I can't

di bella94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** The host ***
Capitolo 3: *** What I'm doing? ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Rating: Giallo
Tipologia: Long-fic
Raccolta: Twilight
Personaggi: Isabella (Bella) Swan; Edward Cullen; Renèè Swan
Genere: Generale, Drammatico, Romantico, OCC
Note dell'Autore: Questa fic è ambientata nella fine dell'ottocento inizi novecento. Adoro quel periodo storico °w°
Be'...quì sarà la bellissima e dolce Bella Swan, la bad-girl.
Lo so, è una pazzia totale, spero vi piaccia.
Have fun :]

I can’t

Distolsi lo sguardo dalla pioggia che cadeva incessante fuori dalla finestra, e tornai a fissare il suo volto.
Inspirai profondamente e sentii la gola andare a fuoco. Feci finta di niente e continuai a guardarlo negli occhi.
Lentamente mi avvicinai a lui, che restava immobile dall'altra parte della stanza, senza proferir parola, le bizze frenetiche del suo cuore parlavano da sole.
-Io...non ti farò del male,- dissi con convinzione, volevo che avesse fiducia in me, ad ogni costo.
-Prometto, giuro che non ti farò del male,- ripetei e lentamente alzai la mano destra sino a toccare la sua morbida pelle, con le mie dita ghiacciate.

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Capitolo 2
*** The host ***


Rating: Giallo
Tipologia: Long-fic
Raccolta: Twilight
Personaggi: Isabella (Bella) Swan; Edward Cullen; Renèè Swan
Genere: Generale, Drammatico, Romantico, OCC
Note dell'Autore: Ecco il primo capitolo, la storia ha già una sua linea, e spero davvero di poter portare a termine quest'altra impresa x°D
Spero vi piaccia, Nadine.

The host

-Bella? E’ arrivato il nostro ospite!-
Sentii chiaramente le voce di mia madre, che mi incitava a scendere di sotto per dare il benvenuto al mio -nostro- nuovo ospite. Il figlio di due suoi carissimi amici, i Cullen.
Inutile negare che non me ne potesse fregare di meno.
Scesi velocemente le scale, a differenza della altre signore di corte Swan, io non indossavo gonne o vestiti merlettati, ero stranamente allergica a ogni sorta di cosa eccentrica e troppo elaborata.
Percio indossavo dei pantaloni aderenti di pelle nera, infilati con cura negli stivali che usavo per cavalcare, e una maglia panna, lunga con le maniche a sbuffo.
Lo vidi lì, sulla soglia di casa e non potei far a meno di maledirlo. Smisi di respirare.
-Madre…Ciao Edward,- salutai mia madre con un cenno del capo e il mio ospite con una cordiale stretta di mano.
Lo vedi arrossire e distolsi lo sguardo dalle sue guancie, mi irrigidì in modo impercettibile.
-Ciao Bella,- mi salutò lui, educatamente afferrando la mia mano ghiacciata.
-Sei cresciuto…- notai squadrandolo dalla testa ai piedi.
Arrossì nuovamente. –Sì, be’…anche tu,- rispose imbarazzato.
Oh sì certo.
Restammo in un silenzio esasperante e spostai il mio peso da un piede all’altro, mi riavviai i folti capelli castani e abbozzai al mio ospite un forzato sorriso obliquo.
Lui arrossì più violentemente delle volte precedenti e io deglutii vistosamente. Il suo cuore batteva a raffica. Era troppo, troppo per me.
–Scusatemi, ma Terh mi aspetta, con permesso,- dissi e mi dileguai verso la stalla.
Una volta fuori di casa respirai e tossì violentemente, ecco cosa mi accadeva quando non respiravo per un po’. Dopotutto non ci ero abituata.
Mi avviai verso la stalla. Vidi Terh scalciare della terra arida e sorrisi. Un’onda di malinconia mi attraversò. Quel cavallo stupendo era l’ultimo regalo di mio padre, l’ultimo prima che morisse.
Nonostante fossi in perfetta tenuta per equitazione li carezza solamentei il muso e corsi dall’altra parte della villa enorme in cui abitavo.
Mi arrampicai sul muro della facciata ovest e con un abile salto entrai –dalla finestra aperta- nella mia stanza.
Corsi verso la porta e la chiusi a chiave. Mi lasciai cadere stremata –in senso figurato- sul letto a baldacchino al centro dell’enorme stranza.
Come avrei voluto dormire. Per un secondo di silenzio avrei dato di tutto. E invece no.
Me ne stavo sul letto a sentir tutti i minimi rumori e sussurri dell’intera villa.
Mi portai le mani sul volto e sospirai. Che schifo…
Ero del tutto infelice, da due anni a questa parte, da quanto mia mamma mi aveva trasformata.
Povero Edward, pensai. I genitori l’avevano spedito da noi per dargli l’opportunità di frequentare Oxford, con me.
Se solo avessero saputo che viveva in una casa infestata dai vampiri…
-Bella, apri,- sentii mia madre sussurrare da dietro la porta.
Sbuffai e l’andai ad aprire. –Dimmi…- l’incitai risedendomi sul letto.
-Sei stata un po’ maleducata,- mi disse seria.
Alzai un sopracciglio e scoppia a ridere. –Oh…scusa mamma,- quando eravamo da sole non le davo del lei.
Si sedette sul letto, accanto a me. –Edward non è male,- commentò toccandomi una spalla.
-Non ho detto che in lui c’è qualcosa di sbagliato,- risposi fredda.
-E allora perché l’hai trattato in quel modo?,- domandò confusa.
-Mamma primo non l’ho trattato male, certo non potevo abbracciarlo…sai com’è,- dissi stizzita.
-E poi…sai anche che mi mette a disagio avere ospiti in casa, a lungo termine, come se non bastasse,- aggiunsi tristemente.
A corte Swan abitavamo io, mia madre Renèè, e quattro cameriere, umane, ovviamente.
Però loro non erano più un problema, ormai ero totalmente assuefatta dal loro odore, tanto da non farci più caso. Il problema si presentava quando mamma invitava a cena dei suoi amici, delle persone completamente estranee, delle persone il cui odore mi faceva impazzire.
La sentii sospirare. –E’ davvero così…insopportabile?,- capii subito a cosa si riferisse.
-Non ho testato, per precauzione ho smesso di respirare,- l’informai.
-Be’…a me non è sembrato tanto forte,- disse lei scendendo dal letto.
-Be’ mamma, se è per questo a te nessun odore umano sembra tanto forte. Ci sei abituata. Sono io, qui, quella che ha problemi con la dieta,- sibilai.
Lei sorrise. –Non hai mai fatto qualcosa che potesse anche solo lontanamente deludermi, e lo sai. Ci farai l’abitudine, come è successo con le altre. Il suo odore per te diventerà sopportabile. Resterà qui fino a che non avrete finito gli studi. E ora, da brava ragazza quale sei, vai da lui, mostragli la casa, e respira.- E uscì dalla stanza.
-…e respira,- le veci il verso furiosa. Male che vada gli salti addosso e lo dissangui, niente di chè.
Ancora stizzita e alterata uscii dalla stanza e mi diressi velocemente verso quella di Edward, presi un bel respiro prima di bussare e mi preparai all’inferno.

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Capitolo 3
*** What I'm doing? ***


Rating: Giallo
Tipologia: Long-fic
Raccolta: Twilight
Personaggi: Isabella (Bella) Swan; Edward Cullen; Renèè Swan
Genere: Generale, Drammatico, Romantico, OCC
Note dell'Autore: Eccomi con il secondo capitolo. Mi dispiace di non averlo postato prima, ma ho preso seriamente in considerazione l’idea di mollare tutto. Però eccomi qui. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Ringrazio davvero di cuore tutte le persone che hanno recensito <3
Picci151: Grazieee <3 Be’ i Cullen ci sono, ma non sono vampiri, la famiglia di vampiri in questa fic è quella di Bella, sostanzialmente lei e Renèè. Grazie ancora .

What I’m doing?

Bussai due volte.
-Avanti,- esclamò Edward.
Presi un ultimo lungo respiro e aprii la porta. Edward era seduto sul davanzale della finestra, aveva un libro in grembo e appena mi
vide lo mise da parte. Restai a fissarlo, paralizzata.
Tutto accade in una frazione di secondo.
Sentii il veleno fondermi la gola, i muscoli tendersi. Ero pronta all’attacco.
Ancora oggi non trovo parole per descrivere la violenza di quell’attimo. Dalla gola mi uscì un ruggito smorzato. Avanzai di un passo,forse troppo velocemente.
Lui si poggiò al muro, terrorizzato. –Bella? Cosa stai…-
Chiusi piano gli occhi e inspirai nuovamente. Quell’odore. Era…incredibile. Forte, dolce, unico.
Avanzai di un altro passo, estasiata. Edward sgranò gli occhi e boccheggiò, troppo terrorizzato per dire qualcosa.
Mi ritrovai a meno di un metro di distanza da lui, dalla mia preda, e mi fermai.
Sbattei le palpebre più di una volta e involontariamente inspirai a pieni polmoni. Tossii.
Mi concentrai sull’espressione terrorizzata di Edward e disgustata da me stessa, mi portai una mano sul naso, per evitare di respirare.
Cosa stavo facendo?


-Mamma!,- gridai con tutta l’aria che avevo in gola, correndo verso il terzo piano dell’immensa villa.
-Bella….- in un secondo me la ritrovai davanti, mi cingeva le spalle.
-Bella tesoro, calmati,- sussurrava agitata.
-No, mamma, io…io,- mi staccai da lei e cominciai a guardarmi intorno disperata.
Sentivo ancora il veleno in bocca, tossii violentemente, mi sentivo soffocare.
-Bella, calmati, usciamo,- mi prese per mano e portandomi nella sua stanza, uscimmo dalla finestra.
-Calmati…,- ripetè.
-Mamma, ti prego, smettila!,- quasi gridai.
Mi guardai intorno, in meno di due secondi avrei potuto raggiungere la stanza di Edward, avrei potuto affondare i miei denti nell’incavo del suo morbido, profumato collo. Avrei posto fine a questo dolore disarmante. Dopotutto Edward era solo un stupido umano.
Renèè sembrò potermi leggere nel pensiero e il suo volto mutò in una maschera di ira.
-Non lo farai,- sibilò.
Deglutii e tossì di nuovo. –Devo…- sussurrai avviandomi verso il portone di casa.
Lei mi fermò per un polso. La guardai furiosa. –Se non lo faccio adesso lo farò domani, o dopodomani…lo farò, prima o poi,- le dissi in un sussurro.
-E manderesti tutto in fumo?,- domandò furiosa.
Ridussi gli occhi a due fessure. –Non mi importa! Mamma tu non puoi capire…il suo odore…mi ha…mi…mi da alla testa, non sono in grado di vivere nella stessa casa dove c’è lui!.-
-Bella, non puoi,- scandì con precisione le parole.
-Un umano di più uno di meno non cambia niente,- sibilai.
-Bella,- disse con un ringhio. –Tu non toccherai Edward.-
Alzai un sopracciglio e distolsi lo sguardo dal suo, stavo raccogliendo tutte le alternativa possibili.
–Me ne vado…- sussurrai.
-Cosa?,- domandò scioccata.
-Vado via…via da qui. Così sarai felice che il tuo diletto non venga toccato da una vampira fuori di testa,- dissi tra i denti.
Mi liberai dalla sua prese di marmo e corsi via.

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