Hello Christmas!

di RegalGina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 Chocolate&Marschmallows ***
Capitolo 2: *** #2 Hugs ***
Capitolo 3: *** #3 Rudolph ***
Capitolo 4: *** #4 Ice Skating ***
Capitolo 5: *** #5 Santa Claus ***
Capitolo 6: *** #6 Tree ***
Capitolo 7: *** #7 Misteltoe ***
Capitolo 8: *** #8 Angel ***
Capitolo 9: *** #9 Snowman ***



Capitolo 1
*** #1 Chocolate&Marschmallows ***


Un ringraziamento speciale a LadyPalma,
che mi ha suggerito il fantastico crack ahahahahah
#1 Chocolate&Marschmallows
Robin x Granny - Crack Pairing


° Christmas presents °

La porta del Granny’s dinner si aprì facendo entrare all’interno del locale una ventata di aria gelida. Granny rabbrividì, ma non appena realizzò chi aveva appena varcato la porta, ci pensò il suo cuore a riscaldarla.
Robin si sedette su uno degli sgabelli di fronte al bancone, aveva un’aria visibilmente distrutta.
Era mattino presto e con una giornata così, il locale era praticamente vuoto.
- Ciao Robin! – disse lei con un’aria piuttosto disinvolta. Era contentissima di vederlo. – Solito? – chiese prendendo una tazza da sotto il bancone.
Robin annuì pensieroso.
Dopo il suo arrivo a Storybrooke aveva avuto occasione di conoscerlo meglio. Gli aveva tenuto compagnia per tutte quelle volte che passava la notte a bere per dimenticare il casino che stava succedendo con sua moglie e Regina. Era troppo per lui e Granny aveva colto l’occasione per stargli vicino e dagli conforto e consigli. Gli piaceva quell’uomo, quel suo modo di essere, spaccato in due dal senso dell’onore e dalla voglia di seguire i propri sentimenti.
Si era ritrovata più volte a pensare a come sarebbe stata la sua vita se da giovane avesse conosciuto qualcuno così. Ma alla sua età, non poteva far altro che vedere Robin come un figlio.
Lui sbuffò appoggiando il volto alla mano, attirando l’attenzione di Granny.
- Andiamo signor ladro, cosa c’è che non va oggi? – gli disse la nonna mentre gli porgeva una tazza di cioccolata calda e fumante.
- Dimmi Granny, ma è sempre così qui a Storybrooke quando bisogna fare i regali di Natale? –
Granny rise sotto i baffi.
- Insomma, a Sherwood la gente si accontentava di un nulla, mentre ora tutti che stanno a chiedere regali. Natale è alle porte e io sono ancora in alto mare… - affondò le labbra in quella cioccolata bollente per riscaldarsi.
- Beh, diciamo che non è così solo qui a Storybrooke, ma ovunque sulla terra. Dovrai farci l’abitudine mio caro! -
- Mettiti nei miei panni. Come pensi che reagirà Regina se il regalo che ho scelto per lei non le piacerà? – si lamentò Robin.
Granny non riuscì a trattenere una risata.
- Che cosa le hai regalato? –
- E’ questo il problema, ancora niente!! E Marian? E Roland? Aiutami ti prego… - disse quasi disperato sbarrando gli occhi, mentre si accingeva a bere un altro sorso di quella cioccolata deliziosa.
– Meno male che ci sei tu a tirarmi su il morale con le tue cioccolate… - Constatò intimidito.
Granny si sporse dal bancone e lo guardò dritto negli occhi.
- Potrei avere qualcosa che fa al caso tuo! – disse entusiasta.
Robin rispose con uno sguardo interrogativo, ma ancora prima che potesse dire qualcosa, Granny era già sparita nel retro del locale, lasciandolo solo a sorseggiare le ultime gocce di cioccolata. Quando riemerse, teneva in mano un pacchetto semitrasparente tutto colorato. Lo depose soddisfatta di fronte al ladro.
Robin per un po’ guardò quell’oggetto ai suoi occhi insignificante, poi disse:
- Ma cos’è? –
- Come cos’è? Si vede proprio che non si di questo mondo! – disse ironica Granny. – è un pacchetto di caramelle morbide, gommose e soprattutto buonissime. Si chiamano Marshmallows. Vedrai che faranno impazzire Roland! –
Robin era inizialmente un po’ incerto, ma poi accettò il pensiero di Granny con molto entusiasmo.
Quella donna era sempre in grado di rimettergli in sesto l’umore. Quella giornata gelida avrebbe sicuramente preso un’altra piega ora…
- Beh, che ci fai ancora qui? Hai ancora due regali da trovare! Forza, sparisci! – Disse la donna con quel suo fare rude, ma che nascondeva una tenerezza infinita.
Robin le strizzò l’occhio ed imboccò la porta.



Mi sono divertita da morire a scrivere questo accoppiamento, che è stranissimo. Ho ricevuto minacce di omicidio se mai l'avessi fatta romance (anche se in realtà avrei dovuto proprio perchè è un crack ma fa niente *fa finta di niente e si allontana fischiettando*). 
Prometto che per le prossime cercherò di fare accoppiamenti abbastanza "normali" xD
Spero vi piaccia, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate *.*


Per chiunque volesse partecipare, questi sono i prompt:
C-Chocolate&Marshmallows 
H-Hugs 
R-Rudolf
I-Ice Skating
S-Santa Claus 
T-Tree 
M-Mistletoe
A-Angel 
S-SnowMan 
* 9 OneShot o Drabble tra le quali devono esserci obbligatoriamente almeno una brotp, una coppia crack e una slash (o femslash).


Alla prossima!! 
Lus ^^

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Capitolo 2
*** #2 Hugs ***


#2 Hugs
SwanQueen - FemSlash pairing


° Part of something °

Era la vigilia di Natale e Regina stava passeggiando sola in riva al lago. Erano trascorsi più di 30 anni, due sortilegi, ma nulla era cambiato. Lei era ancora sola.
Sola perché sentiva che nessuno credeva più in lei.
Sola perché suo figlio aveva un’altra madre.
Sola perché l’amore della sua vita aveva un’altra moglie.
E allora che senso aveva andare a festeggiare con tutti loro? Non c’era nulla da festeggiare.
Assolutamente nulla.
Avevano allestito il cenone in casa Charmings ma Regina non se la sentiva proprio di partecipare. Tutto quello che voleva era che quel Natale passasse in fretta, in modo da sentire il meno possibile quella morsa che le attanagliava il cuore.
Si strinse nel cappotto e si sedette su una panchina ad osservare l’acqua. Era limpida e cristallina, mai come la sua anima, oscura ed offuscata dall’odio.
E dire che ci aveva provato a cambiare, ma le era sembrato tutto inutile. Ogni passo verso la luce sembrava allontanarla sempre di più dal suo lieto fine.
E allora, cosa avrebbe dovuto fare?
 
- Regina!! –
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce della salvatrice che la chiamava in lontananza.
- Va via Swan. Non ho chiesto la tua presenza –
- Regina, perché non vieni anche tu a festeggiare? Ti stiamo aspettando tutti! – disse Emma ignorando bellamente le parole del sindaco.
- Non ho nulla da festeggiare Swan. Lasciami sola. –
- Insomma Regina, si può sapere che ti prende? Da quando Natale si avvicina sei … strana. Sei sfuggente. Ti isoli sempre, non guardi più in faccia nessuno. Ma che hai? –
- Nulla Swan. Lasciami in pace. –
- No Regina, non ti permetterò di rovinarti il Natale. Avanti, sputa il rospo! –
- Vuoi davvero sapere che cos’ho salvatrice? Beh, si da il caso che io non sia fatta per festeggiare con una manica di idioti come voi. E sai perché? Perché voi siete una famiglia. Mentre io non faccio parte di niente… -
Emma rimase a bocca aperta all’udire quelle parole. Per un attimo non seppe come replicare, si limitò ad osservare Regina abbassare lo sguardo sui suoi piedi mentre un velo di tristezza le calava sugli occhi.
- Regina… -
- No Swan, non c’è bisogno che tu dica niente. Non ho bisogno della tua compassione. Ora per favore, lasciami sola. –
Emma si zittì di fronte a tanta freddezza, ma decise di non demordere. In fondo, Regina era l’unica persona che, nonostante il suo odio, l’avesse mai capita fino in fondo. Per questo era importante per lei festeggiare il Natale insieme.
- Regina non ti permetterò di isolarti un’altra volta. A casa ci sono un sacco di persone che ti vogliono bene. C’è Henry, c’è Roland, c’è Robin, Trilli… Ci sono io. Siamo noi la tua famiglia Regina. – allungò la mano fino a scostarle i capelli corvini per accarezzarle il volto. Quando si accorse che una lacrima rigava lo zigomo della regina, aggiunse:
- Sono io la tua famiglia Regina –
All’udire quelle parole il viso della mora si illuminò di una luce nuova. Si voltò per guardare la salvatrice.
Era così bella.
I suoi occhi si riempirono di lacrime di fronte a quelle parole.
Perché Emma aveva ragione. Aveva dannatamente ragione.
Emma era l’unica con cui si sentiva davvero a casa.
Emma era l’unica in grado di ribaltarle l’umore.
Emma era l’unica che sapeva farla emozionare in quel modo.
Emma era l’unica capace di farla tornare a sperare.
Si gettò tra le braccia dello sceriffo soffocando i singhiozzi in quell’abbraccio che tanto le era mancato in quei giorni.
Un abbraccio così caloroso da farle dimenticare di essere in pieno inverno all’aperto.
Una stretta così salda capace di farla sentire al sicuro ovunque.
 
- Swan, come fai ad essere sempre così… ottimista? – singhiozzò Regina tra le braccia della salvatrice.
- Basta avere fede Regina. Ma non preoccuparti, ti insegnerò… -



Ecco qui l'aggiornamento del challenge, un po in ritardo, lo so *si nasconde per non essere lapidata*
Ma sono ancora febbricitante e quindi non so nemmeno io quello che ho scritto ahahhahaah
Vabbe spero vi piaccia, ci tengo a precisare che SwanQueen è il mio pairing preferito da scrivere!! (Mi sa che la frase è un po sgrammaticata xD non fateci caso ahahha)


Per chiunque volesse partecipare, questi sono i prompt:
C-Chocolate&Marshmallows 
H-Hugs 
R-Rudolf
I-Ice Skating
S-Santa Claus 
T-Tree 
M-Mistletoe
A-Angel 
S-SnowMan 
* 9 OneShot o Drabble tra le quali devono esserci obbligatoriamente almeno una brotp, una coppia crack e una slash (o femslash).


Al prossimo aggiornamento!!
Lus ^^

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Capitolo 3
*** #3 Rudolph ***


#3 Rudolph
HookedQueen - Crack Pairing


° Mi occorre una renna °

- Dai uncino, fai il bravo! Che ti costa! – disse Regina ormai quasi senza speranza.
- No Regina, ti ho già detto di no. A meno che… - Killian si avvicinò a Regina costringendola ad indietreggiare. Quando la sua schiena incontrò l’intonaco freddo del muro di casa sua, il pirata le bloccò le braccia in modo che non potesse divincolarsi.
- A meno che…? – sussurrò Regina con un sorriso malizioso dipinto sul volto.
Uncino si avvicinò ancora di più, comprimendo il suo corpo contro quello della regina. La guardò intensamente per un lungo istante per poi appoggiare le sue labbra su quelle morbide e calde di Regina. Lei non si tirò indietro, accolse quel bacio come se non stesse aspettando altro.
 
- Beh uncino… - disse Regina quando si staccarono, accarezzandogli l’uncino con la mano – direi che ora puoi adempiere al tuo compito –
- No Regina, ti ho detto che non lo farò! –
- Sbaglio o hai ottenuto quello che volevi? –
Uncino abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.
- Andiamo Killian. Se proprio non vuoi farlo per me, fallo per Henry! –
- No Regina! Mi rifiuto di mettermi in ridicolo di fronte a tutta la città! Ma non puoi chiedere a qualcun altro? Non sono fatto per queste cose… E poi sai benissimo che il pelo mi da sui nervi. –
- Eddai, figurati che Granny ha accettato di travestirsi da Babbo Natale!!! La slitta ce l’abbiamo… Ci manca solo la renna! E chi sarebbe in grado di farla meglio di te? –
- E dovrei prenderlo come un complimento immagino –
- Mmmm, perspicace! – disse Regina ridendo. – Allora, accetti? –
- Ad una condizione. –
- Sentiamo pirata! Quale sarebbe? –
In un attimo Regina si ritrovò di nuovo incollata alla parete.
Quando Hook cercò di baciarla di nuovo, lei si divincolò da quella stretta.
- Ehi ehi, hai già avuto la tua parte. Avrai la tua ricompensa a lavoro fatto, ok? – Gli schioccò un bacio sulla guancia suscitando il suo imbarazzo.
Preso alla sprovvista da tanta dolcezza, Killian non aveva altra scelta se non quella di fare ciò che Regina gli stava chiedendo. Il suo potere persuasivo lo stupiva ogni volta di più. In qualche modo, riusciva sempre ad ottenere quello che voleva.
- D’accordo Regina… Sentiamo, dove sarebbe il costume? –
- Costume? Quale costume? – rispose Regina divertita. – Non abbiamo bisogno di nessun costume! –
Ad un gesto della mano di Regina, una nuvola di fumo viola avvolse il pirata. Quando si diradò, l’irresistibile uomo dagli occhi azzurri non c’era più. Al suo posto, nel salotto di Regina, si trovava una bellissima renna con due corna possenti ed imperiali.
- Direi che siamo al completo! Ma guardati, sei meraviglioso! – lo prese in giro Regina mentre gli faceva una carezza sulla testa.
Uncino non disse nulla (anche perché non ne sarebbe stato in grado). Si limitò per quanto poté di rivolgerle uno sguardo quasi assassino. Regina se ne accorse e disse:
- Me la farai pagare, lo so… Ma intanto, sarà il più bel Natale che Henry abbia mai avuto! -



AHAHAHAHAHAHAHAHAH sto ancora ridendo!
Va beh queste idee dementi non so come mi vengono in mente ma fa niente. Mi sono divertita un sacco a scrivere questa storia!
Spero che piaccia altrettanto anche a voi!!


Per chiunque volesse partecipare, questi sono i prompt:
C-Chocolate&Marshmallows 
H-Hugs 
R-Rudolf
I-Ice Skating
S-Santa Claus 
T-Tree 
M-Mistletoe
A-Angel 
S-SnowMan 
* 9 OneShot o Drabble tra le quali devono esserci obbligatoriamente almeno una brotp, una coppia crack e una slash (o femslash).

Al prossimo aggiornamento!
Lus ^^

 

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Capitolo 4
*** #4 Ice Skating ***


#4 Ice Skating
Emma/Elsa - Brotp Pairing


° Mamma, mi annoio! °

- Mamma dai per favore! Tutti gli anni a Natale è sempre la stessa solfa!! Si aprono i regali, si va a cena di qua, si pranza di la e si sta a tavola le ore! Io non ne posso più mamma, non volevo dirtelo, ma io MI ANNOIO!!!! –
- Ehi ragazzino! Ragazzino torna qui dai! –
Elsa aveva assistito a tutta la scena da lontano. Aveva visto Emma ed Henry litigare sulla soglia di casa Charming dal basso della scalinata, poi Henry era corso via travolgendola e facendole quasi cadere di mano la magnifica torta gelato che aveva preparato in occasione del cenone di Natale.
Quando ebbe ripreso l’equilibrio dopo quello scossone che le aveva dato il bambino, riprese a salire le scale.
- Emma! – disse appena prima che la salvatrice si richiudesse sconsolata la porta alle spalle.
- Ciao Elsa! – Il suo umore si ristabilì immediatamente nel vedere la sua migliore amica con così tanto anticipo. – Come mai sei arrivata così presto? –
- Ho pensato che avrei potuto aiutarvi a fare qualcosa! …E ho portato questo! – disse porgendo la torta ad Emma.
- Ma… Elsa! Ha l’aria di essere deliziosa!! – Emma appoggiò la torta sul bancone della cucina e gettò le braccia al collo della sua amica per ringraziarla.
Rimasero così, immobili per qualche istante, gustandosi quel momento di tranquillità.
Quando si staccarono Elsa si accorse che qualcosa non andava nella salvatrice. Non era nemmeno difficile da dedurre dopo la sfuriata di suo figlio di poco prima. Così azzardò un:
- Emma, è tutto ok con Henry? –
Emma abbassò gli occhi incupendosi immediatamente.
- Si si… Cioè, in realtà no. –
Elsa non rispose e continuò a guardarla con aria interrogativa, per esortarla a raccontare.
Emma sospirò e a malincuore iniziò a spiegare alla regina di Arendelle come stavano le cose.
- In fondo è un bambino, e i bambini dovrebbero essere pieni di amici con cui giocare. Vorrebbe divertirsi, uscire per strada, correre in mezzo alla neve, sfogarsi… E non ha nemmeno un padre con cui poterlo fare. Io sono costretta a rimanere relegata in casa a preparare tutto con i miei genitori e non posso stargli appresso per quanto lo vorrei. La goccia che ha fatto traboccare il vaso di poco fa, è stata quando gli ho chiesto di stare qui ad aiutarmi. Non volevo ferirlo, era per stare insieme, ma non credo abbia apprezzato… Ho provato anche a chiamare Regina ma anche lei è presa in cucina. –
Si lasciò cadere su una sedia mettendosi le mani tra i capelli.
- Non so che fare Elsa! Non mi sembra felice. E se non lo è lui, qui nessuno lo è… -
Elsa si sedette accanto a lei e le passò un braccio attorno alle spalle per consolarla. Rifletté per qualche istante, poi all’improvviso disse con aria maliziosa:
- Penso di avere avuto un’idea che farà cambiare idea a tuo figlio! –
Emma alzò la testa e la guardò speranzosa.
- Che cosa? – chiese curiosa.
- …Lo vedrai! – Elsa si alzò avviandosi verso la porta, voltandosi verso la sua amica e dicendole – che fai, non vieni?! –
Emma si alzò a sua volta, prese il cappotto dall’attaccapanni ed uscì. La cena poteva anche aspettare, Henry era più importante di tutto.
 
Le due bionde scesero per strada chiamando a gran voce il nome di Henry, ma non ottennero nessuna risposta.
- Non vuole farsi trovare… - asserì Emma sedendosi su una panchina in riva al lago.
- Non importa… Dopo che avrà visto cos’ho intenzione di fare scommetti che accorrerà felicissimo? –
Emma alzò le sopracciglia come a dire “prova, vediamo un po’ cosa succede, qualsiasi cosa tu abbia in mente”.
Elsa, rivolta verso il lago, chiuse gli occhi ed allungò le braccia in avanti, concentrandosi. Un turbine di aria gelida iniziò a formarsi di fronte al palmo delle sue mani, per poi trasformarsi in un tornado vero e proprio orizzontale, indirizzato verso il lago. Quando quella nuvola freddissima si dissolse, Emma balzò in piedi fissando il lago incredula.
- Ma… è… -
- Pensi che potrà tenerlo occupato? –
- Elsa io… Come ho fatto a non pensarci prima? Henry adora pattinare sul ghiaccio!! Quando eravamo a New York ce lo portavo sempre! Immagina la sua faccia quando si renderà conto che potrà farlo su un lago ghiacciato! –
Quasi non riuscì a finire la frase perché il lontananza si sentì un urlo di gioia. Le due ragazze si voltarono nella direzione dalla quale proveniva la voce del bambino e lo videro correre verso di loro.
- MAMMA!! MA è FANTASTICOOOOOOOOOOOOO!!!! –
Quando Henry arrivò vicino a sua madre le indirizzò un sorriso sgargiante, ma non si fermò. Continuò la sua corsa fino ad arrivare direttamente nel lago. Quando i suoi piedi toccarono la superficie estremamente liscia di quell’enorme lastra di ghiaccio, perse l’equilibrio e cadde. Rimase a terra per un po’, suscitando lo spavento di Elsa ed Emma, ma poi una risata si levò da quel corpicino steso e si sentì la sua voce gridare.
- Dai mamma, vieni anche tu! È divertente!!!!! –
Emma guardò Elsa incerta.
- Vai Emma. Non preoccuparti per la cena, ci penso io ad aiutare i tuoi genitori! Vedrai, stasera sarà tutto impeccabile. Pensa a passare il Natale con tuo figlio! –
Emma la strinse tra le braccia.
- Grazie amica mia!!! –
Poi si voltò verso il lago iniziando a correre. Quando anche i suoi piedi incontrarono il ghiaccio fece la stessa fine di suo figlio, stesa in terra dopo un’epica scivolata che fece scoppiare in mille risate il piccolo Henry.
Non poté fare a meno di ridere anche lei.
 
Elsa si allontanò sulle note di quelle risate colme di gioia.
Era contenta di poter passare il Natale con persone tanto semplici e speciali.



Ecco qui il 4^ capitolo del challenge! Certo che per scrivere a Natale io non ho proprio niente da fare eh ahahaahah
Vabbé comunque mi piaceva tantissimo l'idea di far usare ad Elsa i suoi poteri a Storybrooke, un po come fa con tutta Arendelle alla fine del cartone originale!
Spero di essere riuscita a desriverla bene perchè non ho mai scritto niente su di lei, se ho toppato perfavore fatemelo notare ahahhaha
Comunque sia, anche il fatto che Henry si senta solo mi sono sentita in dovere di scriverlo! Povero bambino, a Storybrooke è praticamente solo perchè anche tutti i suoi compagni di classe non si sa che fine abbano fatto ahahahhah Ci credo che si annoia povero! 


Per chiunque volesse partecipare, questi sono i prompt:
C-Chocolate&Marshmallows 
H-Hugs 
R-Rudolf
I-Ice Skating
S-Santa Claus 
T-Tree 
M-Mistletoe
A-Angel 
S-SnowMan 

* 9 OneShot o Drabble tra le quali devono esserci obbligatoriamente almeno una brotp, una coppia crack e una slash (o femslash).

Al prossimo prompt! 
Lus ^^

 

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Capitolo 5
*** #5 Santa Claus ***


#5 Santa Claus
OutlawQueenFamily/RegalBeliever - Canon Pairing


° Un incontro speciale °

- ‘Gina! Dov’è papà? – esclamò Roland con la sua vocina tenera e dolce. La sua testolina sbucava da dietro la porta della sala della casa del sindaco, il pupazzo a forma di scimmia in mano, l’aria timida.
- Ehi piccolo – disse Regina andandogli incontro – pensavo stessi dormendo! Papà è con Little John, doveva… risolvere una faccenda. –
- Non riesco a dormire… -
Regina  lo prese in braccio ed andò a sedersi sul divano, di fronte al fuoco e al bellissimo albero di Natale che avevano decorato qualche giorno prima. Dopo qualche minuto anche Henry fece spuntare la testa da dietro lo stipite della porta.
- Mamma?...  Non riesco a dormire neanch’io… -
- Ehi ma che avete mangiato oggi per essere tutti così svegli? –
- Ma è la notte di Natale! Noi vogliamo vedere Babbo Natale! – esclamò entusiasta il piccolo Roland.
- E’ vero mamma! Vogliamo vederlo! – confermò Henry andandosi a sedere di fianco a loro.
Regina sorrise di fronte a tanta tenerezza. Se l’era aspettato che i piccoli non avrebbero dormito la notte di Natale, in fondo, era il primo Natale vero dopo tanti anni tormentati da sortilegi ed oscurità. Ora finalmente vigeva una pace quasi surreale a Storybrooke e tutti, soprattutto Regina, ne stavano approfittando per passare le feste nel modo migliore possibile: con le persone che amavano.
- Manca ancora mezzora a mezzanotte! Siete sicuri di riuscire ad aspettare svegli? – disse ai bambini con aria divertita.
- Certo! – disse Henry balzando in piedi – guarda, potrei andare a pattinare sul ghiaccio per tutta la notte! – iniziò a saltellare attorno al divano. Roland lo vide e lo seguì a ruota, iniziando a sua volta a saltellare per tutta la stanza.
- Guarda ‘Gina! Anche io! –
Regina li guardava raggiante e, come spesso le stava succedendo in quel periodo di tranquillità, felice.
- Ehi guardate che se fate tutto questo trambusto e non fate i bravi bambini Babbo Natale non vi porta i regali! – li stuzzicò beffarda. Henry e Roland si fermarono immediatamente con la bocca spalancata a fissare la loro madre, pietrificati dalla sua affermazione. Poi, dopo essersi scambiati uno sguardo d’intesa corsero di nuovo a sedersi sul divano, uno a destra ed uno a sinistra di Regina. Lei li strapazzò spettinandoli entrambi e disse:
- Non basta essere buoni adesso, dovevate pensarci prima! –
- E tu mamma? A te Babbo Natale porterà qualcosa? Sei stata buona? – la provocò Henry ignorando deliberatamente l’affermazione di sua madre. – Devo ricordarti che hai dato fuoco a mezza foresta incantata e hai quasi ucciso mia nonna diverse volte? – aggiunse ridacchiando.
- Ma che…? – Regina lo guardò incredula. Quando però si accorse che suo figlio stava scherzando, attaccò a fargli il solletico esclamando – hai proprio preso da tua madre! Ora ti faccio vedere io! Altro che dare fuoco ai reami, ora ti uccido di solleticooooooo! –
Henry si dimenava inutilmente sotto la morsa del sindaco.
- No… mam… ma… ti pregooo… bastaaaaaa…!!! – riuscì a farfugliare tra una risata e l’altra.
Dal canto suo Roland si stava divertendo un mondo a vedere madre e figlio fare la lotta e attaccò a ridere a perdifiato anche lui. Quando Regina se ne accorse si voltò verso il piccolo guardandolo con occhi maligni. Roland immediatamente smise di ridere, temendo che la stessa sorte potesse toccare anche a lui, ma ormai il danno era fatto e Regina iniziò a torturarlo.
 
Il loro gioco fu interrotto da un tonfo al piano di sopra.
Immediatamente si zittirono tutti, le orecchie tese ad ascoltare.
- E’ lui… - sussurrò Roland con gli occhi che brillavano di gioia ed eccitazione. Si mise in piedi sul divano per vedere quello che succedeva dall’altra parte della stanza.
Anche Regina ed Henry si voltarono per vedere oltre lo schienale.
Aspettarono in silenzio, gli occhi fissi sul buio del corridoio.
I piccoli erano impazienti, Regina riusciva a percepire la loro agitazione. Non stavano più nella pelle.
Sorrise.
Poi, una figura grossa, goffa e tutta rossa apparve indistintamente nell’oscurità qualche passo prima della porta, ma si fermò nel buio, come se stesse aspettando qualcosa. Henry e Roland fissavano quell’immagine insicuri sul da farsi, probabilmente confusi all’idea che potesse essere solo un’allucinazione.
Dopo qualche secondo Roland prese coraggio ed esclamò:
- ECCOLO! È BABBO NATALE!!!!! –
Scese dal divano e corse in quella direzione. Henry rimase immobile a fissare il suo fratellino acquisito precipitarsi fuori dalla stanza ed essere inghiottito dall’oscurità.
Dopo qualche secondo un’immensa figura fece capolino dalla porta con Roland appeso alla spalla.
- ‘Gina! Henry! Ve l’avevo detto che era lui! –
Henry sbarrò gli occhi e spalancò la bocca davanti a quella scena. Era davvero lui! Era davvero Babbo Natale! Non riusciva a crederci, sognava quel momento da anni!
L’omone aveva una barba bianca e lunga, una pancia enorme e morbida, un cappello rosso con un pom pom bianco all’estremità e due occhi belli, azzurri, magnetici, che inghiottirono Regina non appena le sue iridi nere incrociarono il suo sguardo.
Lui le sorrise.
Un sorriso d’intesa.
Un sorriso complice.
Lei gli sorrise di rimando, lo sguardo illuminato.
Era felice, più felice ancora di quanto non lo fossero i bambini.
Perché in quel momento sentì di far parte di qualcosa di grande. Di qualcosa di caldo. Una famiglia.
Una famiglia felice.
 
Si riscosse dai suoi pensieri quando si rese conto che anche Henry era sceso dal divano per saltare addosso a Babbo Natale, che aveva difficoltà a tenere in braccio entrambi i bambini, i quali lo assordavano con le loro mille domande e continuavano a toccargli barba e capelli.
- Ehi bambini! – li riprese Regina divertita – non pensate di stare un po’ esagerando? Come pensate che Babbo Natale possa darvi i regali se ha le mani occupate a tenere in braccio voi? –
Henry e Roland lasciarono che Babbo Natale li riposasse a terra. Poi, lo scrutarono per un po’, curiosi ma perplessi, con un’aria alquanto interrogativa dipinta sul volto.
- Ma… Se sei Babbo Natale… - iniziò Henry.
- Dove sono le renne? E dove sono i regali? – terminò Roland.
Babbo Natale scoppiò a ridere.
- Oh Oh Oh! Pensavate di scoprire tutti i miei segreti? – si chinò per poterli guardare entrambi dritti negli occhi e continuò – è già tanto che mi vediate di persona… Diciamo che… è una ricompensa perché quest’anno siete stati buoni… Ma!... I bambini buoni sono soliti andare a letto presto… Vero?! –
Henry e Roland lo guardarono spaventatissimi da quell’affermazione e preoccupati di aver rovinato tutti i loro sforzi per ottenere dei bei regali. Annuirono senza dire nulla.
Babbo Natale si rialzò e con aria maestosa disse:
- Bene. Allora, vi do un’ultima possibilità. Vi consegnerò i regali mentre voi dormirete, così li troverete domani mattina come tutti i bambini buoni. A condizione però che andiate a dormire subito! Senza barare! –
In un attimo erano già spariti.
Regina non fece nemmeno in tempo a dargli la buonanotte e dovette urlargliela mentre correvano su per le scale. Aspettò qualche secondo di sentire la porta della loro camera che si chiudeva, poi andò a controllare che la luce fosse spenta e che non fossero nascosti da qualche parte in giro per casa. Quando rientrò in sala, trovò Babbo Natale ancora in piedi in mezzo alla stanza.
Si avvicinò e gli avvolse le braccia attorno alla vita, perdendosi in quel mare blu che erano i suoi occhi.
- E tu? Sei stata una brava bambina? – le disse l’omone sorridendo.
- Ovvio che sì… - rispose Regina togliendogli il cappello – lo sono stata eccome… -
Si alzò sulle punte dei piedi nudi per posare le sue labbra contro quelle dell’uomo nascosto dietro la maschera. Lui si sfilò la barba e ricambiò quel bacio di una dolcezza infinita.
Entrambi chiusero gli occhi, godendo a pieno di quel momento così caloroso.
Così pieno d’amore.
Il fuoco crepitava nel camino.
L’albero illuminava la stanza di mille colori.
Regina non si era mai sentita così felice.
Finalmente si sentiva libera di amare ed essere amata.



Ecco il quinto prompt (un po' in ritardo ma fa niente, in fondo, sono ancora le vacanze di Natale!).
Ho solo una cosa da dire. CHE TENERO ROLAND <3 :3
E comunque è il mio sogno una OutlawQueenFamily così felice, ma me la sogno nello show vero?? T_____T
Vabbè meno male che mi consolo con le fan fiction ahahahhahaha


Per chiunque volesse partecipare, questi sono i prompt:
C-Chocolate&Marshmallows 
H-Hugs 
R-Rudolf
I-Ice Skating
S-Santa Claus 
T-Tree 
M-Mistletoe
A-Angel 
S-SnowMan 
* 9 OneShot o Drabble tra le quali devono esserci obbligatoriamente almeno una brotp, una coppia crack e una slash (o femslash).


Al prossimo aggiornamento! 
Lus ^^

 

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Capitolo 6
*** #6 Tree ***


#6 Tree
SwanQueen, RegalBeliever

° A lovely tree °

Erano giorni ormai che Regina stava cercando l’albero adatto da addobbare per Natale, ma puntualmente quando ne trovava uno che sembrava essere perfetto, qualcosa non andava: troppo alto, troppo spoglio, troppo verde… Henry non ne poteva più di andare in giro per la foresta con lei tutti i giorni per poi tornare ogni volta a mani vuote.
- Ma mamma, perché non puoi fare un albero con la magia? Sarebbe tutto più semplice no? -
Si era lamentato il piccolo all’alba del quarto giorno.
- Ma no Henry! L’albero è una cosa speciale, è un simbolo! Non si può semplicemente fabbricarlo! È qualcosa che va cercato. – gli aveva risposto sbalordita la madre.
 
Dopo una settimana di inutili ricerche il bambino si era letteralmente stufato ed aveva inventato una scusa per poter defilare le richieste della madre di accompagnarlo ancora una volta nel bosco.
- Emma mi vuole vedere! – aveva semplicemente detto, correndo giù per le scale e sbattendo la porta senza neanche lasciare a Regina il tempo di replicare.
 
- Allora Henry, come mai volevi vedermi così urgentemente? – disse Emma a suo figlio mentre passeggiavano sul lungo lago.
- Ehm… Hai presente, Natale…? L’albero di Natale…? Da addobbare…? –
Emma lo guardava curiosa con un sorrisetto tenero disegnato sul viso. Annuì in modo che lui potesse continuare.
- Ecco… La mamma non la smette di portarmi a zonzo per la foresta per trovarne uno. All’inizio ero contento ma…  Non le va mai bene niente!! Non è mai contenta! Io non ne posso più! – sbottò alla fine il bambino.
Emma scoppiò a ridere.
- Ed era questo che mi dovevi dire? –
- …Sì… - rispose abbassando il capo e sedendosi sulla panchina che avevano appena raggiunto.
- Cioè… No… - aggiunse poi con un filo di voce.
- No? – disse Emma sedendosi accanto a lui.
- No… Sono venuto da te per scappare da lei ma… Mi chiedevo se… Mamma e se mi aiutassi tu a trovare un albero per Regina? Le faremmo una grandissima sorpresa e… smetterebbe di trascinarmi per i boschi tutti i giorni… -
Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale entrambi rimasero immobili a fissare la superficie del lago.
All’improvviso Emma si alzò in piedi esclamando:
- Andiamo ragazzino! Devi andare a casa, si è fatto tardi! –
- Ma… Siamo appena arrivati! –
- Sì, ma mi sono ricordata che… Mary Margaret mi ha chiesto di darle una mano a preparare la cena! – disse incamminandosi.
- Posso venire anche io? Mamma, ti prego! – replicò disperato Henry correndo per raggiungerla.
- No ragazzino, non se ne parla! –
- Dai mamma per favore! Non riportarmi a casa! Mi riempirà di nuovo la testa con quelle sue paranoie sull’albero, che deve essere speciale, e blablabla, non ne posso piùùùù! –
In realtà Emma non era per niente insensibile alle parole di suo figlio, al contrario; fingere le costava una fatica enorme, ma aveva avuto un’idea e voleva che per suo figlio fosse una sorpresa.
Quando giunsero di fronte alla casa del sindaco, a differenza di quello che Henry si sarebbe aspettato Emma non se ne andò lasciandolo davanti al cancello, ma entrò nel giardino.
La guardò interrogativo.
- Ehi ragazzino, che c’è, non posso entrare nel giardino della madre di mio figlio ora?! –
Si richiuse il cancello alle spalle e si diresse verso l’albero di mele facendo segno ad Henry (che poverino era sempre più confuso) di seguirla.
- E se… - iniziò a dire, ma l’argutezza di Henry non le permise di terminare la frase.
- MAMMA MA SEI UN GENIO! Come avevo fatto a non pensarci?! Addobbiamo l’albero di mele, più speciale di così si muore! E sarà una bellissima sorpresa! –
Emma sorrise accarezzandogli la testa.
- Allora mamma, ho un’idea. Tu ora vai a casa, e vado a casa anche io. Domattina quando mamma esce per andare al lavoro, tu vieni qua, così lo addobbiamo tutto mentre lei non c’è, così quando torna si trova la sorpresa! La potremmo chiamare… -
- Operazione … Pino? –
Henry scoppiò a ridere.
- Certo che tu e l’originalità non andate proprio d’accordo! Direi piuttosto… Operazione marmellata! –
- Marmellata!? –
- Perché con le mele si fa la marmellata! E questo è un albero di mele! – esclamò entusiasta il bambino.
- Come vuoi… sei tu il capo! – disse Emma ridendo quasi a crepapelle – ciao ragazzino, allora a domani! – aggiunse allontanandosi e facendo l’occhiolino al figlio.
Henry non perse tempo e corse in casa per paura che Regina lo vedesse e si insospettisse.
 
Come previsto il giorno dopo Regina uscì di casa presto ed Henry aspettò impaziente che Emma arrivasse per dare il via all’operazione. In un paio d’ore, tra battute e risate, ricoprirono l’albero di luci luminose e colorate. Quando lo accesero, nonostante la luce del giorno, lo spettacolo lasciò Henry a bocca aperta.
- È… fantasticoooooo!! – esclamò colmo di gioia.
Emma non poté fare altro che sorridere di fronte alla felicità del figlio.
- Ora non ci resta che aspettare che torni a casa. – disse Emma raggiante avviandosi verso la casa del sindaco. Henry la seguì immediatamente dopo aver rimirato un’ultima volta l’opera d’arte che avevano appena realizzato.
 
Quando Regina uscì dal suo ufficio il buio era calato su Storybrooke. Le giornate erano parecchio corte in quel periodo dell’anno ed il sindaco non vedeva l’ora di tornare a casa. Durante il tragitto ripensò all’albero non ancora trovato: “domani porterò di nuovo Henry con me, è tassativo trovarlo entro fine settimana!” si disse.
Parcheggiò l’auto e prese le chiavi per aprire il cancelletto, ma stranamente lo trovò aperto:  “quante volte ho già detto a Henry di tenerlo chiuso!? Potrebbe essere pericoloso! Ora mi sente…”. Non si accorse però nel frattempo che dal giardino proveniva una luce strana, artificiale, quasi surreale.
Quando richiuse il cancello dietro di se e si voltò per percorrere il vialetto che portava alla porta di casa, lo vide. Un trionfo di colori che illuminavano l’intera villa, una gioia per gli occhi. Rimase sbalordita a fissarlo per diversi minuti, completamente incantata da quello spettacolo inaspettato.
- Che fai mamma, sei rimasta congelata!? – le urlò Henry dall’uscio prendendola in giro.
Regina si voltò e vide il figlio con un’aria orgogliosa e fiera dipinta sul volto. Sotto quel punto di vista era suo figlio, non c’erano dubbi.
A fianco a lui c’era Emma, appoggiata allo stipite della porta, che la guardava come incantata anche lei da qualcosa. Incrociò lo sguardo con quello della bionda e si rese conto che i suoi occhi erano quasi più luminosi di tutte le luci dell’albero che aveva davanti. “Eccola la luce più raggiante di tutte…” pensò. Ricambiò il sorriso della bionda.
Dio quanto l’amava.
In quel momento sentì una sensazione di calore invaderla completamente.
Guardò di nuovo Henry, guardò di nuovo Emma.
Loro erano la sua famiglia.
Quella era casa loro.
Eccolo il suo lieto fine. 



Ooook, lo so è passato tantissimo tempo dall'ultimo aggiornamento, mi dispiace!! T___T Ma gli esami e lo hiatus tolgono la voglia di vivere e fangirlare, per cui diciamo che non apro EFP da Natale tipo ahahhaha 
In ogni caso, finalmente sono riuscita a scrivere il sesto capitolo del challenge, ora mi darò da fare per finirlo soprattutto perchè Natale è passato da 2 mesi ahahhaha
Spero vi sia piaciuto! xD


Per chiunque volesse partecipare, questi sono i prompt:
C-Chocolate&Marshmallows 
H-Hugs 
R-Rudolf
I-Ice Skating
S-Santa Claus 
T-Tree 
M-Mistletoe
A-Angel 
S-SnowMan 
* 9 OneShot o Drabble tra le quali devono esserci obbligatoriamente almeno una brotp, una coppia crack e una slash (o femslash).


Lus ^^

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Capitolo 7
*** #7 Misteltoe ***


#7 Misteltoe
Rumple x Granny - Crack Pairing

° Grample °

Le vacanze Natalizie erano iniziate ormai da una settimana e tutti gli abitanti di Storybrooke si stavano dando da fare per addobbare al meglio il loro piccolo angolo di città. Regina, Henry ed Emma avevano reso splendente l’albero di mele nel giardino del sindaco, Mary Margaret aveva costellato di stelle luminose i muri di casa Charming, Robin aveva appeso ghirlande colorate e miriadi di lucine tra i rami degli alberi che torreggiavano sopra la sua tenda. E poi c’era Granny, che si era data un gran daffare per rendere il Granny’s Dinner un luogo ancora più accogliente di quanto già non fosse. Per prima cosa aveva fatto installare un Juke Box, poi aveva recuperato un bellissimo pino dalla foresta posizionandolo in un angolo di fianco alla porta addobbato con candele e palline di ogni colore. Infine, il tocco di classe. Ridacchiante, aveva appeso un rametto di vischio in cima alla porta all’interno del locale, cosicché chiunque fosse entrato in coppia non se ne sarebbe accorto prima di aver varcato la soglia, quando sarebbe stato troppo tardi.
 
Granny aveva organizzato una festa la viglia di Natale, invitando tutti gli abitanti della città a banchettare nel suo caloroso locale. Tutto ciò che era presente nel menù era a volontà quella sera, nessuno avrebbe sborsato un soldo. “A Natale sono tutti più buoni” si era detta.
Ad uno ad uno vide gli invitati entrare durante il corso della serata, ma inizialmente nessuno arrivava mai in coppia. La locandiera si chiese quanto avrebbe dovuto aspettare prima di divertirsi e vedere un bacio come si deve.
Per primo arrivò Henry, annunciando trionfante che sua madre aveva preparato una teglia gigante di lasagne da offrire a tutti per l’occasione. Poi entrò Marian con il piccolo Roland, che si mise subito a giocare con il figlio del sindaco. Dopo pochi minuti entrarono i sette nani e Granny si sbalordì nel vedere che erano tutti vestiti bene, a differenza del solito, che andavano in giro con indosso rudi indumenti da lavoro. Iniziò a spazientirsi molto velocemente e la sua pazienza si esaurì quasi completamente quando vide entrare Belle da sola, senza Tremotino. Che l’aveva messo a fare quel vischio se entravano tutti spaiati?! Ruby si accorse del ticchettio delle dita di sua nonna sul banco, così le si avvicinò e le disse:
- Dai nonna, non preoccuparti. Tutte le coppie più scoppiettanti devono ancora arrivare! – quelle parole furono accompagnate da una risatina parecchio divertita.
Granny borbottò qualcosa, ma alla fine annuì con il capo, andando sul retro per controllare la cottura degli hamburger.
 
- Nonna nonna! -  disse Ruby poco dopo dalla porta della cucina cercando di essere il più discreta possibile – stanno arrivando i Charmings! Non perderti lo spettacolo, vieni a vedere!! –
Granny si precipitò sul banco e piantò gli occhi sulla porta, in attesa. Dopo qualche istante la campanella risuonò, segno che qualcuno stava entrando. Tutti si voltarono a guardare la coppia accorgersi sbalordita che stava passando sotto un rametto di vischio. Mary Margaret spalancò la bocca sorpresa, mentre David la strinse a se e delicatamente posò le labbra sulle sue. Tutti applaudirono felici e sorridenti ed Henry corse ad abbracciarli.
Granny si sentì in dovere di dire qualcosa.
- Non è capodanno ma ho pensato che questa piccola sorpresa potesse dare un pizzico di felicità in più a questa festa… che ne pensate!? –
- Ma Granny, è un’idea fantastica!!!! – esclamò Mary Margaret con il suo contagiante entusiasmo.
Il secondo turno toccò a Regina e Robin. Non appena varcarono la soglia e si accorsero del piccolo ramettino dai frutti rossi sopra le loro teste, passarono attimi interi a fissarsi passionalmente. Poi si strinsero forte, assaporando l’uno le labbra dell’altra, in un bacio che conteneva irruenza e delicatezza allo stesso tempo. Il Granny’s dinner esplose in un fragoroso applauso. Anche Marian applaudì, nonostante un velo di dolore scese sul suo sguardo che ben presto si abbassò a fissare il pavimento.
Poi fu la volta di Emma ed Uncino. Il pirata ovviamente non era esperto di tradizioni del ventesimo secolo, per cui Emma dovette trattenerlo per un braccio mentre si dirigeva spedito al bancone per ordinare un bicchiere di rhum o chissà cosa. Lo fermò di fronte a se ed indicò il vischio sulla porta.
- Beh? Cosa ci fa una pianta sulla porta!? Non puoi toglierla tu dolcezza? Se permetti ho altro da fare – le disse ad un soffio dall’orecchio. Non appena fece per allontanarsi di nuovo, Emma, abbastanza contrariata da quello che aveva appena detto, questa volta lo strattonò violentemente attirandolo a se e baciandolo senza preavviso. Ovviamente lui non si tirò indietro.
Tutti rimasero in silenzio a bocca  aperta ad ammirare la scena. Poi la voce di Charming ruppe l’aura di stupore che aleggiava nella stanza.
- Ehm ehm… Uncino? Ti va un drink? Io e te dovremmo parlare di alcune cose… - Emma e Hook si staccarono. Lei scoppiò immediatamente a ridere arrossendo davanti a tutti quegli sguardi puntati su di loro ed a causa del comportamento geloso di suo padre, mentre lui, ancora mentalmente tra le labbra di lei, annuì avviandosi verso il bancone. Non si rifiutava mai un drink, a qualunque costo!
 
La serata procedette splendidamente. Granny era assolutamente soddisfatta dell’idea che aveva avuto, ma aveva come la sensazione che mancasse qualcuno all’appello, qualcuno di importante. Si guardò intorno e si accorse che Belle era seduta da sola ad un tavolo.
- Che succede bella? – le disse sedendosi di fronte a lei – come mai il tuo sposo non si è ancora fatto vivo? –
- Non lo so Granny… aveva detto che aveva da fare… e come sempre non ha voluto dirmi cosa. Ho come la sensazione che come sempre mi stia nascondendo qualcosa… -
- Oh Santo Dio, anche alla vigilia di Natale deve passare il suo tempo ad escogitare piani oscuri!? –
Belle abbassò lo sguardo senza rispondere. Granny vide l’amarezza ed il dispiacere dipinti sul suo volto e cercò di tirarle su il morale: andò al Juke Box e mise una canzone degli ACDC. Un po’ fuori tema per festeggiare il Natale, ma sapeva che gli invitati si sarebbero scatenati.
Tornò dietro il bancone ad asciugare qualche bicchiere quando qualcuno cambiò canzone. Un tango.
- Bene, passiamo di palo in frasca! – si disse tra sé e sé ridendo.
Improvvisamente qualcosa fuori dalla finestra attirò la sua attenzione: una folata di vento aveva fatto cadere il cartello sul marciapiede.
- Ruby! – chiamò a gran voce – ci pensi tu a finire qui mentre vado fuori a sistemare quel maledetto cartello!? –
Ruby apparse immediatamente al suo fianco annuendo. Era concentrata ad osservare Regina e Robin ballare. Troppa sensualità tutta insieme.
- Ehi smettila di essere imbambolata e fai andare le mani! – intimò Granny rimproverandola.
La nonna si asciugò poi le mani e si diresse verso l’uscio. Quando aprì la porta però si scontro con qualcosa. Anzi, meglio: qualcuno. Alzò lo sguardo e vide che si trattava del signore oscuro. Si guardarono per un momento che sembrò essere lunghissimo, poi Granny venne colta da un improvviso senso di scomodità: alzò ancora di più gli occhi e vide il vischio, esattamente sopra le loro teste. Quando Rumple se ne rese conto, la sua espressione era indecifrabile: spaventato, sbalordito, divertito e imbarazzato allo stesso tempo.
Quando i clienti all’interno del locale si resero conto di quello che stava succedendo, smisero immediatamente di fare quello che stavano facendo per osservare la scena: i borbottii cessarono, le coppie smisero di ballare. Le note del tango si fecero improvvisamente più forti di prima.
Poi, tutto in un momento gli abitanti di Storybrooke iniziarono ridenti a battere le mani insieme a ritmo intimando “bacio, bacio, bacio!”. Anche Belle divertita si unì a loro, una scena più buffa non l’aveva mai vista! Granny avvampò ed ebbe l’impressione di arrossire, era convinta che le orecchie le sarebbero andate a fuoco da un momento all’altro.
La nonna e il signore oscuro si guardarono, come a confrontarsi per decidere cosa fare. Poi senza preavviso Rumple prese l’iniziativa e la baciò.
Il tempo sembrò fermarsi nel locale, tutti rimasero a bocca aperta. Le incitazioni erano una cosa, vedere i fatti svolgersi davanti ai loro occhi era un altro paio di maniche.
Quando i due si staccarono Tremotino sorrise a Granny sussurrandole all’orecchio.
- È una tradizione. E le tradizioni vanno sempre onorate. – poi se ne andò e raggiunse Belle, abbracciandola dolcemente e baciandola delicatamente sulla guancia.
Granny rabbrividì udendo quelle parole e rimase pietrificata davanti alla porta semi aperta con lo sguardo fisso nel vuoto. Furono le note di un “Jingle Bell” messo da Henry nel Juke Box a riscuoterla dal suo stato di trance. Quando realizzò quello che era appena successo, si ricordò del cartello caduto sul marciapiede e scappò fuori, chiudendosi la porta alle spalle. Rimise in piedi l’insegna di legno e si prese un attimo per pensare, appoggiata alla staccionata.
Per quanto Rumple potesse essere temibile, beh… baciava proprio bene!
Al pensare quelle cose scoppiò a ridere da sola. Aveva pur sempre la sua veneranda età (lui o lei?!), non era il caso di perdersi in fantasticherie inutili. Si ripromise di mantenere un bel ricordo di quel momento. In fondo, lui aveva il suo lieto fine con Belle e lei aveva il suo amato locale e la sua dolce nipote al suo fianco. Cosa avrebbe potuto volere di più?



Ecco come promesso l'aggiornamento a distanza di tempo  non troppo lontana! Devo recuperare il tempo perso! 
Comunque, ho qualche piccola parentesi da fare su questo capitolo che può sembrare demenziale (beh effettivamente un po lo è ahhahhah)
- Sì, ho inserito qualche cosiddetto "commento dell'autore" tipo  quando Roby guarda Robin e Regina ballare oppure la parentesi su a chi è riferita la veneranda età xD
- Sì, lo so, l'accoppiamento è improponibile, ma giuro che mi sono divertita da morire a scrivere ahahhaahah stavo morendo dalle risate!
- E poi io sinceramente non so se la ship esistesse già, ma in ogni caso gli ho affibiato un nome io perchè mi faceva ridere! xD 
E poi dai sono sotto esame ho il cervello che fuma dalla mattina alla sera, per forza poi scrivo queste cose xD 
Beh in ogni caso a parte la demenzialità spero tanto che vi sia piaciuto e che abbia fatto ridere xD 
E che abbiate apprezzato il fatto che ho dedicato un angolino ad ogni ship :)


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Alla prossima! 
Lus ^^

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Capitolo 8
*** #8 Angel ***


#8 Angel
Ingrid-Emma... O forse SwanQueen... O forse CS... In realtà non lo so ahah però spero vi piaccia xD 

° Let the past go °

Il grande freddo che aveva portato la regina delle nevi aveva anticipato l'arrivo dell'inverno e gli abitanti di Storybrooke alla vigilia di Natale non ne potevano già più di cappotti e maglioni. La maledizione del riflesso infranto aveva raffreddato i cuori delle persone, me nello stesso tempo aveva fatto in modo che si rendessero conto dell'importanza dell'amore e della sincerità.
La notte di Natale la famiglia Charming era tutta riunita all'interno del piccolo Loft. C'erano David, Mary Margaret, Emma, Henry e perfino Regina ed Uncino. Sembrava che il calore dell'affetto familiare avesse riscaldato l'atmosfera, sembrava che la gioia e l'amore all'interno del piccolo salotto fossero abbastanza per scaldare i cuori di tutti.
Tranne quello di Emma.
Il sacrificio di Ingrid aveva portato il gelo nel suo cuore, più di quanto avessero potuto fare l'inverno o la maledizione del riflesso infranto. Da tempo continuava a chiedersi come sarebbe continuata la sua vita se lei non si fosse sacrificata, se fosse entrata a far parte della famiglia. Anche se in fondo, pensandoci bene, lo era già da molto tempo.
I ricordi che le aveva restituito prima di morire continuavano a tormentarla. Non ne aveva mai parlato con nessuno, aveva continuato a tenerli per se dicendo a tutti che erano molto confusi. Ma non era affatto così, neanche lontanamente. Erano ricordi limpidi, vividi, che le procuravano ogni volta miriadi di emozioni che sembravano essere dannatamente recenti. E diversamente da quello che si era potuta aspettare, erano ricordi belli. Troppo belli. E pensare che tutto quello che stava finalmente ricordando era ormai perduto, senza speranza, le faceva male. Troppo male.
La verità era che nonostante tutto ciò che aveva a Storybrooke, dei genitori veri, un figlio, un uomo che l'amava, rimpiangeva quel suo passato, assolutamente spensierato. Niente mostri di ghiaccio o stregoni o magia, niente di tutto questo. Quando Ingrid l'aveva presa in affidamento la sua vita aveva finalmente iniziato ad andare per il meglio, era come rinata, ed ora che poteva ricordare tutto, si rese conto che non aveva approfittato abbastanza di quel periodo, e che ora quei momenti non sarebbero più tornati.
Vedendola seduta sulla poltrona intenta a fissare il vuoto, Regina si avvicinò per parlarle.
- Ehi salvatrice, hai intenzione di rimanere lì tutta la notte? - le disse ammiccando e allungandole un bicchiere di spumante.
Emma sollevò lo sguardo esitante. Guardò Regina, poi guardò il calice che le stava porgendo. Ci pensò un attimo e poi lo prese come se non stesse aspettando altro. Regina rimase sorpresa da quel gesto e scrutò la bionda mentre beveva come se non bevesse un buon bicchiere di vino da troppo tempo. Capì subito che qualcosa non andava e si sedette accanto a lei su un bracciolo della poltrona.
Stettero per qualche istante in silenzio a guardare Hook che giocava con Henry e Mary Margaret e David che si stuzzicavano in un angolo, poi Regina esordì:
- È per quei ricordi che ti ha restituito la regina delle nevi vero? Che stai così… -
Emma fu colta di sorpresa e non riuscì a nascondere l'evidenza della risposta sulla sua espressione.
- Come pensavo… - 
- Regina io… - iniziò Emma. Non sapeva bene cosa volesse dire. Sentiva il bisogno incessante di confidarsi con qualcuno, ma nello stesso tempo aveva una paura terribile di aprirsi con chiunque, a maggior ragione con Regina. Fortunatamente fu lei a prendere le redini della conversazione.
- Emma so cosa provi… o meglio, posso immaginarlo. Ci sono momenti in cui anche io mi fermo a pensare e mi dico che, se solo avessi agito diversamente, se solo avessi approfittato di più di ciò che avevo nel momento stesso in cui l'avevo, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Ma poi mi guardo intorno, guardo tutto quello che ho ora e mi dico che anche se è ben lontano dall'essere perfetto, a quest'ora potrebbe non essere così. Potrebbe essere meglio, potrebbe essere peggio, ma sicuramente non sarebbe così. Ed io non sarei quella che sono. -
Si fermò per un attimo a riflettere prima di concludere.
- Quando il mio primo amore, Daniel, morì, cercai a qualunque costo un modo per farlo tornare in vita. Chiesi perfino aiuto a Rumple, ma il tentativo che avevamo programmato fallì. So che detto da lui può suonare del tutto strano e sinistro, ma in quell'occasione mi disse una cosa che mi rimase tremendamente impressa. Mi disse: "finche vivrai nel passato non potrai scoprire il futuro". -
Lasciò che il silenzio prendesse il posto delle parole, così che quella stessa frase che l'aveva colpita anni prima ora colpisse Emma, così che potesse aiutarla ad alleviare il suo dolore.
- Sai Regina, tra tutte le cose che ricordo, c'è un episodio in particolare che mi tormenta, senza sosta. -
Fece una pausa, Regina stette in silenzio ad aspettare il seguito.
- Era la mattina di Natale. E la famiglia… la mia nuova famiglia di allora… Insomma, ci eravamo tutti riuniti per aprire i regali. Solo che… ero arrivata da appena qualche giorno e tutti mi guardavano un po' con… diffidenza. Tutti tranne lei. -
Regina percepiva il tremore nella sua voce, la difficoltà con cui pronunciava ogni singola parola.
- Ricordo che stavo seduta da sola su una poltrona, proprio come ora, a guardare l'affetto che gli altri manifestavano essere indirizzato a chiunque fuorché a me. Fino a quel giorno non avevo desiderato nient'altro che una famiglia che mi volesse bene, ma in quel momento capii che quello che chiedevo non era possibile. Sentivo che non sarei mai potuta entrare a far parte di nulla. Perché loro erano già una famiglia, ed io non ero nient'altro che un'intrusa. La voglia di andarmene era tanta, pensai che se mi fossi alzata e fossi andata in camera a prendere le mie cose nessuno se ne sarebbe accorto, così iniziai a salire le scale e a sistemare le poche cose che avevo. Ma poi… Sentii una voce alle mie spalle, provenire dalla porta. Era Ingrid… -
Regina ascoltava il racconto di Emma, completamente assorbita da quelle parole.
- Io mi girai, cercando inutilmente di nascondere il fatto che stessi facendo la valigia, ma era chiaro come il sole che volevo andarmene e lei lo aveva capito subito. "Emma…" mi disse con un filo di voce. Sembrava davvero dispiaciuta pensai, ma continuavo a voler credere il contrario… Insomma, mi aveva appena conosciuta come poteva essersi già affezionata a me? Nessuno si affezionava mai a me… Nessuno lo aveva fatto per anni e nessuno lo avrebbe fatto mai, tantomeno una donna come lei che… aveva già una famiglia… -
Emma fece una pausa, che questa volta durò molto di più di quelle precedenti. Come se avesse bisogno di riprendere fiato. Regina continuò a starle accanto in silenzio, rispettando i suoi tempi, rispettando il suo dolore.
- Mi fece sedere sul letto, si inginocchiò di fronte a me e mi disse:
"So che può sembrarti tutto strano Emma, diverso. So che tutto questo non è come ti eri aspettato che fosse avere una famiglia… Ma non importa quello che pensano o che fanno gli altri laggiù sai?"
"Come puoi dire che non importa? Tra poco non sanno nemmeno come mi chiamo!!"
Scoppiai in un mare di lacrime, iniziai a singhiozzare come mai avevo fatto prima. Fino a quel momento avevo sofferto perché non avevo nessuno. In quel momento invece soffrivo per la delusione di aver finalmente trovato qualcuno, a cui però non interessava realmente niente di me. E allora come potevo essere felice? Pensavo che a quel punto sarebbe stato meglio stare da sola. Lei mi prese tra le braccia per consolarmi. Avevo sempre odiato gli abbracci, rifiutati categoricamente da chiunque perché ritenevo che fossero falsi ma… ma il suo abbraccio era… era caldo. Inaspettatamente caldo e saldo e io… io in quel momento mi sono sentita per la prima volta nella mia vita al sicuro. Protetta.
"Non importa quello che pensano gli altri Emma, perché a prescindere da loro, ora tu hai me. Sono io la tua famiglia ora… "
Bastarono quelle poche parole così inaspettate a farmi capire che di lei potevo fidarmi davvero. Non tanto per quello che aveva detto in sé, ma per come mi ero sentita quando me le aveva sussurrate. Una sensazione che non avevo mai provato prima Regina. Improvvisamente mi sentii…  amata… amata davvero…
"Ho una cosa per te." mi disse tirando fuori un piccolo pacchettino dalla tasca della mantella.
La guardai con gli occhi ancora pieni di lacrime, sorpresa da quel gesto così inatteso. Lo presi dalle sue mani ed iniziai a scartarlo piano, temendo quasi di rovinarlo.
Era… un ciondolo. D'argento. A forma di… angelo. -
Una lacrima rigò il suo zigomo, ma Emma si affrettò a spazzarla via con la mano. Fece un'altra pausa, poi concluse il suo racconto.
- "Questo è per ricordarti che potrai sempre contare su di me. Sarò il tuo angelo e veglierò su di te Emma. Ci sarò sempre." mi disse mentre me lo metteva al collo. "e oltretutto ti sta molto bene!" aggiunse con un sorriso sgargiante dipinto sul volto. Io ero come paralizzata, affascinata ed esterrefatta da quel suo gesto. La guardai di nuovo e per la prima volta vidi speranza. Speranza per un futuro migliore per me. Insieme a lei. Buttai il ciondolo il giorno in cui fuggii da casa sua… -
Emma bevve l'ultimo sorso dal calice di vino, segno che aveva finalmente finito di raccontare.
Regina non aveva idea di cosa dire, si sentiva scossa anche lei. Ora poteva capire qualcosa in più su Emma, poteva capire quel suo modo di chiudersi a riccio davanti alle persone.
 
Così assorte nei loro pensieri non si accorsero che Henry si era avvicinato trotterellando con Uncino.
- Beh, cos'è questo mortorio!? - esordì Hook sbalordito - Su un po' di vita! - esclamò porgendo la boccetta di rhum ad Emma. Lei alzò gli occhi e sorrise.
- Sai cosa pensavo mamma? - disse Henry rivolto ad entrambe. Non attese la loro risposta e continuò entusiasta - che potremmo fare un presepe vivente! Granny farà Babbo Natale, io potrei fare la renna, il nonno e la nonna con il piccolo Neal potrebbero fare Gesù, Maria e Giuseppe… E voi potreste fare il bue e l'asinello! - scoppiò in una fragorosa risata che fortunatamente contagiò anche Emma e Regina.
- E io ragazzino? - disse Uncino. Aveva preso l'abitudine di chiamarlo così anche lui - pensi che me ne stia a guardare mentre voi vi divertite? -
Henry si voltò a guardarlo. Ci pensò un attimo, poi disse:
- Hai gli occhi azzurri… sai a cosa mi fai pensare? Ad un angelo!! Ecco, potresti fare l'angelo!! -
Regina ed Emma si guardarono. Si sorrisero.
Emma finalmente capì cosa intendeva Regina con quella frase che le aveva detto Rumple anni prima. E Regina era felice che Emma l'avesse capito.
In quel momento Emma si sentì come liberata. Liberata da una morsa che l'attanagliava da tempo, da quando era scappata da Ingrid, forse. Si sentiva libera di lasciarsi amare. Di lasciarsi proteggere.
Decise che forse in quel momento sarebbe valsa la pena di provare a fidarsi di nuovo di qualcuno.
Decise di provare a fidarsi di Uncino.
Lui sarebbe stato il suo angelo. 



Bene bene bene... Ce la posso fare eh a finire questo challenge... Piano piano... 
Avevo pensato che avrei potuto finirlo direttamente a Natale dell'anno prossimo, ma posto che se non lo finisco non riesco a scrivere altro mi sento obbligata ahahahah
In ogni caso, non so come mi sia uscita. Cioè, all'inizio doveva essere tutta un flashback tra Emma e Ingrid, poi però l'ho messa giù in forma di ricordo, poi Regina si è messa di mezzo ed è diventata mezza SwanQueen e poi chi l'avrebbe mai detto ahahaha alla fine si è rivelata CaptainSwan!! 
Comunque spero di non metterci troppo a scrivere l'ultima!! (pfiu)


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Capitolo 9
*** #9 Snowman ***


#9 Snowman
Henry-Roland (brotp), OutlawQueenFamily e... il grande ritorno di un personaggio!!! *-*


° Caldi abbracci °

Regina entrò in quella che ormai era diventata la camera di due fratelli annunciando:
- Sveglia miei piccoli principi, oggi è un giorno speciale! C'è una sorpresa per voi! -
Spalancò le tende e lasciò che la luce bianca proveniente dalla finestra invadesse la stanza. Henry si nascose sotto il piumone per proteggersi gli occhi dalla luce mentre il piccolo Roland saltò in piedi sul letto allungando il collo per cercare quale fosse la sorpresa. Quando vide la meraviglia oltre il vetro, balzò dal letto precipitandosi come un bolide giù per le scale:
- Evviva!! La neve!! C'è la neve!! Papà la neve, la neve, la neveeeee!! -
- Ehi, ecco il mio piccolo guerriero! - disse Robin accogliendolo a braccia aperte ai piedi delle scale. - Ma non avrai intenzione di uscire la fuori al freddo ancora con il pigiama spero? -
Roland alzò lo sguardo facendo gli occhi dolci a suo padre, che però non si lasciò persuadere e lo prese in braccio come un sacco di patate.
- Regina! - chiamò dal basso - qui c'è qualcuno che ha voglia di fare il monello! -
- Non è vero 'gina, è una bugiaaaaaaa! Io voglio solo vedere la neve! -
Regina si affacciò dalla ringhiera delle scale con un sorriso enorme stampato sul volto. Subito dietro di lei apparse Henry, che apparentemente si era già bardato e preparato per uscire all'esterno.
- Dai Roland! Ho un'idea! Perché non facciamo un pupazzo di neve?! Vestiti così saremo i primi a calpestare la neve fresca!! -
Roland non se lo fece ripetere due volte, si divincolò dalla stretta di Robin e corse di nuovo alla velocità della luce su per le scale. Sparì in camera assieme a Regina, ma nemmeno cinque minuti dopo era già sulla soglia di casa pronto a buttarsi in quell'immensa distesa bianca.
- Sei pronto?! Al mio tre ci buttiamo, d'accordo? Uno, due… Ehi avevo detto al tre!! - Henry corse dietro al fratellino che ormai non stava più nella pelle di stare semplicemente ad osservare quella soffice coperta bianca. Aveva iniziato a correre come un pazzo nel giardino della casa di Regina, che ormai era anche casa sua. Anche se, correre non era forse la parola più appropriata dato che la neve gli arrivava quasi all'ombelico!
Regina e Robin rimasero qualche istante sull'uscio abbracciati a godersi la scena. Finalmente potevano definirsi una famiglia, finalmente Regina aveva trovato il suo lieto fine tanto agognato.
Ed era felice.
- Su, è ora di mettersi all'opera! - disse lei schioccando un bacio sulle labbra di lui - abbiamo molto da fare sai? Oggi è la Vigilia di Natale, questa sera la casa sarà piena di gente! Abbiamo un cenone da preparare! -
 
Gli ospiti avevano iniziato ad arrivare un pochino in anticipo per dare una mano a Regina con gli ultimi preparativi, in particolare Emma, Elsa e Mary Margaret. Roland ed Henry avevano passato tutto il pomeriggio alle prese con un enorme pupazzo di neve, così non avevano troppo interferito con le faccende di casa, permettendo a Regina di preparare tutto nel migliore dei modi.
Improvvisamente Roland fece irruzione in cucina subito seguito da Henry urlando:
- ABBIAMO FINITOOOOO! Venite a vedere il nostro pupazzo di neveeee!! -
Regina gli indirizzò uno sguardo omicida per essere entrato in casa coperto di neve da capo a piedi, ma la mano di Robin sulla sua spalla la tranquillizzò immediatamente.
- Roland… abbiamo tanto lavoro da fare e… -
- Ma verremmo molto volentieri a vedere il vostro pupazzo! - la interruppe Elsa. Questa volta fu lei a ricevere uno sguardo omicida, ma ci pensò Emma a calmare le acque:
- Eddai Regina, ci vorrà solo un attimo! Andiamo! -
Regina si tolse il grembiule rassegnata e si incamminò assieme agli altri verso il giardino.
Quando tutti misero il naso fuori dalla porta furono invasi da un gelo polare che penetrò nelle loro ossa. Tranne in quelle di Elsa ovviamente, il freddo ormai era casa sua. 
- Ma è… bellissimo! - esclamò Emma alla vista del pupazzo di neve. Era alto più o meno un metro, composto da tre parti, aveva tre bottoni, due piccoli piedini, e come qualsiasi pupazzo che si rispetti, due braccia fatte con due rametti e un naso fatto con una carota probabilmente rubata da Roland in cucina.
- Si chiama Olaf! - esclamò Henry trionfante.
- Mi viene quasi voglia di abbracciarlo! - esclamò Mary Margaret.
Regina sorrise mentre si stringeva a Robin per scaldarsi.
Contemplarono l'opera dei bambini per qualche istante, poi decisero di rientrare per finire i preparativi. Gli altri ospiti sarebbero arrivati da un momento all'altro e Henry e Roland avevano decisamente bisogno di una lavata.
- Forza, è ora di rientrare piccoli, si sta facendo buio! - disse Regina entrando in casa. Loro la seguirono questa volta senza obiettare, in fondo dopo ore passate sulla neve iniziavano ad avere veramente freddo. Robin, Emma e Mary Margaret li seguirono, ma Elsa rimase indietro.
- Che fai, non vieni? - le disse l'amica bionda.
- No, resto ancora un po' qui a contemplare il cielo. Sai, mi piace quando è carico di neve. Mi ricorda casa… -
In realtà Elsa non voleva affatto contemplare il cielo. Aveva avuto un'idea che avrebbe sorpreso tutti ed avrebbe reso felici i bambini per Natale. Fece un semplice gesto con la mano ed una nuvola di fumo azzurro si protese dalla sua mano fino al pupazzo di neve. Poi rientrò, chiudendosi la porta alle spalle.
 
Circa un'ora dopo tutto era finalmente pronto per il cenone della vigilia di Natale: la tavola imbandita, la cucina sistemata ed i bambini riscaldati, puliti ed impeccabili. Erano tutti riuniti attorno al camino in attesa che arrivassero gli altri ospiti, intenti a fissare il fuoco. Roland era seduto in terra ai margini del tappeto, seminascosto dalle gambe di suo padre, quando improvvisamente sentì qualcosa picchiettargli sulla spalla. Quando si voltò per vedere che cos'era rimase impietrito.
Una vocina ruppe il silenzio.
- Ciao, sono Olaf e amo i caldi abbracci! - 



Well well well... [cit.] FINALMENTE HO FINITO LA CHALLENGE!! :3 :3 <3
Era ora, anzi mi scuso con tutti per essere stata così ritardataria... Però meglio tardi che mai dai ahahhah
Comunque, due parole su quest'ultima storia... All'inizio era nata come pura brotip tra Henry e Roland che facevano un pupazzo, poi stanotte ero un po tanto presa bene e ci ho ricamato tutto il contesto attorno. E ovviamente, in presenza di pupazzi di neve non poteva mancare Elsa, e ovviamente pupazzo di neve + Elsa = Olaf <3
E poi va beh, tutti quei riferimenti OutlawQueen-OutlawQueenFamily... sdjahcmfkjvcwbkgjbsd *-* (si era capito che non vedo l'ora che Robin torni nello show?!?! ahah)
Spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto e che abbiate apprezzato la challenge in generale e mi scuso ancora per le tempistiche un po lunghe...
Ciao a tuttiii!!


Per chiunque volesse partecipare, questi sono i prompt:
C-Chocolate&Marshmallows 
H-Hugs 
R-Rudolf
I-Ice Skating
S-Santa Claus 
T-Tree 
M-Mistletoe
A-Angel 
S-SnowMan 
* 9 OneShot o Drabble tra le quali devono esserci obbligatoriamente almeno una brotp, una coppia crack e una slash (o femslash).


Lus ^^

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