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di inulena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La decisione ***
Capitolo 2: *** La malvagità di Kagome ***
Capitolo 3: *** Sta arrivando la tempesta ***
Capitolo 4: *** Io e te? Lei era... ***
Capitolo 5: *** Il ciondolo ***
Capitolo 6: *** Tentazioni... ***
Capitolo 7: *** Kagome non torna più ***
Capitolo 8: *** Il cielo come il sangue ***
Capitolo 9: *** Quella voce.... ***
Capitolo 10: *** Sono morta per niente ***
Capitolo 11: *** Vivere ***
Capitolo 12: *** Non sempre tutto va come vorremmo ***
Capitolo 13: *** Dalla parte del male ***
Capitolo 14: *** lei è mia ***
Capitolo 15: *** Il ballo ***
Capitolo 16: *** Insieme ***
Capitolo 17: *** Ce la possiamo fare! ***
Capitolo 18: *** Dichiarazioni di guerra ***
Capitolo 19: *** I sentimenti che nascondo ***
Capitolo 20: *** Il momento della verità ***
Capitolo 21: *** Sarò sempre al tuo fianco ***
Capitolo 22: *** Riconquiste ***
Capitolo 23: *** Siamo uniti per sempre ***
Capitolo 24: *** Alleanze pericolose ***
Capitolo 25: *** è il momento di entrare in azione ***
Capitolo 26: *** La sala rosso sangue ***
Capitolo 27: *** Debole ***
Capitolo 28: *** Luce e Oscurità ***
Capitolo 29: *** Il buio ***
Capitolo 30: *** ll re bianco ***
Capitolo 31: *** La mia regina ***
Capitolo 32: *** Finale alternativo ***



Capitolo 1
*** La decisione ***





Inuyasha e Kikyo sono davanti a me, abbracciati, come nelle mie peggior paure. Non so cosa fare! Vorrei aiutare lei cosi facendo star meglio lui, ma non ci riesco. Il cuore mi impedisce di fare qualunque cosa. Più si abbracciano, più sanguino. Vorrei morire in questo momento. Distolgo lo sguardo dalla scena. Non posso sopportarlo, è più forte di me. Non dovrei essere così egoista! Devo pensare ad Inuyasha e come farlo stare meglio... cosa posso fare? Ragiona Kagome, ragiona! Di sicuro far sopravvivere Kikyo lo farebbe star meglio. Ma come posso fare? Un'idea mi balena in testa e mi fa scattare in piedi, facendo girare le teste dei miei amici nella mia direzione
“divina Kagome cosa fate?” mi chiede il sommo Miroku.
“Sango ti prego prestami Kirara!” chiedo alla mia amica. Lei mi guarda sorpresa per poi annuire. Kirara viene verso di me trasformandosi subito. Le salgo in groppa e lei si alza in volo.
“cosa vuoi fare Kagome?” urla Sango. Non le rispondo. Mi giro l'ultima volta per vedere l'amore della mia vita che sta baciando un'altra donna. La salverò, per te Inuyasha, lo giuro su tutti i Kami.

Guido Kirara verso la fonte di malvagità. Un faro cosi potente di odio e tristezza mi mette a disagio, penetrandomi anche le ossa. Anche se non è giusto, l'unica che può aiutarmi in questo momento è la sfera. Arrivo davanti ad una grotta e ne esce Naraku che mi guarda con aria trionfante.
“allora Kagome, sei venuta a vendicare la povera sacerdotessa defunta?” mi chiede straffottente.
“non è ancora morta e sono venuta per salvarla!” dico cercando di assumere un tono di voce sicuro, anche se dentro sto morendo dalla paura.
“per salvarla dici? Il suo corpo è fatto di cenere e terra, la sua anima appartiene al mondo dei morti, non c'è più nessuna speranza per quella donna. Quindi dimmi, dolce Kagome, come puoi salvare qualcuno che non ha un corpo?”. Le sue parole non mi smontano. So cosa devo fare! L'ho promesso, lo faccio per lui.
“Ce la farò, la sfera mi aiuterà, esaudirà il mio desiderio” dico convinta.
“Tu? Usare la sfera? Non ne sei capace, cosa pensi di fare? Sei qui tutta sola, senza il tuo cagnolino al seguito, chi potrà mai aiutarti a prendere la sfera dalle mie mani? Avrei già dovuto farti fuori con il mio miasma”. Il suo tono di voce mi fa venire i brividi. Ma come ho già detto niente mi fermerà.
“io sono una sacerdotessa, la sfera era dentro di me. Io sono la sua unica custode, tu credi davvero che lei non sappia chi è veramente la sua padrona?” La sfera era dentro di me, io sono la sua custode, io l'ho potuta rompere perché ne avevo la possibilità.
“tsè una bambina come te non può pretendere nulla dalla sfera, pensa esserne la custode” mi deride lui. Adesso basta parlare, Kikyo non ce la farà per molto, devo sbrigarmi.
“sfera dei quattro spiriti” urlo.
Tum tum- tum tum.
Due battiti mi fanno capire che la sfera ha reagito alla mia voce. Sembra che anche Naraku l'abbia sentito, tanto che indietreggia e mi lancia addosso il suo miasma e i suoi tentacoli mentre urla "MALEDETTA"
Kirara capisce le sue intenzioni e schiva i suoi tentacoli mentre io purifico il miasma con le frecce.
Tum tum .
Di nuovo quel battito, sento che la sfera si sta già purificando.
“non è possibile, nemmeno la grande Kikyo è riuscita a purificare la sfera, come può farcela una ragazzina?” le sue parole mi fanno infuriare.
“io non sono Kikyo e non sono una ragazzina” stendo la mano in avanti e la sfera compare sul palmo della mia mano. Il contatto mi inebria. Chiudo gli occhi e sento al sfera entrare dentor il palmo della mano. Sento una potente energia positiva invadermi il corpo. La mia energia spirituale si triplica. Kirara deve sentire il cambiamento tanto che miagola e comincia a dimenarsi, pronta alla battaglia come me. Naraku resosi conto di non avere più la sfera scaglia contro di noi tutti i suoi demoni. Grazie alla sfera riesco a vedere tutto a rallentatore. I demoni vengono verso di me con le zanne sguainate e gli occhi iniettati di sangue. Ma nonostate tutto questo i miei occhi hanno già individuato il loro nemico: Naraku! Incocco una freccia, guardando sempre Naraku. Kirara schiva due demoni e ne azzanna uno al collo, mentre concentro il mio potere spirituale nella freccia.
“muori bastardo!” dico scoccando il dardo, che punta dritto al suo cuore. Adesso che non ha più la sfera la sua barriera risulta molto debole, come il suo miasma. La coltre velenosa non riesce a corrompere la freccia che si apre un varco in mezzo al vapore maligno, andando a colpire il bersaglio. Naraku si accorge della situazione e della sua inevitabile sconfitta.
“c-come hai po-potuto?” balbetta. I suoi demoni scompaiono con la stessa facilità con cui sono apparsi. Io e Kirara ritocchiamo terra. Scendo e mi avvicino al corpo del grande demone. Mi accuccio davanti a lui cercando di capire quali sono le sue ultime parole.
“lo sai, tu lo sai, che ti corromperà. Vuoi riportare un morto nel regno dei vivi, questa è magia nera. La sfera verrà corrotta e anche tu!” le sue parole fanno male. Incocco un'altra freccia, cercando di far silenzio, non voglio sentire la scomoda verità. Lo so che verrò corrotta, tutto quello che ha a che fare con l'occulto è male. La sfera verrà impregnata dal male e io con essa.
“di solito chi sta ai margini può controllare il centro. Ho fatto male a dubitare di te, ragazzina, non pensavo che alla fine saresti stata tu a farmi fuori e..” non finisce la frase poiché la freccia gli trapassa il cranio e un'altra di nuovo il cuore. Non doveva chiamarmi ragazzina.
"pessima scelta di parole". Mi alzo e guardo Kirara. Questa cosa la devo fare da sola.
“vai, amica mia, vai a dire a tutti che Naruku è morto e che Kikyo vivrà” lei annuisce e spicca il volo. Una volta che sparisce dalla mia visuale, richiamo la sfera.
"mia padrona” sento la voce della sfera dentro di me. Il collegamento che ci lega è forte.
“voglio che tu salvi una vita” gli dico autoritaria.
“per una vita c'è bisogno di un'altra vita” risponde. Come avevo previsto la sfera non regala mai niente.
“la mia, offro la mia vita in cambio di quella della sacerdotessa Kikyo. Dono la mia anima a lei, dato che sono la sua reincarnazione, l'anima è la stessa, quindi la dono a lei per salvarla dall'incombente morte”. La sfera reagisce, pronta ad esaurire il mio desiderio.
“sapete, mia signora, che non ne uscirete indenne?” questa è la domanda che decreterà la mia fine. Guardo il cielo azzurro, sento degli uccellini che cantano in lontananza e inspiro l'aria limpida. Tutto questo per me non ci sarà più. Prima di rispondere, mentre guardo il cielo, il volto di Inuyasha mi appare limpido davanti agli occhi.
“se tu sei felice allora lo sono anch'io, addio amore mio” dico prima di rispondere
“lo so, fallo sfera. Salvala!"


POV INUYASHA

"non me lo perdono non sono riuscito a salvarti" le lacrime scendono copiose sulle guance. È la seconda volta che piango davanti ad una donna, la prima è stata davanti a Kagome.
“tu sei venuto per me, mi basta questo" mi dice Kikyo, con una dolcezza disarmante. La bacio per esprimere tutto il mio dolore e il mio amore. Quello che provo per lei è un sentimento di amicizia e di protezione. E' stata la prima donna che ho amato, che ha saputo guardarle oltre la mia corazza. Sento le forze di Kikyo venirle meno e staccandosi dalle mia labbra cade in un sonno dal quale credo che non si sveglierà più. Sento Miroku che si avvicina a me
“Inuyasha, Kagome è andata via, non sappiamo dove” mi dice risvegliandomi dalla mia tristezza. Cosa!? Dove diavolo è quella stupida? Voglio alzarmi per andare a cercarla ma il corpo di Kikyo me lo impedisce. Devo stare con lei, almeno nei suoi ultimi istanti. La solitudine l'ha accompagnata per tutta la vita, non permetterò che lo faccia anche nella morte. il pensiero di Kikyo è forte ma anche la preccupazione per Kagome lo è. Ci mancava solo quella stupida adesso. Dove sarà andata? Se gli succedesse qualcosa io... non riuscirei più a vivere, sopratutto adesso che ho un disperato bisogno di lei. Se Kikyo è riuscita a guardare oltre la mia corazza, Kagome è riuscita a spezzarla del tutto. Mi ha lasciato indifeso e nudo davanti a me stesso e agli altri. Mi ha fatto capire tante cose e lo devo a lei se adesso ho degli amici. Kagome mi ama e io amo lei.
“mi fido di Kagome, non andrà in cerca di guai” cerco di convincere lui e me stesso ma non ci riesco.
“come sta la divina Kikyo?” mi chiede cambiando discorso.
“si è addormentata e non penso che si risveglierà più” gli dico. Un'ombra compare sulla mia faccia come sulla sua.
“Sango? Come sta? Il lupastro?” chiedo preoccupato.
“loro stanno bene, ma sono tutti tristi per la morte di Kikyo e adesso preoccupati per la divina Kagome”. Dove sarà andata?
Tutti i miei pensieri vengono interrotti quando sento un leggero battito nel petto nella sacerdotessa defunta. Non è possibile. Le orecchie mi stanno tradendo. Poco dopo sento di nuovo quel flebile battito.
“AHHHHH” un urlo esce dalle labbra di Kikyo che noto solo ora ha riacquistato colore e calore.
“Inuyasha” riesce a dire. La guardo stupefatto e noto che i miei amici si sono radunati intorno a me, guardano stupiti la sacerdotessa davanti a loro.
“Inuyasha...” ripete ancora. Mi risveglio dal mio trans e la stringo di più tra le braccia. È viva. Kikyo è viva! Il cuore si riempe di gioia.
“Kikyo che cos'è successo? Tu sei viva! Io pensavo che tu fossi morta... pensavo che... pensavo..."
“Inuyasha sono viva, il mio cuore sta battendo” dice sorridendomi, sembra che anche lei non capisca cosa gli stia succedendo. Si guarda le mani per poi toccarsi il volto. è incredula e molto felice.
"sta battendo, Inuyasha" continua a guardarmi. Le sorrido. Mi prende una mano e se la porta al petto.
"Lo senti?". Annuisco. Il suo sorrido diventa ancora più grande. Ma la felicità scompare presto dal suo volto. In un secondo i suoi occhi si riempiono di tristezza e mi guarda con profondo dolore.
“dov'è Kagome?” la domanda mi fa venire i brividi.
“perché lo chiedi?” gli domando con lo stomaco in gola.
“per una vita c'è bisogno di un'altra vita” sussurra. Ol mio udito riesce a sentire e la domanda mi sorge spontanea.
“cosa vuol dire!?”. L'aria si sposta e Kirara arriva. Tutti si allontanando da noi per andare verso Kirara.
"Kikyo cosa succede?" lei non risponde, continuando a guardare per terra. Sento un grido lancinante e le lacrime di Sango. Appoggio delicatamente Kikyo per terra, alzandomi e andando in direzione del demone gatto. Koga è seduto a terra. la testa fra le mani mentre piange disperatamente. Sango non ce la fa a parlare mentre si rifugia tra le bracca di Miroku che per la prima volta piange come un bambino. Shippo è impassibile, la sua epsressione ghiacciata.
"cosa sta succedendo?" chiedo iniziando a capire. Non voglio crederci, finché non lo sento non voglio nemmeno pensarlo.
“mi dispiace Inuyasha, Kagome è... è...” Sango prova a dirlo ma le parole le muoiono in gola. Non è possibile, non può essere morta, lei non può esserlo! Sento la furia, montarmi nel petto. Fino a poche ore fa era qui con me. Stava bene, era al sicuro. Non è possibile! Non...
“chi è stato?” chiedo, cercando di mantenere la calma, anche se sento che sto per scoppiare, per crollare.
“ha offerto la sua vita per salvare quella di Kikyo usando la sfera, ha sconfitto Naraku! E poi ha espresso il desiderio”.
Si è tolta la vita per salvare quella di Kikyo? Perché? Perché quella stupida non mi ha detto niente!? La rabbia ormai è incontenibile, tanto che tiro fuori Tessaiga e urlo con tutto il fiato in corpo.
“CICATRICE DEL VENTO” un potente colpo parte dalla lama e finisce nel bosco, vicino a dove siamo. La rabbia scorre nelle vene. Quel tipo di rabbia peggiore poiché mischiata alla disperazione e al dolore.
"NOOOOOO!" un grido esce dalle labbra, sento le ginocchia cedermi e mentre cado a terra piango, per aver perso l'amore della mia vita.



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SPAZIO AUTRICE
Salve popolo di EFP! Questa è la mia prima ff su Inuyasha e sono un pò nervosa! Che ve ne pare? Datemi il vostro parere con una recensione! Cosa ne pensate della Kagome temeraria? E dell'Inuyasha disperato? Saprete come continuerà nel prossimo capitolo! Ci risentiamo, a presto!
Baci,
Inulena
P.S: La foto iniziale l'ho presa su Deviant Art e appartiene a Maho-Urei.

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Capitolo 2
*** La malvagità di Kagome ***



"Inuyasha” una voce mi chiama, una voce, la sua voce.
“Kagome! Lo sapevo che non eri morta” mi avvicino cercando di abbracciarla ma qualcosa me lo impedisce.
“Inuyasha”.
“vieni qui” gli chiedo. Devo averla vicino.
“cercami Inuyasha e mi troverai, cercami” la sua figura svanisce poco a poco. Comincio a correre nel disperato tentativo di raggiungerla.
“NO! KAGOME! ASPETTA, NON ANDARE VIA!”

“Inuyasha, Inuyasha”
“NOOOOOO!” un urlo esce dalla mia bocca. La prima cosa che vedo è Kikyo. I suoi occhi sono preoccupati. Mi tocca una spalla vercando di calmarmi.
“c-cosa è successo?” gli chiedo con voce strozzata. Sento il corpo sudato e alcune gelide goccie stanno percorrendo tutta la spina dorsale.
“sei svenuto...dopo aver saputo di K...”
“NON PRONUNCIARE IL SUO NOME!” scatto. L'ho persa, stavolta l'ho persa davvero e non ho potuto nemmeno dirle addio. Tutte quello che avrei voluto dirle sfumato con la sua morte. Kagome...
“so che stai soffrendo" Kikyo mi accarezza il braccio. Come può capire?
"Ma devi anche capire che lei ha donato la sua vita per me. è come se ci avesse dato una seconda possibilità!”. Le sue parole mi fanno infuriare. Può un essere umano essere così insensibile e privo di tatto? Molto velocemente afferro la sua mano avvicinandola. I suoi occhi sono pieni di speranza. Vuole che la baci e lo capisco dal fatto che mi fissi le labbra. Come può pensare che per noi ci sia un'altra possibilità? Come si permette? Kagome ha donato la sua vita, è morta e lei parla di seconde possibilità... parla di nuovi inizi. Io sento che la mia vita è finita. Tutto quello che provo per questa donna, al momento, è rabbia.
“non provare mai più a dire una cosa del genere!” sussurro a denti stretti. Ormai sono arrivato ad un livello di sopportazione minimo.
“tu non sai niente!”. L'immagine di Kagome mi torna in mente, sorridente e bellissima! La sua semplicità era disarmante. L'amavo per questo. Kami, io l'amo ancora per questo. L'amerò per sempre, anche se adesso siamo in due posti completamente diversi. Devo ritrovare il suo corpo e dargli degna sepoltura. Devo conderle almeno questo ultimo addio. Mi allontano da Kikyo che ha uno sguardo tra l'allibito e il terrorizzato. Solo adesso mi accorgo di essere nella capanna della vecchia Kaede. Il fuoco scoppietta al centro della capanna. Mi alzo dal futon. Sento caldo ma ho i brividi. Sento la mancanza di Kagome. Sento la sua lontananza. Ho bisogno d'aria, non riesco a respirare. E' morta... è morta davvero.
“Inuyasha? Cosa fai?” Kikyo mi insegue. Non la voglio vedere, ne ascoltare. Non ha il minimo riguardo verso ciò che provo.
“Da Sango. Quel maledetto gatto deve darmi delle spiegazioni!”.



Sango e Miroku sono seduti sulla collina vicino al pozzo. Sango poggia la testa sulla spalla di Miroku che la stringe forte a se. Sentendo i nostri passi entrambi si girano. L'espressione della sterminatrice mi colpisce. Il volto di solito battagliero e forte è stato rimpiazzato da quello triste e pieno d'angoscia. il volto è solcato da occhiaie, gli occhi sono rossi e il carnato pallido. Sango si alza e mi viene incontro. Si ferma davanti a me e mi abbraccia. Il gesto mi colpisce al tal punto che per i primi secondi non so come reagire. Calde lacrime bagnano la veste del cane di fuoco. Non sono l'unico che sta soffrendo. Come me altre persone volevano bene a Kagome: Sango, Miroku, Shippo, Koga, i parenti dall'altra parte del pozzo... i parenti dall'altra parte del pozzo! Loro soffriranno tantissimo! Come farò a dirgli che Kagome è morta se non riesco neanche a dirlo a voce alta. Sapere che non sono l'unico, però, mi da un pò di conforto.
“tu l'amavi” bisbiglia Sango. Miroku si avvicina e mi poggia una mano sulla spalla. Lunche scie di lacrime cadono dagli occhi, macchiandomi le guancie. Sango si allontana facendo due passi indietro e vendendo catturata subito nell'abbraccio del monaco.
“Voglio sapere i suoi ultimi istanti” la mia voce è spezzata. Mi risulta difficile pronuciare ogni singola parola.
“Quel poco che ci ha detto Kirara non è sufficiente. Ha sconfitto Naraku grazie alla sfera e poi l'ha mandata via. Non sappiamo nient'altro” Ha sconfitto Naraku ma come è possibile? Non ci siamo riusciti tutti insieme come ha potuto riuscirci lei da sola?
“Era la vera padrona della sfera. Grazie al suo potere è riuscita ad avere la meglio sul demone” spiega Kikyo guardandomi. Sono sempre più confuso.
“come sarebbe a dire la vera padrona della sfera?”
"Era era l'unica che la potesse comandare. Se ci pensiamo bene la sfera è tornata in questo mondo grazie a Kagome. Sono cresciute insieme, un legame in tutto questo tempo si deve essere creato” Miroku prova a cercare un senso.
“anch'io la penso così” concorda Kikyo.
“Ma come è possibile che non si sia corrotta? Ha riportato in vita una morta... non è magia occulta?” Sango rabbrividisce mentre Miroku la stringe ancora più forte.
Ogni volta che la sfera entra a contatto con una fonte malvagia si dovrebbero corrompere. Questo vuol dire che Kagome si è corrotta?
"al momento del desiderio la sfera doveva essere pura. Ma dopo..."
“può essere vero divina Kikyo ma... forse il sentimento puro che Kagome provava per Inuyasha ha fatto si che la sfera non si corrompesse” Osservo il volto di Kikyo ma distolgo subito lo sguardo. Non ce la faccio, è troppo simile a Kagome.
“si, potrebbe essere anche cosi” non sembra tanto convinta e sul suo volto si forma una smorfia di disapprovazione.
“quindi Kagome non tornerà mai più?” la voce del piccolo Shippo arriva inclinata alle mie orecchie. Lui è stato qui per tutto il tempo? Non me ne ero accorto è stato, stranamente, troppo silenzioso. Non avrebbe dovuto sentire questi discorsi, sono troppo, anche per un bambino demone.
“no, Shippo vedrai che tornerà, sai com'è fatta Kagome, tornerà” cerca di convincerlo Sango. Le cadono dal viso alcune lacrime mentre di porta all'altezza del piccolo. Anche lui comincia a piangere.
“no non è vero lei non tornerà. Lei è morta sola senza nessuno accanto, perché eravamo tutti troppo concentrati su Kikyo” le parole sincere di un bambino. Le sue parole fanno crescere il senso di colpa nel mio cuore.
“Piantala Shippo" gli dico cercando di far tacere questa scomoda verità.
“no non ci sto zitto!” dice arrabbiato, continuando a piangere.
“l'avete abbandonata tutti quanti, sopratutto tu” dice indicandomi.
“dov'eri quando lei aveva bisogno di essere protetta? Se avessi deciso prima chi amare, lei sarebbe ancora viva” questa è la goccia che fa traboccare il mio vaso. Faccio un passo in avanti minacioso. Shippo scappa impaurito mentre Miroku mi blocca.
“che ti prende? Sei impazzito, è solo un bambino” Miroku mi tiene fermo con forza. Sto impazzendo, stavo per fare del male ad un bambino?
“vuole farmi del male perché sa che è la verità” Shippo continua a piangere ed urlare mentre si allontana di corsa. Il silenzio che segue è angosciante. Tutti gli occhi sono puntati su di me. Bruciano e fanno male. mi guardano con compassione e paura. Voglio scappare. Devo sentirla vicina. Mi allontano da tutti loro. Ho bisogno di restare da solo. Cominicio a camminare e mi dirigo nel luogo in cui tutto è iniziato. L'albero secolare. Le possenti radici escono dal terreno mentre la grande chioma verde si staglia nel cielo. Riesco quasi a vederla seduta sulle radici mentre mi sorride. Qui è dove ci siamo incontrati per la prima volta. Era cosi simile a Kikyo che ha quel tempo il suo viso era disgustoso per me. Quanto mi sbagliavo. Com'è possibile che le cose siano cambiate così in fretta? Adesso è la defunta sacerdotessa ad assomigliare a Kagome e non il contrario. Il suo profumo mi è entrato subito nel cuore. Ero troppo orgoglioso e troppo testardo per ammetterlo ad alta voce. Era cosi bella. Tutto quello che faceva era bello, portava pace e amore. Ma il suo miracolo più grande è stato quello di riportare l'amore nel mio cuore.
"anche tu qui cagnaccio?". La voce di Koga mi distrae dal mio dolore.
"che ci fai tu qui?" gli chiedo nervoso. Da ora questo posto è un santuario. L'unico luogo che mi ricorda Kagome. Non può essere profonato in questo modo.
"qui l'odore di Kagome è più forte". Continuo a guardarlo male.
"non sei l'unico che l'amava" mi ricorda. Come tutti anche Koga è distrutto. I suoi occhi sono rossi è il volto è pallido.
"vattene via!" ringhio minaccioso. Un piccolo sorrido spunta sulle sue labbra.
"capisco come ti senti. Entrambi avevamo promesso di difenderla". Ed entrambi abbiamo fallito nel nostro compito.
"mi permetterai di tornare qua?". Non posso permetterlo. Solo io posso. Questo è il nostro posto... il nostro.
"ti prego" Koga mi implora. Era davvero così potente il suo amore per lei?
"l'amavi davvero cosi tanto?"
"si" risponde convinto. Lo guardo negli occhi.
"e sia" ringhio. Devo permetterglielo. Kagome lo avrebbe voluto.
"addio cagnaccio"
"addio lupastro". Detto ciò scatta in avanti cominciando a correre.
Faccio un salto in alto arrampicandomi sui vari rami. Non voglio essere disturbato e sopratutto voglio avvicinarmi a Kagome la cui anima riposa in cielo.



POV' Kagome

Buio. C'è solo buio intorno a me.
“cos'è successo?” sussurro stordita dal risveglio. La testa pulsa e sento un gran dolore al petto.
“c'è nessuno?” chiedo con maggior convinzione. Nessuna risposta. Inizio a camminare.
“C'è nessunoooo!?” urlo nuovamentre. Questo posto mi spaventa. La paura trasforma la camminata in corsa. Non so dove sto andando, ma continuo a correre a perdi fiato.
“aiutooooo, Inuyasha... Inuyasha!” il suo nome esce spontaneo dalle mie labbra. Lui verrà, verrà a cercarmi. È sempre venuto, lo farà anche adesso.
“Inuyashaaaa!”. Le gambe cedono e mi inginocchio cominciando a piangere.
“dove sei?” sussurro. No!!! devo tirarmi su di morale, lui verrà se mi perdo d'animo adesso non riuscirò mai ad uscire di qui. All'improvviso davanti a me compare una luce bianca. Mi rialzo e comincio a correre verso la luce. Corro, corro senza mai fermarmi. La luce diventa sempre più forte. Una volta arrivata vedo la sfera dei quattro spiriti. La sua luce è divisa in due. È sia bianca che nera.
“mia signora” Sento la sfera dentro la testa!
“cosa mi è successo?” mi imbarazzo perché sento la voce uscire tremolante.
“l'avevo avvertita mia signora. Lei adesso è nell'oscurità della sfera” . Si... ricordo. Sapevo a cosa andavo incontro! Ho fatto io questa scelta, per Inuyasha.
“odiali! Odiali tutti!" un'altra voce, diversa dalla precendete. Una voce che mi fa rabbrividire.
“perché gli dovrei odiare io ho donato la mia vita per loro. È stata una mia scelta!” devo rimane pura. Non devo farmi contagiare dalla malvagità della sfera, altrimenti questa battaglia non finirà mai.
“odiali! Io lo so che tu non volevi. Ho letto nel tuo animo. Non sei legata solo con la parte buona ma anche a quella cattiva. Non mentire a te stessa, nel momento della tua morte tu hai provato odio! Odio per tutti quelli che ti hanno lasciato sola. Odio per averti lasciata andare! Odio per l'uomo che aveva promesso di proteggerti e che alla fine ha scelto un'altra!”
"mia signoria, il suo cuore è sempre stato puro” mi rassicura la parte della sfera buona.
Non so che fare... sento che che la parte maligna ha ragione. Mi hanno abbandonata. Nonostante la mia scelta pensavo che alla fine qualcuno sarebbe arrivato a salvarmi ma sono morta da sola. Con c'erano solo il cadavere di Naraku e la sfera... la compagnia più piacevole insomma! La malvagità attecchisce con molta facilità sul mio animo. Il senso di disagio scompare.
“tu lo sai qual'è la parte giusta” la sfera intrisa di malignità continua a tentarmi.
“cosa farà adesso Inuyasha? Sei morta e finalmente può vivere la vita che ha sempre voluto accanto alla sua sacerdotessa” al suono del suo nome scatto come una molla.
“non provare ad nominarlo” dico a denti stretti.
“Guardalo. Guarda come soffre il tuo grande amore” Mi ritrovo nella capanna della vecchia Kaede e vedo Inuyasha che stringe il polso di Kikyo. Sono cosi vicini che sono sicura si stiano per baciare. Il buio mi riavvolge catturando anche il mio cuore. Questo è quello che volevo, io ho offerto la mia vita per far si che succedesse questo, ma adesso... NON VOLEVO QUESTO!!!
“Si sono già dimenticati di te”. Scuoto la testa.
"chi mi dice che quello che ho visto è la realtà?" chiedo in un attimo di razionalità. Non voglio essere corrotta. Io ho deciso tutto questo.
"tu sai che è la realtà perche in fondo al cuore sapevi già che questo sarebbe accaduto"
“mia signora..."
“non hanno pensato a te. Non hanno cercato nemmeno il tuo corpo per seppellirti. Nessuno ti ha cercata. Gli è bastata sola la parola di una Nekomata che non ha assistito nemmeno alla tua morte. Perciò odiali Kagome. ODIALI TUTTI”
Il suo tono e la verità mi portano a piangere. La tristezza mi inonda il corpo e la mente. Mi copro gli occhi con le mani mentre la sfera maligna continua a parlare.
“non vorresti vendicarti? Non vorresti punire tutti coloro che ti hanno trascurato?”
“no, non voglio, questa è vendetta!” si lo è... deve essere così.
“sembri abbastanza grande da capire la differenza tra vendetta e punizione. Vendicati Kagome! Mostra loro cosa hanno lasciato andare via”
Tolgo le mani dagli occhi e noto che la sfera pura ormai se né andata perché il male ha vinto sul mio cuore.







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SPAZIO AUTRICE
Eccomi qua con un nuovo capitolo! Questo è il mio regalo di natale per voi! Spero che vi piaccia e che mi farete sapere cosa ne pensate con una recensione! Grazie a tutte le persone che hanno recensito, che hanno messo la mia ff nelle preferite, ricordate e seguite e grazie anche a chi la legge e basta. Perdonatemi per gli eventuali errori grammaticali e di battitura, cercherò di migliorare. Grazie ancora!

P.S
Che ne pensate della lotta di Kagome come finirà? Cosa succederà con Inuyasha?
Baci,
Inulena.

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Capitolo 3
*** Sta arrivando la tempesta ***


​POV' Kagome

“Signora ha bisogno di una spada”
“lo so cosa devo fare! Non ho bisogno dei tuoi consigli” un ghigno compare sulla mia faccia. Mi sento bene... anzi molto bene.
“so quale arma possedere... aprimi il portale per il regno dei morti”
“come tu comandi!” la sfera asseconda il mio volere. Pochi secondi e davanti a me si materializza un portale oscuro dal quale provengono grida e voci tormentate. Entro senza alcuna incertezza, non possono farmi niente. Appena entrata vengo accolta dalle tenebre e la sensazione è fantastica. Non mi sento più debole, terrorizzata o fragile, adesso sono solo forte, temeraria e... decisa! Farò di tutto per conquistare quel che è mio!
Un varco si fa largo nelle tenebre per indicarmi la strada. Sento la sfera piena di malvagità pulsare al bracciale che ho sul polso. Arrivo finalmente davanti al mio obbiettivo. La osservo. Una spada infilata dentor la testa di un gigantesco Oni. La testa gronda ancora sangue. Le corna del mostro creano strane spirali che sembrano pronte a rapire chiunque si avvicini. Il manico della spada è rotondo e nel momento in cui avverte la mia presenza si illumina.
“ahahah eccoti finalmente. Sapevo che prima o poi saresti tornata a prendermi, sfera dei quattro spiriti” la voce è cupa e profonda. La spada continua a parlare.
“sei qui per portare discordia nel mondo ancora una volta?”
“per punirlo” mi intrometto.
“per punirlo.... tu sei solo una ragazzina!”. Mi scappa un sorriso. All'ultimo che mi ha chiamato cosi non è andata tanto bene.
“io non voglio portare discordia, io voglio far terrore, portare paura e sangue in tutto il mondo!”
“ e vuoi farlo col mio aiuto?”. Avrò ciò che voglio con o senza la forza.
“abbiamo gli stessi intenti a quanto mi risulta. Sei tornata nel nostro mondo e hai fallito e sei stata rispedita qua giù a marcire con i morti”. La sfera pulsa sul mio polso.
“diventa la mia spada, diventa mia e saprò darti quello che non hai saputo ottenere da sola” continuo sicura di me e un po annoiata dalla situazione.
“e se non avessi intenzione di farlo?”. La situazione si fa interessante, un sorriso compare sul mio volto.
“per me non fa differenza, tornerò nel mio mondo e troverò un'altra spada. Ce ne sono milioni al mondo, e lascerò qui te, dimenticata da tutti”. Non ho bisogno di supplicare. Mi volto nella direzione da cui sono venuta ma vengo fermata. Il ghigno aumenta.
“no! Aspetta!... farò come mi hai detto! Diventerò la tua spada e insieme distruggeremo il mondo”. Mi volto e mi avvicino verso la spada del dominatore del mondo.
“allora, Sounga divertiamoci insieme!”.



Una volta ritornata, Sounga si è rimpicciolita andando a formare uno spillone che mi tiene legati i capelli.
“mia signora...” la sfera continua a pulsare sul mio braccio.
“cosa vuoi?”
“è arrivato il momento di...”
“calma, troveremo tutto, ma a debito momento”. Devo pensare a dove edificare la mia dimora. In pianura? su una montagna? Magari affacciata sul mare. Comincio a camminare, mi aiuta a pensare. Devo realizzare i miei piani, adesso è tutto ciò che ho. Sento una presenza non lontano da me. Conosco quest'aura è quella di....
“Sesshomaru! Qual buon vento?” il suo sguardo è glaciale come sempre. indossa il suo solito yukata bianco. La grande pelliccia bianca lo incornicia. È solo, non percfepisco la presenza ne della bambina ne del piccolo mostriciattolo verde. Il grande demone continua a fissarmi. Non mi tocca, non sento più niente. Ricambio lo sguardo.
“tu sei l'umana che accompagna sempre il mio fratellino” l'ultima parola è intrisa di disgusto. Una risata fragorosa esce dalle mie labbra. Io un'umana? Sono ben lontana da essere un'umana in questo momento. non se n'è accorto? Con uno scatto fulmineo arrivo a pochi millimetri dal suo volto. I suoi occhi si spalancano per al sopresa. Lentamente mi avvicino al suo orecchio arrivando a sfiorarlo con le labbra.
“ti sembro un'umana, nobile Sesshomaru?”. Non aspetto una sua risposta e mi volto di spalle.
“n-no” Ah! Prima nota d'incertezza nella sua voce.
“molto bene, davvero molto bene Sesshomaru!” lo lodo.
“e dimmi cosa ti sembro?”
“un'anima corrotta”. Mi volto verso di lui per poi mordermi il labbro.
“Piacere di conoscerti!” Mi inchino facendogli un sorriso. Questa conversazione mi sta annoiando. Sono pronta a spiccare il volo quando lui comincia a parlare.
“perché hai Sounga con te?"
“cosa vuole un'anima corrotta?”
“portare male nel mondo”
“io voglio di più”. Posso vedere nei suoi occhi qualcosa ardere. Non so cosa sia, ma mi piace!
“vuoi rubarmi la spada che appartenne a tuo padre? Davvero Sesshomaru? Sei così prevedibile?”. Lui estrae Tokigin dal fodero puntandomela addosso. Pensa di farmi paura? La sfera pulsa di nuovo, la sua forza mi inebria il corpo. Sento di essere invincibile! Cammino molto lentamente verso la punta della sua lama. Mi blocco soltanto quando ormai mi sta toccando il petto. Noto per la seconda volta in dieci minuti l'espressione stupefatta del grande demone e ne rimango compiaciuta. Invece di affondarmi la lama del petto la fa ruotare cosi cercando di staccarmi la testa, ma la mia velocità è troppo anche per lui. Blocco la sua spada con una mano.
“grande Sesshomaru... cosa vuoi da me?” il suo sguardo continua ad ardere. Si allontana con un balzo all'indietro, puntandomi, nuovamente, la spada contro.
“SORYUHA”. La potenza del colpo è impressionante, questo mi porta a sorridere ed ad andargli incontro senza alcun timore.



POV Inuyasha

Sono passati giorni dalla sua scomparsa e non c'è un solo attimo in cui non pensi a lei. La sua presenza è fissa in ogni giorno e in ogni azione che faccio. Abbiamo cercato il suo corpo in queste ultime settimane ma non ne abbiamo trovato traccia. Senza un corpo la speranza che Kagome sia viva si è riaccesa dentro di me, procurandomi ancora più dolore. Da giorni ormai cerco di captare ogni minimo suono, ogni minimo odore, nella speranza di vederla tornare.
“Inuyasha sta attento” la voce di Sango mi risveglia dai mie pensieri.
“se ne versi troppo alla fine non viene bene”. Ora che la pace è tornata non ci sono più demoni da combattere. Non sono mai stato cosi male. Fisicamente potrei demolire un castello ma mentalmente sto morendo, lei mi faceva vivere e adesso....
“Inuyasha, hai notizie del piccolo Shippo?” ARG! Quel dannato volpino! Dalla discussione che abbiamo avuto non si è più fatto vedere. Inizio ad essere preoccupato. Anche se lo prendo sempre a cazzotti con l'avanzare del tempo mi ci sono affezionato.
“no, anche se sono andato a cercarlo” noto l'espressione di Sango contrarsi. È stanca e si vede. Ultimamente è diventato più difficile per tutti dormire. Molte volte sento urla inquitanti arrivare dalla capanna di Sango e Miroku. Lei non dorme perché come me è distrutta dalla mancanza di Kagome. Non so se questo dolore terminerà mai. Esco dalla capanna per ritrovarmi davanti la vecchia Kaede in compagnia di Kikyo. Ora che la sacerdotessa defunta è tornata in vita, può riprende re il suo posto come miko del villaggio. Gli abitanti ormai si erano abituati alla vecchia Kaede e a Kagome come sacerdotesse, ma sembrano accettare il ritorno di Kikyo.
“Inuyasha, mi aiuteresti a portare questi cesti da Fugiko che gli servono per il raccolto” annuisco senza alcuna espressione. Vado verso i cesti e mi incammino insieme a Kikyo verso la stradache conduce al bosco. La capanna di Fugiko si trova all'interno della boscaglia, lontana dal villaggio. Mentre cammino noto per la strada diverse piante medicinali che Kagome mi ripeteva di continuo. Le aveva imparate da Jinengi e ne andava fiera. Mi ricordo che gli occhi le si illuminavano quando poteva guarire gli abitanti grazie alle sue conoscenze. Il suo pensiero mi accompagna ovunque. La posso vedere inginocchiata davanti ad un cuiffo di erba, mentre si gira sorridendomi, illuminata dala luce del sole.
“allora Inuyasha cos'è successo in questi 50 anni?” Con Kikyo il rapporto si è raffreddato. In questi ultimi giorni il suo comportamento è stato strano. Sembra quasi che si voglia sostituire a Kagome. No che nessuno ci abbia badato comunque.
“sono stato incollato ad un albero, mi hanno liberato, ho ingaggiato una battaglia contro il demone più malvagio che sia mai esistito e ne sono risultato sconfitto” dico con non poco sarcasmo nella voce. Per me la battaglia contro Naraku è stata una sconfitta. Alla fine mi ha portato via la cosa più cara che avevo. Kikyo non dice una parola molto probabilmente perché ha capito che non ho voglia di parlare o forse si è resa conto della stupidità della sua domanda. Il viaggio continua nel più assoluto silenzio.. Il bosco è scuro quasi malvagio. L'aria che tira non è riscaldata dalla luce del sole quindi risulta fredda. Quel tipo di freddo che ti entra nelle ossa. Ora che Kagome non c'è più, il mondo è meno luminoso.
Alzo le orecchie captando una forza maligna e un odore che non dovrebbero essere più in questo mondo. Lascia cadere il cesto per terra guadagnandomi uno sguardo interrogativo da parte di Kikyo.
“cosa c'è Inuyasha?” mi chiede. Intanto io annuso l'aria cercando di capire se ho riconosicuto l'odore.
“non lo senti anche tu?” gli chiedo ingenuamente. Certo che no! Lei non ha un naso supersonico.
“no” mi dice infatti guardando nella mia stessa direzione. L'odore è il suo... ma non è possibile... Con uno scatto mi dirigo verso quel profumo che mai avrei pensato di risentire. Allora facevo bene a sperare. Il suo buonissimo profumo entra dentro le narici. È il suo! Come potrei dimenticarlo? Mi faccio largo tra gli alberi e gli arbusti. Devo raggiungerla. Mischiato al suo profumo comincio a sentire anche il tanfo di Sesshomaru. Cosa ci fa insieme a lei? L'avrà catturata? Devo salvarla? Mille domande mi assalgono la mente ma una sola continua a ripetersi. Sei davvero ancora viva Kagome?



Arrivo in uno spiazzo in mezzo agli alberi. Il sole riscalda l'aria circostante. I suoi capelli sono la prima cosa che noto. È lei! La mia Kagome è viva! È qui! In carne ed ossa ed è più bella che mai. La sua pelle sembra di porcellana, i suoi capelli sono più lucenti e le sue labbra più rosse. Indossa un magnifico vestito nero che le lascia intravedere una parte delle gamba. Al braccio porta un bracciale a forma di serpente che tra le fauci, digrignati, stringe la sfera. Una sfera intrisa di malignità. Un suo movimento brusco mi risveglia dal mio intento esame. Sta combattendo contro Sesshomaru!
“la spada apparteneva a mio padre! Io non la voglio! Ma il suo posto non è in questo mondo. Riportala nel mondo dei morti per rispetto verso mio padre!” dice mentre attacca Kagome. Sesshomaru sembra messo male. Vari graffi gli ricoprono il corpo ed ha una ferita sulla spalla. Cosa lo ha ridotto cosi? Mi nascondo ancora di più nei cespugli. Ho una voglia matta di andare da Kagome. Voglio baciarla ma prima devo sapere cosa è successo, non ho mai visto mia fratello conciato cosi. Perché combattono?
“Patetico! Tuo padre è morto, pensi che ai morti importi del rispetto?”. La voce! La voce non è quella di Kagome. Non è dolce e compressiva. Questa è dura e piena di sarcasmo come se trovasse divertente e seccante allo stesso tempo tutto quello che al circonda. Cosa diavolo le succede? Kagome sfodera un ultimo colpo e Sesshomaru cade in ginocchio davanti a lei. La pelle di Kagome non è solcata da nessun graffio. Lei si avvicina lentamente a lui che ha ancora in mano Togikin. Gli si inginocchia davanti e gli prende il mento con una mano, cosi costringendolo a guardarla negli occhi.
“potresti tornarmi utile sai? Tutto il tuo potere non ha effetto su di me, ma su gli altri si! Unisciti alla mia causa, vieni con me!” il suo tono di voce è seducente quasi ammaliatore. Che ti è successo Kagome? Si alza e tutto il suo splendore si manifesta. È sempre più bella, ma c'è qualcosa di diverso in lei, qualcosa che non riesco a capire.
“ti farà piacere sapere che la nostra conversazione non è più segreta”. Si allontana da Sesshomaru venendo verso la mia direzione
“salve Inuyasha”. Mi alzo lentamente uscendo allo scoperto.
“Ka-Kagome” mi fermo a pochi metri da lei. La posso toccare? Pensavo di non poterlo più fare. Alzo una mano ma lei si scansa.
“si sono io, felice di vedermi?”. Il mio cuore trabocca di gioia nel vederla qui davanti a me.
“mi chiedi se sono felice? Kagome pensavo che tu fossi morta. Amore mio sei tornata! Io- io non so che dire...” una risata interrompe la mia frase.
“amore mio? Amore mio? Non farmi ridere! Io non sono il tuo amore!” altre risate.
“Inu-yasha sta-sta attento” mi avverte Sesshomaru che è ancora in ginocchio. Mi giro pronto ad aiutarlo quando la sua voce mi blocca.
“prova a toccarlo un'altra volta e giuro che sarà l'ultima volta che vedrai le tua mani!” ma cosa...?
“ma Kagome, cosa dici?”
“sei sordo? Lascialo lì. Lui è mio, è una mia preda, lascialo stare” mi sta fulminando con gli occhi. Ora che la guardo meglio sembra quasi selvaggia.
“sai Inuyasha certe volte le persone fanno delle cose. Cose che le cambiano. Ma loro lo fanno in buona fede. Sanno che se si sacrificheranno, potranno raggiungere un obbiettivo più grande.” mentre parla comincia a camminarmi in tondo squadrandomi con gli occhi. Non mi faccio impaurire dalle sue parole, non riuscirà ad allontanarmi. Io so la verità!
“Kagome il tuo è stato un gesto nobile. Hai sacrificato la tua vita per quella di Kikyo. Pensavamo tutti che fossi morta, ma adesso sei qui, davanti a me, sei viva!”
“nobile...” un sorriso triste compare sul suo viso.
“nobiltà... io non sono nobile, sono stata uno strumento, uno strumento usato dagli altri. Per tutta la vita lo sono stata. Ma adesso è cambiato tutto!”
L'espressione di tristezza scompare dal suo viso.
“Kagome ma cosa...” sento un leggerlo fruscio dietro di me, mi volto verso Sesshomaru per non trovarlo più.
“cos- cosa è successo? Dov'è Sesshomaru?” la voce risulta più allarmata di quanto vorrei.
“al sicuro...spero che tu stia bene con la tua nuova compagna” mi dice con un sorriso sul volto mentre spicca il volo.
“Arriva la tempesta Inuyasha... arriva per tutti e sarà distruttiva”





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SPAZIO AUTRICE

Salve a tutti! Ecco un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia! Non c'è l'ho fatta ad aspettare capodanno quindi eccolo subito! Cercherò di postarlo uno molto presto, ma non vi prometto che sarà entro capodanno. Che ve ne pare di una Kagome ribelle e decisa? A parer mio è molto affascinante, ma sono ti parte! Vi prego continuate a recensire cosi saprò il vostro parere. Ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia nelle preferite, seguite o ricordate e ringrazio anche i soli lettori! Il disegno è un opera di ComplexWish su DeviantArt.
A presto,
baci,
Inulena!

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Capitolo 4
*** Io e te? Lei era... ***



POV' Sesshomaru
 

Apro gli occhi di scatto. Porto la ma mano alla testa trovandoci un grosso ematoma. Cosa diavolo è successo? Provo ad alzarmi ma un forte giramento di testa mi fa ricadere a terra. Dannazione! Non mi è mai capitato di ritrovarmi in queste condizioni fisiche. Cerco di mettere a fuoco l'ambiente circostante. Possenti mura rocciose vanno a formare una grotta. l'Aria è umida e difficile da respirare. Mi tocco il petto. La vesta è piena di sangue essiccato. La ferita non ha ancora smesso, del tutto, di sanguinare. La mancanza di luce non mi aiuta. Cerco nuovamente di alzarmi ma stavolta a ributtarmi a terrra è la profonda ferita alla gamba. Ricado rumorosamente a terra.
Dannazione! Quella maledetta ragazza umana. Come posso essere stato sconfitto da un insulsa umana. Non l'ho mai considerata una minaccia. Come avrei potuto? Era una mortale. Con quei vestiti strani, con quegli atteggiamenti caratteristici umani, sempre pronta a nascondersi dietro le spalle di mio fratello. Per me non rappresentava nessun tipo di minaccia. Chiudo gli occhi e appoggio la testa sull'umida roccia della cella. La sua immagine mi appare dietro le palpebre. In tanti anni nessuno mi aveva mai messo fuori gioco come ha fatto lei. Ha una velocità incredibile.
Le donne mi sono sempre interessate poco. Sono una distrazione e un impedimento. In lei c'è qualcosa di diverso... è cambiata, non sembra più l'umana di mio fratello. Non so cosa aspettarmi adesso. Perché mi ha rapito? Cosa vuole da me? Porto istintivamente una mano sull'elsa di Tokigin. Le spade non sono più al mio fianco. Non è stupida! Un rumore mi avverte dell'arrivo di qualcuno. Sento delle voci da lontano. Dalle sbarre sbuca una torcia. La luce forte luce mi acceca e sono costretto a sbattere gli occhi più volte per abituarmi.
"questo qua!" la voce è stridula e sgradevole come l'odore che emana. Non riesco ancora a metterlo a fuoco, vedo tutto quando nero. Il mio udito funziona però e sento chiaramente la porta della cella aprirsi e un rumore di passi avvicinarsi. Delle forti mani alzarmi di peso. Scatto. Gli artigli velenosi si allungano dalle mani andando a colpire il mio avversario. Lo sguardo si abitua alla luce e rimango stupito. Riverso a terra c'è un demone! Il suo corpo squamoso è orrendo. Si dimena in modo innaturale mentre cerca di riprendersi dal colpo. Sembra fatto di cenere. Vengo sorpreso da un pugno che mi rimanda a terra. Ciò che non mi fa rialzare però sono le ferite inferte da Kagome. Vengo risollevato in modo brusco.
"do-dove mi state portando?" la voce è molto più debole di quel che pensavo e il collo non ha più le forze per sostenere la testa.
"non fare domande, la padrona ti vuole vedere" Non mi sono mai sentito così debole, così impotente. Perché sto provando tutte queste sensazioni? Mentre vengo trascinato vedo le mure di roccia diventare semplici pareti più decorate. I pavimenti da sporchi e pieni di terreno si comprono di tappeti rossi. Mi stanno davvero portando da Kagome. Ci fermiamo davanti ad un grande portono. Le decorazioni sono in oro. Quattro cassettoni decorano le ante. Al centro di ogni cassettone una rosetta con al centro una perla. La porta di apre e vengo spinto all'interno. La sala è mostruosamente grande. il pavimento è di marmo. Lungo i due lati si aprono immense finestre contornate da candide tende. Il soffitto risplende di madre perla, mentre dei I miei pensieri vengono interrotti quando i due mostri si bloccano. Davanti a noi si staglia una grandissima porta, che altri due demoni, posti di guardia, stanno sorvegliano. La porta si apre. Alzo la testa per vedere meglio quello che ho intorno. La sala è enorme e ci sono molte finestre che fanno entrare una luce opaca. Appesi sul soffitto numerosi candelabri di cristallo, illuminano con le loro grandi grandi candele l'ambiente. Una stanza inusuale per questo periodo. Solo ora mi ricordo che Kagome viene dal futuro. Percorriamo tutta la stanza.
Vengo scaraventato a terra e mi ritrovo davanti ad un trono fatto di vetro con sopra la creatura più bella che abbia mai visto. Le gambe ricadono penzolanti dal manico del trono. Lo sguardo è vivido e scuro... quasi nero. I capelli, lasciati sciolti, le ricadono lungo il corpo.
"benvenuto Sesshomaru" una scarica di brividi, mi percorre la colonna vertebrale. Attingendo alle mi eultime forze per rialzarmi. La testa continua a pulsare. Kagome sorride e scende in modo molto lento dal suo trono. Oltre al mal di testa, ho anche delle dolorose ferite sparse per tutto il corpo.
"cosa vuoi da me?" sono stressato e arrabbiato. Non sono mai stato trattato cosi, in tutta la mia vita. Io, il principe dei demoni, vengo trattato come uno schiavo da un'umana.
"mmm... fai ancora lo sbruffone?" mi deride fermandosi davanti a me.
"voglio solo sapere cosa mi succederà"
"cosa credi che ti farò?" mi gira intorno. I suoi occhi felini mi guardano come una preda.
"n-non lo so" Cerco di seguirla con lo sguardo. Non mi fido di lei.
"ti vorrei fare tante cose..." dice leccandosi le labbra.
"... ma per ora mi limiterò a proporti un'accordo". Un accordo?
"di che tipo?". Si allontana di colpo. I suoi capelli liberi, spargono un odore d'orchidea, nella stanza. Guarda un piccolo demone dietro il trono e gli fa un cenno. Lui scompare veloce per poi riapparire con un foglio di carta in mano.
"ti conviene firmarlo!" mi intima. Prendo il foglio continuando a guardarla negli occhi. Una breve occhiata alle parole scritte e già sono sconvolto.
"vuoi che diventi un tuo alleato?" Lei sorride alzando le spalle.
"perche no?". Si sposta verso le grandi finestre e il suo volto viene illuminato dalla luce esterna.
"ma...non capisco?... io...". Con la stessa velocità con cui mi ha attaccato l'ultima volta, si avvicina al mio volto.
"pensa a cosa potremmo fare insieme! Tu ed io!". Io e lei? Si allontana di nuovo veloce. I suoi spostamenti mi fanno girare la testa. Si morde il labbro inferiore. Guardo quel piccolo gesto e un pensiero totalmente inappropiato mi passa per la testa.
"allora ci stai?" mi chiede di nuovo con un aria innocente. Non mi fido di lei. Non la conosco e sono sempre stato da solo. Non voglio compagnie e di sicuro non voglio essere un alleato. Io sono un principe. Butto il foglio a terra e mi giro incamminadomi verso la porta. La risata di Kagome mi arriva forte alle orecchie.
"ecco perché devi essere tu!". Mi fermo.
"guarda i fatti Sesshomaru. Io voglio solo darti quello che vuoi e in cambio ti chiedo soltanto la tua presenza. Non mi serve altro". Si avvicina. Di nuovo.
"io posso farti diventare il re di tutto il mondo conosciuto... io posso darti quello che vuoi?".
"e cos'è che voglio?" le chiedo. Kagome è di nuovo davanti a me. Ha delle gambe molto lunghe. "Tessaiga". Mi dice soltanto.
"il fratello minore che eredita la grande spada. Il padre che disonora il figlio maggiore". Le sue labbra mi toccano l'orecchio. Sta toccando dei tasti dolorosi. Stringo i pugni.
"Inuyasha mi ama... farebbe di tutto per me". I suoi occhi neri mi fissano ipnotici.
"non ti darà mai la spada" rispondo freddo.
"non ho intenzione di chiedergliela". Di nuovo quel ghigno. Vuole combattere contro Inuyasha? Cosa le è successo?
"tu ami mio fratello".
"NO!" urla perdendo il controllo. È successo qualcosa di veramente pensate. Questa donna è sconvolta. Chiude gli occhi e vedo il gioiello che ha al polso risplendere. Ma quella è la sfera dei quattro spiriti! Lei ha la sfera. Allora è lei che ha ucciso Naraku! Ho subito avvertito la scomparsa della forte aurea maligna di Naraku ma ancora non avevo capito come fosse morto. Ora lo so. Kagome ha ucciso uno dei più grandi demoni della storia.
"come hai ucciso Naraku?" le chiedo. Non riesco a guardarla in volto.
"Sono la guardiana della sfera. Lei risponde solo a me. Una volta preso il possesso della sfera è stato facile ucciderlo". Faccio un passo in avanti raccogliendo il foglio. Il piccolo demone di prima si avvicina e mi porge una penna. La prendo e firmo.
"che gli siano ridate Tokigin e Tenseiga e fategli fare un bagno, puzza!" dice passandomi accanto e uscendo dalla sala.



POV' Inuyasha

"Ti ha detto così?" annuisco ancora sconvolto.
"cioè ti ha proprio detto così?" mi richiede Shippo per la milionesima volta. Dopo aver avvertito l'odore di Kagome, è tornato.
"si Shippo!". Sango mi guardano incredula mentre Miroku è pensieroso. L'incontro con Kagome ha socnvolto tutti.
"la tempesta sta arrivando" Miroku si tocca il mento e Sango sussulta. Cosa vorra dire?
"ma perche rapire Sesshomaru? Cosa vuole da lui?" questa volta è la vecchia Kaede a parlare. Siamo tutti nella sua capanna intorno al fuoco e stiamo cercando di capire cosa può essere successo alla ragazza del futuro.
"io non capisco..." Miroku sembra in diffcoltà.
"è viva! Cosa c'è da capire?" chiede Shippo agitando le mani.
"dobbiamo solo riportarla a casa". Sorrido. Se fosse così facile. Non riusciamo a capire perché Kagome è dentro ai nostri cuori. Io ho visto Kagome... era lì, davanti a me!
"il corpo è il suo". Kikyo compare sulla soglia della capanna e scosta la tendina. Si avvicina a Kaede e le porge un panno ricolmo di piante medicinali.
"il corpo è il suo, ma l'anima.... quella è stata contaminata dalla sfera" Kagome è stata contaminata dalla sfera.
"tu non la conosci! Kagome è molto più forte di te" urla il piccolo Shippo.
"Voglio solo dire solo dire che la parte malvagia della sfera ha preso il possesso. Deve averla corrotta. Già da tempo forse questa oscurità albergava nel suo cuore ed è proprio da essa che è nata questa Kagome."
"DOVRESTI ESSERGLI GRATA!" la voce è quella di Sango. Ho visto la sterminatrice, poche volte, così arrabbiata .
"Tu non sai niente di lei! Lei è morta a causa tua! Dovrebbe essere qui con noi e invece ci sei tu! Se il suo animo si è corrotto è tutta colpa tua!" Kikyo rimane impassibile. Non me la sento di incolparla, ma non me la sento nemmeno di proteggerla.
"te lo dico io chi era; era la mia migliore amica e adesso è morta, per te, che volevi ucciderla. Che volevi uccidere mio fratello, un ragazzino! Tu, che hai ferito Inuyasha e cercavi constantemente di portarlo nel regno dei morti! Non meriti la parte dell'animo di Kagome! Com'è possibile che un animo cosi enorme stia alimentando la vita di una persona cosi piccola?".
Detto ciò esce dalla capanna in lacrime e Miroku si precipa fuori per calmarla. Shippo sta piangendo sulle gambe della vecchia Kaede e io... beh... io non so cosa fare! I miei occhi vorrebbero versare lacrime ma il mio corpo ha già fatto uscire tutte le lacrime possibili. Alzo gli occhi. Anche Kikyo sta per piangere. Il suo è un attimo di debolezza che scompare subito. Si alza orgoglioso e con un inchino se ne va. Io rimango seduto. Non ho più le forze per farne niente. Kaede mi guarda.
"piccolo Inuyasha". Si avvicina e mi abbraccia. Shippo mi sale sulla spalla. Alcune lacrime cominciano a cadere.
"dovevo morire io".




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SPAZIO AUTRICE
Salve gente! Eccomi con un nuovo capitolo! innanzitutto BUON 2015!!!!!! Vi auguro un bellissimo anno, che sia pieno di libri, sempre se vi piace leggere. Ma passiamo al capitolo. Collaborazione tra Kagome e Sesshomaru che ve ne pare? E la sfuriata di Sango? Personalmente, nell'anime non vedo tutta questa amicizia tra loro, ma comunque mi piace descriverla. Una amica ci vuole sempre! Comunque il mio odio per Kikyo è abbastanza evidente?! ahahaha. Ringrazio tutti i lettori silenziosi e le persone che hanno messo la mia ff nelle seguite, ricordate e preferite. Grazie tante.
AH! Ultima cosa e dopo non vi rompo più! Ora che rinizierà la scuola non saprò quando potrò aggiornare! Io spero velocemente, ma non vi prometto niente!
Baci,
Inulena

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Capitolo 5
*** Il ciondolo ***



POV Kagome

Osservo Sesshomaru. Si è cambiato. I servi gli hanno dato dei nuovi vestiti e devo ammettere che è molto bello. Lo guardo. Lo vedo per la prima volta mangiare. Non l'ho mai visto mangiare... mai.
“quanto sono stato in quella cella?” mi alzo della sedia e mi dirigo verso la finestra per poi guardare fuori. Al contrario suo non ho molto appetito. L'ambiente esterno è contaminato. L'aurea maligna della sfera ha ha corrotto ogni cosa. Il sole non risplende, gli animali non vivono e le piante appassiscono. Il castello essendo costruito su un promontoio marittimo da una spettacolare vista sul mare, unico essere vivente che ancora resiste alla sfera. Lo invidio. Il mare è bello e limpido. Inuyasha... chiudo gli occhi. Non voglio pensare a lui.
“tre giorni” rispondo. Continuo ad guardare il tetro paesaggio.
“cos'hai intenzione di fare adesso?” mi chiede ancora. Sento che posa le posate.
“distruggere e conquistare, seminare terrore”. Ci vuole più terrore, più paura.
"ma prima ho bisogno di una cosa”
“che tipo di cosa?”
“ un amuleto. Un oggetto di immenso potere benigno. Un potere che può uccidermi” mi volto e cammino verso la porta per uscire.
“dove vai adesso?” mi chiede Sesshomaru stupito.
“da Inuyasha. Lui ha la cosa che può distruggermi”. Apro la porta ma la sua voce mi blocca ancora
“non puoi semplicemente andare là” mi dice prendendomi un polso fermandomi. La sua mano è calda. Mi stupisco. Può un uomo così freddo essere caldo?
“ah no... e chi me lo impedisce. Tu?” chiedo divertita. Mi lascia il polso come si fosse scottato. Chiude gli occhi e riprova a prendere il discorso.
“non voglio impedirti di fare nulla, dico solo che ti serve un piano prima di agire.” un piano?
“non ne ho bisogno e non mi interessa”. Il mio piano è semplice: arrivo, distruggo, prendo ciò che voglio e me ne vado.
"bhè dovrebbe invece" risponde sempre più serio.
“Non ti faranno avvicinare. Sei cambiata e Inuyasha lo sa. Per quanto lo ritenga stupido, non penso che si faccia abbindolare così facilmente. Hai quasi tentanto di uccidermi davanti a lui". E ci sono quasi riuscita. Questa parte evito di dirgliela.
“chi ti dice che prenderò l'amuleto parlando?”. Nessuna espressione si manifesta sul suo volto.
"sto solo cercando di darti un consiglio" i suoi occhi sono fissi dentro i miei.
“Cosa mi consigli di fare?” Cerco di ricambiare lo sguardo. Ho scelto di averlo come mio alleato... devo ascoltare quello che ha da dirmi. "se vai la e distruggi tutto ucciderai molte vite". Sorrido.
"e da quanto al grande Sesshomaru importano le vite altrui?" Fa un passo indietro come se qualcosa lo avesse colpito.
"Da quanto ho visto una piccola bambina sola al mondo. Maltrattata dagli umani e uccisa da dei lupi. Rin mi ha insegnato tante cose". Il sorriso scompare dalle labbra. Ho conosciuto Rin ma devo ammettere che i miei ricordi sulla precedente vita sono scuri.
“grazie per i tuoi consigli Sesshomaru” esco dalla stanza. Cammino per i lunghi corridoi. Il palazzo è molto grande e spazioso. Era un rudere, costruito su un promontorio afacciato sul mare. Deve essere appartenuto ad un ricco feudatario, ci sono un sacco di stanze e giardini. Voglio arrivare in armeria. Sento dei passi dietro di me.
“portami con te!” Sesshomaru si avvicina in tutta fretta.
"no!" gli rispondo
“come no?” mi chiede.
“no” ripeto fermandomi.
“ma siamo alleati devo venire con te”.
“se sbatti i piedi a terra diventi una perfetta copia di un bambino!” mi piace stuzzicarlo. Le sue guance assumono un colore più rosso e i suoi occhi acquistano una certa convinzione.
“Si! Voglio venire con te. Potresti avere bisogno di me” una risata genuina esce dalle mie labbra.
“tu credi che abbia bisogno di protezione? Io? Per giunta con Inuyasha?” Non esprime niente... come al solito. Prendo l'iniziativa e gli afferro le mani. Lui rimane stupito da questo mio gesto e guarda le nostre mani intrecciate.
“non mi succederà niente di male. Aspettami” vedo il suo volto rilassarsi e la presa delle sue mani farsi più ferrea sulle mie. Mi lascia le mani ed io proseguo indisturbata la mia strada verso l'armeria.



Vedo in lontananza il villaggio della vecchia Kaede. I ricordi riaffiorano. Non sono niente per me. Continuo a correre, inoltrandomi nella foresta e andando all'albero secolare. La sua enorme stazza mi ha sempre impaurito e meravigliato. Sotto la sua chioma mi sentivo protetta.
Qui è dove ho conosciuto Inuyasha, dove ho deciso di stargli accanto e dove Kikyo lo imprigionò tanti anni fa. Qui è dove tutto si intreccia.
Mi avvicino al pozzo e sbircio per vedere il fondo. Basta un piccolo salto per tornare nella mia epoca. Un salto per ricollegarmi a ciò che ero. Non ritornerò mai come prima, debole e dolce. Cosa ne ho ricavato da questo? Niente, se non un'amore non corrisposto e degli amici che mi hanno abbandonato. NO! Mi allontano dal pozzo, dalla vecchia me. Non ci voglio avere niente a che fare, è passato! Ad un tratto sento un fruscio e come avevo sperato Inuyasha compare alle mie spalle.
“sapevo che saresti arrivato”



POV' Inuyasha

Il suo odore mi solletica le narici. È vicina, molto vicina. Mi alzo dal pavimento della capanna della vecchia Kaede e seguo il profumo, cosi intenso e buono, sa di orchidea, di casa, di lei.
“Inuyasha dove vai?” mi chiede Sango.
“non mi seguite” dico loro, per poi sfrecciare verso l'albero secolare. Non voglio che il momento in cui la rivedrò venga interrotto da qualcuno. Percorro tutto il bosco in fretta, smanio dalla voglia di rivederla.
L'ho sognata cosi tante volte. Arrivo nella radura e l'albero si staglia davanti a me in tutta la sua grandezza. Qui è dove l'ho incontrata.
“sapevo che saresti arrivato”. È più bella che mai, è proprio come la vidi l'ultima volta. Sembra la stessa ma qualcosa suggerisce che non lo è, questo pensiero continua a tormentarmi.
“lo sentirei tra mille” gli dico. Anche se è cambiata non vuol dire che il mio amore per lei è finito, potrebbe trasformarsi in un mostro e io continuerei ad amarla.
“questo però non ti ha impedito di venirmi a salvare quando ne avevo bisogno” la sua voce è piena di rancore, di rimorso.
“i-io.... io non sap-”
“tu non sapevi!” ridacchia, interrompendomi.
“certo come avresti potuto?” le sue parole mi feriscono, avevo promesso che l'avrei protetta e invece...
“ma ormai non importa più” abbassa gli occhi e per un attimo sembra ritornata la stessa Kagome di un tempo. Vederla cosi mi spezza il cuore, tutta la forza che ha acquistato non ha fatto altro che renderla più debole e fragile. La mia Kagome.
“Kagome io... io non ho mai potuto dirti quanto davvero tenga a te e quanto davvero io ti ami” alza la mano per zittirmi.
“tu osi dirmi che mi ami?!” tutta la calma che sembrava aver preso possesso di lei svanisce, sostituita da una rabbia dirompente.
“tu osi dirmi che non hai mai avuto il tempo? Io sono morta per renderti felice! Io sono morta per LEI!” urla. Il tono schifato quando si riferisce alla sacerdotessa defunta.
“io non amavo lei , io amavo te, amo te. Ti amo ancora, per sempre!” cerco di avvicinarmi ma si scansa. Il cielo si sta rannuvolando. La luce del sole viene sostitutita da un cielo pieno di nuvole.
“ZITTO! ZITTOOO! FA SILENZIO” dice rabbiosa mettendosi le mani nei capelli e tirandoseli.
“io ti ho dato la mia vita, e tu non hai fatto altro che buttarla via” è indecisa. Reagisce con rabbia ai miei sentimenti, alla verità.
“no Kagome, io te lo volevo dire ma ero troppo impegnato a sconfiggere Naraku e il senso di colpa che mi legava a Kikyo mi faceva vedere solo lei... pensavo... pensavo che tu ci saresti sempre stata e che avevo tutta una vita da passare con te, per dirti ciò che provavo”. Cerco di nuovo di avvicinarmi a lei e questa volta ci riesco.
“io sono morta”
“come puoi essere morta se sei nel mio cuore” sussurro. I suoi occhi si alzano su di me. Sono quasi arrivato a toccarla finalmente.
“e invece lo sono” i suoi occhi si fanno di nuovo di ghiaccio. Con molta cautela mi avvicino, sfiorandole la mano. È gelida.
“perché sei cosi fredda? Cosa ti è successo?” cerco di usare un tono di voce dolce mentre gli prendo le mani tra le mie per riscaldarle.
“effetto collaterale della morte” un sorriso sincero spunta sul mio volto. La guardo e la sua bellezza mi investe con una folata di vento. È perfetta. Non ce la faccio più, in un moto di disperazione la stringo a me.
Averla tra le mie braccia dopo tanto tempo è una sensazione meravigliosa. Sento il suo corpo morbido stretto al mio e la cosa mi fa arrossire. Lei ed io ci apparteniamo. La sento cedere al mio abbraccio,dopo qualche secondo di irrigidimento ,mi circonda il collo con le sue braccia e mi comincia a farmi delle leggere carezze sul collo.
Troppo presto per i miei gusti ci stacchiamo dall'abbraccio. La cosa succede troppo in fretta, vengo colpito forte alla testa, il colpo è talmente forte che sono costretto ad accasciarmi a terra. La voce di Kagome risulta trionfante.
“credevi davvero che un singola abbraccio potesse far tornare tutto apposto, credevi che fossi cosi ingenua? Ora che so che ho donato la mia vita per niente, non ti perdonerò mai, mai!” dice con tutta la rabbia possibile. La testa mi fa malissimo.
“questo me lo prendo io” dice mostrandomi il ciondolo a forma di cuore con le nostre foto dentro.
“Kagome...” sussurro e risulta più come una supplica che come un insulto.
“grazie per essere cosi ingenuo, non sono più la tua Kagome e la prossima volta che mi toccherai sarà l'ultima in cui vedrai le tua mani” la vedo allontanarsi prima di venire inghiottito dalle tenebre sotto la pioggia cadente.





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SPAZIO AUTRICE
Zalve gente! Ecco un nuovo capitolo spero che vi piaccia, ho cercato di aggiornare il prima possibile, anche con l'inizio della diabolica scuola. Che ne pensate di questo rapporto tra Kagome e Sesshomaru? e il povero Inuyasha? Continuate a leggere per saperne di più muahahah (malefica!!!)! Come sempre ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia ff tra le preferite, ricordate e recensite e ringrazio anche i lettori silenziosi. Grazie di cuore
Baci,
Inulena

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Capitolo 6
*** Tentazioni... ***




Kagome non torna. Sembra che sia l'unico essere vivente, all'interno di questo immenso castello. Strano, ma vero, mi sto annoiando! Il grande principe dei demoni che si gira i pollici. Mi decido ad uscire dalla stanza che mi è stata assegnata. Se resto senza fare niente, temo che impazzirò. Siccome il castello vanta di enormi dimensioni, darò un'occhiata in giro. È sempre meglio conoscere eventuali via di fuga. Non mi fido di Kagome, perché dovrei? Vago per i grandi corridoio del castello.
Le mura sono alte, solenni. I pavimenti sono ricoperti da un lungo e morbido tappeto rosso, posso sentirne la morbidezza, anche se indosso le scarpe. L'atmosfera che aleggia qui dentro sembra confortante e allo stesso tempo minacciosa. Dei grandi lampadari di cristallo, che emettono una luce soffusa, ma non abbastanza da rimanere completamenti ciechi, cadono dal soffitto. La loro maestosità toglie il fiato. La mia stanza si trova nell'unica ala del castello che ho avuto il "piacere" di vedere. Riconosco i corridoio che mi hanno condotto dalla cella della prigioni fino alla sala principale. Mi avrà dato retta? Sarà davvero andata da Inuyasha? Quello stupido mezzodemone.
Così debole, stupido... umano. Perché mai dovrebbe andare da lui? La sua espressione sembrava quasi sollevata. Non dovrei pensare a queste cose. Lei non è affare mio. Percorro altri corridoio. Sono tutti uguali, sembra di essere finiti all'interno di un labirinto. Nonostante io non ci voglia pensare, la mia mente ritorna su di lei. Vorrà Inuyasha come alleato? Preferisce lui a me? Io sono il principe dei demoni, sono forte, coraggioso, intraprendente... ok, manco di gentilezza ma si può rimediare.
Questi pensieri mi investono lasciandomi stordito. Cosa sono queste emozioni che sento? Perché mi ritrovo a pensare ad Inuyasha e a Kagome? La cosa che mi lascia ancora più basito è che il sapere che sono insieme, mi procuri fastidio. Kagome è solo una stupida umana. Lo è sempre stata o lo continuerà ad essere. Una donna che ama è una donna inutile. Sento un profumo dolce che mi fa bloccare sul posto. Un'essenza d'orchidea, che mi rilassa all'istante.
Senza rendermene conto le gambe mi hanno guidato verso la stanza di Kagome. Apro leggermente la porta. Qui tutto sa di lei, le lenzuola, gli oggetti, persino i tappeti. La stanza è molto grande e spaziosa. Il pavimento è rivestito da un tappetto di canapa, al centro della stanza un piccolo rialzo ospita il futon. Sul fondo un paravento accanto ad una grande finestra coperta da morbide tende bianche. Vari mobili con rivestimenti in giada sono disposti lungo le pareti. Mi avvicino lentamente al futon e accarezzo le lenzuola, sono ruvide. Si vede che questo posto non è abitato da molto, tutto è nuovo. Perché farà tutto questo? Cosa la spinge?
Mi chiedo ancora come ci riesca, come sia riuscita ad incastrare me? E sopratutto cosa vuole? Torno sulla terra quando sento un leggero rumore provenire dal bagno, adiacente alla stanza. L'odore del servitore di Kagome mi giunge al naso. Dopo cinque secondi eccolo comparire. Appena i suoi occhi incrociano i miei sussulta e si butta a terra in un inchino. Lo ignoro continuando a guardarmi intorno.
“padron Sesshomaru”. L'esserino continua a rimanere in silenzio e inchinato mentre perlustro la stanza.
“padrone se non avete niente da chiedermi io andrei...” la sua voce esce molto insicura.
“perché qui dentro è tutto bianco?” chiedo sorprendendolo. Appena sono entrato in questa stanza oltre che al suo buonissimo odore, sono stato investito da un'immensa luce bianca.
“la padrona ha espresso esplicitamente questo desiderio, tutti i mobili e gli oggetti della sua stanza dovevano essere bianchi, e cosi è stato” mentre parla non mi guarda mai negli occhi. Si vede che non è abitato ad essere trattato con rispetto. Deve lavorare come servo da molti anni.
“si... ma perché il bianco?” chiedo incuriosito. Kagome è una donna pericolosa, calcolatrice, potente e sensuale non ispira purezza. Ha Songa al suo fianco, progetta di distruggere il mondo ed è a capo di un orda di demoni. Kagome è un anima malvagia... come lo sono io.
“Scoprirà, mio signore, che la padrona è una donna dai mille volti. Con permesso” detto ciò mi rivolge un ultimo inchino prima di uscire. Kagome è sempre stata una donna enigmatica per me. Non ho mai capito come fosse possibile per un essere umano amare un demone. È sempre stata al fianco di mio fratello nella buona e nella cattiva sorte, l'amore era visibile nei suoi occhi. Quando la guardavo vedevo la stessa emozione che è presente negli occhi di Rin quando mi guarda. Adesso tutto ciò è stato rimpiazzato da una gelida freddezza, da una passionale determinazione che cattura ogni singola persona. Anche me... Quella donna ha davvero mille volti.
“vedo che ti piace curiosare” la sua voce mi risveglia e vedo la finestra aperta, mentre un leggero venticello scuote le tende. La vedo appoggiata ad uno stipite della finestra.
“io-io non ti ho sentita arrivare” gli dico preso alla sprovvista. Non la sento mai arrivare.
“L'ho notato!” dice ridendo. Si avvicina. in mano ha una collana.
“hai preso ciò che dovevi recuperare?” gli chiedo bramoso di informazioni.
“certo! Ottengo sempre quello che voglio” Si avvicina ad un mobile apre le ante e tira fuori una scatoletta in giada con rifiniture in oro. Con molta cura ci ripone la collana. La osservo attentamente. Una volta richiuso il tutto di gira verso di me sorridendomi. I suoi occhi sono due pozzi senza fondo, non riesco a distinguere l'iride della pupilla. Con molta lentezza comincia a cambiarso il vestito. I suoi occhi non lasciano i miei.
“cos'era?” cerco di non farmi distrarre anche se lei mi sorride in modo provocatorio. Non c'è niente di umano in lei.
“Sei nervoso Sesshomaru!” Continua a provocarmi. Il vestito cade a terra lasciandola in intimo. Scocciato dal gioco mi giro dalla parte opposta. Non sembra preoccuparsi del fatto di avere un uomo in camera sua mentre si cambia d'abito, anzi sembra a sua agio.
“era un talismano forgiato dall'amore, una cosa rarissima di questi tempi.” va verso un cassettone e ne tira fuori una vestaglia da notte nera che le arriva a meta gamba. La stoffa viaggia leggera sul suo corpo e la cosa mi manda in estasi.
“ma non capisco come possa distruggerti?” deglutisco a fatica.
“Diedi quella collana ad Inuyasha per confessargli il mio amore ... quel “coso”-rimarca con disprezzo- trattiene in se l'unica parte di me che non è stata ancora contaminata, quella parte pura e sensibile che tutti hanno” si siede con grazie sul futon. Un'idea insana si affaccia nella mia mente. Voglio stendermi accanto a lei.
“so che vuoi venire qui da me, ti si può leggere negli occhi” dice con voce sensuale.
"e sei riuscita a rubarlo a Inuyasha?" nonsono cosi debole da cadere nella trappola di un umana.
Sulle sue labbra formose, si crea un sorriso una spallina della sua veste cade lasciando una buona parte di spalla scoperta.
Le mie guance si accendono di rosso. Com'è possibile che il grande Sesshomaru si ritrovi succube di un'insulsa umana. Io, che non ho mai avuto altri pensieri se non quelli sul potere, mi ritrovo a pensare a come sarebbe baciare quella pelle perfetta, e a come sarebbe meraviglioso sentire il suo corpo premuto contro il mio.
“non cambiare discorso e vieni qui” ordina con una voce determinata e sensuale. Sto per dare retta ai miei istinti quando il piccolo servo di prima entra.
“scusate signori, pensavo che non ci fosse nessuno in camera”. Kagome gira la testa svogliatamente e con un gesto della mano lo congeda.
“mia signora” dice il mostriciattolo prima di inchinarsi e andare via. Ormai il momento è rovinato e anch'io mi avvio verso l'uscita.
“non riuscirai ha resistere a lungo Sesshomaru” dice provocandomi un sorriso. So che ha ragione, anche se disprezzo gli umani sembra che Kagome scateni in me qualcosa... qualcosa di assolutamente sbagliato.
“ma ci devo provare non credi?” guardo ancora la porta in attesta di uscire.
“no, non credo” questa è una frase di congedo, adesso posso andarmene, adesso potrò andare in camera mia, sapendo di essere sfuggito alla creatura più bella e malvagia che io abbia mai visto.


POV' Inuyasha

La testa pulsa, mandandomi forti dolori su tutto il corpo. Non riesco ancora ad alzarmi. I miei pensieri sono confusi, tutto è sfocato.
“Inuyasha” una voce mi chiama e mi risveglio da quello che penso sia stato un incubo.
“Kikyo” biascico sentendo la gola secca. Cerco di alzare il busto ma un dolore lancinante alla testa mi costringe a fare il contrario.
“nonono devi stare a riposo Inuyasha hai preso un bella botta” Kikyo guida il mio busto fino a che non sento il futon sotto di me.
“co-cosa è successo?”
“tu cosa ricordi?” mi chiede dubbiosa, come per ricostruire un puzzle. Non mi faccio tante domande, la mia testa al momento non ne è in grado.
“io ricordo Kagome che mi faceva dei discorsi sulla sua morte, io che continuavo a dirle che l'amavo e poi mi ha colpito” questo non è stato un sogno, è stato un incubo.
"un incubo terribile” dico passando le mie mani tra i miei capelli argento.
“Inu-Inuyasha lo sai vero che questo non è un sogno.... que-questo è successo davvero, Kagome è stata qui e ti ha colpito”. Assottiglio gli occhi non credendo alle sue parole.
“non può essere, lei mi ama... io-io...” un forte mal di testa mi colpisce ancora. Lei mi ama, ne sono convinto.
“no...no tu sei solo gelosa, racconti solo sciocchezze, lei non mi colpirebbe mai.” dico assolutamente sicuro delle mie parole. Lei si alza indignata. Sul suo volto un'espressione mista tra rabbia e tristezza.
“sai che c'è Inuyasha, potresti avere me! Me! Una donna che ti ama davvero e non una che ti tradisce alle spalle.
Questa è bella.
“lo dici proprio tu che hai cercato di portarmi nel mondo dei morti?” gli chiedo seccato.
“io avrei fatto di tutto per te, io ti amo, Inuyasha. Sono morta per te e sembra che la morte di Kagome ti stia offuscando la vista” mentre lo dice si avvicina al mio viso.
“mi mancano cosi tanto le tua labbra. Gli unici baci che ci siamo potuti dare erano frettolosi e freddi, io ero morta non potevo offrirti di più. Ma adesso sono viva e nessuno ci sta disturbando, adesso posso baciarti come si deve, adesso posso farti vedere chi sono realmente, la tua donna ricordi?” sono sconvolto da quello che mi sta dicendo. Voglio alzarmi, ma il mal di testa non mi fa muovere un muscolo e inoltre se mi alzo rischio soltanto di avvicinarmi a lei. Kikyo non arresta la sua corsa verso le mie labbra e quando queste si incrociano, il mio disgusto supera le stelle. Prima non ero mai stato disgustato da Kikyo ma adesso si, ne sono assolutamente disgustato. Cerco di chiudere gli occhi immaginandomi le labbra di Kagome e il bacio migliora subito. Immagino di stringerla tra le mie braccia, di passare le mani attraverso i morbidi capelli, di sussurrarle cose che solo io so su di lei. Involontariamente rispondo al bacio e Kikyo ne approfittata subito inserendo la lingua nella mia bocca.
“lo sapevo che ti ero mancata” dice tra un bacio e l'altro, ma io sento solo
“ti amo Inuyasha” la dolce voce di Kagome. Kikyo si stacca da me e io ritorno alla realtà. Kagome scompare e rimane solo una soddisfatta Kikyo che ha gli occhi colmi di trionfo.
“lo sapevo... non ti potevi scodare di me cosi velocemente” sono ancora scombussolato, quindi non rispondo.
“ci vediamo tra poco, Inuyasha” dice Kikyo uscendo dalla capanna della vecchia Kaede, dopo avermi depositato un bacio a fior di labbra. Solo ora mi sono reso conto che mi ritrovo nella vecchia catapecchia.
“no, non mi potrò mai scordare di lei” dico mentre mi prendo la testa tra le mani. Il dolce ricordo di Kagome ancora impresso sulle labbra.




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SPAZIO AUTRICE
Eccomi qua di nuovo con voi! Scusate per l'attesa e spero che ne sia valsa la pena. La scuola è ricominciata e questo è uno strazio totale. Ma passando alla storia. Prima o poi Kagome e Sesshomaru riusciranno a baciarsi? e la nuova Kagome sexy come vi pare? devo ammetterlo la scena è un po ispirata a The vampire diares e a Katherine Pierce per l'esattezza, spero che questo vi aiuti a immaginarvela meglio. ah! e del nostro Inuyasha che pensa a Kagome mentre bacia Kikyo? che ne pensate? recensite ancora, almeno saprò le vostre opinioni e come sempre ringrazio tutti quello che leggono la mia ff, cavolo! ragazzi siete sempre di più e mi fate andare avanti a scrivere! grazie di cuore
Inulena

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Capitolo 7
*** Kagome non torna più ***



POV KAGOME
“Mia signora" alzo distrattamente la testa dai fogli, posti sopra la scrivania, per vedere un demone inginocchiato. Sorrido.
"cosa succede?"
"Sempre più spesso arrivano delle voci di malcontento dall'esercito" Sospiro scocciata, ho altre cose a cui pensare.
“cosa vogliono?” chiedo ritornando a guardare i fogli che ho in mano.
“Quello che tutti i demoni vogliono, signora: Uccidere” alzo lo sguardo per vedere il volto deforme del demone illuminato da un sorriso. Alcuni rigoli di bava escono fuori dalle labbra per cadere sul pavimento. Lo guardo disgustata.
“allora uccidete" la voce di Sesshomaru. Non sono abituata alla sua presenza, sono ormai giorni che mi segue in ogni mio passo. Non posso dire che la cosa mi faccia piacere, ma non ho fatto anche molto per togliermelo dai piedi. Mi volto verso di lui. È appoggiato allo stipite di una delle numerose finestre. Gli piace guarda il mare, lo fa spesso. I suoi capelli risplendo. Come sempre la sua gelida bellezza mi colpisce. Il demone passa velocemente lo sguardo da me a Sesshomaru, indeciso se eseguire gli ordini. È normale il suo stordimento, Sesshomaru tecnicamente non è nessuno, non avrebbe il diritto di impartire ordini.
“porta i demoni con te e razziate il villaggio più vicino”. Ordino autoritaria. Il demone sorride soddisfatto.
"grazie mia signora" Detto ciò esce indietreggiando.
“e invece tu- indico Sesshomaru avvicinandomi- perché dai ordini?”. I suoi occhi si fanno più scuri ma rimane fermo. il fatto che sia cosi irremovibile mi fa eccitare. Vorrei fargli il solletico solo per vederlo un pò più umano, vorrei sapere se riesce anche lontanamente a provare qualcosa. Scuoto la testa, questi pensieri sono altamente ridicoli e me ne rendo conto da sola.
“perché posso” risponde sicure. È abituato a comandare, lo fa da quando è nato. Non resisto e mi avvicio sempre di più finche non sento il calore del suo corpo. I mie sensi alterati riescono a percepire ogni suo cambiamento. Le mie orecchie riescono a sentire il velocizzarsi del suo respirto, i miei occhi vedono il petto che si alza più velcomente di prima e il mio naso sente il suo forte odore maschile. Premo il mio copro contro il suo, godendomi il contatto.
"cosa stai facendo?" mi chiede quasi ringhiando. Non gli piace perdere il controllo, ma anche un demone come lui non può resistere agli impulsi della carne.
“quanto potrai resistere?” lo sfido avvicinandomi sempre di più alle sue labbra. Mi piace stuzzicarlo.
“ho detto che ci avrei provato...”. Chiude gli occhi, come se stesse cercando di concentrarsi. Ormai le nostri voci escono in sussurri. Percepisco che mi vuole, perché non mi prende?
“ma non hai mai sottolineato che ci saresti riuscito” i suoi occhi si aprono di scatto. Bravo... guardami. Sorrido trionfante. La me di prima non avrebbe mai saputo usare le armi a sua disposizione per sedurre un uomo, come sto facendo adesso. Sinceramente. non mi importa di quello che sente Sesshomaru per me, voglio soltanto provare a me stessa che ho il controllo di quello che sono e che so cosa possa fare. Ormai le nostre bocche si stanno sfiorando. Il mio labbro superiore sfiora il suo quando una grande confusione si sente da fuori la porta. Non mi sposto mentre lui sembra risvegliarsi e con una presa decisa mi sposta di parecchi centimetri. Sbuffo guardando annoiata la porta.
"entra" Il demone di prima spunta con un'aria molto agitata.
"mia signora deve intervenire. Saputa la notizia molti demoni hanno cominciato ad agitarsi provocando non pochi dan-" non finisce la frase che la sua testa è per terra staccata dal resto del corpo. Pulisco il sangue rimanente da Sounga su una tenda. Odio le persone incompetenti. Sesshomaru non emette un fiato. “resta qui!” dico con tono duro. Esco dalla stanza e mi avvio verso la causa del mio malcontento. Cammino velocemente per i corridoi avvicinandomi sempre di più. Scendo numerose scale avvicinandomi ai sotteranei. Il cambiamento degli interni si vede subito. I tappeti che tappezzano i sontuosi corridoio nei piani superiori, vengono qui sostituiti da lunghe distese di pietre grigie. I rumori si fanno sempre più assordanti. Sento urla e schiamazzi. Dietro di me avverto la presenza di Sesshomaru. Dovrei aver già capito che non è abituato a seguire gli ordini, ma il fatto che non li segua mi disturba. Arrivo davanti ad un inferriata alla cui guardia ci sono due demoni. Non appena mi vedono si inchiano speventati.
"Mia signora" dicono all'unisono, li ignoro. Sesshomaru sempre dietro di me. I due mi aprono la porta e passo come una furia. I demoni sono ammassati in un grande spiazzo circolare. Ci sono vari specie, di vari taglie e di vari colori. Mi guardo intorno e non appena mi notano si bloccano all'istante.
“COSA SUCCEDE QUI?” urlo con tutto il fiato che ho nel corpo. I demoni hanno trovato dimora nei sotteranei. L'odore è nauseabodno. La stanza è a forma di anfiteatro. Non un singolo fascio di luce si manifesta, tutto è rischiarato da delle piccole candele poste sulle pareti rocciose. Guardo schifata tutti i demoni che hanno interrotto il mio momento di divertimento con Sesshomaru. I demoni impauriti mi fanno spazio, lasciando passare me e Sesshomaru che nei suoi abiti bianchi spicca in tutto questo nero.
“allora chi ha vinto?” urlo voltandomi verso di loro allargando le braccia. Devono avere paura di me, solo cosi riesco a controllarli. La loro paura nutre il mio potere. Sono stati attratti dalla forza maligna della sfera non appena sono rinata. Questi demoni mi appartengono, ma non posso governali senza la paura e il rispetto. Guardo attentamente ogni demone. Fondametalmente la loro mente è molto semplice: uccidere. Tutto quello che riescono a fare i demoni più semplici è uccidere, non importa come o con cosa. Il loro cervello è molto piccolo e quando sono insieme si uniscono per raggiungere il loro scopo. Riescono a decidere il capo solo se questo mostra una forza sopra la loro. Questo è stato il mio caso. Non ho fatto altro che mostrare quanta forza avessi, quanto fossi più malvagia.
“allora?” continuo a chiedere sempre più scocciata. Sono sicura che si stavano battendo per capire chi tra loro gli avrebbe guidati nella nuova razzia. Il demone più vicino a me riesce a parlare.
“ness-nessuno mia signora, stavamo decidendo solo chi fosse il capo che poteva guidarci...” un ghigno si dipinge sulla mia faccia.
“e cosa vi fa pensare che voi zoticoni riuscirete a trovarlo?" giro su me stessa chiedendolo silenziosamente a tutti. Gli indico uno ad uno.
“nessuno!” un'altra risata. Tutti i loro volti si abbassano. Sono demoni infimi e di poco valore, nessuno più guidarli.
“ma allora chi potrà mai farlo? Voi?” mi chiede il demone di prima. Non ho tempo per loro. Non mi interessa guidarli. La soluzione arriva quando guardo Sesshomaru. Anche lui è superfluo. Perché non mettere a capo dei rinunciabili, un denome come Sesshomaru? Se morisse non ci perderei niente. No?
“un demone all'altezza del compito" sorrido. "uno che non abbia paura, uno che sappia qualcosa sulla strategia militare, sulle tecniche di combattimento, della vita di guerra” mi avvicino al principe dei demoni che alza lo sguardo e mi fissa con occhi interrogativi.
“Sesshomaru, il generale mancato”. I suoi occhi mi trafiggono. Rido... di gusto. Non riesco a trattenermi. Amo vedere l'espressione di rabbia che mi rivolge Sesshomaru. Non gli piace che gli si ribadisca la sua posizione fallimentare. Non deve essere facile essere ritenuto troppo debole per prendere il posto del padre. Il grande No- Taisho non gli ha voluto lasciare nemmeno la spada più forte. Continuo a ridere.
“proclamo Sesshomaru nuovo generale dell'esercito" mi avvicino verso l'uscita cercando di smettere di ridere. "almeno sarà generale di qualcosa"



Il vento mi scompiglia i capelli. Noto le vesti bianche di Sesshomaru. Vola non tanto distante da me e sembra non prestare attenzione a niente. Forse ho esagerato prima ma sinceramente non mi importa di aver ferito in suoi sentimenti. Non mi importa più nulla ormai. La potenza della sfera mi scorre nelle vene, sento il suo immenso potere attraversarmi le ossa, invadermi i polmori, alimentare i battiti del mio cuore. Tutto questo è inebriante ed eccitante e mi porta ad aver voglia di sangue. Posso volare... uno dei tanti benefici che la sfera porta con se. Sotto di noi rigogliose distese di verde si inarridiscono al nostro passaggio. La sfera contaminata porta distruzione. Dietro di noi un'orda di demoni vogliosi di sangue. Sento la loro voglia di uccidere, perchè la sto provando anch'io, come una sete. Uccidano chi gli pare, uomini, donne, anziani... bambini, non mi interessa. Possono fare quello che vogliono, basta che si calmino e soddisfino le loro voglie. Mi servono.
“perché io?” chiede Sesshomaru interrompendo il meraviglioso e rilassante silenzio, che si era creato.
"perché non tu?" Nonostante la mia voglia continua di sottometterlo, Sesshomaru è uno dei demoni più forti che abbia mai incontrato. È abile con la spada e possiede un'istruzione sulla strategia miliare. Dalla sua faccia capiscono che non è ancora convinto.
“non c'è sempre un perché, non c'è sempre una ragione” dico continuando a guardare davanti a me.
“perché proprio io?” mi chiede ancora.
“perché sei un demone forte" sento i suoi occhi su di me. Non dice niente riporta solamente i suoi occhi in avanti. In lontananza vediamo un villaggio, i demoni sotto di noi aumentano di velocità bramosi. "STATE INDIETRO!" la potente voce di Sesshomaru ferma la disordinata avanzata demoniaca. Sorrido. Sesshomaru ha accettato di diventare il generale del mio esercito.


POV INUYASHA

“così Kagome ha rubato il ciondolo?” chiede Kaede pensierosa. Siamo dentro la sua capanna. Anche se è la sacerdotessa del villaggio la sua capanna è uguale a tutte le altre. I futon sono ripiegati e riposti in un angolo della capenna, un vivace fuori scoppietta al centro della piattaforma quadrangolare. Ora che Kikyo è tornata non penso che Kaede continuerà ad essere la sacerdotessa del villaggio, ormai è anziana e merita un pò di riposo. Gli abitanti del villaggio non hanno preso bene il ritorno di Kikyo. In molti la considerano ancora uno spirito che vaga sulla terra in ricerca di anime. Ho cercato di dissuadere tutti da questa folle idea ma loro mi hanno solo rimpito di domande su Kagome.
“si, ma non capisco il perché... insomma poteva uccidermi. Invece ha preferito distrarmi.... io non capisco a cosa possa servirgli?” chiedo con una gran confusione in testa. Il suo obiettivo era il ciondolo. Ok... posso farmene una ragione. Sono stato ingannato da Kagome. Posso farmene una ragione.
“quand'é che lo hai ricevuto?” mi chiede Kaede curiosa. Mi ricordo bene quando mi presento quello strano oggetto davanti agli occhi. Da quando non è più al mio fianco il passato è il luogo dove amo, sempre più spesso, rifugiarmi. Nonstante sappia che la Kagome che vedo sia solo un prodotto della sfera malvagia, non possono non nutrire delle speranze. Sono sicuro che la vera Kagome possa tornare. Deve essere così... deve!
“è un oggetto della sua epoca. Una specie di amuleto da appendere al collo. Ci mise dentro dei strani fogli con sopra le nostre facce, come se le avesse catturate. Mi disse che il ciondolo aveva lo stesso potere della sfera, bastava che non me lo togliessi mai.” .Dopo un momento di perplessità, l'anziano sguardo di Kaede si illumina. "certo! Come ho fatto a non pensarci prima?" "a pensare a cosa?" chiedo confuso. La conversazione viene interrotta da Sango, vestita da sterminatrice, che entra in tutta fretta dentro la capanna della sacerdotessa. Mi alzo allarmato.
"cosa succede Sango?" ha il fiatone e le guance rosse.
“i demoni stanno attaccando un villaggio qui vicino. Dobbiamo sbrigarci” Il mio copro reagisce subito. Ho bisogni di distrarmi, ho bisongo di entrare in azione e di dimenticarmi, momentaneamente, di lei. Sono un mezzodemone, sono nato per combattere. Esco dalla capanna e vedo Miroku pronto alla battaglia.
"sono in molti Inuyasha" mi avverte.
"non sarebbe la prima volta". Non è la prima volta che ci scontriamo contro un'orda di demoni e sono sicuro che non sarà nemmeno l'ultima.Arriva anche KIkyo con l'arco e la feretra, piena di frecce, in spalla. Mi guarda raggiante. Da quel primo bacio ne sono seguiti tanti altri, non ho potuto farne a meno. Tutte le volte che le labbra di Kikyo toccano le mie, quelle di Kagome compaiono nella mia immaginazione. Sogno sempre di accarezzarla e baciarla. Non ne posso fare a meno, ormai è l'unico modo che mi resta per stare con Kagome. "come ai vecchi tempi, non ti sembra?" mi chiede Kikyo riferendosi sia ai baci che alla situazione in generale. Cerco di ignorarla, devo rimanere concentrato sulla battaglia. Non capisce che sono passati cinquant'anni, molte cose sono cambiate. Lei è ancorata al passato, io non più.
“prepariamoci ragazzi, oggi combattiamo!”



Sfreccio tra gli alberi, seguito da Miroku e Sango in groppa a Kirara e da Kikyo e Kaede sopra un cavallo. la vecchiaccia ha insitito per venire con noi, ritenendo la sua presenza più un aiuto medico.
Vedo del fumo alzarsi in cielo e percepisco l'odore del sangue. Spero di non essere arrivato troppo tardi. Superiamo gli ultimi metri di bosco per fermarci sul posto. Il villaggio è in preda al fuoco e al caos più totale. Il fumo copre tutto come se fosse una grande coperta, così impedendoci di vedere nitidamente. Perone urlanti che scappano in ogni direzione. Corpi privi di vita distesi a terra in pozze di sangue. Animali, che uscite dalle stalle, corrono impazziti e sopratutto urla, chiare e distinte urla. Sfodero Tessaiga e scatto verso le varie abitazioni entrando nella nuvola di fumo. Uccido tutti i demoni che riesco ad individuare. Non posso usare la cicatrice del vento perché rischerei di uccidere anche gli esseri umani. I demoni sono talmente tanti che mi sembra di non riuscire più a vedere il cielo. Vedo Sango e Miroku combattere spalla a spalla. Giro la testa dalla parte opposta per vedere le due sorelle, sacerdotesse sfrecciare in mezzo ai demoni con le loro frecce, così riuscendo a purificare anche l'aria contaminata dal fumo. Attacco un demone, tagliandogli la testa e metto in salvo le poche persone rimaste nel villaggio. Guardo il cielo e vedo un altra ondata demonianca scendere in picchiata verso di noi. Sorrido. È il momento!
"CICATRICE DEL VENTO!" la violenza del colpo mi spinge leggermente indietro mentre una freccia di distruzione squarcia il cielo andando a colpire la grande nuvola maligna.
Dopo il colpo il fumo comincia a diradarsi, trasformandosi lentamente in nebbia, dalla quale emergono due figure. Sento dietro di me la presenza di Kaede, Kikyo, Sango, Miroku e Kirara. Tutti stiamo osservando le due figure. Quando finalmente i due individui sono visibili, sento il mio cuore fermarsi, sono Sesshomaru e...
“Kagome” Sango fa due passi avanti ma viene fermata da Miroku che nega leggermente con la testa.
“vedo che tutto il gruppo si è riunito" dice sprezzante. È bella da togliere il fiato.
“cosa ci fai qui?” la mia voce esce molto più dolce di quanto vorrei.
“come? Non è abbastanza chiaro? Secondo te di chi erano tutti quei demoni?” dice indicando il cielo.
"bhe... quelli che hai appena ucciso" non posso credere alle mie orecchie.
“erano tuoi?” chiede allibito Miroku. Gli occhi di Sango si riempiono di lacrime.
“avevano fame e volevano divertirsi e cosa c'è di meglio se non distruggere un villaggio?” le sue parole mi fanno accapponare la pelle. Questa non è lei, dov'è la mia Kagome?
“non ci credo” riesce a dire Sango, guardando per terra. Kagome la guarda con una faccia schifata, come se non si ricordasse minimamente il volto della sua migliore amica.
“ah, ti sei portato dietro la defunta e la vecchia” dice avanzando lentamente.
" Avete fatto presto a sostituirmi" Ci osserva ma non ci vede, siamo invisibili ai suoi occhi. Il suo sguardo sembra passarmi da parte a parte. Non capisco più come ragiona, non riesco più a riconoscerla, sembra una completa estranea.
“vedo che ti sei alleata con mio fratello!” un breve lampo nei suoi occhi che viene però subito sostituito dalla noia.
"questo ti disturba?" mi chiede con finta innocenza. Sento ribollire il sangue dalla rabbia. È intelligente. Sa che non riuscirei a vincere contro Sesshomaru e quindi aumenta il, già profondo, distacco e odio tra noi. "perché mi fai questo Sesshomaru?" dico puntandogli contro Tessaiga. È sempre stato un lupo solitario, non ha mai seguito nessuno, ha sempre vagato alla ricerca del potere, per conto suo. Perche allearsi con Kagome? Perché proprio adesso? Sicuramente lo ha fatto per infastidirmi oltre ogni misura.
"non sono certo tenuto a dare risposte ad uno schifoso mezzodemone come te" Kagome ride.
“Santi Kami! Adoro le dispute familiare ” esclama battendo le mani, come una bambina felice.
“perché hai rubato il ciondolo?” ignoro ogni tentativo da parte loro di farmi reagire. So che è questo che vogliono, uno scontro diretto in modo da uccidermi. Non permetterò che l'abbiano vinta, non questa volta. Sesshomaru non riuscirà a portarmi via l'unica cosa per cui vale la pena combattere. Gli occhi di Kagome, se è possibile, diventano ancora più neri.
“Volevo dimostrarti quanto sei in mio potere, quanto la speranza sia nociva per i tuoi obiettivi. Non tornerò mai come prima e il fatto che sono riuscita a batterti con un abbraccio lo dimostra. Sei debole Inuyasha, lo sei sempre stato a causa della tua stupida speranza” dentro di me qualcosa si spezza.
“non è vero...” Kaede avanza con la sua andatura zoppicante. La voce è gracchiante a cuasa dell'eccessivo fumo. Gli occhi si Kagome saettano su di lei, accendendosi d'ira.
“come vecchia?” Sesshomaru è ancora impassibile dietro di lei. Vederli insieme, mi urta il sistema nervoso.
“ho detto che non è vero. Tu hai preso il ciondolo perché rappresentava qualcosa, qualcosa che può ucciderti...” Kagome si avvicina lentamente a Kaede e io rafforzo la presa sull'elsa di Tessaiga, avanzando leggermente.
“tu non sai niente vecchia” il tono di voce di Kagome è basso e minaccioso.
“io so molte cose invece... so che quel piccolo ciondolo è l'unica cosa che ti può distruggere, perché è un oggetto d'amore. Tu hai dato quel cuore ad Inuyasha come se fosse il tuo. Quando eri ancora te stessa, hai donato il tuo cuore. Io so che dentro di te c'è ancora bontà, bambina mia, lo so!”. La verità mi colpisce in pieno volto. Come non ho fatto a rendermene conto, quando mi diede il ciondolo? Io pensavo fosse solo un'altra stranezza della sua epoca, non credevo che fosse un regalo cosi prezioso. Lei indirettamente mi aveva detto che mi amava, ma questo è tipico di Kagome, riuscire a dire le cose senza bisogno di dirle realmente.
“sta zitta brutta vecchia!” Kagome è sempre più vicina e inizio seriamente a prepccuparmi. Kikyo sentendo la minaccia, si pone davanti a Kaede incoccando una freccia e puntandola verso Kagome. Sul volto della ragazza del futuro spunta un sorriso.
“e tu? Ti sei trovata bene con la mia anima?” chiede Kagome con voce carica d'odio. Sesshomaru tira fuori la sua Tokigin e la cosa mi mette in allerta.
“il pezzo di vita che vive dentro di me non è altro che la mia stessa anima incarnata che si era reincarnata nel tuo corpo. Questo è un frammento della mia stessa vita, non della tua!” che stronza....
“Sarò molto contenta quando vedrò quest'ultimo pezzo della tua anima scomparire da questo mondo... per mano mia. Adesso, togliti di mezzo” non so più cosa fare... mi sento bloccato, non so quali sono le reali intenzioni di Kagome, non riesco a prevedere quale sarà la sua prossima mossa, non riesco più a capirla come un tempo. Kikyo non si sposta e questo provoca in Kagome un ghigno. Si allontana dal corpo della sacerdotessa solo per prendere il fermaglio che sta nei suoi capelli, il quale si trasforma in una lunga spada che riconosco subito: Sounga!
“spostati o sarò costretta a privarmi subito del piacere di vederti morire” Kagome guarda dritto negli occhi Kikyo. Non posso permettere una cosa del genere. Kagome è pronta a tutto e so ,con sicurezza, che Kikyo perderebbe lo scontro. Devo intervenire ma vengo fermato da Kaede.
“no! Ferme! Nessuno deve morire per me”. Nonostante la preoccupazione per la situazione, non posso non congratularmi ,mentalmente, con Kaede per il suo coraggio.
“sei coraggiosa vecchia devo ammetterlo!” Kagome ripete i miei stessi pensieri, siamo collegati e neanche ce ne rendiamo conto. Kaede, si sposta dalla figura della sorella, che le faceva da scudo, e con passo sicuro va verso Kagome, rassicurando con una pacca sulla spalla Kikyo.
"non mi ucciderà. La mia bambina non lo farebbe mai". Un ghigno malefico spunta sul volto di Kagome. Quando finalmente sono una di fronte all'altra Kagome parla.
“dimmi vecchia... come fai a sapere così tante cose?” gli chiede prendendogli il mento tra due dita. Kaede fa una smorfia di dolore, per la presa burbera della ragazza.
“ sapevo del sentimento che ti teneva legata ad Inuyasha. Sapevo che l'amavi” la presa sul suo mento si fa più forte.
“potrei spezzarti il collo senza neanche permettere a tua sorella di fare un passo” la minaccia. Kaede sussulta e comincia a tremare.
“se questo è quello che vuole il destino”.
Kagome lascia il mento della vecchia Kaede e la guarda prima di girarsi verso Sesshomaru. Si guardano per non so quanto tempo, il loro è uno sguardo intenso che mi fa accapponare la pelle. Sento come una sorta di legame, lo stesso che legava me e Kagome prima che diventasse così, prima che io la trasformassi cosi, perché è tutta colpa mia.
Dopo quelli che a me sono sembrati secoli la testa di Sesshomaru si muove impercettibilmente. Kagome si gira e alza la spada in aria.
"bhe dopo tutto, sembra che non sia più la tua bambina" e detto ciò, dopo un attimo di esitazione, cala il colpo di grazia. Kaede cade a terra, sul suo petto un grande squarcio dal quale escono fiotti di sangue. Dopo ciò è il caos. Sento il grido agghiacciante di Kikyo e vedo il suo corpo minuto scagliarsi su Kagome, la quale senza scomporsi comincia a combattere contro di lei.
Il mio corpo si muove d'istinto verso le uniche due donne che io abbia mai amato. Devo aiutare Kikyo, per quanto odio ammetterlo in questo momento, vorrei solo catturare Kagome e farle vedere ciò che ha fatto.
Kagome ha ucciso Kaede, ha ucciso Kaede! Sono quasi arrivato quando davanti alla figura di Kagome si staglia quella di Sesshomaru.
“di nuovo fratellino? Non sei stanco di venire battuto?” mi chiede. La rabbia parla per me
“sei un bastardo! Perché non cerchi di aiutarci a far tornare indietro Kagome, ha aiutato anche te in passato”
“non mi importa di farla tornare come era, mi piace così com'è, è perfetta. Tu non hai saputo vedere la sua perfezione, ma io si!" la vista comincia a diventare rossa. Vedo il corpo di Kaede steso a terra mentre sopra di lei ci sono Sango e Miroku che stanno cercando di medicarla il meglio possibile, ma sappiamo tutti che non vivrà. Parto all'attacco, impugno Tessaiga con tutta la potenza che ho e mi scaglio sul sangue del mio sangue, mio fratello.
Meno colpi su colpi, lui come sempre non sembra neanche accorgersene e con l'eleganza da cui è caratterizzato, cerca di colpirmi le gambe per mandarmi k.o. I miei istinti funzionano prima di me e mi sposto, cosi schivando il colpo. Sesshomaru alza la spade, sta per tirare un colpo, quando viene fermato dal grido di una delle due ragazze. Mi volto per vedere chi sia. Mi maledico mentalmente per sperare che non sia Kagome.
A terra con la gola in bella vista e minacciata da una spada demoniaca c'è Kikyo che mi guarda con un'espressione impaurita. Kagome invece è in piedi dietro Kikyo e risulta tranquilla. Strattona Kikyo cosi avvicinando ancora di più la spada alla sua gola.
“ah! hai baciato Kikyo?” mi chiede con quella che sembra gelosia.
"quanto poco tempo ci hai messo per sostituirmi" di nuovo questa affermazione.
“la puttanella qui mi ha raccontato tutto. La stupida pensava di farmi arrabbiare...” un ghigno si impossessa della sua faccia .
“... ma non c'è riuscita un gran che.” guarda Kikyo sotto di lei per poi riportare il suo sguardo di ghiaccio su di me. Sul suo viso un sorriso.
“cosi mi dimostri il tuo amore Inuyasha?” mi chiede facendo la faccia da cucciolo.
“sei un mostro... hai ucciso la vecchia Kaede” il suo ghigno cresce. Fa un piccolo cenno a Sesshomaru il quale annuisce si posiziona dietro di lei.
“si, l'ho fatto, sapeva troppo” Sesshomaru fischia e i pochi demoni rimasti si raggruppano sulle nostre teste, arrivando ad oscuarare il cielo. Anche se ne abbiamo uccisi molti rimangono comunque una potente orda distruttiva.
“adesso noi andiamo, ma è stato molto bello farvi visita... tornerò Inuyasha... il mio desiderio sarà sempre di vederti per l'ultima volta" detto questo com'è comparsa se ne va, avvolta in una nuvola di fumo nero.
Kikyo cade a carponi mentre con una mano si tocca la gola, minacciata solo 5 secondi prima dalla lama di Kagome. Mi affretto verso il corpo di Kaede e posso vedere lo stato pietoso in cui è. La faccia è diventata ancora più bianca del solito e le poche bende che Sango a posto sopra il suo petto sono già macchiate di sangue. Vedo gli occhi di Kaede brillare e con uno sforzo che sembra costargli tanto, apre la bocca. Vuole dirmi qualcosa. Mi avvicino alle sue labbra per sentire quello che deve dirmi.
“l'ho visto....-riesce a dire, la sua voce è un sussurro- l'ho visto... i suoi occhi... la mia bambina... Inuyasha, Kagome è lì dentro.... il ciondolo... unica speranza... aiutala” detto ciò esala il suo ultimo respiro, lasciandomi in un completo oblio.



POV KAGOME

Entro nella mia stanza e comincio a rompere tutto quello che mi capita a tiro. Chi si credeva di essere quella vecchiaccia? Lei non sapeva niente. Io avrei donato il mio cuore a Inuyasha. NO! Tiro un pungo al vetro della finestra mandandolo in frantumi. Sento una presenza dietro di me, so già chi è.
“che vuoi? Esci!” Sesshomaru non esegue i miei ordini e la cosa mi fa infuriare.
“TI HO DETTO DI USCIRE!” urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Voglio essere lasciata da sola.
“no!” dice sicuro avanzando verso di me.
“disubbidisci ai miei ordini?” gli chiedo, devo cercare di mantenere la calma.
“si!” si avvicina sempre di più, ma io non mi sposto di un solo millimetro.
“vattene!” gli dico con tono duro.
“ho visto esitazione nei tuoi occhi... quando hai ucciso quella vecchia... mi hai chiesto il mio parere guardandomi e io ti ho detto di fare come volevi e tu prima ti ucciderla hai esitato...” le sue parole mi stordiscono.
È vero! Prima di ucciderla ho sentito una voce dentro di me che mi supplicava di non farlo.
“e con ciò? NOn devo rispondere a te su ciò che sento" mi sposto dalla sua figura e mi avvicino alla porta aprendola, intimandogli di uscire.
Lui capisce e si incammina verso l'uscita.
“hai chiesto il mio parere” la sua voce glaciale mi manda in bestia. Perché è qui? Cosa vuole da me? Lo guardo ma lui non si muove.
“cosa vuoi Sesshomaru?”chiedo scocciata. Non ho il tempo di formulare una nuova domanda che le sue labbra sono sulle mie. All'inizio il bacio è incerto. Le nostre labbra si devono abituare al reciproco contatto, ma piano piano si plasmano sempre meglio. Non ci credo che Sesshomaru mi abbia baciato. Il principe dei demoni sempre cosi riservato e impenetrabile ha ceduto alla tentazione passionale. Sorrido mentalmente soddisfatta del mio operato. Adesso è proprio quello di cui i bisogno.
Voglio di più.
Porto le mie braccia dietro il suo collo cercando di avvicinarlo. La sua lingua lecca il mio labbro inferiore e io gli do accesso. Il suo sapore non mi fa pensare più a niente, sono andata. Lui mi spinge verso il letto. Cado di schiena e lui si posiziona sopra di me a cavalcioni. Continua a baciarmi mentre con mi accarezza i fianchi con piccoli cerchi.
Le mia mani invece sono ancora dietro il suo collo.
“lo sapevo che non potevi resistere” gli dico tra quando la sua bocca si sposta sul mio collo.
“tentar non nuoce” un sorriso compare sulle mie labbra, mentre mi godo il gentile assalto. Le cose si stanno facendo sempre più passionali quando cerco di levargli la parte di sopra. Lui smette di baciarmi per poi guardarmi negli occhi.
“qualcosa non va?” gli chiedo.
“no... è solo che... quello che ha detto la vecchia...” me lo levo di dosso e mi rialzo la spallina del vestito. Se era riuscito a farmi stare meglio adesso mi sta solo facendo incazzare.
“no. Il mio cuore è solo mio io non l'ho donato a nessuno. Inuyasha per me è polvere al vento.” Come sempre Sesshomaru non lascia intendere molto. Perché non ritorna a baciarmi? Con una mossa fulminea mi prende la vita e mi fa distendere abbracciandomi da dietro. “dormi” mi ordina perentorio.


Mi alzo dal letto. Ho provato a spostare il braccio di Sesshomaru dalla mia vita. Vado verso il carion che ora è per terra insieme alla confusione che ho creato prima. Lo apro e prendo il ciondolo di Inuyasha tra le mani. Lo stringo forte a me. Esco fuori dalla finestra e mi affaccio a bancone. Il ciondolo stretto tra le mani. Alzo lo sguardo verso il cielo e mi immagino Inuyasha... le stelle brillano come i suoi occhi. È solo colpa sua non è vero?


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SPAZIO AUTRICE
Zalve gente! ecco qui il nuovo capitolo, è un po più lungo rispetto ai precedenti, era da tanto che non aggiornavo e volevo farvi un regalo (anche se natale è passato). Allora che ve ne apre? Kagome ha ucciso Kaede, non sapete quanto mi è dispiaciuto scriverlo, ma la nostra Kagome è veramente cambiata! Inuyasha che pensa a Kagome mentre bacia Kikyo (ma insomma è un'offesa a Kagome!). La scena del bacio con Sesshomaru vi piace? Sono un pò titubante con questo capitolo, non so se ho osato troppo! Vi prego recensite almeno mi date un parere. Ringrazio tutte le persone che mi aiutano con i miei errori di grammatica, grazie di farmeli notare, il vostro aiuto è prezioso! Ringrazio anche chi mi dice il suo parere sempre, è anche grazie a voi che questa ff va avanti. L' ultimo ringraziamento (e dopo la smetto... promesso...ahahahah) lo vorrei fare ai lettori silenziosi e a chi ha messo la mia ff tra seguite, preferite e ricordate. Siete sempre di più. Grazie ancora di cuore
Bacioni e alla prossima,
Inulena

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Capitolo 8
*** Il cielo come il sangue ***




POV INUYASHA

Alzo gli occhi verso il cielo. Una piccola ventata di vento smuove i miei capelli. Le nuvole bianche risaltano contro il cielo rosso del tramonto. Chiudo gli occhi e vedo Kagome... Kagome, Kagome sempre lei. Non riesco più a pensare a nient'altro. Non riesco a levarmi dalla testa l'immagine di lei che sparge sangue, di lei che sorride mentre lo fa, dei suoi occhi di ghiaccio. Provo ancora più rabbia sapendo che nonostante tutto io la voglio rivedere! La voglio rivedere ancora... ancora una. Mi accorgo solo dopo che i miei artiglio sono entrati dentro il palmo della mano. Alcune gocciole di sangue comincano a cadere sul terreno. Ringhio. Maledizione!
Non ho potuto fare niente per impedirlo, la scena si è svolta sotto i miei occhi con talmente tanta velocità che non ho potuto muovere nemmeno un dito. Kagome ha ucciso Kaede e lo ha fatto nel mondo più crudele possibile.
Non pensavo che fosse già cosi distante da me, non pensavo che ormai ogni parte umana di lei fosse scomparsa. Non potrò più avvicinarmi a lei.
La sua lama che squarcia il petto di Kaede è ancora viva nei miei pensieri. Vedo il riflesso della lama che cala decisa fino a conficcarsi nel petto di Keade. Vedo gli occhi della vecchia sacerdotessa che mi sorridono. Non posso! Non posso salvarla! Non posso scagliarmi contro Kagome, non contro di lei. Scusa Kaede. Non riesco ad essere cosi forte.
È da notti ormai che non mi riesce chiudere occhio, nei miei sogni si svolge sempre la stessa storia; Kagome che esce dalle nubi con in mano la sua spada di ghiaccio. Bellissima e impassibile fa roteare la sua spada cosi squarciando il petto di Kaede. Il ricordo è ancora vivido, tutto cosi dannatamente vivido. L'unica cosa che mi fa sperare è quell'ultimo attimo di esitazione che ha avuto prima di colpire la vecchia sacerdotessa. Quella piccola incertezza mi porta a pensare ad una speranza, forse Kagome non scomparsa del tutto, forse niente è perso, o forse sono solo io che mi aggrappo a tutto pur di riavere la ragazza del futuro. Quella donna non è Kagome, è solo una sua pallida imitazione, un'involucro malvagio che la tiene imprigionata. Non può essere lei.

Un movimento veloce attira la mia attenzione. In mezzo al bosco qualcuno si sta muovendo a passo affrettato. Mi sporgo per vedere meglio. Rischio quasi di cadere dall'albero quando noto Kikyo. È lei che sta correndo in mezzo alla boscaglia. Ma dove sta andando? Dopo la morte di Kaede ha perso la ragione, non fa che parlare di vendetta e che vuole uccidere Kagome anche se non penso che nelle condizioni attuali possa fare tanto. Faccio un salto cosi da poter scendere dall'albero e avvicinarmi a lei. Devo scoprire cosa sta cercando di fare. Gli piombo davanti facendola sussultare.

“cosa stai facendo Kikyo?” gli chiedo storcendo la bocca.
“io? Niente... stavo...stavo solo cercando delle erbe medicinali per medicare la gente del villaggio attaccato” mi dice con il fiatone. Non sono fesso, ho capito che è scappata dal villaggio in tutta fretta per non essere scoperta, è da giorni che cerca di farlo per cercare Kagome e ucciderla. Per fortuna è sempre stata scoperta.
“Kikyo stai cercando di ingannarmi?” gli chiedo in maniera supponente.
“no te lo giuro io... io sto cercando le erbe” delle lacrime si formano ai lati dei suoi occhi.
“anche quando si fece male all'occhio andavo sempre a prendergliele” dice accasciandosi a terra e cominciando a piangere. Me lo ricordo, quando la piccola si fece male, Kikyo si sentiva talmente tanto in colpa che andava avanti e indietro, giorno e notte per avere sempre la scorta di erbe medicinali per curare sua sorella.
Mi accuccio per terra cercando di consolarla abbracciandola, ma come sempre lei cerca da me quel qualcosa che non posso più dargli. Si arrampica sul mio petto incastonando la sua faccia nell'incavo della mia spalla. Io cerco di abbracciarla ma la cosa mi risulta strana e insolita. Continua a piangere e non so cosa fare, non l'ho mai vista in questo stato. Cinquant'anni fa avrei considerato questo momento sacro, non solo la grande sacerdotessa Kikyo era tra le mie braccia, ma stava mostrando anche la sua parte più vulnerabile.
Ma adesso che la stavo vivendo realmente non posso fare a meno di pensare alla tenacia di Kagome, al suo temperamento, al suo modo di tenermi sempre testa. Anche adesso che èdiventata un mostro non posso fare a meno di pensare alla sua eleganza, alla sua perfezione. Sento Kikyo alzare la testa e appoggiare le sue labbra sulle mie. Il bacio all'inizio è casto, un semplice sfiorare di labbra, ma con il passare del tempo lei chiede sempre di più. Non posso cedere anche stavolta, non è giusto nei confronti di Kikyo, non posso baciare lei mentre penso a Kagome.
Prendo le spalle di Kikyo e la sposto da me. La sua faccia all'inizio è perplessa ma poi posso vedere la rabbia montare sul suo volto.
“ci sarà sempre lei con noi?” mi chiede in un sussurro. Io resto zitto, non so cosa rispondere, non so mai rispondere. Kikyo si alza e comincia a camminare avanti e indietro.
“io non so più cosa fare per farti capire che ti amo! Come puoi amare un mostro come lei? Ha ucciso Kaede, si è alleata con tuo fratello, ha ordinato il massacro di donne e bambine e in più è a capo di un orda di demoni? Come puoi ancora amarla?” le lacrime si confondono con le urla che escono dalla sua bocca.
Come posso amarla? Tutto quello che Kikyo ha detto è vero, lei ha fatto delle cose orribile e sembra anche soddisfatta di quello che sta facendo, sembra che ci stai trovando gusto ad usarci come delle semplici pedine per il suo gioco.
“Io non lo so... non lo so come, ma io l'amo e l'amerò sempre, io so che Kagome c'è, io la sento ancora” cerco di spiegarle. Non sono mai stato bravo con le parole, ma sento che Kagome è presente, mi rifiuto di lasciarla andare. Lei si prende la testa fra le mani, scompigliando la sua coda sempre perfetta.
“ma ti ascolti quando parli? Tu preferisci una persona, che non sai nemmeno se esiste, a me che sono qui in carne e ossa e ti sto dicendo che ti amo con tutta me stessa che ridarei la mia seconda vita pur si salvare la tua”
“io non ti ho mai chiesto di morire per me” le parole lasciano la mia bocca senza che io abbia avuto il tempo di pensare. Vedo Kikyo spalancare la bocca e indietreggiare piano piano.
 “ma io l'ho fatto lo stesso” mi dice riacquistando il suo solito atteggiamento freddo. So di averla ferita ma per una volta voglio dire la verità, voglio fargli capire che il “noi” non può più esistere.
“Kikyo non fare cose di cui potresti pentirti” l'avverto, anche se non provo un sentimento per lei, ho dei riguardi nei suoi confronti, non voglio che si faccia del male.
“non ti ho mai chiesto di proteggermi” riprende le mie stesse parole.
“ma io lo faccio lo stesso”. Si ricompone e mi fissa aspettando che faccia qualcosa, ma in realtà non so cosa fare.
“io non posso aspettare un uomo che non mi ama” mi dice continuando a guardarmi. Non posso più, non posso più pensare a lei come la mia donna. Kagome ha sconvolto tutto. 
“in quanto unica sacerdotessa rimasta al villaggio ho dei compiti da assolvere e uno di questi è quello di vendicare la morte della vecchia sacerdotessa” mi dice seria in volto. Faccio un passo allarmato in avanti.
“non farlo Kikyo- il tono della mia voce è supplicante- se lo farai saremo nemici. Voglio fermare Kagome quanto lo vuoi tu, ma non permetterò che gli venga fatto del male” ringhio, nessuna la può toccare.
“allora saremo nemici, perché voglio vederla soffrire, voglio vedere il suo viso pieno di sofferenza, il sangue colare dalla sua gola, nessuno mi può fermare nemmeno tu.” dice indietreggiando. Cerco di afferrarla per la manica ma prima che possa fare un solo passo, delle frecce si conficcano nel mio abito incollandomi ad un albero.
“come la prima volta che ci siamo conosciuti, vero mezzo demone?” mi chiede scomparendo nello scuro del bosco.

POV KAGOME

Paro un colpo laterale, colpendo in faccia il mio aggressore e partendo all'attacco di un altro davanti a me. Sounga illumina l'aria mentre sparge sangue per la stanza. Con un movimento agile taglio la gamba ad un demone e subito dopo scanso il pugno di un altro facendogli perdere l'equilibrio, cosi avendo un colpo pulito sulla schiena. Il petto si muove freneticamente quando sento un paio di mani che applaudono dietro di me, un sorriso compare sulle mie labbra.
“non lasci la speranza a nessuno” mi dice. Mi avvicino ad un piccolo mobile dove sopra è riposto un fazzoletto di seta bianca.
“la speranza è quel motore che fa rigenerare tutto dalle ceneri” rispondo cominciando a pulire con il fazzoletto la lama di Sounga.
“se lasci alle persone speranza allora non avrai mai vinto” mi impegno sul mio lavoro. Dopo che ho preso possesso della spada del dominatore del mondo, la lama di quest'ultima si è trasformata in ghiaccio, un'adattamento alla padrona, la spada ha riflesso la mia anima, ghiaccio.
“appena ho visto la spada ho subito capito che si trattava di Sounga” mi dice Sesshomaru.
“ma non l'ho riconosciuta l'altro giorno” mi sussurra ad un orecchio.Sorrido.
“gli ci è voluto un pò di giorni per adattarsi alla sua nuova padrona” gli dico. 
“per riflettere la sua anima” mi risponde guardandomi. Sorrido. Sesshomaru non è uno stupido. Mi prende una mano tracciando dei piccoli cerchi sulle nocche.
“ghiaccio! Mi piace il ghiaccio”. Un mugolio interrompe i nostri discorsi, uno dei demoni che ho usato per esercitarmi è ancora vivo e sta chiedendo aiuto.
Aiutalo
Dentro di me sento una voce che provoca una lunga scia di brividi. Cerco di ignorarla. Sesshomaru si avvicina al corpo mugolante e posso vedere la freddezza nel suo sguardo e la cosa mi eccita.
È tutto cosi sbagliato
Ancora quella voce! Sesshomaru con un abile colpo dei suoi artigli dà il colpo di grazia al demone. Si gira verso di me e sul suo bellissimo volto si forma una ghigno che fa sorridere anche me. Si avvicina piano piano fissando i miei occhi. 
"vieni qui" mi intima. Sorrido. Non mi piace che mi si diano ordini ma eseguo comunque. Una volta che gli sono vicino poggia una mano sul mio fianco facendomi avvicinare al suo volto.
“vuoi farmi impazzire?” sussurra vicino alla mie labbra.
“è quello che faccio sempre no?” gli chiedo. Lui mi bacia con impeto non permettendomi di pensare e di dire niente. La presa sui miei fianchi si fa sempre più salda. Mi spinge indietro alla ricerca di una superficie ma invece di trovare la fredda pietra, troviamo il piccolo mobile. Con una mossa agile mi alza per i fianchi facendomi salire sopra.
"Generale sei impulsivo” cerco di schernirlo, sul suo viso compare un sorriso. Io sorrido di rimando e ricomincio a baciarlo.
“cos'hai intenzione di fare adesso?” mi chiede Sesshomaru scendendo verso la mascella.
“adesso cercherò di eliminare tutta la combriccola di Inuyasha, loro ostacolano solo i miei piani” gli dico buttando la testa all'indietro e avvolgendo la sua vita con le miei gambe. Lui si ferma un attimo guardandomi negli occhi. Inuyasha è un problema, lo è sempre stato, adesso più che mai. Non posso permettere che mi distragga, non posso cadere di nuovo nella sua trappola. Deve starmi lontano, anzi, lo voglio morto. 
“farai del male anche a Rin?” mi chiede cautamente. Ricambio il suo sguardo.
“no, a lei non farò niente, potrai portarla con te, se ti aggrada” gli dico annuendo cautamente. Il suo sguardo si illumina. Deve tenere veramente tanto a quella ragazzina. Mi ricompongo subito e scendo dal mobiletto mentre lui mi guarda ancora con quegli occhi splendenti. Noto anche che sulla sua faccia si è formato un piccolo sorriso. 
“perché sorridi?” gli chiedo un pò innervosita.
“stai facendo una cosa per me!” dice superandomi e andando ad aprire la porta.
“io non sto facendo un bel niente, ti ho solo detto di fare quello che vuoi della tua bambina” rispondo piccata. Non lo so ma di quella bambina non mi importa tanto, può farci quello che gli pare, basta che...
“basta che non la porti qui nel castello, non sopporto i marmocchi” attraverso la porta e mi avvio verso la sala pranzo seguita da lui.
“non la vuoi nel castello?” mi chiede, stupidamente. Continuo a camminare senza rispondere. Io non faccio la balia. Questo non è un posto per una bambina, poi, la farebbero fuori ancora prima di mettere piede sulla soglia della porta.
“si, hai ragione” conferma alla fine. Mi fermo in mezzo al corridoio e mi volto a guardalo.
“puoi fare tutto quello che vuoi basta che non rechi danno alla mia causa e che tu non mi tradisca, io mi fido di te Sesshomaru” voglio che questo sia chiaro, lui è l'unico, non voglio che pensi che non mi fido di lui. Lui alza lo sguardo stupito e mi guarda. Cerco di abbozzare un sorriso anch'io ma di sicuro mi esce più come una smorfia. Lui si avvicina a sua volta e mi prende le mani.
“sei bellissima quando sorridi” mi dice baciandomi la guancia. Vorrei tanto arrossire in questo momento ma tutto quello che faccio è abbassare lo sguardo, annuire e girarmi per continuare il mio cammino.
“Ho una cosa importante da fare, ci vediamo dopo” mi dice andando dalla parte opposta. Non gli chiedo quello che andrà a fare, come ho già detto mi fido di lui. Continua a camminare nei corridoi del castello.
Il mio vestito è stato sostituito da un paio di pantaloni e da una specie di maglia leggera bianca. Sono riuscita a creare un abbozzo dei vestiti del mio mondo, il risultato è stato penoso ma almeno adesso posso camminare senza una stramaledetta gonna. Spalanco la sala pranzo e vedo tutti i servitori impauriti dalla mia presenza. Gli guardo con sufficienza e mi siedo nel mio posto aspettando che mi venga servita la cena. Il mio occhio cade sulla finestra e sul panorama al di fuori. Sopra il mare il sole sta tramontando cosi facendo comparire in cielo un colore rosso, rosso vivo, rosso sangue, sangue come quello che spargerò se Inuyasha e la sua compagnia di zoticoni proveranno ad ostacolarmi.


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SPAZIO AUTRICE
zalve a tutti! ecco un nuovo capitolo, scusate è di passaggio e non succedono tante cose ma spero che vi piaccia lo stesso! scusate ancora per gli eventuali errori grammaticali e grazie per seguire la mia storia. Recensite ancora che mi fa un piacere immenso sapere quello che pasa per le vostre testoline riguardo alla mia storia. 
Ci risentiamo alla prossima,
baci,
Inulena

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Capitolo 9
*** Quella voce.... ***



POV KAGOME

“Perché? Perché lo hai fatto?” gli occhi di ghiaccio di Sesshomaru mi puntano suoi miei. Il contatto è talmente intenso che distolgo lo sguardo.
“perché?” ripete con voce supplicante. Mi guardo le mani e le vedo insanguinate. Cosa ho fatto? Il mio sguardo è ancora rivolto sulle mie mani.
“Sei un mostro!” urla, catturando la mia attenzione. Noto solo ora che tra le braccia ha una piccola figura, inerme e così indifesa che dalle mia labbra esce un sussurro. È ferita! Mi avvicino per aiutare Sesshomaru ma lui mi punta la spada contro.
“tu! Sei stata tu!” mi urla contro. Non riesco a parlare. È più forte di me.
“io mi fidavo di te! Avevi detto che non gli avresti fatto del male ed invece.... invece l'hai uccisa!” dice alzandosi cosi permettendomi di vedere la faccia della bambina che finora era nascosta tra le sue braccia. Faccio un passo indietro quando realizzo che la ragazzina è Rin e che per terra davanti a me c'è Sounga sporca di sangue.
“sei un mostro! Stammi lontano! Stacci lontano!” rimarca lui continuando a stringere la piccola Rin. Non posso credere di averlo fatto...io...io... cerco di parlare ma la gola mi si infiamma e le parole non lasciano la mia bocca.
“come hai potuto tradirmi?- dice posando la piccola Rin a terra e venendo verso di me- io mi fidavo, pensavo che...che... stupido sono stato”. Vorrei piangere ma non ci riesco. 
“adesso ti ucciderò, cosi potrò vendicare la morte della piccola” sfodera la spada e la punta verso la mia gola. Vedo che prende la rincorsa per infilzarmi e tutto quello che riesco a fare è urlare.



“NOOOOOOOOO!” mi sveglio di soprassalto, con il fiatone e coperta di sudore. Perché faccio degli incubi simili? Mi passo una mano tra i capelli per trovare anch'essi bagnati. Una mano che si appoggia sulla mia spalla mi fa sussultare.
“che cosa fai?” mi chiede Sesshomaru poggiando un gomito sul materasso per potermi guardare meglio.Lui è qui. 
“ho fatto un incubo” lui sposta la mano dalla spalla alla schiena e il mio corpo istintivamente reagisce e mi tranquillizzo.
“ti va di raccontarmelo?” mi chiede stavolta concentrandosi sui capelli. La sua carezza è molto calda. La sua mano è calda.
“avevo ucciso Rin” sussurro. Lui blocca i suoi movimenti e per un secondo smette di attorcigliarsi i miei capelli tra le dita.
“non lo faresti mai” dice riprendendo ad arrotolare i miei capelli. 
“come fai ad esserne così certo?” gli chiedo voltandomi verso la sua direzione.
“come sai che prima o poi non perderò il controllo e farò del male, chi mi dice che non arrivò ad uccidere pure te?” la mia corazza di freddezza si sta sgretolando e non lo posso permettere.
“lo so perché tu sei una persona buona e mi fido di te” ridacchio alle sue parole. Una persona buona? Non potrei mai esserlo, anche volendolo. Sono stata tutta la vita ad aiutare le persone e ha essere gentile con gli altri e alla fine quando stavo per morire non c'era nessuno, ero sola. Il suo sguardo cade sulle mie spalle. È da un po di giorni ormai che lui dorme insieme a me, tutte le sere, la cosa invece di infastidirmi, come dovrebbe, mi tranquillizza.Non posso permettermi questa debolezza. 
“come mai sei ancora qui?” gli chiedo appoggiandomi di nuovo sul letto.
“tu ancora non mi hai mai mandato via”. Il suo ragionamento non fa una piega. Stupendomi, mi prende tra le braccia e mi fa accucciare sul suo petto proteggendomi con le sue braccia. Alzo il volto verso il suo e alzo un sopracciglio.
“stai cercando di proteggermi?” sul suo bellissimo volto compare una sorriso.
“si... sto cercando di proteggerti da te stessa” mi accuccio tra le sue braccia, cercando di nascondere il viso per non fargli capire a cosa sto pensando.
“non ne ho bisogno” il suo profumo mi entra nelle narici, inebriandomi i sensi. 
“lo so”. La conversazione finisce per la mia incapacità di rispondere. Perché una persona dovrebbe stare accanto ad un'altra se questa non la vuole? Io non voglio qualcuno che mi protegga, alla fine anche lui mi lascerà. Questa situazione mi sta dando sui nervi, la sacerdotessa che possiede la sfera e che ha il potere di 1000 demoni, deve rintanarsi tra le braccia di un uomo per protezione, stronzate! Sono troppo orgogliosa per accettare il fatto che lui voglia proteggermi, anche solo che voglia provarci. Mi alzo in tutta furia, cercando di assumere una freddezza che con lui non ho mai avuto.
“che ti prende adesso?” mi chiede brusco.
“desidero che tu d'ora in poi dorma nella tua stanza, non è idoneo che tu dorma con me”. La sua espressione si fa dubbiosa e i suoi occhi di stringono in due fessure.
“a cosa devo questa tua conclusione?” mi chiede alzandosi a sua volta e venendomi incontro. Non indossa la parte di sopra del suo abito e il suo petto è in bella vista, cerco di non farci caso e rispondo.
“a niente, è solo una costatazione... anzi un'ordine, d'ora in poi non voglio che entri più nella mia stanza senza un invito. Sei il mio braccio sinistro, non il mio amante” le mie parole sono velenose e noto la sua espressione furiosa. Mi guarda e basta nella sua posizione glaciale. So di averlo ferito.
"Quello che è success..."
“cosa? Non è successo niente” devo cercare di allontanarmi da lui, ci sono troppe ragioni che mi spingono a farlo. Se mi affezione a lui avrò troppo da perdere e non posso permetterlo, inoltre restando accanto a me sarà sempre in pericolo, non so come potrei reagire alle varie situazioni. Non posso ricadere di nuovo in questa trappola. Non cedrò più. Vado verso la finestra e guardo il mare al chiaro di luna, la cosa più bella che abbia mai visto. 
“non ti credo” le sue parole battono sul mio orecchio che poi viene baciato, e la cosa manda dei brividi lungo la schiena. Devo liberarmi di lui, o questa storia non avrà mai fine.
“si invece, so quel che voglio e ti sto chiedendo di non venire più qui” cerco di levarmi di dosso la sua presenza imponente, ma le sue intenzioni non sembrano queste tanto che mi prende per il braccio e mi sbatte alla parete premendo prepotentemente le sue labbra sulle mie. Mi irrigidisco e cerco di spingerlo via da me, ma uso nemmeno un quarto della mia forza. Spinge il suo corpo contro il mio e un sussulto esce dalle mie labbra. Come ci riesce io ho dei piani e lui sta solo... solo... complicando tutto.
“lo sapevo.... lo sapevo che non... mi avresti mandato via” riesce a dire tra un bacio e l'altro. Già come sempre sembra sapere meglio di me le mie intenzioni. La sua bocca è sempre più esigente e le sue mani percorrono i miei fianchi per poi arrivare alle gambe, invitandomi ad avvolgere la sua vita. Scuoto la testa in segno di negazione.
“no!” sussurro sulle sue labbra.
“cosa c'è? Cosa ti trattiene?” mi chiede cercando ancora le mie labbra, ma stavolta riesco a girare la testa impedendogli quel contatto che ormai è diventato essenziale per me. Cerco di divincolarmi dalla sua presa e stavolta ci riesco. La sua faccia è un miscuglio di rabbia e dubbio e... delusione. Non posso sopportare di vedere il suo sguardo, la cosa mi manda in bestia. Non può pretendere da me una cosa che io non gli posso dare.
“ecco perché non mi abbandono... ecco cosa mi blocca, la tua faccia, il tuo sguardo, quella espressione che tradisce aspettative” apro la finestra e il vento soffia attraverso i miei capelli.
“io non ti posso dare quello che vuoi, non lo posso dare a nessuno...non di nuovo, non più” varco la soglia e con una mossa agile spicco il volo allontanandomi dalla prigione che lui rappresenta. Lui è tutto quello da cui devo stare lontana, tutto quanto.
“KAGOME!” urla Sesshomaru.



In lontananza vedo il posto che mi ha fatto sentire a casa fin dall'inizio, il posto che non mi ha mai oppresso, il luogo dove mi sono sentita davvero me stessa. La folta chioma verde si vede anche a chilometri di distanza. Atterro sul terreno fresco di rugiada e respiro a pieni polmoni l'aria incontaminata di questo posto. L'albero secolare è imponente e maestoso, se si sta sotto la sua chioma sembra quasi di toccare il cielo. Con un salto raggiungo i primi rami e cosi continuando a salire fino ad arrivare ai rami più alti. Mi accuccio contro il possente tronco e volgo il mio sguardo alle stelle, sono così piccole è impossibile pensare che in realtà sono colossi che risplendono di luce propria. Mi fa sentire a disagio sapere che mentre noi, qui sul mondo, svolgiamo tutti i giorni le noste cose, lassù, si stanno muovendo una moltitudine di colossi, e noi non ce ne accorgiamo nemmeno. Un rumore improvviso mi risveglia dai miei pensieri.
“sei tu” Inuyasha si avvicina e si muove con una destrezza forgiata dall'abitudine tra i rami di quest'albero.
“cosa ci fai qui?” la mia voce risulta saccente e poco interessata, per questa sera ho mostrato abbastanza tenerezza.
“la domanda la dovrei fare io a te” mi risponde guardandomi. Non parlo, cosa dovrei dirgli?
“si... sarà meglio che me ne vada, sai non vorrei che ti ritrovassi con il culo a terra” dalle sue labbra esce una risata che mi manda in confusione
 “e perché mai dovrei?” dice saltando di nuovo di ramo in ramo e avvicinandosi.
“perché stai diventando invadente e ti potrei stendere in pochi secondi” questo battibecco mi sta facendo innervosire e divertire al tempo stesso. Ma ben presto le sua espressione si fa tesa e mi rivolge quello sguardo pieno di aspettative da cui sono appena scappata. Mi sembra molto strano questo comportamento da parte di Inuyasha. Mi sembra arreso. I suoi occhi... il suo odore. Devo andare via da qui, è stata una pessima idea. 
“perché hai ucciso Kaede, Kagome? Cosa ti ha spinto a farlo?” primo o poi la domanda che temevo è arrivata.
“il perché non è abbastanza ovvio? Ormai per me non esiste un motivo valido per non fare del male” mi alzo in tutta fretta, cercando di scappare di nuovo da una situazione che mi risulta sgradevole. I suoi occhi sono uguali a quelli di Sesshomaru. Mi guardano come se fossi la cosa più preziosa per loro. 
“non te ne andare, parlami Kagome, prima lo facevi” un moto di rabbia si impossessa di me e con la velocità che ormai mi caratterizza mi avvicino al suo volto. Sento il fiato del suo sussulto.
“se mi avessi mai ascoltato avresti impedito la mia morte” dico con disprezzo, so che lui non c'entra niente ma vedere la usa espressione di dolore mi rallegra, almeno so che teneva a me.
“io non lo credevo possibile” alzo un sopracciglio.
“io non lo credevo possibile che una creatura tanto perfetta come te, riuscisse ad amare uno come me. Insomma guardarmi- dice allargando le braccia- cosa mai ti avrei potuto dare?” mi chiede con voce sconsolata.
Tutto amore mio... tutto mi avresti potuto donare tutto
Spalanco gli occhi, di nuovo quella voce.
Diglielo! Digli cosa ho appena detto, non lasciarlo andare via, ti prego!
“no! No gli dirò niente!” rispondo alla voce che c'è dentro di me.
“cosa? Cosa... cosa stai dicendo?” Inuyasha cerca di prendermi per le spalle ma ho ancora abbastanza lucidità da scansarlo.
DIGLIELOOO!
L'ordine della voce mi fa perdere l'equilibro e cado dal ramo. Buio vedo solo buio per quelli che mi sembrano secoli, ma poi sento due braccia forti che mi sostengono e che mi appoggiando delicatamente a terra.
“Kagome? Kagome? Tutto bene? Sei ferita?” mi chiede Inuyasha cominciando a ispezionare il mio corpo.
“cosa è stato?” gli chiedo ancora stordita.
“non so lo, un attimo prima eri in sul ramo in equilibrio e un secondo dopo stavi precipitando nel vuoto” Quella voce! È la stessa di quando ho ucciso Kaede. Mi alzo in tutta fretta prendendomi i capelli. Sarò mai libera?
“Kagome dimmi cosa ti sta succedendo?” non rispondo alla sua domanda ma cerco di tranquillizzarmi, devo eliminare il problema e c'è solo una cosa che può farlo. Spicco il volo e mi allontano da Inuyasha, è la seconda volta stasera che scappo da un No-Taisho. Lui mi guarda andare via senza dire una parola e la cosa non fa altro che colmare i miei sensi di gratitudine.


La mattina è ormai alle porte e sento il profumo del mare invadermi le narici. La finestra di camera mia è ancora aperta e con grande facilità ci scivolo dentro. Il letto è ancora sfatto e non vi è nessuno all'interno. Chissà dove sarà Sesshomaru in questo momento? Apro la porta della camera e mi dirigo verso la sala principale dalla quale escono delle grida femminili. Spalanco la porta e rimango strabiliata da ciò che vedo.

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SPAZIO AUTRICE
Chiedo umilmente venia! Scusate ragazzi, scusate davvero, se pubblico solo ora! Non ho avuto un briciolo di tempo nelle ultime due settimane. Spero che il capitolo vi piaccia, questo  riguarda tutto il lato love della storia, (quando c'erano nelle ff erano i miei preferiti) cosa ne pensate delle due coppiette? e questa strana voce? cosa ha visto Kagome nella sala principale? tutto questo prossimamente su Italia 1.... No, dai scherzo! Scrivetemi tante recensioni che mi fa sempre piacere sapere che vi passa per la testolina e accetto di buonissimo grado ogni consiglio. 
Ci risentiamo alla prossima, 
baci,
Inulena.

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Capitolo 10
*** Sono morta per niente ***



POV KAGOME

Entro dentro la stanza e sul mio volto compare un sorriso soddisfatto. Lo sapevo che sarebbe arrivata, era solo questione di tempo. La sua veste rossa e bianca è inconfondibile, la sua coda alta e la sua postura fredda mi fanno rivoltare lo stomaco. Sorrido. Mi sta fissando. È molto più furba di quello che credevo, ha saputo eludere tutte le guardie che ci sono alle porte del palazzo. Se non fosse venuta per vendicare sua sorella sarebbe stata più codarda di quanto avessi immaginato. La cosa che mi fa più innervosire però è vedere la convizione nei suoi occhi. Crede di essere dalla parte del giusto e mi vede come la cattiva. Non si immagina quanto la sua presenza mi abbia fatto soffrire in passato. 
“è un piacere vedere che sei arrivata fino a qui” il mio tono di voce è distante e derisorio. Si volta verso di me e mi guarda con due occhi pieni di odio.
“sono qui solo per una ragione” dice puntandomi contro l'arco con la freccia incoccata. Che stupida! Pensa davvero di riuscire a colpirmi. Con passo sicuro mi avvicino al tavolino di vetro su cui sono posati due bicchieri di cristallo e una brocca di vino.
“questo si chiama vino.... non è una bevanda che qui usate molto, ma nella mia epoca, in occidente, è molto bevuto” dico mentre lo verso dentro una bicchiere.
“la cosa buffa è che a differenza del vostro Saké il vino è rosso e ha un sapore decisamente più delicato...” prendo il bicchiere e mi siedo. Essendo di un'altra epoca so per certo che durante questo periodo dall'altra parte del mondo si sta muovando una società completamente diversa. So che posso commerciare con loro e anche se i tempi sono lunghi posso comunque ottenere alcune comodità che ho nella vità al di là del pozzo. Kikyo mi guarda perplessa non capendo dove voglio arrivare. 
“...strano colore il rosso non credi? Può essere associato a tante cose ma le prime che ti vengono in mente sono il sangue e la passione...” accarezzo distrattamente il bordo del bicchiere con un dito.
“cosa stai cercando di dirmi?” dice avanzando, ma tenendo sempre il suo arco puntato contro di me. Rido alla sua domanda.
“ voglio dire che la situazione in cui ci troviamo è abbastanza ironica... insomma proviamo passione per lo stesso uomo e per lui abbiamo versato del sangue... tutto questo è molto ironico” mi scappa una risata a questa affermazione. Sin dall'inizio siamo uniti da questi legami invisibili.
“... e adesso- continuo- tu sei qui per cercare la tua vendetta” l'immagine di Kaede a terra mi appare viva davanti agli occhi.
Oddio no! Falla sparire! Cancellala dalla mente! 
Devo liberarmi di questa voce al più presto o diventerò matta.
“Voglio chiarire la questione una volta per tutte” dice lasciando leggermente la presa dell'arco.
“io amo Inuyasha, l'ho sempre amato, ma la mia natura di sacerdotessa mi impediva di condurre una vita normale al suo fianco...” posso sentire il risentimento nella sua voce. Conosco la  sensazione che si prova a non poter passare la vita accanto alla persona che ami, per colpa di qualcosa che va oltre il tuo controllo. Ma adesso, io ho il controllo, ho il controllo di tutto quello che succede intorno a me, io sono tutto quello che voglio e non lascerò a nessuno di rompere questo sentimento, nemmeno a Sesshomaru. La sfera piena di malignità pulsa sul bracciale e la presenza nella mia mente sembra sparire. La sfera è la chiave di tutto, il mio centro, il mio punto di rinascita. 
“... e adesso che ne avevo la possibilità, lui mi ha rifiutata” vengo riscossa dai miei pensieri dalla confessione di Kikyo. L'ha rifiutata? Perché mai?
“lui ha sempre volute te!- la sua voce è piena di disgusto, i suoi occhi pieni di lacrime – sempre e solo te, anche adesso che hai portato via mia sorella, lui continuerà ad amare te” comincia ad urlare. La mia mente è attraversata da mille dubbi. Come sarebbe che ha amato sempre e solo me? Questa è una bugia, lui ha sempre amato la sacerdotessa defunta, non ha mai provato niente per me. Il dubbio si fa sempre più pressante.
“è una bugia!” ringhio cercando di apparire calma.
“tutto quello che dici è una bugia, ha sempre cercato te. Io mi sono fatta da parte e sono morta da sola, io sono morta per te” mentre le parole escono dalla mia bocca mi sento stranamente più calma. Questa è la verità che mi ha portato alla morte. 
“stai solo mentendo a te stessa, lui me lo ha detto chiaro e tondo, per quanto io ci abbia provato lui amerà te” le lacrime scendono dai suoi occhi e per la mia natura egoista sono contenta che si trovi in questo stato. Ora sa cosa si prova. Quello che dice però non ha senso. Non ho intenzione di prendere in considerazione una bugia detta da una povera stupida come Kikyo. 
“non posso essere morta per niente” sussurro. No! Non posso essere morta per un'illusione, non posso.
“si invece sei morta per niente e hai ucciso per niente, inoltre hai distrutto tutto quello che si trovava sul tuo cammino, compreso il cuore di Inuyasha perché a quanto pare l'hai sostituito"
"attenta a ciò che dici" la fulmino con gli occhi. Lei sorride. Vedendo il mio nervosismo lei acquisisce forza.
"non potendo avere il fratello minore ti sei buttata sul maggiore... distruggerai anche lui come fai con tutto". Il bicchiere che ho in mano va in frantumi e questo le procura un sussulto.
“come osi, sporca creatura, nominare Sesshomaru” lei spaventata riprende la sua posizione d'attacco, l'arco teso davanti a lei. 
“perché ti da tanto fastidio? Non vuoi che si parli male del tuo ...” non finisce la frase che si trova sollevata da terra con la gola serrata dalla mia mano.
“non parlare di Sesshomaru” i suoi occhi sono pieni di terrore. Non so perché le sue parole mi diano cosi fastidio. Non posso permettere che qualcuno ne parli male e inoltre non posso permettermi di capire queste sentimenti che provo, sento solo che sono più forti della mia ragione. Lascio la presa e lei ricade rumorosamente a terra cercando di riprendere fiato. L'arco ormai a terra. 
“sei spaventata adesso?” gli sussurro all'orecchio. La risposta arriva quando noto un brivido percorrergli tutto il corpo. Gli spezzo l'arco con un piede e mi risistemo i capelli all'indietro.
“Ralston” urlo. Un piccolo demone appare al mio fianco con una scia di polvere nera.
“imprigiona questa donna. Dovremo insegnargli come ci si rivolge alla persone superiori a lei” il demone al mio fianco annuisce e un ghigno compare sulla sua faccia. La prende da sotto le braccia e la solleva da terra. Velocemente cerca di colpire con una sfera di purezza il demone, ma prima che lo raggiunga ho gia fermato il suo attacco. La guardo e la sfera fa il resto. Sento uscire da me una forte corrente di energia maligna che la colpisce in pieno. In poco la sua forza spirituale è ridotto al minimo e ricade a terra esamine. Sorrido, è cosi debole. 
“dove mi portate?" biascica ormai senza forze. Ralston, aiutato da altri piccoli demoni, riescono a sollevare Kikyo e a portarla via. 
“... e manda pure qualcuno a pulire questo casino”. Nel momento in cui Kikyo viene portata via Sesshomaru rientra. Il suo sguardo cade sulla sacerdotessa. Quando finalmente sposta il suo sguardo su di me, posso vedere una leggere punta di caldo nei suoi occhi. Il mio cuore si riempe di gioia  sapendo che solo io posso far apparire quella nota di calore nei suoi fantastici occhi.
“sei qui” riesce a dire venendomi incontro. Annuisco distrattamente andando verso la finestra per ammirare il sole ormai alto sul mare.
“dopo la nostra conversazione di ieri sera non pensavo che saresti mai tornata” la freddezza mi indica che non è tutto apposto. 
“lo dovresti sapere, tornerò sempre” cerco di rassicurarlo. Non riesco a spiegare quello che sento per Sesshomaru, riesco solo a pensare che non lo voglio vedere triste. 
“senso del dovere” si allontana di poco da me e sento un punto freddo partirmi dalla schiena. Si siede. 
“cosa ci faceva qui Kikyo?” mi chiede appoggiando la mano sotto il mento.
“non ti sembra abbastanza ovvio?” sono felice che abbia cambiato discorso. Più parlo più ho paura di espormi.
“si, ma perché venire da sola? Perché non farsi accompagnare da Inuyasha? Anche lui era affezionato alla vecchia”
“prova ancora dei sentimenti per me” le parole escono di getto senza che io riesca a controllarle. Da parte sue non ci sono reazioni.
“la cosa ti stupisce?” mi chiede con la sua voce glaciale.
“la cosa ti disturba?” mi volto verso di lui per vedere la sua reazione.
“dovrebbe?” questo scambio di domande mi fa esaltare, perché risponde? Perché non accetta la situazione.
“dovrei accettare la situazione?” mi chiede stupendomi per aver detto quello che pensavo. 
“dovresti fare quello che ti dico”
“ e cosa mi comandi, mia imperatrice?” quel soprannome mi provoca un brivido.
“di dirmi quello che pensi” si alza dalla sedia e si avvicina, il mio cuore comincia a battere più forte.
“penso che stai tenendo il piede in due scarpe e stai giocando con due persone” non mi aspettavo questa risposta. Io starei giocando?
“ridicolo...” sussurro.
“io so una cosa pero su uno dei due uomini...- mi volto verso di lui che ormai è a pochi millimetri di distanza- so per certo che per lui siete l'unica luce che abbia mai visto, e che per quando voi risplendete di luce oscura è pur sempre una luce che lo attrae a voi come fa una calamita” Tutto questo è sbagliato. Lui è un male, una distrazione non necessaria. Non voglio questo... eppure non posso fare a meno di avvicinarmi. 
“Adesso fate di me quello che volete, mia imperatrice” non so cosa rispondere, cosi faccio la prima cosa che mi viene in mente, perendo a sua faccia tra le mani per scostargli un ciocca di capelli che gli è caduto sul volto. I suoi occhi risplendono di luce, una luce che è per me, ma che io non  merito. Poggio le mie labbra sulle sue, cercando di essere il piu dolce possibile. Non so a cosa porterà questo, non so cosa succederà dopo, ma so di sicuro che in questo momento tutto quello che voglio è stretto tra le mie braccia. Non riuscirò ad allontanarmi.



La giornata passa velocemente.
“cosa hai intenzione di fare con la sacerdotessa?” mi chiede mentre prende un pezzo di carne dal suo piatto.
“non ho ancora deciso, ma deve imparare a stare zitta e a rispettare i suoi superiori. Quindi ho pensato che un giorno in gattabuia non possa fargli male” un ghigno compare sulla mia faccia.
“penso che sia un'ottima idea” dice alzando il calice di cristallo.
“quando andrai a prendere la piccola Rin?” la domanda esce spontanea. Sesshomaru conosce il mio desiderio di uccidere Inuyasha, quindi farà meglio a portare via la ragazzina, prima che la mia furia si scateni sul quel villaggio. 
“al più presto” la sua voce è diventata tesa.
“sai i miei piani Sesshomaru e sai anche che cancellerò dalla faccia della terra quel villaggio” la mia decisione è presa.
“certo mia imperatrice” annuisce piano.
“ho avuto un'idea” dice di punto in bianco.
“Perché limitarci a noi? Perché non creare un regno... un vero regno?" Alzo un sopracciglio. Non mi serve un regno. Non mi serve altro che la sfera. 
“potremmo allearci con altri clan” dice tutto d'un fiato come se si volesse liberare di un peso. 
“abbiamo già un esercito perché legarsi a qualcun altro?” la domanda sorge spontanea non ho tempo per allearmi ad altri clan che porterebbero soltanto a compromessi e ad una riduzione delle mia manovra d'azione.
“si, ma molto spesso i demoni sono imprevedibili e non sai con sicurezza se resteranno al tuo fianco”
“lo faranno, hanno paura di me”
“non puoi governare tutti con la paura prima o poi qualcuno si ribella” lo fisso negli occhi.
“la paura è la più forte di tutte le emozioni, finché le persone hanno paura non ci sarà nessuno problema”. I suoi occhi sono piantati nei miei. 
“si ma la speranza è l'ultima a morire, io non ti sto dicendo di fare nulla che non ti aggrada ma devi anche capire che i demoni sono indisciplinati e in un momento di difficoltà in battaglia sarebbe davvero il caos. In più la fuori ci sono dei veri professionisti ad uccidere forze maligne, come la tua amica. Quindi sto solo cercando di dirti che ti farebbe comodo avere una forza alleata accanto a te. Una volta creata un'alleanza, avrai un regno al tuo comando, un'intera armata di soldati addestrati e di demoni cani millenari” I demoni sono indisciplinati... questo l'ho sempre saputo, ma finché avrò la sfera con me, ho la sicurezza, che staranno al mio fianco. Un regno... un regno mio? 
“tu cosa mi consiglieresti di fare?” mi appoggio allo schienale della sedia e mi rigiro i capelli intorno ad un dito pensando alle opzioni che mi ha appena offerto. 
“un ballo sarebbe un'ottima idea. Invita qui tutti i signori dei clan e le rispettive mogli, sono sicuro che sono tutti curiosi di vedere la nuova padrona della sfera. Una volta che saranno tutti qui calcoleremo le mosse successive”. 
“averti al mio fianco aiuterà il loro giudizio”
“esattamente” una scintilla d'intendimento si fa strada nei nostri occhi e mi scappa un leggero sorriso.
“Ralston” il demone di prima compare al mio fianco.
“dovrai fare una cosa per me”.



Entro dentro la stanza vuota e oscura, non ci sono finestra alle pareti, la stanza è ampia e circolare. Nel mezzo c'è uno specchio.
“mia signora?” la sfera malvagia comincia a parlare.
“ho una questione da risolvere” gli dico risoluta. Devo sbarazzarmi di questa fastidiosa voce, non posso continuare cosi.
“lo so mia padrona”
“l'hai sentita anche tu allora...”
“io sento tutto quello che sentite voi” questo collegamento profondo mi terrorizza e mi inebria allo stesso tempo. Sono cosi collegata a questo gioiello che molto probabilmente sarà anche la causa delle mia distruzione.
“La voce che sentite è il residuo della parte buona di voi” mi aspettavo questa risposta, ma non credevo che quella voce avesse cosi tanto potere.
“Abbiamo distrutto quella parte” pensavo di non dover più preoccuparmi per problemi di identità, questa sono io, non cambierò più, non voglio cambiare.
“rimane sempre un residuo di tutto nelle persone” sembra che la sfera abbia un'anima perché in questo momento la sua voce appare triste.
“allora anche in te c'è ancora un briciolo di buono?” in me è rimasta.
“si”
“come faccio a liberarmi di questa voce insopportabile”
“non potete, è parte di voi... ammutolitela come avete fatto oggi, vi darò una mano, insieme non può batterci” possibile che la mia forza di volontà fosse cosi forte, che dentro di me la parte buona voglia ancora combattere?
“non ci libereremo mai del bene, vero?”
“mai” 



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SPAZIO AUTRICE
Hola a tutti! Ecco il nuovo capitolo, ho cercato di farlo un pò più lungo, spero che vi faccia piacere. Credo che inm questa settimana aggionerò di nuovo. Ma adesso passiamo al capitolo... Cosa ne pensate? La nostra Kagome è venuta a conoscenza del rifiuto si Inuyasha per KIkyo, e quest'ultima adesso è sua prigioniera. e inoltre cosa ne pensate della proposta di Seshomaru di creare un'alleanza? 
Recensite,recensite, recensite che non vedo l'ora di sapere i vostri pareri. 
Baci, 
Inulena

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Capitolo 11
*** Vivere ***



POV INUYASHA

Finisco di ispezionare l'ultima capanna del villaggio, ma di Kikyo nemmeno l'ombra. Non la riesco a trovare da ormai quattro giorni, dove diavolo può essere finita? So che esiste una buona probabilità che sia andata da Kagome, ma voglio rifiutarmi di credere che sia cosi stupida. Esco dalla capanna e mi avvio verso la seguente, non penso che questo sia il metodo giusto di ricerca, Kikyo che si nasconde in una capanna del villaggio è davvero buffa come idea, ma ormai sono arrivato a non avere più idee.
“Inuyasha fermati!” Miroku mi afferra una manica della vestaglia.
“perché? Perché dovrei?” dico strappandomi dalla sua presa e continuando a camminare.
“perché stai spaventando la gente del villaggio” mi fermo e guardo lo sguardo gli abitanti del villaggio. Tutti i loro sguardi sono impauriti e molti bambini si nascondono dietro le gambe delle madri.
“fermati” mi ridice Miroku cercando di calmarmi. Io non voglio far paura alla gente, io voglio essere cordiale e aiutare tutti. Non voglio spaventare nessuno, ho pensato per anni che fosse la strada da seguire. 
“scusate” sussurro indietreggiando verso il bosco. Voglio solo scomparire, ero talmente concentrato sulla ricerca di Kikyo che non ho pensato alla fragile calma che adesso alberga nei villaggi. Dopo la morte di Naraku alcuni tipi di demoni sono semplicemente spariti, mentre altri, non avendo paura, sono usciti allo scoperto, così aumentando la paura generale delle persone. Mi sono offerto di proteggere tutti i villaggi vicino al nostro, ma come posso sembrare un'eroe se impaurisco le persone.
“non preoccuparti! Tieni, un piccolo ringraziamento per tutto quello che fai per noi” una donna mi sta sorridendo e mi porge un onigiri, il suo bambino è nascosto dietro le sue gambe ma non appena vede che accetto il regalo della madre mi si avvicina e sorride.
“devi star soffrendo molto anche tu” detto ciò se ne va come è andata, portandosi con se il suo bambino che mi saluta con la mano.
“andiamo Inuyasha, torniamo al villaggio, non vorrei far preoccupare Sango” annuisco leggermente continuando a guardare l'onigiri.
Devi star soffrendo molto anche tu
Si, sto soffrendo anche io. Butto l'onigiri a terra e continuo a guardare il cielo. Non so più che pensare, non ho più niente, non ho Kagome, non ho Kikyo, non so cosa fare, non so chi proteggere, non so da cosa proteggermi. Sto vivendo una vita per la quale ho combattuto con unghie e denti ma adesso... non ho niente. Che senso ha vivere senza le persone a cui vuoi bene? Che senso ha continuare a fingere che tutto stia andando bene, che non sto crollando? Che non sto impazzendo senza di lei?
“Inuyasha che hai?” mi chiede Miroku. Non mi sono nemmeno accorto di essermi fermato in mezzo alla strada. Perché la vita mi vuol far vivere da solo? Cosa ho di talmente tanto sbagliato da non meritarmi qualcuno che mi stia accanto, qualcuno che mi ami?
“Inuyasha?”
“sai che c'è?- dico furiosamente alzando lo sguardo- c'è che la vita è talmente ingiusta che non vale la pensa sperare, non vale nemmeno la pena vivere. Ho perso tutto, tutto quello che ho avuto ho solo pensato di avere mi è stato portato via” lo sguardo di Miroku e stupito, è la prima volta che mi apro con lui, anche se lo ritengo il mio migliore amico, non gli avrei mai detto una cosa del genere avendo la mia anima gemella ancora accanto.
“lei non c'è più, Miroku, e adesso non c'è nemmeno più Kikyo e penso di star per impazzire. Non posso vivere senza di lei... non ci riesco più” cado in ginocchio prendendo la testa tra le mani e piangendo. Adesso piango anche come una femminuccia... cosa mi sta succedendo?
“vale la pena vivere invece, amico mio” la mano di Miroku si posa sulla mia spalla.
“ne vale la pena perché anche quando non vedi speranza e tutto il mondo ti sembra nero, ricorda che non sei solo, che.... c'è sempre qualcuno che ti aiuta, anche quando cadi... basta avere fede... Kagome non avrebbe voluto altro che tu l'avessi, lei c'è ancora- alzo lo sguardo per vedere i suoi occhi rivolti al cielo e luccicanti- lei vive nell'aria, nella luce, nelle piccole cose che fai tutti i giorni e che lei ti ha insegnato a fare, lei vive in te, nel tuo cuore, perché le persone che si appartengono dividono una vita in due” detto ciò leva la mano e mi aiuta a rialzarmi.
Non ho il coraggio di guardarlo in faccia, perché l'imbarazzo è tanto, mi sono aperto con una persona che non è Kagome e ci devo ancora fare l'abitudine. Il ritorno a casa procede lento e in silenzio, ognuno di noi è immerso nei suoi pensieri.
“lo sai... credo che Sango sia incinta” Guardo Miroku stupito che mi abbia appena dato una notizia simile cosi naturalmente.
“cosa?” gli chiedo per essere sicuro.
“hai sentito bene- dice grattandosi la testa- credo proprio che d'ora in poi sarai zio” mi scappa un sorriso e gli lascio una pacca sulla spalla, facendogli perdere l'equilibrio.
“anche se il mondo va in rovina, tu Miroku, riuscirai comunque a fare la corte alle donne”
“no alle donne, a mia moglie” sorridiamo insieme a questa affermazione. Nella mia mente compare un immagine abbastanza nitida, una capanna nel bosco, con del fumo che esce dal camino, Kagome con il pancione sulla soglia che mi sta sgridando per il ritardo. Sorrido per la immagine. Se riesco ad avere ancora queste visione, la vita non può fare cosi schifo, finché nei miei pensieri ci sarà lei, la vita non farà mai schifo.


Arriviamo finalmente al villaggio e sento delle urla provenire dalla capanna dove prima viveva Kaede.
“NO! NO!” le urla di Sango sono chiare e vedo Miroku scattare verso quella direzione.
“non la puoi portare via” quando siamo abbastanza vicini vedo Sesshomaru uscire dalla capanna con in braccio la piccola Rin dormiente.
“Miroku, Inuyasha meno male siete qui” dice Sango tra le lacrime.
“non permettete che la porti via” Sesshomaru la guarda con disgusto prima di girarsi, pronto per partire.
“dove credi di andare?” chiedo sfoderando Tessaiga, non permetterò più che altre persone a cui voglio bene mi siano portate via.
“ti manda Kagome?” a quel nome Sesshomaru si blocca, come se sentire il nome della ragazza lo coinvolgesse in prima persona.
“no” dice con la sua voce glaciale ma che adesso è più sicura di se, la voce si qualcuno che ha qualcuno accanto e si sente invincibile, conosco quella sensazione.
“lascia subito la piccola” dico facendo comparire Kongosoha.
“la piccola?- Sesshomaru si gira lentamente lanciandomi sguardi di fuoco- la piccola? Lei è sempre stata con me, e continuerò io a prendermi cura di lei” non mi importa.
 “sarà lei a scegliere quando si sveglierà” sto cercando di farlo ragionare.
“non puoi coinvolgere una bambina come lei, nel casino che è ora Kagome... perché è li che la porterai, la farai vivere nel castello che ha conquistato, un posto infestato da demoni, non pensi che una ragazzina che deve ancora scoprire il mondo debba vivere con i suoi simili, in un posto pacifico?” vedo la sua espressione cambiare, molto probabilmente anche lui ha considerato queste opzioni.
“lei hai bisogno di qualcuno al suo fianco, di una famiglia” continua Sango, cercando anche lei di far ragionare Sesshomaru.
“avrà una famiglia, con me e Kagome”. La rabbia si impossessa del mio corpo e della mia mente, l'immagine di prima, Kagome con il pancione e la nostra casa si sostituisce con quella di Sesshomaru con in braccio suo figlio e Kagome dietro che gli guarda sorridendo.
“TU NON L'AVRAI MAI!” dico prima di scagliare Kongosoha. Sesshomaru scansa con fatica il mio attacco.
“che c'è fratellino? Dovresti aver capito ormai che Kagome non ti vuole più”
“FA SILENZIO” scaglio ancora il mio colpo, ancora e ancora e ancora, fino a che il paesaggio intorno a noi non è distrutto. Sesshomaru non si vede più da nessuna parte, ma Rin e tra le braccia di Sango. Cado in ginocchio non sapendo più cosa pensare.


POV KAGOME
“Sesshomaru? Sesshomaru?” apro la porta che da sull'armeria ma di lui nessuna traccia. Dove diavolo sarà andato? È da tutta la mattina che lo cerco ma non lo riesco a trovare. Entro nella sala principale e mi verso un bicchiere di vino. Il liquido scende nella mia gola, riuscendo a calmarmi. Devo organizzare questo stupido ballo e devo anche ingraziarmi tutti i capi clan cosi da avere un esercito stabile. Per creare un regno devo avere degli alleati, e con gli alleati potrò andare ad ingrossare il mio esercito, l'unica cosa che mi interessa davvero. Sesshomaru mi ha fatto cambaire idea molto velocemente e la cosa mi preoccupa. Non posso farmi influenzare da lui, non posso lasciarmi distrarre e ricadere di nuovo in trappola. 
“sei tesa” la sua voce mi arriva da dietro alle spalle spalle. Si avvicina e mi prende la mani.
“posso saperne il motivo?” sussurra avvicinandomi al mio orecchio.
“no... non puoi” sguscio dalla sua presa, finendo il mio vino.
 “allora... dobbiamo organizzare questo stupido ballo, preparare gli inviti, organizzarci con l'orchestra, avvertire le cucine e triplicare le guardie, fare preparare camere pulite per i nostri ospiti e occuparci della nostra ospite.” finisco la mia gigantesca lista di cose da fare, strofinandomi le tempie.
“ti aiuterò io... molte di queste cose non sono nemmeno compito tuo" dice sorridendo. 
“dove sei stato?” sul suo viso compare un sorriso.
“ti stai forse preoccupando per me, mia imperatrice?” un ghigno compare sulla mia faccia.
“in un certo senso, sei uno strumento utile, sarebbe uno spreco se ti succedesse qualcosa” mi avvicino e lui deglutisce.
“usciamo” dice di punto in bianco scostandosi da me.
“usciamo?- ripeto- per andare dove?”
“dove vuoi tu” dice tutto sorridente.
“no, passo. Abbiamo altro da fare” mi giro e mi avvio verso la porta.
"no aspetta” mi afferra il polso.
“vieni fuori con me, oggi, passa una giornata con me” la sua voce è quasi supplicante. Strappo il mio polso dalla sua presa e lo sbatto contro la parete.
“cosa diav...”
“non provare mai più a toccarmi” gli dico, tenendo ancora il braccio sulla sua gola.
“scu...scusa” Perché sono cosi... perché faccio cosi? Eppure fino a cinque minuti fa il suo tocco non mi dava fastidio. 
“non ho voglia di uscire con te” lo lascio andare e mi avvio verso alla porta.
“perché non ti lascia andare? Perché tieni tutti fuori?” mi immobilizzo alla sua affermazione.
“non lasci entrare mai nessuno, ma perché? Io sono qui e ti sto chiedendo di passare una giornata con me, perché non accetti semplicemente e non ti lasci andare?” non posso rispondere a queste domande, le risposte riaprirebbero ferite che purtroppo non sono ancora pronta ad affrontare. Prima ero cosi... prima ero tutto quello che non sono più. 
“ti basti sapere solo che chi non perde mai il controllo e non si lascia invadere dalle emozioni, non soffrirà mai e poi mai” Sesshomaru ancora scosso per prima, non sembra avere paura di me
"non mi allontanerai, non ci riuscirai, potrai farmi tutte le cose più orribili del mondo, io ti seguirò anche all'inferno se sarà necessario” mi giro a queste parole e per la prima volta sento il calore di un sentimento, ma è cosi effimero che viene subito rimpiazzata dalla rabbia.
“non sprecare fiato, mi hanno già detto cose simili e non è andata molto bene, e poi perché lo dovresti fare? Io non ti darò mai niente”
"questo non è vero... tu ti sei solo dimenticata come si fa, tutto qui, ti sei dimenticata com'è amare una persona, ma io sono qui per ricordartelo” il mio respiro aumenta.
“vuoi insegnarmi ad amare?”
“si”
“ma se non sai nemmeno tu cosa vuol dire” lo derido per la sua stupida idea.
“allora dovremmo scoprirlo insieme, perché saremo per sempre tu e io, vero? Senza uno l'altro non va da nessuna parte” annuisco incantata da quello sguardo e da quelle parole. Si, sono sicura, se lui non c'è allora non ci sarò nemmeno io. Vorrei poterlo credere... lo credo solo quando guardo i suoi occhi. 
“adesso, mia imperatrice- dice porgendomi la mano in un gesto molto cavalleresco- mi concederebbe l'onore di scortarla fuori a cavallo?" Sorrido, ma questa volta non è un ghigno ma un sorriso vero. 
"si" sussurro. Sono la persona più incoerente che si possa trovare, ma alla fine un tempo sono stata la ragazza del futuro, perché non fingere di esserlo ancora? Perché non dare a Sesshomaru quello che vuole?
"ma io avrò il mio cavallo" dico girandomi e avviandomi verso la porta. Sento la sua risata in sottofondo. 



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SPAZIO AUTRICE
Hola popolo d'efp, come state? tutto bene? spero di si, ecco il nuovo capitolo spero che vi piaccia e scusate l'infernale attesa. eccolo qui tutto per voi, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione che mi fa un piacere immenso. in più ringrazio tutte le persone che hanno messo la mia storia delle preferite, ricordate e seguite, grazie tante e scusate l'attesa.
Baci, 
Inulena 

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Capitolo 12
*** Non sempre tutto va come vorremmo ***


 Pov's Kagome

“tu mi vorresti trascinare in una cavolata simile?” gli chiedo alzando un sopracciglio.
“si e tu verrai con me” sbuffo alla sua affermazione.
“non vedo perché dovrei” il mio caratteraccio emerge e vedo che alza gli occhi al cielo.
“perché telo chiedo io”. Odio il fatto che abbia alzato gli occhi al cielo, non si addice per niente al suo comportamento.
“perché mi fissi?” mi chiede mentre io accarezzo il muso del cavallo davanti a me.
“non alzare il occhi al cielo, non ti si addice per niente, non fare cose che non faresti” monto sul mio cavallo e aspetto che lui faccia lo stesso. Vedo uno piccolo sorriso comparire sulle sue labbra,
“come lei ordina mia imperatrice” monta anche lui sul suo cavallo.
“torneremo il prima possibile, al mio ritorno voglio trovare gli inviti fatti e spediti, e le camere dell'ala nord già pulite, ci siamo intesi?” impartisco gli ordini al demone della servitù e lui annuisce silenziosamente.
“signora, cosa ne faremo della prigioniera” mi domanda timoroso.
"Da quanto tempo è in prigione?”
“ormai da due giorni, vostra grazia”
“allora datele un po di cibo e aspettate il mio arrivo, di ai demoni di non toccarla” il piccolo demone annuisce e io sprono il cavallo ad andare avanti. “andiamo!” il mio cavallo parte in una corsa sfrenata ma viene seguito subito da quello di Sesshoamru. Mi ha costretta a fare questa cavolata dell'uscita a cavallo.
“passa una giornata con me” 
e come una sciocca ho accettato, come gli facevo a dire di no! Il vento passa tra i miei capelli e per la prima volta mi sento... libera. La sensazione è strana ma non permetto a niente di impressionarmi. Una volta che siamo fuori dal campo di contaminazione della sfera tutto si fa piu verde, si sentono gli uccellini cantare e un piccolo corso d'acqua in lontananza. La sfera pulsa sul mio polso riluttante a questa situazione. I cavalli cominciano a rallentare la loro corsa e la situazione si fa silenziosa, l'unico rumore presente è quello degli zoccoli e dell'ambiente. Continuo a guardarmi intorno, non pensavo che il raggio di distruzione fosse cosi ridotto, pensavo che l'aura maligna arrivasse molto più in profondità. Una farfalla vola vicino al mio viso, i suoi colori sono molto vivaci, è verde ai lati e bianca al centro, due grandi macchie gialle che sembrano occhi sono sulla parte anteriore dell'ala. La vedo volteggiarmi un po intorno prima di poggiarsi sui miei capelli, un sorriso affiora sulle mie labbra, cerco di prenderla tra le dita, ma quando avvicino la mano, vedo la sfera reagire e la farfalla si disintegra tra le mie dita. Guardo le mie mani, sono davvero così? Distruggo tutto quello che tocco? Ho voluto io questo? Distolgo lo sguardo per vedere Sesshomaru accanto a me che mi fissa con un espressione addolorata. Scuoto la testa e sprono il cavallo ad andare un po più veloce, non voglio che lui mi veda cosi, era solo una stupida farfalla.
“non sei cosi, è solo la sfera che ti rende tale” mi dice Sesshomaru raggiungendomi.
“era solo una farfalla” ripeto, sembra più che lo dica a me stessa che a lui, come se non ci credessi a quello che ho fatto.
“si, ma non sei tu a essere cosi” la sua voce in questo momento sembra che voglia rincuorarmi
“ho scelto io questa strada, so a cosa andavo incontro Sesshomaru” fermo il cavallo per guardarlo in faccia.
“so cosa stavo facendo, e lo so tutt'ora” il mio tono è sicuro e non lascia spazio all'incertezza. Lui annuisce e sprona il cavallo ad andare più veloce. La cavalcata ripiomba di nuovo nel silenzio. So a cosa andavo incontro, l'ho sempre saputo, quando mi sono trovata davanti alla sfera maligna e a quella pura ho scelto la mia via ed è quella che intendo seguire, allora perché sento in cuor mio che non è giusto? Perché sento che in qualche modo sto sbagliando tutto, che questo non è il mio posto, che non è quello che dovrei fare, che sono sbagliata a prescindere da tutto quello che farò. Accidenti a Sesshomaru... anche lui doveva piombare nella mi vita? I miei pensieri vengono interrotti solo quando un forte rumore di acqua giunge ai miei orecchi. Gli albero hanno lasciato spazio ad un grandissimo lago, alimentato da una cascata. L'acqua è limpida e il bosco nasconde bene tutto, facendo si che il luogo sia appartato.
“bello non è vero?” mi chiede Sesshomaru, io annuisco ancora rapita dalla bellezza del posto. Il sole batte alto sul cielo riscaldando la mia pelle,mentre lego il cavallo a un albero e lo stesso fa Sesshomaru. Non resisto alla tentazione e mi affaccio al bordo del lago per vedere l'acqua cristallina, ma ciò che vedo è solo il mio riflesso. Sono così? Questa sono io? Le labbra sono più rosse di quanto mele ricordavo e i miei capelli sono cresciuti e pettinati in un elegante treccia, le guance sono più definite e gli zigomi più duri, che rendono la mia faccia severe e senza espressioni. Mentre osservo la mia faccia, dietro di me compare quella di Sesshomaru, anche la sua è delineata e spigolosa ma a lui dona, anzi gli conferisce quell'area da leader, e sapere che certe volte può assumere anche espressioni divertenti. la rende ancora più bella ed effimera ai miei occhi. Vedo il suo riflesso sorridermi e sento una sua mano sulla spalla. Un attimo dopo sento il freddo contatto dell'acqua.
“MA SEI PAZZO?” dico cercando di riprendere fiato, lui intanto se la sta ridendo per la mia caduta, alzo un sopracciglio. 
“mi sta prendendo in giro!” dico sciogliendomi la treccia e parlandogli con voce suadente. La sua risate cessa e le sue guance diventano più rosse, tossisce prima vi venire verso di me, che intanto ho steso una mano per farmi aiutare ad uscire. Sesshomaru stende la sua mano che afferro con fermezza per poi tirarlo verso di me trascinandolo in acqua. Andiamo tutti e due sott'acqua e sento le sue braccia stringermi i fianchi.
“mi hai buttato in acqua” dice una volta riemersi, io sono ancora stretta nel suo abbraccio e la cosa non sembra disturbare me e ben che meno lui. “vedo che non ti sfugge niente” scherzo cercando di trattenere una risata, lui apre la bocca e spalanca gli occhi, cominciando a schizzarmi con l'acqua. Cerco di divincolarmi dalla sua presa ma lui mi tiene stretta a se mentre mi schizza ancora. Avrei la forza per respingerlo ma non so come, mi trovo benissimo in questa posizione.
“ti arrendi?” mi chiede Sesshomaru, riferendosi ai miei tentativi di fuga. Scuoto il capo ridendo.
“ah no?! Bhe allora...” finisce la frase e mi porta sott'acqua rubandomi l'aria con un bacio. I rumori attorno a noi sono ovattati a casa dall'acqua, ma in questo momento sento solo le labbra di sesshomaru sulle mie.



“ce la fai?” mi chiede porgendomi una mano, alzo un sopracciglio e lui sbuffa. Sto scalando la parete della cascata per arrivare in cima, ma siccome lui è partito prima è già arrivato. Afferro la mano accettando il suo aiuto, per non ferire il suo ego maschile. La sua mano stringe la mia come se fosse la cosa più delicata del mondo ma anche con forza, con uno strattone mi tira su, facendo si che vada a sbattere contro il suo petto.
“hai accettato la mia mano” il suo cuore che batte mi riempe gli orecchi.
“non volevo ferire il tuo orgoglio maschile” sorridiamo entrambi alla mia affermazione. Mi volto per vedere tutta la foresta sopra di noi, siamo più in alto di qualunque altro albero e da quassù tutto è molto più chiaro, guardo in basso per vedere il lago sotto di noi, l'acqua scorre tra le nostre gambe per poi scendere giù. Il vento soffia tra i nostri capelli quasi unendoli, bianco e nero. Sento la mano di Sesshomaru percorrere la lunghezza del mio braccio fino ad arrivare al mio bracciale con la sfera. Mi irrigidisco di colpo, lui sembra avvertirlo e con voce rassicurante mi chiede
“ti fidi di me” lo guardo negli occhi per un tempo indefinito per poi arrendermi e annuire piano piano. Un sorriso impercettibile si fa strada sul suo viso mentre mi leva con cura il braccialetto e lo mette tra le pieghe della sua veste. Mi sento subito più libera e più tranquilla, serena, senza preoccupazioni. Il vento adesso è più fresco e il tocco di Sesshomaru molto più caldo e travolgente, non mi ero accorta che il suo tocco bruciasse.
“ti brillano gli occhi” mi dice sfiorando le mia labbra con i polpastrelli. Una sensazione sconosciuta ma anche conosciuta si impossessa del mio corpo e il cuore sembra uscirmi dal petto. Non ho più il controllo. Con una mossa veloce mi fa aggrappare alla sua schiena e mi tiene per le gambe. Appoggio la guancia sulla sua spalla che trovo, sorprendentemente calda.
“pronta?!” mi chiede, io annuisco sorridendo e cercando di guardare oltre la sua spalla. In un attimo mi trovo letteralmente in aria, Sesshomaru ha saltato. La gravità ci attrae verso il suolo ma la sensazione è bellissima. Le mie attuali condizioni mi permettono di volare ma non sono mai state comparabili a questa, il contatto del vento e di Sesshomru mi stanno facendo sognare.
“sto volando!” dico, allargando le braccia, il vento batte sul mio viso e il tutto mi sembra che scorra a rallentatore, in questo momento mi sento libera, libera come mai mi ero sentita prima. La risata di Sesshomaru è l'ultimo suono che sento prima di ricadere in acqua tra le forti braccia di quell'angelo vendicatore.


“allora, preferirei.... non dover giocare a questo stupido gioco” alza un sopracciglio e io gonfio le guance.
 “avevi detto che ci avresti giocato” un sorriso compare sulla mia faccia quando vedo i suoi occhi alzarsi al cielo, prima avevo detto che non lo sopportavo ma adesso lo trovo incredibilmente adorabile.
“essere schiacciato dal piede di un demone Fungo” rido alla sua scelta.
 “ma come fai? Molto meglio essere presi d'assalto da un Tanuki” dico cercando di far prevalere la mia scelta.
“ma cosa dici? Molto meglio il demone fungo almeno quello è molto più debole del tanuki, quelle bestioline sono molto furbe sai?” rido ancora alla sua affermazione. Mi stendo sulla calda erba, oggi è una giornata spettacolare, il cielo è azzurro come non mai e molte nuvole bianche fanno da contrasto.
“cosa ti sembra quella nuvola là?” gli chiedo indicandone una a forma di tartaruga.
“che?!” mi chiede stupito.
“quella nuvola là? Cosa ti sembra?”
“una nuvola” mi dice non partecipe a capire il mio punto di vista.
“noo! Cosa ti sembra?” chiedo voltandomi verso di lui. La sua espressione è concentrata, sembra che stia cercando di risolvere un enigma complicatissimo.
“una nuvola, o al massimo una spada” sorriso per il suo sforzo.
“e quella?” chiedo indicandone un'altra a forma di rosa.
“una spada” dice ancora.
“e quella?”
“spada” mi lascio andare ad una risata mentre lui mi segue a ruota.
“sei una caso perso” dico ritornando a sdraiarmi sul manto verde. La tranquillità è nell'aria.
“come ti senti?” mi chiede di punto in bianco.
“in pace” riesco a dire chiudendo gli occhi.
“cosa farai adesso? Sai con il ballo e Kikyo”
“ci penserò dopo” gli dico cercando di tenere i miei doveri lontano almeno per oggi.
“sai stamani sono andato a trovare Rin al villaggio con l'intento di portarla al castello” mi alzo sui gomiti, gli avevo detto di non portarla nella nostra dimora.
“si lo so, melo avevi detto- mi legge nel pensiero- ma io volevo tenerla d'occhio, sai è ancora una bambina e tutta questa storia può averla scombussolata” annuisco e volgo il mio sguardo al cielo.
“adesso basta, Shessomaru! non lo hai fatto quindi va bene, oggi rilassiamoci e non pensiamo” lo interrompo, non voglio sentire niente in questo momento, sto così bene che tutti i problemi adesso devono stare fuori.
“no, non puoi scappare dai tuoi doveri. Io non so quali siano i tuoi piani, non c'è nessuno da sconfiggere qui,ma vuoi un esercito,  la pace è ovunque e non stai cercando neanche più potere quindi non vedo perché scombussolare tutto; in più de...” la mia mente vaga per il cielo, non mi ero mai accorta che fosse così blu, insomma è bellissimo. Nella mia vita mi sono sempre concentrata a guardare la terra, le persone, le cose intorno a me e non mi sono mai soffermata a guardare il cielo, che tutti i giorni ci guarda con tacito rispetto. È una cosa cosi bella sapere che lui c'è sempre, forse il cielo non mi abbandonerà, sapere che c'è qualcuno accanto a me, mi fa stare meglio. La vita è molto più bella con qualcuno accanto. Il cielo.... che cosa meravigliosa... non lo comprenderò mai...
“mi stai ascoltando?” la voce di Sesshomaru mi riporta a terra.
“preferiresti vivere da solo tutta la vita o perdere chi ami di più?” sussulta alla mia domanda e il suo sguardo diventa glaciale.
“non puoi essere così infantile” mi dice con tono cattivo. Il mio umore cambia in un secondo. Chi è questa ragazza stesa sull'erba che fa stupidi discorsi sul cielo e sul rimanere soli e che gioca a preferiresti. Cosa mi sta succedendo? In un momento realizzo la causa di tutto. Mi alzo di tutta fretta “tu non puoi cambiarmi cosi?” gli dico, la mia voce un po tremante.
“cosa stai dice-” lo interrompo con una mano, il suo sguardo confuso.
“dammi subito il bracciale” dico stendo la mano e tenendo il palmo aperto.
“Kagome ma cosa stai dicendo?” si alza per toccarmi una spalla ma mi scanso.
"non mi toccare!” urlo con tutto il fiato che ho in corpo. La sua espressione si fa glaciale e con una lentezza che mi da sui nervi mi rida il bracciale. Le nostre dita si incontrano e la solita scossa mi attraversa la schiena, ma stavolta mi ricorda soltanto che è l'artefice che mi ha fatto perdere il controllo. Appena la sfera ritorna sul mio polso, la calma si rimpossessa di me e la felicità sembra possibile solo se faccio del male al prossimo, il peso è molto più opprimente ma il potere che ho adesso lo rende più sopportabile.
“tu non mi farai più una cosa del genere” il mio dito puntato verso di lui. Mi avvio verso il cavallo e ci salgo sopra.
"e prova di nuovo a dire che sono infantile e ti taglierò la lingua personalmente, lo giuro sul mio cognome di Higurashi” detto ciò sprono il mio cavallo per tornare a casa, lasciandolo solo e sperando di non rivederlo mai più.

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SPAZIO AUTRICE
OPS! Problemi in paradiso a quanto pare! Ciao gentaglia! come va? spero bene. Ecco il nuovo capitolo, è tutto kagome Sesshomaru, quindi spero che non mi infamerete, perché so che a molti di voi piace di più Inuyasha, ma la storia deve andare avanti così. Spero di non avervi deluso lo stesso. Allora che ne pensate di questa Kagome? è tornata se stessa per un po ma poi è di nuovo cambiata! e adesso con questo ballo e i suoi piani futuri? la piccola Rin? Inuyasha e Kikyo? bhe tutto nei prossimi capitoli. AH! e una domanda personale che mi piacerebbe farvi: VOI NON ANDATE MATTI PER IL GIOCO "PREFERIRESTI", io lo amo!!!! 
baci,+
Inulena 

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Capitolo 13
*** Dalla parte del male ***


POV Kagome

Rientro furiosa nella mia dimora, come ho potuto perdere il controllo cosi facilmente? Come ho potuto cedere così alla parte debole di me stessa? Sono una stupida! Solo quello, ho creduto di essere libera ma ero rinchiusa in una gabbia, una gabbia fatta solo di menzogne e false speranze costruita da Sesshomaru. Quello stupido, pensa di potermi cambiare, pensa di potermi entrare nella testa e non uscirne più... ma si sbaglia se pensa di potermi piegare. Mi sono piegata troppe volte e non ho intenzione di farlo più. Smonto da cavallo cercando di entrare in relazione con il minor numero di persone possibili. Tutti devono aver intuito o aver almeno capito il mio malessere vedendo che con me non c'è il mio accompagnatore. “signora” lo stesso demone che c'era alla mia partenza mi si avvicina, lo fulmino con lo sguardo, ammutolendolo e mi avvio verso la porta che da sulle scale del palazzo. In questo momento rimpiango un ascensore. La rabbia si propaga in me come un oda d'urto. Dio! Come sono stata stupida!
Ti fidi di me? 
NO! Ecco quale sarebbe stata la risposta, mi sarei dovuta allontanare da quella velata minaccia, mi sarei dovuta allontanare da lui. La sfera pulsa sul mio braccio, facendomi prendere un po di lucidità. Non so cosa mi prende, ma sento il bisogno di far soffrire qualcuno, di renderlo talmente inerme da farmi sentire meglio. Ho bisogno di far del male. Senza nemmeno rendermene conto sono finita nelle segrete dove il mio corpo ha già scelto la sua preda. Passo per diverse celle prima di arrivare a quella dove sta la sacerdotessa caduta. L'odore qui dentro è nauseabondo e l'umidità mi fa arricciare i capelli. Le pareti sono fatte di pietra dove posso notare dei leggeri sentieri d'acqua. Apro la cella svegliando Kikyo che spaventata sobbalza al forte rumore. Patetica è l'unica cosa che riesco a pensare in questo momento. Il suo corpo è pieno di lividi, a quanto vedo il mio ordine di non toccarla non è stato eseguito, un ghigno compare sul mio volto al pensiero del male che infliggerò ai demoni che mi hanno disubbidito. Lei spaventata dalla mia espressione retrocede fino ad andare a sbattere contro le fredde pareti di pietra.
“co-cosa vuoi da me?” mi chiede balbettando. Il ghigno sulla mia faccia si allarga, non avrò pietà. Piego le ginocchia fino ad arrivare all'altezza della sua espressione.
“voglio restituirti solo un po del dolore che mi hai causato in tutti questi anni”



“Basta ti prego!” la sua supplica non mi tocca minimamente mentre continuo con la mia tortura. Tocco le sue tempie e il sollievo del suo dolore mi fa stare meglio.



Kikyo corse a perdi fiato con in mano la sfera dei quattro spiriti, il gioiello risplendeva di luce pura.
“che strano non è ancora arrivato!” si fermò proprio nelle vicinanze dell'albero divino. Tirò fuori dalla manica una conchiglia la quale conteneva un unguento rosa che lei si spalmò sul mignolo. Proprio quanto stava per spalmarselo sulle labbra.... una presenza dietro di lei allarmò i suoi sensi. Inuyasha accompagnato da una ragazza si stava avvicinando e le loro mani eri intrecciate. Kikyo non riusciva a vedere il volto di lei.
“Inuyasha ma cosa?”la tristezza, la consapevolezza e la rabbia di Kikyo placano la mia anima
“non ti ho mai amato, c'è sempre e ci sarà solo lei” Inuyasha strinse più possessivamente il fianco della ragazza.
“ma io pensavo che volessi diventare il mio uomo?”
“eri solo uno strumento per arrivare alla sfera” Kikyo cominciò a boccheggiare in cerca di aria.
“come?! Non è possibile, tu... tu.... non ci credo, non puoi lasciarmi da sola, non puoi farmi ricadere nello stato di solitudine in cui ero prima.” La sua voce risulta patetica, ma il dolore è come una droga per me.
“io vivrò al fianco della donna che amo e che ho scelto... Kagome!” il viso della donna si rende visibile e Kikyo scoppiò in un urlo.



Stacco le dita dalle sue tempie e sento il grido di dolore di Kikyo riempire la stanza oscura in cui ci troviamo.
“Basta ti prego! Smettila! Io non ti ho fatto mai niente” ormai ha perso ogni minimo senso dell'orgoglio e sta cercando in tutti i modi di restare viva o di non rivivere più una scena che puoi ferire ulteriormente il suo cuore.
“perché lo fa?” mi chiede piegando la testa e lasciando scivolare le lacrime giù. Mi sposto davanti a lei e le alzo il mento con due dita.
“per vedere la tua anima corrompersi, per vederti strisciare nel fondo del barile, per vedere la speranza di essere salvata sparire dai tuoi occhi per sempre. Una volta che avrò ottenuto tutto ciò prenderò il tuo dolore e mi nutrirò di esso” lascio malamente il suo mento, e la sua testa ricade quasi senza vita.
“sei diventata un demone!”
“no, mi avete fatto diventare un demone!” dico riprendendo il mio posto dietro di lei.
“volevamo solo aiutarti, tutti noi, volevamo solo quello” le sue parole bloccano le mie dita e i miei pensieri malefici.
 “Sango, Miroku, Kaede -la sua voce si rompe- Inuyasha e persino il piccolo Shippo... tutti non facevano che pensare a te... mi sentivo una presenza di troppo, eri morta ma a tutti gli effetti eri li con noi, giorno e notte, tutto gli ricordava te ed io ho provato a prendere il tuo posto ma non ci sono riuscita e mi sono accorta che non ci riuscirò mai” il suo discorso finisce con un sorriso di rammarico. Le sue parole fanno ribollire solo rabbia in me, come si permette di dirmi che la mia presenza viaggia come un fantasma in quel villaggio.
“quella Kagome non esiste più” dico cercando di riprendere la mia tortura.
“oh si che esiste invece e posso vederla continuamente, tutte le volte che i vostri sguardi si incrociano vedo...” non la lascio finire, io non amo più nessuno.



“Inyasha, dimmi, come ti sembro? Io ti sembro un essere umano?” gli occhi di Kikyo sono colmi di tristezza e solitudine.
“ehhhh!? ma che cosa stai dicendo?! che razza di domanda!”
“non lascio vedere a nessuno le mie debolezze, non devo mai essere indecisa... perché i demoni ne approfitterebbero. Sono un essere umano ma non lo devo sembrare. Io assomiglio molto a te, a te mezzo demone” Inuyasha colpito da quelle parole si avvicinò a Kikyo e la prese per le spalle facendo appoggiare la sua schiena sul suo busto.
“con me potrai sempre essere te stessa, ti proteggerò a costo della mia stessa vita” Kikyo si giro verso di lui per guardarlo negli occhi e le sfuggi una stupida domanda.
“davvero lo faresti?” la consapevolezza e la decisione dello sguardo di Inuyasha la fecero sentire amata e protetta, era sicura che se fosse stata nelle sue braccia niente e nessuna l'avrebbe sconfitta, perché con lei c'era Inuyasha.
“patetico!” una voce estranea fece alzare il capo di Kikyo dal torace di Inuyasha, che sembrava non aver sentito niente. In un istante davanti a se si materializzò una figura femminile bellissima, con degli stretti pantaloni che sembravano fatti di pelle e una morbida maglietta bianca, capelli corvini e volto identico al suo.
“patetico!” disse inginocchiandosi davanti a loro. Inuyasha sembrava finito in una specie di sonno profondo.
“sai, queste parole potrà dirle a me tra tanti anni, quando tu sarai morta, perché lui non ti ama, non l'ha mai fatto! Come potrebbe, ti sei vista? sei solo ligia al dovere, all'uccidere. Sei un mostro! Come potrà mai amare una come te!” la presenza di quella ragazza e la consapevolezza di quelle parole la fecero risvegliare.



“NOOOOO! Non è vero, lui ha amato anche me... un tempo è stato così, so che è così” dice scuotendo la testa e cercando di liberarsi i polsi legati alla sedia.
“no, non è affatto così... l'amore non esiste è solo un illusione... un illusione creata dall'uomo, per non annegare nella tristezza e nella merda del mondo; ha trovato un modo per sollevarsi. Lui non ti ha mai amato come non ha mai amato me” finisco la frase cercando di rendere bene il concetto. “no... LUI TI AMAVA- urla con tutto il fiato che ha in corpo- ha cercato di fare di tutto per te, non vede l'ora che tu torna da lui... baciava me perché pensava che fossi tu... non puoi disprezzarlo fino a questo punto” mi dice, la mia rabbia arrivata alle stelle.
“io sono morta per salvati la vita, sono morta da sola, pensavo che qualcuno mi venisse a salvare, pensavo che qualcuno mi conoscesse, che qualcuno mi amasse, ma era tutta un illusione....” io sono morta... da sola....
“ … con me c'era sola la sfera” dico accarezzandomi il braccialetto.
“perché sei ancora qui allora, perché non lo lasci andare via?” lasciarlo andare via? Dovrei abbandonare Inuyasha... sento che dovrei fare così eppure... c'è una parte di me che vuole rivederlo per un ultima volta, che vuole stargli vicino.
“perché un tempo anch'io ero innamorata di lui... lo ero... - alzo gli occhi verso la finestrella per intravedere il cielo-... lo amavo, Dio se lo amavo, era il mio ossigeno, il mio sole. I suoi capelli mi ricordavano che in ogni parte del mondo c'era del bene, e mi ripetevo che se una persona come lui mi stava accanto, tanto disastrosa non potevo essere, che se lui si era accorto di me c'era speranza” scuoto il capo cercando di mandare via questi fastidiosi pensieri.
“ma non è cosi... lui mi a tradita, mi ha mandato a morire per una ragione innocua: TU! E adesso tutto quelle che posso fare e vendicarmi e distruggere tutto il bene che posso vedere, perché se io non ho potuto averlo, nemmeno gli altri potranno” detto ciò vedo Kikyo arrendersi sotto la consapevolezza della verità, sotto il mucchio di merda in cui tutti ci troviamo e i finti sentimenti che tutti gli hanno sempre dimostrato. Finalmente vedo qualcosa. Mi avvicino a lei, che alza il viso puntandomi gli occhi contro.
“odiali... odiali tutti!” la sfera pulsa sul mio braccio.
“ti hanno solo raccontato delle bugie, nessuno ti ha mai voluto in vita di nuovo, nessuno ti ha mai amato realmente, anche l'uomo che pensavi di amare ha preferito un'altra a te, quindi odiali tutti!” i suoi occhi si riempiono dello stesso color tenebra dei miei. Ecco un'altra anima corrotta dal male. “si, mi hanno sempre odiata tutti, nessuno mi ha mai voluto veramente bene” mi sento finalmente appagata.
“si... nessuno.. stai con me... vedrai che non ti sentirai mai da sola... siamo simili dopo tutto” lei annuisce e dopo cade in un quieto silenzio.
“dovrai fare una cosa per me, ci stai?” gli chiedo slegandole i polsi.



POV'inuyasha

“coma sta la piccola?” chiedo sedendomi sul pavimento della capanna della vecchia Kaede.
“in verità è andata al fiume poco fa” Sango si inginocchia a sua volta, piegando sulle ginocchia un panno bianco.
“ha detto che gli piace stare con Sesshomaru, ma che per ora preferisce inserirsi nella società così diventerà una perfetta moglie per lui” sorrido a queste parole, se solo sapesse che Sesshomaru ha la regina che tutti vorrebbero al proprio fianco.
“davvero? Allora deve essere veramente stupida”
“Inuyasha!” mi rimprovera Sango scherzosamente. Il suo sorriso non è più quello di un tempo, ha assunto una sfumatura sbiadita e triste, segnata da tanta tristezza e da una perdita la cui ferita è ancora aperta.
“secondo te torneranno mai?” mi chiede con voce tremante.
“non so... io penso che... la speranza sia l'ultima a morire e che lei tornerà da me prima o poi... non può essere semplicemente scomparsa la mia Kagome, il mio sangue, la mia luce... finché saprò che lei è al mondo la speranza sarà l'ultima a morire” lei mi osserva incantata e sorride alle mie parole.
“si, continueremo a lottare per far si che lei torni da noi” annuisco piano e intanto mi faccio un promessa interiore: farò di tutto per far si che Kagome torni tra le mie braccia e che si liberi da l'involucro di male che l'avvolge, anche a costo di ucciderla.
“e per quanto riguarda Kikyo?” mi chiede Sango, la sua voce altrettanto preoccupata.
“lei è scappata, dovrò andarla a cercare, lei starà cercando Kagome per la sua fuga, non sono riuscito a bloccarla quando ho potuto ma non commetterò di nuovo lo stesso errore” il mio tono di voce sicuro. In quel momento sentiamo delle urla provenire da fuori e mi alzo in tutta fretta per vedere cosa sta succedendo, seguito a ruota da Sango. Una volta fuori veniamo raggiunti da Miroku. La scena che vedo mi fa rivoltare le budella. Kikyo è tenuta in catene da due demoni che guardano le persone che si sono riunite intorno a loro.
“attento mezzo demone, la mia signora non lascia mai impunito qualcuno” detto ciò lasciano andare Kikyo che cade a peso morto per terra. I demoni scompaiono in una nube i fumo e subito mi precipito verso Kikyo prendendola tra le braccia ed esaminando il suo copro pieno di lividi.
“cosa ti hanno fatto?” gli chiedo una volta che riesce ad aprire gli occhi.
“ho-ho un messaggio da riferirti da parte di Kagome”  

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SPAZIO AUTRICE
Zhola! (io e i miei saluti strani!) come va? spero bene! ecco a voi il nuovo capitolo. spero che vi piaccia, Kagome super cattiva e dalla parte indiscussa del male, ci sono delle forti dichiarazioni e spero vi piacciano. Cosa staranno complottando le due doppleganger (per gli ammiratori di the vampire diares). voi cosa ne pensate dell'amore? colgo l'occasione di ringraziavi, senza di voi non andrei avanti. lasciatemi le vostre pazze recensioni mi raccomando. Ci sentiamo alla prossima,
baci,
Inulena

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Capitolo 14
*** lei è mia ***


 Pov's Inuyasha

“ho un messaggio da riferirti da parte di Kagome” le parole di Kikyo mi lasciano allibito, Kagome vuole qualcosa da me e la cosa che mi da più fastidio è sapere che il mio copro è pronto a dargli tutto.
 “che genere di messaggio?” gli chiedo avido di informazioni.
“non ora Inuyasha, dobbiamo medicarla prima” Sango mi rimprovera e con l'aiuto di Miroku alza Kikyo da terra e l'accompagna nella capanna di Kaede. Gli seguo in silenzio sentendomi in colpa per non aver pensato nemmeno ad un secondo alla condizioni di Kikyo. Una volta entrati Sango comincia a tirare fuori le poche bende lasciate da Kagome e anche le erbe medicinali. Il corpo di Kikyp è pieno di lividi per non parlare della sua faccia, uno zigomo è gonfio, ha un occhio nero e il labbro spaccato.
“chi ti ha fatto questo?” Miroku è cauto a fare sempre tutte le sue domande, come se con le sue parole potesse rompere qualcosa.
“sono stati i demoni al servizio di Kagome- un piccolo gemito gli esce dalle labbra quando Sango gli applica delle erbe sui lividi- anche se lei gli aveva detto chiaramente di non toccarmi, per fortuna mi hanno risparmiato la vita” risparmiato la vita... realizzo solo ora che Kikyo è tornata da una missione suicida, Kagome non la sopporta, lei è la causa per cui è morta.
in verità sei tu zittisco la mia mente.
“perché?” la domanda sembra sciocca da fare ma per me ha un significato più profondo, le sto chiedendo come mai Kagome è stata tanto riguardevole nei suoi confronti.
“non lo so perché ha deciso di tenermi in vita” tossisce e poi riprende a parlare.
 “so solo che ho un messaggio che devo riferirti e potrà risolvere una volta per tutte questo casino” le sue parole mi fanno sobbalzare, sta dicendo che portò avere di nuovo indietro la mia Kagome.
“Kagome vi ha invitato per un ballo nella sua dimora”. Il silenzio cala nella stanza. Tutti sono allibiti e la tensione si fa più palpabile.
“come?” riesco a dire con voce strozzata.
“vi ha invitato tutti ad un ballo per creare una sorta di pace, una trattativa che lasci una volta per sempre i rancori alle spalle” una trattativa? Una pace? Ma cosa diavolo?
“perché dovremmo accettare?” la voce di Miroku è corsa da uno tono di preoccupazione, una mossa del genere ci ha preso alla sprovvista. Per quale malato motivo Kagome vorrebbe avere una pace con noi se fino a pochi giorni fa ci rendeva responsabili della sua morte.
“perché non vuole più avervi come nemici, si è resa conto che è meglio avervi al suo fianco che contro e che fare la guerra tra di noi non risolverà mai niente” sotto questo punto di vista ha perfettamente ragione ma non riesco a realizzare il fatto che lei voglia accordarsi con noi.
“chi ci dice che non è solo una trappola?” ci deve essere per forza qualcosa sotto, mi rimane difficile pensare che la bella Kagome sarebbe mai in grado di tracci in una trappola ma adesso devo contare che lei non è più quella di una volta... è cambiata, davvero!
“non lo sappiamo, dobbiamo stare solo alla sua parola”
“mi rimane un po' difficile pensare che la parola di questa Kagome valga ancora qualcosa” la voce di Sango non contiene tenerezza come se non conoscesse affatto la persona di cui stiamo parando, come se non fosse la sua migliore amica e come se il fatto di avere condiviso emozioni, tristezza e felicità non sia mai successo.
“non potrò mai fidarmi di questa Kagome”. Stringo Tessaiga per farmi un po di coraggio, come è possibile che non riesca ad andare avanti? Anche Sango ci è riuscita, molto probabilmente per poter proteggere il suo bambini e farlo vivere in un mondo di pace. Io non riesco ancora ad arrendermi, la mia Kagome non può essere semplicemente sparita, non riesco a credere ad una cosa simile.
“cosa ti hanno fatto?” chiede Sango a Kikyo cercando di essere il più delicata possibile. Kikyo cerca di alzarsi ma il suo corpo è troppo debole e cade a terra ma grazie ai miei riflessi riesco a sorreggerla. Mi ringrazia con un sorriso quando l'aiuto ad appoggiarmi alla parete di legno.
“comincio chiedendovi scusa” la stanza è attraversata da un sussulto generale, sarà la quarta volta oggi? Kikyo che si scusa davanti a più di una persona è un evento più che raro.
“si- dice ridacchiando- mi dispiace di essere scappata e di avervi fatto preoccupare così tanto” il senso di colpa si fa vivo dentro di me, è vero mi sono preoccupato ma non sono mai andato a cercarla, l'idea mi ha attraversato la mente ma non l'ho mai messa in pratica.
“sono partita per andare al palazzo di Kagome e vendicare la morte di Kaede.- si ferma un attimo per poi continuare- sono riuscita ad entrare ma quando sono arrivata davanti a Kagome le è bastato un secondo per buttare giù tutte le mie convinzioni, ho cercato di farla arrabbiare, così da poter usare questa sua rabbia contro di lei ma non mi è riuscito un gran che... mi ha immobilizzata e mi ha fatto scortare nelle segrete dicendo che mi serviva essere educata perché ho parlato troppo”
“cosa gli ha detto?” la mi curiosità è alle stelle.
“ho parlato di Sesshomaru, ho parlato del fatto che tu sei ancora innamorato di lei e no di me ed è scoppiata dicendo che non era possibile che fosse morta per niente” le sue parole fanno entrare sempre di più nel mio cuore la lama del risentimento.
“ma avevi detto che non si era arrabbiata”
“non si è mai arrabbiata e fantastica la maniera in cui riesce a restare calma nonostante la rabbia gli ribolli in corpo, riesce a pensare lucidamente e a non compiere scemenze” è diventata di ghiaccio.
“fatto sta che mi ha rinchiuso perché ho parlato male di tuo fratello ed è li che i suoi demoni mi hanno picchiato, ma dopo due giorni o tre, non ricordo bene- dice massaggiandosi le tempie- è venuta da me e mi ha risparmiato la vita solo per farvi arrivare il suo invito” Kikyo finisce il racconto e le cose non tornano, come mai gli ha risparmiato la vita? Avrebbe potuto farci arrivare il messaggio tramite uno dei suoi demoni.
“e dopo non è successo più niente?” gli chiede Sango.
“no, non è successo più niente” il discorso finisce e Sango aiuta Kikyo a sdraiarsi, per riposarsi. Esco dalla capanna mi serve un po di aria, la capanna è diventata stretta. Il vento scompiglia i miei capelli argento e la giornata ormai si sta spegnendo. Cosa starà architettando Kagome? So per certo che questo improvviso invito è solo una trappola, vuole qualcosa da noi e non so cosa sia.
“cosa ne pensi di tutto questo?” Sango e Miroku escono dalla capanna.
“non lo so ragazzi! Tutto mi sembra un eterno casino, non so più cosa pensare o credere, non voglio neppure più cercare di capire a cosa stia pensando, so già che non ci riuscirò” sto perdendo speranze su speranze e tutto queste prove velate che lei ci manda non fanno altro che abbattermi e farmi ricordare che l'ho persa, l'ho persa.
“non ti buttare giù Inuyasha!”
“FAI L'UOMO PER UNA VOLTA!” la voce squillante di Miroku giunge alle mie orecchie, mi giro allibito verso di lui che continua
“è la tua donna dannazione! Io non ci penserei due volta a riprendermela, è tua e tu la lascia andare come se non lo fosse mai stata. Hai già fatto questo errore con la donna la dentro- dice indicando la capanna- e continui a rifarlo con la seconda occasione che ti è stata data. Perché non capisci quando sei fortunato, hai fallito una volta e adesso che ti è stata data una seconda opportunità la butti al vento? Vuoi una cosa? Prenditela!”
“Miroku! Suvvia non essere cosi brusco!” Sango rimprovera suo marito, il quale è estremamente consapevole di avere smosso, con le sue parole, qualcosa dentro di me. Dopo aver baciato sulla guancia sua moglie e averla stretta per un fianco si allontana, cercando di fare pace e lasciandomi solo con i miei pensieri. Mi sarebbe stata concessa una seconda possibilità? Kagome sarebbe la mia seconda possibilità? Ho fallito con le uniche due donne che mi hanno voluto bene. Tutte queste domande a cui non so dare delle risposte, non ho mai avuto risposte solo un immenso mare di domande, perché sono nato sotto forma di essere debole? Perché mio padre non mi è mai stato accanto e perché si è innamorato di un'umana? Perché sono nato se era già stato programmato che sul mio cammino ci fosse tutta questa sofferenza? Cosa diavolo ci sto a fare io al mondo? Perché Kagome non è qui con me adesso? Solo domande, sempre e per sempre solo domande. Ma adesso basta! Devo combattere perché ormai ci sono anch'io a questo mondo e non voglio che mi venga rubato il poco che ho mai avuto, l'unico punto fermo, l'unica risposta che la mia vita mi ha concesso, non permetterò che mi venga portata via, non voglio e non posso permettermelo. Combatterò per lei, perché lei è li, la sento come il vento che mi batte sul volto, lei è viva e sarà mia per sempre.

 

Pov's Sesshomaru

Lei sarà mia per sempre! Quella ragazzina crede di sfuggirmi ma si sbaglia di grosso. Non può lasciarmi li da solo, dopo che finalmente si era aperta e mi raccontava tutte le sciocchezze sulle nuvole. Appena se ne andata non ho avuto voglia di inseguirla, mi sono sentito stupido e molto patetico a seguire una donna sfuggente e irritabile come Kagome, lei è cosi subdola, doppia faccia, bipolare, testarda, orgogliosa, fiera, indomabile, bella e raffinata che mi sento abbagliato certe volte. Ho paura che non riuscirò mai a trovare un difetto in lei e la cosa mi manda in bestia perché sono perfettamente consapevole del fatto che se lei cambia umore il mio segue il suo a ruota. Rientro nel castello e smonto dal cavallo lanciando sguardi assassini a tutti i demoni che mi guardano con curiosità.
“dov'è la signora?” chiedo in maniera frettolosa. Un piccolo demone mi risponde che si trova nella sala principale e aggiunge alla fine che sarebbe meglio non disturbarla. Non seguo il suo consiglio e salgo le scale per arrivare al palazzo. Noto fin da subito le crepe che percorrono il muro, deve aver tirato un pungo qui, ci sono anche delle piccole gocce di sangue. Cosa diavolo le è successo? Che l'abbia fatta arrabbiare fino a questo punto? Lei dipende dalla sfera cosi tanto che no riesce a pensare più lucidamente. Mi avvicino alla sala principale e un odore di sangue arriva alle mie narici. Via via che mi avvicino alla sala l'odore si fa più forte e comincio a vedere sempre più sangue sparso sul tappeto di velluto. Giungo davanti alla porta e le stringe si sangue lasciate da delle mani mi fanno rabbrividire, apro la porta pronto a qualsiasi cosa. La stanza è buia le tende sono chiuse ma un piccolo fascio di luce riesce comunque a passare, andando a posarsi proprio ai piedi del trono nella stanza. I piedi scalzi sporchi di sangue e la spada che sta pulendo sono l'unica cosa visibile. Ai piedi del trono milioni di demoni morti giacciono senza vita.
“cosa ci fai qui?” due occhi rossi mi stanno guardando mentre continua a pulire la sua lama dal sangue.
“sono venuto a vedere come stavi”
“ora che lo hai visto puoi andare” la sua voce è fredda, non l'ho mai sentita cosi.
“senno farai la fine di questi demoni” vedo un piccola sfera viola sul suo braccio risplendere e capisco che la mia lotta per avere Kagome non è contro Inuyasha, ma contro la sfera, lei ha il potere di trasformarla in una bestia sanguinaria, come quella che ho davanti. Indietreggio piano piano e lei sogghigna.
“cosa ti è successo?”
“cosa tu hai fatto accadere” io? Tutto in lei è sempre causato da agenti esterni, è diventata ancora più vulnerabile. Questo fa amplificare in me la voglia di proteggerla da tutto, dalla sfera, dal dolore, anche da se stessa se sarà necessario, ho solo una voglia matta di stringerla a me e non lasciarla andare più.
“non lascerò che tu prenda il sopravvento su di lei”
“ma l'ho già fatto! Non sei riuscita a proteggerla, come mai la sorte di questa ragazza è cosi sventurata, tutti la amano ma nessuno è in grado di proteggerla. Io gli ho dato il potere per farlo da sola e tu oggi mi hai solo aiutato ad amplificare questo mio potere su di lei.” non sto parlando con la mia Kagome sto parlano con una entità malvagia che vuole ha spinto una povera ragazza ad uccidere.
“la libererò dalla tua maledizione” indietreggio ancora e apro la porta pronto ad uscire.
“non penso che tu ci riuscirai male, è troppo sola” la porta si chiude lasciandomi in mente una piccola figura dagli occhi rossi.  
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SPAZIO AUTRICE
Ehi ciao a tutti scusate il piccolo ritardo, la pasqua è stata imminente e le cene di famiglia anche. Allora che ve ne pare del nuovo capitolo? vi piace? spero di si. è un capitolo molto riflessivo penso e non so se è di vostro gradimento, fatemelo sapere con una recensione. Grazie di cuore per tutti i vostri pareri davvero siete fantastici. Colgo l'occasione per cosnigliarvi due ff che mi piacciono tanto e le autrici sono due mie amiche, spero che le leggerete se avete del tempo libero. Le ff sono: 
Give me a chance di Ranmasha e Una battaglia per amore di Selva oscura.
A presto e alla prossima, 
baci, 
Inulena. 

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Capitolo 15
*** Il ballo ***


Pov Sesshomaru

Sono passati ormai molti giorni dalla discussione avuta con Kagome e ancora non ho avuto l'occasione di parlargli o di vedere la vera lei. Per giorni l'immagine di Kagome con gli occhi rossi mi ha assillato, non ho fatto altro che pensare alla sua espressione, al suo tono di voce, al suo modo di pulire la spada e da tutto il sangue che rendeva rosso il pavimento. La mia vera lotta non è contro Inuyasha o contro la lotta che Kagome vuole intraprendere, ma contro la sfera, contro quel piccolo gioiello che è riuscito a condizionare un anima forte e coraggiosa come quella della mia donna. “scusi, mio signore” i miei pensieri vengono interrotti da Ralston, il piccolo demone servitore. 
“ma la nostra regina chiede la vostra presenza nella sala grande”. Non mi stupisco di questo invito, stasera ci sarà il ballo e tra poche ore arriveranno tutti i clan con i rispettivi capi. Esco dalla mia stanza e mi avvio verso la sala principale, quella sala che ha assillato la mia mente per tutti questi giorni, con la sola felicità di sapere che vedrò Kagome, la vera Kagome.
Per i corridoio la confusione fa da padrone. Tutti i piccoli demoni servitori stanno preparando le camere che ospiteranno le famiglie dei clan, ma al mio passaggio tutti si fermano e fanno il dovuto inchino. Ralston mi fa strada, come se ce ne avessi bisogno. Una volta arrivato davanti alla porta della sala mi blocco e Ralston con me.
“è arrivato mio signore” dice il piccolo demone prima di fare un inchino e di indietreggiare.
“come ti è sembrata ultimamente?” chiedo al piccolo demone che sono sicuro l'abbia vista più volte di me.
“giudicate voi signore” il suo tono è molto stupito, deve essere la prima volta che un demone gli chiede un parere.
“lo voglio sapere da te” chiedo deciso. 
“la signora mi è sembrata.... stanca ed è stata tutto il tempo rinchiusa nelle sue stanze, in questi giorni non ha fatto altro che svegliarsi nella notte in preda a dei terribili incubi, padrone sono un po' preoccupato per lei” la sua voce risulta veramente preoccupata. 
“anch'io”.

Spalanco la porta ed entro nella stanza. La scrivania di mogano è stracolma di fogli che stanno venendo ispezionati da Kagome, è bella come sempre, non è cambiata tanto anche se posso vedere un po' di stanchezza sulla sua faccia. 
“mia signora” dico inchinandomi. Abbassa il foglio e mi guarda con sufficienza. 
“richiedo i vostri servigi per stasera Sesshomaru, mi servirete per orientarmi tra i vari clan e per sapere di chi posso fidarmi, inoltre presenzierete come mio cavaliere” il suo tono formale mi stupisce, non è mai stata così nei miei confronti. 
“ai vostri ordini, mia signora” detto ciò la stanza cala in un silenzio pieno di tensione. Vorrei tanto chiedergli cosa gli è successo in questi rari giorni in cui l'ho vista e in cui è stata rinchiusa nella sua stanza,  vorrei sapere cosa gli è accaduto nel momento in cui ha perso il controllo, e non con me,  ma con l'oggetto che l'ha riportata alla vita. 
“mia signo..” 
“è tutto, comandante” mi blocca.
“Kagome”
“non chiamarmi così” si sta scaldando velocemente e questo mi fa sperare, la sua reazione può significare solo una cosa: tiene a me.
“Kagome ascoltami, tutto questo ti sta distruggendo, non lo vedi?”
“vedo solo cosa sono riuscita a fare senza e cosa sono riuscita a fare con la sfera, non mi sta distruggendo mi sta solo rendendo più forte” dice voltandomi le spalle. Da i suoi gesti e dai suoi movimento posso capire che anche lei sa la verità e che sta mentendo anche a se stessa.
“non importa che te lo dica io- dico avvicinandomi- lo sai anche tu, tutto questo, tutto questo potere che hai acquisito se non riuscirai a controllarlo ti distruggerà” si volta e i suoi occhi si incastonano con i miei, quei fantastici occhi scuri che per gli altri esprimono solo freddezza ma che per me adesso esprimono una grande solitudine e tristezza. 
“non posso star a guardare mentre la sfera ti rovina, non posso e non voglio. Passano gli anni ed è sempre più raro che persone come te vengano al mondo, certe volte ti guardo e stento a credere che tu sia vera...” i suoi occhi si aprono leggermente
“non far si che il tuo obbiettivo rovini ciò che sei davvero” i suoi occhi sono puntati ancora nei miei. Ci guardiamo, io incantato, lei cercando di esprimere ciò che davvero voglia dire. Si allontana con la velocità che la caratterizza e ritorna a guardare i fogli che ha sul tavolo. 
“come posso fare a governare dei clan che non mi conoscono nemmeno?” ticonosco il suo tacito oridne di cambiare argomento
“conquistandoli... se vedranno la tua forza ne saranno assoggettati e vorranno unirsi alla tua causa” annuisce piano, la situazione tra di noi non sembra migliorata ma almeno adesso mi rivolge la parola. 
“sono demoni, d'accordo superiori, ma in fondo il loro obbiettivo è la distruzione e guardatoti e ascoltandoti ti seguiranno” annuisce ancora. Proprio nel momento in cui sto per chiedergli cosa gli sia successo veniamo interrotti da Ralston.
“miei signori i primi capi dei clan dei demoni sono arrivati” Kagome alza il capo e un ghigno compare sulla sua faccia. 
“che lo show abbia inizio”.


 

 Mi sistemo il vestito che Ralston mi ha portato. È formato da un pantalone e una camicia bianca con un sopra una giacca nera. Abbinato al mio abito c'è anche uno strano fiocco, che non guardo nemmeno di striscio, dove cavolo lo dovrei mettere? Sento bussare alla porta e do il permesso di entrare in maniera scocciata. Questo abito mi sta mandando in bestia. 
“mio signore- la voce di Ralston mi arriva alle orecchie- il ballo è iniziato”
“mmm mmm”
“padrone, questo fa parte dell'abito” dice alzando il fiocco di prima. 
“non lo voglio, non so dove metterlo e molto probabilmente mi starà male” mi sistemo la camicia, posizionando le ali del colletto all'insù, cosi sono sicuro che non mi daranno noia. Mi guardo un'ultima volta allo specchio prima di uscire dalla mia stanza seguito da Ralston. Via via che mi avvicino di più al grande salone, la musica si fa più forte e le risate all'interno della stanza diventano più nitide. Mi fermo davanti alla porta e indosso il mio solito atteggiamento di superiorità per poi entrare dentro la grande sala. La luce della stanza non è molto potente ma soffusa, il che crea un atmosfera molto elegante e sofisticata. Le scale che portano alla pista da ballo sono coperte da un grande tappeto bianco con dei ricami d'oro. Le percorro mentre lancio occhiate ai vari gruppi di persone che sono presenti ai lati della pista, la sala è piena di famiglie regali, che vanno dalle più potenti a quelle più deboli. Noto il capo clan Imagawa che sta parlando con quello di Shimazu. Volto la testa dall'altra parte della stanza e vedo la moglie e le figlie di Nakatomi no Katzumi, uno dei più potenti clan. Infondo alla stanza è allestito un abbondante banchetto e del vento passa tra le tre finestre aperte che danno sul bancone. 
“è un piacere avervi qui con noi Sesshomaru” Tokugawa Yoshimune, signore delle isole estive, mi si avvicina dandomi una pacca sulla spalla.
“sei identico a tuo padre e spero altrettanto saggio” un lieve sorriso di cortesia compare sul mio volto.
“vi sbagliate amico mio, non sono identico a lui... sono molto più bello” parte una grossa risata da parte di Tokugawa, che attira gli altri capo clan che si riuniscono tutti introno a noi cominciando a parlare di battaglie e di politica. Mi estraneo un secondo pensando a Kagome... dove sarà finita? Io sono arrivato al culmine della serata ma di lei non ho notizie.
“... e dimmi Sesshomaru, com'è questa Kagome?” chiede Okitomo del clan Mori.
“ho sentito dire che è tanto bella quanto crudele” la moglie di Nakatomi si inserisce nel discorso insieme alle sue due figlie che mi lanciano degli sguardi eloquenti. L'immagine di Kagome con i piedi sporchi di sangue e gli occhi rossi ritorna nella mia mente.
“ogni regina e bella quanto crudele, ma giudicherete voi, mia signora, non appena la vedrete” volgo lo sguardo per la stanza cercando di individuare Ralston per chiedergli dove si sia cacciata Kagome.
“si dice inoltre che abbia un numero incredibile di demoni al suo cospetto e che la sfera sia in mano sua”
“vero, Okitomo per questo sarei lieto se vi aggregaste alla nostra causa”. Il suono delle porte che si aprono catturano l'attenzione di tutti i presenti. Kagome entra in tutto il suo splendore e sento tutti la popolazione maschile delle stanza sussultare, mentre quella femminile giudicare. I suoi capelli sono pettinati in una acconciatura complicata e intrisa di bianchi fiori, sulla testa porta un diadema rosso e il suo vestito è senza alcun dubbio strepitoso. Il vestito di pura sera nero ricamato con fiori cade a pennello sulla sua figura, creando un contrasto con la pelle bianca delle spalle lasciata scoperta. La sua figura è essenzialmente celestiale.
“scusate” cerco di andarle incontro. Lei intanto scende le scale, tutti ancora la stanno guardando ma lei non sembra badarci tanto. Mi fermo davanti alle scale e gli offro il braccio, che lei accetta, nello stesso instante in cui scende l'ultimo scalino. Mi rivolge un impercettibile sorriso e insieme ci incamminiamo tra la folla.  
"questo è Nakatomi no Katzumi con la sua famiglia, protettori del nord” presento la famiglia a Kagome la quale sembra subito accettata.
“è un piacere conoscervi, mia signora” dice Nakatomi baciandogli la mano. Kagome sorride
“il piacere è tutto mio” la moglie del capo clan si inchina e le figlie fanno lo stesso.
“non dovete, mia signora” la voce di Kagome è più dolce e cantilenate del solito ma stranamente la cosa non mi disturba.
“è un piacere conoscere voi e le vostre figlie”
“il piacere è tutto nostro”
 “sarà un piacere combattere al vostro fianco” Nakatomi comandato dal suo carattere impetuoso è già pronto alla battaglia e il fatto che Kagome sia così bella non ha fatto che aiutare la sua impetuosità.
“e per me sarà un onore avervi al mio fianco, per conquistare un pò di territori e ristabilire la supremazia demoniaca”
“ci sarà anche lei Sesshomaru?” chiede la figlia più grande di Nakatomi, con un tono di voce sottomesso e timido, come se il fatto di parlare gli fosse constato più del dovuto.
“si, mia signora, starò accanto alla mia regina” dico guardando Kagome, la quale sorride e rivolge uno sguardo alla piccola dama.
“permettetemi di presentarmi mia signora” Imegawa si avvicina facendo un inchino davanti a Kagome.
“Imegawa Norimasa, capo clan delle isole minori dell'est, è un piacere incontrarvi di persona”
“il piacere è tutto mio signore, ho saputo che il vostro clan è uno dei più combattivi non vedo l'ora di verificare se le voci siano veritiere” la risata grassa di Imegawa irrompe nella stanza facendo ridere ormai il cerchio di persone che si è formato intorno alla regina. La serata scorre bene, Kagome è semplicemente fantastica, sa essere cordiale ma crudele al tempo stesso, sa emanare rispetto, ma no pauroso, bensì un rispetto che viene dal cuore e dalla consapevolezza di un monarca che sa governare. le risate ad una battuta finiscono quando Okitomo si rivolge a Kagome 
“voi avete ragione mia signora, i demoni devono governare, ma non pensate che gli umani più intelligenti e rivoltosi cercheranno di scendere a.... compromessi o scendere in battaglia?” il bicchiere della strana bevanda occidentale di Kagome viene servito tra i vari signori, che lo accettano di buon grado.
“compromessi?” Kagome alza un sopracciglio ma sembra molto tranquilla al cospetto di una domanda cosi insidiosa, Okitomo non sta solo chiedendo come risolvere il seccante problema dei ribelli, ma sta cercando di capire di che pasta sia fatta realmente Kagome.
“come sapete la politica è l'arte dei compromessi e il combattimento della guerra”
“ma io non sono un politico ne un guerriero, io sono una regina” mi volto verso di lei e l'impeto di baciarla e farla mia non è mai stato forte come adesso.
“ben detto figliola” dice Okitomo portandosi il bicchiere alle labbra.
“questo sake è molto buono e il suo colore non che il suo sapore sono molto singolari” dice la figlia minore di Nakatomi alzando il bicchiere.
“non ne beva troppo, è molto forte e da alla testa”. Il tempo sembra scorrere come un fulmine e in men che non si dica è già il momento di avviarsi verso il tavolo della cena. Prendo per braccetto la mia imperatrice e insieme ci sediamo accanto a capotavola con alla destra i clan del nord e a sinistra quelli del sud. La cena procede bene anche se posso vedere in fondo al tavolo dei posti liberi, molto probabilmente la compagnia di mercenari
che avevamo deciso di invitare per avere ancora più soldati nell'esercito non si è presentata.
“... il mio esercito era pronto per attaccare i pochi clan ribelli rimasti. Ma nel memento in cui stavo per dare l'ordine di attaccare...”
“... se le mure dei castelli non sono ben rinforzate non possiamo controllare al meglio tutte le nostre sentinelle...”
“... l'altro giorno mi hanno regalato un kimono bellissimo con delle rifiniture ddiun verde cristallino...” ascolto molte conversazioni e sono lieto di scoprire che tutti si stanno trovando a loro agio e che questo incontro non si sia rivelato formale come credevo. Kagome al mio fianco risponde a tutte le domande con eloquenza e saggezza e io cerco di imitarla, non sarò di certo da meno, sono il suo cavaliere dopo tutto.
“vostro padre è sempre stato un grande condottiero e la sua saggezza è stata illuminate nei momenti più oscuri della nostra epoca, è stato un grande amico mi è dispiaciuto non esser stato  al suo fianco nel momento in cui è morto”il vecchio Katsunaga del clan Oda, mi riporta alla mente mio padre e le sue leggendarie gesta.
“spero che tu possa continuare la sua gloriosa discendenza figliolo e sarò grato di aiutarti”
“ti ringrazio amico mio, per ogni favore che ti serva non ti risparmiare, sarò ben lieto di accordartelo” il suo sorriso forma delle piccole rughe intorno agli occhi.
“grazie figliolo, ma sono troppo vecchio per desiderare qualunque cosa possibile” il suo sguardo si sposta sull'angelo accanto a me che sta sorridendo come non ha mia fatto. Il fatto che qualcuno può farla ridere cosi e che questo non sia io, mi irrita ma cerco di non farlo vedere. La cena finisce e tutti si alzano pronti per dare il via alle varie danze, l'orchestra comincia a intonare delle classiche musiche da ballo e i vari signori invitano le dame a danzare.
“mia signora” porgo la mano a Kagome, la quale con un piccolo inchino l'afferra e insieme ci avviciniamo a tutte le altre coppie che stanno volteggiando.
“siete bellissima” gli sussurro all'orecchio quando la prendo per la vita.
“devo ammettere che neanche tu sei malaccio” per una volta il suo tono non è derisorio ma pieno di allegria.
“sospetto che questo ballo ti stia rallegrando un po' troppo” la nostra conversazione viene resa segreta dalla confusione che c'è intorno a noi, le risate, il chiacchiericcio e la musica coprono i nostri sussurri.
”la guerra mi rallegra” dice Kagome. È un ottima balleria, si muove sinuosa e i suoi passi sono calibrati per farmi comandare, si sta completamente abbandonando a me, ma in maniera tale che sia lei comunque ad avere il potere. Sono io che comando la danza ma lei ha il potere sul gioco, è proprio vero che il potere risiede solo dove si pensa che esso risieda.
“stasera dormirai con me” la lontananza di questi giorni mi ha reso impossibile vivere, ma il tutto è scoppiato non appena l'ho vista con questo vestito. “da quando in qua sei diventato cosi audace e spudorato? ma sopratutto chi ti da il permesso di decidere?” lo sapevo che questa domanda sarebbe arrivata.
“penso solo di meritarmi un premio”
“come un bravo cagnolino?” la musica finisce e la pista si sgombra cosi facendo finire la nostra conversazione. I balli successivi sono tutti riservati ai vari capi che si sono buttati su di lei come degli avvolti e anch'io sono assalito dalle varie dame che mi chiedono di ballare, ma anche se stringo a me questo corpo esile e desiderabile, che ogni uomo vorrebbe, i miei occhi vanno sempre a cercare gli occhi inespressivi e i capelli color ebano con incastonata sopra una corono rossa. Andranno sempre a cercare la mia regina. I balli continuano e il sake di Kagome viene versato nei bicchieri. La serata sembra procedere bene. Faccio un sospiro di sollievo e mi concentro in una discussione molto accesa sui nuovi tipi di armeria.


 

Pov Kagome

“... e dovreste vedere le nuove stanze che mio marito ha fatto arredare per le nostre figlie, una volta dovrete venire a vederle” la moglie di Tokugawa mi ha praticamente rapito e non sono riuscita più a fare niente se non parlare di vestiti e case.
“sarò lieta di vedere la vostra dimora” il suo sorriso è smagliante e mi rendo conto di averla resa felice... bene, suo marito e la sua flotta di navi mi serviranno! Volgo lo sguardo per la sala in cerca di Sesshomaru, le sue parole m hanno colpito molto, tanta audacia non me la sarei mai aspettata da lui. So che non dovrei cedere cosi alla tentazione costatante che lui rappresenta ma non ce la faccio a resistergli... le sue parole, il suo fisico, la sua voce, i suoi occhi, il suo atteggiamento tutto di lui mi attrae come una calamita e sembra che per questo neanche la sfera posso farci qualcosa. Un fruscio improvviso cattura la mia attenzione, lo seguo con lo sguardo. Vedo che la porta della servitù è aperta e con una banale scusa mi avvio verso di essa per scoprire cosa ci sia all'interno. Entro dentro la stanza buia e noto subito i vari vassoi e i bicchieri di vino sporchi sopra i tavoli. Sento una presenza dietro di me e mi volto con la mia solita velocità per ritrovarmi davanti Inuyasha.
“sapevo che saresti venuto, mi stavo solo chiedendo quando” la sua espressione è dura.
“non sei felice di vedermi?” gli chiedo con voce smielosa.
“cosa volevi da noi?” chiede andando dritto al punto
“dove sono gli altri?”
“secondo te sono cosi ingenuo da portare degli umani in una stanza piena di demoni? Inoltre hai ridotto molto male Kikyo l'ultima volta” sorrido al ricordo della sacerdotessa, alla fine ha fatto il suo dovere.
“si, la sua permanenza non è stata delle migliori” lui si scansa e si gira verso un tavolo appoggiando sopra la superficie i palmi.
“perché hai chiesto una pace?” la sua voce è più fredda del solito.
“perché penso che sia meglio avervi come amici che come nemici, non sei d'accordo? Dopotutto siete proprio voi quelli che volevano che tornassi normale no? Ebbene eccomi qui, più che clemente” sento un grande tonfo e vedo Inuyasha sbattere più volte i pugni sul tavolo urlando
“ma non volevo così”. Si gira verso di me con la follia e la disperazione negli occhi.
“non volevo così, mi hai dato quello che volevo ma non sei tu” mi prende per le spalle e mi scuote leggermente.
“sei qui davanti a me, più bella che mai... ma... ma non sei tu, sei qui ma sembri distante, fredda, lontana” punta i suoi occhi nei miei.
 Sono qui! Sono qui!.
 Cerco di concentrarmi sulla sfera che con la sua aurea maligna cancella la voce che non mi permette di ragionare bene.
“sono qui e ti sto offrendo quello che vuoi, prendilo”
“baciami, se sei davvero tu, baciami” spalanco gli occhi a questa richiesta. Passano i minuti e non gli rispondo e lui ripete
"baciami" Cerca di posare le labbra sulle mie ma giro il volto. Arrabbiato prende il mio mento e lo volge verso il suo volto.
“baciami, dannazione, ho detto baciami!” urla, ma io non lo ascolto nemmeno, ormai le sue parole non raggiungeranno mai più il mio cuore.
 “hai avuto tutto il tempo per farmi questa richiesta e solo adesso ti decidi? solo adesso che non ne hai più nemmeno il diritto” vedo il dolore sul suo volto e la cosa mi fa piacere. mi allontano da lui e lo sento sussurrare.
“torna da me... Kagome”. La rabbia si riversa in me, ma non voglio dargli la soddisfazione di vedere quanto in realtà mi abbia fatto male la sua indifferenza.
“sono sempre stata con te, sempre stata li per te, ma naturalmente quando non abbiamo più una cosa ne capiamo davvero il valore” mi scosto dalla sua presa e mi avvio verso la porta, la mia presenza sarà già stata notata.
“decidi in fretta cosa vuoi fare, mezzodemone, e quando avrai deciso potrai venire a vivere qui se ti aggrada insieme ai tuo... ai nostri amici”. Non accenna nessuna risposta ma continua a guardare per terra con occhi sbarrati. Apro la porta e prima di uscire la sua voce mi blocca.
“come farai a sapere la mia risposta?”
“la saprò” chiudo la porta e mi reimmergo nella folla di persone.


 

Pov' Sesshomaru

chiudo gli occhi in cerca del battito di Kagome, è da tanto che non la vedo e devo capire se sta bene. Mi concentro per captare il suo cuore battere chiudendo gli occhi. Questa attività è diventata uno dei miei passatempi preferiti recentemente. Passo notti intere ormai ad ascoltare il suo battito, per sapere quando fa uno dei suoi incubi oppure quando dorme tranquilla. Appena la individuo, apro gli occhi e mi rilasso, è normale e non sembra particolarmente accelerato. Mi immergo nella discussione che sta avvenendo tra i vari signori e tra i figli dei capo clan.
“forza Ichiro [*]- Shimazu batte una mano sulla spalla del figlio- vai a chiedere una ballo alla regina” il suo sguardo si alza su di me come per chiedere il permesso
“sempre se per te va bene” annuisco sorridendo e vedo il figlio alzarsi e avvicinarsi a Kagome, la quale dopo la richiesta annuisce.
“è uno splendore Sesshomaru” mi volto verso Shimazu il quale guarda con orgoglio suo figlio e la mia Kagome ballare sulla pista.
“mi ricordo che anche mia moglie era così, bellissima e leggiadra” Imegawa si intromette
“quando ti prendono il cuore, neanche il cervello può fare qualcosa” mi dice Tokugawa
“amico mio, sei fritto” il capo clan Fujiwara mi batte una mano sulla spalla, sbilanciandomi. Una grossa risata irrompe nella stanza e tutti si aggregano alla sua affermazione, compreso io. Tengo gli occhi fissi su il figlio di Shimazu il quale bacia la mano a Kagome ringraziandola del ballo. Kagome come se sentisse il mio sguardo si gira e i nostro occhi si incrociano. Mi rivolge un breve sorriso per poi farmi l'occhiolino per poi tornare a parlare con le dame.
“MA CHE FESTICCIOLA INTERESSANTE” il grande boato della porta principale che si apre, attraendo l'attenzione di tutti, facendo bloccare la festa e lasciando tutti allibiti tranne Kagome.
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SPAZIO AUTRICE

[*] letteralmente "primo genito" 

Eccomi qua gente! Scusate il ritardo, sono imperdonabile. allora come va? (ormai questa domanda è d'obbligo!) che ne pensate del ballo? Finalmente ci siamo arrivati e spero che la mia descrizione vi piaccia. Ho unito le immagini del vestito, della corona e dell"acconciatura di Kagome e spero che vi piacciano. Vi chiedo perdono però per il vestito di Sesshomaru ho provato a trovare un'immagine che lo ritraesse nel mondo in cui l'ho descritto ma non l'ho trovata e mi dispiace per questo. Chi sarà il personaggio che irrompe nella stanza? eh eh lo scopreirete presto, o almeno quando aggiornerò ahaahah.
 Grazie a tutti per le utlime recensioni sono fantastichee sono i miei motori di immaginazione per la storia. Vorrei ringraziare tutte le persone che leggono la mia storia, non sapete l'immensa felicità che provo! davvero siete unici! 
Ci vediamo alla prossima e recensite!
baci, 
Inulena 

Ps: Tutti i nomi che ho usato per i capi clan sono veramente esistiti, volevo dare un tocco in più di realta alla storia e spero di non aver offeso nessuno 

 

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Capitolo 16
*** Insieme ***


"MA CHE FESTICCIOLA INTERESSANTE” urla una voce roca alla porta. Mi giro verso le porta principale e vedo un uomo di mezza eta con un grande armatura. I capelli untuosi gli ricadono sulle spalle e sul volto ha una barba di due o tre giorni.
“quello è il capo degli Shinobi ho sentito dire che sono un gruppo molto insolito e combattono solo per soldi” mi informa Okitomo. Nella mia mente compaiono i sette e la loro compagnia mercenaria. Dietro il capo ci sono altre due figure che presumo siano i luogo tenenti. Vedo Sesshomaru avvicinarsi guardingo e dire a gran voce.
"benvenuti, ormai non contavo piu sulla vostra presenza" e cosi lui gli aveva invitati, senza il mio permesso?
"volevamo vedere la regina oscura" i suoi piccoli occhietti scrutano la folla che lo sta guardando con lo stesso sdegno con cui guarderebbe abominio. Quando mi nota gli compare un ghigno e tira un fischio avvicinandosi a me.
"ora capisco perché molti di voi la seguano, guardatela è uno schianto" detto cio comincia a girarmi intorno.
"è un piacere conoscervi... "
"Kyuzo Hosoi"
"Kyuzo Hosoi" ripeto, lo invito silenziosamente a seguirmi verso il divano cosi da poterci sedere. La festa riprende animità ma Sesshomaru mi affianca immediatamente mentre Imegawa, Nakatomi e Okitomo mi guardano le spalle. Sembrano la mia scorta personale. Una volta seduti rivolgo un sorriso all'uomo disgustoso davanti a me, ora che posso guardarlo da più vicino posso vedere i suoi piccoli denti gialli e deformi, il suo doppio mento e la ua fronte perennemente sudata.
"giuro che ti ho scopata in un bordello qui vicino"
"tieni a freno la lingua" Sesshomaru prepara la mano per tagliarli la gola con la mano.
"perché lei con me non lo ha fatto" alzo la mano per bloccare Sesshomaru e rivolgo un sorriso divertito all'uomo che ho davanti. Uomini cosi sono facili da eliminare, a me serve solo il suo esercito niente di più.
"spogliati e siediti sulle ginocchia di Kyosuke- dice indicando l'uomo accanto a lui- e potrò darti la mia compagni di Shinobi"
"tu dammi la tua compagni di mercenari e io potrò non farti castrare" una risata grassa parte dalle piccole e sporche labbra di Kyuzo.
"certo, che hai piu palle tu di tutti i menomati di questa sala" sento un ringhio arrivare da dietro la mia schiena e posso sentire l'orgoglio dei grandi demoni cani, pronto ad uscire.
"combattete per me, vi daro oro, terre e potere"
"piano bambolina" dice prendendo il bicchiere di vino che una serva gli sta offrendo. La guarda come se la volesse mangiare e lei svia lo sguardo andando a porge gli altri bicchieri ai due generali.
"noi abbiamo già un contratto con la famiglia Ashikaga, dell'isola di Honshu, se rompiamo il patto con loro non ci assolderà piu nessuno" il generale alle destra di Kyuzo parla e gli rivolgo uno sguardo indifferente.
"se vi unirete a me non avrete mai più bisogno di essere assoldati da nessuno"
"potremmo sempre combattervi" ribatte l'uomo che non ha smesso ancora di guardare la piccola sventurata serva.
"se non mi sbaglio le nostre truppe sono molto superiori alle vostre vero signor Nakatomi?"
"esatto vostra grazie, abbiamo più di diecimila uomini" ringrazio silenziosamente Nakatomi per aver saputo cosi prontamente rispondere, anche se è una bugia.
 "io sono solo una donna, non so molto sulla guerra ma penso che i numeri siano a nostro favore." Kyuzo alza il calice trangugianodolo.
"I Shinobi sono molto rigidi nelle regole e non le trasgrediscono, solo leali.... ai soldi! discuterò dei miei piani con i miei consiglieri e quando avremmo deciso ti farò sapere" Kyuzo si alza e i suoi generali fanno la stessa cosa. Per un momento gli occhi del mercenario si bloccano su quelli di Sesshomaru che è sempre stato dietro di me.
"una volta che te la sarai spassata con lei, me la prenderò io! I Shinobi si dividono tutto e quando accetterò la tua eccitante richiesta- dice leccandosi le labbra- ci divideremo anche te" detto ciò i suoi generali si avviano verso la porta da cui sono entrati mentre Kyuzo si avvicina alla servetta gli da uno schiaffo sul sedere
"ti verrò a cercare" detto questo esce con i suoi generali lasciando un silenzio nella stanza. Una faccia piena di disgusto si dipinge sul mio viso
"signor Imegawa" dico mentre guardo la porta da cui sono usciti
"si sua maesta"
"quando la guerra avrà inizio per primo uccidi lui" "sarà un piacere sua maesta". Per fortuna la festa continua bene anche se per poco dato che ormai è molto tardi. Molte dame accompagnate da figli premurosi e da ragazze altezzose si ritira nelle proprie stanze per dormire e ben presto al grande sala si ritrova con solo i piccoli servitori che stanno pulendo. Dopo aver educatamente salutato i capi clan mi avvio verso la mia stanza, ma prima di entrare la decisione indipendente di Sesshomaru di invitare i mercenari a cena mi sale in mente. Devo punirlo in qualche modo, un sorriso compare sulla mia faccia, mentre mi dirigo verso la stanza del mio generale.

Busso lentamente cercando di sembrare il meno ansiosa di vederlo possibile.
"avanti" la sua voce roca arriva alle mie orecchie e sento che è scocciato. molto probabilmente non si aspettava che qualcuno gli facesse visita a quat'ora della notte. Entro dentro la stanza appoggiando la schiena sulla porta che ho appena richiuso. Sesshomaru è davanti allo specchio e si sta levando la giacca di sopra dello smoking. Si volta stupito verso la mia direzione e mi guarda con gli occhi sbarrati.
"che c'è? non hai avuto abbastanza tempo stasera per guardarmi" sorrido alla sua espressione stupita.
"Dio quanto sei bella" dice lasciando cadere la giacca per terra e avvicinandosi a me.
 "cosi mi lusinghi" dico mettendomi le mani nei capelli per levarmi la corona e sciogliermi i capelli.
"che fai?" dice bloccandomi le mani.
"mi levo la corona, dormo con te" dico sicura.
"allora aspetta faccio io" dice accompagnandomi ad una sedia e levandomi la corona e sciogliendomi l'acconciatura. Le sue dita sono leggere mentre mi accarezzano i capelli e sono strabiliata dall'effetto rilassante che lui ha su di me.
"sono bellissimi" mettendomi i capelli su una spalla. Una volta finito il suo lavoro, si ritiene soddisfatto si allontana sbottonandosi la camicia. Mi alzo e a mia volta lo aiuto
"cosi siamo pari". Sento le sue braccia avvolgermi la schiena e stringendomi al suo petto.
"volevo stringerti da tutta la serata, non sai quanto ho dovuto sopportare per non uccidere ogni uomo che ti ha messo gli occhi addosso" dice affondando la testa nei miei capelli.
"non puoi uccidere tutte le persone che mi guardano" dico scostandomi di poco per poterlo vedere negli occhi.
"ci posso provare" un piccolo sorriso si dipinge sul suo volto e sul mio.
"è da un sacco di tempo che non ti toccavo" dice prendendomi un capello tra le dita e rigirandoselo.
"non ho voglia di parlare di questo" la mia voce è piccata. ù
"mi dispiace per quel giorno, mi dispiace di averti sfidato di averti costr..." non gli faccio finire che lo spingo contro il muro e poggio le mie labbra sulle sue, cosi almeno starà zitto. Le mie labbra si muovono freneticamente sulle sue e la cosa fa gemere lui quanto me. Le sue mani viaggiano sul mio corpo e la sua lingua chiede sempre di piu.
"perché.. non.... mi hai... detto dei mercenari?" riesco a dire tra un bacio e l'altro.
"ne vuoi parlare davvero ora?" chiede cominciando a levarmi il vestito.
"si ora" gli bacio il collo e lui cerca di spingermi verso il letto, ma non sono della stessa opinione e lo continuo a tenere fermo.
"spostiamoci" mi chiede cercando di convincermi.
"tu dimmelo" mi mordicchia il lobo dell'orecchio e un leggero gemito esce dalle mie labbra. Senza che me ne sia resa conto mi a preso in braccio e mi ritrovo sopra il suo letto con lui a cavalcioni.
"non mi hai risposto" gli levo la camicia e lui quasi mi strappa il vestito. rimango in intimo e i suoi occhi si accendono, so che dovrei fermarmi ma non ce la faccio.
"sei una delle donne più belle che io abbia mai visto" lascia un scia di baci partendo dal collo e arrivando sui seno che comincia a baciare. inarco la schiena cercando di andare incontro al piacevole assalto. Le mie mani si vanno ad infilare nei suoi capelli argentati e gli tiro leggermente i capelli e anche lui geme. Mi mordo il labbro e lui lo tira leggermente per poi baciarmi le labbra.
"sono una delle donne piu bella allora è?" comincio a baciare il sul collo, e lui trattiene il sospiro concordando con me.
"perché con quante sei stato?" ribalto la situazione e mi ritrovo a cavalcioni su fi lui.
"dimmelo!" mi prendo i capelli e gli poggio sulla spalla mentre mi chino e gli infliggo al tortura che lui a inflitto prima.
"no solo tu" dice ansimando, la sua frase non ha nemmeno un senso logico e da qui capisco quanto siano annebbiati i suoi pensieri. Un piccolo sorriso si fa spazio sulla mia faccia e dopo un secondo mi ritrovo i suoi occhi davanti.
"tu sei solo mia? vero?" dice scuotendomi leggermente. Guardo i suoi occhi e ci leggo amore... amore per me... mi rendo conto forse che non sono solo come credevo e che ho una persona accanto... Lui! e per la prima volta da quando ne ho memoria cedo al mio lato orgoglioso e mormoro un devole
"si"
la sua bocca è di nuovo sulla mia e mi lascio trasportare dalle sensazioni. Per la prima volta non voglio avere il potere su tutto quello che fa, voglio solo farmi trasportare dalla dolcezza e dalla sua perfezione. Mi fa appoggiare la schiena sul materasso e mi aiuta a togliere l'intimo rimasto. In questo momento indosso solo il braccialetto con incastonata la sfera. I nostri sguardi sono fissi sul bracciale.
"posso"
"sai come è andata l'ultima volta"
 "sono pronto a rischiare" svio lo sguardo dal suo e lo poso sul suo petto muscoloso che si sta muovendo a ritmo del suo respiro.
"d'accordo, ma non sarò debole" lui mi leva il bracciale baciandomi poi la pelle lasciata scoperta.
"Sei la persona più forte che abbia mai conosciuto mia imperatrice" la sensazione di sollievo dell'altra volta si propaga in me. Le sensazioni di benessere si moltiplicano quando la bocca di Sesshomaru si fa a poggiare di nuovo sul mio seno mentre con l'altra mani scende pu giu, disegnando dei cerchi immaginari fino ad arrivare all'ombelico. Sorrido mentre gemo e lui alza lo sguardo divertito.
"soffri il solletico mia imperatrice?" annuisco mentre la sua mano scende sempre più giù. La paura si fa spazio dentro di me, mai nessuno mi ha toccata come sta per fare lui, ma lui è Sesshomaru, andrà tutto bene. Appena la sua mano arriva sulla mia feminilità, un calore si diffonde dentro di me e gemo più forte mentre lui mi bacia la bocca.
"non immagini nemmeno quanto tu sia bella in questo momento" continua a muovere le dita provocandomi piacere e un mugolio esce dalle mie labbra.
"ancora piccola" anche le sue parole mi provocano piacere e mi aggrappo a lui con tutte le forze. Un calore si annida nel basso ventre e apro gli occhi guardando Sesshomaru negli occhi.
 "Dio non mi guardare cosi" dice muovendo le dita più velocemente facendomi chiudere gli occhi e annebbiandomi la ragione. Mi accascio sul letto sfinita dal potente piacere che mi ha appena investito. Sesshomaru copre il mio corpo con il suo schiacciandomi con il suo peso mascolino.
"non eri mai venuta vero?" mI chiede presuntuoso.
"sei molto esperto a quanto sento" un ghigno compare sulle sue labbra.
"più di te di sicuro" arrossisco ancora e volgo lo sguardo altrove. I nostri capelli si fondono sul materasso bianco con castano scuro.
"io ho un sacco di esperienza e sono intraprendente, infatti ti ho sedotto io" gli dico con sarcasmo. Lui mi bacia sorprendendomi e chiudo gli occhi cercando di avvicinarlo di più a me.
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SPAZIO AUTRICE
Ecco un nuovo capitolo, vi prego siate clementi, è la prima volta che descrivo una scena.... un pò più spinta e non so se vi piace. Comunque fatemi sapere se vi è piaciuta... nel senso se l'ho scritta bene o se vi ha dato noia. Scusate per gli eventuali errori, questo capitolo devo ancora riguardarlo. Che ne dite dell'arroganza di Kyuzo? Ho reso l'effetto di quanto disgustoso sia... spero di si. 
AH dimenticavo gli Shinobi sono un modo alternativo di chimare i Ninjia. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e recensite voglio sapere il vostro parere. Grazie ancora per tutto,
baci,
Inulena 

 

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Capitolo 17
*** Ce la possiamo fare! ***


Pov' Inuyasha

“allora com'è andata?” mi appoggio al muro della capanna guardando il cielo e ripensando a tutto quello che è successo.
“com'era?” chiede Miroku,
“profumava?” mi chiede Shippo,
“aveva gli occhi di un tempo?”
“quanto avete parlato?”. Innervosito da tutte queste domande comincio a muovere le orecchie. Le domande continuano senza una fine e cosi scoppio “ci volete stare zitti! Se mi asciate un po di tempo vi rispondo” tutti ammutoliscono all'istante e io mi vado a sedere vicino al fuoco. È da quando mi sono allontanato da lei che sento freddo e sembra che niente riesca a riscaldarmi.
“tutto bene Inuyasha?” mi domanda Sango poggiandomi una mano sulla spalla. Cerco di annuire perché se parlassi si sentirebbe tutto il dolore e la confusione che sto provando. Fisso il fuoco che scoppietta nel focolare al centro della stanza.
“si l'ho vista e sono riuscito a parlarci” Shippo comincia a saltellare in aria contento e si posa su una mia spalla.
“che bello, sei riuscito a parlare con Kagome” sorrido alla sua frase. Sono riuscito a vederla, ma non era assolutamente Kagome, era un'altra persona completamente diversa.
“si, era come sempre...” comincio a raccontare la serata che ho trascorso, di come mi sono intrufolato nel castello e di come abbia assistito alla riunione del mio clan e della mia famiglia. Mi ricordo ancora la sensazione che ho provato a vedere tutto il clan degli Inu-Youkai riunito. Escluso. Io sono sempre stato considerato l'escluso della famiglia, tutti si ricordano della famiglia No- Taisho, il potente generale che sposò una grande demone cane; da questa unione nacque Sesshomaru il grande demone successore del padre. Naturalmente nessuno si è mai accorto di me e anche l'altra sera sono passato inosservato. Nessuno sa di mia madre, che ha avuto il coraggio di una leonessa pur di difendermi.
“e cosa ci facevano tutti lì?” mi chiede Miroku.
“non sono riuscito a capire molto bene, ma a quanto pare Kagome gli ha riuniti tutti proclamandosi regina” si sente una risatina irrompere nella capanna. Kikyo entra continuando a ridere.
“vorrai dire autoproclamata” si siede un po troppo vicino a me, mentre tutti la guardiamo male.
“scusate se ho origliato ma è un po impossibile per me lasciar perdere il discorso Kagome, sapete mi ha torturata” distolgo lo sguardo, un altro problema che Kagome ha causato, mi chiedo ancora quanto riuscirò a far finta di niente.
“lei non si è autoproclamata lei è sempre stata una regina” Shippo difende con un bambino la propria mamma. Sorrido al ricordo di quando lo abbiamo trovato, a quei tempi ora che ci penso risultavamo davvero come una famiglia, io, lei e il nostro bambino Shippo. Kikyo alza un sopracciglio guardandolo.
“di solito regine si nasce e questo non mi sembra il suo caso” , Kikyo riconquista tutti gli sguardi dei presenti, adesso si mette a litigare anche con i bambini.
“ciò non toglie che abbia riunito i clan per conquistare tutte le terre non ancora in suo possesso” cerco di continuare la storia.
“comunque se ci pensate bene lei è effettivamente la regina dei demoni- Miroku comincia il uso ragionamento ad alta voce- adesso che ha acquistato un grande potere grazie alla sfera e un esercito di demoni sotto molti aspetti si è trasformata anche lei e non dimentichiamoci il fatto che sta passando per la donna di Sesshomaru, il principe di tutti gli Inu- You...AHHH” Sango gli assesta un pugno nello stomaco indicandomi. Già adesso lei è la sua donna, la sua regina, non più la mia. Adesso rivolgerà i suoi fantastici sorridi a lui e non a me, io sono stata troppo cieco per accorgermene prima della rarità che avevo al mio fianco tutti i giorni, ma ho promesso a me stesso che l'avrei riconquistata ed è proprio quello che ho intensione di fare.
“ehm.. scusa Inuyasha, alcune volte sono davvero indelicato” Miroku si comincia a grattare la testa guadagnandosi uno sguardo di ghiaccio da Sango. “insomma cosa è successo poi?” chiede Kikyo cercando di spezzare l'aria tesa che si era creata, mi fa male sapere che tutte le volte si crea a causa mia.
“ci siamo incontrati e lei mi ha fatto un offerta” salto tutta la parte relativa alla mia richiesta disperata e al suo aspetto a dir poco favoloso.
“... mi ha chiesto se vogliamo unire a lei”
“certo che no!” Sango si alza e mi guarda sgranando gli occhi. Io la guardo titubante e lei riesce ad aprire ancora di più gli occhi.
“spero che tu gli abbia risposto di no!”
“gli ho detto che ve ne avrei parlato” bugia! Non sono riuscito a spiccicare parola, a causa di quanto ci eravamo detti prima.
“io non ci credo. Vuoi aiutarla a fare del male alle persone? Perché è questo quello che farà” muovo le orecchie.
“no, voglio riportarla da me” dico. Sango si zittisce. Tutto quello che voglio è riportarla da noi, da me.
“proviamo a guardarla da un punto di vista diverso” Miroku si è di nuovo perso nel suo mondo.
“lei cosa vuole da noi esattamente?” mi chiede.
“che ci uniamo a lei, perché le nostre abilità ci sono molto utili”
“bene, quindi significa che gli serviamo, possiamo cercare di cambiarla da dentro la sua organizzazione” gli occhi gli si illuminano e si passa una mano tra i capelli.
“ma non capite?” ci chiede vedendo i nostri sguardi persi.
“entriamo nella sua organizzazione facendogli credere che la vogliamo aiutare ma intanto proviamo a cambiarla, facendo riemergere la vecchia Kagome, inoltre possiamo cambiare un po dei suoi piani, contenendo il più possibile il numero delle vittime” è un ottimo piano! Cercare di cambiarla dall'interno si... credo di poterci stare.
“ci stai amor mio?” chiede Miroku a Sango facendola sedere sulle sue gambe.
“sei un genio!” gli dice baciandolo.
“ci sto!” la voce di Shippo mi arriva forte e chiara.
“tu non c'entri niente volpino”
“come no?!”
“No!”
“ma io voglio vederla”
“ho detto di no!” gli tiro un pugno sopra la testa, provocando un pianto e una risata da parte degli altri. Shippo si fa a nascondere dietro Sango la quale lo accarezza come fa con Kirara.
“vengo anch'io!” la voce di Kikyo mi fa sobbalzare.
“come scusa?” lei si gira e alza di nuovo un sopracciglio.
“mi hai sentita bene, verrò anch'io”
“no! Sei già scappata una volta non permetterò che tu sia costretta a farlo una seconda volta”. Nella conversazione che ho avuto con Kagome non c'era nessun riferimento a Kikyo, anche perché lei non fa parte del nostro gruppo.
“io voglio vendetta! Perché non lo capite”
“è proprio questo sentimento che ci farà morire tutti Kikyo” la voce seria di Sango mi fa venire i brividi.
“se tu andrai da lei con lo scopo di distruggerla se ne accorgerà e rivolgerà tutta la tua rabbia contro di te. Vuoi imbrogliare l'ingannatrice” Kagome come una stratega, se me lo avessero detto tempo fa non ci avrei mai creduto. Kiko si alza, ferita nell'orgoglio
“ok... non voglio essere un peso per voi” si avvia verso l'uscita ma prima che la possa attraversare la fermo
“potrai restare qui per informarci di quello che succede”. A quel punto succede una cosa che non riuscirò mai a capire. Kikyo si gira con un ghigno sulla faccia
“lo farò senz'altro”.


 

Pov Kagome

Le sue mani che passano tra i miei capelli sono la cosa più rilassante del mondo. Sospiro incapace di addormentarmi, come faccio a dormire. Quest'uomo mi ha appena toccato come nessuno aveva mai fatto, e la sensazione è stata sconvolgente. Una cosa così intima lega le persone per sempre.
“a cosa pensi” colta sul fatto scuoto la testa.
“niente niente” arrossisco per colpa dei miei pensieri.
“tu a cosa pensi”
“al tuo cuore” alzo lo sguardo dal suo petto per guardarlo in faccia.
“al mio cuore?” lui annuisce e mi sorride, tutte le volte mi sorprendo, mi chiedo come abbia fatto a non mostrare tutti i giorni il suo meraviglioso sorriso. “si, ti devo confessare che negli ultimi giorni il mio passatempo è stato ascoltare il tuo cuore battere” cerca di non guardarmi.
“si, perché tu non mi volevi parlare e perché credevo di averti allontanata per sempre.” riporta lo sguardo sul mio.
“l'ho fatto?”. Riporto la mia mente al giorno del lago, ricordo che ero furiosa con lui per aver cercato di cambiarmi, di rendermi più debole. Ma adesso dopo che mi ha presentato a tutti con gli occhi pieni di orgoglio e che sono premuta contro di lui, tutta la rabbia sembra essere scomparsa, tutto sembra aver acquistato un senso, anche se c'è sempre una fastidiosa sensazione.
“come puoi pensare questo, dopo che ti ho permesso di farmi.... si insomma di....” lui alza un sopracciglio e un sorrisetto irriverente gli si dipinge in faccia. Un secondo dopo mi ritrovo sotto di lui, completamente immobilizzata.
“adesso devi dirlo mia imperatrice” mi stuzzica lasciandomi un bacio sulle labbra.
“no!” rispondo decisa, ribaciandolo.
“sappi che non ti lascerò scappare fino al momento in cui non lo dirai”
“no!” gli ridico cercando di liberarmi, usando la minima forza che possiedo.
“sei cosi testarda”
“ e tu cosi scocciante”. Proprio quando sto per ricongiungere le mie labbra con le sue, qualcuno bussa alla porta. Presi alla sprovvista cerchiamo di ricomporci. Sesshomaru mi lascia e scende dal letto mettendosi i pantaloni e la camicia sbottonata, così che il suo bel fisico sia in bella mostra. Al contrario io indosso una vestaglia di seta e mi lego i capelli con un fermacapelli. Sesshomaru mi fa un occhiolino e mi con il labiale mi dice
“dopo continuiamo” detto ciò si siede al tavolino e guarda le carte sopra.
“avanti”. Ralston entra mortificato e fa almeno dieci inchini prima di parlare.
“c'è una persona qui per lei, vostra grazia” aggrotto la fronte
“la spia” un ghigno compare sulla mia faccia, tutto sta andando come previsto. 
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SPAZIO AUTRICE
Chiedo umilmente venia! Avevo il blocco dello scrittore, non sapevo più che scrivere. Mi dispiace tantissimo per tutto il tempo che ho fatto passare. Spero tanto che questo capitolo vi piaccia, anche se è tanto discorsivo.... forse troppo. Ditemi che ne pensate, e grazie tante siete sempre piu numerosi... non so come ringraziarvi
Tanti baci e abbracci e commentate!  
Baci,
Inulena 

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Capitolo 18
*** Dichiarazioni di guerra ***


Pov's Kagome

Sento la porta chiudersi dietro a Ralston e mi giro verso Sesshomaru che sta ricambiando il mio sorriso.
“è arrivata infine” mi dirigo verso il letto e mi ci siedo sopra.
“non ne avevo dubbi” si alza e mi raggiunge sedendosi dietro di me  abbracciandomi.
“si sono uniti a noi... sembra strano... fino a poco fa volevano cambiarti e invece adesso ti aiutano” mi posa un bacio sul collo. chiudo gli occhi a quella bellissima sensazione. 
“il loro piano e di sicuro quello di cambiarmi, far tornare la vecchia Kagome...”
“...il problema è che non esiste più” conclude la mia frase.
“si non esiste piu” lo bacio e lui ricambia.
“se...continui cosi... non …. riusciremo a parlare con... nessuno” mi dice tra un bacio e l'altro mentre ci ristendiamo sul letto. Mi siedo sopra di lui, i miei capelli ci fanno da tendina. 
“vuoi davvero che ci fermiamo?” diventa immediatamente rosso, la sua espressione mi fa sfuggire una risatina.
“non è qu-quello che intendevo... possiamo continuare ma...ma...”
“a parole tue Sesshomaru” i suoi occhi si spalancano come meravigliati da quello che le sue orecchie hanno appena sentito.
“che c'è?” gli chiedo distendendomi accanto al suo fianco
 “è la prima volta che dici il mio nome senza sarcasmo o senza il pretesto di ricevere qualcosa in cambio”.
“perché questa volta non voglio niente in cambio.... forse solo questo” lo bacio e gli rivolgo un piccolo sorriso. Mi rialzo e lui mi segue.
“andiamo a sentire cosa ha da offrirci”.


 


 

Spalanco le porte della sala principale. Kikyo è nel mezzo della stanza, sembra nervosa e impaurita.
“allora quali sono le buone notizie? Perché non sono disposta a sentirne di cattive” mi siedo accavallando le gambe.
“mia signora... Inuyasha e tutto il suo gruppo hanno deciso di unirsi alla sua causa” niente di nuovo per ora.
“pero...-continua titubante- hanno un piano... cercheranno di cambiarti”+
“si si questo lo so” la interrompo annuendo scocciata, tutto quello che ho ricevuto per ora sono solo conferme a ciò che già supponevo. Mi alzo, concludendo la conversazione, devo andare da Sesshomaru che sta intrattenendo i capi clan.
“non è tutto mia signora...” mi blocco su i miei passi.
“... cercheranno inoltre di limitare le vittime che hai intenzione di massacrare. Vogliono guastare i tuoi piani”. In quel momento vidi rosso... erano davvero cosi stupidi da credere di ingannarmi? Da pensare soltanto di potermi toccare? Mi servivano è vero... io gli avevo chiamati, la colpa era solo mia. Cerco di calmarmi facendo dei respiri profondi... non importa troverò un modo per ritorcere i loro piani contro di loro. Mi avvicino a Kikyo che inizia a tremare a guardasi intorno, devo apparire ancora arrabbiata. Gli arrivo davanti, il suo corpo scosso da tremiti e brividi di paura, tanto che gli cedono le gambe e si inginocchia. Alzo la mano e lei chiude gli occhi, ma contro tutte le sue aspettative gli accarezzo la guancia
“grazie per le tue informazioni Kikyo, sono state molto utili, adesso ritorna al villaggio e continua a servirmi” Kikyo strabuzza gli occhi come impressionata dalle mie parole
“ci vedremo molto presto” annuisce lentamente prima di essere di nuovo scortata dalle guardie fuori da palazzo. Mi risiedo e volgo lo sguardo allo scenario desolato fuori dalla finestra. Tutto sta andando come previsto, i capi clan spinti dalla loro continua voglia si sangue hanno accettato immediatamente la mia proposta, è bastato fargli vedere la ricchezza che potrebbe circondargli e un po di carisma da parte mia e di Sesshomaru. Adesso ho dalla mia parte anche il gruppo di Inuyasha e sento il potere aumentare sempre di più, ma in tutto questo c'è una nota stonata, qualcosa che non torna... Un rumore della porta che si apre mi risveglia dai miei pensieri. Sesshomaru entra elegantemente nella sala, appoggiandosi alla porta. “il nostro canarino ha cantato la sua canzone?” mi chiede allusivo
“ha riportato delle note non scritte nello spartito” si siede nel mio posto e mi fa appoggiare sulle sue gambe.
“e quali sarebbero?” continuo a guardare fuori dalla finestra mentre lui mi deposita un bacio sulla testa.
“i loro piani includono, oltre a trasformarmi, a fermare la nostra espansione, guastando la nostra ascesa” sento Sesshomaru cominciare a ridere. “scommetto che i loro piani gli si rivolgeranno contro vero?” un ghigno compare sulle mie labbra, mi volto verso di lui. La luce del mattino lo fa sembrare ancora più bello di come sia già. I suoi occhi freddi risplendono, come il ghiaccio fa al sole e i lunghi capelli bianchi gli donano quell'aura eterea che lo caratterizza da sempre.
“perché non ti ho mai notato prima?” gli chiedo avvicinandomi alle sue labbra.
“perché non ho mai voluto e non mi è mai importato di farmi vedere” immobilizzo i miei occhi su i suoi.
“perché?”
“perché ero troppo cieco... non mi accorgevo di quello che mi circondava... poi sei arrivata tu” sorrido e prima di baciarlo mi fermo per assaporare il momento, ma Sesshomaru mi precede e impaziente preme le labbra sulle mie. La prima sensazione di smarrimento va via velocemente, sostituita da quella di potere e sicurezza che solo le braccia di Sesshomaru possono trasmettermi. La sua bocca si fa sempre più esigente e i suoi baci si spostano sul mio collo. Chiudo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore.
“sei cosi bella” dice mentre riprende possesso delle mie labbra. La situazione si sta surriscaldando e dobbiamo fermarci prima che qualcuno entri. “cosa ti importa se ci vedono?” Sesshomaru legge nei miei pensieri.
“mi importa tantissimo.... Ralston” chiamo il mio servitore che pochi minuti dopo è già alla porta, piegato in un rispettoso inchino. Vado verso di lui, per poi piegarmi e perdergli il mento.
 “guardami- lui poggia i suoi occhi nei miei- sei un bravo servitore Ralston... dovrai fare una cosa per me” lo vedo annuire attento mentre gli ordino di posizionare le stanze di Inuyasha e i suoi amici, nell'ala più remota del castello
“... non vogliamo che succede un pandemonio con gli altri demoni” Ralston annuisce, inchinandosi nuovamente e avviandosi verso la porta.
“un'ultima cosa Ralston.... libera un po i demoni, si annoieranno, falli divertire” un ghigno compare sul mio volto e al piccolo demone gli si accappona la pelle, ma annuisce e si dilegua.
 “sai cosa stai facendo?”
“sempre.... dove sono i capi clan?” Sesshomaru si alza e una volta offertomi il braccio mi accompagna dai capi clan.


 

I signori sono tutti riuniti nel giardino del castello, stanno chiacchierando tra loro. Appena ci intravedono, tutti gli occhi si rivolgono verso la nostra direzione. Nakatomi, Imegawa e Okitomo si avvicinano sorridenti.
“vi aspettavamo vostra maestà” dice Nakatomi, mentre Okitomo da una pacca sulla spalla a Sesshomaru. Okitomo è un uomo piccolo e grasso ma nonostante il suo aspetto, la sua voce e i suoi modi autoritari, dettano pace e ordine nelle sue terre. Nakatomi a differenza dell'amico è molto più alto, tanto che supera Sesshomaru, il suo corpo esile da l'impressione si potersi spezzare da un momento all'altro, ma sono scura che in battaglia sia una furia, lo confermano le numerose cicatrici e il suo passo felpato. Imegawa dei tre è quello più corpulento, i suoi capelli bianchi sono tenuti insieme da un sottile codino dietro la testa, i suoi tratti sono ostile e amorevoli allo stesso tempo, le spalle possenti; niente di lui fa pensare che sia un debole, ma dal primo momento in cui l'ho visto mi è parso anche un uomo con un grande cuore. I tre appaiono molto diversi tra loro, vedendoli danno la sensazione di come abbiamo fato a diventare amici, le sole cose che gli accomuna sono la loro autorità, il loro titolo e i loro segni sul viso e le loro orecchie elfiche.
“scusate il nostro ritardo” Sesshomaru si scusa per tutti e due.
“non importa amico mio, per le donne non ci si deve scusare mai” ride Nakatomi.
“sono sopra le nostre scelte” conclude Imegawa. Sesshomaru si volta a guardarmi e sorride impercettibilmente
“sopra ogni mia scelta”. Imponendomi di non arrossire volgo gli sguardi verso gli altri capi clan che sorridono e mormorano dei saluti.
“sembra un ottimo giorno questo per cacciare” dice Imegawa alzando la testa e annusando l'aria.
 “davvero splendido”. Mi volto verso Sesshomaru che ricambia confuso.
“non mi avevi detto che saremmo andati a caccia” gli sussurro una volta vicino.
“non ce ne è stato tempo” dice malizioso.
“mia signora, potrei avere l'onore di regalargli una grande pelliccia di demone una volta che sarò tornato?” Yoshimune si inginocchia.
“certo mio signore accetterò di buon grado il tuo regalo.” lui si alza compiaciuto e dopo avermi baciato la mano va dagli altri. Tutto succede in un secondo, vedo i capi clan trasformarsi da semplici umani a meravigliosi demoni cani, con grandi pellicce e denti sporgenti, gli occhi vermigli assetati si sangue. Imegawa e i suoi amici fanno lo stesso spiccando il volo e inseguendo gli altri. Sesshomaru mi prende per i fianchi e dopo avermi dato un bacio si avvicina al mio orecchio
“solo io di regalerò una pelliccia” mi fa un occhiolino e si trasforma. Tutta la sua bellezza si manifesta, si alza in volo e raggiunge gli altri.
“basta solo che torni” sussurro vedendolo scomparire in lontananza.


 

“mia signora” Ralston si affaccia dalla porta del salottino. Nelle ultime due ore non ho fatto altro che ascoltare gli stupidi chiacchericci delle mogli e delle figlie dei capi clan. Non ce la faccio più a sorridere e ad esprimere il mio parere su un vestito o su i colori più adatti dei fiori per un bouquet, non so quanto avrei dato per andare a caccia insieme a Sesshomaru.
“c'è un messaggero per lei”. Alzandomi e porgendo le mie scuse mi avvia con Ralston verso la sala principale.
“sei la mia salvezza Ralston, non ce la facevo più” “felice per questo mia signora”. Ralston apre la porta per me. Al centro della sala c'è un ragazzino che si guarda intorno con il un miscuglio di paura e di ammirazione. Appena sente la mia presenza, spalanca gli occhi ammaliato e si inchina.
“vostra grazie, sono un messaggero del capo clan Ashikaga” mi porge un messaggio con un sigillo formato da un cerchio spezzato nero spezzato da due linee bianche.
“grazie” mormoro congedandolo. Il ragazzino fa un piccolo inchino prima di avvicinarsi alla porta. la sfera pulsa sul mio polso offuscandomi la ragione. 
“aspetta” gli dico fermandolo.
“resta un po qui con me”. Vado verso di lui e lo prendo per mano guidandolo verso la poltrona. Lui ammaliato, comincia ad avere il respiro grosso. “non credo sia il caso mia signora” il mio sorriso fa aumentare il suo battito cardiaco.
“non avere paura
” “non ne ho mia signora”. Prendo un bicchiere e lo riempio con del vino per poi offriglielo.
“piano ragazzo, è molto forte” il ragazzo lo prende senza indugi e lo butta giù.
“dimmi il tuo nome”
“Ly, mia signora” mi riporge il bicchiere asciugandosi la bocca con una mano.
“e dimmi Ly cosa vuole il tuo signore da me” gli riporgo il bicchiere pieno di vino.
“si sente offeso perché non lo avete invitato alla vostra festa e...” si blocca tutto un tratto come se non potesse dire altro. Ingurgita il contenuto del bicchiere e si alza.
“dovrei andare adesso” non contenta e volendo conoscere più informazioni non scritte nella lettere e le vere intenzioni del suo padrone, spingo il ragazzino sulla poltrona e mi siedo in collo a lui.
“non vuoi dirmi di più?” chiedo con finta innocenza. La sfera sul mio braccio pulsa ulteriormente e agli occhi di Ly devo apparire ancora più sensuale. Deglutisce sonoramente e mi guarda come se non fossi reale.
“lui.. lui” mi struscio sopra di lui baciandogli il collo. Socchiude gli occhi e poggia le sua mani su i miei fianchi incitandomi a continuare.
“lui vuole dichiararvi guerra... si è sentito offeso oltre che a non essere stato invitato alla vostra festa, avete pure cercato di sottrargli il suo punto di forza il gruppo dei mercenari” mi fermo di colpo e lui mi stringe i fianchi.
“no continua...” mi supplica.
“quando e come ha intenzione di attaccare?” chiedo.
“quando sarete più deboli... quando partirete per le conquiste e lascerete incustodito il centro del vostro potere, il castello” mi alzo dalle sue gambe e lui si getta a i miei piedi.
“vi prego vostra signora fatemi diventare la vostra spia sono sicuro che saprò servirvi bene” mi volgo verso di lui e mi abbasso cosi da poterlo guardare negli occhi. Gli prendo il mento e avvicino le mie labbra alle sue.
“come posso fidarmi di uno come te, che si vende per avere del piacere?” mi allontano, il tempo per vedere la paura e la consapevolezza farsi largo nei suoi occhi. Con un movimento fulmineo levo il fermaglio che è Songa da i miei capelli e gli taglio la gola in due. Il suo corpo colto dagli spasmi cade a terra e una pozza di sangue si espande sul pavimento. Punto uno dei miei tacchi sul suo petto
“mai sottovalutare il potere di una donna, i traditori non ci piacciono” detto ciò chiamo Ralston e gli ordino di riportare il corpo dal suo padrone. Scrivo velocemente un biglietto:

Ti sto aspettando. La prossima volta inviami un uomo, se vuoi parlare con me

sai dove trovarmi, se non accetterai le mie condizioni, la risposta

sarà solo una e una soltanto: Guerra!

 

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SPAZIO AUTRICE
Salve gente, spero che il capitolo sia di vostro gradimento. La Kagome di un tempo non c'è piu, e la guerra si sta avvicinando. Per gli amanti della coppia Sesshomaru- Kagome non disperate... la sua ultima avventura non spaccherà il loro rapporto. Per gli amanti della coppia Inuyasha- Kagome invece dico solo di non perdere le speranze... perché non ho abbandonato la coppia del manga. Grazie mille per le vostre recensioni e i vostri complimenti mi rendete felice, Recensite ancora e fatemi sapere.
Baci,
Inulena 


 

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Capitolo 19
*** I sentimenti che nascondo ***


Pov Ashikaga

“NOOOO!” butto tutte le carte sopra il tavolo per terra, facendo sussultare la maggior parte dei presenti.
“come osa quella ragazzina mancarmi di rispetto in questa maniera!” ruggisco mentre sbatto una mano contro il muro. Kagome Higurashi la regina di demoni, ecco come viene chiamata dalla maggior parte della gente ora. Il pettegolezzo di una nuova regina ha fatto molto scalpore nei villaggi umani e anche tra i demoni la notizia si è sparsa. La sua fama ha raggiunto ogni dove ammaliando demoni, desiderosi di entrare al sua servizio, e impaurendo umani, che si sono sempre più rifugiati nei loro stupidi villaggi.
“MALEDIZIONE!” scaglio un pugno sulla scrivania, bisognoso di liberare la rabbia che mi ribolle dentro. Quella ragazzina ha fatto ciò che io non sono mai riuscito a fare, riunire tutti i clan sotto un unico dominio, e in poco tempo è riuscita a rovinare i piani che progettavo ormai da secoli.
“come ha fato?” chiedo al tenente Oddvar sedendomi al tavolo e cercando di recuperare un po' della mia calma perduta. La stanza in cui ci troviamo è buia, le tende sono chiuse, le uniche fonti di luce sono le candele nei candelabri. L'oscurità mi fa sentire a mio agio, la luce non è mai stata di mio gradimento.
“mio signore, la Regina... “
“NON CHIAMARLA COSÌ” sbatto di nuovo la mano sul tavolo di legno provocando una crepa. Oddvar annuisce spaventato prima di mormora un balbettante
“si-si mio signore”. La mia rabbia è alle stelle, come ha osato non invitarmi alla sua cerimonia, io sono un capo clan di una famiglia più antica di tutta la sua generazione. Quella bambina inoltre ha anche ucciso il mio messaggero. La voce del colonnello Oddvar interrompe i miei pensieri
“L'usurpatrice ha dalla sua parte il principe Sesshomaru e la sfera dei quattro spiriti, tutti i capi clan l'hanno seguita con il miraggio del potere” cerco di calmarmi, facendo dei respiri profondi, torno al mio posto a capo tavola. Prendo il foglio in mano guardandolo con disprezzo. La lettera di quella sgualdrina è arrivata stamattina, come un corvo nero che non può portare niente di buono. La cura e i caratteri delicati con cui era stata scritta non lasciava spazio a dubbi, che fosse opera di una donna, ma i tratti più marcati e la leggere sbavature lasciavano intendere rabbia e velocità nel scrivere il messaggio. Osservando questo foglio che contiene un evidente dichiarazione di guerra, la rabbia si triplica e i vecchi rancori rimontano in me.
“la ragazzina non sa contro chi si è messa” tutti annuiscono e sento una risata provenire dal fondo della stanza. Il capo dei mercenari Kyuzo se la sta ridendo.
“perché ridete vostra grazia” chiedo con tono sarcastico ma cercando di restare calmo.
 “niente signore... soltanto mi domando come farete a trattenerla” le sue parole non mi scalfiscono, non è la prima volta che metto a tacere una rivolta o che abbatto un montato che cerca di rubarmi il potere.
“io so come” dico cattivo e malizioso facendo ridere tutte le persone al tavolo. Tutte le donne possono essere sottomesse, sono fragili e ingenue.
“oh, mio signore... voi non l'avete vista” dice ridendo. Le voci parlano di una bellissima donna che non guarda in faccia nessuno per ottenere quello che vuole, che è riuscita in poco tempo ad ottenere quello che molti demoni in passato hanno cercato di avere, ma che solo lei è riuscita in tale impresa.
“è agguerrita e vuole ciò che è vostro.... il messaggio è chiaro, sa perfettamente che non andrete da lei, vuole la guerra” Kyuzo ha ragione, a lei non interessa ciò che ho da dirle, a lei importa solo il potere. Sembra una donna senza scrupoli, ma persino una come lei deve avere dei punti deboli, nessuno è invulnerabile.
“lasciatemi solo” ordino alle persone in sala. Vedo tutti i miei consiglieri e comandanti alzarsi, andando verso la porta. Kyuzo rimane nella sala.
“mio signore chi conosce il nemico prima della battaglia ha già vinto la guerra. Per vincere dovete conoscerla” i suoi, sono consigli saggi, ma non ho più tempo da sprecare, è da secoli ormai che aspetto la mia vendetta. Kyuzo esce dalla stanza, che sprofonda nel piu totale silenzio. Finalmente posso pensare. Se deve esserci una guerra non posso vincere di certo con la forza, non ho i soldati per farlo, il suo esercito si è triplicato in una sera. Per vincere dovrò usare le sue debolezze e le sue paure, la distruggerò dall'interno. Tutto questo è talmente ingiusto però, perché devo lottare per qualcosa che è mio di dritto. Io sono l'unico erede al trono, no lei. Sesshomaru è un usurpatore come il fratello bastardo mezzo demone. Ricordo ancora le parole che mio padre mi rivolse quando mori.
“ I No- Taisho sono una maledizione, il potere spetta solo alla nostra casa, a chi lo sa controllare, vendicami figlio mio” fu la prima volta che mi chiamò figlio mio e lo fece con orgoglio e passione. Mio padre è stato sempre una persona austera e ostile, ma sapeva governare, tutti gli portavano il dovuto rispetto. Ma dopo la sconfitta contro i No-Taisho la mia famiglia cadde in disgrazia lasciando poco. Così adesso mi sento in dovere di recuperare quello che per secoli è appertenuto alla mia famiglia. Cammino nella stanza arrivando davanti ad un grande dipinto che raffigura un imponete demone cane trasformato che ruggisce.
“non posso deluderti padre- dico poggiando una mano sulla tela- riprenderò ciò che è mio, anzi ciò che è nostro, non lascerò che una stupida ragazzina rovini i nostri piani”


 

Pov's Kagome

“perché lo hai ucciso?” mi chiede Sesshomaru entrando dentro la stanza.
“ucciso chi?” chiedo con finta innocenza. Mi siedo sopra il letto guardandolo maliziosamente ma lui non ci fa caso.
“quel ragazzo?.... Qual ragazzino” si corregge.
“vorrai dire il nemico” ribatto.
“avrà avuto poco più di diciotto anni” sorrido alla sua affermazione.
“da quando ti preoccupi della vita altrui?” la sua espressione si fa dura e io sorrido di rimando.
“ho avuto tutte le informazioni che volevo e non ho avuto bisogno di niente” mi avvicino a lui cercando di calmare le acque.
“non capisco perché tu abbia dovuto ucciderlo” gli appoggio un mano sul petto.
“perché se lo avessi lasciato andare molto probabilmente avrebbe spifferato tutto al suo capo idiota” lui mi prende i polsi stringendoli.
“tu non hai il diritto di togliere la vita” il mio sguardo si fa più freddo.
“io ho il diritto di eliminare chiunque si trovi in mezzo alla mia strada e prova ad indovinare lui c'era proprio sopra”. I polsi cominciano a farmi male ma non voglio dargli la soddisfazione di fargli vedere il mio dolore. molto probabilmente ci saranno i lividi domani. 
 “che cosa hai saputo” lascia i miei polsi e si allontana. È la prima volta che sembra realmente arrabbiato con me, e tutto mi riporta a quando ero ancora la vecchia Kagome. il dolore e la disperazione di non essere amate, di non sentirsi mai accettate o abbastanza, inutili. 
"mi ha riferito che c'è una sorta di rivolta contro di me.... una casata con a capo un certo...”
“Ashikaga” conclude Sesshomaru .
“lo conosci?” gli chiedo lui rimane in silenzio.
“che c'è?” insisto, ma lui volge lo sguardo da un'altra parte. Mi avvicino e prendo il suo mento tra le dita costringendolo a guardarmi.
“cosa è successo?” gli domando ancora, sempre più arrabbiata. Lui volge lo sguardo su di me prima di prendere la mano che gli sta tenendo il mento “tu uccideresti anche me se mi trovassi sulla tua strada vero?” assottiglio gli occhi, infastidita dall'argomento.
“cosa centra tutto questo con Ashikaga?” si alza in tutta fretta allontanandosi da me
“c'entra eccome, perché se è davvero lui il nostro nemico, non avrà pietà” cerco di avvicinarmi ma lui si allontana.
“Sesshomaru, guardami” gli ordino con voce autoritaria ma lui si ostina a non seguire ciò che gli dico. Comincio a infuriarmi, forse un mio problema è proprio questo: non sopporto chi non obbedisce.
“Sesshomaru lo sai che mi annoiano le persone che non fanno ciò che gli viene chiesto di fare” lui si gira allibito
“come quel ragazzino?”. La rabbia si risveglia tutto in un botto tanto che la sfera comincia a pulsare e le finestre si spalancano di colpo.
“Sesshomaru stai superando il limite”
“ah davvero. Non mi fai paura sappi che non mi fai paura, non ho paura per me stesso, ma per gli altri.... non te ne rendi conto Kagome?” comincio a vederci rosso e sento lo specchio della toilette rompersi.
“tu non sei forte, sei sempre la stupida ragazzina impaurita che ha donato la vita per la ragazza del suo amor....” non gli do il tempo di finire che sono sopra di lui, Sounga è nelle mie mani e sta puntando la sua gola.
“vuoi davvero uccidermi Kagome?” la mia mente è annebbiata e non riesco più a ragionare, sento solo una cosa, la sfera.
“si in questo momento voglio solo aprirti il petto in due”.Sesshomaru è steso per terra, immobilizzato dal mio corpo, con una spada puntata alla gola, ma sembra che non voglia fare resistenza.
“allora fallo, mia imperatrice. Ci siamo già trovati in una situazione simile e sappiamo entrambi com'è andata a finire”. Fisso gli occhi color caramello che ho davanti e tutta la mia rabbia sembra assopirsi, io non posso ucciderlo, io lo... si che puoi farlo... tu non puoi amare nessuno... lui non è adatto a noi...Uccidilo... non ti serve.... andiamo puoi farlo... ti basta solo un colpo. La voce della sfera irrompe nei miei pensieri. Cosa faccio adesso seguo la mia testa o il mio cuore? Nella testa ho la voce della sfera che mi incita ad ucciderlo senza pietà, solo per soddisfare la mia sete di sangue. Il mio cuore mi dice di aprirmi di non levare la vita, a colui che me la sta ridonando. Non sapendo se seguire il cuore o la testa, ho finito per seguire la mia mano. Un grande tonfo si sente nella stanza e Sesshomaru guarda allibito Sounga nell'angolo della stanza, l'ho buttata.
“perché?” delle lacrime cominciano a scendere sulle mie guance, finendo sul suo petto.
“perché non riesco ad ucciderti?” i suoi occhi si puntano sui miei pieni di meraviglia e qualcos'altro, che non riesco a decifrare.
“perché mi ami... tu non lo sai ma mi ami, come io amo te” continuo a piangere, è impossibile che il mio cuore sappia ancora amare.
“io non so amare” lui mi abbraccia, arrivando quasi a togliermi il respiro.
“no, tu puoi amare, e la prova è che stai amando me, ora, qui” i nostri sguardi sembrano catturarsi come due calamite
“come posso amarti, se cinque secondi fa volevo ucciderti?” lui sorride, come se la sapesse lunga. Prende una ciocca dei miei capelli tra le dita e la posiziona dietro il mio orecchio.
“quale sentimento è più vicino all'amore se non l'odio”. Mi sorride come se fosse la cosa più ovvia del mondo, come se tutti sapessero che in realtà amare una persona vuol dire al contempo odiarla. Sorrido anch'io e per la prima volta, non mi sento stupida nel farlo.
“ti amo mia imperatrice, anche se vuoi uccidermi” sorrido ancora, unendo le mie labbra alle sue. Questo bacio ha delle nuove consapevolezze e delle nuove emozioni. Non so perché, ma il fatto di sapere che mi ama e che in qualche modo lui si sente amato da me, mi spinge a volerlo di più, a sapere tutto di lui,  anche le più piccole cose. Quando ci stacchiamo per recuperare fiato un'altra risata si propaga nella stanza, accendendo una fiamma nel mio cuore, una fiamma che pensavo estinta da tempo. Il mio orgoglio si risveglia e gli tiro un pugno sul braccio. Lui mi fissa divertito
"e questo per cos'era?"
"per avermi chiamata stupida e per avermi paragonata alla vecchia Kagome, toccando dei tasti che non dovevi toccare" dico ancora un pò arrabbiata dal fatto che abbia usato le mie debolezze contro di me. sorride sornione avvicinandosi al mio orecchio
"se vuoi posso toccare altri tasti".  Il nostro momento magico viene interrotto dal bussare alla porta. Io e Sesshomaru ci alziamo e mentre vado a riprendere Sounga, rossa in viso, cerco di mettermi apposto i vestiti.
“entra pure” Sesshomaru viene verso di me mettendomi le mani sui fianchi e facendomi appoggiare alla sua schiena. Come al solito Ralton entra con rispetto.
“vostra grazie, il mezzo demone è arrivato insieme ai suoi amici” annuisco e lui scompare dietro la porta, sapendo già di doverli portare nell'ala più remota del castello cosi che non abbiano molti rapporti con i capi clan. Mi volto verso Sesshomaru che mi sorride, rincuorandomi. Mi alzo in punta di piedi e gli lascio un leggero bacio a fior di labbra.
“vieni con me?” lui sorride, ma si stacca.
“vorrei tanto, ma i capi clan non si intrattengono da soli” apre la porta ed esce in tutta la sua eleganza. Un sorriso si forma in automatico sulla mia faccia appena scompare dietro la porta ma dopo due secondi ricompare. La testa è l'unica cosa visibile.
“ah... ti amo”


 

Dopo aver ripreso il controllo del mio corpo e della mia testa esco dalla stanza. La dichiarazione di Sesshomaru mi ha emozionato più di quanto pensavo fosse possibile. Lui ama me! Me! Com'è possibile, un cuore gelido e insensibile come il mio. Eppure lui mi ama, e io ricambio? I miei pensieri vengono interrotti dalla gran quantità di gente presente nei corridoi, vedo molti capi clan chinarsi rispettosamente al mio passaggio e molti servitori uscire dalle varie stanze. Mi fermo per parlare e congratularmi con le varie conquiste di caccia.  Una volta libera arrivo finalmente davanti all'ala est dove sento provenire delle voci.
“state tranquilli”
“vedrete che sarà la stessa”
“non fatele vedere la vostra paura”
“attenetevi al piano e facciamo come abbiamo decido”. Prima di aprire la porta immagino Sesshomaru che mi dice ti amo proprio sulla soglia della mia camera e la calma mista ad indifferenza che mi caratterizza, ritorna. Entro nella stanza e la prima cosa che vedo sono le figure ansiose dei miei vecchi compagni, quelli che mi hanno lasciato morire senza neanche rendersene conto. Non sono cambiati di una virgola. Sango ha il solito sguardo battagliero e Miroku porta sempre i capelli all'indietro. Dietro di loro ci sono Inuyasha e Kikyo.
“salve amici” dico spalancando le braccia. Sango storge la bocca a quelle parole, molto probabilmente non è felice di essere qui.
 “benvenuti nella mia dimora”. Sorrisi falsi compaiono sulle loro facce, tutti tranne che su quella di Kikyo che distoglie lo sguardo dal mio, ancora impaurita.
“divina Kagome, vedo che ha fatto molta strada da l'ultima volta che ci siamo visti”. Il monaco avanza e il mio sorriso si allarga.
“più di quanto tu ti possa immaginare”. L'ultima volta in cui l'ho visto è stato quando ho uccido la vecchia Kaede, e nel suo sguardo posso percepire ancora il rancore e il dolore di quella perdita. Perdita ricevuta per mano mia. Avanzo lentamente prima di arrivare davanti a Sango che non mi guarda nemmeno. Apro la bocca ma non ne esce niente cosi mi limito a proseguire guidandoli verso le loro stanza. Inuyasha e Kikyo sono vicini e la cosa mi infastidisce nel profondo, ma è una sensazione estranea come se non fossi realmente io a provarla, ma un'altra persona.
“queste sono le vostre stanze, avete i vostri servitori” loro si guardano negli occhi diffidenti dalle mie parole.
“non preoccupatevi non ci sono trappole... se avessi voluto uccidervi mi sarebbe bastato tirare fuori la spada” mi tocco i capelli dove Sounga tiene su i miei capelli, di nuovo trasformata in un fermaglio. Sango mi guarda con disprezzo e i gli faccio un occhiolino. A Miroku e Inuyasha scappa una piccolo risata e Sango indignata entra. Miroku la segue ruota. Nel corridoio rimane il solito trio amoroso. Passo il mio sguardo tra i due e con un piccolo sorriso gli indico una porta davanti a quella dove sono appena entrati i loro amici.
“questa è la vostra camera. Divertitevi” gli dico. Kikyo entra velocemente, mentre Inuyasha mi blocca, prendendomi il polso. Fisso arrabbiata il punto di contatto.
“Kagome io....” tiro con forza il polso e mi avvio verso la porta.
“Inuyasha ricordati che non sei qui per me, ma per servirmi” 

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SPAZIO AUTRICE
Zalve gente, ecco un nuovo capitolo, spero che vi piaccia! Scusate il ritardo, ma ho avuto tanto da fare ultimamente che non ho avuto proprio tempo per scrivere. Comunque ecco qua un'altra grande dichiarazione da parte di Sessy! che ve ne pare? troppo brutta? esagerata? da tagliarsi le vene dallo schifo? fatemelo sapere con una recensione, che mi fanno sempre piacere. Vorrei sapere se la storia sta diventando un po troppo complicata o scritta male, insomma se riesco a spiegarmi bene, in questo grande intreccio. Spero di si. Ci sentiamo alla prossima e grazie tante di seguire la mia storia.
Baci,
Inulena.

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Capitolo 20
*** Il momento della verità ***


POV' Kagome

Un caldo raggio di sole mi risveglia dal torpore del sonno. Le forti braccia di Sesshomaru e la tranquillità della stanza mi trasportano dal mondo dei sogni a quello della realtà. Cerco di stiracchiare le membra indebolite, e un gemito alla mia destra mi fa sorridere.
“buongiorno” sussurro mentre gli lascio un bacio a fior di labbra. Ancora addormentato, non risponde ma inconsciamente mi stringe di più a se. Il sorriso sembra non volersene andare, mentre gli bacio il petto.
“sveglia...” gli passo la mano tra i capelli, percorrendo tutta la loro lunghezza. Le mie dita vengono coperte da dei lunghissimi fili d'argento. Riappoggio la testa sul suo petto, il quale emana un calore che mi penetra le ossa. I nostri capelli sono spanti per tutto il materasso, creando un mix tra mogano e argento. Sento due morbide labbra, posarsi con un bacio sulla testa e volgo gli occhi verso il suo volto.
“buongiorno” mi dice, sbadigliando.
“ciao” rispondo osservandolo. Sbatte gli occhi ripetutamente per abituarsi alla luce del sole che risplende maggiormente nella stanza, dato che il bianco dei mobili, rispecchia i raggi. È cosi bello e dolce in questo momento, sembra, oserei dire, indifeso.
“sei bella anche la mattina” dice cominciando a giocare con i miei capelli.
“ah si?” faccio la finta tonta alzandomi su un gomito per vederlo meglio.
“si” dice guardandomi con un sorriso velato.
“vorrei tanto ringraziarti per il complimento, ma lo so già che son irresistibile per il novanta per cento del tempo” tiro le coperte cosi che mi fascino tutto il corpo.
“siamo presuntuose stamani” mi attira contro di se, cosi che adesso mi ritrovi sotto di lui.
“mi stai offendendo per caso?” faccio la finta offesa, mentre lui prova a baciarmi.
“no, sto solo descrivendo i fatti” sorrido, mentre lui mi bacia il collo.
“e sto evidenziando il fatto che stamani sei più allegra del solito” gli metto le braccia intorno al collo, tirandolo verso di me.
“tutto sta andando secondo i piani, non posso essere altro che felice” lo bacio di nuovo e dopo quelli che mi sono sembrati minuti ci stacchiamo.
“tu sei con me, Ashikaga è furioso e molto presto attaccherà preso dall'impazienza e io sarò qui ad aspettarlo, Inuyasha e i suoi amici sono arrivati ieri cosi adesso potrò controllare anche loro senza dovermi appoggiare a quella inutile sacerdotessa” Sesshomaru si riposiziona accanto a me, cominciando ad accarezzarmi i fianchi.
“...e poi.... tu sei con me” rimarco voltandomi verso di lui cosi che adesso siamo faccia a faccia. Lui sorride, e avvicina il suo corpo al mio.
“si, sono con te” mi rassicura.
“anche per i capi clan la situazione è tranquilla, molto presto ci mobiliteremo e per Ashikaga sarà una sconfitta” sorrido e chiudo gli occhi. Se ripenso a come sono partita, a come avevo pensato che sarebbe finito tutto. Le mie ultime parole da umana sono state un addio a Inuyasha, il mio ultimo pensiero è stato lui... ma adesso ho Sesshomaru accanto a me e mi sento di nuovo completa. Riesco ancora a ricordare come ci si sente ad essere sempre una seconda scelta a non essere mai trattata come si dovrebbe, a essere usata, ma adesso che io ho il controllo, non succederà più come in passato. Non voglio dimenticare queste sensazioni, mi ricordano tutti i giorni il dolore che ho provato e il sacrificio che compiuto. All'inizio credevo di poter fare tutto da sola, credevo di poterci riuscire, sarei risorta dalle ceneri, facendola pagare a tutte le persone che mi avevano fatto del male, ma dopo... i miei orizzonti sono cambiati e i miei obbiettivi si sono amplificati. Perché accontentarsi della vendetta, quando si ha il potere per avere in pugno il mondo? Grazie a Sesshomaru questa prospettiva è diventata realtà. Grazie a lui adesso ho le forze per continuare ad andare avanti e non ho paura che mi abbandoni perché per lui non sono la seconda scelta.
“a cosa stai pensando?” le mani di Sesshomaru mi riportano alla realtà e mi accorgo di essermi incantata.
“posso vedere i tuoi pensieri scorrere attraverso i tuoi occhi” mi dice accarezzandomi la guancia. In questo momento realizzo una cosa, Sesshomaru c'è sempre stato per me, lui mi ha rincorso, sgridato, baciato, sorpreso e non ha mai voluto niente in cambio, anzi si è innamorato di me, io non gli ho mai dato niente in cambio, ma posso provarci ora. Mi posiziono su di lui cominciando a baciargli il collo. Preso alla sprovvista Sesshomaru rimane immobile. Gli bacio le labbra con prepotenza mentre lui comincia a riprendersi dalla sorpresa iniziale. Intanto comincio a muovere i fianchi scendendo con le labbra verso il suo petto. Sento dei gemiti provenire dalle sue labbra e il tutto mi convince che sto facendo la cosa giusta. Arrivo sempre più in basso quando due mani mi bloccano, riportando il mio viso alla stessa altezza del suo.
“cosa fai Kagome?” mi chiede, confuso. Non so cosa rispondergli cosi lo ribacio, ma lui mi stacca.
“che fai?” mi richiede sorridendomi.
“cerco di restituirti un po' di quello che mi dai tutti i giorni” sono imbarazzata da morire. Deciso di interrompere la mia.... molestia? E di mantenere un po di dignità. Cavolo, adesso penserà che sono un matta, una malata del sesso che siccome non sa come amare restituisce tutto con il misero rapporto fisico.
“Kagome” il mio nome detto dalle sue labbra risulta sempre bellissimo. Mi volto verso di lui, nonostante l'imbarazzo.
“che c'è? Se non volevi che facessimo, quello che avevo intenzione di fare, c'era solo da dirlo”. Maledico immediatamente la mia lingua lunga, naturalmente adesso mi sento vulnerabile e il miglior modo di sentirmi difesa è attaccarlo. Sto per alzarmi quando una bellissima risata mi fa bloccare sul posto. Mi volto verso la figura celestiale che se la sta ridendo sulle lenzuola.
“che fai mi prendi in giro?” posso sentire le mie guance farsi rosso fuoco. Che stupido! Mi prende in giro...non lo sopporto. Sto per andarmene quando due forti braccia mi riportano sul letto, schiacciandomi contro il corpo di Sesshomaru.
“secondo te non voglio?” mi sussurra nell'orecchio. Brividi di eccitamento si propagano per tutto il mio corpo.
“credi che non voglia averti, spogliarti, farti mia? È dalla prima volta che ho visto la vera te che non voglio fare altro... ma se ti devo avere, devo avere tutto di te... anche il tuo cuore” si interrompe per mordermi l'orecchio. Chiudo gli occhi per assaporarmi la sensazione mentre lui continua.
“faremo l'amore, quando tu sarai disposta ad ammettere che mi ami, proprio come io amo te”, termina la piacevole tortura e i nostri occhi si incontrano. Non sono ancora del tutto sicura di quello che provo per lui, ma sono certa di una cosa... il calore che sento ogni volta che sono con lui non può portare a nessun altra conclusione.

“forza, andiamo” dice Sesshomaru alzandosi dal letto. Sbatto i piedi sul materasso, arrivando quasi a fare i capricci.
“ma non voglio”. La sua risata mi fa ribloccare. Ride talmente di rado che ogni volta che lo fa è come se fosse la prima. Vederlo così felice riempe il mio cuore di gioia.
“eh no, mia imperatrice” mi prende per un piede e mi trascina sul fondo del letto. Si mette tra le mie gambe inginocchiato. Ci guardiamo sorridendo. “adesso tu ti alzi, e farai quello che sai fare meglio” mi dice alzandosi e porgendomi una mano.
“guiderai la grande potenza che ti sei costruita” accetto la sua mano e mi alzo dal letto. La mia vestaglia da notte nera mi ricopre un po di gambe e vedo che Sesshomaru fissarle. Dopo un po tossisce e rosso in viso va verso la parte superiore del sua abito. Sorrido andandomi a vestire.
“Ralston” urlo. In meno di un secondo il nostro piccolo servitore. Per la prima volta lo chiamo da me, sorridendogli. Posso vedere sul suo volto comparire un'espressione sbalordita, mentre Sesshomaru ride.
“mia signora...”
“Kagome” lo interrompo. Lui se è possibile assume una faccia ancora stupefatta.
“mi fido di te” gli dico e lui arrossisce guardando per terra.
“sei un bravo servitore e non mi hai mai tradito”. Lui continua a guardare per terra in segno di rispetto.
“sei hai qualunque cosa che mi vuoi chiedere, sono pronta a esaudirlo”. Sesshomaru si avvicina mettendomi una mano sulla spalla. Lo guardo negli occhi e ci sorridiamo. Ralston alza gli occhi su di noi e per la prima volta da quando lo conosco ci faccio caso, ha gli occhi rossi, un rosso molto scuro e intenso.
“miei signori, è un onore per me... se non vi reca molto disturbo vorrei che la mia famiglia venisse a vivere con me... quando ho cominciato a servivi ho dovuto lasciarli nella nostra vecchia casa e siccome qui si vive molto bene, vorrei che...” lo blocco con una mano e lui comincia a fare mille inchini. “scusate se sono stato insolente, non volevo”
“no, Ralston accetto, potrai far venire qui tutta la tua famiglia se vuoi, basta che lavorino” Ralston riporta gli occhi su di me e poi su Sesshomaru, il quale annuisce.
“grazie mille padroni” si butta a terra cominciando a baciarci i piedi.
“ehy ehy, mostriciattolo vacci piano, è la mia imperatrice”. Sorrido mentre guardo Ralston alzarsi di nuovo e asciugarsi le lacrime.
“adesso vai a chiamare i nostri ospiti, abbiamo qualcosa da dire”. Lui si inchina di nuovo prima di uscire dalla stanza senza voltarci le spalle.

Guardo Sesshomaru prima di entrare dentro la stanza. Lui mi sorride e mi lascia un piccolo bacio. Dentro la stanza ci sono tutti i miei vecchi compagni a cui ho chiesto di venire qui con lo scopo di controllarli e servirmi di loro. Guardo un'ultima volta Sesshomaru prima di entrare.
La luce entra dalle finestre aperte della sala dell'ala est. Al centro della stanza c'è un tavolo e un camino sulla destra riscalda le notti d'inverno. Sul fondo ci sono delle poltrone e un divano. L'intera stanza non è tanto grande ma è molto accogliente. Inuyasha, Miroku, Sango e Kikyo sono in piedi, i primo due davanti alle finestre, le ultime sulle poltrone. Non appena ci intravedono interrompono le loro discussioni. Inuyasha e Miroku ci vengono incontro.
“è un piacere rivedervi Divina Kagome” Miroku mi sorride, cosa che non ricambio. Anche se mi sento diversa da ieri, più libera non posso permettere che mi vedano cambiata. Anche Sesshomaru ha riacquistato la sua solita corazza da principe dei demoni.
“Miroku, Inuyasha” dico con non curante. Sango e Kikyo si uniscono ai saluti e posso sentire rabbia da una e paura dall'altra.
“veniamo subito al punto” dico andando a sedermi ad una sedia del tavolo, Sesshomaru accanto a me. Inuyasha e i suoi amici ci imitano posizionandosi davanti a noi.
 “perché ci hai chiamati qui?” la voce di Inuyasha mi fa irrigidire.
“perché una guerra sta per iniziare e io ho bisogno di alleati, no di nemici” Miroku annuisce e poggia una mano su quella di Sango.
“chi è il nemico?” chiede ancora il mezzo demone. Non so come mai ma sento la sua presenza, capto ogni suo minimo spostamento.
“un antico nemico di famiglia, fratellino”. Non sapevo questa versione... Sesshomaru non me ne aveva mai parlato.
“come antico nemico di famiglia?”. Sesshomaru lo fulmina con lo sguardo per il suo troppo domandare. Inuyasha ricambia lo sguardo che contiene lo stesso astio. Tante volte ho visto quello sguardo mentre combatteva, mentre mi proteggeva. Visioni di quando ero ancora debole mi ritornano in mente. Inuyasha che mi protegge da Joro il millepiedi, io che accompagno Inuyasha da Jinenji, lui che mi tocca la fronte per misurarmi la febbre e ancora lui che bacia un'altra proprio davanti a me. Il sentimento che ho provato per Inuyasha adesso mi sembra distante e non mio, come se fosse di un'altra. Lo amavo davvero, avrei dato di tutto per lui, e cosi ho fatto, ho donato la mia vita per lui.... e non se ne è nemmeno accorto. Scuoto la testa per ricompormi.
Noi lo amiamo ancora, e tu lo sai.... la voce buona di me stessa rimbomba nella mia mente. Adesso che Inuyasha è davanti a me, l'amore di quella parte repressa sembra uscire allo scoperto come un uragano a ciel sereno. Guardalo... lui è qui... per noi... dopo tutto... dopo che hai uccido Kaede, dopo che ho riportato in vita Kikyo, lui è qui, con noi, per noi. Non voglio credere a questa voce, lui è qui solo per provare che la vecchia Kagome c'è ancora, solo per riportare la parte buona di me allo scoperto, ma non gli permetterò di farlo. Ritorno alla realtà, non volendomi concentrare troppo su questi sentimenti contrastanti che provo. Da una parte sono incatenata al passato ma dall'altra mi aspetta un nuovo futuro. Perché sono sempre divisa tra due mondi?. La voce di Sesshomaru mi riporta alla realtà.
“certo stupido.... la nostra famiglia ha acquisito potere nel tempo, cosi facendosi molti nemici, è naturale che tu non possa avergli distrutti tutti” Inuyasha sbuffa e per un attimo ritorno al passato. Miroku e Sango sorridono e il piccolo Shippo saltella da una spalla all'altra. L'unica nota stonata è Kikyo.
“tsè, questo lo so”.
“adesso basta” metto fine alla discussione, facendo finire discussioni e risatine. Inuyasha si ricompone e i sorrisi sui volti dei suoi amici, compresa Kikyo svaniscono.
“continua a raccontare Sesshomaru, dimmi contro chi dovremmo lottare”. Lui annuisce per poi cominciare.
“tra la famiglia Ashikaga e No-Taisho non è mai scorso buon sangue. Fin dal principio tutti i demoni cani erano sotto un unico sovrano Yoshikane Ashikaga. Quelli furono tempi di potere e distruzione, ma anche di dolore e paura. Il sovrano era pazzo e malato, faceva bruciare vivi tutti i comandanti e i colonnelli che pensava fossero traditori. Si scatenò una guerra tra i capi clan. Si incolpavano a vicenda, cosi da eliminare i nemici e agevolare la propria famiglia. Molti infatti andarono dal sovrano incolpando i vari comandanti di infedeltà e molti finirono sulla pira.
Le famiglie non erano più al sicuro e i bambini avevano paura e molte casate, stremate dalle continue guerre, persero i primogeniti cosi non andando avanti nelle generazioni.Le famiglie che andarono perdute nel tempo furono moltissime, anni e anni di potere sfumate nel vento .
In questa confusione generale arrivò mio padre” Sesshomaru si ferma forse per commemorare il ricordo del padre. Una sua mano finisce sulla mia gamba e io ci posiziono sopra la mia. Sorride lievemente per poi ricominciare a parlare. “ mio padre arrivò con un imponete esercito formato da tutti coloro che volevano un cambiamento in questa epoca di tumulti e paure.
La battaglia fu disastrosa, molti furono i morti, per entrambe le parti, ma alla fine mio padre prevalse, uccidendo il re pazzo. Mio padre, uscendone vincitore, creò i vari clan dando il comando a coloro che riteneva più giusti e cercando di ricreare un po' quelli che erano le famiglie cadute in rovina. Inu No- Taisho da allore venne considerato il legittimo re dei demoni e la sua discendenza con lui. Il figlio del re matto è Ashikaga, il quale dovette giurare fedeltà, ma negli anni in cui mio padre governò non cercò mai di ribellarsi, anzi aiutava era sempre presente e sembrava davvero tenere a riacquistare la lealtà. Quando mio padre morì, il posto di comandante sarebbe toccato a me, ma allora ero considerato poco competente e molti non mi votarono” vedo il rancore e la voglia di riscattarsi bruciare nei suoi occhi. La presa sulla mia gamba si fa un po più forte.
“comunque per tutti questi anni il trono non è stato occupato da nessuno, e Ashikaga non ha mai cercato di far prevalere i suoi diritti di antico discendente... bhe fino ad adesso?” la stanza di riempe di silenzio. Ecco perché i capi clan sono subito accorsi alla chiamata di Sesshomaru, perché lui è il legittimo pretendente al trono.
“qui-quindi io... so-sono un principe?” chiede Inuyasha incredulo. Sesshomaru storge la bocca
“si.... ma considerando che sei un mezzo demone e nato fuori dal matrimonio, non sei proprio legittimo”. La faccia di Inuyasha si fa terrea, forse le verità che deve sopportare sono troppe.
“perché non me lo hai mai detto?” gli chiede riprendendosi.
“perché mai avrei dovuto? Sei un mezzo demone, io non ho mai avuto tanti voti da prendere effettivamente il potere, sarebbe stato uno spreco di tempo”. Sorrido per la risposta di Sesshomaru.
“io però ancora non capisco perché ci hai raccontato questa storia” chiede Sango.
“semplice- rispondo, facendola sobbalzare- l'altro giorno è arrivato da me un messaggero. Il suo messaggio era chiaro... Ashikaga si è offeso perché non è stato invitato al ballo”
“ma questa è solo una copertura” la voce di Miroku fa creare un ghigno sulla mia faccia.
“esattamente”. La mano di Sesshomaru è ancora appoggiata sulla mia gamba e mi trasmette sicurezza.
“il suo vero scopo è quello di venire qui per avere delle scuse ufficiali...”
“.... vuole studiarci da vicino, così che quando partiremo per le nostre battaglie, possa attaccarci nel cuore del nostro potere”. Continua Sesshomaru. Annuisco
“ed è qui che entrate in gioco voi” dico guardando tutti i presenti.
“noi?” per la prima volta risento la voce stridula di Kikyo.
“si, starete qui e controllerete il castello in mia assenza, avrete a disposizione alcuni demoni, e alcuni capi clan con le loro famiglie e i loro eserciti, saranno più che sufficienti”. La delusione che vedo passare sui loro volti conferma le mie ipotesi. Loro volevano venire con me per poter provare a cambiarmi e a minimizzare le vittime.
 “noi credevamo che ci avresti portato con te” Sango sembra la più delusa di tutti.
“no, i piani sono cambiati e poi nelle tue condizioni mi sembra inopportuno farti combattere” lei arrossisce violentemente e sulla faccia di Miroku spunta un lieve sorriso.
“una donna incinta dovrebbe stare a riposo- rimarco- qui potrai avere tutto l'aiuto di cui avrai bisogno”. Detto ciò mi alzo e con me anche Sesshomaru. “abbiamo finito la nostra conversazione, sapete cosa fare... non deludetemi” dico squadrandoli da capo a piedi.
“non sono incline a perdonare”. Sesshomaru sorride mentre mi offre il braccio, che accetto volentieri. Arriviamo alla porta e l'ultima cosa che vedo sono gli occhi di Inuyasha.


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SPAZIO AUTRICE
Ecco qui il nuovo capitolo! Grande storia da parte di Sesshomaru che ve ne pare? Inuyasha e Sesshomaru sono due principi (ma chi non se li immagina tali). vi è piaciuta l'idea. La storia va avanti e tra poco Ashikaga farà la sua mossa. Se colete sapere come va a finire continuate a leggere, e non demordete perché la Kag X Inu potrebbe risorgere. AH quasi dimenticavo sto rimettendo un nuovo carattere per la ff ditemi se vi piace, apporterò anche qualche modifica magari al testo iniziale... quindi ci saranno minimi cambiamenti nei capitoli passati, ma si tratta solo di qualche parolina. Detto questo ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia che la commentano o che la leggono e basta. è davvero una bella soddisfazione avere delle persone che leggono ciò che scrivi e che ti danno soddisfazione, quindi grazie tante. Oltre che alla mia amica questa ff è anche per voi.
Ci si sente alla prossima,
baci, 
Inulena 

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Capitolo 21
*** Sarò sempre al tuo fianco ***


“Mi pare che sia andata bene, no?” mi domanda Sesshomaru. Faccio spallucce mentre guardo davanti a me. Continua ad apparirmi davanti agli occhi lo sguardo di Inuyasha. Le sue iridi coloro ambra e i suoi fantastici capelli lunghi. Scuoto la testa cercando di mandare via quelle strane sensazioni. Che la sfera cominci a perdere i proprio poteri? Mi domando mentre la guardo. Lei dovrebbe tenere lontano da me questi sentimenti che mi rendono debole e invece da quando ne sono diventata la padrona tutto mi sembra amplificato e le sensazioni le vivo con più impeto e intensità.
“Kagome!” Sesshomaru mi risveglia dalla mie riflessioni e sono costretta a sbattere gli occhi più volte per focalizzarlo per bene.
“scusa... non ti stavo ascoltando” dico stupendolo. Io non mi distraggo mai.
“non sei mai così distratta” rimarca Sesshomaru guardandomi con sospetto.
“non è niente, è solo un momento passeggero, stavo pensando a quando Ashikaga attaccherà e come” mento, e il suo viso si tranquillizza, non posso dirgli che stavo pensando al fratellastro.
“e le tue riflessioni a cosa hanno portato?” mi chiede mentre mi apre la porta per farmi entrare nella sala principale.
“che non ci vorrà molto prima del suo arrivo. Ho ferito il suo orgoglio e gli ho mancato di rispetto. Per di più adesso che sono a conoscenza del suo antico riscatto come legittimo erede non posso che presumere che attaccheràprima del previsto.... ed infine sono una donna, il suo orgoglio maschile ne risente” un piccolo sorriso si fa largo sul mio volto mentre mi siedo accavallando le gambe. Sento un piccolo risolino arrivare dalla parte di Sesshomaru che intanto sta versando del vino in due bicchiere di cristallo.
“il suo orgoglio maschile” dice porgendomi il bicchiere e sedendosi a sua volta.
“certamente, voi maschi siete molto affascinanti, vi sentite molto forti e coraggiosi ma basta un piccolissimo insulto alla vostra virilità che subito vi sentite offesi e vi rintanate dietro la vostra corazza di arroganza” appoggio la schiena allo schienale della poltrona.
“in più siete molto stupidi e il coso in mezzo alla vostre gambe vi rende molto più corruttibili e facili da ingannare”. Sorrido per le mie parole. Tutti sanno che le donne hanno più emozioni e che spesso prendono decisioni in base ai loro sentimenti, ma è
 anche risaputogli gli uomini sono bravi solo a fare una cosa, usare la forza.
“non tutti” rimarca Sesshomaru guardandomi di sottecchi mentre con movimenti molto fluenti e eleganti si porta il bicchiere alle labbra.
“già, non tutti” dico guardandolo. Non si è mai fatto corrompere,dice... ma non sa che è già nella mia rete e da un bel po'. Gli uomini non si accorgono mai di niente, sono così ingenui e il compito di una donna è proteggerli. Perché alla fine le donne proteggono i cuori degli uomini da tutto quello che può ferirli. Quando devono scendere in battaglia o quando devono compiere una scelta difficile, cercano sicurezza e protezione nelle donne, per ricordare sempre loro per cosa combattono e cosa devono difendere. Sesshomaru segue tutti gli altri, anche lui ha bisogno di una sorta di promemoria che gli ricordi per cosa combatte, in questo caso sono io. Il mio dovere verso di lui è proteggerlo, da tutto quello che può ferirlo, e io posso. Non so amare, non so come dargli quello che lui chiede. Poggio il bicchiere sul tavolino accanto alla poltrona e guardò fuori dalla finestra.
“Kagome...” sposto lo sguardo verso di lui. I suoi occhi sono spalancati e un leggero sorriso aleggia sul suo volto. Mi guarda con un misto di ammirazione e rispetto che mi spiazza. I nostri sguardi sembrano calamitati e non riesco a staccarmi da questo contatto indiretto.
“Dio quanto sei bella” dice alzandosi. Appoggia le mani sui braccioli della mia sedia e mi ritrovo intrappolata.
“non mi stanco mai di guadarti”. Il mio cuore perde dei battiti e le mie membra si fanno più stanche come a volersi sciogliere. Il ricordo di Inuyasha è lontano e distante, mentre quello che provo per Sesshomaru è intenso e morboso ed è qui, ora.
“posso baciare la mia imperatrice” chiede mentre si avvicina.
“i comandanti non dovrebbero porre domande simili alle proprie regine” rispondo avvicinandomi di più. I nostri sguardi ancora non si lasciano e il mio cuore sembra scoppiare.
“ma io non sono un comandante come gli altri” sento il suo fiato sulle mie labbra.
“no, tu sei il mio generale”. Mi butto sulle sue labbra e l'intensità dell'attimo sembra trascinarmi via come il mare fa con la sabbia. Le mie mani si intrufolano nei suoi capelli, arricciandosene alcune ciocche. Quando ci stacchiamo cominciamo a ridere e senza accorgermene finisco sulle sue gambe.
“so cosa volevi dire prima” lascia un piccolo bacio sulla testa per poi continuare.
“tu pensi che io sia debole, perché provo dei sentimenti e pensi anche di proteggermi perché io non ne sono capace”. Aggrotto le sopracciglia, infastidita dal fatto che riesca a leggermi nel pensiero.
“tu vuoi proteggermi da te, perché pensi che non puoi amare e che ne rimarrei distrutto e sconfitto se mi lasciassi.... ma preferisco mille volte essere devastato dal dolore che non poter vivere quello che abbiamo”. Non so cosa rispondere, non lo so davvero. Mi ha stupito quello che ha detto. Lui, nonostante quello che sa, mi vuole restare accanto, lui vuole vivere quello che abbiamo. Io vivo il minuto, perché per quanto ne so potrebbe andarsene tra un minuto come tra un anno e la consapevolezza di non averlo accanto mi spaventa.
“non resistermi Kagome, non scappo e non vado da nessuna parte, ho scelto di rimanere accanto a te.... non sarai più sola”. Le sue parole affondano un coltello nel mio cuore. La solitudine è la mia peggior paura e questo lui lo sa. La mia morte, la mia vita, la storia con Inuyasha non è stata altro che un continua susseguirsi di delusioni, attimi di felicità e solitudine. Io non ero nessuno prima di morire. Ero solo una stupida ragazzina che pensava di poter salvare il proprio amato, e che sperava di essere ricordata dopo. Ma tutto quello che avevo immaginato era stato spazzato via dalla consapevolezza, io avevo donato la mia vita per una falsa convinzione, per uno scherzo, un brutto scherzo del destino.
“permettimi di farmi proteggere da te... permettimi di rimanere al tuo fianco, io ti amo”. Queste parole mi riportano a quando decisi si rimanere al fianco di Inuyasha, a quando imposi al mio cuore di farsi da parte, quando gli comandai di soffrire in silenzio pur di vedere Inuyasha felice accanto alla donna che amava. Ma adesso Sesshomaru le sta dicendo a me e delle lacrime cominciando a scendere lungo il mio volto.
“Kagome, le tue lacrime...” Sesshomaru mi tocco il viso per poi asciugare un lacrima che noto è rosso cremisi.
“tu piangi sangue” dice asciugandomi anche l'altra guancia.
“tu rimarrai sempre con me?” chiedo continuando a piangere e ignoranod la sua affermazione.
“per sempre, amore mio”. Detto ciò lo bacio. Lo bacio per suggellare un patto. Lo bacio perché è tutto quello che ho, lo bacio perché è al mio fianco e lo bacio perché mi sono innamorata di lui.
“non piangere più” dice mentre mi asciuga le lacrime.
“non posso vedere il tuo sangue” continua.
“non posso farci niente, la mia anima non sente le emozioni umane, o almeno cosi pensavo- dico sorridendo- ma quando le prova... e una emozioni cosi intensa che il mio corpo non la regge cosi cominciando a piangere lacrime di sangue”. Dei colpi alla porta di ingresso ci destano dal nostro mondo e il capo clan Okitomo entra con il fiatone dentro la stanza.
“mie signori, un piccolo gruppo di soldati si avvicina a grande velocità verso il castello.” mi alzo allarmata, Ashikaga è già all'attacco. “quanti sono?” chiedo andando verso il capo clan.
“non più di una ventina e insieme a lui c'è anche il capo clan Ashikaga”. Perché viene qui da noi con un numero così ridotto di soldati e lui stesso per giunta. Cosa avrà in mente? Perché è qui? Cosa vorrà patteggiare?. Poggio un mano sulla spalla di Okitomo sorridendogli leggermente.
“grazie, amico mio. Torna dagli altri, preparati a qualunque evenienza, non ci sarà uno scontro ma non voglio che ci trovino impreparati” lui annuisce prima di rivolgere uno guardo a Sesshomaru.
“mettete al sicuro anche le vostre famiglie nell'ala est” gli comanda Sesshomaru. Il capo famiglia si inchina prima di uscire dalla stanza. “perché sarà qui?” mi chiede Sesshomaru rivolgendomi una domanda a cui non so dare risposta.
“non lo so... ma di sicuro vuole qualcosa.... oppure ci sta tendendo una trappola” dico pensierosa. L'unico mondo di prendere una gazzella è quello di non farsi sentire e di apparire il più mansueto possibile.
“forse vuole farci credere una resa.... in fondo in tutti questi anni non ha fatto altro che fingere.... e comunque la sua facciata da servo fedele non si è ancora sgretolata... come agiresti?” Sesshomaru va verso la scrivania di lato e guarda le carte.
“se è veramente come tu dici, io starei al suo gioco. Ha fatto un lungo viaggio e penso che sia venuto qui per due ragioni o per attaccare il palazzo, ma a pochi uomini, o per continuare la sua vendetta celata dalla scusa che si sente offeso per il mancato invito” la sua espressione è pensierosa e il suo tono è diventato tecnico.
“se veramente vuole sole delle scuse ufficiali dovrai dargliele” aggrotto le sopracciglia.
“non mi umilierò pubblicamente Sesshomaru” dico sulla difensiva. Ammettere di aver sbagliato e chiedere scusa ad un capo famiglia, quando io sono una regina è un simbolo di debolezza e di sottomissione.
“no invece, dimostrerai a tutti che hai a cuore i tuoi sudditi e che sai chinare il capo quando hai torto. Devi farlo rimanere nel castello” i suoi occhi lampeggiano come se avesse trovato una soluzione illuminate.
“non ti segue Sesshomaru” dico confusa. Vuole il nemico sotto il nostro stesso tetto? Cosi che ci possa sgozzare meglio durante la notte? “è più facile uccidere qualcuno che è accanto a te che qualcuno lontano” sorrido per le sue parole.
“il discorso può essere applicato a tutte e due le parti”
“si ma tu giochi in casa, hai tutti i tuoi servitori, i capi clan, Inuyasha.... me....”
“... cosi potrò avere più probabilità di smascherarlo e di ucciderlo cosi che il nostro comando non sia messo più in discussione” continuo io. Sesshomaru sorride e mi guarda con speranza. La decisione finale tocca a me... e mi fido di lui.
“ok, mi fido di te”. Lui sorride prima di venire verso di me e baciarmi.
“grazie” sussurra sulle mie labbra prima di chiamare a gran voce Ralston. Quando il piccolo demone fa la sua comparsa, sul volto di Sesshomaru è comparso un grosso ghigno.
“accogliamo il nostro ospite in grande onore”.


 

Tutti i capi clan sono riuniti nella sala grande. Le loro luccicanti armature e i loro luminosi capelli sembrano dei piccoli fari in una stanza semi buia come questa. Io e Sesshomaru stiamo aspettando l'arrivo di Ashikaga che è stato avvistato poco lontano dal castello. Sesshomaru ha disposto tutto. Le varie famiglie dei capi clan sono state trasferite nell'ala est del castello, quella più remota cosi che in caso di attacco siano più nascosti. A far loro la guardia ci sono gli amici di Inuyasha che sono stati ben lieti di difendere persone innocenti come al loro solito. Inuyasha è in mezzo alla folla dei inuyoukai e si guarda attorno non curante, ma io so quanto è emozionato nello stare nel mezzo alla sua famiglia. Anche se questa lo ha disprezzato. Sesshomaru mi guarda dalla mia destra. Ha voluto che indossassi una degli abiti più belli che avessi.
“se deve farci una proposta che sia di guerra o di pace, deve prima lottare contro la tua bellezza.... d'altronde una persona mi ha fatto notare che gli uomini si posso corrompere molto facilmente” avevo sorriso a quelle parole. Il vestito che ho scelto è lungo, tanto che ricopre un po degli scalini davanti al trono. Incastonati nella scia ci sono vari cristalli che lo rendono ancora più bello e fine e ne valorizzano il bianco immacolato. Il corsetto mi fascia la vita e su di esso c'è una strana fantasia fatta anch'essa con i diamanti. Le spalle erano lasciate scoperte e i capelli ricadevano morbidi sulla schiena. Sulla testa la corona con i fiori rossi che avevo indossato al ballo. Ralston entrò nella stanza annunciando il nostro nemico e fermando i vari chiacchiericci nella sala. Poco dopo apparve il nostro nemico seguito dal suo gruppi di soldati tra cui anche quel rozzo di Kyuzo. Come tutti gli inuyoukai i suoi capelli sono bianchi ma non ha i segni tipici sul volto. Il portamento è molto raffinato come i suoi abiti. Varie ciocche di capelli incorniciano la sua figura regalandogli autorità ma anche eleganza. Ma mano che si avvicina posso sentire i suoi occhi puntati su di me. Le emozioni che sento sono di stupore ma anche di odio. Mi vede come la rovina dei suoi piani. Più che si avvicina più posso vedere il suo volto elfico e molto raffinato. I suoi occhi sono sempre più rosa man mano che ci si allontana dalla pupilla. È un bel demone. Appena arriva davanti al trono si inchina lasciandomi basita, se è un impostore lo nasconde davvero bene.
“mia regina, io sono il vostro umile servitore Ashikaga” dice rialzandosi e imputando gli occhi nei miei. Cercando di mantenere la calma inizio a parlare ascoltata da tutta la stanza
“è un onore conoscervi di persona” dico guardandolo con noncuranza.
“non abbiamo avuto occasione di farlo prima” dice alludendo al mancato invito.
“un po' si invece, il vostro comandante è venuto alla festa” dico indicando Kyuzo che fa a sua volta un inchino con un sorriso sornione. “una compagnia molto piacevole” il mio tono freddo fa sparire il sorriso dalla faccia del porco.
“sono sicuro che il mio comandante abbia saputo allietarvi con le sue storie ma sono stato molto sorpreso quando non sono stato invitato alla vostra riunione” dice aprendo le braccia e accennando ai capi famiglia. Il momento è arrivato, uccido mentalmente il mio orgoglio. Scendo le scale e mi avvicino alla sua figura che si è fatta più attenta. Stupendo tutti faccio un inchino piegando la testa.
 “scusate la mia svista Ashikaga, sono sicura che le tutte le nostre amarezze possano essere sotterrate” mi rialzo con tutta l'eleganza che possiedo. Ashikaga ha la faccia stupefatta, mentre guarda la regina che si è appena inchinata al suo cospetto. Un grande applauso parte dalla folla degli inuyoukai. Lo stupore si fa spazio dentro di me, ma cerco di non darlo a vedere. Con tutta la compostezza che ho torno al mio posto mentre gli applaudi fanno eco nella stanza. Mentre passo i vari capi clan si inchinano e la folla continua ad urlare il mio nome. Non so cosa stia succedendo ma una reazione cosi non me la sarei mai aspettata. Una volta tornata al mio posto faccio un piccolo sorriso prima di intimare la calma.
“sarei lieta se resterete un po nel nostro castello per allietarci con le sue storie” ripeto le parole, dette prima da lui cercando di metterci più ironia possibile. La sua espressione si fa rabbiosa ma non potendo fare una sfuriata ne rifiutare, china il capo rivolgendomi un falso sorriso.
“sarà un piacere, restare al vostro fianco” la sua espressione è ritornata di ghiaccio ma poso vedere il rosa dei suoi occhi acceso di rabbia.
“potranno restare anche i miei amici” dice indicano il suo seguito.
“sarà un piacere” concedendo una falsa gentilezza. Una volta risolta la questione mi rialzo e stavolta accompagnata da Sesshomaru, che afferra abilmente il mio braccio do il via al banchetto. 

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SPAZIO AUTRICE
Eccomi gente, con un nuovo capitolo! Scusate l'attesa mi dispiace tanto ma sto scrivendo una nuova storia che pubblicherò dopo di questa. Spero che la leggiate tutti, mi farebbe davvero piacere. La storia è quasi finita ma non disperate ci saranno ancora un po di capitoli. Come sempre ringrazio chi legge la mia storia e chi lascia delle recensioni davvero grazie mille! che ne pensate di questo capitolo. Inuaysha nei pensieri di Kagome e Ashikaga nel castello, la dichiarazione di Sesshomaru? ditemi tutto in una recensione. tutti i nostri personaggi riuniti in un unico luogo, cosa porterà tutto questo? 
baci,
Inulena 

p.s: ditemi che ne pensate di Ashikaga e del vestito. La corona è la stessa del capitolo 15 "Il ballo"  comunque vi metto il link.
Grazie ancora e baci!

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Capitolo 22
*** Riconquiste ***


Pov's Inuyasha

Trovarmi qui è davvero troppo per me. La grande sala è gremita di demoni cani e mi sento talmente tanto a disagio che non riesco a stare fermo. L'unica presenza che mi conforta, al momento, è quella di Kagome. Sembra che illumini tutta la stanza seduta sul suo trono, il suo vestito e i suoi movimenti catturano e incantano tutte le persone presenti. Lei è come una calamita, riesce ad attrarti e non importa quanta resistenza puoi fare per contrastarla, l'attrazione è sempre più forte. Il banchetto inaugurato in onore del capo clan Ashikaga, è in pieno fermento. La carne, il sake e la musica abbondano mentre la maggior parte degli invitati si gode l'opportunità di svagarsi un po'. Anche le dame dei vari capi clan con le rispettive figlie sono qui. Dopo il mancato attacco di Ashikaga è stato dato l'ordine di farle uscire dalla nostra ala del castello. Kagome è stata chiara quando ci ha dato l'ordine di proteggerle e noi siamo qui per questo, per proteggere le persone.
“il figlio minore di Inu No Taisho vero?” mi chiede un vecchio, la cui data di nascita molto probabilmente risale a due secoli fa.
“ehm... si signore” rispondo impacciato. È la prima volta che qualcuno enuncia davanti a cosi tanti demoni il mio status. Io sono il bastardo del re, si può dire. Il figlio nato fuori dal matrimonio e per di più mezzodemone.
“io sono Katsunaga, del clan Oda” dice porgendomi una mano che afferro senza esitazione. La sua stretta è forte e al contempo rassicurante. I suoi anni di esperienza sono iscritti nei suoi occhi.
“piacere di conoscerla” la mia mancanza di buona educazione risuona in questa sala piena di demoni altolocati, non sono abituato a tutto questo sfarzo e galanteria. Mia madre era una principessa umana, ma io non sono mai stato un principe mezzodemone, o almeno cosi credevo. Katsunaga mi sorride e mi rilasso un po', almeno so di avere davanti una persona che non mi considera meno di zero.
“ne ho viste di cose al mondo, ragazzo” annuisco mentre lui mi scruta con i suoi piccoli occhietti contornati di rughe.
“ma giuro di non aver mai visto un bastardo innamorato della regina,la quele ha conquistato il trono grazie all'amore che il fratello del bastardo prova per lei” le sue parole mi bloccano sul posto. Lui sa! Lui sa tutto! Ma come diavolo ha fatto? In questa stanza nessuno è al corrente del mio amore per Kagome e del nostro passato. Il vecchio demone comincia a ridere davanti alla mia espressione stupita.
“non dirmi che pensavi che il tuo segreto sarebbe stato al sicuro... ne ho conosciute di persone e so benissimo riconoscere un amore quando lo vedo” il suo tono di voce, mi trasmette sicurezza anche se sento in fondo al cuore che non dovrei.
“perché mi dite tutto questo?” chiedo volendo arrivare al punto. Ho provatofino ad ora ad osservare la buona educazione, ma siccome lui è andato al punto subito, farò lo stesso anch'io.
“perché non voglio vedere anni di piani buttati al venti” con una velocità che non credevo possibile in un vecchio mi afferra il braccio stringendo forte.
“tu non rovinerai ciò che c'è tra loro, vedo come la guardi e so come vorrebbe guardarti lei... ma ti dico una cosa, adesso lei è regina, dimenticati di lei, dimenticati di tutto quello che ti ha detto. Adesso lei appartiene a Sesshomaru e alla casata degli Inu Youkai.” strattono il braccio per liberarmi dalla sua presa mentre il vecchio mi guarda un'ultima volta prima di ritornare a festeggiare insieme a tutti gli altri. Cerco di tranquillizzarmi anche se non ci riesco. Il cuore mi batte a mille e non sono certo di potermi dimostrare sorridente ancora per molto.
Cos'è successo? Cosa dovrei rovinare? Kagome non mi ama più è stata molto chiara sull'argomento. Allora perché quel vecchiaccio ha così tanta paura di me? Cerco di regolarizzare il mio respiro, ma sembra che l'aria comincia a mancarmi. Gli sguardi indifferenti dei miei “parenti” per una volta mi sono utili e inosservato esco in terrazza in cerca di un po' d'ossigeno. La conversazione con quel vecchio mi ha destabilizzato. Il vento soffia forte sul mio corpo quando esco fuori. Si sta avvicinando una tempesta posso sentirlo dall'aria. Il mare davanti a me è burrascoso e in procinto di scatenare le sue potenti onde. I mie polmoni aspirano quanta più aria possibile mentre le mie membra si distendono. Sento i muscoli rilassarsi sotto il gentile tocco del vento e la mia mente spegnersi per un secondo. Non c'è niente intorno a me solo il vento, il mare e …. un odore familiare. Mi volto di scatto per vedere vicino a me la protagonista principale di ogni mio sogno. Kagome.
“ciao Inuyasha” mi saluta come se non fosse cambiato niente tra di noi, anche se adesso è tutto diverso.
“ciao” rispondo guardingo, per quanto la vorrei abbracciare, per quanto vorrei baciarla, non posso dimenticare ciò che ci ha fatto.
“bella serata non trovi?” si avvicina al cornicione del bancone e si sporge per vedere sotto. I suoi capelli svolazzano al vento rendendola ancora più perfetta. Il suo abito e la sua corona mandano piccoli riflessi grazie alla luce della luna e tutta la sua figura sembra risplendere. Un angelo, ecco cos'è!
“si” non so cosa fare, non so cosa dire. Quando sono con lei il mio cervello non ragiona, il pieno controllo della mia persona è preso dal cuore.
“so perché sei così restio a parlarmi...” si volta verso di me e per la prima volta, da quando sono qui, me ne accorgo. I suoi occhi sono leggermente cambiati, hanno qualcosa di diverso. Sono più brillanti, meno opachi... come tanto tempo fa. È da mesi ormai che aspetto di vedere questo cambiamento in lei, e adesso che finalmente lo noto, sento una piccola punta di delusione, non sono stato io a cambiare i suoi occhi, ma qualcun altro.
“...e so anche che mi sono comportata veramente male nei tuoi confronti, e in tutti quelli dei tuoi amici”
“dei nostri” la correggo con voce severa. Per quanto male ci abbia fatto la considero ancora parte del gruppo e immagino sia lo stesso per Sango e Miroku.
“dei nostri” rimarca lei sorridendomi. Come al solito il suo sorriso appare come un ghigno. La situazione si fa silenziosa, non so se lei riesce a sentirlo, ma in questo momento sono imbarazzatissimo. La vorrei prendere tra le braccia, sussurrarle quello che non ho avuto il coraggio di dirle quando era ancora mia, ma non posso, adesso lei è di un altro.
“Io amo Sesshomaru” dice spezzando il silenzio e il mio cuore. Sapevo già i suoi sentimenti ma adesso che me li ha detti, quest'ultimi mi hanno investito, e la cosa fa più male, molto male.
“con lui mi sento me stessa e mi è stato accanto quando ne avevo più bisogno”. Stringo i pugni, ficcandomi le unghie nel palmo.
“come io non ho saputo fare” dico con rabbia. Sono arrabbiato con me, con lei e con Sesshomaru. Vorrei strappargli gli occhi dalle orbite. “come tu non hai mai fatto” rimarca lei guardandomi. Il suo sguardo di pietra mi trafigge, sto leggendo i suoi occhi e ci leggo solo dolore e solitudine.
“Kagome, ormai non so più come riuscire a dirtelo” sono disperato. Non so come strapparla dalle mani di mio fratello, perché in cuor mio so che lei è adatta per me, ma so per certo di volerla vedere felice e Sesshomaru sembra riuscirci.
“io ti amo... ti ho amato dal primo momento in cui ti ho vista, ti amavo quando mi mandavi a cuccia e ti sto amando ora, proprio ora che mi stai dicendo di amare un altro” la sua bellissima presenza mi innalza verso il cielo, fa alzare il mio spirito.
“non so perché tu mi abbia allontanato, forse credevi che io non ti amassi, o forse volevi solo proteggermi... ma questo adesso non importa più- la fermo con la mano quando lei apre la bocca- adesso importa soltanto che io sia qui... adesso, che ti ho davanti mi rendo conto di quanto sono fortunato soltanto a starti accanto. Ti ho persa ma sono riuscito comunque a starti vicino, e questa è la più bella vittoria che io abbia mai collezionato” mi avvicino a lei e le prendo le mani.
“ti amo Kagome, starò in disparte a guardarti mentre ami un'altro, ma sappi che sarò sempre qui per te e che ti amerò per l'eternità.”. Il gelo suo corpo, riesce a confortarmi, mentre la guardo con tutto l'amore che provo per lei. Mi basta stargli vicino per essere sereno, vedere la sua felicità è la cosa più bella a cui potrò mai assistere. I minuti passano e i nostri sguardi non si lasciano. Lei è Kagome, la mia Kagome, e se devo lasciarla andare, lo farò. Mi arrendo, devo lasciarla andare, di nuovo.
Tengo molto di più ai suoi sentimento che hai miei.
Gli sorrido un'ultima volta prima di andare via. Devo lasciarla andare, devo lasciarla andare.
“aspetta” la sua voce blocca i miei passi. Vorrà umiliarmi? Conoscendo la nuova Kagome di sicuro vorrà farmi notare quanto patetico io sia e quanto potere lei abbia ancora su di me. La sua mano afferra il mio braccio, facendomi voltare verso di lei. il suo sguardo basso. 
“mi lascia davvero andare?” mi chiede impassibile.
“non combatti più per me?” la presa sul mio braccio si intensifica.
“mi abbandoni di nuovo?”. Alza lo sguardo e lo vedo pieno di lacrime.
​ “perché io non sono 
ancora pronta per lasciarti”. Non posso crederci... lei mi sta dicendo che non è pronta a dirmi addio. Prendo la sua mano che è posata sul mio braccio e la tiro contro di me, gli avvolgo le braccia intorno al corpo e finalmente dopo mesi mi sento di nuovo vivo. Il suo profumo è cosi dolce e la sua pelle così morbida che ho paura che si rompa. Le sue lacrime bagnano la mia veste, mentre io cerco di abbracciarla più forte per infonderle sostengo, come non ho mai fatto. Dopo vari minuti prendo il suo volto tra le mie mani e guardo il suo volto. È cambiato, da quando era ancora lei. È diventato più spigoloso e più duro ma sempre bellissimo. Adesso ancora di più perché le sue lacrime stanno sgorgando dai suoi bellissimi occhi.
“cosa vuoi da me?” gli chiedo appoggiando la mia fronte sulla sua. Chiudo gli occhi e aspetto una sua risposta, voglio godermi il momento perché so che non ritornerà. Sento due morbide labbra sfiorare le mie, in un bacio dolce e casto, quasi impercettibile.
“quello che non hai mai saputo darmi” dice allontanandosi. Il suo braccio risplende e vedo la sfera oscura pulsare. Un piccolo urlo esce dalle labbra di Kagome mentre lei si appoggia al cornicione del balcone le mani sulle tempie.
"Kagome! Cosa succede?” cerco di andarle incontro, ma lei mi fulmina con lo sguardo.
“NO! STA LONTANO” un altro urlo esce dalle sue labbra e io mi sento morire. Non posso aiutarla! Non posso difendere la mia donna. Sento un grande tonfo e vedo Sesshomaru uscire sul terrazzo. Come una scheggia si avvicina a Kagome, la quale non lo respinge e la prende in braccio.
“stalle lontano” dice per poi spiccare il volo. Il silenzio ritorna a far da padrone, ma nella mia mente echeggiano ancora le parole di Kagome
“quello che non hai mai saputo darmi”.


 

Rientro dentro la sala principale, trovano ancora il banchetto in pieno fermento. Naturalmente Kagome e Sesshomaru non sono presenti, ma tutti i capi clan compreso Ashikaga sembrano non averlo notato. Se non notano la scomparsa dei reggenti perché dovrebbero notare la mia? Di soppiatto mi avvicino alla porta ed esco senza fare rumore.
Adesso la mia missione è andare da Kagome. So che mi ha detto di stare lontano, ma non posso ignorare il bacio che mi ha dato e sopratutto le parole che mi ha detto. Percorro uno dei tanti lussuosi corridoi e mi sembra di ritrovarmi in un labirinto. Non so da che parte andare. La mia meta è la camera di Kagome, ma adesso non so come raggiungerla.
Questo castello è talmente grande che anche con una mappa ci si potrebbe perdere. In mancanza di orientamento decido di affidarmi al mio naso. Comincio ad annusare l'aria e un piccolo sentore del profumo di Kagome mi raggiunge. Potrei riconoscerlo tra mille. Il suo odore è paradisiaco. Comincio a correre verso quella direzione, passando svariate porte, balconi e finestre. Ad un certo punto penso di essermi davvero perso perché non riesco più sentire nemmeno l'odore di Kagome. Per fortuna un piccolo demone mi passa accanto. “signore ha bisogno di aiuto?” mi imbarazzo davanti a così tanta gentilezza, nessuno mi ha mai chiamato signore.
“ehm... si.... sto ...” non posso dirgli che sto cercando la camera della sua regina, mi prenderebbe per pazzo. Cosi decido di mentirgli.
“la regina mi ha invitato nelle sue stanze, abbiamo alcuni piani di battaglia di cui parlare” cerco di sembrare serio come se fossi davvero uno dei suoi generali. La mia recitazione sembra essere convincente tanto che il piccolo demone annuisce e mi incita a seguirlo. “da questa parte signore”.
Ripercorriamo la strada che ho fatto poco fa, ma stavolta giriamo a sinistra e l'odore di Kagome ritorna. Più che avanziamo più che il suo profumo mi entra dentro le narici. Come quando attraversavo il pozzo per andare a trovarla e la sua camera era piena del suo profumo.
“eccoci signore” dice il servitore inchinandosi. Fisso la porta a doppia anta davanti a me. Busso,ma non sentendo risposta riprovo. Ancora niente, forse sta dormendo. Preso dalla curiosità, abbasso la maniglia ed entro. La stanza è immersa nel buio ma posso notare comunque l mobilia interamente bianca a partire dal grande letto. Accanto c'è una finestra con le lunghe tende bianche aperte e sulla destra una piccola toielette. Il grande specchio riflette la mia figura e in questo momento mi sento proprio un ladro. Kagome no c'è, e nemmeno Sesshomaru, dove cavolo saranno finiti?Perché non l'ha portata nella sua stanza?
La mia attenzione viene attratta da un piccolo luccichio. Aggrotto la fronte avvicinandomi alla piccola scatola posta sulla toielette. Posso notare che da essa fuoriesce una piccola catenella d'oro. Riconosco la collana, quella che Kagome mi rubò tanto tempo fa. Sono stato così impegnato a trovare un modo per farla tornare quella che era, che non mi ero reso conto di saperlo già. Le parole che Kaede mi disse prima di morire tornano nella mia mente con la potenza di un tifone.

“l'ho visto....-riesce a dire, la sua voce è un sussurro- l'ho visto... i suoi occhi... la mia bambina... Inuyasha, Kagome è lì dentro.... il ciondolo... unica speranza... aiutala”

Apro la scatola, che comincia ad emettere una bellissima melodia. Noto subito il cuore d'oro che contiene gli strani ritratti di carta di me e Kagome. Prendo la collana tra le mani e la rigiro tra le dita come se fosse un talismano. Cerco di sentire se stia arrivando qualcuno, ma non avverto nessuno rumore, prendo la collana e richiudo la scatola, interrompendo la musica. Il peso del ciondolo al collo mi era mancato, da quando Kagome me lo dette non me lo sono mai tolto. Esco dalla stanza, senza farmi notare. Un piccolo sorriso si crea sulle mia labbra.
Non tutto è perduto!  

 

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SPAZIO AUTRICE

ciao a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo tutto nuovo, spero che vi piaccia. Siamo quasi alla fine, ma non preoccupatevi ho intenzione di ritornare con una nuova storia che sto scrivendo. (sempre se sentirete la mia mancanza ahahah) Alloooora.... Kagome che ritorna da Inuyasha... che storia è questa? insomma di decida! e Sesshomaru come prenderà questo nuovo riavvicinamento? Cosa intende Katsunaga con le sue parole? Lo scoprirete presto! Ringrazio tutte le persone che leggono la mia fan fiction e che la commentano o la mettono nei preferiti, grazie davvero tanto, è importantissimo per me. 

 

ah! vi lascio un'altra piccola domanda, secondo voi perché Kagome non ha pianto sangue con Inuaysha? 

Spero si avere vostre risposte alle mie domande!

Grazie ancora e alla prossima,

Baci,

Inulena 

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Capitolo 23
*** Siamo uniti per sempre ***


*ATTENZIONE! Capitolo un po più spinto! Avvisati i più sensibili!*

Pov Sesshomaru

Appena ho sentito il suo battito cardiaco accelerare sono scattato. Avevo già notato la sua assenza e quella del mio fratellastro, ma non volendo pensare al peggio, mi sono trattenuto dal andarli a cercare. Per fortuna, grazie al mio super udito ho potuto sentire il suo respiro e il suo battito cardiaco, neppure le risate e la musica sono riuscite a distrarmi. Ma quando il suo battito ha cominciato ad accelerare mi sono impaurito. 
“scusatemi” dico rivolgendomi ai capi caln con cui sto parlando, loro fanno un cenno e comincio a muovermi verso la terrazza. Perché il suo cuore sta battendo a questa velocità? E anche il suo respiro è accelerato. Forse Inuyasha la sta baciando e queste sono le reazioni scatenate dai suoi antichi sentimenti. Forse non mi ama, come la amo io. Lei non mi ha mai dichiarato i suoi sentimenti. Forse ha ripensato ai suoi vecchi sentimenti e ha scoperto che sono moltiplicati rivedendo Inuyasha. come ho potuto soltanto credere di potergli piacere, lei è la regina dei demoni, e io sono soltanto... io. 
 Attraverso la porta finestra, coperta dalle lunghe tende color crema. Il cielo è ormai immerso nell'oscurità, mentre la lune è l'unica fonte di luce, presente in tutto il cielo. L'aria è carica d'umidità e tra poco arriverà un potente temporale. Il rumore del mare è forte a causa dello sbattere delle sue onde contro gli scogli. Kagome è inginocchiata per terra, mentre si tiene le mani sulla testa, scopigiandosi l'accurata acconciatura e facendo cadere la corona. Inuyasha davanti a lei sta cercando di aiutarla, ma non ci riesce. Noto la sfera sul braccio di Kagome risplendere di luce oscura. Mi precipito sulla donna che amo, guardando in cagnesco il mio fratellastro. Non può aiutarla, deve capirlo. Mi avvicino e Kagome non mi respinge. Con tutta la delicatezza che possiedo la prendo in collo, lei come se fossi la sua ancora di salvezza, si attacca a me.
 “portami via” mi sussurra. Guardo un'ultima volta Inuyasha prima di spiccare il volo. La pioggia comincia a scendere mentre vado sempre più un alto. Cerco di coprire Kagome dal freddo con la mia pelliccia. Il suo vestito bianco si sta inzuppando, diventando ancora più pesante. I lampi e i tuoni conquistano il cielo, mandando brevi bagliori per tutta la distesa scura. Aggiro dall'alto il castello cercando una qualsiasi finestra. Ne noto una piccola, in lontananza e mi ci precipito. Per fortuna la finestra è aperta e con delicatezza faccio entrare il mio corpo e quello di Kagome.
“Sess...Sesshomaru” Kagome farfuglia mentre l'adagio sul mio letto. I suoi occhi sono chiusi mentre la sfera sta ancora risplendendo sul suo polso. “Kagome, perché ti caccia sempre nei guai?” gli chiedo levandogli una ciocca di capelli dal viso. La sua pelle risplende a causa della pioggia. Non posso farla dormire così. Mi guardo intorno notano che siamo finiti in una specie di ripostiglio. Un sacco di cianfrusaglie sono ammucchiate in un angolo della stanza. Molte sedie e antichi futon sparsi per il pavimento. La porta sbarrata con delle assi di legno. La finestra devi essersi aperta a causa della rottura dei cardini. Il vento soffia attraverso l'apertura provocando un fastidioso rumore. Cerco di chiudere le ante della finestra incastrando tra le due maniglie la gamba rotta di una sedia. Kagome stra tremando e i suoi occhi di muovono frenetici sotto le palpebre. Devo levarle quel vestito fradicio, che gli impedisce di riscaldarsi. Arrossendo al pensiero di vedere la sua candida pelle, mi avvicino lentamente. Non posso credere di starlo per fare. Lei è inerme e non si rende conto di quello che sto per farle, se fosse cosciente mi fermerebbe? Scuoto la testa cercando di mendare via simili pensieri. Devo riscaldarla, non posso lasciarla tremante tutto il tempo. Alzo il suo busto e snodo i vari lacci del corpetto. Una volta tolto il vestito cade a terra. Una cascata di pizzo e diamanti si riversa sul pavimento. Kagome indossa soltanto una vestaglia di seta bianca sotto e la mia eccitazione aumenta.la sua pelle è proprio come lìho sempre immaginata, cadida e morbida. Il suo corpo è ancora tramante. Mi svesto velocemente, lasciandomi solo i pantaloni. Vado verso uno dei numerosi futon, ne prendo uno che mi sembra ancora usabile e lo distendo a terra. Poco dopo ci distendo sopra Kagome e io al suo fianco. La mia morbida pelliccia a farci da coperta. Kagome è caduta in una sorta di sonno agitato che la fa muovere in continuazione. La sua pelle non accenna a riscaldarsi e i brividi che la scuotono cominciano a farmi preoccupare. Piccoli gemiti di dolore escono dalle sue labbra. La stingo a me cercando di proteggerla da tutto, anche da se stessa. Gli passo le mai sul viso e poi sulle braccia, andando a sfiorare il bracciale con dentro la sfera. E se fosse lei la causa di tutto? Se Kagome sta così male forse è per colpa del gioiello. Gli tolgo il bracciale cercando di non ferirla con la stretta chiusura. Kagome apre gli occhi di scatto nel preciso istante in cui gli levo il bracciale dal polso. Con una rapidità fulminante mi prende il braccio e comincia a stringere. La sua espressione rabbiosa.
“non toccarla!” quasi mi ringhia. Rimango impassibile davanti alla rabbia della mia imperatrice. So che non mi farà del male. La presa sul mio braccio si fa sempre più insistente. 
“ho detto, lasciala” i suoi occhi sono due pozze rosse. Il braccio mi fa sempre più male, ma non voglio dargli la soddisfazione di vedere il mio dolore. “no!” ribatto sicuro, cercando di liberarmi dalla sua presa. I suoi occhi si spalancano e in pochi secondi finiamo in un groviglio di corpi. Lei cerca in tutti i modi di riprendere la sfera, sferrando calci e pugni, ed io cerco di difendermi e al contempo di tenere il più lontano possibile il gioiello da lei. 
​“DAMMELA!” ni urla e sono costretto ad usare tutta la mia forza per tenerla lontana. Com'è possibile che una piccola umana come lei, riesca ad avere così tanta forza?
“no!- ripeto deciso- non lascerò che ti corrompa ancora”. Kagome non demorde e cerca ancora di riprendersi la sfera.
“Sesshomaru, ti prego” la sua supplica mi stupisce, ma capisco subito che sta facendo finta. Kagome non supplica, Kagome è la Regina dei demoni, lei si prende sempre ciò che vuole. Smette di scalciare e si impossessa delle mie labbra. Baciandomi con prepotenza e con passione. Mi ripeto mentalmente di non cedere. Anche se i miei istinti maschili, si risvegliano, catturati dalla magnifica attrazione che provo per questa ragazza. 
“ti prego” sussurra a un mio orecchio per poi morderlo delicatamente. Per quanto tutto il mio corpo mi stia spingendo verso di lei, il mio cuore sente che non è la cosa giusta da fare. 
“Kagome basta” la spingo via mentre mi allontano con ancora la sfera in mano. Il suo sguardo è confuso, ma sempre puntato verso la sfera. 
“perché la vuoi così tanto? Cosa potrà mai darti?” le chiedo confuso. Cosa gli sta succedendo? Ultimamente è più instabile e sembra sembra sempre persa. 
“IL POTERE!” urla e io indietreggio quando lei viene verso di me. I suoi occhi mi imprigionano e mi sento come immobilizzato. 
“HO BISOGNO DI POTERE!” continua ad urlare. Trovo il muro dietro di me e mi ci appoggio. Sono come un topo in trappola. Lei è bellissima, selvaggia e indomabile. Sopratutto adesso che i capelli gli ricadano scomposti e la veste di seta gli ricade morbida sul corpo.Non notando alcune reazione da parte mia appoggia le mani sul mio petto, non staccando gli occhi dai miei. 
“Kagome non ne hai bisogno, sei già forte così come sei. Hai saputo riunire la maggior parte dei clan con il tuo carisma e la tua bellezza. Sei fantastica non hai bisogno di questa” cerco di confortarla come meglio posso.
“si invece, perché per quanto possa essere forte, da sola non so difendermi” dice cominciando a singhiozzare, poggiando la testa sul mio petto. Lacrime di sangue rigano le sue guance e io mi sento morire dentro. L'aria nella stanza è piena si tensione e posopercepire benissimo il suo enorme potere.
“da cosa Kagome? Niente di può fare del male. Ci sono io qui per dif..”
“da te” mi interrompe, puntando i suoi occhi nei miei. 
“deve aiutarmi a difendermi da te” ripete. Gli occhi riempiti di lacrime scarlatte. “mi sono innamorata di te”.
Lei mi ama?
Lei... ama.... me? 
Il mio petto viene riempito da una sensazione di calore. Sentire Kagome, esprimere i suoi sentimenti, mi accende come fa la scintilla con la legna.
Lei mi ama.
Si stacca da me e sento subito la mancanza del suo calore, anche se la sua pelle è perennemente fredda.
“io... mi sento completamente indifesa quando sono con te... non ragiono lucidamente e mi lascio andare alle emozioni... non voglio più essere ferita Sesshomaru, non più. La sfera mi aiuta a controllarmi quando sono con te. Io ti amo... e quando indosso il gioiello sento che è sbagliato... mentre adesso sento solo che è dannatamente giusto”. La sua dichiarazione mi spiazza. Ecco perché tutte e volte che provavo a levarle il bracciale era così restia. Lei vuole autoconvincersi che quello che prova per me è sbagliato. Non vuole essere ferita di nuovo. Non vuole rimane sola. Mai come in questo momento mi è sembrata più indifesa e piccola. La veste bianca adesso non la fa più risultare come peccaminosa e sensuale bensì come verginale e indifesa.
“e Inuyasha?”. Lei spalanca gli occhi come sorpresa. Sono un coglione. Lei mi apre il suo cuore e tutto quello che faccio è ricordargli mio fratello? Sono così insicuro che devo avere una conferma. Devo essere certo che lei ami me, solo e soltanto me. 
“Inuyasha non c'entra niente, lui è il passato. Ma tu sei il mio presente e spero il mio futuro” dice sicura. 
“e la sfera” apro la mano e mostro il gioiello. La sua luminosità si fa pian piano meno oscura, come se si stesse purificando. Alzo lo sguardo su Kagome meravigliato. Lei sorride per poi guardarmi. Da un piccolo colpo alla mia mano facendo cadere a terra la sfera. 
“se il timore di amarti non mi fa stare insieme a te che senso ha?”. Sorrido per poi prenderla per un fianco e baciarla. La mia imperatrice. La sua bocca ha un sapore stupendo e tutti i miei sensi vengono riaccesi. La tempesta fuori continua la sua corsa, scatenando tutta la sua furia. Ma io sento solo i piccoli sussurri di Kagome e il suo buonissimo sapore.
“dimmelo” dico tra un bacio e l'altro. Kagome sussulta quando comincio a baciarle il collo. 
“dillo Kagome” le ordino, cerando di risvegliarla dal turbinio di emozioni che sembra averla presa.
“ti amo” un piccolo sussurro. Solo un piccolo sussurro e io sono suo. Non ho più dubbi ne risentimenti, ne incertezze. Kagome mi ha trasformato, mi ha reso un uomo migliore, mi ha fatto vedere che ci sono altri modi di vivere, che vale la pena lottare per altro che non sia il potere, mi ha fato vedere la forza dell'amore. 
“Dio quanto di amo” le dico stendendola sopra il futon. Una spallina della sua veste si abbassa rilevando una buona porzione di carne. Mi ricordo la prima volta che la vidi così. Eravamo ancora all'inizio di questa fantastica avventura e lei voleva solo avere pieno controllo su di me. Voleva solo provare a se stessa di potersi staccare dai sentimenti. Mi ricordo ancora quello che mi disse
“quanto ancora riuscirai a resistere Sesshomaru”. Sorrido al ricordo mentre bacio le morbide labbra di Kagome. I suoi gemiti mi mandano in estasi. Le sue mani vagano per il mio petto nudo andando a incastonarsi tra i miei capelli. Sento che se andiamo avanti così, non riuscirò più a fermarmi. Kagome cerca di avvicinare il mio corpo al suo. Il rigonfiamento all'interno dei mie pantaloni preme sulla sua pancia. Il desiderio che ho per lei è chiaro. Lei poggia le labbra sul mio collo, lambendomi la pelle con dolci carezze.
“Kagome, non..non posso” dico cercando di alzarmi. Non posso intaccare la sua purezza. Non posso farla mia adesso, quando i suoi sentimenti sono ancora cosi confusi e incerti.
“certo che puoi” dice riportandomi su di lei.
“io mi fido di te”. I suoi occhi si incatenano ai miei mandandomi brividi per tutta la spina dorsale.
“non lasciarmi proprio adesso... ho bisogno di te” dice baciandomi. Le sue parole sono il punto di non ritorno. Lei si fida di me e io sento il bisogno di unirmi a questa fantastica ragazza che mi ama. Siamo fatti per stare insieme e questo lo sento io e lo sente lei. È la cosa giusta. Noi siamo la cosa giusta. La bacio con passione e mi beo dei suoi gemiti. Piano piano i nostri vestiti finiscono a casaccio sulla stanza.
“sei bellissima” gli dico osservandola senza alcun ostacolo. La tempesta è finita e la luna risplende nel cielo. Piccoli raggi illuminano Kagome rendendola ancora più bella. Gli sfioro un seno, e lei sussulta. So benissimo che queste sono sensazioni nuove per lei. Ho subito sentito che il suo odore è intatto. Ho sempre saputo che nonostante la sua spavalderia e la sua sicurezza lei rimaneva comunque pura. 
“Sesshomaru” sussurra mentre una mia mano le stuzzica un capezzolo. Si dimena sotto il mio tocco. 
“ferma, mia imperatrice”. I suoi occhi sono fiammeggianti a causa del nomignolo. Anche adesso il suo spirito battagliero non la molla. Scendo con una 
mano fino alla sua femminilità, trovando già bagnata e pronta. comincio a stuzzicarla dolcemente. la stanza si riempe dei nostri gemiti.
“Sesshoamaru io... io sono” 
“lo so piccola” nel suo tono di voce è possibile sentire della paura. Questo mi piace di Kagome, riesce ad essere combattiva come un leone un secondo prima e innocua come un panda un secondo dopo. 
“cercherò di essere il più delicato possibile” la rassicuro. 
“mi fido di te” dice sicura. 
“ti amo da impazzire” dico mentre mi posiziono meglio tra le sue gambe.
“e mi spezza il cuore sapere che ti procurerò del male” le dico riferendomi a quello che sta per succedere. 
“preferisco mille volte che sia tu a farlo che qualcun altro” mi rassicuro baciandomi lievemente le labbra. Colgo l'occasione per penetrarla. Kagome interrompe il bacio, stringendo gli occhi. Piccole lacrime scarlatte si ammucchiano agli angoli dei suoi occhi.
“scusami piccola, scusami davvero” le dico mentre cerco di alleviarle il dolore baciandogli ogni parte della faccia. 
“vedrai che tra poco il dolore sparisce”. La bacio ancora spettando un suo consenso per muovermi. Quando sento che muove il suo bacino per incontrare il mio,ricomincio a muovermi. Un turbinio di emozioni mi investe e tutto sembra annullarsi mentre mi unisco all'unica persona che mi abbia mai veramente capito, all'unica persona che ha condiviso con me la mia solitudine. Sento che io e Kagome siamo destinati a stare insieme per sempre.


 


 

Pov Ashikaga

Mi guardo intorno per notare l'assenza dei due principi e della regina. Sorrido cattivo mentre guardo tutti gli stolti accanto a me che mi reputano uno di loro. Non mi aspettavo una tale devozione da parte della Regina di demoni, anzi pensavo che mi avrebbe rispedito a casa dandomi così un ottimo motivo di ribellione. E invece si è scusata pubblicamente ricevendo ancora di più i favori di tutti i presenti. Quella stupida ragazzina. Quando creod di averla in pugno, lei stravolge i mie piani, facendoli risultare a suo favore. mi stacco dai capi clan e sorrido falsamente agli sguardi lascivi di vecchie dame annoiate. questo posto mi toglie l'aria.  Mi avvicino alla finestra che da sul balcone, volendo prendere una boccata d'aria ma mi blocco quando scorgo due persone. La nostra benamata regina sta baciando il fratello del nostro, non ancora certo,  re. Seguo tutta la scena e mi godo la vittoria. I segreti sono una potente arma contro chiunque, che sia stalliere o re, panettiere o regina. Adesso che ho visto, posso ricattarla, o meglio mirare ai suoi punti deboli. I miei pensieri vengono interrotti dalle grida di Kagome e dall'arrivo del suo “consorte” che agilmente la porta via dal fratello. Se solo sapesse realmente cosa stava succedendo prima del suo arrivo. Se solo tutte e le persone qui presenti lo sapessero, perderebbero fiducia nella loro regina e nel loro re. Decido di mantenere il segreto, di tenere per me ciò che ho visto. La vendetta è un piatto che va servito freddo e io ho aspettato secoli, altri pochi giorni non faranno altro che alimentare la mia sete di giustizia. Aspetta e vedrai padre, ti porterò la testa dell'usurpatrice su un vassoio. 

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SPAZIO AUTRICE
Salve popolo di Efp! eccomi tornata con un nuovo capitolo! Lo so è un po più spinto spero che non vi abbia dato noia. Ero imbarazzatissima a scriverlo, quindi spero che il mio goffo tentativo non vi faccia totalmente schifo. Allora tutti i nodi stanno venendo al pettine! che ne pensate dell'atteggiamento di Kagome? Insomma cinque minuti prima va da Iuyasha e cinque minuti dopo da Sesshomaru! che si decida! e Ashikaga che avrà in mente? 
Fatemi sapere tutto in una recensione e grazie mille per il sostegno e il supporto.
Baci e abbracci
Inulena 

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Capitolo 24
*** Alleanze pericolose ***


Pov's Inuyasha

Stringo forte il ciondolo a forma di cuore, mentre percorro i lunghi e decoratissimi corridoi del castello. La sensazione delle labbra di Kagome e la preoccupazione per la sua salute non lasciano ancora la mia mente, ma in questo momento sento anche un'altra emozione, che non provavo ormai da tanto tempo: la speranza. Le parole della vecchia Kaede rimbombano all'interno della mia mente. Lei mi disse che il ciondolo poteva salvare Kagome. Non so ancora bene come, ma so con certezza che questo ciondolo rappresenta l'ultimo collegamento con la vecchia Kagome. Forse è l'unico modo che mi rimane per farla ritornare quello che era. Ripercorro mentalmente tutte le frasi dette da Kaede in cerca di qualcosa che mi sfugge. mi blocco nel corridoio quando una frase in particolare ricollega tutti i pezzo del mosaico.
so che quel piccolo ciondolo è l'unica cosa che ti può distruggere, perché è un oggetto dato con amore. Tu hai dato quel cuore ad Inuyasha come se fosse il tuo. Quando eri ancora te stessa tu hai donato il tuo cuore. Io so che dentro di te c'è ancora bontà, bambina mia, lo so” adesso tutto ha un senso, le ultime parole di Kaede, perché Kagome mi rubò il ciondolo.
Se prima non riuscivo a capire perché, adesso so! Il problema è che non so bene come usarlo. Irrompo nella stanza di Miroku e Sango, trovandoli l'uno nelle braccia dell'altro.
“Inuyasha ma che modi?” Sango si rialza in tutta fretta fulminandomi con gli occhi mentre Miroku viene verso di me per poi battermi una pacca sulla spalla.
“amico, so che ti piace guardare, anche a me, ma bisogna farlo con criterio” mi scrollo di dosso Miroku cominciando a camminare per la stanza.
“cosa c'è Inuyasha?” mi chiede Sango venendo incontro.
“so come riportare Kagome come era prima!” dico convinto continuando a camminare avanti e indietro. Sango strabuzza gli occhi, Miroku invece viene verso di me bloccandomi.
“come?!” mi fermo e guardo Sango sorridendo.
“si, Sango, presto riavremmo la nostra Kagome” le dico mostrandole il ciondolo. La sua espressione passa dal curioso, allo spaventato per poi di nuovo al curioso.
“cos'è?” mi chiede Miroku abbracciando Sango per rassicurarla.
“me lo dette Kagome tanto tempo fa, molto prima di tutto questo” dico prendendo una sedia e sistemandomi davanti alla coppia.
“all'inizio non ci badai molto, mi sembrava solo una delle tante stranezze che Kagome portava quotidianamente dal suo mondo. Kagome mi disse che non lo dovevo togliere mai, che aveva lo stesso potere della sfera. Eh una sera venne da me e me lo rubò” dico facendo ordine nelle mie idee. Adesso ho anche predente il luccichio negli occhi di Kaede quando la informai del ciondolo.
“e perché non ce ne hai mai parlato” Miroku è dubbioso mentre Sango impallidisce.
“bhe... perché non pensavo fosse importante... prima che Kagome attaccasse quel villaggio, ne stavo parlando con Kaede, ma dopo non ho potuto più farlo” la stanza si riempe di una silenzio commemorativo verso la vecchia signora.
“si ok, ma cosa ci dovremmo fare?” mi chiede Miroku con Sango ancora inerme tra le sue braccia.
“quando la vecchia Kaede morì mi disse che la vecchia Kagome era ancora presente, che c'era ancora, il ciondolo era la nostra unica speranza, purtroppo non pote dirmi di più” Miroku si porta una mano verso il mento, nella sua classica posizione pensante.
“bhe, se le cose stanno così, penso che sia un oggetto molto importante, ma perché?!” dice prendendolo tra le mani e cominciando a ispezionarlo.
“io non ci vedo niente di speciale”
“invece è estremamente speciale, io credo che dentro ci sia l'anima di Kagome, l'ultima parte buona di lei” dico riprendendolo tra le mani. Lo osservo come se fosse il mio unico tesoro, è tutto quello che ho.
“in che senso?” la voce di Sango è più alta di qualche ottava. Deve essere difficile per lei, scoprire che c'è un'altra possibilità, dopo aver gettato la spugna. Miroku batte un pugno sul palmo della sua mano, sul volto un'espressione vittoriosa.
“é vero! Vi ricordate cosa disse la vecchia Kaede? Che Kagome aveva dato il suo cuore quando aveva donato il ciondolo a Inuyasha quindi...”
“...una parte buona di lei c'è ancora” concludo la frase per lui. Tutto combacia, la paura di Kagome riguardante il ciondolo, il furto di quest'ultimo e la morte di Kaede.
“aspettate, quindi secondo voi una parte di Kagome risiede in quel piccolo ciondolo?” Sango si alza per guardare il cuore con una nuova attenzione.
“si, Sango. Questo piccolo gioiello è la nostra unica speranza”. L'aria che si respira nella stanza è cambiata, non si sente più amarezza, risentimento e sconfitta, ma eccitazione, felicità e sopratutto speranza.
“l'unico problema che ci rimane è quello di come saperlo usare?” Miroku si riporta la mano sotto il mento, mentre anch'io cerco un modo logico con qui usare il piccolo ciondolo. Sango intanto ritorna a sedere dove era prima, sul suo volto non trapassa alcuna espressione, sembra pietrificata. Sinceramente è l'unica dei tre a non aver ancora espresso davvero felicità, sembra,anzi, sconvolta.
“io credo che il miglior modo sia quello di vedere come si evolvano le...”
“perché non ce l'hai mai detto?” Sango interrompe il suo compagno. I suoi occhi sono fissi su di me e mi ricordano tanto la prima volta che la incontrai. “come?” chiedo preso in contro piede.
“hai sentito bene! Per tutto questo tempo ci hai tenuto nascosta una cosa del genere” dice alzandosi rabbiosa.
“io credevo che non ci fosse più speranza, che Kagome fosse semplicemente morta, stavo accettando la cosa, soffrivo Inuyasha, e tu in tutto questo tempo non ci hai mai accennato una cosa cosi importante?”. Non avevo il ciondolo, fino a pochi minuti fa, Kagome me lo aveva rubato.
“cosa c'è che non va? Adesso lo abbiamo e sappiamo che ci può riportare Kagome, perché sei tanto arrabbiata?” la rabbia monta anche dentro di me, pensavo che fossimo dalla stessa parte.
 “perché l'ho abbandonata Inuyasha, ho abbandonato la mia migliore amica, non pensavo ci fosse un'altra possibilità, ma a quanto pare mi sbagliavo” gesticola mentre delle piccole lacrime si fanno spazio ai lati dei suoi occhi. La stanza si riempe di silenzio, spezzato soltanto dai singhiozzi mal celati di Sango.
“non mi importa sei hai mollato, non mi importa se ti senti in colpa. Adesso è il momento di reagire e io salverò Kagome”. Detto ciò esco dalla stanza, lasciando Sango in lacrime.


 

Correre in mezzo agli alberi mi è sempre piaciuto. Il bosco mi dava conforto e protezione quando fuori avevo solo tristezza e paura. Mi ricordo ancora quando mia madre mi portava nei boschi elencandomi molti nomi di fiori e piante curative. Il vento sferza i miei capelli mentre salto da un ramo all'altro, allontanandomi sempre di più dal castello di Kagome. Dopo la litigata con Sango non sono riuscito a stare rinchiuso in quelle anguste mura, sentivo il bisogno di scappare. Il ciondolo che mi rimbalza sul collo mi regala una sorta di sicurezza e per la prima volta da tanto tempo sento che Kagome mi è vicina, è qui e presto la rivedrò.
Corro ancora per pochi kilomentri quando davanti a me si staglia un piccolo villaggio.
Perché c'è un villaggio nel territorio di Kagome? Mi avvicino cauto notando molti demoni che passeggiano tranquilli, ma anche molti umani. Tutti sorridono, i bambini corrono mentre un uomo grasso vende le sue spezie, urlando a squarciagola. L'aria è limpida anche se il cielo sopra di noi non presenta alcuna traccia di sole, molto probabilmente dovuto all'influenza della sfera. Continuo a camminare per le piccole capanne, sentendo ogni genere di profumo.
Non avverto ostilità fra demoni e umani ogni cosa sembra armoniosa. Tutto questo mi sembra strano, porto ancora con me il ricordo delle fiamme che si levavano dalle capanne del villaggio, dei demoni distruttori e della crudeltà di Kagome. Non riesco a capacitarmi di una tale serenità a cosi poca distanza dal suo castello. Noto un'osteria in lontananza e curioso entro. La capanna è piena di persone e il fumo dell'arrosto crea una sorta di nube sopra le nostre teste. Molti demoni stanno ridendo e urlando ad un tavolo in fondo, mentre delle donne servono il sake.
“cosa ti posso portare?” mi chiede una giovane ragazza appena mi siedo.
“ehm... quello che prendono gli altri” ordino cercando di stare il più tranquillo possibile. Tutte le persone intorno a me sembrano rilassate e divertite, non c'è una singola persona qua dentro intimorita o arrabbiata, umani e demoni cooperano tra loro.
“ecco a te” la donna di prima mi porge un bicchiere con del liquido bianco dentro. Lo guardo stranito
“è buono- mi dice- assaggia” prendo un piccolo sorso e sento la gola andarmi in fiamme. Tossisco violentemente facendo comparire un piccolo sorriso sulle labbra della ragazza.
“non sei abituato a bere questo liquore vero?” mi chiede sedendosi davanti a me nel mio stesso tavolo. La guardo male, tenendomi quasi a distanza.
“non hai da lavorare?” gli chiedo fulminandola con gli occhi.
“in realtà si, ma siccome oggi c'è poca gente posso restare anche a chiacchierare... mi chiamo Turi” mi porge la mano e io la stringo guardingo. È una bella ragazza, ha dei profondi occhi verdi e dei capelli biondo scuro, il suo piccolo volto traspare ingenuità e mi sembra una buona persona con cui fare quattro chiacchiere.
“come mai in questo villaggio non ha subito la distruzione della regina dei demoni?”. Turi strabuzza gli occhi, come infastidita dalla domanda.
“e perché dovrebbe?” mi chiede un po alterata.
“perché i demoni portano distruzione, pochi villaggi rimangono illesi al loro passaggio e contaminano tutto con la loro malvagità” le spiego ciò che vedo ogni singolo giorno da quando sono in vita, crudeltà e distruzione.
“mi dispiace per te, ma in questo villaggio gli umani e i demoni vanno d'amore e d'accordo” mi dice alzandosi.
“e per tua informazione la regina dei demoni è la più grande benedizione che gli dei ci potevano mandare, ha saputo riportare la pace in queste terre, e i demoni adesso non ci danno più noia, ma anzi ci portano rispetto. Dobbiamo solo ringraziare la nostra regina Kagome e il suo principe Sesshomaru” detto ciò si gira e torna da dove è venuta, lasciandomi a bocca aperta.
Dobbiamo solo ringraziare la regina Kagome; i demoni e gli umani vanno d'amore e d'accordo; è la più grande benedizione che gli dei ci potevano mandare, tutto questo non ha il ben che minimo senso.
Kagome è diventata cattiva, malefica, la sfera che ha addosso lo dimostra costantemente, eppure questa gente la venera come una Buddha incarnato. Mi guardo intorno e vedo solo visi sorridenti e spensierati. È stata lei ha portare tutto questo? Lei ha liberato dalla paura queste persone? Forse la mia immagine di Kagome è distorta, forse Kagome è molto più simile a quella di prima di quanto non lo sia mai stata. Sto per alzarmi quando un odore familiare raggiunge le mie narici.
Dalla porta principale della locanda entra un imponente demone cane, che riconosco subito come Ashikaga. Il colore ametista dei suoi occhi e i suoi vestiti pregiati, contribuiscono a donare eleganza a tutta la sua figura, infatti tutti gli sguardi sono puntati su di lui, ma la cosa che mi inquieta è il suo puntato dritto nel mio.
Turi si avvicina a lui, quasi con timore e con voce flebile gli chiede se desidera qualcosa. Lui con un sorriso smagliante declina l'offerta e viene verso di me. I suoi occhi sembrano calamitare i miei e senza volerlo comincio a sudare freddo. Questo tizio riesce a mettere inquietudine e anche a stregare le persone con un solo sguardo.
“tu devi essere il figlio minore di No- Taisho, il bastardo” il suo tono di voce non sembra trasparire disgusto o derisione, solo una sincera curiosità.
“si, problemi?” la mia solita strafottenza ha la meglio. Una risata elegante e lieve arriva ai miei orecchi mentre Ashikaga si siede dove pochi secondi prima c'era Turi.
“si, sei proprio suo figlio, strafottente quando ti senti minacciato, tattica inutile e molto avventata, ma che sembra caratteristica della tua famiglia” dice continuando a sorridermi. Questo demone non mi piace, la sua aurea maligna è molto potente e il suo sguardo, come il suo sorriso, non promettono niente di buono.
“allora Inuaysha, so che sei al palazzo come tutti gli altri demoni, non è cosi?”. Annuisco lentamente, cercando di capire le sue intenzioni. Kagome gli ha chiesto scusa ufficialmente per non averlo invitato la sera del ballo,sembrava tranquilla mentre si prostrava davanti a lui in un elegante inchino, ma io la conosco abbastanza bene da sapere che era anche un po impaurita.
A rendermi ancora più scontroso c'è anche il fatto che quella stessa sera Sesshomaru mi chiese di far proteggere da Miroku e Sango, mentre ero alla cerimonia di benvenuto, tutte le donne e i bambini in caso di attacco da parte proprio di Ashikaga.
“mi stupisce il fatto di vederti qui, un principe che vaga da solo per il suo regno, non si vede tutti i giorni” dice mieloso.
“io no sono un principe” ribatto sicuro. Anche se la storia della mia famiglia vanta una discendenza reale io non sarò mai uno di loro, in quanto non lo sono mai stato.
“non sono legittimo” sussurro.
“ahh, finezze trascurabili” ribatte Ashikaga. La sua presenza quasi mi destabilizza, tutto quello che sta per dire sento che è giusto.
“ma dimmi è da tanto che conosci la nostra beneamata regina?” mi chiede continuando a guardarmi negli occhi e con un tono di voce dolce e tranquillizzante.
“si, da molto tempo ormai” le immagine del primo incontro con Kagome tornano nella mia mente, portando con loro anche tanta tristezza.
“e ne sei innamorato?”. Strabuzzo gli occhi distogliendoli dai suoi, rompendo quasi, una sorta di magia. Questo tipo sa incantare le persone con il suo sguardo.
“scusa i miei modi bruschi- dice portandosi una mano alle labbra- ma mi sembra impossibile non notare il modo in cui la guardi” ride, scatenando la mia ira. Sembra quasi che si stia prendendo gioco nel mio amore.
“non sono cose che ti riguardano” dico a denti stretti cercando di non tirargli un pugno in faccia.
“certo, certo... volevo solo sapere se la nostra Kagome sia mai stata cosi... confidente”. Tutto torna come prima, il suo tono di voce riprende la cadenza monotona e i suoi occhi si ripiantano nei miei.
“perché ti interessa?” chiedo cercando di rimanere vigile nonostante il suo tono di voce mi trasmetta serenità.
“perché tutto quello che voglio è il bene del popolo, e questo non può stare bene se la sua regina ha altro a cui pensare. Io voglio la pace caro Inuyasha e con Kagome questo può essere possibile”. Mi tornano in mente tutte le storie riguardanti questo demone, la vendetta del padre, il fatto che volesse studiarci da vicino per prendere il controllo e mi sembrano solo bugie. Ashikaga vuole il bene del popolo ed è una persona buona. Sesshomaru, Miroku e perfino Kagome si sbagliano.
Così sulla scia di questi ragionamenti deciso di raccontargli ciò che mi chiede.
“no, prima era molto diversa, gentile, cordiale, buona, adesso è un mostro ed è tutta colpa mia”. Ashikaga sorride, un attimo dopo fa un verso a Turi che si avvicina in fretta.
“vuole qualcosa mio signore” noto solo adesso che la ragazza si è raccolta i capelli e che il suo vestito e sceso un po per mostrare il petto. Ashikaga gli sorride, ma sembra un sorriso fatto di pietra, finto e pesante.
“vorrei il miglior sake che avete”
“certo signore, arrivo subito, signore” Turi corre verso la cucina.
“posso sapere il motivo di questo senso di colpa?” dice benevolo e per un secondo sembra davvero che gli importi della mia condizione.
“io e Kagome prima eravamo inseparabili, ma poi per un mio stupido errore lei ha donato la vita per un'altra persona, così permettendo alla sfera oscura di prendersi la sua anima- mi fermo un attimo per poi prendere fiato- solo dopo sono venuto a conoscenza del cambiamento di Kagome e dei miei sentimenti per lei...ho scoperto che stava con Sesshomaru... così mi sono reso conto che l'ho persa e che non sarebbe più tornata, tutto questo per un mio stupido capriccio” il dolore nelle mia parole è palpabile e mi vergogno per essere crollato davanti ad un membro della mia regale famiglia.
Non dovrei mai mostrarmi così debole, ma non posso farne a meno, ho anche un lato umano dentro di me.
“Vorrei farti sapere il mio dolore per la tua perdita” dice Ashikaga toccandomi una mano, che ritiro immediatamente. È difficile parlare con lui, ho la sensazione di potergli raccontare tutto ma di non potermi fidare affatto. Anche se gli ho appena raccontato la mia storia, sento che è tutto sbagliato, mi chiedo pure perché l'ho fatto.
“non ho bisogno della tua compassione- dico con rabbia- farò tornare Kagome come era prima”. Gli occhi di Ashikaga si accendono di una nuova scintilla, come se avesse trovato quello che stava cercando.
“e come intendi fare? Se posso chiedere. Insomma Kagome non lascerà mai il suo trono adesso che è all'apice del suo potere”. Continuo a guardare i suoi grandi occhi rosa, per non vederci assolutamente niente.
“io... io... ho...” balbetto incapace di fermarmi, sembra che un'enorme forza sconosciuta mi stia spingendo a rivelare quello che so, mentre mi trascina nel vuoto.
“ho... la parte ancora buona di Kagome, un..un oggetto che potrà riportarla come era prima.”. Il battito del mio cuore aumenta e comincio ad ansimare. I suoni intorno a me sono ovattati e comincio a vederci poco nitido, tanto che non mi accorgo neanche che Turi è tornata.
“molto interessante, e posso vedere questo famoso oggetto?” la sua voce è il colpo di grazia, la testa comincia pulsarmi e involontariamente sento la mano avvicinarsi al collo per far vedere al nemico, la mia unica speranza. Ashikaga sorride vittorioso avvicinando una mano al ciondolo, lo accarezza piano continuando a guardarlo.
Quando penso che lo stia per prendere, e io per crollare, tutto finisce.
La sensazione di vuoto sparisce, Ashikaga lascia il ciondolo e il mal di testa svanisce. Tutto torna alla normalità, e finalmente riesco a vedere e sentire bene. 
“grazie per il tuo aiuto Inuyasha” dice alzandosi, il bicchiere di sake intoccato.
“spero che non farai parola con nessuno di questo nostro piccolo incontro” dice incamminandosi verso la porta. Mi alzo dal tavolo e lo seguo fuori dalla porta, non ancora contento.
“io non ne farò parola con nessuno se tu mi aiuterai a riportarla come prima” non so cosa sto facendo, ma credo di potermi fidare di lui. Alla fine si è dimostrato innocuo e tutte le preoccupazioni di Kagome contro di lui si sono rivelate fasulle. Lui si gira con un piccolo sorriso sulle labbra.
“ho già ribadito le mie intenzioni, caro Inuyasha, io voglio che il popolo sia al sicuro e ora che sono venuta a conoscenza di questi fatti del passato sono più che certo che un'alleanza fra le nostre due fazioni sia la soluzione più consona al raggiungimento dei nostri scopi, quindi si ti aiuterò”. Un moto ancora più forte di speranza si fa largo dentro di me, ma prima di abbandonarmi alla pazza gioia gli porgo un'ultima domanda.
“e che cosa vuoi in cambio?”
“assolutamente nulla, mio caro ragazzo, solo la salvezza della tua e mia amata regina” detto questo spicca il volo e sparisce tra le nuvole. Ed in quel preciso momento il mio cuore si spalanca di gioia, quasi non notando la leggera ironia nella parole di Ashikaga.
Aspettami, Kagome sto venendo a prenderti!

 

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SPAZIO AUTRICE
Chiedo umilmente venia, è da troppo tempo che non scrivo e mi dispiace tantissimo, ma eccomi qua con un nuovo capitolo spero che vi piaccia. Inuyasha e Ashikaga sono diventati alleati, a cosa porterà questo? e il famoso ciondolo? 
Continuate a leggere e a recensire la mia storia vi aspetto numerosi!
Grazia per il sostegno e alla prossima!

P.S: Non so voi ma io sono ancora a Giugno, non voglio Settembre! come passa alla svelta il tempo!
Baci,
Inulena 

 

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Capitolo 25
*** è il momento di entrare in azione ***


Pov'Kagome

Sbatto più volte le palpebre per il fascio di luce che entra dalle finestre. Richiudo gli occhi cercando di ritornare al tepore del sonno, ma no ci riesco. Stiracchio le gambe e le braccia, incontrando il corpo di Sesshomaru accanto a me. Sorrido vedendo il suo volto così tranquillo e sereno. Mi immagino come sia dovuta essere difficile la sua infanzia. Sin da bambino non ha conosciuto altro se non guerra e regole. Non ha mai avuto parole di conforto o d'amore. Immagini di un piccolo Sesshomaru con un'enorme spada in mano, mi fanno arrossire, e rattristire al tempo stesso.
Non posso credere che lui abbia riconfermato i suoi sentimenti dopo tutto quello che ha dovuto passare nella sua vita. In realtà mi meraviglio che possa ancora provarli. Un cuore straziato come il suo dovrebbe essere insensibile, e invece, ha avuto il coraggio di amare me! Me! Un involucro senza vita. Sposto delicatamente il braccio di Sesshomaru e mi metto a sedere. Sesshomaru inizialmente fa un piccola smorfia, ma poi la sua espressione ritorna serena come prima. È cosi bello! Mi guardo intorno, notando solo ora dove effettivamente siamo. Una soffitta piena di vecchi mobili e polverosa, di sicuro il vecchio padrone la usava per gli arredi che non voleva più. L'enorme vestito che indossavo è ammucchiato ad un angolo.
È divertente come il contrasto tra il bianco del vestito e quello della sfera creai una sorta di tristezza in me. Un vestito bianco per un anima nera. Pensavo di aver chiaro tutto sulla mia vita. Sono morta per uno sbaglio, un amore non ricambiato, volevo distruggere l'amore e tutto quello che avevo intorno e invece... mi è capitato Sesshomaru.
Dovevo capire fin dall'inizio che mi avrebbe portato fin qui, che mi avrebbe fatto riprovare quei sentimenti umani che mi avevano portato alla distruzione. È grazie a lui se adesso vengo chiamata regina dei demoni, è grazie a lui se i capi- clan sono qui, ed è sempre grazia lui se adesso mi sento libera di agire.
Riporto lo sguardo su di lui e poi sulla sfera. Sembra da pazzi mettersi a scegliere cosa seguire, quale delle due vie intraprendere. Non sai cosa ti aspetta il futuro e hai sempre paura che quello che sceglierai potrà portarti dei ripensamenti o delle delusioni. Non ho certezza del futuro, non so cosa succederà, non so dire perfettamente se quello deciderò mi porterà a essere felice per sempre, o a ricadere nella paura e nella rabbia in cui ero confinata. Il mio cuore non sa decidere, così, come quella volta al lago, decido di seguire la mia mano.
“ehy sei già sveglia?” Sesshomaru mi guarda, mentre io gli passo una mano tra i capelli. Annuisco e lui richiude gli occhi, avvicinandomi al suo corpo con un braccio.
“da quanto tempo è sorto il sole?” mi chiede rifugiandosi tra le mie braccia.
“da un po' credo” sorrido mentre continuo ad accarezzargli i lunghi capelli argentei.
“credo di non volermene più andare” i suoi occhi incontrano i miei.
“non credo di volerti lasciare andare” lui mi sorride poi poi baciarmi delicatamente. Un brivido corre per tutta la mia spina dorsale. È mai possibile che la mia attrazione verso quest'uomo sia così forte?
“Kagome non sei pentita di quello che è successo vero? Voglio dire... quello che abbiamo fatto la scorsa notte, non ti ha portato ripensamenti?” la domanda di Sesshomaru mi lascia spiazzata, ripensamenti?
“non ci ho pensato nemmeno un secondo. Ripeterei quello che è successo la notte scorsa, ancora e ancora.” lui mi sorride, e riappoggia la testa sul mio grembo.
“adesso cosa sono io? Il tuo generale? Un tuo sottomesso? Continuo ad essere quello che sono sempre stato?”
“adesso sarai il mio compagno” Sesshomaru riporta di scatto gli occhi sui miei.
“voglio chiarire per bene quello che provo per te a tutti, adesso che non lo nascondo più nemmeno a me stessa, non ho intenzioni di farlo con gli altri? E poi che motivo avrei? Tu sei già considerato tale da tutti” lui sorride per poi alzarsi. Mi bacia sulla fronte e riprende i suoi abiti per terra.
Nel farlo urta la sfera che reagisce pulsando, riscuotendomi l'anima. Anche se, grazie a Sesshomaru non sono più accecata dall'odio, la sfera fa sempre parte di me.
“cosa succederà adesso con la sfera?” mi chiede Sesshomaru guardandola schifato. L'impedimento principale del nostro amore, è stata la sfera.
“non succederà niente. La sfera è parte di me, e come tale io sono soggetta a lei come lei a me. Siamo due parti della stessa medaglia. Questo nuovo sentimento che provo per te, non sarà accettato, ma cercherò comunque di mantenerlo all'interno del mio cuore così che la malvagità della sfera non possa contaminarlo” sono sicura di poterlo fare. La mia scelta è stata Sesshomaru e non permetterò a nessuno di portarmelo via.


 

“I raccolti sono migliorati signora, e le entrate economiche aumentate. In più l'amministrazione dei capi-clan sembra funzionare, ormai in quasi tutti i villaggi i demoni e gli umani convivono in armonia.” Okitomo finisce il resoconto delle ultime notizie, mentre io, Sesshomaru, e i capi del consiglio lo ascoltiamo. Sesshomaru porta una mano sul mio fianco e lo stringe leggermente.
“i nostri territori non sono mai stati più prosperi come in questo momento, miei sovrani e questo è tutto merito vostro” Sesshomaru sorride leggermente, mentre io ringrazio tutti congedandoli.
“hai sentito? Alla fine si è stabilita la pace all'interno dei villaggi, l'influenza positiva dei capi clan ha portato gli altri demoni a seguire il loro esempio, è adesso umani e demoni non sono più nemici” sorrido vedendo Sesshomaru cosi felice.
“il tuo regno sta andando avanti”
“il nostro” ribadisco prendendogli una mano.
“non sei più un mio generale, sei l'uomo che amo, e di cui mi sono approfittata per troppo tempo del suo titolo, il vero sovrano sei tu, no io” le braccia di Sesshomaru mi stringono e immediatamente arrossisco.
“tu sei la vera sovrana, senza di te, io, non sono niente” oh Sesshomaru! ti amo così tanto. Il bussare della porta ci fa staccare.
“miei signori, il signor Ashikaga chiede udienza” Ralston fa un inchino per poi attendere una nostra risposta.
“digli che lo riceviamo” la voce di Sesshomaru si fa più tetra, non possiamo fidarci di lui. Ralston annuisce, scompare per poi riapparire con lo splendente Ashikaga dietro di lui. Il suo lungo abito pregiato, fa intendere la sua provenienza regale, come il suo portamento.
“miei sovrani, grazie per avermi ricevuto”. Sesshomaru piega leggermente la testa mentre continua a tenermi una mano sul fianco. “sono appena tornato da una gita in paese, e al mio ritorno ho saputo che il consiglio si è riunito. Mi dispiace di non avervi partecipato” i suoi occhi sono pieni di rabbia, ma il suo tono di voce risulta pacato e quasi derisorio.
“per un secondo ho addirittura pensato che ne fossi escluso, perché non me ne arrivato notizia”
“e di fatti è cosi. La tua fedeltà alla corona non è ancora stata appurata, Ashikaga, per questo non ti abbiamo inserito nel consiglio” . Solo i nostri capi clan più fidati ne fanno parte, dobbiamo contornarci di persone fidate e che guardano al futuro, no alla vedetta.
“ah! E così.... peccato che ci sia stato questo malinteso” Ashikaga, si porta una mano sulla bocca coprendo un piccolo sorriso.
”non pensavo di essere considerato così pericoloso” Sesshomaru fa una piccola smorfia.
“triste giorno è quello in cui i sovrani non si fidano dei loro vassalli”
“la vostra reputazione vi precede Ashikaga, per quanto la vostra fedeltà al trono negli ultimi anni sia stata impeccabile, vostro padre era un traditore. Non possiamo dimenticarci di questo” la discussione si sta facendo troppo seria. Devo cercare di mantenere buono Ashikaga, così da poter studiare le sue mosse da vicino.
“mio padre... era …. un uomo particolare. Si è battuto per le cose che riteneva giuste. Tuttavia non mi ha trasmesso queste idee. Io sono fedele alla famiglia No- Taisho”
“se è così farete presto parte del consiglio” la faccia di Ashikaga assume un smorfia piana di rabbia. 
“come comandate, miei signori, con permesso” detto ciò si congeda allontanandosi in fretta. Una volta uscito tiriamo entrambi un sospiro di sollievo.
“non posso credere che sia cosi ingenuo. Credeva davvero che gli avremmo dato un posto di rilevanza all'interno del consiglio?” chiedo confusa a Sesshomaru che fissa il tavolo davanti a lui.
“non so cosa pensare su di lui. Non mi sembra affatto una persona stupida e non capisco come mai sia venuto fin qui... Ralston” La voce di Sesshomaru rimbomba per la stanza facendo spuntare il piccolo demone immediatamente.
“padrone”
“di ad uno dei servitori di seguire Ashikaga tutti i giorni, voglio sapere cosa fa, dove va , che lettere scrive e con chi parla. Pensi di farcela?”
“certo signore” Sesshomaru gli sorride e Ralton fa un inchino prima di sparire.
“voglio sorvegliarlo, no mi fido” io annuisco. “neanche io, sembra un demone pronto a tutto. Dobbiamo stare attenti” Sesshomaru viene verso di me e mi prende il mento
“proteggiamoci a vicenda ok?” annuisco per poi baciarlo. Non so cosa abbia in mente Ashikaga, ma di sicuro ha un piano e non so come mai, ma ho un brutto presentimento.

Pov's Inuyasha

Le porte del castello si aprono per farmi entrare. I due demoni di guardia mi squadrano per poi fare un inchino.
“che fate idioti?” chiedo allarmandomi.
 “voi siete il principe” arrossisco fino alle punte dei piedi. Cos'è questa storia? Io principe? Mi affretto ad entrare dentro il castello. Non posso crederci adesso mi riconoscono come loro principe. Non capiscono veramente niente. Mi affretto verso la mia camera. Devo riflettere sugli avvenimenti della giornata. Il bacio di Kaogme, Sango che piange disperata, Miroku che la consola, Ashikaga e la nostra alleanza, sono successe troppe cose, devo metabolizzare. Apro la porta e la spaziosa camera che mi è stata assegnata si presenta in tutto il suo splendore. Quanto cavolo è grande questo castello? In pratica quasi tutti il clan, più il nostro gruppo abita qui. Mi butto sopra il letto e guardo il soffitto. Le immagini si Kagome mi appaiono in mente e istintivamente porto una mano sul ciondolo. Questo piccolo amuleto è l'ultima speranza che ho, no posso assolutamente farmela sfuggire. Ci gioco un po' passandomelo in mezzo alle dita. Se chiudo gli occhi e ascolto bene, credo di percepire il cuore di Kagome, il suo calore e la sua bontà. Lei è ancora viva nascosta qui dentro da qualche parte.
“scusa Inuyasha” una voce femminile mi fa sobbalzare. Kikyo è accanto alla porta e mi sta fissando. Da quando è tornata dalla missione contro Kagome, non è stata più la stessa, è sempre impaurita e guardinga come se ci fosse sempre un pericolo dietro l'angolo. “ehm... ciao Kikyo” lei chiude la porta dietro di se entrando. La osservo mentre lei guarda il pavimento. I lunghi capelli color mogano sono come sempre raccolti in una coda, mentre il suo corpo è ricoperto dalle vesti delle sacerdotesse.
“volevo solo dirti di fare attenzione” il tono di voce di Kikyo è quasi inudibile, come se non parlasse nemmeno.
“attenzione? Attenzione a cosa?”
“a quello che fai! A come ti comporti! Qui dentro tutti sanno tutto. Se fuori le cose vanno bene, all'interno stanno marcendo” non capisco dove voglia arrivare tanto che la fermo.
“cosa stia cercando di dirmi?” per la prima volta da quando è entrata punta il suo sguardo su di me.
“di non fidarti, di stare attento, di non usare il buon cuore, ma l'astuzia”. Detto ciò esce dalla stanza, lasciandomi con l'amaro in bocca. Cosa voleva dire? A cosa devo prestare attenzione?. Le frasi enigmatiche di Kikyo sono sempre state incomprensibili, ma adesso mi stanno davvero innervosendo. Forse lei sa qualcosa che io non so! Forse dovrei andare da lei. Mi alzo in tutta fretta al letto, per inseguirla e chiedere informazioni. Kikyo sa qualcosa e ho intenzione di scoprire cosa.
Vago per i lunghi corridoi, svoltando angoli e angoli, tanto che ad un certo punto tutto mi sembra uguale. Non mi sarò mica perso? Spero di no. Non c'è anima viva quindi non posso nemmeno chiedere aiuta a qualcuno. Continuo a camminare fino a sentire delle voci. Sbircio dietro un angolo per vedere Sesshomaru e Kagome. Sono insieme, e lei gli sta sorridendo. Non gli ho mai visti insieme, in questa maniera. Sesshomaru gli prende un mano e lei arrossisce. Non capisco bene il discorso ma vedo chiaramente che stanno parlando. Non posso crederci che stia succedendo. Kagome e mio fratello?
La donna che amo sta davvero con mio fratello. Voglio andarmene ma le mie gambe non rispondono. E proprio quando penso di non aver visto tutto, la sorte i lancia un altro colpo. Kagome si lancia tra le braccia di Sesshomaru baciandolo con passione e lui ricambia. Non ci credo. Cado in ginocchio, mentre i due entrano in una stanza. Kagome ha baciato Sesshomaru. Non ci credo, il suo amore è davvero arrivato a questi livelli. Fisso il pavimento per parecchio tempo, finché davanti ai miei occhi non compaiono due piedi rinchiusi in un paio di scarpe elaborate ad eleganti.
“Mio caro alleato, credo proprio che il nostro piano debba entrare in azione ora” 

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SPAZIO AUTRICE
Eccomi di nuovo qua! scusate l'attesa, lo so sono imperdonabile! che ne dite del nuovo capitolo ve gusta? spero di si. Cosa avrà in mente Ashikga? Adesso a anche dalla sua parte il nostro mezzo demone preferito! e Kagome e Sesshomaru non gli trovate carinissimi? io da morire!! (anche se sono di parte!) Come sempre lasciatemi un piccolo commento per farmi sapere i vostri pareri, e nulla.... ci si vede alla prossima. Grazie di tutto. 

P.S: passate a leggere anche la mia nuova storia "patti del cuore". e ditemi che ne pensate! vi aspetto!
P.P.S: ringrazio qui tutte le recensioni dello scorso capitolo! scusate se non vi ho risposto subito e personalmente! rimedierò con questo capitolo!
Baci, 
Inulena 

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Capitolo 26
*** La sala rosso sangue ***


Pov'Inuyasha

“cosa devo fare?” non ho più speranze, mi sento svuotato.
Il bacio di Kagome ormai è un ricordo sbiadito, sono accecato dal desiderio di riaverla con me, e di vedetta contro Sesshomaru. Ho sempre odiato mio fratello e i suoi modi altezzosi, il suo senso di superiorità nei confronti di tutti gli essere viventi e di tutti, e la sua freddezza. Mai una parola di conforto, mai una pacca, seppur fredda, sulla spalla.
Tutto quello che ho avuto dal mio caro fratello maggiore sono stati astio e odio. Sono stato odiato dal primo vagito che ho fatto, il mio crimine è essere nato mezzodemone. Dopo aver assistito alla dolorosa scena, di Kagome che bacia mio fratello, Ashikaga mi ha condotto verso la fine del corridoio e in seguito verso una porta che dava sull'enorme giardino del castello. Fin da subito noto il cambiamento, se nei giorni precedenti tutto era bruciato e desolato adesso tutto è in vita e florido. Il sole mi acceca mentre Ashikaga cammina in mezzo ai numerosi fiori sbocciati e freschi di rugiada.
L'odore e il rumore del mare, creano una bellissima atmosfera, ma non posso goderne appieno perché il mio animo è intriso di rabbia e dolore.
Perché adesso tutto è in fiore? Perché il sole splende?
“oh, mi caro se ti stai chiedendo il perché di questo cambiamento, la prova l'hai avuta sola pochi secondi fa con il mostruoso tradimento che si è consumato davanti ai tuoi occhi. Per la tua precedente domanda invece la risposta non è così semplice” Ashikaga cammina in maniera delicata e elegante.
I raggi del sole battono sui suoi raffinati abiti creando una sorta di aurea intorno a lui.
“come ben sai il mio unico intento è quello di tener di conto il popolo, e per ora questo sta accadendo, ma come detto da te, la nostra regina è un mostro, la sfera che tiene al polso la sta corrompendo, tanto che ha intrapreso una relazione con tuo fratello” . È strano come la mia vita possa essere riassunta sempre in brevi riassunti.
“si è cosi!”
“osservando la regina,  mi sono accorto che non mantiene sempre la sua coerenza e integrità, a volte anzi sembra... diversa... un'altra persona. Non hai notato anche tu questo cambiamento?” scuoto la testa.
“ Kagome ha sempre indosso quella maschera di indifferenza e di superiorità, caratteristica che molto probabilmente gli ha attaccato mio fratello”
“esatto, è qui che volevo arrivare. Le mie osservazioni hanno portato a pensare che la tua Kagome sia imprigionato all'interno della Kagome di ora” mi giro verso di lui.
“in che senso?”
“nel senso che la sfera ha ottenebrato la vera Kagome portando la creazione di un'altra anima, l'anima della regina di demoni che attualmente è tenuta sotto scacco da Sesshomaru” la mia mente è confusa.
“stai dicendo che Kagome è così a causa della sfera e di Sesshomaru?” Ashikaga stacca un fiore dal suo stelo e lo annusa.
“la Kagome di adesso, non è più la tua Kagome, è solo un involucro che contiene la donna che ami. La puoi odiare, poiché non è niente, la puoi uccidere, perché ne hai i mezzi e insieme a lei puoi vendicarti di Sesshomaru e farli morire insieme nel loro abominevole amore”. Ashikaga sfoggia un sorriso del tutto inopportuno per il discorso che stiamo affrontando.
Quello che stiamo ordendo e un colpo di stato, dovrei andare contro la mia famiglia, il sangue del mio sangue, dovrei sconvolgere le carte sul tavolo e ribaltare la pace che il regno di Kagome sembra aver portato?
“no, non posso farlo” dico fermandomi, Ashikaga si gira verso di me, il fiore ben saldo tra le sue mani, ormai quasi morto.
“hai sensi di colpa, Inuyasha? Credi che andare contro la tua famiglia sia un tradimento, contro tuo fratello?” non so come faccia tutte le volte a capire cosa penso, ma come l'ultima volta la mia vista si fa un po più sfocata e i suoni ovattati, mentre fisso i suoi occhi.
“cosa hanno fatto per te? Ti hanno isolato e giudicato non appena ti hanno visto. Ti hanno tagliato fuori dalla famiglia e ti hanno fatto sentire meno di zero, facendoti vivere una vita nella paura e piena di stenti. Non ti lega niente a questa famiglia” annuisco lentamente come in una sorta di trans.
La mia famiglia, io non ho mai avuto una famiglia, l'unica che abbia mia avuto mi è stata strappata via.
“ti senti davvero legato a delle persone che non ti hanno mai considerato più di un mezzodemone? Ad un fratello che fornica con la tua donna?”.
No e no, non mi sento legato a queste persone, mi sento distrutto e insicuro di me, totalmente non padrone delle mie azioni e costantemente arrabbiato. Mi sono sempre sentito poco amato, perché di amore non ne ho mai avuto. “cosa devo fare?”


 

Pov' Kagome

“mi divertivo spesso a giocarci da piccolo, ma ben presto, i giochi sono stati sostituiti dalle armi” guardo Sesshomaru completamente assorto nei suoi ricordi. Dopo essere entrati in camere ci siamo stesi sul letto ed abbiamo iniziato a conoscerci meglio. Una domanda in cambio di una domanda.
“tu da piccola con cosa giocavi?” i ricordi della mia infanzia sono molto più caldi e belli di quelli di Sesshomaru.
“l'epoca da cui provengo è molto diversa da questa. Ci sono cose molto più sviluppate e il paese non è diviso in feudi, ma facciamo tutti parte di una grande nazione chiamata Giappone. I demoni si sono istinti e il mondo è in completo possesso degli uomini” Sesshomaru storge la bocca e mi guarda severo.
“preferisci questa o la tua vecchia epoca?”. Sorrido per la sua mancata pazienza, non mi fa finire nemmeno le domande che subito me ne fa altre.
“in questa ci sei tu, e non ti lascerei per nulla al mondo, ma per quanto riguarda tutto il resto... preferisco la mia epoca” dico sicura.
“non potrei ma rinunciare alla pizza”
“pizza? Cos'é?” mi chiede Sesshomaru curioso. La sua mano si intreccia alla mia e con l'altra comincia a giocare con una ciocca dei miei capelli.
“e un'arma?” rido per la sua affermazione.
“non è un arma, insomma può diventarlo, ma principalmente è cibo” lui annuisce continuando pero ad avere un cipiglio dubbioso sulla fronte. “tocca a me!” non vedo l'ora di sapere qualcosa su Sesshomaru, la sua voce è profonda e melodiosa in più è un ottimo oratore, ti trasporta nella storia facendoti sentire parte di essa.
“qual'è il tuo colore preferito?” chiedo. È una domanda così poco consona a Sesshomaru che mi viene quasi da ridere. Non sembra proprio la persona a cui chiedere quale calore gli piaccia.
“non ne ho uno” dice infatti.
“e dai! tutti ne hanno uno”
“io no”
“nessun colore che ti renda felice o che ti faccia dire: sto bene” cerco di esprimere un po di emozioni che si sentono, magari ne ha provate ma non le sa riconoscere.
“queste sensazione le provo con te” mi posa un bacio sulla testa.
“ma io non sono un colore”
“questo lo dici tu. Hai un colore tutto tuo che solo io ho la fortuna di vedere. Il mio colore preferito sei tu”. La naturalezza della sua voce rende solo più speciale questo momento. Forse lui non se n'è accorto ma questa è uno delle cose più romantiche che un uomo mi abbia mai detto.
 “anche il viola non è male come colore” aggiunge dopo. Rido di gusto prima di buttarmi sulle sue labbra. Amo quest'uomo, è bellissimo amare un persona così tanto, ti lascia senza fiato e ti fa vedere la vita migliore di quanto sia.
“mi piace quando ridi” mi dice tra un bacio e l'altro.
“a me piace quando mi fai ridere” rispondo. Le sue mani di fanno più voraci e molto presto mi ritrovo sotto di lui, preda dell'eccitazione e della sua passione.
“ti voglio” sussurra al mio orecchio prima di mordermelo. Un piccolo gemito esce dalle mie labbra e percepisco il suo sorriso sulla pelle. La voce di Ralston al di la della porta interrompe qualunque cosa che stavamo facendo.
“sua maestà è richiesta la vostra presenza nella sala principale”
“giuro che questa volta, se non se ne va lo ammazzo” dice Sesshomaru rabbioso chinato ancora sulle mie labbra. Sorrido leggermente prima di rispondere a Ralston che sta ancora dietro alla porta.
“arriviamo subito Ralston”.
“come comandate sua maestà”. Il piccole demone se ne va lasciandoci nuovamente soli.
“il dovere ci chiama” dice Sesshomaru scostandosi un po. Prima che si allontani del tutto lo trascino di nuovo sopra di me e lo bacio con passione.
“altri cinque minuti, dopo tutto sono la regina."


 

Dopo vari baci e effusioni varie, sono riuscita a levarmi da quel letto e ad avviarmi verso la sala principale. Sesshomaru alla mia destra. La sua presenza  mi rassicura e mi fa sentire più protetta. Ci avviciniamo alla porta e d'istinto gli prendo la mano, stringendola.
“ci proteggiamo a vicenda” gli chiedo.
“sempre” risponde sicuro. È diventata come una sorta di rito tra di noi. Gli sorrido per poi chiudere gli occhi e prendere una grande boccata d'aria. Adesso non sono più Kagome ma la regina dei demoni. Ralton appare accanto a noi e gentilmente mi apre la porta facendomi entrare.
Tutti i capi clan sono riuniti e mi guardano spaesati. Io ricambio lo sguardo curiosa. Con molta lentezza mi avvicino a quello che è il mio trono e Sesshomaru mi imita. Sento la sua agitazione come se fosse la mia. Qualcosa non torna. Mi siedo sul trono e tutti il silenzio iniziale si trasforma in una grande baraonda fatta dalle voci dei capiclan.
“SILENZIO” la potente voce di Sesshomaru sovrasta su tutte le altre, zittendole immediatamente.
“vostra grazia avete indotto questa riunione per quale ragione?” chiese un capo clan unitosi da poco alle truppe, ormai si poteva dire, reali.
“io non ho indetto nessuna riunione, mi è solo stato detto da Ral...”.
In quel momento sento le porte principali serrarsi e le finestre che danno sull'esterno bloccarsi. I vari servitori si mettono alle porte facendo da guardie.
“infatti miei cari, non è stata la vostra regina ha indurre la riunione bensì io” Ashikaga esce da dietro un pilastro in ombra con Ralton al fianco.
Sbarro gli occhi e Sesshomaru trattiene il fiatp, è una trappola.
E il nostro servitore ne fa parte .
“chi ti da il diritto?” chiede Okitomo facendosi avanti. Il grande capoclan viene seguito da Imegawa e Nakatomi pronti a dar battaglia per proteggerci. mani sul'elsa della spada. Tutto accade in fretta i mercenari dei Ashikaga capitanati da Kyuzo compaiono dai loro nascondigli nella sala e cominciano ad uccidere tutti i componenti della mia nuova famiglia.
Vedo i capi clan cadere uno dopo un altro, vittime delle lame dei mercenari. Imegawa sfodera la sua spada e si butta nella mischia insieme a Nakatomi, mentre Okitomo viene verso di noi e ci intima ad andarcene. Sesshomaru ha lo sguardo di fuoco mentre guarda la carneficina che si sta consumando davanti a lui.
Spinge Okitomo , intimandogli di tornare alla battaglia per poi guardarmi e prendermi la mano.
“ci proteggiamo?” mi chiede mentre estraggo Sounga dai miei capelli.
“sempre” 


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SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutti eccomi tornata con un nuovo capitolo! spero che vi piaccia. Abbiamo un traditore in mezzo a noi! alzi la mano chi no credeva che Ralston avesse una mente così diabolica!! AHAH. Comunque Kagome si trova in un bel casotto, ma per fortuna con lei cìè Sesshomaru! Inuyasha e Ashikaga nuovo attacco di bromance? 
Ci sentiamo al prossimo capitolo! ricordatevi di lasciarmi un piccolo parere, e di dare una controllatina anche all'altra mia storia "i patti del cuore" 
baci,
Inulena 

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Capitolo 27
*** Debole ***


Il sangue scorre a fiumi nella regale stanza del castello. Colpisco un altro mercenario mentre Sesshomaru uccide un uomo alle mie spalle. Ashikaga deve averli richiamati durante la notte, per tenderci un imboscata, oppure sono sempre stati qui. Sono molti di più di quello che pensavo, ecco perché Sesshomaru gli voleva tra le nostre fila. Io e Sesshomaru combattiamo in perfetta sincronizzazione e la cosa mi esalta.
Per amore di Sesshomaru ho deciso di combattere la parte oscura della sfera ma durante il combattimento è quasi impossibile reprimere questa malvagità. Riesco solo a vedere rosso e tutto quello che sembro bramare è il rosso del sangue.
Colpisco, urlo, affondo, taglio senza neanche guardare chi sto colpendo, il mio unico obbiettivo: Ashikaga con accanto quel piccolo traditore di Ralston che abbassa lo sguardo per non vedere la carneficina che si sta consumando a causa sua. Immagini del corpo martoriato del capoclan, a terra, della sua testa che rotola ai miei piedi manda un piccolo brivido all'interno del mio corpo.
“KAGOME!” la voce di Sesshomaru mi riporta con i piedi per terra. Scanso un colpo e colpisco alla testa un umano , con il manico di Sounga. Mi guardo dietro e vedo una scia di corpi alle mie spalle.
Sono stata io? La sfera porta davvero a fare questo?
La mia rabbia moltiplica, tutta verso Ashikaga, se non avesse avuto questa sete di ambizione e potere , molte vite sarebbero state risparmiate, la colpa è sua, ma è anche mia. La sfera deve essere distrutta ed è quello che ho intenzione di fare dopo che avrò sistemato questo traditore. Sesshomaru mi affianca e mi prende la mano intrisa di sangue. Lo guardo mentre il suo sguardo battagliero non lascia il suo volto. Io e lui siamo destinati a stare insieme per sempre.
“vai, vai da lui, ci penso io qui” mi sussurra Sesshomaru. Lo guardo un ultima volta mimando con le labbra
 "Ti amo" per poi lasciargli la mano e avviandomi verso il capo clan che mi guarda ancora con il suo irritabile sorrisino sulle labbra. Paro un colpo di un mercenario, e lo uccido trafiggendogli il petto con la spada, un altro uomo viene verso di me brandendo la spada e urlandomi contro, mi abbasso e sferro un colpo alle gambe cosi da mandarlo al tappeto e colpendolo con Sounga.
Un po di sangue mi schizza sulla faccia, ma non me ne preoccupo, la causa di tutto è a pochi metri da me, non devo fare altro che allungare una mano ucciderlo. Avanzo di un passo quando mi si para davanti Kyuzo, il capo di questi mercenari.
“wow bambolina, sei bella quando indossi un vestito, ma sei ancora più bella quando sei ricoperta di sangue” lo guardo schifata mentre lui si lecca le labbra.
“non vedo l'ora di assaggiarti”
“allora comincia assaggiando questo” urlo scagliandomi su di lui. Intraprendiamo una battaglia a colpo di spada, è molto più abile di quello che credevo, il suo aspetto non pregiudica la sua abilità. Cerca di farmi indietreggiare ma con la mia velocità scanso il colpo. Sento la mancanza della sfera, non sono più come all'inizio, l'amore ti rende più debole, ma sono ben contenta di farlo per lui. Le nostre spade si incastrano formando una x e i piccoli occhi del capo dei mercenari mi trafiggono. La sua espressione lasciava mi schifa, cosi mi allontano facendo un balzo indietro.
 “che c'è regina dei demoni, non ce la fai a sconfiggermi? Forse non sei così forte come tutti dicono”
“forse non mi sto impegnando al massimo, forse voglio vedere la tua vita lasciare il tuo corpo lentamente” rispondo con voce cupa. La sua espressione non fa un verso
“la mia vita vale poco, sono più di là che di qua, quindi prendila pure”
“con piacere” mi fiondo su di lui, cercando di trovare un punto debole nella sua difesa. Nessun uomo non ha un punto debole. Tiro altri due fendenti e vedo che lascia scoperto il fianco alto sinistro, inoltre noto un ferita sulla gamba.
Sorrido vittoriosa. Paro due colpi di spada per poi fiondarmi sulla sua gamba ferita, infliggendogli un altro colpo che lo fa urlare. Indifeso lo colpisco sul fianco sinistro ormai completamente scoperto. Kyuzo comincia a sputare sangue mentre cade in ginocchio davanti al mio cospetto.
“alla fine tutti si inchinano a me” dico mentre lui alza lo sguardo.
“anche tu” gli taglio la testa con un gesto deciso, la raccolgo e la lancio ai piedi di Ashikaga che mi guarda con sempre meno superficialità.
“bene bene bene, allora hai davvero dalla tua parte la sfera, pensavo che fossi solo una bambina a cui piace giocare con il potere”. Ralston fa un passo avanti cercando di proteggere il traditore. Non lo guardo nemmeno, non si merita un secondo del mio tempo, e questo lui lo capisce, tanto che comincia ad indietreggiare.
“alla fine ti sei rivelato per il mostro che sei”
“non potevo fare altrimenti, non avete riconosciuto il mio potere e mi avete umiliato varie volte, non potevo restarmene zitto”
“sei stato nell'ombra per più di un secolo cosa ti ha spinto ad agire ora?” chiedo guardandolo. Siamo solo noi due adesso, niente più buone maniere, niente più consiglieri e politica adesso siamo davvero solo noi.
“la vendetta è un piatto che va servito freddo, mia cara, impreziosisce il sapore”.
“non lascerò che tu prenda il mio regno?”
“ il tuo regno” la sua voce acquista ironia mentre chiude con rabbia il ventaglio.
“il tuo regno? Stupida ragazzina, il regno è sempre stato mio, non eri nemmeno nata quando mio padre combatte con onore per salvare ciò che era suo e che Inu No- Taisho gli aveva rubato” urla. Per la prima volta vedo la rabbia di Ashikaga che ha perso la ragione, un uomo privo di morale che ha venduta l'anima per il potere.
“non crederai che solo perché ti scopi il figlio del grande generale allora sei la regina! Non hai nessuna discendenza e nessun valore in battaglia, sei un ostacolo per i miei scopi e io ho intenzione di eliminarti”. Non ho il tempo nemmeno di reagire che piomba su di me, colpendomi al braccio e ferendomi. È molto più veloce di Sesshomaru. Mi scanso facendo un passo indietro mentre per la prima volta vedo l'arma di Ashikaga, una lunga katana con la lama oscura e delle scritte in blu sopra.
“questa spada era di mio padre, No-Taisho gli taglio la testa con ancora questa tra le mani, e adesso proprio con questa spada mi vendicherò” paro un colpo della sua spada, ma mi trema il braccio da quanta è la sua forza. Cerco di respingerlo ma con fatica.
“la tua forza sta solo nelle parole” cerco di tirare fuori tutta la rabbia che ho dentro facendo forza e levandomelo di dosso.
“sei ancora la ragazzina che viene lasciata dal suo amore, non sei mi cambiata, sei sempre la stessa”
“NOOO!” urlo cominciando a tirare fendenti su di lui, che finiscono comunque tutti a vuoto, “non sai niente di me” dico cercando di colpirlo.
“so tutto invece, sei morta per uno sbaglio perché eri troppo sciocca per vedere la realtà, realtà che non era brutta come la finzione dove tu venivi lasciata ancora e ancora” gli tiro un cazzotto che stavolta colpisce i segno, ma lui si rialza ridendo.
“credo che tu non abbia mai lasciato davvero quella finzione ma che tu ci viva costantemente dentro.” ormai stremata cerco di colpirlo un'ultima volta ma colpisco il vuoto. Lui mi assesta un colpo alle gambe facendomi cadere. Mi afferra i capelli, puntandomi la lama alla gola e forzando il mio sguardo a puntarsi su Sesshomaru.
“sei debole, insicura e piena di paure e prima o poi lui se ne accorgerà e ti lascerà da sola come ha fatto il fratello. Guardalo per l'ultima volta... il tuo amore” i miei occhi si riempiono di lascrime rosso scarlatto, sta combattendo con Inuyasha.
"SESSHOMARU!" 



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SPAZIO AUTRICE
Eccomi qua con un nuov capitolo! Scusate l'attesa ultra galattica. Cosa succederà adesso? Kagome è nei guai e nemmeno Sesshomaru sembra cavarsela bene. Il prossimo capitolo sarà tutto con il pov del nostro sesshy contentI? Spero di si!
Come sempre grazie a tutti e fatemi sapere il vostro pensiero con una recensione!
Baci, 
Inulena 


 


 

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Capitolo 28
*** Luce e Oscurità ***


Pov's Sesshomaru

È successo tutto così velocemente che non mi rendo conto nemmeno di quello che mi circonda. Il piccolo mostriciattolo ci ha ingannati, non mi dovevo fidare di lui, dovevo rendermene conto subito di quello che stava tramando. Come avevo pensato i mercenari al servizio di Ashikaga sono molti di più di quelli che credevamo, entrano nella sala in gruppi organizzati e le nostre forze sono troppo poche per combatterli.
Hanno saputo utilizzare l'effetto sorpresa.
Sento la forza di Kagome al mio fianco esplodere in tutta la sua potenza, la sfera sta facendo effetto e la scia di demoni dietro di lei ne è la prova. Non riesce a combatterla e in questo momento non so nemmeno se è un male. Combatto con tutta la mia potenza sconfiggendo demoni su demoni, il calore del corpo di Kagome mi accompagna in questa carneficina. Quando ottengo un minimo di respiro mi guardo intorno per constatare le effettive perdite che abbiamo subito. Vedo molti capi-clan combattere coraggiosamente, mente altri cadere con dignità. Tutto questo non sarebbe dovuto accadere, è uno sbaglio che non siamo riusciti a prevedere.
Uccido due demoni che mi stavano attaccando in contemporaneamente.
“KAGOME” urlo quando vedo che un demone la sta per colpire. Come può distrarsi in momenti come questi? Mi avvicino e le prendo la mano intrisa di sangue, non voglio lasciarla sola in questo momento ma so anche che la sua attenzione e il suo istinto omicida la stanno facendo pensare solo ad uccidere Ashikaga. Appena sente il mio tocco si gira verso di me, il ghigno di quando l'ho conosciuta gli sfigura il raffinato volto. Sento la sua voglia di attaccare, la sua voglia di uccidere. La sfera, il potere maligno, porta realmente alla distruzione e non voglio che Kagome ne sia vittima.
Voglio che Kagome sia felice, voglio che abbia una vita piena di emozioni, e voglio essere al suo fianco. Cerco di scrutare la sua espressione e stringo ancora un po di più la mano della mia imperatrice.
“vai, vai da lui, ci penso io qui”. Mi fissa per pochi secondi per poi andare verso il suo obbiettivo sicura di se stessa. Cerco di imprimermi nella mente quello sguardo, cerco di non lasciarlo sfuggire, di segnarmelo nell'anima, voglio che Kagome sia un talismano all'interno della mia anima.
Schivo un colpo e pianto la mia spada nel torace di un demone. Lo vedo accasciarsi a terra mentre una grande pozza di sangue si allarga ai suoi piedi. Tutta questa distruzione, tutto questo dolore, tutti questi uomini che non ritorneranno a casa dalle loro famiglie, dai loro bambini che cresceranno senza un padre. La guerra è orrenda in tutte le sue forme, pure quelle che sembrano più innocue, tipo una guerra verbale. Ti distruggono dentro lasciando soltanto il tuo scheletro a vagare nella realtà.
Cozzo la mia spada con quella di un demone, vinco di forza e gli trapasso la gola. Prendo la spada del demone decaduto, tanto ormai non gli servirà più. Adesso che ho due spade uccido molti più demoni, che continuano ad uscire dalle porte come un fiume in piena. Difendo un capoclan che mi sorride di rimando. Devo proteggere le persone che mi hanno giurato fedeltà, che uomo sarei se le abbandonassi? Che re sarei?
“sempre a cercare di fare il nobile fratellino?”. Mi girò al suono di quella voce, molto simile alla mia e intravedo subito gli argentei capelli di nostro padre, l'unica cosa che abbiamo in comune. Mio fratello mi sta davanti, gli occhi macchiati di una pazzia disperata, gli artigli sguainati e una espressione indecifrabile sul volto.
“faccio quello che posso per il mio popolo?”
“quale? Quello che sta cadendo sotto le lame dell'esercito di Ashikaga?” la sua voce mi fa accapponare la pelle, chi è questo ragazzo che sta difronte a me?
“cosa vuoi?” gli chiedo cercando di ottenere un po di tempo che mi faccia elaborare un piano di fuga, perché per la prima volta nella mia vita non voglio combattere contro mio fratello.
“cosa voglio? È divertente da parte tua sentirtelo dire, poiché me lo hai strappato da sotto gli occhi senza nemmeno preoccuparti delle conseguenze”
“lei è venuta da me” è chiaro che il soggetto di discussione sia Kagome. Come immaginavo lui ancora non si è arreso, e non lo farà mai. Sto cominciando a comprendere il forte sentimento che lega mio fratello alla donna che amo, lo sto cominciando a provare anch'io. In un certo senso lo compatisco perché so che se mi trovassi nella sua stessa posizione farei le stesse cose che sta facendo lui.
“tu me l'hai portata via!” urla, sguainando Tessaiga.
“lei è sempre stata mia e tu me l'hai strappata dalle braccia. Tutto questo- dice allargando le braccia- è successo a causa tua. Hai fatto il lavaggio del cervello a Kagome e adesso lei non sa più nemmeno chi è”. Le sue parole feriscono più di mille lame, più di mille battaglie. Se Kagome non mi avesse mia scelto come comandante non avrebbe mai nemmeno riunito i capiclan e di conseguenza Ashikaga e il suo odio sarebbero ancora rinchiusi in quella topaia che lui chiama casa.
“non voglio combattere fratello” dico calmo. Sento la sua voglia di sangue e di combattimento, di rivalsa. È talmente tanto forte che risveglia le mie emozioni più brutali, tipicamente demoniache.
“adesso sono tuo fratello? Dopo tutti questi anni, pensi davvero di potermi chiamare come non hai mai osato fare? No Shessumaru, io non sono tuo fratello.” Urla prima di fiondarsi su di me. Preso alla sprovvista blocco il colpo quando la punta di Tessaiga mi arriva a qualche centimetro dall'occhio. Lo respingo e lui agilmente fa due salti indietro. Ritorna all'attacco e tutto quello che posso fare è difendermi, non voglio ferirlo, non voglio uccidere mio fratello, l'unica famiglia che mi è rimasta.
“che fai non attacchi, fratello? Hai paura?” Inuyasha è furioso e la potenza dei suoi attacchi è talmente forte che fa vibrare la lama della mia spada. Indietreggio fino ad arrivare con le spalle al muro. Sono in trappola. Il passo di Inuyasha è simile a quello di un felino che si avvicina alla sua preda mentre mi guarda con gli occhi dei No-Taisho, con gli occhi di nostro padre, con i miei stessi occhi.
“vorrei sentire la tua vergogna quando ti infilzerò con la mia spada e ti renderai conto che la tua vita sta volando via a causa di un mezzo demone” ghigna soddisfatto del suo piano. Povero, sventurato fratello! Non sa quanto è dura sopportare una vita innocente, come è difficile guardare un uomo morire e come sia impossibile basare la propria vita sulla vendetta.
“di le tue ultime parole fratello, e fa che non siano d'amore tanto lei non le sentirà”. Alza la sua grande lama, pronto per colpirmi.
“mi dispiace” sussurro. Lui blocca il colpo destinato al mio petto.
“come?” chiede sorpreso.
“mi dispiace” ripeto guardandolo negli occhi.
“ho sempre pensato che il mio destino fosse stare da solo. La solitudine era il mio passato, il mio presente e sarebbe stato il mio futuro. Pensavo che non avessi mai avuto il privilegio di avere una famiglia. Cosi ho cominciato con le scuse della purezza del sangue e di come le persone non fossero abbastanza per stare con me, che io ero troppo superiore. Penso che siano le scuse che gli uomini raccontano a loro stessi quando si rendono conto di essere rimasti da soli...” Inuyasha abbassa la lama e mi guarda con un misto di incredulità e di paura. I suoi occhi sono lucidi e il suo petto si alza e abbassa ad un ritmo accelerato, come se avesse corso per miglia e miglia.
“...fino a che non è arrivata lei. Penso che tu conosca quella sensazione che ti trasmette, ti fa sentire invincibile, parte di qualcosa, qualcuno di importante. Quando l'ho difesa per la prima volta, ho sentito che era quello il mio posto, che io ero nato per stare al suo fianco. Lei mi ha fatto ricredere su tutto. Mi ha dato una casa, una famiglia, amore. Ho capito che per essere parte di qualcosa bisogna impegnarsi e no aspettare che gli eventi accadono.... quindi mi dispiace, fratello per tutti questi anni in cui non ho saputo starti accanto”. Ormai alcune lacrime stanno scendendo dagli occhi di Inuyasha che vergognandosi ha cominciato a guardare per terra.
Non so più cosa dire, tutto quello che pensavo l'ho espresso. Lui potrà credermi o no, questo sta a lui deciderlo. Dopo secondi trascorsi con la stessa velocità di anni, Inuyasha alza la testa. I suoi occhi sono ancora lucidi ma adesso leggo chiaramente una espressione sul suo volto: rabbia.
“tu credi che con qualche bella parola e un discorso sui fratelli, possa recuperare un'intera infanzia e vita passata a credere di non essere abbastanza? All'essere l'escluso?”. La rabbia che trasmette mi fa provare per la prima volta senso di colpa nei suoi confronti. Alla morte di nostro padre sarei dovuto diventare per lui una figura di riferimento, un esempio, e invece sono scappato dalle mie responsabilità, lasciando il mio fratellino senza protezione.
“mi dispiace” ripeto ormai incapace di dire altro.
“NON MI INTERESSANO LE TUE SCUSE!” detto ciò si ripiomba su di me. Riesco a scansarmi, i suoi movimenti sono goffi e lenti. Sembra stanco. La sua lama va ad intaccare la solida pietra della colonna. Con una dimostrazione di forza bruta la estrae ritornando alla carica. Incrociamo le lame, combattiamo, cerca di ferirmi e come risposta di difesa cerco di fare lo stesso. Non voglio morire, ho cominciato ora a vivere.
“SHESSOMARU!” Un urlo mi distrae e Inuyasha ne approfitta per ferirmi al braccio. Un sussulto di dolore mi esce dalle labbra mentre faccio dei salti indietro tenendomi la ferita. Tocco il punto dolente per poi vederlo pieno di sangue. La mia visuale di sposta sul campo di battaglia, ma la mia attenzione non è più concentrata su Inuyasha bensì su Kagome. La mia bellissima imperatrice è in ginocchio, Ashikaga dietro di lei le sta tendendo i capelli intimandogli di stare ferma, mentre gli punta una lama alla gola. Le lacrime di sangue che escano dai suoi occhi mi fanno più male della ferita inflittami. Inuyasha guarda la scena con sguardo allibito.
“cosa stai facendo?” gli chiede mentre uno scintillio si fa vivo nei suoi occhi. Ashikaga fa passare il suo sguardo annoiato da mio fratello a me. “dovreste vedevi cari fanciulli, siete tutti e due pronti a darmi guerra per questa femmina. siate patetici” dice scuotendo i capelli di Kagome e facendola gridare di rabbia.
“non so come mai l'uomo cada in questo sentimento distruttivo chiamato amore? Guardate come vi riduce” dice indicandoci con la lama. Intanto i demoni intorno a noi di sono fermati, come ad assistere a qualche esecuzione, come se avessero avvertito che questa è la resa dei conti.
“AVEVAMO UN PIANO BASTARDO!” Inuyasha sembra ancora più feroce di prima.
“i piani si possono cambiare. Non posso credere che tu abbia creduto per un secondo che io volessi il bene del popolo e quindi di questa donna. A me interessa una sola cosa, il potere. Lei me lo ha strappato via, ha strappato via il trono che era mio di diritto. Quindi adesso non mi resta che ucciderla”. Gli occhi di Kagome si improntano nei miei, come se avesse avvertito qualcosa, come se volesse dirmi addio. Non sopporto questo sguardo, devo fare qualcosa.
“Kagome non può essere uccisa, lei ha la sfera, lei è parte della sfera. Solo una forza spirituale pura potrebbe intaccarla, e tu di certo non sprizzi purezza!” . La risata di Ashikaga, mi fa capire che è veramente finita. Lui è sempre stato un passo davanti a noi, aveva programmato tutto. Gli occhi di Kagome non lasciano un secondo i miei.
“è vero Shessomaru, ma io ho una cosa che può ucciderla, una cosa pura, intoccabile, vera, sacra” detto ciò estrae dai suoi lussuosi abiti un ciondola a forma di cuore. Inuyasha sussulta.
“dalla tua espressione mezzo demone posso capire che tu sappia cosa sia questo gioiello” disse compiaciuto rigirandosi il cuore tra le dita. Gli occhi di Kagome continuano a scrutarmi, e io sto cercando di capire cosa stia cercando di trasmettermi.
“questa è la parte buona di Kagome. La parte di lei rinchiusa, imprigionata. Questo è un autentico gesto di amore, un oggetto dato con un sentimento vero”.
“come hai fatto a prendermelo?” Inuyasha sembra sempre di più caduto in una situazione disperata, come se fosse lui il colpevole. il suo volto si è fatto più pallido e i rigoli di sudore attorno alla sua faccia non migliorano il suo aspetto. 
“è stato come rubare le caramelle ad un bambino. Ti ricordi il momento in cui abbiamo sancito il nostro patto? Tu mi hai guardato e a me è bastato usare l'ipnosi per fartelo tirare fuori e consegnarmelo. Tu credi di riaverlo messo in tasca ma era solo una illusione.”.
Detto ciò Ashkaga tira i capelli di Kagome, facendola inarcare cosi che i loro occhi siano connessi.
“ e adesso, muori puttana!” dice prima di lasciarle i capelli. Kagome ricade a terra e con una velocità impressionate Ashikaga prende il braccio di Kagome scoprendo la sfera nera. Tutto succede in pochi attimi. Ashikaga con un urlo fa entrare in contatto la sfera con il ciondolo, per poi scappare. Una luce accecante irrompe per tutta la sala. Inuyasha si accuccia cercando di ripararsi dalla luce che ad intervalli diventa chiara e poi scura. La lotta tra luce e oscurità è iniziata e l'unica cosa a cui riesco a pensare e il sorriso che mi ha rivolto Kagome prima che i due oggetti entrassero in collisione e le due piccole sillabe che ha pronunciato “ti amo”.  



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Spazio autrice
Scusate l'attesa! Ecco il nuovo capitolo, spero che vi sia piaciuto. Sono particolarmente soddisfatta di questo pezzo della storia. Fatemi sapere la vostra opinione con una bella recensione. 
Ci sentiamo alla prossima, cercherò il prima possibile, 
Baci, 
Inulena. 

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Capitolo 29
*** Il buio ***



Prima della lettura vorrei consigliarvi due canzoni che mi hanno ispirato per scrivere questo capitolo, vi consiglio di ascoltarle mentre leggete e di dare un'occhiata ai testi. Le canzoni sono Control e Castle di Halsey. Detto ciò vi lascio al capitolo. Buona lettura. 

Sono immersa nel buio. Tutto intorno a me è solo un'intensa macchia nera,quasi fosse petrolio, sensibile al tocco.
Mi trovo cosi bene e al caldo che chiudendo gli occhi, mi sento quasi coccolata. Le ombre sono la mia casa. I miei demoni i miei amici. Non so perché sono qui ma non mi importa di niente voglio solo essere riscaldata dal mio mondo. Fluttuo. Non mi importa. Sono sola qui. Non mi importa. Perché sono qui? Non mi importa.
La risposta è sempre la stessa la domanda cambia. Mi ricordo solo un'intensa luce bianca accecarmi. Odio la luce. Amo le tenebre. Chiudo gli occhi e sento di nuovo la piacevole sensazione di calore scorrermi tra i capelli come se qualcuno ci stesse passando la mano attraverso.
Continuo a ripetermelo: non mi importa.
L'unica cosa di cui mi importa è la pace, voglio essere lasciata in pace. Basta dolore, basta inferiorità, basta avere il controllo su quello che mi circonda. Adesso sono libera di chiudere gli occhi e non sentire niente, sono finalmente libera dalla prigione delle emozioni umane.
Continuo a fluttuare. Continuo a non sentire niente. Avverto un improvviso cambiamento di gravità, mi ritrovo dritta. Le braccia penzoloni lungo il mio busto, come se non riuscissi a controllare il mio corpo, le gambe non toccano terra, anche perché una terra non c'è. La testa lentamente cade in avanti, non ho più il controllo del mio corpo. Poco importa.
Spero di essere morta.
All'improvviso vedo in lontananza un puntino di luce. Per fortuna è lontano e non ferisce i miei occhi con i suoi raggi. Continuo ad osservare quella macchia intrusa sulla mia tela nera. Sono sicura che questo sia il mio paradiso personale. Un posto dove non c'è luce, un posto dove nessuno può farmi del male, dove posso starmene nelle tenebre, il mio posto. Il punto si fa via via più grande cosa che mi costringe a stringere di più gli occhi per ripararmi dalla forte luce.
Ormai è quasi accecante. Cosa vuole?
Questa luce mi mette paura.

Vattane! urlo ma dalla mia bocca non esce niente.
Lasciami stare! Riprovo, ancora niente. La luce si avvicina sempre di più fino a stabilizzarsi davanti a me. Cosa altro vuole il mondo da me? Neanche nella morte mi può lasciare stare? Neanche nella pace eterna il mio spirito sembra trovare pace. Che sia la mia maledizione? Piano piano dall'immensa luce prende forma una figura con sembianze umane. Dei piccoli piedi scalzi escono dalla luce. Risalgo con lo sguardo per tutto il corpo fasciato da un lungo abito bianco. La vita piccola e il seno provano che è una donna. I capelli color mogano in contrasto con la luce sottostante valorizzano solo il suo volto che.... che è uguale al mio.
La ragazza che è appena sorta dalla luce sono io. Cerco di alzare la testa ma non ci riesco. Il mio corpo non mi risponde. Sono inerme, totalmente indifesa davanti a questa mia copia. Lei mi osserva con degli occhi di ghiaccio, quasi disgustati.
Sono disgustata da me stessa.
Questa deve essere davvero la mia maledizione. Sono punita da me stessa. Un piccolo sorriso mi esce dalle labbra. Il destino sa davvero essere uno stronzo moralista di merda certe volte. La me bianca e pura nel suo impeccabile vestito bianco che mi sta guardando giudicandomi mi fa odiare ancora di più me stessa.
Ho una faccia da schiaffi. Cerco di nuovo di muovermi ma tutto si riduce ad un patetico movimento del mignolo del piede. La me bianca mi gira intorno portandosi dietro quella disgustosa luce bianca.

Lasciami stare.
Riprovo a dire anche se ormai ho imparato che è inutile. Il fatto che non mi parli fa solo crescere la mia rabbia. Perché non riesco a muovermi. Non riuscendo a muovere il collo non riesco a seguire i movimenti della ragazza se non con gli occhi. Lei si posiziona al mio fianco e mi prende la mano. Un brivido mi percorre dalla testa ai piedi e non so se è disgusto o qualcosa di più, tipo una connessione. Questa ragazza è strana.
Ha il mio stesso aspetto ma non è me. Io non sono così. Io mi sarei già ammazzata.
Non vorrei mai che ci fossero due me al mondo, tutti soffrirebbero troppo. La ragazza comincia a muoversi trascinandomi letteralmente dietro di se. Stiamo entrambe fluttuando in questo immenso buio che si ritrae al passaggio di questa ragazza. La sua schiena è dritta, non sembra aggravata da nessun peso. Lo stesso non si può dire della mia. Sono tutta rannicchiata su me stessa. Rispetto a lei sfiguro. Sembra molto sicura di se. Forse in un tempo lontano sono stata come lei.
Fiera, sicura di me e bella, capace, forte!
Adesso voglio solo lasciarmi andare. Non mi importa. Mi ripeto. Il mio mantra sempre accanto a me. La ragazza si ferma, davanti a quello che a me sembra l'ennesimo nulla. Abbiamo percorso un tratto nel buio e adesso ci ritroviamo davanti ad un sacco di nulla, di nuovo. La ragazza mi guarda e poi sposta lo sguardo davanti a lei. Io seguo il suo esempio e davanti a me piano piano si apre una specie di finestra che mi mostra una scena.
Un prato verde. Un albero. Un pozzo, e poi un villaggio. Tutte le capanne sono in fuoco.
Vedo delle persone combattere in mezzo a queste lingue di fuoco. Dei capelli argentei. Un potente fascio di luce che taglia meta della massa dei demoni. Gli abitanti del villaggio scappano mentre i demoni danno fuoco a tutto. Le figure si fanno sempre più nitide, tutto comincia ad essere piu chiaro.
La ragazza accanto a me osserva assente la scena come se l'avesse vissuta un migliaio di volte. Come se le donne che venivano uccise, i bambini che venivano portati via dai loro letti e gli uomini con le gole aperte non la toccassero minimamente.
Non mi importa.
Ritorno a guardare la scena davanti a me incurante. Io sono al di fuori da tutto questo ormai. I demoni continuano a esercitare la loro forza su i più deboli. Un gruppo di cinque persone gli sta combattendo, ma sappiamo tutti che i buoni vincono solo nelle fiabe.
Dopo un po tutto di blocca, i guerrieri si fermano e osservano altre due figure che si stanno avvicinando. Un uomo e una donna. Il fumo dell'incendio copre le loro immagini. Stanno parlando ma non riesco a sentire quello che stanno dicendo.
I volti delle figure arrivate sono oscurati. Vedo il ragazzo dai capelli color argento urlare furioso, la ragazza accanto a lui con le lacrima agli occhi mentre guarda davanti a se le due figure. La donna si avvicina ad una dei cinque combattenti, quella più vecchia. Gli altri guerrieri cominciano a dare battaglia, ma il compagno della donna la protegge.
Lei sembra intoccabile. Lui sembra furioso, disposto a tutto per lei.
Altre chiacchiere, finché la vecchia combattente non finisce uccisa dalla lama della donna. Continuo ad osservare la scena, mentre la testa della vecchia rotola a terra.
Il lieto fine esiste solo nelle fiabe.
Prima che l'immagine davanti a me possa sparire, mi appare il volto dell'assassina.
Sono io. Sono di nuovo io.
E stavolta non sono io vestita di bianco, ma sono io con le mani rosse del sangue di una persona che ha combattuto fino alla morte per difendere altre persone. Perché l'ho fatto? Chi sono stata? Chi sono? Cerco lo sguardo della io bianca ma tutto quello che ricevo è uno sguardo ancora più freddo del precedente.
Chiudo gli occhi. Se non vedo tutto scompare.
Non mi importa.
La donna bianca mi riprende la mano e ricomincia a trascinarmi per l'immenso buio. Perché sta facendo tutto questo? Continuo a tenere chiusi gli occhi. L'unica parte del corpo che sembra appartenermi ancora. Il mio cammino del supplizio di riferma. Altra macchia nera davanti a noi che come la precedente si apre davanti ai miei occhi. La scena questa volta si svolge un una sala grandissima. Sembra una stanza reale, gli arazzi l'architettura, i pavimenti mi fanno intuire che non è una stanza come tutte le altre. Deve essere la stanza del trono. Il prezioso pavimento bianco è sporcato dal sangue, molti corpi di demoni sono accasciati a terra privi di vita. La stanza immersa nell'oscurità. Solo un fascio di luce riesce a entrare dalle tende socchiuse.
Le grandi porte della stanza si aprono rilevando l'uomo di prima.
Guarda la scena allibito. Noto solo ora un trono su cui è seduta la donna di prima intenta a pulire una lama. Lei è la carnefice di tutto questo.
Un sorriso maligno, demoniaco affiora sul suo volto. Sembra il male puro. L'uomo continua a guardarla. Stanno parlando. Perché non riesco a capire cosa si stanno dicendo? L'uomo non sembra tanto preoccupato della carneficina, ma piuttosto dal carnefice. La scena si richiude.
Non sono io quella ragazza, io sono da troppo tempo rinchiusa in queste tenebre.
Questa è diventata casa mia. Finalmente riesco a muovere il collo ed alzare la testa verso la me bianca. Io non sono ne la donna fredda e irraggiungibile davanti a me e nemmeno l'assassina delle visioni.
Io non sono niente. Meglio così.
Non sono più costretta a corrompermi nel mondo che tutti considerano fonte di vita.
Considero la morte meglio di qualunque vita ben vissuta.
La donna bianca continua a fissarmi cose se si aspettasse qualcosa che io non posso darle. Mi scruta, mi osserva, cerca di trarre delle conclusione. Dopo poco si gira verso un'altra macchia di oscurità.
Un'altra visione. La sala di prima adesso è illuminata. Il pavimento non è più sporco di sangue, al contrario tutto è molto ordinato e pulito. La donna di prima stavolta non ha più un sorriso maligno stampato sul volto ma un'espressione innocente, quasi pura.
Davanti a lei un ragazzo, un ragazzino. Stanno parlando, i suoni sono ovattati. Poco dopo la donna di avvicina al ragazzo salandoli in collo, e cominciando a strofinarsi a lui. Continuo a guardare finché un fiotto di sangue non esce dalle labbra del ragazzo.
Strabuzzo gli occhi. Perché lo ha fatto? Quel ragazzo avrà avuto massimo 15 anni. Un ragazzino. Un fiotto di domande cominciano ad affiorarmi in testa. E se fossi davvero io quella donna? Sarei davvero capace di fare cose tanto mostruose?
Il mio mantra torna nella mia testa.
Non mi importa.
Sono lontana da tutto questo.
Niente mi riguarda più ormai. La presa della donna bianca sul mio braccio si fa più salda, mentre mi trascina davanti ad un'altra visione. La mano mi comincia a formicolare per la troppo forte presa della donna. Riesco ancora a sentire qualcosa. L'immagine si apre in un'altra stanza una on riesco a capire quale di preciso. Due figure stanno lottando. La donna e l'uomo di prima. Pensavo che... cosa credevo? L'amore esiste solo nelle fiabe. La donna è sopra l'uomo che sembra inerme davanti a lei. Stavolta riesco a sentire le loro parole.

“perché? ….perché non riesco ad ucciderti?”
“perché mi ami... tu non lo sai ma mi ami, come io amo te”
“io non so amare”
“no, tu puoi amare, e la prova è che stai amando me, ora, qui”
“come posso amarti, se cinque secondi fa volevo ucciderti?”
“quale sentimento è più vicino all'amore se non l'odio”

Un potente guerriero sconfitto dalla ferita dell'amore. Continuo a guardare i due amanti guardarsi per capirsi fino infondo, per capire cosa alberga all'interno dei loro animi. Lei può davvero riuscire ancora ad amare? Si è macchiata di crimini atroci, ha compiuto atrocità inimmaginabili. Dovrebbe stare in un posto come... questo.
Non sono io. Non sono io.
La donna bianca muove il braccio e la visione cambia. Una battaglia nella sala del trono. La donna inginocchiata per la prima volta, un uomo dietro di lei con in mano una spada. L'uomo che noto solo adesso ha dei lunghi capelli bianchi guarda incredulo la scena. Non è possibile che qualcuno stia toccando la donna che ama. Accanto a lui il guerriero della prima visione.
Sono fratelli, adesso che sono vicini posso vedere la somiglianza. Continuo a guardare la scena. L'intensità dello sguardo tra i due innamorati mi toglie il fiato.
La scena sparisce. Quasi mi dispiace. Quasi. Tutto cade di nuovo del buio.
Cerco di chiudere gli occhi per non vedere. Ma lo sguardo di quell'uomo mi riappare in mente.
Riapro gli occhi infastidita. La donna bianca sempre davanti a me. Stavolta mi guarda con compassione. Il suo sguardo mi sta facendo arrabbiare. Tutto questo mi sta facendo arrabbiare. Le mie gambe riprendono conoscenza, come le braccia. Posso muovermi. La donna stavolta non mi trascina ma mi fa un piccolo cenno verso un altro punto di questa immensità nera che sembra avere logica per lei ma non per me.
La visione stavolta mi mostra qualcosa di mostruoso.
L'interno mondo è distrutto. Case, palazzi, interni villaggi in rovina. Nessun bambino sta ridendo, gli agricoltori non stanno arando i campi, nessuno re sta dettando leggi.
Tutto è muto, distrutto, desolato.
In lontananza una sola persona si innalza su tutto le altre, guardando la distruzione come se fosse una sua vecchia amica.
Io.
Di nuovo io.ù
Alzo la testa in maniera fiera, fiera della mia opera. Piango. I miei occhi sono rossi. Porto una corona di spine. La mia spada ricoperta di sangue. Un massacro intorno a me.
“ecco perché devi morire” per la prima volta dalla sua apparizione la donna bianca parla.
“ero io vero? In tutte quelle visioni ero io?” lei annuisce lentamente.
“non riuscirai più a controllare la potente energia che alberga in te, e distruggerai tutto quello che ti sta intorno”. Devo morire?
“e l'uomo delle visioni? Chi era?” . Lei mi sorride.
“non ha importanza. Devi lasciare il mondo a cui appartieni. Il tuo tempo è finito”. Ho fatto cose imperdonabili, e farò cose imperdonabili se torno nel mio corpo.
“e tu chi sei?”
“io sono quella che porterà pace nel mondo in cui porterai solo miseria e distruzione”
“cosi io sono la cattiva e tu la buona”. Lei mi sorride. Un sorriso malinconico. Mi accarezza la guancia
“non esiste ne il bene ne il male, esistono solo le nostre scelte”. Cosa faccio adesso? Voglio essere egoista? Voglio essere l'eroina della situazione?.
Io sono la cerneficie. Il lieto fine esiste solo nelle fiabe, e un carnefice non può essere un eroe. Sono un mostro mi merito di starmene qui. Il mio tempo è finito. Spero solo di non dimenticare quegli occhi. Chiudo i miei . Le gambe ritornano al loro intorpidimento come le braccia. Perdo l'uso della parola, la testa ricade stanca. Mi lascio di nuovo andare. I miei demoni sono i miei amici. Il lieto fine non esite. Non mi importa. 


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Spazio Autrice
Ciao a tutti! Ecco il nuovo capitolo, spero che vi piacca, ci ho impiegato più tempo per questo pezzo della storia. La mia visione più brutta del mondo è proprio questa. Indifferenza. Godetevi la lettura. cosa ne pensate delle canzoni? Leggetevi il testo che ono davvero belli, e sono molto adatti alla storia. Mi hanno aiutata tanto nella stesura del capitolo. 
Alla prossima,
Baci, 
Inulena 

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Capitolo 30
*** ll re bianco ***


Pov Sesshomaru

Lei se n'è andata, è andata via e non ritornerà. Il suo volto e il suo corpo sono scomparsi nell'accecante luce provocata dal contatto del ciondolo con la sfera. Mi è stata strappata dalle mani. Non ho più niente. L'ho vista scomparire con i miei occhi, non posso nemmeno provare a mentire a me stesso. L'evidenza non si può negare. Ashikaga è ancora lì, sogghignante mentre mostra a tutti i presenti la sua potenza. Lui è ancora in piedi mentre la regina dei demoni è scomparsa.
“alla fine non era tanto potente quanto voleva far credere” molti suoi scagnozzi cominciano a ridere.  Il grido lancinante di dolore di mio fratello rompe definitivamente il mio cuore. Casca in ginocchio mentre comincia a sbattere pugni sul pavimento.
“oh non disperare mezzo demone alla fine sembra che non abbia sofferto molto”. Inuyasha continua a piangere mentre io sono caduto in piena apatia.
“che c'è principe dei demoni? Non parli più?” faccio cadere la spada.
“Sesshomaru” la voce del monaco mi arriva ovattata. Senza di lei il mondo non ha più senso. Voglio solo che tutto questo finisca così che io la possa raggiungere. Ashikaga viene verso di me e mi assesta un pugno in faccia che mi fa cadere per terra. I soldati di Kagome vedendo ciò che è accaduto hanno perso la speranza e la voglia di combattere come me. Inuyasha alza lo sguardo. Nei suoi occhi c'è incredulità. Si Inuyasha, mi sono arreso. Ha vinto lui. Cerco di rialzarmi ma le gambe mi cedono.
“guardate il grande principe dei demoni” i sottoposti di Ashikaga cominciano a ridere. Non mi importa più di essere umiliato. L'umiliazione più grande l'ho avuta quando non sono riuscito a proteggerla. Sono un fallito.
“prendetelo” quattro mani mi sollevano da terra. Mi lascio andare non ha piu senso. Inuyasha viene alzato come me. Miroku e Sango invece urlano cercando di combattere. Anche se non c'è più niente per cui combattere. Ashikaga si avvia verso il trono che prima era di Kagome. La sua postura elegante si fa ancora più regale. I suoi scagnozzi si inginocchiano non appena lui si siede sul trono. Chiude gli occhi e inspira come se attendesse questo momento da tanti anni.
“finalmente il trono è mio” esclama prendendo i braccioli della sedia saldamente.
“padre sei stato vendicato dopo anni di umiliazioni e sotterfugi”. Un brivido mi percuote la colonna vertebrale, sento gli occhi di tutti su di me. Il principe su cui avevano riposto tutte le loro speranze sta cadendo come un normale umano. Lei mi ha reso umano. Ashikaga si fa portare una corona e la poggia sulla sua testa.
“da questo momento in poi sarete i miei sudditi, quello che comando è legge”. Nessuno nella stanza fiata. Nessuno si oppone, nessuno ne ha più la forza. Siamo stati sconfitti. Abbiamo lottato e abbiamo perso. Adesso l'unica cosa che possiamo fare è accettare le condizioni della nostra sconfitta.
“molto bene mi fa piacere vedere che il messaggio sia arrivato nitido e chiaro alle vostre orecchie” Ashikaga sorride vittorioso.
“come primo ordine...”
“NO!” la voce di Inuyasha interrompe quella di Ashikaga. Vedo mio fratello alzare il volto. Le linee saltate luccicano, sulle sue guanci, al contatto con la luce del sole e i suoi occhi brillano combattivi.
“io non mi arrendo” dice stringendo i denti.
“lei non è morta invano, la sua memoria ci aiuterà a mandare all'inferno un bastardo come te” Ashikaga inizia a ridere.
“e come pensi di fare mezzodemone? La vostra missione è fallita, tutto quello che avete costruito con fatica è andato in frantumi”
“ma i nostri cuori battono ancora e finché avrò fiato in corpo onorerò la memoria di Kagome” le sue parole riaccendono qualcosa in me. Inuyasha cerca di divincolarsi dalla presa dei due uomini ma la sua forza è scarsa e il tentativo non va a buon fine. Ricade in avanti. Non posso permettere che la memoria di Kagome venga infangata. Lei mi ha insegnato a vivere e non posso non applicare i suoi insegnamenti per codardia. Con una mossa fulminea mi libero dai due demoni che mi tenevano fermo e corro in direzione di mio fratello.
“lasciatelo” comando. I due demoni impauriti dalla mia tenacia lasciano Inuyasha. Mio fratello ricade su se stesso.
“tutto bene?” gli chiedo. Lui annuisce piano.
“allora ti ha cambiato davvero” dice puntando i suoi occhi nei miei. Annuisco. Intanto Sango e Miroku si sono liberati e hanno cominciato a combattere. L'ondata di libertà si sta espandendo. I soldati ricominciano a combattere tutto sotto gli occhi di Ashikaga che guarda la scena con occhi rabbiosi. Aiuto mio fratello ad alzarsi e con Sango e Miroku che mi coprono le spalle, ci dirigiamo verso un posto sicuro. individuo un posto nascosto ditro una colonna , mi ci dirigo, trascinando Inuyasha. Mio fratello è pieno di ferite, tutti lo siamo. Poggio il corpo di mio fratello dietro la colonna mentre il nostro esercito si ribella a quello nemico.
“stai bene?” gli richiedo sinceramente preoccupato.
“si si sto bene, ho bisogno solo di pochi secondi per riprendermi”. So come si sente. Il dolore è presente in tutto il mio corpo e sono sicuro che dopo aver compiuto il mio dovere mi ritirerò per seguire il mio amore dopo la morte.
“lo so ma adesso dobbiamo lottare”. Le urla e il rumore del cozzare delle spade riempiono la stanza. La battaglia è ricominciata e sento la voce di Ashikaga urlare ordini ai suoi uomini. Sango ride.
“non avrei mai permesso che mi prendessero viva”
“ci prendessero vivi” rincara Miroku. Sango annuisce per poi spostare lo sguardo su di me.
“allora come procediamo?”. Il capo adesso sono io. Tutti mi guardano con speranza, anche Inuyasha si è rimesso in piedi e attende che io apra bocca. Mi armo di tutta la forza che mi è rimasta in corpo.
“combattiamo per quello che è nostro” . Impugno più saldamente la spada ed esco dal nostro nascondiglio.
“per Kagome!” urlo.
“per Kagome” alla mia si uniscono le voci dei miei compagni. Facciamo breccia tra i vari nemici che hanno ripreso a combattere. Sconfiggo un demone, trapassandogli il petto. Ashikga scende le scale levandosi la corona. I nostri sguardi non si distolgono mai mentre uccidiamo i nemici che si mettono in mezzo a noi. Ci avviciniamo sempre di più. Prendo la rincorsa e con un urlo faccio un salto cercando di colpirlo dall'alto. Lui prevede la mia mossa e con altrettanta facilità schiva il mio colpo. Le nostre spade si incontrano. Una, due, tre volte come se non volessero più smettere di lottare.
“ormai è morta” la voce di Ashikaga mi arriva ovattata alle orecchie.
 “non sei riuscito a proteggerla” continua. La mia furia raddoppia. Pensa che facendomi arrabbiare riuscirà a distrarmi, ma non glielo permetterò. Il pensiero di Kagome per quanto doloroso possa essere è anche l'unico che mi permette di continuare a lottare.
“ti ha abbandonato caro Sesshomaru”
“NO!”. Sferro un colpo. È molto veloce ma anch'io lo sono.
“lei ha donato la vita per salvare quella di tutti noi, per sconfiggere un mostro come te”. I suoi occhi si riempiono di rabbia mentre le sue labbra fanno un cosa totalmente diversa. Ride. Ashikaga si mette a ridere.
“io sono il mostro? Tuo padre è il mostro, ha rubato il trono a mio padre, si è preso quello che era mio di diritto ha lasciato il comando a te, un povero idiota che si è fatto manipolare da una donna”. Viene verso di me in maniera fulminea a mi scarica tutta la sua potenza addosso. Paro colpo sul colpo la sua rabbia corrisponde alla mia.
“io non ti ho rubato niente, tuo padre era un traditore e un pessimo sovrano, come lo sei tu”
“NON PARLARE DI MIO PADRE” Ashikaga mi disarciona. La spada ricade lontano da me.
“tu non conosci mio padre” mi punta la spada alla gola.
“io regnerò.... mmm mmm... regnerò, si...” la sua pazzia è totalmente visibile. Tutta la grazia che lo caratterizzava è scomparsa e adesso è rimasta sola la sua pazzia. Noto una lancia dietro di me.
“nessuno mi sconfiggerà... guardati... chi avrebbe mai detto che il grande e potente Sesshomaru presto sarebbe caduto vittima sotto la spada del grande Ashikaga” alza l'arma pronto a colpirmi. Prendo la lancia e con tutta a velocità che ho in corpo la infilzo nel suo petto. I suoi occhi stupiti mi fissano. L'arma gli casca dalla mano mentre si rende conto che una lancia gli sta entrando in corpo. Spingo con tutta la forza che ho fino a farla uscire dall'altra parte del suo corpo. Un lamento esce dalle sue labbra insieme ad un fiotto di sangue.
“co..cosa?”
“è finita Ashikaga, hai perso”
“no.... i-io non ho perso, ti ho po-portato via t-tutto... i-io ho-o vinto” con questo i suoi occhi si chiudono definitivamente e il suo corpo si trasforma in cenere volando via con il vento. I soldati nemici che ancora non sono morti si arrendono o scappano. Inuyasha, Miroku e Sango stanno finendo di combattere gli ultimi demoni defeli ad Ashikaga rimasti. Tutto sta finendo.
“Sesshomaru” Inuyasha mi viene incontro. Ha la faccia tutta piena si graffi e lividi. Sango e Miroku si tengono l'una con l'altro.
“seppellite i corpi, tutti i corpi ” ordino. Noto una piccola figura dietro un pilastro.
“io torno subito”


 


 

Ralston si contorce tra le mie braccia.
“la prego padrone, la supplico” le sue lacrime bagnano la vestaglia sporca di sangue.
"Io non volevo, lo giuro” cerca di liberarsi ma io stringo ancora più la presa arrivando quasi a fargli mancare il respiro. Lui si blocca. Attraversiamo i vari corridoi del castello.
“lo sai vero dove ti sto portando” un piccolo urlo esce dalle sue labbra. Apro la stanza di Kagome, il suo profumo mi investe ma cerco di non farci caso. Apro la terrazza. Il vento mi colpisce in pieno. Prendo il collo di Ralston e sporgo il suo piccolo corpo al di la del parapetto. L'intero suo corpo adesso aleggia nel vuoto.
“perché?” gli chiedo.
“perché l'hai tradita?” . Dagli occhi di Ralston compaiono delle lacrime.
“non lo so... pensavo che fosse come tutti gli altri, una schiavista, non pensavo che invece ci avrebbe liberato”.
“tu la conoscevi da vicino... lei si fidava di te” stringo ancora di più il collo.
“sei stato tu ad ucciderla” gli dico. I suoi occhi si spalancano. Il senso di colpa colora le sue iridi.
“no, non sono stato io”
“si invece, e non ti ucciderò per questo, sarai condannato per sempre a vagare in esilio con la consapevolezza di aver ucciso l'unica padrona che ti aveva dato la libertà.” detto cio lo riporto di nuovo sulla terra terrazza lasciandolo andare. Tossisce per la riapertura dei canali respiratori.
“la prego mi perdoni”.
“non sono io quello a cui devi chiedere perdono, bensì lo dovresti chiedere a Kagome”. Detto ciò lo prendo per il colletto della giacca e lo scaravento fuori dalla stanza di Kagome. Chiudo gli occhi. Kagome... Kagome … Kagome... tutto quello a cui penso. L'adrenalina si sta affievolendo e i dolori sordi che sentivo adesso sono ritornati a farmi male. Mi spoglio. Tutto il sangue che ho addosso mi pesa sull'animo. Ora che sono solo il dolore mi attanaglia il petto. Se n'è andata. Guardo il letto. Niente piu risate. Niente piu baci. Niente più Kagome. Cos'è che ho vinto? Cosa ho fatto? ho perso tutto quello che avevo. Ho perso tutto. Mi accascio a terra prendendomi la testa tra le mani. Come ho potuto non sapere cosa stava succedendo? Come ho fatto a non rendermi conto di quello che potevo perdere? L'ho messa in pericolo, non l'ho saputa proteggere è tutta colpa mia.
“Kagome...” sento una tale rabbia dentro di me. Verso la mia inettitudine, verso l'ambizione di Ashikaga, verso Kagome che mi ha abbandonato. Tiro un pugno alla parete sulla quale si forma una spaccatura. Il dolore dovuto alle ferite sostituisce per un secondo quello del cuore. Troppo poco tempo. Qualcuno bussa alla porta.
“Sesshomaru” la voce di Inuyasha.
“non ora” tuono.
“no Sesshomaru è importante” batte ancora più forte alla porta. Non voglio che entri qua dentro. Questo è il posto mio e di Kagome. Solo nostro e di nessun altro.
“dovrò sfondare la porta” risponde.
“cosa vuoi?” gli chiedo aprendo la porta.
“riguarda te”


 


 

Entro nell'ormai familiare salone. Dove tutto è cominciato e dove tutto è finito. Inuyasha mi sta dietro. Entriamo dentro la stanza. Fin da subito vedo un'immensa folla all'interno della sala che si apre per lasciarci passare. La stanza è completamente immersa in una forte luce. Scendo le scale e molti demoni mi sorridono.
“signor Sesshomaru”
“Padrone”
“Sesshomaru”. Mi arrivano alcune pacche sulle spalle. Continuo ad andare dritto. La luce si fa sempre più accecante man mano che ci avviciniamo al trono. Il trono di Kagome. Mi blocco.
“cosa sta succedendo?” chiedo. Nessuno mi risponde. Il monaco si fa avanti in mezzo alla folla.
“vieni avanti Sesshomaru”. Inuyasha mi spinge leggermente. Questo intendeva con rigurda te. Mi giro verso Inuyasha che continua a guardare davanti a se. Mi volto e continuo a camminare. Salgo i pochi gradini che mi separano dal trono.
 “grazie a te Sesshomaru queste terre sono finalmente libere. Non ci sono più guerre e potremmo vivere in pace da adesso in poi” non sono io ad aver fatto tutto questo.
NON SONO IO!
“la popolazione e i vari clan ti vogliono ringraziare donandoti la corona.” un piccolo demone si avvicina con un cuscinetto su cui poggiata sopra c'era una lucente corona. Miroku la prende con delicatezza e si avvicina di poco a me.
“Accetti questo onore?” deglutisco. Non sono io.... non posso governare.
“mi dispiace ma no”. La stanza sussulta.
“non sono io quello che dovrebbe governare, non sono io che vi ho liberato. Io ho sconfitto Ashikaga ma noi siamo tutti qui per un solo motivo: Kagome. Lei è la nostra regina. Lei dovrebbe governare”. Il dolore che sento al petto si fa vivo. Come possono avere già dimenticato quello che è stata Kagome? Sento degli applausi partire dalla folla. Tutti stanno applaudendo.
“per questo devi essere tu” continua Miroku.
“sei una parte di lei, una parte importante. Lei vive in te, per questo sei il nostro re”.
“viva il re”
“lunga vita al re” alcune voci si alzano dal rumore degli applausi. Inuyasha mi guarda sorridendo mentre batte le mani, stessa cosa per Sango. Mi giro e guardo il trono. Kagome vive in me.
“accetti Sesshomaru?” mi richiede Miroku. Guardo tutti. I loro occhi speranzosi, i loro volti felici, la consapevolezza di avere qualcuno che mantenga quello per cui hanno combattuto.
“si” dico. Dalla folla si alza un boato di felicità. Miroku sorride porgendomi la corona.
“A Sesshomaru, il re bianco”
“a Sesshomaru il re bianco” ripetono tutti. La voce di Inuyasha mi arriva più nitida di tutti. Sorrido.
Hai visto Kagome? Ce l'abbiamo fatta!
Mi siedo sul trono mentre tutti cominciano a mettersi in fila per congratularsi per la mia nuova nomina. I vari capiclan, mi sorridono mentre si congratulano. “è stata una battaglia non prevista. La morte di Kagome ci ha liberati dal male che rappresentava la sfera” dice Okitomo, in piedi di fronte a me.
“Lo so amico mio, lo so” lo vedo annuire per poi andarsene in rigoroso silenzio.
“Re bianco” mi saluta Tokugawa.
“signore delle isole estive”
“è stato un onore poter combattere al tuo fianco” piego la testa sorridendo. Lui ricambia per poi andarsene. Altre persone seguono dopo Tokugawa. Tutte rispettose, gioiose e felici. Guardo alla mia destra. Dovrebbe esserci Kagome. Ma lei non c'è. Non è più qui accanto a me dritta e fiera, bellissima nella sua essenza. Non sento più il suo cuore battere e non provo più sulla mia pelle la sua testardaggine. Sono solo. Mi alzo e mi dirigo verso il terrazzo. Ho bisogno di aria. Ho bisogno di stare da solo, con i miei pensieri. Mentre scendo le scale molti mi guardano, vedo la loro voglia di venirmi a parlare ma prontamente sono fermati da mio fratello e i suoi amici. Esco. Aria finalmente. Non riuscivo più a respirare. Succederà ancora ne sono certo. Alzo gli occhi verso il cielo. Kagome... è un pensiero ricorrente. Sempre e per sempre. Kagome riempirà i miei sensi e i miei pensieri per il resto della mia vita. Vorrei seguirla. Vorrei morire solo per rivederla, per stare con lei per sempre.
Ma non posso e il motivo sta dentro le mure di questo castello. Molti stanno ballando e ridendo. Inuyasha se ne sta in disparte anche lui nei suoi pensieri. Sango sta tirando un schiaffo a Miroku intendo a guardare la figlia di un capoclan che lo guarda altrettanto male. Molti stanno ballando, altri mangiando, ridendo, scherzando, parlando. Un ritratto della felicità. Tutti sono felici incuranti della morte di Kagome.
“so come ti senti” la voce di Inuyasha mi distoglie dai miei pensieri.
“anche quando è morta Kagome... cioè la mia Kagome non riuscivo a capire perché gli altri non stessero male quanto stavo io... perché continuassero a ridere, perché non stessero male come stavo io. Il mondo andava avanti, ma lei era morta. Non ci dormivo la notte non riuscivo a capire.” mi volto verso di lui. I suoi occhi splendenti mi fissano.
“poi ho capito”
“cosa? cos'hai capito?”
 “il mondo si era fermato per me ma non per loro. Ero io che non vedevo più vita dove questa c'era” riporto il mio sguardo sulle persone nella sala.
“poi mi sono ricordato della sua voglia di sorridere, del dispiacere che vedevo ogni volta nei suoi occhi quando non vivevo... cosi ho ricomiciato a vedere vita” detto ciò se ne andò lasciandomi solo. Un leggero sorriso si forma sul mio viso. Chi l'avrebbe mai detto che ha confortarmi sarebbe stato mio fratello. Mi avvicino al ringhiera della terrazza. Mi ricordo molto bene di questo posto. Kagome con il suo vestito bianco in preda al potere malvagio della sfera, Inuyasha che non riusciva a capirla e aiutarla e le sue parole sussurrate
“portami via”. Non credo di potercela fare senza di lei.
“sparisco tre secondi e ti ritrovo così?” mi volto e la vedo.
Kagome.









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SPAZIO AUTORE
Carissimi! Ben ritrovati. Scusate l'attesa interminabile ma ho avuto tantissimo da fare. Grazie mille per le tantissime recensioni vi ringrazio dal prfondo del cuore. Purtroppo devo avertirvi che questo è il perultimo capitolo. La nostra storia sta volgendo al termine e il mio cuore sta piangendo. Vi prometto l'aggiornamento entro la prossima settimana. Parola di amante di Inuyasha. Lo giuro su Kikyo (ahahah perfida). Fatemi sapere cosa pensate come sempre e nulla.... grazie ancora e mille e più baci
Inulena.  


 

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Capitolo 31
*** La mia regina ***






Pov's Sesshomaru


Non è più lei, lo vedo dagli occhi, lo sento fin infondo alle ossa. È lei, ma non è lei. Non è più Kagome, la regina dei demoni, è solo... Kagome.
“sei tornata” sia lei che io sappiamo che con questa frase non intendo dalla morte, ma che la vera Kagome, la Kagome che Inuyasha ama, è di nuovo qui.
“si” Kagome si avvicina. I movimenti sono gli stessi, il portamento, il modo in cui si appoggia alla balaustra, il suo profumo. Tutto è identico, tranne gli occhi.
“come?” . Gli occhi marroni di Kagome si posano su di me. Sono diversi, non gli riconosco.
“ho sconfitto la parte maligna della sfera, io sono sempre stata dentro la Kagome che conoscevi tu. Non sono mai morta. Ero solo addormentata”
“ma allora...”
“mi dispiace Sesshomaru, la Kagome che conosci tu è morta davvero” sento per la seconda volta nella giornata il terreno mancarmi da sotto i piedi. Il sollievo della speranza che mi si era presentata davanti è durata così poco che penso di essermela solo immaginata.
“lei era parte integrante della sfera malvagia, è morta insieme ad essa” spiega Kagome.
“non ti credo” la mia voce è incredula.
“non ti credo... come può una cosa così maligna come la sfera, arrivare a migliorare la vita degli altri. Kagome ha migliorato la vita di tutti noi”
“questo ha potuto farlo solo grazie a te, all'amore che gli hai trasmesso” . Sento che sto per vomitare. È morta... è morta davvero. “l'amore cambia Sesshomaru, lo fa davvero”. Comincio ad odiare questa brutta copia della mia Kagome. Perché lei è qua e Kagome è morta. Chi è?
“non è giusto” le dico.
“lo so, perché io e no lei? Destino presumo... io sono capitata nel lato vincente della sfida, lei no”
“questo è crudele”
“questa è la vita... capitiamo per caso in delle sezioni, che solo in seguito si riveleranno giuste o sbagliate”
“no... non è così... lei sarà anche capitata nella parte sbagliata ma le sue scelte erano tutte votate al bene” mi allontano da lei, che intanto si è messa a ridere.
“troppo bene uguale al male è, e qualche volta, il male, il bene porta in sé” mi volto.
“e questo cosa sarebbe?”
“una risposta”. Non voglio più parlare, voglio solo scappare. Allontanarmi da tutto questo. Ho la certezza che lei sia morta, adesso tutto quello di cui ho bisogno è starmene da solo.
“lei ti amava Sesshomaru, ti amava davvero” La voce dell'estranea mi costringe a voltarmi.
“tu come lo sai?”
“io ero dentro di lei”
“tu non sai quello che provava per me”
“certo che lo so”
“NO, NON LO SAI!” scoppio. Arriva come un eroina, si prende il merito di Kagome, di quello che ha costruito, vuole farmi credere che sa tutto su quello che eravamo, ma non lo sa. Non lo può sapere. Lei non era li quando ci abbracciavano, ci baciavamo. Lei non si deve nemmeno permettere di avere la presunzione di sapere tutto. La finta Kagome viene verso di me. Indietreggio. Ho paura. Ho paura di lei.
“mi dispiace Sesshomaru”. I suoi occhi sono puntati nei miei. Sembrano sinceri.
“mi dispiace” mi ripete prendendomi il braccio.
“non me ne faccio niente del tuo dispiacere. Kagome è morta e tu sei viva. Il destino sembra che abbia tirato un po' troppo dalla tua parte” detto ciò strattono il braccio e spicco il volo. Voglio stare da solo. Non posso scappare, sono un re adesso, ma posso prendermi cinque minuti di pausa.


 

Pov's Inuyasha

“Miroku se non levi gli occhi di dosso a quelle donne demone giuro che non ti sposo e non darò alla luce i tuoi figli”
“ma amore mio.... come faccio?” Miroku guarda prima sua moglie, poi le principesse dei vari clan.
“ci sono tanti pesci in mare, come faccio a non pescare?”
“non pescherai più senza la tua canna” gli occhi di Miroku si spalancano.
“donna della mia vita” dice abbracciando e baciando Sango che intanto lo insulta e cerca di levarselo di torno, sempre con il sorriso. Sorrido a mio volta davanti alla bellissima scena. È bello essere innamorati. L'ho provato sulla mia pelle.
“Inuyasha” Miroku viene verso di me con un bicchiere stracolmo di Saké in mano. Me lo pone davanti.
“bevi caro amico” mi intima.
“no” respingo il bicchiere.
“dai” riprova.
“lasciati un po' andare. Stanotte di festeggia. AL RE BIANCO” urla alzando il bicchiere.
“AL RE BIANCO!” tutti alzano i loro calici brindando al nuovo re.
“visto?” mi chiede. Sango sorride. Questa è la prima sera da quando è morta che mi sento felice e appagato. Sarà la vittoria, sarà che mi sono riappacificato con mio fratello, ma mi sento... felice. Dopo tanto tempo mi sento davvero felice.
“dai Inuyasha” mi intima anche Sango. Convinto da tutti loro, prendo un sorso di Saké ma solo uno.
“Bravo amico mio”. La serata continua. Tutti festeggiano il re bianco, re, che però, non è qui. Tutti lasciano perdere. Anche se Sesshomaru è il nostro nuovo re ha un lutto da superare e io so quanto duro può essere. Kagome è morta, la nostra regina è morta. E lui ha bisogno di tempo per realizzare e accettare la cosa. Come tutte le persone che hanno perso una persona amata.
“dai Inuyasha, divertiti!” Miroku cerca di farmi partecipare, ma tutto questo non fa per me. Non sono mai stato bravo a socializzare. Non ho mai socializzato in generale.
“scusa Miroku” mi alzo.
“ma come...” cerca di bloccarmi ma gli lancio uno sguardo che lo zittisce. Passo dietro a Sango posandogli una mano sulla spalla. Lei alza il viso e mi sorride. Ho bisogno di aria. Molti capi clan parlano e si divertono. Ballano insieme alle proprie consorti o con le donne demoni. Cerco di farmi strada attraverso i vari corpi. Devo arrivare alla terrazza il prima possibile altrimenti credo di morire. Ho urgente bisogno di aria. Esco. Finalmente. Il vento mi scompiglia i capelli. Respiro a pieni polmoni. Questa terrazza. L'ultima volta che ci sono stato ho provato a capire Kagome; o almeno, quello che era diventato. Ancora non ero riuscito a capire che la mia Kagome era morta, che se ne era andata. Ancora vivo nella speranza di poterla rivedere un giorno. Ma poi ho capito. La rivedrò solo quando morirò. Chiudo gli occhi. Aspiro l'aria. È fresca. Gli occhi ancora chiusi.
Sento un leggero tocco sulle labbra.
Talmente leggero che non mi rendo contro nemmeno se è successo. Apro gli occhi. Davanti a me due occhi color cioccolato. I suoi occhi. Mi sorride. Gli sorrido. Sfiora di nuovo le mie labbra.
“Inuyasha” sussurra. La bacio di nuovo.
“sei davvero tu?” le chiedo prendendole il piccolo volto tra le mani.
“si” sorride. I suoi occhi sono piene di lacrime. lei è qui. Sto sognando. Mi abbraccia. Mi stringe forte a se come se potessi sfuggirgli, quando fin'ora è sempre stata lei a sfuggirmi. Ricambio l'abbraccio.
“mi sei mancata” le dico. I suoi capelli. Il suo profumo, lo stesso di prima.
“anche tu” mi sussurra.
“come è possibile?”. continuo a toccarla. Lei è viva. Non è un sogno, è davvero qui, la posso davvero toccare.
“ho sconfitto la sfera... ho sconfitto il male, tutto il male”. Sesshomaru. Il primo pensiero fa a mio fratello. Ci siamo innamorati paradossalmente dello stesso corpo ma non della stessa persona, e lui è quello che ci ha rimesso.
“mi dispiace per tuo fratello”. Si, è la mia Kagome, sempre preoccupata per il bene degli altri.
“non pensiamoci adesso... tu sei qui, sei tornata”. L'abbraccio sollevandola. Lei ride. Ohh.. quanto mi è mancata la sua risata. Quanto mi è mancata lei. È tornata da me e non sono mai stato più felice di così.
“mettimi giù Inuyasha” urla ridendo.
“mi soffochi”. La sto stringendo un po' troppo, ma ho davvero paura che da un momento all'altro possa volare via.
“mi hai fatto preoccupare, mi hai ucciso e poi mi hai riportato in vita” gli dico fermandomi. Lei piano piano ritorna con i piedi per terra, strusciandomi addosso.
“mi dispiace. Ho preso molte decisioni sbagliate. Non ho fermato cose che potevo fermare. Ho aiutato la sfera inconsapevolmente, sono stata una sciocca e mi vergogno per questo” i suoi occhi sono lucidi.
“tutto quello che posso dire è che mi dispiace... mi dispiace davvero”. Dice tutto ciò con il volto riverso verso terra. Si vergogna. Con due dita le alzo la testa facendo si che i suoi occhi incontrino i miei.
“tu non hai nessuna colpa. Sei riuscita ad estirpare il male. Sei tornata da me. Ecco la cosa veramente importante” le dico. Lei annuisce. Lo vedo che non è convinta ma adesso la felicità di essere insieme supera di gran lunga la ferita provocata dal dolore. Per tutto il tempo che staremo insieme mi impegno a curare questa ferita. Per sempre.
“Inuyasha se non torni di là ti ci porto a suonate nel cu...” Miroku esce con una bottiglia in mano. Barcolla leggermente e ferma la frase quando vede la magnifica creatura tra le mie braccia. La bottiglia gli cade dalle mani. Apre e chiude gli occhi, se li strofina, per poi riaprirli e richiuderli.
“AHHHHHH KAGOME!” urla correndo verso la nostra direzione. La lascio andare. Lei abbraccia Miroku.
”Divina Kagome”
“Miroku” risponde lei sorridendo.
“è bellissimo riaverti qui”
“è bellissimo essere qui”. Finalmente si staccano e si sorridono.
“giuro che se sei qui con una donna Miroku ti mando all'altro mondo” Sango esce infuriata. Si blocca quando vede Kagome. Stessa reazione del fidanzato.
“Kagome” dice.
“Sango” la saluta Kagome. Ancora non si sono abbracciate, cosa molto strana per due donne.
“pensavo che fossi morta, mi ero arresa all'idea” . La voce di Sango è fredda come il ghiaccio.
“ti devi ricredere, sono viva” La risposta di Kagome fa scoppiare in lacrime Sango che non trattenendosi più, corre nella sua direzione e l'abbraccia forte.
“Kagome”
“mi dispiace amica mia”. Continuano ad abbracciarsi. Adesso si, che siamo tutti felici.
“oh vieni qui” Miroku mi abbraccia.
“metti giù quelle manacce”
“ma dai amico mio, so che mi vuoi bene” Miroku cerca di attirarmi in una abbraccio ma io lo scanso. Ridiamo tutti. Sango con le lacrime agli occhi, Miroku mezzo ubriaco, Kagome bellissima e io contento di aver riottenuto indietro la mia vita.


 


 

Dieci anni dopo

Pov' Kagome

“Mamma, mamma” Sango si ferma a metà strada.
“che c'è”
“Yuri mi da noia”
“Mamma, mamma... Aimi mi tira i capelli
” “perché tu mi rubi i kimono”
“senti chi parla, rubafermacapelli” le due ricominciano a battibeccare, facendo sbuffare Sango.
“ok adesso basta” tuona facendo fermare le due bambine.
“tu restituiscigli i kimono e tu i fermacapelli... e imparate a condividere, siete sorelle non dovreste litigare” le due gemelle si guardono e dopo un paio di secondi di abbracciano.
“mi piaceva tanto quel fermacapelli, ma sta meglio a te”
“no, quel kimono sta meglio a te”. Sango sospira sconfitta mentre sistema gli ultimi lenzuoli sul filo. Intano io l'aiuto.
“grazie Kagome, non importa”
“certo che importa Sango, non puoi fare tutto da sola” la rimprovero.
“mi tocca, Miroku è fuori città”
“anche Inuyasha”
“sono insieme”
“come sempre” le due donne presero a ridere.
“chi gli divide quei due”. Kagome sorrise.
“però se non si sbriga, faremo tardi”. Sango annuisce guardando il cielo. Ormai il sole stà tramontando.
“i nostri sposi non sono conosciuti per la puntualità”. Sango finisce di stendere i panni.
“finito” dice soddisfatta.
“adesso andiamo a prepararci” annuisco. Sango mi saluta entrando in casa, seguita dalle due gemelle e dal piccolo di casa, mentre io mi dirigo verso la mia abitazione. I paesani ci hanno costruito una piccola capanna vicino al pozzo, quando siamo tornati. Inuyasha ha sbuffato, si è arrabbiato, ha cercato, pure, di interrompere i lavori, ma alla fine ha accettato il dono. Passo davanti ad un piccolo mausoleo. Kaede. Quando sono tornata nel villaggio avevo paura. Avevo paura che mi incolpassero della morte della vecchia Kaede, che respingessero Inuyasha e quindi anche Sango e Miroku. Ho commesso un errore, non ho potuto fermare la Kagome della sfera, a quel tempo il mio potere su di lei era ancora troppo debole, e la sua lama si è abbattuta su Kaede. Quando sono arrivata per mia fortuna ho trovato uno scenario totalmente diverso da quello che mi aspettavo. Gli abitanti ci hanno accolto con cordialità e gentilezza, tutti avevano capito che non ero la stessa che aveva commesso quelle uccisioni, tutti sapevano che quella non ero io. Accendo un bastoncino di incenso e prego per la sua anima.
“vi prego proteggetela” prego. Ormai il tramonto occupa con il suo colore l'intero cielo. È tardi. Mi avvio verso casa per prepararmi. Dobbiamo andare al castello, su invito speciale del Re bianco. Durante il tragitto incontro Kikyo insieme a Shippo, i quali mi salutano. Sono molto uniti. Arrivo a casa e Inuyasha mi saluta appoggiato allo stipite.
“moglie”
“marito” lo saluto baciandolo.
“pensavo che come al tuo solito saresti arrivato in ritardo”
“oggi no” ripose lui. Mi spoglio lentamente. Il suo volto è triste. Stasera rivedrà suo fratello dopo dieci anni. Molte cose cambiano in dieci anni.
“vieni” gli dico.
“andiamo a lavarci” gli prendo una mano e lo guido verso il bagno termale che abbiamo vicino casa.
“ho paura che sia ritornato quello di prima, che mi riconsideri un mezzodemone, indegno di essere parte della sua famiglia”. Mentre parla gli tolgo la veste del cane di fuoco.
“dopo quella sera, non abbiamo più avuto contatti, si è dedicato al suo governo, non volendo avere altri interessi, se non il suo regno”. Lo guido dentro l'acqua che, inizialmente, mi ustiona la pelle, ma alle quale, poi, mi abituo. Lui mi segue. Si appoggia ad una roccia e mi attira al suo petto racchiudendomi dentro le sue braccia.
“Sesshomaru è cambiato, anche se sono passati dieci anni. Sono sicura che l'aver combattuto insieme non ha fatto altro che rafforzare il vostro rapporto. Rendervi ancora più fratelli e uniti” lui posa un bacio sulla mia testa.
“desidero che sia così”. Stiamo dentro l'acqua per un tempo infinito fino a che non usciamo e iniziamo a prepararci. Una volta pronti usciamo dalla capanna e ci dirigiamo verso quella di Sango e Miroku, anche loro pronti.
“wuuuu come siamo eleganti stasera” ci prende in giro Miroku. Inuyasha fa un finto sorriso mentre io do un bacio sulla guancia a Sango.
“siete pronti?” gli chiedo. Loro annuiscono. Ritorniamo dove tutto è iniziato.


 

“siete i benvenuti al matrimonio del Re bianco, Sesshomaru primo, e di sua moglie, la regina dei fiori, Rin” un demone ci da il benvenuto quando arriviamo davanti al palazzo. Inuyasha annuisce, Sango imbarazzata mormora un “grazie”.
Entriamo dentro il castello che un tempo è stato mio. Tutto qui dentro è sempre sfarzoso, così lontano da quella che è la mia realtà attuale. Arriviamo davanti alle porte della sala grande. Questa sala è stata la protagonista della storia. Qui Kagome incontrò Sesshomaru, lo portò dalla sua parte, lo ammaliò, lo amò e poi morì in nome di quell'amore. È stata la protagonista silenziosa di una storia d'amore destinata fin dal momento in cui era nata a cadere.
“siamo arrivati” enuncia Miroku. Sango annuisce, mentre io prendo la mano di Inuyasha
“tranquillo”
“ti amo”
“ti amo” gli rispondo. Aprono le porte e come sempre la sala è illuminata a giorno anche se fuori è buio. Vedo tutti i capi clan vestiti di bianco. Tutto è bianco, fatta eccezione per i pochi colori dei fiori. Le tende sono bianche, le tovaglie... tutto è bianco... come la stanza di Kagome. Scendiamo le scale, la mano di mio marito sempre racchiusa nella mia.
“non me la ricordavo così grande” esclama Miroku.
“forse perché eri troppo ubriaco per ricordartela”
“ah ah ah... ne ho sposata una davvero simpatica” Sango ride mentre Miroku le da una spintarella. Inuyasha sorride, ma il sorriso svanisce piano piano quando vede arrivare il Re bianco. Sesshomaru arriva in tutto il suo splendore. È vestito di bianco, la sua espressione è più dolce di quanto ricordavo ma nei suoi occhi c'è comunque del dolore. Insieme a lui, appoggiata con grazia alla sua mano destra arriva Rin. È vestita completamente di arancione con una piccola coroncina di orchidee arancioni.
 È diventata più grande e sempre più bella. Inuyasha è teso e mi stringe la mano sempre più forte.
“fratello” Sesshomaru arriva davanti a Inuyasha abbracciandolo. Finalmente mio marito mi lascia la mano, la paura si allontana dai suoi pensieri.
“fratello” ripete Inuyasha abbracciando il Re bianco.
“sono contento di vedervi qui per le mie nozze” Sesshomaru ci guarda uno ad uno. Arrivando anche a me. I suoi occhi si soffermano. So che gli ricordo Kagome, la sua Kagome. La rivede in me e questo lo sta facendo soffrire. Rin sembra accorgersene e attira la sua attenzione.
“Padron Sesshomaru che ne dite se facciamo ballare i nostri ospiti d'onore?” Sesshomaru annuisce, sorridendo leggermente.
“che ne dici cognato?” Rin invita Inuyasha a ballare, con un dolce sorriso. Inuyasha mi guarda e io annuisco piano piano.
“certo” Inuyasha e Rin incominciano a ballare. Sento gli occhi di Sesshomaru addosso.
“vieni con me” dice solamente. Si avvia verso la terrazza. Lo seguo.
“l'ultima conversazione che abbiamo avuto non è stata delle migliori” cerco di far conversazione.
“no” taglia corto lui. Ho capito. Sto zitta. Alla fine della terrazza noto una scala che scende verso un largo giardino.
“questa è nuova” mi dice indicando la scala. Annuisco. Ci inoltriamo nel verde. Aiuole, alberi, labirinti, un giardino ad opera d'arte. “siamo arrivati” annuncia poco dopo. Noto una serra bianca, con dentro tutti i fiori più belli e rari che esistano al mondo.
“l'ho costruita per lei” dice Sesshomaru.
“ho cercato di onorare la sua memoria. Questa diciamo che è la sua tomba” continua. Giro intorno alla costruzione. È imponente, bella e classica. I vetri la incorniciano e la esaltano. Quando arrivo nella parte più esposta la mare però mi blocco.
“ho dovuto appellarmi a tutta la mia memoria per elencare le sue caratteristiche al vetraio... ma credo che sia venuto un bel lavoro”. La parte che da sul mare della serra è completamente coperta da un ritratto di vetro colorato di Sesshomaru e Kagome. Lui la sta stringendo, vestito di nero, mentre lei con i capelli al vento è vestita di bianco e si sta facendo trascinare dolcemente da lui. Le loro fronti si stanno toccando, i loro occhi sono chiusi, come per assaporare appieno la vicinanza. La cosa più romantica però è che sono uniti insieme dal filo rosso del destino. 
“tu che eri parte di lei... volevo sapere... gli sarebbe piaciuto?”
“si”. Piango per la situazione. Darei tutto per farla riviere, per dare un po' di felicità a questo demone che ha dato tutto, ed è ancora disposto a dare.
“sono felice con Rin” dice di punto in bianco.
“quando sono con lei, le ferite si richiudono”
“hai mai dimenticato Kagome”
“lei è la mia regina... non mi scorderò mai della mia regina”


 

THE END.

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SPAZIO AUTORE
Siamo arrivati alla fine... piangooooooo. Mi dispiace tantissimo finire questa storia, è stata la prima che ho pubblicato e ci tengo particolarmente. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito, seguito e soltanto iniziato a leggere la mia storia. Esiste solo grazie al vostro sostegno ed è per voi che l'ho scritta. Grazie davvero di cuore. Fatemi sapere che ne pensate anche di questo ultimo capitolo, è stato uno strazio e allo stesso tempo una gioia scriverlo. L'immgine iniziale è la vetrata della sera che Sesshomaru fa costruire in onore di Kagome. Il disegno non è mio ma di un'artista molto brava che ho trovato su Deviant art. L'artista si chiama Cati-Art. Scusatemi per l ritardo ma il cavo dell'alimentazione per il computer si era rotto e non mi si accendeva più niente. Che altro dire... Grazie per l'attenzione e l'amore che avete dimostrato verso la mia storia e nulla.... 
Baci,
Inulena 

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Capitolo 32
*** Finale alternativo ***


Pov's Sesshomaru

Ormai è da tempo che mi sono rassegnato alla sua assenza. Niente ha più un colore, niente ha più un suono o un sapore. Da quando lei è scomparsa mi limito a sedermi su questo scarno trono a decidere della vita dei demoni e degli esseri umani che mi si presentano davanti. Il Re bianco mi chiamavano, adesso sono solo il Re triste. Un re che compiange ancora la sua donna dopo dieci anni in cui essa è morta. Tutta qua dentro mi ricorda lei: i vestiti, i servitori, la sala da ballo, la sua camera da letto. Piano piano il suo odore sta svanendo, ma ho ordinato che nella sua camera non fosse toccato niente, così sperando di mantenere almeno una flebile presenza che provasse che lei è esistita davvero.
"Re bianco" un servitore mi si accosta.
"il bagno è pronto". Annuisco alzandomi dallo scranno. Questa sala è stata luogo di molte vicende. Qui tutto si è svolto, qui tutto è finito e qui tutto dovrà ricominciare.
"Quando ho finito vorrei trovare i vestiti posizionati sul letto".
"quale letto maestà?" la voce del servitore non è insolente, è solo curiosa. Per i primi anni non ho voluto vedere niente che la riguardasse. Ero schiacciato dal dolore, totalmente devastato. Il minimo accenno al suo nome o alla sua persona mi faceva accendere dalla rabbia. Con il passare degli anni però la necessità di sentirla vicina si è fatta sempre più pressante. Non tolleravo più la sua mancanza, così da un paio di anni ogni notte dormo sul letto della mia regina, respirando il suo odore, sentendo la sua presenza, cercando nella mia memoria la sua risata. Dieci anni.
"quello nella stanza della regina. Voglio abiti regali, per il ballo di stasera". Sono passati dieci anni e io sono ancora qua. Tutti i capi clan, dopo aver giurato fedeltà, se ne sono andati e il castello è quasi completamente vuoto, ma non questa sera. Piccoli demoni servitori fanno avanti e indietro per i vari corridoi. Ogni qualvolta mi incontrano si inginocchiano. Stringo un pugno al ricordo del tradimento di Ralton. Ci fidavamo entrambi di lui e invece ci ha venduti al miglior offerente. Io sono sopravvissuto a quel tradimento, ma la regina no.
Tra il popolo la sua figura è quasi diventata un culto. Milioni di demoni e umani arrivano ogni giorno, da ogni parte del pianeta, per stabilirsi nelle terre del Re bianco, dove si racconta che il vino scorra a fiumi e il cibo cresca sugli alberi. Ma i problemi non mancano. Tutti i giorni una grande fila di sudditi viene in cerca di aiuto e di comprensione. Cerco di risolvere ogni diatriba e ogni conflitto come meglio posso. Non voglio consiglieri, non ripongo la mia fiducia in nessuno, tranne che in me stesso. Non ho voltato le spalle a nessuno, la mia unica gioia è la salute del popolo, il mio popolo. Il regno è prospero. Tutto è in armonia e tutti hanno quello che vogliono. Tutti tranne me. Io sono arido, privo di vita. Entro dentro la magnifica sala da bagno. Il pavimento è rivestito in marmo. Le pareti inglobano delle colonne anch'esse fatte di marmo venato di verde. Nella sala aleggia tantissimo vapore. Mi spoglio ed entro dentro la vasca. Il calore mi inebria i sensi e mi rilassa i muscoli. L'acqua arriva fino al collo. Sono totalmente immerso. Appoggio la testa indietro rilassando i muscoli. Kagome... un nome che si ripropone continuamente nella mia mente. Il mio titolo mi ricorda costantemente quello che ho ottenuto grazie a lei. Ero un principe demone, allontanato e disprezzato per la mia rigidità, accecato dall'odio per il dono di una spada e geloso di un padre che, almeno io, ho avuto l'onore di conoscere. Adesso invece cosa sono? Un re, amato dal mio popolo, temuto da miei nemici, con una prospera famiglia e un fratello che mi ama e tutto questo l'ho ottenuto grazie ad una ragazzina, una ragazzona dai capelli marroni. La mia Kagome. Se chiudo gli occhi posso vederla ancora davanti a me. Altezzosa e fiera, bellissima e temeraria, una vera regina degna del Re bianco. Scuoto la testa cercando di mandare via per l'ennesima volta questi patetici sogni. Lei è morta, non tornerà mai più da me. Sogno quasi ogni notte il momento in cui Ashikaga ha sferrato il colpo mortale su di lei.Incubi. Le sue ultime parole sono impresse a fuoco nella mia mente. "<
ti amo" mi ha sussurrato. Il suo ultimo pensiero è stato per me. Nel momento della morte, nell'attimo del trapasso, lei ha avuto la mia immagine, ed insieme a lei sono morto anch'io. Passo quasi un’ora dentro l'acqua. Tra poco entrerà sicuramente un demone servitore indicandomi il tempo che fugge. Devo prepararmi. Devo presenziare ad un banchetto reale che decreterà un passo importante per il mio regno. Ultimamente numerosi gruppi di mercenari, banditi e guitti hanno devasto le terre di uno dei miei capi clan. Grazie ai nostri eserciti ben organizzati e alle nostre ottime armi abbiamo avuto la meglio sulla loro disorganizzazione. Il capo clan in questione per ringraziarmi dell'aiuto che ho offerto mi ha proposto un accordo. Un accordo sancito da un matrimonio. La sua terra è ricca di giacimenti d'oro, materia nettamente scarsa su queste terre. Kagome non voleva oro, voleva potere e nel Sengoku il potere è dettato solo dalla forza. Nonostante i miei continui conflitti interiori ho deciso di prendere in considerazione la sua proposta. L'oro è sempre utile, potrei far migliorare il quartiere nord o le mura della città alta, potrei costruire delle strade percorribili che colleghino ogni città. Si, quel oro mi sarebbe davvero utile. Mi decido ad alzarmi per prepararmi. Come avevo ordinato sul letto della stanza bianca ci sono degli abiti eleganti. Non ho voglia di festeggiare. Non ho più voglia da tanto tempo ormai. Non so più nemmeno se so sorridere. L'unica consolazione per stasera è che ci sarà anche mio fratello e i suoi amici. Mi sono mancati. La sola idea che mi manchino mi fa sorridere. Tanti anni fa vivevo la mia vita lontano da tutti loro, mentre adesso non posso pensare di vivere senza di loro. Mi vesto e in pochi secondi sono pronto per scendere. Una scena simile e lontana appare nella mia mente. Una notte come questa composta da balli e trattati, un lungo abito e una ragazza vestita di nero. Mi guardo allo specchio per non riconoscermi.
Per avere quell'oro dovrò sposarmi con una donna, una donna che non è la mia regina. Non l'amerò, come potrei farlo? La tratterò con rispetto e cortesia ma non le donerò mai il mio cuore. È un ragionamento assurdo, me ne rendo conto da solo. Mi risveglio, guardandomi ancora allo specchio. Devo essere forte, stasera non sono il Re spezzato ma il Re bianco. Non devo mostrare nessuna debolezza.
“sua maestà, tutti gli invitati la stanno aspettando”. Annuisco. Andiamo in scena.

Scendo le grandi scalinate. Tutti i miei vecchi compagni di guerra mi salutano. Sorrido loro. I capi clan Imegawa, Okitomo, Tokugawa… tutti loro. I loro sorrisi sono sinceri come le loro rinnovate condoglianze. Ancora dopo dieci anni le persone si ricordano con affetto la loro regina. Anche loro soffrono, come soffro io.
“nonostante tutti questi anni non c’è un secondo in cui quella creatura non ci manchi”
“era un essere speciale”. Sento senza ascoltare. Le frasi che le persone dicono quando sono davanti ad una perdita, le frasi che dicono per esorcizzare. Ho appreso che nel mondo degli esseri umani sono ricorrenti. Per loro tutto è così effimero, la loro esistenza è fatta di pochi minuti rispetto alla vita eterna che spetta ad un demone. Li invidio.
“ho saputo dell’offerta del capo clan Mononobe no Okoshi. Non c’è dubbio che gioverà al nostro regno” Okitomo fa sfoggio dei suoi consigli. Tutti gli altri annuiscono in accordo. Sono costretto a riconfermare le mie convinzioni su questa alleanza.
“in più figliolo la giovane figlia di Okoshi è molto bella” Imegawa mi guarda con compassione.
“potrebbe essere un modo per provare a cambiare pagina”. Come può dire una cosa del genere? Come si può voltare pagina se l’intero libro è bruciato? “per quanto il mio egoismo mi spinga a ricercare una compagna, il mio amore è più forte. Ho amato una donna, una donna soltanto nella mia vita e nessuna potrà mai prendere il suo posto. Con permesso”. Cerco di fuggire dalla conversazione. Individuo Inuyasha tra la folla e finalmente sorrido. Mio fratello si guarda attorno spaesato. Ogni volta che viene al castello sembra un cucciolo. I suoi amici con lui. Il monaco stringe tra le braccia un bambino mentre la sterminatrice sta sistemando i capelli ad una delle due gemelline. Appena mi vedono tutti si inchinano, tranne Inuyasha. Lui è sangue del mio sangue. Lo saluto abbracciandolo.
“salute fratello” dice una volta staccatosi. Lo guardo negli occhi.
“maestà” la sterminatrice mi sorride. Il monaco piega leggermente la testa in segno di rispetto. Sui loro volti sono segnati i duri anni di lotte e conflitti. Inuyasha dalla morte di Kagome non ha più lo sguardo battagliero di prima. Ha subito la mia stessa mutazione. I due figli del più grande demone cane sconfitti dalla freccia dell’amore.
“ho saputo che stiamo per festeggiare un matrimonio”
“come siete esagerati nei villaggi, ancora non ho nemmeno vista la ragazza”
“ma si dice hai visto il suo oro” il monaco incalza. Sorrido.
“purtroppo non ho visto nemmeno quello. Solo una piccola flebile luce da lontano”. La mia risposta lo zittisce. Sango sentendo il mio tono afflitto fa un passo in avanti prendendomi una mano.
“tu sai qual è la scelta giusta, maestà”. Sorrido. Lo so? Non voglio questo matrimonio eppure non sto facendo niente per impedirlo.
“vieni fratello facciamo due passi fuori” Inuyasha si avvia verso il balcone. Faccio un segno di saluto ai suoi amici e do una carezza al piccolo. La brezza marina colpisce i nostri capelli bianchi.
“è tutto vero?” chiede fermandosi a guardare il mare.
“si” confermo.
“perché lo stai facendo?”
“non lo so”. Lui si gira verso di me.
“Sesshomaru non puoi incolparti se stai ricercando la felicità. Kagome è morta tanto tempo fa, non puoi continuare ad amare un cadavere. Devi andare avanti”. Di nuovo queste parole. Andare avanti.
“tu sei andato avanti fratello?” chiedo con voce gelida. Lui sussulta. Colpito nel segno.
“no vero? Non si può andare avanti dopo una donna come lei. Questo lo sappiamo entrambi. Chi può mai venire dopo Kagome la sacerdotessa o Kagome la regina di demoni? Nessuna! Lei ci ha rubato mente, anima e corpo e non ce li ha più restituiti”. Inuyasha mi dà le spalle in un moto di rabbia. Sto per chiedere scusa quando la voce di Okoshi arriva alle mie orecchie.
“eccoli i figli di No- Taisho. Vi davamo per dispersi. Venite, la festa si sta svolgendo dentro.” Inuaysha sorride lievemente mentre io mi incammino verso la sala.
“maestà” quando passo Okoshi fa un piccolo inchino. È vestito con un sontuoso kimono verde. Le bordature sono dorante mentre l’obi è rosso.
“maestà volevo ringraziarvi per il gentile invito recatoci. Nella grande battaglia di dieci fa non eravamo che un piccolo clan ma adesso ci stiamo innalzando. Quale più fulgida soddisfazione potresti offrire al nostro clan se non quella di sposare mia figlia Izumi”. Indica un punto da cui appare una bellissima giovane fanciulla. I suoi capelli sono ramati mentre gli occhi mandano dei lampi color verde cristallino. Il suo corpo è minuto e proporzionato. Indossa un abito stupendo che valorizza il suo carnato chiaro e i suoi zigomi delicati.
“è un piacere conoscervi maestà” la sua voce sembra miele caldo.
“è un piacere anche per me, mia signora” quella piccola bocca fatta per essere baciata si schiude in un sorriso delicato. La osservo. Lei osserva me. Si vede subito che lei viene rapita dalla mia presenza. Sono un re dopotutto. La musica parte mentre Okoshi spinge sua figlia nel primo ballo.
“forza Izumi non essere timida balla con sua maestà”
“mia signora” le porgo una mano che lei accetta gentilmente. La stringo a me mentre partiamo a ballare. È leggera e si fida si me facendomi guidare. La trascino per tutta la stanza facendo volteggiare il suo abito. È perfetta non c’è che dire. Una regina perfetta. Sembra che un'artista abbia catturato il momento perfetto. Un re, con la sua regina e la sua corte intenti a festeggiare in una sera lunare. La stringo. La guardo. No, no, no, no! Tutto è sbagliato. Completamente sbagliato. Lei non è Kagome. Kagome non era bella era ammaliante, non era delicata era decisa. Kami santi!, Kagome non mi avrebbe permesso di guidare le danze, sarebbe stata lei a guidarle. Izumi affascina, Kagome stregava. Non ha i capelli del giusto castano, i suoi occhi sono foreste no cioccolato caldo. Lei è normale.
“qualcosa non va mio sovrano?” Izumi mi guarda con dolcezza. Mi decido a parlare.
“per quanto siate bella, delicata e gentile mia signora, ho giurato a me stesso che non avrei mai tradito la donna che conserva il mio cuore. Ero venuto qua con l’intenzione di sposarvi senza darvi mai amore, ma voi lo meritate e non posso essere così meschino da derubare vostro padre sia della figlia che dell’oro”. Scuoto la testa sconsolato.
“mi dispiace, mia signora” Izumi mi stupisce alzandomi la testa con una mano.
“io sapevo già che voi mi avreste rifiutato maestà. Il vostro amore per la nostra vera regina è diventato una leggenda al di fuori di questo palazzo. Non cercate di morire nel ricordo di lei, ma vivete in nome di esso”. Le danze finiscono. Guardo Izumi che mi sorride ancora tra le mie braccia.
“sono sicuro che un uomo migliore vi aspetta”. Lei si inchina. Okoshi si avvicina. Il suo passo è sicuro mentre sorride.
“sembrate già una coppia di sposini. A quando le nozze?” la sua certezza di questo matrimonio mi fa sorridere. Io non hai approvato. ma quest’uomo sembra aver deciso al posto mio.
“io non ho ancora accettato” rispondo con voce gelida riportando Okoshi al suo posto. Sta parlando con un re, no con uno dei suoi servitori.
“ma certamente maestà non volevo offenderla. Volevo solo rendere noto l’affiatamento che sembra già esserci tra di voi” sorride soddisfatto, incrociando le braccia davanti a sé.
“temo padre che sua Maestà non posso sposarmi” risponde delicata Izumi.
“e perché mai?” suo padre è interdetto.
“perché lui è già sposato” mi blocco. Tutto si ferma. Esistiamo solo noi. Le mie orecchie si alzano al suono del suo cuore. Il suo forte cuore che sta battendo. Lei è viva! Un angelo compare sulle scale. Il mio angelo. Kagome. Il suo sorriso sfacciato è ancora più bello di quanto ricordassi. I suoi lunghi capelli sono acconciati con rose rosse. Il suo sorriso è smagliante. È bellissima. L’abito che indossa sembra che gli sia stato cucito addosso. È semplicemente stupenda. Scende le scale con grazia e tutti gli sguardi si concentrano su di lei. Con passo felpato si avvicina a noi. Okoshi non crede ai suoi occhi. La mia gola si secca.
“temo mio signore che sua maestà non possa sposare sua figlia perché è già sposato con me”. I suoi occhi non lasciano mai i miei. Mi sorride e finalmente la tristezza, la solitudine e la disperazione di dieci anni se ne vanno. Mi avvicino velocemente prendendola tra le braccia. La faccio volteggiare fregandomene di chiunque ci sia in questa stanza. Siamo noi due io e lei. Come sarebbe sempre dovute essere. Il suo odore mi inebria i sensi. Le ginocchia mi stanno per cedere da quanta è l’emozione. Lei è tornata. Troppi anni di distanza. La voglio divorare. Avvicino il mio volto al suo.
“mia imperatrice” sussurro sulle sue labbra.
“ti sono mancata?” lei alza un sopracciglio strappandomi una risata. Una vera risata. La prima da dieci anni. Sto per baciarla quando una piccola voce ci interrompe.
“mamma chi è questo signore?”. Mi scosto leggermente per vedere un piccolo esserino che stringe la stoffa dell’abito di Kagome. Mamma? Mi allontano. Non mi ero accorta di questa piccola bambina, ero troppo concentrato su Kagome. La piccola, che avrà dieci anni, mi osserva guardinga.
“lui è il re” la bambina gonfia le guance e Kagome si accuccia. Non appena i loro volti si trovano allo stesso livello la loro somiglianza mi stupisce. Hanno le stesse sopracciglia, gli stessi zigomi, lo stesso colore degli occhi e lo stesso colore di capelli. Sono due gocce d’acqua. Sono l’una la copia dell’altra.
“Kyoko saluta il re”
“ciao” la vocina della bambina mi riscalda il cuore.
“è tua figlia?” gli chiedo. Lei annuisce. Una figlia? Chi è il padre? Il cuore sanguina. La tristezza torna. Kagome si gira verso di me.
“Sesshomaru ho così tanto da raccontarti…” annuisco rapito. Sono pronto ad accontentarla in qualunque cosa. Anche se mi ha tradito non importa accetterò lei e sua figlia come se fosse mia.
“ok, andiamo a parlare in un’altra stanza”
“con noi può venire anche Inuaysha?” la sua richiesta mi stupisce. Vuole davvero che la nostra prima conversazione dopo dieci anni avvenga alla presenza di mio fratello? Annuisco mio malgrado.
“tu sei la regina” le ricordo. Lei sorride.
“non l’ho dimenticato nemmeno per un secondo.” Sorrido.
“FRATELLO” la mia voce riecheggia nella stanza. Inuyasha compare facendosi spazio fra la folla. I suoi occhi sono sbarrati mentre osserva il mio angelo. “Kagome” sussurra. Lei sorride.
“ciao Inuyasha”. Kyoko inizia a saltellare.
“mamma mamma è lui Inuyasha?” chiede allegra. Kagome annuisce. Ha parlato a sua figlia di Inuyasha e non di me? Che sia lui il padre? Lancio uno sguardo di ghiaccio a mio fratello che intanto mi ignora. La piccola continua a saltellare felice.
“andiamo a parlare” il comando di Kagome ci fa muovere tutti.

“dopo che Ashikaga mia ha uccisa sono caduta in un limbo. Un mondo oscuro, tenebroso, indistinto. Galleggiavo, si… mi ricordo che galleggiavo e dormivo in questa grande oscurità. Non ho lottato per mesi, anni, secoli. Restavo ferma aspettando che qualcosa succedesse, fino a che un giorno è successa. Una piccola luce si è formata nella grande oscurità e io l’ho seguita. Ho dovuto combattere, ho dovuto lottare e uccidere per raggiungere quello che volevo, ma non ho mai smesso di inseguire la luce bianca. Il percorso si è concluso quando sono arrivata davanti a due portoni. Uno bianco, uno nero. La sfera era là. Mi ha ordinato di decidere quale portone avrei scelto. È stata una decisione lunga. Ogni volta entrambi le parti cercavano di persuadermi dando visioni a volte belle a volte mostruose. Ma alla fine ho compiuto la mia scelta. Non appena ho varcato la soglia mi sono ritrovata nel nostro mondo, con in mano un piccolo fagottino. La sfera si è riproposta a me un’ultima volta dicendomi chi fosse la tenera bambina che stringevo tra le braccia. Lei è Kagome. La vera Kagome. La parte buona della donna che amavi Inuyasha. La sfera è riuscita a dividere le due anime che albergavano nello stesso corpo, creando una nuova vita.” Inuyasha si appoggia allo schienale della sedia sconvolto. Si passa una mano sul viso. Siamo entrambi in camera di Kagome. Inuyasha è seduto davanti alla toeletta, io ho aperto le finestre e osservo l’orizzonte, mentre Kagome è seduta sul bianco letto.
“è una bambina, ma cresce a vista d’occhio. Due mesi fa era un’infante, adesso è già una ragazzina. Le ho fatto da madre e le ho raccontato cosa lei davvero è. Come era prevedibile non ha compreso tutta la verità, ma ogni volta che le raccontavo di te, i suoi occhi si illuminavano. Mi racconta piccole cose di te che solo Kagome poteva sapere e non smette mai di re a cuccia” Inuyasha scoppia a ridere mentre dai suoi occhi scendono delle lacrime.
“lei è viva” dice guardando il soffitto e piangendo.
“grazie Kami… grazie”. Continua a ridere. Felice che il suo vero amore sia a pochi centimetri da lui e che attualmente stia strillando fuori dalla porta a pieni polmoni.
“FATEMI ENTRARE! MAMMAAAAAA!”. Inuyasha si alza di scatto e apre la porta. La bambina entra come un tornando ma Inuyasha riesce a prenderla e lanciarla in aria.
“piccola mia” dice sorridendo. La bambina comincia a ridere dimenticandosi di tutto il suo malessere.
“mamma volo!”. Non appena il gioco finisce Inuyasha mette a terra la piccola Kyoto.
“perché tu e Inuyasha non andate fuori a giocare mentre io parlo con il re”
“si, mamma” la piccola prende la mano di Inuyasha e lo tira fuori dalla stanza.
“tu sai prende il ramo come un cane?” sorrido alla domanda. I due si chiudono la porta dietro di loro, lasciandoci soli. La guardo. Non voglio mai più vivere senza di lei.
“non mi hai tradito quindi”
“mai” risponde sicura.
“amo te Sesshomaru, è stato cosi e lo sarà per sempre” si avvicina a me. Sussulto. Il richiamo di lei è troppo forte.
“ho vissuto l’inferno senza di te” le dico mentre lei mi accarezza una guancia.
“io ho combattuto l'inferno per tornare da te”. Sorrido abbracciandola.
“mia imperatrice”
“mio re”. Finalmente dopo dieci anni le mie labbra ritoccano le sue. È un bacio lento, dolce e bellissimo. La voglio sentire. Tutto qui. Non voglio che scappi mai più. Ma con il tempo tutto diventa più passionale, la distanza si è perpetrata per troppo tempo ed entrambi sentiamo il bisogno l’uno dell’altra.
“vieni con me” mi prende una mano e mi spinge verso il letto.
“finalmente staremo per sempre insieme”
“per sempre”. Dopo ciò le parole si volatilizzano e il nostro amore riscalda tutto la stanza.
 
Novi mesi dopo

“oh… è così carino”. La voce di Kyoko mi risveglia.
“guarda mamma…. un piccolo Sesshomaru”. Sono stanca. Il mio fisico è provato, ma voglio restare sveglia per vedere il mio piccolo demone. Sesshomaru si avvicina e si siede al lato sinistro del letto prendendomi una mano.
“sei stata bravissima mia imperatrice” dice con gli occhi lucidi. Al fianco destro si accosta Kyoto con in mano il mio bambino. Lo prendo tra le mani e scosto i vari teli che coprono il suo visino. Il nostro bambino.
“è bellissimo” la voce di Sesshomaru è rotta. Il piccolo ha una mezzaluna viola sulla fronte, il suo visino è rotondo, il suo naso piccolo e le orecchie sono elfiche.
“il nostro cucciolo” dico guardando Sesshomaru. Inuyasha compare dietro Kyoko poggiandogli una mano sul fianco, lei si appoggia a lui. Ormai sembra una donna adulta. Non crescerà più.  Almeno per adesso. Sorrido immensamente felice. Finalmente siamo tutti insieme. La quiete della stanza si interrompe però con l’arrivo di Miroku e della sua numerosa e rumorosa famiglia che strappa una risata a tutti noi.
 
THE END PT 2 


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ANGOLO SCRITTORE
Ciao a tutti! Dopo tanto tempo ho deciso di darvi un finale alternativo a quello ufficiale. Cosi siamo tutti più contenti. Spero che vi piaccia anche quest'ultimo capitolo. 
Baci,
Inulena 
 
 

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