Dark and light.

di _Roxanne
(/viewuser.php?uid=706233)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Wammy's House. ***
Capitolo 2: *** Mello. ***
Capitolo 3: *** Kira. ***
Capitolo 4: *** Una strana scomparsa. ***
Capitolo 5: *** Polizia. ***
Capitolo 6: *** New work. ***
Capitolo 7: *** Elle. ***
Capitolo 8: *** Ipotesi e pensieri. ***
Capitolo 9: *** Nuovi indizi. ***
Capitolo 10: *** Ryuzaki. ***
Capitolo 11: *** Raye Penber. ***
Capitolo 12: *** Di sospetti e passato. ***
Capitolo 13: *** Amici. ***
Capitolo 14: *** Di amicizia e rivelazioni. ***
Capitolo 15: *** Di tennis e vecchi amici. ***



Capitolo 1
*** La Wammy's House. ***


CAPITOLO 1. 
**La Wammy's House.** 

 

Essere davanti a quel portone mi metteva in soggezione. Era alto, scuro e minaccioso. Non avrei voluto entrare all'interno, ma il vecchio signore accanto a me mi prese la mano e mi condusse nel bel giardino curato. Mi aspettavo una struttura fatiscente, ma al contrario l'interno era caldo e accogliente.
-"Roger, perché siamo qui?"-
La domanda mi sfuggì dalle labbra senza che me ne rendessi conto. Roger esitò per qualche istante sulla risposta e poi sorrise.
-"I tuoi genitori preferiscono tenerti qui, piuttosto che saperti chissà dove."-
I miei genitori, vecchi amici dell'uomo che mi stava accompagnando nella mia nuova casa per le vacanze. Pagarono davvero molto per riuscire a convincere Roger a portarmi lì. La Wammy's House era un istituto per ragazzi orfani, ma specialmente dotati. Ed io non possedevo quel tipo di intelletto.
-"Ma io non sono una ragazzina dotata come gli altri che vivono qui."-
Il mio non era un lamento, ma una chiara affermazione realistica. Quel luogo non era adatto a me, non era adatto ad una ragazzina normale, decisamente.
-"Non dire così. Non siamo tutti uguali."-
Questo lo sapevo perfettamente. Erano anni che tutti mi ripetevano la stessa identica cosa, soltanto per non farmi sentire inferiore.
Salii un'ampia scalinata di marmo e svoltai a destra, sempre seguendo Roger. Dopo aver percorso un lungo corridoio, ci fermammo davanti ad una porta sul quale era affisso un cartello dorato con un'incisione che riportava la parola "Office". Roger bussò due volte e subito dopo una donna di mezza età aprì la porta salutandoci con un cenno freddo. I suoi lineamenti erano duri, come scolpiti nella pietra.
-"Chi è questa ragazzina?"-
La donna si rivolse a Roger con un tono glaciale.
-"Non ti preoccupare, Dolores. La signorina rimarrà con noi solo per due mesi."-
Il breve scambio di parole tra i due non mi rassicurò. Quella donna mi scrutava da sopra gli occhiali poggiati sul naso aquilino e il suo sguardo freddo mi fece intendere di essere come non mai indesiderata. Una mano si posò sulla mia spalla e Roger mi condusse fuori dall'ufficio. Ripercorremmo in silenzio il corridoio fino a ritrovarci all'ingresso. Quella volta prendemmo il corridoio di sinistra, identico al precedente. Non avevo idea di dove mi stesse portando, ma sembrava che la mia voce fosse rimasta in quell'ufficio. Quel posto era opprimente.
-"Eccoci."-
La voce di Roger era dolce, mentre apriva una porta uguale alle altre che mi scorrevano accanto. Lentamente, feci capolino sull'ingresso. La stanza che si apriva sul corridoio era fiocamente illuminata e una figura scura giaceva sul pavimento, concentrata in un qualche compito. Sicuramente il ragazzo percepì la nostra presenza, ma non si voltò per controllare chi avesse aperto la porta.
-"Near"-
Roger chiamò il ragazzo con dolcezza e lui si voltò subito al richiamo.
-"Roger, non mi aspettavo una tua visita a quest'ora."- replicò neutro il ragazzo.
Non riuscii a scorgere perfettamente la sua faccia, ma il suoi occhi, di un grigio così chiaro e innaturale, parevano brillare nel buio.
-"Questa ragazza rimarrà qui per due mesi, Near. Ho pensato che potesse restare in questa stanza, dopo che Mello ha deciso di cambiare compagno."-
Il tono di Roger era esitante e sembrava soppesare le parole con cura, ma non era intimorito, piuttosto sembrava incerto sulla reazione del ragazzo.
-"Come vuoi, Roger."-
Il ragazzo era nuovamente voltato e concentrato su qualcosa che non riuscivo a scorgere. Roger si congedò in fretta, lasciandomi sola con uno sconosciuto. Non mi accorsi nemmeno di essermi seduta sulla sedia accanto ad uno dei letti che erano disposti sui lati corti della stanza, uno difronte all'altro.
-"Qual è il tuo nome?"-
La voce del ragazzo mi ridestò dai miei pensieri.
-"Cosa?"- domandai disorientata.
-"Ti ho chiesto il tuo nome."-
-"Oh, Klara, Klara Webb."-
Non avevo la minima idea di come comportarmi, ero decisamente a disagio e avevo la sensazione lui lo sapesse. La sensazione che lui fosse diverso, che avesse qualcosa di speciale.
-"Piacere, io sono Near. Il letto accanto al quale sei seduta era quello di Mello. Potrai dormire lì."-
-"G-grazie."-
Non avrei saputo che altro dire, ma non ce ne fu bisogno perché in un secondo mi accorsi che il sonno stava avendo la meglio e, dopo il viaggio, il mio unico desiderio era dormire. Così mi infilai sotto le coperte vestita e in un soffio mi addormentai.

 

 

MY SPACEEE. <3

Eccomi qui, nello spazio autrice, a rompere le scatole per fornirvi alcune informazioni. 
Innanzitutto, volevo dirvi che alcuni fatti non sono perfettamente riconducibili al prodotto originale. 
I dialochi più importanti, sono, invece, fedeli all'originale, poichè non ero sicura che sarei stat in grado di impersonare bene quei personaggi in quelle determinate situazioni. 
Non ho altro da dirvi, perciò mi dileguo. 
Alla prossima, ragazzi, spero appreziate la mia storia. ;)

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mello. ***


CAPITOLO 2

**Mello**

 

Il mio sonno fu abbastanza tranquillo in quel soffice letto e la mattina mi svegliai di buon'ora. Mi misi a sedere e vidi Near concentrato su un puzzle che aveva più di mille piccoli pezzi. Alla luce del sole riuscii a vedere perfettamente la stanza e il viso del mio compagno di stanza. I capelli chiari e spettinati, gli occhi grigi e la bocca sottile ebbero uno strano effetto su di me. Le dita di Near arricciavano alcune ciocche vicino alle orecchie nascoste dalla massa di capelli. Si accorse quasi immediatamente del mio risveglio, infatti, si voltò per guardarmi negli occhi. Il suo sguardo era penetrante, ma riuscii a sostenerlo. Dopo alcuni istanti Near sorrise. Gli angloli delle sue labbra si incurvarono all'insù in un modo innaturale e mi sembrò un bambino. Piccolo, molto piccolo, che sorride alla mamma invaso da un'enorme felicità.
-"Buongiorno, Klara."-
-"Buongiorno a te, Near."-
-"La tua colazione è sul comodino."-
Mi indicò il comodino alla mia destra e accanto ritrovai la mia valigia. Mi alzai e ricordai di avere addosso gli abiti del giorno prima, ma in quel momento non mi importò. Ero concentrata sul puzzle di Near. Era completamente bianco e solo in un angolo in alto vi era raffigurata una L. Mi avvicinai e osservai il ragazzo ai miei piedi rovesciare i pezzi a terra e ricominciare a rifarlo.
-"Ogni cosa ha una forma differente alle altre."-
La sua voce sembrò risvegliarmi da una trance. Quella frase suonò ambigua ed ebbi la sensazione che lui potesse leggere i miei pensieri.
Dalla finestra difronte alla porta arrivarono schiamazzi e risate. Mi sporsi a guardare e notai tanti ragazzini e bambini giocare felici sull'erba verde intenso. Fu in quel momento che lo notai. Un ragazzo, diverso, solo. Era appollaiato su una quercia molto alta e restava immobile a osservare gli altri giocare. Sembrava avere una strana aura intorno. Un'aura che nessuno osava oltrepassare.
-"Lui è Mello."-
Near pronunciò quel nome con voce decisa, ma vellutata.
La chioma biondo scuro di Mello ondeggiò al soffio del vento estivo e gli scoprì il viso. Lo sguardo beffardo, più penetrante di quello di Near e il sorriso compiaciuto sul suo volto fecero nascere in me il moto di correre verso di lui e conoscerlo.
Era strano, ma sembrava che la stessa aura di Mello circondasse anche me. Quando seguii Near in giardino nessuno osò avvicinarsi e il mio compagno di stanza non si poteva dire un tipo loquace.
Così qualche giorno dopo, decisi di parlare con Mello, anche se fosse stata l'idea più stupida che mi potesse venire. E all'inizio lo è stata.
Mentre percorrevo il giardino alla volta dell'albero alcuni ragazzi mi guardavano attoniti, ma non mi importava. Ero davvero stufa di quello status di emarginata. Arrivata ai piedi dell'albero, alzai gli occhi e Mello mi guardò, stupefatto quanto gli altri. Osservai l'albero per alcuni istanti e poi mi aggrappai al ramo più basso, cercando di sollevarmi. Non appena ci riuscii cercai un altro appiglio e mi sollevai ancora. Però il terzo appiglio si spezzò e rimasi a penzolare per un braccio, mentre avevo tutti gli occhi puntati addosso. Sentivo che le mie dita scivolavano graffiandosi sulla superficie ruvida del legno e proprio quando pensavo di non riuscire più a tenermi, una mano si avvolse intorno al mio polso e mi sollevò fino a portarmi seduta.
-"Sei proprio un'idiota."-
Il commento di Mello mi fece tornare alla realtà. Mi voltai per vederlo e stava ridendo di me. In quel momento avrei voluto che la terra mi inghiottisse.
-"Sì, lo so."-
Le parole uscirono dalle mie labbra come una dura verità. Mello era visibilmente sorpreso dalla mia risposta. Forse si aspettava mi arrabbiassi o protestassi, ma non fu così. Ammisi di essere davvero una vera idiota e tutti lo avevano capito.
-"Cosa guardate voi? Lo spettacolo è finito."-
La voce di Mello echeggiò nel giardino e coloro che stavano osservando la mia brutta figura si dileguarono, tornando alle loro faccende.
-"Tu devi essere Klara Webb."-
La sua perspicacia mi lasciò spiazzata per un attimo, ma poi annuii.
-"E tu devi essere Mello."- sentenziai.
Non restò sorpreso nel sapere che conoscevo il suo nome, probabilmente sapeva che Near me ne aveva parlato.
-"Si direbbe che tu non abbia doti di arrampicata."- rise di cuore.
-"Decisamente."-
La mia risata si unì a quella di Mello e poi ci guardammo negli occhi. Non seppi spiegare ciò che accadde, ma fu come se i suoi occhi scoprissero i miei più oscuri segreti e li portassero allo scoperto, ma quella risata li lasciò scivolare via.
Non so dire perché o come, ma quello fu il mio incontro con Mello, e seppur strano fu speciale. E quei due mesi alla Wammy's House rimasero nella mia memoria come impressi a fuoco.

 

MY SPACEEE. <3

I'm back, people! 
Ho aggiornato molto presto, lo so. Ma ho preferito farlo subito, così non avrò  ripensamenti. 
Questi due primi capitoli sono di introduzione, per capire un po' la nostra Klara.     
D'ora in poi la storia sarà fedele all'orginale, ma  ci sarà una bella serie di intrighi e una storia d'amore. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e... non so quando aggiornerò, però lo farò presto. <3 
Hasta luego, gente. :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Kira. ***


CAPITOLO 3.
**Kira**

 

La mattina del 23 maggio mi alzai alle sette del mattino, come ogni giorno, e mi preparai per andare a scuola. In Giappone, la vita era frenetica. Mio padre trafficava in cucina con le stoviglie e mia madre uscì dal bagno dopo una breve doccia. Fare colazione non era il primo dei miei problemi, perciò mangiai di fretta una brioches e uscii di casa per andare alla fermata dell'autobus. Il pullman, puntuale, mi condusse nel centro di Tokyo, a pochi passi dalla scuola. Mentre passavo accanto ai cancelli e salivo la scalinata di pietra, mi ritrovai a pensare a che cosa avrei fatto dopo il liceo. Non ci avevo mai pensato seriamente, ma la fine della scuola era troppo vicina per rimandare.  
Entrai nel grande ingresso e salii due rampe di scale. La mia classe era accanto al bagno delle ragazze, quindi facile da raggiungere. Non era grande, ma trenta banchi entravano alla perfezione.  
-"Ciao Klara."-  
Una voce familiare chiamò il mio nome e mi voltai, trovando Alex, il mio migliore amico. Ci salutammo con un abbraccio e restammo a parlare fino al suono della campanella. Il professor Mado entrò in classe e calò il silenzio.  
-"Buongiorno ragazzi"-  
-"Buongiorno professor. Mado"-  
La classe rispose in coro al saluto del professore, che cominciò immediatamente con la lezione di letteratura inglese. Per me era la lezione più facile, dato che nacqui in Inghilterra, perciò quando mi chiamò, come di consueto, per tradurre una delle tante frasi di Romeo e Giulietta, feci invidia al migliore della classe, Yagami. Non appena mi sedetti, mi voltai verso la finestra per osservarlo. Il suo sguardo era rivolto al paesaggio fuori dalla finestra, perso in chissà quali pensieri. Era un bel ragazzo, ma su di me non aveva lo stesso effetto che sulle altre ragazze. Forse perché l'unico ragazzo con cui fossi veramente in buoni rapporti ero Alex e non ho mai avuto un ragazzo. Comunque, le ragazze gli sbavano letteralmente addosso. 
-"Yagami, traduci il brano che ho appena letto."-  
Light sembrava svogliato, ma si alzò e fece una traduzione impeccabile, perfino migliore di quella di un inglese. Quel ragazzo era davvero straordinario.  

*** 
-"Che sbruffone Yagami."- sbuffò Alex, mentre uscivano nel cortile.  
-"Perché?"-  
-"Ma non l'hai visto? Si da un sacco di arie e le ragazze gli cadono ai piedi!"- esclamò indignato.  
Scoppiai in una risata fragorosa e lui mi guardò sconcertato. Ormai avevo capito. 

-"Allora è questo che ti da fastidio! Non è perché è il ragazzo più intelligente del Giappone, ma perché ti ruba le prede!"-  
Il cancello di ferro battuto era già aperto, così io e Alex ci avviammo verso casa parlando del più e del meno. Arrivata davanti a casa mia, salutai Alex ed entrai. I miei genitori erano nello studio a lavorare e io cominciai immediatamente a fare i compiti, dato che ci avevano davvero dato dentro con quegli esercizi i professori. Cominciai con gli esercizi di matematica, poi passai a inglese. Fu piuttosto facile tradurre i due brani assegnatici dal professor. Mado e ne tradussi altri tre. Pensai che forse Light aveva già tradotto l'intero capitolo e forse quello dopo.  
-"Tesoro, vieni qui!"-  
La voce di mia madre proveniva dal salotto ed era agitata. La raggiunsi davanti la tv e l'uomo al notiziario era allarmato quanto mia madre.  
-"Da alcuni giorni, molti criminali sono morti in serie e tutti per arresto cardiaco. La polizia non sa che cosa fare per fermare queste stragi, ma sicuramente non è una coincidenza. Qualcuno sta giustiziando i più noti criminali che sono in carcere o ancora latitanti."-  
Rimasi sorpresa dalla notizia. Avevo sentito parlare di una persona del genere a scuola e la chiamavano Kira. Non so che cosa significhi realmente, ma sicuramente non era una parola giapponese. Pensai che forse avrebbe potuto essere una traslitterazione della parola inglese "killer", dati i suoi precedenti.  
-"E' una cosa davvero tremenda."- disse mia madre con gli occhi incollati alla tv.  
-"Io penso che chiunque sia non abbia cattive intenzioni, ma ho la sensazione che voglia ripulire il mondo dal male. Tutti ci abbiamo pensato."-  
Scrollai le spalle, appoggiandomi al divano. Mia madre si voltò con la mano a coprire la bocca spalancata per il terrore.  
-"Ma è comunque un serial killer."- mi affrettai a dire e lei si calmò.  
Aveva davvero pensato per un momento che io potessi essere quel Kira?  
Tornai in camera mia e accessi il computer. Dovevo saperne di più. 
 

 

MY SPACEEE. <3

Ciao a tutti, ragazzi! 
Eccomi qui con il terzo capitolo. Spero tanto che vi piaccia, perchè ci ho messo davvero molto a scriverlo. 
So che è corto e un po' banale, ma da qui in poi comincierà la vera storia. ;)
Beh, che dirvi? Grazie a in venere veritas che ha recensito i miei due primi capitoli, davvero grazie mille. 
Un bacio. =) Alla prossima! 
_Roxanne <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una strana scomparsa. ***


CAPITOLO 4. 

**Una strana scomparsa.**


Mi svegliai con un male tremendo al collo e mi accorsi di essermi addormentata sulla tastiera del computer mentre facevo ricerche su Kira. Cercai di voltare il collo a destra, ma fu tutto inutile. Con il dolore era impossibile muoverlo più di qualche centimetro. In fretta, mi cambiai e scesi in cucina.
-"Mamma, hai qualcosa per il torcicollo. Ho un male tremendo."-
La chioma bionda di mia madre venne scostata dal suo viso e un sorriso si allargò sulle sue labbra rosee. Si avvicinò a me e mi guardò comprensiva. Poi portò le mani al mio collo e lo torse provocandomi un dolore acuto, che mi fece urlare.
-"Ora sei a posto."-
Tornò alle sue faccende e io tentai di girare il collo verso destra e poi verso sinistra. Avevo ancora fastidio nel muoverlo, ma il male che avevo quando mi ero svegliata era svanito. Ringraziai mia madre con un bacio sulla guancia, presi una brioches al volo e uscii di casa. Mentre addentavo il croissant al cioccolato, tornai a pensare alla carriera che avrei potuto intraprendere dopo la scuola. Mi tornò il mente il notiziario della sera precedente e mi venne in mente che avrei potuto diventare una poliziotta o un'investigatrice. Era vero che in parte condividevo le idee di Kira, ma era pur sempre un serial killer e doveva essere consegnato alla polizia.
Il pullman arrivò puntuale, come sempre, e arrivai a scuola alla stessa ora di sempre, ma sentii immediatamente che qualcosa non andava quel giorno. Entrai in classe e notai subito l'assenza di una persona importante. Alex quel giorno non era venuto. A tutti sembrò normale, ma a me suonava strano. Non mi aveva avvertita dell'assenza e non aveva nemmeno avvertito la scuola. Con una madre premurosa come la sua, come minino la scuola avrebbe dovuto ricevere otto telefonate. Pensai subito il peggio, ma cercai di non darci troppo peso. Probabilmente la scuola sapeva che Alex quel giorno non si sarebbe presentato, ma forse la notizia non era trapelata tra gli studenti.
Nei giorni seguenti, però, Alex continuò a non venire e a non farsi sentire. Avevo davvero un brutto presentimento, così cercai di parlare con alcuni dei suoi amici per saperne di più.
-"Agari, sai come mai Alex non si presenta in classe sa più di una settimana?"-
-"No, Webb. Non ne ho idea. Nessuno lo sa qui dentro."-
La sua voce era sospettosa e sembrava nascondere qualcosa.
-"Che cosa sai?"-
La mia voce era stranamente grave e decisa, me ne sorpresi, ma funzionò con quell'idiota. Mi prese per un braccio e mi trascino nel corridoio vuoto, così che nessuno potesse sentirci.
-"Webb, smettila di indagare o potresti finire male. Io lo dico per te."-
-"Non mi importa che cosa rischio, dimmi quello che sai.
"-
Continuai ad essere risoluta, ma le sue parole cariche di tensione mi misero addosso un po' d'ansia.
-"Senti, io non molto, ma sicuramente Alex non può essere solo malato… con quello che faceva…"-
Lasciò la frase in sospeso, pensando io potessi concluderla, ma non sapevo minimamente cosa stesse insinuando.
-"Cosa vuoi dire?"-
-"Beh, sai… i traffici, i lavori sporchi per altri…"-
La rabbia esondò nel mio petto come un fiume in piena. Alex non avrebbe potuto…
-"Non ci credo, Agari."-
La mia voce era acuta, ora. Guardavo con occhi di fuoco quell'amico di Alex che evidentemente era solo uno stupido.
Tornai in classe, furente, e mi sedetti al banco cercando di calmarmi. Portai le mani alle tempie e mi appoggiai al legno con i gomiti, per sorreggere il peso della mia testa.
-"Tutto a posto, Webb?"-

***
La conversazione con Light mi ronzava nella mente, mentre percorrevo la strada verso casa, per l'ennesima volta senza Alex. Era strano non averlo al mio fianco, mentre rideva alla mie battute o semplicemente per il gusto di ridere. La mancanza della sua allegria si faceva sentire anche a scuola, dove tutti ormai avevano capito che c'era qualcosa di strano nelle sue assenze. Molti professori domandavano a me dove fosse finito e io tristemente rispondevo di non averne idea.
A casa la vita era monotona senza se visite a sorpresa di Alex e anche ai miei genitori mancava.
-"Tesoro, bentornata."-
Salutai con un cenno mia madre e mi trascinai su per le scale fino in camera mia. Dopo alcuni minuti, nei quali continuavo a fare ricerche su Kira, un rumore di piatti in frantumi si propagò per tutta la casa. Corsi fino alla cucina e, nello stesso istante, mio padre arrivò dal salotto. Trovammo mia madre davanti ai cocci dei piatti che guardava incredula la piccola televisione posta accanto alla credenza. Io non riuscivo a vedere che cosa trasmettevano e non c'era alcun suono.
-"Oh, no!"-
Mio padre poso gli occhi sul televisore e anche lui rimase immobile. Avevo paura a sporgermi, ma la curiosità era opprimente.

 


MY SPACEEE. <3

Hola a todos! 
I'm back con il quarto capitolo. Ora, mi escono tutti molto corti, uffa. 
Spero comunque che vi piaccia, perchè non avevo molta ispirazione e ho fatto molta fatica  scrivere. 
Vi ho lasciato in sospeso! Lo so che sono cattiva ahahhaaa. 
Comunque, Nel prossimo capitolo le cose saranno chiarite e da lì in poi si partirà in quarta, promesso! 

NOTIZIA: 
Ad Agosto sarò praticamente per tutto il mese in Inghilterra. (*^* muoio. *^*)
e quindi non potrò aggiornare. Ho deciso, pertanto, di aggiornare più volte a settimana,
così coprirò le settimane di viaggio! Cercherò di connettermi anche da lì, per rispondere alle recensioni, ecc.. 
(Me la fate una recensioncina? Anche piccina piccina, anche negativa, accetto tutto! *facciadacucciolo*) 

Okay, mi sembra di aver detto tutto! Posso dileguarmi. Qui sotto vi lascio il link dell'altra mia ff (ho appena capito come si fa lol). Per chi è interessato mi sono data alle fan fiction sui 5 Second of Summer. Spero che passiate anche di lì. <3 

Darklight. La luce in fondo al tunnel. 

E' una fan fiction un po' diversa, fantasiosa. I protagonisti non sono umani normali, ma questo ve lo lascio scoprire da soli. ;) Ciauu! <3
_Roxanne <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Polizia. ***


CAPITOLO 5.

**Polizia.**


Sul piccolo schermo c'era una foto di Alex e alcune parole in giapponese scorrevano alla base. Il mio cervello si prese tempo per assimilare quelle parole, ma il mio cuore non voleva crederci. Nel mio petto, qualcosa si stava logorando e un dolore mi bruciò le viscere. Le lacrime bollenti scivolarono sulle mie guance finendomi sugli angoli della bocca. Le mie gambe rifiutarono di muoversi e ben presto cedettero. Senza riuscire a muovermi, tenni incollati gli occhi allo schermo e mio padre non poteva fare cosa peggiore che rimettere il suono.
-"Alle tre di questa notte, un ragazzo è stato trovato nel vicolo accanto ad un pub nel centro di Tokyo. La causa della morte è arresto cardiaco e si pensa possa essere opera di Kira. Questo ragazzo di nome Alex Jones era di origine americana e viveva in Giappone con la madre da quando aveva due anni. La polizia ha indagato sul suo conto e ha scoperto che era coinvolto in traffici illeciti con alcuni criminali latitanti trovati morti quattro giorni fa."-
Questo fu il colpo finale. Ma non mi fece esplodere di dolore, ma di rabbia. Rabbia verso Alex, rabbia verso chi lo aveva coinvolto in quei traffici e odio per Kira.
Nei giorni seguenti mi resi conto che la mia mente era freddamente lucida e il dolore mi permetteva di andare avanti. Ormai non avevo più preso in considerazione altre carriere, perché il mio unico obbiettivo era catturare Kira e per farlo dovevo entrare nella polizia.
Continui le ricerche su Kira, alcuni criminali e sulla polizia. Anche a scuola facevo delle indagini per vedere se qualcuno sapesse qualcosa in più. Ma ben presto la scuola finì e una settimana dopo mia madre mi accompagnò alla scuola di polizia. Non ci sarebbe voluto molto con il corso avanzato, perciò verso gli inizi di luglio mi recai alla caserma e cominciai l'addestramento.
Per tre mesi rimasi chiusa in quelle mura, ad allenarmi e a studiare per diventare un'agente di polizia giapponese. Ormai Kira era famoso e la gente si divideva da due parti: la prima che sosteneva Kira e la seconda che era contrario ai suoi metodi da assassino. In caserma avevano tutti paura di ciò che avrebbero trovato là fuori dopo l'avvento di Kira, perciò alla fine dei tre mesi di addestramento, dopo l'esame, lasciarono il paese. Il 12 ottobre ci fu l'assegnazione dei distintivi e  con una cerimonia i pochi coraggiosi rimasti entrarono ufficialmente nella polizia. Io ero la più giovane poliziotta mai entrata a far parte delle schiere giapponesi, ma quello era l'ultimo dei miei problemi. L'unica cosa a cui ero riuscita a pensare quando ero in caserma era Kira. L'odio si era insinuato nelle mie membra e sembrava la sola cosa a vivere in me.
Ero entrata a far parte dell'unità che stava lavorando al caso Kira con Elle.
Elle è un prestigioso investigatore, il primo al mondo, e da mesi ormai era impegnato insieme alla polizia giapponese sul caso Kira. Però, l'unità che stava lavorando attivamente per catturare Kira era povera di uomini. I pochi che avevano deciso di rischiare la vita erano: Tota Matsuda, Shiuchi Aizawa, il sovrintendente Soichiro Yagami, Hirokazu Ukita e Kanzo Moghi. Tutti quanti loro partecipavano a riunioni segrete e nella stazione di polizia giravano strane voci.

Sapevo che c'era da rischiare a mettersi contro Kira, ma il mio odio non si placava e l'unico modo per fare in modo che lasciasse il posto a qualcosa di più bello era catturare e portare alla giustizia chi lo aveva causato. 


 

MY SPACEEE. <3

I'm back, bitches! 
Sono tornata a rompere, felici? Non so
Bene, passiamo al quinto capitolo. Che cosa posso dire?
E' corto, lo so, ma è solo di passaggio, per far capire il motivo per il quale la nostra Klara è entrata nella polizia. 
E' brillante, non è vero? E' la più giovane poliziotta che è mai entrata nella polizia in tutto il Giappone, vediamo che cosa succederà! 
Spero che comunque lo apprezziate e credo che aggiornerò questo week-end o al massimo lunedì. ^^
Okay, ho detto tutto e vi SALUTOOOO. 
*facciadacucciolo* UNA RECENSIONCINA ME LA LASCIATE? PICCINA PICCINA?


THAAAANK YOUUU. <3

[Ringraziamenti: ringrazio bananacambogianachiquita in venere veritas
che hanno recensito i precedenti capitoli. UN GRAZIEEE SPECIALE.]

_Roxanne <3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** New work. ***


CAPITOLO 6. 
**New work.**



Alle otto del mattino la mia sveglia suonò e annunciò un nuovo giorno. Il mio turno sarebbe iniziato mezz'ora dopo, perciò meccanicamente indossai l'uniforme e uscii di casa diretta alla stazione di polizia nel centro di Tokyo. Il mio appartamento non distava molto dalla sede del mio lavoro, quindi in pochi minuti fui pronta a cominciare una nuova giornata con l'unico scopo di catturare Kira.
-"Buongiorno signorina Webb."-
La signora all'ingresso mi salutò, come di consueto, e prosegui con il suo lavoro al computer. Nell'ufficio si trovavano Aizawa e Ukita, concentrati su due computer. I telefoni continuavano a squillare, ma entrambi sembravano non sentirli.
-"Ben arrivata Klara."-
Li salutai entrambi con un cenno e mi sedetti alla mia scrivania. Di notizie sul web ce n'erano moltissime, ma davvero poche veritiere. Il telefono accanto al porta penne squillò rumorosamente e alzai la cornetta. Un uomo continuava a farneticare, perché pensava di essere Kira e io osservavo l'ufficio in cui lavoravo da poche settimane. Non ero ancora abituata all'ambiente poliziesco, ma mi appassionò dal primo istante.
-"Grazie mille per la segnalazione, signore, ne terremo conto."- dissi con voce priva di emozione.
Aizawa si voltò verso di me e mi guardò perplesso.
-"Un altro idiota che crede di essere Kira."- risposi svogliata.

Lui scrollò le spalle e tornò al suo lavoro. Un altro paio di telefonate e già non sopportavo più il suono del telefono, quindi lo staccai imprecando a bassa voce. Cominciai a compilare scartoffie, osservare nuove piste, analizzare alcune segnalazioni e notizie e piano piano la notte calò su Tokyo. I grattacieli più alti proiettavano ombre lunghissime e ben presto oscurarono le finestre dell'ufficio. Dopo alcuni istanti di esitazione le lampade al neon si accesero e inondarono la stanza di luce bianca. Ukita si stiracchiò, Aizawa sbadigliò e io mi alzai per sgranchire le gambe. Mi trascinai fino alla macchina del caffè e inserii le monete per un espresso. Non ero una grande amante di quella bevanda, ma la macchinetta non produceva altro. Quindi, tornai in ufficio e osservai il profilo della città che veniva colpita da luci color salmone, mentre il sole si nascondeva tra le montagne e poi spariva. Ero sempre stata un'amante dei tramonti e io e Alex li guardavamo tutte le sere dalla collina a est, dove c'era un parco abbandonato. I pensieri su Alex mi esplosero nella mente e fu come se una lama mi trafisse il petto. Mi ero imposta di non rivolgere più alcun pensiero a lui se non la risolutezza nel rendergli giustizia.
-"Klara, va tutto bene?"-
-"Sì, Aizawa, non c'è nessun problema."-
Lui mi guardò dubbioso, ma non insiste, capì che non avevo voglia di continuare a parlarne. Tornai a sedermi e mi stropicciai gli occhi per vedere meglio il monitor del computer e per cercare di leggere qualcosa prima della fine del turno. Mancavano soltanto un po' più di venti minuti, ma non avevo intenzione di oziare un attimo di più. Continuai a cercare notizie per un buon quarto d'ora, quando il sovrintendente Yagami entrò nell'ufficio e chiamò Ukita e Aizawa fuori dalla porta per parlare con loro in privato. Non mi importava più di molto inizialmente, ma quando captai alcune parole, la curiosità montò nel mio petto come non mai. Parlavano di Elle e dicevano di incontrarlo? Com'era possibile che Elle mostrasse il suo volto? Non l'avrebbe mai fatto se non fosse stato costretto, ma forse questo caso era davvero internazionale come si vociferava. Dopo alcuni minuti rientrarono insieme al sovrintendente e si avvicinarono a me. Cercai di farmi trovare concentrata sul mio lavoro, ma non appena li percepii accanto a me, alzai il volto verso di loro.
-"Qualche problema, capo?"- domandai rivolta a Yagami.
-"Signorina Webb, ora mi ascolti e non dica nulla finchè non avrò finito, per favore."-
-"Sì, signore."- mi affrettai a rispondere.
La mia curiosità cresceva a ogni istante di pausa nel discorso del mio capo e sentivo fosse qualcosa di veramente importante.
-"Questa sera, a mezzanotte, venga al Palace Hotel. Si faccia consegnare dal portiere la chiave della stanza 3057, quella al penultimo piano, con il nome Garber. Sarà per incontrare Elle."-
Pronunciò quel nome con lentezza straziante e fu come un colpo in pieno stomaco. Il mio sogno, da quando morì Alex, era sempre stato conoscere Elle. Da sempre ero rimasta affascinata dalle persone dotate come Elle, Light, Near e Mello. Non avrei mai saputo che cosa si prova a portare tanta intelligenza sulle spalle, ad avere sempre una risposta, a sentirsi speciali. Perché è così che avrebbero dovuto sentirsi tutti loro: speciali.
-"Incontrare Elle?"-
-"Sì, signorina Webb. Ma devo avvertirla. Se accetta, accetta anche di indagare giorno e notte sul caso Kira, senza distrazioni di alcun genere e sarà pericoloso, molto pericoloso."-
-"Accetto!"-
Non ci pensai su nemmeno un secondo e anche loro ne furono sorpresi.
-"Ma Klara, se Kira…"- cominciò Aizawa, ma lo interruppi.
-"Lo so, Aizawa. So perfettamente i rischi che corro, ma non desidero altro che catturare Kira. E' la sola cosa che voglio al momento."-
Il signor Yagami sorrise.
-"Hai sentito, Ryuzaki?"- domandò al vuoto.
-"Certo, sovrintendente Yagami."-
Una voce maschile uscì dalla tasca interna della giacca bordò del signor Yagami e notai una piccola protuberanza. Avevano sicuramente usato un microfono, perciò Elle ci aveva ascoltati fin dall'inizio e forse anche al quartier generale vi erano telecamere e microfoni installati da Elle o Ryuzaki, come l'aveva chiamato Yagami.
-"Bene, signorina Webb. Ci vedremo tra un'ora."-
Si congedò insieme a Ukita sorridendo e osservai l'orologio. Erano appena le undici. Sessanta minuti all'incontro con Elle e non avrei potuto starmene con le mani in mano. Tornai a fare delle ricerche, mentre Aizawa mi osservava soddisfatto, ma anche contrariato.
-"E' meglio se torni a casa. Riposati e più tardi vai all'hotel. E' tutto il giorno che lavori ininterrottamente."-
-"Non mi importa. Non posso fare brutta figura con Elle."-
Aizawa rise alla mia affermazione risoluta.
-"Non sarai di certo tu a fare brutta figura."-
La sua frase era ambigua e mi mise soltanto altra ansia addosso, per cui cominciai a lavorare più freneticamente.
Dopo un'ora pensai di essere abbastanza preparata per ritrovarmi davanti al più grande investigatore del mondo. Aizawa cominciò a prepararsi per uscire e io lo imitai. Presi il cappotto dalla cappelliera e lo indossai. Era novembre, ma il freddo era pungente tra le strade della metropoli. Non sapevo esattamente dov'era il Palace Hotel, perciò presi un taxi. Ci volle un quarto d'ora, ma poi la macchina si fermò davanti ad un alto grattacielo completamente ricoperto di vetrate illuminate in alcuni punti con slogan riguardanti alcune parti dell'hotel. Rimasi ad osservare la pubblicità che scorreva sui vetri e pensai dovesse essere davvero costoso. Entrai nell'ingresso caldo e accogliente, colorato di rosso e arancione per garantire un'atmosfera tranquilla. Il portiere sollevò il capo e mi guardò avvicinarmi.
-"Come posso esserle utile?"- domandò con voce premurosa.
-"Mi servirebbe la chiave della stanza numero 3057."-
-"Il nome?"-
-"Garber."-
Allungò la mano accanto a lui e sfilò la chiave dal suo posto e me la consegnò. Sorrisi in segno di ringraziamento e lo lasciai tornare al suo lavoro. Presi l'ascensore e andai penultimo piano, proprio come aveva detto il signor Yagami. La stanza 3057 era difronte alle porte dell'ascensore e non appena la vidi l'ansia mi assalì. Sicuramente non sarei stata all'altezza di Elle, ma avrei voluto comunque fare una buona impressione.
Mi avvicinai alla porta in legno levigato e alzai il pugno in aria. Prima di bussare due volte, strinsi in modo nervoso la chiave che tenevo nella mano lungo i fianchi. Non avevo la minima idea di cosa avrei trovato dietro quella porta. 


 

MY SPACEEE. <3
 

Eccomi tornata! 
Scusate l'immenso ritardo nel pubblicare, ma non ho avuto un secondo di tempo tra compiti e impegni vari. 
Mi perdonate? Boh, non so..... 
Comunque, il capitolo ve piasa? LO SPERO. **

Bene, vi salutooooo. 
Ciauuu. <3

_Roxanne

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Elle. ***


CAPITOLO 7. 
**Elle.**


La porta venne aperta dopo qualche istante e si affacciò sull'ingresso accogliente di quella stanza di lusso che aveva colori caldi e tenui. Una porta semi aperta di trovava difronte a me e udii una voce.
-"E' arrivata."-
Riconobbi la voce del sovrintendente Yagami. Pensavo di trovarmi Elle immediatamente davanti al viso, ma il fatto che non ci fosse mi fece tirare un sospiro di sollievo. Un vecchio signore dall'aria premurosa mi sorrise e mi indicò la via verso il mio incontro tanto atteso. Mi ero immaginata molti volti durante il viaggio, ma probabilmente la mia fantasia aveva viaggiato troppo. La porta che mi separava da lui era davanti a me, però, era come se il coraggio che avevo accumulato fosse svanito non appena entrai in quella stanza che non aveva nulla si insolito. Infine, mi decisi a tirare giù la maniglia d'ottone ed entrai. La luce della stanza mi inondò come un fiume in piena e feci fatica a riconoscere i volti dei presenti. Nella stanza arredata a salottino c'erano alcuni dei miei colleghi, Matsuda e Mogi, e il mio capo seduti in intorno a un tavolo. A capotavola era seduto un ragazzo dai capelli neri che aveva le gambe piegate vicino al petto ed era scalzo. Alcuni ciuffi di capelli gli ricadevano sulla fronte e, in parte, sugli occhi. Era magro e presumibilmente abbastanza alto. Aveva le labbra sottili e pesanti occhiaie sotto gli occhi. I suoi occhi. Vuoti, penetranti, speciali. Pieni, però, di qualcosa che nessuno riusciva a vedere, che era nei meandri della sua mente. Per un attimo mi ricordo Near.
-"Salve, Klara. Io sono Elle, ma, te ne prego, chiamami Ryuzaki."-
Si presentò in modo schietto e lo ringraziai mentalmente, perché non avrei sopportato altri giri di parole dopo tutta l'ansia che avevo nello stomaco.
-"Buonasera."-
Mi invitò a sedermi e il suo sguardo che mi seguiva nei miei movimenti, mi metteva in soggezione. Era strano ritrovarsi ancora una volta occhi del genere addosso, da molto tempo non provavo quello strano vuoto.
-"Bene, ora che è arrivata possiamo cominciare. Sono sicuro sarà un buon alleato."-
Sorridi debolmente alla sua affermazione e subito lui cominciò a parlare delle prove raccolte fino a quel momento. Avevo già scoperto tutto da sola, ma fu affasciante sentirlo spiegare da Elle. Era come quando Mello o Near cominciava a parlare durante i pomeriggi passati sotto il pesco in giardino e io ne rimanevo affascinata.
-"Per ora è tutto ciò che sappiamo. Fra poche settimane arriveranno alcuni agenti dell'FBI che saranno qui per indagare. Non saranno in molti, però ci saranno molto utili."-
Prese la tazza sul tavolino davanti a lui e mise cinque zollette di zucchero nel denso caffè. Lo girò con un lungo cucchiaino e poi lo portò alla bocca per berne una lunga sorsata. Sembravano non dargli il minimo fastidio tutti i nostri occhi addosso.
-"Ora, potete andare, se lo desiderate."- disse non appena staccò la bocca dalla tazza decorata.
-"Bene, Ryuzaki, ci scusiamo, ma io e Mogi dobbiamo andare. Lui ha delle faccende da sbrigare e io ho una famiglia che mi aspetta. Buonanotte."-
Il sovrintendente Yagami si congedò seguito da Mogi e rimasi sola con Matsuda ed Elle. L'atmosfera, dal mio punto di vista, era di grande tensione, ma per gli altri presenti nella stanza sembrava tutto normale.
-"Klara, se lo desidera può tornare a casa anche lei. E la stessa cosa può fare Matsuda."- disse con voce tranquilla.
Il mio collega si sentì nominare e si stiracchiò. Senza dire nulla si alzò e si congedò evidentemente stanco e spossato per il troppo lavoro.
-"No, grazie… Ryuzaki. Io resto qui."-
Senza distogliere lo sguardo dal monitor del computer davanti a lui, Elle annuì. Così mi sedetti anche io davanti ad uno dei tre computer nella stanza e ricominciai la mia frenetica ricerca. Non so per quanto rimasi in quella stanza d'albergo a osservare il computer, ma quando alzai lo sguardo il blu della notte si stava schiarendo. Doveva essere mattina presto.
-"Klara, le posso fare una domanda?"-
Sussultai al suono della voce neutra di Elle, dopo tutte quelle ore immersa nel silenzio della notte, interrotto solo dal suono dei tasti che venivano premuti sulla tastiera.
-"Certo, Ryuzaki."-
-"Perché fai tutto questo?"-
Rimasi sorpresa dalla sua domanda, ma pensai l'avesse rivolta anche agli altri membri della squadra.
-"Per consegnare Kira alla giustizia."-
-"Certo, è questo il motivo per cui siamo qui, ma io voglio sapere perché lavora con tanta dedizione per consegnare Kira alla giustizia."- replicò calmo.
Inizialmente non seppi cosa rispondere, ma forse i miei silenzi stavano parlando più di quanto stavo facendo io.
-"Perché è il mio lavoro, Ryuzaki, così come è anche il tuo."-
Cercai di non lasciar trapelare il mio nervosismo, ma la sua replica indicò quanto miseramente avevo fallito.
-"Certo, ma credo che tutti noi abbiamo una ragione per la quale lavoriamo così intensamente e con dedizione dando tutti noi stessi per catturare i criminali. Anche io stesso ne ho una. Sai, Klara, nessuno fa quello che sta facendo lei per niente."-
La sua voce era calma, ma le sue parole taglienti, come ad insinuare qualcosa. Non mi colpirono per il significato nascosto, ma per quanto quello strano ragazzo mi aveva letto dentro. 

 

MY SPACEEE. <3

Non fucilatemi! *si copre il viso*
Lo so che ho aggiornato dopo quasi due mesi, ma il mio computer aveva fatto i capricci e non so per quanto terrà ancora. 
Chiedo perdono! 
Inoltre, ora è iniziata la scuola e d'ora in poi sarò molto impegnata. (HELP ç.ç) 
Comunque, il capitolo come vi sembra? 
Finalemente, Klara ha conosciuto il nostro caro e amatissimo (e.e)
Elle, alias Ryuzaki. *^*
Spero di vedere qualche vostro commento, anche a distanza di così tanto tempo. *sigh*
Vi saluto, alla prossima. <3
_Roxanne

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Ipotesi e pensieri. ***


CAPITOLO 8.
**Ipotesi e pensieri.**

 


Verso le otto del mattino, Aizawa e Ukita arrivarono all'hotel e mi svegliarono. I miei sogni erano confusi e le poche ore di sonno facevano sembrare la realtà a metà in un sogno.
-"Klara, se vuole rimettersi in sesto, il bagno è la seconda porta a sinistra."-
Annuii e mi trascinai addormentata nel bagno. Mi sciacquai la faccia e l'acqua gelata mi ridestò dallo stato di irrealtà in cui mi trovavo. I miei sogni erano confusi e gli avvenimenti della notte prima non perfettamente chiari. Mi resi conto di ciò che era successo e trovai Ryuzaki in piedi accanto alla finestra che accennava un sorriso nella mia direzione. Mi legai i capelli in una coda disordinata e tornai al lavoro. Non mi dispiaceva tenermi impegnata per così tante ore. Mi impediva di non rivolgere i miei pensieri a qualcosa che non fosse il caso Kira.
-"Aizawa, Ukita dovete andare in missione. Il sovrintendente Yagami sarà qui tra poco con le istruzioni e vi accompagnerà. Matsuda e Mogi arriveranno verso mezzogiorno e Aizawa, lei dovrà rimanere al quartier generale per il turno. In serata le darà il cambio Mogi."-
La voce neutra di Elle pareva fuori campo e diede le istruzioni per la giornata. La prospettiva di rimanere un'altra volta sola con Elle non mi rallegrava. E' vero che desideravo conoscerlo meglio, ma il suo potere di leggermi l'anima mi metteva a disagio, più di quanto non fossi a trovarmi davanti a lui.
-"Certo, Ryuzaki. Saremo tutti al nuovo quartier generale questa sera. Aspettiamo istruzioni da te."-
Io lo guardai accigliata e Ryuzaki se ne accorse.
-"Ogni sera cambio camera d'hotel per non essere rintracciato, perciò quando arriveranno Matsuda e Mogi ci sposteremo nel nuovo quartier generale dove Watari ha già preparato tutto."-
Annuii immediatamente senza davvero capire molto, ma Elle sembrò non accorgersene. Tornò ad osservare la città di nuovo illuminata dal sole. Sembrava perso in chissà quali pensieri sul significato dell'universo.
-"Non ti preoccupare. E' normale."- mi sussurrò Aizawa riferendosi a Elle.
Annuii nuovamente e tornai al monitor del mio computer. Le mie ricerche si concentravano sui siti dedicati al "Grande Kira" per rintracciare i possibili Kira che si potevano celare dietro. Non ero sicura che quella ricerca potesse portare a un qualunque indizio, ma tentare non costava nulla.
Non appena Aizawa e Ukita se ne furono andati, Elle tornò a sedersi e inserì alcuni video senza suono nel videoregistratore. Senza staccare gli occhi sgranati dallo schermo della televisione, cominciò a formulare ipotesi ai muri e torturarsi il labbro inferiore pallido con il pollice. Per alcuni istanti bloccò il movimento del dito tra le due labbra e mi parlò.
-"Quella ricerca non porterà a nulla, Klara. Non ha nessun senso cercare in quei siti."-
-"Hai perfettamente ragione, Ryuzaki. Ma al quartier generale pensavano fosse una buona pista."-
Scrollai le spalle e mi voltai per guardare il video che era in televisione. Non era nulla di interessante e nemmeno quelle sembravano piste che avrebbero portato a qualcosa.
-"Le ricordo che lei ora è sotto i miei ordini per le indagini del caso Kira e perciò dovrà fare le ricerche che io riterrò più giuste."-
Marcò la parola "io" e la cosa mi irritò. Pareva si fosse dato delle arie e da sempre questa cosa mi dava sui nervi. Non avevo mai sopportato le persone sbruffone e vanitose, ma Elle non lo sembrava.
-"Certo, Ryuzaki. Dimmi cosa vuoi che faccia."-
-"Ti sarei grato se guardassi questi video con me."-
Eseguii gli ordini e spensi il motore di ricerca, per andare a sedermi vicino a Elle. Mi sorrise debolmente e tornò a concentrarsi sui video. Questi video erano le immagini delle videocamere di sorveglianza delle carceri e ritraevano i detenuti morire. Non capii perché analizzasse quei video, ma misi tutto il mio impegno che avevo per cercare qualcosa.
Dopo la fine dell'ultimo video, Elle spense la tv e si voltò verso di me.
-"Allora?"-
-"Io penso che Kira prenda le informazioni dai notiziari, poiché tutti i criminali morti erano i più ricercati o piccoli criminali apparsi in tv dopo la cattura per crimini minori. Alcuni criminali non sono morti, perché sono in prigione da molto tempo e ormai i notiziari non ne parlano più."-
-"E dell'operato di Kira nel suo insieme?"-
La domanda di Elle mi sorprese. Pensai che replicasse o che aggiungesse qualcosa alla mia teoria basata sui fatti, ma rispose con un'altra domanda. Cercai di soppesare bene le parole, ma sapevo che era inutile mentire con lui, perciò espressi tutto ciò che pensavo sul caso a cui lavoravo solo da poche settimane.
-"Penso che Kira non abbia del tutto cattive intenzioni, ma voglia ripulire il male dal mondo e in fondo lo capisco. Tutti noi pensiamo che il male dovrebbe essere spazzato via. Dopotutto, Kira è pur sempre un serial killer e tutte le persone che ha ucciso… sono vite umane quelle di cui stiamo parlando, quindi non condivido il suo modo di "ripulire il mondo". Penso, inoltre, che sia una persona infantile che odia perdere, perché dopo che l'hai sfidato in diretta tv si è accanito sui criminali, uccidendo con più intensità, facendo cadere addirittura l'ipotesi che fosse uno studente. Potrebbe prendere informazioni direttamente dalla polizia."-
Dopo il mio discorso, gli occhi di Elle erano ancora sgranati e mi osservava curioso. Sembrava ripercorrere ogni mi parole rileggendola nei miei occhi, nella mia anima. Aveva capito che dissi tutto ciò che pensavo realmente.
-"Sono sorpreso da te, Klara. Seriamente colpito dalla tua capacità deduttive e intellettive."-
-"Oh no, Ryuzaki, non ho doti speciali, sono forse più determinata e testarda di altri."-
Non avevo mai dato retta alle persone che mi dicevano che avevo una spiccata intelligenza, perché non mi sentivo differente dalla media e sapevo perfettamente che c'erano persone estremamente dotate, io non mi potevo nemmeno avvicinare a loro.
-"Klara, ricorda che ognuno di noi è differente e ha capacità che lo portano al pari delle altre presone."- replicò in tono rilassato.
Non ebbi la forza di replicare alla sua affermazione, così mi limitai ad annuire, triste. In quel momento, la porta si spalancò e Matsuda, seguito da Mogi,  ci salutò con la sua voce squillante. Tutti e quattro ci preparammo per spostarci in un nuovo hotel. 

 

MY SPACEEE <3

Eccomi di nuovo qui! *coro: NOO!*
Eh sì, ragazzi, sono tornata con un nuovo capitolo. 
Ho aggiornato così presto per farmi diciamo perdonare per tutto il tempo che 
non sono riuscita a postare nulla. Contenti? *Coro: Ma quando mai?*

Allora... Klara ed
Elle hanno un'altro dei loro discorsi intelligenti (e.e) 
e la frase di Elle ricorda un po' quella che dice Near alla Wammy's House, cioè che 
ogni cosa ha una forma differente, soltanto più esplicativa (che parolone!), diciamo. 
Elle sembra molto interessato a che cosa ne pensa la nostra Klara del caso, no?
Si vedrà che cosa succederà in futuro. 
Come si suol dire, chi vivrà vedrà. :)

Okay, adesso mi dileguo che vi rompo le scatolette, 
ciao ciao <3
_Roxanne

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Nuovi indizi. ***


CAPITOLO 9. 
**Nuovi indizi.**


Le indagini sul caso Kira procedevano con lentezza. Sembrava che nessun indizio volesse saltar fuori. Finchè, una sera, Watari contattò Elle dicendogli che nuovi detenuti erano morti per arresto cardiaco, ma in circostanze leggermente differenti dal solito.
-"In che senso diverse?"- domandò Elle.
Watari in risposta inviò le foto di dei detenuti e in effetti le circostanze erano davvero diverse dal solito.
Un detenuto, prima di morire, si era tagliato un dito e aveva disegnato una strana stella sul muro della sua cella; un secondo detenuto, invece, aveva scritto un messaggio e, infine, un terzo era evaso e poi morto tre metri più in là nel bagno del personale.
-"Grazie Watari."-
Elle continuò a osservare con occhi sgranati lo schermo del computer. Io mi accovacciai accanto a lui e cominciai  a esaminare quelle nuove prove. Dopo alcuni minuti arrivai alla conclusione che il potere di Kira era ben più esteso di quello che si era pensato finora, perché poteva manipolare le azioni immediatamente precedenti la morte. Elle continuava a fissare il messaggio scritto da uno dei detenuti, come se cercasse qualcosa che era sfuggito. Mi concentrai anche io, imitando il ragazzo al mio fianco, e infine lo vidi. Le prime parole delle righe formavano un'altra frase: "Elle, lo sai che…". Che cosa voleva dire? Kira stava cercando di mandare un messaggio a Elle? Oppure non significavano nulla ed erano solo per sviarci?
-"Ryuzaki, ritengo che arriveranno altri messaggi."- dissi seria.
-"Da cosa lo deduci?"-
Non aveva staccato gli occhi dallo schermo, ma la sua mente era concentrata su di me.
-"Dal messaggio che ti ha mandato. "Elle, lo sai che…". Questa frase non ha senso formulata così, perciò dovrà esserci un continuo, perché si arrivi a formare una frase di senso compiuto. O forse più di uno."-
I presenti nella stanza rimasero a bocca aperta dopo le mie parole, ma non capii il motivo. Dopotutto chiunque sarebbe arrivato alla mia stessa conclusione.
-"Ha ragione, Klara. Inoltre, queste uccisioni erano soltanto degli esperimenti fatti da Kira. Voleva vedere fino a che punto poteva spingersi nel manipolare le azioni precedenti la morte. Quindi, deduco che il potere di Kira sia molto più grande di quello che pensavamo."-
-"Certo, Ryuzaki. Però, se Kira può manipolare le azioni precedenti la morte, potrebbe far in modo che i detenuti muoiano in altro modo e non di arresto cardiaco, giusto?"-
Quella domanda mi ronzava in testa da tempo, se il potere di Kira era così grande allora poteva certamente farlo. La mia era solo una teoria, ma poteva rivelarsi azzeccata, soprattutto dopo i nuovi indizi sul caso.
-"Certo, è possibile, se ammettiamo che il potere di Kira è così grande. Ciò estenderebbe il numero di omicidi, allora."-
Tutti quanti annuimmo e cominciammo a fare ricerche in questo campo per trovare anche solo un nesso con Kira. Elle, invece, continuava a osservare le foto dei detenuti, ma sembrava che la sua mente si fosse persa altrove.
Ero seduta accanto a Elle e stavo facendo delle ricerche sui criminali latitanti morti da quando Kira è comparso, quando Elle mi rivolse una domanda che mi spiazzò.
-"Klara, sei mai stata alla Wammy's House?"-
Non avevo idea di come rispondere.
-"Perché mi fai questa domanda, Ryuzaki?"-
-"Watari me lo ha fatto notare."-
La mia mente era confusa e i ricordi di quei due splendidi mesi passati alla Wammy's House si fecero più vividi che mai. La prima notte, l'incontro con Mello , i puzzle di Near, le litigate tra i due e l'addio ad entrambi. Quanto piansi quel giorno. Non avrei mai voluto uscire da quel posto, ma dovetti farlo, perché avevo capito che quello non era il luogo adatto a me.
-"Beh, direi di sì. Ma sono rimasta soltanto due mesi."-
Ricordando quei giorni fantastici della mia adolescenza mi intristii. La nostalgia di quel posto era tanta e mi ritrovai a chiedermi dove fossero in quel momento Near e Mello. Forse ancora lì o chissà dove a impiegare il loro magnifico intelletto per qualcosa di utile all'umanità.
La nostra conversazione terminò, ma per tutto il giorno non feci che pensare ad altro che a Near e Mello. Verso sera nella stanza rimanemmo solo io, Elle e Aizawa che più tardi si congedò per tornare a casa dalla sua famiglia. Mi resi conto che spesso rimanevo sola con Elle, ma non mi sento affatto a disagio. Inoltre, erano giorni che praticamente abitavo nelle stanze dell'albergo senza tornare a casa.
-"Senti, Ryuzaki…"- cominciai.
-"Sì, Klara?"-
-"Io andrei a casa per qualche ora, sarò qui domani mattina presto. Ho solo bisogno di prendere alcune cose e di vedere in che stato è l'appartamento."-
Elle non si voltò per guardarmi in faccia o per salutarmi, semplicemente annuì e mormorò un -"Capisco."-, per poi tornare a osservare il computer. Così mi congedai e in fretta uscii dall'hotel. Ero ancora abbastanza vicina al mio appartamento, perciò decisi si percorrere la strada a piedi, per sgranchirmi le gambe. Tokyo di notte era davvero affollata, ma in un quarto d'ora fui a casa. Stavo salendo le scale, quando sentii delle voci provenire dal mio piano. Riconobbi la voce del padrone di casa e della mia vecchi vicina. Corsi su per la rampa di scale che rimaneva e ritrovai la donna anziana davanti al mio appartamento.
-"Che succede?"- domandai in ansia.
-"Mi dispiace dirtelo, Klara, ma due notti fa sono entrati i ladri nel tuo appartamento e hanno rubato tutto. Non è rimasto quasi nulla, a parte i mobili più grandi e i tuoi vestiti."- intervenne il padrone di casa.
Le sue parole ci misero un po' ad arrivare al mio cervello e, quando capii, entrai di corsa in casa constatando fosse tutto vero. Il salotto e la cucina erano devastati e non vi era più nulla, così come nel bagno e nella mia stanza. I miei vestiti erano sparsi sul pavimento e tutto ciò che avevo di prezioso era scomparso, insieme ad alcuni oggetti di arredamento. Non ero arrabbiata o triste, ma soltanto sconfortata, perché non avevo un posto dove stare e tornare dai miei genitori era fuori discussione. Quindi, afferrai un borsone, ci cacciai dentro alcuni vestiti e corsi fuori dal palazzo, diretta nuovamente all'hotel. 




 

MY SPACEEE. <3

Ma cciao :3
Ciao a tutti, lettori e lettrici, sono tornata! *voce dal pubblico: Ancora?!*
Beh, *ignora la voce* che ve ne pare del capitolo?
Sì, lo so è corto, ma l'ispirazione a volte mi abbandona :c
PERDONATEMI! <3
Dal prossimo ci sarà una bella svolta se pensiamo al nostro carissimo e amatissimo (e.e :Q___)
ELLE!
Comunque, cercherò di aggiornare entro domenica o lunedì, contenti? Mh, non so...
Va bene, ora vi lascio e mi crogiolo nella disperazione per come è finito il libro che ho appena letto, 
è una fine orrenda, non potete capire! (tanto non vi interessa è.é)

Ora, mi dileguo, ciauuu <3
_Roxanne

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Ryuzaki. ***


CAPITOLO 10.
**Ryuzaki.**
 
 

Mentre correvo alcune lacrime solcarono il mio volto. I ladri avevano preso il cofanetto dei gioielli dove tenevo le foto scattate nei due mesi alla Wammy's House. Mi dissi che ognuna di quelle foto era impressa nella mia memoria come un marchio a fuoco, ma averle tra le mani mi faceva sentire bene. Arrivata davanti all'hotel mi fermai per riprendere fiato e, con il dorso della mano, mi asciugai le poche lacrime che erano arrivate agli angoli della mia bocca. Tornai alla stanza di Elle ed entrai senza bussare. Chiusi la porta in modo violento e lui si voltò nella mia direzione. Mi osservava con occhi sgranati e si stava sicuramente chiedendo cosa mi avesse spinto a tornare così presto e munita di un grosso borsone.
-"Scusa, Ryuzaki. I ladri sono entrati nel mio appartamento e mi hanno portato via tutto, rimanevano solo i miei vestiti e pochi mobili. Non sapevo dove altro andare."-
Abbassai il capo in segno di resa ed Elle si alzò. Si avvicinò a me e mi sfilò il borsone dalle mani. Rialzando gli occhi, lo visi portare il borsone in una delle stanze che si affacciavano su quella principale.
-"Potrai rimanere qui quanto tempo ti serve, Klara. Dormirai nella mia stanza, mentre io dormirò qui sul divano. E ora, vai a dormire, credo che tu ne abbia bisogno."-
Non avevo la forza di replicare, perciò entrai nella stanza indicatami da Elle e mi sdraiai sul letto. Provai a chiudere gli occhi, ma era come se le mia mente si rifiutasse si spegnersi. Non c'era verso di dormire quella notte.
Tornai nella stanza principale e trovai Elle addormentato nella posizione in cui era solitamente seduto. Sorrisi a quella vista. Non volevo svegliarlo, così, in punta di piedi, mi avvicinai al carrello dei dolci accanto alla poltrona di Elle e afferrai un pezzo di torta. Mi voltai per guardare Elle e sobbalzai per lo spavento. Era nuovamente sveglio e mi osservava con i suoi occhi grandi.
-"Scusa Ryuzaki, non avevo intenzione di svegliarti."-
-"Non ti preoccupare, Klara, non dormo mai molto. A proposito, quando sono entrati i ladri nel tuo appartamento?"-
Mi sedetti davanti a lui prima di rispondere.
-"Due notti fa, stando a quanto detto dal padrone di casa. Sapevano che non c'era nessuno e sono entrati. Hanno provato a rubare qualcosa anche alla mia vecchia vicina, ma in quel momento c'erano i figli in casa, perciò i ladri se la sono data a gambe. Non c'era nulla di così prezioso, a parte alcuni oggetti di valore sentimentale."-
Buttai tutto fuori, sforzandomi di non versare alcuna lacrima pensando alle foto. Elle si versò del caffè e aggiunse molto zucchero, poi mi passò una tazza. La bevvi senza storie, mangiando il mio pezzo di torta al cioccolato.
-"Capisco. E come le ho detto prima potrà rimanere con me fin quando lo desidera, non mi reca alcun disturbo averla qui. Inoltre, potrà lavorare con più zelo alle indagini rimanendo sempre nel quartier generale."-
Il caffè era bollente mi bruciò la gola. Elle era stato davvero gentile a offrirmi la sua ospitalità e non sapevo come ringraziarlo.
-"Grazie, Ryuzaki, non so davvero come ringraziarti."- dissi sorridendogli.
Un grande sorriso arricciò le labbra di Elle, un sorriso sincero e spontaneo. Ci guardammo negli occhi per qualche istante e poi distolsi lo sguardo, quegli occhi erano troppo per me.
-"Klara, devi sapere che anche io sono stato alla Wammy's House."-
-"Davvero?"- domandai incredula.
-"Sì, Klara. E sono ancora in contatto con essa, quindi se vuoi pormi qualche domanda, sono qui per risponderti."-
Rimasi stupefatta dalla sua offerta. Da anni non aspettavo altro che avere delle informazioni e quel momento era arrivato.
-"In realtà, conobbi due ragazzi nei due mesi che trascorsi alla Wammy's House. Si fanno chiamare Near e Mello."-
Pronunciai quei due nomi con nostalgia. Avrei voluto proprio rivederli.
-"Certo, sono i migliori ragazzi dell'istituto. Watari mi ha detto che sono straordinari."-
Quello che disse Elle lo sapevo già. E non mi sorprese sapere che crescendo erano diventati persone straordinarie, lo erano già prima.
-"Grazie mille, Ryuzaki."-
-"Non c'è di che, Klara. Sono sicuro che avrai modo di rivederli un giorno."-
Sorrise ancora una volta e io ricambiai. Gli ero davvero grata per tutto ciò che stava facendo per me. Così, senza pensarci, mi alzai di scatto e lo abbracciai, sussurrandogli nuovamente un "grazie" all'orecchio. Gli lasciai un morbido bacio sulla guancia, prima di dirigermi verso la camera, pensando fosse davvero arrivato il momento di dormire dopo quella chiacchierata.
-"Nessuno mi aveva mai abbracciato così."- osservò Elle con lo sguardo perso nel vuoto.
-"Beh, Ryuzaki, è un gesto d'affetto molto comune. A parer mio, è bello esprimere amore, affetto o gratitudine con un abbraccio. Ti fa sentire vicino alla persona a cui vuoi bene."-
La mia risposta era semplice e concisa, dissi tutto ciò che pensavo. L'amore che si può esprimere in un abbraccio è grande, ne sono la prova le mamme e i papà. Quindi, volli abbracciare Ryuzaki per esprimere tutto l'affetto e la gratitudine, non che l'ammirazione, che provavo per lui. E' stato un gesto impulsivo, e di certo non se lo aspettava, ma non pensai una sola volta di aver sbagliato.
-"Buonanotte, Ryuzaki."- dissi infine ed entrai nella stanza.
Non appena chiusa la porta alle mie spalle, mi arrivò un flebile saluto da Elle e ciò mi fece sorridere. Forse, dopo quell'abbraccio, lo sentivo più umano, più Ryuzaki che Elle, il celebre detective che può risolvere qualsiasi caso al mondo, e devo dire che era una bella sensazione. 




 

MY SPACEEE. <3

Cciao, gente :3
Sono tornata! *coro: NOOO!*
Ebbene sì, eccomi qui con un nuovo e, spero, piacevole capitolo. 
Lo so, lo so, non aggiornato in tempo, SCUSATEMI! *schiva pomodori*
Mi sento in colpa, ma l'ispirazione abbandona tutti prima o poi e la scuola impegna sempre (ç.ç). 
Ma ora sono qui ed è questo che conta! ^-^

Beh, che ve ne pare del
10° (non ci credo!) capitolo
Vediamo il nostro
ELLE un tantino sconvolto dalla sincera manifestazione d'affetto della nostra carissima Klara!
Che cosa succederà in futuro tra i due? (li shippo all'ennesima potenza aww *^*) 
Lo scoprirete presto! 

Ora, mi sempre il momento di lasciarvi, ciao a tutti! 
§ Un bacio, _Roxanne <3 §

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Raye Penber. ***


CAPITOLO 11. 
**Raye Penber.**



Nei giorni seguenti gli omicidi continuarono imperterriti e altri detenuti lasciarono messaggi. Ora il messaggio che Kira rivolgeva a Elle era più chiaro: "Elle, lo sai che gli dei della morte mangiano solo mele?".
Era una frase ambigua e perciò il significato era nascosto. Ryuzaki, non dormiva quasi mai per continuare le indagini e io lo imitavo. Rimanevamo ore soli in silenzio a fare ricerche o a esaminare foto e video. Fino a quando Watari contattò Ryuzaki con notizie sconvolgenti. I dodici agenti dell'FBI inviati in Giappone erano tutti morti per mano di Kira.
-"Ryuzaki, hai messo degli agenti alle nostre costole?"-
Il sovrintendente era arrabbiato.
-"Ho ritenuto che ciò fosse necessario, ma ora vi prego di ascoltarmi e tenere a mente ciò che sto per dirvi."-
Tutti quanti si sedettero intorno al basso tavolo in mezzo alla stanza e Ryuzaki cominciò a fare il punto della situazione.
-"Sappiamo che Kira ha bisogno di un volto e di un nome per uccidere e che può manipolare l'ora della morte e gli avvenimenti che la precedono. Il 14 dicembre arrivarono in Giappone dodici agenti dell'FBI. Il 19 dicembre, invece, Kira svolse dei test su alcuni carcerati per provare a manipolare gli eventi che precedono la morte. Ciò significa che nell'arco di 5 giorni, Kira ha scoperto di essere sorvegliato e, dato che si sentiva minacciato, ha effettuato dei test. Con questi esperimenti, ha ucciso gli agenti dell'FBI non conoscendone né il volto né il nome. Dopo di che, il 27 dicembre, Kira ottenne il file contenenti i nomi e i volti degli agenti in Giappone in quel momento. Per quanto ne sappiamo, il periodo tra il 19 e il 27 dicembre è quello nel quale sono morte 23 persone per arresto cardiaco. Trattandosi soltanto di ricercati e pregiudicati, a questo punto risulta evidente che i suoi obbiettivi sono differenti dagli obbiettivi che poteva avere in precedenza."-
La spiegazione di Ryuzaki riassumeva tutte le scoperte fatte fino a quel momento e aiutò tutti ad avere un quadro più chiaro della situazione.
-"Perciò per uccidere gli agenti dell'FBI ha avuto bisogno di manipolare criminali di piccolo calibro e ne ha usati così tanti da non farci capire quali gli sono serviti veramente. In realtà, dubito che siamo stati molti. Gli otto giorni tra i test e l'attuazione del piano gli sono serviti in modo che gli agenti dell'FBI indagassero anche altra gente. Dunque, posso affermare senza ombra di dubbio che Kira era tra le persone indagate dall'FBI tra il 14 e il 19 dicembre. Mi sono pervenute tutte le schede delle indagini che l'FBI ha svolto qui in Giappone e penso potremmo iniziare da qui."-
Tutti eravamo a bocca aperta dopo la spiegazione di Ryuzaki, per la sua chiarezza e sicurezza nell'esporre quelle che erano le informazioni che avevamo e i suoi pensieri in proposito. Era straordinario.
In seguito, Ryuzaki mi consegnò un falso distintivo che avrei dovuto usare al posto di quello vero e una cintura che aveva un pulsante nella fibbia per le emergenze. Immaginavo che i miei colleghi avessero già la cintura, così come il distintvo falso.
-"Perfetto, ora che Klara fa ufficialmente parte della squadra, pregherei tutti voi di cominciare le ricerche sulla base dei nuovi indizi e sul rapporto dell'FBI."-
-"Subito, Ryuzaki."-
Il sovrintendente Yagami fu il primo a rimettersi al lavoro e poco dopo tutti lo imitammo. Lavorammo febbrilmente fino a notte fonda, quando gli ultimi rimasti decisero che era arrivato il momento di tornare a casa e dormire un po'. Come ogni notte, nella stanza dell'hotel rimanemmo soltanto io e Ryuzaki.
-"Klara, hai trovato qualcosa?"- mi domandò improvvisamente.
-"Io… emh… credo di sì. Credo che dovremmo concentrarci sulle famiglie pedinate dall'agente Raye Penber. E in questo caso sono soltanto due. E' stato uno dei primi a ricevere la lista e gli altri non avevano ancora cominciato a pedinare nessuno."-
Gli spiegai ciò che avevo trovato e Ryuzaki fu d'accordo con me. La mattina seguente, al mio risveglio, trovai tantissime cassette vicino al divano e alcuni dei miei colleghi erano già arrivati. Stavano tutti guardando un video di sorveglianza della stazione.
-"Alle 15 e 11, Raye Penber è entrato dai cancelli di Shingiuko Ovest. Alle 15 e 13 è salito sulla linea Yamanote. Anche se stava pedinando qualcuno, da queste immagini è difficile dirlo. E, infine, alle 16 e 42, Raye Penber muore sulla piattaforma della stazione di Tokyo."-

Un Matsuda evidentemente addormentato, fece il resoconto delle azioni dell'agente che avevo suggerito a Ryuzaki la notte prima. Mentre Matsuda parlava, io mi ero seduta sul divano e osservavo le riprese. Le riprese mostravano Raye Penber in tre posti diversi, ai cancelli, quando sale sul treno e infine quando muore. La cosa che mi sembrò strana, però, fu il tempo che l'agente rimase in viaggio prima di scendere alla stazione di Tokyo. Un'ora e mezza.
-"Ma non vi sembra strano che ci abbia messo così tanto a scendere alla stazione?"- domandai rivolta a tutti i presenti.
-"Cosa?"- domandò Aizawa.
-"Il fatto che Raye Penber sia rimasto sul treno per un'ora e mezza, nonostante il giro della Yamammote duri soltanto un'ora. E poi c'è anche quella busta."- completò Ryuzaki.
Nessuno a parte Ryuzaki aveva notato la busta, perciò prese il telecomando e fece partire la ripresa ai cancelli, poi quella di quando sale a bordo e, per ultima, quella della sua morte.
-"In effetti, sia quando è ai cancelli, sia quando sale a bordo ha con sé una busta. Però, quando muore non ce l'ha più."- feci notare.
-"Ritengo, dunque, che l'abbia lasciata sul treno e stando all'ultima ripresa penso si stesse sforzando di guardare all'interno del treno. E' possibile che stesse guardando Kira."-
-"Ma Ryuzaki, Kira non uscirebbe mai allo scoperto!"- esclamò sorpreso Yagami.
-"Anche io la considero un'ipotesi azzardata, dato che Kira può determinare le morti a distanza. Però, potrebbe aver deciso di rischiare, certo del fatto che avremmo seguito questo ragionamento."- concluse Ryuzaki.
Nessuno osò controbattere, anche se molti di noi non erano convinti di questa teoria. Ci pensai per qualche istante e infine conclusi di essere pienamente d'accordo con Ryuzaki. E ciò potrebbe significare che Kira è davvero malvagio se ha voluto assistere in prima persona alla porte di quell'agente dell'FBI. 



 

MY SPACEEE. <3

I'm baaaaack!! *schiva i pomodori e le verdure varie*
Lo so, sono in un ritardo mostruoso e, questa volta, prometto di non fare più promesse avventate. Aggiornerò quando mi sarà possibile e spero sia presto!

Tornando alla storia, questo capitolo funge da ponte;
 mi serve ai fini della storia per collegarmi comunque con i fatti accaduti nell'anime, dato che
Klara lavora al caso Kira. 
Non so quanto possa piacervi, ma nei prossimi succederanno altre cose, davvero!

Beh, per oggi ho finito (è stato veloce...!) e quindi ciao bella gente!
§ _Roxanne §

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Di sospetti e passato. ***


CAPITOLO 12.
**Di sospetti e passato.**
 

Il giorno seguente la notizia della scomparsa della fidanzata di Raye Penber, Naomi Misora, fece prendere Ryuzaki na decisone che sembrò folle a tutti noi. Come pensava già da tempo, ci informò che da quel momento in poi avremmo indagato solo sulle persone indagate da Raye Penber dopo il suo arrivo in Giappone.
-"E chi sarebbero queste persone?"- domandò il signor Yagami.
Noi tutti eravamo preoccupati e Ryuzaki non aiutava a smorzare la tensione. Stava passeggiando su e giù per la stanza a grandi passi, quando sentì la domanda si fermò di colpo e girò il capo verso di noi.
-"Il vicedirettore Kitamura e famiglia e il sovrintendente Yagami e famiglia. Inoltre, ho intenzione di far installare nelle loro case microfoni e telecamere."-
Il signor Yagami strabuzzò gli occhi a quelle parole. Nessuno poteva credere che Ryuzaki volesse fare una cosa del genere al sovrintendente, che era l'incarnazione della giustizia. Aizawa e Matsuda protestarono per questo affronto, ma Yagami li zittì. Abbassò il capo in segno di resa.
-"Ryuzaki ha ragione, ma mi devi promettere che non tralascerai nemmeno un punto, nemmeno il bagno."- affermò deciso.
-"La ringrazio molto. E' ciò che intendo fare."-
A nessuno piaceva l'idea, ma confidavamo in Ryuzaki e non volevamo contraddirlo. Sapeva quello che stava facendo. Il signor Yagami sudava freddo ed era evidentemente teso. Lo sarei stata anche io se fosse stata la mia famiglia indagata per sospetti sul caso Kira.
-"Ryuzaki, quante probabilità ci sono che un membro della mia famiglia?"-
-"Il 7%, o forse il 5."-
Ryuzaki si sedette su una delle poltrone e sorseggiò del caffè.
-"Ma come? Per un 5% noi dovremmo…"- cominciò Matsuda.
-"Zitto Matsuda! Non abbiamo nessun sospetto e anche se fosse soltanto l'1%, noi indagheremmo!"-
Questa volta era davvero arrabbiato. Il suo respiro era irregolare e gli occhi iniettati di sangue. Era chiaro quanto fosse scosso da tutta quella situazione.

***

Il giorno seguente io e Ryuzaki rimanemmo fino sera a sorvegliare le due famiglie. Sonno e stanchezza non mancavano di farsi sentire, ma non potevo permettermi di perdere tempo. Ryuzaki sembrava molto interessato ai movimenti di Light Yagami, il figlio del sovrintendente, ma non sembrava aver niente da nascondere. Il padre di Light si era sorpreso avesse nascoste riviste pornografiche in camera sua e che avesse un sistema per controllare chi se qualcuno fosse entrato in sua assenza. Io, dalla mia, non ne ero preoccupata, è normale per un ragazzo o ragazza della mia età aver qualcosa di stupido da nascondere, come quelle riviste. Ryuzaki era dello stesso avviso.
-"Penso che sia solo una messinscena per farci credere che tiene sotto controllo la porta della sua stanza per tiene nascoste riviste di quel tipo."- aggiunse una sera, mentre Light ne sfogliava una.
-"Quindi, sospetti di Light?"-
La mia domanda era prevedibile, così come la sua risposta.
-"Certo che sì, Klara."-
Calò di nuovo il silenzio tra di noi, mentre osservavamo Light studiare con zelo per l'esame di ammissione all'università. Al contrario di me, lui sì che aveva voglia di studiare. Dopo le undici, Light andò a dormire e Watari arrivò con una notizia di altri omicidi. Altre due persone erano morte di arresto cardiaco.
-"Un impiegato di banca , sospettato di appropriazione indebita, e uno scippatore. Entrambi erano apparsi sui notiziari delle 21 di questa sera."-
Dopo le nuove informazioni di Watari, i sospetti su Light e sulla sua famiglia avrebbero dovuto calare, dato che né la madre né la sorella di Light hanno guardato il notiziario delle 21 quella sera e Light aveva studiato ininterrottamente da quando era salito dopo la cena alle 23.
-"Le due persone apparse sui notiziari questa sera, sono morte alcuni minuti dopo essere apparse sul notiziario di questa sera. Dunque, chiunque non abbia visto il notiziario non può essere Kira… forse."- concluse Ryuzaki.
Ero felice che i sospetti su Light fossero caduti in così poco tempo, perché quel ragazzo mi stava davvero simpatico. A scuola mi ha sempre aiutato ed è stato l'unico che mi restò vicino dopo la morte di Alex ed è per questo che sono finita sotto le direttive di suo padre. E' stato proprio lui a raccontargli di me.
-"Sono contenta che i tuoi sospetti fossero vani, Ryuzaki."- ammisi sorridendo.
Mi lasciai andare sulla poltrona accanto alla sua e lui si voltò a osservarmi.
-"Perché sei così felice, Klara?"-
-"Io conosco Light da tempo, non può essere Kira. E' un ragazzo gentile, non che studente modello."-
Ryuzaki mi guardò accigliato e cominciò a torturarsi il labbro inferiore con il pollice. Non capivo tutto il suo interesse, d'altronde sapeva benissimo avessi frequentato la stessa scuola, non che la stessa classe di Light Yagami.
-"Ti piace?"-
Saltai dalla sedia, quando mi rivolse quella domanda. Era del tutto inaspettata e non pensavo che Ryuzaki fosse interessato a questioni del genere.
-"No, assolutamente. E' un bel ragazzo lo ammetto, ma su di me non ha avuto lo stesso effetto che avuto e che ha ancora sulle donne. Ricordo che a scuola tutte le mie amiche gli correvano dietro, ma lui le ha sempre ignorate. Forse non erano alla sua altezza."- ridacchiai alla mia stessa affermazione, ma Ryuzaki non era divertito quanto me.
-"Quindi, tu e Light Yagami siete in buoni rapporti?"-
Il suo interrogatorio mi stava innervosendo. Si stava davvero immischiando troppo nella mia vita privata.
-"Ryuzaki, questa si chiama violazione della privacy di una persona. Sono cose davvero troppo personali."-
-"Mi dispiace di aver fatto innervosire, Klara. Non era mia intenzione. E' solo che sospetto fortemente di Light Yagami, perciò ogni informazione è utile per incastrarlo o scagionarlo. So che frequentavate la stessa classe alle superiore, quindi mi chiedevo se potevi darmi qualche informazione. Dopotutto è pur sempre un indiziato del caso Kira."-
Non sapevo che cosa controbattere alla sua richiesta. Non volevo spingermi troppo in là nel raccontare di quel brutto periodo, ma per lo feci comunque. Dopotutto era per il caso Kira. Così raccontai di come avevo conosciuto Light, di com'era a scuola e fuori, di come si comportava con altre persone e con me e, infine, raccontai un po' della sua famiglia. Raccontai tutto ciò che sapevo su Light e sul periodo che passammo insieme prima della fine della scuola e del mio addestramento in polizia, facendo bene attenzione a non nominare Alex.
-"E questo è tutto, Ryuzaki. Tutto ciò che so su Light Yagami."-
Tirai un sospiro di sollievo, quando terminai il mio racconto.
-"Interessante. Uno studente modello, diligente, gentile e premuroso. Non si direbbe per niente un assassino spietato, ma ti devo far notare, Klara, che oggi abbiamo piazzato le telecamere e oggi sembrano cadere i sospetti su Light Yagami."- 


 

MY SPACEEE. <3

Come al solito, sono in ritardo mostruoso.
Gomennasai!
Non scrivo né aggiorno costantemente, è tipico di me. 
*schiva pomodiri e verdure varie.*

Cooomunque, che ve ne pare del capitolo? 
Il nostro Ryuzaki ha fatto delle domande personali alla nostra Klara, per la prima volta.
Ce ne sarà una seconda? 
Sta a voi scoprirlo! :'3 [Somiglia a uno slogan pubblicitario -.-"]

Bene, anche per oggi vi saluto! Sayonara, minna-san!
§ _Roxanne §

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Amici. ***


CAPITOLO 13.
**Amici.**


La mattina, Ryuzaki chiamò tutta la squadra nel nuovo quartier generale in cui ci eravamo spostati durante la notte. Il signor Yagami mi informò che alla stazione di polizia chiedevano delle mie assenze e che lui gli aveva detto che in quel momento ero indisposta a venire al lavoro, perché non avevo un posto dove stare ed ero tornata dai miei genitori fuori Tokyo.
-"La ringrazio, signor Yagami vedrò di tornare al lavoro al più presto, così non recherò danno a nessuno e non darò altri disturbi a Ryuzaki nell'avermi sempre intorno."-
Quando arrivarono anche Ukita e Matsuda, Ryuzaki ci invitò a sederci intorno al tavolo per esporci le sue conclusioni sulla base dei nuovi elementi ottenuti con la sorveglianza nelle case del sovrintendente Yagami e del vicedirettore Kitamura.
-"Ho controllato e ricontrollato le riprese delle telecamere risalenti a questi ultimi giorni. Partirò dalle mie conclusioni. All'interno delle famiglie Kitamura e Yagami non ci sono indiziati. Rimuoveremo telecamere e microfoni."-
Tutti potemmo tornare a respirare. Eravamo tutti contenti che la famiglia del sovrintendente non fosse più sospettata, ma non potevamo nascondere la delusione.
-"Ed eccoci tornati al punto di partenza, senza uno straccio di prova!"- esclamò Matsuda, esprimendo ciò che tutti noi provavamo.
-"Non mi sono spiegato. Ciò che intendevo dire è soltanto che dalla immagini non abbiamo ricavato nulla di sospetto. Se anche Kira si trovasse in una di quelle abitazioni, stiamo pur certi che non farebbe passi falsi, anzi. Sta continuando a uccidere i criminali come ha sempre fatto."-
Nessuno si sarebbe aspettato che sospettasse ancora delle due famiglie, ma per lui c'erano ancora il 5% di probabilità che Kira fosse uno di loro. Nessuno di noi parlò dopo aver ascoltato le conclusioni di Ryuzaki e nel primo pomeriggio tutti tornarono al lavoro alla stazione di polizia per un richiamo importante.
Ryuzaki era ancora perso nelle sue riflessioni e fissava con occhi sgranati il vuoto. Io continuavo a sfogliare alcuni rapporti della polizia sugli omicidi e anche il rapporto di Raye Penber. Nemmeno lui aveva notato nulla di strano in Light. E allora cosa ci vedeva Ryuzaki di strano in lui?
-"Ryuzaki, perché sospetti ancora di Light?"-
La domanda mi sfuggì dalla bocca senza il comando del cervello.
-"Perché è un ragazzo sveglio, intelligente e sicuramente un potere come quello di Kira non potrebbe essere gestito da uno stupido."-
Il suo ragionamento non faceva una piega. Il potere di Kira era enorme, inconcepibile e la polizia non aveva idea di come facesse davvero ad uccidere. Che potesse semplicemente desiderarlo? Questo, però andrebbe al di là dell'essere umano.
-"Certamente. Nessuno potrebbe gestire un potere come quello di Kira se non avesse un minimo di cervello."- conclusi sospirando.
Dopo le spiegazioni di Ryuzaki la mia idea su Light non era più così chiara come lo era prima. Poteva essere davvero lui Kira?
Ryuzaki mi distrasse per un attimo dai miei pensieri su Kira. Stava cercando qualcosa tra alcune carte sparse sul tavolo. Dopo alcuni istanti estrasse una foto dal mucchio di scartoffie e me la mostrò. Il mio cuore ebbe un sussulto.
-"Conosci questo ragazzo, Klara?"-
La voce di Ryuzaki era lenta e vellutata, sembrava sapesse già tutto e volesse costringermi a confessare tutto quanto.
-"Il suo nome era Alex Jones. E' morto per mano di Kira, l'anno scorso, nel mese di maggio. Lo riconosci?"-
Pronunciò il suo nome in modo lento, scandendo lettera per lettera. Sapeva di aver toccato un nervo scoperto.
-"Sì, Ryuzaki, lo conosco."- ammisi tristemente.
Tanto valeva dire la verità. Sicuramente mi avrebbe scoperto se avessi mentito.
-"Era il tuo migliore amico, vero?"-
Stava infierendo, senza sapere che la cosa avrebbe potuto provocarmi una crisi di pianto. Sentii le lacrime salire e mi si formò un nodo alla gola.
-"Sì, Ryuzaki."-
Cercai di mantenere la voce ferma. Dopo la mia risposta, posò la foto di nuovo nel mucchio di fogli sul tavolo. Era stato difficile rivedere la sua foto dopo tutti quei mesi e più la guardavo, più avevo voglia di urlare. Mi scusai con Ryuzaki e mi diressi verso la camera a passi veloci. Richiusi la porta alle mie spalle e mi sedetti sul letto con il viso tra le mani. Non avevo alcuna intenzione di piangere, ma sapevo fosse l'unico modo per sfogarmi. Rimasi per qualche minuto a singhiozzare in silenzio e poi mi asciugai le lacrime con il dorso della mano. In quel momento, Ryuzaki irruppe nella stanza. Aveva un'espressione strana, un misto tra la tristezza e il senso di colpa, ma con lui non si poteva mai sapere.
-"Mi dispiace, averti turbato, Klara, sai che non era mia intenzione."-
Mentre parlava, si sfregò un piede con l'altro, come se fosse nervoso.
-"Sì."- risposi in un singhiozzo.
-"Vorrei fare qualcosa per rimediare."-
Così si avvicinò al letto e si sedette al mio fianco. Mi passò un braccio intorno alle spalle e prese a guardare il soffitto, mordendosi il labbro. Eravamo entrambi in evidente disagio, ma nessuno dei due osava parlare.
-"Non devi fare nulla, Ryuzaki. So che stai facendo il possibile per catturare Kira, anche io voglio che sia assicurato alla giustizia."-
Non ero per niente arrabbiata con lui. Sapevo perché l'aveva fatto e sinceramente lo avrei fatto anche io.
-"So che per queste faccende non c'è nulla da fare, Klara. Credimi, lo so bene. Ora, torniamo di là e cerchiamo di pensare ad altro, con me funziona. E ancora… mi dispiace molto per averti turbato."-
Si alzò e mi tese una mano, che accettai volentieri. Sorrisi debolmente e una volta tornata nella stanza principale, lo richiamai.
-"Ryuzaki…"-
Lui si voltò al sentir pronunciare il suo nome e d'istinto lo abbracciai. Era poco più alto di me, ma leggermente gobbo, perciò passai le braccia intorno al suo collo. Quel gesto ripetuto lo fece barcollare, forse per l'impeto che io misi nel compierlo. Le braccia di Ryuzaki rimasero lungo i suoi fianchi. Per la seconda volta, non ricambiò l'abbraccio, ma io non me ne rammaricai. Era fatto così.
Mi staccai dopo qualche istante e sorrisi al ragazzo davanti a me, poi tornai a sedermi. Ryuzaki rimase per un attimo immobile, ma, infine, si voltò di scatto e si abbassò su di me.
-"Perché l'hai rifatto?"- domandò a pochi centimetri dal mio naso.
I suoi occhi erano fissi nei miei e non riuscivo a distogliere lo sguardo. Ero affascinata dai suoi occhi, come lo ero da quelli di Near e Mello. Per un attimo me li ricordò.
-"E' per lo stesso motivo della volta precedente, Ryuzaki. E' un gesto comune tra gli amici."-
-"Quindi, noi due saremmo amici?"- domandò sgranando gli occhi.
-"Credo di sì. O almeno per me è così, passiamo molto tempo insieme e parliamo molto, è così che fanno gli amici, sai?"-
Finalmente riuscii a distogliere lo sguardo dal suo e lo abbassai. Ryuzaki tornò nella posizione eretta e rivolse il suo sguardo al soffitto.
-"Quindi, io avrei un amico?"- 


 

MY SPACEEE. <3

*fa la sua piccola apparizione.* Sì, gente, sono ancora viva. 
Magari mi preferireste morta, dato che NON AGGIORNO DA UN MESE E MEZZO!!
Dovreste fucilarmi per questo, sapete? 
Mi scuso con tutto il cuore per la mia pessima condotta, punibile con l'impiccaggione, ma lasciando quest'ultima da parte, passiamo al capitolo. 

Che ve ne pare? :3
Siamo al tredicesimo capitolo e comincia a smuoversi qualcosa! Io fangirlo soltanto a scriverla! xD

Cooomunque, sperando di riuscire ad aggiornare presto, vi lascio e vi dico
"Adios amigos, hasta la vista!" 

Sayonare, gente! <3
§ _Roxanne §

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Di amicizia e rivelazioni. ***


CAPITOLO 14. 
**Di amicizia e rivelazioni.**
CAPITOLO 14. 
**Di amicizia e rivelazioni.**
 

La mattina seguente, Ryuzaki uscì molto presto dall'hotel. All'università lo aspettava l'esame di ammissione. Da quando l'avevo incontrato non l'avevo mai visto studiare, ma conclusi che forse non gli sarebbe mai servito.  
Tornò poco dopo mezzogiorno e si rimise subito al lavoro. Dopo poco tempo, ebbi come la sensazione che stesse evitando di parlarmi. Forse il mio abbraccio l'aveva indispettito, ma questo non era un buon motivo per non parlarmi più. Io gli avevo offerto la mia amicizia e non mi piaceva l'idea che la gettasse via in quel modo. Avevo compreso non avesse mai avuto molti amici, per cause a me sconosciute e da me incomprese, ma non volevo essere sua amica perché mi faceva pietà o compassione. Volevo esserlo, perché provavo affetto per lui.  
-"Senti, Ryuzaki, io non idea di quanto a te importi dell'amicizia, ma per me è un valore importante. Io desidero davvero essere tua amica. Non fraintendere, non lo faccio per compassione. Ma se non vuoi essere mio amico, dimmelo immediatamente, così mi risparmi la fatica di provarci."-  
Dopo aver parlato abbassai lo sguardo e lo vidi voltarsi.  
-"Klara, devi sapere che per me l'amicizia ha un valore immenso. Non ho mai avuto la fortuna di poter dire a qualcuno di avere un amico e il fatto di averla ora, devo dirtelo, mi lascia senza parole. Inoltre, non ho mai detto di non voler essere tuo amico, ma forse il mio comportamento ti ha indotto a pensarla in questo modo."-  
Le sue parole mi resero felice, davvero felice, per la prima volta dopo la morte di Alex. Non ne avrei saputo spiegare il motivo, ma in un certo senso mi ricordava Mello e Near e loro, infatti, erano stati gli amici più sentiti che abbia mai avuto. Forse era per quello che l'amicizia di Ryuzaki mi diede una scossa e una nuova sferzata di vita.  
-"Allora, Klara, visto che siamo amici…"-  
-"Sì, Ryuzaki?"-  
-"Domani ho una partita di tennis con Light Yagami e mi farebbe piacere se venissi a vederci giocare. Potrebbe essere utile alle indagini."-  
Inizialmente, non capii come una partita potesse aiutare le indagini, ma poi compresi che era un modo per osservare il comportamento di Light e d'altronde la psicologia insegna che le persone possono essere capite meglio dai gesti che compiono e non dalle parole che dicono.  
-"Certamente, Ryuzaki. Così avrò anche modo di salutare un vecchio amico."-  
Tornai sorridente al lavoro. Era una bella sensazione sapere che Ryuzaki era mio amico e ancora una volta mi fece tornare in mente Mello e Near. Avrei tanto voluto incontrarli un'altra volta. Ci eravamo tenuti in contatto dopo che avevo lasciato la Wammy's House, ma quando mi trasferii in Giappone non fu più possibile. 
In quel momento, tutto mi fu chiaro. Ryuzaki era stato alla Wamm'ys House e conosceva Near e Mello. Loro due prendevano ispirazione da Elle ed era per questo che lui me li ricordava tanto. Mi furono chiari anche i puzzle di Near e le sue frasi ambigue, le strategie che Mello escogitava e il modo perfetto in cui riusciva a fare tutto da solo. E cosa ancora sorprendente, capii che Watari era Roger. Colui che mi aveva accompagnata quella sera di giugno alla Wammy's House, il vecchio amico dei miei genitori. Ora si che tutto tornava.  
Perciò, rincuorata da quelle rivelazioni, tornai al lavoro più entusiasta e determinata che mai.  

*** 
La sera, come di consueto, tutti i membri della squadra si ritrovarono nel nuovo hotel. Stavamo riesaminando le prove in nostro possesso, per controllare se ci fosse sfuggito qualcosa, quando Ryuzaki ci rivelò che si era mostrato a Light.  
-"C-cosa?"- balbettò il signor Yagami.  
-"Ho detto a Light di essere Elle, oggi. Non so se mi crede, ma ho comunque l'intenzione di domandargli di prendere parte alle indagini a breve."-  
Rimanemmo tutti stupefatti dalla sua rivelazione e mi portò a pensare che Ryuzaki lo volesse a prendere parte alle indagini per poter indagare più a fondo su di lui. Per entrambi sarebbe facile nascondersi o scovare l'altro lavorando fianco a fianco, perciò questo sarebbe andato sia a vantaggio, che a svantaggio di Ryuzaki.  
-"Questo, però, potrebbe essere un problema se lui fosse Kira. Avrebbe le informazioni e sarebbe per lui più facile ingannarci. Ma c'è anche da dire che sarebbe un buon modo per provare che lui non è Kira, non è così Ryuzaki?"-  
Ryuzaki si voltò verso di me e sorrise.  
-"Ottima deduzione, Klara. E' proprio ciò che stavo pensando. Sarai anche una semplice poliziotta, ma hai delle doti deduttive che non sono da meno di quelle un veterano investigatore."-  


 

MY SPACEEE. <3

*Entra di gran carriera, facendo una capriola elegante e finendo su una balla di fieno*
Sì, sono sempre io a rompervi le palle, gente! 
I'M BACK BITCHES. XD

Sì, lo so che sono una pessima aggiornatrice, ma potrei salvarmi con questa splendida coppia? 
Viva Klara ed Elle! *saltella*
Io li adoro insieme e me li sogno anche di notte. *^* 

Cooomunque, che ve ne pare del capitolo? :3 
Ci ho messo un po' a scriverlo perchè non sapevo davvero che cosa fare dopo che Klara aveva abbracciato Ryuzaki. Ovviamente lui non poteva mettersi a saltellare per tutta la stanza e fangirlare, non era da Elle. Quindi è venuto fuori questo capitolo, chiamamolo "di passaggio".
Spero che vi piaccia. 

Già che sono qui, ne approfitto per spammare una mia mini fanfction appena terminata. 
Si intitola "
Come conquistare in 5 mosse perfette il mago perfetto." :33
*MESSAGGIO IN SOVRAIMPRESSIONE: cliccare sul titolo*

Bene, ora che vi ho scartavetrato per bene i co... cocomeri, posso anche volatilizzarmi. xD
HASTA LA VISTA, GENTE! <3

Sayonaraaaah!

§ _Roxanne §

[P.S(clero): Oggi, PROBABILMENTE, pubblicherò anche il capitolo 15, dato che
mi sono portata avanti con la narrazione. :3 
AMATEMI! *svanisce*]

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Di tennis e vecchi amici. ***


CAPITOLO 15.
**Di tennis e vecchi amici.**


Quella mattina, Ryuzaki fu pronto appena sveglio. Aveva dormito sì e no due ore e io mi ero svegliata poco prima di lui. Era divertente guardarlo dormire. Ogni tanto gli usciva della bava dalla bocca.  
-"Klara, sei pronta?"- domandò bussando alla porta.  
Cacciai la maglia sporca nel borsone e aprii la porta della stanza.  
Mi ritrovai Ryuzaki a due centimetri dalla faccia, con il pugno ancora in aria. Gli sorrisi, arrossendo leggermente e aspettai si muovesse. Non lo fece subito, ma poi si risvegliò e si allontanò. Watari ci aspettava di sotto, alla guida di un gran bel macchinone. Salimmo nel sedile posteriore e Ryuzaki si ritolse le scarpe per sedersi nuovamente nella solita posizione.  
-"Sai, Klara, le ragazze di solito ci mettono ore a prepararsi…"-  
-"Sì, hai ragione, a volte siamo davvero lente."-  
Ridacchiai e vidi sorridere anche lui. Durante il viaggio l'unico rumore presente nella macchina erano le notizie riportate alla radio. Vi erano anche alcune notizie su Kira, ma non erano niente di nuovo, solo (N.d.Roxy: "solo", si fa per dire e.e) altri omicidi. Nessuno si sorprendeva più delle consuete stragi compiute dal serial killer più ricercato al mondo giornalmente. Inoltre, le indagini erano ancora arenate.  
Ad arrivare al campo impiegammo una ventina di minuti e Light era lì ad aspettarci. Ryuzaki antrò nel campo e si avvicinò a Light che si stava preparando. Io rimasi indietro, oltre la rete ad osservarli.  
-"Sai, Riuga, devo dire che mi hai sorpreso quando mi hai chiesto di giocare a tennis per consolidare la nostra amicizia."- Light sorrise a Ryuzaki e dovevo ammettere che era veramente carino.  
-"Perché non ti andava?"-  
-"Ma scherzi? Però, devo avvertirti che sono piuttosto forte."-  
-"Beh, Yagami, devi sapere che sono stato campione Yuniores, quando ero in Inghilterra."-  
Light sembrò sorpreso di sapere che Ryuzaki avesse vissuto in Inghilterra.  
-"Quindi, sei cresciuto in Inghilterra?"-  
La domanda di Light sembrò avventata, come se cercasse qualche indizio sulla vera identità di Elle. Però, non credo sarà così facile, nemmeno per lui.  
-"In realtà, ci ho vissuto per cinque anni. Ma non ti arrovellare, non è possibile risalire all'identità di Elle, partendo dalla sua infanzia."-  
Dopo questo breve scambio di parole tra i due, capii che sarebbe stata una giornata interessante.  
-"Yagami, non ti dispiace, vero, se ho portato un'amica a vedere la nostra partita?"-  
Al cenno di Ryuzaki, entrai nel campo e mi avvicinai ai due. Sorrisi a Ryuzaki e poi mi voltai per osservare Light, che mi guardava sapendo ci fosse
qualcosa di familiare in me. 
 
-"No, certo che no. Però, devo dire che ho l'impressione di averti già vista…"-  
-"Certo, avermi già vista. Yagami abbiamo passato gli ultimi quattro anni nella stessa classe, ci credo che mi hai già vista. Sono cambiata così tanto?"-  
Light sgranò gli occhi. Sembrava sinceramente sorpreso di trovarmi in compagnia di Ryuzaki, sapendo chi fosse.  
-"Ma certo, Klara! Come ho fatto a non accorgermene prima?"- esclamò sorridendo.  
Mi avvolse in un tenero abbraccio e poi si rivolse a Ryuzaki.  
-"Come fate voi due a conoscervi?"-  
-"Devi sapere, che Klara è una dei pochi agenti della polizia giapponese che continua a lavorare al caso Kira. L'unica donna."- lo informò.  
Light sembrava non credere alle sue orecchie. Il suo comportamento mi insospettì. Non sarebbe successo se davanti a me ci fosse stata una qualunque altra persona, ma Light mi aveva sempre incoraggiata a intraprendere la carriera poliziesca, dicendomi più volte che avevo doti necessarie alla polizia di questo paese. Forse si comportava così, perché era lui Kira.  
-"Agente della polizia giapponese? Sono positivamente sorpreso da te, Klara."-  
Annuii sorridendo alla sua lode, ma la cosa continuava a suonarmi strana. 
Ryuzaki e Light cominciarono la partita e avrebbero decretato il vincitore con un unico set, composto da sei game, come per volere dello stesso Ryuzaki.
La partita cominciò ad essere infuocata dal primo minuti e in poco tempo, curiosi mormoranti si accalcarono dietro la rete del campo. Improvvisamente si ritrovarono con un arbitro e un guardialinee. 
 
Io ero rimasta per tutto appena fuori dal limitare del campo, all'altezza della rete, osservando attentamente i comportamenti di Light come mi aveva chiesto Ryuzaki. Come sicuramente aveva già notato lui, Light era davvero determinato e non voleva perdere. Notai, inoltre, delle somiglianze nel comportamento di entrambi. Tutti e due non avevano intenzione di perdere e sembravano infantili durante il gioco. Ognuno studiava l'altro e nello stesso tempo combatteva con ferocia quella semplice partita di tennis. Pareva che entrambi stessero valutando le future mosse che avrebbero compiuto e che avrebbe compiuto l'avversario.  
Alla fine, Light si aggiudicò l'incontro e tornò verso di me con un ghigno impercettibile sul volto. Non ci giurerei, ma per un attimo mi sembrò di vedere una malvagia scintilla negli occhi Light


 

MY SPACEEE. <3

Eccomiiiii! *entra saltando su una enorme palla da ginnastica e cade.*
OUCH! *si rialza e si ricompone*
Tralasciando la mia penosa entrata (*sigh*), 

HOLA DE NUEVO, GENTE! <3

Che ve ne pare del capitolo? :3
Ho deciso di farvi questo regalino, per farmi perdonare, dicamo. Quando sono andata in gita, mi è venuta voglia di scrivere, perciò con il telefondo alla mano sul pullman mi sono dedicata a Klara e Ryuzaki. *^*

Ah, dimenticavo! Devo trovare un nome per la ship, se non non è una vera ship!
Però, non so che cosa scegliere! *sob sob*
Mi aiutate? Io ho pensato a un paio di nomi, ma fanno tutti abbastanza schifo, quindi se avete delle proposte, scrivetele nelle recensioni e la prossima volta le metterò nel mio
SPACEEE così farvi scegliere le più belle! 
Vi piace come idea? 
Intanto vi metto i due nomi che avevo pensato: Klelle (oddio, non si può né vedere
né sentire DX) e Era (che boh non so come mi sia venuto in mente). 
Bene, dopo aver constatato che le mie proposte fanno penosamente cacare, su con le vostre! :3

Cooomunque, per oggi penso di aver finito di rompervi i cosiddetti, perciò vi dico

SAYONARAAAAAAH, BELLA GENTE, 
ROXY TORNERA' PROSSIMAMENTE! 
YEAH! *gesto da rapper*


(-.-")
§ _Roxanne §

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2688546