Wuthering Heights. La storia continua.

di AmyHeathcliff
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ||Parte prima|| ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ||parte seconda|| ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Cime Tempestose FanFiction
-Emanuela Milella
[…]Nella mia FanFiction Heathcliff non ha avuto un figlio da Isabella e nemmeno Cathy da Edgar. La storia comincia con i due protagonisti felici e contenti a Wuthering Heights,sposati. Dopo mesi di attesa,è nata Amy,figlia di Heathcliff e Cathy. Per qualche tempo tutto va bene,i due vivono felici e contenti senza l’opprimente presenza di Edgar Linton,fino a quando Heathcliff comincia a essere scostante e indifferente a tutto. Cathy ne soffre,ma non ne parla. Anche Poppy,l’amica del cuore di una vita, sta passando uno strano periodo con il proprio marito,Gatsby,migliore amico di Heathcliff. Quest’ultimi passano la maggior parte del giorno alle terre di loro proprietà oppure alla Rupe. Cathy e Poppy non possono nemmeno pensare ad un’avventura per i proprio mariti con altre donne,dato che molte volte li avevano seguiti,e altrettante volte erano almeno state confortate dal vederli stesi sull’erba a parlare oppure a riposare e a godersi il sole primaverile. Cathy,seppur sempre era stata la più forte tra lei e l’amica,sta crollando del tutto. Ma lo nasconde,oh,come lo nasconde bene[…]
 “Suvvia,Amy” La voce di Ellen Dean si espanse per tutta la cucina di Wuthering Heights. “Devi solo aprire la bocca e poi potrai gustarti il tuo porridge senza interruzioni”. Quella mattina,la piccola Amy non aveva proprio voglia di mangiare. Se ne stava lì nel seggiolone di legno,con lo sguardo che fissava il cucchiaio e la boccuccia serrata,tipica espressione che assumeva spesso il padre quando era corrucciato da bambino. Tutti si erano sempre meravigliati nella somiglianza con i genitori. Aveva gli occhi neri e profondi di Heathcliff,senza dubbio,ma i capelli biondo cenere o marroncini di Cathy. La pelle abbastanza abbronzata,segno della provenienza spagnola del padre e la bocca non troppo sottile ma delicata della mamma.  Nelly posò il cucchiaio nella ciotola,che sprofondò nella pappa di avena e latte. “Non riesco proprio a capire cosa hai stamattina,mia cara. Quando ti sei svegliata non sembravi così nervosetta.” La governante,che ormai era come una mamma per Cathy e Heathcliff e una nonna per Amy,sospirò rumorosamente. Il suo sospiro,però,fu interrotto da dei passi sulle scale. Nelly li conosceva tremendamente bene,quei passi. Erano li stessi di un anno fa,e quasi poteva sentirli ancora,sulle scale,il giorno il cui Heathcliff tornò a Wuthering Heights. E tutti avevano sempre pensato e avrebbero continuato a pensare che fosse stata la scelta migliore che quell’uomo avesse potuto fare.  E anche Amy,li conosceva molto bene. Infatti,la piccola prese a muovere gambe e braccia,accompagnando i movimenti con dei sottili gridolini,in attesa che colui che  aveva sceso i gradini facesse il suo ingresso nella stanza. Non dovette aspettare molto. La figura alta e possente di Heathcliff si accostò alla porta della cucina. “No,Nelly” disse immediatamente,avvicinandosi al seggiolone. “Cosa hai fatto alla mia bambina?”. Il suo tono,però, non era di rimprovero. Sembrava più ironico che altro. “Oh, non è ho proprio idea. È da quando l’ho fatta sedere che ha quel viso contrariato.”                                                                                      Heathcliff sorrise guardando la figlia. Era sempre stato un uomo bello,bello e affascinante,sicuramente. Quei capelli corvini,graziosamente spettinati,il fisico asciutto e perfetto,quegli occhi di brace che sembravano carboni ardenti, la mascella scolpita e i suoi denti splendenti che gli illuminavano i sorrisi. “Cathy dorme ancora?” chiese Nelly,cominciando a preparare la colazione anche per gli altri abitanti della casa. Heathcliff prese la bambina dal seggiolone e la tenne in braccio. “Credo di si.” Rispose. “Anche se stanotte l’ho sentita alzarsi diverse volte. Non penso abbia dormito bene.”                                                                                                                                                                                                                “Sapete” una voce femminile li fece voltare entrambi verso la porta. “non è carino parlare di chi non è presente.” Cathy si passò una mano tra i capelli con fare assonnato. Sembrava stanca,parecchio stanca,ma quando vide Heathcliff con Amy tra le braccia,sorrise immediatamente. “Ti stai abituando a fare il papà,a quanto vedo.” La ragazza baciò la testolina della figlia,poi si appoggiò alla spalla del marito,affondando il viso nel suo collo. Aveva sempre adorato,il suo odore. Profumava di freso,era come inspirare l’aria di una fredda giornata di dicembre. Sapeva di colonia per uomini e ombra. Non che l’ombra avesse un odore,ma se l’avesse avuto..                                                                                                                                       “Non correre troppo,adesso.” Heathcliff sollevò Amy per guardarla meglio negli occhi. “Mi devo ancora abituare all’idea di avere un neonato.”              Nelly posò la pentola di porridge sul tavolo,insieme ad altre quattro ciotole,alcuni cucchiai e un bicchiere con dentro more e mirtilli. “Volete fare colazione?” chiese.                                                                                                                                                                                              “Io no,Nelly” rispose prontamente Cathy,staccandosi dal marito. “Non ho fame”                                                                                                          Heathcliff si sedette sulla sedia al fianco del seggiolone,posandosi la figlia sulle gambe. “Stanotte non hai dormito bene,e ora non vuoi nemmeno mangiare” Intervenne Heathcliff. “Cos’hai?”                                                                                                                                                 “Nulla,lo giuro” Cathy si sedette al suo fianco. Il marito le posò una mano sulla gamba. “Sto bene” continuò lei.                                                          Ma Cathy non stava bene. Non molto,almeno. Credeva che si trattasse della “depressione post partum”,come la chiamava Poppy. Lei non stava bene.  Ma cercava di nasconderlo per non preoccupare le persone che amava. E faceva male,malissimo,stare così e non poterlo dire a suo marito,a quella che considerava sua madre. Solo Poppy ne era al corrente,dato che anche lei stava passando la stessa cosa. Ma ogni giorno sembrava peggiorare,sempre di più..
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


[..]Cathy dormiva di più il giorno,ma di meno la notte. Spesso Heathcliff usciva di casa prima che lei si svegliasse,o rientrava che già dormiva. Ma la notte,la notte la giovane restava sveglia,sempre. E non poteva nemmeno dare la colpa alla piccola Amy,che dormiva e non piangeva quasi mai. Restava sveglia,ma non rimaneva nel suo letto. Scendeva in cucina,mangiava di fretta quello che non aveva mangiato durante la cena –perché non mangiava nemmeno più- e poi lo vomitava. Si,vomitava. Ma cercava sempre di non far rumore,per non svegliare Heathcliff. Heathcliff dormiva.[…] Quella mattina,Heathcliff uscì con Gatsby per fare un controllo delle nuove terre che avevano acquistato. Cathy scese le scale lentamente,senza far rumore,per paura di svegliare Hareton che dormiva sul divano davanti al camino. La luce mattutina entrava dalle grandi finestre e mandava chiazze dorate sul pavimento di marmo. Un raggio di sole trafisse gli occhi di Hareton,che li aprì piano piano. Heathcliff e Cathy lo avevano adottato,quando Hindley aveva lasciato Wuthering Heights per sempre. Secondo la legge e i suoi sentimenti,il ragazzo era figlio loro. Heathcliff gli aveva sempre voluto bene,anche se non lo dimostrava affatto,ma forse averlo come figlio legittimo lo avrebbe portato a esprimere il suo affetto per lui. Hareton amava i suoi nuovi genitori,ma faticava ancora a chiamarli “mamma” e “papà”. E anche il riconoscere Amy come sorella e non più come semplice cugina gli sembrava piuttosto strano. Malgrado questo,però,la sua vita era cambiata radicalmente e si sentiva molto più a casa di quanto lo fosse realmente. Cathy pestò l’ultimo gradino e si diresse verso la mensola sopra il camino. Tra i libri posti lì sopra,tentò di individuare quello che cercava. “Cerchi forse questo?” disse una voce. La voce era quella di Hareton. Cathy si voltò verso il divano,maledicendosi per averlo svegliato mentre dormiva beatamente. “Si,tesoro.” Rispose. Il ragazzo stringeva tra le mani un libro dalla copertina blu,con vari disegnini dorati. Diede un’ultima occhiata al titolo e al nome dell’autore,poi lo porse alla ragazza. “Lo stavo leggendo,poi mi sono addormentato. La storia è piuttosto noiosa.” Cathy sorrise. “Si,in effetti hai ragione.” Lo prese. “Joseph lo faceva leggere a me e a Heathcliff quando eravamo piccoli.” “E come mai lo cerchi,se è così noioso?” “Perché,in ogni caso,le riflessioni dell’autore sono belle e profonde.” Hareton emise una risata soffocata prima di parlare. “Tolstoj profondo?” chiese,ironico. “Caspita,te ne intendi Cathy” La ragazza gli fece il verso e gli sorrise,per poi sparire oltre la porta della cucina. Nelly stava entrando dalla porta sul retro che portava in giardino,con una cesta piena di panni asciutti. “Sei sicura di non avere fame,mia cara?” chiese la governante. Cathy sorrise amabilmente. “Sicurissima,Nelly.” Rispose. E forse lo era davvero. Sicura. Sicura di non aver appetito,nonostante non mangiasse da quando era sveglia. “Sarà meglio che vada da Amy.” Disse poi. Nelly la guardò allontanarsi,e istintivamente volle chiamarla per farla tornare sui suoi passi,per parlare,per chiederle il perché di questo digiuno improvviso. Ma l’unica cosa che fece fu piegare la manica di una camicia di Hareton,in silenzio. Amy era così piccola,così bella. Così indifesa. A volte,Cathy aveva il timore che gliela potessero portare via. Aveva questo peso,alla bocca dello stomaco,che non la lasciava stare tranquilla. Dopo anni vissuti nell’angoscia e nei problemi,quasi non riusciva a spiegarsi questo momento di pace. Era come se stesse per succedere qualcosa,qualcosa che avrebbe rotto questa tranquillità. Aveva tutto ciò che desiderava da sempre. Heathcliff,la sua casa natia,la sua bambina. Suo nipote,che ormai era un figlio,e Nelly. Aveva tutto. Ma la paura che quel “tutto” potesse diventare “niente” in poco tempo era una paura lacerante. Dalla finestra della camera padronale,si intravedeva la rupe di Penistone,dove lei e Heathcliff giocavano sempre da bambini. Dove lui stesso le aveva promesso amore eterno e le aveva chiesto di sposarlo. Dove lei gli aveva detto che la sua risposta poteva essere solo un si. Un si urlato a tutto il mondo. Ed era anche lì che Gatsby aveva conosciuto Poppy quando avevano cinque anni,quando Heathcliff lo aveva convinto a farsi avanti con lei a quindici insieme all’aiuto di Cathy,quando anche loro avevano deciso di passare il resto della loro vita insieme. Loro quattro erano una famiglia. Una grande famiglia. Due fratelli,due sorelle. Quattro coniugi. Un piccolo colpo di tosse di Amy la distolse dai suoi pensieri,come se la bambina la stesse richiamando alla realtà. I suoi occhi neri come la pece erano li stessi di suo padre. “Amore mio” mormorò Cathy. “quante sofferenze deve subire una persona prima di trovare il paradiso.” Amy la guardava,con lo sguardo confuso di chi non ha pienamente capito quello che gli si sta dicendo. E come poteva capire una bambina di dieci mesi,di quanto fosse dura la vita.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


[...]I giorni passavano,e Cathy stava sempre peggio. Non mangiava a cena,ma is abbuffava la notte per poi vomitare tutto in un secondo. Heathcliff sembrava sempre più freddo e distaccato,pesava il suo tempo con Gatsby alla rupe,si stendevano e parlavano. P si risposavano sotto il sole. Quando tornava a casa,spesso Cathy dormiva,perché stava anche dormendo di più,il giorno. Ma la notte non dormiva affatto. Si coricava verso le cinque,e si svegliava in piena notte. Coccolava Amy,poi cercava di dormire. Ma non ci riusciva.[...] Era notte fonda,quando Cathy sentì la nausea salirle fino in gola. Si alzò di scatto dal letto,e raggiunse correndo il bagno,con il coniato di vomito che aumentava. Una volta in bagno,si gettò in ginocchio davanti al gabinetto. Il perché di quella nausea lo conosceva,ma non aveva il coraggio di dirlo. Non aveva il coraggio di ammettere che quel fenomeno era chiamato bulimia. "Cathy". La ragazza sollevò il viso non appena sentì pronunciare il suo nome. E sapeva anche chi lo aveva pronunciato. Avrebbe riconosciuto quella voce anche in una folla di persone urlanti,lei l'avrebbe sempre riconosciuto. Heathcliff era sulla porta del bagno,fermo e rigido. Indossava solo i pantaloni,neri e stretti fino alle caviglie. Senza maglietta,Cathy riconobbe il tatuaggio sul fianco,quello che si era fatto mentre era via. In quei tre anni sofferti e agognanti. Rappresentava l'amore per lei,per l'unica donna che aveva mai amato. "Cathy" Ripeté Heathcliff. Ma la ragazza non rispose nemmeno questa volta. Si limitò a prendersi il viso tra le mani,come per nascondersi. Non avrebbe mai voluto che Heathcliff la vedesse in questo modo. In un modo in cui non era la ragazza forte,testarda e ribelle che tutti conoscevano,ma solo una copia sbiadita e senza forze. L'uomo cessò di ripetere il nome della moglie e le si avvicinò. Quando,però,Cathy sentì la sua vicinanza,sussultò. Heathcliff allungò le mani verso quelle di Cathy,per staccargliele dalla faccia,incurante del secondo sussulto di lei. "Che hai,Cathy?" Chiese,cercando si guardarla negli occhi. Ma Cathy teneva lo sguardo basso,sul pavimento. "Perché non vuoi nemmeno che ti tocchi?" La voce di Heathcliff sembrava implorante. Raramente la ragazza lo aveva sentito parlare con quel tono. Dato che lei non accennava a rispondere,Heathcliff pensò che la miglior cosa che potesse fare sarebbe stata portarla in camera da letto,di peso. Le mise un braccio intorno alle spalle,un'altro sotto le ginocchia e la sollevò. Si accorse immediatamente di quanto fosse leggera. Era dimagrita. Abbastanza,dimagrita. Uscì dal bagno tenendo stretta la moglie e si diresse verso la camera padronale. La posò sul letto delicatamente,come se fosse una bambina,poi tornò indietro per chiudere la porta. Cathy aveva subito chiuso gli occhi. Non voleva parlare proprio per niente. Heathcliff sospirò e si stese dall'altra parte del grande letto a baldacchino. Si girò verso la moglie,ma non la toccò. Nessuno dei due lo fece. Nessuno dei due fiatò,fino a quando il sonno sopraggiunse su entrambi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ||Parte prima|| ***


[La parte e piuttosto corta,ma scrivo poco perché è brutto anche per me leggere dei mappazzoni enormi dove si perde pure il filo:) scusate -Amy] I mesi passarono,tra le notti insonne di Cathy,e le giornate di Heathcliff con Gatsby a esaminare terre e a parlare con architetti e muratori. Amy aveva appena cominciato a camminare,con Nelly e Hareton che seguivano con ansia ogni suo passo. Heathcliff e Catherine si parlavano quasi di meno,forse perché lui il giorno era fuori e quando tornava la moglie dormiva già. Joseph diceva che il padrone era troppo impegnato e non poteva stare appresso alla signora,ma Nelly sapeva che non poteva certo essere per quello. Una notte,però,era Heathcliff che non riusciva a dormire. Era tormentato da un sogno strano,quasi folle,che non lo lasciava in pace da quando aveva chiuso gli occhi. Si trovava nella brughiera,era notte fonda,e se ne stava seduto su una roccia,a guardare Gimmerton oltre la rupe di Penistone. Tutto era tranquillo,quando d'un tratto senti uno strano calore sulla spalla destra. "Stai pensando,papà?" Era la voce di una ragazzina,che poteva essere sui tredici anni. Heathcliff si girò di scatto,improvvisamente inquieto. Una ragazzina dai capelli biondo cenere,la carnagione abbronzata e gli occhi neri e profondi. I suoi stesso occhi neri,per giunta. Restò per un attimo a fissarla confuso,poi parlò. "E tu chi diavolo sei?" Chiese,con i suoi solito modo amabili che usava con chiunque lo disturbasse e non fosse della sua famiglia. "Non mi riconosci?" Chiese a sua volta la ragazzina. Allargò le braccia,come per farsi vedere meglio. "Sono Amy." A Heathcliff sembrava di essere impazzito. Amy? Non poteva essere lei. La sua bambina aveva solo un anno. Sorrise,beffardo. "Ma fammi il piacere" disse. La ragazzina sorrise anche lei. Lo stesso sorriso dell'uomo. "Che piacere devo farti?" Disse,ironica. Sollevò un sopracciglio,proprio come lo faceva sempre Heathcliff per prendere in giro qualcuno. "Quello di levarti dalle scatole,ragazzina." L'uomo la guardò meglio. Era bella,e a pensarci bene,aveva i suoi stessi lineamenti. Lineamenti che si legavano a quelli di Catherine. Era davvero Amy? Lei gli si avvicinò ancora e si mise le mani sui fianchi. "Oh,papà" rise. "Non riconosci nemmeno la tua stessa bambina!" Era la stessa risata di sua moglie. Heathcliff,improvvisamente serio,deglutì. "Cosa vuoi da me?" Chiese. Anche Amy smise di ridere e parlò con voce seria e ferma. "Mamma sta male." Disse. La terra sembrò cederli sotto i piedi. "Sta davvero male,papà." Heathcliff aggrottò la fronte. "Come sta male?" La ragazzina annuì. "Tanto. Le manchi papà" Gli passò una mano sulla guancia. "Vorrei essere più grande anche nella realtà,per poterla consolare." Gli occhi le si inumidirono. "Ma ora solo tu puoi salvarla." Heathcliff stava per ribattere,quando la ragazzina scomparve improvvisamente,mentre anche lui cercava di toccarla. Ma al posto di una guancia,sfiorò l'aria fredda della notte. Si svegliò di soprassalto,sollevando il busto. Istintivamente,tastò il materasso con la mano,disperatamente in cerca di Cathy. E la trovò. Era accanto a lui,come quando si erano addormentati,e dormiva,apparentemente serena. L'uomo espirò,leggermente sollevato. Si distese al suo fianco a le baciò la fronte. Nella mente,ancora gli rimbombavano le parole della figlia nel sogno. Guardò la culla accanto al letto. La piccola dormiva stretta alla sua copertina. Era così bella,e così incantevole. Come poteva non amarla? E come poteva non amare Cathy? La sua vita dipendeva da loro due,i più gradi amori della sua vita. C'era anche Hareton a cui voleva un bene dell'anima,e Nelly,che lo aveva cresciuto,ma con loro era diverso. Essere innamorati,era diverso. Amare la sua creatura e la donna con cui aveva aspettato tutta la vita prima di poter essere finalmente libero di amarla. Lui provava amore. Avrebbe dato la sua vita per la sua famiglia,per la sua figlia biologica,per sua moglie,per suo nipote che era praticamente un figlio -anche secondo la legge- per Nelly,per la persona che per lui era stata più vicina a una mamma. E poi c'era Gatsby. Lui non era solo il suo migliore amico,lui era suo fratello. Voleva bene anche a Poppy,certo,che aveva sempre creduto in lui e Cathy. Erano vari tipi di amore e di bene,che rendevano una famiglia quelle persone così complicate da comprendere.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ||parte seconda|| ***


La giornata era trascorsa come sempre. Heathcliff con Gatsby alle terre,Cathy,Poppy e Nelly con Amy,e Joseph e un altro garzone nella stalla. Ma la notte,la notte un altro sogno orribile tormentò Heathcliff come quella passata,un sogno che gli fece raggelare il sangue e far scoppiare un terribile mal di testa. Era sempre nella brughiera. Da solo. O meglio,credeva di essere solo,quando d'un tratto la misteriosa ragazzina che sosteneva di essere Amy a 13anni si mostrò a lui come se fosse reale. "Papà" disse. Aveva una strana nota di disperazione nella voce. "Papà" ripeté. Heathcliff le si avvicinò. Amy gli prese le mani tra le sue. I suoi occhi erano colmi di angoscia. "Papà,aiuta la mamma" disse. "Ha il polsi che sanguinano." Gli strinse più forte le dita. "Ti prego" pianse la ragazzina. A Heathcliff parve che nelle vene,al posto del sangue,avesse dell'acqua ghiacciata. I polsi che sanguinano,si ripeté nella mente. Tremò da capo a piedi controllando il meglio possibile la sua ansia e la sua disperazione,quando il sogni finì e si ritrovò nel suo letto. Ma,a differenza dell'altra volta,Cathy non era al suo fianco. Amy era nella sua culla,e dormiva serena,come se nulla fosse accaduto,ma Cathy non c'era. Heathcliff deglutì pesantemente,scendendo di corsa dal letto. I piedi nudi sul pavimento in marmo lo fecero rabbrividire. Uscì dalla stanza e si ritrovò nel buio più totale. Quando erano piccoli Cathy odiava il buio,ma faceva finta che non fosse così per sembrare coraggiosa agli occhi di lui. Ma Heathcliff lo sapeva che fingeva,e così le prendeva la mano,per rassicurarla e farle sentire che le era vicino. Nelly aveva spento tutte le luci prima di andare a dormire,non pensando che la padrona si sarebbe alzata. E nemmeno Heathcliff lo pensava. La sua mente era completamente presa dal sogno,dalle parole della presunta Amy-ragazzina. Scese le scale gradino per gradino,concentrandosi al meglio per non cadere e rotolare giù. Era arrivato nel salotto ancora tutto intero, e sentì dei rumori in cucina. Lentamente,si avvicinò alla porta di essa e provò a tendere l'orecchio. Non sentì più nulla. Stava per pensare che fosse solo la sua immaginazione,quando udì di nuovo quegli strani suoni. Da lì poteva distinguerli meglio. Erano il rumore di qualcuno che stava rovistando da qualche parte,spostando goffamente le cose senza dargli troppa importanza,incurante del frastuono che provocava. Heathcliff entrò in cucina e vide la luce fioca di una candela sul tavolo,che dalla sua precedente postazione non era riuscito a scorgere. Accanto alla candela,Cathy stava cercando qualcosa all'interno di uno dei cassetti sotto il lavabo. "Che diavolo stai facendo?" Chiese Heathcliff,sottovoce. Cathy si voltò di scatto,stringendo tra le mani un pezzo di stoffa bianco. Solo avvicinandosi di più,l'uomo poté intravedere alcune macchie rosse sulla stoffa. E altri rivoli scarlatti sporcavano sulla manica sinistra la sua camicia,quella che Cathy indossava sempre per dormire. L'uomo sgranò gli occhi e afferrò il polso della moglie,dal qualche sembrava fuoriuscire quel sangue. L'espressione di Cathy era quasi indescrivibile. Aveva gli occhi umidi e lucidi,le guance pallide e le labbra esangui. Heathcliff la guardò con tanta intensità da fare abbassare lo sguardo. Quella ragazzina aveva ragione. Non poteva essere. Cathy non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Ma quel sangue era così rosso..

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