A Dramatic Turn of Events

di Scarlett Carson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Avere le ali degli angeli ***
Capitolo 3: *** Paralizzati ***
Capitolo 4: *** Una sfida per Kid ***
Capitolo 5: *** Segreti di famiglia: il mistero del ciondolo di Aoko ***
Capitolo 6: *** 5.Tutti in gita sul dirigibile! ***
Capitolo 7: *** Il demone chiamato Signora dei Cieli ***
Capitolo 8: *** Strani avvenimenti ***
Capitolo 9: *** 08.Intrusione ***
Capitolo 10: *** Perdita del controllo ***
Capitolo 11: *** Un nemico silenzioso ***
Capitolo 12: *** Beatrice ***
Capitolo 13: *** 12. La fine di Beatrice ***
Capitolo 14: *** Il Cuore spezzato ***
Capitolo 15: *** Se solo tu sapessi... ***
Capitolo 16: *** Il Vero Potere di Pandora ***
Capitolo 17: *** se questo è ciò che desideri... ***
Capitolo 18: *** La memoria di Aoko ***
Capitolo 19: *** L'ultima speranza per riavere l'amore ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


A Dramatic Turn of Events





Prologo.

 

Aoko fissava suo padre incredula. Aveva solo 4 anni dopotutto e quello che le stava donando era qualcosa che non si sarebbe mai ad una bambina della sua età, lo sapeva bene.

“Bambina mia, questo è per te. Ti proteggerà sempre, come ha fatto con tua madre fino alla tua nascita” le disse serio e malinconico.

Le stava donando un gioiello che aveva la forma di una stella a sette punte, completamente blu, il suo colore preferito.

Lo prese tra le mani quasi come se avesse paura di quel piccolo oggetto.

“Ascoltami è importante” continuò il padre. “Questa collana ha un dono... ti proteggerà dalle persone cattive che ti vorranno fare del male” disse semplicemente anche se quello che voleva dire davvero era un'altra cosa, ma glielo avrebbe detto quando sarebbe stata più grande.

“Perchè chi mi farà del male, papà?” chiese ella, preoccupata.

“Adesso no, tesoro mio, ma temo per quando sarai più grande. Come ti abbiamo già detto io ed i tuoi nonni, ti diremo tutto quando sarai più grande”.

“Nel frattempo, tienila sempre con te, ma nascosta agli occhi di tutti, non mostrarla mai per nessuna ragione e non parlarne mai con nessuno. D'accordo, angioletto mio?” concluse secco l'ispettore.

“Sì papà, te lo prometto” promise la bambina ignara di tutto quello che avrebbe comportato quel sì detto con tanta felicità.

Si mise al collo tutta contenta la preziosa collana appena donatole, prese l'oggetto che le penzolava al collo, sollevò il colletto e ce lo mise dentro, per far contento il suo papà.

La bambina corse in camera sua per andare nel suo morbido letto a dormire con tutti i suoi amici peluches, ma Ginzo Nakamori, ispettore di polizia, si affacciò alla finestra per vedere il cielo stellato.

“Hane, amore mio, sono troppe le cose che ella dovrà affrontare tra qualche anno, io non so se sono pronto. Ti prego, aiutaci, proteggici e guarda nostra figlia che, crescendo, scoprirà una realtà che non avrebbe mai immaginato. Cosa devo fare? Saprò proteggerla quanto verrà quel giorno? Saprò spiegarle tutto?” disse al cielo, mentre una cascata di lacrime colme di tristezza scendevano sulle guance di un ispettore ormai pronto alla drammatica piega che avrebbe preso tutta quella storia.



***
Eccomi tornata nella sezione Detective Conan ;)
Anche se ormai è più magic Kaito xD
Vi sono mancata? secondo me, temete il mio ritorno xD
Allora, questa storia non è altro che un what if? del 14esimo film di DC, perchè mai vi chiederete voi?
semplice, oltre allo shock del bacio tra Ran e kaito che, sinceramente, non mi è piaciuto molto da parte di Kaito, mi sono chiesta: e se...
era tempo che ci pensavo ed eccola qui. ;) Non ho abbandonato il personaggio di Jeanne volevo dare un tocco di ironia, oltre che ad un tocco in più XD visto che era piaciuto molto come personaggio ho deciso di farlo tornare ;) 
Chi non abbia ancora visto il 14esimo film di DC deve stare attento agli spoiler ;) 
Colgo l'occasione per comunicarvi che ho altre due storie in corso nella sezione storie originali ;) 
e titoli sono: L'immortale e l'umano e La voce rubata per chi fosse interessato.
Per capire meglio il personaggio di Jeanne non deve fare altro che leggere la mia storia DNAngel jeanne ;) 
Allora, che ve ne pare del prologo? Volete che continui questa pazza storia?
fatemi sapere con commenti e recensioni ;) 
Alla prossima
Kiss Kiss
Scarlett (ex shana17 ho cambiato anche nome nel frattempo xD )

 

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Capitolo 2
*** Avere le ali degli angeli ***


 

Capitolo 01. Avere le ali degli angeli

 

Aoko correva verso casa. Le lezioni quel giorno erano finite prima perchè l'insegnate era stata male e quindi gli alunni erano tutti tornati a casa qualche ora prima del previsto, ovviamente molto entusiasti.

Aoko sperava di tornare a casa col suo amico d'infanzia Kaito Kuroba, ma aveva detto che ne approfittava per andare in un posto a vedere spettacoli di magia con il suo tutore Jii.

Sì, come no” aveva detto una vocina dentro di lei. Non era quella che tutti avrebbero definito la propria coscienza ma era semplicemente l'altra se stessa che occupava il suo corpo da mesi ormai.

“Oh, andiamo Jeanne, perchè sei così dubbiosa?” chiese ella, mentre continuava a correre verso casa.

Non so, mi rende dubbiosa, credo nasconda qualcosa” disse l'altra.

“Bè, anche io gli nascondo parecchie cose” disse Aoko.

Con energia, varcò l'ingresso di casa.

“Sono a casa!” urlò, e si ritrovò davanti suo padre pronto per andare a lavoro.

“Oh, Aoko, già a casa? Bè scusa ma devo andare in ufficio abbiamo una riunione stasera e credo farò tardi come al solito” disse subito il padre.

“Sì siamo usciti prima oggi; va bene, allora penso io ai nonni e alla cena” rispose.

“Non so quanto potrai visto che stasera Jeanne ha un furto” confidò l'ispettore.

Jeanne, non era solo una semplice presenza all'interno del corpo di Aoko, ma era anche una ladra che aveva il compito di rubare le false bellezze che si celavano nelle opere più rare. Era uno spirito che si tramandava nella famiglia della mamma di Aoko, deceduta alla sua nascita, e che al suo diciassettesimo compleanno era rinata dopo che era rimasta assopita per anni nel corpo della giovane.

Erano i nonni materni di Aoko a scegliere gli obiettivi da esorcizzare da potenti demoni che si impossessavano delle opere e a volte anche delle persone che possedevano l'oggetto.

Era dotata di enormi ali bianche che le permettevano una fuga immediata; si era guadagnata il nome di ladra dalle ali bianche.

Quando Aoko scoprì la sua esistenza dentro lei la prima volta ne fu sconvolta, ma poi ci si abituò e si divertiva molto con lei, oltre a tirarle sempre su il morale, era una persona eccezionale e ogni furto era sempre un divertimento.

“Uffa ed io che speravo di potermi rilassare un pò” disse Aoko.

Già, a chi lo dici” irruppe la voce di Jeanne nei suoi pensieri.

 

Arrivò in fretta la sera e per Aoko era tempo di lasciare il posto a Jeanne.

“Allora hai capito tutto?” le chiese la nonna Aozora.

“Sì nonna, devo rubare L'occhio del Gatto posseduto fa un gatto demoniaco che semina il terrore” disse Aoko anche se quel demone le sembrava un lavoretto facile, sapeva che non era l'unica a volere quella gemma: anche Kid la voleva rubare.

Era già successo che si trovassero faccia a faccia, ma per quanto lo odiasse quel ladro, ogni volta che si incontravano non poteva fare a meno di ammirarlo. Aveva qualcosa che la lasciava affascinata, e non era solo la sua eleganza, era... qualcos'altro.

Lascia stare, Aoko. Dobbiamo andare!” le disse Jeanne e in un attimo divenne la ladra dalle ali bianche, con un lungo codino biondo legato con un nastro rosso. Spiccò il volo e scomparve tra le stelle del cielo.

 

“Non posso crederci! Anche Jeanne ci si mette!” disse Kaito mentre, nei panni di Kid, sorvolava la città. Sapeva di cosa era capace quella ladra e se puntava qualcosa, sapeva che sarebbe successo qualcosa di particolare, come sapeva che aveva l'opportunità di passare inosservato grazie ai due detective che avevano il compito di catturarla: suo cugino Shinichi ed il suo amico di Osaka Heiji.

L'unico problema era l'ispettore Nakamori, padre della sua amica d'infanzia Aoko Nakamori, che ultimamente, secondo lui era strana.

Mi nasconde qualcosa sono sicuro ormai” pensò tra sé perplesso.

Era tanto tempo che si comportava in modo strano, come anche lui faceva con lei ormai da troppo tempo.

Avrebbe voluto dirle tutto, ma l'avrebbe messa in pericolo e non sapeva se avrebbe finito con l'odiarlo, dato quello che pensava di Kid.

“Basta! Ora non sei Kaito Kuroba; sei ladro Kid il ladro gentiluomo e hai una missione che viene prima di qualsiasi cosa” si disse per convincersi e continuò il suo volo fino a destinazione.

Arrivato pensò bene di camuffarsi, come suo solito, da poliziotto per eludere la sorveglianza. Prima di tutto avrebbe visto la pietra da lontano per assicurarsi che fosse l'originale e se era Pandora. Negli ultimi tempi, se si accorgeva che non era ciò che cercava, lasciava perdere subito il colpo, inventando la scusa che non gli interessava più.

L'unico caso in cui lo faceva era quando lo sfidava il signor Suzuki. Per lui, era più uno svago alla solita monotonia della sua missione.

Finalmente arrivò alla teca dove era conservata la gemma ma non vide nessuno ed era buio pesto.

Qui la cosa puzza di bruciato”. Qualcosa attirò la sua attenzione nella penombra. Si avvicinò con fare cauto e fu allora che uscì allo scoperto.

Cacciò un gridolino per non far sentire la sua presenza.

“Maledetto a te, cugino. Mi hai fatto prendere un infarto!” disse Kid con fare scocciato a Shinihci che lo aveva spaventato a morte e, dietro di lui, Heiji che se la rideva.

“Ben ti sta” disse solo.

“Siete qui per Jeanne, immagino. Novità?” chiese lui.

“No, ancora non si è fatta viva” disse Shinichi tornando serio.

“E tu che ci dici della gemma. È Pandora?” chiese Heiji; chiaramente loro sapevano bene perchè era diventato Kid e appoggiavano la sua causa. E poi Shinichi aveva esperienza con certe organizzazioni criminali segrete.

“Fammela guardare meglio” disse il ladro, acquisendo il suo aspetto di ladro Kid.

Prese la gemma e la osservò al chiaro di luna.

“No nulla, non è lei” disse sconfortato Kaito. “Ma dove accidenti è quella pietra?”.

“Allora possiamo lasciarla a Jeanne! Ma non le permetteremo di fuggire!” esclamò Heiji.

“Molto gentili per lasciarmi la gemma ma mi spiace non riuscirete mai a prendermi!” irruppe una voce di donna.

I tre ragazzi si voltarono verso l'alto, da dove avevano sentito la voce, e videro una ragazza con un lungo codino biondo e un vestito bianco con dettagli rossi e grosse ali bianche ripiegate su se stesse.

Con un balzo fu a terra: “Vi consiglio di darmi quella gemma e nessuno si farà male” disse secca.

“Gentile come sempre” disse Kid lanciandole la gemma.

Ella fece per prenderla, ma mentre volteggiava in aria, la gemma divenne dapprima un occhio felino per poi atterrare a terra con le sembianze di un gatto.

Questo sarebbe un demone?” intervenne Aoko nella mente di Jeanne; non era abituata a vedere con demone con sembianze animali. La maggior parte sembravano più ombre di persone. A volte erano le persone stesse ad essere possedute da loro ed esorcizzarle era più difficile.

Non farti ingannare dall'aspetto, posso essere peggio delle possessioni umane” le confidò la ladra.

Infatti, il minuscolo gattino si tramutò in pochissimo in un enorme e gigantesca tigre. Ed iniziò ad inseguire la ladra. Sapeva che era lei la sua peggior nemica e doveva farla fuori.

“Che afte li impalati, scappate!” urlò la ladra contro i tre ragazzi che erano rimasti di sasso dalla scena.

Quando Jeanne decise di spiccare il volo, non si accorse che la tigre demoniaca fece lo stesso.

Oh no, Jeanne! Ci sta seguendo!” disse spaventata Aoko.

“Meglio noi che loro” disse Jeanne.

Jeanne cercò di stare il più in alto possibile per fare in modo che la tigre vedesse le altre prede sotto di loro.

Dannazione, non posso nemmeno uscire dall'edificio. Fuori ci sono troppe guardie. Troppe persone verrebbero coinvolte!” pensò la ladra.

Allora facciamo l'esorcismo adesso!” propose Aoko.

“Tsè, la fai facile, prova tu a prendere un felino!” disse Jeanne.

Intanto, mentre pensavano a come fare, il felino in questione continuava ad attaccarle, provando a ferirle con le proprie fauci e graffarle con i propri artigli.

“Sembra che non riesca a contrattaccare” disse Heiji dopo aver esaminato la scena.

“Potremmo aiutarla ma come?” disse Kaito, ancora nelle spoglie di Kid, non poteva permettere che qualcun altro scoprisse la sua identità, e Jeanne meno di tutti, anche se non si sapeva spiegare il perchè.

“Distraiamolo noi. Magari se ha sotto un altro bersaglio non si accorgerà di lei che potrà fare qualcosa con tutta calma” propose Heiji.

“Ma ci credete che stiamo aiutando una ladra” disse Shinichi, che significava che ci stava.

“Be e con me cosa fate allora?” disse Kaito, strizzando l'occhio ai due ragazzi sui cui volti era dipinta un'espressione di sfida.

 

Non posso sperare di esorcizzarlo se continua ad attaccare senza sosta, non posso eseguire il rito” confidò la ladra ad Aoko.

Dovremmo trovare il modo di distrarlo” propose Aoko.

Già, ma come facciamo? Gli lanciamo un topolino di peluches?”.

Quando ormai sembrava ad Aoko una missione più difficile del previsto, vide ladro Kid e i due detective ingaggiati per catturare Jeanne, che cercavano di attirare l'attenzione del demone.

“Ma che credono di fare quei tre? Sono forse impazziti?” disse Jeanne.

Credo ti vogliano aiutare” disse Aoko nella mente della ladra.

“E va bene, ma poi mi sentono quei tre!” disse la ladra e si mise ad osservare in un angolo in attesa del momento giusto per compiere il suo dovere.

Intanto, sembrava che il piano di Heiji, Shinichi e Kaito stesse funzionando: avevano intenzione di farlo scendere a terra per permettere alla ladra dalle ali bianche di eseguire l'esorcismo. Stavano letteralmente facendo l'esatto opposto di quello che avrebbero dovuto fare, ma non importava purché quell'incubo finisse per tutti.

Mancava ancora poco e il demone avrebbe messo di nuovo le zampe a terra; i tre ragazzi si nascosero dietro le pile della stanza, la quale essendo illuminata solo dal chiaro di luna, risultava poco illuminata e quindi il demone faceva più fatica a visualizzare le sue prede.

Quando Jeanne notò che era isolata e non rischiava di fare del male a nessuno, decise che era il momento perfetto, prima che scovasse i ragazzi e che facesse loro del male.

Lanciò le sue piume attorno al demone di modo che formasse un cerchio con esso dentro, sarebbe stata la sua gabbia.

Jeanne scese a terra e si mise di fronte al demone.

“Finalmente sei in gabbia e farai il bravo mentre ti elimino per sempre dalla faccia della terra!” gli disse contro e subito la tigre ringhiò.

“Ormai non puoi più far nulla” disse la ladra staccando il crocifisso posizionato sul suo petto che divenne una spada non appena lo mise di fronte alla bestia.

Per i poteri conferitomi dal cielo e dalla terra, invoco il potere ultraterreno affinché ascoltino la mia preghiera. Ho bisogno di loro per sconfiggere i miei nemici e tutti coloro che saranno tanto stupidi da osare attaccarmi credendosi imbattibili.” disse la ladra e la sua spada si illuminò e si mise in contatto col cerchio che aveva creato per ingabbiare il demone che si stava contorcendo dal dolore. Dai piedi della bestia ne uscirono rami che soffocarono la bestia con delle spine molto aguzze.

La ladra pose la punta della lama della spada verso si lui e disse semplicemente. “Io ti esorcizzo!” e come disse questo il demone esplose, soffocato dai rovi e trafitto dalle spine, e di lui rimase solo una pioggia di petali di rose.



***
Eccomi! Sono riuscita a finire di scrivere e pubblicare questo primo capitolo ;) 
Che ne pensate? che accadrà adesso? :)
Spero di iniziare in questi giorni il secondo capiolo e pubblicare entro lunedì ;) 
Grazie a Shinran amore, un ragazzo che mi ha sempre seguita e che mi sostiene sempre e commenta sempre le mie storie e per aver messo questa nuova pazzia tra le ricordate; spero di non aver deluso con questo primo capitolo ;)
E ringrazio anche i lettori che se ne stanno in silenzio ;) 
Ora devo scappare ;) 
Alla prossima
Kiss KIss
Scarlett

 

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Capitolo 3
*** Paralizzati ***


 

Capitolo 02. Paralizzati

Era tutto finito. In breve il demone era scomparso insieme alla gemma. Il silenzio era calato nella stanza. Jeanne era a pochi passi dai tre ragazzi, rimasti a bocca aperta dalla pioggia di petali, tenendosi a debita distanza e con le ali già spiegate pronte per la fuga.

“Siete stati gentili ad aiutarmi, ma anche degli incoscienti! Potevate fare una pessima fine stasera!” disse solo.

“Senza di noi anche tu non saresti riuscita a battere quel mostro così velocemente!” sbottò Heiji.

“Sì può darsi che ci avrei messo più tempo, ma ce l'avrei fatta comunque da sola. È il mio lavoro, non il vostro; decidetevi se catturarmi o aiutarmi. Cercate di capire da che parte volete stare” e dopo queste parole la ladra volò via.

 

“Ma tu guarda che tipo! La aiutiamo e, non solo non ci ringrazia, ma ha anche il coraggio di insultarci!” esclamò Heiji irritato dopo che se n'era andata via.

“Ma lei ci ha ringraziato” disse improvvisamente Kid “lo ha fatto a modo suo; e poi credo che abbia voluto metterci in guardia. Nel senso che qualsiasi cosa debba rubare, dobbiamo dare per scontato che sia un mostro come è sempre successo finora, quindi il suo era un modo carino per dirci di non intrometterci nel suo lavoro” concluse il ladro.

“Bè poteva dirlo allora!” commentò Heiji.

“Se ce lo avesse detto in modo diretto, non l'avremmo ascoltata comunque” esclamò Shinichi. “Forza torniamocene a casa” disse il detective e se ne andarono ognuno per la sua strada.

 

Arrivata a casa, la ladra sciolse il suo lungo codino biondo e, al suo posto, apparve una ragazza di diciassette anni bruna con addosso un vestito azzurro e un maglione bianco per tenere calde le spalle. Nonostante fosse ormai primavera, l'aria era comunque fredda la sera.

Era entrata direttamente dalla sua stanza per non svegliare i nonni e suo padre che, a quell'ora, già dormivano.

Aoko si gettò sul letto, stanca. Si addormentò così, distesa sul letto, con una mano sul petto, stringendo tra le mani quel ciondolo che suo padre le aveva regalato molti anni prima, di cui ancora non sapeva nulla.

 

La mattina dopo, la ragazza di svegliò di soprassalto. La sveglia squillava da un pezzo, segnava le sette passate.

“Dannazione, sono in ritardo!” strillò la ragazza per tutta la casa mentre si preparava per andare a scuola.

Per fortuna era l'ultimo giorno della settimana scolastica e, per ironia della sorte, la più pesante.

Aoko ringraziava il cielo che aveva sempre l'abitudine di preparare la borsa di scuola già dal giorno prima per il giorno dopo, quindi non avrebbe perso tempo a cercare i libri per le lezioni.

In meno di dieci minuti era pronta per andare a scuola, dopo aver stuzzicato qualcosa per colazione, corse fuori e si incamminò in tutta fretta verso scuola.

Caspita! Hai battuto ogni tuo record!” le disse la ladra nella mente.

“Lascia stare! Piuttosto potevi svegliarmi!” disse esasperata Aoko.

Come potevo disturbare i tuoi sogni” sogghignò Jeanne.

“Cosa? Sai cosa sogno?” disse stupita Aoko.

Vedo solo frammenti dei tuoi sogni non l'intero sogno. Se vuoi posso dirti il protagonista dei tuoi sogni. Lo sogni ogni notte ormai!” la prese in giro.

Aoko sapeva benissimo chi sognava, ma non lo avrebbe mai ammesso nella realtà.

“Ehi, Aoko!” sentì all'improvviso una voce che conosceva bene alle sue spalle.

Si voltò e vide Kaito, il suo migliore amico.

“Kaito” lo chiamò solo.

“Anche tu in ritardo?” chiese l'amico.

“Sì, ho dormito troppo” si giustificò ella.

“Anche io! Forza sbrighiamoci” disse il ragazzo incitando anche Aoko a correre verso la scuola, dove la campana della prima lezione iniziava a rimbombare per tutto l'edificio.

Durante tutta la lezione Aoko si era ritrovata più volte a fissare Kaito, senza un particolare motivo. Guardò i suoi capelli castani molto sbarazzini, il suo profilo serio durante la lezione, i suoi bellissimo occhi di u n blu più intenso delle acque dell'oceano... finché non si voltò sorprendendola a spiarlo.

Subito tornò a concentrarsi sui suoi appunti.

Ma che mi prende?”disse tra se Aoko. Si aspettò una risposta da Jeanne, ma non arrivò. Ogni tanto succedeva, quindi non si preoccupò.

Ma che le prende?” disse Kaito, che aveva scoperto l'amica Aoko che lo stava osservando con uno strano sguardo, uno sguardo che non sapeva come interpretare.

Non capisco cosa le prende ultimamente. È come se qualcosa tra noi fosse cambiato ma cosa non so proprio. Cosa mi nascondi, Aoko? Sto iniziando davvero a preoccuparmi. Spero non stia succedendo qualcosa di grave; ho una strana sensazione”.

Suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni.

“Finalmente è finita un altra settimana” disse Kaito alla sua amica Aoko.

La ragazza, colta alla sprovvista dal ragazzo, ci mise un po' a realizzare cosa gli avesse detto e, poco dopo, rispose: “Già, finalmente, non ne potevo più sono esausta”.

Tornarono casa insieme, come sempre e tra i due era calato un silenzio al quanto imbarazzante.

Perchè mi sento così? Ultimamente quando sto con lui mi sento paralizzata.”

Perchè non riusciamo a parlare come prima? Che succede? Che sensazione è questa che provo?”

“Sai, Aoko, la ditta Suzuki ha costruito un dirigibile che presto farà un volo di prova e volerà sopra la nostra città” disse Kaito, anche se non sapeva perchè glielo avesse detto, era una cosa che non le sarebbe mai interessato, ma voleva fare di tutto per rompere quel silenzio.

“Oh sì. Ho sentito mio padre che lo raccontava a casa, credo che ci sarà anche lui là sopra perchè dice che il signor Suzuki, vuole lanciare una sfida a ladro Kid” disse Aoko, anche se non trovava interessante, era pur sempre qualcosa di cui parlare.

“Sul serio? Allora sarà un bel viaggetto movimentato” scherzò il ragazzo che si aspettava un bel lavoretto divertente.

“Sempre dalla parte di Kid tu vero? Sei sempre il solito!” disse Aoko, ma non voleva arrabbiarsi troppo questa volta, avrebbe cercato di contenersi per non rovinare quel momento. Le sembrava da una vita che non avevano più una conversazione normale e non voleva litigare per qualcosa di stupido come Kid.

“Quanto mi piacerebbe salire su quel dirigibile con papà” esordì la ragazza.

“Almeno farei qualcosa di diverso che annoiarmi a casa da sola” quando si trattava di Kid, non era solo il padre di Aoko a sparire, ma era anche il ragazzo che le stava accanto. Così si ritrovava spesso e volentieri a casa a badare ai nonni.

“Bè perchè non chiedi di salire anche tu?” disse Kaito, ma era contento se non ci fosse stata: odiava diventare Kid davanti a lei, non solo perchè non sarebbe stato facile fuggire ma lei, sapeva dentro di sé, sarebbe stata l'unica a smascherarlo senza difficoltà.

“Ci ho già provato la sua riposta è stata: no troppo pericoloso per te!” disse imitando il padre.

“Bè forse ha ragione” disse il ragazzo ridendo.


***
Eccomi tornata con un breve capitolo di transizione, tra poco inizierà la storia vera a propria ;)
So che non è il capitolo che aspettavate ma spero piaccia lo stesso,
che ne pensate? cosa accadrà dopo?
ringrazio ancora chi ha commentato il capitolo precedente e per rispondere alla richiesta di shinran amore, purtroppo non ho avuto tempo di fare quel disegno, 
ma posso metterti il link della sigla di Kamikaze Kaitou Jeanne, la ladra da cui ho spudoratamente preso ispirazione ;)
https://www.youtube.com/watch?v=PQRtHaiURps  così potete vedere sia la ladra di per sè e le sue azioni xD
Spero di non metterci di nuovo così tanto a pubblicare e finire la storia ;) 
Grazie a tutti voi che mi seguite e leggete le mie storie :)
Alla prossima
kiss Kiss
Scarlett

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Capitolo 4
*** Una sfida per Kid ***


Capitolo 03. Una sfida per Kid

Quella sera a cena, Ginzo Nakamori comunicò alla famiglia che, a distanza di una settimana, sarebbe partito su quel dirigibile per catturare il ladro gentiluomo, ma disse a sua figlia Aoko qualcosa che la lasciò di sasso.

“Da quanto ho sentito, il signor Suzuki vuole lanciare la stessa sfida anche alla nostra Jeanne”.

“Quindi potrò salire anche io!” disse entusiasta la ragazza che ospitava lo spirito della ladra.

“No, Aoko. Verrai come Jeanne e te ne andrai come Jeanne. In fondo ha le ali e può venire e andarsene come e quando vuole” disse secco il padre.

“Ma perchè? Uffa!” sbottò la ragazza.

“Preferisco che tu ne stia fuori il più possibile; non so ma ho pessimo presentimento su questo viaggio” disse cupo l'ispettore.

“Almeno potrei sapere cosa dovremmo rubare stavolta?” disse scocciata la ragazza.

“Sì, si chiama Lady of the Sky” annunciò “è un anello particolare con una meravigliosa pietra blu posta sulla sommità. Il tuo compito sarà di rubarlo prima che ci arrivi Kid, o meglio, esorcizzarlo prima che Kid lo prenda o che qualcun altro ne venga soggiogato”.

“Che tipo di demone nasconde?” chiese Aoko.

“Un demone donna. Sono pochi, rari e pericolosi. Chiunque lo metta al dito, diventa il suo schiavo per portarlo alla morte” disse la nonna.

“Di solito cerca di far in modo che si buttino da un'altezza non indifferente; se qualcuno sul dirigibile osasse infilarlo al dito, quale migliore occasione per il demone di farlo buttare nel vuoto” terminò il nonno.

“Per questo sarebbe meglio se ci fossi anche io” disse Aoko, prendendo la palla al balzo. “Se ci sono anche io, posso controllare se qualcuno tenta di indossarlo”.

“Andiamo Aoko, nessuno tenterà di farlo, visto che per tutto il viaggio sarà custodito dalla polizia sotto una teca di vetro antiproiettile. Ti prego non insistere”.

 

Entrata nella sua stanza, la ragazza era chiaramente su tutte le furie.

“Aoko non fare questo, non verrai è troppo pericoloso; vieni esorcizzi e vai! Ma che cosa crede? Che sia una totale incapace!” esclamò la ragazza mentre si toglieva i vestiti per poi indossare il pigiama per andare a dormire.

Non credo che tuo padre lo faccia per cattiveria, ma credo nasconda qualcosa. Altrimenti credo che non avrebbe esitato a portarti con sè” intervenne Jeanne.

“Ti prego, non ti ci mettere anche tu! Cosa dovrebbe nascondermi poi?” disse, mentre la rabbia iniziava a scemare. Doveva essere abbastanza lucida per finire i compiti di matematica prima di andare a letto.

Non so, ma credo che abbia le sue buone ragioni. A proposito, cosa state combinando tu e quel tipo? Oggi pomeriggio mi sembravate due bambini impacciati!”.

“No, aspetta che c'entra adesso? Bè allora tu che quando ho bisogno di un tuo consiglio sparisci! Dov'eri tu mentre io ero a lezione?”.

Dormivo. C'entra eccome; non vi decidete mai vuoi due a fare la prima mossa. Se andate avanti così tra dieci anni sarete ancora come due bambini!”

“Come dormivi? Non è vero non siamo bambini! E che è tutto così complicato con lui. È così schivo non capisco mai cosa gli passa per la testa! Sono la sua migliore amica ma non so molto di lui”.

Anche io ho bisogno di riposare sai! E per la cronaca, perchè non provi allora a conoscerlo meglio? Sai molte cose credo su di lui, credo. Penso tu voglia solo sapere che tipo di persona gli piace o se ha già una ragazza per la testa”.

Subito a quelle ultime parole, Aoko aveva smesso di pensare al problema di algebra sul quale stava meditando e aveva iniziato a pensare alle parole della ladra.

“Che sia davvero così?” si chiese ad alta voce.

Sì che è così. Nessuno legge bene i tuoi pensieri quanto me. Non riesci nemmeno tu stessa a leggerli” le confermò la ladra.

“Forse perchè, dentro di me, so già le risposte o semplicemente ho paura di quello che possa rispondermi” disse iniziando a singhiozzare.

“Forse sono davvero una bambina” e scoppiò in lacrime.

 

Il mattino dopo, Aoko si svegliò con gli occhi rossi e gonfi per il lungo pianto della sera precedente.

Cercò di camuffare il tutto con un po' di trucco, e mimando un sorriso, avrebbe finto che era come sempre.

Molto convincente, sì devo ammetterlo. Vediamo quanto dura questo trucco”.

“Grazie per l'incoraggiamento, Jeanne!” ripose ironicamente Aoko al commento della ladra sul suo make up.

Uscì di casa e si diresse verso la scuola, dove incontrò Kaito mentre guardava un giornale.

“Guarda Aoko, Jirokichi Suzuki ha pubblicato la sua sfida a ladro Kid e ha anche inviato Jeanne a partecipare” disse euforico Kaito, non solo per la sfida annunciata ma anche perchè se si fosse stata anche Jeanne, se avrebbe accettato, sarebbe stato ancora più emozionante. Non avendo mandato biglietti, credeva che alla ladra dell'oggetto non sarebbe importato nulla quindi non aveva scuse per lasciargli la gemma. Un altra occasione per sapere se era la gemma che stava tanto cercando.

Aoko prese il giornale e lesse l'articolo. Kaito rimase di stucco perchè, in genere, quando gli diceva qualcosa su Kid, prendeva il giornale e lo faceva in mille pezzi.

“Il signor Jirokichi Suzuki, per inaugurare il nuovo progetto della Suzuki Corporation, invita ladro Kid e, sotto supplice della nipote Sonoko Suzuki, la ladra Jeanne a provare a rubare un pezzo della loro collezione: Lady of the Sky” iniziò a leggere la ragazza sotto gli occhi di un Kaito stupito del suo improvviso interesse.

“La sfida comporta nel rubare l'oggetto sul dirigibile in movimento che percorrerà la tratta Tokyo-Osaka, prima che atterri su quest'ultima”.

Significa che avremo poco tempo per esorcizzare l'oggetto e non credo sarà semplice” convenne Jeanne.

Non terminò di leggere l'articolo che la sua attenzione fu attirata da un articolo disposto a fianco su un gruppo di terroristi chiamati Gatto Siamese Rosso aveva rubato un pericoloso batterio da uh laboratorio la notte scorsa e che avevano intenzione di liberarlo nell'aria proprio lo stesso giorno che il dirigibile avrebbe solcato i cieli.

Non ebbe tempo di finire di leggere che l'insegnate entrò in classe e diede inizio alle lezioni.



****
Eccomi, sono riuscita a finire questo breve capitolo in tempo ;) e ho appena iniziato il successivo.
Allora come vi sembra questo capitolo? Pian piano sto entrando nel movie 14 di detective conan, per poi modificarlo a mio piacere xD
Un grazie speciale a chi ha aggiunto la storia in una delle tre categorie e chi mi ha aggiunto ultimamente tra gli autori preferiti! Grazie mille!!! :) ;)
I'm so Happy!!
Aspetto le vostre impressioni non solo su questo capitolo ma anche su tutte le mie altre storie :) fatemi sapere cosa ne pensate :)
e adesso la solita domanda: cosa accadrà nel prossimo capitolo ;) ??
non vi svelo il titolo perchè capireste troppo XD
Bè ci vediamo alla prossima
Kiss Kiss
Scarlett 

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Capitolo 5
*** Segreti di famiglia: il mistero del ciondolo di Aoko ***


 

Capitolo 04. Segreti di famiglia: il mistero del ciondolo di Aoko

Aoko tornò a casa stanchissima.

“È stata una giornata infinita” disse buttandosi sul divano.

Arrivarono i suoi nonni con un vassoio con del tè per tre persone e dei biscotti.

“Wow che merenda! Come mai? Si festeggia qualcosa?” chiese la ragazza chiaramente stupita dal gesto dei nonni. L'ispettore era a lavoro e non sarebbe tornato prima di sera.

“No, Aoko” disse con malinconica dolcezza Aozora.

“Allora, cosa succede?”disse rabbuiandosi Aoko.

“Vedi, io e tua nonna sentiamo che è giunto il momento di dirti una cosa”.

“E sarebbe?” chiese la ragazza.

“Riguarda il ciondolo, tesoro. Quello che ti donò tuo padre più di dieci anni fa”.

La ragazza quasi fece cadere la tazza del tè che la sua mano stava portando alle labbra, mentre l'altra mano corse al ciondolo che non aveva mai tolto da quel giorno di dieci anni fa.

 

“Tutti i preparativi sono ormai ultimati per la sfida” convenne Kaito.

Era rimasto solo con il suo fedele tutor, e complice, Jii ex assistente del padre di Kaito. Il locale di Jii era ormai deserto e potevano tranquillamente parlare della sfida lanciata a Kid.

“Sembri convinto ma non dimenticarti della presenza di Jeanne” gli ricordò. Aveva sentito delle gesta della ladra da parte del ragazzo ed era rimasto impressionato ma nutriva anche forti sospetti sulla vera identità della ladra. Non era convinto che fosse una ladra gentildonna come lo era Kid, nonostante fosse ammirata da molte persone.

“Onestamente non credo accetterà la sfida, l'oggetto che dovremmo rubare non è né nel suo stile né di suo interesse”.

Kaito, da parte sua, era convinto che la ladra non sarebbe mai apparsa per la richiesta di una ragazza che la ammirava, come ammirava Kid.

Ma potrei aspettarmi di tutto da quella ladra. Una cosa è certa però, non mi sarei mai aspettato tanto interesse, invece, da parte di Aoko. Sono sempre più confuso, anche se forse dentro di me, so già la risposta a tutti i miei dubbi, nonostante io non voglia crederlo”.

 

“Perchè me lo state dicendo proprio ora?” chiese la ragazza titubante.

“Non lo sappiamo, sentiamo solo il bisogno di avvertirti. Dopo che hai accettato l'esistenza di Jeanne in te e della vostra missione, crediamo che tu possa accettare anche questo” disse sua nonna con voce calma e melodiosa.

Dopo che ebbe sorseggiato un po' del suo tè, Aozora si sentiva pronta a iniziare quella breve ma difficile storia.

“La leggenda della stella a sette punte che porti al collo, Aoko, porta dietro sé un passato di orribili disgrazie, ma ti prego non allarmarti” disse subito notando un cambiamento nell'espressione della ragazza che da attenta era diventata quasi timorosa di ascoltare. Aoko sentiva quasi il desiderio di togliersela dal collo, ma voleva sentire tutto fino alla fine.

“Chiunque usasse la magia di quella gemma poi spariva nel nulla. Fu creato molti anni fa, con precisione non sappiamo quanto sia vecchio quell'oggetto, ma sappiamo che ha dei poteri enormi. Fu creata da uno stregone molto potente. Era conosciuto per le sue eroiche imprese. Era uno stregone che usava la magia per aiutare gli altri. Finchè un giorno non perse tutte le persone che amava a causa di persone mortali, che li ritenevano responsabili di una terribile tragedia. Lo stregone sapeva che era stato incastrato, ma non poté provarlo in alcun modo. La sua esecuzione era stata fissata, ma non avrebbe mai accettato che sarebbe finito tutto così, solo per il capriccio di qualcuno che a lui era costata non solo la vita ma anche tutto quello che per lui aveva avuto senso”.

Fece una pausa per bere il suo tè ormai tiepido. Aoko fremeva per sapere cosa avrebbe fatto lo stregone per vendicarsi. Nonostante la storia per lei suonasse troppo vaga, voleva sapere come sarebbe finita, per conoscere i dettagli avrebbe avuto tempo.

“Allora cosa fece?” chiese impaziente, l'attesa la rendeva nervosa.

“Un incantesimo proibito, ma era disposto a tutto ed ormai la sua ora era segnata” concluse il nonno di Aoko.

“Nell'isolamento della sua prigione” continuò Aozora “creò una gemma in cui era riposto tutto il suo odio verso quelle persone che avevano calpestato i suoi sentimenti, dove solo un sentimento puro avrebbe potuto avere accesso al vero potere di quella pietra. Proprio come la leggenda del vaso di pandora, dove all'interno c'era tutta la negatività e la crudeltà dell'essere umano e un solo sentimento buono, così anche quella gemma. Può essere usata da tutti ma a seconda dello scopo con cui la si utilizza, essa ti infligge la sofferenza che la persona merita”.

“E se la usasse una persona con sentimenti puri, come avevate detto prima, che succede?” chiese Aoko.

“Avrà ciò che merita anch'essa”.

“Dopo cosa accade?” chiese Aoko, dopo qualche minuto passato in silenzio.

“Il giorno della sua esecuzione, attivò la gemma e fece una strage; perfino lui scomparse dopo che liberò il vero potere di quella pietra. Da allora la gemma viene custodita affinchè nessuno la utilizzi più. Anche se molti, non conoscendo la vera storia, la desiderano ancora, perchè non solo distrugge ma è in grado di esaudire qualsiasi desiderio, pagando con la propria anima ovviamente” concluse il nonno di Aoko.

La nonna annuì alle sue parole e continuò: “Il tuo compito è quello di non cederlo mai a nessuno, mai, in nessun caso. Non dovrai nemmeno provare a usarla credendo che possa fare del bene, ma quel ciondolo non farà mai del bene. Ti abbiamo confidato tutto questuo affinché tu non commetta sciocchezze”.

“Dopo quello che mi avete detto sarà difficile che possa fare una cosa del genere. Non permetterò a nessuno di trovarla. Ma, comunque, sapere di avere al collo una così pericolosa gemma, mi mette i brividi e preferirei la teneste voi. Sarebbe più al sicuro a casa” disse Aoko, sperando che i suoi nonni acconsentissero. E così fu.

I nonni di Aoko accettarono la gemma e, dal primo momento che la presero, sembrò che non volessero farla vedere a nessuno tant'è che la ladra, nella mente di Aoko, non le chiese se aveva anche il potere di controllare le menti.

 

“Sono sicura che ho preso la decisione giusta” confessò Aoko alla ladra, una volta sola davanti allo specchio a figura intera nella sua stanza.

Certo ne sono convinta, ma non posso smettere di credere che la cosa mi puzza: era come se volessero che tu prendessi quella decisione” ammise Jeanne.

“Ma dai, sono i miei nonni! Anche se lo hanno fatto, avranno certamente le loro ragioni! Dovresti conoscere almeno mia nonna! Hai vissuto nel suo corpo dopo tutto” esordì Aoko.

“Già, ma ricorda che sono passati anche parecchi anni, Aoko, e con gli anni, le persone mutano non solo d'aspetto ma anche d'animo”.

 

La partenza del dirigibile era ormai alle porte e Aoko era convinta che ci dovesse essere anche lei, come Jeanne ovviamente, per riuscire nell'impresa prima che qualcuno si potesse far male. Anche se lo reputava un modo come un altro per non pensare alla storia sulla sua gemma raccontatagli dai nonni. Le sembrava assurdo ma le mancava quel gioiello al collo, senza si sentiva come se avesse perso qualcosa di importante, ma sapeva che era giusto così.

Era persa nei suoi pensieri fino a che Kaito non la fece tornare coi piedi per terra.

“Ehi, Aoko ma mi stai ascoltando?” chiese il ragazzo preoccupato.

“Eh? No scusa, cosa mi stavi dicendo?” disse la ragazza.

“No nulla lascia perdere. Ma che ti prende ultimamente? Sei strana, vaga, cosa nascondi?” disse lui scocciato. Erano sulla strada di ritorno e Kaito si era stancato di parlare a vuoto, si era accorto che non lo stava ascoltando e così aveva perso la pazienza e finalmente le aveva chiesto quello che desiderava da tempo: sapere cosa stava accadendo. Soprattutto tra loro, sapeva che qualcosa sarebbe cambiato, anche se non voleva. Anche se aveva lo strano sentore che non le avrebbe detto nulla, almeno si era fatto coraggio e glielo aveva detto.

Riuscissi anche a dirli così quello che penso davvero”, si rimproverò.

“Nulla e che ultimamente, a casa c'è una situazione complicata” non gli andava di mentire anche se era diventata brava quanto lui a farlo.

“E poi, potrei farti anche io la stessa domanda sai?” sbottò così all'improvviso.

Ti prego, non di nuovo” la intimò Jeanne.

No, Jeanne. È l'unico modo...” le avrebbe fatto male, lo sapeva ma lo doveva fare, anche se la vera ragione non la sapeva bene nemmeno lei, ma in quel momento lo voleva allontanare da lei, solo per proteggerlo.

“Ma che stai insinuando?” Kaito non ne poteva proprio più.

“Anche tu, sparisci senza dire nulla, non so nulla e poi riappari all'improvviso, come se nulla fosse. Cos'è che non mi vuoi dire? Ci siamo sempre detti tutto, cosa sta cambiando?” sapeva che non aveva alcun diritto per dire a lui una cosa simile, ma non sapeva in che altro modo farlo.

“Sai mi chiedo anche io la stessa cosa di te, ultimamente! Parli proprio tu che stai facendo lo stesso!”

“Bè almeno sai cosa si prova” anche se lo aveva detto a bassa voce con lo sguardo rivolto altrove, Kaito aveva sentito e aveva inteso.

Quella discussione, si disse, non aveva senso, era solo un vicolo cieco e prima o poi avrebbero sbattuto contro il muro. Anche se era stufo, Kaito era deciso ad aspettare quella collisione.

“Visto che la pensiamo così, finchè non riusciremo a parlarci sinceramente” iniziò il ragazzo, “forse è meglio che, per un po', io e te, non ci parliamo più. Saremo solo due conoscenti, nulla di più. Non obbligarmi a comportarmi come un estraneo, ma se proprio non ci possiamo dire nulla, allora il legame che avevamo prima non ha senso, finchè tutto non tornerà come prima”.

A quelle parole, sulle guance della ragazza iniziarono a scendere, senza alcun controllo, lacrime, ma dopotutto, si disse, era quello che voleva, anche se faceva male.

“Sì, hai ragione” disse tra i singhiozzi.

Kaito, non potendo sostenere quella situazione perchè detestava farla soffrire così, se ne andò via. Sapeva che era la decisione giusta e che prima o poi tutto sarebbe tornato come prima.

Era questo quello che davvero volevi?” le chiese la ladra.

No, ma non c'era altra soluzione. Non potevamo andare avanti così. Vorrei che sistemassimo tutto e che tornassimo anche solo semplici amici, ma ormai è troppo tardi. Chiarirò con lui, quando tutto sarà finito”.



***
Eccomi! Scusate, dovevo postare due lunedì fa, ma non sono riuscita a finire il capitolo  xD
Ma ora è finito e spero che non sia demenziale.
Allora che ne pensate di questa nuova situazione? Quale può essere la motivazione dei nonni di Aoko, di Kaito e di Aoko stessa?
Cosa stanno aspettando tutti?
XD
Cosa state aspettando voi in particolare? (era tempo che volevo farvi questa domanda XD)
Bè ora scappo, ma prima ringrazio chi ha commentato, come sempre, il capitolo, chi mi ha sggiunto ultimamente trai gli autori preferiti (Mille grazie xD xD)
e chi ha aggiunto le mie storie, non solo questa, nelle varie categorie xD
Ci vediamo al prossimo capitolo
Kiss Kiss
Scarlett
Ps: lo scopo dell'immagine è puramente illustrativo, l'ho trovata  per caso, vi piace? anche se è più un fiocco di neve che una stella XD

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Capitolo 6
*** 5.Tutti in gita sul dirigibile! ***


Capitolo 05. Tutti in gita sul dirigibile!

 

Il fatidico giorno del viaggio del dirigibile giunse e Aoko non era ancora riuscita a convincere il padre a portarla.

“Uffa ma perchè? Visto che devo venire per l'esorcismo e ho poco tempo sarebbe perfetto. Prima mi sbrigo prima torno a casa” esclamò esausta di quella discussione.

Da quando aveva litigato con Kaito, aveva chiesto, con assidua insistenza, di portarla sul dirigibile. Li non lo avrebbe mai incontrato e avrebbe potuto concentrarsi solo sulla gemma; una volta esorcizzata aveva deciso che sarebbe tornata decisa a casa.

“Anche se verresti e, finito quello che devi, andartene, come spieghi il fatto che un attimo prima eri sul dirigibile e poi, a fine tratta sei sparita?” gli ricordò l'ispettore.

Ha ragione, Aoko. Una volta salita, devi rimanerci fino alla fine” le suggerì Jeanne.

“Va bene, allora salirò di nascosto e nessuno mi vedrà, o salgo e rimango fino alla fine del viaggio. Farò attenzione che nessuno si accorga di nulla” decise infine la ragazza.

“Sei proprio ostinata” disse e acconsentì a portarla con sé ad un patto.

“Devi promettermi che non farai nulla di stupido e insensato e che farai attenzione. Non fidarti di nessuno a parte dei Suzuki e del detective Goro Mouri che sarà presente con la figlia che è la migliore amica della nipote di Suzuki. Fai attenzione però a tutti gli altri” si raccomandò l'ispettore.

“Sì, va bene” disse Aoko entusiasta. “Ma come mai tutte queste raccomandazioni?” chiese dubbiosa.

“Vedi una settimana fa una banda di bioterroristi chiamati il Gatto Siamese Rosso ha rubato dei pericolosi batteri da laboratorio e hanno assicurato che li avrebbero liberati oggi. Sospettiamo che vogliano sfruttare il dirigibile Suzuki per liberarlo visto che sorvolerà l'intera città” gli confidò.

“Ne avevo sentito parlare ma non mi sono soffermata sulla notizia” la ragazza rammentava l'articolo letto dal giornale di quell'innominabile ragazzo: si era ripromessa che non ci avrebbe pensato per un po' ma le risultava parecchio difficile.

A scuola non si parlavano più: lui continuava a fare il cascamorto con tutte e a fare i soliti scherzi. Con lei, invece, non parlava più.

“Bene, possiamo andare” e si incamminarono verso il luogo da dove sarebbe partito il dirigibile, dopo aver salutato i nonni.

 

Era tanto che erano partiti e poco prima che arrivassero a destinazione, l'ispettore Nakamori, senza farsi notare dalla figlia, infilò un piccolo sacchettino di stoffa dentro la sua borsetta.

“Un'altra cosa, non separarti dalla borsetta, non sappiamo che razza di persone ci siano oltre a noi e poi il viaggio sarà talmente breve che non ne vale la pena” disse, anche se sapeva che la sua poteva essere una richiesta alquanto sospetta, ma non gli importava, gli bastava sapere che ce l'avrebbe avuta sempre con sé.

“Sì va bene, ne ho scelta una comoda apposta” disse la ragazza in tono allegro.

Lui sperava che l'eccitazione della situazione non l'avrebbe distratta dalla sua missione e che l'oggetto che gli aveva infilato in borsa, come un perfetto borseggiatore, non avrebbe mai dovuto usarlo.

Aoko si sentiva in ansia: non solo era la prima volta che suo padre la portava con sé sul luogo del lavoro, ma anche perchè sapeva che avrebbe incontrato persone che avrebbero fatto di tutto per catturarla e non poteva permetterselo.

Bè almeno ti distrai dal problema che porta il nome di Kaito” le disse Jeanne.

Sì, è vero. Questa missione servirà anche a tenermi lontano lui dalla testa; peccato che ho poi un problema più grande, che porta il nome di Kaito Kid” rispose la ragazza nella sua testa.

A lui penso io” la consolò la ladra.

Arrivarono a destinazione, il dirigibile era davanti ai loro occhi e, davanti ad esso, anche un gruppo numeroso di persone.

“Attenta, Aoko. Adesso inizia la parte più difficile” le disse il padre a bassa voce mentre si stavano avvicinando.

“Non ti preoccupare, nessuno mi noterà” disse la ragazza che, a causa della sua scarsa stima di se stessa, sapeva nessuno le avrebbe rivolto la parola e nemmeno notata.

 

Il gruppo di persone non erano altri che il famoso detective Goro, insieme alla figlia Ran, il detective liceale Shinichi Kudo, che pensò Aoko lo avessero invitato per catturare la ladra Jeanne, insieme al suo amico, il detective dell'ovest, Hattori Heiji insieme alla sua amica d'infanzia Kazuha.

Aoko iniziava a sentirsi a disagio di fronte a tutte quelle persone che non conosceva.

“Oh, ispettore Nakamori, finalmente la stavamo aspettando” disse un uomo robusto con un grande sorriso sotto i suoi grandi baffi.

“Signor Suzuki, che piacere, grazie per l'invito sia per me che per mia figlia, ci teneva a venire con me per una volta” disse lui, indicando Aoko che iniziò a sentirsi a disagio, arrivando a pensare che forse la sua non era stata una grande idea.

“Ma si figuri per così poco!” esclamò l'uomo.

“Ispettore Nakamori quanto tempo” disse Goro, non molto sorpreso di vederlo in quanto sapeva che era suo il compito di acciuffare Kid.

“Detective Goro, sapevo che ci sarebbe stato anche lei qui oggi” disse Ginzo. Aoko non si era ancora staccata da suo padre e nemmeno spiccicato parola.

Ti ricordo che l'idea è stata tua, ora non fare così”le ricordò Jeanne.

Lo so, ma mi sento in imbarazzo; so che tra di loro si conoscono tutti mentre io non conosco nessuno, a parte papà” rispose ella nella sua mente, piagnucolando.

Avanti fatti forza, non sei sola, ci sono io con te!” la rincuorò la ladra e Aoko iniziò a sentirsi più sciolta, anche perchè tre ragazze molto belle, a parer suo, stavano vendendo verso di lei.

“Ehi, ciao. Piacere di conoscerti! Non sapevo che l'ispettore avesse una figlia della nostra età, che bello! Io sono Sonoko Suzuki, nipote di Jirokichi Suzuki.” si presentò ella.

E così lei è sua nipote” pensò la ladra.

“Sì, piacere mio sono Aoko Nakamori” si presentò ella.

“Io sono Ran Mouri, figlia del detective Goro, migliore amica di Sonoko” disse l'altra ragazza.

“Io mi chiamo Kazuha” disse la ragazza con i capelli legati in una coda alta.

Erano tutte e tre molto belle, pensò Aoko tra di sé sentendosi un po' inferiore a loro. Sembrava non avessero nemmeno la sua età dato il loro modo di essere e vestire, “a confronto sembro una bambina” disse lei.

Non cominciare e fai finta di essere tranquilla e rilassata” disse Jeanne scocciata di quella sua continua visione di se stessa e la sua mania a confrontarsi sempre con altre ragazze.

Ma le hai viste?” si difese ella, ma sapeva che doveva fare in modo che non sospettassero mai di nulla.

“Ti ringrazio per avermi permesso di venire, ma non avevo voglia di stare a casa da sola mentre papà è sempre via per colpa di Kid” disse lei schietta.

“Oh figurati, sono contenta che ti abbia deciso di unirti a noi, sono certa che andremo d'accordo” disse entusiasta Sonoko.

“Effettivamente quando incontravamo tuo padre alle prese con Kid non ti abbiamo mai vista” disse la ragazza che si era presentata col nome di Ran, la figlia del grande detective Goro.

Aoko era stupita da quanto le avesse detto.

“Vuoi dire che voi partecipate sempre ai loro casi?” disse Aoko riferendosi non solo a suo padre ma anche al detective privato.

“Sì, ma certo” disse ella con naturalezza.

D'un tratto si sentì messa in disparte da tutti; era sempre rimasta sola mente suo padre dava sempre la caccia a quel ladro da strapazzo, non le aveva mai permesso di seguire un indagine, ma la lasciava sola coi nonni, sempre.

“Che fortuna” riuscì solo a dire.

Siccome le altre si erano accorte del disagio che aveva provato la ragazza che avevano appena conosciuto, decisero di cambiare argomento.

“Ehi, oltre Kid verrà anche Jeanne, che bello ha accettato il mio invito!” disse Sonoko per portare l'argomento da un altra parte sperando di renderla più partecipe.

Così è stata questa ragazzina a chiedere che ci fossi anche io” concluse la ladra, avvertendo il suo disappunto nella ladra, Aoko abbozzò un sorriso.

“Già, infatti grazie a te, Shinichi ed Heiji che le danno la caccia, non fanno altro che parlarne” disse Ran chiaramente infastidita.

“Che c'è?” disse Sonoko, “gelosa del tuo maritino?” ironizzò ella.

Ran, che da parte sua era diventata rossa come un peperone, negò immediatamente, nello stesso momento, però, arrivarono i diretti interessati.

Aoko quasi perse un battito: uno dei due ragazzi che si era avvicinato, era uguale a Kaito. Lo aveva sempre visto sotto le sembianze di Jeanne, ma vederlo così da vicino, le fece impressione, infatti, il giovane detective lo notò subito.

“Così sei la figlia di Nakamori” disse lui solo.

Lei si limitò ad annuire.

“Come mai così imbarazzata tu? Non dirmi che ti piace? Stagli alla larga lui è di Ran” disse Sonoko. Aoko buttò uno sguardo a Ran e a Shinichi e, dopo la battuta di quella ragazza, non avevano negato ma la guardavano in modo strano, soprattutto la ragazza.

Aoko corse ai ripari: “ma solo che lui somiglia molto ad una persona che conosco” si limitò a dire, non voleva parlare di quell'argomento così delicato con quelle persone che conosceva da poco.

I ragazzi stavano per chiedere di più ma l'intervento del colosso della Suzuki Corporation salvò Aoko.

“Tutti a bordo del Bell Tree I, si parte!” informò l'uomo e tutti salirono a bordo.

 

Mentre il dirigibile prendeva quota, fece fare un giro turistico per mostrare loro la sua creatura, con lo stesso entusiasmo di un bambino mentre scarta un regalo di Natale.

Finito il giro, gli agenti, col padre di Aoko, si posizionarono nella stanza dove era custodito il gioiello.

“Ed eccola qui, Lady of the Sky” la presentò come se fosse una persona in carne ed ossa.

Ecco il nostro obiettivo” le ricordò Jeanne piombando nei pensieri della ragazza.

È un bellissimo gioiello, davvero. Stendo a credere che lo abiti un demone” le confidò Aoko.

Ricorda, non fidarti delle apparenze. Questo sarà difficile da battere, non è come gli altri. È molto forte, posso percepirlo”.

Ho una strana sensazione” le disse Aoko, intimorita da esso.

Ha avvertito la nostra presenza, come noi della sua, aspettiamoci il peggio”.

Dobbiamo esorcizzarlo al più presto! Ma come facciamo?”

Aspetteremo il momento giusto”.

“Ehi Aoko, tutto bene?” le chiese Sonoko.

“Eh cosa? Si tutto a posto” disse Aoko, interrompendo il suo discorso con Jeanne.

“Ti eri incantata a fissarlo e ti ho chiesto se ti piacesse, ma non hai risposto” la informò Sonoko.

“Oh sì, mi piace molto” disse lei svelta confermando la teoria della ragazza.

“Sono contenta” disse entusiasta Sonoko.

 

Nel mentre, un agente aveva seguito il giro ancora un po' scosso per quello che aveva visto.

Ma perchè è qui? Credevo di poter distrarmi un po' ed invece! Che nioia! Mi toccherà nascondermi per tutto il tempo” disse rassegnandosi alla nuova condizione in cui si era ritrovato all'improvviso.

 

L'unico momento in cui Aoko potè tirare un sospiro di sollievo fu quando ognuno do loro si recò nella propria cabina fino a quando il pranzo non fosse stato servito.

Ovviamente la ragazza la condivideva con il padre che, per sua fortuna, in quel momento non c'era. Aveva proprio voglia di stare sola a riflettere, soprattutto perchè non le toccava un compito facile. Nella piccola cabina era posto uno specchio che le permetteva di specchiarsi fino a metà busto.

Peccato che la persona riflessa non era Aoko ma la ladra Jeanne.

“Che ne pensi?” le chiese Aoko appena vide il suo nuovo riflesso.

Penso che prima concludiamo questa faccenda, prima ce ne torneremo a casa. Non ma non mi sento a mio agio”

Aoko annui, “nemmeno io, non vedo l'ora finisca tutto. Dobbiamo escogitare un piano e alla svelta”.

A quello penso io, tu cerca di avvicinarti alla teca in un momento tranquillo, non abbiamo molto tempo e stiamo già perdendo tempo prezioso”.

“Posso chiedere a papà di far allontanare gli agenti di modo che posso avvicinarmi, tu lo puoi esorcizzare e la finiamo lì. Tutto questo prima che si faccia vivo anche Kid”.

Non sarà così facile, ti avviso. Occhi aperti e sensi all'erta, Aoko. Non sai mai di chi ti puoi fidare qui”. Dicendo questo il riflesso della ladra svanì lasciando il riflesso di una Aoko sempre più perplessa.

Si tolse la borsetta che teneva a tracolla per prendere qualcosa quando il suo sguardo venne attirato da qualcosa che non avrebbe mai pensato di vedere.



***
Ehilà! eccomi, dopo aver aggiornato la mia storia originale, sono riuscita ad aggiornare anche questa :)
Spero che vi sia piaciuto, dato che lo aspettavate da tanto, chiedo scusa ma spero che poi la storia, alla fine di tutto, vi piaccia.
Allora che ne pensate di questo capitolo? Cosa pensate di questo nuovo furto per jeanne e Kid? Quale brutto presentimento sentono i nostri eroi xD ??
Lascio a voi tutte queste supposzioni, e fatemi sapere con un commentino ;) 
Ringrazio chi, durante questa mia assenza forzata, mi ha seguita comunque, mettendo le storie nelle varie categori, grazie di cuore ;) 
Alla prossima
Kiss Kiss
Scarlett 

 

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Capitolo 7
*** Il demone chiamato Signora dei Cieli ***


Capitolo 06. Il demone chiamato Signora dei Cieli

La ragazza, ancora frastornata per la scoperta che aveva fatto, uscì dalla sua cabina.

“Ehi Aoko, tutto bene?” chiese una voce che non era ancora abituata a sentire: era quella di Kazuha.

“Sì tutto bene” disse lei cercando fare in modo che fosse davvero così.

“Ehi Aoko, ma a chi ti riferivi prima?” chiese Sonoko all'improvviso.

“Che cosa?” chiese Aoko, facendo finta di non ricordare il discorso interrotto poco prima.

“Non fare finta di nulla, chi ti ricorda Shinichi?” disse sempre più curiosa anche Kazuha.

“Solo un amico” disse lei, cercando di essere il più vaga possibile.

“Siamo sicuri che sia solo un amico?” chiese Ran, ormai più tranquilla di prima.

Erano solo quattro, quindi si era creato una sorta di momento confidenze tra donne. Quel tipo di discorsi, li aveva, solo con Jeanne, escludendo Keiko.

Non le conosceva nemmeno e non aveva voglia di parlare con loro dei suoi problemi e di Kaito.

Fu salvata, per la seconda volta nel lasso di poco tempo, dall'arrivo dei due detective liceali, accompagnati da un gruppo di bambini che Aoko non aveva notato prima.

“Allora, vi siete sistemate?” disse Heiji.

“Sì, le cabine sono fantastiche” rispose Kazuha.

“Voi non le avete viste le vostre?” chiese Ran.

“No, eravamo con l'ispettore Nakamori per mettere a punto un piano per Kid e ladra Jeanne” disse Shinichi.

“E lei chi è?” chiese uno dei bambini. Aoko notò che era magro e altino per la sua età e stava indicando lei con aria interrogativa.

“Io sono Aoko, la figlia dell'ispettore Nakamori” rispose ella alla sua domanda.

“Piacere Aoko, io sono Ayumi, lei è Ai e loro sono Genta e Mitsuiko” disse la bambina vestita di rosa indicando tutti.

“Noi insieme formiamo i Detective Boys!” dissero in coro.

Aoko li gurdò per un momento sbigottita, credendo fosse un gioco, ma si rese presto conto che, quei quattro bambini di circo 8 anni, dicevano sul serio.

“Cattureremo sia Kid che Jeanne!” disse Mitsuiko, lo stesso che aveva notato Aoko.

Ne dubito” pensò la ragazza tra sé, abbozzando loro un finto sorriso.

Non mi sono mai fatta catturare da nessuno, figuriamoci se mi lascio prendere da quattro mocciosi!” disse Jeanne.

“Ma figuriamoci” disse subito Sonoko, “nessuno può catturare quei due. Non ascoltarli Aoko, questi mocciosi giocano ai detective ormai da un pezzo”.

“Cosa? Noi non giochiamo affatto!” disse Genta, il più grosso tra tutti loro.

“Perdonateli, ragazzi. Avanti bambini, non fate casino” disse in tono gentile e affabile un uomo di mezza età, che si presentò subito alla figlia dell'ispettore Nakamori.

“Mi presento, io invece sono il Dottor Agasa, sono uno scienziato e i bambini sono sotto la mia supervisione” disse l'uomo.

“Ma figuratevi, devo dire che hanno le idee molto chiare. Io sono Aoko Nakamori” disse lei.

“Come mai questa passione per l'investigazione?” chiese ella cercando di comportarsi come se nulla fosse.

“Semplice, avevamo un amico di nome Conan Edogawa, è stato lui a trasmetterci questa passione” disse Ayumi.

A Shinichi venne da sorridere: “Poveretti, non sanno la verità ma è giusto così. Quanti bei ricordi che ho avuto con loro. Almeno gli ho lasciato un bel ricordo”.

Anche Ai sorrise e si voltò verso il ragazzo tornato diciassettenne da poco più di un anno.

“E lui adesso dove si trova?” chiese Aoko curiosa.

“Purtroppo è dovuto partire, è andato a vivere in America coi suoi genitori. Ogni tanto lo sentiamo per telefono e questo ci rincuora” disse la bambina.

“Allora Aoko, piaciuto il gioiello?” chiese Ran per cambiare argomento, anche se le interessava più sapere altro da lei, ma sapeva che non era né il momento né il luogo adatto.

“Sì, molto” disse Aoko, prendendo la palla al balzo, “anzi, se non è un problema Sonoko vorrei rivederlo e seguire il lavoro di mio padre da vicino” disse poi, per trovare una scusa per esaminare meglio, con Jeanne, le varie opzioni per l'esorcismo.

“Ottima idea, così anche io e Kudo possiamo elaborare meglio uno stratagemma per quei due ladri” disse Heiji.

“Allora è deciso, torniamo tutti dalla Lady of the Sky!” esclamò Sonoko tutta entusiasta e così di avviarono verso la stanza in cui era custodito il prezioso gioiello.

I presenti erano ignari che qualcuno li stava spiando e sorrideva perchè finalmente avevano parlato dell'argomento che più gli premeva.

 

Dopo aver fatto un giro turistico per il dirigibile, grazie alla guida di Sonoko e al giro che aveva compiuto lo Sky Deck, arrivarono in una stanza dal cui soffitto si poteva vedere il cielo e, al centro, c'era un gruppo di poliziotti attorno ad una teca anch'essa di vetro.

Da lontano, Aoko riconobbe suo padre che dialogava animatamente con il signor Suzuki, che aveva capito essere lo zio della ragazza che aveva chiesto la presenza sia di Kid che di Jeanne.

I ragazzi si avvicinarono piano verso la teca dove era custodito il gioiello.

Era un anello meraviglioso, messo in esposizione su quella finta mano, pensò Aoko, le dava un tocco di eleganza in più.

“Devo ammetterlo, è davvero meraviglioso” disse Ran. “Qualcuno ha mai provato ad indossarlo?” chiese ella, immaginandoselo al dito.

“No, per qualche oscuro motivo chi lo ha donato a mio zio si è caldamente raccomandato di non farlo” disse Sonoko, chiaramente delusa.

Chiunque essa sia questa persona, ha dato un ottimo consiglio” sussurò Jeanne nella mente di Aoko.

Ormai ella era abituata a sentire i suoi commenti nella sua testa ed essere presente anche nelle conversazioni con persone vere. E poi erano sempre divertenti, a volte, i suoi commenti e le facevano tornare spesso il sorriso, soprattutto quando si sentiva triste e sola. Cosa che, ultimamente, le capitavano spesso entrambe.

“Qual'è la sua storia?” disse Aoko all'improvviso, sperando di ottenere informazioni in più rispetto a quelle che le erano state fornite dai suoi nonni.

“Sono contento che qualcuno lo abbia chiesto” disse all'improvviso il signor Suzuki, contento che qualcuno avesse posto quella domanda. Era molto fiero di quel suo gioiello.

“Guardatelo bene, quello è uno dei lapislazzuli più grande che esista e, al suo interno, potete notare dei riflessi dorati, dati dalla presenza di piccole schegge d'oro. Tutta via, ve n'è una più grande, cosa vi ricorda?” disse lui.

“Sembra il profilo di una donna” disse Kazuha.

“Esatto, da lì il suo nome Lady, cioè signora, ma c'è dell'altro, se osservate con più attenzione”.

“Bè, prendendo ispirazione dal nome che le è stato dato direi che pare rappresentare il cielo” concluse Ran.

“Molto bene, osservato meglio, sembra proprio il cielo notturno e, da qui, Sky, ovvero cielo”.

“Ma non sta dicendo nulla di che, alla fine” notò Heiji.

“Aspetta, la parte più terrificante deve arrivare” disse Jirokichi, più serio che mai.

Tutti si fecero più attenti, persino i poliziotti presenti.

“Chi me lo donò, raccomandandosi di non farlo mai indossare a nessuna donna, mi disse che vi era su una maledizione. Pare che all'interno viva lo spirito di una dama aristocratica vissuta intorno al 1700; quest'anello le fu donato, all'epoca, da quello che sarebbe poi stato il suo promesso sposo. Peccato che quest'ultimo la tradiva spesso e volentieri e, ovviamente, a lei non andava molto a genio. Così lanciò una maledizione su quell'anello, il quale pareva piaceva donarlo a tutte le donne che sposava, tradiva e uccideva la prima notte di nozze, per poi riprendersi il gioiello e ricominciare. Quando lo scoprì era ormai sul punto di morte, grazie ad una pugnalata sul letto che stavano condividendo dopo la cerimonia. Disse che a chiunque avesse fatto indossare quell'anello, l'avrebbe spinta alla morte, dopo aver fatto a lui quello che lui faceva sempre a tutte, alla fine: ucciderlo. Una vita per una vita, il prezzo da pagare per chi lo indossa è questo. Pare che dopo la sua morte, il suo spirito si sia trasferito nel gioiello, nel quale, da allora, è comparsa la figura di donna in oro che voi avete ammirato poco fa. Da allora, tutte coloro che lo hanno indossato sono morte, mariti o compagni compresi”.

Tutti rimasero shoccati da quella storia e molto colpiti e a tutte le ragazze e donne presenti, fece passare la voglia di volerlo provare.

Quella meno sconcertata era Aoko, che in parte era già a conoscenza della storia ma non credeva potesse nascondersi addirittura una tragedia risalente a più di 400 anni prima.

Ma è davvero così?” chiese Aoko, sperando che la ladra dentro di lei le rispondesse.

Sì, in gran parte” le rispose ella.

C'è ancora altro che dovrei sapere di quest'anello prima di lasciarlo a te?” chiese Aoko. Anche se non le sarebbe dovuto importare molto, era curiosa di sapere lo stesso. Voleva essere partecipe il più possibile, sapere quello che tutti sapevano senza essere sempre l'ultima a sapere le cose, o essere quella alla quale è sempre meglio non dire mai nulla.

Era stufa di quel comportamento che avevano tutti nei suoi confronti, sapeva che c'erano tante cose che le nascondevano le persone che le stavano accanto, come Jeanne, suo padre, i suoi nonni, Kaito...

Già soprattutto quest'ultimo, si ritrovò a pensare, sapendo che alla ladra non era sfuggito quel suo pensiero, ma lasciò correre.

Quello che loro non sanno è che lo spirito c'è davvero, oltre al fatto che anche se non viene indossato può impossessarsi della mente altrui” le confidò la ladra.

Quindi, non è vero che il demone si attiva solo se l'anello viene indossato?” esclamò Aoko terrorizzata al solo pensiero.

No purtroppo, per questo dobbiamo stare doppiamente attente ed eseguire l'esorcismo al più presto”.


***
Ehilà!
ho cercato di finire il prima possibile questo capitolo e sto lavorando al successivo! DEvo dire che è sura riprendere una storia dopo che la si è interrotta da così tanto tempo! Vabbè, xD me la sono cercata xD
Allora? che ne dite del capitolo? come avrete capito ho preso solo un leggero spunto dal film "La nave perduta nel cielo", alla fine non ci sono stata fedele per molto XD ma spero che la mia versione alternativa, alla fine, vi piaccia! :) anche perchè non avrei scelto come titolo:  una drammatica svolta degli eventi xD XD
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e chi continua a mettere la storia tra le categorie ;) fatemi sapere cosa pensate accadrà adesso! 
Alla prossima
Kiss Kiss
Scarlett
Ps; l'immagine spero vi piaccia, è tratta dall'anime Umineko no naku koro ni! non c'entra molto, ma lei mi piace un sacco xD


 

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Capitolo 8
*** Strani avvenimenti ***


Capitolo 07. Strani avvenimenti

Terminata la storia, il signor Suzuki, invitò tutti i presenti a fare una pausa presso la stanza bar del dirigibile, siccome ne Kid ne Jeanne si sarebbero fatti vivi prima del tramonto, cioè alla fine del giro.

“Una bella pausa era proprio quello che ci voleva per toglierci dalla testa quella brutta storia” disse Ran.

“Per questo hai invitato anche Jeanne, Sonoko” chiese Shinichi all'improvviso.

“Cosa? Non dirmi che ci credi davvero allo spirito ne gioiello?” disse Heiji, sconcertato.

Anche Aoko si era fatta più attenta, continuando a bere la sua Cola, come tutti gli altri.

Un cameriere molto gentile e carino, aveva notato la ragazza, come Sonoko, aveva provveduto a portargliele senza che loro dicessero nulla, anche se Aoko aveva notato una leggera freddezza nei suoi confronti, soprattutto, quando le aveva messo il bicchiere davanti, senza degnarla di uno sguardo o di un sorriso, come aveva fatto con tutte le altre ragazze.

“Sì, lo ammetto. Dopo tutto quello che mi avete raccontato su di lei e sulle sue gesta che avete visto in prima persona, ho creduto che magari potesse dare un'occhiata anche a questo gioiello” confessò Sonoko.

“Oh, Sonoko” disse Ran, con un sospiro di compassione per l'amica.

Aoko che non sapeva più che pensare di tutta quella faccenda, andò verso la finestra ad osservare il panorama.

Un panorama che conosco molto bene ormai” confidò a se stessa, senza ricevere risposte da Jeanne. “magari sta elaborando un piano o, semplicemente, sta riposando” concluse, senza preoccuparsi più di tanto.

Aoko, si voltò, lasciando il panorama alle sue spalle e si trovò davanti la scena di Ran che dava un cerotto a quello stesso cameriere che aveva portato loro le bibite, che si era fatto male ad un gomito.

Oltre quello notò che i ragazzi erano spariti, così come il signor Suzuki, suo padre ed il detective Goro.

I bambini col dottor Agasa, si erano seduti ad un tavolino a giocare a carte, mentre le ragazze venivano verso di lei.

“Ehi Aoko, tutto bene?” le disse Ran, non appena furono più vicini a lei.

“Si tutto bene, ho solo un po' di mal di testa, tutto qui” rispose, ed era sincera. Non si era alzata solo per allontanarsi da loro per un momento, ma aveva avvertito uno strano ronzio nella sua testa, ed aveva iniziato a pulsare.

“Perchè non vai nella tua cabina a stenderti?” le propose Kazuha.

“Buona idea, così dopo starai meglio” la incoraggiò Sonoko.

Aoko si lasciò convincere e si avviò nella sua cabina, con tutti suoi pensieri e i suoi dubbi. Pensava che avrebbe potuto sfruttare quell'allontanamento per studiare con Jeanne, un piano per eliminare la Lady in the Sky.

Così decise di andare verso la stanza dove era in esposizione, con la scusa di far visita a suo padre.

Sicuramente lui ed il signor Suzuki erano tornati in quella stanza.

In più avrebbe povuto chiedere spiegazioni riguardo ad una certa cosa che si era ritrovata in borsa, senza nemmeno sapere perchè.

Finalmente arrivò a destinazione, andò verso la teca ed ammirò il gioiello.

Devo ammetterlo, è davvero molto bello, mi dispiace quasi doverlo far sparire” pensò la ragazza.

Metti il sentimentalismo da parte, è un lavoro che dobbiamo fare assolutamente” era Jeanne che come sempre, o quasi, aveva risposto al suo pensiero.

Hai pensato a come fare?” chiese ella, convinta che fosse sparita per quel motivo: meditare ad un piano.

Può darsi, ho anche pensato che potremmo chiedere collaborazione a tuo padre. Serve che questa stanza sia vuota, Aoko, credimi, non serve altro” le disse.

Bè non mi sembra difficile, possiamo chiederlo subito a mio papà, così evitiamo di aspettare fino alla fine del viaggio, allora li sarà impossibile che questa stanza si vuoti” le fece notare Aoko “poi lo hai detto tu, prima lo facciamo, meglio è!”

Ma sì, perchè no. Mi pare un'ottima idea” e Aoko fece per andare verso l'ispettore Nakamori.

Come al solito, suo padre stava dando ordini per le disposizioni degli agenti per prepararsi ad un attacco di Kid in qualsiasi momento. Peccato che Aoko si fosse dimenticata della presenza dei due giovani detective.

 

I due liceali si voltarono verso la ragazza, come per sorvegliarla.

“Ehi Shinichi” sussurrò Heiji all'orecchio dell'amico “non ti sembra che la figlia dell'ispettore sia strana, oltre che avere un aspetto simile a quello di Ran?”

“Sì è vero si somigliano molto. Comunque Kaito non si è ancora fatto vivo con me. Non saprei nemmeno da cosa si possa essere travestito stavolta. Non mi dice mai niente quello!” disse.

“Pensi possa essere lui? Ma deve conoscerla bene la figlia di colui che gli da la caccia per potersi permettere un simile travestimento, ti pare?” puntualizzò il detective di Osaka.

“A quanto so ha un'amica d'infanzia, come noi, ma non mi ha mai voluto dirmi chi fosse. Avrebbe senso se fosse lei quella ragazza” ripose Shinichi.

“Uhm, sarà ma quella ragazza per me è sospetta. Ma, tornando a Kaito, non era il ragazzo della sicurezza che abbiamo visto prima di salire?” rammentò Heiji, il ragazzo che aveva afferrato al volo la bambina di nome Ayumi che stava cadendo lungo la scala che permetteva l'accesso al dirigibile.

“Sì, ma lui è scaltro, non dimenticare. A quest'ora avrà già cambiato travestimento almeno altre due volte. Non sarebbe prudente rimanere con lo stesso travestimento per tutto il viaggio. Comunque, teniamola d'occhio ho uno strano sospetto su di lei”.

“Pensi che possa essere Jeanne travestita?”

“Non lo so se ha la stessa abilità di Kaito nei travestimenti, ma non è da escludere. E comunque, mi piacerebbe sapere come mai è venuta fin qui da sola. Non credo sia solo per far visita al suo caro papino”.

“Temiamola d'occhio allora” concluse Heiji per Shinichi.

 

“Ehi papà” disse la ragazza avvicinandosi al padre.

“Oh, Aoko, non sei rimasta con gli altri? Che ci fai qui?”

“Ho bisogno di parlarti, urgentemente” gli disse e si allontanarono il più possibile da occhi e orecchie indiscrete.

Andarono verso uno dei finestroni, dal quale si poteva ammirare il panorama circostante, ma ad entrambi non importava molto.

Aoko si posizionò di modo che desse le spalle a tutti i presenti e suo padre, di fronte a lei, dava le spalle al finestrone.

“Dimmi tutto, Aoko”

“Ascolta, per compiere l'esorcismo abbiamo bisogno di questa stanza vuota. Adesso.”

“Cosa? Adesso? Ma...”

“Niente ma, Jeanne vuole esorcizzare il gioiello il prima possibile. Prima che ci possa arrivare Kid o qualcun altro. Hai sentito la sua storia. Va esorcizzata al più presto” disse Aoko, più determinata che mai. Anche lei non vedeva l'ora che quella storia finisse, non sapeva perchè ma iniziava a sentirsi a disagio.

“Va bene, convincere gli agenti per me sarà uno scherzo, ma non quei due” disse l'ispettore indicando con lo sguardo i due detective liceali che, da quando era arrivata Aoko, non facevano che fissarla con la loro solita espressione da detective sempre sospettosi.

“Sì, lo so, ma ci devi provare. A proposito, un altra cosa...” iniziò Aoko, indicando il suo petto ed estraendo l'oggetto che si era messa al collo.

Questa come ci è finita nella mia borsa?”

“Fidati Aoko, è più al sicuro con te che in qualsiasi altro posto” le rispose, ma ad Aoko non bastava più quella risposta troppo vaga. Era intenta a farsi dire tutto stavolta, ma vennero interrotti brutalmente.

 

“Ispettore Nakamori presto! C'è un emergenza!” disse un agente sconvolto, mentre correva verso di loro.

“Che succede?”

“Una persona sospetta ha telefonato al signor Suzuki per confidare che hanno rilasciato il batterio killer, che è stato rubato una settimana fa da Gatto Rosso Siamese, qui in una stanza del dirigibile!”

“Cosa?” tutti i presenti che avevano udito la notizia si fecero attenti e preoccupati, allo stesso tempo.

“Dobbiamo accertarcene al più presto, ispettore” disse Heiji, che nel frattempo, lui e Shinichi si erano fatti più attenti.

“Sì, andiamo a controllare. Scusa Aoko, ma finiremo il nostro discorso più tardi” le disse e Aoko di limitò ad annuire.

“Abbiamo intenzione di raggruppare i presenti in un unica stanza, quindi Aoko, ti preghiamo di raggiungerli mentre noi ispezioniamo la stanza indicata dal sospetto” le disse, severo, Shinichi.

“Va bene” si limitò a dire, ma non ne aveva alcuna intenzione. Finalmente aveva campo libero.

Cosi fece per avviarsi, come tutti presenti, verso l'uscita della stanza.

 

Una volta che nella stanza furono rimasti solo pochi agenti, Aoko, nascosta, osservò la situazione.

“Sono rimasti pochissimi agenti, saranno tutti impegnati con quest'imprevisto” sentenziò la ragazza senza farsi udire da nessuno.

Già, occasione perfetta per noi, le guardie ci metto poco a sistemarle”.

“Bene, allora ti lascio il posto, qui non c'è nessuno” e, immediatamente, Jeanne prese il posto di Aoko, pronta ad attaccare chiunque le si parasse davanti.

 

“Chi c'è là?” disse un agente, avendo notato uno strano bagliore.

“Forza, fatti vedere!” disse un altro. Ormai erano pronti a qualsiasi evenienza gli si parasse davanti. Sapevano che Kid non poteva essere, fino al tramonto non si sarebbe fatto vivo e, sapevano per certo, che il ladro era estremamente puntuale.

Il resto avvenne tutto talmente in fretta che si resero conto solo dopo che erano stati ingannati dall'ultima persona che si aspettavano di vedere: la ladra Jeanne.

Si lanciò verso di loro ad una velocità impressionante e fu allora che aprì le sue immense ali, dopodiché tutti loro, non sapendo perchè, si accasciarono al suolo cadendo in un sonno profondo e tranquillo.

 

“É stato facilissimo” disse la ladra e, con tutta calma, si avvicinò alla teca, ma non troppo: il signor Suzuki aveva dato spettacolo quando aveva mostrato le trappole che si nascondevano dietro quella che pareva una semplice teca di vetro antiproiettile.

“Mostrati nella tua vera forma, demone” ordinò la ladra e, in un attimo, la figura di una donna molto bella apparve davanti a lei.

 

Intanto, in una sala fumatori, l'ispettore Nakamori trovò la prova che tanto cercava: una fiala aperta e vuota.

Dopo un attenta analisi, setenziarono che era la fiala che conteneva il batterio killer e decisero di chiudere quella stanza.

“Abbiamo raccolto tutti nella sala da pranzo” avvertì un agente.

“Bene” disse Nakamori e si avviarono tutti verso la sala da pranzo dove tutti aspettavano notizie di quello che stava accadendo.

L'ispettore si volse in direzione della stanza dove c'era la gemma, sapeva che in quel momento, in tutta tranquillità, una ladra particolare stava facendo quello che andava fatto, sfruttando quel trambusto, sperava che si risolvesse tutto nel modo più veloce, di modo che nessuno corresse altri pericoli.

Non appena comunicato la notizia ai passeggeri nella sala da pranzo, uno dei passeggeri invitato sul Bell Tree I si mise ad urlare. Si voltarono tutti nella sua direzione e quando Takamichi Fujioka, scrittore e reporter di Tokyo, ingaggiato dallo zio di Sonoko per raccontare delle gesta di Kid al momento del furto, si voltò verso tutti i passeggeri mostrando degli strani sfoghi rossi che aveva sparsi per tutto il corpo.

Fece per avvicinarsi a tutti loro per chiedere aiuto, ma spaventati indietreggiarono, quando Ran prese la situazione in mano e gli sferrò un pugno per far si che perdesse i sensi. E così fu.

“Presto Ran, corri a disinfettarti le mani!” le suggerì il professor Agasa.

“Signorina, venga con me, abbiamo del disinfettante a base di alcol nella sala preparazione” le disse una cameriera che, in fretta e furia, si diresse nella direzione indicatale.

“Dobbiamo isolare anche questa stanza per precauzione” disse Heiji.

“Sì, ma che ne facciamo di lui adesso?” chiese il signor Suzuki.

“Ha una stanza dove possiamo metterlo in quarantena?” chiese Shinichi.

“AAAHH” urlò, all'improvviso, una cameriera lì vicino, la stessa che aveva servito da bere a coloro che erano rimasti nella stanza da pranzo. Per lo spavento la donna era svenuta, non appena si era accorta, come i presenti, dei rossori presenti sui palmi delle mani.

“Anche lei è stata infetta” sentenziò il detective Goro.

“Dobbiamo spostare anche lei, insieme al signor Takamichi” disse Nakamori.

“Ho una stanza dedita alle cure mediche. Si trova in fondo al corridoio del B-deck” rispose il signor Suzuki, alla domanda di poco prima.

“Bene trasportiamoli lì. Noi potremmo spostarci in un altra stanza, giusto per stare tranquilli” disse Nakamori e subito degli agenti trasportarono i due corpi nella stanza indicata da Jirokichi.

 

Poco dopo che si isolarono, nessuno si accorse che nel dirigibile erano entrati diversi uomini, armati fino ai denti, vestiti di nero con delle maschere antigas pronti a prendere il controllo della nave che stava solcando i cieli tra Tokyo e Osaka.

Nessuno seppe della battaglia che si stava svolgendo nella stanza dove era custodita la signora dei cieli e nessuno sapeva che un altra persona stava aspettando il momento giusto per entrare in scena.

***
Ehilà! Sono tornata con un nuovo capitolo ;) 
Spero vi sia piaciuto ;) ho avuto un blocco durante la stesura di questo capitolo xD non avevo ben chiaro ancora come portare avanti la storia xD
Adesso, bene o male, ce l'ho, oltretutto ho avuto una settimana pesante di lavoro che ancora, purtroppo per me, non è finita. :(
Allora che ne pensate? cosa accadrà adesso ai nostri protagonisti? ho deciso di seguire, almeno in parte, la trama del film originale :) ma molto in parte XD
quindi non illudetevi se sperate in qualche scena particolare XD
Fatemi sapere, come sempre, con una recensione se vi è piaciuta o se vi sta facendo schifo! chiedo scusa per alcuni errori o frasi formulate in modo scorretto ma ho il pc che fa i capricci, tastiera soprattutto :/
Grazie a tutti coloro che mi seguono :) 
Alla prossima
Kiss KIss
Scarlett

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Capitolo 9
*** 08.Intrusione ***


Capitolo 08. Intrusione

Dopo che si erano tutti spostati a causa di quello che era appena successo, l'ispettore e i detective, fecero il punto della situazione.

Si consultarono a lungo se potessero esserci altre persone infette a bordo, soprattutto se erano entrate nella stanza fumatori.

Erano pochi i fumatori presenti, tra cui anche il detective Goro che, però, ammise di non aver messo piede in quella stanza, nonostante il signor Takamichi lo avesse invitato a fumare una sigaretta con lui.

Quando, all'improvviso, un uomo armato e vestito nero irruppe nella stanza e intimò i presenti a non muoversi.

Tutti rimasero al loro posto, terrorizzati, finchè un reporter Junpei Ishimoto, un subordinato di Takamichi, non fece la mossa azzardata di provare ad afferrare la telecamera che era al suo fianco.

Purtroppo per lui, il terrorista lo vide e sparò un colpo alla telecamera, mandandola in mille pezzi.

“Una sola mossa falsa e il proiettile colpirà lei la prossima volta” gli disse minaccioso.

Intanto, tutti i terroristi, una volta saliti a bordo, presero tutti i passeggeri e chi lavorava, compresi i piloti, in ostaggio.

 

Maledizione, qui va di male in peggio. Spero che Shinichi ed Heiji gli venga in mente qualcosa” disse un cameriere che era rimasto in disparte tutto il tempo, voltando lo sguardo dal terrorista ai due detective che sapeva avrebbero pensato a qualcosa. Purtroppo ancora non poteva correre il rischio di uscire allo scoperto o tutti i suoi piani sarebbero andati in fumo, oltre che ad essere scoperto.

 

Nel frattempo, Jeanne e Aoko, non sapendo cosa stava accadendo sul resto del dirigibile, avevano il loro bel da fare con il demone.

“Allora, è tanto che non ci rivediamo, Beatrice” disse Jeanne.

“Jeanne, avevo avvertito la tua presenza qui” disse lo spirito.

“Sì, lo avevo intuito. Non credi sia arrivato il momento di andartene?”

“No, perchè dovrei? Mi piace tanto stare qui” disse in tono beffardo.

“Allora, non mi lasci scelta” disse la ladra, pronta al combattimento.

Non fecero in tempo a iniziare la loro battaglia che sentirono provenire delle voci. Purtroppo mentre la ladra era distratta, il demone l'attaccò facendola volare dall'altra parte della stanza. Jeanne, che sentiva quelle voci sempre più vicine e credendo fossero i poliziotti, decise di farsi da parte, lasciando il posto ad Aoko.

Ma che fai?” chiese spaventata.

Fai finta di essere svenuta, non so che succede qui, ma ho un brutto presentimento. Meglio rimandare ancora” le disse, e fece come le aveva detto.

Nel frattempo, anche il demone decise di tornare nel gioiello.

 

I terroristi, che ne frattempo si erano assicurati che nessuno facesse gesti stupidi, presero il controllo dell'intero dirigibile e obbligarono Jirokichi a condurli nella stanza dove era tenuta la Signora dei Cieli. Non capiva il perchè di quella richiesta, ma c'erano molte vite a repentaglio e decise di fare quello che chiedevano, almeno per il momento.

“Cerca di non fare scherzi o gesti eroici, altrimenti moriranno tutti grazie al virus” gli disse.

Intimidito, aprì la porta della stanza e notò che qualcosa non tornava.

“Ma che diamine!” disse uno dei terroristi, notando una ragazza stesa a terra, dall'altro lato della stanza.

Il signor Suzuki la riconobbe: era la figlia dell'ispettore Nakamori. Si chiese cosa ci facesse lì e, soprattutto, perchè non c'era un solo poliziotto.

“Ehi voi due, portate quella ragazza insieme agli altri!” ordinò quello che, aveva intuito Jirokichi, essere il capo della banda dei terroristi.

I due terroristi sollevarono il corpo inerme della ragazza e la portarono via.

 

Oddio, ma che succede?”

Tranquilla, andrà tutto bene. Devi solo avere pazienza, troveremo una soluzione, come sempre. Per adesso continua la messinscena”.

 

I ragazzi quasi si spaventarono quando videro due dei terroristi tornare indietro, con un corpo inerme tra le loro braccia.

“AOKO!” urlò l'ispettore Nakamori alla vista di sua figlia scortata da quelle bestie e gettata a terra, come se fosse qualcosa da buttare.

“Cosa le avete fatto?” continuò l'ispettore.

“Stia zitto! Era già così quando l'abbiamo trovata nella stanza del gioiello” disse il terrorista, prima di richiudere la porta a chiave alle sue spalle.

Appena se ne furono andati, Ginzo corse verso sua figlia che ricominciava a riprendere conoscenza.

“Ehi, ma che diavolo ci faceva nella stanza del gioiello? Svenuta per di più?” sussurrò Heiji al collega di avventure Shinichi Kudo.

“Non lo so, ma potremmo chiederglielo visto che si sta riprendendo. In ogni caso, che sia o meno la figlia dell'ispettore, è sospetta” sentenziò il detective.

“Cosa vorreste insinuare?” si intromise Ran.

“Magari è solo timida” la difese Kazuha.

“Non so, prima è venuta da sola nella stanza del gioiello, ha parlato con suo padre prima che il signor Suzuki ricevesse la telefonata sospetta” confidò il ragazzo.

“E allora? È andata a trovare suo padre che c'è di male?” si intromise Sonoko.

“L'avevamo pregata di raggiungerci, dato l'imprevisto, le avevamo detto che ci saremo raggruppati in una sola stanza, ma non è mai arrivata” continuò Heiji per lui.

“Forse perchè ha perso i sensi?” disse spazientita Kazuha.

“Già, ma dimmi come ha perso i sensi esattamente? Cosa le è successo? Siamo in questo pasticcio si e no da un ora. E cosa è successo intanto?” disse Shinichi.

A quella considerazione, tutti si rifecero l'interrogativo: cosa aveva fatto Aoko in quell'ora?

 

“Aoko stai bene? Cosa è successo?” chiese l'ispettore, cercando di mantenere un tono di voce che fosse udibile solo alla figlia.

“Bene, ho solo finto. Quegli uomini sono arrivati prima che terminassi il lavoro” gli disse svelta. “Cosa credi accadrà adesso, papà? Cosa è successo?” gli chiese Aoko non capendo la situazione.

“Ti racconteremo tutto” gli disse suo padre.

 

Dopo che un cameriere portò alla ragazza dell'acqua che avevano a disposizione nella stanza ed ebbero finito di raccontarle cosa fosse successo mentre lei non c'era, Aoko si sentiva agitata.

“Comunque, Aoko, a te cosa è successo? Come mai ti trovavi lì?” chiese Kazuha, che voleva sentire la sua versione, soprattutto voleva dimostrare ai due detective che non nascondeva nulla di strano.

“Ero andata a trovare papà per chiedergli una cosa. Dopo che ve ne siete andati, io e i poliziotti siamo svenuti” disse. Nessuno avrebbe potuto negare.

“Siete tutti svenuti?” enfatizzò Heiji, che non credeva ad una cosa tanto assurda.

“Sì, il resto lo sapete” disse solo. Non aveva trovato un altra scusa e non voleva mettere troppa carne al fuoco.

“Forse o Jeanne o Kid hanno approfittato della situazione che si è creata per cercare di rubare il gioiello esposto” disse l'ispettore per cercare di aiutarla.

Shinichi ed Heiji non pensavano si trattasse di Kid, sapeva che non sarebbe stato tanto stupido e poi, Shinichi, aveva capito da poco il suo travestimento ed aveva notato che era rimasto con loro tutto il tempo. Non potevano dire la stessa cosa di Jeanne e, quindi, pensavano potesse anche essere andata così.

Dovettero crederlo per forza perchè si sentirono addosso tre paia di occhi che li fissavano, come per dire, “ve l'avevamo detto”!

“Quindi siamo prigionieri di questa banda chiamata Gatto Siamese Rosso?” chiese Aoko, per spostare l'attenzione altrove.

“Già” disse Ginzo.

Un bel guaio” le disse Jeanne.

Come faremo adesso? Non faremo mai in tempo; oltretutto se prendessero il gioiello...” non fece in tempo a finire la frase che sentirono delle urla spaventose venire dalla stanza che Aoko si era appena lasciata alle spalle.

 

Nessuno si accorse che una persona da quella stanza, da un pezzo ormai, era sparito.

Ehilà! :) 
Eccomi tornata con un nuovo capitolo ;) 
Dopo un periodo passato con il blocco dello scrittore, non per una, non per due, ma per ben tre storie su cui sto lavorando, inclusa questa.
Chiedo umilmente perdono. ;) 
Mi sono iscritta anche su whattpad, dove sto pubblicando una storia scritta di mio pugno XD
(Per chi fosse interessato il mio nome utente è Scarlett_Carson90)
Comunque, veniamo a questa storia ;)
Spero che il capitolo non sia troppo confusionario o troppo stupido, anche perchèero ancora dubbiosa su cosa far accadere in questo capitolo per non renderlo troppo lungo,
Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre, e cosa potrebbe succedere ora? o anche cosa vorreste accadesse ai nostri eroi! xD
Aspetto i vostri commenti ;) 
Ringrazio chi mi scrive semrpe, chi mette le storie nelle categorie e chi mi sprona a continuare ;) sono lunsiogata sempre dai vostri complienti! Davvero GRAZIE di vero cuore!
Alla prossima
Kiss Kiss 
Scarlett

PS: so che l'immagine c'entra poco, ma volevo mettervene una sul personaggio che mi ha ispirato Jeanne, spero vi piaccia ;) 

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Capitolo 10
*** Perdita del controllo ***


Capitolo 09. Perdita del controllo

 

L'urlo era talmente agghiacciante che i presenti si voltarono tutti verso la porta. Erano curiosi sapere cosa fosse successo, un incredibile istinto li pervase quando notarolo la porta socchiusa.

Si guardarono tutti e, preceduti da Goro. Ginzo, Shinichi ed Heiji, corsero tutti fuori dalla loro cella.

“Sembrava provenire dalla stanza della Lady of the sky” disse Goro, mentre correvano in direzione delle urla, che non avevano smesso un solo secondo da quando erano scappati.

Dimmi che non è quello che penso” chiese Aoko alla ladra.

Invece temo proprio di sì. Guarda fuori dalla finestra” le consigliò la ladra.

E, sotto un Aoko nello shock più totale, vide i terroristi cadere nell'oblio.

 

“Li.. sta...” balbettò ad alta voce la ragazza che si era immobilizzata.

“Ehi Aoko, che hai?” chiesero Ran e Kazuha andando verso la ragazza. Anche gli altri arrestarono la loro corsa.

Quando le ragazze videro la stessa scena che aveva ammutolito Aoko, a fatica, soffocarono un urlo.

“Ma che diavolo sta succedendo qui?” disse Shinichi.

“Scopriamo chi sta facendo questa strage” disse Heiji e corsero via.

Aoko, sentì tardi quelle parole e, istintivamente, disse, correndo verso di loro: “No, fermi, non andate! Finirà male!”

Le ragazze rimasero di sasso da quella frase.

“Perchè lo ha detto? Cosa voleva dire?” disse Sonoko.

“Bè, chiediamoglielo direttamente” disse Ran, correndo nella stessa direzione.

 

I bambini col dottor Agasa erano rimasti nella stanza, promettendo che non si sarebbero intromessi.

“Uffa, ma vogliamo andare anche noi” disse Genta.

“Assolutamente questo è fuori discussione!” disse lo scienziato.

“Ha ragione, questa missione è troppo pericolosa per noi. Lasciamo fare tutto a loro. Sapranno che fare” disse Ai, con la sua solita freddezza.

“Ma Ai, non li vuoi aiutare?” chiese Ayumi.

“Sì, certo che lo vorrei, ma so che saremmo solo d'intralcio. Un bravo detective sa anche quando qualcosa è più grande di lui” rispose.

Sapeva che non li aveva convinti del tutto, ma non si erano accorti di una leggera nube che li stava avvolgendo, facendoli cadere in un dolce sogno.

Il cameriere che era rimasto lì con loro per non far sospettare a nessuno della sua presenza, aveva deciso che era meglio addormentarli, come Ai sapeva che niente e nessuno li avrebbe fermati così decise di addormentarli per un po'.

“Così ve ne starete buoni buoni, mentre questa faccenda entra finalmente nel vivo” disse e si precipitò verso il gioiello, sperando fosse una buona occasione per lui impossessarsene. Abbandonò le sembianze da cameriere, lasciando spazio ad un giovane poliziotto.

 

Ti rendi conto che stai rischiando che ci scoprano, vero?” le disse Jeanne leggermente alterata.

Ti chiedo scusa, ma la mia impulsività ha avuto la meglio” si giustificò ella. “Penserò ad una scusa plausibile, come ormai sono abituata a fare”.

Per quanto corresse veloce, sembrava non riusciva mai a raggiungerli. Poi all'improvviso accadde.

Aoko si accasciò al suolo in preda a spasmi di dolore che non si sapeva spiegare.

“Ehi ma che succede? Aoko che hai?” disse Kazuha, ormai in preda alla confusione. Nessuno capiva più cosa stesse accadendo.

“La.. la mia... la mia testa... sembra stia... per esplodermi” riuscì a dire tra uno spasmo e l'altro.

Aoko, sto provando a controllarlo, ma è troppo forte non so quanto resisterò! È Beatrice, sta provando a prendere il controllo su di te per farti buttare nel vuoto per ucciderci!” le disse Jeanne svelta.

“Che facciamo? Che possiamo fare?” disse Sonoko in preda ormai al terrore.

Sapevano che non potevano fare nulla, erano impotenti. Potevano solo guardare e sperare che si riprendesse da, quello che pareva, un improvviso e devastante mal di testa.

 

“Ma che accidenti? Non ci capisco più nulla!” esclamò Heiji alla vista di quella scena.

Davanti ai loro occhi, i terroristi si erano ridotti ad uno solo che, col gioiello in mano, cercava di liberarsi di qualcosa di totalmente invisibile. Accanto a lui, un finestrone spalancato dove, uno ad uno, si erano gettati di sotto.

Il signor Suzuki, spaventato da quella vista, si era rifugiato in un angolo, pregando che la stessa sorte non toccasse anche a lui.

“Signor Suzuki, cosa sta succedendo?” chiese Goro.

“Io... non lo so.. è successo tutto talmente in fretta” biascicò.

“Per favore, si calmi e ci spieghi tutto” lo incitò Shinichi.

“La.. la Signora dei Cieli li ha uccisi tutti” disse infine, ancora sotto shock.

“Cosa? Il gioiello?” disse scettico il detective Goro.

“Shinichi ma allora...” iniziò Heiji, allontanandosi dal signor Suzuki.

“Credo che l'intervento di Jeanne sia necessario” finì Shinichi per lui mentre Ginzo e Goro erano intenti a portare Jirokichi lontano da lì.

“Per questo ha accettato la proposta” dedusse il detective dell'ovest.

“Già, a quanto pare, a volte, le leggende sono vere”

“E Jeanne più di una volta ce lo ha dimostrato” concluse Heiji per lui.

“Ma ora che facciamo?” chiese Shinichi.

“Nulla, preghiamo che Jeanne arrivi” entrambi si voltarono e, con sorpresa, videro Kaito travestito da agente di polizia.

“Kaito, finalmente ti fai vivo!” disse Shinichi con sorpresa.

“Ma dove sono le ragazze? Le ho viste che correvano con voi da questa parte” disse lui, guardandosi intorno, preoccupato soprattutto per una persona,

“Si saranno nascoste da un altra parte” concluse Heiji.

“Ehi senti tu prima non hai provato a rubare il gioiello, vero?” chiese Heiji.

“No, mi sono avvicinato quando lo avete fatto anche tutti voi. Non credo sia pandora. E per il momento preferisco che prima lo veda Jeanne. Perchè?” concluse.

“La figlia dell'ispettore è stata trovata qui priva di sensi. Poco dopo che l'abbiamo vista venire qui e parlare con suo padre” disse Shinichi.

“Cosa? Aoko qui?” disse lui, abbandonando per un breve momento la sua perfetta poker face.

“Allora è lei la tua famosa amica d'infanzia, le mie deduzione erano esatte” disse Shinichi.

“Sì, complimenti mio caro detective da strapazzo. Devo dire che sono rimasto di sasso. Non so perchè sia su questo dirigibile ed ho un brutto presentimento” confidò Kaito.

“Noi abbiamo sospettato di lei per un momento” gli confessò Heiji, quasi volesse scusarsi con lui.

“Non sei il solo” disse Kaito a bassa voce.

Lo guardarono interdetto, finchè non videro che anche l'ultimo terrorista precipitò nel vuoto, gettandosi dal finestrone, facendo la stessa fine dei suoi compagni.

La Lady of the Sky cadde a terra proprio vicino ai tre ragazzi che fissavano il gioiello interdetti.

Non sapevano cosa si aspettassero esattamente ma sapevano che non era nulla di buono.

 

Nel frattempo, nella sala fumatori, un uomo uscì dalla porta per capire cosa stesse succedendo e perchè ci stavano mettendo così tanto.

 

Ran, Kazuha e Sonoko erano sempre più preoccupate per Aoko che non accennava a migliorare.

“Insomma, cosa sta succedendo? Cosa nascondi?” disse Ran, sull'orlo di una crisi di nervi. Era sempre più frustrata e confusa e non ne poteva più.

“È... è una storia.. un tantino lunga” disse solo tra un gemito e l'altro.

Ti prego Jeanne, aiutami! Cosa facciamo?” chiese la ragazza all'unica persona che avrebbe saputo cosa fare, almeno credeva.

C'è una strana forza che impedisce di prendere il controllo completamente, non so cosa sia, ma mi sta aiutando a contrastarla. Tieni duro! Purtroppo mi imopedisce di manifestarmi. Quindi dovrai allontanarti da lei il più possibile” disse la ladra.

“Va bene, non vuoi dirci nulla. Ok avrai anche i tuoi segreti, ma almeno permettici di aiutarti!” disse Sonoko.

“Chiamate.... chiamate mio padre...” disse solo. In realtà voleva allontanarle il più possibile perché sapeva che fare, ma se lo avrebbe fatto davanti a loro, non avrebbero di certo capito il suo gesto.

“Va bene, andiamo allora” disse Kazuha.

“Resto io con lei” disse Sonoko.

No.. così non va..”.

“Sì. Aoko tieni duro facciamo in fretta” disse Ran e, insieme a Kazuha, corsero verso la loro meta.

Aoko sapeva di non avere molto tempo, sapeva dove erano dirette e doveva intervenire subito, costi quel che costi.

“Torneranno presto, vedrai. Intanto come posso aiutarti?” e fu allora che le venne in mente un'idea.

“Vorrei... vorrei dell'acqua” chiese.

“Certo, torno subito” disse, ma nell'esatto momento in cui fece per voltarsi, Aoko si alzò, con le poche forze rimaste, aprì con cautela uno dei finestroni e, si gettò nel vuoto.



Ehilà!
Eccomi tornata! stavolta ho fatto più in fretta ;) 
Adesso, proverò ad iniziare il prossimo capitolo ;)
Come vi pare la storia finora, di questo capitolo così confusionario? Cosa succederà adesso? Fatemi sapere con un commento qui sotto :)
Ringrazio tutti i lettori e chi recensisce sempre ogni capitolo dandomi anche spunti per i prossimi xD
Chi ha inserito la storia nelle categorie ;)
Grazie mille ;) ;) 
Alla prossima
Kiss KIss
Scarlett 

 

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Capitolo 11
*** Un nemico silenzioso ***


Capitolo 10. Un nemico silenzioso

 

Sonoko non fece in tempo a fermarla perchè se ne rese conto troppo tardi e, in preda allo shock, corse verso le altre.

Ci mise un po' a raggiungerle, dato che erano arrivate a destinazione e stavano appena aggiornando i ragazzi sulla situazione della ragazza.

Si stupì, più che altro, a vedere un ragazzo che, era convinta, non aveva visto salire a bordo.

Un ragazzo così bello me lo ricorderei! Ma è la copia sputata di Shinichi!” si ritrovò a pensare. Lo fissava con espressione esterrefatta, dimenticandosi per un momento cosa era andata a dire.

“Ti presento mio cugino, Kaito Kuroba” disse solo Shinichi, non specificando la sua presenza.

“Piacere, sono Sonoko Suzuki la migliore amica di Ran” disse lei.

“Piacere mio” disse svelto.

“Ma come mai sei qui? Non dovevi stare con Aoko?” chiese Kazuha per cambiare argomento.

“Giusto, Aoko!” disse lei ricordando quello che era appena successo.

“Io, non so come sia successo, mi sono voltata pochi secondi” disse con voce isterica.

“Cosa le è successo? Parla!” disse Kaito cercando di spronarla a parlare.

Solo pochi minuti prima, il ragazzo, ricordava di come Ran e Kazuha avevano interrotto le sue riflessioni con Shinichi ed Heiji.

Erano arrivate a perdifiato, non avevano assistito a nulla di quello che avevano visto i ragazzi poco prima e, per questo, ne furono grati.

La prima parola che avevano detto era stata Aoko e, appena pronunciato quel nome, ebbero tutta l'attenzione di Kaito.

Ormai ne erano certi che dietro tutto c'era il demone della Lady of the Sky, troppe cose che non quadravano, aveva spesso pensato il ragazzo.

Quando proseguirono nel dire che si era sentita male, non sapeva cosa pensare ma, quando gli dissero i sintomi, basandosi a quello che avevano assistito, non aveva dubbi, ma si chiedeva il motivo.

Perchè il demone dovrebbe accanirsi proprio su Aoko? Oltretutto non lo ha mai nemmeno sfiorato quel gioiello!” pensò.

Il turbine di pensieri del ragazzo svanì quando irruppe la migliore amica di Ran. Sapeva chi fosse e sapeva che aveva una forte ammirazione per Kid e Jeanne.

Jeanne, dove accidenti sei?” si disse, non appena quel nome gli si pose davanti.

Non aveva avuto una cattiva idea a coinvolgerla nella sua sfida con Jirokichi, anzi. Avrebbe dovuto immaginare che sarebbe potuta finire così non appena aveva saputo che la ladra dalle ali bianche aveva accettato la sfida di quel colosso della Suzuki Corporation, che cercava sempre di mettergli i bastoni tra le ruote.

“Insomma, Sonoko! Cosa è successo?” chiese anche Ran esasperata. Era raro vederla così.

“Aoko... Aoko si è gettata dal finestrone!” disse d'un fiato. Nessuno parlò più, solo facce stranite e terrorizzate c'erano davanti a lei.

Lo stesso Kaito era rimasto shoccato; non aveva realizzato bene ciò che aveva appena detto, ma sapeva che la sua testa stava scoppiando. Voleva piangere, voleva urlare per la rabbia per la tristezza. Diede la colpa al gioiello, per quanto aveva visto prima e provava il desiderio di distruggerlo. Quello che aveva rivelato Sonoko aveva lasciato un velo di malinconia su tutti i presenti. Come lo avrebbero spiegato a suo padre?

“Ma... ma perchè?” disse solo Shinichi che cercava di interpretare le varie espressioni assunte dal cugino.

“Non.. non ne ho la minima idea” disse Sonoko, che iniziava a respirare normalmente.

“Dimmi, era lucida quando lo ha fatto?” disse Heiji, per aiutare l'amico. Non voleva dire la parola buttata, avrebbe solo fatto soffrire Kaito di più.

“Non saprei, ma aveva uno sguardo determinato questo sì, anche se non mi spiego perchè. Prima si piegava in due dal dolore alla testa che diceva di avere e, dopo due secondi, trova la forza di... fare quello che ha fatto” nemmeno Sonoko aveva intenzione di dire quella parola, tanto le sembrava surreale.

Erano talmente occupati con le loro preoccupazioni che, quasi, non udirono la risata alle loro spalle. Una risata malefica, piena di soddisfazioni e molto divertita.

“Chi va là?” esclamò Shinichi.

“Ma come? Ve lo state ancora chiedendo?” disse una voce femminile.

 

L'uomo vagò per il dirigibile in cerca di spiegazioni da parte della sua squadra: ormai dovevano aver fatto.

Quando si affacciò ad una delle finestroni e vide che, uno ad uno, i suoi uomini stavano cadendo nell'oblio, senza una motivazione logica, decise che era ora di agire.

Peccato che, sulla sua strada, un detective privato impiccione e un ispettore che non si dava pace mai, lo precedettero.

Fortunatamente, non mi hanno notato” pensò e decise che era meglio seguirli.

Non appena si fossero rivelati solo delle pedine scomode, ci avrebbe pensato all'istante. Ora che era ormai vicino al suo obiettivo principale, non poteva permettersi di fallire.

Aveva una sola occasione e, siccome aveva perso tutti i suoi uomini, doveva sbrigarsela da solo.

Notò che insieme a loro c'era anche il signor Suzuki che, evidentemente, nella confusione, era scappato con loro.

Non fa nulla, meno gente ho tra i piedi, meglio è” e si apprestò a fare la sua prossima mossa.

 

“Venga signor Suzuki, la portiamo in un posto più tranquillo” disse l'ispettore Nakamori.

Si diressero verso le sue stanze, e lo aiutarono a sdraiarsi sul letto. Era ancora molto scosso e, decisero quindi, di rimanere con lui e dargli dei tranquillanti.

“Sta succedendo qualcosa di strano, non trova anche lei ispettore?” disse Goro.

“Già, è tutto molto assurdo. Speriamo non ci siano altre vittime” disse lui, ma era profondamente preoccupato per la figlia e la sua missione. Per quello non voleva che venisse anche lei: tutte le sue sensazione negative riguardo quel giorno, si stavano rivelando esatte.

Sperava solo che potesse compiere l'esorcismo di quel gioiello, come Jeanne, e che quella storia dei terroristi e del virus, finisse.

Intanto Goro aveva trovato una boccetta di tranquillanti da somministrare al signor Suzuki, ne aveva sempre visto che era spesso molto nervoso.

“Io... io... non so che diamine succede” disse ancora con la mente a qualche istante prima.

“La capisco, nemmeno noi sappiamo che succede. È tutto molto strano” disse Goro, porgendo le pastiglie e dell'acqua.

Jirokichi non rifiutò l'offerta e prese la sua pastiglia e la mandò giù con un unico grande sorso.

All'improvviso gli venne un gran sonno e si addormentò.

“Ma che cosa? Goro è sicuro di non aver confuso i tranquillanti con i sonniferi?” disse Ginzo.

“Sì, sono sicurissimo. La scatola è quella giusta” disse esaminandola attentamente.

“Oh, no!” disse poco dopo estraendo la il contenuto.

“Sono state scambiate” finì Ginzo per lui.

“Ma da chi e perchè?” disse guardando la confezione, il signor Suzuki che dormiva beato e l'ispettore.

All'improvviso sentirono la porta della camera chiudersi a chiave dall'esterno.

“Maledizione! Siamo chiusi dentro!” sbraitò l'ispettore.

“Ehì! Qualcuno ci sente? Aprite questa porta!” urlò Goro battendo sulla porta per farsi sentire da fuori, ma nessuno sembrò sentire le sue urla che divenivano sempre più preoccupate fino a diventare disperate.
 

Ehilà! Sono tornata! 
Ok, dopo questo capitolo, molte di voi mi odieranno! 
Vi starete chiedendo: "Ma che caos assurdo!" xD in effetti è il obiettivo XD
Spero di continuare presto, perchè con tutto questo caos, mi sono bloccata più volte. infatti il capitolo è un pò squallidino  e privo di senso.
Secondo voi, cosa succederà ora? Chi sono i vari personaggi che sono entrati in scena? :) fatemi sapere con una recensione qui sotto ;) 
Ora scappo, alla prossima
Kiss KIss
Scarlett ;) ;) ;) :*

 

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Capitolo 12
*** Beatrice ***


Capitolo 11. Beatrice

“Ho davvero avuto un'idea brillante, così anche loro sono sistemati e non possono ostacolarmi” disse l'uomo che, senza farsi notare da nessuno, stava attuando il suo piano.

Sperava solo che non ci potessero essere altre complicazioni.

Era stavo facile fare in modo che quei tre non potessero intromettersi, mettendo dei sonniferi al posto dei tranquillanti e viceversa e chiuderli tutti e tre nella stessa stanza.

Poi aveva trovato quei marmocchi, ficcanaso e insolenti già nel mondo dei sogni e si limitò a chiudere a chiave anche quella porta. Non si sa mai, si era detto.

Fece un giro per il dirigibile per assicurarsi che nessuno avesse potuto mettergli i bastoni tra le ruote.

 

“E tu chi sei?” chiese Ran, ancora incredula a tutto quello che stava accadendo.

Davanti a loro, proprio dove era caduto il gioiello, si era materializzata una figura di donna, bellissima. Aveva i capelli raccolti in una treccia avvolta su se stessa con delle ciocche bionde che le ricadevano dolci sul viso, una frangia piena e una rosa tra i capelli. Lo sguardo felino, delineato da due occhi azzurri, come il cielo. Un lungo abito in stile '800, delineava le sue forme di donna adulta.

All'anulare sinistro portava la Lady in the Sky.

“Tu sei il demone del gioiello, vero?” chiese Kazuha.

“Esatto, io sono Beatrice”.

“Cosa hai fatto a tutte quelle persone?” chiese Shinichi, il quale era ancora molto scettico sulla faccenda. Per lui non aveva nessun senso logico.

“Semplice, li ho istigati alla morte. Quello che si meritavano” disse lei, senza nessun segno di rimpianto o pietà.

“Come fai a dire che lo fossero?” chiese Kaito, pensando sul perchè si fosse accanita anche su Aoko.

“Perchè erano uomini, e meritavano di soffrire” rispose con odio.

Ma allora perchè Aoko?” si chiese.

Nessuno chiese del perchè lo avesse fatto anche con Aoko. Preferirono perdere tempo a capire quali erano le vere intenzioni del demone dei cieli.

“Dunque è vera la leggenda che ci ha raccontato mio zio” disse Sonoko.

“Sì, molte parti sono vere” rispose il demone Beatrice.

“Allora qual'è la verità?” chiese Shinichi.

“Sta sempre nel mezzo” rispose vaga la donna.

“Ero una donna bella e desiderata da molti uomini, ma ce n'era solo uno a cui mi sentivo legata. Il suo nome era Edward” iniziò a raccontare.

 

Vennero proiettati in un illusione; se ne accorsero perchè non si trovavano più sul dirigibile ma in una bellissima cittadina tipica di fine settecento, inizio ottocento.

Davanti a loro sempre il demone, come era sul dirigibile, i passanti sembravano non notarli, o meglio, per loro erano come fantasmi: infatti ci passavano attraverso senza accorgersi di nulla.

“Lui, era come me, un aristocratico” ricominciò ella “lo scapolo del paese, oggetto di desiderio di molte donne. Credevo che per loro sarebbe stato impossibile avvinarlo, soprattutto perchè, per accordo delle nostre famiglie, ci stavamo per sposare. Mi ritenevo fortunata: avevo l'uomo più bello, più desiderato e più ricco alla mia mercé. Il nostro fu un matrimonio impeccabile e perfetto, almeno il giorno della cerimonia” disse. Man mano che raccontava, si resero conto, l'illusione in cui erano capitati, cambiava a seconda di quello che raccontava. Avevano visto lei e quell'uomo, le donne che lo ammiravano da lontano e il giorno delle nozze: sontuose e bellissime.

E poi avvenne.

“Scoprì, da alcune mie fonti attendibili, che fino a quel giorno, tutte le donne che credevo non lo potessero mai avere, ci erano state a letto prima di me, che ero appena diventata sua moglie. Credevo davvero che mi amasse. Guardando, in seguito, meglio l'anello che mi aveva donato come promessa del suo amore, notai che era molto rovinato, segni che indicavano che era stato indossato molte volte. Mi sforzai di non crederlo, ma sapevo che era così. Sentì pettegolezzi sul suo conto, che dicevano che tutte le donne che aveva frequentato erano scomparse in circostanze misteriose”.

“Fu allora che avete capito i suoi inganni” disse Heiji.

“Esatto. Scoprì tutto, ma mi servivano prove più concrete”.

“E lei hai poi trovate?” chiese Ran.

“Sì, nella nostra camera da letto: trovai un bellissimo pugnale, sotto al materasso dove lui giaceva di solito. Realizzai che avesse potuto farmi del male in qualsiasi momento, mentre dormivo. Decisi dunque di affrontarlo”.

“E la verità non ti piacque, giusto?” continuò Shinichi.

“Già, siete molto bravi giovani detective. Così lo uccisi, non tanto per le donne a cui lo aveva fatto, ma per me. Non volevo essere l'ennesima vittima che cascava ai suoi piedi. Da allora feci esattamente quello che lui aveva sempre fatto. Alla fine diventai come lui, con la differenza che io non miravo, come lui a poveri fanciulli puri ma a mascalzoni proprio come lui”. Finito il racconto, l'illusione svanì e loro si ritrovarono di nuovo sul dirigibile.

“Quando sei morta, la tua anima è dunque rimasta imprigionata nel gioiello?” disse Kazuha, in base, non solo alle prove raccolte, ma alla missione di Jeanne.

“Già, la cosa più bella è che ciò non mi ha impedito di continuare a fare quello che mi ero imposta: sterminare gli uomini come Edward, per sempre. Anche se ultimamente, ho preso di mira anche donne” disse con una certa soddisfazione.

Kaito pensò subito che si riferisse ad Aoko, non riusciva più a sopportarlo. Avrebbe voluto sapere perchè, non era certo come quegli uomini che aveva ucciso, ma alla fine non riuscì a proferir parola.

Sapevano tutti che era ancora molto scosso e Shinichi sapeva che aveva quasi raggiunto il suo limite.

“Ormai lo fai solo per il gusto di farlo non è così?” disse Sonoko che suonava quasi come un rimprovero.

“Oh sì, lo ammetto, è una sensazione bellissima. Dovreste provare, nessuno merita più di vivere, nemmeno la più onesta tra le persone. Ormai questo è un mondo corrotto dal sangue di persone innocenti e colpevoli, non c'è più nessuna distinzione. Tutti dobbiamo morire, prima o poi, io accelero solo i tempi” disse e scoppiò in una risata malefica.

“Sei solo una strega, completamente pazza! Non porterai mai a termine la tua ridicola missione! Distruggeremo il gioiello e tu sarai solo un ricordo!” disse Kaito, riversando tutta la rabbia che aveva soppresso fino a quel momento.

“Libero di fare quello che ti pare, sempre ammesso che tu riesca a togliermelo dal dito” disse sogghignando, mostrando loro il dito con l'anello.

“Vi condurrò tutti alla morte e voi non ve ne accorgerete nemmeno!” disse Beatrice, stava per per attaccarli, se lo sentivano. Non avevano la minima idea, però come, scansare i suoi attacchi, non sapevano nemmeno di che natura fossero.

Apparirono una serie di bellissime farfalle colorate, luminescenti.

I ragazzi si sentivano confusi, le farfalle volteggiavano a cerchio attorno a loro e la cosa fece preoccupare Shinichi.

Non credo che siano qui solo per caso, ho una brutta sensazione riguardo queste strane farfalle luminescenti” pensò Kaito.

“Non mi piacciono queste farfalle che ci volteggiano attorno” disse Shinichi.

“Infatti” gli rispose il demone “se una di loro vi toccherà, farete la stessa fine di tutti gli altri” confidò loro.

“Ma perché ce lo dici?” chiese Sonoko “se vuoi ucciderci non avresti dovuto dircelo, o no?” disse impaurita.

“Che bella osservazione, ragazzina, ma voglio divertirmi un po' con voi, in fondo mi state simpatici” rivelò ella.

“Alla faccia della simpatia, se ci adoravi cosa facevi allora?” disse Heiji, provando a fare dell'ironia per camuffare lo stato di panico generale, senza risultati considerevoli.

Le farfalle iniziavano ad avvinarsi sempre di più, fino a stringerli in un piccolo cerchio.

“Ascoltate, dobbiamo dividerci. Dobbiamo distrarla il più a lungo possibile per sottrarle il gioiello” disse Shinichi, senza farsi sentire da quella donna.

“E se non funziona?” chiese Ran.

“Dobbiamo almeno provarci” concordò Heiji.

“Bene, troviamo una scappatoia a e vediamo se c'è un modo per farle sparire senza toccarle” disse Kaito.

“Bene, buona fortuna a tutti” disse Shinichi.

Le farfalle stavano per avventarsi su di loro, quando Kazuha notò una scappatoia proprio sotto di esse.

“Possiamo tuffarci sotto di loro per sfuggirgli, ragazzi!” comunicò loro.

“Perfetto, la vedo anche io! Forza possiamo farcela!” disse Heiji e, al segnale di Shinichi, si lanciarono tutti sotto di esse e, in un attimo non si ritrovarono più con le spalle al muro.

Kaito notò che, alcune farfalle che errano entrate in collisione tra di loro, erano svanite, come se si fossero annullate. Allora capì che se si scontravano tra di loro, sparivano nel nulla, come se fossero due colori complementari che, messi uno sopra l'altro, si annullavano a vicenda.

“Ragazzi, ascoltate, dobbiamo fare in modo che le farfalle si scontrino tra di loro!” urlò Kaito.

E così fecero, si divertirono quasi a farle scontrare tra loro, con il sorriso della demone che diventava via via più serio.

Alla fine, riuscirono a sistemarle tutte quante, ma era sfiniti.

Correre su è giù per tutta la stanza li aveva sfiniti: non pensavano fossero così tante e sperarono solo che il gioco fosse giunto al termine, quanto meno, che la demone ci mettesse un po' prima di escogitare qualcos'altro.

Ci vorrebbe un miracolo per salvarci tutti!” pensò Ran.

Nessuno aveva trovato il modo per sottrarre il gioiello dalle grinfie di Beatrice e, a Ran, venne in mente solo un attacco diretto.

“NO, non farlo Ran!” gridò Shinichi, capendo troppo tardi l'intenzione della ragazza che si era già fiondata all'attacco, seguita da Kazuha.

“Fermati, cosa credi di fare?” le urlò contro Heiji.

Ran decise di attaccarla con un calcio diretto e Kazuha con un pugno ma la demone le bloccò entrambe con estrema facilità, scaraventandole a terra, a pochi passi da lei.

“Povere sciocche, credevate davvero di sconfiggermi con i vostri modi spartani e mortali? Ci vuole ben altro per sconfiggermi e, adesso, preparatevi a fare un bel tuffo nel vuoto!” disse lei, con un braccio teso verso di loro e, fu allora che accadde.

Fu tutto molto veloce, prima era pronta ad ucciderle e, il momento dopo, aveva ritirato il braccio per il dolore causatole da una piuma bianca, conficcata nel palmo.

“Tu, maledetta!” urlò verso la finestra dove si erano gettati tutti, una figura si era materializzata.

Tutti furono molto contenti e sollevati. Finalmente, quell'incubo, poteva finire.

“Preparati, Beatrice. Sono io il tuo avversario.”


Ehilà! salve a tutti!
Finalmente sono riuscita a terminare il capitolo! che ve ne pare?
dunque, cosa avete capito finora? XD visto i miei due precedenti capitoli XD
cosa accadrà in seguito secondo voi? :)
Vi piace l'immagine? xD quella é la VERA Beatrice ma di un altro manga/anime ;)
per chi fosse curioso, si tratta d i Umineko No Naku Koro Ni, ovvero, la strega d'oro ;) 
non l'ho mai visto nemmeno io, ma dicono sia molto bello ;) 
e mi sono imspirata proprio a lei ;) 
Comunque, grazie di vero cuore a chi mi segue a chi commenta sempre e chi mette le mie storie nelle categorie ;)
Alla prossima
Spero di non metterci troppo ;) 

Kiss Kiss 
Scarlett 


 

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Capitolo 13
*** 12. La fine di Beatrice ***


Capitolo 12. La fine di Beatrice

“Credevo di aver messo fine alle tue sofferenze” rispose acida la donna senza però esserne stupita.

“Mi dispiace molto averti dato questa delusione. Ora possiamo terminare il nostro discorsetto prima che fosse interrotto” disse Jeanne, che aveva fatto la sua apparizione da uno dei finestroni aperti. Ancora con le ali spiegate, volava verso la demone, in tutta tranquillità, o così pareva.

I ragazzi, dal loro modesto parere, erano contenti del suo intervento.

“Sono sorpresa che tu abbia opposto una così forte resistenza al mio volere” disse Beatrice.

“Sai ho avuto un piccolo aiuto” si limitò a dire la ladra.

“E Aoko?” si ritrovò a dire Kaito senza rendersi conto che, invece di averlo solo pensato, lo aveva detto ad alta voce, quasi urlando.

“Non preoccuparti, sta bene” disse solo.

Ma che ci fa qui, Kaito?” disse alla ladra una stupita Aoko. Con tutti i posti che c'erano anche lì se lo doveva ritrovare?

Bella domanda, ma fossi in te, non cercherei la risposta” le rispose solo.

“Basta con le chiacchiere, ho una missione da portare a termine” disse, poi, mettendosi in posizione d'attacco.

“Sono d'accordo, poniamo fine alla tua esistenza una volta per tutte!”

E, subito dopo, le due donne si lanciarono all'attacco, sferrando colpi senza esitazione cercando di colpire il proprio avversario.

Come lo sconfiggiamo, Jeanne?”

Dobbiamo rompere lo zaffiro posto sul gioiello” le rispose la ladra, al momento troppo impegnata a schivare i colpi della demone.

Tutto qui?” chiese Aoko.

Come se fosse facile! Ovviamente no, la renderebbe solo più debole e quindi più un facile avversario e non avrebbe più poteri di alcun tipo!”

Cosa suggerisci di fare?”

Sto pensando...” disse ma fu ridestata dai suoi pensieri da un attacco schivato al pelo che le avrebbe di certo reciso un ala.

 

“Oh no, anche lei è in difficoltà!” esclamò Kazuha alla vista del combattimento: Beatrice attaccava senza esitazione senza dare tempo a Jeanne di contrattaccare nel modo più appropriato.

“Bisogna aiutarla” disse Kaito. Dopo le parole di Jeanne il ragazzo aveva ripreso lucidità e aveva tutta l'intenzione di vedere quel demone fare la fine che meritava.

“Già, ma come? Ci bloccherebbe subito un attacco” disse Ran ricordando solo pochi minuti prima cosa era accaduto.

“Dovremmo distrarla e qualcuno avvicinarla di soppiatto” disse Shinichi puntando lo sguardo, in modo discreto, verso il cugino.

Kaito sapeva che era rischioso, con una persona normale come l'ispettore Nakamori o la stessa Aoko, o chiunque altro, sarebbe stato facile, ma con un demone, come fare, si chiedeva il ragazzo. Non credeva che un semplice fumogeno avrebbe funzionato contro di lei, ci andava qualcosa di più... magico.

Di certo, Jeanne saprebbe cosa fare per distrarla” pensò.

“Dobbiamo trovare un modo per avvisare Jeanne, abbiamo bisogno del suo appoggio” disse Heiji, leggendo quello che passava per la testa del ragazzo.

Proprio in quel momento, un attacco di Beatrice colpì Jeanne alla spalla, facendola rotolare verso i sei ragazzi.

“La tua corsa sta per finire” fisse Beatrice, gustandosi il momento di gloria.

I ragazzi le andarono incontro, come per darle soccorso, almeno così credette la demone.

In realtà, Kaito e Shinichi l'avvertirono del loro piano.

Dapprima Jeanne non approvò la loro decisione di immischiarsi, di nuovo, nei suoi affari ma Aoko la convinse che, tutti insieme ce l'avrebbero potuta fare.

“Va bene, ho un'idea, ma dovete essere rapidi a sottrarglielo poi lo dovete consegnare subito a me, ma mi raccomando, non toccatelo con le mani nude ne indossatelo, sono stata chiara? Posso darvi solo cinque minuti di tempo” disse svelta per non essere scoperta dal nemico.

 

“Ma che simpatico quadretto, farete tutti la stessa identica fine, come tutti quegli uomini e la vostra cara amichetta” disse Beatrice.

“Non si riferisce ad Aoko,vero Jeanne?” disse Sonoko.

La stessa Jeanne rimase di sasso quando lo disse: Aoko era l'unica ragazza su tutta la nave che aveva attaccato in modo diretto.

Non sa che sono viva? Non ha capito il nostro segreto?” chiese la ragazza esterrefatta quanto tutti gli altri.

Non lo so, non avverte la tua presenza a quanto pare, ma non capisco perchè” le confessò la ladra.

Non capiva perchè non sentiva la sua forza vitale? Cosa diamine era successo poco prima?

Nel momento in cui Aoko si era gettata dal dirigibile, una strana sensazione aveva avvertito, come se qualcosa o qualcuno voleva proteggere Aoko a tutti i costi, facendo in modo che uscisse Jeanne e ricorresse alle sue ali per salvare entrambe. Tutto questo poco prima di cadere al suolo insieme ad due dozzine di uomini del Gatto Siamese Rosso.

Da quel momento, sentiva come una sottilissima e impenetrabile barriera tra la sua essenza e quella della ragazza che la ospitava.

Non glielo aveva detto per non spaventarla, ma in quel momento ora si sentiva separata dall'altra se stessa.

“Si Sonoko si riferisce a lei, ma non sa che... come è possibile?” riuscì solo a risponderle.

“Non temete la raggiungere presto” e scoppiò in una fragorosa risata.

“Basta non la tollero più” disse Kaito, a bassa voce, sempre più adirato. Voleva mettere la parola fine a quella storia, ne aveva abbastanza.

Anche Jeanne era d'accordo col ragazzo: era ora di mettere la parola fine.

“Non farti illusioni, non accadrà nulla di tutto ciò! Non riuscirai a farci del male, proprio come non ne hai fatto a lei!” disse, enfatizzando in modo particolare l'ultima frase.

“Cosa intendi dire?” disse la demone certa di aver capito male: non poteva essersi sbagliata, uno strano senso di insicurezza si fece strada in lei, creando un apertura per Jeanne, la quale approfitto subito del suo momento di debolezza.

Aprì le sue ampie ali, la loro grandezza copriva i sei ragazzi alle sue spalle che non videro nient'altro che una marea di piume bianche.

“È la parola fine adesso” mormorò Jeanne tra sé.

E le sue ali si spezzarono in una pioggia di piume bianche che, dapprima si limitarono a svolazzare nella stanza leggere e con molta delicatezza, subito dopo si ritrovarono in una bufera di piume e Kaito capì che era ora di agire.

Approfittando del momento di debolezza di Beatrice, Jeanne era riuscita a distrarla non dandole modo di reagire, dando così la possibilità a Kaito di agire indisturbato; anche se incontrò non poche difficoltà a raggiungere il suo obbiettivo e sfilarle l'anello, non dopo che Jeanne la fece barcollare di modo che la sua mano di aprisse meglio per facilitare l'operazione al ragazzo, che riuscì nella sua impresa e, prima che quella tempesta di piume finisse, consegnò l'oggetto alla ladra.

Nonostante ebbe avuto poco tempo a disposizione, le sue doti di ladro lo avevano aiutato. Nella confusione, grazie all'aiuto della sua fedele pistola spara-carte, era riuscito a colpire l'anulare del demone e l'anello era caduto a terra. Con un calcio, lo lanciò verso la ladra che vide raccogliere subito.

E la tempesta di piume svanì nel nulla.

“Bel trucchetto, Jeanne, ma non basterà a fermarmi!” disse il demone infuriato.

“Già a volte mi stupisco anche io di quello che posso fare, ma dimmi, Beatrice, non senti che ti manca qualcosa?” disse Jeanne, calcando l'ultima parola.

Il demone capì troppo tardi il senso di quella frase.

“Maledetta, me la pagherai molto cara!” disse ella, più infuriata che mai.

“Davvero? Bè mi dispiace deluderti ma credo che tu abbia appena perso tutti i tuoi poteri. Sei solo uno spirito ormai, imprigionato sulla terra” e detto questo, la ladra prese il suo rosario che portava sempre al petto e lo appoggiò sullo zaffiro, rompendolo, facendo gemere di dolore Beatrice.

“Avanti che aspetti fa quello che devi!” la incitò.

I sei ragazzi presenti, giurarono di aver sentito in lei più una supplica che una battuta ironica.

“Addio, Beatrice” disse la ladra, distruggendo quel che rimaneva del gioiello con le sue sole mani. Si alzò in volo e spiegò le sue immense ali; il suo rosario divenne una spada luminosa e rivolse la sua lama al cielo.

Le forze sovrannaturali mi mostrino l'angolo più nascosto e remoto del cielo” e un enorme cerchio luminoso rinchiuse il demone in una gabbia di luce, facendola urlare di dolore.

Che la lama di luce si riveli a me nella sua immensa forza e mi consenta di estirpare il male! Che la mia spada trafigga il mio nemico!” urlò.

Il demone guardò la ladra e poi i sei ragazzi.

“Non mi pento di nulla, mai l'ho fatto e mai lo farò. Finalmente potrò avere la pace che solo tu Jeanne mi avresti potuto dare”.

“Perchè hai attaccato Aoko?” disse Kaito, se non lo avesse saputo, si sarebbe logorato l'anima dal risentimento e dalla colpa per non averla potuta salvare.

“Perchè se non lo avessi fatto io, qualcun altro lo avrebbe fatto” disse solo e chiuse gli occhi pronta a ricevere la sua punizione.

IO TI ESORCIZZO!” disse Jeanne, con energia, lanciando la sua spada che, divenuta un bagliore accecante, trafisse il corpo del demone facendola sparire nel nulla in mille farfalle dorate.



Angolo Autrice:
(Aspetta che venga trucidata dopo questa lunga assenza)
Rieccomi tornata! allora inizio col chiedervi immensamente perdono; so che con questa storia sono passati mesi prima che aggiornassi ma la verità è che con questa srota ho avuto un enorme blocco e, nel mezzo, mi sono dedicata ad altre storie ;) 
Vi chiedo perdono; l'ho ripresa anche perchè, fortuna vuole, che prendo sempre appunti su ogni capitolo che voglio scirvere come lo voglio sviluppare e quindi, seppur me la sono dovuta rileggere tutta, sono riusicta a riprenderla. 
L'ho interrotta a pochi passi dalla fine, me ne rendo conto, ma spero che nel complesso la storia vi piaccia!
Vi posso dire che saranno solo più 7 i capitoli in corso di sviluppo che spero di non far tardare troppo!
Vi chiedo ancora scusa e spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Ringrazio chi, nel frattempo, ha letto la storia e messo nelle categorie ;) 
Alla prossima
KIss KIss
Scarlett

 

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Capitolo 14
*** Il Cuore spezzato ***


Capitolo 13. Il cuore spezzato

Era tutto finito.

Quello che rimaneva del demone era ormai solo un ricordo.

“É finita” disse Shinichi per interrompere quel silenzio che si era creato.

“Siete stati degli incoscienti” disse Jeanne sgridandoli “ma molto coraggiosi” terminò, con immenso stupore sia dei presenti sia della stessa Aoko.

“Jeanne, grazie per essere venuta” le disse Sonoko, chiaramente molto grata di quello che aveva fatto la ladra.

“Mio dovere” le rispose e fece per andarsene quando una voce la fermò.

“Aoko...” disse solo Kaito.

La ragazza, sentendosi chiamare rimase di sasso quando lo sentì pronunciare il suo nome con tono così supplichevole.

“Sta bene, è nella sua stanza che dorme” gli rispose la ladra per tranquillizzarlo.

E, in un attimo, lui corse fuori dalla stanza, nello stesso momento che la ladra spiccò il volo fuggendo dal dirigibile.

 

Kaito era arrivato come una furia, spalando la porta della cabina della ragazza di suo interesse.

Aprì la porta piano e la vide, sdraiata sul letto incosciente, esattamente come aveva detto la ladra.

Grazie, Jeanne”pensò tra sé.

La osservò a lungo, non osò fare altro.

Non si avvicinò, non l' accarezzò, come avrebbe voluto fare in realtà, felice che lei fosse lì e sana e salva, ma grazie a qualcuno che non era lui.

Aveva sempre provato quel senso di possessione nei suoi confronti, l'ossessione che sarebbe sempre e soltanto lui a salvarla; essere il suo eroe era sempre stato lo scopo che si era prefissato per avere la scusa per starle sempre accanto.

Era un egoista, perchè la voleva soltanto per lui, nessun altro avrebbe dovuto farla felice, come faceva lui, nessun altro avrebbe dovuto salvarla dai pericoli quando era solo lui ad avere quel privilegio.

Quando si erano allontanati, era arrabbiato perchè non capiva cosa li stesse separando così.

I nostri stramaledetti segreti. È tutta colpa loro” pensò il ragazzo, riversando la sua rabbia e la sua frustrazione in essi.

E con questi pensieri, il moro decise di uscire dalla stanza, in silenzio.

 

In seguito, l'ispettore e il detective vennero salvati; il signor Suzuki fu lasciato tranquillo a riposare, l'effetto dei sonniferi non era ancora svanito; anche il Dottor Agasa si riprese coi bambini che corsero come dei forsennati a chiedere notizie sugli ultimi avvenimenti.

Kaito aveva ripreso il travestimento del cameriere, sotto consiglio del cugino, che potè aggirarsi libero per i corridoi del dirigibile che era pronto a fare dietro front.

“Ehi Shinichi, ma tuo cugino?” gli chiese Ran.

“Probabilmente sarà in giro. Ma vorrei chiedervi di non dire ad Aoko della sua presenza” disse svelto il giovane detective.

“Perchè?” chiese Kazuha.

“Credo debbano chiarire alcune faccende da soli” disse Heiji.

“Aspettate, volete dire che è tuo cugino il ragazzo al quale alludeva all'inizio del viaggio? Quello per cui ti aveva scambiato, Shinichi?” disse Sonoko.

Peccato, era un ragazzo così carino”pensò tra di sé la giovane Suzuki.

“Sì, esatto, Sonoko” gli confermò il ragazzo.

“Insomma non è giusto, tocca sempre a voi grandi tutto il divertimento!” sbotto Mitsuiko.

“Guarda che non è stata una passeggiata, moccioso” disse Heiji irritato.

“Non avete catturato nessuno dei due ladri però” fece notare Genta.

“Abbiamo avuto altro a cui pensare” rispose Sonoko.

 

Nel mentre di quel battibecco tra persone che credevano che il peggio fosse ormai passato, un uomo rimasto nascosto, aveva deciso che era ormai giusto il momento.

Ormai ne ho le prove, so che è qui. Ce lo ha leipensò tra di sé.

Ormai il sole stava tramontando e nessuno si sarebbe accorto che un altro pericolo si aggirava su quel dannatissimo dirigibile.

 

Era ormai sera e Aoko che si era risvegliata da un pezzo, decide di concedersi una passeggiata per i corridoi, ormai sicuri del mezzo su cui era approdata quel giorno.

“Finalmente pace e tranquillità” disse tra sé.

Già, ormai possiamo stare tranquille. Il peggio è passato” irruppe Jeanne nei suoi pensieri.

“Secondo te, cosa voleva dire Beatrice quando ha detto che se non mi avesse uccisa lei lo avrebbe fatto qualcun altro?” chiese lei.

Quella frase l'aveva lasciata dubbiosa. Che sapesse qualcosa che lei non sapesse ancora?

Non lo so, magari era la sua solita convinzione che tutti muoiono assassinati. Comunque, penso piuttosto a come mai non ti abbia percepita quando eri me” le confidò la ladra.

“Ma si non pensiamoci più, ormai non ne abbiamo più motivo” disse Aoko, intenta a lasciarsi alle spalle quella brutta esperienza.

La ragazza, senza rendersi conto, si era ritrovata proprio in quella stanza dove avevano sconfitto il demone.

Era davanti alla porta d'ingresso ma si blocco quando vide una figura che stava davati alla teca, ormai vuota, della Lady of the Sky.

Kaito” ipotizzò la ragazza.

Si convinse che fosse lui quando un raggio si luna, penetrò per un attimo dai finestroni, illuminando la sua figura, seria, davati a quello che rimaneva della teca.

Mi chiedo cosa ci faccia qui e quando sia salito. Non mi pare di averlo notato a bordo” continuò ella con la sua solitaria riflessione.

Tornò a regnare il buio nella stanza ed Aoko, decise di uscire allo scoperto. Si avvicinò, facendo molto silenzio, a dov'era il ragazzo ma dovette nascondersi quando qualcuno entrò dalla porta.

Ma quella è Ran, ma cosa?” pensò mentre si nascose in un punto dove avrebbe potuto vedere tutta la scena, tuttavia non riuscì a sentire mezza parola.

 

La ragazza aveva corso per tutto il dirigibile nella speranza di trovare Shinichi. Lo aveva visto imboccare un corridoio ma poi si era persa, ritrovandolo quasi per caso nella stanza dove si erano ritrovati a fronteggiare il demone.

“Shinichi” sussurrò arrivata alle sue spalle.

Il ragazzo non si voltò ma disse solo:

“Ran, cosa ci fai qui?”

Per colpa della poca luce non lo vedeva bene in volto, ma la sua voce gli aveva confermato la sua identità.

“Shinichi, come mai sei qui?” gli chiese dolcemente.

“Nulla, pensavo a quello che è successo poco fa” disse, rimanendo sempre di schiena.

“Già, è stata una cosa orrenda” disse stringendosi le spalle, come se volesse proteggersi dal ricordo.

All'improvviso, come se volesse consolarsi, abbracciò il ragazzo da dietro, cogliendolo alla sprovvista.

Oh no, ora che faccio?” pensò il ragazzo.

“Shinichi, ti prego, non staccarmi da te” lo supplicò.

“Ran” disse, voltandosi verso di lei, sapendo che era troppo buio perchè potesse notare la differenza.

Si avvicinò a lei fino a che i loro visi non si sfiorarono.

 

Non poco distante da loro, una ragazza, avvolta dalle tenebre della notte, aveva visto l'intera scena.

Non aveva avuto bisogno di sentire cosa si stessero dicendo quei due, quello che aveva visto era bastato.

All'inizio era rimasta sconvolta da tutta quella loro confidenza che la portarono a chiedersi, come mai parevano conoscerlo tutti meglio di lei.

Poi ci fu l'abbraccio e aveva percepito dentro di lei come una fitta al cuore. Sentiva gli occhi bruciare, segno che le lacrime stavano cercando di uscire, ma le trattenne fino a che...

Perchè? Perchè devo sempre soffrire a causa sua? Perché non posso essere felice con lui?” si chiese mentre, alla vista di quello che le pareva un bacio passionale, era scoppiata in lacrime.

Riuscì, comunque, a non farsi scoprire e, nel silenzio della notte, scappò via col suo dolore. Aveva visto anche troppo ma abbastanza da sapere che lui non l'avrebbe mai amata come lei aveva scoperto di amare lui, con tutta se stessa.

Una volta nella sua cabina, chiusa a chiave per far si che nessuno la disturbasse, scoppiò in lacrime e liberò tutto il suo dolore.

Mi dispiace, Aoko”sentì dire da Jeanne, che l'aveva sempre sostenuta a tenere vivo il suo sentimento per lui.

“A quanto pare, sono destinata a soffrire” disse alla ladra tra i singhiozzi.

Libera tutte le tue lacrime e sofferenze, Aoko, vedrai che poi starai meglio”la consolò ma persino la ladra sapeva che non ci sarebbe riuscirà così facilmente.

 

“Ma che accidenti?” esclamò Ran per la sorpresa e completamente rossa per l'imbarazzo.

“Scherzetto, scusa Ran” le disse il ragazzo che, illuminato di nuovo dalla luna, scoprì la sua vera identità.

“Kaito! Come hai potuto?” lo rimproverò lei.

“Scusami davvero Ran, ma non ho saputo resistere”.

“Per fortuna me ne sono accorta in tempo! Non ci tengo a dare il mio primo bacio a te” gli confidò.

“Oh sì, lo so che preferisci mio cugino” disse beffandosi.

“Vai da lui, ti starà cercando e cerca di fare tutto quello che hai fatto a me ok? Anzi cerca di andare a fondo, stavolta” continuò il ragazzo e lei corse via, seguendo il suo consiglio.

“Non una parola con nessuno, intesi?” le disse lei prima di andare via.

“Sì, intesi, ora vai” gli disse, restando di nuovo solo coi suoi pensieri.

 

“Bene è il momento” disse l'uomo che fino ad allora era rimasto in disparte.

“Allora possiamo agire?” disse la donna nella stanza con lui, intenta a fumare una sigaretta.

“Sì, direi proprio di sì. Ho aspettato a lungo questo momento” disse spegnendo la sua sigaretta, spezzandola in due nel posacenere.

“Atteniamoci al piano e andrà tutto liscio come l'olio” continuò l'uomo, baciando con passione la donna che era con lui. Approfondendo il bacio, spingendosi sempre più oltre fino a che non si ritrovarono l'uno sull'altra a gemere di piacere per il momento d'estasi.



Angolo autrice:
mi sono messa sotto e sto finendo di scriverla a tempo di record anche perchè lìho abbandonata un pò troppo e ho deciso di rimediare, cercando di postare un capitolo al giorno ;) 
Spero che la storia nel complesso vi piaccia ;) 
Avete capito quale sarà il prossimo avversario che dovranno affrontare i nostri eroi? :) 
Ringrazio, come sempre, coloro che hanno commentato e seguito la storia, nonostante la mia lunga assenza in questa sezione :) ma come già accennato, mi sto dedicando ad altre storie ;) 
Alla prossima 
KIss KIss
Scarlett

 

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Capitolo 15
*** Se solo tu sapessi... ***


Capitolo 14. Se solo tu sapessi...

I due, dopo aver dato sfogo alla loro passione, uscirono dalla sala fumatori dove erano rimasti per tutto il tempo.

Quei terroristi del Gatto Siamese Rosso, aveva fatto perdere loro un sacco di tempo prezioso e adesso gli toccava agire all'ultimo secondo.

Dovevano ammettere però che avevano dato loro il tempo di escogitare un piano migliore di quello che si erano prefissati.

Grazie a loro, infatti, avevano potuto scoprire dove di trovava con esattezza l'oggetto che tanto ambivano.

Jeanne e Kid erano un problema ma, siccome la gemma di loro interesse era andata perduta, sapevano che non avevano più motivo per restare e che, con molta probabilità erano scappati via.

“Tu occupati della ragazza, io penso a metter paura agli altri” disse lui e si divisero.

La donna eseguì e andò dritta verso il suo obiettivo.

 

“Ran dove ti eri cacciata?” la rimproverò Kazuha.

Lei a quella domanda arrossì leggermente.

“Cercavo Shinichi” disse lei.

“Ma è sempre stato qui” le fece notare la sua migliore amica.

“Sul serio?” disse lei, sentendosi sempre più ridicola per la scena di prima con Kaito, che poco dopo, fece il suo ingresso.

Andò dritto verso Shinichi ed Heiji e parlarono tranquillamente; ad un tratto, Kaito si voltò verso la ragazza e le fece un cenno con la mano.

“Ran, che succede?” le chiede Sonoko, curiosa e con occhio sospetto.

“Nulla, assolutamente nulla” disse lei, cercando di essere più convincente possibile.

“Va bene se non vuoi dircelo, libera di farlo” le disse Sonoko, un po' delusa.

“Ma dove sono i marmocchi” chiese Heiji all'improvviso, non notando i quattro ragazzini petulanti.

“Il dottor Agasa li ha messi nella loro stanza e si sono addormentati” gli rispose Shinichi.

“Come se non li avessi fatti dormire abbastanza” disse Kaito molto sorpreso del fatto che avessero ancora sonno.

“E Aoko?” gli chiesero le ragazze che li avevano raggiunti, nel frattempo.

“L'ho lasciata che dormiva ancora nella sua stanza, magari è svenuta per lo spavento. Non ho avuto il coraggio di svegliarla” ammise il ragazzo.

“Cosa ti preoccupa, cugino?” gli disse di modo che solo lui avesse potuto sentirlo.

“Un sacco di domande senza risposta” sussurrò lui, più a se stesso che a loro.

Purtroppo per loro, quella pace era destinata a finire presto.

“Bene, bene, speravo di trovarvi tutti qui insieme. Finalmente posso agire indisturbato” disse l'uomo puntando loro una pistola.

Aveva ottenuto l'effetto sorpresa che desiderava, infatti, molti lo guardarono stupiti e terrorizzati.

“Signor Takamichi, ma che storia è questa?” disse il detective Goro.

“Ma come non ci arriva da solo, detective Goro?” disse lui, mostrando un sorriso maligno.

“Fa parte dei terroristi del Gatto Siamese Rosso?” chiese l'ispettore Nakamori, ringraziando il cielo che Aoko non era lì.

“Assolutamente no, loro sono stati solo un contrattempo sulla tabella di marcia” confidò lui.

“Allora chi sarebbe?” chiese Shinichi.

“Io sono qui per un altro gioiello” disse l'uomo e l'ispettore si incupì.

Possibile che...” si ritrovò a pensare.

“Non ci sono altri oggetti preziosi sul dirigibile” informò Heiji.

“Davvero? Ne siete assolutamente certi?” chiese, sperando di suscitare il loro interesse e stupore, quando una donna, la cameriera che avevano messo in quaranteno con il finto reporter, non entrò trascinando con sé una ragazza dai capelli castani, ancora sconvolta.

No, perchè deve succedere questo?” si ritrovò a pensare un ragazzo liceale che mai e poi mai avrebbe pensato che il destino ce l'avesse tanto con lui.

 

Aoko era nella sua stanza che stava esaurendo ormai le sue lacrime.

Quello che aveva visto l'aveva sconvolta moltissimo: mai e poi mai avrebbe pensato che Kaito avesse una storia in gran segreto con una ragazza che pensava fosse felicemente fidanzata col cugino.

“Quanto vorrei dimenticare...” disse tra sé e fu allora che accadde.

La gemma che aveva al collo brillava intensamente.

“Ma cosa..” non fece in tempo a finire la frase che una ragazza si materializzò di fronte a lei, dalla luce emessa dal gioiello che aveva al collo praticamente da sempre.

“Non temere, non ti farò alcun male” le disse. Dal suo viso non traspariva emozione alcuna e questo rese Aoko ancora più malinconica.

Come se sapesse cosa sto provando”.

“Sì io so sempre quello che provi. Ed è giunto il momento che tu sappia chi sono io” le confidò.

“Io sono Pandora e sono lo spirito della gemma che porti al collo da più di dieci anni. Fui io a chiedere a tuo padre di affidarmi a te e sono così contenta che tu mi abbia ripresa con te”.

“Pandora? Non capisco, cosa vuoi dirmi?” le chiese.

“Quello che mi è successo davvero. I tuoi nonni non ti hanno detto propriamente tutto” le rivelò lo spirito.

Quand'è che mi dicono tutto a me?”

“Cos'altro dovrei sapere?”

“La mia vera storia. Io non sono semplice frutto della magia dello stregone che mi creò, ma sono lo spirito della su defunta moglie. Per non farmi morire, mi rinchiuse in questo gioiello, ma non fu solo quello che introdusse. In preda all'odio e alla disperazione, i sentimenti più contrastati in lui si fusero come me, dandomi un potere immenso e pericoloso. Mi diede il potere di esaudire ogni suo desiderio, anche quello più impossibile. Il giorno della sua esecuzione, esaudì l'ultimo: quello di morire e trascinare con sé nell'oblio tutti coloro che avevano ucciso me ed ilo nostro futuro insieme. Ma quel desiderio, per me, si mutò in maledizione. Da allora la tua famiglia mi ha sempre protetta. Ascolta, la tua missione è quella di far in modo che nessuno possa mai trovarmi; se una persona da cattive intenzioni mi adoperasse, alimenterebbe la parte negativa del mio potere e per lui sarebbe la fine” finì di raccontare.

Aoko aveva ascoltato ogni dettaglio e aveva capito la sua richiesta e come mai i suoi nonni non volessero che la tenesse con se.

“Ma se lo farebbe qualcuno con buone intenzioni, alimenterebbe la tua parte positiva, giusto?”

“Sì, ma ad un prezzo”

Avrà quello che merita” disse le parole esatte che i suoi nonni le avevano detto quel giorno.

“Sì, esatto. Vorrei non farlo ma non posso farne a meno; la maledizione è troppo potente e non posso ribellarmi; sono prigioniera dei sentimenti negativi che popolano questo mondo da secoli”.

“C'è un modo per spezzare la maledizione?” chiese ma Pandora sparì prima che potesse aggiungere altro.

Non stare in pena per me, ma fai attenzione, vengono per catturarti e per impossessarsi di me” le disse Pandora nella sua testa ed il bagliore dal ciondolò sparì così come era apparso.

In tempo perchè una cameriera irruppe nella sua stanza.

“Ma che succede?” le chiese, ma le parole le morirono in gola perchè si ritrovò una pistola puntata su di essa e una presa salda per i capelli che la trascinavano fuori dal suo nascondiglio.

“Ora fai silenzio e vieni con me. Hai qualcosa che noi vogliamo” le disse, trascinandola per i corridoi.

Vogliono Pandora, devo impedire che la prendano, ma come?” sperava che Jeanne sentisse la sua richiesta di aiuto ma non la sentì rispondere.

 

Venne catapultata dentro una stanza, ci mise un po' prima di mettere a fuoco la situazione. E, quando lo fece, non le piacque per nulla.

Era dentro la sala bar e, con orrore, notò che erano tutti lì: suo padre, il detective Goro, Shinichi, Hejii, Kazuha, Sonoko... Ran e Kaito.

A quel pensiero tornò quella sensazione di pesantezza al cuore.

Incontrò, per un attimo, lo sguardo del ragazzo e vi lesse terrore; non sapendo se aveva paura per la situazione o per lei.

Oh, Kaito, se solo tu sapessi... ma non posso. Per questo ti ho voluto allontanare. Non avrei mai voluto che ti mettessi in pericolo per colpa mia”disse, abbassando lo sguardo.

“Aoko!” fu suo padre a chiamarla.

“Lasciatela subito!” continuò lui.

“Nemmeno per idea; le ha qualcosa che noi vogliamo” disse lui.

Che cosa vogliono da lei?” si domandò un Kaito sempre più confuso.

“Ma prima, per evitare altri problemi...” disse lui, ammanettandoli con le manette che aveva rubato ai vari poliziotti, agli scorri mano che c'erano lungo i finestroni, per impedire qualsiasi gesto eroico o qualche possibile fuggitivo; non che ce ne fossero di vie di fuga.

“Così starete buoni, lasciandoci agire indisturbati. Godetevi lo spettacolo, giovani detective” disse lui, avvicinandosi pericolosamente alla loro prigioniera.


Angolo Autrice:
Come promesso, ecco un altro capitolo ;) 
spero vi sia piaciuto! :) Cosa succederà adesso? cosa vorranno mai da AOko e chi sono questi due? ;) 
Lascio a voi le conclusioni ;) fatemi sapere con un commentino qui sotto ;) 
Al prossimo aggiornamento ;)
Kiss Kiss
Scarlett

 

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Capitolo 16
*** Il Vero Potere di Pandora ***


 

Capitolo 15. Il vero potere di Pandora

“Lasciatemi! Io non ho quello che volete!” urlò nel tentativo di liberarsi dalla presa ferrea della donna, che non l'aveva lasciata un secondo.

“Sta zitta ragazzina!” le disse buttandola a terra, facendole sbattere violentemente la testa.

Aoko, per il dolore, si era voltata con il viso verso il pavimento, massaggiandosi il capo.

Sapeva cosa volevano da lei, lo sapeva benissimo, ma si chiedeva come sapevano che ce l'aveva lei.

Insomma, aveva sempre fatto attenzione a non farsi mai vedere in giro, lo aveva sempre tenuto sotto la maglia della divisa. D'estate lo nascondeva nella borsa o in tasca, se metteva qualcosa di troppo scollato.

Che la spiassero da tempo? Proprio non se lo spiegava.

Magari non vogliono il mio gioiello” pensò speranzosa per un momento.

“Cosa volete da me?” chiese alla fine.

“Il tuo gioiello” le disse la donna.

L'ispettore sbiancò, non se lo aspettava che qualcuno lo avesse scoperto; tutti gli altri, invece, erano rimasti di sasso. Si chiedevano quale gioiello avesse mai la ragazza.

Kaito la conosceva da una vita ed era certo che non portasse gioielli con sé.

Un improvvisa morsa allo stomaco lo pervase: aveva appena avuto una brutta sensazione, che sperava con tutto se stesso che si sbagliasse.

Si irrigidì di colpo e serrò così tanto i pugni da far diventare le nocche bianche e le unghie che tagliavano i palmi delle mani.

Lei è di nuovo in pericolo e io non posso aiutarla. Maledizione!” imprecò il ragazzo nella sua testa.

“Kaito, sta tranquillo, troveremo un modo per fermarli” lo consolò Shinichi che si era accorto della sua tensione.

Come darti torto, cugino” si disse, capendo le sue sensazione, perfettamente.

“Shinichi ha ragione, la salveremo” si intromise Ran avendo ascoltato il discorso e intuito cosa potesse provare il ragazzo per la figlia dell'ispettore.

Peccato che Kaito ne sembrava sempre meno convinto.

Aoko, dal canto suo, distesa a terra e dolorante, non sapeva come fare per impedire ai quei due delinquenti di prendere Pandora.

Così decise di prendere più tempo possibile, cercando di dare la possibilità a suo padre, Kaito e tutti gli altri, di scappare.

“Ma voi chi siete? Che cosa volete?” disse, con voce disperata.

“Noi siamo cacciatori di tesori leggendari, la copertura da reporter e cameriera servivano solo per intrufolarci qui. Un organizzazione ci ha pagato fior di quattrini per prendere questo gioiello!” disse Takamichi.

“A quale scopo?” chiese poi Shinichi.

E Kaito fu maledettamente certo di che Organizzazione stesse parlando. Non pensava avrebbero coinvolto dei cacciatori di tesori per arrivare al loro scopo primario. Fu allora che il ragazzo non ebbe più dubbi su che tipo di gioiello fosse. Aveva solo mille domande che gli frullavano per la testa che avrebbe potuto fare alla ragazza e tutti iniziavano con la parola perchè.

Il senso di colpa lo attanagliava dentro perchè non sarebbe riuscito a salvarla nemmeno stavolta ma, dall'altra parte, la rabbia saliva sempre di più sia verso quei due sia verso la ragazza, che mai e poi mai si sarebbe aspettato che le nascondesse proprio l'oggetto che tanto bramava. Pensare di averlo sempre avuto sotto il naso e non saperlo, gli avrebbe risparmiato certi guai come Kid, il ladro fantasma. Anche se si divertiva nei suoi furti, mostrando le sue doti di mago illusionista, avrebbe volentieri fatto a meno di quella doppia vita.

“Sapevamo dell'esistenza di un gioiello unico, chiamato Pandora. Quest'organizzazione un giorno ci contattò per trovarlo e consegnarglielo, noi accettammo e ci dissero che ci avrebbero dato tutto il denaro che volevamo una volta che fosse stato nelle loro mani. Io e mia moglie, Juno, abbiamo dedicato gli ultimi dieci anni a trovarlo, con scarsi risultati, fino ad oggi” disse e i tre liceali gelò il sangue nelle vene, intuendo dove sarebbe potuto cadere il discorso.

“Vedete questo fantastico gioiello avrebbe la facoltà di esaudire i desideri delle persone, non è meraviglioso? Ma nessuno ha mai scoperto che forma avesse o dove fosse sparito” continuò l'uomo.

Già altrimenti non starei a cercarlo da ormai più di un anno” pensò Kaito tra sé.

“Da qualche tempo abbiamo scoperto la sua posizione, grazie anche ad una serie di ricerche storiche e siamo risaliti a questa ragazzina” disse la donna, indicando Aoko per terra dolorante.

“E con quale logica?” disse Kaito, stavolta fu lui a parlare e iniziò a pensare che quello potesse essere un motivo che l'avesse spinta ad allontanarsi sempre di più; se il ragazzo aveva ragione e lei avesse davvero il gioiello, come loro sostenevano, allora avrebbero avuto molto di cui discutere.

Si chiedeva come non se n'era mai accorto prima, erano quasi sempre insieme, lo avrebbe notato un gioiello addosso all'amica se ne avesse avuto uno e non avrebbe perso tempo ad analizzarlo.

“Semplice, la storia di quel gioiello narra di chi lo creò, un uomo che si dice praticava la magia, decise di usarlo per vendetta, dopo che gli fu uccisa la moglie, egli desiderò che i colpevoli morissero. Dopo una violenta esplosione causata dal suo desiderio, dell'uomo e del gioiello si perse ogni traccia. Ma recenti scoperte ci hanno portato alla teoria che qualcuno lo prese, per evitare che causasse altri disastri come quello, fu nascosta da una famiglia di modo che nessuno la trovasse mai. Generazione dopo generazione se lo sono tramandati, fino a lei: Aoko Nakamori, figlia di Hano Hogosha, famiglia custode del gioiello denominato Pandora” disse l'uomo, portando l'attenzione su Aoko e su suo padre, l'ispettore Ginzo Nakamori.

No, non voglio crederci! È sempre stata sotto al mio naso e non l'ho mai capito. Perchè Aoko non me lo hai mai detto?” pensò Kaito con un misto di tristezza e rabbia.

Aoko, con gli occhi velati di lacrime, posò il suo sguardo sul ragazzo e vi lesse solo rabbia nei suoi confronti.

Avevano raggiunto il punto di non ritorno, pensò tra lei.

Perdonami, Kaito” si voltò dall'altra parte e fece scendere le lacrime, nascondendosi a tutti.

“Ispettore Nakamori, è tutto vero?” chiese Shinichi, scioccato da quelle rivelazioni.

“Sì, è una storia ben più complicata di così, ma è vero. Affidai il gioiello ad Aoko quando aveva appena quattro anni” ammise, ormai non aveva più senso mentire.

Appena quattro anni? Quindi sono dieci anni che me lo tiene nascosto? Come ha potuto? Si sarebbe potuta fidare di me, non lo avrei detto a nessuno!” si disse il ragazzo.

“Abbiamo aspettato a lungo questo momento. Finalmente possiamo consegnare il gioiello a quegli uomini e riscattare la nostra ricca ricompensa” disse l'uomo afferrando per il collo Aoko, rovistando sotto la scollatura della maglietta.

Aoko, impaurita da quel contatto, cercò di dimenarsi con tutte le sue forze ma la sua compagnia la bloccò in tutti i modi per farla star ferma.

Lei urlò e si dimenò più che potè; Kaito, non volendo guardare una cosa simile, si voltò dall'altra parte.

“Basta! Lasciatemi! LASCIATEMI STARE!” urlò lei e una luce scaturì dal suo petto e scaraventò via i due individui che le stavano addosso.

La ragazza fu avvolta da una luce, che accecò i presenti, aprì gli occhi e tutto attorno a lei era come svanito. Si mise a sedere e davanti a lei si materializzò Pandora.

“Cosa è successo?” chiese la ragazza.

“Io ho una volontà mia e decido io da chi farmi toccare” disse con il suo solito sguardo impassibile.

“Ma Jeanne?” chiese non sentendola più dentro di sé, si era preoccupata.

“Ho creato un distacco momentaneo tra voi. Per questo Beatrice non ha percepito la tua presenza prima. Per questo tu non sei caduta sotto il suo controllo. Ho creato attorno a te, alla tua mente, una barriera che impedisse qualsiasi contatto con te” le confidò.

“Ti prego Pandora, aiutami a salvarli tutti. A tirarci fuori da questa situazione, pagherò qualsiasi prezzo” disse tra le lacrime.

“Va bene” le disse senza mai staccarle gli occhi di dosso.

“Ho deciso” disse poco dopo “voglio il tuo sentimento più grande, voglio l'amore che provi per la persona più importante della tua vita” le disse.

A quelle parole, Aoko rimase di sasso. La guardò, incredula dalle parole che aveva appena udito.

Poi si ricordò che lei aveva già desiderato una cosa simile.

Con le lacrime che le annebbiavano la vista e col cuore spezzato, prese la sua decisione.

“Accetto”


Angolo Autrice:
Eccomi qui. Stiamo arrivando alla parte della storia che non vedevo l'ora di scrivere e pubblicare XD
La parte è quella che mi ha ispirato il titolo di questa Fiction (A DRamatic Turn Of Events = una svolta drammatica degli eventi).
Spero possa piacere anche a voi. 
Ammetto che sto scrivendo questi ultimi capitoli con un sottofondo musicale. (Blue - A Chi Mi Dice e Backstreet Boys - Incomplete e Inconsolable) XD
Che ne pensate del prezzo chiesto dallo spirito della gemma? Cosa ha spinto Aoko ad accettare? quali potebbero essere le conseguenze legate a questa decisione?
Domani lo scoprirete XD
Grazie a chi mi sta seguendo e chi commenta ;) 
Alla prossima
Kiss Kiss
Scarlett

 

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Capitolo 17
*** se questo è ciò che desideri... ***


Capitolo 16. Se questo è ciò che desideri...

Voglio il tuo sentimento più grande, voglio l'amore che provi per la persona più importante della tua vita”.

Quella frase era rimbombata a lungo nella testa di Aoko per tutto il tempo, prima di acconsentire.

“Cosa accadrà quando te lo prenderai?” le chiese.

“Ti dimenticherai di quei sentimenti, ti dimenticherai di quella persona, come se non fosse mai esistita, così come dimenticherai di aver provato amore nei suoi confronti, per sempre” le disse.

“Forse io non merito di provare questo sentimento, forse io non merito di amarlo. Quello che eravamo non aveva più senso. Non ha mai avuto senso! È giusto che sia così” disse piangendo.

“E cosa accadrà a Jeanne? Tornerà tutto come prima?” chiese ella.

“No, lei si addormenterà. Se mai un giorno proverai di nuovo amore lei si risveglierà” le confidò.

“Non morirà allora” constatò lei.

“No” le confermò.

La luce si dissolse, lasciando Aoko in lacrime, seduta per terra. Quando aprì gli occhi vide che era tornata sul dirigibile.

Era giunto il momento. Pandora avrebbe realizzato il suo desiderio.

Lei si voltò, guardò Kaito che ancora si ostinava a non ricambiare il suo sguardo.

Guardò, poi, suo padre che la guardava con occhi preoccupati. Lei gli rivolse un sorriso, per farlo stare meno in pensiero.

“Perdonami, papà, non manterrò quella promessa” gli confidò sperando che capisse il significato di quella frase.

L'ispettore sembrò pensare a lungo su quelle parole e poi capì.

“No, Aoko non farlo ti prego! Non puoi fare una cosa simile” lo supplicò Ginzo.

“Mi dispiace, papà, l'ho già fatto. Ho espresso il mio desiderio” disse diretta e tutti stavolta si voltarono verso di lei.

Kaito la guardò stavolta, con occhi di stupore; quella frase non gli piacque nemmeno un po'. Aveva sentito cosa avevano detto sulla faccenda dei desideri rivolti a Pandora e non era mai successo nulla di buono.

“No, non puoi farlo” gli disse, trovando la forza di rivolgerle la parola.

“Mi dispiace, Kaito, ma non devi temere, si sistemerà tutto. Non soffrirai, te lo prometto” gli disse, convinta che se lei non ricordava più nulla, lui sarebbe stato più libero di amare quella ragazza.

“Come fai a dirlo?” gli chiese di getto.

“Perchè lo so. Sono stata contenta di averti conosciuto quel giorno” gli disse lei, con gli occhi lucidi.

Kaito era dubbioso, non capiva perchè gli avesse detto una cosa simile.

Cosa diamine voleva dirmi con quella frase?”.

Aoko si alzò in piedi, si tolse il gioiello e lo mostrò a tutti.

Kaito vide Pandora per la prima volta: un meraviglioso zaffiro a forma di stella a sette punte, brillava come non mai. Ebbe la conferma della sua veridicità quando la ragazza lo sollevò fin sopra alla sua testa, facendolo incontrare con un raggio di luna e vide il bagliore rosso.

“Non temete” disse loro la ragazza “andrà a finire tutto bene”.

“No, non lo fare!” la supplicò il padre ma fu troppo tardi.

Una luce più accecante di prima, scaturita dalla gemma, si fece via via più intensa, avvolgendo tutto il dirigibile e coloro che vi erano sopra.

“Desidero che quest'incubo finisca, una volta per tutte e che tutti siano salvi” sussurrò Aoko, di modo che solo la gemma potesse sentirla.

Kaito, io ti amo, ti ho sempre amato. Mi dispiace non essere riuscita a dirtelo, ma èì stato meglio così. Spero che tu sia felice, con l'amore della tua vita. Addio Kaito, addio per sempre”.

E così fu e la gemma andò in mille pezzi, come i sentimenti di Aoko che svenne subito dopo priva di sensi.

 

I presenti vennero accecati e avvolti da quella luce che, per un momento, li estraniò da tutto ciò che avevano intorno.

Si ritrovarono sospresi, nella luce più intesa che abbiano mai visto.

“Ma che sta succedendo?” chiese Heiji chiaramente stranito e infastidito da quella situazione.

Era accaduto tutto troppo in fretta e non avevano capito il gesto della ragazza, nessuno tranne lui.

Kaito aveva capito cosa avesse fatto: aveva chiesto alla gemma di salvarli tutti, ma a che prezzo, si chiese.

Era troppo adirato con lei per tutto quello che le aveva tenuto nascosto per andare oltre a quel pensiero; era troppo arrabbiato per cercare di capire le sue ragioni, era troppo arrabbiato per capire che, in fondo, lo aveva fatto anche lui con lei.

“Non temete siete tutti salvi” disse una voce che non seppero identificare.

“Chi ha parlato? Fatti vedere?” pretese Shinichi.

Ed ella si materializzò: era una donna molto bella, con un lungo abito bianco, lunghissimi capelli color oro e un paio di occhi blu che esprimevano felicità e malinconia.

“Tu chi sei?” chiese Ran, che ammirava la bellezza di quella donna.

“Mi definivano Pandora, fino a poco tempo fa” confidò ella, “io ora sono la Speranza” disse.

“Ma come è possibile? Cosa è successo?” chiese Kaito sempre più confuso da quella situazione.

“Ora vi spiego. Per salvarvi tutti, Aoko ha scelto di esprimere un desiderio a me, sapendo che io le avrei chiesto qualcosa in cambio. Ho espresso il suo desiderio e ora siete tutti al sicuro; vi ritroverete sempre sul dirigibile ma già arrivati a destinazione. Gli uomini che vi hanno attaccato non ci saranno più, perchè saranno in un altro luogo senza il ricordo di ciò che è appena successo” disse, ma non fece in tempo a continuare che la interruppero.

“Cosa le hai chiesto?” chiese Kaito.

“Le ho chiesto di donarmi il suo sentimento più grande, ovvero, l'amore che prova verso di te. Grazie ad esso sono diventata la Speranza, spezzando il mio legame con la gemma, liberandomi”.

“L'amore che prova verso di me?” chiese il ragazzo, come in trance. Quando aveva pronunciato quella frase, gli era crollato il mondo addosso e si stupì di come il suo amore per lui avesse liberato lo spirito dentro la gemma, cambiandola.

“Sì, ragazzo, era talmente grande che sono riuscita a liberarmi”

“Ma che ne sarà di lei adesso?” chiese Kazuha.

“Lei si dimenticherà di te, anzi lo ha già fatto” disse malinconica.

“COSA?” esclamò allarmato Kaito.

“Ma perchè lo hai fatto?” chiese Ran con disapprovazione.

“Perchè me lo ha chiesto lei” disse, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.

“Perchè mai ti avrebbe dovuto chiedere una cosa simile?” intervenne Sonoko in quella discussione.

“Perchè, a causa sua, stava soffrendo troppo” spiegò, con la sua solita calma, indicando Kaito.

“Credeva che io non soffrissi? Credeva che mi andasse a genio il fatto che mi aveva allontanato da lei senza motivo? Ha fatto tutto questo perchè credeva che...” disse lui senza continuare quella frase, gli faceva ancora troppo male.

“Restituiscile i suoi sentimenti per me!” esclamò all'improvviso, non era una richiesta.

“Non posso” ammise la donna.

“Perchè?” chiese, ormai stava per cedere. Non avrebbe retto alla frustrazione e all'angoscia che si erano impossessati di lui in quel momento, quando scoprì cosa lei provava per lui e cosa fosse appena successo.

Lei non rispose, allora decise.

“Se non lo farai tu, lo farò io! A costo di farla innamorare di me un'altra volta! A costo di dover rifare tutto da capo con lei! A costo di entrare a forza nella sua vita pur di farne parte! A costo anche di farmi odiare da lei; io la riavrò con me!” urlò.

“Sei disposto a fare quello che hai detto solo perché ella si ricordi di te?” le chiese.

“Sì” disse lui con decisione.

Sapeva che gli avrebbe chiesto un prezzo, come aveva fatto con lei, ma non gli importava purché lei tornasse con lui. Non gli importava cosa gli avrebbe chiesto, perché per lui nulla aveva più senso senza di lei. Nulla aveva più senso se non avesse più avuto il suo amore per lui, soltanto per lui.

“Io sono la Speranza e vi offro una tregua: se riuscirai nel tuo intento, se riuscirai ad essere onesto con lei e con te stesso, se provi il suo stesso sentimento in egual misura, ella potrà ricordare tutto”.

“E se fallisce?” chiese Ran, timorosa.

“Se lui fallirà, lei non proverà mai più amore, per nessuno. E tu rimarrai col rimorso di aver fallito”.

Detto questo, ella svanì nel nulla e si ritrovarono esattamente sul dirigibile già ancorato a terra, alla fine del suo lungo e tortuoso viaggio.



Angolo Autrice:
eccomi qui, di nuovo! Dai resistete, mancano solo più 3 capitoli alla fine di questa storia ;) 
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo ;)
Ringrazio tutti per aver messo la storia nelle tre categorie, aver commentato o anche solo visualizzato.
Come credete andrà avanti adesso? Cosa farà Kaito dopo tutto quello che è successo??
Lo scoprirete domani ;) 
Alla prossima
Kiss Kiss
Scarlett

 

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Capitolo 18
*** La memoria di Aoko ***


Capitolo 17. La memoria di Aoko

Era trascorsa una settimana da allora e Aoko viveva la sua vita come sempre, tra scuola e a casa a badare ai nonni.

Nessuno le aveva chiesto nulla riguardo a quella gita sul dirigibile, dopo quello che era successo, Ginzo chiese a loro di tacere e di non dare missioni a Jeanne, che da allora, pareva sparita nel nulla. Pareva che nemmeno Aoko ricordasse più la sua presenza in lei della ladra.

Kaito era allibito già dal primo giorno che tornarono a scuola; sembrava che nessuno si ricordasse della loro storica amicizia. A quanto pareva, Pandora, o meglio Speranza, aveva fatto in modo che per lui non sarebbe stato facile far in modo che si riappropriasse del suo ricordo.

Così fu obbligato a ricominciare davvero tutto da capo.

 

***

 

Il primo giorno, l'aveva notata sulla strada per andare a scuola e si era avvicinato.

“Ciao” le disse appena raggiunta.

Lei si era limitata a guardarlo, stranita.

“Ciao, tu chi sei?” gli chiese e questa domanda gli fece più male di quanto non si sarebbe mai aspettato.

“Io sono Kaito Kuroba, piacere di conoscerti” decise di usare le stesse parole della prima volta.

“Oh, io sono Aoko Nakamori, il piacere è mio. Sei della mia stessa scuola!” disse lei notando la divisa del ragazzo.

“Sì, esatto. Per la precisione, siamo nella stessa classe” gli confidò.

“Davvero? Che strano non mi ricordo di te”.

Altra pugnalata per lui.

“Magari non ci hai fatto mai davvero caso” disse lui per trovarle una scusa.

“Si probabilmente hai ragione” disse.

Fecero il resto della strada in religioso silenzio. Lui non sapeva cos'altro dire, cosa fare perchè si ricordasse di lui.

Entrando in classe, si stupì da non essere invaso dalle prese in giro dei compagni su una loro presunta relazione, come se nemmeno loro si ricordassero che loro due si conoscevano.

L'unica che pareva sapere tutto era Akako. Essendo lei una strega, quel tipo di sortilegio non l'aveva minimamente sfiorata.

“Quindi lei non ricorda più chi sei” gli disse arrivando alle sue spalle.

“Già” annui solo, non si stupì più nemmeno del suo comportamento da io-prevedo-ogni-cosa-e-quindi-so-tutto!

“Bè forse hai ancora una speranza per far si che torni tutto com'era”.

“Ma non so come fare” ammise, più a se stesso che alla strega dai capelli scarlatti alle sue spalle.

“In realtà sai già cosa fare, Kuroba, è che non hai il coraggio di farlo” disse lei e se ne andò.

Che abbia ragione?” si chiese il giovane.

Si voltò a guardarla e si rese conto di com'era felice e spensierata, senza di lui.

Non era però quella bambina cocciuta che era abituato a vedere, sempre adirata con lui e con tutti i fan del ladro gentiluomo; non aveva più la solita espressione triste dopo una loro lite, non vedeva più il suo sorriso quando gli porgeva una rosa, per chiedere semplicemente scusa o per il gusto di farlo.

Gli mancavano quei momenti in cui gli dava attenzioni, quei momenti in cui l'aveva tutta per sé, i momenti in cui, come Kid, la spiava dormire dalla finestra della sua camera.

No, pensò tra sé il ragazzo che avrebbe riavuto il suo amore per lui a qualsiasi costo.

 

Aoko si sentiva felice, a scuola andava bene e anche a casa, ma sentiva che le mancava qualcosa dentro.

Cosa sarà?” si chiese, ma non si soffermò molto sul problema.

Stava tornando a casa, ma non era sola. Accanto a lei c'era il ragazzo che si era avvicinato a lei quella mattina.

Appena lo aveva visto si era spaventata, non lo conosceva e non sapeva cosa volesse da lei. Aveva poi notato la divisa della sua scuola e allora di era tranquillizzata.

Strano che non si fosse mai accorta di lui in classe, un tipo così lo avrebbe certamente ricordato, ma cacciò subito quel pensiero dalla testa.

“Anche tu devi fare questa strada per tornare a casa?” gli chiese per rompere quel silenzio.

“Sì esatto” rispose lui chiaramente sorpreso per quella domanda.

“Scusa se te lo chiedo, ma da quanto siamo in classe assieme?” gli chiese lei.

“Dalla prima liceo” rispose solo.

“Che?! Scherzi vero? Non è possibile che non ti abbia mai notato prima?!” esclamò lei sbigottita dalla scoperta.

“Già me lo chiedo anche io” sussurrò lui, sperando che non l'avesse sentito.

Dopo qualche minuto di silenzio, fui Kaito a parlare di nuovo: aveva bisogno di sapere quanto esattamente non ricordava. Doveva sapere quanto in profondità aveva scavato Pandora per rimuoverlo così dalla sua testa.

“Hai mai sentito parlare del ladro Kid?” chiese lui.

“Oh sì, mio padre gli da la caccia, sai lui è un ispettore di polizia. Ma ancora non lo ha preso” disse lei, come se nulla fosse.

Non aveva mostrato nessun tipo di reazione a quel nome.

“Che pensi di lui?” domandò.

“Oh, credo che sia un grande ladro, geniale. Ma non capisco il suo modo di fare. O perchè lo faccia. Ma poco importa, sembra essere sparito nel nulla” disse, impassibile.

Non è solo me che dimenticato, ma proprio cosa vuol dire amare. Lei non prova più questo tipo di sentimento, per nessuno!” pensò il ragazzo, comprendendo quello che gli era realmente accaduto.

La vera conseguenza del suo desiderio era stato il prezzo che aveva dovuto pagare per salvare loro la vita. Il prezzo era stata la sua capacità di amare incondizionatamente la persona che aveva a fianco.

Perchè mai avrebbe accettato una simile condizione?” si ritrovò a pensare mentre la guardava camminare: sguardo dritto e senza nessuna preoccupazione.

È vero, avevano sempre avuto un rapporto fatto di liti, riappacificazioni, fraintendimenti ma dubitava fosse solo per quello.

“Senti, visto che dobbiamo fare la stessa strada, che ne dici se andiamo insieme a scuola? Ti aspetto domani mattina?” chiese lui.

“Ma certo, perchè no!” disse lei, entusiasta.

 

***

 

Ed era iniziata così, la loro nuova amicizia. Col passare di quella prima settimana, anche con Kid aveva pian piano chiuso tutti i ponti; lo faceva ogni tanto per far divertire i fan nulla di più, ma ormai era rimasto un hobby.

Ora il suo problema era cercare di far provare ad Aoko di nuovo dei sentimenti.

Non era facile, soprattutto perchè lui ricordava tutto, ogni singolo momento, triste o felice che fosse. Ogni litigata, ogni momento di tenerezza, tutto.

L'impulso di prenderla e raccontarle tutto era ogni giorno più forte ma doveva trattenersi.

Così, mentre camminavano per tornare a casa, gli venne un idea, sperando che potesse aiutare la ragazza a ricordare.

“Ehi, ti va di venire con me in un posto questo week end?” le chiese.

“Volentieri e dove?” disse Aoko felice per quella richiesta.

“Lo scoprirai” e con queste parole la salutò ed entrò in casa.

 

Aoko, non sapeva perchè, ma con quel ragazzo si sentiva a suo agio, come se si conoscessero da sempre.

Non essere sciocca, Aoko. È già stata una figuraccia ammettere di non averlo mai notato in classe”.

Però, dovette ammettere a se stessa, che era molto carino.

Da quando lo aveva conosciuto, faceva molto più caso a lui: notava come lo guardavano le altre ragazze, tutti gli scherzi che gli piaceva fare e ridere con i suoi amici.

Provava un po' di invidia per quelle ragazze che parlavano così tranquillamente con lui: le trovava tutte molto graziose, si chiedeva se ne portava una nel cuore.

Magari glielo chiedo alla nostra uscita. Un ottima scusa per conoscerlo meglio” si ripromise.

Passò davanti allo specchio e si guardò. Non sapeva perchè ma si sentiva spesso malinconica quando le capitava, soprattutto in quell'ultimo periodo.

Si spogliò davanti ad esso e decise di soffermarsi sul suo corpo.

Era molto minuta e le sue forme ancora non si erano sviluppate, come quelle delle sue compagne di classe che, al contrario suo, erano formose nei punti giusti.

Il suo intimo era, beh, un po' infantile a parer suo: un reggiseno a fascia color carne e degli slip del medesimo colore.

Invece, le sue compagne sfoggiavano, negli spogliatoi quando si cambiavano per ginnastica, dei favolosi completi intimi con pizzo o senza.

Si allontanò dallo specchio e andò in bagno, togliendo quello che le rimaneva addosso ed entrò nella vasca da bagno.

Odiava il suo corpo esile e privo di forme, si sentiva a disagio, ma sentiva che le mancava qualcos'altro in quel corpo.

“Sì, ma cosa?” si chiese ad alta voce.

“Mi sento strana, da quando ho conosciuto quel Kaito, mi sto facendo un sacco di problemi che prima non avevo!” sentenziò.

“Uffa! Perchè si doveva avvicinare a me? Stavo così bene prima!” disse sfogandosi.

 

Quella notte la ragazza si svegliò in preda agli spasmi.

Non si ricordava da quanto tempo non aveva più un incubo del genere. Sapeva solo che un momento prima dormiva serena e, un momento dopo, si era svegliata sudata e spaventata.

Andò alla portafinestra della sua camera per aprire le imposte e far entrare un po' d'aria, nella speranza di riprendersi.

La notte prive di luna e stelle era così buia, pensava tra sé, per fortuna c'erano le luci della città ad illuminare quella notte.

Guardò verso il cielo e fu allora che la vide: un ombra bianca che volava libera nel cielo, trasportata dal vento.



Angolo Autrice:
eccomi qui, chiedo scusa avrei dovuto aggiornare ieri ma per impegni improvvisi di lavoro e parenti in visita, non sono riuscita.
Ma ecco qui il capitolo, anche se un pò cortino.
Appena termino il 18 lo pubblico, ma sono ancora a metà xD spero entro stasera o domani sera massimo xD
Spero che vi piaccia, ringrazio chi ha commentato la storia e sono felice che vi piaccia ;) 
Anche se lo sto già scrivendo, come vorreste che continuasse da qui? come vorreste che finisse la storia?
Alla prossima
Kiss KIss
Scarlett

 

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Capitolo 19
*** L'ultima speranza per riavere l'amore ***


Capitolo 18. L'ultima Speranza per riavere l'Amore

Era il giorno del suo appuntamento con il suo compagno di classe da poco scoperto: Kaito Kuroba.

Dopo l'incubo di quella notte, non era più riuscita a riaddormentarsi.

Aveva paura di rifare quel terribile sogno.

 

Era immersa nella luce, un caldo tepore le riscaldava l'anima. Era felice, in pace con se stessa.

Era soltanto lei, chiuse gli occhi per godere a pieno quel momento di pace.

Quando li riaprì, trovò davanti a lei un altra persona. Era alta come lei, aveva lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta con un enorme fiocco rosso e bianco e la guardava con i suoi occhi color ametista.

Era ferma, immobile, davanti a lei e la guardava con serietà. Notò il resto del suo abbigliamento: un vestito corto bianco con alla vita una cintura rossa legata con un enorme fiocco sul retro. Un enorme rosario era presente sul suo petto.

Aoko” disse poi e alla ragazza quella voce sapeva di averla già udita prima.

Tu chi sei?” le chiese.

Svegliati Aoko” le disse di nuovo.

Che vuoi dire?” ma non fece in tempo che ella sparì e apparì, subito dopo di lei, il suo compagno di classe, Kaito Kuroba.

Kaito?” si stupì ella.

Aoko, devi ricordare” disse lui.

Non capisco! Cosa volete dirmi tu e quell'altra?”chiese iniziando ad adirarsi.

Hai perso una cosa importante” continuò lui.

Cosa? Cosa ho perso?” chiese lei iniziando ad avere paura di quella situazione assurda.

Questo” disse lui poggiando la sua mano sulla parte sinistra del suo petto.

Il cuore? Ma che stai dicendo?” disse lei, ridacchiando.

È solo un sogno, si disse mentalmente, un sogno completamente assurdo!

Poi, all'improvviso, lui svanì e tutto divenne buio. Lei era l'unica luce e l'unica cosa che era presente in quell'immensa oscurità.

Kaito, dove sei?” chiese.

Si guardò attorno e provò freddo dentro di lei. Un senso di vuoto e di abbandono la pervase completamente e scoppiò a piangere.

Non capisco. Cosa devo ricordare? Cosa vuol dire?” urlò nelle tenebre ma nessuna riposta arrivò.

Una voce riuscì ad udire. Una voce di donna che ripeteva come una litania la stessa frase.

Se riuscirai ad essere onesta con te stessa, forse potrai ricordare”.

 

Era scesa a colazione ed era sola. Non era la prima volta che accadeva che le lasciavano un biglietto con su scritto che erano tutti usciti per fare delle commissioni o, per quanto riguardava suo padre, per lavoro.

Finito il cappuccino, andò in camera sua a scegliere qualcosa di appropriato per quel pomeriggio. Alla fine scelse una gonna lilla e un maglioncino leggero bianco. Andò in bagno a farsi una doccia e si vestì lentamente.

Si sentiva vuota dopo quel sogno. Ci aveva pensato per tutta la mattina ma non era giunta a nessuna conclusione; nulla che potesse aiutarla a capirne il significato.

“Cos'è allora questa sensazione che provo di vuoto?” si chiese guardando il suo riflesso allo specchio e, per un attimo, rivide la ragazza bionda del suo sogno che la guardava. Spaventata si allontanò dallo specchio e, nello stesso istante, suonarono alla porta.

 

“Ciao” si sentì dire quando spalancò la porta, come una furia, e vide lui. Sorrise.

“Ciao, prendo la borsa e arrivo” gli disse, sorridendogli.

Un momento dopo, stavano camminando per le vie del centro.

“Come sai dove abito?” gli chiese Aoko di getto: si ricordava di non averglielo mai confidato.

“Bè, me lo sono fatto dire da Keiko” si difese lui.

Keiko era la migliore amica di Aoko e lei, sentendo quel nome, si rasserenò.

“Allora, dove andiamo di bello?” chiese.

Non sapeva perchè ma quel ragazzo, con la sua sola presenza, era riuscito a farle dimenticare tutti i pensieri di quella mattina.

“Oh lo vedrai” disse solo.

Ad un tratto arrivarono al parco divertimenti della loro città: Tropical Land.

“Sei mai venuta qui?” gli chiese lui. Sperava che, forse portandola in posti dove era stata con lui, la potessero aiutare, per questo le aveva chiesto di passare il week end con lui.

“No, non credo almeno” rispose lei, guardandosi attorno, ma lui notò il suo tono incerto nel rispondere alla sua domanda. Poteva ancora sperare.

“Bè c'è sempre una prima volta” rispose lui e andarono a divertirsi.

 

Aoko trascorse una giornata piacevole con il ragazzo: erano andati sulle giostre e mangiato insieme un boccone, ma sentiva qualcosa dentro di lei che le diceva che non era la prima volta come aveva detto lui.

Credeva, anzi sentiva l'assoluta certezza, di essere già stata in quel posto, ma la cosa assurda era che sapeva di essere giù uscita con lui!

Impossibile, Aoko, lo hai appena conosciuto!” si disse nella sua testa.

Ma sai che è così!” le disse una voce dentro di lei. Il tono era stato talmente imperioso che per un momento si era bloccata. Eppure era certa che quello non era stato un suo pensiero.

Guardò Kaito che stava prendendo due coni gelato al bar. Si era seduta sul bordo della fontana del parco.

Perchè, si chiedeva lei, quando si allontanava quei pensieri la schiacciavano e quando le era vicino si sentiva leggera come una piuma? Perchè, quel ragazzo, con la sua sola presenza, era in grado di farle provare delle emozioni che era certa di non aver mai provato prima?

Quando tornò con il gelato, glielo porse e lei rimase di sasso nel vedere che quelli erano i suoi due gusti preferiti: vaniglia e pistacchio. Lo prendeva sempre così. Lo guardò con aria stupita.

“Come facevi a saperlo?” gli chiese solo con un filo di voce.

“Io ho tirato ad indovinare” disse a bassa voce, era chiaro che non sapeva cosa dire.

Mangiarono il gelato in assoluto silenzio, seduti sul bordo di quella fontana.

Poi Aoko si alzò e lo guardò, mettendosi davanti a lui che si alzò a sua volta.

“Tu chi sei?” gli chiede, mentre la fontana, alle loro spalle, aveva iniziato il suo gioco di luci. Ormai si era fatta sera.

“Perchè mi fai questa domanda?” disse lui, serio.

“Perchè ho la sensazione che manchi qualcosa in me” ammise. Non sapeva perchè lo stava facendo, in quel momento, ma sentiva che lo doveva fare e che lui avrebbe capito e l'avrebbe aiutata.

“Che cosa?” disse lui sgranando gli occhi per la sorpresa.

Possibile che... ” arrivò a domandarsi.

“Non lo so. So solo che ho questa sensazione quando sei nei paraggi” continuò lei, senza mai smettere di guardare quel paio di occhi blu, come l'oceano.

A quelle parole, la speranza del ragazzo si fece sempre più grande. Sapeva che poteva farcela, che poteva riaverla con lui, ma gli sembrava tutto troppo facile.

“Cosa senti che ti manca?” gli chiese alla fine, senza sapere cos'altro fare.

“Tutto” rispose lei, più lo guardava dritto negli occhi, più si convinse che avevano qualcosa di stranamente famigliare, per lei.

Cosa sto cercando?”si chiese.

Lui” rispose di nuovo quella voce che era certa di aver già sentito prima.

Stava cercando di dirle qualcosa, solo non capiva cosa.

“A parte a scuola, ci siamo già visti prima?” chiese titubante, non sapeva nemmeno lei del perchè quella domanda.

“Sì” rispose lui, secco.

“Quindi ci siamo già conosciuti prima?”

“Sì” rispose lui di nuovo.

“Quando? Dove? Perchè non lo ricordo?” chiese lei disperata.

“Vieni con me” disse solo lui porgendole la mano.

Lei la prese, senza esitazione e lui la condusse per le strade della città fino ad arrivare alla torre dell'orologio.

C'erano molti ragazzi, come loro, in quella piazza. Nessuno pareva aver notato i due che salivano la gradinata fino a ritrovarsi proprio sotto le colonne che formavano la struttura base su cui poggiava la torre dell'orologio.

“Qui, ci siamo conosciuti qui, esattamente dieci anni fa” gli disse una volta giunti a destinazione.

“Come posso averlo dimenticato?” gli chiese lei, senza comprendere.

“Lo hai voluto tu, Aoko” gli disse.

“Come ho potuto volere una cosa simile?”

“Non lo so”

“Perchè, fra tutto e tutti, mi sono dimenticata proprio di te?” ormai le lacrime iniziavano a rigarle il volto, senza sapere perchè si sentiva così disperata.

“Perchè ti ho spezzato il cuore” disse lui, rattristandosi.

A quelle parole, Aoko rimase di sasso. Cosa intendeva? Possibile che fosse stata innamorata di lui? Ma stavano assieme? Anche lui ricambiava? Cosa le aveva fatto per far si che si dimenticasse tutto?

“No, no! Uno non dimentica così da un giorno all'altro! Quando si ama è per sempre! Come è successo?” disse lei, quasi urlando.

“Non sono sicuro mi crederesti” sussurrò lui, stupito da quella sua reazione.

“Ti prego! Devo sapere perchè! È opprimente sapere che ho dimenticato una cosa tanto importante per me” disse lei sussurrando.

Il ragazzo, non sapendo più che cosa dire, reagì d'impulso. Ormai lei lo aveva capito cosa aveva dimenticato e lui, invece, lo aveva capito tardi.

Aveva compreso il significato delle parole di Pandora e sapeva il perchè avesse proprio posto quella tregua.

Per colpa della loro incapacità di essere sinceri verso di loro e verso il loro cuore, negando sempre ogni certezza, si erano ritrovati in quella situazione.

La loro testardaggine e i loro segreti avevano avuto la meglio su quello che erano semplicemente loro stessi. Mettendo a tacere anche il loro cuore.

Afferrò il suo viso, sollevandolo alla sua altezza, si avvicinò e poggio le sue labbra sulle sue.



Angolo Autrice;
Eccomi di nuovo qui ;) con il penultimo capitolo di questa bizzarra storia ;) 
Vi aspettavate una cosa simile? xD
Il prossimo sarà l'epilogo ;) spero vi piaccia ;) 
Bè vado a finire questa storia ;) 
Grazie mille per i commenti che mi lasciate sempre, per le visualizzazioni e per inserire le mie storie nelle tre categorie ;) 
Alla prossima
Kiss Kiss
Scarlett


 

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


Epilogo


 

La paura sta consumando l’anima al punto di non ritorno.
Dobbiamo essere il cambiamento che desideriamo vedere.
Entrerò nel tuo mondo, guarderò attraverso i tuoi occhi.
Proverò a capire prima di perdere ciò che avevamo.

See Who I Am – Within Temptation

 

 

Svegliati, Aoko”.

Aoko era incapace di muoversi. Che dire, non se lo aspettava proprio, ma mentre lui premeva le sue labbra contro le sue, lo sentì.

Fu come un fulmine a ciel sereno, qualcosa dentro di lei era riemerso, come se qualcuno avesse puntato una luce fortissima dentro di lei per mostrarle quello che aveva tanto cercato in quei giorni.

Chiuse gli occhi, inizialmente per assaporare meglio le labbra del ragazzo, ma quando lo fece un sipario si aprì alla sua mentre, mostrandole quello che il ragazzo aveva tanto cercato di rivelarle.

Vide loro due da bambini conoscersi sotto quella torre, li vide crescere insieme ed essere derisi da tutti perchè non si comportavano mai come semplici amici, nonostante loro negassero sempre.

Poi vide la ragazza bionda che aveva visto; riscoprì quella parte di lei che era stata momentaneamente soppressa riaprire gli occhi, per la prima volta, nel suo corpo nel giorno del suo diciassettesimo compleanno.

Jeanne.

Rivide i loro furti, i loro esorcismi, fino ad arrivare alla settimana prima. Quella che lei non ricordava di aver passato: la gita sul dirigibile. Il furto più complicato.

Rivide ciò che l'aveva portata a desiderare di dimenticare il ragazzo che tanto amava e che la stava baciando con intensità in quel momento. Peccato che si ricordò anche che lui aveva già baciato così, un'altra ragazza.

Si staccò da quel bacio e si guardarono.

“Hai baciato Ran sul dirigibile, perchè?” chiese, senza pensare.

“C-cosa? Un momento, ti ricordi?” chiese lui sbalordito.

“Sì, adesso ricordo tutto. Anche di te che baciavi Ran!” lo accusò lei poco dopo. Lui, capendo a cosa si riferisse, scoppiò a ridere.

“Guarda che hai avuto un abbaglio” gli disse, continuando a ridere a crepapelle. E le spiegò quello che realmente era accaduto tra lui e Ran.

“Quindi non è successo nulla?” chiese imbarazzata. Aveva frainteso tutto.

Stava sprofondando in un mare di vergogna.

“No, non c'è stato mai quel bacio! Lei ama Shinichi alla follia, poi non farei mai un torto del genere proprio a mio cugino!” esclamò senza mai smettere di ridere.

Aoko, diventata rossa come un peperone, si voltò pronta per correre via: si sentiva troppo in imbarazzo. Tutto quello che avevano passato in quella settimana era dovuto, più che altro, proprio a quell'episodio.

“Perchè non me lo hai detto subito?” disse, dandogli sempre le spalle.

“Bè, sai in quel momento siamo stati attaccati per la seconda volta e non era poi così semplice” si giustificò lui.

“E poi, perchè non mi hai detto nulla della gemma?” chiese, non voleva sembrarle troppo brutale, non che finalmente lei ricordava ed amava di nuovo.

“Era una cosa piuttosto complicata da spiegare e poi mi è stato vietato di parlarne” gli spiegò.

“Dai, non fa nulla, ormai è tutto finito” disse più a se stesso che a lei.

“Perchè mi hai... si insomma mi hai...” iniziò lei incapace ancora di dire quello che c'era appena stato tra loro. Cosa sarebbe cambiato? Come si sarebbe dovuta comportare d'ora in avanti?

“Perchè non voglio più rifare lo stesso errore. Non voglio più rischiare di perdere il tuo amore” disse facendola voltare verso di lui per guardare il suo viso che stava andando a fuoco, probabilmente per l'imbarazzo del momento, per stringerla poi forte a sé, per farle capire meglio il significato di quelle parole.

“Io l'avevo fatto perché credevo sarebbe stata la scelta migliore per entrambi. Soprattutto per te! Io che ti ho sempre amato in segreto per non essere derisa da te. L'ho fatto perchè convinta che avrei sofferto inutilmente per un amore non corrisposto” disse tra i singhiozzi, nascosta nell'incavo del collo del ragazzo.

“Non era una decisione che spettava a te prendere! Come hai potuto credere una cosa simile? Senza consultarmi!”

“Lo so, mi dispiace molto. Ma se avessi dimenticato di provare questo sentimento per te, sarebbe stato più facile. Non credevo che sarebbe andata così! Ti prego, perdonami!”

“Stupida Aoko, ti ho già perdonato da molto tempo” disse il ragazzo.

In quel momento di pace, una voce dentro la testa di Aoko si fece strada.

Finalmente, ce l'avete fatta!”

Jeanne. Che bello risentirti nella mia testa!”

Sì anche io sono contenta di parlare di nuovo con te.”

Avete cercato di dirmelo in tutti i modi! Grazie per aver continuato a provare”

Dovevamo, Aoko. Io e te abbiamo una missione, ma voi due avete qualcosa che vi siete taciuti per troppo tempo. Alla fine, tutto è andato bene. Sono felice per te”.

E poi, così com'era arrivata se n'era andata di nuovo, per lasciare loro quel momento che tanto aspettavano da tempo.

Ormai non avevano più segreti, o quasi!

Si ripromisero che, col tempo, sarebbero arrivati a dirsi proprio tutto, ma in quel momento non se la sentivano di rovinare di nuovo tutto e si lasciarono andare a quell'attimo di felicità che sentivano di meritare.

“Ma adesso come facciamo? Insomma, ufficializziamo la cosa?” chiese poi Aoko, dopo che si staccarono dall'ennesimo bacio.

“No” rispose lui sorridendo, quel sorriso beffardo che alla ragazza piaceva tanto.

“Come? E perchè?”

“Perchè poi i nostri amici sarebbero una tortura tutti i giorni. Lasciali dire ciò che vogliono, a me non dà poi così fastidio” ammise lui.

“Quindi mi stai dicendo che vuoi che la nostra sia una relazione segreta?” disse lei, sorridendo.

“Sì”

“Ti amo Kaito, ti ho sempre amato” confessò poi lei.

“Anche io sono sempre stato innamorato di te, da quanto ti ho notata qui la prima volta. Tutto quello che ho fatto era per attirare la tua attenzione” rivelò il ragazzo e Aoko rimase spiazzata da quella confessione.

Mai avrebbe immaginato che provasse le sue stesse cose, in egual misura.

 

Fine



Angolo Autrice:
Eccomi qui, con la conclusione di questa storia tanto strana quanto pazza.
Allora, vi è piaciuta? Lo so che il finale non è granchè ma spero che venga apprezzato da molti di voi :)
Vi ringrazio moltissimo per aver seguito anche questa mia storia, chi ha sempre commentato ogni capitolo e chi l'ha messa nelle tre categorie ;)
UN grazie speciale a shinichi e ran amore per il suggerimento della canzone citata all'inizio dell'epilogo ;) Avevi ragione sai ;)
Adesso mi prendo una pausa da questa sezione, perchè sto sviluppando altre storie in sezioni completamente diverse; mi sono buttata in qualcosa di diverso ;) 
MA ditemi, vorreste un'altra storia incentrata su Aoko e Kaito?
Bè con questa vi saluto, 
Alla prossima
Kiss Kiss
Scarlett


 

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