24

di ExLuna
(/viewuser.php?uid=811967)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 - 24 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 - 23 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 - 22 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 - 19 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 - 17 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 - 15 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 - 12 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 - 8 ***
Capitolo 9: *** Cap.9 - 6 ***
Capitolo 10: *** Cap.10 -3 ***
Capitolo 11: *** Cap.11 - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Cap.1 - 24 ***


cap 1. 24

Cap. 1 – 24
 

(Nota dell’Autrice: questa storia è liberamente ispirata ai film “John Wick”, con Keanu Reeves,  e  “The Equalizer”, con Denzel Washington)
 

Il telefono cellulare suonò due volte, lo prese e guardò il messaggio che comparve sullo schermo; il suo volto si addolcì in un sorriso leggendo il nome del mittente. 

** Ho un paio di ore libere. Ti va vederci al solito posto per un caffè? ** 

Ovviamente rispose immediatamente al messaggio, le dita si muovevano veloci ed ansiose sulla tastiera, come uno liceale alla prima cotta; effettivamente era proprio così che si sentiva e gli piaceva davvero tanto quella sensazione. 

** Sarò lì tra 20 minuti. Ricordami che devo darti una cosa. ** 

Ripose il cellulare nella tasca del giubbotto di pelle e si apprestò ad avviare l’accensione dell’auto quando, nel giro di un secondo, il cellulare suonò nuovamente, questa volta una chiamata.
Riprese il cellulare e quando lesse chi lo stava chiamando, questa volta sul suo viso comparve una smorfia e non potè fare a meno di rivolgere un’imprecazione al cielo.
 

Cosa vuoi? 

Ehi teme, come ti butta? Cordiale come sempre eh? Non ci crederai mai, ho appena conquistato il 3° livello del nuovo Super Mario Bross. Ho superato gli ostacoli della foresta e raggiunto il castello sul mare. Il prossimo livello è tosto, bisogna saltare su scogliere galleggianti sull’acqua e nel cielo e i nemici sono davvero tanti. 

Che razza di baka, e tu mi chiami solo per dirmi del tuo stupido videogioco? 

Concluse bruscamente la telefonata, tornando a concentrarsi nuovamente sull’unico, vero ed interessante oggetto dei suoi pensieri. Ma quando avviò il motore, strinse forte le mani sul volante e ingranò la prima, sgommando a gran velocità fuori dal parcheggio e poi dritto verso la sua meta. Lo sguardo grave e serio, come mai lo era stato prima.
Non era una fesseria il videogioco… era un codice, e quel codice lo aveva capito fin troppo bene.

 

***

 

Allora? Lo avete trovato? 

No signore, sembra si sia dileguato nel nulla. Non c’è traccia di lui. Non sappiamo come, ma è riuscito anche a non lasciare alcuna traccia di sangue dietro di se. 

Idioti! Ve lo siete fatto sfuggire dalle vostre minuscole dita, come dei pivelli inetti! Sono circondato da parassiti incompetenti! Fuori di qui! 

La rabbia crebbe a livelli insostenibili; il suo impero era minacciato da un abile avversario, che vantava una rete di sicari di tutto rispetto, ma non aveva alcuna intenzione di perdere la partita. L’agenzia investigativa si era fatta più abile e scaltra, gli erano praticamente con il fiato sul collo, ma non avevano ancora vinto. Presto avrebbe messo fine lui stesso a quella noiosa partita a poker. 

Dov’è ora mio figlio?” Chiese l’uomo bruno al suo devoto assistente. 

Hugo lo ha portato fuori città, per la sua sicurezza, signore. L’aria di campagna potrebbe giovare al signorino. 

Certo! Quello scansafatiche riesce a fiutare l’erba anche dove non cresce, bella trovata! Che non venga mai perso di vista un solo istante, o ne risponderete tutti a me!
 

***

L’auto correva veloce lungo la strada costiera, il panorama dell’oceano al tramonto era fantastico e gli sarebbe piaciuto molto goderselo insieme a lei, ma purtroppo quello non era certo dei momenti migliori per pensare alla sua vita privata.
Non ne aveva mai avuto una a dire la verità, fino alla sera in cui non l’aveva incontrata; da allora tutto era cambiato, ed aveva assunto un sapore diverso, più dolce, anche se non era facile potersi vedere regolarmente a causa del suo lavoro, la sua vita era diventata più rosea da quando vi era entrata lei.
Sembrava che lo cosa fosse giunta ad una svolta, ma proprio quel giorno erano sopraggiunte complicazioni impreviste che doveva assolutamente risolvere e che andavano ben oltre il suo volere una relazione normale.
Le inviò un messaggio per annullare il loro appuntamento, sicuramente ci sarebbe rimasta male, ma non aveva altra scelta. Doveva andare a vedere con i suoi occhi le reali condizioni di suo fratello; la telefonata era chiara, il livello 3 significava “agente ferito” e Super Mario Bross era l’appellativo che aveva fatto a loro due in quanto fratelli, i migliori sicari dell’Organizzazione, spesso impiegati sul campo in coppia. Il castello sul mare ovviamente era la villa segreta sulla spiaggia di proprietà della loro famiglia, mentre il resto del messaggio erano semplici indicazioni stradali su come arrivarci.
Era la casa privata dei loro genitori, non ci era mai stato prima; andarci la prima volta perché tuo fratello era stato ferito in missione non era certo la migliore delle occasioni: mentre guidava ricevette un’altra telefonata in cui veniva informato che aveva ottenuto dai vertici una settimana di riposo per restare al fianco del fratello.
Pensiero generoso, considerato che il vertice era suo padre.
Quando giunse a destinazione, il fratello era già sulla soglia ad attenderlo, un braccio fasciato con una benda, ed una sciarpa legata tra il braccio ed il collo per sostenerlo. 

Vuoi diventare la nuova barzelletta dell’Organizzazione, Itachi? Da quando ti fai sparare addosso, o era una scusa per andare in vacanza? 

Scherzaci pure Sasuke, sai bene che sei l’unico a cui lo concedo, ma ti avviso che anche con un braccio solo ti ficcherei quella zucca bacata sotto la sabbia in meno di un minuto 

Era il loro modo speciale di essere fratelli e non vi avrebbero rinunciato, nemmeno per una pallottola. 

Allora? Mi dici cosa è successo? 

Una missione come tante altre fratellino, lo sai, che può succedere prima o poi. Papà però ha preferito mandare anche te qui, per tranquillità. Normale routine amministrativa. 

Certo, come se fossi nato ieri. Mi regaleranno anche un orsacchiotto? 

Piantala! Lo sai che è vietato parlare delle nostre missioni e sono anche abbastanza stanco; due agenti sono morti, l’altra notte al porto, doveva essere come tutte le altre volte ma invece si è rivelato più complicato del previsto e mi sono beccato un buco nel braccio. Fine della storia, è per questo che ci addestrano. Pensi di andare avanti tutta la settimana con questa solfa o pensi di farmi compagnia e divertirci un po’. E’ da quando siamo bambini che non abbiamo più avuto l’occasione di trascorrere del tempo insieme pacificamente. 

Sasuke sorrise, dopotutto  era ancora vivo, quindi perché dubitare di Itachi; nel loro lavoro era il rischio numero uno, tanto valeva brindare come sempre facevano, quando tornavano vivi da un incarico svolto con successo.
Si diresse verso il frigorifero, ma quando lo aprì sospirò, non poteva credere che lì dentro vi regnasse praticamente l’eco.
 

E come pensavi di trascorrere la convalescenza senza birre e niente da mangiare? Questo frigo è più deserto del Sahara. 

Mi hanno parcheggiato qui soltanto ieri, la cittadina più vicina dista 20 km da qui, non sono al momento in grado di guidare perché sono sotto farmaci e non è il caso di farmi vedere in giro con il braccio fasciato. 

Va bene, time out. Ho capito. Più che in vacanza, dovrò farti da infermiera. 

 Sei carino fratello, ma preferirei una bella ragazza. 

Quando torno sarei proprio curioso di sapere quali sono i tuoi gusti in fatto di donne. Magari ti rivelo i miei. 

Sasuke sorrise enigmaticamente, lasciando in sospeso un messaggio che soltanto suo fratello poteva comprendere. 

Perché ne hai forse una?chiese Itachi incuriosito. 

Te lo dico dopo! 

Sasuke salì in macchina ed avviò il motore, quando Itachi lo raggiunse e gli bussò dal finestrino. 

Stai attento, non è più così sicuro là fuori. 

Non fartela sotto adesso per una pallottola. E poi mi conosci, nessuno mi sta alle spalle senza che io lo sappia prima. 

Sasuke partì a tutto gas lasciandosi dietro una nuvola di polvere, e il fratello ad osservarlo allontanarsi lungo il viale. Rientrò in casa e prese il telefono, aveva alcune questioni in sospeso che da risolvere e solo una persona faceva al caso suo. Compose il numero telefonico del destinatario ed attivò una funzione speciale per trasferire la chiamata in una linea non rintracciabile. 

Kakashi! 

Sono io… ti chiamo dalla linea rossa…

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap.2 - 23 ***


cap.2

Cap. 2 – 23
 

(Nota dell’Autrice: grazie di cuore a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo di questa, che definirei, “impresa titanica”. E’ la prima volta che mi cimento in questo genere di storie e spero di non deludervi.)
 

E piantala di dirmi quello che devo o non devo fare Hugo, sono io il tuo capo non tu il mio, ricordatelo! Voglio birra e sigarette, e le voglio adesso, muoviti ad andare a prendermele! 

Sasuke era andato a fare spesa nel discount del paese più vicino e, prima di tornare alla villa, aveva deciso di fermarsi a fare benzina nel distributore adiacente, quando ad un tratto la sua attenzione venne attirata dal vociferare piuttosto rumoroso di un giovane pieno di se ed alquanto presuntuoso, il suo aspetto non tradiva certo l’aria del classico bullo di quartiere pieno di grana e viziato fino al midollo.
Al suo fianco la gigantesca guardia del corpo aveva un bel daffare a tenerlo a bada e Sasuke non potè che provare pena per quel poveraccio, costretto ad ubbidire ai capricci di quella testa calda.
Decise di ignorarli e spostò il suo interesse ai giri del carburante che giravano vorticosamente, facendo lievitare il prezzo totale, che sarebbe stato scalato dalla carta di credito; il suo hobby era decisamente costoso e lo sapeva bene, ma non avrebbe rinunciato per nulla al mondo alla sua adorata macchina, nemmeno per una bella donna… eccetto per una forse.
Si scoprì a sorride con se stesso, stupendosi di quanto rapidamente i suoi pensieri correvano velocemente a lei ed iniziò a riflettere su come farsi perdonare il bidone che a malincuore le aveva rifilato.
Ad un tratto, si accorse che il bulletto si era avvicinato alla sua macchina e che la stava osservando attentamente in ogni centimetro, come se fosse una qualunque fighetta da abbordare in un bar; scorgendo il volto coperto dal cappuccio della felpa vide un ragazzo non tanto più grande di lui con gli occhiali e la classica faccia da schiaffi, una faccia che aveva già visto ma che in quel momento non gli veniva in mente chi fosse. 

Questa sì che è una gran macchina. Una Mustang serie Sharingan, vero? 

1970. 

Cribbio è una rarità. Quanto vuoi per questo gioiello? 

Spiacente, non è in vendita! 

Quella sottospecie di sfigato lo stava prendendo in giro o cosa? Come si permetteva di offrirgli denaro per la sua adorata. Fortunatamente il distributore scattò, il serbatoio era pieno e si affrettò a richiudere la bocchetta, se non se ne andava alla svelta avrebbe fatto ingoiare la pompa a quell’ impertinente fino allo stomaco. 

Oh andiamo, possiamo metterci d’accordo. Non sai chi sono io, ti pagherò bene! 

Gli stava seriamente facendo perdere la pazienza, ma chi si credeva di essere? Gli rifilò un’occhiata assassina che avrebbe fatto fare retromarcia anche ad un cane, ma più lo guardava e più quel tipo gli era familiare. 

Ho detto di no! Torna a farti sbattere nel bagno della discoteca, fighetta! 

Cosa hai detto? Ma come osi… 

Ok adesso basta, torna alla macchina. Mi scusi signore, non le darà più alcun fastidio! 

L’omone aveva afferrato per le maniche il ragazzo e si profuse in scuse verso Sasuke che avviò il motore a partì sgommando, senza però distogliere lo sguardo dallo specchietto retrovisore in cui intravide per l’ultima volta gli occhi pieno d’odio del bulletto, ma ovviamente Sasuke non si fece impressionare, e fu allora che una lampadina si accese nei meandri della sua memoria: il ragazzo lo conosceva eccome e si mise a sogghignare ripensando a come aveva appena insultato il figlio del più infimo e pericoloso criminale di tutta al capitale.
Il mondo era bello perché vario,  e questa era decisamente la parte in cui si divertiva di più; suo padre non sarebbe stato contento, ma almeno aveva avuto la sua soddisfazione personale. Nessuno osava rivolgersi a lui con quel tono, in particolare se c’era di mezzo la sua macchina.
Quando arrivò alla villa era già sera, entrò in casa e trovò Itachi seduto sul divano del salone a guardare le notizie in tv che lo salutò con un cenno del capo.
Sasuke si mise a riordinare la spesa in frigo dopodiché si sedette accanto al fratello con un birra e ne allungò una anche ad Itachi. 

Quanto è piccolo il mondo fratello, non puoi immaginare chi ti ho incontrato al distributore di benzina. Kabuto, il figlio di Orochimaru! Voleva comprarmi la macchina, quell’idiota. 

Itachi appena sentì il nome di Kabuto si fece serio e si irrigidì come una pietra. Era proprio a causa degli scagnozzi di Kabuto che era stato messo fuorigioco. 

Dimmi che non hai fatto niente di stupido! 

Naaa, l’ho solo “invitato” ad andare a quel paese…

Cosa hai fatto? Ma cosa ti dice il cervello! Quando si tratta della tua dannata macchina perdi completamente il lume della ragione! 

Itachi si alzò di scatto rovesciando la sua birra, inveendo furiosamente contro Sasuke che si alzò anche lui a fronteggiarlo; adorava Itachi, ma questo non significava che dovesse trattarlo come un infante… e soprattutto non gli avrebbe permesso di insultare la sua Mustang Sharingan. 

Ma perché ti incazzi, è solo un bamboccione senza palle che ancora si scaccola il naso. Solo perché è il figlio di Orochimaru te la fai addosso? Credevo di conoscerti Itachi. 

Tu non vuoi proprio capire, allora? Il bamboccione di cui parli non è nemmeno la metà di suo padre, è peggio! 

Che si fotta, entrambi sappiamo che non può trovarci né farci nulla. Siamo i migliori sul campo,  per una volta che ti sei beccato una pallottola hai già perso il tuo sangue freddo. Hai seriamente bisogno di una vacanza! 

Sei tu che hai bisogno di una vacanza Sasuke. Non posso dirti tutto lo sai, ma devi fidarti di me. Sì è vero, mi sono preso una pallottola e solo una volta è sufficiente a farti vedere le cose da un’altra prospettiva ed è giunto il momento che te ne renda conto anche tu! 

Sasuke continuava a non capire e l’ansia adesso prese il sopravvento sulla rabbia; cosa mai era successo per fare preoccupare così tanto Itachi; un uomo tutto d’un pezzo, freddo come il ghiaccio, il sicario numero uno dell’Organizzazione.
Capì in quell’istante di aver commesso il più irreparabile degli errori, ma c’era ancora tempo, forse poteva ancora rimediare. 

Non ti hanno seguito vero? 

No, ho girato per vicoli diversi per più di venti minuti ed ho percorso una strada sterrata sulla scogliera per raggiungere la villa 

Controlla la macchina. La prudenza non è mai troppa! 

Sasuke mise sul tavolo la sua birra ancora piena e sbuffando si diresse verso il garage; accese la luce e prese anche una torcia per esaminare la sua beniamina in ogni angolo, dal motore, alle ruote e persino sotto, notando che sotto la marmitta c’era uno strano bullone luminoso, ma non era un bullone. Lo staccò facilmente scoprendo che era una micro GPS con un lato adesivo a presa rapida, facile da attaccarla ad un mezzo in movimento semplicemente lanciandolo. 

Itachi! Credo che tu avessi ragione, c’era qualcosa sotto la mia macchina  e penso si tratti proprio di…

Sasuke non fece in tempo a rientrare in cucina che una mazza metallica lo colpì da dietro l’angolo in piena faccia; crollò a terra tramortito e prima che il buio lo avvolse, scorse una figura vestita di nero e con gli occhiali che, sorridendo, lo colpì in testa spedendolo dritto nel mondo dei sogni.

 

***

 

Quando squillò il cellulare, Sakura era invasa da una pila di carte che avevano invaso la sua scrivania, ma quel giorno non aveva molta voglia di occuparsi di scartoffie; erano da poco passate le 20 ma di cenare non se ne parlava, tanta era la mole di lavoro arretrato, sperava che tenendosi occupata le sarebbe passata l’incazzatura per essere stata piantata in asso davanti al Cafè. Era la prima volta in un mese che accadeva, non aveva mai mancato un appuntamento e quel giorno, di punto in bianco, ecco che veniva scaricata come una qualunque senza nemmeno una spiegazione.
Nessuno dei due conosceva il lavoro dell’altro, era un tacito accordo che si erano fatti fin dal primo giorno, appena potevano era sufficiente un messaggio e si incontravano a qualunque ora del giorno o della notte trascorrendo del tempo piacevole insieme.
Era la prima volta che provava interesse per qualcuno, e soprattutto era la prima volta che qualcuno provava interesse per lei; il suo lavoro non le consentiva relazioni interpersonali ed anche se aveva già ricevuto avance dagli uomini in passato, non erano mai stati di suo gradimento.
Questa volta però era diverso e non le andava giù l’idea di aver preso una cantonata stratosferica.
Fortunatamente il lavoro era l’unica cosa che non l’avrebbe tradita né ora, né mai; rispose al telefono, il capo la richiamava a rapporto nel suo ufficio. Priorità alta.
Ecco finalmente giunta la parte più interessante del suo lavoro; si alzò dalla sedia prima ancora di dire pronto, ed era già sulla soglia dell’ufficio del Capo prima ancora di chiudere la conversazione.
Un ufficio elegante e moderno, con varie targhe alle pareti e riconoscimenti onorari e di servizio, che avevano reso il Capo la persona più importante ed influente di tutto il dipartimento; oltre a lei era presente anche Naruto, chiamato a rapporto anche lui in quanto suo partner e collega in tutte le loro missioni. 

Ciao Sakura, di nuovo insieme eh? Kakashi ha una missione importante per noi! 

Perché non fai parlare me Naruto, ti ricordo che in questo ufficio e in tutto l’edificio, il capo sono io 

Naruto a volte sapeva essere insopportabile e dato che la serata sarebbe stata ancora più insopportabile, Sakura decise che era meglio tagliare corto. 

 Di cosa si tratta? 

Una telefonata autorevole mi ha segnalato di alcuni traffici illeciti nella zona del porto; si tratta di una piccola banda, probabilmente legata alla rete criminale di Orochimaru. Ho raccolto un po’ di informazioni per voi, voglio che vi infiltrate e che vi accertiate che siano entrambe collegate. Il vostro contatto esterno è Jiraya, riferirete direttamente a lui. Una volta che avrete le informazioni, vi invierò una squadra di supporto per smantellarla. 

Accidenti capo, ma ci deve affiancare proprio quel tossico? 

Il tossico, come lo chiami tu è uno dei migliori informatori della Konoha Crime Investigation. E che ti piaccia o no, seguirai i miei ordini! 

Kakashi, mi perdoni, ma se fosse veramente una delle bande affiliate ad Orochimaru, non c’è il rischio che vi siano delle spie al suo interno? Non è una delle solite indagini, il rischio è veramente alto. 

Comprendo i tuoi timori Sakura, ma non devi preoccuparti. Jiraya si occuperà della vostra copertura, siete i miei migliori agenti e su di voi posso contare. Ve la sbrigherete in un paio d’ore. Adesso andate! 

Sakura e Naruto uscirono dall’ufficio, direzione parcheggio sotterraneo. Kakashi gli aveva consegnato un file con una dettagliata descrizione del porto, della banda e dell’equipaggiamento alternativo che gli sarebbe stato fornito di rettamente da Jiraya. Non dovevano avere niente dell’equipaggiamento ufficiale con loro, era una semplice indagine da infiltrati.
Naruto non la smetteva di sbuffare; aveva un appuntamento a cui non voleva rinunciare, ma il lavoro, come sempre, veniva prima di tutto. 

L’avevamo programmata da mesi. Sicuramente Hinata non vorrà più saperne di me 

Hinata? Quell’Hinata? L’agente della scientifica addetta alla balistica? 

Eh eh… ehm… sì. Abbiamo iniziato a frequentarci e questo doveva essere il nostro primo appuntamento ufficiale. Pensavo di portarla a cena da Ichiraku Ramen.” 

Sakura non poteva credere alle sue orecchie; quel baka voleva portare fuori a cena una ragazza in una locanda di Ramen?
Quella testa quadra aveva bisogno di andare a lezione su come si corteggiano le ragazze, ma lei era le meno indicata a dare suggerimenti al riguardo; i suoi incontri galanti si erano limitati ad una tazza di mokaccino in un elegante Cafè del centro, ma le venne in mente una persona che avrebbe fatto al caso di Naruto. 

Fermiamoci un momento al Loto Night Club, prima di andare ad incontrare Jiraya. E’ lungo la strada, ci vorranno solo pochi minuti. 

Perché Sakura vuoi andare lì? Non abbiamo una missione? 

E’ per te zucca vuota. Magari potresti avere un’illuminazione migliore che portare la tua ragazza a mangiare ramen! 

Sakura prese le chiavi della macchina dalla tasca di Naruto e si mise alla guida, come autista era sicuramente meglio lei di quell’imbranato, che non finiva più di blaterare a vanvera su quanto, il ramen di Ichiraku, in realtà, fosse il migliore al mondo.
Per lo meno, anche se era un casinista, era indubbiamente tra i migliori agenti della KCI e gli voleva un gran bene; grazie alla sua compagnia avrebbe dimenticato per un po’ il suo corteggiatore disperso.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap.3 - 22 ***


cap.3

[Nota dell’Autrice: eccomi di nuovo, non mi sono persa, ovviamente ci vuole un po’ di tempo per elaborare ogni capitolo inoltre ho anche l’altra storia in corso per cui mi devo districare tra uno e l’altro. Tranquilli fedeli lettori, da ora in avanti vi terrò con il fiato sospeso. Piccola precisazione: da questo capitolo in poi inizierà il conto alla rovescia delle 24 ore, quindi a metà strada di ogni capitolo troverete una specie di sub capitolo che racconterà gli avvenimenti di quell’ora. Baci baci!]

 

 

Cap. 3 – 22 

Aprì gli occhi con fatica, non riconoscendo il luogo dove si trovasse; tutto era offuscato, confuso, si sentiva dolorante in ogni parte del corpo, non ricordava con chiarezza cosa fosse accaduto, per quale ragione si trovasse sdraiato sul fretto pavimento del salotto.
La bocca era impastata, sentiva un amaro sapore di sangue e cercò di inumidire le labbra ma quel sapore metallico si percepiva ancora più forte di prima, aveva un taglio al labbro e lo percepiva dalle fitte di dolore quando cercava di muovere la bocca.
Cercò di alzarsi e di mettere a fuoco l’ambiente circostante e capì che si trovava ancora nella casa sulla spiaggia ma i suoi ricordi erano terribilmente confusi; vide qualcuno accanto a lui, la figura di un uomo distesa a terra privo di conoscenza, l’istinto lo spinse a reagire riconoscendo con dolore la persona ferita sul pavimento. 

Itachi… 

Sasuke cercò di chiamarlo, ma il suono delle sue parole era troppo debole perché il fratello potesse sentirlo. Lentamente iniziò a ricordare, erano stati aggrediti da degli sconosciuti e l’ultima immagine che rammentava era il volto di Kabuto.
Si avvicinò a Itachi a carponi e si accorse delle terribili ferite che gli avevano inferto; li avevano pestati a sangue, ma il fratello ancora più di lui, ma perché?
Sasuke non aveva mai pianto in vita sua, nemmeno da bambino, ma quando vide l’amato fratello privo di sensi e in quelle condizioni lacrime amare scesero prepotentemente senza che potesse fare nulla per impedirlo. 

Mi dispiace…Itachi… 

Cercò di alzarsi in piedi, ma anche lui non era messo molto bene, nonostante tutto si mise alla ricerca del suo telefono e lo trovò dove lo aveva lasciato, vicino al lavandino della cucina; lo prese ed inviò un messaggio numerico ad un numero che solo lui conosceva e che tutti i sicari dell’Organizzazione usavano quando necessitavano di aiuto e cure mediche.
Si guardò intorno in cerca della cassetta di pronto soccorso, almeno così nell’attesa avrebbe prestato le prime cure a Itachi; andò in garage per vedere se ce ne fosse una nell’armadietto degli attrezzi, la porta era ancora aperta e si accorse in quel momento che la serranda del garage era stata forzata.
La fresca brezza dell’oceano di notte entrava indisturbata riempiendo lo spazio vuoto vicino alla macchina di Itachi; il SUV era stato danneggiato con una mazza da baseball, i vetri dei finestrini erano in frantumi sia dentro che fuori l’auto, per sfregio avevano spaccato il parabrezza lasciando un buco nel vetro con la mazza inserita dentro.
La Mustang Sharingan era sparita, rimanevano solo le tracce dei pneumatici sul pavimento di cemento.
La rabbia pervase Sasuke, ancora di più dopo ciò che avevano fatto a lui e a suo fratello, ma quello era decisamente l’errore più grave che avevano commesso e che lui non avrebbe dimenticato facilmente. 

 

- 21

 

Sakura e Naruto risalirono in macchina, dopo aver fatto visita al Loto Night Club; Sakura sapeva che, Ino la barista del locale, era indubbiamente la civetta più esperta in amore e corteggiamenti di tutta la città e che avrebbe istruito a dovere Naruto su come andava instaurata una relazione.

Era per questo dunque che siamo venuti qui? Grazie di cuore Sakura, mi ritengo ufficialmente lo zimbello più ridicolo della centrale. Lo sai che tutti gli agenti della KCI vengono qui a rilassarsi, quanto ci impiegherà quell’oca a spifferare tutto. Per cosa poi, per qualche dritta su come corteggiare una donna? Andiamo, sono un uomo fatto e finito, lo saprò bene come gestirmi con l’altro sesso 

Certo Naruto, sei un grande esperto in materia, avevi una fila di donne che faceva il giro dell’isolato. Fammi il piacere! Hinata è una ragazza troppo dolce e a modo per meritarsi una ciotola di Ramen. Ti ho fatto un favore! 

Bel favore da amica. Servirebbero dei consigli anche a te, a quanto mi risulta nemmeno la tua fila fa esattamente il giro dell’isolato 

Sakura preferì non rispondere, quello era un tasto che era meglio evitare di toccare al momento, i suoi problemi sentimentali non avevano nulla a che vedere con Naruto e soprattutto con il lavoro. Quello veniva prima di tutto il resto.
Però, in fondo, dovette ammettere che un po’ Naruto aveva ragione: chi era lei per mettere bocca nelle relazioni altrui? L’unica giustificazione che aveva era che non sopportava l’idea che lui, o Hinata stessa, prendessero una bastonata, come era successo a lei.
Spinse sull’acceleratore, cambiando percorso ogni tanto ignorando il navigatore, voleva evitare le strade troppo trafficate, erano già abbastanza in ritardo.
Trovarono Jiraya ad aspettarli in  un vicolo, tra agglomerati industriali vicino al porto; era un tipo singolare, vestiti logori e sporchi, capelli lunghi e spettinati, unghie incrostate di grasso e l’immancabile spinello tra le dita, il classico barbone hyppie di strada che tutti evitano, ma che in realtà era il migliore informatore della KCI. Un agente infiltrato a vita, nei corridoi della malavita e della criminalità di strada, lui sapeva tutto di tutta la feccia che avvelenava la città.
Ovviamente era anche uno di quelli con cui era meglio rigare dritto: come nascondeva i cadaveri Jiraya non era capace nessuno. 

Vi sembra questa l’ora di arrivare? E’ più di mezz’ora che aspetto. Ho quasi finito la mia scorta di fumo. Siete gli agenti migliori che Kakashi poteva mandarmi? Bell’affare, hanno dimenticato come si fa ad addestrare i veri poliziotti sul camp? Tsè, sempre colpa della politica… ci si deve adeguare alle regole di ingaggio moderne… quante balle! 

Sakura e Naruto si guardarono dubbiosi, non avevano fatto in tempo a parcheggiare e a scendere dall’auto che il loro “superiore” inveiva contro di loro su argomenti senza senso. 

Ci scusi capo, abbiamo avuto un piccolo imprevisto! 

Sakura si affrettò a rispondere in maniera cordiale, Naruto alzò gli occhi al cielo, ripensando il motivo vero per cui rischiavano una vera e propria lavata di testa da Kakashi. Inoltre con Jiraya non era il caso di scherzarci troppo. 

Hai detto bene dolcezza, io qui sono il capo e come tale farete quello che vi dirò senza battere ciglio; se vi dico di non respirare, voi smettete di farlo e se state per crepare perché vi manca il fiato,poco mi interessa. Qui non siamo in una qualche bella strada di lusso del centro. Qui siamo all’inferno e se non conoscete le regole del gioco, meglio che vi prenotiate subito la bara. Vi è entrata bene in testa la regola numero uno? 

Sakura e Naruto annuirono con il capo all’unisono, non avevano la benché minima intenzione di contraddirlo, avevano un lavoro da svolgere, meglio dimostrare che erano in grado di eseguirlo. 

Dunque per cominciare, tu biondino, cambiati i vestiti ed indossa questi; devi entrare nel magazzino numero 9, ma dovrai farlo come un qualunque teppista in cerca di roba da spacciare. Non inventarti il nome di una banda qualunque, usane uno conosciuto e soprattutto vedi di comportarti come uno di loro. Quella è gente che li fiuta le trappole. Fatti dare qualche informazione su qualche altro traffico, magari qualche nome importante da collegare alla criminalità di Orochimaru. Tu ragazza, indossa questa tuta nera e copriti i capelli con la cuffia; so che sei brava a sparare, eccoti un bel fucile Sniper MTS-116M con mirino ad alta precisione, piazzati sul tetto del magazzino di fronte. Attualmente è vuoto. Copri le spalle al nostro amico. Mettetevi questi auricolari alle orecchie; sono semplici tappi invisibili ma altamente potenti, sarete in contatto con me e con la centrale. Diamoci da fare!

 

- 20

 

I due ragazzi entrarono con Jiraya in un piccolo magazzino adiacente agli altri disposti lungo la banchina; attraverso una parete blindate si accedeva ad una camera segreta dove dentro c’era di tutto, un vero arsenale degno della Guerra Fredda, attrezzature elettroniche ad alta tecnologia ma soprattutto armi, vestiti, denaro contante e documenti falsi: passaporti e visti di ogni nazione, c’era solo l’imbarazzo della scelta.
Naruto prese la borsa che Jiraya gli aveva praticamente lanciato addosso e si chiuse in uno sgabuzzino per cambiarsi i vestiti; vane erano le sue proteste su quanto detestasse quel tipo di abbigliamento, inoltre erano anche di un odore sgradevole. 

Cavolo che puzza tremenda, ma dove li hai presi questi vestiti, li hai forse rubati ad un cadavere? 

Hai indovinato biondino. Facci sapere quando hai finito, noi stiamo aspettando! 

Sakura non aveva alcun luogo di fatto dove potersi cambiare, dovette accontentarsi di un armadietto che la riparava da sguardi indiscreti; fu molto rapida ad infilarsi la tuta aderente nera, la cuffia in testa le consentiva di non mostrare la sua capigliatura rosa appariscente.
Controllò attentamente il fucile da cecchino che le aveva fornito Jiraya, era assolutamente perfetto ed il mirino era ben calibrato.
Una volta fissato l’auricolare all’orecchio, Sakura si diresse immediatamente alla sua postazione; come da indicazioni di Jiraya, era uno stabile deserto ed una scala di metallo conduceva direttamente al tetto, e da dove aveva libera visuale sul magazzino di fronte, il magazzino 9.
Jiraya consegnò a Naruto anche le chiavi di una macchina parcheggiata nel vicolo adiacente; non poteva usare la loro, un modello troppo riconducibile a quella dei poliziotti, serviva all’occasione una macchina tipica da banda di quartiere; una macchina sportiva con motore truccato, di importazione americana, con fiamme di fuoco disegnate sui fianchi ed il muso di una volpe rabbiosa sul cofano ben lucidato.
Una delle tante macchine sequestrate di recente e messe a gentile disposizione per la KCI; quando Naruto la vide non potè fare a meno di innamorarsene all’istante e si promise di farsene una uguale la settimana seguente. Avrebbe fatto sicuramente colpo su Hinata, ne era certo.
Dagli auricolari arrivò una voce conosciuta che li avrebbe guidati ad ogni passo. 

Buonasera ragazzi, è il capitano dell’Enterprise che vi parla 

Shikamaru, se davvero tu? 

No sono la Fata Turchina del Web. Certo che sono io dobe che non sei altro. Vi vedo chiaramente sullo schermo, sono in collegamento con le telecamere dei docks. Cercate di non fare troppi danni. Specialmente tu Naruto! 

Ma insomma si può sapere perché ce l’avete tanto con me? Sono un asso nel mio lavoro, magari non seguo alla lettera i piani, ma alla fine la missione è portata a termine con successo. 

Dacci un taglio Naruto e concentrati, non possiamo certo stare qui tutta la notte 

Sakura era in contatto sulla stessa frequenza e diede un taglio a quella inutile conversazione, avevano una missione da compiere ed era meglio non sfidare le disposizioni di Jiraya; Naruto si diresse con la macchina verso l’ingresso del magazzino, in quel momento era aperto e potè entrare tranquillamente.
All’interno era allestito un vero e proprio laboratorio per la produzione di droga ed Anfetamine, un giovane dirigeva tutte le operazioni e si assicurava che i vari passaggi fossero seguiti alla perfezione.
Quando Naruto arrivò, il giovane si diresse verso di lui con aria sospettosa. 

Hey bro! Come butta? Che bel laboratorio avete messo su qui, state facendo esperimenti di Scienze? 

Chi sei bamboccio che cosa vuoi? 

Calma amico, stavo solo scherzando. Non hai riconosciuto la macchina? 

Certo, sei della banda Jinchuriki, cosa ti porta da queste parti? 

Ci serve della roba da distribuire nella nostra zona. Cos’hai nel sacco al momento e a quanto? 

Anfetamine ed ecstasi. Ma non saranno pronti però prima di domani a mezzogiorno: 300$ a pacco! 

Mi prendi in giro? Non hai mezze misure sul prezzo. 10 kili per 20.000$ 

Ehi bello, non siete certo gli unici clienti qui. Io ci devo guadagnare o il mio capo mi seppellisce in fondo all’oceano, credi forse di essere al mercato? 

Posso darti un extra per il disturbo. Non ci piace molto la concorrenza. 

Fattela piacere amico. Se proprio non ti sta bene vai a parlare con il contabile. Dovresti conoscerlo, è il proprietario dell’Isola della Felicità, lo strip club che si trova vicino all’ Empire Kage Building.! 

Shikamaru non perse tempo e trovò in mezzo secondo tutte le informazioni al computer che poteva su quel locale; un luogo molto conosciuto in città, non era solo un club di spogliarelliste, fornivano anche giovani prostitute ai clienti più facoltosi; alcuni avevano agganci con l’Organizzazione di Orochimaru. 

Sta bene, domani a mezzogiorno. Avrai il denaro contato al centesimo. 

Dall’auricolare la voce di Jiraya dettava nuovi ordini. 

Leva le tende biondino. Domani a mezzogiorno la KCI gli farà una bella sorpresa. Per il momento basta e avanza. 

Aspettate! C’è qualcosa sulla scrivania, sembrano dei documenti, non riesco a vedere bene vedo un’immagine, sembra un simbolo, una specie di ventaglio bianco e rosso. Dobbiamo vedere di cosa si tratta! 

Sakura aveva la visuale limpida e pulita, ma il mirino ad infrarossi, per quanto nitido, non le permetteva di vedere cosa c’era scritto sulle carte. Spostò il mirino verso un angolo del magazzino, dove c’erano delle bombole di azoto liquido o qualcosa del genere.
Nell’istante in cui prese la mira, passò proprio lì vicino uno degli addetti con un carrellino e grazie al silenziatore nessuno si sarebbe accorto del trucco: sparò un colpo preciso verso il beccuccio che teneva sigillata la manopola della bombola e questa saltò via sprigionando fumo ovunque, per effetto della pressione cadde sbattendo contro un tavolo e rompendo alcuni vasetti di vetro. 

Ehi tu! Ma che diavolo stai combinando, fa più attenzione idiota! 

Il capo del laboratorio venne distratto dal trambusto e tutti gli addetti si diressero verso il punto dell’incidente; Naruto colse al volo l’occasione e senza farsi notare si avvicinò alla scrivania e raccolse una cartella con dentro i documenti che aveva notato Sakura. Poi di corsa salì sull’auto sportiva e partì in retromarcia a tutto gas verso il punto di incontro con Jiraya.
Sakura soddisfatta del suo lavoro si ritirò nella notte, raggiungendo anche lei il compagno; non appena si furono riuniti, Jiraya fece sparire la macchina dentro ad un garage e con Shikamaru ancora in linea iniziarono a dettargli quanto riportato sui documenti che, con grande astuzia, erano riusciti a sottrarre al laboratorio. Erano documenti scritti in linguaggio binario, quindi in codice, ma per l’esperto hacker informatico era un gioco da ragazzi decifrarlo. 

Devo ammettere che non siete poi così inetti come pensavo. Ma la prossima volta che prendete delle iniziative, io vi seppellisco. 

Sakura sorrise tra sé, avevano raggiunto lo scopo  e lo avevano fatto insieme, poco importava il come; anche se il vecchio Jiraya protestava, Kakashi non avrebbe avuto nulla da che ridire al riguardo. 

Ragazzi, il simbolo sulle carte è qualcosa di veramente  importante: una certa Organizzazione Luna Rossa.  Il laboratorio è sotto il nome di Kabuto, il rampollo di Orochimaru, ha messo insieme una sua piccola attività criminale, ma il contabile di cui parlava il tizio prima è lo stesso che gestisce le finanze dell’intera organizzazione criminale del padre. Qualche giorno fa,Kabuto è stato vittima di un agguato ma sembra che ne sia uscito illeso. Il simbolo del ventaglio sembra sia collegato ad Orochimaru, ma mi ci vorrà tempo per tutti i dettagli e soprattutto mi servono quei documenti. 

Bene giovanotti il vostro compito qui sembra sia terminato. A buon rendere e spero di non avervi più tra i piedi! 

Jiraya chiuse i battenti e li congedò, non prima però di aver restituito i loro vestiti e ripreso l’attrezzatura in prestito.
Sakura iniziò a riflettere, c’era qualcosa di molto strano, ma forse era una sua sensazione: non sapeva spiegarsi il motivo, ma aveva come il presentimento, che se avessero indagato più a fondo avrebbero scoperto qualcosa che avrebbe collegato Orochimaru non soltanto all’Organizzazione Luna Rossa, ma anche alla morte dei suoi genitori.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap.4 - 19 ***


cap.4

[Nota dell’Autrice: eccomi di nuovo, non mi sono persa, ovviamente ci vuole un po’ di tempo per elaborare ogni capitolo inoltre ho anche l’altra storia in corso per cui mi devo districare tra uno e l’altro. Tranquilli fedeli lettori, un abbraccio a tutti voi che state seguendo questa storia, non vi lascerò a bocca asciutta promesso, ci sono tanti misteri da scoprire. Baci baci!]

 

 

Cap. 4 – 19
Era in una stanza di ospedale, un’infermiera gli aveva curato le ferite ed un medico lo aveva visitato; aveva dovuto fare diverse analisi, ma dalle radiografie non risultava nulla di serio quindi non gli rimase che attendere nel corridoio vicino alla sala chirurgica.
Gli avevano detto che Itachi doveva essere operato d’urgenza, la stessa Dottoressa Tsunade, il primario dell’Ospedale si sarebbe occupata dell’intervento.
Era tremendamente in ansia e non era da lui, ma si trattava della vita di Itachi e si sentiva terribilmente in colpa perché era lui la causa di tutto; aveva permesso a Kabuto di trovarli e di ridurre in quello stato suo fratello già convalescente. E tutto soltanto per la sua macchina.
Non se lo sarebbe mai perdonato ed avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per rendere il favore a quel dannato teppista, non gli importava nemmeno della reazione che avrebbe avuto suo padre, questo avrebbe dato inizio ad una seria guerra tra Orochimaru e l’Organizzazione ma non gli interessava; gli Uchiha avevano creato l’Organizzazione e da anni metteva i bastoni tra le ruote agli affari illeciti di quella serpe, ci avrebbe pensato in un secondo momento ad affrontare suo padre per questo, il capo del clan.
Non era trascorsa nemmeno un’ora che la dottoressa Tsunade uscì dalla sala operatoria e gli andò incontro con aria seria, la cosa non piacque a Sasuke che si era già irrigidito nell’anima e nel corpo; non aveva alcuna intenzione di pensare all’inevitabile che purtroppo però arrivò come un martello nel suo cervello. 

Mi dispiace Sasuke, tuo fratello… l’intervento non è andato come previsto. Non c’è stato nulla che potessimo fare per lui. Era troppo grave, è appena morto sotto i ferri 

Per Sasuke fu il buio più totale, non rispose e non smise di guardare oltre Tsunade verso la porta della sala operatoria; non era in grado di pensare, né di reagire quando la dottoressa gli chiese se voleva vederlo un’ultima volta.
Non si mosse, rimase immobile per un tempo infinito.
Non per elaborare il fatto che Itachi era morto, non per il fatto che fosse colpa sua; elaborava la sua vendetta.
Si voltò in direzione dell’uscita del pronto soccorso, Tsunade provò a richiamarlo ma lui non sentiva più e non vedeva più se non la rabbia per i responsabili che avrebbero pagato con il sangue per la morte di Itachi. 

Sakura e Naruto entrarono in quel momento nell’ufficio di Kakashi a fare rapporto sulla retata al laboratorio nel porto; gli mostrarono i documenti e gli riferirono quanto scoperto riguardo a Orochimaru, al figlio Kabuto e al contabile che, in realtà, era il padrone del più eccentrico locale notturno della città ed era anche un pappone, niente di più facile, ma non era altrettanto semplice andare da quell’essere e farlo parlare. 

Per i documenti me ne occuperò io, voi andate comunque a fare una visitina al contabile. Magari con un po’ di persuasione riuscirete a fargli sputare qualche rospo. Vi suggerisco di usare discrezione e cautela, sarà sicuramente pieno di uomini armati. Insomma non devo insegnarvi come si fa, già lo sapete. Datevi una mossa! 

Sakura e Naruto si ritrovarono nuovamente congedati e nuovamente in macchina insieme con una nuova missione da svolgere; Naruto almeno era sollevato del fatto che Hinata non si fosse offesa per l’appuntamento mancato, al contrario lo aveva invitato a cena a casa sua la sera successiva.
Naruto ovviamente era la settimo cielo, disse che le avrebbe portato dei fiori, come suggerito da Ino, dal canto suo Sakura preferì concentrarsi sulla missione, anche se le domande sul coinvolgimento della Luna Rossa con Orochimaru continuavano a ronzarle nella testa. Sperò che almeno Shikamaru arrivasse alla soluzione di quell’enigma.
Ciò che però Sakura non poteva sapere era che in realtà i documenti che avevano consegnato a Kakashi, Shikamaru non li avrebbe mai visti; una volta usciti dall’ufficio, il loro stesso capo si mise al computer e li codificò lui stesso, era abbastanza abile come informatico anche lui quindi non fu difficile decifrare il codice binario con cui erano stati scritti i documenti. Salvò i file su una chiavetta USB che si mise direttamente in tasca, mentre le carte vennero prontamente bruciate nel cestino. In quell’istante Kakashi ricevette una telefonata e il suo sguardo si fece serio; era quel tipo di telefonata che era meglio non ricevere, chiusa la chiamata ne fece un’altra ad un numero segreto, prese un respiro profondo quando una voce maschile rispose all’altro capo del telefono. 

Sono Kakashi. Itachi è morto! 

Silenzio di tomba che durò per un tempo indefinito, quando finalmente l’uomo parlò alcuni tuoni si udirono in lontananza nel cielo plumbeo. 

Che ne è stato di Sasuke? 

Sasuke è scomparso. Ha lasciato l’ospedale ed hanno perso le sue tracce! 

Sua madre non sarà contenta. Non una parola Kakashi, nessuno deve saperlo. Continua ad occuparti di Orochimaru. Al resto ci penserò io. 

Come vuole signore. Sarà fatto! A proposito, sono stati trovati dei documenti codificati che collegano l’Organizzazione ad Orochimaru. Li ho fatti sparire, ma ho prima decodificato i file in una chiavetta. Gliela farò avere quanto prima signore! 

La conversazione terminò senza ulteriori parole, non erano necessarie; ora però era indispensabile risolvere al più presto il problema che aveva portato alla morte di Itachi e trovare Sasuke prima che fosse troppo tardi.
Kakashi sapeva che il giovane non avrebbe perso tempo a mettere in atto la sua vendetta, ma forse la cosa si sarebbe risolta a loro vantaggio; con Itachi fuori dai giochi ma con Sasuke in campo, l’organizzazione criminale di Orochimaru aveva le ore contate.

 

- 18

 Sasuke raggiunse la sua casa, un edificio ultra moderno, con un sofisticato sistema di sicurezza ed una stanza segreta a cui si accedeva dal garage con un arsenale che avrebbe fatto impallidire un esercito.
Si cambiò d’abito, ogni lavoro doveva essere svolto con stile, quindi indossò il suo completo preferito; scarpe, giacca, pantaloni e camicia neri, cravatta rossa. Fondina del coltello ben fissata alla caviglia, due Desert Eagle ben assicurate alla cintura sulla schiena; un borsone nero ed una valigia di metallo ben riforniti di ogni arma e munizione di cui avesse bisogno.
Aveva quasi finito i preparativi quando squillo il cellulare; rispose a malincuore ma era necessario, non poteva ignorarla, non lei almeno.
Rimase ad ascoltare in silenzio la voce della donna in lacrime, alla fine riuscì solo a proferire poche parole. 

Lo so. Ti voglio bene anch’io mamma. 

Chiuse la conversazione e fece un’altra telefonata, un fidato autonoleggio cui si servivano ogni membro dell’Organizzazione quando doveva svolgere degli incarichi in totale anonimato.
Gli venne consegnata, nel giro di venti minuti, una Porche Cayenne nera fiammante; caricò tutto il suo armamentario e partì in direzione dei sobborghi a sud della città.
C’era un solo posto dove era certo che avrebbe trovato la sua adorata Mustang Sharingan, il proprietario era un infiltrato che da anni lavorava sotto copertura nell’officina delle auto rubate; ogni banda criminale si rivolgeva a lui per lo smaltimento e il riciclo dei pezzi di ricambio, ed era l’unico che avrebbe avuto le informazioni che gli servivano per trovare Kabuto.
Mezz’ora più tardi, Asuma era seduto sul cofano di una cadillac a sorseggiare un Jack Daniel’s e a fumarsi il suo sigaro cubano preferito; lo stava aspettando e Sasuke non ne fu tanto sorpreso, Asuma aveva il monopolio su ogni auto rubata in città.
Peccato però che la sua non era nell’officina. 

Sai perché sono qui Asuma. Dov’è? 

Era qui. Ora non più! 

Kabuto era subito rientrato in città, dopo il pestaggio ed il furto della macchina di Sasuke; non la finiva più di vantarsi della sua conquista, peccato però che Asuma aveva riconosciuto la macchina, e quel teppista figlio di papà non lo voleva nella sua officina.
Lo intimò di andarsene e di portarsi via la macchina, ovviamente Kabuto non perse tempo a deriderlo e a minacciarlo se non lo avesse rispettato e trattato come si deve.
Il povero principino finì sbattuto faccia a terra da un gancio destro degno di un pugile, Asuma non era uno a cui sventolare presunzione ed arroganza senza ricevere in cambio la giusta lezione. 

Ti ho detto di sparire pezzo di letame. Non voglio rivedere la tua faccia né tanto meno voglio quella macchina nella mia officina. Ti sei scavato la fossa con le tue mani, nemmeno con i soldi e le risorse del tuo paparino ti potrai salvare. E adesso sparisci! 

Una volta finito il racconto, Asuma prese la bottiglia di whiskey e si versò un altro bicchiere, sapeva che Sasuke non si sarebbe accontentato di quello, ma dargli ciò che realmente voleva avrebbe compromesso anche la sua stessa copertura. 

Dov’è Kabuto,Asuma? Non mentirmi lo so che lo sai. 

No Sasuke, mi dispiace ma non conosco il covo di Kabuto. Ma posso darti il nome del contabile; il proprietario dell’Isola della Felicità, il night in centro vicino all’Empire Kage Building. Farai bene a stare attento però, il contabile segue gli affari di Orochimaru ed è circondato da diverse guardie del corpo armate. 

Non sono un problema. Se scopro però che mi hai mentito per salvarti il culo, ritorno qui e te lo riempio di calci fino a fartelo diventare una gobba. Consideralo un consiglio da amico! 

Prima di uscire però Asuma preferì dare lui un avvertimento a Sasuke. 

Ragazzo il problema non sono quelli che andrai da uccidere, quelli sono solo dei comuni scagnozzi. Il problema è lo squalo che ti darà la caccia se ucciderai Kabuto. Consideralo un consiglio da amico! 

Mi considero avvisato. Addio Asuma! 

Sasuke salì in macchina e partì sgommando verso il centro della città. La sua vendetta era appena cominciata.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cap.5 - 17 ***


Cap.5

[Nota dell’Autrice: eccomi finalmente con un nuovo aggiornamento. Ci ho messo un po’ e mi dispiace, ma spero davvero che sia di vostro gradimento. Un abbraccio forte a tutti voi cari lettori che seguite questa storia. Baci baci!]

 

Cap.5  -17
Il locale era gremito di gente, giovani che danzavano al ritmo della musica house più in voga, l’alcool scorreva a fiumi e naturalmente ragazze compiacenti pagate fior fiore di quattrini per intrattenere i clienti più in vista nei separé riservati; al piano di sopra l’ufficio del proprietario, dirigente nonché contabile di tutta l’organizzazione criminale di Orochimaru, un uomo eccentrico vestito sempre in maniera appariscente e circondato dai suoi fedelissimi, un gruppo di guardie del corpo ed “esecutori” degli incarichi più sporchi della malavita.
Il contabile era seduto alla sua scrivania impegnato a contare un grande quantitativo di denaro, il suo stesso ufficio era molto elegante con divani in pelle ed un bar ben assortito nonché una cassaforte a prova di cannone proprio dietro la scrivania; il netto confine che separava il lord del feudo dal resto della plebe nella sala da ballo al piano inferiore che ben gradiva i servizi offerti, dal bere, alla droga e al sesso.
Ad un tratto, ignari di tutto, le luci del locale si spensero, un blackout totale che incluse anche l’ufficio stesso del contabile; tra le proteste generali della clientela e l’andirivieni degli uomini della sicurezza per ovviare al problema, nessuno si accorse dell’ombra misteriosa che si era infiltrata senza problemi da una porta secondaria che dall’ufficio del capo conduceva, attraverso un corridoio segreto, nel vicolo dietro al locale: una perfetta via di fuga attraverso il quale Sasuke era riuscito ad entrare facilmente, mandando a dormire l’uomo di guardia e mandando in tilt l’impianto elettrico.
Le uniche luci funzionanti erano quelle di emergenza, le stesse telecamere che erano collegate all’impianto elettrico non registrarono quanto avvenne nei minuti successivi; nessuno  poteva vedere o sentire al di fuori dell’ufficio, non appena uno degli uomini al soldo del contabile si accorse che qualcuno era entrato nell’ufficio a loro insaputa, nessuno degli altri nella stanza ebbe  il tempo di reagire: rapido e veloce nei suoi movimenti, atterrò con una sola mossa di arti marziali il primo, usandolo come scudo contro il secondo che aveva tirato fuori un’arma ma con un rapido calcio gliela fece cadere dalle mani, spezzando il collo al primo afferrò da un tavolino vicino un piccolo bicchiere da liquore conficcandolo nell’occhio del secondo, rivolgendosi poi verso gli altri tre che gli andarono praticamente addosso. Uno di loro aveva un coltello, ma rapidamente glielo sfilò e lo usò contro di lui squarciandogli di netto la gola e poi con un gesto fulmineo lo lanciò dritto al petto del secondo mentre l’ultimo finì a terra con un ginocchio fratturato e la testa frantumata contro un il tavolo da biliardo.
Cinque in tutto che in pochi minuti esalarono l’ultimo respiro, restava lui, il contabile che durante la lotta aveva preso dal suo cassetto un revolver e che ora teneva puntato contro Sasuke; quest’ultimo rimase impassibile, gli occhi dritti verso il suo obiettivo, freddo calcolatore a passi lenti si avvicinò sempre di più e pericolosamente verso l’arma.
L’uomo sogghignò, convinto di averlo in pugno ma non si era reso conto del tutto che ormai anche i suoi giorni erano terminati. 

Non so chi sei bastardo, ma se pensi di uscire vivo da qui hai fatto male i tuoi conti. L’ultimo desiderio prima che ti pianti una pallottola in testa? 

Dov’è Kabuto? 

La risposta fredda e decisa di Sasuke spiazzò completamente il contabile che si limitò a ridere di gusto per una domanda così priva di senso e schernì Sasuke per la sua sfacciataggine ed ingenuità; invero a Sasuke bastarono pochi secondi che l’uomo si ritrovò a mani nudi e la sua stessa arma puntata contro di lui: era riuscito a sfilargliela con una rapidità incredibile, degno solo del migliore dei sicari e fu a quel punto che il sorriso sarcastico sparì dal suo volto ed iniziò a sudare freddo per la consapevolezza che entro pochi istanti avrebbero portato via il suo cadavere insieme a quelli dei suo scagnozzi. 

Ti ripeto la domanda; dov’è Kabuto? 

Ho capito che tipo sei, credi davvero che te lo dirò solo perché mi hai disarmato e mi tieni per le palle? Hai una vaga idea contro chi ti stai mettendo contro, l’intera città ti darebbe la caccia, quindi puoi anche uccidermi, non otterresti nulla comunque 

Ed invece mi dirai quello che voglio sapere perché, comunque vada,  sarai all’obitorio prima di domani sera. 

L’uomo ormai era alle strette, Sasuke aveva ragione, parlare o morire non avrebbe fatto differenza; il suo capo lo avrebbe seppellito dentro una vasca di cemento, tanto valeva arrendersi e spifferare tutto. 

Kabuto ha diversi covi in cui si rintana ed ama spassarsela con le sue donne e dove svolge i suoi affari. Ne conosco soltanto uno, un vecchio stabile vicino al porto, lo ha rilevato lui stesso e che ha ristrutturato ed adibito a locale “alternativo” con salette private, spa, vasche idromassaggio e saune. Ci trascorre la maggior parte delle sue serate. Non so altro! 

Ti ringrazio! 

Partì un colpo di pistola, la pallottola centrò in mezzo alla fronte l’uomo che si accasciò a terra senza più respiro; Sasuke gettò l’arma ai suoi piedi, nessuno avrebbe rilevato le sue impronte grazie ai guanti neri che indossava costantemente per il suo lavoro, si avvicinò alla scrivania ed aprì tutti i cassetti dove trovò un’agenda con numeri di telefono ed indirizzi vari, esattamente ciò che gli serviva per avere la precisa ubicazione del luogo dove si trovava Kabuto.
Riprese la via da dove era entrato, aveva pochi istanti prima che scoppiasse il putiferio e venisse scoperto.

 

Sakura e Naruto erano da poco entrati al locale, la fila di persone fuori che attendeva di poter essere inserita in lista era chilometrica, ma i loro distintivi li aveva assicurato un veloce lascia passare ed ora si guardavano intorno da bravi agenti, studiando l’ambiente e tutti gli uomini della sicurezza appostati strategicamente ad ogni uscita. Si erano avvicinati al bancone per chiedere al barista dove si trovava l’ufficio del padrone, il giovane glielo indicò ma disse loro che il capo al momento era assente.
Non ci credettero lontanamente ma fecero comunque finta di averla bevuta, dovevano fare in modo di parlare con il contabile ad ogni costo senza creare problemi e mettersi nei guai.
Inaspettatamente, un blackout improvviso fece cadere il locale nell’ombra e la musica si interruppe di colpo; si accesero le luci di emergenza mandando in subbuglio l’intero staff ed ovviamente scatenando le ire dei clienti che si ritrovarono senza luce e senza il loro divertimento.
Sakura e Naruto rimasero in allerta, poteva essere  un semplice corto ma era sempre meglio non lasciare troppo al caso; pochi minuti dopo si udì uno sparo che generò il caos tra la folla e gli uomini della sicurezza i quali ebbero un bel daffare a mantenere la calma tra i presenti e a farli uscire con ordine dalle varie uscite.
Sakura però aveva capito che lo sparo proveniva dall’ufficio del contabile e con Naruto, mano alla pistola, si fecero largo tra la calca verso le scale che conducevano al piano superiore; vennero bloccati da due armadi a muro vestiti di nero e nulla servì mostrare le loro generalità, non intendevano farli passare.
Naruto a quel punto dovette usare la forza ed ingaggiò un corpo a corpo con entrambi gli energumeni liberando così la strada a Sakura che con un paio di pugni dette manforte all’amico e si diresse di gran corsa verso l’ufficio del contabile; appena aprì la porta lo scenario che le si presentò davanti era alquanto di più macabro che avesse mai visto, tutti i presenti della stanza erano morti incluso l’uomo che stavano cercando e subito i suoi pensieri si riempirono di domande su chi potesse aver commesso una tale carneficina e senza che nessuno se ne fosse reso conto.
Persa in tali riflessioni non si accorse della seconda porta che si era richiusa nel momento in cui era entrata. Non potè fare altro che prendere il suo cellulare e chiamare l’agenzia e la scientifica.

 

Kakashi era sul tetto del palazzo dove aveva sede l’agenzia, non era lì per una semplice boccata d’aria infatti arrivò nel giro di poco un elicottero che atterrò preciso nella piazzola adibita proprio all’atterraggio degli elicotteri; scese un uomo dai corti capelli corvino, l’aria severa e distinta, un tipico uomo di affari nel suo completo gessato grigio e la cravatta  in tinta, in realtà era l’innominato ed incontrastato capo di tutta l’organizzazione cui faceva parte anche la stessa agenzia.
L’uomo salutò formalmente Kakashi, il quale gli consegno la chiavetta USB su cui erano salvati i file decifrati dei documenti trovati al magazzino del porto. 

E’ una lista dettagliata di tutti i membri di Luna Rossa. Sembra che all’interno dell’organizzazione ci sia un traditore e che fosse intenzionato a fare avere la lista ad Orochimaru 

Sai se la lista è già in mano sua? 

Ci stiamo lavorando. Per adesso la nostra priorità è trovare Sasuke. 

Metti in campo i tuoi uomini migliori e scopri fino a che punto Orochimaru è a conoscenza di questa lista, io farò altrettanto. Conto su di te Kakashi! 

L’uomo risalì sull’elicottero e ripartì lasciando Kakashi dove si trovava ad osservare il velivolo che si allontanava nella notte.
 

 

- 16
Il locale era gremito di poliziotti ed agenti della KCI che stavano effettuando tutti i rilevamenti, raccogliendo deposizioni del personale e di tutti i clienti presenti al momento del massacro; Sakura stava dirigendo le operazioni, i membri della scientifica erano coordinati da Sai, anche lui un agente della KCI; non era una semplice resa di conti, sembrava un’esecuzione ad opera di qualcuno navigato del mestiere, sicuramente un sicario la cui identità ovviamente era ignota, come anche il movente: poteva trattarsi di omicidio commissionato dallo stesso Orochimaru per liberarsi di un testimone scomodo, ma al momento non c’era nulla di concreto.
Vennero recuperati dalla cassaforte diversi libri contabili e svariati documenti che si sarebbero rivelati utili alle indagini, Sakura mandò un agente con tutto il materiale alla sede dell’agenzia affinchè venissero esaminati da Shikamaru e raggiunse Naruto, il quale si stava ancora tamponando il naso dopo la scazzottata con security ma non aveva perso il suo spirito goliardico ed era pronto a darsi da fare con le  indagini.
In quel momento ricevettero la chiamata da Shikamaru e fu Sakura a ragguagliarlo sulle ultime vicende e gli chiese cosa avesse scoperto riguardo all’Organizzazione Luna Rossa. 

Ti ho chiamata proprio per questo, sto ancora aspettando i documenti che avete trovato al magazzino! 

Li abbiamo consegnati a Kakashi un paio di ore fa, pensavo che ti li avesse già fatti avere. 

Kakashi non si è fatto vedere qui al settore informatico. 

Sakura rimase senza parole, com’era possibile che un uomo ligio al regolamento, così retto e preciso come Kakashi non avesse avuto la premura di far esaminare dei documenti così importanti al suo migliore hacker, inoltre era ancora in sospeso la questione dell’omicidio del contabile. Qualcosa non quadrava. 

Ti sto mandando dell’altro materiale da esaminare, io arrivo subito 

Chiuse la conversazione e lasciò il campo in mano a Sai e a Naruto che si sarebbe occupato delle indagini; Naruto protestò, non aveva alcuna intenzione di farla andare via da sola ma lei lo rassicurò, promettendogli che sarebbe andata spedita alla KCI e che si sarebbero ritrovati lì.
Aveva bisogno di risposte e solo Kakashi poteva dargliele.
Salì in macchina e partì a grande velocità, a quell’ora della notte il centro era ancora molto trafficato per via dei ristoranti e dei locali alla moda frequentati da un mare di persone, fortunatamente riuscì ad imboccare una strada secondaria molto più scorrevole e che l’avrebbe fatta giungere a destinazione in poco tempo.
Mentre guidava i suoi pensieri tornarono a tutta quella vicenda che stava diventando sempre più articolata e misteriosa, non poteva credere che Kakashi, il suo capo, il suo mentore, potesse avere dei segreti e che questi fossero collegati a Luna Rossa o anche solo ad Orochimaru.
I ricordi le riaffiorarono alla mente, ricordi dolorosi che mai avrebbe dimenticato. 

Era notte, la sua casa era in fiamme, i suoi genitori erano ancora dentro ma ancora non sapeva che erano morti; lei dormiva ed era stata soccorsa da degli uomini che l’avevano portata fuori prima che ci fosse l’esplosione che incendiò la casa. Uno di loro era Kakashi.
Ci furono degli scontri degli uomini in nero che non sapeva chi fossero; Kakashi e i suoi due compagni ebbero la meglio, ma lui rimase ferito ad un occhio, un altro venne colpito a morte, il terzo era rientrato in casa, forse per cercare di trarre in salvo anche i suoi genitori, ma ci fu una seconda esplosione e per quell’uomo non ci fu nulla da fare.
Imparò tempo dopo che quell’uomo si chiamava Obito, e che l’altro, di nome Minato, morì in ospedale pochi giorni dopo; dopo un intervento che salvò l’occhio di Kakashi, egli la prese con sé e da quel giorno era stato come un secondo padre per lei.
Promise a sé stessa che avrebbe vendicato la morte dei suoi genitori e che grazie all’aiuto di Kakashi avrebbe un giorno raggiunto il suo obiettivo; doveva la vita a quell’uomo e niente avrebbe incrinato la sua fiducia in lui. 

Quando arrivò all’ingresso del palazzo, sede dell’Agenzia, incrociò Kakashi proprio mentre usciva dall’ascensore e gli fece rapporto di quanto accaduto al locale e che avevano trovato documenti importanti nella cassaforte del contabile.
Kakashi inizialmente rimase impassibile, ma aveva già capito che l’autore del massacro era Sasuke, ma doveva ancora capire a che gioco stava giocando; era a caccia di Orochimaru? Cos’era veramente successo a lui e ad Itachi?
Capì che Sakura poteva essere di utilità ma voleva anche tenerla fuori da quella che poteva essere una guerra e la sua incolumità veniva prima di tutto. 

Naruto si sta occupando delle indagini al locale? Molto bene, seguirai il caso e sarai di supporto alla logistica insieme a Shikamaru. Raggiungilo alla sala di controllo. 

Come sarebbe? Mi sta forse tagliando fuori? C’è molto più bisogno di me sul campo che dietro alle barricate… 

Non discutere i miei ordini Sakura. In questo momento è necessario dare supporto alla logistica. Non farmi prendere provvedimenti disciplinari nei tuoi confronti. 

Sakura rimase a bocca aperta, non l’aveva mai trattata in quel modo e sebbene fosse il suo capo non aveva intenzione di lasciar perdere così senza ribattere. 

Che mi dice dell’Organizzazione Luna Rossa? Credevo che i documenti che io e Naruto le abbiamo consegnato sarebbero stati esaminati dagli agenti informatici, potrebbero essere informazioni importanti sull’organizzazione criminale di Orochimaru? 

Kakashi si voltò nuovamente e fissò Sakura con uno sguardo che lei non aveva mai visto; era uno sguardo indecifrabile, grave e furioso allo stesso tempo che le impedì di proseguire oltre con le domande. 

E’ stata avviata un’indagine interna al riguardo. Non è di tua competenza. Adesso vai e fa quello che ti ho detto, non intendo ripeterlo una seconda volta. 

Kakashi uscì dalla porta principale del palazzo lasciando Sakura basita e frustrata per non aver avuto la risposta alle sue domande; stava per cedere all’eventualità che le avesse mentito ma l’affetto che provava per lui ebbe la meglio e decise di fare a modo suo ed indagare per conto proprio, sfruttando le competenze informatiche di Shikamaru. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cap.6 - 15 ***


 

[Nota dell' Autrice: salve a tutti voi lettori, finalmente sono tornata. Lo so, purtroppo questa fanfiction e' ferma da quasi un anno ma come sempre succede capitano imprevisti e non si riesce piu' ad andare avanti. Spero con questo aggiornamento di recuperare il tempo perduto e a far suscitare di nuovo il vostro interesse. Ho trovato una certa ispirazione ed inserito in questo capitolo elementi abbastanza "esplosivi" e mi auguro siano di vostro gradimento. Piccola precisazione: sono rimasta senza computer e in sostituzione mi e' stato prestato un pc che pero' ha la tastiera americana (non so come mai e' stato acquistato cosi'), di conseguenza mi trovo un po' in difficolta' con la punteggiatura che e' posizionata diversamente e con le lettere accentate che non ci sono e devo quindi usare l'apostrofo. Chiedo scusa fin da ora per gli eventuali strafalcioni ed orrori di punteggiatura. Baci baci!]

 

 

Cap.6  -15

Sakura era infuriata per il comportamento misterioso di Kakashi, non riusciva a capire un tale comportamento nei suoi confronti da parte del suo mentore; camminava avanti e indietro per la sala di controllo rimuginando sul caso del contabile e su tutti i casi a cui stavano lavorando e che riguardavano in particolare le attivita' criminali di Orochimaru. Shikamaru cominciava a spazientirsi, l'agitazione della collega lo stava facendo innervosire; solitamente preferiva la tranquillita' del reparto deserto, detestava la confusione e l'intromissione spesso chiassosa di altri addetti ai lavori, riteneva che non giovassero al suo lavoro. Conoscendo Sakura, la cui razionalita' a volte veniva sostituita da un carattere furibondo quando era in giornata storta, era certamente meglio non averla intorno.

 

"Sakura ti decidi a mettersi seduta e calma 5 minuti, mi stai facendo girare la testa. Non fa piacere neanche a me averti tra i piedi, sai che mi piace lavorare da solo..."

 

"Grazie mille Shikamaru, anche tu non sei simpatico certe volte e che non posso farci niente, mi dispiace. Questa storia puzza da farmi bruciare le narici. Ci deve essere qualcosa sotto che il capo mi tiene nascosto e non intendo starmene dietro le quinte con le mani in mano. Abbiamo un caso da risolvere, che ne diresti di darmi una mano e scoprire quanto puoi su questa Organizzazione Luna Rossa, anche senza quelle maledette carte che abbiamo trovato al magazzino?"

 

Shikamaru la guardo' di sbieco, stava forse mettendo in dubbio le sue altissime capacita' investigative, nonche' hacker numero uno di tutta la citta'?

 

"Se vuoi insultarmi prendi il numero all'ingresso e aspetta il tuo turno cara, non trascorro le mie ore in beata solitudine a masturbarmi sotto la scrivania guardando foto porno... Bhe' magari ogni tanto quando esce il nuovo numero di Playboy con Temari in copertina"

 

Sakura rimase sbalordita, non aveva mai conosciuto Shikamaru sotto quell'aspetto, in effetti gli unici rapporti che c'erano tra loro, ovvero lei Naruto e Shikamaru, erano piu' che altro di natura professionale e si accorse di essere piuttosto imbarazzata, ma non basto' ad alleggerire la tensione.

 

"Hai gia' scoperto qualcosa? Cosa aspettavi a dircelo?"

 

"Che tu me lo chiedessi gentilmente, non e' scritto da nessuna parte che devo correre da te come si fa con un cagnolino che deve riportare la pallina. Ad ogni modo, grazie ad un sofisticato programma da me creato che nasconde la provenienza di ogni tentativo di accesso "illegale" a server protetti della stessa KCI, ho dato una sbirciatina al computer del capo e fatto alcune ricerche riguardo a Luna Rossa: i documenti trovati al magazzino non sono altro che una lista di nomi, la maggiorparte inventati ad arte per nascondere la vera identita' di assassini di professione."

 

"Assassini?"

 

A Sakura quell'informazione non era molto rassicurante, specie poi se di mezzo c'era Orochimaru.

 

"Orochimaru centra qualcosa con questa specie di Lega degli Assassini?"

 

"Ci sto ancora lavorando, in verita' non vi sono tracce reali dell'esistenza di questa Organizzazione, potrebbe anche essere una societa' prestanome al cui interno operano persone che si occupano di "risolvere" i problemi"

 

"E magari e' proprio Orochimaru ad esserne a capo."

 

"Forse... o forse no, mi ci vorra' un po' per analizzare bene tutti i dati e devo anche stare molto attendo ai firewall ed alle protezioni di sistema. Per quanto sia molto bravo, alcuni sistemi sono difficili da raggirare senza farsi scoprire."

 

Sakura comincio' a riflettere attentamente su quella eventualita', quando si aveva a che fare con quella serpe nulla era da lasciare al caso. Il problema era che quanto scoperto da Shikamaru non era ancora abbastanza.

 

"Non c'e' alcun modo per stabilire se Orochimaru sia o meno a capo di questa organizzazione? Se ci sono persone o casi da poter connettere a lui e alle attivita' di ogni membro delle sue societa'?"

 

"Sono molte le societa' connesse con le attivita' illecite di Orochimaru e molte altre non sono ancora state confermate. Luna Rossa potrebbe essere una delle tante e per riuscire a determinare se sia o meno parte integrante dell'impero di Orochimaru, bisognerebbe analizzare tutti i casi nel nostro database ma ci vorra' tempo. Se poi si riuscisse a sapere di piu' nello specifico la natura esatta di questa Organizzazione allora forse il lavoro risulterebbe piu' facile."

 

"E cosi' ci ritroviamo al punto di partenza."

 

Per Sakura era frustrante non avere subito risposte chiare e limpide, brancolare nel buio era la parte piu' snervante del suo lavoro e non rientrava nel suo carattere lasciare in sospeso la questione in attesa di una illuminazione o di un elemento che potesse fare chiarezza.

 

"Ho trovato qualcosa pero' che forse potresti trovarla interessante. Nella lista c'e' un nome che compare spesso, in alcuni casi anche con dei pseudonimi; quel nome mi sembrava familiare e facendo una rapida scansione del nostro database ho scoperto che il nome in questione e' di un uomo che risulta schedato per numerosi precedenti e che guarda caso una delle sue attivita' principali sono vendita e smaltimento di auto rubate nonche' qualche servizio di riciclaggio per conto di Orochimaru. Il suo nome e' Asuma, la sua officina si trova a meta' strada tra la Stazione Centrale e la zona industriale. Vuoi provare a fargli visita?"

 

Sakura non aspettava altro e prima ancora di uscire dalla porta aveva gia' memorizzato sul suo telefono cellulare l'indirizzo e impostato il GPS. Distrattamente ascolto' l'ultimo suggerimento di Shikamaru che la invitava a non andarci da sola ma di farsi accompagnare, ad ogni modo aveva ancora l'auricolare usato nell'ultima missione, si sarebbe tenuta in contatto con Shikamaru in ogni istante.

Fortuna volle pero' che proprio mentre si recava al parcheggio sotterraneo arrivo' Naruto, di ritorno con la scientifica dal locale in cui era stato massacrato il contabile con il suo staff.

 

"Ehi Sakura, stavo giusto cercando te ho delle novita' sul..."

 

"Me lo dirai strada facendo, dobbiamo andare verso l'area industriale. Potrebbero esserci dei collegamenti con Orochimaru e l'Organizzazione Luna Rossa. Ti aggiorno mentre andiamo"

 

 

-14

Il Magnolia, un piccolo ristorante vicino al Byakugan Square Garden, era un ristorante di lusso molto esclusivo che poteva ospitare al massimo una ventina di clienti, ragione per la quale era quasi impossibile riservare un tavolo; le liste di attesa erano lunghe mesi.

Una elegante donna mora, ancora giovane nell'aspetto e dal portamento austero, attendeva seduta ad uno dei tavoli sorseggiando un pregiato Borgogna; in quel momento venne raggiunta da un uomo dai capelli bianchi che la saluto' baciandole la mano. Nonostante il volto velato dalla preoccupazione, la donna si profuse in un sorriso di ringraziamento e lo invito' a sedersi. Vennero subito serviti degli antipasti e dell'acqua minerale, dato che all'uomo non era permesso bere alcolici durante il servizio.

 

"Sono contenta che tu abbia trovato il tempo per incontrarmi Kakashi, sicuro che non gradisci un bicchiere di vino?"

 

"Lo sai che non bevo mai quando sono in servizio Mikoto e ad ogni modo ho sempre tempo per le nostre conversazioni. In cosa posso esserti utile?"

 

"Hai notizie di mio figlio?"

 

"So che e' ancora in ospedale, le sue condizioni sembrano stabili."

 

"Parlo di Sasuke. Abbiamo innescato una bomba che rischia di sfuggire al nostro controllo, ho provato a parlargli ma da alcune ore non risponde piu' ai miei messaggi ed ha bloccato il ricevitore per rintracciarlo"

 

"Per quanto riprovevole, bisognava nascondergli la verita'. Potrebbe essere l'occasione per indebolire la spina dorsale di Orochimaru e colpirlo dove e' piu' vulnerabile."

 

"Non a discapito della vita dei miei figli. Non ero d'accordo con Fukaku prima e non lo sono nemmeno ora. Devi fare il possibile per trovarlo e proteggerlo. Voglio che resti in vita a qualunque costo, ne ho quasi perso uno non intendo perdere anche l'altro in nome della sua dannata organizzazione Uchiha."

 

Arrivo' la portata principale e Kakashi non distolse mai lo sguardo da lei, le sue parole erano dure e amare da pronunciare, da tempo oramai Mikoto era in crisi con il marito e quella particolare richiesta che lei gli rivolse sembrava una supplica, che per quanto onesta non pote' che ammonirla dal fare certi discorsi.

 

"Dubito che Fukaku non abbia anche lui a cuore la vita dei suoi figli, ma capisco bene i tuoi sentimenti e ti prometto che guardero' le spalle a Sasuke. Ho gia' una mezza di idea di dove trovarlo e quale sara' la sua prossima mossa"

 

"Ti ringrazio, sapevo che ti avrei sempre avuto al mia fianco nonostante tutto"

 

Il resto della serata prosegui' piacevolmente, parlarono di molte cose e non ci volle molto che il loro passato insieme ritorno' alla mente di entrambi, quando durante gli anni trascorsi all'Accademia Universitaria erano una delle tante coppie di giovani innamorati. Poi, poco dopo la laurea, Kakashi decise di arruolarsi nell'Esercito; il suo punteggio molto alto lo porto' dritto nelle forze speciali e non molto tempo tempo dopo parti' per la guerra.

Mikoto inizialmente promise che lo avrebbe aspettato, ma dopo circa un anno  la lontananza inizio' a farsi pesante e fu allora che lei incontro' Fukaku, uomo affascinante di qualche anno piu' vecchio di lei, dai modi galant,i che la riempi' di quelle attenzioni che a lei mancavano.

Dopo cinque anni trascorsi all'estero, in parte al fronte e in parte dislocato nelle basi oltreoceano, Kakashi torno' in patria e provo' a ricontattare Mikoto ma, con suo grande dispiacere, apprese che aveva conosciuto un altro uomo con il quale si era sposata ed aveva avuto due figli.

A Kakashi gli si spezzo' il cuore e cerco' di dimenticarla almeno fino al giorno in cui non entro' in polizia e venne introdotto nei ranghi di Luna Rossa alle dipendenze di Fukaku, il marito di Mikoto: quella fu la prima volta che riusci' a parlarle in privato dopo gli anni trascorsi nell'Esercito e sfortunatamente quella conversazione sfocio' inizialmente in una violenta discussione, dove entrambi si accusarono a vicenda di colpe senza senso e che si concluse poi in una notte di passione che riaccese la fiamma giovanile che non si era del tutto spenta.

Dopo quel fatto i due promisero l'una all'altra che non sarebbe mai piu' accaduto e che sarebbero stati amici con normali conversazioni ed incontri occasionali in luoghi pubblici lontano da occhi indiscreti e da ogni sospetto.

Il sentimento era ancora molto forte e Kakashi avrebbe fatto qualunque cosa per lei e per i suoi figli, una promessa che avrebbe mantenuto ad ogni costo.

Terminata al cena, Kakashi accompagno' Mikoto all'auto e prima di congedarsi i due si scambiarono un casto bacio e quello basto' a tenere fede a quella promessa, cosi' come tenne fede alla promessa di tenere al sicuro Sakura, lontana da Orochimaru che non avrebbe esitato a farla uccidere se avesse scoperto che era ancora viva. Per il momento l'adozione aveva funzionato, spero' anche che la sua autorita' facesse il resto.

 

-13

Sakura e Naruto giunsero all'officina e dopo essersi accertati che per strada non ci fossero persone o altre auto sospette decisero di entrare; durante il tragitto Naruto fece un resoconto sommario su quanto trovato nella cassaforte del contabile: oltre a denaro e lingotti d'oro, anche scaffali di documenti e soprattutto i libri contabili. Prova fondamentale nel mandare in galera Orochimaru, dal momento che quei libri erano datati e lui ha aveva dato uno sguardo a quello datato l'anno della morte dei genitori di Sakura.

Per lei quella era la prova che cercava per riaprire il caso dell'assassinio dei suoi genitori e sarebbe tornata in sede quanto prima per controllare lei stessa di persona quei libri e costruire un caso che il procuratore potesse portare in tribunale.

A sua volta Sakura confido' al suo compagno di essere quasi certa che Orochimaru fosse a capo di Luna Rossa che, da quanto scoperto da Shikamaru, era una societa' di assassini. L'uomo che stavano andando ad interrogare poteva essere membro di questa organizzazione, nel frattempo Shikamaru stava lavorando per scoprire nuove informazioni utili.

 

"Cavolo questo caso si fa sempre piu' grosso. Pensa che colpo, questa potrebbe essere l'occasione che stavamo aspettando."

 

"Condivido il tuo entusiasmo Naruto, ma dobbiamo restare con i piedi per terra, Orochimaru ha spie ovunque ed anche mezzi per mettere a tacere chiunque cerchi di contrastarlo. Vediamo se questo Asuma ha qualcosa da dirci che possa esserci utile ma con discrezione"

 

"Tranquilla, voglio portarla a casa intera la pelle"

 

Quando entrarono nel garage dell'officina, in un primo momento non videro nessuno, nonostante le luci accese e diverse auto parcheggiate, la cui provenienza era certamente illecita e erano tutte pronte per essere smantellate e rivendute.

Ad un certo punto da un porta che dava ad un piccolo ufficio, usci' un uomo dall'aspetto burbero ma vestito con un completo puttosto elegante per essere il proprietario di una officina di periferia e non fu proprio molto contento nel vederli, aveva gia' capito dal loro aspetto che erano due poliziotti e si incupi' ancora di piu' quando Sakura, in particolare mostro' il distintivo.

 

"Il signor Asuma Sarutobi? Sono l'agente Hatake e questo e' il mio collega, l'agente Uzumaki, siamo della KCI e vorremmo farle qualche domanda"

 

"Ma davvero? E a che riguardo?"

 

"Stiamo indagando sulla strage avvenuta poche ore fa all'Isola della Felicita'. Alcuni uomini sono stati uccisi ed uno di questi aveva affari con il magnate Orochimaru. Abbiamo trovato prove che ci portano a credere che ci sia un collegamento tra lui, gli omicidi ed una organizzazione chiamata Luna Rossa. Sappiamo che lei ha rapporti professionali con Orochimaru, sa dirci qualcosa a riguardo di questa organizzazione?"

 

Asuma si avvicino' minacciosamente a Sakura a tal punto che lo stesso Naruto porto' la mano alla pistola intimandogli di retrocedere prima di commettere qualche sciocchezza.

 

"Sei molto furba o molto stupida se pensi di venire qui a sventolare un distintivo nella speranza di farmi innervosire. Non hai la piu' palida idea della palude di merda in cui stai camminando ed e' meglio che porti il tuo bel culetto fuori di qui prima che qualcuno ti faccia saltare il sedile su cui ti siedi"

 

"Stia attento lei signor Asuma sta minacciando due agenti della KCI potrei tornare qui non un mandato e cosa pensa di fare allora? Ci bruciera' le palle a tutti con la sua sladatrice?"

 

Asume si mise a ridere, lui le donne era abituato a dominarle ma per la prima volta si trovo' di fronte ad una giovane singolare che non temeva nulla e che riusciva a tenergli testa. Era quel tipo di donna rara per la quale si eccitava maggiormente e poteva anche morire pur di averla. Peccato per il distintivo, lui e i poliziotti non andavano molto d'accordo.

 

"Mi piace il tuo stile ragazza, ma anche se mi hai fatto ridere non intendo parlare con te ne con il ganzo che ti accompagna. E questa non e' una minaccia davvero"

 

"Sakura andiamo, per stasera abbiamo finito qui."

 

Naruto la prese per un braccio e la spinse fuori, ma appena prima di uscire Asuma rivolse a loro un'ultima parola

 

"Ragazza hai mai pensato di comprare una moto? Staresti bene in giubbotto nero di pelle. Prova a rivolgerti a qualche banda di motociclisti, ce ne sono alcune esperte in auto rubate"

 

A Sakura quell'idea parve bizzarra, cose c'entravano le bande dei motociclisti con le auto, non aveva senso e di certo non poteva essere di interesse al suo caso. Naruto in quel momento gli venne in mente che un suo "amico" apparteneva ad una di queste bande, piu' precisamente era il capo degli Hell dogs e si occupavano di auto rubate ed era spesso in affari anche altre bande.

 

"Siamo gia' in strada no, tentare non costa nulla"

 

"Stai scherzando vero? Non ha niente a che vedere con le nostre indagini non l'hai capito. Quell'uomo ci e' dentro fino al collo ed anche se non vuole dirci nulla riusciro' a scoprire il nesso tra Luna Rossa ed Orochimaru e credimi lo inchiodero' una volta per tutte"

 

"Se pensi che sia un depistaggio, perche' non verificarlo di persona. Kakashi ti ha sbattuta in panchina comunque, che cosa abbiamo da perdere"

 

"E va bene, anche se detesto perdere tempo, proviamo ad andare a parlare con questo tuo fantomatico amico motociclista ma se si tratta di un buco nell'acqua ti concio la faccia da sembrare un panda"

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cap.7 - 12 ***


[Nota dell' Autrice: Eccomi a voi cari lettori con un nuovo capitolo di questa fanfiction. Nonostante il tempo trascorso, sono contenta che la storia abbia ancora un certo seguito, spero allora con questo aggiornamento di non deludere le vostre aspettative, soprattutto riguardo alla coppia SasuSaku! Baci baci!]

 

 

Cap.7  -12

Una volta essersi assicurato che non c'era piu' nessuno nelle vicinanze, Asuma chiuse la saracinesca dell'officina e si rintano' nel suo ufficio.

Prese la cornetta del telefono e compose un numero, colui che rispose non si sarebbe certo aspettato che le informazioni da lui fornite non sarebbero state delle migliori.

 

"Chiamo per tuo figlio. E' stato qui oggi, con una macchina rubata"

 

"Tutto qui? C'e' forse una ragione particolare per cui ritieni che la notizia mi possa interessare?"

 

"Era la macchina di Corvo Nero"

 

Dall'altro lato non ci fu risposta, soltanto il silenzio di chi sta ancora soppesando il valore di quell'informazione; Corvo Nero era il nome da sicario di Itachi ed aveva gia' tentato di uccidere Kabuto.

Orochimaru pero' non era a conoscenza della reale identita' degli assassini di Luna Rossa e non era nemmeno a conoscenza che Kabuto e i suoi scagnozzi avevano fatto fuori Itachi e che il fratello si era messo sulle sue tracce. Ritenne pero' doveroso collegare la morte del contabile a Corvo Nero e che presto avrebbe portato a termine il proprio compito e ucciso suo figlio.

 

"C'e' dell'altro?" domando' ad Asuma ancora in attesa al telefono.

 

"Si', anche la polizia e' appena stata qui. Due detective che stanno indagando sul contabile."

 

"Non sono un problema. Puoi pensarci tu a loro. Di kabuto me ne occupero' personalmente!"

 

La telefonata venne interrotta ed Asuma sospiro', doveva mantenere la sua copertura ma non poteva nemmeno che i due ragazzi ci lasciassero le penne. Fortunatamente al momento non erano la priorita' per Orochimaru, doveva pero' assicurarsi che non accadesse loro nulla di male.

Poco dopo, nello studio privato di Orochimaru all'ultimo piano del grattacielo piu' alto della citta', la Manda Tower, Kabuto venne ricevuto dal padre e dall'avvocato; per Kabuto tutto era sempre stato preso come un divertimento, persino gli affari privati li considerava molto alla leggera e questo era sempre stato un deterrente, oltre all'ozio all'alchool e alla droga. Orochimaru gli aveva sempre protetto le spalle, in quanto unico erede dell'impero da lui stesso costruito, ma aveva sempre considerato, il comportamento del figlio una vergogna ed ora era giunto il momento di dargli un'altro assaggio della sua autorita' e di quanto lui possa essere spietato.

 

"Allora di cosa si tratta? Sai papa' sono un po' di fretta, ho un party che mi aspetta e non vorrei fare tardi"

 

Orochimaru sorvolo' la mancanza di rispetto di Kabuto e gli porse un bicchiere di cognac che venne bevuto dal giovane alla goccia.

 

"E come pensi di andarci a questa tua cosi' detta festa?"

 

"Con i miei uomini e' ovvio"

 

"Tanto per essere chiari, sono i "miei" uomini, pensavo che di recente ti fossi dotato di un nuovo mezzo di trasporto."

 

Domando' Orochimaru sorseggiando in maniera naturale il dolce liquore dal suo bicchiere.

 

"Ah si' quella. L'ho fregata ad una coppia di rincoglioniti e seppelliti nel fango di merda da cui provengono. Avresti dovuto vederli, il moro piu' grande aveva un braccio fasciato e non poteva nemmeno reggersi in piedi..."

 

L'aria di superbia di Kabuto scomparve dal suo volto non appena un pugno diretto allo sterno lo fece piegare in due sul pavimento; avendo appena ingerito la bevanda alcolica, per effetto della violenta pressione allo stomaco il giovane non fu in grado di trattenerlo, rigetto' tutto il liquido caldo sul pavimento.

 

"Dannato idiota! Sei soltanto un inetto, la vergogna della famiglia, hai una vaga idea di quello che hai fatto?"

 

Orochimaru si avvicino' all'avvocato che osservava impassibile la scena, era meglio non contraddire il tuo cliente, specie se il cliente in questione era il piu' malvagio e potente della citta': Orochimaru gli prese il fazzoletto dal taschino della giacca e lo porse al figlio.

 

"Pulisciti la bocca e vedi di pulire bene il pavimento, non intendo sporcare i mocassini nuovi camminando sulla tua merda."

 

Kabuto obbedi' come un agnellino, piangendo in silenzio come un bambino che era appena stato beccato con le mani nella marmellata.

 

"Figlio disgraziato che non sei altro, adesso dovro' dare fondo a tutte le mie risorse per salvarti le chiappe"

 

"Ma non capisco... perche' te la stai prendendo tanto con me, ho solo rubato una macchina e divertito un po'"

 

Orochimaru si giro' e gli ando' incontro con un man rovescio e lo scaravento' a terra, Kabuto fini' per baciare il pavimento tanto fu violento lo schiaffo.

 

"Spero per te che ti sia divertito abbastanza, perche' il problema non e' la macchina che hai rubato, ma a chi l'hai rubata"

 

"Ma di che parli, te l'ho detto erano soltanto due finocchi cagasotto..."

 

"Era Corvo Nero imbecille!"

 

Il volto di Kabuto si fece bianco per il terrore, aveva gia' udito quel nome molte volte in passato, in tutte le riunioni private a cui aveva partecipato con suo padre: il numero uno di Luna Rossa. Come poteva essere lui se in quella villa sulla spiaggia aveva bastonato a morte due ragazzi inermi ed uno era pure disabile ad un braccio?

 

"Quello che dici non ha senso, io... avrei spedito all'Inferno il bastardo che ha cercato di uccidermi?"

 

Quell'ultima osservazione non sfuggi' ad Orochimaru, che, fatto scemare i fumi della rabbia, inizio' a ragionare su cio' che aveva appena confidato suo figlio; una macchina rubata a due giovani che vengono pestati a sangue da Kabuto ed i suoi tirapiedi e, qualche ora dopo, il massacro all'Isola della Felicita' con il contabile e tutto il suo staff all'obitorio.

I conti non quadravano, voleva vederci chiaro in tutta quella faccenda ma al momento la sua priorita' era proteggere il suo unico figlio.

 

"Forse non hai ucciso nessuno figliolo, ma temo che chiunque sia presto verra' da te e sebbene mi vergogni di essere tuo padre, rimani comunque mio figlio e non ho alcuna intenzione di lasciare che ti uccidano. Nasconditi in uno dei tuoi covi preferiti, mandero' una squadra dei miei uomini migliori a farti da scorta."

 

"Non mi servono altre babysitter posso benissimo cavarmela da solo..."

 

"TU farai quello che io ti ordino e lo eseguirai alla lettera!"

 

Kabuto dovette obbedire, aveva sfidato anche troppo la pazienza di suo padre; non appena se ne fu andato, Orochimaru ordino' all'avvocato di mettere in campo tutti gli uomini a disposizione e di metterlo in contatto una loro nuova collaboratrice che, sicuramente, avrebbe avuto ottime informazioni su colui o coloro che stavano dando la caccia a Kabuto e avrebbe fatto quanto in suo potere per fermarli, fossero loro stati membri di Luna Rossa o della polizia.

Per quanto riguardava questi ultimi, non li riteneva una grossa minaccia, stavano soltanto indagando su degli omicidi, come detto da Asuma, ma era sempre stato un uomo di affari particolarmente attento ai dettagli, percui chiese all'avvocato di fare qualche indagine per lui sui due detective che si stavano occupando del caso del contabile. Magari gli sarebbero stati utili.

 

Nel frattempo in un palazzo residenziale non molto distante dal centro, in un piccolo appartamento al piano attico, Sasuke stava lavorando al computer ed analizzando l'agenda del contabile che aveva preso dalla sua scrivania scoprendo legami interessanti tra Orochimaru ed i crimini piu' efferati, non solo a Konoha ma in tutte le piu' importanti metropoli del continente. Quell'uomo era il male e con i suoi traffici stava avvelenando la citta', trovo' anche ottime informazioni su Kabuto e tramite un programma sofisticato riusci' ad inserirsi database del Comune e a scaricare una planimetria dettagliata del palazzo in cui Kabuto era solito nascondersi e che ne aveva fatto un locale notturno, spa e il suo covo principale. Fece una scansione dell'agenda pagina per pagina e creo' un file apposito che invio' poi, tramite e-mail, all'ufficio informatico della KCI.

Gli ci volle una buona mezz'ora per elaborare il suo piano di attacco, controllo' le armi a disposizione e si attrezzo' con qualche caricatore in piu', il bunker nascosto dietro all'armadio dei vestiti era ben fornito. Quell'appartamento era un rifugio secondario per lui e suo fratello durante le missioni, ma in particolare veniva usato da Itachi quando doveva incontrarsi con qualche ragazza. Ne avrebbe fatto buon uso in suo nome fino a quando tutto non sara' compiuto.

Chiuse il portatile e indosso' la giacca, controllo' ancora una volta le Desert Eagle e si appresto' ad uscire quando ad un tratto la sua attenzione venne attratta da un nome, sull'agenda del contabile rimasta aperta sulla scrivania; un nome familiare e che riguardava il passato di suo padre, oltre ad una serie di contatti e note che avrebbero scosso le fondamenta stesse di Luna Rossa se fossero state trovate.

Riaccese il computer e si prese qualche minuto per fare ancora qualche ricerca, ma quello che trovo' era qualcosa di molto piu' ampio e vasto di quanto si sarebbe aspettato e non aveva molto tempo per indagare piu' a fondo. Chiuse tutto e mise l'agenda al sicuro in cassaforte, forse ne avebbe tratto beneficio ma prima aveva una missione da compiere.

 

-11

Sakura e Naruto raggiunsero il bar dove solitamente si radunavano gli Hell's Dogs; entrarono nel locale, ovviamente la loro presenza venne immediatamente notata da tutti i presenti, pericolosi bikers noti alle forze dell'ordine per essere i piu' giovani criminali della citta'.

Naruto fece l'occhiolino a Sakura come incoraggiamento, era gia' stato in quel bar e la maggior parte di loro lo conosceva quindi, fino a che c'era lui, lei non avrebbe avuto problemi se qualche bulletto avesse avuto l'intenzione di allungare le mani.

Si diressero verso Kiba, il leader della band seduto comodamente al suo tavolo riservato con due avvenenti ragazze vestite da motocicliste; non appena li vide, Kiba li saluto' calorosamente e li invito' a sedersi al suo tavolo, in particolare si alzo' lui stesso ad abbracciare e a salutare Naruto con il quale aveva un rapporto di amicizia fin dai tempi della scuola.

Sakura non era al corrente di questo dettaglio, ma dovette ammettere che, per quanto potesse essere un'arma a doppio taglio, era anche un ottimo vantaggio avere Kiba dalla loro parte come informatore.

A quest'ultimo non sfuggi' un fischio di ammirazione non appena vide Sakura e la squadro' dalla testa ai piedi, analizzandola in ogni dettaglio come se fosse stata una pregiata Harley Davidson da collezione; a Sakura quell'atteggiamento la infastidi' notevolmente, ma seppe trattenere la calma.

Il primo a parlare fu proprio Kiba che li prese in giro sulla loro recente visita all'officina di Asuma.

 

"Allora, ti stai dando da fare Naruto eh? Ammiro il tuo gusto in fatto di belle donne ma non hai ancora imparato l'arte di tenerti fuori dai guai"

 

"Non capisco di che parli, e comunque lei e' solo la mia partner di lavoro"

 

"Si certo come no, una botta e via non gliela toglie nessuno e neppuro a te. Comunque non sono fatti miei se scopate dietro al sedile della macchina quando ne avete l'occasione, io mi riferivo al vecchio Asuma. Non e' saggio andare a rompergli le scatole in piena notte, specialmente con il distintivo in mano."

 

"Cavolo le notizie volano in fretta!"

 

"Tu non sai quanto. Dimmi la verita' non sarete venuti qui soltanto per una birra?"

 

Kiba fece l'occhiolino a Sakura, lei era troppo esperta nel suo lavoro per farsi prendere in provocazioni ma quel tipo stava cominciando a farla innervosire. Non avevano tempo per giocare al poliziotto buono e a quello cattivo, quindi decise di prendere in mano la conversazione e andare dritta al sodo, come solo lei sapeva fare.

 

"Sappiamo bene di non essere stati simpatici ad Asuma e lui ci ha consigliato di darci alle macchine. Sai percaso perche'?"

 

"Non siete voi i detective? Va bene, ve lo dico; le voci circolano veloci nel nostro ambiente, qualche ora prima della vostra improvvisata il figlio di Orochimaru e' stato cacciato personalmente da Asuma. Quel bamboccio figlio di papa' si era presentato alla sua officina con una macchina che era meglio non rubare. Maggior ragione per avere le palle girate se gli entra la polizia dalla porta di ingresso."

 

"Una macchina?"

 

Sakura era confusa ma allo stesso tempo quell'informazione la  incuriosi' parecchio e Naruto le rivolse un'occhiata dubbiosa.

Kabuto era il figlio di Orochimaru e, come sempre si dice in questi casi, tale padre tale figlio se non anche peggio e non riusciva a capire che cosa avesse a che fare il furto di una macchina con Luna Rossa. Lei era sempre piu' convinta che Orochimaru e Luna Rossa fossero collegate eppure il discorso della macchina metteva in campo ben altre carte da giocare e Sakura non avrebbe mollato fino a quando non le avesse scoperte tutte quante.

 

"Sai dirci di che macchina si tratta e dove si trova adesso, visto che non era nell'officina di Asuma?"

 

"Una macchina pericolosa, sembra che appertenesse a qualcuno che ora sta mettendo a ferro e fuoco la citta' per farla pagare a Kabuto. Non so dove si trova la macchina, ma posso mettere sotto i miei ragazzi per scoprire quanto posso se..."

 

"Se cosa?" chiese Naruto leggermente infastidito, sapeva benissimo a quale tipo di ricatto stava puntando il suo amico.

 

"... se in cambio la tua bambolina qui non sale sul mio tavolo e mi mostra le sue grazie ballando la lap dance"

 

Sakura non avrebbe mai capito le ragioni che spingono gli uomini a convincersi che tutte le donne siano disponibili ad ogni loro assurda richiesta; Naruto cerco' di fare da pacere, rifiutando la proposta al posto di Sakura, ma Kiba insistette al punto che si avvicino' un po' troppo alla ragazza la quale, a sua volta, gli mostro' con la pratica la sua risposta a quella richiesta.

Gli afferro' il polso e glielo torse talmente tanto da essere sul punto di spezzargli i legamenti e lo trascino' sul tavolo a faccia' in giu', scatenando pero' anche la reazione di tutti i bikers presenti nel bar, i quali non presero molto bene l'aggressione al loro capo.

Naruto si alzo' di scatto dalla sua sedia e punto' la pistola contro tutti gli altri che si stavano radunando a cerchio intorno a loro, la situazione sarebbe presto degenerata per colpa di Kiba e del carattere furibondo di Sakura se la si provocava in malo modo.

 

"Stammi bene a sentire razza di deficiente, io non sono una bambolina e non sono al tuo servizio. Sono un detective della Konoha Crime Investigation e ti conviene portare rispetto e a non fare troppo il furbo, o rendero' la tua vita ad un inferno tale che pregherai di essere rinchiuso in cella e saro' ben felice di gettare io stessa la chiave nello scarico del cesso e tirare lo sciacquone"

 

"Ok ok va bene, ho afferrato... lasciami andare adesso maledizione!"

 

Sakura mollo' la presa e si allontano' di qualche passo portando la mano alla pistola, essendosi resa conto fin da subito che erano circondati.

 

"Che diamine stavo solo scherzando, certo che voi donne della polizia non avete per niente il senso dell'umorismo. Forse hai bisogno di farti sbattere un po' di piu', sei decisamente isterica"

 

Kiba inveiva contro Sakura a tal punto che lei perse totalmente la pazienza e stava per reagire, quando venne bloccata da Naruto che la trascino' di peso via dal locale.

 

"Facci sapere della macchina, Kiba, possibilmente prima dell'alba. Hai il mio numero."

 

Non molto distante dall'area industriale, intanto, Kabuto se la stava spassando con alcuni amici e ragazze nella sua spa privata, al primo piano del locale di cui era proprietario; l'Edo Tensei Lounge, una piccola fabbrica dismessa che aveva ristrutturato facendone un locale di lusso esclusivo, che comprendeva appunto una spa, una discoteca e camere da letto per i clienti piu' "esclusivi".

Nonostante gli avvertimenti delle guardie di sicurezza che vigilavano su di lui, il ragazzo non intendeva rinunciare al suo passatempo preferito e nemmeno intendeva lasciare che suo padre lo controllasse a bacchetta, dato lo spiegamento di uomini armati in tutto lo stabile nessuno sarebbe riuscito ad avvicinarsi a lui quindi perche' preoccuparsi tanto. Lui nonsi riteneva un cagasotto, era convinto che il mondo girasse intorno a lui, che sarebbe stato protetto e ne sarebbe sempre uscito illeso.

Il piu' grosso errore che poteva commettere, ritenersi onnipotente; la prima guardia, all'ingresso della cucina, non fece in tempo a comunicare via radio che la situazione era tranquilla, che si ritrovo' in un angolo dello stanzino delle scope con la gola tagliata.

Pochi secondi dopo, altre due guardie, di pattuglia nel corridoio al piano terra, vennero messe a tacere con il collo spezzato; il corridoio era protetto da una parete di vetro e nessuno aveva accesso, tranne i fedelissimi di Kabuto, piu' avanti infatti c'erano le scale che conducevano al piano superiore, dove si trovava la sala con la piscina riscaldata e la spa di Kabuto.

Mantenendosi nell'ombra, Sasuke si mosse agilmente e volecemente tra i corridoi, gli scaffali e le pareti luminose, nascondendosi alle guardie ed aggirandole, per trovarsi poi alle loro spalle ed ucciderle senza difficolta' e soprattutto senza fare rumore.

Ma sfortunatamente, nonostante le sue abilita', una guardia si accorse di lui e diede l'allarme; Sasuke inizio' un violento corpo a carpo con la guardia prima che potessero sopraggiungerne altri, ma era piu' grosso e piu' pesante rispetto a lui e ci mise parecchio a liberarsi di lui.

Intanto si era scatenato il putiferio, ragazze e ragazzi che gridavano e scappavano verso le uscite, Kabuto inizio' a fuggire scortato da una guardia; Sasuke se ne accorse e riusci' in un qualche modo a sparare in direzione di Kabuto uccidendo solo la guardia che era alle sue spalle e mandando in frantumi le vetrate, purtroppo pero' non riusci' e centrare il suo bersaglio principale.

Fu costretto ad inseguirlo, ma altre guardie ingaggiarono con lui una lotta di arti marziali e pistole, con il chiaro intento di tenerlo impegnato mentre Kabuto si dava alla fuga; gli scontri e gli spari  non furono ignorati dagli altri ospiti del locale, si scateno' il caos e piu' volte Sasuke era sul punto di sparare a Kabuto, ma ancora una volta, una delle guardie che credeva di aver messo ko, gli ando' addosso e solo gettandosi da una balconata sovrastante la discoteca Sasuke riusci' a liberarsi definitivamente di lui, trascinandolo con se ed usandolo come materasso di atterraggio.

Evitando le pallottole si mise all'inseguimento di Kabuto ma, appena fuori vide una macchina nera sopraggiungere in mezzo alla folla che fuggiva in strada, carico' al volo Kabuto e lo porto' in salvo.

Sasuke si diresse nella direzione dove era appena fuggita l'auto e sparo' contro il parabrezza, svuotando il caricatore, ma ormai era troppo lontano; fortunatamente per lui, fin da bambino aveva sviluppato una straordinaria memoria fotografica, non gli sarebbe stato difficile rintracciare la targa.

Si udirono grida di uomini e in lontanaza, sirene della polizia che si facevano sempre piu' vicine, doveva sbrigarsi ad allontanarsi prima di essere beccato dagli sbirri o, peggio, dagli scagnozzi del locale.

 

-9

Dopo piu' di un'ora Sakura e Naruto erano al parcheggio del parco Shimagure presso il fiume Sameada, in attesa della telefonata di Kiba. Naruto si stava lamentando per la fame e si erano quindi fermati ad un chiosco di ramen a prendere qualcosa da asporto; Sakura lo aveva accontentato, ma per la rabbia e la frustrazione, le si era bloccato lo stomaco e non riusciva a mangiare.

 

"Piantala di guardare l'orologio ogni 5 minuti, vedrai che telefonera'. Mi deve diversi favori ed anche se lo hai preso a calci nel culo, cosa che non era poi del tutto necessaria, ti assicuro che si fara' vivo molto presto"

 

"Tu proprio non vuoi rendertene conto, vero? Per te questo lavoro e' soltanto un gioco, non hai la benche' minima idea di cosa c'e' in ballo. Quello su cui stiamo indagando e' roba grossa, potrei finalmente mettere le mani sulle prove che mi servono per sbattere in galera l'assassino dei miei genitori e tu pensi soltanto a mangiare o a farti qualche stecca con i tuoi cosi'detti amici di infanzia motociclisti del cavolo"

 

"Ok senti adesso basta, non puoi reagire cosi' tutte le volte che c'e' di mezzo Orochimaru e prendertela con chiunque ti capiti a tiro. Ti ricordo che anche mio padre e' morto per causa sua, sono dalla tua stessa parte quindi piantala di pensare di essere l'unica ad avere un conto in sospeso con lui."

 

Naruto a quel punto si fece serio e Sakura si penti' per le dure parole che aveva rivolto a quello che da anni era diventato il suo migliore amico, oltre che collega di lavoro; aveva molto in comune con lui e la sua mente ritorno' a quella tragica notte in cui i loro destini vennero stravolti e ricongiunti allo stesso tempo.

Il padre di Sakura era un procuratore distrettuale molto rinomato e rispettato che, a quel tempo, stava indagando sulle attivita' illecite di Orochimaru; il suo impero cresceva rapidamente, corruzione, uccisioni su commissione, testimoni che sparivano, appalti illeciti, ce ne era abbastanza da costruire un processo e mandarlo in galera per secoli.

Purtroppo pero' era andato troppo in fondo, era riuscito a trovare un testimone che lavorava nell'ufficio del contabile e che era riuscito a procurargli copie dei libri contabili di Orochimaru ed anche un'agenda; quando l'auto su cui viaggiava il testimone sotto scorta venne fatta saltare in aria, anche la vita del procuratore Haruno era in pericolo, cosi' come quella della sua famiglia.  Vennero messi degli agenti 24 ore su 24 davanti alla sua abitazione ed agenti in borghese lo scortavano ovunque andasse, ma una notte qualcuno riusci' ad entrare in casa, uccidendo gli agenti di scorta ed incendiarono la casa; tre agenti intervennero prima che la casa saltasse per aria, i killer avevano acceso i fornelli della cucina ed avevano gia' ucciso il procuratore e sua moglie e stavano cercando la figlia che si era nascosta dentro un armadio. Kakashi riusci' a trovare la bambina e a portarla in salvo fuori dalla casa, rimanendo ferito ad un occhio. Con lui c'era anche il padre di Naruto, che ad un certo punto rientro' in casa per salvare la vita all'altro loro collega: fu allora che avvenne l'esplosione, Obito rimase ucciso, Minato fini all'ospedale con gravi ustioni e mori' pochi giorni dopo. Sakura fu l'unica ad essere sopravissuta e venne affidata alle cure di Kakashi che, di comune accordo con un giudice amico di Fukaku, ottenne l'autorizzazione ad adottare Sakura che prese anche il suo cognome; presentandosi al mondo come Sakura Hatake, nessuno avrebbe mai sospettato che in realta' la figlia del procuratore Haruno era ancora viva e sarebbe stata al sicuro da Orochimaru.

Ritenendo che tutta la famiglia fosse stata uccisa nel rogo della casa, non avrebbe avuto motivo di darle la caccia, anche se di fatto era soltanto una bambina e non poteva sapere nulla delle indagini che il padre stava svolgendo nei confronti di Orochimaru.

Sakura fu sempre grata a Kakashi per averle salvato la vita e averle dato una nuova identita' per proteggerla, ma non aveva mai nascosto il desiderio di vendetta e sebbene il suo capo, nonche' padre adottivo, non fu d'accordo con la sua scelta di entrare in polizia, alla fine dovette cedere, almeno cosi' l'avrebbe tenuta maggiormente sotto controllo.

Sakura doveva tutto a quell'uomo, e doveva tutto anche a Naruto il cui padre era morto per salvarle la vita, non era giusto trattarlo come aveva appena fatto.

 

"Hai ragione, Naruto ti domando scusa. Sono soltanto stanca, questa notte sembra non avere fine e piu' andiamo avanti e piu' sembra che si avvicini, il momento che tanto aspettavamo. Ma ho come la sensazione che piu' ci avviciniamo e piu' ci sfugga tra le dita ed io non so cos'altro fare. Di una cosa sono sicura, non intendo perdere anche te, sei il solo amico su cui possa contare e faro' quanto in mio potere per dare giustizia ad entrambi i nostri genitori."

 

Naruto sorrise e fece un cenno di assenso con la testa, prese la mano di Sakura e la strinse forte, facendole cosi' capire che era con lei in tutto e per tutto; in quel momento arrivo' una chiamata dalla centrale riguardo ad una sparatoria presso un night club privato non molto lontano dal parcheggio dove si trovavano loro e dato che non avevano niente altro da fare, risposero alla chiamata dirigendosi a tutto gas all'indirizzo comunicato.

 

"Due sparatorie in due locali notturni nel giro di poche ore. Qui' c'e' puzza di bruciato. Schiaccia sull'acceleratore Sakura, fai vedere a questi automobilisti notturni come si guida una macchina."

 

La rosa, ovviamente, non se lo fece ripetere due volte e spinse ancora di piu' sull'acceleratore, accendendo le sirene e i lampeggianti dell'auto di servizio, sorpassando e schivando tutte le auto che incrociava sul suo percorso, con l'abilita' di un pilota di Formula Uno.

Pur essendo tarda notte, le strade in quella zona erano piuttosto trafficate e quando giunsero sul luogo videro diverse persone che scappavano e uomini vestiti di nero che iniziarono a sparare per strada, un paio di loro spararono persino alla loro auto.

Sakura sterzo' bruscamente ed inchiodo' vicino ad un marciapiede per evitare le pallottole: protetti dagli sportelli, sia Naruto che Sakura scesero dalla macchina ed ingaggiarono uno scontro a fuoco contro gli uomini del locale, il cui nome sull'insegna era Edo Tensei Lounge.

Naruto centro' in pieno due guardie e copri' le spalle a Sakura che si diresse verso il vicolo laterale dove un terzo uomo stava correndo verso la fermata della metropolitana.

Sakura si mise a correre anche lei e scese le scale che conducevano al tunnel sotterraneo della metro; a quella fermata passava la linea Ichibi, una delle poche che forniva servizio notturno. Poteva sentire il rimbombo del treno che passava ed i passi che giungevano dal fondo delle scale mobili che portavano alla piattaforma.

Sakura prosegui', con la pistola in pugno controllando ogni angolo ed ogni accesso, per non essere colta di sorpresa; nei pressi di una colonna, sulla piattaforma di accesso al treno, un uomo le afferro' il braccio e la colpi' in faccia, ma lei reagi' prontamente, era stata addestrata alla lotta fin dai primi anni di accademia.

L'uomo che aveva di fronte era massiccio ma lei aveva il vantaggio di essere piu' agile e con dei calci ben assestati al fianco del suo aggressore riusci' a metterlo in difficolta', ma solo per poco; l'uomo era abile nella lotta e con rapidita' la scaravento' contro la colonna e cerco' di strapparle la pistola di mano.

Sakura lascio' andare l'arma spontaneamente pur di non farsela portare via e provo' a liberarsi dalla stretta dell'avversario con pugni e gomitate ma lui era piu' forte ed ora le stava stringendo il collo con un mano; non era sicura di quanto ancora avrebbe resistito e stava quasi per cedere quando, ad un tratto, qualcuno intervenne afferrando l'uomo alle spalle, Sakura fini' a terra ansimante e cerco' di gattonare verso la sua pistola che si trovava a pochi metri da lei.

In quel momento si udi' il rombo del treno ed alcuni spari di pistola, Sakura si volto' appena per vedere l'uomo con cui aveva lottato un istante prima, riverso a testo in giu' sulla panchina della piattaforma, a terra, sul pavimento, un lago di sangue.

Udi' delle voci sulle scale ma era ancora troppo stordita per capire che voci erano o se si trattava dell'annuncio elettronico che annunciava la partenza del treno; riusci' ad appoggiarsi con la schiena alla colonna, ancora faticava a respirare e proprio quando il treno stava per ripartire il suo cuore si fermo' di colpo, penso' che la sua mente le stava giocando brutti scherzi, perche' quando volse lo sguardo verso i finestrini del treno, lei lo vide ed era abbastanza sicura che fosse lui, alto moro dallo sguardo intenso ed era abbastanza certa che anche lui la vide.

Mille pensieri affollarono la sua mente, cosa ci faceva lui li' su quel treno, a quell'ora della notte? Perche' non si era piu' fatto sentire dopo che aveva annullato il loro appuntamento poche ore prima? Un uomo morto ad una fermata della metro che poco prima aveva cercato di ucciderla ed un istante dopo, lui era li' sul treno della linea Ichibi, che svaniva nel nulla.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cap.8 - 8 ***


 

[Note dell'autrice: eccomi di nuovo qui con un altro aggiornamento. Oramai ci siamo, mancano poche ore alle battute finali di questa fan fiction, vi informo anche che sono tornata in possesso del mio computer, così finalmente non avrò più problemi con gli accenti.

Purtroppo non sono riuscita a mettere il SasuSaku promesso, sarebbe diventato lunghissimo, ma dato che lo sto già scrivendo sarà nel prossimo capitolo. Per cui leggete e recensite che il prossimo aggiornamento arriverà a breve. Baci baci!!]

 

 

Cap.8  -8

L’avvocato entrò nel lussuoso ufficio della Manda Tower, l’espressione sul suo volto lasciava chiaramente intendere che la situazione era più grave del previsto, in compenso però aveva anche ottime notizie riguardanti le informazioni che Orochimaru aveva espressamente richiesto.

 

“Allora? Come sta?”

 

Nonostante gli avvenimenti, Orochimaru riusciva sempre a mantenere una calma ed una freddezza fuori dal comune.

 

“Uno dei nostri uomini ha prelevato Kabuto in tempo e lo  ha portato in un luogo sicuro. Almeno per il momento. Non sappiamo se l’assassino è ancora sulle sue tracce e quando lo troverà.”

 

“Hai trovato le informazioni che ho richiesto?”

 

“La nostra informatrice è stata piuttosto dettagliata a riguardo. Kabuto aveva ragione; i due giovani che ha malmenato sono fratelli ed uno di loro era proprio Corvo Nero. Uno dei due è morto e l’altro adesso vuole portare a termine il lavoro.”

 

“Se lei lo conosce, sa anche come trovarlo ed eliminarlo per il doppio della cifra concordata. Per quanto riguarda mio figlio, credo sia giunto il momento di farlo sparire per un po’. Fai preparare lo yacht, dovrà partire immediatamente.”

 

L’Edo Tensei era appena stato messo sotto sequestro, la polizia  presidiava la zona e c’era un via vai di agenti che raccoglievano prove ed interrogavano tutti i testimoni; Naruto raggiunse Sakura nella Metro insieme ad alcuni poliziotti della scientifica e dei paramedici, lei era ancora

visibilmente scossa per quanto accaduto nella metropolitana, era stato come trovarsi in un sogno e guardò con insistenza il telefono indecisa se chiamarlo, mandargli un messaggio o lasciare perdere.

 

Hey, stai bene? Mi hai fatto preoccupare, cosa è successo qui?”

 

Naruto indicò il cadavere dell’uomo sulla panchina. Non era a conoscenza di come erano andate veramente le cose.

 

“Io sto bene…solo che...”

 

Le parole le si bloccarono in gola, aveva ancora davanti agli occhi l’immagine di lui che spariva sul treno dopo aver ucciso l’uomo che l’aveva aggredita e ad un tratto sentì il forte desiderio di confidarsi con qualcuno.

 

“Sakura puoi fidarti di me. Lo vedo dai tuoi occhi che qualcosa non va. Dimmi che cosa è accaduto!”

 

“Ho visto qualcuno scendere nella Metro è l’ho seguito. Poi quell’uomo mi ha assalito ed ho lottato per difendermi… ad un tratto ho creduto che non ce l’avrei fatta se…

 

“Se cosa?”

 

“Non ero da sola. C’era qualcun altro qui... Però poi ha preso il treno e se ne andato.”

 

“Sai chi era?”

 

“L’ho incontrato qualche mese fa in un bar del centro ed abbiamo iniziato a frequentarci. Non abbiamo mai parlato di cosa facevamo per vivere, solo di noi e di tante altre cose che ci piaceva fare. Eppure sono sicura che era lui, lui ha ucciso quell’uomo per difendermi e non ho idea se abbia a che fare con tutti gli altri omicidi.”

 

“Sakura mi stupisci. Non credevo che ti piacessero gli uomini pericolosi… Ok, non è il momento per le battute stupide. Come si chiama almeno me lo vuoi dire? Così se lo incontro gli stringo la mano”

 

“Sei il solito imbecille, lo sai vero? Bhè so solo che si chiama Sasuke, ma non so il cognome. A dire il vero non mi è mai interessato un granché saperlo. Mi piaceva lui, il suo carattere, il suo aspetto fisico…

 

Sakura si accorse che stava arrossendo e sorrise nervosamente, non le era capitato di sentirsi così vulnerabile ma tutto sommato la aiutò ad allentare un po’ la tensione che in quelle ore aveva accumulato; non vide che il volto di Naruto si era fatto improvvisamente serio, forse non era un cervellone come Shikamaru ma non era certo uno stupido, sapeva fare 2+2.

Non appena Sakura nominò Sasuke non gli ci volle molto a collegare gli eventi e  la scia di morti che stavano insanguinando la città era ad opera di uno soltanto e miravano ad un obiettivo preciso.

Questa era una delle qualità maggiori degli assassini di Luna Rossa, Sasuke non faceva eccezione.

 

“Sai penso che dovresti farti vedere da un medico. Qui non c’è niente altro che puoi fare, posso gestire tutto io…

 

“Non è necessario Naruto, sto bene. Ormai siamo in ballo ed intendo andare fino in fondo”

 

Naruto stava per ribattere, non poteva certo raccontarle la verità, eppure doveva tenere l’amica lontana da Sasuke il più possibile, la situazione poteva essere più pericolosa di quanto si aspettassero e la cosa iniziava a farlo incazzare.

Per sua fortuna squillò il suo cellulare e rispose subito alla chiamata; era Kiba che, come promesso, aveva l'indirizzo di dove poteva trovarsi la macchina che stavano cercando, in un container di uno scalo merci al porto.

 

Kiba ha fatto centro. Sei sicura di voler continuare?”

 

“E’ il nostro lavoro Naruto e il tempo stringe, non possiamo perdere un minuto di più.”

 

“D’accordo, Sai può tenere sotto controllo la situazione qui. Però guido io stavolta, tu hai già avuto abbastanza emozioni per stasera”

 

Sakura acconsentì sbuffando e si incamminò verso l’uscita della metro, la loro auto era ancora parcheggiata davanti al locale e sarebbe stata un’impresa fare manovra con tutto il personale della centrale in attività sul luogo.

Naruto le era subito dietro e, senza farsi notare, inviò un sms con il cellulare a chi sapeva lui.

 

Nella camera d’albergo, Kakashi si stava rivestendo quando ricevette una mail da Shaikamru nella quale gli inviava in allegato una serie di documenti, ovvero scansioni di pagine di una agenda, che erano state mandate in forma anonima per posta elettronica direttamente alla sede informatica della centrale.

Non appena Kakashi iniziò a scorrere sullo schermo le varie pagine, capì la gravità della situazione e decise di informare Fukaku direttamente, girando la mail ad un indirizzo di posta criptato che soltanto  lui conosceva.

Grazie a quelle informazioni, Kakashi aveva già ben chiaro quale sarebbe stata la prossima mossa di Sasuke e doveva sbrigarsi a seguirlo.

Accanto a lui Mikoto lo osservò con una certa preoccupazione, ma lui la rassicurò.

 

“Credo di aver trovato Sasuke. Non preoccuparti, manterrò fede al nostro accordo”

 

Poi, osservando le curve che il suo splendido corpo sfoggiava sotto il lenzuolo aggiunse.

 

“Dovremmo fare più attenzione, lo sai?”

 

“Se ti riferisci a mio marito, non sono ignara del fatto che mi controlla. Ma ora come ora la cosa non mi interessa…

 

Si scambiarono uno sguardo di intesa e terminò di vestirsi; si stava facendo giorno ormai e non c’era più tempo per dedicarsi ad altri piaceri.

 

Nel frattempo Sasuke doveva occuparsi di un altro piccolo problema; rientrato all’appartamento del fratello, si recò subito a prendere la valigetta di primo soccorso; infatti una volta sfilata la giacca e la camicia, questi erano imbrattati del suo stesso sangue, un vistoso taglio all’addome cominciava a cicatrizzarsi e fortunatamente per lui non era un taglio profondo, fu sufficiente disinfettare la ferita, applicare qualche punto di sutura e bendarla, non senza però una bella dose di dolore gratuito.

Essendo un abile assassino, non era una cosa nuova per lui, auto curarsi le ferite ricevute in missione faceva parte del suo bagaglio di addestramento, quello che però lo sconcertava era il come si era procurato quella ferita; era abbastanza certo che fosse stato mentre lottava contro le guardie di Kabuto e che poi gli era sfuggito, ma subito dopo gli tornò in mente l’uomo della metropolitana e la ragazza dai capelli rosa che aveva cercato di uccidere.

Per quanto ne sapeva lui, esisteva una sola ragazza in tutta la città che corrispondeva a quella nella metro e la cosa lo turbava parecchio; cosa ci faceva lei lì sotto? Possibile che fosse dalla parte di Orochimaru? Da come aveva lottato poteva essere della polizia ma niente gliene dava la certezza. Chi era veramente lei?

Tornò a concentrarsi sull'agenda del contabile ed alle ricerche a computer che aveva iniziato trovando quasi subito conferma ai  sospetti che aveva avuto fin dall'inizio; Orochimaru era responsabile di molti omicidi eccellenti su commissione, uno di questi era il procuratore Haruno, un amico di suo padre e che aveva sempre appoggiato, inoltre un membro dell'Organizzazione aveva tradito ed ora stava facendo il doppio gioco fornendo nomi  e informazioni su tutti i suoi membri dell’Organizzazione ad Orochimaru.

Non era chiaro il nome della talpa, ma una volta completata la sua vendetta, Sasuke si promise che avrebbe trovato e consegnato ai capi di Luna Rossa il traditore; in quel momento il cellulare squillò, era un messaggio di Naruto che pareva non essere molto amichevole.

 

“Che cazzo stai combinando, Teme??”

 

Sasuke storse la bocca, preferì non rispondere, non era dell’umore per dargli corda; iniziò ad osservare la cronologia dei messaggi, quasi sperando di vedere se lei lo aveva cercato nelle ultime ore, ma non c’era nulla e non c’era motivo per cui fosse lui a doverla cercare. Magari una volta che tutto fosse finito avrebbe anche provato a parlarle, ma allo stato attuale doveva  rimanere concentrato sul suo obiettivo.

Ad un tratto qualcuno suonò al campanello della porta, rimase in silenzio senza rispondere per qualche secondo fino a che non suonarono ancora e la cosa lo insospettì; prese mano alla pistola e si avvicinò alla porta controllando dallo spioncino chi fosse. Rimase di sasso quando riconobbe la persona in attesa fuori dalla porta, come faceva a conoscere quell’indirizzo?

Aprì e il suo volto non nascondeva una certa irritazione, quella giovane dai capelli rossi era l’ultima persona che poteva permettersi di fargli quelle improvvisate.

 

“Immagino che tu non sia qui per caso, vero Karin?”

 

“Sono un membro dell’Organizzazione, tesoro, ho anche io le mie risorse. Inoltre conosco questo appartamento molto meglio di te.”

 

“Chissà perché non sono sorpreso”

 

“Lo sai che ho sempre avuto un debole per te, ma tuo fratello ha… come posso dire, delle “doti” sorprendenti”

 

Sasuke si fece da parte e la fece entrare; Karin era una eccellente assassina ma, allo stesso tempo, era anche una sgualdrina di prima categoria, non c’era uomo all’interno dell’Organizzazione che non se la fosse portata a letto: una volta l’aveva anche sorpresa ad uscire dall’ufficio di suo padre con la camicetta ancora sbottonata.

 

“Non sono in vena di visite, sono piuttosto occupato. Ti ha mandato il vecchio?”

 

“Non esattamente… diciamo che “il vecchio” a cui ti riferisci non è tuo padre”

 

Le aveva dato le spalle, ma non rimase ignaro al suono della sicura disinserita per consentire alla prima pallottola di entrare in canna; fece in tempo ad abbassarsi prima che venisse sparato il colpo e rapidamente le fu addosso sbattendola contro la porta ed ingaggiando un violento corpo a corpo con la rossa, la quale, pur essendo di corporatura esile, aveva una forza ed una abilità straordinaria, non a caso avevano ricevuto lo stesso addestramento.

A Sasuke poco importava contro chi si trovasse a dover fare a pugni, uomo o donna non aveva preferenze, in quella circostanza però la donna in questione era ben intenzionata ad ucciderlo. Il peggio era che faceva parte anche lei di Luna Rossa, il che non lasciava più molto spazio a dubbi su chi fosse la talpa.

Lei era decisamente agguerrita con pugni e calci ben assestati, uno dei quali lo aveva centrato in una zona che era meglio non toccare.

Questo le diede un po’ di vantaggio, ma Sasuke, nonostante l’incazzatura maggiore per aver ricevuto il colpo basso, non si fece trovare impreparato, la afferrò per le spalle e le fece fare una carambola dritta sul tavolino del salotto che andò in frantumi sotto per effetto del peso nonché della forza con cui Sasuke la sbattè a terra.

Lei riuscì a rialzarsi con agilità prendendolo contro piede, partì un altro colpo di pistola che non arrivò a segno perché, altrettanto abilmente Sasuke era riuscito ad afferrarle il braccio e a disarmarla e con un calcio ben assestato, Karin era andata a finire contro la cucina.

I coltelli erano a portata di mano e ne prese uno lanciandosi di nuovo nella lotta.

 

“La serpe devi averti pagata parecchio per tradire l’Organizzazione”

 

“E non immagini quanto è disposto a sborsare solo per farti fuori”

 

Karin cercò più volte di colpirlo con il coltello ma Sasuke riuscì ad evitare ogni suo tentativo di andare a segno fino ad afferrarle il braccio e disarmarla ancora una volta; a quel punto prese il sopravvento lui, afferrando la camicia che si trovava a terra e ad avvolgergliela intorno al collo. Lei si trovava ora in una posizione di netto svantaggio, a terra con Sasuke sulla sua schiena che la stava strozzando; in verità non era esattamente un vero e proprio soffocamento, esisteva infatti una tecnica adoperata in molti addestramenti militari e dei servizi segreti per cui stringendo il collo di una persona, a mani nude o con l’utilizzo di un qualsiasi mezzo, come un pezzo di tessuto ad esempio, era possibile bloccare l’afflusso di sangue al cervello tanto bastava per far perdere i sensi alla vittima senza doverla uccidere.

Una tecnica pericolosa che, se applicata non in modo corretto, poteva portare alla morte; nonostante questo, Sasuke era stato addestrato da Itachi stesso nell’uso appropriato di quella tecnica e a poco a poco, il corpo di Karin iniziò ad ammorbidirsi e ad abbandonare ogni resistenza.

Ci volle una bella dose di auto controllo per resistere alla tentazione di aumentare la presa e farla finita una volte per tutte, ma era necessario che Karin rimanesse in vita, così da affrontare il giudizio del Consiglio che avrebbe deciso delle sue sorti; dovette quindi limitarsi a spedirla semplicemente nel mondo dei sogni e ad affrontare il problema un passo alla volta.

Il caso volle che nello stesso palazzo, abitasse un altro prezioso membro dell’Organizzazione e, la persona in questione, per sua fortuna non era in servizio e decise quindi di andare a bussare alla sua porta.

 

“Ciao Gai, hai impegni al momento?”

 

Un uomo di alta statura, dalla capigliatura anni ’70 e con enormi sopracigli nere rimase piuttosto divertito quando vide come era conciato.

 

“Se è una festa a tema che state organizzando al piano di sopra, potrei farci un pensierino”

 

“Molto di più. Giuda ha bisogno di una corda nuova!”

 

 

 

-7

Alcune auto nere entrarono da un cancello sorvegliato ed attraversarono tutto lo scalo merci del porto, fino una specie di hangar che fungeva da magazzino; di fronte ad esso il molo dove era già attraccato uno yacht di notevoli dimensioni e tutto l’equipaggio era in fermento per i preparativi in vista della partenza.

In uno stanzino del magazzino, costantemente sorvegliato, Kabuto si stava fumando uno spinello dietro l’altro, era decisamente nervoso, dopo il tentativo di assassinarlo avvenuto nel suo locale, non si sentiva più così al sicuro e sperò che la nave fosse pronta al più presto. Suo padre aveva dato l’ordine di farlo partire verso destinazione ignota, ma Kabuto non era così sicuro che ci fosse luogo al mondo in cui, l’assassino, non l’avesse raggiunto.

Infatti, nessuno sapeva che Sasuke era ancora sulle sue tracce ed era riuscito a mettere fuori gioco Karin, pagata da Orochimaru apposta per ucciderlo.

La rossa era legata ad una sedia, in casa di Gai che la teneva sottocontrollo come richiesto da Sasuke; l’Organizzazione era già stata informata e a breve sarebbero venuti gli “spazzini” a prelevare la ragazza.

 

“Pare che tu abbia scelto il lato sbagliato, dolcezza. Le regole di Luna Rossa sono chiare e severe specie riguardo a chi no le rispetta.”

 

“Non mi è mai importato nulla delle regole. E’ sempre un piacere infrangerle, se la ricompensa è equa…

 

Gai non si accorse che, Karin, slogandosi il pollice di una mano, era riuscita a liberarsi della corda che la teneva legata alla sedia ed, approfittando di un momento di distrazione di gai che le dette le spalle, gli fu subito addosso, costringendolo ad una lotta che durò meno di uno secondo; preso alla sprovvista, l’uomo si ritrovò a terra sul pavimento, con un cuscino sulla faccia: Karin gli prese la pistola che teneva dietro la schiena e gli sparò a bruciapelo, usando lo stesso cuscino come silenziatore.

Gli prese il cellulare e controllò le ultime chiamate fatte e sogghignò nel riconoscere uno dei contatti di Gai; avrebbe portato quel nome ad Orochimaru ed era abbastanza certa che, in quel, modo si sarebbe assicurata un notevole extra.

 

 

Dall’altro lato del porto, una nave merci stava per caricare numerosi container; non c’erano guardie armate, ma solo i marinai e gli addetti a terra che stavano lavorando a pieno ritmo.

Naruto e Sakura decisero di lasciare la macchina all’ingresso del molo e di muoversi a piedi, perlustrando l’area e controllando i numeri dei container che in quel momento stavano per essere caricati; secondo Kiba, quello con il numero di serie HAKA 0043247 era  quello che stavano cercando e doveva trovarsi nell’area di carico Nord.

Provarono a chiedere ad uno degli operai che li indirizzò verso l’area giusta; ovviamente era pieno di container in attesa di essere caricati, ci sarebbe voluto un po’ per trovare il loro.

Decisero di diversi e iniziarono a guardare in due diverse direzioni, fortunatamente i numeri di serie erano ben visibili e dopo quasi venti minuti, Sakura chiamò Naruto, aveva trovato il container.

 

“Il numero è quello giusto, speriamo che sia giusto anche il contenuto e non una bufala del tuo amico”

 

“Non possiamo aprirlo senza un mandato, fidati è sicuramente lui.”

 

“Secondo te allora cosa dovremmo fare? Starcene qui in attesa che un qualche giudice ci firmi il mandato? E con quali prove? Per quell’ora questo container sarà già in viaggio verso la Cina!”

 

“Sakura non abbiamo scelta. Kakashi ci farebbe il culo. Magari Shikamaru potrebbe fare una delle sue magie per noi e farci risparmiare tempo”

 

“Sta bene, mentre tu lo chiami io apro il container, così risparmiamo ancora più tempo. E pensare che ero io quella che seguiva sempre le procedure e tu quello che faceva casino. Da quando hai tirato il freno a mano?”

 

“Da adesso. Abbiamo compagnia”

 

 Hey voi, che state facendo?”

 

Due uomini armati si stavano avvicinando e non avevano l’aria di essere amichevoli; dal completo che indossavano erano identici agli uomini della sicurezza uccisi all’Edo Tensei Lounge, non c’era dubbio quindi che facessero parte dell’esercito di Orochimaru.

Naruto e Sakura misero mano alle pistole e mostrarono i distintivi, ma, non appena li videro, i due uomini iniziarono a sparare di conseguenza anche loro furono costretti a rispondere al fuoco.

 

“Sembra che la nostra presenza non sia del tutto gradita!”

 

Naruto riuscì a beccare uno dei due mentre l’altro, a sorpresa, venne colto alle spalle da una persona che nemmeno i due ragazzi si sarebbero aspettati di vedere.

Asuma li aveva raggiunti ed ora stava dando loro manforte; a seguito degli spari stavano per sopraggiungere altri ospiti indesiderati ed era meglio levare le tende il prima possibile.

 

“Vi farete ammazzare se restate qui. Vi conviene andarvene”

 

Asuma? Ma che…? Non importa, non possiamo andarcene. Siamo venuti qui apposta per questo container…

 

“Del container me ne occupo io. Adesso sparite e alla svelta”

 

Sakura non era una che mollava facilmente ma in quella particolare situazione non aveva altra scelta che fare come aveva detto lui; inoltre Asuma poteva coprire loro la fuga dal momento che aveva a che fare con la criminalità organizzata di Orochimaru e suo figlio. Ora che le veniva in mente, Shikamaru aveva detto che il nome di Asuma compariva spesso come collegamento tra Luna Rossa ed Orochimaru; forse era il caso di tornare in centrale e spremere un po’ le abilità informatiche del loro amico.

 

“Muoviti Sakura andiamo!”

 

Entrambi riuscirono a tornare alla macchina e senza farsi vedere e corsero subito in centrale, avevano diverse questioni che andavano risolte.

 

 

“Siete tornati alla buon ora ragazzi, la colazione è passata da un pezzo”

 

“Evita le battute sceme Shikamaru è stata una lunga nottata e crediti questa giornata non proseguirà meglio. Ci serve tutto quello che hai su Asuma, i suoi legami effettivi con Orochimaru e Luna Rossa inoltre…

 

Hey, hey, ferma i motori bellezza, si dia il caso che anche il sottoscritto ha avuto una lunga nottata. E per tua informazione il mio turno è appena terminato e sto giusto aspettando Shizune per il cambio”

 

“Dai Shika, lo sai com’è fatta Sakura quando ha la luna di traverso. Dacci ancora un piccolo aiutino prima che arrivi Shizune e non ti daremo più fastidio, promesso”

 

Sakura rivolse un’occhiataccia a Naruto che venne completamente ignorato; Shikamaru a quel punto, sbuffando e un po’ di controvoglia, si rimise alla tastiera e in pochi istanti ecco comparire sullo schermo tutte le informazioni richieste.

Effettivamente su Asuma non era c’era molto, fatta eccezione della fedina penale, in compenso però, Shikamaru trovò una nota particolare ed un documento del ministero degli Affari Interni, di alcuni anni prima, in cui veniva indicato il nome di Asuma come infiltrato nella criminalità; il documento in particolare era stato firmato sia dal ministro che anche dal procuratore di allora: Haruno.

Sakura rimase di sasso, nel riconoscere il nome di suo padre in quel documento ufficiale; anche Shikamaru riconobbe il nome e mostrò a quel punto la mail anonima che aveva ricevuto solo poche ore prima.

A Naruto non sfuggì l’espressione di Sakura nel vedere il contenuto di quella mail e le mise una mano sulla spalla, quasi che volesse, con quel gesto, farle capire che era pronto a sostenerla ancora una volta.

 

“Io le riconosco… queste pagine, sono di una agenda… da dove arriva questa email?”

 

“Ho rintracciato il numero IP del computer da cui è stata inviata, ma non ho ancora scoperto l’indirizzo del luogo in cui si trova il computer. E’ collegato ad una rete Wi-Fi protetta da un serie di firewall, mi ci vuole tempo per sbloccarle tutte.”

 

“Sono le pagine dell’agenda a cui stava lavorando mio padre…

 

“Come dici scusa?”

 

“Il procuratore Haruno…era mio padre. Stava indagando sui crimini commessi da Orochimaru ed era in procinto di arrestarlo e mandarlo davanti ad una giuria quando è stato ucciso insieme a mia madre. Tra le prove a cui stava lavorando, c’era un’agenda uguale a quella che hai tu adesso sul computer”

 

Bene… allora non ti farà piacere sapere che su questa agenda c’è una lista di persone fatte uccidere da Orochimaru e tra queste c’è anche quello di Haruno. Ma c’è di più; qualcuno sta vendendo informazioni ad Orochimaru riguardo proprio a Luna Rossa, quindi credo di poter affermare che, ciò che pensavamo in principio, ovvero che Orochimaru sia a capo di questa Organizzazione, in realtà sia del tutto sbagliato”

 

Sakura si fece seria e cominciò a riflettere attentamente; erano sicuramente informazioni importanti, aveva atteso anni per avere in mano le prove schiaccianti sul coinvolgimento di Orochimaru e la morte dei suoi genitori e finalmente le aveva a portata di mano.

Ancora però non riusciva a comprendere il nesso tra Luna Rossa ed Orochimaru e, da quanto scoperto, qualcuno all’interno di essa stava facendo il doppio gioco. Spionaggio interno? Ma perché a quale scopo? Cos’era Luna Rossa e cosa aveva a che fare con Orochimaru.

I pezzi del puzzle sembravano combaciare ma c’era sempre un elemento che continuava a mancare. Ad un tratto Naruto richiamò la sua attenzione, aveva notato qualcosa che forse poteva essere di vitale importanza.

 

“Ci sono una serie di numeri qui, ma ce ne uno che termina con delle lettere OTO. Sei in grado di determinare a cosa si riferisce?”

 

“Aspettavo che me lo chiedessi; è il nome di un molo privato che si trova al porto, più precisamente nell’area mercantile. Ed attualmente, collegandoci direttamente con le videocamere di sorveglianza del luogo, vi è ormeggiata la “Sannin”, lo yacht privato di Orochimaru

 

“Sta per partire?”

 

“Non ancora, ma se proprio vuoi saperlo il passeggero che ha prenotato il biglietto non è Orochimaru. Ho ingrandito il fermo immagine della targa di una delle auto parcheggiate al magazzino davanti al molo e il proprietario è, niente di meno che il rampollo Reale…

 

Kabuto?”

 

Naruto e Sakura si scambiarono una rapida occhiata; il club privato di Kabuto era appena diventata il luogo di una strage e, come da copione, il paparino gli stava regalando un viaggio, molto probabilmente di sola andata, verso destinazione ignota.

Tutta quella serie di delitti forse avevano un unico obiettivo e Kabuto era sicuramente a conoscenza di chi e perché.

 

“Dobbiamo interrogare Kabuto prima che la nave prenda il largo.”

 

“Sarà meglio che avvisi Kakashi e che vi mandi dei rinforzi. Vorrà dire che oggi farò un po’ di straordinario… vi farò avere anche l’indirizzo di dove si trova quel maledetto computer”

 

Shikamaru si rimise al lavoro e Naruto seguì Sakura che a gran corsa si diresse verso l’ascensore; questa si trovò completamente d’accordo con lei, dovevano impedire allo yacht di partire, anche se era certo che non sarebbero stati gli unici a recarsi lì per Kabuto.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Cap.9 - 6 ***


[Note dell’Autrice: grazie a tutti voi lettori che state seguendo questa fan fiction, ci vuole un po’ di tempo per aggiornare ma come potete vedere eccomi con un nuovo capitolo e questa volta vi ho accontentati.

Non manca molto alla fine di questa avventura e state tranquilli perché ci sarà il lieto fine. Una precisazione; ad un certo punto in un dialogo ho utilizzato le battute dal film “American Sniper”. Buona lettura. Baci baci]

 

 

-6

I preparativi erano quasi ultimati, Kabuto era stato rinchiuso in uno stanzino del magazzino; l’ambiente era piccolo, scomodo con niente altro che una misera poltrona rattoppata, una scrivania, una sedia e un paio di scaffali di quelli per archiviare i documenti. Era costantemente sorvegliato, uomini all’interno sorvegliavano le vie di accesso e le finestre, altri uomini all’esterno sorvegliavano l’hangar e il molo, l’equipaggio dello yacht era in fermento per ultimare i preparativi per l’imbarco.

Ad un tratto però, un’auto nera a tutta velocità percorse il molo in direzione dei cancelli di ingresso al molo, le guardie armate iniziarono a sparare ma l’auto non accennò a diminuire la velocità e sfondò così i cancelli, inoltrandosi nello spiazzo del molo, fino a schiantarsi contro dei bidoni di olio e delle casse di legno, sistemati nei pressi dell’accesso al molo.

Gli uomini della sicurezza si avvicinarono all’auto con i mitragliatori alla mano, intimando al guidatore di uscire dalla vettura ma non ottennero alcuna risposta; quando uno di essi ricevette l’ok per aprire lo sportello del guidatore, questi si resero conto che alla guida non c’era nessuno, il volante e il pedale dell’acceleratore erano stati bloccati apposta per far sì che l’auto andasse dritto per il suo obiettivo, ovvero, creare un diversivo.

Quando capirono cosa stava accadendo era già troppo tardi, sul ponte dello yacht ci fu un’esplosione e poi un’altra proprio dove gli uomini si erano radunati intorno all’auto; da dietro delle casse un uomo iniziò a sparare contro le guardie, veloce e rapido come una gazzella, invisibile e letale; alcuni tentarono di attaccarlo direttamente, ma fallirono il corpo a corpo venendo usati loro stessi come scudi umani, contro i proiettili sparati dalle altre guardie armate.

All’interno del magazzino si udirono le esplosioni e gli spari, alcuni uomini di guardia a Kabuto si precipitarono fuori, mentre gli altri si chiusero all’interno a protezione del ragazzo, che andò dritto a nascondersi terrorizzato sotto la scrivania.

Gli scontri si fecero più intensi, gli spari echeggiarono fin dentro all’hangar,  fino a che non ci fu un’altra esplosione che distrusse la porta dello stanzino e buona parte della parete; un paio di uomini all’interno vennero feriti, mentre un altro prese Kabuto per il bavero della giacca e lo trascinò fuori tra il fumo e le fiamme, cercando di portarlo in salvo verso le auto parcheggiate all’interno dell’hangar .

In quell’istante le stesse auto vennero fatte saltare in aria e la guardia del corpo, a protezione di Kabuto, cominciò a sparare a tutto spiano verso un punto imprecisato fino a che un colpo di proiettile non lo centrò in pieno volto.

Kabuto, sempre più terrorizzato, tentò di nascondersi  tra le enormi casse stipate all’interno dell’hangar, cercando di fuggire al suo inseguitore e di trovare una via d’uscita; era quasi giunto all’uscita, gli spari sembravano essere cessati e non vedendo di fatto nessuno dietro di lui prese la rincorsa verso la salvezza.

Ci fu un altro sparo e Kabuto cadde a terra dolorante e sanguinante ad una gamba; con tutta la forza e lo spirito di sopravvivenza che ancora possedeva, tentò di strisciare verso l’ingresso chiamando aiuto urlando di terrore, mentre dal fumo delle auto in fiamme dietro di lui comparve Sasuke che lentamente si dirigeva verso di lui.

Per un momento Kabuto si fermò e si voltò a guardare il volto di colui che, a breve, lo avrebbe mandato all’altro mondo;  un espressione di terrore gli comparve sul viso, come se davanti a lui fosse comparso Satana in persona, cominciò a piangere come un bambino implorando di essere risparmiato: ma quando Sasuke fu ad un passo, con freddezza e risolutezza alzò la pistola e gli sparò in testa.

Tutto era compiuto, ciò che rimaneva erano soltanto cadaveri, uomini agonizzanti ed auto in fiamme ma, ad un tratto, nell’hangar echeggiò uno sparo, Sasuke si volse di scatto puntando la pistola verso un possibile nemico, ma quel nemico era già caduto a terra, ciò  significava che qualcuno gli aveva sparato alle spalle da un luogo imprecisato. Sasuke si guardò attorno e in alto verso le vetrate dell’hangar, alcune erano in frantumi e si poteva intravedere il tetto dello stabile che si trovava a due isolati di distanza; non ci volle molto al giovane per capire cosa era successo e si apprestò ad uscire non appena udì il rombo di un’auto che stava per sopraggiungere: un’auto grigia, con due persone a bordo, era già nello spiazzo tra l’hangar e il molo, Sasuke dovette nascondersi dietro alle casse appena fuori dall’hangar e cercare di aggirare l’ostacolo non senza aver prima ricaricato la pistola, non era sicuro se fossero membri dell’Organizzazione di Orochimaru, ma era meglio essere previdenti nel caso avesse dovuto ucciderli.

 

Sakura e Naruto arrivarono al molo e con grande sorpresa videro che era stato messo a ferro e fuoco; lo yacht era in fiamme, c’erano cadaveri ovunque e del fumo che usciva dall’hangar, non riuscirono a capire che cosa fosse successo.

 

“Gesù, ma è una carneficina”

 

Naruto non riuscì a trattenere una esclamazione di sconcerto totale; scesero dall’auto pistola alla mano e cominciarono a guardarsi intorno, ma sembrava che non ci fosse nessuno ancora vivo.

 

“Tu vai verso l’hangar Naruto, io do un’occhiata all’esterno e al molo.”

 

Naruto fece come suggerito e, tenendosi basso, si avvicinò all’ingresso dell’hangar; puntò la pistola all’interno e si accertò che non ci fossero uomini armati pronti a sparargli, ma l’unica cosa che vide all’interno furono morti ed auto in fiamme. Non molto distante da lui un giovane era riverso a terra in un lago di sangue; quando si avvicinò, e vide chi era realmente, imprecò sottovoce: Kabuto era morto ed aveva già ben chiaro in mente chi era stato. Le ferite erano fresche, il tutto era accaduto pochi minuti prima del loro arrivo, il che significava una cosa soltanto: Sasuke era ancora nei paraggi.

 

“Bersaglio minimo, minimo errore. Dannazione!”

 

Uscì di corsa dall’hangar e cercò Sakura, sperando di raggiungerla il prima possibile.

Sakura era intenta a perlustrare l’area intorno al molo, non sembrava ci fossero sopravvissuti; notò in particolare l’auto nera distrutta contro le casse ed i bidoni, nonché gli uomini morti tutto intorno ad essa: osservò bene l’interno dell’auto ed il piede di porco utilizzato per bloccare il volante e l’acceleratore, capì quindi che si era trattato di una messa in scena per poter accedere all’hangar e al molo, ottenendo così un vantaggio e poter uccidere tutti quanti presenti.

Sakura si avvicinò allo yacht in fiamme per controllare se ci fosse ancora qualcuno, ma un lieve rumore poco dietro di lei attirò la sua attenzione; ritornò sui suoi passi e lentamente si diresse verso le grandi casse che si trovavano proprio lì vicino, poteva percepire la presenza di qualcuno e mantenne tutto il suo sangue freddo, pronta a reagire qualora si fosse trattato di un nemico.

Fu un attimo che durò un’eternità, quando Sakura girò l’angolo si trovò ad incrociare la sua pistola contro quella di Sasuke che fu soltanto per il suo incredibile autocontrollo che non le sparò in quall’istante: rimasero a fissarsi negli occhi per un tempo infinito senza mai abbassare l’arma, Sakura non voleva crederci ma era la realtà dei fatti.

Lui era lì, lo sguardo serio ed incredulo quanto quello di lei, dubbi e domande si insinuarono copiose nella sua mente, infilandosi tra piacevoli ricordi che riaffiorarono dalla memoria.

 

(un mese prima…)

Era seduta da sola al bancone del bar a sorseggiare il suo drink, assorta nei suoi pensieri, era venerdì sera, l’unica in tutta la settimana in cui poteva vestirsi in maniere un po’ più elegante e svagarsi un po’; ad un certo punto un giovane sorridente le si avvicinò e cercò di attaccare bottone con lei, ma non era nuova a questo tipo di approccio ed aveva già la risposta pronta ogni volta.

 

“Ciao, come va?”

 

“Bene..grazie…

 

Sakura cercò di mantenere distacco e di ignorarlo, ma questo sembrava non cedere.

 

“Posso offrirti da bere?”

 

“Se bevo qualcosa poi diventi affascinante e 20 centimetri più alto? E magari anche non sposato?”

 

“Non sono sposato…

 

“Sì, ti ho visto che ti toglievi la fede ok!? Perciò non fare il bastardo, vattene a casa”

 

Il sorriso da ganzo sparì dal volto del ragazzo che girò i tacchi e tornò al tavolo degli amici, lei scosse la testa e si concentrò sul suo bicchiere imprecando a bassa voce.

 

“Colpa dei pantaloni di pelle!”

 

Sakura si girò alla sua destra, di fianco a lei c’era un ragazzo moro, che non aveva mai visto prima e che la osservava divertito; lei lo scrutò in silenzio cercando di capire se anche questo aveva una qualche idea su di lei per concludere la serata.

 

“Ah sì e che pantaloni servono per essere lasciata in pace?”

 

“Forse velluto a coste?”

 

Sakura sorrise divertita e sconcertata; stava davvero prendendosi gioco di lei?

 

“Cioè , come funziona? Diventate tutti single dopo soltanto tre birre?”

 

“No, io dopo tre birre penso solo a farmi la quarta.”

 

“Sì certo come no… un altro  bifolco del Sud”

 

“Non sono del Sud, vengo dalla provincia di Konoha

 

“E che differenza c’è?”

 

“Noi cavalchiamo le macchine, loro al massimo le cugine”

 

Sakura rimase colpita ed incuriosita dall’approccio del giovane, pareva davvero essere diverso da tutti gli altri.

 

“Allora che compiti hai, dall’aspetto sei ovviamente un militare”

 

“Mi occupo di lucidare i delfini, li tengono in cattività, io devo pulirli dai crostacei…

 

“Ti sembro stupida per caso?”

 

“No, a dire il vero mi sembri un po’ triste”

 

Sakura sospirò e si girò dall’altra parte; era la prima volta che incontrava un estraneo capace di comprendere il suo stato d’animo al primo sguardo, Naruto ci aveva impiegato anni prima di capire in anticipo il suo umore e prendere le misure di sicurezza necessarie.

 

“Sono abbastanza alto per offrire?

 

“Non se mi dici che cosa fai!”

 

“Facciamo così: ehi barista, portane due. Una per ogni domanda, ogni volta che chiedi ed io rispondo ne butti giù uno e viceversa”

 

“Ok ci sto!”

 

Sakura rispose subito senza nemmeno pensarci due volte.

Sasuke si fece portare una bottiglia e due bicchierini e cominciò il primo round.

 

“Ok è chiaro che sei uno addestrato militarmente, che cosa fai?”

 

“Sono solo un personal trainer”

 

“Mi prendi in giro, fai l’istruttore in palestra?”

 

“Sissignora. E sono due domande”

 

Cavolo…

 

Sakura sapeva che stava mentendo, ma fu costretta a tenere il gioco e mandare giù tutto di un fiato i due shots di liquore, sotto lo stupore divertito del ragazzo

 

“Ehi piano, non volevo costringerti a farlo”

 

“So tutto di voi boriosi palestrati, una mia amica doveva sposarne uno…

 

“Ah davvero… Aspetta in che senso sai tutto, che vuoi dire?”

 

“Voglio dire che siete un branco di coglioni, arroganti ed egocentrici, che credono di poter mentire e fare tutto quel cazzo che gli pare. Non uscirei mai con un personal trainer.”

 

Il ragazzo si fece abbastanza serio, colpito nel segno. Sakura non era certo una che andava per il sottile, ma anche lui non era certo da meno.

 

“Perché sarei egocentrico, faccio bene il mio lavoro e mi piace tenermi in forma. Mi dispiace per la tua amica, ma io non sono così. Bhè è stato un piacere”

 

“Ma dove vai?”

 

“Me ne vado a casa, hai detto che non usciresti mai con un palestrato!”

 

“Ho detto che non lo sposerei mai…

 

“Ah bene allora…  molto piacere io sono Sasuke

 

“Sakura”

 

Si strinsero la mano e Sakura notò come la quella di lui fosse incredibilmente calda e morbida, inoltre dovette ammettere con sé stessa che si stava davvero divertendo con lui; la faceva sentire bene e si accorse di sentirsi parecchio attratta da lui, ma non aveva alcuna intenzione di fare il passo più lungo della gamba. Decise di scoprire passo per passo come sarebbe andata a finire.

 

Sakura…nome carino per una ragazza carina”

 

“Ok adesso ci stai decisamente provando!”

 

“Lo ammetto. Sono colpevole. E’ il mio turno adesso, che cosa fai?”

 

“Ha qualche importanza?”

 

“No affatto…

 

Continuarono a bere cicchetti e a scambiarsi domande e risposte, alcune delle quali decisamente assurde, fino a che Sakura fu costretta correre fuori dal locale e a vomitare sul marciapiede vicino all’aiuola; non era una abituata a bere in quel modo, ma si sentì sollevata di sentire la sua mano che le strofinava delicatamente la schiena e con l’altra le teneva indietro i capelli.

Sakura respirò profondamente cercando di riprendersi e ridarsi un minimo di contegno, non dimenticando però di fissare bene i paletti tra loro due.

 

“Non ci vengo a casa con te, quindi non ci pensare…

 

Si misero entrambi a ridere e lui le chiamò un taxi che la riportasse a casa.

Si scambiarono in numeri di telefono, non pensando minimamente che, il giorno dopo avrebbe trovato un suo messaggio nella segreteria… anzi, più di uno

 

“Ciao, sono io…quello a cui hai vomitato sulle scarpe ieri sera… stavo pensando; ti andrebbe un caffè?”

 

 

***

 

Erano in una fase di stallo, le pistole puntate l’una verso l’altra, interrogandosi sui misteri che si nascondevano dietro ad ognuno.

Sakura temeva che Sasuke fosse al soldo di Orochimaru, mentre Sasuke da parte sua si poneva lo stesso quesito; decise di farsi avanti e parlare per primo.

 

“Avrei dovuto immaginarlo. Orochimaru ha molti sicari a sua disposizione, non mi sarei mai aspettato che avrebbe mandato il migliore”

 

“Hai capito male Sasuke, io non sono al soldo di quel criminale. Tu piuttosto potresti benissimo far parte della sua organizzazione Luna Rossa, ed essere qui per uccidermi”

 

“Sei fuori strada Sakura, Luna Rossa non ha niente a che vedere con Orochimaru. Sono contento che non hai perso il senso dell’umorismo. Non mi sentirò in colpa dopo che ti avrò sparato”

 

Il suono del grilletto che veniva abbassato fu udibile all’orecchio di Sasuke, che, con la coda dell’occhio, notò il profilo della canna di una pistola puntata a pochi millimetri dalla sua testa.

 

“Meglio per te che abbassi l’arma e ti allontani dalla mia partner amico, o sarò io a farti un buco in testa”

 

Sakura tirò un lieve sospiro di sollievo, doveva riconoscere che Naruto aveva sempre avuto un tempismo perfetto.

 

“La tua partner?”

 

Sasuke rimase sorpreso dalla presenza di Naruto e tornò a guardare Sakura che continuava a tenere Sasuke sotto mira; Sasuke abbassò lo sguardo la cintura di lei e fu in quel momento che vide il distintivo sbucare da sotto la giacca rossa; impresso l’emblema della città e la sigla della Konoha Crime Investigation con sotto il numero identificativo che spettava ad ogni agente.

I muscoli iniziarono a rilassarsi e Sasuke abbassò l’arma; da un certo punto di vista si sentì sollevato, date le circostanze, se non fosse intervenuto Naruto, sarebbe stato costretto ad ucciderla rimpiangendo di averla conosciuta.

 

Naruto, non mi avevi detto che Sakura era la tua partner”

 

“E tu non mi avevi detto che lei era la ragazza con cui uscivi.”

 

“Lo sai come sono fatto. Tengo per me certi segreti”

 

“Ho notato. Pare che lei non sappia proprio tutto su di te”

 

“E nemmeno su di te a giudicare dall’espressione sul suo volto”

 

In effetti Sasuke aveva ragione; Sakura abbassò l’arma sconcertata vedendo i due parlarsi con naturalezza come se se si conoscessero da anni. Per lei fu un vero colpo, si sentiva quasi tradita, specialmente dalla persona a lei più vicina.

 

“Che significa Naruto? Voi due… vi conoscete?”

 

Scusa…

 

Tu… sapevi già tutto fin dall’inizio e non mi hai detto niente? Cos’altro hai omesso di dirmi?”

 

Sakura era sull’orlo di una crisi isterica, come aveva potuto Naruto tenerla all’oscuro di una cosa così importante, dopo che aveva speso ore ed energie ad indagare su Luna Rossa e su tutta quella serie di omicidi che, ora aveva capito, erano opera di Sasuke stesso.

Il suono delle sirene della polizia si fecero sentire in vicinanza e quel punto Naruto abbassò l’arma lasciando libero Sasuke di andarsene.

 

“Sarà meglio che tu sparisca adesso Sasuke!”

 

“Ti ringrazio. Hai parecchio di cui discutere con lei”

 

Già… anche tu!”

 

Sasuke sorrise sghembo e volse un ultimo sguardo a Sakura con amarezza, prima di tagliare la corda e sparire all’arrivo dei soccorsi che giunsero di lì a poco in gran numero, tra poliziotti, vigili del fuoco e paramedici.

Sakura era furiosa e Naruto non poteva certo biasimarla, era giunto il momento che i nodi venissero al pettine una volta per tutte.

 

 

-5

La rabbia che provò in quel momento non era nulla paragonabile a ciò che avrebbe fatto al responsabile della morte di suo figlio; Orochimaro esternava raramente la suo furia vendicativa, la stragrande maggioranza delle volte rimaneva impassibile e freddo come una statua, proprio come in quel momento.

L’avvocato ricevette un fax e lo lesse ad alta voce affinché anche Orochimaru lo sentisse: la loro collaboratrice non era riuscita ad eliminare il sicario e Kabuto era morto, ma forniva il nome di un infiltrato di Luna Rossa all’interno dell’organizzazione di Orochimaru, che aveva tradito e fatto il doppio gioco fin dall’inizio ed in particolare i nomi di alcuni agenti della KCI che avevano sequestrato i libri contabili dall’ufficio del contabile e che stavano indagando ora su di lui.

Orochimaru apprese con interesse la notizia, in particolare quella dell’infiltrato che, non soltanto aveva rapporti con Luna Rossa, ma anche con la polizia, dal momento che aveva ricevuto rapporto secondo il quale, in uno dei moli intestati a suo figlio, la persona in questione aveva dato supporto proprio agli stessi agenti a cui gli aveva richiesto di metterli a tacere.

Orochimaru prese il cappotto e si avviò verso l’auto che, lo stava già aspettando nel garage interrato del grattacielo; erano già stati contattati tutti i migliori uomini a protezione di Orochimaru, dette fondo a tutte le sue risorse per porre a termine quella partita.

 

Intanto, presso il Kage Bridge, Kakashi stava osservando il fiume, quando venne raggiunto da un giovane moro che gli si mise al fianco, lo sguardo fisso davanti a se ad osservare anche lui le navi che andavano e venivano lungo il fiume, il cielo si era fatto plumbeo e rombi di tuono si fecero sempre più insistenti, segno che quel giorno ci sarebbe stato un forte temporale.

 

“Sembra proprio che con gli anni non hai perso ancora la mira”

 

“Mi tengo allenato”

 

Sasuke aveva capito che era stato Kakashi a coprirgli le spalle, in quell’hangar e sapeva anche che non era stato del tutto un aiuto casuale.

 

“Desumo che tu non fossi lì per puro caso”

 

“Dovevo un favore ad una persona…

 

“Piantale con le stronzate, lo so che vai a letto con mia madre. Pensa ancora che abbia bisogno di essere rimboccato alla sera…

 

“E’ grazie anche a lei che sei ancora vivo. Portale un minimo di rispetto, cazzo!”

 

Sasuke evitò di controbattere ancora; non temeva Kakashi, ma conosceva abbastanza le sue abilità per sapere che quando si arrabbiava era meglio stargli alla larga.

In questo notò una certa somiglianza con una persona di sua conoscenza.

 

“Hai per caso una parente alle tue dipendenze?”

 

“Ho una figlia…adottiva. Ma non credo che la cosa ti riguardi!”

 

Sasuke sapeva che Kakashi non si era mai sposato e nessuno era a conoscenza che avesse adottato una figlia; c’era una sola ragione per la quale il suo stesso istruttore aveva fatto un passo del genere: lei doveva essere molto importante a tal punto da doverla proteggere con il suo stesso nome.

Vide Kakashi che lo osservava dubbioso e fu a quel punto che Sasuke estrasse, dal taschino interno della giacca, la famosa agenda che aveva sottratto al contabile.

 

“Credo che questa ti serva. C’è il nome della talpa ed anche molte altre informazioni per inchiodare Orochimaru… ha ucciso i suoi genitori vero?”

 

“E’ una lunga storia…

 

“C’entra anche Naruto?”

 

“Sei più intelligente di tutta la popolazione di Konoha e provincia,  Sasuke…  ma ti suggerisco di non mettere a repentaglio la sua vita o te la farò pagare cara, dovesse essere l’ultima cosa che faccio in questa dannata vita”

 

“Anche se questo spezzerebbe il cuore a mia madre?”

 

“Anche se questo spezzerebbe il cuore a tua madre!”

 

Per Sasuke era più che sufficiente, aveva raggiunto il suo scopo, portato a termine la sua vendetta, non c’era niente altro se non lasciarsi alle spalle tutto e sparire; aveva deciso di mollare l’Organizzazione e farsi una vita normale, in memoria di suo fratello e le sarebbe piaciuto farlo con una persona speciale.

Si congedò da Kakashi, il quale gli chiese dove sarebbe andato, ma lui rispose che per un po’ non si sarebbero più rivisti e di stare tranquillo, la vita di Sakura era al sicuro.

 

Come previsto iniziò a piovere e anche piuttosto forte, le previsioni avevano preannunciato una tempesta in piena regola, meglio stare al riparo e al tepore del riscaldamento dell’auto; Naruto aveva parcheggiato in una via residenziale, davanti al portone di un edificio in mattoni rinnovato ed alla moda. Mise il freno a mano e sospirò, non aveva la  benché minima idea da che parte cominciare e Sakura aveva evitato di parlargli e di guardarlo per tutto il tragitto; era visibilmente furiosa e doveva assolutamente trovare il sistema più indolore per rompere quel muro, che si era frapposto così rapidamente tra loro.

 

Sakura… sono profondamente dispiaciuto per quanto accaduto, dico davvero. Non era mia intenzione ferirti e non mi ha nemmeno fatto piacere nasconderti la verità, ma ho dovuto; Luna Rossa non c’entra nulla con Orochimaru, anzi il contrario,è  da anni il nemico numero uno contro le attività criminali di quel bastardo e… la KCI gli da una mano. Motivo per cui mio padre e Kakashi hanno dato la vita per salvarti; poi lui ti ha preso con sé ed io sono entrato in seno all’Organizzazione, in quanto orfano. Io e Sasuke siamo cresciuti insieme ma, io non ero tagliato per la vita da sicario ed ho preferito seguire una strada diversa, pur sempre utile.”

 

Sakura continuava a guardare fuori dal finestrino la pioggia che scendeva abbondante, senza dire una parola, ascoltando in silenzio il racconto di colui che, considerava un amico ed invece si era rivelato un bugiardo: quel che era peggio era scoprire che anche il suo mentore, nonché padre adottivo, era implicato in tutta quella faccenda e la cosa non fece che farle salire ancora di più la rabbia. Non meritava di essere presa in giro così dalle persone di cui si fidava di più.

 

“Abbiamo speso ore ad indagare sul rapporto che c’era tra Luna Rossa ed Orochimaru e tu sapevi tutto e non hai detto una parola…mi hanno quasi ucciso sotto la metropolitana e tu adesso mi vieni a dire che non potevi farne parola?”

 

“Non ero sicuro…

 

“Di cosa non eri sicuro? Sentiamo, sono proprio curiosa!”

 

“Non ero sicuro del perché di quella scia di morti che avevano come obiettivo Kabuto, poi quando tu hai fatto il nome di Sasuke mi è stato tutto chiaro.”

 

“Mai hai continuato a tecere…

 

“Dovevamo comunque  arrivare fino in fondo solo così avrei trovato Sasuke, lui sicuramente sa molto più di noi di tutto questo casino e sa anche il perché”

 

Sakura continuava ad avere le idee confuse su tutto e sebbene una parte di lei le diceva di non fidarsi più in ciò che diceva Naruto, l’altra invece le diceva di seguire il suo istinto e di credere in lui ancora una volta.

 

“Perché siamo fermi davanti a questo palazzo?”

 

Coincidenza, nel momento in cui Sakura pose quella domanda, Naruto ricevette il messaggio da Shikamaru in cui diceva che aveva scoperto l’indirizzo in cui si trovava il computer da cui era partita l’ e-mail con le copie dell’agenda; guarda caso l’indirizzo combaciava con quello dove si trovavano e Naruto lo fece vedere a Sakura.

Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo, in dubbio se ascoltare o meno la risposta.

 

“Immaginavo che era stato Sasuke a mandare quella e-mail e l’indirizzo corrisponde. Conosco questo palazzo, il fratello di Sasuke ha un appartamento al piano attico. Sono piuttosto sicuro che si nasconde qui adesso.”

 

“Lui...ha un fratello?”

 

Aveva… lo hanno ferito in missione ed è stato fatto fuori da Kabuto. Ragione per cui il nostro amico era decisamente incazzato nelle ultime ore…

 

Sakura era piuttosto indecisa sul da farsi; Naruto aveva voluto chiarirsi con lei e adesso le offriva l’occasione per chiarirsi anche con Sasuke, ma se proprio doveva essere sincera con se stessa, aveva una paura folle; un mese fa era tutto carino ed affabile e soltanto un’ora prima invece aveva intenzione di ucciderla perché la credeva dalla parte del nemico.

 

“Posso aspettare qui in macchina, qualora tu avessi bisogno di una mano…

 

“No, credo che me la caverò da sola questa volta…grazie!”

 

Sakura scese dalla macchina, ormai che era lì tanto valeva scendere ancora nel pozzo e vedere fin quanto ancora era profondo, anche se era  certa che non ne sarebbe più risalita.

Naruto rimase ancora qualche minuto in macchina ad aspettare, anche dopo che lei era entrata nel palazzo; non fu sorpreso di vedere aprirsi lo sportello posteriore dell’auto e di trovarsi Sasuke seduto dietro, lo sguardo riflesso nello specchietto retrovisore.

 

“Non avevi niente di meglio da fare oggi in centrale? Sei pessimo a pedinare lo sai?”

 

“Volevo solo assicurarmi che tu tornassi per parlarle.”

 

“Mi prendi per il culo?”

 

“E’ appena entrata dal portone…

 

Sasuke capì, dallo sguardo profondo di Naruto, che non stava scherzando e si girò a guardare il portone del palazzo; era abituato a ben altre situazioni, non era sicuro di poterla affrontare, ma avrebbe dovuto prima o poi…

Sospirò scocciato ed aprì con forza lo sportello imprecando in tutte le lingue che conosceva.

 

“Bel cazzo di amico!”

 

“Ricordati che mi devi un favore!”

“Fottiti!”

 

Naruto se la rise mentre teneva d’occhio Sasuke svignarsela nel vicolo adiacente ed entrare dall’ingresso secondario. Adesso poteva anche tornarsene in centrale, aveva bisogno di fare due chiacchiere con Kakashi.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Cap.10 -3 ***


 

[Note dell'autrice: eccoci qua, siamo alla fine, anche se questo non è iil capitolo conclusivo, manca ancora l’epilogo che ci sarà nel prossimo. Spero di non avervi deluso e che questa storia abbia colto in pieno il vostro interesse. A me non è dispiaciuta scriverla, mi rammarico di averci messo tanto ad aggiornarla, ma posso ritenermi soddisfatta. Baci baci!!]

 

 

Cap.9 – 3

Asuma chiuse il garage con il lucchetto; non era esattamente un vero e proprio garage, ma più una specie di box/magazzino dove metterci le cose che non servono e in città ce ne erano di diversi tipi e di varie dimensioni, a  canone variabile.

Mise la chiave in una busta con dentro un biglietto e la sigillò con cura prima di imbucarla nella cassetta della posta; non appena ritornò alla sua officina, notò che i portelloni erano ancora chiusi e che nessuno dei suoi ragazzi era nei dintorni a lavorare, cosa alquanto strana dato l’orario.

Si accorse troppo tardi di essere finito in trappola, quando due uomini lo immobilizzarono da entrambi i lati e un terzo, che lui purtroppo conosceva molto bene, sbucò dal suo piccolo ufficio in fondo all’officina accompagnato da tutto il suo entourage.

 

“L’uomo di Luna Rossa ha ucciso mio figlio… e ora la KCI ha aperto nuove indagini su di me e mi tiene di nuovo per le palle; hai qualche idea, Asuma, su chi sia il responsabile di questo?”

 

“Non so cosa vuoi, di cosa tu stia parlando, ma di certo non sono io il tuo martire”

 

Asuma venne fatto sedere su una sedia e legato stretto con una corda, a niente valse il suo tentativo di ribellarsi con la forza, i due uomini con le tenevano erano più grossi e massicci di lui, ma non si arrese tanto facilmente.

Orochimaru si tolse la giacca e si avvicinò; Asuma lo aveva già una volta visto all’opera, non era certo uno che usava i guanti bianchi, sapeva essere la peggiore di tutte le carogne.

Venne colpito in faccia da un pugno che sapeva di acciaio, ma si accorse era il sangue che sgorgava dal taglio sul labbro che quel pugno gli aveva provocato; gli venne portata una chiave inglese, inutile per Asuma immaginare l’uso che ne fece, le rotule di entrambe le ginocchia vennero ridotte in poltiglia, con un cacciavite gli penetrò il fianco fino a spezzargli una costola e poi un’altra ancora, una tortura che durò per un tempo infinito.

Lo stava massacrando con gli stessi arnesi che Asuma teneva nell’officina e quando ebbe terminato, Orochimaru sembrava più fresco di quando aveva iniziato mentre Asuma era ridotto a brandelli, ma continuò a ripetere che lui era l’uomo sbagliato.

Capì subito il motivo per cui Orochimaru non era intenzionato a credergli, entrò nell’officina una ragazza dai capelli rossi e per Asuma fu peggio che ricevere una pallottola in testa; Karin era la traditrice ed era la ragione per cui Orochimaru non lo avrebbe lasciato in vita.

 

“Posso risparmiarti ulteriori pene Asuma, se mi dici dove trovare l’uomo di Luna Rossa e i nomi dei due tuoi nuovi amici poliziotti con cui hai avuto recente contatto”

 

“Non li avrai mai…

 

“Ho visto il video di sorveglianza del molo dove si trovavano i container; la ragazza dai capelli rosa, chi è e per chi lavora?”

 

Asuma gridò di dolore per le dita spezzate dalle pinze che Orochimaru aveva appena usato; Asuma però resistette, non avrebbe mai detto nulla che avrebbe messo in pericolo un solo membro di Luna Rossa o della KCI.

 

“Lo scoprirò comunque, preferirei però che fossi tu a farmi risparmiare tempo… sempre che tu non ne voglia abusare ulteriormente…

 

“Preferisco marcire all’inferno…

 

La tortura ricominciò, ma Asuma non cedette ed Orochimaru a quel punto perse totalmente interesse a continuare personalmente e lasciò che fosse Karin a finire il lavoro.

 

“E’ un vero peccato Asuma. Avevi talento, ed io odio sprecare risorse preziose, ma non accetto il tradimento. Ti auguro un gradevole viaggio!”

 

Come previsto, fu proprio la rossa a puntargli la pistola in fronte e premere il grilletto; una telefonata anonima avrebbe avvisato la polizia del cadavere del proprietario di una officina di periferia ed Orochimaru sapeva per certo che, il messaggio sarebbe arrivato presto al destinatario.

 

Sakura trovò l’appartamento che le aveva indicato Naruto; la porta era chiusa a chiave ma grazie ad un trucco molto semplice, perfezionato in anni trascorsi in polizia, riuscì ad aprire la porta, facendo scattare la serratura con l’uso di una carta magnetica.

L’appartamento era messo a soqquadro, sembrava ci fosse stata una lotta di recente e Sakura non riuscì a trattenere un senso di amarezza, non era certo come se l’era immaginato; allo stesso tempo però non si stupì più di tanto, considerati gli ultimi avvenimenti che avevano portato alla luce verità nascoste che avrebbe preferito non conoscere.

Su una mensola alla parete del salotto, vide alcune fotografie e ce ne era una in particolare che attirò la sua attenzione; la foto ritraeva due giovani ragazzi sorridenti, uno più grande rispetto all’altro, ma piuttosto simili negli occhi e nei lineamenti: doveva essere stata scattata alcuni anni prima e sembravano veramente felici.

Sakura riconobbe Sasuke, doveva avere avuto all’incirca tra i 13 e i 14 anni, l’altro invece doveva essere il fratello deceduto, almeno così aveva detto Naruto; Sakura prese la foto per osservarla ancora più da vicino e sorrise, immaginando come poteva essere stata l’infanzia di Sasuke e dovette riconoscere che, anche suo fratello non era stato di certo un brutto ragazzo.

 

“Trovato nulla di interessante…detective?”

 

Sakura si girò di scatto verso la porta di ingresso e trattenne il fiato vedendo Sasuke in piedi che la osservava con il suo solito sorriso sghembo, non pensava che lo avrebbe rivisto tanto presto e sentì il volto comprimersi in una smorfia di rabbia; doveva esserci sicuramente lo zampino di Naruto…

Rimise la foto al suo posto con molta cura, cercando le parole migliori per affrontarlo, impresa non così facile come pensava.

 

“Nulla che colleghi un comune personal trainer con fucili d’assalto AK47 e pistole calibro 45…”

 

Touchè… sono in arresto?”

 

Tecnicamente…

 

Sakura aveva d’istinto portato la mano alla fondina della pistola, senza però impugnarla; voleva conoscere la versione di Sasuke ma allo stesso tempo temeva ciò che era in grado di fare, lo aveva visto e non era molto propensa a fidarsi.

 

“Non giocare con me Sakura, ricordati che ti ho salvato la vita”

 

“Vorrei che non lo avessi fatto…

 

“Forse hai ragione… in caso contrario non me lo sarei mai perdonato…

 

“Perché?...”

 

Quella domanda suonò come una sconfitta ed una delusione, ma anche un forte desiderio di sapere la verità; in fondo lei provava sentimenti forti per Sasuke, fin da quando lo aveva conosciuto e pensava che lui un po’ la ricambiasse; ora però non ne era così sicura…

 

“Avevamo fatto un patto, ricordi? Nessuno dei due doveva parlare o chiedere del lavoro dell’altro, ed io sono costretto a vivere nell’ombra di una menzogna per proteggere me stesso, la mia famiglia e l’Organizzazione. Nessuno deve sapere chi siamo e quello che facciamo…

 

“Già, me ne sono accorta…

 

Sasuke si era avvicinato di qualche passo e Sakura si irrigidì notevolmente; aveva conosciuto un uomo che si era rivelato più pericoloso di Orochimaru stesso e si trovava ora sola con lui, sperava davvero di non essere costretta a sparargli per difendersi, ma allo stesso tempo si sentiva pervasa da uno strano senso di eccitazione che non aveva mai provato con nessun altro.

 

“Eri l’ultima a cui avrei voluto mentire o fare del male, ma non c’è nulla che possa cambiare ciò che sono…

 

“Non avvicinarti così… non farlo”

 

Erano uno di fronte all’altra, così vicini che Sakura poteva sentire sul suo viso e il calore che il corpo di Sasuke poteva emanare, sebbene nell’appartamento non facesse particolarmente caldo.

 

“Dovresti allentare la presa, sei troppo tesa, sarebbe molto facile disarmarti”

 

Sasuke le prese la mano e lentamente le fece estrarre la pistola dalla fondina, la prese lui stesso di persona e la appoggiò sulla mensola dietro a Sakura; lei non si oppose, avrebbe voluto ma non aveva alcuna capacità di ragionare con lucidità quando era con lui, in quella circostanza poi era ancora più difficile.

 

“Forse dovresti scegliere uomini meno complicati…

 

“Forse sei tu che dovresti scegliere un tipo di donna…semplice

 

“Adoro quelle che sanno il fatto loro, e tu non sei certo in fondo alla lista…

 

“Rimane il fatto che sei un assassino e io un poliziotto, non è certo un’ottima combinazione…

 

“Ma pur sempre intrigante. Non sei curiosa nemmeno un po’?”

 

“In un certo senso, direi di sì…

 

Si scambiarono lo sguardo per un istante, lei era sicura di aver scorto sul suo volto un sorriso malizioso, che non lasciava spazio a diverse interpretazioni; mise la mano dietro la nuca di lei e si avvicinò ancora di più per baciarla, inizialmente con dolcezza, poi nell’arco di un secondo sentì la sua lingua nella sua bocca, dolce e morbida farsi sempre più vorace, fino al punto che non potè resistere oltre e cercò di liberarsi dalla sua stretta.

Era la prima volta che la baciava e non si aspettava una reazione di quel genere, voleva fermarsi ma non ebbe il coraggio di allontanarlo.

 

“Ricordi che ti avevo detto che dovevo darti una cosa?”

 

Le sussurrò a bassa voce sulle labbra e per un attimo Sakura non era sicura di aver capito; poi le tornò in mente l’ultimo messaggio che lui le aveva mandato prima di annullare il loro appuntamento e quanto rimase entusiasta in quel momento, fu quasi come ritornare al liceo ed alle prime cotte adolescenziali.

Fece cenno di sì con la testa e lui non perse tempo a ritornare alla carica, con una certa foga passionale che Sakura rimase travolta e non potè che reagire facendosi trascinare da quell’uragano che o poi l’avrebbe portata via; capì allora a cosa si riferiva Sasuke e rispose con la stessa foga con cui ora lui la divorava.

Non si rese conto di come o di quando i vestiti finirono sul pavimento, ma un attimo dopo erano in camera da letto a finire ciò che avevano appena iniziato.

 

 

- 2

Kakashi era nel suo ufficio, quando la divisione investigativa della scientifica lo avvisò dell’omicidio avvenuto nel garage di Asuma.

Per Kakashi era chiaro che Orochimaru stava mettendo in atto la sua personale vendetta contro tutti quelli coinvolti nella morte di Kabuto; il suo obiettivo in particolare era Sasuke e il solo modo per trovarlo era torturare ed uccidere chiunque aveva avuto a che fare con lui, o sapeva come rintracciarlo.

Il messaggio era molto chiaro e non vi erano dubbi che, in un qualche modo, sospettasse anche di Sakura; la sicurezza della sua identità era appesa ad un filo e non poteva permettere che Orochimaru mettesse le mani su di lei.

In quell’istante entrò Naruto nell’ufficio e, non appena vide la faccia di Kakashi, capì subito che qualcosa non andava.

 

“Sembra che non abbia avuto buone notizie questa mattina capo. Ecco perché il tempo non accenna a migliorare…

 

“Piantala subito con le battute idiote e dimmi dove si trova Sakura adesso!”

 

Ehm…l’ho lasciata a casa di una persona…

 

“E chi sarebbe?”

 

“So che comunque mi prenderebbe a calci nel culo, ma non credo di poterglielo dire”

 

“Hai torto Naruto, io posso fare molto peggio che prenderti a calci nel culo, quindi meglio per te che Sakura non sia con la persona che ho in mente in questo momento”

 

“Lei sapeva che uscivano insieme?”

 

Naruto era caduto come il solito idiota nella trappola di Kakashi; le sue non erano mai minacce fatte a vuoto, ed era capace di ottenere ciò che voleva con sottile inganno e semplice intimidazione. Tattica acquisita in anni di esperienza operativa.

Naruto se ne accorse troppo tardi, il volto di Kakashi era diventato di pietra, non aveva la benché minima idea che, Sakura e Sasuke, si frequentassero né tanto meno da quanto; se avesse potuto avrebbe scagliato tutta la scrivania fuori dalla finestra, ma anche l’autocontrollo era una dote acquisita in anni di esperienza.

 

“Cavolo sono proprio un coglione…

 

 Asuma è appena stato ucciso. Orochimaru intende dare la caccia a Sasuke e non esiterà ad uccidere chiunque sia con lui o abbia anche solo una minima relazione con lui…questo include anche te e Sakura”

 

“Non è me che la serpe vuole morto capo, ma Sasuke…

 

“Chiamalo e fate in modo che lei non venga coinvolta. E’ giunta l’ora di porre fine a questa storia una volta per tutte”

 

 

Aveva appena terminato di fare la doccia, fuori ancora pioveva a di rotto e si sedette sul letto al suo fianco ad osservarla silenziosamente; Sakura era crollata per il sonno e dormiva profondamente, Sasuke non aveva alcuna intenzione di disturbarla, tanto che aveva tolto la suoneria al cellulare.

Poco dopo però, il telefono iniziò a vibrare, e quando vide il nome di Naruto sullo schermo, si alzò e se ne andò in cucina a rispondere, pensando che fosse realmente importante; quando si rese conto che era peggio di quello che si aspettava, un ombra scura gli ricoprì il volto e si irrigidì come una pietra.

 

Asuma è stato ucciso. Orochimaru è intenzionato a fare strage di tutta l’ Organizzazione e della KCI pur di trovarti. Sakura non è al sicuro insieme a te, dobbiamo impedire che si avvicini a lei. Passo a prenderti tra 10 minuti”

 

Dal punto in cui si trovava poteva scorgere la camera da letto, la porta era aperta e poteva vedere il profilo di Sakura sotto il lenzuolo, lei ancora dormiva e sentì il sangue ribollire per la rabbia e il cuore spezzarsi in mille pezzi: era consapevole che doveva proteggerla ma allo stesso tempo sapeva che, se fosse andato ad affrontare Orochimaru, non sarebbe più tornato.

Elaborò rapidamente un piano per assicurarsi che, se proprio doveva morire, almeno Orochimaru lo avrebbe seguito; mandò un messaggio con il cellulare e andò a vestirsi, doveva essere pronto per quando Naruto sarebbe arrivato; non aveva la benché minima idea di cosa avesse in mente quella testa quadra ma non aveva scelta che affidarsi a lui.

Non svegliò Sakura e non lasciò alcun messaggio, preferì non rendere il tutto ancora più difficile e se ne andò, l’ultima missione prima della fine.

 

 

-1

Karin era in procinto di partire verso le isole esotiche, era stato organizzato tutto dall’avvocato di Orochimaru, doveva solo recuperare alcuni effetti personali che mise accuratamente in una borsa da viaggio di medie dimensioni.

Intendeva viaggiare comoda e una volta arrivata a destinazione, con tutti i soldi che aveva ricevuto, non sarebbe stato un problema comprare tutto quello che aveva sempre desiderato; uscì dal portone del palazzo dove abitava ed attraversò il portico esterno verso il parcheggio dove avrebbe trovato uno degli autisti di Orochimaru che l’avrebbe accompagnata all’aeroporto: aveva tutto, soldi, un nuovo passaporto ed una nuova identità, era sicura che avrebbe avuto un roseo futuro, ma si accorse subito di essere seguita e non le ci volle  molto per capire che, nonostante le sue abilità ed ogni precauzione presa per non farsi rintracciare, alla fine Luna Rossa l’aveva trovata; venne presto circondata da almeno una decina di uomini vestiti con abiti scuri e da dietro una colonna sbucò il capo in persona: Fugaku voleva essere sicuro che il traditore non vedesse più la luce del giorno.

 

“Signorina Karin, sono dolente di informarla che il Consiglio ha stabilito che i suoi servigi non sono più richiesti .”

 

Karin sogghignò, non si aspettava certo un bel tornato e nemmeno le interessava di cosa pensava l’Organizzazione e della sua politica; rimase immobile in attesa che ognuno degli uomini intorno a lei impugnò la pistola e, in contemporanea, fecero fuoco.

 

 

La limousine nera era bloccata nel traffico della strada principale del centro, la pioggia incessante stava creando notevoli disagi e rallentamenti, ma Orochimaru non aveva fretta; era intenzionato a trovare l’uomo che aveva ucciso suo figlio ed una volta trovato era intenzionato a dargli una morte lenta e molto dolorosa.

Ad un tratto squillò il telefono cellulare dell’avvocato, seduto nel sedile di fronte ad Orochimaru e gli passò la telefonata; era inusuale che lui rispondesse alle chiamate fatte al telefono di un'altra persona, ma l’avvocato disse che era importante: la voce di un uomo fece intendere ad Orochimaru che avrebbe presto ricevuto il suo premio.

 

“Ho saputo che mi stai cercando”

 

“Deduco che questa non sia una semplice telefonata di cortesia”

 

“Deduzione esatta. Sprechi il tuo tempo, non è così facile trovarmi”

 

“Il tempo amico mio è l’unica cosa di cui posso vantarmi di possedere in abbondanza… e presto io mi prenderò il tuo di tempo”

 

“Come ti ho già detto, non è così facile trovarmi… sarò io a trovare te, so già dove stai andando e mi assicurerò che la tua meta sia la definitiva”

 

La chiamata venne interrotta, Sasuke e Naruto avevano avuto il numero dell’avvocato di Orochimaru grazie a Shizune, la seconda esperta informatica della KCI che aveva da poco preso servizio, sostituendo Shikamaru.

Era molto brava ed aveva fornito loro le coordinate del gps della limousine di Orochimaru ed aveva scoperto, entrando nel computer portatile dell’avvocato, che si stava in quel momento recando al suo aeroporto privato appena fuori città.

Sasuke aveva un piano ed aveva deciso di farsi aiutare da Naruto; uscirono velocemente dalla superstrada, avrebbero intercettato Orochimaru al suo arrivo all’aeroporto, ma nessuno dei due s’immaginava che, a sua volta, Orochimaru aveva fatto intercettare la chiamata ed aveva mobilitato tutto il suo esercito personale che avrebbero atteso l’arrivo di Sasuke all’ingresso in aeroporto; avevano l’ordine di catturare l’uomo di Luna Rossa vivo e poi avrebbe pensato lui stesso ad eliminarlo.

Quando giunsero ai cancelli di ingresso del piccolo aeroporto, videro che il jet privato di Orochimaru stava uscendo dall’hangar, era sicuramente intenzionato a lasciare la città, allo stesso tempo si accorsero del muro di auto e uomini armati che iniziarono a sparare contro il suv che Naruto stava guidando; imprecando cercò di sterzare per evitare le pallottole, non era certo un blindato quello su cui stavano viaggiando, diversi colpi centrarono il fianco ed i vetri dei finestrini andarono in frantumi, poi Sasuke gli intimo di proseguire e sfondare la recinzione laterale; appena oltre era posteggiata una camionetta che rifornisce gli aerei di benzina, una volta oltrepassata la recinzione, Sasuke si sporse dal finestrino e sparò una serie di colpi contro la cisterna che esplose generando una colonna di fumo che si levò verso il cielo.

 

“Ehi ma che intenioni hai?”

 

“Segui il piano Naruto

 

“E’ appena andato a farsi benedire il tuo piano… SASUKE!”

 

Il moro era già saltato giù dall’auto, approfittando del fumo e delle fiamme si mise a sparare con una piccola mitragliatrice, parte integrante del suo arsenale personale; intendeva tenere occupati gli uomini di Orochimaru in modo che Naruto avesse il tempo di proseguire comunque con il piano concordato.

Non sarebbe stato facile c’erano uomini armati ovunque, ed uno in particolare armato di bazuka punto contro il suv che si stava dirigendo verso l’aereo; Naruto se ne accorse e fu costretto e saltare fuori dall’auto prima che il missile lo centrasse in pieno.

Come da copione, l’auto venne fatta saltare in aria e senza troppi indugi Naruto si mise a correre dietro all’hangar per sfuggire ai suoi inseguitori che già gli stavano sparando; Sasuke ebbe un bel daffare per tenere occupati i suoi avversari, erano troppi, molti di più di quanto si aspettasse e no ci volle molto che rimase a corto di caricatori.

Dovette a quel punto ricorrere alle bombe a mano, fortunatamente ne aveva un paio con se, lanciandoli contro gli uomini armati riuscì a liberarsi la strada e buttarsi nella mischia affrontandoli uno per uno, utilizzando le loro stesse armi da fuoco come supporto.

Gli anni di duro addestramento servirono bene allo scopo ed aveva eliminato quasi tutti, ma era così concentrato nella lotta da non essersi accorto che l’ospite tanto atteso era infine giunto alle sue spalle; l’ultima cosa che udì fu il colpo esploso a poca distanza da lui, il dolore al fianco fu un lampo che era praticamente impossibile ignorarlo.

Si accasciò contro la portiera di una delle auto ferme vicino all’hangar e si portò la mano contro la ferita per fermare il sangue che già usciva abbondante; dopo quasi 24 ore si ritrovò a guardare occhi negli occhi l’uomo con cui suo padre aveva combattuto per tutta la vita e che, per ironia della sorte, lui stesso gli aveva ucciso il figlio.

 

“Sei molto coraggioso te lo concedo, ma anche molto ingenuo. Ad ogni modo preferisco modi alternativi per porre fine alla vita di coloro che mi ostacolano il cammino”

 

“Come hai fatto con il procuratore Haruno vero? Conosco i tuoi così detti modi alternativi,non c’è niente di più vile che sterminare un’intera famiglia e far saltare la casa per coprire il misfatto. Ma ancora più vile e non aver personalmente acceso la miccia”

 

“Così parlò per l’ultima volto un uomo che uccide a comando.”

 

Orochimaru non era solo, ma si liberò del cappotto e della giacca e decise di affrontare Sasuke personalmente senza pistole e senza armi di alcun genere, così come doveva essere tra veri uomini.

Ma era anche un uomo abile nell’inganno, non aveva infatti esitato a sparargli alle spalle prima, in modo da essere sicuro di poter avere la meglio su di lui; in fin dei conti sapeva che avrebbe affrontato un uomo forte e ben addestrato, voleva la certezza che sarebbe morto soffrendo.

Sasuke riuscì a rimettersi in piedi, il tempo per incassare un poderoso destro dritto sulla mascella, il secondo lo parò con il braccio reagendo a sua volta con tutte le tecniche di arti marziali che conosceva; dovette ammettere che, nonostante l’età, Orochimaru era molto abile nel combattimento ed anche molto forte, ma il suo vantaggio dipendeva dalla ferita che gli aveva inferto.

Sasuke accusò un colpo basso dritto sulla ferita al fianco che gli fece perdere terreno e il vantaggio ottenuto da Orochimaru su di lui si fece sempre maggiore; riuscì a tenergli testa ancora per poco, dopodiché le forze iniziarono e venire meno ed Orochimaru rincarò la dose facendolo crollare a terra ai suoi piedi.

 

“C’è sempre una conseguenza nell’ostacolarmi e sebbene condivida il tuo risentimento per la perdita di tuo fratello, non posso certo perdonarti di aver preso la vita di mio figlio”

 

Orochimaru sogghignò, sicuro di avere la vittoria in tasca, quando ad un tratto un sibilo echeggiò nell’aria ed un proiettile gli passò vicino al volto procurandogli una ferita alla guancia che lo fece indietreggiare; ci furono diversi spari, da un punto imprecisati intorno all’area dove si trovavano, non erano uomini di Orochimaru e Sasuke sorrise di sbieco, la bocca impastata di sangue per i colpi inferti da Orochimaru.

 

“Credevi di poter avere tutto?”

 

Orochimaru lo guardò con rabbia mentre i suoi uomini di scorta cominciarono a sparare a loro volta e l’avvocato gli andò incontro intimandogli di allontanarsi e di raggiungere il jet.

 

“Non finisce qui, hai la mia parola”

 

Orochimaru ed i suoi uomini si misero a correre verso l’aereo pronto a partire, il pilota aveva già avviato i motori, lasciando Sasuke moribondo in mezzo al piazzale ancora con il sorriso stampato in volto.

 

“E’ già finita, stronzo”

 

Il gruppo salì sull’aereo e il portellone venne chiuso, l’aereo si incamminò verso la pista di decollo; Sasuke vide l’aereo prendere il volo con a bordo Orochimaru, in viaggio verso l’inferno…

 

“3…2…1…”

 

A pochi minuti dal decollo, appena raggiunto la quota ideale, l’aereo esplose con un boato assordante; Naruto era riuscito ad entrare nell’hangar da una porta posteriore, per impedire agli uomini che lo stavano inseguendo aveva bloccato la porta dall’interno con un’ascia che era stata lasciata vicino all’entrata. A guardia dell’aereo c’erano soltanto due uomini al soldo di Orcohimaru e grazie all’addestramento ricevuto, sia da Luna Rossa che dalla KCI, non gli fu difficile sbarazzarsi di loro e salire indisturbato sull’aereo per piazzare la bomba di piccole dimensioni dentro la centralina di controllo; una volta decollato l’aereo, grazie a un detonatore comandato a distanza, fu sufficiente premere il bottone e dato che il serbatoio era pieno di benzina il risultato era assicurato.

Naruto uscì dall’hangar in tempo per impedire ad Orochimaru di infierire su Sasuke e metterlo in fuga e quando fu il momento fece saltare in aria l’aereo; raggiunse Sasuke dolorante per le ferite inferte ma sollevato di aver messo la parola fine alla legacy di Orochimaru e di aver, allo stesso tempo, protetto la donna di cui si era innamorato.

 

“Ho sempre pensato che la mia vita fosse troppo banale. Sei decisamente uno straccio Sasuke

 

“Piantala idiota, non è poi così esaltante come pensi finire con le costole a brandelli.”

 

Bhè almeno non hai perso il tuo senso dell’umorismo”

 

Le auto della polizia, vigili del fuoco ed ambulanza arrivarono a sirene spiegate e Naruto prese sottobraccio Sasuke per farlo rialzare e portarlo via ma il moro si oppose.

 

“Sono stanco amico, non ho più voglia di nascondermi!”

 

“Non posso lasciarti qui e ad ogni modo se rimango lo sai che cosa succederà”

 

“Ne sono grato e preferisco che sia tu a farlo”

 

Naruto aveva capito a cosa si riferiva e sospirò osservando ancora una volta i veicoli che stavano entrando nell’aeroporto; sapeva benissimo cosa comportava quella richiesta e fu costretto ad assecondare l’ultimo desiderio del suo amico.

 

“Va bene, come vuoi. Andiamo… coraggio, in piedi, sei in arresto con l’accusa di omicidio. Hai il diritto di rimanere in silenzio, se rinunci a questo diritto qualunque cosa dirai potrà essere usata contro di te in tribunale. Hai diritto ad un avvocato, se non puoi permettertelo te ne verrà assegnato uno d’ufficio ecc… ecc… Cavolo quanto ti odio in questo momento!”

 

Sasuke sorrise sghembo mentre Naruto gli prese i polsi e lo ammanettò; le auto degli agenti si fermarono a pochi metri da loro e subito dietro, da un’auto di ordinanza, scese Kakashi che osservò Sasuke gravemente ferito ed ammanettato mentre Naruto lo trascinava verso una ambulanza e scortato da altrettanti agenti.

Sasuke si voltò verso di lui e poco dopo spostò lo sguardo oltre la recinzione metallica, una macchina nera era posteggiata sul ciglio della strada che costeggiava il piccolo aeroporto, i vetri oscurati impedivano di vedere chi fosse seduto all’interno, ma Sasuke sapeva che suo padre lo stava osservando e si limitò a sorridergli con aria di sfida: aveva messo la parola fine ad anni di guerra contro il crimine organizzato di Orochimaru ed allo stesso tempo aveva rotto una delle regole principali che costituivano le fondamenta dell’intera Organizzazione.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Cap.11 - Epilogo ***


[Note dell’autrice: un saluto ai cari lettori che hanno seguito questa storia. Questo è il capitolo conclusivo, mi ha fatto davvero sudare ma spero che il risultato sia stato, almeno per molti di voi, gradito ed apprezzato.

Un grazie sincero a manga, meryl watase, Zonami84, Tsubaki Nakamura, eco89 sasuxsaku, biancocchio, gabirella92, LaSignorinaRottermaier per le vostre preziose recensioni che mi hanno dato lo stimolo per portare a termine questa impresa. Spero di rivedervi ancora nelle prossime pubblicazioni.

Baci baci!!]

 

 

- Epilogo

Sasuke venne ricoverato per almeno tre giorni, piantonato nella sua stanza dalla polizia 24 ore su 24; Kakashi non era intenzionato a lasciarlo andare ed allo stesso tempo dovevano tenere la notizia della sua cattura lontano dai media.

La morte di Orochimaru era già finita sulle prime pagine di tutti i giornali, Kakashi fu costretto a staccare il telefono per le continue chiamate da parte del sindaco e del governatore che chiedevano con insistenza dettagli sulle indagini al riguardo; sebbene la morte del più pericoloso criminale della storia della città aveva da una parte reso un favore a gran parte della popolazione, per molte persone invece la cosa aveva creato notevoli disagi, c’era il rischio che venisse scoperto il vaso di Pandora e che molti nomi finissero in pasto ai social.

A Kakashi non importava granché degli interessi personali delle alte sfere, il suo lavoro era mettere i criminali dietro le sbarre e non assecondare i capricci dei politici corrotti; inoltre doveva tenere Sakura il più lontano possibile da Sasuke e soprattutto dai giornalisti.

Quando si era svegliata e non aveva trovato Sasuke nell’appartemento quel giorno, aveva tempestato sia lui che Naruto di messaggi e telefonate, ma senza alcuna risposta.

Riuscì a parlare con Naruto solo alcune ore dopo, appena tornata in centrale e fu soltanto allora che il suo amico le raccontò di quanto accaduto all’aeroporto e che Orochimaru era morto; Sakura per un attimo trattenne il respiro, per anni aveva cercato il modo di vendicarsi su colui che aveva sterminato la sua famiglia e sapere che alla fine erano stati proprio Naruto e Sasuke a porre fine alle sue pene, fu per lei come respirare aria nuova e potè solo essere grata ad entrambi.

Quando poi Naruto le riferì che, su richiesta di Sasuke, lo aveva arrestato ed era stato portato al pronto soccorso per curare le ferite che aveva subito, Sakura non se lo fece ripetere due volte e guidò a tutta velocità verso l’ospedale.

Una volta lì però venne fermata da Kakashi e da altri agenti di polizia che le impedirono di vederlo; Sakura capì che il suo mentore, nonché padre adottivo, era a conoscenza del suo rapporto con Sasuke, e sebbene non fosse particolarmente d’accordo, allo stesso tempo non poteva consentirle di parlare con lui per una questione di sicurezza, in quanto ricadevano su di lui accuse molto gravi e la stessa Organizzazione al quale apparteneva stava muovendo mari e monti per tenere segreta tutta la vicenda.

La questione era soprattutto non far sapere che, un killer ben addestrato artefice di diversi reati, tra cui anche l’omicidio di Orochimaru, aveva rapporti intimi con un detective di polizia e che quel detective altri non era che la figlia del defunto procuratore Haruno; tutto questo avrebbe creato un certo imbarazzo ed avrebbe compromesso la posizione di Sakura ma anche la credibilità della stessa KCI.

Solo a Naruto era permesso vedere Sasuke e promise a Sakura di tenerla a conoscenza in ogni momento delle sue condizioni e che gli avrebbe fatto sapere che lei era lì.

Infatti Naruto entrò poco dopo nella stanza di ricovero di Sasuke, i monitor accesi indicavano i valori nella norma e lui era sveglio a fissare la finestra, lo sguardo più furioso di quanto Naruto potesse rammentare.

 

“Ti trovo in gran forma!”

 

“Fottiti, questo bip assordante non mi fa dormire la notte e il fianco mi fa un male cane!”

 

“Proprio come dicevo; sei in gran forma.”

 

“Cos’era tutto quel trambusto in corridoio, pareva una crisi isterica in piena regola!”

 

“Sakura sa che sei in ospedale ma Kakashi non le permette di vederti. Non è una che cede tanto facilmente ma questa volta è costretta a fare retromarcia”

 

Sasuke si irrigidì imprecando sottovoce, sapeva che la situazione per loro due si era ulteriormente complicata; ammesso e non concesso che sarebbe andato in galera, Kakashi stava facendo soltanto il bene di Sakura a tenerla lontana da lui. Anche se fosse uscito dall’ospedale, non avrebbe comunque potuto rivederla e quel pensiero era più straziante del suono delle macchine a cui lo tenevano attaccato tutto il giorno e tutta la notte: lo avevano ammanettato al letto così che non potesse scappare, non sentiva neppure lo stimolo di andare al bagno, il catetere sopperiva allo scopo.

Ad ogni modo non aveva alcuna intenzione di fuggire, poteva soltanto stare lì sdraiato in quel letto di ospedale, contando i minuti in attesa di conoscere il verdetto che avrebbe segnato il suo futuro a venire; in quel futuro, qualunque fosse, non c’era posto per Sakura.

Lei in compenso si recava in ospedale tutti i giorni insieme a Naruto; non poteva violare gli ordini impartiti da Kakashi che le impedivano di parlare con Sasuke, ma almeno aveva il suo compagno che la aggiornava di volta in volta; era molto triste e preoccupata, aveva la sensazione che presto lo avrebbe perso e che non avrebbe mai più avuto modo di vederlo in futuro.

Accadde dopo circa una settimana, dal giorno in cui Orochimaru fu ucciso, Kakashi si recò a fare visita a Sasuke insieme ad un agente che gli consegnò un borsone sportivo con dentro del vestiario pulito.

Non era più attaccato alle macchine e gli avevano tolto le manette così da poter andare in bagno in tutta tranquillità, sempre comunque sotto stretta sorveglianza di un poliziotto che stava con lui tutto il tempo dentro la camera, fino a quando non arrivava Naruto e l’agente poteva andare in pausa.

Quel giorno però Sasuke rimase sorpreso che, a fargli visita, fu proprio Kakashi, il quale però non era portatore di buone notizie.

 

“Sei libero di andare, non sei più un sospettato sotto custodia”

 

“Immagino che mio padre abbia fatto sfoggio di uno dei suoi trucchi di magia”

 

“La morte di Orochimaru ha creato non poco trambusto e molte persone preferiscono non essere coinvolte; l’accordo con il giudice è che tu venga prosciolto da ogni accusa, tu non eri presente e non hai visto nulla, a condizione che venga riaperto il caso della morte del procuratore Haruno e che tu sparisca dalla circolazione”

 

“Conosco il termine “sparire dalla circolazione” così come conosco mio padre; ero già spacciato prima ancora di fare un buco in fronte a Kabuto

 

“C’è qualcosa che posso fare per te, prima che tu te ne vada?”

 

Sasuke stava per rispondergli ma si trattenne, non era così facile chiedere al tuo capo di dire addio alla donna della tua vita, specialmente se questi le ha fatto da padre per quasi vent’anni.

 

“No, grazie. Ora sono in pace!”  

 

Indossò gli abiti puliti e firmò il foglio di uscita, si sentiva più leggero nel sapere che, almeno Sakura, aveva ottenuto giustizia per la morte della sua famiglia.

Uscito dall’ingresso un’auto nera parcheggiata sul ciglio del marciapiede lo stava aspettando; un uomo scese dall’auto dal posto di guida e gli aprì lo sportello del lato passeggero, Sasuke con molta calma continuò a camminare nella sua direzione e salì in macchina senza guardare in faccia nessuno nemmeno alla persona seduta di fianco a lui, convinto che fosse suo padre.

Fu solo quando l’auto si mise in viaggio che la persona di fianco a lui gli parlò e nel momento in cui riconobbe la voce, un’ombra di sconcerto, sorpresa ed orrore gli si stampò in volto.

 

“Lieto di rivederti… fratello!”

 

Itachi? Ma…non è possibile… tu eri…

 

“Morto? Già era esattamente ciò che doveva sembrare affinchè tu portassi a termine il lavoro. Anche se con qualche acciacco alla fine ne sei uscito tutto di un pezzo”

“Tu non eri morto? Ma che razza di storia è questa; portare a termine il lavoro ma di che diavolo stai parlando?!”

 

Sasuke era furibondo ed Itachi non poteva certo biasimarlo; lo aveva usato per raggiungere uno scopo ben preciso, ma quella decisione fu necessaria e venne presa in cambio di un grande sacrificio.

 

“Ok, adesso ti puoi calmare e lasciarmi spiegare? Non era mia intenzione ingannarti ma non avevo scelta; il mio obiettivo era Kabuto, ma qualcosa andò storto a sono stato ferito, sospettavamo una talpa all’interno dell’Organizzazione e quando hai incrociato la tua strada con quella di Kabuto abbiamo dovuto prendere una decisione. Io, papà e Kakashi ci siamo messi d’accordo quella sera in ospedale; dovevo essere dichiarato morto affinchè tu ti mettessi a caccia di Kabuto, una volta ucciso lui  e scoperto il traditore  non ci sarebbe voluto molto per eliminare definitivamente Orochimaru e così è stato.”

 

“Ti ringrazio fratello adesso sono molto più sollevato e incazzato di prima. Buon per te che non ho un’arma con me adesso, perché ho veramente una gran voglia di renderti deceduto per davvero stavolta”

 

“Apprezzo il tuo senso dell’umorismo, ma dubito che riusciresti a centrare il bersaglio”

 

“Quanto ti odio…

 

“Comunque, morale della favola è che ci siamo liberati definitivamente del nostro peggiore nemico ed io sono il nuovo leader di Luna Rossa”

 

“Stai scherzando?”

 

“Papà è uno stronzo, lo hai sempre saputo, era ora che se ne andasse in pensione;l’accordo era che, una volta  portato a termine la missione, io avrei preso il suo posto, Kakashi avrebbe continuato a dirigere la KCI e la parte logistica ed amministrativa dell’Organizzazione…  e tu saresti stato libero”

 

Sasuke non poteva credere a ciò che stava ascoltando; tutto quanto era stato organizzato ad arte solo per eliminare il nemico e poi congedarlo definitivamente?

Sapere tutto questo non gli giovava al sistema nervoso, sebbene in fondo al cuore era felice di vedere che suo fratello era ancora vivo, ma non era ancora sicuro di cosa ne sarebbe stato di lui; Itachi gli aveva appena detto che era libero, non più un membro attivo dell’Organizzazione, pulito, senza più un passato da assassino alle spalle, ma cosa avrebbe fatto ora?

Itachi gli consegnò una cartellina nera, al suo interno la risposta alle sue domande.

 

“Dentro c’è tutto; nuovo passaporto, nuova identità, nuovo cellulare, un nuovo conto bancario, ci sono abbastanza soldi per poter ricominciare da zero ed una serie di lavori che potresti fare, devi solo sceglierne uno. Prenditi una vacanza prima se ti va e poi goditi la tua vita, te lo sei guadagnato”

 

“Io non so proprio cosa dire, se grazie o mandarti al diavolo… Mi viene in mente soltanto mamma; come sta?”

 

“Sa che stai bene, aspetta solo una tua telefonata. Inoltre ha chiesto il divorzio”

 

A Sasuke quell’ultima frase non lo sorprese più di quel tanto, erano anni ormai che i suo genitori dormivano in camere separate e poi comunque sua madre già intratteneva rapporti intimi con il suo vecchio fidanzato Kakashi, così come Fugaku di tanto in tanto se la spassava con qualche nuova adepta dell’Organizzazione.

 

“Mi domando perché ci abbia messo così tanto”

 

Si misero a ridere e scambiarono ancora qualche parola fino a quando non arrivarono ad un parcheggio, dove un’altra auto li stava aspettando; quell’auto avrebbe accompagnato Sasuke verso la sua nuova destinazione, così dopo essersi salutati pacificamente, un nuovo viaggio ebbe inizio.

 

 

Un mese dopo, Sakura era seduta alla sua scrivania con lo sguardo perso ad osservare dalla finestra i palazzi di fronte alla sede della KCI; non aveva  più ricevuto notizie di Sasuke; l’ultima volta che si recò in ospedale insieme a Naruto, videro che non c’erano più gli agenti addetti alla sua sorveglianza e quando entrarono nella sua stanza era vuota.

Incrociarono una infermiera e le chiesero del paziente che era ricoverato lì e lei rispose che era stato dimesso con l’autorizzazione dello stesso Kakashi; Sakura provò più volte a parlare con lui riguardo a Sasuke, ma lo stesso Kakashi rimaneva sempre vago sulle sue risposte, le disse semplicemente che era tutto sistemato e che non doveva più preoccuparsi per lui.

A Sakura le si spezzò il cuore, non solo perché aveva perso l’uomo che amava, ma anche perché il suo padre adottivo ne era in parte la causa; se anche solo una volta le avesse concesso di vederlo, invece non aveva fatto altro che respingerla e tenerla costantemente lontana da Sasuke, ed ora lui se ne era andato per sempre.

Non aveva più ricolto la parola a Kakashi se non per lavoro, al di fuori di esso si era estraniata dal mondo e non voleva vedere nessuno; ogni tanto tornava in quel bar dove, lei e Sasuke, si incontrarono per la prima volta, sperando di vederlo entrare dalla porta, ma non avvenne mai.

Era assorta dai ricordi quando venne richiamata alla realtà da un fattorino che le consegno una busta e le chiese una firma; la busta sigillata non recava mittente ed era indirizzata specificamente a lei, quando la aprì trovò dentro due chiavi, una era di una macchina e l’altra sembrava quella di un lucchetto per via delle piccole dimensioni ed una biglietto con un indirizzo, un numero composta da due lettere e tre numeri ed alcune semplici parole “fanne buon uso”, firmato dal defunto Asuma.

Sakura non aveva la più pallida idea del motivo per la quale quell’uomo avesse inviato proprio a lei quella busta e non sapeva neppure cosa farne di preciso; cercò su internet l’indirizzo indicato nel biglietto e scoprì soltanto che si trattava di un affitta magazzini, con diversi lotti di varie dimensioni, provò così a telefonare e scoprì che lo strano numero scritto sul biglietto era il numero identificativo di uno dei lotti che avevano affittato di recente.

Sakura rimase a riflettere sul da farsi quando entrò Naruto con il sacchetto della colazione e decise allora di andare insieme a lui a vedere  di cosa si trattava; gli spiegò la situazione e lui accettò di accompagnarla, per essere sicuro che non si trattasse di una qualche trappola.

Il magazzino si trovava nella zona industriale appena fuori città; trovarono il lotto indicato nel biglietto e Sakura aprì il lucchetto con la chiave che Asuma le aveva fatto recapitare.

Quando aprirono il portellone non poterono credere ai loro occhi; l’ultimo gesto di Asuma prima di morire, fu quello di consegnare in mano a Sakura una macchina nera d’epoca, risalente agli anni ’70, un raro modello di Mustang serie Sharingan in perfette condizioni, come se fosse appena uscita dalla fabbrica.

Naruto la riconobbe subito e non potè fare a meno di imprecare ad alta voce.

 

“Che io sia dannato è la macchina di Sasuke!!”

 

“Come hai detto?”

 

“E’ la macchina che stavamo cercando, ricordi? L’auto che aveva rubato Kabuto. E’questa, è di Sasuke!”

 

Sakura in quel momento ricordò quel giorno, non aveva più pensato che Asuma aveva detto che si sarebbe occupato lui dell’auto, non immaginava però che la facesse trovare proprio a loro; fu il giorno più lungo della sua vita ed alla fine, tutto ciò che è riuscita ad ottenere era una macchina, ma non una macchina qualsiasi: la sua.

 

Asuma si è raccomandato di farne buon uso, ma non so esattamente cosa intendeva. In teoria andrebbe restituita a Sasuke…

 

Peccato però che Sakura non aveva la benché minima idea di dove si trovasse; fu allora che Naruto le porse una piccola busta bianca, all’interno c’era una lettera con in calce il timbro della KCI e la firma di Kakashi ed un piccolo biglietto con un altro indirizzo.

 

“Ma che cos’è?”

 

“Ero venuto nel tuo ufficio proprio per questo. Ho parlato con Kakashi l’altra sera e l’ho convinto. Ha firmato il tuo congedo. Sei in vacanza a tempo indeterminato. Puoi consegnargliela tu la macchina? Io ho un appuntamento con Hinata tra 20 minuti e sono già in ritardo.”

 

Sakura sbattè più volte le palpebre dalla sorpresa, che le venisse un colpo, un raggio di sole aveva fatto capolino nel cielo grigio che era diventata la sua vita, poteva di nuovo rivederlo e questo grazie all’aiuto di Naruto.

Lo abbracciò istintivamente e lui ricambiò l’abbraccio sapendo che non si sarebbero rivisti almeno per un po’, era contento di aver fatto la cosa giusta, in fondo sia Sakura che Sasuke se lo meritavano.

 

Bhè non hai bisogno di un passaggio, il mezzo a disposizione ce l’hai già. Porta i miei saluti al teme”

 

Il suono delle onde dell’oceano gli conciliavano il sonno; le giornate si erano fatte più calde ed aveva speso il suo tempo a correre sulla spiaggia, a fare surf e a crogiolarsi sul divano con qualche birra.

Le ferite era guarite, aveva seguito il consiglio di Itachi e si era preso una lunga vacanza nella casa di famiglia sulla spiaggia, nonostante fosse trascorso un mese e cominciasse ad annoiarsi, allo stesso tempo non aveva alcuna intenzione di mettersi in cerca di un lavoro.

Spesso pensava a Sakura, a tutte le volte che aveva provato a telefonarle ma non aveva mai avuto il coraggio di premere il bottone della chiamata; aveva bisogno di un po’ di tempo per pensare, lasciare che le acque si calmassero, ma ancora non si era deciso a fare il primo passo.

Forse lei si era già rifatta una vita, che diritto aveva lui di stravolgergliela di nuovo; stava considerando l’idea di lasciare perdere definitivamente e dimenticarla quando udì il rumore di un auto in avvicinamento nel vialetto sterrato della villa.

L’abitudine a tenersi sempre pronto ed armato non l’aveva persa e stava già prendendo mano alla pistola, quando di colpo si bloccò: aveva riconosciuto il suono del motore, un motore inconfondibile alle sue orecchie e lo riconobbe, perché lo aveva assemblato lui stesso quando rimise a nuovo la sua Mustang Sharingan.

Uscì di corsa dalla villa e fu piacevolmente sorpreso di rivedere la sua adorata macchina, ma ancora di più nel vedere appoggiata vicino al cofano Sakura, in occhiali da sole e tenuta estiva con le chiavi in mano che gli sorrideva in maniera ambigua, sorriso che non gli dispiacque affatto.

 

“Mi scusi signore ha per caso perso lei quest’auto?”

 

Sasuke si mise a ridere e dovette ammettere che era uno schianto sotto quell’aspetto ed era contento di averla ritrovata

 

“Sono un po’ costernato; sono indeciso se è la macchina a rendere più sexy te e tu a rendere più sexy la macchina”

 

“Un vero e proprio dubbio amletico. Non mi dici nemmeno ciao?”

 

Sasuke si avvicinò con rapidi passi e la prese tra le braccia baciandola come mai aveva fatto prima, assaporando ogni singolo contatto; Sakura rispose all’abbraccio sollevata di riaverlo di nuovo e questa volta senza inganni né distintivi.

 

“Sakura non so come tu abbai fatto e non lo voglio sapere. Ho riavuto te e la mia auto preferita e questo mi basta!”

 

 

- Fine -

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3043153