Ti amo in tutte le lingue del mondo.

di ehjhoran_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***



Capitolo 1
*** 1 ***


"Ti amo in tutte le lingue del mondo."

                                                       






 

Mi stiracchio sul letto, strofinando gli occhi.
La stanza è luminosa, e fuori dalla finestra gli uccelli che cinguettano, come a inaugurare la primavera, mi fanno sorridere.
Mi volto verso Emilie per augurarle il buongiorno, ma lei non c’è, e il suo letto è disfatto. Corrugo la fronte, prendo il cellulare dal mobile accanto al mio letto e leggo l’orario del display, che segna le 7 del mattino.
Mi chiedo dove sia finita, quando sento delle voci dal piano di sotto. Non sento solo le voci di Emilie e di suo fratello Michael, sembra che ci siano altre persone.
Esco curiosa dalla camera e mi affaccio silenziosamente dalle scale. Intravedo Luke sorridere mentre passa un pacco di biscotti a qualcuno dall’altra parte del tavolo, che però non riesco a vedere. Decido di rientrare in camera e mettere qualcosa, non posso scendere giù dai ragazzi col pigiama, è ridicolo.
Do’ un’occhiata al mio borsone, posto ai piedi del letto, ma poi decido di indossare qualcosa di Emilie. Spalanco il suo armadio sorridendo, frugo un po’ tra i vestiti e poi prendo i suoi jeans preferiti, quelli strappati e sfumati dappertutto.
Cerco qualche maglietta da indossare ma non ne trovo una adatta a me oggi. Resto immobile qualche secondo in cerca di idee, e poi mi dirigo verso camera di Michael. Lui si che ha delle magliette fighe, potrei metterne una delle sue.
Spero solo non gli dispiaccia.
Apro il primo cassetto e con un sorriso enorme in faccia trovo subito una maglietta che mi piace, considerando il fatto che a me piacciono tutte le sue magliette. Apro il cassetto a seguire, sperando di trovare una delle sue belle camicie, e alla fine la trovo.
Porto i due indumenti in camera di Emilie e mi cambio. Finisco completamente di prepararmi e infine sono pronta per scendere. Scendo le scale affamata. Attiro l’attenzione di tutti che mi salutano con un abbraccio.
 Ci sono Emilie, Mikey, Luke, Ashton e quel cinegro di Calum che amo sfottere.
“Ciao ragazzi, che fate qui, a quest’ora?” Esclamo con entusiasmo.
Tutti e tre si girano contemporaneamente verso Emilie, e lei a sua volta guarda me, facendo un sorrisino poco convinto.
 La guardo in cerca di spiegazioni.
“Visto che io ti ho invitata da noi qui per una settimana, Michael ha deciso di invitare loro.” Dice sorridendo.
La guardo annuendo. “Hai deciso in grande, Mikey.” Commento, poi ritorno a guardare Emilie. “Quindi tu vorresti dirmi che passerò un’intera settimana con loro?”
Emilie annuisce facendo un sorriso innocente.
Guardo per un istante gli altri, che mi fissano a loro volta. Mi viene da ridere, e mi chiedo se questa sarà una settimana da incubo, ma so che il divertimento è assicurato.
Mi siedo a tavola senza dire più nulla, metto i cereali in una ciotola e verso il latte. Quando alzo lo sguardo, mi sento osservata da Michael. Mi sta guardando e masticando allo stesso tempo la sua mela. Finalmente inghiottisce. 
“Credo che tu abbia qualcosa che mi appartiene.” Dice.
Abbasso la testa verso gli abiti che ho addosso.
Poi la alzo, e lo guardo sorridendo.
“Non ti dispiace il fatto che abbia messo una tua maglietta e una tua camicia, vero?” Gli faccio il più ampio sorriso che possa fare.
Si intenerisce e scuote il capo. I ragazzi intanto parlano apertamente fra di loro, facendo colazione.
Emilie si siede accanto a me.
“Non ti crea nessun problema se anche loro stanno qui?” si rivolge a me. Le sorrido e scuoto il capo.
“Scherzi? Assolutamente no. I migliori amici che si possano avere stanno un’intera settimana sotto il mio stesso tetto, cosa posso desiderare di meglio? Ciò che mi serve è divertirmi e ridere.”
Mi alzo e schiocco un bacio ai tre, poi vado da Michael e lo abbraccio.
“Che tenero che sei, grazie per i vestiti.” Gli sussurro, e gli do un bacio sulla guancia. Lui sorride e a sua volta mi da un dolce bacio in guancia. Sono le 7.45 quando decidiamo di andare a scuola. Prendo lo zaino che si trova sul divano e raggiungo gli altri, fuori di casa.
Noto che davanti è parcheggiato il motore di Ashton e mi viene in mente che due settimane prima mi aveva promesso che un giorno mi avrebbe portata a scuola con lui, in motorino. Ma penso lo abbia dimenticato.
Calum si precipita entusiasta davanti al motore di Ashton. Lui fa una smorfia e lo raggiunge.
"Io vengo con te, dove sta l'altro casco?" Esclama Calum con un sorrisino. "Frena amico, tu vai a piedi con gli altri." Gli risponde.
 "Perchè?" Chiede il moro cambiando espressione.
Ashton mi rivolge un'occhiata e io alzo le sopracciglia sorpresa. Fa uno dei suoi sorrisetti, di quelli che lo fanno sembrare tenero come un bambino.
"Una promessa, è una promessa." Dice solamente, mettendosi gli occhiali da sole. Ash si avvicina a Calum e gli dice qualcosa che non riesco a sentire, quest'ultimo poi fa cenno di aver capito. Li guardo sottecchi mentre Emilie sta parlando a proposito delle materie di oggi con Luke e Michael.
"Andiamo?" Chiede Calum rivolto a noi.
 Il gruppetto comincia ad avviarsi, mentre io metto lo zaino in spalla.
Non so se stare lì ferma o andare con gli altri. Comincio a fare qualche passo, attirando l'attenzione di Ashton. Si volta, mi sorride e infila le chiavi nel motore. "Che fai lì, non vieni?"
Mi scappa un leggero sorriso. Mi avvicino a lui, lo vedo sollevare la sella del motore e prendere un altro casco, me lo porge. Lo prendo e lo infilo in testa. Ho qualche difficoltà ad allacciarlo, e lui lo nota. Si avvicina e afferra il lacci del casco, le sue mani armeggiano e io avverto il suo tocco delicato sotto il mio mento. Posso sentire il suo respiro sul mio viso e i suoi occhi sui miei. Le sue iridi sono così verdi che sembrano riflettere le mie, sono bellissime.
Quando ha finito da un leggero colpetto sul casco e sorride soddisfatto.
 Fa scivolare lentamente il mio zaino dalla spalla e lo mette nella parte posteriore vuota del motore, insieme al suo. Poi afferra il suo casco,lo indossa e sale in sella. Lo seguo a ruota e lui mi prende le mani e dolcemente le fa avvolgere attorno alla sua vita. Volta il capo e mi guarda con la coda dell'occhio. Posso notare ogni piccolo particolare del suo viso messo di profilo. La sua pelle abbronzata, il suo naso, le sue labbra, il mento e un po' di barbetta su di esso. Tutto da vicino. Sospiro e sorrido.
Ashton accende il motore.
"Fai piano, non voglio finire all'ospedale." Sento una risatina. Non so come definire la mia amicizia con Ashton Irwin. Non si puó descrivere precisamente. È come quei sentimenti che non sai definire. So che è speciale, la nostra amicizia, come so che è speciale lui. Non so cosa provo per lui, me lo sono chiesta tante volte.  Se è più un sentimento di amicizia o qualcosa di più. So che senza di lui mi sentirei persa. La sua risata mi fa stare bene, il suo sorriso mi riempie il cuore di gioia. E soltanto la sua presenza potrebbe migliorarmi la giornata.
Ashton Irwin è più che speciale. È una di quelle persone che sanno come farti ritornare il sorriso, che sa dimostrarti davvero che ci tiene a te, che farebbe tutto pur di farti ritornare il sorriso, una di quelle di cui ti puoi fidare ciecamente, una di quelle che se non c'è, ne senti troppo la mancanza, una di quelle che non ti tradirebbe e che non tradirebbe mai la tua fiducia, che non ti sostituirebbe mai per nulla al mondo, che non sarebbe capace di farti del male, che tengono troppa dolcezza dentro, che sanno come amare, una di quelle per cui vale la pena litigare, ridere, sorridere, una di quelle per cui vale la pena vivere, perchè Ashton Irwin e vita ed è capace di farti vivere. Ashton si puó definire un vero amico, uno di quelli che per te si farebbe in quattro, che per qualunque cosa lui c'è davvero, che in qualunque situazione tu ti possa trovare lui è pronto ad aiutarti, sempre e comunque.
 Lo conosco dai tempi delle medie, come Calum ed Emilie.
Al liceo invece strinsi amicizia con Luke e conobbi meglio Michael, il fratello di Emilie.
 
Sorrido mentre il vento mi scompiglia i capelli e li porta tutti all'indietro. Sorrido e basta. Con i brividi che percorrono le braccia e la sensazione di libertà. Perchè stare su questo motore mi da la sensazione di essere libera. È una sensazione strana, ma bella, che mi fa sentire l'anima più leggera. È come se stessimo scappando da ogni cosa.
Ma la sensazione di andare via da tutto e da tutti scompare non appena appare davanti agli occhi l'enorme edificio che tutti chiamano scuola.
Oh certo, perchè ritrovarsi davanti alla scuola è una sensazione davvero bella, fa venire i brividi.
 Ashton parcheggia, spegne il motore e mi lascia scendere. Entrambi togliamo il casco, io lo porgo a lui, e infine lo posa. Prende gli zaini, si infila in spalla il suo e mi passa il mio. Noto che lo sguardo di qualche ragazza o ragazzo è rivolto su di noi, ma decido di non dargli importanza, anche perché io e Ashton stiamo quasi sempre insieme.
Entriamo nel cortile della scuola e ci appoggiamo al solito muretto. Stiamo per qualche tempo in silenzio, poi avverto che sta leggermente ridendo. Mi giro verso di lui e con l'ombra di un sorriso divertito sul volto, corrugo la fronte.
 "Perchè ridi?"
"Niente, piaciuto il giro in moto?"
Sorrido e annuisco.
"Vuol dire che ne faremo altri." Dice con un sorriso sulle labbra.
"Si ma non farmi affezionare troppo alla tua moto o poi non riusciró a farne a meno."
Abbassa lo sguardo e ridacchia.
 Dopo un po' vediamo che i ragazzi sono arrivati. Emilie guarda un po' dappertutto e quando si gira dalla nostra parte le faccio un cenno con la mano. Lei mi vede e sorride, poi dice qualcosa agli altri.
Lei e Calum si dirigono verso di noi, Luke raggiunge alcuni suoi amici, mentre Michael si dirige verso un altro gruppo di ragazzi.
"Brava ragazzina, ormai ti fai accompagnare a scuola da un bad boy su un motore, eh? Complimenti." Dice Emilie in tono scherzoso.
 Ashton scoppia a ridere gettando all'indietro il capo, e a me viene da ridere di più per lui.
"Io? Cattivo ragazzo? Mi hai visto bene? Sono un angelo coi fiocchi." Dice Ashton indicandosi.
"Si, credici." Calum fa una smorfia.
"Che vorresti dire?" Chiede Ashton atteggiandosi.
"Ti devo elencare gli atti vandalici che abbiamo combinato?"
"È stato più di un anno fa. Guarda, adesso mi sono spuntate pure le ali."
 Emilie spalanca la bocca, intanto sentiamo la campanella suonare.
"Poi la storia degli ‘atti vandalici' me la spiegate qualche volta, che ne dite?" Dice Emilie con uno sguardo misto tra sorpresa e un po' di rabbia.
Mi metto a ridere, e Ashton mi segue. Entriamo a scuola e ci dividiamo.
Mi dirigo verso il mio armadietto e mi affretto a prendere i libri della materia della prima ora: storia.
In seconda ora avrei avuto lettere ma con me ci sarebbe stato Luke, quindi più di tanto non mi sarei annoiata.
Ma mi sbagliavo. La seconda ora è stata una palla. Nonostante mi fossi seduta con Luke, non abbiamo avuto modo di parlare più di tanto, la professoressa continuava a spiegare e  passammo l’ultimo quarto d’ora da incubo, visto che aveva iniziato ad interrogare e quasi nessuno aveva studiato. Ma io e Luke siamo stati accompagnati dalla buona sorte, perché non siamo stati chiamati dalla professoressa.
Ringrazio Dio per aver finalmente fatto suonare questa dannata campanella.
Io e Luke ci alziamo di scatto.
“Oddio, questa volta l’abbiamo scampata. Immagina un altro degli infiniti 2 che ci mette sempre questa vacca in menopausa.” Sussurro per non farmi sentire dalla professoressa ancora seduta in cattedra, ed esco fuori dalla classe.
Lui annuisce teso.
“Ma che cazzo ha ogni volta questa pazza? Per caso il marito non la soddisfa? Ammesso e concesso che lo abbia,il marito.” Dice.
Cerco di placare una risata, poi lo saluto per andare all’armadietto.
Mentre cammino in corridoio, cercando il mio armadietto, sbadatamente vado a scontrarmi con qualcuno.
“Scusa, non ti avevo visto.” Mormoro, e quando capisco chi è, spalanco gli occhi.
“Attenta a dove metti i piedi, dolcezza.” Quel tono di freddezza e superiorità nella sua voce mi attraversa il corpo e mi fa raggelare il sangue.
Bryan Bailey mi rivolge uno sguardo di tensione, la mascella tesa, gli occhi scuri e profondi, come un vortice di tenebre senza fine.
Dopo qualche secondo rimasta completamente immobile, per paura di poter fare un passo sbagliato, lui si avvia per la sua strada, seguito dai suoi tre amici.
La comitiva più temuta.
Mi giro lentamente, deglutisco e lo guardo andare via. Ma per un istante lui volta il capo e mi rivolge un sorriso agghiacciante, da bastardo.
Riprendo a respirare regolarmente dopo un pezzo, e mi dirigo a passo veloce verso il mio armadietto, prendo velocemente i libri e raggiungo la classe di storia dell’arte appena in tempo.
Faccio un respiro di sollievo non appena vedo Michael e Calum seduti insieme all’ultimo banco.
Raggiungo il banco singolo che si trova negli ultimi posti e lo attacco al banco dei due, prima che la professoressa entri in classe.
Mikey e Calum mi guardano.
“Megan, che cosa fai?” Mi chiede Micheal.
“Non vedi? Attacco il banco, non voglio rimanere da sola.”
Mi siedo posando le mie cose sul banco e sbuffo.
Avrei tanta voglia di andare a casa e dormire.
E’ passata mezz’ora.
Sto per scoppiare.
La professoressa non fa altro che parlare, spiegare, riempirci la testa di bla bla bla, riprendere alcuni di noi che parlano, parlare, spiegare, spiegare, parlare.
Sto per addormentarmi quando all’improvviso sento la voce isterica della Bennett rimproverare Calum.
“HOOD! Visto che tu sei stato così attento, per tutto il tempo che ho spiegato, vieni qui, analizza e dimmi ciò che vedi in questa famosa opera di Leonardo Da Vinci, “La Vergine Delle Rocce.” Ovviamente lo saprai,perché sei stato attento, giusto?”
Calum fa una faccia terrorizzata, lentamente, molto lentamente, si alza dalla sedia e raggiunge la Bennett alla cattedra.
La professoressa gli porge il libro, e lui lo osserva.
Tossicchia prima di parlare.
“Hood, a te la parola.”
 
Calum osserva l’immagine, muto. Dopo un po’ sospira.
Guarda la Bennett, poi tutti noi, come per dire ‘Non ho vie di scampo.’ E inizia.
“Vedo……Bhe, si, vedo…la Vergine, la Vergine, certamente, Eh, le rocce, ovvio, le rocce pure, vedo..uh, Gesù, si, il Buon Gesù…c’è tutto, si, c’è una tecnica del colore.. proprio, una di quelle..belle, eh.”
Fa un attimo di pausa.
“Olio extravergine su tela, secondo me è quello, si perché si sa..Leonardo Da Vinci si faceva tutte quelle belle insalatone, metteva olio a non finire eee, quello che gli avanzava, lo metteva sulla tela.”
La classe scoppia in una risata generale, mentre la Bennett resta immobile a guardarlo.
“Eh, poi, poi che cosa vedo… vedo un sacco di cose, si..il Buon Gesù, eh, vedo.. vedo, uh, vedo..vedo anche la strada per andare dritto in presidenza, si, è illuminata dal Buon Gesù…”
 
La Bennett annuisce fulminandolo con lo sguardo, e gli indica la porta della classe.
Lui guarda in basso e poi lentamente esce fuori.
Qualcuno sta ridendo ancora.
La professoressa sbatte il libro sulla cattedra, presa da un attacco d’ira e tutti noi sussultiamo.
Poi tutto silenzio.
Quando io e Michael usciamo dalla classe, alla fine dell’ora, andiamo senza perdere tempo a cercare Calum.
Ci dirigiamo verso la presidenza, e vediamo Calum seduto sulla sedia di fronte alla porta dell’ufficio del preside.
“Ma prima stavi fumato?” Ride Michael avvicinandosi.
Calum ride, affonda le mani nelle tasche dei jeans e si alza.
“Che ti ha detto il preside?” Chiedo.
Lui alza le spalle.
“Ha chiuso un occhio e mi ha lasciato libero per il resto dell’ora. Nemmeno lui sopporta la Bennett.”
 
Ci mettiamo a parlare mentre camminiamo lungo il corridoio, ma quando sentiamo il suono della campanella che segna l’inizio dell’ora seguente, siamo costretti a dividerci.
Mi dirigo verso il mio armadietto di fretta, avrei già dovuto essere in classe.
Quando finalmente lo raggiungo, il corridoio si sta svuotando.
Prendo i libri di biologia, sbuffo e chiudo l’armadietto un po’ troppo forte.
Mi giro e sussulto, in mezzo al corridoio vuoto, davanti a me Bryan Bailey si sta avvicinando, è da solo.
Il cuore inizia a martellarmi nel petto, in preda al panico.
Faccio finta di niente e cammino.
Ma lui mi tira per un braccio, verso di se.
“Ciao, dolcezza.” 




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Ho aspettato fino a questo momento per decidermi di pubblicare questa storia, il perchè non lo so.
Ho paura che non se la inculi nessuno.
Non sarà una storia molto lunga, è una specie di mini long, di qualche capitolo soltanto però.
Inizialmente ho cominciato a scriverla soltanto per me stessa, dato che mesi fa avevo fatto un sogno, e allora ho deciso di scriverci su questa storia. Ovviamente ho scritto molto altro, l'ho scritta prima e durante l'estate, e adesso, proprio ad orari insoliti come mezzanotte, decido di pubblicarla, che intelligente.
Per favore, se questo primo 'capitolo' se si può definire così, vi è piaciuto, anche un pocheeeetto piccolo, scrivete una minima recensione, vi supplico. 
Ringrazio la mia migliore amica per aver fatto il banner (@niallssistah su twitter)
Eeee niente, questo è tutto.
Adieu :/
xx

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Capitolo 2
*** 2. ***


                                                                                                              





“Ciao, dolcezza.” Ancora una volta fa quel sorriso da bastardo.
Io non rispondo, guardo in basso.
“Parli poco?” Si mette a ridere.
“Sono in ritardo, devo andare in classe.” Rispondo fredda, cerco di liberarmi dalla sua presa ma lui stringe di più la sua mano attorno al mio braccio, tanto da farmi male.
Faccio una smorfia di dolore e lui allenta la presa.
“Come ti chiami?”
Volto il capo e non gli rispondo.
“Fai i capricci, ragazzina?”
“Non chiamarmi ragazzina.”
Il solito sorriso riaffiora sulle sue labbra.
Lo odio.
Lo vedo mettere la mano nella tasca dei suoi pantaloni ed estrarre il suo cellulare.
Me lo porge.
“Scrivi il tuo numero in rubrica.”
Esito e sto ferma per qualche secondo. Fisso il cellulare e penso che se forse gli lascio il mio numero magari mi lascia in pace e mi fa entrare in classe.
Lo afferro di malavoglia, digito il mio numero e lo salvo in rubrica.
Lui si riprende il cellulare e da un’occhiata allo schermo.
Comincio a camminare, e vedo che lui mi sta lasciando andare.
Faccio un respiro di sollievo.
“A dopo, Megan,” Lo sento dire da dietro.
Deglutisco, faccio un lungo respiro e vado in classe.
Appena entro, tutti gli occhi sono fissi su di me, persino il professore smette di parlare per fissarmi.
Volge lo sguardo per qualche secondo al suo orologio, e poi torna a guardarmi.
“Signorina Jones, è in ritardo.”
“Lo so.”
“Di 10 minuti.”
“Lo so.”
“Dovrebbe andare in presidenza, sa anche questo?”
Lo guardo in cagnesco.
Sbuffo, maledicendolo nella mia mente, sto per girarmi infuriata per andare in presidenza.
“Si sieda, farò finta di niente.”
 
Durante la prima mezz’ora mi addormento involontariamente.
Vengo svegliata da un forte colpo di tosse.
Alzo la testa e noto lo sguardo del professore.
 
“Signorina Jones, è a scuola per studiare, non per dormire.”
“Ma perché, lei a casa spiega?”
“Come sarebbe a dire?”
“Mi ha sentito, o è sordo?”
“Fuori dalla mia aula. Adesso.”
“Poteva dirlo prima.”
Mi alzo e vado dritta fuori.
Peggio di così?
 
Vado a fare un giro sconsolata per quasi tutti il plesso.
 Mi fermo davanti ai distributori con l'intenzione di prendere qualcosa da mangiare ma alla fine decido di non prendere nulla.
Nei corridoi non c'è anima viva, a parte quei pochi studenti che qualche volta escono per andare in bagno e staccare la spina.
Per ammazzare il tempo guardo di tanto in tanto fuori dalla finestra o controllo il cellulare.
Vado in bagno e mi siedo per un po' per terra, con la testa appoggiata al muro. Prendo il cellulare dalla tasca e apro i messaggi.
Quasi quasi preferivo rimanere in classe ad ascoltare la lezione di biologia. Decido di mandare un messaggio ad Emilie.
 
"Emi, mi sto annoiando come un cane, il prof di biologia mi ha mandata fuori. Stronzo."
 
Qualche minuto dopo ricevo una sua risposta.
 
"Hahaha sfigata, io sto facendo inglese, dove sei adesso?"
 
"Nel bagno al piano di sopra."
 
"Ti raggiungo, aspetta."
 
Aspetto un po' e finalmente vedo qualcuno arrivare.
La bionda fa capolino dalla porta e sorride appena mi vede. Mi raggiunge e si siede di fianco a me. "C'è qualcuno dei ragazzi in classe da te?" Domando.
"No, tranne quel figo di James Cooper."
"Hai lasciato una scia di bava mentre uscivi dalla classe?"
 Emi scoppia in un'ampia risata, e io la seguo.
"Non sai che ha combinato Calum nell'ora di storia dell'arte."
"Ha sparato una delle sue solite minchiate?"
"Ha fatto una colossale figura di merda davanti a tutta la classe, professoressa inclusa. L'ha sbattuto in presidenza. Gli altri lacrimavano dalle risate, non sai che ti sei persa."
"Dio quel ragazzo è unico."
"Si, coglione unico."
" La dovete raccontare."
"Allora preparati che in mensa non ti faccio neanche pranzare talmente le risate che ti fai."
Controllo l'orario e mi accorgo che l'ora è quasi finita.
Mi alzo dal pavimento e Emilie mi segue a ruota. Usciamo dal bagno e lei si avvia per le scale.
"Ci vediamo in mensa, Emi"
Ritorno davanti la classe di biologia nel momento esatto in cui il professore apre la porta e mi fa cenno di rientrare. Faccio un respiro di sollievo ed entro in classe rilassata.
"Segnati i compiti scritti alla lavagna." Mi ordina il professore in tono serio.
Mi siedo al mio posto e prendo appunti.
Quando la campanella suona sono praticamente la prima ad uscire dalla classe. Corro verso il mio armadietto, butto i libri dentro a casaccio e con un colpo secco lo chiudo.
"Incubo!"
Sussulto trovandomi Ashton davanti.
 Oggi muoio d'infarto.
 "La scuola è un totale incubo."
"Lo so, Ash." Dico in tono preoccupato.
Lo vedo sorridere e il mio sguardo cambia da preoccupato a sorpreso.
 "Perchè sorridi?"
"Niente, solo che mi piace quando mi chiami Ash."
Sorrido e arrossisco involontariamente.
 Lo chiamo così dalla seconda media e non me l'ha mai detto.
Quando sembra ritornare in sè parla di nuovo di quanto la scuola sia un incubo.
"Quella di lettere ci ha dato tre capitoli interi da studiare per domani, e mi ha fatto una di quelle sgridate che non finiva più perchè è l'ennesimo 2 che prendo. Non ce la faccio più a sentire urlare questa pazza in calore, giuro." Soffoco una risata.
 "E tu perchè non studi?"
Fa una smorfia e dei versi di lamento.
"Ma non mi vaaa."
Scoppio a ridere per i suoi versi.
"Tu continua a prendere 2 e poi sono cazzi tuoi."
Sbuffa.
"Io oggi sono stata buttata da fuori dal professore di biologia."
"No, non ci credo, perchè?"
"Innanzitutto perchè sono entrata con dieci minuti di ritardo e voleva già mandarmi dal preside ma non l'ha fatto. Poi perchè mi sono addormentata, e gli ho pure risposto male."
"Wow,Megan passione ribelle." Ride.
"Ma smettila" dico ridendo anch'io.
"Oggi mi dai una mano a studiare lettere?"
 "Si dai, ti picchio se prendi un altro due."
 Intanto ci stiamo avviando lungo il corridoio per raggiungere la mensa.
 "Mi picchi? Allora vuoi anche tu le botte."
"Non si alzano le mani ad una ragazza."
"Ma infatti tu non sei una ragazza, sei l'uomo delle caverne." Esclama con fare ovvio.
Apro la bocca sorpresa e gli do un leggero colpo sulla spalla.
 Lui si allontana poco da me e si mette a ridere.
"Puoi pure morire per me, abbiamo chiuso." Faccio la finta offesa e accelero il passo.
Lui mi raggiunge e mi abbraccia da dietro.
"Ah si, adesso vuoi farti perdonare?"
"Non ti lascio scappare via da me così, Megan Jones."
Non so cosa accade ma sento il cuore battere più forte e qualcosa allo stomaco. Mi volto lentamente verso di lui e mi fiondo tra le sue braccia, con la testa appoggiata sul suo petto. Riesco a sentire i battiti del suo cuore ed è una sensazione meravigliosa.
"Da dove ti escono tutte queste parole dolci?"
"Sei tu la mia ispirazione." Sorride e mi bacia i capelli.
Sorrido e mi mordo le labbra. Quella frasi si ripetono nella mia testa, continuamente, una dopo l'altra, mentre entriamo in mensa.
"Non ti lascio scappare via da me così, Megan Jones."
"Sei tu la mia ispirazione."
Ashton mi sta mandando la testa in confusione, sembro non capirci più nulla. Improvvisamente sta scomparendo tutto dalla mente dando spazio solo a lui, allesue parole, ai suoi gesti e ai suoi comportamenti, ai suoi occhi e al suo sorriso, alle sue labbra e ai suoi capelli, a tutto ció che è di noi. Magari è vero quando dicono che l'amicizia tra maschio e femmina non puó durare perchè prima o poi uno dei due si innamora. Magari è proprio ció che sta succedendo a me. E nemmeno voglio questo. Non voglio rovinare l'amicizia in questo modo. Ma non riesco ad immaginare nulla senza Ashton Irwin. Le avventure, gli abbracci, le risate, le discussioni.
La vita.
Non riesco ad immaginare la mia vita senza di lui. O con un altro che non è lui. Perchè nessuno mai riuscirà a prendere il suo posto.
Ci sciogliamo dall'abbraccio quando sento vibrare il mio cellulare per l'arrivo di un messaggio. Leggo sul display un numero che non ho salvato in rubrica.
 
"Che ne dici se stasera ti porto da qualche parte? Non accetto un no. Non fare la ragazzina capricciosa. -B."
 
 Credo che avergli dato il mio numero sia stato l'errore più grande che abbia fatto in vita mia.
"Chi è che ti scrive?" Mi chiede Ashton curioso.
 "Mh? Oh, nessuno." Gli sorrido e lo incito a camminare.
 Nessuno. Bryan Bailey è quel nessuno che mi ha scritto. Mi ha invitata ad uscire. E io non voglio minimamente accettare. Decido di non rispondergli.
Bryan Bailey è il ragazzo più temuto di tutta la High School. Stronzo, bastardo, puttaniere, uno che ama fare le risse e spaccare il naso a tutti, si dice che abbia mandato all'ospedale anche delle persone con qualcosa di rotto o qualche frattura abbastanza grave. Tremendamente stronzo. Hanno tutti paura di lui qui, nessuno osa avvicinarsi alla sua piccola comitiva e se solo fai un passo falso con lui ti finisce male. Molto male.
20enne, ripetente, tatuato, piercing dappertutto, muscoli, sigaretta sempre in bocca.
Magari potessi ritornare al momento in cui mi sono scontrata con lui ed evitare quello che è successo. In che cazzo di guaio mi sono andata a cacciare?
 Mentre Ashton va a riempire il suo vassoio con il pranzo, io mi siedo al solito tavolo con i ragazzi. Fisso per qualche minuto quel messaggio senza alzare lo sguardo, fin quando Emilie non interrompe il mio stato di shock momentaneo.
"Meg, tutto apposto? Stai a fissare quello schermo senza muovere un dito, successo qualcosa?"
La guardo e alzo le sopracciglia, come a sembrare sorpresa.
"Cosa? No, niente!" Esclamo ridendo nervosamente, per farle sembrare che fosse tutto apposto.
 Mi guarda inarcando un sopracciglio, fa una smorfia come per dire "Boh" e poi ritorna a mangiare.
 Ashton ritorna con il suo pranzo, si siede accanto a me, si sfrega le mani felice, ma poi mi guarda e interrompe quello che sta facendo.
 "Non mangi?" Mi chiede. Tutti gli altri sono silenziosi e mi guardano mentre mangiano.
"Ah, giusto. Il pranzo, l'avevo dimenticato." Rido alzandomi dal mio posto.
Ho lo stomaco chiuso e non ho per niente fame, sto risultando strana davanti a tutti, ma Bryan è diventato un pensiero fisso in questo momento e non riesco a pensare ad altro proprio adesso. Penso che gli altri abbiano capito che ho qualcosa che non va. Non riesco a fingere quando mi succede qualcosa.
Vado in bagno, ho bisogno di sciacquarmi la faccia e di isolarmi un po' da tutto. Sto per qualche minuto, e quando sto per uscire, Bryan Bailey è appoggiato al muro, braccia conserte e la sigaretta tra le labbra. Mi blocco di colpo, è lì ad aspettare qualcuno, o me. Quando si accorge della mia presenza, mi fissa, sorride, si toglie la sigaretta spenta dalle labbra e si avvicina a me.
 "Megan."
Tengo le labbra serrate, e lo guardo con freddezza.
"Preferisci non rispondere a tutti i messaggi o solo ai miei?" Sorride spavaldo.
Non devo mostrare di aver paura di lui.
"Solo ai tuoi." Ricambio il sorriso da stronza.
 Alza un sopracciglio e si avvicina a me.
"Allora" continua facendo finta di nulla. "Attendo una risposta, e ho detto anche che non accetto un no."
"E se invece dicessi no?"
"Ne sei proprio sicura?" Si avvicina di più a me, così che i nostri sguardi sono vicinissimi.
 Deglutisco senza darlo a vedere.
 "Non voglio uscire con te."
Sta zitto qualche secondo, poi volta il capo.
 "Quelli sono i tuoi amici?" Indica il tavolo con i ragazzi.
Spalanco gli occhi, ma non rispondo.
"E quello lì seduto di fronte alla ragazza, chi è, il tuo fidanzato? Siete sempre insieme. Ti controllo da un bel po', Megan, sai."
Si rigira verso di me e sorride. Mi sento confusa e un po' impaurita. Non deve avere nulla a che fare con i ragazzi, tanto meno con Ashton.
"È un mio amico. Lasciali stare, Bryan."
"Sai il mio nome."
"Ti conoscono tutti qui."
Ammicca.
"Senti, che cosa vuoi da me? Lasciami stare, non sono una delle tue facili prede, voglio che tu stia alla larga da me, e dai miei amici."
"Tu hai paura di me."
"Affatto, stronzo."
Schiude la bocca sorpreso. Si avvicina spaventosamente a me, io indietreggio fino a finire con la schiena contro il muro.
Non possono vederci. Questo piccolo corridoio è isolato perchè qui non viene quasi mai nessuno. E ho una fottuta paura del cazzo. I nostri corpi sono attaccati, lui si avvicina al mio orecchio.
"Ti senti forte ragazzina? Io sono molto più forte di te, sai? E sai anche cosa succede al tuo amico se non esci con me? Gli finisce molto male, parola di Bryan Bailey." Si allontana da me, e sorride andandosene.
Sono bloccata, sotto shock, ancora attaccata al muro e con gli occhi spalancati. E ho una voglia matta di piangere.
Cerco di calmarmi e mi incammino verso il tavolo dei ragazzi.
"Non ho preso nulla da mangiare, non ho fame." Dico senza dare il tempo a qualcuno di chiedere.
Mi siedo nello stesso posto di prima e non dico più niente, nonostante ricevo per tutto il tempo occhiate dai ragazzi.
Quando finiscono di mangiare, decidiamo di andare un po' fuori in cortile, come del resto quasi mezzo plesso.
Mi avvicino al solito muretto e mi ci appoggio. Vedo i ragazzi scherzare tra di loro e parlare del più e del meno, mentre sto qui a sbuffare.
 Vedo Emilie distogliere lo sguardo e posarlo su di me.
La sua risata si interrompe lasciandolo tra un misto di preoccupazione e curiosità. Si gira verso Ashton e gli dice qualcosa, e poi vedo lui girarsi verso di me.
 Si parlano ancora un po', e infine lo vedo avvicinarsi.
Sento il battito accelerare ma faccio finta che sia tutto okay.
Si mette accanto a me appoggiandosi anche lui al muretto. Osservo per qualche istante un punto fisso nel vuoto, poi la sua voce mi distrae.
 "A che pensi?" Scuoto lievemente la testa.
"A nulla."
"Impossibile."
 "Impossibile cosa?"
"Impossibile che fissi il vuoto, ma non pensi a nulla. Non si puó non pensare a niente, anche solo per un secondo."
"È vero."
"Quindi, a che pensi?"
Mi giro e lo guardo, senza dire nulla.
"Che c'è che non va?" Punta le sue iridi sulle mie, come a volermi leggere gli occhi.
"Nulla, è tutto apposto."
Sbuffa.
"Megan, non è tutto apposto. I tuoi occhi dicono tutt'altro." 




--------------
Ciao a tutti :)
Grazie mille per le 133 visite e per le 2 recensioni, anche se di recensioni me ne aspettavo qualcuna in più :/ ma va bene lo stesso.
Ho atteso fino ad oggi per pubblicare il secondo capitolo perchè aspettavo qualche altra recensione ma fa nulla, ma ne gradirei di più c.c anche per sapere che cosa ne pensiate :c
Alla prossimaaaa.
Baci x

 

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Capitolo 3
*** 3. ***


                                                                 


"Megan, non è tutto apposto. I tuoi occhi dicono tutt'altro."
"Ho solo bisogno che tu mi abbracci."
Il suo sguardo si addolcisce e mi abbraccia con tenerezza, e sto così bene tra le sue braccia. Amo i suoi abbracci, il modo in cui mi fa sentire protetta, con le sue braccia intorno a me e la mia testa sul sui petto. E mi piace da morire il suo profumo.
Fa un lungo sospiro e mi accarezza i capelli, e io chiudo gli occhi, desiderando di
stare così per sempre, incastrando le mie costole alle sue, completandomi,
aggiustandomi il cuore.

Fa un altro sospiro e si stacca, mi accarezza la guancia con il pollice,
delicatamente, e mi guarda negli occhi.


"Sicura che sia tutto a posto?"


Annuisco, senza sorridere. Guardando i suoi occhi. Non capendoci più nulla. 

E mi rendo conto che ho voglia di baciarlo, di sentirlo mio, di consumargli le
labbra, accarezzarlo, di giocare con i suoi capelli, di perdermi nelle sue iridi e
sentirmi al sicuro, di intrecciare la mano con la sua e sentirmi sussurrare
all'orecchio le più dolci parole che si possano sentire.


Voglio che anche lui provi le stesse cose per me, ma non è così.


"Vieni con me, dai ragazzi?" Chiede con un filo di speranza nella voce.


Scuoto la testa. "No, mi va di stare un po' da sola."


"Come preferisci." Dice con noncuranza.


Seguo con gli occhi i suoi movimenti.


Non va dai ragazzi, si appoggia al muretto, accanto a me.


"Che fai?"


"Hai detto che vuoi stare da sola."


"Appunto."


"Anch'io voglio stare da solo."


"Bhe?"


"Stiamo da soli insieme allora."


Mi giro dall'altra parte scuotendo leggermente la testa, chiudo gli occhi e mi
viene da sorridere.


"Ti ho vista, sai." Dice, e percepisco un sorriso sulle sue labbra. "Stai
sorridendo." Si sporge,per vedermi.


"Non è vero." Nego, ma sorrido ancora di più e cerco ancora di sfuggire dal suo
sguardo, ma ormai ho perso.


Si mette a ridere.


"Si, stai definitivamente sorridendo."


"Stupido." Mi volto verso di lui e gli sorrido.


"Lo stupido ti fa sorridere." Dice lui.


'Giá, lo stupido mi rende felice.' Penso io.
 
Nel pomeriggio, in casa di Emi e Michael, Calum e Luke sono spaparanzati sul
divano mangiando popcorn e giocando alla playstation, mentre Michael fa il tifo
per Calum, seduto per terra, e Luke che gli manda maledizioni, ridendo.


Emilie cerca disperatamente di far entrare in testa un paragrafo, ma con le urla di
quei tre sta per impazzire, e alla fine decide di chiudersi in camera, io sono seduta
in cucina, cercando di finire di tradurre la versione di latino.


Dopo qualche minuto concentrata sulla versione, sento una presenza accanto a
me. Mi giro e sussulto, ero talmente presa che non mi ero accorta di Ashton alla
mia destra.


"Mi hai fatto venire un mini infarto, cavolo." Sussuro mettendo la mano sul cuore,
che sta battendo leggermente più forte del normale.


Lui ridacchia. "Scusa. Ho fatto piano per non disturbarti."


"Ah, aspetta, devo farti studiare letteratura,me l'ero scordato. Prendi il libro, cominciamo."


"No no, non c'è fretta, prima finisci quello che stai facendo." Mi sorride.


"Eh? Aaaah." Scoppio a ridere, abbassando lo sguardo sulla versione di latino.
"Ma guarda che questa non è per domani. Non c'è bisogno che la finisca, la stavo soltanto anticipando."


"Come vuoi. Aspettami qui, vado a prendere il libro."


Si allontana e va all'ingresso dove si trova il suo zaino, ma poco dopo viene a
mani vuote.


"Merda." Esclama. "Ho dimenticato il libro a scuola."


Scoppio in una fragorosa risata da idiota, mentre lui fa una faccia come dire 'e
ora che cazzo faccio?'.


"Tranquillo." Dico. "Ho il mio libro."
 
Passa un quarto d'ora. Sto ancora provando a fargli entrare in testa la materia,
ma ogni volta che ci prova, finisce a ridere per qualche frase idiota di Luke o Calum, dall'altra stanza.


"Basta. Ci rinuncio." Dico sbuffando.


"Cosa?! No! Ho bisogno di te." Fa una pausa. "Del tuo aiuto, voglio dire."


Mi alzo dalla sedia ed esco dalla cucina, Ashton mi segue come un cagnolino, con
il libro aperto.


"Ti distrai troppo!"


"Prometto che non rido più." Mi guarda serio.


"Vaffanculo stronzo hai barato, vuoi che ti faccia la ceretta ai peli pubici, Luke?"
Si sente dal soggiorno.


Ashton cerca di guardarmi serio ma a stento trattiene una risata.


Faccio una smorfia. "Lo vedi? Ecco, ti metti a ridere."


"Okay, andiamo in camera di Michael."


"Mi raccomando non fate cose in camera mia!" Urla Michael dall'altra stanza.


Corro verso di loro, prendo un cuscino dal divano e lo scaravento dritto in faccia
a Michael, che sta ridendo.


"Taci stronzo." Dico seria, ma avrei voluto sprofondare.


Raggiungo Ashton, scuotendo la testa, e ci avviamo in camera di Michael.


Mi siedo sul letto, e lui si siede di fronte a me, mette il libro al centro, rivolto
verso di lui.


Dopo quasi mezz'ora, finalmente riesce ad imparare la prima pagina. Decidiamo
di passare avanti, e gira pagina.


Comincia a leggere, per diversi minuti. E poi ripete, due, tre, diverse volte, fin
quando non impara il primo pezzo. Scorre gli occhi verso il basso della pagina, e
comincia a leggere un altro pezzetto. Legge varie volte, poi all'improvviso si
blocca. E i suoi occhi guardano il fondo della pagina.


Lo guardo con fare interrogtivo, mentre lui sta... Sorridendo.


Alza lo sguardo e mi guarda dritto negli occhi.


'ti prego, non così.' Dico in mente.


"È un bella frase." Dice piano,mentre io corrugo la fronte.


"Serva me. servabo te." Fa un pausa. "Salvami...ti salverò."


"È una delle mie frasi preferite, in latino." Dico con un filo di voce.


"A chi pensavi, mentre la scrivevi?"


Mi sento mancare.


'A te.' Vorrei dire, ma non lo faccio.


"A nessuno in particolare." Dico distogliendo lo sguardo. "Continui a studiare o
no?"


"Eh? Ah, certo."


Dopo un'ora finalmente riesce a studiare tutto, e fa i salti di gioia dalla felicità.


Il mio cellulare comincia a vibrare, annunciando l'arrivo di un messaggio.


Do un'occhiata al display, sblocco lo schermo senza far caso al mittente e leggo il
messaggio.


Il sorriso scompare dalla mia faccia.


"Stasera alle 8. Incontriamoci all'Hyde Park. Ti conviene venire. -B"


Fantastico. Me ne ero completamente dimenticata, cazzo.


Il panico comincia a salire.


"Hei, che succede?" Ash mi guarda un po' preoccupato.


Alzo le sopracciglia.


"Nulla." Gli sorrido. "Scusami, adesso devo andare da Emilie."


Annuisce, un po' confuso, mentre io esco dalla stanza.


Mi avvio verso camera di Emi, apro la porta senza bussare, la richiudo un po'
bruscamente, lei alza lo sguardo dal suo libro e mi da una brutta occhiataccia.


Io non ci faccio nemmeno caso, mi butto sul letto e sbuffo.


Affondo la faccia nel cuscino.


"Mi sono messa nei casini." Mormoro ancora con la faccia contro il cuscino. La
frase è risultata incomprensibile.


"Che hai detto?"


Mi metto seduta sul letto.


"Niente. Devo fare la doccia."


"Oh, okay. Il bagno è davanti a te, gli asciugamani e l'accappatoio pulito stanno
nel ripostiglio vicino alla doccia."


"Grazie."


Mi avvio in bagno e faccio una doccia calda, ci sto quasi più di mezz'ora.


Quando esco dal bagno, avvolta in una tovaglia fresca e pulita, Emilie non c'è.


Sono le 6.45. Più passa il tempo e più non voglio che passi. Non voglio sul serio
vederlo.


Mi vesto lentamente. Metto dei normali jeans e una camicia squadrata rossa. 


Mi asciugo i capelli in bagno, guardandomi allo specchio con una faccia
inespressiva.


Quando ho finito sospiro. Metto soltanto del mascara.


Esco dal bagno. Infilo un paio di vans nere, e quando sto per aprire la porta, essa
viene spalancata da Emilie.


"Oddio, scusa. Non sapevo stessi per usc...hei, ma devi uscire?" Domanda
squadrandomi dalla testa ai piedi, sorpresa.


"Si" faccio una smorfia e un finto sorriso, guardando il display del cellulare: 7.13


"Con un ragazzo.?"


"Ehm...si."


"Nooo." Esclama felice, avanzando nella stanza, facendomi arretrare di qualche
passo per lasciarla passare, e si chiude la porta alle spalle.


Mi fa sedere sul letto.


"Dimmi tutto. Nome. Età. Data di nascita. Figo. Carino. Guardabile?"


L'ansia comincia a salire.


"Bryan" la voce mi trema. "Bryan Bailey."


"Che cazzo dici? Stai scherzando?"


Scuoto la testa.


"Sei impazzita? Quello è pericoloso."


"Lo so. Non è colpa mia, non voglio nemmeno uscirci, Emilie. mi ha costretta lui."


"Che significa che ti ha costretta lui? E poi me lo spieghi come vi conoscete?"


"Lascia stare, Emi!"


"Che vuol dire lascia stare?! Tu non esci con lui, te lo vieto, potrebbe succederti
qualcosa."


"Non mi farà niente." Dico per convincere di più me stessa, che lei. "Lo faccio per
il vostro bene."


"Cosa?" Domanda incredula e confusa da ciò che ho appena detto.


"Ti prego. Non dire nulla a nessuno, soprattutto ad Ashton, per favore. Non
accadrà nulla."


"Che cazzo stai dicendo? Rispondimi, perchè?!"


Non le lascio il tempo di dire altro, non le rispondo nemmeno. Spalanco la porta, esco in corridoio e scendo velocemente le scale.
"Meggie, dove vai?" Domanda Calum, alzando gli occhi dal suo cellulare.


"Esco." Rispondo di fretta, corro verso l'ingresso, apro il portone, e lo richiudo
bruscamente.


'Mi dispiace, Emilie.' Penso. 'Lo so che non dovrei, non voglio, non voglio farlo.
Ho paura, paura di lui. Che cosa mi attende? Non lo so. Ma lo faccio per voi.' 


Ci vogliono circa 20 minuti per arrivare all'Hyde Park. Decido di camminare
lentamente, manca ancora mezz'ora.


Quando arrivo lui è già lí, seduto comodamente su una panchina, con la sigaretta
accesa tra le labbra.


Non mi ha ancora notata.


Il mio cuore accelera, ora sono indecisa se andare avanti o voltarmi e scappare.


Ma non posso, non voglio che accada nulla di male ai miei amici, non voglio che
accada nulla di male ad Ashton.


Sono le 7.56


Sospiro e comincio a camminare verso di lui.
 
 
~Ashton~
 
Picchietto le dita sul tavolo, guardando l'orologio ininterrottamente da mezz'ora. Sono le 9.


"Allora, mi dici con chi è uscita?" Domando sbuffando.


"Ashton, cavolo, è la decima volta che lo chiedi nell'arco di un'ora e mezza." Dice
Emilie alzando gli occhi dal cellulare. "Ancora insisti?"
"Ma non ho capito che male c'è, voglio solo saperlo!" Le dico supplicandola.


"Ma cosa ti cambia? Perchè ci tieni tanto a saperlo?"


"Te lo dico io il perchè." Dice Luke, sbucando il cucina, con in mano un panino. "È geloso." Afferma, e addenta il suo cibo.


"Cosa?!" Esclamo, incredulo. "Cazzata, sono il suo migliore amico, non posso
sapere con chi esce?"


"Geloso e anche cotto, aggiungerei." Dice Calum ridendo. "Il nostro piccolo Irwie innamorato." Scherza e mi da un pizzicotto sulla guancia.


Vado in fiamme.


"Hai rotto, Calum." 


Mi alzo di scatto dalla sedia e vado in camera, al piano di sopra.
 
 
 
---------- HOLA, CAGATEMI.
Innanzitutto ciao, lol.
Ho aggiornato perchè.. bho, perchè mi andava e non avevo un cazzo da fare e anche perchè oggi sono felice.
Mi sono dispiaciuta per aver ricevuto 0 recensioni.
Ma ho comunque deciso di continuare.
La cosa per cui sono felice è che oggi ho cominciato la nuova scuola ( perchè ho cambiato, scienze umane ((ex pedagogico)) non mi ispirava più  e quindi mi sono iscritta all'artistico e in classe mia c'è uno I-D-E-N-T-I-C-O  a Calum, vi giuro ragazze ogni volta che capitava che si avvicinava o che lo vedevo alzarsi mi venivano i tuffi al cuore talmente la somiglianza e la sua bellezza e cazzo ha il suo stesso sorriso, dio è un tenero cucciolo di panda. Stavo sclerando troppo!
Devo cercare di fare amicizia con lui, il bello è che conosce i 5sos perchè tutti a scuola lo chiamano 'Cal' o 'Calum', AIUTO AHHA
Anyway,
a 3 Recensioni continuo,

tanti baaaaaaaaaaaci xx <3

Ho Deciso di presentarvi i personaggi :)

Megan (Emilie Kamp) :



Emilie (Acacia Brinley Clark) :

Ho scelto Acacia versione bionda perchè mi stava più simpatica così,lol



E Questo è Bryan Bailey (Francisco Lachowski) :




Con questa chiudo, adieeeeeeeeeeeeeu.

 

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Capitolo 4
*** 4. ***


"Hai rotto, Calum." 


Mi alzo di scatto dalla sedia e vado in camera, al piano di sopra.


Entro e mi butto sul letto.


Sosprio, mettendo le mani davanti alla faccia.


Alle volte mi incazzo troppo facilmente, devo calmarmi.


Perchè arrabbiarmi, diamine, hanno ragione.


Dio, se sono geloso. È...è la mia Megan, insomma.


Sono cosí spaventato dai miei sentimenti. Lei ha quel dannato potere di farmi
stare bene, cavolo, se sono cotto di lei, sono perso.


Ma cosa, cosa accadrebbe se le dicessi tutto quello che mi sto tenendo dentro?
Rovinerei tutto, rovinerei la nostra amicizia, provo cose che non ricambia
neanche. E la prova sta nel fatto che è uscita con un altro.


E io ho una stretta al cuore.


Sono pazzamente, completamente, totalmente innamorato di lei.


Perchè, stupido cuore, perchè?


Mi manca l'aria solo al pensiero dei suoi occhi che guardano i miei.


E dei suoi capelli.


Della sua risata.


Del suo sorriso.


Delle sue labbra.
 
Sto a fissare il soffitto per cinque minuti, in silenzio, mentre i pensieri mi
assalgono come sempre, finchè qualcuno non bussa alla porta.


Non rispondo nemmeno, nella stanza si sentono solo i miei respiri.


Dopo qualche secondo Emilie apre la porta.


Mi metto seduto sul letto, e lei si siede.


"Ashton, sono preoccupata." 


La guardo corrugando la fronte. Non capisco dove vuole arrivare.


"Devi andare da Megan, adesso."


"Cosa?"


"Si, ti prego, ho paura."


"Che diamine è successo?" Comincio a preoccuparmi.


"Non lo so, Ashton, non lo so. Magari non è successo nulla, ma ho paura. Non
dovrei dirtelo, perchè lei mi ha detto di non farlo. Non so per quale motivo,
davvero. Non voleva soprattutto farlo sapere a te, perchè sapeva che ti saresti
arrabbiato, mi sono già incazzata io. Ma caspita, non sono riuscita a fermarla, è
corsa via."


"Farmi sapere cosa?" 


"Con chi è uscita.."


"Diamine, dimmi con chi cavolo è uscita!"


"Bryan Bailey."


Sento una stretta allo stomaco.


"Che cazzo stai dicendo?!"


"Non mi sto inventando nulla, cazzo. Lei non voleva nemmeno uscirci con lui, l'ha
costretta. E mi ha detto che l'ha fatto per il nostro bene, ma non ne trovo un cazzo
di senso, non so qual'è il motivo, non so cosa sia successo!"


"Perchè diavolo non me l'hai detto prima?! Porca puttana, l'hai davvero lasciata
andare da quello stronzo puttaniere fuori di testa?! Sul serio?" Vado fuori di testa,
ho il battito accelerato, e sento caldo. Metto le mani ai capelli, disperato.


"Mi dispiace, Ashton, non volevo, è corsa via, non ho saputo cosa fare!"


Cerco di calmarmi.


"Okay, scusa. Scusami, non è colpa tua. Devo, devo cercarli. Dimmi dove sono."


"Non ne ho la più pallida idea.." Sussurra.


Spalanco gli occhi. Non ci posso credere.


Qualcuno apre la porta. Mi volto di scatto.


"Che diavolo succede qui?" Domanda Michael preoccupato.


Gli rivolgo uno sguardo spaventato e confuso, sono in preda al panico.


Corro verso la porta, scanso Michael dandogli un piccolo strattone, scendo le
scale correndo, mi dirigo verso l'ingresso, afferro le chiavi del motore, spalanco
la porta e la chiudo dietro di me sbattendola, appena fuori.


Inserisco le chiavi nel motore, le giro, salgo in sella e parto.


Non so dove andare, non so dove diamine possano essere.


Vago per quasi tutta la città, passano quasi due ore, e ancora nessuna traccia di
loro.


Cerco ancora per mezz'ora, le strade sono vuote, non c'è nessuno in giro.


Ho quasi finito la benzina.


Mi dirigo verso un distributore e faccio rifornimento, pensando a qualche posto in
cui possano essere.


È tardissimo, cazzo.


Sono così nervoso che potrei spaccare ogni fottuta cosa.


Devo trovare qualcosa per calmarmi, non lo so.


Mi giro intorno, non sapendo cosa esattamente sto cercando.


A non molta distanza da me c'è una macchinetta delle sigarette.


Non ho mai fumato, ma sono nervoso. Forse una potrebbe andare bene per
calmarmi un po'.


Sposto il motore e lo posteggio ai margini del marciapiede.


Mi incammino verso la macchinetta, a circa 15 metri da me.


Inserisco le monete, e schiaccio un numero a caso,non importa che tipo di
sigarette prendo.


Dopo aver preso il pacchetto, rimango a fissarlo per un bel po'. Winston Silver.
Faccio spallucce, sto per scartare il pacchetto, quando sento delle voci provenire
dalla parte di strada appena svoltato l'angolo.


Curioso mi incammino, la voce di una ragazza che singhiozza e supplica
"Lasciami!" Mi fa venire un nodo allo stomaco. È Megan.


Non ci vedo più, lascio cadere il pacchetto delle sigarette a terra, corro per 5
metri, svolto l'angolo, e la scena mi sconvolge.


"Toglile le mani di dosso, pezzo di merda!" Urlo a squarciagola lanciandomi su di
lui e spingendolo via da Megan, che si lascia cadere a terra.


Prendo Bryan per il colletto e lo guardo dritto negli occhi, come se gli avessi
conficcato un coltello nel petto.


"che cazzo stavi facendo?!" Sento la rabbia scorrere tra le vene.


Fa una risatina profonda.


"E tu che cazzo sei venuto a fare? Stavamo così bene da soli." Sorride, furbo.


Il sangue ribolle dentro di me.


Lo lascio stare e mi allontano, lui non smette di fissarmi.


Grugnisco e corro verso di lui e gli sgancio un pugno improvviso.


Lui contrae la mascella e mi molla un pugno sullo stomaco.


Indietreggio piegandomi in due, strizzando gli occhi dal dolore del colpo preso.


Sono troppo incazzato, non mi arrendo, troppo presto.


Comincia una vera rissa, incasso molte volte, e sgancio pugni.


Ad un certo punto non ci vedo più dalla rabbia. Lo spingo a terra violentemente,
mi metto a cavalcioni su di lui e lo riempio di pugni sulla faccia, gli rompo il naso
da farlo sanguinare, sembra quasi aver perso i sensi. Sgancio qualche altro pugno
e mi rialzo esausto, mentre lui tossisce a terra e cerca di rialzarsi, ma gli do un
calcio nelle costole,e fa un grido di dolore.


Gli sputo in faccia.


"Cazzone."


Ho male alla guancia, allo stomaco e all'occhio destro.


Mi volto e vedo Megan a terra, terrorizzata e con le mani davanti al viso.


Oh Megan, mi dispiace così tanto.


Vado verso di lei e mi abbasso fino ad arrivare alla sua stessa altezza.


"Ti prego, portami a casa." Dice tra le lacrime.


Ci alziamo e scappiamo da lì, raggiungiamo il motore.


La sento ancora singhiozzare.


Mi volto verso di lei e mi avvicino al suo viso. 


"Ti prego non piangere." Dico con una stretta al cuore, mi si sta spezzando.


La abbraccio, tenendola stretta a me. Sento i brividi in tutto il corpo.


Montiamo in sella e partiamo.


Arriviamo a casa dopo venti minuti.


È quasi l'una.


Entriamo facendo attenzione a non far rumore, la casa è buia.


Accendiamo la luce dell'ingresso e vediamo qualcuno dormire sul divano, è
Emilie.


Probabilmente stava aspettando noi.


La spengo e ci avviamo sulle scale. Nessuno dei due parla.


"Grazie." Sussurra prima di entrare in camera di Emilie, con la voce rotta dal
pianto.


Mi giro e la guardo, nonostante sia tutto buio.


Ho ancora il cuore a mille per quello che è successo.


Lui la stava toccando. E se fossi arrivato più tardi..?


Non riesco a dire una sola parola, sono incapace di esprimermi.


Semplicemente apro la porta della camera in cui dormirò per il resto della
settimana e la chiudo dietro di me lentamente.
 
 
~Megan~
 
 
Vado dritta in bagno, la paura ancora mi travolge, il respiro corto e il viso
bagnato dalle lacrime.


Mi lavo la faccia e mi cambio.


Perchè sono stata così... Stupida? Mi stava.. Mi stava per.... Ho un godo in gola.


Non so come abbia fatto Ashton a trovarmi, ma l'ha fatto. E.. L'ha preso a pugni, e
lui li ha ricevuti, per me. Mi ha ..salvata.


Scoppio in lacrime, gli ho detto solo uno stupido grazie, senza nemmeno
chiedergli come stava. Non mi ha neanche risposto, ci sarà rimasto male, lui ha
fatto questo per me, e io l'ho probabilmente ferito.


Io ho bisogno di lui, proprio adesso. Mi sento così sola, e impaurita.


Apro la porta e vado in corridoio, busso leggermente alla sua porta.


Un attimo dopo Ashton viene ad aprirla, mi vede piangere, il suo sguardo diventa
subito cupo.


Mi prende delicatamente la mano, una delicatezza assurda ed estremamente
piacevole, e mi trascina dolcemente dentro.


Siamo al buio.


"Mi....mi dispiace." Riesco a dire, singhiozzando.


Sento la sua mano accarezzare la mia, poi sale su, delicatamente, lungo il braccio.


Sento un'ondata di brividi dappertutto, smetto improvvisamente di piangere,
singhiozzo soltanto e ho il respiro corto.


La sua mano arriva al mio viso, il pollice accarezza dolcemente le guance,
asciugando le lacrime.


Poi d'un tratto sfiora per caso le mie labbra.


Mi sento mancare.


Nel mio stomaco scoppia letteralmente una guerra.


Respiro piano e tiro su col naso.


"Ho avuto una fottuta paura, lo sai?" Dice piano. "Per te. Per cosa ti avrebbe
fatto. Non puoi nemmeno minimamente immaginare come mi sono sentito,
Megan." Pronuncia il mio nome in un sussrro.


"Mi dispiace. Non.. Non è stata colpa mia. Mi ha costretta. Mi ha detto che.. Se
non sarei uscita con lui, ti avrebbe fatto del male."


"L'hai fatto per me..?"


Annuisco, ma so che non mi può vedere, siamo al buio.


Lo sento sospirare.


Ad un certo punto mi prende la mano e mi fa sedere sul letto, e lui si mette
dall'altro lato.


"Grazie." Ridico.


"Per cosa?"


"...Mi hai salvata."


"Serva me. Servabo te."


Mi giro verso di lui e sorrido.


"Ti prego abbracciami e fammi sentire al sicuro." Sussurro e lui non se lo fa
ripetere due volte.


Si fa sfuggire un piccolo lamento di dolore e mi stacco subito.


"Che c'è?" Gli chiedo preoccupata.


"Nulla, mi fa male un po' lo stomaco, sai, il pugno."


"Come stai? Ti fa male qualcosa, oltre lì?"


"La guancia e l'occhio."


Lo sento vicinissimo.


Gli accarezzo la guancia.


"Qui?"


"Si..."


"Mi dispiace."


"Metterò del ghiaccio domani e... Ti prego, smettila di dire che ti dispiace, non
deve dispiacerti, okay? Non voglio che ti scusi."


"Ma è colpa mia se.." Non mi fa finire di parlare.


"No, Megan. Non avrei potuto sopportare se ti avesse fatto qualcosa. Giuro su Dio
che l'avrei ammazzato."


Deglutisco,in un certo senso sono sollevata e un po' felice, per ciò che ha detto. 


Gli importa davvero di me.

 
 
 
 
 
 
--------
Sono in immenso ritardo con l'aggiornamento. Ma continuavo a sperare in una terza recensione.
Ma non l'ho ottenuta. In compenso però ho ottenuto tantissime visite e vi ringrazio.
Ho deciso di postarlo, nonostante oggi sia la Vigilia di Natale,  per farvi un piccolo regalino.
A presto, confido in qualche recensione :c

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Capitolo 5
*** 5. ***


5.

Si stira sul letto, e io faccio lo stesso. Mi giro dalla parte opposta e fisso il nulla.


E comincio a tremare, non so per quale motivo. 


E lui se ne accorge.


"Stai tremando, perchè?" 


"Non lo so.."


Si avvicina a me e avvolge le braccia attorno alla mia vita, i nostri corpi sono
letteralmente attaccati l'uno con l'altro, incastrati perfettamente, come due pezzi
di puzzle.


Mi trasmette il suo calore, e smetto di tremare.


Non parliamo ma il silenzio non è imbarazzante, mi sento bene così.


Si stringe di più a me, inizia a giocherellare con i miei capelli, li accarezza e li
bacia, poi ritorna ad avvolgermi la vita con le braccia.


Rimaniamo così a lungo.


Poi, non so dopo quanto tempo, lo sento alzarsi, molto lentamente, e scendere dal
letto.


"Dove stai andando?" Dico piano.


Lui si ferma. "Credevo stessi dormendo, volevo lasciarti riposare, io vado a
dormire nell'altra stanza."


"Perchè?" La domanda è uscita spontanea , stavo così bene, protetta da lui. "Ti
prego, resta."


"Tutta la notte?"


"anche tutta la vita, se ti va."
 
Penso che sia rimasto spiazzato dalla mia risposta, perchè è ritornato a sdraiarsi
accanto a me, senza dire una parola e cominciando a guardare il soffitto.
 
 
"Ash?" Dico piano, all'improvviso.


"Mh?" Sento che gira la testa verso di me.


"Perchè alle volte mi sento così vuota?"


"Vuota?"


"Si, come se mi mancasse qualcosa."


"Bhe, sai, non sei l'unica. Ma ci mancherà sempre qualcosa. L'importante che a
mancarci non sia il sorriso."


"O magari, l'importante che a mancarci non siano le persone che ci fanno
sorridere." Dico, e mi riferisco a lui.


"Esatto, a volte sei intelligente." Mi scompiglia i capelli.


Mi allontano di scatto voltandomi verso di lui.


"Tu invece stronzo."


Ci mettiamo a ridere entrambi e lui mi riavvicina a se, mi avvolge il braccio
attorno alla schiena e io appoggio la testa sul suo petto.


Che sensazione bellissima, vorrei stringermi a lui e non lasciarlo più.


Avvolgo il braccio intorno alla sua pancia e penso a quanto sarebbe stato bello se
fossimo stati più che amici.


"Ti voglio cosí bene, Megan." Lo dice sospirando.


Ecco la frase che mi fa venire un nodo alla gola.


Cazzo io non ti voglio bene Ashton, io ti amo più della mia stessa vita. Vorrei
urlartelo e poi attaccarmi alle tue labbra e consumartele tutte, fino a farti
mancare il respiro, capisci?.


Ma ancora una volta questa è una delle tanti frasi che si accartoccia e va a finire
in un cestino, in fondo alla mia mente.


"Sai una cosa?" Mi dice, accarezzandomi il braccio.


"Cosa?" Chiedo curiosa, alzando la testa e ritrovandomi a pochi centimetri dal
suo viso.


"In Giappone ci sono tre modi per dire ti amo."


"Davvero?" Dico aggrottando la fronte.


"Si, davvero. C'è la parola 'Daisuki' che si dice alla persona che ti piace. Poi
'Aishiteru',che è tipo per una relazione più seria. E poi.... C'è Koishiteru."


"E che vuol dire?"


"Lo si dice alla persona con cui si desidera trascorrere il resto della vita insieme."


Riappoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi, sorridendo.


"Ah." Aggiunge, infine. "Comunque.." Comincia ad accarezzarmi i capelli.
"Koishiteru, Megan." Sussurra, e mi da un bacio sulla testa.


Sento il cuore battere all'impazzata, mi mordo le labbra istintivamente e strizzo gli
occhi per trattenermi dalla voglia di piangere per la dolcezza infinita nel suo tono
di voce che mi prova sentimenti fuori dal comune.


Questo ragazzo sembra un'illusione, dovrebbe essere illegale.


“Questo vuol dire che vuoi passare il resto della tua vita con una rompipalle come me?”
Lo sento ridere.
“Assolutamente si, Megan.”
So che sta scherzando, e che l’ha detto soltanto in segno d’amicizia.
Amicizia, già.
Mi solletica il collo con le labbra e mi sposto di scatto, ridendo.
 
"Koishiteru, Ashton."


E ci addormentammo cosí, con il sorriso sulle labbra e delle frasi sussurrate.





-


FINE






No, stavo scherzando. Mi sento una persona di merda.
Che schifo, non aggiorno da dicembre, vorrei impiccarmi D:
Probabilmente i fan di questa storia, ammesso che ce ne siano stati, non cagheranno più la storia.
E' tutta colpa mia ew.
Mi dispiace un casino...
Ma se vi vedo attivi, finisco la storia, perchè ormai manca uno, forse due capitoli, e poi finisce davvero.
E poi abbandonerò completamente efp, non posterò più nulla, perchè non mi ispira più sto sito, scusate HAHAHA
Adieu. Giuro che aggiorno presto, se qualcuno si va vivo.
Ancora scusate, immensamente.
-Anna

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