Un giorno come altri

di Giulia 96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

 
 
Erano le 8:00 del mattino e solitamente a quell’ora al Navi Yard la squadra era al completo, anche Tony a quell’ora era abitualmente presente, perché l’orario di lavoro cominciava per le 7:00 quindi anche se a volte in ritardo, per le 8:00 c’erano tutti, eppure quella mattina mancava un membro della squadra.
Tony era seduto alla sua scrivania che lanciava pezzettini di carta addosso a McGee, mentre Gibbs era con Vance in ufficio, ma di Ziva nessuno sapeva nulla, non si era ancora vista.
 
“Ehi, McNerd!”
“Che c’è Tony?”
“Ziva? Strano che non sia ancora arrivata, non trovi? Che non l’abbiano rapita gli alieni!”
“Smettila Tony, può capitare di arrivare in ritardo una volta, no?”
“Proprio qui ti sbagli, ogni volta che Ziva è in ritardo succede sempre qualcosa, sbaglio o devo ricordarti quella volta in cui Ziva era braccata da tutti NCIS, FBI e persino suo padre, il Mossad?!”
“Già DiNozzo, le cose peggiori capitano quando ci sei tu al comando, non hai da lavorare?” disse Gibbs dando uno scappellotto a Tony.
“Mi metto subito al lavoro capo!”
 
Proprio in quel momento si sentì il ting dell’ascensore e Ziva raggiunse la sua postazione di corsa.
 
“Bene, ora che ci siamo tutti… prendete le vostre cose, abbiamo un caso, Marine morto, andiamo.”
“Guido io!” urlò Tony.
“Che non si ripeta più David.” Aggiunse sottovoce Gibbs una volta avvicinatosi a Ziva, la quale annuì.
 
Raggiunsero la macchina e diversamente dal solito Ziva lasciò McGee sedersi di fianco a Tony e lei andò a sedersi sul retro, una volta tutti seduti fu il turno del solito Tony a parlare.
 
“Allora racconta Ziva, come mai mi lasci guidare con il Pivello di fianco? Non sembro più un gentiluomo se porto sul retro una donna e un uomo davanti, insomma la gente potrebbe capire male, non che al nostro Pivello dispiaccia…”
“Oh, ma smettila Tony, per la prima volta che mi metto davanti devi già rompermi l’anima?” aggiunse scocciato McGee.
“Io veramente ce l’avevo con Ziva, secondo me ci nasconde qualcosa, non ha ancora parlato in tutta oggi, secondo me ha perso la lingua, Ziva, apri la bocca, facci vedere che ti hanno fatto gli alieni!”
“Tony, secondo me ti guardi troppi film.” Ribatté lei sorridendo.
“Oh allora ci sei! Quasi quasi pensavo di viaggiare solo con il piccolo McVoglioStareDavanti!”
 
Arrivarono sulla scena del crimine, si trovarono in un appartamento, il corpo riverso a terra, con una pallottola alla testa: Ziva si occupò delle foto, McGee di controllare i video di sorveglianza, Tony di interrogare i vicini, Ducky insieme a Palmer di spostare il cadavere dopo aver fatto un veloce esame, per constatare che a prima vista il corpo era morto a causa del colpo di pistola e Gibbs metteva insieme tutte le informazioni che riceveva dalla sua squadra.
Tutto si svolgeva come al solito, almeno questo è quello che sembrava a prima vista, ma a Gibbs non sfugge mai nulla, non poté non notare che i movimenti di Ziva erano distratti, come se fosse altrove e non in quella stanza d’appartamento.
Una volta aver raccolto tutte le prove per il caso si diressero tutti alle macchine e Gibbs fece un cenno a Ziva di salire in macchina con lui.
 
“Allora Ziva, hai tempo finchè arriviamo in ufficio per spiegarmi cosa ti succede, dopo ti voglio al 100% per risolvere il caso… cos’hai?”
“Cosa dovrei avere Gibbs?”
“Non lo so, questo dovresti dirmelo tu, sei tu quella che è arrivata con un ora di ritardo stamattina, e sei tu che nel mentre facevi le foto eri in un altro mondo, si può sapere che ti succede?”
“Ah, si notava molto?”
“Che diavolo ti succede Zee?”
“Ma nulla di che, non ho sentito la sveglia e non ho dormito molto bene stanotte, scusa se ti ho fatto preoccupare per niente…”
“Mai chiedere scusa Zee…l’importante è che adesso tu riesca a concentrarti sul caso, e che non ti veda più nel mondo delle nuvole, sono stato chiaro?”
“Cristallino, Capo!” disse contenta del fatto che si fosse preoccupato per lei.
 
Una volta in ufficio si sedettero tutti alle loro scrivanie, eccetto Gibbs che portò la presunta arma del delitto ad Abby per farla esaminare.
 
“Ora che siamo soli Ziva, come mai eri in ritardo? Qualcosa non va?” chiese Tony apparentemente serio e preoccupato.
“Tranquillo Tony, mi sono solo svegliata con la gamba sbagliata stamattina.”
“Piede Ziva, mi sono svegliata con il piede sbagliato.”
“È quello che intendevo Tony. ” Sorrise di nuovo e tornarono tutti a lavorare al caso.
 
Dopo circa 2 orette di indagini ininterrotte Ziva si alzò di colpo e corse al bagno, al Navi Yard si guardarono tutti stupiti e con lo sguardo Gibbs fece capire a Tony di seguirla.
 
“Tutto ok Ziva?”
“Penso di aver mangiato qualcosa di sbagliato Tony, tutto qui…”
“Sicura? Io non ti ho vista mangiare niente però… ”
“Sarà un colpo d’aria allora…” aggiunse sciacquandosi la faccia.
“Vuoi che ti accompagni a casa?”
“Non ce né bisogno, mi è già passato tutto Tony, grazie comunque…” disse accarezzandogli la guancia uscendo dal bagno.
 
Nel vedere che tornarono entrambi sereni Gibbs si tranquillizzò.
 
“Cosa avete scoperto?” chiese Gibbs rivolgendosi alla squadra.
“Che Ziva probabilmente ha preso freddo…”
“Parlavo del caso DiNozzo…”
“Certamente!” esclamò Tony tirandosi uno scappellotto da solo.
“Raily Mason, sottoufficiale della Marina Militare, nato a Washington nel 1970, cresciuto dalla madre vedova, perché il padre Jeffry Mason è stato ucciso in Israele da una bomba.” Riferì McGee proiettando i dati sullo schermo.
“Sposato con Helen Camp da più di 3 anni, niente figli e prima sospettata perché al momento non raggiungibile” aggiunse Ziva.
“Ha telefoni staccati e il telefono di casa squilla a vuoto.” Spiegò Tony.
“Bene, che aspettate? Tony, McGee, andate a prenderla, tu Ziva va da Abby e senti come è messa con le impronte sulla pistola. Io andrò da Ducky… muoversi!”
 
 
ANGOLO AUTORE:
Non ho mai provato a dedicarmi a due storie in contemporanea, ma avevo paura che se non buttavo giù subito le mie idee, avrei potuto perdere l’idea, quindi eccomi qui con questa nuova storiella, che ne pensate?
Questo giro ho pensato di raccontare la storia in terza persona, non più in prima, in modo tale da potervi raccontare tutto quanto, come se fosse un vero e proprio episodio ;)
Non penso di scrivere molti capitoli di questa storia, ma mai dire mai, non si sa mai che scherzi mi gioca la mia fantasia :D
Come dicevo, spero vi piaccia, un saluto, la vostra solita Giulia innamorata di NCIS :’D
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
McGee & Tony
 
“Ehi McGee, secondo te perché la moglie della vittima non si trova in casa?” domandò Tony continuando a picchiettare sulla porta d’ingresso.
“Perché la tua fama ti precede e non vuole conoscerti anche di persona!”
“Simpatico Pivello, tutta invidia!”
“Scusate, ma voi chi siete? Che ci fate davanti a casa mia?”
“Helen Camp?” Chiese McGee.
“Sono, io e voi chi siete?”
“Agenti speciali Tony DiNozzo e McGee, NCIS, deve seguirci, abbiamo domande su suo marito da farle”
“È nei guai?” Mormorò la donna.
“Ci segua, le spiegheremo una volta arrivati.”
 
Gibbs & Ducky
 
“Jethro! Cosa ti porta da me così presto?”
“Il caso, DucK, sono venuto a sentire cos’hai da dirmi a riguardo…”
“Beh, Jethro, non c’è molto di nuovo da dire, questo povero uomo non ha neanche avuto il tempo di poter dire di aver vissuto, povero, comunque, tornando a noi, è morto per il colpo di pistola alla testa, non ha altri segni sul corpo, ma come puoi notare, vedi qui, sotto le unghie, ho trovato tracce di pelle, le ho già mandate ad Abby per farle esaminare.”
 
Abby & Ziva
 
“Ciao Ziva!”
“Ehi Abby, trovato qualcosa di utile sul caso? Mi manda Gibbs.” Sorrise porgendole il solito Caf-Pow.
“Stavo proprio per chiamarvi, ho trovato sull’arma del delitto le impronti di Helen Camp, oltre a quelle del marito, quindi secondo questo risultato la colpevole sarebbe la moglie, ma il fatto strano è che sotto le unghie del sottoufficiale Ducky ha trovato dei residui di pelle, che non corrispondono né alla moglie né a Raily Mason!” Spiegò sorseggiando la sua bevanda.
“E a chi corrisponderebbero?”
“Ci sto ancora lavorando Ziva, appena so qualcosa ti chiamo.”
“Perfetto, a dopo allora.”
“Ciao!”
 
Uscendo dal laboratorio di Abby Ziva si sentì mancare, si appoggiò al muro ma questo non l’aiutò a rimanere in piedi, le si offuscò la vista e cadde a terra, il corridoio era vuoto, nessuno aveva visto ciò che era appena successo e tantomeno Abby se n’era accorta, aveva appena riacceso la musica a tutto volume, Ziva lentamente si rialzò, entrò in ascensore e una volta dentro si appoggiò alla parete mettendosi una mano sulla fronte per riprendere l’equilibrio.
Una volta arrivata alla sua scrivania si mise ad aggiornare il caso con i nuovi dati fornitegli dalla scienziata.
 
Dopo poco arrivarono Tony e McGee con la moglie del Marine, pronta per essere interrogata, Gibbs era già in sala interrogatori che aspettava i suoi agenti.
 
“Capo, posso occuparmi io della moglie? Sembra che non sappia nulla del marito...”
“No, se ne occuperà Ziva questa volta.”
“Ai suoi ordini!” Scherzò Tony.
 
“Buon giorno Helen Camp. Sono Ziva David.” Disse entrando nella stanza e appoggiando i file del caso sul tavolino di fronte alla donna.
“Salve, posso sapere perché sono qui?” Domandò preoccupata la donna.
 
La donna sembrava distrutta dal dolore dopo essere venuta a conoscenza della morte del marito, non smetteva di singhiozzare, e borbottava tra se e se cose incomprensibili tanto che Ziva dovette portarle un bicchiere d’acqua.
 
“Signora Camp, mi dispiace per la sua perdita ma dovrei chiederle dove si trovava stamattina tra le 6 e le 7…”
“Sospettate di me? Era mio marito! Lo amavo! Aspettiamo un figlio!”
“Signora, devo insistere, è la prassi, dove si trovava stamattina? Perché non era raggiungibile? ”
“Ero all’ospedale per la mia prima ecografia, avevo spento il telefono, poi ho aspettato per un po’ di tempo Raily, ma nel vedere che non arrivava sono tornata a casa… oddio il mio povero Raily, come poteva venire, e io che non volevo neanche perdonarlo!!”
 
Ziva si alzò dalla sedia, ma nel farlo tornò il capogiro di prima, le gambe cedettero, riuscì ad appoggiarsi al tavolo ed entrò di corsa Tony.
 
“Zee, tutto ok?” corse per sorreggerla, ma lei lo respinse sorridendo.
“Mi sono alzata solo troppo in fretta, usciamo Tony.”
“Ma Ziva, l’abbiamo visto tutti che stavi per cadere a terra!”
 
Prima che Ziva potesse rispondergli il suo telefono squillò.
 
“Andiamo Tony, Abby ha trovato qualcosa d’importante.”
 
Da Abby
 
“Eccoti Ziva! Ah, ciao anche a te Tony, come mai qui?”
“Controllo che Ziva stia bene, ha appena avuto un mancamento!”
“Oddio Ziva, stai bene?”
“Si Abbs, è solo Tony che esagera, mi sono alzata troppo in fretta dalla sedia, tutto qui, parliamo del caso adesso.”
“Ok, ho esaminato il campione di pelle che mi ha dato Ducky e ho scoperto che è di una certa Wandy Lane, vi dice niente?”
“No, ma che ci faceva la pelle di questa donna sotto le sue unghie?” Domandò Tony incredulo…
“L’unica è domandarglielo, ho già rintracciato il suo cellulare, si trova al museo d’ arte.”
                                                                                                                                                                                 
Una volta ricevuta la notizia di Abby, Ziva e Tony andarono a prendere la donna in questione e la portarono in sala interrogatori per porle qualche domanda, la donna da subito sembrava molto nervosa e preoccupata, anche dopo averle dato la notizia del Marine morto non dava segni di tristezza, non che fosse strano, d’altro canto secondo quanto diceva questa donna non conosceva il sottoufficiale…
 
“Allora mi spieghi perché sotto le unghie di Mason abbiamo trovato il suo DNA?” Sbuffò Ziva scocciata.
“Ecco io…”
 
La donna sembrava sul punto di esplodere.
 
“Allora mi spieghi com’è possibile che dal video di una videosorveglianza la vediamo entrare in stanza con il soggetto in questione?” inventò Ziva sperando che la signora cadesse nel suo tranello.
“Impossibile! Ho cancellato ogni prova!”
“Bene, ha ammesso, ora ci dica perché…”
 
La donna era alquanto confusa, era caduta nella trappola tesagli, era troppo agitata per reggere alla tensione del momento.
 
“Lui voleva lasciarmi per stare con sua moglie! Io l’amavo! Ma lui non voleva chiedere il divorzio dalla moglie! Stavamo insieme ormai da qualche mese, e lui ha deciso di troncare quasi subito! Non potevo permetterglielo, dovevo fargliela pagare! O sarebbe stato mio o di nessuno! Era LEI a dover andare in carcere, mi sarei liberata di entrambi!”
 
Dopo questa deposizione il caso era risolto, Ziva poteva finalmente sedersi alla sua scrivania e compilare il rapporto, un caso molto veloce da risolvere, forse anche il più veloce mai risolto, in una giornata avevano già chiuso un caso.
 
Erano ormai le 18:00, tutti avevano compilato le scartoffie varie per definire il caso ufficialmente chiuso, si stavano avviando tutti verso casa eccetto Ziva che si era addormentata sulla scrivania.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
 

 
“Ziva, ehi, si può sapere che ti succede? Zee!”
“Mm?! Sono sveglia Tony, dimmi…”
“Beh, sai che sono andati tutti a casa, vero? Non pensi sia ora di andare anche per te? O hai deciso di arrivare prima di tutti gli altri domani mattina restando qua? Così recuperi l’ora persa oggi?”
“Non è male come idea, così posso continuare a dormire…”
“Dai Ziva, ti porto a casa io, o rischi di fare un incidente, anche se a dirla tutta con il tuo modo di fare prima o poi ne farai uno sicuro…”
“No Tony, vado a casa da sola, grazie, non ho bisogno di un passaggio.”
 
Una volta a casa Ziva si buttò sul divano senza nemmeno cambiarsi o mangiare e si addormentò, erano ormai le dieci di sera passate quando Tony bussò alla sua porta.
 
 “Zee, sono io, aprimi!”
 
Non aveva voglia di compagnia, aveva dormito male la sera prima e tutta la giornata si era rivelata un disastro,  non per il caso, ma per la sua “salute”, non capiva cosa le stesse succedendo, anche se qualcosa lo sospettava…
La luce del salotto si accese e Ziva fu obbligata a coprirsi gli occhi per il fastidio.
 
“Tony! Lasciami in pace, stavo dormendo!”
“Si, vedo, infatti hai il pigiama e sei nel tuo letto!”
“Spegni la luce!” Borbottai.
“Tu prima fatti una doccia e cambiati, poi ti spengo la luce Ziva.”
“Si può sapere che cosa ci fai qui?” Sbuffò alzandosi dal divano.
“Controllo che tu vada a letto, se invece intendi che ci faccio in casa tua, beh, ho usato le chiavi che mi avevi dato in caso di bisogno ancora tempo addietro.”
“Mm… ok, farò questa doccia, poi però te ne vai e mi lasci dormire…”
“Si può sapere Zee cos’hai? Non ti ho mai visto così, così…”
“Stanca?”
“Distrutta è il termine più corretto…”
“Magari perché lo sono? Vado a farmi la doccia.”
 
Passarono 15 minuti buoni dopo che Ziva ebbe finito di prepararsi, con pigiama e doccia fatta, Tony nel frattempo si era messo alle prese con la TV alla ricerca di un film decente per passare il tempo.
 
“Trovato nulla?”
“Ehi Zee, già finito?”
“Si…ora vado a letto, se tu vuoi puoi restare, ma non sarò di compagnia e fa piano, notte.”
“Non mi hai mai invitato a passare la notte qui, sicura che vuoi che resta? Vuoi che ti scaldi il letto?”
“Non farmi pentire di averti invitato a restare, o sarà la prima e ultima volta.” Sorrise e si recò verso la sua stanza, dove una volta raggiunto il letto si buttò sopra e si addormentò come un sasso.
 
Tony rimase con la TV accesa ancora per qualche ora, poi a mezzanotte decise di spegnere tutto e andare a dormire, si svegliò di soprassalto per sentire Ziva in camera sua lamentarsi, corse in suo aiuto e la trovò nel suo letto con le braccia incrociate sulla pancia, la svegliò e appena aprì gli occhi corse in bagno sbattendo la porta una volta entrata...
Uscì come nulla fosse successo, sembrava un’altra persona, tanto che Tony stava per paragonare la scena a una di un film ma si trattenne.
 
“Zee, tu non hai preso freddo…”
“Sai a volte penso che tu sia un genio…”
“Non fare così, sono preoccupato!”
“Allora non esserlo!”
 
Tornò a letto ma la scena si ripeté per altre 2 volte, quella notte e né Ziva e né Tony riuscirono a riposare correttamente.
Il mattino fu ancora più difficile, Tony si era svegliato un po’ prima sperando di riuscire a preparare qualcosa di leggero per Ziva prima di andare al lavoro, ma con suo stupore anche Ziva si era alzata ed era in cucina già pronta e vestita con un the e dei biscotti in mano.
 
“Ti ho fatto un caffè Tony, e da magiare ho solo dei biscotti…”
“Non penserai di andare al lavoro, con la nottataccia che hai passato!”
“A me sembra che la nottataccia l’abbia passata anche tu a causa mia, ma tuo malgrado stai andando al lavoro! Non preoccuparti Tony, sto meglio, solo la notte sto così, poi durante il giorno sto bene…”
“Si ho visto ieri…”
“Ah che allora non ti meriti nessun caffè eh!”
“Ma aspetta Ziva, come fai ad avere il caffè in casa se tu il caffè non lo bevi mai?”
“Non rispondo in assenza del mio avvocato, Agente Speciale Anthony DiNozzo dovresti saperlo!”
 
La colazione si concluse e ognuno prese la propria auto per dirigersi al Navi Yard.
 
Tony continuava a domandarsi del perché Ziva avesse quel caffè, impossibile che avesse preso in anticipo il caffè per lui, anche perché era una visita inaspettata, aveva deciso di farselo dire il prima possibile o sarebbe morto di curiosità.
 
“Ehi, McGoo, sai che la nostra Ziva qui presente ha del caffè in casa eppure lei non lo beve? Come ti spieghi questa cosa?”
“Lo tengo per le persone di troppo che potrebbero farmi visita.”
“Quindi ammetti che non è per te, allora confessi! Per chi l’hai preso? Chi è il fortunato?”
“Non c’è più nessun fortunato, l’ho mandato a quella città ormai più di un anno fa Tony, soddisfatto?”
“No, non sarò mai soddisfatto del tuo lessico… si dice mandare a quel paese Ziva, non a quella città…”
“Ah Tony! Il concetto è sempre lo stesso, se hai capito perché mi torturi così?”
“Perché è il mio lavoro…”
“Qual è il tuo lavoro DiNozzo?” Interruppe Gibbs.
“Ehm, Buon giorno capo! Stavo dicendo a Ziva di lasciarmi stare che devo concentrarmi su ciò che ho qui perché è il mio lavoro…”
“Ok DiNozzo, cerca di concentrarti meglio e non torturare troppo l’agente David. Io sarò da Vance se avete bisogno di me.” Aggiungendo ciò s’incamminò per le scale e diede il solito scappellotto a Tony.
 
La mattinata passò velocemente quando all’improvviso Ziva si alzo bruscamente e corse al bagno.
 
“Ancora Zee? Non avevi detto che stavi meglio?” Urlò Tony alla Ziva in fuga.
“Cos’ha Tony?”
“Non so McGee, anche stanotte stava poco bene…”
“Sei stata da lei?!”
“Si, ma non farti strane idee, sono rimasto perché aveva bisogno d’aiuto anche se non gliene ho dato molto…mi aveva chiesto di restare per poi non farsi aiutare, la conosci…”
“Speriamo non sia contagiosa!”
“Il solito altruista McSano!”
“Non penso sia contagiosa ragazzi, vado un secondo da Ducky” Annunciò Ziva sbucando dal nulla.
“Vuoi che venga con te?”
“No Tony, grazie, hai già fatto molto restando ieri…”




ANGOLO AUTORE:
Ciao a tutti, purtroppo per il seguito dovrete aspettare una settimana circa perchè in questa settimana mi sarà impossibile entrare su EFP.
Vi saluto tutti e mi auguro che la storia fin qui vi piaccia ;)
Il tutto si concludera nel prossimo capitolo, secondo voi cos'ha la nostra Ziva?
Mi mancherete tutti :( 
Un abbraccio a tutti coloro che leggono le mie storie!
La vostra Giulia :*

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
 
 
“Ciao mia cara, cosa posso fare per te?”
“Ducky, ho bisogno di un tuo consiglio medico…anche se penso di sapere già cos’ho…”
“Dimmi Ziva, cominci a farmi preoccupare…”
“Oh, beh, nulla di cui preoccuparsi, almeno penso…Ecco è ormai un paio di giorni che non mi sento granché, ho giramenti di testa, fatico a dormire e rimetto molte volte al giorno, ecco, la mia paura è che io sia incinta, non ne sono sicura al 100% ma volevo un tuo parere, non vorrei andare da persone che non conosco, si insomma, mi fido di te…”
“Oh mia cara! Ma certo che ti posso visitare io! Mi sarei sentito offeso se ti fossi rivolta a qualcun altro! Chi è meglio del vecchio Dr. Mallard? Ok eufemismi da parte, e controlliamo questa pancina!”
 
Ducky prese tutto l’occorrente per effettuare un’ecografia, e poté con gioia constatare che Ziva era in dolce attesa da 13 settimane ca.
 
“Se posso chiedere, chi è il fortunato?”
“Oh, una storia complicata”
“Ma lui lo sa?”
“Non ancora…ma lo saprà…”
“L’importante è che sia il ragazzo giusto per te… l’hai detto ad Abby? Farà i salti di gioia!”
“Vorrei aspettare ancora un po’ prima di dirlo agli altri, volevo solo accertarmi che fosse come pensavo…”
“Come vuoi tu, per qualsiasi cosa sai dove trovarmi mia cara.”
“Grazie Ducky.”
 
Passarono i giorni, passarono le settimane e ormai la pancia di Ziva cominciava a notarsi leggermente, ormai era alla 15 settimana di gravidanza, doveva dirlo agli altri, la cosa migliore sarebbe stata invitarli tutti a pranzo da lei e brindare per la notizia, nonostante tutto ne andava fiera, non aveva mai immaginato di diventare mamma anche se l’aveva sempre sognato, di certo avrebbe preferito avere qualcuno al suo fianco, ma il lieto fine non sempre esiste…
 
“Domani sera avete da fare? Vorrei invitarmi tutti a casa mia per un pranzo.”
“Certo Zee, basta che non ci avveleni tutti” scherzò Tony.
“A che proposito?” chiese Gibbs.
“Deve per forza esserci? Ho voglia di cucinare per tutti voi qualcosa di speciale.”
“Ok, ci sto” si aggiunse Tim
“Bene allora, domani sera saremo tutti riuniti per una super mega cena in famiglia, a casa Ziva!”
 
Ziva quella sera però non riuscì a prendere sonno, non riusciva a non pensare alla grande cena, doveva dirlo a Gibbs, non poteva invitarlo lasciandolo ignaro di tutto…
 
“Posso?”
“Sei già dentro Ziva, ma che ci fai qui alle 2 del mattino?”
“Non riuscivo a prendere sonno, e non avevo visto l’ora tarda…”
“Dai sputa il rospo Zee, come mai questa grande cena?”
“Sono incinta Gibbs…”
“E ci voleva molto a dirmelo?”
“Ma come? Lo sapevi?”
“Si, dovevi informarmi tu stessa però, è stato Ducky ad avvisarmi, aveva paura che vi sareste messi nei guai entrambi, e poi Ziva, non per dire ma solo un cieco non vedrebbe, ho fatto due più due, le nausee, la stanchezza, tutte cose che ho già visto! Ma finalmente posso farti di persona i miei più sinceri Auguri!”
“Grazie…Gibbs…” Disse con una lacrima di gioia che le fece brillare l’occhio.
 
La cena si concluse e finalmente il momento tanto atteso era arrivato, e dopo aver annunciato agli ospiti la notizia, la reazione di tutti non poté che farla piangere di gioia, la più euforica era ovviamente Abby, ma anche gli altri erano contenti per lei, perché si vedeva che era veramente contenta della gravidanza.
La serata si prolungò fino a tarda sera, tra risa, scherzi e giochi da tavolo, e il momento di andare si avvicinò per tutti, salutarono Ziva e ognuno andò verso la propria casa all’infuori di Tony che si offrì di aiutare a sistemare.
 
“Zee, chi è il padre?”
“Sono incinta di 15 settimane Tony…”
“Parigi…”
“Si, Parigi…”



ANGOLO AUTORE:
Ciao a tutti, non uccidetemiiiii
Cosa ne pensate? 
Devo continuare? 
Lascio in sospeso? 
Accetto consigli se volete che continui ancora ;) 
Un abbraccio,
Giulia.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Scusatemi per il ritardoooooo, ecco un piccolo assaggio del seguito di questa storia, che ne pensate? 


CAPITOLO 5
 
“Sono incinta di 15 settimane Tony…”
“Parigi…”
“Si, Parigi…”
 
Tony rimase alquanto sorpreso nel capire che stava diventando padre, in verità non aveva ancora bene metabolizzato la cosa, non riusciva a capire se quella che provava era gioia o paura, Ziva si accorse di questa sua reazione e subito volle rassicurarlo.
 
“Tranquillo, non voglio chiederti nulla, pensavo fosse corretto fartelo sapere visto che sei il padre”
“Non è questo Zee, io ci sarò per te e per il piccolo perché sarà un piccolo DiNozzo vero? La cosa che più mi preoccupa è il lavoro che facciamo, non vorrei che nostro figlio si ritrovi orfano Zee, stavo pensando a questo…”
 
Il viso di Ziva si fece subito più sereno nel sentire quelle parole, ma ad un certo punto le mancarono le forze e cadde a terra priva di sensi.
Tony disperato cercò di svegliarla, ma fu inutile, aveva il terrore di spostarla per paura di peggiorare tutto, fu quando vide del sangue per terra che si allarmò ulteriormente… il sangue  proveniva dal bambino!
L’agente DiNozzo era in panico totale ma doveva cercare di mantenere la calma, lo doveva fare per lei, per loro!
 
“Gibbs, Zi-Ziva è svenuta! C-c-c’è del sangue!”
“Mio Dio Tony! Chiama un’ ambulanza, ci vediamo lì, sto arrivando!”
 
L’uomo ormai non sapeva più che fare, era solo con Ziva priva di sensi e si sentiva ancora più stupido nell’aver perso tempo vitale nel chiamare prima Gibbs invece che l’ambulanza…
Il capo e i paramedici arrivarono quasi insieme e trasportarono d’urgenza Ziva in sala operatoria, sospettavano un’aborto spontaneo con complicanze dato lo svenimento dell’agente David…
 
“Come sta dottore? Mi dica, la prego, come stanno?”
“Stia calmo, il peggio è passato la Signorina David si sta riprendendo e fortunatamente anche il bambino sembra stabile, non c’è stato bisogno di nessun intervento, dopo una veloce visita pre-operatoria siamo riusciti a stabilizzare entrambi senza dover intervenire chirurgicamente, il peggio per ora sembra passato”
“Come, sembra passato, dottore?”
“In casi del genere non si può cantare vittoria subito, potrebbe essere finita come no, potrebbe avere un altro attacco, ma non pensiamo al peggio per stanotte consiglierei di tenerla in osservazione e domani mattina vediamo se è il caso di trattenerla ancora un giorno o lasciarla.”
“Ma lei dov’è?”
“Stanza 203.”
 
Tony corse disperatamente alla stanza 203 e appena vide Ziva sorridergli lui le si avvicinò e la baciò come non mai prima d’allora.
 
“Il peggio sembra passato, come ti senti?”
“Sto bene, tranquillo Tony…”
“Da quanto stai bene siamo in ospedale porca miseria!...Scusa…non volevo reagire così, mi sono spaventato a morte, il vederti lì distesa inerme, ho pensato al peggio…non farlo più…”
Detto ciò scoppiò in lacrime, e abbracciò la sua amata…
Nel frattempo passò davanti la stanza Gibbs che con un cenno di approvazione del capo se ne andò.
 
Il giorno seguente Tony e Ziva si svegliarono mezzi indolenziti per la nottata passata, il medico dimesse Ziva dall’ospedale obbligandola a una, meglio due, settimane di completo riposo onde evitare ricadute.
Tony decise di trasferirsi da Ziva che aveva un appartamento più confortevole a patto che potesse portarsi dietro tutta la collezione di film che possedeva. I traslochi durarono tre giorni, Tony riuscì a vendere a buon prezzo il suo vecchio abitacolo e cominciò la sua nuova vita con Ziva.
 

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