Magia di una notte d'estate

di summer_day
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 2: *** Breve separazione ***
Capitolo 3: *** Capelli corvini e occhi cioccolato ***
Capitolo 4: *** In casa ***
Capitolo 5: *** Anima ed incubo ***
Capitolo 6: *** Terrore ***
Capitolo 7: *** Apparizione ***



Capitolo 1
*** Un incontro inaspettato ***


 Un incontro inaspettato
 
Era una notte d’estate, era tardi e Kagome si era incantata a guardare il cielo blu illuminato da tantissime stelle ed una splendida Luna piena.
La ragazza abitava da sola in una grande casa con un giardino pieno di fiori che lei stessa curava. Amava stare di notte all’aperto perché la faceva sentire libera: il soffio del vento tra i suoi capelli neri, la luna che illuminava il suo viso di una luce pallida e la musica che aveva sempre nelle orecchie sembravano produrre una bolla che la isolava dalla realtà e le permetteva di lasciarsi trasportare dalla felicità. Nel giardino c’era inoltre una pietra di cui non aveva mai capito l’utilità, ma non aveva mai avuto il coraggio di toglierla da dove si trovava perché sentiva che quello dovesse essere il suo posto.
Ma proprio quella notte avrebbe capito a cosa servisse quella pietra…
Mentre guardava il cielo stesa sul prato, vide con la coda dell’occhio una strana luce proveniente dalla pietra: invece di averne paura si sentiva attratta da quello strano oggetto, come se ci fosse stata una calamita che la stesse attirando a sé. Così si avvicinò lentamente e notò che in quella luce pian piano si stava definendo una strana sagoma. Quando il bagliore svanì Kagome rimase sbalordita da ciò che questo aveva portato con sé: ora sulla pietra c’era in piedi un ragazzo alto con lunghi e folti capelli d’argento e la pelle tanto chiara ed immacolata da sembrare di porcellana alla luce della Luna, vestito con una tunica rosso fuoco. Ma furono gli occhi a stupire di più la ragazza: avevano il colore dell’oro fuso con piccoli riflessi castani.
Kagome era incantata da quel ragazzo che era piombato in modo così appariscente nel suo giardino e che ora restava in piedi sulla roccia, sbalordito quasi quanto lei. Finalmente il silenzio fu rotto da quello sconosciuto che con espressione imbarazzata disse: “Ciao”.
La ragazza rimase rapita dalle sua voce morbida come la seta.
Ci volle un po’ perché si riprendesse, ma una volta padrona di sé rispose: “Ciao… ehm…chi sei?”
“Il mio nome è Inuyasha, e tu invece…”
“Mi chiamo Kagome… ma tu come sei arrivato qui?”
“Sarò sincero, non ne ho idea. Un attimo fa stavo camminando vicino ad un masso simile a questo, poi sono stato investito da una luce fortissima ed eccomi qui, in un mondo a me del tutto estraneo”.
Kagome notò subito che il modo di parlare di quel giovane era un po’ diverso dal suo, e anche l’abbigliamento era sicuramente insolito, per non parlare dei capelli. Ad un tratto sorse in lei un dubbio…
“Ma tu da dove vieni? Sei, non so, tipo un alieno o roba simile?”
“Cos’è un alieno? Comunque credo che esseri diversi come me qui non esistano…” rispose Inuyasha guardandosi attentamente attorno.
“In che senso diversi?” Kagome era più confusa che mai.
“Io sono un mezzo demone” disse il ragazzo, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
“Un che cosa?” Kagome non aveva mai sentito una cosa del genere.
Cominciò allora a squadrare da capo a piedi il ragazzo senza trovare nulla che lo facesse sembrare diverso da una persona normale. Almeno era questo che pensava, finché non vide le orecchie: sopra la testa di Inuyasha spuntavano tra i capelli argentati due orecchie canine.
“Ma sono veramente le tue orecchie?”
“Si.”
“E com’è possibile che siano le orecchie di un cane?” chiese la giovane perplessa.
“Perché io sono un mezzo demone” ripeté sbuffando.
Ancora più confusione nella testa…
“Che vuol dire?”
“Da dove provengo esistono sia demoni che esseri umani. Mio padre era un grande demone cane, mentre mia madre era una donna umana.”
“Oh” riuscì a rispondere lei, ancora incredula.
“Ora vorrei porgerti io qualche domanda”
“Beh, cosa vuoi sapere?” rispose Kagome
“Tu vivi qui?” domandò Inuyasha interessato.
“Si.”
“Da sola?”
La ragazza annuì.
“E non soffri la solitudine?”
“No, c’è questo bel giardino a tenermi compagnia” disse sorridendo.
“Tu sai cos’è questa pietra?”
“Come te, non lo so. È qui praticamente da sempre, ma non ho mai voluto spostarla. Sono contenta di non averla tolta…”
“Perché?”
“Perché ci siamo potuti incontrare.”
Mentre pronunciava queste parole Kagome si domandava se, un giorno, avrebbe potuto anche lei vedere il mondo di Inuyasha. Magari ce l’avrebbe portata proprio lui…
“Hai proprio ragione” rispose il mezzo demone, accennando un sorriso imbarazzato.
“Perché non ti siedi vicino a me invece di rimanere in piedi?” propose lei.
Quindi il ragazzo si sedette e i due continuarono a parlare tutta la notte, affascinati l’uno dall’altra e da ciò che si raccontavano.
Mancava qualche ora all’alba e Kagome era molto assonnata, ciononostante voleva continuare ad ascoltare i racconti del mezzo demone sul suo mondo. Inuyasha aveva notato l’espressione stanca della ragazza le disse: “Perché non riposi un po’? Sembri davvero esausta”
“No, sto bene… continua pure” rispose testardamente lei.
Perciò Inuyasha proseguì a raccontare fino alle prime luci dell’alba.
Improvvisamente la pietra ricominciò ad emettere la luce misteriosa. Kagome si girò subito verso il ragazzo che veniva attratto come da una potente calamita verso la pietra. In un attimo Inuyasha si trovò in piedi sul masso e come era venuto così se ne stava andando, avvolto da una luce abbagliante e dissolvendosi lentamente.
“Non te ne andare!” disse la ragazza mentre correva verso la colonna luminosa.
“Cercherò di tornare! Te lo prometto!”
E scomparve.
 



Ciao a tutti! Dopo tanto (troppo) tempo sono tornata con una storia che è ispirata ad un sogno che era piuttosto ricorrente. So che è un po' strano sognare queste cose, ma che ci possiamo fare... la mia testolina bacata produce e la mia mano scrive.
Che dire, Sesshomaru e Rin rimarranno sempre i miei preferiti ma per questa storia ci volevano Inuyasha e Kagome...
Non voglio annoiarvi ancora, solo dire grazie a chi ha letto o recensito questo capitolo (le critiche costruttive sono sempre ben accette) .
Alla prossima! Un bacio dalla vostra Summer_day <3

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Capitolo 2
*** Breve separazione ***


Breve separazione
 
Era passata quasi una settimana, ma Kagome non smetteva di pensare a Inuyasha: stava bene? Era tornato nel suo mondo? Sarebbe tornato da lei? Non sapeva dare risposta a nessuna di queste domande. Mentre la notte tarda osservava le stelle, inavvertitamente si ritrovò a guardare verso la pietra con una strana sensazione di nostalgia.
“Ma che mi prende?” pensava “Dopotutto abbiamo solo parlato l’altra notte… non stiamo insieme o chissà cos’altro!”
Però si rese subito conto che ciò non era totalmente vero: sentiva già un qualche affetto per quel ragazzo arrivato così improvvisamente nella sua vita. Nemmeno il tempo di finire di pensare queste cose che apparve davanti a lei una sfavillante colonna di luce.
La ragazza si sentì mancare per la felicità… Inuyasha era tornato!
“Kagome!”
“Inuyasha!”
Inuyasha notò, con una punta di piacere e imbarazzo, che Kagome aveva indosso un vestito lilla, che le arrivava poco più su del ginocchio, con spalline sottile e dei ricami bianchi sul petto, e si era anche truccata. Contrariamente al loro primo incontro, nel quale la ragazza indossava una maglietta e un paio di jeans, sembrava che questa volta si fosse preparata molto accuratamente per il loro incontro. Appena vide il sorriso di Kagome si sentì stranamente sollevato e si rese conto di essersi improvvisamente affezionato a lei.
Sentivano entrambi come se dovessero stare insieme a tutti i costi, come se qualcuno avesse imposto questa regola e loro la dovevano rispettare.
Senza pensarci due volte corse ad abbracciarla e lei lo strinse altrettanto forte. Con un leggero imbarazzo la ragazza sciolse l’abbraccio e disse:
“Come hai fatto a tornare?”
“Esattamente come l’altra volta, un fascio di luce mi ha investito ed eccomi qui...”
“Forse tornerai sempre con questa frequenza… beh, sono contenta che tu sia tornato”
Queste parole colsero Inuyasha di sorpresa: credeva di essere l’unico a provare quest’improvviso sentimento, e invece…
“Anche io lo sono. Cosa hai fatto durante la mia assenza?”
“Ho pensato all’ultima volta che ci siamo visti… mi chiedevo se tu fossi tornato nel tuo mondo e se saresti mai tornato…” ammise con il viso rosso dall’emozione “E tu invece?”
“Ho cercato in tutti i modi di tornare, ma non ci sono mai riuscito… ho pensato che saresti rimasta ancora qui, senza alcuna compagnia. Questo pensiero mi ha rattristato molto… sei rimasta ancora sola vero?”
“No…” esitò “Ero insieme a te col pensiero…”
Allora Inuyasha sorrise e, con dolcezza, abbracciò nuovamente Kagome, che chiuse gli occhi e si lasciò cullare dalle braccia forti del ragazzo. Trascorsero il resto della notte guardando le stelle e raccontandosi cosa avevano fatto nei giorni in cui erano rimasti separati.
Ad un tratto la ragazza si addormentò, tanto che era esausta, e Inuyasha rimase a guardarla dormire, quasi incantato dall’espressione serena che aveva la ragazza. Quando quest’ultima si svegliò mancavano pochi minuti all’alba; arrabbiata con sé stessa disse:
“Cavolo, mi sono addormentata! Perché non mi hai svegliata?”
“Stavi riposando così bene che non volevo disturbarti, e poi… mi piace guardarti dormire. Sai, stavi sorridendo…ho cercato di immaginare cosa stavi sognando ma non ci sono riuscito. Me lo puoi dire?”
Kagome con il volto rosso come un peperone rispose:
“Ho sognato questo…” e si avvicinò lentamente ad Inuyasha e lo baciò.
Il ragazzo sgranò gli occhi, sorpreso e allo stesso tempo contento che anche lei provasse i suoi stessi sentimenti, e ricambiò il suo bacio con dolcezza. Sciolto il bacio non ebbero neanche il tempo di guardarsi negli occhi e lasciare intuire l’uno all’altra i propri sentimenti, che la pietra cominciò ad emettere luce e ad attirare a sé Inuyasha.
“Inuyasha!”
“Non preoccuparti Kagome! Tra sette giorni sarò da te!” gridò il ragazzo.
La luce si era spenta e con essa Inuyasha era andato via.
 
 
Heii! Finalmente sono riuscita ad aggiornare, avrei voluto farlo prima ma ho avuto un paio di settimane davvero pesanti (per fortuna sono passate)
Venedo al dunque... Ho letto e riletto e non sono ancora soddisfatta, perciò perdonatemi se non è un granchè; prometto di rifarmi col prossimo capitolo :)
Adesso le cose stanno cominciando ad evolversi ma per sapere della pietra dovrete aspettare ancora un po' :P
Voglio ringraziare chi ha recensito o semplicemente letto il capitolo precedente, perchè anche solo vedere aumentare il numero delle visite mi rende felicissima, e chi ha messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate... mi rendete davvero orgogliosa della mia passione.
Non può mancare un ringraziamento alla mia KagomeNoTaisho, che mi sopporta da davvero tanto e non so come abbia fatto a resistere senza uccidermi (perdona le mie paranoie quando devo pubblicare <3 )
Un ringraziamento a chi è arrivato fino a questo punto e a chi deciderà di lasciare una recensione <3

Grazie dalla vostra Summer_day <3 <3

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Capitolo 3
*** Capelli corvini e occhi cioccolato ***


Capelli corvini e occhi cioccolato
 
Kagome continuava a pensare a quella notte. Più ci pensava più si faceva desiderosa di vedere e abbracciare ancora Inuyasha, di sapere cosa avesse fatto in quei giorni, se le era mancata…voleva sapere tutto. Trascorse con impazienza i giorni che la separavano dal loro prossimo incontro e, quando finalmente arrivò il momento tanto atteso, si sentiva emozionata e più tesa di una corda di violino. Tramontato il sole Kagome si sedette sul prato e restò a fissare la pietra in attesa che cominciasse ad emettere luce.
Passarono delle ore e la ragazza, stanca, si addormentò preoccupata per Inuyasha che ancora non era arrivato; quando si svegliò e si rese conto che mancavano pochi minuti al sorgere del sole, sentì il cuore battere all’impazzata nel suo petto.
“Cosa sarà successo a Inuyasha? Come mai non è venuto?” pensava logorata dall’angoscia.
Ansiosa immaginò gli scenari peggiori, col timore che Inuyasha non tornasse più. Quasi piangendo corse verso la pietra ed iniziò a battere i pugni contro questa chiamando a gran voce il ragazzo anche se sapeva che non sarebbe servito a molto. Se infatti fosse stato possibile parlarsi attraverso la pietra lo avrebbero scoperto già da tempo.
Continuò a chiamare Inuyasha per molto tempo e quando giunse l’alba decise di tornare in casa, rassegnata. Le notti seguenti Kagome andò a dare un’occhiata al giardino, nella speranza che il mezzo demone forse tornato da lei, ma ogni volta riceveva una delusione. Continuò così per tutta la settimana.
La settima notte la ragazza era stesa sull’erba vicino la pietra. Guardava il cielo, pensando ad Inuyasha, cercando di immaginare perché non fosse venuto. I pensieri vorticavano impetuosi nella sua mente e la ragazza si girò sul fianco dando le spalle alla pietra, e chiudendo nervosamente gli occhi, come ad allontanare ogni ansia. Senza che lei se ne accorgesse, intanto, si accese una luce sfavillante e la sagoma di un ragazzo comparve al suo interno. Questo corse verso Kagome e la abbracciò dolcemente da dietro dicendole:
“Sono tornato Kagome!”
La ragazza riconobbe immediatamente quella voce e si girò, ricambiando l’abbraccio.
“Inuyasha!”
I due si guardarono intensamente negli occhi e la ragazza non poté fare a meno di lasciar scorrere sulle sue guance le lacrime che da molti giorni tratteneva.
“Cosa ti è successo? Perché non sei venuto da me? Credevo ti fosse accaduto qualcosa e ...” per un attimo Kagome si interruppe. Aveva osservato per bene il mezzo demone ed aveva notato che in lui c’era qualcosa di diverso, a cominciare dai capelli che non erano del solito argento ma di un nero corvino; la stessa cosa valeva per gli occhi che, insolitamente, erano al cioccolato fondente. Ma non erano queste le uniche differenze: infatti la tunica di Inuyasha era strappata in vari punti e c’erano anche delle macchie di sangue, secco e non.
Allora Kagome, allarmata, gli chiese: “Cosa ti è successo? Come ti sei procurato quelle ferite? E poi, il tuo aspetto…come mai sei così diverso?”
“Non preoccuparti per quei graffi, non sono nulla… quanto al mio aspetto, beh, è cambiato a causa della Luna e della mia natura da mezzo demone” disse il ragazzo asciugandole dolcemente le guance.
“La Luna?”
Kagome alzò gli occhi al cielo e notò che quella notte la Luna era nera, cioè in fase di novilunio.
“Oh…”
“Ma lascia perdere questi particolari” Inuyasha era euforico “devo dirti una cosa molto importante!”
“Cosa?”
“Ho scoperto che esiste un oggetto che ci permetterà di stare insieme tutto il tempo che vorremo!”
“Cosa?!” ribatté Kagome sbigottita.
“Davvero! Si tratta di un oggetto difficile da trovare ma non preoccuparti, io ci riuscirò e non ti lascerò più sola!”



Salve a tutti! Lo so, è passata una mezza eternità da quando ho aggiornato l'ultima volta e chiedo perdono per il ritardo.. Tra Pasqua, compiti e computer rotto non sono riuscita a scrivere nulla e ho dovuto recuperare tutto questa settimana. 
Passando al capitolo, è più corto del solito ma ho preferito lasciarlo così perchè mi convinceva di più; ma non vi preoccupate mi rifarò con il prossimo!
Che dire... ovviamente ringrazio chiunque abbia anche solo letto questa storia, soprattutto KagomeNoTaisho che mi sostiene sempre in ogni occasione: ti ringrazio davvero, i tuoi consigli mi aiutano più di quanto tu possa immaginare <3 <3 
Adesso vi lascio prima di diventare ripetitiva e annoiarvi con le mie chiacchiere.
Grazie ancora e alla prossima 
Baci la vostra Summer_day <3 

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Capitolo 4
*** In casa ***


In casa
 
La mattina dopo Kagome aveva dentro di sé un vortice di emozioni. Non riusciva a credere che Inuyasha fosse tornato, ed era molto felice perché la sua assenza era dovuta alla ricerca di qualcosa che permettesse loro di restare sempre insieme: il ragazzo le aveva raccontato che esisteva un oggetto in grado di mettere in perenne comunicazione dimensioni diverse; non sapeva che tipo di oggetto fosse, sapeva solo che era sorvegliato da due Oni giganteschi e molto pericolosi. La ragazza, preoccupata per la sorte del mezzo demone, lo aveva pregato di non mettere a tal punto a rischio la sua vita solo per stare con lei. Ma Inuyasha aveva insistito:
“No! No! Non mi basta vederti così di rado!”
“Preferirei vederti per sempre per poche misere ore piuttosto che correre il rischio di non vederti mai più! Se tu dovessi ferirti per causa mia… e poi non potrei sopportare di vedere di nuovo la tua veste insanguinata… no!”
Tuttavia Kagome non era riuscita a dissuadere il ragazzo:
“Non devi preoccuparti per me, sono più forte di quanto tu possa pensare, e per te farei questo ed altro” Inuyasha le baciò delicatamente la fronte, ma si allontanò quando percepì un odore salato.
“Ehi, non piangere!” disse lui accarezzandole il volto e asciugando le lacrime cristalline che scorrevano sulle guance. Detto questo Inuyasha si tolse la giacca della sua tunica rossa, rimanendo solo con la maglia bianca, e la mise sulle spalle della ragazza.
“Indossala, tra non molto inizierà a piovere”
“Come fai a saperlo?”
“Grazie al mio sangue demoniaco il mio senso dell’olfatto è molto sviluppato e sento chiaramente che è in arrivo un temporale” spiegò il ragazzo.
“Allora entriamo in casa, così posso anche curarti le ferite!”
“Eh? Ma quali ferite, questi non possono neanche essere chiamati graffi!”
“Poche storie, andiamo!” disse la ragazza con tono autoritario.
“Va bene, va bene. E poi, se ci penso, non ho mai visto l’interno della tua casa”
“È vero! Allora andiamo, così dopo averti medicato ti farò vedere il resto!” disse Kagome sorridente aprendo la porta.
Una volta entrato il mezzo demone si ritrovò in un lungo corridoio molto accogliente: ad illuminare l’ambiente c’era un lampadario bianco che emanava una calda luce gialla; il pavimento era ricoperto da mattonelle di marmo color biscotto di forma quadrata; lungo i muri bianchi c’erano aperte tre porte di legno. Inuyasha, sbirciando da dietro la spalla di Kagome, vide cosa c’era dietro ognuna di queste. La prima dava accesso ad una cucina con i mobili bianchi e un ripiano di marmo nero dove apparecchiare la tavola; la seconda portava invece ad un grande salotto con un tavolino quadrato in vetro con ai lati due divani bianchi in pelle molto spaziosi; dietro la terza ed ultima porta c’era un grande bagno azzurro, evidentemente utilizzato per gli ospiti.
Dopo aver attraversato il corridoio, la ragazza lo condusse su per una scala di marmo grigio e quindi al secondo piano della sua casa. Qui il pavimento era coperto da un grande tappeto verde; ai lati c’erano ancora tre porte di legno, ma solo due erano aperte. La prima stanza era un piccolo soggiorno, caratterizzato da un imponente mobile in legno contenente CD di musica e DVD; dietro la seconda porta c’era un piccolo bagno bianco.
I due aprirono l’ultima porta: la camera di Kagome.
Appena entrato Inuyasha venne avvolto dall’inebriante profumo della ragazza, impregnato in ogni oggetto presente nella stanza. L’odore più forte proveniva dal grande letto pieno di peluches di ogni genere.
“Siediti pure sul letto, io vado a prendere delle bende” disse Kagome appoggiando la giacca rossa di Inuyasha sul letto.
Il ragazzo allora cominciò a guardarsi in giro: in fondo a destra c’era un mobile verde a fiori con due ante che contenevano i vestiti, e varie mensole piene di manga e libri di ogni genere; il lampadario e l’abatjour sembravano delle piante con fiori piccoli e rosa; sui muri bianchi c’erano due pannelli di vetro pieni di fotografie di Kagome sorridente con le sue amiche; in un angolo della stanza compariva anche un’alta scrivania di legno sulla quale c’erano dei libri molto grandi - probabilmente scolastici - ed anche qualche disegno. Tra questi ne compariva uno incompiuto, ma il ragazzo non fece in tempo a vedere quale fosse il soggetto perché Kagome entrò di corsa in camera con delle bende.
“Ma ti ho detto che non ne ho bisogno!” protestò Inuyasha.
“Zitto e fatti medicare!” ribatté decisa l’altra.
“Che seccatura…” borbottò lui mentre si toglieva la maglia bianca per permettere alla ragazza, rimasta per un attimo incantata, di medicarlo.
“Posso farti una domanda?” chiese il ragazzo mentre Kagome disinfettava quelli che lui chiamava “graffi”.
“Certo, dimmi pure.”
“Mi rendo solo ora di non avertelo mai chiesto… ma i tuoi genitori dove sono? Ho notato che hai molte immagini ma loro non sono in nessuna di queste”
“Ah… beh ecco, vedi…” cominciò titubante lei.
“Non sei obbligata a rispondermi se non te la senti” si affrettò a dire lui, temendo di averla messa in difficoltà.
“Non è questo, è solo che non ne parlo spesso… vedi, i miei genitori si sono separati e risposati…” rispose con un velo di tristezza negli occhi.
“Ho provato a inserirmi nelle loro nuove famiglie, a vivere con loro… ma non ce l’ho fatta. Per questo mi hanno dato questa casa, che un tempo era di mio zio. Ovviamente abbiamo mantenuto i contatti, ma ci vediamo sempre più raramente” continuò lei.
“Per fortuna” riprese cancellando l’amarezza che Inuyasha aveva notato nei suoi occhi “a scuola ho conosciuto un’amica che mi ha aiutato a superare la cosa.”
“Ecco, questa è lei insieme al suo fidanzato” disse indicando una fotografia.
La ragazza in questione era molto carina: lunghi capelli castani lasciati liberi sulle spalle, occhi grandi dello stesso colore della chioma, il fisico snello avvolto in un leggero vestito lilla, ed infine una gran forza a giudicare dal tatuaggio a cinque dita sul viso del ragazzo.
Questo sembrava essere più grande della fidanzata, indossava una camicia bianca e dei pantaloni neri, i capelli castani legati in un codino ed occhi del colore del cielo… ovviamente la faccia era più rossa della veste del mezzo demone.
“Perché la tua amica lo ha schiaffeggiato?” domandò un Inuyasha curioso.
“Perché, anche se è un bravo ragazzo, ha il vizio di toccarle il sedere” rispose Kagome ridacchiando con noncuranza.
“E ha provato a farlo anche con te?” chiese Inuyasha ripromettendosi che appena avesse visto quel ragazzo gliele avrebbe suonate di santa ragione.
“Ci ha provato, ma Sango lo ha preceduto con un pugno in pieno volto” disse con un mezzo sorriso.
“Ecco fatto… senti, sei ancora convinto di voler rischiare la tua vita solo per trovare quest’oggetto?” chiese lei sperando che il mezzo demone ci avesse ripensato.
“Kagome ne abbiamo già parlato e non cambierò idea, quindi non provare a …!”  Inuyasha non riuscì a completare la frase perché la ragazza, in lacrime, lo aveva baciato facendolo cadere completamente sul letto.
“… Kagome”
“Allora resta con me stanotte” disse lei tornando a baciarlo e togliendogli lentamente la maglia.
 
Prima dell’alba Inuyasha cominciò ad indossare i vestiti, sapendo che a breve sarebbe tornato nel suo mondo, svegliando anche Kagome che fino a poco prima dormiva raggomitolata sul suo petto. Rivestiti i due uscirono da casa e si diressero lentamente verso la pietra, quasi volessero rallentare il tempo per guadagnare ancora pochi minuti insieme.
Appena Inuyasha fu investito dalla chiara luce dell’alba Kagome poté assistere alla trasformazione del ragazzo in mezzo demone.
Lentamente i capelli neri si stavano schiarendo e gli occhi passavano dal castano al verde, tornando infine al colore oro fuso che aveva colpito fin da subito la ragazza; le unghie tornarono ad essere i soliti artigli e i denti ridiventarono delle aguzze zanne.
Poco prima che la luce della pietra lo avvolgesse, Inuyasha si voltò verso Kagome e datole un lungo bacio:
“Kagome promettimi che se non dovessi tornare, tu non ti lascerai abbattere e che andrai avanti ...” disse serio.
La ragazza avrebbe voluto rispondergli che senza di lui non sarebbe più riuscita a sorridere, a sentirsi viva come lo era stata da quando lo aveva incontrato, che non sarebbe più riuscita a vedere le stelle senza che il suo ricordo prendesse il sopravvento nella sua mente e la facesse soffrire, e che se non fosse stato più con lei avrebbe trovato un modo di seguirlo nella sua sorte. Ma sapeva che se glielo avesse detto, Inuyasha durante il combattimento sarebbe stato molto in pensiero per lei e magari non avrebbe potuto dare il meglio di sé.
“Ci proverò” ribatté poco convinta.
La pietra aveva già cominciato a brillare e i due sapevano di non avere molto tempo. Kagome, prendendo alla sprovvista il mezzo demone, lo attirò a sé tirandolo per la veste rossa ed incatenò le labbra alle sue in un breve bacio, ma che per loro durò un’eternità.
Quando la ragazza riaprì gli occhi Inuyasha era già sparito.


Ho sempre saputo di essere sbadata, ma non immaginavo così tanto. Mi ero dimenticata di aggiungere questo capitolo! Sono proprio un caso perso, non c'è che dire...
Mi scuso tantissimo innanzittutto per i miei continui ritardi e poi perchè avevo completamente cancellato dalla mia mente questo passaggio all'interno della storia.
Comunque spero entro questa settimana, massimo la prossima, di aggiornare con il prossimo capitolo. So di metterci tantissimo tempo e me ne scuso soprattutto con Babyani2014 che mi ha fatto sentire in colpa visto che per i lunghi tempi di attesa, ha riletto ben otto volte tutta la storia... Scusami!!
Grazie a chiunque leggerà e/o recensirà
Baci una sbadatissima Summer_day <3 

 

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Capitolo 5
*** Anima ed incubo ***


Anima ed incubo

Inuyasha era lì davanti a lei, sorridente e con uno sguardo talmente dolce e caldo che avrebbe potuto sciogliere il più freddo dei ghiacci. Kagome non riusciva a crederci… il suo Inuyasha era lì, vivo e sorridente. Cercò di parlargli ma dalla sua bocca non usciva alcun suono. Allora cominciò a correre verso di lui, per poterlo abbracciare di nuovo, però nonostante corresse al massimo delle sue capacità sembrava non raggiungerlo mai, anzi le pareva di allontanarsi sempre più da lui, che rimaneva come congelato nella stessa espressione.
Improvvisamente lo scenario cambiò: Inuyasha era sempre davanti a lei, ma al posto di uno sguardo dolce e caldo c’erano due occhi freddi e vuoti, e dove prima c’era un sorriso affettuoso ora era presente solo un rivolo di sangue rosso che spiccava sulla pelle pallida.
Kagome si svegliò di soprassalto in un bagno di sudore con le lacrime agli occhi. Ogni notte da quando il mezzo demone se n’era andato, precisamente due settimane, lei continuava a sognarlo, ed ogni volta al risveglio piangeva perché si rendeva conto che quello appena vissuto non era reale. L’unica cosa che poteva fare era attendere e credere nelle capacità di Inuyasha. Molto spesso la ragazza andava davanti la pietra e restava lì ad aspettare anche per ore in attesa anche di un segno, che non arrivava mai, che le facesse almeno capire in che condizioni fosse il mezzo demone.
La giornata per lei era priva di ogni interesse: non parlava con nessuno tranne che con Sango, ma nemmeno a lei aveva detto nulla di Inuyasha; a volte si stendeva per terra e restava a fissare il soffitto, oppure si metteva a disegnare soprattutto gli occhi del ragazzo, quegli stessi occhi che, nei sogni e nella realtà, la scrutavano fin alle profondità della sua anima.
Ormai non riusciva a pensare ad altro che a lui: era nei sogni di notte, nei pensieri e nei disegni il giorno, nel giardino profumato, nelle stelle luminose, in ogni canzone che lei ascoltava, era nella pietra che aveva permesso loro di incontrarsi, era una presenza costante al suo fianco.
Passavano così altre due settimane. La vitalità e l’allegria che Inuyasha amava tanto della sua Kagome erano come prosciugate, e il volto della ragazza non mostrava quasi alcuna emozione. Ogni sera si sedeva accanto la pietra e si lasciava andare alle lacrime finché non si addormentava, svegliandosi poi il giorno dopo all’alba delusa di non trovare Inuyasha, sorridente, che le diceva di non averla svegliata per non dare fastidio, o perché, come le disse la una volta, aveva un’aria davvero serena e lui non voleva interrompere il suo bel sogno.
Accadde una notte che Kagome era affacciata sul davanzale della sua camera, che si trovava sul lato della casa del giardino. Mentre osservava il cielo stellato, vide un leggero bagliore provenire da terra. In un primo momento pensò di avere le allucinazioni ed iniziò a strofinarsi gli occhi con forza. Pensava di essere impazzita a furia di sognare quel chiarore e l’apparizione che ne conseguiva, ma ora non si stava sbagliando. C’era veramente!
Immediatamente la ragazza corse giù per le scale, rischiando anche di cadere svariate volte. Una volta arrivata fuori in giardino notò che la luce si era fatta ancora più forte, ma la figura che si stava delineando non era la solita a cui Kagome era abituata: questa sagoma era molto grande e massiccia, una montagna insomma. Più il bagliore si affievoliva, più la ragazza si rendeva conto che a comparire non sarebbe stato Inuyasha.
…Inuyasha…
Faceva male anche solo pensare quel nome. Se fino a quel momento Kagome era riuscita a resistere era per la speranza che una di quelle notti il ragazzo sarebbe comparso con un sorriso smagliante sulle labbra, esattamente come lo aveva sognato lei, che le avrebbe detto che tutto era risolto, che era riuscito nella sua impresa e che ora potevano restare insieme quanto volevano. Ma ora, invece di Inuyasha, dalla luce stava uscendo un mostro: un enorme essere viola con corna ed artigli lunghissimi, occhi iniettati di sangue senza pupilla e zanne aguzze che gli spuntavano dalla bocca, insieme ad uno strano liquido verde che emetteva vapori, e che sembrava ribollire tra le labbra della creatura. Questa emetteva versi raccapriccianti, che facevano rabbrividire la ragazza come se improvvisamente si fosse trovata nel bel mezzo di una tormenta di neve, e l’acido verde gocciolava a terra, lasciando solchi nel terreno ed un intenso odore di bruciato nell’aria. L’orrore pervase Kagome che non riusciva a fare altro che fissare, tremante come una foglia, quell’essere che intanto aveva girato la mostruosa testa verso di lei e la stava scrutando minaccioso.
“E così sarebbe per questo che quel bastardo di un mezzo demone ha attaccato me e ha ucciso mio fratello?! Tutto per un misero essere umano tremante!” disse la creatura con voce sprezzante e talmente raccapricciante che la ragazza avrebbe preferito strapparsi le orecchie pur di non ascoltarla.
“La sola vista di un essere così infimo mi dà la nausea!” urlò il demone preparandosi a colpirla con i suoi artigli. Kagome allora si risvegliò dal suo torpore per evitare il colpo dell’Oni e correre con tutte lo sue forze verso un rifugio.
“Ma dove posso nascondermi?! Anche se riuscissi a trovare un riparo lui distruggerebbe tutto per scovarmi!” pensava terrorizzata. Intanto il demone continuava a sferrare i suoi attacchi con ferocia e con il preciso obbiettivo di colpire la ragazza.
“Impartirò a quel lurido mezzo demone una lezione che non dimenticherà mai: ti ucciderò lentamente e dolorosamente con i miei artigli, e quando quel bastardo arriverà troverà le tue membra sparse ovunque. Allora comincerà la mia vendetta… gli toglierò tutto eliminandoti, e la cosa migliore sarà che lui saprà sempre che è solo sua la responsabilità se tu sei morta!” gridò con la sua voce orribile il mostro. Kagome inorridì e cercò di correre ancora più velocemente: non gli avrebbe permesso di farle questo né avrebbe permesso che Inuyasha soffrisse…
 

Salve a tutti!! Si lo so che avrei dovuto aggiornare la settimana scorsa ma, credetemi, il mese di maggio a scuola mia è infernale... il demone che compare nel giardino di Kagome in confronto è un orsacchiotto coccoloso. Ma tralasciamo le mie mirabolanti disavventure scolastiche e passiamo ai ringraziamenti.
Un grazie immenso a chi legge e/0 recensisce e/0 ha messo la storia tra le preferite, davvero grazie! In particolare vorrei ringraziare KagomeNoTaisho che mi sostiene sempre e mi sopporta, e informarla che questo capitolo è tutto per lei!
Beh ancora grazie a tutti.
Baci zuccherosi dalla vostra Summer_day <3

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Capitolo 6
*** Terrore ***


 Terrore
 
Kagome correva a perdifiato nel suo grande giardino evitando i colpi rabbiosi degli affilati artigli del demone.
Non si sarebbe mai aspettata che qualcuno arrivasse al posto di Inuyasha, né tantomeno che quel qualcuno fosse un Oni gigantesco con il preciso obbiettivo di ucciderla lentamente e dolorosamente, per vendicarsi della morte del fratello. Aveva pensato di cercare un nascondiglio, ma anche nella lontana ipotesi che ci fosse riuscita cosa avrebbe fatto l’Oni? Molto probabilmente avrebbe distrutto ogni cosa e poi avrebbe diretto le sue attenzioni anche sul vicinato.
Non poteva permettere che gente innocente morisse per qualcosa di cui non era nemmeno a conoscenza.
“Ma come posso sconfiggere un essere così grande e…mortale?!” pensò “Non ho armi e anche se ne avessi dubito che riuscirei a colpirlo e che queste gli facciano anche solo il solletico”.
Mentre pensava e i dubbi le avvolgevano la mente la sua corsa perse velocità e l’Oni colse al volo l’occasione per colpirla con i suoi artigli: tutto a un tratto Kagome si trovò a fluttuare in aria col fiato mozzato e il fianco dolorante, la camicia da notte azzurra insanguinata. Scioccata la ragazza cadde nell’erba diversi metri più avanti da dove il demone l’aveva colpita.
Spaventata ed inorridita dalla quantità di sangue che vedeva uscire, portò la mano al fianco si accorse che la ferita non era molto grave, ma lo era abbastanza da impedirle di correre al massimo delle sue forze. L’essere intanto di avvicinò lentamente con un ghigno stampato sul volto che non prometteva niente di buono, e l’acido verde che gocciolava sempre più vicino a Kagome. Assalita dal terrore provò a rialzarsi ma l’Oni le afferrò una caviglia, impedendole quindi ogni movimento.
“Che c’è? Ora non scappi più eh? E dire che mi stavo quasi divertendo a giocare al gatto e il topo con te…” disse con tono di scherno. “Beh ora è il momento di fare sul serio, non credi?”
Il ghigno sul suo volto si allargò minacciosamente facendo allo stesso tempo cadere l’acido sulla gamba libera di Kagome, che urlò dal dolore. Era come se il liquido incandescente stesse scavando fin alle sue ossa lasciando dietro di sé nient’altro che piccole lingue di fumo. L’essere allora la tirò per la caviglia e la trascinò per parecchi metri girando in tondo: la schiena di Kagome bruciava, le braccia erano coperte di tagli e la gamba colpita dall’acido oramai non riusciva più a muoverla.
“A questo punto non so proprio cosa fare…” pensò terrorizzata e rassegnata. “Non posso scappare né difendermi, ed è escluso che qualcuno possa aiutarmi. Ho paura che non mi rimanga che aspettare che questo mostro mi uccida”.
Delle lacrime amare scesero lungo le sue guance. Gocce di paura, perché non voleva soffrire e morire; di rabbia, a causa della sua impotenza. Ma soprattutto stille che racchiudevano rimpianto, per le cose che avrebbe voluto ancora fare, per non essere riuscita a impedire a quell’Oni di vendicarsi, per non aver potuto rivedere ancora una volta Inuyasha…
“Ti prego Inuyasha perdonami! Perdonami e non venire, perché non potrei sopportare di essere causa di sofferenza per te!” pensava.
Intanto il demone si fermò e osservava sadico la sua vittima che piangeva.
“Ahahah! Piangi pure, tanto tra poco sarà tutto finito!” rise malvagiamente.
Ma ciò di cui nessuno dei due si accorse era che, alle loro spalle, una seppur flebile luce aveva cominciato a brillare.




Salve... si sono ancora viva. Avrei voluto aggiornare molto tempo fa ma per me è stato un periodaccio e non sono riuscita a scrivere nemmeno una parola per mesi.. Se ci saranno ringrazio i temerari che sono arrivati a leggere fin qui e gli chiedo ancora scusa per l'attesa così lunga <3
Il capitolo è un po' corto ma ho preferito lasciarlo così su suggerimento anche di KagomeNoTaisho, perchè così fa più suspence xD
Ancora grazie e alla prossima
Summer_day <3

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Capitolo 7
*** Apparizione ***


Apparizione
 
“Ahahah! Piangi pure, tanto tra poco sarà tutto finito!”
Kagome non poteva far a meno di pensare che ormai per lei non ci fosse più nulla da fare, tuttavia non voleva rassegnarsi all’idea di accettare passivamente la sua condanna.
“So che non posso contrastare la forza di questo essere, ma...io non voglio morire! Voglio poter rivedere Sango e Miroku, ma soprattutto voglio rivedere Inuyasha…voglio riabbracciarlo, voglio guardare le stelle con lui, sentire il suo profumo, ascoltare le sue storie. Non voglio lasciarlo!” pensò serrando gli occhi per non dover incontrare quelli sanguinari e divertiti dell’Oni che, intanto, teneva il corpo della ragazza premuto per terra e si preparava a conficcare gli artigli nella gamba già martoriata.
Improvvisamente però interruppe i suoi versi raccapriccianti e Kagome, incuriosita dallo strano silenzio, alzò lo sguardo sulla creatura. Questa puntava gli occhi rossi in direzione della pietra mentre uno strano ghigno si disegnava sul suo volto orripilante facendo, ancora una volta, cadere gocce di acido fumante sul corpo inerme di Kagome, strappandole altre urla di dolore.
In uno spasmo dovuto alle fiamme del liquido caduto sull’addome, la ragazza inarcò la schiena e questo le permise di intravedere dietro di sé la stessa debole luce che aveva catturato l’attenzione del demone. 
“Cosa...?” disse Kagome col fiato mozzato.
Mano a mano che la luce si intensificava una figura si delineava al suo interno, e quando il bagliore raggiunse il suo massimo splendore non c’erano più dubbi… era lui!
Quanto più si faceva reale, tanto più Kagome si protendeva quasi spasmodicamente verso la pietra allungando le braccia fino al limite, come a voler toccare lo scintillio per assicurarsi che non sparisse.
“S-sei tu…sei veramente tu!” pronunciò con la voce rotta dal pianto.
Non ebbe nemmeno il tempo di prendere fiato che l’Oni le afferrò il braccio destro con una tale forza da romperle le ossa strappandole, ancora una volta, urla di dolore.
“Finalmente…” ghignò il demone al massimo dell’eccitazione, “Sei arrivato giusto in tempo per assistere allo spettacolo.”
La luce non si era ancora spenta del tutto e oscurava il volto di Inuyasha che non aveva mosso nemmeno un muscolo dalla sua comparsa. Era molto strano, notò Kagome, che non avesse reagito alle provocazioni. Conoscendo il suo carattere si sarebbe aspettata di tutto da il mezzo demone, ma certamente non che rimanesse immobile in quel suo silenzio impenetrabile. Tuttavia non ebbe tempo per preoccuparsene perché l'Oni la alzò per il braccio, molto probabilmente rotto, e dopo averla guardata per un attimo disse, con un tono che non prometteva niente di buono: "Bene…cominciamo”
Kagome chiuse gli occhi, per prepararsi al dolore atroce che promettevano gli artigli affilati del demone, e pregò di essere in grado di trattenere le urla per il bene di Inuyasha.
Avvertì solo un movimento d’aria e poi cadde di schiena sul terreno duro con una tale forza da mozzarle il respiro. Sentiva qualcosa di caldo ed appiccicoso che le imbrattava il volto e le impediva di aprire gli occhi, così si sedette e si pulì con l’orlo della camicia da notte, riuscendo a vedere cosa era successo: il demone che prima stava per infilzarla con i suoi artigli ora era ad almeno due metri di distanza, disteso per terra mentre si contorceva per il dolore; Inuyasha era tra lei e l’essere e ai suoi piedi vi era il gigantesco braccio dell’Oni. La ragazza lentamente abbassò lo sguardo e vide con orrore che l’orlo con cui si era pulita era sporco di un sangue rosso estremamente brillante, che non aveva niente a che vedere col suo rosso scuro.
Di nuovo Inuyasha fissava impassibile davanti a sé e sarebbe potuto sembrare una statua, se non fosse stato per il lieve tremolio dei muscoli contratti e pronti ad attaccare il nemico. Questi a sua volta ricambiava lo sguardo ferocemente e, mentre si rialzava, disse: “C’è qualcosa di diverso… anche l’odore non sembra più lo stesso.”
Sembrava aver perso ogni traccia della sua sadica ilarità e il ghigno divertito ormai era sparito dal suo volto mostruoso, mentre Inuyasha era ancora imperturbabile e non dava segni di voler proferire parola. Improvvisamente il demone, con un urlo raccapricciante, si lanciò all’attacco sguainando i suoi artigli affilati e Kagome, non potendo sopportare oltre quei versi, si tappò velocemente le orecchie.
“Inuyasha!” gridò temendo per la sua incolumità.
Questi al suono della voce della ragazza smise di tremare e sembrò riprendere il controllo di sé, ma durò tutto pochi attimi perché un secondo dopo l’Oni lo colpì in pieno addome.


Salve!!
Una volta tanto sono stata veloce vero? 
Ultimamente i capitoli sono più corti ma, sebbene io ami i capitoli lunghi, preferisco lasciare un po' di suspence e farvi venire la curiosità di sapere come andrà avanti ^^
Beh che dire... sono abbastanza insicura su questo pezzo, perchè non so se avrei dovuto scrivere particolari più crudi o se invece ho esagerato. Fatemi sapere che ne pensate!
Allora, per chi vuole, ci vediamo nelle recensioni <3
 

 

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