You only live forever in the lights you make

di __Belial__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** This could be the last of all the rides we take ***
Capitolo 2: *** Hold on tight and don’t look back ***
Capitolo 3: *** I’ll find you when the sun goes black ***
Capitolo 4: *** They only care if you can bleed ***
Capitolo 5: *** Every person that you need to be ***
Capitolo 6: *** Yell it out ’til your heart stops beating ***
Capitolo 7: *** We don’t care about the message ***
Capitolo 8: *** When we were young ***
Capitolo 9: *** When your heart begins to break ***
Capitolo 10: *** Here we are and we won’t stop breathing ***
Capitolo 11: *** I will not kiss you ***
Capitolo 12: *** The hardest part of this ***
Capitolo 13: *** Oh, my agony ***
Capitolo 14: *** It just ain't living ***
Capitolo 15: *** 'Cause I'm awful just to see ***
Capitolo 16: *** That if you say goodbye today I'd ask you to be true ***



Capitolo 1
*** This could be the last of all the rides we take ***


Frank sentì un lungo brivido che gli percosse la schiena. Non riusciva a dormire.
Non capiva perchè si stava girando e rigirando nervoso nel letto,sentiva un'ansia premergli addosso,un forte peso che lo schiacciava,un pensiero fisso in testa:Gerard.
Era ovvio perchè non riusciva a dormire serenamente,era perchè forse non lo aveva più fatto da un anno circa,da quando Gerard tutto d'un tratto aveva iniziato a stargli lontano e a porre quella distanza fisica e mentale tra i due.
Gerard non era più suo,non si ricordava neanche se lo fosse mai stato,forse era tutto nella sua testa,non riusciva a saperlo lontano.
Perchè non poteva semplicemente cacciare via quei brutti pensieri? Beh,perchè stiamo parlando di Gerard Way,la bella acidella mestruata.
Frank ancora passava ogni notte a cercare di capire il motivo di quell'improvviso distacco.
Una parte di lui si diceva:'fanculo quel coglione,mi ha abbandonato,quindi ora dormo.
Mentre l'altra teneva vivo il ricordo di quei tempi felici,quei tempi in cui si amavano,quelli in cui facevano ciò che l'istinto gli diceva,quei tempi dove agire spontaneamente era la cosa che gli riusciva meglio,anche meglio della musica stessa.
Eppure perchè è finito tutto in un soffio? Forse era stato lui ad allontanarlo? No,Frank doveva solo smettere di pensarci e dormire. Ma per cosa? Per svegliarsi in un altro monotono giorno in cui poteva stare a contatto con Gerard senza potergli saltare addosso? Frank si rese conto che si stava facendo troppe paranoie,quella sera avrebbe dormito e domani avrebbe pensato cosa fare o dire a Gerard,perchè davvero,non ne poteva più di tutta quella pressione che si sentiva addosso,era come un carico che Gerard gli aveva buttato addosso di colpo,pesante,e ogni giorno lo aumentava.
Dormire era la soluzione giusta.



Si svegliò di scatto quando sentì il forte suono della sveglia tormentargli l'udito..non si sentiva stanco e non sentiva il bisogno di spaccare la sveglia per tornare a dormire facendo un grosso sbadiglio..strano.
Oggi c'era qualcosa di diverso da tutte le altre giornate,Frank si svegliò come se lo sapesse,come se non vedeva l'ora di scattare in piedi,ed ora riusciva a capirne il motivo:oggi sarebbe stato il giorno in cui avrebbe finalmente parlato con Gerard di ciò che era successo tempo fa,non riusciva più a tenersi tutto dentro.
Ma cosa si teneva dentro?

Frank arrivò nella sala prove in ritardo,era stato tutta la mattina a pensare cosa dire a Gerard.
Arrivato lì tutti gli puntarono lo sguardo addosso,compreso lui. Frank deglutì e abbassò lo sguardo,non voleva incontrare i suoi occhi,almeno,non per ora. 
-Sei in ritardo!- gli fece Mikey con fare severo.
-Lo so,lo so- si affrettò a rispondere Frank mentre impugnava la sua chitarra frettolosamete 
-Non essere così frenetico stavamo per fare una pausa-
-Cosa?! Di già?! Ma che ore sono?!-
-12:30-
-Cazzo! Scusatemi,non volevo,non pensavo fosse così tardi,non ci credo,io non-sospirò pesantemente,un sospiro pieo di tutte le colpe che si sentiva addosso -Scusate-
-Non preoccuparti,piuttosto ora pensa a calmarti un po' che mi sembri piuttosto agitato oggi,sicuro che vada tutto bene?-
-Oh,si,si non preoccuparti- 
-Bene,a dopo- fece infine Mikey per dirigersi all'esterno seguito da Ray e Bob.
Erano rimasti in due,e nonostante i discorsi auto-convincenti che si era fatto stammattina rimproverandosi allo specchio,aspettò un minuto per prendere coraggio,e se ne andò.
Mentre stava per uscire dalla stanza sentì afferrarsi la mano da qualcuno,una stretta fredda ma accogliente,una stretta che gli riportava alla mente il sapore  dei vecchi tempi.
Non poteva essere lui,non avevano un rapporto così ravvicinato dal momento del distacco da parte di Gerard, eppure ora era proprio lui ad averlo afferrato per un braccio.
Frank tremò sotto la sua presa,il cuore batteva all'impazzata,era paralizzato,stava provado mille emozioni insieme.
-Frankie- la voce sottile,tagliente e delicata del cantante raggiunse il suo timpano sconvolgendolo all'interno,non lo chiamava più così da quasi un anno.
Ma cosa stava succedendo? Stava sognando? 
Con l'aria di uno che ha appena visto la morte si voltò vero il roscio e lo scrutò velocemente con gli occhi,non sapendo dove guardare,cosa fare o come sentirsi.
Con gli occhi che vagavano ovunque in cerca di spiegazioni tirò fuori la voce indecisa e traballate,sembrava un cucciolo bastonato.
-Si,Gerard?- deglutì pesantemente.
-Ti prego,perchè?- lo guardava fisso negli occhi,al contrario dell'altro.
-Perchè cosa Gerard?- la confusioe si fece strada tra i suoi pensieri.
-Perchè non mi chiami più "Gee"? Perchè mi guardi da lontano? Perchè non mi parli se non lo faccio io? Perchè sei spaventato quando sei con me? Perchè esiti in tutto quello che fai? Perchè non mi guardi? Perchè non mi parli? Perc-
-Gerard cosa stai dicendo?!- Frank,lo interruppe,iniziò a preoccuparsi,più andava avanti la giornata e più era anomala. Gerard si sentiva davvero come lui? Beh,anche lui si sentiva così quindi non capiva,non stava capendo nulla in quel momento,voleva solo spiegazioni,voleva solo parlargli.
Ecco,tutto ciò di cui aveva bisogno erano parole e spiegazioni,nient'altro. Nemmeno azioni che potevano sconvolgerlo.
Spiegazioni e parole,chiedeva solo due cose dalla vita,ma dalla bocca di Gerard in quel momento uscirono solo quattro parole,da chiedere a Frank.
-Perchè mi hai abbandonato?- Gli occhi si colmarono di lacrime.

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Capitolo 2
*** Hold on tight and don’t look back ***


Per un momento Frank rimase paralizzato,poi si ritrovò magicamente seduto accanto a Gerard in lacrime. Era esploso prima lui.
Frank gli accarezzava dolcemente la schiena che sobbalzava cotinuamente per via del pianto,non aveva mai visto Gerard in quello stato,voleva aiutarlo,per Frank quella era un'evidente richiesta d'aiuto. 
Dolcemente si avvicinò al suo orecchio,per un momento esitò,ma poi capì che la cosa giusta da fare era stargli vicino,non perchè glielo doveva o altro,ma perchè ne sentiva la necessità,Frank sentiva la necessità di non poter fare a meno di Gerard.
-Io ci sono sempre stato,e sempre ci sarò-
Gerard lo guardò in volto con gli occhi ancora un po' bagnati,ma non fu la cosa che a Frank fece venire la pelle d'oca,fu il fatto che era da tempo che non lo guardava negli occhi da così vicino e non li ricordava così..così..vuoti.
Voleva scoppiare in lacrime anche lui in quel momento,ma semplicemente inerruppe il contatto visivo abbassado lo sguardo e si tenne tutto dentro. Ancora. Stavolta doveva lottare per lui,perchè si. Perchè lui era Gerard. 
Gerard sghignazzò e rise tornando a fissarlo dritto negli occhi,non ne poteva più. Frank on poteva più guardare quegli occhi ormai insignificanti,come se non avessero motivo di esistere. Forse era così che si sentiva Gerard,ipotizzò. Quindi,se così era,Frank doveva far il possibile per far capire a quegli occhi che dovevano continuare a vivere,a brillare di quell'intenso e sconosciuto,misterioso colore. 
-La presenza fisica non conta Frank. Ultimamente mi hai mai chiesto come sto? O magari come va con Lynz?-
Ah. Ecco il problema,Lynz. Frank non sopportava Lynz,era la prova vivente del distacco di Gerard,pensando anche al fatto che quando si erano sposati la band si era momentaneamente fermata e non a caso. Ribolliva di rabbia se sentiva pronunciare quel nome,e avrebbe voluto rispondergli malissimo in quel momento,ma sapeva che non poteva. Non se lo meritava,dopotutto sembrava che anche lui stesse provando quello che provava Frank.
Così non potè fare altro se non chiare il capo e scoppiare a piangere in preda ai sensi di colpa. Era vero. Frank non parlava mai con Gerard se non era lui a prendere l'iniziativa,non si permetteva mai di aprire bocca su di lui terrorizzato dalla possibile reazione,e se Gerard on sembrava di buon umore neanche gli diceva "ciao".
Frank sembrava semplicemente e costantemente terrorizzato dal mondo Gerard.
Si,il mondo Gerard:quello pieno di Lynz mezze nude che gli offrono caffè e pennelli.
E Frank ne credeva fermamente l'esistenza di questo mondo.
-Scusa- mormorò a bassa voce. Si sentiva uno schifo.
-Tu sei andato via da me. Cosa ti ha portato così lontano? Una donna? O un altro uomo?- 
Ma cos. Frank per un momento rimase basito e poi si soffermò incazzatissimo sullo sguardo di Gerard.
-Ma sei fatto? Se c'è stato qualcuno ad allontanarci quello sei tu e la tua bellissima mogliettina del cazzo che un giorno è spuntata fuori dal nulla e te la sei sposata,dopo avermi lasciato lì,in quell'angolino sporco e polveroso della tua misteriosa testa che non sa neanche lei cosa vuole- così fece per andarsene,ma fu trattenuto,ancora.
-Io so benissimo cosa voglio-
-Oh,si ho visto,infatti lo ottieni facilmente visto che ferisci i sentimenti altrui dim-
-Io voglio te-
Frank rimase a bocca aperta,non riusciva mai a capire cosa accadeva se c'era Gerard,anche perchè era Gerard stesso a non fargli capire le cose,lo confondeva con la sua logica contorta e le sue imprevidibili uscite improvvisate,Frank era stufo di tutte quelle sorprese,voleva solo avere certezze,eppure sapeva che la cosa più bella di Gerard era lasciarlo sconvolto.
Da quel momento in poi tuttò sembrò andare a rallentatore,le spiegazioni di cui necessitava Frank? 'Fanculo,tutte stronzate,necessitava delle sue labbra non delle sue spiegazioni.
Così si baciarono,appassionatamente ed intensamente,Frank sentì una sensazione di stupore insediarsi in lui,gli era mancato tanto,non lo ricordava così meravoglioso.
La frenesia del momento era fin troppa e così arrivarono dai baci alle toccatine,dalle toccatine ai vestiti sul pavimento.


Lo stavano facendo.
Dopo tanto tempo Gerard aveva ricolmato quel senso di vuoto che gli aveva lasciato dentro per quasi un anno,in tutti i sensi.
-G..Gee-
-Mhh?-
-Ma..t..tu..AH..s..sei sposat..o-
Gerard si bloccò,sorrise e si allungò verso l'orecchio di Frank -E tu sei sposato con il passato-
Eh? Cosa voleva dire? Lo stava prendendo per il culo o cosa? Frank lo guardò confuso e con l'aria di chi si aspetta delle spiegazioni..si,spiegazioni.
-Beh,vedi tu sei-

UN URLO.
QUALCUNO CADDE A TERRA.
MIKEY.
Merda,non avevano pensato al fatto che gli altri fossero in giro in effetti.
Pensare che il fratellino della persona che lo stava sbattendo li aveva appena visti trombare gli fece gelare il sangue,doveva essere proprio un trauma.
Gerard interruppe tutto quello che stava facendo per andare a soccorrere suo fratello steso a terra,mentre Frank di corsa si rivestiva preoccupato.

Dopo un po' si sentì un mugolio da parte di Mikey
-Gerard..- aprì leggermente gli occhi
-Si?- 
-Potresti almeno rivestirti perfavore?-
Gerard non fece in tempo a scattare in piedi per raccogliere i suoi vestiti che era già tornato di cattivo umore.
Frank uscì dalla sala prove,lasciando i due fratelli a risolvere i loro problemi,che pensandoci,ormai erano diventati anche i suoi.
Pensava di rimanere solo a pensare per un po' mentre fumava,quando poi vide Gerard raggiungerlo poco dopo.
-Sta bene?-
-Si,lui..lui già lo sapeva-
-Eh?-
-In pratica mi ha detto che sapeva che tra noi due succedeva qualcosa,era ovvio,e poi mi ha semplicemente chiesto se possiamo solo evitare di farlo davati a lui-
-Ah..ehm..senti Gerard..quella frase di prima..quando hai detto che sono sposato con il passato..cosa volevi dire,esattamente?-
-Beh,sai bene cos'è il passato che c'è stato tra noi due..e so che colleghi ogni singola cosa a quei vecchi ricordi ma..ora basta,okay?-
-Ora basta?-
-Sei sempre così fottutamente ingenuo,Frankie-
-Io guarderei troppo al passato? E tu? Che da oggi non fai altro che chiedermi del perchè ti ho abbandonato,cosa che tra l'altro hai fatto tu,oppure non fai altro che chiamarmi Frankie?-
-è il tuo soprannome,e quindi?-
-Non cambiare discorso,ti prego. Voglio solo delle cazzo di spiegazioni-
-Frank,io sono vuoto. Non voglio starti accanto in questo stato ora,quella di prima era solo..facciamo solo finta che non sia successo niente okay?-
-Va bene. Non è successo niente,come sempre-
-Frankie?-
-Non chiamarmi così,ti prego. Quel nomignolo appartine al passato,per me non è niente-
-Quindi vuoi che quello che dico sigifichi qualcosa?-
-Io voglio solo..-si bloccò. Non sapeva nemmeno lui cosa voleva in quel momento. 
Gerard così lo baciò,di nuovo.
Così finì la frase.
-Io voglio solo te-
-Anche io ti voglio,Frank. Mi sei mancato.-
-Non sono mai andato via-
 

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Capitolo 3
*** I’ll find you when the sun goes black ***


AVVISO: Da come avrete capito non mi funziona bene la "n" sulla tastiera,per cui mi scuso per tutte le volte in cui mancava o mancherà qualche "n"
Scusate--






Aveva iniziato a piovere,ma non importava.
In quel momento c'erano solo le loro labbra bagnate che si univano l'una all'altra,la loro lingua si scontrava,incontrava e afferrava,erano senza freno.
Tutto sembrava essere così perfetto per Frank..si stavano baciando sotto la pioggia,proprio come in un film o in un libro,solo che questa era la realtà. Ecco perchè proprio in quel momento passò Lynz.
Frank spalancò gli occhi terrorizzato e Gerard si spinse il più lontano possibile da lui,lei si stava avvicinando e chissà se li aveva visti.
-Ehi!- fece con tono allegro e sguardo sorridente.
-C..ciao amore- Gerard la avvicinò a sè con un gran sorriso e gli diede un bacio,un bacio appassionato e spensierato allo stesso tempo. A Frank venne la nausea.
-Cosa state facendo voi due sotto la pioggia? Rischiate di prendervi la bronco-polmonite-
-Infatti..ehm..gli stavo appunto chiedendo se aveva un ombrello- si vedeva che mentiva,quella era la peggior scusa che avesse mai tirato fuori.
Frank voleva scoppiare tra le risate e le lacrime in quel momento,era serio?
-Oh,ehm..certo..capisco. Ecco prendi questo e riaccompagna Frank a casa,ci vediamo domani- detto questo gli porse generosamente l'ombrello,salutò e se ne andò.
-Non ce n'è bisogno,davvero. Posso anche tornare da solo- Era un po' incazzato con Gerard per come l'aveva spinto bruscamente per afferrare la sua donna. Quel gesto lo collegò al passato.
-Invece si-
-No,senti,torno a casa da solo-
-E io no-
-Mh?-
-Abbiamo un ombrello in due,coglione-
-Allora non importa,prendilo tu,casa mia non è distante da qui e sono già tutto bagnato-
A Gerard scappò un risolino per il doppio senso della frase appena detta da Frank,sembrava un bambino di 10 anni.
-Io.ti.accompagno.- non glielo stava nè chiedendo,nè proponendo..era un ordine,così Frank non potè far altro se non annuire deglutendo e seguirlo sotto l'ombrello.



Ci fu un minuto di silenzio cha a Frank parve durare un'eternità.
-Noi non siamo nulla- face poi Gerard in modo freddo.
Ok,Frank non ci stava capendo un cazzo.Il momento prima diceva che lo voleva e lo baciava senza freno,e il momento dopo gli diceva che non significava nulla.Si stava veramente scocciando,cazzo.
Ah,oppure non c'era da dimenticarsi che qualunque cosa dicesse Gerard,Frank doveva andare ad interpretazione perchè,per carità,parlare chiaramente come le persone normali mai eh,cascasse il cielo.
-Gerard,che cazzo vuoi da me?-
-Frank,smettila. Sto cercando di dirti che il motivo di questa cosa che sta accadendo ora è solo per farti capire.-
-Capire cosa?- iniziava ad alterarsi sempre di più. A quel punto voleva solo tornare al silenzio di un attimo prima.
-Capire che tu pensi troppo al nostro passato. Ho notato come mi guardavi ogni volta da quando abbiamo smesso di avere quello speciale contatto che c'era tra noi,voglio farti capire che so che quella scopata di prima tu l'hai collegata al fatto che potessimo tornare a com'eravamo una volta,ma no.-
Frank si bloccò sconcertato e rimase fuori dalla protezione di quell'ombrello che Gerard generosamente gli aveva riposto sulla testa. Era davvero così? 
Si,lo era. Frank non poteva guardare avanti proprio perchè non aveva mai smesso di guardarsi dietro,non voleva. Lui voleva il suo vecchio Gerard,quel gay che non faceva che stargli incollato tutto il tempo,quel Gerard innamorato e complicato.
Beh,complicato lo era ancora,ma innamorato...
Frank doveva capire che Gerard era cambiato.
Nonostante avesse gli occhi splancati le lacrime scesero. Fiumi e fiumi di lacrime scendevano e si abbattevano violentemente sulle guance di Frank mischiandosi alla pioggia.
Gerard lo stava ancora squadrando.Nonostante lui piangesse Gerard era ancora lì,a giudicarlo. 
L'unica cosa che potè fare Frank era scappare in quel momento,quella non era una giornata insolita,ma una schifosissima giornata di merda.





Arrivato a casa,ancora in lacrime si gettò sul letto,a piangere con la faccia premuta sul cuscino come una ragazzina a cui la prima cotta aveva spezzato il cuore. Pensandoci bene però Frank era così,la prima cotta era Gerard,il cuore era spezzato..e ragazzina..mh,più o meno la statura era quella.
Frank per tutta la sera non fece altro che piangersi addosso,neanche mangiò,pianse e ripianse pensando solamente a Gerard.







Sentì suonare il campanello.
Si alzò dal letto e andò a controllare chi fosse:Gerard era lì fuori.

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Capitolo 4
*** They only care if you can bleed ***


Si svegliò con la testa che sembrava sul punto di esplodere,Gerard la sera prima non aveva smesso di suonare il campanello neanche un secondo dal momento che Frank aveva deciso di non aprirgli.
Si sentiva uno schifo,non per non avergli aperto,ma per ciò che gli aveva detto..si era sentito..usato,ecco. Dopotutto non voleva essere solo l'amico di scopate gay per Gerard,eppure,chissà come mai,ci cadeva sempre:e gli sembrava ovvio,quello era Gerard. Gerard e basta. E Frank non poteva farne a meno,nonostante allo stesso tempo non riusciva a capacitarsene di come quella sola cosa gli bastasse tanto a completarlo,si,a farlo sentire in pace con sè stesso,in un completo stato di armonia.
Come può una sola persona così fastidiosa far sentire in questo modo Frank?
Era ovvio,perchè non lo faceva. Gerard non si atteneva mai alle regole del gioco che Frank proponeva,a tal punto che un giorno aveva deciso di dare forfè e lasciar tornare Frank al suo povero solitario.
Ed ora stava tornando indietro,stava tornando ad essere ancora deluso dalla slealtà di Gerard per certi giochi.
Ecco. Era questo che intendeva dire Gerard? Frank stava ancora collegando la cosa come un salto al passato e non come ad un nuovo inizio o ad un semplice 'incidente' tra amici. 
Così decise di fare colazione,prepararsi e uscire a prendere una boccata d'aria,a riprendersi dallo scombussolamento del giorno prima,a dimenticare quello che stava succedendo attorno a lui,voleva evadere per un po',anche solo 10 minuti dai suoi problemi,ma quando le sue intenzioni sembravano essere realizzabili,si smaterializzarono magicamente non appena aprì la porta.





Gerard era lì che dormiva per strada,fuori la porta di casa sua.
Era così carino quando dormiva,pensò. Era come uno spettacolo,uno di quelli che si vedono una volta l'anno,non era minimamente paragonabile neanche all'arcobaleno.
E pensare che era semplicemente Gerard.
Ed ecco che si torna al discorso di prima:era stato sempre e solo lui,in tutta la sua semplicità e naturalezza.
Restò quelche minuto a fissarlo con un sorrisetto da ebete stampato sulle faccia,manco fosse Mikey che vedeva un unicorno. 
Gerard era steso lì sull'asfalto per tutta la notte solo per Frank,nessun altro.
Ma ora era arrivato il momento di portarlo dentro e di offrirgli un po' di calduccio,se lo meritava.

Appena Frank lo sfiorò Gerard sobbalzò e aprì gli occhi,tirandosi lentamente su mentre si lamentava a causa del fastidioso mal di schiena dovuto alla notte passata a dormire su un marciapiedi come i barboni.
-Potevi aprire prima no?- fece sfoggiando ua simpatica smorfia che fece scappare un sorriso a Frank.
-No-
-E perchè no?-
-Perchè altrimenti non avrei potuto godermi questo spettacolo:una principessa che si addormenta quesi sul fango per supplicare il suo principe-
-E io sarei la principessa?- si tirò in piedi per guardare Frank dall'alto in basso.
-Si- nonostante la sua voce leggermente tremò non si fece intimidire e lo guardò fisso in quegli occhi decisi.
Gerard d'un tratto lo prese in braccio e lo afferrò così stretto che per un attimo ebbe paura di ferirlo.
-Chi è la principessa,ora?-
-Ah ah..davvero divertente..ora rimettimi giù!- urlicchiò come un bambino capriccioso,agitando le gambe su e giù per dimenarsi,ma la stretta di Gerard era più potente di come la immaginasse e lo teneva come se avesse bisogno di sentire fino in fondo quel contatto così ravvicinato con lui.
-Ogni principessa ha bisogno del suo principe,allora- disse mentre entrava dentro casa e lo accompagnava delicatamente sul letto con le braccia,fino ad appoggiarlo completamente sopra esso. Dopo aver poggiato Frank sul letto decise che era il suo turno di poggiarsi sopra a Frank.
I loro bacini si scontrarono e Frank quasi gemette a qual contatto,non sapeva perchè,ma stavolta era molto più eccitato e appassionato,si sentiva più attratto da Gerard rispetto al giorno prima,si sentiva più innamorato,se possibile.


Erano entrambi nudi e Gerard era entrato in Frank con tutto l'amore che possedeva,era stato più delicato delle volte,a tal punto che Frank per un momento pensò che a Gerard potesse importare qualcosa di lui,ma no. Le loro,come aveva ben chiarito prima il cantante,erano solo scopate tra amici. Nulla di più,nulla che si collegasse al passato. Ormai Frank stava cominciando ad andare avanti e a farsene una ragione,quando poi gli nacque spontanea una domanda:se davvero era solo sesso,allora perchè tutte quelle scenate? Non potevano scopare e basta,senza magari essere preso in braccio,o magari senza aspettare tutta la notte sotto la pioggia? Frank voleva sapere se per Gerard lui valesse qualcosa,ma quello strano colore che si celava nei suoi occhi nascondeva fin troppe cose,cose che Gerard sommergeva con allusioni di freddezza che creava alla gente. Ma Frank sapeva che in realtà lui non era come appariva,riusciva a scovargli dentro cose che gli altri non riuscivano a vedere o semplicemente non si sforzavano neanche un po' di cercarle.
Frank in Gerard sapeva guardare oltre.
-Gee..- lo chiamò tra un gemito e l'altro
-co..cosa,Frank?-
I loro toni erano sempre più eccitanti per Frank,e nonostante avrebbe voluto rimanere in quel modo in eterno doveva farsi avanti e chiederglielo,sapeva che non era il momento più adatto ma non poteva più aspettare,così si fece forza e provo a dirlo fermamente senza emettere gemiti,in modo che la frase fosse chiara per la chioma rossa che continuava ad entrare ed uscire in lui. I loro corpi erano uniti e bollenti,stavano fondendo.
-Cosa sono io per te?-

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Capitolo 5
*** Every person that you need to be ***


-Frank?-
-Si?-
-Promettimi che resterai-
-E dove dovrei mai andare senza te, Gee?-
Sorrise.
Una grande esplosione nel petto del ragazzo. 
Il mondo a quel punto finì.










-FRAAAANK!-
La voce squillante di Gerard attraversò il suo udito come non aveva mai fatto, svegliandolo.
-Mh?- sbadigliò tra uno stiracchio e l'altro e lo guardò con le palpebre appena socchiuse.
-Sono tre ore che ti chiamo! Dove cazzo hai messo i miei jeans?-
-E che cazzo ne so io? Te li sei tolti tu mica io!-
-Errato!- con un sorrisetto malizioso si sdraiò, abbastanza da avvicinarsi al viso pallido di Frank -Sei stato tu a togliermeli ieri,ricordi? Quindi,ora,saresti gentilmente pregato di dirmi dove cazzo li hai lanciati- 
-"Lanciati" che termine volgare, mica abbiamo fatto sesso selvaggio- Frank odiava usare parole non delicate quando si faceva sesso. Quello era un puro atto d'unione, non voleva che non si usasse accuratezza nel descriverlo. 
-Ne sei sicuro?- i bordi delle labbra si ampliarono di poco più.
-Gerard. Per favore.-
-Cos'hai Frankie? Non ti senti bene?-
-No..è solo che..- sospirò -Sai, stanotte ti ho sognato, eri bellissimo-
-Perchè non lo sono?-
-Sai che non intendevo dire questo-
-E cosa allora?-
-Nulla, lasciamo stare-
 -No-
-Dai, Gee-
-No, dimmelo-
-Ho detto NIENTE, okay?!-
-No, non è okay.-
Frank fece per alzarsi, voleva evadere da quella situazione, come sempre, ma Gerard lo trattenne, come sempre.
Non gli disse nulla, in quel momento non gli andava proprio di aprire bocca. Voleva solo Gerard, tanto per cambiare.
La chioma rossa si buttò selvaggiamente su di lui, bloccandolo al letto.
Iniziò a tenergli le mani bloccate sopra la testa, ma senza forzarle, non avrebbe mai potuto fare del male al suo tenero nanetto tatuato, che al momento sembrava non opporre resistenza. Iniziò a leccarlo e a baciarlo facendo vagare le sue labbra tra il collo e il petto, facevano avanti e indietro, come se cercassero di segnare un percorso sul corpo.
Quando poi a Frank venne in mente: Gerard aveva Lynz.
-Aspetta, Gerard! Ti prego.-
Il roscio rimase confuso da quella sua reazione improvvisa tirandosi su dal busto del ragazzo sotto di lui -Cosa,Frank?-
-Sei stato via tutta la notte e..-
-E?-
-Non credi che magari tua moglie possa chiedersi dove sei stato?-
-Oh, ma lei lo sapeva che stanotte non tornavo, le ho detto che sarei stato da Mikey-
-Davvero? Avevi progettato tutto quanto? Ogni singolo e minimo particolare?-
-Non proprio, ma..-
-Non ti aspettavi che non ti avrei aperto, eh? E bene si, so resistere alle tentazioni di Gerard Way.-
-No,non per quello..-
-Ah,no?-
-La domanda che mi hai posto ieri sera-
-Mh-
Frank non seppe cosa dire. Se ne era addirittura dimenticato, molto probabilmente non voleva tornare sull'argomento, anche perchè a quanto sembrava neanche Gerard sapeva darsi una risposta. Eppure, al contrario di Frank, qualsiasi cosa gli si diceva, lui non poteva far finta di nulla, ogni singola frase sembrava che gli si incastrasse nella mente finchè non riusciva a scovarne il vero significato, quello più profondo, Gerard poteva dare il significato più contorto ad una parola apparentemente banale. Nonostante tutto Gerard aveva sempre ragione. Per Frank quella era come una regola:se Gerard diceva un cosa era quella, punto e basta. 
-Tu..tu sei..-
-Gerard. Non c'è bisogno di dirmelo ancora, io sono solo un trombamico per te. Okay, hai già messo le cose in chiaro e, per fravore, evita di ridirmele così fredde e crudeli,in faccia,  ancora una volta, stavolta risparmiami, io ora l'ho capito che tra noi non c'è e non ci sarà mai nulla. Me ne sono fatto una ragione, Gerard io-
-Ma tu non sei questo. Non sei un oggetto, non sei solo un vuoto da colmare, non sei una spina nel fianco.- Frank riuscì a sentire il suo stomaco saltare ed urlare come una fangirl impazzita che aveva appena visto la sua coppia di gay preferita baciarsi, quando poi Gerard continuò -Tu sei Frank Iero-
Ecco qual era il problema in Frank:non sapeva chi era. 
Non aveva la minima idea di cosa contasse per sè stesso, non si conosceva neanche un po' al contrario di come conosceva Gerard. 
E fu a quel punto che si rese conto che lo amava davvero.
Gerard era tutto il suo mondo, nel suo cervello non c'era spazio se non per Gerard e i suoi pensieri, in un modo o nell'altro, ricollegavano ogni cosa a lui.
Era una tortura, ma allo stesso tempo era qualcosa di sovrannaturale, era come un'enciclopedia vivente basata solo ed unicamente su Gerard Way. Gerard si poteva dire che era la sua unica ragione di vita, era la cosa al centro di tutto, che si impossessava delle sue cellule celbrali, per proseguire poi fino al sistema nervoso in modo da propagarsi per tutto il corpo. Sentiva Gerard scorrergli nelle vene ogni momento della sua vita.
-Sai..- continuò Gerard riportando Frank alla realtà -io amo Frank Iero-
Frank stava per esplodere. Ne era certo. Non riusciva più a contenere quell'enorme dose si Gerard che gli scorreva nelle vene e che ora era alterata al massimo. Pft. Altro che droga.
In Frank c'era di peggio,in Frank c'era Gerard. E non avrebbe potuto desiderare altro.
Il suo battito cardiaco iniziava ad aumentare sempre di più, cioè, cazzo, gli aveva detto che lo amava.

-Ma..-
Ecco. Con Gerard doveva esserci sempre un "ma", un qualcosa che appena pronunciato si divorava tutta l'emozione del momento precedente distruggendolo completamente fino ad annientarlo.










Avete presente quella scenetta chiamata "caduta con fiducia"? Sapete no, quella dove l'uno si lascia cadere nelle braccia dell'altro con la certezza che quest'ultimo lo accolga nelle sue, trasmettendogli protezione e sicurezza.
 Beh, a Frank sembrava che con Gerard era solo "caduta", non riusciva davvero più a capacitarsene di come Gerard lo faceva precipitare nell'abbisso più profondo della disperazione.

Frank stava annegando nella sofferenza.

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Capitolo 6
*** Yell it out ’til your heart stops beating ***


La suspence lo stava divorando, il cuore batteva a mille, sembrava quasi spaventato da quello che poteva uscire dalla bocca di quella selvaggia chioma rossa, era così imprevedibile.
-Ma...tu mi ami, Frank Iero?-
E c'era da chiederlo?! A Frank per un attimo si ruppe il cuore, come poteva dubitare di una cosa simile? Era abbastanza ovvio ed evidente che Frank lo amasse, davvero Gerard era così cieco?
Ma Frank non voleva starci a pensare, così si affrettò a rispondere farfugliando una confusa raffica di "si" e di "ti amo". 
Sul bellissimo viso di Gerard apparve un sorriso che lo lasciò senza fiato, sarebbe potuto svenire, per lui, Gerard, con quel suo sorriso, era paragonabile a tutte e sette le meraviglie di questo mondo messe assieme. 
Frank non fece in tempo a fantasticare poco più sull'appagato sorriso del cantante che subito quest'ultimo si trasformò in una smorfia. Ed ora cosa c'era?
Il viso di Gerard si fece duro, sembrava incazzato, e, vista la situazione se era un cane a quel punto avrebbe già ringhiato. Si, a Frank,  Gerard sembrava proprio un cane, anzi, una cagna.
Gerard era una vera e propria cagna.
Eppure non era lui quello con la coda tra le gambe in quel momento.
Gerard gli si fece sempre più vicino, in modo da far sfiorare le loro labbra.
Sempre con tono ringhiante poi fece per aprire bocca, permettendo così a Frank di pensare che le loro labbra si fossero toccate.
Cazzo, Frank non ne poteva più.
-Io ho chiesto a Frank Iero- fece il roscio toccando per davvero le sue labbra, senza baciarlo.
La tensione sessuale era davvero troppa, i loro respiri erano affannati e il loro tono di voce attirava l'uno l'orecchio dell'altro come un serpente a sonagli attirato dal suo amato flauto.
Gerard però continuava a ringhiare, si, non riusciva a trovare altri aggettivi, il tono era fottutamente ringhiante.
-E Frank Iero ti ha risposto- fece il chitarrista tentando di non collassare per la troppa frustrazione sessuale
-Ne sei sicuro?- 
Basta.
Non ne poteva più, tutto ciò che Frank voleva era baciarlo in quell'istante, non fare un giro nel labirinto senza uscita del cervello di Gerard. 
Voleva solo baciarlo, baciarlo e ribaciarlo, senza mai staccarsi dalle sue labbra. Ne necessitava, voleva solo continuare a baciarlo fino a farsi mancare il respiro e morire insieme, felici, innamorati.
Peccato, che con Gerard non pensava fosse amore.
Non perchè non lo credeva lui, ma perchè ogni volta che provava minimamente ad accendere quella speranza come una piccola fiamma destinata a diventare un incendio, poi arrivava Gerard, il pompiere sexy ruba-cuori, che con un soffio faceva spegnere ogni speranza in Frank.
Ah, ma non dimentichiamoci che se sarebbero morti insieme, in quel momento, sarebbero stati da soli..lontani da quella troia di Lynz. Non che fosse prorio troia, ma gli aveva portato via il suo Gee, e questo bastava ad odiarla.
Si, era troia.

Frank si portò le mani in viso come per piangere, l'unica parte libera del suo bel faccino in quel momento erano solo il naso, per respirare, e la bocca, per..beh..sbuffare,lamentarsi e piagnucolare.
-Basta. Ti prego, basta. Ti sto supplicando.- non era minimamente intenzionato a scoprirsi gli occhi, non voleva affrontare lo sguardo di Gerard, sinceramente, ora come ora non gliene stava fregando un cazzo, doveva solo parlare ed esprimersi per una volta. Doveva smettere di essere modellabile nelle mani di Gerard.
-Non ce la faccio più, tu e i tuoi ragionamenti contorti mi state uccidendo, davvero. Non c'è momento che io passi sereno perchè tu ti devi sempre presentare qui a sparare cazzate che solo tu capiresti. Io ci provo, davvero. Voglio rendere le cose più semplici tra noi, vorrei solo essere felice, mi stai portanto ad odiarti tanto quanto posso amarti..e fidati, è tanto.-
-Fran-
-No. Ora parlo io. Per favore. Ti sei mai chiesto quanta esasperazione porti in me? Mi sento stressato ed ora voglio alleviare lo stress, Gerard. Io mi sento come torturato da te, sei la mia ragione di vita, proprio quanto sei la ragione per cui tenterei il suicidio. Mi sto aprendo a te, Gerard. Ti prego ascoltami, tu non hai idea di cosa provo ogni volta che te ne esci con qualche strana domanda o affermazione che manderebbe in paranoia qualsiasi essere vivente, a volte vorrei solo che tu ti tappassi quella cazzo di bocca e mi baciassi, mi baciassi come se non ci fosse un domani, ora vorrei solo che tu mi prendessi e mi sbatteresti su quel cazzo di muro dicendomi che mi ami perchèè nonostante sei la cosa che odio di più al mondo..-
Si scoprì il viso per guardare Gerard dritto negli occhi, nonostante stesse piangendo.
-Queste sono le cose che amo di più in te. Tutto ciò che mi fa impazzire di te sei proprio tu. Io non riesco a spiegarmelo, tu e la tua bellissima faccia da culo siete la cosa più meravigliosa che abbia mai visto. Tu sei..tu. Ed è questo il motivo per cui ti amo..o ti odio. Tu quando mi spezzi il cuore mi fai innamorare ancora di più, facendomi provare continuamente sentimenti contrastanti.-
Frank finalmente tirò fuori tutto quello che teneva dentro.
Ecco cos'era.
Non era mai riuscito a capacitarsene di cosa aveva in lui, almeno, non fino ad ora.
In lui c'era un diavolo, di nome Gerard, era come posseduto, e quello era il suo esorcismo.
Asciugandosi le lacrime cercò finalmente di scrutare almeno un po' dentro gli occhi di Gerard.
Era..divertito?
-Frankie..aspettavo questo momento da tempo, è questo il bello di un rapporto no?-
-Mh?-
-Se passassimo tutto il tempo a baciarci e a sbatterti su quel muro..poi cosa ci rimarrebbe?-
-Beh..saremmo felici, ma non saremmo noi, sarebbe un rapporto monotono, un rapporto qualunque- Frank iniziava a capire, Gerard non era una persona nè monotona, nè una persona qualunque, anzi, altrimenti non sarebbe Gerard.
-Esatto.- 
Gerard si sdraiò accanto a lui, entrambi a guardare il soffitto, apparentemente vuoto.
Nelle loro teste il soffitto era come una fonte di mille risorse infinite.
-Ehi?-
-Mh?-
-Questo è Frank Iero-
Gia. Ora Gerard aveva ragione, tutto a Frank appariva più chiaro, lui si era sempre mostrato sottomesso a quel rosso intenso che sprigionavano i capelli di Gerard a tal punto da aver perso sè stesso.
Finalmente era riuscito a trovare quell'elemento mancante in Frank: l'odio.
Ed era la cosa più necessaria al mondo, soprattutto per i tipi come Gerard...
Si voltò a guardarlo, mentre fissava il soffitto pensieroso..non potè fare a meno di sorridere.
Gerard era una vera e propria illusione ottica, una di quelle che ti ipnotizzano lasciandoti sconvolto.


Il suo stomaco brontolò.
Ma che cazzo di ore erano?
Fece per alzarsi ma  fu trattenuto.
-Dove vai?- fece con tono sensuale e attraente
-Ho fame- brontolò Frank ignorando ogni segnale di Gerard
-E se io ti sbattessi- indicò con tono di sfida il muro -su quel muro?-
Frank sospirò lasciandosi trasportare..e va bene, avrebbe mangiato dopo.














NOTE DELL'AUTRICE:
Ommioddiooooo 
Scusate il ritardo, davvero, ma i miei mi avevano tolto il computer bc la mia pagella era davvero..ehm..deprimente.
Ah e scusatemi ancora se non è granchè, prima avevo scritto MOLTO si più e molto meglio, solo che ho fatto cadere il pc inciampando tra i fili e si è spento cancellando tutto.
Stavo per tirare giù i santi cancellando la ff senza mai più continuarla, ma alla fine mi sono fatta forza e ci ho riprovato!
Scusate ancora per il ritardo,davvero :c
Mi dispiace tropp.
Cioè, non è colpa mia, io non- CwC
MI DISPIACE <3 :C

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Capitolo 7
*** We don’t care about the message ***


Frank continuava a girare per quel centro commerciale per un tempo che a Gerard parve infinito.
-Ma allora? Vuoi muoverti?-
-Ma non so dove mangiare!-
-Lì ci sarebbe il Mc- Frank lo interruppe immediatamente
-Sono vegetariano, Gerard. V E G E T A R I A N O.-
-E quindi?-
-E quindi, non posso mangiare la carne.-
-E chi te lo vieta?-
-Io, Gerard. Gli animali che hanno sofferto, quelli che sono andati al macello, quelli che-
-Si, si.-
-Ehi! Guarda che sono serio! Non scherzarci!-
-Ma che ti importa?-
-Mh?-
-Tanto quelle mucche sono già morte.-
-Ma hanno sofferto e..-
-E ora sono morte, dai, non lo sapranno mai e poi così il loro sacrificio non sarà stato vano, non è che se non le mangi resuscitano..-
-Gerard tu non puoi capire, io..- sospirò -io ci tengo e basta ok?!-
-Ok, calmo..ero solo curioso-
Frank sbuffò volgendo lo sguardo al pavimento.
Forse Gerard con quelle parole voleva dirgli qualcosa, magari voleva spiegargli ancora una volta che il passato era quello che era e..BASTA.
Non poteva ancora starci a pensare, ormai avevano chiarito e Gerard poco fa lo stava semplicemente stuzzicando, gli aveva fatto domande sulla carne non gli aveva mica detto chissà cosa!
Ormai era diventata una paranoia.
Si, Frank era costantemente paranoico, addirittura se parlavano solo di cibo.
Doveva imparare a rilassarsi e a godersi la sua giornata, che, da come sembrava, avrebbe trascorso con Gerard.
-Che giornata sprecata, Frank.-
-Mh?! Cosa?! C-che vuoi dire?!- Si allarmò al pensiero di Gerard che gli leggeva la mente. Non aveva mica i superpoteri, non poteva, lui non-
"Ah, già lui era Gerard" non questa volta. E poi cosa voleva dire? Che Frank non era abbastanza? O che Gerard non era abbastanza per Frank? Stava entrando nel panico, quasi sudava, il suo respiro si fece affannoso, non ci stava capendo nulla neanche lui e...
-Non possiamo mica stare tutto il giorno a cercare del cibo per erbivori!-
Frank si sentì sollevato, eppure allo stesso tempo stava capendo che dava troppo peso al roscio. Doveva.lasciarsi.andare.
-Vegetariani, Gerard. Vegetariani- replicò esasperato
-Vegetariani, erbivori..è la stessa cosa!-
-No. Non lo è.-
Non era possibile che in quel cervello così composto non entrasse una cazzo di parola con la sua relativa descrizione..VEGETARIANO: colui che non mangia carne animale..non era difficile.
Gerard non replicò, continuò semplicemente a camminare al suo fianco, non sapevano neanche loro dove stavano andando.
Nonostante la situazione fosse più pacata del solito Gerard sembrava nervoso ed agitato, ma Frank non gli diede molta importanza perchè sentiva come se il suo stomaco lo stesse implorando.
Aveva bisogno di cibo, si, cibo per erbivori, o come voleva chiamarlo, bastava solo che fosse cibo.

Mentre Frank era preso dalla sua ricerca, Gerard, con fare timido, si portò una mano alla testa in modo da grattarla come se fosse teso per qualcosa che stava per fare.
Portò l'altra mano verso quella della persona accanto a lui: Frank.
Tremava. La sua mano era come in un oblio, per un attimo addrittura la ritrasse, ma no. Poteva farcela, dopotutto lui era Gerard, la sassy divah, uno sciocco gesto non bastava a demoralizzarlo.
Peccato che quel gesto non fosse così sciocco.
Deglutì per poi afferrare saldamente la sua mano con decisione, sembrava un pezzo di legno.
Appena Frank avvertì il tocco insicuro ma deciso di Gerard il suo cuore sobbalzò, era preso alla sprovvista.
Beh..ma quando mai si poteva essere prevedibili con Gerard?
Le loro mani ormai erano strette l'una all'altra, Frank in quel momento si sentiva esplodere dentro, aveva voglia di urlare e saltellare da una parte all'altra come fosse il giorno più bello della sua vita, anche perchè era molto probabile che lo era.
Gerard in quel momento gli stava dimostrando affetto.
Un affetto che riscaldava il corpo di Frank dall'interno, partendo dal cuore per arrivare fino ad ogni punta delle sue dita e dei suoi capelli.
Era una sensazione inspiegabile, era la sensazione Gerard.
Si, quello ormai era il suo nome: sensazione Gerard.
Tuttavia la sensazione Gerard lo paralizzò completamente, facendogli mantenere lo sguardo fisso a terra e abbandonandosi completamente sotto il controllo della causa di quel sintomo.
Ah, ecco gli effetti collaterali.
Le braccia di Frank volevano assalirlo e stringerlo forte nella loro presa fino a farlo soffocare, ma non voleva rovinare il momento, non voleva essere troppo azzardato, si, insomma, fare il passo più lungo della gamba.
Anche se riusciva già a vedere i fuochi d'artificio.
Frank per non sembrare troppo esaltato decise di rimanere indifferente, anche perchè non aveva la minima idea di come comportarsi.
Il viso di Gerard era diventato proprio dello stesso colore della sua chioma, anche quello di Frank non era da meno.
I loro cuori aumentavano il battito, entrambi esitanti si guardarono dritti negli occhi.
Gli occhi di Gerard splendevano come non mai, erano cristallini ed intensi allo stesso tempo e le sue pupille, di poco dilatate, non sembravano più così riservate ed altezzose.

Gerard era vulnerabile quasi quanto Frank.

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Capitolo 8
*** When we were young ***


Erano lì.
Si guardavano dritti negli occhi, nel bel mezzo del centro commerciale, con ormai entrambe le mani unite. Sembrava come la scena più romantica di un film stile polpettone rosa. 
Stavano per baciarsi, era tutto così perfetto...
Ma Frank capì immediatamente che la vita non era un film quando sentirono Lynz salutarli dall'uscita del Game Stop.
Erano così vicini poco fa. 
Merda merda merda merda merda merda.
Li aveva visti di sicuro stavolta, anche se non avevano fatto nulla.
Gerard si voltò verso Lynz per poi subito rigirarsi verso Frank, i loro sguardi erano entrambi allarmati, Gerard lo fissò con gli occhi spaventati e poi lo guardò per un po'.
Frank non aveva la benchè minima idea di cosa fare, era nel panico totale, in quel momento non stava capendo nulla di quello che stava accadendo intorno a lui, anche se ne era pienamente consapevole.
-Non voglio tornare al passato- si affrettò a spiegare Gerard
-Si, lo so ne abbiamo già parlato. Ora vai da tua moglie a dirgli qualche altra scusa, io ho fame...- fece Frank per andarsene ma ovviamente fu ancora una volta trattenuto da Gerard. Perchè non riusciva mai a scappare?
-No. Non hai capito.-
-Non ho capito?-
Lynz li stava ancora guardando con uno sguardo che sembrava un mix tra confusione e curiosità, curiosa di sapere di cosa stavano parlando quei due, ormai li stava guardando e Frank si sentì in soggezione, Lynz lo stava proprio squadrando.
-Te l'ho detto, no? Io voglio te.-
-Ok, Gerard, ma ora và! Lì c'è tua moglie!-
-Appunto.- lo afferrò per un bracciò e lo strattonò con sè verso la moglie.
Cosa aveva in mente ora? Qualsiasi cosa fosse, Frank non voleva esserne coinvolto, come sempre.
Arrivati dalla mora che sembrava davvero confusa si bloccarono.
O meglio, Gerard si bloccò. Si bloccò di scatto guardando Lynz negli occhi, prendere coraggio per poi voltarsi completamente verso Frank e baciarlo.
Ma che cazzo stava facendo?! Frank in quel momento voleva staccarselo di dosso e picchiarlo come non aveva mai fatto, se lo meritava. Non poteva metterlo in certe situazioni in cui Frank, ovviamente, si lasciava trascinare. 
Indeciso sul da farsi Frank rimase immobile, non voleva dare impressioni sbagliate, perchè, diciamocelo, qualsiasi cosa avesse fatto gli si sarebbe ritorta contro. Così decise di non fare assolutamente nulla di troppo azzardato, non spinse Gerard lontano facendolo cadere a terra e chiedere spiegazioni, non gli saltò addosso divorandolo con la stessa grinta del roscio, nè pensò.
In quel momento c'era come un blackout nella sua testa, come se fosse morto. 
Gerard continuava a baciarlo e nel mentre, Frank, tentava di riprendersi e realizzare cosa era accaduto negli ultimi minuti..o secondi.
Non importava cosa stesse accadendo all'esterno, Frank pensò solo a fare rapporto al suo cervello, allora, per cominciare mettiamo in ordine l'accaduto:
1. Si stavano per baciare 
2. Lynz spunta dal nulla
3. Gerard riparla del passato
4. Lynz intanto li guarda male
5. Gerard lo trascina con sè fino a Lynz
6. Si baciano davanti a Lynz
Ok..ma che cazz?
COSA.STAVA.SUCCEDENDO?
Frank aveva bisogno di capire, ma non gli sembrava opportuno chiederlo in quella situazione, così decise di provarci. Sì, voleva mettersi alla prova, vedere se ancora aveva quel talento innaturale di capire cosa passava per la testa a Gerard.

Forse Gerard voleva cambiare le cose, forse si era reso conto che se voleva Frank doveva guadagnarselo e non pretenderlo, forse in Gerard era scattato qualcosa che lui non riusciva a percepire, una sensazione mai vista su Gerard, una di cui Frank non ne era ancora a conoscenza..e a quanto pare neanche Gerard.
Che grande cazzata che aveva fatto, aveva appena esplicitatamente dimostrato alla moglie che amava un'altra persona, una persona a cui magari voleva dimostrare qualcosa, una persona a cui teneva ed una persona che significava molto di più per lui rispetto a Lynz.
Se era davvero così allora Frank gli sarebbe davvero saltato addosso baciandolo fino ad otturargli ogni via respiratoria.
E a Frank la sua teoria sembrò giusta, così decise di buttarsi e di mettersi in mezzo, sì, stavolta voleva mettersi in gioco anche lui senza fuggire, in quel momento si sarebbe giocato tutto per Gerard.


Proprio quando Frank stava per assalirlo con la stessa foga, Gerard si staccò e guardò Lynz.
Sembrava terrorizzato.
Frank tornando alla realtà incrociò lo sguardo di Lynz che in quel momento sembrva voler scoppiare in lacrime ed uccidere entrambi, o forse solo Gerard, dopotutto lui non aveva fatto niente, era innocente.
Voleva ancora evadere. Lui c'entrava eccome, Gerard qualche ora fa non stava mica scopando col muro..certo..erano sul muro..ma questi son dettagli.
Frank e Gerard erano entrambi innamorati quindi Lynz aveva decisamente ragione a prendersela con entrambi.

Frank per un istante provò pena per Lynz, ma in quel momento sembravano tutti senza parole.
Non si poteva neanche spiegare quello che sembravano esprimere in quel momento, nessuno osava proferire parola, nessuno tranne Gerard come al solito.
-Io- fu immediatamente interrotto dalla voce traballante della moglie
-No, Gerard. Non importa.-
Detto questo lasciò cadere la busta che aveva in mano e corse via.
Stavano recitando in un film o cosa?
Sembravano tutti 13enni in preda agli ormoni, sembrava come se tutto d'un tratto fossero tornati adolescenti, ma il rapporto tra Gerard e Frank sembrava cambiato e forse stavano davvero tornando al passato, tutto come era fottutamente prima...

Ma era davvero così? 

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Capitolo 9
*** When your heart begins to break ***


Gerard aveva una tragedia negli occhi.
Davvero, sembrava sopravvissuto alla guerra.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Frank sembrava sconcertato dalla situazione, Gerard continuava a tenere uno sguardo altezzoso e fisso verso l'esatto e preciso punto dove poco fa correva Lynz, che ormai sembrava come se si fosse dissolta in lontananza. Quello di Gerard poteva anche essere uno sguardo altezzoso, ma di certo le lacrime che cercava di trattenere, non erano invisibili.
Si voltò verso Frank tirando su con il naso e guardandolo con l'aria di chi si aspetta qualcosa. -Allora? Trovato un posto dove mangiare?- non fece alcuna battuta sulla particolare alimentazione di Frank, e questo gli fece già capire che Gerard si sentiva già un coglione. Perchè in effetti, lo era. 
Ma in fondo chi era Frank per giudicarlo così?
Voleva essere incazzato con lui, incazzato a tal punto fa mangiarlo vivo..ma per cosa? Aspettava questo momento da anni, aveva sempre desiderato una scena del genere, vedere la sua chioma rossa dimostrargli qualcosa, magari anche che valeva di più di sua moglie gli faceva sobbalzare il cuore e sperare in cose impossibili. Quasi, impossibili.
Per questo Frank era spaventato, stava accadendo tutto così in fretta, senza neanche una spiegazione. Gerard era sempre così impulsivo e anche questo non lo tranquillizzava affatto, come dimostratosi poco prima. 
Ma questa non era l'unica cosa a spaventarlo, a spaventarlo era soprattutto sè stesso, si sentiva così in pena per Lynz e pensare che aveva sempre voluto una cosa del genere lo faceva stare male dentro, lo faceva sentire una persona orribile, un vero e proprio egoista. 
Si sentiva uno schifo, era una persona di merda, come poteva pensare che nel suo sogno più grande feriva profondamente delle persone? Forse Frank faceva solo del male alle persone circostanti, ma la domanda che si poneva di più era: faceva male anche a Gerard?
Non volle parlare, in quel momento non sapeva proprio cosa rispondere. Beh, in effetti bastava dirgli che non aveva la minima idea di dove mangiare, era meglio tornare a casa per lui, e forse, anche per Gerard. Aveva bisogno di tempo per riflettere su come comportarsi, sull'atteggiamento da assumere con Gerard e sull'atteggiamento di Gerard. Era ancora tutto confuso nella sua testa, vedeva le cose sparse in ordine casuale ed era come se quel distacco tra i due non ci fosse mai stato. 
In pratica, era tutto un fottuto casino nella testa di Frank.
Voleva anche prendersi tempo per riflettere su sè stesso una volta tanto e magari trovare una spiegazione a tanta cattiveria che aveva appena scovato in lui.
Voleva cercare di capirsi da solo e non poteva di certo farlo con Gerard intorno che non faceva altro che peggiorare la situazione.
-Gerard, sarebbe meglio tornare a casa.- 
-Uhm, okay.- ci pensò su e continuò a comportarsi con indifferenza.
Possibile che Gerard già sapeva come comportarsi? Non aveva minimamente pensato ad ogni singola cosa e analizzato ogni singolo dettaglio? Era così istintivo ed immaturo..era come un bambino, e Frank sembrava proprio il suo baby-sitter.
Frank cominciò ad incamminarsi per trovare l'uscita di quel centro commerciale.
Aveva bisogno di un attimo di pace, voleva sentire la testa leggera e rilassata, non sotto effetto di droghe, ma pacata e tranquilla.
Vide i capelli rossi accesi seguirlo.
-No, Gerard. Io torno a casa mia e tu a casa tua.-
-Cosa?! No! Perchè?-
-Come "perchè?", Gerard!- alzò un po' la voce, come con tono severo.
-Ho fatto qualcosa di sbagliato?- chinò il capo, lo sguardo fisso al pavimento.
-Gerard, tu- non lo lasciò neanche finire la frase che continuò a parlare.
-Dimmelo, Frank. Ho fatto qualcosa di sbagliato? Io non voglio fare errori con te, Frank. Ti prego, dimmi che non mi odi, che non ho fatto nulla che possa darti fastidio o irritarti, ti prego non- stava singhiozzando, piangeva. -Non voglio allontanarti da me.- 
Completata la frase la testa di Frank si fece ancora più pesante. Stava facendo del male anche a Gerard, gli stava facendo credere di essere lui la causa dei suoi problemi anche se in realtà la causa dei problemi era Frank stesso. Certo, non che Gerard aiutasse, ma comunque stavolta lui non c'entrava nulla. 
Quello sbagliato era Frank.
Gerard si buttò a terra nel bel mezzo del centro commerciale, come un peso morto, e scoppiò in lacrime.
A Frank venne da vomitare, era solo colpa sua, non aveva mai e poi mai visto Gerard piangere ed ora lo stava facendo per il peso che Frank gli buttava addosso.
O forse era il contrario?
Tuttavia andò in soccorso del roscio stringendolo in un abbraccio stretto e confortevole, un abbraccio doloroso e soffice allo stesso tempo.
-Mi dispiace.- gli sussurrò Frank accanto al suo orecchio.
 
-Mi dispiace...- ripetè con voce fioca.
 
Le lacrime sul volto di Frank non cessavano di esistere.
Voleva ucciedere i suoi condotti lacrimali, erano segno della sua arresa, in quel momento Gerard cercava aiuto, ma Frank ne aveva più necessità, almeno, così credeva.
-E di cosa? Non sei tu quello che ormai si è rovinato la vita con le sue mani..sono stufo, voglio una vita nuova e...-
-E?-
-E non ti ci voglio.-
Frank voleva davvero morire. 
-Eppure, non posso fare a meno di te e vorrei che la mia nuova vita..uhm..come dire..si, la mia nuova vita vivesse per te! Eppure sento già che sta accadendo..-
Ora Frank riusciva a spiegarsi molte cose, Gerard voleva ricominciare, voleva provare a lottare per Frank stavolta. 
Ma come avrebbe ricominciato?
 
Aveva una vita alle spalle, aveva un passato, da non voler ripetere.
Ricominciare sarebbe stato impossibile.

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Capitolo 10
*** Here we are and we won’t stop breathing ***


-Un' insalata? Sei serio?- gli si avvicinò da dietro sbuffando e lamentandosi.
-Beh..non ho molta scelta, non dimenticarti che ce ne siamo andati da lì per colpa tua!- si voltò per guardarlo come se fosse l'ovvio.
-Mia? Sei tu che volevi tornare a casa!- replicò mantenendo un tono pacato e sensuale.
-Perchè tu mi hai fatto esplodere il cervello.- disse come esausto, riferendosi al bacio davanti a Lynz o alle lacrime 
-Ah, si? E come avrei fatto?- gli chiese, come se non sapesse nulla, in un sorrisetto, e gli si avvicinò sempre di più facendolo indietreggiare e sbattere al tavolo della cucina, su cui poco prima stava preparando la sua amatissima insalata.
Erano praticamente incollati da ogni singola parte del corpo, poi Gerard gli si avvicinò e lo bacio con tanta intensità e tanto amore, esattamente come prima al centro commerciale davanti alla moglie. Frank si sentì mancare la terra sotto ai pedi, per un attimo pensò di svenire, Gerard gli dava così tanto, che ormai pensava di aver già dimenticato il passato, non era facile, certo, eppure in quel momento a Frank non parve così complicato.
Aveva già rimpiazzato l'immagine del vero Gerard con uno a cui importava davvero così tanto di Frank.
Assecondando il bacio del roscio si lasciò trasportare sopra al tavolo facendo sfiorare con forza i loro bacini. Frank era avvinghiato a Gerard e Gerard aveva il completo possesso del corpo di Frank. Iniziò a baciarlo e leccarlo sul collo e sulle spalle, qualsiasi parte di pelle scoperta di Frank divenne come un giocattolo tra le sue labbra, i loro respiri dopo un po' si fecero sempre più affannosi, i bacini ormai erano attaccati e, nonostante più di così fosse impossibile, cercavano di farli avvicinare sempre di più. Non era abbastanza, ognuno pretendeva sempre di più il corpo dell'altro. Frank boccheggiava con il mento rivolto verso l'alto per dare più spazio a Gerard sul suo collo, mancava poco prima che Frank spogliasse entrambi e gli saltò addosso.
Ma ogni volta qualcosa doveva sempre andare storto.
Nel momento più eccitante della situazione Gerard svenne.  
Non di colpo, ma prima vacillò un po' staccandosi dal corpo del chitarrista e sorreggendosi a qualcosa, per poi dire di stare bene e in seguito svenire.
Frank si preoccupò tantissimo, sentiva il cuore a mille, non capiva cosa stava succedendo.
Per un attimo sentì le lacrime farsi strada sul suo viso in preda a..a che cosa?
Neanche sapeva cosa era appena accaduto, per questo con decisione scese dal mobilio, si asciugò le inutili lacrime e provò ad andare in soccorso a Gerard. Insomma, non sapeva neanche se ne valeva la pena piangere, poteva essere anche un semplice calo di zuccheri, suvvia.
Stavolta non sarebbe crollato con lui, voleva farsi forza per la sua chioma rossa.



-Lei chi è? Un suo amico? Mi scusi, ma non può entrare.- disse con voce pacata l'infermiera incaricata di quel reparto.
-La prego! Sono l'unico che può sostenerlo in una situazione del genere!-
-Mi scusi, ma non posso far entrare nessuno che non sia un parente del signor Way.-
Frank in preda al panico chiamò Mikey, anche se non poteva vedere Gerard voleva almeno sapere come stava, e, visto che non aveva alcun legame di sangue con il "signor Way" , decise di chiamare il fratello, almeno lui lo avrebbero lasciato entrare.
-Mikey!- disse con voce allarmata non appena sentì un suono dall'altra parte del telefono.
-Ehi, Frank! Cos'hai? Mi sembri preoccupato, è successo qualcosa?-
-Si, in effetti, si! Ho bisogno che tu venga urgentemente al pronto soccorso! Si tratta di Gerard!- si affrettò a dire per poi attaccare nella speranza che Mikey capisse la gravità della situazione.
Dall'altra parte del telefono sentì solo un "Ehi, aspett-" ma non gli diede peso, piuttosto, nel frattempo, provava a cercare informazioni su quello che fosse accaduto a Gerard.
Per un attimo pensò anche di chiamare Lynz, ma non pensava sarebbe venuta visto il casino combinato da Gerard qualche ora prima.
-Posso almeno sapere come sta?-
-Le posso solo dire che se è ancora dentro è vivo. Ora, la prego, si calmi una volta per tutte, sembra il suo ragazzo- 
A Frank quella donna pareva una smorfiosetta che voleva solo toglierselo di torno, anche se in effetti, era così.
Ripensò alle sue parole e per un attimo fu tentato di dirgli che lui infatti ERA il suo ragazzo, ma in fondo come poteva dirlo se non ne era completamente certo?
Il suo rapporto con Gerard era davvero quello di due innamorati? Beh, si, perchè no?
Ma non voleva avere certezze che Gerard non confermava, quindi preferì rimanere in silenzio e passare alla prossima domanda.
-Cos'ha?-
-Uh? Ah, no nulla, sai, una giornata no..sai quand-
-Gerard, dottoressa. Gerard.- davvero quella tipa era così stolta da pensare solo a sè stessa?
-Innanzi tutto, non sono una dottoressa, sono più una..mh..si, segretaria. E secondo- la sua voce si fece più decisa ed autoritaria-visto che è l'unico qui presente, appena troveranno qualcosa, le faranno sapere.-
Frank si sentì sollevato, ma non così sereno, dopotutto se i medici ci stavano impiegando così tanto voleva dire che doveva essere qualcosa di serio. 

L'ansia aumentava ed era passata quasi un'ora, un'ora che non vedeva Gerard.
Stava seriamente iniziando ad accendersi un campanello d'allarme al suo interno, iniziò a tremare, quando poi sentì una mano buttarsi di peso sulla sua spalla, si girò e vi trovò Mikey con il fiatone.
-Frank! Ma sei impazzito?! Mi fai allarmare tanto per mio fratello e poi non mi dici neanche a quale pronto soccorso sei?!-
-Scusa, ma ho bisogno che tu parli con i medici e gli chieda cosa sccede a Gerard! Dopo ti spiego, ma, ti prego, ho bisogno che tu mi dica cosa succede.-
-Va bene, ma mi devi delle spiegazioni.- fece con serietà per poi dirigersi dal medico che stava controllando Gerard.
























Dopo un paio di minuti Mikey tornò.
Sembrava distrutto.
Si mise gli occhiali da sole in direzione di Frank cercando di nascondere qualcosa sul suo viso. Il dolore.
Nonostante gli occhiali, Frank riuscì a notare una lacrima solcargli il volto, e a quel punto andò nel pallone. Tremava, era spaventato.
-Frank.-
Deglutì -Si?-
-I medici non ne sono ancora sicuri ma..- sospirò e abbassò lo sguardo, lasciando ad un'altra lacrima la strada per le sue guance.
-Ma?- lo incalzò frettoloso.
-Cioè, stanno ancora facendo dei test e quindi il dottore non mi ha potuto dire molto, insomma, nulla è sicuro e-
-Mikey.- gli fece per fargli notare che doveva tagliare corto, gli stava facendo salire ancor di più l'ansia.




-C'è un minimo di probabilità che Gerard abbia un tumore.- disse tutto d'un fiato.

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Capitolo 11
*** I will not kiss you ***


Stanza 597.
Reparto B.

Si chiuse la porta alle spalle e si voltò per guardarlo. Si bloccò. Non sapeva cos'era esattamente, ma qualcosa lo fece innervosire e bloccare. Lì, come un idiota, un carciofo.
Forse l'immagine dell'indomabile chioma rossa esausta lo terrorizzò.
-Insomma, sapevo di esser stato sottoposto ad alcuuni esami estenuanti, ma non pensavo fossi messo così male da far letteralmente paura!- brontolò sviando lo sguardo dall'altra parte della stanza. Era come imbronciato, era così carino e buffo.
Frank si limitò ad accennare un sorriso ed avvicinarsi al letto su cui era stato posto il cantante. Quest'ultimo si rigirò per tornare a guardare Frank e fargli uno dei suoi tanti e soliti sorrisetti maliziosi.
-Cos'è? Vuoi giocare al dottore, Frankie?- e mordendosi il labbro il sorriso si fece ancora più ampio.
Il viso del nanetto si fece serio in un sospiro. Non aveva ancora aperto bocca da quando era entrato, eppure Gerard già gli stava dando sui nervi, come poteva comportarsi così in tale situazione? Sapeva che Gerard non dava molto peso alle cose, ma, cazzo, stavolta doveva essere il primo ad entrare nel panico ed impazzire fino a perdere la testa e la dignità come aveva fatto qualche ora prima Frank in sala d'aspetto. Mikey con quella notizia lo aveva portato al delirio. Forse o no, quello rimaneva Gerard, e lui rimaneva Frank, il che voleva dire che respiravano l'uno per l'altro. Si preoccupavano più tra di loro che per loro stessi. 
Questa cosa a Frank però non piaceva affatto, voleva che Gerard si preoccupasse più per sè stesso, nel caso Frank non ci sarebbe stato. Non stato nel senso di essere presente, ma nel senso di non riuscire ad aiutarlo, a buttarsi giù per primo e a cadere ancora più in basso di quanto non era già caduto Gerard in base alla situazione. 
Frank era totalmente inorridito da sè stesso, si faceva schifo da solo quando accadeva. Voleva dimostrare a Gerard di esserci e di non abbandonarlo. Non si sarebbe lasciato abbandonare con lui, non stavolta.
-Gerard..sei consapevole della tua malattia?-
Gerard portò gli occhi al cielo lasciando cadere la testa all'indietro e sbuffando.
-Uffa! Si, ok, ho un tumore, ho il cancro, verrò operato e tutto- cantinelò scocciato muovendo un po' la testa e sinistra -piuttosto..- la maliziosità tornò a farsi strada nella sua espressione, e riecco quel sorrisetto tentare di richiamare Frank -sai che questo camice mi lascia scoperto il fondoschiena? Non ti interessa?- 
Frank era esasperato, ma cosa stava dicendo?! Non aveva parole per il comportamento del roscio.
-Non mi importa del tuo bellissimo culo, non è una novità per me.-
-Grazie amore, adoro i complimenti al mio culo.-
-Sei serio?-
-Dai, Frank, pensa come sarebbe eccitante farlo qui!-
-Oh, Dio. Sai cosa? La tua faccia.-
-La mia faccia, cosa?-
-è una bellissima faccia da culo!- urlò. Era davvero incazzato.
-Stai dicendo ho una bellissima faccia?-
-Sto dicendo che sei un coglione! Dio mio, ma di cosa ti sei fatto Gerard?!-
-Di te.-
Detto questo afferrò il corpo imbambolato del chitarrista e lo strattonò fino a sè, per poi buttarselo addosso.
Frank ancora non poteva crederci, come poteva far finta di nulla? 
-Frank, credo seriamente che tu abbia bisogno di staccare la spina, davvero, ti stai facendo dei problemi per nulla.-
-Per nulla, dici?-
-Si, Frank. Farò l'operazione e tutto andrà bene.-
-Ne sei sicuro? Sai che la chemio-terapia non è uno scherzo!-
-RILASSATI, FRANK! Non so ancora cosa farò..-
-Uhm? Cosa vuol dire che "non sai cosa farai"? Quello che mi fa salire il nervoso o l'ansia qui sei tu!-
-Che..ehm..si deve ancora vedere, ecco tutto.-
-C'è qualcosa che non so?-
Gerard non rispose, semplicemente abbassò lo sguardo per distorglierlo da quello di Frank, che ormai lo stava schiacciando fino a ridurlo ad una sottiletta. 
Non nel senso che pesava, Frank era piccolino, per cui non aveva una grande massa corporea, ma piuttosto erano le sue parole a mettergli pressione. 
Gerard era davvero indeciso se sputare il rospo oppure no, Frank lo intuiva da come faceva vagare il suo sguardo da una parte all'altra della stanza, le sue iridi erano ad una disperata ricerca di una soluzione, le sue pupille evitavano qualsiasi scontro con quelle di Frank.
-Gerard. Guardami.- glielo ordinò. Stavolta doveva mettere da parte la gentilezza e la delicatezza, mandandole anche a fanculo.
Di Gerard ora erano visibili solo le palpebre.
Frank non ne poteva più. Per non arrendersi doveva arrendersi con Gerard. Ormai capiva come funzionava il suo meccanismo, bastava solo uscire di scena, cosa che Gerard non gli avrebbe mai permesso.
Così fece per andarsene, ma come da copione, Gerard non voleva.
-No! Aspetta!-
-Se non hai più nulla da dirmi..-
-Frank, so come gestire la situazione.-
-Oh, davvero? E come? Facendo vedere ai visitatori il tuo bellissimo culo?-
Gerard sorrise al pensiero di Frank che definiva ancora il suo culo come "bellissimo".
-Non a tutti. Solo a te.- e continuava a sorridere.
Frank sbuffò.
-Dai, ehi..rilassati..-
-Come faccio? Come faccio a rilassarmi se ogni volta per colpa tua io..io..io..-
-Tu?-
-Impazzisco, Gerard. Impazzisco.-
Tornò a sedersi accanto a lui posando la sua mano su quella del roscio.
-Ti amo.- Frank gli aprì il suo cuore con due fottutissime parole. Lo amava davvero. Quelle due parole riuscivano davvero a racchiudere tutto ciò che Frank provava per Gerard, in pratica, racchiudevano Frank stesso. Si, perchè Frank era totalmente invaghito da Gerard.
Quello che respirava non portava il nome di ossigeno, ma di Gerard. Lui amava respirare profondamente ogni essenza di Gerard. Nella sua testa c'era scritto a caratteri cubitali solo e semplicemente un nome: Gerard.
-Mh.- fu tutto ciò che ottenne in risposta.

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Capitolo 12
*** The hardest part of this ***


-Tu mi ami, Gerard?-
-No, Frank.-


Frank sentì davvero il cuore rompersi, per un attimo giurò addirittura di aver sentito i frammenti che risuonavano al tocco del pavimento.
Sentiva davvero qualcosa lacerarlo dentro, come un enorme lama affilata e tagliente che gli strappava ogni organo del suo piccolo corpo. Quella lama portava il nome di Gerard, che, in quel momento, teneva delicatamente il suo cuoricino di cristallo tra pollice e indice, facendogli riflettere i mille raggi a contrasto, che non lo attraversavano. Lo trafiggevano.
Si, perchè Gerard era mille cose in Frank, era una lama, un raggio di luce, che lo trafiggeva all'interno. Lo feriva, gli faceva male, e procurava un dolore forte ed intenso.
Ora era tornato il vecchio Gerard.
Con un sorrisetto aveva fatto cadere quel cristallo tanto delicato fino a farlo compressare sul pavimento, a lasciandolo lì a terra, in pezzi. E se magari non si fosse rotto abbastanza, era perfino capace di calpestarlo con un bellissimo paio di tacchi a spillo.
Okay, la visione di Gerard con dei tacchi da prostituta era assurda ed esilarante, ma non era in vena di risate in quel momento.
Il suo cuore lo sentiva proprio come di cristallo, un po' resistente nel tempo, ma comunque fragile, delicato e trasparente. Un cristallo consumato eppure così compatto. Un cristallo intaccato di graffi, dai graffi più profondi a quelli più leggeri, era rovinato.
Frank si strinse d'istinto al petto del roscio con forza, lo strinse con dolore e rabbia, eppure, non riusciva a non mantenere la sua fragilità di cristallo. Le sue unghie parvero attraversare ogni singola fibra della veste dell'ospedale a tal punto da bucarla, infrangendo le sue unghie sulla sua pelle. Da graffi più profondi a quelli più leggeri. Stava incidendo su Gerard quello che Gerard aveva inciso nel suo delicato cuore ormai frantumato. Sul corpo di Gerard apparirono dei tagli profondi che lasciavano un'intensa scia color rosso sangue sulla pallida pelle lattea del ragazzo. Erano le stesse scie che lasciavano emettere i suoi organi mentre venivano lacerati da Gerard, dalla lama. Non il cuore, no, quello era un cristallo composto da un'intensa trasparenza, resistente ma fragile, pulito ma sporco.
Il cuore di Frank era un contrasto di emozioni e sembianza contrastanti.
Voleva impedire alle lacrime di uscire, per una volta voleva provare a bloccarle, fermarle, voleva dimostrare che il suo cristallo era capace di brillare anche senza luce, il suo cuore poteva battere anche senza Gerard. 
Ma sapeva benissimo che non era così, per cui, per quanto cercava di intrappolarle, quelle lacrime scapparono via. 
Erano salate, per cui non erano male.
Erano segno si sfogo e liberazione, per cui non erano male.
Erano il dolore che si manifestava, per cui non erano male.
Erano rivolte a Gerard, per cui erano il male.

-Quando hai finito di fare i capricci..- sbuffò quasi scocciato il roscio.
La situazione era questa: Frank abbracciato a Gerard al lato del suo petto, le sue unghie sotto camice e pelle, le sue lacrime sulle sue guance e il suo sguardo sopra Gerard.
-Innanzitutto, mi fai male.- 
Frank ancora intontito dalla situazione. Ritrasse le braccia per sedersi al lato del letto.
-Secondo, è strabiliante come, con una semplice frase, il tuo umore possa fare un salto così grande tra un'emozione e l'altra.-
Frank abbassò lo sguardo, come per sentirsi in colpa.
-E terzo- Gerard sfiorò il suo mento per stabilire un contatto visivo aperto-io non ti amo, di più.-
Ecco che lo rifaceva.
Si stava piegando a raccogliere pezzo per pezzo di ciò che aveva distrutto. Stava accuratamente cercando ogni scheggia di cristallo per poterlo riparare, voleva aggiustare le cose che lui stesso aveva rotto.
A Frank sembrava che per Gerard il suo cuore era come un bellissimo puzzle: si divertiva a vederlo sparpagliato e in confusione per poi comporlo, distruggerlo staccando pezzo per pezzo e poi ricomporlo ancora una volta, fino a perdere i pezzi e dimenticarlo.
Forse Frank aveva paura di essere dimenticato da Gerard, aveva paura di non essere abbastanza.
Eppure sembrava che ogni pezzo c'era ancora. 

-Dire che ti amo non è affatto giusto, Frank. Dire che ti amo è come dire l'ovvio. 
Mi sento come se tu mi stessi chiedendo di che colore era il cavallo bianco di Napoleone, per intenderci. Sento che questo sentimento va oltre l'amore comune, il mio è un amore paranormale e particolare, non voglio stravolgerti con questo nuovo tipo di sentimento.-
-Beh..possiamo chiamarlo comunque amore, no?-
-No.-
-Perchè?-
-L'amore non ha lieto fine.-
-E noi ce lo abbiamo?-
-Per ora, credo di si.-
-Gerard, hai il cancro.- sembrava che Gerard non volesse capire in che situazione si trovavano.
-Non  mi importa.- fece con molta noncuranza
-Hai rovinato ogni rapporto con quella che era tua moglie.- Gerard lo stava facendo incazzare, non capiva che erano nella merda.
-Non mi importa.- sembrava non preoccuparsi nulla.
-E se non ti importasse neanche di me?-
-Non mi importa di queste cose, Frank. A me importa di te. Te e basta. Questi sono solo ostacoli, prova a guardare oltre la siepe.-
-Oltre la siepe?-
-Si, oltre la siepe. Ricordi? Leopardi nella poesia "Infinito" cercava di guardare oltre la siepe, tentava di scorgere qualcosa di migliore.-
-Ohw..-
-Gia..-
Detto questo tornarono accoccolati l'uno all'altro in quel piccolo letto d'ospedale.














-Ti amo.-
-Io no.-

E Frank, non potè sperare in risposta migliore.
Questo gli faceva capire che Gerard cercava speranza in Frank. 
Una speranza che Frank però non riusciva ancora a vedere.
Forse era solo Frank quello che non credeva in un futuro per loro.











NOTE DELL'AUTRICE:
Volevo solo dirvi che, davvero, ci ho provato, ma non riesco ad arrivare a più di così per il momento. Capitemi, devo recuperare sei insufficienze a scuola e quindi sto in un casino per il momento. Ci metto tutto il mio impegno vi prego non odiatemi ma per ora è il massimo che posso fare.

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Capitolo 13
*** Oh, my agony ***


-Il tempo delle visite è finito.- fece l'incaricata invitando Frank ad uscire dalla stanza.
-No! Cosa?! Come?! Di già?!-
Si guardarono e i loro sguardi vollero incontrarsi, afferrarsi e legarsi così forte da non poter più essere divisi. Mai più.
-Le do un minuto per salutare il paziente ed andarsene.- detto questo uscì dalla porta e li lasciò soli.
Continuarono a guardarsi con un'intensità di quelle uniche. Non si stavano dicendo nulla, eppure erano entrambi sul punto di piangere. Gerard più che altro aveva una faccia spaventata, in effetti si stava chiedendo anche Frank cosa avrebbe fatto ora, voleva rimanere accanto a lui, prendere ogni decisione insieme e dargli forza. Anche se sembrava che non gli serivisse, Frank sapeva che Gerard lo stava solo nascondendo, voleva mantenere la sua reputazione da diva, cosa a cui non rinunciava mai.
Si staccò dal petto del paziente e si allontanò.
-Allora, io vado..-
-Mh.- annuì Gerard dispiaciuto. A Frank parve esserci qualcosa di strano in lui, come se fosse a disagio. Questo era strano.
-A domani allora.- detto questo abbassò la testa e procedette verso la porta.
-Aspetta..-
-Si?-
-Non mi saluti?-
Frank dovette pensarci un attimo per arrivarci, pensava di averlo già salutato, quando poi si avvicinò e lo baciò. Non fu un bacio passionale, non avevano molto tempo a disposizione.
Sul viso di Gerard apparve un sorriso compiaciuto che contagiò anche Frank, ormai diretto verso l'uscita della stanza.

Lì fuori c'era un dottore, uno di quelli pelati, con gli occhiali e il camice. Frank era davvero curioso di sapere se era quello il medico della sua chioma rossa, insomma, voleva saperne di più su cosa stava succedendo e cosa gli avrebbero fatto.
-Scusi?-
Chiuse velocemente la cartella clinica che teneva in mano e rivolse la sua completa attenzione a Frank.
-Può diri di più su Gerard? Insomma..cosa accadrà esattamente?-
-Gerard? Oh, intende il signor Way, beh, si per ora dobbiamo tenerlo qui per fare altri esami di accertazione e tutto il resto..cosa che a quanto pare si è rivelata più impegnativa del solito a causa di una fobia da parte del paziente..-
Frank trattenne una risata. -La sua stupida fobia degli aghi- disse tra sè e sè, ma a voce alta.
-Oh, si. Vedo che lei è in buoni rapporti con il paziente!-
-Si, davvero ottimi rapporti..- specificò Frank sognante.
In effetti il loro rapporto non stava andando così male ultimamente, erano più legati del solito. Si poteva quasi dire che si amavano, ma no, aspettate, il sentimento di Gerard nei suoi confronti non poteva chiamarsi amore, ricordate? Tra loro c'era qualcosa di più complesso ed intenso.
-Il suo migliore amico?- la voce del dottore risuonò tra i pensieri di Frank facendolo riprendere dai suoi pensieri. E, menomale, perchè altrimenti gli bastava pensare poco di più a Gerard e rischiava di sbavare.
-Ohw, si..il mio migliore amico..credo. Insomma abbiamo un rapporto così stretto che non saprei come definirlo.-
-Amore?- fece per scherzare il dottore facendosi scappare una risata. Sembrava davvero simpatico.
Frank non potè far altro che lascarsi trascinare dalla sua risata, non voleva essere scortese o passare per il frocio di turno.
-Tornando al signor Way..non posso dirle molto, sa..dobbiamo mantenere l'incolumità dei pazienti. Per ora posso informarla che è ancora sotto esami e quindi nulla è sicuro, certo, il tumore mi sembra ovvio che ci sia, ma dobbiamo ancora riuscire a localizzarlo per bene.-
-Potrà fare la chemio-terapia!-
-Si ma..-
-Ma?-
-Queste sono informazioni che non posso comunicarle, sono desolato, ma, come le ho già detto, dobbiamo mantenere l'incolumità del paziente.- era davvero dispiaciuto in fondo, e questo Frank lo apprezzava.
-Non c'è nulla che io non sappia su Gerard, la prego!-
-Mi scusi, ma devo andare.- Frank lo stava supplicando e lui gli girava le spalle? Questo gli dava sui nervi. Voleva sapere cosa avrebbe dovuto fare Gerard, aveva bisogno di sapere il "ma" della chemio. Perchè mai dovrebbe esserci un "ma"? Forse esistono altre soluzioni? O forse semplicemente Gerard gli stava nascondendo qualcosa? Doveva saperlo. 




Mentre si recava fuori dall'edificio notò l'orario.
Erano le 18:30.
Ma le visite finivano tra un'ora e mezza..com'era possibile che lo avevano cacciato? 
Quando poi accadde la cosa che temeva di più.
Incrociò una figura femminile alquanto familiare che camminava decisa verso il reparto che ospitava Gerard.
Era Lynz.
Per un attimo si incrociarono, Frank abbassò la testa dalla vergogna per poi continuare a sentirsi uno schifo come prima. Gli veniva quasi da piangere. 
Sentì una mano posarsi sulla sua spalla come per chiamarlo.
-Ehi! Cos'è quell'aria triste? Andiamo, sorridi! Non ti avevo mai visto così!-
Non era possibile, non poteva essere Lynz.
Frank voleva girarsi ma sentì come qualcosa pugnalarlo allo stomaco, non riusciva neanche a guardarla in faccia senza sentire il bisogno di rimettere. Si sentiva tremendamente in colpa.
L'unica volta in cui si sentì tutto il peso addosso per poi vomitare era stata quella volta in cui, durante le prove, guardò Gerard. Si, era il periodo iniziale di quando avevano smesso di parlarsi e Frank pensava di aver fatto qualcosa. Così pensando a tutte le minime volte in cui poteva aver detto qualcosa di sbagliato si buttava tutto il peso e tutte le colpe addosso. Aveva paura di aver ferito Gerard in un non-si-sa-quale modo. E si sentiva trementamente in colpa.
Proprio come in quel preciso istante.
Il preciso istante in cui si voltò di scatto senza incrociare alcuno sguardo a agendoo d'istinti. Si buttò tra le braccia di Lynz iniziando a strigerla forte, in modo da trasmettergli tutta la sua compassione. Perchè era questo che faceva sempre Frank: provava compassione. Provava compassione per qualsiasi cosa.
Una volta tra le braccia di Lynz volle piangere, ma non lo fece. Lui doveva essere forte e trattenersi. Sempre per Gerard, ovvio.
-Mi dispiace Lynz..io, io..mi dispiace..io lo amo..- cominciò a farfugliare, sembrava stesse piangendo. Eppure non lo stava facendo.
Lynz ricambiò l'abbraccio, non sembrava per niente avere intenzione di ucciderlo. Strano. Frank pensava che dopo l'accaduto fosse crollato il mondo e, qualsiasi cosa faceva, tutti dovevano odiarlo, e, siccome non era così, i suoi sensi di colpa aumentavano e si odiava da solo ancora più di quanto già non si odiava.
Frank era esausto.
-Calmo, Frank..di questa cosa ne riparleremo un'altra volta, suvvia, ora dobbiamo essere forti per Gerard..- tentò di consolarlo.
L'odio verso sè stesso aumentava.
Era vero, dovevano essere forti per Gerard, ma questo lo sapeva, il fatto che lo sconvolse da sè stesso ancora di più era il fatto che era stat Lynz a dirglielo.
Anche se Frank pensava di non sopportare Lynz, doveva ammetterlo, era davvero una donna in gamba. E a volte la odiava proprio perchè riusciva a comprendere il perchè Gerard l'abbia sposata, insomma era fantastica, era praticamente perfetta.
-Come fai?-
-Uhm?-
-Come fai..ad essere così?-
-Frank, calmo, non ti capisco..- sciolse l'abbraccio e provò a guardarlo in faccia. Teneva le braccia serrate davanti al viso come per volersi nascondere e gli occhi erano davvero strizzati, con talmente tanta forza che sperava di rimanere cieco e non vedere più. Voleva evadere dai suoi problemi, non è che non voleva vedere le cose attorno a lui, era che non voleva vedere la realtà delle cose. Diventare cieco forse non era la soluzione migliore, anche perchè altrimenti poi si sarebbe perso quel meraviglioso spettacolo che era il suo roscio.
Insomma, lui viveva costantemente per quel colore.
Il colore rosso, quello di Gerard.
Un rosso acceso capace di sbalordire chiunque. Era davvero un colore vivo ed inusuale. 
Un pensiero gli trafisse la mente. Gerard doveva fare la chemio. Doveva perdere tutti i suoi bellissimi capelli e questo non lo avrebbe mai accettato. Non Frank, Gerard.
Gerard doveva essere bellissimo e risplendere, e secondo i suoi ideali, non avere capelli da tingere non lo faceva brillare abbastanza. 
Iniziava a chiedersi se Gerard aveva già pensato a questa cosa che non avrebbe mai accettato.
Per ora, comunque, quello restava il minore dei problemi.
-Tu sei così meravigliosa, e nelle situazioni peggiori riesci ad avere un atteggiamento che..che non so spiegarti..e poi-
-Frank, basta. Ti prego. Tu stai già facendo abbastanza.- detto questo corse da Gerard senza neanche salutarlo.
Era bella e complicata quasi quanto suo marito.
Comunque per Frank restava una troia che aveva cercato di rubargli il ragazzo.
Fuori di lì decise di andarsi a fare una passeggiata per svuotare la mente e riordinare i suoi pensieri.


Tirò fuori una sigaretta dal pacchetto, la mise in bocca e la accese.
Nella sua testa e nei suoi pensieri rimbombava la voce del dottore e quel suo fottutissimo ed ambiguo "ma". Era straziante.

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Capitolo 14
*** It just ain't living ***


Erano le 19:05 quando tornò a casa.
Vide l'insalata ancora sul tavolo della cucina e alla fine decise di mangiarla, poteva anche far schifo, ma erano ore che non mangiava, rischiava di divorarsi anche il tavolo.
Sapeva che un'insalata non era granchè, ma aveva bisogno di mangiare qualcosa altrimenti sarebbe crollato. Non che non fosse già sul punto di crollare, ma voleva almeno bloccare lo stomaco. 
Si gettò di peso a braccia spalancate sul letto, era davvero stanco. Le ultime giornate non le aveva passate una meraviglia ed era arrivato al punto di dormire in piedi, come i cavalli.
Eppure nonostante il suo stato pietoso non riusciva ad addormentarsi. Continuava a pensare al "ma" del dottore, e non solo, anche di cosa avrebbero parlato Lynz e Gerard. C'erano troppe cose che Frank pretendeva di sapere e non ne poteva più di essere sempre così ignaro della situazione. Aveva ancora bisogno di parlare con Gerard, ma stavolta senza intoppi come abbracci, baci e sguardi. Era impossibile.
Frank era sull'orlo della disperazione, voleva piangere ed urlare, piangere tutte le lacrime che aveva trattenuto fin ora, urlare tutto quello che non aveva detto fin ora.
Era, come sempre, esausto.
Si strinse nel cuscino, lo afferrò affondandoci con il viso.
Continuava a premere, come se volesse soffocarsi, aveva la faccia completamente schiacciata, le vie respiratorie otturate. Per istinto il cervello lo portò a fare un respiro profondo sulla stoffa che ricopriva quelle soffici e soffocanti piume, o qualsiasi cosa erano...
Maledetto cervello. Quel cuscino odorava di Gerard. Tutto lì aveva il suo odore.
Frank si maledì per questo, proprio quando tenteva di non pensare al roscio se lo ritrovava nei polmoni e ovunque. Ma in fondo era questo il rapporto che aveva con Gerard. 
Più tentava di soffocare il suo amore, più esso prendeva aria a pieni polmoni facendosi strada nel corpo di Frank, prima i polmoni, poi il sangue, il cervello, per infine arrivare al cuore. Gerard invaghiva il corpo di Frank ad ogni occasione. E Frank, per quanto tentava di opponersi, gli dava sempre la sua disposizione.
Gerard aveva in pugno Frank.
Proprio come il suo cuore, ricordate il discorso del cristallo? Beh, ecco. 
Il problema era che più pensava a Gerard più i graffi aumentavano e ferivano quel delicato cristallo da maneggiare con cura..e fidatevi, Gerard amava giocarci a palla. 
Il suo cuore era tutto un gioco. I sentimenti, le emozioni, le sensazioni..erano tutto frutto della sua mente, della mente di Gerard.
 Nonostante il profondo respiro preso poco prima, che aveva addirittura fatto aumentare la sua voglia di morire,  Frank continuava a premere con forza la faccia contro il cuscino il più forte possibile, aiutandosi anche con le mani che premevano dall'altra parte della fodera.
Voleva morire.
Insomma, se fosse morto non dovrebbe sopportare tutto questo, ma non poteva vedere la sua chioma rossa vivere. E lui, appunto, viveva solo per questo a quanto pare.
Poi, pensandoci, se voleva morire quello non era il modo migliore. Insomma, prima di soffocare avrebbe perso i sensi, così da mollare la presa sul cuscino e riuscire a far circolare un po' d'ossigeno nel suo piccolo corpo. 
Tornò a pancia all'insù, a fissare il soffitto. Amava quel soffitto. Lo trovava sempre così pieno, nonostante fosse completamente vuoto, nanche un colore, uno schizzo, nulla. Era totalmente bianco.
Frank non lo vedeva mai così, eppure, in quel momento, sembrava senza senso. 
Stava impazzendo, a breve gli sarebbe venuto un attacco di panico se continuava così. Non riusciva più a dare spiegazione nemmeno ad un fottuto soffitto.
Un soffitto spento, piatto e vuoto, che sembrava come illuminarsi quando Gerard era nei paragi.
Ma no, Gerard era al pronto soccorso a fare chissà cosa o a parlare di chissà che cosa.
Era lontano, distante.









La notte la passò tra lacrime e pensieri, tutto ruotava intorno a Gerard.







Appena si svegliò il suo primo pensiero fu quello di fare colazione, vestirsi e raggiungere l'ospedale.
Giunto a destinazione si avviò verso la stanza di Gerard.
-Mi scusi, non è ancora ora delle visite, si prega di non disturbare i pazienti.-
Frank non poteva aspettare, per la prima volta nella sua vita si sentiva deciso e sicuro. Sapeva quello che faceva e non poteva sprecare questa occasione. Doveva inventarsi qualcosa, e al più presto. Doveva solo far finta di disperarsi.
-La prego! Il mio ragazzo è lì e io non ho sue notizie da quando lo hanno portato qui! Ho bisogno di vederlo, ne ho bisogno, devo parlargli! Devo sapere se sta bene! La prego, farò tutto quello che mi chiede ma la prego mi lasci entrare, sono disperato!- disse in un finto pianto. Nulla di più facile, poteva fare l'attore.
-La prego si calmi, ha detto il suo ragazzo?-
Ancora non era abbastanza convincente.
-Ho capito! Ho capito tutto! Lei è un'omofoba! Lei mi odia! Ora mi denuncerà!- piagnucolando ancora un po' si mise ad urlare, come se fosse davvero in delirio. Gli veniva quasi da ridere.
-No, per carità! Mi ascolti, andrà tutto bene, le farò vedere il suo ragazzo, ma la prego smetta di urlare, la prego.- era impanicata. 
Punto per Frank.
Era riuscito ad aggirare un infermiera mettendo in scena un teatrino gay del cazzo. Si, iniziava a piacergli quel posto.
L'infermiera preoccupata gli fece segno di passare.

Tentò di entrare di soppiatto, nel caso Gerard stesse dormendo.
Non apena si voltò per guardare con aria compiaciuta e soddisfatta il roscio rimase pietrificato.
Non poteva crederci.
Lo odiava.
Lo odiava.
Lo odiava.
Lo odiava davvero.
Le loro mani intrecciate.
Dormivano tranquillamente beati l'uno accanto all'altro.
Non proprio accanto, ma erano comunque fin troppo vicini per i gusti di Frank.
Lynz dormiva, il suo culo su una sedia accanto al letto, la sua testa sul letto e la sua mano unita a quella pallida del suo Gerard. Beh, ormai non era neanche più sicuro che fosse il suo Gerard.
Gerard si svegliò di scatto solo quando sentì la porta sbattere, ma non vide nessuno.



Frank era scappato, era fuggito ancora in preda alle lacrime. Tutte le sue certezze erano crollate.


Un graffio profondo e forte, anzi nemmeno un graffio. Stavolta il cristallo si era scheggiato.
Gerard si era dimenticato di quanto fosse delicato.
Come sempre.

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Capitolo 15
*** 'Cause I'm awful just to see ***


Frank non era scappato il più lontano possibile.
Era semplicemente rimasto appoggiato al muro accanto alla porta della stanza a piangere. Non furono molte le lacrime che versò, ormai ci si era abituato a quel tocco salato che gli rigava continuamente il viso. Non aveva la minima idea di cosa fare, doveva fermarsi e pensare alla situazione. Se fosse scappato lo avrebbe abbandonato, non che non se lo meritava, ma non poteva, non in un momento simile. Se invece fosse rimasto, Gerard avrebbe continuato a fregarsene, avrebbe continuato a calpestare i frammenti del suo cristallo che cadevano ad ogni sentimento più oscuro che produceva quella folta chioma rossa. 
Forse il colore dei suoi capelli rappresentavano il sangue che faceva versare ai suoi nemici, a Frank o magari anche a sè stesso.
Gerard in fondo era fatto così, distruttivo, con uno sguardo così tagliente che a volte ti toccava e uccideva l'anima. E a Frank, quelle lame, gli avevano perforato il torace, con un gentile ma violento tocco imprudente. Talmente imprudente che le quegli affilati pezzi di ferro avevano deciso di farci la ruggine rimanendo lì. Ad ogni suo movimento quelle lame impure continuavano a provocargli un intenso dolore amorevole, perchè si, dai, Gerard non lo faceva apposta, a volte si, ma sempre per fare del bene.
Ecco, lui lo feriva perchè voleva proteggerlo.
O forse, Gerard si divertiva a distruggere quel corpicino che si ritrovava il povero Frank.
E si, per Frank era proprio così, non poteva fare a meno di pensare al roscio come una cattiva persona che mirava solo a fare del male.

Gerard, svegliato dal violento sbattere della porta sbarrò gli occhi di colpo e ritrasse la mano sopra quella di Lynz come schifato. Cosa aveva fatto? Per un attimo realizzò e si sedè di scatto incurante della moglie addormentata accanto a lui, che nonostante gli scatti del roscio, era riuscita a non svegliarsi. Aveva il sonno pesante.
C'era un silenzio di tomba, per questo, si sentiva solo il rimbombo dei singhiozzi di Frank.
Gerard al suono si bloccò. L'aveva già visto e sentito piangere, ma non così, stavolta era diverso, per Gerard era una cosa nuova e sconosciuta, era una cosa incontrollabile, un suono che gli frantumava l'udito, anche se, tuttavia era ovattato e soffocato. Non solo perchè il muro che li separava era piuttosto spesso, ma perchè Frank voleva trattenerli ed ingoiarli, tentava di trasformare la sofferenza in rabbia. Una rabbia, che gli si ritorceva contro.

Era lì, appoggiato con la schiena contro il muro, strizzava gli occhi, ma lasciava passare le lacrime come se nulla fosse. Era totalmente disperato stavolta. 
Si stava chiedendo cosa fosse il caso di fare, quando vide la porta aprirsi di poco, giusto per creare uno spiraglio. Era nel panico. Voleva correre via in quel momento, aveva capito cosa era giusto fare, ma sapeva che non era proprio giusto. Per quest le sue gambe glielo impedirono, bloccandosi. Si maledì per questo. Iniziò a darsi dei forti pugni sulla testa attutiti dalle lunghe maniche della felpa. Non doveva andare così quella giornata.
Il bellissimo viso di Gerard per un attimo volle delicatamente farsi strada in quel piccolo spazio che aveva creato per vedere il suo Frankie. Ma da quando Gerard era delicato? Infatti, non lo era. Ci provava almeno.
Con fare stanco barcollò e per un attimo gli si annebbiò la vista, ma giusto il tempo di risentirsi le gambe e buttarsi di peso sulla porta. Frank corse da lui immediatamente, credendo che stesse per svenire, ma Gerard continuava a guardarsi i piedi e a sorreggersi alla maniglia, che presto, se continuava così, si sarebbe staccata. 
Il respiro di Gerard era affaticato e debole. Frank si sentì un mostro.
Quando Gerard alzò lo sguardo non potè fare a meno di incontrare quello di Frank. Diavolo, erano così vicini. Frank doveva cominciare a prendere delle misure di sicurezza, ora era troppo tardi, ma magari per il futuro gli sarebbe servito, e anche molto.
Gli occhi di Gerard erano come non li aveva mai visti, tristi, spenti e...sorpresi? O spaventati? Si, certo come no, o magari anche preoccupati, pft, la doveva smettere di fantasticare e guardare in faccia la feroce realtà.
Si, feroce, selvaggia. Perchè la sua realtà era indomabile. La sua realtà era Gerard.
Frank realizzò di avere gli occhi ancora bagnati, rossi e gonfi. Ma tanto, che importava? Lo aveva già sentito piangere, non era una novità, Gerard aveva visto Frank nei suoi stati più pietosi e viceversa. 
Facevano l'uno parte dell'altro senza neanche accorgersene.
Si stavano ancora una volta appartenendo, si, i loro tragici sguardi, nonostante fossero entrambi in uno stato pietoso, stavano, se possibile, facendo l'amore.
Le pupille si stavano come scambiando o fondendo, stavano provando entrambi dei sentimenti confusi ed instabili. Stava succedendo un casino nelle loro teste, tuttavia il posto lì fuori, nel mondo reale ed apparente, c'era molta quiete e silenzio. Erano vicini, e si stavano guardando così intensamente senza dire una parola che tra poco si sarebbero baciati di sicuro. Ma Frank non voleva, o meglio, non poteva. Voleva con tutto sè stesso afferrarlo, staccargli quella cazzo di flebo e farsi sbattere a sangue. Ma no.
Doveva fargli capire che non era davvero così debole maleabile davanti a Gerard, anche se era così. 
Decise semplicemente di interrompere il contatto visivo abbassando lo sguardo. Sentì Gerard deglutire pesantemente, le lacrime volevano continuare a scorrere. Cosa aveva fatto deglutire Gerard? Era forse segno che c'era qualcosa che non andava, o qualcosa che gli doveva dire, o era teso? Era il momento di finirla di farsi domande a cui non sapeva rispondere, doveva parlare. In fondo non c'era da dimenticarsi della scenetta romantica con quella troia a cui ha dovuto assistere. Doveva essere fermo e deciso.
-Ti senti bene?- la suà voce uscì come strozzata. Missione fallita.
-Si, è la prima volta che mi alzo dopo circa due giorni, penso sia normale, sto bene.- annuì.
-Okay.- il pensiero delle loro mani unite sovrastrava ogni pensiero o sentimento di Frank.
Voleva andarsene.
-Già vai via?- la voce triste di Gerard raggiunse l'orecchio di Frank, era così malinconica.
-Credo di si, ho bisogno di un altro po' di tempo per pensare.-
-Pensare a cosa?-
-A te.-
-Capisco..-
-Già.-
-Senti..io e Lynz..-
-Vi amate, lo so.-
-No! Io, davvero, non so come sia successo quello che è successo, ma- tentava di difendersi ma Frank stavolta era riuscito a rimanere in una posizione stabile. Non sarebbe stato al suo gioco. 
-Devo. Andare.- mise in chiaro.
In quell'istante Frank sentì come se al rumore di ogni singolo passo di lui che andava via, e si lasciava Gerard alle spalle, era un cerotto, un cerotto per tutte quelle ferite, quei graffi, quei tagli, incisi sul suo cuore.
Ma no, lui doveva sempre rovinare tutto. Ogni volta che Frank iniziava a sentirsi meglio, lui doveva cercare di amplificare quella poca beatitudine, fino a trasformarla in sofferenza. 
Corse nel bel mezzo del corridoio, con la flebo alla mano e il camice che gli lasciava scoperto il fondoschiena.
-Il soffitto era vuoto, si, insomma, era bianco, Frank.- gridava leggermente a causa della distanza tra i due.
Frank si girò per guardarlo. Era ridicolo e meraviglioso allo stesso tempo.
-Cosa stai farfugliando?-
-Quando eravamo insieme, abbracciati, sul letto d'ospedale, guardavo il soffitto ed era così vivo, lo vedevo pieno zeppo di cose e colore, era una fonte di ispirazione, era come arte! E poi quando tu non c'eri, quando è entrata Lynz, ho rivolto lo sguardo al soffito..-
-e?-
-Era bianco e vuoto, come ho già detto.-
Frank si sentì travolto da mille sensazioni ed emozioni, il suo cristallo si stava rimarginando proprio grazie a Gerard. E gli era bastato semplicemente descrivere un soffitto.
-Anche io.-
-Anche tu cosa?- il roscio parve confuso.
-Senza di te il mio soffitto era bianco e vuoto.- fece un passo verso l'ammasso di capelli rossi in lontananza. Si avvicinavano lentamente l'uno all'altro, come in un film. Ma stavolta senza colpi di scena, era un fantastico polpettone rosa.
Proprio quando erano ad un centimetro di distanza Frank sorrise. E pensare che un momento prima si trovava all'estremità del corridoio, lontano da lui.
-Senza di te io sono bianco e vuoto.- l'aria sul suo viso era ancora malinconica e allo stesso tempo profonda.
Ma non importava.
Erano loro due.
Nel bel mezzo del corridoio di un ospedale, un nano da giardino ed un paziente col culo di fuori si stavano baciando, come non avevano mai fatto. Si stavano davvero amando, come non avevano mai fatto. 








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Frank entrò con furia nella sua stanza.
-Allora era questo che dovevi dirmi!-
-Non voglio parlarne.- il roscio sembrava davvero incazzato, pure lui.
-Gerard.- Frank provò a calmarsi e a farlo ragionare.
-No.- ma Gerard rimaneva sulle sue, e stavolta non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.
-Mi stai prendendo per il culo?!-
-Ho.Detto.Di.No.-
-Gerard!-
-Decido io cosa farne della mia vita!-
-Non se rischi di non averne più una!-
-Intanto quella che vivrò voglio viverla a modo mio!-
-Oh, santo cielo! Gerard sei impazzito?!-
-No. Sto benissimo. Questa è una mia decisione.-
-Gerard, porco dio!-
-Sh, non bestemmiare. Idiota, siamo in un ospedale.-
Frank sentì mancarsi l'aria. Come poteva assumere tale atteggiamento.
-Cazzo, tu la farai.-
-No.-
-Si.-
-No.-
-Per forza, invece.-
-No.-
-Gerard..TU.FARAI.LA.CHEMIO. Che ti piaccia o no!-
-N.O. ENNE O, Frank.-

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Capitolo 16
*** That if you say goodbye today I'd ask you to be true ***


L'uno rifiutava di ascoltare l'altro, erano come due bambini piccoli.
Ma loro, al contrario dei bambini, non facevano subito pace. Ognuno stava sulle sue.
Frank fuori la stanza, accanto la porta, imbronciato, fronte corrugata, braccia incrociate al petto, e lo sguardo rivolto dal lato opposto della porta. Teneva la bocca serrata, mordendola un po', di tanto in tanto, per il nervoso.
La sua bocca. La usava più per baciare che per mangiare, non passava un secondo senza che le sue labbra si scontrassero contro quelle del roscio. E non letteralmente. A Gerard e Frank bastava un pensiero, uno sguardo per baciarsi. Uno sguardo poteva racchiudere addirittura anche più bacio, erano capaci di scopare con uno sguardo. 
Pensare di vivere senza quello sguardo era praticamente impossibile per Frank.
Si sentiva vuoto dentro, il suo cristallo stavolta non era stato ferito da Gerard, ma era stato distrutto dal mondo. L'immagine nella sua testa appariva chiara: tutti che prendevano quel rovinato giocattolo luccicante e cominciavano a farlo a pezzi uno ad uno. Gerard stavolta provava a salvarlo, ma non era abbastanza forte, Gerard non era in grado di salvare il cuore di Frank. Eppure, perchè nella sua testa, Gerard, appariva fortissimo, coraggioso ed innamorato? 
Gerard era come il suo super eroe, avente poteri sovrannaturali su di lui e sul mondo intero. Un supereroe che combatteva da solo, combatteva per il suo (forse) amore, combatteva per questo e nient'altro. Frank vedeva un Gerard capace di reggersi sulle sue gambe.
E allora perchè ogni tanto lo vedeva barcollare?
Preso dai suoi pensieri non si accorse del dottore di Gerard che usciva appunto dalla sua stanza.
-Il signor Way non vorrebbe discutere di questa cosa con nessuno se non con lei.-
Solo quando il dottore aprì bocca, Frank tornò sul pianeta terra, riprendendosi dai suoi drammi d'amore immaginari, per tornare a quelli reali.
-Come, scusi?-
Sospirò. Anche il dottore a quanto pare era esasperato dal comportamento della diva.
-Sarò chiaro con lei, le parlerò senza troppi giri di parole. Gerard ha bisogno di lei, lo deve convincere a fare quella chemio e a salvarsi la vita. Lei è l'unico che può convincerlo nonostante il forte temperamento del ragazzo.- 
A Frank scappò una piccola risata. "Forte temperamento"? Gerard sembrava proprio una ragazza testarda con le mestruazioni in uno dei suoi giorni più neri.
Non era fattibile ragionare con lui.
-Lo voglio quanto lei, mi creda. Ma non vuole darmi ascolto, Gerard è testardo e- fu subito interrotto della voce bassa e decisa del dottore.
-No. Lei non lo vuole quanto me..lei lo vuole più di me. Per cui ora mi faccia il favore, la smetta di stare qui con le mani in mano e porti il suo culo in quella stanza.- Detto questo, si allontanò, e andò verso un'altra stanza.
Frank non si sentì offeso dalle parole del signor..mh..dottore? Non sapeva il suo nome, ma sapeva che aveva ragione. 
A quel punto Frank non potè far altro che annuire e dirigersi verso la porta proprio accanto a lui. Non aveva bisogno di pensare a cosa fare, stavolta sarebbe stato impulsivo, avrebbe agito d'istinto, come Gerard.
Porse una mano sulla maniglia e la spinse verso il basso, per spalancare la porta.
 
 
Gerard fissava il soffitto.
Lo fissava con intensità ed attenzione, sembrava cercarci qualcosa.
Rivolse uno sguardo veloce a Frank, ma poi tornò al soffitto.
Cavolo, ci si stava impegnando.
Frank si sedette accanto a lui, non aveva ottenuto nessun'altro sguardo al di fuori di quello di prima, era come un fantasma. 
-Gerard, ascolt-
-Ancora, Frank?! Io voglio vivere una vita normale, una vita serena e tranquilla, dove posso camminare per strada, libero, a braccia aperte,con i capelli al vento, e non in un corridoio d'ospedale, attaccato ad un filo, un macchinario, brutto e senza capelli!-
-Tu non sarai mai brutto.-
-Frank, tu mi ami?-
-Si.- se Gerard non avrebbe fatto la chemio, per loro non ci sarebbe stata speranza. Quindi, si, lo amava.
-Perchè?-
-"Perchè?"?-
-Perchè mi ami?......- Gerard sembrava che fosse sull'orlo di un qualcosa, un qualcosa che sembrava essere il limite tra distruzione e follia. 
 -Perchè fai questo per me?- Gli occhi cominciarono a diventare pozzanghere.
-Perchè ci tieni così tanto? Perchè guardi nei miei occhi? Perchè ascolti la mia voce? Perchè sei accanto a me? Perchè parli con me? Perchè ti interessi degli affari miei? Perchè non mi lasci solo? Perchè ci siamo incontrati? Perchè mi conosci? Perchè sei così affezionato a me? Perchè piangi? Perchè dimentichi tutto? Perchè perdoni tutto? Perchè mi preoccupo per te? Perchè mi agita? Perchè mi fai sentire perso? Perchè mi fai soffrire? Perchè mi hai condannato? Perchè trovi cose belle in me? Perchè mi insulti? Perchè mi spezzi? Perchè mi fai battere il cuore? Perchè non mi dimentichi? Perchè non puoi capirmi? Perchè mi fai piangere? Perchè mi dai speranza? Perchè mi fai disperare? Perchè mi metti pressione? Perchè disturbi la mia anima? Perchè ci tieni più tu che io? Perchè sei ancora qui? Perchè non scappi via? Perchè resti nonostante ti abbia sempre ferito? Perchè non sei spaventato?  Perchè? Perchè? Perchè?! Perchè?!?!- Gerard stava impazzendo, la sua, era come una risata isterica, pronta a trasformarsi in un pianto.
-U-uhm- fu subito interrotto.
-Perchè provi a rispondere?-
-Perchè..- Frank si sentiva vuoto..non aveva la minima idea di cosa fare o pensare, quelle domande apparivano confuse e in disordine nella sua testa e si sentiva pronto ad esplodere.
-Perchè?-
Frank non rispose, stavolta lo lasciò continuare.
Il volto di Gerard si fece calmo e rilassato, sempre triste e malinconico, ovvio, ma aveva cambiato espressione. La mano roscio si trascinò ed allungò come con pesantezza sul collo di Frank, per sfiorargli ogni centimetro di pelle e tessuto, fino al cuore. Era un tocco delicato, quasi insentito. 
Con voce fioca Gerard pronuciò una frase, un'altra domanda, che lasciò Frank impressionato.
Le possibilità erano due: 
-O Gerard era telepatico.
-O Gerard riusciva a scavargli dentro i suoi pensieri più profondi.
Pensate a che punto era arrivato in Frank.
Quella disordinata chioma rossa riusciva a scovare ogni suo punto debole, ora anche i suoi pensieri più deboli. 
Si era impossessato anche della sua immaginazione.
 
 
 
Frank non aveva via di scampo.
 
 
"Perchè il tuo cristallo è così fragile?"
 
 
 
 
 

Frank, rimasto in piedi come un baccalà sobbalzò quando vide Gerard, che ancora impegnato con il suo soffitto urlò tutto contento e soddisfatto.
-Trovato!-
Frank non riusciva a parlare.
-C-cosa hai trovato nel soffitto?- balbettò ancora scosso.
-Non lo so.- rispose con tono un po' piatto e un po' compiaciuto.
-Non lo sai?!-
-Si. L'importante è che c'è qualcosa.-
Frank portò gli occhi verso l'alto per vedere quel "qualcosa" di cui parlava Gerard.
Un soffitto totalmente bianco e vuoto.
-Si, lo vedo.- fece sorridente.
Frank doveva ammettere di vedere anche lui qualcosa, anche se non c'era nulla.















NOTE DELL'AUTRICE:
Ehiii c:
Ci tenevo davvero a scusarmi per i capitoli troppo corti, ma, come vi ho già spiegato, devo mettermi in pari con la scuola e questa settimana era piena di compiti.
Scusatemi, davvero.
Appena questo inferno finirà vi prometto che ci dedicherò maggior tempo e maggior riguardo.
Per ora tento di fare il possibile, scusate. <3

 

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