Hunger Games x Attack On Titan

di Incest n Breast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ventiquattro assassini ***
Capitolo 2: *** L'inizio dei giochi ***
Capitolo 3: *** La freddezza contro la pazzia ***
Capitolo 4: *** Alleanze sospette ***
Capitolo 5: *** Sangue, macabro sangue ***
Capitolo 6: *** Ibridi ***
Capitolo 7: *** Distretti in rivolta ***



Capitolo 1
*** Ventiquattro assassini ***


24 ASSASSINI
Era la 100°edizione degli hunger games. Cos'erano gli hunger games? Erano un "gioco" ideato da Capitol City, per far valere la loro dittatura sui 12 distretti. Tutti i ragazzi dai 12 ai 18 anni si devono presentare nel luogo della mietitura e vengono scelti un ragazzo ed una ragazza. Ma ogni 25 anni c'è una regola speciale. Questa volta uno dei 2 concorrenti deve aver vinto un edizione degli hunger games.



Eren Jeager e Mikasa Akermann erano i giocatori del distretto 1. Essendo i primi a dover presentarsi avevano la possibilità di farsi recensire gli altri partecipanti da Rivaille, un vincitore degli Hunger games proveniente dal distretto 1. Durante la loro presentazione, Eren e Mikasa indossavano delle tenute da cacciatori, che avrebbero usato anche nell'arena. Mikasa aveva vinto la 99° edizione, ed era preoccupata per il fratellastro Eren. Sapeva benissimo che avrebbe dovuto combattere sia contro gli altri giocatori, sia per domare il suo animo ribelle e testardo per portarlo alla vittoria con lei. Infatti in quell'edizione si potevano avere 2 vincitori, a patto che fossero dello stesso distretto. Subito dopo la presentazione andarono con Rivaille alla tribuna e assistettero alle presentazioni dei loro avversari, con il commento dell'ex vincitore.


Dal distretto 2 c'erano Berthold Hoover e Annie Leonhardt.
"Berthold ha vinto una precedente edizione, nonostante la sua timidezza, e adesso partecipa con la sua amica Annie. Annie è una persona fredda ed abbastanza taciturna, ma se riesce ad ottenere un qualunque fucile sarà un avversario di cui stare attenti. Non sottovalutateli." Berthold era emozionato, anche se sapeva che stava andando incontro a molte probabilità di morte. Annie invece manteneva uno sguardo a metà tra l'annoiato e il nervoso.


Dal distretto 3 venivano Reiner Brown e Christa Lenz.
"Reiner ha vinto la 98°edizione. E' un tipo tutto muscoli e niente cervello."
"Io non ho paura di un palestrato senza inteligenza." disse Eren.
"Imparerai ad averne" rispose a ruota Rivaille."Christa invece è una ragazzina dolce e gentile, non credo sarà un grande problema per voi. E' addirittura svenuta quando è stata nominata. Ricordate di evitare combattimenti ravvicinati con Reiner."
Mikasa quasi si dispiaceva per Christa, ma non avrebbe esitato a farla fuori per salvare Eren.


Dal distretto 4 venivano Connie Springer e Sasha Blouse.
"Sono amici dall'infanzia e sono 2 idioti. O aleno Connie. Durante una precedente edizione Sasha vinse gli hunger games cambiando personalità totalmente durante il gioco. Ammazzava brutalmente gli altri concorrenti con le sue freccie. Lo stare i squadra con Connie potrebbe seriamente compromettere la sua.. anzi la loro soppravvivenza." Si poteva notare lo sguardo quasi divertito di Connie e lo sguardo serio di Sasha.


Dal distretto 5 venvano il famoso Armin Arlert e Ymir
"Questo è l'avversario più pericoloso di tutti. Armin Arlert. Vinse la 97°edizione degli Hunger games quando aveva solo 12 anni. Prima della gara era un ragazzo debole, insicuro e timido. Non esitò a piangere alla sua nomina, ma durante i giochi sviluppò una forza e un sadismo talmente grandi da rompere il record di uccisioni (13)e da diventare uno delle leggende degli Hunger games. Se la sa cavare in ogni situazione e sfrutta i punti deboli degli avversari a proprio vantaggio. L'ex campione del distretto 5, Kenny "lo squartatore" gli parlerà di tutti i concorrenti avversari, in modo da sviluppare letali tattiche."
Purtroppo Eren e Mikasa conoscevano già perfettamente Armin, il loro amico di infanzia. E lo conoscevano quando era ancora un docile ragazzino.
"Sinceramente devo ammettere di non sapere nulla su Ymir. Non ha neanche parlato durante l'intervista."
Armin fu accolto con un applauso talmente grande da coprire completamente la musica trionfale alla sua entrata. Indossava una giacca militare nera molto lunga e aveva uno sguardo compiaciuto, uno di quelli che solo le persone più psicopatiche possono mostrare. E dire che era strano che una persona abbastanza bassa (1.63m), magrissimo e con un taglio di capelli biondo a caschetto poteva essere un potenziale assassino.


Dal distretto 6 c'erano Thomas Wagner e Mina Carolina
"Thomas è un ragazzo abbastanza bravo nelle tattiche furtive, ma se riuscite ad iniziare un combattimento ravvicinato con lui, non avrete problemi. Mina invece aveva vinto gli Hunger games solo con la fortuna. E' l'unica persona che abbia mai vinto senza uccidere nessuno. Resto nascosta fino alla morte di disidratazione dell'avversario finale."
Eren era convinto che fossero bersagli semplicissimi. E non aveva torto, per una volta.


Dal distretto 7 Jean Kirschtein e Ilse Langnar.
"Jean è un ragazzo di nobili origini, ma non esiterà a sporcarsi le mani per portare fama, gloria e soldi a casa. E' molto agile e bravo nei combattimenti corpo a corpo.
Eren conosceva anche Jean. E' sempre stato il suo rivale fin da piccolo, e non hanno mai esitato a discutere i loro punti di vista con la violenza.
"Ilse invece ha vinto la 95° edizione. Realizzò, a tempi il record di uccisioni (9), ma tutte indirettamente. Infatti è un esperta di trappole, tanto per aumentare la difficoltà della gara. Infatti già gli organizzatori  ne piazzano molte."
Queste parole non fecero altro che aumentare la preoccupazione di Mikasa, che conosceva la scarsa attenzione di Eren.


Dal distretto 8 venivano Oluo Bozado e Petra Ral
"Sono amici fin dall'infanzia e vengono da famiglie eccessivamente benestanti. Nella 96°edizione avrebbero dovuto partecipare come volontari, ma per una grave malattia Oluo non potè partecipare. Alla fine guarì miracolosamente dalla malattia. Molti si sarebbero ritenuti fortunati ad essere scampati ai giochi, ma non Oluo. Infatti ha partecipato come volontario per dimostrare a Petra di saper fare qualcosa anche lui." probabilmente saranno in squadra e non sarà un impresa facile. Ma ne Eren ne Mikasa erano convinti da quel Oluo. Sembrava troppo arrogante, e negli Hunger games non è l'arroganza a portare alla vittoria.

Dal distretto 9 c'erano Franz e Hannah
"Per un eccezzione hanno partecipato tutti e due i vincitori della 94°edizione. Non so che tipo di armi useranno, ma probabilmente riusciranno ad escogitare una tattica di squadra."
Mikasa guardava la felicita e l'amore reciproco che scorreva tra i due, enon poteva negare di provare gli stessi sentimenti per Eren, nonostante fosse il fratellastro.


Dal distretto 10 si presentarono Moblit e Nifa
"Moblit fin da ragazzo entro in un accademia militare giovanile, e quando venne scelto per gli Hunger games, le tecniche insegnategli dai suoi maggiori gli tornarono molto utili per vincere. Nifa invece è una ragazza esperta nell'osservazione del territorio e nella preparazione di tattiche. Penso sia stata nell'esercito pure lei, ma non ho informazioni al riguardo."


Dal distretto 11 c'erano Marco Bodt è Riko Brzenska
"Marco vinse gli Hunger games, ma rimanne molto ferito è presenta gravi ciccatrici sulla parte destra della faccia."
Infatti Eren noto l'occhi chiuso con un taglio che lo attraversava, l'orecchio mezzo spappolato e la ferita all'estremità del labbro. Eppure lo conosceva perchè era un amico di Jean. Però non era minimamente come lui. Era gentile, un po come Armin all'epoca e cercava sempre di dividerlo da Jean quando si scatenava una rissa. Non gli si addicevano quei tagli!
"Riko invece è una ragazza con la passione per i coltelli o qualunque arma affilata. Potrebbe rivelarsi un pericoloso ostacolo."


Infine c'era il distretto 12, con Marlo Freudenberg ed Hitch Dreyse
"nessuno di loro due ha mai partecipato ad un'edizione degli Hunger games, ma vennero estratti loro, perchè non ci fu mai un vincitore del distretto 12. In realtà Dot Pixis vinse la 14°edizione, ma era deceduto già da parecchi anni ormai. Non ho grandi informazioni al loro riguardo, ma questo non vuol dire che dovrete sottovalutarli."
Eren e Mikasa fecero un cenno con la testa e si diressero nel loro albergo.




Quella notte fu difficile dormire per Mikasa. Avrebbe dovuto lottare per la sua soppravvivenza e per quella di Eren!

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Capitolo 2
*** L'inizio dei giochi ***


L'INIZIO DEI GIOCHI

Ormai era il giorno dell'inizio degli hunger games. I giorni di addestramento erano finiti. Mikasa aveva dimostrato di saper utilizzare qualsiasi arma da taglio, specialmente la spada, prendendo un punteggio di 12. Il che la rendeva una minaccia per tutti gli altri tributi. Eren invece non aveva fatto chissà quale dimostrazione. Utilizzava armi da fuoco, ma non aveva una grande capacità. Si prese un 7 perchè aveva dimostrato un impegno ed una tenacia mai vista prima.
Mikasa ricordava i principali consigli di Rivaille:

1) Non andare al centro dell'arena, dove si trovava la cornucopia. Lì si trovavano le migliori armi, ma bisogna accontentarsi delle armi più scarse situate vicino alla partenza, per evitare un bagno di sangue;

2)Allontanarsi ed andare alla ricerca di una fonte d'acqua, perchè l'acqua è soppravvivenza;

3)Diffidare da ogni concorrente di un altro distretto, ma è possibile stringere alleanze con quelli di cui sai di poterti fidare.




I concorrenti vennero messi in delle piattaforme. Non dovevano muoversi da lì prima del suono del gong. Mikasa era vicina ad Eren e osservava ciò che aveva davanti. Tutti i concorrenti erano posti in modo da formare un grande cerchio intorno alla cornucopia. Ciò che attirò l'attenzione di Mikasa fu una sciabola argentata, posta a circa 20-30 metri dal suo punto di partenza. Doveva rischiare ed andare a prenderla.
Noto che anche Eren era attratto da qualcosa, cercò di notare dove il suo fratellastro posava gli occhi e vide un fucile a colpo singolo, ma era situato in una postazione troppo rischiosa. Fece un segno ad Eren come se gli dicesse di non fare nulla e di aspettare lì, ma venne interrotta dal suono improvviso del gong.

Con i suoi pronti riflessi scattò verso la sua amata sciabola, ma vide che pure Oluo si avventava sul desiderato oggetto. A pochi passi dalla sciabola Mikasa si scaglio contro Oluo, tirandogli un calcio allo stomaco che lo fece cadere a terra. Presa l'arma l'alzò per finire Oluo ma all'ultimo secondo si misè in postazione di difesa per evitare una pugnalata da parte di Petra. Data però la differenza di abilità, Mikasa non ebbe problemi a deviare il coltello di Petra e a trafiggerla nello stomaco. Storse il naso nel vedere di aver subito sporcato l'arma di sangue. Ora avrebbe dovuto dirigersi da Oluo, ma si ricordò di una cosa importante.
"EREN!!!"
Eren aveva raggiunto il fucile, ma era in mezzo ad un combattimento di una decina di persone, di cui riuscì a distinguere solo i tributi del 2° e 3° distretto. Lasciò perdere il suo avversario per andare a salvare Eren da morte certa. Con un disperato tentativo afferrò il fratellastro dal colletto della sua giacca di pelle marrone, e subito scapparono verso un altro luogo.
"Che cazzo avevi in mente di fare Eren? Avrebbero potuto ucciderti in qualcunque istante!"
"Non capisco di cosa ti preoccupi, Mikasa. Me la stavo cavando e sono riuscito a prendere questo bel fucile."
Eren mostro il suo fucile di un colore isto tra il nero ed il marrone. Aveva l'impugnatura in oro massiccio, oro che non si sarebbe mai trovato in nessuno dei 12 distretti.

Corserò verso una salita rocciosa per circa un quarto d'ora, quando Mikasa notò che il fratellastro stava faticando. Non era da lui. Se c'era una cosa in cui Eren era superiore, quella cosa era la resistenza.
"Che ti succede? Stai ansimando come non ti ho mai visto fare." Mikasa non avrebbe potuto negare di essere preoccupata.
"Sto bene. E..e solo che prima credo di aver beccato una coltellata." Eren non riusciva più a tenersi in piedi e crollò a terra.
"Merda, fammi vedere."
Mikasa tolse la giacca ad Eren e gli alzò la maglia. Aveva una profonda ferita nel fianco sinistro.
"Ti avevo detto di non gettarti nella mischia, avresti potuto morire!"
Mikasa non aveva le conoscenze per curare quella ferita, quindi si limito a strappare un pezzo della sua giacca e di avvolgerlo intorno allo stomaco del fratellastro.


Si rifugiarono all'interno di una grotta vicino ad un piccolo canyon roccioso. Mikasa avrebbe dovuto fare un intero turno di guardia quella notte, viste le condizioni di Eren. Era notte fonda quando Mikasa, mentre stava soffrendo sia il sonno che il freddo, senti uno sparo. Rimase a riflettere qualche secondo per poi lasciare il compagno e avvicinarsi con cautela al luogo di lotta. Ciò che vide fu il corpo senza vita di Hitch, e davanti si presentavano i tributi del distretto 2: Berthold ed Annie, ed un tributo del distretto 3: Reiner.
Berthold impugnava una spada non molto lunga, ma all'apparenza pesante. Annie aveva un fucile identico a quello di Eren, e presuppose che avesse sparato lei il colpo. Reiner invece aveva de guanti in metallo, adatt per il combattimento corpo a corpo. Reiner era l'unico a potersi permettere di usarli.
Mikasa era tentata di combatterli, ma sapeva che avrebbe potuto non uscirne viva, e questo significava la morte di Eren.


Mentre tornava verso il rifugio, senti il suono delle trombe, che annunciava che avrebbero proiettato le immagini dei tributi morti in quel giorno.

Vide apparire tra le immagini: Thomas Wagner e Mina Carolina, entrambi i tributi del 6° distretto; Petra Ral ed Oluo Bozado, così anche l'ottavo distretto era fuori gioco; Hannah del distretto 9, la sua vittima; Moblit dal distretto 10 ed infine Hitch dal distretto 12. In tutto 7 morti. Restavano soltanto 15 persone da uccidere.


Mentre Mikasa si avvicinò al rifugio gli balzò il cuore in gola.
Armin Arlert stava entrando nella caverna!


Nota dell'autore
So che questa storia non è un granchè, ma vi prego di lasciarmi una recensione. Ve ne sarei molto grato.

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Capitolo 3
*** La freddezza contro la pazzia ***


LA FREDDEZZA CONTRO LA PAZZIA

Mikasa si avvicina a passo spedito, ma con cautela, al rifugio, per poi vedere Armin col coltello alzato. Sta per colpire Eren.
"Fermo!!!" urla, incurante di attirare altre persone oltre ad Armin.
Il giovane tributo si fermo col coltello a mezz'aria, per poi girarsi lentamente mostrando un sorriso agghiacciante.
I due vecchi amici si guardano per alcuni secondi, secondi che sembrano ore, poi Mikasa esordisce, mostrando la sua solita freddezza e nascondendo le preoccupazzioni:
"Come hai fatto a trovarci, Armin?"
Sembra quasi che Armin scoppi a ridere da un momento all'altro.
"Non è stato troppo difficile" disse "Il tuo fidanzatino ha lasciato macchie di sangue per tutto il percorso."
Mikasa ignorò la parola "fidanzatino" e pensa alla ferita di Eren, e al poco che sapeva di medicature. Si voltò verso Eren e vide che era svenuto, quindi totalmente inconsapevole della presenza del nemico.
Poi Mikasa ebbe un'illuminazzione. Il distretto 5, luogo da cui proveniva Armin, era specializzato in medicina. Avrebbe potuto rischiare e stringere un alleanza con lui. Questo avrebbe voluto dire che si sarebbero poi dovuti scontrare, ma almeno avrebbe tenuto in vita Eren per il momento.
"Ho una proposta da farti" disse Mikasa.
Armin non cambiò minimamente la sua espressione, perchè forse aveva capito le intenzioni di Mikasa.
"Potremo stringere un'alleanza. Ci aiuteremo a vicenda per sconfiggere gli avversari. Poi alla fine.."
"No!" Armin esclamò "Credi davvero che io mi fidi di qualcuno come te? Tu vuoi solo salvare Eren e non esiteresti a pugnalarmi appena ti si presenterebbe l'occasione."
Mikasa non sapeva come ribattere. Tutto ciò che il biondo disse era vero.
"E poi io non ho bisogno di nessuno per vin...."
Mikasa approfittò della distrazione del nemico per scattare e tentare di trafiggerlo, ma lui abilmente devio la lama della sciabola con un coltello.
Misè una mano all'interno della propria giacca per estrarre un secondo coltello e si scaraventò contro di lei.
Il combattimento si faceva sempre più lungo, perchè erano avversari alla pari. Tre anni fa Mikasa lo avrebbe battuto senza problemi, ma adesso no. Lui era un'altra persona ormai. Era il contrario di tutto ciò che era prima. Le uniche cose che non perse erano l'intelligenza con cui preparava strategie e la sua impareggiabile arte di osservazione con cui individuava i punti deboli degli avversari. E a lui era ormai noto che il punto debole di Mikasa era il compagno.
E poi, dopo un piccolo cedimento Mikasa riusci a disarmare l'avversario ed a scaraventarlo a terra vicino ad Eren.
Mikasa, totalmente convinta di se, disse:
"Mi dispiace che ci sia rimasto così poco tempo...."
"DIspiace anche a me"
Mikasa non capì subito i motivi di quella rapida risposta finchè non vide la mano di Armin che teneva il fucile di Eren.
Ormai aveva perso le speranze. Butto la sciabola a terra e si preparò al colpo, mentre pensava "Mi dispiace Eren" e mentre gli scese una lacrima.
Chiuse gli occhi per poi sentire lo sparo.....







Mikasa rimase persa nei suoi pensieri, finchè non si accorse di non essere stata sparata.
Riaprì gli occhi e vide Franz che teneva Armin a terra con una stretta potente. Gli occhi di Franz erano pieni d'odio. Non era difficile capire che diede la colpa della morte di Hannah ad Armin.
Ma Armin con spingendolo con le gambe, mandò Franz dalla parte opposta, ma quest'ultimo non si scompose e con una forza che nemmeno Armin, Mikasa ed Eren avrebbero mai avuto, prese Armin e lo portò verso un dirupo per poi lasciarlo cadere. Ma il giovane non si lasciò per vinto e portò anche Franz giù nel non molto profondo burrone. Mikasa non voleva vedere i due corpi, ma sentì la risata di Armin risuonare per tutta la discesa, per poi udire un tonfo. Era logico pensare che fossero morti.
Torno al rifugio e si mise davanti ad Eren, la sua presenza la rassicurava, dato il fatto che lo stava per perdere. Venne interrotta dal suono delle trombe. Lesta, si precipitò a vedere i morti, e c'erano solo 2 morti quella sera. Uno era Franz, ma l'altro non era Armin. Era Nina.
Mikasa si sentì momentaneamente male per la notizia. Velocemente andò a guardare nel burrone, e sforzando la vista, vedeva il corpo di Franz, spiaccicato, e a fianco Armin che la fissava in piedi.
Il biondo non rideva più. Aveva uno sguardo serio, pauroso, di quelli che incuterebbero paura persino all'ex campione Rivaille.
Mikasa lentamente si allontanò, perchè sapeva che Armin non sarebbe tornato lì. Non adesso.
Mikasa per addormentarsi, abbracciò Eren. Nulla la rassicurava come la sua presenza. Subito prima di addormentarsi, Mikasa pensò una cosa: da oggi in poi sarebbe dovuta essere molto più spietata e non avrebbe mai più dovuto perdere la compostezza.




NOTA DELL'AUTORE
Ormai credo di poter affermare che l'aggiornamento della storia sarà settimanale.

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Capitolo 4
*** Alleanze sospette ***


ALLEANZE SOSPETTE

Il sole stava sorgendo e Mikasa aprì gli occhi risvegliata dalla luce. Rimase un minuto a pensare, a riordinare tutto ciò che era accaduto nelle ore precedenti. Restavano solo 15 tributi: Lei ed Eren, Berthold, Annie, Reiner, Christa, Connie, Sasha, Armin, Ymir, Jean, Ilse, Marco, Riko, e Marlo. C’erano molti avversari di cui non si era ancora preoccupata. Ad esempio di Ilse e le sue trappole, o di Sasha e del suo arco.
“Sei già sveglia?”
“Eren…” Per Mikasa vedere il fratellastro in condizioni migliori era rassicurante, ma sapeva benissimo che doveva assolutamente curare meglio la ferita. Ma non voleva parlarne. Non adesso.
“Sarebbe meglio se ci procurassimo qualcosa da mangiare. Andiamo a caccia!
“Per me va bene.”
Mikasa aveva imparato a costruire trappole basilari per gli animali, come lacci o reti. Però puntare a qualche cervo non sarebbe stato certo dannoso.
I due tributi si avventurarono all’interno del bosco poco lontano dal rifugio e cominciarono a piazzare trappole.
Dopo aver messo un po di trappole, Mikasa andò a nascondersi ed Eren si piazzò sopra un albero col suo fucile. Avrebbero dovuto correre il rischio di far sentire gli spari, ma era un rischio da correre.
Eren dopo circa un quarto d’ora avvistò un cinghiale di medie dimensioni all’orizzonte. Dovette trattenere il respiro e mirare alla testa dell’animale. Passavano pochi secondi prima che Eren sparò e beccò perfettamente nell’occhio la povera bestia. Mikasa andò a prenderla per poi tornare nel suo nascondiglio e lasciare campo libero al compagno.



QUALCHE KILOMETRO DI DISTANZA DA LI’




Christa si accasciò a terra, non potendo più camminare. Non aveva bevuto ancora dall’inizio dei giochi e stava morendo disidratata. Sentiva la gola secca e pesante, le forze che gli mancavano, ma non voleva chiudere gli occhi perché ormai l’aveva vista. Ymir.
La ragazza del distretto 5 camminava lentamente verso di lei, con una lancia tra le mani. Stava per infilzare la ragazzina con la sua arma. A pochi centimetri da lei, senza togliere il suo sguardo strafottente, alzò l’arma per porre fine alle sofferenze della giovane ragazza.
“Attenta” urlo Christa.
Ymir ci mise un po a realizzare l’esclamazione della ragazza, ma istintivamente si girò e vide Marco che gli veniva incontro con una spada.
Prontamente Ymir si mise in posizione di difesa, per parare una spadata e poi girarsi su se stessa per colpire il nemico con la lama della lancia. La punta della lancia taglio Marco proprio nel occhio, dove era presente la sua famosa ferita. E poi successe una cosa che Ymir non si aspettava. La ferita si aprì, facendo scorrere sangue. Molto sangue. Così tanto sangue che nessuno aveva mai visto. Probabilmente quelli di Capitol City avevano chiuso la ferita in modo non naturale. Avevano bloccato tutto il sangue che usciva originariamente. Al riaprimento della ferita, Marco cadde sulle ginocchia e si mise ad urlare. Urlare ininterrottamente finche non accadde una cosa ai limiti del normale. Il taglio di Marco cominciò ad allungarsi, come se gli uomini di Capitol avessero fatto sparire una parte di una grande ferita, e si amplio fino alle costole per poi staccarsi, creando una macabra e disgustosa poltiglia rossa, formata da sangue, ossa ed interiora. Ymir, nonostante gli anni passati nei quartieri poveri ad uccidere persone per poche monete, non riuscì a tenere gli occhi sul cadavere, e si girò sul suo prossimo nemico. Christa.
Si diresse verso la ragazza ormai priva di sensi per darle il colpo di grazia, ma qualcosa la fermò. I sensi di colpa.
Infatti lei l’aveva avvisata del nemico, ed ora si sentiva in debito. Però lei non aveva acqua, il suo zaino era solo pieno di medicinali che, essendo dello stesso distretto di Armin, sapeva come utilizzare. Però aveva una soluzione. Infatti, il giorno prima, aveva pedinato una certa coppia del distretto 1, a noi nota. Si caricò Christa sulle spalle e si diresse verso il luogo di caccia.



TORNANDO DA MIKASA




Eren e Mikasa avevano fatto un discreto bottino. Un cinghiale e due grosse lepri. Eren scese dall’albero con un salto e si diresse dall’amica, ma andando inciampo su un filo di ferro che al contatto con la sua gamba si strinse bloccandolo a terra.
Quella non era una trappola di Mikasa, non aveva fili di ferro a disposizione. Corse in direzione del compagno ma una fossa si aprì sopra i suoi piedi. Mikasa riuscì a tenersi con le mani alla sporgenza, ma non riuscì a salire. Però era abbastanza in alto da vedere Ilse uscire da un cespuglio. Da quanto cazzo di tempo era lì? Forse da quando avevano cominciato a cacciare?
Ilse si diresse verso Eren, ma aveva un volto preoccupato. Non aveva mai ucciso una persona prima d’ora. Lo facevano le sue trappole. Ma non aveva il materiale per quelle mortali. Mikasa tentò di salire alla vista della donna col coltello che si dirigeva verso Eren. Ma un pezzo di terra dalla parte della mano sinistra cedette, lasciando la giovane tenuta con una mano. L’istinto di tenere in vita il fratellastro però, era più forte delle sue mani, e rapidamente si riagrappò anche con la mano sinistra, per poi sporgersi e vedere il corpo di Ilse con una lancia conficcata nel cranio ed affianco Ymir che teneva sulle spalle l’amica.
Ymir posò delicatamente Christa, guardò le ferite di Eren, e si diresse verso Mikasa, per fermarsi a pochi passi da lei. Guardò la giovane donna in difficoltà per poi aprire la conversazione.
“Vedo che tu ed il tuo fidanzatino non ve la passate tanto bene.” Disse con la sua solita arroganza.
Mikasa non si degnò di risponderle, e nuovamente ignoro l’aggettivo “fidanzatino”.
“Ti propongo un patto tu darai dell’acqua a me ed alla mia amica, ed io curerò il tuo amico. Poi potremo continuare ad essere alleati, fino alla morte degli altri concorrenti.”
Mikasa non si fidava completamente di lei, ma notava una certa sincerità nelle sue parole, come notava il timore che nascondeva dietro la sua faccia arrogante.
“Accettò” rispose rapidamente.
Ymir sfoderò uno sguardo compiaciuto, per poi tendere una mano a Mikasa per aiutarla a salire.
SI diressero tutti e 4 verso il rifugio, mentre Ymir trasportava ancora una Christa priva di sensi in braccio.
Eren sembrava molto contento di avere degli alleati, mentre Mikasa invece non si fidava ancora completamente di lei. Era sicura che aveva dei doppi fini, che si sarebbero presentati solo nel momento peggio

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Capitolo 5
*** Sangue, macabro sangue ***


SANGUE, MACABRO SANGUE

Erano passati ormai 3 giorni senza morti da quando Eren e Mikasa si sono alleati con Ymir e Christa. Ormai tutti avevano un ruolo: Eren cacciava, Mikasa perlustrava il territorio e difendeva i compagni da attacchi di altri tributi, Ymir si occupava della salute della squadra con medicinali che ne Eren ne Mikasa conoscevano, invece Christa non aveva talenti particolari, si occupava solo di cucinare la selvaggina portata da Eren.
Poi, all’improvviso, un suono di trombe risuono nell’aria, e la voce del primo stratega Keith Shadis fece un annuncio:
“Tributi, è stato allestito un festino alla cornucopia ed è stato messo uno zaino per ogni concorrente con oggetti utili personali per ciascun tributo! Il messaggio non verrà ripetuto!
Alla fine dell’annuncio Ymir disse:
“Era logico aspettarselo, non ci sono morti da giorni.”
“Allora mettiamoci in marcia.” Mikasa non voleva sentire obbiezioni, perché era decisa a finire al più presto.






Erano a circa 200 metri dalla cornucopia quando si senti un esplosione e si vide del fumo.
“Cosa cazzo è successo” Eren non badò al linguaggio perché era sinceramente spaventato.
La squadra accelerò il passo e, una volta davanti alla cornucopia, videro ciò che non avrebbero mai voluto vedere.
L’interno della cornucopia era in fiamme e tutti gli zaini erano ormai ridotti in cenere.
Mikasa entrò all’interno della cornucopia ed osservò attentamente. Poi si rivolse al resto della squadra.
“Manca solo quello di Armin!”
il ragazzo biondo deve aver approfittato della situazione per mettersi in vantaggio rispetto a tutti.
Nessuno ebbe il tempo di lamentarsi perché accadde proprio ciò che gli strateghi vollero.
Da sud arrivò la squadra dei favoriti: Reiner, Berthold e Annie; da est arrivò Jean, da nord Marlo e Riko. Era riiniziato il bagno di sangue, come all’inizio dei giochi.
Eren sparò in direzione di Annie, per uccidere prima il favorito con l’arma da fuoco, ma Annie si spostò abilmente per sparare anche lei. Ma sbagliò. Intanto Ymir stava combattendo con Berthold, mentre Reiner con Mikasa.
Al combattimento si unirono pure Riko e Marlo.
Eren era ormai davanti ad Annie è stava per spararle il colpo di grazia, ma venne distratto da un coltello lanciato che sfiorò di poco la testa della ragazza. Si girarono tutti e due verso la direzione del lanciatore e viderò un Connie dall’aria preoccupata per aver appena sprecato un occasione d’oro. Eren non fece in tempo a girarsi verso Annie, che quest’ultima lo colpì con un calcio in testa che lo buttò a terra. Intanto Reiner corse verso Connie e li tirò un pugno nello stomaco, per poi atterrarlo con un montante. Connie aveva ormai perso conoscenza, perciò sentì dolore quando Reiner gli spezzò il collo con una pedata. Non lo avesse mai fatto.
Un “NOOOOOOOO” di Sasha, con davanti il corpo morto di Christa, coprì tutti i rumori del combattimento. Incazzata come nessuno lo era nell’arena tese l’arco e scagliò una freccia verso Reiner, colpendolo nello stinco.
Mikasa temette che Eren non sarebbe potuto vincere il combattimento, quindi fece segno di ritornare alla base a lui ed Ymir. Però non potevano. Quindi corsero verso un'altra direzione. Prima di sparire all’interno del bosco Eren si girò e osservò ciò che stava succedendo: Reiner che venne ucciso con 6 frecce in tutto il corpo, Marlo che veniva trafitto da Berthold e poi….. il corpo di Christa. Ymir si limitò a commentare con un menefreghista:
“Tanto non avrei potuto portarla alla vittoria. Prima o poi sarebbe dovuta crepare.”
Eren non gli rispose, ma solo perché si accorse di un ultima cosa. Jean correva dietro di loro.
Nell’istante in cui Eren prese il fucile Jean sparò con la sua balestra, e lo colpì ad una spalla. Eren invece lo sparò e lo sfiorò alla guancia, abbastanza da fargli una cicatrice. Il vecchio rivale di Eren girò a sinistra per smettere di combatterli.




I tre alleati corsero fino a trovare la spiaggia di un laghetto. Decisero di fermarsi lì.
Mentre si piazzavano per dormire sentirono le trombe che annunciavano i morti.
Incuriositi alzarono gli occhi stanchi al cielo e videro in ordine le immagini di: Christa, Connie, Sasha, Riko e Marlo.
Appena ci fu l’immagine di Christa, Eren si girò verso Ymir, perché era incazzato con lei.
“Non hai proprio nulla da dire, vero?”
“Cosa cazzo vuoi che dica? Sarebbe dovuta morire prima o poi. Non me ne frega assolutamente niente!” Ymir mentiva. Per tutte le persone che ha conosciuto, Christa è stata l’unica a provare sentimenti per lei.
“Ti ha salvato la vita. A quest’ora senza di lei saresti morta perché non ti saresti potuta difendere da Marco. E forse sarebbe stato meglio così.”
Ymir ripensò a quel momento, alla morente Christa, al corpo morto di Marco, ormai ridotto a tre quarti. Il rimorso si ampliava in tutto il suo corpo. E lei sapeva che lo avrebbe soppresso con l’unica cosa che poteva uccidere tutte le sue emozioni. La rabbia.
“Ma chi credi di essere tu per giudicare. Vuoi risolverla adesso? Vuoi porre fine ai giochi adesso?”
Si alzarono tutti e due sfoderando ciascuno un coltello.
Mikasa si mise in mezzo.
“Volete smetterla di parlare come due bambini? Oppure volete che….
I tre tributi furono interrotti da un urlo. Ma non era un urlo umano. Era un urlo mostruoso. Un urlo che rimbombava in tutta l’arena. Si girarono nella direzione dell’urlo e videro una cosa ai limiti dell’immaginabile.
Un mostro dall’aspetto umano, nudo, di circa 7-8 metri con un sorriso agghiacciante camminava verso di loro.

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Capitolo 6
*** Ibridi ***


IBRIDI

Eren, Mikasa ed Ymir non si soffermarono a guardare il mostro. Raccolsero le loro armi e fuggirono dalla parte opposta, verso la cornucopia.
Correvano con tutta la loro forza, spaventati a morte. Si girarono per vedere se il gigante era dietro di loro, ma notarono che non stava correndo. Camminava lentamente, come se fosse sicuro che sarebbe riuscito a prenderli. Ma guardando bene l’espressione del mostro, si poteva intuire che non fosse troppo intelligente.
Poi Mikasa ricordò che una volta Rivaille gli parlo di mostri chiamati ibridi che venivano messi nell’arena ogni tanto. Ma non si soffermò a pensare perché un altro gigante, un po più basso del precedente apparve a destra e prese Ymir con una mano. Eren si girò, voleva aiutare la ragazza che stava per essere divorata, ma si fermò. Incrociò lo sguardo con lei. Stava piangendo. Ma Eren, ancora infuriato per la precedente lite,, urlo:
“TANTO NON AVREMMO POTUTO PORTARTI ALLA VITTORIA! PRIMA O POI SARESTI DOVUTA CREPARE!” Imito la frase pronunciata da Ymir alla morte di Christa.
Ma Mikasa lo prese per il colletto per ricordargli che dovevano fuggire,
“Ibridi”
“Cosa?” Eren non capì la frase di Mikasa.
“Sono Ibridi. Ne ha parlato una volta Rivaille. Sono delle fusioni tra creature diverse.”
“Mi devo essere perso la lezione quella volta.”
Mikasa fu non considerò la risposta del fratellastro perché erano impegnati a correre. Arrivarono alla cornucopia ed assistettero ad una guerra vera e propria.




Intorno alla cornucopia c’erano vari ibridi e vari tributi. A destra c’erano Annie e Berthold che sparavano ad un gigante, mentre altri due inseguivano Armin. I due compagni ricordarono della scala che conduceva al tetto della cornucopia. Uno alla volta, salirono la scala e si trovarono a 6 metri dal suolo. Ora notarono che la cornucopia era molto più alta rispetto a quelle di ogni altra edizione. Sicuramente per gli ibridi.
Eren prese il fucile e diede un occhiata intorno a lui. C’erano tre giganti che si dirigevano verso di loro. Quello alla sinistra era basso. Basso rispetto agli altri. Però fisso bene la sua faccia. Aveva un qualcosa di familiare. Capelli biondi, occhi celesti… aveva già visto quella faccia……………………….CHRISTA LENZ!





Era lei non aveva dubbi. Infatti fissando gli altri due ibridi notò altre facce conosciute. A destra c’era Marco, inconfondibile per l’occhio chiuso. Al centro, anche se non era sicuro, Riko.
“GLI IBRIDI VENGONO DAI CORPI DEGLI ALTRI TRIBUTI” Urlo Eren a Mikasa.
Mikasa si guardò attorno, ed infatti notò che i giganti che inseguivano Armin erano Franz e Hannah. E l’altro gigante, che aveva appena calpestato Annie, era Sasha.
Forse gli ibridi avevano un po di mentalità dei tributi con cui erano uniti.
Eren sparò all’occhio del gigante non bene identificato e noto una cosa. Dall’occhio dell’ibrido cominciò ad uscire del fumo, e poi, piano piano, l’occhio si ricompose.
“Sono Immortali?” Mikasa non aveva nessun’altra idea.
Ad un certo punto Eren, mentre i giganti si avvicinavano, senti il rumore di un colpo.
Si girò e vide Jean che aveva appena colpito alla testa, con un bastone da gendarme, Mikasa, che cadde a terra priva di sensi.
Eren, colmo di rabbia, punto il fucile verso il rivale, che però fece volare sotto il tetto con un calcio. Successivamente Eren venne colpito dal bastone sulla mascella, e cadde anche lui a terra. Jean mostro un sorriso sarcastico e si girò camminando verso Mikasa. Eren non riusciva a muoversi. La bastonata appena ricevuta aveva appena bloccato il suo corpo, inchiodandolo a terra.
Jean cominciò a sfilare il manico del bastone, facendone fuoriuscire un coltello. Si inginocchio a pochi centimetri da Mikasa.
“Sai Mikasa, in tutti questi anni i miei pensieri erano rivolti a te. Esclusivamente a te. Non ero mai riuscito a dirtelo, perché forse ero troppo timido, ma io ti amo. Ti ho sempre amata dal primo giorno in cui ti ho vista. Mwntre tu non hai mai nemmeno considerato la mia presenza” Trafisse Mikasa dritta al cuore “Ed è solo grazie a te che ho imparato a mettere me stesso davanti ad ogni cosa.” E mentre Mikasa stava morendo davanti agli occhi impotenti del fratellastro, Jean decise di fare ciò che aveva sempre voluto fare. Baciò Mikasa. Baciò la ragazza con le lacrime agli occhi, per non essere riuscita a stare con Eren. In pochi secondi la ragazza chiuso gli occhi e terminò la sua crudele, ma bellissima vita.

Questo riuscì a rifar prendere le forze ad Eren che, in lacrime si dirigeva a passi pesanti verso il suo rivale.
“Vedremo se avrai ancora quel tuo sorrisetto merdoso quando ti avrò fatto ingoiare le tue stesse interiora.”
“Voglio proprio vedere come far….”
Jean si interruppe perché cominciò a tossire.
Eren mentre continuava a dirigersi verso Jean, non capiva cosa gli stesse succedendo, fino a che non cominciò a tossire pure lui.
La sua mente era annebbiata. Vedeva doppio, oltre che a rallentatore. Si guardò intorno e vide che gli ibridi erano accasciati a terra mentre gridavano. Lui immaginava che gridavano perché non riusciva più a sentire niente, ma vedeva le loro bocche spalancate. Poi gli ibridi si avvolsero in un ammasso di fumo che, come si dissolse, non lasciò neanche una minima traccia di loro.
E poi il buio.










Eren si rialzò di scatto, credendo di aver sognato qualcosa di orrendo. Era in un letto di un ospedale. La ferita alla spalla, la cicatrice sulle costole e il dolore alla mascella confermavano la verità dei fatti. Si alzò, e con un po di difficolta cominciò a camminare. Noto che nelle pareti di quello che immaginava fosse una sorta di grande elicottero, erano spesso presenti stemmi che raffiguravano un ala blu sovrapposta ad un ala bianca. Sopra lo stemmo vi era scritto “ali della libertà” e sotto “Rebellion Legion”.
Cosa ci faceva nell’elicottero dei ribelli di Capitol City.
Cominciò a sentire delle voci provenire da una sala. SI avvicinò a passo spedito verso la porta, che si aprì automaticamente e vide delle persone a lui note.
C’erano Berthold accovacciato in un angolo mentre piangeva, Jean che stava giocando col suo coltello, Armin che veniva tenuto fermo da un uomo muscoloso mentre un altro lo sedava, un uomo biondo con le sopracciglia folte ed uno sguardo arrogante, e poi lui, che lo accolse con un cenno con la testa.
Rivaille.

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Capitolo 7
*** Distretti in rivolta ***


DISTRETTI IN RIVOLTA

Eren non capiva. Si trovava in quello che ormai aveva capito essere un hovercraft con il suo mentore, i suoi avversari dell’arena ed una persona che crede di aver già visto.
Eren si mette la mano in tasca per estrarre il coltello, ma si accorse di non avere armi. Sicuramente gliele avevano tolte.
“Cosa cazzo sta succedendo qui?” Eren pretendeva risposte.
Rivaille lo guardò sbuffando, come se dovesse rivelare qualcosa che teneva nascosto da un bel po di tempo. Ed infatti era proprio così.
“Ci troviamo nell’hovercraft dei ribelli. Siamo penetrati nell’arena per prelevare i tributi rimasti e portarli in salvo. Ora ci stiamo dirigendo verso il distretto 5.”
Eren non capiva. Perché i ribelli avrebbero dovuto prelevarli? E poi perché hanno aspettato che rimanessero in 4?
“E Mikasa?” disse Eren “Se proprio dovevate intervenire non potevate farlo molto prima? Avreste potuto salvare lei! Christa! Ymir! Un sacco di altre persone!”
“Non era sicuro prima. Il sistema di sicurezza è molto più debole verso la fine dei giochi. E poi…” Rivaille prese fiato “… Nessuna delle persone che hai nominato ci serviva.”
A quella risposta Eren non si controllo più. Incazzato come non mai, corse verso il suo mentore e gli sferro un destro in pieno volto. Rivaille non parò il colpo solo perché Eren lo aveva colto alla sprovvista, ma con una ginocchiata al mento prevenì tutti i pugni successivi del giovane.
Eren cadde a terra e , prima di poter rialzarsi per attaccare nuovamente Rivaille, si ritrovo una siringa contenente sedativo nel braccio. Prima di svenire, fece in tempo a vedere Rivaille che si ripuliva il sangue che gli usciva dal naso con un fazzoletto, l’uomo biondo che analizzava la scena compiaciuto, Berthold che non ricambiava la sua attenzione e continuava a lacrimare accovacciato all’angolo, Jean che la guardava scuotendo la testa ed Armin che era già collassato.
E poi, di nuovo, il buio.




Stavolta si risveglio in un letto di ospedale. Lo si capiva dalla comodità del materasso. Ma mentre Eren osservava il luogo in cui si era (nuovamente) risvegliato, noto che alla sua sinistra era presente l’uomo misterioso di prima.
“Sono contento che tu ti sia risvegliato. Credo che non ci siamo presentati bene prima” l’uomo biondo gli parlava in modo molto gentile “Io sono Erwin Smith. Magistrato del distretto 5 e capo della Rebellion Legion! Tu sei Eren Jeager giusto?”
Eren esitò. Non sapeva se fidarsi di lui. Ma dalla voce sembrava una persona leale e sincera.
“Si.” Si decise a rispondere “Si, sono io!”
“Vorrei discutere con te in privato. Seguimi.”
Eren segui Erwin senza indugiare. Si mossero per un paio di corridoi. Mentre camminavano, Eren notò nuovamente Armin, però sembrava un po diverso dal solito. Non aveva più la sua espressione da completo psicopatico. Ora la sua espressione sembrava la fusione tra una persona sotto effetto di droghe ed una persona che ride costantemente. In effetti aveva sentito dire che dopo la sua vecchia vittoria agli Hunger games aveva cominciato a farsi di droghe pesanti. Le usava per reggere il peso delle sue vittime. Non che lui si sentisse a disagio a togliere la vita a persone innocenti. Però ogni essere umano, che sia buono o cattivo, sano o malato, ne sente il peso sulla coscienza. Eren stava quasi pensando che avrebbe potuto provare a ricostruire la sua amicizia col biondo. Dopotutto avevano un legame come pochi. Avevano gli stessi sogni, le stesse passioni. E poi nella situazione in cui erano, non avevano motivo di restare nemici. Anche se Eren non conosceva ancora bene la situazione.
Arrivati in ufficio, Erwin fece cenno ad Eren di accomodarsi.
“Ora ti spiego perché ti trovi tra noi ribelli. Vedi, noi abbiamo per anni tentato di far cadere il governo, ma inutilmente. Questo perché non avevamo nulla che ci faceva apparire degni di fiducia dalla popolazione. Ora invece abbiamo volti noti. Se i tributi dei giochi stanno dalla nostra parte il pubblico affezionato sarà più predisposto ad unirsi a noi.”
Eren riuscì a capire la logica, ma aveva una sola domanda:
“Perché non avete salvato Mikasa?”
Erwin ci mise un po a rispondere “Perché Rivaille ha consigliato esplicitamente di salvare solo te. A suo parere lei non avrebbe contribuito alla causa. Se avessimo salvato tutti e due non ti avrebbe permesso di partecipare. Se avessimo salvato solo lei, sarebbe stata troppo confusa ed instabile per voler lottare con noi. Probabilmente avrebbe optato al suicidio.”
“E cosa vi fa pensare che io vi voglia aiutare?”
“Il fatto che vuoi vendicarti di Capitol City per aver ucciso tua sorella.”
Ed era vero. Se prima Eren odiava i gendarmi ed il presidente Zackley, ora non poteva che odiarli con tutto il cuore per avergli strappato via Mikasa. Però loro lo avevano fatto indirettamente. Ad ucciderla era stato Jean, ed Eren non poteva sopportare di condividere con lui la ribellione.
“Io voglio unirmi ai ribelli” Erwin non si mosse minimamente perché capì che Eren aveva delle “ma voglio uccidere Jean Kirchtein.”
Erwin guardò Eren con uno sguardo tagliente ”Riguardo a questo non posso accontentarti Sia tu che Jean siete ottimi tiratori e io ho bisogno di entrambi. Però ho un idea che piacerà ad entrambi!”

“Se pronto faccia da cavallo?”
“Prontissimo coglione!”
Eren e Jean erano al centro di un recinto, nell’aeroporto. Le regole stabilivano che potevano picchiarsi fino allo svenimento di uno. Tutto questo senza uso di armi.
I due eterni rivali scattarono uno verso l’altro.


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