[Cielo e Terra]

di _zukky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cielo e Terra ***
Capitolo 2: *** Cielo e Terra ***



Capitolo 1
*** Cielo e Terra ***


CIELO E TERRA 2 È una one-shot/song-fic divisa in due parti. Non tiene conto del settimo libro. Tra le parentesi graffe c’è la canzone [Cielo e Terra di Nek]. Le parti in corsivo sono dei flash-back, in particolare ricordi. C’è anche un ricordo nel ricordo, facilmente riconoscibile perché con un carattere diverso. Buona lettura. Per chi vuole ci sentiamo in fondo.




CIELO E TERRA.


Hermione Granger.

{Scrivo il tuo nome senza il mio}

Stupida burocrazia magica!
Come se non fosse abbastanza evidente.
Eh no!
Ci sono tutti gli spazi da riempire.

-    Per le pratiche del divorzio entrambi i coniugi dovranno compilare un prospetto, separatamente. Per accertarci sia consenziente, sotto ogni aspetto -
Gli aveva spiegato il suo avvocato.
Quell’aria professionale e maledettamente soddisfatta lo irritava.
Come se ci godesse.
Bhè, con tutto quello che guadagnava.

Il divorzio

{Oggi nel giorno dell’addio}


Non aveva mai pensato a sposarsi.

Figurarsi a divorziare, un giorno.
Maledetto Potter!

*

-    Malfoy, sposerai Hermione -
Non era una domanda.
Un semplice dato di fatto.
-    Harry sei impazzito! -
-    Potter, devi esserti bevuto il cervello! -
Avevano sbottato i diretti interessati.
-    Nient’affatto, ascoltatemi -
Il Bambino- ancora per poco- Sopravvissuto camminava avanti e indietro per la cucina di Grimmauld Place, spostando lo sguardo prima sull’una poi sull’altro.
-    Malfoy ha bisogno d’aiuto, e non guardarmi così, le ricerche sono improbabili  per uno solo. È praticamente impensabile appioppargli Ron - alzò gli occhi al cielo - Inoltre a questo punto della guerra, ho bisogno di saperti al sicuro - le si era avvicinato, inginocchiandosi per essere alla sua altezza.
-    Harry, posso continuare le ricerche anche da qui - lo supplicò con lo sguardo.
-    Sai quanto mi costa separarmi da te - le prese le mani tra le sue - Ma è necessario - ripeté risoluto - Malfoy ti proteggerebbe anche solo per senso dell’onore -
La strinse tra le braccia. Lei nascose il viso nel suo petto.
-    Voglio combattere con voi - mugugnò, in un ultimo tentativo.
Harry le baciò i capelli - Lo farai lo stesso, in modo diverso -
-    Mi mancherai - sussurrò contro la sua maglietta.
Lui sorrise - Anche tu, tesoro, lo sai -
-    Dai, che vuoi che sia - sdrammatizzò dopo poco - Dovrai solo convivere con il Furetto -
Draco Malfoy, che aveva avuto il buon gusto di tacere, per ossequio a quella scenetta strappalacrime, si sentì chiamato in causa. - Nessuno chiede il mio parere, Sfregiato? -
-    Certo che no - si allontanò da Hermione, tenendola per mano -Ti affido una delle persone più importanti della mia vita, vedi di rifarti al cosiddetto senso dell’onore, come spero, altrimenti ti spezzo le gambe -
Il biondo lo guardò truce - Maledetto me e la mia redenzione - borbottò tra sé.  
Gli altri due scoppiarono a ridere.

*

{Anche se è inevitabile}

Già, inevitabile.
Come inevitabile è la sera che insegue sempre il giorno.

*

-    Granger, non credevo ti facessi comandare a bacchetta dai tuoi amichetti -
Ennesimo litigio.
Quella casa da una settimana a quella parte, era l’allegro teatro dei loro continui battibecchi.
-    Malfoy, te l’avrò ripetuto cento volte: Harry è il mio migliore amico - si alzò dal divano - Ma che discuto a fare con te! Sei più duro di un mulo - si avviò verso le scale.
-    Sarei quello duro.. e dove credi di andare, stiamo parlando - la raggiunse ai piedi delle scale.
-    Vado a dormire Malferret, e poi perché non ti sei opposto tu! Visto che fai tante storie -
-    Sai che non sono nella posizione per farlo - salì due scalini, continuando a seguirla.
-    Smettila di venirmi dietro, Malfoy! - si inalberò lei - Sono stanza, vado a letto, e domani dobbiamo metterci a lavoro. Prima risolviamo l’enigma, prima questo teatrino finirà -
-    Oh non vedo l’ora - berciò.
-    Tranquillo, il divorzio risolve ogni cosa. Dopo non mi vedrai nemmeno per sbaglio. - Gli lanciò un’ultima occhiataccia e si richiuse la porta della sua camera alle spalle.
Draco Malfoy rimase fermo per un minuto buono.
È vero.
Non se lo aspettava.
Si era abituato fin troppo all’idea di averla in giro per casa.
Scendere al mattino e trovarla con gli occhi assonnati a sorseggiare una tazza di caffè.
Quelle continue frecciatine erano diventate una routine.
Scosse la testa. Come per scacciare quegli inutili pensieri.
E si avviò verso la sua camera.

*

{Mi chiedo ancora adesso}

-    Ecco a lei - firmò il documento e lo consegnò al suo avvocato.
Hermione era stata in religioso silenzio per tutto il tempo. Avvicinò il foglio al legale, la mano le tremava impercettibilmente.
Avrebbe voluto alzarsi. E stringerla tra le braccia. Tanto da annullare tutto il resto.

{Sono pronto a perderti, a rinunciare a te}

*

-    Granger, mi deludi: non vuoi varcare la soglia del nostro nodo d’amore tra le braccia del tuo maritino - soffiò sarcastico.
Lei fece una smorfia - Ma fammi il piacere! - Aprì la porta entrando in casa.
-    Non trattare così quel vestito, mi è costato una fortuna. E poi le donne adorano i vestiti da sposa - berciò
lui, seguendola dentro.
-    Lo odio questo vestito! Tutto merletti e taffettà - esclamò, stropicciandolo tra le mani chiuse la pugno.
-    Odio questo vestito! Odio questo matrimonio e odio questa situazione! - quasi gridò - Ho mentito davanti al pastore e a mezza chiesa! Io! Che mi sento in colpa per un mese, per un innocente bugia - urlò esasperata.
La raggiunse con poche falcate - Adesso calmati - le pose le mani sulle braccia - Calma ok? - la fissò deciso.
Hermione per un attimo si perse in quello sguardo, che sembrava trapassarla.
Dense nubi che si annodano prima di un temporale.
Prese un respiro.
Si impose di calmarsi.
-    Va meglio? - le chiese, sempre fissandola.
Annuì debolmente. - E’ che le  persone a cui voglio bene sono lì fuori, chissà dove, a rischiare la vita. Mentre io mi sposo! - alzò le braccia in un gesto esasperato, allontana dosi da lui.
-    Tutto questo - continuò - perché il mio migliore amico ha la stramaledetta tendenza a proteggermi. Maledetto Potter! -
Draco scoppiò a ridere.
Si voltò di scatto. Non l’aveva mai visto ridere.
Le labbra le si incurvarono istintivamente in un sorriso.
-    Cos’hai da ridere - Fintamente indignata.
Le si avvicinò, e la strinse tra le braccia.
Sorprendendola.
Spalancò gli occhi. Immobile.
-    Granger, hai iniziato a parlare come una Malfoy - rise ancora lui.
Hermione si rilassò tra le sue braccia, e gli diede uno scherzoso pugno sul fianco.
-    Non è affatto vero! - si unì alla sua risata.
Era la prima volta che rideva da quando era iniziata tutta quella storia.
I suoi pensieri rasentavano ancora l’incredulità.
Era abbracciata a Draco Malfoy e rideva.
Rideva abbracciata a Draco Malfoy.
Meglio non pensarci.
Sarebbe impazzita.
Aveva imparato fin troppo presto e bene a vivere alla giornata, cogliere l’attimo o checchessia.
-    Ora vai a toglierti questo coso - disse allontanandola di poco - Prima che te lo strappi io di dosso - ghignò.
Hermione sorrise, avviandosi di sopra.
 - Attento, potrei sempre cogliere l’invito - lo provocò, scomparendo su per le scale.
Draco scosse la testa.
L’avrebbe fatto impazzire prima o poi.

*

{Ma se ti guardo sento che}

L’avvocato controllava in silenzio che tutto fosse in ordine.
Il giovane Malfoy spostò lo sguardo sulla sua a momenti ex-moglie.
Era pallida e teneva lo sguardo basso.

{Sei spaventata come me
Poteva essere e non è}

In quell’anno aveva imparato ad interpretare tutti i suoi comportamenti.
Aveva sempre le mani fredde, come scolpite nella neve, quando era terrorizzata.

{Poteva essere
Il mio ricordo naviga}

Quel silenzio era assordante.

{Attraversa l’anima}

Non riuscirono più ad arginare i ricordi.
Come un fiume in piena supera irruento una diga.

{E improvvisamente sono là, ancora}

L’avvocato Stabbins aveva risolto molti casi.
Aveva visto tante [troppe] coppie chiedere il divorzio.
Alzò di poco gli occhi dalle carte che stava analizzando.
Non era la prima volta che gli capitava.
Tra quei due c’era ancora qualcosa.
La Granger aveva lo sguardo basso e assente, mentre si tormentava le mani.
Malfoy fissava un punto indefinito oltre la sua testa.
Sorrise.
Stavano ricordando.

{Quando eravamo cielo e terra
E tu di me la mia metà}

*

Il torpore della notte avvolgeva la camera.
Draco Malfoy aveva sempre avuto il sonno leggero.
Fin da bambino.
Odiava quella sua prerogativa.
Odiava svegliarsi nel cuore della notte per le urla dei suoi genitori.
Odiava sentire sua madre piangere e sentirsi completamente impotente.
Odiava non trovare rifugio nemmeno nel sonno.
Si girò dall’altro lato.
Per fortuna la Granger aveva un sonno tranquillo.
Stava per abbandonarsi tra le morbide spire del sonno..
-    Aah -
Un grido.
Per un attimo gli sembrò di essere tornato a tanti anni prima.
Scosse la testa per scacciare quel ricordo.
Era molto più vicino.
Accese l’ abatjour con la bacchetta.
La ragazza al suo fianco si rigirava agitata tra ne lenzuola.
Si avvicinò posandole una mano sulla spalla.
-    No… no - mugugnò.
Aveva il viso rigato dalle lacrime.
-    Granger - la chiamò piano.
-    No… Ron - si agitò ancora di più.
-    Granger è solo un incubo - alzò di poco la voce.
-    Ti prego… Harry -
-    Su sveglia - la scosse leggermente.
-    No - quasi urlò - Draco! - scattò a sedere improvvisamente.
Il ragazzo aveva gli occhi sbarrati.
Era la prima volta che lo chiamava per nome.
Stava sognando anche di lui.
Rimase interdetto per qualche minuto.
Poi si accorse che lei piangeva ancora, adesso cosciente.
Le si avvicinò. Delicatamente le tolse le mani che teneva davanti al viso.
-    È stato solo un incubo - La strinse tra le braccia. Tanto forte da fare quasi male.
Hermione nascose il viso nel suo petto, non riuscendo a smettere di piangere.
Era stato così reale.
Tutte le persone a cui voleva bene..
Remus, Tonks.
I membri dell’Ordine.
Neville.. Luna..
Ron.. Harry.. Quasi le mancò il fiato.
E ora anche Draco.
Gli si strinse maggiormente contro.
Maledizione! Si stava affezionando troppo a lui.
-    Shh, sta tranquilla. È tutto finito… sta tranquilla - le sussurrò all’orecchio, accarezzandole i capelli.
Prese un respiro. Quelle parole sembrarono tranquillizzarla.
Draco continuò ad accarezzarla, affondando le mani nei suoi capelli e soffermandosi con le dita sul collo, fin quando non si fu calmata del tutto.
Hermione sorrise.
Il collo era il suo punto debole.
Maledetto Malfoy, l’aveva già capito.
Lui l’allontanò di poco per guardarla.
-    Va meglio?- chiese.
      Lei annuì.
-    Torniamo a dormire, ok? - Un debole nota di preoccupazione nella voce.
Annuì nuovamente. Sembrava non avere le forze necessarie per parlare.
Draco fece per coricarsi nuovamente, ma Hermione gli strinse le braccia in vita.
Lui rise sommessamente, coricandosi e trascinandola con sé.
-    Ok Granger. Non preoccuparti anche se non sei del tutto in te, so di essere irresistibile, e che non riesci a starmi lontana - ghignò.
Gli posò il capo sul petto, stringendosi a lui - Fottiti, Malfoy - un sorriso nella voce.
-    Se con te volentieri - Le passò un braccio intorno la vita.
-    Malfoy sei… -
-    Shh - la interruppe lui.
Spense l’abatjour - Ne parliamo domani- Le posò un bacio sulla fronte - Adesso dormi - sussurrò.
Hermione incredula sentì il proprio cuore fare una corsa frenetica.
Incredibile.
Si rilassò completamente tra le braccia di Draco.
E chiuse gli occhi cullata dal suono regolare del suo cuore.
E per la prima volta in ventidue anni, quella notte Draco Malfoy dormì.
Dormì veramente.
Di un sonno tranquillo e ristoratore.

*

{In ogni dubbio, in ogni verità}

*

-    Cos’hai lì? - chiese improvvisamente, notando dei segni scuri sul suo polso.
-    Niente - si affrettò a coprirli con la manica della maglietta.
-    Granger, non fare la sciocca, fammi vedere - allungò la mano per dare un’occhiata, ma lei la nascose sotto il tavolo.
-    Ho detto che non è niente - Riprese a mangiare come se niente fosse.
-    Granger - l’ammonì lui, una nota dura nella voce.
Lei alzò lo sguardo su di lui - Ho solo la pelle delicata. Viviamo insieme, ventiquattr’ore su ventiquattro da due mesi ormai, dovresti ricordarti certe cose - si alzò da tavola, gettando via il fazzoletto.
E Draco capì.


-    Fermati! -
-    No Malfoy - si allontanò.
Lui la raggiunse - Stavamo parlando -  
-    Non voglio parlare - fece per andarsene, ma lui la trattenne per un polso.
-    Invece dobbiamo - asserì risoluto.
La stretta era decisa ma non forte.
-    Lasciami - lo minacciò con lo sguardo.
-    No -
-    Malfoy, lasciami - piegò il polso in avanti, e tirò forte.
Lui la lasciò quasi immediatamente.
-    Sei una stupida, potevi romperti il polso - lo sguardo incredulo.
-    Non mi interessa, adesso non seguirmi, voglio stare da sola - e scomparve su per le scale.
Non era mai facile il loro rapporto.
A volte non la capiva proprio.
Non gli permetteva di capirla.


Si alzò da tavola con calma.
La trovò nel salotto.
Sul tappeto fissava le fiamme del caminetto, stringendosi le gambe al petto.
-    Orgogliosa Grifondoro - mormorò, avvicinandosi.
Lei lo guardò male, poi riportò lo sguardo sulle fiamme.
Le si avvicinò e le si pose dinanzi per attirare la sua attenzione.  
-    Vieni - le porse la mano.
Hermione lo guardò scettica, ma qualcosa nel suo sguardo sembrò convincerla.
Sembrava una lontana ombra di … senso di colpa.
Gli prese la mano, lasciandosi trasportare.
Non era mai stata al piano di sotto.
Arrivarono ad una porta e lui l’aprì deciso.
La ragazza si guardò intorno curiosa.
Nell’aria aleggiava una leggera nebbiolina e un odore misto, tra l’agro e il dolce.
Diversi calderoni ribollivano di strane sostanze e c’erano boccette con pozioni ovunque.
-    Così questo è il mondo di Draco Malfoy - Si voltò a guardarlo.
Aveva una luce orgogliosa negli occhi.
Già, era il suo mondo.
Sentì una strana stretta allo stomaco. E lei che lo aveva tenuto fuori da tutto.
Era stata una stupida.
-    Strano che sulla porta non ci sia la scritta “Perdete ogni speranza voi che entrare” - ironizzò, cercando di smorzare la tensione.
-    Divertente Granger - fece sarcastico - Accomodati pure - le indicò una sedia.
Lei si sedette, e lo vide armeggiare con una strana sostanza molliccia.
Si inginocchiò davanti a lei, per stare alla sua altezza.
-    Dammi il polso - Il tono era quello che un medico usa con un paziente poco collaborativo.
Hermione sorrise. Gli allungò il braccio.
-    Non ce n’è bisogno, ma se proprio insisti-
-    Sì che ce n’è bisogno - asserì deciso.
Fece una smorfia, quando si accorse che i lividi erano peggio di quello che aveva immaginato.
In quel momento lei capì di non essersi sbagliata: si sentiva davvero in colpa.
Intanto lui le spandeva la lozione, sfiorandole appena il polso con il pollice.
-    Malfoy, puzza terribilmente - si lamentò, cercando di ignorare i brividi che la percorrevano al tocco della sua mano.
-    Non lamentarti Granger, è una della mie migliori pozioni: tra un paio d’ore non avrai più nessun segno-
Le massaggiò ancora un po’ il polso. Poi fece per alzarsi.
-    Draco - lo trattenne lei - Non è stata colpa tua - Si abbandonò alla tentazione di sfiorare la pelle perfetta del suo viso - Sono stata io una stupida - gli sorrise.
Il ragazzo sentì quella mano diffondere il suo calore sulla sua pelle e non voleva lasciarla scivolare via. Sentì l’improvviso impulso di trattenerla, avvicinarsi a lei e saggiare la morbidezza delle sue labbra.
Ma resisté, alzandosi.
-    Su Malfoy, non startene lì impalato - lo prese in giro lei - Mostrami il laboratorio dell’alchimista più famoso d’Inghilterra - gli si affiancò sorridente - O devo pensare che siano tutte dicerie -
L’atmosfera si era fatta [finalmente]  più leggera.
Aveva notato che c’era stato un momento in cui l’aveva guardata intensamente, e aveva dovuto ricorrere a tutto il suo autocontrollo per allontanare quella mano dal suo viso.
-    Non sia mai detto Granger - ghignò.

*

{Quando avevamo la stessa pelle,
la stessa luce nel corpo e nell’anima}

*

-    Granger - la chiamò piano.
-    Sì - distolse gli occhi dal libro che stava leggendo.
-    Stai tremando - Un’ affermazione.
-    Tu deliri- Solito orgoglio pungente.
si rannicchiò maggiormente su se stessa.
-    Hai freddo - affermò sicuro - Su vieni qui -
Posò il Profeta sul tavolino di fronte a sé, e distese il braccio sulla spalliera del divano, in un chiaro invito.
Hermione lo guardò male - Non prendermi in giro -
-    Cosa ti fa pensare che lo stia facendo - Un ghigno a curvargli le labbra sottili.
Lei gli lanciò un’occhiataccia e riprese a leggere, ignorandolo.
Non era in vena di scherzi.
Odiava profondamente l’inverno.
Tremò percettibilmente.
Draco lo notò. Ovviamente. Non sia mai detto che non stia attento a qualcosa.
-    Dai, non fare la stupida - si allungò sul divano prendendola per la vita - Vieni qui -
Ormai era un’abitudine. Una [cattiva] abitudine tenerla tra le braccia.
Aveva sviluppato una sorta di dipendenza che non gli piaceva affatto.
Hermione protestò con un mugugno, ma si accomodò meglio sul suo petto.
Non voleva trovarsi in nessun altro posto.
Strana la sorte.
Si diverte a intrecciare fili e tessere destini.
-    Basta per oggi con queste sciocchezze - le sfilò il libro di mano.
-    Non sono sciocchezze, ridammelo - Un sorriso nella voce.
Lui lo lanciò all’indietro, oltre il divano.
-    Ehi! - gli diede uno scherzoso pugno sulla spalla - Arrogante, presuntuoso, insolente! Sei sempre stato abituato a prenderti tutto quello che vuoi senza chiedere? -
-    Assolutamente sì - le bloccò la mano, attirandola maggiormente a sé.
-    Ah sì? - stette al gioco, sorridendo lei - E cosa vuoi ora? - avvicinò il viso a quello di lui.
-    Oh, io voglio tante cose - disse vago - Come… - fece finta di pensarci - Una bella vacanza ai Caraibi, un gelato al pistacchio. Mm anche una giacca nuova - elencò sardonico.
-    Scemo! - fece per alzarsi, fintamente indignata.
-    Dove vai - la prese per un polso, facendola ricadere al suo posto - Tu non vai proprio da nessuna parte - ora fu lui ad avvicinare il suo viso - Non mi piace ripetermi - le soffiò vicinissimo, per poi annullare la distanza.
Carezzò le sue labbra con le proprie. Le sfiorò il labbro inferiore con la lingua, mordicchiandolo leggermente in una muta richiesta.
Lei gli concesse l’accesso alla sua bocca approfondendo il bacio.
Le strinse le braccia intorno la vita, percorrendo la sua schiena in una lenta carezza.
Hermione affondò le dita nei suoi serici capelli, solleticandogli il collo.
-    Hai le mani fredde - sussurrò Draco sulle sue labbra.
-    Qualcosa ti preoccupa - aggiunse, non avendo ricevuto risposta.
-    Dopo parliamo, ti dirò tutto - promise - Adesso sta zitto - e affondò di nuovo le labbra nelle sue.
-    Mi piace Granger, quando fai la pervertita - ghignò
-    Tutta colpa tua - gli sorrise.
La guardò intensamente perdendosi nell’oro fuso dei suoi occhi, per poi cancellare quel sorriso con un bacio.








La seconda parte, premetto, che non è ancora su carta, quindi non vi so dare riferimenti temporali, all'incirca una settimana. Per il resto mi scuso per eventuali errori, ma devo scappare e non posso rileggerla. Se avete qualsiasi dubbio non esitate a chiedere. È la prima Draco/Hermione che pubblico e ho un po’ di ansia. So che l’avvicinamento può sembrare un po’ repentino ma essendo una one-shot ho dovuto cogliere i momenti più importanti. La smetto di annoiarvi.
Ci tengo molto mi facciate sapere se vi è piaciuta o meno, mi accontento anche di due righe ^^
Un bacio. Alla prossima, Vale







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Capitolo 2
*** Cielo e Terra ***


CIELO E TERRA 3




{ Senza respiro cerco te }

Draco Malfoy si riscosse improvvisamente.
Davanti a sé Stabbins controllava ancora i documenti.
Si ritrovò stranamente con il fiato corto. Come riemergere da una forzata apnea.
Si voltò di poco per guardare Hermione.

{ Senza respiro e sento che }
 
Era ancora assorta nei suoi pensieri, che viaggiavano in chissà quale direzione.
Si scoprì a sperare fosse la stessa dei suoi.

*

{ Non c’è un colpevole, lo sai
Né un innocente }

Si avvolse nella vestaglia azzurrina e ancora assonnata si avviò di sotto.
Trovò Draco al tavolo, intento a leggere il giornale con una tazza di caffè.
Notandola, si voltò verso di lei - Buongiorno - la salutò.
Hermione sorrise e avvicinandosi gli scivolò tra le braccia.
Gli diede un bacio leggero sulle labbra e poggiò il capo sulla sua spalla.
-    Incubo? - chiese lui, stringendola di più.
-    Mm mm - annuì.
Le accarezzò la schiena lentamente, affondando le mani tra i suoi capelli e massaggiandole il collo.
Ormai era quasi una routine.
Era strano quanto tutto quello sembrasse terribilmente normale.
Come qualcosa a cui inconsapevolmente hai sempre anelato.
E che una volta trovato sai, alla perfezione, di non poterne più fare a meno.
Draco si irrigidì improvvisamente.
Lei stette ferma per un po’.
Il silenzio si era fatto pesante, e, stranamente, non si sentiva più a suo agio tra le sue braccia.
-    Cosa c’è? - alzò di poco la testa, per guardarlo.
-    Nulla, cosa vuoi che ci sia - la voce era calma, ma gli occhi lo tradirono per un attimo.
-    Non mi mentire -
Gli prese il viso tra le mani [fredde] e, lentamente, lo baciò.
Le sue labbra si muovevano con le sue. Capì che si era tranquillizzato un po’ quando l’attirò maggiormente a sé e le mise una mano dietro la nuca per non permetterle di allontanarsi.
Quando si separarono, avevano entrambi il fiato corto.
Poggiò la fronte sulla sua in silenzio, aspettando che parlasse.
-    Sei ancora convinta.. di volere il divorzio, quando la guerra finirà? - fu poco più di un sussurro, pronunciato ad occhi chiusi.
Hermione capì il significato intrinseco di quelle parole.
Non rispose. Perché non se lo era chiesta nemmeno lei. Era successo tutto troppo in fretta e in modo molto strano.
Si limitò a stringergli le braccia al collo, posando il capo sulla sua spalla.
-    Non lo so - disse alla fine.
Lui stette in silenzio, incitandola a continuare con una breve carezza.
-    Non voglio mentirti - sospirò - Non so se riuscirei a convivere con me stessa, sapendo che la nostra promessa di matrimonio è stata una menzogna - Non aggiunse altro.
Lui la scostò, quasi bruscamente, e si alzò, allontanandosi.
Non era per niente capace di descrivere quello che provava in quel momento. Qualcosa gli aveva risucchiato tutto quello che aveva nello stomaco e sentiva uno strano rimbombo all’altezza del petto.
-    Draco - la ragazza cercò di avvicinarsi.
-    No! - le dava le spalle - Non puoi baciarmi in quel modo - si passò le mani tra i capelli - E poi dirmi che te andrai, quando questa stupida guerra sarà finita - Fece per andarsene, aveva bisogno di restare solo.
-    Draco aspetta - quasi urlò - Non ho detto che me ne andrò, non ci ho pensato, è successo tutto talmente in fretta - disse tutto d’un fiato.
Lui si fermò. Lo raggiunse e gli strinse le braccia in vita.
Lo sentì rimanere perfettamente immobile.
-    Non so darti una risposta - affondò il viso nel suo petto - Non so neanche se domani sarò ancora viva - sussurrò.
Draco l’abbracciò, affondando le mani nei suoi capelli, come ogni volta che aveva bisogno di conforto.
-    So solo - continuò in un sussurrò - che, adesso, sto bene qui, con te - gli si strinse maggiormente contro - così - concluse
 Poi alzò il viso per guardarlo - Viviamo il presente, per il resto si vedrà - accennò un sorriso - Come dicevano gli antichi latini “Carpe Diem” -
Draco si rilassò del tutto e ghignò - Sei incredibilmente saccente anche in questi momenti - scosse la testa e si avvicinò per sigillare quelle parole con le sue labbra.

*

{ Solo e ancora per un attimo }

L’avvocato Stabbins attirò la loro attenzione tossicchiando.
-    Signori Malfoy - Hermione gli lanciò un’occhiataccia, accuratamente ignorata - E’ tutto regolare, vi annuncio che avete ufficialmente ottenuto il divorzio, siete liberi come libellule - sorrise. Quella battuta non sembrò affatto gradita, ma poco se ne curò.
Hermione e Draco si alzarono, contemporaneamente.

{ Tra noi lo stesso battito }

Solo per un attimo le loro mani si sfiorarono.
Furono percorsi da un fremito, mentre il cuore di entrambi di dibatteva contro in petto, come un uccellino in gabbia.

*

{ Quell’impressione che di nuovo sia

Ancora una volta
Quando eravamo cielo e terra
E tu di me la mia metà}

-    Uff, siamo ad un punto morto -
Hermione chiuse, con un tonfo, l’ennesimo libro, che non aveva portato a nulla di buono.
-    Dai, finiamola qui, per oggi, tanto non arriveremo da nessuna parte- si stiracchiò sulla sedia.
-    Draco, non possiamo arrenderci così - presa a torturarsi il labbro inferiore.
-    Sì che possiamo.. - si interruppe - Smettila immediatamente -
Il suo sguardo era sinceramente confuso.
-    Smettila di provocarmi - aggiunse.
-    A dire il vero, non sto facendo assolutamente nulla - Era sorpresa.
-    Invece sì, anche adesso - fece un cenno, indicando le sue labbra, ancora tra i denti.
-    Oh - Poi sorrise
-    Smettila - ripeté, ricorrendo a tutto il suo autocontrollo - Se vuoi continuare le ricerche -
Si alzò - E chi ti dice che io voglia - andò a sedersi in braccio a lui, circondandogli il collo con le braccia.
-    Sei una provocatrice Granger, te l’hanno mai detto? - ghignò avvicinandosi al suo viso.
-    Mmm, no sei il primo - sorrise, prima di annullare la distanza.
Affondò le dita nei suoi capelli, avvicinandosi maggiormente a lui e approfondendo il bacio.
Draco le accarezzò lentamente la schiena, soffermandosi, come sempre, sul collo. Scese poi, piano, sui fianchi, infilando, cautamente, le mani sotto la maglietta.
A contatto con la sua pelle, le sue dita lasciavano scie bollenti, e mai come in quel momento i vestiti le sembrarono tanto fastidiosi.
Draco abbandonò le sue labbra, e scese a baciarle la mandibola, fino a raggiungere il collo.
Hermione emise un gemito di consenso, quando i suoi denti mordicchiarono piano la pelle delicata.
Lui alzò il capo, affondando nuovamente nelle sue labbra.
Le piccole mani di lei corsero istintivamente ai bottoni della sua camicia. Ne liberò i primi due dalle asole e sfiorò la sua pelle, sentendo i muscoli guizzare al suo tocco.
-    Andiamo di sopra - sussurrò Hermione sulle sue labbra.
Draco la scrutò attento, in una muta domanda.
Lei annuì dandogli un bacio leggero.
Lui sorrise e le accarezzò il viso con la nocca dell’indice, guardandola intensamente come ad imprimersi quel momento.
Poi si smaterializzò nella loro camera, con lei tra le braccia, riprendendo a baciarla.



{In ogni dubbio, in ogni verità, in ogni sguardo

Quando avevamo la stessa pelle,
la stessa luce nel corpo e nell’anima}

Chiuse la manopola dell’acqua e uscì dalla cabina doccia, rabbrividendo. Si affrettò ad avvolgersi nel caldo accappatoio. Si notava perfettamente che le stava grande, per poco non sfiorava il pavimento e il cappuccio le copriva quasi gli occhi.
Sorrise divertita e affondo il viso nella morbida stoffa verde, aspirandone il profumo.
Draco era via da due soli giorni, e già non vedeva l’ora che tornasse.
Sapeva che l’avrebbe rivisto solo nella tarda mattinata dopo. Quella sarebbe stata una lunga notte.
Si spostò nella loro camera da letto.
Non le andava di rivestirsi.
 [ Significava abbandonare l’avvolgente conforto del suo odore sulla pelle ]
Così si rannicchiò su una poltrona, ancora assorta nei suoi pensieri.
Osservò quasi convulsamente le fiamme nel camino, inebriandosi di quell’odore di muschio e neve.
Una consapevolezza improvvisa la colse. Non sapeva da quale e quanto remota parte del suo cervello venisse, ma in quel momento ne ebbe la certezza.
Il suo cuore avvallava quella consapevolezza battendo ad intervalli irregolari nel petto.
Eh sì.
Sorrise incredula.
Si era proprio innamorata.
E ammetterlo faceva tremendamente paura.
I suoi pensieri si fecero confusi.
Una densa nebbia le mostrava immagini poco nitide.
I suoi serici capelli..
.. grigi occhi magnetici..
.. labbra sottili, che non si sarebbe mai stancata di baciare.
Quella parte.. del sogno era particolarmente concreta.
Mugugnò di protesta quando quelle labbra abbandonarono le sue.
Si riscosse leggermente.
E ancora nel dormiveglia, lo sentì sedersi accanto a sé, e gli si rannicchiò inconsapevolmente contro.
Sorrise tenendo ancora gli occhi chiusi, concia che la stesse osservando.
-    Che ci fai con il mio accappatoio? - chiese Draco ghignando.
La vide aprire gli occhi, come se la sua voce l’avesse risvegliata improvvisamente.
Hermione sbatté le palpebre, realizzando davvero, solo in quel momento, che non era del tutto un sogno - E tu cosa ci fai qui? -
-    Che fai? Eludi la mia domanda con un’altra? - la prese in giro - Allora, come mai sei con questo? - indicò la morbida spugna verde che l’avvolgeva.
-    Non pensavo ti desse fastidio - fissò lo sguardo sulla brace ancora ardente.
Con una mano la costrinse a voltarsi e incatenò gli occhi ai suoi.
Lo sguardo di Draco era sereno - non mi da fastidio, sciocca - le arruffò i capelli, ancora umidi - Era pura curiosità, non l’hai mai fatto quando c’ero anch’io -
Lei si rilassò, rendendosi conto solo allora di essersi irrigidita.
-    È per questo - rispose enigmatica.
Lui la guardò confuso - Perché non c’ero? -
-    Già - sostenne il suo sguardo.
Draco scrutò i suoi occhi. Dopo poco ghignò divertito.
-    Puoi fare di meglio, Granger -
Ora era lei ad essere confusa.
Le prese il viso tra le mani e l’avvicinò al suo.
-    Metti da parte l’orgoglio - le sussurrò sulle labbra. La dolcezza trasudava da ogni sillaba. Anche se non lo era, sembrava tanto una richiesta, [una preghiera].
Hermione sorrise intenerita, annullò la distanza tra loro e lo baciò come non aveva mai fatto. Con una nuova consapevolezza.
Nascose il viso nell’incavo del suo collo e gli si strinse contro.
-    È vero - sussurrò con il fiato corto.
Una pausa.
-    Mi sei mancato - gli posò un baciò sulla tenera pelle della gola, avvertendo una vena pulsare frenetica.
Lui le accarezzò i capelli.
-    Lo so - disse dopo un po’.
Lei alzò il viso per guardarlo - Ah sì? - inarcò un sopracciglio.
-    Certo - ghignò.
Hermione assottigliò gli occhi - E dimmi, Mr Presunzione, come mai tu saresti già qui? -
-    Uh, mi sono sbrigato prima - fece vago - Non era una questione così lunga, Blaise è sempre il solito esagerato - concluse con noncuranza.
Lei alzò gli occhi al cielo.
-    Poi sarei io quella orgogliosa - si alzò, avviandosi verso il letto.
-    Ma io ho detto la pura verità - si difese lui.
Non rispose, cercando la sua camicia da notte.
Maledizione, dove si era cacciata?!
-    Cosa fai? - la guardò curioso, ancora comodamente seduto sulla poltrona.
-    Cerco la mia camicia da notte - borbottò, frugando nell’armadio.
-    E perché mai? - chiese alzandosi.
-    Per metterla, cos’altro potrei farne - gli lanciò un’occhiataccia.
-    E perché? - si avvicinava lentamente.
Sbuffò sonoramente. Sembrava il gioco del “perché”.
-    Vorrei andare a dormire, mi sembra ci si metta qualcosa addosso - rispose sarcastica - Oh eccola! - esclamò, prendendola.
-    Non nel mio letto - ormai le era davanti.
Lo fissò - Eppure, mi sembra che fino a qualche settimana fa dormissi nel tuo letto, perfettamente vestita - berciò.
Draco ghignò e le tolse la leggera stoffa dalle mani, lanciandola lontano.
Lei alzò un sopracciglio.
Non ebbe il tempo di replicare qualcosa che le calde mani di lui le si posarono sui fianchi, facendola fremere leggermente.
-    E adesso cosa staresti facendo? - cercò di mantenere la voce più distaccata possibile.
Invano.
Le accarezzò la pancia attraverso la stoffa, fino ad arrivare al nodo.
-    Questo non ti serve più - rispose, sciogliendolo lentamente, senza mai abbandonare i suoi occhi.
-    E cosa ti fa credere che io sia d’accordo - riabbatté, ostinata a non cedere.
La ignorò bellamente.
L’accappatoio ormai aperto, le sfiorò delicatamente un seno.
-    Ora sono qui con te - sussurrò.
Quello fece crollare tutte le sue difese. Si avvicinò al suo viso, stringendogli le braccia in vita.
-    Ora sei qui con me - le soffiò sulle labbra, mentre l’asciugamano le accarezzava il corpo, fino ad accasciarsi a terra. Come un filo d’erba sotto il violento [passionale] soffio del vento.

*

-    Oh certo, non vedo perché tutta questa fretta.. -
Stabbins continuava a ciarlare di cose di poco conto. Ma la mente di Hermione non ne registrò nemmeno una.
“Ora sei qui con me” “Ora sei qui con me” “Ora sei qui con me”
Quelle parole continuavano a ripetersi, come una nenia.
Contro la sua volontà, i ricordi riaffioravano nitidi.
.. la sua voce calda e sensuale.. il suo sguardo.. le sue mani sulla pelle..
Rabbrividì.
Maledizione. Non doveva [poteva] pensarci!
-    E poi sapete.. -
-    La ringrazio avvocato Stabbins - lo interruppe, costringendosi ad essere gentile - Adesso però dovrei andare - fece una pausa.
-    Uh, certo certo - si riscosse l’uomo.
-    Arrivederci - salutò tutti e nessuno.

{ Così mentre io ti guardo andare via,
senza mai voltarti }

Si affrettò ad allontanarsi da lì.
Ogni passo, che veniva attutito dalla moquette, rimbombava nell’aria come un presagio di distruzione.
Sentiva due occhi grigi perforarle la schiena, mentre i ricordi imperterriti si affollavano l’uno sull’altro, facendole venire un vago sentore di nausea.
Improvvisamente, mai come in quel momento, sentì l’impulso di annullare quel dolore straziante, che le attanagliava il petto. Per una volta non voleva fare la cosa giusta, fregarsene di tutto e di tutti..
Si riscosse, come se si fosse scottata.
Continuò a camminare decisa, senza mai fare il minimo accenno a voltarsi.
Aprì la porta, cercando ricacciare indietro le lacrime, e se la richiuse alle spalle, scomparendo alla vista [dalla vita] dei due uomini [del più giovane dei due].

{ Non riesco a non sentirti mia.
E stare senza di te.
E dimenticare. }

Il tonfo della porta che sbatteva, risuonò particolarmente sinistro, come l’avverarsi di quello strano presagio.
Draco si impose di mantenere il contegno, anche se avrebbe tanto voluto distruggere tutto ciò che si ritrovava a portata di mano.
Aveva scorto una piccola incertezza nei suoi passi, ma era assolutamente sicuro che non si sarebbe voltata. Mai.
-    Ragazzo - l’avvocato interruppe i suoi pensieri - fare la cosa giusta, non è semplice -
Draco rimase sorpreso da quel tono tanto malinconico.
-    La sua ex-moglie è stata molto coraggiosa - continuò quasi solenne - Ma non sempre la cosa giusta è quella più evidente - concluse, con un guizzo divertito nello sguardo.
Il biondo lo guardò confuso.
-    Adesso vada da lei… oh non mi guardi così, so che ci stava pensando - alzò gli occhi al cielo in maniera ovvia - Vuole mica gettare la spugna così? - gli sorrise. E sembrò molto più vecchio di quanto in realtà non fosse, ma lo scintillio nello sguardo era sempre identico.
Draco in quel momento provò un grande rispetto per quell’uomo.
Lo ringraziò con un cenno del capo e si congedò in fretta.
Una volta fuori dallo studio, si avviò a passo spedito verso l’uscita.


{Ogni parola che mi dicevi.

Ogni tuo gesto di libertà
Perché tutto questo è già di ieri ormai.}

-    Un giorno ti insegnerò a prepararla, visto che ti piace tanto -

-    Oh vorrei tanto fare un giro, mi manca il calore del sole e il soffio del vento sulla pelle -

-    Non ci credo! Finalmente è finita questa stupida guerra! -

-    Non può funzionare. Mi dispiace -
-    Al più presto ti arriveranno le carte del divorzio -



E così, come tutto era cominciato, contro le aspettative di entrambi, tutto era finito [contro il volere di entrambi] in un battito di ciglia.

{ Quando eravamo noi }

La luce accecante del sole dicembrino lo investì in pieno viso.
Lì brillante, il sole, a discapito della stagione, sembrava farsi beffe di lui.
Per un attimo pensò che Hermione si sarebbe potuta smaterializzare ovunque. Non aveva assolutamente alcuna possibilità di trovarla.
Ma poi alzò il viso al debole calore dei raggi del sole, e inspirò l’aria leggermente rigida.
Quella giornata le sarebbe piaciuta. Era quasi sicuro che avrebbe fatto una passeggiata.
Si avviò lungo il viale, rimirando il paesaggio ormai invernale.
Dopo poco, la scorse in lontananza, addentrarsi nel parco. Ghignò, non sbagliava mai.
La raggiunse a passo sostenuto.
Camminava lentamente, assorta nei suoi pensieri.
Arrivò a qualche metro da lei - Granger - la chiamò.
Hermione sussultò nell’udire quella voce tanto vicina.
Affrettò il passo senza voltarsi.
Draco scosse la testa, era così prevedibile.
-    Granger fermati - le comandò
-    Chi sei tu per darmi ordini - berciò lei continuando a camminare.
Lui sbuffò ma non rispose.
-    Hermione fermati, sai che non mi piace ripetermi - disse invece con tono perentorio.
Lei si bloccò.
Non per l’ordine, affatto.
Non si era mai fatta scrupoli a disobbedirgli.
Figuriamoci.
-    Mi hai chiamata per nome - sussurrò sorpresa, dandogli ancora le spalle.
Era la prima volta che lo faceva.
-    Lo so, vedo di aver raggiunto il mio scopo - affermò soffi sfatto.
-    Era solo per quello? - chiese. Una nota indecisa nella voce.
Si voltò per guardarlo.
Il suo viso era imperscrutabile.
-     No - rispose. Non aggiunse altro. E lei seppe che non avrebbe ottenuto altre spiegazioni.
Non in quel momento.
Si fissarono a lungo, come se non si fossero mai visti prima. Come se fosse la cosa più normale di questo mondo, stare lì, fermi. Semplicemente a guardarsi.
E in quel momento Hermione si rese conto che non era affatto normale.
Non era per niente logico, per due che avevano appena divorziato, stare lì immobili, in silenzio.
E non era un silenzio imbarazzante e teso, come la quiete prima della tempesta.
Affatto.
Era un silenzio tranquillo e sereno, come quel cielo terso nel bel mezzo dell’inverno.
No. No. No. E ancora no.
Ci stava cascando con tutte le scarpe.
- Che cosa vuoi? - proruppe brusca, per allontanarsi da quell’eventualità.
- Sarebbe troppo scontato dirti “parlare” - la sua voce era estremamente seria - quindi arrivo dritto al punto: voglio delle spiegazioni -
Fissò il suo sguardo magnetico nei suoi occhi, e vi vide una vaga confusione.
- Spiegazioni per cosa? - chiese
Draco alzò gli occhi al cielo - Per tutto questo - allargò le braccia con fare eloquente - per cos’altro sennò -
Hermione si irrigidì maggiormente. Non credeva volesse ulteriori spiegazioni.
Si preparò la scusa che rifilava a tutti. Persino a se stessa.
- È la cosa giusta - rispose decisa
- Giusta per chi? - Si stava adirando, anche se si era ripromesso di mantenere la calma.
- Per tutti - si limitò a rispondere, allontanandosi di un passo e fissando il lago brillante sotto i raggi del sole.
- E il tutti includerebbe anche te? - chiese scettico, fissandole le spalle.
Esitò un attimo, soffermandosi sul volo di un uccello - Sì - Il tono era molto più basso. Stentava lei stessa a credersi.
L’afferrò per un braccio, facendola voltare - Ti rendi conto di star dicendo una marea di cazzate? - quasi le urlò.
- Lasciami immediatamente - cerco di divincolarsi dalla presa, non rispondendo alla domanda.
- Dammi un solo motivo valido - le intimò deciso.
Hermione prese un respiro, abbassò lo sguardo per un attimo. Poi lo puntò nel suo, sperando di non tradirsi.
- Non ti amo - Si sorprese di quanto la sua voce fosse ferma. - E adesso lasciami andare -
Draco non si scompose - Non mi ami e basta - fece una pausa significativa - O non mi ami più? - sottolineò l’ultima parola, accentuando leggermente la stretta, senza farle male.
Lei rimase un attimo interdetta.
Si ritrovò a pensare che quella mano sul suo braccio era stranamente rassicurante. E sentì una gran voglia di piangere.
Sospirò piano.
- Non ti amo e basta -rispose quasi d’istinto, riuscendo a stento a controllare la voce.
Lui ghignò.
E lei capì di aver sbagliato. Di essersi tradita.
Non poteva certo pensare che lui credesse a quella grande sciocchezza.
Quante volte gliel’aveva ripetuto, sussurrato urlato.. Le venne da ridere ad un ricordo che le era balenato alla mente..

- TI AMO STUPIDO ARROGANTE CHE NON SEI ALTRO! -


Ma si trattenne.
Lo vide avvicinarsi piano, e sgranò leggermente gli occhi. Aveva sempre quel ghigno stampato sul viso.
Sentì il suo respiro sulle labbra e fu assolutamente consapevole che sarebbe capitolata. Era matematicamente sicuro.
Al di là delle sue preoccupazioni o aspettative lui parlò.
- Continua con i tuoi giochetti d’orgoglio - le sibilò sul viso - Ma non pensare che io ti aspetti per sempre - concluse freddo come non mai.
Si allontanò. Le diede le spalle. E si incamminò lontano.  
Hermione rimase lì, con gli occhi spalancati.
Le gambe le cedettero, come impossibilitate a reggere un peso ben più grande del suo corpo.
Si ritrovò ad annaspare in cerca di aria, mentre quel nodo all’altezza dello stomaco si riversava in lacrime.
Si sentì svuotata di tutto, e si strinse le braccia al petto come per impedire che quel vuoto si ampliasse fino a soffocarla.
Mai come in quel momento si rese conto del suo bisogno quasi spasmodico di Draco.
Fin ad allora era stata lei a scegliere, a rompere, ed era consapevole di avere sempre una possibilità.
Ma ora lui se ne era andato, lui l’aveva lasciata lì, sola.
- Draco.. - sussurrò, sperando fosse li accanto.
Alzò lo sguardo, appannato dalle lacrime, e lo intravide in lontananza camminare con il suo passa strascicato e le mani in tasca.
Sorrise debolmente, i capelli rilucevano ai raggi del sole.
- Draco - alzò la voce, incrinata da pianto.
Lo vide bloccarsi improvvisamente.
Si sollevò da terra con un piccolo sforzo.
Alzò lo sguardo e incontrò due magnetici occhi grigi, lievemente confusi, poco lontano.
Si era avvicinato.
- Draco vieni qui - La voce ancora tremante.
Lui la guardò preoccupato, ma non si mosse.
- .. Vieni qui.. - Fece qualche passo barcollate verso di lui - Ti prego- supplicò.
Lo vide avvicinarsi e si sbilanciò, scivolandogli tra le braccia.
Ricominciò a singhiozzare più forse, nascondendo il viso nel suo petto.
- Shh - Prese ad accarezzarle la schiena - Adesso perché piangi? - chiese piano.
- Dimmi che non è troppo tardi, ti prego - implorò tra le lacrime - Dimmi che non mi stai consolando solo perché sto piangendo - aggiunse cercando di frenare i singhiozzi.
- Sei una stupida, Hermione -
Le prese il viso tra le mani. Le baciò la fronte, le palpebre, le guance, catturando qualche lacrima, come a rendersi davvero conto che lei fosse lì, tra le sue braccia.
Infine posò le labbra sulle sue, stringendola a sé, come se un minimo spazio facesse la differenza.
[ Come se una minima distanza facesse male ]
Fu un bacio diverso. Che sapeva di sale e ricordi, lacrime e nuove consapevolezze.
Quando si separarono Draco posò la fronte sulla sua, ad occhi chiusi.
- Davvero avevi creduto che poteva essere troppo tardi? - sussurrò leggermente divertito.
Lei annuì, sentendosi confortata nell’udire il suo cuore battere frenetico.
- Scusami - mormorò poi, mentre lui apriva gli occhi, guardandola - Mi dispiace, ho fatto e detto cose orribili, ma pensavo davvero fosse la cosa giusta - abbassò lo sguardo.
Lui allontanò leggermente il viso - Sai cosa mi ha detto quel vecchio gufo di Stabbins? - chiese.
Lei negò con la testa.
- Non sempre la cosa giusta è quella più evidente - fece imitandolo.
Lei scoppiò a ridere a quel tono tanto simile a quello dell’avvocato.
Gli intreccio le dita tra i capelli, alzandosi leggermente sulle punte - Mi sa che aveva ragione - Sorrise prima di affondare di nuovo nelle sue labbra.
- Prima ti ho mentito - sussurrò quando si separarono, abbassando lo sguardo.
- Lo so - soffiò lui ironico, cercando di alleggerire la situazione.
Ma lei si ostinava a tenere lo sguardo fisso a terra.
- Ehi - con due dita sotto il mento la costrinse a guardarlo.
- Voglio che ti ricordi sempre - iniziò lei tentennante - che ti amo, qualsiasi cosa stupida io possa fare - concluse decisa, spostandogli un ciuffo di capelli dagli occhi.
Le baciò la fronte - Certo, basta che tu contenga la tua stupidità - la prese in giro.
Gli diede un debole pugno sul petto - Scemo -
Poi lo abbracciò stretto, gemendo leggermente.
Lui affondò le mani tra i suoi capelli.
- Ho paura -
Fu poco più di un sussurro, ma Draco lo udì.
- Tranquilla - le accarezzò la nuca - Andrà tutto bene - la rassicurò - Ricordi: ora sei qui con me - sussurrò, posandole un bacio tra i capelli.
Lei annuì sul suo petto, stringendogli maggiormente le braccia in vita. Come se l’aria non avesse il permesso di intromettersi.
Sentì la presa sulle sue spalle faresi più decisa, e sorrise.
Già. Quel lieve dolore era la conferma lampante di essere davvero l’una tra le braccia dell’altro.
- Portami a casa - sussurrò.
Lui le arruffò i capelli, scherzosamente - Andiamo -







Fiuuuuuu! E finalmente l’ho conclusa!! Scusate tantissimo per il ritardo ma la scuola è stata infernale in queste settimane. Spero vi piaccia la fine^^ Forse non ve lo aspettavate vero? Eh bhè, ammetto di essere stata tentata di farla finire in altro modo, ma mi sono attenuta al progetto iniziale. È un po’ diversa da come l’immaginavo, ma la mia mano spesso non segue il cervello. Comunque ne sono abbastanza soddisfatta.

Sono piuttosto di fretta, mi scuso per eventuali errori di battitura, ma c’è qui accanto Breaking Dawn che mi attrae come una calamita. Ho sviluppato una strana dipendenza dai libri della Meyer, penso che chi li ha letti mi capisca xDD

Ringrazio tutti i lettori, le 18 persone che hanno messo la fic tra i preferiti (wow grazie!) e chi ha commentato:

nina92: grazie mille^^ Mi dispiace di aver aggiornato così tardi ma l’ultimo anno di liceo è sfiancante xD Spero ti sia piaciuto anche il sueguito^^ un bacio.

narcyssa malfoy: grazieee^^ Spero ti sia piaciuta, un bacio.

elettra1991: grazieeee! Eh sì Harry l’ho sempre immaginato molto riflessivo e maturo^^ Spero ti sia piaciuta, un bacio.

bribry85: Grazie anche a te!! Allora è finita come ti aspettavi?? ^^ fammi sapere mi raccomando. Un bacione.

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