Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Pain and Betrayal *** Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Departure *** Capitolo 3: *** Capitolo 3 - The Priestress' Advice *** Capitolo 4: *** Capitolo 4 - The Shard of the Shikon no Tama *** Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Inuyasha's Blood *** Capitolo 6: *** Capitolo 6 - I Can't Have You Here With Me *** Capitolo 7: *** Capitolo 7 - When All's said and done ***
Nota
della Traduttrice: Ciao a tutti! Non so quanti di voi si ricorderanno di
questa fic, dato che è ferma da oltre cinque anni. O
meglio, la versione originale della storia era conclusa già al tempo in cui io ne
iniziai la traduzione (ovvero nel lontano 2003), ma, per motivi personali, non
riuscii mai a postare tutti i capitoli, dato che lasciai il mondo delle fic e tutto ciò che lo riguardava.
“Allora perché hai deciso di riprenderla
ora?” vi chiederete… Beh, il fatto è che ogni tanto ripenso a quel periodo
della mia vita, a quanto le fic mi avevano
appassionata e fatta sognare… e a quanto mi desse personalmente fastidio vedere
le storie che mi piacevano interrotte a metà e mai più riprese. Così ho deciso
di postare i restanti capitoli di “ToHeart”… perché coloro ai quali questa storia piaceva
possano leggerne la fine… e perché quanti, invece, all’epoca non l’avessero
letta possano apprezzarla come, anni fa’, feci io stessa.
Purtroppo ho perso ogni contatto con
l’autrice… Ho notato che ha chiuso il suo sito personale. Credo, però, che
anche lei avrebbe voluto veder conclusa la traduzione del suo lavoro.
Mi sono permessa di risistemare alcune parti
della traduzione già svolta, al fine di rendere lo stile dell’italiano da me
usato più scorrevole e piacevole alla lettura. Ricomincerò, quindi, a postare
dal capitolo 1 (allora avevo messo sul sito soltanto i primi 3), per arrivare a
quello finale, ovvero il 7. Cercherò di inserire i primi il più velocemente
possibile, così da arrivare presto al 4, che è un inedito. Eliminando la prima
versione dei capitoli 2 e 3, per forza di cose, si sono cancellati anche i
vecchi commenti che qualcuno di voi aveva lasciato. Mi scuso personalmente con
gli autori degli stessi, ma non potevo fare altrimenti. Spero che, se presenti ancora
sul sito, vogliate leggere nuovamente la storia e commentare… non ci saranno
altri interventi su di essa, promesso ^_-
Beh, che dirvi ancora, se non… buona
lettura!! Spero che la fic vi possa piacere ^_^
Nota
dell'Autore: In questo capitolo sto cercando di seguire, nella maniera più fedele
possibile, la versione originale del manga, prima di indirizzare la storia nella
direzione da me voluta (che non seguirà per niente il manga, poiché, dopotutto,
si tratta di Fanfiction). La ha storia ha inizio nel
volume 8 del manga, a partire dal capitolo 7. A questo punto Kikyou è tornata di nuovo in vita e Inuyasha
è andato ad incontrarla nella foresta. Kagome è
insicura dei propri sentimenti ed è abbastanza convinta dell'amore tra Kikyou e Inuyasha. Questo
capitolo segue quasi perfettamente la versione originale manga, sebbene con
l'aggiunta di alcune mie parti e svolte alla storia. Il merito maggiore per
questo capitolo va a (Sengokuo-TogiZoushi) per la traduzione del lavoro di RumikoTakahashi. Senza di essi,
mi sarei ben persa nella storia.
Ed ora alcuni adempimenti. Inuyasha appartiene a RumikoTakahashi e non è un mio lavoro. Io scrivo solo Fanficiton. Se volete usare questa Fanfiction,
o lasciare commenti, per favore sentitevi liberi di mandarmi un'e-mail a
coronet@trabia-garden.net e vi risponderò il prima possibile.
Nota
della Traduttrice: questa fic appartiene Coronet, a cui ho chiesto il permesso di tradurla. Io sono
solo la traduttrice!!
"Non
capita tutti i giorni di incontrare qualcuno di cui ti innamori sinceramente.
Sì, questo è ciò che ero solita pensare... Questo è ciò che ho pensato per la
maggior parte del tempo.
Sono passati
poco più di quattro mesi da quando sono arrivata per la prima volta in questo
strano mondo. Sono arrivata qui in maniera abbastanza casuale... no, il caso
non è il modo giusto per esprimere il concetto. In realtà, sono arrivata qui
per mezzo del destino. Alla fine è questo ciò che Kaede-sama
mi ha detto. Kaede-sama disse che io sono la
reincarnazione della sua sorella morta, Kikyou. Io, per
la maggior parte del tempo, non ci ho creduto. Voglio dire, onestamente, io...
tra tutte le persone, io sono la reincarnazione della sacerdotessa che protesse
la Shikon no Tama così
tanti anni fa'. Mi suonava più come una bella favola piuttosto che come
qualcosa che potesse essere veramente reale.
Ma ora, so con
certezza che ciò che Kaede-sama mi disse allora era
vero. Io sono la reincarnazione della sacerdotessa e non so realmente che cosa
ciò significhi. Suppongo che il mio lavoro sia quello di proteggere la Shikon no Tama finché essa non
possa nuovamente ritornare pura. E ora che Kikyou è
stata riportata in questo mondo, spero di poter lasciare l’incombenza nelle sue
mani.
Ma... Inuyasha? E' ovvio che lui la ama ancora. Lo sguardo sul
suo volto quando la vede ne è la prova. E' veramente triste che Kikyou sia nello stato in cui è.
'Kikyou, quella volta non sei morta, eh? Se stai ancora vagando
in questo mondo, io voglio salvarti...'."
"Pensi che abbiamo fatto bene a lasciare che Inuyasha se ne andasse da solo?" Chiese una voce,
rompendo il silenzio dell'aria mattutina.
Kagome strinse forte le maniglie
della sua bicicletta, al ricordo di ciò che Inyasha
disse appena prima di andare ad incontrare Kikyou
nella foresta.
"Voglio
andare... da solo" disse.
"Probabilmente è perché Inuyasha...
ama ancora Kikyou, Miroku-sama"
replicò Kagome, non osando tenere la voce più alta di
un sussurro.
Uno sguardo allarmato attraversò il volto del giovane
sacerdote. "Huh?"
"È per questo che è meglio se non siamo
lì con lui" concluse Kagome, prima che il
sacerdote avesse la possibilità di dire altro.
"Aspettate un secondo" cantò la
voce di Shippou, mentre si arrampicava sulla spalla
di Kagome. "Inuyasha
non è andato a sterminare lo youkai?"
"Eh?" Kagome
rimase senza parole. Il fatto che Shippou
considerasse Kikyou semplicemente uno youkai la spaventò. No, Kikyou
era molto più che un morto vivente, lei era Kikyou.
‘’Ad
ogni modo, perché Inuyasha è andato?' si chiese Kagome.
"Io ho una teoria che potrebbe spiegare
le cose" disse Miroku, mentre si voltava a
guardare il panorama disegnato dai campi.
"Eh? Che cos'è?" chiese Kagome, impaziente di ascoltare la storia del monaco.
"La ragazza che lui ha amato molto tempo
fa' potrebbe essere, ora, completamente cambiata. In tal caso, lui,
probabilmente, non vuole che estranei la vedano in questo stato".
Shippou si irritò ai
commenti di Miroku. "Così, noi che cosa siamo?
Siamo degli estranei per Inuyasha?! Inoltre, e se poi le cose peggiorassero più di
quanto pensi?"
Miroku si schiarì la
gola. "Se fossi in lui, in memoria del tempo che fu, tenterei di
recuperare la relazione con lei".
Kagome si fermò
brevemente alle parole di Miroku.
"Oh... È così?" chiese freddamente Kagome, mentre cercava di guidare la sua bici lungo il
sentiero con la ghiaia che la spingeva fuori direzione.
Da dietro, Kagome
udì Miroku dire "Ad ogni modo, temo che non fosse
la cosa giusta da dire. Mi sento come se fossi stato colpito da uno sguardo glaciale".
E quindi un'intonata voce più alta gli fece seguito "Heh,
mi sa che non è stata soltanto la tua immaginazione".
'Bah!
Perché mi sto arrabbiando per questo?' pensò silenziosamente Kagome mentre continuava a spingere la sua bici. 'Suppongo che Inuyasha
stesse mentendo quando ha detto di volermi con lui... Non appena Kikyou è apparsa, è corso da lei e mi ha lasciata indietro.
Suppongo di non essere così importante per lui. O almeno, quando Kikyou è nei paraggi' Kagome
aggrottò la fronte.
"Uh, Kagome-sama?"
domandò Miroku, scuotendo Kagome
dai suoi pensieri.
Kagome lo schernì.
"Assolutamente no! Perché poi vorrei seguir--!" Le sue parole furono
interrotte da un fruscio di energia attorno a lei.
'Questa
è energia malefica?' pensò Kagome. 'Youkai...'
Arrivava dalla foresta.
Qualcosa attirò la sua attenzione. 'Gli youkai di Kikyou! Ciò significa che Kikyou
è vicina!' pensò Kagome. 'Ciò significa che anche Inuyasha è qui'.
Senza pensarci un secondo, Kagome partì. Udì solo debolmente le voci degli altri
dietro di lei, mentre si lanciava come un fulmine nella foresta, scostando
piante rampicanti e incespicando tra le rocce. Le tenui grida di Miroku scemavano in lontananza, mentre lei continuava a
correre.
'Non
posso perdere di vista gli youkai!' pensò Kagome mentre avanzava più forte. 'Non posso perderli!'
Fermandosi a respirare, Kagome
si guardò attorno accorgendosi di essere sola. 'Dove sono gli altri?' pensò, sentendo il panico scorrerle per tutto
il corpo. 'Sono sola?!'
Kagome rabbrividì.
L'energia malefica degli youkai vibrava nell'aria.
Poteva sentirla lì vicino. Dirigendosi verso la fonte, trasalì per quello che
vide.
"Kikyou!"
Disteso tra i rami di un grande salice, il
profilo di Kikyou se ne stava là, circondato dai suoi
youkai che la stavano ovviamente sorvegliando mentre
dormiva.
Kagome si diresse con
cautela verso di lei. Kikyou sembrava addormentata e Kagome si accorse che loro due sembravano identiche, solo
che Kikoyou pareva, forse, essere di qualche anno più
vecchia di lei… e più femminile. Rimase lì, assorta, e, per una frazione di
secondo, Kagome si sentì gelosa. Non c'era dubbio che
Inuyasha amasse Kikyou. Lei
era bella, e la cosa era evidente anche per Kagome
stessa.
Improvvisamente, gli occhi di Kikyou si aprirono.
"Tu..." disse, la sua voce fredda
come il ghiaccio, ma allo stesso tempo dolce e bella come la musica.
Rizzandosi, la fissò e anche lei trasalì. "Hai attraversato la mia
barriera, vero?"
Apparendo più che sorpresa e restando per un
attimo senza parole, Kagome balbettò.
"B-Barriera? Ce n'era una?!" Certamente se ne sarebbe accorta se ci
fosse stata una barriera, benché Kagome non ricordasse
di averne mai incontrata una da quando aveva iniziato a correre attraverso il
bosco. Probabilmente non se n'era accorta, poiché la sua mente, per tutto il
tempo, era stata concentrata su altri pensieri.
"Beh, tu sei me, lo sai" replicò Kikyou placidamente. "Tuttavia, i tuoi amici non sono
stati in grado di attraversarla con te".
"Vuoi dire Miroku-sama
e Shippo-chan?" chiese Kagome,
sentendosi automaticamente stupida per aver formulato una domanda tanto
retorica.
Kikyou non rispose, e
continuava a respirare calma. "Dov'è Inuyasha?"
chiese, cambiando immediatamente argomento.
"Eh... Inuyasha
non è qui con te? Lui era venuto a cercarti." replicò Kagome,
sentendosi ancora una volta come se stesse rispondendo ad un quesito che, in
realtà, non necessitava di alcuna risposta.
Dopo solo un momento di pausa, Kikyou si rivolse a lei. "Tu... sei un ostacolo"
replicò, con la voce diventata ancora più fredda di quanto non lo fosse stata
prima.
"Cos-?" balbettò Kagome, mentre Kikyou allungava
lievemente due dita e glie le posizionava sulla fronte.
"Pare che Inuyasha
sia arrivato" dichiarò Kikyou con calma,
percependo qualcosa che Kagome, ovviamente, non
poteva sentire. "Tuttavia, lui non sta venendo a salvare te. Sta venendo
ad incontrare me".
Kagome rabbrividì. Il
suo corpo non si muoveva. Qualunque magico incantesimo Kikyou
avesse usato su di lei, stava funzionando alla perfezione. Si sentì gelare da
capo a piedi e poteva appena respirare.
'Inuyasha stava arrivando?'
Percependo qualcosa frusciare sotto i suoi
piedi, gli occhi di Kagome si abbassarono. Due degli youkai-serpente di Kikyou si
stavano attorcigliando attorno al suo corpo, facendola prigioniera.
"Non puoi muoverti. Anche se gridi, non
sarai udita. Non sarai visibile agli occhi di Inuyasha.
Non ti lascerò interferire..."
Il sangue di Kagome
iniziò a ribollire. "Kikyou! Hai intenzione di
uccidere Inuyasha? Lo odi veramente così
tanto?!"
"Inuyasha
vuole che io muoia" disse Kikyou, con un accenno
di tristezza nella voce.
"Questo non è vero, Kikyou.
Inuyasha è ancora innamorato di te!" gridò. 'Devo far sì che lei mi creda!' disse Kagome nella propria testa, i suoi pensieri vagavano. 'Ucciderà Inuyasha
se non la fermo! Per favore! Prima che lui arrivi...!'
Come rispondendo ad una muta richiesta, Inuyasha giunse ed uscì fuori dalla boscaglia, respirando
pesantemente. Uno sguardo preoccupato fu sostituito dalla sorpresa, quando i
suoi occhi scoprirono la familiare sagoma di Kikyou.
"Kikyou..."
sussurrò.
Kikyou si girò con
delicatezza verso di lui, il suo volto non era più freddo, ma colmo di dolore. Inuyasha si bloccò. I suoi occhi scrutarono la foresta fino
ad arrivare, per fermarvisi, al posto dove c'era Kagome,
ma senza riuscire a scorgerla. Qualsiasi incantesimo Kikyou
avesse lanciato per immobilizzare Kagome, aveva anche
reso Inuyasha incapace di vederla.
"Davvero non riesci a vedermi, Inuyasha?" chiese forte Kagome,
sapendo che le sue parole non sarebbero state udite.
"Così eri davvero tu, huh? Tu raccoglievi le anime delle ragazze morte"
dichiarò Inuyasha, il suo volto sembrava piuttosto
triste. "Perché?"
'Così
era Kikyou che stava rubando le anime di tutte quelle
ragazze morte' pensò Kagome. Era triste soltanto
il pensiero di questa cosa.
"Questa... imitazione di corpo fatta di
ossa e terra non può muoversi bene se non è riempito di anime" rispose
debolmente Kikyou. Sorridendo trucemente suo
malgrado, continuò. "Inuyasha, tu mi trovi
repellente, non è vero? Il mio odio per te mi fa da stimolo, e continuo a
vivere in questo mondo utilizzando le anime dei defunti a causa tua".
'Perché
sta dicendo questo?' pensò con rabbia Kagome. 'Lei ama Inuyasha!
Non è così?'
Le sue parole sembrarono dilaniare Inuyasha. Lui chiuse gli occhi e strinse i denti. "Ti
sbagli. Tu puoi odiarmi, ma... io..." si fermò come se stesse cercando di
spingere fuori qualcosa di doloroso. "Non
c'è stato un singolo giorno in cui mi sia dimenticato di te!"
Gli occhi di Kagome
si allargarono per l’orrore. Così, era vero allora. Inuyasha
aveva amato Kikyou per tutto il tempo. Lei era solo
un rimpiazzo di Kikyou e nulla di più. La rabbia le riempì
il cuore mentre cercava di bloccare il suono della voce di Inuyasha
che continuava.
"Qualunque cosa tu sia, non penso che
potrei provare repulsione verso di te o odiarti" disse Inuyasha
facendo un passo avanti verso Kikyou con una mano sul
petto.
Energia nera turbinò tra i suoi piedi mentre
chiudeva la distanza tra sé e Kikyou. Kagome lottò per muoversi, ma l'incantesimo la teneva
ancora legata strettamente, proprio come lo youkai
serpente.
Gli occhi di Kikyou
si addolcirono di nuovo e sembrava come se non riuscisse a trovare le parole.
Sicuramente non si aspettava una cosa del genere da Inuyasha,
no?
Sopra lo scampanio dell'energia degli youkai, Kagome udì Kikyou sussurrare debolmente. "Lo dici...
davvero?"
"Kikyou...?"
chiese Inuyasha mentre lei si avvicinava ancora di
più a lui. Così vicino che lo raggiunse con la mano e gli toccò la guancia con
il palmo.
"Non lo trovi spaventoso...?"
chiese lei. "Proprio ora, potrei ucciderti con la mia mano...?"
Kikyou si mosse e gli
occhi di Kagome colsero l'aurea demoniaca.
'Lo
sta per attaccare' pensò Kagome. "Inuyasha! Scapp--!"
Le parole di Kagome
si bloccarono quando capì che Kikyou non intendeva
fare del male ad Inuyasha. Le sue labbra si mossero
gentilmente verso quelle di lui, mentre chiudeva gli occhi e gli baciava le
labbra.
"EH?!" gridò Kagome
sorpresa. 'Che cosa diavolo sta
facendo?!'
I due si separarono e Kikyou
cadde nell'abbraccio di Inuyasha "Quando ero
viva, avrei voluto farlo, ma non ho mai potuto. Non so se fosse perché avevo
paura di te o perché sentivo che non ero... abbastanza umana, a causa dei miei
doveri verso la Shikon no Tama."
L'abbraccio di Inuyasha
si rafforzò attorno al fragile corpo di Kikyou.
"Kikyou..." sussurrò nel suo orecchio.
Lottando con sé stessa, Kagome
tentò di cacciare indietro le lacrime. Smise di lottare contro il potente
incantesimo bloccante che Kikyou le aveva lanciato.
Che cosa importava adesso?
Kikyou e Inuyasha si amavano e non c'era nulla che lei potesse fare.
Lei stava solo... lottando contro sé stessa.
'Non
posso più guardare.' pensò Kagome mentre si
voltava, con le lacrime che le punzecchiavano gli occhi. La voce straziata di Inuyasha riempì l'aria.
"Kikyou...
cosa dovrei fare io?" chiese.
"E' troppo tardi per noi per tornare
come eravamo... Solo rimaniamo così ancora per un po'" rispose Kikyou, la sua voce era triste, ma allo stesso tempo così
pura.
Un fruscio di potere fece trasalire Kagome. Si voltò verso Inuyasha e
Kikyou e rimase sorpresa. Il potere di Kikyou aveva fatto sí che Inuyasha cadesse in trance, mentre Kikyou
usava i suoi youkai per trascinare con forza Inuyasha dentro il suolo con lei.
'Così
è quello il suo piano!' pensò Kagome. 'Portare Inuyasha
con sé all'inferno!'
"Inuyasha"
gridò Kagome, lottando di nuovo contro l'incantesimo.
"Fermati, Kikyou! Cosa stai facendo?!"
Kikyou sorrise con
cattiveria e disse forte, così che anche Kagome potesse
udire "Inuyasha, non ti lascerò scappare di
nuovo. Vieni all'inferno con me!"
Il suolo continuava a scheggiarsi e ad
incrinarsi, mentre il potere della sacerdotessa li trascinava all'interno. Gli
eco dell'energia malefica continuavano a volare così potenti, da rendere Kagome vertiginosa e debole per la nausea.
"Inuyasha,
idiota! Non lo vedi?! SCAPPA!" urlò senza risultato. La coscienza di Inuyasha era persa nell'incantesimo di Kikyou.
"Dannazione, Kikyou! Tu puoi sentirmi,
vero!" urlò, sviando la propria attenzione alla calma sacerdotessa che
stava ancora abbracciando Inuyasha, mentre il terreno
continuava ad aprirsi in una strada verso l'inferno. "Il tuo odio verso Inuyasha è sbagliato! Tu non sai cosa successe cinquanta
anni fa! Voi due siete caduti in una trappola! C'era un tizio che ha fatto si
che voi vi odiaste a vicenda!! Il suo nome è Naraku, Kikyou! Mi senti?!" gridò Kagome.
Kikyou alzò lievemente
la mano per farla tacere. "Zitta" bisbigliò mentre una potente onda
di energia colpì Kagome, frantumando l'albero dietro
di lei. "Anche se potessi ottenere la mia vendetta, pensi che essa mi
ridarebbe il mio corpo? Io sono morta!" Si girò lievemente verso Inuyasha, che sembrava addormentato dall'incantesimo, e
l'oscura energia turbinava attorno a loro. "Inuyasha,
è meglio anche per te... vieni assieme a me adesso, piuttosto di vivere senza
essere capace di dimenticarmi, no...?" chiese mentre toccava gentilmente
il suo volto.
Il sangue di Kagome
ribollì furiosamente. Colei che aveva fatto tutto questo era chi lei pensava?
"Perché... Tu! Non scherzare! Non toccare
Inuyasha!!" Il potere esplose dal corpo di Kagome, mentre lei gridava.
Spaventata, Kikyou
si afferrò il cuore mentre le anime fuggivano dal suo corpo. "Hai preso di
nuovo la mia anima..." urlò sorpresa. "Non importa, porterò ancora Inuyasha con me!" urlò mentre lo trascinava nel suolo
assieme al resto dei suoi poteri.
"Inuyasha!
SVEGLIATI!!!" urlò Kagome più forte che poteva.
Gli occhi di Inyasha
si aprirono lievemente mentre ricominciava a prendere coscienza. Aveva udito la
voce di Kagome chiamarlo. 'Lei era qui?' I suoi occhi scrutarono l'area e misero a fuoco la
forma di Kagome. Attorno a lei c'era un gruppo di youkai di Kikyou.
Senza pensarci un secondo, Inuyasha saltò in avanti sguainando la spada e attaccando
gli youkai, togliendoli dal corpo di Kagome.
"Cosa stai facendo qui?" chiese Inuyasha mentre la aiutava a mettersi in piedi.
"Cosa vuoi dire con 'Che cosa sto
facendo qui?!'" rispose Kagome con rabbia.
L'espressione di Kikyou
era mutata in una di dolore, mentre indietreggiava piano, il suo corpo iniziava
ad essere trascinato via nell'aria dal potere dei suoi youkai.
"Quella ragazza... per te è più importante di me, non è vero, Inuyasha?" chiese piano mentre iniziava a fluttuare.
Gli occhi di Inuyasha
si girarono verso di lei con uno sguardo di perplessità. "Kikyou!" urlò.
"Inuyasha,
ricorda solo che i miei sentimenti per te quando ci siamo baciati non erano una
menzogna..." disse gentilmente Kikyou tenendosi
una mano sul cuore. "Ricorda solo questo...".
Il potere delle anime scomparve dal corpo di Kikyou e lei e i suoi youkai
svanirono nell'aria. L'aurea della foresta ritornò normale e l'incantesimo che
teneva legata Kagome si dissipò quasi immediatamente.
Kagome lanciò uno
sguardo al cielo dove Kikyou era scomparsa. Così, era
vero allora. Inuyasha amava ancora Kikyou. L'aveva salvata solo perché il suo potere aveva
rotto la barriera di Kikyou e aveva raggiunto Inuyasha. Chi lo sa cosa sarebbe successo ad Inuyasha se lei non fosse stata in grado di raggiungerlo. Kagome si voltò per tornarsene indietro da Shippou e Miroku.
Rabbia e gelosia riempirono all'istante il
suo cuore e lei doveva stringere duro i pugni per trattenersi dal crollare e
piangere.
'Si
sono baciati!' pensò Kagome, la sua gola si
strinse. 'Io non conto veramente nulla
per Inuyasha'
"Oi" un
richiamo arrivò da dietro di lei. Era Inuyasha.
"Non seguirmi!" replicò con rabbia.
Il suo cuore faceva già male a sufficienza. Voleva solo andarsene lontano da
lui.
"Perché sei arrabbiata?" chiese Inuyasha, mentre camminava per raggiungerla.
Kagome chiuse gli occhi
e strinse i pugni, prima di girarsi e gridare "Mi spiace, ma ho visto tutto!"
Inuyasha fu un poco preso
alla sprovvista "Eh? Tutto?" ripeté in silenzio.
"Tutto fin dall'inizio!" gridò Kagome. 'Dannazione, Inuyasha' pensò. ‘Hai
idea di quanto mi hai fatto male?!' Girandosi verso di lui, lei urlò.
"Ad ogni modo, che cosa sono io per te?!"
"Hey!"
disse lui mentre cercava di avvicinarsi.
"A
CUCCIA!" gridò Kagome ed udì il
soddisfacente *thunk* che emetteva Inuyasha ogni qual volta sbatteva la faccia al suolo.
Kagome si voltò e corse
via, ascoltando una casuale sfilza di maledizioni salire dal terreno della
foresta dove giaceva Inuyasha, il suo volto era appiccicato
al suolo grazie al potere del rosario.
"Dannata ragazza!" grugnì mentre si
rialzava sputando la terra che aveva ingoiato.
Kagome si mise una mano
al petto mentre correva. Non le importava quanto distante o per quanto tempo
dovesse correre. Ciò che Inuyasha aveva fatto provava
che lei non era importante nella sua vita, e lei lo sapeva. La rabbia le riempì
il cuore e rimpiazzò la tristezza che provava in precedenza. Decise che ciò era
la cosa migliore.
Kikyou aveva vinto Inuyasha. L'aveva da sempre. Non c'era rimpiazzo per Kikyou e Inuyasha poteva amare
soltanto lei in quel modo. Kagome non era neanche
lontanamente bella o raffinata, o non aveva lo stesso onore di Kikyou. Non c'era alcun modo in cui lei potesse essere alla
sua altezza.
Brucianti lacrime fluivano dai suoi occhi,
mentre continuava a correre sempre più lontano, via da Inuyasha.
Era sicura che lui non l'avrebbe seguita. Perché mai avrebbe dovuto? Lui aveva Kikyou da rincorrere.
"TI ODIO!" gridò Kagome mentre correva, i suoi occhi accecati dalle lacrime.
Lontano, sensibili orecchie canine captarono
il debole grido di Kagome.
Aveva davvero sentito ciò che pensava di aver
sentito? Inuyasha scrollò le spalle, spolverò il suo hakama e si voltò verso il suono. Kagome
era fuggita. Miroku aveva suggerito di lasciarla sola
finché non si fosse calmata, ed aveva sulla testa il bernoccolo provocato dal suo
bastone a testimoniarlo.
Inuyasha tornò indietro,
oltre il campo, vicino all'argine del corso d'acqua dove Miroku
e Shippou erano impegnati a cucinare i serpenti che Shippou aveva catturato.
"Ne vuoi Inuyasha?"
chiese Shippou, la sua bocca era piena di serpenti
arrostiti su di un bastoncino.
"Feh!"
arrivò la fredda replica di Inuyasha, mentre
incrociava le braccia al petto e si sedeva un poco separato dal piccolo gruppo.
Miroku meditò
pensosamente. "Sai, dovresti aspettare un attimo prima di provocare ancora
Kagome-sama. Da quello che ci hai detto, hai fatto un
atto veramente irriverente proprio di fronte a Kagome-sama.
Non mi meraviglia che sia arrabbiata".
"Chiudi la bocca, dannato bonzo."
ringhiò Inuyasha. "Cosa ne sai? Tu non eri
là!"
"Ma Kagome
sì" dichiarò semplicemente Miroku mentre
prendeva un altro morso di carne. "Sei sicuro di non volerne?"
gesticolò mentre gli offriva un grosso pezzo di carne arrostita.
Le sopracciglia di Inuyasha
solcarono Miroku e borbottò.
'Che
cosa sa quel bonzo?' pensò. Ciò che Kagome aveva
visto non era colpa sua.
Se solo ora potesse tornare indietro, lo
farebbe. Sapeva dannatamente bene che, ciò che Kagome
aveva visto, le aveva fatto orribilmente male. Immagina se fossero stati Kagome e... Miroku per esempio.
Inuyasha guardò con occhio
torvo il monaco che stava consegnando un altro serpente alla piccola kitsune.
Inuyasha roteò gli occhi. 'Non importa. Pessimo esempio.' pensò Inuyasha. 'Se fossero
stati lei e Miroku, mi sarei personalmente divertito
a fare a pezzi quel monaco, arto per arto' pensò con un sogghigno
soddisfatto.
La sua mente ritornò a Kagome.
Cosa aveva pensato lei quando aveva visto lui e Kikyou
insieme? Si era sentita anche lei nel suo stesso modo?
Inuyasha scosse la testa e
borbottò. "Io vado" disse semplicemente mentre iniziava ad
allontanarsi.
Senza nemmeno voltarsi, Miroku
lo chiamò "Almeno questa volta, non farla andare via, hai capito?"
La voce di Shippou
si unì a quella di Miroku, "Sì, o dovrò
prenderti a calci nel sedere, Inuyasha!"
Inuyasha neanche si
preoccupò dei loro ridicoli commenti. Si lanciò verso gli alberi ed in pochi
secondi fu fuori dalla loro visuale.
Miroku guardò in
lontananza il luogo in cui Inuyasha era scomparso.
"Cinque serpenti arrosto che Inuyasha sarà
mandato 'a cuccia' nei prossimi dieci minuti da Kagome-sama".
La giovane kitsune
rise semplicemente a mo di approvazione, mentre prendeva dallo spiedo un altro
grosso pezzo di carne.
…Continua…
Nota
della Traduttrice (2003): Allora ragazzi, mentre in questo primo
capitolo, come avete potuto notare, la fic segue
molto la versione del manga, ma dal prossimo essa si staccherà completamente,
seguendo un proprio corso (ma, tra l'altro, questo ve l'aveva già detto
l'autrice all'inizio e io che ve lo ripeto a fare?).
Ho iniziato a tradurre il lavoro di Coronet perché quando l'ho letto nella versione originale
mi era proprio piaciuto un sacco: si tratta di una fic
che analizza in maniera approfondita i sentimenti di Kagome
e di Inuyasha, che saranno costretti a prendere delle
decisioni importanti.
Come continua la storia? Non ve lo dico perché,
se volete saperlo, dovete leggervi il seguito (altrimenti io perché traduco?)
Beh, se non vi disturba troppo, lasciate
qualche commentino, così farete contenta sia la sottoscritta (che sarà più
incentivata a tradurre), sia Coronet, a cui tradurrò
e invierò i vostri commenti.
Dal prossimo capitolo le cose cominciano a
farsi interessanti.
Inuyasha procedette
faticosamente attraverso la boscaglia, avviandosi verso l'unico posto in cui
sapeva che Kagome si dirigeva sempre ogni qual volta
era arrabbiata... il pozzo mangia-ossa. Tutte le
volte che si arrabbiava o minacciava di tornare di nuovo nel suo tempo, lei andava
sempre in quel luogo e - Inuyasha sogghignò in modo
compiaciuto - veniva facilmente bloccata da lui.
Inuyasha si chiese che
cosa avrebbe mai potuto dirle per darle delle spiegazioni. Lui non avrebbe mai
voluto che Kagome si trovasse là (al momento del
bacio. NdT). In realtà, Kagome non avrebbe proprio dovuto essere là.
Le cose sarebbero state più facili se Kikyou non fosse rinata in questo mondo. Ciò non stava a
significare che lui non la rivolesse indietro ma, da quando era risuscitata da
terra e ossa, lei non era più la stessa.
Beh,
non era più la stessa Kikyou che lui conosceva
prima...
Inuyasha rallentò il passo
mentre si avvicinava al pozzo mangia-ossa. Poteva
sentire l'odore di Kagome nell'aria del primo
mattino.
"Dunque, è qui intorno." Pensò Inuyasha mentre si guardava in giro per vedere dove lei fosse.
Kagome sedeva da sola,
le gambe piegate al petto, appoggiata contro un lato del legno marcio del
pozzo. Il suo viso era rivolto al suolo, ma Inuyasha
poteva sentire, persino stando appollaiato al di sopra degli alberi distanti
alcune dozzine di metri, i suoi deboli singhiozzi e l'odore salato delle sue lacrime.
"Sta
piangendo" Pensò Inuyasha shockato. "Di certo non può stare davvero così
male..."
Kagome se ne stava
seduta a terra, facendo scorrere un filo d'erba fra le dita, mentre piangeva.
Era arrabbiata. Arrabbiata con Inuyasha perché amava Kikyou, arrabbiata con Kikyou
perché amava Inuyasha, e, più di tutto, arrabbiata
con sé stessa perché si era permessa di affezionarsi così tanto ad Inuyasha.
Kagome inspirò
rumorosamente con il naso e strappò il filo a metà, lasciando che i pezzi
ricadessero a terra, mescolandosi con tutti gli altri steli.
Avrebbe dovuto avere del buonsenso... Inuyasha non era della sua epoca e non poteva capirla fino
in fondo. Là le cose erano così diverse, tanto che Inuyasha
e i suoi amici di quel tempo lontano non ne avevano la minima idea. Inuyasha non riusciva a comprendere cosa fossero la scuola,
gli esami d'ingresso per la scuola superiore, i compiti a casa, o persino
qualcosa di semplice e comune per lei come un gelato. A causa di tutto ciò,
sapeva Kagome, non si sarebbe mai inserita con la
gente di quel luogo e sarebbe per sempre rimasta un'estranea.
"Apparteniamo
veramente a due mondi separati" concluse.
Kagome pensò a cosa le
mancasse del suo mondo. Per stare con Inuyasha e
cercare i frammenti della Shikon no Tama, lei aveva lasciato la sua epoca, e con essa la
sua famiglia, i suoi amici, la scuola. Certo, ritrovare i frammenti era molto
importante, ma non poteva semplicemente abbandonare tutto ciò che già aveva nel
suo tempo.
In realtà, non aveva mai preso la ricerca dei
frammenti molto seriamente fino a quel momento. Si trattava quasi come di un
gioco... Percepire il luogo in cui si trovava un frammento, viaggiare con Inuyasha, Shippou-chan, Miroku-san e trovarlo, prenderlo e portarlo con sé, e
ripetere il processo all'infinito, finché tutti i frammenti non fossero stati
raccolti e Inuyasha non avesse potuto esprimere il
suo desiderio… o qualsiasi altra cosa si supponeva che accadesse.
Ad ogni modo, non era che lei fosse molto
d'aiuto nel recuperare i frammenti. Senza di lei, Inuyasha
avrebbe sicuramente potuto preoccuparsi di più della propria incolumità, quando
andava a sottrarli agli youkai.
Kagome, di per sé, non era necessaria nel processo di
ricerca. Di solito, lei era solo d'impaccio al gruppo, o veniva ferita, o era
usata contro di loro in quanto punto debole di Inuyasha.
Kagome sospirò, mentre
si asciugava le lacrime dagli occhi.
Comunque, Kikyou
poteva sempre aiutare Inuyasha a trovare i frammenti.
Lei era sicura che Kikyou fosse ancora in vita. E Inuyasha avrebbe probabilmente preferito l'aiuto di Kikyou rispetto al suo.
Un fruscio tra gli alberi allarmò Kagome. Lottando per alzarsi, scrutò le cime dei rami
vicini. Restò all'erta, sperando che non si trattasse di uno youkai, proprio in
quel momento in cui era sola e non aveva alcuna possibilità di difendersi se attaccata.
Respirando pesantemente, i suoi occhi scrutarono gli alberi e i cespugli della
foresta attorno a lei, quando qualcosa catturò la sua attenzione.
"A CUCCIA!" urlò rabbiosamente Kagome e, come su suggerimento, un fulmine rosso e bianco
cadde dalla cima degli alberi, disteso con il volto a terra, davanti ai suoi
piedi.
"Urgh"
gemette Inuyasha mentre lottava contro il potere del
rosario attorno al suo collo, nel tentativo di rialzarsi. "Kag-!"
"Cosa stai facendo qui?!" chiese Kagome, per metà sorpresa che lui fosse lì e per metà arrabbiata per essere stata vista mentre
piangeva.
Cercando di alzarsi, mentre il potere del
rosario svaniva, Inuyasha urlò "Sono solo venuto
a vedere dove diavolo fossi! Volevo essere sicuro che i frammenti fossero
salvi!"
Kagome aggrottò le
sopracciglia. "Bene, i frammenti sono proprio qui ed evidentemente tu mi
hai trovata" affermò semplicemente, tirando fuori dalla tasca la
bottiglietta e facendola ondeggiare davanti al volto di Inuyasha.
Gli occhi di Inuyasha
non lasciarono mai quelli di lei. "Stava
piangendo per te" ricordò a sé stesso. "Beh, dì qualcosa stupido!" si maledì silenziosamente.
"Perché stai piangendo?" chiese, il
suo tono era piatto e senza molta emozione. Era il massimo che riusciva a
sforzarsi di dire. "Sei ancora arrabbiata per ciò che hai visto?"
Kagome rimise i
frammenti in tasca e sospirò. Decise di essere perfettamente onesta con lui.
"Sì".
Inuyasha non seppe come
reagire. Supponeva che lei avrebbe detto "No! Cosa te lo ha fatto
pensare?" e avrebbe lasciato cadere l’argomento.
Inuyasha sospirò e distolse
lo sguardo. "Ascolta, io sono... dispiaciuto per ciò che hai visto. Se
avessi saputo che tu eri lì, non l'avrei mai fatto".
Ma
lo hai fatto, stupido.
"È... È tutto ok. Capisco" disse
piano Kagome, i suoi occhi erano abbassati.
"Capisco come ti senti riguardo a Kikyou".
Inuyasha la sbirciò
dall'angolo dell'occhio. C'era qualcosa di strano nel suo tono. "Cosa stai
nascondendo, Kagome?" chiese.
"Nulla" giunse la sua semplice
risposta. "Veramente nulla".
"Bene allora. Andiamo. Torniamo indietro
dagli altri prima che inizino a preoccuparsi. Ti porterò io".
Kagome sospirò e chiuse
gli occhi, mentre scandiva le seguenti parole. Parole delle quali sperava di
non doversi mai pentire. "No. Non voglio ritornare indietro, Inuyasha".
Inuyasha si voltò verso di
lei. "Eh? Di cosa stai parlando, donna?"
"Mi hai sentita." disse Kagome. "Non tornerò indietro".
"Che cosa stai dicendo? Certo che
tornerai indietro se non vuoi restare qui fuori tutta la notte e venire
attaccata da qualche bastardo demone affamato" replicò Inuyasha.
"Tu non capisci, Inuyasha."
disse Kagome mettendosi una mano alla bocca mentre i
suoi occhi iniziavano a riempirsi di nuovo di lacrime. "Io... voglio tornare
nella mia epoca, adesso".
Inuyasha storse il naso.
C'era qualcosa che non andava in lei. Aveva un odore diverso dal solito. Il suo
odore in genere era felice, mentre questa volta sembrava sinceramente triste e
lui non sapeva il perché.
Cosa voleva dire con 'Tornare alla sua
epoca'? Voleva tornare e studiare per quegli 'esami' di cui parlava sempre? O
forse doveva andare in quell'orribile edificio chiamato 'scuola'. Sicuramente
sarebbe stata via per qualche giorno, forse un settimana al massimo, ma,
allora, perché stava piangendo?
"Feh,
ritornare nella tua epoca, eh? Per quanto tempo questa volta?" chiese Inuyasha mentre incrociava le braccia al petto.
Kagome scosse solo la
testa, mentre le lacrime le scendevano lungo le gote. Stringendo il pugno
davanti alla bocca iniziò a singhiozzare piano. "Tu non... capisci."
bisbigliò tra deboli singhiozzi.
Inuyasha iniziò ad essere
invaso dal panico, mentre all’apparenza tentava di rimanere calmo. Perché continuava in quel modo? Era a causa
di ciò che aveva visto?! Dei, questa donna lo confondeva così tanto.
Facendo la sola cosa che sapeva fare, Inuyasha mise le proprie braccia sulle spalle di lei e si
inginocchiò per guardarla negli occhi, che erano rivolti verso il basso. "Kagome, cosa non capisco?"
Trasalendo al tocco di Inuyasha,
Kagome si scansò da lui. "Non voglio tornare
indietro" gridò. "Non posso più stare qui, Inuyasha!"
Le sue parole furono rotte dai singhiozzi, mentre gli voltava la schiena.
"Cos-?! Che follie stai dicendo?!"
chiese Inuyasha. "Certo che tornerai
indietro!"
"Perché...?" bisbigliò Kagome mentre si sforzava di tenere le lacrime sotto
controllo. "Tu non hai più bisogno di me".
"Che vuoi dire?" chiese Inuyasha, alzando la voce. "Certo che sei necessaria
qui! Tu sei la sola persona che può trovare facilmente i frammenti della Shikon!"
"No..." bisbigliò Kagome. "Tu hai Kikyou che
può farlo. Non c'è più bisogno di me qui".
Inuyasha era spaventato.
Certo, Kikyou poteva usare la sua vista per trovare i
frammenti, ma questo cosa aveva a che fare con Kagome?
Lei non stava seriamente pensando di lasciarlo per sempre, vero?
Kagome ascoltò il
respiro di Inuyasha. Non stava replicando alla sua
ultima affermazione perché anche lui sapeva che era vera. Lei non era più necessaria
qui.
"Inuyasha, ho
deciso una cosa" disse piano, dandogli di nuovo la schiena. Non poteva
sopportare di vedere la sua reazione quando avrebbe pronunciato quelle parole.
"Me ne andrò... e questa volta, non ritornerò. Ho delle cose di cui
occuparmi nel mio tempo e non ce la faccio più a vivere queste due vite
contemporaneamente". Kagome trasse un lungo
respiro. "E ora che Kikyou è ritornata, può
rimpiazzarmi nel compito di trovare il resto dei frammenti e poi tu potrai
esprimere il tuo desiderio di diventare uno youkai
completo quando li avrete trovati tutti. Così, come vedi, io non sono più
necessaria qui" pronunciò quest'ultima parte il più veloce che poté.
Inuyasha rimase inchiodato
al suolo. ‘È seria’. Allungò una mano
verso la spalla di lei. "K-Kagome!"
"Per favore, non tentare di fermarmi"
disse Kagome mentre respingeva la sua stretta.
"Ho fatto la mia scelta. Mi dispiace".
Camminò lentamente verso la bocca del pozzo e
vi guardò all'interno. Nell'oscurità della notte, il tunnel sembrava non avere
fondo. Sospirando, mentre si asciugava le ultime lacrime, Kagome
tolse la cravatta dalla sua uniforme scolastica e la piegò. "Volevo
tornare indietro e dire personalmente addio a tutti, ma sapevo di non poter
sopportare di vedere le facce degli altri quando gli avrei annunciato che non
sarei più ritornata. Così avevo programmato di andarmene senza dire nulla, ma
tu sei venuto. Qui." Camminando velocemente verso Inuyasha,
gli porse il suo fazzoletto. "Per favore, dà questo a Shippou-chan.
E prendi anche i frammenti".
Silenziosamente, Inuyasha
prese il fazzoletto e la piccola bottiglietta che Kagome
gli porgeva, e li fissò tra le sue mani. Kagome si voltò
ed iniziò di nuovo a camminare lentamente verso il pozzo.
"Non andare".
Kagome si voltò verso Inuyasha che stava stringendo la cravatta in una mano e la
bottiglietta nell'altra. I suoi occhi non volevano incontrare quelli di lei.
"Per favore... non andare".
"Inuyasha...
io devo andare. Non c'è posto per me qui" gridò Kagome,
sentendo le lacrime che iniziavano a sgorgare di nuovo.
"Se te ne vai, io verrò e ti trascinerò
indietro con la forza!" aumentò il tono di voce, stringendo ancora più
forte la cravatta nelle proprie mani.
Kagome gli sorrise
tristemente. Camminò verso di lui ancora una volta, gli mise le braccia attorno
alla vita e lo abbracciò. "Mi dispiace" bisbigliò contro il suo
petto. "Mi mancherai".
Spaventato, Inuyasha
rimase fermo lì, guardando la cima della testa di Kagome.
"Kagome..." bisbigliò.
Rompendo l'abbraccio, Kagome
si voltò per camminare verso il pozzo per l'ultima volta. Mise una gamba al di
là del bordo del pozzo. "Dì a Shippou-chan e a Miroku-san addio per me e dì loro che li amo entrambi".
Fece una pausa come se stesse pensando a cosa dire dopo. Le sue successive
parole furono semplici e quasi inudibili, tranne che per un paio di sensibili
orecchie canine. "Tu mi
mancherai maggiormente. Addio... Inuyasha".
Inuyasha trattenne il respiro
e si lanciò in avanti il più velocemente che poté, ma, nel momento in cui
raggiunse l’ingresso del pozzo, Kagome se n'era già
andata.
"KAGOME!"
Gridò cercandola nell'oscurità del pozzo, sebbene sapesse che non sarebbe più riapparsa.
Mentre ringhiava, era già entrato per metà
nel pozzo, con la piena intenzione di seguirla, trascinarla indietro, e, se
avesse dovuto, anche legarla o rinchiuderla, finché non avesse riacquisito la
ragione, così da comprendere le assurdità che aveva detto e decidere di restare.
Questo pensiero lo shoccò.
"Lei non vuole che la segua questa
volta, non è vero?" dichiarò a sé stesso.
Il vento continuava a sferzare attorno a lui,
mentre se ne restava fermo per un minuto buono, per metà nel pozzo e per metà
fuori.
Ringhiando rabbiosamente, saltò fuori dal
pozzo e si lanciò indietro, lungo la direzione dalla quale era venuto, stringendo
la bottiglietta dei frammenti della Shikon in una mano e il fazzoletto nell'altra. Avrebbe
trovato quell'idiota di un bonzo e quella monella di una kitsune
che aveva minacciato di prenderlo a calci nel sedere e avrebbe chiesto loro
cosa avrebbe dovuto fare, perché, pensò Inuyasha con
un brivido, per la prima volta, non sapeva veramente come comportarsi, e ciò lo
spaventava.
…Continua...
Nota
della Traduttrice (2003): sniff, sniff, ogni volta che leggo questo capitolo quasi mi
commuovo...
Visto come sono stata veloce a tradurre?
Bene, a questo punto stiamo entrando nel vivo della storia. Spero che questo
capitolo vi sia piaciuto!
Vorrei tanto sapere cosa ne pensate... che
dite, me lo lasciate un commentino? Per me e per l'autrice è molto importante
conoscere la vostra opinione!
Capitolo 3 *** Capitolo 3 - The Priestress' Advice ***
Capitolo 3: Il consiglio della sacerdotessa
Capitolo 3: Il consiglio della sacerdotessa
"CHE COSA HA FATTO?!" urlò una
giovane kitsune infuriata, mentre saltava addosso ad Inuyasha, cercando di afferrarlo per il collo con le sue
piccole mani.
Inuyasha scaglio via rabbiosamente
la kitsune. "Diavolo, togliti da me monello! Non
è colpa mia se lei se n'è andata!"
"Proprio come non fu colpa tua il fatto che lei abbia visto te e Kikyou assieme, giusto?!" strillò Shippou,
mentre si alzava velocemente e tentava di mordere Inuyasha
alla gamba.
Inuyasha scacciò via dal
proprio arto l'agitata palla di pelo e l’afferrò per la nuca. "Ascoltami,
dannazione! Vi ho raccontato tutto questo perché voglio che mi aiutiate a farla
tornare, non perché ve ne restiate lì seduti ad insultarmi!"
"Stupido cane! Lei non tornerà mai
indietro perché tu sei sempre un grandissimo stupido con lei! È tutta colpa
tua!" urlò Shippou, accasciandosi nella presa di
Inuyasha, con gli occhi sull'orlo delle lacrime.
Miroku, che se ne restava
in disparte ad ascoltare la storia di Inuyasha, appoggiato
al suo bastone, si limitò a sospirare. "E così, pensi che questa volta lei
fosse realmente seria riguardo al fatto di andarsene?"
Inuyasha gemette, la sua
pazienza si stava esaurendo velocemente. "Non è ciò che ho appena detto?"
"Era solo per esserne sicuro. Tu hai la
tendenza ad esagerare un po' le cose quando sei arrabbiato" affermò Miroku.
"Che cosa--?!" ringhiò Inuyasha, mentre faceva cadere Shippou
e assaliva Miroku.
Miroku scrollò le
spalle, mentre si sedeva a controllare il fuoco. "È vero".
"Perché non ti sei limitato ad entrare
nel pozzo e a riportarla indietro!?" gridò Shippou.
Prima che Inuyasha
avesse la possibilità di rispondere rabbiosamente alla kitsune,
Miroku intervenne, fermando una nuova sessione di
litigio prima che si infuocasse. "Non è andato a prenderla perché sapeva
che Kagome-san si sarebbe subito arrabbiata con lui e
probabilmente non avrebbe voluto tornare. Ha solo bisogno di un attimo di tempo
per calmarsi, poi Inuyasha andrà a prenderla".
Miroku fece cenno ai due
demoni di sedersi vicino al fuoco con lui. "Non ha senso esagerare su una
cosa che probabilmente si raffredderà comunque da sola. Suggerisco di rimanere
qui attorno per un po', sono sicuro che a suo tempo lei ritornerà".
Shippou scavalcò Miroku e si avvolse nella coperta che entrambi, lui e Kagome, avevano di frequente condiviso durante i loro
viaggi. I suoi occhi erano lucidi e riflettevano la danza delle fiamme del
fuoco, e il suo labbro superiore tremava. "Spero che sia così"
bisbigliò, asciugandosi il naso con un lembo della manica, prima di alzare lo
sguardo per lanciare ad Inuyasha una delle occhiate
più cattive che lui avesse mai visto provenire dal bambino.
Guardandolo con occhio torvo, Inuyasha camminò verso il fuoco del campo e si sedette,
incrociando le braccia al petto. Poteva sentire la bottiglietta dei frammenti
della sfera dentro le pieghe dei suoi vestiti, così come il fazzoletto di Kagome, che avrebbe dovuto dare a Shippou.
Inuyasha strinse
gentilmente il fazzoletto e la bottiglietta.
Non l'avrebbe dato a Shippou
in quel momento. Non credeva di essere in grado di sopportare il cambiamento
nel volto di Shippou e di ascoltare quel terribile
lamento che lui faceva quando piangeva. Kagomesarebbe ritornata, anche a costo di
vederlo con i propri occhi.
Miroku aveva
probabilmente ragione, Kagome aveva solo bisogno di
tempo per calmarsi e poi sarebbe ritornata, come aveva sempre fatto.
Che facesse pure alcuni di quei
"test" che sembravano piacerle e per i quali si agitava così tanto. Che
trascorresse del tempo con le sue frivole amiche a fare tutte quelle cose che
le ragazze umane del suo tempo facevano. Diavolo, che passasse anche del tempo
con quello stupido Houjou, se ciò l’avrebbe poi fatta
tornare!
Inuyasha aggrottò la
fronte mentre si sdraiava al suolo, le mani congiunte dietro la testa. "Feh!"
Il pensiero più definito di quell'individuo, Houjou, non gli
piaceva poi particolarmente.
"Hm, stai bene, Inuyasha?"
chiese Miroku che se ne stava seduto pacificamente,
con la kitsune addormentata accanto a sé.
"Bene" replicò lui ostinato, mentre
guardava nello spazio.
Non aveva nulla in realtà ma... Da qualche
parte, nelle profondità della sua mente, sapeva che Kagome
non se n'era andata solo per un po’. Lo sguardo sul suo volto ed il suo odore
proprio prima di partire ne erano la prova.
"Se lo dici tu" replicò Miroku, decidendo di non indagare ulteriormente. Inuyasha ascoltò il fruscio degli abiti di Miroku mentre si metteva comodo, appoggiandosi contro il
retro di un albero. Inuyasha restò in ascolto, con
gli occhi chiusi, finché non udì il suono ritmico del respiro di Shippou e Miroku, il che stava a
significare che si erano addormentati.
Non attendendo oltre, Inuyasha
si alzò e guardò in basso verso le forme dormienti di Miroku
e Shippou. "Sarò di ritorno presto" bisbigliò.
"Devo parlare a Kaede-baba". Detto ciò, Inuyasha decollò nella foresta, saltando dalla cima di un
albero all'altra, in direzione del piccolo villaggio.
Doveva parlarle stanotte.
Kagome si rigirò nel
letto, tirandosi le coperte il più possibile sopra la testa. Si sentiva malissimo
per ciò che aveva fatto, sebbene sapesse che fosse la cosa giusta. Ad ogni modo
Inuyasha non era suo. Sarebbero stati tutti bene
senza di lei.
Anche se questa era la realtà delle cose, non
la aiutava affatto il sentirsi male per ciò che aveva deciso. Lo sguardo sul
volto di Inuyasha quando se n'era andata la
ossessionava. Sembrava un miscuglio tra il sorpreso, il confuso ed il triste.
"Ti
ha chiesto di restare..."
Kagome si strinse nelle
spalle. Senza che Inuyasha lo sapesse, lei gli aveva
fatto un favore. Senza di lei, non ci sarebbero state lotte feline tra loro due,
niente più distrazioni nella ricerca dei frammenti e il gruppo sarebbe stato in
grado di spostarsi più velocemente, senza che lei fosse loro d'intralcio.
In
più, pensò tristemente Kagome, ciò mi toglie dalla strada di Kikyou.
Restò là, sdraiata in silenzio, per qualche
minuto, desiderando di addormentarsi in modo da non doverci più pensare, ma più
lo desiderava e più il sonno tardava ad arrivare. Scese dal letto e camminò piano
verso la finestra aperta, osservando le luci della città mentre una brezza le
soffiava tra i capelli.
Non c'era modo di riuscire a dormire quella
notte. Domani sarebbe stata stanca morta in classe, ma ciò non sembrava
interessarla quanto avrebbe dovuto. Aveva troppe altre cose per la testa.
Guardando fuori, nel cielo, poteva vedere
alcune deboli stelle in contrasto con lo splendore delle luci della città. Il
cielo era lo stesso di Inuyasha, solo che poteva
vederle molto più facilmente nell'epoca di lui rispetto alla propria. Ne
avrebbe di sicuro sentito la mancanza.
"Kikyou, spero
che tu sia felice" disse dolcemente ad alta voce, desiderando quasi che la
sacerdotessa potesse udire le sue parole, ma la brezza se le portò via.
Inuyasha si fermò appena
fuori dalla capanna di Kaede, cercando di controllare
il proprio respiro. Le luci erano ancora accese. Bene. Ciò significava che la
vecchia sacerdotessa era ancora alzata. Allora non c'era bisogno di spaventarla
svegliandola nel cuore della notte.
Lo zerbino tintinnò debolmente mentre lo
attraversava e lui lasciò che i suoi occhi si adeguassero alla luce della
stanza. Kaede era là e, benché sembrasse in profonda
meditazione o che non si fosse chiaramente resa conto che lui era entrato o che,
almeno, non fosse riuscita a percepire la sua presenza, si era, al contrario,
accorta del suo ingresso.
Inuyasha osservò la
vecchia sacerdotessa e si diresse verso la parte opposta del focolare (rispetto
a quella da lei occupata, NdT), sedendosi a gambe incrociate.
Non desiderava interrompere la profonda concentrazione dell'anziana donna.
Avrebbe aspettato finché lei non avesse finito qualsiasi cosa stesse facendo
prima di chiederle consiglio.
Ma, solo pochi momenti più tardi, l'anziana
donna aprì gli occhi stanchi e sospirò pesantemente alla vista di Inuyasha. "Immaginavo che saresti venuto".
Non ricevendo risposta alla propria
affermazione, Kaede si occupò semplicemente di
preparare il tè per il visitatore della tarda notte. "Non hai bisogno di
dirmi il motivo per cui sei qui. Ho già un buon sospetto del perché sei
arrivato alla mia porta a quest'ora spettrale".
Senza neanche attendere la replica di Inuyasha, gli porse una tazza calda di tè verde e ne prese
un'altra per sé, prima di ritornare al proprio posto e sedersi di fronte a lui accompagnata
da un grugnito. "KikyouOnee-sama
è arrivata proprio poco fa’ nel posto in cui tu sei seduto ora . Mi ha detto che
cosa è successo nella foresta e mi ha chiesto se le rivendicazioni di Kagome a proposito di Naraku fossero
vere".
Tenendo la tazza tra gli artigli, ne ruotò
gentilmente il bordo facendo strisciare le dita sul suo margine liscio.
"Così deduco... che Kikyou sia ancora in vita".
"Heh, se vuoi
chiamarla così!" ridacchiò Kaede con un sorriso
divertito che danzava sul suo volto alla luce del fuoco. "KikyouOnee-sama vive solo a
spese di altre anime".
"Sì, lei mi ha detto che ha fallito nel
portarti con sé all'inferno. Sono rimasta sinceramente colpita dal fatto che tu
sia sopravvissuto, ma i miei occhi non mi ingannano spesso. Tu sei ancora vivo"
replicò Kaede studiando il volto dell'hanyou con interesse. "Ma non è il voler parlare di KikyouOnee-sama ciò che ti ha
portato qui, non è vero Inuyasha?"
Heh, la vecchia strega gli leggeva bene dentro.
"No, infatti, non è per questo" replicò solennemente. Si fermò per un
momento, ascoltando i rumori della notte suonare nelle sue orecchie prima di
prendere un respiro. "Quanti anni... aveva Kikyou
quando è morta?"
Kaede grugnì e spostò
il proprio peso sulla gamba migliore. "Perché desideri saperlo così all’improvviso?"
"Limitati a rispondere, vecchia."
dichiarò Inuyasha in un tono che normalmente sarebbe
stato abbastanza brusco, ma che in quel momento suonò quasi docile.
"KikyouOnee-sama morì il giorno del suo quindicesimo
compleanno" replicò l'anziana donna."Questo, comunque, accadde più di
cinquant'anni fa’".
"Hmph" Inuyasha sbuffò. Fece una pausa prima di porre la seconda
domanda. "Ad ogni modo, quanti anni ha Kagome?"
Kaede agitò la tazza
prima di metterla sulla stuoia che stava sotto i suoi piedi. "Il
compleanno di Kagome cade precisamente cinquant'anni
dal giorno della morte di KikyouOnee-sama.
Parecchio interessante, vero. Sembra che Kagome abbia
ripreso da dove la vita di KikyouOnee-sama
era finita. Abbastanza misterioso..."
"Kagome se n'è
andata" rivelò Inuyasha fermandosi, poi, per
aspettare la risposta della vecchia donna. Lei avrebbe potuto reagire in molti
modi.
Kaede osservò interrogativamente
Inuyasha per un momento. "Se n'è andata?
Qualcosa mi dice che questo non è uno dei suoi normali e soliti viaggi nella
sua epoca".
"Kagome ha
deciso di non ritornare più" dichiarò Inuyasha,
la sua voce era calma, ma i suoi occhi ambrati non volevano girarsi ad
incontrare lo sguardo fisso di Kaede. "Ha
deciso, per il proprio bene, di andare nel suo mondo e di non tornare indietro.
Mi ha dato persino i suoi frammenti della Shikon
prima di andarsene".
"Vedo" replicò Kaede.
Le cose stavano iniziando ad avere un senso, mentre poteva solo immaginare che cosa
Kagome dovesse aver visto o udito quel giorno durante
l'incontro tra la sua vecchia sorella e Inuyasha. "Hai
preso in considerazione l’idea di seguirla?"
"Certo che l'ho fatto. Questa era la
prima cosa ho pensato di fare, ma qualcosa... nella sua voce mi ha detto di non
andare. Così, prima, deciso di chiederti un consiglio".
Kaede annuì. "Kagome è una ragazza misteriosa, ma ha un cuore puro.
Qualcosa che KikyouOnee-sama
non può più vedere o provare perché la sua anima ora appartiene a Kagome e non può esserle restituita". La vecchia strega si alzò e camminò piano, facendo
attenzione al suo piede malato mentre si dirigeva verso il vano della porta.
"Mia sorella e Kagome possono essere le stesse
nella carne e nelle ossa... ma non sono né una né la stessa. Condividere la
stessa anima non sembra aver influenzato il risultato di questa difficile
situazione".
"Cosa stai dicendo?" chiese Inuyasha "Io non posso limitarmi a dimenticare Kikyou".
"So che non puoi" disse la voce
burbera dell'anziana donna. "Sto solo dicendo che dovresti distinguerle,
separatamente. Loro non sono la stessa persona. Dovresti fare una scelta".
"Così... stai dicendo che dovrei andare
dietro a Kagome?"
"Se questo è ciò che vuoi, allora fallo.
Kagome non è Kikyou e Kikyou non è Kagome" replicò
lei, per una volta tralasciando il termine onorifico dopo del nome della
sorella.
"Kagome è Kagome..." replicò. "Fa come vuoi".
Senza pronunciare un'altra parola, Inuyasha si alzò e camminò verso il vano della porta che Kaede teneva aperta per lui. Con un cenno del capo e nulla
più, Inuyasha fuggì nell'oscurità della notte.
Kaede sospirò
stancamente mentre lo osservava allontanarsi, finché il solo suono che riuscì
ad udire fu quello del vento che danzava tra i rami degli alberi. Inuyasha era il solo che teneva legata Kagome
a quel mondo assieme alla Shikon no Tama. Che strano, lui e Kagome
parevano uniti a quel gioiello dal destino.
"KikyouOnee-sama, per favore fa' riposare la tua anima e dimentica
il tuo odio per Inuyasha" disse Kaede, come in una preghiera, prima di ritornare in casa a
smuovere le braci del fuoco e a sdraiarsi per dormire.
…Continua…
Nota
della Traduttrice (2003): Ho appena notato che all'inizio della storia
non vi ho detto una cosa importante. ^__^
Allora,vi avviso che alcune volte la mia traduzione non è proprio letterale:
dovete sapere che io sono MOOOOLTO pignola e cerco di rendere le frasi in modo
tale che non ci siano ripetizioni o errori vari. -__-'
Inoltre, alcune espressioni sono tradotte
così come siamo abituati solitamente a leggerle nelle fic
in italiano... per esempio: nella versione inglese di questa fic gli occhi di Inuyasha sono
definiti "yellow", ovvero gialli, ma io ho scritto
"ambrati", visto che solitamente vengono definiti in questo modo.
Spero non vi dispiaccia!!!:-P
Beh, per ora è tutto! : D
Ja-ne,
Elysa_chan
P.S.: Ah, come sempre critiche e commenti mi
fanno molto piacere! *___*
A tal proposito un'enorme "grazie"
a chi ha commentato la fic fino ad ora! Come ho già
detto, tutto ciò che scrivete, che sia un commento o anche solo un'opinione
personale su come si comportano i personaggi nella storia, mi da' stimoli
enormi per continuare questa traduzione!
Al prossimo capitolo!
Nota
della traduttrice (2008): Ecco fatto: questo era l’ultimo capitolo che avevo già
postato sul sito nel lontano 2004. Dal prossimo, arrivano gli inediti ^_-
Per rispondere a MyImmagination
che ha commentato i capitoli precedenti: la questione di come rendere, in una
traduzione, lo stile dell’autore è, a mio parere, molto complessa. Infatti, è
difficile dare ad una traduzione la stessa connotazione stilistica della
versione originale, in quanto autore e traduttore sono due persone diverse, ma,
soprattutto, in quanto ogni lingua ha le sue accezioni e le sue sfumature.
L’unico modo per riuscire in questo difficile compito è, secondo me, quello di non
procedere ad una traduzione meramente letterale, ma cercare, invece, di rendere
bene il concetto in italiano, anche utilizzando non propriamente le stesse
parole. Anche perché, spesso e volentieri la semplice traduzione letterale
rende la maggior parte delle frasi della fic in
inglese incomprensibili nella nostra lingua -_-°
Io spero di essere riuscita in questo
difficile compito… o almeno ci ho provato ^O^
Grazie anche a camoeight
per il commento. Sono contenta che la fic piaccia ad
entrambe… e spero continuiate a leggere ed esprimere la vostra opinione. Mi fa
un enorme piacere.
Capitolo 4 *** Capitolo 4 - The Shard of the Shikon no Tama ***
Capitolo 4:
Capitolo 4:
Il frammento della Shikon no Tama
Era ormai l'alba quando Inuyasha
ritornò al campo. Aveva vagato a lungo e senza meta, prima di dirigersi nel
luogo ove Shippou e Miroku si
erano accampati per riposare. Aveva pensato molto, durante la notte, a ciò che
la vecchia sacerdotessa gli aveva raccontato e qualcosa di quello che lei aveva
detto se ne stava ancora lì, impresso nella sua mente, e gli provocava una
sensazione simile a quella di un peso sullo stomaco. Stava riflettendo così
profondamente che quasi incespicò sul bordo di un ramo, mentre saltava da un
albero all'altro.
"Dannazione" imprecò Inuyasha rimproverando sé stesso, mentre tentava di
concentrarsi per non rendersi ridicolo cadendo dai rami: il campo, infatti, era
proprio al di là della linea disegnata dagli alberi, solo ad un minuto di
distanza circa.
Inuyasha avrebbe voluto
spiegare ai due amici che ancora dormivano ciò che era successo, senza, però,
svelare i dettagli della sua visita a Kaede della
notte precedente, e, quindi, procedere con la messa in atto del suo piano: avrebbe
viaggiato sino all'epoca di Kagome, le avrebbe
spiegato che ciò che era successo non aveva significato nulla per lui e le
avrebbe chiesto, anche pregandola se fosse stato necessario, di ritornare. Sì,
avrebbe portato con sé Shippou, perché sapeva bene
che la piccola volpe, con quegli sciocchi occhi da bambino che Kagome sembrava amare tanto e non poter ignorare, avrebbe
sicuramente saputo pregarla in modo migliore di quanto avrebbe potuto fare lui
stesso; tuttavia, sapeva altrettanto bene che era, però, solo lui l’unica
persona in grado di viaggiare attraverso quello strano pozzo. Sì, avrebbe
dovuto fare da solo questa volta.
Mentre atterrava vicino al campo osservò i
due. Nulla era cambiato durante la notte che era stato lontano. Miroku se ne stava appoggiato contro lo stesso albero della
sera precedente, le ginocchia contro il petto e le braccia congiunte attorno ad
esse. Shippou stava russando piano ma le sue orecchie
si contraevano lievemente, segno che presto si sarebbe svegliato.
Inuyasha camminò
silenziosamente e diede una calcetto con il piede al
dormiente youkai volpe. "Hei,
monello". Il cucciolo di volpe, ancora addormentato,
mosse semplicemente le sopracciglia e si voltò dall’altra parte, tirando
ermeticamente la coperta attorno al suo piccolo corpo.
"Vattene, uomo-cane" mormorò in un
sussurro, mentre sospirava, risistemandosi per continuare a dormire.
Spazientito nei confronti del suo piccolo
rude compagno, Inuyasha si chinò e afferrò Shippou per la pelosa coda e lo tenne a testa in giù, alla
distanza di un braccio da sé. "Svegliati" pretese.
Shippou borbottò ed aprì
stancamente gli occhi. "Cosa vuoi?" chiese in modo burbero,
ovviamente non contento di essere stato svegliato dal suo pacifico sonno.
"Sto andando a prendere Kagome".
Al nome di Kagome,
gli occhi verdi di Shippou si allargarono per la
sorpresa. "Davvero?!" chiese.
“Sì, sarò di
ritorno più tardi. Voglio che tu dica al pervertito laggiù, quando si
sveglia, che sarò qui presto, ok? Solo, per favore, restatevene fermi e non
mettetevi nei guai mentre sono via. Ritornerò il prima
possibile" disse Inuyasha gesticolando in
direzione della sagoma dormiente vicino all'albero; la sua voce era calma, per
cercare di non disturbare l'ancora addormentato Miroku.
Facendo forza sul braccio di Inuyasha per risollevarsi, Shippou
sembrò improvvisamente molto sveglio. "Kagome
tornerà indietro?" chiese speranzosamente.
"Non lo so" replicò Inuyasha.
"Ma hai
appena detto che stai andando a prenderla! Ciò significa che lei ritornerà,
giusto?" chiese eccitato Shippou,
il suo corpo vibrava felicemente al pensiero del ritorno di Kagome.
Inuyasha sospirò. Che illusi
i bambini... si aspettavano che le cose volgessero sempre per il meglio persino
nelle peggiori situazioni. "Sì, sì. La farò ritornare" replicò Inuyasha,
sperando soltanto di non suscitare nel bambino false speranze.
Shippou sorrise a
trentadue denti [letteralmente "da orecchio a orecchio" ma non
rendeva molto! NdT] e balzò al suolo."Ok! Alla fine stai solo rimediando ai tuoi stupidi
errori! Sarà meglio che torni presto, ok? Riporta qui Kagome sana e salva o
altrimenti sarò costretto a prendere provvedimenti terribili contro di
te!" E, nonostante i commenti rudi e un po' fuori luogo, agitò felicemente
la coda, mentre alzava il proprio sguardo verso il compagno più vecchio.
"Sarò di ritorno presto" disse Inuyasha mentre si voltava per andarsene. "State fermi
lì".
"Inuyasha"
disse una voce dietro di lui dietro di lui, che gli fece ruotare le orecchie
verso la sorgente del suono.
"Sei sveglio,
bonzo?" chiese Inuyasha burberamente, senza
neanche preoccuparsi di voltarsi per incontrare lo sguardo fisso del monaco.
Poteva udire il respiro del prete, mentre si alzava in piedi e si sistemava le
vesti.
"Ora lo sono" dichiarò Miroku. "Non ho sentito tutto ciò che stai progettando
di fare ma suppongo che ciò non importi." Inuyasha
udì il monaco spostarsi per raccogliere qualcosa da un fagotto in terra.
"Dà questo a Kagome" disse mentre lo lanciava
in direzione di un Inuyasha ancora voltato di spalle.
In un flash, Inuyasha
si girò ed afferrò l'oggetto che Miroku gli aveva
lanciato. Si trattava dell'arco di Kagome e della sua
faretra, ancora piena di frecce. Fissò l’arma, ora nella sua mano, e si voltò
verso Miroku con sguardo interrogativo.
Come se gli avesse letto nella mente, Miroku rispose semplicemente. "Ho una brutta
sensazione. Portali a Kagome-san...
potrebbe averne bisogno".
Inuasha guardò ancora
l'arco per un lungo momento e, quindi, fece un cenno col capo a Miroku. Fece penzolare l'arco sul suo petto ed indossò la
cinghia della faretra, e, quindi, scattò nella foresta a cieca velocità, udendo
Shippou chiamarlo in lontananza.
Inuyasha fece una smorfia.
Le parole del bonzo, semplici com'erano, l'avevano turbato. Desiderò correre veloce,
come il vento che fischiava nelle sue orecchie, attraverso il bordo di quel
pozzo misterioso che lo collegava al mondo di Kagome.
Voleva trovarla e riportarla indietro.
Kagome rotolò nel letto
e allungò il braccio per spegnere la sveglia. Erano le 6:30 del mattino.
Si alzò stancamente e trascinò i propri piedi,
mentre si incamminava verso il bagno per iniziare a prepararsi per la scuola.
Non che volesse realmente andarci, ma avrebbe fatto di tutto pur di levarsi dalla
mente i pensieri che l'avevano tenuta occupata in tutte quelle lunghe ore
notturne. Il dolore continuava a tornare, più e più volte, e lei non poteva
fuggirvi.
Spruzzandosi dell’acqua fredda sul volto,
sperò che la scuola avrebbe tenuto lontano la sua
mente da Inuyasha. Lui ora era, dopotutto, soltanto
una parte del suo passato. Lo aveva lasciato a Kikyou,
la sé stessa del passato, e, da qualche parte nel suo cuore, se n’era pentita,
ma non c'era nulla che lei potesse fare... Non ora comunque.
Passandosi l’asciugamano sul volto, urlò con
rabbia e frustrazione "Ti odio!" e per un breve momento lo aveva
davvero pensato.
La scuola aveva intontito e intontito Kagome, la quale rifletté sul
fatto che aveva seguito algebra, chiacchierato con le amiche e risposto a tutte
le domande degli insegnati, con uno sguardo sul volto che non rifletteva nulla
di quello che era successo, anche se dentro di sé sentiva ancora un dolore
lacerante. Quando Houjo era venuto a chiederle cosa
c'era che non andasse e le aveva portato un regalo come piccolo segno della sua
amicizia, lei gli aveva detto che si sentiva molto meglio e difficilmente si
sarebbe assentata ancora da scuola a causa della sua delicata salute. Lo
sguardo che il ragazzo gli lanciò fu di pura gioia e Kagomegli sorrise di ritorno, sperando vivamente che lui non
potesse notare altro che questo.
E così infatti
accadde.
La sua famiglia non si era accorta del suo cambiamento
d'umore, o almeno per quello che lei aveva potuto vedere. Suo nonno, comunque, aveva
notato che ora Kagome era molto più introversa e
triste di prima, ma non disse nulla. Forse, in qualche
modo, lui riusciva a percepire cosa le fosse accaduto senza però dire alcuna
parola. O almeno, Kagome sperava che le cose stessero
così.
Quel giorno si era fermata a scuola dopo le
lezioni per finire alcuni test ai quali aveva mancato a causa dei suoi viaggi
nel passato, e li aveva completati tutti alla cieca, senza pensarci su molto.
Uscendo dalle porte del campus, si accorse che il sole stava già iniziando a
tramontare. I test dovevano averla tenuta occupata più di quanto pensava.
Controllò l'orologio e rabbrividì alla brezza leggermente fresca.
Incrociando le braccia, iniziò a camminare
verso il tempio, pianificando il resto della serata. Avrebbe cenato, studiato e
recuperato il tempo perduto su alcune letture che aveva lasciato indietro. In
seguito, avrebbe fatto un buon lungo bagno che avrebbe cacciato tutti i brutti
pensieri e poi si sarebbe messa a letto per dormire. Non vedeva l'ora di addormentarsi
nel suo lettuccio caldo con le morbide coperte, abbracciare uno dei suoi animali
di peluche e lasciare soltanto che tutte le sue preoccupazioni svanissero,
mentre veniva trasportata in un sonno profondo. Almeno così non avrebbe più dovuto preoccuparsi di nulla.
Kagome continuò a
camminare lungo le strade vuote, mettendo quasi automaticamente un piede
davanti all'altro, quando lo percepì.
All'inizio era leggero e quasi impalpabile, ma poteva con precisione sentire
qualcosa. Fermandosi brevemente, si guardò attorno per la strada e si voltò
verso la direzione dalla quale era venuta. Riusciva a sentirlo.
"Youkai"
bisbigliò piano nell'aria fredda della sera. "Inuyasha?"
domandò a sé stessa.
Guardando a destra e a sinistra tentò di
concentrarsi per capire da dove arrivasse l'energia. Sì, era decisamente
l'energia di uno youkai, ma Kagome
era ancora insicura circa la fonte. L'energia ora si stava muovendo e si
avvicinava sempre di più a grande velocità. E improvvisamente Kagome realizzò la cosa. Quell’energia non era Inuyasha. Era un frammento della Shikon
no Tama quello che sentiva e che stava arrivando velocemente,
assieme alla presenza di uno youkai che non aveva mai
percepito prima. Era uno youkai del suo tempo. Ne
aveva incontrati pochi di quelli che provenivano dalla sua epoca e non, invece,
da quella di Inuyasha, ma, pur raramente, comunque
poteva accadere.
L'energia turbinò sempre più vicina e Kagome lo vide. Lo youkai emerse
dalla terra con un urlo lamentoso, che costrinse Kagome
a coprirsi le orecchie per il dolore. Poteva udire le grida delle altre persone
mentre scappavano urlando nella direzione opposta a quella dalla quale lo youkai era arrivato.
Alzando lo sguardo, Kagome
sentì il proprio corpo gelare. Lo youkai era enorme.
Le ricordava fortemente lo youkai-millepiedi che era
stata costretta a combattere, durante il suo primo viaggio nel mondo che stava dall'altra
parte del pozzo. Questo, comunque, era sicuramente di sesso maschile, con un corpo massiccio, muscoli possenti e neri capelli lunghi e mossi.
Il suo corpo era coperto da profonde squame verdi e sfoggiava sei braccia che
terminavano con degli artigli, i quali le ricordavano la forma di quelli di Inuyasha.
In che modo quella bestia fosse arrivata lì, Kagome proprio non lo sapeva e neanche le importava. Tentò
di indietreggiare e di andarsene di soppiatto, conscia del fatto che non aveva
con sé alcuna arma per difendersi. Sperò che la creatura non si accorgesse di
lei, ma fu tutto inutile. Lo youkai voltò l’orrenda
testa squamata nella sua direzione e tastò l'aria con la lingua.
"Tu..." disse
la creatura. "Shikon no Tama... sento l'energia dentro di te. Tu hai i frammenti?" chiese, ma era più una pretesa che una
richiesta.
Kagome era terrorizzata.
Di cosa stava parlando la creatura? Non aveva dato tutti i frammenti ad Inuyasha?!
"I-Io... non ne ho!" balbettò Kagome, sperando sinceramente di non apparire così
spaventata come in realtà era.
Il mostro drizzò la testa e assaggiò di nuovo
l'aria. "Tu menti...” dichiarò. “Sento il potere
del gioiello all'interno del tuo corpo. Il tuo intero corpo emette le vibrazioni
del gioiello. Lo sento nel tuo sangue... Divorerò te e quel
potere... " si bloccò improvvisamente mentre si avventava su Kagome.
Muovendosi come per automatismo, Kagome si spostò dalla traiettoria di lui con un grido,
mentre il mostro colpiva il suolo dietro di lei, sollevando dalla strada una
nuvola di pezzi di cemento.
Kagome era terrorizzata,
ma capì ciò di cui lo youkai stava parlando. Lei
aveva portato la Shikon no Tama
nel proprio corpo per quindici anni e, durante tutto quel tempo, il potere del
gioiello si era mescolato al suo stesso sangue e aveva cambiato il corpo di lei
per combinarlo con la propria aurea. Era come se lei stessa emanasse la
radioattività del gioiello. Non la meravigliava, quindi, che il demone l'avesse
percepita.
Lo youkai si voltò
verso di lei e ringhiò, prima di avventarsi contro di nuovo. Kagome si gettò in una corsa furibonda per le strade,
dirigendosi verso casa. "Tu non capisci!" urlò Kagome
da sopra la propria spalla, e mentre correva più forte che poteva i suoi piedi
sbatterono contro il marciapiede. "Io non ho più i frammenti della Shikon no Tama! Li ho dati
via!"
Sperando in qualche modo che le desse retta,
continuò a supplicare il mostro, il quale stava guadagnando terreno,
preparandosi ad avventarsi di nuovo su di lei. "Tu hai già un frammento
del gioiello! Perché non ti limiti ad andare via e a recuperarne i restanti prima che altri youkai
li trovino per primi?"
"Dammi... i frammenti del gioiello"
disse lui tra sibili e ringhi. Il demone si avventò ancora sul corpo di Kagome e la mancò solo per un pelo, lacerando tuttavia la
sua uniforme scolastica e sfiorando la sua pelle.
Kagome piombò in uno
stato di sorpresa e paura. Questa volta c'era solo una flebile possibilità che
sarebbe stata in grado di scappare, e lei lo sapeva. Senza la protezione di Inuyasha e senza alcuna arma per difendersi, Kagome era inerme, come un topo intrappolato in un
labirinto. Non poteva condurre il mostro dove c'erano le persone normali per
paura che potessero rimanere ferite, maKagome non sapeva che altro fare. Con un grido strozzato, urlò
ancora più forte. "STAI LONTANO DA ME!"
Lo youkai emise un
suono simile al sogghigno di un gatto quando gioca con il suo cibo prima di
ucciderlo. "Il potere sarà mio". Il demone la circondò con una
velocità quasi sovrannaturale, attorcigliando il suo lungo corpo attorno a
quello di lei, e iniziò a schiacciarla con la propria forza.
Kagome urlò, ma fu rapidamente
zittita dalle spire attorcigliate attorno al suo torace che le comprimevano i polmoni,
tanto da non riuscire più a respirare. Boccheggiava come un pesce fuori
dall'acqua, mentre si dimenava nella stretta del mostro. La creatura incombeva
ora sempre più vicina e Kagome perse la razionalità, continuando
a lottare sebbene sapesse che era tutto inutile. Stava per morire per mano di quel
demone e non c'era nulla che lei potesse fare per impedirlo.
Il demone aprì la bocca mostrando file e file
di zanne e Kagome ricordò quanto quella situazione
fosse simile all’incontro con il primo mostro della sua vita, tranne che per il
fatto che questa volta nessuno l’avrebbe aiutata. Le zanne si fecero sempre più
vicine al suo collo e Kagome chiuse ermeticamente gli
occhi. Non voleva morire, Dei non voleva morire!
Il respiro caldo dello youkai si posava sul suo collo e lei sentì lacrime bollenti
scenderle lungo il viso. Era arrabbiata... così arrabbiata con sé stessa per il
fatto di dover lasciare tutti senza aver detto loro addio, senza aver adempiuto alla sua promessa di ripristinare la Shikon
no Tama, arrabbiata perché non avrebbe più rivisto la
sua famiglia, e, più di tutto, arrabbiata con Kikyou.
Perché quella donna aveva amato Inuyasha così tanto?! Altre lacrime lasciarono la loro umida scia giù per il
suo viso, mentre sentiva le punte delle zanne iniziare a penetrare nella pelle
delicata del suo collo. Fremendo per il dolore, Kagome
iniziò ad emettere sordi singhiozzi mentre continuava lottare contro la stretta
morsa dello youkai. Il suo
sangue stava per essere prosciugato da quel mostro, lentamente ma inesorabilmente.
Kagome trasse un
difficoltoso respiro e spalancò gli occhi per il dolore. "INUYASHA!"
gridò, mentre una strana luce la circondava, splendendo dal suo corpo in tutte
le direzioni.
Inuyasha era appena uscito
dal pozzo, quando la udì. Le sue orecchie ruotarono in direzione del suono che
aveva appena sentito. Era la voce di Kagome! Inuyasha si scagliò fuori dal piccolo tempio del pozzo segreto
e saltò di tetto in tetto in direzione del suono.
"Dei, vi prego,
fate che non sia troppo tardi!" imprecò Inuyasha
digrignando i denti.
Nota
della Traduttrice (2008): Un grazie enorme a Sango85 che, al
tempo in cui iniziai la traduzione di questa fic, era
la mia beta-reader. Ringrazio anche Sherry e MyImmagination per i loro complimenti e per i commenti
alla fic e tutti coloro che hanno inserito questa
storia tra le loro preferite: non sapete quanto mi faccia piacere! Spero
continui ad appassionarvi! ^_-
Inuyasha ansimò, mentre
cercava di riprendere fiato. La piccola strada nella quale era appena atterrato
era mortalmente silenziosa e vi regnava un'orribile confusione, sebbene avesse
visto di peggio nella propria epoca, durante le battaglie che aveva affrontato.
Il marciapiede era lacerato e strappato dal suolo in più punti, e i detriti
erano disseminati tutti lì attorno. Una sensazione nauseante gli attraversò la
spina dorsale. Era troppo tardi!
Inuyasha si scagliò fra le
rovine della strada fiutando Kagome. Poteva sentire
nell'aria l'odore del sangue di lei, così come quello del sangue dello youkai. Inuyasha si chiese disperatamente cosa potesse essere
accaduto, per provocare una così enorme confusione.
"Kagome!"
chiamò, cercando freneticamente attorno a sé un qualsiasi segno di vita. Dov'è il mostro? Dov'è Kagome?!
Fiutando ancora, poté percepire l'odore
metallico del sangue del demone. Corse giù per la strada, seguendo il sentiero
di distruzione, e l'odore diventava sempre più forte. L'orribile miscela del
sangue di Kagome e del sangue dello youkai, che l'aveva probabilmente attaccata alcuni
secondi prima, nauseava il suo stomaco.
Inuyasha scrutò il suolo,
sentendosi più terrorizzato di quanto si ricordasse d'essere mai stato. Se Kagome fosse morta sarebbe stata colpa sua, proprio come
era stata colpa sua la morte di Kikyou! Allora lui non
fu lì a proteggerla, e ora c’era stato neanche per Kagome.
Inuyasha toccò l'elsa di Tessaiga
al suo fianco e ringhiò per la frustrazione.
Improvvisamente, un odore raggiunse il suo
naso, lui si voltò e si avventò verso la fonte. Kagome
era distesa là, nascosta tra un mucchio di macerie. Sembrava soltanto che
dormisse e Inuyasha si precipitò al suo fianco,
depositando l'arco e le frecce vicino a sé.
"Kagome!"
gridò, tanto sollevato per averla ritrovata, quanto disperato per essere
arrivato troppo tardi. "Kagome!" gridò di
nuovo mentre la scuoteva gentilmente cercando di sentire il battito del suo
cuore.
C'era.
Inuyasha sospirò
sollevato. C'erano delle ferite. Innumerevoli graffi ed abrasioni, ed un morso
sul collo, sul quale Inuyasha poteva sentire il
fetore di un demone. Le ispezionò le ferite e quasi urlò a ciò che vide. Kagome aveva perso quasi tutto il suo sangue.
Inuyasha imprecò rabbiosamente
e si tirò Kagome al petto. "Cosa ti è successo?
Cosa cazzo è successo qui?!" imprecò tra i capelli di Kagome
macchiati di sangue. Avrebbe dovuto fare qualcosa alla svelta, prima che lei
morisse per l'eccessiva perdita di sangue. Ascoltò il cuore batterle nel petto
e capì che stava iniziando a rallentare la sua già debole andatura.
Inuyasha imprecò e la
ridistese al suolo. In un istante sfoderò Tessaiga e
si tagliò il polso sinistro. Trattenendo il dolore mentre il sangue fuoriusciva
liberamente dalla ferita e gocciolava a terra, Inuyasha
iniziò a succhiare dal proprio braccio, prendendo una boccata del suo stesso
sangue. Quindi si voltò verso il collo di Kagome per scoprire
la ferita e far fluire il proprio sangue all'interno di essa, obbligando il corpo
di lei a mandarlo giù fino al cuore.
"Dei, fate che funzioni" bisbigliò Inuyasha, mentre iniziava a succhiare di nuovo dal proprio
polso, ripetendo il processo ininterrottamente. "Dannazione, non
azzardarti a morire addosso a me, Kagome!" urlò
mentre cercava di raggiungere ancora il proprio polso.
Riposando dopo qualche altra boccata, Inuyasha chiuse la propria mano sulla ferita sul collo di
lei, bloccando così il sangue che le aveva trasferito. Pregò che le proprietà
curative del suo sangue youkai
fossero sufficienti per reagire con il corpo di lei e salvarla.
Inuyasha grugnì, mentre si
strappava un pezzo di manica e lo avvolgeva dolcemente attorno al collo di Kagome, per evitare che altro sangue ne fuoriuscisse. Poi
ne lacerò un secondo pezzo e lo annodò attorno al proprio polso, così da
fermare l’emorragia. Come lei, anche lui aveva perso una gran quantità di
sangue attraverso la trasfusione e stava iniziando a sentirsi un poco stanco,
ma ciò non gli importava. Se ciò avesse significato che Kagome
sarebbe sopravvissuta, le avrebbe dato volentieri i propri poteri pur di
aiutarla, finché lei non fosse guarita.
Attese un momento, osservandola e ascoltando
il cuore batterle nel petto. Era ancora lento e misurabile. Ma almeno batteva
ancora. Si sporse verso di lei e le toccò la fronte. "Kagome,
dimmi chi ti ha fatto questo. Li ucciderò".
Kagome non diede segnale
di aver udito. Era fredda.
"Lo giuro, ucciderò quei bastardi."
giurò Inuyasha mentre si toglieva la parte alta del
kimono per avvolgerla attorno a Kagome, così da
tenerla al caldo. "Ti porterò da qualcuno che possa aiutarti meglio di
quanto sia in grado di fare io" disse Inuyasha
mentre iniziava a sollevarla. Avrebbe trovato un guaritore, o in qualsiasi modo
fossero chiamati nel tempo di Kagome, che si sarebbe
preso cura di lei.
Inuyasha si accorse che
non c'era nessuno in vista e che tutto era mortalmente calmo. "Dove sono
tutti quei fottuti umani quando hai bisogno di loro?" ringhiò.
Fu allora che Inuyasha
percepì qualcosa. Era uno youkai. Mettendo velocemente giù Kagome,
Inuyasha fiutò l'aria. "Vieni fuori, bastardo.
Posso sentire il tuo fetore" urlò. Posizionò una mano su Tessaiga e la sguainò piano, tenendola di fronte al proprio
petto.
Dall'angolo di una costruzione quasi
completamente distrutta, apparve un mostro, che aveva le stesse sembianze,
pensò Inuyasha, di quella cagna di una millepiedi che
aveva avuto il piacere di rimuovere dalla faccia della Terra quando aveva
incontrato Kagome per la prima volta.
Il demone ringhiò e Inuyasha
poté vedere che era stato colpito da una qualche genere di raffica. Era stata Kagome a fare ciò? Non che questo importasse, in ogni caso,
dato che il bastardo stava per morire molto lentamente e anche più
dolorosamente per aver fatto del male a Kagome.
"Hanyou" disse semplicemente la bestia, osservandolo a
distanza. "Cosa vuoi, mezzo-sangue?"
"Hai tolto a Kagome
il suo sangue, bastardo, e io sono qui per vendicarmi!" urlò Inuyasha, tenendo Tessaiga di
fronte a sé.
Il mostro rise semplicemente. "È la tua
donna, vero? Bene, in ogni modo tu sei un cane bastardo, un hanyou, così è proprio degno di
te trovare una compagna di questa debole specie. Era un male che avesse
l'energia della Shikon no Tama in
sé. Bere il suo sangue è stato molto benefico, sebbene sia riuscita a nuocermi soltanto
minimamente grazie a questa cosa" Lo youkai tirò
fuori il frammento della Shikon dal proprio corpo e
lo gettò al suolo tra sé ed Inuyasha.
Gli occhi di Inuyasha
si aprirono per la sorpresa. Un frammento della Shikon!
"La sua energia era forte. È riuscita a
colpirmi un poco usando il potere che proveniva dal suo corpo. Non che ciò
importi ancora, comunque. Con il suo sangue, posso fare di più che con un
singolo pezzo del gioiello." Il demone incrociò le braccia sul suo grosso
petto e fermò la testa.
Inuyasha sentì il proprio
sangue ribollire. "Tu, bastardo! Ora morirai per ciò che hai fatto!" Inuyasha sollevò Tessaiga e
attaccò con furia. Sentiva l'adrenalina scorrergli nelle vene e si spinse in
avanti in un cieco attacco, che però fu facilmente deviato dal mostro con una
semplice sferzata della sua lunga coda squamata. Inuyasha si rigirò sui propri tacchi
più forte che poté e si sollevò per attaccare di nuovo, tentando di tenere la
propria spada bassa sul cranio del demone, per romperlo nell'oblio. Il suo
secondo tentativo fu deviato facilmente come il primo, e il mostro rise, mentre
stendeva gli artigli per squarciare il petto di Inuyasha,
che veniva lanciato via dal corpo del mostro.
Inuyasha se ne stava una
buona dozzina di metri lontano dal mostro, respirando già pesantemente a causa
dell'impatto con gli artigli di lui che gli avevano squarciato il petto. Con la
mano sinistra si toccò il torace, sentendo il caldo pulsare del suo sangue che
sgorgava liberamente. Inuyasha imprecò e si preparò
ad attaccare ancora. Perché Tessaiga non si
trasformava?
Inuyasha urlò, mentre
balzava in aria tenendo Tessaiga giù, verso la cima
della testa del mostro. Questa volta, lo youkai non si scomodò nemmeno a
fermarlo ma si limitò solo ad osservare. La potenza del colpo di Inuyasha si irradiò in circolo scuotendo le macerie da
terra, ma ciò fu la sola cosa che riuscì a fare. La lama arrugginita di Tessaiga rimase non-trasformata nelle sue mani doloranti.
Lo youkairise alla
sorpresa di Inuyasha. "È così?" chiese
semplicemente. "Con tutti quei grandi discorsi, ho pensato che tu fossi
piuttosto potente. Suppongo che tu non sia veramente così forte, mezzo-sangue.
Non che ciò importi, ho altre cose di cui occuparmi, così dovrò concludere ora
questa graziosa battaglia. Addio, hanyou." Come un flash, lo youkai si lanciò in avanti verso Inuyasha, facendogli un altro grosso squarcio sul petto.
Inuyasha cadde
all'indietro in totale sorpresa. Cosa c'era che non andava? Perché Tessaiga non si trasformava?! Cosa diavolo stava
succedendo?! Inuyasha si alzò e si scansò a destra
più velocemente che poté per evitare gli artigli del demone millepiedi. Avevano
fatto già molti danni e, aggiungendo il fatto che aveva perso gran parte del
proprio sangue per aiutare Kagome, era in forma
approssimativa. "Dannazione, sto tentando di salvare Kagome!"
imprecò a denti stretti alla sua spada. "Non riesci a vederlo?!"
Scansando un altro attacco da parte del
mostro digrignante, Inuyasha cercò di reagire lanciandogli
i propri colpi, ma inutilmente. Questo mostro era incredibilmente forte e
veloce. Inuyasha ipotizzò che fosse per il fatto che
il costui aveva preso il sangue di Kagome, il quale
era intriso del potere della Shikon no Tama. Ciò spiegava l’innaturale forza e velocità del
mostro, ma non gli era molto d'aiuto. Se non fosse riuscito a scoprire perché Tessaiga si rifiutava di cooperare, era bello che morto, e Kagome non sarebbe sopravvissuta molto più a lungo, dopo
che la creatura si fosse stancata di lui.
Usando la spada per bloccare il potere grezzo
degli attacchi del mostro, Inuyasha grugnì
rabbiosamente, tentando di fermarsi. Le cose non stavano andando bene. Proprio
per niente. Sentendo qualcosa passargli sul fianco in un movimento confuso, Inuyasha guardò in basso, giusto in tempo per vedere un
flutto cremisi di sangue sgorgare dal suo corpo. Fu solo dopo che bloccò il
successivo attacco del mostro e che scansò la sua coda pungente, che Inuyasha percepì l'atroce dolore raggiungerlo e urlò in
agonia. Sì, le cose non sembravano assolutamente buone.
Kagome gemette e voltò
la testa con dolore. Le sue braccia, le sue gambe, la sua testa... tutto faceva
male. Kagome aprì lentamente gli occhi e cercò di capire
dove fosse. Ricordò l'attacco dello youkaie il suo
futile tentativo di difendersi, seguito da un dolore al collo.
Kagome sollevò una mano verso
il proprio collo e si sorprese nel sentire qualcosa avvolto attorno ad esso.
Fece scorrere dolcemente le proprie dita sul tessuto e lo riconobbe all’istante
come una parte della giacca di Inuyasha. Kagome sentì i propri occhi riempirsi di lacrime, mentre
abbassava di nuovo la mano come se fosse diventata pesante come il piombo.
Inuyasha era lì. Era
venuto.
Kagome riprese
lentamente i sensi, uno ad uno, e sentiva il cuore pulsarle nella testa. Il dolore
era insopportabile e non riusciva ancora a muoversi. Udiva dei suoni alla sua
sinistra. Incapace di riconoscere alcunché per alcuni istanti, Kagome chiuse gli occhi e girò dolorosamente la testa verso
la fonte. Sentiva il suono del metallo contro il suolo, che provocava in alcuni
istanti dei barlumi di luce, e c'era il demone. Poteva sentire e comprendere
quei suoni facilmente. Inuyasha era là? Kagome non era in grado di dirlo. La sua testa era troppo
confusa per registrare tutto ciò che stava accadendo attorno a lei. Voleva solo
riposarsi... Era così stanca. L'odore di Inuyasha le
era tutto intorno e voleva solo dormire e far finta che questo fosse solo un
sogno.
Calma com'era in quel momento, Kagome non si accorse che le sue ferite si stavano lentamente
chiudendo e che il flusso di sangue si era fermato. I buchi sul collo, dove
erano penetrate le zanne, erano però ancora fortemente visibili.
Kagome si sentì
trasportare nel sonno. Sebbene sapesse che ciò avrebbe dovuto importarle, non
riusciva a restare sveglia, fuori dalla terra dei sogni. Si sentiva così in
pace. Muovendo il braccio, tirò la giacca di Inuyasha
più stretta attorno a sé e respirò il suo odore, l’odore della foresta. Esso la
calmava. In quel momento, voleva solo riposarsi... Il mondo poteva attendere.
Fu soltanto il suono di un urlo di dolore che
la scosse da quella fantasia.
Quell'urlo. Quell'urlo...? Perché le suonava
così familiare? Kagome strinse gli occhi per un
momento, in riflessione, per poi aprirli dopo aver capito.
"Inuyasha!"
Inuyasha urlò per il
dolore bruciante, mentre la coda del mostro attraversava nitidamente la sua
spalla sinistra fin sulla schiena. Ogni cosa di lui era coperta di sangue,
tanto che riusciva a malapena a tenersi a Tessaiga e
sperare che la barriera di questa lo proteggesse contro il successivo brutale
attacco dello youkai.
Per ora tutto ciò che poteva fare era sperare. Un altro buon colpo e sarebbe
stato spacciato.
Inuyasha imprecò e provò
dolore, come non ne aveva mai provato prima. Lui sarebbe morto, Kagome sarebbe morta. Sarebbero morti entrambi e lui non
sarebbe mai stato in grado di dirle quanto lei fosse necessaria nella sua
epoca. Morendo avrebbe deluso il bonzo e persino Shippou.
La vecchia sacerdotessa si sarebbe rattristata, e chissà quale tipo di mostro
si sarebbe poi impossessato della Shikon no Tama! Della sua Shikon no Tama.
Chiuse forte gli occhi, mentre veniva colpito
ancora una volta dalla coda dello youkai, simile ad una frusta, e veniva spedito per la
lunghezza della strada, fino a schiantarsi sul duro suolo. Sporcizia e sabbia
si fecero strada nelle sue ferite fresche e gli causarono ancora più dolore.
Non tentò neppure di muoversi questa volta. Sarebbe morto comunque e non c'era
più nulla che lui potesse fare per proteggersi. "Maledetto corpo mezzo
umano... dannazione!"
Lottò un'ultima volta nel tentativo di
muoversi, ma rapidamente si arrese al dolore e girò la testa per vedere la
pozza di sangue che si stava accumulando sotto il suo corpo straziato. Lasciò
la presa su Tessaiga e imprecò nuovamente rivolto a
sé stesso. Perché suo padre non lo aiutava in questa battaglia? Perché? PERCHÈ?! Lo youkai si faceva sempre più
vicino. Poteva sentirne l'odore. Stava per morire e non c'era nulla che lui potesse
ancora fare per fermarlo.
Capitolo 6 *** Capitolo 6 - I Can't Have You Here With Me ***
Capitolo 6: Non posso averti qui con me
Capitolo 6: Non posso averti qui con me
Kagome si rigirò
dolorante. Le faceva così male muoversi, ma aveva udito il grido di dolore di Inuyasha. Lui era là e lei lo sapeva, e sapeva anche che lo
stavano attaccando. Il suo potere... non aveva ucciso lo youkai?
(Qui si fa riferimento al potere che era scaturito dal corpo di Kagome - vedi capitolo 4 NdT)
Dei, il potere che aveva evocato dal proprio
corpo le squarciava ancora la mente. Quel potere aveva bruciato lo youkai, aveva ustionato la sua carne e lo aveva strappato dal
suolo come un'onda distruttiva. Si era ferita nell’evocare un potere tanto
stupefacente, del quale non pensava neppure di esserne capace.
Ma... non era morto?
Gli occhi di Kagome
iniziarono a mettere a fuoco, mentre lei cercava di alzarsi in ginocchio. Con
le vertigini e sopraffatta dalla nausea, Kagome non
desiderava altro che lasciarsi cadere all'indietro e dormire. Guardandosi
attorno, vide per la prima volta Inuyasha. Era steso
al suolo, immobile, coperto di sangue. Lo youkai era
su di lui, e gli si faceva sempre più vicino.
Fu percorsa dal panico, mentre urlava "Inuyasha, alzati! Corri!"
Inuyasha non si mosse, ma
la sua voce attirò l'attenzione dello youkai. Esso si
girò verso di lei con i suoi freddi occhi demoniaci e sogghignò, mentre si
leccava il sangue sul mento. "Ancora viva...?" la canzonò. "Che
mi ha ferito, lo sai... La tua piccola dimostrazione di energia era potente, ma
non abbastanza per liberarti di me".
Kagome guardò in
perpetuo orrore lo youkai che avanzava ancora di più
verso Inuyasha. "Porrò fine alla sua vita ora.
Non dovrà più soffrire a lungo. E tu non vuoi che lui soffra, vero?"
sibilò.
Kagome ansimò ed
indietreggiò lentamente, terrorizzata. Il suo calcagno urtò contro qualcosa e
ciò la spinse a guardare verso il basso. Si trattava del suo arco e della sua
faretra con le frecce. Era stato Inuyasha a
portarglieli? Kagome rimase confusa per un momento,
prima di guardar fisso lo youkai, afferrare l'arco e
incoccarvi una freccia. "Tu morirai per mano mia, prima che ti lasci
toccarlo ancora!" urlò, tendendo l'arco con tutte le proprie forze.
Il mostro si lanciò verso di lei con un
ringhio e Kagome scoccò la propria freccia. La
freccia si infiammò, circondata da un'energia purpurea, ed andò diritta verso
lo youkai. Con movimenti abili e quasi invisibili, lo
youkai schivò facilmente l'attacco e sogghignò in
direzione di lei, mentre la sbatteva contro un muro di macerie.
Kagome urlò. Era così
veloce! Doveva essere a causa della scheggia della Shikon!
Sì, doveva proprio essere per quello.
"Tu, stupida donna. Il tuo sangue mi ha
reso più forte e il frammento della Shikon che
portavo già addosso mi ha dato abbastanza potere per sopravvivere al tuo primo
attacco. Cosa ti fa pensare che io sia così stupido farmi colpire dalla tua
freccia?" esso guardò con ira il volto di lei: file e file di aghi,
bianchi denti perlacei, brillavano nella sua direzione.
Kagome lottò contro di
lui, ma senza risultato. L'inutile arco nella sua mano sinistra non le era
d'alcun aiuto e sapeva che di lì a poco sarebbe morta. Il mostro sarebbe andato
ad uccidere Inuyasha... Kagome
singhiozzò per la frustrazione, mentre tentava di liberarsi.
Inuyasha socchiuse gli
occhi e sentì le proprie orecchie torcersi spasmodicamente, mentre riprendeva i
sensi. Il suo caldo sangue stava già iniziando a seccarsi sotto di lui, e
gemette mentre tentava di usare Tessaiga per risollevarsi.
Kagome. Kagome. Kagome.
Questo era tutto quello che la sua mente riusciva
a registrare. Lei era ancora lì e quel bastardo di uno youkai
non si stava affatto preoccupando di lui; probabilmente stava cercando di
finire Kagome. Non avrebbe... lasciato che quel
demone lo facesse. Non finché lui era in vita. Non finché lui poteva ancora
tentare e reggersi in piedi.
"Kagome..."
bisbigliò.
Inuyasha lottò per alzarsi
e guardò verso lo youkai, il quale incombeva su un’inerme
Kagome. Così, è
sopravvissuta. Pensò Inuyasha con sollievo. Lei
era viva. Il suo sangue aveva funzionato. Inuyasha
voleva ridere dalla felicità e, allo stesso tempo, ringhiare con disprezzo al
demone che stava ancora cercando di prendersi la sua vita.
"Bastardo..." ringhiò profondamente
Inuyasha nella sua gola. "Tu, demone
indegno!" strillò, brandendo la Tessaiga non
trasformata. "Non... è ancora finita!"
Kagome, da dietro lo youkai, aprì gli occhi e fissò Inuyasha
con uno sguardo sorpreso. "Inuyasha!"
gridò.
Inuyasha si limitò ad
annuire in direzione di lei, per poi rivolgere la sua piena attenzione al
demone. "Liberala. Sono io il tuo primo avversario."
Lo youkai sorrise e
la liberò. "Ho promesso a questa ragazza che avrei reso la tua morte
semplice e pulita. Solo, non sapevo che tu fossi così desideroso di morire
tanto velocemente." Detto ciò, si tuffò verso Inuyasha,
proprio mentre lui usciva dall'orbita dello youkai.
"Sarai tu l'unico a morire!" gridò Inuyasha, mentre sollevava di nuovo Tessaiga,
bloccandolo e tentando di colpire il demone con tutta la propria forza.
Kagome raggiunse il suo
arco. C'era ancora qualcosa che non andava. La Tessaiga
di Inuyasha non si trasformava. C'era di sicuro
qualcosa che non andava e lei ne era spaventata. Più spaventata di quanto lo
fosse mai stata nel poco tempo che aveva trascorso con Inuyasha.
Kagome perlustrò il
terreno in cerca di una freccia che non si fosse frantumata quando era stata
attaccata, o persa nelle macerie. Trovandone una, la mise nell'arco e lo tese. Kagome tentò di focalizzare il suo avversario, ma
inutilmente. Inuyasha e il demone si stavano muovendo
troppo velocemente e avrebbe potuto colpirli entrambi, se non fosse stata attenta.
"Inuyasha"
urlò "Non posso scoccare! Si sta muovendo troppo velocemente!"
Inuyasha si sforzò per
respirare, mentre colpiva ancora forte la coda muscolosa dello youkai. "Solo... tentaci!" Respirò con maggiore
difficoltà. "Per favore... sbrigati!" Inuyasha
grugnì, mentre veniva spinto indietro dallo stupefacente potere del demone.
"Sbrigati!" gridò di nuovo con insistenza.
Inuyasha corse a tutta
velocità verso il demone e usò la propria forza per afferrarlo ed inchiodarlo
sul posto, conficcandogli Tessaiga nella schiena, tra
le squame che la rivestivano. Il mostro urlò dal dolore, ma Inuyasha
cercò di trattenere il proprio appiglio e guardò verso Kagome.
"Ora, Kagome! ORA!"
L'energia naturale dei due era sorprendente e
Kagome ebbe di nuovo le vertigini. Questa era la sua
unica chance, mentre Inuyasha aveva in quel modo
messo il demone con le spalle al muro. Chiudendo gli occhi, Kagome
lasciò volare la freccia, piena dell’energia che vi aveva trasferito, ed essa
prese improvvisamente fuoco con fiamme purpuree.
Il demone emise un ruggito e venne
istantaneamente purificato dalla freccia e ridotto in cenere. Un singolo
luminoso frammento volteggiò nell'aria per un momento, prima di cadere
delicatamente sul cumolo di polvere, là dove era stato lo youkai.
Inuyasha respirò
pesantemente, guardando Kagome con occhi sollevati
mentre lasciava cadere a terra Tessaiga, e crollò
esausto. Il suo sangue stava ancora fuoriuscendo, per essersi mosso tanto
violentemente, e lui gridò, mentre i suoi muscoli venivano assaliti dai crampi
a causa dell’eccessivo sforzo.
Kagome lasciò cadere l’arco
e corse verso di lui. "Stai bene?" chiese.
"Sto bene... Solo, lasciami riprendere
fiato." Inuyasha respirò, mentre chiudeva gli
occhi per riposare.
Kagome lo guardò con
tristezza. "Sei venuto per me."
Inuyasha non rispose.
Tenne gli occhi chiusi e si concentrò per un momento. "Dovevo."
"Perché?" chiese Kagome, mentre si toglieva il fazzoletto dalla tasca ed
iniziava a strofinare via il sangue dalla faccia di lui.
"Che razza di domanda stupida è
questa?" rispose Inuyasha con un leggero
sogghigno. "Sapevo che ti saresti cacciata nei guai. Inoltre, quello
stupido monaco e quel piccolo marmocchio frignone vogliono che tu
ritorni."
Kagome guardò in basso
per un momento. "Sono lieta... che tu mi abbia aiutata Inuyasha,
ma..."
"Ma cosa?" domandò aprendo gli
occhi e guardando il volto triste di lei.
Il suono di sirene in sottofondo distolse
l'attenzione di entrambi. "Che cos'è?" chiese Inuyasha.
"È l'ambulanza e probabilmente la
polizia. Quando lo youkai mi ha attaccata, la gente, presumibilmente,
è corsa a ripararsi. Qualcuno deve averli chiamati." Kagome
raggiunse il petto di Inuyasha e lo aiutò a mettersi
in posizione seduta. "Forza, dobbiamo andarcene di qui prima che loro
arrivino."
Inuyasha la guardò per un
momento, poi si mise in piedi con un grugnito e usò Tessaiga
per bilanciare il proprio peso. "Il frammento" iniziò a dire.
Kagome guardò per un
attimo il frammento che brillava di energia maligna. Abbassandosi, lo raccolse
e, in un istante, la malignità scomparve. "Andiamo" disse Kagome, offrendogli il proprio braccio per aiutarlo ad
arrivare a casa.
Giunta a casa, Kagome
iniziò ad occuparsi silenziosamente delle ferite di Inuyasha.
La sua famiglia era andata a trovare sua zia in città e sarebbe stata via per
tutta la notte.
Inuyasha non riusciva a
pensare a nulla da dire per aiutare a dare il via ad una sorta di
conversazione, e Kagome stessa non sembrava
desiderosa di iniziare alcunché. Lei teneva gli occhi abbassati e non guardava Inuyasha in volto se non per pochi secondi alla volta,
prima di spostarsi per prendere altra garza, acqua ossigenata, o nastro adesivo
(ok, qui sono andata per intuito, visto che "band aids" non so
proprio cosa siano… Si accettano suggerimenti… NdT)
Inuyasha sospirò. Tutto
ciò lo annoiava e non sapeva come superare quella barriera di silenzio creatasi
tra loro. Il sole stava iniziando a tramontare ed Inuyasha
si sentiva ancora stanco. Voleva dormire e rimettersi in salute, ma non prima
di aver parlato a Kagome ed aver messo le cose in
chiaro.
"Kagome"
iniziò.
"Cosa?" chiese lei, mentre gli
fasciava dolcemente il braccio.
"Sei ancora arrabbiata con me?"
Kagome si fermò per un
attimo, ma rifiutò di incontrare gli occhi di lui. "Ho... deciso che ti
avrei lasciato totalmente a lei. Non interferirò con qualunque cosa voi due desideriate
fare d'ora in poi."
Inuyasha sembrò scioccato
per un momento. "Kagome, tu non sei mai stata un
intralcio per me. Soltanto, io... sono molto in debito con Kikyou
dopo l'inferno che lei ha passato. Non riesci a capirlo?"
"Sì, lo capisco. L'ho sempre capito. So
che lei è speciale per te."
"Lo sei anche tu."
"Non tanto quanto lei."
Inuyasha rimase in
silenzio. "Non posso lasciarla a Naraku."
"Lo so."
"Ritornerai indietro con me
allora?"
"No."
Le parole fredde di Kagome
lo colpirono duramente. "Perché no?"
"Te l'ho già detto. Io non posso solo...
sedermi là ed essere con te. Tu non hai per niente bisogno di me e lo sai. Puoi
continuare il tuo viaggio con Kikyou e,
probabilmente, trovare i frammenti molto più velocemente con lei invece che con
me" sussurrò Kagome.
"Questo non è vero" disse Inuyasha mentre tentava di cambiare posizione.
"Non muoverti. Riaprirai le
ferite."
Inuyasha ringhiò.
"Ascolta, donna! Ora non mi importa dei miei dannati tagli! Voglio farti
capire! Inoltre, quello non è vero!"
Kagome gli lanciò uno
sguardo bizzarro. "È una bugia, lo sai che io non posso raccogliere i
frammenti del gioiello velocemente quanto Kikyou."
Inuyasha scosse la testa.
"No, non quello. Volevo dire che non è vero che tu non significhi nulla
per me."
Kagome si fermò per un
momento prima di sentire le lacrime iniziare a riempirle di nuovo gli occhi. Mise
giù le garze e si alzò velocemente, ma Inuyasha le
afferrò il polso, prima che lei potesse andarsene.
"Per favore, lasciami sola..."
pregò Kagome.
"No, dannazione! Non mi stai ancora
capendo!" Inuyasha si alzò, nonostante le sue
condizioni. "Guardami!"
Kagome chiuse gli occhi
e distolse lo sguardo, mentre Inuyasha bloccava nelle
proprie mani le braccia di lei. "No, non posso..." iniziò a dire,
mentre le lacrime cominciavano a cadere liberamente dai suoi occhi.
"Fallo!" disse Inuyasha
con rabbia.
Kagome aprì lentamente
gli occhi... il marrone incontrò l'oro. Gli occhi di lui tenevano quelli di lei
paralizzati in uno sguardo fisso, e lei si sentì incapace di fare alcunché. Si
abbandonò tra le braccia di lui, e tentò di distogliere lo sguardo, ma Inuyasha non la lasciò.
"Io non so perché tu sia così cocciuta e
non riesca a capire che ti voglio là con me, Kagome.
Ho bisogno che tu sia là con me! Quando sei con me, io sono felice e in pace.
Senza di te, non sono in grado di fare nulla. Non lo capisci?!" la scosse
dolcemente per le braccia per enfatizzare la propria opinione.
Kagome lasciò che le
lacrime cadessero liberamente e singhiozzò. "Io... non posso solo stare
accanto a te, Inuyasha." Si sentiva così infame
davanti a lui. Così piena di rammarico e così stupida. Senza preavviso, Inuyasha se la tirò al petto e la strinse in un abbraccio. Kagome era scioccata da questa sua aperta dimostrazione
d'affetto, ma si limitò ad appoggiarsi contro di lui, lasciandosi trasportare
dal suo profumo e dall'odore della menta dei medicinali sulle sue ferite.
"Hai salvato la mia vita oggi" le
parlò dolcemente nell'orecchio. "Ti sono davvero grato per questo."
"Anche tu hai salvato la mia ..."
bisbigliò sul petto di lui, mentre cercava di asciugarsi le lacrime. "Ma Inuyasha... Tessaiga non si è
trasformata."
Inuyasha la abbracciò più
forte. "Lo so. E per questo pensavo di averti persa. Non so cosa avrei
fatto se non mi avessi chiamato. Quasi non pensavo che avrei potuto ancora
alzarmi. Sono... solo molto sollevato."
Kagome singhiozzò. Le
parole di lui la toccarono ad un livello di cui non credeva Inuyasha
capace. Senza pensare, Kagome lo spinse un poco
indietro e portò le proprie labbra ad incontrare quelle di lui per la prima
volta.
Inuyasha la guardò
sbigottito per un momento, prima di sprofondare nel gentile bacio. Fu breve e
delicato e, prima che sapesse esattamente cosa fosse successo, Kagome si ritrasse.
"Inuyasha...
io ti amo, ma non posso sopportare il dolore. Mi dispiace così tanto, ma... Non
posso proprio averti qui con me." Kagome si
ritrasse dolcemente da lui, rivolgendogli un debole sorriso finale, prima di
lanciarsi verso la porta ed andarsene.
Inuyasha rimase là,
stordito, mentre portava le dita alle labbra, ancora calde per il breve
contatto. "Kagome..."
…Continua…
Nota
della Traduttrice: bene, dopo tanta attesa eccovi finalmente il sesto
capitolo. Mi scuso del ritardo ma in questo periodo ho avuto parecchi casini e
non sono riuscita ad approntare la traduzione prima di oggi. Che dite vi piace
questo capitolo? Tenetevi pronti, perché il prossimo sarà quello finale. Alla prossima
Capitolo 7 *** Capitolo 7 - When All's said and done ***
Capitolo 7: Quando tutto è stato detto e fatto
Capitolo 7: Quando tutto è stato detto e fatto
Stupida,
stupida, stupida! Si ripeté Kagome tra sé e sé,
mentre attraversava correndo il cortile del tempio. Le lacrime le cadevano
liberamente sul viso e lei se le strofinò via, incurante, mentre barcollava verso
il Dio Albero e vi si appoggiava, nascondendo il volto tra le braccia.
Stava scappando di nuovo, non era forse così?
Si era ripromessa che non avrebbe potuto restare con Inuyasha
finché lui avesse amato Kikyou; ma lui prima era là,
a chiederle di rimanere insieme a lui.
A chiederle di ritornare con lui nel
suo mondo. Di continuare ciò che avevano iniziato insieme.
Kagome sbatté la testa
con violenza, contro la corteccia dell'albero, graffiandosi la fronte.
E lei era stata tanto sciocca da baciarlo. Aveva
baciatoInuyasha!
Di tutte le cose stupide e indecenti che avrebbe potuto fare, lei l'aveva
baciato! Si portò le dita alle labbra, a metà tra incredulità e rabbia. Il suo
primo bacio, e ora stava scappando...
Kagome rimase seduta lì
per molto tempo, con la mano che ancora le copriva la bocca, mentre le lacrime
continuavano a cadere. Il sole stava tramontando dietro il profilo della città,
lasciandola così nella semioscurità, ma a lei ciò non importava. Si appoggiò
all'indietro, contro l'albero, lasciandosi poi scivolare a terra, e, perplessa,
nascose quindi la testa tra le braccia.
Cosa avrebbe fatto? Di sicuro non poteva
lasciare la casa. Questa sarebbe stata una cosa ancora più stupida. Ma ancora
non riusciva ad affrontare Inuyasha. Che cosa stava
facendo lui là dentro? Era ancora in casa? Se n'era andato? No, non l'aveva
visto entrare nel pozzo. Lui la stava aspettando, o era arrabbiato con lei? Non
lo sapeva.
Doveva fare qualcosa. Restare seduta, lì
fuori, a piangere vicino al Dio Albero non l'avrebbe portata da nessuna parte,
ed iniziava anchea far freddo.
Avrebbe dovuto *solamente* entrare e scusarsi con Inuyasha,
assicurarsi che lui stesse bene, e poi rispedirlo indietro con il frammento che
avevano recuperato quel giorno. E ciò era tutto: questa era la sua decisione
definitiva. Non sarebbe ritornata indietro.
Facendo forza sulle sue deboli gambe, Kagome iniziò a camminare verso casa, domandandosi se
stesse facendo davvero la cosa giusta.
Inuyasha rimase seduto in stato
di shock per lunghi istanti. La sua mente poteva a malapena registrare tutto
ciò che era accaduto nelle ultime ore, fino a qualche minuto prima. Kagome gli aveva detto con certezza che non aveva
intenzione di ritornare. Una volta per tutte. Mai più.
Scosse la testa e si alzò, guardando verso la
porta attraverso la quale lei era uscita. Non riusciva a vederla ora. La sua
perfetta vista notturna era tornata ad essere di nuovo quella di un semplice
essere umano. Si maledì con rabbia. Era soltanto per colpa della luna nuova,
giusto?
Il suo primo istinto fu quello di
precipitarsi fuori a cercare Kagome, ma esitò per un
momento. Lei non voleva che lui la seguisse, e lui era troppo spaventato per
farlo. Non sapeva se sarebbe riuscito ad affrontarla, in quanto si sentiva lo
stupido che realmente era.
Vacillando all'indietro, colpì leggermente la
scatola delle garze ed imprecò: le sue ferite non avevano avuto tempo di
guarire completamente prima del calar del sole, ed ora era bloccato nella sua
forma umana per tutta la notte, con tagli abbastanza seri e Kagome
a cui pensare. Di sicuro non poteva ritornare al di là del pozzo proprio ora,
sapendo che lei era in quello stato, ma non sapeva neanche cosa diavolo fare in
casa sua. Limitarsi a stare lì nella casa della sua famiglia era ridicolo.
Inuyasha si girò e guardò
le scale che portavano alla camera di Kagome. Non
sapendo il perché, iniziò a camminare verso di esse, tenendosi temporaneamente al
corrimano, mentre i suoi tagli si riaprivano.
Col
cavolo se gli importava.
Respirando pesantemente, salì con lentezza le
scale, raggiunse la cima e scrutò l'atrio oscuro. Era quasi impossibile vedere
qualcosa, e così, a tentoni, cercò la porta della stanza di lei. Era chiusa, ma
lui girò la maniglia ed entrò.
Una debole lampada posta nell'angolo
lanciava, per la stanza, un caldo bagliore, e lui, persino in nella sua forma
umana, riusciva a sentire l'odore che indubbiamente era di Kagome.
I suoi occhi si addolcirono per un istante, mentre si soffermavano su una
piccola cornice quadrata che proteggeva un ritratto di lui stesso, Miroku, Shippou e Kagome. Lei aveva portato qualcosa nella loro epoca e aveva
insistito che tutti stessero in posa per il tempo necessario a fare una foto.
Allora non gli era importato, ma, guardando quei volti ritratti, così
perfettamente somiglianti alla realtà, sentiva una fitta lancinante al cuore.
Miroku se ne stava di
lato, sorridendo felicemente e tenendo il proprio braccio attorno a Kagome, che brandiva la macchina fotografica. Shippou era collocato sulla spalla di lei, e ondeggiava
freneticamente, mentre stringeva il dolce che Kagome
gli aveva portato. Inuyasha, invece, teneva la
schiena quasi voltata verso l'obiettivo e assumeva un aspetto scontroso, come
era solito fare.
Inuyasha si diresse verso
la cornice e la raccolse, guardando la propria immagine e domandandosi il
perché si fosse comportato in quel modo. Lui era sempre così... Fingeva che non
gli importasse, quando la realtà era ben diversa. Aveva pensato che fosse la
cosa migliore. Tutto ciò che un tempo contava per lui era solo la sfera e il
diventare uno youkai completo, ma ora non ne era così
certo.
Improvvisamente, le luci si accesero e, con
propria sorpresa, Inuyasha lasciò cadere la cornice,
che finì a terra con uno schianto. Alzò lo sguardo allarmato. Kagome stava sull'uscio della porta e guardava il
pavimento, nel punto in cui la cornice era andata in frantumi. Gli occhi di lei
si addolcirono per un momento e, poi, si risollevarono verso Inuyasha, un attimo prima di dirigersi verso la cornice
rotta a raccoglierne i pezzi.
"K-Kagome..."
iniziò Inuyasha. "Mi dispiace."
Kagome continuò a fare
quello che stava facendo, muta per lo stupore. "Non importa" bisbigliò
lei.
Nessun'altra parola fu scambiata tra i due,
ma Inuyasha si chinò comunque per aiutarla a
raccogliere i frammenti di vetro. "Sta attento, le schegge possono
ferire." Lo avvertì Kagome e Inuyasha
si fermò a guardare la piccola collezione di pezzi di vetro che stava nella sua
mano.
Come
la Shikon no Tama. Pensò. I frammenti possono ferire...
Senza dir nulla, lei gli prese i pezzi dalla
mano e li depositò in un cestino dall'altra parte della camera. Girandosi poi
lentamente verso di lui, bisbigliò. "Puoi tornartene di nuovo nel tuo
mondo, Inuyasha. Puoi prendere il frammento; io qui non
ne ho bisogno."
La tensione nella stanza era altissima.
"Non lo voglio. Non è importante ora."
"Ti ho già detto che io non
ritornerò."
"Allora neanch'io"
replicò Inuyasha, prima che lei potesse dire altro.
"Cosa?" chiese scioccata Kagome.
Inuyasha fece un passo
verso di lei, guardandola dritta negli occhi. "Ho detto che non ritornerò neanch'io."
"I-Inuyasha,
perché?" Kagome lo guardò, studiandolo. "Tu
devi tornare indietro. Quale sarebbe
lo scopo del restare qui?"
Lui la abbracciò di nuovo, ma questa volte
più forte. "La fotografia che ci avevi fatto" bisbigliò "mi ha
ricordato com'era quando ero solo, prima di incontrarti. Non voglio sentirmi
così di nuovo."
Kagome si divincolò da
lui per un attimo. "C-Cosa?"
"Non voglio essere di nuovo solo"
disse Inuyasha, nascondendo il proprio volto nei
capelli di lei. "Così, per tutto il tempo che vorrai rimanere qui, ci
resterò anch'io."
Le lacrime sgorgarono di nuovo dagli occhi di
Kagome, che abbracciò apertamente Inuyasha.
I suoi progetti precedenti si erano dissolti. Come poteva resistere alla sua
richiesta? Sarebbe restato con lei, per lei. Per nessun altro, solo per lei.
Era confusa circa il perché lui volesse fare qualcosa di tanto stupido, ma al
momento non poteva importargliene di meno. Lo abbracciò più forte e lui
sussultò. Kagome si ritrasse scioccata.
"Inuyasha, mi
dispiace! Le tue ferite..." si scostò lei, sentendo le lacrime cadere di
nuovo.
"Dimenticale" disse lui,
circondandola con le proprie braccia. "Dimentichiamoci di tutto per ora.
Ce ne preoccuperemo più tardi."
La sollevò dolcemente e la portò verso il
letto, tirando indietro le coperte e mettendola giù piano, nonostante le
proteste di lei. La ricoprì e si sedette accanto al letto, appoggiando la testa
sulla sponda. "Dormi ora."
Kagome protestò e cercò
di alzarsi, ma, non appena Inuyasha chiuse gli occhi,
lei capì che lui si era già addormentato. Asciugandosi le lacrime, prese la sua
mano nella propria con un piccolo sorriso.
Dimentichiamoci
dei nostri problemi per ora. Preoccupiamocene più tardi...
E così Kagome si
addormentò, con il ragazzo che dormiva pacificamente accanto a lei.
…The End…
Nota
della Traduttrice: Bene, la fic è finita. Come avrete potuto notare, non
si tratta, come nella maggioranza dei casi, di una fanfic a sé stante, nel
senso che essa non va ad assumere i connotati di una storia con un finale
predefinito diverso dal manga. Si tratta, invece, di una sorta di enclave nella
storia principale delineata da Rumiko Takahashi, al fine di approfondire meglio
i sentimenti dei due protagonisti e consentire una loro evoluzione più profonda
rispetto al manga o all’anime. Beh, a me all’epoca piacque molto e spero anche
a voi.
Che altro dire… Non posso certamente dirvi
“Alla prossima fic” perché non so se avrò mai più il
tempo o la voglia di mettermi a tradurre qualcosa… Anzi, dubito fortemente che
questo potrà mai accadere.
Non mi resta che ringraziarvi per l’affetto
con cui avete seguito questa traduzione: i vostri commenti entusiasti sono
stati uno stimolo per portarla a termine. Un saluto a tutti ora. Spero solo di
avervi lasciato un bel ricordo.