The Golden Girl

di Miss_Sunshine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Come nasce una stella ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Stupiscimi ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - In fondo è solo un numero ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Pensa in fretta e non morire ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Che il gioco abbia inizio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Il giorno più brutto ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Una nuova Vincitrice ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - L'incoronazione ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Nuovi amici e nuovi inizi ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Come nasce una stella ***


Author’s note.- Salve a tutti! Se state leggendo questo messaggio significa che avete aperto la mia storia, quindi già per questo vi ringrazio. Questa è la prima storia che scrivo dopo davvero tanto tempo e spero non faccia schifo. È anche la mia prima storia nel fandom di Hunger Games, quindi sono abbastanza nervosa sul risultato. Spero piaccia a qualcuno. È una storia che mi balena in testa da un po’ e alla fine  mi ci sono affezionata : 3 Buona lettura!

 

The Golden Girl

 

Capitolo 1 – Come nasce una stella

 

 

Io e Ariel abbiamo deciso di passare il pomeriggio nel parco vicino la scuola. Siamo appoggiate contro il tronco della nostra quercia preferita. Io leggo e lei sta facendo uno schizzo del lago a pochi metri da noi. Ogni tanto sbircio il foglio del suo album, è davvero brava.
"È da tanto che il Distretto Uno non ha un vincitore, non credi?" mi chiede di punto in bianco.
"Mh?"
"Sono già due anni che non vinciamo ai Giochi" mi incalza, paziente.
"Abbiamo vinto per due anni di fila, prima. Non possiamo vincere sempre noi, no?" le rispondo con un sorrisetto.
"Cosa faresti se estraessero te?"
Smetto di leggere e alzo la testa a guardarla. "Probabilmente nulla. Prima di arrivare al palco qualcun'altra si sarà già offerta volontaria. È così che funziona da noi, lo sai".
"Se toccasse a me non si offrirebbe nessuno. Non sto simpatica a molti" constata con aria sconsolata.
"Ariel, non lo fanno per aiutare te. Vanno volontari per la gloria personale. Non c'entra niente la simpatia". Mi chiedo perché stiamo facendo questa conversazione. Abbiamo diciassette anni e nei Distretti favoriti sono i diciottenni ad offrirsi volontari per i Giochi. Non abbiamo niente di cui preoccuparci.
"Io quest'anno me la sento" mi confida con aria sconsolata.
"Non chiamartela. La sfortuna ha il sonno leggero" le rispondo con una risatina. Lei ricambia il mio sorriso e penso di averla convinta che non abbiamo niente da temere.
Torniamo per un po' alle nostre attività e poi decidiamo di tornare a casa. Ariel non riprende l'argomento e ci limitiamo a parlare del più e del meno.

Lungo la strada ci fermiamo al nostro solito posto a bere un succo di frutta. Ci siamo appena sedute che la nostra attenzione viene attirata da un capannello di gente all'ingresso.
"Chi è?" mi limito a chiedere senza alzare gli occhi dal mio succo al mirtillo. "Ariel?" chiedo di nuovo, visto che non ricevo risposta nonostante lei sia voltata da un po'.
"È Gloss..." mi risponde con un sussurro.
Alzo gli occhi al cielo. Da quando quattro anni fa ha vinto i Giochi, lei non fa che parlare di lui.
"Datti un contegno, non vorrei dover asciugare la tua bava dal tavolo..." la prendo in giro mentre guardo Gloss assiepato da curiosi che probabilmente gli chiedono cosa si aspetta dai Giochi di quest'anno. Se fossi io un vincitore penso che in questo periodo dell'anno starei chiusa in casa e mi farei vedere in giro il meno possibile.
"Secondo te è vero?" mi chiede Ariel. Il mio sguardo smarrito la induce a spiegare si meglio.
"Quello che dicono ci sia tra lui e... Sua sorella". Mi guarda con apprensione come se stessimo discutendo della cosa più importante del mondo.
"E io che ne so, scusa?! Ariel, Gloss non ci guarderebbe in ogni caso. Siamo attraenti quanto un'erbaccia ai suoi occhi, fidati". Lei sbuffa e io considero chiuso il momento gossip, tornando a concentrarmi sul mio succo.

La mattina della mietitura arriva come tutti gli anni. Silenziosa, temuta, troppo puntuale. Come ogni anno, mi alzo presto e mi preparo con calma. So che non sarò io a salire su quel palco, ma dobbiamo presentarci al nostro meglio e non voglio essere da meno degli altri.
Mi guardo allo specchio. Non sono niente di particolare. Credo che qualche parte la definiscano 'la tipica bellezza del Distretto Uno', capelli biondi e occhi verde - azzurro. Una cosa che può funzionare fino alle interviste magari, ma non sulla lunga distanza. In ogni caso, niente di cui debba preoccuparmi.
Raggiungo la piazza del Municipio dove si terrà, come sempre, la Mietitura. Mi sistemo tra le ragazze della mia fascia di età e vedo Ariel poco davanti a me. Mi fa un saluto ansioso e io ricambio con un sorriso che vorrebbe tranquillizzarla.
La cerimonia ha inizio. Il Sindaco fa il suo discorso e mentre lui parla io guardo il palco. Seduti dietro di lui ci sono Sapphire e Ruby. Lui penso abbia passato da poco la sessantina e credo sia uno dei Mentori più anziani che abbiamo al Distretto. Lei invece avrà più o meno trent'anni. Forse ho visto qualche spezzone dei suoi Giochi in televisione. Saranno i Mentori di quest'anno. Ariel sarà molto triste di non vedere Gloss in tv a tempo pieno.
Mentre io ero persa in queste riflessioni, il Sindaco ha finito il suo discorso e l'Accompagnatrice ha iniziato a fare il suo. Odio il suo stupido accento capitolino. Perché non possono parlare normalmente e basta?
"Iniziamo con le signore!" dice, per poi avvicinarsi alla boccia con i nomi delle ragazze. Il mio stomaco è rilassato, nessuna brutta sensazione. Non penso che chiamerà me.
E infatti non chiama me. Chiama Ariel. La vedo con gli occhi sgranati dallo stupore e dalla paura che muove un passo incerto verso il palco. Ed è un attimo.
"Mi offro volontaria!"
La mia mano è scattata in alto per farmi vedere dal palco e credo di aver urlato. Ariel mi sta guardando come se fossi completamente pazza e le ragazze delle prime file mi staccherebbero volentieri il braccio qui ed ora. Non so perché non ho aspettato che si offrisse una di loro. Non so cosa cavolo ho fatto.
Mentre avanzo verso il palco nello stupore generale, vedo i due Mentori che parlottano tra loro e si sporgono per vedere chi sono. Anche l'Accompagnatrice è stupita, ma mi sembra ben felice del colpo di scena. Mi porge una mano mentre salgo e mi fa andare al centro.
"Vuoi dirci il tuo nome, cara?" mi chiede incoraggiante.
"Stella. Stella Maloney. Volontaria per il Distretto Uno" aggiungo, più che altro per convincere me stessa.
Mentre lei estrae il Tributo maschio vedo i miei genitori in fondo alla piazza che mi guardano come se dovessi sparire da un momento all'altro. Torno a guardare Ariel e lei sta piangendo in silenzio. Sono tutti così incoraggianti, davvero.
Il mio compagno di Distretto è alto almeno trenta centimetri più di me e largo circa il doppio. Si chiama Trevor e quando mi stringe la mano mi fa chiaramente capire che non siamo amici.

Dopo la mietitura è il momento dei saluti. Mia madre continua a piangere e a guardarmi come se fossi pazza. E forse non ha tutti i torti. Cerco di rassicurarla dicendole che so cosa sto facendo e un po' ci riesco pure, credo.
"Comunque vada, noi saremo fieri di te, Stella" mi incoraggia mio padre con la voce scossa.
Sono riuscita a non piangere mentre salutavo i miei genitori ma ora che sono da sola mi rendo conto davvero per la prima volta di ciò che ho fatto: mi sono condannata ad una morte cruenta in diretta tv. Ma non resto da sola per molto perché, con mia grande sorpresa, Ariel entra nella stanza. Non ho neanche il tempo di chiederle che ci fa qui che lei mi ha già abbracciata.
"Perché l'hai fatto, perché? Dopo la presentazione si sarebbe offerta qualcun'altra!" squittisce ancora sotto shock.
"Lo so. Non so che mi è preso, il braccio è scattato da solo..." cerco di giustificarmi.
"Non avrei dovuto dirti quelle cose l'altro giorno, è colpa mia!" mi dice, disperata.
"No! Senti, me la caverò, ok? Se ce l'ha fatta un'oca come Cashmere, ci posso riuscire anche io!"
Ridacchiamo per un po' e poi lei torna seria. "Mi hai salvata. Farò tutto il possibile per aiutarti mentre sei lì. Scriverò lettere a tutti gli sponsor. Per quando inizieranno i Giochi già tutti sapranno chi sei". Mentre lo dice è così risoluta che penso lo farà davvero.
"Ti prometto che farò del mio meglio. Vincerò questi Giochi. Così quando tornerò potrai vantarti anche tu di conoscere uno dei Vincitori!".

Dopo i saluti ci hanno portato in stazione e messi sul treno per Capitol City. Il Distretto Uno non è molto lontano dalla Capitale, domani mattina saremo già lì. A cena conosceremo i nostri mentori e spero siano all'altezza della loro fama.
Ci hanno dato il pomeriggio libero e ne sto approfittando per godermi tutti i comfort del mio scompartimento. Guardo fuori dal finestrino e mi godo il tramonto sul mio Distretto, che diventa sempre più piccolo. Mi trovo a pensare che potrebbe essere l'ultima volta che vedo il posto dove sono nata. L'ultima volta che ho visto le persone a me care. Potrebbero essere i miei ultimi giorni di vita. Ma poi penso a quello che ho detto ad Ariel. Io ho le carte in regola per farcela. Voglio e posso vincere questi Giochi.
È ora che il Distretto Uno abbia di nuovo un vincitore.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Stupiscimi ***


Author’s note.- Ciao a tutti! Non ho molto da dire, voglio solo ringraziarvi per aver letto il primo capitolo di questa storia. E un grazie particolare a chi ha recensito. :’)

Spero che questo secondo capitolo non vi deluda. Se vi va di lasciare un commento per farmi sapere le vostre impressioni ne sarò felice.

Buona lettura! :3

P.s. Il vestito che indosserà Stella per la sfilata dei Tributi è questo qui, se volete vederlo :3

 

The Golden Girl

 

Capitolo 2 – Stupiscimi

 

 

Tra poco sarà ora di cena. Lo capisco dal fatto che fuori dal finestrino si è fatto buio. Ho fatto un bagno caldo e ora sono distesa sul letto, avvolta nel mio accappatoio morbido, gentilmente offerto da Capitol City. Decido di alzarmi e accendere la luce. È ora di prepararmi per la mia prima cena da Tributo e credo sarà importante. Anche perché vedremo il riepilogo delle mietiture e finalmente saprò chi sono i miei avversari.

Trovo dei vestiti nell'armadio e devo dire che non sono male. Potrei anche abituarmi a questa vita, se non comprendesse che di qui a un paio di settimane massimo potrei essere morta.

Scelgo un vestito azzurro e ripiego il mio con cura. Se uscissi viva dall'arena credo che lo conserverei come ricordo. Il simbolo della più grande cavolata o della migliore idea della mia vita. Si vedrà. Sento bussare alla porta e Sapphire mi informa che ci stiamo per mettere a tavola.

Lui e Ruby si sono già seduti da un lato e la nostra Accompagnatrice ha preso il posto a capotavola. Quindi, per esclusione, io e Trevor ci sediamo difronte ai Mentori.

La cena trascorre tranquilla, tra la nostra Accompagnatrice che ci dice quanto siamo fortunati e i Mentori che ci danno delle dritte base su come sopravvivere nell'arena. Trevor assume un atteggiamento spavaldo e cerca di mettersi in mostra, io preferisco concentrarmi sulla cena. Vengo da uno dei Distretti più ricchi, ma questo cibo è davvero buono. E potrebbe essere uno dei miei ultimi pasti.

"Hai già buttato la spugna, Maloney? Non ci provi neanche a far bella figura?" mi stuzzica Trevor.

Con un movimento fluido e impercettibile agli altri, intenti a mangiare e chiacchierare, porto il coltello sotto il tavolo e lo punto verso la coscia del mio compagno di Distretto.

"Sono una che preferisce non perdersi in chiacchiere" rispondo tranquilla guardandolo di sottecchi.

"Usa quel coltello contro di me ti ritroverai a servire la cena come quei Senzavoce lì" mi dice, strafottente.

"Meglio senza voce che senza palle" mi limito a rispondere, per poi tornare a mangiare. Non senza aver prima lasciato un piccolo squarcio sui suoi pantaloni.

 

La cena è proseguita tranquilla e ora sono in pigiama pronta ad andare a letto. Domani mattina arriveremo alla Capitale e penso che tutto mi sembrerà più reale. Ho già messo una camicia da notte e mi sto mettendo a letto quando qualcuno bussa alla porta. Vado ad aprire e trovo Sapphire.

"Stella, hai qualche minuto per una chiacchierata?"

"Certo..." rispondo mentre lo faccio entrare. Di che mai vorrà parlarmi?

"Io e Ruby siamo rimasti colpiti dalla tua candidatura" e io mi trattengo dal rispondere 'sì, anch'io!'. "Mi piacerebbe sapere cosa ti ha spinto a farlo". Ha uno sguardo gentile.

"Beh..."

Devo tirare fuori una risposta intelligente. "Sai, Ariel... La ragazza che avevano estratto... È la mia migliore amica. Non potevo lasciare che finisse nell'arena. Non è il tipo da resistere lì dentro".

"Si sarebbero offerte altre ragazze, no?" dice, facendomi un sorriso di chi sa come funzionano le cose.

"Sì... Non ci ho pensato lì per lì".

"Nell'arena dovrai pensare, lo sai questo, vero?"

Mi sembra che non abbia molta fiducia in me. "Certo che lo so" ribatto, stizzita.

Lui sembra accorgersi del mio risentimento e cambia argomento.

"I tuoi allenatori mi hanno parlato bene di te. Credo tu fossi tra le loro idee per l'anno prossimo. Diciamo che hai solo anticipato un po' i tempi...". Mi fa un sorriso cordiale. "E la tua amica mi ha detto che se volessi non ci metteresti molto a stendere Trevor" aggiunge e io non posso che sorridere pensando al fatto che Ariel sia andata a parlargli. Ma siamo seri, non penso di poter stendere Trevor così facilmente. Però se gli allenatori hanno parlato bene di me potrei avere una possibilità. "Cosa sai fare?"

"Sono brava nella lotta. Mi sottovalutano sempre perché sono piccolina, ma proprio per questo riesco ad essere veloce e a cogliere di sorpresa l'avversario".

Mi sembra colpito. "Sai usare qualche arma?"

"Sono brava con lance e bastoni... Ma me la cavo bene anche con coltelli e arco" aggiungo vedendo il suo sguardo scettico. "E con la spada". Più o meno. Avrò usato una spada circa tre volte. Ed è andata bene. Quindi conta, no?

"Bene, non è male come preparazione. Potresti anche vincere".

"Sapphire, non ci siamo capiti. Non è che potrei vincere. Io vincerò questi Giochi. E ti conviene puntare su di me, perché sarò io ad essere incoronata tra qualche settimana".

Lui ha un sorrisetto compiaciuto. "Era quello che volevo sentire. Volevo vedere quella scintilla che ho visto quando ti sei offerta volontaria. Sarò io il tuo Mentore, ho lasciato Trevor a Ruby. Come Mentore più anziano ho almeno la precedenza nella scelta". Ci scambiamo un sorriso complice.

"Non deludermi, Stella. Sto puntando molto su di te".

"Non lo farò" e per una volta ne sono convinta. Mi metto a letto pensando che ci sono tante persone che contano su di me. E io non devo deluderle.

 

Vengo svegliata dalla luce che filtra attraverso le tendine del finestrino. Mi stiracchio e sto pensando di rimettermi a dormire, quando sento qualcuno che bussa alla porta.

"Colazione, Stella" mi informa Sapphire e io mi rassegno ad alzarmi.

Raggiungo gli altri a colazione e li trovo già seduti. Trevor si è vestito di tutto punto, contrariamente a me, che indosso ancora la camicia da notte rosa. Non mi sono neanche seduta che l'Accompagnatrice mi fa notare che non è educato sedersi a tavola in pigiama e io sto anche per scoccarle una risposta tagliente, ma veniamo distratti da un vociare fuori dal treno. Probabilmente stiamo entrando in città e dei gruppi di Capitolini si saranno assiepati vicino ai binari per vedere i Tributi. Trevor scatta subito verso il finestrino più vicino e inizia a salutare la folla col suo sorriso accattivante. Io faccio passare qualche secondo, poi mi avvicino a lui, gli do una spinta che lo coglie di sorpresa e lo fa finire a terra, e inizio a salutare la folla sorridente, ignorando le maledizioni che il mio compagno di Distretto mi sta lanciando, ma non mi sfugge un sorrisetto compiaciuto del mio Mentore.

 

Arrivati al Centro di Addestramento veniamo portati al primo piano della torre che sarà la nostra residenza fino all'inizio dei Giochi. Trovo davvero ingiusto che quei morti di fame del Dodici abbiamo l'attico mentre a noi toccano i piani bassi. Insomma, siamo il Distretto Uno, è una cosa assurda.

Mi butto sul letto e con un telecomando che trovo sul comodino apro l'armadio e inizio ad esaminare i vestiti.

"Non siamo in vacanza. I tuoi preparatori ti stanno aspettando. E ti conviene sbrigarti, ci vorrà parecchio tempo... Visto che sembri una piccola selvaggia...". Sapphire scatta via prima che il cuscino che gli lancio lo colpisca. Inizio a capire come ha fatto a vincere. Mi alzo sbuffando e mi dirigo verso la stanza dove, in teoria, dovrebbe avvenire il miracolo.

I miei preparatori indossano delle divise bianche e sembrerebbero delle persone normali se non fosse per gli strani tatuaggi e gli impianti sul viso all'ultima moda capitolina. E per i capelli di strani colori. Hanno un accento praticamente insopportabile ma per il resto non sono male.

"Sei così carina! Non ci metteremo molto a renderti assolutamente per-fe-tta!" mi dice uno di loro, l'accento capitolino marcato sull'ultima parola. Beccati questa Sapphire, chi è la piccola selvaggia, eh?

Li sento parlottare tra di loro del fatto che sono pulita e basterà farmi un lavaggio normale. Ci mancherebbe, per chi mi hanno presa? Dopo passano a limarmi e sistemarmi le unghie e sono ben felici che le mie non siano sporche. Inizio davvero a chiedermi che razza di selvaggi vivano negli altri Distretti. Va bene la povertà, ma l'igiene personale è alla base della vita. Potrei spaventare i miei avversari nell'arena con del sapone magari...

I miei pensieri vengono interrotti dalla fase ceretta. L'avevo fatta prima della mietitura ma loro riescono comunque a trovare dei peli e a debellarli. Finalmente la tortura finisce e passano ai capelli. Perdo il conto di quanti prodotti usano, ma quando finiscono ho i capelli più lucenti e voluminosi che abbia mai visto. I miei preparatori avranno anche un accento insopportabile, ma sanno fare il loro lavoro davvero bene. Finiscono la loro opera con una pulizia del viso e altre due o tre creme e finalmente sono libera di andare a conoscere il mio stilista. Di lui so solo che si chiama Ganymedes e che si occupa del Distretto Uno da alcuni anni.

Lo aspetto in una stanza color crema, ancora avvolta nel mio accappatoio. Quando arriva non posso fare a meno di notare quanto il suo aspetto sembri normale. Ha i capelli ramati e gli occhi verde prato. E nessun segno di strane cose sul viso, fatta eccezione per un tatuaggio che rappresenta quella che mi sembra un'aquila vicino un orecchio, dello stesso colore dei suoi occhi.

"Stella, è un piacere conoscerti. Sembra che tu sia la novità di quest'anno" mi dice con un sorriso mentre si siede davanti a me. Ricambio il suo sorriso.

"Mi sembri un tipo deciso, quindi direi di cominciare" dice, dopo avermi preso le misure. "Per quest'anno pensavo di fare qualcosa di diverso. Dimenticati di pellicce, piume e gioielli vari".

'Ti prego, non farmi andare lì fuori nuda' mi ritrovo a pensare.

"Qual è il compito del Distretto Uno?" mi chiede con uno sguardo complice.

È una domanda a trabocchetto? "Mh... Forniamo beni di lusso alla capitale..." azzardo, anche se lui ha detto che non vuole usare queste cose.

"E il lusso a cosa ti fa pensare?" mi incalza lui e io ancora non capisco dove vuole arrivare.

"Alla ricchezza?"

"Vedo che sei sveglia. E qual è il simbolo per eccellenza della ricchezza?"

"L'oro..." realizzo in un sussurro.

Lui tira fuori una cartellina che non avevo notato quando entrato e mi mette in mano un pezzo di stoffa. È un tessuto cangiante, che cambia tonalità di dorato in base all'esposizione alla luce. È quasi ipnotico. "Con questo pensavo di fare la gonna" mi spiega. "Invece questo è per il corpetto" e mi mette in mano un altro tipo di stoffa. È più leggero e ricoperto di cristalli e perline che formano dei disegni. Sembrano fiori e farfalle.

"Sono davvero bellissimi. Più di quanto mi aspettassi, devo dire" gli confido con un sorriso ebete.

"Voglio che la gente si ricordi di te. Voglio che capiscano subito chi sei e che potenziale hai" mi spiega mentre io annuisco entusiasta e mi rigiro le stoffe tra le dita.

"Voglio fare di te la ragazza d'oro di Capitol City".

 

Dopo qualche ora indosso un meraviglioso vestito color oro e Sapphire mi sta issando sul nostro carro, decorato in oro di vari colori.

"Sai, sarebbe utile che tu sapessi arrampicarti se vuoi sopravvivere nell'arena" mi fa notare col suo solito tono sarcastico.

"Non ci saranno carri opulenti nell'arena, non temere" gli rispondo facendogli una smorfia.

Trevor ha un completo luminoso come il mio vestito ma sui toni del bronzo.

"Sembri una meringa andata a male" mi dice per accogliermi sul nostro mezzo.

"Detto da uno che sembra un enorme tubo di rame penso sia un complimento" rispondo, scoccandogli un sorriso falso. Non abbiamo il tempo di dirci altro perché il carro parte e faccio solo in tempo a sentire Sapphire che mi grida "Stupiscimi, Stella!".

Il carro prende velocità sul viale e il pubblico esulta al nostro passaggio. Guardo entrambi i lati delle tribune e sorrido agli spettatori, fiera e sicura di me. O almeno spero di dare questa impressione. Stiamo arrivando alla piazza dove si riuniranno i carri e intravedo il balcone da cui il Presidente farà il suo discorso. Il nostro carro si dirige verso la posizione che andremo a prendere per formare un semicerchio insieme ai carri degli altri Distretti. Alzo gli occhi e lo vedo. Coriolanus Snow ci sta guardando. Indossa un completo scuro e sta soppesando con lo sguardo i Tributi di quest'anno. Non posso fare a meno di pensare che è colpa sua si ci troviamo a doverci uccidere a vicenda nell'arena.

Non so perché lo faccio, cosa voglia dimostrare. Sollevo il braccio mentre passiamo sotto il balcone in segno di saluto verso il Presidente. Non credo ci sia sfida nel mio sguardo, voglio solo non passare inosservata. Voglio che si ricordi di me. Lui per un attimo sembra interdetto, ma poi mi fa un cenno di saluto col capo. E quando siamo tutti in posizione inizia il suo discorso.

 

"Sei completamente impazzita?!" mi chiede, anzi mi urla contro Sapphire. Sta andando avanti così da quando la sfilata è finita e spero gli passi prima di cena. Non voglio che mi guasti l'appetito.

"Mi avevi detto di stupirti!" rispondo esasperata. Ho ancora addosso il vestito di Ganymedes.

"Stupirmi? Saremo fortunati se non ti faranno saltare in aria appena metterai piede nell'arena!". Il mio Mentore è davvero incoraggiante. Ma credo capisca che ormai potrà urlarmi contro fino a domani senza che la situazione cambi.

"Cambiati. Tra poco ceniamo" dice andandosene stizzito e lasciandomi a rimuginare.

Può dire quello che vuole, penso mentre smetto i panni della ragazza d'oro. Ho fatto un' entrata fantastica. E devo ancora far vedere a questi svitati di Capitol City chi sono.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - In fondo è solo un numero ***


Author's note.- Ciao a tutti :) Sono ripetitiva, ma vorrei ringraziare ancora tutti voi che leggete e quelli che recensiscono. Significa davvero tanto per me e adoro leggere i vostri commenti. Spero che il capitolo sul l'addestramento di Stella vi piaccia e se vorrete lasciarmi un commento sarò felicissima di leggerlo.

Ho pensato di farvi vedere Sapphire e Ruby come me li immagino io, ma ovviamente voi lettori siete liberi di immaginarli come volete :3

Buona lettura!

 

 

The Golden Girl

 

Capitolo 3 - In fondo è solo un numero

 

 

Oggi è il mio primo giorno di allenamento. Sono seduta a tavola e sto cercando di fare una colazione normale, nonostante l'ansia che mi attanaglia lo stomaco. Sento Trevor parlare animatamente con Ruby di allenamento e strategie e con la coda dell'occhio vedo che la nostra Accompagnatrice sta sistemando delle carte. Credo che anche Sapphire mi stia parlando ma i miei pensieri vagano sul fatto che ho solo tre giorni per imparare più cose possibili. Sono brava con le armi, è vero, ma so pochissimo di tattiche di sopravvivenza e cose di questo genere.

"Stella? Stella, mi stai ascoltando?"

La voce di Sapphire mi riscuote. Faccio cenno di sì con la testa e cerco di concentrarmi.

"Ti ho chiesto su cosa intendi concentrarti oggi" mi ripete pazientemente.

"Penso che proverò ad imparare qualcosa per sopravvivere, come accendere un fuoco o costruire una trappola... Per avere qualcosa da mangiare nel caso non riuscissi ad ottenere un arco".

"Quindi sai cacciare?"

Beh sì. Più o meno. "Non manco mai un bersaglio. E so pescare dei pesci a mani nude". Sono particolarmente fiera di questa cosa. Lo abbiamo fatto come allenamento e i pesci stavano in una vasca, ma tutti non facevano che lasciarseli scappare dalle mani mentre io avevo una presa davvero salda. Sostengo il mio sguardo compiaciuto sul Mentore.

"Non è detto che ci sia selvaggina... O corsi d'acqua... Potreste essere in un deserto. Cosa faresti in quel caso?"

"Aspetterei che tu mi mandassi da mangiare" rispondo con un sorriso innocente.

"Ah e sei sicura che qualche sponsor sia così pazzo da investire su di te?!" mi prende in giro ridacchiando.

"Certo! Insomma, guardami!". Realizzo però di non essermi ancora pettinata e di avere probabilmente qualche segno del cuscino sul viso. Il suo sguardo perplesso me lo conferma. "Non in questo preciso momento, Sapphire, in generale" sbotto fingendomi offesa. Lui si limita a ridacchiare.

"Hai visto le mietiture, hai già in mente chi vorresti come alleato?" mi chiede per cambiare discorso.

"Non voglio alleati" rispondo decisa. Lui per poco non si strozza. Ma non ho intenzione di discutere su questo. Mi conosco e so che tendo ad affezionarmi alle persone. Se mi alleassi con qualcuno potremmo anche diventare amici. E alla fine potrei anche doverli uccidere per tornare a casa.

"Voglio vincere. E sarà più facile liberarmi degli altri se non li conosco" mi limito a spiegare al mio Mentore.

"Stella... Vincere da soli è molto difficile. Sai perché spesso sono i Favoriti a vincere? Perché si alleano. Non voglio forzarti, ma prendi almeno in considerazione l'idea". Io annuisco, ma lo faccio più che altro per chiudere il discorso. Non voglio alleati. Non voglio essere costretta a uccidere un amico. Sarà già abbastanza difficile così.

 

Alle dieci in punto siamo disposti a semicerchio al Centro di Addestramento mentre ci viene spiegato come muoverci tra le varie postazioni. Adoro il completo che mi ha dato Ganymedes: dei pantaloni aderenti in tessuto elasticizzato che si adattano alla mia temperatura e fanno quasi da seconda pelle e un top senza maniche, entrambi blu scuro con le cuciture dorate. Dorato è anche il ricamo con il numero uno posizionato sotto una spalla.

Mentre il capo degli allenatori parla io ne approfitto per guardare gli altri Tributi. Sia il ragazzo che la ragazza del Due sono grossi come Trevor, penso formeranno un'ottima squadra. So che la ragazza del Quattro ha quattordici anni, ma è così minuta che ne dimostra un paio di meno. Il ragazzo invece è muscoloso ma proporzionato, non somiglia ad un armadio come il mio compagno di Distretto. Si accorge che lo sto guardando e mi rivolge un sorriso ammiccante che mi fa distogliere lo sguardo. Non mi sembra proprio il posto per flirtare.

Mi concentro sugli altri Tributi. Quelli del Tre vanno tenuti d'occhio perché di solito sono abbastanza intelligenti. Il maschio del Dieci mi sembra forte. I Tributi dell'Undici e del Dodici, invece, mi sembrano parecchio denutriti e deboli. Finisco la mia indagine sugli avversari più o meno in contemporanea col discorso di benvenuto.

Mi muovo un po' tra le postazioni e poi decido di iniziare col tiro con l'arco. È una cosa che mi piace e spero mi sarà anche utile nell'arena. Mi piace tirare con l'arco. Non pensi a niente, tutta la tua attenzione è sul bersaglio. Una volta che impari a fare salti e capriole abbastanza veloci da non far sfuggire le frecce dalla faretra sei imbattibile. E il mio essere piccola e leggera mi aiuta a muovermi con facilità. Imposto le serie di esercizi sul computer della postazione: una serie di bersagli fermi sia a terra che in aria per cominciare e poi delle serie di bersagli mobili. Chiudo un attimo gli occhi prima di cominciare e quando li riapro le uniche cose che vedo sono i bersagli. Mi concentro completamente sul mio obiettivo e riesco a non mancarne neanche uno. Mi lascio andare ad un'esclamazione soddisfatta. Mentre mi asciugo il sudore di cui non mi ero neanche accorta mentre ero in movimento, sento qualcuno alle mie spalle applaudire. Mi volto con una freccia già incoccata. È lui, il ragazzo del Quattro. Alza le mani per farsi scudo ma quando parla il suo tono è divertito.

"Ehi vacci piano con quella, io non sono un ologramma!"

"Ho finito, la postazione è tutta tua" gli dico con un sorriso mentre metto a posto arco e faretra.

"Oh no, non mi interessa. Io non caccio" mi risponde con un'alzata di spalle.

"Ah giusto. Distretto Quattro. Pesca."

"E fascino" aggiunge con uno sguardo ammiccante.

Ah-ah. Certo. "E che ci facevi qui, allora?"

"Mi godevo il panorama" mi risponde e io decido che è meglio spostarsi. Potrebbe essere una tattica per distrarmi. Mi stupisco del fatto che a volte sembro davvero una Favorita.

"Allora non ti intralcio" gli dico mentre lascio la postazione, senza però risparmiargli un sorrisetto. E non mi sfugge il suo sguardo che scivola lungo la mia schiena.

 

Passo le restanti ore della mattina tra le postazioni di sopravvivenza. Ha ragione Sapphire, non so che arena avremo e non so se ci saranno animali. Così cerco di imparare il più possibile sulle erbe commestibili e velenose. E per essere una che conosceva solo la lattuga mi ritengo abbastanza soddisfatta del risultato: so riconoscere quasi una decina di erbe commestibili e ho deciso che le altre non le toccherò. Dovrei riuscire a non avvelenarmi così.

La postazione dei nodi mette a dura prova la mia autostima, perché non credo che sapere fare un nodo da cravatta mi sarà utile nell'arena. Per quanto riguarda tutti gli altri non riesco a combinare niente, quindi passo alle trappole. Imparo a farne qualcuna, nel caso non riuscissi a procurarmi un arco. Spero davvero che non accada, però, perché dubito che nell'arena riuscirei a ricrearne qualcuna o a trovare questi bei legnetti così adatti. Sto per andare a vedere che combinano Trevor e i suoi nuovi amici, ma il ragazzo del Quattro mi raggiunge.

"Per stare sempre tutta sola deve esserci parecchia tensione tra te e il tuo compagno di Distretto."

"Siamo molto indipendenti" rispondo io con un sorriso sarcastico, cercando di ignorare il fatto che mi si sta avvicinando sempre di più.

"Sai, ci sono altri modi per sfogare la tensione..." mi provoca con uno sguardo allusivo. Io scoppio a ridere.

"Ma sei serio?! Potremmo essere morti tra qualche giorno e tu pensi a quello?!"

"Proprio perché tra qualche giorno potremmo essere morti penso a quello" mi risponde marcando l'ultima parola come ho fatto io. "Non voglio avere rimpianti".

"E io non voglio perdere tempo" lo liquido, prima che la situazione degeneri. Non posso lasciarmi distrarre da lui. Anche se vorrei. No, non voglio. Ok, forse sì. Aiuto.

 

Pranzo da sola cercando di inquadrare meglio i miei avversari. Devo ammettere che Trevor ha provato a convincermi a sedermi con lui e i ragazzi del Due, ma io rimango della mia idea di non volere alleati. Nel pomeriggio decido di dedicarmi alla postazione dei coltelli, giusto per fare la mia parte e spaventare un po' gli altri. Mi posiziono davanti alle sagome e non so perché (o forse sì) le immagino con la faccia di Trevor.

Primo bersaglio. Cuore. Testa. Pancia. Inguine.

Secondo bersaglio. Cuore. Testa. Pancia. Inguine. 

Terzo bersaglio. Cuore. Testa. Pancia...

"Per favore, potresti evitare di colpirlo lì? Mi fa male solo a vederti."

Mi volto con il coltello che non ho tirato in mano, pronto al lancio. È sempre lui.

"Come non detto, meglio lui che io!" mi prende in giro ridacchiando.

"Non tentarmi" lo ammonisco mentre lancio il coltello senza guardare il bersaglio. Avevo già preso la mira mentre parlavamo e il coltello colpisce il bersaglio. Inguine.

Lui sembra positivamente impressionato. "Wow. Te la cavi meglio che con i nodi qui. Ricordami di non averti come avversaria!"

"Mi sembra un po' difficile... Sai, vista la situazione..." lo prendo in giro.

"Potrei sempre averti come alleata..."

"Non voglio alleati, grazie" declino con un sorriso mentre mi allontano dalla postazione.

"Sicura di essere una dei Favoriti?" mi urla dietro mentre mi allontano e io non posso trattenermi dal sorridere. E dal fargli un gestaccio.

 

A cena mangio in silenzio, sentendo la fatica della giornata di allenamento. La nostra Accompagnatrice ha chiesto com'è andata la giornata e se abbiamo imparato qualcosa di interessante. Trevor ovviamente non ha perso l'occasione per vantarsi dei suoi nuovi amici e di tutte le armi che ha usato. Ruby mi sembra contenta di lui.

"Io ho imparato a costruire una trappola" dico, giusto perché Sapphire mi sta guardando con insistenza.

"Non hai conosciuto nessuno?" mi chiede, speranzoso.

"Devono ancora trovare qualcuno che la sopporti" ridacchia Trevor.

"Meglio sola che avere degli amici che si allenano con me per conoscere i miei punti deboli e usarli al momento opportuno" lo zittisco, senza trattenere un sorrisetto soddisfatto.

 

Dopo cena ho avuto il permesso di Sapphire di salire in terrazza. Avevo bisogno di una boccata d'aria. La tensione diventa sempre più pesante e qui su tutto sembra meno opprimente. So che c'è un campo di forze, ma se non ci pensi ti sembra proprio di stare all'aria aperta. Mi siedo sul cornicione e mi godo la vista sulla Capitale. Tutte queste lucine colorate le danno un'atmosfera quasi magica. Sembra tutto così bello visto da quassù. Tutti i problemi e le angosce riguardo i Giochi lasciano il posto alla meraviglia e alla tranquillità. Se riuscirò a vincere chiederò come premio un appartamento con vista su Capitol City. Sarebbe meraviglioso guardare questo spettacolo ogni sera. Ma i miei pensieri vengono interrotti da una voce alle mie spalle.

"Qualcuno potrebbe dire che siamo destinati ad incontrarci."È lui, il ragazzo del Quattro.

"Qualcuno potrebbe dire che mi segui" rispondo sarcastica mentre lui viene a sedersi accanto a me.

"Non sapremo mai la verità" mi soffia, avvicinandosi di più, in modo che le nostre spalle si sfiorino.

"Ti conviene" rispondo ridendo.

"Magari dovresti ascoltare il destino e ripensare alla mia proposta di allearci."

"Te lo ripeto, non voglio alleati. Non voglio essere costretta ad uccidere degli amici per poterne uscire io. Magari gli altri ci riescono, ma io no."

È strano, non lo conosco nemmeno, eppure sento di riuscire a parlare con lui come non potrei farlo con nessun altro. Per un po' restiamo in silenzio a guardare le luci colorate di Capitol City.

"Non riguarda l'essere amici, sai. È che è più facile farcela se hai degli alleati. Qui nessuno vede gli altri come amici, siamo tutti avversari. È così che dovresti vederla" mi dice dopo un po'.

"Non sono così brava a mantenere le distanze."

"Dici? Con me ci stai riuscendo benissimo!"

"Ma se ti ho sempre intorno!"

Scoppiamo a ridere e quando ci fermiamo mi perdo un attimo nei suoi occhi blu. Distolgo lo sguardo, devo mantenere le distanze. O almeno provarci.

"Smettila di guardarmi così, Quattro."

"Sam."

"Smettila di guardarmi così, Sam."

Stiamo qualche altro minuto a guardarci, sembra quasi una sfida a chi cede per primo. Poi lui si avvicina e io non lo fermo. Mi dà un bacio che sa di proibito, di paura e di vaniglia. E io so che sto facendo una cavolata. Ma sbagliare non ha mai avuto un sapore più buono.

 

È una giornata tranquilla al Centro Addestramento. Ieri abbiamo giocato a 'il mio cavallo corre più veloce del tuo', oggi ognuno si dedica a trarre il massimo dall'allenamento. Ho fatto un ripasso delle erbe per essere sicura di non aver scordato quelle poche cose imparate ieri e poi sono passata all'allenamento con la spada. Ho detto a Sapphire di saperla usare quindi mi conviene imparare in fretta. E con 'in fretta' intendo in qualche ora. Ogni tanto mi guardo in giro per vedere se Sam guarda dalla mia parte ma lui continua ad ignorarmi.

Non so cosa mi aspettassi, sinceramente. Avrei dovuto immaginare che il bacio di ieri sera era solo l'ultimo e disperato tentativo di stringere un'alleanza con me. Si sarà rassegnato e avrà lasciato perdere. Mi sento così stupida ad esserci cascata. Lo dovevo capire che il suo interesse era puramente utilitaristico. Gli converrà guardarsi le spalle nell'arena, non mi piace essere presa in giro. Anzi, lo odio. Ops, per poco non mozzavo un orecchio al mio allenatore. Forse è meglio non pensare a Sam quando sono armata.

Pranzo da sola e poi passo subito alla postazione di combattimento col bastone. Quelli che hanno qui però non sono dei semplici bastoni di legno come quelli che usavamo noi per allenarci, ma sono fatti in un materiale leggero e che fende l'aria alla perfezione. Tuttavia fanno molto più male quando colpiscono. Lo so perché mi sono distratta un paio di volte e il mio allenatore non ha mancato di farmelo notare. Trascorro qui delle ore, è senza dubbio il mio metodo di combattimento preferito. Quando decidiamo di fermarci mi sento le braccia parecchio indolenzite, ma sento di aver sfogato buona parte della tensione accumulata in questi giorni.

"Se avessi saputo che sei così brava a maneggiare i bastoni, ieri non mi sarei limitato a baciarti."

Alzo gli occhi e gli lancio uno sguardo scettico mentre faccio qualche esercizio col bastone. "Non mi sembrava che tu fossi così interessato a me fino a qualche minuto fa" gli faccio notare mentre inizio a colpire uno dei sacchi. È fortunato che non possiamo toccare gli altri tributi.

"Mi stavo allenando" mi risponde mentre sale sulla pedana e mi ferma il braccio con un movimento fluido. "Ora, però, voglio prendermi una pausa" aggiunge guardandomi negli occhi in un modo che mi dà un brivido.

Non so come mi ritrovo nel bagno poco lontano dalle postazioni di allenamento con le spalle al muro e le braccia bloccate sopra la testa. E Sam che mi bacia il collo.

"Guarda che si accorgeranno che manchiamo" provo ad oppormi, ma il mio corpo non sembra molto d'accordo.

"Tra ventidue e ventiquattro non c'è una grande differenza. Se non urli troppo non noteranno che manchiamo" mi risponde facendomi l'occhiolino.

Libero le mani dalla sua presa e gli lego le gambe intorno alla vita. "Non c'è problema, non penso che tu sia così bravo" gli rispondo a tono.

Ho dei seri dubbi che Sapphire intendesse questo con 'dai il meglio di te'.

 

A cena cerco di partecipare il più possibile alla conversazione in modo che il mio Mentore non si accorga che ho la testa altrove. In realtà penso a Sam e al fatto che, comunque vada, non lo rivedrò più dopo i Giochi. Non posso negare che lui mi piaccia. È carino, simpatico e riesce a tenermi testa. Ma questi sono gli Hunger Games e bisogna pensare solo a se stessi. Me l'ha detto chiaramente. Qui chi non vince, muore. E io non posso pagare un prezzo tanto alto per un ragazzo che mi piace. Ho delle persone che mi aspettano a casa. Voglio tornare a casa.

Dopo che abbiamo finito di mangiare sono andata a rintanarmi nella mia stanza. Domani avremo la sessione privata con gli Strateghi e mi conviene riposare. Sento bussare alla porta e ormai riconosco Sapphire.

"Entra pure" gli dico, nonostante io abbia la faccia sprofondata nel cuscino. Lui entra e si siede sulla poltroncina difronte il mio letto e io capisco che è il caso di mettermi seduta.

"Domani sarà un giorno importante. Hai già qualche idea su cosa farai?"

"Vorrei fare qualcosa che li lasci a bocca aperta."

"Hai qualche idea più precisa?" mi chiede sarcastico, come sempre.

"Danno mai un dodici?" mi trovo a chiedere.

"Vuoi un dodici?"

"Tu quanto hai avuto?" gli domando per cambiare argomento. A volte riesce ad essere davvero esasperante.

"Undici. Non dovresti puntare al dodici, di solito significa che gli Strateghi vogliono farti fuori."

"Wow quindi sei stato bravo. Ma hanno mai dato un dodici per merito? C'è mai stato qualcuno così bravo?"

"Qualcuno c'è stato" mi risponde, vago. "Ma devi davvero stupirli."

"Lo farò. Pensavo di fare una specie di numero."

Lui alza un sopracciglio. Perché deve sempre essere così scettico?! "Qualcosa che gli dimostri che so usare le armi e che sono atletica e veloce. Tipo una catena di esercizi o una cosa così."

Restiamo qualche momento in silenzio.

"Sai che quel numero non significa niente alla fine, vero? C'è stata gente che ha avuto un punteggio alto e non ha superato il bagno di sangue. E gente che ha avuto punteggi bassi ed è ancora in giro. Quel numero non dice chi sei, Stella. Non mi interessa che voto ti danno. Voglio che mi dimostri chi sei una volta entrata lì dentro. Non me ne frega niente di quello che pensano gli Strateghi di te. Io so chi sei e cosa sai fare. Quindi non darti troppa pena per domani."

Questo sì che è un discorso di incoraggiamento. Faccio un sorriso sincero e abbraccio Sapphire, dicendogli soltanto 'grazie'.

"Dormi adesso. Hai ancora un giorno di allenamento che ti aspetta. E non voglio doverti trascinare fuori dal letto" mi ammonisce, uscendo dalla stanza. E schivando ancora una volta il cuscino che gli tiro.

 

La mattina tuttavia i miei buoni propositi di restare calma sono spariti e io mi ritrovo al Centro di Addestramento in preda all'ansia. Sto provando a fare una trappola da mezz'ora e tutto ciò che ho ottenuto è un mucchietto di legnetti rovinati. Vedo Sam che sta insegnando qualcosa alla sua compagna di Distretto quindi non mi avvicino. Dopo un po' è lui a farlo.

"Non pensavo che le trappole fossero il tuo genere."

"Non lo sono, infatti" rispondo con un sorriso mesto mostrando il mio disastroso risultato.

"Magari possiamo fare qualcosa che ti faccia distrarre" mi propone col suo solito sguardo ammiccante.

"Non mi sembra il momento, Sam! Ma non pensi ad altro?!" gli domando, basita.

"Veramente io intendevo che potremmo esercitarci con qualcosa di più utile. Sei tu che pensi sempre a quello" dice, facendomi il verso. Poi mi trascina verso la postazione di lotta dove è stato allestito una specie di ring.

"Sai che non ci è permesso combattere tra di noi" gli ricordo.

"Fiuto la tua paura da qui" mi rimbecca mentre si avvicina all'allenatore addetto alla postazione. "Ci esercitiamo solo un po' nella difesa, per riscaldarci" gli dice e credo abbia uno sguardo così innocente e convincente che quello fa cenno di sì e si mette a bordo ring per controllare che ci comportiamo bene.

"Comincia tu" propone lui e devo ammettere che questo è molto più rilassante delle trappole. E lui è bravo a parare i miei colpi. Simuliamo un combattimento senza davvero mettere forza nei colpi, anche perché il nostro supervisore non si distrae un attimo. Riesco ad approfittare di un attimo di distrazione di Sam per metterlo al tappeto e bloccarlo, sedendomi a cavalcioni su di lui con un sorriso compiaciuto.

"Sai, se volevi stare sopra bastava dirlo. Mi piacciono le donne che prendono il controllo."

Il suo solito sorrisetto da stronzo. "E poi sarei io a pensare sempre a quello!" lo prendo in giro mentre gli porgo una mano per aiutarlo a rialzarsi.

 

Dopo pranzo ci dividono secondo i Distretti per la sessione privata. Io e Trevor saremo i primi. Mentre ci scortano verso la stanza dove avverrà la valutazione, Sam mi augura buona fortuna e io cerco di rispondergli con un sorriso ma mi viene fuori solo una smorfia ansiosa.

Mentre Trevor è dentro, provo a capire quanto tempo passa. E spero che faccia qualche casino, tipo inciampare, cadere o vomitare. Quando esce, però, mi sembra soddisfatto.

"Sono peggio del previsto" mi dice per incoraggiarmi e io gli faccio una smorfia.

Una volta dentro mi prendo qualche secondo per studiare la stanza. Ci sono parecchi metri liberi prima delle postazioni con le armi e con il necessario per trappole e mimetizzazione. Decido che inizierò col mostrargli che sarò pure piccola, ma molto agile. Copro la distanza fino alla postazione con sacco e bastoni facendo dei salti e delle capriole, sperando di non sembrare ridicola. Esibirmi col bastone è facile, lo faccio da sempre. Qualche esercizio particolarmente coreografico e poi trafiggo il sacco. Spero non ci chiedano di ripagarlo, sarebbe la volta buona che Sapphire prenda me a bastonate.

Faccio un salto all'indietro e atterro davanti la postazione con l'arco. Ci sono tre bersagli. Non devo mancare il centro nemmeno una volta. Mi prendo qualche secondo per chiudere gli occhi e concentrarmi. E quando li riapro la stanza e gli Strateghi sono spariti, ci siamo soltanto io e il bersaglio. Punta, scocca, centra. È tutto ciò che devo fare. Dopo il terzo centro mi sembra di uscire da uno stato di tensione in cui non mi ero nemmeno accorta di essere sprofondata. Quando passo alle sagome da da colpire coi coltelli ripenso a Sam e sorrido. Mi basta colpirne una, non serve mutilare anche le altre. Quattro coltelli, quattro colpi. Cuore, testa - proprio in mezzo agli occhi, pancia, inguine.

Non mi avvicino nemmeno alle postazioni di sopravvivenza, non credo che agli Strateghi interessi vedere come creo un perfetto mucchietto inutile di bastoncini.

Mi avvio a passo deciso verso la parte esattamente sotto la galleria da dove loro mi stanno osservando. "Stella Maloney, Distretto Uno. Vorrei un dodici, grazie" dico semplicemente, esibendo il mio miglior sorriso accattivante. E poi esco.

"Com'è andata?" mi chiede Trevor, una volta che sono fuori.

"Bene, ho ballato nuda sulla postazione delle erbe. È stato divertente" rispondo con un'alzata di spalle.

"Quindi ti daranno tipo un... Cinque?" mi chiede ridacchiando.

"Sei solo invidioso che io non mi sia mai esibita per te!" rispondo a tono mentre lasciamo il Centro di Addestramento.

 

Dopo cena siamo tutti schierati sui divanetti davanti la tv per scoprire le valutazioni degli Strateghi. Non dovremo aspettare molto perché si va sempre in ordine numerico crescente. Trevor prende un dieci e Ruby mi sembra molto contenta. Qualunque cosa abbia fatto, penso l'abbia fatta bene. Poi tocca a me. Mentre Caesar Flickerman fa la solita pausa di suspence tra il nome e il voto io sento il mio stomaco che si contorce. Inizio a chiedermi se ho fatto abbastanza, se c'era qualcos'altro che ho ignorato, se poi non sono stata niente di che. Finalmente arriva. Un bel dodici che lampeggia sullo schermo della tv ultra moderna. Sapphire si lascia andare ad un'esclamazione entusiasta e io ricomincio a respirare.

"Un dodici?" mi chiede il mio compagno di Distretto. " Come cavolo hai fatto?!"

"Gliel'ho chiesto" rispondo semplicemente, ma dentro di me sono al settimo cielo.

Mentre mi ritiro nella mia stanza Sapphire mi segue. "Ruby ha deciso che sarà lei stessa a preparare Trevor per le interviste, quindi tu passerai la giornata con Amarillis" mi informa, avendo il buon gusto di mantenere una distanza di sicurezza.

"Cosa?! Perché non puoi essere tu a prepararmi?!" c'è una leggera nota di panico nella mia voce.

"Di solito le ragazze vengono preparate dall'Accompagnatrice. Non sarà così terribile come pensi" mi dice mentre mi spinge dentro la mia stanza. "Ah e Stella? Comportati bene."

"Darò il meglio di me" rispondo facendo un inchino   e il mio miglior sorriso diabolico.

Mi concedo di pensare un attimo a Sam e al suo nove. Penso se la caverà nell'arena. Io devo pensare a sopravvivere a domani, per il momento. Prima Amarillis e poi Caesar Flickerman. Quasi quasi mi viene voglia di passare subito all'arena. Ma se sono riuscita a strappare un dodici agli Strateghi, che sarà mai un'intervista in tv, dopotutto?  

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Pensa in fretta e non morire ***


Author's note.- Buonsalve a tutti voi che continuate a leggere questa storia, vi adoro tutti :3

Non ho molto da dire, se non che finalmente iniziano i Giochi di Stella e la ragazza dovrà impegnarsi per non fare cavolate e uscirne viva.

Anyway, prima c'è l'intervista e questo è il vestito di Stella.

Poi, volevo presentarvi Sam e Trevor (ma se non vi piacciono potete sempre dargli l'aspetto che volete, l'ho già detto ^^").

Non credo di avere altro da aggiungere, a parte buona lettura! :3

 

The Golden Girl

 

Capitolo 4 - Pensa in fretta e non morire

 

 

Oggi la mia voglia di alzarmi dal letto è pari a zero. Anzi, sotto lo zero. E questo per delle ragioni ben precise. La prima è che dovrò passare la giornata con Amarillis e alla sola idea preferirei essere già nell'arena. La seconda ragione è che dovendo stare rinchiusa tutto il giorno qui non avrò modo di vedere Sam. Probabilmente non avrò più occasione di parlare con lui prima di entrare nell'arena e lì dentro preferirei non incontrarlo. Diventerebbe tutto troppo complicato. La terza ragione, assolutamente non meno importante, è che sta sera c'è l'intervista. Dovrò parlare davanti a tutte quelle persone sapendo che molte altre mi stanno guardando in tv e al solo pensiero sprofondo ancora di più sotto le coperte.

Sapphire bussa ma io lo ignoro. Magari se ne andrà. E invece no. Sento la porta che si apre e poi un peso sul letto quando, deduco, si siede. "Esci da lì sotto, prima che venga a cercarti io."

Mi affaccio da sotto le coperte fino al naso. "Non costringermi a passare la giornata con lei, ti preeeego" mi lamento cercando di avere uno sguardo supplichevole.

"Non fare la bambina capricciosa, Stella" mi ammonisce con uno sguardo severo e un po' divertito. "Non lo capisci? Lei è una capitolina, sa cosa piace ai capitolini. Il fatto che ti prepari lei sarà utile per te!"

Esco sbuffando da sotto le coperte e afferro la vestaglia. "Ok, sono pronta. Andiamo" annuncio avviandomi verso la porta.

"Amarillis ti vorrebbe vestita..."

Sono le otto del mattino e già sono esasperata. Faccio un sorriso stizzito e mi tolgo la vestaglia, lanciandola sul mio Mentore, e faccio per togliermi anche la camicia da notte.

"Non devi necessariamente cambiarti in questo istante!" mi dice lui tra il basito e il divertito.

"Hai intenzione di tenerti quella cosa in testa finché non sarò vestita?!"

"Non vedo altra scelta!"

Non c'è che dire, Sapphire è un vero gentiluomo. Mi rimetto la camicia da notte e gli tolgo la vestaglia dalla faccia. "Sarò pronta tra poco, prometto."

"Mi raccomando" è il suo unico commento mentre esce dalla stanza e io sbuffo esasperata per l'ennesima volta.

 

Alla fine sono riuscita a convincere Sapphire a partecipare al mio addestramento. Indosso un vestito di un rosa stucchevole e sto in equilibrio su dei trampoli di almeno venti centimetri. E in teoria dovrei percorrere in modo disinvolto e sensuale questa passerella che Amarillis ha fatto allestire in salotto per esercitarmi nella camminata. Ma questa è pazza.

Anche solo muovere qualche passo mi fa sudare e traballo pericolosamente. Ora, io non sono un maschiaccio e i tacchi li porto tranquillamente, ma queste non sono scarpe, sono strumenti di tortura. Dopo che inciampo l'ennesima volta, lei sbotta. "No, no, no! Non così! Devi essere aggraziata! Devi essere disinvolta! Devi essere sexy!"

Il suo accento che mi stride nelle orecchie. Mi volto verso Sapphire che se la ride comodamente in poltrona. "Dì qualcosa!"

"Io? Che dovrei dire, non ne capisco niente di queste cose! Ma sì, dovresti provare ad essere sexy" mi risponde, continuando a prendermi in giro. Amarillis mi rivolge uno sguardo che sembra dire 'vedi che ho ragione?'. Non ce la faccio davvero più. Mi tolgo le scarpe e le butto da una parte.  Credo di aver rotto qualcosa ma non mi importa. Sento la rabbia montare sempre di più.

"Senti, razza di cretina che non sei altro, è inutile che mi esercito a camminare su quei cosi, tanto non li metterò comunque! Tra meno di quarantotto ore potrei essere morta! Dovrei esercitarmi in qualcosa di utile, non stare qui a perdere tempo per piacere a gente di cui non mi importa nulla e a cui non importa niente di me!"

E detto questo mi avvio a passi decisi verso la mia stanza, con gli occhi che mi pizzicano e la vista che si annebbia. Mi butto sul letto e finalmente le lacrime iniziano a scendere, silenziose. Non faccio niente per trattenerle. È la prima volta che piango da quando tutta questa storia è iniziata e ho talmente tante emozioni dentro di me da non riuscire nemmeno a capirle tutte. L'unica cosa che so è che mi sento terribilmente confusa. A volte sono sicura di vincere, altre volte mi sembra di non avere speranze. Vorrei tornare a casa dalla mia famiglia e dai miei amici, tornare a prima di tutto questo. Ma anche se uscissi dall'arena, niente sarebbe più come prima. Avrei ucciso delle persone e questa è una con con cui mi ritroverò a fare i conti per tutta la vita. E poi c'è Sam. Una parte di me si vergogna a pensare a lui in questo momento, un'altra parte gli pensa di continuo. Ho trovato qualcuno con cui sto bene ed è una storia finita ancor prima di cominciare.

I miei pensieri vengono interrotti da Sapphire che si siede vicino a me e mi mette una mano sulla spalla. "So che ho esagerato con Amarillis e mi scuserò con lei" dico soltanto, la voce impastata dal pianto.

"Vieni qui..." mi risponde mentre mi abbraccia. "Lo so cosa stai provando, Stella. Ci sono passato anche io. Nessuno dovrebbe trovarsi in questa situazione, soprattutto dei bambini."

"Io non sono una bambina" dico, tirando su col naso, cercando di avere un tono offeso. Lui sorride.

"È bello vedere che non perdi mai il tuo caratteraccio... Amarillis lo fa per aiutarti. Vuole che tu torni, per questo si è offerta per prepararti. Devi conquistarti gli sponsor se vuoi che io ti mandi da mangiare..." ridacchiamo entrambi. "E devi cercare di conquistarli anche prima che i Giochi comincino. Tutti gli occhi devono essere su di te in quell'arena. Quindi la tua intervista deve essere perfetta."

Mi lasciò abbracciare e poi vado a lavarmi la faccia. È tutta chiazzata di rosso e ho gli occhi gonfi. Davvero sexy. Quando torno in salotto mi scuso con la mia Accompagnatrice e lei, devo ammettere, si dimostra comprensiva. Il resto della mattinata procede bene, dopo che abbiamo accantonato i trampoli. Facciamo degli esercizi di postura per imparare a stare seduta bene durante l'intervista (con le gambe chiuse, ci tiene a specificare il mio Mentore) e Amarillis mi pone alcune delle domande che sono state fatte ai Tributi delle edizioni precedenti. Mi esercito a salutare, a ridere, a sapere quando guardare il pubblico. E ad ora di pranzo la mia Accompagnatrice si dice soddisfatta dei miei progressi.

 

Dopo mangiato (per modo di dire, vista l'ansia che mi attanaglia lo stomaco), vengo portata in quella che Sapphire chiama 'la stanza del miracolo' dove mi attendono i miei Preparatori. I miei capelli vengono modellati in morbide onde lucenti, spettinati e vaporosi al punto giusto. Mi fanno un trucco leggero sui toni del dorato e del marrone, molto luminoso, e devo dire che fanno davvero un ottimo lavoro. Non mi sono mai vista così bella. Gli occhi grandi, gli zigomi alti, le labbra di una vivace sfumature di rosa. Forse il mio Mentore ha ragione, è una specie di miracolo. Li ringrazio uno ad uno e loro mi augurano buona fortuna per i Giochi, dicendo che faranno il tifo per me. È assurdo come io mi senta legata a queste persone che ho visto solo poche volte e che sono così distanti da me. Forse la minaccia dei Giochi rende tutte le emozioni più forti.

Aspetto Ganymedes avvolta nell'accappatoio morbido su un divanetto della stanza color crema dove ci siamo già visti una volta. Quando arriva, mi abbraccia e si siede accanto a me.

"Stella! Complimenti per il tuo Dodici! Gira voce che tu ti sia spogliata per gli Strateghi..." esordisce, ridacchiando. Io lo ammazzo Trevor.

"Vi lascerò per sempre nel dubbio!" ribatto con lo stesso tono, scuotendo i capelli in un finto atteggiamento da diva.

"Vedo che Amarillis ti ha insegnato qualcosa..." mi prende in giro mentre si alza e prende la custodia del mio vestito. "Pronta?" mi chiede, mano alla zip. Io annuisco entusiasta. Ganymedes tira giù la zip e mi mostra il vestito per l'intervista. Sembra una colata d'oro. La scollatura è a cuore, con la parte superiore fatta di un tessuto più leggero, come una retina. Le pietre si diradano nella parte centrale per poi diventare di nuovo più numerose verso la fine. Ed è corto. Molto corto.

"È bellissimo..." dico estasiata mentre mi alzo per sfiorarlo con due dita.

"Avrai dei tacchi alti per essere più slanciata e sembrare più alta. Devi sembrare una dea" ed è così convinto che quasi convince anche me. Sarò bellissima, che figo!

Le scarpe sono alte, ma non come quelle che mi aveva dato Amarillis. Sono dorate come il vestito e aperte sul davanti. "Mi aspettavo peggio..." confesso con mezzo sorriso mentre lui mi aiuta a salirci dopo avermi chiuso il vestito. Ci cammino un po' e sembrano anche comode.

"Hai avuto paura, eh..." mi prende in giro mentre lo abbraccio e lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per me. So che lo rivedrò domani prima di entrare nell'arena, ma ci tenevo a farlo già adesso. Se non fosse stato per lui, io non sarei mai stata in grado di costruirmi un'identità che affascinasse Capitol City. E sto iniziando a capire che questo è parte integrante di una strategia vincente.

 

Sono dietro le quinte con Sapphire. Caesar Flickerman, quest'anno in color acqua marina, sta dando il suo benvenuto agli spettatori. Sono parecchio nervosa e mi sudano le mani. Sarò la prima, quindi il confronto con tutti gli altri sarà inevitabile.

"Cerca di stare calma" mi esorta Sapphire, "è solo un tizio celeste."

Mi scappa una risatina. "Non gli ho mai visto un colore più assurdo..."

"Questo perché non hai visto il suo look corallo dei miei Giochi..." Ridacchiamo un altro po', finché non tocca a me.

"Ed ora andiamo a conoscere i Tributi di quest'anno! Iniziamo con il Distretto Uno, con quella che è, lo ammetto, la mia preferita! Ho sentito che si fa chiamare 'La ragazza d'oro di Capitol City', Stella Maloney!" Oh cavolo, sono io. Sapphire mi spinge fuori e io cerco di camminare come mi ha insegnato Amarillis. Ancheggia, sii sexy, sorridi al pubblico. Credo di aver almeno sorriso. Spero. Stringo la mano a Caesar e mi siedo al mio posto, accavallando le gambe e scuotendo i capelli. Questa è una cosa che mi ha insegnato Ruby poco prima di lasciare il nostro alloggio, credo mi abbia vista disperata. Non abbiamo parlato molto in questi giorni visto che lei si occupa di Trevor, ma è stata sempre molto carina con me.

"Allora, Stella. Partiamo dalla cosa che mi sta più a cuore!" esordisce il presentatore con sguardo allusivo.

"Ah, non posso spogliarmi, mi dispiace! Io lo farei pure, ma il mio Mentore me l'ha proibito! Te lo faccio poi dietro le quinte se proprio vuoi!" rispondo fingendomi davvero dispiaciuta. Il pubblico scoppia a ridere e Caesar mi lancia un'occhiata come a dire 'non mi tentare' e io ho scongiurato il pericolo di altre battute sull'argomento.

"Veramente intendevo il tuo punteggio di Dodici! Deve nascondersi una ragazza letale dietro quegli occhioni! Vuoi dirci cosa hai fatto vedere agli Strateghi per avere quel punteggio?"

"Oh ma Caesar, non posso, siamo in tv!" e di nuovo tutti a ridere. Ehi, me la cavo bene! "Scherzi a parte, gliel'ho soltanto chiesto e loro sono stati gentili" rispondo vaga.

"Gliel'hai chiesto? Sei sempre così sfacciata?!"

"Anche peggio, chiedi a mia madre!"

Penso di essere seriamente portata per rendermi ridicola in tv. Lui coglie la palla al balzo.

"Parliamo di questo, che hanno detto i tuoi genitori sulla tua candidatura?"

Cavolo, e ora che gli dico? Ripenso a mia madre in lacrime che mi guarda come se fosse l'ultima volta e a mio padre che prova ad incoraggiarmi con scarsa convinzione. Dovrò inventarmi qualcosa. "Erano molto orgogliosi... E felici di liberarsi di me per un paio di settimane!"

Sperando che non si siano liberati di me per sempre...

"Ti sei offerta al posto della tua amica... Non hai avuto esitazioni nel farlo?"

Sta volta so cosa rispondere. "No, nessuna."

L'atmosfera si è fatta seria e Caesar ha assunto una voce grave. "Cosa vi siete dette quando vi siete salutate?"

'Se ce l'ha fatta quell'oca di Cashmere posso farcela anch'io' non va bene come risposta, devo trovare qualcosa di meglio. "Le ho promesso che avrei vinto... Così al mio ritorno avrebbe potuto vantarsi anche lei di essere amica di uno dei Vincitori!"

La bolla di suspance si sgonfia e ridiamo tutti. Caesar mi abbraccia e mi fa i suoi auguri per l'arena.

"Comunque sono offesa che tu non ti sia fatto i capelli color oro in mio onore! E poi dici che sono la tua preferita!" gli grido mentre esco, il pubblico ride e lui mi manda un bacio in segno di scuse.

Sapphire mi sta aspettando e appena lo raggiungo dietro le quinte mi abbraccia.

"Non ci posso credere, sei stata brava! Gli sei piaciuta!"

"Avevi una grande fiducia in me, noto!" gli rispondo sarcastica colpendolo lievemente su una spalla.

 

 La cena è stata tranquilla. Abbiamo cercato di non parlare di domani e di stare allegri, visto che era l'ultimo momento in cui stavamo tutti insieme. Persino io e Trevor ci siamo comportati bene, nonostante ci fosse tensione nell'aria. Dopo mangiato abbiamo visto una replica delle interviste. Trevor ha puntato sul mettere in mostra la sua forza e quanto ha intenzione di essere letale nell'arena. Ma è stato anche divertente, devo dire. Per essere Trevor, certo.  Sam è stato strafottente e affascinante come al solito, penso abbia stregato il pubblico col suo essere un adorabile stronzo. La ragazza del Tre, Cassidy, mi è sembrata un tipo sveglio. Non era per niente nervosa e questo mi fa pensare che sia una in grado di gestire la tensione e che nell'arena potrebbe essere un'avversaria da tenere in considerazione. Poi c'è il ragazzo del Sette. Al Centro di Addestramento non avevo notato che ha un fisico forte, probabilmente da taglialegna, e che quindi è da non sottovalutare.

Dopo le interviste decido di salire in terrazza, a prendere la mia illusoria boccata d'aria. Ammetto che una piccola parte di me spera che anche a Sam venga la stessa idea, così da poterlo salutare. Quando salgo lo trovo già li, seduto su cornicione che guarda le luci di Capitol City.

"Qualcuno potrebbe dire che è il destino a farci incontrare, Quattro..." lo prendo in giro mentre vado a sedermi accanto a lui.

"Qualcuno potrebbe dire che mi pedini, Uno..." mi risponde, voltandosi verso di me e facendomi il sorriso più bello che io abbia mai visto.

"Penso che non lo sapremo mai..." dico facendogli un sorrisetto mentre gli metto le braccia attorno al collo e lo bacio. Restiamo un po' in silenzio, io con la testa sulla sua spalla, a guardare la città.

"Quindi domani è il gran giorno" inizia lui all'improvviso. Non c'è rabbia nella sua voce, forse solo un pizzico di rassegnazione. "È così assurdo... Incontri una persona con cui finalmente stai bene e sai già che non c'è speranza..."

Il mio sguardo è fisso su un punto indefinito dell'orizzonte. "Uno di noi due potrebbe anche farcela, sai?"

"E passare il resto della vita a chiedersi come sarebbe potuta andare se non ci fossero stati questi maledetti Giochi? No grazie, io non penso di farcela..." mi risponde sarcastico e io percepisco l'amarezza nella sua voce.

"Non eri quello che non voleva affezionarsi a nessuno?" provo a prenderlo in giro, per tirargli su il morale.

"Non avevo calcolato di incontrare te..." mi soffia in un orecchio per poi darmi un bacio su una tempia. Restiamo qualche minuto così, col naso di Sam affondato tra i miei capelli e il mio sguardo perso su Capitol City.

"Hai un profumo così buono..." mi dice dopo un po', facendosi più vicino.

"Trevor ha provato a tirarmi della torta in testa a cena, credo sia per quello..."

Entrambi ridiamo mentre lui mi toglie briciole inesistenti dai capelli. Ha una risata così bella... Cala di nuovo il silenzio ma è ancora lui a romperlo.

"Fai l'amore con me..." mi sussurra con uno sguardo che non lascia spazio a obiezioni.

Cosa?! Sono l'unica che si è accorta che siamo sul tetto della Torre e che chiunque potrebbe arrivare da un momento all'altro?

"Non credo sia una buona idea, potrebbero vederci" provo a farlo ragionare mentre lui mi sta già facendo sdraiare sul pavimento.

"Non mi importa, domani a quest'ora potrei essere morto. E ti ho detto che non voglio avere rimpianti" mi risponde col suo solito sorrisetto beffardo.

Provo ad opporre resistenza ma il mio corpo non è d'accordo. È vero, è pericoloso, ma cosa non lo è dopotutto? È l'ultimo momento che abbiamo. Ho fatto così tante cose imprudenti da quando questa storia è cominciata, cosa sarà mai farne un'altra?

 

Quando rientro, passo davanti uno degli specchi che ci sono in corridoio e guardo di sfuggita la mia immagine. Ho i capelli arruffati, il viso arrossato e gli occhi lucidi. E un'espressione colpevole, credo. Sto rientrando nella mia stanza quando incrocio Sapphire che esce dalla sua. Vorrei scusarmi per essere rimasta in terrazza così tanto ma lui mi posa una mano sulla spalla e mi rivolge uno sguardo triste. "Mi dispiace, Stella..." mi dice soltanto mentre mi stringe un attimo la spalla. È bastato uno sguardo per capire che lui lo sa e gli dispiace davvero. Mi limito ad annuire e lui mi lascia sola. Ci sono momenti in cui non ci servono le parole per capirci.

Mi metto a letto e non posso fare a meno di pensare a Sam. Le sue labbra sulle mie, le sue mani sul mio corpo, le mie unghie sulla sua schiena. È tutto finito e una lacrima mi scende silenziosa sulla guancia. La lascio lì per un po' e poi la asciugo, come a voler chiudere questo capitolo. Domani inizieranno i Giochi e dovrò mettercela tutta per sopravvivere.

 

Il grande giorno è arrivato. Da un lato mi sembra passato tantissimo tempo dalla Mietitura, visto tutto quello che è successo. Allo stesso tempo, però, pare che il tempo sia volato e non mi sento pronta ad affrontare l'arena. Sapphire mi ha portato la colazione in camera per costringermi a mangiare nonostante i miei nervi tesi. Dopotutto, questo potrebbe essere il mio ultimo vero pasto per non so quanto tempo.

Il momento dei saluti è di sicuro il più difficile da quando sono arrivata. Incrocio Trevor in corridoio e ci stringiamo la mano.

"Che vinca il migliore" mi dice con un sorriso a metà tra lo spavaldo e il rassegnato.

"Che viva il migliore" gli rispondo io, dandogli una pacca sulla spalla. È consolante sapere che è teso quanto me. Abbraccio velocemente Ruby e la ringrazio per le dritte che mi ha dato per l'intervista e lei mi augura buona fortuna. Abbraccio anche Amarillis, in fondo si è davvero impegnata per darmi una mano. Quando ci stacchiamo lei ha gli occhi lucidi e mi augura di rivederci presto. E capisco che ci spera davvero.

La parte più difficile è salutare il mio Mentore. Mi destabilizza l'idea che non sarà con me negli ultimi minuti prima di entrare nell'arena.

"Dunque. Ricapitoliamo. Non farti uccidere da qualche Tributo. Non farti ammazzare da qualche calamità naturale. Sorridi e sii sexy" mi raccomanda enumerando i punti con le dita.

"Al massimo se fa caldo posso provare ad andare in giro seminuda, ma non credo che riuscirò ad essere sexy nell'arena!"

"In effetti è già tanto se riesci ad essere carina in circostanze normali, chiederti di essere sexy lì dentro va oltre le tue possibilità!" mi prende in giro e io gli rispondo con una smorfia offesa.

"Fai del tuo meglio, al resto penserò io" dice dopo essere tornato serio e io annuisco. Ci abbracciamo per un tempo che mi sembra interminabile e sento un po' di ansia scivolarmi via.

 

Ganymedes sta visionando i vestiti che ci hanno fornito gli Strateghi e io mi interrogo su quello che ci sarà lassù. So che Sapphire preferirebbe che non fosse né un deserto né una landa ghiacciata, perché lì è più difficile sopravvivere. Io vorrei un posto con dei nascondigli e modo di procurarsi cibo al di là di quello che, spero, ci sarà alla Cornucopia.

"Allora... Vediamo cosa abbiamo qui..." dice lo stilista mentre tira fuori i miei vestiti e li guarda in modo analitico. "Pantaloni, canotta e un giacchetto. Il tessuto sembra termico."

Il mio sguardo vacuo lo spinge a spiegarsi meglio. "Trattiene la temperatura del corpo. Probabilmente ci sarà escursione termica tra il giorno e la notte. Il giacchetto ha un cappuccio, forse ci saranno piogge..." mi spiega mentre prende gli stivaletti e ne guarda la suola. "Potrebbe esserci del fango... E questo ci riporta alle piogge..."

E questo ci porta al fatto che finirò col culo per terra entro la prima mezz'ora. Davvero sexy e accattivante, non c'è che dire. Ganymedes mi aiuta ad indossare i vestiti e poi mi sistema i pantaloni dentro gli stivaletti.

"Andrai verso la Cornucopia?" mi chiede mentre mi vesto.

"Per forza, ho bisogno di armi. E di qualunque altra cosa riesca ad afferrare."

Non sono così forte da caricarmi dietro mille cose, ma ho bisogno di procurarmi il necessario per sopravvivere. "Avrò un minuto per realizzare che ambiente mi aspetta, avrò le idee più chiare su cosa afferrare e cosa lasciare indietro" aggiungo, più per convincere me che lui.

"Sei una che pensa in fretta, ce la puoi fare" mi risponde lui con un sorriso mentre mi sistema il cappuccio.

"Sapphire dice che a volte non penso affatto..." gli dico con una risatina e anche lui ride.

"In certe occasioni potrebbe anche essere vero. Ma sei sveglia, riuscirai a pensare in fretta a qualcosa."

Ci abbracciamo e lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per me, anche per avermi fatta sentire così bella e sicura di me, per una volta. Mi accompagna al cilindro di lancio e mi aiuta a salire. Quando il vetro si chiude tutt'attorno sento una fitta claustrofobica. Ganymedes bussa sul vetro e mi fa segno di sorridere e poi atteggia quella che dovrebbe essere una mossa sexy per ricordarmi anche questo e io scoppio a ridere. Quando il piatto di lancio inizia a muoversi lo saluto con la mano e poi guardo in alto, chiedendomi cosa mi aspetterà là fuori.

 

I miei occhi hanno bisogno di qualche secondo per abituarsi alla luce del sole. Fa caldo, questa è la prima cosa che noto. Mentre Claudius Templesmith ci dà il benvenuto nell'arena, io cerco di fare mente locale. Fa parecchio caldo, ma è un clima umido. Che da un certo punto di vista è meglio rispetto a quello secco o desertico, sentirò meno la disidratazione nel caso non dovessi trovare subito acqua. O no? Che ne so. Mi guardo attorno. Siamo disposti a semicerchio attorno all'area in cui si trova la Cornucopia. Tutt'attorno c'è una foresta fitta, ma credo che questa zona sia stata disboscata di proposito per permettere al pubblico di vedere bene il bagno di sangue.

La vegetazione sembra rigogliosa, spero di riuscire a trovare qualcuna delle piante commestibili che conosco. Gli alberi sono altissimi, almeno una sessantina di metri, alcuni forse anche di più. Mi sembrano latifoglie e questo non va bene. Su delle querce o degli alberi più robusti sarebbe stato più facile arrampicarsi e nascondersi. E poi non ho idea di ciò che potrebbe nascondersi su quegli alberi, così come tra la vegetazione fitta. Anche se è mattina i raggi del sole sono molto forti e non oso immaginare cosa succederà verso mezzogiorno. Da qui non riesco a vedere corsi d'acqua, ma in realtà non riesco a vedere al di là dei primi alberi quindi potrebbero essercene comunque. Vedo Sam ad un paio di persone da me e lui si accorge che lo sto guardando e mi lancia un sorriso ammiccante che mi riporta alla prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati. Sta volta rispondo al sorriso, cercando di non pensare che potrebbe essere l'ultima volta che ci vediamo.

Mancano venti secondi e mi concentro sulla Cornucopia. Localizzo una bella asta appuntita e un arco. Devo averli assolutamente. Proverò ad afferrare qualche zaino sperando di essere fortunata col contenuto. Devo cercare di prenderne qualcuno più vicino alla Cornucopia, perché è lì che ci sono i premi migliori. Cinque secondi. Ok, Stella, concentrati.

Zero. Scatto giù dal mio piedistallo e corro più veloce che posso, dritta verso il mio obiettivo. Con la coda dell'occhio vedo Trevor riunirsi ai Tributi del Due e iniziare a far fuori i Tributi più deboli. Non provano neanche ad attaccarmi, penso che prima di dichiararci guerra aspetteremo di stabilire lo status quo. Sgomito e spingo chiunque mi capiti a tiro, graffio e calcio, quasi fossi un animale. Non vedo neanche chi colpisco. Devo raggiungere quelle armi. Do una gomitata a qualcuno che stava per prendersi il mio arco e me lo metto in spalla, insieme ad un paio di faretre lì vicino. Poi afferro l'asta, che ora che la vedo più da vicino sembra un incrocio tra un bastone da combattimento e una lancia appuntita, e noto che ha una specie di cordicella per portarla in spalla. Perfetto. Mi guardo un attimo attorno e rimango paralizzata.

I Tributi si stanno scannando e c'è sangue dovunque. Quasi tutto lo spiazzale è coperto di sangue e corpi. Qualcuno scappa verso la foresta, ma non tutti quelli che ci provano fanno in tempo a scampare ai coltelli che volano. Mi riscuoto e provo a concentrarmi sugli zaini attorno a me. Non c'è un modo per capire cosa contengano e non posso mettermi ad aprirli tutti, devo andarmene da qui. Me ne metto uno bello grosso in spalla, notando però che non è molto pesante. Ne afferro altri due più piccoli e li stringo al petto. Uno sembra bello pieno, spero di qualcosa di utile.

Con il mio bottino inizio a correre a perdifiato verso la foresta e appena ci entro, e ho coperto quelli che penso siano abbastanza metri per separami dalla Cornucopia, mi guardo attorno. I tronchi degli alberi sono altissimi ma i rami cominciano molto in alto quindi devo scordarmi di passare la notte lassù. Il sottobosco è scarso e la luce filtra difficilmente. Ottimo per nascondersi, ma se c'è qualcuno appostato è difficile individuarlo. Gli insetti mi ronzano attorno e io li scaccio con la mano. Sono appiccicosa di sudore per la corsa e questa umidità non mi aiuta. Devo trovare un posto fresco per nascondermi e passare lì le ore più calde. 

 

Non so per quanto io abbia camminato ma finalmente ho trovato uno spazio che mi sembra adatto. Ho controllato più volte che non ci fosse nessuno nelle vicinanze e le piante sono abbastanza fitte da permettermi di nascondermi. Mi siedo contro il tronco di un albero e finalmente mi riposo un attimo. Tuttavia il mio momento di tranquillità non dura a lungo. Il bagno di sangue è finito e c'è il primo riepilogo delle morti. Devo stare attenta, anche se sento la fatica appesantirmi la mente.

Il ragazzo del Tre. La ragazza del Quattro. Mi dispiace, Sam aveva provato ad insegnarle qualcosa, ma era così piccola... Spero non abbia sofferto. Il ragazzo del Cinque ed entrambi quelli del Sei. Il ragazzo dell'Otto e la ragazza del Nove. Infine la ragazza dell'Undici ed entrambi del Dodici.

Dieci di noi sono già morti e siamo qui da penso non più di un paio d'ore al massimo. Non ho idea se li abbiano uccisi tutti i Favoriti o se qualcuno è morto per qualcosa che ha trovato qui dentro. Devo stare attenta, questa specie di foresta pluviale non mi piace per niente.

Mi decido finalmente ad aprire i miei zainetti. In quello più grande, ci avevo visto giusto, non c'è granché, però sono cose utili. Un sacco a pelo e un coltello. Nel primo zainetto piccolo che apro ci sono della carne secca, una borraccia piena d'acqua e un pezzo di corda abbastanza lungo. Può sempre tornare utile. Sono ben felice per la carne secca, ho qualcosa da mangiare. E anche per l'acqua, significa che fino ad almeno domani non morirò disidrata. Certo, potrei morire in mille altri modi, ma meglio non pensarci. Trasferisco il mio bottino nello zaino più grande perché non voglio viaggiare troppo pesante. Nel terzo zainetto c'è soltanto una specie di kit di pronto soccorso con bende, disinfettante e qualche cerotto. Ah, e un pacchetto di biscotti. Niente fuochi per me a quanto pare, ma non penso ne avrei accesi comunque. Scavo nel terreno rossiccio e nascondo lì i due zainetti vuoti, poi li ricopro di terra. Meglio non lasciare tracce del mio passaggio e non fornire cose utili ad altri.

Bevo un sorso d'acqua e mangio due biscotti. Questo dovrà bastarmi fino al primo pomeriggio, quello nello zaino potrebbe essere il mio unico cibo per settimane. Mi appoggio al tronco dell'albero e chiudo gli occhi. Non sento rumori sospetti, soltanto il ronzare degli insetti e qualche rana che gracida chissà dove. Questo può significare che c'è un corso d'acqua nella vicinanze, ma anche in quel caso potrebbe essere una trappola letale degli Strateghi.

Decido di riposare un po' e passare qui le ore più calde della giornata. Il sole sta salendo e il caldo si farà sempre più insopportabile. Ringrazio silenziosamente Ganymedes per avermi dato un paio di elastici per capelli, ne avrò bisogno. Il mio ultimo pensiero prima di concedermi un po' di riposo è che sono appiccicosa e con le unghie sporche di terra. E non oso immaginare che aspetto abbia il mio viso arrossato. Sapphire non sarà per niente contento.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Che il gioco abbia inizio ***


Author's note.- Ciao a tutti! Finalmente entriamo nel vivo dei Giochi. Spero non resterete delusi, questo è stato il capitolo più difficile da scrivere finora. Se trovate i Giochi noiosi fatemelo sapere, le vostre recensioni mi aiutano a crescere :3

Le parti in corsivo sono quelle su cosa succede fuori dall'arena, visto che mi avete detto che vi avrebbe fatto piacere non perdere di vista Sapphire :3

Last but not the least, questa è Stella come ma la immagino io (al solito, voi immaginatela come più vi aggrada :3).

Buona lettura e grazie per continuare a seguire questa storia <3

 

The Golden Girl

 

Capitolo 5 - Che il gioco abbia inizio

 

 

I Giochi vengono seguiti, per la maggior parte del tempo, da Mentori, Accompagnatrici e Sponsor in una sala del Centro di Controllo. Questo per fare in modo che i Mentori riescano immediatamente a rivolgersi agli Sponsor e a controllare al meglio gli aiuti da spedire ai Tributi nell'arena. Sapphire e Ruby non fanno eccezione. Se ne stanno sul solito divanetto occupato dai Mentori del Distretto Uno in attesa che i sessanta secondi finiscano. Entrambi stanno studiando attraverso le inquadrature dell'arena l'ambiente di quest'anno. E dal momento che sembra così tranquillo sono abbastanza convinti che si rivelerà letale. Il Mentore teme che il suo Tributo faccia qualche sciocchezza dettata dalla sua impulsività. Allo scadere di quel minuto interminabile la vede che inizia a correre verso la Cornucopia. 'Per una volta ha deciso di comportarsi come ci si aspetta da lei' pensa tirando un sospiro di sollievo. La vede procurarsi armi e provviste approfittando della confusione generale e la considera una mossa astuta: se non vuole unirsi agli altri Favoriti le serviranno. Ha un attimo di panico quando la vede immobilizzarsi alla vista della carneficina che si sta svolgendo alle sue spalle, ma poi la ragazza si riscuote e inizia a correre verso la foresta. Questo sarà senza dubbio un anno diverso dagli altri, si ritrova a pensare. Di solito i suoi Tributi si alleano con gli altri Favoriti e si mantengono vicini alla Cornucopia per avere il controllo della situazione, ma naturalmente Stella vuole farlo andare fuori di testa. Dovrà rivedere le sue strategie, non c'è altro da fare.

 

Le cose qui non vanno per niente bene. Sono spalmata contro questo tronco non so da quante ore ormai. Le ore centrali della giornata sono state terribili. Penso che la temperatura abbia superato i trenta gradi, o così mi è sembrato. Per provare a combattere il caldo ho tolto il giacchetto e arrotolato i pantaloni fino al ginocchio, ma non si è rivelata una buona idea. Sciami di insetti minuscoli mi hanno scambiata per un buffet e ora sono piena di punture che danno un prurito insopportabile. Quelle sul viso sono le più fastidiose ma non posso nemmeno grattarmi perché con le mani sporche di terra peggiorerei soltanto la situazione. Ho provato a metterci un po' di disinfettante sopra ma non è servito a granché.

Adesso la temperatura è iniziata a scendere e si sta un po' meglio. Ho bevuto qualche sorso d'acqua per reintegrare i liquidi e ho mangiato un paio di biscotti. La mia strategia al momento è quella di restare qui finché possibile e lasciare che gli altri si ammazzino tra di loro. Finché qualcuno non viene a cercare me, io non andrò a cercare loro. Scaccio l'ennesimo moscerino e controllo la situazione nella zona gambe e braccia. Ogni puntura ha un diametro di circa due centimetri e un colore rosso acceso. Se continuano così ho dei seri dubbi che durerò molti giorni, ma penso che spostarsi sarebbe ancora più pericoloso. E poi questi cosi volano, non potrei comunque sfuggirgli.

 

'Quell'idiota diventerà cibo per zanzare' sta pensando Sapphire mentre maledice Stella. Non può negare che abbia trovato un buon nascondiglio, ma si sta comportando da stupida restando lì inerte a farsi mangiare dagli insetti. Deve trovare un modo per aiutarla, se lo merita dopotutto. Quella ragazza ha avuto un dodici nella sessione privata con gli Strateghi, è una carta che può di sicuro giocarsi con gli sponsor. Ci deve pur essere qualcuno pronto a scommettere su di lei, nonostante il suo comportamento inusuale.

 

È scesa la sera ma a me sembra che il tempo non passi mai. Starsene tutto il giorno infrattata nella giungla in compagnia soltanto di un nugolo di insetti non è esattamente il massimo della vita. Ma almeno ci sono ancora, in vita. Adesso fa abbastanza fresco, penso che la temperatura si sia abbassata di una ventina di gradi. Questo clima di sicuro non aiuta a restare in salute. Sento i morsi della fame ma li ignoro, non ho altra scelta. Ho deciso di non dormire nel sacco a pelo perché se qualcosa dovesse attaccarmi non posso essere legata come un salame. Il buio che sta scendendo mi fa abbastanza paura visto che non posso e non voglio accendere fuochi. Spero almeno che gli insetti vadano a dormire.

Faccio un salto quando qualcosa mi cade sulla testa. Con un movimento rapido estraggo il coltello dallo stivaletto in cui lo tengo nascosto e lo punto nella direzione in cui penso sia finita la cosa. Sbatto le palpebre per mettere a fuoco e mi accorgo che è un paracadute attaccato a una scatola grande come una noce di cocco. Un aiuto? Per me? 'No, per gli insetti, razza di idiota!' mi risponderebbe Sapphire. Ma certo, Sapphire! È lui che mi manda l'aiuto! E sono abbastanza sicura che abbia dato precise disposizioni che mi atterrasse sulla testa. Non penso abbia gradito il fatto che non mi sono unita agli altri Favoriti. Apro il mio aiuto e dentro ci trovo ben due cose. Wow, Sapphire sì che sa fare il Mentore. La prima cosa che afferro è un tubetto di crema per le punture di insetti e dire che mi ci cospargo è riduttivo. Appena la applico provo una piacevole sensazione di freschezza e quelle che ormai erano diventate delle bolle smettono di bruciare. Mi sembra di tornare alla vita. Mi godo un attimo questa sensazione paradisiaca e poi esamino l'altra cosa che mi ha mandato il mio Mentore. È una bomboletta spray di repellente per gli insetti. Devo dire che ha fatto le cose in grande. È vero che all'inizio dei Giochi gli aiuti costano meno, ma avrà comunque dovuto faticare per ottenere i soldi per queste cose. Mi guardo intorno alla ricerca di un posto dove potrebbe esserci un obiettivo. Per fare in modo che mi si veda bene in tv sarà di sicuro da qualche parte davanti a me. Fisso gli occhi in alto verso un punto indefinito e sorrido con un'espressione ebete. Poi unisco indici e pollici a mimare un cuore per il mio Mentore e gli Sponsor che hanno contribuito a non farmi diventare cibo per insetti.

 

Mi rilasso un po' contro il mio albero e mi preparo a passare la notte. Decido di infilarmi nel sacco a pelo perché fa davvero freddo, ma lascio la zip aperta per essere pronta a scattare in caso di pericolo. E tengo il coltello stretto in mano. Non si sa mai.

Ma prima che io prenda sonno, l'inno di Capitol City mi riscuote e nel cielo c'è il riepilogo delle morti della giornata. Sono soltanto in quattro: le ragazze del Cinque, del Sette e dell'Otto e il ragazzo del Nove. Se fosse opera dei Favoriti significherebbe che stanno dando la caccia ai più deboli. Sono felice di non vedere la faccia di Sam lassù. Significa che bene o male è ancora vivo.

'Buonanotte, Quattro...' penso mentre sento gli occhi farsi pesanti e mi chiedo se anche lui sia felice di non vedermi tra le vittime di oggi.

 

Al Centro di Controllo si raccolgono i pezzi di questa giornata. I Mentori che non hanno avuto perdite sono ovviamente i più contenti. Sapphire e Ruby tornano al loro primo piano e non possono negre che l'atmosfera tra loro sia tesa. È la prima volta che si ritrovano ad essere avversari. Si augurano la buonanotte e ognuno spera che non sia l'ultima per il suo Tributo.

Sapphire può dirsi soddisfatto, gli sembra che Stella si stia comportando in modo prudente. Si mette a letto, sperando che, dopo tutto quello che ha visto oggi, incubi ormai troppo familiari non tornino a fargli visita.

 

La mattina del secondo giorno di Giochi sta passando in modo abbastanza piatto. Sapphire è nervoso, la cosa non gli piace. Perché è sicuro che non piace nemmeno agli Strateghi. Presto vorranno movimentare la situazione e Stella che dorme tranquilla sotto un albero gli sembra la preda migliore. Di sicuro dopo averle dato un dodici si aspettavano che rendesse la situazione più movimentata. Sapphire la osserva svegliarsi e guardare contenta che ormai le bolle sono sparite, lasciando solo piccoli segni. Lei applica di nuovo la pomata e lo spray repellente, poi fa colazione: un sorso d'acqua e due biscotti. Gli si stringe il cuore a vederla razionarsi il cibo così, ma non c'è altro da fare lì dentro. Poi lo vede. Un enorme giaguaro è appostato tra la vegetazione a poche centinaia di metri da Stella. È un ibrido grande almeno il doppio di un giaguaro normale e guarda la ragazza come se non mangiasse da giorni e quello fosse il suo pranzo.

 

Un altro giorno è cominciato nell'arena. Fa già parecchio caldo quindi dover bere soltanto un sorso d'acqua mi sembra una tortura, ma devo farmela durare. Almeno quei maledetti morsi di insetti malefici sembrano quasi del tutto guariti. Mi chiedo che giornata sarà oggi, se succederà qualcosa o se me ne starò di nuovo qui tutto il giorno. Già temo per quando il sole sarà allo zenit e la temperatura salirà. Mentre alzo gli occhi verso il cielo per controllare la posizione del sole e provare a capire che ore sono sento un rumore provenire dalla mia destra. Il tempo di voltarmi a controllare cosa sta generando questo fruscio che quella cosa mi è già addosso. È una specie di giaguaro enorme che mi ha scambiato per la sua colazione. È molto più lungo di me e mi atterra senza difficoltà. Mi ruggisce in faccia e vedo le sue zanne acuminate e i suoi denti appuntiti. Come dovrei combattere contro questa cosa?! Provo a scalciare e a prenderlo a pugni sul muso e con una ginocchiata riesco a farlo spostare abbastanza per poter sfuggire alla sua presa. Ma non prima che quello mi artigli sotto la clavicola sinistra portandosi via un bel pezzo di pelle. Ora siamo uno davanti all'altro che ci squadriamo. Lui decide di attaccare per primo e fa un balzo verso di me, ma sta volta sono pronta e scatto di lato, mandandolo a finire contro un albero. Lui non sembra restare particolarmente tramortito, però. Scuote la testa e punta di nuovo verso di me. Sono io a mani nude contro un giaguaro enorme. Ma sono seri questi Strateghi?! Provo a schivarlo ma lui mi azzanna il braccio destro. Sento i suoi denti entrarmi nella carne e mi scappa urlo che fa paura anche a me. Col braccio libero gli do un pugno con tutte le forze che ho. E pare siano parecchie perché lui molla la presa. Ok, devo sbarazzarmi di questo coso in fretta. Sta volta sono io ad attaccarlo, approfittando del fatto che è ancora disorientato. Mi butto su di lui e inizio a colpirlo con tutte le mie forze, calci, pugni, unghiate, ginocchiate. Lui mi ruggisce nelle orecchie e io gli assestò un altro pugno sul muso. Allungo la mano verso lo stivaletto dove tengo il coltello e lo estraggo. Lui fa per alzarsi e io gli pianto il coltello in gola. Praticamente gliela squarcio, sporcandomi il viso col sangue che ne schizza fuori. Mi allontano disgustata lasciandolo lì a terra. Mi accascio a terra e cerco di riprendere a respirare normalmente. Ho ucciso la cosa. E la cosa ha quasi ucciso me. Ora devo capire che fare con la carcassa, non posso lasciarla accanto al posto, già abbastanza schifoso di suo, dove passo le mie giornate.

 

Sapphire non riesce a credere ai suoi occhi. Eppure l'ha vista. L'ha vista tagliare la gola della bestia e poi cadere a terra senza forze. Ha esultato in modo plateale alzandosi dal divanetto su cui era rimasto seduto, incapace di muoversi, per tutta la durata del combattimento. Adesso guarda quella ragazzina coperta di sangue che con le ultime forze sta trascinando il corpo morto dell'animale più lontano che riesce dal suo rifugio. Non sa con che forze riesce a scavare, praticamente con una mano sola, la buca in cui lo butta. Forse l'istinto di sopravvivenza e un briciolo di cervello non ancora annebbiato dal dolore. La ricopre di terra coi piedi e poi si trascina a ritroso, fino a quello che ormai è diventato il suo albero.

Sapphire sa che ha bisogno di medicine e ne ha bisogno in fretta, prima che le ferite si infettino. Dopotutto quella ragazza ha praticamente ucciso a mani nude un animale grande il doppio di lei, ci sarà pure qualche Sponsor pronto a scommettere su di lei! Deve giocarsi bene le sue carte. Mentre sta valutando a chi rivolgersi, una degli Sponsor più ambiti lo raggiunge. Era sicuro che qualcuno non sarebbe rimasto indifferente. La conosce da vari anni, non è la prima volta che aiuta il loro Distretto. Sta volta però sembra davvero coinvolta.

"Avrà bisogno di medicine, no?" gli chiede con un tono preoccupato.

"Stella è forte" ci tiene a precisare subito lui. "Ma sì, avrà bisogno di aiuto" ammette lanciando un'occhiata allo schermo.

"Quanto?" chiede la donna, che già tiene il libretto degli assegni in mano. E il Mentore tira un sospiro di sollievo.

 

Il dolore è ormai insopportabile. Ho perso il conto di quanto tempo è passato dallo scontro con quell'animale e non so che ore sono. Il caldo è insopportabile e la puzza del sangue rappreso sul mio viso mi dà la nausea. Le ferite bruciano sempre di più e ho perso sangue a fiotti. Credo si stiano anche infettando. Mi sento abbandonata e non so per quanto ancora riuscirò a resistere.

Mi chiedo se Sapphire abbia deciso di lasciarmi qui a morire. Se questo è il suo modo per dirmi che ho sbagliato a non allearmi con gli altri Favoriti. Magari ha capito che non ero poi questo grande investimento e ha preferito concentrarsi su Trevor. Forse è anche il modo degli Strateghi per punirmi per essere stata una Favorita noiosa. Condannata a morire dissanguata nella giungla perché non faccio divertire abbastanza gli spettatori. Penso alla mia famiglia e ad Ariel, costretti a guardarmi morire senza poter fare niente. È tutto così ingiusto. Ma non ce la faccio ad arrabbiarmi. Sento le forze che mi mancano e il dolore che si fa sempre più lancinante. Magari se chiudo gli occhi e mi addormento semplicemente non mi sveglierò più e tutto finirà così.

 

Non so per quanto ho dormito ma quando una botta leggera sulla testa mi sveglia la temperatura è diventata più fresca. Ho in grembo un paracadute legato ad una scatola simile alla prima che ho ricevuto. Sapphire! Allora non mi ha abbandonato! Sento le forze che mi tornano e il cuore che mi si scalda. Apro la scatola e dentro ci trovo una pomata. Subito me la spalmo sulle ferite, cercando di non tralasciarne nessuna. Il sollievo è immediato. Smettono di bruciare e le sento pervase da un leggero calore. Il medicinale pizzica un po', forse perché sta disinfettando, non saprei. Mi accorgo che in fondo alla scatola c'è un'altra cosa. È un piccolo panno imbevuto di una sostanza profumata. Sa di lavanda. Forse serve per pulirmi. Me lo strofino sulla faccia e sento il sangue sciogliersi e venire via. Questo affare è sorprendente, riesco a ripulirmi tutta e lui profuma ancora. Se riesco ad uscire viva da qui ne voglio una fornitura a vita. Ora che sono pulita e che le ferite non mi danno più fastidio mi fermo a riflettere. Questa gente mi ha salvato. Non so se lo hanno fatto perché sono le regole del gioco o perché hanno avuto compassione, ma gli devo la vita. È una cosa che non posso dimenticare. E poi c'è Sapphire. Come ho fatto a dubitare di lui? Avrei dovuto immaginare che stava facendo del suo meglio per potermi aiutare.

Mentre penso a tutte queste cose le lacrime cominciano a scorrere. Piango per quelle che mi sembrano delle ore e credo di aver ripetuto la parola 'grazie' una quindicina di volte. Quando finalmente non ho più lacrime mi sento al tempo stesso esausta e ritemprata. La sera sta scendendo ed è meglio che io mi prepari per dormire. Dopo essere quasi morta dissanguata mi conviene riposare.

Prima che riesca però a prendere sonno parte l'inno della Capitale e capisco che è il momento del bollettino di oggi. In cuor mio spero in uno simile a quello di ieri, prima muoiono gli altri prima potrò tornare a casa. È orrendo ma è così. Rimango però delusa. È morto solo il ragazzo del Dieci, il che significa che siamo ancora in nove qui fuori. E nove sono ancora tanti.

 

Al Centro di Controllo il terzo giorno di Giochi è iniziato da un po'. Sapphire guarda Stella mangiare su uno dei tanti schermi presenti in sala e sorride. Lei non può saperlo ma il suo pianto liberatorio è stato il momento più ricco di pathos del giorno appena concluso. E i Capitolini amano queste cose. La Sponsor che ha finanziato gli aiuti alla ragazza si è addirittura commossa e il Mentore sarebbe pronto a scommettere che, se Stella dovesse avere ancora bisogno, lei sarebbe pronta ad aiutarla di nuovo. La considera una vittoria personale sugli Strateghi. Loro hanno provato a metterla in pericolo e lei ha ribaltato la situazione a suo favore. Un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce, si dice così, no? E Stella che si lascia andare alle lacrime ha riscosso più successo del gruppo dei Favoriti che miete le sue vittime.

Tuttavia verso metà mattina il clima si fa più teso. Gli Strateghi sembrano intenzionati ad avere un altro spettacolo. Hanno costretto il ragazzo dell'Undici, Maximilian, ad allontanarsi dal suo nascondiglio a causa di un attacco di pappagalli carnivori. E ora lo stanno spingendo proprio verso quello che Sapphire ormai chiama 'il posto di Stella'.

 

La mia giornata non poteva cominciare meglio. Dopo tutte quelle ore di sonno mi sono svegliata di nuovo in forze e ho scoperto con gioia che le mie ferite si sono rimarginate. Sono rimasti solo dei segni di artigli e denti, ma se uscirò viva da qui sono sicura che i chirurghi di Capitol City sapranno mettermi a nuovo. Se morirò... Beh, non me ne importerà più di tanto, sarò morta.

Ieri stavo così male che non ho mangiato nulla dopo la colazione, quindi adesso il mio stomaco emette rumori sinistri. Decido che è un giorno da festeggiare. Prendo un pezzetto di carne secca e lo metto tra due biscotti. Ecco un bellissimo sandwich. Mangio di gusto e raccolgo anche le briciole che mi sono cadute sulle gambe. Sapphire potrà vendermi come 'la piccola selvaggia del Distretto Uno'. Bevo un po' d'acqua per mandare giù la mia colazione e rimetto la crema sulle ferite. Meglio stare sicuri che siano davvero guarite. Mi lego i capelli e mi levo la giacca, spruzzando un po' di repellente per insetti malefici. E come nuova mi preparo ad affrontare le ore più calde della giornata.

 

Il Mentore del Distretto Uno ha visto troppi Giochi per non sapere cosa hanno in mente ai piani alti. Un solo morto nella giornata passata è un magro bottino. Certo, Stella e la sua lotta all'ultimo sangue hanno tenuto gli spettatori in tensione per un po', ma ormai è acqua passata. Non possono rischiare che anche oggi sia un giorno piatto. È così hanno spinto Maximilian verso Stella, sperando in un po' di azione.

Il ragazzo si guarda intorno, cercando di capire se è finalmente giunto in un posto sicuro. E poi la vede. Stella e il suo bottino di armi e cibo. Ma Sapphire l'ha già capito. La sua ragazza ha fiutato il nemico, lui è pesante e non fa niente per provare ad avanzare in silenzio. La vede stringere la mano attorno al bastone e irrigidire i muscoli. Poi il ragazzo fa l'ultimo errore: per darsi coraggio corre verso Stella urlando. Come se le avesse telefonato per avvertirla, insomma. Lei scatta in piedi e lo colpisce mandandolo contro un albero.

 

La mia giornata, a quanto pare, non sarà tranquilla. Sento dei rametti spezzarsi e l'erba frusciare da dove ieri è venuto il giaguaro. Sto seriamente pensando di metterci un cartello con scritto 'andate tutti affanculo da quella parte'. E poi lo sento. È un ragazzo. E sta urlando. Perché cavolo sta urlando?! Dico, amico, non si pianifica così un attacco. Scatto in piedi mentre lui viene verso di me correndo. D'istinto ho afferrato il bastone e con un colpo ben assestato lo mando a finire contro un albero. Sto per uccidere per la prima volta e non sono pronta. Ma devo farlo. O lui o io.

 

Il ragazzo si rialza e prova a venirmi addosso ma è pesante, anche se non molto grosso, quindi schivarlo non è un problema. Lo colpisco con la parte anteriore del bastone sulla schiena e lui finisce per terra. Si gira e vorrebbe rialzarsi ma io gli infilo la punta acuminata nello stomaco. Ancora e ancora. Finché lui non rimane immobile e io non sento il cannone. Torno al mio angolino e vedo l'overcraft che lo preleva. E finisce così.

Mi spaventa quanto sia stato facile porre fine ad una vita umana. Pensavo che avrei dovuto lottare fino allo stremo come ieri e invece è finito tutto in pochi minuti. Mi chiedo cosa hanno provato Trevor e gli altri quando è toccato a loro. Mi chiedo cosa pensa di me la mia famiglia che mi guarda. Se mi vedono come un mostro e non mi riconoscono più o se sono felici che lo abbia eliminato senza riportare danni. Sapphire sarà contento della tecnica che ho dimostrato, non dovrà raccogliere altri soldi per mandarmi delle medicine.

Sono così confusa che non capisco nemmeno quello che provo. Sono felice di essere viva, è naturale. Ma allo stesso tempo penso a quel ragazzo, alla sua famiglia. A come sarò sembrata in tv. Fredda, distaccata, pochi colpi di una Favorita ben assestati e un altro Tributo è morto. Vorrei urlare che non è così, che non è colpa mia, che non sono un mostro. Invece mi limito a sedermi con la schiena poggiata al solito albero, sperando che per un po' gli Strateghi la smetteranno di torturami così. Prendo il panno alla lavanda dalla sua scatola e noto che è tornato quasi pulito. Questo affare è magico, non c'è altra spiegazione. Me lo passo sulla faccia e sulle braccia, poi lo uso per pulire il bastone. Non voglio vedere il sangue di quel ragazzo, non voglio pensare che ho ucciso qualcuno. Ripongo il panno magico nella scatola che ha ancora il paracadute attaccato e rimetto tutto nello zaino. Butto la testa all'indietro e chiudo gli occhi. E la prima cosa che vedo sono i suoi occhi sbarrati che mi fissano. E prevedo che no, non mi libererò facilmente di questa immagine.

 

Nella sala principale del Centro di Controllo c'è un'atmosfera annoiata. Le Accompagnatrici chiacchierano tra di loro del più e del meno sorseggiando drink colorati. Qualche Preparatore viene ogni tanto a fare capolino per vedere se succede qualcosa di interessante e gli Sponsor se ne stanno appollaiati sugli sgabelli vicino al bar raccolti in piccoli gruppi, scambiandosi idee su chi potrebbe essere il Vincitore di questa edizione.

Ruby non trattiene l'ennesimo sbadiglio. Se ne sta dietro la sua rivista e ogni tanto alza lo sguardo sullo schermo davanti a lei. Sono due giorni che va avanti così. L'ultimo Tributo ucciso è stato il ragazzo dell'Undici per mano di Stella, poi il nulla. Gli Strateghi hanno  deciso di mandare una pioggia battente, magari sperando che qualcuno scivolasse sul terreno fangoso e si rompesse l'osso del collo. Non è successo niente di tutto questo. I ragazzi se ne sono stati rintanati nei loro nascondigli in attesa che la pioggia passasse.

E la pioggia ha avuto una fine, finalmente. Sapphire ha passato due giorni a guardare Stella infagottata nel suo sacco a pelo impermeabile, le ginocchia al petto e lo zaino stretto tra le braccia. Se loro lì si stanno annoiando può solo immaginare quanto questa calma debba essere insopportabile per lei, con l'incertezza di quello che potrebbe succedere in qualsiasi momento. Sapphire vorrebbe essere lì a consolarla, a dirle che non aveva altra scelta, che non è colpa sua, semplicemente è così che deve andare. Lei piangerebbe, dicendo che si sente un mostro e lui proverebbe a consolarla. E invece è costretto ad assistere da lontano e a sperare che non succeda niente e che lei riesca a superare questo momento da sola.

Ma quando la pioggia è finita, all'alba del sesto giorno, lui ha avuto un brivido lungo la schiena. Gli Strateghi hanno finalmente deciso di prendere in mano la situazione e hanno iniziato a scatenare ogni bestia possibile contro i ragazzi. E lui può solo sperare che Stella sappia gestire quello che le toccherà.

 

Sono stata svegliata all'alba da un colpo di cannone. E dovrò aspettare sta sera per sapere di chi si tratta. La pioggia è finita mentre dormivo e posso finalmente uscire dal sacco a pelo. Mi sgranchisco le gambe indolenzite dopo due giorni di immobilità e metto il sacco a pelo ad asciugare. L'unica cosa positiva è che l'acqua della pioggia non era velenosa quindi ho potuto riempire la borraccia. Controllo le mie scorte di cibo: tre biscotti e qualche pezzetto di carne secca. Spero che Sapphire non si sia addormentato durante i due giorni di pioggia e si stia organizzando per spedirmi qualcosa.

Non mi sento molto riposata perché il mio sonno è stato tormentato dall'incubo di me che combattevo contro una bestia feroce che, quando finalmente la uccidevo, si trasformava nel ragazzo dell'Undici e io ero ricoperta del suo sangue. Mi chiedo se sarà sempre così o se col tempo mi sentirò meno in colpa. Sempre che non muoia di fame prima. La mia misera colazione consiste in un biscotto e appena l'ho terminato sento dei rumori provenire dalle fronde degli alberi. Non promette niente di buono. Faccio appena in tempo ad afferrare arco e bastone che un mandrillo gigante scende dal mio albero, seguito a ruota da altri tre dagli alberi vicini. Sono circondata.

Devo ricordarmi di ringraziare gli Strateghi uno per uno per questi simpatici diversivi, la mia vita sarebbe così noiosa senza. Uno mi ringhia contro e devo dire che fanno davvero paura. Hanno le zanne grandi come quelle del giaguaro, forse di più, e il muso celeste e rosso. E sono molto più grossi di me, non c'è bisogno di precisarlo. La mia mano scatta verso la faretra e prendo due frecce. Una la tengo tra i denti mentre scocco la prima. Addio mandrillo numero uno. Prendo subito l'altra e la mando verso un altro di loro. Addio mandrillo numero due.

Se due sono stati presi alla sprovvista, gli altri mi stanno correndo incontro con le fauci spalancate. Mi sposto di lato e e riesco a colpirne uno col bastone. Ma lui non demorde e prova ad atterrami ma io mi abbasso, in modo tale da schivarlo. Lo vedo voltarsi, pronto a saltarmi addosso di nuovo. E io lo aspetto. Quando è quasi sopra di me lo infilzo con la punta acuminata del bastone, trapassandolo. Spingo di lato il suo corpo, ma non ho il tempo di recuperare il bastone perché l'ultimo rimasto si sta già preparando all'attacco. Con un movimento veloce estraggo il coltello che tengo sempre nello stivale e mentre lui corre verso di me lo lancio e glielo pianto tra gli occhi. Lui finisce a terra stecchito e io sono sopravvissuta, ancora una volta. E ho quattro carcasse di scimmioni di cui liberarmi prima che attirino altri predatori.

 

Il Mentore del Distretto Uno non è contento, di più. Stella è stata quella che se l'è vista meglio con la sua prova. All'alba, la ragazza del Dieci è stata letteralmente divorata da uno stormo di pipistrelli carnivori. I Favoriti si sono prima rifugiati nella Cornucopia e poi hanno dovuto impegnarsi in tre per uccidere la tigre che gli Strateghi gli avevano mandato contro. La sua piccolina invece si è liberata da sola di quattro scimmie giganti. Gli Sponsor che gli avevano detto di aver puntato sul cavallo sbagliato quest'anno adesso lo circondano, tutti ansiosi di sapere se c'è qualcosa che possono fare.

Sapphire fa il vago, guarda Stella che porta lontano i corpi degli animali e, approfittando del terreno ancora morbido per la pioggia, li sotterra come può. Poi si pulisce e mette la pomata sulle ferite che le hanno procurato i mandrilli. Se la sta cavando alla grande, non può lamentarsi. Ma il cibo inizia a scarseggiarle e Sapphire sa che lei sta aspettando un premio.

 

Ormai quando qualcosa mi cade in testa non mi spavento neanche più, anzi. Ho capito che è il modo del mio Mentore di salutarmi e augurarmi buona giornata. Mi chiedo cosa mi abbia potuto mandare, non mi serve nulla. Apro curiosa la scatola, sta volta un po' più grande delle altre, e per poco non mi metto a fare una danza della felicità. Dentro ci sono una pagnotta fragrante, un pacco di biscotti intonso e un muffin al cioccolato. Un muffin al cioccolato! Devo aver fatto bella impressione con quelle scimmie malefiche. Metto il pane e i biscotti nello zaino, ma decido che mi sono meritata un pranzo sostanzioso. Vorrei buttarmi sul dolce e mangiarlo in tre morsi ma mi trattengo. È il mio primo vero pasto da quasi una settimana e devo godermelo. Il muffin è delizioso e quando lo finisco alzo la testa verso dove sono convinta ci sia una telecamera e saluto sorridendo, mimando di nuovo il cuoricino con le dita. Meglio tenerseli cari questi Sponsor, parte della mia salvezza dipende da loro.

 

Non ci sono stati altri cannoni durante il corso della giornata e a sera scopro che quello di sta mattina era per la ragazza del Dieci. Siamo rimasti in sette, se non ho sbagliato i conti finora. E i più forti sono ancora là fuori. Sam è ancora là fuori. Spero che alla fine non si riduca a me contro di lui perché sarebbe davvero brutto.

Intanto un altro giorno è terminato e io continuo ad essere viva e abbastanza in salute. Un po' denutrita magari, ma le ferite si stanno già rimarginando e domani sarò di nuovo in forze. Devo continuare ad essere forte e a fingere che vada tutto bene. Se me lo ripeto spesso, magari mi convinco anche io.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Il giorno più brutto ***


Author’s note.- Ciao a tutti! Ho giusto un paio di cose da dirvi prima di lasciarvi alla lettura. Con questo capitolo entriamo nel vivo dei Giochi, ma proprio per questo succedono un po’ di cose e, per evitare che il capitolo venisse troppo lungo, ho deciso di parlare bene dei Tributi del Distretto Due nel prossimo capitolo. Preferisco aspettare e dargli più spazio piuttosto che fare una cosa veloce e fatta male :)

Poi, in questo capitolo scoprirete qualcosa in più su Sapphire (c’è anche un flashback), ma i ricordi dei suoi Giochi saranno nel prossimo capitolo. Ho voluto introdurre prima il Sapphire giovane come personaggio in modo da poterne scrivere meglio quando si parlerà dei suoi Hunger Games.

Visto che vi ho già annoiato abbastanza, passo e chiudo, augurandovi buona lettura e ringraziandovi sempre per essere qui a leggere questa storia :3

 

The Golden Girl

 

Capitolo 6 – Il giorno più brutto

 

 

Al Centro di Controllo nessuno si aspetta granché da questa giornata. I Mentori convengono che, dopo il caos e la morte violenta di quella ragazza il giorno prima, oggi sarà una giornata tranquilla. Ma Sapphire si è accorto che ci sono equilibri che stanno cambiando. Sam, il ragazzo del Quattro a cui Stella è tanto affezionata, si è messo in cammino, forse alla ricerca di acqua. E il ragazzo del Distretto Sette, di cui non riesce proprio a ricordarsi il nome, è stato costretto da uno sciame di insetti velenosi a lasciare il suo nascondiglio. Il fatto che entrambi vadano nella stessa direzione non gli piace. Soprattutto perché stanno andando dritti verso l'accampamento del suo Tributo.

 

Mi sveglio solo perché mi picchia in testa il sole. Dopo il sostanzioso pranzo di ieri e un pezzo di pagnotta imbottita con carne secca per cena ho dormito decisamente bene. Mi stiracchio e quando alzo la testa noto che il sole è già abbastanza alto. Mi chiedo che succederà oggi, qui ogni giorno è un grande punto interrogativo. Mi rinfresco il viso col panno magico e mi lego i capelli: pronta per i riflettori.

Ho appena finito di sgranocchiare un biscotto e sto riflettendo se mangiarne un altro, quando sento dei rumori provenire dal punto da cui sbucano la maggior parte dei miei guai. Scatto in piedi col coltello pronto al lancio e... Non ci posso credere, è Sam. Vedo la sorpresa passare sul suo viso per poi lasciare il posto ad un'espressione fintamente spaventata.

"Ehi ehi ehi, attenta con quello, so dove li punti di solito!"

Abbasso il coltello e sorridente gli vado incontro e lo abbraccio. Lo trovo dimagrito, ma penso che anche lui abbia la stessa impressione su di me. Quando ci stacchiamo lui mi rivolge il suo solito sorrisetto che crede essere seducente.

"Sei sexy con i capelli raccolti, lo sai?"

"Sam! Non ci provare!" lo rimprovero ridendo mentre gli prendo la mano e lo trascino a sedere sotto l'albero. "Benvenuto nella mia umile dimora, mettiti a tuo agio" lo invito ridendo.

"Ti sei sistemata bene, vedo..." mi prende in giro lui.

"Mah, non c'è male... Ogni tanto capita qualche bestia assassina, ma per il resto è un posto tranquillo..." ridiamo tutti e due e noto che ha una ferita sul braccio non ancora cicatrizzata. Allora prendo la crema dallo zaino e inizio ad applicargliela.

"Come te la sei fatta questa?"

"Delle iguane carnivore, ieri... Non avrei mai pensato tu potessi essere una brava infermiera..." mi prende in giro mentre controllo se ha altre ferite.

"Io ho avuto quattro mandrilli... E prima mi avevano mandato un giaguaro e dei moscerini malefici" ricapitolo e anche io stento a credere di essere sopravvissuta a tutti.

"Stai antipatica a qualcuno là fuori" mi dice ridacchiando. "Con me sono stati meno cattivi, ho solo uno scontro con un serpente gigante da aggiungere al mio elenco."

"Quindi non hai ancora ucciso nessuno?" gli chiedo mentre gli offro un biscotto.

"No, sono un tipo tranquillo, lo sai" mi risponde facendomi l'occhiolino. "E tu?"

Sento i muscoli irrigidirsi e abbasso lo sguardo. "Uno sì..." rispondo soltanto, non riuscendo più a guardarlo in faccia. "Il ragazzo dell'Undici."

Lui mi abbraccia e mi posa un bacio sulla fronte. "Lo sai che funziona così... Non è colpa tua, è quello che dobbiamo fare, per forza. Sinceramente sono contento che lo abbia ucciso tu e non viceversa, almeno ho potuto rivederti" mi consola, stringendomi di più e regalandomi uno dei suoi rari veri sorrisi. Ricambio il sorriso e gli accarezzo il viso un po' stanco.

"Posso baciarti?" mi chiede facendosi più vicino. Penso per un attimo di dire di no, non mi va che tutti vedano un momento così intimo. Però potrebbe essere l'ultima volta che lo vedo, quindi offriamo pure questo colpo di scena al pubblico, chissenefrega. Annuisco e mentre mi bacia gli passo una mano tra i capelli ed è come se per un attimo il tempo si fermasse e l'arena smettesse di essere un brutto posto. Sento la sua mano sulla mia schiena al di sotto della canotta e gli blocco il braccio. "Toglitelo dalla testa perché non lo faremo in tv, è fuori discussione" lo fermo senza riuscire a trattenere un sorrisetto divertito. Lui alza le mani in segno di resa ma mi lancia un'occhiataccia sibilando qualcosa tipo 'bacchettona'.

Cerco un argomento per sviare il discorso prima che lui ci riprovi e noto che si porta dietro una spada che penso abbia preso alla Cornucopia. "Bella la tua spada..." gli dico mentre passo un dito sull'elsa cromata.

"Sì, ricordo quanto ti piacesse la mia spada..." mi risponde con un sorrisetto ammiccante e io alzo gli occhi al cielo e faccio un sospiro rassegnato. Ci rinuncio, questo ragazzo ha un chiodo fisso.   

"Come mai passavi da queste parti?" gli chiedo per sviare il discorso.

"Sto finendo l'acqua e ho pensato di cercare un fiume. Credo ce ne sia uno qui vicino" mi dice e io penso che in effetti avevo sentito gracidare delle rane qualche giorno fa. Gli porgo la mia borraccia e lui ne beve un paio di sorsi ringraziandomi con un bacio sulla guancia.

"Credo dovresti continuare la tua ricerca" gli dico, anche se a malincuore. "Se rimani troppo a lungo poi non so se riuscirò a lasciarti andare..."

"Lasciami solo godere questo momento per un altro po' " mi sussurra per poi chinarsi a baciarmi. Ed è allora che lo sento. Un fruscio dell'erba alta davanti a noi, un rametto che si spezza e il sibilo di una freccia. La mia mano scatta a bloccarla ma arriva tardi: quando la afferro ha già trafitto il corpo di Sam. Mi volto verso il punto da cui è partita e vedo Timothy, il ragazzo del Sette, che ne sta già incoccando un'altra. Ma io sono più veloce di lui. Prendo il coltello e lo lancio nella sua direzione, dritto al cuore. Lui cade a terra e non si muove più. Ma sta volta non provo rimorso o dubbi. Solo tanta rabbia. E sento un cannone che spara.

Subito mi volto verso Sam e vedo con orrore che ha una macchia di sangue che si allarga sempre di più. "Non temere, adesso ti tolgo questa freccia... L'ho visto fare qualche volta... Poi ti metto la crema... E starai bene..." sto cercando di pensare in fretta e ricordarmi i passaggi per estrarre una freccia quando lui mi blocca la mano.

"No..." dice soltanto.

"Come sarebbe a dire no?! Adesso ti curo."

"No. Stella, non è una ferita che si cura, questa" la sua voce è debole ma sul viso ha un'espressione serena. Sento le lacrime spingere agli angoli degli occhi per venire fuori. "Tu puoi vincere, so che puoi farlo... Quindi fallo per me, ok?"

L'unica cosa che riesco a fare è annuire mentre le lacrime iniziano a scendere. "Posso avere un bacio, almeno?" mi chiede con un sorriso incerto. Gli poso un bacio sulle labbra, passando parte delle mie lacrime sul suo viso.

"Non mi dimenticare..." mi sussurra prima di chiudere gli occhi con il sorriso ancora sul viso.

 

Sapphire ha visto tutta la scena, mentre un senso di impotenza cresceva dentro di lui. Il parlottare per la novità della storia tra due Tributi si è spento quando le telecamere si sono spostate su Timothy, ora si ricorda come si chiama, che avanza verso il posto dove si trovano gli altri due. Il ragazzo ha un arco e Sapphire sente il Mentore del Distretto Sette vantarsi di come Timothy non avesse mai usato un arco prima. Ha imparato durante il training, un vero talento naturale. Vorrebbe urlare a Stella di stare all'erta, ma lei è distratta o forse il ragazzo si sta muovendo più silenziosamente del previsto.

Quando Stella si accorge dell'attacco è troppo tardi. Riesce ad uccidere Timothy, ma ormai per Sam è troppo tardi. E Sapphire lo sa che questo per lei sarà il colpo più brutto di tutti. Perché a quell'età, per quanto cerchi di restare coi piedi per terra, pensi che tutto sia per sempre e che riuscirai sempre a venirne fuori. Ma non puoi venire fuori dai Giochi. Puoi al massimo sopravvivere e cercare di raccogliere i pezzi una volta tornato a casa. E lui questo lo sa bene.

 

"Me lo dici di nuovo?"

"Ti amo" le rivolge un sorrisetto.

"Non quello" sbuffa lei.

"Cosa allora?"

"Perché vuoi proporti come volontario" risponde, senza nascondere che l'idea non le piace neanche un po'.

"Te l'ho già detto un milione di volte."

"Dimmelo di nuovo."

"Non è questa gran cosa. Vado lì dentro, uccido tutti gli altri, torno qui e non dovremo più preoccuparci di niente. Vincere gli Hunger Games significa fama, significa soldi, significa fare la vita che abbiamo sempre desiderato!"

"Sei tu che desideri questa vita, Sapphire! A me basta averti qui, non voglio che rischi di morire per avere una casa nel Villaggio dei Vincitori, non ci serve!"

"Senti, non è così brutto, ok? Tra un paio di settimane sarà di sicuro tutto finito. Potrebbero durare solo pochi giorni se mi impegno! Smettiamola di parlarne, non mi va di litigare" aveva tagliato corto, baciandola. Sapeva di essere ambizioso, ma che c'era di male? Era cresciuto allenandosi per i Giochi, ora voleva la fama che gli avevano promesso. E per ottenerla doveva solo andare li, vincere e tornare a casa, dove Eve lo stava aspettando.

E in effetti era tornato. Aveva fatto quello che aveva promesso, aveva vinto ed era tornato da lei. Ma non era più lo stesso di quando era partito. L'arena ti cambia, quando sei lì dentro capisci che non è solo un gioco, come ti ripetono sempre, è un inferno. Eve gli era stata accanto, lo aveva aiutato quando aveva gli incubi, quando rivedeva quelle immagini e si chiudeva in se stesso.

Non aveva voluto avere figli però, sospettava che le possibilità che il figlio di un Vincitore venisse sorteggiato per i Giochi fossero molto alte. Era un colpo di scena che doveva far gola agli Strateghi. Eve aveva capito. Probabilmente perché neanche lei avrebbe potuto sopportare quell'attesa una seconda volta.

 

Poco dopo il colpo di cannone per Sam, un hovercraft è sceso a prendere il corpo di Timothy e con lui il mio coltello, ancora conficcato nel suo petto. So che avrei dovuto recuperarlo perché sarebbe potuto essermi utile in futuro, ma in questo momento non mi importa. Sono ancora abbracciata al corpo di Sam a piangere e non intendo lasciarlo andare, non ancora almeno.

Quando scende la sera mi rassegno che è giunto il momento, che non posso tenerlo con me per sempre. Così me lo carico in spalla e lo adagio abbastanza lontano dal mio albero, posandogli un bacio in fronte prima di andarmene. "Ciao, Quattro..." gli sussurro prima di tornare al mio posto. Dopo poco arriva l'hovercraft a prelevare Sam e io lo guardo andarsene finché non diventa un puntino minuscolo che poi sparisce definitivamente alla mia vista.

A sera torna la pioggia e io mi rintano di nuovo nel sacco a pelo. Continuo a pensare a Sam. Anche se sapevo che prima o poi sarebbe potuto succedere, non mi rassegno che sia successo proprio così. Non posso fare a meno di pensare che se solo fossi stata più pronta avrei potuto fermare quella freccia e lui ora sarebbe ancora qui. Almeno non sarebbe morto in un modo così stupido. Le mie lacrime continuano a scendere confondendosi con la pioggia.

Non riesco a dispiacermi per Timothy, se l'è cercata. Avrebbe potuto continuare per la sua strada e invece ha voluto attaccare due Favoriti. E un coltello nel petto è una delle cose meno brutte che possono capitarti quando ti metti contro i Favoriti. È più forte di me, posso sentire la rabbia montarmi dentro e vorrei prendere a pugni tutto. Invece mi limito a rannicchiarmi nel mio sacco a pelo e a costringermi a mangiare un po' di pane per sostentarmi.

 

Ha piovuto per due giorni e non c'è stato nessun colpo di cannone. Quindi, tirando le somme, siamo ancora in cinque e questo è il decimo giorno di Giochi. A volte mi sembra di impazzire a non sapere mai con certezza che ore sono o che giorno è. È incredibilmente frustrante, sembra di stare sospesi fuori dal mondo. Questi due giorni sono stati i più pesanti da quando sono qui, anche se non è successo niente. Li ho praticamente passati a piangere e a chiedermi se potevo fare davvero qualcosa per salvare Sam. Ma la risposta la sapevamo bene entrambi: da qui solo uno esce vivo. E se non ha potuto essere lui allora dovrò cercare di essere io.

Con lo spuntare del sole e il diradarsi dei nuvoloni temporaleschi cerco di far tornare il mio buon umore. Di sicuro Sam non vorrebbe che io passassi i miei giorni a piangere, lui che sorrideva sempre. Mi passo il panno sulla faccia arrossata dal pianto e bevo un po' d'acqua. Sorrido all'idea che in qualche modo questa borraccia ha ancora il sapore di Sam e spero che me la facciano tenere, una volta finiti i Giochi.

Mentre sento lo stomaco che brontola, sento anche dei versi di uccelli sopra di me. E se c'è una cosa che ho capito da quando sono qui è che questi rumori non portano mai niente di buono. D'istinto afferro il bastone e mi metto in piedi, in attesa di vedere cosa succederà.

Mentre guardo verso l'alto, un pappagallo colorato scende in picchiata verso di me e mi becca sulla fronte. Ecco, mi odiano anche i pennuti adesso. Un altro lo segue a ruota e mi sfreccia accanto, graffiandomi il braccio. In pochi minuti sono attorniata da una ventina di pappagalli colorati tanto belli quanto letali. Fendo l'aria col bastone sperando di colpirne qualcuno alla cieca perché nel tripudio di colori non riesco a distinguere bene niente. Ma non posso farmi uccidere da questi uccellacci. Non so per quanto lottiamo, ma quando infilzo l'ultimo mi sento le braccia pesanti e indolenzite e sono coperta di graffi. Qualche pennuto si muove ancora e io provvedo a finirli infilzandoli con bastone. Se solo accendere un fuoco non fosse terribilmente imprudente avrei pollo arrosto per settimane.

Sto pensando che sia finita quando una specie di tacchino gigantesco e variopinto mi plana davanti. Voglio piangere. Ha le sembianze di un uccello del paradiso ma le dimensioni sono molto, molto maggiori. Mi carica e inizia a correre verso di me. Poco prima di raggiungermi spicca il volo e mi afferra con le zampe, lanciandomi verso un albero neanche fossi una bambola di pezza. Mentre provo a rialzarmi quello inizia a prendermi a beccate e a staccarmi pezzetti di pelle. Forse questo coso non ha ben chiaro che non sono il suo pranzo. Gli do un calcio in un occhio e rotolo di lato, appena in tempo per vederlo alzarsi in volo e puntarmi di nuovo. Ma sta volta raccolgo le forze e gli scaglio contro il bastone, trapassandogli la testa. Cade a terra con un verso stridulo e agghiacciante e la prima cosa che faccio è correre a recuperare il mio bastone, non posso permettermi di perdere un'altra arma.

Dopo essermi assicurata di averlo ucciso, vado a ripulirmi dalla terra e dal fango e a cospargermi di pomata. Se continuano a mandarmi contro tutti questi animali, Sapphire dovrà provvedere a farmi avere un altro vasetto di questa roba. Ormai non faccio più neanche caso a tutte le cicatrici che ho sul corpo, sembro una specie di colabrodo. Decido di fare un po' di pulizia e infilzando i pappagalli a quattro a quattro riesco a portarli lontano e li ricopro col fango che c'è in giro a causa dei due giorni di pioggia. Ora devo occuparmi del grosso tacchino. Lo trascino più lontano che posso tirandolo per la coda e spero che non attiri qualche predatore. Mentre torno al mio albero sento un cannone e suppongo che gli Strateghi si stiano divertendo un po' con tutti.

 

A sera aspetto di scoprire chi è morto oggi. L'ultima volta che c'è stato un riepilogo ho visto proiettato in cielo il sorriso beffardo di Sam e non è stato facile da sopportare. La vittima di oggi è stata la ragazza del Tre, quindi avevo avuto ragione a sospettare che sarebbe riuscita a cavarsela abbastanza bene. Questo significa che siamo rimasti in quattro, io contro i Favoriti. E sospetto che gli Strateghi faranno di tutto per rendere la nostra permanenza interessante.

 

Quando torna alla sua stanza al primo piano della Torre, la prima cosa che Sapphire fa automaticamente è accendere la televisione. La situazione sembra tornata calma nell'arena e Stella si sta preparando a passare la notte. Calcia via le scarpe e si mette a letto. Spera che il giorno dopo non accada nulla. Ora che sono rimasti solo i Favoriti e che dovranno scontrarsi tra loro, spera di avere almeno un giorno per organizzarsi. Stella è da sola contro tre, non prevede giornate facili. Dà un'occhiata al suo orologio da taschino e toglie l'audio alla trasmissione in tv.  Dopo un paio di minuti squilla il telefono. Eve è puntuale come sempre. Appena alza la cornetta e sente la sua voce si sente subito più tranquillo.

"Come stai? Hai dormito bene?" Gli fa sempre la solita domanda quando è lontano da casa.

"Abbastanza" risponde lui, vago.

"Brutti sogni?"

"Come sempre quando sono lontano da te" le dice sornione, mentre butta un occhio alla televisione.

"Mi pare che il Distretto Uno stia andando bene quest'anno..."

"Noi ce la caviamo sempre bene" le risponde col suo miglior tono da mentore e lei ridacchia.

"Pensi davvero che Stella abbia qualche possibilità? È da sola contro gli altri..."

"È più in gamba di loro tre messi insieme. Sono quasi completamente sicuro che vincerà."

"Quasi?"

"Beh non sai mai al cento per cento cosa passa nella testa bacata di quella pazza!" Entrambi scoppiano a ridere e Sapphire nota che al primo piano si sente la mancanza dello scompiglio che portava quella ragazzina.

"Ti sei affezionato a lei, non è vero?"

"Preferisco affezionarmi a lei quando sarà tornata qui."

"Ah-ah certo... Fingiti pure uno stronzo calcolatore, ma a me non la dai a bere" lo prende in giro lei, felice del rapporto che suo marito sta costruendo con la ragazza, lui che si è sempre negato sentimenti paterni.

Rimangono un altro po' a chiacchierare del più e del meno finché Eve non sbadiglia e Sapphire la invita ad andare a riposare.

"Chiamami per qualsiasi cosa" gli ripete, come ogni sera, prima di ricordargli che lo ama.

"Buonanotte, Eve. Ti amo anch'io" le risponde prima di chiudere e spegnere finalmente la televisione, sperando che anche gli Strateghi si prendano una pausa.

 

Dopo la fatica di ieri devo aver dormito parecchio. Ormai il mio primo pensiero quando mi sveglio è controllare lo stato delle ferite. Quelle che mi hanno inferto ieri i pennuti cattivi sono guarite quindi rimetto la pomata solo su qualcuna che era più profonda, giusto per stare tranquilla. Devo centellinarmi questo medicinale.

Controllo anche le mie provviste, che ormai sono molto esigue: un pacco di biscotti da cui ne manca qualcuno e mezza borraccia d'acqua. Mi chiedo per quanto ancora resteremo qui. E di conseguenza penso agli altri tre là fuori. Cosa dovrei fare? Cercare di scovarli e ucciderli? Un conto è uccidere per difendersi, ma dare la caccia a qualcuno, braccarli come se fossero animali? Non penso di poterlo fare.

Il mio pensiero va automaticamente a Trevor. Abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto. Non eravamo amici, è vero, ma puoi uccidere qualcuno con cui hai fatto colazione? Spero segretamente che si azzuffino tra di loro e si facciano fuori a vicenda. Per me sarebbe il modo più facile e meno crudo per tornare a casa.

La giornata sta trascorrendo tranquilla, forse gli Strateghi devono riorganizzarsi dopo i colpi di scena di ieri. Quando sta per calare la sera mi piomba un paracadute sulla testa. Ciao anche a te, Sapphire. Mi chiedo cosa sia, è una scatola abbastanza sottile e allungata, non penso sia qualcosa da mangiare. Quando lo apro non posso fare a meno di sorridere: è un coltello, ma molto più bello e maneggevole di quello che ho perso. Me lo rigiro tra le mani, esamino la lama e lo agito un po'. In realtà non ne capisco molto di coltelli ma voglio far capire ai miei Sponsor che guardano che l'ho apprezzato. Anche perché mi sarà davvero utile se voglio difendermi da tre Favoriti. Saluto la telecamera agitando il coltello felice. Era da un po' che non mostravo il mio sorriso ebete, gli sarà mancato.

Mi preparo per andare a dormire senza che ci siano stati altri avvenimenti e non posso fare a meno di essere preoccupata. Solitamente agli Strateghi non piacciono le giornate troppo piatte. Mi addormento contro l'albero, avvolta nel sacco a pelo, ma quando mi sveglio è ancora buio. Penso manchino ancora un paio d'ore all'alba. Ma allora perché mi sono svegliata? Mi guardo attorno ma non vedo nulla, così mi rimetto a dormire. Eppure lo sento di nuovo, sta volta più chiaro. Un rumore tra l'erba, un fruscio provocato da qualcosa che si sta muovendo. Sta volta rimango con gli occhi chiusi e stringo la mano attorno al coltello. Qualcosa si sta avvicinando e devo stare attenta ad ogni singolo rumore. Mi sembrano passi umani ma non saprei dire se è un maschio o una femmina. Anche perché la ragazza del Due è grande quanto un armadio, quindi non so quanto mi servirebbe sapere chi è, a conti fatti. Adesso avverto la sua presenza. È davanti a me e pensa che io stia dormendo. Posso sfruttare questa cosa a mio vantaggio.

Aspetto che si avvicini fino a poter sentire il suo respiro e una strana sensazione allo stomaco mi fa presagire che sia armato. Faccio scattare in avanti la mano col coltello e sento che questo affonda nel mio avversario. Apro gli occhi per vedere chi è e dove l'ho colpito e non posso crederci. È Trevor. D'istinto ritraggo la mano e vedo la sorpresa nei suoi occhi sbarrati. Ovvio, pensava stessi dormendo. Il machete che teneva in mano, pronto probabilmente a tagliarmi la gola, cade a terra, mentre una macchia di sangue si allarga sul suo stomaco. Sento altri rumori e alzo gli occhi verso la parte di giungla da cui probabilmente è arrivato Trevor e vedo i ragazzi del Due. Ci guardiamo un attimo e da entrambe le parti non sappiamo che fare. Io non mi aspettavo che sarebbero venuti a cercarmi e loro non si aspettavano che io fossi sveglia. Decidono loro per primi, voltandomi le spalle e correndo via. Forse avrei potuto fermarli con una freccia ma sono ancora troppo sconvolta per avere i riflessi pronti.

Tutto mi sarei aspettata tranne questo. Avrei potuto capire che avrebbero deciso di eliminare me prima di giocarsela tra loro e avrei potuto capire che Trevor mandasse uno di loro ad uccidermi. Ma mai avrei pensato che ci provasse lui, sopratutto in un modo così vile. Veniamo dallo stesso Distretto, abbiamo condiviso il tetto, come ha potuto escogitare una cosa così brutta? Non mi interessa se mi vedranno come un mostro insensibile, non ho intenzione di andare da lui a consolarlo e a dirgli che andrà tutto bene, che non farà male. Voglio che gli faccia male, è quello che lui voleva per me. Mi rannicchio in un angolo e aspetto che il cannone spari. Voglio che se lo portino via in fretta, non lo voglio qui. Sapevo perfettamente che non eravamo amici ma non mi sarei mai aspettata un colpo così basso.

 

Sapphire ha assistito a tutta la scena e, anche avendo visto molte edizioni, ha pensato fino all'ultimo che non poteva essere come appariva, che Trevor avesse in mente qualcosa. Ma quando ha capito che tutto era esattamente come sembrava ha mandato il suo bicchiere a frantumarsi per terra e ha iniziato ad urlare contro Ruby.

"È così che l'avevate pianificata? Abbi le palle di ammetterlo almeno! Non avete proprio nessun rispetto per chi viene dal vostro stesso Distretto, siete a tal punto dei mostri?!"

Lei aveva cercato di rispondere che era stata tutta un'idea di Trevor presa nell'arena e che lei non ne sapeva niente, ma il Mentore non aveva voluto sentir ragioni e dei Pacificatori avevano dovuto allontanarlo prima che la situazione degenerasse.

Ora è nella sua stanza, che cerca di trattenersi dal distruggere tutto. Si sente tradito, si sente deluso. Gli abitanti di un Distretto dovrebbero sostenersi a vicenda. Lo sa bene lui, il Vincitore della Prima Edizione della Memoria, quando ogni Distretto aveva dovuto decidere chi mandare nell'arena per ricordare ai ribelli che era a causa loro che esistevano i Giochi. Era stata la cosa peggiore che a Capitol City potessero pensare.

E ora si era trovato di fronte ad un Tributo che, ancor prima di aver ucciso gli altri rimasti, si scaglia contro il suo compagno di Distretto, con un piano subdolo per giunta. Ancora non riesce a capacitarsi. Si versa del whisky ma non lo beve, butta il bicchiere contro una parete, mandandolo in frantumi. Eve glielo dice sempre che deve imparare a controllarsi. Sono quasi quarantacinque anni che glielo dice ormai, praticamente da quando si sono conosciuti. E lui ci proverà, a controllarsi. Ma a Ruby conviene stare alla larga da lui, oggi.

 

L'hovercraft è venuto pochi minuti dopo il colpo di cannone. Una volta che il corpo di Trevor è stato portato via sono tornata al mio posto e ho cercato di coprire come potevo la macchia di sangue a pochi passi da me.

Cosa dovrei fare adesso? Sanno dove mi trovo, non è più prudente rimanere qui. Dopo tutto ho passato quasi due settimane qui senza essere trovata, avrei dovuto immaginare che prima o poi avrei dovuto spostarmi. Ma per andare dove, poi? Cercare un altro nascondiglio e sperare che si scannino tra di loro prima di scoprire dove sono? O andare alla Cornucopia per mettere finalmente fine a questa storia? Non ho molti dubbi che ormai è solo questione di tempo, gli Strateghi proveranno a farci incontrare di nuovo, non ha senso nascondersi.

Mi pulisco il viso per schiarirmi le idee e l'odore di lavanda sembra ritemprarmi. Mangio qualche biscotto, bevo un po' d'acqua e mi raccolgo i capelli. Poi mi cospargo di spray repellente e metto ordine nello zaino, mettendoci dentro anche il giacchetto, visto che al momento fa troppo caldo per indossarlo. Mi isso tutti i miei averi in spalla e saluto con lo sguardo quella che praticamente è stata la mia casa finora. Passo una mano sull'albero contro il quale ho dormito ogni notte e mi assicuro di non aver lasciato nulla.

Mi avvio per la direzione da cui sono venuti gli altri, sperando di trovare la strada per la Cornucopia. È ora di andare a caccia.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Una nuova Vincitrice ***


Author's note.- Ciao a tutti! Sta volta ho davvero poco da dire. Con questo capitolo si concludono i Giochi, spero non restiate delusi. L'intervista e l'incoronazione saranno nel prossimo perché ho voluto chiudere questo con la fine dell'arena visto mi sembrava un finale migliore, anche se il capitolo è un po' più breve degli altri.

Detto questo vi lascio alla lettura, grazie di continuare a seguire questa storia! :3

 

The Golden Girl

 

Capitolo 7 - Una nuova Vincitrice

 

 

I raggi del sole lanciano riflessi cangianti sulla superficie del mare limpido. Pesci colorati nuotano tranquilli tra i coralli di tutte le sfumature di rosso e di rosa. Il rumore della risacca leggera che bagna la battigia è l'unico rumore che si sente. La sabbia è bianca e riscaldata dal sole. Si estende per alcuni metri, fin dove iniziano le palme che proiettano le loro ombre allungate sulla spiaggia.

Il ragazzo esce dall'immensa distesa di palme e arranca fino al mare. Ha ragione di credere che quella sia l'unica fonte di acqua in tutta l'isola. Lui e i suoi alleati si sono divisi e hanno lasciato la Cornucopia, che si trova esattamente al centro dell'isola. Le loro scorte d'acqua sono quasi finite, ma non sono riusciti a trovare fiumi nelle vicinanze.

È stata sua l'idea di dividersi per setacciare più zone possibili nel minor tempo, ma fino ad ora nessuno ha trovato traccia di acqua, potabile o non. E allora ha capito. Quel mare da cui si erano tenuti lontani è l'unica distesa di acqua presente nell'arena. Probabilmente non sarà nemmeno così sconfinato come sembra, sarà solo un'illusione.

Si avvicina e riempie la sua borraccia, tenendosi il più lontano possibile dai pesci colorati che nuotano qualche metro davanti a lui. È abbastanza sicuro che non siano così innocui come sembrano. Assaggia l'acqua e avverte un sapore salino, ma non così forte da renderla imbevibile, è appena un retrogusto.

Sta per tornare sui suoi passi per dire agli altri di spostare l'accampamento sulla spiaggia, che ha finalmente capito come dissetarsi, quando qualcosa lo butta in acqua. Fa appena in tempo a vedere un'ombra su di sé che l'altro lo spinge in acqua, bloccandogli la testa. È più grosso di lui e non gli dà modo di alzarsi o scappare, lo tiene tiene fermo e aspetta semplicemente che lui smetta di vivere. Prova a trattenere il fiato e a pensare a come uscirne ma ha la mente annebbiata a causa della mancanza di ossigeno.

Non vede via d'uscita e non riesce più a trattenere il fiato. È più forte di lui. Inspira e sente l'acqua che arriva ai polmoni. È come se miriadi di spilli gli trafiggessero il petto, che inizia a bruciare, mentre sente la vita scivolargli via...

Quando apre gli occhi è così sudato che per un attimo pensa davvero di trovarsi ancora in quel mare tropicale. Ma la sveglia che suona gli ricorda che invece si trova nella sua stanza al primo piano della torre del Centro di Addestramento. Fa cessare il rumore e si passa le mani sulla faccia. Quei dannati incubi sembrano sempre così reali. Gli serve un attimo per ricordarsi di aver trovato la forza di colpire il suo avversario con la borraccia d'acqua che aveva ancora in mano e di essere fuggito sputando acqua mentre i pesci divoravano l'altro Tributo. Non sa quanto ci abbia messo a riprendersi, non ha mai voluto rivedere i suoi Giochi.

Va in bagno e si passa un asciugamano sul viso. Non ha più voluto avvicinarsi a una spiaggia da allora. Si guarda allo specchio e si rende conto di avere ancora l'aria stravolta dall'incubo. Ruby bussa per dirgli che sta andando al Centro di Controllo. Da quando il giorno prima Trevor ha teso quell'agguato a Stella si parlano solo attraverso porte chiuse. Sapphire non la vuole vedere e lei si tiene alla larga. Dopo essersi alzato all'alba il giorno prima perché il suo Tributo stava per essere ucciso, Sapphire aveva sperato di riuscire a dormire almeno quel giorno, ma i suoi incubi hanno deciso di farsi vivi di nuovo.

Mentre si veste fa qualche conto spicciolo. Siamo al tredicesimo giorno di Giochi e ci sono ancora tre Tributi. Gli Strateghi vorranno chiudere abbastanza in fretta, prima che il pubblico si annoi. Accende la tv, sperando non sia successo nulla mentre lui dormiva. E in effetti la situazione è tranquilla. Stella si sta avvicinando alla Cornucopia e i suoi avversari sono di guardia al loro accampamento. Si dirige in fretta verso il Centro di Controllo. Non vuole che Brutus e Lyme portino troppi Sponsor dalla loro parte.

 

Sono decisamente esausta. Ieri ho camminato tutto il pomeriggio, cercando di orientarmi in questa maledetta giungla. Gli alberi sono così alti che la luce arriva a malapena quaggiù. E ho sempre paura che qualche ibrido sbuchi dal nulla per mangiarmi per colazione. Mi sono fermata a riposare solo sta notte, anche perché camminare col buio non aveva molto senso, e al sorgere del sole mi sono rimessa in cammino verso la Cornucopia. Sinceramente, pensavo ci avrei messo meno ad arrivare. Forse mi sono persa più volte di quelle che penso o forse i miei avversari mi braccavano da molto più tempo di quanto pensassi.

Finalmente vedo gli alberi diradarsi e lasciare spazio alla piazzola dove l'erba è bassa e si trova la Cornucopia. Mi nascondo dietro un albero cercando di vedere qualcosa. Sembra tutto tranquillo. Dove sono i ragazzi del Due? Data la loro stazza vederli non dovrebbe essere così difficile. Sto riflettendo se avvicinarmi di più e tendergli un agguato quando qualcosa, o meglio qualcuno, mi afferra per la nuca e mi sbatte contro l'albero. Sento il sangue che dalla fronte mi scende sulla faccia e per qualche secondo vedo nero. Sento ridere Lydia, la ragazza del Due, prima di essere spinta di nuovo verso l'albero. Il suo compagno la incita a farmi fuori. Maschi, gli basta così poco per divertirsi.

Approfitto di quei pochi secondi prima del terzo colpo per darle un calcio alla cieca che per fortuna va a segno. Ma serve solo a intontirla per qualche secondo. Mi è di nuovo addosso e mi inchioda a terra, sedendosi su di me. È così pesante che sento le mie costole scricchiolare sotto il suo peso e i polmoni compressi. Delle piccole lucine iniziano a passarmi davanti agli occhi, credo a causa della mancanza di ossigeno. Mi dà un pugno così forte che penso l'occhio mi debba schizzare fuori dall'orbita e sento il sapore ferreo del sangue che mi invade la bocca.

Penso si sia divertita abbastanza perché mi stringe le mani attorno alla gola per farmi fuori definitivamente. Le mie mani annaspano per terra cercando qualsiasi cosa per fermarla ma tutto ciò che afferro è terra. Ne prendo una manciata e gliela tiro negli occhi. Questo la distrae per qualche secondo, il tempo necessario per me a riprendere fiato e vedere una pietra abbastanza grande attraverso le lucine che mi ballano davanti agli occhi. La afferro e, quando lei sta per buttarsi di nuovo su di me, le colpisco la testa più forte che posso. Continuo finché il suo sangue non schizza, il cannone non spara e lei mi cade addosso senza vita.

Grandioso, sono sepolta sotto questa tizia di almeno novanta chili e il suo compagno sta venendo verso di me con aria minacciosa. Davvero grandioso. Quando arriva abbastanza vicino mi accorgo che ha in mano un coltello. Gli lancio contro la pietra ancora stretta nella mia mano e lo colpisco in faccia. Da come si tiene il naso penso di averglielo rotto. Lascia andare il coltello, che cade a pochi centimetri dalla mia faccia, e se ne va correndo verso la Cornucopia. Almeno per il momento sono salva.

 

Non so quanto ci ho messo a togliermi Lydia di dosso, ma ora sto strisciando verso il mio zaino cercando di ignorare la fitta di dolore sulla fronte e il sangue che mi scorre fino al collo. Mi accascio contro un albero e frugo alla cieca nello zaino finché non trovo il panno alla lavanda. Mi pulisco il sangue che mi si è incrostato addosso e cerco di ragionare, ma il dolore è troppo forte.

Ricordo durante il training di aver studiato, se così si può dire, delle piante con proprietà antidolorifiche. Se riuscissi a trovarne una sarebbe davvero di aiuto. Non intendo mettere disinfettante sullo squarcio che ho in fronte senza qualcosa che lenisca il dolore.

Mi guardo attorno cercando di ignorare il fatto di avere la vista annebbiata. Purtroppo tutte le piante che vedo non mi dicono nulla o mi sembrano velenose. Perfetto. Che cavolo ho passato tempo prezioso a studiare le piante se poi non mi serve a niente?! Sento il dolore alla testa diventare più forte, ma mi sforzo di concentrarmi. E la vedo. Una pianta dai piccoli fiori rossi a un centinaio di metri da me. Se non ricordo male, dovrebbe essere un sedativo. Se ricordo male e muoio, Sapphire viene qui e mi uccide una seconda volta. Più che camminare sbatto di albero in albero finché non raggiungo la mia meta e raccolgo alcuni fiori. Dopo aver fatto il percorso al contrario mi siedo e faccio un respiro profondo prima di mettermi in bocca una manciata di fiori. Fanno schifo. Credo di essermi esibita in una delle mie migliori espressioni disgustate. Li mando giù con qualche sorso d'acqua e aspetto. Devo ammettere che dopo poco mi pare di sentire la testa più leggera e il dolore che diventa più sopportabile. Ne approfitto per disinfettare la ferita e applicarci quel po' di pomata che mi rimane. Per sicurezza mi fascio la testa con la garza e decido di riposare un po'. I fiori schifosi stanno facendo effetto sul serio e io sento la testa sempre più pesante.

 

Al Centro di Controllo le cose si sono mosse in modo assurdo. La mattina è iniziata in silenzio, tutti si chiedevano chi sarebbe stato il cacciatore e chi la preda. Ed è stato chiaro abbastanza presto che la preda era Stella. Sapphire ha creduto sul serio che quella fosse la fine di tutto, che il suo Tributo sarebbe morto con la testa fracassata contro un albero mentre Brutus si vantava dei suoi ragazzi. A detta sua, Lydia si allenava dalla tenera età di dieci anni nella difficile arte dell'uccisione brutale e senza rimorso. A quanto pare al Distretto Due iniziano presto. Forse al posto del sonaglino le hanno messo in culla una mazza chiodata, si è ritrovato a pensare il Mentore. Lydia sapeva maneggiare ogni tipo di armi ma il suo modo preferito di uccidere le sue vittime era tramite la forza bruta. La sua stazza di sicuro la aiutava. Il padre lavora come addestratore di Pacificatori, quindi l'avrà probabilmente cresciuta nel mito della gloria degli Hunger Games. E ora Stella le ha aperto il cranio a colpi di pietra.

Sapphire esulta platealmente nella direzione dei Mentori del Distretto Due. Sa che se il ragazzo dovesse tornare lei non sarebbe pronta a combattere, ha bisogno di riposare e curarsi la ferita. Ma deve ostentare sicurezza davanti agli Sponsor. Probabilmente l'altro sarà a curarsi il naso rotto, per ora Stella non ha niente da temere.

"Sembra che i Tributi del Distretto Due non siano poi così bravi come dite, quest'anno" ghigna, alzando il bicchiere verso Brutus e gongolando per la parità appena ristabilita.

"La prossima volta la tua mocciosa non sarà così fortunata, finirà con un coltello nel petto e un bel colpo di cannone sancirà la nostra vittoria" gli risponde l'altro, sicuro del Tributo che ha addestrato .

"La mia mocciosa tornerà qui e berrà ad altre cento vostre sconfitte" rincara Sapphire mentre si avvicina allo spazio bar a prendere qualcos'altro da bere.

"Se dovesse davvero tornare e provarci, sarò io a finire il lavoro" sibila Brutus minaccioso, mentre si avvicina al Mentore rivale. A quella minaccia Sapphire non ci vede più. Copre la poca distanza che li separa e sferra un pugno sulla mascella squadrata dell'altro. Brutus indietreggia di qualche passo a causa della sorpresa ma poi si scaglia sul collega dell'Uno. Servono un paio di Pacificatori aiutati da Ruby e Finnick Odair per separarli.

 

Sapphire decide di tornare nella sua stanza e guardare i Giochi da lì, almeno per oggi. Prima che finisca di spaccare la faccia a quel pallone gonfiato pieno di sé che è Brutus.

Quando accende la tv è felice di vedere che la situazione nell'arena è rimasta tranquilla e che Stella si sta curando la ferita. Spera vivamente che sappia quello che sta facendo e tira un sospiro di sollievo quando, dopo aver mangiato quei fiori, non cade a terra in preda agli spasmi. Lo schermo è praticamente diviso tra lei, il suo avversario che si tampona il sangue che gli esce a fiotti dal naso e Caesar Flickerman che commenta gli sviluppi. Sapphire spera che gli Strateghi si rendano conto che per oggi quei due ragazzi non saranno più in grado di combattere e li lascino riposare. E in effetti la giornata trascorre senza altri colpi di scena o invasioni di territorio. È chiaro che i due ultimi Tributi rimasti stanno recuperando le forze per lo scontro finale.

A sera, quando squilla il telefono, Stella sta già dormendo.

"Si può sapere che ti è preso? Fare a pugni con Brutus? Avete quindici anni per caso?!"

"Ciao anche a te, Eve. Io sto bene, grazie, e tu?" le risponde, sarcastico. Sperava non lo sarebbe venuto a sapere.

"Stavo bene finché Ruby non mi ha detto quello che era successo!" risponde lei con un tono stizzito, chiedendosi quando il marito perderà quel temperamento da adolescente. Probabilmente mai.

"Ah quindi è stata la mia amica Ruby a fare la spia? Interessante, prima prova ad uccidere il mio Tributo e poi questo... Ricordamelo quando dovremo prenderle un regalo per il compleanno" commenta sarcastico mentre si versa del whisky.

"Sapphire la vuoi smettere di fare il ragazzino?! Ruby non c'entra niente con quella storia. E le avevo chiesto io di dirmi se succedeva qualcosa. Quindi, per favore, smettila di fare l'offeso" e dal suo tono gli fa capire che l'argomento è chiuso.

Commentano un po' i Giochi e anche Eve è dell'idea che il giorno successivo sarà l'ultimo.

"Non vedo l'ora che tu sia a casa" gli dice a denti stretti, con un tono che gli fa intendere che non si è dimenticata della sua rissa.

"Anche io non vedo l'ora di esserci" risponde lui, sincero, chiedendosi se avranno una nuova vicina di casa al Villaggio dei Vincitori.

 

Vengo svegliata dai raggi del sole. Qui gli alberi non sono così fitti come lo erano al mio vecchio nascondiglio quindi la luce arriva prima nel sottobosco. Mi stropiccio gli occhi e mi ricordo di avere ancora la testa fasciata. Tolgo con cautela la benda e tasto la ferita, trovando solo un segno leggero. Bene, lo aggiungiamo alla collezione. Faccio colazione con gli ultimi biscotti e svuoto la borraccia. Con oggi finirà tutto, quindi non c'è motivo di lesinare sul cibo.

Ho un piano, credo. Se riuscirà, finirà tutto in pochi minuti e io potrò tornare a casa. Se non riuscirà, in pochi minuti sarò morta e sarà stato tutto inutile. Mentre mi lego i capelli penso che forse oggi potrò finalmente fare una doccia. I miei Preparatori dovranno farmi un triplo lavaggio dopo due settimane qui dentro. Il panno magico ha ancora qualche traccia di sangue e questo mi fa pensare che devo averne perso parecchio ieri, se neanche la soluzione che c'è qui dentro l'ha ancora cancellato del tutto.

Metto zaino, bastone e faretra in spalla: visto che non so con esattezza cosa succederà potrebbero sempre servirmi. Tengo in mano l'arco con una freccia già incoccata e mi avvicino silenziosamente alla Cornucopia. Spero che il mio avversario stia dormendo, coglierlo di sorpresa e assonnato sarebbe perfetto. Cerco di camminare piano e senza fare rumore. Da questa distanza è impossibile sbagliare. In fondo, so perfettamente quello che devo fare, l'ho già fatto altre volte. Prendere la mira, scoccare la freccia, centrare il bersaglio. Sono in una posizione favorevole, devo solo concentrarmi senza pensare troppo a quello che sto per fare.

Finora ho ucciso solo per difendermi, mentre sta volta è diverso. Sta volta l'ho pianificato, non sarà istintivo o casuale. Questo ragazzo è l'unica cosa che mi separa dalla vittoria, è il mio biglietto per quel treno maledetto che mi riporterà a casa. Mi sono stancata di passare le giornate a dormire per terra, senza sapere cosa sta per succedere, con ogni cosa, animale o vegetale, che prova ad uccidermi.

Tendo l'arco e mi preparo a mettere fine a questi Giochi.

"Maximus!"

Urlo il suo nome e il silenzio intorno a me si rompe per qualche secondo. Poi di nuovo nessun rumore. Aspetto degli istanti che mi sembrano ore e poi lui esce. Ha un'espressione sorpresa sul volto, ma non particolarmente. Penso si aspettasse un attacco o comunque aveva valutato questa possibilità. Posso quasi sentirlo, il suo cuore che accelera i battiti per la tensione e la paura di morire. Lo fa anche il mio. L'unica cosa che devo fare è centrare quel cuore e tutto sarà finito. Potrò finalmente andarmene da qui. Rilasso le spalle, abbasso il gomito, il pollice della mano destra che sfiora la bocca per angolare bene la freccia. Scocco la freccia e lui non è abbastanza veloce da scansarsi. Ma è abbastanza veloce da tirare un coltello, che si conficca nella mia coscia sinistra.

Cadiamo a terra insieme e sento il colpo di cannone, ma non è per me. Questo dolore lancinante mi ricorda fin troppo bene che sono viva. E quindi è finita così. Posso tornare a casa dopo quello che mi sembra un secolo qui dentro. Non dovrebbe esserci un annuncio o una cosa simile? Prima che mi dissangui magari? E in effetti, la voce di Claudius Templesmith riempie l'arena. Non la sentivo da quando ci ha augurato buona fortuna prima del conto alla rovescia.

"Signore e signori, sono lieto di presentare la vincitrice dei Sessantasettesimi Hunger Games! Stella Maloney, dal Distretto Uno!"

D'accordo, lo sapevo che avrebbe detto il mio nome e so anche che da quando sono arrivata mi ripeto che posso vincere, ma mi rendo conto solo adesso di non averci mai creduto davvero. Sento le lacrime che scendono mentre arrivano due hovercraft, uno per il corpo di Maximus e uno per me. Mi tirano su e mi tolgono l'arco dalle mani mentre io sono in una specie di stato catatonico. Sento i medici affrettarsi a bloccare l'emorragia e mettermi su un lettino per occuparsi della ferita. Ma è come se la mia mente fosse sospesa sopra tutto questo. Riesco a pensare una sola cosa, mentre le lacrime continuano a scendere silenziose. Mi stanno portando via dall'arena. Tornerò a casa.

 

Al Centro di Controllo, Sapphire sta versando champagne a chiunque gli capiti a tiro, gongolando nella direzione dei Mentori del Distretto Due. I Giochi sono finiti e il Distretto Uno ha una nuova Vincitrice. Maximus, il pupillo di Brutus, addestrato da lui in persona, ha evidentemente dimenticato di allenarsi anche in difesa, perché non è riuscito ad evitare la freccia che Stella gli ha lanciato contro. Brutus ha lasciato la stanza infuriato, Lyme è rimasta a far buon viso a cattivo gioco, incassando la sconfitta. Sapphire ripensa a quello che è successo e ancora non ci crede. Solo Stella poteva passare due settimane a nascondersi per cambiare Strategia l'ultimo giorno e iniziare finalmente a comportarsi come una Favorita.

Sa che per lei non dev'essere stato facile, uccidere un'altra persona a sangue freddo. Si ricorda ancora la sua ultima uccisione. Dopo essere sopravvissuto agli scontri tra i Favoriti, gli restava soltanto da scovare dove si era nascosta la ragazza del Nove, che era stata così abile da non farsi trovare per tutta la durata dei Giochi. Ma lui aveva un obiettivo, doveva tornare a casa da Eve. E niente o nessuno lo avrebbe fermato. L'aveva scovata in una grotta e le aveva tagliato la gola, cercando di farla soffrire il meno possibile. Gli dispiaceva farlo, lì dentro aveva scoperto che uccidere non è così facile come ti raccontano, ma aveva dovuto. Può sentire il suo grido disperato ancora, se solo ripensa a quel momento. Ma nei Giochi funziona così, o vinci o muori, non c'è una terza possibilità.

Stella l'aveva probabilmente capito quella mattina. Sapphire sa bene che presto capirà anche che da questa giostra non si scende mai, ma per il momento sarà solo felice di essere uscita viva dall'arena. Il resto verrà da sé, lui sarà lì ad insegnarle ad essere un Mentore, esattamente come le ha insegnato ad essere una Vincitrice. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - L'incoronazione ***


Author's note.- Salve a tutti! Eccoci al penultimo capitolo di questa storia. So che dalla fine di quanto leggerete la storia può sembrare finita, ma c'è ancora qualcosa che deve succedere. Siccome questo capitolo mi sembrava abbastanza lungo, preferisco mettere gli ultimi avvenimenti nel prossimo.

Per terminare il 'come me li immagino io', questi sono Eve, Amarillis e Ganymedes.

In questo capitolo ci sono le interviste e oltre al look di Stella, ho pensato di farvi vedere anche quello degli altri :3

Bene, penso di avervi annoiati abbastanza quindi vi lascio alla lettura. Vi ringrazio sempre con tutto il mio cuoricino di continuare a seguire questa storia <3

 

The Golden Girl

 

Capitolo 8 - L'incoronazione

 

 

È assurdo che in tv non ci sia altro. Sono in questo ospedale da due giorni con la televisione come unica distrazione e tutto ciò che trasmettono sono i Giochi. Cambio canale un altro paio di volte, poi mi arrendo e la spengo. Ho già letto le riviste che mi ha mandato Amarillis e non ho davvero idea di cosa fare. Per fortuna tra un paio d'ore dovrebbero dimettermi. Dall'hovercraft mi hanno portata subito qui, ma ho pochi ricordi del mio primo giorno di permanenza. Praticamente ero sempre sedata e entravo e uscivo dalla sala operatoria. O almeno è quello che mi hanno raccontato. Un'infermiera mi ha detto che mi hanno messo degli innesti di pelle per coprire le cicatrici e penso sia vero, visto che non ho più un minimo segno sul corpo. Di ieri ho più ricordi, ero quasi sempre sveglia, anche se un po' intontita dalle medicine. La mia gamba è guarita e ricordo l'ago della flebo costantemente infilato nel mio braccio. Avevo perso peso, a quanto pare. Io non saprei, mi ero abituata a mangiare così poco, non mi accorgevo più neanche di avere fame a un certo punto. Oggi però ho avuto la mia prima vera colazione da quasi tre settimane a questa parte. Certo, non mi hanno fatta ingozzare, anche perché probabilmente non ci sarei riuscita dopo due settimane di digiuno, ma è stato bello tornare a mangiare normalmente.

Non vedo l'ora di uscire di qui e poter vedere delle persone che non siano medici. Non è come essere nell'arena, naturalmente, ma anche in questo ospedale mi sembra di essere fuori dal mondo. Entra un'infermiera a portarmi un vestito e delle scarpe, dicendomi che li ha mandati Amarillis. Le visite non sono permesse, mi trasferiranno direttamente alla Torre una volta dimessa, ma posso ricevere cose. La mia Accompagnatrice si è premurata di darmi un segno del suo affetto, a modo suo, e devo dire che lo apprezzo. Certo, mi avesse mandato qualcosa da mettere che non fosse rosa lo avrei apprezzato di più, ma pazienza. Quando mi guardo allo specchio vedo la stessa ragazza che è partita dal Distretto Uno. Sono pulita e riposata e la mia pelle è perfettamente liscia, come se non fossi mai stata in quell'arena. Ma ci sono stata e non è qualcosa che posso dimenticare solo perché la mia pelle è tornata liscia e i miei capelli puliti. Sembro sempre la stessa eppure mi mi sento così diversa.

Quando esco dall'ascensore e rimetto piede nel nostro appartamento ho uno strano déjà vu. Non è come la prima volta che sono arrivata, ormai questo posto lo conosco. Ma da un'altra parte è come vederlo di nuovo per la prima volta. Quelle due settimane nell'arena sembrano pesare come se fossero stati due anni. Mi chiedo come mi sembrerà tornare a casa, se anche quella mi sembrerà diversa. I miei pensieri vengono interrotti da Amarillis che mi corre incontro urlando a qualcuno in salotto che sono arrivata. Sorpresa sorpresa, ragazzi! Mi abbraccia forte e io ricambio il suo abbraccio. "Ero sicura che saresti tornata!" squittisce nel suo migliore accento capitolino, ma per una volta non mi dà fastidio. "Lo sapevo, lo sapevo che saresti stata tu! La mia Vincitrice bellissima!"

Mi stringe di nuovo e noto che ha gli occhi lucidi. Inizio a sospettare che Sapphire e Ruby l'abbiano drogata per passare il tempo mentre mi aspettavano. O forse a modo suo mi vuole davvero bene, chissà. Finalmente arriva Ruby e viene anche lei ad abbracciarmi, un abbraccio più lungo di quello di Amarillis, un abbraccio che ti può dare solo chi sa cosa hai passato, credo. "Sono contenta di riaverti" mi sussurra mentre mi stringe. "Non avevo idea di cosa volesse fare Trevor e non so perché l'abbia fatto, mi dispiace..." comincia, ma io la fermo.

"Lo so, Ruby, non preoccuparti. Non parliamone più" le dico staccandomi da lei e facendole un sorriso sincero. Mi accompagna in salotto con Amarillis che ci viene dietro sui suoi tacchi esorbitanti e finalmente rivedo Sapphire. Sta riempiendo dei bicchieri da una bottiglia che  presumo abbia appena stappato e me ne porge uno quando mi avvicino.

"Alla Vincitrice più pazza che mi sia mai capitata" mi accoglie con un sorriso facendo tintinnare il suo bicchiere contro il mio.

"Al Mentore più sadico che si potesse avere" rispondo con lo stesso tono mentre ripenso al suo modo così gentile di farmi avere gli aiuti. Mi abbraccia ed è la prima volta che mi sento davvero al sicuro da quando tutto questo è cominciato. "Grazie" gli sussurro mentre sento gli occhi pizzicare.

"Non dirlo neanche, sono contento che tu sia di nuovo qui a farmi impazzire" mi risponde stringendomi di nuovo prima di lasciarmi andare e porgere un bicchiere alle altre due. Tiro su col naso e sbatto le palpebre per ricacciare indietro le lacrime. Basta piangere, ho versato tutte le lacrime possibili in quell'arena. Bevo un sorso dal mio bicchiere e sento che è dolce e frizzante. Non ho neanche finito il bicchiere che sento già la testa leggera. L'arena ha anche distrutto la mia già scarsa resistenza all'alcol, fantastico. Se quando tornerò a casa i miei amici organizzeranno una festa in mio onore dovrò ricordarmi di chiedere un succo di frutta. Chissà come sarà tornare a casa e fare di nuovo le cose normali che facevo prima di essere messa in un arena ad ammazzare gente. Chissà se riuscirò a fare di nuovo cose normali. Mentre sono persa nei miei pensieri Sapphire sta riempiendo i bicchieri per un altro giro, così gli porgo automaticamente il mio ma a quanto pare io sono 'troppo piccola' per avere altro alcol. Grazie, davvero, neanche mio padre mi tratta così. Ma non faccio in tempo a iniziare ad inveire contro di lui che vengo portata dal team di Preparatori.

Dopo gli abbracci e le congratulazioni di rito iniziano a fare le loro magie, ma l'atmosfera è molto più rilassata rispetto alla precedente intervista. Mentre mi preparano chiacchieriamo del più e del meno e loro mi raccontano cosa è successo qui mentre ero nell'arena. Quando arriviamo allo scontro tra Sapphire e Brutus ridiamo tutti così forte che siamo costretti a fare una pausa da trucco e parrucco. Nonostante questo, il risultato è magnifico, come sempre. Ho i capelli acconciati in onde morbide e raccolti sulla nuca (il mio team dice che questa acconciatura starà benissimo con la corona) e un trucco leggero e luminoso che mi fa sembrare raggiante. Cosa che dovrei essere visto che è il giorno dell'incoronazione e io ci sono arrivata viva. Quando hanno dato gli ultimi ritocchi mi accompagnano nella solita stanza in cui incontro Ganymedes.

"Stella! So che te lo diranno tutti, ma ero sicuro che avresti vinto tu!" mi dice appena entra, per poi abbracciarmi.

"Detto da te ci credo" gli rispondo, felice di rivederlo. Mi tasta un po' per capire quanto peso io abbia perso e poi prende qualche misura. Lo vedo annuire, quindi immagino avesse già fatto il vestito più stretto degli altri che ho indossato, pensando che sarei stata più magra.

"Emozionata per sta sera?" mi chiede mentre armeggia con la custodia del vestito.

"Mh no, non più di tanto..." gli rispondo, scoppiando a ridere quando lo vedo alzare un sopracciglio, scettico. Finalmente posso vedere il vestito ed è più bello di quanto pensassi. È senza spalline e ha la scollatura a cuore, il corpetto fatto di tante paillettes color oro che dalla vita in giù scendono formando dei raggi fino quasi a metà della gonna, che è di tulle color champagnelunga fino ai piedi. Sembra una nuvola soffice. Ganymedes mi aiuta ad entrarci e poi mi fa fare un giro su me stessa e la gonna si gonfia. Sembro una principessa. Sono curiosa di sapere come si vestirà lui per le interviste, ma figuriamoci se mi svela qualcosa. A dire il vero, sono curiosa di vedere tutto il mio team messo sulla graticola da Caesar Flickerman. Sara il mio turno di stare comodamente seduta a godermi lo spettacolo.

 

Il programma è iniziato da poco e io già sto scomoda su questo trono. Sapphire mi ha di nuovo praticamente spinta fuori da dietro le quinte, dicendomi di essere carina e gentile e di non fare cavolate. Penso sia troppo tutto insieme per me. Caesar si è congratulato con me e ci sono stati gli applausi del pubblico. Ho sorriso così tanto che mi fa male la bocca. Ora me ne sto seduta su questo coso in attesa di vedere i momenti più importanti dei miei Giochi. Sapphire mi ha detto che non posso distogliere lo sguardo, di non provarci neppure, se no viene qui e mi picchia. A quanto pare è una tortura pubblica che tutti dobbiamo subire. Il grande schermo dietro di noi viene riempito dall'immagine di me sul mio piedistallo durante il conto alla rovescia. Credo sia l'unico momento in cui mi vedremo pulita. Ho uno sguardo vigile e attento e non posso fare a meno di sorridere. Ho la faccia di una Favorita molto preparata! I sessanta secondi finiscono e mi vedo sgomitare tra le persone per arrivare alla Cornucopia. Vedo il mio sguardo agghiacciato davanti allo scempio che c'è alle mie spalle, ma poi mi riscuoto e corro via. Come ho fatto a non restare immobile davanti a tutto quel sangue? L'istinto di sopravvivenza dev'essere stato davvero forte lì dentro. La clip successiva mostra me sporca e sudata circondata da zanzare. Mi viene il prurito solo a rivedere queste immagini. Poi c'è l'aiuto che mi cade in testa e tutti ridiamo, ah-ah molto divertente davvero. Mi vedo fare il cuoricino con le mani verso la telecamera e sono contenta di aver indovinato la sua posizione. Il primo momento cruento è lo scontro col grande giaguaro assassino. Mi ha ridotta così male che mi faccio impressione da sola a guardare quelle ferite. La mia faccia dev'essere parecchio pallida perché Caesar mi fa portare un bicchiere d'acqua. Gli sono molto grata perché è una buona scusa per smettere di guardare per qualche secondo.

Quando c'è lo scontro, abbastanza veloce come mi era sembrato nell'arena, tra me e il ragazzo dell'Undici, che scopro si chiamava Maximilian, tratteniamo tutti il fiato. I miei colpi sono precisi e puliti, qualcuno del pubblico applaude e io non posso fare a meno di notare che sembro un'assassina fredda e spietata. L'immagine cambia e ci sono io rannicchiata nel sacco a pelo sotto la pioggia che mangio un biscotto. Credo non sia una scena molto interessante perché dopo qualche secondo passiamo al mio scontro con i mandrilli. Vederli su questo schermo enormi li rende ancora più brutti. So cosa sto per vedere ma il mio cuore accelera comunque i battiti ogni volta che uno di loro mi si scaglia contro. Quando la clip finisce vorrei correre via perché credo di sapere cosa ci sarà ora e non voglio vederlo, men che mai davanti a tutta questa gente. Ma devo per forza. Rivedo Sam e il suo sorriso, le mie uniche risate in quelle due settimane. Posso quasi risentire le sue labbra sulle mie e le sue battute da pervertito. E poi lo rivedo morire un'altra volta, come se tutte le volte che l'ho visto nella mia testa non fossero abbastanza. Il colpo che uccide il suo assassino trasuda rabbia e per un attimo ho paura di me stessa. Bevo un sorso d'acqua per evitare di guardarmi piangere la sua morte e sposto lo sguardo sul pubblico. Molti hanno gli occhi lucidi o se li stanno asciugando con dei fazzoletti.

Riporto lo sguardo sullo schermo per l'attacco dei pennuti e mi riprendo un po' quando mi vedo sconfiggere il tacchino gigante. Poi è il momento della morte di Trevor e mi trovo a trattenere il fiato insieme al pubblico. Lo sappiamo tutti quello che succede, però rivederlo fa comunque effetto. Non voglio rivedere la sua faccia, non voglio pensare a lui e a quando tornerò a casa e magari vedrò la sua famiglia. Cambiate subito quella clip. Il resto è il mio momento più sanguinoso dei Giochi. Lydia mi sbatte contro l'albero e mi passo una mano sulla fronte senza quasi accorgermene. Poi le apro il cranio con una pietra. Sembro una specie di animale e la mia famiglia ha visto questa roba. Quando vado alla Cornucopia per uccidere Maximus, invece, sembro rilassata e determinata. Sono tornata ad essere il killer senza scrupoli. C'è un'inquadratura su me che cado a terra per la coltellata e poi l'annuncio di Claudius Templesmith. Il video si oscura su me che piango di gioia, e col senno di poi anche di dolore mi sa, consapevole che finalmente uscirò dall'arena.  

Prima di iniziare con l'intervista c'è una pausa per la pubblicità e i miei Preparatori vengono a ritoccarmi il trucco. Ganymedes invece ci tiene a sistemarmi meglio la gonna, in poche parole sono circondata. Restituisco il bicchiere a non so bene chi, visto che non riesco a vedere niente con loro che mi ronzano intorno. Finite le mie sistemazioni Caesar mi raggiunge, dando un'occhiata al foglio su cui probabilmente sono scritte le domande che dovrà farmi.

"Tutto bene?"

Annuisco con un sorriso educato. "Era la prima volta che vedevi i Giochi?" mi chiede alzando lo sguardo su di me.

"Sì, in ospedale ero per lo più sedata, non ho guardato la tv" mento spudoratamente, sperando di risultare credibile.

"Sei andata bene, la parte peggiore è passata" mi dice con un sorriso comprensivo e non so se devo dire qualcosa o no. "C'è qualcosa che non vuoi che ti chieda?" mi domanda, tornando a guardare il foglio. Ci penso un attimo poi decido che non avrebbe senso evitare domande a cui prima o poi dovrei comunque rispondere.

"No, siamo qui per fare il nostro lavoro, facciamolo."

Caesar mi guarda e mi dà una pacca sulla spalla. "L'ho detto che eri la mia preferita" mi dice soltanto, per poi informarmi che stiamo per tornare in onda. Appena parte l'applauso del pubblico lui sfodera di nuovo il suo sorriso a trentadue denti. O potrebbe averne anche qualcuno in più, siamo pur sempre a Capitol City.

"Stella, cominciamo. Posso chiederti cosa provavi durante quei sessanta secondi, prima che tutto iniziasse?"

Lo adoro quando fa queste facce serie come se stessimo parlando di cose di vitale importanza. "Sonno, Caesar. I Giochi non dovrebbero iniziare così presto, avevo appena finito di fare colazione!"

"Adoro questa ragazza!" esclama ridendo, seguito dal pubblico. Dovevo fare il comico, ormai si sa. "Come mai non hai preso parte al bagno di sangue?"

Ha rimesso su la sua faccia seria. "Non faceva per me, non era la mia strategia, semplicemente."

Scuoto i capelli ma mantengo il mio sguardo da sapevo-esattamente-cosa-stavo-facendo.

"E la tua strategia si è rivelata vincente, non è così gente?" chiede rivolgendosi al pubblico che si lascia andare ad esclamazioni entusiaste. "Parliamo del tuo primo vero scontro. Quel giaguaro sembrava pericoloso" mi dice protendendosi verso di me. Penso di non poter dire che me la stavo facendo sotto, vero? Scuoto i capelli come faccio sempre quando ho bisogno di prendere tempo.

"Lo era, infatti. Ma niente per cui non fossi allenata" rispondo con la mia migliore faccia da Favorita.

"Ne sei uscita piuttosto male però" mi fa notare con aria grave. Beh, vorrei urlare, era il doppio di me quella cosa, l'avrei dovuto ammazzare senza ne anche un graffio?! Questa gente ha idea di cosa sia un'arena?

"È vero, è stato uno scontro duro. E per questo voglio ringraziare ancora una volta i miei Sponsor, senza il loro aiuto non sarei qui adesso a raccontarlo" dico mentre mi volto verso il pubblico con uno dei miei migliori sorrisi radiosi subito imitato da Caesar. Il pubblico applaude e la mia mascella duole.

"Passiamo alla prima volta che hai ucciso un altro Tributo. Come ti sei sentita?"

Le luci si abbassano e l'atmosfera è di nuovo seria. "È difficile da spiegare a parole... Sai che è qualcosa che va fatta, che dovrai fare, ma allo stesso tempo speri che quel momento non arrivi mai. Perché quando arriva non sei mai pronto. Stai privando qualcun altro della sua vita, qualcuno che nemmeno conosci ed è una cosa con cui dovrai fare i conti per tutta la tua vita..."

Vedo Sapphire farmi segno che va bene così dall'altra parte del palco, dietro le quinte, e mi fermo, lasciando al pubblico il tempo di fare la loro migliore espressione affranta.

"E quando hai dovuto uccidere il tuo compagno di Distretto, invece?"

"Non sapevo nemmeno che fosse lui, quando è successo. Non pensavo che fosse lui..."

"Provi rimorso per quello che hai dovuto fare?"

"No. È venuto lui da me, se l'è cercata."

Penso di aver assunto uno sguardo duro e forse ho risposto troppo in fretta, ma è così. È stata colpa sua, non ho intenzione di dispiacermi ancora. Io non gli avrei mai dato la caccia, ma lui l'ha fatto con me, quindi non mi scuserò. Le luci assumono un tono più caldo. Forse abbiamo finito di parlare delle mie prodezze di killer. "Il ragazzo del Quattro..."

"Sam" lo interrompo, d'istinto.

"Sam... Eravate amici?"

"In un certo senso... Non puoi farti amici nell'arena. Io e Sam eravamo... Una cosa complicata, ma anche semplice, a volte..."

Cosa cavolo ho appena detto? La possiamo tagliare e rifare? Ah siamo in diretta? Come non detto. "Eri innamorata di lui?"

Caesar ma che domande sono?! "Non lo so... Abbiamo avuto così poco tempo, non so se ti puoi innamorare di qualcuno così in fretta. Forse sì... Sam avrebbe detto sicuramente di sì" concludo, con quello che credo sia il primo sorriso sincero che faccio durante questa intervista.

"Vi siete conosciuti durante il training? Vi allenavate insieme?"

Allenarsi, è così che si dice ora? "Non posso rispondere a questa domanda, credo che siamo ancora in fascia protetta!"

Ridiamo tutti e Caesar fa una delle sue facce che mi fanno tanto ridere. "Come mai non vi siete alleati nell'arena?"

"Se ci fossimo alleati saremmo quasi sicuramente arrivati insieme alla fine e poi... Ne poteva restare soltanto uno, sapevamo come funziona e non abbiamo voluto farlo."

Dal pubblico provengono esclamazione costernate e tristi.

"Parlaci di Sam, che tipo era?"

Oh cavolo, non penso di poterci riuscire. Mi liscio il vestito cercando di costringere le parole a venire fuori. "Sam era... Intelligente... Spiritoso... Altruista... E anche molto carino, credo ci terrebbe che io lo precisi, era molto, molto carino" dico ridendo anche se sento gli occhi pizzicare un po'. "Sapeva tenermi testa, sapeva farmi ridere... Era probabilmente una delle persone migliori che abbia mai conosciuto..."

Mi fermo perché devo assolutamente sbattere le palpebre per non far uscire le lacrime. "Hai ucciso il suo assassino..."

"Non l'avrei mai lasciato andare senza vendicare Sam. Non me lo sarei mai perdonato. Volevo essere io a farlo, glielo dovevo" rispondo decisa, sentendo che una nota di rabbia si sente ancora nella mia voce.

"Un'ultima domanda, Stella. Cosa hai provato quando è finita? Qual è stata la prima cosa che hai pensato dopo l'ultimo cannone?"

"Che stavo per tornare a casa... No, aspetta, prima mi sono chiesta perché non ci fosse ancora l'annuncio della mia vittoria, dopo quello ho pensato che sarei tornata a casa" mi correggo sorridendo mentre Caesar e il pubblico ridacchiano.

"Proprio come mi avevi detto di voler fare durante la tua precedente intervista! E ora che torni a casa che progetti hai?"

Fingo di pensarci su un attimo assumendo la mia migliore espressione pensierosa. "Beh uscirò coi miei amici, arrederò la mia nuova casa al Villaggio dei Vincitori... Andrò a suonare il campanello di Sapphire alle quattro del mattino per ringraziarlo di tutto il suo aiuto mentre ero nell'arena..." dico convinta mentre ripenso a tutti i paracadute che ho ricevuto sulla testa. Tutti ridono ma io guardo Sapphire che mi alza il medio dal suo angolo dietro le quinte.

"Sarai un Mentore l'anno prossimo? Ci rivedremo?"

"Assolutamente, verrò a vedere come sta a te il color oro, Caesar! Me lo devi!"

Il pubblico ride mentre noi ci alziamo e lui mi accompagna al centro del palco tenendomi la mano e alzandola quando dice "Signore e signori, Stella Maloney, Vincitrice dei Sessantasettesimi Hunger Games!"

Esco mentre tutti applaudono, felice di poter andare finalmente a togliermi queste scarpe e a guardare le interviste degli altri.

 

Sono comodamente seduta dietro le quinte, senza scarpe e con la gonna del vestito alzata fino alle ginocchia, a guardare le altre interviste. Il primo è stato Sapphire ed è stato subito chiaro che sa perfettamente come gestire questo genere di cose. Rivolge al pubblico sorrisi seducenti, scherza con Caesar e sa come andare a parare su ciò che vuole dire. Forse è una cosa che impari col tempo o forse no, dovrei vedere le interviste dei suoi Giochi. Devo ricordarmi di chiedere ad Amarillis. "Cosa hai pensato quando hai visto Stella proporsi come volontaria?" gli sta chiedendo il conduttore.

"Che era troppo bassa per vincere ai Giochi!" risponde lui prontamente e tutti ridono. Grazie, Sapphire, molto divertente.

"Però hai puntato su di lei, perché?"

Già, perché? "Oh andiamo, Caesar! Guardala negli occhi! Ha quella luce particolare, se si mette in testa una cosa puoi scommettere che ci riuscirà. Quindi, quando mi ha detto che avrebbe vinto con quella luce negli occhi, io ho puntato su di lei."

Applaudo come un'idiota insieme al pubblico, non posso credere che Sapphire abbia detto una cosa carina su di me davanti a dei testimoni. Dopo essersi preso sufficienti acclamazioni da parte del pubblico lascia il posto al Ruby. Anche da lei penso di avere molto da imparare, riesce a stregare il pubblico con la sua risata cristallina e chiacchiera tranquillamente come se fosse tra vecchi amici. Caesar le fa qualche domanda generale per poi passare all'argomento Trevor.

"Era una vostra strategia quella di attaccare Stella? O sei rimasta stupita che lui l'abbia fatto?"

"È stata una sua decisione, non me ne aveva parlato minimamente. Non aveva previsto i rischi e ha sottovalutato il suo avversario. Fossi stata al posto di Stella avrei reagito allo stesso modo."

Mentre parlava è passato nei suoi occhi il guizzo freddo e calcolatore della Favorita, lo stesso che credo di avere avuto io mentre parlavo di Timothy. Forse è qualcosa che abbiamo tutti i Vincitori, non saprei. Dopo di lei tocca ad Amarillis, vestita in maniera alquanto stravagante e con una coroncina dorata tra i capelli. Queste Accompagnatrici vanno in brodo di giuggiole quando vincono, c'è poco da fare. Ma devo ammettere che lei rimane molto bella anche quando indossa questi vestiti assurdi, forse perché contrastano col suo viso pulito e il sorriso smagliante.

"Lo sapevo che avrebbe vinto, ne ero certa! Non ho dubitato per un solo istante!" sta dicendo entusiasta, col suo migliore accento capitolino. Mi hanno raccontato che quando il giaguaro mi ha aggredito ha praticamente pianto, ma penso che questo non sia il caso di dirlo in tv. Dopo di lei tocca al team di Preparatori e ci tengono a precisare come io fossi pulita e ordinata quando sono arrivata. Effettivamente, visto come il pubblico ha avuto modo di ammirarmi nell'arena, specificare che di norma faccio la doccia regolarmente non è poi una cattiva idea. Caesar chiude in bellezza con Ganymedes e mentre parlano sullo schermo passano le clip di me con indosso i vestiti che ha disegnato. "Come ti è venuta l'idea dell'oro?"

"Mi è venuta quando ho visto le Mietiture. Volevo fare qualcosa di diverso quest'anno, qualcosa che rappresentasse il Distretto in modo diverso. Ho pensato all'oro quando ho visto Stella. L'oro simboleggia purezza, valore, lealtà, è il più bello dei metalli preziosi... Ti viene in mente qualcosa di meglio per quella ragazza?"

Se il mio Stilista voleva farmi commuovere c'è riuscito. Ma non faccio in tempo ad asciugarmi gli occhi che Caesar decide di mandare in onda le interviste fatte alla mia famiglia dopo l'annuncio della vittoria e le lacrime tornano. Non avevo mai passato così tanto tempo lontano da casa. I miei sono stati intervistati nel salotto di casa. Mio padre è molto orgoglioso e dice che era sicuro che avrei vinto. Mia madre non nasconde gli occhi lucidi e annuisce con forza. Mi sembrerebbero convincenti se solo non li avessi visti guardarmi come se non avessi più dovuto fare ritorno. Poi le chiedono se ha delle foto di me da piccola e lei tira fuori un album enorme. Credo abbia aggiunto qualche foto nuova per l'occasione, perché non ricordavo di avere così tante foto imbarazzanti di me da piccola. Mandate subito la pubblicità.

Dopo i miei genitori tocca ad Ariel e a lei sì che credo quando dice che era certa che sarei tornata. La intervistano al parco dove passiamo i pomeriggi e lei parla di come ci siamo conosciute durante il primo giorno di asilo, della nostra amicizia, di me, delle cose imbarazzanti che ho fatto quando ero brilla... Se pensa che questi aneddoti le saranno perdonati facilmente si sbaglia di grosso. Finalmente la trasmissione finisce e abbiamo un paio d'ore di pausa prima dell'incoronazione.

 

Sono seduta nella macchina che ci sta portando verso il luogo dove si svolgerà la cerimonia. Sono stata qui per la sfilata con i carri, ma allora ero forse troppo nervosa per guardarmi intorno. Da quando sono tornata qui mi sembra di vedere molte cose per la prima volta. Guardo fuori dal finestrino e vedo che la gente già sta prendendo posto. Ci sono dei maxi schermi come per la sfilata in modo che tutti possano vedere. Sono grata ai miei Preparatori per avermi ritoccato ancora una volta il trucco, la mia faccia sarà proiettata su quegli affari giganti.

"Non fare niente di avventato e andrà tutto bene" mi ammonisce Sapphire, che è seduto accanto a me, per la quindicesima volta.

"Quando mai ho fatto qualcosa di avventato, scusa?" gli rispondo alzando gli occhi al cielo con aria scocciata. Lei solleva un sopracciglio ma si astiene dal rispondermi. Bene, meglio per lui.

La cerimonia consiste in me che sto in piedi su un palco mentre il Presidente mi incorona. Devo ammettere che è un po' meglio di quando sono stata incoronata reginetta di primavera a scuola. Cerco di assumere un'aria composta come mi ha insegnato Amarillis. Questo essere faccia a faccia con Coriolanus Snow mi mette ansia. Tiene in mano la mia corona e mi sorride, ma non riesco a capire se è un sorriso sincero o di circostanza.

"Sa, signorina Maloney, io non faccio mai previsioni sull'esito dei Giochi. Ma, se sta volta mi avessero chiesto su chi avrei scommesso, io avrei detto lei" mi dice, cogliendomi assolutamente di sorpresa mentre mi incorona. Non so che rispondere, quindi mi limito a sorridere e a ringraziare. Lui ricambia il mio sorriso ma ancora una volta non capisco cosa potrebbe passargli per la mente.

"Spero continuerà a non deludermi" conclude mentre mi porge una rosa bianca e io mi chiedo cosa avrà voluto dirmi. Qualunque cosa sia, spero anche io di non deluderlo. Chi l'ha fatto non ha avuto una vita molto felice.

 

A cena l'atmosfera è rilassata, forse perché non c'è il rischio che io domani sia morta. Mangiamo e chiacchieriamo del più e del meno e quando abbiamo finito mi ritiro in camera mia. Senza il vestito da principessa e tutto quel trucco mi riconosco di nuovo, non sono molto diversa dalla ragazza che arrivata qui qualche settimana fa. Mi provo la corona che fa uno strano pendant con la camicia da notte. Sento bussare e mi rendo conto di quanto le visite di Sapphire mi siano mancate.

"Dovresti andare a dormire, non voglio doverti buttare giù dal letto a calci domani mattina."

"Ehi! Dovresti portarmi rispetto, sono una Vincitrice anch'io adesso!"

"Vai a letto adesso, Vincitrice" mi dice ridendo dopo avermi scompigliato i capelli. Poso la corona sul comodino e sto per mettermi a letto, ma poi sento la sua voce. "Stella, che ti ha detto oggi Snow? Dagli schermi si è visto che avete parlato."

"Niente, si è solo congratulato con me per la vittoria" rispondo vaga.

"Non mentirmi" mi ammonisce mentre chiude la porta e si avvicina.

"Solo questo, davvero. Mi ha detto che pensava avrei vinto io e si è congratulato, tutto qui". Anche se poi ci ripenso e decido di essere completamente sincera. "Ha detto che spera che continuerò a non deluderlo. Che intendeva, Sapphire?"

Lo vedo pensarci su ma poi mi sorride e si limita a dire "Non saprei, potrebbe significare qualunque cosa. Non pensarci per ora."

"Significa che mi darà come passatempo a qualche suo amico?"

"Stella!" mi rimprovera guardandosi attorno per dirmi che potrebbero esserci delle cimici.

"Quindi è vero? Lo fa davvero? Quello che dicono su Finnick Odair è vero?"

"Stella, basta così! Non è il luogo per parlare di queste cose!"

"L'ha mai fatto con qualcuno di noi?"

"Cashmere..." si limita a rispondere, evidentemente a disagio. "Senti, non lascerò che questo succeda a te, chiaro? Questa città ti ha già fatto troppo male, non lascerò che te ne faccia ancora. Nessuno ti venderà come carne da macello o dovranno vedersela con me, chiaro?" Io annuisco. "Bene. E ora vai a dormire, torniamo a casa domani" conclude, dandomi un bacio sulla fronte per poi uscire. Ubbidisco e mi metto a letto, cercando di non rimuginare più sulle parole di Snow. Domani finalmente torno a casa, ho un motivo per essere felice.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Nuovi amici e nuovi inizi ***


Author's note.- Salve a tutti! Siamo arrivati alla fine di questa storia e, prima di lasciarvi alla lettura, volevo ringraziarvi tutti di cuore per avermi seguito in questa avventura. So che può sembrare una frase di circostanza, ma credetemi se vi dico che ha davvero significato tanto per me. Quindi grazie a tutti! <3

P.s. Alla fine del capitolo c'è un'altra piccola nota.

P.p.s. Nel capitolo precedente si era parlato della mamma di Stella che tira fuori sue foto di quando era più piccola. Se volete vederne un paio le trovate qui e qui, avevo dimenticato di inserirle nel capitolo 8 ç_ç

 

The Golden Girl

 

Capitolo 9 - Nuovi amici e nuovi inizi

 

 

Sono seduta sul divano con Ruby e stiamo guardando una replica delle interviste alla tv, cercando di stabilire chi di noi due scuota meglio i capelli. Al momento lei mi sta battendo e Amarillis cerca invano di farci togliere i piedi dai cuscini. Sapphire osserva la scena in silenzio da dietro il libro che sta leggendo senza nascondere un sorrisetto divertito. Partiamo tra qualche ora e io dovrei davvero finire di preparare la mia valigia. A quanto pare posso portarmi a casa tutti i vestiti che mi piacciono come gentile dono di Capitol City, quindi dovrei dare un'ultima occhiata all'armadio. Tra poco, promesso. Ieri pensavo che dopo aver rivisto tutte quelle immagini dai Giochi non sarei riuscita a dormire, ma a quanto pare ero così stanca che ho dormito profondamente e se anche ho avuto degli incubi non me lo ricordo.

All'improvviso squilla il telefono e Amarillis si fionda a rispondere. Noi restiamo nelle nostre attività senza distrarci più di tanto, questo genere di cose è sempre compito suo. Quando mette giù è chiaramente a disagio e si tortura le mani mentre ci raggiunge. "Stella? Il Presidente vorrebbe salutarti prima della partenza... Ti aspetta alla sua residenza..." mi dice con aria perplessa, da cui capisco che questa non sia la norma. Prima che io possa dire qualcosa è Sapphire a parlare.

"Hanno detto perché?" chiede chiudendo il libro con un colpo secco.

"No... Solo per salutala, credo..." risponde l'Accompagnatrice sempre più a disagio.

Io non so cosa dire. Che voglia davvero darmi a qualcuno come trofeo? Mi sembra strano, è troppo presto. Forse vuole parlarmi del fatto che lo farà. Oppure no, non ne ho idea, ma se non ci vado non lo saprò mai. Credo che la possibilità di non andarci non sia nemmeno contemplata. Mi alzo e vado verso la mia stanza per vestirmi, non penso di potermi presentare al Presidente di Panem in vestaglia. Sapphire mi segue.

"Non ci vai da sola, non esiste" mi informa con tono deciso.

"Non mi succederà niente, non può far sparire una Vincitrice incoronata ieri... Sta' tranquillo, vorrà solo parlarmi" gli dico, cercando di mantenere un tono calmo, anche se in realtà sono preoccupata quanto lui. Prima che il mio Mentore possa aggiungere altro mi rifugio in camera a prepararmi. Che cosa vorrà da me? Non ho fatto proprio nulla sta volta, non può essere arrabbiato per qualcosa. Cercando di convincermi che non ho motivo di preoccuparmi, saluto gli altri dicendogli che ci rivedremo tra poco e lascio che Amarillis mi accompagni alla macchina che è venuta a prendermi per portarmi alla residenza presidenziale.

Arriviamo senza che succeda nulla, anche se una piccola parte di me si aspettava che la macchina sarebbe potuta saltare in aria lungo la strada. Mi conducono attraverso corridoi eleganti, scale di marmo e saloni enormi fino ad arrivare alla stanza dove la donna che mi ha accompagnato mi dice che il Presidente mi sta aspettando, facendomi un sorriso che scopre i suoi denti rosa. I denti colorati non li avevo ancora visti. Busso e aspetto di essere invitata ad entrare. La stanza è grande, arredata con mobili semplici e carta da parati verde malva. Coriolanus Snow è seduto dietro la scrivania su cui noto delle pile di carte e qualche soprammobile. Appena entro si alza in piedi e mi tende una mano, che stringo mentre lo saluto. Mi fa cenno di sedermi e io sprofondo in una delle due poltroncine davanti la scrivania. La stanza è pervasa da un forte odore dolciastro, che penso provenga dal vaso di rose bianche a poca distanza da noi. Nonostante sia mattina inoltrata la luce entra tenue e per niente fastidiosa, filtrata dalle tende rosa pallido.

"La ringrazio per essere venuta, anche se con così poco preavviso, signorina Maloney" inizia mentre io mi impongo di sostenere il suo sguardo.

"Non credo sia possibile rifiutare un suo invito, Presidente" gli rispondo con l'espressione più innocente che riesco a metter su.

"Non mi dica che non ci ha pensato, però" mi rimbecca con guizzo divertito negli occhi. Touché.

"Perché sono qui, Presidente Snow?" gli chiedo, stanca di girarci intorno con tutti questi convenevoli inutili.

"Lei è qui perché dobbiamo parlare, signorina Maloney."

"Parlare di cosa?"

"Di lei."

Ecco, vuole vendermi a qualche Capitolino di mezza età col doppio mento. "Non creda che io non sappia perché ha vinto. Ha vinto non perché era la più forte o la meglio addestrata, lei ha vinto perché era la più furba."

Si ferma un attimo quando entrano a portarci un vassoio con tè e biscotti, per riprendere quando la Senzavoce è uscita. "Gli Strateghi mi avevano informato della sua richiesta. Ha voluto un dodici, cosa che di solito significa essere un bersaglio. Ma lei l'ha voluto per farsi notare subito dagli Sponsor, non è così? Per tutti i Giochi non ha fatto altro che lasciare che fossero gli altri a fare il lavoro sporco mentre lei si esibiva nelle sue prodezze per accattivarsi il pubblico. Per non parlare di quella sua storia d'amore tirata fuori al momento opportuno, un vero colpo di scena."

Mi rivolge un sorriso di circostanza mentre mi porge una tazza di tè che io accetto ma non bevo. Mi limito a tenerla in mano poggiata sul suo piattino.

"E poi c'è questo suo personaggio costruito per ammaliare il pubblico, naturalmente. La ragazza d'oro di Capitol City, è così che la chiamano. E il pubblico la ama, non c'è che dire. La ragazzina del Distretto Uno che sa assecondare così bene i gusti della Capitale da sembrare quasi una Capitolina lei stessa. Beva" mi ordina e io mi affretto a bere un sorso del mio tè, valutando le possibili vie di fuga nel caso una squadra di killer entri nella stanza.

"Lei è diventata il simbolo di tutto quello che un Vincitore dovrebbe essere. Grata e obbediente verso la Capitale, giovane, carina, consapevole che i Giochi l'hanno cambiata ma non pentita di avervi preso parte. E Capitol City la adora per questo. Lei è intelligente, signorina Maloney, ha capito subito come doveva comportarsi per uscire vincitrice da tutto questo, sa cosa vuole la gente e glielo dà, sa come portare le persone dalla sua parte. È per questo che voglio che noi due siamo amici."

Per poco non sputavo il mio tè su questa bella scrivania lucida. Che cavolo vuol dire tutto questo? "Non pensavo che il Presidente si potesse permettere di avere amici" rispondo con un sorriso e un tono leggermente acido.

"A volte gli amici sono necessari. Perché sa cosa fanno gli amici?"

"Si aiutano a vicenda?"

"L'ho detto che lei è intelligente" mi risponde con un sorriso compiaciuto.

"Ma io cosa posso fare per aiutarla?"

"Voglio che convinca tutti gli altri, signorina Maloney. Tra meno di quanto pensa inizierà il Tour della Vittoria e io voglio che lei convinca tutte quelle persone nei Distretti che odiano gli Hunger Games e la Capitale ad essere invece grate e obbedienti. Pensa di potercela fare?"

Questa situazione mi sembra più surreale ogni secondo che passa. "Posso provarci. Farò del mio meglio" rispondo chiedendomi se davvero è possibile convincere la gente, soprattutto quella dei Distretti più poveri, a non odiare Capitol City.

"Allora abbiamo un accordo" mi dice posando la sua tazza sul vassoio e io faccio lo stesso.

"Ho una condizione però" mi ricordo all'improvviso e lui mi guarda con aria interrogativa. "Non voglio essere data come passatempo a qualche personaggio in vista della Capitale" dico, sperando che abbia capito cosa intendo.

"Non avrei comunque pensato che lei potesse essere adatta a quel genere di cosa, Stella, credo lei abbia un carattere un po' troppo... Spigoloso" mi dice con un sorriso divertito. Ehi. Io non ho un carattere spigoloso, cosa dice la gente di me? Ma comunque, ho ottenuto quello che volevo, va bene così.

Quando ci salutiamo il Presidente mi stringe di nuovo la mano e mi augura buon viaggio, io ricambio la stretta con un sorriso più rilassato rispetto a quando sono arrivata. La macchina mi aspetta fuori dalla residenza presidenziale e mi riporta alla Torre di controllo. Appena entro nel nostro appartamento al primo piano sento aria di partenza. Amarillis sta aiutando Ruby a trascinare la sua valigia e Sapphire fa la spola tra la sua camera e il salotto per essere sicuro di aver preso tutto. Appena mi vede mi viene incontro, visibilmente rilassato che io sia tornata tutta intera.

"Allora?" mi chiede con apprensione.

"Niente di nuovo, era esattamente ciò che sembrava. Voleva conoscere la nuova Vincitrice. Non è successo niente di preoccupante" rispondo tranquilla. Prima di andarmene Snow mi ha chiesto di mantenere privato il nostro incontro. Mi dispiace mentire a Sapphire, ma ci sarà tempo di parlare di quello che mi ha detto il Presidente quando saremo tornati a casa. In fin dei conti, tra tutte le ipotesi che mi si erano formate in testa, quello che è successo è stata la meno brutta. Stringo il braccio di Sapphire per rassicurarlo e vado in camera a finire di sistemare le mie cose.

 

Sta volta quando mi affaccio al finestrino del mio scompartimento è Capitol City quella che vedo in lontananza. Credo che Snow abbia ragione. Questa città mi ha dato tanto e mi ha tolto tanto, qui ho conosciuto persone belle e persone che avrei volentieri evitato, ho avuto momenti buoni e momenti tristi. Ma alla fine, non è sempre così che vanno le cose? Penso che se potessi tornare indietro probabilmente non cambierei nulla. I Giochi mi hanno distrutta, è vero, ma ho ancora tutta la vita davanti per rimettere insieme i pezzi. La maggior parte della gente che è entrata in un'arena non ne è più uscita, mentre io sono ancora qui, con tante prospettive davanti. Sto tornando a casa e anche se sarà difficile ricominciare, devo riuscirci. Di sicuro non sono stata la più sfortunata. Riprenderò in mano la mia vita, portando con me le cose belle e cercando di dimenticare quelle brutte. Il Distretto Uno ha avuto una nuova Vincitrice, io mi preparo ad iniziare la mia nuova vita.

 

Author's note - Il ritorno.- Salve di nuovo :3 I Giochi di Stella sono finalmente giunti al termine, ma scrivere questa storia mi è piaciuto così tanto che ho deciso di darle un sequel. Trovate la seconda parte delle avventure di Stella qui, spero continuerete a seguirmi :3

Grazie ancora per essere arrivati fin qui <3

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