Gods and Monsters

di HateAtFirstSight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** This is War - Prologo ***
Capitolo 2: *** Holding on to you ***
Capitolo 3: *** The mighty fall ***
Capitolo 4: *** Explosions ***



Capitolo 1
*** This is War - Prologo ***


A warning to the people,
the Good and the Evil:
This Is War.
To the soldier, the civillian,
the martyr, the victim:
This Is War.

La Guerra è madre di tutte le cose. 
Eraclito.


Cosa fate, mia SignoraLa voce dell'ancella raggiunse Elektra, seduta alla sua scrivania. C'era qualcosa in quella frase che continuava a suonarle strano, eppure quella ragazza era stata così..gentile. Elektra sollevò lo sguardo dalle sue scartoffie. Amava il lusso sfacciato della Corte del Buio. Persino gli abiti degli inservienti erano tra i più raffinati. Elektra studiò quella figura dall'alto al basso, in silenzio. Ecco cos'era andato storto: quel 'mia Signora'. Perchè non..Regina? Oh, sarebbe stato molto più orecchiabile. Ed Elektra era stata ad un soffio dal diventarlo. Ma James, l'attuale Re del Buio, aveva rifiutato la sua proposta. A quel pensiero sentì un brivido di fastidio lungo la schiena. Ogni suo piano era andato in fumo. Ma non si dava certo per vinta. Richiuse l'ultima busta nera e affisse un sigillo della Corte, proprio in cima. L'abito scuro di Elektra scintillò, mentre porgeva il tutto all'ancella. Organizzo una rimpatriata per il nostro amato Re. Sarà felice di incontrare qualche vecchio amico. Prese le lettere, l'ancella si limitò a sparire, in silenzio. Si alzò riluttante, avvicinandosi alla grande finestra alle sue spalle. Paluc, un enorme felino dal pelo scuro, stava accovacciato davanti l'immenso camino. Elektra guardò la pioggia scura cadere lentamente.. Che Guerra sia. Strinse un pugno e un lampo squarciò il cielo notturno, illuminando l'intero Palazzo d'Ombra.

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Capitolo 2
*** Holding on to you ***


I must’ve forgot, you can’t trust me,
I’m open a moment and close when you show it before you know it I’m lost at sea,
and now that I write and think about it, and the story unfolds,
you should take my life, you should take my soul.

And I'll be holding on to you.

 

..tu che sarai il giorno nella notte, poiché riposerai sulle ali della notte, più bianco che recente neve sul dorso di un corvo.
Shakespeare.

Il tempo scorreva lento in una comunissima caffetteria di New York. Una ragazza dai capelli rosso scuro stava seduta al suo tavolo, digitando distrattamente qualcosa sul suo portatile. Isobel preferiva quel bar da generazioni: in periferia, un posto tranquillo, lontano dal centro caotico. Roxanne, la proprietaria del locale, si fermò a parlarle per qualche minuto quando le portò la sua solita coppa gelato. Isobel le regalò il suo solito sorriso gentile e distratto. Era sempre troppo impegnata a non dare nell'occhio, a nascondere il rosso intenso dei capelli o il blu degli occhi, un po' tendente al viola. O a controllare le sue Ombre.. Controllò l'orologio e il suo sguardo fu catturatato da uno strano lampione, al di là della strada: funzionava ad intermittenza, illuminando uno strano tipo, vestito di nero. Isobel riconobbe alcuni Segugi al suo seguito e strinse un pugno, attenta a non perderlo d'occhio neanche per un attimo. Entrarono nel locale, tutti quanti, ma nessuno li vide. Nessuno tranne lei.. Trasalì quando capì che..cercavano lei. Lo strano tipo si fermò esattamente davanti a lei, mostrando le lunghe zanne acuminate. Il volto era ricoperto di  strani piercing e ghirigori. La mano sfigurata da innumerevoli cicatrici le porse una busta nera. Isobel la prese, senza proferire una parola. Gli sguardi severi ed irati dei Segugi la studiarono da capo a piedi, mentre sparivano velocemente. Amelia aprì la porta del locale e li fece passare, spingendosi con le spalle contro il muro. Quelli dei Segugi erano dei veri e propri ringhi stavolta. Amelia lasciò che le sue folate di Gelo li investissero, infastidita. Alzò gli occhi al cielo quando finalmente la lasciarono passare. Il rumore dei suoi tacchi attirò l'attenzione di tutti lì dentro. Non imparava mai. Si tolse il lungo cappotto blu scuro e si sedette di fronte all'amica. Sembra tu abbia visto un fantasma. Isobel, intanto, aveva aperto la busta e ne aveva letto il contenuto. La Corte del Buio l'aveva richiamata a sè, con sua grande sorpresa. Aspetta. Quella è una..lettera di James? Cosa? Il Re del Buio cerca..TE?! Isobel si guardò intorno, sperando che nessuno l'avesse sentita: SH! Abbassa la voce. Suona molto più strano a me. Lo so.. Isobel allontanò la lettera, continuando a fissarla. Lo shock era fin troppo. Amelia picchiettava le unghie sul tavolo, poco prima di rubarle l'intera coppa gelato. I suoi capelli biondo platino e i suoi occhi blu elettrico non lasciavano altra possibilità: Amelia apparteneva alla Corte dell'Inverno e ne rispettava tutte le caratteristiche. Imperturbabile, taciturna, pericolosa. Tutto qui? E' già finito il momento di preoccupazione per la tua migliore amica? Isobel spense il portatile e affondò nella sua felpa, scuotendo il capo. Amelia fece spallucce e la guardò. Il gemello di Amelia, Stefan, sbucò al suo fianco. Si aspettava che una delle due lo salutasse o dicesse qualcosa, ma..niente. La sua attenzione si concentrò esclusivamente su Isobel: Sembra tu abbia visto un fantasma. La ragazza alzò un sopracciglio, pensando che quei due fossero più che gemelli e gli indicò la lettera con un gesto del mento. Stefan la prese tra le mani bianche e la lesse. Più volte. Lentamente. Questo non fece altro che aumentare la tensione di entrambi. Non sei costretta ad andare. E' un invito, no? Puoi declinarlo. Isobel rise, nervosamente. La Corte non ti invita..ti obbliga. Amelia annuì teatralmente, seguendo a stento ciò che i due si stavano dicendo. Si stava annoiando a morte. Dovresti saperlo, fratellino. L'Inverno ha richiamato anche noi. I ragazzi avevano deciso di vivere lontano dalla Corte, ma non avevano comunque smesso di servirla. Isobel, invece, ne era stata allontanata. Era condannata a viverne al di fuori. In eterno. La sua famiglia era stata accusata di aver ucciso la consorte di James, molto tempo prima che lei nascesse. Ma era un'assurdità. Aspetta. COSA? E quando avevate intenzione di dirmelo? Stefan era troppo occupato a fulminare con lo sguardo la gemella. L'avrei fatto in un momento più adatto. La sensibilità non è il tuo forte, Amelia. Isobel scosse il capo, raccogliendo le sue cose: Fantastico. Stefan la seguì a ruota, mentre Amelia pagava il conto, a passo di lumaca. Le mani di Stefan si animarono di fulmini cercando di fermare Isobel, sotto la pioggia battente, che probabilmente era tutta opera di Amelia. Non sei costretta ad andare. Troveremo una soluzione. Potremmo..portarti con noi e.. Isobel scosse la testa: Non sai quanto ho aspettato questo momento.. Quello è il mio posto. Non alimentare quella parte di me che vorrebbe solo..fuggirsela a gambe levate. Stefan scosse la testa: Non capisci. Potremmo farlo. Potrei..farlo. Ti seguirei. Non possono costringerci a fare niente che non vogliamo. Isobel abbassò lo sguardo sulle pozzanghere, poi tornò a guardare Stefan: era la cosa più bella che qualcuno le avesse detto in vita sua. Viveva con quei ragazzi da sempre ed erano tutto ciò che aveva, la loro famiglia. E questo non sarebbe mai cambiato. Devo andare.. Stefan la lasciò vincere e si rilassò. Amelia uscì dal locale e li guardò: Come previsto. Vi agitate per niente, visto? Guido io. Prese le chiavi e si allontanò nel vicolo. In realtà era quella a cui questa situazione non quadrava, più di tutti. E che non si sarebbe mai allontanata da Isobel, anche a costo della morte. Ma lei, più di tutti, sapeva che molte cose stavano cambiando nel Mondo magico.

 

Mio Re, Isobel Dixon è a Corte. James e Jude alzarono un attimo gli occhi dalle loro scartoffie e si fissarono. James era l'attuale Re del Buio in carica, Jude il suo unico figlio. Che scherzo è mai questo, Elektra? Tra Jude e la nuova compagna del padre, i rapporti non erano mai stati dei migliori. James odiava il modo in cui il figlio le si rivolgeva e Jude odiava la sua sola presenza a palazzo. Ha attraversato la ferrovia abbandonata di Hutsndale ed è qui. Il Re corrugò la fronte, mentre il figlio era già pronto a darle la caccia: Chiamo Gabriel. Sistemeremo tutto in meno di un attimo. James scosse il capo: Sei troppo affrettato. Un Re non deve mai esserlo. Jude fissò il padre con rimorso, mentre sul viso di Elektra si apriva un largo sorriso. 

Isobel fu accolta da James e da Elektra. Se quella 'accoglienza' poteva definirsi. Il Re le aveva posto un interrogatorio interminabile e, naturalmente, non aveva creduto alla storia della lettera. Isobel sorrise, scuotendo il capo. C'era da aspettarselo. Era solo uno scherzo, un fottuto scherzo. Qualcuno si era soltanto preso gioco di lei. Elektra prese le mani del suo consorte e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Nessuno riuscì a sentire cosa.. James fissò ancora per qualche minuto la figura slanciata di Isobel. Era l'Ombra più potente in circolazione, questo era risaputo e in momenti come quelli, un soldato in più poteva sempre tornare utile. Cosa avrebbe potuto fare, da sola, contro un Re e la sua Corte? Elektra prese sottobraccio la ragazza e la guidò a palazzo: Ti è stata concessa la possibilità di rimanere. Ma Isobel non sapeva se gioire o disperarsi.

Isobel era rimasta in camera sua per tutto il pomeriggio. Il giro in compagnia di Elektra non era stato uno dei suoi momenti migliori. Camminare in quei corridoi era peggio che stare in un film horror. Tutti l'additavano, tutti la disprezzavano. Aspettò la notte, per esplorare l'ala circostante. Quasi aveva scordato il lusso sfrontato della Corte. Gli occhi non riuscivano ad abituarsi.. Nella penombra, riuscì ad intravedere uno strano dipinto affisso ad una parete. Era uno strano stemma, con al centro un leone. Le sembrava di averlo già visto da qualche parte.. Un rumore la fece trasalire. Si voltò di scatto verso l'estremità opposta del corridoio, ma non vi era nessuno. Allarmata, fece per tornare in camera sua, ma un grosso felino, della sua stessa altezza, le bloccò la strada. Ad Isobel il respiro si fece corto, mentre cercava di tenere a freno ogni singolo muscolo. Conosceva bene quell'animale, come tutti del resto. Fissò quegli occhi gialli ed enormi e sperò, con tutta se stessa, che Paluc se ne andasse in fretta. Con sua grande sorpresa, il felino la scansò e continuò la sua strana perlustrazione. Isobel appoggiò le spalle al muro e tirò un sospiro di sollievo. Ma non era finita. Come fai a controllarlo? Si ritrovò il viso di Jude a due millimetri dal suo. La pelle chiarissima, incorniciata dai capelli neri e dall'azzurro chiarissimo degli occhi, incutevano terrore anche nella penombra. Controllare..cosa? Isobel parlò velocemente, immobilizzata dalla Paura, sotto lo sguardo serio ed irato del ragazzo. Devi andartene. Chiunque con un minimo d'intelligenza lo farebbe. Jude era un Gancanagh, una creatura fatale per le mortali. Ma Jude era talmente potente da esserlo anche per lei. O forse no.

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Capitolo 3
*** The mighty fall ***


Baby we should have left our love in the gutter where we found it
'cause you think, you think your only crime is that you got caught.
I’m singing…

How the might fall
how the mighty fall in Love.
Se non potrò piegare gli Dei, chiamerò in mio aiuto l'Inferno.
Virgilio.
Isobel stette nei suoi nuovi appartamenti per un bel po', sforzandosi di non pensare. Ma più stava lì dentro, più andava peggio. L'unico sollievo di essere ritornata a Corte era la libertà riacquistata: lasciava che le sue Ombre si librassero, senza sforzi per trattenerle. Lì non doveva fingere. 
Ma doveva fare i conti con le minacce del figlio del re.. 
Lasciò che le Ombre buttassero giù uno specchio. Se solo Jude non fosse stato un Principe, sarebbe andato in pezzi, esattamente come quel vetro. Odiava con tutta sè stessa perdere la calma, ma arrabbiarsi era impossibile. A Jude importava solo di acquistare potere. Gli importava del Trono, di questo ne era certa.
Andò via, accettando il suo bel suggerimento. Ma si sentì da subito seguita: Paluc. Isobel si voltò e vide la sua lunga coda sparire dietro un vicolo. Decisa a seguirlo, si mise in marcia, ma di lui, svoltato l'angolo, non vi era alcuna traccia. Il vicolo si dimostrò essere un lungo viale, costeggiato da una grande foresta. Quello doveva essere sicuramente un artificio. C'era fin troppo verde per essere la periferia di New York. In mezzo al viale vide una strana costruzione, simile alle nuove costruzioni ultramoderne degli Umani. Ma la sua passeggiata fu interrotta: Isobel fu costretta a coprirsi gli occhi da quel fulgore assurdo. Si ritrovò davanti un ragazzo incredibilmente alto, dalla pelle olivastra con due ali enormi ed infuocate. Doveva per forza appartenere all'Estate, il Fuoco era fin troppo potente.
Il tizio mosse la testa lentamente verso destra: 
Oh. Sei..tu. 
Il ragazzo si voltò, per darle le spalle e Isobel, calandosi, si salvò dall'essere cotta a puntino. Sulla schiena del ragazzo vi erano degli incredibili ghirigori neri, enormi. Le ali si spensero, mostrando una miriade di piume rosso intenso. 
Lavori per il Buio? 
Isobel, incuriosita, sbucò al suo fianco, in un batter d'occhio.
Lui sembrò sorpreso da tanta velocità e si fermò.
 Sono Elijah. E..sì, sono il tutore di Jude. 
Isobel alzò un sopracciglio: come poteva una Fenice di Fuoco essere l'insegnante del figlio del Re? Dovreste rivedere le buone maniere allora. 
Elijah incrociò le braccia e ritirò completamente le ali, con un bel sorriso stampato in faccia. I suoi occhi erano di un dorato intenso. Avrebbero potuto far paura, ma si dimostravano incredibilmente rassicuranti se osservati con attenzione. Elijah, ridendo, riprese la sua camminata fiera. Aveva l'aspetto reverenziale di un uomo sulla trentina. 
Tu invece sei Isobel, no? La figlia di Maxim.. 
Isobel fece particolarmente attenzione al suo tono di voce: non provava rabbia o ribbrezzo nei suoi confronti, come molti a Corte. Ne era certa. Isobel annuì, seguendo le sue enormi falcate. 
Ero amico di tuo padre. Come lo sono di James. Prima che Velvet, la madre di Jude, fosse uccisa, erano come fratelli. Fu proprio tuo padre ad accogliermi a Corte, sai? Il caldo sorriso che le rivolse la rassicurò tanto: non tutto era perduto. Questo posto nasce proprio per accogliere le Creature solitarie del Buio, o di qualsiasi altra Corte. A Isobel sembrò di essere entrata in paradiso: Creature di qualsiasi natura scherzavano, parlavano, lottavano. Una ragazzina bionda corse verso Elijah e lo abbracciò. Lei è Ashley. E'..figlia di Elektra. 
Isobel, avendo conosciuto la madre e i suoi modi strani, a volte un po' duri e burberi, sembrò una sciocchezza. Quella ragazza aveva due occhi blu enormi e sembrava tanto un angelo in carne ed ossa. Entrambe si sorrisero, era impossibile non farlo, non pendere dalle labbra di Ashley. In quell'esatto momento, se le avesse chiesto di fare qualcosa, Isobel fu certa di rispondere a quel richiamo e fare tutto ciò che Ashley le comandava. 
Ah. Attenta. E' un'Incantatrice. Maaa! Non ti farebbe mai del male. Ha il cuore tenero. Da quale pulpito: vedere un omone dalle ali infuocate con quello sguardo da cucciolo era un paradosso.

Due ragazzi presero a rincorrensi vicino a loro: uno si nascose dietro Isobel, l'altro dietro Elijah, che intanto alzava gli occhi al cielo, forse per la disperazione. 
Hey, hey, ragazza. Coprimi. Ma la tregua durò per due secondi e i due ripresero a rincorrersi. Se è vero quello che si dice in giro sul tuo conto, Isobel, li fermeresti per me? E lei non se lo fece ripetere certo due volte. Apri le mani verso il terreno sotto di sè e delle Ombre presero a strisciare sull'asfalto. Raggiunsero i due Segugi in un batter d'occhio, paralizzandoli sul posto. Ashley sgranò gli occhi: Hai appena fermato la Caccia. 
A quelle parole, Isobel li lasciò subito andare. I due ragazzi, intontiti, caricarono verso di lei, fu Elijah a salvarla dall'ira rumorosa di quei due. Alec, Garrett, vi presento Isobel. Distinguere i due ragazzi era quasi impossibile: entrambi avevano capelli neri e occhi verdi, accesissimi. E da quello che gli indumenti lasciavano intravedere, avevano il corpo interamente coperto di tatuggi. In effetti..carina lo è. L'altro acconsentì alle parole dell'amico. Se ti piacciono con i capelli rossi e gli occhi viola..sì. Ad Isobel sembrano due pazzi usciti da un manicomio, soprattutto Alec, con quei capelli sparati all'insù. 
Ah, eccoti, Elijah volevo parlar.. Jude trasalì appena vide Isobel con quelli che probabilmente erano i suoi migliori compagni. 
Oh-oh. Alec si lasciò scappare un risolino nervoso, per poi sparire dietro un angolo. Garrett rimase lì a dondolarsi e a sorriderle. Ma appena si accorse dello sguardo adirato di Jude, filò via. Cosa ci fai qui? Solo in quel momento Isobel si accorse della presenza di Paluc a fianco di Jude. Isobel sentì dentro di sè ammontare la rabbia e per fortuna ci pensò Elijah a cercare di sistemare la situazione. Ha trovato lei il Clan, ha superato il Confine senza esplodere, di conseguenza..può rimanere. E' la Legge. 
Intanto Paluc le si era avvicinato e cercava in tutti i modi di farsi accarezzare da lei, insistendo. Isobel si rassegnò con un sorriso e posò una mano sul suo enorme capo. E' già la seconda volta che mi metti nei guai. Jude vedendo il suo Paluc avvicinarsi così a lei, smise di farle la guerra con lo sguardo.
Solo con lo sguardo, appunto. 


Che significa che vuoi lasciare la Corte, Jude?! Elijah l'aveva accolta in quell'enorme edificio e aveva lasciato che assistesse a quella strana conversazione. Esattamente quello che ho detto, Elijah. Starò qui. Non voglio costringere mio padre a scegliere tra me o Elektra. Perchè sappiamo entrambi che scelta farebbe. Elijah aveva entrambe le mani sull'enorme tavolo di vetro scuro e la stanza prese a diventare più calda. Continuarono così per ore e ore. Isobel aveva letto quasi tutti i titoli dei libri sulle mensole e sbadigliato almeno dieci, venti volte. Era finita a sedersi sull'enorme tappeto, appoggiata a Paluc. Dopo una notte passata insonne e un pomeriggio tutt'altro che rilassante, a causa anche delle continue fusa di Paluc, finì per addormentarsi. E Isobel sognò di trovarsi in quell'enorme foresta vicino all'edificio, con la consapevolezza di non essere sola: anche lì, al suo fianco, aveva Paluc. 

Il mattino seguente, sgattaiolò via e andò al solito caffè. Vedere Amelia e Stephan era al centro dei suoi pensieri quel giorno. Ma, entrambi, non si presentarono.

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Capitolo 4
*** Explosions ***


Mors omnia solvit.
Giustiniano

Now everything you own is falling from the sky in pieces 
so watch them fall with you, in slow motion 
I pray that you will find peace of mind 

and I'll find you another time 
I'll love you, another time.
Explosions, Ellie Goulding 


Isobel uscì dalla caffetteria spazientita, ma soprattutto preoccupata: se fosse successo qualcosa in sua assenza non se lo sarebbe mai perdonato. Amelia e Stephan erano la sua famiglia e non li avrebbe mai abbandonati o lasciati in pericolo. Chiese fra i suoi conoscenti, controllò i loro appartementi nel pieno centro di New York, passò dal loro amico tatuatore per saperne di più. Ma nessuno li vedeva da un po'.
Scoppiò un terribile temporale e Isobel lasciò che la pioggia la inzuppasse da capo a piedi. Era una delle sue giornate peggiori. Preferiva l'avessero lasciata senza dire una parola che tollerare a stento il pensiero di loro due persi chissà dove. O peggio. Dopo un'intera giornata vagando senza meta, fece ritorno al Rifugio. Il Clan si era spaccato nettamente a metà al suo arrivo: Elijah rappresentava chi era felice di averla fra i piedi, Jude ovviamente chi non vedeva loro di farla fuori. E quella sera Isobel fu doppiamente irritata dai mormorii dei secondi.
Jude stava con un gruppetto di ragazzi, anche loro sotto la pioggia. Appena la videro attraversare il Confine presero a mugugnare e a fare battutacce. Jude le si avvicinò, ma Isobel fece finta di non vederlo e continuò a camminare. Sentì comunque la sua voce dire: 'Scappi esattamente come tuo padre.' 
Isobel si fermò, cercando di mantenere la calma. O almeno tentare di farlo. Ma la risata di lui le sembrò così odiosa che le parve impossibile non scattare.
Ritornò indietro e lo spinse via con tanta forza da farlo quasi scivolare sull'asfalto bagnato. 'Ricordati che qui non sei un Principe, qui sei idetico a me e devi startene al tuo posto. Non hai le tue care guardie a pararti il culo' 
Uno dei ragazzi dietro Jude fischiò: Gli sono piaciuta, pensò Isobel. Cosa che invece era andata tutt'altro che a genio a Jude, che le sembrò sul punto di esplodere. 
Ma quegli occhi non le facevano più paura ed era talmente arrabbiata..  
'Stai esagerando, ragazzina' Jude le si avvicinò ancora, con un sorriso misto a provocazione ed interesse.
Ma Isobel non arretrò di un solo passo e lo spinse di nuovo indietro, con sguardo serio. 
Elijah si parò in mezzo ai due, allontanandoli. Ma arrivò comunque troppo tardi: Isobel aveva già lanciato le sue Ombre e colpito Elijah, rivoltandogli contro ogni sua singola paura. Era questo il suo potere e lo aveva represso per troppo, troppo tempo. Elijah crollò sull'asfalto bagnato, col fiato corto e gli occhi spalancati.

Isobel aspettò Jude sull'usciò del loft, a braccia incrociate. Quando la vide, il Gancanagh tentò di cambiare strada, ma lei lo afferrò per un braccio. 'Chi è che sta scappando adesso?'
Jude alzò gli occhi al cielo, poi la guardò: 'Non dirmi che siamo già arrivati al punto in cui tu mi ritorci contro ogni singola cosa che dico.'
Isobel lo guardò stranita: 'Scusami?'
Jude la scansò con una spallata leggerissima ed entrò. Fece per salire le scale, ma Isobel continuò a seguirlo. Le loro camere erano una di fronte all'altra. Elijah li voleva davvero male per assegnargliele a quel modo. 
Isobel, imperterrita, fermò la sua porta con la punta della scarpa ed entrò. Jude la ignorò per un buon quarto d'ora: si tolse il giubbotto scuro, si mise una maglietta asciutta a mezze maniche; il tutto davanti a lei, senza farsi scrupoli ed Isobel notò un segno scuro sul torace, lì dove le sue Ombre lo avevano colpito. Le porse una delle sue magliette (solo in quel momento lei si ricordò di essere ancora zuppa). Quel gesto la frastornò e le fece perdere nuovamente le staffe: 'Soffri di doppia personalità o cos'altro? Arrivo a Corte e mi minacci! Supero il Confine ed è il peggior giorno della tua esistenza! Per non parlare del fatto che ogni giorno i tuoi amichetti non fanno altro che mettermi alla prova!' Sbottò lei, mentre lui si prendeva tranquillamente una birra dal frigorifero, porgendone un'altra a lei. Isobel lo guardò attonita, mentre beveva beato. Si rassegnò e si sedette su uno sgabello della cucina, prendendosi il viso tra le mani. Era matto, non c'era altra spiegazione. 
Lui le si sedette di fronte: Isobel sentì l'altro sgabello spostarsi. 'E' proprio per farli smettere che ti ho provocata prima.' 
'
Quindi vuoi farmi credere di aver finto tutto il tempo?'
'
Non quando ti ho minacciata. E neanche quando mi hai steso.. A proposito, vacci piano la prossima volta. E' stato terribile.'
Lo vide trastarsi il fianco con una smorfia pungente di dolore.
Quel 'terribile' la ferì a morte. Aveva fatto del male a chi voleva soltanto aiutarla. Soltanto allora prese la birra, ma se la rigirò soltanto fra le mani. 
Fu Jude a parlare di nuovo, lei non ne aveva più neanche le forze. 'E non penso che tuo padre sia un codardo.'
Isobel sentì i suoi occhi puntati addosso tutto il tempo e lo stress di tutta la giornata le piombò addosso, tutto in una volta e non voleva certo piangere davanti a lui. 'Buonanotte, Jude.' Disse soltanto, lasciando la camera velocemente e chiudendosi la sua porta alle spalle. 

Era passata solo una mezz'ora da quando Isobel si era chiusa in camera sua, si era seduta sull'uscio e aveva preso a fissare il vuoto. Odiava usare il suo potere, odiava sentire quelle paure, il terrore addosso. Lo odiava perchè..provava piacere nel far soffrire gli altri. Quello non era potere, era una maledizione. Ne era certa. Ma le dava anche la possibilità di conoscere a fondo le persone. Ed era stato così con Jude. Le sue paure erano sincere, lo aveva sentito. Come sincero era il dolore provocatogli da un padre indifferente, o da una madre morta quando lui era ancora troppo giovane. Aveva persino paura che altri, oltre lui, potessero controllare Paluc e portarglielo via. Questo spiegava ad Isobel l'astio provato nei suoi confronti a Corte, ma non le spiegava il perchè lei riuscisse ad entrare così in sintonia con quell'enorme felino. 
Il lungo filo dei suoi pensieri fu interrotto da un urlo di una ragazza. Isobel si precipitò fuori, seguita da Jude. Anche Elijah e i ragazzi della Caccia erano accorsi immediatamente fuori. 
'AIUTO!' A quel punto tutti la riconobbero: era Violet, la figlia di Elektra e qualcuno la stava portando via, lontano dal Confine. Jude rimase di sasso quando vide che a portarla via erano alcune delle guardie di suo padre. Tutti si lanciarono in quello che divenne un vero e proprio scontro ed Isobel rimase sorpresa nel vedersi spalleggiata da Jude. Riuscirono a fare breccia tra il piccolo 'esercito' e a raggiungere Violet, sul tetto di un enorme palazzo. Isobel si trovò di fronte una scena surreale: la guardia minacciava di gettare la ragazza giù dal grattacielo. 
'Violet, sta tranquilla, andrà tutto bene.' La piccola ragazza annuì fra le lacrime, cercando di convincersi della veridicità delle parole di Jude.

Poi accadde tutto in un attimo.
Altre due guardie li raggiunsero e bloccarono Jude. Isobel scattò in avanti per riuscire a liberare Violet, ma fu agguantata dalla guardia, che la guardò dritta negli occhi e che poi la costrinse a guardare Jude. 'Violet, scappa!' Isobel le urlò, cercando di liberarsi da quella stretta. 
'Potremmo far cadere lui dal palazzo ed incolpare lei. La Corte la condannerebbe a morte in un attimo.'
Ridacchiò una delle guardie che immobilizzava Jude.
'Nha. Meglio il contrario. E il Principe non potrà più aver accesso al trono. Che sfortuna.. O forse sarà premiato per il gesto eroico. Ma come la mettiamo coi sensi di colpa?' La Guardia che stringeva Isobel la sporse ancora di più sul parapetto. Non aveva mai avuto paura dell'altezza, ma il solo pensiero di poter cadere giù le fece girare la testa.
'NO!' Urlò Jude, 'Prentede me, uccidete me, ma lasciatela stare. Farò tutto ciò che volete.' Isobel cercò di liberare le sue Ombre, ma qualcosa glielo impediva. 
La Guardia sorrise a Jude e la buttò giù, con un gesto sicuro.
Isobel cercò di afferrare il parapetto in tempo, ma sentì scivolare la presa. 
Poi ci fu soltanto il vuoto e Jude che gridava il suo nome.



Erano passati due giorni da quando Isobel era caduta da quel grattacielo e due giorni che Jude trascorreva lì. Lì dove lei sarebbe dovuta atterrare.
Ma di lei non avevano trovato nessuna traccia: era come scomparsa nel nulla.
Suo padre, James, non tardò ad arrivare, subito dopo lo socntro, quella stessa sera. Era stato solo un brutto incidente, aveva detto e avrebbe provveduto lui stesso ad impartire una giusta punizione al figlio.
Una ragazza era morta e a lui era sembrato un incidente. Una bravata del figlio. 
Jude ricordava esattamente il disgusto con cui Elektra ed altri lo avevano guardato. Adesso non era una sua scelta: Jude avrebbe dovuto vivere lontano dalla Corte.
E ricordava vivamente come Elijah lo avesse costretto a calmarsi e a raccontargli ogni cosa e di come quel racconto sembrava far letteralmente acqua da tutte le parti.
'Non mi credi? Elijah?! Non le avrei mai potuto fare del male! Poi..dev'esserle successo qualcosa. Dev'essere così. Devo..' Aveva urlato, sconvolto. Ogni volta che chiudeva gli occhi, vedeva Isobel cadere giù. Venti piani, diciannove, diciotto..

'Non..so cosa pensare, Jude. Avevate litigato poche ore prima. Lei ti aveva attaccato e..' Diciassette, sedici..
Per non parlare degli incubi che aveva avuto ogni notte da allora.

Jude si appoggiò al muro e lo colpì forte. Chiuse gli occhi e li fece bruciare contro la luce del sole. Quando li riaprì gli sembrò di esser diventato matto. Isobel era proprio lì davanti a lui: il viso sconvolto, la pelle che tramutava in Ombra. Le si avvicinò, convinto di star sognando. Ma la ragazza che prese fra le braccia prima che cadesse senza sensi era proprio lei. Le spostò i capelli dal viso e appoggiò la fronte sulla sua: era certo fosse riuscita a scamparla. La caricò in braccio e attraversò il Confine.

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