Light Em' Up

di JackiLoveCatoniss4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oh, whoa, oh, oh, whoa, oh, oh, whoa, oh, oh, whoa ***
Capitolo 2: *** B-B-B-Be careful making wishes in the dark, dark ***
Capitolo 3: *** Can't be sure when they've hit their mark ***
Capitolo 4: *** And besides in the mean, mean time ***
Capitolo 5: *** I'm just dreaming of tearing you apart ***
Capitolo 6: *** I'm in the de-details with the devil ***
Capitolo 7: *** So now the world can never get me on my level ***
Capitolo 8: *** I just gotta get you off the cage ***
Capitolo 9: *** I'm a young lover's rage ***
Capitolo 10: *** Gonna need a spark to ignite ***
Capitolo 11: *** My songs know what you did in the dark ***
Capitolo 12: *** So light 'em up, up, up ***
Capitolo 13: *** Light 'em up, up, up ***
Capitolo 14: *** I'm on fire ***



Capitolo 1
*** Oh, whoa, oh, oh, whoa, oh, oh, whoa, oh, oh, whoa ***


Capitol City appare in tutto il suo splendore davanti ai nostri occhi. Io e Glimmer osserviamo tutto, incantati ed estasiati, fino a quando la voce della nostra accompagnatrice si fa sentire di nuovo. – Venite, ragazzi, il Centro Immagine è da questa parte! – Entriamo nel Centro di Addestramento e prendiamo un ascensore. In pochissimi secondi, siamo già a destinazione. I nostri staff di preparatori ci stanno aspettando fuori dalla porta, ma non c’è traccia degli stilisti. Probabilmente, staranno rifinendo gli ultimi dettagli dei nostri costumi. – Ma che bei ragazzi! Avranno sponsor a palate! – dice una donna piena di tatuaggi. Poi ci invitano ad entrare. Ci sono due sezioni: una per le femmine, dove va Glimmer, ed una per i maschi, in cui mi dirigo io. Ci sono già alcuni tributi. Cato Hadley, il volontario diciottenne del Distretto 2, si para davanti a me e mi chiede: – Sei Marvel Sanford, del Distretto 1? – Sfoggio il mio miglior sorriso e rispondo: – Certo che sì! Chi altri potrebbe avere il mio fascino? – Il mio futuro alleato ride e mi dice: – Be’, all’addestramento mi farai vedere quello che sai fare! – Dopodiché, viene circondato dal suo staff. Non avranno molto lavoro da fare, è un bel ragazzo. Glimmer stravedrebbe per lui. Per qualche motivo, questo pensiero mi fa ingelosire. Certo, ho una piccola cotta per la mia compagna da sei anni, ma non intendo risparmiare neanche lei nell’arena, per cui non ha alcun senso quello che sto provando ora. Scaccio questi pensieri dalla mente e scopro di essere osservato. Max Eisenstein, il dodicenne del Distretto 4, mi guarda incuriosito, anche se non riesco proprio a capire il perché. Ad un certo punto, sento la sua voce che chiede: – Hai intenzione di uccidere tutti i tuoi alleati, prima o poi? – Lo contemplo scioccato, prima di rispondergli: – Ragazzino, ma che razza di domande fai? Stiamo per partecipare negli Hunger Games, la risposta è evidente, non credi? – Lo lascio perdere ed osservo gli altri. C’è il ragazzo del 5, a cui non presto molta attenzione, dato che non so nemmeno il suo nome. Poi il mio sguardo cade su William Sullivan, il sedicenne del Distretto 6 che ha rifiutato un ragazzo che voleva offrirsi al suo posto. Mi rivolgo a lui: – Sei stato stupido ad impedire a quel ragazzo di venire! Che c’è, volevi la gloria tutta per te? Be’, mi dispiace, amico, ma non sarà così! Hai davanti a te il futuro vincitore dei Settantaquattresimi Hunger Games! – Mi rivolge uno sguardo carico di disprezzo ed odio. Gli abitanti dei distretti più poveri odiano i Favoriti, anche se i loro tributi farebbero carte false per unirsi a noi. Dato che non risponde, cerco di instaurare una conversazione con uno degli altri due tributi rimanenti. Faccio qualche passo verso Thresh Radioactive, il diciottenne del Distretto 11, ed, in men che non si dica, sono davanti a lui. È un gigante, addirittura più alto di Cato, e mi mette in soggezione. Cerco di non fargli capire che mi spaventa e gli domando – Ehi, ragazzo, ti va di unirti alla nostra alleanza? – Credo che mi ammiri incredulo, quando una delle sue mani mi afferra il collo e mi solleva da terra. Mi sibila in faccia: – Ringrazia che non ti spezzo il collo adesso, 1, e vai a fare le tue domande idiote a qualcun altro! – Mi lascia andare ed io cerco disperatamente di prendere un po’ d’aria. Qualcuno, dietro di me, ride, divertito. Mi giro, infuriato, solo per scoprire che si tratta di Peeta Mellark, il sedicenne tributo maschile del Distretto 12. La sua compagna si è offerta volontaria al posto della sorella, proprio come la ragazza del 6. A denti stretti, gli chiedo: – Che hai da ridere, 12? – Mi risponde subito: – La tua tecnica per stringere alleanze ha bisogno di essere affinata ancora un po’! – Stringo i pugni e mi trattengo a fatica dal rifilargli uno sganassone. Vado dai miei preparatori, poi dalla stilista, che mi fa indossare un orrendo abito rosa scuro, e scendo nell’atrio. Cashmere e Gloss, i mentori, ci aspettano davanti al nostro carro. Cerco con lo sguardo anche lei, e la trovo accanto a Cato ed ad una ragazza che dev’essere la sua compagna. Mi avvicino a loro ma, proprio in quel momento, i nostri mentori ci chiamano. Siamo i primi della sfilata, ed il pubblico ci accoglie con un applauso fragoroso e delle urla. Ma questo è niente in confronto a ciò che succede quando escono quelli del 12: i loro vestiti sono infuocati! Le poche persone che non sono state distratte dalle fiamme sono concentrate quasi tutte sulla bellezza dei tributi del 6, e solo una minima parte rivolge delle occhiate ai ragazzi del 2. Quando la sfilata finisce, sono esausto.
Angolo dell’autrice: Sono tornata con una nuova fanfiction! Come vi avevo già comunicato alla fine della precedente, stavolta racconterò gli Hunger Games dal punto di vista di Marvel. Lo immagino un po’ tronfio, ma insicuro nel profondo del suo animo. Il suo rapporto con Glimmer si svilupperà in seguito. Voglio chiedervi una cosa: i personaggi inventati da me, come l’accompagnatrice, gli stilisti ed i preparatori, devono rimanere gli stessi della mia precedente fanfiction o è meglio se li cambio? Vi prego, rispondetemi, sono piuttosto confusa a questo proposito. Che ne dite di una recensione? Vi saluto. Baci dalla vostra JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 2
*** B-B-B-Be careful making wishes in the dark, dark ***


Prendiamo l’ascensore per raggiungere le nostre stanze, che si trovano al primo piano. Non appena entro, mi accorgo a malapena della tavola imbandita che ci attende a pochi passi dalla porta, distratto come sono dalla magnificenza dell’arredamento. Nel Distretto 1 ho una casa che, prima di venire a Capitol City, consideravo bellissima, con delle stanze meravigliose. Dato che produciamo articoli di lusso, c’è davvero poca gente che muore di fame. Noi ragazzi, fino ai diciotto anni, ci addestriamo per offrirci volontari e, se non ci è concesso l’onore di partecipare ai Giochi, iniziamo a lavorare. I nullatenenti sono l’unica macchia che ha il nostro distretto. Quegli straccioni non meriterebbero nemmeno per un istante di godere della bellezza dei posti a noi familiari, come la piazza. Ma, in confronto alla capitale, sembriamo dei pezzenti. Paragono l’appartamento in cui mi trovo con la mia abitazione, e mi accorgo che il mio domicilio sembra pacchiano. Persino il treno dei tributi sembra troppo artificioso. Queste stanze sono come la luce di una candela: piacevoli alla vista ed assolutamente non volgari. In una parola, accoglienti. Mi sento bene, come se, tra cinque-sei giorni non mi ritroverò in un’arena a cercare di sopravvivere. L’accompagnatrice ci indica le stanze che io e Glimmer dovremo occupare. Entro nella mia, tolgo il costume, faccio una doccia ed indosso una camicia e dei pantaloni prima di andare a cenare. Quando arrivo, noto che manca solo Glimmer. Si presenta dopo qualche minuto, ed io non faccio altro che pensare a quanto è bella. Cerco di scacciare questi pensieri dalla mente e di guardarla senza sbavare. Ci sediamo ed iniziamo a parlare con i nostri mentori. – Che pensate dei ragazzi del 2? Vi sarebbero molto utili, nell’arena. Perché non vi alleato con loro? – suggerisce Cashmere. – Cato è un ragazzo davvero molto affascinante, sarà un vero piacere allearmi con lui. Per quanto riguarda Clove, invece… – dice Glimmer. Non so perché, ma il fatto che elogi così tanto Cato mi fa andare il sangue al cervello, così la interrompo. – Clove è perfetta. Sembra letale, ma non sarà una gran minaccia quando l’alleanza si romperà. Io la voglio. – Glimmer mi rivolge uno strano sguardo, a metà tra l’invidia e la gelosia. Poi mi rendo conto di quanto sono ridicolo. Glimmer… gelosa? Per uno come me? Di sicuro non le sarà mai passato per la testa. Forse è anche per questo che cerco di convincermi a non avere scrupoli di ucciderla durante gli Hunger Games. – Perfetto. Inoltre, Brutus ed Enobaria sono nostri ottimi amici. Lavorare con loro sarà fantastico – mi appoggia Gloss. Del resto, lui è il mio mentore, il suo lavoro è sostenermi ed aiutarmi ad avere più sponsor. – Poi ci sono i ragazzi del 3, anche se Beetee Latier e Wiress non sono proprio il massimo come mentori – continua Cashmere. – Non so nemmeno i loro nomi! – esclama Glimmer. – Il ragazzo dovrebbe chiamarsi Wonder – la informo. – In ogni caso, sembrano deboli, anche se avere Latier come mentore potrebbe avvantaggiarli. Ha ottime doti persuasive – rivela Gloss. – I due del 4 sono Favoriti proprio come voi… – dice Cashmere. – Pfff, solo perché hanno avuto la fortuna di nascere lì. Marina non è riuscita nemmeno a guardarmi in faccia, al Centro Immagine – sbotta Glimmer. – E Max mi ha fatto una domanda idiota, sempre lì – ribatto. – Finnick Odair e Mags, però, sono dei mentori molto permissivi: ogni dono che ricevono da uno sponsor prende subito il volo per l’arena – replica Gloss. – E i ragazzi del 5? – chiede Cashmere. – Quella Finch sembra astuta, ma la sola furbizia non la porterà lontano, nell’arena. Il ragazzo? – domanda, rivolta a me. – Non ho idea del suo nome – confesso. – Quindi escludiamo anche loro – sospira Gloss. – Ci sono i tributi del 6… – insinua Cashmere. – Sono belli, ma preferirei vederli all’opera per non prendere una decisione affrettata – afferma Glimmer. – Hai ragione – la sostengo. Tra compagni di sventura ci si deve appoggiare, dopo tutto. – Già, Sophie e William avranno un mucchio di sponsor. Jerome è stato fortunato a ritrovarsi due ragazzi così in squadra – annuisce  Gloss. – Che ne dite di quelli del 7? – se ne esce fuori Cashmere. – Come si chiamano? – Glimmer è scettica. – E chi lo sa! – rispondo. – Blight e Johanna Mason sono tosti come mentori, ma vabbè – accetta Gloss. – Poi ci sono i ragazzi dell’8. – Cashmere ha intenzione di farci scegliere un altro alleato, si capisce. – La ragazza dovrebbe chiamarsi Sarah, ma non so altro. – Glimmer non vuole accettare le proposte della sua mentore, a quanto pare. – Il ragazzo è un totale sconosciuto. – Io non sono da meno. – Cecelia e Woof non valgono molto come mentori – riflette Gloss. – Su, ragazzi! È tardissimo! Continuerete la vostra discussione domani! – La fastidiosa voce della nostra accompagnatrice ci fa risentire. Saluto tutti e vado a dormire, pensando nervosamente all’addestramento del giorno dopo.
Ciao a tutto il fandom! Questo è il secondo capitolo. Vi piace? Fa schifo? È noioso? È coinvolgente? Ditemelo con una recensione! Dio, sembro una di quelli della pubblicità! J A parte gli scherzi, spero che la storia vi piaccia e che i miei vecchi recensori (Lady_purosangue e paolobs) si facciano risentire, come pure chi seguiva la mia fanfiction “Titanium” (Queen Elizabeth, la giratempo ed Arietty), ed intanto si sia aggiunto qualcuno di nuovo. Incrociamo le dita! Volevo informarvi che anche questa storia avrà 14 capitoli, quindi spero che vorrete continuare a seguirmi per tutta la sua durata. Un bacio.

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Capitolo 3
*** Can't be sure when they've hit their mark ***


La luce del sole che entra dalla finestra si posa sul mio volto ed il calore mi sveglia. Sospiro forte, pensando all’addestramento che mi attende. Tanto vale sbrigarsi. Mi alzo. Dopo qualche minuto, sono pronto per andare nella sala da pranzo. I miei capelli sono ancora un po’ umidi per via della doccia. I vestiti danno una leggera sensazione di freschezza al mio corpo. Quando arrivo alla mia meta, trovo che sono già tutti presenti, nessuno escluso. È già tardi, quindi Cashmere e Gloss non fanno in tempo a darci nessun consiglio che già ci troviamo nell’ascensore, diretti alle vere sale d’addestramento. Entriamo, e mi accorgo praticamente subito che ci siamo soltanto io e Glimmer. Non sono presenti neanche gli Strateghi. – Perché hai detto quelle cose su Clove, ieri sera? – La sua voce ha un tono leggermente alterato. Mi dà le spalle, quindi posso permettere ad un sorrisetto di attraversarmi il volto. – Mi sono limitato a dire la verità – rispondo. – No, non è vero! Lei non è fantastica! Io lo sono! Lei è… è… è orribile! – Si volta di scatto verso di me, ed i suoi occhi verde smeraldo mi intrappolano in una specie di gabbia. Rimaniamo in silenzio per un po’, poi le dico: – Neanche Cato è come credi tu. – Il suo sguardo cambia all’improvviso, da irato diventa divertito. – Ma davvero? E tu come fai a saperlo? – Si avvicina lentamente, fino a quando i nostri volti sono ad un centimetro di distanza. Pochi secondi dopo, senza che me ne sia reso conto, le sue labbra sono sulle mie. Sulle prime sono sorpreso, ma ricambio quasi subito. Insinuo la mia lingua nella sua bocca e rimaniamo in questa posizione fino a quando non sentiamo la porta aprirsi e gli Strateghi si riversano nello stanzone. Facendo finta di niente, io e Glimmer ci mettiamo a parlare degli altri tributi, ignorando i nuovi arrivati. Dopo poco, veniamo raggiunti da Cato e Clove. Lei e Glimmer si scambiano un’occhiata di odio puro, mentre io e Cato ci salutiamo come vecchi amici. A poco a poco, arrivano tutti gli altri, quelli del 12 per ultimi. Atala fa il suo discorso e finalmente posso dedicarmi alle mie amate lance, la mia arma preferita, quella che mi permetterà di sopravvivere alle insidie dell’arena ed a sconfiggere tutti gli altri tributi. Mi guardo intorno. Glimmer è al tiro con l’arco, Cato alle spade e Clove ai coltelli. Quest’ultima viene presto raggiunta da Finch e Rue. Vedo che Peeta guarda ostinatamente nella loro direzione, mentre Katniss sembra interessata alla postazione di Glimmer. Sento che qualcuno si è avvicinato a me. William scaglia una lancia da venti metri. Centro perfetto! Lo guardo, mentre un miscuglio di emozioni mi attraversa la mente: sorpresa, ammirazione, rabbia, gelosia e frustrazione. È davvero bravo, accidenti! Senza parlare, iniziamo una gara. Dopo un’ora estenuante, ci blocchiamo nello stesso momento. Mi chiedo dove sia sua sorella Sophie. La vedo un po’ più in là, nella postazione dedicata alle asce. Di solito, i migliori nell’uso di quell’arma sono i tributi del 7, ma, a quanto pare, quest’anno c’è un’eccezione. Colpisce tutti i manichini in punti mortali. In breve tempo, i tributi del distretto del legname la circondano e cominciano a parlare animatamente. Dopo un po’, si gira verso suo fratello e lo chiama. – William, vieni qui! – Lui la raggiunge subito. Colgo gli sguardi di Cato e Clove, entrambi rivolti al gruppetto di alleati che sembra appena essersi formato. Sono invidiosi, ma c’è anche qualcos’altro. Ho notato gli sguardi che lanciavano verso i due del 6 durante la Cerimonia di Apertura. La bellezza del fratello e della sorella del distretto dei trasporti è stata notata anche da loro, evidentemente. Trascorro i successivi tre giorni allenando mi duramente con tutti i tipi di armi presenti, fino a quando non giunge la sessione privata con gli Strateghi. Siamo tutti seduti nella sala da pranzo, quando mi chiamano. – Marvel Sanford, Distretto 1. Sessione privata con gli Strateghi. – Mi alzo in piedi e mi dirigo, da solo, alla palestra. Sapevo che sarebbe toccato a me, quindi sono preparato. Gli Strateghi mi riservano la loro completa attenzione, e questo è un vantaggio. Se fossi l’ultimo, loro, avendo già assistito a ventitré prove, sarebbero esausti ed ubriachi e non riuscirei a cavare un ragno dal buco con gli Strateghi in quello stato. Invece mostro loro tutto quello che so fare con le lance, scocco qualche freccia, utilizzo la spada e lancio una decina di coltelli, anche se non sempre faccio centro. Dopo quindici minuti, mi dicono che può bastare, e sento la voce di una donna all’altoparlante: – Glimmer Belcourt, Distretto 1. Sessione privata con gli Strateghi. – Decido di aspettarla fuori dall’ascensore del nostro piano. Quando arriva, ci avviamo direttamente nella sala da pranzo, senza parlare.
Angolo dell’autrice: Questo è il terzo capitolo. Ho voluto inserire la scena del bacio così presto perché, essendo la storia a rating arancione, avevo bisogno di scaldare un po’ l’atmosfera. Se non vi è piaciuto, suggeritemi dei miglioramenti. Presto ci sarà qualche scena un po’ “spinta”, anche se non arriverò al punto da farli andare a letto insieme. Mi dispiace per chi pensasse il contrario. Succederanno parecchie cose anche nell’arena, e spero che vorrete continuare a seguire la storia per saperne di più. Spero che vi soddisfi come la precedente. Buon anno a tutti! (Scusate per il ritardo). Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 4
*** And besides in the mean, mean time ***


Il nostro gruppo ci aspetta davanti alla TV. Hanno già cenato senza di noi, così sgranocchiamo qualcosa e ci sediamo sul divano. Dopo un po’, inizia la trasmissione. Ascoltiamo impazienti il discorso di Caesar Flickerman fino a quando non passa ai voti. – Dal Distretto 1… Marvel Sanford! Con un punteggio di… 9! – Sento che un sorriso si sta aprendo sulle mie labbra. – Glimmer Belcourt, con un punteggio di… 8! – La mia compagna sembra felice, ma, quando i nostri occhi si incrociano, vedo che la rabbia per il fatto che ho preso più di lei la fa fremere. Le indirizzo uno sguardo di superiorità, poi continuo a seguire la trasmissione. – Dal Distretto 2… Cato Hadley! Con un punteggio di… 10! – Chiudo gli occhi. Sapevo che ci sarebbe stato qualcuno più bravo di me, ma la sconfitta mi brucia lo stesso. – Clove Kentwell, con un punteggio di… 10! – Glimmer ringhia, non molto sommessamente. Quelle due non si sopportano proprio, chissà perché. Memorizzo solo i punteggi di chi mi interessa. – Dal Distretto 4… Max Eisenstein! Con un punteggio di… 5! – Accidenti! Eppure è un Favorito, anche se così piccolo. – Marina Schulse, con un punteggio di… 6! – Leggermente meglio del suo compagno, ma non è ai nostri livelli. Ripenso all’addestramento. In effetti, non erano il massimo. Adesso capisco perché il 4 è considerato il distretto peggiore tra i migliori. – Finch Crossley, con un punteggio di… 5! – Wow! Una vera beffa per la ragazza del Distretto 5! – Dal Distretto 6… William Sullivan! Con un punteggio di… 11! – A Cashmere va di traverso il muffin che stava piluccando. – Sophie Sullivan, con un punteggio di… 12! – Ellie lancia un gridolino. – Dal Distretto 11… Thresh Radioactive! Con un punteggio di… 10! – Glimmer fa un verso stizzito. – Rue Mathony, con un punteggio di… 7! – Perbacco! La ragazzina deve avere parecchie doti nascoste. Sembra così fragile, come se un soffio di vento se la dovesse portare via da un momento all’altro. – Ed ora, il nostro ultimo distretto! Dal Distretto 12… Peeta Mellark! Con un punteggio di… 8! – Un bicchiere va in frantumi. Ci giriamo tutti verso Glimmer, che digrigna i denti verso lo schermo. – E, per finire, dal Distretto 12… Katniss Everdeen! Con un punteggio di… 11! – Gloss sputa per terra l’acqua che stava bevendo. Gli stilisti spengono la TV, mentre tutt’intorno scoppia un putiferio. Io e Glimmer ce la svigniamo alla chetichella. Una volta in corridoio, la mia compagna inizia a dare calci al muro, sibilando ogni insulto possibile e mandando qualche migliaio di accidenti alle persone che l’hanno superata, e quindi, probabilmente, anche a me. – Datti una calmata! – le dico. – Non risolverai niente così, anzi, finirai solo per farti male! E sarà un svantaggio, nell’arena! – Si gira verso di me, furente. – Che ne sai tu? – dice, avventandomisi contro, rabbiosa. La afferro per i polsi e la sbatto contro il muro che è stato vittima della sua furia. I nostri visi sono a pochi centimetri l’uno dall’altro. Si ripete la scena del primo giorno di addestramento: iniziamo a baciarci. Le mie mani lasciano le sue e si muovono sul corpo che desidero da quando ho dodici anni. Penetrano sotto la maglietta ed arrivano a toccarle il seno sodo, mentre infilo un ginocchio in mezzo alle sue gambe. Lei mi insinua una mano nei pantaloni e nelle mutande, arrivando a toccare la mia erezione. Ansimiamo insieme. Mi morde il labbro inferiore. A quel punto, inizio a baciarle il collo. Veniamo interrotti da un grido degli stilisti: – Ragazzi, dove siete? – Ci stacchiamo, piuttosto imbarazzati ma anche abbastanza soddisfatti, ed avvisiamo la nostra équipe che andremo a dormire. Ognuno entra nella propria stanza. Mi faccio una lunga doccia. Quando esco dalla cabina, profumo come non mai. Infilo il primo pigiama che trovo nei cassetti e mi butto sul letto, pensando a quello che è successo poco fa. Sarò in grado di uccidere Glimmer nell’arena? Ho fatto sesso con altre ragazze, ma nessuna mi ha mai eccitato come la mia compagna di distretto, e non siamo neanche arrivati fino in fondo! Mi lascio sfuggire un sorriso amaro, pensando che stiamo per partecipare agli Hunger Games. Ho sprecato tutti gli anni dell’allenamento ad imparare ad usare qualsiasi tipo di arma solo per capire che mi trovo meglio con la lancia, quando avrei potuto godermi la vita. Forse avrei avuto qualche chances con Glimmer. Mi addormento quasi senza accorgermene. La mattina ripeto la solita routine che faccio da quando sono qui e mi dirigo verso la sala da pranzo. C’è anche Glimmer. Quando incrocio il suo sguardo, devo deglutire per non perdere il controllo. Vorrei che tutti quanti scomparissero, in modo da trovarmi solo con lei, riprendere il discorso che abbiamo cominciato la sera prima ed arrivare a concluderlo. Purtroppo è impossibile, dobbiamo concentrarci sulle interviste di domani.
Ciao a tutti/e! Ta-daa! Ecco il quarto capitolo! Allora, qui le cose si surriscaldano. Marvel inizia ad avere qualche dubbio sul fatto di sopravvivere a costo della vita di Glimmer. Vorrebbe tornare indietro nel tempo per avere più tempo da trascorrere con lei. Sarebbero proprio una bella coppia! Non ho approfondito la descrizione perché Marvel non ha ancora alcun diritto sul corpo di Glimmer, e mai lo avrà, naturalmente, non sono marito e moglie! L’unico che può prendersi certe libertà senza il matrimonio è Cato, con Katniss, ovviamente! E forse Peeta con Clove! A parte gli scherzi, recensite! Un bacio.

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Capitolo 5
*** I'm just dreaming of tearing you apart ***


Io e Gloss ci dirigiamo in una stanza, mentre Cashmere porta Glimmer dalla parte opposta. Mi siedo davanti al mio mentore. – Allora, Marvel, come di certo saprai, dovrai recitare una parte durante la tua intervista. – Annuisco. – Ti ho osservato molto, in questi giorni, ed ho pensato che potresti interpretare la parte del ragazzo divertente. Che ne dici? – Senza pensarci neanche un attimo, rispondo: – Certo! – Nel mio gruppo di amici, io sono quello che fa le battute migliori. Per un attimo, mi si stringe lo stomaco al pensiero di Atreus, il mio migliore amico. Gloss deve essersi accorto che qualcosa non va, perché mi chiede: – Ehi, tutto bene? – Scuoto la testa in segno di diniego, poi gli dico: – Non ho bisogno di fare delle prove. Sono nato divertente, lo sono tutt’ora e lo sarò anche da morto. – Il mio mentore scoppia a ridere e mi lascia in pace. Trascorro il resto della giornata chiedendomi che cosa mai starà combinando Glimmer e, senza accorgermene, mi addormento. Ellie mi sveglia all’ora di cena. Tutti quanti stanno aspettando solo me per cominciare a mangiare. Mi siedo accanto alla mia compagna di distretto, che mi sorride. – Com’è andata la preparazione con Cashmere? – le domando. – Bene. Mi ha suggerito di interpretare la parte della ragazza distaccata. Tu, invece? – Cerco di darmi un’aria molto importante. – Io sarò il più divertente dei tributi! – Glimmer scoppia a ridere. – Ah, non ne dubito! – Rido anch’io. Dato che non ho avuto tempo di conoscerla in tutti gli anni che abbiamo passato al distretto, cerco di recuperare qui, per quel poco che posso. Dopo cena, andiamo tutti a dormire. Sprofondo in un sogno senza sogni. La mattina vengo svegliata da un insistente picchiettare alla mia porta. – Sveglia! Sarà una grande, grande, grande giornata! – Riconosco la voce di Ellie, che mi ricorda che questo è l’ultimo giorno che trascorrerò a Capitol City. Domani, a quest’ora, dovrò essere già sveglio e pronto ad affrontare l’arena ed i suoi pericoli. Mi alzo faticosamente, preparandomi ad essere abbandonata ai capricci di Tonnie, la mia stilista, e del mio staff di preparatori. Zoe, Jana e Ben mi riservano il trattamento completo. Quando finiscono, è già sera. Tonnie si presenta con un completo azzurro che indosso volentieri. Ellie viene a prendermi e mi porta verso l’ascensore. Glimmer, meravigliosa in un abito rosa pallido, mi aspetta al suo interno. La nostra accompagnatrice ci lascia soli. Dopo qualche istante di silenzio, la mia compagna sussurra: – Sei bellissimo. – Sorpreso dal complimento, la guardo e bisbiglio di rimando: – Anche tu. – Non facciamo in tempo a dirci altro perché le porte dell’ascensore si aprono. Ci sono già alcuni tributi, che si girano a guardarci. Vedo che i ragazzi guardano Glimmer estasiati, mentre le ragazze mi rivolgono degli sguardi di apprezzamento. Troviamo Cato e Clove, li salutiamo e ci mettiamo in testa alla fila. Pochi minuti dopo, arrivano quasi tutti. Mancano solo quelli del 6. Quando sentiamo la porta aprirsi, fissiamo impazienti da quella parte, solo per rimanere senza fiato. Sono splendidi. Credo di non aver mai visto due persone talmente belle. L’unica cosa che mi distrae dalla contemplazione dei due esseri ultraterreni è la chiamata di Glimmer al palco. Mi piace molto la sua intervista. Non si mostra distaccata, ma va bene lo stesso. I suoi riferimenti alle pietre preziose mi fanno ricordare il Distretto 1. Inizio a sentirne la mancanza. Poi chiamano me. – Marvel! Come hai trovato Capitol City? – mi chiede Caesar. Decido si esordire subito con una battuta. – Sulla mappa, ovviamente! – Il pubblico scoppia in una fragorosa risata. – Allora, parliamo un po’ del giorno della mietitura! Come ti sei sentito quando Eleanor Ann Jensen ha estratto il biglietto col tuo nome? – Come mi sono sentito? Terrorizzato! Ma non posso dirlo. Così mento. – Ho pensato: ehi, finalmente Panem si accorgerà del migliore dei suoi abitanti! – Altre risate. – Come ti è sembrata la cerimonia di apertura? – Il ricordo mi brucia ancora. – Avrei preferito che i capitolini ci dedicassero più attenzione, ma vabbè! – Ancora risa. – E del tuo punteggio all’addestramento? – Stavolta posso rispondere sinceramente. – Per la verità, credo che gli Strateghi abbiano scambiato il mio punteggio con quello di Sophie Sullivan, ma sono cose che capitano! – La mia intervista si conclude tra mille risate. Caesar Flickerman mi alza il braccio. – Marvel! – Cerco di mostrarmi ancora più sicuro di me. – Uh! – grido, facendo impazzire la folla. Le altre interviste scorrono veloci, nessuna mia attrae in modo particolare, tranne le ultime. Il vestito di Katniss fa andare il pubblico fuori di testa quando si mette a fare delle giravolte. Sembra che indossi il fuoco, proprio come alla parata dei tributi! E poi arriva il turno di Peeta, che fa una confessione shock: è innamorato di Katniss! Questo mi fa ricordare la mia attuale situazione con Glimmer. Gli innamorati sventurati.
Angolo dell’autrice: Il capitolo cinque! Qui non è successo niente di particolare, ma domani Marvel e Glimmer saranno nell’arena, e lì ne combineranno di tutti i colori. Ma prima un ringraziamento ai miei recensori, Queen Elizabeth, che addirittura segue la storia, lovely_secret. Vi meritate un abbraccio gigantesco! Vi adoro! Adoro anche chi si limita a leggere la storia: so che ci siete, fan silenziosi, ed anche se scommetto che ne siete pochissimi, voglio ringraziarvi per la pazienza che avete verso le stupidaggini che scrivo in questo angolino, totalmente dedicato a me ed a voi. Un bacio a tutti quanti!

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Capitolo 6
*** I'm in the de-details with the devil ***


Io e la mia équipe ci incontriamo davanti all’ascensore. Sembra proprio che Cashmere sia in preda ad una crisi isterica. Urla ai quattro venti il vantaggio che possiedono i ragazzi del 12, e Glimmer le fa eco. – Hai assolutamente ragione! È stata una mossa davvero scorretta! Ma me la pagheranno, nell’arena! – dice, sorridendo malvagia. A quel punto, senza che io, Gloss o Ellie riusciamo a dire la nostra sull’accaduto, veniamo raggiunti da Cato, Clove ed il loro gruppo. – Marvel, Glimmer, siamo venuti a comunicarvi la formazione finale dei Favoriti – esordisce Clove. – Allora, siamo in cinque: oltre a noi quattro, c’è Peeta Mellark – dice Cato, senza troppi preamboli. – Cosa?! Mellark?! Quello del 12?! – strilla Glimmer, scandalizzata. – Ha detto che ci aiuterà a trovare Katniss – continua Cato. – Dopo che ha confessato davanti a tutto il Paese di amarla? – domando io, scettico. – Ci ha spiegato che è tutta una strategia per conquistarsi la sua fiducia e poi farla fuori – risponde Clove, ma sembra poco convinta anche lei. – Sarà… – concludo. – Be’, è il momento di fare un buon sonno ristoratore prima di entrare nell’arena – ci interrompe Gloss. – Giusto. Ragazzi, andiamo – ordina Brutus, il mentore di Cato. – Domani dovrete essere al massimo delle vostre forze – sentiamo dire dalla voce di Enobaria, la mentore di Clove, mentre vanno via. – Su, saliamo. – Il tono aspro di Cashmere non riesce a scacciare il chiodo fisso di avere Peeta  come nostro alleato. Cos’avrà in mente? Ci sto riflettendo persino ora che sono in camera. Siamo tornati già da un bel po’, ed in tutto questo tempo non sono riuscito a pensare ad altro. Persino mentre mi facevo la doccia ero tormentato da quel pensiero. Ora che sono sul letto e cerco di prendere sonno, non riesco a spegnere la mia mente. Ad un certo punto, sento un lieve bussare alla mia porta e vado ad aprire. È Glimmer. – Ciao – dico, leggermente sconcertato. – Ciao. Possiamo parlare? – La faccio entrare. Ci sediamo sul mio letto e rimaniamo in silenzio per un po’. Poi, alla fine, sbotta: – Anche tu hai dei sospetti sul ragazzo del 12, vero? – Mi guarda, in attesa. Mentirle non avrebbe senso. – Puoi dirlo forte. Per me, vuole prendere due piccioni con una fava. Sì, insomma, ingannare sia noi sia la sua ragazza – rispondo al suo sguardo interrogativo. Lei distoglie lo sguardo da me, lo fissa sul pavimento ed annuisce lentamente. Il silenzio tra di noi si protrae di nuovo, fino a quando lei non lo interrompe con un – Be’, ci vediamo domani. – La accompagno alla porta. – Ci vediamo domani – la saluto. Mi stendo nuovamente sul letto e stavolta il sonno prende il sopravvento. La mattina vengo svegliato, come sempre, da Ellie. Riesco a mandare giù qualche boccone, ma il pensiero degli Hunger Games praticamente imminenti mi chiude la bocca dello stomaco. Cashmere e Gloss ci accompagnano fino all’hovercraft che porterà noi tributi nelle Camere di Lancio, o Recinti del Bestiame, fino all’arena. Quando entriamo e prendiamo posto, uno davanti all’altro, ci accorgiamo che siamo davvero in pochi. Alla mia destra c’è Marina, alla mia sinistra, invece, William. Accanto a Glimmer ci sono rispettivamente il ragazzo del 5 e la ragazza del 7. A poco a poco cominciano ad arrivare tutti. Quando, finalmente, il velivolo è pieno, partiamo. Non vedo Peeta da nessuna parte, ma riesco a scorgere Katniss. Si gira a destra ed a sinistra, guardando prima Rue, poi Wonder, il ragazzo del 3, dopo Finch e Cato, ed, infine, Clove. Quando arriva il momento di iniettarle il localizzatore, parla con voce spaventata. Devo trattenere una risata. Si è offerta volontaria per la sorella ma ha paura di una semplice puntura d’ago? Come spera di vincere i Giochi? Atterriamo dopo una quarantina di minuti. Ognuno di noi si dirige verso la propria Camera di Lancio. Noi saremo gli unici tributi ad usare quelle di quest’anno. Adoro Capitol City, ma certe volte non riesco proprio a capire il senso di tutti questi sprechi. Al mio arrivo, trovo Tonnie ad attendermi. Non abbiamo mai parlato granché, ma ci stringiamo in un abbraccio piuttosto sincero. So che lei vuole che io vinca, non solo per la sua gloria personale, ma anche perché una volta ho sentito una sua conversazione con il mio staff in cui diceva di non sopportare il fatto che dei ragazzi venissero mandati al macello inutilmente. Per salutarmi non si è truccata. Oggi è in versione nature, e devo dire che, nonostante dimostri di avere una quarantina d’anni, è molto attraente. Salgo sul cilindro dei tributi che, trenta secondi dopo, si richiude, intrappolandomi al suo interno, e comincia a salire. Quando si blocca, capisco di essere in piedi nell’arena. Una luce fortissima mi investe mentre sento le parole di Claudius Templesmith: – Signore e signori, che i settantaquattresimi Hunger Games abbiano inizio!
Ni’hao, signore e signori, o, in questo caso, dovrei dire ragazze e ragazzi, ecco a voi il sesto capitolo! Finalmente l’arena! Cioè, finalmente per noi, non per i tributi, o almeno per alcuni. Come vi ho già accennato, ne accadranno delle belle, lì dentro, e non solo tra Marvel e Glimmer: ho intenzione di fare qualche piccolo accenno Cleeta, siccome in “Titanium” l’ho fatto su Catoniss. Pardon, ma non riesco proprio a rinunciare alle mie coppie preferite! Muchas gracias per aver letto il capitolo. Mi dispiace annunciarvi che dovrete sopportarmi fino al 14°. Au fiedersen, gente! Un bacio da JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 7
*** So now the world can never get me on my level ***


10… Glimmer è già in assetto di corsa verso la Cornucopia. 9… Marina è di fianco a me. 8… Max sembra spaventato. 7… Finch è accanto alla Ragazza in Fiamme. 6… Rue è vicino alla mia compagna di distretto. 5… Thresh è all’altro lato della Ragazza di Fuoco. 4… Katniss si guarda intorno, spaesata. 3… Peeta fissa il suo sguardo su di lei. 2… Non riesco a vedere Sophie da nessuna parte. 1… Non capisco se William è intenzionato a correre verso i boschi o è rivolto verso il grande corno dorato. 0… Ho appena scorto Cato che il cannone annuncia l’inizio dei Settantaquattresimi Hunger Games. Inizio a correre, notando Clove di fianco a me. Già prima di raggiungere il grande corno d’oro, afferro una sciabola e colpisco il ragazzo dell’8 più volte, per accertarmi che sia morto. Intravedo il tributo maschio del 5 che accoltella la ragazzina del 3. Glimmer si avventa su di lui un attimo prima che la tredicenne stramazzi al suolo. Il quindicenne del 5 muore senza neanche rendersene conto. Subito dopo, la mia alleata raggiunge la sedicenne del 10 che, impietrita dallo spavento, non riesce nemmeno a difendersi. Un secondo dopo, è già morta. Sophie sbuca dal nulla, ed assale Glimmer, che, però, la disarma e la uccide. Se Cato ha visto la scena, non ci sono più speranze per la mia compagna. Una fugace immagine di Thresh che assassina il ragazzo del 7 mi distrae dalla sorte di Glimmer, e subito dopo intravedo Katniss che inciampa ed il ragazzo del 9 che si prepara ad infierire. Viene fermato da una coltellata alla schiena di Clove. Max sbuca fuori dalla Cornucopia con solo un cuscino per difendersi. Non c’è da sorprendersi se Cato lo uccide immediatamente. Solo a quel punto mi ricordo di Glimmer. William l’ha portata dentro la Cornucopia, deciso a strangolarla. Cato interviene e lo uccide. Allora non ha visto che la mia alleata ha ucciso la sua amata. La frustrazione per il fatto di non essere stato io a salvare la ragazza di cui sono cotto da un bel po’, unita alla paura che potesse essere già morta, mi fanno imbestialire. Non mi rendo conto di aver trapassato la ragazza del Distretto 7 con la mia lancia fino a quando il corpo della ragazzina del 9 non la raggiunge sul terreno sporco di sangue. I combattimenti dovrebbero essere finiti, ma noto che Cato scatta verso la foresta. Deve aver visto qualcosa che a noi è sfuggito. Infatti, non appena io, Glimmer e Clove ci avviciniamo, troviamo il cadavere di Marina in una pozza di sangue. La ferita che Cato le ha fatto con la spada l’ha passata da parte a parte, entrando dal petto ed uscendo dalla schiena. Mentre torniamo alla Cornucopia per raccattare gli zaini con le provviste, sento che la mia alleata si avvicina al tributo maschile del Distretto 2 per ringraziarlo. La mia rabbia, insieme alla gelosia ed all’invidia, è tale che non riesco neppure a parlare. Davanti al corno d’oro ci aspetta il Ragazzo Innamorato. Assistiamo alla proiezione dei volti dei caduti in cielo. Sembra che il tempo si sia fermato, per Cato e Clove. Sono impassibili, due statue di ghiaccio. – Iniziamo la caccia – dice Cato, riprendendosi. Dalla sua espressione feroce, è chiaro che desidera trovare l’assassino di Sophie e straziarlo il prima possibile. Ci dirigiamo verso il bosco, dato che nel campo c’è solo Thresh. – Ah! – Mi giro verso Clove e scopro che è inciampata. Peeta accorre in suo aiuto e, per un attimo, i loro occhi si incontrano. E sono assolutamente certo che, se Clove non fosse in lutto per William e Peeta non avesse dichiarato davanti alle telecamere il suo amore per Katniss, loro due sarebbero i due veri innamorati sventurati di quest’edizione dei Giochi. Ma l’attimo passa in fretta, e loro tornano a comportarsi come due estranei. Glimmer si avvicina a Cato, gli parla, ridono. Dentro di me monta una furia che non mi ero mai sentito addosso. Cacciamo per tutta la notte. Soltanto in prossimità dell’alba vediamo del fumo. Corriamo in quella direzione e troviamo Sarah, la ragazza dell’8. Cato passa il suo coltello migliore a Glimmer, che le apre un profondo squarcio nella pancia. Noialtri ci limitiamo ad infierire, ridendo delle sue urla. Poco dopo, il cannone spara. Tredici morti. Io e Clove ci mettiamo in testa alla fila e chiacchieriamo amabilmente, scherzando sulla nostra ultima vittima, prendendola in giro. Decidiamo di accamparci in una radura ed attendiamo l’arrivo di Cato, Glimmer e Peeta. – Il primo turno di guardia lo faccio io. Clove, a te spetta il secondo. Glimmer, tu farai il terzo. Marvel, a te il quarto. Peeta il quinto – ordina Cato. Ubbidendo, ci stendiamo, sfiniti dalle emozioni della giornata trascorsa.
Angolo dell’autrice: Il capitolo sette! Sono arrivata a metà della fanfiction, e vorrei ringraziare i recensori Queen Elizabeth, lovely_secret ed Emeraldtree, innanzitutto. Come promesso, ho fatto un minuscolo (mica tanto) accenno alla Cleeta. Per il resto, non succede niente di che. Sono stata troppo impegnata a descrivere le morti, quindi ho preferito soffermarmi solo sulla gelosia di Marvel, qui. Ma nel prossimo succederanno molte altre cose che spero troverete interessanti. Spero che la storia non vi stia annoiando e non decidiate di abbandonare la lettura. Suggeritemi consigli per migliorare, vi prego! Detto questo, non mi resta che salutarvi. Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 8
*** I just gotta get you off the cage ***


~~Tre ore dopo, Glimmer mi sveglia per il mio turno di guardia. Afferro la lancia e la metto in posizione d’attacco nel caso dovessi difendermi da qualcuno o qualcosa, come gli ibridi. Passano pochi minuti, sento la voce della mia compagna nel mio orecchio. – Devo parlarti. – Un sussurro che mi fa rabbrividire di piacere, perché il suo alito caldo mi ha fatto scordare il freddo provato da quando sono entrato qui dentro. Ci alziamo per andare dentro la Cornucopia. Ci saranno una trentina d’armi ancora da utilizzare, là dentro. Mi incanto a guardare tutti i vari tipi di lance che ci sono, quando Glimmer mi strattona. Mi giro, un po’ infastidito, verso di lei ma, non appena schiudo le labbra, lei ci si getta sopra, come una persona che, dopo aver attraversato un deserto, trova una fonte d’acqua e ne beve a più non posso. Ricambio con passione il suo bacio, e all’improvviso, mi ritrovo nella stessa situazione che ci aveva coinvolti appena dopo l’annuncio dei punteggi dell’addestramento: la sua schiena preme contro l’acciaio della Cornucopia, mentre faccio aderire il mio corpo al suo. Le divoro le labbra, poi decido di spingermi oltre: con un’abile mossa, slaccio la casacca che porta, le denudo un seno e mi metto a succhiare un capezzolo. La sento gemere di piacere. – Oh, sì, Marvel! – Il suo ansimare mi fa quasi andare fuori di testa, e devo ricorrere a tutto il mio autocontrollo ed al buon senso che mi è rimasto per non strapparle tutti i vestiti di dosso ed arrivare a fare sesso. Non mi importa neanche che le telecamere ci riprendano, voglio godermi questo momento. Poi ci scambiamo le posizioni: stavolta sono io ad avere la schiena contro il corno d’oro, mentre lei si inginocchia, mi slaccia i pantaloni ed, eliminando l’ultimo ostacolo composto dalle mutande, si mette a leccare la mia erezione. – Sì, Glimmer, sì! – Sono sul punto di urlare dal piacere. Ma, subito dopo, lei si stacca. Si rimette a posto la camicetta, mentre io risistemo i pantaloni. – Era questo che volevi dirmi? – Annuisce. – Ne avevo bisogno. – Poi mi concede il famoso sorriso che ha condotto tutti i ragazzi del Distretto 1 alla perdizione. Usciamo dalla Cornucopia. La mia ora di guardia, oramai, è passata, così sveglio Mellark e mi metto a riposare accanto a Glimmer. Lei si accoccola contro il mio petto ed io la stringo come se fosse il mio tesoro più prezioso, cosa che, in effetti, è. E, di colpo, mi rendo conto che la sua morte mi distruggerebbe. Ho sempre temuto la mia, di dipartita, e quindi, da quando sono arrivato a Capitol City, ho continuato a pensare positivamente riguardo alla mia sorte, e non mi sono mai concesso nessuna debolezza, a parte quella per Glimmer. Ed evidentemente questi attimi meravigliosi mi hanno logorato. Tengo sia alla mia vita che a quella di Glimmer, ma non saprei dire quale sia la più importante per me. Con quest’interrogativo in testa, mi addormento. Un’ora dopo, Mellark ci sveglia tutti. Ci alziamo. Io e Glimmer ignoriamo le occhiate confuse di Cato, Clove e Peeta, che ci hanno visti abbracciati, e prepariamo le nostre armi. Alla fine, gli altri si scordano dell’attimo che abbiamo condiviso di fronte a loro ed iniziano a pensare alla prossima vittima. Cato e Clove vogliono vendicare, rispettivamente, Sophie e William, mentre Peeta deve adempiere al suo compito, ossia aiutarci a trovare ed uccidere Katniss. Sebbene nessuno di noi si fidi di lui, lasciamo che ci guidi, indicandoci la strada dove, secondo lui, si è diretta la Ragazza di fuoco. Io e Glimmer lasciamo che gli altri ci sorpassino perché abbiamo voglia di restare un po’ da soli. – Ehi, tutto bene? – le chiedo. – A meraviglia! Oggi mi sono proprio divertita, grazie a te! – Mi irrigidisco. Dunque per lei è stato solo un passatempo divertente? Mi considera un giocattolo da utilizzare solo quando ne ha voglia? – Non l’ho fatto per divertirmi. Tu mi piaci sul serio. – Lei mi fissa. Pensa che stia scherzando. Quando, però, si accorge che non è così, la sua espressione muta alla velocità della luce. – Marvel… – Sento che le lacrime mi pungono gli occhi e, per non farle uscire, distolgo lo sguardo dalla ragazza per cui mi ero posto tanti problemi. Un gioco. Ecco cos’ero per lei. Voleva soltanto divertirsi, ed io mi sono inconsapevolmente offerto volontario per questo scopo. – Marvel, aspetta! – Comincio a camminare più in fretta, ma lei mi raggiunge comunque. – Senti, mi dispiace, ok? Non lo sapevo! Come potevo immaginarlo?! – Emetto uno sbuffo sarcastico. – Non ci voleva un genio – ribatto, glaciale. Per un attimo, sul suo viso compare un guizzo di dolore, a cui subentra una rabbia fredda. Se ne va in testa alla fila a parlare con Cato, lasciandomi finalmente da solo.

Ciao a tutti! Volevo comunicarvi che ho già superato la metà della storia. Allora, che ve ne pare del capitolo? È troppo spinto oppure va bene per un rating arancione? Come sapete, è solo la mia seconda fanfiction, e sono ancora un’autrice alle prime armi e piuttosto incerta, quindi, se vedete qualcosa che non va, ditemelo, come ha fatto Emeraldtree. Oppure, se la storia vi piace, potete recensirla come Queen Elizabeth e lovely_secret, a cui va tutto il mio affetto. Se, invece, non trovate niente da dire, leggetela solamente. Spero che sia di vostro gradimento e non troppo volgare. Bacioni!

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Capitolo 9
*** I'm a young lover's rage ***


~~Continuiamo a camminare nel folto della boscaglia, Glimmer in compagnia di Cato, io insieme a Clove e Peeta. Parliamo un po’ di tutti i tributi più importanti ancora vivi, come Finch, Rue e Thresh. Quando, però, tocchiamo l’argomento Katniss, Peeta si chiude in se stesso. – Tutto bene? – gli chiede premurosamente Clove, posandogli una mano sulla spalla. – Sì, tranquilla – risponde lui, minimizzando il tutto con un sorriso. Lancio loro un’occhiata che spero non venga notata. Sta succedendo davvero qualcosa tra la Regina dei Coltelli ed il Ragazzo Innamorato? Clove deve sentire davvero poco la mancanza di William, oppure la dolcezza che Peeta dimostra nei suoi confronti glielo ricorda, ed è questo il motivo per cui lo tratta con così tanta gentilezza. Non posso fare a meno di confrontare loro due con me e Glimmer. Il dolore che ho provato, e che provo tutt’ora, nello scoprire che lei mi usava soltanto per divertirsi, mi logora dentro, lasciando delle chiazze scure nel punto in cui c’era il collante del reciproco bisogno che ci univa. Avrei tanto voluto che, in quei posti, apparissero macchie di luce, ma non si può tornare indietro. Quel che è fatto è fatto. – Ehi, state parlando della Ragazza di fuoco? – si intromette Cato. – Non vedo l’ora di metterle le mani addosso! – esclama Glimmer, tutta eccitata. Gli altri ci superano per un attimo, chiacchierando fittamente e cercando di carpire più informazioni a Mellark, così io le sussurro: – Adesso sei diventata anche lesbica? – Mi guarda, inorridita, ma io non le do il tempo di ribattere, raggiungendo gli altri che ridono a passo di marcia. Pochi secondi dopo arriva anche lei, non degnandomi nemmeno di uno sguardo. Mentre usciamo dal bosco, proclamo: – Voglio vederla implorare! – Cato accoglie il mio annuncio con una sonora risata, poi lui e Glimmer si spintonano scherzosamente, ed a quel punto la vedo. – Eccola! Eccola! – grido, per allertare gli altri. Tutti si girano nella direzione da me indicata, e notiamo tutti la ragazza in fiamme. Anche lei ci ha visto, e sta cercando di scappare. Illusa! Potrebbe persino scomparire nei boschi, tanto i suoi pantaloni fumanti ci condurrebbero comunque da lei. – Finalmente! È mia! – strilla Glimmer. – Ah! Non se la prendo io per primo! – urla Cato. – Hai trovato uno stagno? Abbiamo trovato te! – si rivolge poi alla ragazza del 12, schernendola. La inseguiamo, incitati dagli incoraggiamenti di Cato e dagli urletti di Glimmer. Abbandono il passo marziale per una sana corsa. Quando stiamo per raggiungerla, il mio alleato grida: – Dove corri, piccola? Dove corri, bambolina? – Arriviamo sotto l’albero su cui il tributo femminile del Distretto 12 si sta arrampicando per sfuggire a noi più o meno quando è arrivata a sei metri d’altezza. Le urliamo frasi che precedono la sua molto più che prossima morte, poi Cato inizia a seguirla. Lo incoraggiamo, certi che la raggiungerà al più presto, ma i rami cedono sotto il suo peso. Glimmer scocca una freccia nella direzione di Katniss, ma la manca del tutto. Intercetto lo sguardo seccato di Clove, poi sento la voce di Cato, che da sicura di se è passata ad irata. – Dammi qua! Prima che… – Non conclude nemmeno la frase, ansioso com’è di uccidere la beniamina di Capitol City. Ma anche lui non c’entra il bersaglio. A quel punto, Peeta si fa sentire di nuovo, dopo minuti interi di silenzio: – Aspettiamola qui. – Ci voltiamo tutti dalla sua parte, con sguardi interrogativi. – Prima o poi dovrà scendere, o morirà di fame. E la uccidiamo! – Il suo ragionamento non fa una piega, così decidiamo di seguire il suo consiglio. Cato, dopo essersi scambiato una fugace occhiata con Glimmer, risponde: – Ok. – Poi, rivolgendosi a noi: – Ora pensate al fuoco! – Restituisce l’arco a Glimmer, che lo segue come una cagnolina. Io mi dirigo nella direzione opposta alla loro, girandomi un momento per vedere se Clove mi segue. Peeta rimane per qualche attimo imbambolato sotto l’albero, a fissare la sua innamorata, prima di venire dalla nostra parte. – Possiamo accamparci qui. – La voce di Glimmer ci giunge attutita dall’altra parte del campo. – Raccolgo un po’ di legna – dico ai miei compagni, venendo subito aiutato da Clove, Peeta e Cato. A sera, è tutto pronto. Glimmer e Cato scherzano, io fisso Clove, intenta ad uccidere una lucertola, e Peeta è steso con lo sguardo rivolto all’albero su cui abbiamo intrappolato la sua compagna di distretto. Dopo un po’, Cato inizia il turno di guardia, e noialtri andiamo a dormire. Quando Glimmer mi sveglia per il mio, il ricordo di quello che è successo tra di noi mi assale, minacciando di annientarmi. – Dobbiamo parlare – dice lei. – Sono le stesse parole che hai detto ieri prima di divertirti con me – sputo acido, intento a non fargliela passare liscia. – Marvel, non capisci! Anch’io… – Non la faccio concludere. – Va’ a dormire, che è meglio!
Angolo dell’autrice: Ed eccovi servito… il capitolo nove! Nel prossimo, la conversazione di Marvel e Glimmer non continuerà, almeno fino al momento in cui… Non ve lo dico, anche se dovreste già sospettarlo! Eheh, sono un diavoletto al femminile! Scherzi a parte, c’è una frase che ho rivisitato dal libro “Hunger Games – Il Canto Della Rivolta”. Avete capito qual è? Prima di lasciarvi in pace, un ringraziamento super speciale a lovely_secret, che ha recensito molti capitoli della storia, l’ha messa tra le preferite e le seguite. Grazie di cuore! Un bacio anche a Queen Elizabeth ed Emeraldtree. Saluti da JackiLoveCatoniss4ever.
 

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Capitolo 10
*** Gonna need a spark to ignite ***


Bevo un po’ d’acqua per continuare a rimanere sveglio. Ad un certo punto, però, non ce la faccio più, e vado a svegliare Mellark. – Ehi, 12, tocca a te fare il turno di guardia – dico con voce incolore. Mentre il mio alleato si piazza nel posto che occupavo io fino ad un attimo fa, io mi stendo. Ma, nonostante la stanchezza, non riesco ad addormentarmi. Continuo a rivedere l’espressione di Glimmer quando l’ho mandata via in malo modo. È tornata ad appoggiarsi alla spalla di Cato, in un chiaro tentativo di farmi ingelosire, peraltro riuscendoci. Mi ripeto che se l’è meritato, ma le lacrime che rigavano il suo volto mi stanno facendo rimordere la coscienza. Sento un rumore, e vedo che il Ragazzo Innamorato mette la lancia accanto a se e si stende. – Ma che fai? – chiedo, grato che mi abbia dato un motivo per pensare a qualcosa che non sia la mia compagna di distretto. – Siamo cinque tributi, e siamo i Favoriti. Pensi che ci siano persone malate di mente capaci di attaccarci, sapendo che morirebbero ancora prima di estrarre un coltello dalla cintola? – Sogghigno. – No, devo ammettere che hai ragione, Peeta. Be’, in tal caso, sogni d’oro! – Lo vedo rabbrividire per il mio tono leggero e superficiale. Non è stupido, ha capito che riferirò tutto agli altri non appena si svegliano. Lancia una rapida occhiata in alto, prima di mettersi a dormire. Seguo il suo sguardo, e noto che la Ragazza di fuoco sta ancora dormendo. Mi tranquillizzo ulteriormente quando do un’occhiata intorno e vedo che siamo quasi completamente nascosti dalla vegetazione. Ci vorrebbe qualcuno di estremamente intelligente, coraggioso e stupido per provare ad ucciderci. Finalmente mi addormento. Faccio un sogno: vedo Glimmer, avvolta da una luce calda ed accogliente, che mi tende una mano e grida qualcosa che non riesco ad afferrare. Non appena mi avvicino per sentire meglio, lei scompare in un vortice di stelle, e tutto diventa buio. Mi sveglio a causa di un tonfo sordo. Quando apro gli occhi, vedo uno sciame di aghi inseguitori altamente infuriati che si riversano sopra di noi, pronti ad ucciderci. Katniss deve averli fatti cadere dall’albero apposta. Scappiamo. Clove, in testa al gruppo, si toglie urlando la giacca in cui si sono annidati migliaia di quegl’ibridi. Io e Cato cerchiamo di scrollarceli di dosso. Mellark ci segue, gridando a più non posso. E Glimmer… Glimmer! Non c’è! È rimasta al nostro accampamento! La sento strillare. Intanto abbiamo raggiunto il lago. Ci diamo una sciacquata veloce. Vedo che 12 corre di nuovo verso il bosco, e lo seguo a rotta di collo. Devo salvarla! Sarei tornato subito dopo essermi accorto della sua assenza, ma gli aghi inseguitori mi stavano addosso, prima me ne dovevo liberare. Sento gli altri Favoriti che mi seguono. Poi la voce del Ragazzo Innamorato: – Scappa! Katniss, vattene! Cosa fai ancora qui? Corri! – Cato si avventa su di lui, ed iniziano un breve corpo a corpo nel quale il capo del nostro gruppo sembra avere la meglio. Infatti lo ferisce ad una gamba. Peeta urla di dolore, ma riesce a fuggire. Clove lo insegue. Ma io mi concentro solo sulla figura ancora viva che si trova a terra. Glimmer. Gli ibridi l’hanno imbottita di veleno, è diventata irriconoscibile. Mi inginocchio accanto a lei. – Glimmer… no… non lasciarmi… – La mia voce si affievolisce sempre di più. – Mar… vel… prima ti d… dovevo dire una cosa… anche… anche io… io ti… ti a… amo. – Le lacrime scorrono copiose sul mio viso. Mi chino e la bacio. E sento che questo è il primo bacio vero che le do, perché sono sempre stato motivato dal desiderio e dal possesso, mentre solo ora, mentre lei sta morendo, mi accorgo di averla amata, anche se in un modo così misero. – Anch’io – sussurro, scosso da un pianto che è insieme silenzioso e devastante. – Anch’io. – Riesco a vedere il suo sorriso un’ultima volta, prima che i suoi occhi si spengano. E il cannone spara un colpo. Clove torna indietro, senza Peeta. Lei e Cato si tengono lontani da me e dal corpo di Glimmer, rispettando il mio dolore. Poi ci alziamo per andarcene, ma io resto ai margini del bosco, ad attendere l’hovercraft. Arriva dopo un po’, e se la porta via. Per sempre. E lì, in mezzo all’arena, dopo che l’unica ragazza che sarei mai stato capace di amare è morta fra le mie braccia, faccio a me stesso una promessa: ucciderò la ragazza in fiamme per vendicare Glimmer. Poi torno dagli altri. Mangiamo le prime cose che troviamo tra le nostre scorte. Osservo Clove, chiedendomi se abbia fatto scappare apposta Mellark. Ma l’espressione addolorata del suo viso mi dice che quello che ha subito è stato una sorta di secondo abbandono: prima William, poi 12.
Ciao! Questo è il capitolo dieci, e, come potete vedere, vi ho narrato la morte di Glimmer. Quella di Marvel avverrà tra soli quattro capitoli, ed un po’ mi dispiace, perché ho notato che questa storia sta piacendo a un po’ di persone, prima tra tutte lovely_secret, seguita da Queen Elizabeth, Emeraldtree e Rosenrot Osbourne. Ho accennato ancora un po’ alla Cleeta, perché mi sono accorta che, in tutto il fandom, c’è solo una storia dedicata a loro due (che poi è a sfondo Clato, quindi lasciamo stare) e mi è dispiaciuto, perché loro sono il mio secondo OTP. Bacioni!

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Capitolo 11
*** My songs know what you did in the dark ***


Il mio sonno è costellato da incubi che riguardano soprattutto la morte di Glimmer. Mi sveglio di soprassalto un paio di volte, prima di rinunciare del tutto a dormire. Insisto a montare di guardia tutta la notte dopo Clove. Lei e Cato cercano di farmi desistere, dicendomi che organizzeranno altri turni di guardia, ma io sono irremovibile. Così, vinti dal sonno, ci rinunciano, raccomandandomi però di fare attenzione. Quando spunta l’alba, li sveglio. Dopo una brevissima colazione, che già chiamarla così è tanto, prendo la parola. – Voglio andare a cercare Katniss Everdeen. – Gli altri mi guardano comprensivi. – Marvel, siamo i tuoi alleati, e ti sosterremo nella caccia a Catnip…– inizia Clove, con una smorfia di disgusto mentre pronuncia il nuovo soprannome dell’assassina della mia compagna. – …ma riteniamo di dover tornare al campo e progettare un piano per trovare dolcezza – conclude Cato, con la voce carica di disprezzo. Approvo la loro decisione, così ci incamminiamo. A metà strada, però, sento un rumore, e blocco gli altri. – Fermi – sussurro. – Ho udito qualcosa. Forse è la Ragazza di fuoco. – Eccitato, mi avvicino ad un cespuglio impugnando la lancia. La metto in posizione d’attacco. Ma, quando scosto il fogliame, trovo solo Wonder, il ragazzino del 3. – Non uccidermi! – mi implora, il quattordicenne. Io sto quasi per infilzarlo, noncurante, quando pronuncia una frase che attira la mia attenzione. – Posso aiutarti a ucciderli tutti! – Mi blocco un attimo prima di sferrare il colpo mortale. – In che senso? Parla chiaro, 3 – gli ordino. Fa un respiro profondo, poi continua: – Nel mio distretto si fabbricano, tra le altre cose, anche esplosivi. Posso riattivare le mine intorno ai piedistalli che ci hanno condotto qui nell’arena, circondare tutte le provviste e fare in modo che chiunque si avvicini per rubarne un po’, venga fatto a pezzi, ovviamente senza danneggiare il cibo. In questo modo, ti libereresti di molti concorrenti in poco tempo. – Lo guardo, diffidente. Dopo l’esperienza con il fidanzato dell’assassina di Glimmer, preferisco valutare tutti i pro ed i contro che un’alleanza potrebbe portare. – E perché lo faresti, sentiamo? – Gli punto di nuovo la mia arma contro. – Per rimanere vivo ancora per un po’, almeno! – Mi giro verso gli altri. – Voi che ne dite, ragazzi? – L’espressione del ragazzino del distretto della tecnologia si fa terrorizzata quando scopre che non solo non sono solo, ma che siamo addirittura in tre! – Mmmh, non mi convince… Uccidiamolo! – esclama ferocemente Clove, tirando fuori un coltello alla velocità della luce. – No – la blocca Cato, stendendo un braccio davanti a lei. – Potrebbe esserci utile. La sua idea mi piace. E poi, potremo sempre ucciderlo dopo – finisce, gelando Wonder con uno sguardo che non prometteva niente di buono. Per un attimo, aveva pensato di essere salvo. Ma, quando Cato aveva concluso il suo discorso, il respiro di sollievo gli si era mozzato in gola. Lo facciamo alzare e ci incamminiamo, Cato in testa al gruppo, Clove di fianco a lui ed io dietro a tutti, con la lancia puntata sulla sua schiena. Arriviamo all’accampamento verso mezzogiorno. Prima che il ragazzino possa preparare la sua trappola, prendiamo un po’ di provviste e ci mettiamo a mangiare. Ne offriamo anche a lui, che accetta immediatamente. Sembra che non mangi da molto. Poi ci facciamo spiegare il piano alla lettera. Quando il quattordicenne finisce di illustrarcelo, gli lasciamo carta bianca per attuarlo. Clove, esausta dalla camminata, si stende e si addormenta all’istante. Io e Cato ci alterniamo a fare la guardia ed a dormicchiare sotto il sole pomeridiano. Verso il tramonto, ci svegliamo tutti, irrequieti chi per un motivo chi per l’altro. Wonder ci mostra una sorta di balletto che siamo costretti a fare per prendere il cibo. È difficilissimo, così decidiamo che sarà lui a farlo ogni volta, per far correre meno rischi a noi e più a lui. Se sbaglia e muore, troveremo un altro modo per procurarci da mangiare. – Magari, se troviamo la Ghiandaia Imitatrice – dice Clove, riferendosi alla sua spilla d’oro – riusciremo a rubarle un po’ del cibo che avrà sicuramente cacciato dopo aver rubato l’arco di Glimmer. Ho notato che mancava mentre le dicevi addio. Il mistero dell’11 che quella ragazza ha preso in addestramento, forse, sta per essere svelato. – La ascoltiamo attentamente, prima di annuire, facendole capire che il suo ragionamento segue ogni logica. All’improvviso, mi balena in mente un altor pensiero. – Non dovremo occuparci anche di Peeta Mellark? – Non appena pronuncio quelle parole, me ne pento amaramente. L’espressione di Clove da soddisfatta diventa sofferta, ma, quando parla, il suo tono di voce è duro e non ammette repliche: – Mi occuperò io del Ragazzo del pane. Su questo non si discute. – Cato le dice: – Il Ragazzo Innamorato è tutto tuo, ma io voglio lei! – La sua espressione feroce promette morte tanto quanto la mia.
Angolo dell’autrice: Il capitolo undici è pronto! Innanzitutto, volevo precisare una cosetta: questa storia non è una Glarvel, nonostante i cinquecentomila (come minimo!) accenni che vi ho fatto. Ne scriverò una in futuro, anche se prima devo finire la serie che riguarda tutti i tributi più importanti, ed anche qualcuno inventato da me, del primo libro della trilogia più bella di tutti i tempi! Mio Dio, non riesco a credere che solo poco più di un anno fa ho ricevuto in regalo il libro “Hunger Games – La Ragazza Di Fuoco”! Sono pentita di non aver visto i film al cinema!

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Capitolo 12
*** So light 'em up, up, up ***


Il primo turno di guardia, come sempre, spetta a Cato. Non riesco a dormire, così, dopo un’ora, lo sento mentre sveglia Clove per andare a dormire. Passa un’altra ora, e, visto che tocca a me, mi alzo. Per adesso, la notte è stata tranquilla, ma è meglio guardarsi le spalle in ogni caso. Probabilmente Thresh non si farà vivo, perché sentivo Cato, durante il suo turno, agitarsi non appena vedeva qualcosa che poteva ricordare una grande ombra scura, anche se penso che, più che altro, fosse per Clove che lo cercava: lei vuole ucciderlo sin dall’inizio dei Giochi. Stranamente, però, sembrava più interessata a Rue, stanotte: continuava a borbottare che se trovava quella “scimmietta nera”, le avrebbe fatto la pelle. Io scruto il campo, aspettandomi di vedere qualsiasi traccia che possa ricondurre a Katniss Everdeen. Ma non succede niente, così, un’ora dopo, sveglio Wonder, raccomandandogli di stare attento a Peeta Mellark, perché, nonostante sia ferito, rappresenta pur sempre una minaccia. Trascorsa un’altra ora senza eventi significativi, siamo tutti in piedi, pronti ad iniziare un’altra giornata di caccia. Facendo un rapido calcolo, mi rendo conto che siamo quasi arrivati agli ultimi otto. Questo non fa che aumentare la mia sete di sangue. Prometto a me stesso che Catnip ed il Ragazzo del pane non sopravvivranno per vedere l’alba di un nuovo giorno. Ci addentriamo nel folto della foresta. Dopo tre ore di caccia senza sosta, grido, esasperato: – Dove sei, maledetta! – Dove sei, dolcezza! Sento un risolino sommesso alle mie spalle. – Non penso che, gridando, la farai avvicinare a te. Semmai, il contrario! – Ci giriamo tutti di scatto nella direzione della voce. Jason, lo zoppo del Distretto 10, ghigna nella nostra direzione. – Certo che sei proprio un idiota! Siamo quattro contro uno! – Il sorriso scompare dal suo volto come è venuto: alla velocità della luce. Ma, subito dopo, con un’agilità inaspettata da uno col suo problema, scompare dalla nostra vista. Ovviamente, iniziamo subito ad inseguirlo. Lo raggiungiamo in una radura. È inciampato. Adesso lo aspetta la morte. Ma, mentre Cato gli squarcia il petto con la spada, continua a gridare cose orribili contro noi Favoriti. Quando arriva a me, la sua crudeltà supera ogni limite. – E tu pensavi davvero che la bionda del tuo distretto ti avrebbe mai guardato? Ma per favore! Se sbavava dietro ad ogni ragazzo che le passava a tiro! Guarda che l’ho vista, al Centro di Addestramento! Ci ha provato pure con me! Ed, ovviamente, non ho potuto dirle di no! – Cato lo uccide con un colpo secco per farlo stare zitto, ma oramai il danno è fatto. In effetti, alcune volte Glimmer spariva per un lasso di tempo molto lungo, ed all’addestramento non avevamo molte occasioni per stare insieme, così la perdevo spesso di vista. Può aver fatto qualunque cosa in tutto quel tempo. Il cannone spara un colpo, ed io ritorno alla realtà. Non mi importa cosa ha fatto, io l’avevo amata, la amavo e l’avrei amata per sempre. Clove si avvicina a me. – Non ti preoccupare, l’ho sempre tenuta d’occhio: quello che ha detto quel bastardo non è vero. – Sorrido. – Grazie per il conforto. – Poi interviene Cato. – Marvel, è la verità. Credici. – Mi giro verso di loro, rendendomi conto, forse per la prima volta, che qui dentro ho trovato degli amici veri. All’improvviso, il mio pensiero va ad Atreus, il mio migliore amico. L’ho pensato poco, in questi giorni a Capitol City, e meno che mai nell’arena. Così decido, senza un motivo preciso, che anche Clove e Cato, in questi pochi giorni di conoscenza, sono diventati miei carissimi amici. Non riesco a pensare di doverli uccidere. Spero che, quando arriverà il momento cruciale degli Hunger Games, la battaglia finale non ci veda come protagonisti: non più alleati, ma acerrimi nemici. Mi rifiuto di formulare altri pensieri del genere. Il resto della giornata trascorre senza che troviamo una minima traccia che ci possa condurre alla Ragazza di fuoco. Torniamo al nostro accampamento poco dopo il tramonto. Mangiamo qualcosa ed assistiamo alla proiezione dei volti dei caduti nel cielo. Oggi è morto solo Jason. Sentiamo Clove che esulta e le chiediamo spiegazioni. – Gli sponsor ci hanno mandato una pomata contro le punture degli aghi inseguitori! – Sentire il nome di quegli schifosi ibridi mi fa rivivere la morte di Glimmer. Improvvisamente, mi torna in mente la promessa che mi ero fatto questa mattina, ovvero di uccidere la Ghiandaia Imitatrice ed il Ragazzo Innamorato. Rabbioso per non essere riuscito a mantenerla, mi metto a dormire dopo essermi spalmato un po’ di pomata. Stavolta, quando Clove mi sveglia, mi alzo di malavoglia. La mattina, vedo del fumo. – Ehi, ragazzi, guardate! – Cato impone a Wonder di restare qui, e partiamo. Dopo un po’, sentiamo un’esplosione provenire dal campo. Un pensiero mi colpisce improvvisamente. Le provviste.
Ciao! Questo è il capitolo dodici, in cui non succede niente di particolarmente interessante. Solo alla fine, proprio nelle ultimissime righe, ho iniziato a spiegarvi uno sprazzo di quello che troverete all’inizio del prossimo capitolo. Spero che vogliate continuare a recensire. Tra parentesi, vi siete accorte/i che ho usato tutti i soprannomi di Katniss e Peeta in questi ultimi due capitoli? Ditemi se l’idea vi è piaciuta. Se no, mi scuso in anticipo per avervi reso la lettura meno piacevole. Ditemi sempre quello che pensate, senza timori: non mi offendo mica, e rispondo a tutti. Ora vi saluto! Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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Capitolo 13
*** Light 'em up, up, up ***


Io e gli altri ci precipitiamo al campo, sperando con tutto il cuore che non sia il nostro cibo ad essere esploso. Invece, non appena arrivati, troviamo ad attenderci la spietata verità: non è rimasta neppure una briciola. – Ma che diavolo facevi? Dormivi? – grida Cato con tutto il suo fiato, furioso con Wonder, che balbetta qualche scusa incerta ed inudibile. – Oh, no! È un disastro! Questo è un disastro! – Clove, disperata, cerca di raccattare qualcosa dal cumulo di macerie, mentre il ragazzino del 3 dice a Cato di aver sentito che qualcuno si allontanava dalla direzione opposta a quella da cui siamo venuti. In effetti, pensandoci bene, mi ricordo di averlo visto aggirarsi tra le macerie con l’aria di qualcuno che ha corso per arrivare per primo sul luogo dell’incidente. Ciò non toglie che lui doveva fare la guardia. – Ma cosa è successo? – urlo con quanto fiato ho nei polmoni, cercando di dare una mano a Clove. Pochi secondi dopo, sentiamo un colpo di cannone. Alziamo lo sguardo, e vediamo Wonder cadere a terra, con il collo piegato in modo innaturale. – Gliel’hai spezzato? – chiede Clove, dopo qualche istante di silenzio. Cato fa un brusco cenno di assenso e viene ad aiutarci. Purtroppo, tutto quello che riusciamo a ricavare sono un tegame di metallo e la lama di un coltello. Il nostro bottino è così scarso che ci mettiamo tutti quanti, contemporaneamente, a dare dei calci ai vari contenitori vuoti che sono sopravvissuto all’esplosione, fino a quando non la trovo. Una rete che, miracolosamente, è rimasta intatta. La mostro agli altri. – Va bene, ma che ce ne facciamo? – chiede perplessa Clove. – Vuoi usarla per cacciare cibo? – mi domanda Cato. – Non esattamente – rispondo, ghignando per il piano che mi è appena venuto in mente. – Ragazzi, siamo arrivati agli ultimi otto. Siamo pochi, e l’arena è grande. Dobbiamo incominciare a piazzare trappole per catturare gli altri tributi che, con le loro urla, ci condurranno nel luogo dove si trovano. A quel punto, li faremo fuori, ad uno ad uno, fino a che non rimarrà solo il vincitore. O la vincitrice – mi affretto ad aggiungere, notando l’espressione di Clove. – Allora, che ne dite? – Si scambiano uno sguardo, poi Clove esclama: – Geniale! – Cato sorride. – Amico, sei un genio. Ora dobbiamo solo scegliere il posto in cui piazzare la prima. – Mi balena in testa un’immagine. – Che ne dite della radura in cui abbiamo ammazzato 10? – dico, riferendomi all’assassinio di Jason. – Sì, il luogo della morte dello zoppo può andare – approva Clove. – Che stiamo aspettando? Andiamo! – ci incita Cato. Ci arriviamo dopo una breve corsa. Mimetizziamo la rete con le foglie, ne appendiamo le estremità ai rami di due alberi opposti, ed il gioco è fatto. Semplice e rapido. Ci sto già prendendo gusto. – Ora non dobbiamo fare altro che attendere la prima preda. – Mi guardo attorno, cercando un posto da cui potrei osservare, non visto, tutti i movimenti della zona. – Forse dovremmo tornare al campo per vedere se troviamo qualcos’altro di utile – suggerisce Clove. – Sì, in effetti, sarebbe meglio. Tanto sentiremmo comunque le urla, no? – la appoggia Cato. – Ok. Per me non c’è problema. Andiamo. – Torniamo a ciò che resta della piramide, ma, purtroppo, non troviamo nulla. – Forse gli allocchi che prenderemo con la rete avranno qualcosa di utile addosso che possa aiutarci a costruire altre trappole – commento. – Sì, giusto. Hai avuto davvero un’ottima idea, Marvel. Complimenti! – La voce di Cato ci interrompe: – Piano con gli elogi, Clove, o si monterà la testa anche più di ora! – Scoppiamo tutti e tre in una risata, poi i nostri stomaci iniziano a brontolare in contemporanea. – Mi sa che sarà una lunga attesa – sospira Clove, riferendosi alla mancanza di cibo. – Tornando al discorso delle trappole, penso che, per ora, potremmo costruirne quattro, una per ogni lato: così avremmo la possibilità di catturare la metà dei tributi e di affrontarne uno solo, alla fine – propongo. Vorrei rimangiarmi tutto: se seguissimo il mio piano, in breve rimarremo solo noi tre a combattere, ed io non voglio ucciderli. Ma oramai è troppo tardi: Cato approva la mia proposta. – Sì. Oggi sei davvero un pozzo di idee, Marvel, e chissà che presto non te ne venga in mente qualcuna per far cadere in trappola i due fidanzatini del 12 – dice. Sul viso di Clove passa un’ombra scura al ricordo di Peeta: in effetti, anche ieri sembrava piuttosto assente. Ma quel brutto momento scompare, e lei ritorna decisa, determinata e feroce come sempre. A quel punto, sentiamo un urlo. Scattiamo in piedi, ma decido: – Vado io. – Non riescono a fermarmi che già sono nascosto alla loro vista. Lancia in pugno, entro nella radura in cui Katniss sta liberando la piccola dell’11. Scaglio la mia arma con tutta la forza che ho, ma, contemporaneamente, una freccia mi trafigge il petto.
Angolo dell’autrice: Signore e signori, sono lieta di presentarvi… il capitolo tredici! Be’, in realtà non tanto lieta, visto che il prossimo è l’ultimo, ma ho già in mente un’altra fanfiction, ho persino scritto i primi quattro capitoli, quindi non me ne starò con le mani in mano. Una domanda: sapete come si chiama lo coppia Marvel/Katniss? No, perché su YouTube ho trovoato un video intitolato “marvel and katniss – display of affection”, e quindi mi sono chiesta se questa coppia esiste. Ovviamente non smetterò mai di shippare Glarvel e Catoniss, la mia è soltanto curiosità! Se avete una risposta, mandatemela.

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Capitolo 14
*** I'm on fire ***


Mi accascio a terra. Getto un sguardo disperato nella direzione delle due, sperando almeno di aver colpito il bersaglio che mi sono prefisso. Ma, con profondo orrore, mi rendo conto che la lancia si è conficcata nel ventre della piccola dell’11, che crolla a terra, subito sostenuta dalla sua alleata. Chiudo gli occhi, perché oramai non ha più senso tenerli aperti: mi resta qualche istante di vita, morirò fra pochi minuti. Cerco rabbia, disperazione, dolore, odio, ma quello che sento mi sorprende: sollievo. Sì, sono sollevato che questi Giochi infernali siano finiti per me. Così rivolgo ogni pensiero alle persone per cui ho provato affetto ed ammirazione, qui dentro. Marina: durante l’addestramento ho visto la sua tenacia, la sua combattività, ma è svanito tutto quanto la testa di Max è rotolata nella polvere dell’arena; credo che sia questo il motivo per cui ha lasciato che Cato la uccidesse. Max: era piccolo, ma un vero Favorito; si vedeva che voleva portare gloria al suo distretto, anche se c’era un sentimento speciale che lo legava a Marina. Finch: la scaltra, furba, astuta Finch, la ragazza del 5 che ha sorpreso tutti, tributi e spettatori, arrivando fra i primi otto, probabilmente grazie ai consigli del suo Haymitch. Rue: la dolce ragazzina dell’11, che morirà poco dopo di me, e, per ironia della sorte, proprio per colpa mia, mi ha colpito per la sua innegabile bontà, e perché i suoi occhi brillavano ogni qualvolta che incontravano lo sguardo di Thresh. Thresh: il gigante di uno dei distretti più poveri di Panem, il ragazzo che, fino ad ora, ha ucciso solo una persona, il tributo che si vergogna di mostrare quello che prova per Rue perché sa che dovrà dirle addio. Katniss: sì, Katniss, la mia assassina, l’assassina della ragazza che ho amato, colei che sembrava avesse distrutto tutti i miei sogni, invece li ha realizzati, perché adesso mi farà raggiungere la mia adorata compagna di distretto, che si trovi all’Inferno, in Purgatorio o addirittura in Paradiso; non provo odio per lei, ma un grande rispetto, perché è riuscita dove io ho fallito, e perché so che ci riuscirà fino in fondo, che vincerà gli Hunger Games insieme al suo Peeta, ed insieme libereranno Panem dai suoi oppressori. Peeta: il mio antico alleato, il traditore che ha fatto quello che avremmo fatto tutti, ossia salvare la sua amata Katniss dalle nostre grinfie e permetterle di essere la Ghiandaia Imitatrice che guiderà il nostro popolo verso la libertà. Haymitch: il mentore che ha avuto il coraggio di aiutare una ragazza di un distretto diverso dal suo e se ne è persino innamorata, pur sapendo che Finch non ce la farà. Sophie: la bellissima sorella che si è offerta volontaria per salvare qualcuno che amava, e che è riuscita a portare l’amore persino nel freddo cuore di Cato. William: il meraviglioso fratello che ha rifiutato un volontario per proteggere la sua sorellona e che è finito per innamorarsi della gelida Clove, riscaldandola. Cato: lo spietato assassino che, una volta incontrata Sophie, si è riscattato ed ha iniziato ad amare, l’amico che rimarrà per sempre nel mio cuore. Clove: la feroce assassina che si è innamorata di William dimenticandosi del sangue che aveva promesso di versare per l’onore della sua famiglia e del suo distretto, l’amica che non scorderò mai. E, perché no, un pensiero pure a me: il ragazzo che è venuto qui con lo scopo di diventare un assassino, e che invece si è innamorato come uno scolaretto di Glimmer, non pentendosene nemmeno per un secondo. Ed ecco Glimmer: la stupenda ragazza che mi ha rubato il cuore dal primo istante che l’ho vista, che ha ricambiato il mio amore fino alla sua morte, perché ora, per qualche strano motivo, so che anche lei mi ha sempre amato, ed ancora non ci credo che una come lei ha provato qualcosa per uno come me. Ma è la pura e semplice verità, ed a me piace così com’è, senza finzioni. Del resto, lo è sempre stata: e devo ringraziare il presidente Snow per avermi fatto conoscere queste persone importantissime nella mia vita, di cui non avrei mai potuto fare a meno neppure per un istante. Ho perso il controllo dei muscoli facciali, non riesco a sorridere, ma, se potessi, sfoggerei una dentatura bianchissima e perfetta, come dicevano sempre i miei genitori. Rivolgo un pensiero ad Atreus, il mio migliore amico: grazie per essermi sempre stato a fianco, ti voglio bene. Ma ora voglio pensare solo al fatto che tra poco rivedrò la mia Glimmer. Ed eccola, infatti, nel fascio di luce davanti a me: mi tende una mano. – Ci siamo, Marvel – sussurra. Ed io so che è così. Allungò le dita, sorridendo. Finalmente insieme. Per sempre. Il cannone spara un colpo. Sto arrivando, Glimmer.
Ciao a tutti! Il capitolo quattordici, ovvero l’ultimo. Che tristezza, è finita anche la storia di Marvel! Comunque, bando alle ciance, prima che le lacrime comincino a solcarmi il viso (non prendetemi per egocentrica, please), vi informo che la nuova fanfiction si intitolerà “Radioactive”, e vedrà come protagonista Marina, il tributo femminile del Distretto 4, parzialmente inventato da me. Spero che vi appassioni come è successo per “Titanium” e “Light Em’ Up”. Un saluto a Queen Elizabeth, lovely_secret, Emeraldtree, Rosenrot Osbourne, _candyeater03, katniss_jackson per essermi stati accanto durante la pubblicazione di questa fanfiction. Vi voglio un bene infinito! Baci, JackiLoveCatoniss4ever.

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