Il mistero della lanterna di carta

di Undead
(/viewuser.php?uid=786479)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Tutto è iniziato a 13 anni, quando con la scuola siamo andati alle 5 terre, era molto tempo che aspettavamo la gita e speravamo veramente che fosse indimenticabile, così è stato.
Siamo partiti alla mattina presto, avevamo un gran pullman tutto blu all'esterno e verde all'interno, quando avevamo voglia, o di mangiare o di bere, potevamo suonare un piccolo campanello situato appena sotto il sedile, bastava che, con una frenata brusca, gli prendevi contro e subito un carrello su rotaie si avvicinava e portava qualsiasi cosa ci fosse nella piccola cucina all'interno della cabina del pullman; questa era grande come un quarto del veicolo. Ovviamente abbiamo approfittato un po' troppo di questo servizio, infatti, molti dei miei compagni ogni mezz'ora si prendevano da mangiare e qualche litro di coca cola da bere, le prof non dicevano niente perché anche loro stavano facendo lo stesso, ma non erano nel nostro scomparto, infatti, come tutti i superiori erano in un posto comodissimo e di uno strano color rosso. Io lo so, perché la sera, mentre tutti dormivano, con alcuni miei compagni siamo andati a fare un giro di ricognizione del pullman, l'autista, infatti, ci aveva permesso, anzi chiesto, se durante la prima notte alcuni di noi potevano fare questo giro di ricognizione per assicurarci che non ci fosse nessuno nei paraggi. Be come ho detto eravamo in giro per il pullman e ci siamo ritrovati nell'unica parte proibita, cioè quella degli insegnanti, così ci siamo consultati, infine, i più coraggiosi sono entrati mentre gli altri sono tornati indietro a riferire quello che stavamo facendo, intanto il nostro gruppetto si è avventurato all'interno del vagoncino, dove a ogni piccolo passo si vedevano enormi tavolate con montagne di cibo molto, ma molto buono e gustoso. Avendo visto questo spettacolo i più deboli di stomaco si sono fermati per rifocillarsi e così sono rimasti indietro perdendosi la scena più bella di tutte: un'enorme finestra che si affacciava su un gran bel prato, era ricoperto di alberi di uno strano color giallo, uccellini di ogni colore e in lontananza si intravedevano delle montagne con la cima innevata, purtroppo scoprimmo che era soltanto un enorme quadro.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Camminando dentro questo buio vagone molti si sono persi o sono tornati indietro, alla fine eravamo rimasti in sei, ancora adesso i nostri amici ci chiamano "I mitici 6", siamo arrivati a una porticina con una targhetta dove c'era scritto "PERICOLO DI ESSERE PERSEGUITATI A VITA NON ENTRARE" ancora una volta ci siamo trovati in un piccolo dilemma, ma alla fine la decisione è stata unanime, aspetteremo fino alla notte di ritorno, dopodiché entreremo e scopriremo cosa contiene questa magnifica stanza. 
Ad un certo punto sentimmo un rumore, ci siamo guardati tutti e preoccupati che arrivassero i prof siamo scappati, il più velocemente possibile e, sempre correndo, ci siamo catapultati nel nostro vagone, eravamo molto stanchi  quindi ci siamo stesi nei primi posti liberi, senza neanche vedere o pensare a chi avevamo accanto.
 
La mattina seguente ci siamo svegliati presto anche se eravamo andati a dormire alle 2:30, ma eravamo troppo eccitati per stare fermi a letto fino all'ora giusta. Mentre tutti dormivano noi ci siamo ritrovati nel vagone principale, quello della colazione e ci siamo rifocillati, sapendo che se avessero trovato resti del nostro passaggio della sera prima non avremmo più mangiato e saremmo stati chiusi a chiave nelle nostre camere, mentre tutti si divertivano.
Alle 8 in punto suonò la sveglia e noi ci precipitammo in camera, ci siamo cambiati, mentre i nostri compagni di stanza ci chiedevano informazioni su come avevamo fatto a non farci scoprire e se era stato divertente e se ci avessero espulso se ne fosse valsa la pena; ancora non sono sicuro di quello che hanno risposto gli altri , ma io ho detto"Assolutamente sì, è stato fantastico e lo rifarei anche subito. Non ci hanno beccato perché non abbiamo fatto rumore, stranamente, e quando abbiamo scoperto la porta maledetta non siamo stati né egoisti né stupidi, perché non sapendo né l'ora né dove ci trovavamo ce ne siamo andati e stanchi com'eravamo ci siamo buttati sul primo letto libero”. 
 
Propri in quel momento i prof. erano venuti a vedere se eravamo già tutti pronti e trovandoci in corridoio ci hanno portato a fare colazione ma noi visto che ci eravamo appena abbuffati non abbiamo mangiato quasi niente, fortunatamente non hanno sospettato nulla. Dopo colazione ci siamo recati in stazione per visitare tutte le 5 terre... 
Durante tutto il viaggio in treno abbiamo parlato di come avremmo fatto a mantenere il segreto per tutta la durata della gita e anche dopo, visto che se questa notizia arrivava alle orecchie dei prof. eravamo spacciati e non soltanto noi “avventurosi “ ma anche i nostri compagni che pur sapendolo non hanno detto niente e ci hanno coperto. 
 
Ad Erika era venuta un idea geniale, strano a dirsi visto che fa sempre la sciocca ma io so che è molto intelligente, infatti nessuno ha avuto da obbiettare; ecco il piano: se i prof sentissero qualcosa mentre parliamo o mentre siamo all'azione abbiamo la scusa che l’autista del pullman ci ha chiesto di ispezionarlo perché aveva paura che durante la notte ci si potesse intrufolare qualcuno, dato che la porta scorrevole è molto facile da aprire dall'esterno visto che è mezza rotta, e questo i prof lo sapevano bene visto che ci avevano proposto di cambiare pullman ma loro hanno insistito per avere il più lussuoso, nel quale avrebbero potuto rilassarsi senza doversi preoccupare di noi ragazzi. E se non ci avessero creduto allora si che eravamo spacciati.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Scesi dal treno ci siamo recati in una chiesa, dove la guida ci ha spiegato come e quando fu costruita, poi restaurata e modificata in un momento successivo alla costruzione per poter contenere più fedeli; successivamente siamo andati a fare una “scalata” molti, purtroppo per loro, si sono fermati a metà e si sono persi le cascate che si vedevano dalla cima, infine ci siamo recati a un museo dove ci hanno fatto vedere anche un filmato sulle usanze delle 5 Terre; stanchi per la lunga camminata siamo ritornati in pullman per cenare e dormire durante il viaggio di ritorno, ma noi avevamo qualcosa di meglio da fare… così mangiammo e dopo essere stati svegli fino a che non ci hanno cacciato a letto e preso i cellulari, ma da furbi ne abbiamo tenuto uno ogni due (uno dava tutto il cellulare senza sim e l’altro dava solo la sim, oppure davamo una sim vecchia che non usavamo più). All’una eravamo davanti alla porta, eravamo io, Erika, Marco, Luca, Alice e Sara, come sempre a coppie, io ed Erika entrammo per primi, subito dietro di noi c’erano Luca e  Sara, infine Marco e Alice, avanzammo nel buio e dopo circa dieci metri cademmo in un buco non molto profondo ma abbastanza per non poterlo risalire senza una corda o una scaletta, ma a quello ci avremmo pensato dopo visto che intorno a noi c’era oro, tanto oro e nel centro una lanterna, anche lei d’oro, almeno così ci sembrava. Avvicinandoci però ci accorgemmo che era di carta, e il color oro glielo dava una strana luce attaccata al soffitto, decidemmo di prenderla e portarla ai nostri amici, così facendo risalimmo il buco prendendoci l’uno sopra l’altro e l’ultimo di noi, cioè Luca dato che era il più alto era rimasto giù ci tenemmo per i piedi e tirando, mentre lui si arrampicava, lo tirammo fuori. Noi non volevamo andarcene dalla stanza, ma per timore di essere scoperti era meglio non andare oltre ai limiti che ci eravamo prefissati, infatti appena entrati nella sala con il quadro ricevemmo una chiamata che diceva di tornare subito indietro dato che i professori stavano per venire a fare il controllo notturno, così ci precipitammo nella stanza e con il nostro compagno ci buttammo in un letto e ci coprimmo quasi fin sopra la testa per non far vedere che eravamo vestiti e che nascondevamo la lanterna di carta in uno zainetto che prontamente nascondemmo sotto il letto. Appena se ne furono andati ci rialzammo e facemmo vedere la lanterna ai nostri amici ancora in piedi i quali non credevano ai propri occhi e alle proprie orecchie dato che se la tenevi in mano stando fermo faceva un lieve rumore, sembrava un lamento come se qualcuno fosse rinchiuso li dentro, ma pensandoci bene questo non era possibile giusto?! Con questo piccolo rompicapo che ci frullava in testa siamo tornati nelle stanze in cui avevamo lasciato gli zainetti da ricognizione e dato che eravamo stanchi morti, di comune accordo ci siamo messi a dormire sempre a coppie per potersi coccolare e tenersi stretti dato che avevamo paura di essere scoperti, così facendo però ci saremmo potuti mettere ancora più nei guai ma a quel punto non ci interessava più niente e forse avevamo anche perso il lume della ragione perché ci siamo spogliati senza preoccuparci di chi c’era nel letto con noi e ci siamo stesi senza problemi abbracciandoci e accarezzandoci come se da sempre dormissimo insieme, almeno io ed Erika abbiamo fatto così e dato che a me piace è stata la notte più bella della mia vita, almeno per adesso, e spero sia così anche domani, dato che abbiamo forato una gomma e non ne abbiamo una di scorta così ci siamo fermati in un autogrill ma dovremmo aspettare almeno fino a domani notte per poter ripartire dato che anche lì sono sprovvisti di ruote per questo tipo di pullman e se le stanno facendo portare, ma fino a domattina non partono e lo stabilimento è in Slovenia.
 
I prof stanno chiedendo spiegazioni all’autista di come abbia fatto a forare, lui molto imbarazzato risponde che durante la notte si era appisolato un momento, così sentendosi stanco si era fermato in una piazzola dove purtroppo c’erano un sacco di vetri; nel frattempo noi ci eravamo radunati nella sala da pranzo per poter discutere liberamente della lanterna, così raccontammo a tutti come l’avevamo trovata e che all’inizio ci era sembrata d’oro come tutti i gioielli che erano, e sono ancora racchiusi in fondo al quel buco, Sole disse – Accipicchia, vi immaginate se riuscissimo a portare fuori tutta quella roba, diventeremmo ricchissimi e potremmo permetterci di vivere nel lusso anche se poi avremmo soltanto un banale lavoretto in una pizzeria o che so io… è fantastico!!!!_
Allora risposi – Si è vero ma purtroppo non sappiamo a chi appartiene e se magari c’è una maledizione, come nella lanterna_
- Cosa è che c’è nella lanterna? Cosa c’entra con le maledizioni?_ Chiese Fede, ormai l’avevo detto, dovevo confessare che mentre stavamo dormendo si vedeva una luce di un colore non ben definito che proveniva dallo zainetto in cui avevamo messo la lanterna, ma non sapevo come poterlo spiegare senza farli allarmare troppo, per fortuna Erika venne in mio aiuto e disse: - Ecco, vedete il fatto è che la lanterna è fatta di carta ma dal suo interno di notte scaturisce un forte bagliore di luce, è molto intenso e non è facile da capire di che colore sia, sembra proprio un arcobaleno, ma con tutti i colori uniti e messi a casaccio, ancora non sappiamo niente ed è difficile da spiegare ma come avete sentito tutti sembra che la dentro ci sia qualcuno, magari che è rimasto imprigionato per via di una maledizione come succede ai geni nelle lampade, non so proprio cosa dire…_ Così ognuno di noi stette in silenzio per alcuni minuti, poi sentimmo la voce dell’autista che annunciava il pranzo, così dato che eravamo già a tavola aspettammo i prof e in silenzio, molto in silenzio, come mai prima era successo abbiamo mangiato e i prof, molto sorpresi dal nostro comportamento chiesero se stavamo bene o era successo qualcosa, noi ovviamente, rispondemmo che non era niente semplicemente eravamo ancora un po’ stanchi per la lunga camminata del giorno prima, così ci accordarono il permesso di poter restare nelle nostre stanze a chiacchierare e rilassarci tutto il giorno.
Qualche minuto dopo eravamo tutti nella stanza di Marco a parlare, più che parlare a guardarci negli occhi, decidemmo di non far preoccupare ulteriormente chi non c’entrava o c’entrava molto poco effettivamente, dicendogli di andare nelle loro stanze e non parlare con nessuno di quello che stava succedendo, anzi di chiamare i genitori e rassicurarli dicendo che stavamo bene e che saremmo tornati a casa qualche giorno più tardi spiegandogli la situazione della gomma forata, ma siamo stati chiari se avessero menzionato o soltanto accennato a cose riguardanti il resto del pullman avremmo denunciato questi ragazzi ai prof, per avere via libera durante i nostri spostamenti notturni e poiché  nessuno voleva grane, soprattutto in gita sono stati bravi e non si sono fatti scappare neanche una parola. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Noi 6, i soliti 6, siamo rimasti a parlare e dopo qualche riflessione abbiamo preso la lanterna e come si faceva con le lampada l’abbiamo sfregata, per un po’ non successe nulla, ma una volta persa la speranza, che potesse capitare qualcosa, si sentì un gran botto e dalla lanterna uscì un magnifico color smeraldo con qualche scintilla d’oro e d’argento, dopo questo bagliore uscì uno strano omino fatto di carta pure lui che, con una vocetta stridula ci fece: - Be, ecco siete voi allora, ad avermi portato via dal mio regno, sapete che cosa avete combinato? Se entro 20 ore dalla mia scomparsa non torno all’oro saranno guai seri!!!!_ rimanemmo un po’ sorpresi, ma soddisfatti di quello che avevamo scoperto e orgogliosi di noi che non ci eravamo fatti scappare un occasione d’oro per poter affrontare una magnifica avventura, così rispondemmo: - Bene, allora cosa sono queste cose terribili che possono accadere??, e poi come mai ha deciso di introdurre il suo oro in questo pullman??_ lui un po’ sorpreso rispose: - Siete soltanto dei ragazzi non potete capire cosa sia il valore dei soldi e in questo caso dell’oro, dovevo trovare un posto in cui nessuno sarebbe mai andato a cercare ma voi ficcanaso avete superato tutte le trappole e siete anche riusciti ad uscire dal burrone, per questo ora siete nei guai, o mi riportate dall’oro oppure il vostro viaggio durerà molto più di qualche giorno. Ahahahahah!!!!!_ bene ora eravamo ancora più soddisfatti, così Marco chiese: - Se decidessimo di portare via l’oro con noi chi ci fermerebbe, tu??? Eheh!! Sembri un moscerino che però non vola! Adesso spiegaci di cosa tratta la maledizione, subito!!_
-Bene se siete convinti di tenervi l’oro maledetto non sarò c’erto io a fermarvi ma vi posso garantire che sarà molto doloroso e se non riuscirete a sopportarlo diventerete come me e vi racchiuderete insieme al vostro oro in un luogo strano e buio dove nessuno verrebbe mai a cercare, se invece riuscite a superare tutte le disgrazie che vi capiteranno, cioè morti di persone care, fallimenti nella vita, nel lavoro, avere malattie inguaribili non abbattersi continuando la vita come sempre e non so che altro ancora, allora potrete utilizzare il vostro oro e diventare ricchi e soprattutto spezzare la maledizione, ma non sarà facile vi avverto._ Così io chiesi:- Per prendere l’oro e dividerlo tra noi come dobbiamo fare? Se anche solo uno fallisce, falliremo tutti? E se uno di noi tiene moltissimo a un altro che possiede l’oro maledetto quest’ultimo potrebbe morire?_ rispose: - No, nessuno di voi finché non si arrende alla potenza della malvagità contenuta nell’oro potrà morire, e se uno fallisce la sua parte d’oro rimarrà con lui e se verrà trovata il ciclo ricomincerà, quindi, se volete eliminare l’oro maledetto, sì fallirete, ma se il vostro scopo è individuale per diventare ricchi, potrete stare tranquilli e fregarvene di come procede la vita degli altri possessori d’oro, infine per poter dividere equamente l’oro ci penserà lui, al termine delle 20 ore che vi ho detto prima l’oro inizierà a spostarsi e se voi vi troverete lì tutti e 6 insieme le parti d’oro si infileranno nel vostro corpo in parti uguali e soltanto a prova terminata o successivamente al fallimento l’oro “uscirà” dal vostro corpo e si potrà controllare e farne uso, mi raccomando state molto attenti chi si vuole tirare indietro è meglio che lo faccia adesso, perché poi sarà troppo tardi. Un ultima cosa se voi vi fate carico dell’oro io tornerò una persona e vi chiedo di non cercarmi perché non voglio avere più niente a che fare con quel dannato oro, ha completamente distrutto la mia vita e ormai non ho le forze per ricominciare da capo nella mia carriera, dovrò accontentarmi di trovare un lavoro che mi faccia guadagnare da vivere e magri provare a ricostruire una famiglia. Ecco mancano soltanto 2 ore siete ancora sicuri di volervi prendere l’oro e soffrire soltanto per poi poter diventare ricchi o pazzi come sono io ora?? Siete ancora giovani non meritate di soffrire così tanto._
Erika disse :-Siamo certi che riusciremo a controllare la forza della maledizione e che quest’oro in futuro non farà più del male a nessuno, noi non ci tireremo indietro, perché non siamo dei codardi non abbiamo nulla da perdere, in fondo come ha detto lei siamo giovani e abbiamo ancora tutta la vita d’avanti, avrei solo un ultima domanda, se uno decide di arrendersi chi vuole continuare con la prova può liberare il suo amico prendendo l’oro che possedeva?_
:-Si, ma il dolore che già si sta provando aumenterà però così potrà ridare un senso alla vita dell’amico, io feci così e guardate come sono ridotto, scommetto che tutti quelli che ho aiutato credendomi più forte non si ricorderanno neanche che esisto e avranno una vita meravigliosa; io invece mi sono rovinato con le mie stesse mani credendo di poter battere senza l’aiuto di nessuno la potenza della maledizione, ma come vedete mi sbagliavo di grosso. In bocca al lupo ragazzi, grazie per portarmi via questo peso, siete ancora dell’idea di impossessarvi dell’oro vero??_
:-Sì stia tranquillo lei potrà ricominciare a vivere, e mi creda i suoi amici se sono veri amici la stanno ancora aspettando, e saranno felicissimi quando la vedranno. Noi proveremo a stare uniti e a compiere la missione, spero di rincontrarci quando tutto sarà finito, addio!!_

Così dicendo, iniziammo ad andare verso il buco, stando attenti a non svegliare i prof e i nostri amici, una volta ricaduti nel buco vedemmo che l’oro  ancora non si muoveva, così aspettammo e dopo qualche istante tutto ciò che era nella stanza iniziò a spostarsi verso di noi come se fossimo calamite, ci tenevamo per mano avendo un po’ di timore che il forte impatto con gli oggetti più forti ci potesse spazzare via, ad ogni oggetto che entrava facevamo un piccolo sussulto e una smorfia di dolore, quando ormai quasi tutto era entrato nei nostri corpi ci dividemmo a coppie come avevamo deciso di fare il primo giorno, e andammo in direzioni opposte per poter prendere tutto ciò che era ancora nella stanza, il dolore era sempre più forte, ma sapevamo di dover resistere e di non poter gridare, altrimenti avremmo svegliato tutti e saremmo andati in un casino più grande di noi, così per sopportare il dolore ci venne un idea che attuammo tutti nello stesso momento come se ci leggessimo nel pensiero: ci abbracciamo e ci tenemmo stretti e ancorati al suolo con i piedi per non scivolare, dopo qualche minuto non sentimmo più dolore e riaprendo gli occhi ci rendemmo conto di essere tornati nelle nostre stanze stesi sul letto. 
Sentendoci stanchi siamo rimasti stesi e dopo qualche coccola tra me ed Erika ci siamo addormentati, non so bene cosa possa essere successo ma sento che l’avventura che stiamo per intraprendere ci unirà molto, infatti la mattina seguente al mio risveglio mi sono ritrovato Erika che mi abbracciava ed io che le tenevo la mano, mentre l’altra era infilata tra i suoi capelli, un'altra notte meravigliosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


A colazione ci sedemmo in un tavolo a parte noi 6 e decidemmo di riunire anche gli altri per dirgli che ci sbagliavamo e non c’è nessuna magia né nella lanterna né nell’oro e anzi avevamo avuto delle allucinazioni per la stanchezza, infatti una volta tornati là non abbiamo visto più niente, magari era solo il riflesso della luce e se non ci credevano avrebbero potuto andare a controllare, tanto l’oro ormai era all’interno dei nostri corpi e non sarebbe  uscito finché non avessimo terminato la missione.

Verso le 10 i prof hanno organizzato un quiz, noi abbiamo partecipato come tutti e ci siamo divertiti a sparare cazzate su tutto quello che non sapevamo ma per un motivo o per l’altro il nostro bottone suonava. Alla fine del gioco ci siamo ritrovati nella sala da pranzo e scherzando con tutti salta fuori che la ruota non potrà arrivare per almeno un settimana,  così i prof hanno chiesto un altro pullman e così ci spedirono in camera a fare i bagagli, avremmo viaggiato su un pullman con soltanto 2 stanze una per i prof e una per gli alunni, nelle quali c’erano 10 letti e dato che noi eravamo in 20 ci dovemmo organizzare per dormire a coppie, ecco che, ancora una volta, il destino fa unire me ed Erika, infatti, visto che non si riusciva a trovare un accordo siamo andati a sorte, fortunatamente le coppie per l’esplorazione si sono ritrovate anche nello stesso letto, mentre disfavamo i bagagli e li mettevamo sotto il letto ricevevamo telefonate preoccupate dai nostri genitori e noi rassicurandoli che stessimo bene ci accorgemmo che qualcosa in noi era diverso, o almeno ci sembrava, alcuni mentre parlavano con i genitori sentirono un grido e capirono che era successo qualcosa di grave allora si misero a piangere disperati, ma con il nostro aiuto, mio e di Erika, si sono ripresi e ci hanno chiesto come mai ai nostri non era successo niente, noi pensammo che loro volessero troppo bene ai genitori, così dicemmo: - noi non teniamo molto ai nostri genitori, ci servono solo per portarci dagli amici e darci soldi, voi invece ci siete affezionati, e come ha detto Bill, il ragazzo rinchiuso nella lanterna, solo le persone a te care rischiano di morire_
:- Cioè voi state dicendo che se i vostri morissero non ve ne fregherebbe niente? Ma vi sentite quando parlate? Se non tenete ai vostri genitori che vi hanno messo al mondo e vi hanno amato per tutta la vostra vita a chi potete tenere?_ allora Erika rispose: - Magari per voi è stato così ma per me no, è vero mi hanno messo al mondo e cresciuta ma solo fino ai 6 anni, infatti da quando ho cominciato ad andare alle elementari mia mamma era troppo impegnata con mia sorella e con me si comportava solo da maestra, come fa tuttora, mi sgrida e se vado male a scuola non mi fa uscire finché mio padre non torna dal lavoro e quando torna ci pensa lui mi mena forte, con la cintura e molte volte mi mette in punizione sotto al termo. Ma ormai non ci sto più, e ogni volta che mi ribello la punizione aumenta non vedo l’ora di essere maggiorenne per andarmene da casa e vivere finalmente in pace, voi ricevete ancora i regali per il compleanno o per natale dai genitori vero? Be io è da quando è nata mia sorella che non ricevo più nemmeno un libro, anzi neanche da vestire e mia sorella una montagna di roba, ha un sacco di soldi e io invece sono sempre in debito e così li rubo da lei in fondo sono punita ingiustamente per qualsiasi cosa e faccio finta che mi puniscano perché sanno che rubo da Letizia, chiedevo un cane da quando ero bambina e adesso l’hanno comprato, ma non a me, a Letizia, però lei non fa niente io lo devo lavare, io lo devo portare fuori e se sporca in casa è colpa mia, io devo pagare il cibo per lui e lo devo portare con me sempre perché dicono che lei è piccola ma ormai ha 10 anni cazzo!!!! Vedete che vita di merda che faccio io non ho nessuno che mi vuole bene a parte Alex che so mi vuole più bene che a se stesso e anche io gli voglio un mondo di bene perché è l’unico che conosco che se lo merita, e gli vorrò bene per sempre, ed è per questo che noi andremo avanti fino alla fine qualsiasi cosa succeda affronteremo qualsiasi difficoltà ma mai ci arrenderemo alla forza della maledizione perché se soltanto uno di noi cede morirà e l’altro pure, forse sarebbe meglio così almeno la nostra vita potrà cambiare._ Disse tutto questo con voce strozzata e poi scoppiò in lacrime, io andai da lei e la strinsi forte, mi si strofinò contro e tenendola sempre più stretta la lasciai sfogare finché non si addormentò, avevo la maglia completamente bagnata ma non volevo svegliarla così rimasi abbracciato a lei tutta notte, cercando di farla stare meglio mentre gli altri riflettevano su quello che aveva detto e stavano male un po’ per i loro genitori un po’ per Erika e non vedevano l’ora di essere a casa per poter stare soli e riflettere a cosa stavano correndo incontro, non si sarebbero più potuti legare a nessuno, soltanto a chi possedeva l’oro e non si sarebbero arresi, avrebbero continuato a lottare e ad essere tristi ma ne varrà la pena.
Dopo questa conclusione sono andati a letto e mi hanno chiesto se volevo andare anch’io ma risposi: - No, grazie, preferisco stare qui con Erika, non la lascerei per nessun motivo al mondo soprattutto dopo quello che ha detto, mi dispiace per i vostri genitori ma lo sapevate che poteva succedere. Buona notte _.

Mentre si recavano nelle loro camere riflettevano su ciò che ci eravamo detti, ma avendo avuto una vita facile, fino ad adesso, non hanno capito il senso o comunque non hanno compreso quanto quello che abbiamo detto sia vero, ma sono sicuro che dopo questa esperienza capiranno senz’altro cosa
vuol dire avere una vita difficile e saranno più comprensivi e aperti ai consigli di chi ha avuto più difficoltà nel passato o chi è semplicemente più adulto e più maturo che ha sicuramente più esperienza nel campo della vita. Poi si sono addormentati, ancora con le lacrime agli occhi; nella loro testa sapevano che domani sarebbero dovuti sembrare felici e nascondere il dolore che li affliggeva, ma non sapevano come avrebbero fatto a spiegare l’assenza dei genitori al momento del ritorno dalla gita, ma di questo ne avremmo parlato l’indomani; con la mente lucida avremmo avuto idee migliori di tutto quello che potrebbe venirci in mente in questo momento, dato che siamo stanchi e anche scossi.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Al nostro risveglio, vedemmo un luogo che ci sembrava familiare, ebbene si eravamo proprio d’avanti alla nostra scuola, era bellissimo perché non c’era anima viva sembrava un deserto con l’alba che era appena spuntata proprio sotto i nostri occhi, il cielo era di un arancione magnifico e solo l’aurora boreale, forse, potrebbe “battere” questo spettacolo meraviglioso.
Ad un tratto ci dimenticammo di tutti i problemi e scendemmo dal pullman contenti di essere finalmente a casa e andando verso il parcheggio salimmo sulle macchine che nel frattempo stavano arrivando e salutandoci ce ne andammo, nessuno si preoccupò di Sara, Marco, Alice e Luca che fortunatamente riuscirono ad andare a casa grazie ad un passaggio. Nel pomeriggio decidemmo di incontrarci al Covo un bar del Doro che tutti conoscevamo, dato che ci passavamo pomeriggi interi a scherzare e ingozzarci di gelati e patatine, non proprio il massimo della salute, no??, ma a parte questo facemmo discorsi molto impegnativi per dei ragazzini ma visto il “guaio” in cui ci eravamo cacciati eravamo proprio costretti a comportarci da adulti, maturi possibilmente. Così il nostro pomeriggio si spostò su argomenti difficili dei quali non trovavamo molte soluzioni, però con nostro piacere scoprimmo che i genitori dei nostri amici e compagni di disavventure e, perché no, avventure ora si trovavano all’ospedale in buono stato e quindi fuori pericolo, l’incidente l’avevano avuto proprio mentre stavano venendo a scuola, infatti, tutti dovevano fare la stessa strada a parte i genitori di Luca, che però al momento dell’incidente si trovavano a fare una passeggiata esattamente in quel punto.
Noi sapevamo che non era una coincidenza e fummo felici di sapere che l’effetto della maledizione non era stato catastrofico, ma sapevamo che man mano si andava avanti più sarebbe stato difficile sopportare ciò che ci sarebbe accaduto; fuori iniziò a piovere così decidemmo di andare a casa mia dato che era la più vicina e ci mettemmo a guardare un film che avevo registrato proprio la notte che tornammo dalla gita, si chiamava “Mortal College”, è un film che parla di una confraternita di sorelle che per entrare a farne parte in modo assoluto dovevano superare prove veramente difficili e superare le loro più grandi fobie, ma una matricola l’anno precedente era morta, o così credevano le sorelle, a sostenere una prova di claustrofobia, si scopre invece che non è morta ma è diventata uno spirito “Verth”,  cioè non era morta del tutto perché prima di andare nell’aldilà si sarebbe dovuta vendicare o avrebbe dovuto riscoprire la vera lei e non il demonio che dopo essere stata seppellita viva, credendola morta, aveva sopraffatto la sua anima.
Pensammo che questo sarebbe potuto accadere anche a noi dato che, viverlo farebbe veramente paura, ma non credendo pienamente nei fantasmi e negli spiriti non ci toccava più di un qualsiasi horror in cui ti metti nei panni di uno dei protagonisti, magari in quello che proprio affronta tutto fino alla fine ed è ricostretto a viverlo, dato che non hanno mai una fine, sembra che debba sempre ricominciare dall’inizio, magari con un altro demonio o un altro mostro, questo cambia di film in film, a volte addirittura è una malattia o soltanto suggestione che ti porta a impazzire e ad uccidere chiunque stia sul tuo cammino o che prova a fermarti, non è così??.
 
Una volta finito il film ci accorgemmo che avevamo fatto abbastanza tardi, così chiesi: - Non vi pare sia tardi?, che ne dite di dormire tutti qui, ci dividiamo nei 2 letti e 2 dormono sul divano che ve ne pare?_
Dopo qualche momento di esitazione risposero, uno per uno che avrebbero prima dovuto avere il consenso dei genitori, ma quello non mi sembrava un problema, infatti erano tutti d’accordo, ora dovevo solo convincere i miei a lasciarci le stanze e far dormire Tommaso dalla nonna, non mi importava quale, bastava che se ne stesse fuori di casa, così chiamai mia mamma:
- Ciao mamma, ti posso chiedere un favore?_
- Si, certo dimmi pure, ma dove sei?_
- Sono a casa, con alcuni amici, sai quelli con cui sono uscito oggi pomeriggio_
- Si ho capito, che volevi chiedermi?_
- Be, volevo sapere se potevano dormire qua visto che è abbastanza tardi per tornare a casa in bici?_
- Per me non ci sarebbero problemi però non so ci state tutti e 6? E poi tuo fratello dove lo metti?_
- Allora, noi dormiremmo come in gita, cioè 2 per ogni letto e altri 2 sul divano, quindi per dormire occuperemmo 2 stanze, Tommy lo potresti lasciare a dormire dalla nonna, tanto ormai è abituato no?_
- Sì, si potrebbe fare ora chiedo a tuo padre perché sai che lui vuole il suo divano almeno fino l’una o le 2 non va a letto solitamente, però credo di convincerlo, appena so qualcosa ti richiamo, ma che hanno detto i genitori dei tuoi amici?_
- Per loro va bene, dato che sono anche appena tornati dall’ospedale, dopo l’incidente, non ti ricordavi più?_
- A sì, è vero, ci sentiamo tra poco. Ciao_
- Si ciao_
Erika mi chiese: - Allora? Possiamo restare?_
- Ancora non mi ha dato la risposta definitiva ma vedrai che ci rimanete, l’unico problema è che forse c’è pure mio fratello, ma lo facciamo tacere,  vedrai, non mi importa niente per me esisti solo tu stanotte!! Ti amo_.
Non ho fatto in tempo a finire la frase che squilla il telefono era mamma che mi dice: - Bene allora dormirete a casa da soli noi andremo a fare una gita, dormiamo una notte in albergo al mare, poi stiamo la anche domani, visto che è lunedì, ci vediamo domani sera. Va bene?_
- Sì, è perfetto! Ci vediamo domani! L’hai detto alla nonna?_
- No, perché devo dirglielo?_
- No! Allora ciao!_
- Ok ciao!_

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Fantastico saremmo rimasti a casa da soli, nessuno tra i piedi ci saremmo divertiti un mondo e avremmo anche potuto pensare a come affrontare la situazione in modo che nessuno di noi, subisca danni troppo gravi e permanenti, ma non sarà facile dato che non dipende propriamente da noi, ma dalla maledizione, comunque ci aiuteremo a vicenda, chissà magari stanotte succederà qualcosa di veramente indimenticabile ed emozionante, oppure, ancora meglio, spaventoso… sarebbe da urlo!!!.
-Allora che ti ha detto?_ chiese Luca
- Ha detto che… abbiamo la casa solo per noi e che torneranno domani sera, non vi sembra fantastico, se volete possiamo anche chiamare qualcun altro?_
- Sì, è favoloso che ne dite di chiamare Sole e Fede, dopotutto sono stati con noi la prima sera, anche se hanno avuto troppa paura per arrivare alla fine, ma secondo me è giusto che ci siano mentre discutiamo di quanto è successo, non credete anche voi?_ chiese Marco
- Per me non ci sono problemi, non so per voi?_ dissi
- No, è ok… basta che non si mettano poi a raccontarlo a tutto il mondo, come è solito fare loro. Non credete anche voi?_ rispose Alice
- Sì, sarebbe un rischio, ma è anche vero che se li spaventiamo per bene non si azzarderanno ad aprire la bocca con nessuno, fidatevi di me. Ora chiamo Sole, voi pensate a Fede, d’accordo?- dissi.
Digitai il numero di cellulare di Sole e poi aspettai che rispondesse, appena rispose: - Pro…_
- Zitta e non parlare, sono Alex, ascoltami bene i miei stanotte stanno fuori ci siamo ritrovati a casa mia per dormire ti va di venire?_
- Sì, ma cos’è tutto questo mistero, chi c’è a dormire da te?_
- Il fatto del mistero te lo spiegherò dopo, siamo io, Sara, Alice, Marco, Luca e Erika, poi se venite tu e Fede_
- Ok, ma ci sono abbastanza posti per dormire? E comunque siete tutti strani da quando siamo tornati dalla gita, sicuro che non sia successo niente?_
- Ti spiegheremo tutto dopo, ma devi promettere in questo istante, che tu potessi morire in questo istante, di non aprire bocca con nessuno di quello che ci diremo stanotte. Giura!!!_
- D’accordo, ma così mi metti in agitazione, devo preoccuparmi?_
- Lo scoprirai, ciao devo andare, puoi arrivare quando vuoi noi siamo qui ad aspettarti_
- Ok, ciao_.
Appena Marco finì di parlare con Fede disse: - Lui c’è, e Sole?_
- Pure lei_ risposi, -Dovrebbe arrivare a momenti_
- Bene anche Fede dovrebbe arrivare tra poco_.


Mentre li aspettavamo decidemmo di preparare la cena, spaghetti allo scoglio e come secondo un bel fritto misto da divedere. Arrivarono appena in tempo perché la cena non si raffreddasse, e anche per aiutarci ad apparecchiare; una volta a tavola, scegliemmo un film da guardare, o meglio un programma tv, perché il film era riservato al momento delle coccole, che ci eravamo prestabiliti al momento della divisione dei letti.
A tavola si sentiva una certa tensione, così spiegammo a Fede e Sole il motivo della serata. Loro, come sospettavamo, si spaventarono e non poco poi chiesero: - Ma sapevate che l’oro aveva questa maledizione?_
- Sì, ma per vivere avventure abbiamo accettato il pericolo, non come avreste fatto voi, cagasotto, ma è normale in ogni compagnia ci sono dei fifoni e spesso stanno insieme, quindi considerate l’idea, non sarebbe male, potrebbe essere la vostra unica occasione e poi vi completate a vicenda, lei secchiona, lui un po’ meno e anche abbastanza imbranato, nessuno dei due ha baciato qualcuno, siete vergini e se non vi completate a vicenda, non trovrete mai nessuno, neanche se aspettate la fine del mondo… ahahahah!!!_
- Ti credi spiritoso, a quanto ne so neanche tu hai la ragazza e non hai mai baciato nessuno, o mi sbaglio?_
- Questo lo dici tu, forse stasera scoprirai qualcosa_
- Sì, certo e cosa dovrei scoprire? Tanto il tuo amore segreto, che non ti considera, non te la darà mai, penso che ti debba rassegnare e accontentarti di Paola_
- Non penso proprio, ti assicuro che stasera ci daremo dentro_ e mentre dicevo questo, lanciai uno sguardo ad Erika e lei rispose con un sorriso enorme, Sole se ne accorse e rimase a bocca aperta, senza sapere cosa dire e così stette zitta fino a fine cena. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Il film scelto era sexy movie in 4D v.m. 12.
Meglio non scrivere la trama, potrebbe impressionare i più giovani o i più deboli di cuore… dai scherzo, ma vi assicuro non c’è una propria e vera trama, solo che un tizio di nome Ian ha 18 anni e non ha ancora fatto sesso, così decide di attraversare mezza America, con la macchina che ha rubato a suo fratello, per andare a letto con Miss Piaciosa, una fica che ha conosciuto in rete, ma… non tutto va come deve andare, se siete curiosi guardate il film.
Noi non abbiamo proprio seguito il film eravamo un po’ impegnati in altre faccende, infatti una volta acceso si iniziarono a sentire strani rumori, provenire dall’esterno della casa, sembrava che qualcuno stesse cercando di disintegrare le sbarre di metallo alle nostre finestre con una sega elettrica, ma in qualunque andavamo a vedere non c’era nessuno, si sentiva il rumore di catene e catenacci che tragiano per terra, ululati, versi di paura e di mostri feroci, come se qualcuno volesse ucciderci e poi divoraci, sembrava proprio di essere in un film del terrore, era troppo fico, io sapevo che non poteva essere vero perciò credemmo che fosse solo frutto della nostra immaginazione, ma si sa che se qualcuno ha veramente paura tutti devono stare all’erta e non distrarsi, altrimenti addio tranquillità e soprattutto si agiterebbero anche quando non c’è rumore e, per evitare tutto questo, ad ogni piccolo rumore, anche il più insignificante, perfino al gracidare di una rana andavamo a dare un occhiata in qualsiasi parte della casa o direzione da cui proveniva, una volta siamo andati perfino in terrazza, io ed Erika, e… a dir la verità ci siamo anche rimaste volentieri, almeno eravamo soli e per un caso strano la porta si era chiusa con le chiavi all’esterno, ma avevano tutti troppo paura per venire ad aprirci così per circa mezz’ora siamo rimasti al freddo, e per proteggerci ci eravamo avvinghiati, e non poco; nel momento più bello però, causa sicuramente della maledizione, che ci deve rendere la vita difficile e rovinare i momenti felici, la porta si aprì e noi tornammo dagli altri, che non si ricordavano neanche fossimo fuori, infatti, quando aprimmo la porta si avvicinarono con un coltellaccio in mano e per poco non ci tagliavano la testa.
Questi sono pazzi veramente, meglio non fargli vedere film horror e violenti, potrebbero seriamente credere di utilizzare le tecniche proposte per difendersi, ma anche per uccidere chi invece è loro amico, solo per paura che sia un delinquente travestito, così decisi di cambiare il film per il giorno seguente.
Dopo quel brutto momento tutti si tranquillizzarono e anche i rumori smisero, ma questo era solo l’inizio della lunga, lunghissima serata che ci attendeva…

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Verso mezzanotte decidemmo di bere qualcosa, cercai cosa avevo in casa e trovai qualche lattina di birra, poi fortunatamente Sole aveva portato Vodka e Bacardi, per cambiare un po’ i gusti e creare combinazioni nuove, mischiammo per creare sapori paradisiaci, o forse lo credevamo soltanto dato che eravamo già sbronzi… cominciammo a vedere persone, animali, sentire suoni e voci, come se stessimo ad una festa; non stavamo neanche in piedi e ci reggevamo a vicenda, Fede disse: - Che ne dite se giochiamo al gioco della bottiglia?_
- Sì sarebbe bello!_ rispose Sole
- Sì, ma mettiamoci la lingua, che ve ne pare?_ dissi
Erika rispose – Perché no amore, così possiamo divertirci di più… dai facciamolo, magari dopo andiamo a letto e chissà, potrebbe anche succedere altro_ e ridendo aggiunse – Non mi dispiacerebbe sai? E a te?_
-Sì, tranquilla, sei solo ubriaca…_ dissi, poi a bassa voce aggiunsi – Però sarebbe fantastico se lo dicessi sul serio, ti amo!_
- Wow, non credevo glielo avresti mai detto!_ disse Sole
Con tranquillità feci finta di non averla sentita e ovviamente non me ne preoccupavo, tanto poi l’indomani ci saremmo dimenticati di tutto.
Iniziammo a giocare, ma ci interrompemmo quasi subito; nell’aria si sentiva uno strano odore, come di fogna misto a muffa, non riuscivamo a capire da dove veniva poi dopo essere tornati quasi normali, ci accorgemmo di essere sotto terra, non capivamo come eravamo arrivati lì, così ci dividemmo per trovare la via d’uscita. Mi accorsi che ci trovavamo nelle fognature e questo era un buon segno a parte per il fatto che era pieno di ratti, si vedevano i loro occhietti gialli che brillavano nel buio e ad ogni nostro passo si sentiva uno squittio che era sempre più vicino, ad un tratto più niente, il silenzio più assoluto, il brillio degli occhietti non si vedeva più, speravamo fossero andati via ma… dopo qualche secondo fummo sommersi da  un branco di ratti, che ad ogni piccolo movimento ci grattavano la pelle con le loro unghie e quando gli andava ci mordevano pure, sembravamo il loro pasto. Ma essendo più forti riuscimmo a rialzarci e facendo un gran rumore facemmo scappare i ratti che si rintanarono nelle loro tane portando con se un gran polverone e pezzi della nostra pelle, sicuramente l’avrebbero data ai loro piccoli, e se crescono di carne umana diventeranno giganteschi e assetati di sangue, ci troveremmo la città infestata, dovevamo fare qualcosa, magari chiamare la disinfestazione ma ora non era il momento di pensarci, dovevamo riuscire ad uscire senza essere attaccati nuovamente dall’esercito di ratti; non vorrei sentire nuovamente le urla di disperazione di Sole perché i ratti le mangiano i capelli, ancora non mi riesco a spiegare come abbiamo fatto a toccarle quell’orrore che ha sulla testa, basta toccarli e vengono via poi sono unti da fare schifo, e lo dico io che non è che me ne freghi molto dell’aspetto esteriore ma dai un minimo di rispetto per chi è costretto a guardati e magari a starti vicino, fatti un viaggio nella coscienza e capisci di sbagliare, ribellati un po’ a tua madre!!! Io provo a dirle di ribellarsi ma lei non mi ascolta e dice che le va bene, ma non è vero perché si lamenta sempre che non può fare quello che vuole, ma ha troppa paura di prenderle così accontenta sua mamma in tutto e per tutto; infine suo padre non ha nessun controllo pure lui si fa manipolare e quando cerca di rispondere lei e sua mamma lo trattano come se fosse uno schiavo e gli danno del babbeo, se non peggio.
Avanzando nel buio sentimmo sotto i nostri piedi acqua, ciò significava che dovevamo essere vicini ad un apertura, infatti dopo pochi metri ci trovammo di fronte ad una scaletta che portava ad un tombino, pian piano salimmo e uno ad uno uscimmo all’aria aperta, purtroppo era molto buio e non capivamo dove potevamo trovarci e senza torcia decidemmo di andare verso un lampione, sperando che con la luce di esso avremmo potuto trovare, se non altro, un posto dove dormire senza avere soldi e altri vestiti. Arrivati al lampione vedemmo una distesa di erba nella quale erano puntate molte altre luci, ci accorgemmo che eravamo arrivati in uno stadio, noi allora pensammo di essere al Meazza, lo stadio di Ferrara ma… non tutto è come sembra, infatti con la sbornia non ci siamo accorti di quanto avevamo camminato, passando per le fognature eravamo arrivati fino a Napoli, ci trovavamo al San Paolo, ci sembrava incredibile ed impossibile, ma Erika ne era sicura quello era lo stadio della sua squadra del cuore, non poteva sbagliare, ci domandammo come fosse stato possibile che in poche ore, solo essendo ubriachi, avessimo potuto raggiungere Napoli, nessuno purtroppo ricordava di più di ciò che ho già detto e così ci rimase il dubbio, forse ci avevano caricati perché facevamo l’autostop e poi il mezzo si era fermato lì, scaricandoci nelle fogne, questa ci sembrava l’opzione più plausibile; ma non eravamo convinti, infatti cosa ci facevamo in mezzo alla strada a chiedere un passaggio e poi perché proprio a Napoli? Queste domande forse non avranno mai risposta o forse sì, ancora non potevamo saperlo. Decidemmo di dormire negli spogliatoi, almeno erano al chiuso poi l’indomani saremmo usciti senza farci vedere, questo era il nostro nuovo piano, così ormai senza sapere l’ora andammo a dormire eravamo tutti insieme e stavamo stesi o per terra o sulle panchine nessuno aveva preso il lettino degli infortuni, per non recare altri disagi agli amici. Io ed Erika però volevamo stare soli così andammo nelle docce e dopo qualche bacio e qualche carezza ci addormentammo.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


L’indomani ci svegliammo di buon ora, per andare via dallo stadio, ma c’era solo un piccolo problema. Era già arrivato il custode e stava sistemando il campo e le porte, dovevamo stare molto attenti e muoverci uno per volta senza fare il minimo rumore, se uno di noi veniva beccato eravamo tutti spacciati. E come se questo non bastasse non avevamo idea di quando sarebbe iniziato l’allenamento; decidemmo comunque di tentare l’impresa e una volta compiuta, non con poche difficoltà, andammo a vedere se c’erano treni per Ferrara o Bologna, ma non avevamo ancora pensato a come fare con il soldi per il biglietto.
Sole disse – Ragazzi io voglio tornare a casa, non so se questo c’entra o no con la vostra maledizione, ma io non voglio averci niente a che fare!! Capito?!?-
-Sì certo che abbiamo capito, tutti vogliamo tornare a casa, ma dove li trovi i soldi? E poi ormai è tardi, ci siete in mezzo anche voi adesso e non è così facile tornare indietro, sapete come funziona. E spero di sbagliarmi, ma credo che la maledizione abbia colpito anche voi e questo non è un buon segno.- Disse Erika
- Come? Non ci credo!! Non è possibile ma come può essere successo? Non avevate detto che eravate solo voi e che non potevate tirare in mezzo nessun’altro? Come me lo spieghi eh? E siamo finiti a Napoli è tutta colpa tua!!! Sei l’unica che non è ferrarese, tu devi stare qua. È per questo che ci ha fatto venire qua, quindi non azzardarti a muoverti e lasciami stare tranquilla a casa mia!!! IO NON C’ENTRO NIENTE CON QUESTA STORIA LO VOLETE CAPIRE!!! IO NON VOGLIO AVERCI NIENTE A CHE FARE E ADESSO BASTA!! VOGLIO ANDARE A CASA!!!- ribatté Sole
- È semplice voi 2 eravate con noi il primo giorno e avete visto, quindi la maledizione ha per forza colpito anche voi, noi non c’entriamo niente. E poi la maledizione ti porta dove non vuoi andare e ti fa fare cose che fanno male alle persone a te care, che non siano maledette, chi è che non voleva venire a Napoli per nessun motivo? A me sembra che sei tu e quindi ci ha fatto arrivare qua a causa tua non mia, a me piace venire e girare il mondo, mi piacerebbe andare ovunque, ma adesso non andrò mai sola, perché la persona più importante per me è sotto la maledizione e quindi potremmo stare insieme per sempre!!!- così dicendo Erika mi guarda, allora io ricambio e le mando un bacio, poi la raggiungo e le do la mano.
Così, senza aver dato a Sole la possibilità di ribattere, ci avviammo verso la biglietteria e come avevo pensato ci ritrovammo in tasca i soldi necessari per pagarci il biglietto, così ci sedemmo nella sala d’attesa ad aspettare.
Nell’attesa ci mettemmo a guardare un film che davano in televisione, e dopo un’ oretta salimmo sul treno ed entrati nelle cabine a noi assegnateci, mettemmo su la musica, rilassandoci ci addormentammo. Ma Erika si sveglia e mi mette un braccio intorno alle spalle, io mi sveglio e la guardo, lei mi sorride ed io non ci capisco più niente, si avvicina e mi bacia, io mi lascio trasportare.
La mattina ci svegliamo e sentiamo l’annuncio che dice che il treno sta per arrivare alla stazione di Ferrara, allora ci prepariamo a scendere e, uscendo dalla cabina, controlliamo di aver preso tutto.
Usciti dalla stazione, ci preoccupiamo di vedere che ore sono e soprattutto che giorno è, allora prendiamo il giornale e ci accorgiamo che sono passati 2 giorni e che tutti i nostri telefoni non avevano campo, così decidiamo di andare tutti insieme da tutti i genitori per spiegare cosa ci era successo, cercando di essere convincenti e far credere loro alla nostra avventura, oppure saremmo dovuti scappare di casa anche solo per parlarci, dato che stare fuori di casa a 13 anni senza dire niente a nessuno e non rispondere alle innumerevoli chiamate che sicuramente hanno fatto, non porta a niente di buono.
Decidiamo di andare subito dalla persona che sicuramente è la più difficile da convincere, cioè la mamma di Sole, che infatti appena ci vede arrivare ci viene incontro e dice – Dove diavolo siete stati? Vi rendete conto che siete stati lontani da casa per 2 giorni senza dire niente e senza rispondere alla nostre telefonate._ allora io con calma dico – Allora, non è come sembra ma prima di spiegarti tutto dobbiamo dire a tutti gli altri genitori di venire, così spieghiamo la questione una sola volta. Sempre che siate disposti ad ascoltarci._ :- Ma ti sembra il modo di parlare dopo quello che ci avete fatto passare?!! Siamo diventati matti a cercarvi per tutta Ferrarga. Comunque mi sembra giusto chiamare tutti quindi vi lascio 5 minuti per avvisare e poi dovrete parlare. Tu vieni qua subito!!_ Disse rivolgendosi a Sole, che sapendo già cosa le aspettava andò da lei.
Noi chiamammo e dopo le cazziate per telefono sono tutti arrivati e allora ci siamo messi a spiegare cos’era successo, ovviamente non potevamo dire niente della maledizione e neanche che ci eravamo ubriacati, quindi togliendo questi dettagli e altri più piccanti raccontammo di essere entrarti nelle fogne perché sentivamo dei rumori e poi di esserci ritrovati direttamente allo stadio e poi il nostro viaggio di ritorno. Come prevedibile lo vollero sentire da tutti e ognuno di noi, seppur con qualche piccola variante dicemmo la stessa cosa. Così seppur avendo qualche dubbio ci credettero, ma dissero che non potevamo più uscire per tutta l’estate.
Noi però continuammo a vederci, perché dovevamo capire bene cosa si doveva fare per tenere sotto controllo la maledizione e poi io non riuscivo a stare senza vedere Erika.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Sono passati 6 anni dal nostro incontro con la maledizione e siamo ancora tutti uniti e quest’anno che tutti abbiamo 18 – 19 anni e finalmente abbiamo finito la scuola superando l’esame con ottimi voti, Sole ovviamente è quella che ha preso il punteggio più alto, ma non è arrivata al massimo.
Andremo tutti insieme in vacanza in giro per l’Italia, i nostri non si fidano ancora pienamente di noi ma siamo grandi ormai e non possono obbligarci a fare quello che vogliono, anche se credono di farlo per il nostro bene. Noi abbiamo anche deciso che nelle varie tappe estive che faremo cercheremo lavoro, almeno 2 per città e non troppo lontani per non separaci troppo e poter contare comunque su un’ amico, o qualcosa di più. Vogliamo trovare lavoro perché così stiamo lontani dai nostri parenti che soffriranno meno avendoci lontano, poi se magari ci trasferiamo in città dove passano o vivono cantanti famosi, possiamo sempre seguirli o magari seguire la nostra squadra del cuore.
La prima tappa del nostro viaggio è Roma perché il 10 luglio c’è il concerto di Laura Pausini e a molti di noi piace così ci passiamo una serata al concerto e poi visitiamo la capitale che è sempre una bella città da visitare.
Ci troviamo tutti alla stazione, Sole arriva con una valigia di un rosa shocking e stra piena di roba. Gli altri di noi, invece, avevano una valigia normale, non del tutto piena così da riuscire a comprare qualcosa subito senza portarsela a mano. Alle 10 arriva il nostro treno, quindi abbiamo ancora un po’ prima di partire, così approfittiamo per prenderci un caffè. Ci sediamo e cominciamo a chiederci come sono andati questi ultimi giorni e cosa ci si aspetta da questo viaggio, non salta fuori niente di nuovo, ma nessuno si è esposto perché non ci fidiamo ancora del nostro controllo sulla maledizione.
Arriva il treno, saliamo e andiamo a sederci ai nostri posti, dopo 2 ore arriviamo alla stazione di Roma, da li prendiamo un autobus che ci porta in centro, dove si trovava l’ hotel che avevamo prenotato, tutto era andato fin troppo bene, infatti, appena arrivati in hotel la ragazza alla reception ci informa che 2 delle nostre stanze sono state trovate allagate senza un motivo razionale e ci propone di prendere 2 stanza da tre e una da 2 assicurandoci che il prezzo non varierà, perché è un problema dell’ hotel non un nostro cambio all’ultimo minuto; noi allora decidiamo di fare come ci era stato proposto, il problema ora è che, come solito, a Sole non andava bene stare in camera con Fede e Luca, ma voleva fare 1 camera di sole ragazze e 1 di soli ragazzi, allora l’abbiamo accontentata ricordandole che è una vera rmpiscatole. Lei come solito risponde alzando le spalle ed entrando in una camera. Le camere allora erano così sistemate: Sole, Sara e Alice nella 17; Fede, Luca e Marco nella 18 ed Erika ed io nella 19. Le stanze erano abbastanza grandi e potevamo stare comodi e rilassarci senza aver paura di disturbare i nostri compagni di stanza.
Messa a posto la valigia, usciamo e andiamo a fare shopping, ci fermiamo a prendere dei costumi per essere pronti alle nostre tappe marittime; ognuno di noi si era preso almeno un costume questi i più belli: Fede un paio di boxer azzurri con un dragone nero, che faceva il giro della vita, per poi terminare con la testa che sputa fuoco; Sole un due pezzi rosa e rosso con i brillantini ed infine una piccola farfalla azzurra; Luca i pantaloncini neri con alcune righe oblique di vari colori; Sara sempre un due pezzi con pezzo sopra a fascia di monella vagabonda di un color salmone un po’ strano; Marco un costume semplice con un geco al fianco di un bellissimo verde che risaltava sul nero del costume; Alice un due pezzi con un motivo floreale che andava dal giallo al rosso con le varie sfumature; Erika i pantaloncini fino al ginocchio neri con i teschi e uno di questi aveva gli occhi di un rosso fuoco bellissimo ed il pezzo sopra abbinato con due teschi d’orati proprio sui capezzoli, potete immaginare come son rimasta quando l’ho visto; infine io pantaloncini al ginocchio di un verde intenso con sfumature d’orate.
Dopo aver fatto gli acquisti usciamo dal negozio e torniamo in hotel per prepararci alla serata ed al concerto, alle 8 eravamo già pronti per scendere in piazza, anche se il concerto iniziava alle 9, ma per avere posti abbastanza decenti saremmo dovuti arrivare anche prima, infatti era tutto pieno e ci siamo presi un posto un po’ a lato dove c’era una specie di soppalco sul quale potevano salire per vedere meglio.
Inizia il concerto con “ La solitudine”, noi come tutti gli altri ci mettiamo a cantare a squarciagola, poi continua con “Tra te e il mare” e via via tutte le altre per poi terminare con “Incancellabile” e lì non ho potuto fare a meno di lanciare sguardi continui ad Erika per dedicargliela e farle capire che lei è davvero incancellabile per me.
Finito il concerto andiamo a farci fare l’autografo, dopodiché torniamo in albergo e ci troviamo tutti nella mia stanza, ci scambiamo opinioni sul concerto e poi cerchiamo una meta per il giorno successivo, dopo svariate discussioni troviamo l’accordo per andare al Colosseo e visitare qualche negozio, banche, ristoranti, bar ecc… ai quali possano servire dipendenti.
 
Finalmente alle 3 se ne vanno tutti dalla stanza, ovviamente l’ultima a lasciarla è stata Sole, perché non vuole che io ed Erika stiamo da soli e ci controlla sempre anche se pensa che io non me ne accorgo, ma poi non è che mi interessi più di tanto. La sua gelosia non fa che aumentare il nostro amore, perché ormai dopo 6 anni si può dire che è amore.
Allora ci buttiamo sul letto esausti e praticamente senza voce, ma diciamo che quella non è essenziale, iniziamo a scambiarci coccole e baci delicati per poi aumentare sempre più fino a ritrovarci nel nostro mondo, il luogo più bello che possa esistere, dove esistiamo solo noi. Continuiamo questo nostro “gioco” fino ad accasciarci l’una nelle braccia dell’altro, per poi addormentarci.
 
La mattina andiamo tutti a fare colazione e Sole, impertinente come al solito domanda:- Alex, Erika, a che ora siete andati a dormire ieri?_
-Non saprei, non guardo mica l’ora, perché?_ rispondo, - Così, tanto per farmi due conti._ io ed Erika ci guardiamo e insieme diciamo –eh?, che conti ti devi fare?_, - Be adesso che siamo in viaggio insieme immagino che qualche volta lo farete e quindi sto cercando di calcolare per quanto tempo dovrò sopportare i vostri gemiti, che stanotte sono andati avanti almeno fino alle 5, vi chiedo pertanto di abbreviare le vostre unioni e se possibile abbassare il volume, grazie_ noi rimaniamo allibite mentre gli altri si cacciano a ridere e dire a Sole che era completamente matta, che quelli erano cavoli nostri e potevamo fare quello che ci pareva quando ci pareva, alla discussione non prese parte Fede che era rimasto sconvolto, quando, dopo 20 minuti, aveva capito l’argomento, per lui avere rapporti è ancora una cosa innaturale, perché secondo lui siamo ancora troppo piccoli, ma è solo perché non ha ancora nessuno al suo fianco altrimenti vorrei vedere… 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Arrivati al Colosseo ci mettiamo a fare tantissime foto, era pieno di turisti, molti dei quali stranieri e ci chiedevano continuamente indicazioni che non eravamo in grado di dare, dopo una mezzoretta andiamo al bar per stare un po’ seduti e fare due chiacchiere bevendo qualcosa.
Verso l’una andiamo in un ristorante per pranzare e ci accorgiamo che stanno cercando del personale, così andiamo a chiedere informazioni e scopriamo che cercano un aiuto cuoco e alcuni camerieri, così chiediamo come poter avere un colloquio e ci dicono di prendere il modulo e compilarlo, poi ci avrebbero chiamato loro quando c’era posto e tutto era senza impegno sia da parte nostra che da parte loro, così scambiandoci i pareri, decidiamo che Fede, data la sua passione per la cucina, avrebbe potuto fare domanda e se andava male come cuoco poteva sempre chiedere di fare il cameriere, anche a Marco non dispiacerebbe fare il cameriere così fa domanda anche lui. In questo modo teoricamente 2 persone a Roma ci sono e sarebbero già sistemate, ma Sole voleva comunque continuare a cercare, magari in un negozio per fare la commessa, così ci dirigiamo verso il centro e tra mille negozi ne vediamo uno che cerca commessi, allora entriamo, guardiamo la merce e poi chiediamo a Sole se vuole fare il colloquio, lei dice di sì così chiediamo alla cassiera come si fa per ottenerne uno, allora ci dice che ad Agosto la responsabile fa i colloqui alla mattina nel palazzo di fronte al negozio così salutiamo, ringraziamo e ce ne andiamo si erano fatte le 4 e decidiamo di tornare in albergo, per preparare le valige e partire per la prossima città.
 
Alle 7 partiva il nostro treno che ci avrebbe portato a Milano, saliamo e dato che saremmo arrivati là a notte inoltrata ci appisoliamo, il viaggio in questo modo passa in fretta e una volta in albergo scopriamo che anche qui c’è stato un problema con le camere e allora siamo costretti a dormire tutti e 8 nella stessa stanza, non essendo molto stanchi ci mettiamo a parlare e poi giochiamo al gioco della bottiglia, io ed Erika eravamo molto gelosi ed ogni volta che dovevamo dare un bacio ad un’altra persona ci scrutavamo per vedere le reciproche reazioni, ma poi quando dovevamo baciarci io e lei era tutt’altra cosa, almeno 2 minuti stavamo attaccate, con Sole che o sbuffava o faceva:”ehehm” oppure: “O ma vi volete staccare, la volete finire, mi fate schifo”, ogni volta tutti ridevamo come pazzi e lei se la prendeva, non eravamo cambiati per niente. Quella sera Marco e Alice ci rivelano di avere iniziato una storia  e che hanno parecchia voglia di farlo, ma non vogliono creare problemi e dare fastidio, ovviamente l’unica che rompeva era Sole, che salta su dicendo:- Ah, bene adesso li sentiremo raddoppiati i gemiti, che bella cosa. Dormire sarà sempre più facile!!_ nessuno le risponde o le dà retta, solo Fede dice:- Sapete come la penso io, però non vi posso certo impedire di fare ciò che volete della vostra vita, comunque vi chiedo, a tutti e 4, di non farlo quando siamo tutti insieme come in questo momento, perché io mi impressiono_ a quest’ ultima affermazione Luca salta su e dice:- Ma scusa Fede, non hai mai visto un porno?_ -Sì, ma che c’entra è diverso, qui siamo nella stessa stanza e sono amici, poi…_ Luca lo interrompe dicendo:- poi viene duro anche a noi…ahahahah!!! Che problema c’è se vuoi ci penso io a te_ e facendogli l’occhiolino.
Sole salta su dicendo:- Ah beh certo ora visto che quelli hanno voglia e voi insulsi vi eccitate a sentire i loro gemiti, dobbiamo sopportare anche i vostri.  Mi fate tutti schifo a me viene da sboccare quando li sento urlare. E tu Alice che ne pensi?_. –Io in realtà la penso come Luca, mi eccita anche a me sentire i gemiti, penso sia una cosa normale. Anzi vuoi saperla tutta, adesso ne ho una voglia assurda pure io_ -Ma fate veramente tutti schifo, c’è ditelo subito se dovete farlo che esco dalla stanza e me ne vado da qualche parte dove non vi sento_ Sara allora dice:- Ecco brava allora prova a chiedere se c'è una camera libera, magari ad un altro piano?_ -Va bene piuttosto che stare qui vado in camera da sola, vi auguro una bella scopata_.
Così dicendo esce  sbattendo la porta. Allora noi ci guardiamo e senza dire niente iniziamo a spogliarci, ogni coppia sopra un letto,  Alice e Marco e Sara hanno fatto una cosa a 3, Luca ha iniziato Fede al sesso ed infine Erika ed io abbiamo fatto l’amore, infatti appena le nostre labbra si sono incontrate ci siamo ritrovate in un mondo parallelo, c’eravamo soltanto noi nella stanza, non sentivamo gli altri e nessuno poteva portarci via e separarci in quel mondo, era l’unico posto dove neanche la maledizione sarebbe potuta penetrare, perché il nostro amore è vero e niente e nessuno potrà distruggerlo.
 
Ce ne andiamo tutti allo Stadio, dove si stava allenando il Milan, ci mettiamo comodi a guardare l’allenamento, e una volta finito andiamo a bordo campo a chiedere gli autografi, ovviamente solo quelli che si interessano di calcio, gli altri, invece, sono andati al bar a fare due chiacchiere, li vediamo venirci incontro di corsa, tutti sudati allora chiedo: -Che vi è successo?, Calmatevi cinque secondi poi raccontateci tutto…_. –Eravamo al bar quando arriva un tipo e ci dice che c’è un’offerta per fare un viaggio in Spagna, con molti altri ragazzi e ragazze della nostra età e ci ha lasciato questo volantino, che ne dite se ci andiamo a fare una settimana là tutti insieme, magari incontriamo anche qualcuno di interessante e potremmo fermaci là a lavorare_, - Mi sembra una cosa interessante, quanto verremmo a spendere però, e poi potrebbero succedere un mucchio di imprevisti data la maledizione ancora attiva, io aspetterei almeno che siamo in grado di controllarla anche quando abbiamo pensieri strani nella testa, perché metti che qualcuno pensi che l’aereo cada e questo inizia a precipitare, avremmo tutte le persone sulla coscienza, dato che a noi la maledizione ci salverebbe la vita… quindi propongo di aspettare almeno un’annetto o comunque la fine dell’estate e vedere come siamo messi a lavoro e a soldi. Che ne dite?_ Allora Erika dice:- Concordo secondo me dobbiamo aspettare di avere un lavoro qui e poi magari provare ad andare a trovarne uno all’estero, perché così facendo mal che vada uno l’abbiamo e poi magari nelle vacanze, sperando che ce le diano a tutti contemporaneamente, possiamo fare questo viaggio ma se la maggioranza dice che è meglio andare adesso io un viaggettino all’estero lo farei_.
Così mettiamo tutto ai voti e salta fuori che finita la vacanza in giro per l’Italia, soldi permettendo avremmo fatto una settimana in Spagna. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Le nostre tappe continuano e alla fine dell’estate tutti hanno fatto dei colloqui e attendiamo la risposta, Fede ha fatto richieste in diversi ristoranti in alcune città; Sole ha fatto richieste in negozi per fare la commessa; Marco è passato da ristoranti a negozi di dischi; Alice ha chiesto di entrare alla Scala ed è stata presa, inizia a lavorare a Gennaio; Sara nelle varie piscine che incontravamo faceva richiesta per diventare bagnina; Luca cercava posto come insegnante di musica, specializzato in chitarra elettrica e classica; Erika provava a fare provini nelle varie squadre di calcio e voleva provare anche in Spagna; infine io facevo dei colloqui in vari negozi, soprattutto di sport o di musica, nelle varie città in cui Erika aveva avuto un riscontro positivo dal provino. Mentre aspettavamo le varie risposte decidiamo di tornare a casa, essendo in Sardegna, di comune accordo prendemmo l’aereo per arrivare prima delle nostre risposte, che sarebbero dovute arrivare il giorno dopo. Così ci dirigiamo in aeroporto e fortunatamente troviamo un volo diretto per Bologna che parte tra 3 ore, il tempo per fare il biglietto ed il check-in senza rischiare di lasciare cose indispensabili in hotel, verifichiamo il peso della valigia, entra perfettamente nei limiti e partiamo. Dopo un’oretta e mezza arriviamo a Bologna, da qui prendiamo il treno e finalmente siamo a casa, ognuno va dai propri genitori che domandano come è stato il viaggio e le solite cose che chiedono, tutti rispondiamo in modo vago, ovviamente Sole no, e racconta tutto quello che abbiamo fatto per filo e per segno, anche le cose più intime.
Alla sera usciamo tutti insieme e andiamo a bere qualcosa, Sole esagera e si ubriaca, così non la portiamo a casa sua, ma andiamo tutti nella casa che condividevamo durante la scuola e che fino a che non saremmo riusciti a vendere ci apparteneva, avvisiamo i genitori e andiamo a dormire. Verso le 3 di notte, Sole si alza e va verso il letto dove dormivamo io ed Erika, poi si stende e inizia a spogliarsi, fa per togliere la maglietta ad Erika ma io sento e mi sveglio di soprassalto, lei si spaventa e si copre allora io le chiedo:- Ma che cazzo stavi facendo alla mia ragazza?_ -Ehm, niente, te la stavo preparando dato che non vi ho sentiti scopare, per me potete farlo ma vorrei partecipare anche io, come vedi sono già pronta._ -Ma tu sei matta!!!! Non ci penso neanche lei è solo MIA, mia e basta, non me ne frega un cazzo se sei ubriaca, se hai voglia di scopare trovati qualcuno per farlo, e per la cronaca non erano i gemiti che ti davano fastidio, ma il fatto che c’ero in con lei e non tu!_ non sapendo cosa dire se ne va e dato che avevo alzato un po’ troppo la voce, avevo svegliato tutti ed Erika mi abbraccia e mi dà un bacio, facendomi sentire suo allora ricambio e la tengo al sicuro tra le mia braccia, dove si addormenta mentre la coccolo ed ascoltiamo cullami, a ripetizione,  la stavamo ascoltando senza cuffie e una volta che tutti si erano addormentati si sentiva bene, e Sole che odia Emma viene lì e la spegne, poi torna  a dormire.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Il mattino dopo mentre facciamo colazione Sole chiede:- Cos’è successo ieri sera? Che ho sentito che stavate urlando?_ allora Erika risponde:- No niente, comunque non eravamo noi ad urlare, ma in un certo senso era qualcuno di noi, vabbè lascia stare eri ubriaca, meglio che non ti ricordi niente_ -No, no lei si ricorda benissimo, tranquilla sta facendo finta, per farci credere che ieri era completamente ubriaca, ma fidati non è così, solo che non vuole prendersi le sue responsabilità, comunque lasciamo perdere. Io faccio finta di niente come se non fosse successo, ma la prossima volta non se la caverà così facilmente._ e dato che Sole si ricordava benissimo quello che era successo, abbassò lo sguardo e provò a cambiare argomento chiedendo:- Ma sapete se sono arrivate le risposte?_ Luca risponde:- Ah bisogna andare a vedere nella cassetta della posta della casa in cui hai detto che abiti, ad esempio io ho dato questo indirizzo, ma non ho sentito la postina, magari ha suonato mentre stavamo dormendo, o da qualcun’altro, oppure non è ancora arrivata, non sarebbe la prima volta che arriva a mezzogiorno._. Dopo che ci siamo consultati abbiamo scoperto che tutti avevamo dato quell’indirizzo così appena sentiamo arrivare la postina ci precipitiamo giù e non le diamo neanche il tempo di suonare che le apriamo la porta e ci facciamo consegnare la moltitudine di lettere che ci erano arrivate, erano tipo una quindicina a testa, a parte Alice che aveva già il lavoro assicurato alla scala, e se lo merita perché è una bravissima ballerina, le avevamo anche proposto di andare ad Amici in caso non andasse il provino alla Scala, ma non c’è n’è stato bisogno dato che è stata bravissima e l’hanno presa immediatamente.
Ci dividiamo le lettere e piano piano le apriamo prima tutte quelle di una città, poi di un’altra e così via per scoprire che ognuno di noi ha ricevuto almeno una risposta positiva, chi ne ha ricevute più di una valutando pro e contro sceglie quella che gli sembra la migliore; e alla fine ci divideremo per tutt’ Italia, ma sempre stando almeno in 2 per città, infatti: Luca e Fede hanno scelto di andare a Roma, Marco e Alice a Milano dato che lei ha ricevuto l’approvazione della Scala, Sara e Sole a Lecce ed infine Erika ed io a Napoli perché tra le varie squadre che l'hanno ritenuta all’altezza è stata quella che andava bene ad entrambi, poi magari un giorno giocherà anche in una squadra più forte, magari all’estero, intanto può farsi le ossa in una squadra di serie B, che non è male.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Passa qualche settimana…
Arriva il momento di partire, ognuno prende la propria macchina e dopo esserci incontrati tutti al nostro solito bar ed esserci salutati partiamo,  quando qualcuno arrivava a destinazione lo dice agli altri.
Dopo una decina di ore tutti eravamo giunti a destinazione e siamo andati a sistemarci nella nostra nuova casa, l’indomani saremmo andati nei rispettivi, nuovi, posti di lavoro.
Erika ed io dopo essere andati a lavoro e aver conosciuto i colleghi ecc… abbiamo deciso di andare ad aprire un conto in banca, dove abbiamo depositato la maggior parte dei soldi che ci eravamo portati dietro e dopo aver compilato tutti i relativi fogli usciamo e andiamo a fare un po’ di shopping, dato che dovevamo comprare entrambi roba per il lavoro; io dovevo prendere delle camicie, nere o bianche con dei pantaloni neri, che dovevo utilizzare a lavoro, lavoravo in un negozio sportivo, mentre Erika si doveva trovare il giusto numero di scarpini da calcio e prendere un po’ di cose per gli allenamenti. Dopo aver passato il pomeriggio in giro, torniamo a casa, ci facciamo una doccia e poi arriva il momento delle coccole.
 
Il giorno dopo ci prepariamo e ce ne andiamo a lavoro, mi viene spiegato come devo comportarmi con i clienti, poi mi dicono che a volte mi faranno fare anche i conti, le fatture ecc… in poche parole le cose aziendali, dato che ho frequentato la scuola di ragioneria.
Erika nel frattempo stava facendo il suo primo allenamento.
 
Al pomeriggio siamo a casa e ci stiamo raccontando quello che abbiamo fatto e come ci siamo trovati, ad un tratto squilla il mio cellulare, rispondo, è quello della banca, metto in vivavoce e dice :- Buon giorno, stamattina è venuto un signore con una lunga barba bianca e un cappellino a punta che ha depositato su entrambi i vostri conti 5 miliardi di € mi ha anche pregato di dirvi che essendo passati 7 anni dal vostro primo incontro vi assicura che tutto è finito ed i soldi sul conto sono definitivamente vostri, senza inganno o altri impegni. Io non sapevo cosa dire e così gli ho assicurato che vi avrei riferito tutto appena mi sarebbe stato possibile, cosa dite?_ :-Grazie mille per aver riportato tutto ciò che il signore le ha detto, avevamo fatto una giocata alla lotteria e c’erano stati un po’ di problemi si vede che si è risolto tutto ed il gentile signore che è venuto da lei è stato il 3 vincitore insieme a noi solo che essendo ancora minorenni si è tenuto tutto lui e ci aveva assicurato che una volta finito tutto il trambusto ci avrebbe restituito ciò che ci spettava e dato che ci era sembrato molto affidabile gli abbiamo creduto e dico che abbiamo fatto anche molto bene, dato i risultati. Grazie mille domani verremo a firmare subito tutto ciò che è necessario_ :- Perfetto allora a domani signore_. Così capimmo che avevamo avuto la meglio sulla maledizione e che finalmente eravamo liberi di essere di nuovo dei ragazzi con sogni e desideri e di poter di nuovo voler bene a tutte le persone, il solo dubbio era: tutti sono riusciti a superala o qualcuno ne è ancora in possesso? Solo col tempo potremmo scoprirlo, per adesso andiamo a dormire e domani mattina proveremo a chiamare gli altri.
 
Mi sveglio che mancano 10 minuti alle 7, così inizio a preparare la colazione per me e per Erika, sentendo l’aroma del caffè si sveglia e appena è pronta viene in cucina e mi stampa un bacio, poi si prende il suo caffè e la sua colazione e si siede a tavola. Finita la colazione mi preparo per andare al lavoro, mentre lei si mette a chiamare i nostri amici per avere loro notizie, ma volevamo sapere soprattutto se era finito tutto anche per loro. Visto che molti erano già partiti per andare a lavorare, decidiamo che avremmo riprovato la sera.  
Passa la giornata, una normale giornata di lavoro, mi sto ancora ambientando nel negozio, pian piano imparerò a gestire l’ambiente alla perfezione. Erika, dopo un pomeriggio di allenamento, torna a casa distrutta prepariamo la cena e dopo aver finito ci accoccoliamo sul divano e finiamo il giro di telefonate, scopriamo così che non a tutti è giunta la lieta notizia, ma che comunque non possono lamentarsi perché la vita non va male e sono convinti che con qualche altro sforzo in più riusciranno a controllare la maledizione a tal punto da sconfiggerla, come tutti gli altri e ovviamente noi avevamo piena fiducia in loro per cui gli demmo ragione. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3055499