Friends that turn into family

di vali_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Observing you ***
Capitolo 2: *** Got to pay my dues ***
Capitolo 3: *** Out of Purgatory, back to normality ***



Capitolo 1
*** Observing you ***


Personaggi principali: Dean Winchester, Sam Winchester, Castiel, Bobby Singer
Collocazione temporale: Quinta stagione (5x10 “Abandon all hope… ”)
Genere: Introspettivo, Slice of life
Avvertimenti: nessuno
Trama: Castiel osserva i suoi amici – o quelli che ha cominciato da un po’ a considerare tali – nella notte prima della grande battaglia contro Lucifero e pensa che, nonostante sia tanto distante dalla sua casa e dai suoi fratelli, stare sulla Terra insieme a loro non è poi tanto male.
Note: Salve a tutti!
Della serie “a volte ritornano”, eccomi qui con delle cosine che la mia povera mente malata ha sfornato e che ora ho voglia di condividere.
Questa voleva essere inizialmente una piccola raccolta che “inneggiava” il rapporto tra Sam, Dean e Cas, ma alla fine mi sono ritrovata con una cosa un po’ diversa, con qualche personaggio in più e… sì, insomma, differente da come l’avevo concepita nella mia testa. L’idea di base, però, è rimasta la stessa: saranno tre flashfic e in ognuna il punto di vista sarà differente, così come la collocazione temporale. Ho cercato di riprodurre un po’ a modo mio il loro modo di osservarsi e di riflettere sul loro rapporto in tre punti diversi della serie. Spero di essere riuscita nell’intento.
Pubblicherò una volta ogni tre giorni come una personcina seria, e… niente. Non è nulla di particolarmente complicato o studiato, si tratta solo di un piccolo esperimento, delle idee che ho messo insieme e con cui ho deciso di “tenermi allenata” in queste fredde serate d’inverno. Spero che siano gradite! :)
Ah, il titolo (della raccolta) proviene da una citazione che ho trovato in internet, questa qua.

 
Observing you
 
Una notte può essere tremendamente breve se uno sa come passare il tempo o infinita in caso contrario e Castiel, per quanto la sua sia un’esistenza così lontana da quella umana, comprende cosa stanno facendo tutte quelle persone intorno a lui. O almeno, prova a farlo.
 
Fino a poco fa, aveva cinque bicchierini colmi fino all’orlo di una bevanda piuttosto forte e due donne di età diversa che si divertivano a guardarlo bere, curiose dell’effetto che poteva causare in lui quello strano liquido ambrato.
 
E Castiel… no, la verità è che non ha sentito nulla. Perlomeno niente di diverso rispetto a come stava prima; quelle due lo hanno guardato e la più piccola – la ragazza di nome Jo – sembrava impressionata da questa sua capacità di… non scomporsi.
 
In fondo alla stanza, Sam e Dean – seduti intorno ad un tavolo pieno di libri uno di fronte all’altro, una birra a testa in mano – continuano a parlare animatamente di qualcosa che dovrebbe avere a che fare con Lucifero e quello che dovranno affrontare domani – che è una cosa grossa e chissà se ne usciranno vivi, Castiel compreso – e Bobby chissà dov’è, forse alla ricerca di qualcosa che potrà fargli comodo o forse, come tutti loro, vorrà solo godersi il meritato riposo per una sera.
 
Castiel li osserva ancora, seduto con le braccia appoggiate ai fianchi e lo sguardo concentrato e attento che li scruta a fondo, cercando di capire qualcosa in più su di loro.
 
Per anni, lunghi come l’eternità, ha sorvegliato gli umani dall’alto, esaminando le loro abitudini: le loro guerre, i loro comportamenti – talvolta così stupidi –, il loro sesso e i loro modi di provare a relazionarsi tra di loro, e… beh, era una noia mortale [1]. Ma adesso che è sulla Terra e li studia da vicino – soprattutto questi umani, così complessi e fuori dal comune – ritiene di non averli considerati adeguatamente prima, che non sono poi così male.
 
Hanno età e abitudini differenti, ma un obiettivo comune: salvare le persone, coloro che sono all’oscuro dei piani di Dio, degli Angeli e dei demoni che regnano ormai su questo pianeta. Tutte queste persone, Bobby, Jo, Ellen e i fratelli Winchester sono disposti a sacrificare le loro stesse vite per farlo, per tenere tutti quelli come loro al sicuro.
 
Bobby torna nella stanza – il rumore delle ruote della carrozzina che distrae Castiel da quei pensieri – e lo guarda mentre sistema una vecchia macchina fotografica sopra un cavalletto altrettanto antico. L’Angelo segue i suoi compagni e si mette in posa in mezzo a loro, accanto a Sam.
 
Ha imparato che tra di loro si chiamano amici e anche lui, in un modo o nell’altro, si ritiene parte di questa squadra di cacciatori per certi versi così lontani dall’ordinario e, per una sera – che molto probabilmente sarà l’ultima perché Castiel non è uno ottimista, è solo… realista – può attenersi alle loro strambe consuetudini e cercare, come loro, un modo per non pensare alla loro probabile fine imminente.  

 
[1] Castiel, nella puntata 7x21 “Reading is fundamental”, ha affermato che per molto tempo l’obiettivo suo e della sua guarnigione in Paradiso era quello di osservare gli esseri umani e tutte le loro abitudini. 
 

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Capitolo 2
*** Got to pay my dues ***


Personaggi principali: Sam Winchester, Bobby Singer, Castiel
Collocazione temporale: Quinta stagione (5x21 “Two minuts to midnight”)
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life
Avvertimenti: nessuno
Trama: Sam, dopo aver discusso con Castiel e Bobby riguardo al suo piano di dire “sì” a Lucifero e provare a prendere il controllo su di lui, riflette su quelle che sono state le sue scelte ed i suoi errori e tutto lo porta a concludere che quella di rinchiudere egli stesso il Diavolo è la mossa più giusta.    
Note: Come promesso, ecco la seconda flashfic di questa strana raccolta.
Questa, in precedenza, era stata concepita in modo totalmente diverso. Apparteneva ad un arco temporale differente e… diciamo che solo il punto di vista era uguale, in pratica XD Non mi convinceva, però, perciò ne ho scritta un’altra e l’ispirazione del momento mi ha portata a cambiare “argomento” ed a prendere in esame un’altra parte della linea temporale della storia di “Supernatural” rispetto a quella che avevo scelto in partenza. Non lo so, mi sembrava di andare “più a fondo” nella mente del personaggio in esame. Ed era questo il mio intento quindi, ecco, spero di esserci riuscita! :)
Bene, dopo tutto questo brodo di parole probabilmente inutile, approfitto di questo piccolo spazio per ringraziare le ragazze che hanno accolto questo mio esperimento con tanto calore e tutti quelli che sono passati silenziosamente a dare un’occhiata al tutto. Se avete voglia di dire la vostra, è ovviamente cosa gradita ^^
A domenica con la prossima – e ultima – flashfic! 


Got to pay my dues
 
«E questo non è il piano peggiore che tu abbia mai sentito?»
 
La voce di Bobby gli rimbomba nelle orecchie e Sam decide di non rispondere, lo sguardo verso il finestrino.
 
E’ preoccupato dopo le parole di Castiel ma, almeno, ha un barlume di speranza. Sa che è una pazzia, che la sola idea di saltare dentro Lucifero e addirittura di riuscire a prendere il controllo su di lui è ancora più folle ma, in fondo, che alternative hanno?
 
Dean gli ha già urlato che non può farlo – non che si aspettasse una risposta diversa da lui – e anche Bobby non è d’accordo, ma quello che non può spiegare a nessuno dei due è che si tratta di una responsabilità solo sua
 
Sam sa di aver fatto molti errori. Ha lasciato la caccia – suo padre, Dean – per inseguire qualcosa che, però, non poteva ottenere. Ha cercato una normalità che non gli è mai appartenuta, che non ha mai provato davvero neanche con Jessica, lei che riusciva a farlo sentire come tutti gli altri. Sam crede di amarla ancora per questo. [1]
 
Poi è morta e Sam ha lasciato scorrere nel suo sangue il desiderio di rivalsa, qualcosa che è cresciuto esponenzialmente quando è scomparso l’unico che gli era rimasto accanto, che lo conosceva davvero: suo fratello. Il fatto che si fosse dato in pasto ai mastini dell’Inferno per lui, poi, l’ha portato così fuori di senno da cominciare a bere sangue – come uno schifoso vampiro, una delle cose che caccia – pur di riaverlo indietro. Per sentirsi potente, per alimentare ancora quella sete di vendetta, quell’odio smisurato che nutriva contro chi gli aveva sottratto tutto ciò che contava.
 
E’ stato questo a portarlo dov’è adesso, nel furgone sgangherato di Bobby per andare a fermare quello che uno scagnozzo – con la faccia di Brady, colui che credeva essere suo amico – di Pestilenza voleva riservare all’umanità: il virus Croatoan.
 
E tutto perché Sam, in preda dei suoi deliri di onnipotenza, ha ucciso il demone giusto – quello che gli aveva strappato via l’umanità che aveva rimasto, lasciando che si trasformasse nel mostro che, forse, è sempre stato – nel momento sbagliato ed ha lasciato uscire il Diavolo.
 
Per questo è compito suo rimetterlo al suo posto: perché è stato lui a far sì che camminasse tra di loro ed ora deve imprigionarlo nuovamente nella gabbia dove era rinchiuso da secoli.
 
Lo deve a chi gli ha dato tutto, a chi è più di un padre per lui, a chi ha deluso a volte e a tutti coloro che ha messo in pericolo liberando la bestia più pericolosa di tutte.
 
Dovrà usare tutta la forza che ha per combatterlo, ne è consapevole, ma è un suo dovere, non qualcosa da cui fuggire come ha fatto troppe volte; una battaglia che, invece, deve affrontare e, se possibile, vincere. Solo che non vuole essere da solo, perciò spera che, alla fine, Bobby e suo fratello finiscano col pensarla come Cas, così che Sam potrà ripagare il suo debito.

 
[1] Lieve riferimento all’episodio 5x03 “Free to be you and me”: quando parla con Jessica – che in realtà poi si scopre essere Lucifero –, Sam ammette di amarla ancora e di sentire la sua mancanza. 
 

 

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Capitolo 3
*** Out of Purgatory, back to normality ***


Personaggi principali: Dean Winchester, Sam Winchester, Castiel
Collocazione temporale: Ottava stagione (Per la precisione, tra l’episodio 8x07 “A little slice of Kevin” e l’8x08 “Hunteri Heroici”)
Genere: Introspettivo, Slice of life
Avvertimenti: nessuno
Trama: Cas è tornato dal Purgatorio e, nonostante il suo ritorno tra i vivi sia ancora un profondo mistero per lui,  Dean cerca di guardare il lato positivo della faccenda, pensando che almeno adesso sono di nuovo insieme e che, invece di tornare in Paradiso, ha deciso di passare del tempo insieme a lui e Sam.
Note: Eccomi qui con l’ultimo pezzetto di questa raccolta.
Ho deciso di concludere con una cosuccia un pochino più leggera rispetto alle altre, ma spero che urli “famiglia” da ogni parola come era mia intenzione quando l’ho scritta.
Ringrazio ancora chi ha deciso di passare a dare un’occhiata a questa mia piccola avventura, per recensire o semplicemente leggere i miei deliri. Spero che non vi abbia annoiato e vi abbia strappato un sorriso, una riflessione o, comunque, suscitato un qualcosa di piacevole.
A me ha insegnato come passare da 687 parole a 500, a sceglierle con cura, a scartare l’idea più brutta ed aspettare quella più giusta.
Detto ciò, mando un abbraccio a chi mi ha seguita e… arrivederci a presto! (se mi verrà ancora voglia di tornare per condividere qualcosa di mio… ) :) 


Out of Purgatory, back to normality

Siede su una di quelle poltroncine da tavola calda che gli piacciono tanto, quelle su cui può appoggiare comodamente la schiena e sgranchirsi quando ne ha voglia sotto lo sguardo di rimprovero di suo fratello. A volte, deve ammetterlo, lo fa appositamente.
 
Dean punta entrambi i gomiti sul tavolo di legno chiaro quando la cameriera – alta, i capelli biondi legati in una coda e un lato B che parla – gli porta il suo piatto ripieno di hamburger e patatine a volontà; afferra il suo bel panino e gli sorride, felice di averlo finalmente tra le mani e di poter mangiare che ha una fame da lupi da un paio d’ore e gli snack in macchina erano finiti da un po’.
 
Allarga ancora un po’ i gomiti per poter mangiare meglio e Sam, seduto di fronte a lui accanto a Cas, lo guarda con gli occhi piccoli e indagatori e la fronte appena aggrottata, il tipico sguardo da “andiamo, Dean, sembra che non mangi da una settimana”.
 
Evita di rispondere anche solo con gli occhi e rivolge lo sguardo a Cas, concentrato a guardare fuori dalla finestra. Chissà cosa sta attirando la sua attenzione.
 
Il trenchcoat, tutti i bottoncini dentro le rispettive asole, la cravatta blu sempre un po’ storta e il nodo lento sopra la camicia bianca. Quell’abbigliamento pulito dona all’Angelo l’aspetto di sempre e a Dean sembra che qualcosa sia tornato al suo posto, negli ultimi tempi.
 
Non riusciva a darsi pace per non essere stato in grado di tirarlo fuori dal Purgatorio, ma ora sa che è stato Cas a voler rimanere e, per quanto resta qualcosa che non riesce a comprendere, almeno non è stata colpa sua. Non è stato lui a non riuscire a salvarlo, Cas ha fatto tutto da solo e questo lo fa stare meglio, almeno un po’.
 
Non gli è ancora chiaro come sia riuscito a fuggire da lì, chi o forse è meglio dire cosa l’ha portato fuori dalla discarica di Dio e perché, ma con il tempo, ne è sicuro, riusciranno a cavare qualche ragno dal buco. Lo fanno sempre.
 
A Sam non è ancora andata giù la storia di Benny e, per quanto ci provi, Dean non ce la fa proprio a capirlo; in realtà ci sono tante cose che non comprende di Sam nell’ultimo periodo ma, per il momento, non ha alcuna intenzione di pensarci.
 
Vuole solo gioire del suo fantastico e super farcito hamburger, delle occhiatacce di suo fratello che lo osserva mangiare mentre aspetta la sua insalata scondita e dietetica – in questo Dean ha constatato che è peggiorato – e del ritorno di Cas che purtroppo per lui non sa neanche cosa sia il cibo – o meglio, non lo trova commestibile – che scruta un paio di uccellini volare liberi fuori dalla finestra come un bambino che osserva il mondo per la prima volta – nonostante sia sceso sulla Terra da un po’ – ed è questa la normalità che piace a Dean e intende godersela fino in fondo. 
 

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