Ars Fascinandi (L'arte di ammaliare) di monik (/viewuser.php?uid=23902)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Serata al Pub ***
Capitolo 2: *** L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato ***
Capitolo 3: *** Il Gatto Radar ***
Capitolo 4: *** La gara delle tazzine.| Lacrime. ***
Capitolo 5: *** La scommessa ***
Capitolo 6: *** Un mazzo di rose ***
Capitolo 7: *** Pranzo Tentatore ***
Capitolo 8: *** *Festa a sorpresa* ***
Capitolo 9: *** *Il dopo festa*- Parte prima ***
Capitolo 10: *** Il dopo festa - Seconda parte. ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Serata al Pub ***
Ars
***Ars Fascinandi***
Capitolo Primo
Serata al Pub
La ragazza camminava
lentamente, al riparo dalla pioggia sotto quel suo ombrellino nero con
i bordini bianchi. Quel giorno, così uggioso, era solitamente
tranquillo e calmo. Per le strade della città ormai poca gente
girava a piedi. Le piccole folle che vi erano di pomeriggio si erano
dileguate con l'arrivo delle gocce che cadevano picchiettando su vetri
e macchine, che creavano un piacevole rumore cadendo su quel piccolo
ombrello. Quello stesso ombrello era stato il regalo forse più
prezioso che le fosse mai stato fatto. Fu l'ultimo regalo che sua madre
le aveva donato, prima di morire.
Ciò ormai non
scalfiva quasi più la ragazza che a passo leggero e delicato
camminava sul marciapiede. Alle orecchie, le cuffie le infondevano una
melodiosa canzone che, a volume alto, le riempiva la mente, le dominava
la coscienza. Una canzone, dalle note semplici e tristi, si spandeva
melodicamente, lasciando Kagome sognare ad occhi aperti, mentre al suo
fianco i negozi iniziavano a chiudere.
"I can be your hero baby" canticchiò lentamente.
Quella canzone, di vecchia data ormai, si trovava su quel mp3 da molto tempo, ma Kagome non si era mai stancata di ascoltarla.
La città ora
assumeva quella sua solita vivacità che era solita assumere
verso quell'ora. Persone che rincasavano dal lavoro, altre che uscivano
per trovarsi con amici, altre ancora che camminavano per la
città. Il momento di quiete in cui si era trovata Kagome fino a
pochi istanti prima finì.
Mestamente, la sua
mente tornò alla realtà, risvegliandosi da quella miriade
di pensieri, di idee, di sogni. Benchè avesse solamente 20 anni,
era stata costretta ad iniziare a lavorare, per poter mantenere il
nonno e il fratellino che abitavano con lei in quell'antica casa. Il
nonno anche se aveva una grandissima forza di volontà, non aveva
abbastanza forza fisica per sostenere un lavoro che lo occupava ben 8
ore al giorno, ma faceva solo piccole commissioni o lavori che gli
occupavano abitualmente mezza giornata. Il fratellino invece, Sota,
aveva solamente 12 anni, quasi 13, e la stessa Kagoma gli vietava di
aiutarla nei lavori, ma di godersi l'infanzia, ormai agli sgoccioli.
La madre, che li aveva lasciati così prematuramente, era stato il cardine di quella famiglia.
Kagome non
rammentava alcun ricordo dell'uomo che doveva esser stato suo padre,
forse anche per il fatto che la madre non ebbe mai voglia di
raccontarle la sua storia.
Era cresciuta
così, in una famiglia semplice, di umili origine, ma con una
grande determinazione. Aveva tutto quello che le era necessario, senza
eccessi. ppure era contenta. Contenta della sua vita, della sua
famiglia. Anche se la figura della madre si risentiva molto, lei aveva
saputo assumersi il carico di mantenerla, di portare del cibo, di far
crescere un fratello.
La canzone si
concluse lentamente e Kagome, tirando fuori la mano dal suo cappottino,
rimise la stessa melodia che partì ugualmente dolce.
"Let me be your hero Baby"
Quella sera, una
delle poche, si concesse un po' di libertà, duramente
guadagnata. La sua vita, organizzata tra lavoro e casa, sembrava quella
di una mamma, ma Kagome non si lamentò mai di questa condizione.
L'unica cosa che forse rammentava maggiormente era la mancanza di una
persona al suo fianco, un uomo che la sapesse prendere fra le braccia,
farla sentire al caldo e al sicuro. Le mancava quell'amore che aveva
dovuto sempre rifuggire per poter consentire al piccolo fratello la
stessa educazione che lei aveva avuto il pregio e la fortuna di
ricevere.
Certo, la famiglia non era totalmente povera, si poteva definire una classe intermedia, ma con un difetto: la vita di Kagome.
Molte, troppe volte,
la sua migliore amica Sango le aveva detto di staccare, che l'avrebbe
aiutata lei economicamente, ma lei ebbe sempre rinunciato a tali
proposte. Amava la sua famiglia, amava aiutarla e dedicarsi ad essa.
"Would you cry if you saw me crying?"
Amaramente
ripensò a quel verso e si pose la stessa domanda, non trovando
risposta. Ma, mentre entrava nel pub con lo stesso passo leggiadro,
spense l'mp3 che l'aveva accompagnata per quel breve tragitto. Era in
perfetto orario, come sempre. La cosa che forse più amava di
quel piccolo pub-ristorante era il fatto che molto spesso si esibivano
nuove 'star' e solitamente Kagome apprezzava molto le loro esibizioni.
Lei non era il tipo di ragazza che beveva o andava in discoteca. Amava
la semplicità, la stessa semplicità con cui era stata
educata.
Non appena
aprì la porta, lasciando che suonasse il campanellino, fu
investita da quell'insieme di odori gradevoli che ogni volta
l'avvolgeva, sempre accompagnato da quel tepore e vivacità che
quel posto era solito avere.
Quando
attraversò l'ingresso, lasciando che tutto il corpo potesse
essere avvolto da quel calduccio molto accogliente, molte persone la
salutarono e lei rispose sorridendo, contenta di essere sempre la
benvenuta. Lo stesso barista, un uomo abbastanza bene messo, amico di
famiglia, l'accolse calorosamente, accarezzandole una guancia. Sapeva
il perchè di tutte quelle attenzioni: provavano pietà e
rispetto per quella ragazza che non poteva avere una vera vita. Kagome,
ovviamente non la pensava così, ma era ugualmente felice di
sapere che molte persone la stimassero. Si ricordava ancora bene il
giorno di quel triste, straziante funerale. Molta gente era venuta per
assistere alla celebrazione. Quando poi le fu riconsegnata l'urna
contenente le ceneri della cara madre, erano giunte tante altre
persone, alcune sconosciute, che le fecero le condoglianze.
Non era sicura che
tutti gli sguardi che le venissero rivolti fossero sinceri, ma a lei
non importava. Lei amava la sua vita, benchè Sango non la
chiamasse vita.
A volte, era vero,
lei invidiava la sua migliore amica. Invidiava il fatto che lei avesse
un uomo che l'amasse, che avesse una madre, un padre, che potesse
sempre uscire e divertirsi, ma era anche orgogliosa di avere un'amica
così dolce e preoccupata per lei.
- Come stai Kagome? Tutto a posto, cara?
La ragazza si girò lentamente e quando vide una sua cara amica di famiglia, la signora Izayoi, sorrise amorevolmente.
- Izayoi! Salve, è sempre un piacere enorme poterla vedere! Io sto bene grazie, e lei?
Kagome, lo aveva
chiesto così, senza pensarci, mordendosi la lingua non appena
vide la donna abbassare leggermente lo sguardo. Quella donna bellissima
indossava un'uguale bellissima maschera. Il dolore che provava per la
perdita del marito, le procurava un dolore enorme e Kagome si
sentì male per la cara donna che aveva davanti agli occhi.
Lentamente abbassò anch'ella lo sguardò e le chiese di
scusarla.
Benchè Izayoi
soffrisse intensamente per la perdita del marito, Kagome non voleva di
certo ferirla e questo la donna lo capì subito. Cercò di
farglielo capire con l'accarezzarle la guancia. Kagome, a quel
gesto così dolce, così materno, capì che la
bellissima donna che si trovava di fronte a lei non aveva preso quella
domanda come presa in giro o altro. Alzò timidamente lo sguardo
e le sorrise alquanto sorpresa e felice.
Cercando di cambiare
discorso e quell'aria divenuta così triste, le domandò
cortesemente per quale motivo era uscita.
- Gioia mia, come
tua madre io sono stata sempre un bel tipetto! Non lo sai, ma amavamo
uscire la sera e soprattutto oggi perchè ci sarà un
magnifico evento, che ti farò vedere poi!
La donna sorrise sinceramente alla ragazza che si mise a ridacchiare, coprendosi la bocca con la mano.
- Mi farà molto piacere! Ora vado a metter giù il cappotto, poi vi raggiungo!
Non appena concluse
di parlare andò vicino all'appendiabiti togliendosi il bel
cappotto che si era comprata tempo prima con i soldi che si era
guadagnata duramente, lavorando in quell'ufficio. Mentre rimaneva
coperta da quel bel vestitino, corto, ma completato da quei
pantacollant neri, una voce iniziò a parlare, che a sua memoria,
non ricordava aver mai sentito.
- Buonasera a tutti. Questa sera vi intratterrò io e spero possa dilettarvi.
Kagome si
girò quasi curiosa di scoprire a chi appartenesse quella
bellissima voce. Rimase abbastanza sorpresa non appena vide un ragazzo
bellissimo prendere posto su di uno sgabellino posto davanti al
microfono e iniziare a maneggiare la chitarra. Partirono note
inconfondibili all'orecchio di Kagome.
"Let me your hero baby
Would you dance if I asked you to dance?
Would you run and never look back
Would you cry if you saw me crying
Would you save my soul tonight?"
Sorpresa, ma allo
stesso tempo emozionata da quella meravigliosa voce, si era persa
nell'ascoltare quel bellissimo giovane che suonava e cantava la sua
canzone preferita. Le vennerò i brividi e chiuse gli occhi per
vivere più a fondo quelle meravigliose note.
"Would you tramble if I touched your lips?
Tutto ciò che
Kagome desiderava era sentire e risentire quella bellissima canzone,
suonata da un ugual bellissimo ragazzo. Quando riaprì gli occhi,
si accorse di Izayoi e velocemente la raggiunse, mentre il suo orecchio
non abbandonava mai il melodioso e magnifico canto di quel misterioso
ragazzo dai capelli neri e ribelli. Quando raggiunse la cara donna,
notò che anche lei ascoltava ad occhi chiusi quel fantastico
suono.
- E' bravissimo, non trovate? Poi questa è la mia canzone preferita!
Izayoi si
girò sorridendo verso la ragazza, facendole notare qanto fosse
enigmatico quel gesto. Kagome alzò un sopracciglio, facendo sorridere la
donna che aveva a fianco, ritornando ad ascoltare il ragazzo che
suonava e cantava ad occhi chiusi sul palco.
"I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I will stand by you forever
You can take my breath away"
Sperava
solo che quella canzone non finisse mai. Nello stesso istante, il
giovane, che aveva aperto gli occhi, guardò per un attimo
Kagome, e sempre cantando, delineò un dolce sorriso che
però dovette reprimere per riuscire a cantare giustamente. Tutto
era perfetto quella sera. La musica, la gente, la temperatura,
l'ambiente.
"You can take my breath away
I can be your hero baby."
Aveva pronunciato l'ultima strofa
guardando la giovane, che era lievemente arrossita. Distolse lo
sguardo, cercando di non essere notata ma Izayoi, ridacchiò,
accarezzandole i capelli e mentre un enorme applauso si levava, il
ragazzo saltò giù dal palco, dopo aver ringraziato i
presenti per il tempo e l'attenzione che gli erano stati prestati.
Mentre lui si prese qualcosa da bere, Izayoi domandò sempre
sorridente alla ragazza di fianco a lei se trovasse quel ragazzo carino
e lei diventò ancora più rossa, mugugnando un molto.
All'improvviso, mentre teneva ancora lo sguardo basso, sentì una
presenza dietro di sè e quando vide i suoi occhi vicinissimi, a
poco più di trenta centimentri dai suoi non riuscì a
trattenero un 'oh'. E Izayoi non si perse neanche una scena, sorridendo
amorevolmente ai due.
- Buonasera, madre.
E Kagome perse un battito mentre il ragazzo si rivolse alla cara donna
a cui si trovava vicino, la quale lo salutò baciandogli la
guancia, felice della bellissima prestazione. Poi, notando lo sconvolto
sguardo di Kagome per la nuova rivelazione, si rivolse nuovamente a
lei.
- Cara, questo è mio figlio Inuyasha, non penso vi siate mai conosciuti.
Se avesse potuto essere un struzzo, pensò, avrebbe sicuramente
nascosto la testa sotto la sabbia e se fosse stata invisibile sarebbe
scappata. Come aveva potuto non conoscere mai quel bellissimo, ma che
diceva, magnifico ragazzo che aveva davanti agli occhi?
***
Lo so VIVAMENTE che devo finire circa
un centinaio di ff... ma avevo tanta voglia di scrivere una fanfiction
dolce, che sapesse esprimere ciò che forse desidererei di
più... =) Spero vi possa piacere e incuriosire. Per qualsiasi
critica, non esitate a lasciarne! Mi fa piacere trovare modo e consigli
per poter migliorare. Un grazie di cuore!
Monik
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Capitolo 2 *** L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato ***
L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato
Capitolo II
L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato.
Come aveva immaginato aveva la febbre.
Lei ODIAVA la febbre. E sfortunatamente la temperatura era molto alta,
constatò guardando il termometro. Sarebbe dovuta rimanere a casa
da lavoro, ma per fortuna c’erano il nonno e il fratellino
pestifero Sota a tenerle compagnia.
Sospirò pesantemente lasciandosi ricadere sul letto che
l’accolse ancora tiepido. Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi.
Dalla sera precedente, dopo aver conosciuto il meraviglioso cantante,
non riusciva più a respirare normalmente. Le aveva scombussolato
la mente, inducendola a pensare ed a ripensare nuovamente al suo viso
perfetto, a quelle labbra sensuali, a quel corpo suadente, possente e
non continuò i pensieri perché, completamente rossa e
imbarazzata si coprì il viso con il cuscino. Non riusciva a
crederci! Si era trasformata nel suo miglior amico Miroku! Era un
incubo!
Quando credette di essersi calmata sufficientemente per fare un
po’ di pulizie, tolse il cuscino dal viso riprendendo finalmente
a respirare.
Eppure, non riusciva a smettere di pensare alla sera precedente, quando
aveva scoperto che la migliore amica della madre aveva un figlio
così splendido. Ma ora, ripensando alla figuraccia fatta, si
ricordò anche il motivo per cui in quel momento avesse
l’influenza. Chiuse ancora gli occhi, sbattendo una mano sulla
fronte. Come aveva potuto dimenticare il suo bellissimo ombrello nel
pub? E per che motivo poi? Perché era uscita in compagnia di
Inuyasha e la madre Izayoi. E dato che i Kami si divertivano a
prenderla in giro, la pioggia aveva iniziato a scendere e quando ormai si
rese conto che aveva dimenticato l’ombrello, era praticamente
fradicia.
Ma perché quel ragazzo le aveva fatto un effetto tale?
“Sicuramente è perché è molto attraente. A me non piace!”
Eppure quegli occhi, quel sorriso sghembo, quel corpo.
“BASTA!”
Con movimenti fulminei si alzò dal letto, facendo cadere per
terra il cuscino che teneva fra le mani. Saltellando per la stanza si
mise la tuta pesante e comoda che solitamente indossava. Ovviamente non
le mancò di cadere rovinosamente a terra, rimanendo in quella
posizione per alcuni istanti. Quando poi si alzò, notò il
gatto Buyo che la fissava sconcertato, poi, ripresosi dallo stato di
trance in cui era caduto, si avvicinò alla padroncina che lo
guardava quasi seccata. Infatti, non passò molto che
iniziò a fare le fusa e a strusciarsi contro la sua gamba.
- Tu la fai facile, scemo di un gatto!
Improvvisamente il gatto si fermò, guardandola torvo, per poi
riprendere a fare il ruffiano, obbligando Kagome a dargli da mangiare.
Scuotendo il capo, rassegnata dalla vita melliflua e molle che
trascorreva il suo gattone, uscì dalla stanza, richiudendo alle
sue spalle la porta, e scese le scale sul finire del corridoio, quando
il telefono squillò. Il suono dell’apparecchio risuonava
nella casa come una minaccia e, spostando i capelli con una mano, si
avvicinò celermente al telefono dal quale sollevò la
cornetta e con voce tranquilla chiese chi fosse.
- Buon giorno, sorellona, per prima cosa, oggi sto fuori fino a tardi e secondo, come va ora?
La telefonata e la voce preoccupata del fratello la fecero sorridere.
Pensare che quel piccolo diavoletto fosse preoccupato per lei, la
metteva di buon umore e sorrise inequivocabilmente al ricordo del suo
cambiamento repentino. Stava diventando un uomo.
Dopo che lo rincuorò e gli augurò buona giornata, rimise
a posto la cornetta, fermandosi per un istante per pensare, cosa che le
capitava molto spesso. Ricordò il sorriso dolce della madre che
la rincuorava quando qualcosa non andava, quando la rimproverava per
aver fatto tardi e per averla fatta preoccupare, a quando la chiamava
spaventata per sapere se stava bene, in caso fosse rimasta a casa per
malattia. Sorrise e le scappò una lacrima.
Fuggitiva, fuggevole, come i momenti che si vivevano.
Veloce, tagliente, come una pugnalata.
La lasciò scorrere sulla pelle, assaggiandola quando arrivò alle labbra.
Poi si riprese dallo stato di riflessione in cui si era fermata e si
girò per andare in cucina, ma fu fermata ancora una volta dal
suono opprimente e quasi spaventoso del telefono. Si girò, e lo
guardò alterata, domandandosi per quale motivo così tanta
gente avesse bisogno di lei.
Con una nota leggermente accentuata di irritazione e con un
sopracciglio leggermente inarcato, sollevò nuovamente la
cornetta.
-Pronto?
- Tesoro!!! Fiorellino mio!!!
Allontanò leggermente la cornetta dall’orecchio, sospirando sconsolata. Quel vecchietto non sarebbe cambiato mai.
- si, nonno?
Le chiese come si sentiva e rispose sinceramente che si sentiva un pochino stanca ma che entro la sera sarebbe guarita.
- Ma scusami, perché mi stai chiamando e soprattutto da dove?
Sentì un silenzio abbastanza lungo dall’altra parte del
telefono, così lo chiamò per capire se ci fosse ancora o
meno.
-Bè, tesoro, mi sono dimenticato di dirti che partecipo al concorso di ‘miglior custode di forza spirituale.’
In quel momento avrebbe strozzato il nonno. No, non sarebbe cambiato, mai.
Ancora più alterata gli domandò per quando aveva
intenzioni di tornare, ricevendo una risposta vispa ed emozionata.
Sarebbe tornato solo la sera. Quando assicurò ancora una volta
l’altro interlocutore della sua ottima salute, lo salutò
rimettendo a posto la cornetta per una seconda volta.
Il suo proposito di aver compagnia per quel giorno andò a farsi
benedire. Sarebbe stata sola fino a tarda serata, ma pazienza. Avrebbe
avuto più tempo e agevolazione per fare i lavori di casa. Si
voltò, per la seconda volta, avviandosi per la cucina, ma per
una terza volta il telefono squillò e Kagome, spazientita,
arrivò di corsa all’apparecchio telefonico e sollevando
con nervosismo la cornetta per la terza volta, parlò con una
nota quasi di minaccia.
- SIII!!! CHE C’è ANCORA!
Ci fu per un attimo silenzio e, quasi soddisfatta dell’effetto
ottenuto sulla persona dall’altra parte del filo, aspettò
la risposta del nonno. Improvvisamente sentì una risatina
leggera e si rese conto che la voce era troppo giovanile per essere
quella del nonno e ben troppo matura e profonda per essere quella di
Sota. Un improvviso dubbio le sorse.
- Buongiorno, Kagome.
Il cuore le si fermò. Non era possibile. Semplicemente impossibile.
- B-buongiorno, I-Inuyasha.
Sentì una leggera risatina proveniente dal ragazzo. Si
domandò velocemente per quale motivo, per quale assurdo motivo,
la stesse chiamando. Nel giro di una manciata di secondi formulò così
tante ipotesi, da farsi invidiare dalle ipotesi della scomparsa dei
dinosauri.
- Spero di non disturbare, volevo solo dirti che l’ombrello, il tuo ombrello, l’ho preso io.
Perfetto. Non solo aveva cannato tutte le ipotesi, ma stava facendo la
figura della muta e della sbadata. Ma quale ragazza con sentimenti
umani non sarebbe rimasta incantata?
- ehm, g-grazie! Sai, sono molto sbadata.
Sentì un’ennesima risatina dall’altro capo del
telefono e non riuscì a non pensare a quanto fosse meravigliosa.
- senti, quando te lo potrei riportare? Sarai a casa oggi?
Improvvisamente ringraziò mentalmente il nonno e Sota per aver
degli impegni, segnandosi mentalmente di consacrarli con
un’enorme cerimonia.
- A dir la verità, ecco...ieri mi sono presa
l’influenza quindi sarò a casa per tutto il pomeriggio, ma
se per te è un problema ti prego, non disturbarti a venire!
Si morsicò la lingua, ma che cavolo aveva detto? Lei voleva,
desiderava, doveva vederlo. Durante quel minimo silenzio pensò
stesse ripensando alla sua proposta.
-Assolutamente no! Mi sembra il minimo! Per colpa mia hai dimenticato l’ombrello! Devo farmi perdonare!
Lei rimase sconvolta, con gli occhi sbarrati. Come aveva fatto a capire
che lei era rimasta stupita, affascinata, ammagliata da lui?
- P-per colpa tua?
La voce del ragazzo la affascinava, intrigava ogni momento di
più. Avrebbe desiderato che pronunciasse il suo nome, solo per
sentire l’effetto che avrebbe ottenuto sul suo corpo.
- Certo, ti ho chiesto io di parlarmi un po’ di te, tenendoti occupata. Comunque, Kagome, passerò verso le due e mezza, se per te
non è un problema. Mi farebbe piacere rivederti.
Non poteva crederci. L’aveva realmente chiamata per nome e aveva
voglia di rivederla. Non si rese nemmeno conto di Inuyasha che cercava
di capire se ci fosse ancora o meno e subito gli rispose, esitando
apposta, che verso quell’ora sarebbe andato più che bene.
Quando si salutarono, dopo che mise giù la cornetta, si rese
improvvisamente conto che non gli aveva dato il suo indirizzo e stava
per richiamarlo quando si diede della stupida. Infondo sua madre sapeva
perfettamente dove abitava. Respirando a fatica, si avviò con
passo leggero e danzante verso la cucina, dove Buyo ormai attendeva
ansioso. Quando la ragazza lo vide, lo prese in braccio e lo fece
roteare, iniziando a ballare poi con lui, mentre il nostro povero
protagonista incompreso si sentì male e rimase
immobile, incapace di muoversi. La sua padrona doveva essere impazzita.
Fine secondo capitolo.
Tanto per cominciare vorrei sinceramente ringraziare le due persone che
hanno commentato il primo capitolo. Grazie a voi mi è venuta
voglia di fare il continuo. =) spero che voi continuerete a seguirmi,
lasciandomi sempre qualche consiglio e soprattutto critiche! =) Ora vi
lascio, a presto!
Monik
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Capitolo 3 *** Il Gatto Radar ***
Il gatto radar
.Capitolo Terzo.
Il gatto radar
Erano le due e 4 minuti, costatò guardando l'orologio posto alla parete.
Aveva sistemato come un razzo tutta la casa. In effetti, guardandosi in
giro, i lavori che avrebbe dovuto fare quel giorno erano già
fatti e finiti. Si fece un promemoria: ringraziare Inuyasha per averle
fatto sistemare così velocemente la casa.
Si sedette sul divano, cercando di far passare il tempo. Quel
maledetto tempo! Si chiese perchè mai non passasse veloce quando
si aspettava mentre quando v'era bisogno di sempre più
tempo, finiva immediatamente! Accese la televisione, facendo scorrere
i canali, ma come se i suoi stessi occhi fossero degli schermi, non
riuscì a recepire le immagini che v'erano in onda. Irritata, la
spense, gettando il telecomando poco più in là sul
divano. Si lasciò andare su di esso cercando di rilassarsi. Era troppo
nervosa per i propri gusti. Troppo entusiasta di vedere un ragazzo che
neanche conosceva, ma lei stessa non sapeva come comportarsi davanti a
quell'uomo.
Certo, forse non aveva mai provato così tanta attrazione per un ragazzo.
Forse, anzi, molto probabilmente, era la mancanza di un uomo al suo
fianco a farle venire i brividi pensando solamente al suo viso.
Ma ora che ci pensava, cosa gli avrebbe potuto dire, oltre grazie?
Un miagolìo però la distraette dai pensieri e alzando il viso in
direzione dell'orologio, si rese conto che erano passati ben
diciassette minuti. Erano le due e ventuno minuti.
Girò il viso in direzione di Buyo, e lo vide rannicchiato sul bracciolo della poltrona. Con sguardo scettico si
domandò come la poltrona facesse a non ribaltarsi.
Tornò a guardare l'orologio.
Tic.
Tac.
Tic.
Tac.
Continuò a guardare le lancette muoversi ad una lentezza
inesorabile e lei, pervasa da una sensazione quasi d'ansia, attendeva
ormai impaziente. La sua voluttà di vederlo era inimmaginabile.
Se lo immaginò sullo stipite della porta, appoggiato con una
spalla, mentre la guardava con quel suo sguardo magnetico. Gli di quel
colore così straordinario. Quel nero con sfumature tendenti al
blu. E quelle labbra poi. I capelli neri e lucenti, lunghi e
scompigliati, la mettevano in pace.
Un ennesimo miagolìo la riportò al mondo terrestre, dove
si rese
conto che sarebbe mancato solo un minuto all'orario prestabilito. E se
fosse arrivato in ritardo? E se non fosse proprio arrivato?
Riportò la sua attenzione sul gatto che si era spostato vicino
l'ingresso. Si mise a miagolare ancora maggiormente e capì che
aveva intenzione di uscire. Senza dire niente, ma con un'espressione
sconsolata si alzò e quando arrivò alla porta
l'aprì, permettendo al gatto di uscire. Ma quando questo mosse i
primi passi si fermò, guardando in direzione delle scale.
Vedendolo lì fermo, si domandò cosa avesse potuto fargli
cambiare idea, e così, aprendo maggiormente la porta, mise la
testa fuori e rimase anch'essa immobile.
Inuyasha era lì.
Inuyasha stava salendo le scale.
Inuyasha aveva alzato lo sguardo.
Inuyasha.
-I-Inuyasha! C-ciao!
Sorrise immediatamente, cercando di nascondere l'imbarazzo. Uscì
completamente di casa, lasciando la porta socchiusa e cercò di
far spostare il gatto dai suoi piedi. Lui però
sbadigliò, rimanendo nella stessa identica posizione.
- Buyo, levati!
Proferì a denti stretti. Il suo sguardo però fu attirato dalle scarpe che si erano posizionate di fronte a lui.
"Che belle scarpe da ginnastica!"
Si diede della deficiente. Aveva di fronte a sè l'uomo
più bello del mondo e non faceva nient'altro che pensare alle
sue scarpe?
Percorrendo con lo sguardo tutto il suo corpo, e Kami, quanto avrebbe
voluto sostituire le mani agli occhi, lo guardò in volto, con un
leggero rossore in viso.
Lo vide sorridere.
- Buongiorno Kagome.
Kagome rimase scossa dalla sua voce, così dolce e rilassante.
Aprì la bocca per rispondere, ma si perse guardando i suoi occhi.
- Hai proprio delle bellissime scarpe, sai?
No. NO! Non aveva potuto dirlo! Non lei! Non in quel momento!
E invece, l'espressione interrogativa le fece capire che la frase era
stata proferita e lei sperò, desiderò ardentemente di
sotterrarsi. Si mise le mani davanti alla faccia, per nascondere la
vergogna e gli chiese scusa. Ma poi sentì qualcosa di morbido e
caldo sulla propria fronte. Tolse immediatamente le mani dagli occhi e
lo guardò con espressione scioccata. Le aveva baciato la fronte?
Il sorriso sghembo che stanziava sul suo volto, la fece tremare.
- Comunque ciao.
Disse, ridendo un poco, lui. Iniziò a far scorrere lo sguardo
sul suo corpo, come se fosse un manichino messo in bella vista.
S'imbarazzò maggiormente, cercando di capire che fallo avessero
i propri indumenti. Ma, per quel che vedeva, non aveva nulla di strano.
I vestiti comodi che s'era messa, però, non riuscivano a
proteggerla dal vento autunnale che stava ormai giungendo e
così, per cercar di distogliere il suo sguardo inquisitore si
spostò, facendo tornare la sua attenzione sul suo viso. La
guardò negli occhi e gli chiese se avesse intenzione di entrare
un attimo.
-Ma va', Kagome, non voglio disturbare.
Lei gli sorrise, quasi delusa dal fatto che non volesse entrare.
- Però mi farebbe molto piacere.
Sbagliava o aveva pronunciato quel 'molto' con una nota leggermente, come dire, più profonda?
Sempre sorridendo, si spostò permettendogli di passare, facendolo entrare.
-Per me non c'è alcun disturbo. Anzi! Ti devo ancora ringraziare per l'ombrello. Sai, ultimamente ho la testa altrove.
Vide Inuyasha girarsi verso la sua direzione, distogliendolo dal guardare la casa.
Mentre lei gli prese il giubbotto, appendendolo all'ingresso, lui la
guardò ancora una volta con quel suo sguardo esaminatore.
Che avesse i pantaloni sporchi? Ma era certa che fossero puliti!
- Vivi da sola?
Lei si voltò lentamente verso di lui, guardandolo negli occhi.
- No, vivo con mio nonno e il mio fratellino Sota, che deve fare ora 13 anni.
Cavolo, ma cosa gli interessava! Però, in un certo senso, le fece piacere che lui si interessasse a lei.
- Devi essere una figura di riferimento per tuo fratello, immagino.
Insomma. Avere una sorella così premurosa, gentile e simpatica.
Arrossì nuovamente a quei complimenti.
- Vuoi accomodarti in sala? Posso farti un the o se preferisci, un caffè.
Sorrise nuovamente al ragazzo. Lo vide fissarla ed alzare un angolo della bocca, rendendolo ancora più affascinante.
- Mi andrebbe davvero un caffè, se per te non c'è disturbo.
Lei senza neanche rispondergli partì per la cucina a passo spedito. Per lei non c'era assolutamente alcun disturbo. Anzi.
Quando mise piede in cucina, si ricordò di aver lasciato
l'ospite nell'anticamera, e battendosi una mano sulla fronte, si diede
nuovamente dell'imbecille.
Tornò sui suoi passi, il più celermente possibile, e
quando si ritrovò di fronte a lui, mise le mani sui fianchi.
- Mi sono dimenticata di dirti che puoi fare come se fossi a casa tua!
Poi si girò nuovamente e, alla stessa velocità con la
quale era giunta davanti al ragazzo, era tornata in cucina, dove mise
sul fornello la caffettiera. Si domandò per quale motivo davanti
a lui, dovesse ogni volta fare la figura della sbadata e della ragazza
buffa. Si ricordò nuovamente la madre che, divertita dalla sua
buffonìa quasi involontaria, rideva felicemente. Si girò
per guardare il caffè, notando che era uscito dalla caffettiera.
Le scappò un urletto e iniziò a muoversi così
velocemente per la stanza da causare dei rumori poco rassicuranti, alla
ricerca di una spugnetta. Sentì dei passi e, prima che Inuyasha
potesse entrare in cucina, schizzò fuori dalla stanza, chiudendo
la porta alle sue spalle.
- Ma stai litigando con quel caffè?
Rise in un modo alquanto nervoso.
- E' il gatto. Sai... é un po' agitato.
Ma l'animale, chiamato in causa, sbucò dalle scale, miagolando.
Si avvicinò lentamente al ragazzo che guardava la scena tentando
di frenare una risata sincera. Vide le sue labbra sollevarsi, fino a
formare delle piccole, infantili ma soprattutto dolci fossette sulle
guance. Poi, rivolse la sua attenzione nuovamente su di lei,
imbarazzandola nuovamente.
- Devo dire che il gatto è molto pericoloso.
Disse quasi sghignazzando.
Lei non riuscì a trattenersi e sbuffando, si mise a sorridere,
aprendo poi la porta e mostrando l'enorme caos venutosi a creare alla
ricerca di una spugnetta.
- Bè, almeno il caffè è pronto.
Gli disse, sentendolo dietro di sè. E mentre egli prendeva posto
su una delle quattro sedie situate intorno al tavolo, lei si metteva
sulle punte, cercando di prendere dalla credenza due tazzine.
.Fine terzo capitolo.
Dunque,
tanto per cominciare vorrei ringraziare le persone che sprecano tempo
per leggere questa storia. Sono contenta che piaccia a qualcuno. E sono
contenta di aver ricevuto 4 commenti! =)
Prima di tutto vorrei ringraziare:
-Mikamey: Grazie! MI fa davvero
piacere che ti piaccia la mia storia! Certo, magari è una storia
un po' banale, dato che non capita tutti i giorni di trovare un ragazzo
così. Mi fa anche felicissima che tu mi voglia seguire! Spero
continuerai ad apprezzare la storia! Un mega abbraccio!!! Ciau!
-Achaori: Grazie anche a te!
Spero continuerai a seguire! MI fa davvero piacere che ti piaccia
credimi. Inoltre vorrei chiedere scusa per il ritardo ma ho avuto
parecchi problemi.. =) Grazie ancora! Un bacione!
-Rosencrantz:Non immagini
neanche quanto mi vergogni. Non mi ero proprio accorta dell'errore! Mi
avrei voluto e vorrei sotterrarmi! Ora penso che quasi tutte le persone
peneranno sia una stupida analfabeta, quasi come l'80% delle persone..
Grazie per avermi fatto notare l'errore, e assolutamente no! Nessuno si
offende! Anzi! Grazie ancora..
- Bellatrix_Indomita:In primis. Grazie per avermi lasciato il
commento. Fa' sempre piacere vedere che ci sia gente che legga le
proprie storie. Grazie anche per i complimenti, ma vorrei soprattutto
ringraziarti per la critica. Ti giuro che ne ho bisogno! Sono
disperata! Il punto è che la mia prof mi continua a mettere 5,
nonostante io m'impegni con tutta me stessa. =( E a e dispiace davvero
moltissimo. Comunque, per la comicità! Credimi che neanche io so
come riesca a rendere ogni ff comica! Nonostante la mia intenzione
forse primaria sia creare una storia seria, che faccia magari
riflettere, non riesco proprio! Hai completamente ragione riguardo la
battuta dei dinosauri.. Pensa che non era mia intenzione far ridere, ma
solo mostrare la quantità ingente delle ipotesi.. Spero che a
causa di questo particolare la storia non abbia iniziato a dispiacerti.
Mi dispiace enormemente e ti ringrazio, davvero.
Ringrazio tutti. Anche coloro che hanno aggiunto la storia fra i preferiti... Al prossimo capitolo!
Monik
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Capitolo 4 *** La gara delle tazzine.| Lacrime. ***
La gara delle tazzine.
Capitolo Quarto
.La gara delle tazzine.
Finalmente Kagome riuscì a preparare il caffè. Nonostante
la sua sbadataggine, alla fine il risultato fu più che
apprezzabile.
Seduti al tavolo della cucina, Inuyasha stava bevendo il
caffè senza toglierle gli occhi di dosso. Si sentiva scrutata,
come mai s'era sentita. Gli sguardi che più d'una volta aveva
ricevuto erano stati, almeno fino a quel momento, di
compassione, di pena, di delusione. Ma si rese conto che avrebbe potuto
risparmiare i pensieri tristi a dopo.
La tazzina bianca, vuota, che fino ad
un attimo prima era tenuta fra le sue mani grandi e forti, fu
appoggiata sul piattino e sentì lo
sguardo, che mai s'era staccato dal suo viso, farsi ancora più
intenso.
Non potè far a meno di bere tutto d'un sorso il
caffè che, ancora caldo, aveva continuato a girare con il
cucchiaino fino ad un attimo prima. Se dal principio non si era accorta
del calore della sostanza, poi improvvisamente sentì la lingua
ed il palato reclamare pietà e frescura. Le scappò un
gemito, che cercò di fermare con una mano, mentre l'uomo aveva
iniziato a guardarla con uno sguardo interrogatore. Si alzò di
colpo e a grandi falcate corse al lavandino, dove, preso un bicchiere,
mandò giù velocemente acqua che riuscì a
soddisfare, benchè in minima parte, la richiesta atroce della
bocca. Cercando di calmarsi, si girò sorridendo, notando che
Inuyasha cercava di trattenere un sorriso. Al suo fianco era seduto il
gatto che sembrava avesse la stessa espressione del ragazzo. Da finta
indignata, prese posto sulla sua sedia, ma il suo sguardo riuscì
nuovamente a farle abbassare lo sguardo.
Quel silenzio, seppur imbarazzante, era quasi piacevole. Quando si rese
però conto, però, che non aveva più una tazzina
colma di caffè dietro alla quale potersi nascondere, fu invasa
dal panico.
Era buffa.
Stranamente buffa.
Alzò lo sguardo incrociando quello del ragazzo seduto di fronte
a lei. Gli occhi, stupefacentemente attraenti, si erano posati ancora una volta sui
suoi.
Il fiato mancò. La testa per un momento si spense, sorpresa di
aver resistito a così tanto tempo, per l'esattezza quattro minuti,
senza guardarli.
La voce di lui però, decisamente calda e dolce, l'avvolse, come dolci braccia.
- Kagome?
Mestamente si riprese dallo stato di trance in cui era caduta e sorrise. Lo vide alzarsi e
avvicinarsi decisamente troppo. Bè, non propriamente
pensò, quando lo vide ad un metro di distanza.
Era delusa.
Oh, sì, se era delusa.
Avrebbe tanto voluto tirarsi uno schiaffo da sola, ma se lo avesse fatto, Inuyasha avrebbe chiamato il manicomio.
- Ma... cosa stai facendo? Molla giù le tazzine!
Lo vide sogghignare ed avvicinarsi al
lavandino. Lei schizzò ponendosi fra lui e il lavandino, come se
fosse stata una meta
irragiungibile.
- Inuyasha! Metti a posto le tazzine!
Il modo in cui aveva esposto l'ordine
doveva essere irruente e quasi ridicolo perchè Inuyasha sorrise
ancora e, serrando le labbra leggermente dischiuse (e, Kami, quanto
avrebbe coluto morderle), trattenne una risata e si avvicinò
ancora una volta, ma a dispetto di prima, questa volta era veramente vicino.
Inuyasha sogghignò ancora più divertito ed
improvvisamente lei si sentì imporporare le guance. Che fosse
arrabbiata? E se più semplicemente fosse agitata da quella
distanza minima?
Improvvisamente sentì le sue gambe toccare quelle del ragazzo e
il suo petto al riparo fra quelle sue braccia forti e muscolose. Non
riuscì a non imbarazzarsi nuovamente.
Quasi involontariamente, la testa che ormai sfiorava la sua spalla
destra, si appoggiò completamente, nonostante lei cercasse di
far apparire l'azione involontaria. E quando ormai si rese
conto di essersi incantata, lo sentì sussurrarle all'orecchio:
- Ho vinto io.
Tre parole.
Tre parole che la ridestarono da quella meravigliosa sensazione di
sicurezza e felicità mista ad un profumo sorprendente che il
corpo del ragazzo emanava. Il piacevole tepore che le procurava sulla
pelle, però, nonostante gli abiti li separassero fisicamente, le
faceva mancare il respiro e ciò le scombussolò ancora,
per un'ennesima volta, i pensieri, la mente, il battito. Le mancava
quel calore, quella sensazione, quell'idea di avere qualcuno al suo
fianco. Per quanto amasse il fratello o il nonno, il loro calore non
riusciva a riempirle il cuore, la mente, immergerla nella sensazione di
beatitudine che provava al solo sguardo dell'uomo che la teneva fra le
braccia. Se, ovviamente, lo si poteva definire un abbraccio, dato che le sue braccia
erano ai suoi lati, solo al fine di mettere le tazzine nel lavandino.
Improvvisamente il fresco ritornò ad impossessarsi del suo
freddo e lei non potè far altro che sentirsi quasi triste di
quel cambiamento di posizione.
Per un attimo ancora, mentre si guardavano negli occhi, il silenzio
diventò protagonista. Poi, guardando attentamente e con
desiderio le labbra del ragazzo, cercò di capire cosa le stesse
dicendo.
- Kagome, ti va di raccontarmi un po' di te?
La ragazza alzò lo sguardò, posandolo finalmente sui suoi occhi.
Ancora quello sguardo, che le sembrava la scrutasse. Non riuscì
a non domandarsi il perchè di quello sguardo, inclinando
leggermente la testa. Quella domanda, quella curiosità, quegli
occhi quasi imploranti di ricevere una risposta, la fecero sentire a
proprio agio e, incamminandosi verso il salotto, si girò e gli
fece segno di seguirla e lui obbedì immediatamente.
- Allora, mio padre e morto tanto tempo fa. Io ho ricordi molto vaghi.
E' morto tredici anni fa, poco prima che mio fratello Sota nascesse.
Mia madre ha quasi rischiato l'aborto per il dolore. Anche se poi,
capendo che il figlio che doveva nascere sarebbe stato uno dei suoi
regali, si riprese. Se fossero ancora qui, immagino sarebbero veramente contenti di
vedere come Sota sia diventato grande.
Sorrise al pensiero del piccolo uomo
di casa che finalmente non giocava
a Tarzan nella cucina. In un certo senso lei e suo fratello si
somigliavano molto e inorridì al pensiero di aver giocato
anch'ella a Tarzan. Controllando che il divano fosse in ordine, fece
cadere l'occhio sul corpo mascolino ch'era al suo fianco, mentre
sentì ancora il suo sguardo sul suo corpo, come mani bollenti,
come pioggia gelata.
Si sedette sul divano e invitò Inuyasha a far lo stesso.
Stranamente, come mai l'era capitato, non sentiva il bisogno di
accendere la televisione o la musica. Semplicemente la sua presenza la
colmava e non le faceva mancare nulla. Il ragazzo, che fin da quando
era entrato in casa non aveva mai smesso di fissarla, di studiarla,
rimase in silenzio e le fece capire che il discorso lo interessava.
- Sota è alle medie, al primo anno. Non ha voti brillantissimi,
ma soprattutto per il fatto che non muoia dalla voglia d'applicarsi
nello studio. Mio nonno invece quest'anno compirà settantadue
anni ed è sempre stato un tipo vispo, a volte fin troppo.
Inuyasha le sorrise e avrebbe tanto voluto rimanere lì per
sempre. Non le capitava sovente che si sentisse così in pace in
compagnia di altre persone, soprattutto di sesso maschile. Certo, aveva
avuto piccole storielle di qualche settimana, ma non aveva mai provato
la stessa attrazione che provava per Inuyasha. Koga, e prima di lui,
Hojo, non erano riusciti a farla sentire a suo agio.
Inuyasha aveva una pelle
stupenda. E lei avrebbe tanto voluto toccarla.
Si diede delle mentecatta e tornò a guardare le sue scarpe. Si
sentiva impotente, inutile, di fronte ad una tale bellezza. Avrebbe
tanto desiderato chiedergli qualcosa di lui, ma si vergognò.
Fortunatamente però fu lui a rompere il silenzio incombente.
- Quindi, tu sei costretta a lavorare. Mia madre, bè, lei
è molto affezionata a te e mi raccontava un po' di settimane fa
che eri una ragazza attiva.
Sorrise, guardando ancora le scarpe. Izayoi era sempre la stessa. Ma di
sicuro, senza di lei, non sarebbe uscita così facilmente dal
periodo buio in cui era caduta.
- Si, da quando un anno fa mia madre è morta, ho dovuto lasciare
l'università e dedicarmi al lavoro. Mio fratello si merita
un'educazione, proprio come l'ho avuta io. Per questo cerco di non
saltare mai un giorno, anche se oggi è un'eccezione.
Finalmente tornò guardare in faccia l'ospite non aveva cambiato espressione. Era quasi dolce.
Improvvisamente sentì il braccio caldo avvolgerle le spalle per
poi venir attirata al suo petto. Era davvero caldo. E lei lentamente
chiuse gli occhi. Il cuore batteva troppo forte. Quasi le faceva male.
Il respiro era irregolare e il profumo delizioso dell'uomo era quasi
soffocante. Si, soffocante, ma estremamente piacevole. E si
abbandonò a quel calore, a quelle attenzioni che ormai da troppo
tempo non aveva ricevuto. Sentì la sua mano grande accarezzarle
la testa dolcemente, come se stesse cercando di non farle del male.
Qualcosa, al centro del petto s'incrinò. Qualcosa che da tempo
non aveva sentito vivo. E le lacrime iniziarono a scendere
copiosamente. Si sentì una scema, un'idiota. Ma Inuyasha non la
lasciava, anzi, cercava di calmarla.
- Scusami, mi prenderai per un'idiota.
Si staccò lentamente dal ragazzo e notando con orrore che gli
aveva bagnato la maglietta. Con occhi sbarrati, lo guardò negli
occhi e lui le sorrise, dolcemente. Lo vide alzare la mano destra per poi appoggiarla sulla sua gancia, asciugandole un'ultima lacrima.
- E perchè dovrei, scusa? Non bisognerebbe mai vergognarsi di esprimere i propri sentimenti. E non sei un'idiota. Anzi.
Sorrise, riprendendosi e cercando di distrarlo dal trovare la macchia
colpevolizzante. Ma, sfortunatamente, Inuyasha, notando il suo sguardo,
abbassò il suo su ciò che attirava l'attenzione della
ragazza. Kagome lo vide studiare per qualche secondo la macchia per poi
alzare lo sguardo assassino, finto, su di lei. In un attimo si vide
travolta dal ragazzo e ridendo, cadde sul divano e si ritrovò
vittima del solletico. Quando iniziò a piangere dal ridere, lui
si fermò, improvvisamente. Aprì gli occhi, sorpresa, e lo
vide fissarla, ancora una volta intensamente. Si rese conto della
strana posizione in cui si trovavano. Lui era sopra di lei, ma le gambe
erano per terra, mentre lei era incastrata tra i cuscini del divano. Lo
vide avvicinarsi, troppo. La distanza che lentamente diminuiva. E
chiuse gli occhi, come una sciocca, desiderando che la baciasse.
E attese, per un tempo indefinito.
Quando, passati alcuni secondi, non sentì nulla, delusa e quasi
curiosa aprì un occhio, cercando di capire dove fosse finito.
Quando, però, lo vide giocare con il gatto che si trovava di
fianco a lei sul divano, si sentì pervadere da una rabbia
strana. Gelosia? Invidia? O più semplicemente, esasperazione? Ma
quel gatto doveva sempre interrompere i momenti migliori?
Si ripromise che lo avrebbe scuoiato. E sbuffando sconsolata
cercò di mettersi seduta, ma Inuyasha non aveva intenzione di
spostarsi. Quando vide che smise di giocare con il gatto e che tornava
a guardarla con il suo ormai solito sguardo, si sentì
incastrata. E chiudendo gli occhi, come se dovesse attendere la morte
prossima, aspettò ancora una volta. Ma lui, con voce bassa e
rauca parlò.
- Non dirmi che sei invidiosa, Kagome.
Il proprio nome, pronunciato in quella maniera, le fece sbarrare gli occhi e cercò disperatamente una via di fuga. Ma sfortunatamente non ce n'erano. E lui lentamente si stava avvicinando ancora.
- Assolutamente no!
Ma detto con esitazione e balbettando non ottenne il risultato sperato.
- Siamo sicuri? Dobbiamo scommettere?
Kagome deglutì, cercando di diventare un tutt'uno con il divano.
Scosse velocemente la testa in risposta negativa, ma ciò non
fece altro che farlo sorridere. La guardò attentamente, fermando
per un momento il suo avvicinamento. E lei si arrese, non resistendo
più al suo sguardo magnetico.
- E va bene! Vinche il primo che... vediamo...
Cercò di pensare il più velocemente possibile, ma lui fu più veloce.
E avvicinando le labbra all'orecchio, le sussurrò con voce roca.
- ...il primo che fa cadere ai suoi piedi l'altro.
Kagome diventò completamente rossa e solo in quel momento si
accorse che i loro corpi aderivano perfettamente e si rese conto, disperatamente, che lei non voleva opporsi.
Fine quarto capitolo.
Eheheh =)=)
Scusate il ritardo, ho avuto un malore... =(
Per prima cosa, come al solito vorrei ringraziarvi di seguire la mia
storia, e spero che continuerete a seguirla. Spero di non aver fatto
errori, e soprattutto di aver scritto comprensibile. Ma ora vorrei
ringraziare le persone che hanno commentato il terzo capitolo! *-*
-Fmi89: Grazie mille per il
commento! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! E
soprattutto spero di non averti delusa!! =) Grazie ancora!
-Robylee: Grazie mille! Mi fa davvero tantissimo piacere che questa storia ti piaccia! Continua a seguirmi! ^-^ Bacione
-Mikamey: Ne che il gatto
è fantastico? Adoro parlare di Buyo, anche perchè una
tremenda somiglianza fra lui e il mio gatto! Antipatico!! E' un gatto
monello! =D=D! Visto? questo capitolo è più lungo! Spero
di aggiornare il più presto possibile, oppure immagino che
qualcuno potrà strozzarmi! >-< Aiutoooo!! A presto!
Bacione!
-Bellatrix_Indomita: Ciao! sai,
mi fa sempre piacere ricevere un tuo commento! Soprattutto
perchè è molto costruttivo. Mi rendo conto che hai
proprio ragione! Forse il mio problema è essere troppo aperta e
solare, ma penso che sia meglio passare una vita ridendo che
piangendo.. tanto poi il tempo passa ugualmente.. >-
-Achaori: In effetti il mio
presupposto era fare una Kagome più buffa e pasticciona
possibile. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione, a
presto!
Grazie mille anche alle 9 persone che hanno aggiunto questa storia nei preferiti!!!! ^-^ Bacioni!!
Monik
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Capitolo 5 *** La scommessa ***
La scommessa
E avvicinando le labbra all'orecchio, le sussurrò con voce roca.
- ...il primo che fa cadere ai suoi piedi l'altro.
Kagome diventò completamente rossa e solo in quel momento si
accorse che i loro corpi aderivano perfettamente e si rese conto, disperatamente, che lei non voleva opporsi.
Capitolo Quinto
La scommessa.
Kagome era in trappola, eppure, stava bene. Non sentiva il bisogno, non voleva, non poteva
liberarsi dalla sua presa forte ma dolce. Ormai era più che
certa che quel batticuore, quel respiro irregolare erano causa Sua. Il
suo calore, il suo corpo, il suo viso, i suoi occhi. Tutto era
così semplicemente perfetto. Tutto così silenziosamente
tranquillo. Ma così com'era iniziata quella magnifica
sensazione, così finì. Solo qualche istante dopo si
accorse che il silenzio così piacevole era finito. Rotto dal
suono sgradevole, acuto, frastornante del telefono. Sentì la
presa di Inuyasha sui suoi fianchi diminuire, ma non cessare.
Si concluse il quarto squillo e Kagome dovette alzarsi, autoimponendosi di essere invasa da quel freddo.
Velocemente, ma sbuffando, si avvicinò al telefono, dalla parte
opposta della stanza, sentendo il persistente sguardo del ragazzo sul
suo corpo che s'allontanava sempre più da lui. Nervosa,
stizzita, sollevò la cornetta, decisamente irritata.
" Lei, solo per oggi, ha la fortuna di poter vincere un premio meraviglioso spendendo solo".
Kagome non appena ebbe udito la voce registrata, sbattè la cornetta e incredibilmente arrabbiata,
sbattè una mano sulla faccia. Gli occhi erano
chiusi, il respiro, stranamente divenuto pesante, era l'unico verso,
rumore che rompeva il nuovo silenzio che si era creato. Ma
improvvisamente sentì una risata alle sue spalle e capì
che la scena doveva essere tremendamente comica. Sebbene avesse voglia,
bisogno di rivedere il Suo volto, rimase immobile, fino a quando non
sentì dei passi. Inuyasha si stava avvicinando, superando
tavolino e poltrona, fino ad arrivare alle sue spalle. E Kagome,
terribilmente a suo agio, si rilassò e si girò, notando
lo sguardo interrogativo e divertito di Inuyasha.
- Giuro che prima o poi ucciderò le compagnie telefoniche!
Inuyasha sghignazzò ancora e lei non potè far a
meno di notare quanto lui fosse perfetto, in ogni movimento. Si
domandò perchè lei fosse così perfetta nella sua
imperfezione, al suo contrario. Il cuore, quando era al suo fianco,
batteva forte, e il respiro le mancava. Ma adorava quella sensazione.
Era in pace, e mai s'era sentita così. Alzò la mano, che
ancora tremava leggermente per tutte le emozioni che aveva provato in
quegli ultimi 10 minuti, e allungando un dito, come al rallentatore, lo
puntò contro il petto di Inuyasha. Era così perfetto,
muscoloso, caldo e non potè non rimanere ipnotizzata da quel suo
movimento perfetto. Ma improvvisamente vide la sua mano alzarsi e
posarsi sulla sua, schiacciandola contro il suo petto.
Perse un battito.
Aumentò il respiro. Ma stava bene.
Ed improvvisamente, come
folgorata, si rese conto che lei provava qualcosa per lui. Le gli
voleva bene. E sentì quella bestia dentro di lei grattare,
ruggire, cercare attenzione per farsi sentire. Era stata sempre
tranquilla, ma ora come un'onda stava esplodendo. La passione. Quella
passione che mai aveva provato, che mai aveva cercato. Ora invece la
stessa bestia si alimentava di Lui, del Suo sguardo, della Sua
voce, del Suo corpo. Lo guardò negli occhi. Magnetici e dolci,
le scrutavano l'anima e lei, rimase incantata, immobile di fronte a
lui. Se in quel momento lui l'avesse baciata lei non ci avrebbe pensato
due volte, ed avrebbe risposto. Si sentì però un'idiota,
poichè il ragazzo che aveva davanti a sè lo conosceva a
malapena da un giorno, eppure già desiderava ardentemente la sua
compagnia, la sua presenza, un suo bacio.
-Forse è meglio che io vada, Kagome.
Sei piccole parole, che unite le spezzarono il cuore. E si diede della
sciocca perchè Inuyasha non era nient'altro che un conoscente.
Abbassò la testa, triste. Sentì le lacrime pungerle gli
occhi e pregò che non uscissero. Che motivo aveva lei, in fondo,
di sperare che Inuyasha potesse voler restare da lei?
Alzò di scatto la testa, rivelando uno strano sorriso.
Enigmatico, ma di certo non felice. Inclinò leggermente il capo,
cercando di nascondere la strana inquietudine, il vuoto incolmabile che
s'era spanso in tutto il corpo.
Inuyasha la guardò, cercando di comprendere quello che la
ragazza stesse pensando, ma tutto fu inutile. Si era nuovamente chiusa
in se stessa, come poche ore prima, quando l'aveva vista da quel palco,
bellissima.
Senza che nessuno dei due parlasse, Kagome si avviò, rompendo il
magico contatto fra i due, verso l'ingresso, ma quando si rese conto
che il ragazzo non la seguiva, si fermò e si girò nella
sua direzione.
- Kagome, io volevo chiederti, beh, se vuoi ovviamente, se hai voglia di, insomma, uscire con me.
Kagome lo guardò interrogativa. L'ultima parte della frase era
stata pronunciata così velocemente che sorrise
inconsapevolmente. Annuì, contenta della proposta. Il vuoto che
poco prima s'era impossessato di lei, si era all'improvviso colmato, e
il freddo, che per un attimo era tornato a pungerla, era stato
sostituito dal calore che la sola sua voce poteva ridarle.
Inuyasha si avvicinò a lei, che nel frattempo gli stava passando
la giacca. Se la mise lentamente, come se ogni momento gli permettesse
di poterla guardare ancora e ancora. Kagome però non
sembrò accorgersene, poichè teneva la porta aperta e lo
sguardo abbassato. Lo sentì avvicinarsi e lei lo guardò
di sottecchi, sorridendo ancora per la domanda postale poco prima. Era
contenta. Forse troppo, ma per una volta, dopo la disgrazia era felice.
Alzò lo sguardo per salutarlo almeno decorosamente, proprio come
si saluta un ospite, ma dovette indietreggiare per non sfiorare il suo
mento con la nuca. Sbattè contro il muro, gli occhi erano
serrati per lo spavento, ma sulle labbra era ancora,
impercettibilmente, delineato il sorriso. Sentì di nuovo quel calore. Il Suo. Si era avvicinato, lo sentiva, e s'imporporò lestamente.
Inuyasha alzò la mano e lentamente le accarezzò, ancora
per una volta, la guancia, lasciandole tracce di fuoco. Aprì gli
occhi leggermente, e notò che il viso di Inuyasha era a pochi
centimentri di distanza dal suo.
La porta era ancora aperta, i due ragazzi erano dietro di essa, appoggiati al muro. Le loro gambe erano intrecciate pericolosamente.
I loro petti erano un tutt'uno. E Inuyasha, per non sbilanciarsi, era
appoggiato con una mano al muro, di fianco alla testa della ragazza.
Erano in trappola. Erano predatori e prede. Liberi e rinchiusi. Ma
entrambi non volevano liberarsi.
Chi fu il primo a liberarsi è impossibile da dire. Entrambi,
accortisi della stupefacente vicinanza, si erano istintivamente
allontanati. Kagome mormorò velocemente moltissimi scusa e
ciò non fece altro che far sorridere, per un'ennesima volta,
Inuyasha, che la guardava con gentilezza. Per un attimo a Kagome parve
di vedere il sorriso d'Izayoi. E alzando lo sguardo verso la parete,
cercò l'orologio.
16.27
Erano passate quasi due ore da quando Inuyasha era arrivato a farle
visita. Spostò nuovamente lo sguardo sul ragazzo e si decise di
salutarlo. In caso contrario? Avrebbe perso la scommessa.
Inuyasha, dopo i saluti, se ne andò, dicendole che l'avrebbe
chiamata. La porta fu chiusa alle sua spalle e Kagome, rimanendo per
qualche istante immobile davanti ad essa, non potè non sentire
le stranissime emozioni che, in solo due ore, aveva provato. Era
percepibile nell'aria ancora il nervosismo per quella chiamata. Ed era
ancora più percepibile il suo delizioso profumo.Virile, una
semplice parola.
Si allontanò dalla porta, dirigendosi verso la cucina che solo
in quel momento, si accorse di aver lasciato in un pietoso stato. Come
aveva potuto sembrare così irresponsabile e buffa? Certamente,
dopo quel pomeriggio, lui non l'avrebbe più chiamata. E sebbene
sperasse ardentemente che quel telefono finalmente suonasse, d'altro canto temeva di provare ancora emozioni così forti.
Non era stata mai abbastanza capace di capire ciò che provava.
Spesso non riusciva a riconoscere il disgusto dal nervosismo. E
ciò la irritò maggiormente, perchè, per una volta
nella vita si sentiva sciocca. In momenti come quelli avrebbe tanto
voluto avere la madre al suo fianco, poterle chiedere spiegazioni,
consigli.
Mentre i pensieri l'affollavano la mente, lei sistemava il disordine
che aveva creato, lavando le stoviglie all'interno del lavandino e
pulendo la caffettiera. L'acqua che scorreva veloce e fredda fra le sue
mani era quasi una sensazione piacevole. Il calore che provava ogni
qualvolta lo vedeva, lo toccava o più semplicemente le parlava,
il suo corpo prendeva fuoco. Chiuse il rubinetto, e l'acqua finì
di scendere. Solo qualche piccola goccia, a lunga intermittenza,
rompeva quel silenzio.
Com'era possibile che il silenzio fosse diverso e vario?
Com'era possibile che in quel momento non fosse palpabile l'emozione che prima l'aveva posseduta?
E dov'era finita quella bestia che per lungo tempo aveva dimorato
quieta e che poi si era sprigionata con tale violenza da sorprenderla?
Si sedette al tavolo, nello stesso posto dove, anche prima, s'era
seduta lei. Guardò, quasi studiò, la sedia di fronte a
lei, dove prima era seduto lui. Appoggiò i gomiti sul tavolo di
legno e si strinse la testa fra le mani.
Il silenzio, ancora una volta regnava sovrano. E in quel momento aveva
paura. Paura che tutto quello fosse stato un sogno, che lei non avesse
mai provato felicità, che lui non esisteva.
Le scappò una lacrima, poi un'altra.
Si ritrovò a piangere, silenziosamente, con la testa appoggiata sulle braccia, ormai completamente distese sul tavolo.
Lui le mancava.
Lei aveva bisogno di lui.
Perchè senza di lui non era felice.
***
Un ragazzo entrò in casa,
sbattendo la porta. Era arrabbiato, anzi, più che arrabbiato.
Deluso. Deluso da se stesso. Si tolse il cappotto che poco prima lei
aveva preso fra le mani, che aveva stretto, tenuto vicino al suo corpo.
Con poca gentilezza lo lanciò sul divano, e solo in quel momento
si accorse della madre seduta sulla poltrona che lo guardava con un
sorriso a dir poco malefico. Sogghignò leggermente e lui fu
invaso dal terrore. Credette che la madre fosse posseduta, ma quando la
vide tornare sorridere normalmente si rilassò, e
rincominciò a respirare.
- E allora?
Izayoi lo guardava interrogativa, quasi divertita dalla situazione,
attendendo una risposta. Quando vide Inuyasha deglutire non
riuscì a non ridere. Era fin troppo palese. Lei gli piaceva. E
ringraziò i Kami! Per un attimo aveva pensato che il figlio non
fosse attratto dalle donne. Scosse la testa velocemente, assottigliando
lo sguardo in direzione del figlio.
- Ecco... ehm... io...
Izayoi lo guardò e quasi lo fece stramazzare al suolo per lo
sguardo gelido che gli aveva mandato.Vide la donna alzarsi dalla
poltrona e dirgersi verso la cucina. Sospirava, quasi disperata dalla
situazione.
- Ma perchè voi giovani siete così addormentati!!
Insomma! Tu a lei piaci, lei a te pure! Insomma! Bacetto qui, bacetto
lì e tutti felici e contenti no?
Inuyasha la guardava scioccato: ma che madre aveva? Era un demone! Altro che umana!
Fine quinto capitolo.
Bè,
finalmente ho aggiornato! Questo capitolo fa da intermediario fra
l'inizio della vera storia e la fine del 'prologo'.
Insomma, diciamo che Izayoi alla fine di dimostra un diavolo,
però dovete sapere che ho preso spunto dalla mia adorabile prof!
Un peperino con i fiocchi!
^-^ Spero che anche questo
capitolo sia di vostro gradimento, e spero di ricevere anche qualche
commento. Ma ora, oltre a ringraziare tutte le persone che anche solo
leggono, mi sento in obbligo di ringraziare (*-*) le persone che hanno
commentato il capitolo precedente! Grazie mille! Baci
La_mosca_bianca: ihihih! Mi fa
molto piacere che ti piaccia questa storia! E spero che continuerai a
seguirmi! Bè, ovviamente la storia è un po' strana, ma
spero ugualmente che ti possa piacere!! Un abbraccio! Grazie ancora per
il commento! ^-^
Vale728: Ciao! Mi fa molto
piacere aver trovato un tuo commento! Sì, a dir la
verità, credo che un Inuyasha intraprendente sia da una parte
divertente, e dall'altra anche diverso dal nostro manga, dove è
tutto burbero e timido! Muahahaha! La mia mente bacata ultimamente
soffre dei cambi di temperature (tutte balle per non dire che ho
problemi mentali) *-*! Spero che continuerai a seguire la mia storia e
spero di avere ancora la fortuna di trovare un tuo commento! Bacione!
Bellatrix_Indomita: Ma ciao!!! Che piacere ritrovare un tuo commento!!! *-*--> *o*
Comunque sia (^///^) il commento mi riempe come al solito di piacere e
spero che anche questo capitolo possa piacerti. Certo, diciamo che la
storia non va molto avanti, ma avevo voglia di rendere ancora
più buffa la situazione e mi sento terribilmente contenta ad
aver interrotto la scena del bacio! Muahahahah!! Sono cattivaaa!! Non
aspetto altro che un tuo prossimo complimento dato che sono molto
costruttivi e soprattutto divertenti! ^^ Spero di aggiornare il
più presto possibile! Bacioni!!! Ps: sfortunatamente dovrai
attendere un bel pezzo (quasi un mese!) prima della prossima verifica
scritta! E mi impegnerò al massimooo!!!!!! *-*!!
fmi89: Sono contentissima, ma
che dico, felicissima, ma che dicoooo stupendamente lieta di aver
trovato un altro tuo commento e soprattutto che il capitolo ti sia
piaciuto! In questo capitolo mi sono divertita moltissimo a descrivere
l'ultima parte ovvero quella della malefica, terribile, sveglissima
Izayoi! Muahahaha! Aspetto un tuo prossimo commento! A presto!! Bacioni
Mikamey: Muahahahah!!! Me
malefica!! Ho interrotto nuovamente il capitolo! O meglio, ho
interrotto la scena più comico-drammatica!! Ma potranno avere
mai un momento di privacy loro due eh? Ahah! Spero di poter trovare
ancora un tuo commento positivo/negativo (se vuoi criticare ovviamente
ben venga!!!) e sono davvero contentissima che tu segua la storia!! A
presto! Bacioni!
Robylee: Si! W il gatto! Anzi
prima o poi, penso che gli dedicherò un piccolo santuario, ma
devo ancora progettarlo! xD! Comunque sia, spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi! Bacioni! A
presto!
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Capitolo 6 *** Un mazzo di rose ***
Il malefico piano di una malefica mamma
.Capitolo Sesto.
Un mazzo di rose
La sveglia stava suonando da ormai un minuto, ma Kagome non si
decideva a spegnerla. Si era capovolta nel letto, si era buttata
giù, era ritornata sopra, e infine, come ormai era rimasta per
qualche secondo, col sedere in aria e la testa sotto il cuscino.
All'improvviso sentì la sveglia fermarsi e alquanto sorpresa,
guardò cosa fosse successo. Vide il fratello abbastanza annoiato
che la guardava con ironia e sarcasmo.
- Menomale che dovrei essere io il minorenne.
Improvvisamente Sota si ritrovò il cuscino in faccia. Vide in
meno di un minuto la sorella lanciarsi nell'armadio come un gatto ed
uscirne già vestita. Almeno, doveva sembrarlo, dato che aveva
messo la maglietta al contrario e aveva lasciato i pantaloni del
pigiama sotto alla gonna che era costretta a mettere per andare al
lavoro. Faceva la segretaria di una vecchia bisbetica, ma quella strana
donna dalle più stravaganti smanie infondo le aveva dato un modo
per poter portare del pane a casa. Vide la sorella guardarsi esasperata
allo specchio, mentre velocemente, per quanto la sua natura di bradipo
lo permettesse, si vestì decentemente.
Kagome si guardò allo specchio e dovette dire che il risultato
era apprezzabile. Mentre si stava truccando il minimo indispensabile
per non apparire già stanca di prima mattina, guardò
attraverso il riflesso la figura del fratello che era, nel frattempo,
appoggiato al muro con una spalla. Era un bel ragazzo e anche
abbastanza maturo per la sua età, ovviamente cercò di
tralasciare particolari molto imbarazzanti, come ad esempio quando, per
caso ovviamente, il fratello si era lanciato dal primo piano
perchè credeva che avrebbe potuto volare. Quando finì
anche di truccarsi, si guardò intorno, notando i vestiti
lanciando in giro. Forse anche la Sua camera era disastrosa come quella. Si diede della sciocca. Perchè in momenti come quelli le veniva in mente lui?
Il giorno prima non aveva chiamato. Ed era rimasta sveglia fino a tarda
serata nella vana, stupida speranza che lui la chiamasse. Ma, alla
fine, intorno a mezzanotte aveva ceduto e si era auto-imposta di
addormentarsi. Scese lestamente dalle scale e, dopo aver preparato una
veloce colazione per il nonno e per il fratellino, corse fuori nel vano
tentativo di arrivare in orario. L'autobus, fortunatamente in orario,
stava arrivando in quel momento e, cercando di non perderlo e di non
rompere le scarpe a tacco che aveva indossato, dovette correre sulle
punte.
L'odore di sudore che accompagnava quel veicolo era disgustoso, ma
prendendo una boccata d'aria, si immerse in esso e il mezzo
ripartì. Guardò l'orologio. Erano le 7.42 e aveva
diciotto minuti per arrivare in orario, pensò guardando la sua
fermata sotto un larice allontanarsi.
La giornata iniziava.
***
Izayoi alzò gli occhi al
cielo sentendo qualche grugnito e bestemmia dal piano superiore.
Sospirò, sconsolata. Ma come poteva un ragazzo così dolce
all'apparenza essere un rozzo e presuntuoso ragazzo? Lei stessa si
stupiva che avesse qualche vero amico, dato che venivano sempre
trattati nel peggiore dei modi. Sentì qualche cosa ruzzolare
dalle scale e neanchè si voltò per vedere una macchia
schizzare verso di lei, baciarle la guancia ed afferrare una fetta
biscottata. La donna si girò verso il figlio che nel frattempo
stava prendendo posto al tavolo, sedendosi di fronte a lei. Aveva
sempre quell'aria infantile che forse non l'avrebbe mai abbandonato. Ma
infondo sapeva che era una buona persona. Da quando, pochi mesi prima,
era morto il marito, lui si prendeva molta cura di lei, cercando di
aiutarla il più possibile e ciò la rendeva molto felice e
soprattutto orgogliosa di lui.
Guardò com'era
vestito. Stava bene, come al solito. Era sempre vestito elegante per
quel lavoro che gli era stato offerto.
- Mamma, ascolta, per caso Kagome ha chiamato?
Inuyasha aspettava pazientemente una risposta, ma vide arrivargli una
fetta biscottata in faccia. Stupito e leggermente irritato,
guardò interrogativo la madre, ma lei si era già
dileguata. Ma chi le capiva le donne?
Guardò l'orologio appeso al muro. Era ora di andare.
Salutando
la madre, che nel frattempo stava lavando la tazza che aveva usato per
il caffè, si mise velocemente il cappotto.
La villetta in cui
abitavano non era molto distante dal tempio shintoista nel quale
abitava Kagome. Anzi se saliva in soffitta, riusciva ad intravedere la
piccola casetta nel quale lei viveva.
Salì in macchina e
guardando il piccolo display, partì quasi sgommando.
Passò di fianco ad una fermata del pullman che si trovava sotto
ad un larice. Erano le 7.43.
Aveva solamente 17 minuti per arrivare al lavoro e sperò,
anzì prego ardentemente i Kami che davanti a lui non ci fosse il
pullman che ogni mattina gli faceva perdere cinque minuti buoni.
Sbuffò sonoramente, vedendo in lontananza che poco a poco
diminuiva una figura arancione che emetteva una quantità enorme
di fumo. Arrivato poco distante da esso, si sporse leggermente. In
senso contrario, in quel momento, non circolavano macchine. Facendo una
manovra incosciente superò il pullman e l'autista
per lo spavento, inchiodò, per poi riprendere normalmente la
corsa, mentre sul pullman una ragazza, più incazzata che mai,
guardava l'A4 nera allontanarsi velocemente verso l'orizzonte. Kagome,
persa nel guardare la macchina che sfrecciava veloce, si rese appena in
tempo conto che la prossima fermata sarebbe stata la sua.
Guardò, già nervosa, l'orologio da polso che indossava.
Aveva ancora 5 minuti precisi per timbrare e per non prendere una
sgridata con i fiocchi dalla signora Miwako Toji. Era una signora
sempre arrabbiata, ma era anche una donna molto intelligente. Lei, come
suo marito, lavorava nel campo commerciale. Ma di certo, se era famosa
per una cosa, era la crudeltà con cui puniva i suoi dipendenti.
Rabbrividì al pensiero di uno strangolamento e, deglutendo,
entrò nell'edificio enorme dove lavorava.
Erano solamente le 11.18. Davanti a lui c'erano ancora 5, lunghissime,
estenuanti, ore di lavoro. Guardò nuovamente lo schermo piatto
che si trovava sulla sua scrivania. Era cirillico forse? Sbattè
la testa contro la scrivania. La girò nuovamente fino ad
appoggiare la guancia e rabbrividendo per la freddezza del mobile.
Fuori dalla finestra poteva vedere nitidamente un bellissimo cielo
azzurro e un timido sole che sbucava da qualche nuvola vagabonda ed
isolata. Era una giornata spettacolare, se considerato che era sul
finire dell'autunno. Improvvisamente sentì aprirsi la porta
dello studio del suo capo. Il signor Toji, commercialista abbastanza
conosciuto nella città era noto soprattutto per avere molti
contatti anche in America e in tutt'Europa. Anche sua moglie lavorava
nel campo, e di sicuro non era affatto sorpreso che il socio 'primario'
del suo capo fosse proprio la sua adorabile coniuge.
Non appena vide sbucare dalla porta l'uomo sulla cinquantina, fece
finta di scrivere e controllare i dati dell'azienda. Con la coda
dell'occhio vide, però, che il signor Toji si era fermato di
fianco alla sua scrivania e immediatamente si alzò in piedi.
- Inuyasha, ascolta, visto che sei molto sveglio e attivo oggi, ho bisogno che tu faccia una corsa nell'ufficio di mia moglie.
Inuyasha lo guardò attentamente. Era molto strano che gli
chiedesse una cosa del genere. Solitamente lui aveva molto piacere ad
andare a trovarla, nonostante fossero sposati da quasi venticinque
anni. Ma guardandolo bene, aveva un'aria molto afflitta e dispiaciuta.
Immaginò che avessero avuto un battibecco e che lui avesse fatto
da cavia umana. Fare da tramite fra mogli e mariti non era il suo hobby
preferito! Insomma, c'era anche il detto: Fra moglie e marito non
mettere il dito! Però, come al solito, un po' per rispetto e un
po' per compassione non pronunciò nulla. E il sr. Toji
continuò.
- Insomma, oggi è il nostro anniversario, solo che non riesco
proprio ad andarla a trovare e mi dispiace pensare che lei possa
odiarmi per questo! Mi sto struggendo, anzi, mi stavo struggendo per
trovare un modo per farle arrivare il mio regalo, ma alla fine, mi sei
venuto in mente tu!
L'uomo lo guardava con un sorriso a trentadue denti, ed Inuyasha
deglutì, il più silenziosamente possibile. Sebbene non lo
desse a vedere, aveva il terrore di andare dalla moglie del suo capo.
- Insomma, tutto ciò che devi fare è:
a) Passare a prendere un mazzo di fiori da 100 euro.
b) Andare nel suo ufficio e... Mi dispiace per te,
c) Sorbirti una sgridata con i fiocchi, forse qualche schiaffo, che poi
dovrai riferirmi, ma ti prego vivamente di non torcerle un capello! E'
una donna dolcissima! E poi è la più bella del mondo.
Bè, tutto sommato non era poi un'impresa così ardua.
Sorridendo sempre falsamente, annuì e, dopo aver ricevuto
qualche pacca di incoraggiamento e avendo ritrovato 'casualmente' una
banconota da 100 euro in mano, prese il cappotto e uscì
dall'edificio.
Stava per intraprendere la missione a.
Il tempo passava inesorabile, ma ad una lentezza impensabile.
Kagome si mise le mani sulle tempie. Iniziò a massaggiarsele con
movimenti regolari e molto mesti. Solo in quelle prime 3 ore e 45
minuti di lavoro aveva ricevuto una decina di telefonate, aveva dovuto
sorbirsi le lamentele della sua direttrice per ben tre volte. E tutto
perchè? Perchè il marito non era ancora arrivato per
farle gli auguri. Chiuse gli occhi.
Un attimo di pace. In quell'ufficio regnava il silenzio, che in quel momento era più che appagante. Era necessario.
Si domandò, sempre cercando di riprendere un po' di
lucidità, quante persone erano state portate ad un esaurimento
nervoso. Non ci volle pensare. All'improvviso, sentì la voce
squillante della signora Toji chiamarla, quasi urlando. Sempre
mestamente, e cercando di rimettersi quella sua solita maschera di
disponibilità, rispetto e cortesia, varcò la soglia del
suo ufficio. Era immenso, se si pensava che una donna aveva potuto
ottenere un potere tale. Era un ufficio semplice, ma con il semplice
tocco femminile: i fiori.
- Mi sica, signora.
La signora Miwako Toji, intorno alla cinquantina, era una donna molto
bella, di una strana rarità. Eppure, pensare che non aveva
ottenuto quel posto solo con l'aiuto del marito, ma anche grazie al suo
intelletto, le facevano conquistare un rispetto ingente.
- Kagome, cara. Mio marito mi
ha appena detto che ha mandato un suo dipendente perchè LUI non
può venire a farmi gli auguri! Ma ti rendi conto? Sono
venticinque anni di matrimonio! E lui cosa fa? Non rinunzia al lavoro!
No! Manda un suo qualsiasi dipendente! Magari è pure brutto! Oh,
Kagome! Ma perchè gli uomini sono tutti così! Non
sposarti mai, capito! Sono degli insulsi esserini schifosi striscianti
che se ne approfittano! E appena ci si sposa pretendono OGNI sera la
loro razione di 'coccole'!
Kagome la guardava sempre con una faccia comprensiva, mentre annuiva
disperatamente, cercando di convincerla a smettere di sbraitare. Era
una donna molto bella, ma quando si arrabbiava! Improvvisamente si
avvicinò a lei e, spingendola fuori dall'ufficio, le chiuse la
porta alle spalle.
- E bada di fare la gentile! Capito?
-SISSIGNORA!
Kagome si avvicinò nuovamente alla sua scrivania, ma dovette
andare ad aprire alla porta. Di sicuro era arrivato il dipendente del
signor Toji. Sperò almeno che non sputacchiasse in giro come
faceva l'ultimo, un certo Hojo.
Guardò un attimo in giro per controllare che tutto fosse a posto
e si avvicinò alla porta. Sospirando e prendendo un bel respiro,
rimise la finta maschera per accogliere 'l'ospite'. Aprì la
porta.
Ed ebbe un infarto.
Lui.
Inuyasha.
LI'??
Si rese conto di essere andata in iperventilazione, e il ragazzo che
era di fronte a lei con un mazzo di fiori molto ingombrante e
profumati, non era certo meno sorpreso.
-TU?
Kagome sorrise leggermente, un po' nervosamente e un po' divertita
dalla loro sintonia. Vide Inuyasha fare un leggero inchino e lei non
potè non imbarazzarsi e sorridere dolcemente. Che strano, la
stanchezza era volata via improvvisamente!
Fece entrare Inuyasha e non potè non notare che fosse vestito impeccabilmente. Era straordinariamente bello. Come il giorno prima, ovviamente.
Inuyasha avanzò un poco e aspettò che Kagome lo
raggiungesse. Era stupenda con quel tailleur. La fissò
intensamente come anche il giorno prima si era ritrovato a fare. Quella
camicia bianca mostrava chiaramente i doni che madre natura le aveva
fatto e non potè non deglutire. Forse sarebbe stato più
complicato del previsto vincere la scommessa. Si riprese, quando vide
un alquanto imbarazzata ma divertita Kagome, muovere le labbra. Stava
chiaramente dicendo qualcosa ma lui non riuscì a far a meno di
fissare con desiderio le labbra.
- Scusami, Kagome, po-potresti ripetere?
Kagome lo guardò, facendo fintamente una faccia sconsolata.
- Ti ho detto, non mi aspettavo affatto che potessi essere tu il dipendente del sig. Toji!
Inuyasha rise leggermente. Insomma! Tutta quella situazione era una
commedia! Improvvisamente si rese conto del motivo principale per il
quale era stato mandato dalla signora Toji. Kagome colse al volo e
siavviò verso lo studio della sua direttrice mentre Inuyasha
faceva casualmente finire lo sguardo sul fondoschiena della ragazza. La
vide, o meglio, la intravide bussare alla porta e, ad un consenso
aprire la porta e con uno sguardo, farle capire che doveva seguirla.
- Signora Toji, ecco qui il dipendete di vostro marito.
Kagome si spostò di lato, lasciando entrare anche Inuyasha.
Potè notare dall'espressione della donna che infondo, il fatto
che il marito avesse dovuto mandare un suo dipendente, non le
dispiaceva affatto. Trattenne una risata quando la vide 'trotterellare'
verso il ragazzo.
- Signora, se vuole che io tolga il disturbo...
La signora la guardò con aria indifferente e le disse di
rimanere pure. Assistì ad una scena molto divertente. E dovette
mordersi la lingua per non ridere. Capì dall'espressione di
Inuyasha che anche lui stava faticando a trattenersi. Miwako infatti,
non appena vide i fiori, corse alla scrivania, ovviamente con i fiori
in mano e strappò la lettera che il signor Toji gli aveva
mandato. La lesse quasi voracemente. Quando finì, prese il cellurare e chiamò il marito.
- Si, tesorino! Il mio cucciolino! Piccolo lui! Che tenero! Si anche
io! Tantotantotanto! No amore, non ti preoccupare! Però stasera
mi porti s cena! Rimediamo poi! Si amoruccio! Tantotanto! Ciao
piccolino mio!
Non appena chiuse il telefono, riassunse un'espressione seria e
squadrando sia Kagome che Inuyasha li sbattè fuori dall'ufficio.
E quando finalmente, furono fuori, scoppiarono a ridere.
- Tesoruccio?
- Inuyashuccio caro?
Si rimisero a ridere. Era una risata contagiosa la loro, vera e soprattutto sincera.
Quando finalmente smisero di ridere, Inuyasha la guardò
attentamente. Era davvero bella con le gote leggermente arrossate. Gli
sorrise e Inuyasha ricambiò.
- Forse sarebbe meglio che io vada, altrimenti il mio capo penserà che abbia fatto un incidente.
Kagome, per quanto le dispiacesse, dovette ammettere che aveva ragione.
Infondo era lavoro. Non poteva mica sperare che pranzassero insieme e
che magari passassero tutto il tempo insieme. Insomma, lei voleva
vincere! Non poteva di certo permettersi di ritrovarsi ai suoi piedi,
nel tentativo di ricevere un bacio, per quanto l'idea l'allettasse. Si
avviò sempre sorridendo verso la porta, mentre Inuyasha
camminava al suo fianco. Con la coda dell'occhio lo guardò
un'ultima volta mentre lui usciva. Era bellissimo vestito con giacca e
cravatta. Fece per chiudere la porta, quasi incantata, quando la sua
mano la fermò.
- Mi vuoi proprio sbattere fuori, vero, Kagome?
Le vennero i brividi. Provocante, bellissimo, dolcissimo. Era semplicemente indescrivibile.
- Perchè, insomma, non usciamo a pranzo insieme? Io fra dieci minuti inizio la pausa. Tu invece?
Kagome deglutì forse fin troppo rumorosamente. Fece sorridere
maliziosamente Inuyasha e ciò non fece altro che metterla in
imbarazzo. Come poteva resistergli se lui aveva tutte le carte in mano,
mentre lei non riusciva nemmeno a dire due parole sensate di fila?
- I-io? Bè, a-a dire la verità, a mezzogiorno i-inizio.
Inuyasha fece un passo in avanti, rientrando nello studio. La prese fra
le braccia, fin troppo velocemente, a tal punto che Kagome dovette
agrapparsi a lui. Avvicinò improvvisamente le labbra alle sue.
Eppure, rimase ad una distanza terribilmente lontana, ma così
tremendamente vicina. Kagome guardò le sue labbra. Sembravano
morbide. Sembravano deliziose. Erano perfette.
Ormai si era arresa. Avrebbe perso. Avvicinò violentemente le
labbra a quelle del ragazzo, ma improvvisamente lui si spostò e
appoggiò le sue labbra poco sopra il suo orecchio.
- Sarebbe troppo facile, non trovi? Sarebbe così stupido perdere
neanche dopo 24 ore. E poi, l'attesa è dolce se il premio che
t'aspetta è il più bello.
Paralizzata. Non c'erano altre parole per descriverla.
I brividi che le correva per il corpo erano forse il minimo.
Tutti i muscoli erano contratti, quasi come se stesse facendo uno
sforzo fisico. Non si accorse nemmeno che non stava respirando. Era
sorprendente che un solo suo gesto, delle sole sue parole, potessero
farle quell'effetto. Si sentiva debole, fra le sue braccia, ma allo
stesso tempo forte e decisa. Adorava quella sensazione di insicurezza e
di pace allo stesso tempo. Quando finalmente riuscì a muoversi,
chiuse gli occhi e appoggiò la testa sulla sua spalla sinistra.
Era tutto così perfetto. Sarebbe rimasta lì per ore, se
il suo capo non li avesse interrotti, simulando un colpo di tosse.
Imbarazzati si staccarono immediatamente. La donna, ancora con lo
sguardo perso nel vuoto, li superò. Kagome temette per un
momento per il suo lavoro. Ma quando la vide passarle affianco e farle
l'occhiolino, non riuscì a trattenere un sorriso imbarazzato.
Si fermò sulla soglia della porta.
- Mi raccomando, non fate troppo casino!
Uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Era incredibile quella
donna. Kagome non fece in tempo a girarsi verso Inuyasha che già
la stringeva fra le braccia. E fu certa, in quell'istante, che avrebbe
voluto restare così per sempre.
.Fine Sesto Capitolo.
Ringraziamenti:
- vale728: Carissima!
Sono estremamente felice di aver ritrovato un tuo commento! Sono stat
davvero molto felice di leggerlo, soprattutto perchè sono
davvero contentissima che la storia ti piaccia. Scusami se ho tardato
un po' ad aggiornare, ma in questo periodo sono pienissima di veriche e
interrogazioni, per non parlare poi di teatro.. @.@ Help meee!! Spero
che anche questo capitolo ti sia piaciuto.. Si vede comunque che io
trovi una passione innata nell'interrompere i capitoli sul più
bello! Muahahah! A presto, spero!! Bacione!!
- rita14: Ciau cara! Scusami se
non sono riuscita ad aggiornare prima, ma spero comunque che leggerai
questo capitolo, nel quale ovviamente, non faccio capitare ancora
nulla di che! Muahaha! Coff coff.. stavo dicendo? Ah, già!
^-^! Mi ha fatto davvero moltissimo piacere trovare un tuo commento e
spero ardentemente che continuerai a seguirmi! Ciau! Bacione!
- fmi89: Siiii!
Che bello! Hai commentato ancoraaa! >-
- Bellatrix_Indomita: Carissimaaaaa!
Ho riso per un quarto d'ora quando ho letto il tuo commento! Ovviamente
non ho potuti farli baciare subito o io stessa avrei linciato Kagome!
Insomma, non è giusto!! In effetti per il casino in cucina hai
completamente ragione! Mi sono dimenticata di dire che aveva fatto
cadere le padelle! ahah.. -.-' che tapina che sono! Comunque sia spero
che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a
seguirmiii! Ps: la data del mio compito d'italiano si sta
avvicinandooo! E cosa più terribile? E' un tema ARGOMENTATIVOOO!
NOOO! (Monik assume una posa da 'l'Urlo' di Munch).. Ora vado cara!!! A
presto! Un abbraccione mega galatticoso!! Ciau!! ^-*
-callistas:Tesorooo!! Ciaoooo!!
E' stato un piacere enorme ritrovare un tuo commento! Sono davvero
contentissima che la storia ti piaccia!Mi sto divertendo davvero troppo
a prendere tempo! Muahaha.. secondo me i miei genitori mi hanno
adottato e sono la figlia illegittima del diavolo, perchè,
ebbene sì! Il diavolo ha una figlia illegittima!!! -.-.. ok..
decisamente sono fora ora, martedì 10 Febbrario alle ore 18.48..
!! Sparisco!! Ti assalto con un abbraccio e partenza da un miglione di
metri!! Muahaha!! Ciau!!
- la_mosca_bianca: che bello
ritrovare un altro tuo commento!! Sono davvero contentissima che questa
storia ti piaccia, e spero soprattutto che anche questo capitolo sia
stato di tuo gradimento! Inoltre, la cosa che mi spaventa maggiormente
è che non sia stata scritta chiaramente o decentemente!! Help!
Spero comunque che mi seguirai anche prossimamente!! A presto!!! Un
bacione!!
Ringrazio, ancora una volta anche chi solo legge! Grazie! Davvero.. =) A presto belle!!!
Monik
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Capitolo 7 *** Pranzo Tentatore ***
Pranzo Tentatore
.Capitolo Settimo.
Pranzo tentatore
Erano
ancora in quella maledetta, piccolissima e soprattutto caldissima
stanza. Il cuore le martellava nel petto, a tal punto da farle male.
Sentiva il suo pulsare maggiormente nella gola, più che in ogni
altra parte del corpo. E sentiva la pelle bruciare, esattamente dove
Inuyasha la toccava. I suoi fianchi, per quanto cercasse di non darlo a
vedere, tremavano. Le sue mani, tremanti e quasi deboli, erano
appoggiate sul petto possente di lui. Le sembrava impossibile essere in
quel momento lì, con lui.
Inuyasha la stava guardando, a poca distanza dal suo viso. Stava
studiando ogni suo piccolo particolare, nel tentativo di imprimerlo
nella sua mente. Il rossore che aveva sulle gote, le mani tremanti che,
appoggiate sul suo petto, per quanto innocenti e quasi allo scopo di
difesa, lo stavano uccidendo. La sua semplice ingenuità, la sua
inesperienza, la rendevano unica, in ogni particolare. Era una donna,
ma con il cuore e gli occhi di bambina. Era tenera e dolce, ma
provocante, per quanto involontariamente, e sensuale allo stesso tempo.
Era la prima, l'unica donna, che sapeva donargli sensazioni plurime e
fra loro così contrastanti. Perchè, nonostante fosse un
uomo, non riusciva a non provare nei suoi confronti un senso di
protezione e sicurezza, oltre al desiderio che provava ogni qual volta
che la vedeva. Non riusciva a controllare la sua mente, il suo animo,
il suo cuore. Fra le sue braccia sembrava una creatura così
indifesa, ma era tanto calda da bruciarlo. E lui aveva intenzione di
farsi bruciare. In fundis, lui amava giocare con il fuoco.
Kagome, per quanto impercettibilmente, si mosse, forse a causa della
posizione innaturale, o forse involontariamente, e facendo ciò,
i loro corpi si avvicinarono ancora maggiormente. Ormai i loro visi
erano ad una distanza minima, ma per quanto avrebbero resistito? E
soprattutto, chi avrebbe ceduto per primo?
Kagome, per non cadere, spostò leggermente la gamba destra, e le
vennero i brividi toccando casualmente la gamba sinistra di Inuyasha.
Ancora la sensazione di calura e poi quel freddo improvviso, pungente,
doloroso. Kagome non potè intuire che quel semplice, sciocco
movimento, aveva fatto scattare qualcosa nel ragazzo. Un movimento
improvviso e lei si ritrovo ancora più stretta ad Inuyasha, e i
loro nasi si toccarono.
Non riuscì a trattenere un piccolo gemito di sorpresa e si perse
a guardare le labbra Inuyasha. Così virili, così dure,
così morbidi, così provocanti. Kagome si avvicinò
ancora un po'. Probabilmente, dall'esterno, quel piccolo spostamente
sarebbe parso inesistente, ma al ragazzo sembrò tutto l'inverso.
Deglutì, rumorosamente vedendo gli occhi luccicanti e dolci
della ragazza e le sue labbra, così gonfie e rosse, così
fantastiche. Mandò al diavolo la scommessa. Avrebbe perso, ma
avrebbe vinto un suo bacio. Si avvicinò celermente, ancora, alle
sue labbra.
Kagome chiuse gli occhi. Quel bacio avrebbe significato la fine di
quella scommessa, di quel maledetto gioco. Lei avrebbe vinto, oppure
perso, ma lui, lui che era in procinto di baciarla, cos'avrebbe fatto,
poi? Sarebbe andato via, come tutti? Oppure sarebbe rimasto con lei, e
si sarebbero frequentati?
Pensare alla possibilità di essere lasciata anche da lui le fece riaprire gli occhi, stranamente lucidi e così improvvisamente
tristi. Anche Inuyasha ormai aveva gli occhi semichiusi. Era
bellissimo. Ma preferiva davvero un bacio al perdere un'altra
persona così importante? Valeva davvero la pena rinunciare a
lui, che, solo, riusciva a renderla felice?
Inuyasha sentì improvvisamente la stretta di Kagome venir meno.
Si risvegliò dallo stato di pace e guerra in cui era caduto, e,
aprendo gli occhi, guardò la ragazza che lo fissava ora
impaurita e insicura. Cos'aveva fatto? Quale errore aveva commesso?
Inuyasha si distanziò maggiormente, ma non la lasciò
andare, nonostante lei cercasse di allontanarsi ancora di più da
lui. Perchè ora lo temeva? Perchè, invece prima,
accondisceva anch'ella?
Inuyasha la guardò interrogativo, ma anche preoccupato. Vedendo
poi Kagome rilassarsi, però, si tranquillizzò. Non sapeva
cosa le fosse accaduto e, anche allibito e quasi in trans, si
avvicinò al viso di Kagome. Chiuse gli occhi e appoggiò
la sua fronte sulla testa della ragazza, il cui cuore aveva iniziato
nuovamente a battere rumoroso nel suo petto. Inuyasha sospirò.
Forse era stato meglio così. Certo, non era certo che lei lo
rifiutasse, ma anche quella piccola probabilità, lo spaventava a
morte. Non aveva forse sofferto abbastanza?
La morte del padre, deceduto solo poco tempo prima per un assesto
cardiaco, lo aveva fatto soffrire davvero tanto, per non dire troppo.
Di per sè, non era stata la perdita a fargli così male.
Era stato il dolore di sua madre ad ucciderlo, giorno dopo giorno. E
ciò era continuato per giorni, settimane, finchè non
convinse la madre ad uscire. Si ricordava bene quando, due giorni
prima, aveva supplicato la madre di venire, almeno per un breve
momento, ad assisterlo. Era stata la sua prima esibizione in quel pub,
e aveva anche ricevuto una somma abbastanza soddisfacente, per aver
intrattenuto i clienti. Si era accorto fin da subito del sorriso quasi
vero che aveva la madre mentre lo ascoltava. Ma più di ogni
altra cosa, si era accorto di lei.
Da quando lei era entrata nei suoi pensieri, il dolore era stato
spazzato via da una folata di sentimenti. Aveva potuto vedere la madre
sorridere, il primo gradino di una lunga scalinata; non l'aveva sentita
piangere la notte, almeno quella notte e cosa più importante, lui era riuscito a non pensare solo a lavoro e dolore.
Non si rese conto che Kagome ormai lo stava studiando preoccupata. Si
risvegliò solamente quando sentì le sue mani piccole e
delicate prendergli il volto. Aprì immediatamente gli occhi, ma
rimase ipnotizzato da quella della ragazza, preoccupati e curiosi.
<< Inuyasha, stai bene? Io... Mi dispiace davvero molto. Non puoi capire. E' una cosa così... Sciocca.>>
Kagome cercava di spiegare ad Inuyasha il perchè di quella fuga.
Si era sentita terribilmente in colpa dopo aver visto il ragazzo
sospirare e rimanere immobile per un lungo momento. Chissà a
cosa aveva pensato, a cosa stava
pensando. Vide il ragazzo battere gli occhi un po' di volte e
riprendere il suo solito sorriso sghembo, ma così
straordinariamente perfetto. E se invece avesse frainteso il suo gesto?
Se avesse pensato anche solo minimanete che lei non lo volesse? Si
diede della stupida, ma non lasciò il viso dela ragazzo.
Inuyasha prese con la mano destra, la sinistra della ragazza, ancora
posata sulla sua guancia e se la portò alla bocca. Ne
baciò il dorso, inchinandosi un po', a mo' di gentiluomo.
<< Se la signorina, lo desidera, mi farebbe davvero un enorme piacere poter essere accompagnato da lei a pranzo.>>
Kagome si imbarazzò, ma sorrise sinceramente al ragazzo.
Annuì veloce e lo seguì al di fuori dell'ufficio. Scesero
al piano terra e quando furono di fronte alla porta principale,
Inuyasha la precedette e le aprì la porta, sempre con fare
educato. Si sentì quasi una stupida per aver rifiutato un suo
bacio, ma in quel momento, era estremamente felice di averlo fatto. In
fondo, a lei non era stato dato il dono della preveggenza.
Inuyasha vide la ragazza seguirlo sempre con il sorriso, e ciò
lo rincuorò. La vide al contempo pensierosa e non osò
interrompere il filo dei suoi pensieri. Si avviò verso la
macchina, e si rese improvvisamente conto di essersi dimentico una cosa
importante. Il suo capo.
Celere e deciso, prese il cellulare e, sfogliando la rubrica,
cercò il numero di Ayame, la segretaria del signor Toji. Attese
che rispondesse, allontanandosi un po' involontariamente da Kagome, e
quando Ayame rispose Inuyasha le spiegò di avvisare il signor
Toji che aveva svolto la sua commissione, anche con successo, ma questo
ovviamente, il suo capo lo sapeva già. Salutò la collega
e la ringraziò vivamente.
Kagome lo aveva visto parlare fittamente al telefono. Non aveva avuto
voglia di immischiarsi, così si tenne a distanza, cercando di
pensare ad altro. Forse al telefono c'era la sua fidanzata? Era per
quello che parlava così veloce e fitto? Quello di sicuro sarebbe
stato un peso in più, un dolore
maggiore. Ma, ancora una volta, mandò giù, e quando
Inuyasha chiuse la conversazione, si fece trovare con il sorriso sulle
labbra. Si sarebbe accorto che era falso?
Erano seduti al tavolo da ormai dieci minuti, ma nessuno aveva il
coraggio di dire qualcosa. Inuyasha era ancora imbarazzato per aver
quasi tentato di baciarla e per averla fatta spaventare, mentre Kagome,
dal canto suo, si sentiva una stupida: se lui aveva una fidanzata,
perchè si preoccupava così tanto per lei? Ormai aveva
pensato a molti motivi, ma non riuscì a calmarsi. Si stava solo
divertendo forse? E allora, per quale motivo cercava di ammaliarla, di
sedurla e di vincere la scommessa?
La scommessa. Era quello allora il motivo per il quale Inuyasha si ostinava a starle accanto, di provocarla in quel modo?
Sentì improvvisamente una mano calda toccarla impercettibilmente
il braccio. Alzò lo sguardo verso Inuyasha e gli donò un
ennesimo sorriso. Falso.
<< Ora basta, Kagome. Cos'hai?>>
<< Io? Io nulla, davvero. Sono solo un po', come dire, stanca. E'
stata una giornataccia e mi mancano ancora 4 ore di
lavoro.>>Ormai era diventato un gesto naturale sorridergli
senza motivo. E le fece male dover ammettere che in quel momento
provava lo stesso dolore che aveva provato, che tutt'ora provava per la
madre.
<< Non è vero, e tu lo sai meglio di me. Piantala di
sorridere. Lo capisco che c'è qualcosa che non va.>>
Inuyasha aveva usato un tono piuttosto perentorio, ma per nulla
aggressivo, e ciò fece sperare Kagome di avere, forse, una
misera possibilità.
<< Per favore.>>
<>
Inuyasha parve non capire e Kagome, dispiaciuta della sua goffaggine
anche nell'esprimersi a parole, sospirò delusa, abbassando lo
sguardo. Forse aver accettato quella scommessa era stato un errore. Per
quanto fosse felice di conoscere e di passare tempo con Inuyasha, aveva
l'enorme terrore che anche lui, come gli altri, provasse per lei solo
compassione. Stava con lei solo per ciò? Oppure provava anche
lui qualcosa per lei? Tante, troppe domande le affollavano la mente, ma
nessuna di essa veniva esplicata al ragazzo seduto davanti a lei.
Fu risvegliata dai suoi pensieri solo quando sentì lo
stridìo di una sedia che veniva spostata. Alzò lo sguardo
su Inuyasha, che velocemente si alzò. Se ne stava andando? La
lasciava così anche lui? Si aspettò di vederlo
allontanarsi, ma invece, si sorprese quando lo vide avvicinarsi
velocemente a lei e spostare la sedia. Non fece in tempo a
ribadir nulla che si trovò in piedi, abbracciata a lui.
Si sentì tremendamente in colpa. Da quando lo aveva conosciuto
non era riuscita a tenergli nascosti alcuni suoi pensieri, ma ora lui
quasi la costringeva, seppur involontariamente, a rivelargli ogni sua
preoccupazione, ogni suo timore, ogni suo pensiero.
<< Perchè..?>>
Inuyasha si staccò un attimo, guardandola negli occhi. Scorse paura. Ma aveva paura di lui?
<< Cosa perchè?>>
Kagome riappoggiò il viso sul suo petto e poi gli pose la domanda.
<< Perchè stai facendo questo? Perchè vuoi passare tempo con me... e non con lei?>>
Lei? Lei chi? Ma cosa stava dicendo Kagome? Eppure non trovava la forza
di staccarla dal suo petto. Sebbene guardarla negli occhi lo rendesse
felice, non trovava la forza di allontanarla. Perchè solamente
lei riusciva a riscaldarlo, sia dentro, che fuori. Poi,
improvvisamente, mentre cercava di trovare una risposta adatta,
capì a chi alludesse Kagome.
<< Stai parlando della ragazza con cui ho parlato al telefono?>>
Non la sentì rispondere, ma percepì un lieve spostamento
del capo. Stava annuendo. Non riuscì a non trattenere un
sorriso. Pensava provasse ribrezzo per lui. Quindi era solo ciò
che le faceva paura? Che l'aveva fatta allontanare così tanto?
Non ne fu certo, ma almeno gli aveva rivolto parola.
<< Kagome, era una mia collega. La stavo avvisando che sarei rimasto fuori a pranzo. Con te.>>
La sentì irrigidirsi e non potè non aumentare la stretta.
Erano fin troppo vicini. Eppure, nessuno dei due aveva intenzione
di distanziarsi dall'altro. Le accarezzò la testa e la
sentì rilassarsi, a poco a poco. Ma cosa le veniva in mente? Per
lui ormai le altre non erano più nulla. Da quando l'aveva
incontrata, due sere prima, i suoi pensieri erano rivolti solo a lei.
Solo a Kagome.
Sentì la mano di Kagome spostarsi e appoggiarsi sul suo petto.
Fu percorso da un brivido, ma inconsciamente, sorrise. La ragazza si
allontanò un po', quanto bastò affinchè potesse
guardarlo in viso. Sentì ancora una volta le sue labbra calde
sopra la sua fronte, coperta dalla sua fangetta ribelle. Chiuse gli
occhi.
Inuyasha non poteva nemmeno immaginare le sensazioni che le stava donando.
Poi Inuyasha si staccò. Come se nulla fosse accaduto, si sedette
nuovamente al suo posto, mentre lei era ancora immobile. Disarcionata
dal freddo che aveva preso immediatamente possesso del suo corpo, si
mosse mestamente. Lo guardò interrogativa.
<< Il pranzo si fredda.>>
Sconsolata e sospirando, prese anch'ella posto. Nuovamente. Riprese in
mano la forchetta, portando alla bocca un pezzo di carne appena
tagliato grazie ad un coltello.
<< E poi, io devo vincere.>>
La forchetta le cadde. Il pezzetto di carne cadde anch'esso, centrando il sughetto. Inerme.
Cos'aveva detto?
E perchè Inuyasha sorrideva maliziosamente?
Fine settimo capitolo.
Dunque dunque dunque.. =)
Scusate il mio immenso ritardo.. Erano due settimane che non
aggiornavo, ma sono davvero strapiena di compiti e interrogazioni.
Fortunatamente riesco a stare dietro a tutto, più o meno, ma
devo escludere alcune cose, almeno per il momento, come (per quanto mi
dispiaccia) le mie storie. Mi dispiace davvero un sacco che non riesca
ad aggiornare regolarmente ma prometto che proverò a fare del
mio meglio. Ok.. Diciamo che questo capitolo è un po'
melodrammatico. Insomma, il mio umore non è dei migliori. Anzi,
ora si sono anche accumulati problemi di famiglia che non mi permettono
di essere molto comica... Mi dispiace davvero un sacco, ma spero che
questo capitolo possa essere apprezzato comunque. Ovviamente non sono
così brava da fare un capitolo emozionante come tantissime altre
autrici fanno, ma spero che almeno desti qualche interesse.
Ora però, passiamo ai ringraziamenti.
Ringraziamenti:
-rita14: Grazie mille
per il commento! Spero vivamente che anche questo capitolo ti sia
piaciuto.. Certo non è stato il massimo, ma spero comunque che
continuerai ad aver voglia di seguire questa storia. In il mio
obbiettivo era di rendere Inuyasha e Kagome il più dolci
possibile, ma boh.. Chissà! ^-^! Spero di ritrovare un tuo
prossimo commento! Bacione! =)
-vale728: Ciau! Grazie anche a
te del commento! Visto? Sono riuscita ad aggiornare? Certo, credo che
questo capitolo non sia stupendo, anche perchè non è
stato nulla di super emozionante, ma spero comunque che ti sia
piaciuto. Guarda, mi sembra che i miei problemi ormai sono più
esterni che interni, ma il fatto che comunque siano così vicini
a me, mi rende molto agitata! Spero di poter aggiornare presto,
contando anche sulla fantastica e imperdibile occasione di un ponte di
4 giorni! Bah.. Speriamo! ^-^! Ti ringrazio ancora per il commento
bella! Spero di poter trovare un tuo prossimo giudizio! Bacione!
-la_mosca_bianca: ma ciau! Che
bello trovare nuovamente un tuo commento! Mi fa davvero piacere!
=)Finalmente sono riuscita a conquistare, facendo a spallate con tutto
il resto, di trovare un po' di tempo per aggiornare. Spero che anche
questo capitolo sia di tuo gradimento. Com ho detto prima, è un
po' un capitolo triste e riflessivo, ma spero di poter migliorare! Sono
ansiosa di sapere come ti sia sembrato questo capitolo! =) Bacione!
^-^
-callistas: Ciauuu! Che bello
trovare un tuo commento! Mi riempe di felicità! ^-^ihih.. stavo
morendo dal ridere quando ho letto il tuo commento, ovviamente tutto
d'un fiato!Mi dispiace per gli ORRORI di scrittura, come dice la prof
di italiano. Pensa che si mette sempre la mano fra i capelli e
sospirando, ovviamente desolata, mi dice che dovrei tornare alle
elementari.. Y.Y! E' quello il destino della figlia legittima di
satana? Ovviamente anche questo capitolo è stato concluso
appositamente nel momento in cui Inuyasha le sorrideva maliziosamente,
ma non rivelerò mai il perchè.. Bwahahaha! Almeno, non
fino al prossimo capitolo! Sono contenta che ti piaccia la mia storia!
Mi sento onorata! Non solo ti trovo una magnifica scrittrice, ma le tue
storie sono semplicemente stupende! Mi riempe di gioia trovare un tuo
commento! *-*! Grazie mille, sul serio! Coffcoff.. Tornando al fulcro..
Insomma.. spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che
continuerai a seguirmi! Ti prego, trovare anche critiche mi riempe di
gioia se so che potrebbero aiutarmi! Quindi non esitare ad urlarmi
dietro! L'importante è che tu non abbia la voce di un soprano o
potrei rimanere stordita. Dimenticavo: le mie capacità uditive,
seppur figlia di Satana, sono molto scarse. Forse anche perchè
la prof mi urla sempre addosso! Help me! =) Ora vado, dai! ^-^! Spero
di trovare un tuo nuovo commento! Bacioni e abbraccioni(senza uccidere
nessuno, dai! Almeno per questa volta, bwahahah! xD)! Ciau!
-fmi89: Crepiii! Domani alle
prime tre ore avrò il tema sui promessi sposi, anche se mi sono
preparata non mi sopravvaluto.. Di sicuro sarà un ennesimo voto
negativo.. T.T! Sono contentisssima che continuerai a seguirmi! Spero
che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Certo, questo
capitolo è un po' più corto degli altri, ma spero che ti
piaccia ancora! Di sicuro qui ci sono un pochino di distanze, ma nel
prossimo.. ehehe.. Malefica al 100%! =)=)=)! Spero di trovare un
tuo prossimo commento! Spero di aggiornare il più presto
possibile! Un bacione! Alla prossima! =) ^-^!
-Mikamey: Ma ciau! Che piacere
trovare un tuo commento! Non ti preoccupare! Non importa se non hai
commentato! L'importante è che piaccia a te... Poi ovviamente,
trovare vostri commenti mi riempe di felicità, e spero che
continuerà a piacerti ugualmente! Nel prossimo capitolo, forse
accadrà qualcosa di nuovo, oppure boh.. Ma chi lo sa! A dire il
vero, neanche io lo so.. ho solo qualche idea.. muahahah! ^-^! Sai che
adoro le tue storie? Seriamente! Solo che ultimamente il mio tempo
scarseggia.. mi sento una mandragola.. o almeno penso si scriva
così.. -.-'!! Spero che continuerai a seguirmi! E soprattutto
che questo capitolo ti sia piaciuto! Almeno un poco! ^-^! Alla
prossima, un bacione! Ciau!
-Bellatrix_Indomita: UDIO! Hai
semplicemente ragione.. Mi dispiace un sacco! Non so come ringraziarti
per tutti i consigli e critiche che mi stai dando.. Mi rendono
estremamente contenta! Anche perchè penso che essendo critiche,
una persona legga con attenzione il testo, per scovarne. Spero che
continuerà a piacerti la storia, nonostante questi errori.. Non
ti devi nemmeno minimamente preoccupare del fatto che tu metta
critiche, anzi! Mi fa davvero moltissimo piacere, e spero che
continuerai a farlo, se ovviamente, continuerai ad apprezzare questa
storia. Non immagini quanto mi riempa di felicità il fatto che
tu veda qualcosa in me.. Spero che tu abbia ragione.. Sai sei una delle
poche che trova che, forse, abbia qualche 'possibilità', ma
ovviamente devo e soprattutto voglio migliorare. =)! Spero che anche
questo capitolo ti sia piaciuto.. O, in caso contrario, spero che mi
seguirai, ancora..! .. Grazie ancora.. e spero di trovare un tuo nuovo
commento! Un bacione immenso!
-luluchan: Hai perfettamente
indovinato! E' proprio quella! Spero ardentemente che anche gli altri
capitoli siano stati di tuo gradimento.. spero che continuerai a
seguirmi! Mi fa davvero piacere aver trovato un tuo nuovo commento..
Spero a presto! Un bacione! ^-^
- robylee:Grazie mille x i
complimenti! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, anche se
non sono molto convinta del mio operato.. spero di aggiornare il prima
possibile e spero che continuerai a seguirmi.. e' diverso scrivere una
ff così, ma è estremamente divertente! Un bacione! Spero
a presto!
Grazie ancora.. a presto spero..
Monik
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Capitolo 8 *** *Festa a sorpresa* ***
Per un pezzetto di carne
Capitolo ottavo
Festa a sorpresa
Era più che imbarazzata.
Non solo le era caduta la forchetta ed era rimasta immobile per
qualche, interminabile, istante, ma ora doveva anche assistere alle
risate del ragazzo. Sbuffò e riprese in mano la forchetta. Ma
come poteva passare da un atteggiamento comprensivo, ad uno provocante
e l'attimo dopo ritrovarsi a ridere come se avesse visto un film comico?
Se non ci fossero state così tante persone presenti, di sicuro lo avrebbe strangolato.
Un istante dopo, Inuyasha smise di ridere e con la mano destra,
mentre con la sinistra si teneva la pancia dalle troppe risate, si
asciugò l'occhio destro, da cui una piccola lacrima era in
procinto di uscire. Poi ritornò, mestamente, serio. Era calato
nuovamente il silenzio. E ritornò a guardarla in quel modo che
solo lui sapeva fare.
Inuyasha la stava guardando di nuovo maliziosamente, ma per quale
sciocco motivo? Stava cercando un ennesimo pretesto per poterla
prendere in giro ed umiliarla, come suo solito?
Abbassò nuovamente lo sguardo e notò la macchia che la
caduta 'accidentale' del pezzo di carne aveva causato. Più che
una tovaglia le pareva fosse una scena del crimine. Guardò con
aria truce prima il pezzetto di carne, in seguito il volto ancora
sorridente di Inuyasha e infine ripose nuovamente lo sguardo sul
sughetto. Ma che disastro aveva combinato?
Se un attimo prima si era preoccupata dei suoi sentimenti, ora aveva un
profondo desiderio di prendere un altro pezzo di carne e tirarlo in
faccia al ragazzo.
<< Scemo!>>
Vide Inuyasha accentuare il sorriso e Kagome non riuscì a tenere
il muso e sorrise a sua volta. Ora pensare a quel sentimento di
invidia -forse di gelosia- che aveva provato un attimo prima per la
ragazza con cui aveva parlato al telefono Inuyasha, la faceva morire di
imbarazzo. Eppure, ripensare al dolore che aveva provato, a quella
fitta dolente che aveva sentito proprio all'altezza del cuore, le
faceva capire che ciò che provava per Inuyasha era ormai troppo
importante.
Ma, infondo, cosa sapeva lei di lui? Di sicuro non poteva mica
pretendere di essere al centro dei suoi pensieri. Anche se proprio lui
era entrato imponente nella sua testa e nel suo cuore, lasciandola
esterrefatta, stupita, felice. Certo, non era tutto rose e fiori, ma
sapere che lui viveva, che poteva sentirlo, toccarlo, desiderarlo, la
faceva finalmente stare bene. E da quanto tempo lei non stava bene? Da
quanto si era arresa al destino che più volte aveva giocato con
lei?
<< Kagome?! Mi ascolti o no?>>
Risvegliata da Inuyasha, arrossì, vergognandosi della propria
stupidità. Come poteva non prestare attenzione alle parole
dell'unico ragazzo che le riscaldava il cuore?
<< Scusami!! Stavo pensando ad altro! Cosa mi hai detto, comunque?>>
Mostrò un ennesimo sorriso, ma Inuyasha fu travolto ancora una
volta dal desiderio di baciarla, di sentire le labbra della ragazza. Ma
si trattenne. Aveva paura di un ennesimo rifiuto, di una sua ennesima
fuga. Come si sarebbe comportato se lei non avesse provato nulla nei
suoi confronti?
Si ritrovò a fissare la ragazza. Prima, per quanto ne fosse
dispiaciuto, avendo visto l'espressione basita della ragazza, non era
riuscito a trattenersi. E non aveva riso così sinceramente da
quando suo padre era morto.
Guardò l'ora. Erano le 12.59. Aveva ancora 16 minuti prima che
la sua pausa pranzo finisse. Eppure, non aveva alcuna voglia di tornare
al lavoro. Avrebbe preferito di gran lunga pedinare la ragazza e
nascondersi nell'armadio del suo ufficio. Si diede dello scemo. Poi
tornò a guardare la ragazza che nel frattempo aveva ripreso a
mangiare il suo spezzatino. Anche nei suoi più semplici gesti le
sembrava magnifica.
Si lasciò sfuggire un sospiro. Aveva davvero voglia di baciare
quella ragazza. O almeno, cosa che lo allettava allo stesso modo, di
starle accanto. Certo, se per lei fosse stato solo un amico, avrebbe
sofferto, ma le sarebbe rimasto vicino. Avrebbe sofferto in silenzio,
repressi i sentimenti. Non si accorse che Kagome avesse finito di
pranzare e lo stesse fissando attentamente. Quel suo sguardo, per
quanto innocente, non riusciva a non farlo sentire strano. Era agitato,
ma allo stesso tempo si sentiva in pace.
<< Forse, sarebbe meglio tornare al lavoro.>>
Kagome parlò, spezzando quel momento di pace. Inuyasha
annuì e si alzarono contemporaneamente. Kagome gli sorrise
calorosamente e, mentre di avviavano verso la cassa, cercò il
portafogli. Fu sul punto di tirare fuori il borsellino, quando
Inuyasha le prese dolcemente la mano, facendola arrossire.
<< Lascia, ti prego. Non sia mai che una ragazza paghi il suo pranzo. >>
Kagome arrossì ancora, cercando di insistere, ma Inuyasha
assottigliò lo sguardo, fintamente arrabbiato e Kagome non
potè trattenere una piccola risata, facendo sorridere a sua
volta Inuyasha, che nel frattempo tirò fuori dalla tasca dei
pantaloni il proprio portafoglio.
Quando Inuyasha pagò il conto, uscirono dal ristorante e Kagome si voltò verso Inuyasha.
<< Grazie mille Inuyasha. Sul serio. E' stato un bellissimo pranzo. >>
Inuyasha non potè non fissarla mentre arrossiva lievemente.
Quella ragazza gli piaceva ogni minuto di più, ma non poteva
rischiare di rovinare tutto come un imbecille. Le sorrise e la
ringraziò per la bellissima compagnia. Salirono in macchina e
Inuyasha, con tranquillità la riportò davanti
all'edificio dove Kagome lavorava. Spense la macchina. Aveva tempo.
Erano le 13.07.
<< Bè, allora grazie, Inuyasha. Mi sono divertita molto. >>
Inuyasha non aprì bocca. Le fissò le labbra e poi
tornò a guardarla negli occhi. Si avvicinò un po', non
riuscendo a resisterle, ma Kagome, intuite le sue intenzioni, sorrise,
mordendosi lievemente il labbro inferiore, mise una mano davanti alla
bocca del ragazzo, che sorrise e sospirò fintamente offeso.
<< Non vorrai perdere, vero, Inuyasha? >>
Inuyasha non riuscì a non sorridere. Quella ragazza era davvero speciale. E no, non voleva perdere.
E mentre Kagome scese dalla macchina, salutandolo e correndo dentro l'edificio, non potè far a meno di fissarla.
Lui non avrebbe perso.
L'avrebbe fatta perdere.
Sgommando, ripartì in direzione della sua sede lavorativa.
Tutto sommato era stata una bella giornata. E ripensandoci, forse anche
Kagome lo desiderava, anche se non quanto lui la bramasse.
Parcheggiò la macchina, scese e dopo averla chiusa, entrò
nell'edificio. Lo sapeva già: avrebbe passato tutto il
pomeriggio a fantasticare su quella bellissima ragazza.
***
<< SONO TORNATA! >>
Kagome, dopo aver chiuso la porta, si tolse il cappoto e si tolse le
scarpe, ringraziando il cielo. Le dolevano leggermente i piedi, come
ogni giorno. Le scarpe con il tacco erano belle, certo, ma non erano il
suo forte.
Rimase in silenzio per un attimo, attendendo qualche suono o voce. Non
udì nulla. Si aspettò che il fratellino sbucasse dal
soggiorno e le chiedesse di preparargli la cena, eppure ciò non
accadde. Leggermente preoccupata guardò in soggiorno, non
trovando però nessuno. Nella casa regnava un silenzio pesante,
come se opprimesse ogni cosa. Gli unici suoni udibili erano il suo
battito e il suo respiro. Si avvicinò alle scale che portavano
al piano superiore, dove si trovavano le camere.
<< SOTA? NONNO? >>
La casa era abbastanza grande, ma di certo l'anziano e il bambino
l'avrebbero udita. Eppure, nessuno si fece vivo. Kagome, perplessa,
entrò nuovamente in soggiorno. Guardò l'orologio
appoggiato sul mobile più vicino a lei. Erano quasi le 18 del 12
Novembre.
Le parve strano che nè il nonno, nè il fratello fossero
in casa, ma si avviò verso la cucina, aspettandosi di trovare i
due uomini intenti a rubare cibo dal frigorifero, eppure non c'era
nessuno. Si soffermò un attimo a pensare. Se ci fosse stato
qualche impegno, se ne sarebbe ricordata. Poi sentì il
cigolìo della porta d'ingresso e, celere, guardò chi
fosse. Sospirò di sollievo quando si rese conto che fossero il
nonno e il fratellino.
Fu in procinto di far loro una bella ramanzina, quando si
bloccò. Sota e il nonno la stavano guardando allibiti. Poi il
ragazzo mostrò un sorriso a tretadue denti e salutò la
sorella. Eppure c'era qualcosa che non andava. Perchè si
comportavano così?
Lasciando cadere l'argomento, salì le scale ed entrò
nella sua camera al fine di togliersi quegli abiti tanto belli quanto
scomodi e per indossare la sua solita tuta. Quando scese le scale,
sorprese il nonno e il fratello a bisbigliare fittamente tra
loro. Li guardò un attimo, scrutandoli. Poi si illuminò.
<< Non è che state preparando qualcosa per il mio compleanno, vero?>>
Il nonno la guardò scioccato.
<< M-ma no! Certo che no, sorellona! Ma secondo te potremmo farti
qualcosa di questo genere! In fondo sei solo la mia sorellona!>>
Il fanciullo fece una risata che sembrava più nervosa che
sincera, ma Kagome, facendo spallucce, si avviò verso la cucina.
Quella sera avrebbe preparato dell'oden. Fortunatamente, per loro,
Kagome non si accorse dei loro nuovi bisbigli, e complottando, si avvicinarono camminando sulle punte al telefono.
Inuyasha era appena tornato a casa, quando il telefono suonò. Si
avvicinò repentino al telefono, e nello stesso istante
uscì la madre dalla cucina. Alla vita aveva un leggero
grembiulino e Inuyasha le sorrise dolcemente.
<< Casa Taisho, chi parla?>>
Sentì un leggero bisbiglìo dall'altra parte della
cornetta, poi una vocetta abbastanza vispa, ma sempre bisbigliando,
iniziò a parlare.
<< Salve, sono Sota Higurashi.>>
Quel nome, e Inuyasha improvvisamente si interessò maggiormente,
avvicinando, se possibile, ancora di più la cornetta. Izayoi nel
frattempo si avvicinò, cercando di capire chi fosse.
Avvicinò allora l'orecchio alla cornetta anch'ella. Inuyasha le
fece segno di non respirare.
<< Ecco, io e mio nonno, volevamo -nonno zitto!- scusami,
volevamo chiedervi se avevate voglia di - basta nonno!- prendere parte
alla festa di compleanno a sorpresa di -NONNO BASTA!- Kagome.>>
Inuyasha ci pensò un attimo su. Come facevano a sapere dei
contatti fra Kagome e lui? Che lei ne avesse parlato con i familiari?
Poi vide sua madre ridacchiare leggermente ed intuì tutto.
Mettendole una mano sulla bocca, si apprestò a rispondere al
fratellino di Kagome.
<< Ci farebbe molto piacere, ma quando?>>
Sentì ancora dei bisbiglii.
<< Sarebbe dopodomani, venerdì sera, dalle ore 20.>>
Inuyasha sorrise, e tolse la mano dalla bocca della madre, che
frattanto aveva ripreso contegno. Il ragazzo fece per rispondere, ma
poi udì la sua voce. E non riuscì a non sospirare, mentre il cuore perdeva un battito.
<<- SOTA! VIENI A PREPARARE LA TAVOLA!!- S-scusami Inuyasha, devo andare..- A-ARRIVO!! NONNO ZITTO- Ciao!>>
Cadde la linea, mentre Inuyasha non riusciva a trattenere un sorriso.
Poi si voltò verso la madre e la guardò falsamente offeso.
<< MAMMA, cos'hai detto ai familiari di Kagome?>>
Vide la donna giocherellare con il grembiule. Non riuscì a non
sospirare. Ora si metteva anche la madre. Ovviamente, per fortuna, non
sapeva della scommessa. Togliendosi il cappotto si avviò verso
la sua camera. Aveva proprio bisogno di una bella doccia.
Fredda.
Inuyasha si tolse lentamente la
camicia e i pantaloni, che furono seguiti anche dai boxer. Quando la
sua pelle venne a contatto con l'acqua fredda non riuscì a far a
meno di sospirare e di rabbrividire. Quella ragazza lo stava facendo
impazzire. Ma ormai aveva in mente un modo per farla cadere ai suoi
piedi. Non avrebbe perso. Il suo orgoglio ci avrebbe rimesso. E di
sicuro non poteva dargliela vinta. Se avesse perso, Kagome sarebbe
stata costretta come punizione a uscire con lui, ma da fidanzati.
Già. Ormai le sue intenzioni erano più che palesi.
Lui voleva davvero bene a quella fanciulla. Ormai tutta la sua giornata
girava intorno alla ragazza. Era possibile che la conoscesse da
così poco e già provasse tali sentimenti?
Portò l'acqua ad una temperatura più calda. Non aveva
voglia di ammalarsi e di perdersi la festa di Kagome, ma cosa le
avrebbe comprato? Non aveva la minima idea delle cose che piacessero a
Kagome. Ma da quello che aveva visto, comunque, Kagome era una ragazza
semplice. Per questo motivo, escluse la bijoutteria. Poi, mentre usciva
dalla doccia e si avvolgeva nell'asciugamano, gli venne in mente
un'idea.
Sorrise contento.
Venerdì avrebbe vinto.
Dopo essersi vestito, andò in cucina, giusto in tempo per la cena.
<< Mamma, che vestito potrebbe piacere a Kagome?>>
.Fine capitolo.
Buona sera a tutti!
So che questo capitolo è più corto del solito, ma avevo
bisogno di compenso per il prossimo capitolo. Dunque, in questo
capitolo, come avete potuto vedere, non ci sono stati avvenimenti
strani. ^.^! Ehehe! Sono cattiva, lo so! Ma dovrò pur lasciare
spazio al prossimo capitolo.. Muahahaha! Ci saranno molti avvenimenti..
Chissà.. Forse la sfida potrebbe terminare, oppure la nostra
Kagome darà ancora del filo da torcere ad Inuyasha?
Ringraziamenti:
- Vale728: Ciao cara! Visto, ho aggiornato! Questo capitolo
è un pochino più corto, ma volevo lasciare spazio
all'altro che beh.. ospiterà molti colppi di scena.. Spero che
questo capitolo ti sia piaciuto e che sia stato scritto bene.. Insomma,
la scuola mi sta facendo impazzire.. Sto facendo i salti mortali per
rimanere sulla stessa media o onda del primo quadrimestre.. Sto
impazzendo.. @.@! Mah, spero comunque di trovare al più presto
tempo per scrivere.. Ovviamente ho già qualche idea per il
prossimo capitolo.. Ora devo solo scrivere.. ^.^! Spero che tu abbia
gradito! E spero di trovare un tuo prossimo commento! Bacione!
- fmi89: Grazie
per il sostegno che mi stai dando, cara! Mi scuso enormemente se questo
capitolo è cortissimo, ma volevo lasciare spazio x l'altro che
invece sarà pieno di molti avvenimenti, di cui però non
parlerò in anticipo! Muahaha.. guarda, il tema è andato..
Ho scritto parecchio e ho argomentato tutto.. spero che sia stato
almeno più che sufficiente.. ma vedremo.. sono contentissima che
il capitolo ti sia piaciuto, e spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto ugualmente, nonostante abbia dato una nota un po' più
comica al contenuto.. - ^.^- ! Spero di poter aggiornare al più
presto! Ora vado! Ciau! Bacione!
- Callistas: Carissimaaa!
Ciao! Visto? Ho aggiornato! ^//^ Dopo alcune minacce ricevute, pensavo
fosse ormai giunto il momento di aggiornare e di soddisfare alcune
'richieste' ehm.. minatorie.. ^//^ Ihih.. ho riso un sacco per il tuo
simpaticissimo commento! xP! Bomba ad orologeria? Muahahah! L'avevo
detto io che ho qualcosa di 'Satanoso'! ihih.. Ti ringrazio per il
sostegno, cara! Mi fa davvero piacere il commento che mi hai lasciato!
^.^! Ero e sono felicissima.. In questo capitolo ho cercato di fare
meno errori possibili.. Almeno da migliorare un pochino lo stile e la
forma.. ^^! Che dire.. ho cercato di fare un capitolo più comico
per sdrammatizzare il capitolo precedente e le varie ondate depressive
dei protagonisti.. ormai mi sto divertendo a non farli baciare..
muahaha.. ma nel prossimo.. mah.. chissà! [Ahahahah]! Sono
davvero lieta, ma che dico, enormemente felice che la storia ti
piaccia.. ^//^! E poi, tra le tue preferite? Oddei! Mi sono emozionata!
*-*! Sono contentissima.. Soprattutto perchè vedo che i miei
sforzi di aggiornare la storia siano ricompensati da commenti
meravigliosi come i tuoi.. Con la speranza che questo capitolo ti sia
piaciuto, mi metto subito all'opera per completare il prossimo
capitolo.. o meglio.. per incominciarlo! Eh eh eh.. [risata nervosa]..
^.^! Ora, cara, vado! Spero di ritrovare un tuo prossimo commento!
Bacioni! E abbraccioni! Ciau!
-mikamey: guarda,
fortunatamente parte dei problemi è scomparsa, ma sono ancora
incasinatissimissima con la scuola, ma spero di trovare presto il tempo
per continuare il capitolo.. *-*! D-davvero ami le mie storie? Ma io
avrò un collasso cardiaco [come dice un cretino di mia
conoscenza.. =.=] sto diventando pazza.. scusami.. Sono contentissima
che la storia ti piaccia e spero che anche questo capitolo ti abbia
soddisfatto! Spero che continuerà a piacerti! Nel prossimo
capitolo accadrà qualcosina.. ma non mi sento pronta mentalmente
per annunciare.. [ooomm.. Monik medita attentamente]! Direi che oggi
è la giornata delle castronate.. Con la speranza di trovare un
tuo prossio commento, ti lascio con suspence, spero! *-*! Ciau cara!
Bacioni!
-Bellatrix_Indomita: Ciau
cara! Sono contentissima di aver trovato il tuo commento! Guarda, ti
sopporto più che felicemente. Devi sapere che la qui presente
autrice, la pazza sclerata di nome Monik, adora le critiche.. Certo non
quelle pesanti, ma sono contenta di trovare sempre qualcuno che cerchia
di migliorarmi o di correggermi. La trovo una cosa molto istruttiva,
soprattutto per me. *-*! Quindi, aver trovato i tuoi commenti, mi rende
solo contenta.. ^.^! Dunque, ho riletto il capitolo precedente e hai
completamente ragione.. Ho fatto alcune ripetizioni sgradevoli e gli
abbracci sono forse eccessivi, così in questo capitolo ho fatto
prendere loro maggiori distanze.. Mi dispiace che il capitolo sia
più corto del solito, ma spero comunque che ti sia piaciuto.. Ho
riletto parecchie volte il testo, cercando di correggere eventuali
errori di scrittura e/o battitura. Sono contentissima che tu trovi io
abbia una grande fantasia, e spero di riuscire a mostrarla, nei
prossimi capitoli! Attendo con ansia un tuo prossimo giudizio, spero
anche critiche, e spero che il capitolo ti piaccia.. *-*! Ps: non sono
io che devo sopportare te, ma piuttosto è il contrario.. ^///^!
Grazie mille cara! A presto, spero! Bacioni!
-robylee: Ma
ciau! Sono contentissimissima di aver trovato un tuo commento e ti
ringrazio anche! *-*! Sono lietissima che il capitolo ti sia piaciuto,
e spero altrettanto che questo sia stato ancora di tuo gradimento. Non
vedo l'ora di sapere cosa ne pensi! Atendo con ansia e gioia, cercando
di scrivere il prossimo capitolo! Spero a presto, nu bacione enorme!
Alla prox! ^.^
Inoltre
vorrei ringraziare le 34 persone che hanno aggiunto la storia fra i
preferiti.. *-*! Graziegraziegrazie! Sono contentissimaaaa! Grazie
ancora.. Un bacione.. Monik
|
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Capitolo 9 *** *Il dopo festa*- Parte prima ***
Il dopo festa
Capitolo nono.
*Il dopo festa*
Giovedì.
Ore 11.48.
Kagome sbadigliò rumorosamente. La notte precedente non era
riuscita a chiudere occhio ed ora si sentiva stanchissima. Ovviamente
la colpa era di Inuyasha, il cui pensiero non riusciva a darle pace.
Ogni volta che aveva provato ad addormentarsi, serrando la mente ad
ogni pensiero, lui si era fiondato, potente, nella sua testa, facendole
battere il cuore. Il risultato? Una, bellissima, magnifica, stupenda
notte insonne!
Svogliatamente e con gli occhi pesanti guardò lo schermo del
computer. Ma cosa ci facevano delle formichine che si muovevano sullo
schermo? Sbattè gli occhi più volte, massaggiandoseli con
le mani, e si rese conto che quegli strani esserini non erano altro che
lettere. Sospirò, distrutta.
Ricominciò a battere le parole sulla tastiera.
Prima il dovere, poi il piacere.
Appuntò gli ultimi appuntamenti, poi appoggiò la testa
sulla scrivania. Ma perchè Inuyasha le faceva ciò? E poi
doveva assolutamente capire per quale assurdo motivo Sota e il nonno si
stessero comportando in quel modo. Si rimise seduta correttamente e
prese la cornetta del telefono. Avrebbe dovuto disdire alcuni
appuntamenti della signora Toji. Compose il primo numero. Dopo sei
squilli, non rispondendo nessuno, riagganciò.
Era proprio una giornataccia. L'occhio le cadde sull'orologio. 11.57.
Tre minuti. Tre soli minuti.
La porta dell'ufficio della signora Toji si aprì e la donna
uscì dal suo ufficio, spegnendo la luce e richiudendosi alle
spalle la porta. Fissò per un attimo la ragazza, che aveva delle
profondissime occhiaie. La signora Toji le sorrise forzatamente e poi
lasciò Kagome da sola nella stanza. Sospirò. Era
già stanca
ed era solo a metà giornata lavorativa. Per fortuna era il
penultimo giorno. Poi sabato, avrebbe potuto riposarsi, finalmente.
Mentre si alzava dalla sedia per prendere la chiave del distributore,
notò il giorno 14 circondato. Già. Era il suo compleanno.
Il suo primo compleanno senza la madre. E non aveva assolutamente
voglia di festeggiare. Ma di sicuro avrebbe preparato qualcosa di buono
per il sabato. Era giusto che almeno il nonno e suo fratello
mangiassero un po' di torta.
Lentamente, andò a prendersi dei taralli da sgranocchiare.
Camminò di fianco all'ingresso, accorgendosi di quante persone
stessero uscendo a mangiare o andando a casa. Le invidiò
moltissimo. Proseguì, in direzione della macchinetta luminosa
posta innanzi agli altri uffici. Aveva tanta fame, ma di sicuro non
poteva permettersi tutti i giorni un pranzo come quello del giorno
precedente. Si chiese quanto avesse pagato Inuyasha, cercando di non
pensare a cifre fin troppo esorbitanti.
Non avesse mai pensato a lui, la sua mente cominciò ad elaborare
pensieri d'ogni genere sul ragazzo in questione, mentre Kagome,
tranquillamente, tornava nel suo ufficio, pranzando con un sacchettino
di taralli.
Cercando di distrarsi e soprattutto al fine di togliersi dalla mente il
ragazzo, cominciò a leggere le indicazioni sulla confezione.
Rilesse gli ingredienti e le statistiche nutritive almeno una decina di
volta, sino ad ottenere l'effetto sperato.
Infatti, come avrebbe fatto a lavorare se Inuyasha era il suo pensiero principale?
Inuyasha, appena iniziata la sua pausa pranzo, si lanciò fuori
dall'edificio lavorativo. Saltò in macchina, allacciandosi la
cintura di sicurezza e, ingranando direttamente la seconda,
sgommò in direzione del più vicino centro commerciale.
Aveva giusto un'ora per trovare e comprare l'abito più adatto a
Kagome per la festa della sera seguente.
Quando arrivò al centro, parcheggiò e si fiondò
all'interno, ringraziando che l'orario fosse continuato. Si
aggirò per un quarto d'ora nel reparto donna di un negozio
d'abiti, senza risultati. Si rese conto di essere osservato,
così, senza dare nell'occhio, cercò di trovare il vestito
più grazioso. Mentre si aggirava fra i vari reparti, non
riusciva a non rimembrare la ragazza sorridente. Era così bella
e graziosa che tutti lo avrebbero invidiato.
E poi, lo vide. Era un vestito da sera abbastanza scollato, ma nella
giusta misura. Nero. Sorrise compiaciuto, cercando di immaginare il
corpo della ragazza dentro a quell'abito. Andò ad occhio e
immaginò che la taglia le potesse andare bene. Quando
arrivò alla cassa, la ragazza lo guardò leggermente
stranita, ma come era sua dovere, fece lo scontrino e attese che il
ragazzo tanto di fretta pagasse.
Inuyasha, prese il portafoglio e porse i soldi alla ragazza, che
frattanto lo studiava. Leggermente infastidito, non attese nemmeno la
busta e si fiondò fuori dal negozio. Per un qualunque ragazzo
sarebbe bastato, ma per lui no. Non voleva dopotutto conquistarla?
Sorridendo, si avviò verso un altro reparto. Quel regalo sarebbe piaciuto più a lui.
Kagome guardò l'orologio, distrutta. Dato che quel giorno non
aveva fatto la pausa pranzo, le mancavano solo due ore. Sospirò
distrutta, ma la sua attenzione fu rapita dallo squillo del telefono.
Sussultando afferrò la cornetta, e dopo che si fu ricomposta, la
portò all'orecchio, risponde con la solita voce atona.
<< Ma buongiorno, principessa! >>
Kagome lasciò scivolare la cornetta, ma poi la riprese
immediatamente. Rispose alla voce maschile che la richiamava,
sussurrando appena.
<< INUYASHA! Non possiamo parlare al lavoro! >>
<< E... Allora? >>
Kagome sospirò, ma le scappò un leggero sorriso.
<< Come hai fatto a prendere il numero dell'ufficio? >>
Sentì un momento di silenzio all'altro capo del telefono, un brusìo e poi riudì la voce del ragazzo.
<< Eh... I trucchi del mestiere! >>
La ragazza potè chiaramente immaginare che sul volto bellissimo
del ragazzo vi fosse nato un sorriso e non riuscì a non
trattenere una leggera risata. Poi però sentì il
cigolìo della porta dell'ufficio della signora Toji, e parlando
ad una voce normale, continuò iperterrita.
<< Ma certo, signora. Si ricordi solamente di mandare un fax al
numero... Ah, lo sa già il numero? Perfetto! Si ricordi allora!
Arrivederla! >>
Rimise a posto la cornetta e chiuse la chiamata. Alzò poi lo
sguardo verso la sua principale e potè notare approvazione sul
suo viso. Sorrise cortesemente, per poi rimettersi a trascrivere gli
appuntamenti meno imminenti.
<< Signora, si ricordi che domani mattina, alle 10.30,
avrà luogo nella sede della BF Group una riunione della massima importanza. >>
Vide annuire la donna, che rientrò nel suo ufficio. Kagome
sospirò e passò una mano sulla fronte. Stava sudando
freddo.
Venerdì.
Ore 14.24.
Sota corse velocemente giù
dalle scale, quasi inciampando nel gradino. Percorse velocemente il
corridoio ed entrò in cucina, dove il nonno, vestito perfino di
un grembiulino rosa con i fiorellini, stava cucinando qualche cosa.
Sota aprì l'armadietto al fianco delle lavastoviglie, cercando
dei decori. Il nonno fissò il nipotino tutto indaffarato e gli
domandò cosa stesse cercando con tale foga.
<< Sto cercando un fiocchettino da attaccare al regalo! Che
fiocchettino sta bene con il rosso? Il verde? No, il verde no! Il blu
forse! No! Anzi! Meglio l'oro! Vero nonno? >>
Il vecchio fissava il bambino con occhi stra-lunati. Non aveva compreso
una sola parola del piccolo monologo del bambino. Poi seguì la
figura del ragazzo correre fuori dalla cucina e tornare al piano di
sopra, probabilmente indaffarato ad impacchettare il regalo per la sua
sorellona. Invece lui aveva ricoperto i panni dello chef, anche se il
risultato poteva apparire leggermente orrido. Guardò la crema
che doveva essere al cioccolato. Quello strano colore violastro non
prometteva nulla di buono, ma di sicuro, un metodo infallibile per
capire se il cibo fosse commestibile era a portata di mano. Ghignando,
voltò lo sguardo verso il povero gattino indifeso che, seduto
sul tavolo, si stava leccando una zampa.
Buyo, tirato in causa, sollevò lo sguardo, incontrando due occhi
non promettenti nulla di buono. Vide la figura anziana fare un passo
verso di lui, con uno strumento umano metallico a lui non conosciuto in
una mano. Si alzò, e rizzando il pelo e soffiando, scappò
in sala e il nonno, desolato, tornò alla sua postazione
fornelli.
Sota, frattanto, aveva impacchettato per bene il regalo di Kagome e rifletteva sugli ultimi dettagli mancanti per la festa.
Ormai erano quasi le 15. Tempo pochi minuti e sarebbero arrivati i soccorsi.
Aveva pianificato tutto, dall'arrivo, alla cena, al dopo-festa. Si era
divertito moltissimo, anche perchè gli pareva il minimo dopo
tutto ciò che la sorella aveva fatto per loro. Sapeva benissimo
che lei stava rinunciando a molti piaceri della vita, come uscire con
gli amici e divertirsi. Eppure, dopo che lei aveva incontrato Inuyasha,
Sota aveva notato che qualcosa era cambiato nella ragazza. Era
più sbadata del solito e, sì, era anche felice.
Per tanto tempo aveva pensato che la sorella non si sarebbe mai ripresa
dalla morte della madre, ma con quel ragazzo, sembrava che una gomma
avesse cancellato alcuni momenti bui della vita di Kagome, e per questo
era grato ad Inuyasha.
Per quanto fosse ancora un bambino, certe cose le comprendeva
benissimo, e se c'era una cosa che aveva capito fin da subito era che i
due si piacevano, e anche tanto. Ma ora arrivava il colmo. Se i due si
piacevano perchè, cosa incomprensibile anche per lui che era dotato della
più fervida immaginazione, non si frequentavano decentemente? E per fortuna che lui era il fratellino minore!
Fu risvegliato dai suoi pensieri dal suono del campanello e, allegro,
corse nuovamente giù dalle scale, saltandone a due a due, e,
attraversato l'ingresso, si catapultò ad aprire la porta. Quando
vide Inuyasha e la signora Izayoi sorrise e li fece entrare. Chiuse la
porta, ma fu costretto ad aprirla di nuovo, poichè il campanello
era stato premuto nuovamente. All'ingresso v'era anche la migliore
amica della sorella e il suo fidanzato.
E con un ghigno malefico chiuse la parte. Iniziava il divertimento.
Kagome sospirò. Spense il monitor del computer. Aveva
addirittura fatto un'ora di straordinario. Certo, in quel momento i
soldi non erano così carenti, ma preferiva mettere da parte
ancora qualcosa. Erano le cinque e un'ora di straordinario le era
più che bastata. Stiracchiandosi, si alzò dalla sedia, la
quale girò un poco. Alcune persone, come lei, stavano staccando,
e così, si avvicinò all'appendiabiti e prese il suo
cappotto.
Era il suo compleanno. Ma non era affatto contenta.
Sentì un'ombra di malinconia ricoprirle il volto, ma
cercò di non pensarci. Le faceva male, però non era
nemmeno giusto nei confronti del nonno e di Sota comportarsi sempre
così. Doveva mandare avanti la famiglia, e ciò le
impediva alcune cose. Era stato difficile dover dire addio alla
giovinezza e ritrovarsi subito adulta e con la famiglia sulle spalle.
Ma, in fundis, lei era contenta così com'era. Anche se la
famiglia che aveva sempre desiderato era leggermente differente.
Uscì dalla sede e si avviò in direzione della fermata
dell'autobus, ammirando il principio di un tramonto che sarebbe stato
fantastico. Si apprestò ad attraversare la strada. Era in
perfetto orario, ma qualcosa la bloccò. Sul ciglio della strada
v'era Inuyasha, seduto sul cofano della macchina, con le mani
incrociate sul petto. La stava fissando minuziosamente e lei non
potè non arrossire.
Non si scambiarono alcuna parola, ma Kagome si avvicinò al
ragazzo che nel frattempo aveva iniziato a sorridere. Si sedette
anch'ella sul cofano dell'Audi, e rimasero entrambi in silenzio ancora
per un po', ma fu Inuyasha, che spezzò quel silenzio.
<< Buona sera, principessa >>.
Kagome sarrosì leggermente. Ormai i nomignoli stavano volando. Senza
proferire parola, forse fin troppo audace, appoggiò la testa
sulla spalla di Inuyasha, il quale si avvicinò ancora di
più a Kagome. Guardavano entrambi il cielo, in lontananza. Poi
Inuyasha si mosse, e Kagome, che aveva gli occhi socchiusi, lo
guardò, distanziandosi un po'. Inuyasha, senza dir nulla,
andò dalla parte del passeggiero e le aprì la portiera e
Kagome sorrise contenta.
Quando furono entrambi in macchina, Inuyasha accese il veicolo e
iniziò a guidare, prendendo però una direzione
leggermente diversa. Kagome non disse nulla, ma non fu nemmeno
spaventata. Si fidava ormai troppo di quel ragazzo. E, purtroppo ne era
sicura: lei gli voleva più che bene. Sospirò, emozionata
e stanca alla stesso tempo, e il viaggio proseguì in quel modo:
silenzioso e gradevole.
Poi, Kagome vide che Inuyasha aveva preso una strada provinciale.
Stavano uscendo dalla città e sul volto di Kagome comparve un
punto interrogativo e Inuyasha, che la guardava, non potè non
sorridere dolcemente.
<< E' una sorpresa, Kagome. Una delle tante >>.
Kagome sbarrò gli occhi. Una sorpresa? Per lei? E come faceva
lui a sapere che era il suo compleanno? Sorridendo e scuotendo la testa
contemporaneamente, pensò a Sota e al nonno. Avrebbe dovuto
immaginarlo.
Inuyasha frenò e uscì dalla macchina. Erano in campagna,
e Kagome non potè non guardare stupita lo spettacolo, quasi
surreale. Il tramonto illuminava ancora la strada e parte dei campi. Ma
nelle parti di ombra, si alzava una leggera foschia.
La ragazza uscì dalla macchina e non potè far a meno di
avvicinarsi ad Inuyasha, che la stava fissando.
L'abbracciò da dietro e Kagome non potè rabbrividire. Poi
le pose un bacio sul collo e Kagome si accaldò, sbattendo gli
occhi leggermente sgranati.
Inuyasha appoggiò la testa sulla spalla della ragazza e rimasero
in quella posizione, dolcemente cullati e toccati dalla luce solare
che, a poco a poco, si affievoliva, lasciando spazio alle stelle e alla
luna. Erano le sei, e Kagome si voltò verso Inuyasha, che
frattanto, era rimasto in quella posizione.
<< Grazie, Inuyasha. Era bellissimo. >>
Inuyasha sorrise compiaciuto, ma poi le pose un bacio sul naso e Kagome
dovette imporsi con la forza di non baciare il ragazzo. Lo sentì
sussurrare un 'tu di più' e come sempre, arrossì.
<< Auguri, Kagome. >>
Kagome chiuse gli occhi. Quanto le faceva male dover pensare a lei, a
sua madre. Quanta tristezza le metteva, ma non voleva piangere ancora
davanti ad Inuyasha. Lui non c'entrava nulla, ma lui stesso
l'abbracciò e Kagome si ritrovò con il capo appoggiato
sulla sua spalla.
<< Io sarò vicino a te, per sempre. >>
Per sempre.
Quelle due parole risuonarono nella sua testa come una dolce cantilena e Kagome sorrise, staccandosi leggermente da Inuyasha.
<< Forse sarebbe meglio che io torni a casa. Sota e il nonno potrebbero darmi per dispersa. >>
Inuyasha annuì e, dopo essere saliti in macchina, tornarono in
città, abbandonando quel paesaggio stupendo. Guidò fino a
casa della ragazza e poi parcheggiò fuori dal tempio.
L'accompagnò fino all'ingresso e poi fece per salutarlo, ma
Inuyasha le pose un dito sulle labbra. Aprì la porta e altre 5
persone urlarono contemporaneamente 'auguri'. Kagome sorrise ed
entrò in casa. Le vennero quasi le lacrime. La casa era stata
riempita di striscioni e stelline varie e Kagome, per una volta, si
sentì amata veramente. Guardò la signora Izayoi
sorriderle dolcemente, la sua migliore amica Sango saltarle in braccio
ed abbracciarla, il suo fidanzato, ormai eterno, Miroku fissarla con i
suoi soliti occhietti maliziosi, il nonno guardarla con stelle al posto
degli occhi e Sota, il più vicino a lei, fissarla dolcemente e
con gli occhi dolci e Kagome non potè non abbracciarlo.
<< Grazie Sota. >>
Sussurò quelle poche parole, ma il fratellino
l'abbracciò. Poi, tutti la trascinarono in sala, dove un buon
odorino si spandeva per tutta la sala. Ci avrebbe scommesso la casa, ma
era certa che la cena era opera, esclusivamente, della signora Izayoi.
Sorrise mentre sei persone le parlavano contemporaneamente.
E lentamente, fra risate e sorrisi, Kagome si scordò del dolore,
della tristezza, della paura, della delusione. Passarono due ore
così, e Kagome, seduta al fianco di Inuyasha che non la perdeva
d'occhio mai, si sentì per una volta, dopo la morte della madre,
voluta e amata. Non riuscì a non ringraziare mentalmente il
nonno e Sota per aver iniziato tutto. Ma arrivò il momento dei
regali e Kagome non seppe se accettarli e ringraziarli o fare una
scenata isterica perchè non desiderava ricevere regali. Ma
quando vide il fratellino portare un regalo che era stato accuratamente impachettato da lui, non potè far a meno di accettarli.
Sota desiderò che la sorella aprisse per primo il suo regalo.
Quindi Kagome, dopo aver esaminato il pacchetto, aprì lentamente
e con attenzione il regalo. Era una cornice che ritraeva il fratellino
e lei insieme, in una foto di cui lei non aveva memoria. Commossa
ringraziò il fratello.
Poi toccò al nonno, il quale le aveva regalato degli amuleti leggermente strani.
<< Sono per tenere lontano i ragazzi dalla mia nipotina! >>
L'uomo battè un pugno sul petto, con gli occhi chiusi, e non
potè notare la mano di Inuyasha che sfiorò leggermente e
quasi impercettibilmente la schiena della ragazza, che
rabbrividì. Kagome sorrise leggermente imbarazzata e con un
grosso gocciolone, ringraziando il nonno, che pensava alla sua nipotina
come se fosse ancora una bambina, a cui era ignoto l'amore.
Sango e Miroku le regalarono una collana fatta d'oro e non potè
non abbracciare la sua migliore amica e il suo amico, che non perse
occasione per palparle il fondoschiena. Purtroppo per lui, però,
ricevette tre pugni.
Izayoi e Inuyasha le regalarono un orologio, con rifiniture graziose e
molto belle. Abbracciò Izayoi e Inuyasha, il quale però
avrebbe desiderato di più.
Mentre Kagome metteva i regali sul tavolo in cucina, Inuyasha la
guardò, e infine la seguì, mentre gli altri avevano
ricominciato a mangiare la torta, fatta, ovviamente, da Izayoi.
Entrò in cucina e vide la ragazza fissare i regali con le
lacrime agli occhi. Si avvicinò a lei, e l'abbracciò da
dietro, come poche ore prima, ma qualcosa era diverso. Kagome, che
tutte le altre volte era leggermente tesa, quella volta si
lasciò andare e appoggiò il busto e il capo sul corpo di
Inuyasha.
Il ragazzo si immobilizzò. Cosa stava facendo? Se fosse andata
avanti così, di sicuro avrebbe rovinato tutta la sorpresa.
Ma per fortuna, arrivò Sota, che non appena li vide ghignò soddisfatto e li chiamò in soggiorno.
La serata continuò allegramente, nonostante a volte Kagome fosse
invasa dalla tristezza al ricordo della madre. Le mancava tanto, e
quello, che era il primo compleanno senza di lei, era completamente
diverso. Le mancava il suo sorriso, la sua dolcezza, il suo amore. Si
incantò a fissare la migliore amica che stava bisticciando come
al solito con il fidanzato che aveva osato palparle il seno a tavola.
Si mise a guardare la madre di Inuyasha che sorrideva fissando la scena
dei fidanzatini. Anche lei, come Kagome, soffriva per la perdita del
marito. Si domandò come Inuyasha facesse a non soffrire per la
perdita del genitore, o almeno, come facesse a non darlo a vedere.
Il nonno, come al solito, raccontava una sua storia sui demoni e
sacerdoti, ma l'unico che lo stava ascoltando era Buyo, appallottolato
sulle gambe di Sota.
E poi, sentendo lo sguardo fisso di Inuyasha su di sè, si voltò a guardarlo. Era davvero bellissimo.
Ormai sentiva che la scommessa e la sua importanza, per lei, stavano
scemando. Eppure, qualcosa ancora la bloccava. Come avrebbe fatto senza
di lui? Probabilmente anche lui provava qualcosa nei suoi confronti. Ma
cosa? E quanto forte?
Lo guardò negli occhi, e sentì la di lui mano cercare la
sua. Non riuscì a non imbarazzarsi e, per una frazione di
secondo, tutto scomparve. Solo loro due erano importanti. Solo lui era
nel suo cuore. Sentì il calore propagarsi per il suo corpo e
percepì il calore sulle guance. Sorrise ancora di più,
quando sentì la mano di Inuyasha accarezzarle ora l'avambraccio.
Questi movimenti non sfuggirono a Sota, il quale, appositamente, sbadigliò rumorosamente.
<< Sota! Ma ti pare educato?! >>
<< Scusami Kagome, è che sono così stanco. >>
Sota lanciò uno sguardo ad Inuyasha, e il ragazzo non
potè non ringraziarlo con gli occhi. Sota sorrise, felice per la
sorella e per il suo nuovo amico, che ormai considerava parte
integrante della sua famiglia.
Lo sbadiglio di Sota sortì l'effetto sperato. La signora Izayoi
si congedò, dicendo che all'indomani avrebbe avuto tanto lavoro
da fare, lanciando uno sguardo abbastanza malizioso al figlio, che non
riuscì a non ridacchiare. E ciò non sfuggì a
Kagome, che gli tirò un pizzicotto sulla gamba. Sango si
alzò, dicendo che il giorno dopo avrebbe dovuto preparare un
esame per l'università, e Kagome sorrise pensando alla fortunata
amica. Miroku la seguì a ruota, ma solo dopo averle ridetto, per
la quattrocentesima volta, che era la festeggiata più bella del
mondo.
Kagome, sconsolata, accompagnò gli invitati alla porta, per poi
chiuderla alle loro spalle. Poi si voltò e vide Inuyasha che
stava sparecchiando aiutato da Sota, mentre suo nonno, ancora seduto
sulla sedia, era intento a leggere il giornale. Entrò in cucina,
per mettere a posto i piatti e si voltò Inuyasha che nel
frattempo si era fermato un attimo vicino a lei.
<< Inuyasha, non devi. Vai pure, anche tu! >>
Ma vide il ragazzo sogghignare e scuotere la testa. Notò, con la
coda dell'occhio che anche il fratellino stava sorridendo alquanto malignamente.
Ma cosa avevano in mente quelli? Erano forse pazzi assassini? Scosse la
testa e si avvicinò al lavandino per mettere in ordine le
stoviglie, accompagnata sempre dallo sguardo scrutatore di Inuyasha. Si
sentiva emozionata e allo stesso tempo inquieta, come ogni volta che
rimaneva sola con lui. Ma era veramente paura? Oppure, cosa ancora
più probabile, era il desiderio di saltargli addosso?
Scosse per l'ennesima volta la testa e si rimboccò le maniche.
Poi, però la sua attenzione fu catturata dalla voce del
fratello. Si voltò verso di lui e notò Sota trascinare il
nonno verso l'uscita.
<< Nonno, mi avevi promesso che andavamo al CINEMA, non te lo ricordi? >>
Andò vicino all'ingresso, guardando, vicino ad Inuyasha, la scena. Vide però il nonno rispondere risoluto no.
<< Ma nonno! Me l'avevi promesso! >>
Il bambino lo guardò con degli occhi da cucciolo bastonato e non
potè non dire di no al nipotino, anche se l'idea di lasciare
Kagome ed Inuyasha da soli a casa non l'allettasse molto. Kagome vide
il bambino trascinare il nonno fuori. La porta si chiuse alle loro
spalle e mestamente si voltò. Inuyasha, appoggiato alla parete,
la fissava sempre e lei, pur essendo alquanto emozionata e il suo cuore
fosse in tumulto, si avviò con falsa tranquillità verso
la cucina, con l'intenzione di finire di lavare i piatti.
Ma non appena giunse alla sua postazione, sentì le mani di
Inuyasha, caldi e dolci, appoggiarsi sui suoi fianchi. Poi una mano le
spostò i capelli, lasciando scoperto il collo. Per quanto Kagome
non lo desse a vedere, il suo corpo stava esplodendo. Le gambe le
tremavano leggermente e quando sentì le labbra di Inuyasha
baciarla leggermente spostandosi per il collo la ragazza non
riuscì a trattenersi e le scappò un leggero gemito. Ma
come avrebbe fatto a resistergli? Se fosse andato avanti così,
sarebbe finita male, se lo sentiva. Poi, però, Inuyasha si
staccò e Kagome fu pervasa dal freddo, che divenì
pungente. Si voltò verso il ragazzo, il quale le sorrideva. Si
soffermò a fissargli le labbra, ma scuotendo la testa,
cercò di pensare ad altro.
<< Ora devo darti il mio primo regalo. >>
Kagome lo guardò interrogativa. Ma non le aveva già
regalato un orologio con la madre? Lo fissò per un attimo, ma
poi lui le fece segno di seguirlo e lei non disubbidì. La
guidò fino al soggiorno, dove, da un'anta dell'armadio, prese un
regalo abbastanza grande e morbido. Era impachettato accuratamente, al
contrario di quello del fratello o del nonno.
<< Inuyasha ma non dovevi !>>
<< E invece sì! Che credi? Non sono mica un cretino! >>
Kagome sorrise e lo aprì. Il vestito che prese in mano era
bellissimo. Lo fissò allibita per un attimo, con la bocca
aperta, e quando alzò lo sguardo vide Inuyasha sorriderle e non
potè non abbracciarlo di slancio. Inuyasha tentò di
ricambiare quell'abbraccio improvviso, ma non fece in tempo che Kagome
prese il vestito e corse al piano di sopra.
Scioccato e inerme, rimase in quella posizione per ancora qualche
minuto, fissando il luogo in cui la ragazza era scomparsa. Poi, si
decise a seguirla. Salì le scale, camminando, e quando
arrivò al piano superiore, seguì la porta da cui veniva
della luce. Quando si affacciò, però, fu sul punto di
morire di infarto. Kagome indossava l'abito che le stava perfetto. Lei,
di profilo, si stava fissando allo specchio e la vide girarsi. Stava
sorridendo contenta e lui si sciolse. Poi entrò nella camera,
ordinatissima, di Kagome. La fissò e glielo disse.
<< Sei bellissima Kagome.>>
La vide arrossire. E non potè non sorridere sincero. Era
assolutamente perfetta quella ragazza. E decise: quella sera, avrebbe
messo fine a quella sciocca, stupida scommessa. Poi la prese in
braccio, dopo averle passato le scarpe col tacco che lei mise, e la
portò giù da basso, nonostante la ragazza fra le sue
braccia si stesse dimenando.
<< Principessa, la serata è appena cominciata!>>
Kagome sbarrò gli occhi. Guardò l'orologio. Erano solo le dieci di sera.
Fine capitolo.
Chiedo
ENORMEMENTE perdono, ma vi giuro che non ho avuto tempo. Mi sto
autodistruggendo da sola. Allora, mi dispiace, prima di tutto, dirvi
che il capitolo è stato spezzettato in due parti perchè
veniva decisamente troppo lungo! ^//^! Che dire? Kagome e Inuyasha sono
rimasti soli, a Kagome ha fatto piacere la piccola festicciola, ma i
colpi di scena non sono ancora finiti (Ma che colpi di scena?). E-ehm..
Ora, però vorrei ringraziare tutte coloro che hanno commentato!
Ringraziamenti:
- fmi89: Ma ciu!
Che piacere trovare un tuo altro commento! Sono contentissima che il
capitolo precedente ti sia piaciuto! Dunque.. Spero che questo capitolo
sia stato abbastanza e sufficientemente carino! Mi dispiace di aver
dovuto interrompere il capitolo, ma veniva davvero troppo lungo, quindi
ho diviso a metà! Spero che vada bene ugualmenteee! ^.^! Spero
di trovare un tuo prossimo commento, ma soprattutto che questo capitolo
ti sia piaciuto, anche se era un po' troppo riassuntivo, forse!
Bacione! Ciau!
- vale728: Coffcoff.. Ehm!
Scusa il ritardooo! Mi dispiace un sacco! Ma spero che questo capitolo
ti abbia soddisfatto! Altrimenti.. Brrr.. [tutti: FORCAAA! MUAHAHA!]! A
parte gli scherzi.. sono contentissima che il capitolo precedente sia
stato di tuo gradimento, e spero allo stesso modo che anche questo ti
sia piaciuto, anche se forse non è proprio interessante come i
precedenti o il prossimo, per quanto riguarda la nostra coppietta..
Ciau! Spero di sentirti presto! Bacione! ^.^!
- Mikamey: ihih.. ma ciau!
Beh.. che dire.. ho aggiunto solo dopo due settimane, ma il prossimo lo
aggiungo più velocemente! Lo prometto! Tra l'altro.. Spero che
anche questo capitolo sia di tuo gradimento, anche se.. ehm.. l'ho
interrotto proprio al principio della parte clue.. Muahaha! Sono una
cattivaaaa!!! Muahahahahah! No scherzi a parte, il prossimo cerco di
postarlo più velocemente così potrò accontentare
la vostra sete di sangue [help me] ^.^!
Bè.. che dire.. Anche questo capitolo si è, finalmente x
voi, concluso, ma spero di trovare ancora qualche tuo commento! Ciu! Un
bacione enorme! Alla prossima! ^.^
- Bellatrix_Indomita: Non
immagini nemmeno lontanamente che piacere mi abbia fatto leggere questo
tuo commento! Sono felicissimissima, ma sono altrettanto determinata
per cercare di riuscire in tutti i capitoli.. Di questo non sono
sicurissima, anche perchè, in fondo, anche qui non accade nulla
si particolarmente interessante.. Spero che sia stato di tuo
gradimento.. Alla prossima! Un bacione enorme! Ciu!!! *-*
- Callistas: MA CIU CARA! Ma
hai visto? No dico! Ho aggiornatooo! Si! E' proprio un nuovo capitolo!
Certo, la qualità è abbastanza .. coffcoff.. Ma alla fine
ho aggiornatooo! Ihih! Sotto le tue 'dolcissime' richieste di
aggiornare, alla fine ho ceduto, ed eccoti qui un preludio ad un
prossimo, penso penultimo capitolo.. eh si.. Siamo già quasi (ma
che già! Finalmente! ndPubblico) alla fine.. Ma spero ugualmente
che questo capitolo sia stata abbastanza soddisfacente! Non è
nulla di emoziontante.. Cambiando argomento.. Muahahah! Non li ho fatti
ancora sliguazzare.. chissà.. forse non lo faranno nemmeno!
Muahahah! Ma oggi mi sento proprio cattiva cattiva! [nel frattempo
qualcuno sta ardentemente progettando la mia morte.. ma non si sa chi
è.. nono!]
Per quanto riguarda il resto.. Spero di trovare un tuo prossimo
commento!!!! *-*! Mi rendono davvero troppo felice! Altro che
adrenalina o cocaina! Io sono drogata di commenti by callistas! ihih..
dai! Ora vado bella! A presto, spero!
Ciu! un bacioneee!
-Maryku: Ma ciuuuuu! Grazie
mille per il commento! Era assolutamente stupendo, e non ti preoccupare
affatto di criticarmi! Anzi, sono contentissima di riceverle, basta che
siano istruttive! ^.^! Mi dispiace che i dialoghi non si vedano e
provvedrò immediatamente! Mi dispiace! Per quanto riguarda i
punti di vista! Hai completamente ragione! Anche in questo capitolo
sono saltata da quattro personaggi diversi.. ^//^ Ops! Ma il prossimo
mi impegno a farlo meglio! Lo promettooooo! Per quanto riguarda il
commento della shot! Mi fa solo piacere leggere storie stupende come le
tue! Sei davvero bravissima, e spero che questo capitolo sia abbastanza
carino! Spero di trovare un tuo prossimo commento! E spero soprattutto
che ti sia piaciuto! Alla prossima! Ciiiu! Bacione! ^.^
- robylee: Ma ciu bella! Ho
aggiornato, anche se in enorme ritardo, e spero ardentemente che ti sia
piaciuto questo nuovo capitolo. Ci stiamo, lentamente dato i miei
ottimi e rapidissimi ritmi, appropinquando verso la fine della storia,
ma non intendo anticipare nulla! xD! Spero che anche questo capitolo
sia stato di tuo gradimento, e prometto che aggiornerò
più presto, cara! Un bacione! Alla prossima, allora! Ciau! ^.^
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Capitolo 10 *** Il dopo festa - Seconda parte. ***
Il dopo festa- II
.Capitolo decimo.
*Il dopo festa*- Parte seconda
Inuyasha si ostinava a tenerla in braccio, mentre lei cercava con
tutte le forze di farsi mettere a terra. Eppure, più si
dimenava, più lui pareva divertirsi. Kagome sbuffò,
mettendo il broncio, mentre Inuyasha, quasi non sentendo nemmeno il
peso della ragazza, spense l'interruttore e attraversò
l'ingresso. Kagome, spaventata, lo fermò, cercando di tirargli
la camicia, ma neanche ciò lo smosse dall'intento. Poi, venne
messa a terra e Kagome sbuffò, realizzato finalmente il suo
desiderio.
Ma subito, si trovò aiutata a mettere il cappotto.
<< Ma... Inuyasha! Dove stiamo andando?! >>
Lo guardò leggermente inviperita, ma fintamente arrabbiata. Era
sì curiosa, ma non era affatto spaventata. Lei era nelle sue
mani. Vide il ragazzo sorriderle sghembo, facendola arrossire, ma non
rispose, alzando però le spalle. Sospirò, mandando gli
occhi al cielo e vide il ragazzo avvicinarsi e distendere le braccia,
come se avesse avuto a che fare con una bambina. Seppur leggermente
preoccupata di pesargli troppo, alzò le mani, lasciandosi
andare. Sentì le mani calde di Inuyasha prenderla per i fianchi
e sollevarla, quasi con facilità, da terra, e fu presa fra le
sue braccia, proprio come una fanciulla nella tenera età.
Inuyasha uscì dalla porta, chiudendola alle sue spalle.
Sentì, benchè fosse fra le sue calde braccia, il freddo
di Novembre pungerle il volto scoperto e rabbrividì.
Inuyasha,
accorgendosene, si fermò.
La ragazza si sentì nuovamente
fissata ma poi vide il viso di Inuyasha avvicinarsi sempre più.
Si bloccò emozionata e attese. Quella volta, seppur spaventata,
non aveva intenzione di tirarsi indietro. Chiuse gli occhi, in attesa
di un bacio, che, però, non arrivò.
Inuyasha pose
alcuni dolci baci sulla fronte. Mestamente si spostò verso il
naso, baciandone il profilo. Baciò le guance divenute rosse per
l'emozione, calde al tatto e arrivò lì, dove aveva tanto
mirato. Ma non baciò le labbra. Non gli pareva nè il
momento, nè l'occasione giusta. Pose, quindi, un piccolo bacio
all'angolo della bocca, assaporando lentamente il sapore della ragazza.
Chiuse gli occhi, cercando di imprimerlo nella mente e pregò i
Kami di fare arrivare il momento giusto al più presto,
perchè non avrebbe resistito ancora per molto.
Kagome sbarrò gli occhi quando sentì che Inuyasha aveva
ricominciato a camminare e corrucciò il viso involontariamente,
delusa e leggermente indispettita. Per quanto tempo ancora Inuyasha
avrebbe voluto negare l'evidente attrazione?
<< Non ti preoccupare, tesoro. Avremo tutta la notte >>.
Kagome sbattè gli occhi più volte, cercando di trovare una nota ironica nella sua voce, che per sua sfortuna,
non v'era. Ma era davvero una sfortuna? Oppure, non vedeva l'ora di
poter assaporare le labbra del ragazzo? Le sembrò più che
palese la risposta, e cercò di pensare ad altro mentre Inuyasha,
arrivato alla macchina, apriva la portiera. Mise giù Kagome e la
fece accomodare nella macchina; poi salì dalla parte del
guidatore.
Kagome non aveva la benchè minima idea di dove Inuyasha la
stesse portando, e cercò più volte di esortarlo a
comunicarle la destinazione, ma egli si rifiutò più e
più volte di farlo. Era più che ovvio che il ragazzo non
avesse alcun'intenzione di rivelarle la sorpresa.
Poi, infine, Inuyasha parcheggiò l' A4 davanti ad un edificio che Kagome non aveva mai visto.
Si trovavano in una zona della città che, a sua memoria, non
aveva mai visitato. Guardò la casa che si presentava ai suoi
occhi e non potè non rimanere stupita. Era una grande casa nello
stile giapponese. Assomigliava infatti molto ai vecchi tempi
caratteristici del Giappone.
Si voltò verso il ragazzo che la stava fissando ancora
ardentemente. Tornò a guardare l'edificio boccheggiando. Si
avviò verso il grande cancello in ferro battuto, realizzato
finemente. Con molte domande, si voltò in direzione di Inuyasha,
che nel frattempo si era avvicinato a lei.
<< Ma di chi è? >>
Vide Inuyasha sorriderle e non riuscì a non divenire rossa, come
al solito. Come aveva fatto lei, donna comune e sfortunatamente di una
bellezza comune, a conquistare, almeno sperava, il cuore di un ragazzo
così bello. Sospirò, sperando vivamente che anche lui
provasse qualcosa per lei. Ormai lei lo aveva capito.
Ne era innamorata. Ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo.
Inuyasha frugò nelle tasche, tirando fuori un mazzo di chiavi.
Sorpassò Kagome, che era ancora immobile davanti al cancello. Si
sentiva quasi spaesata. Come faceva Inuyasha ad avere le chiavi di quel
meraviglioso edificio?
<< Questa, Kagome, era la casa di mio padre, dove viveva da piccolo. >>
Kagome strabuzzò gli occhi. Facendo i suoi piccoli calcoli,
secondo le norme dell'eredità, il ragazzo che ora la fissava
sorridendo, doveva essere ricco. Poi si voltò a guardare la
macchina parcheggiata davanti alla casa e si diede della scema. Eppure,
il fatto che fosse economicamente agiato non la toccò
minimamente. Si fece coraggio e mosse un passo in direzione di quella
immensa villa, dove Inuyasha la stava aspettando.
Poi fu folgorata, però, da un pensiero. Per quale motivo
Inuyasha la stava portando in una casa, che probabilmente, anzi,
sicuramente, aveva una camera da letto?
Inuyasha la guardava estasiato. Ma com'era possibile che una ragazza
così meravigliosa potesse avere a che fare con un ragazzo
inutile e semplice come lui? La guardava dolcemente mentre osservava la
villa paterna. Quella mattina, quando aveva pensato a un posto
tranquillo dove poter passare la sera con lei, gli era balenato in
testa il luogo adatto. In fondo, quella casa era di sua
proprietà, perchè non sfruttarla?
La vide divenire rossa e non riuscì a non fissarla
amorevolmente. Come poteva ancora resistere? E dire che si conoscevano
solamente da 5 giorni. Eppure, ciò che provava era molto
più forte di una semplice cotta. Era più forte di tutti i
sentimenti che avesse mai provato. Cosa gli stava facendo? Lo stava
stregando, forse?
La vide avviarsi in sua direzione e allungò una mano per prendere quella della ragazza, che guardava sempre
più interessata il giardino, ove i crisantemi crescevano
discreti e ordinati.
Camminando sul sentiero sterrato, percepì l'improvvisa
agitazione della ragazza che camminava al suo fianco. La fissò
con l'angolo dell'occhio e la vide mordicchiarsi il labbro inferiore.
Quanto avrebbe desiderato morderlo lui? Avrebbe voluto semplicemente
baciarla, sentire le sue labbra così rosse sulle proprie,
accarezzarle il volto così perfetto, odorare i suoi capelli
così magnifici.
Si riprese dallo stato di trance in cui era caduto e, prendendo la
chiave giusta, aprì la grande porta d'ingresso in legno
intagliato. Vide Kagome trattenere il fiato. Sorrise e spinse la porta
che cigolò leggermente.
Fatti i primi passi, entrarono nella casa, che a differenza dei
presupposti della ragazza, non sapeva di chiuso. Aveva un odore
estremamente buono e meravigliosamente accogliente. Quando Inuyasha
accese le luci, potè vedere che quella casa quanto era bella
fuori, tanto lo era all'interno.
Sentì lo sguardo di Inuyasha per l'ennesima volta su di sè. Rabbrividì guardando gli occhi del ragazzo.
Il fatto che ci fosse una grande possibilità di passare la sua
prima notte con Inuyasha, un ragazzo che conosceva solamente da 5
giorni, non la preoccupava, stranamente. Certo, l'agitava, ma se quello
fosse servito per conquistarlo, lo avrebbe fatto.
Deglutì quando Inuyasha fece un passo verso di lei. Poi
però lo vide iniziare a sorridere. Eppure il suo sorriso si
allargò e cominciò a ridacchiare.
<< Kagome, non penserai mica che io voglia mangiarti, stanotte, vero? >>
Kagome sorrise imbarazzata. A dir la verità lei pensava che
avrebbe fatto di peggio. Poi però guardò l'espressione di
Inuyasha cambiare e diventare quasi triste. Gli si avvicinò
preoccupata.
Cercò di capire cos'avesse, preoccupata che lei avesse fatto
qualcosa di male, ma Inuyasha riprese il suo solito sorriso, come se
quella nota di poco prima non si fosse mai designata sul suo viso
perfetto.
Kagome allungò una mano, appoggiandola sulla guancia del
ragazzo. Era così calda la sua pelle che sarebbe rimasta ad
accarezzarla per tutta l'eternità, se lui non l'avesse
risvegliata. Di fatto, la sua mano fu presa da quella di Inuyasha,
sempre calda.
Fu trascinata nel salotto, tutto ordinato e con un enorme plasma nero.
Kagome rimase tanto stupita quanto emozionata. Guardò Inuyasha
che ricambiava il suo sguardo dolcemente e corse di fronte all'enorme
televisore. Prese il telecomando e rimase a fissare lo schermo
meravigliata.
Il corpo di Kagome, che era fasciato in quell'abito, tolto il cappotto,
era bellissimo e Inuyasha non riusciva a togliere lo sguardo dalla
ragazza.
Un attimo prima, quando l'aveva vista spaventata, aveva avuto paura che
lei lo rifiutasse nuovamente, come ormai era capitato tutte le volte.
Eppure, quella sera, aveva intenzione di rimanere, finalmente, da solo
con lei.
Non aveva intenzione di tirarsi indietro, ma non aveva nemmeno voglia
di spaventarla troppo. L'aveva portata in quella casa solo
perchè per lui, quel posto, era magico. Quando era piccolo
andava sempre a giocare nella casa che, compiuti i 18 anni, avrebbe
ereditato. Era forse uno dei pochi luoghi che gli ricordavano fin
troppo la figura paterna, e, anche se odiasse sentirne la mancanza,
stare isolato in quella casa lo metteva in pace.
La ragazza che era di fronte a sè stava ancora fissando lo
schermo che si trovava davanti a lei e non lo vide con il viso nuovamente oscurato
da un velo di tristezza. Odiava i momenti in cui ricordava il padre,
odiava i momenti che lui pensava a lui e al dolore. Per quel motivo,
dopo che il padre era deceduto, aveva cercato sempre di reprimere quel
sentimento di sofferenza.
Si concentrò nuovamente sulla ragazza, evitando di pensare al
padre ad oltranza. Guardandola, potè studiare per l'ennesima
volta, il profilo del suo viso, del seno prosperoso, delle gambe lunghe
e snelle. Forse fissò troppo ardentemente la ragazza,
poichè ella si voltò nella sua direzione, potendole
fissare gli occhi.
Non sapeva per quale motivo, non sapeva il quando, non sapeva il come
eppure una parte di lui, che mai si era pronunciata, ora si faceva
sentire sempre più e con maggior forza. Le fitte, dolorose e
piacevoli nel medesimo tempo, avvolgevano il suo cuore, mozzandogli il
respiro.
Quella sensazione di subordinazione, di dipendenza da Kagome lo
spaventava e lo attirava contemporaneamente. Per questo motivo, e forse
per altro, non riusciva a non immaginarsi senza lei.
Si accorse solo poi che Kagome si era avviata verso di lui e che ormai
si trovava davanti a sè. Vide lo sguardo preoccupato della
ragazza e sentì la sua mano sul proprio braccio. Deglutì
rumorosamente quando l'occhio gli cadde sulla scollatura dell'abito che
mostrava un poco il seno della ragazza, chiuso dolcemente dalla
fasciatura.
Sentì un'ondata di calore pervaderlo e dovette costringersi a
tornare a fissare lo sguardo. Odiava i momenti in cui si sentiva
così debole. Si sentiva semplicemente un idiota, perchè, sfortunatamente, Kagome riusciva a farlo imbarazzare.
Vide le labbra di Kagome fin troppo vicine e il suo cuore iniziò
a battere, se possibile, ancor più veloce e rumorosamente. La
sua ragione, frattanto, era salita su una nave e stava circumnavigando
il Giappone. Sentiva la mano di Kagome bollente a contatto con la sua
pelle e se tratteneva il respiro poteva udire il respiro spezzato e
irregolare di Kagome, che nel frattempo era arrossita leggermente.
E poi, la sua mano prese quella della ragazza. Sentì la sua
pelle liscia e morbida e capì che non poteva più
aspettare.
Avrebbe perso, ma con onore.
E sorridendo attirò la ragazza a sè, abbracciandola.
Kagome sentì i brividi quando Inuyasha l'abbracciò di
slancio, facendole perdere l'equilibrio. Dovette, per ciò,
aggrapparsi alle sue spalle, possenti e muscolose. Il suo corpo, ora,
fremeva al contatto con quello del ragazzo, che, come poteva sentire
dai respiri frammentati, non era messo in condizioni migliori.
Potè percepire, sotto la leggera camicia blu del ragazzo, i
muscoli sodi e in rilievo di Inuyasha e deglutì rumorosamente,
mentre la sua mente, ormai fin troppo condizionata dalla presenza
dell'uomo, aveva cominciato ad elaborare pensieri aldilà
dell'essere pudici.
Alzò il viso, fissando insistentemente le sue labbra. Le vide
dischiudersi leggermente e non potè far a meno di desiderarle.
Era forse giunto il momento tanto atteso? Stava dunque per vincere la
scommessa? Eppure, quel pensiero, in quel momento non la toccò
più di molto e attese ormai con ansia quel bacio tanto
desiderato.
Non riuscì a far a meno di inumidirsi le labbra, mentre
percepiva la stretta di Inuyasha farsi più prepotente, bramosa.
Si alzò un poco nel tentativo di agevolare il ragazzo.
Le tremarono le gambe quando sentì la mano di Inuyasha risalire
la sua schiena e dischiudersi dietro di essa, per sostenerla meglio.
Riprendendo stabilità, Kagome mosse le gambe, per posizionarsi
meglio, facendo involontariamente aderire anche le gambe. Notò,
allora, un lieve rossore ricoprire le guance del ragazzo. Sorrise e
attese che Inuyasha la baciasse.
In fondo, lei era la ragazza, non poteva baciarlo lei.
Aspettò qualche secondo, mentre il contatto con il corpo del
ragazzo continuava ad emozionarla. Ormai attendeva impaziente il bacio,
ma Inuyasha sembrava quasi ripensarci. Quasi offesa, si avvicinò
maggiormente al suo corpo, facendolo immobilizzare. Potè sentire
chiaramente che il ragazzo aveva trattenuto il respiro e non
potè far a meno di sentirsi vittoriosa.
Fu percorsa, tuttavia, dai brividi quando Inuyasha l'avvicinò
ancora più a sè, facendo in modo che le sue gambe fossero
divise da quelle del ragazzo. Deglutì, sentendo che il calore
del suo corpo aumentava, facendola impazzire. Perchè Inuyasha
doveva giocare con il fuoco?
Ora, sentiva che il fatto di vincere era diventato indispensabile. In
qualsiasi modo, con qualsiasi metodo, lei doveva vincere. Ne giocava
l'onore! Gettò dunque le sue braccia intorno al collo del
ragazzo che rimase per un istante spaesato. Colse l'attimo per portare
il viso del ragazzo ancora più vicino, solo a qualche millimetro
dalle sue labbra.
Sorrise compiaciuta quando scorse un bagliore di preoccupazione negli occhi del ragazzo.
<< Kagome... >>
La sua voce roca, ormai così profonda, le fece accapponare la
pelle e per un momento fu tentata di cedere, ma si risvegliò un
istante prima che commettesse il fatal errore. Non sapeva con quali
risultati, ma pronunziò ad ugual tono il nome del ragazzo, che
rabbrividì.
Inuyasha ormai era in preda alla disperazione. Sentiva ormai che non
poteva più resistere e percepì uno strano
formicolìo anche nel basso ventre, deglutendo rumorosamente e
sperando che la ragazza non capisse che ormai era allo stremo della
resistenza.
Ma quando sentì una mano di Kagome infilarsi sotto la camicia e,
fredda, risalire seguendo la colonna vertebrale, per la prima volta
desiderò essere una donna, evitando così di mostrare
la propria eccitazione...
E' davvero strano pensare a quanto sia fortuita la vita.
E a volte è davvero illogico pensare ai casi della vita, alla sua diversità, alla sua varietà.
Pensare che in un attimo si possa perdere ogni cosa, e un attimo
dopo prendere in pugno la propria vita, sovente può spaventare.
Eppure, se tutto si perde, se ogni cosa viene a mancare, solo una cosa può sopravvivere.
Solo una cosa può resistere a tutto il dolore:
l'amore.
Kagome sbarrò gli occhi, quando sentì le labbra, tanto bramate, di Inuyasha a contatto con le proprie.
Non riuscì a razionalizzare immediatamente, e tutto il desiderio
di vincere svanì in un mero istante, disarmandola da ogni
pensiero vagamente vicino alla ragione. Vedendo gli occhi chiusi di
Inuyasha che ormai la stava baciando, chiuse anch'ella i propri e
percepì le labbra di Inuyasha muoversi ardentemente sulle
proprie, mandandola in estasi. Com'era possibile che una cosa tanto
bramata poi giungesse così potente?
Sentì una nuova pressione all'altezza del ventre e non riuscì a non rabbrividire, non capendo più nulla.
Quando sentì la lingua di Inuyasha intrufolarsi prepotente,
calda e ruvida fra le sue labbra, non riuscì a non stringere
più, se ancor possibile, il ragazzo. Si sentì impotente
quando percepì la lingua di Inuyasha leccarle le labbra e poi
schiudere le proprie labbra, alla ricerca della sua lingua. Kagome, non
riuscendo più a capir nulla, dischiuse immediatamente le labbra,
lasciando che finalmente le loro lingue s'incontrassero.
I brividi che provava, dovevano essere i medesimi che anche Inuyasha
sentiva. Ormai i loro corpi erano un tutt'uno, e desiderava, anzi
bramava quel corpo a contatto con il suo.
Sentì il fiato ormai vacante e ne necessitava. In quel momento,
però, sentì l'intensità del bacio diminuire,
finchè questo finì.
Kagome esitò ad aprire gli occhi.
Ma quando sentì le labbra di Inuyasha che la toccavano su tutto
il viso, non riuscì a non dischiuderli un poco. Vide il ragazzo
con le gote rosse e sorrise. Sentiva il calore delle proprie guance e
si sentiva sempre più accaldata. Inuyasha si fermò a
guardarla e Kagome non riuscì a non imbarazzarsi ancora di
più, vedendo quello sguardo ancora più famelico.
<< Kagome... Tu non sai, non puoi capire... >>
Stava parlando, anzi, biascicava ogni parola lentamente, con voce quasi
impastata di desiderio, e la stessa Kagome sentiva che la sua voce era
impossibilitata ad uscire. Dischiudendo nuovamente le labra, gli
domandò cosa, anch'ella con voce rauca.
<< Non sai quanto io ti voglia bene... Neanche lontanamente. >>
Kagome deglutì. Era davvero certo che lei non provasse le stesse
cose? E ora, però? Cos'avrebbero fatto? Sarebbero tornati
semplici conoscenti? O si sarebbero frequentati?
Inuyasha la strinse nuovamente a sè, ormai capacitatosi di ciò che aveva fatto. Aveva perso.
Quel bacio, quello sciocco bacio che aveva segnato la fine di quella sciocca
scommessa, lo aveva sbaragliato, scombussolato, emozionato. Sentiva
ormai che la sua eccitazione era allo stremo e desiderava Kagome, ma
non aveva nessuna intenzione di spaventarla in quel senso.
Lui aveva intenzione di metterla a suo agio e voleva essere sicuro che lei ne fosse convinta.
Vide Kagome sorridere stranamente e non riuscì a non darsi dello scemo. Aveva perso.
E lui che aveva tanto sperato di vincere. Avrebbe avuto quella vittoria
ormai in pugno, se la passione non avesse preso il posto della ragione.
Sentì delle fitte piacevoli e fastidiose nel basso ventre, e la
vicinanza con il corpo di Kagome non l'aiutava di certo, ma al
contrario, gli faceva perdere ancora la ragione.
<< Ora, tu, dovrai fare tutto ciò che vorrò io. >>
Il modo in cui Kagome aveva pronunciato quella frase, non prospettava
nulla di facile. La mente di Inuyasha volò a pensieri estramente
poco casti, ma cercò di non dare altro motivo di crescita alla
sua eccitazione. Cercò di normalizzare il respiro attendendo che
Kagome continuasse a parlare.
Ma, come al solito, la ragazza lo sorprese. Lo prese per una mano e lo
trascinò fino al divano. Sbarrò gli occhi quando lei lo
buttò su di esso e si stanziò di fronte a lui.
Maledì la ragazza perchè a causa sua l'eccitazione si era
nuovamente fatta sentire. Non riuscì a trattenersi e
scrutò la figura della ragazza, contemplando il suo corpo. Le
gambe lunghe e snelle erano perfettamente proporzionate. Il suo seno
era tremendamente invitante e quel collo era semplicemente invitante.
L'avrebbe voluta per l'eternità, ma lei? Lei veramente l'avrebbe voluto?
<< Tu devi dirmi tutto! >>
Inuyasha la guardò, mentre sperava solo di poterla baciare ancora.
<< Riguardo a cosa? >>
Kagome si avvicinò pericolosamente. Deglutì quando Kagome
si piegò verso lui e lui deglutì rumorosamente.
<< K-Kagome, cosa vuoi fare? >>
Kagome sorrise e lui pregò che lei lo baciasse. Ma cosa cercava di fare Kagome? Voleva farlo morire, forse?
In quale modo poteva porgli la questione? Come poteva spiegargli che
lei desiderava averlo come ragazzo? Come poteva spiegargli che lei era
innamorata?
Ma i suoi pensieri furono interrotti perchè Inuyasha la prese
per i fianchi e la fece sedere sulle proprie gambe, cercando le sue
labbra. Sentì nuovamente quelle vampate di calore che la
facevano morire e percepì la presa di Inuyasha farsi più
prepotente. La lingua di Inuyasha danzò ancora con la sua, fino
a che Inuyasha si staccò nuovamente.
<< Kagome, devo dirti una cosa. >>
Kagome sussultò. Non ancora ripresasi completamente dal suo
secondo bacio, cercò di capire e razionalizzare le parole del
ragazzo. Attese impaziente, guardando il volto di Inuyasha assumere
varie tonalità.
Poi, però si schiarì la voce, e da quella assurda
posizione Inuyasha prese il volto di Kagome con una dolcezza
disarmante, lasciandola ancora senza fiato.
<< Vuoi... Vorresti... Insomma... Essere la mia... Fidanzata? >>
Silenzio.
Kagome non parlò. Non riuscì a parlare. La voce, che di
sicuro sarebbe uscita sotto forma di urlo, tuttavia non si formava.
L'aria, l'ossigeno non arrivava al cervello. Il cuore le stava battendo
troppo velocemente. Forse passò troppo tempo, perchè
Inuyasha si rattristò, ma poi lo sentì continuare.
<< Ovviamente, se non vuoi... Non ti devi preoccupare... >>
Ma cosa stava capendo?
Si armò di tutta la sua forza di volontà e gli prese a
sua volta il viso, attirandolo verso le sue labbra, baciandolo con
tutta la dolcezza che potesse possedere. Come avrebbe mai potuto dirgli
di no?
Inuyasha rimase disarmato a contatto con le sue labbra. Sarebbe mai
cessato quell'effetto sbalorditivo che aveva su di lui? E quella poteva
essere considerata una risposta positiva? Senza nemmeno rendersene
conto, si alzò, prendendo Kagome in braccio, mentre ancora lei
lo stava baciando. La strinse a sè, come se fosse stata la cosa
più preziosa al mondo. E, in effetti, Kagome lo era.
Chiuse gli occhi e sorrise.
E' meraviglioso scoprire un sentimento potente come l'amore.
Ed e' ancora più sorprendente sapere che la persona amata ricambi il sentimento.
E' talmente potente, che tutto, perfino l'odio, può svanire.
Ed è solo allora che la vita si colora.
Ed è solo allora che non è più Dicembre.
E, soprattutto, è solo allora che si ama vivere.
'' Si vis amari, ama.''
Fine capitolo.
Coffcoff.
*Monik sgranocchia le dita leggermente addormentate e formicolanti.*
Che posso dire?
Finalmente questa scommessa è finita!
Sono in ritardo, un po' come al solito. =) Ma in fundis, ormai sarete
abituate! ^-^! Spero che questa conclusione un po' gettata così,
sia di vostro gradimento. Sono abbastanza incerta sul fatto di creare
un capitolo seguente post-finem.
Ovviamente spero che questo capitolo non sia troppo spinto od osè.
Ho deciso di non mandare troppo avanti il loro rapporto intimo,
semplicemente perchè trovo forse sciocco il fatto che da un
bacio così tanto desiderato e atteso si passi subito a rapporti
ecco.. ^//^ Comprendete, spero! ^-^!
Per quanto riguarda la storia in generale, per una volta avevo
intenzione di creare una storia finalmente senza maledetti ostacoli, se
non il dolore per perdita di persone molto importanti. So benissimo che
la vita è difficile, ma non può essere che l'amore si
trovi quando meno uno se lo aspetti?
Vorrei ringraziare davvero sinceramente le persone che fino ad ora mi
hanno seguito. Non ho davvero parole. Siete state davvero tutte
gentilissime a commentare e a mettere questa storia, a mio parere forse
un po' banale, fra le vostre preferite.
Mi scuso di non ringraziare singolarmente le persone, ma devo scappare
a studiare greco, che mi aspetta a braccia, sfortunatamente U-U,
aperte!
Grazie, grazie di cuore!
Alla prossima!
Monik
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Capitolo 11 *** Epilogo ***
Epilogo
Epilogo.
Un piccolo gattino di dimensioni alquanto normali si stava avviando tranquillamente verso una casa lontana.
Le macchine che gli sfrecciavano a fianco gli incutevano una fifa tale
da non permettergli nemmeno di pensare ad attraversare una strada
così umana.
Per le sue ottime dimensioni, si riteneva il piccolo capo di un
quartiere allargato, nel quale, sfortunatamente, solo due persone erano
ancora capaci di nutrirlo decentemente.
Con la sua solita camminata mattutina, si stava avviando, come ormai
soleva da forse troppo tempo, verso la sua tappa numero uno: carne in
scatola. Forse la sua piccola, astutissima, ingegnosissima mente non
era ancora in grado di decifrare la parola via oppure, più
semplicemente, la parola casa. Ma se c'erano due parole che di sicuro
erano incluse nel suo piccolo, ma alquanto fornito vocabolario per un
gattino così ben sveglio erano carne e pesce.
Come suo solito, la gente non badava più di molto al piccolo 're
della foresta', i cui ritmi modesti e costanti erano pari allo
spostamento di una piccola tartaruga alle prime armi con una
bicicletta. Ma d'altronde lui meritava rispetto! Era un piccolo
veterano di guerra, che giungeva a casa solo dopo molte ore di viaggio.
Improvvisamente, un dolore fortissimo lo colse all'estremità
della sua piccola ma tozza coda. Guardò con astio l'esserino
roseo che si allontanava saltellando dal loco del piccolo incidente
mattutino.
Il gatto in questione, pertanto, fu costretto, come al solito, a
fermarsi e dedicare le sue attente cure alla povera e piccola parte
lesa. Quegli esseri tanto spregevoli erano davvero insopportabili. Tsk!
Prima lo prendevano in braccio, gli facevano fare un piccolo lavaggio
del cervello a furia di parlare in quella loro lingua così
rumorosa, lo facevano sventolare come una piccola bandiera e quando
finalmente lo posavano a terra, dopo avergli fatto ruotare lo stomaco,
tra l'altro molto sensibile, gli pestavano la coda.
In due parole: umani odiosi.
Ripartì al suo celerissimo passo, dunque. Ormai erano passati
minuti dalla partenza e il viaggio diveniva ad ogni passo sempre
più arduo. La polvere gli colpiva i piccoli occhietti stralunati
che spuntavano al di sopra di un musetto assolutamente anomalo.
Gli giunse, infine, un lieve odore di pesce, che lo distolse per un
attimo dal proprio intento. Difficoltosa decisione fu quella per lui.
La meta lontana, o il pesce vicino?
Ma, al contrario di tutti i
fanfaroni abitanti quel quartiere, si coricò la pinguedine sulle
spalle e armato di buona volontà riprese la lunga marcia.
Non seppe quanto tempo passò o quanti calci ricevette in quel
frangente, ma giunse finalmente in quella lontana e deserta casa, ove
regnava una grande pace.
Prima, però, di entrare in casa e mostrarsi allo stremo, si
accucciò per un attimo all'esterno di quel cancello, ormai
vecchio, in ferro battuto. Doveva, ora, solo trovare un nuovo modo per
attraversare le sbarre. Si ricordava solo vagamente un film umano, dove
il protagonista spiccava un salto con varie giravolte.
Che esibizionista. Lui tuttavia avrebbe fatto molto meglio. Avrebbe
raggiunto l'altissimo e lontanissimo tubicino di ferro orizzontale,
distante ben 17 centimetri, applicando e svolgendo alla perfezione
capriole mortali e complicatissime.
Riprese il fiato poco prima mozzato e si preparò al
difficilissimo slancio. Mosse qualche piccolo passo all'indietro,
facendo in modo che il suo manto si muovesse con l'eleganza di una
pantegana, e si posizionò con cura.
Mosse i primi passi, accelerando ogni secondo più, e giunto
infine di fronte al cancello, fece per staccare e avviare così
una danza aerea di prima qualità. Ci fu solo un piccolo
ostacolo: le zampette piccole e tozze non si staccarono dal terreno e
il nostro povero micio andò a sbattere il suo delizioso musetto contro l'inferriata.
Quale sacrilegio! Quale inferno!
Si voltò, abbastanza celermente, e cercò qualche persona
che potesse averlo visto, ma pareva che il mondo non s'interessasse
più di molto a lui, povero, piccolo, indifeso micione.
Si avvicinò ancora maggiormente al cancello, trattenne il fiato
e come ogni giorno, ritirando nel miglior modo possibile la propria
pinguedine, passò attraverso le sbarre del cancello.
In fundis, l'indomani era un nuovo giorno.
Si avviò passando per quel giardino, a suo perfetto dire, fin troppo odoroso. Era un gatto di classe, lui!
Attraversatolo con fare maestoso e giunto di fronte alla porta, si
accucciò, attendendo che i suoi pseudo-padroni, perchè in
realtà lui era libero, gli aprissero.
Attese attese, ma nulla capitò.
S'avviò quindi verso la finestra che dava alla camera dove gli
umani s'assopivano e vide i suoi 'padroncini' in tenuta molto semplice:
avevano entrambi dei vestitini rosa carne, invisibili, e stavano
facendo qualche strana danza umana.
Ribadì per un'ennesima volta: i gatti erano i migliori.
Fissò ancora le figure di due giovani nel pieno dell'allenamento
mattutino finchè non smisero di fare quello sciocco gioco, a suo
modestissimo parere, futile.
Gli umani erano proprio una civiltà sciocca: i suoi padroncini
parlarono in quella loro lingua estremamente disgustosa e si toccarono,
inutilmente, con quelle stranissime parti del corpo con cui scandivano
le parole. Forse erano bocche?
Attese ancora qualche istante. Ma chi si credevano di essere? Insomma! Dovevano aprirgli!
Poi stranamente si misero quei loro meri abiti sopra i vestitini rosei
e il suo padroncino, lo scemo Inuyasha, si avviò verso la porta
d'ingresso.
Con abil mossa, spiccò un salto lunghissimo, e in pochi istanti
si ritrovò di fronte alla porta d'ingresso che fu aperta.
L'aveva già detto che amava i suoi dolcissimi padroni?
Fece le sue solite fusa, districandosi fra le gambe fin troppo lunge, a
suo egregissimo parere, dell'uomo e poi lo superò con sua solita
grazia.
<< Kagome, ma quanto tempo camperà ancora questo gatto!?
Mi fa terrore ogni volta che ci fissa dal davanzale! >>
Tsk. Osavano anche offendere sua grazia l'illustrissimo in sua presenza? Ma chi si credevano d'essere?
Li odiava proprio tanto! Sciocchi umani!
<< Amore! Ma ti sembrano cose da dire! Sei crudele! >>
Meno male che c'era sempre la sua primitiva, troglodita padroncina Kagome, che lo difendeva ogni volta.
<< Non è che sei geloso, Inuyasha? >>
Ma come si permetteva quella stupida umana pensare che lui,
straordinario gatto dalle fattezze meravigliose, potesse trovare gusto
nel guardarla?
Per una volta, dovette trovarsi d'accordo con il suo padroncino, che la
stava trucidando con lo sguardo. Era semplicemente noiosa la routine di
quella vita. Non facevano altro che bisticciare, fare quegli strani
giochetti con le bocche e poi ballare con quei vestitini rosa e poi
andavano via, lasciandogli tutta la casa.
<< Inuyasha, dovrei dirti una cosa... >>
Fu tentato di saltare alla gola della ragazza poichè aveva
interrotto il marito nel servigli la sua prelibatezza mondana.
<< Dimmi, tesoro! >>
Fece per azzannare la caviglia dell'uomo: se ne stava andando verso quella sciocca umana! Ma come si permetteva?
<< Sono incinta, amore... >>
Buyo si spiattellò contro al muro sentendo le urla spandersi
per la casa. Con gli ancora più stralunati del solito vedeva i
suoi scemi padroni saltare per la casa come degli idioti. Ma era
possibile?
<< E' un maschio o-o è una femmina? Insomma, è una bambina, vero? >>
Rimase immobile. B-b-bambina?
Cercò di rivangare la parola, già sentita molte volte, appurandone infine il significato.
Distruzione.
Disgrazia.
Terrore!
Fece per scappare, ma poi si ricordò di una cosa importantissima. Forse era la sua stessa esistenza.
La sua pappa.
*The End*
Ma ciao carissime!
Sono tornata con un piccolo epilogo, che spero possa avervi rallegrato. E' un capitolo, come dire, felino, non trovate?
Forse un po' differente da tutti gli altri, avevo voglia di concludere questa storiella così com'era iniziata.
Dobbiamo ringraziare in parte il nostro
gattino Buyo se i nostri protagonisti si sono incontrati a tal modo,
etc etc... -c'è da notare le varie reiterazioni dell'aggettivo
piccolo, per enfatizzare le sue enormi dimensioni! =P-.
Siamo giunte ormai alla fine di questa lunga storia, e spero di non avervi perso o annoiato durante questo itere!
Dire che mi mancherà molto scrivere una storia come questa
è forse una riduzione, anche perchè mi sono davvero
divertita moltissimo sia nello scriverla che nell'inventarla.
Spero che non vi abbia deluse e che non abbiate rincresimenti verso
questa piccola malata mentale, ma credo che mi dedicherò
finalmente alla stesura finale di 'Dolci Cambiamenti' e a qualche nuova
storia già in cantiere. ^.^! Ragazze, ma che posso dire?
A parte ringraziarvi per avermi seguito e sperando di non avervi
malaccontentato fin troppo, io vi lascio a ringraziamenti, che mi sento
in dovere -finalmente- di fare.
Per prima cosa, vorrei ringraziare le persone che hanno letto e seguito la storia.
In secondo luogo, ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia fra
le proprie preferite [Mi avete riempito il cuore di felicità e
gli occhi di lacrime! Merci!!!!].
E in ultimo luogo, ma non per importanza, vorrei ringraziare le persone che hanno commentato.
Ora i ringraziamente a voi dovuti.
-Vale 728: Carissima! Non so
come ringraziarti per aver seguito questa storiella, e spero che anche
questo corto epilogo ti abbia accontentato, benchè sia un po'
semplice e forse anche un po' sciocchino. ^//^ Grazie mille per i
complimenti e sono davvero felice che il fatto di non aver reso troppo
intimi i rapporti ti abbia 'sorpreso', in un certo senso. ^-^! Che
posso dire? Semplicemente spero di non averti annoiato durante tutti
questi lunghi, interminabili 11 capitoli, e devo confessarti che mi
dispiace davvero dover segnare questo capitolo come conclusivo. Certo,
continuerò a scrivere, ma penso che una storia come questa
sarà per sempre un po' il mio piccolo fulcro.
Ti saluto calorosamente! Un bacione! Grazie ancora! =)
- Luluchan: Ciao carissima!
Certo che ho seguito i tuoi consigli! Credimi, a mio parere, le
critiche possono solamente farmi crescere, ed apprezzo davvero molto
queste! Sono davvero contentissima che la storia ti abbia così
toccato. *-*! Sono semplicemente onorata di poter ricevere tali
complimenti! Credimi, non penso di meritarli, anche perchè non
trovo di essere affatto migliore di nessuna di voi, perchè siete
anche voi tutte bravissime!
Ovviamente questa storia è stata scritta con l'intento di
divertire la gente e per questo motivo ho cercato di renderla molto
dolce e semplice, senza varie lotte o dispute. ^-^!
Non so come ringraziarti per i vari consigli e sostegni che mi offri!
Davvero, sinceramente, apprezzo il tuo gesto, perchè lo trovo
assolutamente fondamentale per migliore il mio italiano!
Ihihih.. credimi che anche io, molto spesso non sopporto le storie
d'amore, ed è strano che io ne abbia scritta una così!
=)! Sono davvero entusiasmata dal fatto che ti sia piaciuta così
tanto e spero di poter scrivere altre storie che ti appassionino!
^-^! Grazie ancora di ogni minuziosa correzione, con le quali spero finalmente di migliorare! Grazie ancora..
Bacioni! ^.^
-fmi89: Eccomi qui con l'ultimo
capitolo. Mi sembrava divertente concludere così una ff che
aveva una nota leggermente comica. E' per questo motivo che il
protagonista principale di questo capitolo è stato proprio lui,
il nostro gattino sempre affamato e molto, molto egocentrico. =) Sono
davvero lieta che la mia storia ti sia piaciuta e spero di non
averti mai annoiata con questi personaggi abbastanza modificati! =)
Alla prossima e grazie, grazie davvero!
Un bacione! ^-^
-Bellatrix_Indomita: Ciau
cara! Che piacere aver trovato un tuo commento! Sono davvero
contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, e ti ringrazio per gli
ennesimi consigli super utili che mi dai! Senza le tue critiche e
consigli e quelle di alcune altre ragazze, la storia sarebbe rimasta
con i soliti errori, anche se ora ne è piena di altri! ^///^!
Per quanto riguarda le critiche, guarda, io non me la prendo quasi mai
-ovviamente me la prendo quando mi si offende.. =( Ecco!- ^-^! Mi
fanno solo piacere, quindi non ti devi assolutamente fare scrupoli!
Semina consigli ovunque che prima o poi spunterà qualche fiore!
=)! E siamo dunque arrivate all'epilogo di questa storiella che spero
ti sia piaciuta. Sono contentissima di aver delle commentatrici come
voi, e ti devo ringraziare ancora tantissimo per tutto il sostegno e
gli aiuto che mi hai dato! Mi hanno solo aiutato! ^-^! Spero di
trovarti ancora magari fra i miei commentatori -eheh.. Che tapina che
sono!- perchè adoto davvero i tuoi consigli, grazie ancora
Bellatrix!!! un bacione!! Ciau! ^-^!
- Mikamey: Ma ciau caraa!! Che
felicità trovare un altro tuo commento! Visto? Ho postato
l'epilogo di questa storia che non finiva più! ^-^! Sono
contentissima che il capitolo ti sia piaciuto! E hai visto? Gli ho
fatti sbaciucchiare per bene! Forse fin troppo! Muahahahah! Sono
davvero crudelissimaaa! Per quanto riguarda le altre storie, spero di
non deluderti postandone una nuova.. o meglio.. ^-^ ihih! Non te lo
dicooo! Spero che anche questo capitolo, il cui protagonista è
il nostro Buyetto, ti ia piaciuto! Poichè è l'ultimo ti
voglio ringraziare davvero tanto per avermi seguito e riempito di
commenti che non facevano altro che tirarmi su di morale e farmi
davvero contentissima. Trovare i commenti di autrici così brave
mi rende solo molto onorata e piacevolmente colpita! Grazie ancora,
cara! Spero di trovarti presto con qualche tua storia o commento! A
presto! Ciau! Bacione!!!! ^-^!
- Callistas: CARAAAAAAAAA! Ma
ciau! Eccoci arrivate alla tanto agognata meta! Hai visto? Finalmente
ce l'ho fatta!!!! ^-^Ihih.. non immagini quanto abbia riso leggendo il
tuo tenerissimo commento! E poi, aspetta che devo fare copia e incolla
perchè è troppo difficile per me..supercalifragilistichespiralidoso?? Ecco
una nuova parola da imparare! Mi impegnerò in questo periodo ad
impararla! Tanto non aggiornerò per un bel po'! Muahah! Scherzo!
Ovviamente io tornero! E tornerò per rovinarvi le feste!
Muahahahahhaahha! Sono contenta che sia rimasta sorpresa del fatto che
avesse vinto Kagome! Anche io credevo l'avrebbe vinta Inuyasha.. ma
alla fine to và a vinto questa qui! Ihihh.. Mi mancherai un
sacco! E mi mancheranno i tuoi fantastici commenti.. Ma comunque dovrai
ancora subirmi perchè le tue storie sono fantastiche! Me
crudelissimaaaaa... ^-^ Per quanto riguardi le migliaia di capitoli! Io
li farei anche, ma ora che io li aggiorni tutti, noi due saremo
diventate delle vecchiettine simpaticose! Ahahaha! =) Dai.. ora vado
che devo postare ancora una sorpresina.. Spero di sentirti al
più presto, cara.. Mi mancherete un sacco! Un bacione
astrusamente abnorme! Ciau bella!!!!!!
Grazie ancora a tutte.. Ciau belle! Fate le brave, ne! =) ^-^
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