo fatto.
Avevo combattuto per salvare quell’esistenza che non potevo assolutamente perdere.
Chiusi gli occhi girandomi di lato.
Gli avvenimenti di quell’ultimo mese tornarono prepotenti a farsi strada nella mai mente, chiari e limpidi come l’acqua.
Il rapimento di Gourry, la battaglia contro Fibrizio, il Giga Slave.
Il riavere Gourry di nuovo con me.
Quello stupido, possibile che non si era mai reso conto di quanto mi aveva fatto preoccupare?
Certo, lui non ne era in alcun modo consapevole, dopotutto era normale per lui non ricordare assolutamente nulla del suo rapimento, né degli effetti che l’incantesimo di Fibrizio aveva causato sulla sua mente portandolo a schierarsi contro di me.
Io invece ricordavo tutto alla perfezione, ma ero convinta che avrei dimenticato questa brutta esperienza a lungo andare.
Quanto mi sbagliavo.
Nonostante fosse ormai passato un mese da quel giorno riuscivo ancora a sentire l’ansia e la paura dentro di me, portandomi a rivivere come orrendi incubi tutti gli avvenimenti in cui mi ero ritrovata coinvolta.
Tornai a guardare il soffitto dandomi inconsciamente della stupida.
Ormai era tutto finito, giusto?
Insomma, il mondo era salvo, Fibrizio non esisteva più e Gourry era di nuovo accanto a me.
Anche se avevo rischiato seriamente di distruggere il mondo.
Cosa mi era preso in quel momento?
Eppure mi ero ripromessa di mantenere il sangue freddo e di non commettere nessuna imprudenza, in ballo c’era la salvezza dell’intera umanità. Ma… non appena avevo visto quella bara di vetro  rischiare di cedere sotto il colpo di Fibrizio, portando via colui che ritenevo la mia unica ragione di esistenza, non avevo capito più nulla. Sentivo solo l’istinto di rischiare tutto, qualsiasi cosa, anche l’umanità stessa, pur di riavere Gourry con me, pur di salvarlo.

E poi…

Poi mi ero risvegliata da quel terribile incubo, stretta tra le sue braccia, senza più pensieri né paure, solo noi due al sicuro l’una tra le braccia dell’altro. Avrei voluto stringerlo a me per sempre, per il timore di vederlo andare di nuovo via ma quando mi risveglia, al suono della voce dei nostri amici, il mio caratteraccio  mi avevano indotto a comportarmi come sempre.
Ripensandoci adesso mi sentivo leggermente in colpa. 
Pensare che si era buttato alla mia rincorsa nel mare del caos per salvare questa stupida maga e ritrovarsi come ringraziamento il segno evidente del mio gancio destro sulla guancia.
Sono un tipo timido dopotutto, ok?!
 
Presi un lungo respiro alzandomi dal letto, avvicinandomi alla parete che separava la mia stanza da quella dello spadaccino, appoggiando una mano su di essa.
Chissà se Gourry si era addormentato?
O …se stava aspettando che mi presentassi anche quella sera in camera sua chiedendo di dormire con lui?
Già, la mia nuova e quanto mai inspiegabile abitudine: dormire con Gourry.
Questa poi.
Tutto era cominciato pochi giorni dopo lo scontro con Fibrizio.   
Una notte mi ero ritrovata di nuovo schiava di un orrendo incubo, lo stesso che feci il giorno in cui Gourry era stato rapito, facendomi urlare dal dolore straziante, gridando il suo nome, per il timore di vederlo andare ancora via.    
Fu così Gourry si era cosi ritrovato, non solo a farmi da guardia del corpo, ma anche da calmante nelle notti buie popolate da incubi. Ricordo ancora quando lo spadaccino prese l’abitudine di dormire la mio fianco, tenendomi stretta a sé, cullandomi gentilmente, fino a quando non mi calmavo sprofondando in un sonno tranquillo senza sogni.
Ero ormai talmente abituata a questa nostra nuova moda che anche nelle notti in cui riuscivo a dormire tranquillamente, senza che nessun incubo facesse la sua comparsa, mi sentivo comunque a disagio e, lo sapevo perfettamente, questo era dovuto al non avere Gourry accanto a me.
Molte volte pensai addirittura di simulare un falso malore in modo da averlo subito vicino a me e farmi coccolare da lui ma, subito dopo, mi davo della stupida a pensare certe cose anche un po’ infantili per me.
Insomma, non sono certo una bambina viziata che piange quando non le viene subito concesso il giocattolo che ha adocchiato, no?
Infatti!
Sono adulta e capacissima di dormire da sola, diamine! 
Ho sconfitto mazoku e draghi, che ci voleva a sconfiggere degli stupidi incubi senza senso sognando al loro posto valanghe di dolci,  invece di ritrovarmi davanti scene di un vetro che va in frantumi.
Era davvero così indispensabile la presenza di quello spadaccino, privo di ogni forma di intelligenza e con la forza di dieci troll, per farmi ritrovare la serenità?
E la risposta alla mia domanda è, rullo di tamburi, si!
Si dannazione!
Non volevo più rinunciare al quel calore, alla tranquillità e a quella serenità che solo Gourry, con il suo buon odore, con il suo corpo caldo e con i suoi occhi rassicuranti sapeva darmi.
Purtroppo non potevo fargli capire che ormai dipendevo totalmente dal suo modo di starmi vicino durante la notte.
Di giorno non era un problema stargli lontano, visti i miei innumerevoli impegni con bande di banditi e negoziare con i commercianti sui mie oggetti ottenuti in modo del tutto “legale”.
Ehm..dicevo.
Durante il giorno non avevo alcun problema a fare a meno della presenza di Gourry.
Era la notte il mio vero problema ma per una volta volevo risolvere la questione in un altro modo.
Staccai la mia mano dalla parete, avviandomi verso la porta.
Usci dalla mia camera fermandomi dinanzi la porta della stanza di Gourry. Appoggiai l’orecchio contro il legno, cercando di percepire qualche rumore all’interno di quella stanza.  Dopo essermi accertata che dalla stanza di Gourry non provenisse alcun suono sgattaiolai fugacemente via,  diretta in qualche buona distilleria.
Stavo per raggiungere la mia agognata meta quando sentì qualcuno, che secondo me teneva veramente poco alla sua vita, fermare la mia marcia mettendomi una mano sulla spalla. E poi non dite che io ho un caratteraccio, una fanciulla non può nemmeno andare in giro di notte per i fatti suoi che deve essere subito abbordata da qualche idiota. Ergo, la povera fanciulla si deve difendere, giusto? Stavo appunto per incenerire la mano che quella sera aveva osato tanto quando le mie orecchie riconobbero subito il proprietario di un voce a me fin troppo nota.

-Vedo che abbiamo avuto la stessa idea-

Si certo, e i maiali volano.

Girandomi lentamente incontrai la figura possente del mio compagno di viaggio che mi sorrideva in modo del tutto tranquillo. Portai entrambe le mani ai mie fianchi mentre guardavo Gourry con la mia solita aria di irritazione.

-Gourry, dillo che mi stavi seguendo, perché la scusa che abbiamo avuto la stessa idea non sta né in cielo né in terra-

Lo spadaccino non smise di sorridere mentre la sua mano si allungava a scompigliare, come al suo solito, la mia frangetta.

-Non è certo colpa mia se una maga di mia conoscenza ha il passo di un elefante credendo che nessuno la ascolti-

Ah bene, non solo mi diceva che ero senza seno né curve, adesso ero paragonabile a un elefante con i piedi grandi quanto un albero.
Oh Gourry, dillo che vuoi morire giovane.

-E io non pensavo che tu fossi così cocciuto, quando la smetterai con questo vizio?-

Dissi, allontanando la sua mano dalla mia criniera.

-Dai Lina, ormai dovresti esserci abituata piuttosto: dove stai andando a quest’ora della notte?-

Farsi gli affari propri mai eh?

Sbuffai incrociando le bracci al petto guardando verso l’alto.
E dire che stavo facendo tutto questo anche per lui, insomma, se non cercavo in qualche modo di superare la mia nuova mania di dormire ogni santa notte tra le braccia di Gourry quel cervello di medusa sicuramente avrebbe iniziato a farsi chissà quale idee su di noi, o almeno su di me, sempre se il suo cervello era abbastanza acuto da capire quanto era diventata assurda quella situazione che si era venuta a creare.
E poi che potevo mai fare, entrare come una bambina nella sua camera, con tanto di cuscino in mano e pigiama rosa -un'altra cosa che odio di quella stramaledetta locanda- e chiedere al fratellone maggiore di dormire con lui perché avevo gli incubi?
No…no…no e ancora no!
Non si dica mai che la grande maga genio Lina Inverse possa fare delle bambinate del genere! Già il mio cosiddetto “amico” Gourry si divertiva a chiamarmi bambina dalla mattina alla sera, ci mancava solo che gli davo la conferma definitiva. 
Beh però potevo comunque portare avanti il mio piano “Non-dormire-insieme”.  Insomma, nulla m’impediva di sbronzarmi insieme al mio amico e poi ognuno nella propria camera, no? E se l’alcol non bastava, un buon vecchio Dragon Slave era più che sufficiente,le vecchie abitudini non muoiono mai.
Abbassai le braccia lungo i fianchi, guardando lo spadaccino che mi sorrideva con quel suo fare ingenuo .

-Dei, quanto mi piace quando sorride cosi-

Ehm..dicevo…

-E va bene Gourry,stavo andando a bere qualcosa, vuoi venire con me?-

Domanda stupida ovviamente, se c’era una cosa che ci accumunava più di tutto erano cibo e alcol.
Gourry non rispose, semplicemente mi offri il suo braccio piegato.
Bhe che dire, non era un genio ma almeno i modi da gentiluomo li conosceva alla perfezione.
Accettai volentieri il suo invito e insieme ci incamminiamo verso la tanto agognata distilleria. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Secondo e ultimo capitolo. Prima di lasciarvi vorrei ringraziare come sempre la mai fantastica Beta Rader Andre, e tutte quelle persone che hanno letto e commentato il primo capitolo, non potete capire quanto le vostre parole mi abbiano resa felice. Questa storia, nonostante si vecchiotta, è comunque importante per me perché mi ha dato modo di capire gli errori che precedentemente non avevo visto e quindi di maturare. Ancora mille grazie a chi mi ha aiutato in questo piccolo percorso. 
Godetevi questo capitolo altamente (e forse anche un po troppo melenso ^///^) GLADS! XD
Come sempre qualsiasi commento e critica sono ben accetti. Baci!

 



Mai idea fu stupida!
Mai lorgoglio lo odiai tanto.
E anche lalcool.
 
Dopo aver salutato le mie amiche caprette e lasciata la festa sull’isola venni invasa dal buio più totale. Qualcosa di caldo mi avvolse interamente e le mie narici vennero subito catturate da un buon profumo. Mi lasciai cullare da calore di forti braccia che gentilmente m’issavano mentre il mio olfatto si lasciò inebriare dall’aroma dolce che sentivo provenire da un corpo caldo, prima di sprofondare nel sonno più profondo.
Quando riemersi dalle tenebre in cui ero caduta, mi accorsi di essere sul mio letto. Una pezza umida era stata poggiata sulla mia fronte. Alcune gocce si staccavano da essa andando a rigare i lati del mio volto, bagnandolo quasi fossero delle lacrime. Chiusi gli occhi che sentivo troppo gonfi e pesanti. Un senso di nausea iniziava a farsi strada dal mio stomaco per arrivare fino alla gola.

-Forse- mugugnai portando la mano sulla pezza bagnata - l’idea di ubriacarsi non è stata poi cosi geniale-

Sussurrai faticosamente, togliendo la pezza umida dalla mia fronte girandomi di lato sul letto.  Osservai la mia stanza avvolta nella penombra di una candela, richiudendo piano gli occhi, lasciando che il sonno mi portasse via con se. Nemmeno mi accorsi di una mano che gentilmente accarezzava i miei lunghi capelli.

-Lo sai che i bambini non dovrebbero bere tanto-

Quella voce mi arrivò ovattata alle orecchie e non ci feci subito caso, in quel momento ero troppo concentrata a farmi trasportare dal tocco delicato di  quella mano sulla mia nuca, provocandomi un piacevole sollievo. 
Sorrisi, abbandonandomi alle tenebre . Sentii quel piacevole tepore spostarsi dalla nuca sulla mia guancia. Segui il ritmo della mano con la testa senza chiedermi nemmeno lontanamente chi fosse il proprietario di quel palmo cosi grande e soffice, sorridendo e facendo quasi le fusa come un gatto.  Il momento di estasi però, fu interrotto da una voce improvvisa, la stessa che avevo sentito prima.

-Lina, sembri un gatto se fai cosi-

Cosa?

Riapri gli occhi di scatto tentando di alzarmi dalla mai posizione fetale in cui ero prima, pessima idea, un ennesimo attacco di nausea mi costrinse a tornare giù.

Subito pensai.

Deve essere colpa della sbronza.

Mentre cercavo di scacciare via quel fastidiosissimo mal di testa che sentivo fin troppo chiaramente farsi strada nel mio cervello, rischiando di comprometterlo seriamente.
Dannazione, ogni volta era la stessa storia. Mi spiegate perché dopo un solo boccale di birra dovevo ritrovarmi in queste condizioni? Be almeno ero riuscita a portare a termine il mio piano: ero nella mia camera, da sola, senza rompi scatole vicino a me e presto, anche il mio stomaco sarebbe tornato alla normalità, non appena fossi riuscita ad alzarmi per correre in bagno e svuotarlo da tutto l’alcol che avevo ingerito.
E si ero proprio stata brava, i grandi piani di Lina Inverse non falliscono mai!
Soddisfatta del mio operato tornai ad appoggiare nuovamente la testa sul cuscino, pronta però a scattare non appena il mio stomaco me l’avesse chiesto. Eppure sentivo qualcosa di strano, come un peso vicino a me e quella presenza che avevo percepito prima farsi sempre più vicina. Ci mancava solo che quella locanda fosse infestata dagli spiriti. 

-In questo caso quell’oste non vedrà nemmeno un centesimo quando salderò il conto domani-

Dissi con la bocca impastata dal sonno.

-Poverino, e dire che siamo stati fortunati a trovare questa locanda non trovi?-

Ancora quella voce. Ancora quel tocco gentile sulla mia nuca.
Si può sapere che diavolo di spirito sei?

Aprii piano gli occhi girandomi dall’altro alto del letto, focalizzando finalmente il proprietario sia della mano che della voce. Non appena la mia vista si mise a fuoco vidi un volto a me fin troppo noto che mi sorrideva,  e un corpo disteso di fianco.

-Questo non lo salverà dalla mia vendetta. -

Riposi senza pensarci, sorridendogli a mia volta, scivolando lentamente verso quel corpo facendomi abbracciare.

-Te l’hanno mai detto che diventi più docile quando sei ubriaca-

Disse quella voce che iniziavo a riconoscere, sentendo di nuovo la sua mano accarezzarmi i capelli, mentre mi abbracciava più forte facendo aderire il mio corpo al suo.
Aprendo gli occhi alzai lo sguardo, incontrando due occhi azzurri che mi guardavano in modo gentile, guardando quel viso per metà coperto da un lungo ciuffo biondo.

-E a te hanno mai detto che hai un buon profumo, Gourry?-

Gourry.


Un momento…

Gourry?

GOURRY?

CHE DIAMINE CI FACEVA NELLA MAI STANZA?

Senza pensarci due volte, e mandando a quel paese qualsiasi attacco, mi allontanai da lui di scatto, incontrando gli occhi di Gourry fissi sui miei. Ok, era un sogno anche quello, o davvero Gourry era dinanzi a me, sdraiato sul mio letto e poco fa ci stavamo abbracciando?
Se è cosi, vi avverto, nemmeno gli dei del cielo mi avrebbero fermato nel punirlo come si deve.
Stavo giusto per formulare nella mai mente il mio incantesimo preferito, se non fosse stato che in quel momento il mio cervello era del tutto KO per via del forte mal di testa che proprio non si decideva a darmi tregua.
E cosi, invece di puntare la mano contro la faccia dello spadaccino, la portai alla mai tempia dolorante, maledicendo tutti le divinità di cui ricordassi il nome. 
Vidi Gourry alzarsi dal letto, recuperando dal pavimento la pezza che poco fa avevo gettato a terra, bagnandola nel catino posto vicino al comodino, riappoggiandola sulla mia fronte.

-Lina , non dovresti muoverti cosi-

La piacevole sensazione di quel fresco contatto sulla mia pelle riuscì a calmarmi un po’ mentre, ancora con gli occhi chiusi, mi rivolsi allo spadaccino.

-E tu mi spieghi che diamine ci fai in camera mia?-

Avrei voluto gridargliele quelle parole, giusto per spaventarlo un po’, invece sentivo la mia bocca impastata e la mia voce flebile come se fossi in punto di morte.
Aspettai pazientemente che Gourry si decidesse a farsi uscire chissà quale stupida scusa per giustificare la sua presenza in quel momento.

-Ti ho portata qui dopo che sei svenuta in mezzo alla strada a proposito, bello spettacolo-

COSA? Che intendeva dire con quelle parole ?

Oh dei, ditemi che non ho fatto qualcosa di stupido..

Aprì lentamente gli occhi,  puntando su Gourry uno sguardo terrorizzato, lo stesso che avevo ogni volta che sentivo il nome di mia sorella .

-Gourry…che intendi con “Bello spettacolo?”-

E smettila di ridere cervello di gelatina andato a male, rispondi !

-Beh diciamo che ho scoperto delle tue doti nascoste-

Do…doti nascoste?

Oh dei, che voleva dire?

-Gourry…non avrò mica…??-

Ok, datemi carta e penna, sarà bene dettare a Gourry le mie ultime volontà poiché sarei morta di vergogna da lì a poco se davvero avevo fatto quello che stavo pensando.

-Beh Lina, non sapevo fossi una ballerina, davvero complimenti-

Disse caldamente il mio amico, rivolgendomi un sincero sorriso di compiacimento mentre io avevo mille punti interrogativi in testa.

Ballerina?

-Peccato che non c’era pure Amelia, sai come quella volta con quei vestiti-

Ehm, evitiamo di ricordare quella volta, ero ancora incavolata nera per essermi vestita in quel modo assurdo, cantato una canzoncina da quattro soldi, per poi cadere nella fregatura di un rito propiziatorio fasullo .

-Gourry, se davvero ci tieni a vedere l’alba domani mattina, evita di fare questi riferimenti –

Gli dissi, guardandolo stizzita e ributtandomi sul letto. Ed io che pensavo chissà cosa invece avevo solo ballato come un’idiota per le strade della città.

-Gourry, qualcuno non mi avrà visto, vero?-

Per la terza volta m’issai di nuovo, prendendo il colletto della camicia di Gourry, rischiando seriamente di strozzarlo.

-Li…Lina…mi soff…-

-Rispondi alla mai domanda!-

Gourry mi fece gesto con la mano di mollare la presa, in effetti il suo viso stava assomigliando sempre di più a una prugna matura.

Lo mollai , facendolo quasi capitolare giù dal letto, mentre lo sentivo tossire cercando di riacquistare il suo colorito normale.

-Lina, mi spieghi perché devi sempre essere cosi manesca?

-E tu perché non ti decidi a rispondere alla mia domanda?-

-Ok ok calmati, no tranquilla non ti ha visto nessuno, diciamo che mi hai riservato un bello spettacolo privato-

Fiuu meno male. Non che farmi vedere da Gourry in quello stato fosse stupendo, ma almeno molte persone potevano dire di aver scampato un serio pericolo. Si perché se solo qualcuno,il giorno dopo, avesse osato puntarmi un dito contro dicendo:
“Hey guarda, la ballerina di ieri”
Be, diciamo che non avrebbe avuto modo di raccontarlo nei giorni a venire.

Finalmente, con il cuore più leggero, mi accasciai sul letto convinta di poter finalmente dormire sogni tranquilla ma….

-Gourry, mi spieghi perché sei ancora qui?-

-Mi assicuro che tu ti addormenti, prima che ti venga in mente di uscire per strada inscenando un nuovo balletto-

Mi sa che Gourry voleva sul serio beccarsi una palla di fuco in piena faccia, e l’avrei anche fatto se non fosse che stavo sul serio rischiando di vomitargli addosso. Con uno spintone lo allontanai da me e alzandomi dal letto corsi in bagno svuotando il mio stomaco da tutto l’alcol che avevo ingerito.
Sentii Gourry che mi chiedeva se poteva essermi d’aiuto e, tra una conato e l’altro, riuscii a urlargli in faticosissimo “NO!”.  Ero già incavolata di mio per essermi fatta trascinare a forza da lui fino alla mia camera, per non parlare del balletto che avevo inscenato solo per lui, farmi addirittura vedere inginocchiata davanti alla tazza del bagno a rigurgitare tutto ciò che era nel mio stomaco non era certamente qualcosa di cuoi sarei andata fiera nei giorni a venire.
Dopo qualche minuto mi trascinai a forza fuori dal bagno, andando a risedermi sul letto. Gourry, che era rimasto sulla soglia del bagno in attesa di una qualche mia richiesta d’aiuto che ovviamente non arrivò, mi raggiunse inginocchiandosi dinanzi a me sorridendomi in modo furbesco.

-Lina, lo sai benissimo che non reggi l’alcol, che ti è saltato i mente?-

Ecco, mancava solo la ramanzina.
Sbuffai.

-E tu mi spieghi perché non sei nemmeno un po’ brillo? Si può sapere come fai?-

Gli chiesi ricordandomi di come Gourry si era fatto fuori quasi tre litri di birra da solo.
Lo spadaccino, continuando a tenere i suoi occhi fissi sui mie, scoppiò in un sana risata.

-Semplice, perché io sono un uomo adulto e tu una bambina. Una bambina che adesso va a letto forza-

Si può sapere da quando quello stupido si era messo in testa di farmi anche da tata? Ci mancava solo che mi mettesse a letto, con il peluche in mano e mi cantasse la ninna nanna.
Aaaahhhhhh, quanto volevo lanciarli un Dragon slave in piena faccia, farlo volare oltre la penisola dei demoni e liberarmi per sempre di lui.

-Gourry non ho bisogno della balia, anche se continui a pensarlo, non sono una bambina. Adesso fammi il favore di
andartene-

Dissi quella frase con una punta di amarezza perché quelle sue parole, per una volta, ebbero l’effetto non di farmi arrabbiare ma , di farmi sentire profondamente e irrimediabilmente offesa.
Ok, questo ovviamente non dovrà mai saperlo nessuno sia chiaro. Ho sempre la mia reputazione da difendere.

Lina svegliati, ti ricordo che avevi un preciso piano in mente, quindi adesso saluti il tuo amico e te ne vai a dormire, prima che il mal di testa di mandi in pappa il cervello.

Stavo giusto per dirglielo quando….

Hey un momento, cosa…COSA STA FACENDO QUELL’IMBECILLE?

-Gourry, che diavolo stai facendo?-

Gli urlai contro mentre lo vedevo sfilami lentamente lo stivale dalla mai gamba sinistra, iniziando a fare lo stesso con l’altro. Al suono della mia voce lo spadaccino alzò lo sguardo verso di me, con addosso un espressione del tutto innocente e confusa. Come se quello che stesse facendo fosse una cosa normalissima per lui.

-Non lo vedi? ti aiuto a svestirti,altrimenti rischi di dormire così-

Ma allora non aveva ascoltato una sola parola di quello che avevo detto.
Grrr… giuro che stavo prendendo in seria considerazione l’idea di farlo volare oltre la penisola dei demoni se non si decideva a mollare la mia gamba e SUBITO!

-Gourry, ti ho già detto che non mi serve che tu mi faccia da balia e soprattutto, che ti importa se dormo o no con i mie soliti vestiti? Sono affari miei!-

Allontanai la mia gamba da lui, anche essa ormai priva dello stivale, dicendogli che ero apposto e che poteva benissimo tornare in camera sua. Mi offrii di accompagnarlo alla porta dove gli diedi un amichevole pacca sulle spalle e un altrettanto amichevole “Buona notte Gourry”. Il mio amico, sempre sorridendomi, mi rispose con un altrettanto affettuoso “Buona notte Lina” varcando la soglia della mai stanza. Una volta accertatami che Gourry fosse entrato nella sua stanza richiusi la porta alle mie spalle, sbuffando in maniera quasi liberatoria.

Bene, il mio piano era andato a gonfie vele.

Sorridendo trionfante raggiunsi il mio letto, desiderosa come non mai di sprofondarci dentro, ma non prima di aver controllato che non ci fossero nessun animale tipo…avete capito no, non fatemelo dire. Insomma, non ero tanto sicura delle condizioni di quella locanda, soprattutto dopo il pessimo servizio ricevuto a cena, se poi dovevo andarmi a coricare insieme a pulci o…qualcos’altro, giuro che avrei carbonizzato locanda e locandiere con il mio fidato Dragon Slave, ovviamente avrei preteso anche un adeguato risarcimento, soprattutto morale. Un volta accertato che nessun essere immondo era presente quella sera, abbandonai spallacci e mantello sulla sedia lì vicino lasciandomi cadere sul materasso duro –dannazione-aspettando con ansia che il sonno si decidesse a prendermi tra le sue braccia.

Non ci volle molto….

Lentamente, sentivo gli occhi farsi sempre più pesanti fino a quando, vinta dalla stanchezza e dalla sbronza, sprofondai in un lungo oblio.

Sognai…..

Sognai un lungo corridoio avvolto dall’oscurità.
Sentivo il rumore dei miei passi percorrerlo mentre vedevo la sua fine sempre più vicina. Una luce infondo al tunnel mi aspettava e, quando la varcai, fui accecata da essa. Proteggendomi gli occhi con un braccio attesi che la mia vista si abituasse al cambiamento di luce, guardando l’immenso salone in cui ero finita. Era grande, circolare e vuoto. No, non era vuoto, una figura era posta proprio al centro della sala, una figura minuta, i capelli neri gli ricadevano lisci sulle spalle mentre vedevo i chiari occhi verdi fissarmi con uno sguardo di pura follia.

Fibrizio era di fronte a me e mi sorrideva con quell’aria da bambino innocente, eppure quel suo sorriso nascondeva in se una tale follia e malvagità tipiche del suo titolo di principe degli inferi.

“Sai cosa voglio da te, vero?”

La sua voce da bambino risuonò nell’immenso salone, facendo eco tra le sue mura e nelle mie orecchie. Sì,  sapevo benissimo cosa voleva ma ero pronta a tutto pur di non accettare la sua folle richiesta, in gioco c’era l’intera umanità. Mi ero ripromessa di mantenere il sangue freddo, di non cedere a nessuno dei suoi ricatti, ero decisa a non dargli ciò che voleva.

“E allora ti sei guadagnata un amico in frantumi”

Un rumore, un rumore assordante arrivò alle mia orecchie. Un rumore che mi fece spalancare gli occhi, alzare lo sguardo, mentre sentivo mille e più sentimenti farsi strada in me.

Paura, disperazione, pazzia.

GOURRY!

Lui, era davanti a me, dentro quelle bara di vetro che rischiava di cedere ,di spezzarsi, di uccidere colui che giaceva dentro di essa!

GOURRY!

No..no…. non poteva…non doveva finire così…non potevo permettere che quel vetro cedesse, non potevo credere che lo stavo perdendo. Gourry, stava morendo dinanzi a me.! Il mio cervello di medusa, il mio amico, il mio Gourry!

NO!

No ! Non glielo avrei permesso! Dove salvarlo, dovevo proteggerlo perché, se quel vetro cedeva ad andare in pezzi non sarebbe stato solo questo, ma il mio stesso cuore.

Gourry!

Non doveva andarsene, non doveva lasciarmi, non poteva farlo, non prima che gli rivelassi ciò che finalmente avevo capito…….

Gourry…io ti…..

“Mi dispiace, troppo tardi”

La voce di Fibrizio risuonò di nuovo nelle mie orecchie.  Alzai lo sguardo vero di lui sentendo il mio fiato spezzarsi e il mio cuore smettere di battere mentre una pioggia di vetro cadeva dinanzi a me….



-NO GOURRY!-

Urlai, alzandomi di scatto dal letto, avvertendo il mio respiro affannoso. Sentivo rivoli di sudore scendere lungo il mio viso e il cuore continuare a battere in modo troppo veloce che avevo quasi paura di un infarto. A pensarci bene, l’infarto era l’ultimo dei miei pensieri. In quel momento, tutto ciò che volevo, era accertarmi che avevo solo sognato, che quello che avevo visto non era realtà.
Abbandonando il mio giaciglio mi avvicinai alla finestra tentando di calmarmi attraverso lunghi respiri. Sentivo l’aria fresca della sera sforarmi le guance e i capelli facendogli compiere una specie di danza. Con una mano sul cuore, e altre due, tre profondi respiri, sentivo finalmente il mio corpo ritrovare la sua stabilità mentre alzavo gli occhi al cielo, fissando quel manto di stelle sopra di me.
Maledizione! Non potevo continuare con questo tormento, non avrei retto ancora e ancora, ogni notte, questa situazione.
Dovevo assolutamente ritrovare il mio equilibrio psicologico. Volevo finalmente svegliarmi la mattina, aprire gli occhi e sorridere al nuovo giorno senza i rimasugli di nessuno incubo che per me erano diventati una vera e propria tortura, la peggiore che potesse capitare.
Subito scacciai dalla mia mente la soluzione più ovvia .
No!
Non dovevo cedere proprio ora, non dopo l’immane sforzo che avevo fatto. Pensai invece se era il caso di tornare a dormire ma, come mi avvicinai al letto, sentì di nuovo l’ansia farsi strada.

Indietreggia.

Non ci riuscivo, non potevo sottoporre  di nuovo la mia mente a un tale sforzo. Non volevo più rivedere davanti a me quel viso. Non avrei sopportato di sentire ancora quel miscuglio di rabbia e paura che sentivo ogni volta nascere in me, accumulandosi nel mio più profondo io.
E se fosse sopraggiunto, insieme ad esso, un altro incubo, mostrandomi insieme alla fine di quella vita a me tanto preziosa, la fine di un mondo che io stessa avevo condannato alla rovina, non avrei mai più trovato la forza nemmeno di alzarmi dal letto e questo, ovviamente, avrebbe portato Gourry a preoccuparsi ancor più maggiormente per me.

Gourry.

Il suo viso sorridente e serafico ora era davanti a me dandomi gioia fin nelle più profonde viscere del mio animo inquieto. Il suo solo credere in me, il solo ritrovarlo al mio fianco e sostenermi mi faceva sentire appagata e come si dice, in paradiso.

Gourry

Il suo sguardo, i suoi occhi,  quella strana essenza vitale che lo rendeva puro e innocente nonostante il suo passato e il nostro vivere erano come una droga per me, per stare meglio.

Chissà se anche Gourry provava lo stesso nei mie confronti? Molto spesso mi ritrovavo a chiedermi quali sentimenti spingevano quel cervello di medusa a starmi vicino ventiquattro ore su ventiquattro.

Sono la tua guardi del corpo devo proteggerti

Ma era davvero solo questo? Oppure…..

Un attimo, cosa…cosa  vado a pensare?

E’ più che ovvio che Gourry era spinto solo dai suoi ideali cavallereschi, non c’era niente di più , vero?

No..cioè ...si ok, ci pensavo e forse ci speravo certo, nelle ore buie, con il favore dell’oscurità a proteggere il mio rossore mentre lo osservavo dormire, guardando quel suo fisico asciutto e ben proporzionato, i muscoli del petto che ritmicamente si alzavano e si abbassavano. Insomma che io e Gourry fossimo ormai grandi amici questo era scontato eppure, per la prima volta in vita mia, volevo che questo nostro rapporto iniziasse a diventare qualcosa di più. Ormai non vedevo più Gourry come un compagno di viaggio o un amico, non mi soddisfaceva più il semplice osservarlo da lontano, mi rendevo sempre più conto che Gourry era un uomo, un bellissimo uomo.

No dico ma l’avete visto:bello, alto, biondo, con un fisico mozzafiato.

Ok  confesso anche io, come tutte le donne che gli passavano davanti, la prima volta che l’avevo visto stavo letteralmente per sprofondare ai suoi piedi, catturata dalla sua meravigliosa bellezza.

Una visione di meravigliosa meraviglia

Sorrisi ricordando il nostro primo incontro, frenando il mio entusiasmo subito quando un altro pensiero si fece strada nella mai mente.

Io.. io sarei ma stata vista ai suoi occhi come una donna?

Che delusione, è solo una ragazzina

No, non credo, lui avrebbe continuato a vedermi sempre e solo come una bambina piccola, come una sorellina da potarsi dietro solo perché glielo avevano ordinato i genitori, metterla a letto per poi andarsene chissà dove e chissà con chi, anche se….

Un momento…

-Cosa…Cosa m’importa di quello che fa quello stupido? -

Mi ritrovai ad urlare nel silenzio della stanza,  senza nemmeno accorgermene.

-Non sono mica gelosa!-

Infatti, non lo sono!

-Sono un’ amica, ecco! Un’amica che semplicemente si preoccupa per lui. Insomma,  non posso certo rischiare che quello stupido si becchi chissà quale malattia! Si sa, in quei posti non tutto è pulito come si deve.-

Dissi quelle parole più per convincere me stessa, mentre continuavo a camminare  su e giù per la stanza come una tigre in gabbia.

Alla fine mi fermai, sbuffando.

-E va bene lo ammetto! Non mi aggrada molto immaginarlo, o peggio, scoprirlo insieme a qualcuna di “quelle” mentre si concede quello che per molti mercenari è un sano svago di piacere e divertimento -

Anche se lui  questi pensieri sembri non averne. Ma un uomo è sempre un uomo. E cosi giustamente lo è anche Gourry, con il
suo istinto e le sue esigenze.


Pensai, mentre raggiungevo la sponda del letto sedendovi su di esso, sospirando.

Avevo davvero bisogno di altre scuse cosi banali per evitare la realtà?

Da quando ero diventata cosi riluttante ad ammettere apertamente i miei sentimenti persino a me stessa ?
Era davvero il caso di aggiungere altro quando i pensieri, le parole, e i gesti parlavano per me?
Direi di no visto che il mio sguardo sconsolato lo faceva al mio posto, cosi come le mie mani nervose , che si martoriavano a ogni pensiero sullo spadaccino, dicevano tutto.
Non potei fare a meno di arrossire di nuovo chiedendomi com’era possibile che in tutto quel tempo passato insieme io non me ne fossi accorta prima, eppure i segni c’erano tutti. Se ripenso alla prima volta che provai quel sentimento di gelosia vedendo Silphiel corrergli incontro e abbraccialo. La mia rabbia, quando quella pazza di una principessa di Zoana si era messa in testa di fidanzarsi con lui, e tutte le volte che provavo l’impulso irrefrenabile di arrostire qualsiasi ragazza che osava avvicinarsi troppo al mio Gourry.

Dentro di me stava accadendo qualcosa, un evento strano mai provato e non riuscivo in qualsiasi modo a dargli una spiegazione, un nome.
Adesso invece, tutto mi appariva chiaro come la luce del sole.
Il mio cuore prese a battere sempre più forte mentre la mia mente realizzava ciò che in realtà sapevo da sempre.

Sono innamorata di lui.

Ammisi finalmente, arrossendo inconsciamente.

Si io lo amavo! Amavo quell’uomo un po’ stupido ma incredibilmente dolce e gentile  che ogni giorno era al mio fianco viaggiando con me, bisticciando come me su una coscia di pollo, combattendo al mio fianco e, in segreto, Gourry era ormai diventato il mio punto fermo in questo strano mondo popolato da creature  millenarie, immortali, uniche, ma nessuna di loro per me era in qualche modo paragonabile a quella presenza rassicurante che ogni giorno sentivo al mio fianco. 
Nonostante tutto però, tremavo come una foglia al pensiero che un giorno, Gourry poteva sul serio stancarsi di questa bambina capricciosa, abbandonandomi.
Mi immaginai così tanto la scena da percepire brividi strani sulla mia gamba, facendomi anche arrossire. Mi domandai perché quei brividi continuassero a infierire sulla mia psiche già tremolante dopo tanto riflettere.
Scivolai lentamente con l’occhio verso il mio petto, fissai gli indumenti, e poi adocchiai nella semi oscurità una forma viscosa che mi fece fare un balzo di alcuni metri verso il tetto, mentre le mie urla facevano tremare la stanza per lo shock.

Una lumaca!! Una viscida lumaca!! Sul mio letto!! SU di me!!

Iniziai a farmi piccina sulla testiera del letto, acciambellata sul cuscino, mentre la lumaca che era caduta sulle lenzuola per il mio repentino movimento, stava uscendo di nuovo dal guscio marrone striato e pareva cercarmi con le antennine.
Un tonfo sordo mi colse di sorpresa e in pochi secondi ritrovai Gourry, preso come una furia, a fissare la stanza in cerca di qualche nemico. Senza pensarci due volte, mi fiondai fuori dal letto e lo raggiunsi, stringendomi infine a lui, stringendo la stoffa dei suoi abiti fra le dita nervosamente, mentre gli urlavo di uccidere la cosa più disgustosa e orrenda che poteva esistere.
Lui fissò il letto, notando il poco tollerato inquilino abusivo e poi, dopo un buffetto, mi prese in braccio facendomi sedere sopra le sue braccia, mentre mi tenevo con le mie al suo collo. Mi ritrovai ad un’altezza strana per me, soprattutto quando si avvicinò alla lumaca e la prese in mano provocando il mio disgusto. Si avviò con me in quella posizione e la lanciò gentilmente verso un vaso di fiori una finestra sotto la mia. Non saprei dire se centrò il vaso, per l’oscurità, ma quando mi guardò ridendo, ogni traccia di paura  dalla mia faccia era sparita mentre sentivo uno strano nervosismo farsi strada.

-Lina, lo sai che sei una propri bambina quando ti comporti cosi vero?-

Il suo tono e il suo ridere mentre mi carezzava la schiena era irritante, per me.

Una bambina.
Smettila!
Una bambina
Non dirlo più
Una bambina

Iniziai a bruciare dentro di rabbia, una rabbia cieca unita ad una strana ed improvvisa voglia di piangere. Gourry aveva ragione, mi stavo comportando sul serio come una bambina capricciosa e testarda. Eppure, non volevo in alcun modo essere presa per quello che in realtà non ero e, soprattutto, odiavo che fosse proprio lui a pensare questo di me.

-Gourry, odio essere considerata così.-

Cercai di scendere ma mi bloccò con l’altro braccio e iniziò a canzonarmi ancora.

-Avanti Lina, non fare la dura in questo momento perché non ti riesce. Ti ricordo che sei solo una ragazzina e che se non fai
la brava sarò costretto a punirti severamente. Vediamo…potrei mangiare tutta la tua colazione domani mattina, che ne dici?-

Ah bene! Quindi per lui io facevo solo finta di fare la dura, ma chi si credeva di essere? E poi…cos’erano quelle minacce?

Ero sul punto di prenderlo a schiaffi, vista la facilità con cui, sul suo braccio, potevo infierire sulla sue guancia.

-Fino a prova contraria questa “ragazzina” si è ritrovata a doverti salvare più volte le chiappe, se ben ti ricordi. Quindi, grande uomo, smettila di dire queste sciocchezze e METTIMI SUBITO Giù!-

Gli urlai in faccia, cercando di scendere.

Ma la stretta di Gourry aumentò mentre lo vedevo fissare su di me un sguardo inspiegabilmente duro e contraddittorio.

-Ma insomma Lina, quando la smetterai comportarti così? Dici tu stessa di non essere una ragazzina, giusto? E allora vedi di comportati come una donna una volta tanto e di cresce. Di sicuro gioverebbe anche a te.-

Alla fine la sue presa su di me cedette e, quando mi ritrovai  di nuovo con i piedi per terra, mi voltai verso la porta dandogli le spalle. Ah era cosi dunque, quindi ero soltanto io la bambina che non si decideva a crescere?

Forse.

No! non era cosi dannazione!

Io ero più matura e responsabile di certe ragazzine ingenue che a stento sapevano mandare in orbita con una palla di fuoco chi le molestava. Ok, forse questa è una mia speciale prerogativa ma, ognuno ha i suoi metodi no? Oppure, i suoi commenti non erano tanto incentrati sul mio carattere quanto sul mio fisico?
Mi voltai nuovamente verso di lui. Sentivo i miei occhi bruciare e la mia rabbia crescere.

- Beh mio caro mi dispiace ma, se quel giorno speravi di salvare una nobile fanciulla hai fatto male i tuoi conti. Purtroppo ti è capitata questa ragazzina e se non ti sta bene quella è la porta. Vattene e cercati qualche bella principessa da sposare!- 

Conclusi indicandogli la porta.

Dopotutto non gliel’avevo certo chiesto io di seguirmi, giusto?

Poteva tranquillamente andarsene, in qualsiasi momento, anche adesso.

 -Lina ma cosa dici? Sai benissimo che non ho mai pensato queste cose.-

-No certo, infatti quel giorno chi sperava di riceve in cambio qualcosa di “piccante” da qualche bella fanciulla? Avanti Gourry, dimmelo!-

-Sei proprio una bambina, che bisogno c’è di mettere in mezzo questa storia?  E comunque se davvero volessi potrei andarmene con qualche ragazza più gentile di te in qualsiasi momento, e invece sono ancora qui, con te! Questo cosa vuol dire secondo te?-

Sgranai gli occhi a quella sua domanda, mentre nella mai mente si palesava la risposta più ovvia ma…

No, non era possibile.

Di certo quelle parole non erano dettate dagli stessi sentimenti che io provavo per lui. Avrei voluto chiederglielo però, gli dei solo sanno se avrei voluto, e invece mi ritrovai a dargli di nuovo le spalle.

Mi ero stufata di quella situazione. Volevo solo che se ne andasse, subito!

-Che sei uno stupido e basta! E io mi sono scocciata di questa conversazione. Vattene Gourry, esci dalla mia vita adesso e non farti vedere più davanti ai mie occhi se non vuoi finire steso a terra con una palla di fuoco-

 Dissi con voce dura e tagliente.

Avvertivo sempre di più le lacrime salirmi agli occhi  cercando al contempo di reprimere la voglia matta di ritrattare tutto, di urlargli che non era vero, che avevo bisogno di lui ora e per sempre, ma orami era troppo tardi. Gourry se ne sarebbe andato, mi avrebbe lasciato ed io mi sarei lasciata travolgere da sentimenti di odio e rimpianto che poco a volta mi avrebbero divorato, fin dentro l’anima.
Strinsi più forte i pugni sentendo le unghie dentro la carne dei mie palmi.  Chiusi gli occhi in attesa che Gourry varcasse la soglia della mia porta.

Non…

Un calore improvviso mi investì, nello stesso momento in cui due braccia circondavano le mie  spalle attirandomi verso un corpo caldo. Percepii il respiro di Gourry solleticarmi la guancia e il suo mento che lentamente si poggiava sulla mia spalla destra.

Parole gentili vennero sussurrate al mio orecchio.

-Come devo dirtelo che non ho alcuna intenzione di lasciarti?  Non l’ho fatto quella volta nel mare del caso e non lo farò adesso. Lina,il motivo per cui finora ti sono rimasto vicino è perché non riesco ad immaginare di percorrere una strada diversa dalla tua.-

Sorrisi abbandonandomi a lui, il mio cuore finalmente più leggero.

-Si dice mare del caos, stupido-

Sentì Gourry ridere a sua volta mentre avvertivo la sua stretta su di me aumentare, percependo il suo calore rassicurante fondersi con il mio. Mi lasciai andare completamente, rilassando il mio corpo, facendolo aderire al suo, inebriando  i mie sensi con il suo profumo. Le parole di Gourry  risuonavano nella mai mente come la più dolce delle melodie.
Non so quanto tempo restammo cosi, stretti l’una tra le  braccia dell’altro, quello che sapevo era che non volevo in alcun modo staccarmi da quel rifugio sicuro che erano le sue forti ma tenere braccia.
Quelle stesse braccia che molte volte mi avevano protetto, cullandomi nelle notti in cui non riuscivo a dormire. Amavo quelle braccia, così forti nell’impugnare una spada ma dolci e calde quando mi abbracciavano.
Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dalla dolcezza di quel momento, mentre sentivo il sangue affluirmi fino alle guance sentendole bruciare.  Udii le labbra dello spadaccino salire dolcemente dal mio collo fino a soffermarsi sulla mai nuca, baciandola e ispirando a lungo li profumo dei mie capelli. Lo sentii poi scendere di nuovo,  fermandosi stavolta sulla mia guancia e baciandola.
Rimasi immobile, stretta ancora fra le sue braccia.
Avvertii quelle braccia staccarsi lentamente dal mio corpo, procurandomi subito un senso di disagio ma fu un attimo. Le mani dello spadaccino adesso erano sulle mie guance prendendo il mio volto fra le mani, facendomi voltare verso di lui, incontrando i suoi occhi carichi di amore rivolti solo ed unicamente a me. Ci fissammo a lungo, senza parlare perché i nostri sguardi, fusi insieme, erano più che sufficienti per esprime cosa entrambi stavamo provando in quel momento: amore, unito ad una forte passione che per troppo tempo ci eravamo negati.
Lentamente, i nostri visi si avvicinarono, fino a quando le nostre labbra non si trovarono ad un soffio di distanza. Sentivo il respiro di Gourry sul mio viso e i miei occhi non avevano abbandonato i suoi nemmeno per un secondo.
Restammo semplicemente cosi, fermi, a fissarci.  Le nostre labbra vicine e i nostri respiri che si fondevano all’unisono. Le mie braccia erano abbandonate lungo i fianchi ma quelle di Gourry erano sempre sul mio viso, senza muoversi, come se volessero rubare il calore emanato dalle mie guance. Ci guardammo, ci studiammo, in attesa di un tacito accordo da parte di entrambi .
Alla fine chiusi gli occhi quando sentii le labbra di Gourry premere dolcemente sulle mie, lasciandomi trasportare dalla dolcezza del nostro primo bacio.
Quelle labbra, quante volte le avevo sognate premute contro le mie, immaginando il loro sapore, la loro dolcezza e la loro morbidezza. Le sentivo gentili e morbide, mentre si muovevano insieme alle mie allontanandosi  di poco per poi toccarsi di nuovo, cercandosi ancora una volta, unendosi in un bacio questa volta più profondo. Alzandomi in punta di piedi portai le braccia verso il suo collo, spingendolo verso di me, facendo diventare il nostro bacio più intenso. Sentivo la sua lingua umida sulla mia e insieme ad essa, danzare nella mia bocca e nella sua. Le mani di Gourry abbandonarono il mio volto, iniziando a scendere lungo i mie fianchi per poi risalire sulle mie spalle, abbracciandomi interamente. Le nostre labbra si staccarono per poi rincontrarsi subito dopo e cosi facemmo ancora più volte fin quando,  entrambi con il respiro rotto, incrociammo di nuovo in nostri sguardi sorridendoci a vicenda. Lo guardai mentre un  desiderio a lungo covato dentro di me si faceva strada nella mia mente: 

Volevo legarmi a lui, ora e per sempre.

Volevo essere sua e volevo che lui fosse solo mio.

Incoraggiata da questi pensieri gli sussurrai a un soffio dalle sue labbra.

-Gourry…io voglio stare con te stanotte, voglio essere tua-

Dissi senza smettere di guadarlo, avvertendo poco dopo l’imbarazzo crescere in me per aver pronunciato quelle parole. Lo volevo però, con un’intensità tale da spaventarmi e rassicurarmi allo stesso momento. Presi le mani dello spadaccino trascinandolo lentamente con me verso il letto. Mi resi conto però  che Gourry era rimasto fermo dov’era.  La sua mano stringeva la mia mentre io, per la paura, mi voltai verso di lui sgranando gli occhi.

Avevo sbagliato qualcosa?

Lo spadaccino guardava verso il basso, scrutando la punta dei suoi stivali. Lo vidi, poco dopo, sollevare lo sguardo verso di me, guardandomi con l’aria di un bambino che aveva appena commesso una marachella e non sapeva come farsi perdonare.

-Lina…non…. non voglio che tu….-

Mi voltai completamente verso di lui, senza però lasciare andare le sue mani ancora strette nelle mie, cercando di capire cosa volesse dirmi anche se ne avevo una vaga idea. Conoscevo perfettamente il mio amico, sempre pronto a preoccuparsi prima degli altri che di se stesso, pronto a farsi del male fisico da solo pur di non fare un torto a qualcuno a cui tenesse sul serio e, ne ero certa, in quel momento l’ultima cosa che voleva era quella di forzarmi fare qualcosa di cui avrei potuto pentirmi.

Quello stupido..stupido… stupido.

Ma anche incredibilmente tenero.

Sorrisi avvicinandomi a lui, che intanto aveva abbassato nuovamente la testa, notando un leggero rossore  imporporarli le guance.

Questa volta fui io a prendergli il volto fra le mani accarezzandoglielo. Gli occhi di Gourry incrociarono ancora una volta i miei. Cercai di mascherare in tutti i modi che sì, in fondo anche io avevo un po’ paura, sapete era pur sempre la mai prima volta,  ma sapevo benissimo che non c’era niente da temere semplicemente perché ero con la persona giusta a fare l’unica cosa sensata di quella sera.

Volevo fargli capire che mi fidavo di lui.

-Togliti subito dalla testa qualsiasi idea stupida, altrimenti ti farò rimpiangere di non essertene andato. Ammetto che ho un po’paura ma, so anche che sarà bellissimo perché, sei tu Gourry,  ed io mi fido di te-

Accarezzandogli il volto avvicinai le mie labbra alle sue, baciandole con passione. Gourry rispose al bacio stringendomi forte, quasi avesse paura che potessi tirarmi indietro, mentre sentivo le sue dita insinuarsi nei miei capelli. Quando ci staccammo, ansimando entrambi, colsi ancora dell’incertezza nei suoi occhi e sorridendogli, mi lascia sfuggire in un sussurro dalla mia bocca:

-Ti amo!-

Vidi l’espressione di Gourry lentamente cambiare, mostrandosi  da prima sorpreso ma, allo stesso tempo, felice di quella mia confessione. I nostri corpi erano ancora uniti in quell’abbraccio sicuro e Gourry , piano piano, mi spinse verso il suo petto, dove io appoggia la mia fronte, percependo sotto la stoffa della sua tunica i battiti accelerati del suo cuore identici ai miei. Lo udii sospirare profondamente prima di parlarmi con voce calma:

-Ti amo anche io Lina, ti amo da tempo ma ho sempre avuto paura che tu non mi volessi-

Disse mentre sentivo il suo corpo rilassarsi e la sua mano che, dolcemente, mi accarezzava i capelli.
Sorrisi, aumentando la mia stretta su di lui, ripensando alle sue ultime parole e di come anche io,fino a qualche minuto fa, ero terrorizzata all’idea che Gourry non mi volesse. Adesso invece, stretta fra le sue braccia, quei pensieri erano quanto di più lontano dalla realtà. Li scacciai via con facilità respirando a pieno il profumo di Gourry che  sapeva di cose buone e sicure,sprofondando la mia testa nel suo petto, cullandomi nel piacere del suo corpo caldo. Non avrei potuto trovare riparo più dolce e sicuro delle sue braccia, il nostro stare insieme era divenuto la nostra casa.

Ci baciammo ancora, ci cercammo ancora, accarezzandoci a vicenda, fondendo ancora una volta i nostri sguardi che, come specchi dell’anima, esprimevano il nostro reciproco affetto. Avvertivo il suo respiro rotto sul mio viso e, senza staccare i mie occhi dai suoi, lo vidi portare le mani sul collo della sua maglietta, scoprendo il suo torace. Arrossi violentemente a quel suo gesto, voltandomi di lato. Si certo, l’avevo già visto senza maglietta,  e dopotutto era stata io ad incoraggiarlo con la mia richiesta, eppure non potevo fare a meno di sentirmi nervosa. Quando vidi la testa dello spadaccino spuntare fuori dalla tunica, e parte dei suoi capelli che gli ricadevano sul volto, mi lasciai sfuggire una piccola risata. Avvicinai la mano al suo viso, scostandogli alcuni ciuffi dalla fronte, scendendo con i palmi sul suo petto nudo accarezzandoglielo. La sua pelle era calda e morbida al tatto mentre sentivo i suoi muscoli, da prima tesi, rilassarsi al mio passaggio. Incoraggiata, avvicinai le mie labbra al suo petto, iniziando a baciarglielo, assaporando il sapore della sua pelle. Sentii Gourry ansimare al passaggio delle mie labbra sul suo corpo, mentre raggiungevo senza fretta la sua bocca, unendo le sue labbra perfettamente alle mie. Senza staccarci , lo sentii portare un braccio sulla mia schiena e l’altro sotto le gambe, issandomi dolcemente, prendendomi in braccio,  avvicinandosi al letto dove mi adagiò piano mentre le sue labbra non avevano abbandonato le mie nemmeno per un secondo. Ci staccammo giusto il tempo per permettere a Gourry di sistemarsi meglio, sdraiandosi con delicatezza sopra di me, riprendendo a baciarmi.
Nemmeno mi resi conto delle mani di Gourry che ,dalle mie spalle, scendevano verso il mio petto, iniziando a sbottonarmi la camicia denudandomi, facendola volare lontano.
In un’altra situazione avrei reagito in altro modo a quella sua iniziativa invece non riuscii a fare nulla.
Non riuscivo a muovermi o a pensare. Ero in suo completa e totale balia. Volevo solo che non smettesse di toccarmi, di accarezzarmi. Ad ogni suo passaggio sentivo il mio spirito fremere e il mio corpo bruciare di passione. Le mie guance le sentivo cosi calde e il mio corpo desideroso come non mai di scoprire quel mondo per me ancora sconosciuto. Volevo farmi condurre da lui verso nuove emozioni e sensazioni , volevo raggiungere con lui quel piacere che non avevo mai provato.
Le labbra di Gourry presero a seguire la linea del mio collo, mentre io spostavo indietro la testa, concedendomi di più a lui. Lo spadaccino scese sempre più giù,incontrando i mie seni nudi, baciandoli di sfuggita, facendomi però ansimare e gemere intanto che Gourry riprendeva la sua discesa. Sentivo le sue labbra adesso sul mio ventre e la sue dita sbottonarmi i pantaloni, facendoli scivolare lungo le mie gambe, scoprendole e baciandole. Le mie gambe erano adesso nude, come tutto il mio corpo, e Gourry prese a baciarle entrambe, arrivando al mio ombelico, baciando anche esso, riprendendo la sua salita. Sapevo dove voleva arrivare e non feci assolutamente nulla per fermalo, in fondo era quello che entrambi volevamo. Quando finalmente raggiunse la base dei mie seni, alzò il suo sguardo verso il mio ed io, arrossendo e sorridendogli allo stesso tempo, gli feci capire che ero del tutto pronta a quello che mi aspettava. Vidi il suo volto abbassarsi verso il mio seno sinistro, iniziando con la punta della lingua a tracciare la circonferenza intorno al capezzolo per poi avvolgerlo completamente, succhiandolo in profondità, passando poi a quello destro. Stavo andando fuori controllo, il mio corpo non lo avvertivo più, riuscivo soltanto a respirare affannosamente intanto che Gourry continuava con quella dolce tortura sui mie seni. Le mie mani scesero ad avvolgergli la testa affondando le dita in quella cascata dorata che erano i suoi capelli, mentre dalla mia bocca continuavano ad uscire suoni di puro piacere. Percepii le mani di Gourry avvolgere completamente i miei glutei mentre la sua bocca era ancora impegnata sui mie seni, questo mi indusse ad Incarnare la schiena in modo da concedermi completamente a lui. Gourry parve apprezzare la mia iniziativa perché sentivo la sua bocca abbandonare il mio petto scendendo sempre più giù verso la mia intimità. Quando mi resi conto che aveva raggiunto la sua meta, strinsi forte il lenzuolo. In pochi secondi, sentii il mio corpo venire avvolto da un piacere talmente intenso che avevo quasi paura di morire a quel contatto che la lingua di Gourry, contro la parte più intima e importante del mio corpo, produceva, facendomi desiderare che non smettesse mai.
Strinsi forte i lati del cuscino, sentendo le mie guance andare in fiamme e il piacere rigonfiarsi in me come una bolla facendola scoppiare attraverso un fragore che uscii dalla mai bocca. Eppure ancora non mi sentivo soddisfatta di quelle sensazioni appena provate, ne volevo di più, sempre di più. Gourry parve leggere i mie pensieri quando rividi il suo volto dinanzi a me. Il mio respiro, come il suo, era lento e irregolare, le mie guance stavano letteralmente andando in ebollizione. Avvolsi con entrambi le mani il viso di Gourry, spingendolo verso di me, facendo unire le nostre labbra in un appassionato bacio. Le nostre lingue danzavano spinte da un irrefrenabile frenesia.

Lo baciai, lo accarezzai, sussurrandogli all’orecchio “Ti amo!”. Lo abbracciai ancora mordicchiandogli il lobo dell’orecchio, smettendo e riprendendo, riprendendo e smettendo. Inebriai i miei sensi con la voglia che sentivo dentro e la sete di lui. Il profumo della sua pelle, mi costringeva a respirare piano, mentre vedevo sul suo corpo rivoli di sudore luccicare come stelle in quella notte incantata. Mi lasciai persuadere dalla dolcezza dei suoi movimenti e del suo calore, lo senti amarmi come sapevo solo lui poteva farlo ed io mi abbandonai al suo amore.  Quell’amore che per tanto, troppo tempo, ci eravamo negati, senza mai ammetterlo apertamente ma forse entrambi sapevamo che, in fondo, non c’era bisogno di nessuna parola per capire quello che da tempo ci legava l’uno all’altra. Il nostro amore, viveva nel gesto di una mano, nei nostri timidi sguardi, nelle lacrime furtive che solo tra di noi non ci negavamo. Il nostro perdonarci a vicenda, il nostro comprenderci e sostenerci, nel più piccolo istante ci amavamo senza spiegarci come, semplicemente stando insieme.
Sentivo le lacrime salirmi fino agli occhi per tutte le emozioni che stavo provando e che, sapevo, solo con Gourry avrei potuto vivere. Lo amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo, più della magia che fino ad ora reputavo la cosa per me più importante ma, da quando avevo incontrato quegli occhi azzurri per la prima volta, quando sentii la dolcezza del suo abbraccio e quel senso di serenità e pace standogli vicino, capii che non c’era niente di più bello, di più magico perché Gourry, per me, era diventato la più bella delle magie sulla terra.
Mentre pensavo tutto questo non mi ero resa conto che Gourry si era alzato, guardandomi diritto negli occhi, regalandomi uno dei suoi sorrisi più belli e rassicuranti.

-Non sai da quanto tempo ho sognato di starti cosi vicino, di dirti quanto in realtà ti amavo, di poter fare l’amore con te. A volte, avevo paura di questi mie sentimenti cosi forti per te, ti vedevo sempre come una bambina da difendere ma in realtà, sapevo benissimo che eri una donna, una bellissima donna-

-Gourry-

Sgranai gli occhi, mentre Gourry continuava a parlarmi con voce calma .

-Non so bene quando è successo, poco per volta mi hai conquistato. La tua forza, la tua allegria, il tuo modo di non arrenderti mai, di non pretendere nulla da me. Sei stata la mia prima amica, grazie a te ho potuto scacciare via anni di tristezza e solitudine. Mi hai raccolto per strada come un cucciolo, mi hai tenuto con te e mi hai fatto innamorare. Non voglio perderti perché adesso, Lina, tu sei la mia famiglia, la mia vita-

- Hai dimenticato di dire che sono stupenda, meravigliosa e assolutamente straordinaria-

Risi e vidi Gourry fare lo stesso.

-Ma, stranamente, per questa volta ho deciso di non far caso a questa tua piccola dimenticanza-

-La ringrazio milady-

Ridemmo entrambi, abbracciandoci forte come due bambini, cullandoci a vicenda, percependo entrambi il nostro vicendevole amore.

Avrei voluto dirgli anche io tante cose, di come mi aveva fatto innamorare, di quanto lo reputavo importante e di come ormai dipendevo totalmente dalla sua presenza .

-Gourry..anche io..-

Non mi fu dato modo di finire perché Gourry, velocemente, aveva avvicinato il suo volto al mio chiudendo le mie labbra con le sue, mentre mi lasciavo trasportare dalla dolcezza di quel bacio.

Dopo un po’ lo vidi issarsi  iniziando a togliersi gli stivali, rimanendo solo con le brache addosso . Mi alzai a mia volta, avvicinandomi  carponi verso di lui, senza far caso alla mia ormai completa nudità. Entrambi in ginocchio, Gourry assunse poco dopo una posizione seduta, incrociando le gambe mentre io, lentamente, prendevo posto fra le sue, portandomi con il busto più in altro, circondandogli con entrambe la mani la testa poggiandovi su di essa la guancia. Lo sentii, con il viso,  accoccolarsi fra l’incavo dei mie seni e le sue mani che lentamente presero ad accarezzarmi la schiena.
Ci beammo entrambi di quel momento di pace prima di staccarci entrambi nello stesso momento, capendo che eravamo finalmente pronti a diventare qualcosa di più, amandoci ora e per sempre.
Piano piano, mi fece ristendere sul letto, facendomi sprofondare la testa sul cuscino, prendendo le mie mani conducendole entrambe sui suoi fianchi. Capii subito cosa voleva che facessi, e baciandolo, feci scivolare via i suoi calzoni, sentendo adesso la sua intimità calda e forte di sulla mia. Staccando le nostre labbra lo guardai per l’ultima volta prima di chiudere gli occhi sentendo Gourry che, lentamente e con dolcezza, entrava dentro di me.
Il dolore che sentii fu vago e ovattato, avevo sempre immaginato questo momento come doloroso e spiacevole. Come un istante della vita di una donna da ricordare indelebile nella mente, come un trauma psiolocogico prima di definirsi una donna vera. E invece sentivo solo lui, solo la sensazione che inaspettatamente percepivo mentre penetrava me e ogni parte di me. Nel mio cuore, nel mio corpo, nella mia essenza o anima. Stavo ricevendo da lui un dono cosi grande e prezioso che nessun’altro avrebbe potuto darmi. Mi accorsi che Gourry si era  fermato solo quando,alzando il suo sguardo verso il mio, mi mostrò il suo viso preoccupato.

-Lina, ti sto facendo male?-

Sorrisi,abbracciandolo forte.

-Un po’ ma non voglio pensarci. Stringimi Gourry-

Lo spadaccino non se lo fece ripetere due volte, abbracciandomi interamente appoggio la sua fronte sulla mia, respirando a pieni polmoni, aprendo gli occhi guardandomi ancora una volta.

-Voglio solo che questa notte sia indimenticabile, soprattutto per te-

Gourry, anche in un momento del genere, in cui di solito un uomo pensava prima di tutto a soddisfare il suo piacere, si preoccupava invece di non farmi del male, di far in modo che questa, per me, fosse l’esperienza più bella. Non avrei mai potuto godere di un attimo del genere con nessun altro, solo Gourry era in grado di farmi sentire protetta e al sicuro, a mio agio e in paradiso anche nel momento in cui ero pronta a diventare una donna grazie a lui.

-Da quando ti conosco ogni istante per me è speciale e sono certa che questa notte lo sarà ancora di più-

Avvicinai le mie labbra alle sue , lo bacia a fior di labbra accarezzandogli la nuca , sentendo quei fili d’oro e seta fra le mie dita, sussurrandogli all’orecchio:

-Amami Gourry-

Dopo quelle parole da me pronunciate, vidi qualsiasi incertezza sparire dal volto dello spadaccino. Gourry riprese a muoversi, adesso con più vigore, dentro di me, mentre io gli circondavo il collo, attirandolo verso di me, facendo adagiare il suo volto nell’incavo del mio collo, sentendo suoni di piacere uscire dalla sua bocca. Ero pronta a donargli quanto di più prezioso avevo, ero pronta a divenire la sua donna e lui voleva, allo stesso tempo, donarmi qualcosa che andasse ben oltre l’immaginabile.
Lo sentì muoversi sempre più velocemente, mentre io mi facevo condurre da lui in quella danza di cui, poco per volta, iniziavo a conoscere i passi. Il suo volto sbucò dal mio collo, avvicinandosi alle mie labbra che aspettavano le sue impaziente, muovendosi proprio come si stavano muovendo i nostri corpi uniti uno nell’calore dell’altro, mentre sentivo quella sensazione di piacere, quel riempirmi , quel fuoco che ardeva in me e quel desiderio crescere sempre di più. Strinsi Gourry cosi forte che percepì sulla mai pelle gocce di sudore mischiarsi alle mie mentre lui staccava la sue labbra dalle mie, issandosi dolcemente, dando le ultime, veloci, spinte, raggiungendo insieme quella meta per noi tango agognata, urlando entrambi di piacere .
Quando tornai alla realtà mi resi conto che Gourry era ancora dentro di me. Attraverso  lunghi respiri tentai di calmare il mio cuore che sentivo battere talmente forte che per un attimo temetti sul serio il rischio di un infarto. Anche Gourry respirava lento sopra di me, con la testa di nuovo fra l’incavo del mio collo e i suoi capelli che accarezzavano la mai guancia. Quando riuscimmo entrambi a ritrovare  i nostri regolari respiri, vidi finalmente il volto sorridente e splendente di Gourry dianzi a me che mi sorrideva.

-E’ stata la note più bella della mia vita-

Sussurrai ancora faticosamente, intanto che la mia mente realizzava ciò che era appena accaduto tra di noi. Gourry, lentamente, si allontanò da me per prendermi subito dopo fra le sue braccia, facendo adagiare la mia fronte sul suo petto nudo e sudato. Sentivo il suo cuore battere ancora ad un ritmo veloce, mentre gli accarezzavo il petto, guardando poi in quel mare azzurro che erano i suoi occhi. Anche Gourry mi fissò a lungo prima di parlare con voce calma.

-Lo è stato anche  per me.Ti amo Lina!-

Dichiarò di nuovo quella sera, baciandomi la punta del naso, seguendo la linea fino ad incontrare le mie labbra baciandole lentamente ma con dolcezza. Sentivo le mie palpebre farsi sempre più pesanti avvertendo la stanchezza farsi strada dentro di me mentre il mio animo non aveva smesso, nemmeno per un secondo, di provare quel senso di appagamento e felicità che percepivo rimanendo tra le braccia dello spadaccino. Anche Gourry sbadigliò poco dopo insieme a me e, guardandoci e sorridendoci per l’ultima volta, mi strinsi forte a lui facendomi coccolare dalla tenerezza dei suoi baci sulla mia nuca, accarezzandogli i capelli. Lentamente mi lascia andare a quelle coccole fino a quando non sprofondai in un sonno tranquillo ma stavolta senza sogni. 

Beh forse un sogno lo feci ma era diverso da quelli precedenti. Diciamo che stavolta non c’era nessun principe degli inferi a minacciare di distruggere il mondo ma solo un innocuo ospite della locanda che, giustamente, pretendeva di essere risarcito dopo essersi beccato una lumaca in piena faccia.  








 

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