Frammenti di vita quotidiana

di Aliak
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Someone to protect ***
Capitolo 2: *** Frustations ***
Capitolo 3: *** Dokkasō ***



Capitolo 1
*** Someone to protect ***


Fissava l'allontanarsi silenzioso del figlio, sapeva che era giunto a quella conclusione con rammarico, per il bene di entrambi, era rimasto impassibile al pianto di lui a quel brusco distacco, eppure dietro quella maschera si celava il dolore di quella separazione, lo conosceva abbastanza bene, da vedere attraverso la stessa, scorgendo quell'animo nobile che gli ricordava il suo defunto compagno. Quando ormai era lontano e non poteva più scorgerne la figura nei cieli, il passo si volse verso il portone del castello dove la sua serva più fedele, l'attendeva in silenzio aspettando un suo ordine.  
Suo nipote, non sembrava accennare a smetterla di piangere, incominciava a innervosirla, erano ormai secoli, che non era abituata a tale fracasso, possibile che fosse solo a causa della mancanza di suo figlio. Abbassando lentamente lo sguardo fissò il piccolo volto, contorto in quella smorfia di dolore, e frustazione. Si domandava perché avesse accettato tale incarico così facilmente. Ma guardando quel piccolo volto gli ricordò, quanto aveva atteso Sesshumaru, quanto era stata male, quando aveva saputo di non poter più avere figli. Avrebbe voluto una famiglia numerosa, felice, e forse magari così, il suo amato Taisho sarebbe stato al suo fianco, e non avesse cercato conforto da un'altra donna. Voleva allontanare tali pensieri, in realtà non odiava ne Inuyasha ne tanto meno sua madre, odiava solo di aver allontanato il suo compagno involontariamente chiudendosi in quel dolore che non accennava a lasciarla quasi tutt'ora. Aveva accettato in cuor suo ancor, che se avesse voluto altri figli, avrebbe ben accettato concubine, e amanti gli bastava semplicemente che il suo cuore, fosse dedito solo a lei, ma così non era stato così, l'aveva perso per sempre.  

-Mia Signora, credo abbia fame.- disse Aruko, distogliendola da brutti pensieri, mentre ormai avevo raggiunto il portone di ingresso, spalancato in modo da permettere il suo passaggio, per poi richiudersi quasi subito alle loro spalle. Colta da quelle parole mi accorsi che le manine artigliate cercavano di allontanare il mio Kimono, in modo da scoprire il seno, liberandolo da quella morsa, delle pesanti stoffe che lo componevano, ringraziò in cuor suo che era ancora presto per rivelarsi il veleno, o avrebbe deturpato quello che era il suo capo preferito.  

-Avverti Koinu.- annuì per poi allontanarsi, lei aveva perseguito per il corridoio, cullando dolcemente il piccolo cercando di calmarlo, emettendo piccoli suoni, sembrava aver catturato la sua attenzione, lentamente si era abbassata a sfiorar delicatamente il piccolo nasino di lui con il proprio, sentì lo stesso muoversi delicatamente verso lei, annusando il proprio odore imprimendolo nella testa, sorrise mentre rispose al suono di prima con un piccolo gorgoglio di approvazione, l'aveva in qualche modo accettata.  

-Obaa-sama vi insegnerà tutto quello che dovete sapere, per diventare un grande Inuyoukai, degno della nostra famiglia, sarete un erede formidabile.- raggiunse ben presto le sue stanze, e lentamente si adagiò sui dei morbidi cuscini posizionati non troppo lontani dal letto, ma abbastanza vicine alle pareti che davano all'esterno, la coda si era adagiata tutto intorno a se, e vi aveva poggiato sopra il nipote, lasciando che si crogiolasse fra la bianca pelliccia, aspettando l'arrivo delle altre, che non si fece attendere. Sollevò lo sguardo scorgendo la figura di Koniu entrare, mentre l'altra era rimasta sulla soglia, e donarle un profondo inchino degno della sua figura, per poi avvicinarsi e lentamente inginocchiarsi di fronte a se. Il piccolo aveva quindi rivolto l'attenzione verso la donna, gli occhietti ambrati si erano poggiati curiosi sull'altra, gattonò lentamente verso la stessa.  

-Che cosa è successo, alla sua signora madre?- domandò la vecchia nutrice, seppur ormai non più nei suoi anni migliori, sapeva solo che poteva fidarsi ciecamente di lei, e di nessun altra, che la sua discrezione e il suo onere verso la sua famiglia, avrebbe permesso che la notizia non uscisse fuori da quelle mura, per giungere a chi l'avrebbe usata. Aveva fatto scivolare il kimono, abbastanza da liberare il seno, prosperoso carico di latte, era troppo piccolo ancora per nutrirsi solo di carne, aveva preso il suo nipote tra le braccia accostandolo a se, le piccole labbra avevano raggiunto subito quello che da tempo cercava, cominciando a cucciare avidamente senza nessuna esitazione, mentre accarezzava dolcemente il capo del suo principe.  

-Avevi fame cucciolo!- accarezzandogli dolcemente il viso, e la testa, aveva scostato involontariamente l'abbondante frangetta che ricadeva sulla fronte, rivelando così la piccola falce di luna viola, in mezzo alla stessa.  

-La madre non poteva prendersene cura nel giusto modo, in quanto è umana.- la donna l'aveva fissata per qualche istante poi era tornata a guardare attentamente il cucciolo, poteva sentire l'odore della perplessità esser sprigionato dal suo corpo, e ne capiva il perché, poteva chiaramente percepire che quello che teneva tra le braccia non era un Hanyou.  

Ps: probabilmente annoierò con questa serie di One-shot, rispetto alle mie altre storie sarà molto soft, ho scelto di postarle come piccoli frammenti di vita, dei due come da introduzione da quando Sesshumaru a lasciato Iriumaru al castello della madre, a non oltre i fatti avvenuti in Rift, in ogni caso a presto cari, appena posso aggiorno, anche 
Shikon no Tama - Returns.

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Capitolo 2
*** Frustations ***


Sentiva l'aura di Iriumaru turbata, anche da quella distanza, aveva raggiunto di nuovo le sue stanze, suo figlio e la sua compagna erano tornati al loro palazzo come di loro consuetudine, non era d'accordo con quegli incontri, gliel'aveva ripetuto diverse volte al figlio, che portavano scompiglio, ma era anche normale, che la madre volesse vedere il suo cucciolo, l'istinto naturale di protezione verso lo stesso, la guidava, per quanto non fosse una Inuyoukai. Sentì il trambusto provenire dalle sue stanze, camminando verso le stesse notò i vari giocattoli del cucciolo sparpagliati a terra, mezzi distutti dalla forza di impatto, fuori dalla porta della sua camera. La porta mostrava diversi buchi, dove gli stessi erano passati attraverso per poi infrangersi nella parete opposta alla stanza, la forza che aveva usato aveva fatto si che anche il muro venisse incrinato. Rabbia potere, forza fisica, erano tutti buoni aiuti in quel momento per Iriumaru, il suo auto controllo era crollato in mille pezzi, il suo yoki ribolliva di rabbia, era troppo in superficie per calmarlo facilmente. Per quanto fosse ancora un cucciolo, il suo demone era forte, abbastanza da riuscir a contrastare volendo il suo volere, l'unico legame che aveva con se, era quello che legava lei a suo padre. Il demone sembrava volutamente quella sera non voler obbedire automaticamente, alla femmina inu più anziana, già da piccolo aveva mostrato capacità, che da grande l'avrebbero reso un grande Alpha, questo comportava anche una educazione assai differente, a un qualsiasi inuyoukai. Questo voleva anche dire, che non si sarebbe mai sottomesso facilmente, nemmeno a un parigrado, non aveva ottenuto l'effetto desiderato di calmarlo come avrebbe desiderato. Sbuffò infastidita, che suo figlio non stava prendendo sul serio le sue preoccupazioni, capiva le motivazioni che lo spingevano a far contenta la sua compagna, se fosse stata lei probabilmente avrebbe lottato con zanne e artigli, per riprendersi suo figlio, dilaniato ogni essere che gli si metteva contro al suo obbiettivo, ma lei era umana, e sotto molti punti di vista aveva enormi limiti. 

-Iriumaru!!- Lo chiamai, ma era rimasto di spalle, senza girarsi il suo yoki, era sul punto di uscire fuori si ringrazio mentalmente che ci sarebbero voluti ancora, sessant'anni prima che la capacità del volo si mostrasse nella sua reale forma, e almeno cento che la controllasse anche nell'altra. Iriumaru stava , ringhiando sapeva che sarebbe stato punito per il suo comportamento, irrispettoso verso la propria Obaa-sama, e verso la sua proprietà. La stava sfidando, era  normale per un giovane inu, testare le proprie capacità e limiti, ma questa volta non avrebbe accettato tale comportamento, aveva bisogno di essere messo al suo posto. 

-Questo non è un comportamento adatto a un principe inu, ma a un villano umano di basso rango.- Aveva innalzato il suo yoki, verso il cucciolo l'aveva sentito sussultare, per poi voltarsi lentamente verso di lei, gli occhi brillavano di rosso, le pupille si erano ristrette in piccole fessure, la sua postura rimaneva sulla difensiva, andò lentamente a sedersi sulle ginocchia, non troppo distante da lui, ma nemmeno troppo vicino, e fece cenno di avvicinarsi. Ma Iriumaru aveva scosso la testa. 

-Voglio che vieni qua Iriumaru, e non voglio un no come risposta!- 

-Perché dovrei fare come mi dici?- 

-Sono la tua Alpha, vostro padre mi ha affidato le vostre cure, quindi quando non è qui, dovresti essere obbediente nei miei confronti, in quanto è un volere suo.- non accennava a lasciare la presa, e Iriumaru lentamente si stava innervosendo, il suo demone ancora troppo giovane, stava reagendo  alla vicinanza della sua alpha, rendendolo lentamente più calmo, e apprensivo. Poi con una velocità straordinaria, afferrò suo nipote per la calotta, e lo alzò alla sua altezza occhi, per un minuto i sguardi si incontrarono, il cucciolo non accennava a abbassare lo sguardo sottomettendosi al suo volere. Strattono leggermente la testa del cucciolo, esponendo la gola, nel momento stesso gli occhi si erano fatti carminei e le zanne si erano allungate, poteva sentire il suo respiro sul collo del nipote, ringhio e borbottò con forza, ma sembrava non cedere nemmeno a quello, combatteva ribellandosi a quella presa. Affondò le zanne nel piccolo collo del nipote, pian piano Iriumau si afflosciò fra le sue braccia, accettando alla fine la sua autorità, il demone stava tornando indietro nei suoi passi. Lentamente lasciò che le zanne si ritirassero, gli occhi erano tornati ambrati, aveva lentamente lasciato la presa su di lui, che ora giaceva sulle sue gambe piegate. 
 
-Hai qualcosa da dirmi?- domandò repentoria al piccolo  

-Vado a ripilire... e scusami..- aveva accettato le scuse del cucciolo 

-Ricorda: Noi abbiamo il potere, di volare sopra la terra, una forza straordinaria nelle nostre membra, la bellezza che provoca soggezione, a chi ci vede passare, e la consapevolezza che rimarremo per loro imbattibili. La nostra capacità di moderazione.. noi possiamo dare la vita e la morte, senza sentire nessun rimpianto, quando le cose cadono sotto i nostri artigli, senza rispondere a nessuno dei nostri stessi gesti. Eppure siamo civilizzati, non siamo selvaggi come altri demoni possono essere, e gioiamo della nostra pace e prosperità. Ma per tutto il tempo dentro di noi, c'è una parte che anela alla lotta, al sangue alla distruzione, ma non dobbiamo mai permettere che questo prendi il sopravvento. Questo significa essere Inuyoukai, noi siamo sopra a tutti e dobbiamo farci vedere come tali, e non abbassarci al livello degli altri.- era una dura lezione da imparare, ma gli sarebbe servita più in la negli anni, nelle battaglie con i suoi avversari, sapeva di essere stata dura ma doveva imparare fin da ora il suo compito e posto nel modo.   
 



Ps: ebbene Si sono tornata, con frammenti di vita quotidiana, spero vi piaccia questo nuovo capitolo, se avete dubbi o domande, scrivete tutto  nelle recensioni così vi risponderò in ogni caso, il comportamento di Kaimi, ho pensato al modo in cui i cani si rapportano tra loro gerarchicamente (se si parla di branchi, o comunque cucciolate in generale, la madre, li rimette a posto i cuccioli, insegnando nei primi mesi le basi su cui cresceranno) quindi no non è stata molto crudele. Fin'ora avete visto un Iriumaru cresciuto e maturato, con l'esperienza degli anni, qua vedrete, un'altra faccia di lui. 
Comunque ringrazio tutti coloro che mi seguono un grazie a Diamond Stylesmarimarufourever99 e SheisEsha per aver recensito lo scorso capitolo. 
Avverto in ogni caso che questa fiction non avrà, una uscita precisa (nel senso ogni tot giorni o altro) ma bensì posterò la mia idea, appena avrò elaborata del tutto. 

Un bacio 
Aliak

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Capitolo 3
*** Dokkasō ***


Un urlo provenì dalle stanze di Iriumaru, lo sguardo mio e di Sesshumaru, si incontrarono per un breve istante, prima che uscissimo di corsa dalla stanza, per cercar di raggiungere la stessa, dalla voce sembrava quella di Rin, cosa poteva essere successo. Aprendo la porta lo sguardo si portò sulla figura di Rin tremante, una manica del kimono completamente mangiata dal un liquido verde, che cadeva a terra mangiando anche il pavimento, provocando un buco profondo, e la fuoriuscita di fumi, che si innalzavano per la stanza. Ci volle un secondo perché capisse cosa era successo, sesshumaru aveva preso Rin allontanandola, dalla stanza prima che li inalasse. 
 
-Obaa-sama! otōsan aiuto!- piagnucolò Iriumaru, nel pieno panico le lacrime cominciavano a scendere lungo il viso, le assi del pavimento mostravano danni significativi, sentì le urla provenire dal piano di sotto, aveva raggiunto il veleno, il piano inferiore del castello, trapassando anche il soffitto. Mi avvicinai lentamente a lui, sedendomi di fronte prendendo lentamente le mani del cucciolo tra le mie, il veleno non avrebbe intaccato la mia pelle. Tremavano le piccole mani, tra la mia delicata presa, speravo che Rin non fosse stata intaccata più di tanto dallo stesso, anche se in quella casa, la cura ai loro veleni, era sempre tenuta con molta cura, al sicuro e pronta per essere usata, se accidentalmente fosse successo qualcosa. 

-Il braccio, di Mama- singhiozzò 

-Guarirà, abbiamo la cura al veleno, sta tranquillo.- attualmente, il veleno degli artigli di Iriumaru, non era solo una minaccia per Rin, ma per tutto il castello, prese tra le braccia Iriumaru, per poi volare al di fuori del castello, raggiungendo una radura, non troppo lontana dallo stesso, ma allo stesso tempo isolata, in modo che non potesse provocare danni. 

-Come faccio a fermarlo?- un sospiro, uscì dalle labbra, era ancora piccolo per controllarli del tutto, avrebbe dovuto semplicemente aspettare, che cessasse da solo di uscire, ma più si agitava, e più il suo corpo avrebbe prodotto il veleno. Aveva affondato gli artigli, nel terriccio, e la terra stava cominciando a marcire, intorno alle piccole mani, leggeva il panico negli occhi del nipote. 

-Guarda- sollevò il mento con un dito, cercando la sua attenzione, stava cominciando a produrre gas velenoso, oltre agli artigli, doveva cercare assolutamente, di rifargli prendere il controllo. 

-Non c'è nessuno qua, e non puoi nuocere a nessuno- suonava più come una promessa, che voleva mantenere, innalzò lo yoki, non permettendo così a nessuno di avvicinarsi a quella radura, sollevò lentamente suo nipote, andando a poggiarla sulle proprie gambe, ignorando il fatto che l'acido del veleno avrebbe corroso anche i vestiti, che indossava. Iriumaru troppo distratto dal movimento, per ricordare che i suoi artigli ancora emettessero veleno, afferrò delicatamente i lembi che chiudevano il kimono, sul davanti, lo stesso comincò a dissolversi sotto quel tocco, facendo intravedere il petto nudo. 

-Stai calmo- poggiai un bacio sulla fronte, sfiorando la luna crescente, il veleno stava corrodendo il vestito, ma la pelle non veniva intaccata, sembrava che finalmente si stava calmando vedendo qualcosa, che non veniva distrutto dal suo stesso veleno, quando sarebbero tornati, avrebbero per forza avuto bisogno di nuovi Kimono, nemmeno il miglior sarto avrebbe potuto far qualcosa. 

-Quando il veleno fuoriesce di nuovo, chiama subito me, o il tuo otōsan.- lo vidi annuire lievemente, ma i singhiozzi non cessavo di uscire dalle labbra, tremolanti. 

-Otōsan, ora mi odierà, ho fatto male a Mama, ora non verranno più da noi.- 

-Shhhh.. non dire fesserie, non è stata colpa tua, prima o poi sarebbe successo.- ci sarebbe voluto tempo, prima che imparasse a usare, il dokkasō a controllare le emozioni, per far si che accidentalmente non succedesse come questa volta.  

-Ricorda, il nostro dokkasō, è il più grande veleno presente sulla terra, qualsiasi cosa può essere danneggiata dallo stesso, tranne i portatori dello stesso.- Sentì una folata di vento arrivare alle loro spalle, la figura di mio figlio era atterrata non troppo distante da noi due, Iriumaru aveva alzato appena lo sguardo verso suo padre, ma non sembrava osare guardarlo in faccia, nascondendo il viso, sotto la frangetta argentata. Sesshumaru aveva infine allungato una mano, poggiandola delicatamente sul capo, di suo nipote che si sentì subito confortato da quel contatto, lentamente il veleno cominciò a fuoriuscire sempre di meno, fino a cessare del tutto. Le forti braccia di Sesshumaru, lo presero lentamente tra le stesse, finalmente era rassicurato da quel contatto, dalla presenza del suo Alpha la sua aura non era minacciosa ma rilassante, poco dopo ci alzammo in volo raggiungendo il castello, il tempo di cambiarci gli abiti e eravamo già fuori, dalle nostre stanze. 

A Rin gli era stato fornito l'antidoto al veleno, di certo non era delizioso cercava di mandarlo giù, in una smorfia disgustata che incrinava l'ancora giovane volto, ma a occhio attento mi accorsi che lentamente i suoi capelli stavano inesorabilmente grigi, la giovinezza cominciava a scivolare dal quel corpo umano, mi ricordai quanto potesse essere corta, e quasi inesistente la vita di quei esseri così deboli, ancora mi domandavo come mai, mio figlio, e il mio compagno avessero scelto tali compagni. Una delle sue serve, stava bendando il braccio, in modo che la ferita non si infettasse, con l'aria e la terra, erbe medicinali, erano state passate sulla stessa in modo, che aiutassero la completa guarigione, per fortuna, sembrava non essere stata danneggiata più di tanto, anche per solievo di Iriumaru, che venne accolto da sua madre, che appena arrivato aveva avvolto le braccia intorno al collo della stessa, affondando il viso nel suo collo emettendo piccoli versi rassicuranti, con il braccio sano l'aveva cinto delicatamente e l'aveva rassicurato, mentre la serva aveva smesso di bendarlo completando il suo lavoro, alla perfezione. 
 



Ps: Ebbene si il nuovo capitolo, è arrivato prima di quanto potessi credere, ho pensato a come potesse rivelarsi, la capacità di veleno, e cosa avrebbe causato, beh ho messo giù queste righe, per spiegare una ipotetica situazione che si poteva creare. 
Spero vi piaccia, quindi vi lascio di nuovo e al prossimo aggiornamento.  

Come sempre un bacio a tutti 
Aliak

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