Tales of fire and light .

di raffychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La promessa ***
Capitolo 2: *** Il suono della tua voce. ***
Capitolo 3: *** Le parole che non ti ho detto. ***
Capitolo 4: *** Resta con me ***
Capitolo 5: *** Qualunque cosa succeda ***
Capitolo 6: *** Sentimenti ***



Capitolo 1
*** La promessa ***


 
Nuova storiella come sempre sulla mia coppia preferita. Non è lunghissima però boh, avevo voglia di scriverla e così eccola qui. Ispirata alla puntata del “Il tempio di sabbia”, uno degli episodi che più amo. Come sempre qualsiasi commento o critica sono ben accetti. Buona lettura!

 


La promessa.
 

Lo scoppiettio del fuoco. Il cielo pieno di stelle. Un deserto di croci.
Si era svegliata di soprassalto, spaventata dalle urla di quella principessa che rimembrava il sogno appena passato. Un mostro con due lunghe antenne aveva detto, quella principessa ne aveva di fantasia anche mentre dormiva.
Ormai il sonno era passato quindi si permise una passeggiata al chiaro di luna, giusto per schiarirsi le idee.
L’aria fredda della sera la colpi violentemente, mentre si fermava ad osservare il panorama intorno a sé.
Lo spettacolo che quel deserto di notte le offriva era davvero affascinante. Si portò le mani lungo le braccia per darsi un po’ di calore. Faceva dannatamente freddo!
Pensò se non era il caso di tornare in tenda e rimettersi sotto le coperte. Fu il suono di quello scoppietto e il dolce profumo di qualcosa di infinitamente invitante che le fece cambiare idea, spostando lo sguardo davanti a sé.
Lui era li, seduto davanti al fuoco. I lunghi capelli che gli ricadevano come un manto dorato lungo tutto il corpo. La voce di lei, sorpresa nel ritrovarselo sveglio, ruppe il silenzio.
Lui non si era accorto della sua presenza fino a quando non la vide avvicinarsi, mettendo subito in chiaro a chi appartenesse quella fumante e squisita patata appena cotta.
Lei si sedette accanto a lui un po’ irritata ma, al tempo stesso, anche in totale imbarazzo mentre lo osservava: i suoi lineamenti, i suoi occhi, quel lungo ciuffo biondo.
Dannazione, perché le parole di quella curiosa vecchietta ora le ritornavano in mente? Possibile che nessuno si facesse gli affari proprio?
Non solo i loro amici, adesso ci si metteva pure quella strana vecchietta con le sue domande.
“Per caso siete fidanzati?”
Le aveva chiesto.
No che non lo erano!
Loro erano amici, si.
Compagni di viaggio insomma.
Dove stava scritto che dovevano per forza essere una coppia?
Certo, funzionavano bene insieme.
In tutti i loro combattimenti si erano sempre ritrovati a combattere vicino, spalla a spalla, riuscendo ad intendersi con un solo sguardo.
E poi…dopotutto…non stavano male insieme.
Chissà magari, potevano sul serio definirsi una coppia, no?
Ormai erano parecchi mesi che viaggiano, girando il mondo in lungo e in largo, stando sempre insieme.
Nessuno dei due sentiva il bisogno di tornare alla propria casa, anche perché lei più lontano ci rimaneva meglio era, ma si poteva dire lo stesso per lui?
Che era di nobili origini l’aveva capito ormai, mica era scema.
Una spada come quella di certo non poteva appartenere ad una famiglia di falegnami.
Quindi chissà, magari qualcuno lo stava aspettando, QUALCUNA magari.
Qualcuna dai lunghi capelli d’ebano e grandi occhi, con le forme giuste e…
E adesso perché si arrabbiava?
Insomma, cosa  importava a lei ?
Però chiedere non costava nulla, no?
Magari una passo alla volta, magari prima di chiedergli questo voleva sentire altro.
Voleva sapere se lui ci pensava a tornare a casa sua, dove ad aspettarlo c’era…
Oh insomma, cosa era tutta quella paura?
Che ci voleva a chiedergli: fino a quando hai intenzione di seguirmi? 
Di starmi accanto?
Ecco, gliel’aveva chiesto, ovviamente lasciando perdere l’ultima parte del discorso che si era preparata.
Sentiva le guance talmente rosse che per un attimo si sentii infinitamente stupida per averglielo chiesto. No ma non era per quello, era il fuoco che giocava brutti scherzi sulla sua pelle.
Quindi, questa risposta?
“Magari per tutta la vita!”
Ed ecco che le sue guance scoppiarono definitivamente, mentre gli chiedeva.
“Dici davvero?”
Lui la guardò, lei sorrise.
Quelle parole non le avrebbe dimenticate mai.
Quelle parole che avevano il dolce suono di una promessa.
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Il suono della tua voce. ***


Il suono della tua voce.
 

Il colpo che ho ricevuto é stato davvero forte.
Non riesco a muovermi eppure sento che c’é qualcosa di strano nell’aria, qualcosa che mi dice di alzare gli occhi, di rimettermi in piedi e di correre.
Sento la testa confusa e il rivolo di sangue che lentamente scende dalla mia guancia.
Mi volto e vedo quel demone davanti al crepaccio, in mano si sta preparando a scagliare un incantesimo.
Non so chi sia il suo bersaglio ma non posso fare a meno si sentirmi in ansia.
Ho paura!
Per la prima volta in vita mia ho paura.
Ho paura di scoprire a chi é rivolto quel colpo.
Ho paura di non farcela in tempo.
Di non riuscire a salvarla.
LINA!
Lei é li.
Lei é il bersaglio.
Lina!
Devo sbrigarmi, devo correre, devo salvarla!
 É in pericolo, lo sento!
Non posso permetterlo, non posso!
Sono la sua guardia del corpo.
Ho promesso che l’avrei protetta, sempre.
Ho promesso che mai e poi mai le sarebbe accaduto qualcosa di male.
Ho giurato di stare sempre al suo fianco perché ne ho bisogno.
Ho bisogno di lei!
Ho bisogno di sentire la sua voce al mattino.
Ho bisogno di vedere i suoi occhi pieni di vita e di intelligenza.
Ho bisogno di sentirla ridere e di vedere il suo viso illuminato dal sole.
Ho bisogno di lei.
“NON FARLO!”
Urlo con tutte le mie forze, nel vano tentativo di fermare il colpo di quel demone.
Lo vedo caricare l’incantesimo, alzare le braccia, puntarlo verso Lina e poi…..
 
Sento solo il vuoto dentro di me, mentre la osservo precipitare, la vedo andare via da me.
I mie occhi non vogliono crederci, la mia mente non vuole crederci.
Lei non può essere precipitata, non può essere…..
Ma se davvero é così io…
Mi volto verso Kanzel.
La mia vista é offuscata dalle lacrime che scendono dai mie occhi eppure la mia mente é lucida.
Uccidere, uccidere, uccidere!
Non ho nient’altro nella testa ormai.
Uccidere chi é davanti a me.
Chi ha osato potarmi via ciò che di più caro ho nella vita.
Uccidere lui, uccidere tutti!
Non mi importa più niente ormai, non mi importa!
Se il prezzo da pagare per stare con lei é precipitare all’inferno allora lo pagherò!
Non voglio nient’altro, niente!
Voglio solo sguainare la mia spada, vedere quell’essere morire sotto le mie torture e poi…
Poi voglio raggiungerti, Lina, perché noi dobbiamo stare insieme, per sempre!
“É più oscuro del crepuscolo, é più rosso del sangue…”
Sento la tua voce ancora calda nell’aria, sento ancora la tua presenza vicino a me.
Mi volto e ti vedo.
Sei bellissima, come sempre.
Sei forte, sei un turbine, sei il mio sogno.
Quanto vorrei che tu fossi realmente qui.
“Lina sei viva”
Amelia, ma cosa…?
D’improvviso un turbine di immane potenza di scaglia contro Kanzel, disintegrandolo.
La terra trema, gli alberi vengono spazzati via, il cielo si tinge di rosso ma tutto quello che vedo io sei solo tu.
Tu che mi appari davanti, sorridendo con il tuo solito modo da furbetta.
Tu che ti avvicini e spieghi come hai fatto a salvarti.
Tu che sei viva e sei qui, con me.
Vorrei stringerti a me per non lasciarti più andare via.
Vorrei accarezzarti i capelli per sentire che sei vera.
Ma sono ancora troppo scosso, troppo incredulo e troppo felice.
Forse un giorno me la farai pagare ma per questa unica volta permettimi di invertire i ruoli.
“Potresti tener conto anche dei miei sentimenti per una volta?”
E capire quanto sei dannatamente importante per me?
Vorrei aggiungere e forse un giorno riuscirò a dirtele queste parole che ho dentro al cuore da troppo tempo ma non voglio più parlare, voglio solo sentire di nuovo il suono della tua voce.
“Mi dispiace”
Sussurri, mentre ti guardo arrossire.
Sei una, bambina lo sai?
 Sei una stupida, sei una maledetta bugiarda e una brava attrice.
Te ne sei pure vantata.
Sei Lina, la mia Lina.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Le parole che non ti ho detto. ***


Dedicata a SonLinaChan e Black Cat.
 

 
Le parole che non ti ho detto.
 

Il suono del martello che si abbatte sul ferro caldo tintinna nelle mie orecchie, fa eco tra le piccole mura della fucina.
Fa caldo qui, dannatamente caldo in questa piccola prigione in cui, da una settimana, ho trovato rifugio per…riflettere…credo.
Non sono mai brillato per intelligenza, e di certo il riflettere non è il mio maggiore hobby, eppure sento che c’è qualcosa che non va in tutta questa storia.
Un settimana è passata da quando quella strana donna pesce si è presentata davanti a me, annunciandomi che ero diventato padre di due pestiferi e amorevoli pesciolini.
Non potevo crederci, come non ci credo nemmeno adesso, so come vanno queste cose e, a parte Lina e Amelia, negli ultimi tempi non credo di aver mai visto un’altra donna sul mio cammino.
Di certo in questo momento si staranno facendo tutti delle grosse risate pensando a fare da padre a due pesciolini, ogni tanto scappa da ridere anche a me. No, forse non tutti staranno ridendo. Amelia sicuramente ci starà ricavando sopra un qualche storia d’amore da romanzetto. Zelgadis, per lui l’unica cosa che conta è l’urna di Rezo, così come per Pokotà.
Lina..
Lina.
Cosa starà facendo lei?
Sono andato via senza dirle nulla, senza darle una spiegazione e lei, come sempre, non ha battuto ciglio semplicemente mi ha detto: “Se è quello che vuoi”.
Ma è davvero questo quello che voglio?
È davvero questa al vita che voglio vivere?
Essere un padre, occuparmi di una famiglia.
Smettere di viaggiare, di combattere, di stare con lei.
Alzo la spada su cui sto lavorando, ormai la lama ha trovato il suo giusto bilanciamento e la vedo, nel riflesso dell’acciaio ancora caldo. Il suo volto sorridente compare davanti a me. Vedo i suoi occhi rossi carichi di vita e di luce. Vedo i suoi capelli infuocati come il fuoco che arde nelle braci della fucina. Vedo lei, solo lei, da sempre.
Non è qui con me ma ovunque sono, ovunque io mi trovi, lei è sempre vicino a me.
È nell’aria che respiro, nel fuoco che brucia, nei miei pensieri e nel mio cuore.
Lina.
“Gourry”
Il suono della sua voce raggiunge le mie orecchie.
Sto forse sognando o davvero.
Mi volto e la vedo.
Oh Lina.
 
 
 
“Ma non sei stufo di questa storia? Andiamo tu non sei il loro vero padre”.
Lo so perfettamente Lina.
So bene che tutto questo non è vero ma sono un uomo e, per quanto non sia vincolato a nessuna promessa, sento che non posso lasciare la vita che ora conduco.
Non guardami con quegli occhi delusi, non farlo.
Non possono sfuggire al tuo sguardo che mi chiede di tornare insieme, perché è quello che voglio anche io ma…non posso più starti accanto.
“Oh deciso ormai, voglio dedicarmi alla mia famiglia perciò vi devo lasciare amici, mi dispiace”
Dire queste parole è come un pugno allo stomaco.
Forse è per questo che abbasso lo sguardo, cercando di evitare quello di tutti.
Cercando di evitare il tuo.
Non voglio leggere nei tuoi occhi la mia sconfitta.
Ti vedo allontanarti.
Il tuo passo e lento e incerto mentre un angolo del mio cuore urla di tornare.
Voltati, guardami, corri e torna da me.
 
 
“Sei innamorato di tutte e due? Suppongo di no, quindi riprenditi la donna che ami e vattene!”
La donna che amo.
Parole vere, parole che non riesco a dire nemmeno a me stesso, perché come potrei mai ammettere che la amo?
Come potrei mai permettermi di dirle che sono innamorato di lei, da sempre, da quando l’ho vista in quel bosco anni fa, quando l’ho presa in braccio per la prima volta ed ho sentito il calore del suo minuto corpo.
Che amo ogni filo dei suo capelli, ogni sfumatura del suo volto.
Che vorrei urlare adesso, ora, le parole non sono mai riuscito a dirle.
Le mai ascoltate, Lina?
Hai mai ascoltato le parole che non ti ho detto?
Quelle parole che ho dentro al cuore.
Forse un giorno riuscirò a dirtele, forse mi riderai in faccia ma non importa. Potrai anche scappare, potrai anche dimenticare il mio nome, ma per adesso guardami negli occhi, leggi quello che sento. Lungo è il silenzio che ci avvolge in questo momento mentre siamo l’una di fronte l’altro, mentre i nostri occhi si riflettono come specchi dell’anima ed esprimono quello che da sempre sentiamo ma che non riusciamo a dirci.
Perché, da sempre, le parole non servono tra di noi.
Ascoltale, Lina, le parole che non ti ho detto.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Resta con me ***


Seguito della Drabble precedente ma stavolta con il POV di Lina. È stato difficile scriverla perché, diciamocelo, Lina non è così collaborativa, soprattutto quando si parla dei suoi sentimenti. Fortunatamente sono riuscita anche a stavolta a trovare le canzone giuste che mi hanno aiutata ed ispirata. Spero con tutto il cuore di non essere uscita troppo fuori dal personaggio di Lina, di non aver fatto troppi errori di grammatica e di punteggiatura (ma ne dubito ^///^) e, soprattutto, di essere riuscita a trasmettere qualcosa.
Questa Drabble la dedico in particolare a cinque fantastiche amiche: SonLinachan, BlackCat, AndreChan, Fren, LadyLina, spero vi piaccia.

 
 
Resta con me.
 
 
No dico, è questo il modo di andarsene?
E poi avanti, questa storia è assurda, come fa a non capirlo?
Ok, è uno stupido, uno SUPIDO CERVELLO DI MEDUSA, e di certo la sua mente è troppo ristretta per arrivarci da sola. Però dai, lo capirebbe anche un bambino: uomini e pesci non possono avere figli!
E invece no, quel cretino ci crede, ed è pure andato via convinto di doversi assumere le sue responsabilità da padre.
Padre di due pesci!
Ma si può essere più idioti di lui?
Prego? Io arrabbiata? Neanche per sogno!
Dopotutto quell’idiota è libero di fare quel che vuole della sua vita, io andrò tranquillamente avanti per la mia e cercherò l’urna di Rezo così da spaccargliela in faccia, mi dispiace per Zel e Pokotà.
Cosa? Perché non mi do una mossa?
Perché sono ancora ferma in questo villaggio dove adesso lui è andato ad abitare con quella Zuppa di pesce?
Ecco perché magari, chissà, LON lo aiuterà a trovare la ragione e il buonsenso e forse quella testa di gelatina si deciderà a tornare indietro e sarebbe scortese andarsene senza aspettarlo, no?
E smettetela di dire che sto solo cercando delle scuse perché, credetemi, non mi interessa nulla!
Anzi, mi avete fatto venire fame con tutte queste idiozie.
 



“È passata una settimana da quando abbiamo avuto la notizia, ma sembra che  Gourry sia un buon padre dopotutto. ”
Amelia ma perché non pensi a mangiare? Questa carne è così buona.
“Forse l’avete dimenticato ma dobbiamo trovare l’urna di Rezo, non sarebbe il caso di richiamarlo indietro?”
E chi lo rivuole quel cretino? Io no di certo!
“Eppure questa situazione è così assurda, non trovi Lina?”
 “Non importa, se ha deciso vuol dire che li si trova bene, non vedo per quale ragione dovremmo farlo tornare.”
 “Non mentire a te stessa, lo sappiamo benissimo che Gourry ti manca”
Io quel peluche lo faccio arrosto!
“Neanche un po’!”
E perché mai dovrebbe mancarmi quello li? Non ha nemmeno più la spada di luce visto che l’ha ceduta per….
Ok, niente da dire sul suo cuore d’oro, in fondo Gourry è fatto così.
È gentile, generoso, un buon amico.
È …..sempre stato con me .
Riesce a vedermi dentro, mi capisce meglio di me stessa certe volte.
Mi protegge da una vita ormai e, dopotutto, anche io ho quasi distrutto il mondo per salvarlo da Fibrizio.
Si potrebbe dire che siamo quasi destinati a stare insieme, no?
Quindi…una passeggiatina per chiedergli di tornare non farebbe di certo male a nessuno, anche perché: dove lo troviamo un altro con la sua forza?
E se quella donna pesce avesse intenzione di usare appunto la forza di Gourry  per qualche scopo malvagio?
No dico, dobbiamo intervenire per salvare la terra dalle folli idee di quella matta, giusto?
 “Hey dopotutto non sappiamo quali siano le intenzioni di quella donna pesce, quindi direi di andare a dare un’occhiata alla situazione”.
Ah ah…sono un genio!
 
 


Un genio, come no…
Alla fine ho fatto una camminata per niente, ma non potevo rimanere in quella locanda a svaligiare la cucina?
“Beh alla fine non abbiamo risolto nulla, sembra che Gourry abbia preso sul serio il suo ruolo di padre”
A questo ci ero arrivata anche io, grazie Zel!
E poi ce l’ha pure detto chiaro e tendo, non sono mica sorda
Voglio smetterla di viaggiare per il mondo, dedicherò tutte le mie energie alla mia famiglia
Quell’ Idiota, stupido, mentecatto, cretino, brutta testa di medusa!
Che si prenda tutte le responsabilità che vuole, che faccia pure da padre a chiunque, potrebbe anche aprire un asilo nido per quel che mi riguarda, ormai ha deciso così e io non posso farci niente.
Certo, che la sua decisione sia fondata su ben altri scopi ci ero arrivata anche io. Dopotutto, Gourry non ha mai conosciuto l’amore di un padre, ricordo ancora quando me l’ha detto in una sera di pioggia, quindi, chissà, magari cerca di compensare questa sua mancanza donando questo bene che non ha ricevuto a quei due orfanelli, anche se sono dei pesci.
Una spiegazione logica esiste in fondo, quindi chi sono io per andare contro al suo volere?
Io, che ho avuto la fortuna di averlo accanto a me per tutto questo tempo. Che ho potuto godere della sua dolcezza, della sua tenerezza quando mi ha presa in braccio tutte le volte che mi ferivo, dei suoi sorrisi sinceri che non ho mai visto in nessun’altra persone. Che capiva ogni mio gesto anche senza dire un parola.
“Sei sicura che non ti dispiaccia, Lina?”
“Stupido peluche non capisco perché me lo chiedi. È quello che vuole e io sono felice per lui”
Infatti, sono felice e vuoi sapere un’altra cosa?
 Io starò bene, anzi, benissimo!
Starò un favola senza di lui, una bugia mica male, no?
 
 
 
 
“Siamo alla scena madre del dramma! “
“Cosa?”
“La protagonista va a casa della rivale per riprendersi l’uomo che ama, aaaahhhhh…si preannuncia un finale da brividi”
Ma cosa ha questa principessa? Possibile che non si faccia mai gli affari proprio?
Ho già abbastanza guai per conto mio, ci manca solo Amelia con le sue storielle da quattro soldi.
Si beh, adesso che è entrato in scena l’ex marito di quella donna pesce potremmo tranquillamente ricavarci sopra un romanzo su tutta questa storia, però: cosa è sta cosa della protagonista che va a riprendersi l’uomo che ama?
No dico io, innamorata di Gourry.
Da quando?
Perché sono tutti così convinti di questa cosa?
Sia chiaro che se sto ritornando li è solo per togliermi questo uomo pesce da davanti agli occhi, dopotutto mi ha chiesto di aiutarlo a tornare insieme alla donna pesce che tanto ama, così farò anche un’opera buona, vista la mia fama non proprio rose e fiori e si, già che ci sono riuscirò a riprendermi quella testa di medusa, sicuramente non piacerà nemmeno a lui fare il terzo incomodo.
Ah ah…stavolta niente e nessuno può dire nulla, ho tutte le ragioni dalla mia parte.
 
 


“È troppo tardi io sono felice con il mio nuovo marito”
Ma perché oggi non me ne va una giusta?
E perché quella zuppa di pesce ambulante lo sta abbracciando?
Maledetta!
No ma io devo stare calma e non arrabbiarmi, anche se mi sta venendo una strana voglia di pesce arrosto e qui vicino a me ce ne sono ben due.
“Sei innamorato di tutte e due?”
COSA?
“Suppongo di no, quindi riprenditi la donna che ami e vattene!”
Hey hey fermi un po’, cosa è questa storia?
Perché state decidendo per noi?
“Veramente io e Gourry non siamo…cioè…mi capite vero…noi..”
E non far dire tutto a me dannazione, parla anche tu Gourry. Metti in moto quel ferro vecchio che ti ritrovi come cervello e di loro che io e te non siamo…cioè…noi siamo…
Non siamo…
Non siamo mai stati sinceri, nemmeno con noi stessi.
IO non sono mai stata sincera.
Perché lo vedo, Gourry. Vedo come mi guardi, come mi stai vicino, come solo tu mi conosci e mi stai accanto qualsiasi cosa succeda.
Lo vedo in quegli occhi che in questo momento non stanno guardando me, ma stanno guardando dentro me.
Mi vedo riflessa nei tuoi occhi da tanto tempo, e non posso sfuggire, perché loro mi ritroveranno, sempre.
Torna da me.
Resta con me.
Forse non riuscirò mai a dirti a voce queste parole ma so che non serve perché, anche se non te l’ho detto mai, so che lo sai. So che le senti.
Perché io voglio te, sole te.
Perché il desiderio di te è più forte di qualsiasi incantesimo che ho scagliato in tutta la mia vita. Perché sei stato il solo ad amare qualsiasi cosa di me, senza mai chiedermi di cambiare.
Perché so che ami tutto di me, difetti inclusi.
Dimmele, Gourry.
Dimmele queste parole che in questo momento sono sospese nell’aria.
Dimmele attraverso i tuoi occhi, i tuoi gesti.
Lascia che io le ascolti.
 
 


“Sta arrivando l’onda madre del grande oceano, un’onda che spazzerà via ogni cosa”
“Gourry vieni con me nel fondo dell’oceano”
E no e, adesso che sono tornata per riprendermelo credi davvero che te lo lascerò così facilmente?
“Hey vorrei ricordarti che non hai le branchie”
E va bene, sono una fifona, che ci volete fare?
No aspettate, prima ero confusa perche, dai, chi mai potrebbe resistere a quegli occhi così belli e profondi, direi che arrossire è anche lecito.
Oh insomma, quante spiegazioni, pensiamo a salvare la pelle prima che quell’onda ci porti tutti al creatore.
La vedo avvicinarsi sempre di più, sento la sua immane forza distruttrice scagliarsi contro al costa, contro di noi, travolgendoci tutti. Forse non riusciremo a salvarci, forse proprio perché siamo alle battute finali dovrei trovare il coraggio di …di dirgli che…
“LINA”
Sento un corpo caldo attirarmi verso di se, mentre la mia mente va a svuotarsi e sento solo l’acqua riempire i mie polmoni.
 
 


Il rumore delle onde rimbomba nelle mie orecchie.
Forse sono morta e questo è il paradiso?
Riapro gli occhi, convinta di trovarmi nell’al di là con due bellissimi ali bianche dietro al schiena, beh almeno qui potrò volare e scagliare i mie incantesimi, è abbastanza seccante non poter usare due magie contemporaneamente.
Ma quello che invece vedo, non appena riapro gli occhi, è il volto di Gourry vicino al mio, TROPPO vicino al mio.
Che diavolo?
Perché mi trovo tra le sue braccia?
Che cosa sta succedendo?
Ma, in fondo, di cosa mi stupisco?
Lui è così, da sempre.
Mi protegge meglio di chiunque altro, mi ama più di ogni altra cosa, così come io amo lui.
Ti amo cervello di medusa.
Non te l’ho mai detto e forse non riuscirò mai ma c’è davvero bisogno?
Per noi le parole non sono mai state necessarie.
Mi guardo intorno.
Per fortuna sembra che anche gli altri stiano tutti bene, anche se sono ancora incoscienti.
Allungo le mie braccia e cingo piano la vita dello spadaccino, affondando il volto nel suo petto, assaporando il suo dolce profumo.
“Fino a quando hai intenzione di proteggermi?”
Sento la stretta di Gourry improvvisamente più forte, mentre qualcosa di caldo si poggia sulla mia fronte.
Le sue labbra sono così morbide.
“Per tutta la vita”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Qualunque cosa succeda ***


Dopo mesi e mesi di assenza finalmente torno con una nuova Drabble. La scena a cui mi sono ispirata stavolta è quella dello scontro contro la Copia di Rezo, ovvero quando Lina viene colpita e Gourry si dispera vedendola in fin di vita, una scena che ho sempre amato e grazie alla quale è nato il mio amore per questa coppia. Ringrazio di tutto cuore la cara SonLinaChan per aver ispirata con le nostra conversazioni altamente GLADS e anche per avermi dato la forza di pubblicare questa nuova Drabble.
Come sempre suggerimenti e commenti sono ben accetti.
Buona lettura. ^^

 
 
Qualunque cosa succeda.
 
 
Il dolore è qualcosa che negli anni ho imparato a sopportare. Il dolore di una ferita, il dolore per i miei compagni caduti, il dolore che la guerra porta con se. Non riuscivo più a percepirlo dentro di me. Il dolore, la tristezza, la disperazione. Sentimenti a me estranei che non ricordavo più. La guerra ti cambia, le battaglie ti fanno diventare una macchina con un solo scopo: uccidere.
Non hai amici, non hai una vita, non hai niente che ti dica di combattere perché è giusto.
Il mondo perde d’improvviso i suoi colori e vedi solo il sangue macchiare la terra mentre cammini tra i corpi dei tuoi compagni caduti.
Dovrei piangere per loro, dovrei essere triste per loro ma non ci riesco.
Non sento niente.
Che cos’è il dolore?
 
“Linaaaaaaaa”
È questo, ecco cos’è il dolore.
È quello che ti strazia il cuore, che lacera la tua carne, che risucchia le tue forze e ti fa impazzire.
Il dolore di perdere quello che hai promesso di proteggere con tutte le tue forze perché qualcosa di caldo finalmente illumina le tue giornate e senti che la tua vita non è sprecata perché tutto ruota intorno a lei. I colori si riaccendono, il mondo diventa improvvisamente un posto perfetto e tu vedi lei che cammina al tuo fianco e sei felice.
“Noo Linaaa”
Vedo il suo corpo a terra, il suo viso in una smorfia di dolore, gli occhi chiusi. La mia voce si perde nell’aria mentre urlo il suo nome ancora una volta e sento le forze abbandonarmi, le mie gambe non rispondere ai miei comandi. Cado, striscio a terra cercando di raggiungerla ma è troppo lontana. I mie occhi si riempiono di lacrime alla vista del suo corpo ferito e la disperazione mi assale . E’ colpa mia, solo colpa mia. Avevo promesso di proteggerla, avevo promesso che qualunque cosa fosse successa le sarei rimasto accanto.
 “Non può essere vero”
Non lasciatela andare via, non fatemi questo. Non posso tornare nel limbo della solitudine ancora una volta. Aiutatela, salvatela. Io non riesco a raggiungerla, non sento più il mio corpo. Non sento più niente.
Non sento la sua voce. Parlami, Lina, insultami e arrabbiati con me perché è colpa mia se adesso stai soffrendo.
“Sacrificarsi per qualcuno, che sciocchezza”
Maledetto, maledetto. Che cosa le hai fatto, cosa hai fatto alla mia Lina?
Ti detesto e ti ucciderò, lo giuro.
E lei, lei tornerà, io lo so. Tornerà da me e insieme, come sempre, riusciremo a vincere. Tu non la conosci come la conosco io. L’ho vista usare tutte le sue forze per contrastare un demone più forte di te. Ho visto i suoi capelli diventare d’argento e il suo viso soddisfatto. L’ho sorretta perché è quello che una guardia del corpo deve fare e ho desiderato stringerla a me.
Per un solo istante, ho desiderato stringere il suo corpo al mio. Ho desiderato toccare i suoi capelli e perdermi nella dolcezza del loro profumo. Ho desiderato lei, solo lei.
È qualcosa che non posso permettermi di provare, che non dovrei provare, lei è così piccola.
 
Trovo finalmente la forza di rialzarmi non appena sento un rantolo di dolore provenire dalla bocca di Lina. Amelia e Silphiel sono con lei cercando di curarla. Sta soffrendo, lo sento, ma presto tutto questo finirà e la vedrò di nuovo in piedi, pronta a distruggere quell’essere che ha osato ferirla e io sarò al suo fianco, sempre!
Qualunque cosa succeda io sarò con lei.
“Silphiel , puoi fare qualcosa per salvarla?”
“E’ necessario sottoporla ad un incantesimo più complicato”
“Ho capito. Allora devi prenderla e portarla lontano da qui al più presto.”
Vedo Silphiel allontanarsi con il corpo di Lina tra le braccia e il mio cuore ha un sussulto quando vedo quell’essere puntare un incantesimo contro di loro. Una sfera magica le avvolge entrambe e mentalmente ringrazio Zel per averle protette.
Il mio cuore adesso è più leggero e trovo dentro di me la forza di combattere ancora.
Torna da me.
Penso soltanto mentre estraggo la spada pronto a combattere.

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Capitolo 6
*** Sentimenti ***


Una nuova Drabble è nata dalla mai mente malata anche se, vista la lunghezza, questa più che una drabble è una Shot in piena regola XD. Questa volta la scena è quella del  finto matrimonio di Lina e della gelosia, quanto mai palese, del nostro Gourry! Ringrazio come sempre la mia musa Sonia soprattutto per il prezioso suggerimento. Come sempre commenti e critiche sono ben accetti. Buona lettura
 
 
Sentimenti.
 

“Credi che Lina si lascerà baciare ?”
“Non lo so” e se anche fosse non sono affari miei!  Dopotutto è lei che ha deciso di assecondare l’assurdo piano di quel Haras quindi che si lasci pure baciare, non sarà mica la fine del mondo. Inoltre in gioco ci sono ben cinquemila monete  e conoscendola, Lina starà sicuramente pensando che, in fin dei conti, un bacio non è niente paragonato a tutto quell’oro. Già, lei è solo attratta  dalla ricompensa che presto riuscirà ad intascare, e anche io lo sono. Quindi è inutile stare qui a rodermi lo stomaco, a stringere forte i pugni fino a sentire le unghie conficcarsi nella carne mentre osservo quel damerino avvicinarsi pericolosamente alle labbra di Lina. La folla li incita, così come quella strega di cui ho già scordato il nome. È una trappola, lo so, ma se non vogliamo essere scoperti, se Lina non vuole essere scoperta, deve stare al gioco e assecondare il suo finto sposo.
Le braccia di Haras cingono la vita di Lina attirandola a se, scostandole il velo che fino ad ora proteggeva il suo volto. Dei, è bella, così dannatamente bella! Il lungo abito bianco le fascia il corpo, i capelli sono una cascata di lava che scende morbida sui suoi fianchi, le labbra piccole hanno un accenno di colore. Quelle labbra non hanno mai conosciuto il tocco di labbra estranee, non sono mai state violate, contaminate dal peccato di un bacio. Io, dovrei proteggere quelle labbra, dovrei proteggere quell’innocenza che è racchiusa in loro.
“Concentrati sulle cinquemila monete” ripete incessantemente Haras a Lina e automaticamente anche io inizio a ripetermelo più e più volte. È una finta, è tutta una dannata finta. Un bacio, che cosa sarà mai un bacio? È solo il sovrapporsi di due labbra in fondo, delle labbra di Lina contro quelle di un altro uomo. Un altro uomo. Non io.
Maledizione!
Che cos’è questa rabbia? Perché sento come se la mia anima stesse sanguinando. È un sentimento scomodo, che non voglio sentire, che non posso permettermi di sentire. È un demone che lentamente si insinua dentro di me, confonde i mie sensi, graffia il mio cuore, distrugge ogni mia verità.
Io sono la sua guardia del corpo, sono la sua guardia del corpo.
Mi ripeto come un mantra
“Ci siamo quasi” la voce di Amelia mi riporta bruscamente alla realtà.
Guardo Lina stretta nella morsa di Haras, le loro labbra ora sono a un soffio di distanza e senza pensarci allungo la mano sul fianco sinistro ma il vuoto che sento mi ricorda che la spada di luce non è con me. Distolgo lo sguardo, digrignando i denti. Non oso guardare, non voglio guardare. Perché se lo facessi sentirei improvvisamente tutta la rabbia, che in questo momento mi sta corrodendo, esplodere di colpo.
È solo un finto bacio, è tutto finto.  
Il boato che all’improvviso sento mi fa spalancare gli occhio. Un banda di mercenari irrompe nel tempio e Zangruz è in testa. Lo guardo puntare un dito contro di me e contro Lina che, per fortuna, è finalmente libera dalla stretta del suo finto sposo.
Sorrido correndo verso di lei, recuperando  velocemente la mia  spada. Osservo Lina caricare uno dei suoi incantesimi contro la figura che fluttua sulle nostre teste.
“Mi sembrava strano che non ci fossi anche tu, Vrumgun” .
In un attimo si scatena il finimondo e  mi ritrovo circondato da almeno una decina di mercenari armati. Lancio istintivamente una sguardo vero Lina. La vedo correre verso le scale, Vrumgun la insegue scagliandole contro un incantesimo dopo l’altro. La chiamo cercando di inseguirla ma una spada viene puntata contro la mia gola, impedendomi la fuga.
Cerco di concentrarmi sul combattimento ma la mia mente è perennemente occupata dal pensiero di Lina. Un altro boato, fiamme e fumo divampano. Lina è in pericolo e io non sono con lei. Non riesco a raggiungerla. Sento la rabbia cresce ad ogni affondo e ogni volta che sconfiggo un avversario un altro si para davanti a me. Dannazione!
“Il mio bel palazzo verrà distrutto”
Ma certo! Corro verso Haras nascosto dietro l’altare.
“Hey Haras, io vado a vedere come se la cava Lina, tu tieni occupati quei tizi”
“Cosa? Ma io…”
Senza nemmeno pensarci lo scaravento nella mischia, finalmente sono libero di correre da Lina sentendo un nuovo incantesimo esplode lontano. Corro tra le macerie e le fiamme, sento gli occhi pizzicare per il fumo, la spada è stretta nelle mie mani.
 
 
 
 
La villa è ormai un cumulo di macerie. Siamo riusciti a sconfiggere quella strega, Zangruz e Vrumgun anche se qualcosa mi dice che li incroceremo ancora sul nostro cammino. Il carro che Haras ci ha promesso è pronto fuori dalle scuderie, unico elemento della villa sfuggito dalla distruzione. Amelia tiene in mano le redini dei cavalli pronta a partire ad un nostro segnale.
“Coraggio Lina andiamocene”
“Niente da fare, ho portato a termine la mia missione e ora pretendo di essere pagata!”
“Ma Lina…”
“Gourry zitto e pensa a salire sul carro se non vuoi finire arrosto anche tu”
Niente da fare, quando è così arrabbiata non c’è ragionamento che tenga con lei. In lontananza la figura di Haras si avvicina lentamente a noi. I suo abito da cerimonia, come quello di Lina, è stracciato in più punti, sul viso un’espressione non proprio soddisfatta per come è finita.
“Finalmente. Forza Hars tira fuori la mia ricompensa” Lina allunga una mano verso di lui e un pezzo della tenda che l’avvolgeva scivola dal suo corpo, rivelando le spalle nude.
“Ma Miss Lina la mia casa è distrutta e io..”
“Niente MA la mia paga, forza!”
“Ecco come dire….oltre alla mia casa avete fatto saltare in aria anche il mio patrimonio”
Il tonfo che sento mi mette subito in allarme. Allungo il collo e vedo Lina riversa a terra, gli occhi spalancati e pieni di lacrime agli angoli.
“Oh mamma, non ha retto il colpo” dico prendendola tra le braccia adagiandola delicatamente sul carro.
“Forza Amelia, partiamo..”
“Un attimo”
La mia salita viene bloccata dalla mano di Haras poggiata sul mio braccio.
“Messer Gourry io volevo chiederle scusa, non immaginavo. Se l’avessi saputo non avrei ami chiesto a Miss Lina di inscenare questo matrimonio”
“Cosa?”
Haras si avvicina al mio orecchio coprendo la bocca con la mano.
“Si insomma voi siete innamorato di Miss Lina, non è vero?”
Quelle parole iniziano a rimbombare come un eco nella mia mente facendo crollare di colpo tutte le mie certezze. Cerco di mascherare lo stupore attraverso il mio solito sorriso.
“No ti sbagli, io sono sola la sua guardi del corpo”. Dico cercando di convincere prima di tutto me stesso.
“Eppure non avete avuto alcuna esitazione a vendicarvi su di me scaraventandomi in mezzo a tutti quei mercenari. Beh vi perdono, dopotutto me la sono cercata.”
Haras si avvicina ancora una volta al mio orecchio.
“Dovete dirglielo, Miss Lina è troppo carina e voi sembrate il tipo giusto per lei, non ho mai visto un’intesa così perfetta tra due persone. ”
“Hars io..”
“Gourry-san andiamo!”
La voce di Amelia blocca le mie parole. Salgo sul carro guardando Haras salutarci diventando sempre più piccolo. Le sue parole son ben fisse nella mia mente e istintivamente lancio uno sguardo al viso addormentato di Lina. Guardo le sue labbra socchiuse e sorrido pensando al pericolo scampato.
 
 
 
"Di la verità, l'avresti baciato?"
È sera e finalmente siamo riusciti a seminare il gruppo di mercenari che per tutto il giorno hanno continuato a darci la caccia. Ci siamo rifugiati dentro un vecchio capanno abbandonato, fuori la tempesta infuria e un vento gelido entra dagli infissi malmessi della finestra. Il pasto che siamo riusciti a rimediare è stato consumato velocemente ed ora io e Lina ci ritroviamo a fissare le deboli fiamme che lentamente vanno a spegnersi. Amelia alla fine è crollata per la troppa stanchezza, dormendo in uni dei giacigli che lei stessa ha preparato.
"Come no, non aspettavo altro che di essere baciata da quel damerino".
Sorrido non appena sento la risposta di Lina. Chissà perché le ho fatto quella domanda? E perché il mio cuore adesso è più leggero sapendo che non si sarebbe mai lasciata baciare?
Forse perché nella mia mente i ricordi di questa lunga giornata sono ancora vivi. Lina in abito da sposa, Lina che raggiunge l'altare insieme a quel ragazzo. Lina… che stava per essere baciata.
Siete innamorato di lei.
Stringo forte i pugni. No io, io sono la sua guardia del corpo e il mio compito è quello di proteggerla da tutti, anche da me stesso e da questo strano sentimento che sento crescere, come un vortice che si va via via allargando dentro di me. Non posso, non posso permettermi di avere questi sentimenti per lei, che è così pura, che ai miei occhi appare ancora come una ragazzina.
Mi volto a guardarla mentre vedo le fiamme creare dei giochi di luce sulla sua pelle. Il collo è scoperto mostrandomi un lembo di pelle, gli occhi grandi sono fissi sul fuoco e brillano alla luce delle fiamme. Le labbra sono rimaste incontaminate e sono invitanti, così dannatamente invitanti. Arrossisco, volgendo di nuovo lo sguardo alle fiamme.
"Hey Gourry che ti prende?"
"Niente, sono solo stanco"
Dico cercando di mascherare l'imbarazzo della mia voce. È la mano di Lina quella che sento poco dopo sulla mia fronte.
"Non è che per caso hai la febbre? Sei tutto rosso" mi chiede poggiando la mano sulla mia fronte, Il suo volto pericolosamente vicino al mio. Sento il suo respiro sul mio viso e mi perdo nei suoi occhi che mi guardano con un'aria stranamente preoccupata. Stringo forte i pugni per non cedere alla tentazione di allungare le mie braccia, stringendola a me. Di posare le mie labbra sulle sue e di affondare le mie dita in quella cascata di capelli rossi.
“No…non ho niente, davvero, deve essere solo la stanchezza, oggi quei mercenari non finivano mai.” Lina mi sorride allontanando la mano dalla mia fronte.
“Meglio così, sei la mai guardia del corpo e mi servi tutto intero”
La guardo annuendo e vedo sul suo volto comparire quel sorriso sincero che da qualche tempo rivolge solo e unicamente a me.
Già, io sono questo per lei: una guardia del corpo e io la proteggerò, sempre!
Proteggerò quel sorriso, quegli occhi pieni di vita, quelle mani piccole e calde.
Proteggerò lei e questo sentimento. 

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