The Golden Girl di Miss_Sunshine (/viewuser.php?uid=69485)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Come nasce una stella ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Stupiscimi ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - In fondo è solo un numero ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Pensa in fretta e non morire ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Che il gioco abbia inizio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Il giorno più brutto ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Una nuova Vincitrice ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - L'incoronazione ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Nuovi amici e nuovi inizi ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - Come nasce una stella ***
Author’s
note.-
Salve a tutti! Se state leggendo questo messaggio significa che avete
aperto la
mia storia, quindi già per questo vi ringrazio. Questa
è la prima storia che
scrivo dopo davvero tanto tempo e spero non faccia schifo. È
anche la mia prima
storia nel fandom di Hunger Games, quindi sono abbastanza nervosa sul
risultato. Spero piaccia a qualcuno. È una storia che mi
balena in testa da un
po’ e alla fine mi ci
sono
affezionata : 3 Buona lettura!
The
Golden Girl
Capitolo
1 – Come nasce una stella
Io
e Ariel abbiamo deciso di
passare il pomeriggio nel parco vicino la scuola. Siamo appoggiate
contro il
tronco della nostra quercia preferita. Io leggo e lei sta facendo uno
schizzo
del lago a pochi metri da noi. Ogni tanto sbircio il foglio del suo
album, è
davvero brava.
"È da tanto che il
Distretto Uno non ha un vincitore,
non credi?" mi chiede di punto in bianco.
"Mh?"
"Sono già due anni che
non vinciamo ai Giochi" mi
incalza, paziente.
"Abbiamo vinto per due anni di
fila, prima. Non possiamo
vincere sempre noi, no?" le rispondo con un sorrisetto.
"Cosa faresti se estraessero te?"
Smetto di leggere e alzo la testa
a guardarla.
"Probabilmente nulla. Prima di arrivare al palco qualcun'altra si
sarà già
offerta volontaria. È così che funziona da noi,
lo sai".
"Se toccasse a me non si
offrirebbe nessuno. Non sto
simpatica a molti" constata con aria sconsolata.
"Ariel, non lo fanno per aiutare
te. Vanno volontari per
la gloria personale. Non c'entra niente la simpatia". Mi chiedo
perché
stiamo facendo questa conversazione. Abbiamo diciassette anni e nei
Distretti
favoriti sono i diciottenni ad offrirsi volontari per i Giochi. Non
abbiamo
niente di cui preoccuparci.
"Io quest'anno me la sento" mi
confida con aria
sconsolata.
"Non chiamartela. La sfortuna ha
il sonno leggero"
le rispondo con una risatina. Lei ricambia il mio sorriso e penso di
averla
convinta che non abbiamo niente da temere.
Torniamo per un po' alle nostre
attività e poi decidiamo di
tornare a casa. Ariel non riprende l'argomento e ci limitiamo a parlare
del più
e del meno.
Lungo la strada ci fermiamo al
nostro solito posto a bere un
succo di frutta. Ci siamo appena sedute che la nostra attenzione viene
attirata
da un capannello di gente all'ingresso.
"Chi è?" mi limito a
chiedere senza alzare gli
occhi dal mio succo al mirtillo. "Ariel?" chiedo di nuovo, visto che
non ricevo risposta nonostante lei sia voltata da un po'.
"È Gloss..." mi
risponde con un sussurro.
Alzo gli occhi al cielo. Da
quando quattro anni fa ha vinto i
Giochi, lei non fa che parlare di lui.
"Datti un contegno, non vorrei
dover asciugare la tua
bava dal tavolo..." la prendo in giro mentre guardo Gloss assiepato da
curiosi che probabilmente gli chiedono cosa si aspetta dai Giochi di
quest'anno. Se fossi io un vincitore penso che in questo periodo
dell'anno
starei chiusa in casa e mi farei vedere in giro il meno possibile.
"Secondo te è vero?"
mi chiede Ariel. Il mio
sguardo smarrito la induce a spiegare si meglio.
"Quello che dicono ci sia tra lui
e... Sua
sorella". Mi guarda con apprensione come se stessimo discutendo della
cosa
più importante del mondo.
"E io che ne so, scusa?! Ariel,
Gloss non ci guarderebbe
in ogni caso. Siamo attraenti quanto un'erbaccia ai suoi occhi,
fidati".
Lei sbuffa e io considero chiuso il momento gossip, tornando a
concentrarmi sul
mio succo.
La mattina della mietitura arriva
come tutti gli anni.
Silenziosa, temuta, troppo puntuale. Come ogni anno, mi alzo presto e
mi
preparo con calma. So che non sarò io a salire su quel
palco, ma dobbiamo
presentarci al nostro meglio e non voglio essere da meno degli altri.
Mi guardo allo specchio. Non sono
niente di particolare.
Credo che qualche parte la definiscano 'la tipica bellezza del
Distretto Uno',
capelli biondi e occhi verde - azzurro. Una cosa che può
funzionare fino alle
interviste magari, ma non sulla lunga distanza. In ogni caso, niente di
cui
debba preoccuparmi.
Raggiungo la piazza del Municipio
dove si terrà, come sempre,
la
Mietitura. Mi
sistemo tra le ragazze della mia fascia di età e vedo Ariel
poco davanti a me.
Mi fa un saluto ansioso e io ricambio con un sorriso che vorrebbe
tranquillizzarla.
La cerimonia ha inizio. Il
Sindaco fa il suo discorso e
mentre lui parla io guardo il palco. Seduti dietro di lui ci sono
Sapphire e
Ruby. Lui penso abbia passato da poco la sessantina e credo sia uno dei
Mentori
più anziani che abbiamo al Distretto. Lei invece
avrà più o meno trent'anni.
Forse ho visto qualche spezzone dei suoi Giochi in televisione. Saranno
i
Mentori di quest'anno. Ariel sarà molto triste di non vedere
Gloss in tv a
tempo pieno.
Mentre io ero persa in queste
riflessioni, il Sindaco ha
finito il suo discorso e l'Accompagnatrice ha iniziato a fare il suo.
Odio il
suo stupido accento capitolino. Perché non possono parlare
normalmente e basta?
"Iniziamo con le signore!" dice,
per poi
avvicinarsi alla boccia con i nomi delle ragazze. Il mio stomaco
è rilassato,
nessuna brutta sensazione. Non penso che chiamerà me.
E infatti non chiama me. Chiama
Ariel. La vedo con gli occhi
sgranati dallo stupore e dalla paura che muove un passo incerto verso
il palco.
Ed è un attimo.
"Mi offro volontaria!"
La mia mano è scattata
in alto per farmi vedere dal palco e
credo di aver urlato. Ariel mi sta guardando come se fossi
completamente pazza
e le ragazze delle prime file mi staccherebbero volentieri il braccio
qui ed
ora. Non so perché non ho aspettato che si offrisse una di
loro. Non so cosa
cavolo ho fatto.
Mentre avanzo verso il palco
nello stupore generale, vedo i
due Mentori che parlottano tra loro e si sporgono per vedere chi sono.
Anche
l'Accompagnatrice è stupita, ma mi sembra ben felice del
colpo di scena. Mi
porge una mano mentre salgo e mi fa andare al centro.
"Vuoi dirci il tuo nome, cara?"
mi chiede
incoraggiante.
"Stella. Stella Maloney.
Volontaria per il Distretto
Uno" aggiungo, più che altro per convincere me stessa.
Mentre lei estrae il Tributo
maschio vedo i miei genitori in
fondo alla piazza che mi guardano come se dovessi sparire da un momento
all'altro. Torno a guardare Ariel e lei sta piangendo in silenzio. Sono
tutti
così incoraggianti, davvero.
Il mio compagno di Distretto
è alto almeno trenta centimetri
più di me e largo circa il doppio. Si chiama Trevor e quando
mi stringe la mano
mi fa chiaramente capire che non siamo amici.
Dopo la mietitura è il
momento dei saluti. Mia madre continua
a piangere e a guardarmi come se fossi pazza. E forse non ha tutti i
torti.
Cerco di rassicurarla dicendole che so cosa sto facendo e un po' ci
riesco
pure, credo.
"Comunque vada, noi saremo fieri
di te, Stella" mi
incoraggia mio padre con la voce scossa.
Sono riuscita a non piangere
mentre salutavo i miei genitori
ma ora che sono da sola mi rendo conto davvero per la prima volta di
ciò che ho
fatto: mi sono condannata ad una morte cruenta in diretta tv. Ma non
resto da
sola per molto perché, con mia grande sorpresa, Ariel entra
nella stanza. Non
ho neanche il tempo di chiederle che ci fa qui che lei mi ha
già abbracciata.
"Perché l'hai fatto,
perché? Dopo la presentazione si
sarebbe offerta qualcun'altra!" squittisce ancora sotto shock.
"Lo so. Non so che mi
è preso, il braccio è scattato da
solo..." cerco di giustificarmi.
"Non avrei dovuto dirti quelle
cose l'altro giorno, è
colpa mia!" mi dice, disperata.
"No! Senti, me la
caverò, ok? Se ce l'ha fatta un'oca
come Cashmere, ci posso riuscire anche io!"
Ridacchiamo per un po' e poi lei
torna seria. "Mi hai
salvata. Farò tutto il possibile per aiutarti mentre sei
lì. Scriverò lettere a
tutti gli sponsor. Per quando inizieranno i Giochi già tutti
sapranno chi
sei". Mentre lo dice è così risoluta che penso lo
farà davvero.
"Ti prometto che farò
del mio meglio. Vincerò questi
Giochi. Così quando tornerò potrai vantarti anche
tu di conoscere uno dei
Vincitori!".
Dopo i saluti ci hanno portato in
stazione e messi sul treno
per Capitol City. Il Distretto Uno non è molto lontano dalla
Capitale, domani
mattina saremo già lì. A cena conosceremo i
nostri mentori e spero siano
all'altezza della loro fama.
Ci hanno dato il pomeriggio
libero e ne sto approfittando per
godermi tutti i comfort del mio scompartimento. Guardo fuori dal
finestrino e
mi godo il tramonto sul mio Distretto, che diventa sempre
più piccolo. Mi trovo
a pensare che potrebbe essere l'ultima volta che vedo il posto dove
sono nata.
L'ultima volta che ho visto le persone a me care. Potrebbero essere i
miei
ultimi giorni di vita. Ma poi penso a quello che ho detto ad Ariel. Io
ho le
carte in regola per farcela. Voglio e posso vincere questi Giochi.
È ora che il Distretto
Uno abbia di nuovo un vincitore.
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Stupiscimi ***
Author’s
note.- Ciao a
tutti! Non ho molto da dire, voglio solo ringraziarvi per aver letto il
primo
capitolo di questa storia. E un grazie particolare a chi ha recensito.
:’)
Spero
che questo secondo
capitolo non vi deluda. Se vi va di lasciare un commento per farmi
sapere le
vostre impressioni ne sarò felice.
Buona
lettura! :3
P.s.
Il vestito che
indosserà Stella per la sfilata dei Tributi è
questo qui,
se volete vederlo :3
The
Golden Girl
Capitolo
2 – Stupiscimi
Tra
poco sarà ora di
cena. Lo capisco dal fatto che fuori dal finestrino si è
fatto buio. Ho fatto
un bagno caldo e ora sono distesa sul letto, avvolta nel mio
accappatoio
morbido, gentilmente offerto da Capitol City. Decido di alzarmi e
accendere la
luce. È ora di prepararmi per la mia prima cena da Tributo e
credo sarà importante.
Anche perché vedremo il riepilogo delle mietiture e
finalmente saprò chi sono i
miei avversari.
Trovo
dei vestiti
nell'armadio e devo dire che non sono male. Potrei anche abituarmi a
questa
vita, se non comprendesse che di qui a un paio di settimane massimo
potrei
essere morta.
Scelgo
un vestito
azzurro e ripiego il mio con cura. Se uscissi viva dall'arena credo che
lo
conserverei come ricordo. Il simbolo della più grande
cavolata o della migliore
idea della mia vita. Si vedrà. Sento bussare alla porta e
Sapphire mi informa
che ci stiamo per mettere a tavola.
Lui
e Ruby si sono già seduti
da un lato e la nostra Accompagnatrice ha preso il posto a capotavola.
Quindi,
per esclusione, io e Trevor ci sediamo difronte ai Mentori.
La
cena trascorre
tranquilla, tra la nostra Accompagnatrice che ci dice quanto siamo
fortunati e
i Mentori che ci danno delle dritte base su come sopravvivere
nell'arena.
Trevor assume un atteggiamento spavaldo e cerca di mettersi in mostra,
io
preferisco concentrarmi sulla cena. Vengo da uno dei Distretti
più ricchi, ma
questo cibo è davvero buono. E potrebbe essere uno dei miei
ultimi pasti.
"Hai
già buttato la
spugna, Maloney? Non ci provi neanche a far bella figura?" mi stuzzica
Trevor.
Con
un movimento fluido
e impercettibile agli altri, intenti a mangiare e chiacchierare, porto
il
coltello sotto il tavolo e lo punto verso la coscia del mio compagno di
Distretto.
"Sono
una che
preferisce non perdersi in chiacchiere" rispondo tranquilla guardandolo
di
sottecchi.
"Usa
quel coltello
contro di me ti ritroverai a servire la cena come quei Senzavoce
lì" mi
dice, strafottente.
"Meglio
senza voce
che senza palle" mi limito a rispondere, per poi tornare a mangiare.
Non
senza aver prima lasciato un piccolo squarcio sui suoi pantaloni.
La
cena è proseguita
tranquilla e ora sono in pigiama pronta ad andare a letto. Domani
mattina
arriveremo alla Capitale e penso che tutto mi sembrerà
più reale. Ho già messo
una camicia da notte e mi sto mettendo a letto quando qualcuno bussa
alla
porta. Vado ad aprire e trovo Sapphire.
"Stella,
hai
qualche minuto per una chiacchierata?"
"Certo..."
rispondo mentre lo faccio entrare. Di che mai vorrà parlarmi?
"Io
e Ruby siamo
rimasti colpiti dalla tua candidatura" e io mi trattengo dal rispondere
'sì,
anch'io!'. "Mi piacerebbe sapere cosa ti ha spinto a farlo". Ha uno
sguardo gentile.
"Beh..."
Devo
tirare fuori una
risposta intelligente. "Sai, Ariel... La ragazza che avevano
estratto... È
la mia migliore amica. Non potevo lasciare che finisse nell'arena. Non
è il tipo
da resistere lì dentro".
"Si
sarebbero
offerte altre ragazze, no?" dice, facendomi un sorriso di chi sa come
funzionano le cose.
"Sì...
Non ci ho
pensato lì per lì".
"Nell'arena
dovrai
pensare, lo sai questo, vero?"
Mi
sembra che non abbia
molta fiducia in me. "Certo che lo so" ribatto, stizzita.
Lui
sembra accorgersi
del mio risentimento e cambia argomento.
"I
tuoi allenatori
mi hanno parlato bene di te. Credo tu fossi tra le loro idee per l'anno
prossimo. Diciamo che hai solo anticipato un po' i tempi...". Mi fa un
sorriso cordiale. "E la tua amica mi ha detto che se volessi non ci
metteresti molto a stendere Trevor" aggiunge e io non posso che
sorridere
pensando al fatto che Ariel sia andata a parlargli. Ma siamo seri, non
penso di
poter stendere Trevor così facilmente. Però se
gli allenatori hanno parlato
bene di me potrei avere una possibilità. "Cosa sai fare?"
"Sono
brava nella
lotta. Mi sottovalutano sempre perché sono piccolina, ma
proprio per questo
riesco ad essere veloce e a cogliere di sorpresa l'avversario".
Mi
sembra colpito.
"Sai usare qualche arma?"
"Sono
brava con
lance e bastoni... Ma me la cavo bene anche con coltelli e arco"
aggiungo
vedendo il suo sguardo scettico. "E con la spada". Più o
meno. Avrò usato
una spada circa tre volte. Ed è andata bene. Quindi conta,
no?
"Bene,
non è male
come preparazione. Potresti anche vincere".
"Sapphire,
non ci
siamo capiti. Non è che potrei vincere. Io
vincerò questi Giochi. E ti conviene
puntare su di me, perché sarò io ad essere
incoronata tra qualche
settimana".
Lui
ha un sorrisetto
compiaciuto. "Era quello che volevo sentire. Volevo vedere quella
scintilla che ho visto quando ti sei offerta volontaria.
Sarò io il tuo
Mentore, ho lasciato Trevor a Ruby. Come Mentore più anziano
ho almeno la precedenza
nella scelta". Ci scambiamo un sorriso complice.
"Non
deludermi,
Stella. Sto puntando molto su di te".
"Non
lo farò"
e per una volta ne sono convinta. Mi metto a letto pensando che ci sono
tante
persone che contano su di me. E io non devo deluderle.
Vengo
svegliata dalla
luce che filtra attraverso le tendine del finestrino. Mi stiracchio e
sto
pensando di rimettermi a dormire, quando sento qualcuno che bussa alla
porta.
"Colazione,
Stella" mi informa Sapphire e io mi rassegno ad alzarmi.
Raggiungo
gli altri a
colazione e li trovo già seduti. Trevor si è
vestito di tutto punto,
contrariamente a me, che indosso ancora la camicia da notte rosa. Non
mi sono
neanche seduta che l'Accompagnatrice mi fa notare che non è
educato sedersi a
tavola in pigiama e io sto anche per scoccarle una risposta tagliente,
ma
veniamo distratti da un vociare fuori dal treno. Probabilmente stiamo
entrando
in città e dei gruppi di Capitolini si saranno assiepati
vicino ai binari per
vedere i Tributi. Trevor scatta subito verso il finestrino
più vicino e inizia
a salutare la folla col suo sorriso accattivante. Io faccio passare
qualche
secondo, poi mi avvicino a lui, gli do una spinta che lo coglie di
sorpresa e
lo fa finire a terra, e inizio a salutare la folla sorridente,
ignorando le
maledizioni che il mio compagno di Distretto mi sta lanciando, ma non
mi sfugge
un sorrisetto compiaciuto del mio Mentore.
Arrivati
al Centro di
Addestramento veniamo portati al primo piano della torre che
sarà la nostra
residenza fino all'inizio dei Giochi. Trovo davvero ingiusto che quei
morti di
fame del Dodici abbiamo l'attico mentre a noi toccano i piani bassi.
Insomma,
siamo il Distretto Uno, è una cosa assurda.
Mi
butto sul letto e con
un telecomando che trovo sul comodino apro l'armadio e inizio ad
esaminare i
vestiti.
"Non
siamo in
vacanza. I tuoi preparatori ti stanno aspettando. E ti conviene
sbrigarti, ci
vorrà parecchio tempo... Visto che sembri una piccola
selvaggia...".
Sapphire scatta via prima che il cuscino che gli lancio lo colpisca.
Inizio a
capire come ha fatto a vincere. Mi alzo sbuffando e mi dirigo verso la
stanza
dove, in teoria, dovrebbe avvenire il miracolo.
I
miei preparatori
indossano delle divise bianche e sembrerebbero delle persone normali se
non
fosse per gli strani tatuaggi e gli impianti sul viso all'ultima moda
capitolina. E per i capelli di strani colori. Hanno un accento
praticamente
insopportabile ma per il resto non sono male.
"Sei
così carina!
Non ci metteremo molto a renderti assolutamente per-fe-tta!" mi dice
uno
di loro, l'accento capitolino marcato sull'ultima parola. Beccati
questa
Sapphire, chi è la piccola selvaggia, eh?
Li
sento parlottare tra
di loro del fatto che sono pulita e basterà farmi un
lavaggio normale. Ci
mancherebbe, per chi mi hanno presa? Dopo passano a limarmi e
sistemarmi le
unghie e sono ben felici che le mie non siano sporche. Inizio davvero a
chiedermi che razza di selvaggi vivano negli altri Distretti. Va bene
la povertà,
ma l'igiene personale è alla base della vita. Potrei
spaventare i miei
avversari nell'arena con del sapone magari...
I
miei pensieri vengono
interrotti dalla fase ceretta. L'avevo fatta prima della mietitura ma
loro
riescono comunque a trovare dei peli e a debellarli. Finalmente la
tortura
finisce e passano ai capelli. Perdo il conto di quanti prodotti usano,
ma
quando finiscono ho i capelli più lucenti e voluminosi che
abbia mai visto. I
miei preparatori avranno anche un accento insopportabile, ma sanno fare
il loro
lavoro davvero bene. Finiscono la loro opera con una pulizia del viso e
altre
due o tre creme e finalmente sono libera di andare a conoscere il mio
stilista.
Di lui so solo che si chiama Ganymedes e che si occupa del Distretto
Uno da
alcuni anni.
Lo
aspetto in una stanza
color crema, ancora avvolta nel mio accappatoio. Quando arriva non
posso fare a
meno di notare quanto il suo aspetto sembri normale. Ha i capelli
ramati e gli
occhi verde prato. E nessun segno di strane cose sul viso, fatta
eccezione per
un tatuaggio che rappresenta quella che mi sembra un'aquila vicino un
orecchio,
dello stesso colore dei suoi occhi.
"Stella,
è un
piacere conoscerti. Sembra che tu sia la novità di
quest'anno" mi dice con
un sorriso mentre si siede davanti a me. Ricambio il suo sorriso.
"Mi
sembri un tipo
deciso, quindi direi di cominciare" dice, dopo avermi preso le misure.
"Per quest'anno pensavo di fare qualcosa di diverso. Dimenticati di
pellicce, piume e gioielli vari".
'Ti
prego, non farmi
andare lì fuori nuda' mi ritrovo a pensare.
"Qual
è il compito
del Distretto Uno?" mi chiede con uno sguardo complice.
È
una domanda a
trabocchetto? "Mh... Forniamo beni di lusso alla capitale..."
azzardo, anche se lui ha detto che non vuole usare queste cose.
"E
il lusso a cosa
ti fa pensare?" mi incalza lui e io ancora non capisco dove vuole
arrivare.
"Alla
ricchezza?"
"Vedo
che sei
sveglia. E qual è il simbolo per eccellenza della ricchezza?"
"L'oro..."
realizzo in un sussurro.
Lui
tira fuori una
cartellina che non avevo notato quando entrato e mi mette in mano un
pezzo di
stoffa. È un tessuto cangiante, che cambia
tonalità di dorato in base
all'esposizione alla luce. È quasi ipnotico. "Con questo
pensavo di fare
la gonna" mi spiega. "Invece questo è per il corpetto" e mi
mette in mano un altro tipo di stoffa. È più
leggero e ricoperto di cristalli e
perline che formano dei disegni. Sembrano fiori e farfalle.
"Sono
davvero
bellissimi. Più di quanto mi aspettassi, devo dire" gli
confido con un
sorriso ebete.
"Voglio
che la
gente si ricordi di te. Voglio che capiscano subito chi sei e che
potenziale
hai" mi spiega mentre io annuisco entusiasta e mi rigiro le stoffe tra
le
dita.
"Voglio
fare di te
la ragazza d'oro di Capitol City".
Dopo
qualche ora indosso
un meraviglioso vestito color oro e Sapphire mi sta issando sul nostro
carro,
decorato in oro di vari colori.
"Sai,
sarebbe utile
che tu sapessi arrampicarti se vuoi sopravvivere nell'arena" mi fa
notare
col suo solito tono sarcastico.
"Non
ci saranno
carri opulenti nell'arena, non temere" gli rispondo facendogli una
smorfia.
Trevor
ha un completo
luminoso come il mio vestito ma sui toni del bronzo.
"Sembri
una meringa
andata a male" mi dice per accogliermi sul nostro mezzo.
"Detto
da uno che
sembra un enorme tubo di rame penso sia un complimento" rispondo,
scoccandogli un sorriso falso. Non abbiamo il tempo di dirci altro
perché il
carro parte e faccio solo in tempo a sentire Sapphire che mi grida
"Stupiscimi, Stella!".
Il
carro prende velocità
sul viale e il pubblico esulta al nostro passaggio. Guardo entrambi i
lati
delle tribune e sorrido agli spettatori, fiera e sicura di me. O almeno
spero
di dare questa impressione. Stiamo arrivando alla piazza dove si
riuniranno i
carri e intravedo il balcone da cui il Presidente farà il
suo discorso. Il
nostro carro si dirige verso la posizione che andremo a prendere per
formare un
semicerchio insieme ai carri degli altri Distretti. Alzo gli occhi e lo
vedo.
Coriolanus Snow ci sta guardando. Indossa un completo scuro e sta
soppesando
con lo sguardo i Tributi di quest'anno. Non posso fare a meno di
pensare che è colpa
sua si ci troviamo a doverci uccidere a vicenda nell'arena.
Non
so perché lo faccio,
cosa voglia dimostrare. Sollevo il braccio mentre passiamo sotto il
balcone in
segno di saluto verso il Presidente. Non credo ci sia sfida nel mio
sguardo,
voglio solo non passare inosservata. Voglio che si ricordi di me. Lui
per un
attimo sembra interdetto, ma poi mi fa un cenno di saluto col capo. E
quando
siamo tutti in posizione inizia il suo discorso.
"Sei
completamente
impazzita?!" mi chiede, anzi mi urla contro Sapphire. Sta andando
avanti
così da quando la sfilata è finita e spero gli
passi prima di cena. Non voglio
che mi guasti l'appetito.
"Mi
avevi detto di
stupirti!" rispondo esasperata. Ho ancora addosso il vestito di
Ganymedes.
"Stupirmi?
Saremo
fortunati se non ti faranno saltare in aria appena metterai piede
nell'arena!". Il mio Mentore è davvero incoraggiante. Ma
credo capisca che
ormai potrà urlarmi contro fino a domani senza che la
situazione cambi.
"Cambiati.
Tra poco
ceniamo" dice andandosene stizzito e lasciandomi a rimuginare.
Può
dire quello che
vuole, penso mentre smetto i panni della ragazza d'oro. Ho fatto un'
entrata
fantastica. E devo ancora far vedere a questi svitati di Capitol City
chi sono.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 - In fondo è solo un numero ***
Author's note.- Ciao
a tutti :) Sono ripetitiva, ma vorrei ringraziare ancora tutti voi che
leggete
e quelli che recensiscono. Significa davvero tanto per me e adoro
leggere i
vostri commenti. Spero che il capitolo sul l'addestramento di Stella vi
piaccia
e se vorrete lasciarmi un commento sarò felicissima di
leggerlo.
Ho
pensato di farvi vedere Sapphire
e Ruby
come me li immagino io, ma ovviamente
voi lettori siete liberi di immaginarli come volete :3
Buona
lettura!
The
Golden Girl
Capitolo
3 - In fondo è solo un numero
Oggi
è il mio primo giorno di allenamento. Sono seduta a tavola e
sto cercando di
fare una colazione normale, nonostante l'ansia che mi attanaglia lo
stomaco.
Sento Trevor parlare animatamente con Ruby di allenamento e strategie e
con la
coda dell'occhio vedo che la nostra Accompagnatrice sta sistemando
delle carte.
Credo che anche Sapphire mi stia parlando ma i miei pensieri vagano sul
fatto
che ho solo tre giorni per imparare più cose possibili. Sono
brava con le armi,
è vero, ma so pochissimo di tattiche di sopravvivenza e cose
di questo genere.
"Stella?
Stella, mi stai ascoltando?"
La
voce di Sapphire mi riscuote. Faccio cenno di sì con la
testa e cerco di
concentrarmi.
"Ti
ho chiesto su cosa intendi concentrarti oggi" mi ripete pazientemente.
"Penso
che proverò ad imparare qualcosa per sopravvivere, come
accendere un fuoco o
costruire una trappola... Per avere qualcosa da mangiare nel caso non
riuscissi
ad ottenere un arco".
"Quindi
sai cacciare?"
Beh
sì. Più o meno. "Non manco mai un bersaglio. E so
pescare dei pesci a mani
nude". Sono particolarmente fiera di questa cosa. Lo abbiamo fatto come
allenamento e i pesci stavano in una vasca, ma tutti non facevano che
lasciarseli scappare dalle mani mentre io avevo una presa davvero
salda. Sostengo
il mio sguardo compiaciuto sul Mentore.
"Non
è detto che ci sia selvaggina... O corsi d'acqua... Potreste
essere in un
deserto. Cosa faresti in quel caso?"
"Aspetterei
che tu mi mandassi da mangiare" rispondo con un sorriso innocente.
"Ah
e sei sicura che qualche sponsor sia così pazzo da investire
su di te?!"
mi prende in giro ridacchiando.
"Certo!
Insomma, guardami!". Realizzo però di non essermi ancora
pettinata e di
avere probabilmente qualche segno del cuscino sul viso. Il suo sguardo
perplesso me lo conferma. "Non in questo preciso momento, Sapphire, in
generale" sbotto fingendomi offesa. Lui si limita a ridacchiare.
"Hai
visto le mietiture, hai già in mente chi vorresti come
alleato?" mi chiede
per cambiare discorso.
"Non
voglio alleati" rispondo decisa. Lui per poco non si strozza. Ma non ho
intenzione di discutere su questo. Mi conosco e so che tendo ad
affezionarmi
alle persone. Se mi alleassi con qualcuno potremmo anche diventare
amici. E
alla fine potrei anche doverli uccidere per tornare a casa.
"Voglio
vincere. E sarà più facile liberarmi degli altri
se non li conosco" mi
limito a spiegare al mio Mentore.
"Stella...
Vincere da soli è molto difficile. Sai perché
spesso sono i Favoriti a vincere?
Perché si alleano. Non voglio forzarti, ma prendi almeno in
considerazione
l'idea". Io annuisco, ma lo faccio più che altro per
chiudere il discorso.
Non voglio alleati. Non voglio essere costretta a uccidere un amico.
Sarà già abbastanza
difficile così.
Alle
dieci in punto siamo disposti a semicerchio al Centro di Addestramento
mentre
ci viene spiegato come muoverci tra le varie postazioni. Adoro il
completo che
mi ha dato Ganymedes: dei pantaloni aderenti in tessuto elasticizzato
che si
adattano alla mia temperatura e fanno quasi da seconda pelle e un top
senza
maniche, entrambi blu scuro con le cuciture dorate. Dorato è
anche il ricamo
con il numero uno posizionato sotto una spalla.
Mentre
il capo degli allenatori parla io ne approfitto per guardare gli altri
Tributi.
Sia il ragazzo che la ragazza del Due sono grossi come Trevor, penso
formeranno
un'ottima squadra. So che la ragazza del Quattro ha quattordici anni,
ma è così
minuta che ne dimostra un paio di meno. Il ragazzo invece è
muscoloso ma
proporzionato, non somiglia ad un armadio come il mio compagno di
Distretto. Si
accorge che lo sto guardando e mi rivolge un sorriso ammiccante che mi
fa
distogliere lo sguardo. Non mi sembra proprio il posto per flirtare.
Mi
concentro sugli altri Tributi. Quelli del Tre vanno tenuti d'occhio
perché di
solito sono abbastanza intelligenti. Il maschio del Dieci mi sembra
forte. I
Tributi dell'Undici e del Dodici, invece, mi sembrano parecchio
denutriti e
deboli. Finisco la mia indagine sugli avversari più o meno
in contemporanea col
discorso di benvenuto.
Mi
muovo un po' tra le postazioni e poi decido di iniziare col tiro con
l'arco. È una
cosa che mi piace e spero mi sarà anche utile nell'arena. Mi
piace tirare con
l'arco. Non pensi a niente, tutta la tua attenzione è sul
bersaglio. Una volta
che impari a fare salti e capriole abbastanza veloci da non far
sfuggire le
frecce dalla faretra sei imbattibile. E il mio essere piccola e leggera
mi
aiuta a muovermi con facilità. Imposto le serie di esercizi
sul computer della
postazione: una serie di bersagli fermi sia a terra che in aria per
cominciare
e poi delle serie di bersagli mobili. Chiudo un attimo gli occhi prima
di
cominciare e quando li riapro le uniche cose che vedo sono i bersagli.
Mi
concentro completamente sul mio obiettivo e riesco a non mancarne
neanche uno.
Mi lascio andare ad un'esclamazione soddisfatta. Mentre mi asciugo il
sudore di
cui non mi ero neanche accorta mentre ero in movimento, sento qualcuno
alle mie
spalle applaudire. Mi volto con una freccia già incoccata.
È lui, il ragazzo
del Quattro. Alza le mani per farsi scudo ma quando parla il suo tono
è divertito.
"Ehi
vacci piano con quella, io non sono un ologramma!"
"Ho
finito, la postazione è tutta tua" gli dico con un sorriso
mentre metto a
posto arco e faretra.
"Oh
no, non mi interessa. Io non caccio" mi risponde con un'alzata di
spalle.
"Ah
giusto. Distretto Quattro. Pesca."
"E
fascino" aggiunge con uno sguardo ammiccante.
Ah-ah.
Certo. "E che ci facevi qui, allora?"
"Mi
godevo il panorama" mi risponde e io decido che è meglio
spostarsi.
Potrebbe essere una tattica per distrarmi. Mi stupisco del fatto che a
volte
sembro davvero una Favorita.
"Allora
non ti intralcio" gli dico mentre lascio la postazione, senza
però risparmiargli
un sorrisetto. E non mi sfugge il suo sguardo che scivola lungo la mia
schiena.
Passo
le restanti ore della mattina tra le postazioni di sopravvivenza. Ha
ragione
Sapphire, non so che arena avremo e non so se ci saranno animali.
Così cerco di
imparare il più possibile sulle erbe commestibili e
velenose. E per essere una
che conosceva solo la lattuga mi ritengo abbastanza soddisfatta del
risultato:
so riconoscere quasi una decina di erbe commestibili e ho deciso che le
altre
non le toccherò. Dovrei riuscire a non avvelenarmi
così.
La
postazione dei nodi mette a dura prova la mia autostima,
perché non credo che
sapere fare un nodo da cravatta mi sarà utile nell'arena.
Per quanto riguarda
tutti gli altri non riesco a combinare niente, quindi passo alle
trappole.
Imparo a farne qualcuna, nel caso non riuscissi a procurarmi un arco.
Spero
davvero che non accada, però, perché dubito che
nell'arena riuscirei a
ricrearne qualcuna o a trovare questi bei legnetti così
adatti. Sto per andare
a vedere che combinano Trevor e i suoi nuovi amici, ma il ragazzo del
Quattro
mi raggiunge.
"Per
stare sempre tutta sola deve esserci parecchia tensione tra te e il tuo
compagno di Distretto."
"Siamo
molto indipendenti" rispondo io con un sorriso sarcastico, cercando di
ignorare il fatto che mi si sta avvicinando sempre di più.
"Sai,
ci sono altri modi per sfogare la tensione..." mi provoca con uno
sguardo
allusivo. Io scoppio a ridere.
"Ma
sei serio?! Potremmo essere morti tra qualche giorno e tu pensi a quello?!"
"Proprio
perché tra qualche giorno potremmo essere morti penso a quello"
mi risponde
marcando l'ultima parola come ho fatto io. "Non voglio avere
rimpianti".
"E
io non voglio perdere tempo" lo liquido, prima che la situazione
degeneri.
Non posso lasciarmi distrarre da lui. Anche se vorrei. No, non voglio.
Ok,
forse sì. Aiuto.
Pranzo
da sola cercando di inquadrare meglio i miei avversari. Devo ammettere
che
Trevor ha provato a convincermi a sedermi con lui e i ragazzi del Due,
ma io
rimango della mia idea di non volere alleati. Nel pomeriggio decido di
dedicarmi alla postazione dei coltelli, giusto per fare la mia parte e
spaventare un po' gli altri. Mi posiziono davanti alle sagome e non so
perché (o
forse sì) le immagino con la faccia di Trevor.
Primo
bersaglio. Cuore. Testa. Pancia. Inguine.
Secondo
bersaglio. Cuore. Testa. Pancia. Inguine.
Terzo
bersaglio. Cuore. Testa. Pancia...
"Per
favore, potresti evitare di colpirlo lì? Mi fa male solo a
vederti."
Mi
volto con il coltello che non ho tirato in mano, pronto al lancio.
È sempre
lui.
"Come
non detto, meglio lui che io!" mi prende in giro ridacchiando.
"Non
tentarmi" lo ammonisco mentre lancio il coltello senza guardare il
bersaglio. Avevo già preso la mira mentre parlavamo e il
coltello colpisce il
bersaglio. Inguine.
Lui
sembra positivamente impressionato. "Wow. Te la cavi meglio che con i
nodi
qui. Ricordami di non averti come avversaria!"
"Mi
sembra un po' difficile... Sai, vista la situazione..." lo prendo in
giro.
"Potrei
sempre averti come alleata..."
"Non
voglio alleati, grazie" declino con un sorriso mentre mi allontano
dalla
postazione.
"Sicura
di essere una dei Favoriti?" mi urla dietro mentre mi allontano e io
non
posso trattenermi dal sorridere. E dal fargli un gestaccio.
A
cena mangio in silenzio, sentendo la fatica della giornata di
allenamento. La
nostra Accompagnatrice ha chiesto com'è andata la giornata e
se abbiamo
imparato qualcosa di interessante. Trevor ovviamente non ha perso
l'occasione
per vantarsi dei suoi nuovi amici e di tutte le armi che ha usato. Ruby
mi
sembra contenta di lui.
"Io
ho imparato a costruire una trappola" dico, giusto perché
Sapphire mi sta
guardando con insistenza.
"Non
hai conosciuto nessuno?" mi chiede, speranzoso.
"Devono
ancora trovare qualcuno che la sopporti" ridacchia Trevor.
"Meglio
sola che avere degli amici che si allenano con me per conoscere i miei
punti
deboli e usarli al momento opportuno" lo zittisco, senza trattenere un
sorrisetto soddisfatto.
Dopo
cena ho avuto il permesso di Sapphire di salire in terrazza. Avevo
bisogno di
una boccata d'aria. La tensione diventa sempre più pesante e
qui su tutto
sembra meno opprimente. So che c'è un campo di forze, ma se
non ci pensi ti
sembra proprio di stare all'aria aperta. Mi siedo sul cornicione e mi
godo la
vista sulla Capitale. Tutte queste lucine colorate le danno
un'atmosfera quasi
magica. Sembra tutto così bello visto da quassù.
Tutti i problemi e le angosce
riguardo i Giochi lasciano il posto alla meraviglia e alla
tranquillità. Se
riuscirò a vincere chiederò come premio un
appartamento con vista su Capitol
City. Sarebbe meraviglioso guardare questo spettacolo ogni sera. Ma i
miei
pensieri vengono interrotti da una voce alle mie spalle.
"Qualcuno
potrebbe dire che siamo destinati ad incontrarci."È lui, il
ragazzo del
Quattro.
"Qualcuno
potrebbe dire che mi segui" rispondo sarcastica mentre lui viene a
sedersi
accanto a me.
"Non
sapremo mai la verità" mi soffia, avvicinandosi di
più, in modo che le
nostre spalle si sfiorino.
"Ti
conviene" rispondo ridendo.
"Magari
dovresti ascoltare il destino e ripensare alla mia proposta di
allearci."
"Te
lo ripeto, non voglio alleati. Non voglio essere costretta ad uccidere
degli
amici per poterne uscire io. Magari gli altri ci riescono, ma io no."
È
strano, non lo conosco nemmeno, eppure sento di riuscire a parlare con
lui come
non potrei farlo con nessun altro. Per un po' restiamo in silenzio a
guardare
le luci colorate di Capitol City.
"Non
riguarda l'essere amici, sai. È che è
più facile farcela se hai degli alleati.
Qui nessuno vede gli altri come amici, siamo tutti avversari.
È così che
dovresti vederla" mi dice dopo un po'.
"Non
sono così brava a mantenere le distanze."
"Dici?
Con me ci stai riuscendo benissimo!"
"Ma
se ti ho sempre intorno!"
Scoppiamo
a ridere e quando ci fermiamo mi perdo un attimo nei suoi occhi blu.
Distolgo
lo sguardo, devo mantenere le distanze. O almeno provarci.
"Smettila
di guardarmi così, Quattro."
"Sam."
"Smettila
di guardarmi così, Sam."
Stiamo
qualche altro minuto a guardarci, sembra quasi una sfida a chi cede per
primo.
Poi lui si avvicina e io non lo fermo. Mi dà un bacio che sa
di proibito, di
paura e di vaniglia. E io so che sto facendo una cavolata. Ma sbagliare
non ha
mai avuto un sapore più buono.
È
una giornata tranquilla al Centro Addestramento. Ieri abbiamo giocato a
'il mio
cavallo corre più veloce del tuo', oggi ognuno si dedica a
trarre il massimo
dall'allenamento. Ho fatto un ripasso delle erbe per essere sicura di
non aver
scordato quelle poche cose imparate ieri e poi sono passata
all'allenamento con
la spada. Ho detto a Sapphire di saperla usare quindi mi conviene
imparare in
fretta. E con 'in fretta' intendo in qualche ora. Ogni tanto mi guardo
in giro
per vedere se Sam guarda dalla mia parte ma lui continua ad ignorarmi.
Non
so cosa mi aspettassi, sinceramente. Avrei dovuto immaginare che il
bacio di
ieri sera era solo l'ultimo e disperato tentativo di stringere
un'alleanza con
me. Si sarà rassegnato e avrà lasciato perdere.
Mi sento così stupida ad
esserci cascata. Lo dovevo capire che il suo interesse era puramente
utilitaristico. Gli converrà guardarsi le spalle nell'arena,
non mi piace
essere presa in giro. Anzi, lo odio. Ops, per poco non mozzavo un
orecchio al
mio allenatore. Forse è meglio non pensare a Sam quando sono
armata.
Pranzo
da sola e poi passo subito alla postazione di combattimento col
bastone. Quelli
che hanno qui però non sono dei semplici bastoni di legno
come quelli che
usavamo noi per allenarci, ma sono fatti in un materiale leggero e che
fende
l'aria alla perfezione. Tuttavia fanno molto più male quando
colpiscono. Lo so
perché mi sono distratta un paio di volte e il mio
allenatore non ha mancato di
farmelo notare. Trascorro qui delle ore, è senza dubbio il
mio metodo di
combattimento preferito. Quando decidiamo di fermarci mi sento le
braccia
parecchio indolenzite, ma sento di aver sfogato buona parte della
tensione
accumulata in questi giorni.
"Se
avessi saputo che sei così brava a maneggiare i bastoni,
ieri non mi sarei
limitato a baciarti."
Alzo
gli occhi e gli lancio uno sguardo scettico mentre faccio qualche
esercizio col
bastone. "Non mi sembrava che tu fossi così interessato a me
fino a
qualche minuto fa" gli faccio notare mentre inizio a colpire uno dei
sacchi. È fortunato che non possiamo toccare gli altri
tributi.
"Mi
stavo allenando" mi risponde mentre sale sulla pedana e mi ferma il
braccio con un movimento fluido. "Ora, però, voglio
prendermi una
pausa" aggiunge guardandomi negli occhi in un modo che mi dà
un brivido.
Non
so come mi ritrovo nel bagno poco lontano dalle postazioni di
allenamento con
le spalle al muro e le braccia bloccate sopra la testa. E Sam che mi
bacia il
collo.
"Guarda
che si accorgeranno che manchiamo" provo ad oppormi, ma il mio corpo
non
sembra molto d'accordo.
"Tra
ventidue e ventiquattro non c'è una grande differenza. Se
non urli troppo non
noteranno che manchiamo" mi risponde facendomi l'occhiolino.
Libero
le mani dalla sua presa e gli lego le gambe intorno alla vita. "Non
c'è problema,
non penso che tu sia così bravo" gli rispondo a tono.
Ho
dei seri dubbi che Sapphire intendesse questo con 'dai il meglio di te'.
A
cena cerco di partecipare il più possibile alla
conversazione in modo che il
mio Mentore non si accorga che ho la testa altrove. In
realtà penso a Sam e al
fatto che, comunque vada, non lo rivedrò più dopo
i Giochi. Non posso negare
che lui mi piaccia. È carino, simpatico e riesce a tenermi
testa. Ma questi
sono gli Hunger Games e bisogna pensare solo a se stessi. Me l'ha detto
chiaramente. Qui chi non vince, muore. E io non posso pagare un prezzo
tanto
alto per un ragazzo che mi piace. Ho delle persone che mi aspettano a
casa.
Voglio tornare a casa.
Dopo
che abbiamo finito di mangiare sono andata a rintanarmi nella mia
stanza.
Domani avremo la sessione privata con gli Strateghi e mi conviene
riposare.
Sento bussare alla porta e ormai riconosco Sapphire.
"Entra
pure" gli dico, nonostante io abbia la faccia sprofondata nel cuscino.
Lui
entra e si siede sulla poltroncina difronte il mio letto e io capisco
che è il
caso di mettermi seduta.
"Domani
sarà un giorno importante. Hai già qualche idea
su cosa farai?"
"Vorrei
fare qualcosa che li lasci a bocca aperta."
"Hai
qualche idea più precisa?" mi chiede sarcastico, come sempre.
"Danno
mai un dodici?" mi trovo a chiedere.
"Vuoi
un dodici?"
"Tu
quanto hai avuto?" gli domando per cambiare argomento. A volte riesce
ad
essere davvero esasperante.
"Undici.
Non dovresti puntare al dodici, di solito significa che gli Strateghi
vogliono
farti fuori."
"Wow
quindi sei stato bravo. Ma hanno mai dato un dodici per merito?
C'è mai stato
qualcuno così bravo?"
"Qualcuno
c'è stato" mi risponde, vago. "Ma devi davvero stupirli."
"Lo
farò. Pensavo di fare una specie di numero."
Lui
alza un sopracciglio. Perché deve sempre essere
così scettico?! "Qualcosa
che gli dimostri che so usare le armi e che sono atletica e veloce.
Tipo una
catena di esercizi o una cosa così."
Restiamo
qualche momento in silenzio.
"Sai
che quel numero non significa niente alla fine, vero? C'è
stata gente che ha
avuto un punteggio alto e non ha superato il bagno di sangue. E gente
che ha
avuto punteggi bassi ed è ancora in giro. Quel numero non
dice chi sei, Stella.
Non mi interessa che voto ti danno. Voglio che mi dimostri chi sei una
volta
entrata lì dentro. Non me ne frega niente di quello che
pensano gli Strateghi
di te. Io so chi sei e cosa sai fare. Quindi non darti troppa pena per
domani."
Questo
sì che è un discorso di incoraggiamento. Faccio
un sorriso sincero e abbraccio
Sapphire, dicendogli soltanto 'grazie'.
"Dormi
adesso. Hai ancora un giorno di allenamento che ti aspetta. E non
voglio
doverti trascinare fuori dal letto" mi ammonisce, uscendo dalla stanza.
E
schivando ancora una volta il cuscino che gli tiro.
La
mattina tuttavia i miei buoni propositi di restare calma sono spariti e
io mi
ritrovo al Centro di Addestramento in preda all'ansia. Sto provando a
fare una
trappola da mezz'ora e tutto ciò che ho ottenuto
è un mucchietto di legnetti
rovinati. Vedo Sam che sta insegnando qualcosa alla sua compagna di
Distretto
quindi non mi avvicino. Dopo un po' è lui a farlo.
"Non
pensavo che le trappole fossero il tuo genere."
"Non
lo sono, infatti" rispondo con un sorriso mesto mostrando il mio
disastroso risultato.
"Magari
possiamo fare qualcosa che ti faccia distrarre" mi propone col suo
solito
sguardo ammiccante.
"Non
mi sembra il momento, Sam! Ma non pensi ad altro?!" gli domando,
basita.
"Veramente
io intendevo che potremmo esercitarci con qualcosa di più
utile. Sei tu che
pensi sempre a quello" dice, facendomi il verso.
Poi mi trascina
verso la postazione di lotta dove è stato allestito una
specie di ring.
"Sai
che non ci è permesso combattere tra di noi" gli ricordo.
"Fiuto
la tua paura da qui" mi rimbecca mentre si avvicina all'allenatore
addetto
alla postazione. "Ci esercitiamo solo un po' nella difesa, per
riscaldarci"
gli dice e credo abbia uno sguardo così innocente e
convincente che quello fa
cenno di sì e si mette a bordo ring per controllare che ci
comportiamo bene.
"Comincia
tu" propone lui e devo ammettere che questo è molto
più rilassante delle
trappole. E lui è bravo a parare i miei colpi. Simuliamo un
combattimento senza
davvero mettere forza nei colpi, anche perché il nostro
supervisore non si
distrae un attimo. Riesco ad approfittare di un attimo di distrazione
di Sam
per metterlo al tappeto e bloccarlo, sedendomi a cavalcioni su di lui
con un
sorriso compiaciuto.
"Sai,
se volevi stare sopra bastava dirlo. Mi piacciono le donne che prendono
il
controllo."
Il
suo solito sorrisetto da stronzo. "E poi sarei io a pensare sempre a quello!"
lo prendo in giro mentre gli porgo una mano per aiutarlo a rialzarsi.
Dopo
pranzo ci dividono secondo i Distretti per la sessione privata. Io e
Trevor
saremo i primi. Mentre ci scortano verso la stanza dove
avverrà la valutazione,
Sam mi augura buona fortuna e io cerco di rispondergli con un sorriso
ma mi
viene fuori solo una smorfia ansiosa.
Mentre
Trevor è dentro, provo a capire quanto tempo passa. E spero
che faccia qualche
casino, tipo inciampare, cadere o vomitare. Quando esce,
però, mi sembra
soddisfatto.
"Sono
peggio del previsto" mi dice per incoraggiarmi e io gli faccio una
smorfia.
Una
volta dentro mi prendo qualche secondo per studiare la stanza. Ci sono
parecchi
metri liberi prima delle postazioni con le armi e con il necessario per
trappole e mimetizzazione. Decido che inizierò col
mostrargli che sarò pure
piccola, ma molto agile. Copro la distanza fino alla postazione con
sacco e
bastoni facendo dei salti e delle capriole, sperando di non sembrare
ridicola.
Esibirmi col bastone è facile, lo faccio da sempre. Qualche
esercizio
particolarmente coreografico e poi trafiggo il sacco. Spero non ci
chiedano di
ripagarlo, sarebbe la volta buona che Sapphire prenda me a bastonate.
Faccio
un salto all'indietro e atterro davanti la postazione con l'arco. Ci
sono tre
bersagli. Non devo mancare il centro nemmeno una volta. Mi prendo
qualche
secondo per chiudere gli occhi e concentrarmi. E quando li riapro la
stanza e
gli Strateghi sono spariti, ci siamo soltanto io e il bersaglio. Punta,
scocca,
centra. È tutto ciò che devo fare. Dopo il terzo
centro mi sembra di uscire da
uno stato di tensione in cui non mi ero nemmeno accorta di essere
sprofondata.
Quando passo alle sagome da da colpire coi coltelli ripenso a Sam e
sorrido. Mi
basta colpirne una, non serve mutilare anche le altre. Quattro
coltelli,
quattro colpi. Cuore, testa - proprio in mezzo agli occhi, pancia,
inguine.
Non
mi avvicino nemmeno alle postazioni di sopravvivenza, non credo che
agli
Strateghi interessi vedere come creo un perfetto mucchietto inutile di
bastoncini.
Mi
avvio a passo deciso verso la parte esattamente sotto la galleria da
dove loro
mi stanno osservando. "Stella Maloney, Distretto Uno. Vorrei un dodici,
grazie" dico semplicemente, esibendo il mio miglior sorriso
accattivante.
E poi esco.
"Com'è
andata?" mi chiede Trevor, una volta che sono fuori.
"Bene,
ho ballato nuda sulla postazione delle erbe. È stato
divertente" rispondo
con un'alzata di spalle.
"Quindi
ti daranno tipo un... Cinque?" mi chiede ridacchiando.
"Sei
solo invidioso che io non mi sia mai esibita per te!" rispondo a tono
mentre lasciamo il Centro di Addestramento.
Dopo
cena siamo tutti schierati sui divanetti davanti la tv per scoprire le
valutazioni degli Strateghi. Non dovremo aspettare molto
perché si va sempre in
ordine numerico crescente. Trevor prende un dieci e Ruby mi sembra
molto
contenta. Qualunque cosa abbia fatto, penso l'abbia fatta bene. Poi
tocca a me.
Mentre Caesar Flickerman fa la solita pausa di suspence tra il nome e
il voto
io sento il mio stomaco che si contorce. Inizio a chiedermi se ho fatto
abbastanza, se c'era qualcos'altro che ho ignorato, se poi non sono
stata
niente di che. Finalmente arriva. Un bel dodici che lampeggia sullo
schermo
della tv ultra moderna. Sapphire si lascia andare ad un'esclamazione
entusiasta
e io ricomincio a respirare.
"Un
dodici?" mi chiede il mio compagno di Distretto. " Come cavolo hai
fatto?!"
"Gliel'ho
chiesto" rispondo semplicemente, ma dentro di me sono al settimo cielo.
Mentre
mi ritiro nella mia stanza Sapphire mi segue. "Ruby ha deciso che
sarà lei
stessa a preparare Trevor per le interviste, quindi tu passerai la
giornata con
Amarillis" mi informa, avendo il buon gusto di mantenere una distanza
di
sicurezza.
"Cosa?!
Perché non puoi essere tu a prepararmi?!" c'è una
leggera nota di panico
nella mia voce.
"Di
solito le ragazze vengono preparate dall'Accompagnatrice. Non
sarà così terribile
come pensi" mi dice mentre mi spinge dentro la mia stanza. "Ah e
Stella? Comportati bene."
"Darò
il meglio di me" rispondo facendo un inchino
e il mio miglior sorriso diabolico.
Mi
concedo di pensare un attimo a Sam e al suo nove. Penso se la
caverà nell'arena.
Io devo pensare a sopravvivere a domani, per il momento. Prima
Amarillis e poi
Caesar Flickerman. Quasi quasi mi viene voglia di passare subito
all'arena. Ma
se sono riuscita a strappare un dodici agli Strateghi, che
sarà mai
un'intervista in tv, dopotutto?
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 - Pensa in fretta e non morire ***
Author's
note.- Buonsalve a tutti voi che continuate a leggere questa storia, vi
adoro
tutti :3
Non
ho molto da dire, se non che finalmente iniziano i Giochi di Stella e
la
ragazza dovrà impegnarsi per non fare cavolate e uscirne
viva.
Anyway,
prima c'è l'intervista e questo
è il vestito di Stella.
Poi,
volevo presentarvi Sam
e Trevor
(ma se non vi piacciono potete sempre dargli
l'aspetto che volete, l'ho già detto ^^").
Non
credo di avere altro da aggiungere, a parte buona lettura! :3
The
Golden Girl
Capitolo
4 - Pensa in fretta e non morire
Oggi
la mia voglia di alzarmi dal letto è pari a zero. Anzi,
sotto lo zero. E questo
per delle ragioni ben precise. La prima è che
dovrò passare la giornata con
Amarillis e alla sola idea preferirei essere già nell'arena.
La seconda ragione
è che dovendo stare rinchiusa tutto il giorno qui non
avrò modo di vedere Sam.
Probabilmente non avrò più occasione di parlare
con lui prima di entrare
nell'arena e lì dentro preferirei non incontrarlo.
Diventerebbe tutto troppo
complicato. La terza ragione, assolutamente non meno importante,
è che sta sera
c'è l'intervista. Dovrò parlare davanti a tutte
quelle persone sapendo che
molte altre mi stanno guardando in tv e al solo pensiero sprofondo
ancora di più
sotto le coperte.
Sapphire
bussa ma io lo ignoro. Magari se ne andrà. E invece no.
Sento la porta che si
apre e poi un peso sul letto quando, deduco, si siede. "Esci da
lì sotto,
prima che venga a cercarti io."
Mi
affaccio da sotto le coperte fino al naso. "Non costringermi a passare
la
giornata con lei, ti preeeego" mi lamento cercando di avere uno sguardo
supplichevole.
"Non
fare la bambina capricciosa, Stella" mi ammonisce con uno sguardo
severo e
un po' divertito. "Non lo capisci? Lei è una capitolina, sa
cosa piace ai
capitolini. Il fatto che ti prepari lei sarà utile per te!"
Esco
sbuffando da sotto le coperte e afferro la vestaglia. "Ok, sono pronta.
Andiamo" annuncio avviandomi verso la porta.
"Amarillis
ti vorrebbe vestita..."
Sono
le otto del mattino e già sono esasperata. Faccio un sorriso
stizzito e mi
tolgo la vestaglia, lanciandola sul mio Mentore, e faccio per togliermi
anche
la camicia da notte.
"Non
devi necessariamente cambiarti in questo istante!" mi dice lui tra il
basito e il divertito.
"Hai
intenzione di tenerti quella cosa in testa finché non
sarò vestita?!"
"Non
vedo altra scelta!"
Non
c'è che dire, Sapphire è un vero gentiluomo. Mi
rimetto la camicia da notte e
gli tolgo la vestaglia dalla faccia. "Sarò pronta tra poco,
prometto."
"Mi
raccomando" è il suo unico commento mentre esce dalla stanza
e io sbuffo
esasperata per l'ennesima volta.
Alla
fine sono riuscita a convincere Sapphire a partecipare al mio
addestramento.
Indosso un vestito di un rosa stucchevole e sto in equilibrio su dei
trampoli
di almeno venti centimetri. E in teoria dovrei percorrere in modo
disinvolto e
sensuale questa passerella che Amarillis ha fatto allestire in salotto
per
esercitarmi nella camminata. Ma questa è pazza.
Anche
solo muovere qualche passo mi fa sudare e traballo pericolosamente.
Ora, io non
sono un maschiaccio e i tacchi li porto tranquillamente, ma queste non
sono
scarpe, sono strumenti di tortura. Dopo che inciampo l'ennesima volta,
lei
sbotta. "No, no, no! Non così! Devi essere aggraziata! Devi
essere
disinvolta! Devi essere sexy!"
Il
suo accento che mi stride nelle orecchie. Mi volto verso Sapphire che
se la
ride comodamente in poltrona. "Dì qualcosa!"
"Io?
Che dovrei dire, non ne capisco niente di queste cose! Ma
sì, dovresti provare
ad essere sexy" mi risponde, continuando a prendermi in giro. Amarillis
mi
rivolge uno sguardo che sembra dire 'vedi che ho ragione?'. Non ce la
faccio
davvero più. Mi tolgo le scarpe e le butto da una parte. Credo di aver rotto
qualcosa ma non mi
importa. Sento la rabbia montare sempre di più.
"Senti,
razza di cretina che non sei altro, è inutile che mi
esercito a camminare su
quei cosi, tanto non li metterò comunque! Tra meno di
quarantotto ore potrei
essere morta! Dovrei esercitarmi in qualcosa di utile, non stare qui a
perdere
tempo per piacere a gente di cui non mi importa nulla e a cui non
importa
niente di me!"
E
detto questo mi avvio a passi decisi verso la mia stanza, con gli occhi
che mi
pizzicano e la vista che si annebbia. Mi butto sul letto e finalmente
le
lacrime iniziano a scendere, silenziose. Non faccio niente per
trattenerle. È la
prima volta che piango da quando tutta questa storia è
iniziata e ho talmente
tante emozioni dentro di me da non riuscire nemmeno a capirle tutte.
L'unica
cosa che so è che mi sento terribilmente confusa. A volte
sono sicura di
vincere, altre volte mi sembra di non avere speranze. Vorrei tornare a
casa
dalla mia famiglia e dai miei amici, tornare a prima di tutto questo.
Ma anche
se uscissi dall'arena, niente sarebbe più come prima. Avrei
ucciso delle
persone e questa è una con con cui mi ritroverò a
fare i conti per tutta la vita.
E poi c'è Sam. Una parte di me si vergogna a pensare a lui
in questo momento,
un'altra parte gli pensa di continuo. Ho trovato qualcuno con cui sto
bene ed è
una storia finita ancor prima di cominciare.
I
miei pensieri vengono interrotti da Sapphire che si siede vicino a me e
mi
mette una mano sulla spalla. "So che ho esagerato con Amarillis e mi
scuserò con lei" dico soltanto, la voce impastata dal pianto.
"Vieni
qui..." mi risponde mentre mi abbraccia. "Lo so cosa stai provando,
Stella. Ci sono passato anche io. Nessuno dovrebbe trovarsi in questa
situazione, soprattutto dei bambini."
"Io
non sono una bambina" dico, tirando su col naso, cercando di avere un
tono
offeso. Lui sorride.
"È
bello vedere che non perdi mai il tuo caratteraccio... Amarillis lo fa
per
aiutarti. Vuole che tu torni, per questo si è offerta per
prepararti. Devi
conquistarti gli sponsor se vuoi che io ti mandi da mangiare..."
ridacchiamo entrambi. "E devi cercare di conquistarli anche prima che i
Giochi comincino. Tutti gli occhi devono essere su di te in
quell'arena. Quindi
la tua intervista deve essere perfetta."
Mi
lasciò abbracciare e poi vado a lavarmi la faccia.
È tutta chiazzata di rosso e
ho gli occhi gonfi. Davvero sexy. Quando torno in salotto mi scuso con
la mia
Accompagnatrice e lei, devo ammettere, si dimostra comprensiva. Il
resto della
mattinata procede bene, dopo che abbiamo accantonato i trampoli.
Facciamo degli
esercizi di postura per imparare a stare seduta bene durante
l'intervista (con
le gambe chiuse, ci tiene a specificare il mio Mentore) e Amarillis mi
pone
alcune delle domande che sono state fatte ai Tributi delle edizioni
precedenti.
Mi esercito a salutare, a ridere, a sapere quando guardare il pubblico.
E ad
ora di pranzo la mia Accompagnatrice si dice soddisfatta dei miei
progressi.
Dopo
mangiato (per modo di dire, vista l'ansia che mi attanaglia lo
stomaco), vengo
portata in quella che Sapphire chiama 'la stanza del miracolo' dove mi
attendono i miei Preparatori. I miei capelli vengono modellati in
morbide onde
lucenti, spettinati e vaporosi al punto giusto. Mi fanno un trucco
leggero sui
toni del dorato e del marrone, molto luminoso, e devo dire che fanno
davvero un
ottimo lavoro. Non mi sono mai vista così bella. Gli occhi
grandi, gli zigomi
alti, le labbra di una vivace sfumature di rosa. Forse il mio Mentore
ha
ragione, è una specie di miracolo. Li ringrazio uno ad uno e
loro mi augurano
buona fortuna per i Giochi, dicendo che faranno il tifo per me.
È assurdo come
io mi senta legata a queste persone che ho visto solo poche volte e che
sono
così distanti da me. Forse la minaccia dei Giochi rende
tutte le emozioni più forti.
Aspetto
Ganymedes avvolta nell'accappatoio morbido su un divanetto della stanza
color
crema dove ci siamo già visti una volta. Quando arriva, mi
abbraccia e si siede
accanto a me.
"Stella!
Complimenti per il tuo Dodici! Gira voce che tu ti sia spogliata per
gli
Strateghi..." esordisce, ridacchiando. Io lo ammazzo Trevor.
"Vi
lascerò per sempre nel dubbio!" ribatto con lo stesso tono,
scuotendo i
capelli in un finto atteggiamento da diva.
"Vedo
che Amarillis ti ha insegnato qualcosa..." mi prende in giro mentre si
alza e prende la custodia del mio vestito. "Pronta?" mi chiede, mano
alla zip. Io annuisco entusiasta. Ganymedes tira giù la zip
e mi mostra il
vestito per l'intervista. Sembra una colata d'oro. La scollatura
è a cuore, con
la parte superiore fatta di un tessuto più leggero, come una
retina. Le pietre
si diradano nella parte centrale per poi diventare di nuovo
più numerose verso
la fine. Ed è corto. Molto corto.
"È
bellissimo..." dico estasiata mentre mi alzo per sfiorarlo con due dita.
"Avrai
dei tacchi alti per essere più slanciata e sembrare
più alta. Devi sembrare una
dea" ed è così convinto che quasi convince anche
me. Sarò bellissima, che
figo!
Le
scarpe sono alte, ma non come quelle che mi aveva dato Amarillis. Sono
dorate
come il vestito e aperte sul davanti. "Mi aspettavo peggio..."
confesso con mezzo sorriso mentre lui mi aiuta a salirci dopo avermi
chiuso il
vestito. Ci cammino un po' e sembrano anche comode.
"Hai
avuto paura, eh..." mi prende in giro mentre lo abbraccio e lo
ringrazio
per tutto quello che ha fatto per me. So che lo rivedrò
domani prima di entrare
nell'arena, ma ci tenevo a farlo già adesso. Se non fosse
stato per lui, io non
sarei mai stata in grado di costruirmi un'identità che
affascinasse Capitol
City. E sto iniziando a capire che questo è parte integrante
di una strategia
vincente.
Sono
dietro le quinte con Sapphire. Caesar Flickerman, quest'anno in color
acqua
marina, sta dando il suo benvenuto agli spettatori. Sono parecchio
nervosa e mi
sudano le mani. Sarò la prima, quindi il confronto con tutti
gli altri sarà inevitabile.
"Cerca
di stare calma" mi esorta Sapphire, "è solo un tizio
celeste."
Mi
scappa una risatina. "Non gli ho mai visto un colore più
assurdo..."
"Questo
perché non hai visto il suo look corallo dei miei Giochi..."
Ridacchiamo
un altro po', finché non tocca a me.
"Ed
ora andiamo a conoscere i Tributi di quest'anno! Iniziamo con il
Distretto Uno,
con quella che è, lo ammetto, la mia preferita! Ho sentito
che si fa chiamare
'La ragazza d'oro di Capitol City', Stella Maloney!" Oh cavolo, sono
io.
Sapphire mi spinge fuori e io cerco di camminare come mi ha insegnato
Amarillis. Ancheggia, sii sexy, sorridi al pubblico. Credo di aver
almeno
sorriso. Spero. Stringo la mano a Caesar e mi siedo al mio posto,
accavallando
le gambe e scuotendo i capelli. Questa è una cosa che mi ha
insegnato Ruby poco
prima di lasciare il nostro alloggio, credo mi abbia vista disperata.
Non
abbiamo parlato molto in questi giorni visto che lei si occupa di
Trevor, ma è stata
sempre molto carina con me.
"Allora,
Stella. Partiamo dalla cosa che mi sta più a cuore!"
esordisce il
presentatore con sguardo allusivo.
"Ah,
non posso spogliarmi, mi dispiace! Io lo farei pure, ma il mio Mentore
me l'ha
proibito! Te lo faccio poi dietro le quinte se proprio vuoi!" rispondo
fingendomi davvero dispiaciuta. Il pubblico scoppia a ridere e Caesar
mi lancia
un'occhiata come a dire 'non mi tentare' e io ho scongiurato il
pericolo di
altre battute sull'argomento.
"Veramente
intendevo il tuo punteggio di Dodici! Deve nascondersi una ragazza
letale
dietro quegli occhioni! Vuoi dirci cosa hai fatto vedere agli Strateghi
per
avere quel punteggio?"
"Oh
ma Caesar, non posso, siamo in tv!" e di nuovo tutti a ridere. Ehi, me
la
cavo bene! "Scherzi a parte, gliel'ho soltanto chiesto e loro sono
stati
gentili" rispondo vaga.
"Gliel'hai
chiesto? Sei sempre così sfacciata?!"
"Anche
peggio, chiedi a mia madre!"
Penso
di essere seriamente portata per rendermi ridicola in tv. Lui coglie la
palla
al balzo.
"Parliamo
di questo, che hanno detto i tuoi genitori sulla tua candidatura?"
Cavolo,
e ora che gli dico? Ripenso a mia madre in lacrime che mi guarda come
se fosse
l'ultima volta e a mio padre che prova ad incoraggiarmi con scarsa
convinzione.
Dovrò inventarmi qualcosa. "Erano molto orgogliosi... E
felici di
liberarsi di me per un paio di settimane!"
Sperando
che non si siano liberati di me per sempre...
"Ti
sei offerta al posto della tua amica... Non hai avuto esitazioni nel
farlo?"
Sta
volta so cosa rispondere. "No, nessuna."
L'atmosfera
si è fatta seria e Caesar ha assunto una voce grave. "Cosa
vi siete dette
quando vi siete salutate?"
'Se
ce l'ha fatta quell'oca di Cashmere posso farcela anch'io' non va bene
come
risposta, devo trovare qualcosa di meglio. "Le ho promesso che avrei
vinto... Così al mio ritorno avrebbe potuto vantarsi anche
lei di essere amica
di uno dei Vincitori!"
La
bolla di suspance si sgonfia e ridiamo tutti. Caesar mi abbraccia e mi
fa i
suoi auguri per l'arena.
"Comunque
sono offesa che tu non ti sia fatto i capelli color oro in mio onore! E
poi
dici che sono la tua preferita!" gli grido mentre esco, il pubblico
ride e
lui mi manda un bacio in segno di scuse.
Sapphire
mi sta aspettando e appena lo raggiungo dietro le quinte mi abbraccia.
"Non
ci posso credere, sei stata brava! Gli sei piaciuta!"
"Avevi
una grande fiducia in me, noto!" gli rispondo sarcastica colpendolo
lievemente
su una spalla.
La cena è stata
tranquilla. Abbiamo cercato di
non parlare di domani e di stare allegri, visto che era l'ultimo
momento in cui
stavamo tutti insieme. Persino io e Trevor ci siamo comportati bene,
nonostante
ci fosse tensione nell'aria. Dopo mangiato abbiamo visto una replica
delle
interviste. Trevor ha puntato sul mettere in mostra la sua forza e
quanto ha
intenzione di essere letale nell'arena. Ma è stato anche
divertente, devo dire.
Per essere Trevor, certo. Sam
è stato
strafottente e affascinante come al solito, penso abbia stregato il
pubblico
col suo essere un adorabile stronzo. La ragazza del Tre, Cassidy, mi
è sembrata
un tipo sveglio. Non era per niente nervosa e questo mi fa pensare che
sia una
in grado di gestire la tensione e che nell'arena potrebbe essere
un'avversaria
da tenere in considerazione. Poi c'è il ragazzo del Sette.
Al Centro di
Addestramento non avevo notato che ha un fisico forte, probabilmente da
taglialegna, e che quindi è da non sottovalutare.
Dopo
le interviste decido di salire in terrazza, a prendere la mia illusoria
boccata
d'aria. Ammetto che una piccola parte di me spera che anche a Sam venga
la
stessa idea, così da poterlo salutare. Quando salgo lo trovo
già li, seduto su
cornicione che guarda le luci di Capitol City.
"Qualcuno
potrebbe dire che è il destino a farci incontrare, Quattro..."
lo
prendo in giro mentre vado a sedermi accanto a lui.
"Qualcuno
potrebbe dire che mi pedini, Uno..." mi risponde,
voltandosi verso
di me e facendomi il sorriso più bello che io abbia mai
visto.
"Penso
che non lo sapremo mai..." dico facendogli un sorrisetto mentre gli
metto
le braccia attorno al collo e lo bacio. Restiamo un po' in silenzio, io
con la
testa sulla sua spalla, a guardare la città.
"Quindi
domani è il gran giorno" inizia lui all'improvviso. Non
c'è rabbia nella
sua voce, forse solo un pizzico di rassegnazione. "È
così assurdo...
Incontri una persona con cui finalmente stai bene e sai già
che non c'è speranza..."
Il
mio sguardo è fisso su un punto indefinito dell'orizzonte.
"Uno di noi due
potrebbe anche farcela, sai?"
"E
passare il resto della vita a chiedersi come sarebbe potuta andare se
non ci
fossero stati questi maledetti Giochi? No grazie, io non penso di
farcela..." mi risponde sarcastico e io percepisco l'amarezza nella sua
voce.
"Non
eri quello che non voleva affezionarsi a nessuno?" provo a prenderlo in
giro, per tirargli su il morale.
"Non
avevo calcolato di incontrare te..." mi soffia in
un orecchio per
poi darmi un bacio su una tempia. Restiamo qualche minuto
così, col naso di Sam
affondato tra i miei capelli e il mio sguardo perso su Capitol City.
"Hai
un profumo così buono..." mi dice dopo un po', facendosi
più vicino.
"Trevor
ha provato a tirarmi della torta in testa a cena, credo sia per
quello..."
Entrambi
ridiamo mentre lui mi toglie briciole inesistenti dai capelli. Ha una
risata
così bella... Cala di nuovo il silenzio ma è
ancora lui a romperlo.
"Fai
l'amore con me..." mi sussurra con uno sguardo che non lascia spazio a
obiezioni.
Cosa?!
Sono l'unica che si è accorta che siamo sul tetto della
Torre e che chiunque
potrebbe arrivare da un momento all'altro?
"Non
credo sia una buona idea, potrebbero vederci" provo a farlo ragionare
mentre lui mi sta già facendo sdraiare sul pavimento.
"Non
mi importa, domani a quest'ora potrei essere morto. E ti ho detto che
non
voglio avere rimpianti" mi risponde col suo solito sorrisetto beffardo.
Provo
ad opporre resistenza ma il mio corpo non è d'accordo.
È vero, è pericoloso, ma
cosa non lo è dopotutto? È l'ultimo momento che
abbiamo. Ho fatto così tante
cose imprudenti da quando questa storia è cominciata, cosa
sarà mai farne
un'altra?
Quando
rientro, passo davanti uno degli specchi che ci sono in corridoio e
guardo di
sfuggita la mia immagine. Ho i capelli arruffati, il viso arrossato e
gli occhi
lucidi. E un'espressione colpevole, credo. Sto rientrando nella mia
stanza
quando incrocio Sapphire che esce dalla sua. Vorrei scusarmi per essere
rimasta
in terrazza così tanto ma lui mi posa una mano sulla spalla
e mi rivolge uno
sguardo triste. "Mi dispiace, Stella..." mi dice soltanto mentre mi
stringe un attimo la spalla. È bastato uno sguardo per
capire che lui lo sa e
gli dispiace davvero. Mi limito ad annuire e lui mi lascia sola. Ci
sono momenti
in cui non ci servono le parole per capirci.
Mi
metto a letto e non posso fare a meno di pensare a Sam. Le sue labbra
sulle
mie, le sue mani sul mio corpo, le mie unghie sulla sua schiena.
È tutto finito
e una lacrima mi scende silenziosa sulla guancia. La lascio
lì per un po' e poi
la asciugo, come a voler chiudere questo capitolo. Domani inizieranno i
Giochi
e dovrò mettercela tutta per sopravvivere.
Il
grande giorno è arrivato. Da un lato mi sembra passato
tantissimo tempo dalla
Mietitura, visto tutto quello che è successo. Allo stesso
tempo, però, pare che
il tempo sia volato e non mi sento pronta ad affrontare l'arena.
Sapphire mi ha
portato la colazione in camera per costringermi a mangiare nonostante i
miei
nervi tesi. Dopotutto, questo potrebbe essere il mio ultimo vero pasto
per non
so quanto tempo.
Il
momento dei saluti è di sicuro il più difficile
da quando sono arrivata.
Incrocio Trevor in corridoio e ci stringiamo la mano.
"Che
vinca il migliore" mi dice con un sorriso a metà tra lo
spavaldo e il
rassegnato.
"Che
viva il migliore" gli rispondo io, dandogli una
pacca sulla spalla.
È consolante sapere che è teso quanto me.
Abbraccio velocemente Ruby e la
ringrazio per le dritte che mi ha dato per l'intervista e lei mi augura
buona
fortuna. Abbraccio anche Amarillis, in fondo si è davvero
impegnata per darmi
una mano. Quando ci stacchiamo lei ha gli occhi lucidi e mi augura di
rivederci
presto. E capisco che ci spera davvero.
La
parte più difficile è salutare il mio Mentore. Mi
destabilizza l'idea che non
sarà con me negli ultimi minuti prima di entrare nell'arena.
"Dunque.
Ricapitoliamo. Non farti uccidere da qualche Tributo. Non farti
ammazzare da
qualche calamità naturale. Sorridi e sii sexy" mi raccomanda
enumerando i
punti con le dita.
"Al
massimo se fa caldo posso provare ad andare in giro seminuda, ma non
credo che
riuscirò ad essere sexy nell'arena!"
"In
effetti è già tanto se riesci ad essere carina in
circostanze normali,
chiederti di essere sexy lì dentro va oltre le tue
possibilità!" mi prende
in giro e io gli rispondo con una smorfia offesa.
"Fai
del tuo meglio, al resto penserò io" dice dopo essere
tornato serio e io
annuisco. Ci abbracciamo per un tempo che mi sembra interminabile e
sento un
po' di ansia scivolarmi via.
Ganymedes
sta visionando i vestiti che ci hanno fornito gli Strateghi e io mi
interrogo
su quello che ci sarà lassù. So che Sapphire
preferirebbe che non fosse né un
deserto né una landa ghiacciata, perché
lì è più difficile sopravvivere. Io
vorrei un posto con dei nascondigli e modo di procurarsi cibo al di
là di
quello che, spero, ci sarà alla Cornucopia.
"Allora...
Vediamo cosa abbiamo qui..." dice lo stilista mentre tira fuori i miei
vestiti e li guarda in modo analitico. "Pantaloni, canotta e un
giacchetto. Il tessuto sembra termico."
Il
mio sguardo vacuo lo spinge a spiegarsi meglio. "Trattiene la
temperatura
del corpo. Probabilmente ci sarà escursione termica tra il
giorno e la notte.
Il giacchetto ha un cappuccio, forse ci saranno piogge..." mi spiega
mentre prende gli stivaletti e ne guarda la suola. "Potrebbe esserci
del
fango... E questo ci riporta alle piogge..."
E
questo ci porta al fatto che finirò col culo per terra entro
la prima mezz'ora.
Davvero sexy e accattivante, non c'è che dire. Ganymedes mi
aiuta ad indossare
i vestiti e poi mi sistema i pantaloni dentro gli stivaletti.
"Andrai
verso la Cornucopia?" mi chiede mentre mi vesto.
"Per
forza, ho bisogno di armi. E di qualunque altra cosa riesca ad
afferrare."
Non
sono così forte da caricarmi dietro mille cose, ma ho
bisogno di procurarmi il
necessario per sopravvivere. "Avrò un minuto per realizzare
che ambiente
mi aspetta, avrò le idee più chiare su cosa
afferrare e cosa lasciare
indietro" aggiungo, più per convincere me che lui.
"Sei
una che pensa in fretta, ce la puoi fare" mi risponde lui con un
sorriso
mentre mi sistema il cappuccio.
"Sapphire
dice che a volte non penso affatto..." gli dico con una risatina e
anche
lui ride.
"In
certe occasioni potrebbe anche essere vero. Ma sei sveglia, riuscirai a
pensare
in fretta a qualcosa."
Ci
abbracciamo e lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per me, anche
per
avermi fatta sentire così bella e sicura di me, per una
volta. Mi accompagna al
cilindro di lancio e mi aiuta a salire. Quando il vetro si chiude
tutt'attorno
sento una fitta claustrofobica. Ganymedes bussa sul vetro e mi fa segno
di
sorridere e poi atteggia quella che dovrebbe essere una mossa sexy per
ricordarmi anche questo e io scoppio a ridere. Quando il piatto di
lancio
inizia a muoversi lo saluto con la mano e poi guardo in alto,
chiedendomi cosa
mi aspetterà là fuori.
I
miei occhi hanno bisogno di qualche secondo per abituarsi alla luce del
sole.
Fa caldo, questa è la prima cosa che noto. Mentre Claudius
Templesmith ci dà il
benvenuto nell'arena, io cerco di fare mente locale. Fa parecchio
caldo, ma è un
clima umido. Che da un certo punto di vista è meglio
rispetto a quello secco o
desertico, sentirò meno la disidratazione nel caso non
dovessi trovare subito
acqua. O no? Che ne so. Mi guardo attorno. Siamo disposti a semicerchio
attorno
all'area in cui si trova la Cornucopia. Tutt'attorno c'è una
foresta fitta, ma
credo che questa zona sia stata disboscata di proposito per permettere
al
pubblico di vedere bene il bagno di sangue.
La
vegetazione sembra rigogliosa, spero di riuscire a trovare qualcuna
delle
piante commestibili che conosco. Gli alberi sono altissimi, almeno una
sessantina di metri, alcuni forse anche di più. Mi sembrano
latifoglie e questo
non va bene. Su delle querce o degli alberi più robusti
sarebbe stato più facile
arrampicarsi e nascondersi. E poi non ho idea di ciò che
potrebbe nascondersi
su quegli alberi, così come tra la vegetazione fitta. Anche
se è mattina i
raggi del sole sono molto forti e non oso immaginare cosa
succederà verso
mezzogiorno. Da qui non riesco a vedere corsi d'acqua, ma in
realtà non riesco
a vedere al di là dei primi alberi quindi potrebbero
essercene comunque. Vedo
Sam ad un paio di persone da me e lui si accorge che lo sto guardando e
mi
lancia un sorriso ammiccante che mi riporta alla prima volta che i
nostri
sguardi si sono incrociati. Sta volta rispondo al sorriso, cercando di
non
pensare che potrebbe essere l'ultima volta che ci vediamo.
Mancano
venti secondi e mi concentro sulla Cornucopia. Localizzo una bella asta
appuntita e un arco. Devo averli assolutamente. Proverò ad
afferrare qualche
zaino sperando di essere fortunata col contenuto. Devo cercare di
prenderne
qualcuno più vicino alla Cornucopia, perché
è lì che ci sono i premi migliori.
Cinque secondi. Ok, Stella, concentrati.
Zero.
Scatto giù dal mio piedistallo e corro più veloce
che posso, dritta verso il
mio obiettivo. Con la coda dell'occhio vedo Trevor riunirsi ai Tributi
del Due
e iniziare a far fuori i Tributi più deboli. Non provano
neanche ad attaccarmi,
penso che prima di dichiararci guerra aspetteremo di stabilire lo
status quo.
Sgomito e spingo chiunque mi capiti a tiro, graffio e calcio, quasi
fossi un
animale. Non vedo neanche chi colpisco. Devo raggiungere quelle armi.
Do una
gomitata a qualcuno che stava per prendersi il mio arco e me lo metto
in
spalla, insieme ad un paio di faretre lì vicino. Poi afferro
l'asta, che ora
che la vedo più da vicino sembra un incrocio tra un bastone
da combattimento e
una lancia appuntita, e noto che ha una specie di cordicella per
portarla in
spalla. Perfetto. Mi guardo un attimo attorno e rimango paralizzata.
I
Tributi si stanno scannando e c'è sangue dovunque. Quasi
tutto lo spiazzale è coperto
di sangue e corpi. Qualcuno scappa verso la foresta, ma non tutti
quelli che ci
provano fanno in tempo a scampare ai coltelli che volano. Mi riscuoto e
provo a
concentrarmi sugli zaini attorno a me. Non c'è un modo per
capire cosa
contengano e non posso mettermi ad aprirli tutti, devo andarmene da
qui. Me ne
metto uno bello grosso in spalla, notando però che non
è molto pesante. Ne
afferro altri due più piccoli e li stringo al petto. Uno
sembra bello pieno,
spero di qualcosa di utile.
Con
il mio bottino inizio a correre a perdifiato verso la foresta e appena
ci
entro, e ho coperto quelli che penso siano abbastanza metri per
separami dalla
Cornucopia, mi guardo attorno. I tronchi degli alberi sono altissimi ma
i rami
cominciano molto in alto quindi devo scordarmi di passare la notte
lassù. Il
sottobosco è scarso e la luce filtra difficilmente. Ottimo
per nascondersi, ma
se c'è qualcuno appostato è difficile
individuarlo. Gli insetti mi ronzano
attorno e io li scaccio con la mano. Sono appiccicosa di sudore per la
corsa e
questa umidità non mi aiuta. Devo trovare un posto fresco
per nascondermi e
passare lì le ore più calde.
Non
so per quanto io abbia camminato ma finalmente ho trovato uno spazio
che mi
sembra adatto. Ho controllato più volte che non ci fosse
nessuno nelle
vicinanze e le piante sono abbastanza fitte da permettermi di
nascondermi. Mi
siedo contro il tronco di un albero e finalmente mi riposo un attimo.
Tuttavia
il mio momento di tranquillità non dura a lungo. Il bagno di
sangue è finito e
c'è il primo riepilogo delle morti. Devo stare attenta,
anche se sento la
fatica appesantirmi la mente.
Il
ragazzo del Tre. La ragazza del Quattro. Mi dispiace, Sam aveva provato
ad
insegnarle qualcosa, ma era così piccola... Spero non abbia
sofferto. Il
ragazzo del Cinque ed entrambi quelli del Sei. Il ragazzo dell'Otto e
la
ragazza del Nove. Infine la ragazza dell'Undici ed entrambi del Dodici.
Dieci
di noi sono già morti e siamo qui da penso non
più di un paio d'ore al massimo.
Non ho idea se li abbiano uccisi tutti i Favoriti o se qualcuno
è morto per
qualcosa che ha trovato qui dentro. Devo stare attenta, questa specie
di
foresta pluviale non mi piace per niente.
Mi
decido finalmente ad aprire i miei zainetti. In quello più
grande, ci avevo
visto giusto, non c'è granché, però
sono cose utili. Un sacco a pelo e un
coltello. Nel primo zainetto piccolo che apro ci sono della carne
secca, una
borraccia piena d'acqua e un pezzo di corda abbastanza lungo.
Può sempre tornare
utile. Sono ben felice per la carne secca, ho qualcosa da mangiare. E
anche per
l'acqua, significa che fino ad almeno domani non morirò
disidrata. Certo,
potrei morire in mille altri modi, ma meglio non pensarci. Trasferisco
il mio
bottino nello zaino più grande perché non voglio
viaggiare troppo pesante. Nel
terzo zainetto c'è soltanto una specie di kit di pronto
soccorso con bende,
disinfettante e qualche cerotto. Ah, e un pacchetto di biscotti. Niente
fuochi
per me a quanto pare, ma non penso ne avrei accesi comunque. Scavo nel
terreno
rossiccio e nascondo lì i due zainetti vuoti, poi li ricopro
di terra. Meglio
non lasciare tracce del mio passaggio e non fornire cose utili ad altri.
Bevo
un sorso d'acqua e mangio due biscotti. Questo dovrà
bastarmi fino al primo
pomeriggio, quello nello zaino potrebbe essere il mio unico cibo per
settimane.
Mi appoggio al tronco dell'albero e chiudo gli occhi. Non sento rumori
sospetti, soltanto il ronzare degli insetti e qualche rana che gracida
chissà dove.
Questo può significare che c'è un corso d'acqua
nella vicinanze, ma anche in
quel caso potrebbe essere una trappola letale degli Strateghi.
Decido
di riposare un po' e passare qui le ore più calde della
giornata. Il sole sta
salendo e il caldo si farà sempre più
insopportabile. Ringrazio silenziosamente
Ganymedes per avermi dato un paio di elastici per capelli, ne
avrò bisogno. Il
mio ultimo pensiero prima di concedermi un po' di riposo è
che sono appiccicosa
e con le unghie sporche di terra. E non oso immaginare che aspetto
abbia il mio
viso arrossato. Sapphire non sarà per niente contento.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 - Che il gioco abbia inizio ***
Author's note.- Ciao a tutti! Finalmente
entriamo nel vivo dei Giochi. Spero non resterete delusi, questo
è stato il
capitolo più difficile da scrivere finora. Se trovate i
Giochi noiosi fatemelo
sapere, le vostre recensioni mi aiutano a crescere :3
Le
parti in corsivo sono quelle su cosa succede fuori dall'arena, visto
che mi
avete detto che vi avrebbe fatto piacere non perdere di vista Sapphire
:3
Last
but not the least, questa
è Stella come ma la immagino io (al solito, voi
immaginatela come più vi aggrada :3).
Buona
lettura e grazie per continuare a seguire questa storia <3
The
Golden Girl
Capitolo
5 - Che il gioco abbia inizio
I
Giochi vengono seguiti, per la maggior parte del tempo, da Mentori,
Accompagnatrici e Sponsor in una sala del Centro di Controllo. Questo
per fare
in modo che i Mentori riescano immediatamente a rivolgersi agli Sponsor
e a
controllare al meglio gli aiuti da spedire ai Tributi nell'arena.
Sapphire e
Ruby non fanno eccezione. Se ne stanno sul solito divanetto occupato
dai Mentori
del Distretto Uno in attesa che i sessanta secondi finiscano. Entrambi
stanno
studiando attraverso le inquadrature dell'arena l'ambiente di
quest'anno. E dal
momento che sembra così tranquillo sono abbastanza convinti
che si rivelerà
letale. Il Mentore teme che il suo Tributo faccia qualche sciocchezza
dettata
dalla sua impulsività. Allo scadere di quel minuto
interminabile la vede che
inizia a correre verso la Cornucopia. 'Per una volta ha deciso di
comportarsi
come ci si aspetta da lei' pensa tirando un sospiro di sollievo. La
vede
procurarsi armi e provviste approfittando della confusione generale e
la
considera una mossa astuta: se non vuole unirsi agli altri Favoriti le
serviranno. Ha un attimo di panico quando la vede immobilizzarsi alla
vista della
carneficina che si sta svolgendo alle sue spalle, ma poi la ragazza si
riscuote
e inizia a correre verso la foresta. Questo sarà senza
dubbio un anno diverso
dagli altri, si ritrova a pensare. Di solito i suoi Tributi si alleano
con gli
altri Favoriti e si mantengono vicini alla Cornucopia per avere il
controllo
della situazione, ma naturalmente Stella vuole farlo andare fuori di
testa.
Dovrà rivedere le sue strategie, non c'è altro da
fare.
Le
cose qui non vanno per niente bene. Sono spalmata contro questo tronco
non so
da quante ore ormai. Le ore centrali della giornata sono state
terribili. Penso
che la temperatura abbia superato i trenta gradi, o così mi
è sembrato. Per
provare a combattere il caldo ho tolto il giacchetto e arrotolato i
pantaloni
fino al ginocchio, ma non si è rivelata una buona idea.
Sciami di insetti
minuscoli mi hanno scambiata per un buffet e ora sono piena di punture
che
danno un prurito insopportabile. Quelle sul viso sono le più
fastidiose ma non
posso nemmeno grattarmi perché con le mani sporche di terra
peggiorerei
soltanto la situazione. Ho provato a metterci un po' di disinfettante
sopra ma
non è servito a granché.
Adesso
la temperatura è iniziata a scendere e si sta un po' meglio.
Ho bevuto qualche
sorso d'acqua per reintegrare i liquidi e ho mangiato un paio di
biscotti. La
mia strategia al momento è quella di restare qui
finché possibile e lasciare
che gli altri si ammazzino tra di loro. Finché qualcuno non
viene a cercare me,
io non andrò a cercare loro. Scaccio l'ennesimo moscerino e
controllo la
situazione nella zona gambe e braccia. Ogni puntura ha un diametro di
circa due
centimetri e un colore rosso acceso. Se continuano così ho
dei seri dubbi che
durerò molti giorni, ma penso che spostarsi sarebbe ancora
più pericoloso. E
poi questi cosi volano, non potrei comunque sfuggirgli.
'Quell'idiota
diventerà cibo per zanzare' sta pensando Sapphire mentre
maledice Stella. Non
può negare che abbia trovato un buon nascondiglio, ma si sta
comportando da
stupida restando lì inerte a farsi mangiare dagli insetti.
Deve trovare un modo
per aiutarla, se lo merita dopotutto. Quella ragazza ha avuto un dodici
nella
sessione privata con gli Strateghi, è una carta che
può di sicuro giocarsi con
gli sponsor. Ci deve pur essere qualcuno pronto a scommettere su di
lei,
nonostante il suo comportamento inusuale.
È
scesa la sera ma a me sembra che il tempo non passi mai. Starsene tutto
il
giorno infrattata nella giungla in compagnia soltanto di un nugolo di
insetti
non è esattamente il massimo della vita. Ma almeno ci sono
ancora, in vita.
Adesso fa abbastanza fresco, penso che la temperatura si sia abbassata
di una
ventina di gradi. Questo clima di sicuro non aiuta a restare in salute.
Sento i
morsi della fame ma li ignoro, non ho altra scelta. Ho deciso di non
dormire
nel sacco a pelo perché se qualcosa dovesse attaccarmi non
posso essere legata
come un salame. Il buio che sta scendendo mi fa abbastanza paura visto
che non
posso e non voglio accendere fuochi. Spero almeno che gli insetti
vadano a
dormire.
Faccio
un salto quando qualcosa mi cade sulla testa. Con un movimento rapido
estraggo
il coltello dallo stivaletto in cui lo tengo nascosto e lo punto nella
direzione in cui penso sia finita la cosa. Sbatto le palpebre per
mettere a
fuoco e mi accorgo che è un paracadute attaccato a una
scatola grande come una
noce di cocco. Un aiuto? Per me? 'No, per gli insetti, razza di
idiota!' mi
risponderebbe Sapphire. Ma certo, Sapphire! È lui che mi
manda l'aiuto! E sono
abbastanza sicura che abbia dato precise disposizioni che mi atterrasse
sulla
testa. Non penso abbia gradito il fatto che non mi sono unita agli
altri
Favoriti. Apro il mio aiuto e dentro ci trovo ben due cose. Wow,
Sapphire sì che
sa fare il Mentore. La prima cosa che afferro è un tubetto
di crema per le
punture di insetti e dire che mi ci cospargo è riduttivo.
Appena la applico
provo una piacevole sensazione di freschezza e quelle che ormai erano
diventate
delle bolle smettono di bruciare. Mi sembra di tornare alla vita. Mi
godo un
attimo questa sensazione paradisiaca e poi esamino l'altra cosa che mi
ha
mandato il mio Mentore. È una bomboletta spray di repellente
per gli insetti.
Devo dire che ha fatto le cose in grande. È vero che
all'inizio dei Giochi gli
aiuti costano meno, ma avrà comunque dovuto faticare per
ottenere i soldi per
queste cose. Mi guardo intorno alla ricerca di un posto dove potrebbe
esserci
un obiettivo. Per fare in modo che mi si veda bene in tv
sarà di sicuro da
qualche parte davanti a me. Fisso gli occhi in alto verso un punto
indefinito e
sorrido con un'espressione ebete. Poi unisco indici e pollici a mimare
un cuore
per il mio Mentore e gli Sponsor che hanno contribuito a non farmi
diventare
cibo per insetti.
Mi
rilasso un po' contro il mio albero e mi preparo a passare la notte.
Decido di
infilarmi nel sacco a pelo perché fa davvero freddo, ma
lascio la zip aperta
per essere pronta a scattare in caso di pericolo. E tengo il coltello
stretto
in mano. Non si sa mai.
Ma
prima che io prenda sonno, l'inno di Capitol City mi riscuote e nel
cielo c'è il
riepilogo delle morti della giornata. Sono soltanto in quattro: le
ragazze del
Cinque, del Sette e dell'Otto e il ragazzo del Nove. Se fosse opera dei
Favoriti significherebbe che stanno dando la caccia ai più
deboli. Sono felice
di non vedere la faccia di Sam lassù. Significa che bene o
male è ancora vivo.
'Buonanotte,
Quattro...' penso mentre sento gli occhi farsi pesanti e mi chiedo se
anche lui
sia felice di non vedermi tra le vittime di oggi.
Al
Centro di Controllo si raccolgono i pezzi di questa giornata. I Mentori
che non
hanno avuto perdite sono ovviamente i più contenti. Sapphire
e Ruby tornano al
loro primo piano e non possono negre che l'atmosfera tra loro sia tesa.
È la
prima volta che si ritrovano ad essere avversari. Si augurano la
buonanotte e
ognuno spera che non sia l'ultima per il suo Tributo.
Sapphire
può dirsi soddisfatto, gli sembra che Stella si stia
comportando in modo
prudente. Si mette a letto, sperando che, dopo tutto quello che ha
visto oggi,
incubi ormai troppo familiari non tornino a fargli visita.
La
mattina del secondo giorno di Giochi sta passando in modo abbastanza
piatto.
Sapphire è nervoso, la cosa non gli piace. Perché
è sicuro che non piace
nemmeno agli Strateghi. Presto vorranno movimentare la situazione e
Stella che
dorme tranquilla sotto un albero gli sembra la preda migliore. Di
sicuro dopo
averle dato un dodici si aspettavano che rendesse la situazione
più
movimentata. Sapphire la osserva svegliarsi e guardare contenta che
ormai le
bolle sono sparite, lasciando solo piccoli segni. Lei applica di nuovo
la
pomata e lo spray repellente, poi fa colazione: un sorso d'acqua e due
biscotti. Gli si stringe il cuore a vederla razionarsi il cibo
così, ma non c'è
altro da fare lì dentro. Poi lo vede. Un enorme giaguaro
è appostato tra la
vegetazione a poche centinaia di metri da Stella. È un
ibrido grande almeno il
doppio di un giaguaro normale e guarda la ragazza come se non mangiasse
da
giorni e quello fosse il suo pranzo.
Un
altro giorno è cominciato nell'arena. Fa già
parecchio caldo quindi dover bere
soltanto un sorso d'acqua mi sembra una tortura, ma devo farmela
durare. Almeno
quei maledetti morsi di insetti malefici sembrano quasi del tutto
guariti. Mi
chiedo che giornata sarà oggi, se succederà
qualcosa o se me ne starò di nuovo
qui tutto il giorno. Già temo per quando il sole
sarà allo zenit e la
temperatura salirà. Mentre alzo gli occhi verso il cielo per
controllare la
posizione del sole e provare a capire che ore sono sento un rumore
provenire
dalla mia destra. Il tempo di voltarmi a controllare cosa sta generando
questo
fruscio che quella cosa mi è
già addosso. È una specie di giaguaro
enorme che mi ha scambiato per la sua colazione. È molto
più lungo di me e mi
atterra senza difficoltà. Mi ruggisce in faccia e vedo le
sue zanne acuminate e
i suoi denti appuntiti. Come dovrei combattere contro questa cosa?!
Provo a
scalciare e a prenderlo a pugni sul muso e con una ginocchiata riesco a
farlo
spostare abbastanza per poter sfuggire alla sua presa. Ma non prima che
quello
mi artigli sotto la clavicola sinistra portandosi via un bel pezzo di
pelle.
Ora siamo uno davanti all'altro che ci squadriamo. Lui decide di
attaccare per
primo e fa un balzo verso di me, ma sta volta sono pronta e scatto di
lato,
mandandolo a finire contro un albero. Lui non sembra restare
particolarmente
tramortito, però. Scuote la testa e punta di nuovo verso di
me. Sono io a mani
nude contro un giaguaro enorme. Ma sono seri questi Strateghi?! Provo a
schivarlo ma lui mi azzanna il braccio destro. Sento i suoi denti
entrarmi
nella carne e mi scappa urlo che fa paura anche a me. Col braccio
libero gli do
un pugno con tutte le forze che ho. E pare siano parecchie
perché lui molla la
presa. Ok, devo sbarazzarmi di questo coso in fretta. Sta volta sono io
ad
attaccarlo, approfittando del fatto che è ancora
disorientato. Mi butto su di
lui e inizio a colpirlo con tutte le mie forze, calci, pugni, unghiate,
ginocchiate. Lui mi ruggisce nelle orecchie e io gli assestò
un altro pugno sul
muso. Allungo la mano verso lo stivaletto dove tengo il coltello e lo
estraggo.
Lui fa per alzarsi e io gli pianto il coltello in gola. Praticamente
gliela
squarcio, sporcandomi il viso col sangue che ne schizza fuori. Mi
allontano
disgustata lasciandolo lì a terra. Mi accascio a terra e
cerco di riprendere a
respirare normalmente. Ho ucciso la cosa. E la cosa ha quasi ucciso me.
Ora
devo capire che fare con la carcassa, non posso lasciarla accanto al
posto, già
abbastanza schifoso di suo, dove passo le mie giornate.
Sapphire
non riesce a credere ai suoi occhi. Eppure l'ha vista. L'ha vista
tagliare la
gola della bestia e poi cadere a terra senza forze. Ha esultato in modo
plateale alzandosi dal divanetto su cui era rimasto seduto, incapace di
muoversi,
per tutta la durata del combattimento. Adesso guarda quella ragazzina
coperta
di sangue che con le ultime forze sta trascinando il corpo morto
dell'animale
più lontano che riesce dal suo rifugio. Non sa con che forze
riesce a scavare,
praticamente con una mano sola, la buca in cui lo butta. Forse
l'istinto di
sopravvivenza e un briciolo di cervello non ancora annebbiato dal
dolore. La
ricopre di terra coi piedi e poi si trascina a ritroso, fino a quello
che ormai
è diventato il suo albero.
Sapphire
sa che ha bisogno di medicine e ne ha bisogno in fretta, prima che le
ferite si
infettino. Dopotutto quella ragazza ha praticamente ucciso a mani nude
un
animale grande il doppio di lei, ci sarà pure qualche
Sponsor pronto a
scommettere su di lei! Deve giocarsi bene le sue carte. Mentre sta
valutando a
chi rivolgersi, una degli Sponsor più ambiti lo raggiunge.
Era sicuro che
qualcuno non sarebbe rimasto indifferente. La conosce da vari anni, non
è la
prima volta che aiuta il loro Distretto. Sta volta però
sembra davvero
coinvolta.
"Avrà
bisogno di medicine, no?" gli chiede con un tono preoccupato.
"Stella
è forte" ci tiene a precisare subito lui. "Ma sì,
avrà bisogno di
aiuto" ammette lanciando un'occhiata allo schermo.
"Quanto?"
chiede la donna, che già tiene il libretto degli assegni in
mano. E il Mentore
tira un sospiro di sollievo.
Il
dolore è ormai insopportabile. Ho perso il conto di quanto
tempo è passato
dallo scontro con quell'animale e non so che ore sono. Il caldo
è
insopportabile e la puzza del sangue rappreso sul mio viso mi
dà la nausea. Le
ferite bruciano sempre di più e ho perso sangue a fiotti.
Credo si stiano anche
infettando. Mi sento abbandonata e non so per quanto ancora
riuscirò a
resistere.
Mi
chiedo se Sapphire abbia deciso di lasciarmi qui a morire. Se questo
è il suo
modo per dirmi che ho sbagliato a non allearmi con gli altri Favoriti.
Magari
ha capito che non ero poi questo grande investimento e ha preferito
concentrarsi su Trevor. Forse è anche il modo degli
Strateghi per punirmi per
essere stata una Favorita noiosa. Condannata a morire dissanguata nella
giungla
perché non faccio divertire abbastanza gli spettatori. Penso
alla mia famiglia
e ad Ariel, costretti a guardarmi morire senza poter fare niente.
È tutto così
ingiusto. Ma non ce la faccio ad arrabbiarmi. Sento le forze che mi
mancano e
il dolore che si fa sempre più lancinante. Magari se chiudo
gli occhi e mi
addormento semplicemente non mi sveglierò più e
tutto finirà così.
Non
so per quanto ho dormito ma quando una botta leggera sulla testa mi
sveglia la
temperatura è diventata più fresca. Ho in grembo
un paracadute legato ad una
scatola simile alla prima che ho ricevuto. Sapphire! Allora non mi ha
abbandonato! Sento le forze che mi tornano e il cuore che mi si scalda.
Apro la
scatola e dentro ci trovo una pomata. Subito me la spalmo sulle ferite,
cercando di non tralasciarne nessuna. Il sollievo è
immediato. Smettono di
bruciare e le sento pervase da un leggero calore. Il medicinale pizzica
un po',
forse perché sta disinfettando, non saprei. Mi accorgo che
in fondo alla
scatola c'è un'altra cosa. È un piccolo panno
imbevuto di una sostanza
profumata. Sa di lavanda. Forse serve per pulirmi. Me lo strofino sulla
faccia
e sento il sangue sciogliersi e venire via. Questo affare è
sorprendente,
riesco a ripulirmi tutta e lui profuma ancora. Se riesco ad uscire viva
da qui
ne voglio una fornitura a vita. Ora che sono pulita e che le ferite non
mi
danno più fastidio mi fermo a riflettere. Questa gente mi ha
salvato. Non so se
lo hanno fatto perché sono le regole del gioco o
perché hanno avuto
compassione, ma gli devo la vita. È una cosa che non posso
dimenticare. E poi
c'è Sapphire. Come ho fatto a dubitare di lui? Avrei dovuto
immaginare che
stava facendo del suo meglio per potermi aiutare.
Mentre
penso a tutte queste cose le lacrime cominciano a scorrere. Piango per
quelle
che mi sembrano delle ore e credo di aver ripetuto la parola 'grazie'
una
quindicina di volte. Quando finalmente non ho più lacrime mi
sento al tempo
stesso esausta e ritemprata. La sera sta scendendo ed è
meglio che io mi
prepari per dormire. Dopo essere quasi morta dissanguata mi conviene
riposare.
Prima
che riesca però a prendere sonno parte l'inno della Capitale
e capisco che è il
momento del bollettino di oggi. In cuor mio spero in uno simile a
quello di
ieri, prima muoiono gli altri prima potrò tornare a casa.
È orrendo ma è così.
Rimango però delusa. È morto solo il ragazzo del
Dieci, il che significa che
siamo ancora in nove qui fuori. E nove sono ancora tanti.
Al
Centro di Controllo il terzo giorno di Giochi è iniziato da
un po'. Sapphire
guarda Stella mangiare su uno dei tanti schermi presenti in sala e
sorride. Lei
non può saperlo ma il suo pianto liberatorio è
stato il momento più ricco di
pathos del giorno appena concluso. E i Capitolini amano queste cose. La
Sponsor
che ha finanziato gli aiuti alla ragazza si è addirittura
commossa e il Mentore
sarebbe pronto a scommettere che, se Stella dovesse avere ancora
bisogno, lei
sarebbe pronta ad aiutarla di nuovo. La considera una vittoria
personale sugli
Strateghi. Loro hanno provato a metterla in pericolo e lei ha ribaltato
la
situazione a suo favore. Un albero che cade fa più rumore di
una foresta che
cresce, si dice così, no? E Stella che si lascia andare alle
lacrime ha
riscosso più successo del gruppo dei Favoriti che miete le
sue vittime.
Tuttavia
verso metà mattina il clima si fa più teso. Gli
Strateghi sembrano intenzionati
ad avere un altro spettacolo. Hanno costretto il ragazzo dell'Undici,
Maximilian,
ad allontanarsi dal suo nascondiglio a causa di un attacco di
pappagalli
carnivori. E ora lo stanno spingendo proprio verso quello che Sapphire
ormai
chiama 'il posto di Stella'.
La
mia giornata non poteva cominciare meglio. Dopo tutte quelle ore di
sonno mi
sono svegliata di nuovo in forze e ho scoperto con gioia che le mie
ferite si
sono rimarginate. Sono rimasti solo dei segni di artigli e denti, ma se
uscirò
viva da qui sono sicura che i chirurghi di Capitol City sapranno
mettermi a
nuovo. Se morirò... Beh, non me ne importerà
più di tanto, sarò morta.
Ieri
stavo così male che non ho mangiato nulla dopo la colazione,
quindi adesso il
mio stomaco emette rumori sinistri. Decido che è un giorno
da festeggiare.
Prendo un pezzetto di carne secca e lo metto tra due biscotti. Ecco un
bellissimo sandwich. Mangio di gusto e raccolgo anche le briciole che
mi sono
cadute sulle gambe. Sapphire potrà vendermi come 'la piccola
selvaggia del
Distretto Uno'. Bevo un po' d'acqua per mandare giù la mia
colazione e rimetto
la crema sulle ferite. Meglio stare sicuri che siano davvero guarite.
Mi lego i
capelli e mi levo la giacca, spruzzando un po' di repellente per
insetti
malefici. E come nuova mi preparo ad affrontare le ore più
calde della
giornata.
Il
Mentore del Distretto Uno ha visto troppi Giochi per non sapere cosa
hanno in
mente ai piani alti. Un solo morto nella giornata passata è
un magro bottino.
Certo, Stella e la sua lotta all'ultimo sangue hanno tenuto gli
spettatori in
tensione per un po', ma ormai è acqua passata. Non possono
rischiare che anche
oggi sia un giorno piatto. È così hanno spinto
Maximilian verso Stella,
sperando in un po' di azione.
Il
ragazzo si guarda intorno, cercando di capire se è
finalmente giunto in un
posto sicuro. E poi la vede. Stella e il suo bottino di armi e cibo. Ma
Sapphire l'ha già capito. La sua ragazza ha fiutato il
nemico, lui è pesante e
non fa niente per provare ad avanzare in silenzio. La vede stringere la
mano
attorno al bastone e irrigidire i muscoli. Poi il ragazzo fa l'ultimo
errore:
per darsi coraggio corre verso Stella urlando. Come se le avesse
telefonato per
avvertirla, insomma. Lei scatta in piedi e lo colpisce mandandolo
contro un
albero.
La
mia giornata, a quanto pare, non sarà tranquilla. Sento dei
rametti spezzarsi e
l'erba frusciare da dove ieri è venuto il giaguaro. Sto
seriamente pensando di
metterci un cartello con scritto 'andate tutti affanculo da quella
parte'. E
poi lo sento. È un ragazzo. E sta urlando. Perché
cavolo sta urlando?! Dico,
amico, non si pianifica così un attacco. Scatto in piedi
mentre lui viene verso
di me correndo. D'istinto ho afferrato il bastone e con un colpo ben
assestato
lo mando a finire contro un albero. Sto per uccidere per la prima volta
e non
sono pronta. Ma devo farlo. O lui o io.
Il
ragazzo si rialza e prova a venirmi addosso ma è pesante,
anche se non molto
grosso, quindi schivarlo non è un problema. Lo colpisco con
la parte anteriore
del bastone sulla schiena e lui finisce per terra. Si gira e vorrebbe
rialzarsi
ma io gli infilo la punta acuminata nello stomaco. Ancora e ancora.
Finché lui
non rimane immobile e io non sento il cannone. Torno al mio angolino e
vedo
l'overcraft che lo preleva. E finisce così.
Mi
spaventa quanto sia stato facile porre fine ad una vita umana. Pensavo
che
avrei dovuto lottare fino allo stremo come ieri e invece è
finito tutto in
pochi minuti. Mi chiedo cosa hanno provato Trevor e gli altri quando
è toccato
a loro. Mi chiedo cosa pensa di me la mia famiglia che mi guarda. Se mi
vedono
come un mostro e non mi riconoscono più o se sono felici che
lo abbia eliminato
senza riportare danni. Sapphire sarà contento della tecnica
che ho dimostrato,
non dovrà raccogliere altri soldi per mandarmi delle
medicine.
Sono
così confusa che non capisco nemmeno quello che provo. Sono
felice di essere
viva, è naturale. Ma allo stesso tempo penso a quel ragazzo,
alla sua famiglia.
A come sarò sembrata in tv. Fredda, distaccata, pochi colpi
di una Favorita ben
assestati e un altro Tributo è morto. Vorrei urlare che non
è così, che non è colpa
mia, che non sono un mostro. Invece mi limito a sedermi con la schiena
poggiata
al solito albero, sperando che per un po' gli Strateghi la smetteranno
di
torturami così. Prendo il panno alla lavanda dalla sua
scatola e noto che è tornato
quasi pulito. Questo affare è magico, non c'è
altra spiegazione. Me lo passo
sulla faccia e sulle braccia, poi lo uso per pulire il bastone. Non
voglio
vedere il sangue di quel ragazzo, non voglio pensare che ho ucciso
qualcuno.
Ripongo il panno magico nella scatola che ha ancora il paracadute
attaccato e
rimetto tutto nello zaino. Butto la testa all'indietro e chiudo gli
occhi. E la
prima cosa che vedo sono i suoi occhi sbarrati che mi fissano. E
prevedo che
no, non mi libererò facilmente di questa immagine.
Nella
sala principale del Centro di Controllo c'è un'atmosfera
annoiata. Le
Accompagnatrici chiacchierano tra di loro del più e del meno
sorseggiando drink
colorati. Qualche Preparatore viene ogni tanto a fare capolino per
vedere se
succede qualcosa di interessante e gli Sponsor se ne stanno appollaiati
sugli
sgabelli vicino al bar raccolti in piccoli gruppi, scambiandosi idee su
chi
potrebbe essere il Vincitore di questa edizione.
Ruby
non trattiene l'ennesimo sbadiglio. Se ne sta dietro la sua rivista e
ogni
tanto alza lo sguardo sullo schermo davanti a lei. Sono due giorni che
va
avanti così. L'ultimo Tributo ucciso è stato il
ragazzo dell'Undici per mano di
Stella, poi il nulla. Gli Strateghi hanno
deciso di mandare una pioggia battente, magari sperando
che qualcuno
scivolasse sul terreno fangoso e si rompesse l'osso del collo. Non
è successo
niente di tutto questo. I ragazzi se ne sono stati rintanati nei loro
nascondigli in attesa che la pioggia passasse.
E
la pioggia ha avuto una fine, finalmente. Sapphire ha passato due
giorni a
guardare Stella infagottata nel suo sacco a pelo impermeabile, le
ginocchia al
petto e lo zaino stretto tra le braccia. Se loro lì si
stanno annoiando può
solo immaginare quanto questa calma debba essere insopportabile per
lei, con
l'incertezza di quello che potrebbe succedere in qualsiasi momento.
Sapphire
vorrebbe essere lì a consolarla, a dirle che non aveva altra
scelta, che non è
colpa sua, semplicemente è così che deve andare.
Lei piangerebbe, dicendo che
si sente un mostro e lui proverebbe a consolarla. E invece è
costretto ad
assistere da lontano e a sperare che non succeda niente e che lei
riesca a
superare questo momento da sola.
Ma
quando la pioggia è finita, all'alba del sesto giorno, lui
ha avuto un brivido
lungo la schiena. Gli Strateghi hanno finalmente deciso di prendere in
mano la
situazione e hanno iniziato a scatenare ogni bestia possibile contro i
ragazzi.
E lui può solo sperare che Stella sappia gestire quello che
le toccherà.
Sono
stata svegliata all'alba da un colpo di cannone. E dovrò
aspettare sta sera per
sapere di chi si tratta. La pioggia è finita mentre dormivo
e posso finalmente
uscire dal sacco a pelo. Mi sgranchisco le gambe indolenzite dopo due
giorni di
immobilità e metto il sacco a pelo ad asciugare. L'unica
cosa positiva è che
l'acqua della pioggia non era velenosa quindi ho potuto riempire la
borraccia.
Controllo le mie scorte di cibo: tre biscotti e qualche pezzetto di
carne
secca. Spero che Sapphire non si sia addormentato durante i due giorni
di
pioggia e si stia organizzando per spedirmi qualcosa.
Non
mi sento molto riposata perché il mio sonno è
stato tormentato dall'incubo di
me che combattevo contro una bestia feroce che, quando finalmente la
uccidevo,
si trasformava nel ragazzo dell'Undici e io ero ricoperta del suo
sangue. Mi
chiedo se sarà sempre così o se col tempo mi
sentirò meno in colpa. Sempre che
non muoia di fame prima. La mia misera colazione consiste in un
biscotto e
appena l'ho terminato sento dei rumori provenire dalle fronde degli
alberi. Non
promette niente di buono. Faccio appena in tempo ad afferrare arco e
bastone
che un mandrillo gigante scende dal mio albero,
seguito a ruota da altri
tre dagli alberi vicini. Sono circondata.
Devo
ricordarmi di ringraziare gli Strateghi uno per uno per questi
simpatici
diversivi, la mia vita sarebbe così noiosa senza. Uno mi
ringhia contro e devo
dire che fanno davvero paura. Hanno le zanne grandi come quelle del
giaguaro,
forse di più, e il muso celeste e rosso. E sono molto
più grossi di me, non c'è
bisogno di precisarlo. La mia mano scatta verso la faretra e prendo due
frecce.
Una la tengo tra i denti mentre scocco la prima. Addio mandrillo numero
uno.
Prendo subito l'altra e la mando verso un altro di loro. Addio
mandrillo numero
due.
Se
due sono stati presi alla sprovvista, gli altri mi stanno correndo
incontro con
le fauci spalancate. Mi sposto di lato e e riesco a colpirne uno col
bastone.
Ma lui non demorde e prova ad atterrami ma io mi abbasso, in modo tale
da
schivarlo. Lo vedo voltarsi, pronto a saltarmi addosso di nuovo. E io
lo
aspetto. Quando è quasi sopra di me lo infilzo con la punta
acuminata del
bastone, trapassandolo. Spingo di lato il suo corpo, ma non ho il tempo
di
recuperare il bastone perché l'ultimo rimasto si sta
già preparando
all'attacco. Con un movimento veloce estraggo il coltello che tengo
sempre
nello stivale e mentre lui corre verso di me lo lancio e glielo pianto
tra gli
occhi. Lui finisce a terra stecchito e io sono sopravvissuta, ancora
una volta.
E ho quattro carcasse di scimmioni di cui liberarmi prima che attirino
altri
predatori.
Il
Mentore del Distretto Uno non è contento, di più.
Stella è stata quella che se
l'è vista meglio con la sua prova. All'alba, la ragazza del
Dieci è stata
letteralmente divorata da uno stormo di pipistrelli carnivori. I
Favoriti si
sono prima rifugiati nella Cornucopia e poi hanno dovuto impegnarsi in
tre per
uccidere la tigre che gli Strateghi gli avevano mandato contro. La sua
piccolina invece si è liberata da sola di quattro scimmie
giganti. Gli Sponsor
che gli avevano detto di aver puntato sul cavallo sbagliato quest'anno
adesso
lo circondano, tutti ansiosi di sapere se c'è qualcosa che
possono fare.
Sapphire
fa il vago, guarda Stella che porta lontano i corpi degli animali e,
approfittando del terreno ancora morbido per la pioggia, li sotterra
come può.
Poi si pulisce e mette la pomata sulle ferite che le hanno procurato i
mandrilli. Se la sta cavando alla grande, non può
lamentarsi. Ma il cibo inizia
a scarseggiarle e Sapphire sa che lei sta aspettando un premio.
Ormai
quando qualcosa mi cade in testa non mi spavento neanche
più, anzi. Ho capito
che è il modo del mio Mentore di salutarmi e augurarmi buona
giornata. Mi
chiedo cosa mi abbia potuto mandare, non mi serve nulla. Apro curiosa
la
scatola, sta volta un po' più grande delle altre, e per poco
non mi metto a
fare una danza della felicità. Dentro ci sono una pagnotta
fragrante, un pacco
di biscotti intonso e un muffin al cioccolato. Un muffin al cioccolato!
Devo
aver fatto bella impressione con quelle scimmie malefiche. Metto il
pane e i
biscotti nello zaino, ma decido che mi sono meritata un pranzo
sostanzioso.
Vorrei buttarmi sul dolce e mangiarlo in tre morsi ma mi trattengo.
È il mio
primo vero pasto da quasi una settimana e devo godermelo. Il muffin
è delizioso
e quando lo finisco alzo la testa verso dove sono convinta ci sia una
telecamera
e saluto sorridendo, mimando di nuovo il cuoricino con le dita. Meglio
tenerseli cari questi Sponsor, parte della mia salvezza dipende da loro.
Non
ci sono stati altri cannoni durante il corso della giornata e a sera
scopro che
quello di sta mattina era per la ragazza del Dieci. Siamo rimasti in
sette, se
non ho sbagliato i conti finora. E i più forti sono ancora
là fuori. Sam è ancora
là fuori. Spero che alla fine non si riduca a me contro di
lui perché sarebbe
davvero brutto.
Intanto
un altro giorno è terminato e io continuo ad essere viva e
abbastanza in
salute. Un po' denutrita magari, ma le ferite si stanno già
rimarginando e
domani sarò di nuovo in forze. Devo continuare ad essere
forte e a fingere che
vada tutto bene. Se me lo ripeto spesso, magari mi convinco anche io.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 - Il giorno più brutto ***
Author’s
note.- Ciao a tutti! Ho giusto un paio di
cose da dirvi prima di lasciarvi alla lettura. Con questo capitolo
entriamo nel
vivo dei Giochi, ma proprio per questo succedono un po’ di
cose e, per evitare
che il capitolo venisse troppo lungo, ho deciso di parlare bene dei
Tributi del
Distretto Due nel prossimo capitolo. Preferisco aspettare e dargli
più spazio
piuttosto che fare una cosa veloce e fatta male :)
Poi,
in questo capitolo scoprirete qualcosa in più
su Sapphire (c’è anche un flashback), ma i ricordi
dei suoi Giochi saranno nel
prossimo capitolo. Ho voluto introdurre prima il Sapphire giovane come
personaggio in modo da poterne scrivere meglio quando si
parlerà dei suoi
Hunger Games.
Visto
che vi ho già annoiato abbastanza, passo e
chiudo, augurandovi buona lettura e ringraziandovi sempre per essere
qui a
leggere questa storia :3
The
Golden Girl
Capitolo
6 – Il giorno più brutto
Al
Centro di Controllo nessuno si aspetta granché da questa
giornata. I Mentori
convengono che, dopo il caos e la morte violenta di quella ragazza il
giorno
prima, oggi sarà una giornata tranquilla. Ma Sapphire si
è accorto che ci sono
equilibri che stanno cambiando. Sam, il ragazzo del Quattro a cui
Stella è
tanto affezionata, si è messo in cammino, forse alla ricerca
di acqua. E il
ragazzo del Distretto Sette, di cui non riesce proprio a ricordarsi il
nome, è
stato costretto da uno sciame di insetti velenosi a lasciare il suo
nascondiglio. Il fatto che entrambi vadano nella stessa direzione non
gli
piace. Soprattutto perché stanno andando dritti verso
l'accampamento del suo
Tributo.
Mi
sveglio solo perché mi picchia in testa il sole. Dopo il
sostanzioso pranzo di
ieri e un pezzo di pagnotta imbottita con carne secca per cena ho
dormito
decisamente bene. Mi stiracchio e quando alzo la testa noto che il sole
è già abbastanza
alto. Mi chiedo che succederà oggi, qui ogni giorno
è un grande punto
interrogativo. Mi rinfresco il viso col panno magico e mi lego i
capelli:
pronta per i riflettori.
Ho
appena finito di sgranocchiare un biscotto e sto riflettendo se
mangiarne un
altro, quando sento dei rumori provenire dal punto da cui sbucano la
maggior
parte dei miei guai. Scatto in piedi col coltello pronto al lancio e...
Non ci
posso credere, è Sam. Vedo la sorpresa passare sul suo viso
per poi lasciare il
posto ad un'espressione fintamente spaventata.
"Ehi
ehi ehi, attenta con quello, so dove li punti di solito!"
Abbasso
il coltello e sorridente gli vado incontro e lo abbraccio. Lo trovo
dimagrito,
ma penso che anche lui abbia la stessa impressione su di me. Quando ci
stacchiamo lui mi rivolge il suo solito sorrisetto che crede essere
seducente.
"Sei
sexy con i capelli raccolti, lo sai?"
"Sam!
Non ci provare!" lo rimprovero ridendo mentre gli prendo la mano e lo
trascino a sedere sotto l'albero. "Benvenuto nella mia umile dimora,
mettiti a tuo agio" lo invito ridendo.
"Ti
sei sistemata bene, vedo..." mi prende in giro lui.
"Mah,
non c'è male... Ogni tanto capita qualche bestia assassina,
ma per il resto è un
posto tranquillo..." ridiamo tutti e due e noto che ha una ferita sul
braccio non ancora cicatrizzata. Allora prendo la crema dallo zaino e
inizio ad
applicargliela.
"Come
te la sei fatta questa?"
"Delle
iguane carnivore, ieri... Non avrei mai pensato tu potessi essere una
brava
infermiera..." mi prende in giro mentre controllo se ha altre ferite.
"Io
ho avuto quattro mandrilli... E prima mi avevano mandato un giaguaro e
dei
moscerini malefici" ricapitolo e anche io stento a credere di essere
sopravvissuta a tutti.
"Stai
antipatica a qualcuno là fuori" mi dice ridacchiando. "Con
me sono
stati meno cattivi, ho solo uno scontro con un serpente gigante da
aggiungere
al mio elenco."
"Quindi
non hai ancora ucciso nessuno?" gli chiedo mentre gli offro un biscotto.
"No,
sono un tipo tranquillo, lo sai" mi risponde facendomi l'occhiolino.
"E tu?"
Sento
i muscoli irrigidirsi e abbasso lo sguardo. "Uno sì..."
rispondo
soltanto, non riuscendo più a guardarlo in faccia. "Il
ragazzo
dell'Undici."
Lui
mi abbraccia e mi posa un bacio sulla fronte. "Lo sai che funziona
così...
Non è colpa tua, è quello che dobbiamo fare, per
forza. Sinceramente sono
contento che lo abbia ucciso tu e non viceversa, almeno ho potuto
rivederti" mi consola, stringendomi di più e regalandomi uno
dei suoi rari
veri sorrisi. Ricambio il sorriso e gli accarezzo il viso un po' stanco.
"Posso
baciarti?" mi chiede facendosi più vicino. Penso per un
attimo di dire di
no, non mi va che tutti vedano un momento così intimo.
Però potrebbe essere
l'ultima volta che lo vedo, quindi offriamo pure questo colpo di scena
al
pubblico, chissenefrega. Annuisco e mentre mi bacia gli passo una mano
tra i
capelli ed è come se per un attimo il tempo si fermasse e
l'arena smettesse di
essere un brutto posto. Sento la sua mano sulla mia schiena al di sotto
della
canotta e gli blocco il braccio. "Toglitelo dalla testa
perché non lo
faremo in tv, è fuori discussione" lo fermo senza riuscire a
trattenere un
sorrisetto divertito. Lui alza le mani in segno di resa ma mi lancia
un'occhiataccia sibilando qualcosa tipo 'bacchettona'.
Cerco
un argomento per sviare il discorso prima che lui ci riprovi e noto che
si
porta dietro una spada che penso abbia preso alla Cornucopia. "Bella la
tua spada..." gli dico mentre passo un dito sull'elsa cromata.
"Sì,
ricordo quanto ti piacesse la mia spada..." mi
risponde con un
sorrisetto ammiccante e io alzo gli occhi al cielo e faccio un sospiro
rassegnato. Ci rinuncio, questo ragazzo ha un chiodo fisso.
"Come
mai passavi da queste parti?" gli chiedo per sviare il discorso.
"Sto
finendo l'acqua e ho pensato di cercare un fiume. Credo ce ne sia uno
qui
vicino" mi dice e io penso che in effetti avevo sentito gracidare delle
rane qualche giorno fa. Gli porgo la mia borraccia e lui ne beve un
paio di
sorsi ringraziandomi con un bacio sulla guancia.
"Credo
dovresti continuare la tua ricerca" gli dico, anche se a malincuore.
"Se rimani troppo a lungo poi non so se riuscirò a lasciarti
andare..."
"Lasciami
solo godere questo momento per un altro po' " mi sussurra per poi
chinarsi
a baciarmi. Ed è allora che lo sento. Un fruscio dell'erba
alta davanti a noi,
un rametto che si spezza e il sibilo di una freccia. La mia mano scatta
a
bloccarla ma arriva tardi: quando la afferro ha già trafitto
il corpo di Sam.
Mi volto verso il punto da cui è partita e vedo Timothy, il
ragazzo del Sette,
che ne sta già incoccando un'altra. Ma io sono
più veloce di lui. Prendo il
coltello e lo lancio nella sua direzione, dritto al cuore. Lui cade a
terra e
non si muove più. Ma sta volta non provo rimorso o dubbi.
Solo tanta rabbia. E
sento un cannone che spara.
Subito
mi volto verso Sam e vedo con orrore che ha una macchia di sangue che
si
allarga sempre di più. "Non temere, adesso ti tolgo questa
freccia... L'ho
visto fare qualche volta... Poi ti metto la crema... E starai bene..."
sto
cercando di pensare in fretta e ricordarmi i passaggi per estrarre una
freccia
quando lui mi blocca la mano.
"No..."
dice soltanto.
"Come
sarebbe a dire no?! Adesso ti curo."
"No.
Stella, non è una ferita che si cura, questa" la sua voce
è debole ma sul
viso ha un'espressione serena. Sento le lacrime spingere agli angoli
degli
occhi per venire fuori. "Tu puoi vincere, so che puoi farlo... Quindi
fallo per me, ok?"
L'unica
cosa che riesco a fare è annuire mentre le lacrime iniziano
a scendere. "Posso
avere un bacio, almeno?" mi chiede con un sorriso incerto. Gli poso un
bacio sulle labbra, passando parte delle mie lacrime sul suo viso.
"Non
mi dimenticare..." mi sussurra prima di chiudere gli occhi con il
sorriso
ancora sul viso.
Sapphire
ha visto tutta la scena, mentre un senso di impotenza cresceva dentro
di lui.
Il parlottare per la novità della storia tra due Tributi si
è spento quando le
telecamere si sono spostate su Timothy, ora si ricorda come si chiama,
che
avanza verso il posto dove si trovano gli altri due. Il ragazzo ha un
arco e
Sapphire sente il Mentore del Distretto Sette vantarsi di come Timothy
non
avesse mai usato un arco prima. Ha imparato durante il training, un
vero
talento naturale. Vorrebbe urlare a Stella di stare all'erta, ma lei
è
distratta o forse il ragazzo si sta muovendo più
silenziosamente del previsto.
Quando
Stella si accorge dell'attacco è troppo tardi. Riesce ad
uccidere Timothy, ma
ormai per Sam è troppo tardi. E Sapphire lo sa che questo
per lei sarà il colpo
più brutto di tutti. Perché a
quell'età, per quanto cerchi di restare coi piedi
per terra, pensi che tutto sia per sempre e che riuscirai sempre a
venirne
fuori. Ma non puoi venire fuori dai Giochi. Puoi al massimo
sopravvivere e
cercare di raccogliere i pezzi una volta tornato a casa. E lui questo
lo sa
bene.
"Me
lo dici di nuovo?"
"Ti
amo" le rivolge un sorrisetto.
"Non
quello" sbuffa lei.
"Cosa
allora?"
"Perché
vuoi proporti come volontario" risponde, senza nascondere che l'idea
non
le piace neanche un po'.
"Te
l'ho già detto un milione di volte."
"Dimmelo
di nuovo."
"Non
è questa gran cosa. Vado lì dentro, uccido tutti
gli altri, torno qui e non
dovremo più preoccuparci di niente. Vincere gli Hunger Games
significa fama,
significa soldi, significa fare la vita che abbiamo sempre desiderato!"
"Sei
tu che desideri questa vita, Sapphire! A me basta averti qui, non
voglio che
rischi di morire per avere una casa nel Villaggio dei Vincitori, non ci
serve!"
"Senti,
non è così brutto, ok? Tra un paio di settimane
sarà di sicuro tutto finito.
Potrebbero durare solo pochi giorni se mi impegno! Smettiamola di
parlarne, non
mi va di litigare" aveva tagliato corto, baciandola. Sapeva di essere
ambizioso, ma che c'era di male? Era cresciuto allenandosi per i
Giochi, ora
voleva la fama che gli avevano promesso. E per ottenerla doveva solo
andare li,
vincere e tornare a casa, dove Eve lo stava aspettando.
E
in effetti era tornato. Aveva fatto quello che aveva promesso, aveva
vinto ed
era tornato da lei. Ma non era più lo stesso di quando era
partito. L'arena ti
cambia, quando sei lì dentro capisci che non è
solo un gioco, come ti ripetono
sempre, è un inferno. Eve gli era stata accanto, lo aveva
aiutato quando aveva
gli incubi, quando rivedeva quelle immagini e si chiudeva in se stesso.
Non
aveva voluto avere figli però, sospettava che le
possibilità che il figlio di
un Vincitore venisse sorteggiato per i Giochi fossero molto alte. Era
un colpo
di scena che doveva far gola agli Strateghi. Eve aveva capito.
Probabilmente
perché neanche lei avrebbe potuto sopportare quell'attesa
una seconda volta.
Poco
dopo il colpo di cannone per Sam, un hovercraft è sceso a
prendere il corpo di
Timothy e con lui il mio coltello, ancora conficcato nel suo petto. So
che
avrei dovuto recuperarlo perché sarebbe potuto essermi utile
in futuro, ma in
questo momento non mi importa. Sono ancora abbracciata al corpo di Sam
a
piangere e non intendo lasciarlo andare, non ancora almeno.
Quando
scende la sera mi rassegno che è giunto il momento, che non
posso tenerlo con
me per sempre. Così me lo carico in spalla e lo adagio
abbastanza lontano dal
mio albero, posandogli un bacio in fronte prima di andarmene. "Ciao,
Quattro..." gli sussurro prima di tornare al mio posto. Dopo poco
arriva
l'hovercraft a prelevare Sam e io lo guardo andarsene finché
non diventa un
puntino minuscolo che poi sparisce definitivamente alla mia vista.
A
sera torna la pioggia e io mi rintano di nuovo nel sacco a pelo.
Continuo a
pensare a Sam. Anche se sapevo che prima o poi sarebbe potuto
succedere, non mi
rassegno che sia successo proprio così. Non posso fare a
meno di pensare che se
solo fossi stata più pronta avrei potuto fermare quella
freccia e lui ora
sarebbe ancora qui. Almeno non sarebbe morto in un modo così
stupido. Le mie
lacrime continuano a scendere confondendosi con la pioggia.
Non
riesco a dispiacermi per Timothy, se l'è cercata. Avrebbe
potuto continuare per
la sua strada e invece ha voluto attaccare due Favoriti. E un coltello
nel
petto è una delle cose meno brutte che possono capitarti
quando ti metti contro
i Favoriti. È più forte di me, posso sentire la
rabbia montarmi dentro e vorrei
prendere a pugni tutto. Invece mi limito a rannicchiarmi nel mio sacco
a pelo e
a costringermi a mangiare un po' di pane per sostentarmi.
Ha
piovuto per due giorni e non c'è stato nessun colpo di
cannone. Quindi, tirando
le somme, siamo ancora in cinque e questo è il decimo giorno
di Giochi. A volte
mi sembra di impazzire a non sapere mai con certezza che ore sono o che
giorno è.
È incredibilmente frustrante, sembra di stare sospesi fuori
dal mondo. Questi
due giorni sono stati i più pesanti da quando sono qui,
anche se non è successo
niente. Li ho praticamente passati a piangere e a chiedermi se potevo
fare
davvero qualcosa per salvare Sam. Ma la risposta la sapevamo bene
entrambi: da
qui solo uno esce vivo. E se non ha potuto essere lui allora
dovrò cercare di
essere io.
Con
lo spuntare del sole e il diradarsi dei nuvoloni temporaleschi cerco di
far
tornare il mio buon umore. Di sicuro Sam non vorrebbe che io passassi i
miei
giorni a piangere, lui che sorrideva sempre. Mi passo il panno sulla
faccia
arrossata dal pianto e bevo un po' d'acqua. Sorrido all'idea che in
qualche
modo questa borraccia ha ancora il sapore di Sam e spero che me la
facciano
tenere, una volta finiti i Giochi.
Mentre
sento lo stomaco che brontola, sento anche dei versi di uccelli sopra
di me. E
se c'è una cosa che ho capito da quando sono qui
è che questi rumori non
portano mai niente di buono. D'istinto afferro il bastone e mi metto in
piedi,
in attesa di vedere cosa succederà.
Mentre
guardo verso l'alto, un pappagallo colorato scende in picchiata verso
di me e
mi becca sulla fronte. Ecco, mi odiano anche i pennuti adesso. Un altro
lo
segue a ruota e mi sfreccia accanto, graffiandomi il braccio. In pochi
minuti
sono attorniata da una ventina di pappagalli colorati tanto belli
quanto
letali. Fendo l'aria col bastone sperando di colpirne qualcuno alla
cieca perché
nel tripudio di colori non riesco a distinguere bene niente. Ma non
posso farmi
uccidere da questi uccellacci. Non so per quanto lottiamo, ma quando
infilzo
l'ultimo mi sento le braccia pesanti e indolenzite e sono coperta di
graffi.
Qualche pennuto si muove ancora e io provvedo a finirli infilzandoli
con bastone.
Se solo accendere un fuoco non fosse terribilmente imprudente avrei
pollo
arrosto per settimane.
Sto
pensando che sia finita quando una specie di tacchino gigantesco e
variopinto
mi plana davanti. Voglio piangere. Ha le sembianze di un uccello del
paradiso
ma le dimensioni sono molto, molto maggiori. Mi carica e inizia a
correre verso
di me. Poco prima di raggiungermi spicca il volo e mi afferra con le
zampe,
lanciandomi verso un albero neanche fossi una bambola di pezza. Mentre
provo a
rialzarmi quello inizia a prendermi a beccate e a staccarmi pezzetti di
pelle.
Forse questo coso non ha ben chiaro che non sono il suo pranzo. Gli do
un
calcio in un occhio e rotolo di lato, appena in tempo per vederlo
alzarsi in
volo e puntarmi di nuovo. Ma sta volta raccolgo le forze e gli scaglio
contro
il bastone, trapassandogli la testa. Cade a terra con un verso stridulo
e
agghiacciante e la prima cosa che faccio è correre a
recuperare il mio bastone,
non posso permettermi di perdere un'altra arma.
Dopo
essermi assicurata di averlo ucciso, vado a ripulirmi dalla terra e dal
fango e
a cospargermi di pomata. Se continuano a mandarmi contro tutti questi
animali,
Sapphire dovrà provvedere a farmi avere un altro vasetto di
questa roba. Ormai
non faccio più neanche caso a tutte le cicatrici che ho sul
corpo, sembro una
specie di colabrodo. Decido di fare un po' di pulizia e infilzando i
pappagalli
a quattro a quattro riesco a portarli lontano e li ricopro col fango
che c'è in
giro a causa dei due giorni di pioggia. Ora devo occuparmi del grosso
tacchino.
Lo trascino più lontano che posso tirandolo per la coda e
spero che non attiri
qualche predatore. Mentre torno al mio albero sento un cannone e
suppongo che
gli Strateghi si stiano divertendo un po' con tutti.
A
sera aspetto di scoprire chi è morto oggi. L'ultima volta
che c'è stato un
riepilogo ho visto proiettato in cielo il sorriso beffardo di Sam e non
è stato
facile da sopportare. La vittima di oggi è stata la ragazza
del Tre, quindi
avevo avuto ragione a sospettare che sarebbe riuscita a cavarsela
abbastanza
bene. Questo significa che siamo rimasti in quattro, io contro i
Favoriti. E
sospetto che gli Strateghi faranno di tutto per rendere la nostra
permanenza
interessante.
Quando
torna alla sua stanza al primo piano della Torre, la prima cosa che
Sapphire fa
automaticamente è accendere la televisione. La situazione
sembra tornata calma
nell'arena e Stella si sta preparando a passare la notte. Calcia via le
scarpe
e si mette a letto. Spera che il giorno dopo non accada nulla. Ora che
sono
rimasti solo i Favoriti e che dovranno scontrarsi tra loro, spera di
avere
almeno un giorno per organizzarsi. Stella è da sola contro
tre, non prevede
giornate facili. Dà un'occhiata al suo orologio da taschino
e toglie l'audio
alla trasmissione in tv. Dopo
un paio di
minuti squilla il telefono. Eve è puntuale come sempre.
Appena alza la cornetta
e sente la sua voce si sente subito più tranquillo.
"Come
stai? Hai dormito bene?" Gli fa sempre la solita domanda quando
è lontano
da casa.
"Abbastanza"
risponde lui, vago.
"Brutti
sogni?"
"Come
sempre quando sono lontano da te" le dice sornione, mentre butta un
occhio
alla televisione.
"Mi
pare che il Distretto Uno stia andando bene quest'anno..."
"Noi
ce la caviamo sempre bene" le risponde col suo miglior tono da mentore
e
lei ridacchia.
"Pensi
davvero che Stella abbia qualche possibilità? È
da sola contro gli
altri..."
"È
più in gamba di loro tre messi insieme. Sono quasi
completamente sicuro che
vincerà."
"Quasi?"
"Beh
non sai mai al cento per cento cosa passa nella testa bacata di quella
pazza!" Entrambi scoppiano a ridere e Sapphire nota che al primo piano
si
sente la mancanza dello scompiglio che portava quella ragazzina.
"Ti
sei affezionato a lei, non è vero?"
"Preferisco
affezionarmi a lei quando sarà tornata qui."
"Ah-ah
certo... Fingiti pure uno stronzo calcolatore, ma a me non la dai a
bere"
lo prende in giro lei, felice del rapporto che suo marito sta
costruendo con la
ragazza, lui che si è sempre negato sentimenti paterni.
Rimangono
un altro po' a chiacchierare del più e del meno
finché Eve non sbadiglia e
Sapphire la invita ad andare a riposare.
"Chiamami
per qualsiasi cosa" gli ripete, come ogni sera, prima di ricordargli
che
lo ama.
"Buonanotte,
Eve. Ti amo anch'io" le risponde prima di chiudere e spegnere
finalmente
la televisione, sperando che anche gli Strateghi si prendano una pausa.
Dopo
la fatica di ieri devo aver dormito parecchio. Ormai il mio primo
pensiero
quando mi sveglio è controllare lo stato delle ferite.
Quelle che mi hanno
inferto ieri i pennuti cattivi sono guarite quindi rimetto la pomata
solo su
qualcuna che era più profonda, giusto per stare tranquilla.
Devo centellinarmi
questo medicinale.
Controllo
anche le mie provviste, che ormai sono molto esigue: un pacco di
biscotti da
cui ne manca qualcuno e mezza borraccia d'acqua. Mi chiedo per quanto
ancora
resteremo qui. E di conseguenza penso agli altri tre là
fuori. Cosa dovrei
fare? Cercare di scovarli e ucciderli? Un conto è uccidere
per difendersi, ma dare
la caccia a qualcuno, braccarli come se fossero animali? Non penso di
poterlo
fare.
Il
mio pensiero va automaticamente a Trevor. Abbiamo vissuto sotto lo
stesso
tetto. Non eravamo amici, è vero, ma puoi uccidere qualcuno
con cui hai fatto
colazione? Spero segretamente che si azzuffino tra di loro e si
facciano fuori
a vicenda. Per me sarebbe il modo più facile e meno crudo
per tornare a casa.
La
giornata sta trascorrendo tranquilla, forse gli Strateghi devono
riorganizzarsi
dopo i colpi di scena di ieri. Quando sta per calare la sera mi piomba
un
paracadute sulla testa. Ciao anche a te, Sapphire. Mi chiedo cosa sia,
è una
scatola abbastanza sottile e allungata, non penso sia qualcosa da
mangiare.
Quando lo apro non posso fare a meno di sorridere: è un
coltello, ma molto più bello
e maneggevole di quello che ho perso. Me lo rigiro tra le mani, esamino
la lama
e lo agito un po'. In realtà non ne capisco molto di
coltelli ma voglio far
capire ai miei Sponsor che guardano che l'ho apprezzato. Anche
perché mi sarà davvero
utile se voglio difendermi da tre Favoriti. Saluto la telecamera
agitando il
coltello felice. Era da un po' che non mostravo il mio sorriso ebete,
gli sarà mancato.
Mi
preparo per andare a dormire senza che ci siano stati altri avvenimenti
e non
posso fare a meno di essere preoccupata. Solitamente agli Strateghi non
piacciono le giornate troppo piatte. Mi addormento contro l'albero,
avvolta nel
sacco a pelo, ma quando mi sveglio è ancora buio. Penso
manchino ancora un paio
d'ore all'alba. Ma allora perché mi sono svegliata? Mi
guardo attorno ma non
vedo nulla, così mi rimetto a dormire. Eppure lo sento di
nuovo, sta volta più chiaro.
Un rumore tra l'erba, un fruscio provocato da qualcosa che si sta
muovendo. Sta
volta rimango con gli occhi chiusi e stringo la mano attorno al
coltello.
Qualcosa si sta avvicinando e devo stare attenta ad ogni singolo
rumore. Mi
sembrano passi umani ma non saprei dire se è un maschio o
una femmina. Anche
perché la ragazza del Due è grande quanto un
armadio, quindi non so quanto mi
servirebbe sapere chi è, a conti fatti. Adesso avverto la
sua presenza. È davanti
a me e pensa che io stia dormendo. Posso sfruttare questa cosa a mio
vantaggio.
Aspetto
che si avvicini fino a poter sentire il suo respiro e una strana
sensazione
allo stomaco mi fa presagire che sia armato. Faccio scattare in avanti
la mano
col coltello e sento che questo affonda nel mio avversario. Apro gli
occhi per
vedere chi è e dove l'ho colpito e non posso crederci.
È Trevor. D'istinto
ritraggo la mano e vedo la sorpresa nei suoi occhi sbarrati. Ovvio,
pensava
stessi dormendo. Il machete che teneva in mano, pronto probabilmente a
tagliarmi la gola, cade a terra, mentre una macchia di sangue si
allarga sul
suo stomaco. Sento altri rumori e alzo gli occhi verso la parte di
giungla da
cui probabilmente è arrivato Trevor e vedo i ragazzi del
Due. Ci guardiamo un
attimo e da entrambe le parti non sappiamo che fare. Io non mi
aspettavo che
sarebbero venuti a cercarmi e loro non si aspettavano che io fossi
sveglia.
Decidono loro per primi, voltandomi le spalle e correndo via. Forse
avrei
potuto fermarli con una freccia ma sono ancora troppo sconvolta per
avere i
riflessi pronti.
Tutto
mi sarei aspettata tranne questo. Avrei potuto capire che avrebbero
deciso di
eliminare me prima di giocarsela tra loro e avrei potuto capire che
Trevor
mandasse uno di loro ad uccidermi. Ma mai avrei pensato che ci provasse
lui,
sopratutto in un modo così vile. Veniamo dallo stesso
Distretto, abbiamo
condiviso il tetto, come ha potuto escogitare una cosa così
brutta? Non mi
interessa se mi vedranno come un mostro insensibile, non ho intenzione
di
andare da lui a consolarlo e a dirgli che andrà tutto bene,
che non farà male.
Voglio che gli faccia male, è quello che lui voleva per me.
Mi rannicchio in un
angolo e aspetto che il cannone spari. Voglio che se lo portino via in
fretta,
non lo voglio qui. Sapevo perfettamente che non eravamo amici ma non mi
sarei
mai aspettata un colpo così basso.
Sapphire
ha assistito a tutta la scena e, anche avendo visto molte edizioni, ha
pensato
fino all'ultimo che non poteva essere come appariva, che Trevor avesse
in mente
qualcosa. Ma quando ha capito che tutto era esattamente come sembrava
ha
mandato il suo bicchiere a frantumarsi per terra e ha iniziato ad
urlare contro
Ruby.
"È
così che l'avevate pianificata? Abbi le palle di ammetterlo
almeno! Non avete
proprio nessun rispetto per chi viene dal vostro stesso Distretto,
siete a tal
punto dei mostri?!"
Lei
aveva cercato di rispondere che era stata tutta un'idea di Trevor presa
nell'arena e che lei non ne sapeva niente, ma il Mentore non aveva
voluto
sentir ragioni e dei Pacificatori avevano dovuto allontanarlo prima che
la
situazione degenerasse.
Ora
è nella sua stanza, che cerca di trattenersi dal distruggere
tutto. Si sente
tradito, si sente deluso. Gli abitanti di un Distretto dovrebbero
sostenersi a
vicenda. Lo sa bene lui, il Vincitore della Prima Edizione della
Memoria,
quando ogni Distretto aveva dovuto decidere chi mandare nell'arena per
ricordare ai ribelli che era a causa loro che esistevano i Giochi. Era
stata la
cosa peggiore che a Capitol City potessero pensare.
E
ora si era trovato di fronte ad un Tributo che, ancor prima di aver
ucciso gli
altri rimasti, si scaglia contro il suo compagno di Distretto, con un
piano
subdolo per giunta. Ancora non riesce a capacitarsi. Si versa del
whisky ma non
lo beve, butta il bicchiere contro una parete, mandandolo in frantumi.
Eve
glielo dice sempre che deve imparare a controllarsi. Sono quasi
quarantacinque
anni che glielo dice ormai, praticamente da quando si sono conosciuti.
E lui ci
proverà, a controllarsi. Ma a Ruby conviene stare alla larga
da lui, oggi.
L'hovercraft
è venuto pochi minuti dopo il colpo di cannone. Una volta
che il corpo di
Trevor è stato portato via sono tornata al mio posto e ho
cercato di coprire
come potevo la macchia di sangue a pochi passi da me.
Cosa
dovrei fare adesso? Sanno dove mi trovo, non è
più prudente rimanere qui. Dopo
tutto ho passato quasi due settimane qui senza essere trovata, avrei
dovuto
immaginare che prima o poi avrei dovuto spostarmi. Ma per andare dove,
poi?
Cercare un altro nascondiglio e sperare che si scannino tra di loro
prima di
scoprire dove sono? O andare alla Cornucopia per mettere finalmente
fine a
questa storia? Non ho molti dubbi che ormai è solo questione
di tempo, gli
Strateghi proveranno a farci incontrare di nuovo, non ha senso
nascondersi.
Mi
pulisco il viso per schiarirmi le idee e l'odore di lavanda sembra
ritemprarmi.
Mangio qualche biscotto, bevo un po' d'acqua e mi raccolgo i capelli.
Poi mi
cospargo di spray repellente e metto ordine nello zaino, mettendoci
dentro
anche il giacchetto, visto che al momento fa troppo caldo per
indossarlo. Mi
isso tutti i miei averi in spalla e saluto con lo sguardo quella che
praticamente è stata la mia casa finora. Passo una mano
sull'albero contro il
quale ho dormito ogni notte e mi assicuro di non aver lasciato nulla.
Mi
avvio per la direzione da cui sono venuti gli altri, sperando di
trovare la
strada per la Cornucopia. È ora di andare a caccia.
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 - Una nuova Vincitrice ***
Author's note.- Ciao
a tutti! Sta volta ho davvero poco da dire. Con questo capitolo si
concludono i
Giochi, spero non restiate delusi. L'intervista e l'incoronazione
saranno nel
prossimo perché ho voluto chiudere questo con la fine
dell'arena visto mi
sembrava un finale migliore, anche se il capitolo è un po'
più breve degli
altri.
Detto
questo vi lascio alla lettura, grazie di continuare a seguire questa
storia! :3
The
Golden Girl
Capitolo
7 - Una nuova Vincitrice
I
raggi del sole lanciano riflessi cangianti sulla superficie del mare
limpido.
Pesci colorati nuotano tranquilli tra i coralli di tutte le sfumature
di rosso
e di rosa. Il rumore della risacca leggera che bagna la battigia
è l'unico
rumore che si sente. La sabbia è bianca e riscaldata dal
sole. Si estende per
alcuni metri, fin dove iniziano le palme che proiettano le loro ombre
allungate
sulla spiaggia.
Il
ragazzo esce dall'immensa distesa di palme e arranca fino al mare. Ha
ragione
di credere che quella sia l'unica fonte di acqua in tutta l'isola. Lui
e i suoi
alleati si sono divisi e hanno lasciato la Cornucopia, che si trova
esattamente
al centro dell'isola. Le loro scorte d'acqua sono quasi finite, ma non
sono
riusciti a trovare fiumi nelle vicinanze.
È
stata sua l'idea di dividersi per setacciare più zone
possibili nel minor
tempo, ma fino ad ora nessuno ha trovato traccia di acqua, potabile o
non. E
allora ha capito. Quel mare da cui si erano tenuti lontani è
l'unica distesa di
acqua presente nell'arena. Probabilmente non sarà nemmeno
così sconfinato come
sembra, sarà solo un'illusione.
Si
avvicina e riempie la sua borraccia, tenendosi il più
lontano possibile dai
pesci colorati che nuotano qualche metro davanti a lui. È
abbastanza sicuro che
non siano così innocui come sembrano. Assaggia l'acqua e
avverte un sapore
salino, ma non così forte da renderla imbevibile,
è appena un retrogusto.
Sta
per tornare sui suoi passi per dire agli altri di spostare
l'accampamento sulla
spiaggia, che ha finalmente capito come dissetarsi, quando qualcosa lo
butta in
acqua. Fa appena in tempo a vedere un'ombra su di sé che
l'altro lo spinge in
acqua, bloccandogli la testa. È più grosso di lui
e non gli dà modo di alzarsi
o scappare, lo tiene tiene fermo e aspetta semplicemente che lui smetta
di
vivere. Prova a trattenere il fiato e a pensare a come uscirne ma ha la
mente
annebbiata a causa della mancanza di ossigeno.
Non
vede via d'uscita e non riesce più a trattenere il fiato.
È più forte di lui.
Inspira e sente l'acqua che arriva ai polmoni. È come se
miriadi di spilli gli
trafiggessero il petto, che inizia a bruciare, mentre sente la vita
scivolargli
via...
Quando
apre gli occhi è così sudato che per un attimo
pensa davvero di trovarsi ancora
in quel mare tropicale. Ma la sveglia che suona gli ricorda che invece
si trova
nella sua stanza al primo piano della torre del Centro di
Addestramento. Fa
cessare il rumore e si passa le mani sulla faccia. Quei dannati incubi
sembrano
sempre così reali. Gli serve un attimo per ricordarsi di
aver trovato la forza
di colpire il suo avversario con la borraccia d'acqua che aveva ancora
in mano
e di essere fuggito sputando acqua mentre i pesci divoravano l'altro
Tributo.
Non sa quanto ci abbia messo a riprendersi, non ha mai voluto rivedere
i suoi
Giochi.
Va
in bagno e si passa un asciugamano sul viso. Non ha più
voluto avvicinarsi a
una spiaggia da allora. Si guarda allo specchio e si rende conto di
avere
ancora l'aria stravolta dall'incubo. Ruby bussa per dirgli che sta
andando al
Centro di Controllo. Da quando il giorno prima Trevor ha teso
quell'agguato a
Stella si parlano solo attraverso porte chiuse. Sapphire non la vuole
vedere e
lei si tiene alla larga. Dopo essersi alzato all'alba il giorno prima
perché il
suo Tributo stava per essere ucciso, Sapphire aveva sperato di riuscire
a
dormire almeno quel giorno, ma i suoi incubi hanno deciso di farsi vivi
di
nuovo.
Mentre
si veste fa qualche conto spicciolo. Siamo al tredicesimo giorno di
Giochi e ci
sono ancora tre Tributi. Gli Strateghi vorranno chiudere abbastanza in
fretta,
prima che il pubblico si annoi. Accende la tv, sperando non sia
successo nulla
mentre lui dormiva. E in effetti la situazione è tranquilla.
Stella si sta
avvicinando alla Cornucopia e i suoi avversari sono di guardia al loro
accampamento. Si dirige in fretta verso il Centro di Controllo. Non
vuole che
Brutus e Lyme portino troppi Sponsor dalla loro parte.
Sono
decisamente esausta. Ieri ho camminato tutto il pomeriggio, cercando di
orientarmi in questa maledetta giungla. Gli alberi sono così
alti che la luce
arriva a malapena quaggiù. E ho sempre paura che qualche
ibrido sbuchi dal
nulla per mangiarmi per colazione. Mi sono fermata a riposare solo sta
notte,
anche perché camminare col buio non aveva molto senso, e al
sorgere del sole mi
sono rimessa in cammino verso la Cornucopia. Sinceramente, pensavo ci
avrei
messo meno ad arrivare. Forse mi sono persa più volte di
quelle che penso o
forse i miei avversari mi braccavano da molto più tempo di
quanto pensassi.
Finalmente
vedo gli alberi diradarsi e lasciare spazio alla piazzola dove l'erba
è bassa e
si trova la Cornucopia. Mi nascondo dietro un albero cercando di vedere
qualcosa. Sembra tutto tranquillo. Dove sono i ragazzi del Due? Data la
loro
stazza vederli non dovrebbe essere così difficile. Sto
riflettendo se
avvicinarmi di più e tendergli un agguato quando qualcosa, o
meglio qualcuno,
mi afferra per la nuca e mi sbatte contro l'albero. Sento il sangue che
dalla
fronte mi scende sulla faccia e per qualche secondo vedo nero. Sento
ridere
Lydia, la ragazza del Due, prima di essere spinta di nuovo verso
l'albero. Il
suo compagno la incita a farmi fuori. Maschi, gli basta così
poco per
divertirsi.
Approfitto
di quei pochi secondi prima del terzo colpo per darle un calcio alla
cieca che
per fortuna va a segno. Ma serve solo a intontirla per qualche secondo.
Mi è di
nuovo addosso e mi inchioda a terra, sedendosi su di me. È
così pesante che
sento le mie costole scricchiolare sotto il suo peso e i polmoni
compressi.
Delle piccole lucine iniziano a passarmi davanti agli occhi, credo a
causa
della mancanza di ossigeno. Mi dà un pugno così
forte che penso l'occhio mi
debba schizzare fuori dall'orbita e sento il sapore ferreo del sangue
che mi
invade la bocca.
Penso
si sia divertita abbastanza perché mi stringe le mani
attorno alla gola per
farmi fuori definitivamente. Le mie mani annaspano per terra cercando
qualsiasi
cosa per fermarla ma tutto ciò che afferro è
terra. Ne prendo una manciata e
gliela tiro negli occhi. Questo la distrae per qualche secondo, il
tempo
necessario per me a riprendere fiato e vedere una pietra abbastanza
grande
attraverso le lucine che mi ballano davanti agli occhi. La afferro e,
quando
lei sta per buttarsi di nuovo su di me, le colpisco la testa
più forte che
posso. Continuo finché il suo sangue non schizza, il cannone
non spara e lei mi
cade addosso senza vita.
Grandioso,
sono sepolta sotto questa tizia di almeno novanta chili e il suo
compagno sta
venendo verso di me con aria minacciosa. Davvero grandioso. Quando
arriva
abbastanza vicino mi accorgo che ha in mano un coltello. Gli lancio
contro la
pietra ancora stretta nella mia mano e lo colpisco in faccia. Da come
si tiene
il naso penso di averglielo rotto. Lascia andare il coltello, che cade
a pochi
centimetri dalla mia faccia, e se ne va correndo verso la Cornucopia.
Almeno
per il momento sono salva.
Non
so quanto ci ho messo a togliermi Lydia di dosso, ma ora sto
strisciando verso
il mio zaino cercando di ignorare la fitta di dolore sulla fronte e il
sangue
che mi scorre fino al collo. Mi accascio contro un albero e frugo alla
cieca
nello zaino finché non trovo il panno alla lavanda. Mi
pulisco il sangue che mi
si è incrostato addosso e cerco di ragionare, ma il dolore
è troppo forte.
Ricordo
durante il training di aver studiato, se così si
può dire, delle piante con
proprietà antidolorifiche. Se riuscissi a trovarne una
sarebbe davvero di
aiuto. Non intendo mettere disinfettante sullo squarcio che ho in
fronte senza
qualcosa che lenisca il dolore.
Mi
guardo attorno cercando di ignorare il fatto di avere la vista
annebbiata.
Purtroppo tutte le piante che vedo non mi dicono nulla o mi sembrano
velenose.
Perfetto. Che cavolo ho passato tempo prezioso a studiare le piante se
poi non
mi serve a niente?! Sento il dolore alla testa diventare più
forte, ma mi
sforzo di concentrarmi. E la vedo. Una pianta dai piccoli fiori rossi a
un
centinaio di metri da me. Se non ricordo male, dovrebbe essere un
sedativo. Se
ricordo male e muoio, Sapphire viene qui e mi uccide una seconda volta.
Più che
camminare sbatto di albero in albero finché non raggiungo la
mia meta e
raccolgo alcuni fiori. Dopo aver fatto il percorso al contrario mi
siedo e
faccio un respiro profondo prima di mettermi in bocca una manciata di
fiori.
Fanno schifo. Credo di essermi esibita in una delle mie migliori
espressioni
disgustate. Li mando giù con qualche sorso d'acqua e
aspetto. Devo ammettere
che dopo poco mi pare di sentire la testa più leggera e il
dolore che diventa
più sopportabile. Ne approfitto per disinfettare la ferita e
applicarci quel
po' di pomata che mi rimane. Per sicurezza mi fascio la testa con la
garza e
decido di riposare un po'. I fiori schifosi stanno facendo effetto sul
serio e
io sento la testa sempre più pesante.
Al
Centro di Controllo le cose si sono mosse in modo assurdo. La mattina
è
iniziata in silenzio, tutti si chiedevano chi sarebbe stato il
cacciatore e chi
la preda. Ed è stato chiaro abbastanza presto che la preda
era Stella. Sapphire
ha creduto sul serio che quella fosse la fine di tutto, che il suo
Tributo
sarebbe morto con la testa fracassata contro un albero mentre Brutus si
vantava
dei suoi ragazzi. A detta sua, Lydia si allenava dalla tenera
età di dieci anni
nella difficile arte dell'uccisione brutale e senza rimorso. A quanto
pare al
Distretto Due iniziano presto. Forse al posto del sonaglino le hanno
messo in
culla una mazza chiodata, si è ritrovato a pensare il
Mentore. Lydia sapeva
maneggiare ogni tipo di armi ma il suo modo preferito di uccidere le
sue
vittime era tramite la forza bruta. La sua stazza di sicuro la aiutava.
Il
padre lavora come addestratore di Pacificatori, quindi
l'avrà probabilmente
cresciuta nel mito della gloria degli Hunger Games. E ora Stella le ha
aperto
il cranio a colpi di pietra.
Sapphire
esulta platealmente nella direzione dei Mentori del Distretto Due. Sa
che se il
ragazzo dovesse tornare lei non sarebbe pronta a combattere, ha bisogno
di
riposare e curarsi la ferita. Ma deve ostentare sicurezza davanti agli
Sponsor.
Probabilmente l'altro sarà a curarsi il naso rotto, per ora
Stella non ha
niente da temere.
"Sembra
che i Tributi del Distretto Due non siano poi così bravi
come dite,
quest'anno" ghigna, alzando il bicchiere verso Brutus e gongolando per
la
parità appena ristabilita.
"La
prossima volta la tua mocciosa non sarà così
fortunata, finirà con un coltello
nel petto e un bel colpo di cannone sancirà la nostra
vittoria" gli
risponde l'altro, sicuro del Tributo che ha addestrato .
"La
mia mocciosa tornerà qui e berrà ad altre cento
vostre sconfitte" rincara
Sapphire mentre si avvicina allo spazio bar a prendere qualcos'altro da
bere.
"Se
dovesse davvero tornare e provarci, sarò io a finire il
lavoro" sibila
Brutus minaccioso, mentre si avvicina al Mentore rivale. A quella
minaccia
Sapphire non ci vede più. Copre la poca distanza che li
separa e sferra un
pugno sulla mascella squadrata dell'altro. Brutus indietreggia di
qualche passo
a causa della sorpresa ma poi si scaglia sul collega dell'Uno. Servono
un paio
di Pacificatori aiutati da Ruby e Finnick Odair per separarli.
Sapphire
decide di tornare nella sua stanza e guardare i Giochi da
lì, almeno per oggi.
Prima che finisca di spaccare la faccia a quel pallone gonfiato pieno
di sé che
è Brutus.
Quando
accende la tv è felice di vedere che la situazione
nell'arena è rimasta
tranquilla e che Stella si sta curando la ferita. Spera vivamente che
sappia
quello che sta facendo e tira un sospiro di sollievo quando, dopo aver
mangiato
quei fiori, non cade a terra in preda agli spasmi. Lo schermo
è praticamente
diviso tra lei, il suo avversario che si tampona il sangue che gli esce
a
fiotti dal naso e Caesar Flickerman che commenta gli sviluppi. Sapphire
spera
che gli Strateghi si rendano conto che per oggi quei due ragazzi non
saranno
più in grado di combattere e li lascino riposare. E in
effetti la giornata
trascorre senza altri colpi di scena o invasioni di territorio.
È chiaro che i
due ultimi Tributi rimasti stanno recuperando le forze per lo scontro
finale.
A
sera, quando squilla il telefono, Stella sta già dormendo.
"Si
può sapere che ti è preso? Fare a pugni con
Brutus? Avete quindici anni per
caso?!"
"Ciao
anche a te, Eve. Io sto bene, grazie, e tu?" le risponde, sarcastico.
Sperava non lo sarebbe venuto a sapere.
"Stavo
bene finché Ruby non mi ha detto quello che era successo!"
risponde lei
con un tono stizzito, chiedendosi quando il marito perderà
quel temperamento da
adolescente. Probabilmente mai.
"Ah
quindi è stata la mia amica Ruby a fare la spia?
Interessante, prima prova ad
uccidere il mio Tributo e poi questo... Ricordamelo quando dovremo
prenderle un
regalo per il compleanno" commenta sarcastico mentre si versa del
whisky.
"Sapphire
la vuoi smettere di fare il ragazzino?! Ruby non c'entra niente con
quella
storia. E le avevo chiesto io di dirmi se succedeva qualcosa. Quindi,
per
favore, smettila di fare l'offeso" e dal suo tono gli fa capire che
l'argomento è chiuso.
Commentano
un po' i Giochi e anche Eve è dell'idea che il giorno
successivo sarà l'ultimo.
"Non
vedo l'ora che tu sia a casa" gli dice a denti stretti, con un tono che
gli fa intendere che non si è dimenticata della sua rissa.
"Anche
io non vedo l'ora di esserci" risponde lui, sincero, chiedendosi se
avranno una nuova vicina di casa al Villaggio dei Vincitori.
Vengo
svegliata dai raggi del sole. Qui gli alberi non sono così
fitti come lo erano
al mio vecchio nascondiglio quindi la luce arriva prima nel sottobosco.
Mi
stropiccio gli occhi e mi ricordo di avere ancora la testa fasciata.
Tolgo con
cautela la benda e tasto la ferita, trovando solo un segno leggero.
Bene, lo
aggiungiamo alla collezione. Faccio colazione con gli ultimi biscotti e
svuoto
la borraccia. Con oggi finirà tutto, quindi non
c'è motivo di lesinare sul
cibo.
Ho
un piano, credo. Se riuscirà, finirà tutto in
pochi minuti e io potrò tornare a
casa. Se non riuscirà, in pochi minuti sarò morta
e sarà stato tutto inutile.
Mentre mi lego i capelli penso che forse oggi potrò
finalmente fare una doccia.
I miei Preparatori dovranno farmi un triplo lavaggio dopo due settimane
qui
dentro. Il panno magico ha ancora qualche traccia di sangue e questo mi
fa
pensare che devo averne perso parecchio ieri, se neanche la soluzione
che c'è
qui dentro l'ha ancora cancellato del tutto.
Metto
zaino, bastone e faretra in spalla: visto che non so con esattezza cosa
succederà potrebbero sempre servirmi. Tengo in mano l'arco
con una freccia già
incoccata e mi avvicino silenziosamente alla Cornucopia. Spero che il
mio
avversario stia dormendo, coglierlo di sorpresa e assonnato sarebbe
perfetto.
Cerco di camminare piano e senza fare rumore. Da questa distanza
è impossibile
sbagliare. In fondo, so perfettamente quello che devo fare, l'ho
già fatto
altre volte. Prendere la mira, scoccare la freccia, centrare il
bersaglio. Sono
in una posizione favorevole, devo solo concentrarmi senza pensare
troppo a
quello che sto per fare.
Finora
ho ucciso solo per difendermi, mentre sta volta è diverso.
Sta volta l'ho
pianificato, non sarà istintivo o casuale. Questo ragazzo
è l'unica cosa che mi
separa dalla vittoria, è il mio biglietto per quel treno
maledetto che mi
riporterà a casa. Mi sono stancata di passare le giornate a
dormire per terra,
senza sapere cosa sta per succedere, con ogni cosa, animale o vegetale,
che
prova ad uccidermi.
Tendo
l'arco e mi preparo a mettere fine a questi Giochi.
"Maximus!"
Urlo
il suo nome e il silenzio intorno a me si rompe per qualche secondo.
Poi di
nuovo nessun rumore. Aspetto degli istanti che mi sembrano ore e poi
lui esce.
Ha un'espressione sorpresa sul volto, ma non particolarmente. Penso si
aspettasse un attacco o comunque aveva valutato questa
possibilità. Posso quasi
sentirlo, il suo cuore che accelera i battiti per la tensione e la
paura di
morire. Lo fa anche il mio. L'unica cosa che devo fare è
centrare quel cuore e
tutto sarà finito. Potrò finalmente andarmene da
qui. Rilasso le spalle,
abbasso il gomito, il pollice della mano destra che sfiora la bocca per
angolare bene la freccia. Scocco la freccia e lui non è
abbastanza veloce da
scansarsi. Ma è abbastanza veloce da tirare un coltello, che
si conficca nella
mia coscia sinistra.
Cadiamo
a terra insieme e sento il colpo di cannone, ma non è per
me. Questo dolore
lancinante mi ricorda fin troppo bene che sono viva. E quindi
è finita così.
Posso tornare a casa dopo quello che mi sembra un secolo qui dentro.
Non
dovrebbe esserci un annuncio o una cosa simile? Prima che mi dissangui
magari?
E in effetti, la voce di Claudius Templesmith riempie l'arena. Non la
sentivo
da quando ci ha augurato buona fortuna prima del conto alla rovescia.
"Signore
e signori, sono lieto di presentare la vincitrice dei Sessantasettesimi
Hunger
Games! Stella Maloney, dal Distretto Uno!"
D'accordo,
lo sapevo che avrebbe detto il mio nome e so anche che da quando sono
arrivata
mi ripeto che posso vincere, ma mi rendo conto solo adesso di non
averci mai
creduto davvero. Sento le lacrime che scendono mentre arrivano due
hovercraft,
uno per il corpo di Maximus e uno per me. Mi tirano su e mi tolgono
l'arco
dalle mani mentre io sono in una specie di stato catatonico. Sento i
medici
affrettarsi a bloccare l'emorragia e mettermi su un lettino per
occuparsi della
ferita. Ma è come se la mia mente fosse sospesa sopra tutto
questo. Riesco a
pensare una sola cosa, mentre le lacrime continuano a scendere
silenziose. Mi
stanno portando via dall'arena. Tornerò a casa.
Al
Centro di Controllo, Sapphire sta versando champagne a chiunque gli
capiti a
tiro, gongolando nella direzione dei Mentori del Distretto Due. I
Giochi sono
finiti e il Distretto Uno ha una nuova Vincitrice. Maximus, il pupillo
di
Brutus, addestrato da lui in persona, ha evidentemente dimenticato di
allenarsi
anche in difesa, perché non è riuscito ad evitare
la freccia che Stella gli ha
lanciato contro. Brutus ha lasciato la stanza infuriato, Lyme
è rimasta a far
buon viso a cattivo gioco, incassando la sconfitta. Sapphire ripensa a
quello
che è successo e ancora non ci crede. Solo Stella poteva
passare due settimane
a nascondersi per cambiare Strategia l'ultimo giorno e iniziare
finalmente a
comportarsi come una Favorita.
Sa
che per lei non dev'essere stato facile, uccidere un'altra persona a
sangue
freddo. Si ricorda ancora la sua ultima uccisione. Dopo essere
sopravvissuto
agli scontri tra i Favoriti, gli restava soltanto da scovare dove si
era
nascosta la ragazza del Nove, che era stata così abile da
non farsi trovare per
tutta la durata dei Giochi. Ma lui aveva un obiettivo, doveva tornare a
casa da
Eve. E niente o nessuno lo avrebbe fermato. L'aveva scovata in una
grotta e le
aveva tagliato la gola, cercando di farla soffrire il meno possibile.
Gli
dispiaceva farlo, lì dentro aveva scoperto che uccidere non
è così facile come
ti raccontano, ma aveva dovuto. Può sentire il suo grido
disperato ancora, se
solo ripensa a quel momento. Ma nei Giochi funziona così, o
vinci o muori, non
c'è una terza possibilità.
Stella
l'aveva probabilmente capito quella mattina. Sapphire sa bene che
presto capirà
anche che da questa giostra non si scende mai, ma per il momento
sarà solo
felice di essere uscita viva dall'arena. Il resto verrà da
sé, lui sarà lì ad
insegnarle ad essere un Mentore, esattamente come le ha insegnato ad
essere una
Vincitrice.
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 - L'incoronazione ***
Author's
note.- Salve a tutti! Eccoci al penultimo capitolo di questa storia. So
che
dalla fine di quanto leggerete la storia può sembrare
finita, ma c'è ancora
qualcosa che deve succedere. Siccome questo capitolo mi sembrava
abbastanza
lungo, preferisco mettere gli ultimi avvenimenti nel prossimo.
Per
terminare il 'come me li immagino io', questi sono Eve,
Amarillis
e Ganymedes.
In
questo capitolo ci sono le interviste e oltre al look di Stella,
ho pensato di
farvi vedere anche quello
degli altri :3
Bene,
penso di avervi annoiati abbastanza quindi vi lascio alla lettura. Vi
ringrazio
sempre con tutto il mio cuoricino di continuare a seguire questa storia
<3
The
Golden Girl
Capitolo
8 - L'incoronazione
È
assurdo che in tv non ci sia altro. Sono in questo ospedale da due
giorni con
la televisione come unica distrazione e tutto ciò che
trasmettono sono i
Giochi. Cambio canale un altro paio di volte, poi mi arrendo e la
spengo. Ho già
letto le riviste che mi ha mandato Amarillis e non ho davvero idea di
cosa
fare. Per fortuna tra un paio d'ore dovrebbero dimettermi.
Dall'hovercraft mi
hanno portata subito qui, ma ho pochi ricordi del mio primo giorno di
permanenza. Praticamente ero sempre sedata e entravo e uscivo dalla
sala
operatoria. O almeno è quello che mi hanno raccontato.
Un'infermiera mi ha
detto che mi hanno messo degli innesti di pelle per coprire le
cicatrici e
penso sia vero, visto che non ho più un minimo segno sul
corpo. Di ieri ho più ricordi,
ero quasi sempre sveglia, anche se un po' intontita dalle medicine. La
mia
gamba è guarita e ricordo l'ago della flebo costantemente
infilato nel mio
braccio. Avevo perso peso, a quanto pare. Io non saprei, mi ero
abituata a
mangiare così poco, non mi accorgevo più neanche
di avere fame a un certo
punto. Oggi però ho avuto la mia prima vera colazione da
quasi tre settimane a
questa parte. Certo, non mi hanno fatta ingozzare, anche
perché probabilmente
non ci sarei riuscita dopo due settimane di digiuno, ma è
stato bello tornare a
mangiare normalmente.
Non
vedo l'ora di uscire di qui e poter
vedere delle persone che non siano medici. Non è come essere
nell'arena,
naturalmente, ma anche in questo ospedale mi sembra di essere fuori dal
mondo.
Entra un'infermiera a portarmi un vestito e delle scarpe, dicendomi che
li ha
mandati Amarillis. Le visite non sono permesse, mi trasferiranno
direttamente
alla Torre una volta dimessa, ma posso ricevere cose. La mia
Accompagnatrice si
è premurata di darmi un segno del suo affetto, a modo suo, e
devo dire che lo
apprezzo. Certo, mi avesse mandato qualcosa da mettere che non fosse
rosa lo
avrei apprezzato di più, ma pazienza. Quando mi guardo allo
specchio vedo la
stessa ragazza che è partita dal Distretto Uno. Sono pulita
e riposata e la mia
pelle è perfettamente liscia, come se non fossi mai stata in
quell'arena. Ma ci
sono stata e non è qualcosa che posso dimenticare solo
perché la mia pelle è
tornata liscia e i miei capelli puliti. Sembro sempre la stessa eppure
mi mi
sento così diversa.
Quando
esco dall'ascensore e rimetto
piede nel nostro appartamento ho uno strano déjà
vu. Non è come la prima volta
che sono arrivata, ormai questo posto lo conosco. Ma da un'altra parte
è come
vederlo di nuovo per la prima volta. Quelle due settimane nell'arena
sembrano
pesare come se fossero stati due anni. Mi chiedo come mi
sembrerà tornare a
casa, se anche quella mi sembrerà diversa. I miei pensieri
vengono interrotti
da Amarillis che mi corre incontro urlando a qualcuno in salotto che
sono
arrivata. Sorpresa sorpresa, ragazzi! Mi abbraccia forte e io ricambio
il suo
abbraccio. "Ero sicura che saresti tornata!" squittisce nel suo
migliore accento capitolino, ma per una volta non mi dà
fastidio. "Lo
sapevo, lo sapevo che saresti stata tu! La mia Vincitrice bellissima!"
Mi
stringe di nuovo e noto che ha gli
occhi lucidi. Inizio a sospettare che Sapphire e Ruby l'abbiano drogata
per
passare il tempo mentre mi aspettavano. O forse a modo suo mi vuole
davvero
bene, chissà. Finalmente arriva Ruby e viene anche lei ad
abbracciarmi, un
abbraccio più lungo di quello di Amarillis, un abbraccio che
ti può dare solo
chi sa cosa hai passato, credo. "Sono contenta di riaverti" mi
sussurra mentre mi stringe. "Non avevo idea di cosa volesse fare Trevor
e
non so perché l'abbia fatto, mi dispiace..." comincia, ma io
la fermo.
"Lo
so, Ruby, non preoccuparti. Non
parliamone più" le dico staccandomi da lei e facendole un
sorriso sincero.
Mi accompagna in salotto con Amarillis che ci viene dietro sui suoi
tacchi
esorbitanti e finalmente rivedo Sapphire. Sta riempiendo dei bicchieri
da una
bottiglia che presumo
abbia appena
stappato e me ne porge uno quando mi avvicino.
"Alla
Vincitrice più pazza che mi
sia mai capitata" mi accoglie con un sorriso facendo tintinnare il suo
bicchiere contro il mio.
"Al
Mentore più sadico che si
potesse avere" rispondo con lo stesso tono mentre ripenso al suo modo
così
gentile di farmi avere gli aiuti. Mi abbraccia ed è la prima
volta che mi sento
davvero al sicuro da quando tutto questo è cominciato.
"Grazie" gli sussurro
mentre sento gli occhi pizzicare.
"Non
dirlo neanche, sono contento
che tu sia di nuovo qui a farmi impazzire" mi risponde stringendomi di
nuovo prima di lasciarmi andare e porgere un bicchiere alle altre due.
Tiro su
col naso e sbatto le palpebre per ricacciare indietro le lacrime. Basta
piangere, ho versato tutte le lacrime possibili in quell'arena. Bevo un
sorso
dal mio bicchiere e sento che è dolce e frizzante. Non ho
neanche finito il
bicchiere che sento già la testa leggera. L'arena ha anche
distrutto la mia già
scarsa resistenza all'alcol, fantastico. Se quando tornerò a
casa i miei amici
organizzeranno una festa in mio onore dovrò ricordarmi di
chiedere un succo di
frutta. Chissà come sarà tornare a casa e fare di
nuovo le cose normali che
facevo prima di essere messa in un arena ad ammazzare gente.
Chissà se riuscirò
a fare di nuovo cose normali. Mentre sono persa nei miei pensieri
Sapphire sta
riempiendo i bicchieri per un altro giro, così gli porgo
automaticamente il mio
ma a quanto pare io sono 'troppo piccola' per avere altro alcol.
Grazie,
davvero, neanche mio padre mi tratta così. Ma non faccio in
tempo a iniziare ad
inveire contro di lui che vengo portata dal team di Preparatori.
Dopo
gli abbracci e le congratulazioni
di rito iniziano a fare le loro magie, ma l'atmosfera è
molto più rilassata
rispetto alla precedente intervista. Mentre mi preparano chiacchieriamo
del più
e del meno e loro mi raccontano cosa è successo qui mentre
ero nell'arena.
Quando arriviamo allo scontro tra Sapphire e Brutus ridiamo tutti
così forte
che siamo costretti a fare una pausa da trucco e parrucco. Nonostante
questo,
il risultato è magnifico, come sempre. Ho i capelli
acconciati in onde morbide
e raccolti sulla nuca (il mio team dice che questa acconciatura
starà benissimo
con la corona) e un trucco leggero e luminoso che mi fa sembrare
raggiante.
Cosa che dovrei essere visto che è il giorno
dell'incoronazione e io ci sono
arrivata viva. Quando hanno dato gli ultimi ritocchi mi accompagnano
nella
solita stanza in cui incontro Ganymedes.
"Stella!
So che te lo diranno
tutti, ma ero sicuro che avresti vinto tu!" mi dice appena entra, per
poi
abbracciarmi.
"Detto
da te ci credo" gli
rispondo, felice di rivederlo. Mi tasta un po' per capire quanto peso
io abbia
perso e poi prende qualche misura. Lo vedo annuire, quindi immagino
avesse già
fatto il vestito più stretto degli altri che ho indossato,
pensando che sarei
stata più magra.
"Emozionata
per sta sera?" mi
chiede mentre armeggia con la custodia del vestito.
"Mh
no, non più di tanto..."
gli rispondo, scoppiando a ridere quando lo vedo alzare un
sopracciglio,
scettico. Finalmente posso vedere il vestito ed è
più bello di quanto pensassi.
È senza spalline e ha la scollatura a cuore, il corpetto
fatto di tante
paillettes color oro che dalla vita in giù scendono formando
dei raggi fino
quasi a metà della gonna, che è di tulle color
champagnelunga fino ai piedi.
Sembra una nuvola soffice. Ganymedes mi aiuta ad entrarci e poi mi fa
fare un
giro su me stessa e la gonna si gonfia. Sembro una principessa. Sono
curiosa di
sapere come si vestirà lui per le interviste, ma figuriamoci
se mi svela
qualcosa. A dire il vero, sono curiosa di vedere tutto il mio team
messo sulla
graticola da Caesar Flickerman. Sara il mio turno di stare comodamente
seduta a
godermi lo spettacolo.
Il
programma è iniziato da poco e io già
sto scomoda su questo trono. Sapphire mi ha di nuovo praticamente
spinta fuori
da dietro le quinte, dicendomi di essere carina e gentile e di non fare
cavolate. Penso sia troppo tutto insieme per me. Caesar si è
congratulato con
me e ci sono stati gli applausi del pubblico. Ho sorriso
così tanto che mi fa
male la bocca. Ora me ne sto seduta su questo coso in attesa di vedere
i
momenti più importanti dei miei Giochi. Sapphire mi ha detto
che non posso
distogliere lo sguardo, di non provarci neppure, se no viene qui e mi
picchia.
A quanto pare è una tortura pubblica che tutti dobbiamo
subire. Il grande
schermo dietro di noi viene riempito dall'immagine di me sul mio
piedistallo
durante il conto alla rovescia. Credo sia l'unico momento in cui mi
vedremo
pulita. Ho uno sguardo vigile e attento e non posso fare a meno di
sorridere.
Ho la faccia di una Favorita molto preparata! I sessanta secondi
finiscono e mi
vedo sgomitare tra le persone per arrivare alla Cornucopia. Vedo il mio
sguardo
agghiacciato davanti allo scempio che c'è alle mie spalle,
ma poi mi riscuoto e
corro via. Come ho fatto a non restare immobile davanti a tutto quel
sangue?
L'istinto di sopravvivenza dev'essere stato davvero forte lì
dentro. La clip
successiva mostra me sporca e sudata circondata da zanzare. Mi viene il
prurito
solo a rivedere queste immagini. Poi c'è l'aiuto che mi cade
in testa e tutti
ridiamo, ah-ah molto divertente davvero. Mi vedo fare il cuoricino con
le mani
verso la telecamera e sono contenta di aver indovinato la sua
posizione. Il
primo momento cruento è lo scontro col grande giaguaro
assassino. Mi ha ridotta
così male che mi faccio impressione da sola a guardare
quelle ferite. La mia
faccia dev'essere parecchio pallida perché Caesar mi fa
portare un bicchiere
d'acqua. Gli sono molto grata perché è una buona
scusa per smettere di guardare
per qualche secondo.
Quando
c'è lo scontro, abbastanza veloce
come mi era sembrato nell'arena, tra me e il ragazzo dell'Undici, che
scopro si
chiamava Maximilian, tratteniamo tutti il fiato. I miei colpi sono
precisi e
puliti, qualcuno del pubblico applaude e io non posso fare a meno di
notare che
sembro un'assassina fredda e spietata. L'immagine cambia e ci sono io
rannicchiata
nel sacco a pelo sotto la pioggia che mangio un biscotto. Credo non sia
una
scena molto interessante perché dopo qualche secondo
passiamo al mio scontro
con i mandrilli. Vederli su questo schermo enormi li rende ancora
più brutti.
So cosa sto per vedere ma il mio cuore accelera comunque i battiti ogni
volta
che uno di loro mi si scaglia contro. Quando la clip finisce vorrei
correre via
perché credo di sapere cosa ci sarà ora e non
voglio vederlo, men che mai
davanti a tutta questa gente. Ma devo per forza. Rivedo Sam e il suo
sorriso,
le mie uniche risate in quelle due settimane. Posso quasi risentire le
sue
labbra sulle mie e le sue battute da pervertito. E poi lo rivedo morire
un'altra volta, come se tutte le volte che l'ho visto nella mia testa
non
fossero abbastanza. Il colpo che uccide il suo assassino trasuda rabbia
e per
un attimo ho paura di me stessa. Bevo un sorso d'acqua per evitare di
guardarmi
piangere la sua morte e sposto lo sguardo sul pubblico. Molti hanno gli
occhi
lucidi o se li stanno asciugando con dei fazzoletti.
Riporto
lo sguardo sullo schermo per
l'attacco dei pennuti e mi riprendo un po' quando mi vedo sconfiggere
il
tacchino gigante. Poi è il momento della morte di Trevor e
mi trovo a
trattenere il fiato insieme al pubblico. Lo sappiamo tutti quello che
succede,
però rivederlo fa comunque effetto. Non voglio rivedere la
sua faccia, non
voglio pensare a lui e a quando tornerò a casa e magari
vedrò la sua famiglia.
Cambiate subito quella clip. Il resto è il mio momento
più sanguinoso dei
Giochi. Lydia mi sbatte contro l'albero e mi passo una mano sulla
fronte senza
quasi accorgermene. Poi le apro il cranio con una pietra. Sembro una
specie di
animale e la mia famiglia ha visto questa roba. Quando vado alla
Cornucopia per
uccidere Maximus, invece, sembro rilassata e determinata. Sono tornata
ad
essere il killer senza scrupoli. C'è un'inquadratura su me
che cado a terra per
la coltellata e poi l'annuncio di Claudius Templesmith. Il video si
oscura su
me che piango di gioia, e col senno di poi anche di dolore mi sa,
consapevole
che finalmente uscirò dall'arena.
Prima
di iniziare con l'intervista c'è
una pausa per la pubblicità e i miei Preparatori vengono a
ritoccarmi il
trucco. Ganymedes invece ci tiene a sistemarmi meglio la gonna, in
poche parole
sono circondata. Restituisco il bicchiere a non so bene chi, visto che
non
riesco a vedere niente con loro che mi ronzano intorno. Finite le mie
sistemazioni Caesar mi raggiunge, dando un'occhiata al foglio su cui
probabilmente sono scritte le domande che dovrà farmi.
"Tutto
bene?"
Annuisco
con un sorriso educato.
"Era la prima volta che vedevi i Giochi?" mi chiede alzando lo
sguardo su di me.
"Sì,
in ospedale ero per lo più
sedata, non ho guardato la tv" mento spudoratamente, sperando di
risultare
credibile.
"Sei
andata bene, la parte peggiore
è passata" mi dice con un sorriso comprensivo e non so se
devo dire
qualcosa o no. "C'è qualcosa che non vuoi che ti chieda?" mi
domanda,
tornando a guardare il foglio. Ci penso un attimo poi decido che non
avrebbe
senso evitare domande a cui prima o poi dovrei comunque rispondere.
"No,
siamo qui per fare il nostro
lavoro, facciamolo."
Caesar
mi guarda e mi dà una pacca sulla
spalla. "L'ho detto che eri la mia preferita" mi dice soltanto, per
poi informarmi che stiamo per tornare in onda. Appena parte l'applauso
del
pubblico lui sfodera di nuovo il suo sorriso a trentadue denti. O
potrebbe
averne anche qualcuno in più, siamo pur sempre a Capitol
City.
"Stella,
cominciamo. Posso
chiederti cosa provavi durante quei sessanta secondi, prima che tutto
iniziasse?"
Lo
adoro quando fa queste facce serie
come se stessimo parlando di cose di vitale importanza. "Sonno, Caesar.
I
Giochi non dovrebbero iniziare così presto, avevo appena
finito di fare colazione!"
"Adoro
questa ragazza!"
esclama ridendo, seguito dal pubblico. Dovevo fare il comico, ormai si
sa.
"Come mai non hai preso parte al bagno di sangue?"
Ha
rimesso su la sua faccia seria.
"Non faceva per me, non era la mia strategia, semplicemente."
Scuoto
i capelli ma mantengo il mio
sguardo da sapevo-esattamente-cosa-stavo-facendo.
"E
la tua strategia si è rivelata
vincente, non è così gente?" chiede rivolgendosi
al pubblico che si lascia
andare ad esclamazioni entusiaste. "Parliamo del tuo primo vero
scontro.
Quel giaguaro sembrava pericoloso" mi dice protendendosi verso di me.
Penso di non poter dire che me la stavo facendo sotto, vero? Scuoto i
capelli
come faccio sempre quando ho bisogno di prendere tempo.
"Lo
era, infatti. Ma niente per cui
non fossi allenata" rispondo con la mia migliore faccia da Favorita.
"Ne
sei uscita piuttosto male
però" mi fa notare con aria grave. Beh, vorrei urlare, era
il doppio di me
quella cosa, l'avrei dovuto ammazzare senza ne anche un graffio?!
Questa gente
ha idea di cosa sia un'arena?
"È
vero, è stato uno scontro duro.
E per questo voglio ringraziare ancora una volta i miei Sponsor, senza
il loro
aiuto non sarei qui adesso a raccontarlo" dico mentre mi volto verso il
pubblico con uno dei miei migliori sorrisi radiosi subito imitato da
Caesar. Il
pubblico applaude e la mia mascella duole.
"Passiamo
alla prima volta che hai
ucciso un altro Tributo. Come ti sei sentita?"
Le
luci si abbassano e l'atmosfera è di
nuovo seria. "È difficile da spiegare a parole... Sai che
è qualcosa che
va fatta, che dovrai fare, ma allo stesso tempo speri che quel momento
non
arrivi mai. Perché quando arriva non sei mai pronto. Stai
privando qualcun
altro della sua vita, qualcuno che nemmeno conosci ed è una
cosa con cui dovrai
fare i conti per tutta la tua vita..."
Vedo
Sapphire farmi segno che va bene
così dall'altra parte del palco, dietro le quinte, e mi
fermo, lasciando al
pubblico il tempo di fare la loro migliore espressione affranta.
"E
quando hai dovuto uccidere il
tuo compagno di Distretto, invece?"
"Non
sapevo nemmeno che fosse lui,
quando è successo. Non pensavo che
fosse lui..."
"Provi
rimorso per quello che hai
dovuto fare?"
"No.
È venuto lui da me, se l'è
cercata."
Penso
di aver assunto uno sguardo duro e
forse ho risposto troppo in fretta, ma è così.
È stata colpa sua, non ho
intenzione di dispiacermi ancora. Io non gli avrei mai dato la caccia,
ma lui
l'ha fatto con me, quindi non mi scuserò. Le luci assumono
un tono più caldo.
Forse abbiamo finito di parlare delle mie prodezze di killer. "Il
ragazzo
del Quattro..."
"Sam"
lo interrompo,
d'istinto.
"Sam...
Eravate amici?"
"In
un certo senso... Non puoi
farti amici nell'arena. Io e Sam eravamo... Una cosa complicata, ma
anche
semplice, a volte..."
Cosa
cavolo ho appena detto? La possiamo
tagliare e rifare? Ah siamo in diretta? Come non detto. "Eri innamorata
di
lui?"
Caesar
ma che domande sono?! "Non
lo so... Abbiamo avuto così poco tempo, non so se ti puoi
innamorare di
qualcuno così in fretta. Forse sì... Sam avrebbe
detto sicuramente di sì"
concludo, con quello che credo sia il primo sorriso sincero che faccio
durante
questa intervista.
"Vi
siete conosciuti durante il
training? Vi allenavate insieme?"
Allenarsi,
è così che si dice ora?
"Non posso rispondere a questa domanda, credo che siamo ancora in
fascia
protetta!"
Ridiamo
tutti e Caesar fa una delle sue
facce che mi fanno tanto ridere. "Come mai non vi siete alleati
nell'arena?"
"Se
ci fossimo alleati saremmo
quasi sicuramente arrivati insieme alla fine e poi... Ne poteva restare
soltanto uno, sapevamo come funziona e non abbiamo voluto farlo."
Dal
pubblico provengono esclamazione
costernate e tristi.
"Parlaci
di Sam, che tipo
era?"
Oh
cavolo, non penso di poterci
riuscire. Mi liscio il vestito cercando di costringere le parole a
venire
fuori. "Sam era... Intelligente... Spiritoso... Altruista... E anche
molto
carino, credo ci terrebbe che io lo precisi, era molto, molto carino"
dico
ridendo anche se sento gli occhi pizzicare un po'. "Sapeva tenermi
testa, sapeva
farmi ridere... Era probabilmente una delle persone migliori che abbia
mai
conosciuto..."
Mi
fermo perché devo assolutamente
sbattere le palpebre per non far uscire le lacrime. "Hai ucciso il suo
assassino..."
"Non
l'avrei mai lasciato andare
senza vendicare Sam. Non me lo sarei mai perdonato. Volevo essere io a
farlo,
glielo dovevo" rispondo decisa, sentendo che una nota di rabbia si
sente
ancora nella mia voce.
"Un'ultima
domanda, Stella. Cosa
hai provato quando è finita? Qual è stata la
prima cosa che hai pensato dopo
l'ultimo cannone?"
"Che
stavo per tornare a casa...
No, aspetta, prima mi sono chiesta perché non ci fosse
ancora l'annuncio della
mia vittoria, dopo quello ho pensato che sarei tornata a casa" mi
correggo
sorridendo mentre Caesar e il pubblico ridacchiano.
"Proprio
come mi avevi detto di
voler fare durante la tua precedente intervista! E ora che torni a casa
che
progetti hai?"
Fingo
di pensarci su un attimo assumendo
la mia migliore espressione pensierosa. "Beh uscirò coi miei
amici,
arrederò la mia nuova casa al Villaggio dei Vincitori...
Andrò a suonare il
campanello di Sapphire alle quattro del mattino per ringraziarlo di
tutto il
suo aiuto mentre ero nell'arena..." dico convinta mentre ripenso a
tutti i
paracadute che ho ricevuto sulla testa. Tutti ridono ma io guardo
Sapphire che
mi alza il medio dal suo angolo dietro le quinte.
"Sarai
un Mentore l'anno prossimo?
Ci rivedremo?"
"Assolutamente,
verrò a vedere come
sta a te il color oro, Caesar! Me lo devi!"
Il
pubblico ride mentre noi ci alziamo e
lui mi accompagna al centro del palco tenendomi la mano e alzandola
quando dice
"Signore e signori, Stella Maloney, Vincitrice dei Sessantasettesimi
Hunger Games!"
Esco
mentre tutti applaudono, felice di
poter andare finalmente a togliermi queste scarpe e a guardare le
interviste
degli altri.
Sono
comodamente seduta dietro le
quinte, senza scarpe e con la gonna del vestito alzata fino alle
ginocchia, a
guardare le altre interviste. Il primo è stato Sapphire ed
è stato subito
chiaro che sa perfettamente come gestire questo genere di cose. Rivolge
al
pubblico sorrisi seducenti, scherza con Caesar e sa come andare a
parare su ciò
che vuole dire. Forse è una cosa che impari col tempo o
forse no, dovrei vedere
le interviste dei suoi Giochi. Devo ricordarmi di chiedere ad
Amarillis.
"Cosa hai pensato quando hai visto Stella proporsi come volontaria?"
gli sta chiedendo il conduttore.
"Che
era troppo bassa per vincere
ai Giochi!" risponde lui prontamente e tutti ridono. Grazie, Sapphire,
molto divertente.
"Però
hai puntato su di lei,
perché?"
Già,
perché? "Oh andiamo, Caesar!
Guardala negli occhi! Ha quella luce particolare, se si mette in testa
una cosa
puoi scommettere che ci riuscirà. Quindi, quando mi ha detto
che avrebbe vinto
con quella luce negli occhi, io ho puntato su di lei."
Applaudo
come un'idiota insieme al
pubblico, non posso credere che Sapphire abbia detto una cosa carina su
di me
davanti a dei testimoni. Dopo essersi preso sufficienti acclamazioni da
parte
del pubblico lascia il posto al Ruby. Anche da lei penso di avere molto
da
imparare, riesce a stregare il pubblico con la sua risata cristallina e
chiacchiera tranquillamente come se fosse tra vecchi amici. Caesar le
fa
qualche domanda generale per poi passare all'argomento Trevor.
"Era
una vostra strategia quella di
attaccare Stella? O sei rimasta stupita che lui l'abbia fatto?"
"È
stata una sua decisione, non me
ne aveva parlato minimamente. Non aveva previsto i rischi e ha
sottovalutato il
suo avversario. Fossi stata al posto di Stella avrei reagito allo
stesso
modo."
Mentre
parlava è passato nei suoi occhi
il guizzo freddo e calcolatore della Favorita, lo stesso che credo di
avere
avuto io mentre parlavo di Timothy. Forse è qualcosa che
abbiamo tutti i
Vincitori, non saprei. Dopo di lei tocca ad Amarillis, vestita in
maniera
alquanto stravagante e con una coroncina dorata tra i capelli. Queste
Accompagnatrici vanno in brodo di giuggiole quando vincono,
c'è poco da fare.
Ma devo ammettere che lei rimane molto bella anche quando indossa
questi vestiti
assurdi, forse perché contrastano col suo viso pulito e il
sorriso smagliante.
"Lo
sapevo che avrebbe vinto, ne
ero certa! Non ho dubitato per un solo istante!" sta dicendo
entusiasta,
col suo migliore accento capitolino. Mi hanno raccontato che quando il
giaguaro
mi ha aggredito ha praticamente pianto, ma penso che questo non sia il
caso di
dirlo in tv. Dopo di lei tocca al team di Preparatori e ci tengono a
precisare
come io fossi pulita e ordinata quando sono arrivata. Effettivamente,
visto
come il pubblico ha avuto modo di ammirarmi nell'arena, specificare che
di
norma faccio la doccia regolarmente non è poi una cattiva
idea. Caesar chiude
in bellezza con Ganymedes e mentre parlano sullo schermo passano le
clip di me
con indosso i vestiti che ha disegnato. "Come ti è venuta
l'idea
dell'oro?"
"Mi
è venuta quando ho visto le
Mietiture. Volevo fare qualcosa di diverso quest'anno, qualcosa che
rappresentasse il Distretto in modo diverso. Ho pensato all'oro quando
ho visto
Stella. L'oro simboleggia purezza, valore, lealtà,
è il più bello dei metalli
preziosi... Ti viene in mente qualcosa di meglio per quella ragazza?"
Se
il mio Stilista voleva farmi
commuovere c'è riuscito. Ma non faccio in tempo ad
asciugarmi gli occhi che
Caesar decide di mandare in onda le interviste fatte alla mia famiglia
dopo
l'annuncio della vittoria e le lacrime tornano. Non avevo mai passato
così
tanto tempo lontano da casa. I miei sono stati intervistati nel salotto
di
casa. Mio padre è molto orgoglioso e dice che era sicuro che
avrei vinto. Mia
madre non nasconde gli occhi lucidi e annuisce con forza. Mi
sembrerebbero
convincenti se solo non li avessi visti guardarmi come se non avessi
più dovuto
fare ritorno. Poi le chiedono se ha delle foto di me da piccola e lei
tira
fuori un album enorme. Credo abbia aggiunto qualche foto nuova per
l'occasione,
perché non ricordavo di avere così tante foto
imbarazzanti di me da piccola.
Mandate subito la pubblicità.
Dopo
i miei genitori tocca ad Ariel e a
lei sì che credo quando dice che era certa che sarei
tornata. La intervistano
al parco dove passiamo i pomeriggi e lei parla di come ci siamo
conosciute
durante il primo giorno di asilo, della nostra amicizia, di me, delle
cose
imbarazzanti che ho fatto quando ero brilla... Se pensa che questi
aneddoti le
saranno perdonati facilmente si sbaglia di grosso. Finalmente la
trasmissione
finisce e abbiamo un paio d'ore di pausa prima dell'incoronazione.
Sono
seduta nella macchina che ci sta
portando verso il luogo dove si svolgerà la cerimonia. Sono
stata qui per la
sfilata con i carri, ma allora ero forse troppo nervosa per guardarmi
intorno.
Da quando sono tornata qui mi sembra di vedere molte cose per la prima
volta.
Guardo fuori dal finestrino e vedo che la gente già sta
prendendo posto. Ci
sono dei maxi schermi come per la sfilata in modo che tutti possano
vedere.
Sono grata ai miei Preparatori per avermi ritoccato ancora una volta il
trucco,
la mia faccia sarà proiettata su quegli affari giganti.
"Non
fare niente di avventato e
andrà tutto bene" mi ammonisce Sapphire, che è
seduto accanto a me, per la
quindicesima volta.
"Quando
mai ho fatto qualcosa di
avventato, scusa?" gli rispondo alzando gli occhi al cielo con aria
scocciata. Lei solleva un sopracciglio ma si astiene dal rispondermi.
Bene, meglio
per lui.
La
cerimonia consiste in me che sto in
piedi su un palco mentre il Presidente mi incorona. Devo ammettere che
è un po'
meglio di quando sono stata incoronata reginetta di primavera a scuola.
Cerco
di assumere un'aria composta come mi ha insegnato Amarillis. Questo
essere
faccia a faccia con Coriolanus Snow mi mette ansia. Tiene in mano la
mia corona
e mi sorride, ma non riesco a capire se è un sorriso sincero
o di circostanza.
"Sa,
signorina Maloney, io non
faccio mai previsioni sull'esito dei Giochi. Ma, se sta volta mi
avessero
chiesto su chi avrei scommesso, io avrei detto lei" mi dice,
cogliendomi
assolutamente di sorpresa mentre mi incorona. Non so che rispondere,
quindi mi
limito a sorridere e a ringraziare. Lui ricambia il mio sorriso ma
ancora una
volta non capisco cosa potrebbe passargli per la mente.
"Spero
continuerà a non
deludermi" conclude mentre mi porge una rosa bianca e io mi chiedo cosa
avrà voluto dirmi. Qualunque cosa sia, spero anche io di non
deluderlo. Chi
l'ha fatto non ha avuto una vita molto felice.
A
cena l'atmosfera è rilassata, forse
perché non c'è il rischio che io domani sia
morta. Mangiamo e chiacchieriamo
del più e del meno e quando abbiamo finito mi ritiro in
camera mia. Senza il
vestito da principessa e tutto quel trucco mi riconosco di nuovo, non
sono
molto diversa dalla ragazza che arrivata qui qualche settimana fa. Mi
provo la
corona che fa uno strano pendant con la camicia da notte. Sento bussare
e mi
rendo conto di quanto le visite di Sapphire mi siano mancate.
"Dovresti
andare a dormire, non
voglio doverti buttare giù dal letto a calci domani mattina."
"Ehi!
Dovresti portarmi rispetto,
sono una Vincitrice anch'io adesso!"
"Vai
a letto adesso,
Vincitrice" mi dice ridendo dopo avermi scompigliato i capelli. Poso la
corona sul comodino e sto per mettermi a letto, ma poi sento la sua
voce.
"Stella, che ti ha detto oggi Snow? Dagli schermi si è visto
che avete
parlato."
"Niente,
si è solo congratulato con
me per la vittoria" rispondo vaga.
"Non
mentirmi" mi ammonisce
mentre chiude la porta e si avvicina.
"Solo
questo, davvero. Mi ha detto
che pensava avrei vinto io e si è congratulato, tutto qui".
Anche se poi
ci ripenso e decido di essere completamente sincera. "Ha detto che
spera
che continuerò a non deluderlo. Che intendeva, Sapphire?"
Lo
vedo pensarci su ma poi mi sorride e
si limita a dire "Non saprei, potrebbe significare qualunque cosa. Non
pensarci per ora."
"Significa
che mi darà come
passatempo a qualche suo amico?"
"Stella!"
mi rimprovera
guardandosi attorno per dirmi che potrebbero esserci delle cimici.
"Quindi
è vero? Lo fa davvero?
Quello che dicono su Finnick Odair è vero?"
"Stella,
basta così! Non è il luogo
per parlare di queste cose!"
"L'ha
mai fatto con qualcuno di
noi?"
"Cashmere..."
si limita a
rispondere, evidentemente a disagio. "Senti, non lascerò che
questo
succeda a te, chiaro? Questa città ti ha già
fatto troppo male, non lascerò che
te ne faccia ancora. Nessuno ti venderà come carne da
macello o dovranno
vedersela con me, chiaro?" Io annuisco. "Bene. E ora vai a dormire,
torniamo a casa domani" conclude, dandomi un bacio sulla fronte per poi
uscire. Ubbidisco e mi metto a letto, cercando di non rimuginare
più sulle
parole di Snow. Domani finalmente torno a casa, ho un motivo per essere
felice.
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 - Nuovi amici e nuovi inizi ***
Author's
note.- Salve a tutti! Siamo arrivati alla fine di questa storia e,
prima di
lasciarvi alla lettura, volevo ringraziarvi tutti di cuore per avermi
seguito
in questa avventura. So che può sembrare una frase di
circostanza, ma credetemi
se vi dico che ha davvero significato tanto per me. Quindi grazie a
tutti!
<3
P.s.
Alla fine del capitolo c'è un'altra piccola nota.
P.p.s.
Nel capitolo precedente si era parlato della mamma di Stella che tira
fuori sue
foto di quando era più piccola. Se volete vederne un paio le
trovate qui
e qui,
avevo dimenticato di inserirle nel capitolo 8 ç_ç
The
Golden Girl
Capitolo
9 - Nuovi amici e nuovi inizi
Sono
seduta sul divano con Ruby e stiamo guardando una replica delle
interviste alla
tv, cercando di stabilire chi di noi due scuota meglio i capelli. Al
momento
lei mi sta battendo e Amarillis cerca invano di farci togliere i piedi
dai
cuscini. Sapphire osserva la scena in silenzio da dietro il libro che
sta
leggendo senza nascondere un sorrisetto divertito. Partiamo tra qualche
ora e
io dovrei davvero finire di preparare la mia valigia. A quanto pare
posso
portarmi a casa tutti i vestiti che mi piacciono come gentile dono di
Capitol
City, quindi dovrei dare un'ultima occhiata all'armadio. Tra poco,
promesso.
Ieri pensavo che dopo aver rivisto tutte quelle immagini dai Giochi non
sarei
riuscita a dormire, ma a quanto pare ero così stanca che ho
dormito
profondamente e se anche ho avuto degli incubi non me lo ricordo.
All'improvviso
squilla il telefono e Amarillis si fionda a rispondere. Noi restiamo
nelle
nostre attività senza distrarci più di tanto,
questo genere di cose è sempre
compito suo. Quando mette giù è chiaramente a
disagio e si tortura le mani
mentre ci raggiunge. "Stella? Il Presidente vorrebbe salutarti prima
della
partenza... Ti aspetta alla sua residenza..." mi dice con aria
perplessa,
da cui capisco che questa non sia la norma. Prima che io possa dire
qualcosa è Sapphire
a parlare.
"Hanno
detto perché?" chiede chiudendo il libro con un colpo secco.
"No...
Solo per salutala, credo..." risponde l'Accompagnatrice sempre
più a
disagio.
Io
non so cosa dire. Che voglia davvero darmi a qualcuno come trofeo? Mi
sembra
strano, è troppo presto. Forse vuole parlarmi del fatto che
lo farà. Oppure no,
non ne ho idea, ma se non ci vado non lo saprò mai. Credo
che la possibilità di
non andarci non sia nemmeno contemplata. Mi alzo e vado verso la mia
stanza per
vestirmi, non penso di potermi presentare al Presidente di Panem in
vestaglia.
Sapphire mi segue.
"Non
ci vai da sola, non esiste" mi informa con tono deciso.
"Non
mi succederà niente, non può far sparire una
Vincitrice incoronata ieri... Sta'
tranquillo, vorrà solo parlarmi" gli dico, cercando di
mantenere un tono
calmo, anche se in realtà sono preoccupata quanto lui. Prima
che il mio Mentore
possa aggiungere altro mi rifugio in camera a prepararmi. Che cosa
vorrà da me?
Non ho fatto proprio nulla sta volta, non può essere
arrabbiato per qualcosa.
Cercando di convincermi che non ho motivo di preoccuparmi, saluto gli
altri
dicendogli che ci rivedremo tra poco e lascio che Amarillis mi
accompagni alla
macchina che è venuta a prendermi per portarmi alla
residenza presidenziale.
Arriviamo
senza che succeda nulla, anche se una piccola parte di me si aspettava
che la
macchina sarebbe potuta saltare in aria lungo la strada. Mi conducono
attraverso corridoi eleganti, scale di marmo e saloni enormi fino ad
arrivare
alla stanza dove la donna che mi ha accompagnato mi dice che il
Presidente mi
sta aspettando, facendomi un sorriso che scopre i suoi denti rosa. I
denti
colorati non li avevo ancora visti. Busso e aspetto di essere invitata
ad
entrare. La stanza è grande, arredata con mobili semplici e
carta da parati
verde malva. Coriolanus Snow è seduto dietro la scrivania su
cui noto delle
pile di carte e qualche soprammobile. Appena entro si alza in piedi e
mi tende
una mano, che stringo mentre lo saluto. Mi fa cenno di sedermi e io
sprofondo
in una delle due poltroncine davanti la scrivania. La stanza
è pervasa da un
forte odore dolciastro, che penso provenga dal vaso di rose bianche a
poca
distanza da noi. Nonostante sia mattina inoltrata la luce entra tenue e
per
niente fastidiosa, filtrata dalle tende rosa pallido.
"La
ringrazio per essere venuta, anche se con così poco
preavviso, signorina
Maloney" inizia mentre io mi impongo di sostenere il suo sguardo.
"Non
credo sia possibile rifiutare un suo invito, Presidente" gli rispondo
con
l'espressione più innocente che riesco a metter su.
"Non
mi dica che non ci ha pensato, però" mi rimbecca con guizzo
divertito
negli occhi. Touché.
"Perché
sono qui, Presidente Snow?" gli chiedo, stanca di girarci intorno con
tutti questi convenevoli inutili.
"Lei
è qui perché dobbiamo parlare, signorina Maloney."
"Parlare
di cosa?"
"Di
lei."
Ecco,
vuole vendermi a qualche Capitolino di mezza età col doppio
mento. "Non
creda che io non sappia perché ha vinto. Ha vinto non
perché era la più forte o
la meglio addestrata, lei ha vinto perché era la
più furba."
Si
ferma un attimo quando entrano a portarci un vassoio con tè
e biscotti, per
riprendere quando la Senzavoce è uscita. "Gli Strateghi mi
avevano
informato della sua richiesta. Ha voluto un dodici, cosa che di solito
significa essere un bersaglio. Ma lei l'ha voluto per farsi notare
subito dagli
Sponsor, non è così? Per tutti i Giochi non ha
fatto altro che lasciare che
fossero gli altri a fare il lavoro sporco mentre lei si esibiva nelle
sue
prodezze per accattivarsi il pubblico. Per non parlare di quella sua
storia
d'amore tirata fuori al momento opportuno, un vero colpo di scena."
Mi
rivolge un sorriso di circostanza mentre mi porge una tazza di
tè che io
accetto ma non bevo. Mi limito a tenerla in mano poggiata sul suo
piattino.
"E
poi c'è questo suo personaggio costruito per ammaliare il
pubblico,
naturalmente. La ragazza d'oro di Capitol City, è
così che la chiamano. E il
pubblico la ama, non c'è che dire. La ragazzina del
Distretto Uno che sa
assecondare così bene i gusti della Capitale da sembrare
quasi una Capitolina
lei stessa. Beva" mi ordina e io mi affretto a bere un sorso del mio
tè,
valutando le possibili vie di fuga nel caso una squadra di killer entri
nella
stanza.
"Lei
è diventata il simbolo di tutto quello che un Vincitore
dovrebbe essere. Grata
e obbediente verso la Capitale, giovane, carina, consapevole che i
Giochi
l'hanno cambiata ma non pentita di avervi preso parte. E Capitol City
la adora
per questo. Lei è intelligente, signorina Maloney, ha capito
subito come doveva
comportarsi per uscire vincitrice da tutto questo, sa cosa vuole la
gente e
glielo dà, sa come portare le persone dalla sua parte.
È per questo che voglio
che noi due siamo amici."
Per
poco non sputavo il mio tè su questa bella scrivania lucida.
Che cavolo vuol
dire tutto questo? "Non pensavo che il Presidente si potesse permettere
di
avere amici" rispondo con un sorriso e un tono leggermente acido.
"A
volte gli amici sono necessari. Perché sa cosa fanno gli
amici?"
"Si
aiutano a vicenda?"
"L'ho
detto che lei è intelligente" mi risponde con un sorriso
compiaciuto.
"Ma
io cosa posso fare per aiutarla?"
"Voglio
che convinca tutti gli altri, signorina Maloney. Tra meno di quanto
pensa
inizierà il Tour della Vittoria e io voglio che lei convinca
tutte quelle
persone nei Distretti che odiano gli Hunger Games e la Capitale ad
essere
invece grate e obbedienti. Pensa di potercela fare?"
Questa
situazione mi sembra più surreale ogni secondo che passa.
"Posso provarci.
Farò del mio meglio" rispondo chiedendomi se davvero
è possibile
convincere la gente, soprattutto quella dei Distretti più
poveri, a non odiare
Capitol City.
"Allora
abbiamo un accordo" mi dice posando la sua tazza sul vassoio e io
faccio
lo stesso.
"Ho
una condizione però" mi ricordo all'improvviso e lui mi
guarda con aria
interrogativa. "Non voglio essere data come passatempo a qualche
personaggio in vista della Capitale" dico, sperando che abbia capito
cosa
intendo.
"Non
avrei comunque pensato che lei potesse essere adatta a quel genere di
cosa,
Stella, credo lei abbia un carattere un po' troppo... Spigoloso" mi
dice
con un sorriso divertito. Ehi. Io non ho un carattere spigoloso, cosa
dice la
gente di me? Ma comunque, ho ottenuto quello che volevo, va bene
così.
Quando
ci salutiamo il Presidente mi stringe di nuovo la mano e mi augura buon
viaggio, io ricambio la stretta con un sorriso più rilassato
rispetto a quando
sono arrivata. La macchina mi aspetta fuori dalla residenza
presidenziale e mi
riporta alla Torre di controllo. Appena entro nel nostro appartamento
al primo
piano sento aria di partenza. Amarillis sta aiutando Ruby a trascinare
la sua
valigia e Sapphire fa la spola tra la sua camera e il salotto per
essere sicuro
di aver preso tutto. Appena mi vede mi viene incontro, visibilmente
rilassato
che io sia tornata tutta intera.
"Allora?"
mi chiede con apprensione.
"Niente
di nuovo, era esattamente ciò che sembrava. Voleva conoscere
la nuova
Vincitrice. Non è successo niente di preoccupante" rispondo
tranquilla.
Prima di andarmene Snow mi ha chiesto di mantenere privato il nostro
incontro.
Mi dispiace mentire a Sapphire, ma ci sarà tempo di parlare
di quello che mi ha
detto il Presidente quando saremo tornati a casa. In fin dei conti, tra
tutte
le ipotesi che mi si erano formate in testa, quello che è
successo è stata la
meno brutta. Stringo il braccio di Sapphire per rassicurarlo e vado in
camera a
finire di sistemare le mie cose.
Sta
volta quando mi affaccio al finestrino del mio scompartimento
è Capitol City
quella che vedo in lontananza. Credo che Snow abbia ragione. Questa
città mi ha
dato tanto e mi ha tolto tanto, qui ho conosciuto persone belle e
persone che
avrei volentieri evitato, ho avuto momenti buoni e momenti tristi. Ma
alla
fine, non è sempre così che vanno le cose? Penso
che se potessi tornare
indietro probabilmente non cambierei nulla. I Giochi mi hanno
distrutta, è vero,
ma ho ancora tutta la vita davanti per rimettere insieme i pezzi. La
maggior
parte della gente che è entrata in un'arena non ne
è più uscita, mentre io sono
ancora qui, con tante prospettive davanti. Sto tornando a casa e anche
se sarà difficile
ricominciare, devo riuscirci. Di sicuro non sono stata la
più sfortunata.
Riprenderò in mano la mia vita, portando con me le cose
belle e cercando di
dimenticare quelle brutte. Il Distretto Uno ha avuto una nuova
Vincitrice, io
mi preparo ad iniziare la mia nuova vita.
Author's
note - Il ritorno.- Salve di nuovo :3 I Giochi di Stella sono
finalmente giunti
al termine, ma scrivere questa storia mi è piaciuto
così tanto che ho deciso di
darle un sequel. Trovate la seconda parte delle avventure di Stella qui,
spero
continuerete a seguirmi :3
Grazie
ancora per essere arrivati fin qui <3
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