Frammenti di vita

di flavia1008
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ultima partita di Quidditch ***
Capitolo 2: *** La prima notte di luna piena ***



Capitolo 1
*** L'ultima partita di Quidditch ***


Era appena finito tutto.
Hogwarts era silenziosa e tesa, il dolore delle vittime causate dalla Seconda Guerra Magica pesava su tutte le persone all'interno del castello, nonostante tutto però, c'era un certo senso di liberazione.Era appena morto il più grande mago oscuro di tutti i tempi! La più grande minaccia per babbani e maghi.
Finalmente tutto il mondo magico poteva tirare un sospiro di sollievo, anche se, però, il ricordo delle vittime innocenti sacrificate per il folle delirio di una "razza" di maghi superiore lasciava sempre un sapore amaro in bocca a chiunque ricordasse l'accaduto.
Harry stava seduto su un gradino di una delle tante scale di Hogwarts a pensare, fissava il vuoto con uno sguardo vacuo e non si accorse di quanto tempo stette così, solo il richiamo della McGrannit lo fece ridestare dai suoi pensieri, alzò lo sguardo e la fissò. Aveva come sempre il suo solito sguardo severo e austero ma c'era qualcosa di diverso, sembrava provata, stanca, triste, e sofferente. Beh chi non lo era? Si ritrovò a pensare Harry; però in un certo senso vedere la professoressa in quelle condizioni gli aveva fatto più effetto che mai. Lei era sempre stata impassibile e forte, vederla così, sofferente e provata, non aveva fatto altro che far capire ad Harry che tutto quello che era appena accaduto era più reale che mai. La professoressa stava con la schiena dritta e i capelli che, erano sempre stati raccolti in una crocchia ordinata, ora erano completamente in disordine e la crocchia sembrava di più una coda fatta male. La McGrannit si rivolse ad Harry che si alzò:«Signor Potter le devo far vedere una cosa, potrebbe per favore seguirmi nell'ufficio del preside?». Harry annuì e seguì la professoressa, chiedendosi che cosa dovevano andare a fare nell'ufficio che, fino a poco tempo prima era stato di Silente, l'unico aspetto che forse poteva essere positivo era che poteva parlare con il ritratto del professore, anche se, Harry sapeva bene che non era la stessa cosa, inoltre non gli andava un granché di parlare in questo momento, voleva solo sdraiarsi sul letto e rimanere un po' da solo, o al massimo con Ginny, che gli stava accanto, come solo lei sapeva fare: silenziosa e dolce. Sentì improvvisamente una voglia di abbracciarla e tenerla stretta, Harry voleva correre da lei e stargli accanto, ma ora non poteva, doveva aspettare che la McGrannit gli mostrasse quello che doveva mostrargli.
Per quanto era immerso nei suoi pensieri, Harry, non si accorse nemmeno di essere arrivato davanti all'entrata dell'ufficio del preside. La professoressa McGrannit stava davanti a lui, come per invitarlo ad entrare, così Harry fece un passo e varcò la soglia.
L' ufficio era esattamente come lo aveva lasciato prima dello scontro con Voldemort, c'era il ritratto del professor Silente esattamente davanti alla porta che, appena Harry entrò, sorrise in sua direzione. Accanto al ritratto ce n'era un altro, vuoto però, Harry sospettava fosse il ritratto destinato a Piton, per fortuna era vuoto, pensò Harry, non era pronto ne a vederlo ne a parlarci, almeno non ancora, dopo tutte le cose che aveva scoperto su di lui, gli si era aperto un mondo, doveva ancora assimilarlo per bene.
Harry fissò Silente, sembrava uguale a quando era con lui, stesso sguardo sveglio, stesse espressioni, stessi occhi azzurri di sempre, questa cosa lo rassicurò non poco, «Caro Harry» incominciò il professore, «sono sicuro che ti stai chiedendo perché ti ho fatto portare qui.
Beh, vedi, ho chiesto a Minerva, di chiamarti perché, io e lei, abbiamo deciso di mostrarti una cosa, siamo sicuri entrambi che ti può far star meglio, ti può chiarire le idee per bene, io penso che sei molto confuso dopo tutte le cose che sono successe, ed è normale. In più sei diventato molto più forte sotto tutti i punti di vista. Hai imparato che non esiste solo il bianco e il nero, ma ci sono infinite sfumature di grigio in mezzo ed è una cosa molto difficile da capire anche per le persone colte come me, sono così orgoglioso di te, Harry» Harry non sapeva che dire, non capiva ancora dove volesse arrivare Silente. Il professore fece un respiro e continuò:«Proprio perché hai imparato che non esiste solo il bene e il male, voglio mostrarti questa cosa, hai visto i ricordi di Piton, com'è veramente, cosa ha passato, cosa ha pensato, ma prima che tu dia un giudizio completo a tutto devi guardare questi altri ricordi, altri punti di vista». Silente guardò la McGrannit e gli fece un cenno, lei si alzò e estrasse dal pensatoio una fiala che porse ad Harry, Harry la osservò e notò che su un'etichetta c'era scritto:"I Malandrini".
Appena lesse la scritta, gli mancò un battito: era eccitato, voleva sapere, voleva vedere quei ricordi. Guardò il professore e gli chiese se poteva guardarli ora e lui, sorridendo, acconsentì, così, Harry si diresse verso il pensatoio e, dopo aver stappato la fiala, versò lì dentro il contenuto, si girò per sorridere ai due professori e poi si immerse dentro il liquido del pensatoio. Fu trascinato giù e cadde a terra, quando si rialzò si rese conto che si trovava dentro Hogwarts, più precisamente nel corridoio che portava alla Sala Grande. E, per la seconda volta in pochi minuti, gli mancò un battito, era di nuovo a casa, Hogwarts non era in rovina, era ancora calda e accogliente come sempre lo era stata. Harry si sentì subito più felice.
Improvvisamente, sentì delle urla eccitate, così si affacciò in Sala Grande e vide tutte e quattro le tavolate delle case di Hogwarts, fece scorrere lo sguardo sulla tavolata di Grifondoro per trovare i suoi genitori, ma non li vide, allora si avvicinò. Dopo un po' di passi, notò dei ragazzi  vestiti con la divisa di Quidditch e lì in mezzo spiccava suo padre, con i suoi capelli costantemente spettinati, ovviamente accanto a lui, c'era Sirius che scherzava animatamente con gli altri ragazzi, ma il suo sguardo tradiva preoccupazione, Harry velocizzò il passo è li raggiunse, arrivato da loro si mise ad ascoltare i loro discorsi e ad osservarli.
Un ragazzo che dava le spalle a Harry scoppiò in una risata e disse:«Sirius, James, ogni volta la stessa storia: dovete mangiare qualcosa prima della partita altrimenti non avrete forze per giocare al meglio!».
Harry riconobbe Remus. Era un bel ragazzo, si capiva che era alto anche se stava seduto, era molto magro, aveva i capelli di un biondo scuro e gli occhi color miele, sembrava calmo e controllato anche quando rideva, tutto il contrario dei suoi migliori amici.
«Lunastorta, perfavore, piantala, ti sembra forse possibile che a me manchino le energie?» rispose a tono Sirius. In quel momento intervenne una ragazza, era alta, magra e molto attraente, aveva i capelli biondo grano, molto lunghi e mossi, mentre gli occhi erano grandi, di un azzurro scuro. Era proprio una bella ragazza, riconobbe Harry.
«Guarda Sirius, se perdiamo perchè  tu non ti concentri e non riesci a tirare le pluffe negli anelli te la faccio pagare!» lo ammonì la ragazza bionda.
«Calmati Mary, non sfogare la tua ansia su Sirius, non ha fatto niente di male» disse James facendo spazio sulla panca per far sedere la ragazza che si chiamava Mary. Lei lo guardò truce ma si sedette accanto a James.
«Ragazzi, dovete assolutamente vincere questa partita, è quella che determinerà la vittoria della coppa! E in più è l'ultimo anno, dobbiamo vincere assolutamente» esclamò una ragazza, che Harry riconobbe all'istante come sua madre. Era bella come non mai, aveva lunghi capelli rossi scuri e occhi verdi a mandorla, era di media statura ed era molto femminile.
«Grazie Lily per averci rassicurato! Guarda, ci è passata proprio tutta l'ansia» commentò sarcasticamente Sirius. Lily rise e si sedette accanto a Remus, proprio davanti a James che gli sorrise e lei, di rimando, gli sorrise rassicurante per tranquillizzarlo.
«O Godric! Siamo fregati, perderemo, lo so già, dobbiamo giocare contro Corvonero!» disse preoccupata la ragazza di nome Mary
«Loro hanno pure Jack Anderson! È un portiere bravissimo.. Non riuscirò a far entrare una pluffa dentro gli anelli nemmeno grazie a un miracolo»
«Aspetta un'attimo Mary» la interruppe una ragazza minuta, molto carina, con i capelli neri scuri e il naso molto piccolo, aveva uno sguardo attento, Harry la riconobbe, doveva essere la madre di Neville, Alice.
«Anderson non era per caso il tuo ex?»
«Esatto» affermò Mary, disperata.
«No! Ma non è concepibile che devi giocare contro il tuo ex, Mary! Insomma, immaginati che imbarazzo» continuò Alice, molto presa dalla questione.
«Alice, ma la cosa più importante è che non riusciremo a far passare nemmeno una pluffa all'interno degli anelli se c'è lui!» replicò Mary.
«Mary non arrivare a conclusioni così drastiche» disse Remus, cercando di mitigare la discussione che sapeva che sarebbe nata e infatti..
«Quindi tu stai dicendo che, quel Anderson è così bravo e forte che nessuno può fargli dei punti?» chiese ironicamente Sirius, facendo le virgolette sulle parole "bravo e forte".
«Ma perfavore Mary, non è per niente bravo, è solo uno sbruffone, senza cervello, che se la crede tanto ma non è nessuno, inoltre è proprio un deficente di prima categoria!» criticò animatamente Sirius.
«A me non mi sembra proprio veramente! Da quando è iniziata la coppa delle case non ha mai subito dei centri!» rispose Mary.
«Beh, vuol dire che io sarò il primo a farglieli» annunciò Sirius, cambiando improvvisamente tono, poi sorrise malizioso a Mary che scoppiò in una risata e lo baciò. Harry rimase basito dal quel bacio, non se lo aspettava minimamente, sapeva che Sirius era un bel ragazzo e che aveva molte ragazze dietro, ma lui non gli aveva mai raccontato di essere stato fidanzato seriamente ad Hogwarts, e la relazione con Mary sembrava piuttosto seria, si capiva anche da come gli importava di lei e dalla scenata di gelosia, Harry era sicuro che non fesse nient'altro che gelosia, fatta poco prima. Non immaginava Sirius fidanzato e questo lo sorprese parecchio.
In quel momento li raggiunse un ragazzo alto e con i capelli scuri, corti, assomigliava spaventosamente a Neville, doveva essere Frank, il padre di Neville, appunto. Andò da Alice, che gli diede un bacio, però molto più contenuto di quello di Mary e Sirius e si sedette davanti alla sua fidanzata. Dopo che furono arrivate due ragazze di nome Emmeline e Marlene, la McGrannit andò da James e gli disse di raggruppare la squadra perché la partita sarebbe iniziata fra un po'.
James fece un respiro profondo e si alzò per chiamare tutta la squadra di Quidditch di Grifondoro. Dopo che la squadra fu riunita, si avviò verso gli spogliatoi, Lily li seguì per augurare a Mary, James e Sirius buona fortuna, così, dopo averlo fatto, Lily prese per un polso James in modo da fermarlo, mentre nel frattempo la squadra entrava negli spogliatoi.
«James, sono sicura che vincerai, sei un bravissimo cercatore» lo incoraggiò Lily, lui non fece in tempo a ringraziarla che lei lo baciò. Non era di certo il primo bacio che si davano, oramai stavano insieme da un po', ma a James i baci della sua Lily gli facevano sempre molto effetto soprattutto in questo momento, che ne aveva davvero bisogno.
Appena si staccarono si guardarono negli occhi per alcuni istanti e James sussurrò:«Grazie mille Lily, vincerò e lo farò per te» poi si girò e, facendole un occhiolino, entrò nello spogliatoio. Lily, rimase per un po' a fissare il vuoto ancora rossa sulle guance, infine si girò anche lei ed andò verso il campo da Quidditch dove, di sicuro, le sue amiche Emmeline, Marlene e Alice le avevano tenuto un posto.  Harry osservò tutto con estrema attenzione e, quando sua madre si stava allontanando, si apprestò a raggiungerla, ma, improvvisamente, il ricordo, cambiò.



Salve a tutti!
Questa è una mia idea, vi piace?
Io ho sempre pensato che Harry dovesse conoscere un po' meglio i malandrini e i loro caratteri. E, dato che ha conosciuto bene Piton grazie ai ricordi, perchè non può conoscere anche i malandrini e le altre ragazze?
Spero vi sia piaciuta come idea e spero vi sia piaciuto come scrivo, se vi va lasciate una recensione!
Grazie mille e al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** La prima notte di luna piena ***


Harry si ritrovò improvvisamente nella Sala Comune di Grifondoro.
Era molto diversa dalla Hogwarts dei suoi tempi, c'erano solo due divani ma molte poltrone, c'era una piccola libreria a destra e i tavolini erano solo due, inoltre il rosso delle pareti era molto meno acceso.
La Sala era semivuota, Harry guardò l'orologio attaccato al muro e notò che era quasi l'ora di cena,  tutti i Grifondoro dovevano essersi avviati a cenare, erano rimasti in Sala Comune solo un paio di studenti e un gruppetto di quattro ragazzi che confabulava fitto fitto vicino al fuoco, i Malandrini. Harry si avvicinò per sentire i loro discorsi e notò che erano di almeno due anni più piccoli di come li ricordava nel ricordo precedente, quindi dovevano essere al quinto anno, l'anno dei G.U.F.O.
«Lunastorta l'abbiamo deciso insieme di farlo e, ora che ci siamo finalmente riusciti, non puoi impedirci di venire con te!» esclamò James. Era alto e smilzo, con dei grandi occhi nocciola coperti da un paio di occhiali e i capelli neri come l'ebano, spettinati proprio come quelli di Harry. Nonostante James avesse la stessa età che aveva nel ricordo di Piton, sembrava meno arrogante e spavaldo. Forse, pensò Harry, suo padre si comportava così solo quando era con sua madre, però non riusciva a capire proprio per quale oscuro motivo James facesse così, faceva solo una brutta impressione agli occhi di Lily.
«James, ma perfavore! Io non sono mai stato d'accordo con la vostra folle idea! È pericolosissimo! E se vi succede qualcosa? Io non potrei mai perdonarmelo..» replicò Remus, Harry non lo aveva mai sentito parlare in quel modo, con un tono così disperato e preoccupato. Allora, incuriosito dalla conversazione, si sedette accanto a Remus per ascoltare meglio. In quel momento Sirius, che era seduto di fronte a lui, parlò:«Remus, non puoi rifiutare all'ultimo momento, oramai, io, James e Peter siamo animagi! Quindi, volente o nolente, noi stasera verremo con te!» mentre parlava, Sirius, fissava Remus, con uno sguardo penetrante. Quegli occhi così grigi mettevano molto in soggezione, tanto che Harry pensò, che Remus non potesse dire di no. Ma lui era spaventato più che mai, sapeva che i suoi amici erano dei maghi formidabili, e che era possibilissimo che diventassero animagi, ma ora che lo erano diventati per davvero e ora che si trovava in quella situazione si sentì improvvisamente preso alla sprovvista e si rese conto che aveva fatto una cavolata a permettere ai suoi amici di diventare animagi, in modo da venire con lui nelle notti di luna piena. Ora che poteva fare? Remus non ci capiva più niente: da una parte voleva che venissero con sè perché erano i suoi migliori amici e solo loro lo sapevano sostenere in quei momenti. Ma dall'altra parte non voleva, perché se uno di loro si fosse fatto scoprire o peggio, fatto male, non se lo sarebbe mai, e poi mai, perdonato, loro erano i suoi migliori amici, rischiava di rovinare tutto facendoli venire con lui.
Non sapeva proprio che fare, era in crisi.
Prima di rispondere a Sirius, Remus esitò e poi incominciò:«ragazzi...» ma fu interrotto da Peter, che parlò per la prima volta da quando Harry era arrivato:«Remus noi siamo tuoi amici...» il suo tono era calmo, come non lo era mai stato, però i suoi occhi tradivano paura, Peter lasciò la frase in sospeso e James la continuò:«noi sappiamo i rischi che correremo, ma fidati, li sappiamo sostenere, ti sappiamo sostenere» una luce malandrina gli brillò negli occhi «siamo tuoi amici e vogliamo venire con te». Questa frase aleggiò nella mente del licantropo per alcuni secondi, che, dopo una pausa di riflessione, cedette e disse:«sentite, facciamo una prova: vediamo stasera come va, ma se vi ferite o qualcosa va storto, non lo faremo mai più, chiaro?» Sirius esultò e andò a battere una pacca sulla schiena di Remus, Peter fece un breve applauso, mentre James fece un sorriso smagliante e disse:«forza ragazzi, allora andiamo!»
«James ma sei fuori?! Non possiamo andare così!» rispose Remus scoppiando in una risata. Vedere James così eccitato e, così curioso delle cose che succedevano nella Stramberga Strillante lo faceva sorridere e tranquillizzare. Faceva sembrare il suo "piccolo problema peloso" una cosa semplice, e non del tutto negativa. In quel momento, Remus, si rese conto di quali amici fantastici aveva. Ci avrebbe scommesso tutto, che se non avesse incontrato quei tre squinternati la sua vita non sarebbe stata così bella, i Malandrini rendevano ogni suo giorno diverso e eccitante, i Malandrini gli davano un motivo per alzarsi la mattina, anche solo per dire:"fammi controllare cosa fanno quei tre" lui comunque si alzava, e lo faceva per loro.
Quando Remus gli aveva confessato di essere un lupo mannaro, loro non si erano impauriti, o, addirittura, schifati, anzi lo avevano accolto senza timore fra loro, gli avevano perfino chiesto di venire con lui nelle notti di luna piena! Erano diventati animagi per stare con lui, Remus non sapeva proprio come ringraziarli, rischiavano la vita per lui, per stare con lui. Adorava con tutto il cuore i suoi amici, era deciso a ringraziarli, un giorno, avrebbe dato la vita per loro.
Dopo qualche battuta i Malandrini, salirono in dormitorio per prepararsi, Harry li seguì.
Il dormitorio era disordinato come si aspettava, appena entrò, i Malandrini si cambiarono i vestiti e presero il mantello dell'invisibilità, dopo nemmeno dieci minuti che erano entrati, uscirono e si incominciarono ad incamminare nei corridoi di Hogwarts per andare alla Stramberga Strillante. Harry li osservò, tutti e quattro rintanati sotto quel mantello, facevano molta fatica a camminare e qualche volta inciampavano, però notò che erano molto più abili e silenziosi di lui, Ron e Hermione. Harry dedusse che fosse frutto di anni e anni di scherzi dopo il coprifuoco, e questo pensiero lo fece sorridere.
Per Harry fu difficile seguire i Malandrini poiché non riusciva a vederli, però i loro impercettibili rumori, e a volte le loro voci, gli permettevano di non perderli di vista. Dopo circa un quarto d'ora arrivarono davanti al Platano Picchiatore, si tolsero il mantello, Remus stava sudando e ansimava leggermente, la trasformazione era vicina, Harry riusciva a percepire la tensione nell'aria, Sirius guardava attentamente la scena, la sua figura alta e scura veniva accentuata dal buio, i suoi capelli, lunghi fino alla mascella, si confondevano con la notte, l'unica cosa che ben si distingueva erano i suoi occhi grigi e lucenti, brillavano di eccitazione, ma allo stesso tempo di ansia. Appena Remus si voltò, Harry notò i suoi lineamenti diventare sempre più lupeschi, così James disse a Peter di trasformarsi, in modo da fargli premere il nodo del Platano per fermarlo, Codaliscia diventò un topo piccolo e grigio e, sfrecciando abilmente nella notte, premette il nodo dell'albero, subito dopo entrò nel passaggio segreto che portava alla Stramberga Strillante. Remus, Sirius e James lo seguirono in fila ed uno per volta entrarono. James era l'ultimo dei tre, e, quando toccò a lui, si girò per un'istante in direzione di Harry e sorrise, Harry, per un' attimo credette che quel sorriso era rivolto a lui, ma sapeva bene che non era possibile. Appena James sparì sotto l'albero, Harry si apprestò a seguirlo, ma in quel momento, il ricordo cambiò.







E eccomi di nuovo ragazzi!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, avrei dovuto approfondire di più la parte della trasformazione forse, però non mi è sembrato malaccio.
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia fra le seguite o le preferite, se vi va lasciate una recensione!
Il prossimo capitolo sarà incentrato di più su Lily e James, e forse sarà un pò più dettagliato.
Grazie mille e a presto!

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