Evasione d'amore

di SellyLuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Cuore ***
Capitolo 2: *** 2. Prima cotta ***
Capitolo 3: *** 3. Primo bacio ***
Capitolo 4: *** 4. Fuoco di bivacco ***
Capitolo 5: *** 5. Pomodoro ***
Capitolo 6: *** 6. S.Valentino ***



Capitolo 1
*** 1. Cuore ***


Titolo: Evasione d’amore   
Autore: SellyLuna
Fandom: I Dalton
Personaggi: Averell, signorina Betty
Paring: Averell/Betty
Genere: generale
Rating: verde
Tabella: rossa
Prompt: cuore
Note: Finalmente riesco a buttare giù qualche riga per questa coppia, che mi piace molto. Non so perché, ma li trovo davvero carini, questi due assieme. :3
Ultimamente sto diventando particolarmente brava ad appassionarmi per fandom poco (o nulla) considerati e conseguentemente i miei feels si dirottano per le coppie meno in di tutto l’universo. Inizio a sentirmi l’avvocato delle cause perse, ma tant’è…
Non saprei cos’altro dire, in particolare su questa prima flash; spero di aver azzeccato almeno un po’il carattere e che questa piccola cosa possa piacere a qualche sventurato (?) lettore. ^^
La cosa più importante è che questa raccolta partecipa alla Challenge “The Itten Challenge”Dipingi le tue storie indetta da Edelvais Verdefoglia sul forum di Efp.
Commenti, osservazioni, critiche costruttive sono sempre ben accetti.
E con questo è davvero tutto.  C:
Buona lettura. ^_^

 
 
 

Evasione d’amore
 
 
 

Tabella rossa: prompt cuore
 
«Lei è davvero una donna affascinante!»
Sentì, come risposta al complimento, una debole risatina femminile. Non gli fu difficile, dalla sua postazione, scorgere con la coda dell’occhio la signorina Betty che si lasciava fare il bacio mano da quel bell’imbusto, l’ultimo arrivato che era riuscito a rapire la ragazza, da subito, con i suoi modi di fare.
Sembrava che si fosse scordata che era un criminale, come tutti gli abitanti del penitenziario.
Non era per quella ragione che Averell si ritrovò a guardare storto il ridicolo damerino, o almeno non era l’unica e la più scottante.
Gli dava terribilmente fastidio che l’attenzione della signorina Betty fosse, tutto ad un tratto, rivolta a quel semi sconosciuto; era sicuro che tanto sarebbe rimasto lì, da loro, per poco tempo: l’avrebbero senz’altro trasferito in un’altra struttura. Non era un habitué come lui e i suoi fratelli e tutti gli altri “ospiti fissi” del penitenziario.
Non era per nulla giusto che quel tipo calamitasse su di sé tutte le energie della signorina.
Si attardò a osservarla: sembrava felice, era radiosa con quegli occhi sognanti e quel dolce sorriso.
Sentì una profonda fitta al cuore, non ricordava di aver mai provato una sofferenza di tale intensità.
Avrebbe tanto voluto chiedere a Joe un consiglio, magari lui sapeva dirgli da cosa era causato quel dolore al petto. Poi, rifletté che sarebbe stato meglio parlarne con Jack o William.
Ancora indeciso, tornò a picconare con più vigore le pietre, come se volesse scacciare così tutti i suoi problemi.
 
[251 parole]


 

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Capitolo 2
*** 2. Prima cotta ***


Titolo: Evasione d’amore
Autore: SellyLuna
Fandom: I Dalton
Personaggi: Averell, Joe, Jack e William
Paring: Averell/Betty
Genere: generale
Rating: verde
Tabella: rossa
Prompt: prima cotta
Note: Ed eccomi qui con il secondo capitolo di questa mini raccolta! Cosa posso dire? In realtà ho qualche dubbio sul fatto che io abbia utilizzato bene il prompt, forse è molto vago e non si intuisce bene. Ma con la pratica, potrei migliorare. C:
Credo che per ora sia tutto.
Come sempre accetto volentieri i vostri pareri, consigli, suggerimenti e critiche costruttive. ù.ù
Ci vediamo sotto. ;)
Intanto buona lettura. ^_^

 
 

Evasione d’amore
 
 
 



Tabella rossa:  prompt prima cotta
 

«Oh…» sospirò sognante Averell.
«Si può sapere che cosa stai facendo, razza di imbecille?» lo rimproverò Joe.
Toccava sempre a loro tre – o meglio a lui – trovare un modo per evadere da quel lurido buco, non ce la faceva più ad avere sempre una tale responsabilità. Mai che i suoi fratelli lo ringraziassero per la fatica che faceva, l’unica cosa che sapevano rinfacciargli era che i suoi piani non andavano mai a buon fine.
Iniziassero a contribuire anche loro, una buona volta!
«È così sensibile, intelligente, ha davvero classe» sproloquiò Averell.
Seduto sulla sua branda, inseguiva i suoi pensieri, incurante dei richiami del fratello, mentre Joe, Jack e William stavano escogitando l’ennesima evasione.
I tre fratelli si scambiarono uno sguardo confuso: chi stava mai elogiando il giovane Dalton?
Non poteva essere la loro madre, Averell aveva un tono diverso dal solito.
«Chi ha tutte queste qualità?» volle sapere Joe.
«Non ne ho idea» disse Jack, alzando le spalle. Anche William non aveva una risposta pronta.
«Averell, oho!» lo chiamò Joe.
«Cosa? È già ora di pranzo?» chiese, spaesato, Averell.
Ora sì, che i fratelli lo riconoscevano. Sospirarono di sollievo; quello che aveva Averell non era nulla di grave, qualunque cosa fosse stata.
«Chi è che è sensibile, intelligente  e ha classe?» gli domandò, intanto, Joe riportando le sue stesse parole.
Averell gli indirizzò uno sguardo perplesso.
«Allora?» indagò ancora Joe, ormai spazientito.
Il più alto dei quattro Dalton parve comprendere, tutto ad un tratto, la situazione e le sue guance si tinsero di rosso.
Quel nuovo colorito sulle gote di Averell non sfuggì alle altre tre paia di occhi, ora più decise a venire a capo della faccenda.
Il più giovane dei quattro si sentì leggermente osservato e non lo rassicuravano per nulla le espressioni sui volti dei suoi fratelli.
«La signorina Betty» rispose a fil di voce.
Joe, Jack e William si guardarono fra loro, nei loro occhi si rispecchiava incredulità: non potevano credere che Averell avesse notato tutte quelle caratteristiche nella signorina Betty.
«È la sua prima cotta» dichiarò Jack «Col tempo gli passerà.»
Joe rimase in silenzio per diversi minuti fino a che esclamò con enfasi: «Ho un piano!»
Jack e William sembravano rassegnati: avevano intuito cosa Joe avesse in mente e erano sicuri che non avrebbe fatto bene a nessuno giocare con i sentimenti altrui.
 
[389 parole]
 
 
 



















 

Eccomi di nuovo qui. Ho pensato che era meglio scrivere alla fine alcune note riferite ai personaggi e a questo capitolo.
E inizierei col dire che Joe è sempre Joe. :D Insomma, penso sia verosimile – ma voi potete smentirmi e dirmi soprattutto se non è corretto il carattere! – che una volta venuto a conoscenza della debolezza di Averell, lui ci faccia un piano d’evasione, no? In fondo, avevano già tentato di farsi aiutare dalla signorina Betty, ma sappiamo che non erano riusciti a portarla dalla loro parte. Allora Joe, astuto com’è (XD), pensa che magari questa volta possa essere l’occasione d’oro; magari Averell riesce a farla innamorare perdutamente, così che possa diventare loro complice. Insomma, più o meno è questa l’idea di fondo di Joe, poi come la attua in concreto è a vostra discrezione. (Sì, sono una frana a ideare cose complicate. Non che i piani di Joe siano sempre complicati, a volte sono molto fantasiosi e assurdi, ma comunque non me lo sono sentita di mettermi alla prova in questo campo. :P)
E beh, spero che almeno un po’ c’ho azzeccato con il loro carattere, almeno con Joe e Averell, perché ammetto che, per quanto riguardo Jack e William, è un po’ difficile distinguerli. Sono persone calme, riflessive e normali, non presentano delle estremizzazioni di una parte del loro carattere.
Ok, non mi sono affatto spiegata. Magari è un limite mio, cercherò di fare più attenzione ai gemelli, d’ora in poi. ;)
Grazie per l’attenzione; credo di avervi annoiato abbastanza con le mie ipotesi. Ù.Ù
Alla prossima! ;)
Selly
 

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Capitolo 3
*** 3. Primo bacio ***



Titolo: Evasione d’amore
Autore: SellyLuna
Fandom: I Dalton
Personaggi: Averell, signorina Betty, Joe, Jack e William
Paring: Averell/Betty
Genere: generale
Rating: verde
Tabella: rossa
Prompt: primo bacio
Note: Vi presento il terzo capitolo di questa piccola raccolta! ;) Non penso ci siano note da fare; forse come al solito non sono sicura di aver usato bene il prompt, ma per il resto mi sembra tutto chiaro. Se così non fosse, io sono qui per sentire le vostre opinioni, consigli, critiche, ecc.
Come sempre, vi auguro buona lettura! ^_^

 
 


Evasione d’amore
 
 



Tabella rossa: Prompt primo bacio
 

Era una notte di luna piena, si trovava a passeggiare in cortile con la signorina Betty, mentre parlavano di arte.
«Oh Averell, la sua arte è sublime! È davvero un peccato che non sia apprezzata come dovrebbe.»
Ascoltava le sue parole, incantato più dalla musicalità della voce di lei che dal loro vero significato. Per quanto ne sapeva, avrebbe potuto inveire contro un qualsiasi malvivente e per lui sarebbe suonata come la più melodiosa delle canzoni.
Improvvisamente, lei si fermò e cercò lo sguardo di lui.
Averell percepì che qualcosa, nell’aria, stava mutando.
Si osservarono, in silenzio e in attesa.
Impercettibilmente, la ragazza si avvicinò un po’ di più al viso del giovane, fino a che le loro labbra si sfiorarono.
Betty si allontanò di scatto, come se si fosse scottata, girò sui tacchi e corse nella sua stanza.
Il giovane rimase sbigottito, gli ci volle qualche minuto per avvedersi di quello che era appena avvenuto.
Il mio primo bacio. Non posso crederci.
Meccanicamente si portò una mano alle labbra, incredulo.
Certo, la prossima volta sperò che il bacio durasse un po’ di più.
«Sveglia!»
Uh? Di chi è questa voce?
Gli sembrava di conoscerla, ma non vide nessuno.
«Alzati, imbecille!» gridò con rabbia Joe.
Cosa…?
Stava solo sognando, che amara delusione…
Si rigirò dall’altra parte, tirandosi su le coperte e coprendosi le orecchie con il cuscino. Non voleva essere disturbato, voleva crogiolarsi ancora un po’ nell’illusione di aver baciato la signorina Betty; gli restava solo quello e voleva credere che fosse reale ancora per un po’, poi sarebbe tornato alla realtà di tutti i giorni.
«Su, Joe, lascialo stare. Vedrai che fra cinque minuti si alzerà» lo rabbonì Jack.
Averell immaginò la faccia di Joe farsi ancora più scorbutica, mentre si metteva a braccia conserte con un grugnito arrabbiato.
«Tsk. Come vi pare» si arrese.
«Allora noi andiamo a fare colazione e non ti portiamo niente» se ne uscì il fratello più basso.
Era convinto che con una frase così ad effetto, Averell sarebbe uscito dal letto di corsa  piagnucolando «quanto erano cattivi a non portargli nulla da mangiare!»; Joe era convinto che sarebbe bastato per far tornare tutto come al solito.
Ma non ci fu nessun movimento dalla branda di Averell.
«Bah…»
Non volle indagare oltre gli stati d’animo del fratello minore; era un po’ preoccupato che non avesse avuto nessuna reazione alla parola “cibo”, ma lui che poteva farci se quell’idiota si era fissato con qualche strana idea?
Uscì dalla cella, accompagnato dallo sbattere della porta metallica, lasciando il più giovane solo con la sua malinconia.
 [429 parole]



 

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Capitolo 4
*** 4. Fuoco di bivacco ***



Titolo: Evasione d’amore
Autore: SellyLuna
Fandom: I Dalton
Personaggi: Averell, signorina Betty
Paring: Averell/Betty
Genere: generale, romantico, introspettivo
Rating: verde
Tabella: rossa
Prompt: fuoco di bivacco
Note: Ecco a voi il quarto capitolo di questa raccolta! ^^ Come sempre, non sono sicura di saper usare bene i prompt, credo che ho ancora molta strada prima di imparare. :D
Posso dire che questa situazione può essere un piccolo passo in avanti nella relazione dei due, o meglio un primo vero momento tra Averell e la signorina Betty. C:
Ho immaginato che Joe, Jack e William siano evasi da soli con la convinzione di passare a prendere in seguito Averell. Intanto Peabody organizza una squadra per recuperare i tre Dalton, composta oltre a se stesso, dalle due guardie, dalla signorina Betty, da Rantanplan e da Averell.
Mi sono concentrata su un momento di pausa del loro inseguimento.
Spero possa piacere, fatemelo sapere se vi va. ;)
Vi auguro una buona lettura! ♥

 
 
 

Evasione d’amore
 
 
 
 


Tabella rossa: prompt fuoco di bivacco
 
 
Era ormai troppo buio per continuare le ricerche, era meglio fermarsi a riposare; l’indomani all’alba e più freschi avrebbero proseguito il loro cammino.
Dopotutto anche i tre fratelli avrebbero fatto una sosta, avevano le loro stesse esigenze e Peabody non credeva che avrebbero resistito tanto; si erano alzati presto quella mattina.
Era anche vero che, senza Averell, avrebbero potuto fare molta più strada.
Accesero un fuoco, consumarono una cena frugale e si prepararono ad andare a dormire.
Pit e Emmet fecero la morra cinese per decidere a chi toccava il primo turno di guardia, mentre Peabody andò subito a coricarsi: il giorno seguente sarebbe stata una lunga giornata e aveva bisogno di recuperare le energie.
Anche Averell non se lo fece ripetere, si accoccolò vicino al fuoco, raggomitolandosi nella coperta.
La signorina Betty, invece, decise di rimanere sveglia ancora un po’ per godere della calma della notte.
Alzò il viso al cielo e i suoi occhi si persero nell’immensa luminosità delle stelle, che dal manto celeste sembrava che le sorridessero, le facessero l’occhiolino. Non aveva mai avuto un’occasione simile, rimase incantata dalla loro naturale bellezza. Si perse con il pensiero là, in alto, a inseguire sogni stellati.
Era una notte stupenda.
Betty non si rese conto dello trascorrere del tempo e, quando riportò i suoi occhi a terra, vide che Emmet si era appisolato invece di vigilare per la loro sicurezza, si ritrovò a scuotere la testa contrariata.
Volse uno sguardo a controllare la situazione: Peabody e Pit dormivano profondamente e si domandò come facessero a essere così tranquilli all’aria aperta, sulla dura terra.
Vicino alle fiamme ancora accese anche Rantanplan sognava; non aveva avuto nessun dubbio al riguardo.
Infine, spostò i suoi occhi sul giaciglio di fortuna di Averell per scoprirlo vuoto.
Si preoccupò, era pronta a urlare all’evasione del più giovane dei Dalton, quando sentì una presenza accanto a sé.
«Signorina Betty, è ancora sveglia?»
Si rilassò; Averell Dalton non era fuggito per raggiungere i suoi fratelli. Con una piccola parte della propria mente si domandò come mai non avesse usufruito di un’occasione simile.
Osservò i suoi occhi assonati e al loro interno notò una certa curiosità.
«Sì, stavo ammirando le stelle. Le ha viste come sono belle?» gli rispose con voce ammaliata.
Il giovane puntò lo sguardo in alto per vedere le stesse meraviglie che avevano incantato la ragazza.
Tuttavia Averell al primo istante non fu trasportato così tanto come sembrava lei, ma poi osservandole meglio, tutte assieme là, nel firmamento, intuì per quale motivo esercitarono tutto quel fascino.
Erano proprio splendide, gli infondevano tanta calma ma anche un pizzico di saggezza, si sentiva davvero bene, come colui che ha tutte le risposte, come chi sa di stare nel posto giusto, di chi sa di vivere al meglio la propria vita.
Una sensazione sublime che Averell non aveva mai provato e riconobbe che non sarebbe durata a lungo; volle imprimersela bene nelle propria membra e nella memoria.
«Ha ragione. Sono fantastiche!» commentò con lo stesso entusiasmo.
Betty sorrise, ancora con il viso rivolto al cielo.
«Le dispiace se resto qui a farle compagnia?» domandò ingenuamente Averell.
Era convinta che non avrebbe desiderato condividere con nessuno un momento straordinario come quello, ma si riscoprì a non disdire la compagnia di Averell Dalton, dopotutto il giovane aveva dimostrato in diverse occasioni di avere un’anima artistica, aperta alle novità, alla cultura.
«No. Resti pure.»
Averell fu felice della sua decisione.
Lentamente si avvicinò un po’ più a lei, posò delicatamente una mano sulla sua, mentre il fuoco crepitava nel buio della notte, scaldando non solo i loro corpi ma anche i loro cuori. 
[603 parole]



 
 

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Capitolo 5
*** 5. Pomodoro ***



Titolo: Evasione d’amore
Autore: SellyLuna
Fandom: I Dalton
Personaggi: Averell, signorina Betty
Paring: Averell/Betty
Genere: generale, fluff, romantico
Rating: verde
Tabella: rossa
Prompt: pomodoro (scelta libera)
Note: Ecco qui il quinto capitolo della raccolta, ovvero il penultimo. Questa volta il prompt è a scelta libera e io ho deciso di utilizzare la parola pomodoro. Sì, probabilmente non è corretto, perché all’epoca se c’erano i pomodori non erano rossi bensì gialli, diversamente da come li immaginiamo noi normalmente. Ma dai, possiamo chiudere un occhio su questo piccolo anacronismo. XD Va beh che nei Dalton ce ne sono parecchi…  
Beh a parte questa piccola premessa, spero che questo capitolo vi piaccia! C:
Buona lettura a tutti! ♥

 


Evasione d’amore
 
 



Prompt 6 : Pomodoro (scelta libera)
 

Un fischiettare allegro riempì l’aria.
Averell adorava prendersi cura del piccolo orticello che gli era stato concesso dal direttore; immaginò che l’uomo era stato persuaso dalla signorina Betty. Lei aveva un non so che che riusciva sempre a convincere il direttore e dava la sua parola che nulla sarebbe andato storto, perché Melvin Peabody non si fidava dei suoi «ospiti» e soprattutto non vedeva nulla di buon occhio se comportava l’uscita di ingenti somme dalle casse del penitenziario.
Nonostante i risvolti – perché spesso e volentieri succedeva qualcosa di negativo – la signorina Betty riusciva a indurre il direttore a credere – o almeno era quello che tentava! - che la novità del giorno era salutare per i detenuti, avrebbe giovato per il loro stato d’animo.
Innaffiò con cura le piantine di insalata.
Non si era domandato come avesse potuto far germogliare tutte quelle varietà di piante orticole, visto che non si trovavano esattamente in un luogo favorevole per far crescere nulla di diverso da un cactus, ma aveva semplicemente seguito i consigli di Vero Falco, utilizzando un concime speciale.
E grazie a questo, anche loro possedevano un bell’orto invidiabile. Ed era utile perché forniva da mangiare biologico e naturale per la felicità di Peabody, che non doveva più spendere somme esorbitanti per fare la spesa, nonostante fosse risaputo che anche prima tendeva al risparmio.
Ma Averell era stato sempre un buongustaio, amava la cucina della prigione. Certo adorava di più i piatti prelibati della madre, ma sapeva accontentarsi.
Passò alla cura delle piante di pomodori; cercò quelli maturi.
«Allora Averell, come va con l’orto?» si sentì domandare da una voce femminile.
Girò la testa in direzione dell’interlocutrice, trovandosi una signorina Betty tutta sorridente.
«Oh bene, la ringrazio! Stavo giusto controllando i pomodori!» le fece sapere allora, rituffandosi fra il verde fogliame.
Rovistò fra tutte quelle foglie e finalmente afferrò un pomodoro. Lo staccò dalla pianta e se lo portò davanti al viso. Lo esaminò con occhio clinico: quel pomodoro era maturo al punto giusto, sfoggiava un bel rosso cangiante.
Averell non vedeva l’ora di poterlo gustare; sapeva che quell’ortaggio racchiudeva in sé molte vitamine.
Lo osservò meglio, sopracciglia corrugate. 
«Lo sa?» riprese «Lei è come un pomodoro» se ne uscì poi.
Betty rimase sbigottita da un’affermazione del genere. Era la prima volta che qualcuno la paragonava a quel frutto rotondo e non seppe dire se la cosa la lusingava o la infastidiva.
Non riusciva a trovare il nesso della sua presunta somiglianza con l’ortaggio e era curiosa di scoprire le conclusioni del giovane Dalton.
Vuole dire che sono grassa? No, questo non l’accetto proprio!
Infatti nessuno osava contraddirla riguardo al suo aspetto fisico, altrimenti se la sarebbe vista brutta, perché la ragazza era tanto giovane e carina, quanto terribile e letale se arrabbiata.
Oppure ha associato il colore dei mie capelli con quello del pomodoro? 
Non seppe darsi altre spiegazioni. Era sincera, non avrebbe mai immaginato di compararsi con l’ortaggio in questione.
«Ah sì. E come mai?» gli domandò con un certo timore di conoscere la risposta, nonostante fosse sulle spine per sapere la verità.
«Beh i pomodori fanno bene» spiegò Averell con ovvietà.
Le fu subito chiaro il nesso logico della considerazione di Averell.
Anche lei faceva bene.
A qualcuno non dava fastidio la sua compagnia, anzi la trovava addirittura piacevole. La sua sola presenza riusciva a far stare bene.
Ora sì che poteva sentirsi lusingata da un tale commento così singolare, che nascondeva tanta dolcezza.
Sentì le proprie guance andare a fuoco e sperò che nessuno si accorgesse di tutto quel calore che si era accumulato sul suo bel viso.
Fortunatamente il giovane criminale non lo notò e la ragazza si allontanò con una risatina nervosa.
Non era pronta ad un’evenienza simile. 
[622 parole]



 

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Capitolo 6
*** 6. S.Valentino ***



Titolo: Evasione d’amore
Autore: SellyLuna
Fandom: I Dalton
Personaggi: Averell, signorina Betty, Joe, Jack e William.
Paring: Averell/Betty
Genere: generale, fluff, romantico
Rating: verde
Tabella: rossa
Prompt: S.Valentino
Note: Con tristezza annuncio l’ultimo capitolo di questa piccola raccolta, che spero che vi abbia tenuto un po’ di compagnia. Ringrazio chi l’ha seguita, in particolar modo Ladywolf91 e Moon_Wolf che hanno lasciato sempre un loro parere. Vi ringrazio tantissimo ragazze! ♥
Ringrazio tantissimo anche i lettori silenziosi, e mi auguro che vi abbia fatto piacere leggere la raccolta. ^^
Spero che anche quest’ultimo capitolo possa aggradarvi; a me sembrava un giusto finale! C:
Per ora, vi saluto. Non so se tornerò a scrivere su questi due, sarebbe bello magari scrivere qualcosa di più impegnato. Solo il futuro ce lo saprà dire. ;)
Grazie a tutti! *manda cuoricini*
E per l’ultima volta vi auguro una buona lettura! ♥

 
 



Evasione d’amore
 
 



Prompt 5: S.Valentino

 
«Allora che fai? Non vieni?»
La testa di Joe sbucò dal tunnel.
«No» rispose semplicemente Averell.
«Come no?» gli domandò Joe «Ti sei forse ammattito? È la nostra occasione!» il più piccolo cercò di convincere il fratello più alto.
«Sì, come no. Tanto poi tornate di nuovo in cella» commentò tranquillo Averell.
A Joe non andò molto a genio quest’ultima uscita, il suo viso si colorò di rosso per la rabbia.
«Allora Joe, che facciamo? Andiamo?» si intromise Jack.
«Il signorino qui non vuole evadere» spiegò il più anziano, disprezzando la scelta del più giovane.
«Ah sì? E come mai?» volle sapere William.
«Non so. Chiedetelo a lui!» si offese Joe.
I tre fratelli si apprestarono a uscire dalla galleria e a coprirla con l’intento di utilizzarla più avanti, rimandando per ora il loro momento di libertà.
«Come mai questa decisione, Averell?» s’informò in seguito uno dei gemelli.
«Ma perché oggi è S.Valentino!» disse senza staccare lo sguardo da ciò che stava facendo.
«E quindi?»
Per Joe non era una scusa valida per far sfumare un’evasione.
«Ma Joe!» lo riprese il più giovane con tono lamentoso «Devo fare un regalo alla signorina Betty»
Averell era profondamente convinto e Joe sapeva che non sarebbero stati in grado di smuoverlo dal suo intento, così lasciò perdere l’idea di evadere solo per quel giorno, accontentando il fratello minore.
Jack e William si avvicinarono a Averell per vedere la sua opera e rimasero stupiti, riconoscendo le doti del fratello, mentre Joe non ne volle sapere nulla.
Si diresse alla branda, si sedette e osservò fuori dalla piccola finestra della cella sospirando.
Non vedo l’ora che questa giornata passi. Ci mancava solo S.Valentino!
 
 
La signorina Betty era eccitata. Quella mattina si era svegliata con la sensazione che quel giorno sarebbe stato fantastico.
E quando realizzò che era S.Valentino, non poté che concordare con il suo sesto senso.
In quella giornata sarebbe stata la più amata e vezzeggiata; adorava troppo le buone attenzioni maschili.
Chissà quanti fiori e cioccolatini riceverò!
Sorrise al pensiero, mentre seguiva il signor Peabody nel consueto giro di controllo delle celle.
 
 
Averell completò il dipinto. Si alzò dallo sgabello, allontanandosi quanto bastava per osservare l’opera nel suo insieme.
Inclinò la testa per avere una panoramica alternativa dell’immagine.
Rimase soddisfatto del risultato. Ora bisognava solo aspettare che si asciugasse e poi andava incartato.
Dove posso trovare la carta da regalo?
«Venite al mercatino indiano! Qui potete trovare tutto ciò che vi serve» urlò una voce.
Si fiondò fuori dalla cella in fretta e furia, raggiungendo il cortile, dove Vero Falco aveva allestito un mercatino in cui erano esposti vari oggetti di tradizione tipicamente indiana e non.
«Salve Vero Falco!» lo salutò cordialmente.
«Salve a te, viso pallido dalla maglia a strisce. Cosa ti porta qui?»
«Cercavo carta da pacco, sai per incartare un regalo. Ce l’avresti?» gli chiese speranzoso.
«Certamente! Ho anche una vasta gamma di scelta!»
Sorrise contento.
 
 
Non era così magnifico come aveva immaginato che fosse. Era vero, le facevano piacere tutte quelle attenzioni, ma si rese conto che erano solo dettate dalla cortesia, non venivano dal cuore.
Erano stati tutti molto gentili ed era palese che per alcuni di loro risultava particolarmente faticoso essere così garbato.
L’entusiasmo era ben presto scemato con il passare delle ore, finché non ne poteva davvero più di tutto quel finto buonismo. Chiese a tutti di smetterla, disse che potevano tornare a comportarsi come sempre, come tutti gli altri giorni.
Poi si rinchiuse nella sua camera: aveva bisogno di stare sola per smaltire la delusione.
Con un impeto di rabbia buttò nel cestino, stropicciandoli, tutti i fiori che le avevano donato e dalla disperazione divorò tutti i cioccolatini che aveva ricevuto.
 
 
«Ma la signorina Betty dov’è?»
I Dalton si trovavano in cortile insieme agli altri detenuti a prendere una boccata d’aria.
Averell non vedeva l’ora di poter consegnare il suo dono alla giovane donna.
«Non chiederlo a me!» gli rispose, a voce bassa, un Joe infastidito.
Poi, come se avesse captato la sua richiesta, apparve la signorina Betty.
Camminò lentamente lungo il cortile finché non raggiunse il direttore, con il quale scambiò due parole.
«Signorina Betty!» la chiamò, gioioso, Averell, mentre le andava incontro.
Joe non riusciva a tollerare tutte quelle smancerie e per quel giorno ne aveva abbastanza di Averell.
«Averell, mi dica!» Betty parve lievemente preoccupata.
«Ecco… io…»
Una volta giunto davanti a lei, Averell perse tutta la sua spavalderia.
«Sì?» lo incitò a continuare lei.
«Io… Ho una sorpresa per lei» le rivelò tutto d’un fiato, affidandole il pacco.
«Oh. Per me?» la giovane era visibilmente stupita.
Averell annuì con energia e la pregò di scartare il regalo.
Betty non se lo fece dire una seconda volta; strappò la carta, finché non si palesò il contenuto.
«Ma… Ma è stupendo!»
Tra le mani aveva un suo ritratto. Nel dipinto il suo viso era abbellito da un dolce e grazioso sorriso, i suoi occhi brillavano dalla gioia e la ragazza poté sentire tutte le emozioni che erano racchiuse in tutti quei colori e in quelle forme.
«Grazie, Averell. È un bellissimo regalo» constatò.
Per ringraziarlo di tanto impegno e dedizione, gli donò un tenero bacio sulla guancia.
Il giovane artista sorrise tutto felice. 
[870 parole]




 

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