Big Hero 7

di Kyasarin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tadashi “Shirokudo” ***
Capitolo 3: *** Sorprese ***
Capitolo 4: *** Minicapitolo-Un Nuovo Alleato ***
Capitolo 5: *** attenzioneee ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il buio era il padrone perenne di quella grande cantina. Una cantina vecchia e rovinata dal tempo, con le mura grigie e fredde. Era una cantina molto grande, ma incuteva un certo terrore se non conoscevi bene i suoi segreti. L'unico modo per entrarci, era una porta in legno scuro seguito da un paio di scale. Regnava un lieve odore di muffa e di chiuso. La porta cigolò leggermente fino ad aprirsi completamente, proiettando un fasciò di luce verso il centro della cantina, illuminando alcuni mobili impolverati. Fu un ragazzo ad aprire la porta, chiudendola dietro di se poco dopo e allungando la mano verso l'interrutore della luce che si trovava accanto all'uscio. Aprì la luce, rivelando quel covo tutto suo che, con un po' di illuminazione, divendava un posto più accogliente. Il giovane che possedeva quella cantina l'aveva arredata bene, munendola di televisore, scrivania, computer e tantissime altre cose che il ragazzo aveva raccimolato. Il giovane scese le scale e si avvicinò alla scrivania. Si accomodò sulla sedia, appoggiando il giornale che teneva in mano sul piano da lavoro in mogano. Non aveva intenzione di leggerlo subito, preferiva guardare un attimo il notiziario. Era un ragazzo giovane, sicuramente sui venti o ventun'anni. Prese il telecomando e accese il televisore, sintonizzandosi su un notiziario.

-I big Hero 6: I grandi eroi di San Fransokyo anche oggi hanno protetto la gente della nostra città. Ce stato infatti un incendio all' Hope Hotel che ha convolto i piani dal terzo all'ultimo piano. Grazie alla squadra di “supereroi” della nostra città non ci sono state vittime. I nostri eroi, ancora non identificati, sembrano essere adolescenti, ma sono ormai da tutti dei veri e propri eroi senza macchia.

Il ragazzo abbassò il volume de televisore e appoggiò il telecomando sulla scrivania.

-Dei veri e propri eroi senza macchia. Non conoscono nemmeno cosa si nasconde il questi vicoli bui.

Il ragazzo si alzò, avvicinandosi a una strana teca di vetro altra più di lui. Appoggiò una mano sul vetro guardando ciò che c'era all'interno. Era un manichino che indossava una tuta aderente nera e una giacca in pelle di un colore verde scuro molto lunga. Alla vita il manichino portava una sintura con uno strano simbolo inciso sopra e sul volto portava una maschera yin-yang, metà nera e metà bianca. Intorno al manichino, tantissimi oggetti di varia forma e dimensione.

-Voi continuate pure a salvare i gatti bloccati sugli alberi e ad aiutare le vecchiette ad attraversare la strada.

Appoggiò la mano sul vetro freddo che lo divideva da quel manichino.

-A salvare il destino di questa città ci penso io.

 

 

 

Nota Autrice:

Salve ragazzi. Mi presento, sono Kyasarin o semplicemente Kya e questa è la prima volta che scrivo in questo fandom quindi sono ancora una principiante abbiate pazienza con me. Non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni. Appena ho visto il film sono uscita con gia cento idee per questa storia che sarà sua specie di sequel al film.

Ci sentiamo

con affetto Kya

 

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Capitolo 2
*** Tadashi “Shirokudo” ***


 

Tadashi “Shirokudo”

L'aria autunnale avvolgeva la bellissima e tecnologica San Fransokyo, mentre il paesaggio dei parchi da verde aveva raggiunto delle tonalità arancioni. La città era caotica come sempre e le foglie che cadevano leggere ondeggiavano nel vento leggero, rendendo l'atmosfera romantica. Ma nella San Fransokyo Istitute of Tecnhology c'era già fermento. Tutti gli studenti si trovavano in laboratorio, che si preparavano per continuare i loro lavori. Tra di loro c'erano anche i big hero 6, che stavano perfezionando le loro invenzioni che, sotto sotto, sarebbero stati utili alla squadra. Hiro, nel suo laboratorio ereditato dal fratello, stava iniziando il nuovo proggetto per i microbot, mentre baymax era sotto carica.

-Baymax? Sei pronto?

-Quasi.

Rispose il robot gonfiabile. In quel momento bussarono alla porta azzurra.

-Avanti.

Wasabi fece capolino da dietro la porta, con il suo solito fare tranquillo.

-Ciao Hiro. Vieni al laboratorio principale il professor Ducke deve presentarci un nuovo studente...

-Arrivo. Baymax mi aspetti qui?

-Certamente Hiro.

Hiro e Wasabi uscirono dal laboratorio, imboccando il corridoio verso il laboratorio centrale. Tutti gli studenti erano riuniti intorno al professor Ducke, un nuovo professore che aveva preso il posto del professor Callaghan, che era in compagnia di un giovane ragazzo dai capelli corvini e gli occhi verdi. Era un ragazzo alto, asciutto e muscoloso, che faceva sembrare qualsiasi ragazza piccola e fragile in confronto a lui. Wasabi e Hiro raggiunsero il resto della squadra, che osservava il giovane che ricambiava con un sorrisetto lievemente accentuato. Honey Lemon era una di quelli che lo osservava con più accuratezza. I capelli erano lisci e corti e terribilmente in disordine. Indossava una maglietta bianca sotto una camicia marroncino mogano. Indossava dei jean all'apparenza vecchi edi un colore blu scuro. Gogo si avvicinò ad Honey e la giovane distolse per un attimo lo sguardo. Quando rivolse lo sguardo di nuovo verso il ragazzo, notò che la stava guardando. I loro occhi si incanenarono per dei secondi che parvero infiniti. In quel momento Honey iniziò a peoccuparsi nello stato in cui si trotava. Il suo vecchio camice era un sporco e bruciacchiato da qualche reazione chimica, i capelli legati alla bene e meglio e gli occhiali... be, erano gli unici ad essere apposto. Lui non distoglieva lo sguardo dalla giovane studentessa, che la rendeva nervosa e un po' imbarazzata. Appena vide il rossore sul viso di Honey, il ragazzo sorrise e distolse lo sguardo, tornando a osservare il resto dei compagni.

-Ragazzi. Questo è il vostro nuovo compagno. Vi lascio a voi i convenevoli. Però mi serve qualcuno che gli faccia da guida mentre io vado dal preside.

-Tranquillo professore. Ce ne occupiamo noi.

Disse Wasabi, uscendo dal gruppo di studenti. Il giovane di colore si avvicinò al ragazzo, dandogli amichevolmente una pacca sulla schiena.

-Va bene. Buona fortuna allora.

-La ringrazio professore.

Disse il nuovo arrivato. Il professore se ne andò e tutti gli studenti, tranne il giovane e i big hero, tornarono alle loro postazioni.

-Piacere ragazzi. Io sono Tadashi ma i miei amici mi hanno affibbiato il nome di shirokudo o semplicemente Shiro.

Ma tutta la squadra si zittì, ascoltando e riascoltando quel nome mille volte. I loro occhi diventavano lucidi, soprattutto quelli di Hiro che osservava il giovane Shirokudo.

-Che succede ragazzi? Ho detto qualcosa che non va?

-No, è solo che... avevamo un amico... un fratello... che aveva il tuo stesso nome. Ma non è il momento di rivangare il passato. Io sono Wasabi e loro sono Gogo, Fred, il piccolo Hiro e Honey Lemon.

-Piacere. E tu? Sei un giovane laureato?

-Già. È un piccolo genio. È il fratellino di Tadashi.

Disse Fred, dando il pugno al piccolo Hamada.

-Davvero? Non vedo l'ora di vedere il tuo progetto. Sono proprio curioso.

-Allora andiamo. Ti faccio vedere i due proggetti a cui sto lavorando.

Disse Hiro, avviandosi all'uscita del laboratorio principale. Dopo aver percorso il tratto di corridoio, entrarono tutti nel laboratorio. Era tutto un po' in disordine, ma la cosa più strana per Shiro era quella strana valigia rossa al centro della stanza.

-Mi sa che ha finito il caricamento.

-Di cosa stai parlando?

-Perdonami in anticipo.

Hiro tirò un pugno al braccio di Shiro, che cacciò un verso di dolore. Il quel momento la valigia si aprì, gonfiando uno strano robot dall'aspetto rassicurante e colloso, color latte. Con passi lenti e un po' impacciati, il robot uscì e si avvicinò al giovane dolorante.

-Ciao, io sono Baymax, il tuo operatore sanitario personale. Ciao Hiro, ciao ragazzi.

-Un operatore sanitario? È... è incredibile! Questo è il tuo progetto?

-è stato creato e completato da mio fratelli prima che se ne andasse. Baymax, esegui scanner.

Disse Hiro, avvicinandosi al robot gonfiabile.

-Scanner completato. Hiro, ho analizzato un grave problema.

-Cosa? Non è possibile che gli abbia fatto così male.

-Non credo che parli di quello che mi hai fatto tu.

Disse Shiro, sedendosi sulla sedia accanto alla finestra.

-Forse sta parlando di questo...

Disse, afferrando la fine della parte sinistra dei jeans e tirandola su fino al ginocchio, rivelando una protesi di metallo che fece impallidire un po' tutti.

-Ma cosa è successo?

-Per sapere la mia storia devo iniziare dall'inizio. Avevo più o meno dieci anni. Mio padre e mia madre erano i presidenti di una grandissima azienda di famiglia grazie alla quale eravamo molto benestanti. Avevo tutto, una famiglia amorevole, una casa grande e un cucciolo tutto mio. Ero un ragazzino come gli altri: ero pieno di amici, guardavo i cartoni violenti in tv, mangiavo quantità industriali di zucchero, uscivo con gli amici a mangiare schifezze e d'estate giocavo a nascondino in giardino e bevevo la limonata in veranda. Ma la cosa che mi piaceva di più era il sabato. In quel giorno i miei non lavoravano e passavamo tutto il giorno insieme: Il mattino ci svegliavamo verso le dieci e facevamo la colazione, poi nel pomeriggio andavamo a giocare a golf e la sera andavamo al cinema o al teatro. Quella sera siamo andati al teatro a vedere un'opera di un compositore italiano e... e da li non ricordo molto bene...

Il gruppo ascoltava senta interromperlo, mentre il ragazzo era sommerso dai flashback.

-Mi ricordo solo che ero seduto sulla poltrona, con a fianco i miei genitori. Ho guardato mio padre e... e poi mia madre che mi sorrisero entrambi...

La sua voce stava letteramente tremando.

-Ci scambiammo quei sorrisi e quando ho rivolto di nuovo lo sguardo verso il palco c'è stato un botto fortissimo, un flash e tutto si fece scuro. Mi ricordo che le mie orecchie fischiarono e quando riaprii gli occhi ero in un letto d'ospedale. Mia madre e mio padre sono morti nell'esplosione, io me la sono cavata con l'amputazione della gamba, qualche costola rotta e un leggero trauma cranico.

-Ma cosa ha causato l'esplosione?

Chiese Honey, spostandoli lievemente vicino al nuovo arrivato.

-La mia città è sempre stata vittima di attentati da parte di gruppi di chiminali o di mafiosi. Le infermiere che mi hanno assistito nei giorni di terapia mi hanno raccontato che tra il pubblico c'era un personaggio che la mafia voleva eliminare e così hanno fatto esplodere il teatro. Da quel giorno la mia vita cadde a pezzi. Dopo essermi rimesso, mi hanno montato la protesi e mi hanno affidato a un orfanotrofio, ma nessuno mi ha adottato. Adottavano sempre i più piccoli e io ero già abbastanza grandicello. Aspettai cinque lunghi anni e fu in quel periodo che mi interessai alla tecnologia e alla robotica. Continuavo gli studi in queste materie e allo stesso tempo facevo una specie di addestramento militare. Avevo così tanto tempo a disposizione, che ho modificato anche la protesi, infatti guardate...

Passò un dito dietro l'orecchio destro, togliendo uno strano piccolo cip.

-Questa specie di cip mi permette di comandare le “articolazioni” della gamba, permettomi così di camminare nel modo più normale possibile.

Lo mise di nuovo dietro l'oreccio, incastrandolo con un apposito sostegno.

-Dov'ero rimasto? Ah si! Dopo cinque anni un ragazzo di vent'anni arrivò dicendo di appartenere alla mia famiglia e mi “adottò”. Infatti, lui era il figlio del maggiordomo che si occupava di me, morto per il dolore. Per quel uomo occuparsi della mia famiglia era la sua vita. Comunque sono tornato a casa con lui e adesso, per proseguire i miei studi in robotica, sono venuto qui.

-E qual'è il tuo progetto?

-Venite con me. Ve la mostro.

Disse il giovane Shiro alzandosi. Raggiunsero un altro laboratorio, che il ragazzo aveva preso per continuare i suoi studi. Entrarono nel laboratorio, dove due persone stavano lavorando al computer.

-Ragazzi, loro sono Chuck e Dave... i miei aiutanti diciamo.

Il ragazzo si avvicino a un manichino, che indossava una strana tuta nera munita di guati inclusi.

-Ecco qui il mio proggetto. La Tuta Amplificante.

-Tuta Amplificante?

-Esatto. Grazie a una particolare diramazione di impulsi che stimolano i nervi e i muscoli, moltiplicando la propria forza muscolare.

-Wow... che figata...

Disse Fred, girando intorno al quel manichino.

-Però è un proggetto a cui sto ancora lavorando. Devo trovare la giusta intensitò di impulsi per tutti, altrimenti ri dovrebbe trovare un'intensità differenziata per ogni persona. Comunque con questa particolare tuta, perfettamente traspirante e leggera, resistente anche all'acqua e a una temperatura superiore ai 350° gradi, ogni lavoro sar più facilitato. Facciamo in ipotesi: un incendio all'angolo di Kyusama Street, tutti i vigili del fuoco, ma una famiglia è bloccata sotto le macerie e non ce modo di alzare quei blocchi. Semplice, bastano due vigili che indossano questa tuta per salvare la vita di quelle persone.

-però... è un progetto fantastico!

-Già, ma finchè non troverò l'intensità giusta posso dire che non è ancora un proggetto fantastico...

-Ce la farai.

-Ah ragazzi... volevo chiedervi una cosa...

Disse, sedendosi sulla sua sedia della scrivania. Si staccò la protesi dalla gamba, appoggiandola sulla scrivania insieme al cip dietro l'orecchio. Per lui sembrava una cosa così normale, mentre i ragazzi guardavano la gamba che finiva subito dopo il ginocchio. -Chiedi pure.

Disse Hiro. Il ragazzo prese una piccola chiave inglese, iniziando ad avvitare qualcosa sulla protesi.

-Parlatemi un po' di questi... big Hero 6...

I ragazzi si sorpreso, ma Fred infranse il silenzio uscendo dal gruppo.

-Sono un fantastico gruppo di supereroi che difendono la nostra città dal crimine. Il più figo di tutti e un fantastico mostro spudafuoco che spicca balzi enormi ed è un gran figo... almeno, così mi hanno detto...

-Ah. E gli altri?

-Si, be, Fred non ti ha raccontato. Sono degli eroi in gamba e... non ne sappiamo molto di loro.

-mh...

Mormorò il giovane, alzando la protesi e controllandola accuratamente.

-Questa protesi mi sa che non funziona bene. Comunque credo che questi supereroi non sanno cosa si nasconde nei vicoli più malfamati.

-Cosa intendi?

Chiese Gogo, lievemente irritata. Dopotutto, hai Big Hero 6 non sfuggiva nulla.

-Non dico che sono degli “stupidi eroini da stapazzo che non troverebbero il crimine nemmeno con il ragar”, dico solo che non cercano il crimine del luogo giusto. Non pensate che tutti questi incendi e altre infrazioni alla legge sono opera di qualche... che ne so... gruppo mafioso...

Disse, riattaccandosi la protesi e “indossando” il cip. Arrivò la sera e l'istituto era ancora aperto per chi lavorava fino a tardi. Quella sera gli studenti erano pochi, tra cui Honey Lemon e Shiro. Il ragazzo si trovava nel suo laboratorio, a lavorare su quella dannata protesi che non voleva funzionare bene. Bussarono alla porta poco dopo, facendo uscire il ragazzo da quel vortice di ricordi orribili della sua infanzia.

-Avanti.

Disse distrattamente, tornando nella realtà. Honey sbucò da dietro la porta, con il suo solito sorriso solare e dolce.

-Hey Shiro, io sto per andare.

-Aspetta, rimani qui. Ti va di farmi compagnia?

Chiese il ragazzo, montandosi la protesi.

-Certo.

La ragazza entrò nel laboratorio, mentre il ragazzo si avvicinò a lei zoppicando un po'.

-Ti fa molto male?

Chiese lei preoccupata. Il ragazzo la guardò e sorrise, contento del fatto che la ragazza si preoccupava molto del suo stato.

-No tranquilla. Sto benone.

Il ragazzo si avvicinò ancora e sorrise, guardando la giovane nel profondo negli occhi. Stava letteramente “scavando” in lei, cercando di cogliere qualsiasi sfumatura di lei. Honey non sapeva che dire. Si sarebbe persa in quegli occhi.

-Che... che cosa c'è?

Si avvicinò ancora e il suo sorriso sparì, allungando le mani verso il suo viso roseo. Prese i occhiali e li tolse, mettendoli nella tasca del camice di lei.

-Hai dei bellissimi occhi...

Disse, allontanandosi un po' e sorridendogli. La ragazza era completamente cremisi.

-G-grazie...

Il ragazzo iniziò a ridere divertito, guardando le sue guance rosse.

-Stai tranquilla. Sei diventata rossa. Era solo un complimento, non ti ha mica chiesto di sposarmi...

Disse lui, avvicinandosi a uno degli scatoloni a terra. La ragazza sorrise.

-Non sono poi così rossa!

Disse lei, guardandosi allo specchio.

-Beh... diciamo che non passa indifferente.

Rispose. Si inginocchiò e prese lo scatolone, appoggiandolo sulla scrivania. Poi raggiunse un altra scatola, ma questa volta Honey si avvicinò e lo aiutò. Così passarono la sera e divertirsi con le pulizie. Ma la cosa che divertì di più Honey Lemon fu il fatto che Shiro attaccò la musica a tutto volume, tanto che uno degli altri studenti venì a bussare alla loro porta infuriato per il troppo rumore. Mentre il povero Shiro le sentiva di santa ragione, Honey si sbellicava dalle risate. Alla fine del lavoro, però, il ragazzo si accomodò sul divanetto in pelle attacco al muro, togliendosi la protesi che gli procurava un dolore insopportabile.

-Che succede?

-Non funziona come dovrebbe e la sospensione che evita che il ferro venga a contatto con la carne si inceppa alcune volte e non protegge.

Disse, distendendo la protesi sulle sue cosce. La ragazza si accomodò vicino a lui, osservando la gamba di metallo.

-Sai... prima ho mentito sul fatto di non ricordare cosa è successo durante l'esplosione. Lo so, sembra impossibile, ma ricordo cosa è successo. È solo che prima non volevo entrare nel macabro.

-E cosa è successo?

-Be, quando ho riaperto gli occhi, intorno a me c'era solo... il fuoco. Cercai di alzarmi ma la gamba mi faceva un male cane. Non avevo il coraggio di vedere cos'avevo. Ero in preda al dolore e alla disperazione e volevo solo andarmene e iniziai a strisciare verso un condotto dell'aria che portava all'estreno, ma era troppo piccolo e iniziai a urlare e a colpire il muro con tutta la forza che avevo, per dei secondi che parvero un eternità. Svenni poco dopo quasi asfissiato dal fumo e da lì non ricordo davvero nulla. In quel momento mi sentivo egoista. Volevo solo uscire e non ho pensato a cercare mamma e papà... è stata causa mia... se sarei andato a cercarli forse adesso sarebbero ancora vivi.

-Ma perchè hai continuato? Non pensavi che fosse finita?

-Si. Ero disperato e per questo ero demoralizzato. Poi mi sono isolato da tutto e ho capito. Ho capito che è bello vivere e che è giusto combattere per questo.

Le sorrise dolcemente.

-Aspetta! Non puoi far parte della nostra squadra se prima non ci facciamo una bella foto.

-Cosa? Una foto?

-Si dai. Io solo la regina dei selfie e non posso vivere senza una foto.

-Ok.

Honey aprì la fotocamera, tenendo il cellulare con la mano destra, mentre il ragazzo faceva il segno della vittoria con la mano sinistra, sorridendo. Scattarono la foto e, poco dopo, si scambiarono i numeri di telefono.

-Si sta facendo tardi. Sarebbe ora di andare.

-Come farai con la gamba?

-Hey, sono sopravvissuto a un esplosione. Sopravviverò anche a un momento di solitudine prima che arrivi il mio amico. Tu vai pure. Non pensare a me.

-Sei sicuro?

-Certamente. Buona notte, Honey Lemon.

_-_-_

Quella fu l'ennesima notte di agitazione nella città, intervallato dalle sirene delle ambulanze e dei vigili del fuoco. Uno dei più alti grattacieli di San Fransokyo era in fiamme e non era la prima volta quella settimana. I pompieri avevano già fatto irruzione nell'edificio, portando all'esterno feriti e, purtoppo, alcuni cadaveri. Il quel momento arrivarono i Big Hero 6, subito acclamati dalla gente tutt'intorno al palazzo in fiamme. Si trovavano tutti sopra Baymax, pronti ad entrare.

-Forza ragazzi. Ce la possiamo fare. Ci affidiamo ai nuovi scanner termici.

-Ricevuto Hiro.

Entrarono nell'edificio attraverso una grande finestra, trovandosi immersi nelle fiamme.

-Dividiamoci.

I supereroi si divisero, accendendo il radar termico. Dovevano utilizzarlo “all'incontrario” diciamo. Honey aveva indentificato un persona e iniziò a camminare tra le fiamme. Dopo un po' vide una strana figura incapucciata, fermo tra le fiamme.

-Hey! Chi sei? Stai tranquillo sono qui per aiutarti.

Quella strana figura si girò, mostrando sotto quello strano cappuccio una maschera nera e bianca.

-Ma che...

Quel personaggio corse veloce verso di lei, così veloce e la ragazza non riuscì a spostarsi. L'uomo mascherato la afferrò per il collo, alzandola da terra.

-Tu chi sei? Sei una di loro?

-Di chi stai parlando? Sei stato tu ad appiccare l'incendio?

-No. Sono qui per salvare le persone bloccate.

-Allora sei se un eroe lasciami andare.

L'eroe mascherato ci pensò un attimo, poi la lasciò andare.

-Questi incendi non sono semplici incidenti domenstici. C'è qualcuno che passa il suo tempo a divertirsi ad uccidere gente.

Disse lui, fissandola intensamente negli occhi. Sentiva uno strano senso di deja-vu.

-Credete di fare qualcosa al riguardo?

La ragazza non ebbe il tempo di rispondere che l'uomo mascherato venne colpito di striscio da un disco tagliente sulla gamba. La ragazza indietreggiò, vedendo alcune scintille che uscivano dallo strappo della tuta.

-Hey! Fermo dove sei!

Disse Gogo, riprendendo il disco al volo. IL ragazzo si rialzò e, zoppicando, si avvicinò a una finestra, lanciandosi verso il buio.

-Honey stai bene?

Le chiese Gogo, avvicinandosi alla bionda.

-Si. Sto bene.

Disse, alzandosi.

-Andiamo. Abbiamo portato le ultime persone in salvo. Indagheremo più tardi.

Disse la giovane corvina.

_-_-_

Due ore dopo l'incidente, il silenzio che regnava in quella cantina venne interrotto bruscamente da dei gemiti di dolore, seguiti dal cigolio della porta.

-Forza... manca poco amico...

Un uomo di colore dai capelli neri e cortissimi, vestito in giacca e cravatta, aiutava l'uomo mancherato a sedersi.

-Grazie mille amico mio...

Si accomodò sulla poltroncina della scrivania, tenendo premuta la ferita.

-Adesso vado a prendere il kit. Ma come è successo?

-I big hero... ecco cosa è successo.

L'altro uomo gli diede il kit.

-credi che c'è bisogno di qualche punto di sutura?

-No. Basta una fasciatura. Ma...

-Ma cosa...

-Quei big hero. Una di loro la conosco. L'ho riconsociuta. Maledizione come potevo non riconoscerla prima. Quegli occhi... quei bellissimi occhi verdi. Come ho potuto farmi prendere in giro così. Faccio indagini su di loro da quando hanno fatto la loro prima apparizione e oggi non mi sono accorta di conoscerla. Devo ritrovarli e parlargli subito.

-Gli hai parlato degli incidenti?

-Si... ma non credo che mi ha creduto. Gli riparlerò...

-E come puoi fare? Non hai prove concrete che tu li conosci.

-Si che ce le ho.

-Non puoi andare da loro e digli che li hai visti e gli hai visti. Salterebbe la tua copertura.

-Allora aspetterò.

-Ne sei sicuro Shiro?

Il ragazzo il tolse la maschera, mentre gli occhi verdi scintillavano di lacrime di dolore.

-Si. Ne sono sicuro.

 

 

 

 

 

Nota autrice: Allora, fin qui tutto confuso. Comunque per il nuovo arrivato nella storia verrà chiamato Shirokudo o semplicemente Shiro come qui sopra e verrà chiamato con il suo nome pochissime volte. Con questo vi lascio

al prossimo capitolo

Kya

 

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Capitolo 3
*** Sorprese ***


Capitolo 2

Honey bussò al laboratorio di Shiro. Era appena arrivata a scuola e voleva proprio sapere come stava la sua gamba.

-Avanti.

Disse una voce all'interno. Honey entrò nel laboratorio, trovando Ash davanti al computer.

-Hey ciao.

-Ciao Honey.

-Oggi sei arrivato presto!

Gli disse, avvicinandosi a lui. IL ragazzo rimase zitto per qualche secondo, poi si alzò e si avvicinò alla ragazza.

-Già. Questa mattina sono uscito presto e mi hanno lasciato entrare. Dovevo lavorare a un paio di cose al computer.

-Per la tua tuta?

-No... per la mia gamba.

Si avvicinò a lei e gli tolse gli occhiali, indossandoli.

-Ma il tuo è un vizio! Che cos'hai contro i miei occhiali?

Disse lei ridendo.

-Perchè? Non sono sexy con questi occhiali?

Rispose, passadosi un mano tra i capelli.

-Si, certo.

Honey si riprese gli occhiali.

-Hai messo a posto la tua gamba?

-Appena arrivato a casa gli ho fatto un check-up completo e diciamo che è irrecuperabile. Ho dovuto prendere quella di ricambio. Questa funziona perfettamente. Anche se sto cercando una delle protesi appena create.

-Hai sentito di quello che è successo ieri sera?

-Ah... si...

Rispose, ricordando ciò che era successo il giorno prima.

-Si sa quante persone sono morte?

-Dodici.

-Ma non erano intervenuti i grandi eroi di San Fransokyo?

Disse lui. Sembrava parecchio irritato.

-Che succede? Non ti stanno simpatici?

-Cosa te lo fa pensare? Forse il fatto che non hanno ancora pensato a cercare il problema alla radice potrebbe infastidirmi, ma non mi arrabbio per sole dodici vittime.

-Ma che ti prende? Non è colpa loro...

-Guarda...

Ash tornò al suo computer, entrando in internet. Andò nei 'preferiti' e aprì un sito sugli incidenti avvenuti.

-Guarda qua. Tutti questi incidenti si sono svolti in più o meno quindici anni. Questo è l'incidente accaduto il 24 giugno di undici anni fa, il giorno in cui ho perso i miei genitori. Si tratta dello stesso incidente. All'interno c'erano tre capi di tre aziende importantissime compreso mio padre. A quanto pare tutti e tre avevano un grande affare da mettere in atto ma... Bam, non ci sono riusciti...

Parlava dell'incidente dei suoi genitori come un poliziotto parlava di un delitto.

-Ora torniamo all'incidente di ieri. Nel palazzo si stava discutendo per una vendita di un materiale rarissimo a un'importante azienda. Indovina... dieci di quelle vittime erano proprio i nostri venditori. Mi capisci? C'è qualcosa di strano qui...

La ragazza rimase in silezio, senza dire ne fare nulla.

-Be, non dovresti arrabbiati con i Big Hero per questa cosa!

-Vado a prendermi una boccata d'aria...

Il ragazzo uscì, chiudendo con forza la porta dietro di se. Honey guardò la porta per qualche secondo, poi si tolse gli occhiali e prese il cellulare.

-Hey Hiro. Dopo scuola dobbiamo ritrovarci al quartier generale. Tra quanto siete qui?.... Ok vi aspetto.

_-_-_-_

-Credi che Shiro sia l'uomo mascherato?

Chiese Wasabi, guardando Honey che andava su e giù per la camera di Fred, molto nervosa. Si trovavano alla villa del giovane amante di fumetti, a discutere sugli incidenti.

-Che cosa ti fa pensare che Shiro sia l'uomo mascherato? È impossibile! Non credo che con la sua gamba possa sopportare degli sforzi del genere.

-Forse il fatto che mi hanno fatto entrambi lo stesso discorso.

-Mah... per ora pensiamo agli incidenti.

Disse Hiro, aprendo il suo portatile.

-Era questo il sito he ha consultato Shiro?

-Si. Qui ci sono scritti tutti i gli incidenti accaduti negli ultimi quindici anni.

Tutti si accomodarono intorno al computer.

-Beh, ha ragione. La connessione è più che evidente...

-Tutte le persone morte nei vari incidenti dovevano portare a termine un affare molto importante.

-E con chi era l'affare?

-La Abram Corporated. A quanto parte la loro sede è stata spostata in un altra città, ma i componenti di San Fransokyo lavorano in un perimetro di magazzini non molto lontano da qui.

Ci andiamo?

Chiese Hiro, guardando gli altri con un sorrisetto appena accennato.

-Andiamo solo a cercare informazioni su questi incidenti. Sarà meglio andarci verso mezzanotte. Così siamo sicuri di non trovare nessuno.

-Ok. Allora ci incontriamo qui in zona.

Tutti tornarono nelle rispettive case, per riposarsi in attesa della “sessione di investigazione” (così lo chiamava Fred). Honey stava leggendo tranquilla distesa sul suo letto, con le cuffiette alle orecchie che ascoltava la sua canzone preferita. Era così in pensiero che non riusciva a concentrarsi sulla lettura e smise poco dopo, appoggiando il libro sulle sue cosce e guardando il soffitto. In quel momento il cellullare vibrò, facendo apparire sullo schermo una notifica di whatsApp. Aprì l'applicazione, mostrando un messaggio dell'ultimo contatto aggiunto:Shiro.

 

 

 

Hey ciao. Disturbo?

Ciao. No,tranquillo. Non stavo facendo

nulla di importante.

Volevo chiederti scusa per come mi

sono comportanto stamattina. Mi

sono comportato da scemo e ti ho urlato

contro per un motivo in cui nemmeno

centri. È solo che sono un po' scontroso.

Vorrei solo trovare un po' di giustizia

in quello che è successo.

Mi perdoni?

 

 

Le aveva scritto un monologo pochi minuti dopo, lasciandola un po' di stucco:

 

 

Hai il diritto di chiedere giustizia. Non

serve che mi chiedi scusa.

?

Come mai i puntini?

Mi basta un “ti perdono”

Ma ti ho detto che non serve

DIMMI CHE MI PERDONIIII!

Si ok ti perdono!

Yeee! Sono un ragazzo fortunato!

Tu non sei normale

Sono simpatico... sono bello...

sono pieno di personalità...

a che mi serve essere normale?

Ok ok faccio finta di non aver capito

che sei un ragazzo pieno di te.

Usciresti con me qualche volta?

 

A quella domanda Honey arrossì di colpo.

 

Shiro ci siamo

appena conosciuti. E se sei davvero

un pazzo?

Solo uscendo con me potrai

scoprirlo. Lo giuro sulla mia

gamba sana che sono normale.

No non lo sei.

Si lo sono.

No non lo sei.

Ok sono un po' pazzo. Ma non

tantissimo.

Ok ci penserò. Shiro,

io devo andare. Ho una cosa

importante da fare. Ci vediamo domani?

Ovviamente. A domani.

Sogni d'oro Honey.

 

Sulla schermata apparì la scritta “ultimo accesso oggi alle 23.34”. Honey chiuse il cellulare e sorrise, tornando a guardare il soffitto.

-Oh no. Già le 23.34 .

Si alzò in fretta e aprì l'armadio, tirando fuori la scatola che conteneva il suo costume, insieme al sua borsa-laboratorio. Ormai manca poco: Doveva prepararsi per la sessione di investigazione. Indosso il costume e si preparò per uscire. Raggiunse il resto del gruppo e tutti insieme volarono sopra Baymax verso i “magazzini Abram”. Si trovava nella periferia di San Fransokyo ed era un gruppo di magazzini tutti uguali, divisi dal resto del paesaggio da un recindo in rete d'acciaio. Sembrava tutto abbandonato.

-Wow... che topaia...

Disse Gogo, masticando la sua solita gomma.

-Già. Forza entriamo.

Entrarono nel primo magazzino. Era un magazzino pieno di scatoloni ammucchiati a caso. Wasabi si avvicinò a una pila di scatoloni, aprendo il primo.

-Che cosa c'è dentro?

Wasabi tirò fuori in contenuto.

-Bottiglie di alcolici. Niente di anomalo.

-Be, saranno diventati magazzini per qualche bar...

Disse Gogo, aprendo un altra scatola e trovando altri alcolici. Mentre Wasabi, Honey, Gogo e Fred controllavano gli scatoloni, Hiro dava un occhiata in giro.

-Hey! Ragazzi! Ho trovato un ufficio!

Disse Hiro al piano di sopra. Il resto della squadra salì, entrando in quella che sembrava l'unica stanza curata. Era un grande ufficiò con i muri circondati da armadi.

-Non sembra che ci sia qualcosa di compromettente. Sono solo fogli di banche e incassi. Però, c'è qualcosa di strano...

Disse Honey, prendendo i fogli delle spese degli ultimi periodi.

-Guardate. Hanno speso quasi 75.000 nell'ultimo mese e nel conto non è specificato l'uso. In più si sono fatti fare un prestito di 5.000 dalla banca. Infatti hanno ricevuto molte lettere per il ritorno dei soldi. Per cosa avranno speso quella somma?

-Forse per... esplosivi...

Disse Hiro.

-Oh no...

Disse Baymax, in risposta all'affermazione di Hiro.

-Mi sembra una prova più che valida. Sono loro la causa delle esplosioni.

Il quel momento la porta si aprì di colpo e poco dopo entraron una dozzina di uomini armati di pistole.

-Fermi dove siete! Mettete le mani dove posso vederle se non volete che vi riempio di piombo.

I big Hero alzarono le mani.

-Tu... appoggia quei fogli sul tavolo.

Disse puntando la pistola contro Honey. La ragazza appoggiò i fogli sul tavolo e alzò le mani.

-Guardate ragazzi... I grandi Big Hero hanno fatto l'onore di venirci a trovare... a cosa devo l'onore della vostra visita?

-Sappiamo che siete voi la causa degli incendi e delle esplosioni avvenute in città.

Disse Hiro.

-Cosa? Ascolta moccioso noi non centriamo nulla!

-Non dite sciocchezze. Abbiamo visto quanto avete speso per le bombe.

La mano in cui teneva la pistola iniziò a tremare.

-Non. Centriamo. Nulla.

Scandì, caricando la pistola.

-Ora andatevene, prima che vi riempiamo di piombo.

In quel momento un proiettile colpì la pistola dell'uomo, facendola sbalzare via. Si girarono tutti verso la porta, dove una pistola fimante aveva sparato il suo colpo con precisione. Proprio lì, all'entrata, un ragazzo mascherato, che indossava una tuta aderente nera e una giacca in pelle di un colore verde scuro molto lunga. Alla vita portava una cintura e portava anche una fascia che passava sulla sua spalla destra e intorno al fianco sinistro, dove erano appesi tantissimi oggetti strani. Sulla cintura, era legato uno strano oggetto di forma cilindrica, stretta e molto lunga.

-Non credo che farete molto.

Disse lui, rimettendo la pistola nel suo posta sulla cintura.

-Tu chi sei?

Disse l'uomo, mentre tutti gli altri uomini armati si girarono verso di lui. Lui afferrò lo strano oggetto, rivelando alle persone che quell'oggetto si trattava di una lunga e luccicante Katana.

-Vedete questa? È la mia arma preferita e sapete perchè? Perchè la sua lama gli permette di resistere a qualsiasi proiettile e allo stesso tempo di tagliare qualche mano. Non vorrete essere le persone su cui sperimenterò questa teoria. Ora mettete a terra le armi.

Gli uomini appoggiarono l'arma a terra, mentre il ragazzo si avvicinò ai Big Hero, mentre la mano stringeva ancora la Katana.

-Vedo che mi avete preso in considerazione. Credo anche che abbiamo fatto le stesse indagini che ci hanno portato nello punto, ma credo di essere un passo avanti a voi.

Disse, allontanadosi successivamente.

-Lo so che non è completamente colpa vostra. È vero, le bombe le avete posizionate voi, ma non siete le menti che hanno ideato questo complotto contro le persone più ricche e influenti di San Fransokyo. Siete solo le persone che hanno aiutato il loro grande capo a posizionare le bombe per le esplosioni.

-Non è così... Non non centriamo...

-Ricordatevi cosa tengo tra le mani. Se collaborate questa torna nella sua fodera.

-Ok... ok. Lui è... un uomo pericoloso... Ci ha promesso tantissimi soldi se avremmmo fatto quello che ci ha chiesto e ci ha promesso la morte se ci saremo ribellati...

-E chi è?

Si intromise Gogo.

-Non possiamo dirlo. Ci ammazzerebbe tutti e...

-Sshhh... Lo sentite anche voi?

Tutti rimasero in silezio, mentre l'uomo mascherato aveva alzato il dito al cielo per attirare l'attenzione. Con il silezio che si formò, si udiva una strana canzoncina suonata al pianoforte.

-ma che diavolo...

-Ditemi che è la suoneria di uno dei vostri cellulari...

Disse uno degli uomini armati, voltandosi verso i compari.

-Perchè qual'è il problema?

-Dobbiamo andarcene e subito prima che...

Ci fu un lampo bianco, seguito da un botto fortissimo e dalle fiammme che avvolsero tutto, mentre il tetto crollò sopra di loro. Altre sette esplosioni seguirono quella attuale, simbolo che anche gli altri magazzini. Quando Hero riaprì gli occhi, si trovava bloccato da una trave di legno sotto delle lacerie. Cercò con tutte le sue forze si uscire da lì, ma fu tutto inutile.

-cavolo... cavolo... cavolo...

Continuava a ripetere, cercando di spingere via quelle macerie. Si fermò poco dopo, iniziando a chiedere aiuto a gran voce.

-Baymax! Wasabi! Aiuto ragazzi!

Disse, iniziando a tossire. Il suo casco non era munito di ossigeno e iniziava a sofforcare per il fumo.

In quel momento una figura si avvicinò a lui: Era l'uomo mascherato.

-Stai tranquillo ora ti aiuto...

Disse con voce estremamente rassicurante.

-Gli altri dove... dove sono?

-Loro gli ho gia portati fuori. Stai tranquillo.

-Ma come farai a...

-Sshhh... smettila di parlare e consumare ossigeno...

Disse girando una strana levetta sull'orologio da polso. Poi afferrò la trave che bloccava il ragazzino. Con grande stupore da parte di Hiro, l'uomo mascherato riuscì ad alzarle.

-Forza... riesci a trascinarti fuori?

Hiro iniziò a muoversi fuori da quel covo, finchè ne uscì completamente e l'uomo mascherato lasciò andare le macerie, rigirando la manovella sul suo polso nella parte opposta.

Le fiamme avevano avvolto tutto. L'uomo lo prese in braccio e corse verso la finestra più vicina. Saltarono fuori, dove i sopravvissuti gli stavano aspettando.

-Eccoci c'è l'ho fatta...

Disse l'uomo mascherato, appoggiando Hiro a terra.

-Hiro per fortuna stai bene!

Disse Honey, avvicinandosi a lui e abbracciandolo forte.

-Per fortuna non hai riportato lesioni.

-Già... direi che la tuta protegge speldidamente...

Disse Hiro alzandosi.

-Dove sono gli altri?

Disse girandosi verso il gruppo della Abram Corporated, che erano rimasti in pochi.

-Gli altri non sono sopravvissuti.

Disse l'uomo mascherato, avvicinandosi a lui.

-Cosa? No! Non possiamo lasciarli la dentro!

-Gli ho già trovati e lo giuro: Non sono cose che un bambino più madare giù tanto facilmente... Ora preparatevi.

Sopra il tetto c'era una strana figura nera, armata.

-Siete sopravvissuti... bravi... Devo ammettere che per essere tutti un gruppo di ragazzini ve la cavate bene.

Disse saltando giù dal tetto. Aveva una maschera nera e indossava una giacca nera. Il capo della sua banda si avvicinò adirato.

-Pechè ci hai fatto eplodere?

-Avete parlato troppo. È quello che vi meritavate.

-Sei sono un figlio di...

-Ti consiglio di dire quello che stavi per dire. Se voglio posso ammazzarvi tutti.

-E tu chi saresti?

Chiese il l'uomo mascherato, quello buono.

-Il mio nome... diciamo che mi chiamano Snake... anche se non è che mi piaccia molto. E voi? Non siete troppo giovani per fare i supereroi? Comunque siete i Big Hero 6, tutti tranne te.

-Perchè stai facendo tutto questo?

-Diciamo che non ti interessa. Voi venite con me...

Disse parlando ai suoi uomini, che si avvicinarono a lui.

-Voi non andate da nessuna parte...

-Vuoi vedere?

Disse, prendendo uno strano congegno e pozionandolo a terra. -Addio...

Disse prendendo un altro congegno che riempì l'aria di fumo.

-No!

Il ragazzo mascherato corse verso di lui, ma il congegno si aprì povocando un rumore acutissimo che fece piegare in due i ragazzi dal dolore. Era così acuto e penetrante che Baymax andò in corto e si spense.

-Qualcuno lo spenga! È terribile!

Urlò Fred. Hiro si alzò cercando si raggiungere il congegno. Si avvicinò e lo schiacciò con un piede più volte, finchè il suono finì.

-Grazie al cielo... è finita...

-Dov'è andato?

Chiese Gogo, guardandosi intorno. L'uomo mascherato era sparito.

 

 

Nota autrice:

Eccomi qui con il nuovo capitolo fresco fresco. Lo so che pubblico pochevolte e mi dipiace ma sono ingarbugliata con la scuola. Please Sorry Me! Comunque aspetto le vostre recesioni.

Baci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Minicapitolo-Un Nuovo Alleato ***


Minicapitolo-Un Nuovo Alleato

-Insomma... C'è un pazzo che fa esplodere le persone più influenti della città... degli uomini armati fino ai denti e un ragazzo mascherato che mi ricorda tanto un eroe dei fumetti giapponesi... da dove posso iniziare... è un bel casino.

Disse Fred, che si era stravaccato sul suo divano nella sua bella stanza. Dopo la scuola su erano tutti riuniti per parlare della faccenda. Dovevano ammetterlo, quell'uomo era abbastanza pazzo da uccidere senza pietà.

-Come possiamo fare a batterlo? Non sembra che uno deciso a ragionare con le buone.

Disse Wasabi, giocherellando con le mignature dei supereroi preferiti di Fred.

-Be, dobbiamo trovarlo e dobbiamo catturarlo subito... prima che faccia del male ad altre persone...

Disse Gogo, guardando Hero che andava su e giù per la stanza, mentre Baymax continuava a guardare nu giocattolo automatizzato.

-Il problema è capire dove si nasconde adesso...

-E in quale ordine agisce.

Dissero rispettivante Hiro e Honey.

-Perchè non parliamo invece del ragazzo mascherato? Non mi fido di uno che gira con pistola e Katana e si trova sempre nel posto giusto al momento giusto. Non vi sembra strano? Appare così dal nulla ogni volta...

-Secondo me è uno come noi che vuole fare del bene ma con altri metodi.

Disse Hiro.

-Lui è il classico tipo oscuro ma buono. Come Batman! Dobbiamo trovargli un nome forte e oscuro come BlackMan! o... ShiroKudo come il nostro amico oppure...

Si sentì uno strano rumore provenire dalla finestra. Fred si avvicinò, aprendola e in quel momento un'obra nera entrò veloce nella stanza, spaventando Fred che cadde all'indietro. Era lui: il ragazzo mascherato.

-Tu? Tu che... che cosa... chi... come...

Balbettava Hiro.

-Riesci a finirla una frase o no?

-Che diavolo ci fai qui?

-Be... stavo cercando i Big Hero e … credo di averli trovati...

-Cosa?

-Ho fatto qualche ricerca su di voi. Avete delle attrezzature molto sofisticate e tecnologiche e, dato il vostro aspetto vi darei più o meno vent'anni. Apparte te... che sei molto giovane eppure comandi una tecnologia del genere.

Disse avvicinandosi a Baymax e girandogli intorno.

-Data la vostra età e bravura ho pensato alla possibilità di frequentare un'università e infatti, comparando il vostro volto con le informazioni su ogni studente vi ho trovati.

-Ma ci vuoi dire chi sei e perchè ci corri sempre dietro?

-Io io Kuro*... piacere. E vi cerco per parlarvi.

-Prima consegna le armi amico!

Disse Fred, sempre in modo scherzoso. Possibile che quel ragazzo pensasse solo a giocare?

Il ragazzo gli consegnò la pistola e la fascia intorno al petto, che portava tanti oggi ancora non identificati. Infine gli consegnò Katana.

-Stai attento a questa. Può essere pericolosa nelle mani sbagliate.

-E ora dicci perchè sei qui...

Disse Gogo.

-Dobbiamo parlare del mostro piccolo problema in comune...

-Intendi quel... Snake?

-Esatto.

-Senti... ce la caveremo da soli.

Disse Gogo, incrociando le braccia.

-È anche un mio problema. Non potete sbattermi fuori così. Sono io che vi ho “aperto gli occhi”... diciamo...

-E solo per questo dovremmo fidarci cecamente di te? Scordatelo.

-Anche perchè potrei insegnarvi qualcosa che potrebbe servirvi. Non si può andare contro un bombardiere se non si hanno le abitità necessarie... e come andare contro un lanciarazzi con una fionda.

-Abbiamo tutte le abilità se è per questo.

-Hahaha... certo come no...

-Ci stai prenendo in giro per caso?

Disse Wasabi, alzandosi e avvicinandosi. Erano più o meno alla stessa altezza, forse Kuro era un po' più alto.

-Mi dispiace ma ve lo giuro... avete bisogno di me... e io di voi...

Le ultime parole sorpresero un po' tutti. La sua sfacciataggine si era trasformata in una supplica.

-Insieme forse possiamo farcela. Voi... insomma... siete i Big Hero. La gente avrà meno paura se sarete voi a intervenire.

Disse lui. Rimasero un po' in silezio.

-Ok va bene...

Disse Hiro.

-Cosa? Hai deciso di fidarti?

Chiese Fred, guardandolo un po' storto.

-Si. Ci ha dato una mano e se non fosse per lui sarei morto. Saremmo morti tutti. Almeno due volte.

Disse avvicinandosi a Kuro.

-Ok va bene. Ma non credere che adesso faremo solo quello che dici tu.

-certo. Allora vi illustro un po' quello che ho scoperto...

Disse, prendendo il suo portatile dallo zaino che aveva dietro la schiena. Lo accese e sullo schermo apparì la mappa della città, con dei punti evidenziati.

-Questi sono i punti dove sono accaduti gli incidenti. Per adesso sono disposti in modo strano. Guardate... sembra che stanno creando una specie di spirale. Se è vero che lui vuole seguire questa linea, secondo i calcoli, il prossimo punto dove verranno i botti sarà... ... ...qui...

Disse, cliccando un tasto sul computer. Apparì un nuovo punto sulla mappa.

-Ecco qui... Stairs&Moon Hotel. Ora dobbiamo solo capire con che frequenza agisce.

-Per adesso non ce una frequenza specifica. Sembra che ogni volta che ne ha voglia fa esplodere qualcuno.

Disse Gogo, dopo che la sua gomma scoppiò.

-Be... credo che l'idea migliore sia pattugliare il posto finchè non capiremo con che frequenza agisce. Credo che ci rivedremo e potrei anche insegnarvi qualcosa in più sul combattimento.

Disse chiudendo il computer e alzandosi.

-E adesso dove vai?

-me ne torno a casa. Ora ce vi ho parlato sono molto pià tranquillo.

Si arrampicò sulla finestra ma venne fermato da Honey.

-Perchè fai tanto il cattivo e il minaccioso se sei dalla parte del bene?

Il ragazzo mascherato si lasciò sfuggire una risata.

-Sai... se ci pensiamo attentamente. Chi vive per il bene e va contro il male non muore mai. Soffre ma non muore. Mentre chi combatte con il male contro il bene muore sempre. In un modo o nell'altro loro periscono e questo... questo non rende il bene la forma più grave del male?

Disse lui.

-Voi potete lottare per qualsiasi cosa. Io non discrimino. Ma voglio rimanere in quella sottile linea di mezzo dettasi “combattere per ciò che è giusto”.

Ricordate che la speranza non muore.

Disse uscendo dalla finestra.

 

 

 

Nota autrice: Eccomi con un Minicapitolo1 Scusatemi per questo capitolo cortissimo. Spero che vi piaccia. Aspetto le vostre recensioni.

Baci^.^

 

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Capitolo 5
*** attenzioneee ***


Attenzioneeeee

 

 

Mi sono dimenticata che nel capitolo precendente c'era un asterisco vicino a Kuro.

L'ho messo perchè io ho sbagliato di scrivere. Ho scritto Shirokudo invece di Shirokuro. Bom questo era una specie di sms e dato che non avevo voglia di modificare il capitolo e tutte le robe varie l'Ho detto qui.

 

 

Scusate ancora

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