Questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di sir A.C.Doyle, Moffatt Gatiss BBC ecc.; questa storia è
stata
scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento
One
shot senza pretese ispirata dai capelli di Martin Freeman in Fargo e
scritta di getto mentre tornavo a casa...giusto per sorridere un po'
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Am I pretty?
- Oddio sei in crisi di mezza età!!!-
John si era stufato di sentire quei commenti e malediceva il momento in
cui aveva avuto la brillante idea di cambiare look. Inutilmente,
oltretutto, visto che non aveva ottenuto il risultato sperato.
Quella mattina si era alzato presto, attorno alle cinque, era stato
attentissimo a non svegliare Sherlock che era crollato sfinito nel
letto accanto a lui ad un’ora imprecisata della
notte.
Meditava già da giorni di cambiare radicalmente il suo look
e finalmente aveva trovato il coraggio di farlo.
Il giorno prima aveva messo tutti i suoi maglioni in un sacco,
sostituiti da camicie e giacche eleganti ed era stato attentissimo a
non farsi scoprire da Sherlock.
Quella mattina aveva intenzione di porre in atto la seconda parte del
piano: tingersi i capelli di castano con uno shampoo colorante che
sarebbe andato via dopo qualche lavaggio, giusto per fare un
esperimento e non affrontare un cambiamento permanente. Poi li avrebbe
pettinati in maniera diversa, più moderna.
Nella sua testa era chiarissimo il risultato; non si era mai curato del
look ma era successo un evento a cui non poteva non prestare
l'attenzione.
Così alle otto era pronto: aveva i capelli castani,
pettinati con il gel, cosa che non faceva dai tempi del liceo; aveva
concluso l’opera indossando il completo nuovo. Si ammirava
allo specchio, magari non era proprio perfetto ma era contento di
quello che vedeva.
Entrò in cucina dove uno Sherlock mezzo assonnato stava
già chino sul microscopio. Quando John lo salutò
Sherlock alzò la testa e per mezzo secondo lo sguardo
indugiò su John senza alcun cambio di espressione, non disse
niente, come se avesse notato appena la sua presenza. Si rimise subito
a guardare la piastrina del microscopio senza spiaccicare parola.
John non si aspettava grossi complimenti, non sarebbe stato da
Sherlock; non si aspettava nemmeno di venir buttato sul divano per un
po' di sesso mattutino, cosa che avrebbe apprezzato, ma voleva almeno
una reazione.
Quello che era successo era preoccupante; Sherlock notava tutto e
sicuramente non gli era sfuggito che il suo John aveva cambiato
pettinatura, colore di capelli e vestito. Il fatto che stesse zitto,
che non avesse detto nemmeno qualcosa di critico, aveva completamente
spiazzato John, che per il fastidio non si avvicinò al
detective e decise di consumare la sua colazione al bar.
Scendendo per le scale aveva incontrato la signora Hudson, che subito
aveva sottolineato quando sembrava più giovane con
la nuova pettinatura e anche alcuni vicini avevano fatto dei commenti.
Tutti avevano detto qualcosa tranne Sherlock.
John si recò al lavoro scontento, evitò i
colleghi che lo guardavano sorpresi e le infermiere che sembravano
interessate dal cambio di stile. Anche alcuni pazienti fissi avevano
manifestato forme di apprezzamento o stupore.
- Sei in crisi di mezza età? - Chiese Sarah affacciandosi
alla porta del suo studio.
- Scusa? - rispose John smettendo di scarabocchiare sul suo block notes.
- Il nuovo look? Ok che i quaranta sono arrivati ma da te non mi
aspettavo...questo! - continuò Sarah ridendo.
- Non è una crisi di mezza età...credo... lascia
stare -
Fantastico, sembrava ridicolo. Magari chi non lo conosceva poteva
trovarlo più sexy forse, ma per chi lo conosceva da anni
sembrava un’idiota che aveva deciso di svecchiarsi tutto in
un colpo.
All'ora di pranzo non aveva nessuna voglia di tornare a casa, tanto
più che Sherlock era impegnato con Lestrade, così
finì per accettare l’invito di sua sorella per
mangiare assieme.
***** *****
- Oddio, sei in crisi di mezza età? - esordì
Harry appena lo vide, squadrandolo dalla testa ai piedi. Non ricordava
suo fratello in completo dalla prima comunione.
- È questo quello che tutti pensano vedendomi? - chiese John.
- Non è che adesso ti farai anche un lifting vero? -
Continuò Harry ridendo.
- Non e divertente -
- Comunque ti ho chiamato per presentarti alla mia nuova ragazza,
Jackie. Eccola sta entrando -
***** *****
Qualche ora di convenevoli dopo John tornò a casa stranito,
con una storia buffa da raccontare su Harry e Jackie. Sempre sperando
che il suo silenzioso ragazzo avesse voglia di ascoltarlo o anche solo
di calcolarlo, visto il disinteresse della mattina,
John aveva sempre temuto che Sherlock si stancasse di lui, era troppo
incline ad annoiarsi e riluttante nelle relazioni. Negli ultimi giorni
era stato piuttosto scostante, ma il mutismo immotivato non era mai
capitato, per cui John lo attribuiva alla noia. Sherlock si era
stancato di lui al punto da non scomodarsi nemmeno a commentare il suo
cambio di look.
Entrò in Baker street, indeciso se affrontare la cosa o meno,
ma decise di iniziare in maniera rilassata valutando la reazione di
Sherlock, il quale stava fissando qualcosa fuori dalla finestra e non si
era nemmeno scomodato a voltarsi all'entrata di John.
- Mi è successo una cosa strana oggi -
Nessuna risposta.
- La ragazza di mia sorella ci ha provato con me...assurdo no? -
- Beh sarai contento adesso... era quello che volevi no? -
sbottò Sherlock, girandosi di scatto e fissandolo con i suoi
occhi freddi e indagatori.
- Ma di cosa stai parlando? -
- Pensi che io sia cieco John? - affermò ancora
più duramente Sherlock.
- Sta mattina l’ho pensato in effetti. Perché
dovrei volere che la ragazza lesbica di mia sorella ci provi con me? -
ora anche John aveva iniziato ad alzare la voce, data
l'irragionevolezza del detective.
- Non so su chi di preciso vuoi fare colpo ma è abbastanza
evidente che vuoi far colpo su qualcuno. Chi è
l’oca che hai puntato? -
- Sherlock, che diavolo stai dicendo? - chiese John confuso
- Guardo anch'io, anzi mi costringi a guardare, quei stupidi programmi
in cui una donna cambia look per trovare un ragazzo nuovo o
perché vuole cambiare vita. Se non hai una nuova ragazza
probabilmente ti sei stancato di me quindi vuoi una vita diversa -
John lo fissò a bocca aperta.
- Wow per una volta non hai capito niente. Dovrei scriverlo sul blog se
non fosse che sembrerei ridicolo anch’io. -
- Scusa? Mi prendi per stupido? Hai fatto tutto di nascosto,
è ovvio che... -
- Sherlock, l’ho fatto per te, per piacere a te -
Sherlock lo fissò come quando cercava di spiegargli il
sistema solare.
- Non essere ridicolo, a me tu andavi benissimo com'eri, con i tuoi
rassicuranti maglioni e i capelli brizzolati. Non inventarti scuse. -
- Non sto inventando niente. Vuoi la verità?
L’altro giorno, quando abbiamo incontrato il tuo amico... -
- Trevor? Il mio compagno di università? -
- Si lui; c’e stato un momento in cui mi sono guardato allo
specchio e mi sono visto basso, brizzolato e con le occhiaie mentre lui
era alto, slanciato, castano con i capelli ricci e perfetti e il fare
aristocratico -
John si guardava la punta delle scarpe, si sentiva veramente stupido a
fare quella confessione.
- John, mi stai dicendo che eri geloso di Victor? - chiese Sherlock
stupito.
- Beh sembravate così intimi...non ho avuto nemmeno il
coraggio di chiedere se magari voi due... -
- Ma per favore, sai benissimo che sei stato il primo per me...in tutto
-
John alzò lo sguardo e incontrò gli occhi chiari
del detective che stava sorridendo.
- Ok d’accordo, sono stato un idiota, sei contento? -
fece John togliendosi la giacca e lanciandola il più lontano
possibile.
- Mi spiace, John...forse...ti ho trascurato negli ultimi giorni? - Fece
Sherlock avanzando con fare felino.
- Non sono dell'umore, mi sento un cretino. Domani riprendo i maglioni
e mi lavo i capelli finché non tornano del mio colore -
- Un cretino molto sexy - continuò il detective facendosi
sempre più vicino e arrufandogli i capelli.
John non potè fare a meno di sorridere.
- Sai non occorre che ti lavi subito i capelli - fece
Sherlock trascinandolo sul divano.
John pensò che dopotutto non era stata una cattiva idea.
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