Come tu mi vuoi ...

di rora02L
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Change me. ***
Capitolo 2: *** Tell me a lie ***
Capitolo 3: *** Fight ! ***
Capitolo 4: *** A little party never killed nobody ... ***
Capitolo 5: *** Unconditionally ***
Capitolo 6: *** Bang ! ***
Capitolo 7: *** I need your love ... ***
Capitolo 8: *** One and only one ... ***
Capitolo 9: *** Eye of the tiger ! ***
Capitolo 10: *** So what ?! ***
Capitolo 11: *** Will you still love me ? ***
Capitolo 12: *** Once upon a dream ... ! ***
Capitolo 13: *** As long as you love me ... ***
Capitolo 14: *** Enchanted to meet you ... ***
Capitolo 15: *** Can't take my eyes off you ... ***
Capitolo 16: *** Parole di ghiaccio ... ***
Capitolo 17: *** One day ... ***
Capitolo 18: *** The Beat goes on and on ... ***
Capitolo 19: *** Just the way you are ... ***
Capitolo 20: *** Epilogo ... ***



Capitolo 1
*** Change me. ***


Change me ...

Hinata se ne stava seduta sul suo banco a guardare la fuori dalla finestra il prato del giardino della scuola, illuminato dalla tiepida luce del sole di Settembre. Il ronzio della voce della professoressa si fondeva a quello dei suoi compagni di classe.                                                                                          
Ma c’era un brusio in particolare che la irritava, stranamente. Lei, sempre pronta a dare una mano al prossimo, sempre dolce e gentile con tutti odiava quelle due voci che ridacchiavano complici, una maschile, che conosceva fin troppo bene, ed una femminile e seducente.                             
Sentiva il cuore stringersi in una morsa di ghiaccio e le orecchie che non volevano ascoltare quelle risate argentine e così spontanee.                           
C’era una complicità, sbocciata da poco fra i due, che Hinata non riusciva a sopportare: era gelosa di quella ragazza nuova, arrivata da poco, di nome Shion.                                                                                                                   
Con quegli occhi simili ai suoi, eppure così vuoti e superficiali, e quei lunghi capelli candidi che facevano sembrare ancora più chiara la sua pelle liscia e perfetta.                                                                                                  
Le speranze di Hinata si erano spezzate improvvisamente, come un filo tagliato da un paio di forbici, un taglio netto e improvviso, che le aveva fatto male.                                                                                                               
Lei parlava con Naruto dalle medie, lo conosceva da anni e lo amava da tempo segretamente. Era troppo timida ed impacciata per rivelarglielo.             
La sua cotta per Sakura l’aveva dispiaciuta, ma sapeva che la ragazza non ricambiava e nutriva ancora delle speranze.                                                               
Ma questa Shion … era diversa, non la convinceva e le faceva ribollire il sangue dalla rabbia e dalla frustrazione.                                                              
Ormai erano mesi che stavano vicini a chiacchierare e si erano conosciuti prima durante una vacanza in montagna d’estate.                                          
E Hinata non sapeva quanto ancora avrebbe resistito.                                                          
Avrebbe voluto che Naruto ridesse alle sue battute, che toccasse i suoi capelli e che si perdesse nei suoi occhi. Sono stanca di aspettare !                
Un bacio. Hinata si girò istintivamente in quel momento, rivolta verso la nascente coppietta.                                                                                             
Naruto stava baciando sulla guancia Shion, che sorrideva raggiante e ridacchiava insieme a lui.                                                                                   
Quello era troppo per il fragile cuore di Hinata.                                                          
Si alzò di scatto dalla sedia e si diresse in bagno, senza nemmeno chiedere il permesso, col terrore di mettersi a piangere davanti a tutta la classe.               
Per non destare sospetti, misurò i passi attentamente, cercando di non far vedere la voglia matta che aveva di correre via.                                               
Notò lo sguardo preoccupato del suo migliore amico Kiba, l’unico a sapere della sua recente gelosia per Shion, visto che ormai le leggeva dentro.                 
Il ragazzo aveva subito capito che c’era qualcosa che non andava. E che riguardava Naruto, quella testa quadra che ancora non aveva capito quanto Hinata tenesse a lui.                                                                                           
Kiba aveva detto più volte all’amica di lasciarlo perdere e lei ci aveva provato. Ma il sorriso di Naruto la scioglieva come neve al sole ogni volta.                                 
E sentirlo accanto a lei la faceva sentire più vicina al Paradiso.                    
Hinata chiuse rumorosamente la porta del bagno e si sedette sul pavimento freddo, cercando di controllare il battito per calmarsi. Ogni tanto lo faceva.  Non era mai stata così gelosa per Naruto e sentiva il cuore farle male più che mai. La porta si aprì, aveva dimenticato di chiudere la serratura. Hinata alzò istintivamente la testa, sperando di non avere ancora i segni delle lacrime sul volto.                                                                                               
“Hinata …”disse la sua amica dai capelli rosa, Sakura, chinandosi verso di lei.                                                                                                                        
“Che cosa ti è successo ?” chiese, mentre la mora nascondeva il viso per la vergogna. Odiava farsi vedere così debole e vulnerabile, anche dai propri amici.                                                                                                             
Sakura le appoggiò una mano sui capelli e la accarezzo, sussurrandole: “Non preoccuparti, non dirò nulla a nessuno … ma dimmi solo una cosa.”
 Hinata alzò la testa, curiosa.                                                                   
“Dimmi….è colpa di Naruto, vero ?”domandò Sakura, con tono di minaccia verso il biondino, suo amico da sempre, che la faceva periodicamente incazzare.                                                                        
Hinata spalancò gli occhi. Ma non rispose, dopotutto non era proprio colpa di Naruto. Lui stava solo vivendo la sua vita … anche se senza di lei. “Conosco quello sguardo, anche Sasuke mi fa spesso ingelosire … ma io so sempre come vendicarmi. Ehi …- si illuminò la bionda, presa da un idea pazzesca che avrebbe causato non pochi problemi alla dolce Hinata- potrebbe funzionare !”                                                                            
“Che cosa ?”                                                                                               
“Lascia fare a me !”esclamò Sakura, tendendole la mano per farla alzare da terra. “Per prima cosa, sciacquati il viso. Fai finta di nulla e torna in classe … ci vediamo dopo le lezioni al solito posto !”disse Sakura, uscendo dalla stanza.                                                                                               
Hinata rimase da sola, davanti allo specchio, confusa. Fece come le aveva detto l’amica, pulendosi con l’acqua gelata del lavandino e tornando tranquillamente in classe.                                                                                  
La campanella di fine lezione suonò e tutti i ragazzi si alzarono per andare a fare ricreazione in giro per i corridoi del liceo.                                           
Kiba si avvicinò con cautela ad Hinata, cercando di capire cosa provasse con il suo sguardo indagatore. Nulla. La crisi sembrava passata. O forse no?                                                                                                           
“Che è successo ?” le chiese preoccupato, bloccandole la strada verso il suo banco.                                                                                                    
“Niente di chè.” Rispose evasiva lei, alzando le spalle e cercando di superarlo. Ma Kiba era un vero testardo, forse più di lei.                                    
Non si staccò di un millimetro e fissò Hinata fino a farla crollare. La ragazza alzò la testa e si diresse all’uscita, seguita sempre dall’amico.           
“Lo sapevo … sempre colpa di quel bastardo.” sbuffò Kiba, accendendosi una sigaretta, mentre passeggiavano per il parco della scuola, costellato da possenti abeti verdi.                                                                                      
Hinata non aveva la forza di dirgli nulla, non sapeva neanche come avrebbe potuto difendere Naruto. E non voleva farlo.                                                  
E anche se avesse tentato, Kiba avrebbe sempre dimostrato che era vero.  “Non importa … forse questa volta riuscirò finalmente a finirla.” Sospirò lei, alzando il viso e perdendosi nel azzurro pallido del cielo nuvoloso.         
“Mmh … forse hai ragione. In fondo, è meglio così … uno come Naruto non ti merita !” affermò deciso Kiba quando erano arrivati davanti alla porta dell’Istituto e la campana aveva appena suonato la fine della ricreazione.                                                                                                        
Fece cadere il mozzicone di sigaretta e lo schiacciò con decisione con il piede destro, seguendo poi l’amica dentro. 
                                                                                                                                                    *
“Ciao, Hinata !” la salutò da lontano Sakura, seguita da Ino, che le rivolse un taciturno cenno della mano, indaffarata com’era ad aspirare avidamente la sua sigaretta.                                                                                                 
“Ciao, Sakura ! Ino …” rispose la mora, avvicinandosi insieme a Kiba. Sakura avanzò qualche passò verso di lei e la abbracciò, per poi sussurrarle: “Senti possiamo andare da un'altra parte ? Il tuo amico, qui … meglio non sappia nulla. Queste sono cose tra femmine.”                                    
“Io non mi nuovo di qui. Voglio assicurarmi che non facciate casini. Non mi va di sentire in giro per la scuola che Hinata ha fatto una cazzata per colpa vostra e di quella testa calda di Naruto !” chiarì il ragazzo, che aveva capito subito i motivi di tutto quel bisbigliare da parte della Haruno.              
“Per te va bene ?” domandò lei a Hinata, che annuì prontamente. Dopotutto Kiba era il suo migliore amico e glielo avrebbe certamente raccontato per sapere il suo parere.                                                                    
Qualunque cosa fosse.                                                                                        
“Bene … -sospirò Sakura- Sei pronta ?”                                                                  
“A fare cosa ?” le domandò preoccupata la corvina.                                              
“A giocare il tutto per tutto. A mettere sul tavolo le tue carte migliori e puntare al massimo. A conquistare una volta per tutte Naruto.”                    
Hinata la guardò confusa. Che cosa avrà in mente ?
                                                                                                                                       *

Ormai era sfinita, i piedi le facevano male da morire e Kiba la guardava sempre con quell’espressione beffarda sul viso, mentre Sakura la spronava a migliorare.                                                                                               
“Dai, non è difficile ! Devi imparare … non puoi sempre camminare come se fossi sui trampoli !” la sgridava, mentre Hinata cercava di seguire la linea di nastro adesivo appiccicata al pavimento della camera dell’amica, stando in equilibrio su delle scarpine in vernice nere dal tacco 12.               
Infatti erano stati gentilmente invitati da Sakura per quel pomeriggio, visto che Ottobre si avvicinava e con esso il compleanno di Naruto. E Kiba non aveva la minima intenzione di lasciare Hinata sola nelle grinfie di quella ragazza dai capelli rosa.                                                                                     
“Ma perché dovrei andare al compleanno di N-Naruto-kun con questi tacchi così alti ?” protestò debolmente la moro e fu subito liquidata da Sakura con un gesto stizzito della mano.                                                         
“Su, poche storie e più lavoro … fidati.” continuò lei, studiando i movimenti impacciati di Hinata. Kiba sbuffò impazientito: “ Ma per favore, Naruto è troppo stupido … dovresti concentrarti più sullo studio invece di pensare ad un modo per conquistarlo !”                                               
Hinata lo guardò perplessa, forse non aveva tutti i torti. In fondo, lo sapeva anche lei, non ci sarebbe mai riuscita.                                                       
Ma si ricordò di tutto quello che Naruto le aveva insegnato: non mollare mai, credere nei propri sogni ed impegnarsi al massimo per ottenergli.           
Il suo sogno era lui. Non sarebbe mai stata veramente contenta senza il suo sorriso per lei ogni singolo giorno della sua vita.                                            
Ignorò quindi il consiglio dell’amico e riprese a camminare su e giù, facendo attenzione a non far cadere i tomi di medicina che Sakura aveva posizionato sulla sua testa per insegnarle a non perdere l’equilibrio. “Ottimo, stai andando benone, Hinata !” esultò Sakura, vedendo la mora andare benissimo, nonostante la poca dimestichezza con quelle scarpette più grandi del suo piede di tre taglie, quindi piene di cotone.                           
Arrivò alla fine del percorso e si lasciò scappare un sospiro di piacere. Ci era riuscita. Erano ore che provava a farlo bene.                                                 
“Sì !” esclamò felice Sakura, venendole incontro per abbracciarla.
Kiba sbuffò ancora, esasperato da quella che lui riteneva una vera pagliacciata. Tutto quel casino per quel demente di Naruto, che non avrebbe nemmeno apprezzato gli sforzi della ragazza, ne era certo.          
Era troppo preso da Shion, pendeva letteralmente dalle sue labbra.           
Anche se lei sembrava considerarlo più come il suo migliore amico che come un corteggiatore vero e proprio.                                                                 
Ma se ne sarebbe accorta presto, Naruto era troppo stupido per fare le cose in modo delicato, troppo palese nelle sue intenzioni, più o meno serie che fossero.                                                                                                              
Eppure Hinata voleva tentare. 

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Capitolo 2
*** Tell me a lie ***


Tell me a lie.

Shion e Naruto non la smettevano, continuavano a chiacchierare del film che avevano visto ieri, del ramen che avevano mangiato insieme e del loro futuro dopo le scuole superiori.                                                                        
“Ma dai, Shion, sei super intelligente ! Perché non provi a fare medicina come me ? Dovresti riuscire a passare il test ad occhi chiusi ! Magari vedono la tua foto e ti fanno passare perché sei bellissima …”                        
Le unghie di Hinata graffiarono i palmi delle sue mani, mentre digrignava i denti per contenersi. Perché anche lei doveva fare il medico, come Hinata, Sakura e Naruto desideravano ?                                                      
Odiava sentire la voce di Naruto riempire la nuova ragazza di complimenti vari, ormai sembravano una coppia. Si girò di scatto e disse con tono deciso, guardando il biondo dritto negli occhi e senza balbettare: “Zitti.”  Naruto la guardò come se fosse la prima volta che sentiva la sua voce e bisbigliò alla vicina: “Ma da quando Hinata fa così ?”                                       
Ma la mora avrebbe tanto voluto aver detto ben altre parole, che solitamente non usava. Ma la sua pazienza stava giungendo al limite. Sentiva che si stava perdendo tutto: conoscere la madre di Naruto, vedere la sua casa, mangiare con lui, guardare insieme un film, abbracciarsi forte e parlare di tutto con lui.                                                                                             
I suoi abbracci la facevano sentire finalmente completa, fosse stato per lei sarebbe rimasta ore tra le sue braccia.                                                                  
Ma non poteva. Nemmeno ora.                                                                                     
E stava per perdere, forse per sempre, l’amore della sua vita.
No.
Cercò di focalizzare nuovamente la sua attenzione sulla professoressa Kurenai, che stava spiegando il poema di Leopardi de I Sepolcri.                     
La malinconia e pensieri funesti assalirono la mente della ragazza.                    
Si vide da vecchia, sola , senza nessun nipote, senza nessun passato degno per essere raccontato.                                                                                                
E tutto perché nessuno riusciva ad amarla, aveva solo se stessa e i suoi sogni a cui aggrapparsi con tutte le proprie forze.                                              
Non si poteva arrendere, non lo avrebbe mai accettato. Naruto le aveva insegnato a non arrendersi e lei voleva davvero mettercela tutta, non voleva più scappare dai problemi, che le sembravano così grandi, e nascondersi per piangere da sola.
No.
Aveva dieci anni e si era nascosta dietro un cespuglio a piangere perché due sui compagni di classe l’avevano picchiata senza rimorso, sotto gli occhi della maestra, lasciandole dei lividi sulle braccia ed un bernoccolo sul viso.                                                                                                     
Lei aveva cercato disperatamente di difendersi e non capiva perché nessuno interveniva, né perché quei due volessero farle del male.                  
Al suono della campanella, l’avevano lasciata a terra fra i sassolini bianchi, correndo in classe per non fare tardi.                                                 
Ma Hinata aveva troppa paura per tornare indietro. Aveva paura dei suoi aggressori e del giudizio dei suoi compagni di classe.                                          
E si era nascosta, per riuscire almeno a sfogarsi o a calmarsi.                     
Sentì dei passi avvicinarsi. Alzò gli occhi.                                                    
Naruto la guardava preoccupato, molleggiando sulle ginocchia davanti a lei, che se ne stava seduta tra i sassi stringendo le ginocchia al petto.            
Lui le sorrise. E allungo una mano ad asciugarle le lacrime. Hinata arrossì. La aiutò ad alzarsi da terra e la tenne per mano, accompagnandola davanti alla porta della loro classe.                                                                                             
Ma la ragazza si bloccò, sapendo bene che avrebbe avuto gli occhi di tutti su di sé. E non voleva sembrare debole.                                                          
“Che cosa dirò ?” sussurrò più a sé stessa che all’amico. Ma Naurto le rispose: “Menti. Dì che li hai pestati a sangue e che sono scappati come dei conigli. In fondo è vero. Sono solo dei vigliacchi. E tu sei la ragazza più coraggiosa che conosca.” Le fece l’occhiolino, facendola nuovamente arrossire.                                                                                                              
Naruto aprì la porta. E la bugia funzionò.                                                    
Ora Hinata voleva che lui le dicesse una bugia. Voleva sentire la sua voce dirle: “Ti amo.”
                                                                *
“Uff, possibile che tu non abbia un abito da sera adatto ? Sembra che tu faccia solo casa e chiesa, Hinata !” esclamò Sakura, mentre rovistava nel guardaroba della mora, cercando qualcosa che andasse bene per il compleanno di Naruto.                                                                                  
“Credo che dovremo andare a fare spese.” decise alla fine.                       
Kiba la guardò preoccupato e si autoinvitò all’uscita. Ad Hinata andava bene. Ma Sakura sentiva puzza di bruciato, c’era qualcosa che non andava nel comportamento di Kiba super protettivo nei confronti di Hinata.                                 
Il centro commerciale era pieno di negozi di vario genere, ma i preferiti di Hinata erano le librerie. Adorava sentire il profumo delle pagine appena stampate, a metà tra l’inchiostro e la carta.                                                
Amava leggere libri di ogni tipo, tranne gli horror , troppo surreali.                                                                                                           
Stava quasi per fiondarsi in un negozio di libri, quando Sakura la prese per il colletto e la portò in un lussuoso negozio d’abito.                                        
Ogni volta che Hinata guardava un vestito e poi andava a vedere il prezzo, lo guardava scandalizzata e lo appoggiava delicatamente al suo posto. “Hinata, sarà meglio che comincia a provarti qualcosa … non siamo qui solo per guardare.” la sgridò Sakura, mentre prendeva un abito da sera blu elettrico.                                                                                                             
Kiba ridacchiava sotto i baffi, divertito da quello spettacolo. Sapeva perfettamente che Hinata non avrebbe mai speso troppi soldi per un abito e che si sarebbe sempre sentita a disagio nell’indossarlo.                                        
Era nella sua indole, che lui conosceva molto bene. L’unica cosa che non conosceva abbastanza era l’amore che la sua migliore amica provava per il suo migliore amico.                                                                                         
Kiba era sempre andato d’accordo con Naruto, era la persona che lo trattava meglio, dopo Hinata.                                                                    
Proprio per questo sapeva che il biondino era uno a cui piaceva giocare con le ragazze. Non che fosse cattivo, anzi.                                                        
Ma spesso non si rendeva conto di ciò che faceva, combinando svariati casini.                                                                                                       
Non era mai stato con una ragazza, né tanto meno aveva dato il suo primo bacio. Kiba lo sapeva, ma sperava davvero che Hinata avrebbe trovato qualcuno più maturo di cui innamorarsi.                                                      
Hinata uscì dal camerino, con addosso l’abito che le aveva preso Sakura. Un bel tubino che le fasciava bene le forme generose, risaltandole e facendo brillare ancora di più i riflessi blu dei suoi capelli e il colore lilla degli occhi.                                                                                                     
Kiba sorrise, era davvero carina. Sakura invece cominciò a strepitare: “Hinata, sei uno schiantooo ! Devi assolutamente prendertelo, non ci sono scuse, dai …”                                                                                                 
Ma Hinata scosse la testa, protestando a bassa voce: “Costa troppo … non ho tutti questi soldi.”                                                                                       
E poi non era da lei, non si era mai vestita in modo così … provocante.        
Lo stesso Kiba dovette ammettere che, se non fosse stato il suo fratellone, le sarebbe saltato addosso come un lupo in calore. Forse era troppo.         
Sakura agitò le mani, ribattendo: “Per quello ci penso io, tranquilla … sono la figlia del proprietario, non lo sapevi ?” Le fece l’occhiolino, complice.                                                                                               Hinata e Kiba sgranarono gli occhi, increduli. Sapevano che l’amica era figlia di un ricco imprenditore, ma non erano a conoscenza del fatto che il padre avesse una catena di negozi di vestiti di lusso.                                      
Kiba si intromise: “Non sarà troppo … ?”                                                  
Ma Sakura fece finta di non sentirlo, perché Hinata era appena uscita dal camerino con in mano l’abito e la rosa l’aveva trascinata alla cassa.                
“E queste !” esclamò Sakura davanti al commesso, mettendo sul bancone un paio di scarpe blu cupo dal tacco 12 e del numero di Hinata.
Usciti dal negozio, Hinata inizio a coprire l’amica di ringraziamenti vari, promettendole che avrebbe senz’altro trovato il modo di pagare il suo debito al più presto.                                                                                     
Sakura si fermò e la guardò dritto negli occhi, chiedendole: “Vuoi sdebitarti con me ? Allora fammi una promessa: prenditi Naruto e manda a cagare quella troietta !”                                                                                       
Hinata rimase inizialmente interdetta, ma poi annuì, promettendolo. Ma una domanda le ronzava nella testa: “Sakura … sei molto gentile. Ma … perché fai tutto questo per me ? Di solito, le persone non badano a me e …”                                                                                                                       
Kiba guardò la mora, era anche lui curioso di sentire la risposta di Sakura, che prontamente disse: “Mi sembra ovvio: perché siamo amiche !”                       
Le due si sorrisero raggianti e continuarono il loro giro di shopping.
                                                             *
“Hinata … - cominciò Sakura, dopo aver masticato un pezzo di biscotto davanti ad una tazza fumante di tè verde- posso farti una domanda, ora che siamo solo noi due ?”                                                                                  
“C-certo.” rispose cortesemente la mora, sorseggiando il suo tè alla pesca.  “Ma … non è che Kiba ti corre dietro ?” Per poco il tè non andò di traverso ad Hinata, che inizio a tossire rumorosamente.                                      
“N-no, certo c-che n-no …” riuscì a rispondere, mentre cercava di calmarsi.                                                                                                 
“Sicura ? Ti sta sempre appiccicato e poi sembra quasi geloso di Naruto … non erano amici ?”                                                                                              
“Lo sono, solo che … Kiba pensa che Naruto non sia abbastanza per me … pensa che sia uno stupido che corre dietro alle ragazze solo perché sono carine. Mi sta vicino perché è il mio migliore amico, ci conosciamo da sempre. Tutto qui.”                                                                                          
Sakura non era tanto certa del fatto che Kiba non provasse alcun sentimento per l’amica e, portandosi la tazza alle labbra, domandò ancora: “ Perché allora tu continui a correre dietro a Naruto ? Non potresti lasciarlo perdere ? Sei una ragazza molto carina … e se anche tu pensi che lui-“                                                                                                                    
“No.” la interruppe decisa Hinata “Io … non ci riesco. È più complicato di quanto possa sembrare. Quando lo vedo, io … sento il cuore leggero, che batte come non mai e vorrei per sempre stargli accanto.”                                  
Hinata abbassò la testa, accarezzando la tazza di porcellana bianca e mordendosi il labbro inferiore.                                                                    
Tutto ciò per qui aveva da sempre lottato, il sole che illuminava ogni suo giornata stava per andarsene via, togliendole ogni speranza.                        
Il cuore le faceva terribilmente male.                                                   
Voleva Naruto accanto a sé. Voleva sentire il calore di un suo abbraccio, di un suo bacio, anche solo sulla guancia.                                                        
Aveva avuto un suo abbraccio in tutto tre volte: al funerale del padre di Naruto, avvenuto due anni prima; al compleanno di Sakura a Marzo e il primo giorno di scuola alle superiori.                                                             
Aveva sentito i suoi baci leggerissimi sulle sue guancia solo al funerale del padre del biondo.                                                                                           
Non aveva mai dimenticato quei pochi contatti fisici, perché ne voleva altri. 
                                                         *
“Hinata !” esclamò Naruto, correndo verso di lei per il corridoio affollato. La mora lo guardò sorpresa, ma anche sorridente, mentre il biondino attraversava il mare di adolescenti per arrivare da lei, lasciando da parte la sua Shion.                                                                                                        
Hinata rimase incantata nel vederlo così sorridente e pieno di vita, mentre si avvicinava a passo veloce, quasi volando, coi capelli al vento. Finalmente arrivò da lei: “Dimmi, Naruto-kun.”                                               
“Vieni alla mia festa, vero ?” chiese lui, facendole l’occhiolino. Hinata arrossì e bisbiglio un sì appena percettibile.                                                 
“Come ?” fece lui, avvicinandosi di più alla sua bocca.                             
Hinata cominciò ad agitarsi e finalmente riuscì a dire un deciso: “Sì. Certamente.” Sorrise per rassicurarlo.                                                              
“Perfetto, vedrai … ci divertiremo !” disse, poco prima di tornare da Shion.                                                                                                         
Ma Hinata non ci badò molto, nella sua testa l’unica cosa importante era che Naruto ci teneva che ci fosse anche lei.                                                              
Ci teneva a lei.                                                                                              
E ormai mancava solo una settimana esatta al 10 Ottobre. E lei era quasi pronta. Quasi.

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Capitolo 3
*** Fight ! ***


3. Fight !

Rimaneva solo una cosa da fare: imparare a non avere paura dei propri sentimenti, delle proprie emozioni e dei propri impulsi.                             
Imparare a dominarli, ma anche a lasciarli liberi.                                            
Perché altrimenti avrebbero distrutto il cuore della giovane Hinata.  Bisognava mettere in conto un rifiuto. Ma prima di questo, doveva trovare la forza di ammaliarlo e di confessarsi.                                                        
Sakura sapeva perfettamente che la mora non ci sarebbe mai riuscita ora come ora. Doveva insegnarle ad agire senza riflettere troppo.                 
D’istinto, con leggerezza e sicurezza.                                                                       
Ma come ?
                                                               *
“Dove mi porti, Sakura ?” chiese timorosa Hinata, mentre l’amica accendeva l’auto e partiva verso una meta sconosciuta alla mora.               
Sakura rispose con non curanza, continuando a guidare: “Sorpresa ! Finalmente ci siamo tolte di torno Kiba …”                                                   
Hinata iniziò a preoccuparsi, senza l’amico si sentiva indifesa e non sapeva se poteva veramente fidarsi della ragazza.                                              
Insomma, avrebbe benissimo potuto farle uno scherzo crudele o un tiro mancino. Cosa le avrebbe impedito di farlo ?                                             
Hinata cercò di orientarsi, ma quel quartiere della città le era del tutto sconosciuto.                                                                                            
Arrivarono davanti ad un edificio rettangolare bianco, dalle porte a vetro e una scritta al neon fucsia: “Fight !”                                                            
Sakura parcheggiò lì davanti e invitò l’amica ad uscire.                                  
Lei lo fece, titubante, continuando a guardarsi attorno per capire che cosa l’amica stesse architettando.                                                                         
Sakura avanzò verso la porta a vetro e la aprì spingendo la maniglia lunga in acciaio.  “Vieni.”                                                                                           
Fece un cenno col capo alla mora, invitandola ad entrare.                                 
Hinata mosse dei piccoli passetti dentro, circospetta.                                 
Si ritrovò in una lunga sala dalle pareti bianche e davanti a lei c’era un bancone candido che la divideva da una signorina dai corti capelli bruni, aveva un maialino in braccio e un sorriso cordiale. Salutò subito Sakura: “Buon giorno, venuta ad allenarti anche oggi ? Mi dispiace, ma la signorina Tsunade non c’è …”                                                                
Sakura le rispose serenamente: “Non importa, sono venuta per aiutare una mia amica …” Indicò Hinata, ammiccando.                                              
“Capisco. Buon divertimento !” esclamò lei, lasciandole entrare in una delle porte in vetro opaco ai lati della stanza.                                                 
Erano in una sala quadrata dalle pareti blu, con vari pesi, uno specchio e attrezzi per il pugilato.                                                                                   
Hinata guardava tutto con aria confusa, finché Sakura non le lanciò in mano un paio di guantoni neri. La mora li guardò incuriosita, mentre l’amica infilava i suoi.                                                                            
Sakura inizio a spingere un saccone dalla parete destra al centro della stanza, mentre Hinata cercava di infilarsi i guantoni, continuando a non capire  perché si trovassero lì.                                                                     
“Questa è la palestra dove vengo ad allenarmi o a sfogarmi … – raccontò Sakura, aiutando l’amica con i guantoni- Penso che tu abbia bisogno di imparare a liberare la tua forza, la tua grinta, la tua energia.”                     
Hinata la guardò sorpresa di quella affermazione, perché sapevano entrambe quanto la mora fosse incapace in qualsiasi tipo di sport, anche se si impegnava sempre.                                                                                      
“Bene !” esclamò Sakura, battendo i pugni tra loro.                                   
Mostrò all’amica come posizionarsi davanti al sacco rosso e come colpirlo nel modo più efficace: ganci, destri, calci laterali, ginocchiate.                    
Ma i colpi della mora erano flebili, senza alcun tipo di forza, mentre quelli di Sakura avrebbero steso anche un bisonte.                                                   
“Non ci siamo, Hinata !” la sgridò, notando la debolezza dell’ennesimo pugno. “Mettici più energia, forza ! So che ne sei capace !”                                    
Si posizionò a lato della amica e cominciò ad incitarla: “Devi arrabbiarti ! Tira fuori tutto la tua rabbia, i tuoi sentimenti più repressi, la tua frustrazione, tutto !”                                                                                           
La mora iniziò a migliorare, ma non era abbastanza. Sakura decise di passare sul piano personale, facendola infuriare.                                       
“Naruto non vorrà mai avere a che fare con una debole ! Non sei nemmeno capace di dare un calcio decente ad un saccone ! Non eri tu quella forte ? Quella che voleva migliorare a tutti i costi ? Mi stai solo deludendo ! Come speri di conquistarlo ?” le urlò addosso con tono minaccioso.   
Hinata si bloccò. Aveva colto nel segno.                                                           
Ma Sakura non era ancora soddisfatta, voleva un altro tipo di reazione da lei.                                                                                                                     
“Ora capisco perché non ti vuole, perché non ti ha mai nemmeno considerato ! Sei una debole, mollacciona … una frignona ! – Hinata cominciò a digrignare i denti, ferita nell’orgoglio- Non riuscirai mai a realizzare niente nella vita ! Perché non sei nessuno !”                                      
Un pugno fortissimo arrivò dritto in faccia a Sakura, colta di sorpresa, che cadde a terra.                                                                                                   
Hinata non riusciva a credere di averlo fatto e si sentì subito tremendamente in colpa. Ma poi sentì l’amica ridacchiare mentre si alzava: “Vuoi questo, eh ? Ci sto !”                                                                           
Sakura ricambiò il colpo con una intensità anche maggiore, facendo barcollare la mora.                                                                                 
“Allora ?! Fammi vedere che mi sbaglio. Fa finta che io sia Shion. Fingi che abbia appena baciato Naruto. E che ora l’ho scaricato, facendolo piangere. Dimostrami quanto sei arrabbiata !”                                      
Cominciarono a picchiarsi, mentre Sakura continuava a riempire Hinata di rabbia, coprendola di insulti e di scene orribili in cui Shion feriva il suo amato Naruto.                                                                                                 
Perché era questo che spaventava la mora, oltre alla possibilità di perderlo: vederlo soffrire per quella ragazza.                                                                          
“Ti hanno mai raccontato di come Naruto si è dichiarato a me ?” chiese Sakura, parando una gomitata della mora.
Un lampo di curiosità e invidia apparve negli occhi di Hinata, che rimase attenta, aspettando le parole dell’amica.                                                    
Sakura esibì un sorriso trionfante e ghignante, continuando: “Mi ha baciata. Con la lingua. – Hinata visualizzò la scena davanti a sé e strinse ancora di più le dita intrappolate nel guantone- E ha detto che mi amava con tutto se stesso. Credo che con te non lo farebbe mai.”                                  
Il tono acido di Sakura fece impazzire la mora ancora di più delle sue parole. Si allontanò appena dalla sfidante e con una forza che non pensava di avere le sferrò un calcio in pancia. Sakura gemette, piegandosi a terra. Hinata si riprese da quel momento di pura rabbia, tolse i guantoni e si avvicinò all’amica, chinandosi per vedere se era ferita. 
                                                         *
“Scusami, Sakura … non avrei dovuto, solo che …”                                       
“Niente scuse !” la riprese secca l’amica, mentre guidava verso casa sua. Sorrise. “Hai fatto esattamente ciò che volevo. Sono molto fiera di te.” Hinata rimase confusa dalla strana affermazione dell’amica, felice di essere stata picchiata da lei.                                                                           
Riportò la mente a quel momento e si sorprese di quanta rabbia potesse provare dentro di lei, chiusa in una gabbia dalle catene robuste che Sakura era riuscita a scardinare con le sue parole pungenti.                                        
Possibile che la cara, dolce e timida Hinata fosse capace di sentimenti così forti, contrastanti e violenti ?                                                                              
La mora capì che da lì a poco sarebbe esplosa, se non avesse fatto qualcosa con Naruto.                                                                                                     
Doveva assolutamente parlargli, chiarire le cose o almeno riuscire a capire quale legame c’era tra il biondino e Shion.                                                     
Ma aveva ugualmente paura, nel profondo del suo cuore. E se lui l’avesse rifiutata o derisa ?                                                                                       
Sakura distolse un attimo lo sguardo dalla strada, insospettita dal silenzio tombale della mora, che aveva un aria malinconica.                                     
Vide Hinata con le mani in grembo e lo sguardo basso, persa nei suoi pensieri.                                                                                                           
Le mise una mano sulla spalla e la incoraggiò: “Forza, Hinata. Tira fuori la tigre che c’è in te !”                                                                                        
Le fece l’occhiolino, mentre la mora la guardava lusingata e annuiva con decisione.                                                                                                             
Ora non era più una faccenda che riguardava solo lei: Sakura si fidava di lei, del suo coraggio, la appoggiava ed era sicura che ci sarebbe riuscita. Non voleva deluderla.                                                                                        
Poteva sopportare di deludere sé stessa, i suoi sogni e forse il suo amore, ma non la sua amica.                                                                                      
Doveva riuscirci, almeno provarci. Cosa aveva da perdere ?                            
Sogni mai realizzati per la sua codardia ?                                                         
Erano solo pensieri. E senza essere messi in atto, non servivano a nulla.
                                                     *
“Tu COSA ?!” esclamò Kiba basito, appena sentì la storia del movimentato pomeriggio in palestra con Sakura da Hinata.                       
Scosse la testa, continuando incredulo: “Non ci credo. Tu non faresti del male nemmeno ad una mosca … mentre Sakura riesce a mettere K.O. anche i ragazzi più forti, è una campionessa che si allena da anni … Come cavolo avresti fatto a …?”                                                                           
Gli mancarono le parole. La sola idea che la sua amica avesse tirato un calcio in pancia al terrore dei ragazzi della scuola, Sakura, era assurda. “Ma è vero, Kiba !” protestò Hinata, adirata con  lui.                                  
Come poteva non crederle ? Perché mai avrebbe dovuto mentirgli, lei che gli raccontava sempre ogni cosa con sincerità ?                                         
In quel momento vennero interrotti dal trillare della campanella, che segnalava la fine della ricreazione.                                                                    
Kiba si alzò dal gradino e si diresse verso la loro classe, seguito a ruota dalla mora, che aveva messo il muso indignata.                                                 
Lui se ne accorse e sbuffò rassegnato: “Va bene, ti credo … in fondo non cambia nulla.- sorrise- Vorrà dire che adesso potrò chiamarti per farmi difendere da Sakura !”                                                                                    
Hinata sorrise, dicendogli che non lo avrebbe mai più rifatto. Nemmeno per lui.                                                                                                            
Sakura era sua amica.
                                                   *
Era una fredda sera di Gennaio. Pioveva.                                                   
Naruto stava ancora davanti alla tomba del padre, nonostante tutti se ne fossero andati, persino sua madre. Pioveva troppo forte.                                        
Il ragazzo non aveva un ombrello e lascaiva che l'acqua lo bagnasse incessante, mentre continuava a piangere silenziosamente.                       
Prima non lo aveva fatto. Non voleva che qualcuno lo vedesse in quello stato, anche se era comprensibile, data la perdita del padre.                             
Ma non era da solo. Si sbagliava.                                                                
Due occhi lilla lo guardavano in lontananza, indecisi sul da farsi.          
Hinata era a qualche metro dal biondino, che le dava le spalle.                        
Era rimasta lì perché suo padre sarebbe venuto a prenderla più tardi.          
E non voleva lasciare da solo Naruto, questa era la vera motivazione. Protetta dall'ombrello blu che aveva portato nella sua borsetta nera, osservava in silenzio il biondino dai capelli fradici.                                    
E decise finalmente di andare da lui, almeno per proteggerlo dalla pioggia.                                                                                                        
Si avvicinò silenziosamente, attenta a non spaventarlo.                                  
Naruto si accorse di lei solo quando notò che la pioggia non batteva più addosso a lui. Guardò istintivamente in alto.                                           
Una cupola blu intenso lo proteggeva.                                                         
Si girò e i suoi occhi arrossati guardarono il volto triste di Hinata, mentre lei teneva l'ombrello per coprire entrambi.                                                
"Come ... come mai ancora qui ?"le chiese, tirando su col naso e cercando di calmarsi.                                                                              
Hinata non sapeva bene cosa dire. La verità ? Sarebbe sembrata ridicola.
Tentò di inventare una scusa qualsiasi e cominciò a parlare: "Io…”
             
Ma sentì una fitta al cuore quando vide una lacrima scendere giù per il volto del ragazzo e si bloccò di colpo, trattenendo a stento le lacrime lei stessa.
Gettò l'ombrello a terra.                                                                   
E lo abbracciò più forte che poteva, incurante del fatto che era completamente bagnato e che presto anche lei lo sarebbe stata.                
Naruto non muoveva un muscolo, sembrava paralizzato tra le braccia della corvina.                                  
La pioggia cominciava a riempire la cupola blu dell'ombrello, mentre Hinata iniziava a pensare che aveva fatto una grande stupidaggine.             
Ma proprio quando stava per staccarsi, Naruto le mise le braccia dietro le spalle e la strinse a sé. Poteva sentire i palmi delle sue mani sulla sua schiena fradicia.                                                                                         
Arrossì di botto, sentendo sempre più forte il buon profumo di Naruto ed il suo respiro sulla sua guancia.                                                                            
Ma si sentiva bene, nel posto in cui doveva essere.                                            
Tra le sue braccia calde, forti e dolci.                                                                             
La sua testa iniziò a svuotarsi, incurante di tutto tranne che di quel momento, così strano, che mescolava la dolcezza al dolore.                           
Hinata alzò appena il capo e incontrò il suo sguardo: un cielo arrossato, ma ugualmente bello.                                                                                   
Allungo il viso fino ad arrivare alla sua guancia destra. Chiuse gli occhi. Gli diede un bacio, delicato e leggerissimo, sentendo la sua pelle morbida sulle labbra.
E si ritrovò a pensare: “Cosa sto facendo ? Che cosa mi prende ?”                                                                                                     
Si staccò leggermente, ma tornò subito dopo su quella guancia, affamata di quel contatto troppo allungo desiderato, senza prestare alcuna attenzione ad una eventuale reazione del ragazzo.                                              
Lo baciò nuovamente lì, ma con una passione che non pensava di avere. Prendeva con le labbra la carne di Naruto, senza fargli male, con dolcezza e ardore.                                                                                                              
Lui non fece nulla, aspettò che lei si allontanasse e poi le diede un bacio anche lui sulla guancia, delicatissimo.                                                         
Hinata sbarrò gli occhi, spaventata da quel suo atto così istintivo e dalla morbidezza delle labbra del biondino.                                                            
Naruto sorrise appena e le sussurrò: “Grazie …” 
Hinata sorrise a quel ricordo, ritrovandosi con le guance in fiamme, seduta sul divano di casa davanti ad un’ampia finestra che mostrava il paesaggio piovoso di quel tardo pomeriggio.                                                        
Si chiese come aveva fatto ad essere così spavalda quella volta.                    
E si rispose che era perché non gliene importava nulla di sé stessa e di ciò che avrebbe causato quel gesto.                                                                           
Le interessava solo far star meglio Naruto, fargli sentire che lei gli era vicina in quel momento difficile e che mai l’avrebbe lasciato.                               
In quell’istante sentì nell’aria il suo odore, lo ricordava ancora perfettamente e ogni tanto la assaliva nei suoi sogni, facendole davvero credere che Naruto fosse accanto a lei.                                                      
Ma non le importava, quell’illusione era troppo bella per scacciarla via da sé. Inspirò con le narici pienamente, ma sentì solo l’odore di pesca che veniva dal suo tè, appoggiato sulle sue ginocchia, ancora caldo e fumante.

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Capitolo 4
*** A little party never killed nobody ... ***


4. A little party never killed nobody ...

Hinata si guardò ancora una volta allo specchio.
Si sentiva strana, con quel vestito appariscente, quei tacchi per lei vertiginosi e quei begli orecchini addosso.
Mancava solo il trucco e Sakura la stava aspettando in bagno per completare il suo “capolavoro”.
Hinata aprì la porta traballando e si mise davanti allo specchio, fiancheggiata dalla bellissima ragazza dai capelli rosa, che indossava un vestitino rosa shocking. Sakura le sorrideva rassicurante.
Prese i trucchi da un cassetto e le chiese di chiudere gli occhi, ammonendola: “Non ti azzardare ad aprirli per nessuna ragione finché non ho finito !”Hinata sorrise ubbidendo. Se non avesse conquistato Naruto, aveva di certo trovato un amica.
                                                             *
Kiba aveva insistito molto sul fatto che voleva assolutamente accertarsi delle condizioni della sua sorellina Hinata, visto che l’aveva lasciata nelle grinfie della pericolosa Haruno. Così arrivò puntuale davanti a casa di Hinata, dove le due amiche si erano preparate e stavano per uscire per la serata.
A Kiba piacevano le feste: alcool, belle ragazze, danzare fino allo sfinimento. Ma solo una cosa non gli andava giù: i vestiti, troppo pomposi per lui.
Ma sapeva che Naruto si sarebbe vestito in giacca e cravatta, essendo il suo diciottesimo, e non voleva essere da meno.
Anche se si sentiva scomodo e per nulla a suo agio. Finalmente le ragazze varcarono la soglia della porta e uscirono, protette dal buoi della notte.
Il ragazzo cercava di distinguerne le sagome, preoccupato per la sua amica.
Ma quando le due arrivarono alla sua auto nera, si diede una calmata, visto che non voleva allarmare Hinata e farla sentire ancora di più in soggezione.
Sakura aprì con decisione la porta posteriore dell’auto, salutando allegramente il ragazzo. “Ehi, Kiba !” disse sorridendo.                            Lui rispose con un cenno del capo, impaziente di vedere la mora.
Hinata trovò alcune difficoltà ad entrare per via dei tacchi, ma ci riuscì al secondo tentativo. I suoi occhi incontrarono quelli del suo migliore amico, sbarrati dalla sorpresa.
Gli occhi di Hinata, così ben truccati, sembravano quelli di un cerbiatto diafano e le sue labbra non erano mai state così piene ed invitanti.
A Kiba venne quasi un colpo e non riuscì a non commentare entusiasta: “Wowo, Hinata ! Dovrò stare attento stanotte … i ragazzi ti salteranno tutti addosso, sei bellissima !”
La mora abbassò lo sguardo, imbarazzata e lusingata da tutti quei complimenti. Sakura invece fece un ghigno soddisfatto ed esclamò: “Visto che figa ?! Tutto merito mio …- si girò verso Hinata- anche se devo dire che la materia prima era eccellente !” Le fece l’occhiolino, complice.  Hinata rispose con un debole sorriso, ringraziando ancora l’amica.
Per tutto il tragitto giocherellò nervosamente con le mani. Non le sembrava vero.
Il momento era finalmente arrivato. E aveva paura. Ma non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno con Sakura o Kiba.
                                                               *
La feste era già iniziata da circa una mezz’oretta, ma non aveva importanza. Kiba trovò il posto senza problemi, c’era già andato a qualche festa con Naruto e la loro scalmanata compagnia.
La musica cominciava già a farsi sentire, alta e ritmica, creata per far ballare.
Kiba parcheggiò tranquillo e fece scendere da gentiluomo le ragazze.
Le accompagnò al posto, una specie di bar universitario dove organizzavano feste di queste tipo, piene di alcool e musica frastornante.  Fece attenzione che Hinata non si spaccasse una gamba, cosa che stava per accadere, visto che la ragazza stava per inciampare tra i sassi. Ma Hinata si riprese subito, con grande soddisfazione di Sakura e sollievo di Kiba. Entrarono. La stanza era sobria, dalle pareti di un arancione fin troppo acceso, il colore preferito del festeggiato.
Il biondino era già circondato dai suoi amici, con cui stava chiacchierando animatamente, mentre le musica continuava a fluire dallo stereo.
Distolse lo sguardo e si accorse di Kiba e le ragazze appena arrivati, salutandoli con un cenno della mano e un sorriso.
Si fece largo tra i ragazzi e andò verso di loro. Hinata perse un battito del suo cuore. Naruto era bellissimo.
La giacca nera gli donava davvero, insieme alla candida camicia e le scarpe lucide scure. La cravatta azzurra faceva risaltare il colore dei suoi occhi, puntati addosso alla mora.
Cominciò a tremare accanto a Sakura, che per calmarla le sussurrò: “Una piccola festa non ha mai ucciso nessuno … rilassati e divertiti, andrà tutto bene.” La mora annuì.
Naruto abbracciò vigorosamente l’amico e salutò con un bacio sulla guancia Sakura. Aveva il più bel sorriso che Hinata avesse mai visto sul suo volto. E si sentì sciogliere da quello splendore.
Finalmente il biondo la guardò. Per un attimo la studiò in ogni particolare, colpito dal suo cambiamento. Arrossì appena. Ma riprese subito il suo sorriso e abbracciò la ragazza, che non aspettava altro.
Hinata si lasciò invadere da quella sensazione di benessere e felicità pura, mischiata ad una voglia sfrenata di baciare il ragazzo.
 Le piaceva da impazzire sentirlo così vicino e a portata di mano.
Ma quel momento magico si concluse bruscamente.
Shion fece capolino nella sala, accompagnata da Ten Ten e Temari. L’albina indossava un vestito bianco pieno di paillettes sfavillanti chiare e aveva le spalle coperte da uno scalda cuore nero elegante.
Per poco Kiba e Naruto non spalancarono la bocca, era davvero bella, anche se le sue forme non erano generose come quelle di Hinata.
Naruto si fiondò verso di lei, lasciando la piccola Hinata. Un’altra botta al cuore per lei. Ma non era ancora finita.
Il biondino salutò cordialmente le nuove arrivate, abbracciando calorosamente Shion e dandole un bacio sulla guancia.
Una rabbia cieca cominciò a circolare nelle vene di Hinata, che serro inconsapevolmente le mani in dei pugni pronti a colpire.
Si impose di restare calma. Fece un profondo respiro.
Sakura si accorse che la situazione stava degenerando e optò per un piano più ardito: o la va o la spacca.
Chiese alla mora, dopo averla presa per il polso candido: “Vieni a ballare ?”
Hinata la guardò confusa senza rispondere e venne trascinata dalla mora sulla pista da ballo, dove c’erano solo Ino e Shikamaru, che ballavano fiaccamente.
La mora si guardò intorno intontita, non sapeva bene cosa fare, finchè Sakura non le sussurrò all’orecchio: “Fa come me e … divertiti, quante volte te lo devo dire ! Il segreto della seduzione è trattarla come un gioco.”  Sakura fece un gesto con la mano ad Ino per salutarla e invitarla a ballare con lei ed Hinata.
Inizialmente la mora non sapeva bene come fare e si sentiva impacciata. Ma cominciò a sciogliersi e, doveva ammetterlo, si stava proprio divertendo. Iniziò a fare sul serio, mostrando quanto poteva essere anche lei disinibita, senza però esagerare.
La gente cominciò a circondarle e tutti iniziarono una danza sfrenata. Hinata si ritrovò con la schiena ad un pilastro cilindrico, ma non ci badò più di tanto, presa com’era dal ritmo. Ma poi Naruto si avvicinò a lei, senza smettere di ballare, muovendo in modo seducente il corpo.
Le guancia della ragazza cominciarono a diventare roventi man mano che lui si avvicinava. Finché Naruto non le fu praticamente addosso.
Hinata sentiva le sue gambe strusciare contro quelle del ragazzo, che non la smetteva di sorriderle ammiccante. E Hinata non si fermò.
Non iniziò a balbettare o a sentirsi insicura. Cominciò a giocare anche lei, seguendo il suo istinto, visto che il suo cervello non funzionava più.
Infilò una mano tra quel groviglio di capelli biondi, con il disappunto del ragazzo che la fece ridacchiare.
Abbassò la mano fino a prendergli con determinazione la cravatta azzurra e lo avvicinò a sé con uno sguardo ardente e malizioso.
Gli sfiorò appena l’orecchio col labbro, per poi scendere lentamente verso ciò che desiderava da così tanto tempo.
Iniziò a baciargli la guancia, quasi a volerlo mordere o succhiare. Ormai i suoi istinti stavano prendendo la meglio, non ragionava più. E la cosa non le dispiaceva nemmeno più di tanto.
Kiba stava a distanza di sicurezza con un bicchiere pieno in mano, osservando la scena con attenzione, nel caso in cui ci fosse stato bisogno del suo intervento.
Sapeva che quel momento non sarebbe durato ancora molto.
Hinata leccò la guancia del ragazzo con la punta della lingua, presa da una sensazione inebriante, per poi spostare la bocca sempre più verso le labbra di Naruto. Si lasciò scappare un leggero gemito di soddisfazione, mentre veniva sempre più schiacciata dal corpo del ragazzo contro la colonna in cemento.
Kiba diede un’altra sorsata del suo cocktail, sperando con tutto il cuore che Hinata riuscisse finalmente a coronare il suo sogno d’amore.
Ma un grido della folla fece tornare sulla terra i due. “La torta ! Wow !” Naruto si staccò immediatamente dalla mora, diretto alla torta di panna e cioccolato che lo aspettava, illuminata dalle diciotto candeline accese. Hinata rimase un attimo imbambolata, cercando di riprendere il possesso delle sue facoltà mentali.
Scosse i capelli neri, cercando di riprendersi. L’aveva fatto sul serio ? Sakura le si avvicinò, prendendole nuovamente il polso: “Vieni, dobbiamo andare … accidenti, mancava tanto così !”
Naruto stava davanti alla torta, sorridente, mentre tutti cantavano “tanti auguri”. Hinata lo guardava, felice e speranzosa.
Naruto si abbassò leggermente e spense le candeline, come fa un bambino, felice come non mai.
Tutti applaudirono. Shion si avvicinò raggiante al festeggiato, che si girò a guardarla affascinato. E la baciò con trasporto, mentre lei portava le mani al suo collo.
Hinata rimase paralizzata. Non riusciva a rendersi pienamente conto di ciò che stava accadendo. Sentì la testa svuotarsi lentamente ed il cuore riempirsi di dolore, in modo atroce.
Pensò che stava per svenire, le forze cominciavano a sciamare via dal suo corpo. E aveva voglia di vomitare, nonostante non avesse bevuto nemmeno un goccio.
Kiba le si avvicinò silenziosamente per non attirare l’attenzione e le mie una mano sulla spalla. Lei si girò a guardarlo.
 Aveva gli occhi gonfi di lacrime e una domanda assillante a cui non trovava risposta: perché ?
Tutti gli altri stavano esultando, facendo i complimenti alla neo coppietta felice formatasi. Ino le passò accanto e le sussurrò con sincerità: “Che ti aspettavi ? Dovevi immaginartelo …” 
Hinata venne colpita da quelle parole come se le avessero sparato. Guardò Naruto, che teneva un braccio sulle spalle di Shion e la baciava ancora. Voleva scappare via sa lì e al più presto.
Vedere il suo Naruto con lei … così … non ci riusciva. Si portò una mano al petto, cercando disperatamente di non piangere, anche se era l’unica cosa che desiderava fare.
Sentiva l’aria uscirle dai polmoni. La terra mancarle da sotto i piedi. E nella sua mente c’era solo l’immagine di Naruto che … 
“Hinata, tutto ok ?” le domandò Kiba, notando che il viso della sua amica stava lentamente perdendo colore.
Lei non rispose e si portò una mano davanti alla bocca.
Kiba alzò lo sguardo in cerca di Sakura, perché non aveva la minima idea di cosa fare. Se non portare la mora a casa, di filato.
Finalmente la trovò, stava discutendo animatamente con la sua migliora amica Ino e sembrava davvero arrabbiata.
Kiba accompagnò Hinata ad una sedia per farla sedere e le disse di rimanere lì fino al suo ritorno. “Poi ti riporto a casa … promesso.”
La ragazza annuì leggermente. Guardò il suo amico dirigersi verso la folla verso la rosa.
Ma poi i suoi occhi si posarono su una coppia felice e radiosa, che si scambiava baci e carezze: Naruto e Shion.
Non aveva mai visto il ragazzo più raggiante. Sembrava ritornato a prima che morisse suo padre.
Hinata si domandò se non fosse merito di Shion.
E si sentì davvero inutile, un peso morto, una incapace.
La ragazza albina era molto passiva nei confronti del suo neo-fidanzato, non faceva nulla se non accettare i baci e le coccole che lui le dava. Ma non ricambiava mai.
Hinata pensò che fosse solo frutto della sua immaginazione.
In quel momento tornarono Kiba e Sakura. La ragazza aveva un aria arrabbiata e irritata.
Kiba prese per mano la mora e le sussurrò: “Andiamo … stai tranquilla … saluta Naruto e basta. Andrà tutto bene. Vedrai.”
Hinata guardò Sakura in cerca di appoggio. Lei annuì seria e disse con fermezza: “Non ti merita. È proprio un cretino …”
Ma la mora non ci fece caso. In fondo, non era quello che si dice sempre quando si viene scaricati ? E il bello era che lei non si era nemmeno dichiarata.
Alla fine, era stato un completo disastro.
Hinata si alzò e mosse i primi passi verso il biondino, che chiaccherava allegro con i suoi amici accanto alla sua fidanzata.
Fece un profondo respiro e si concentrò più che poté.
Non poteva assolutamente dare soddisfazione alle oche che stavano lì, pronte a schernirla e deriderla appena le prime lacrime avessero solcato il suo viso.
E non voleva apparire debole davanti a Naruto. Lui non doveva sapere, non doveva assolutamente sapere ciò che la mora provava per lui. D’altronde, Shion rendeva veramente felice Naruto e questo era esattamente ciò che lei desiderava fare.
Ma non era capace, non ci era mai riuscita. Era stata troppo timida ed insicura.
 Aveva perso per sempre la sua occasione.
Ormai era davanti a lui, ferma e impassibile come una statua di marmo. Lasciò che fosse Kiba a parlare per il gruppo, visto che lei non ne aveva il coraggio e Sakura lo avrebbe strangolato.
Alzò la mano per attirare l’attenzione del ragazzo: “Ehi, Naruto ! Senti, amico … noi dobbiamo andare.”
Naruto fece una faccia dubbiosa e sorpresa e chiese: “Di già ? Come mai, Kiba ?”Guardò prima Hinata con i suoi occhi azzurri disarmanti. Lei abbassò subito lo sguardo. Ma non era arrossita.
Poi passò a Sakura, che lo incenerì con lo sguardo. Ancora non aveva capito il motivo della “fuga” dei suoi amici, così improvvisa e repentina.
“Ehmm … - Kiba cercò di trovare una scusa plausibile- Domani i miei partono per un viaggio di lavoro e vogliono che torni a casa presto … Sakura ed Hinata sono venute con me, quindi tocca a me riaccompagnarle …”
“Ah … -rispose Naruto- se è questo il problema posso accompagnare io Sakura a casa … o Hinata.”
La mora sentì come una coltellata al petto. Ma Sakura intervenne subito, sibilando a denti stretti per contenere la rabbia: “Non ce n’è bisogno, Naruto … grazie della festa !”
Hinata si aggiunse, accennando un inchino: “Grazie, Naruto-kun … a lunedì.”
Si girò immediatamente e imboccò l’uscita dopo aver preso la sua roba. Faceva freddo, fuori. Ma lei aveva freddo al cuore. E nessuno avrebbe potuto scaldarla se non lui. Ma lui non era accanto a lei. Lui voleva un'altra, voleva Shion … la bellissima e geniale Shion. Mentre lei era la mediocre e timidissima Hinata.
Quella che non era importante, né brillante, né appariscente. Quella che veniva sempre dimenticata da tutti, considerata come una debole frignona.   Ma lei non lo era e lo aveva dimostrato alla persona più importante: sé stessa. Non importava cosa dicesse la gente.
Lei sapeva che Hinata non era una debole, ma una vera leonessa, pronta a ruggire e a combattere con tutta la sua potenza.
E questo non glielo avrebbe tolto mai nessuno.
                                                              *
Sakura le mise una mano sulla spalla e le chiese: “Sicura che non vuoi dormire a casa mia ? Almeno non staresti da sola e …”
Hinata la interruppe: “Grazie mille, Sakura … ma … non me la sento, ti ho già causato abbastanza problemi … e ho bisogno di un momento per stare da sola, scusa.”
Kiba osservò la scena dallo specchietto retrovisore. Eppure aveva sempre saputo che sarebbe andata a finire così. Perché non l’aveva fermata ?  Guardò ancora per un istante la sua migliore amica: non l’aveva mai vista così bella e sicura di sé come in quelle settimane in cui era stata con Sakura a prepararsi ed allenarsi.
Le aveva fatto bene. Forse non era stato tutto un completo fallimento. Hinata era forte e lui lo sapeva. Avrebbe superato anche questa prova, uscendone ancora più forte. Ci sarebbe riuscita. Perché non era sola. Arrivarono davanti alla casa della mora, che ringraziò cordialmente l’amico per il passaggio, scusandosi per averlo costretto a riportarla a casa così presto.
“Non preoccuparti … in fondo, non c’era molto divertimento e la festa si stava già spegnendo … ci vediamo lunedì !” La salutò con un cenno della mano e ripartì a tutta birra.
Hinata entrò subito in casa, stando attenta a non svegliare la famiglia.
Si diresse con piedi felpati in camera sua e si infilò il pigiama in fretta. Si tolse il trucco e si buttò letteralmente sul letto, esausta.
Cominciò a piangere silenziosamente, con ancora le immagini di Naruto che baciava Shion nella testa. Pianse per molto tempo. Ma poi il sonno si impossesso finalmente di lei e si addormentò. 




http://www.youtube.com/watch?v=UhwGlpgjAKg
Angolo autrice (me):
Allora, lo so che dovrei continuare le altre FF ... ma avevo troppa voglia di pubblicare questo capitolo, dato che, visto i recenti sviluppi della mia insignificante esistenza, non riuscivo a scrivere di nient'altro.
Il titolo prende il nome da una canzone che mi piace molto e che mi fa ricordare avvenimenti felici e storie dolorose, non solo mie ... (link sopra)
Detto questo, mi auguro che vi sia piaciuto anche questo capitolozzo ! XD
Alla prossima e grazie infinite per il vostro sostegno !
La vostra Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 5
*** Unconditionally ***


5.Unconditionally ...

Hinata se ne stava appoggiata al suo banco, con la testa china e lo sguardo vuoto. Si sentiva come se qualcuno le avesse tolto dal petto tutto ciò che amava.                                                                                                                  
E, in un certo senso, era proprio così. Amava Naruto da troppo tempo.            
La colpa di quel disastro era solo sua.                                                            
Non era stata in grado di dirglielo, di vincere la sua timidezza e di prendersi ciò che più desiderava da anni.                                                     
Adesso doveva sorbirsi scene smielate anche in classe, dove Naruto non perdeva mai occasione per strappare un bacio dalla bocca della sua fidanzata.                                                                                                                  
Il rumore di quei baci era come un proiettile per il cuore della mora.                   
Le entrava nelle orecchie e non la lasciava, se non devastata, insieme alle immagini dei loro baci e abbracci.                                                                    
Hinata credeva fermamente che c’era qualcosa nel loro rapporto che non andava, Shion era sempre troppo accondiscendente e poco partecipe.            
Non era mai lei a baciarlo, aspettava sempre che fosse lui a farlo e non faceva altro che assecondarlo, sorridendo.                                                    
Si chiese come avrebbe fatto, come avrebbe fatto ad andare avanti così ? Aveva appena perso l’unico ragazzo che aveva mai amato.                            
Kiba si accorse subito dell’umore cupo della amica e sapeva anche quale fosse la causa. Ma non aveva idea di che cosa fare.                                           
Le aveva sempre detto di lasciar perdere. Naruto non la avrebbe mai voluta.                                                                                                         
Non che ci fosse qualcosa di sbagliato nella mora, ma il biondino era un ragazzo troppo superficiale e attento all’immagine per apprezzare l’assoluta dedizione e amore che Hinata aveva per lui.                                  
Troppo accecato dalla voglia di essere popolare ed il miglior modo per farlo era avere una ragazza figa. E per figa si intendeva una sicura di sé, bellissima, sexy e provocante.                                                                        
Shion riusciva benissimo ad essere tutte queste cose. Hinata no, era timida e dolce come un bocciolo.                                                                              
Delicata e sensibile come un petalo di rosa, leale e sincera come nessun’altro. Questo non la rendeva certo una ragazza popolare.                    
E Naruto non poteva certo permettersi di farsi infossare da un amore che provava solo la mora. Lui era certo di amare Shion.                                            
La guardava con gli occhi che scintillavano ed ogni suo gesto aveva una grazia che non sapeva spiegarsi ed ammirava incredibilmente.              
Sembrava che ogni cosa che Shion dicesse fosse oro colato e Naruto cercava sempre di compiacerla e di farla ridere con delle battute sceme. 
Kiba si avvicinò ad Hinata dopo che la campanella suonò per la ricreazione e la classe cominciò a svuotarsi. Ma la mora non sembrava dare segni di presenza, sembrava fosse in un altro mondo.                            
“Hinata …” la chiamò gentilmente lui. Lei alzò leggermente la testa, guardandolo apatica.                                                                                 
“Sai, non devi prendertela così … lui è ancora molto … infantile. Non capisce che tu … insomma, dimenticalo e vai avanti !”disse, cercando di far riprendere la sua amica.                                                                               
“Devo essere io quella sbagliata, non certo lui … -bisbigliò lei, abbassando la testa- Ma non importa. Non l’avevo mai visto così … felice. Erano anni che non sorrideva in quel modo. E i suoi occhi, quando la guarda … -stava per piangere, ma si trattenne giusto in tempo- Vorrei essere Shion.”             
Kiba sgranò gli occhi, incredulo.                                                          
Hinata era completamente diversa dall’albina e il loro ideali erano molto diversi, se non opposti. Shion amava fare shopping e spettegolare, Hinata leggere libri e fantasticare.                                                                              
Per l’albina il valore più importante era l’aspetto fisico, che curava sempre. Per la mora, molto più idealista, erano la lealtà ed il coraggio.  Hinata aveva sempre lottato per ottenere ciò che voleva, a Shion bastava un dito puntato o una parola.                                                                        
Hinata fece un sorrisetto triste e continuò: “Ma in realtà non potrei mai sopportarlo. Lei è così diversa da me, forse migliore, ma … non potrei mai accettare di vivere come fa lei, così superficialmente e senza sogni. Non ha nulla per cui combattere. Io invece sì.”                                                          
Kiba le domandò se, almeno, aveva intenzione di cercare qualcun altro e dimenticare il biondino.                                                                                         
Ma lei le rispose: “E come potrei ? Io … lo amo ancora. E forse lo farò sempre. Quando lo guardo o lo sento vicino … quando mi tocca e … non so come spiegartelo. Ma … io non posso odiarlo. Lo amerò. Incondizionatamente, non importa cosa faccia.                                                   
Se avrà bisogno, io ci sarò. Farei di tutto per lui … anche se so che non è lo stesso per lui.”                                                                                           
Hinata fece un sorriso tenero, che dimostrava quanto ancora amasse Naruto. Kiba cominciava a preoccuparsi, temeva che Hinata non avrebbe retto.                                                                                                           
Avrebbe dovuto passare tutto l’anno con quel peso sul cuore. Sempre se Shion non avesse mollato Naruto prima, come Kiba sperava.                   
Sospirò rassegnato, perché sapeva che Hinata aveva detto la verità. Lei lo amava, senza condizioni. E lo avrebbe aspettato ancora.                                  
La sua unica paura era: Naruto si sarebbe venuto, prima o poi, da lei ? O Hinata sarebbe rimasta per sempre sola, con il suo sogno irrealizzabile ?  Lei credeva fermamente nei sogni. Pensava che, se si fosse impegnata a fondo, ogni suo desiderio si sarebbe avverato.                                                 
Era disposta a combattere contro tutti e tutto, non le importava quanta fatica avrebbe fatto. Ma ci sono sogni che, per essere realizzati, bisogna che siano condivisi.                                                                                       
E Naruto non condivideva il sogno d’amore di Hinata.
                                                                   *
I giorni passarono e le cose tendevano a farsi sempre più nere per la piccola Hinata, che continuava a venire a scuola con un sorriso sul volto, sperando in un futuro migliore.                                                                    
Credeva sempre che, un giorno, quelle nere nuvole che avevano offuscato il suo sole luminoso, si sarebbero dissipate. E continuava a crederci.            
Forse era troppo ingenua. Ma le piaceva credere di essere solo “positiva”.
Voleva ancora sperare.
Stranamente, stava nettamente migliorando coi suoi voti. Forse era solo un modo per vendicarsi su Shion o per sentirsi migliore di lei almeno in una cosa.                                                                                                                   
Ma Kiba pensava che, se tutto questo faceva migliorare l’amica, forse non era una cosa così negativa.                                                                               
Il punto era che Kiba non guardava Hinata mentre dormiva, non vedeva i sogni su Naruto che lei faceva, e non sentiva il suono dei suoi singhiozzi quando si risvegliava e si ricordava che il suo Naruto non era con lei. E che non lo sarebbe mai stato.                                                                      
Hinata era sempre stata una persona che non voleva far pesare i suoi problemi sugli altri, soprattutto sul suo caro amico Kiba.                            
Voleva farcela da sola, senza dare fastidio o rogne agli altri. O forse si vergognava troppo. Perché non aveva senso, perché continuare ad amarlo ? Ormai lui aveva un’altra, non era più un sogno da poter realizzare, una stella splendente da poter raggiungere.                                                            
Era qualcosa che apparteneva a Shion, il suo cuore era di quella ragazza. E lei non poteva farci nulla.                                                                               
Sia perché non c’era alcun modo per toglierla dalla testa del biondino, sia perché Hinata voleva prima di tutto il suo bene.                                            
Naruto era finalmente felice con la sua fidanzata, come Hinata non lo vedeva da anni. E probabilmente lei non sarebbe mai stata capace di farlo.  Questo pensiero era ciò che la bloccava.                                                    
Avrebbe potuto almeno pensare di dirglielo ugualmente, di lottare per quel sogno d’amore ancora più lontano di prima.                                                 
Ma lei avrebbe fatto di tutto per Naruto. Anche eclissarsi, scomparire e far tacere i palpiti del suo cuore.                                                                        
Hinata, dentro di sé, aveva già deciso.                                                       
Sarebbe rimasta al suo fianco, sempre e comunque. Incondizionatamente. Ma come un ombra, silenziosa e invisibile, evanescente, che non si fa vedere.                                                                                                           
Avrebbe continuato a proteggerlo da ogni pericolo. Come faceva da sempre.                                                                                                           
Non cambiava niente per lei. Doveva solo stare ancora più in silenzio e soffrire nel vedere Naruto con la sua fidanzata, senza poter fare nulla. Aspettando che quel forte dolore al cuore passasse, col tempo. Doveva passare, altrimenti ne sarebbe lentamente, ma inesorabilmente, morta.  Hinata aveva paura solo e unicamente di una cosa: vederlo scivolare via da lei.                                                                                                                        
Non le importava che lui sapesse o meno cosa provava, non le importava vendicarsi e non aveva paura che lui stesse per sempre con Shion.                
Lei voleva solo vederlo ogni singolo giorno della sua vita, sia nei giorni di sole che di pioggia. Anche solo da amica.                                                                                                            
Sapeva perfettamente tutte le paure e le colpe del ragazzo. E voleva farsene carico lei stessa, togliendo quel peso che lo faceva piangere la notte, quando nessuno lo vedeva.                                                                   
Ma lei lo sapeva, vedeva nei suoi occhi arrossati e nelle sue occhiaie marcate le ore passate a piangere pensando a suo padre.                                
Ma ad Hinata non servivano le parole, lei capiva ogni suo singolo sentimento dal colore dei suoi occhi. E adesso, con Shion al suo fianco, lei vedeva nell’azzurro dello sguardo di Naruto solo felicità e un amore strano, quasi malsano.                                                                                             
Più una specie di ammirazione.                                                                             
Ma, se questo serviva a farlo sorridere in quel modo, per lei andava bene. Sarebbe anche passata attraverso una tempesta, attraverso l’inferno per vedere sempre quel luminoso sorriso sul suo volto.                                           
Forse era il suo, di amore, ad essere malato. O forse era troppo puro e vero per essere sopportato da una sola persona.
                                                                *
“Hinata …” Sakura la chiamava, mentre andavano insieme alla lezione settimanale alla palestra.                                                                                  
Lei si girò e disse distrattamente, appena ritornata sulla terra dai suoi pensieri: “Sì ?”                                                                                                    
“Stai … bene ? Insomma … come ci riesci ? Io non riuscirei a stare in classe con una persona …”continuò la rosa.                                                   
“Non lo so.” La interruppe subito la corvina, prima di cominciare a dire troppo.                                                                                                          
Sakura abbassò lo sguardo, ritornando alla strada. La forza d’animo e dell’amore di Hinata la stupivano e la spaventavano allo stesso tempo.   Quanto sarebbe durata ? Quanto tempo sarebbe passato prima che crollasse  del tutto?                                                                                                         
Vedeva già i primi segni di cedimento: lo sguardo di Hinata era spesso perso e malinconico, quasi ricordasse bei tempi o sogni mai realizzati. Sakura sospirò, sperando in cuor suo che anche oggi la lezione con Tsunade-sama le avrebbe fatto bene.                                                                   
D’altronde, anche lei aveva bisogno di rilassarsi.                                      
Entrarono con passo deciso. Quel pomeriggio, Hinata era particolarmente più determinata del solito.                                                                         
Desiderava scaricare tutta quella tensione, tutte quelle aspettative deluse e anche la rabbia che provava verso sé stessa. Perché non ci era riuscita, nonostante tutto il tempo e le occasioni favorevoli che aveva avuto.                
E perché ? Perché era stata timida. E debole.                                                     
Non voleva più esserlo.                                                                                                
Mai più.                                                                                                               
Bam ! Un colpo più deciso e forte del precedente contro la sua insegnante, che lo parò per un pelo.                                                                                  
Tsunade fece un sorrisetto compiaciuto, quella ragazza apparentemente così debole aveva delle risorse nascoste.                                                  
“Forza, fammi vedere cos’altro sai fare !” la spronò, cominciando a tirarle dei pugni coi guantoni al livello dello stomaco.                                         
Hinata li schivò agilmente. Si sentiva bene, quando combatteva.                  
Era come trovare il proprio posto nel mondo, per quanto avesse ancora da imparare.                                                                                                           
Infatti la donna, più esperta, le fece uno sgambetto che colse di sorpresa la ragazza, facendola cadere a terra di botto.                                               
Avevano entrambe il fiatone, ma sorridevano soddisfatte.                           
Sakura alzò la voce, avvicinandosi a loro, ed esclamò battendo i guantoni tra loro: “Ora tocca a me, Tsunade-sama !”                                               
La donna sbuffò: “Fammi riprendere un attimo fiato, Sakura !”               
Respirava affannosamente, mentre Hinata si rialzava lentamente, esausta.  La bionda le mise un guantone sulla testa: “ Ottimo lavoro, piccola ! Sei proprio una tigre … continua così. Ma vedi di non farti prendere troppo dalla foga, devi ugualmente essere lucida…- si girò per rivolgersi alla altra alunna- Questo vale anche per te, Sakura, non scordartelo !”                    
“Certo, Tsunade-sama !” rispose prontamente la rosa, che non vedeva l’ora di cimentarsi nell’impresa di battere la maestra.
                                                       *
Hinata rifletteva sotto il getto d’acqua della doccia, caldo e accogliente, che le scivolava sulla pelle candida.                                                               
Aveva gli occhi alzati verso il soffitto, quasi a voler vedere oltre, verso il cielo, ormai scuro e pieno di stelle.                                                                  
Aveva ancora in testa il biondino, che compariva col suo sorriso luminoso a scatti davanti a lei, nella sua mente.                                                                    
Era troppo turbata per ragionare, emotivamente persa in una tempesta di emozioni contrastanti.                                                                                          
Ma non voleva pensarci, non doveva. Presto lui sarebbe scomparso, sia dalla sua vita che dal suo cuore.                                                                             
E lei doveva accettarlo, se non voleva impazzire o combinare qualche disastro irreparabile.                                                                                       
Eppure quel fuoco dentro il suo petto bruciava ancora, anche se era più tenue e doloroso. Non smetteva di ardere, facendola arrossire quando lo vedeva.                                                                                                           
Questo perché, nel profondo del suo cuore, lei aveva ancora una scintilla di speranza, sufficiente per non far spegnere quelle fiamme.                                  
La speranza, seppure tenue, che lui sarebbe tornato da lei.                              
Che si sarebbe, un giorno, magari non troppo lontano, accorto dei sentimenti che aveva nei suoi confronti.                                                    
Continuava a sperare, nonostante tutto.                                                                     
Che stupida che sei, Hinata ...



Angolo autrice (me):
Come al solito, mi faccio prendere dall'impeto e non seguo l'ordine ...
me malvagia: "Ma chi se ne frega dell'oridine ! Avevo bisogno di scrivere, punto e basta ... v.v
Vi avevo promesso del "sangue" ... ma niente, ci sarà nel prossimo capitolo.
Spero che adesso non vogliate il mio ... *scappa da una folla di fan inferocite con i forconi ...*
Detto ciò, ovviamente il titolo riprende la supendissima canzone di Katy Perry "Unconditionally" *asadgbakjbgfw*
Mi è entrata nella testa e mi rappresenta abbastanza, penso ... ci stava v.v
Per altro o per il mio linciaggio *si nasconde nell'angolino* scrivete pure ! :D
A presto !
La vostra umilissima Rora-chan ! <3

   

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Capitolo 6
*** Bang ! ***


6. Bang !

Hinata sentiva che si stava lentamente sgretolando, insieme al suo mondo popolato da immagini di un futuro, sempre più impossibile, con Naruto. Vedeva ogni giorno la felicità nei suoi occhi e sapeva che non era per causa sua. Bang ! Un altro colpo al suo cuore.                                                             
I baci che si scambiavano i due avevano lo stesso rumore dei proiettili per la mora. Bang bang !                                                                                          
Era come una fortezza in pieno attacco e non si stava difendendo in alcun modo. Tentava di dimenticare, di convincersi che non lo amava, che era sempre solo stata una sua fantasia.                                                                    
Ma poi, la sua voce tornava a far capolino nella sua testa, chiamandola con quella voce che tanto adorava. Bang bang bang !                                            
Hinata alternava giorni in cui faceva finta che non fosse successo mai nulla tra loro ad altri in cui era completamente devastata.                                       
I suoi amici non avevano idea di cosa fare: Sakura la portava a qualche festa dove poteva svagarsi, ma appena conosceva un ragazzo, vedeva lampeggiare davanti a sé l’azzurro disarmante degli occhi di Naruto.           
Kiba la portava a spasso dove voleva lei, anche in posti che lo annoiavano pur di farla contenta. E i tre amici passavano molto tempo insieme.          
Un pomeriggio, mentre leggeva assorta la copertina di un libro giallo, si accorse di un cambiamento negli occhi del suo migliore amico.                   
Guardava Sakura e chiacchieravano tranquillamente. Ma Kiba aveva lo stesso sguardo che Naruto riservava a Shion.                                                        
E la mora capì che Kiba ora nutriva dei sentimenti diversi per la sua amica dai capelli rosa. Ma conosceva anche la storia che Sakura aveva col suo Sasuke, un ragazzo moro dall’aria enigmatica con cui stava da mesi e di cui era follemente innamorata.                                                                               
Si ritrovò a sorridere amaramente, pensando: “L’amore è stupido. Ora lo so. Lo so perché sono piena di amore e mi sta uccidendo. Spero che Kiba non faccia il mio stesso errore.”                                                                  
Appoggiò al suo posto il libro e tornò dagli altri due, infilandosi nel discorso come se nulla fosse.                                                                                   
Si chiese se fosse il caso di parlarne con Kiba.                                                       
Si voltò verso di lui e lo vide raggiante mentre scherzava con Sakura e si picchiavano per gioco come due bambini. Non ne ebbe il coraggio.
                                                           *
Sakura l’aveva trascinata ad un'altra delle feste scatenate che facevano ogni tanto, in occasione di Halloween.                                                              
“Da cosa vuoi travestirti per la festa ?” le chiese pimpante la rosa, saltellando per il negozio di costumi in cerca di qualcosa di originale che le piacesse.                                                                                                    
“N-non s-saprei …” balbettò timidamente lei, aveva ricominciato a farlo. “Eh daiii !” si lamentò l’altra, cercando tra i vestiti anche per lei. “Prendiamo qualcosa di sexy per te, Hinata-chan !” decise, facendole l’occhiolino.                                                                                                    
“N-non m-mi sembra i-il caso, Sakura-chan …” ribatté la mora, anche se sapeva fin troppo bene che Sakura era troppo testarda per darle ascolto e che avrebbe fatto ugualmente come le pareva.                                                  
“Ecco !” esclamò infatti la rosa, estraendo un abitino da Alice nel Paese delle meraviglie, che per poco non fece venire un colpo ad Hinata. Aveva una gonna troppo corta, non le piaceva nemmeno portare la gonna normale, figuriamoci una così.                                                                               
E la scollatura sembrava fatta apposta per mettere ben in evidenza le sue forme generose, i colori neri e blu erano perfetti per gli occhi lilla ed i capelli scuri di Hinata. Il pizzo bianco sull'orlo della gonna rendeva l'abito molto grazioso.                                                                              
Sakura fece un largo sorriso, incurante della faccia terrorizzata e scandalizzata della amica, e le disse con tono placido, ma che sembrava un vero e proprio ordine: “Provatelo !”                                                                 
Prima che la mora potesse replicare, Sakura l’aveva già trascinata nei camerini e chiuso una tenda dietro la mora, in modo che si cambiasse.  “Forza Hinata, non farti pregare !”esclamò, mentre aspettava che Hinata si cambiasse.                                                                                                     
La mora sospirò rassegnata e si decise a provare quel bizzarro costume. Si guardò allo specchio, le stava bene e la gonna non era nemmeno troppo corta, le arrivava alle ginocchia.                                                                         
Il seno non fuoriusciva dall’abito e, anche se non era nascosto come piaceva a lei, non era nemmeno troppo provocante.                                         
Con un paio di calze nere, sarebbe andato bene. Ma Hinata dovette correggersi, perché Sakura le aveva portato in camerino delle calze bianche a strisce nere. La sua manina sventolava l’indumento, attendendo che lei lo prendesse per provarlo.                                                                    
Un altro sospiro di rassegnazione ed infilò anche quelle. Proprio mentre stava per uscire, Sakura le porse un paio di scarpette nere in vernice del suo numero, con un sorriso sornione stampato sul viso.                                   
Erano delle scarpe uguali a quelle di Alice nel film e Hinata non riuscì a dirle di no nemmeno questa volta. Non ci riusciva proprio.                           
Sakura batté le mani soddisfatta ed esultò: “Sei bellissima, Hinata ! Guardati !”                                                                                                            
La trascinò davanti allo specchio e le prese un cerchietto bianco da metterle in testa. Hinata dovette ammettere che era davvero carina, ma si chiese se non fosse un po’ eccessivo.                                                             
Sakura ghignò divertita e le mostrò l’insegna del negozio: un altro della catena della sua famiglia.                                                                                        
Poi disse decisa: “Vai a cambiarti, adesso arrivo io col mio costume !” Ridacchiò saltellando per il negozio, a caccia del costume giusto.              
Quando Hinata fu uscita dal camerino, con addosso di nuovo il suo bel maglione caldo blu e un paio di comodi jeans, Sakura le mostrò il vestito. La mora lo guardò scettica: era un costume da stregatto, quindi rosa con le strisce nere e munito di orecchie da micio, coda e zampette da gatto.            
“Non è un amore ?” trillò la rosa, sfrecciando in un camerino libero per cambiarsi. Ed Hinata non riuscì nemmeno questa volta a fermarla, Sakura era una furia della natura inarrestabile.                                                         
Mentre l’amica si cambiava, si ritrovò a pensare alla cotta mostruosa che Kiba aveva preso per la rosa. Sorrise al pensiero della sua reazione vedendole vestite così.                                                                                      
Sakura uscì teatralmente dal camerino ed effettivamente sembrava una bellissima gattina tigrata che avrebbe fatto perdere la testa a qualsiasi ragazzo. Ma Sakura era fatta così, sempre fin troppo esagerata ed eccentrica.                                                                                                
“Che ne dici ? Pensi che piacerà a Sasuke ?” chiese la rosa alla amica, mentre si rigirava davanti allo specchio.                                                             
Alla festa ci sarebbe stato anche il suo fidanzato Sasuke. Ed anche Kiba. Hinata sapeva che Kiba era a conoscenza della relazione tra Sakura ed il moro, ma si domandò se fosse il caso o meno di ricordarglielo.                   
Decise che lo avrebbe fatto, ma senza dare a vedere che aveva capito cosa il ragazzo provava per la rosa.                                                                         
Kiba odiava quando le persone gli chiedevano indiscretamente chi gli piacesse e la maggior parte delle volte mentiva, dicendo “nessuno” o “non sono affari tuoi”. Anche se sapeva che con Hinata non avrebbe mai funzionato, lei capiva al volo quando le mentiva.
                                                     *
“Kiba … posso parlarti un attimo ?” chiese timidamente Hinata al ragazzo appena suonò la campanella della ricreazione.                                                   
Kiba sentì subito odore di bruciato, ma annuì semplicemente.                   
Uscirono insieme in giardino ed Hinata si scervellò più volte per riuscire a trovare le parole giuste da dire: “Allora … -esordì finalmente- mi sembra che tu e Sakura abbiate legato parecchio, vero ?”                                                   
“Sì …- rispose lui guardigno- e quindi ? Ti da fastidio ?”                               
“No no – esclamò la mora agitando la testa- ma mi chiedevo se … bè, per caso ti darà fastidio la presenza di Sasuke alla festa di domani ? Sai, è il suo ragazzo e non vorrei che …”                                                                 
Il corpo di Kiba alla parola “ragazzo” ebbe un fremito di rabbia, ma lui fece finta di nulla e disse che non gli faceva né caldo né freddo.                   
Avrebbe avuto comunque i suoi amici, come Shikamaru che veniva con Ino e Chioj. Quindi non c’era problema.                                                      
“Sicuro ?- insistette la mora- Non è che … ti piace Sakura ?”                  
Un pezzo della merendina di Kiba gli andò di traverso, facendolo tossire ed il suo viso diventò rosso per l’imbarazzo.                                                        
Appena finito di tossire, le chiese a bassa voce: “Ma … è così evidente ? Cavolo …”                                                                                                    
Hinata ridacchiò divertita, ma poi ritornò subito seria: “Per me sì, perché ti conosco da un sacco … ma non credo che Sakura se ne sia accorta.” “Meglio. Lei … non deve saperlo. A cosa servirebbe ? Non ha occhi che per quello stronzo …”                                                                                             
“Ti chiedo solo di trattenerti, ok ? Non … non farti del male come è successo a me.” disse lei, prima che la campanella suonasse per riportarli in aula.
                                                      *
La festa era frizzante, cominciata ormai da circa mezz’ora e loro erano appena arrivate lì con l’auto dei genitori di Sakura, che Hinata aveva ringraziato ripetutamente per il passaggio fino al locale, una specie di bar con una sala da bello enorme, su cui troneggiava una sfera da discoteca.  La stanza era buia, illuminata da varie luci lampeggianti colorate ed ad intermittenza. Hinata sperò di non fare figuracce né di sembrare ridicola agli occhi dei suoi amici, si sarebbe sentita davvero troppo in imbarazzo. Sakura era stupenda con quel travestimento da gattina e il trucco giusto, non esagerato ma nemmeno insignificante.                                                          
E aveva fatto un ottimo lavoro anche con la sua amica Hinata, i cui occhi sembravano quelli di un cerbiatto, illuminati da un tocco di blu e oscurati da una linea perfetta di eye liner nero.                                                          
Hinata, mentre si mescolavano alla massa di adolescenti per trovare i loro amici, trovò Kiba, seduto su uno sgabello candido, che sorseggiava una qualche cosa da un lungo bicchiere di vetro.                                                      
Era vestito da cagnolino, perfetto per un amante degli animali come lui, e le orecchie erano davvero strane su un tipo così … orgoglioso e duro come lui. Anche se la mora sapeva benissimo che era solo una facciata.             
Fece notare a Sakura il suo amico e le due si fecero strada tra la folla verso di lui. Accanto al ragazzo c’erano Shikamaru e Ino, che le salutarono educatamente.
Dopo averle salutate, Kiba si accorse dei loro costumi e sgranò gli occhi per la sorpresa. Hinata era davvero insolita così e Sakura … appena posò gli occhi su di lei, arrossì violentemente, ma solo Hinata, che era la più vicina a lui, se ne accorse. Sorrise intenerita.                                                     
“Ti piace ?” urlò quasi la ragazza dai capelli rosa rivolta a Kiba, per sovrastare il rumore della musica.                                                                     
Lui si limitò ad annuire e riprese a bere dal suo bicchiere.                           
Pochi istanti dopo, un ragazzo dalla carnagione pallida e dei corti capelli neri, travestito da vampiro con un rivoletto di finto sangue che colava dalle rosee labbra, prese per il braccio Sakura che lo abbracciò subito.              
Hinata studiò attentamente il nuovo arrivato e capì che non poteva trattarsi che di Sasuke, il ragazzo della sua amica. Kiba serrò la mascella istintivamente, mentre Sakura presentava il suo ragazzo dallo sguardo freddo e i modi molto educati.                                                                      
Dopo aver appreso i nomi di tutti gli amici della fidanzata presenti ed avere stretto con freddezza la mano di Kiba, che si tratteneva dal guardarlo in cagnesco, portò la sua ragazza a ballare.                                                    
Hinata perse un battito del suo fragile cuore, perché quel ballo in due le ricordava quella sera, quella in cui aveva ballato col suo sogno dai capelli d’oro e lo aveva perso.                                                                                
Scosse la testa, non era il momento di deprimersi, doveva pensare a divertirsi. E a tenere a bada Kiba, che stringeva sempre più forte il bicchiere, mentre fissava con sguardo inceneritore Sasuke.                      
“Cazzo, lo odio da morire …” sibilò Kiba a denti serrati verso la sua amica, appoggiando con forza il vetro sul banco del barista.                    
Hinata gli bisbigliò vicino all’orecchio: “Guardali. Guarda lei. Con lui … è felice. Se le vuoi davvero bene, non rovinarle questo momento. Fai in modo che sia lei a venire da te e non fare cose avventate …”                            
“Ah !- esclamò frustrato lui- Se potessi lo riempirei di botte, con quella sua aria da sbruffone strafottente … mi fa salire la pressione !”                       
La porta del locale si spalancò, facendo entrare qualche raggio di luce lunare. E la musica smise improvvisamente.                                                   
Un brusio confuso ed agitato si diffuse per la sala.                                        
Kiba allungò il viso per vedere chi fosse appena entrato, era una ragazza dai lunghi capelli chiari e un vestito che sembrava fatto di vetro e neve. Ma singhiozzava, farfugliando ad alta voce parole sconnesse.                         
Hinata gli chiese cosa stava succedendo, ma prima che Kiba potesse dire qualcosa, la ragazza pronunciò un nome con voce chiara e distinta, facendo bloccare il cuore della mora: “Naruto …”                                                
Era la voce di Shion, lo capirono subito entrambi. Ma era distorta dal pianto e da un fremito incontrollato, perché la ragazza tremava dalla paura.  Kiba scese dallo sgabello e si fece strada tra la folla, seguito a ruota dalla preoccupata Hinata.                                                                                   
Arrivarono finalmente davanti al viso in lacrime dell’albina, sfigurato dal mascara che colava dalle ciglia.                                                                     
Kiba le si avvicinò e le chiese cosa era successo. Lei rispose con voce flebile: “Io e Naruto … stavamo camminando e poi … sono venuti. In due e … hanno cercato di … ma Naruto non voleva e mi ha fatto scappare. Ho sentito che … che … che lo stavano picchiando. Ho sentito le sue urla di dolore !”                                                                                                                
La giovane scoppiò in lacrime e cadde a terra, inginocchiandosi sul pavimento.                                                                                                  
Kiba la prese per un braccio per farla alzare e portarla a sedere, in modo che le spiegasse dove era Naruto e chiamassero la polizia.                           
Mentre si incamminavano verso il bancone del barista, Kiba ebbe appena il tempo di vedere i lunghi capelli di Hinata spostarsi verso la porta. Ed un attimo dopo, era calato nuovamente il buio.                                                      
Ma Hinata non c’era. “Merda !” imprecò Kiba, ma non poteva andare a riprenderla con Shion ridotta in quello stato e si doveva assolutamente chiamare la polizia. E nessun altro avrebbe avuto il fegato di farlo.             
Sperò che Hinata non riuscisse a trovarlo e non le succedesse nulla, non se lo sarebbe mai perdonato.                                                                          
Appoggiò delicatamente l’albina su uno sgabello e le offrì dei fazzoletti.
                                                            *
Hinata correva per le strade immerse nella notte, senza sapere esattamente dove cercare Naruto. Ma era stato più forte di lei, doveva andare a cercarlo.                                                                                                             
Si diresse verso casa del biondino, sperando che la coppietta venisse da lì. Sentiva il suo cuore pompare in fretta il sangue nelle sue vene e sembrava che volesse uscirle dal petto per arrivare prima da lui.                              
Passò davanti ad un vicolo buio di una via a lei sconosciuta, non illuminata d’altro che dalla luna. E sentì una specie di mugolio di dolore soffocato.  Si bloccò di colpo, pietrificata. Non aveva la certezza fosse lui.                      
Con cautela si addentrò in mezzo all’oscurità. C’erano tre sagome.                  
Una era a terra ed era tenuta ferma da quello che sembrava un uomo di circa trent’anni. La terza colpiva la persona immobilizzata sul viso, con svariati pugni.                                                                                              
Ad un certo punto l’aggressore prese per i capelli la vittima, liberata dalla stretta dell’altro uomo, e la sollevò da terra.                                                   
Grazie alla luce lunare, Hinata vide i biondi capelli di Naruto brillare, stretti da una morsa ferrea. Il viso del ragazzo era ricoperto di lividi e sangue, i suoi occhi azzurri erano gonfi.                                                    
Naruto spalancò gli occhi appena incontrò quelli della mora, che tratteneva il respiro scioccata ed impotente. Il ragazzo ebbe appena il tempo di farle un cenno con la testa, un no silenzioso che sembrava una supplica, che un colpo fortissimo lo colpì allo stomaco, facendolo piegare in due.                  
“Noo ! Naruto !” urlò Hinata, assalendo da dietro l’aggressore del biondino. Lo prese per il collo e cominciò a graffiare e mordere, mentre l’uomo mollava a terra il ragazzo.                                                                                          
Naruto emise un grido strozzato per il dolore, non riusciva ad alzarsi e vedeva Hinata che combatteva strenuamente contro l’uomo dai capelli corti e rossi che aveva aggredito lui e Shion. Era riuscito a mettere la ragazza in salvo, ma l’aveva prese di santa ragione.                                   
Iniziò a tossire, cercando in tutti i modi di rimettersi in piedi.                      
L’uomo che lo aveva tenuto fermo tutto il tempo stava cercando di staccare Hinata dal suo capo, ma la ragazza non si staccava e picchiava con tutte le forze che aveva.                                                                          
Ma lui era troppo forte e riuscì a scaraventarla a terra, a poca distanza da Naruto. Il moro la guardò avvicinarsi, aiutata dai gomiti.                             
Hinata allungò una mano verso di lui, cercando di sfiorargli il viso.                  
Ma l’uomo dai capelli rossi la afferrò per i capelli.                                   
“Lasciala … lei non c’entra niente … ti prego …” farfugliò il biondino con le forze che gli rimanevano, mentre osservava impotente Hinata tra le mani di quel mostro.                                                                                          
“Deve tenerci molto a te … mi ha graffiato la guancia …”disse con voce cinica e fredda il rosso, accarezzandosi il graffio sanguinante con la mano libera.                                                                                                             
Hinata si dimenava, cercando di liberarsi dalla presa ferrea del suo assalitore, ma inutilmente. L’uomo le sferrò un pugno allo stomaco, facendole mancare il respiro.                                                                       
Naruto alzò il viso e trovò improvvisamente la forza di alzarsi verso di lei, ma venne bloccato nuovamente dall’altro uomo.                                         
Il rosso avvicinò la giovane al suo viso e le chiese, sibilando: “Chi è lui per te ? Perché ti importa così tanto di lui ? Potrei ucciderti …”                          
Prese dalla tasca della lunga giacca nera una pistola e la puntò alla testa di Hinata, che aveva gli occhi sbarrati dal terrore e guardava Naruto. I suoi occhi lilla tremavano e esprimevano tutta la sua paura. Ma non per sé stessa, ma per lui. E gli chiedevano scusa.                                                           
Scusa per non essere riuscita a proteggerlo.                                                   
“No …” bisbigliò Naruto, cercando di liberarsi dalla morsa di quell’energumeno per andare a salvarla. Non si sarebbe mai perdonato se le fosse accaduto qualcosa a causa sua. Ma lui lo piegò a terra, impedendogli qualsiasi movimento. Hinata serrò gli occhi, mentre il rosso le avvicinava la pistola ancora di più. Premette il grilletto.
BANG !
Naruto sgranò gli occhi ed urlò con quanto fiato aveva in gola, disperato: “Hinataaaa !”


Angolo autrice (me):
Non oso immaginare cosa mi farete ora ... * vede i preparativi per la sua imminente impiccaggione*
Ma, a mia difesa, vi dico questo ... la storia continua quindi ... * Sherlock: "Elementere, Watson !"*
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, forse più lungo del solito ... non so XD
Mi auguro di ricevere molte recensioni positive, oltre alle ovvie minacce di morte ...
A presto !
La vostra Rora-chan ! <3

 http://www.youtube.com/watch?v=VHGeLhi0VOg

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Capitolo 7
*** I need your love ... ***


I need your love ...

Hinata aprì lentamente gli occhi, trovando solo del bianco accecante intorno a se. Sono morta ?                                                                                  
Poi iniziò a mettere bene a fuoco. Si trovava in un letto candido e indossava uno strano vestitino color verde acqua slavato.                      
Una infermiera dall’aria dolce le sorrise cordiale: “Ben svegliata. I tuoi genitori ed i tuoi amici non vedono l’ora di vederti !”                       
“Che cosa … dove sono ?” balbettò confusa lei, guardandosi intorno e sentendosi intrappolata tra le mura bianche di quell’ospedale. Hinata non era stata spesso in ospedale, se non quando era piccola e sua madre stava per morire.                                                                         
E quel ricordo la faceva sentire a disagio, in quell’ambiente algido e dall’odore di minestrina per malati. Voleva andarsene subito, ma si rese conto di non averne la forza né la possibilità.                                  
Aveva nel braccio un ago attaccato ad un sacchetto contenente un liquido trasparente, che fluiva direttamente nella sua vena. L’infermiera dai capelli a caschetto bruni cercò di tranquillizzarla e le chiese se poteva far entrare suo padre e sua sorella. Hinata annuì, ma aggiunse di non far entrare nessun altro.                                                 
Lei le sorrise e rispose: “Va bene. Serve altro ?”                                           
La mora si illuminò e domandò piena di paura: “Come sta Naruto ?”
                                                                *
“Accidenti !” esclamò il biondino, mentre esaminava le bende che gli ricoprivano metà viso, nascondendo un occhio gonfio, e metà petto, nonché l’avanbraccio destro.                                                                           
Era ricoperto, sembrava quasi una mummia. Pensò che alla fine anche lui era strato costretto ad indossare una specie di costume di Halloween. E lui che aveva cercato in ogni modo di non indossarne uno perché a Shion non piacevano.                                                                      
Il karma aveva fatto il suo corso, non si può sfuggire alle regole di Halloween.
Si era svegliato da qualche ora ed un infermiere dalla coda di cavallo nera gli aveva imposto di non muoversi e di rimanere a letto. Doveva rimanere nell’ospedale per gli ultimi accertamenti e per avere il tempo di riprendersi, visto che in quello stato era già tanto se riusciva a camminare.
Naruto sbuffò, odiava stare fermo a far nulla. Ed era anche preoccupato per Hinata, voleva assolutamente sapere come stava.  Ma nessuno gli permetteva di uscire dalla sua stanza, che godeva di una bella vista sulle montagne innevate, baciate da un sole più brillante di quanto ci si potesse aspettare in pieno autunno.                      
Sua madre era già venuto a trovarlo e aveva pianto per lo spavento abbracciandolo, dopodiché aveva iniziato a tirargli pugni in testa e a dargli dell’idiota irresponsabile, urlandogli che non doveva farlo più.                                                                                                            
L’infermiere fu costretto a trascinarla via per salvare il figlio dalla sua ira.                                                                                                                 
La porta si aprì timidamente, mostrando la sua ragazza Shion, che lo guardava raggelata. Lui le fece un sorriso tenero e la invitò ad entrare: “Spero che quel rompiscatole dell’infermiere si faccia gli affari suoi … come stai, amore ?”                                                             
Shion si avvicinò al suo letto dopo aver preso una sedia verde e si sedette davanti a lui: “Io bene, solo che … mi dispiace tanto, Naruto.”                                                                                                               
Lui ribatté tranquillo: “Ah, non preoccuparti … ho fatto il mio dovere, non avrei mai potuto permettere che quei brutti ceffi ti facessero del male ! Sei la mia ragazza …”                                                  
Shion sorrise.
                                                                 *
Kiba continuava a marciare su e giù per il corridoio della sala d’attesa dove erano riuniti anche i membri restanti della famiglia di Hinata e Sakura, che lo guardava innervosita, rimanendo seduta accanto ad Hanabi, la sorella dell’amica.                                                       
“Ah ! Ma quando ci faranno entrare, sono stanco di aspettare ! Voglio vedere Hinata …” si lamentò il ragazzo, continuando il suo percorso per l’ennesima volta.                                                                     
Sakura sbottò sull’orlo di una crisi isterica: “Guarda che siamo tutti in ansia per Hinata, Kiba ! Smettila di fare così, mi innervosiscia ancora di più !”                                                                                              
“Mpfh ...” fece lui e decise di fermarsi di botto. Prese scocciato una sedia a caso e si mise accanto a Sakura.                                                       
Dopo qualche minuto di silenzio, l’infermiera di Hinata entrò nella sala e chiamò il padre e la sorella della mora, dicendoli che Hinata si era svegliata e che era pronta a riceverli. Avevano tutti delle occhiaie terribili per la notte insonne, ma il padre della mora e Hanabi ritrovarono subito le energie e corsero verso l’infermiera per avere sue notizie.                                                                                                       
Anche Kiba e Sakura fecero lo stesso, ma rimasero stupiti quando l’infermiera li impedì di vedere l’amica.                                                 
“Perché non possiamo vederla ?” chiese Kiba, cercando di spiare da dietro le spalle della donna.                                                                                    
Lei rispose seria e tranquilla: “Mi dispiace, ma la signorina Hinata ha detto espressamente che vuole vedere esclusivamente suo padre e sua sorella. Nessun altro, fino a nuovo avviso.”                              
“Ma …” cercò di ribattere Sakura, prima che l’infermiera le sbattesse la porta in faccia, confinando i due nella stanza da soli. “Maledizione !” imprecò Kiba, dando un pugno alla porta di plastica grigia.
                                                          *
Naruto guardava assorto le stelle che risplendevano nel cielo oscuro. Finalmente gli avevano tolto almeno la benda dall’occhio, anche se era ancora leggermente gonfio e violaceo.                                                     
Ma il peggio era passato, era in fase di guarigione, e tra due giorni sarebbe uscito da quel luogo orribile e puzzolente.                                 
Eppure non riusciva a dormire serenamente. Ripensava alla coraggiosa Hinata, che aveva cercato in tutti i modi di proteggerlo.  Si domandava perché avesse rischiato tanto per lui, perché il malvivente non le aveva sparato sul serio per ucciderla, ma l’aveva solo colpita di striscio alla gamba.
E ancora, perché non poteva andare a vedere come stava ?                        
Il dubbio lo stava uccidendo, doveva assolutamente accertarsi che stesse bene. Altrimenti non sarebbe mai riuscito a perdonarselo.  Lui doveva proteggere le persone e non farsi proteggere da loro, specialmente se erano più deboli di lui.                                                    
Raccolse tutte le forze che aveva in corpo e si issò per scendere dal letto. Appena mise piede sul pavimento freddo in piastrelle, sentì un dolore lancinante salirgli fin sopra alla gamba e trattenne un urlo. Fece un bel respiro profondo per concentrarsi e recuperò le ciabatte a forma di volpe che la madre gli aveva portato quella mattina.               
Le infilò cercando di non fare movimenti bruschi e si avviò verso l’uscita. L’unico problema a cui non aveva pensato era che non aveva idea di dove fosse Hinata.                                                                      
Ma decise che avrebbe fatto un giro per accertarsi che almeno non si trovasse nel suo stesso corridoio. Con passi felpati, cominciò a sbirciare dentro le camere dell’ospedale. La prima era occupata da due vecchiette in letti separati che russavano sonoramente.              
Chiuse delicatamente. La seconda aveva altri due letti occupati da due uomini sulla quarantina, con la gamba ingessata.                           
Mentre stava per sbirciare anche nella terza porta, una mano si posò sulla sua spalla, bloccandolo. Si girò lentamente ed incontrò lo sguardo severo del suo infermiere.                                                           
Imprecò mentalmente. “E tu che ci fai qui, Uzumaki ?” domandò seccato lui.                                                                                                   
Naruto sospirò e, prima che iniziasse a spiegarli le sue motivazioni, l’infermiere disse: “Camera 206, ala B. Datti una mossa e non svegliare gli altri pazienti. Ti rivoglio qui tra mezz’ora, chiaro ? Altrimenti ti chiudo la camera a chiave !”                                                       
Il viso del biondino si illuminò in un sorriso e si fiondò verso l’ala B. Camera 206. Scoppiava di felicità e di speranza, non vedeva l’ora di rivedere quei fantastici occhi lilla.
                                                                   *
Aprì delicatamente la porta della stanza 206. E la vide, mentre dormiva dolcemente, i capelli neri scompigliati sul cuscino.                
Entrò senza far rumore nella stanza. Le si avvicinò lentamente e si mise a contemplare quel viso stupendo e quelle labbra tenere e rosee. Istintivamente, le scostò un ciuffo di capelli scuri dalla fronte. Sorrise, notando che Hinata aveva reagito mugugnando appena. Non sapeva bene cosa fare. Ma voleva assolutamente parlarle. Deglutì a vuoto e si accostò all’orecchio della mora, sussurrando il suo nome per farla svegliare.                                                                         
Hinata iniziò ad aprire i suoi meravigliosi occhi lilla. Si ritrovò a due millimetri dal viso di Naruto, che le sorrideva raggiante.                   
Arrossì di botto e aprì la bocca per urlare, ma lui fu più veloce e la zittì premendo delicatamente la sua mano sulla bocca di lei e facendole segno di stare zitta: “Ssh … sono io.”                                          
Gli occhi della ragazza cominciarono a riempirsi di lacrime. Naruto si allontanò sorpreso, domandandosi cosa aveva fatto per farla piangere. “Stai bene, Naruto … sei qui …”biascicò, allungando le braccia per abbracciarlo.                                                                          
Appoggiò il mento del biondino sulla sua spalla e pianse alcune lacrime per la felicità. Il suo Naruto stava bene, era salvo. Suo ?               
A quel pensiero, sgranò gli occhi e si allontanò lentamente da lui. Non era suo. “Come mai sei qui ?” gli chiese, coprendosi le gambe con il lenzuolo. Naruto sorrise: “Volevo vedere come stavi … ero in pensiero per te.”                                                                                             
“Anche io.” si lasciò sfuggire lei. Arrossì di botto e anche le guance di Naruto si tinsero di un leggero rosso.                                                         
Lui continuò imperturbabile: “Mi fa piacere vedere che stai bene … tra quanto ti dimetteranno ?”                                                                     
“Circa tre giorni, per i controlli … poi dovrò andare da un fisioterapista per riprendere a pieno il controllo dei muscoli della gamba … ma non dovrei metterci molto.”
“Ah …” commentò lui, abbassando il capo. Si sentiva terribilmente in colpa. Era solo colpa sua se Hinata era bloccata su quel letto.             
“Mi dispiace …” sussurrò a bassa voce. Ma lei aveva sentito benissimo e sorrise intenerita: “Non è colpa tua … sono stata fortunata, dopo tutto. Non so neanche perché non mi ha sparato al cuore, poteva benissimo farlo e …”                                                               
“Appunto !- sbottò lui- Poteva ammazzarti ! E tutta colpa mia, hai corso un rischio enorme ! Non avresti dovuto …”                                   
Naruto cominciò a piangere, mentre si metteva in ginocchio davanti al letto di Hinata e le chiedeva più volte di perdonarlo.                               
“Io l’ho fatto per t-te. N-non avrei potuto fare diversamente …”disse lei, asciugandogli una lacrima che stava scivolando sul volto del ragazzo.                                                                                                          
“Perché ?” chiese determinato Naruto, i suoi occhi fiammeggiavano di rabbia verso sé stesso e verso gli uomini che avevano fatto del male ad Hinata. Voleva sapere perché lei era corsa a salvarlo. Nessun’altro sano di mente lo avrebbe fatto.                                             
Hinata sobbalzò stupita da quella domanda. Come poteva rispondere ?                                                                                                    
Oh, lei lo sapeva bene. “Perché ho bisogno di te. Ho bisogno di vedere ogni giorno i tuoi occhi azzurri, il tuo sorriso allegro, il tuo viso sereno, i tuoi morbidi capelli biondi. Ho bisogno di sentire la tua voce vivace che dice il mio nome, che ride e che scherza. Ho bisogno di sentire il calore della tue mani, di un tuo abbraccio e del tuo corpo. Ho bisogno di te, Naruto. Ho bisogno del tuo amore.”           
Ma non disse nulla. Si limitò a fare una cosa che andava ugualmente ben oltre le sue aspettative: alzò alcuni ciuffi biondi che coprivano la fronte di Naruto e lì depositò un dolce bacio, mentre faceva scorrere le sue dita tra la chioma d’orata del ragazzo. Chiuse gli occhi e avvicinò il suo volto a sé.                                                                             
Avrebbe voluto rimanere così per sempre. Sperò con tutta sé stessa che i suoi sentimenti arrivassero al cuore di Naruto.                                      
Si staccò lentamente da lui, titubante e con le gote rosse per l’emozione. Naruto aveva gli occhi sbarrati dallo stupore.                           
La mora si fece prendere dal panico e cominciò a farfugliare frasi sconnesse per scusarsi, quando il ragazzo le posò un dito sulle labbra, facendola smettere.                                                                       
Naruto sorrise e bisbigliò: “Ho capito. Non ti devi scusare … mi hai fatto il regalo più bello del mondo, Hinata …”                                             
Lei arrossì ancora di più, sentiva il viso andarle in fiamme.                
Naruto sorrise e le disse che era ora per lui di andare.                                 
Si alzò lentamente e, prima di chiudersi la porta alle spalle, le chiese: “Ti dispiace se … se torno anche domani sera ?” 
                                                             *
Naruto non riusciva a pensare ad altro, se non al bacio che Hinata le aveva dato. O meglio, alle emozioni che quel semplice gesto, quasi materno, gli aveva trasmesso e gli aveva fatto provare.                           
Sentiva che Hinata provava un sentimento davvero unico, che solo sua madre aveva avuto per lui: lei lo amava, intimamente ed assolutamente, amava ogni singola parte di lui, ogni suo pregio e difetto ed ogni suo sguardo o carezza.                                                              
E lui, per un attimo, aveva provato un desiderio fortissimo per lei. Avrebbe voluto baciarla ed anche per ore, beandosi del calore di un suo abbraccio e dell’amore che Hinata provava per lui.                         
Passò distrattamente un dito sul suo labbro inferiore, immaginando trasognato quale sapore e quale calore avessero quelle inviolate labbra.                                                                                                              
Sospirò estasiato. E si sentì in colpa: lui aveva una ragazza, Shion. Non avrebbe dovuto fare certi pensieri su un'altra ragazza. Eppure li aveva fatti e gli era piaciuto. Ma lui amava Shion, il suo dolce amore … o no ? E lei ? Lei lo amava sul serio ?                                                           
Da alcuni tempi, Naruto aveva qualche dubbio sui reali sentimenti della sua ragazza. Era sempre lui a cercarla, sempre lui a riservarle parole e gesti dolci.                                                                                           
Lei lo assecondava e basta, non sembrava importarle davvero. Ma forse era lui che stava dando di matto, amava Shion dalla prima volta che l’aveva vista … com’era possibile che i suoi sentimenti fossero cambiati così all’improvviso ?


Angolo autrice (me):
So che avresi dovuto seguire la "tabella di marcia" ... ma ho ricevuto parecchie recensioni in cui mi pregavate di dirvi che Hinata non era morta e volevate il continuo.
Eccolo,spero di non avervi deluso.
Finalmente uno sviluppo positivo, lo so ... era ora ! XD
Dedico questo capitolo a NaruHina4Ever the return, per la sua pazienza nell'aver ascoltato i miei deliri da depressa, e a Beby_Be.
Ringrazio moltissimo le mie più grandi sostenitrici, ossia naruhinafra, _Shee , crazyfrog95 e(dulcis in fondo) ery98sole ! Grazie infinite !
Ora ... non mi resta che lasciarvi, al prossimo capitolooo !
La vostra Rora-chan ! <3

 
https://www.youtube.com/watch?v=AtKZKl7Bgu0

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Capitolo 8
*** One and only one ... ***


One and only one.

Naruto si svegliò di ottimo umore, sentiva che quella giornata sarebbe andata bene !                                                                                           
Il suo amico infermiere notò subito il suo cambiamento di umore e gli chiese se non fosse collegato alla ragazza che aveva incontrato l’altra sera.                                                                                                      
Naruto arrossì, imbarazzato, ma annuì sorridendo.                                
Verso mezzogiorno, arrivò sua madre, che gli aveva portato altri cambi e voleva sapere come stava il suo “bambino troppo cresciuto”. Lo trovò stranamente raggiante. Kushina sapeva benissimo che suo figlio odiava stare chiuso ed essere rimasto per più di un giorno dentro un ospedale non era il massimo per lui.                                                    
Si aspettava di trovarlo imbronciato come un marmocchio capriccioso e che la supplicasse per portarlo via. Ma era calmo, sereno e felice.                                                                                                       
Si sedette sul letto accanto a lui, con ancora gli occhi sbarrati.              
E poi glielo chiese: “Naruto … come mai sei così allegro, questa mattina ? Mi aspettavo che tu …”                                                                     
“Oh ?!- Naruto arrossì nuovamente, detestava farsi scoprire così dalla madre, soprattutto sull’ argomento “ragazze”- Non è nulla, mamma … semplicemente non vedo l’ora di uscire da qui e godermi l’aria aperta !” esclamò, stiracchiando le braccia, ancora coperte dalle bende.                                                                                                                
Ma Kushina non era per nulla convinta della scusa di suo figlio: “Cosa mi stai nascondendo, Naruto ? Lo sai che non sei bravo a mentirmi …”                                                                                                          
La rossa si avvicinò pericolosamente al ragazzo, curiosissima di sapere il motivo di tutto quel buon’umore inaspettato.
Lui cominciò a balbettare con le spalle al muro: “Io … e-ecco, mamma … io …”                                                                                                     
Non sapeva cosa fare: se avesse mentito nuovamente, lei lo avrebbe punito. Ma se le diceva la verità, sarebbe sembrato un pervertito traditore, visto che sua madre adorava Shion.                                              
Proprio in quel momento, arrivò il pranzo: ramen.  Lo sguardo di Naruto si illuminò di felicità, non poteva desiderare di meglio.                  
Si avventò sul cibo, mentre sua madre cercava di raccontargli dell’incontro con l’assalitore dai capelli rossi.                                                    
Ma il figlio non sembrava darle molta attenzione. “Ma insomma, mi vuoi ascoltare, Naruto !?” gridò Kuschina, dando un pugno sulla testa del ragazzo, ottenendo così la sua attenzione.                                   
“Ahia ! Ma mamma …” si lamentò lui, massaggiandosi il bernoccolo. “Ti stavo dicendo: si chiama Pain qualcosa, non ricordo bene il cognome … ha parlato coi poliziotti solo questa mattina, dopo un interrogatorio estenuante ieri sera.” continuò la donna, mentre il biondino mangiava felice.
Naruto, per far capire che stava attento, chiese: “Allora perché voleva Shion ?”                                                                                                
Kushina rispose subito: “Perché lei proviene da una ricca famiglia, mi sembra ovvio … non ci avevi pensato ?”                                                   
“No.” ammise schietto lui, continuando il suo pasto tranquillo.              
La madre sospirò: “Comunque … insomma, avevano cercato di rapirla, ma tu l’hai fatta scappare e hanno pensato bene di rapire te, in quanto suo ragazzo, pensando che avrebbero potuto ugualmente chiedere il riscatto per te.”                                                                           
Naruto annuì, anche se non capiva bene perché avessero scelto proprio Shion. Insomma, era vero che la sua famiglia gestiva una catena di cosmetici molto famosa, ma non pensava che lei sarebbe stata a rischio come se una vip.                                                                           
“Ti stavano pestando per bene perché tu opponevi resistenza. Finché non è arrivata quella ragazza …- il biondino alzò la testa dalla ciotola di ramen, sentendo parlare di Hinata- e non sapevano come disfarsi di lei. Avrebbero dovuto ucciderla.
Ma il signor Pain qualche-cosa, nel momento in cui doveva spararle al cuore, scelse di risparmiarla. E non solo perché ormai sentiva le sirene della polizia avvicinarsi … ma perché … beh …                                   
Lui ha detto che non aveva mai visto un amore del genere. Che sua madre era morta così, cercando di salvare suo padre.                                        
E … beh … anche se è un criminale, è pur sempre un essere umano. Ha ammirato il coraggio di quella ragazza e ha preferito mirare solo alla gamba.”                                                                                                       
Naruto abbassò la testa, sentendosi sconfitto. Non era riuscito a combinare nulla di buono. Erano stati fortunati.                                    
Hinata aveva corso un rischio enorme, tutto solo per colpa sua. Inconsapevolmente, chiuse le mani a pugno per la rabbia e la frustrazione che provava.                                                                          
Se non era capace di difendere chi amava, che razza di uomo era ? E soprattutto, chi amava tra Hinata e Shion ? Era ancora confuso, a metà, diviso.                                                                                                     
Strinse la mandibola, facendo digrignare i denti, e promise a sé stesso che non avrebbe mai più permesso a nessuno di toccare le persone a lui care.
                                                                *
Kiba e Sakura si precipitarono dentro la stanza di Hinata, preoccupati per lei e ansiosi di vederla, ma speravano che la ragazza non li cacciasse via.                                                                                                
Si chiedevano ancora perché non aveva voluto vederli prima. Non era giusto.                                                                                                           
Kiba spalancò la porta ed esclamò: “Hinataaa !”                                            
La corvina stava distesa sul letto e, appena vide i suoi amici, sorrise candidamente, salutandoli.                                                                           
Sakura si sedette vicino a lei, mentre Kiba prese la sedia e si posizionò dall’altro lato del letto.                                                                          
La rosa chiese alla corvina come mai non aveva voluto vederli prima. “Ecco … mi vergognavo a farmi vedere così debole … oggi mi sento molto meglio e …” rispose lei, timida.
Kiba prese la parola: “Ma non ti devi fare problemi con noi, Hina-chan ! Siamo i tuoi migliori amici e ti sosterremo sempre !”                 
“Grazie …” bisbigliò lei. Non sapeva bene se raccontare ai due la sua serata con Naruto. Ma, sapendo come era fatto Kiba, decise che era meglio tralasciare.                                                                                        
Sakura le disse: “Sai, Hinata, tutti a scuola sono preoccupati per te ! Non vedono l’ora che tu ritorni …”                                                                  
Lei rispose con un sorriso, le mancava la sua vita di tutti i giorni e desiderava scappare da quel posto asettico e freddo.                                
Kiba esclamò, indignato: “Io invece non vedo l’ora di pestare quel baka che ti ha messo nei casini … gli spaccherò la testa !”                   
Sakura si aggiunse a lui: “Prima dovrà passare sotto le mie torture, quel cretino non la passerà liscia !”                                                                 
“Vi prego, non c’è bisogno di fare questo. Ho deciso io di andare ad aiutarlo, senza fermarmi a riflettere, quindi … è colpa mia se mi trovo qui, non di N-naruto …”intervenne Hinata, prendendo le difese del biondino.                                                                                        
Si sentì strana mentre pronunciava il suo nome, perché il suo cuore aveva accelerato la sua corsa pensando a lui.                                                    
I due si fermarono, anche se avrebbero voluto continuare a discutere su quale fosse il miglior metodo per torturare Naruto.                 
Si chiesero come era possibile. Lei lo amava ancora, ancora. Dopo tutto quello che le aveva fatto pensare.                                                          
Sakura, in quel momento, capì che Hinata avrebbe davvero amato Naruto per il resto della sua vita. E Kiba si sentì impotente, perché non sapeva più come proteggere la sua migliore amica.                            
Era evidente che, nonostante tutto, Hinata non avrebbe mai rinunciato al suo amore, al suo sogno.                                                      
Hinata sorrise guardando in alto e disse con voce inespressiva: “Forse verrà a trovarmi anche questa sera …”
                                                          *
“Sicura di farcela, Hinata ?” le chiese Sakura, preoccupata, mentre la sorreggeva tenendole il braccio destro.                                                       
“S-sì, sta tranquilla, Sakura-chan !”rispose lei, avanzando ancora di un passo lungo il corridoio.                                                                          
Voleva riprendersi subito ed il modo migliore era allenarsi.                   
Kiba le stava dall’altro fianco, stando attento all’equilibrio precario della mora.                                                                                                    
Hinata si sentiva euforica, perché ogni passo che faceva era una grande vittoria per lei. La faceva sentire più vicina alla sua vita di prima, ai suoi compagni di classe, alle scampagnate coi suoi amici, alle gite con la famiglia e a Naruto. Soprattutto a lui.                                 
Non vedeva l’ora di fargli vedere i suoi progressi, anche se minimi.  Sakura l’aveva portata insieme a Kiba per un tratto di strada sulla sedia a rotelle, finché Hinata non le aveva detto di fermarsi, perché voleva provare a camminare. La accontentò, ricordandosi di non sforzare troppo l’amica.
Avevano lasciato la sedia a rotelle a qualche passo da loro, ma per Hinata era una grande conquista.                                                       
Passarono accanto ad una stanza aperta, illuminata dalla luce del giorno.                                                                                                                          
Il cuore di Hinata smise di battere e sgranò gli occhi. Naruto era in quella stanza, seduto sul suo letto, ancora pieno di bende.  China su di lui c’era una ragazza dai lunghi capelli bianchi. E si stavano baciando teneramente.                                                                     
Shion e Naruto si stavano baciando davanti a lei, anche se non lo sapevano. Hinata non ce la fece più e si lasciò cadere a terra, senza forze.                                                                                                                       
Kiba e Sakura la tirarono su prontamente, trasportandola di peso alla sedia a rotelle, poco distante.                                                                                   
Sakura la sgridò: “Te lo avevo detto che non dovevi sforzarti, Hinata … e … mi dispiace per quello che hai visto. Ma forse dovresti fartene una ragione.”                                                                                                      
Lo disse per il bene dell’amica. Quell’amore la stava uccidendo, pezzo per pezzo. Non poteva andare avanti così, o Hinata si sarebbe fatta ammazzare per lui.                                                                                      
Kiba sospirò e diede un colpetto sulla testa dell’amica: “Ricordati che noi ti rivogliamo indietro. Tu non appartieni a lui, ma solo a te stessa…. Che ne dici, torniamo indietro ?”                                              
La mora si limitò ad annuire, trattenendo le lacrime. Sapeva che loro parlavano coì perché non sapevano della visita che aveva ricevuto da Naruto.                                                                                                                  
Ma Hinata, ora, si sentiva più confusa che mai. Allora, Naruto non ricambiava i suoi sentimenti ?
                                                            *
Naruto sentiva che c’era qualcosa di diverso e sbagliato in quel bacio che stava dando alla sua fidanzata, che era venuta a trovarlo.  Appena si staccarono, lei lo rimproverò: “Sai di ramen, Naruto-kun …” Lui ridacchio imbarazzato.                                                                         
C’era una strana tensione nella stanza ed anche Shion la percepì, perché gli chiese: “C’è qualcosa che devi dirmi ?”                                            
Ma lui non sapeva proprio che cosa dire, nemmeno cosa pensare. Perché non capiva che cosa provava. Per la sua ragazza e per Hinata.  Si sentiva confuso, pieno di dubbi. Non era il momento adatto per far preoccupare l’albina, così rispose con il suo sorriso: “No, nulla, Shion …”                                                                                                           
Lei non ne era del tutto convinta, ma non disse nulla. E poi, era strano che Naruto l’avesse chiamata per nome.                              
Solitamente, quando erano soli e si erano appena baciati, la chiamava sempre “amore”.
                                                        *
Hinata avrebbe preferito che la notte non venisse mai. Aveva passato un bel pomeriggio, tutto sommato, con i suoi amici.                      
E aveva paura. Non sapeva se Naruto sarebbe venuto. E nemmeno sapeva più se lo voleva vedere o no.                                                                       
Si rannicchiò ancora nel letto. Si chiese perché si era innamorata proprio di lui. Tra tanti …                                                                                   
Ma sapeva che non avrebbe mai avuto una risposta. Lui era l’unico ed il solo che riusciva a farla sentire in quel modo.                                 
Felice da morirne, leggera, con il cuore che batteva a mille, pronta anche all’azione più ardita.                                                                                
E si sentiva tremendamente sbagliata ed inadatta. Perché, nonostante tutti i suoi sforzi, non era riuscita ad essere alla sua altezza. E nemmeno a proteggerlo, si era dimostrata solo un peso morto.                                                                                                             
Era naturale ed ovvio che Naruto avrebbe sempre scelto Shion: la perfetta. E mai la piccola ed inadatta Hinata, che non sapeva mai come comportarsi esattamente, che non eccelleva in nulla e di cui tutti si scordavano.                                                                                      
Affondò il viso nel cuscino ed inizio a piangere senza ritegno, era da molto che non lo faceva. Era semplicemente scesa in uno stato di apatia, adesso invece il dolore per la sua inadeguatezza e per l’amore che aveva perso, la travolsero nuovamente.                                                      
Il petto era scosso dai singhiozzi, che cercava di soffocare col cuscino, esposto alle lacrime della giovane, che scivolavano sul suo viso silenziose ed implacabili.                                                                           
Si domandò cosa le restava. Per che cosa doveva combattere ora. E soprattutto, era davvero necessario combattere ancora ?                      
Era stanca, sia fisicamente che psicologicamente. Stanca.                          
Si addormentò con le lacrime agli occhi, tenendo un pugno serrato a cercare di fermare il suo cuore sanguinante. 
                                                              *
Naruto era certo di riuscire a tornare anche quella sera nella stanza della corvina, grazie anche alla collaborazione del suo amico infermiere.                                                                                                    
Si presentò davanti alla stanza di Hinata. Si fermo, incerto sul da farsi. Bussò piano, sperando che lei non si fosse già addormentata. Ma non ebbe alcuna risposta.                                                                           
Aprì la porta. E capì che Hinata si era appena addormentata, così ci avvicinò piano al suo letto, trattenendo i gemiti di dolore per le sue ferite.                                                                                                                     
Solo quando si fu avvicinato abbastanza al letto, notò che la ragazza stava piangendo e teneva la mano a pungo tra i seni, sul cuore.               
Si chiese che cosa la rendesse così infelice. Finché non la sentì balbettare nel sonno qualcosa: “Naruto … Naruto … non lasciarmi, scusami … scusa … scusa …”                                                                      
Un’altra lacrima scese giù per la guancia della corvina. Naruto rimase paralizzato, non sapeva proprio che fare. Aveva paura.              
Se la avesse svegliata, forse avrebbe fatto male e lei lo avrebbe cacciato. Dopotutto, non la biasimava di certo.                                            
Era colpa sua se adesso era in quel maledetto letto di ospedale. Voleva assolutamente fare qualcosa per alleviare il suo dolore, qualunque cosa.                                                                                                     
Si mise in ginocchio accanto a lei, accarezzandole i capelli. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quel bel viso candido.                    
Hinata respirava affannosamente e la lacrima stava ancora scivolando sulla sua guancia. Il biondino gliela tolse delicatamente. Sentì sulle dita la morbidezza della pelle della ragazza e gli venne voglia di accarezzarla ancora e ancora, finché non si fosse calmata. Desiderava fargli sentire la sua presenza, dirle che era lì accanto a lei e che non aveva alcuna intenzione di lasciarla.                                    
Adesso toccava a lui proteggerla. E lo avrebbe fatto.                           
Sorrise vedendo che la mora si stava calmando e che inspirava a fondo, quasi volesse sentire meglio l’odore del ragazzo.                                  
Gli occhi di Naruto si posarono irrimediabilmente sulle labbra rosse e carnose della giovane, provando un impulso che non aveva mai sentito. Quei petali di rosa erano schiusi, mostrando tutta la loro bellezza.                                                                                                          
Il ragazzo dovette chiudere gli occhi per impedirsi di fare una sciocchezza. In fondo stava con Shion e non era giusto tradirla così. E Hinata stava dormendo, una parte di sé era sicuro che nessuno aveva mai posato le labbra su quelle della corvina. E ne era segretamente felice.
Perché solo allora si accorse di voler essere il primo a farlo. Il primo ed il solo.  




Angolo autrice (me):
Ed eccomi nuovamente ! Spero di essere stata chiara in questo capitolo, forse l'ho fatto troppo intricato ... ma devo ammettere che sono soddisfatta del mio lavoro !
Mi auguro che anche a voi sia piaciuto, adesso sapete perchè Pain ha lasciato (più o meno) in pace la cara Hinata !
Prossimo capitolo, chissà che accadrà ... ma penso di dover vedere come vanno le cose con Kiba e Sakura, oltre che con la nostra coppia principale.
Un abbraccio a tutti, in particolare al caro Mattia, a cui faccio tanti auguri per il futuro !
A presto !
La vostra Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 9
*** Eye of the tiger ! ***


Eye of the tiger !

Naruto era ancora scosso dalle sensazioni che aveva provato nella camera di Hinata. E ormai stava per essere dimesso.
Sua madre sarebbe venuta presto a prenderlo. Si chiese se non fosse il caso di andare a parlare un ultima volta con la corvina, almeno per sapere quando sarebbe stata dimessa lei.
Ma aveva paura. Pensava che lei lo avrebbe respinto, cacciandolo e urlandogli che era solo colpa sua se era in quella dannata stanza d’ospedale. Perché lui non l’aveva difesa. Lei sì.
Naruto si accorse che era inutile rimuginare sul passato, perché è una cosa che non si può modificare.                                                      
Quando era morto suo padre, voleva tornare indietro. Dirgli di non salire su quell’auto per andare a lavoro, come faceva ogni giorno con dedizione. Dirgli di rimanere con lui e con la mamma.                                    
Ma non si poteva fare. Se ne accorse poco dopo, era inutile sentire il rimorso per non averlo fermato o per non avergli detto che gli voleva bene. Perché, nel profondo del suo cuore, Naruto sapeva che gli ultimi pensieri di suo padre erano per lui e per sua madre.
Ora però aveva l’occasione di proteggere le persone che amava: la mamma, i suoi amici e … Hinata e Shion.
Ancora non riusciva a capire cosa effettivamente provava per le due ragazze. Voleva un bene dell’anima ad entrambe. O no ?
Forse era ora di chiedere un consiglio. E l’unica persona di cui si fidava cecamente era sua madre, Kushina.
Poco dopo, sentì bussare alla porta. “Sei pronto, tesoro ?” chiese la donna dai capelli rossi. Naruto sorrise ed annuì, alzandosi dal letto.  Era felicissimo di poter finalmente camminare e correre con le proprie gambe senza sentire alcun dolore, afferrare cose senza sentire fitte e poter uscire da quel posto.
                                                                 *
Erano saliti in auto da una decina di minuti e Kushina si era accorta che suo figlio era troppo silenzioso e pensieroso. Non lo era mai stato. C’era qualcosa che lo turbava, così gli chiese se andasse tutto bene.
Lui aspetto qualche secondo prima di rispondere: “Mamma, ho un dubbio … come si fa a capire quando uno è innamorato di una persona ? Tu … come hai fatto con papà ?”
La donna sorrise bonaria: “Ah … qualcosa non va con Shion ?”
“Non proprio …” sospirò lui, in fondo non era colpa della sua fidanzata.
“Bè vediamo … -inizio Kushina- conobbi tuo padre ad una festa del liceo. Era lì, lo notai subito, con quello sguardo pensieroso e gli occhi color del cielo – sorrise tra sé e sé- e poi, mentre stavo ballando … me lo ritrovai alle spalle, che mi sorreggeva perché stavo per cadere. Arrossii.
E mi ricordai che lo avevo già visto, tempo prima, quando avevamo sette anni. Eravamo in classe insieme. E lui mi aveva aiutato con dei bulletti che mi prendevano in giro per via dei miei capelli.
Così gli chiesi come stava, cosa faceva e come mai era tornato dopo così tanto tempo. Rimase molto sul vago.
Ad un certo punto, mi chiese di ballare e … -la donna arrossì al ricordo- successe. Il mio primo bacio lo diedi a tuo padre. E non volli nessun altro.” 
“Mmh …” mugugno il ragazzo, ancora più confuso di prima. In pratica, era stata una attrazione fatale. Istantanea.
Si ricordò dell’impulso che aveva provato la sera prima, nella camera di Hinata. Con Shion non aveva mai provato quell’istinto ancestrale che gli urlava lei è mia.L’aveva scelta e lei aveva scelto lui, dopo mesi di corteggiamento, in cui parlavano solo di cosa aveva fatto lui e degli amici che avevano in comune.
E poi lui aveva fatto il passo. L’aveva baciata il giorno prima del suo compleanno. Non c’era stato bisogno di parole, entrambi sapevano che quel momento sarebbe arrivato.
Era quasi una formalità per confermare il fatto che stavano assieme.
Ma lui non aveva provato del desiderio. Con Shion era sempre stato molto dolce e protettivo, quasi come un fratello maggiore.
Ogni tanto sentiva che lei parlava con le sue amiche di altri ragazzi, dicendo che se non fosse stata fidanzata, ci avrebbe fatto un pensierino. Lui si sentiva ferito nell’orgoglio.
Insomma, non poteva anche solo pensare di tradirlo così.
“Come mai me lo chiedi, Naruto ?” gli chiese la madre.
“Perché credo … di essermi innamorato di un’altra.” affermò deciso lui.
Kushina frenò di botto, sorpresa.
                                                                         *
“Così lui è stato dimesso …”ripeté Hinata, guardando apatica la finestra. I dottori avevano detto che per lei, invece, sarebbe servito un altro giorno di controlli.
Era solo uno, ma Hinata voleva tornare alla sua vita il prima possibile. Le mancava.
Sakura sospirò, mentre Kiba continuava a lagnarsi, perché voleva avere indietro la sua amica. La rosa lo sgridò, sferrandogli un pugno in testa.
Hinata ridacchiò a quella strana scena. Finché Sakura non le chiese come andava con Naruto. La corvina si rabbuiò: “Ecco … i-io penso che … n-non ci sia molto da f-fare …”  
L’altra si infuriò: “Mi avevi promesso che non avresti mollato ! Che avresti combattuto, per ripagare il debito che avevi con me.”
Hinata sobbalzò nel letto. Che cosa poteva fare ancora ?L’aveva perso. La rosa si calmò e disse: “Ma d’altra parte … hai a che fare con un vero demente ! – controllò il cellulare nella tasca dei pantaloni- Ora scusatemi, devo andare … ci vediamo domani, Hina-chan !”Li salutò con la mano e uscì dalla stanza.
Appena lei si fu dileguata, Hinata chiese al suo amico: “Kiba … c’è qualcosa che mi vuoi dire ? Ho notato che i rapporti tra te e Sakura sono … diversi dal solito.”
Kiba sgranò gli occhi, colto sul fatto: “Ma che dici, io …” Hinata lo guardò intensamente. Aveva sempre capito quando lui le mentiva e viceversa. Era inutile accampare scuse e nascondere cosa era successo.
Sospirò, sconsolato: “Ecco … ho tentato di far capire a Sakura quello che … hai capito, no? – lei annuì- Stavamo aspettando di poter entrare per salutarti, oggi … e le ho offerto un caffè al bar. Ci siamo seduti vicini e abbiamo parlato di scuola. Le ho chiesto se … se le andrebbe di aiutarmi a studiare biologia, lei è bravissima in quella materia…”
“E lei ?” lo incalzò la corvina.Kiba abbassò il capo sconsolato: “Ha cominciato ad elencare i giorni in cui è impegnata … con Sasuke – quasi ringhiò il suo nome- ma ha trovato un momento libero per venerdì pomeriggio …”
“Quindi tra tre giorni, giusto ?”
Lui annuì, pensieroso: “E tu che intenzioni hai con Naruto ?”Hinata rispose prontamente: “Basta. Non voglio più fermarmi ad inseguirlo. Voglio seguire la mia strada. Dimostrare a tutti che non sono una inetta. Desidero realizzare il mio sogno: diventare un medico. Combatterò per questo … a partire da domani, quando verrò portata via da qui.
Non mi lascerò più andare alla depressione. Lotterò e mostrerò anche a Naruto che posso stare senza di lui.Non dipenderò più dagli altri, ma sarò io a proteggerli !”
Kiba sorrise, compiaciuto. La sua amica aveva proprio del fegato ed esclamò: “Ben detto, Hina-chan ! Falli il culo a quei dementi ! Brava la mia tigre !”
Le scombussolò i capelli, facendola ridere. Hinata voleva rinascere, impegnandosi al massimo per realizzare i suoi sogni.D’altronde, questo insegnamento era l’ultima cosa che le restava di Naruto.
La corvina riprese a parlare: “Tu comportati bene con Sakura ! E metticela tutta, Kiba !” Lui annuì, promettendo di fare del suo meglio. Dopotutto, non voleva perdere una nuova amica.
Ma voleva rischiare, ne valeva la pena.
                                                           *
Uscito dall’ospedale, Kiba ripensò all’appuntamento che aveva con Sakura. Non era proprio ciò che desiderava, ma era un buon inizio.  Eppure aveva paura, anche solo di incontrarla per studiare.
Si vedevano spesso, era vero, ma non lo avevano mai fatto da soli.  C’era sempre qualcuno: Hinata, Sasuke oppure semplicemente erano in luoghi pubblici. Ma a casa di Sakura … era diverso.Il ragazzo era emozionato e nervoso. Fece un bel respiro per calmarsi, doveva solo non esagerare e non fare cavolate. Comportarsi normalmente, ma mandarle dei messaggi appena percettibili, giusto per farle capire che per lui lei non era solo una amica.
Doveva farcela. In più, domani era il giorno in cui Hinata sarebbe tornata a scuola. Decise di prepararle un comitato di benvenuto. Aveva tutta la domenica per meditare e magari avrebbe chiesto anche l’aiuto di Sakura e degli altri compagni di classe.
Anche loro erano ansiosi di riaverla, ormai era una specie di “leggenda” della scuola: Alice la eroina, la chiamavano così. Kiba si ricordò che quel lunedì sarebbe tornato anche il cretino biondo … e gli salì in corpo una rabbia fortissima.Era colpa di quel demente se Hinata era finita in ospedale.
Ma conosceva Naruto: era solo un ingenuo istintivo, non lo aveva certo fatto apposta. La verità era che era arrabbiato con lui perché non capiva quanto Hinata lo amasse, facendola soffrire.
Però non era colpa del biondo. Non poteva costringerlo ad amare la mora invece di Shion. Era così, punto e basta.
Si chiese se non valesse la stessa cosa per Sakura e quell’antipatico di un Uchiha.
Ma la cosa non aveva molta importanza, se non provava.
Salì sull’autobus, diretto a casa sua.
                                                                    *
“E quando avevi intenzione di dirmelo ?!” gridò incavolata Kushina, sbattendo suo figlio dentro casa e fregandosene del fatto che era appena uscito dall’ospedale. Era fatta così.
“Ahi ! Ma non lo sapevo, insomma … capisco che a te Shion piaccia, ma non serve trattarmi così !” protestò il figlio, mettendo il broncio. “Idiota ! –urlò lei, colpendolo in testa con un mattarello preso da un cassetto della cucina in cui si trovavano- A me quella ragazza non è mai piaciuta ! L’ho detto solo perché sapevo che non avrei comunque influenzato la tua scelta, tanto valeva che tu capissi da solo ! Ma ho sottovalutato la tua stupidità …"
“A chi hai dato dello stupido ?!” sbraitò lui, incavolandosi.
“A te, demente di un figlio ! –altro colpo- Non capisci che quella non ti ama e non ti ha mai amato ! Sei tu che la guardi come se fosse appena scesa dal Paradiso, cretino !”rispose lei.Scese il silenzio nella stanza.
Lui era sempre stato convinto che sua madre adorasse Shion. Non aveva capito che lo faceva per lui.
E non aveva neanche compreso che era stato cieco, non aveva capito che quello non era amore. Era solo un gioco, inscenato da entrambi inconsapevolmente. Adesso ci era arrivato.
La rossa prese una sedia e sospirò, mentre Naruto si sedette a terra a gambe incrociate.
La donna gli chiese: “Cos’hai intenzione di fare ora ?”
Naruto ci pensò su qualche minuto e poi disse sconsolato: “Dopo quello che ho combinato, non mi sorprenderei se Hinata non volesse più nemmeno guardarmi in faccia … è colpa mia se è rimasta ferita. Forse ora mi odia …”
Kushina scattò in piedi: “Non ti ho cresciuto come uno smidollato, Naruto ! Se ci tieni a lei, dimostralo. Hinata, a quanto ho capito, ha lottato per te. Fallo anche tu, tesoro !” Gli fece l’occhiolino, aiutandolo a rialzarsi. 
Si abbracciarono. Mentre Kushina accarezzava i capelli biondi del figlio, sussurrò al suo orecchio: “Non mollare, piccolo mio. Sei una tigre. Lotta per i tuoi sogni, Naruto.”
Il biondino sorrise tra le braccia della madre. Si ricordò che quella sensazione di calore e affetto non l’aveva provata solo con lei.
Ma anche con Hinata, la volta in cui l’aveva baciato sulla fronte. E prima ancora quando lo aveva protetto. Quando l’aveva abbracciato e baciato il giorno del funerale di suo padre. Quando aveva sorriso, ringraziandolo del consiglio che le aveva dato da piccoli.
In quel momento, comprese cos’era l’amore. Era lottare per le persone che si amano. Come una tigre. Nei suoi occhi si accese una scintilla di determinazione.
Voleva che Hinata provasse con lui lo stesso calore che sua madre riusciva a trasmettergli. Voleva proteggerla, abbracciarla, stringerla a sé e baciarla ogni giorno. A partire da ora.

Angolo autrice (me):
Mmh ... forse è più corto del solito. Spero vi piaccia ugualmente, visto che l'ho scritto a grande richiesta !
Questa storia sta avendo (almeno dal mio punto di vista) più successo del previsto ...
Ringrazio coloro che hanno recensito fin dall'inizio, credendo in me, e anche chi lo fa adesso, leggendo questa FF.
Spero abbiate avuto una Pasqua più bella della mia e che vi stiate godendo i restanti giorni di vacanza ...
Detto ciò, vi saluto !
Un abbraccio
La vostra Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 10
*** So what ?! ***


So what ?!

Naruto sentiva il silenzio intorno a sé, mentre correva per entrare in classe. Era in ritardo, un classico per lui.                                                 
Spalancò la porta e fissò l’orologio della classe, per poi gridare, indicandolo: “Mancano esattamente tre secondi, non sono in ritardo !”                                  
Il professor Kakashi lo guardò scettico ed alzò un sopracciglio: “Credi che questa sia una scusante, Uzumaki ? E dove sono andate a finire le buone maniere, non si augura più buon giorno ? Vatti a sedere e non farmi perdere la pazienza !”                                                      
Il ragazzo corse subito al suo posto, mentre nella classe si alzava un brusio, sia per il suo ritorno, sia per la scena comica appena avvenuta.                   
Naruto, andando al suo banco, notò delle stampelle appoggiate al muro.                                                                                                                     
Poi si fiondò sulla sedia, accanto a Shion e a Shikamaru. L’amico lo salutò, battendogli il cinque. L’albina si limitò a dire: “Ben tornato, Naruto !”                
Lui le sorrise senza dire nulla. Si voltò verso il professore e solo allora notò la ragazza dai lunghi capelli corvini, china su un libro, intenta a studiarne il contenuto.                                                                                
Sentì il cuore perdere un battito, gli era mancata più di quanto credesse. Ma allora perché non aveva il coraggio di dire a Shion che la voleva mollare e di parlare con Hinata ?                                                         
Si morsicchiò il labbro inferiore, nervoso. Adesso vedeva la corvina come la creatura più seducente del mondo e perfino il suo corpo si protendeva verso di lei. La voleva con ogni fibra del suo essere. Incominciò inconsapevolmente ad immaginarsi il loro primo bacio: passionale, rude, umido, con le mani che le accarezzavano i capelli ed i fianchi e le sue dita che tiravano ciocche dei suoi capelli biondi. Lui che ansimava nella sua bocca, lei che era rimasta senza fiato, ma continuavano a tenersi stretti.                                                                   
Il suo corpo generoso schiacciato contro il suo, in una morsa ferrea.  Le guance di Naruto si colorarono di un leggero color porpora e scosse la testa per tornare nella realtà. Ormai non sapeva più di cosa stesse parlando il prof.                                                                                
Sapeva solo che stava per impazzire, il suo corpo urlava e la sua anima strideva, in febbrile eccitazione.                                                      
Alzò la mano per chiedere di andare in bagno, doveva rinfrescarsi il viso paonazzo. Il professore, sbuffando, acconsentì.                              
Naruto si precipitò ai servizi. Davanti allo specchio, si accorse che era davvero stravolto. Possibile che, anche solo immaginarla, provocasse in lui delle reazioni così forti ?                                                            
Il primo bacio che aveva avuto con Shion era stato delicato e rispettoso, non aveva nulla di possessivo o passionale. La toccava, certo, ma più come a marcare il proprio territorio con orgoglio. Mostrava la ragazza agli amici come un trofeo e lei faceva altrettanto con lui.                                                                   
Ma con Hinata era diverso. La desiderava, in ogni aspetto. Alzo la testa verso il soffitto piastrellato bianco. Si chiese come aveva fatto a non capirlo prima. Ecco perché non aveva il coraggio di parlarle. Perché, se lei lo avesse rifiutato, per lui sarebbe stato un colpo durissimo.                                                     
Naruto si appoggiò al lavandino e il suo sguardo andò verso il basso, notando qualcosa di davvero imbarazzante. Arrossì e si maledisse, era arrivato fino a quel punto ?                                                                      
Fece un profondo respirò, cercando di calmarsi, finché non sentì dei passi avvicinarsi. Si voltò verso l’entrata e vide il suo amico Shikamaru, appoggiato alla porta, che lo guardava accigliato. Il bruno gli chiese: “Tutto bene, Naruto ?”                                                          
Lui arrossì leggermente e rispose: “S-sì … perché ?”                                
L’altro non era molto convinto della risposta e ribatté, avvicinandosi all’amico: “Mmh … non me la racconti giusta. Non ti ho mai visto così … strano. Sicuro che non sia successo qualcosa ?”                                 
Il biondo cercò di difendersi, imbarazzato dalla situazione: “M-ma no … ecco, io …” Si rese conto che sembrava una ragazzina alla sua prima cotta. E che Shikamaru avrebbe certamente scoperto tutto, tanto valeva raccontargli la sua storia. Così sospirò: “Ah … tanto non riesco a mentirti, Shika … tanto vale che ti racconti tutto, ma a ricreazione.”
                                                            *
Kiba si stava davvero stufando. Hinata non si era nemmeno accorta che la campanella della ricreazione era suonata e restava immersa nella lettura di un libro di biologia.                                                             
Così glielo prese di mano, lasciandolo a mezz’aria davanti alla ragazza, che subito protestò: “Dai, Kiba-kun … lo sai che devo studiare.”                                                                                                        
Cercò invano di riprendersi il libro, visto che il ragazzo lo alzava ogni volta sempre di più. Kiba le disse: “Dovresti prenderti almeno una pausa, Hinata … sei appena uscita dall’ospedale ! Devi riprenderti …”                                                                                            
Lei mise il broncio: “Ma io sto be …” Non riuscì a finire la frase, perché cadde sul banco, visto che stava ancora cercando di riprendersi il testo e la sua gamba non era al massimo della forma. Kiba smise subito e la aiutò gentilmente ad alzarsi, per poi farla sedere e la ammonì: “Che ti avevo detto ? Adesso basta, dai …” Hinata annuì. Ma si sentiva molto avvilita e debole, fragile come non mai. Come poteva sperare di riuscire a diventare un medico se nemmeno riusciva a tenersi in piedi ?                      
Il ragazzo ridacchiò all’improvviso: “Di questo passo, diventerai zoppa e secchiona come Dottor House !”                                                          
Lei non riuscì a trattenere un sorriso e si unì a lui, in quella risata dal sapore tragicomico.                                                                                      
Ma poi la corvina partì al contrattacco: “E tu ? Pronto per farti pestare da Sakura, ora che io sono fuori gioco ?”                                        
Kiba rise: “Ah, mi sto preparando psicologicamente a questo ! Spero che non ci vada giù troppo pesante …”                                                      
Hinata ringraziò il suo amico in cuor suo. Riusciva sempre a farla distrare e a farla ridere. Ma … le mancava qualcosa lo stesso. O meglio, qualcuno. Qualcuno biondo dal sorriso spiazzante e dagli stupendi occhi azzurri.                                                                                    
La corvina scosse la testa, cercando di togliersi dalla mente il viso sorridente di Naruto.                                                                              
Nonostante avesse deciso di lasciar perdere la sua cotta eterna per lui, non riusciva a toglierselo dalla testa. E una parte di lei, non voleva che sparisse.     
Non voleva che tutti i bei ricordi di loro insieme, i suoi sacrifici per farsi notare da lui e per proteggerlo fossero gettati nel vento.                      
In più amava ancora il biondino. E forse lo avrebbe fatto per sempre.                                                                                                             
Sospirò sconsolata. Kiba le appoggiò una mano sulla spalle e le sorrise rassicurante: “Tranquilla, ti rimetterai presto, ne sono certo. Poi ti porterò in libreria per festeggiare e a fare una lunga passeggiata in centro, io, te e Sakura !”                                                   
Lei ridacchio mettendosi una mano davanti alla bocca: “Ma non voglio mica fare il terzo incomodo !”                                                                       
Il giovane arrossì di botto, colto in fallo, ed inizio a dire frasi sconnesse per giustificarsi, facendo divertire la corvina.                         
In quel momento, Naruto entrò nella classe, seguito da Shikamaru. Aveva raccontato tutto a lui e a Sasuke, dopotutto erano due suoi grandi amici. Insieme a Kiba.                                                                       
Quando vide la corvina e Kiba ridere insieme, una morsa gli prese lo stomaco e strinse inconsapevolmente i denti. Fulminò con lo sguardo il ragazzo, ma solo per un secondo.                                                   
Poi i suoi occhi si posarono su Hinata. Rimase quasi a bocca aperta. E si sentì un verme. L’aveva fatta soffrire e per colpa sua ora doveva girare con delle stampelle. Chiuse le mani a pugno e si impose di sedersi silenziosamente al suo posto.                                                          
Alla corvina non sfuggì quella strana reazione di Naruto. Ma non sapeva come interpretarla, mentre Shikamaru sì e sghignazzava diretto verso il biondino, che ringhiò: “Che cos’hai da ridere, Nara ?”  Lui si mise le mani sulla pancia e ribatté: “Ahaha sei uno spasso, Naru !”                                                       
“Zitto !” lo rimproverò lui, mentre un leggero rossore per l’imbarazzo fece capolino sulle sue guance. Sperò con tutto il cuore che Hinata non lo avesse notato.Una vocina nella sua testa gli stava mettendo degli strani sospetti. E se la corvina avesse già trovato un rimpiazzo ? Un rimpiazzo dai capelli bruni e dalle sembianze canine, di nome Kiba ?                            
Una rabbia feroce mai provata prima per l’amico gli attraversò le vene. Non voleva che qualcuno gli portasse via Hinata.                                    
Si rese conto solo allora dei suoi pensieri inusuali sulla ragazza. Da quando la considerava sua e da quando la voleva solo per sé, accanto a lui ? Forse era geloso di Kiba ?                                                          
La verità lo colpì come un fulmine a ciel sereno. Era geloso. Di Kiba. E voleva Hinata per sé, non sopportava di vederla mentre si divertiva con un altro.In quel momento entrò Shion, mettendosi al suo fianco e lasciandogli un affettuoso bacino sulla guancia.                                             
A quel contatto, il giovane si riprese e sorrise alla ragazza.
                                                        *
“Non posso crederci, Naruto !” lo schernì Shikamaru, mentre stavano tornando insieme a casa.                                                             
Il biondo aveva una espressione imbronciata, la mani in tasca e un leggero rossore imporporava le sue gote. Mugugnò qualcosa in sua difesa e si chiese perché aveva deciso di dire all’amico che era geloso di Kiba.                                                                                                     
Shikamaru smise lentamente di ridere e disse placidamente: “Bè la soluzione è facile …”                                                                                
“Sarebbe ?” chiese l’altro, alzando un sopracciglio scettico, dato che lui non vedeva alcuna ovvia soluzione.                                                    
“Parlane con Kiba. Siete amici. E non sa che a te Hinata piace … non avrebbe alcun motivo di mentirti.” rispose lui, sospirando.Naruto ci meditò su un attimo. In teoria poteva funzionare, ma c’era il rischio che Kiba capisse cosa provava per la corvina.  E visto il casino che aveva combinato di recente, poteva anche darsi che avrebbe iniziato a mettergli i bastoni fra le ruote.                                    
Anche se Naruto non aveva davvero un piano. Non sapeva proprio che fare, così domandò consiglio al suo amico geniale Shikamaru. Lui ridacchiò: “Non sono proprio un esperto in queste cose, sono troppo impegnative per me … ma potresti iniziare con piccole attenzioni. E mollando quella gallina di Shion …”L’altro ragazzo si bloccò di botto, stupito dall’affermazione dell’amico ed esclamò: “Che cosa ?! Tu pensi davvero questo di Shion ?”Shikamaru fece spallucce e continuò: “Certo. L’ho sempre pensato. Non te l’ho mai detto perché tu eri così innamorato di lei … lo avresti scoperto, prima o poi. E infatti è successo.”   
Il biondino non considerava la sua ragazza una gallina. In fondo aveva passato dei bei momenti insieme a lei, si erano divertiti e avevano un legame. Ma non era il tipo di legame che dovrebbe esserci tra fidanzati. Non lo era mai stato.                                              
Naruto sorrise tra sé e sé. Decise che era il momento di cambiare. Magari Hinata lo avrebbe respinto, decidendo di stare con Kiba, che non l’aveva mai tradita né ferita. Oppure avrebbe fatto piangere Shion, perdendo anche lei.                                                                               
Ma voleva rischiare. Qualcosa in lui si era svegliato e vibrava, fremendo e aspettando impaziente il momento in cui le dolci labbra della corvina avrebbero incontrato le sue. Un velo di rossore fece capolino sul viso del giovane, che abbassò lo sguardo ed esclamò: “Voglio rischiare il tutto per tutto. Tu sei con me, amico mio ?”                  
Il bruno sorrise ed annuì. 
                                                             *
Era davanti alla casa di Sakura. Il giorno era arrivato e aspettava che la giovane gli aprisse la porta.                                                                          
Non era mai stato tanto nervoso, specialmente per una ragazza. Gli sembrava strano ed assurdo, non capiva perché si stesse agitando così tanto. Ma continuava a torturarsi le dita nell’attesa.
Dopo poco, la ragazza dai corti capelli rosa gli aprì. Kiba rimase per un attimo spiazzato. Non aveva mai visto Sakura così acqua e sapone, ma d’altronde era a casa sua. E lui non era il suo ragazzo, quello per cui lei si faceva sempre bella, truccandosi ed indossando abiti provocanti.Lei lo salutò allegra, facendolo accomodare. Kiba rispose in una specie di bisbiglio. Si sentiva in soggezione.                                            
La casa della ragazza era davvero grande e da ricchi, con vasi di porcellana cinese e teiere inglesi dipinte a mano. Sulle pareti si facevano ammirare dei quadri d’arte moderna, che il giovane detestava.                                                                                                               
Dal soffitto pendeva un enorme lampadario di cristallo, come quelli dei film. Una scala a chiocciola in legno d’acero portava ai piani di sopra e Sakura gli chiese gentilmente di togliere le scarpe.Kiba obbedì, ancora abbagliato dallo sfarzo di quel luogo. Si sentì davvero un pezzente. Come poteva sperare di chiedere ad una ragazza ricca, bellissima ed anche violenta di dargli una possibilità ? Senza contare il fatto che lei era cotta di Sasuke. Sospirò, seguendola come un cagnolino verso la camera di lei.                                  
La stanza da letto della rosa era lunga più che ampia, dalle pareti color pesca e con un bel letto a baldacchino dalle morbide coperte candide. Kiba arrossì automaticamente, pensando a come doveva essere carina la padrona di casa mentre dormiva la notte nel suo letto, coi capelli scompigliati sul cuscino.Nel lato più corto della camera c’era una scrivania in ciliegio, con due sedie e con sopra un computer all’ultimo grido. Le mensole erano colme di libri di ogni genere, peluche e foto della ragazza e la sua famiglia.                                                                                                           
“Ah, i miei genitori torneranno tra un oretta … sono ancora a lavoro. Ma sono certa che dopo vorranno conoscerti.” Disse lei, prendendo la giacca del ragazzo e appoggiandola all’alto appendiabiti della camera.                                                                                                               
A Kiba per poco non mancò il fiato: non aveva pensato che avrebbe dovuto avere a che fare con i suoi genitori. Né che sarebbero stati da soli per un ora nella camera di lei.                                                                    
Con un respiro profondo riprese la calma e si impose di non fare cose avventate.                                                                                                      
Si sedette accanto a lei sull’altra sedia e cominciarono a studiare per la ricerca sull’apparato digerente.                                                                    
Lui non era molto interessato all’argomento, mentre Sakura adorava scoprire sempre cose nuove. Ogni tanto, se Kiba non capiva qualcosa, lei glielo spiegava. Finché il ragazzo non si perdeva nel colore verde dei suoi occhi e smetteva di dare ascolto alle sue parole, pur prestando attenzione al suono della sua voce.Lei si indispettì e sbraito: “Ma insomma Kiba, mi vuoi stare ad ascoltare !” Il giovane si riscosse dai suoi pensieri e si scuso, prima di ricevere un enorme tomo di anatomia in fronte.                                     
La ragazza sbuffò spazientita. Kiba, per salvare la situazione, disse che era stanco e che avrebbe gradito una pausa. Lei allora acconsentì: “Ok. Vado a prendere qualcosa da bere da sotto … tu aspettami pure qui. Torno tra un attimo.”                                                   
Si alzò e chiuse la porta alle sue spalle. Kiba si lasciò cadere sulla sedia, osservando il candido soffitto.                                                          
Poi decise di alzarsi e non resistette alla tentazione di guardare le foto di lei da piccola: in una era con il costumino rosa a pois bianchi al mare e doveva avere 5 anni, in un'altra stava abbracciando i suoi genitori e aveva 10 anni ed in un'altra ancora era appena una neonata pelata dalle guance paffute e rosee.Sorrise alla vista di quella creatura così indifesa e pura, anche se Sakura era decisamente cambiata da allora, e non solo fisicamente.    Sentì dei passi venire dalle scale e vide la ragazza con in mano un vassoio con due bicchieri di acqua frizzante. Gli sorrise e si avvicinò a lui. Ma inciampò nello zerbino rosa sotto al letto.
Kiba si fiondò per cercare di salvarla, fregandosene dei bicchieri, che caddero rovinosamente sulle mattonelle perlacee.                              
Il ragazzo era atterrato sulla rosa per impedirle di cadere e l’aveva praticamente schiacciata contro il pavimento. Kiba si alzò lentamente, pronto a ricevere la sua punizione.Ma quando vide l’espressione disorientata di Sakura si intenerì. I suoi occhi finirono irrimediabilmente sulle labbra della rosa, desiderandole in modo viscerale.E la baciò, seguendo il suo istinto. Quando assaporò la bocca di lei sulla sua, si sentì appena atterrato nel paradiso e mugugno felice.
                                                            *
Naruto decise che quel pomeriggio avrebbe parlato con Shion. Anche se forse la sua ragazza sospettava già qualcosa, visto lo strano cambiamento del biondino nei suoi confronti.                                          
Ma lui voleva fare le cose per bene e non l’avrebbe mai mollata con un messaggino, come gli aveva consigliato quello stronzo di Sasuke. Per fortuna che il moro e Sakura erano una coppia affiatata e solida. Aspettava al parco, davanti ad una fontana di acqua limpida zampillante. Si rese conto che mancava poco a Dicembre e che ormai l’autunno era finito.                                                                                         
Presto ci sarebbe stato il compleanno di Hinata. E lui voleva farle una sorpresa speciale, ormai aveva deciso. L’unica variabile che lo preoccupava era Kiba. Senza contare che avrebbe anche potuto farsi prendere dal panico e scappare.                                                               
Ripensò a quando la corvina era arrivata in suo soccorso, con quell’abito da festa di Halloween e quella scintilla di determinazione negli occhi. Lei non aveva avuto paura di difenderlo, a costo della sua vita. E lui non poteva essere da meno.                                         
Finalmente l’albina arrivò, salutandolo con la mano. Naruto la fece sedere su una panchina lì vicino, immersi nel verde e nell’arancione delle foglie secce ormai cadute. Le raccontò tutto, fin dall’inizio.  Senza freni inibitori, d’altronde lui non ne aveva mai avuti. Shion lo ascoltò senza interromperlo, fino alla fine. “Per questo penso che … che sia meglio se .. bè …” tentò di concludere lui, ma la ragazza aveva intuito dove voleva andare a parare e disse: “Certo.  Capisco, Naruto. Dopotutto, neanche io credo di amarti davvero. Ma è stato bello finché è durato. Ti auguro di essere felice con lei. Oh e non preoccuparti … non ne farò parola con nessuno.”                                                                                                 
Shion sorrise, alzandosi dalla panchina. Naruto sorrise e le chiese: “Cioccolata ?” D’altronde potevano restare amici.                                
Mentre passeggiavano diretti al bar, il biondino domandò: “Senti, Shion … te la sentiresti di farmi un favore ?”


Angolo autrice (me):
In occasione della festa della mamma e visto che mi sento uno schifo, ho deciso di farvi questo "regalino" ... sappiate che, stranamente, sto già scrivendo il prossimo capitolo, che sarà ricco di colpi di scena che non vi aspettate ... almeno credo XD
Detto ciò, mi auguro che vi sia piaciuto e che non sia troppo breve, non riesco mai a capire se la lunghezza va bene *il cervello ormai è fuso, dopo 4 ore di studio intenso di italiano*
Vi ringrazio per aver letto e ... al prossimo emozionante capitolo ! Bye !
XOXOX
La vostra Rora-chan, bisognosa di coccole ! XD

   

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Capitolo 11
*** Will you still love me ? ***


Will you still love me ?



Sakura lo scostò immediatamente, sorpresa e sconcertata dallo strano comportamento dell’amico. Si ritrasse di alcuni passi e gli mollo un calcio in faccia, facendolo atterrare all’indietro.                                        
Poi si mise ad urlare scandalizzata: “Ma che diamine ti è preso, Kiba ?! Sei forse impazzito ?! Come ti è venuto in mente ?!”                     
Prese un cuscino e inizio a colpirlo ripetutamente, mentre il ragazzo cercava di parlare: “Io … ahio ! Sakura, mi dispiace … basta ! Ma insomma mi vuoi ascoltare ?!”Lei bloccò il cuscino a mezz’aria, pronta a difendersi in caso di necessità, e lo guardò fulminandolo.                                                          
Kiba cercò il coraggio di parlare e, dopo un respiro profondo, inizio: “Mi dispiace. Non ho pensato, ho agito di impulso e te ne chiedo scusa. Il fatto è che … credo di … - arrossì e distolse lo sguardo dalla ragazza, troppo imbarazzato dalla situazione - di essermi… i-innamorato di te.”                                                                                                   
Lo aveva detto. Non ci poteva credere. Alla fine si era confessato. Si diede del cretino. Così avrebbe anche rovinato la loro amicizia e le avrebbe sentite da Hinata.               
Si diede dello scemo, mentre si alzava piano per andarsene, scusandosi ancora: “Penso sia meglio che io tolga il disturbo …”            
Ma la voce di Sakura lo fermò: “Sul serio, Kiba ? Sul serio … pensi di esserti innamorato di me ?”                                                                           
Senza voltarsi, lui annuì, ingoiando saliva. Adesso lo avrebbe ucciso, ne era certo.                                                                                                     
Poi lei sbuffò ed esclamò: “Certo che … ah … lo sai che io amo Sasuke. Mi dispiace, Kiba … ti considero solo un caro amico, non potremmo rimanere tali ?”       
Si morse il labbro inferiore, indeciso su cosa fare. Non sapeva se avrebbe resistito, con quello sbruffone che le ronzava sempre intorno. Pensò ad Hinata.                            
La  sua situazione era molto simile a quella della corvina, anche se la seconda era ben peggiore, visto che Shion e Naruto erano in classe insieme. E se lei poteva sopportare quei due tutti i giorni, lui non poteva certo essere da meno. 
Non voleva recare altro dispiacere alla amica e non voleva perdere neanche Sakura, così sospirò rassegnato: “Solo se non dici nulla ad Hinata. Non voglio che lo venga a sapere. Fai finta che non sia successo niente, per favore …”                                                                                 
Lei gli sorrise: “Ok … finiamo il nostro lavoro e mettiamoci una pietra sopra !”                                                                                                  
Kiba allora capì perché adorava Sakura: era forte, intraprendente e sicura di sé. Quella ragazza lo affascinava, sembrava sapesse sempre cosa fare. Mentre lui agiva sempre in modo impulsivo, senza pensarci troppo oppure non agiva per niente quando avrebbe dovuto.                                                                                                           
Si domandò se fosse giusto rimanere amici. Ma infondo avevano solo 18 anni e tutta una vita davanti: un giorno avrebbe trovato la ragazza dei suoi sogni, ne era certo. L’avrebbe riconosciuta subito, come i principi nelle fiabe. Uno  sguardo e l’incantesimo più comune e magnifico del mondo sarebbe successo.
                                                         *
Hinata era intenta a studiare, come al solito. Sembrava non si fermasse mai.                                                                                                       
Kiba fece segno a Sakura di stare zitta, la situazione del giorno prima era stata troppo imbarazzante. Ma almeno non aveva fatto figuracce con i gentilissimi genitori della rosa.Naruto era pronto ad attaccare, col suo piano ingegnoso. Prima di chiedere a Kiba qualche suggerimento, voleva verificare che per lui ci fosse una speranza. Per questo lui e Shion non avevano detto a nessuno che si erano lasciati.                                                                    
Decise di fare una prova durante l’interrogazione che la corvina aveva quel giorno, con il professore di storia, Iruka.                                     
La corvina fece un profondo respiro per controllare l’ansia e si mise a sedere al posto dell’insegnante, davanti a tutta la classe.                  
Ma dopo l’iniziale imbarazzo, andò avanti sicura di sé. L’unica cosa che la turbava era quello sguardo intenso fisso su di lei: due frammenti celesti di cielo la fissavano insistentemente, facendola arrossire. Hinata si sentì braccata, perché nonostante il fatto che il biondino stesse con la sua ragazza a coccolarsi anche in quel momento, lui la guardava e lei non poteva fare a meno di sentirsi avvampare. Eppure aveva deciso di troncare quel suo desiderio impossibile, quel sogno ormai troppo lontano per essere realizzato.  Sospirò, dicendosi che aveva bisogno di ancora più tempo, e tentò in tutti i modi di evitare di guardare nella zona in cui era Naruto, anche se ogni tanto i loro sguardi si incrociavano ancora, provocando scintille e facendo arrossire la ragazza. Il biondino sorrise compiaciuto dalla sua reazione.                                                     
Allora non lo odiava. Si sentì sollevato e ringrazio Shion per l’aiuto che gli stava dando.                                                                                    
Forse aveva ancora qualche possibilità con lei, nonostante quello che era successo la sera di Halloween. Sperò che tutto andasse per il meglio.
                                                               *
Sakura quel pomeriggio chiamò Hinata per invitarla al cinema: “Dai, saremo io, te, Sasuke-kun e suo fratello maggiore Itachi ! Ci divertiremo ed il film sembra bellissimo !”     
Sakura voleva andare a vedere un film chiamato “La leggenda dei ninja della Foglia, parte 3”, visto che era un film che Sasuke poteva sopportare e che la rosa adorava follemente, era innamorata persa del co-protagonista, che assomigliava per colore dei capelli e degli occhi al suo fidanzato.                                                                               
La corvina in quel periodo non era proprio dell’umore adatto per andare a divertirsi. Pensava ancora agli occhi di Naruto puntati su di lei, che la studiavano, con una sorta di malizia celata.   Tentennava, ma la rosa riuscì ancora una volta a convincerla.             
Così, dopo alcune ore, Hinata era arrivata puntuale per il film. Mentre Sakura ed i ragazzi ancora non erano arrivati. La mora allora la chiamò sul cellulare e l’amica spiegò che avevano perso l’autobus e che ora avrebbero preso il taxi.                                                     
Poi chiuse frettolosamente. Hinata sospirò e decise che, nel mentre, sarebbe andata a prendere i biglietti.                                                        
Accanto alla biglietteria, c’era un giovane sui venti anni dai lunghi capelli neri raccolti in una coda. Non badò molto a lui e prese i biglietti per lo spettacolo.                                                                
Quando si allontanò, il ragazzo le si avvicinò: aveva uno sguardo familiare, un viso più scavato che stonava con la sua giovane età ed un sorriso tenero. Le domandò: “Sei l’amica di Sasuke e Sakura ?” Hinata sobbalzò sorpresa e solo allora si ricordò che il fratello di Sasuke sarebbe venuto con la sua auto: “Oh, devi essere Itachi. Piacere, sono Hinata Hyuga.” 
Le rispose sorridendo ed iniziarono a discutere del film fino all’arrivo dei due fidanzatini.Si misero seduti sulle poltroncine scarlatte: Sasuke,Itachi, Hinata ed infine Sakura.        
Il film era come Hinata se lo aspettava: ricco di azione, sentimenti fraterni ed un pizzico di romanticismo. C’era un personaggio che le ricordava sé stessa, una ragazza dai lunghi capelli scuri che era innamorata perdutamente del protagonista. Ma il ninja aveva una cotta per la sua migliore amica.
A metà film, la corvina decise di andare a prendere qualcosa da mangiare insieme a Sasuke. Mentre tentava di arrivare al fondo della fila di poltrone rosse, inciampò e ,per non cadere, mise una mano sul ginocchio di Itachi.                                                                            
Si scusò immediatamente, dispiaciuta per l’accaduto, ma al moro sembrava che quel gesto non fosse stato poi tanto sgradito.
                                                           *
“Mi daresti il numero di Hinata, fratellino ?” chiese Itachi al minore degli Uchiha, mentre stavano tornando a casa.                                      
Avevano appena lasciato Hinata e Sakura a casa della corvina, ma Itachi non riusciva a dimenticare quel dolce tocco che la mora gli aveva concesso, anche se per sbaglio. Gli piaceva, lo incuriosiva quell’aspetto dolce e quel suo temperamento mite e timido.                 
Sasuke alzò un sopracciglio, solitamente il fratello non gli chiedeva mai il numero di telefono di ragazze appena conosciute o cose del genere e la cosa gli puzzava.                                                                              
“Perché mai, Itachi ?” gli chiese sospettoso. Lui fece spallucce e disse serenamente: “Credo che potrebbe diventare la mia nuova fidanzata.”                                        
Il minore sgranò gli occhi, incredulo. Non pensava che Itachi fosse il tipo che si innamora a prima vista, non era mai successo prima. Ma a quanto pare, Hinata aveva un fascino che il fratello aveva colto. Sasuke sospirò: “Se proprio ci tieni … ma non mettermi in mezzo, Sakura mi ucciderebbe.”                                                                                   
L’altro fece un gran sorriso ed esclamò contento: “Grazie, fratellino ! Sei sempre il migliore.”
                                                            *
Il pomeriggio seguente, Hinata trovò un messaggio sul suo cellulare. Lo aprì curiosa: “Ciao Hinata … sono Itachi, ti ricordi ? Il tuo numero me lo ha dato il mio fratellino Sasuke, ma tu non dire nulla a Sakura … lo pesterebbe a sangue. Come stai ?”                                     
Da quel giorno, Itachi le scrisse tutti i giorni, alla stessa ora. Non mancava mai e, dopo due settimane, per Hinata divenne quasi una abitudine.                                             
Lui le parlava di tutto, o quasi. Ogni tanto nominava una qualche ex ragazza che gli aveva spezzato il cuore, ma poi cambiava subito argomento.
La mora lo trovava interessante, spiritoso e premuroso. Anche carino, certo. Si chiese se non fosse il caso di stare al gioco, almeno avrebbe provato a vedere se qualcuno riusciva a toglierle dalla testa Naruto.
Finché una sera, finalmente le chiese di uscire per andare al cinema, a vedere un film che ad entrambi sembrava interessante.                 
Parlava di un uomo che non era in grado di staccarsi dal passato e che voleva ricominciare una nuova vita: “The right life”.                       
Lei rispose ingenuamente che avrebbe provveduto lei a chiamare Sakura e magari ad invitare qualcun altro. Per fortuna, Itachi la corresse subito, facendole intendere che era un appuntamento. Hinata acconsentì, leggermente lusingata ed imbarazzata. Da una parte era contenta, non aveva mai avuto un appuntamento prima di allora e questo per lei significava che era attraente.
Ma dall’altra si sentiva terribilmente in colpa: non era innamorata di Itachi. Per nulla. Non sentiva tutta quella elettricità e quell’eccitazione che provava con un certo biondino.     
Con Itachi era più come parlare ad un amico con cui hai alcuni interessi in comune. Un po’ come con Kiba, solo senza la telepatia e una intera infanzia passata assieme.
Decise comunque di provarci, dopotutto lo aveva visto solo una volta. Magari la seconda sarebbe stata meglio, chissà.
Avvisò subito Sakura, chiamandola.“Coooosssa !?!?!- esclamò la rosa dall’altra parte della cornetta, appena Hinata le ebbe raccontato l’accaduto- Itachi ti ha chiesto di uscire ? Oh Hinataaa ! Sono così felice per te, lui sì che è un gran figo ed un gentiluomo ! Naru- … cioè, ce ne sono pochi come lui. Sono certa che sareste una bellissima coppia !” 
La mora disse: “Non ne sono sicura, insomma … lo conosco appena e non so se mi piace …”                                                                                         
Ma Sakura non ammise repliche: “Ma che dici, Itachi è fantastico ! Vedrai, appena vi conoscerete meglio, scatterà la scintilla !”                 
Hinata non ne era molto sicura, ma si fidò del parere dell’amica. D’altronde lei conosceva Itachi da molto più tempo.                                 
Sakura ad un certo punto chiese: “Ma … chi ha dato il tuo numero di telefono ad Itachi ?”                                                                                         
La corvina ebbe un attimo di smarrimento, non sapeva proprio come rispondere: “Emh … non ne ho idea, non me lo ha detto …” Ma Sakura aveva già intuito la verità: “Ah Sasuke ! Quante volte glielo devo ripetere ? Non deve mettersi a fare il cupido … ah ! Ma non importa, visto che si tratta di Itachi !”                                                   
La rosa adorava davvero il fratello del suo fidanzato. Più di quanto adorasse Sasuke, a sentirla parlare. Hinata si chiese se non fosse meglio per Sakura mettersi lei stessa con il maggiore degli Uchiha. Ma poi comprese che all’amore non si comanda. E Sakura amava più di ogni altra cosa il suo Sasuke. Lo stesso valeva per lui, anche se non lo dava a vedere.
Hinata però aveva intuito quanto tenesse alla rosa. Lo vedeva negli sguardi con cui la guardava quando credeva di non esser visto o dal modo in cui la teneva per mano, arrossendo imbarazzato. Sembravano ancora una fresca coppietta e allo stesso tempo una coppia già sposata, da come litigavano e discutevano animatamente. Sakura riprese a parlare dell’imminente appuntamento di Itachi con la corvina, che sarebbe stato quel sabato sera: “ Allora, verrò a casa tua per le sei, così avremo il tempo per decidere il vestito appropriato, truccarti e farti bella, magari con una acconciatura che faccia risaltare i tuoi occhi … ok ?”                                                           
Hinata non capiva bene come potesse una acconciatura far risaltare il colore dei suoi occhi, ma annuì: “Ok … a sabato.”
                                                          *
La campanella della ricreazione suonò. Hinata però rimase al suo posto, aspettando che Kiba la raggiungesse.                                                
Era preoccupata della reazione che avrebbe avuto il suo amico alla notizia del suo primo appuntamento. Perché sapeva che Kiba detestava visceralmente Sasuke e forse avrebbe avuto da ridire se la sua migliore amica fosse uscita con il fratello del suo acerrimo nemico.                                                                                                                       
Il bruno aveva già intuito che qualcosa non andava: Hinata giocherellava nervosa con le dita, segno che aveva qualcosa di urgente da dirgli. E quel giorno non aveva approfittato di ogni singolo minuto per studiare per medicina. 
Si avvicinò cauto alla corvina: “Tutto bene, Hina-chan ? Ti vedo un po’ … strana. – lei abbassò lo sguardo, colta in fallo – Mi devi forse dire qualcosa ?” aggiunse, alzando un sopracciglio.                                   
Hinata inizio a balbettare: “Ehm … e-ecco i-io … s-sab-bato … e-esco co-con …”                                                                                                       
“Con ?” la spronò lui. Nel mentre, Naruto aveva ascoltato la conversazione dalla finestra, mentre faceva finta di stare a sentire Shikamaru che parlava di matematica.
La frase appena balbettata dalla corvina lo mise subito in allarme. Hinata finì tutto d’un fiato: “ConItachiilfratellodiSasuke …”                     
Kiba la guardò confuso, scuotendo la testa, e poi le chiese di ripetere più lentamente. Naruto ormai non voleva più perdersi una sola parola. Ma ancora non aveva capito con chi sarebbe uscita Hinata. La ragazza fece un profondo respiro e scandì meglio: “C-con … Itachi … il fratello di Sasuke-kun …”Naruto sgranò gli occhi incredulo e un moto di rabbia lo investì, così si fiondò fuori dalla classe a cercare Sasuke.                                               
Kiba rimase di sasso. Non muoveva un muscolo, tanto che la mora se ne preoccupò, finché il ragazzo non disse uno sconcertato: “Ah … sul … sul serio ?”Lei si limitò ad annuire.
                                                                     *
“TEMEEE !!” urlò incavolato nero Naruto, appena avvistò il minore degli Uchiha.                                                                                                         
Il moro si girò a guadarlo, con il suo solito viso apatico. Il biondo invece corse come un toro pronto ad attaccare e lo afferò per la maglietta nera: “MALEDETTO, IO TI AMMAZZZZOOO ! E VOGLIO ANCHE CASTRARE QUEL BASTARDO DI TUO FRATELLO ! GIURO CHE TI PICCHIO FINO A RENDERTI IRRICONOSCIBILE ANCHE A TUA MADREEE !”                                                                                                      
Sasuke alzò un sopracciglio, leggermente confuso dal comportamento dell’amico: “Si può sapere di che parli, dobe ?!” L’altro digrignò i denti e rispose: “PARLO DI…” Si bloccò, sentendo una mano sulla spalla e la voce di Shikamaru dirgli: “Naruto … non mi pare il caso …”                                                     
Solo in quel momento il biondo si rese conto che tutti, in quel corridoio, li stavano osservando, aspettandosi una rissa coi fiocchi. Ma aveva ragione Shikamaru: aveva bisogno di risposte. Pestarlo a sangue, anche se lo avrebbe soddisfatto pienamente, non lo avrebbe portato a capire come mai Itachi aveva chiesto ad Hinata di uscire. Imprecò a bassa voce e disse al moro: “Vieni, ti devo parlare …” 
Si diressero tutti e tre fuori, Sasuke con le mani in tasca e Naruto che ribolliva di rabbia e teneva le mani serrate a pugno. Shikamaru sbuffò per la situazione che, a suo parere, era a dir poco una seccatura.                                                                                               
Arrivarono in un luogo appartato del giardino della scuola e Naruto riprese a parlare, ma con un volume più moderato: “Si può sapere che intenzioni ha tuo fratello con Hinata ? Perché non mi hai detto nulla, cazzo !”                                                                                               
Sasuke rispose atono: “Perché avrei dovuto ? Mica Itachi se l’è portata a letto ! E anche se fosse, tu non sei il suo ragazzo e non hai alcun diritto di interferire con la vita amorosa di Hinata: ti ricordo che, ufficialmente, tu stai ancora con Shion. Hinata può vedere tutti i ragazzi che vuole.”                                                                                    
Come al solito, il moro aveva ragione. Naruto ringhiò frustrato dalla situazione. Ma poi gli venne un lampo di genio e chiese con tono mellifluo all’amico: “Sasuke … visto che io e te siamo amici da tanto tempo … mi faresti il favore di chieder a tuo fratello, quando sarà tornato, com’è andata ? Ti pregooo …”                                                               
“No.” Rispose secco l’Uchiha, come era il suo solito. Ma il biondino non mollò. Lo tartassò fino alla fine della ricreazione, quando il moro sospirò un accondiscendente sì.


Angolo autrice (me):
Inutile, non riesco a fermarmi ... questa storia mi piace troppo, sta venendo proprio bene ! *orgogliosa*
Allora, chi di voi chiromanti si aspettava questa svolta ? Hinata lascerà da parte il biondo a favore dello oscuro ma dolce Itachi ?
A quanto pare, i miei piani malvagi stanno andando a gonfie vele ... se non fosse che Naruto è davvero difficile da smuovere !
Riuscirà finalmente a combinare qualcosa ?
Ringrazio tutti coloro che leggono e seguono ancora questa storia creata da non si sa bene dove e chi recensisce, adoro le recensioni che mi mandate ! :3
Un abbraccio a tutti e (spero) al prossimo stupefacente capitolo ! * non ti allargare ...* XD
La vostra gasata Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 12
*** Once upon a dream ... ! ***


Once upon a dream ... !

Hinata era arrivata puntuale al cinema, mezz’ora prima dell’inizio del film. Si era vestita carina, grazie all’aiuto di Sakura, e aveva un leggero trucco. La parte che la rosa aveva cercato di evidenziare di più erano le labbra di Hinata: un bel lucidalabbra le faceva sembrare più voluminose e dava un tocco di luccichio. 
Il vestito era un abito da sera nero con una ampia gonna: Hinata lo aveva respinto, dopotutto andavano solo al cinema. Così Sakura l’aveva accontentata: blue jeans e una camicetta lilla con una bella scollatura a V. A coprirla aveva un cappotto bianco e una sciarpa di lana blu.
Finalmente la corvina vide Itachi, che era vestito con una maglietta a maniche lunghe nera, una giacca in pelle dello stesso colore e un paio di jeans anche lui.
Hinata notò l’unico difetto fisico, almeno per i suoi gusti, dell’Uchiha: la folta chioma scura, legata in una coda. I capelli del ragazzo le sembrarono decisamente più lunghi dei suoi.Lui la salutò con un sorriso e un ampio gesto della mano, mentre lei rispose timidamente. 
Itachi salì su per le scale che portavano all’ingresso del cinema e le disse: “Che carina che sei, Hinata-chan !” Lei arrossì, non era abituata ai complimenti, soprattutto da parte dei ragazzi: “Anche tu, I-Itachi-kun …”
Ma poi gli occhi del moro andarono sulla sciarpa che indossava lei e si fecero pensierosi: “Sai … quella sciarpa è simile a quella di un'altra persona che conosco … ma ce ne sono tante così, no ?” Hinata ridacchiò nervosa: “Sì, certo … ti … t-ti va di e-entrare ?”
Lui sorrise annuì, aprendole galantemente la porta. Lei entrò e si mise in coda per i biglietti. 
Ognuno pagò il proprio biglietto e questo fece innervosire un po’ la ragazza. Era il loro primo appuntamento e lui non si comportava come avrebbe dovuto. In più era stata lei a fare i biglietti, mentre Itachi era andato a vedere un attimo il negozio di videogames lì accanto.Sospirò rassegnata, forse lui non aveva tutto l’interesse che aveva dimostrato al cellulare. Si sedettero su un divanetto nella sala d'aspetto ed Itachi iniziò a parlarle di economia, visto che faceva il secondo anno di economia.
Hinata lo guardava e cercava di seguire, ma il ragazzo usava troppi termini tecnici e non capiva nulla di quello che diceva.
Pensava che avrebbero parlato di cose normali, come quando si scrivevano, ma lui era su tutto un altro pianeta. Lei lo assecondò, gentile come sempre, ma Itachi aveva capito e le chiese: “Fammi indovinare … non hai capito nulla di quello che ho detto, vero ?” Hinata rivelò a bassa voce: “A dire il vero no …” 
“Non importa …” disse pacato Itachi, per nulla sorpreso o rattristato, invitandola poi ad andare in sala.
Avevano comprato una sola confezione di pop corn e la corvina sperava che qualcosa Itachi avrebbe fatto. Di certo non avrebbe fatto lei la prima volta, l’esperienza con Na … le era più che bastata. Si ricordò di non pensare al biondino, in fondo era con Itachi ad un appuntamento al cinema, anche se sembravano più due amici che si ritrovavano dopo un periodo di vacanza.
Il film iniziò.
La storia non dispiaceva per niente ad Hinata, che un po’ si immedesimava nel protagonista: d’altronde avevano deciso entrambi di cambiare per amore. Già. Amore. Hinata non riuscì a fare a meno di pensare a Naruto e desiderò ardentemente che ci fosse stato lui al posto di Itachi, ma sapeva che non era possibile.
Si rese conto che era stata davvero sciocca. Lei voleva ancora solo e unicamente Naruto. Non avrebbe potuto mai accettare nessun altro, il suo cuore apparteneva a lui.
Decise che, il giorno dopo, lo avrebbe comunicato ad Itachi. Per ora voleva solo godersi il film, visto che il moro non sembrava intenzionato a baciarla o cose di questo genere. Prese una manciata di pop corn e si godette il film, immergendosi nella storia.   
                                                                 *
“Ahaha fantastico, mi è piaciuto proprio ! Il miglior film della mia vita !” esclamò Itachi appena furono usciti dalla sala.
Hinata sorrise: “Addirittura ! Ma come fai a dirlo ?”
Continuarono a commentare le scene del film che più li avevano entusiasmati. Ma Hinata dovette constatare che Itachi non aveva nemmeno provato a sfiorarla con un dito.Si disse che forse era per rispetto e non per disinteresse. Tanto, i pop corn erano finiti.
Usciti, ritornarono ai divanetti di prima ed Hinata chiamò suo padre per farsi venire a prendere. Stranamente, il papà della ragazza non era per nulla contrario a questo possibile “fidanzamento”, ma riteneva che ci fosse qualcosa che non andava nel moro.
Mentre parlava al telefono, schiacciò accidentalmente il piede di Itachi . Iniziò a scusarsi subito: “M-mi dispiace t-tanto, Itachi-kun ! N-non volevo, t-ti ho f-fatto male ?"
Il ragazzo scosse la testa e la rassicurò con un sorriso: “No, tranquilla.”
Decisero di uscire dal cinema per prendere una boccata d’aria. Il cielo era limpido e stellato, la luna però non si vedeva.
Dopo poco tempo, arrivò il padre di Hinata ed i due si salutarono. Come se fossero stati solo amici. 
La corvina sospirò, entrando in auto. “Com’è andata ?” gli chiese il padre.
Lei raccontò sommariamente ciò che era accaduto, ossia quasi nulla, durante il quieto viaggio verso casa.
Le venne il dubbio che forse avrebbe dovuto aspettare di conoscere meglio l’Uchiha, prima di respingerlo. Dopotutto nessuno l’aveva mai corteggiata prima e sprecare l’occasione per una sua fissazione, le sembrò ingiusto.Ma poi si ricordò dell’impellente desiderio che aveva provato prima: voleva accanto a sé Naruto.
                                                                     *
Naruto non ce la faceva più di aspettare, girava ormai da mezz’ora su e giù per camera sua, aspettando la chiamata di Sasuke.Lo aveva già chiamato tre volte ed il teme gli aveva detto di non scocciare, perché Itachi non era ancora tornato.
Si domandò a che ora aveva intenzione di tornare il maggiore degli Uchiha, finché finalmente non sentì la suoneria del cellulare. Si fiondò verso il telefono e sentì la voce di Sasuke, piatta ed inespressiva: “Ohi dobe ! Itachi è appena tornato …”
Naruto non lo lasciò andare avanti: “E allora, cosa è successo ? L’ha baciata ? L’ha toccata ? L’ha abbracciata ? Gli ha chiesto di mettersi insieme a lui, insomma, che è successo, Sas’ke ?!?!”
“Calmati, idiota ! Fammi parlare …” disse l’altro. Seguì un momento di silenzio, mentre Naruto era ancora in trepidazione, preoccupato come non mai. Finalmente Sasuke parlò: “Niente.” Il biondo rimase un attimo spiazzato e poi si mise ad urlare: “CHE CAZZO SIGNIFCA “NIENTE” ? TEMEEE, SE MI NASCONDI QUALCOSA, TI AMMAZZZZOOO !”
“Calmati. Non è successo assolutamente nulla tra Itachi ed Hinata. Il massimo del contatto fisico è stato quando lei gli ha pestato accidentalmente un piede …” chiarì l’Uchiha.Naruto si calmò, sedendosi sul letto: “Ah … ma … Itachi ha intenzione di chiederle di uscire ancora ?”
Sasuke rispose netto: “No. Lui … è ancora innamorato della sua ex. Credeva che Hinata lo avrebbe aiutato a dimenticarla, ma non ha funzionato.”L’Uzumaki gioì in cuor suo e sospirò: “Grazie, Sasuke … ti devo un favore …” 
“Come sempre.” Sasuke era il solito bastardo, ovviamente.Si salutarono e riattaccarono. Naruto si fiondò sul letto a pancia in su, guardando il soffitto.
Sospirò ancora, rendendosi conto che si era cacciato in una situazione davvero incasinata.
Poi la sua mente si chiese: cos’avrei fatto io se fossi uscito al cinema con Hinata ?
Sorrise, immaginandosela vestita tutta carina solo per lui. L’avrebbe accompagnata gentilmente a prendere i biglietti, le avrebbe offerto dei pop corn da dividere e le loro mani si sarebbero sfiorate casualmente.
Lei sarebbe arrossita al contatto e lui avrebbe sorriso, imbarazzato. E alla fine del film, a luci spente, l’avrebbe baciata a fior di labbra. Immaginò la sensazione di quei dolci petali scarlatti a contatto con la sua bocca, sfiorandosi le labbra con l’indice.Allora lei sarebbe arrossita ancora di più e sarebbe certamente svenuta. Lui avrebbe dovuto cercare di farla riprendere.
E poi, prima di andare via, le avrebbe dato un altro bacio: prima sulla guancia, per vedere la sua reazione, e poi sarebbe sceso sulle labbra. Lei avrebbe ricambiato, diventando tutta rossa e calda in volto.
L’immaginazione di Naruto tornò con i piedi per terra non appena si ricordò di un particolare: l’indomani Hinata sarebbe stata certamente scaricata da Itachi.
Da una parte, ne era felice. Ma era anche terribilmente preoccupato per lei, magari la corvina ci teneva alla relazione col maggiore degli Uchiha. E poteva anche darsi che si fosse innamorata di lui ora.  Con un balzo, si alzò dal letto. Iniziò a morsicchiarsi il labbro inferiore, nervoso per la situazione.
Si chiese se Hinata lo amasse ancora o meno. Magari non lo amava più, dopo l’uscita con Itachi.
A questo pensiero, sentì una fitta al cuore. Sperò con tutto sé stesso che non fosse così.
Non voleva perderla, ora che aveva finalmente capito cos’era il vero amore. Non avrebbe mai potuto lasciarla andare. Ma voleva vederla sempre felice. Decise che era il momento di agire e se ne fregò altamente dell’ora.
Recuperò il cellulare e compose il numero di Kiba, doveva assolutamente parlare con l’unica persona che conosceva i sentimenti di Hinata. Avrebbe trovato qualche stratagemma per far uscire fuori l’argomento senza destare sospetti, anche se ancora non sapeva bene come.
Attese, finché non sentì il ragazzo rispondere: “Ehi, Naruto. Tutto bene ? Non mi chiami mai a quest’ora della sera …"
Il panico prese il sopravvento ed il biondino tentò di parlare: “Ah, sì … è vero. No, sto bene … è solo che … mi chiedevo da un po’ di tempo una c-cosa ..”
Fece una pausa, decidendo di dirlo tutto d’un fiato: “Tu ed Hinata state per caso insieme ? Oppure lei ti piace o il contrario ? Sai, passate un sacco di tempo insieme e mi chiedevo …”
“Naruto… - lo interruppe brusco lui- da quando ti interessa se mi piace una ragazza ? Tra l’altro, io ed  Hinata … siamo solo amici, da sempre. E perché ti sei fatto questa domanda alle undici di sera di sabato !?”
Le guance di Naruto divennero porpora: ora aveva solo due opzioni. O svuotava il sacco con Kiba, pregando di non essere minacciato di morte da quest’ultimo, oppure trovava una fantastica scusa per quel gesto così impulsivo. “Ehm … ecco … no, è che … -iniziò a dire, quando un lampo di genio lo folgorò- sì, Sasuke mi ha raccontato poco fa che Itachi ed Hinata sono usciti insieme stasera. E mi chiedevo cosa ne pensassi, magari la cosa feriva i tuoi sentimenti …” Kiba sbuffò: “No, stai tranquillo, anche se gli Uchiha non mi piacciono molto … - storse il naso al pensiero di Sasuke – Ma se Hinata si trova bene con lui, perché no. Sono un suo amico, non il suo ragazzo. Anche se non credo che Hinata …” si fermò prima di dire troppo, aveva oltrepassato il limite. Pregò che quel dobe non ci facesse caso.
Ma Naruto gli chiese: “Hinata cosa ?”Il bruno cercò di inventarsi qualcosa sul momento: “Bè, ecco … non credo che sia il suo tipo, non l’ho vista molto convinta della cosa. Credo che Itachi non le piaccia davvero.”
L’Uzumaki sgranò gli occhi ed esclamò istintivamente, davvero sollevato: “Ah meno male !”Kiba alzò le sopracciglia, sorpreso: “Perché meno male ?”
“Ah, no … niente. E che … non posso dirtelo, ci vediamo domani a scuola. Lo verrai certamente a sapere.” lo liquidò il biondo, spegnendo il cellulare prima che l’altro potesse replicare.Naruto finalmente poteva fare sogni tranquilli.  
                                                          *
Hinata si chiuse la porta di camera sua alle spalle e, dopo un estenuante interrogatorio di Sakura sulla serata, si infilò il pigiama. Si sentiva estremamente triste, anche se non capiva bene il perché. Finché non notò una foto di classe dell’anno scorso, dove lei e Naruto erano vicini. Hinata aveva le guance in fiamme ed il ragazzo sorrideva felice. La mora non riuscì a trattenere un sorriso intenerita.
Poi scoppiò a piangere, soffocando i singhiozzi nel proprio cuscino. Si chiese perché fosse condannata ad amare un ragazzo che mai avrebbe potuto ricambiare i suoi sentimenti e perché non fosse capace di dimenticarlo.
Il peggio era che non sapeva proprio cosa fare, voleva sfogarsi con qualcuno. Tirò su col naso e chiamò Kiba: “Ehi, Hinata ! Stai bene, perché piangi ?” le chiese premuroso lui.
La ragazza si asciugò le guance con la manica: “Io … Kiba … avevo bisogno di parlare con qualcuno, mi fa tanto male il petto e …”Non riuscì a terminare la frase. Il bruno cercò di calmarla e di capire la situazione: “Ma … Itachi ti ha fatto del male ? Perché se è così vado ad ammazzarlo, quel cretino di un Uchiha !”
Ma Hinata scosse la testa: “No no … lui è stato molto gentile, non mi ha nemmeno sfiorata … ma … - fece un respiro profondo per riuscire a dirlo- mi manca Naruto ! Non riesco a dimenticarlo !”
Ricominciò a piangere, inconsolabile, mentre Kiba cercava di tirarle su il morale.“Hinata, ti prego … non fare così. Sei una ragazza fantastica, devi avere più fiducia in te stessa. Vedrai che un giorno, arriverà anche per te il ragazzo giusto. Il principe azzurro a cavallo del bianco destriero, l’uomo dei tuoi sogni, che ti amerà come meriti. Devi solo aspettare e avere fiducia in te, amica mia.” disse Kiba.La corvina annuì con la testa, stropicciandosi gli occhi arrossati.
Il suo amico aveva ragione. Doveva ancora credere nel proprio sogno, anche se forse non sarebbe riuscita a condividerlo con Naruto. Magari, un giorno, anche non troppo lontano, avrebbe incontrato il principe dei suoi sogni.Riattaccò, augurando buona notte al ragazzo. Kiba rispose e, una volta spento il cellulare, si chiese come mai tutti, quella sera, avevano voglia di parlare con lui al telefono. Fece spallucce e si addormentò. 
                                                            *
Il loro abbraccio era caldo, non aveva mai provato nulla di più piacevole. Sembrava che si stessero aggrappando l’uno all’altro, con una nota di disperazione. Iniziarono lentamente a baciarsi, sentendo la passione ed il desiderio crescere sempre di più in entrambi. Ansimavano e si stringevano ancora di più.
"Hinata ... Hinata ..."riusciva a dire solo questo, mentre continuava a baciare la sua metà, affamato come non mai di lei. Le accarezzò le labbra con la lingua, assaporandole, per poi entrare dentro.  Hinata sussultò, sorpresa dal gesto del ragazzo.                                       
Ma poi inizio a ricambiare, con grande piacere dell'altro, che cominciò a toccarla ovunque, beandosi della morbidezza di quel corpo così gentile, tirandola poi ancora di più a sé per i fianchi. Stava per perdere il controllo, la desiderava come una droga ed il suo corpo stava per cedere. Ancora un po'e sarebbe impazzito, ma non voleva assolutamente saperne di lasciarla.
Si stacco solo per riprendere fiato e per dirle che la amava, in una roca dichiarazione. Lei annuì, dandogli un tenero bacio sulla guancia. Poi ripresero la loro danza di labbra, lingue, saliva e mani.
La ragazza gli tirava i capelli biondi, mentre lui si beava del soffice tepore del suo corpo tra le sue braccia.

Naruto sentì la sveglia del mattino suonare, insistente. Le diede una manata che la fece cadere rovinosamente a terra ed imprecò, infuriato. Aveva appena fatto il sogno più bello della sua vita. E avrebbe voluto che fosse reale.Diede un pugno alle lenzuola, frustrato. 

 




Angolo autrice (me):
Finalmente, dopo lotte interminabili contro il PC e maledizioni interiori verso di esso, sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo ! Evviva ... ci sono riuscita.
Detto ciò, almeno per un po', sarò più presente, dato che ieri ho ultimato i miei esami con l'orale ed ora, se vedessi un libro scolastico, il mio unico desiderio verso di esso sarebbe quello di bruciarlo, stile Roy Mustang XD
Detto ciò, mi auguro di aver reso bene la figura di Itachi e di non averlo reso troppo un "mollaccione" ... perchè non lo è assolutamente, semplicemente non c'era la scintilla tra i due. Perchè noi sappiamo che Hinata deve stare SOLO con Naruto v.v
*minaccia Kishimoto-sensei*
Dopo questo ciarlare inutilmente, vi lascio a recensire ... (sì ... perchè voi lo farete, vero ?) *occhioni da cucciolo*
Un abbraccio a tutti voi e grazie per aver letto !
La vostra Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 13
*** As long as you love me ... ***


As long as you love me ...

Hinata sbriciò, non avrebbe dovuto farlo. Incrociò lo sguardo azzurro di Naruto e per poco non le mancò il respiro.
Sentì il cuore sobbalzare e si girò velocemente, rivolgendo nuovamente l’attenzione al professore. Ma non ci riusciva, pensava ancora a quei frammenti di cielo che l’avevano guardata, facendola arrossire. Quei due occhi chiari erano capaci di scatenare delle fiamme incontrollabili dentro di lei.
E Hinata si rese conto che non sarebbe mai riuscita a domare quell’incendio così doloroso eppure altrettanto piacevole.
Perché Naruto era come l’ossigeno per lei: amava ancora ogni minima cosa di lui e la odiava allo stesso tempo perché non le era più possibile nemmeno sperare di sfiorarlo.Intanto, Naruto fissava come incantato la lunga chioma scura di Hinata. Avrebbe voluto accarezzarla. Si ricordò del suo sogno.  Forse era il caso di smetterla di nascondersi, non era da lui. In più aveva ormai capito che la Hyuga stava impazzendo di dolore a causa sua quasi quanto lui, se non di più. 
Serrò le mani a pugno e si chiese quanto ancora avrebbe dovuto attendere per averla fra le sue braccia. L’attesa non era cosa per lui, odiava aspettare.
                                                           *
Naruto guardò il calendario di casa sua, accigliato. Non poteva crederci.
Era già il 19 Dicembre ! Tra pochi giorni ci sarebbero state le vacanze di Natale ed il 27 il compleanno di Hinata. Si diede una manata in fronte, come aveva fatto a non accorgersene !
In preda al panico, visto che non aveva ancora ideato un piano e sapeva che non ci sarebbe mai riuscito, chiamò l’unica persona che avrebbe potuto aiutarlo, anche se a malincuore: Shikamaru.
Il ragazzo sbuffò seccato: “Uff, che cosa c’è Naruto ?”
Lui rispose: “Oh Shika ! Ho bisogno di un consiglio !”
“Ma davvero … ?” commentò sarcastico il bruno, alzando un sopracciglio. “Su che cosa esattamente ?”
“Bè … tra poco è  Natale e mi chiedevo … non so … che cosa dovrei fare con Hinata ?” chiese timido il biondino, grattandosi la nuca. Nara sospirò esasperato, gli sembrava di avere a che fare con un bambino: “Naruto … non siete fidanzati. Non state insieme. Caso mai potreste vedervi alla festa di Capodanno della classe, ma a Natale stai con la tua famiglia. E deciditi a dire a tutti che hai mollato la gallina slavata, smettila di fare il coniglio !”
Il biondo si sentì colto in fallo e annuì: “Hai ragione, Shika !”
“Come al solito …” ribatté l’altro, abituato a quelle situazioni, in cui Naruto gli faceva delle domande sceme con risposte ovvie.
Poi l’Uzumaki si illuminò e domando, con un sorrisetto malizioso: “E tu ? Non hai in programma nulla con … Temari ?”
Sghignazzo compiaciuto, notando che il geniaccio della classe era rimasto ammutolito, forse era anche arrossito. 
Shikamaru sbottò seccato: “Ma … non sono affari tuoi ! Comunque, niente di speciale … Temari ha insistito per venire a passare la cena di Natale a casa mia, invitando anche la sua famiglia … che seccatura ! Dovrò trattare anche coi suoi due fratelli, loro mi detestano …”Naruto ridacchiò per la buffa situazione dell’amico, che si infuriò un po’, mantenendo però un minimo di contegno. Dopotutto, anche arrabbiarsi era una seccatura. 
Il biondino gli chiese curioso: “E che le hai preso ? Dai, Shika, dimmelo !”
“Va bene, impiccione !- rispose seccato il Nara, arrossendo leggermente- Le ho preso … un ciondolino. A forma di cuore, sì … - aggiunse, notando che Naruto aveva già iniziato a ridere- Così non si lamenterà più che non siamo ufficialmente fidanzati …"
“Ahaha !- irruppe il biondo, non riuscendo a trattenersi- Bravo il mio Shikamaru, finalmente ti dai da fare ! Ci vediamo lunedì, allora !”Riattaccarono. Naruto sorrise ancora, divertito. Finalmente Shikamaru faceva sul serio. Forse era il momento di tentare il tutto per tutto anche per lui. Decise di dire a Shion che erano ufficialmente single, ora. Dopo averla ringraziata, ovviamente.
Poi ripenso alla storia del Natale. Gli sarebbe piaciuto passarlo con Hinata, sotto la soffice neve che cadeva lentamente, scambiandosi un dolce bacio caldo al sapore di cioccolata. Sorrise, chiedendosi da quando era diventato un tale romanticone.
                                                           *
Hinata fissò il cellulare, leggermente confusa. Poi inoltrò il messaggio che le era appena arrivato a Sakura, con scritto sotto: “Da Itachi …”La rosa, dopo cinque minuti, la chiamò, preoccupatissima: “Hinata, mi dispiace davvero ! Come stai ? Tutto bene ? Spero che Itachi non ti abbia ferita, mi dispiace e …”
La corvina la rassicurò: “Ma no, tranquilla … sapevo benissimo che sarebbe andata a finire così. Anche se non mi piace molto il fatto che lui abbia giocato con me, come ha scritto. Ma d’altra parte … forse anche io ho giocato con lui. Volevamo entrambi dimenticare qualcuno che amiamo….” 
Sakura allora le fece una domanda, titubante: “Ma … non hai ancora rinunciato a Naruto, vero ?”
Hinata sobbalzò. Non sapeva bene che rispondere: “Beh … io … Credo che Shion lo renda felice, anche se mi è parso di vedere che tra loro ci sia qualche attrito, ultimamente. Ma io non sarò mai perfetta come lei, quindi … va bene così. Mi passerà, con o senza Itachi. Stai tranquilla.” Le fece un sorriso speranzoso, anche se non poteva vederla. Ma Sakura sapeva che per la mora la situazione era piuttosto dura. La ammirava per il suo coraggio e la sua voglia di combattere ancora, ma allo stesso tempo aveva paura che tutte quelle botte potessero spezzare anche una ragazza di titanio come lei. Infondo aveva un cuore.
Si chiese se avrebbe potuto resistere ancora, magari le vacanze di Natale e la festa che la rosa stava organizzando in onore del compleanno di Hinata l’avrebbero risollevata.
Sakura si ripromise di organizzare la festa migliore di tutti i tempi per la sua amica corvina ! Nulla glielo avrebbe impedito, doveva essere tutto perfetto. Se lo meritava.
                                                        *
“Ciao, Kiba !” disse Naruto, salutando allegramente l’amico. Si erano dati appuntamento al parco, solo loro due.
Il biondino aveva finalmente deciso di parlargli: d’altronde era il migliore amico di Hinata e lei ci teneva moltissimo a lui ed al suo parere, lo sapeva bene.Quindi prima o poi, se l’idea che lui e la corvina potessero stare insieme gli andava di traverso, lo avrebbe pestato a sangue ugualmente.
Si misero a chiacchierare su una panchina, all’ombra di un albero, del più e del meno. Finché Naruto non fece un bel respiro e cominciò: “Senti, Kiba … devo dirti una cosa … spero che questo non metta a rischio la nostra amicizia … -Kiba rimase un attimo accigliato, aveva notato già da prima che l’amico aveva un’aria strana, ma lo lasciò continuare- Vedi … ecco … non so bene come dirtelo, spero solo che non ti faccia arrabbiare ciò che sto per dire … io …”
Il biondino si sentì davvero frustrato, non riusciva proprio a dirlo. Figuriamoci davanti ad Hinata che figuraccia avrebbe fatto ! A quel pensiero, si diede un pugno sulla coscia ed esclamò d’un fiato: “Mi sono innamorato di Hinata !”
Arrossì leggermente e guardò preoccupato la reazione del bruno, che tardava ad arrivare. Kiba era in una specie di stato confusionale, non credeva alle proprie orecchie. Possibile che …? Davvero Naruto aveva appena detto di essere innamorato della sua migliore amica, dopo tutti gli anni in cui l’aveva vista soffrire per il suo amore non ricambiato per quel baka ?
Non riusciva a crederci e pensò subito a qualche tiro mancino architettato da qualcun altro, come quello stronzo di Sasuke, visto che Naruto non era il tipo di persona che fa certe cose così meschine.
Così sbottò sospettoso: “Ma … non è che ti ha detto quel bastardo di Uchiha di venirmelo a dire ? Non ti facevo così meschino, Naruto !” Il biondino alzò un sopracciglio e disse: “Perché Sasuke avrebbe dovuto spingermi a dirtelo ? E poi … oh … se è perché sei anche tu innamorato di lei … allora …” Fece all’amico uno sguardo deciso e disse: “Hinata merita solo il meglio. Se sceglierà te, mi farò da parte. Ma … se … preferisse me … dovrai farti da parte tu !” 
Kiba fece un verso strano e molto acuto: “Chee ?! Ma di che cavolo parli, baka ! Io non sono innamorato di Hinata, te l’ho già detto ! Pensavo solo che tu avessi scoperto che …” Si bloccò in tempo. E si mise una mano davanti alla bocca, pensando che era davvero nella merda ora. Cosa poteva inventarsi ? Naruto gli chiese: “Cosa ? Che cosa avrei potuto scoprire ?”Il bruno iniziò a guardarsi intorno, cercando una scusa: “Umh che … ecco … che … che io ho baciato Sakura !”
Non sapeva nemmeno lui perché l’aveva detto, ma ebbe l’effetto sperato: distrarre Naruto. Infatti il biondo sgranò gli occhi ed esclamò sorpreso: “COOOSAA ?! Hai baciato Sakura-chan ?!- poi iniziò a ridacchiare – Sasuke ti ammazzerà di botte quando lo verrà a sapere, mi sorprende che Sakura non ti abbia mandato all’altro mondo !”
Kiba sospirò: “Infatti … non lo ha fatto solo per non rovinare la nostra amicizia … mi chiedo che diavolo ci trovi in quel bastardo di Sasuke … e tu non ti azzardare a dire nulla, ci tengo alla mia vita !”L’altro ricominciò a sghignazzare, troppo divertito dalla situazione: “Prometto che non dirò nulla al teme ! Ma … penso che Sakura sia l’unica, oltre a me, a vedere il lato tenero di Sasuke. Fa tanto il duro ed il tenebroso, ma è molto fragile, dipende tantissimo dai suoi amici e soffre spesso in silenzio per la morte dei suoi genitori. Io lo capisco …”
Gli occhi luminosi di Naruto si velarono di una scura tristezza, al ricordo della perdita del padre. Era successo lo stesso anno della morte di entrambi i genitori di Sasuke, in un incidente aereo.  C’erano state parecchie vittime, ma la maggior parte dei passeggeri erano solo feriti, compresi i piloti. I genitori di Sasuke erano stati portati in ospedale d’urgenza, ma, dopo aver combattuto per una notte intera, non erano riusciti a sopravvivere.
Itachi aveva preso in affidamento il fratellino, anche se era appena un diciottenne. Per fortuna, la loro era una ricca famiglia, e nessuno dei due fratelli orfani era stato costretto a lavorare.
Ma Sasuke, da allora, era anche peggiorato: già di suo non era una persona molto comunicativa, ma dopo la perdita dei suoi si era ancora di più chiuso in sé stesso. L’unico a cui parlava, anche se a monosillabi o di rado, era Naruto. Il suo migliore amico e l’unico che poteva capire, almeno in parte, il suo dolore insanabile.Andava a scuola solo perché ci era costretto, Itachi lo mandava fuori dalla porta a calci. Lo faceva per il suo bene, pensava che così avrebbe potuto sbloccarsi. Ma per lungo tempo ciò non accadde.
Poi, nella sua vita, era entrata Sakura. Lei aveva sempre avuto un debole per il moro e questo si era trasformato, col tempo, in amore. Inizialmente Sasuke la respingeva, aveva troppa paura ed era troppo orgoglioso per abbassarsi ad accettare l’aiuto di una ragazza.
Ma la rosa era davvero insistente e caparbia. Lentamente riuscì a fare breccia nel cuore del moro, aprendosi un varco con piccoli gesti premurosi sempre più frequenti.
Finché un giorno, Sasuke la abbracciò di getto, scoppiando a piangere tra le sue braccia. La strinse forte, pensando che adesso, dopo quello che aveva fatto, lei lo avrebbe abbandonato.Ma Sakura non lo fece: prese ad accarezzargli i capelli, cercando di calmarlo. Lui alzò gli occhi arrossati, incrociando i verdi di lei. E la baciò, senza pensarci. Ormai quella ragazza era parte essenziale della sua vita ed era diventata di più di una semplice amica: era il suo sostegno, la sua luce tra le tenebre.
Lei rispose al bacio. Rimasero abbracciati a lungo. Dopo poco, si misero ufficialmente insieme. Sasuke lo fece solo perché sapeva che Sakura ci teneva e voleva farla felice. Ma non lo ammise mai. Eppure Naruto riusciva benissimo a leggere i pensieri del minore degli Uchiha, era come un libro aperto per lui.
Kiba non insistette oltre e, per cambiare argomento, lo invitò a prendere un caffè al bar. E poi un ramen, sotto richiesta del biondo.Dopo aver cenato, Naruto sospirò soddisfatto: “Che mangiata ! Adoro il ramen !”
Gongolò felice ,per poi chiedere all’altro: “Ehi Kiba … mi dai la tua benedizione ? Sai … ci tengo davvero ad Hinata e … vorrei che tu, visto che sei anche suo amico, fossi d’accordo …” Il bruno fece una faccia pensierosa, poi sorrise: “Solo se mi prometti di trattarla bene, altrimenti io e Sakura verremo ad ammazzarti, sappilo !”
L’Uzumaki fece una faccia spaventata, pensando ad una Sakura furente che lo picchiava a sangue: “Non preoccuparti ! Tratterò Hina-chan con il massimo del riguardo ! Anche perché … ci tengo davvero a lei e … non voglio farla soffrire.”
Abbassò lo sguardo, arrossendo appena.
Il bruno sorrise e gli mise un braccio sulle spalle: “Finché a lei andrà bene e ti amerà, anche a me andrà bene .. e anche a Sakura.”
Naruto fece un sorrisone favoloso: “Grazie, Kiba ! Spero solo che anche lei provi i miei stessi sentimenti …”
L’altro fece spallucce: “Chi lo sa … forse sì … o forse no…”
Il biondo fece un sorriso sornione e domandò: “Kiba … non è che tu sai se Hinata è interessata a me … ?” Lui sgranò gli occhi, ora era davvero nella merda. E non sapeva che rispondere. Mentirgli o no ? Se gli avesse detto la verità, i due si sarebbero messi insieme immediatamente, senza intoppi. E Naruto avrebbe mollato immediatamente Shion. Hinata sarebbe stata contenta … ma avrebbe mancato al suo giuramento di non dire niente al biondo. Ci pensò su e poi decise: d’altronde era il migliore amico di Hinata e doveva pensare al bene dell’amica.
Così alzò un sopracciglio: “Vuoi davvero che ti dica la verità ?"
Naruto annuì convinto, voleva assolutamente sapere cosa Hinata pensava di lui, anche se rischiava una grande delusione.Kiba sospirò e sorrise: “Perché non lo chiedi direttamente a lei ? Cos’è, hai paura ?”
Il biondo fece una smorfia indignata, odiava quando qualcuno gli dava del fifone: “Certo che no ! Vedrai, Kiba … parlerò presto con Hinata ! E da domani … sarò ufficialmente single !”Fece un occhiolino all’amico, che propose un brindisi ai single.
                                                    *
Hinata, quel giorno a scuola, non riusciva a concentrarsi. C’era un brusio di sottofondo davvero fastidioso e lei odiava sentire rumore mentre leggeva. E poi, sentiva ripetutamente quel nome, che ancora riusciva a farle balzare il cuore nel petto.
Così alzò gli occhi dal libro e si ritrovò davanti un Kiba ghignante, dall’aria compiaciuta, che le disse placidamente: “Penso che tu lo debba sapere, anche se non ti interessa più … Shion ha mollato Naruto.” 
La corvina sobbalzò sulla sedia, con gli occhi sgranati per la sorpresa. Non se lo aspettava. Il bruno se ne tornò al suo posto con un sorrisetto strano, di chi la sa lunga.
Ma Hinata non se ne accorse, era troppo sconvolta dalla notizia. Non sapeva cosa pensare. Che ci fosse ancora speranza per lei ?
Poi le venne in mente che Naruto poteva aver preso male la cosa, magari era anche triste. Al pensiero, si alzò istintivamente dalla sedia, reprimendo una smorfia di dolore per via della gamba.
E lo vide, proprio in quel momento, mentre entrava in classe, in ritardo come al solito. Hinata si perse irrimediabilmente nei suoi occhi, cercando furiosamente un qualche segno di tristezza.
Il biondo si accorse di avere lo sguardo della ragazza addosso e notò che era parecchio preoccupata per lui. Allora le sorrise teneramente, salutandola con un ampio gesto della mano. 
La mora arrossì e accennò anche lei un saluto con il capo. Sentiva il cuore pompare come non faceva da tempo e si rese conto che non aveva mai smesso di amarlo nemmeno per un istante.

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Capitolo 14
*** Enchanted to meet you ... ***


Enchanted to meet you ...


Le vacanze di Natale erano passate tranquille. Naruto le aveva passate con sua madre e due amici di famiglia, Jiraya e Tsunade. Quest’ultima parlò a Naruto della sua nuova allieva, Hinata. Inizialmente il biondo rimase sorpreso, non si aspettava che la corvina avesse le doti per fare box insieme alla nonna Tsunade e a quel demone di Sakura, ma invece riusciva a tenere testa ad entrambe. Sorrise.
Sakura invitò Itachi e Sasuke a passare il Natale a casa sua con la sua famiglia. Il minore degli Uchiha fece il superiore come sempre, mentre Itachi cercava di entrare in sintonia con i genitori della rosa. Poi Sakura prese per il braccio Sasuke, trascinandolo di peso all’entrata di camera sua, per poi bloccarsi all’ingresso.La ragazza fece un sorrisone, mentre Sasuke la guardava confuso. Fece per andarsene, ma lei lo trattenne per un braccio. Gli indicò l’alto con la mano libera. Il moro alzò lo sguardò : del vischio era appeso allo stipite della porta. Arrossì leggermente e poi sbuffò con aria svogliata, distogliendo lo sguardo dalla ragazza.
Sakura sorrise e gli lasciò un bacio sulla guancia. Allora lui la prese per il polso libero, tirandola più a sé, per poi coinvolgerla in un bacio appassionato e dolce.
Hinata aveva passato le feste con tutta la famiglia, incluso suo cugino Neji, che ancora le diceva di stare lontana da quel biondo che non la meritava e che era solo un buono a nulla. La corvina non diede troppo peso alle parole del cugino, sapeva che lo faceva per il suo bene. Scartò i regali: un kimono nuovo dalla sua famiglia, lungo e nero, decorato con dolci fiori lilla e delle stelle cadenti; un paio di guantoni da box neri da parte di Sakura; un libro da Kiba ed infine un cappello di lana bianco da Neji e sua madre.
                                                              *
“Allora, per la tua festa di compleanno, pensavo di fare una cosa moderna, tipo –“ prima che Sakura potesse continuare, Hinata la bloccò, affermando decisa: “Per Natale, mio padre mi ha regalato un kimono. Mi piacerebbe metterlo per quella sera …”
La rosa ci pensò su: “Mmh … geniale, Hinata ! Faremo una festa in stile giapponese, ho già in mente un sacco di idee fantastiche !”  Iniziò a gongolare, snocciolando proposte alla corvina, che la ascoltava paziente, intervenendo solo se necessario. Ormai Sakura era partita e non c’era verso di fermarla, lei lo sapeva fin troppo bene.
Intanto, altri due amici discutevano della stessa festa, a casa di un certo biondino.“Insomma, Shika, qual è meglio secondo te ?” chiedeva agitato Naruto, esaminando un ultima volta i vestiti che aveva adagiato sul letto mezzo sfatto.
L’altro sbuffò svogliato: “Ma che ne so, Naruto ! Mettitene uno e basta, no ? Mi sembra di essere con Temari … Si può sapere che importanza ha l’abito che avrai ?”Il biondo fece una faccia seccata e rispose: “Ma non ti pare ovvio ? Devo dichiararmi ad Hinata, non posso avere un brutto aspetto !”
Il genio sorrise, lanciando una battuta: “Perché non cominci col lavarti più spesso allora ?”Naruto lo fulminò con lo sguardo, asserendo che lui lo faceva già, poi gli chiese se non fosse il caso di usare un profumo. Shikamaru fece spallucce: “ E che ne so ? Mica sono una ragazza… e non sto certo ad annusarti !” 
Finalmente Uzumaki capì che Shikamaru, in questo settore, era completamente inutile e si chiese come mai Temari avesse scelto proprio lui. Sospirò rassegnato, mentre afferrava il telefono per chiamare Kiba, nella speranza che almeno lui lo aiutasse. Aveva già provato con Sasuke, era stato il suo primo tentativo prima di chiamare Shikamaru, ma aveva ricevuto un semplice: “Non ho la minima intenzione di aiutarti, dobe. Arrangiati.” Come sempre, il moro non si smentiva mai.
Kiba rispose e il biondo lo riempì di domande a raffica, a cui lui rispose secondo i gusti di Hinata: “Il vestito è meglio quello elegante in giacca e cravatta, a quanto ho capito Sakura farà le cose in grande … Il profumo, se proprio vuoi mettertelo, solo una goccia. Ad Hinata non piace troppo profumo, dice che la stordisce. E farai un favore anche a me … Penso che, per un demente come te, sia inutile scrivere un discorso, ti viene meglio improvvisare.” Naruto colse il velo di ironia: “Mi stai forse dando dello scemo ?! Guarda che nemmeno tu sei un genio !”
L’altro replicò: “Non sono certo io che ho finto di stare ancora con la mia fidanzata per far ingelosire la ragazza che amo, rischiando anche di perderla per un Uchiha cretino che passava di lì !”Il biondo cominciò ad alterarsi: “Cavolo, Kiba ! Lo so che ho sbagliato, ma per favore … non ti ho chiamato per sentire una ramanzina da te, ma per avere dei consigli, cazzo !”
Allora Kiba sospirò, calmandosi anche lui: “Va bene … tanto ormai il danno è fatto. Ricordati solo che, se la farai soffrire-"
Naruto terminò la frase per lui: “Sì sì … tu e Sakura mi pesterete a sangue, rendendomi irriconoscibile anche a mia madre e spaccandomi il culo … lo so, uffa !”Shikamaru si stava godendo lo spettacolo, sbadigliando annoiato, seduto sul letto dell’Uzumaki. Quella situazione era davvero seccante.  
                                                               *
La casa in stile giapponese della famiglia di Hinata era davvero bellissima. Solitamente ci andavano per le vacanze, ma Sakura l’aveva trovata adattissima all’occasione e l’aveva addobbata con lanterne a tema floreale dai colori vivaci ed allegri. I tavoli erano ricolmi di cibi vari e bevande alcoliche e non, insieme a dei piattini variopinti di plastica e dei bicchieri con gli stessi colori.  Sakura era decisamente soddisfatta del suo lavoro ed anche dell’abito che aveva scelto: un kimono rosa con dei fiori di ciliegio, elegante ma non troppo vistoso, come il trucco, leggero e delicato. Hinata uscì dalla camera in cui si era cambiata, per mostrare l’abito alla amica.
La rosa rimase a bocca aperta: era bellissima, un fiore notturno che sboccia nella sua bellezza. Il trucco faceva risaltare gli occhi lilla particolari degli Hyuga, con un ombretto dello stesso colore e una linea di eyeliner nero che le dava una aria quasi misteriosa.Le labbra erano lucide e piene, il corpo ben fasciato e da dietro le si vedeva un pezzo della schiena nivea e delicata. Le mani erano ben curate, con dello smalto trasparente sulle unghie.Ai piedi aveva i tipici sandali giapponesi, che le calzavano a pennello e che riusciva a portare con eleganza e senza cadere, come invece succedeva spesso a Sakura.
La rosa allora esclamò: “Hinata, sei un incanto ! Se Naruto non cade ai tuoi piedi, vuol dire che è cieco o davvero scemo !”
L’altra arrossì e balbettò: “L-lo p-pensi davvero ?” Era ancora insicura, d’altronde il biondo si era appena lasciato con la fidanzata, era possibile che provasse ancora qualcosa per Shion.Sakura scosse la testa e disse: “Ovviamente ! Vai tranquilla, quando ti ricapita una occasione simile ? Vedrai, andrà tutto bene … e poi, ci siamo io e Kiba a proteggerti !” Le fece l’occhiolino e mostrò i pugni, per farle capire che era pronta a difenderla.
Hinata la ringraziò di cuore. Si rese conto che Sakura aveva ragione: ora aveva una seconda possibilità e non la avrebbe gettata via. Si chiese solo come avrebbe fatto a rimanere sola con Naruto … ma qualcosa le diceva che Sakura aveva già un piano in mente.Eppure si sbagliava. Era Kiba quello che aveva programmato la “serata” per Hinata e Naruto: sapeva fin troppo bene che l’unica persona che avrebbe mai potuto rendere felice la sua migliore amica era il dobe biondo, quindi voleva dare ad entrambi la possibilità di stare insieme. Ma visto che Naruto era abbastanza incapace ed agitato per la situazione e, data la timidezza di Hinata, non c’era da aspettarsi che da soli sarebbero riusciti a parlarsi.
Così aveva deciso di dare alcuni consigli all’Uzumaki e di dare ad entrambi una spintarella: se erano destinati a stare insieme, chi era lui per tenersi Hinata per sé, solo per paura che il biondo la ferisse ? Quella sera, sarebbero finalmente cambiate le cose ?
                                                             *
“Kiba, sei in ritardo, maledizione !” gridò Sakura, per poi lanciare al ragazzo un pugno in testa.Lui si lamentò, giustificandosi: “Ahi ! Sempre la solita manesca … mi spiace, ho avuto problemi con la macchina, ok ? Ma … il vostro dj è arrivato !”La rosa sbuffò seccata: “Lo sai che odio quando si arriva in ritardo ! Muoviti a mettere le casse ed il resto, altrimenti credo che passerai il resto della serata disteso a terra e sanguinante !”Kiba rabbrividì per la minaccia e si mise subito al lavoro.Hinata fece silenziosamente capolino nella stanza e ringraziò l’amico per l’aiuto che le dava per la festa.
Il bruno, mentre si voltava per guardarla, disse: “Ma figurati, Hina- … WOW ! Ma sei stupenda, Hina-chan !” La mora arrossì e gli chiese se lo pensava davvero. Kiba annuì deciso: “Sei … davvero bellissima, non avranno occhi che per te. Se qualcuno ti infastidisce, non esitare a dirmelo !” Si batté un pugno sul petto e ridacchiò insieme all’amica.
Poco dopo, arrivarono Neji ed il suo amico Lee. Il cugino della corvina si mise ad esaminare la stanza e soprattutto la quantità di alcool che girava da quelle parti.
Sapeva che la cugina non era abituata a bere e temeva che, a causa di qualche stupido gioco con l’alcool, si ubriacasse e facesse orribili figure. Sakura gli si avvicinò e, dopo aver liquidato Lee, si mise a discutere con lo Hyuga.
Non sopportava l’idea che qualcuno contestasse le sue scelte, ma Neji era testardo quanto lei e si misero a litigare.Hinata sospirò. In quel momento suonò il campanello e corse ad aprire. Vide davanti a sé Sasuke, che la salutò con un semplice gesto della mano.
La corvina si sentì in imbarazzo per quello che era avvenuto tempo prima con il fratello maggiore dell’Uchiha, ma il moro non ci dava molto peso e glielo confesso francamente: “Guarda che non devi farti problemi con me. Sei uscita con mio fratello ed io non sono lui. E poi, se non sbaglio, è lui lo scemo che ha combinato il casino …” 
Si fece spazio ed andò a salutare Sakura, che si allontanò così da un Neji furente, per mostrare al fidanzato come aveva addobbato il tutto, orgogliosa del suo lavoro.Gli invitati arrivarono uno dopo l’altro: Choji ed Ino, Tenten e  Shion e tutti gli altri compagni di classe di Hinata. Ma ne mancavano due: Shikamaru e .. Naruto.
                                                                   *
“Cavolo, Naruto ! Per colpa tua siamo in ritardo … Ino mi ammazzerà ! Ah, che seccatura !” bofonchiò Shikamaru, mentre guidava verso la casa delle vacanze di Hinata.Il biondo allora iniziò a difendersi: “Ehi, guarda che non è colpa mia ! Dovevo prepararmi, lo sai, e-“
“Va bene, lo so … te la stai facendo sotto.” disse schietto il bruno, facendo infuriare l’altro. Ma Naruto doveva ammettere che il genio aveva ragione: se la stava facendo sotto.
Era agitato come non mai, si specchiava spesso e giochicchiava con le mani. Doveva stare calmo, altrimenti avrebbe rovinato tutto. Ancora una volta. Si impose la calma e fece un respiro profondo, mentre stavano parcheggiando l’auto: ormai erano arrivati. Bussarono alla porta, sentendo già una fievole musichetta di sottofondo ed il vociare degli altri invitati. Dopo poco, arrivò qualcuno ad aprire: Hinata.
Per poco Naruto non ebbe un infarto: sgranò gli occhi, perse un battito ed arrossì violentemente. Pensò che non poteva esistere al mondo una creatura più bella, era rimasto incantato da quella ragazza dai lunghi capelli neri e dagli occhi lilla e gentili.
La corvina arrossì violentemente e le mancò l’aria alla vista del biondo, ma poi riprese il controllo e salutò prima Shikamaru e poi Naruto, con un filo di voce.
Li fece entrare. La gente aveva già iniziato a mangiare e a bere. Kiba individuò i due ragazzi dal luogo in cui faceva il dj e li salutò con un cenno della mano. I due risposero ed iniziarono a guardarsi intorno: era proprio una bella casa.Sicuramente la più bella che Naruto avesse mai visto. Si accorse solo allora che tutte le ragazze indossavano un kimono e vide con la coda dell’occhio Shion che chiacchierava con altre due ragazze.
Sorrise, notando che non provava nemmeno un brivido per lei, mentre poco prima aveva rischiato un mancamento per colpa di Hinata.Prese un bicchiere dal tavolo e si servì, mentre chiacchierava tranquillo con Shikamaru per distrarsi e non pensare a ciò che aveva in mente di fare più tardi.
Si aprirono le danze con musiche da discoteca ed Hinata venne trascinata in pista dalla esuberante Sakura, che sapeva fin troppo bene che Sasuke odiava ballare e non l’avrebbe mai accompagnata. La mora era inizialmente bloccata come un pezzo di ghiaccio e Naruto sorrise, intenerito dalla timidezza della ragazza. Fece scorrere giù per la gola le ultime gocce d’alcool e si tuffò anche lui nella pista, trascinando Shikamaru, che subito riuscì a trovare una via di fuga: ballare ,per lui, era una seccatura.
Il biondo si intromise nel gruppo delle ragazze, con grande disappunto di Sakura, mentre Hinata era arrossita vedendolo. Le sembrò per un attimo che il giovane la stesse divorando con gli occhi, ma poi si disse che non poteva essere così. 
Invece l’Uzumaki la squadrava sul serio da capo a piede, ammirando la bellezza di quella ragazza così fantastica. Si inumidì leggermente le labbra e poi iniziò a fare il suo solito spettacolo buffo, con mosse di danza mai viste e buffissime. Fece ridere tutti, tranne Sakura, che ancora non riusciva a sopportarlo per ciò che aveva combinato con la corvina. Ma Naruto non si perse d’animo, d’altronde aveva ancora Kiba a dargli man forte.
La musica iniziò ad affievolirsi e venne sostituita dalla voce imperiosa di Sakura, che aveva preso brutalmente il microfono dalle mani di Kiba: “Ragazzi, un momento di silenzio ! Vorrei che tutti voi usciste nel giardino. Abbiamo in serbo una sorpresa per tutti voi ! Ma prima, prendete una penna a testa, le trovate sul tavolo in fondo al corridoio. Tra dieci minuti tutti in giardino !”
La massa di adolescenti si spostò ubbidiente e trepidante verso il tavolo delle penne e poi all’esterno. Nemmeno Hinata e Kiba sapevano che cosa aveva ideato la rosa.
Il giardino era, anch’esso, in stile giapponese: sassetti bianchi a terra, bonsai, aceri rossi ed un ruscello che scorreva placido tra l’erba fine e verde. Ma c’era un enorme tavolo che Hinata non aveva mai visto: sopra di esso c’erano delle magnifiche lanterne volanti variopinte.
La corvina adorava lo spettacolo di tutte quelle luci fluttuanti nel cielo stellato ed aveva sempre voluto parteciparvi: questo era il miglior regalo che Sakura potesse farle.La rosa diede le istruzioni agli invitati: scrivere sulla propria lanterna un desiderio, per poi lasciarle salire nel cielo tutti insieme. Hinata prese una lanterna azzurra e ci scrisse sopra, dopo una attenta riflessione: “ Vorrei altri cento di questi giorni.”
La verità era che avrebbe voluto scrivere: “Vorrei che Naruto mi amasse.” Ma aveva paura della reazione di Sakura e si vergognava al pensiero che qualcuno potesse leggerlo. Così, mentre la rosa era girata a discutere con Sasuke su cosa scrivere sul loro, lo scrisse all’interno della lanterna e all’incontrario, sopra all’altra scritta, in modo che non si notasse. Arrossì appena ebbe terminato.
Poi accesero tutti insieme le lanterne ed, al via di Hinata, le lasciarono andare in aria. La corvina rimase ad ammirare col naso all’insù lo spettacolo, che sapeva di estate e di promesse, nonostante fosse appena passato il Natale. Infatti poco dopo, i ragazzi decisero di ritornare in sala per non rimanere esposti al freddo invernale. Hinata li seguì per ultima, a malincuore.
Ma poi sentì che qualcuno, dietro di lei, l’aveva appena presa per il polso. Il suo cuore perse un battito e pensò subito che fosse Naruto. Girandosi, vide solo Kiba che le sorrideva: “Piaciuto lo spettacolo ?” Lei annuì: “Sì … ma avrei voluto rimanere a guardare ancora un po’.”
Il bruno allora le fece un gran sorriso: “Puoi sempre andare a dare un ultima occhiata di sopra, sul balcone. Dai, muoviti, io ti copro ! Ma non metterci troppo, altrimenti Sakura mi scotenna !” Le fece l’occhiolino, indicandole le scale che portavano al piano di sopra. Hinata annuì e si diresse in fretta su per le scale, preoccupata che le lanterne arrivassero troppo lontano.
Giunse all’entrata del balcone in legno con il fiatone. Ma si bloccò di botto quando notò che un ragazzo dai capelli biondi era lì, fermo, con in mano una lanterna azzurra. La teneva ferma, impedendole di fuggire.
La guardava e analizzava come se contenesse un importante segreto. Poco dopo si accorse di Hinata, impedendole così la via della fuga: “Oh Hinata ! Anche tu qui ?”
Le sorrise e la mora gli si avvicinò, farfugliando: “S-sì … e-ero v-venuta p-per ve-vedere le lanterne … m-ma se t-ti do f-fastidio p-posso …”Prima che andasse via, Naruto disse, mostrandole la lanterna catturata: “Questa è la tua, giusto ? L’ho riconosciuta dalla scrittura ….”La mora guardò meglio la lanterna e divenne rossissima, riconoscendola. Iniziò a temere, preoccupata che il ragazzo avesse capito cosa c’era scritto in realtà, ma pregò che ciò non avvenisse. Sarebbe stato troppo imbarazzante.Il biondo fece una faccia pensierosa e continuò: “La scritta è strana … non capisco come mai …” Hinata iniziò ad andare in iperventilazione e cercò un altro argomento di cui parlare: “Emh … ti stai d-divertendo ? Co-cosa hai scritto t-tu, s-se po-posso saperlo ?”Lui rimase un attimo colpito dalla domanda, così schietta ed affrettata, decisamente spavalda da parte di Hinata.La verità era che la mora aveva sparato disperata la prima domanda che le era venuta in mente, presa dal panico. Ed ora sperava di non aver rovinato tutto.
Ma Naruto le sorrise, rassicurandola: “Sì, è proprio una bella festa …”Avrebbe voluto aggiungere “ con una stupenda festeggiata”. Ma non ne ebbe il coraggio. Così passò alla seconda domanda: “Io ho scritto … che voglio diventare  un bravo papà e rendere orgoglioso il mio.” Pensava che non avrebbe mai rivelato a nessuno questo suo desiderio, diceva sempre che il suo unico obbiettivo era diventare il miglior medico del mondo. Ma la verità era che, il giorno della morte di suo padre, si era ripromesso che non avrebbe abbandonato i suoi figli prima del tempo. Che li avrebbe visti sposarsi e dargli dei nipotini, magari con i suoi occhi ed il suo carattere.
O addirittura con il suo nome. Avrebbe voluto che suo padre fosse rimasto con lui ancora un po’, per fargli conoscere i suoi figli e per renderlo orgoglioso di lui. Lo avrebbe visto aspettare con ansia la sua sposa, lo avrebbe aiutato mentre rimaneva in sala parto e poi avrebbe raccontato le sue storie preferite ad i nipotini. Ma suo padre non c’era più. Strinse i pugni ed abbassò il capo, con un velo di nostalgia e tristezza sugli occhi. Hinata se ne accorse e si avvicinò a lui per consolarlo: “N-Naruto-kun … s-sono … sono certa che realizzerai il tuo sogno !”
La voce della ragazza era piena di determinazione, nonostante il balbettio, e Naruto rimase nuovamente sorpreso. Quella ragazza riusciva sempre a stupirlo: dietro il comportamento timido e schivo di sempre, nascondeva la determinazione e la forza di una guerriera. E questo gli piaceva davvero molto.Rigirò la lanterna che teneva ancora tra le mani, ormai aveva spento la fiamma al suo interno. E finalmente ne notò la scritta nascosta. Sorrise compiaciuto e felice come non lo era da tempo.Era il momento. 
Intanto Kiba guardava assorto nei suoi pensieri Sakura che scherzava con Sasuke, allegra e felice.Pensò che lui non avrebbe mai potuto renderla così contenta. Era giusto che stesse con l’Uchiha, lei lo amava più di tutto.Sospirò sconsolato, aspettando il segnale da Naruto e sperando che quel demente non se ne fosse scordato. Altrimenti sarebbe rimasto in ansia per il resto della serata.
Finalmente vide il cellulare illuminarsi. Sorrise e bloccò di botto la musica da discoteca, sostituendola con un lento che tutti conoscevano fin troppo bene.* Hinata, rimasta ancora sul balcone con Naruto, sentì la musica arrivare dal basso ed arrossì per la situazione imbarazzante.
Il biondo fece un passo verso di lei. Iniziò a chiedersi se fosse la cosa giusta, aveva davvero moltissima paura della reazione che lei avrebbe potuto avere e non trovava il coraggio di dichiararsi.Prese un bel respiro e si impose di farlo. Arrivò davanti a lei, a pochi centimetri di distanza. La mora era rossa in volta, ma non riusciva a staccare gli occhi da quelli del ragazzo, che la guardavano ammalianti.
Naruto le prese le mani e le guidò verso le sue spalle. Hinata sobbalzò non appena sentì il contatto con il corpo del giovane. Il biondo, a quella reazione, si intenerì e le sorrise, iniziando ad arrossire anche lui. Sentiva il dolce tocco delle sue mani delicate ed il calore che da esse provenivano e si chiese come aveva fatto a starle lontano.
Le mise le mani sui fianchi morbidi e la avvicinò ancora di più a sé, mettendo in contatto i loro corpi. Fu scosso da un brivido non appena sentì il calore di Hinata su di sé.
Cominciò ad ondeggiare lentamente, come gli aveva mostrato Kiba, utilizzando Shikamaru come partner. Sorrise divertito a quel ricordo, finché non sentì il respiro della ragazza sul collo.  Rabbrividì e sentì il corpo di lei fremere leggermente fra le sue braccia. Si chiese se fosse per il freddo di quella sera o per altro… sperò nella seconda opzione, visto che il suo corpo fremeva e sapeva che non era a causa della temperatura. Anzi, aveva fin troppo caldo.La canzone stava per finire e Naruto venne colto da un momento di panico. Ma ormai era tardi per i ripensamenti e non poteva più tornare indietro. La musica si fermò e loro insieme a lei. Il biondo aveva ancora le mani sui fianchi di lei, mentre la ragazza rimaneva ferma tra le sue braccia. 
Si allontanarono leggermente l’uno dall’altro, molto lentamente. I loro sguardi si incontrarono. E sembrava che bastassero quelli per comunicare tra loro.Ma Naruto voleva che lei non avesse più dubbi. Così aprì la bocca: “Hinata, io …” Lei lo guardò sorpresa, non sapendo cosa aspettarsi.Il biondo sospirò, rendendosi conto che non riusciva più a parlare. Si perse a guardare quella chioma nera e lucida. Prese una ciocca di capelli e se la passò sulle dita, giochicchiandoci, provocando così un aumento del rossore del viso della ragazza, che per poco non svenne. Poi i suoi occhi caddero su quelle labbra rosee che aveva desiderato a lungo. Chiuse gli occhi di scatto e seguì il suo istinto, che desiderava da tempo quel contatto. La baciò.
Se ne rese conto solo quando riuscì a capire che quello che sentiva sulle labbra era davvero la bocca di Hinata, rimasta ferma per la sorpresa. Il biondo ansimò nella bocca di lei, cercando di entrarvi più dentro per coinvolgere anche la corvina.
Affondò una mano nei capelli neri della giovane, mentre l’altra si rimise sui fianchi, attirandola a sé.
Hinata non riusciva a capire cosa stava succedendo, si chiese se non fosse una allucinazione o qualcosa del genere. Sentì qualcosa di umido muoversi nella sua bocca ed un calore intenso prendersi tutto il suo corpo. Era una sensazione piacevole e si lascio cullare da essa e dalle braccia del biondo, che la avvicinava sempre più a sé, quasi avesse paura di perderla. Poi Naruto, preoccupato dalla mancata reazione di lei, si staccò. La guardò preoccupato negli occhi, ancora spalancati.
Forse aveva fatto una mossa sbagliata. Si diede dello stupido, mentre cercava di scusarsi: “Scusa, non volevo … io … Ah ! Mi dispiace, Hinata, io …” Notò solo allora che gli occhi di lei si stavano riempiendo di lacrime. Si odiò, l’aveva fatta piangere ancora.Hinata si asciugò le lacrime con il dorso della mani e cercò di parlare: “M-ma i-io … credevo c-che … - tirò su col naso- non farmi q-questo, N-Naruto. Non p-prendermi in giro !”
Il ragazzo rimase sorpreso. Davvero lei credeva che la stesse usando per un qualche tiro mancino alle sue spalle ? Le si avvicinò: “Ma no, che hai capito … io …”Le prese il viso fra le mani, arrabbiandosi con sé stesso. Perché non riusciva a dirlo ? Per colpa sua lei stava piangendo !
“Hinata, ti prego … non è così, io … amore, per favore, devi credermi !”la supplicò. Spalancarono entrambi gli occhi. Naruto … l’aveva appena chiamata “amore” ?Il biondo arrossì violentemente, mentre Hinata cercava di capire se stesse scherzando con i suoi sentimenti o no. Ma non vide altro che sincerità, in quello sguardo imbarazzato quanto il suo. Sentì il terreno mancarle da sotto i piedi, ma si impose di non svenire assolutamente. Non voleva rovinare il momento più bello della sua vita. Non voleva ritornare ad essere debole, anche se la testa le girava vorticosamente.
Quindi fece una cosa che pensava non avrebbe mai fatto: appoggiò il viso sul petto di lui per riprendere l’equilibrio e non svenire. Gli chiese, con un filo di voce: “Mi … mi abbracceresti, p-per favore ? Ho … ho f-freddo …”Stava mentendo, ma non trovava altra spiegazione a quel gesto irrazionale che aveva appena fatto e a quel desiderio impellente che ruggiva dentro di lei. Naruto la avvolse con le sue braccia, cullandola paino. Le diede un dolce bacio sui capelli, facendola arrossire ancora.
Avrebbero voluto rimanere così per sempre. Ma poi sentirono le urla di Sakura al microfono: “Hinataaa !? Qualcuno ha visto la festeggiata ? Dov’è, insomma ! Hinata, mi stai facendo preoccupare ! Muoviti e torna qui !”I due ridacchiarono, Sakura era sempre la solita. Furono costretti a staccarsi e la mora disse, a bassa voce: “I-io … d-devo a-andare e …”Naruto si limitò ad annuire, facendole l’occhiolino.
                                                              *
Dopo la consueta canzone di tanti auguri, Hinata spense le candeline dalla torta al cioccolato e vaniglia che Sakura e lei avevano scelto.Uno scroscio di applausi e poi tutti a mangiare la torta. La corvina vide con la coda dell’occhio Naruto, che mangiava la sua fetta di dolce. I loro occhi si incontrarono e lui le sorriso.
Per un attimo, lei ebbe la tentazione di distogliere immediatamente lo sguardo. Ma se lo impedì. Rispose invece al sorriso e ricominciò a dare i piattini con i pezzi di torta alla crema e cioccolato fondente.In seguito, Sakura attirò nuovamente l’attenzione dei partecipanti, invitando la festeggiata a fare un discorso. Hinata fu colta di sorpresa, non si era minimamente preparata, ma la folla la reclamava. Kiba iniziò a sghignazzare, facendo i complimenti alla rosa per l’idea, visto che conosceva bene la timidezza della corvina. Poi porse alla festeggiata un microfono, augurandole buona foruna.
Lei fece un discorso balbettato, facendo capire ai suoi amici che era felice della festa e che era contenta di vederli tutti riuniti per lei. Un alto grido di apprezzamento si alzò quando ebbe finito e tutti brindarono alla salute della neo diciottenne.
Se avesse potuto, Hinata si sarebbe nascosta da qualche parte, tanto era imbarazzata. Per un momento si sentì che stava per svenire. Ma Sakura le stava accanto, dandole coraggio. E Naruto continuava a guardarla da lontano, sorridendole.
Non voleva deludere nessuno di loro. Era arivvato il momento di essere coraggiosa. Perché non cominciare adesso ?Ringraziò i partecipanti per il loro entusiasmo, finché Sakura non la bendò da dietro, facendola poi cadere su una sedia.“M-ma che s-sta suc-cedendo ?!” farfugliò confusa la mora, ancora seduta. Sakura esclamò: “Tu sta ferma lì ! Ragazzi e ragazze, è il momento degli scherzi per la nostra cara Hinata !”
La corvina sentì un brivido e cercò di protestare, poiché conosceva fin troppo bene le tendenze di Sakura ad esagerare ed era certa che non si sarebbe smentita nemmeno questa volta: “S-sakura, t-ti prego … che c-cosa hai in mente ?”La rosa sogghigno divertita, pronta all’azione. “Prima prova: la pignatta ! Se riuscirai a colpirla, non dovrai bere !” esclamò Sakura, dando alla mora un bastone in mano ed alzandola dalla sedia. Hinata era confusa e frastornata, non sapeva che fare, finché non sentì la voce di Naruto urlarle: “Forza, Hinata ! Metticela tutta !”  Per poco il suo cuore non smise di battere. Decise che doveva prendere in mano la situazione ed agire: diede un colpo davanti a sé, ma colpì solo l’aria. La gamba era ancora fragile. Decise di riprovare, Sakura la avvertì: aveva altri due tentativi, poi avrebbe dovuto ingurgitare un bicchiere di vodka al limone.
Hinata sferrò un altro fendente: niente di nuovo. Sakura pregustava già la vittoria: “Ihih un altro colpo e dovrai bere tutto, Hina-chan !” La mora rabbrividì, visto che odiava il sapore dell’alcool e non aveva alcuna intenzione né di bere né tanto meno di farsi vedere ubriaca, specialmente da Naruto. Non le interessava il fatto che la maggior parte delle sue coetanee bevevano appositamente per ubriacarsi ed essere facile preda di qualche ragazzo audace o abbordarne uno, con la scusa di essere alticce. Lo trovava terribilmente umiliante.
E poi voleva ricordare ogni singolo istante passato con i suoi amici alla più bella festa di compleanno che qualcuno le aveva preparato. Si concentrò, ripensando agli insegnamenti della sua maestra Tsunade. Sentì un leggero spostamento dell’aria alla sua destra e capì che probabilmente la pignatta si stava muovendo a causa del colpo all’aria che aveva appena dato. Prese la mira e colpì alla sua destra, sentendo qualcosa rompersi e sfasciarsi a terra.
Tutti applaudirono, notando l’abilità della corvina. Nessuno, tranne i suoi migliori amici, sapeva che praticava la box e anche la scherma, a volte, anche se quest’ultima da meno tempo.
Probabilmente Sakura aveva ideato questo gioco appositamente per questo. Kiba si avvicinò alla rosa, lasciando incustodita la console. Prese il microfono e disse subdolo: “Adesso tocca a me …Shikamaru ,Rock Lee e Naruto avvicinatevi per favore.”
I tre ubbidirono, incuriositi e leggermente preoccupati, visto che conoscevano bene Kiba e sapevano che non c’era mai da star tranquilli con i suoi scherzi. Shikamaru sbuffò seccato: “Che seccatura, Kiba … sono stufo dei tuoi giochetti infantili.” L’interpellato ridacchiò e gli disse di fare il bravo e muovere il suo culo pigro. Naruto era il più teso e preoccupato di tutti.Ma quando incontrò il dolce sguardo di Hinata, si tranquillizzò. Non poteva mostrarsi debole davanti a lei.
Kiba li fece mettere in fila, mentre Sakura faceva nuovamente sedere Hinata. Le fece l’occhiolino e la mora capì che ciò che le aspettava sarebbe stato molto peggio del giochetto di prima, davvero innocuo e di abilità. Kiba si schiarì la voce: “Ora ti benderemo gli occhi e tu dovrai riconoscere i seguenti ragazzi toccandoli. Pronta ?”
Hinata pensò che Kiba intendesse farle toccare le mani o i capelli degli amici davanti a lei e non ebbe nulla in contrario, anche se l’idea di toccare nuovamente Naruto la emozionava parecchio. Era troppo ingenua per capire che il suo migliore amico aveva in serbo ben altri progetti per lei.Infatti Kiba esibì un ghigno malefico non appena la festeggiata venne trascinata da Sakura in bagno, dove venne nuovamente bendata. Hinata protestò: “M-ma perché dovete ancora bendarmi … ?” La rosa ridacchiò: “Dai, Hinata … non fare la guastafeste e divertiti !”
Nel mentre Kiba aveva fatto voltare i ragazzi, che già si guardavano tra loro allarmati. Il bruno osservò le ragazze nella stanza: avendo tutte il kimono, Hinata si sarebbe accorta subito che non erano i tre ragazzi, visto il posto in cui avrebbe dovuto toccare.Così sospirò : “Il piano iniziale era quello di scambiarvi con delle ragazze che avessero addosso dei pantaloni … Ma Sakura ha fatto vestire tutte col kimono. Quindi … toccherà a voi, spero che una toccatina da parte di Hinata non vi dispiaccia.” Neji fu il primo a capire cosa aveva intenzione di fare quel manigoldo alla sua innocente e pura cuginetta e strepitò: “Inuzaka ! Non ti permetto di fare questo a mia cugina, razza di animale depravato !”
“Dai, Neji ! Non rompere … è solo uno scherzo” lo liquidò l’altro con un gesto stizzito della mano.Shikamaru sbuffò nuovamente e disse: “Basta che quella rompipalle di Temari non rompa … Per me va anche bene, sono un uomo dopotutto.” Rock Lee fece spallucce e sorrise serenamente.
L’unico che ancora non aveva capito cosa stava succedendo era, ovviamente, Naruto. Il biondino se ne stava a meditare: “Mmmh … io non ho ancora capito. Cosa dobbiamo fare, Shika ?”Shikamaru sospirò rassegnato: “Sei proprio un baka, Naruto … davvero non hai ancora capito cosa sta per succedere ?”L’altro ricominciò a pensare, facendo muovere le poche rotelle che aveva in testa, ma non risolse il dilemma: “In realtà, no …”
Era inutile cercare di spiegare qualcosa a Naruto, ci sarebbe arrivato dopo. Kiba smistò i ragazzi in modo che non avessero lo stesso ordine di prima e alzò leggermente il bordo delle loro camice, in modo che la zona predestinata fosse libera da impicci.
L’Inuzaka guardò il suo lavoro soddisfatto, mentre Naruto ancora protestava: “Ma insomma, qualcuno vuole spiegarmi che succede !” Irritò talmente tanto Sasuke che quest’ultimo fu costretto a tirargli un pugno in testa per zittirlo: “Zitto, baka ! E vedi di rimanerlo per il resto del gioco, chiaro ? Non devi fiatare ! Altrimenti Sakura ci ucciderà entrambi.”
La minaccia funzionò perfettamente ed il biondino tappò la bocca, anche se continuava a scervellarsi. In quel momento, Sakura aprì la porta ad una Hinata nuovamente bendata, che sbandava di qua e di là, provocando le risatine dei presenti.
La corvina intanto si lamentava ancora con Sakura, che le faceva da guida. La portò accanto a Kiba, che le disse: “Ora ti guiderò e tu toccherai i nostri ragazzi … dovrai riconoscerli. Se sbagli, paghi pegno bevendo !” Fece un occhiolino d’intesa con gli spettatori e prese la mano di Hinata, chiedendole di metterla a coppa.
La ragazza obbedì, sentendo l’ansia dell’ignoto crescere. Kiba tirò il suo braccio finchè il palmo della sua mano non toccò qualcosa di morbido ed allo stesso tempo sodo, dalla forma quasi sferica.Non capiva bene che parte del corpo fosse. Toccò un po’ meglio. Stava per chiedere a Kiba cosa esattamente stava toccando, dato che sentiva i preoccupanti risolini dei suoi amici. Finchè una illuminazione divina non la colse come un fulmine a ciel sereno. E allora comprese. Stava toccando …
“Kiaaa !” urlò scandalizzata, allontanandosi. Tutti si misero a ridere, tranne Naruto, che cercava in ogni modo di non fiatare. E che oramai aveva finalmente capito cosa Hinata dovesse toccare … ed era diventato leggermente rosso, ma mai quanto la corvina, che era andata in iperventilazione e balbettava, imbarazzatissima: “M-ma p-perché … ? I-io n-non p-posso … Ki-kibaaa ! Ti p-prego …” Cercava quasi di nascondere il viso rossissimo dalle risate dei suoi amici, coprendolo con le larghe maniche del kimono. Pensò che non si era sentita mai così in imbarazzo, per fortuna era bendata, altrimenti sarebbe certamente svenuta.Ma Inuzaka era deciso a continuare con quel gioco, lo stava facendo per Hinata … e anche per quella testa bacata di Naruto. Così esclamò: “Bene, Hinata … allora … chi hai toccato ?"
La sua voce aveva un leggero tono malizioso che non sfuggì alla mora, che riprese a farfugliare: “N-non sa-saprei … i-io …”Allora Kiba le riprese il braccio e le chiese se voleva dare un'altra “toccatina”. Lei riprese un colorito rossissimo e quasi urlò: “Noo … t-ti prego …”
Kiba insistette. Hinata stava per andare nel panico, quando decise di concentrarsi sugli altri sensi che aveva, oltre al tatto. Cercò di sentire la voce di uno dei tre ragazzi, visto che colui che aveva toccato probabilmente non era rimasto indifferente.Nulla. Allora ricorse all’olfatto e cercò di sentire nell’aria l’odore del ragazzo più vicino a lei. Captò quello forte e pungente di Kiba … ma c’era anche un altro profumo. Più dolce, ma comunque maschile, che riusciva sempre a farle ribollire il sangue nelle vene. E ci riuscì anche questa volta, nonostante non potesse vedere il volto del bel ragazzo a cui apparteneva.
Si lasciò scappare in un sussurro appena percepibile il nome che ormai le ronzava nella testa e che, ne era ormai certa, era quello del ragazzo a cui aveva toccato il fondoschiena. Una parte di lei, ne era felice. L’altra ne era terribilmente imbarazzata e sperava ardentemente di essersi sbagliata. 
Kiba si avvicinò di più alla mora e le chiese di ripetere. Dalle labbra di lei uscì un solo nome, balbettato come non mai: “ N-nar-rut-to …” Sakura passò dietro ad Hinata e le tolse la benda dagli occhi. La prima cosa che la corvina vide fu la schiena del giovane, leggermente sbilanciata in avanti, in modo da mettere in risalto il suo fondoschiena. Ma il ragazzo si era girato leggermente verso di lei ed ora la guardava, con le guance leggermente arrossate. Le fece un sorriso innocente e si passò una mano tra i capelli.“Indovinatoo !” esclamò Kiba, trattenendo le risate. Alcuni ridacchiarono, altri rimasero leggermente sorpresi. Da quando Hinata conosceva i sederi dei ragazzi ?
Naruto abbassò il capo, non riuscendo più a sostenere lo sguardo della Hyuga, che era rimasto spalancato. Dovette ammettere a sé stesso che gli era piaciuto essere toccato da lei … e non poco. E la cosa lo imbarazzava. Di questo passo sarebbe diventato come l’Ero-sensei …
Hinata intanto diventava sempre più rossa e restava immobile. Finché non cadde a terra, svenuta. Ma prima che toccasse il suolo, Naruto l’aveva già presa in braccio, evitandole una caduta rovinosa a terra. Sakura recuperò prontamente una sedia e fece sedere la corvina, ancora priva di sensi.Nel mentre, Neji aveva già iniziato a minacciare ed insultare in modo anche molto fantasioso il responsabile dello svenimento della cugina: Kiba. 





https://www.youtube.com/watch?v=DH6S0Jj60EA
 *https://www.youtube.com/watch?v=EQDHCyFe2rY
Angolo autrice (me):
Dunque dunque ... sappiate che ho fatto una fatica disumana a postare, per varie e numerevoli ragioni ...
Mi auguro sia di vostro gradimento !
Posto qui due cose: la canzone nominata nel testo (guarda su, con l'asterisco) ed il video per cui ho voluto dare questo titolo al capitolo( vedi primo)
Detto questo, aspetto le vostre recensioni, commenti ecc ...
Grazie per aver letto fino ad ora !
A presto, my lords and ladys ! :*
La vostra Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 15
*** Can't take my eyes off you ... ***


Can't take my eyes off you ...

Hinata riprese lentamente conoscenza, riprendendo a vedere meglio e mettendo a fuoco le immagini molto sfocate che vedeva davanti a lei. Sentì una voce chiamarla: “Hinata … Hinata, tutto ok ?” Finalmente aprì completamente gli occhi. Si ritrovò seduta su una sedia. Ma davanti a lei c’erano due paia di stupendi occhi azzurri, che la guardavano intensamente, carichi di preoccupazione.
Naruto riprese a chiedereli:”Stai bene, Hinata ?” Lei si affrettò ad annuire, mentre Sakura sospirava sollevata. Il biondo le fece un dolce sorriso e la serata riprese tranquilla, tra balli, cibo e risate.   Hinata fu nuovamente portata al centro della pista dai suoi due migliori amici, mentre Naruto faceva come al suo solito il buffone, per attirare l’attenzione della gente su di sé. Soprattutto per attirare quegli splendidi occhioni lilla di cui si era innamorato.
Infatti Hinata non aveva occhi che per lui. I loro sguardi si incrociavano spesso ed ogni volta sembrava che entrassero in sintonia e non c’era bisogno di parole per esprimersi.
“Ehi, non serve che ti fai figo solo per attirare l’attenzione di Hinata, Naruto …” disse Kiba, avvicinandosi al biondino. Quello trasalì ed iniziò a difendersi: “Ma che dici, Kiba … Io … non lo sto facendo …”
“Certo, certo …” tagliò corto l’Inuzaka, lasciando il biondo con un occhiolino. Si diresse verso Sakura ed Hinata, che erano state accerchiate da un gruppetto di ragazze. La rosa lo trascinò nel centro, obbligandolo ad unirsi a loro.
Intanto, due occhi color pece guardavano la scena. Sasuke strinse inconsapevolmente i denti appena vide Kiba ballare con la sua ragazza. Come si permetteva, quel cagnaccio ?! Al moro non piaceva per niente quel rapporto creatosi tra la sua fidanzata e l’Inuzaka: notava che lui le stava sempre addosso e spesso lo guardava in cagnesco. La gelosia nel vederlo così in intimità con Sakura lo stava facendo impazzire dalla rabbia. Tracannò un altro bicchiere di vodka e cercò di farsi passare tutte quelle preoccupazioni.Si fidava di Sakura, certo. Ma non di Kiba. Quel cagnaccio doveva starle alla larga.
Proprio in quel momento, lo vide prendere le mani di Sakura. Digrignò e strinse il bicchiere di plastica, lo stava quasi per rompere. La musica smise, visto che il dj si era andato a fare un balletto. Allora Kiba si congedò dalle fanciulle e riprese il suo posto alla console. Sasuke si rilassò, almeno non avrebbe dovuto rimanere a guardare quel cane provarci con la sua ragazza. Ormai nessuno glielo levava dalla testa. Ma non avrebbe mai ceduto Sakura ad uno come lui. E gli costava ammettere che la rosa, ormai, era parte essenziale della sua vita: sarebbe impazzito di dolore senza di lei. “Ah, che sete !- esclamò Naruto, avvicinandosi all’Uchiha e prendendo da bere- Ohi, Teme, che c’è ? Hai una faccia … terrificante, sembra quasi che tu voglia ammazzare qualcuno !” Fece finta di rabbrividire, ma era vero: Sasuke aveva un aria decisamente minacciosa e irritata. Il moro disse placidamente: “Davvero ? Naruto … posso farti una domanda ?”
Il biondo, sentendosi chiamare per nome, capì che qualcosa turbava il suo amico. Annuì. Sasuke chiese, trattenendo la sua rabbia: “Non è che per caso … tu sai se Kiba ci sta provando con Sakura ? Sai, ho questa sensazione … e la cosa mi sta facendo arrabbiare parecchio.” L’Uzumaki rabbrividì, ricordandosi della rivelazione che Kiba gli aveva fatto tempo addietro ed immaginando la reazione di Sasuke alla notizia: lo avrebbe ammazzato di botte, ne era certo. Però sapeva anche che non riusciva a mentire al suo migliore amico. Così tentò di improvvisare: “Ecco, io … non saprei, insomma, con Kiba non parlo spesso di ragazze …” Fece una risatina nervose che mise in allarme Sasuke: voleva dire che gli stava tenendo nascosto qualcosa. Così sibilò a denti stretti: “Dobe ! Non c’è proprio niente che dovresti dirmi … ? Ti conviene parlare, lo sai …”
Il tono del moro era davvero minaccioso. Naruto rabbrividì, ora era nei guai e non sapeva che fare. Tentò di sviare il discorso: “Oh questa è la mia canzone preferita ! Vado a balla-“
Sasuke lo prese per il cravattino della camicia prima che potesse fuggire e lo intimò nuovamente di vuotare il sacco. Il biondo deglutì: “Ma dai, Sas’ke ! Ti preoccupi troppo, su … E poi lo sai che Sakura non ha occhi che per te …”
Il moro non gli sembra molto convinto. Ed infatti non lo è. “Ehi, Dobe … ti ho fatto una domanda precisa. Rispondimi.” Il silenzio di Naruto fu più che eloquente. Sasuke lo mollò, diretto minacciosamente verso Kiba, che stava chiacchierando con Sakura ed Hinata, ignaro dell’imminente pericolo. L’Uchiha aveva i pugni serrati. Ma non c’era solo una grande rabbia nel suo cuore. 
C’era anche tristezza. Ed una miriade di domande, da fare a Sakura. Si chiedeva perché preferisse quel cane a lui. Perché non lo amava più. Cosa aveva sbagliato ? Non era più abbastanza ?Sapeva di non essere perfetto e di avere un carattere decisamente scontroso. Ma credeva che Sakura lo amasse davvero, accettandolo anche con i suoi difetti.Però … e se avesse scelto Kiba ? La paura di chiederglielo o di scoprirlo gli attanagliava le viscere. Non voleva perdere la ragazza che amava più di se stesso. No.
La musica cessò all’improvviso, confondendo il moro, che si guardò attorno cercando di capire cosa stava accadendo. Finché non sentì la voce di Sakura che parlava al microfono: “Ehi, vi state divertendo ?!” Tutti esclamarono un sì deciso ed entusiasta, che fece sorridere la ragazza.Poi continuò: “Prima di aprire i regali per la nostra festeggiata, tocca a me proporre un ultimo gioco. Chiedo gentilmente ai ragazzi di tornare in giardino, Kiba vi illustrerà le regole, mentre io e le ragazze rimarremo qui. Forza !”
Dopo alcune proteste per via della temperatura esterna, i ragazzi uscirono, guidati da Kiba. Una volta fuori, l’Inuzaka  iniziò a spiegare: “Il gioco è molto semplice. Vedete questo sacchetto di tela che ho in mano ? Dentro ci sono dei bigliettini. Su ognuno di essi è scritto un animale. Dovrete trovare la ragazza con il vostro stesso animale usandone solo il verso e ballarci almeno per una canzone … non si possono fare scambi né parlare con le ragazze finchè non avrete trovato la vostra partner. Solo versi, chiaro ?”Shikamaru sbuffò seccato, pensando alla sua ragazza gelosa. Naruto non stava più nella pelle, sperava di beccare lo stesso animale di Hinata. Sasuke, invece, sapeva di essere di regola sfortunato: pregava soltanto che il cane e la sua ragazza non avessero lo stesso animale.  Kiba fu il primo ad estrarre un biglietto: cane. Ovvio. Ne era decisamente felice. Poi fu la volta di Rock Lee: grillo. “Mmh sarà difficile farne il verso …”
Neji invece pescò il cavallo, Shikamaru il lupo e Choji il maiale. Naruto si avvicinò gongolante al sacchetto e vi infilò la mano. Lesse euforico il biglietto: gatto. Iniziò subito ad esercitarsi, miagolando a destra e a manca, provando anche a fare il verso delle fusa.Sasuke, snervato, gli tirò un pugno in testa, prima di avvicinarsi al sacchetto. Infilò la mano con decisione e lesse in fretta il biglietto. Non poteva crederci, che umiliazione !
Naruto si avvicinò allegro a lui e gli chiese: “Allora, Sasuke ? Che hai pescato ?” Il moro, non riuscendo a dirlo, gli mostrò il biglietto. L’altro iniziò a sghignazzare: “Ihihi scommetto che sarai una papera coi fiocchi, teme ! Non vedo l’ora di sentire come fai bene il verso della papera, quack !” L’Uchiha strinse i denti ed i due iniziarono una delle loro solite risse.
                                                                 *
Ad Hinata fu riservato l’onore di pescare per prima. La mora si bendò gli occhi con una mano e con l’altra estrasse il bigliettino. Lo lesse con calma, sotto lo sguardo eccitato delle sue amiche.
Fu Sakura la prima a parlare: “Allora, festeggiata, che hai trovato ?! Dai, diccelo !” Hinata trattenne un risolino imbarazzato e nervoso: non sapeva se sarebbe riuscita a fare il verso del suo animale davanti a tutti i suoi amici. Ma d’altra parte, partecipavano tutti al gioco e tutti avrebbero fatto un verso. Mostrò timida il suo biglietto. Tutte iniziarono a ridere, ma erano anche eccitate: volevano scoprire che cosa sarebbe capitato a loro.Dopo di Hinata, toccò a Sakura, che scoppiò subito in una risata fragorosa.
Non appena tutte le ragazze ebbero estratto il loro bigliettino, Sakura andò a chiamare Kiba, chiedendogli se anche loro erano pronti. Il ragazzo esclamò: “Pronti, ora rientriamo !”I ragazzi varcarono la soglia in religioso silenzio, poiché sapevano che un solo fiato sbagliato avrebbe scatenato l’ira di Sakura. E non volevano neanche rovinare la festa della gentile Hinata. Inizialmente ci fu un momento di nulla, in cui nessuno sapeva cosa fare. Ma non appena Kiba iniziò ad abbaiare, tutti lo seguirono a ruota con il loro verso, sia maschi che femmine, in un tripudio di versi animaleschi confusi, che si ammassavano e confondevano tra loro.
La giovane festeggiata si aggirava timida per la stanza, sussurrando quasi il suo verso. Finché non sentì il gemello, dal tono pacato e seccato. Si avvicinò al ragazzo e si chiese come mai il destino si divertiva a prenderla in giro in quel modo: era Sasuke.Il moro si guardava intorno guardingo e a tratti faceva il verso che gli era sventuratamente capitato, vergognandosene visibilmente. Hinata sorrise e gli si avvicinò gentilmente.
“Quack …” gli disse, mettendogli una mano sulla spalla. Lui roteò gli occhi e rispose a bassa voce: “Qua …”Guardarono come reagivano e quali erano le altre coppie che si erano ritrovate. La prima era stata quella formata da Sakura e Kiba, visto che erano stati i primi a farsi avanti. Sasuke digrignò i denti, mentre li guardava posizionarsi sulla pista da ballo. Pensò che quella non era decisamente la sua serata. Non che gli dispiacesse ballare con la Hyuga, ma era davvero snervante vedere quel maledetto cane gongolante insieme alla sua ragazza. Sua. Non lo sopportava.
Così decise di imitarli, magari anche lui sarebbe riuscito a far ingelosire almeno un minimo la rosa. Porse la mano alla corvina, invitandola a ballare. Lei la prese delicatamente, sorridendogli. Si sentiva a disagio, l’idea di ballare con l’Uchiha non la esaltava, dato che lui era sempre molto freddo e schivo. Avrebbe preferito di gran lunga Naruto. Ma si sarebbe accontentata.
Nel mentre il biondino in questione continuava a miagolare insistentemente. Rimase deluso nel notare che Hinata faceva coppia col teme, ma si fidava del moro e sapeva che l’avrebbe trattata coi guanti bianchi. Forse anche fin troppo.
Improvvisamente sentì un miagolio sommesso. Si chiese se qualche dio lo stesse punendo o se semplicemente era molto sfigato, perché la gattina era la sua ex ragazza, Shion.
Pensò subito che questo avrebbe potuto compromettere il suo tentativo di approccio con Hinata, che era già a buon punto, visto che l’aveva baciata, anche se per poco e a fior di labbra. Ma doveva stare al gioco, altrimenti l’ira di Sakura si sarebbe scagliata contro di lui.
Invitò la giovane albina a ballare, porgendole garbatamente la mano con un sorriso stampato in faccia, per pura cordialità.Ormai le coppie si erano formate quasi tutte e piroettavano tranquille per la sala. Almeno in apparenza.Sasuke non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua Sakura, che chiacchierava tranquilla con Kiba, sorridendogli e ridendo a qualche stupida battuta. Hinata se ne accorse subito e mentre stava per chiedergli se andava tutto bene, vide qualcosa che la spiazzò, facendola ammutolire con gli occhi sgranati: Shion tra le braccia di Naruto. Ballavano insieme, come se nulla fosse.Come se il bacio che il biondino aveva scambiato con lei non fosse mai esistito. Si chiese da quando era diventata così gelosa e possessiva. Era chiaro che era costretto a ballare con l’albina, non lo stava facendo di proposito.
Ma la cosa la infastidiva ugualmente, perché le sembrava che lui la guardasse con gli stessi occhi innamorati di prima. E la cosa la feriva moltissimo. Sentì le forze che la abbandonavano lentamente e Sasuke se ne accorse. Prima che la mora perdesse conoscenza, le disse in tono acido: “Ehi, guarda che se svieni ancora io non ho intenzione di prenderti al volo come fa quel dobe …”
Hinata si riprese, ricordandosi di quanto Naruto fosse stato premuroso e attento con lei quando era svenuta. Non tutti lo avrebbero fatto.Scosse la testa e annuì. Ricominciarono a ballare in modo molto formale, persi entrambi nei loro pensieri e con lo sguardo che guizzava verso il loro amore. Notando il palese astio di Sasuke verso Kiba, la mora si sentì in dovere di rassicurarlo, visto che lui (anche se a modo suo) l’aveva aiutata prima: “Non devi essere geloso di Kiba … Sakura non ha occhi che per te. Credimi.”
Lui fece una smorfia seccata, non gli andava giù che qualcuno ficcasse il naso nei suoi affari, anche con buone intenzioni. E poi non riusciva proprio a fidarsi di quel cane. Di Sakura si fidava, era una delle poche persone in cui riponeva la sua piena fiducia, insieme al dobe e al suo nii-san. Ma sapeva anche che Kiba era un grande amico della sua ragazza e sentiva la rivalità tra loro. Gli Uchiha odiano perdere e lui non faceva di certo eccezione.
Hinata non sapeva proprio come calmare Sasuke e la situazione stava diventando pericolosa, visto il modo in cui il moro fissava incavolato nero il suo rivale in amore.
Vide con la coda dell’occhio Shion che sussurrava qualcosa al biondino con cui ballava e di nuovo sentì quasi la terra mancarle da sotto i piedi. Sembravano una coppia così ben affiatata. Chi era lei invece, se non la timida ragazza dai lunghi capelli neri, che rimane sempre a guardare senza mai intervenire ?
No. Non era più così. Quella era la vecchia sé, che si nascondeva dal mondo e che non voleva partecipare alla vita per paura di essere ferita. Adesso non era più così: voleva lottare per ciò che desiderava e amava. E ora la cosa che più agognava, bramava ed amava era Naruto. Non avrebbe mollato, doveva farlo, e non solo per lei, ma anche per i suoi amici che l’avevano sempre sostenuta.
Ora aveva una possibilità e non l’avrebbe gettata al vento.D’un tratto la musica si fermò, lasciando le coppie immobili nella stanza. Era finita, quindi potevano tornare ai loro posti, mangiando, bevendo e chiacchierando come prima. Ma quel gioco, dall’apparenza innocua, aveva risvegliato sentimenti sopiti che ora volevano ruggire con prepotenza.
Hinata si staccò da Sasuke e lo ringraziò garbatamente, sebbene il moro non avesse molta intenzione di risponderle, visto che la sua attenzione era ancora rivolta alla sua fidanzata, che ora chiacchierava tranquilla con Kiba ed Ino, con in mano un bicchiere di plastica rosso vivace.
L’Uchiha si diresse a passi decisi da lei, intenzionato ad intromettersi nella conversazione per allontanare il cagnaccio dalla sua amata. E già che c’era avrebbe approfittato della cotta secolare che Ino aveva per lui per far smuovere un po’ la rosa. Ghignò soddisfatto di sé e mise una mano sulla spalla di Ino, facendola girare: “Che cosa bevi tu ?”La bionda sobbalzò non appena sentì la voce del ragazzo e prima che potesse rispondere lui le aveva preso la mano che reggeva il bicchiere e se lo era portato alla bocca: “Mmh non male … ma io conosco drink migliori.”La mascella di Sakura si serrò, mentre gli occhi di Kiba stavano quasi per uscire dalle orbite. Che cosa aveva in mente quel pervertito bastardo ?
La rosa mandò un chiaro segnale al fidanzato, che rispose con un sorrisetto furbo. Sakura odiava quando si comportava così. Solitamente lo faceva prima di mettersi con lei perché lo divertiva prendere in giro le ragazze.
Ma questa volta non riusciva proprio a capire cosa aveva in mente il moro. Lo fulminò con lo sguardo, prima di dire: “Sasuke, non dovresti importunare così una ragazza …”
Lui ribatté tranquillo: “A me non sembra che le sia dispiaciuto … - aggiunse, rivolgendosi alla bionda- ti ha dato fastidio, Ino ?”
“No no, figurati …” rispose prontamente la Yamanaka, arrossendo appena. Sasuke sorrise vittorioso, pronto a sferrare un altro attacco: “A volte è bello condividere … ma ci sono volte in cui non ci si dovrebbe azzardare a prendere ciò che non è nostro … dico bene, Kiba ?” disse Sasuke, fissandolo come se potesse bruciarlo vivo con lo sguardo.
Il bruno sentì un brivido di paura ed il sangue gli si gelò nelle vene. Che avesse scoperto tutto ? Forse Naruto glielo aveva detto, non avrebbe dovuto fidarsi. Ora era certo che Sasuke gliela avrebbe fatta pagare cara, altro che ammazzarlo ! Lo avrebbe torturato in modo disumano, ma la cosa peggiore era che ora la stava facendo pagare anche a Sakura, che lo aveva respinto e che non c’entrava nulla con tutto il disastro che aveva combinato.
Intanto l’Uciha si era avvicinato ancora di più a lui, con lo sguardo di uno pronto ad ammazzare e gli sussurrò con voce spaventosa: “Allora ? Ti è chiaro, cagnolino ?”
Kiba cominciava a sentire la pressione del moro su di sé, ma non voleva dargliela vinta. Era davvero uno stronzo a trattare lui e Sakura in quel modo, lo detestava con tutto sé stesso. Così ringhiò a denti stretti: “Non sapevo fossi così possessivo, Uchiha. Ma ci sono cose che non puoi possedere … e che hanno una volontà propria. Non è carino dire alle persone cosa fare. E sta pur certo che io non ho intenzione di fare quello che vuoi tu, come se fossi il tuo bravo cagnolino.”
Il viso di Sasuke si trasformò in una maschera di puro odio. Come si permetteva quello di parlargli in quel modo ? Sentì i nervi affiorargli e la pazienza andarsene del tutto: se quella era una provocazione, allora l’Inuzaka voleva essere pestato a sangue da lui. E Sasuke non vedeva l’ora di accontentarlo.Sakura si accorse che qualcosa non andava davvero e tra i due si sentiva una certa tensione elettrica, come quella che si sente prima di un imminente scontro. Così intervenne prontamente, allontanando i due: “Ragazzi, datevi una clamata !”
Il moro la fulminò con lo sguardo. Lo stava forse difendendo ?
“Non ti immischiare, Sakura …” sibilò Sasuke, sul punto di saltare addosso al bruno e pestarlo talmente tanto da renderlo irriconoscibile.
                                                         *
Naruto non faceva altro che pensare e ripensare a quello che gli aveva detto poco prima Shion. L’aveva decisamente sorpreso.
“Non capisco proprio perché hai mollato una come me per lei … ma, se sei ancora interessato, possiamo tornare insieme. Mi annoio da single …”
Qualcosa dentro di lui lottava: da una parte il fortissimo desiderio di stare con Hinata, dall’altra la voglia di rimettersi con Shion, tornando così la coppia più popolare del liceo. E lui il ragazzo che stava con la più bella di tutte. Sorrise amaramente tra sé e sé. Gli importava davvero ? Da quando gli interessava così tanto apparire ? Forse perché la cosa che gli premeva di più era di allontanare la paura di rimanere da solo e l’unico modo che aveva per farlo era essere al centro dell’attenzione. 
Ma adesso non gli interessava più. Perché non gli serviva un mucchio di sconosciuti che lo invidiavano per sentirsi bene. No, ciò di cui aveva bisogno erano gli occhi dolci e carichi di amore di Hinata su di sé. Le sue mani su di lui, ad accarezzarlo. La sua voce che dice solo il suo nome e la sua bocca ancora sulla sua.Tutto il resto aveva perso importanza. Andò a salutare Shikamaru, che discuteva con Choji. Dopo poco, Shikamaru gli chiese: “Naruto … sai per caso che succede tra Kiba e Sasuke ? Sembra che stiano per fare rissa …”
Il biondo distolse l’attenzione dal cibo e rivolse lo sguardo verso il brusio di sottofondo che aveva l’inconfondibile “marchio Uchiha”.  Sasuke guardava incazzato nero Kiba, che rispondeva in cagnesco, mentre Sakura cercava di calmarli, senza risultati. Le risse solitamente gli piacevano. Ma sapeva che ad Hinata non sarebbe piaciuto vedere il suo migliore amico picchiato a sangue e ricoperto di lividi, visto che il moro era decisamente più forte dell’altro. Ingoiando un dolcetto alla crema pasticciera, si diresse verso i due litiganti.
Mise una mano sulla spalla del corvino e disse con voce tranquilla ed un sorriso ebete stampato in faccia: “Sas’ke-teme, vieni con me.” Prima che quello potesse ribattere, lo portò nel giardino esterno, sperando che le basse temperature abbassassero i bollenti spiriti dell’amico. Sasuke borbottò irritato: “Si può sapere perché ti sei messo in mezzo ? Sono stufo di vedere quel cagnolino mentre scodinzola per Sakura … mi fa incazzare !”
Il biondino gli diede una pacca sulla spalla: “Ma dai, Sasuke ! Non ci pensare, oggi è giorno di festa !”
L’Uchiha lo fulminò con lo sguardo, incrociando le braccia al petto e ribattendo secco: “Tu invece di impicciarti degli affari altrui dovresti preoccuparti dei tuoi, dobe. Hinata non mi sembrava molto contenta della tua chiacchierata con la tua ex.”
Naruto sobbalzò sorpreso, non ci aveva pensato. Si augurò che la corvina non ci fosse rimasta troppo male, visto che non c’era alcun motivo di preoccuparsi. Lui voleva solo lei.
Scosse la testa per scacciare quei pensieri fastidiosi, era ovvio che il teme cercava di distrarlo per poter tornare alla carica. “Senti, teme … oggi è il compleanno di Hinata e non ti permetterò di rovinarlo solo perché Kiba ha baciato Saku-“solo allora Naruto si rese conto di quello che stava dicendo e si tappo la bocca con una mano. Sasuke sgranò gli occhi a quelle parole e sibilò a denti stretti: “Cos’è che hai detto, dobe ?!”
Il biondo scosse la testa e cercò di giustificarsi e di riparare al danno che aveva ormai fatto: “No no , niente … devi aver capito male, non ho mica detto che cose riguardanti un bacio tra Kiba e Sakura …” Era proprio un cretino e se ne accorse ancora. Si diede una manata in faccia. Ora il disastro era assicurato.
Si aspettò che Sasuke esplodesse da un momento all’altro e si allontanò di qualche metro per correre ai ripari. Invece non accadde nulla.
Vide lo sguardo del moro diventare più cupo del solito ed il suo capo abbassarsi. Non disse una parola.Si girò e ritornò in sala, sotto gli occhi increduli e confusi del suo miglior amico. Tornando nella sala della festa, vide Sakura che chiacchierava con Ino. La guardò, sentendo che qualcosa dentro di lui si era rotto.
Perché si era innamorato ? Non era da Uchiha tenere a qualcuno in quel modo, perché lui senza la sua fidanzata si sentiva perso e tradito. Solo e sapeva che solo lei riusciva a colmare quel vuoto che aveva nel cuore da quando i suoi genitori erano morti.I suoi occhi si appannarono leggermente. Sakura si girò in quel momento e lo sguardo di Sasuke si colmò di lacrime, ma non ne scese nemmeno una sul suo volto. Abbassò il capo e si diresse silenziosamente verso l’uscita.                                                                                                   

Angolo autrice (me):
Eccomi col nuovo capitolo ! Dunque, ora come ora, non so quando questa storia finirà.
Ma un giorno succederà, devo solo cercare di non stravolgere sempre tutto ... ma è più forte di me, mi piace farlo !
Mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto e che non vi siate dimenticati/e di me ... sono ancora qui a scrivere !
A presto e grazie mille per aver letto !
La vostra Rora-chan ! <3

 

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Capitolo 16
*** Parole di ghiaccio ... ***


Parole di ghiaccio ...

Sakura lo seguì fino all’uscita, ma era troppo tardi: Sasuke se ne era già andato in sella alla sua moto.
Si domandò il perché di quello sguardo truce e cupo che le aveva riservato. Decise di rientrare per parlare con l’ultima persona che aveva discusso col suo fidanzato: Naruto.Infatti il biondino era rientrato agitatissimo e si guardava intorno, alla ricerca dell’amico, senza risultati. Aveva combinato proprio un bel casino. Si scompigliò i capelli, frustrato.
In quel momento, Sakura gli si avvicinò con fare minaccioso e gli chiese: “Naruto, perché Sasuke aveva quella faccia ? Che cazzo hai fatto ?” Il biondino già tremava di paura, poiché conosceva bene l’ira della ragazza. Bisbigliò la risposta, pregando di non venir ucciso sul colpo: “M-mi è s-scappato … ho … ho detto a Sasuke del bacio tra te e Kiba … mi aspettavo lo andasse ad ammazzare, invece si è incupito e l’ho perso di vista … non so cosa gli è preso, non è da lui fare così. Risparmiami, Sakura-chaan !”
Lei rispose: “Non ti picchio a sangue solo perché siamo al compleanno di Hinata, ma sta pur certo che avrai la tua punizione !” Batté i pugni delle mani tra loro, come quando si preparava ad un incontro di box, per far capire al ragazzo che non scherzava. Ma adesso aveva ben altre cose di cui occuparsi. Si diresse da Hinata, che aveva da poco iniziato ad aprire i regali di compleanno dei suoi amici. Era seduta su una sedia, circondata dagli altri, e Kiba le aveva appena messo un perizoma leopardato in testa.
Naruto arrossì a quella vista e, invece di protestare per la punizione ingiusta che Sakura voleva dargli, si ammutolì e rimase a fissare la corvina. Era bella anche con dell’intimo in testa.
Distolse lo sguardo per evitare quell’imbarazzante situazione, mentre la rosa spiegava alla festeggiata la situazione.“Devo andare assolutamente a cercare Sasuke ! Mi dispiace lasciarti, ma-“ stava dicendo lei, ma la corvina le fece un sorriso sereno: “Non preoccuparti per me. Va da lui, è importante. Voglio che vi riappacifichiate e dopo potrebbe essere troppo tardi … quindi vai pure.”
La rosa la ringraziò, prese il cappotto e si diresse in tutta fretta fuori. Per prima cosa chiamò Itachi per sapere se Sasuke era rincasato. Il maggiore degli Uchiha, purtroppo, non aveva idea di dove fosse il fratello.Sakura riattaccò, ma non voleva ancora arrendersi. Cercò di pensare a dove il suo fidanzato potesse essere. E una ipotesi le balenò per la testa. Doveva provarci.
Rientrò alla festa e chiese a Sai di accompagnarla con l'auto. Era certa di trovare Sasuke lì.
                                                             *
Sasuke sfrecciava in sella alla sua moto, cercando di non torturarsi pensando alla sua ragazza.
Ormai l’aveva persa. E forse era anche giusto così. Non era giusto che lei si facesse sempre carico dei suoi problemi e che stesse con uno come lui, incasinato fino alla punta dei capelli e sempre scontroso. Kiba, forse, era la scelta ideale per lei: allegro, solare e con un passato normale alle spalle.
Lui non sarebbe mai potuto diventare così.
Finalmente arrivò alla sua destinazione, l’unico posto in cui si sentiva al sicuro e sapeva di potersi sfogare liberamente, senza che nessuno gli desse fastidio.Scese dalla moto e cercò nella tasca della giacca il suo paio di chiavi: quella più piccola avrebbe aperto la porta sul retro della palestra “Fight !”. Sasuke fece un sorriso sghembo, guardando l’insegna al neon spenta.
Si ricordò di quando, anni prima, Sakura si era iscritta al suo stesso corso di box per passare più tempo insieme e riuscire finalmente a conquistarlo. A quell’epoca, lui la vedeva come una piattola rosa, sempre fastidiosamente attaccata a lui. Come mai ora era lui a non riuscire a stare lontano da lei ?
Aprì la porta e si ritrovò nella sala dove era solito allenarsi con Naruto. Sakura spesso era presa dallo studio e poi preferiva la maestra Tsunade, per via del fatto che era donna e non aveva atteggiamenti ambigui come accadeva col loro insegnante, Jiraja.
Il moro si chiuse la porta dietro e decise di non accendere le luci, visto che i tuoni del temporale illuminavano abbastanza la stanza dalle ampie finestre. Si tolse la giacca e la depositò su una panca in fondo alla sala. Poi decise di sfilarsi anche la camicia per evitare di sporcarla o rovinarla, visto che aveva intenzione di sfogarsi e sapeva che avrebbe sudato molto.
Prese i guanti di riserva che lasciavano sempre nella stanza ed iniziò ad allenarsi al centro della sala, tirando pugni e calci al malcapitato saccone rosso.In quel momento sentì la porta cigolare mentre si apriva lentamente ed istintivamente attaccò lo sconosciuto con un calcio rotante. Ma il colpo venne parato abilmente, visto che Sakura ancora si ricordava come combatteva Sasuke. Il moro sgranò gli occhi non appena vide il volto della fidanzata: a metà tra l’infuriato ed il disperato.
La ragazza gli disse col fiatone: “Non è come pensi, Sasuke …”Lui rimase impassibile e ricominciò ad allenarsi, mentre sentiva i muscoli indurirsi ed il sudore iniziava ad arrivare.Lei allora alzò il tono di voce, arrabbiata: “Mi vuoi ascoltare, Sasukee !” Il moro le rifilò solo una occhiata gelida per poi riprendere come prima a tirare calci e pugni.
La rosa stava per perdere la pazienza, il suo fidanzato era un osso duro e non ascoltava mai nessuno. Quando si metteva in testa una cosa non c’era verso di fargli cambiare idea. E lui credeva che Sakura lo avesse tradito.
Presa dalla disperazione, Sakura sferrò un potente pugno al ragazzo, tale da farlo cadere a terra. Ma Sasuke non disse nulla, si rialzo soltanto.Lei allora iniziò a tempestarlo di pungi, via via più deboli, urlando: “Devi credermi, idiota ! Io ti amo, ti amo ! Ti prego, reagisci.” Ma il moro subiva i colpi e basta. Non rispondeva ai vari insulti né ai giuramenti che Sakura faceva.
“Non ho baciato Kiba di mia volontà, lo vuoi capire ?! L’ho respinto, per te ! Io non provo nient’altro che amicizia per lui !”continuava lei, riempiendogli la faccia di pugni. Ma sembrava tutto inutile.Ormai esausta e con il fiatone, si fermò, lasciando i pugni serrati appoggiati al petto del ragazzo. E si mise a piangere, col capo basso. Sasuke non l’aveva mai vista piangere.
La rosa si appoggiò al petto nudo del moro, cercando di reprimere i singhiozzi, mentre biascicava parole senza senso: “I-io … S-Sasuke non … t-ti prego …”
Il cuore del ragazzo smise di battere per un istante, come quando si erano baciati per la prima volta. Questa volta però, era lei che piangeva, anche se per motivi diversi.Si diede dello scemo. Probabilmente aveva passato troppo tempo col dobe, finendo per diventare come lui.Come aveva fatto a non capire che anche per lei lui era indispensabile, insostituibile e che senza di lui, anche lei crollava e si perdeva nel buio ? Era stato un grande egoista geloso.
Le prese il mento con una mano, sollevandole il viso, ed iniziò a baciare dolcemente ogni lacrima che solcava il volto della ragazza. E per ogni goccia che toglieva, sussurrava piano: “Scusami …” Scusami per non aver capito. Scusami per essermene andato via. Scusami per aver anche solo per un momento pensato di poter rinunciare a te. Scusami se adesso sei tu che piangi.
Lei pian piano smise di piangere. Gli accarezzò i capelli corvini e lo attirò a sé per baciarlo. Sasuke la abbracciò, tenendola stretta a sé, mentre le loro labbra si univano sempre più bisognose, piene di parole congelate che non riuscivano a sciogliersi. Ma che non erano fatte di ghiaccio come quelle che Sasuke era abituato ad usare.No, erano fatte di fuoco.
                                                                *
Naruto guardava con un sorriso ebete in faccia la mora che scartava i suoi regali di compleanno. La serenità di quella creatura lo faceva sentire meno in colpa per i guai che aveva combinato, il suo sorriso era come la luce che cancella le tenebre. Sembrava che tutto dovesse andare per forza bene, alla fin fine. E lui lo sperava davvero.
Hinata si accorse degli sguardi del biondino mentre apriva una borsetta marrone piena di caramelle alla frutta. Arrossì non appena incontro il suo sguardo. Perché anche a lei, lui faceva lo stesso effetto. Riusciva a farsi perdonare tutto con un semplice sorriso, che la scioglieva come ghiaccio al sole.
In quel mentre, Shion si avvicinò di soppiatto e con fare disinvolto a Naruto e gli chiese in un sussurro: “Allora … ci hai pensato su ?”
Lui annuì, senza staccare gli occhi dalla festeggiata, e disse tranquillamente, come solo lui sapeva fare: “ Ci ho pensato un po’. Però … devo rifiutare. Io … non posso farlo. Voglio starle accanto.” L’albina non disse una parola. Fece solo un sorrisetto strano, come se quella risposta fosse stata ovvia fin dall’inizio. E per lei era così. Conosceva bene Naruto.
Voleva solo averne la conferma, visto che non sapeva quanto il biondino fosse davvero motivato. E lo aveva lasciato andare, ovviamente facendogli promettere che avrebbe detto che era stata lei a mollarlo. Altrimenti la sua reputazione sarebbe crollata.
Si sedette su una sedia lì vicino, godendosi lo spettacolo. Si chiese come era possibile che una ragazza del genere, timida e senza nulla di particolare, fosse riuscita a toglierla dalla mente di Naruto. Forse era vero amore, il loro. Non lo sapeva e la cosa neanche le importava più di tanto.
Per Shion, c’erano cose più importanti: la sua carriera scolastica e sé stessa. Un altro ragazzo con cui stare lo avrebbe di certo trovato ed era inutile incaponirsi per riprendersi quell’idiota biondo.
“Spero che tu non voglia metterti tra loro, Shion … dopo tutta la fatica che ho fatto, mi faresti davvero innervosire …” le disse Kiba da dietro, sedendosi poi sulla sedia accanto.
La giovane fece un sorrisetto e rispose: “Per chi mi hai preso, Kiba … ne troverò sicuramente un altro.”
“Ma forse non ti sarà così fedele da farsi quasi ammazzare per salvarti.” Le fece notare lui. Ed era vero. Naruto l’aveva difeso. E Hinata aveva difeso lui.
Shion commentò freddamente: “Ma io non l’ho mai costretto a stare con me, è stata una sua scelta. E, quando ha deciso di andarsene, l’ho lasciato libero. Perché anche io ho capito che tra me e Naruto non c’era amore. C’era solo bisogno. Il bisogno di entrambi di avere qualcuno da proteggere o che ci proteggesse. Di sentirsi amati ed accettati dagli altri. Ma io non ero la persona giusta per lui e lui non lo era per me. Sono convinta che, un giorno, anche io sarò così fortunata da trovare qualcuno che sciolga il mio cuore. Qualcuno da proteggere con tutta me stessa senza paura.”
Kiba rimase sconvolto da quel discorso. Aveva sempre pensato alla albina come ad una persona fredda, distaccata, materialista e cinica. E lo era. Ma non era solo questo. Si sentiva sola ed abbandonata, senza nessuno di cui fidarsi davvero. Tutti le stavano accanto solo per i soldi. Naruto era stato il primo ad accettarla per quello che era. Probabilmente era per quello che Shion aveva pensato di amarlo, inizialmente. E Naruto era felice di aver trovato qualcuno che avesse bisogno di lui.
Ma ora era lui ad avere un disperato bisogno di un'altra persona, la quale, a sua volta, voleva stargli accanto in ogni momento.
Shion li invidiava molto e sperava, in cuor suo, di trovare un giorno una persona con cui formare un legame così speciale.Decise di cambiare discorso e domandò al bruno: “E tu ? Che mi dici di te e di Sakura ? Ho sentito che l’hai baciata … e che Sasuke è scappato via dopo averlo saputo. Non vorrai essere tu quello che si mette in mezzo … ?”
Kiba sobbalzò: “No, no … ho sbagliato ad agire in modo così impulsivo. Voglio bene a Sakura. Ma quei due si amano. Chi lo sa … forse, un giorno, anche io riuscirò a trovare una persona speciale. Proprio come lo vuoi anche tu.”
                                                            *
“Sono a casa …” disse in modo atono Sasuke, mentre entrava nella sua dimora, aspettandosi la risposta del fratello.
“Sasukee ! Ero preoccupato per te … mi ha chiamato Sakura, dicendomi che eri andato via dalla festa e che-“ stava gridando Itachi, ma il minore lo fermò per tranquillizzarlo: “Tutto apposto ora. Abbiamo chiarito.”
Itachi inclinò la testa di lato, guardando attentamente il viso del suo fratellino, notando che era pieno di lividi.
Allora gli chiese: “Sas’ke … ma chi ti ha pestato ?” L’altro arrossì subito, imbarazzato per la situazione. Non sapeva cosa dire. Come poteva lui, il grande Sasuke Uchiha, ammettere che era stato picchiato da una donna, che per di più era la sua fidanzata ?
Ma non ce ne fu bisogno. Itachi aveva già capito: “Ah, deve essere stata Sakura. Quella ragazza è fin troppo violenta, a volte. Ma ti vuole bene … avete fatto la pace ?”
Sasuke ripensò a quando Sakura era tra le sue braccia, inerme e piangente. E a come aveva realizzato che mai l’avrebbe lasciata andare. Essere egoista, questo sì che era da Uchiha. E lui non sarebbe stato da meno. Sorrise e si limitò ad annuire. Al maggiore non serviva altro, sapeva che il suo fratellino preferiva lasciare certi particolari solo per sé.
Itachi alzò le spalle e sospirò: “Meglio così … Sakura mi aveva fatto preoccupare …” Come al solito. Lei esagerava sempre ed Itachi le dava corda. Ma questa volta aveva rischiato.
“Itachi …- disse serio il minore- io, per la prima volta da tanti anni, ho avuto paura. Ho avuto paura di perderla. E la cosa peggiore è che l’avrei lasciata andare senza muovere un dito.”
L’altro scosse la testa: “Questo non è da te, Sas’ke… devi tenerci davvero molto a lei, se eri persino disposto a perderla pur di vederla felice.”
“Sì … credo sia così …” sentenziò il minore, abbozzando un sorriso. Era da molti anni che non sorrideva ed il suo fratellone era davvero sorpreso: due sorrisi in meno di due minuti. E tutto questo grazie a quella strana ragazza manesca dai capelli rosa.
Itachi si alzò e gli mise una mano sul capo: “Vedi di tenertela stretta, allora. Mi piace vederti sorridere così. Non da stronzo strafottente- gli diede un pugnetto sulla guancia- ma da ragazzo felice.”
L’altro fece un sorrisetto e commentò: “Devo essermi proprio rammollito.”
                                                                  *
La festa, ormai, era conclusa e metà degli invitati se ne era già andata via. Hinata era un po’ preoccupata per la sua amica Sakura, ma sapeva che lei doveva esserci riuscita.
Nel cuore della mora si era formato un macigno familiare, meno pesante del precedente, ma sempre ben presente. Aveva paura che il bacio che Naruto le aveva dato e quel “amore” sfuggito dalle labbra di lui, fossero tutto un imbroglio, uno scherzo o una falsità.
Aveva paura di crederglielo, perché aveva già sofferto fin troppo per lui.Naruto le si avvicinò e disse: “Hinata … io e Shikamaru dobbiamo tornare a casa … quindi …”
Lei sorrise e rispose: “Certo, lo capisco. Vi accompagno alla porta, così vi posso salutare.” Gli fece un sorriso cordiale ed andò a recuperare Shikamaru, che stava chiacchierando con Ino, ricostruendo la scena precedente alla fuga di Sasuke.
Il biondo rimase imbambolato lì. Non era questo quello che intendeva dirle. Voleva chiarire i suoi sentimenti per lei. E più di ogni altra cosa, avrebbe voluto baciarla di nuovo, o anche solo tenerla fra le braccia. Si sentiva un vero stupido ad aver rovinato tutto così. Probabilmente Hinata era confusa e non sapeva più a che cosa credere: al bacio fuggevole che lui le aveva donato senza spiegazioni o allo sguardo ammiccante e seducente di Shion su di lui. Naruto non sapeva proprio che fare. Era venuto lì con l’intenzione di dichiararsi, non di fare altri casini. Ma, come sempre, era riuscito a far diventare le cose più complicate.
Hinata li accompagnò cordialmente alla porta e li abbracciò entrambi, prima Shikamaru e poi Naruto. Quando fu il turno del biondo, lei sentì il suo cuore perdere le speranze. Non le aveva detto niente. Non aveva fatto nulla dopo il loro bacio.Da quando aveva parlato con Shion, non le aveva più rivolto la parola, solo sguardi.
Naruto, dal canto suo, avrebbe voluto stringere a sé la ragazza, accarezzarle il volto ed i capelli, per poi dirle finalmente che la amava. Ma gli mancò il coraggio, per via del distacco che sentiva tra di loro.
Le parole della mora sembravano filtrate, congelate e distanti. Prima, avrebbe detto che, nonostante i balbettii, la sua voce pronunciasse solo frasi di fuoco, piene di determinazione e sentimenti. Come quando erano su quel terrazzo a guardare le lanterne.
Si riprese dai suoi pensieri solo quando si accorse di essere ormai in auto con il suo amico al volante. Guardò indietro e vide la splendida figura della Hyuga che li salutava gentilmente con la mano, per poi scomparire nella sua dimora.


 https://www.youtube.com/watch?v=vb-MDFjb7vw
Angolo autrice (me):
Dunque dunque ... siamo agli sgoccioli ( in teoria)
Mi auguro che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento e vi ringrazio per aver letto !
Ho steso già il prossimo capitolo, ma non so quando avrò il tempo per pubblicarlo ... sono piuttosto indaffarata in questo periodo, spero di avere più tempo quando le acque si saranno calmate.
A presto e grazie mille ! <3
Un bacione a tutti voi lettori !
La vostra Rora-chan ! <3
P.S.: questa una delle pochissime ( praticamente unica) canzoni di questo cantante che mi piacciono ... ho pensato fosse adatta per Sasuke e poi mi ricorda un mio amico che spero abbia imparato la lezione ...
Bye bye ! ;)



 

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Capitolo 17
*** One day ... ***


One day ... 

Naruto se ne stava sdraiato sul suo letto, a guardare il soffitto. Erano passati tre giorni da quella serata, Capodanno si avvicinava. Da quella festa di compleanno, sentiva dentro al cuore un freddo pungente, diverso da quel calore travolgente che provava sempre per Hinata. Ora sentiva un forte dolore, come se uscissero lacrime di sangue dal suo petto.
Non sapeva che fare né come rimediare. Sua madre era piuttosto preoccupata per lui. Lo vedeva così apatico e cupo, non era per niente da lui. Doveva essergli capitato qualcosa di grave. Non era riuscita a chiederglielo perché sperava che fosse lui a parlargliene. Ed infatti accadde quella mattina, perché Naruto non riusciva più a portare quel fardello da solo e voleva rimediare al più presto.  “Mamma.” disse, entrando nella cucina. Kushina si girò subito verso suo figlio, rimanendo seduta sulla sedia davanti al tavolo. Gli fece un sorriso per tirarlo su: “Buongiorno, Naruto. Vieni, facciamo colazione ?” Lui annuì tranquillo e si mise seduto davanti a lei. Teneva tra le mani la tazze di latte caldo che la madre gli aveva appena preparato, sperando che almeno quello potesse scaldarlo.
Si fece coraggio ed iniziò a parlare: “Mamma, ho … combinato un casino con … Hinata. Credo che lei ora non sappia cosa pensare ed io non so come … farle capire che non la stavo prendendo in giro e che non voglio nemmeno tornare con Shion, non lo voglio più. Ma … non riesco a dirglielo. E se lei … non fosse più innamorata di me ? Non ha nemmeno …” Non riuscì a finire la frase, ma avrebbe voluto dire che lei non aveva neanche risposto al suo bacio. E che non lo aveva chiamato amore come lui aveva fatto con lei.
Sospirò. La madre allora gli disse: “Era questo che ti tormentava fino ad ora ?” Gli diede un matterello in testa, facendolo urlare di dolore. “Stupido, hai idea di quanto tempo hai perso a rimuginare invece che agire ?! E pensare che solitamente sei così impulsivo … si può sapere cosa stai aspettando ?! – altro colpo in testa- Se ci tieni così tanto a lei, vai a dirglielo. Non pensare al fatto che lei potrebbe non volerti più. Perché tu vuoi che lei sappia, non è vero ? Allora datti una mossa ! Odio vederti così.”
Il ragazzo sgranò gli occhi. Da quando era così chiuso in sé stesso ? Di solito parlava sempre dei suoi problemi o con i suoi amici o con sua madre. Perché questa volta aveva esitato, tenendosi quel dolore dentro ?
Parò un colpo della madre ed esclamò, come rinato: “Hai ragione, mamma ! Naruto Uzumaki non si piange addosso ! Stasera andrò da Hinata e le parlerò, una volta per tutte !”
“Così mi piaci !” lei lo abbracciò di slancio. Quello era il suo ragazzo e non voleva mai più vederlo così.
Quel pomeriggio, dopo aver pensato e ripensato a cosa fare, Naruto decise di chiamare l’unica persona che avrebbe potuto aiutarlo: Kiba. Il ragazzo rispose dopo pochi squilli: “Ciao, Naruto. Non ti fai sentire da un po’ … tutto ok ?”
“Non proprio … ho combinato un casino con Hinata. Devo rimediare.” ammise il biondo.
“Lo so, me lo ha raccontato. So anche che hai respinto Shion, ma lei non ha voluto credermi. Tra l’altro, è ancora più convinta che tu non stessi facendo sul serio perché sono tre giorni che non ti fai sentire nemmeno dai tuoi amici. Però … era anche preoccupata per te.”
Il cuore del biondino sobbalzò: lei era preoccupata per lui. Ad Hinata importava ancora di lui. E lui, come un demente, aveva aspettato tutto quel tempo, facendola stare in pensiero.Sorrise commosso, ora sapeva cosa fare. “Kiba, dammi l’indirizzo di Hinata, per favore.”
                                                                      *
Naruto era appena arrivato davanti a Villa Hyuga. Si meravigliò di quanto grande fosse il posto e ringraziò Kiba per avergli detto dov’era la camera di Hinata.
Quella sera faceva davvero freddo ed il suo giubbotto invernale lo copriva quasi del tutto, mentre il suo respiro lasciava nuvolette nell’aria.
Si chiese a chi o a che cosa stesse pensando Hinata. Sperò con tutto sé stesso che stesse pensando a lui. Ed in bene, magari.
Come al solito, Naruto non aveva escogitato un vero e proprio piano. Aveva preso spunto da un qualche film smielato che aveva visto da piccolo, in cui il protagonista innamorato andava a casa della sua amata e le lanciava sassolini alla finestra, in attesa che la sua bella aprisse. Allora lui, come Romeo con la sua Giulietta, gli dichiarava il suo eterno amore e tutti vissero felici e contenti. Problema numero uno: localizzare la camera di Hinata, visto che Villa Hyuga era enorme. Problema numero due: fare il più assoluto silenzio. Sapeva che il padre di Hinata, ed anche suo cugino, non erano persone pacifiche che gradivano questi slanci di romanticismo. Il padre l’avrebbe ammazzato e Neji lo avrebbe pestato a sangue. Non sapeva molto della sorellina di Hinata, ma sperava fosse meno violenta del resto della famiglia, esclusa la sua amata.
Adesso che ci pensava, aveva visto Hanabi solo una volta. E non sembrava affatto la sorella minore della sua Hinata, anche se era indubbiamente una Hyuga. Forse era più corretto dire che era la mora a sembrare strana in quella famiglia: i suoi capelli e la sua inclinazione alla dolcezza erano molto differenti da quelli del resto della famiglia. Molto probabilmente, aveva preso dalla madre. Naruto non sapeva come fosse morta la madre di Hinata, ma lei non ne parlava mai, e lui sapeva benissimo cosa si prova a perdere un genitore. In questo erano molto simili.
Ed anche lui, in un certo senso, aveva un “fratellino” di cui occuparsi: Sasuke. Gli voleva bene come ad un fratello.
Finalmente arrivò davanti alla finestra che doveva essere di Hinata, secondo le istruzioni di Kiba. Prese un bel respiro e lanciò il sassolino alla finestra. Niente. Ci riprovò altre due volte. Forse Hinata aveva il sonno pesante, non lo avrebbe mai detto.Lanciò un ultimo sassolino e la finestra finalmente si aprì.
La faccia del biondino, da euforica e luminosa, diventò una maschera di terrore non appena vide la testa di Neji spuntare dalla finestra. Lo Hyuga, non appena lo ebbe riconosciuto, iniziò ad imprecare, agitando un pugno minacciosamente: “Uzumaki, che diavolo ci fa qui ?! Se hai voglia di fare scherzi scemi, vai ad importunare qualcun altro, demente !”
Naruto cercò di calmarlo, se avesse fatto altro baccano, anche Hinata e suo padre si sarebbero svegliati e lui avrebbe perso quel poco di considerazione che Hiashi poteva avere per lui ed Hinata avrebbe pensato che era davvero uno scemo.
Così si mise a correre via da quella villa, cercando di zittire così Neji. Funzionò, ma adesso era davvero nei guai.Kiba doveva avergli dato le informazioni sbagliate. Oppure lui non ci aveva capito nulla. Era molto più probabile la seconda, visto che Kiba andava spesso a trovare gli Hyuga.
Il biondino non sapeva proprio che fare. Poteva continuare a cercare la finestra della camera di Hinata, ma come avrebbe fatto a riconoscerla ? Forse era il momento di arrendersi e tornare all’attacco la sera dopo.
Ma poi si ricordò che il giorno dopo era l’ultimo di Dicembre e tutti avrebbero passato la serata con la famiglia o gli amici. Compresi lui e la mora. E poi ci sarebbero state le vacanze per la befana e subito dopo scuola.
Non aveva più tempo. E la verità era che il motivo per cui aveva deciso immediatamente di fare quella follia così tipicamente da lui era che non riusciva più a tenersi quel macigno sul cuore, quei dubbi nella mente. E non voleva neppure più stare lontano da Hinata, non ce la faceva più. Quel silenzio lo stava torturando più di mille parole.
Decise di tentare, facendo il giro della villa, visto che ormai era troppo tardi per chiamare di nuovo Kiba.
                                                                     *
Hinata non riusciva a dormire, ancora. Se ne stava sdraiata nel letto della sua camera, sotto le coperte calde e con la unica compagnia della fievole luce della bajour del comodino.
Ripensava ancora a lui, non riusciva proprio a non farlo. Ed ogni volta, involontariamente, sentiva ancora le labbra di quel ragazzo sulle proprie. Il suo primo bacio. Almeno lo aveva dato al ragazzo che amava.
Ma … lui da allora non l’aveva più chiamata né cercata. Forse era troppo occupato per via delle feste. Magari era andato in vacanza, non aveva avuto il coraggio di chiedere a Kiba dove fosse.Oppure … oppure ora stava di nuovo con Shion. Forse adesso erano nuovamente fidanzati. Si diede della sciocca, non andava bene farsi così tanti problemi.
Lui e l’albina avevano solo parlato. E ballato. E parlato ancora. Ed ecco che i pensieri ed i ricordi su Shion e Naruto insieme ritornavano a galla, infestando le sue notti come dei fantasmi con le catene.Scostò le coperte, esasperata, e decise di andare al balcone a prendere una boccata d’aria.
                                                             *
Calciò l’ennesimo sassolino ed alzò la testa verso l’unica finestra della villa ancora illuminata. La luce era molto fievole, ma erano già ben dieci minuti che rimaneva accesa.Chi stava lì dentro doveva avere dei seri problemi a dormire, visto che era ormai mezzanotte.
Naruto diede un ultimo calcio al ciottolo davanti a lui. Poi sentì dei rumori provenire dall’alto e vide la porta finestra aprirsi sul balcone in legno. Rimase pietrificato vedendo chi stava uscendo.
Il suo cuore smise per un infinito secondo di battere, per poi accelerare la sua corsa come uno stallone imbizzarrito.
I suoi occhi erano sgranati ed attenti, nonostante la scarsa visibilità, ad ogni particolare di quella splendida creatura che, ora, gli sembrava ancora più bella di quanto ricordasse.Hinata, dal canto suo, era rimasta immobile vicino alla porta finestra semi aperta.Non sapeva che cosa fare. Perché Naruto era lì ? Che fosse tutto un sogno od una allucinazione ? Eppure sembrava così reale e vivo, ancora più bello del solito, nonostante la giacca invernale che lo copriva.Lei invece aveva addosso un pigiamino lilla con dei fiori blu sopra, a maniche lunghe e coi pantaloni lunghi, un paio di calzini bianchi ai piedi ed infine delle ciabatte rosa. Eppure, per il biondino, rimaneva ugualmente una visione celestiale e si sentiva fortunato come non mai, visto che finalmente la rivedeva.
La mora, spaventata, arretrava sempre di più verso l’interno della casa. Naruto allungò una mano verso di lei: “Aspetta, Hinata ! Ti … ti prego. Devo parlarti …” Il biondino arrossì leggermente. Ora doveva farlo, anche se le cose non erano andate esattamente come se le era immaginate.
I passi di Hinata si arrestarono. Lei realizzò che davvero Naruto Uzumaki era davanti a casa sua, in pieno inverno e a tarda ora solo perché voleva parlare con lei. Ebbe un po’ paura, ma non doveva cedere.
Rimase lì, aspettando che lui iniziasse a parlare. Ma Naruto non sapeva da dove iniziare. Così fece la cosa che gli veniva meglio: improvvisare. Ed iniziò dicendo: “Hinata … so che ti sembra strano ed inopportuno che io sia qui a quest’ora … però non ce la facevo più. Non … non ce la facevo più. Ho … ho bisogno di chiarire le cose tra me e te.- fece una pausa, in cui fece un lento respiro per calmarsi e cercare di ristabilire il battito cardiaco, ormai impazzito- Tu mi odi Hinata ?” La ragazza rimase davvero sorpresa di quella domanda. Aprì bocca per rispondere, ma le parole non volevano uscire. Si limitò a scuotere la testa. Naruto sospirò: “Meno male … perché io non voglio essere odiato da te. E volevo chiederti scusa.
Prima d’ora non mi ero accorto di quanto … di quanto la tua presenza mi servisse. Ho … ho bisogno di averti al mio fianco. Mi dispiace da morire per quello che ti ho fatto fino ad ora, devo averti fatto soffrire tanto. Perdonami, se sono così … lento a capire.
Ma ora … sarò io ad aspettare te. Quando vorrai, io sarò al tuo fianco a sostenerti. Se avrei bisogno di una spalla su cui piangere, io sarò pronto ad accoglierti, non ti lascerò mai da sola. Se avrai bisogno di un consiglio, beh … farò del mio meglio. Sarò sempre pronto a difenderti. Questa è una promessa !
E quando sarai pronta … quando ti fiderai di nuovo di me e sarai … sarai innamorata di me. Quel giorno … io … mi renderai l’uomo più fortunato e felice della terra.”
Gli occhi di Hinata si riempirono di lacrime. Naruto fece un sorrisetto imbarazzato, chiedendosi da dove diavolo avesse tirato fuori tutte quelle parole se addirittura faticava a respirare ed era tesissimo per l’emozione.
Sentì una porta sbattere. Hinata era ritornata dentro. Naruto abbassò il capo. Che cosa si era aspettato ? Che bastasse qualche parola per sistemare tutto ? Che sarebbe saltata tra le sue braccia, dicendogli che lo amava ? Che ingenuo che era stato. Ma Naruto Uzumaki mantiene sempre le sue promesse. Sulle sue labbra si dipinse un sorriso amaro.
Iniziò ad incamminarsi verso casa. Se Kushina non lo avesse trovato a letto, sicuramente avrebbe smosso mare e monti per trovarlo.  Mentre camminava a capo chino per la strada, sentì una voce chiamarlo. Sgranò gli occhi. Non era possibile.
“Naruto !”
Hinata correva a perdifiato sulle sue ciabatte invernali, con addosso solo il pigiama. E dai suoi occhi sgorgavano lacrime di gioia. Naruto poteva esserne certo, perché la mora stava sorridendo come non mai. Si fermò ed iniziò a correrle incontro.Lei si gettò tra le sue braccia, cercando di smettere di piangere. Ma non ci riusciva. Era troppo felice.
Il biondino la strinse a se, cercando di tenerla più al caldo possibile. Sentiva il cuore leggero ed una felicità pura che da tempo non provava e che aveva quasi dimenticato.Hinata, tra i singhiozzi, cercò di dire: “N-naruto … quel … quel giorno … voglio … voglio che sia oggi. Perché io mi fido di te, Naruto. E non voglio che tu mi debba aspettare, perché … non serve. Io … io sono ancora innamorata di te !” Affondò il viso nel giubbotto del giovane, il quale sobbalzò per la sorpresa.
Gli occhi di Naruto si riempirono di lacrime. Era la prima volta nella sua vita che piangeva di gioia. Le accarezzò i capelli dolcemente ed aprì la zip della giacca per avvicinarla ancora di più a se e tenerla di più al caldo. Lasciava che le lacrime calde scendessero sul suo volto. E poi delle parole uscirono spontanee dalle sue labbra: “Ti amo tanto, Hinata.” La strinse ancora di più, quasi avesse paura di perderla. E ne aveva, tantissima. Lasciò che qualche singhiozzo arrivasse alle orecchie della ragazza.
Non gli importava. Voleva solo averla con se. Non importava come o dove. Anche una fredda strada d’inverno andava bene.
Le prese il volto con le mani con delicatezza, come se fosse fatta di porcellana. Ammirò il suo volto leggermente rosso rigato di lacrime e gli occhi perlacei arrossati per il pianto. Sorrise intenerito e le asciugò le lacrime con una mano, cercando di godersi il contatto con la sua pelle liscia. Era così calda e dolce, quella ragazza che cercava riparo dal gelo tra le sue braccia.
Hinata arrossì ancora di più. Sentiva il cuore pompare velocemente, eppure non aveva paura. Era serena e sapeva che quello era il suo posto davvero. Naruto le sussurrò piano all’orecchio: “Vorrei … vorrei baciarti. Ma … questa volta … voglio che tu sappia che ti amo e che non vorrei nessun’altra al tuo posto.” Chiuse gli occhi e la baciò senza pensarci due volte.
Quello sì che era un bacio, pensò. Sentiva le dolci dita della ragazza accarezzargli il volto ed i capelli e le sue labbra tenere premere leggermente contro le proprie. Si sentì morire di felicità.
La strinse ancora di più a se. Non riusciva a credere che tutto quello che stava accadendo fosse vero.Si divisero per riprendere aria. Hinata aveva il viso accaldato, come Naruto. Ma nessuno dei due riusciva a levare lo sguardo dall’altro.  Il biondino prese le mani della ragazza e le disse: “Scusami … mi dispiace così tanto … ti ho solo fatta soffrire.” Stava per ricominciare a piangere. La mora scosse la testa:  “Non importa … Naruto … potresti … i-io … ho freddo e …”
Prima che potesse finire la frase, lui la trascinò fra le sue braccia, inebriandosi del suo profumo. Sentiva che stava per cedere. Così sussurrò alla giovane: “Ti riporto a casa … non vorrei che Neji e gli altri si preoccupino per te. E poi potresti prenderti un raffreddore, vestita così.”
Lei si limitò ad annuire, strofinandosi contro il petto di lui. Voleva sentirlo ancora così vicino, le piaceva da impazzire e ne sentiva la necessità come non mai. Assaporò l’odore del ragazzo ed il calore del suo corpo finché poté. Naruto la riportò a casa.
Le diede un veloce bacio sulla fronte e le promise che si sarebbe fatto sentire presto, questa volta. Anche perché non vedeva l’ora di rivederla. Le fece un sorriso e la salutò con un cenno della mano. Era ora di tornare a casa anche per lui. 




https://www.youtube.com/watch?v=Yx8PFmyakKk&index=7&list=PL87B69DF34113D202

Angolo autrice (me):
Forse è un capitolo più breve del solito ... ma credo che sia la giusta conclusione. Non so se farò un altro capitolo ... ma credo sia d'obbligo, sarete curiosi di sapere come andranno avanti le cose.
 E poi delle fan potrebbero ammazzarmi se non metto Kiba con qualcuno ... e Naruto deve farsi perdonare da Sakura e da Sasuke v.v
Quindi ... vedremo fin dove mi spingerò.
Mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto ! Grazie a tutti del sostegno e delle recensioni meravigliose, siete fantastici !
A presto ! ;)
La vostra influenzata Rora-chan ! <3


 

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Capitolo 18
*** The Beat goes on and on ... ***


The beat goes on and on ... ~

“Largooo !” gridava Naruto, correndo a tutta velocità per i corridoi della scuola. Come al solito, era in ritardo.
Quello era il primo giorno di scuola dopo le vacanze natalizie. E già era in ritardo. Il professor Iruka lo avrebbe sgridato davanti a tutti, ancora una volta.L'ennesima volta.
Ma il pensiero che lo faceva correre come un razzo su e giù per l’edificio era che finalmente avrebbe rivisto Hinata. La sua Hinata. Sorrideva come un bambino, correndo a tutta velocità. Aprì la porta dell’aula senza nemmeno bussare, facendo infuriare il professore: “Ma che modi sono, Uzumaki ?! Prima arriva in ritardo e poi non bussa neanche, ma che diavolo … ?!?”
Naruto gli fece un sorrisone e disse semplicemente: “Mi dispiace, professore. Le prometto che non accadrà più …”
Lo disse con una tale serenità, che il professore lo lasciò andare a sedersi senza aggiungere nulla.
Mentre il biondino prendeva posto accanto all’amico Shikamaru, incontrò lo sguardo di Hinata. La ragazza arrossì, mentre lui le fece l’occhiolino.La giornata scolastica passò tranquilla, con gli amici di sempre e gli scherzi di ogni volta. Naruto aveva chiesto scusa a Sasuke per la sua bocca larga, ma lui lo aveva liquidato con un gesto della mano e un suo solito sbuffo irritato: “Non è un problema, dobe … sono abituato a rimediare ai tuoi casini.”
“Eh ?! Che hai detto, teme ?!” rispose il biondino, avvicinandosi all’amico coi pugni stretti. Come al solito, non la smettevano mai di litigare e punzecchiarsi. Era da loro ed era giusto così.Dopotutto, era il loro modo di dire che si volevano bene come fratelli.Poco prima della fine della ricreazione, Naruto rientrò in classe, tutto emozionato.
Hinata stava mettendo a posto alcuni libri nella cartella, quando una voce squillante ed allegra la fece trasalire: “Ehi, Hinata !”
La giovane trasalì sentendosi chiamare e fece cadere per sbaglio alcuni libri. Naruto si chinò per aiutarla a riprenderli.
Le loro mani si sfiorarono appena sopra un quaderno di matematica, facendo sobbalzare i loro cuori. Dopo aver messo tutto a posto, il ragazzo le chiese: “Come stai ?”
Lei arrossì leggermente e rispose balbettando: “B-bene … g-grazie … e t-tu ?” Non riusciva a non ripensare alla loro dichiarazione e al bacio che si erano scambiati. Così caldo e passionale, ma allo stesso tempo dolce. Ogni volta che incontrava il suo sguardo, la sua mente ritornava a quella sera.
Lui le sorrise: “Bene … ma mi stavo chiedendo … Hinata, hai impegni per sabato sera ?” Non riusciva a crederci, lo aveva detto sul serio !
Hinata stava per farsi prendere dal panico: Naruto voleva chiederle di uscire ! Sentì la voce incrinarsi, mentre rispondeva emozionata: “N-no … no … p-perché ?”
Lui si intenerì, vederla così impacciata con lui lo faceva sorridere sempre. Adorava vederla arrossire per lui. Perché gli dava la certezza che lui non le era indifferente. Che le faceva battere il cuore, esattamente come lei lo faceva battere a lui.
Infatti i loro cuori innamorati non la smettevano più di battere talmente forte e veloce che sembrava potessero prendere il volo.Le fece un sorriso tenero e le prese la mani per calmarla, deglutì: “Vorrei uscire con te. – disse con tono sicuro, guardandola dritta negli occhi, mentre il rossore sul viso di lei aumentava e su quello di lui appariva, anche se appena accennato – Ti andrebbe, Hinata ? Magari potremmo andare al cinema … o dove vuoi tu, per me è uguale.”
La ragazza abbassò il volto, cercando di pensare a qualcosa da dire: “N-no … non s-serve … va … va b-benissimo il cinema.” Gli fece un sorriso, anche se sentiva l’intero corpo tremarle ed il suore pompare sangue ad una velocità pazzesca.
“Bene … allora ti vengo a prendere a casa per le otto ? So che c’è un cinema vicino a casa tua … anche se è piccolo, potremmo andare lì.” La mora si limitò ad annuire, ma dentro di se stava scoppiando di gioia. Il sogno d’amore della sua vita le aveva chiesto di uscire. E non per una gita tra amici. No. Per un appuntamento, un vero appuntamento tra innamorati.Stava per svenire, sentiva le forze uscire dal suo corpo.
“Hinata, tutto bene ?” le chiese preoccupato il biondo, visto che aveva notato che il viso della ragazza da rosso fuoco stava diventando pallido.
La campanella di fine ricreazione svegliò Hinata e le impedì di svenire. La ringraziò mentalmente. Naruto, vedendo che aveva ripreso il suo colorito naturale, si calmò e le fece un gesto di saluto con la mano, per poi rimettersi al suo posto.
Anche lui era al settimo cielo. Fremeva per l’attesa, sabato sembrava lontanissimo. Non vedeva l’ora di vivere quella serata speciale con lei … la sua Hinata. Solo il pensiero, lo faceva volare con l’immaginazione …. e sentiva il cuore leggero, come se tutti i problemi del mondo se ne fossero finalmente andati via.Sembrava quasi una ragazzina innamorata, da come sospirava. Non ascoltò nemmeno una parola della lezione di inglese, la sua mente era da tutt’altra parte. Ed era felice di esserci.
“Sei proprio una seccatura, Naruto ! Ho dovuto risvegliarti dal tuo stato di trance almeno tre volte ! Insomma, ma dove diavolo hai quel poco di testa che ti è rimasto ?!” lo rimproverò Shikamaru all’uscita da scuola.
L’unica risposta che ottenne fu un languido sospiro del biondo. La cosa lo fece irritare ancora di più: “Naruto, insomma ! Ascoltami per un minuto !”
Gli diede un pugno in testa, riportandolo coi piedi per terra: “Eh ? Che hai detto, Shika ?”
L’altro si diede una manata sulla faccia per l’esasperazione: era inutile cercare di fare un discorso sensato con Naruto, specie se aveva la testa tra le nuvole come quel giorno.Il suo sorriso da ebete lo irritava a dir poco, sembrava quello di uno che aveva appena scoperto l’entrata segreta per il Paradiso. E forse, in un certo senso, era così.
Shikamaru sbuffò spazientito: “Lascia perdere … tanto non mi stai a sentire.”
Naruto fece una smorfia confusa, ma riprese subito la sua baldanza e chiese all’amico: “Shika … com’è stato il tuo primo appuntamento con Temari ?”
L’altro alzò un sopracciglio, sorpreso dalla domanda: “Perché me lo chiedi ? Mica è la prima volta che esci con una ragazza ….”
Il biondino fece un sorriso tirato e rispose: “Sì, ma … con Shion era tutto molto diverso. E poi … ho paura di fare qualcosa di non adatto e di fare brutta figura con Hinata …"
“Anche volendo, non riusciresti ad evitarlo, visto che sei un vero dobe.” asserì candidamente il genio della classe, facendo spallucce.
“Eh ? Non è per nulla vero, Shikaa !” protestò l’Uzumaki, agitandosi e cominciando ad insultare l’amico, che continuò a camminare impassibile, con le mani nelle tasche dei pantaloni.Tanto, Naruto era sempre lo stesso e mai sarebbe cambiato. Anche se, doveva ammetterlo, stava maturando per amore. Non credeva che sarebbe mai successo, ma Hinata aveva dato a Naruto qualcosa di importante da difendere, una persona su cui contare sempre ed un nuovo sogno da raggiungere. E questo aveva cambiato Naruto.
                                                                   *
Hinata guardò per l’ennesima volta l’orologio: mancavano ancora due ore. Non sapeva se esserne felice o triste, l’attesa la stava portando sull’orlo dell’isteria. Non ce la faceva più.Eppure aveva ancora il terrore di svegliarsi da un sogno che sembrava così reale e scoprire che si era immaginata tutto, che non era successo nulla di tutto ciò, e che Naruto stava ancora con Shion.
Sakura la chiamò dal bagno dove era andata a prendere il necessario per sistemarle i capelli: “Hinata, piantala di guardare l’orologio. Tanto le lancette non andranno più veloci grazie al tuo sguardo ...”
La mora sospirò: “Sono così agitata, Sakura ! Mi sembra di sentire il cuore esplodere nel petto da quanto batte veloce …”
La rosa sorrise bonaria, ricordandosi del suo primo appuntamento con Sasuke. Era agitata esattamente quanto Hinata.
Si era impegnata molto per conquistare il moro ed aveva il terrore di rovinare tutto con quella uscita.Invece, quella sera all’osservatorio, non sarebbe potuta andare meglio. Il loro secondo bacio era stato sotto le stelle, distesi su un tappeto d’erba verde e di foglie arancioni.Sospirò languidamente al ricordo, per poi ritornare al presente con una scrollata di testa: doveva preparare Hinata, era certa che, con il suo aiuto, la mora sarebbe diventata così bella da mettere k.o. il suo amato biondino. L’avrebbe trasformata in una fata vivente, un angelo che aveva perso le ali.
Fece sedere l’amica su una sedia di legno. Studiò per bene il vestito che, dopo ore, avevano infine deciso: un vestitino lungo fino alle ginocchia non troppo leggero né troppo pesante, color rosa cipria dai bordi in pizzo a fiorellini e con una magnifica scollatura a V sulla schiena. Hinata si sentiva un po’ in imbarazzo ad andare al cinema così vestita, ma la rosa non aveva accettato repliche: avrebbe indossato quel vestito, che l’Haruno aveva portato appositamente per lei dalla sua collezione di abiti. Le scarpe abbinate erano color panna, con un tacco non troppo alto, ma nemmeno inesistente. La mora sperava di non cadere a terra mentre camminava.
Ora mancavano solo i ritocchi finali. “Iniziamo !” esclamò la rosa, mettendosi subito a lavoro.
                                                               * 
Naruto era, per la prima volta in vita sua, in anticipo. In largo anticipo, per giunta.Era con il motorino parcheggiato accanto alla villa Hyuga e mancava ancora una buona mezz’ora. Ma non riusciva più a stare a casa ad aspettare, era una agonia.
Così aveva preso due caschi ed era salito in sella alla sua fidata moto nera.
Si tolse il casco, risistemò i capelli e prese un bel respiro per cercare di calmarsi. L’ultima volta che era stato così agitato, era stato quando era andato a dichiararsi ad Hinata.Ma quella volta, una parte di lui credeva che non ci sarebbe riuscito e che, dopo un po’, sarebbe tornato a casa senza aver combinato nulla. Invece, le cose erano andate diversamente. Decisamente. Sorrise al ricordo.
Si mise una mano sul petto per cercare di calmare il battito cardiaco, ma non ci riusciva. Era così emozionato, non vedeva l’ora di vedere la sua bella uscire da quella casa così fredda e, per lui, quasi inquietante.
Perché lì, oltre alla sua adorata Hinata, c’era anche suo padre Hiashi. Ed il cugino iperprotettivo Neji. Un brivido di terrore gli percorse la spina dorsale. Sapeva che difficilmente avrebbe ricevuto la loro approvazione, non era mai piaciuto né a Neji né al padre di Hinata. Ma non avrebbe rinunciato a stare con lei per niente al mondo.Sentì in quel momento il rumore di scarpe, con il tacco, a giudicare dal ticchettio. Poi pian piano il cancello di legno di casa Hyuga iniziò ad aprirsi timidamente.
Naruto si avvicinò lentamente, sperando fosse Hinata, arrivata anche lei in anticipo.
Vide i suoi lunghi capelli neri far capolino oltre il cancelletto ed i suoi occhi perlacei scrutare l’esterno, finché non incontrarono l’azzurro di quelli di lui. Il biondo sorrise e le si avvicinò: “Anche tu in anticipo, eh ? Avremmo dovuto spostare l’ora …”
Lei finalmente si decise a varcare la soglia ed uscire così dalla proprietà della sua famiglia. Balbettò imbarazzata: “S-sì … m-ma non importa …”
Sentiva il cuore battere all’impazzata e sapeva benissimo che stava facendo un sorriso da innamorata e che le sue guance avevano un leggero colorito rosso.
Si sentì in colpa, Sakura le aveva detto che le ragazze si fanno sempre aspettare e che quindi non doveva uscire di casa se non un quarto d’ora dopo l’orario stabilito.
La rosa doveva andare ad allenarsi con Sasuke, una specie di appuntamento anche per lei. Ed era già in perfetto ritardo.
Ma Hinata non era riuscita a resistere: doveva almeno accertarsi che Naruto fosse arrivato. Invece era stata beccata in pieno, per fortuna aveva portato anche la borsetta nera con tutte le sue cose.
Naruto le porse la mano e le chiese se era pronta per andare, facendole l’occhiolino. Lei appoggiò la mano sulla sua e si lasciò guidare fino alla moto del ragazzo. Il panico le salì di colpo in corpo: non era mai stata su una moto.
Il biondino le diede il casco. La mora prese a rigirarselo tra le mani, ma non riusciva proprio a capire come metterselo.
Per fortuna, Naruto se ne accorse e ci pensò lui a metterle il casco. Poi le chiese: “Hinata … ma tu sei mai stata su una moto ?”
La ragazza rispose: “No … è un problema ?”
L’altro ridacchiò: “Assolutamente no, anzi ! Vorrà dire che avrò l’onore di essere il primo a portarti… -montò in sella- Forza, Sali a bordo, principessa.”
Hinata sentì le guance avvampare: l’aveva appena chiamata “principessa” !
Si mise seduta dietro al biondino, che prontamente le prese le mani e le fece aderire ai suoi fianchi, raccomandandole di reggersi forte. Partirono. Hinata non riusciva a fare altro se non pensare ed ineriarsi dell’odore e del calore di Naruto: le piaceva da impazzire. Appoggiò il viso alla sua schiena, stando attenta a non dargli fastidio. Non appena Naruto sentì la guancia di Hinata su di sé, un brivido lo scosse.Starle vicino lo faceva sentire più vivo ed ogni volta che lei lo toccava, il suo cuore iniziava a battere furiosamente, quasi volesse scappargli dal petto.
Sorrise tra sé e sé e continuò per la strada asfaltata.
                                                           *
Le vetrine del centro erano sempre ricche e luminose, dai colori sgargianti e dalle luci allegre. La gente passeggiava su e giù per le strade: c’erano famiglie con bambini, coppiette giovani ed anziane, ragazzine in comitiva e ragazzi che scherzavano tra loro.
Hinata e Naruto passeggiavano vicini, ma non sapevano bene come comportarsi e tra loro si sentiva una certa tensione.
Il biondino ripensò al suo primo incontro con Shion: aveva fatto tutto lei, lui aveva solo dovuto seguire le istruzioni ed accontentarla in ogni sua richiesta. Ma con Hinata non funzionava così, doveva essere lui a fare la prima mossa.
Decise di seguire il consiglio che la madre gli aveva dato tempo addietro: fai ciò che ti senti di fare, non strafare e sii sempre te stesso. E lui aveva una voglia matta di tenere almeno per mano la sua dolce mora. Così avvicinò lentamente la mano a quella diafana di lei, per poi prenderla con delicatezza.
Hinata sobbalzò per la sorpresa, ma poi si rilassò e lasciò che le sue dita si intrecciassero con quelle del biondino.Naruto ne fu davvero felice ed iniziò a parlare, facendole svariate domande: “Allora Hinata … come va con la preparazione per l’esame di ammissione a medicina ?”
Lei rispose: “Bene … e a te ?”
“Anche a me, penso di avere buone possibilità di passarlo !”
La mora sorrise dell’ottimismo di Naruto: era una delle cose che più amava di lui. Sempre così solare, pronto a regalare un sorriso a chi gli sta accanto. E lei voleva essere sempre al suo fianco, per sorreggerlo e vedere ogni giorno quel sorriso luminoso.Gli occhi di Naruto si illuminarono alla vista del suo negozio preferito di videogames e chiese subito alla mora se potevano entrarci. Hinata acconsentì e venne così trascinata dal biondo nel negozio.
Naruto cominciò a girare su e giù, ammirando i vari articoli. Sembrava un bambino.
La tappa seguente fu il negozio di dolciumi: le fece assaggiare vari tipi di cioccolata e comprò alcune caramelle alla liquirizia da regalare a Sasuke, per farsi perdonare il disastro che aveva combinato.
Passarono anche davanti ad una libreria, ma la mora non ebbe il coraggio di chiedere al ragazzo di entrare, per paura di annoiarlo. Sapeva bene che Naruto non era un vero e proprio amante della lettura come lei.
Ma al biondino non sfuggì la reazione di lei alla vista del negozio. “Vuoi entrare qui, Hinata ?” le chiese dolcemente.
“Se per te non è un disturbo … non vorrei annoiarti.”
Lui le rispose con un sorrisone raggiante: “Ma che dici, abbiamo fatto quello che volevo io fino ad ora, adesso tocca a te ! E poi … non mi importa dove siamo … mi basta stare con te per stare bene …” Arrossirono entrambi ed entrarono, tenendosi ancora mano per mano, le dita intrecciate che non accennavano ad allontanarsi.
                                                            *
Naruto, visto che non aveva molto interesse per i libri, lasciò che fosse Hinata ad esplorare i vari scaffali.
La mora prendeva delicatamente un libro fra le mani e cominciava ad analizzarlo, leggendo la trama sul retro con attenzione, assorta nel suo mondo.
Naruto si mise a guardarla, affascinato: era davvero bellissima. I lunghi capelli le coprivano leggermente il volto, ma poteva ugualmente vedere i suoi occhi chiari intenti a leggere attentamente, le ciglia lunghe e scure e le sue labbra rosate e dall’aria incredibilmente morbida.
Per un attimo sentì il forte impulso di baciarla, ma si trattenne. Non voleva disturbarla e poi gli dispiaceva rovinare quell’armonia magica che c’era attorno ad Hinata quando era persa nella lettura. Non appena la mora alzò leggermente lo sguardo dalla copertina, incontrò l’azzurro degli occhi di Naruto, che la guardava con una espressione serena sul viso. Sembrava stesse ammirando un’opera d’arte vivente, una fata, un angelo caduto dal cielo.Hinata arrossì e posò il libro al suo posto.
“Sarà meglio avviarci, il film inizia tra venti minuti.” disse lei, risvegliando il biondino dal suo stato di trance.
“Oh sì … giusto, andiamo …” rispose lui, mentre si avviavano all’uscita.
“Uzumaki, da quanto tempo !”
Naruto, sentendo il suo nome, si girò insieme alla mora. Un ragazzo dai capelli rossi, gli occhi azzurri incorniciati dall’eyeliner nero e la pelle chiarissima si avvicinò al biondo, accompagnato da una ragazza.La sua accompagnatrice era alta quanto Hinata, ma aveva i capelli biondi raccolti in due chignon laterali, blu intenso ed indossava un maglioncino attillato che lasciavano le sue spalle, leggermente abbronzate, scoperte.
“Gaara, amico mio ! Vedo che hai portato anche tua sorella Temari con te, che piacere vedervi !” esclamò il biondino, andando incontro ai suoi due amici.
Hinata studiò per un attimo la ragazza bionda di nome Temari: era davvero bella, non l’aveva mai vista prima. Era decisamente più bella di lei.Il suo sguardo poi andò a Naruto. Era così bello e sorridente mentre discuteva coi suoi amici.
“Oh, quasi dimenticavo ! Ragazzi … lei è Hinata !” disse il biondino, sfoderando uno dei suoi sorrisoni.
“Piacere, io sono Gaara …” si presentò il rosso, allungandole una mano. Hinata la strinse, timidamente: “Il piacere è mio.”
Poi toccò alla biondina: “Ed io sono Temari, ciao Hinata !- si strinsero la mano cordialmente anche loro- Sei la ragazza di Naruto ?”
La mora sobbalzò a quella domanda, non sapeva come rispondere, così inizio a borbottare: “I-io … ecco … io e N-Naruto …”
Ci pensò l’Uzumaki a salvare la situazione, esclamando orgoglioso: “Già, è la mia ragazza … non è stupenda ?”
Hinata si sentì la persona più felice del pianeta: Naruto le presentava senza vergogna ai suoi amici e ne era anche fiero. Pensava che l’avrebbe nascosta o che per lo meno l’avrebbe presentata come una amica … ma non come la sua ragazza, dicendo anche che la trovava bellissima.
Forse stava vivendo un sogno, perché era tutto troppo bello per essere vero.
                                                              *
“Temari sembra … molto simpatica ed è anche tanto carina.” commentò Hinata, mentre stavano aspettando l’inizio del film, seduti vicino sulle poltroncine rosse della sala.Naruto sistemò per bene i pop corn nell’apposito spazio e rispose: “Lo è, Temari è una ragazza straordinaria …”
La mora sentì una fitta di gelosia. Si diede della stupida, perché essere gelosa di quella ? Insomma, mica perché Naruto la trovava attraente e simpatica, doveva considerarla come una rivale.Era lei che stava uscendo con Naruto, non Temari. Eppure Hinata era terrorizzata dall’idea che Naruto la lasciasse per una più bella di lei. Ce ne erano tante di ragazze avvenenti, anche più di lei.
Perché Naruto, un ragazzo così bello, per cui le ragazze sbavano, stava uscendo con lei ? Sarebbe stato più sensato uscire con una ragazza mozzafiato, sexy e sicura di sé. Non con lei, che non aveva nulla di speciale e che era così timida.La mora sospirò.
“A che pensi, Hinata ? Ti vedo preoccupata … tutto ok ? Se è per tuo padre o Neji, sta tranquilla, li affronterò io !” esclamò lui, battendosi un pugno sul petto.Hinata ridacchiò: “No, non è per questo Naruto.”
“Allora per cosa ? Non voglio vederti così …” ribatté lui, avvicinandosi al volto della ragazza.
“Voglio vederti felice, Hinata.” mormorò vicino all’orecchio di lei, per poi lasciarle un tenero bacio sulla guancia.
Quel contatto gli fece venir voglia di baciarla appassionatamente e stava anche per farlo, quando le luci si spensero ed il film partì.
Per l’occasione, avevano scelto un film d’azione che parlava di un eroe pugile che combatteva per diventare il migliore e rendere orgogliosa di lui la sua amata.Naruto si immedesimò molto nel personaggio: anche lui avrebbe combattuto per rendere orgogliosa Hinata di lui. Sapeva di non essere un genio, ma voleva impegnarsi al massimo per raggiungere il suo sogno: voleva diventare un medico militare.
Erano in pochi a saperlo, la maggior parte pensava volesse diventare semplicemente un medico di base. Ma Naruto non era il tipo da starsene in panciolle a curare raffreddori e congiuntivite. No, lui voleva sentirsi veramente utile.
Suo padre era un militare e lui aveva sempre desiderato aiutarlo, da grande. Anche se non c’era, Naruto coltivava ancora questo sogno. Però voleva anche essere un buon padre e vedere i suoi figli crescere. Lasciò da parte quei pensieri per concentrarsi sul film ed allungò una mano verso la scatola dei pop corn.
Incontrò per sbaglio la morbida mano della Hyuga e sobbalzò: non credeva sarebbe successo veramente. Hinata arrossì e ritirò subito la mano, ma venne presa per il polso da Naruto.Lui intrecciò le dita con le sue e le chiese se le piaceva il film. Lei annuì.
Adorava sentire il calore della mano di Hinata, era così fragile e al contempo forte, quella ragazza. Lo affascinava e lui la adorava con tutto sé stesso. Avrebbe voluto stringerla fra le sue braccia, farla appoggiare al suo petto e vederla addormentarsi accoccolata a lui.  La mora appoggiò timidamente il capo sulla spalla del ragazzo, diventando paonazza in volto. Ma con le luci spente della sala, nessuno lo notò. Tranne Naruto, che sorrise compiaciuto.Gli piaceva da morire vederla reagire così per lui. Perché sapeva di essere l’unico che riusciva a far battere all’impazzata il cuore della corvina.
Ma voleva che anche lei sapesse quanto un suo singolo tocco, un sorriso o il suono della sua voce faceva galoppare il suo cuore, che ogni volta impazziva d’amore.
                                                              *
“Ti è piaciuto il film, Hinata ?” chiese il biondo, mentre si stavano dirigendo all’uscita. Lei sorrise e rispose: “Sì, è stato molto bello. A te, Naruto ?”
E chi ci pensava al film ? Non sono stato nemmeno a guardarlo, ero troppo occupato ad ammirare te …
Naruto fece un sorrisone e decise che quella risposta non andava bene, avrebbe fatto svenire la mora sul colpo, ed optò per una cosa più blanda: “Sì, anche a me è piaciuto … magari potremmo rifarlo un’altra volta, che ne dici ?”
Hinata arrossì: “S-sì … i-io … mi … mi sono divertita molto con te.” Il cuore del biondino cominciò a scaldarsi, non si aspettava che lei gli dicesse una cosa così dolce.
“Anche io mi sono divertito molto insieme a te … Hinata.”
Avvicinò la mano a quella pallida di lei e gliela strinse, ancora una volta. Avrebbe voluto fare ben altro con quell’angelo caduto dal cielo accanto a lui. Ma sapeva che con la Hyuga era meglio andare per step, fare le cose con calma per non spaventarla o farla cadere a terra mezza svenuta per l’emozione.
“Naruttooo !”
I due innamorati si girarono. In un attimo, una ragazza dai capelli rossi lunghi ed un paio di occhiali dalla montatura nera piombò addosso al ragazzo, abbracciandolo di slancio.Naruto bofonchiò: ”K-Karin …m-mollami ! Mi … mi stai soffocando !” E solo allora la rossa lo lasciò. Lui riprese fiato e le disse: “Ma ti pare il modo ?! Per poco non mi ammazzavi, sei la solita manesca !” Quella lo fulminò con lo sguardo e ringhiò: “A chi, manesca ?!” Hinata guardava la nuova arrivata incuriosita: Naruto conosceva un sacco di belle ragazze. Molto più belle di lei.
Si sentì indegna di stargli accanto, ancora una volta in quella giornata per il resto perfetta, che doveva essere il nuovo inizio della loro storia d’amore.
Mentre i due litigavano animatamente ( o meglio, mentre Naruto le prendeva di santa ragione dalla rossa), la Hyuga si sentiva sempre più fuori posto. Non aveva interessi in comune con Naruto, non avevano nemmeno tanti amici in comune (solo Kiba, Sakura e Sasuke). Che cosa ci faceva lui con lei ? Non sarebbe stato meglio con una ragazza decisa come Karin, sensuale come Temari o bellissima come Sakura ?
Lei non aveva nulla di particolare, nessun segno distintivo, niente da offrire concretamente al suo amato, se non la sua devozione incondizionata.
                                                                    *
“Scusa per Karin … ti abbiamo messo in imbarazzo, eh ? Mi dispiace, Hinata … lei non è una cattiva persona, è solo … molto violenta. Come Sakura, ad esempio.” le stava dicendo Naruto, mentre passeggiavano, diretti al motorino del giovane.
Ma lo sguardo di Hinata restava ugualmente pensieroso, immerso in chissà quali dubbi e angosce. Così il biondo, preoccupato, le chiese: “Hinata … tutto bene ? A che pensi ? Mi sembri giù di morale … è per colpa di Karin ?”
La mora scosse la testa: “No … è solo che … stavo pensando. Naruto … -alzò lo sguardo ad incontrare gli occhi azzurri di lui- perché hai scelto me ? Conosci così tante belle ragazze … sono molto più … più tutto di me. Perché allora ti accontenti di stare con me ?”
L’Uzumaki rimase spiazzato, non credeva che Hinata potesse davvero pensare certe cose. Come poteva credere che al mondo ci fosse una ragazza più adatta a stare al suo fianco ? O che lui ne volesse un’altra ? Voleva solo e solamente lei, perché solo la sua adorata Hinata sapeva sorreggerlo e solo il suo sorriso lo riempiva di gioia. Perché lei non riusciva a capirlo e si sentiva ancora così inadatta ?
Naruto si fermò di botto e la prese per le spalle, fissandola dritta negli occhi. Poi si avvicinò sempre di più a lei e le sussurrò all’orecchio: “Ancora non lo hai capito, Hinata ? Io voglio solo te. Sei tutto ciò che voglio e di cui ho bisogno.” La abbracciò teneramente, cercando di trasmetterle tutto l’amore che provava per lei.
Hinata sgranò gli occhi ed arrossì di botto, ancora non era abituata ad un tale contatto fisico con il suo biondino. Si lasciò coccolare da lui per un tempo indefinito, alla mora sembrò passata almeno un ora quando Naruto si staccò da lei.
Il ragazzo la guardò nuovamente negli occhi e le diede una carezza sulla guancia destra, perdendosi in quegli occhi perlacei che ormai amava alla follia.





https://www.youtube.com/watch?v=akm9VcAecCQ
Angolo autrice (me):
Dopo non so nemmeno più quanto tempo, finalmente sono riuscita a pubblicare questo "capitolo cuscinetto"/sdolcinatissimo. Ringraziate il film "Colpa delle Stelle" ... che credevo non avrei visto o apprezzato. Invece ...
Comunque ... mi dispiace che il capitolo sia corto. Mi dispiace sia smielato (preparatevi al prossimo, lo sarà ancora di più) e mi dispiace di non aver ancora parlato di Kiba ... o di Shion ...
Probabilmente ne parlerò nel prossimo ed ultimo capitolo, che darà una "risposta" ... lo capirete leggendo. Non temete: farò anche un epilogo. Mi sembra giusto nei vostri confronti v.v
Rsiponderò alle recensioni il prima possibile, sappiate che le ho apprezzate moltissimo ... ma con l'università e tutto il resto, sono stra incasinata. Spero abbiate gradito questo capitolo ... a presto !
La vostra Rora-chan ... che ormai da i numeri XD

 

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Capitolo 19
*** Just the way you are ... ***


Just the way you are ...  

Sfrecciavano per le vie della città, sempre più lontano da casa Hyuga. Allora Hinata, aggrappata a Naruto, gli chiese come mai non la stesse portando a casa, con il suo solito fare timido.
Il biondo fece un sorriso sghembo che lei non poté vedere e rispose: “Hai il coprifuoco, Hinata ? Perché io ho ancora una sorpresa per te … e devi venire assolutamente con me. Ti fidi di me, vero ?”
La mora sussurrò: “Sì … mi fido totalmente di te, Naruto.”
Allora lui riprese la concentrazione sulla guida, non doveva assolutamente sbagliare strada, se no si sarebbero di certo persi. Non pensava che avrebbe portato Hinata là durante il loro primo appuntamento. Ma dopo i dubbi che lei gli aveva confessato di avere, doveva assolutamente mostrarle quanto fantastica era ai suoi occhi. E non c’era posto migliore per farlo se non là, lontano da sguardi indiscreti, e come unici testimoni le stelle e la luna piena. Arrivarono a destinazione dopo una mezz’ora buona: una radura con un salice piangente al centro. Naruto fece scendere Hinata dalla moto e lei, titubante, si incamminò verso l’albero seguendo il ragazzo. Lui le fece segno di sedersi accanto a sé.
La mora si sistemò la gonna ed obbedì. La vicinanza con il biondo in un luogo così appartato la fece arrossire violentemente ed il suo cuore incominciò a battere fortissimo. Ma non era spaventata, no. Si fidava di lui, lo amava.
“Guarda.” le disse il biondo, alzandole il mento con delicatezza. Le stelle brillavano radiose in quella notte ancora fredda. La luna splendeva placida in quel quadro di luci ed il cielo era di un blu notte intenso talmente bello da mozzare il fiato. Ma Naruto non stava guardando il cielo. No. Lui guardava delle stelle ancora più stupende, di cui era geloso, e che amava: gli occhi lucenti di Hinata. Al confronto, le stelle emettevano solo una luce fioca.
Prese delicatamente una ciocca scura dei capelli di lei, rigirandosela tra le dita: seta scura, più bella di quel manto oscuro su cui erano appoggiate le stelle.
“Sei bellissima.” La voce di Naruto arrivò chiara e cristallina alle orecchie della ragazza, che si girò verso di lui confusa.
Ma Naruto non ci fece caso. Si avvicinò ancora di più a lei e sussurrò sulle sue labbra: “Te lo dirò tutti i giorni della mia vita, Hinata. Sei bellissima.” La mora arrossì violentemente e cominciò a sentire l’aria mancarle dai polmoni.
“Non mi importa se tu non mi credi, io non ti sto dicendo bugie: tu per me sei bellissima.- continuò lui, guardandola languidamente negli occhi- Quando ti vedo, io … non cambierei assolutamente nulla di te. Quando sorridi, ho la sensazione che il mondo intero si fermi ad ammirarti. E ne sono geloso, perché vorrei essere l’unico a cui è possibile guardarti sorridere.
Le tue labbra, poi … vorrei poterle baciare sempre. – si morsicchiò appena il labbro inferiore- Non mi stancherei mai.
Quando ridi … penso che sia il suono più bello del mondo. E … quando dici il mio nome, vorrei saltarti addosso.- lei ridacchiò imbarazzata-Tu sei perfetta così come sei, Hinata. E non importa quante volte me lo chiederai, io ti risponderò sempre che per me tu sei l’unica.”
Appoggiò la fronte a quella della ragazza, sorridendole dolcemente. Le accarezzò il viso e sussurrò: “Hai capito, Hinata ?”
La ragazza aveva gli occhi carichi di lacrime di gioia e commozione. Pensava che non avrebbe mai potuto provare una felicità così grande, eppure in quel momento l’unica cosa a cui pensava erano le parole di Naruto. La prima lacrima scese giù per la guancia destra della ragazza, scintillante per via della luce lunare.
Naruto sorrise intenerito e le asciugò la lacrima, commentando: “Sembra quasi una stella cadente …”
Hinata fece un sorriso imbarazzato, trattenendo il resto delle lacrime. Lui si avvicinò ancora di più, sorridendole di rimando. Sentiva il suo respiro sul viso ed entrambi desideravano solo annullare la distanza tra loro e sentire l’uno il sapore dell’altro sulle labbra.
Ma proprio in quel momento, Naruto si fermò, esclamando come un bambino: “Hinata, Hinata ! Girati, c’è una stella cadente !”
La mora si girò di scattò, ma scorse solo la coda lucente della stella. “Peccato … ti sei persa una cosa bellissima Hinata !”
Lei commentò, arrossendo: “Hai ragione … hai espresso un desiderio ?”
Il biondo fece un sorriso furbetto, alzando le sopracciglia e guardandola con fare complice: “Certo … e credo sia lo stesso desiderio che avresti espresso tu.”
“Davvero … ? Cos’hai-“ prima che finisse la domanda, le labbra di Naruto premevano contro le sue. Le mani del ragazzo le tenevano delicatamente il viso, sfiorandoglielo coi pollici.Hinata adorava tutto di lui e si beò di quel momento così intimo e magico che lui era riuscito a regalarle. Ad un certo punto dovettero staccarsi per riprendere fiato, ma non riuscirono ad allontanarsi. Naruto bisbigliò sulle labbra della sua amata: “E poi sarei io lo stupido ? Hinata … riesci a capire quanto io sia innamorato di te ?”
Lei arrossì ancora una volta, sbarrando gli occhi. Ecco un’altra cosa che amava di lui: riusciva sempre a sorprenderla con la sua innata spontaneità e la sua naturale gentilezza. Sempre così premuroso e dolce nei suoi confronti, nonostante spesso si comportasse da distratto scemo sbadato.
Hinata prese coraggio e diede al ragazzo un bacio sulla fronte, per poi scendere a fissarlo in quegli occhi azzurri che tanto amava, sistemandogli i capelli ribelli color del grano.“Non so come farei senza di te, Naruto …” gli confessò, abbracciandolo di slancio.
*
“Atterrato di nuovo !” esclamò trionfante Sakura, dopo aver messo al tappeto per la terza volta il valoroso Sasuke.Il moro fece una faccia corrucciata e contrariata, sbottando: “Ah sì ? Non cantare vittoria troppo presto, Haruno !”
Lei fece un sorriso strafottente, che venne subito coperto dalle labbra dell’Uchiha. Pochi attimi dopo, Sasuke era riuscito ad atterrare Sakura, prendendola per un braccio ed era salito su di lei per immobilizzarle braccia e gambe. Lei continuava a dimenarsi, protestando: “Sei scorretto, Sasuke ! Non vale, mi hai distratta !” Lui fece uno dei suoi famosi ghigni, ribattendo: “Tutto è lecito in guerra ed in amore … dovresti saperlo, Sakura.”
La rosa adorava quel sorriso sghembo del moro. Lui era il solo che riusciva a farle quell’effetto.
“Lo sai che mi stai facendo impazzire, Sasuke ?” domandò la ragazza, smettendo di agitarsi.
Lui la guardò inizialmente confuso, solitamente Sakura era come lui: non ammetteva mai le sue debolezze.In quel momento, ricordò perché amava tanto la sua ragazza: era testarda oltre ogni limite, altruista, gentile ( anche se a volte manesca) e … i suoi occhi lo facevano sentire strano.
Era l’unica di cui era geloso, nessuno doveva azzardarsi a toccarla. Era sua, come lui era suo. Non avrebbe voluto nessun’altro accanto. Mentre pensava tutte queste cose, dalla sua bocca uscirono parole che mai avrebbe pensato di pronunciare: “Lo sai quanto mi fai impazzire tu invece ? Non hai idea di quanto avrei voluto prendere a calci Kiba … e non l’ho fatto solo perché tu non volevi. Ma se dovesse ricapitare, giuro che pesterò a sangue chiunque ti si avvicini.” Era una strana dichiarazione d’affetto. Ma con Sasuke era così. E la sua lei ormai lo sapeva, lo conosceva fin troppo bene. Sakura rise di gusto: “Bella dichiarazione, Uchiha. Ma avrei preferito qualcosa di più classico …”
“Se preferivi qualcosa di più classico, non dovevi scegliere me.” rispose lui, ricordandole che un Uchiha non mostrava mai i suoi reali sentimenti apertamente.Ma sapeva che Sasuke teneva a lei, per questo passava tutto il suo tempo libero con lei. Per questo la guardava come se al mondo non ci fosse un essere più meraviglioso di lei. Per questo non la baciava mai davanti a nessuno, odiava i baci in pubblico.
Perché Sasuke era terribilmente geloso di ogni attimo passato insieme a lei. E non lo avrebbe ammesso mai, nemmeno sotto tortura. Ma a Sakura andava bene così: lui era perfetto così com’era ai suoi occhi.
“Allora … - ricominciò a parlare- ti andrebbe di lasciarmi adesso ? Vorrei rialzarmi, se permetti …”
Lui fece una faccia da finto pensieroso, poi le fece un sorriso: Sasuke sorrideva in quel modo raramente. E solo per lei. Ed il suo sorriso la faceva arrossire, cosa che accadde anche quel giorno.Il moro le sussurrò all’orecchio: “E cosa mi darai in cambio ? Dovresti darmi un premio, ho vinto …”
Sakura ridacchiò, Sasuke non si smentiva mai: “E che cosa vorresti, Sasuke ?”
Lui fece un sorriso trionfante, quasi sinistro, per poi dire: “Dimmi … come è successo ? Come ha fatto quel cane pulcioso di Kiba a baciarti ?” Pronunciando il nome dell’Inuzaka, il moro fece una faccia schifata, come se avesse appena pronunciato il nome del suo acerrimo nemico. La rosa roteò gli occhi, era da giorni che Sasuke le chiedeva informazioni su quell’avvenimento.Ma a lei non andava di raccontarglielo, era troppo imbarazzante. Decise però che, conoscendo la testardaggine di Sasuke, pari solo a quella di Naruto, era arrivato il momento di accontentarlo. Era certa che dopo ne sarebbe rimasto deluso.
Prese un respiro ed inizio: “Eravamo a casa mia per studiare biologia. – la faccia di Sasuke era più che eloquente, stava pensando che Kiba poteva anche inventarsi una scusa migliore per preparare una imboscata alla sua ragazza- Sono scesa per prendere da bere. Tornando in camera, sono inciampata nel tappeto e Kiba mi ha preso al volo. Me lo sono ritrovata sopra di me e mi ha baciata. Io l’ho allontanato con un calcio, chiarendo il fatto che per me lui era solo un amico. Fine. Contento ora, Uchiha ?”
La rosa mise su un broncio che parlava per lei: era davvero irritata, quella storia la metteva in soggezione e la faceva sembrare davvero una sprovveduta. Sasuke pensò che era il momento di rimediare al disastro che quel cagnaccio aveva combinato.
“Quindi … - riprese lui, con un voce roca – era sopra di te … come lo sono io ora, giusto ?” Sakura lo guardò interrogativa, intuendo che il moro aveva già qualcosa in mente. Non sapeva se esserne preoccupata o meno.Sasuke si buttò subito sulle labbra della sua ragazza, senza nemmeno permetterle di capire cosa stava accadendo. La baciò come raramente faceva, con fare possessivo e protettivo. Quando si staccò, le chiese: “Era meglio il mio bacio o quello dell’Inuzaka ?” Sakura sgranò gli occhi, possibile che Sasuke si sentisse in dovere di competere con Kiba ? La cosa però le fece anche piacere, voleva dire che lui ci teneva davvero alla loro relazione.
Fece un sorrisetto furbetto e disse con fare fintamente pensieroso: “Mmmh … direi che per poco vinci tu, Uchiha.” Ridacchiò divertita, accarezzandogli il volto.
Il moro ribatte: “Come sarebbe a dire «per poco ?» Forse dovresti riprovare l’esperienza, Sakura … per capire che io sono molto meglio di lui.” Lei gli sorrise raggiante: “Lo so già.”
                                                            *
Svuotò l’ennesimo bicchiere di quella serata, era davvero noiosa. Ancora si chiedeva come mai Neji lo aveva portato con sé per una stupida uscita a quattro. Ma poi capì: era Ten Ten che comandava, mica lui. La ragazza aveva capito che Kiba non se la passava bene ed aveva sempre un’aria da cane bastonato. L’unica cura che le era venuta in mente era stata questa: portarlo a divertirsi ad una festa, insieme a lei e Neji, che lo avrebbero tenuto d’occhio.
Kiba sbuffò annoiato, appoggiando il bicchiere vuoto sul tavolo. Guardò la gente ballare e divertirsi, in pochi come lui se ne stavano seduti a guardare. Finché i suoi occhi non si posarono su una chioma albina che fin troppo conosceva: Shion era seduta ad un tavolo a bordo pista, rigirandosi il bicchiere di vetro tra le mani, assorta in chissà quali pensieri.
Senza uno scopo preciso, Kiba si diresse al tavolo vuoto di lei e si sedette ad un posto vuoto accanto a lei, salutandola con fare disinvolto. La albina si riprese dai suoi pensieri, esclamando: “Oh, Inuzaka … che coincidenza trovarti qui. Anche tu da solo ?”
Le spiegò che era venuto coi suoi amici, ma solo perché lo avevano costretto. Lei rispose che le era capitata una cosa simile: doveva accompagnare Ino lì perché la bionda doveva vedersi con Sai, ma non sapeva se lo avrebbe trovato davvero là. Invece era successo e, come da programma, si era subito fiondata sulla sua preda, abbandonando Shion al tavolino.
Kiba sorrise: “ Strano che tu non abbia già trovato qualcuno … ricordo che coi precedenti fidanzati trovavi subito un rimpiazzo.” Lei sospirò: “Sì, ma non erano loro a lasciarmi … ero io a farlo. Naruto è stato il primo a mollarmi.” Non c’era risentimento nella sua voce, solo un po’ di sgomento rimasto da quell’esperienza. Kiba iniziò a chiedersi come mai si era seduto volontariamente accanto a quella ragazza che sembrava priva di sentimenti, mentre lui era sempre un vulcano in eruzione. Erano davvero diversi: lei glaciale e fredda, lui irruento e focoso. Cosa avevano in comune ? Una situazione sentimentale da far schifo. Doveva essere quello il motivo che lo aveva spinto lì, oltre alla noia.
Fece spallucce e ribatte: “Comunque non dovresti avere problemi a trovarne un altro …  insomma, sei davvero bella, intelligente e anche proveniente da una bella famiglia … la ragazza perfetta, diciamo.” Shion fece un sorrisetto e gli domandò: “Davvero pensi queste cose ? Si direbbe quasi che tu voglia provarci con me …. Kiba.”
Il ragazzo arrossì appena e disse con tono burbero: “Ma che vai a pensare ?! Io intendevo solo dire che … che i pretendenti sicuramente non ti mancano … a differenza di me.”Shion iniziò a provare una vera simpatia per quello strano ragazzo così facile da leggere e così aperto.
“Non voglio un ragazzo che mi sbavi dietro, come fanno gli altri. A cosa mi dovrebbe servire uno così ? Voglio qualcuno che … sia deciso a rimanere al mio fianco.” confessò  lei, guardando assorta le coppiette sulla pista da ballo illuminata da luci colorate.Kiba ne rimase sorpreso, non credeva che la ragazza fosse cambiata così tanto. Ma la cosa che lo sconvolse di più furono le sue parole seguenti: “Kiba … non cercare di cambiare solo per piacere alle ragazze. Non farlo. Sakura ti ha rifiutato per ben altri motivi. Non c’è nulla che non vada in te. Anzi … sei perfetto così come sei.”
Il viso di Shion rimase quasi inalterato, se non per un piccolo sorriso che comparve sulle sue labbra pallide. Mentre il volto di Kiba aveva preso colore, un bel rosso acceso: nessuna ragazza gli aveva mai detto una cosa simile.
L’albina si alzò dalla sedia, si girò e gli chiese: “Non sarebbe ora che tu mi chiedessi di ballare, Kiba ?” Il ragazzo la guardò confuso, ma poi la seguì verso la pista, guardandola con occhi nuovi. Per la prima volta, vide Shion come la creatura più bella ed eterea di tutte.
                                                                *  
Naruto l’aveva riportata a casa in perfetto orario solo perché lei glielo aveva ricordato. Altrimenti sarebbe volentieri rimasto con lei tutta la notte, sdraiato tra l’erba di quell’angolo di paradiso, tenendola stretta tra le sue braccia.
Ma sapeva bene che il padre di Hinata si sarebbe preoccupato molto se la figlia non fosse tornato in orario, così avevano fatto ritorno a villa Hyuga. Hinata scese delicatamente dalla moto del giovane, cercando di non cadere e di non rovinare il veicolo.Naruto la aiutò a togliersi il casco e le chiese: “Senti, Hinata … potrei parlare con tuo padre ?” La mora sobbalzò sorpresa e rispose: “P-perché vuoi farlo, Naruto ?”
“Voglio che lui sappia che sua figlia è in buone mani. Anche io, se avessi una figlia bella come te, sarei in pensiero e vorrei proteggerla … quindi …”
Naruto arrossì appena, che razza di discorso gli era venuto fuori ? Hinata sorrise, riconoscendo la dolcezza caratteristica del biondino che la aveva fatta innamorare, come tante altre cose di lui.Così lo accompagnò all’interno della casa.
Appena entrarono, trovarono il padre della giovane in piedi con le braccia incrociate. L’uomo guardò attentamente la figlia, per poi spostare il suo sguardo glaciale verso il biondo.Naruto sentì un brivido di terrore percorrergli la schiena, mentre l’uomo gli rivolgeva la parola: “Dunque tu sei il ragazzo che mia figlia sta frequentando … ti dico subito che … non mi piaci per nulla, sei uno scapestrato. Mia figlia ha bisogno di un uomo che la protegga, non di un bambino frignone da salvare.”
Ovviamente Hiashi non aveva scordato lo spiacevole episodio di mesi addietro, in cui la sua preziosa primo genita aveva rischiato di perdere la vita. Ancora non si capacitava. Un gesto così avventato … non se lo sarebbe mai aspettato da Hinata, che era sempre stata così timida e paurosa.Ma aveva notato che da un po’ di tempo il suo atteggiamento stava cambiando. Ad esempio, era uscita con un ragazzo. Cosa che prima non avrebbe mai fatto, soprattutto per l’imbarazzo.E sorrideva raggiante come poche volte l’aveva vista fare.
Ma nonostante ciò, il padre voleva capire fino a che punto quel ragazzo volesse arrivare con la sua primogenita.
Hinata aveva rischiato molto per Naruto: se lui le spezzerà il cuore, Hiashi gli spezzerà le ossa. Questo era ovvio. Ma le ossa si riparano … il cuore no. E il cuore di Hinata ha già sofferto abbastanza.
Hiashi scrutava con occhi indagatori il biondino davanti a sé, aspettandosi una reazione, di qualunque tipo. Ma la voleva.Naruto non sapeva cosa dire, si sentiva ancora molto in colpa per l’incidente avvenuto. Guardò Hinata, cercando in lei una risposta. Lei lo guardò preoccupata, coi suoi dolci occhi lilla. A Naruto parve che quello sguardo volesse dire “Mi dispiace per il modo in cui mio padre si sta comportando …”
Ma Naruto non biasimava per nulla il capo famiglia Hyuga: era giusto che lui si preoccupasse per la sua adorata figliola. Ed era vero: Hinata meritava di più. Lei meritava un uomo che la proteggesse, sempre. E che la rendesse felice.
Gli occhi azzurri di Naruto si riempirono di quella luce sfavillante, quel fuoco di determinazione che aveva fatto innamorare la corvina. Naruto sostenne lo sguardo dell’austero Hyuga, e disse: “ Ha perfettamente ragione. Io … voglio diventare l’uomo che proteggerà Hinata. Non voglio mai più vederla soffrire, non potrei permettermelo. Se avessi potuto fare qualcosa … l’avrei difesa. Con tutto me stesso.
Diventerò più forte, per poterle stare accanto degnamente. Io … amo sua figlia… –Hinata sobbalzò e sorrise intenerita, mentre le sue guance si tingevano di un tenue color porpora- Le chiedo di concedermi il privilegio di starle accanto. Mi dia la possibilità di rendere felice Hinata … - Naruto china il busto davanti all’uomo, in segno di rispetto- la prego !”
Il volto di Hiashi rimase impassibile. Ma dentro di sé, era abbastanza compiaciuto. Quel moccioso, per lo meno, gli aveva risposto adeguatamente. E non aveva detto che sarebbe morto per lei, no. Naruto voleva vivere per Hinata, per starle accanto ogni singolo giorno.
L’uomo si avvicinò al biondino ancora chino e pose la sua mano pallida sui biondi capelli del giovane: “Ti do un’altra possibilità. Lascerò che vi frequentiate, ma secondo le mie regole: rientro a casa prima delle dieci di sera, terrai le tue manacce lontano dai punti puri di mia figlia, non la porterai in casa tua o in luoghi appartati con intenzioni impure e … se oserai farla piangere, anche solo una volta … - il suo sguardo si fece uguale a quello di uno spietato omicida – io ti farò talmente male che pregherai alla morte di portarti via con lei.”
Naruto rabbrividì alla minaccia, ma accettò le condizioni. Per Hinata, avrebbe fatto qualunque cosa.Hiashi tornò alla sua camera, soddisfatto della chiacchierata avuta con il giovane Uzumaki. Aveva ben capito che Naruto era uno stupido senza speranze, ma apprezzava la sua onestà e la sua bontà. Ma più di tutto, aveva visto quanto il ragazzo tenesse a sua figlia, forse la amava sul serio.
Hinata amava Naruto senza ombra di dubbio. Sua figlia era un libro aperto per lui. Aveva notato come i due si tenevano per mano, come si aiutavano a vicenda e come si guardavano tra loro.
Si augurava che fosse quello giusto, perché non poteva sopportare l’idea che la sua Hinata perdesse l’uomo che amava così tanto.Non appena il capo clan Hyuga girò l’angolo, Naruto fece un respiro di sollievo liberatorio. Si girò per sorridere ad Hinata, che lo guardava felice. Nessuno aveva mai pronunciato parole più belle per lei. Ed Hinata voleva crederci, con tutta sé stessa.
Lui si chinò a darle un dolce bacio sulla fronte, mentre la corvina sussurrava, quasi commossa: “Grazie, Naruto … ti … ti amo anche io. Tantissimo e … voglio stare con te.” Lo abbracciò, affondando il viso nel petto di lui, cercando ancora una volta di trasmettergli tutti i sentimenti che provava per lui.
Naruto rispose all’abbraccio con dolcezza, ma ,appena si staccarono, decise che era ora di tornare a casa anche per lui. Salutò la ragazza baciandole la guancia e lasciandosi baciare da lei. Avrebbe voluto prendere le sue labbra e farle sentire ancora una volta quanto la amava, non si sarebbe mai stancato di farlo. Ma, per il momento, era meglio non fare mosse azzardate.
Ci teneva alle sue ossa.





https://www.youtube.com/watch?v=DBRdKYzlRgo
Angolo autrice (me):
Ed ecco il capitolo finale della storia. A questo seguirà l'epilogo, che sto scrivendo appena posso.
Mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto.
Da "Come tu mi vuoi" siamo arrivati a "Just the way you are" ... perchè cambiare va bene, per amore lo si fa sempre ... ma non bisogna forzarsi, non bisogna esser qualcuno che non si è. L'amore dovrebbe semplicemente tirare fuori il meglio di noi, spronandoci ad impegnarci e mostrandoci cosa siamo davvero in grado di fare.
Nella persona amata, spesso, vediamo le caratteristiche che noi vorremmo avere e che ammiriamo.
Amare un'altra persona, per quanto possa fare male, non è mai una cosa brutta. Ci fa crescere.
Detto ciò, vi saluto e mi scuso per la lunga assenza (ed anche per non aver ancora risposto ad alcune recensioni ... sorry), l'università mi sta prosciugando le energie ... corro a guardare Big Hero 6 con il mio fratellino ! XD
A prestoo !
La vostra Rora-chan ! <3


 

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Capitolo 20
*** Epilogo ... ***


Epilogo ... !

 “MAMMAAA ! Stai diventando sempre più cicciona, dovresti mangiare meno cioccolata !” esclamò una bimbetta di cinque anni dai lunghi capelli rossi e dagli occhi perlacei, rimproverando la sua mamma, seduta sul divano color panna di casa loro.
La donna sorrise divertita e arruffò i capelli alla sua figliola, dicendole che non doveva preoccuparsi per lei. La rossa sbuffò contrariata, insistendo: “Mamma, se diventerai una balena papà non ti vorrà più ! E poi inizierai a rotolare per casa invece che camminare !”
La porta del soggiorno si aprì di botto. Un uomo biondo sulla trentina fece la sua apparizione, rimproverando la figlia: “Insomma, Kushina ! Si può sapere che vai dicendo ! Tua madre non diventerà una balena, né rotolerà per casa o altro … ed io vorrò sempre bene alla tua mamma e a te, peste ! Vedi … la tua mamma ha dentro di sé il tuo fratellino. O la tua sorellina …”
La bambina lo guardò come se avesse detto una stupidaggine: “Mamma non può aver mangiato il mio fratellino !”
Naruto si diede una manata in faccia, mentre Hinata rideva di nuovo. Kushina era la degna figlia di suo padre ed assomigliava terribilmente alla madre di Naruto, deceduta il giorno del terzo compleanno della piccola per un infarto fulminante.
“La smetti di dire stupidaggini, tua madre non ha mangiato nessuno. Hinata, tesoro… spiegaglielo tu, io non sono bravo con queste cose …” disse Naruto, sospirando. La mora annuì e avvicinò il viso della bambina al suo pancione.La piccola poté così ascoltare i calcetti che il suo fratellino o sorellina faceva nel pancione della madre e ne fu entusiasta, tanto che se ne vantò a scuola il giorno dopo.
Kushina era un uragano, una bambina piena di vita. Era molto intraprendente ed orgogliosa dei suoi capelli vermigli e dei suoi occhi da Hyuga.Ammirava molto il lavoro del suo papà: Naruto, infatti, era diventato un militare. Insieme ai suoi due amici, Shikamaru e Sasuke.Kushina diceva sempre che il suo papà era il suo eroe, il suo guerriero, pronto a difenderla dai cattivi.La verità era che, da quando era nata quella bambina così vivace ed allegra, nonostante i brutti momenti, Naruto era diventato più forte per lei. Per proteggerla, per starle sempre accanto. Amava sua figlia più di qualsiasi cosa al mondo.
Lo stesso valeva per Hinata. Quella piccola aveva donato alla mora una gioia indescrivibile, era stata un dono dal cielo.Aveva finalmente trovato un lavoro che la gratificava molto, anche se non pensava che sarebbe davvero successo: ora era una professoressa di lettere delle superiori.
I suoi studenti erano sempre molto vivaci e chiassosi, ma da quando aveva sposato Naruto ci si era abituata e sapeva bene come riportare la pace nella propria classe. Gli studenti la rispettavano e amavano il suo modo appassionato di insegnare.
Kushina decise di alzare un pochino il maglione blu notte che la madre portava per vedere meglio il pancione di Hinata. Lo toccò delicatamente con la piccola manina chiara e sorrise, esclamando alla donna: “Mamma, voglio avere anche io un bambino nella pancia da grande !”Hinata la guardò sorpresa, ma poi sorrise. Le accarezzò i capelli e disse: “Ma certo, tesoro. Sono sicura che avrai un bambino bellissimo …”
La piccola ampliò il suo sorriso e aggiunse arrossendo: “Magari con Itachi-kun …”
“COSAAA !?” gridò Naruto, avvicinandosi alla figlia, preoccupato a morte. “NOO NON FARMI QUESTO ! NON CON  UN UCHIHAA ! NO! La mia bambina non starà con uno spocchioso Uchiha. Resta ancora con il tuo papà, Kushina-chan !”Prese la rossa tra le braccia, abbracciandola stretta a sé.Itachi era il figlio di Sakura e Sasuke, nato un anno prima di Kushina. Assomigliava molto al padre: capelli neri, occhi da Uchiha e carattere glaciale. In compenso, era più umile del padre e con una spiccata propensione alla medicina, come la madre.Infatti Sakura era riuscita a diventare una infermiera a tutti gli effetti, un anno era persino partita con il marito come crocerossina per i militari del campo. Spesso si trovavano per parlare e ritornare con la mente al passato, quante cose erano accadute da allora !
I loro due figli giocavano sempre insieme, anche se erano rivali giurati e litigavano molto spesso. Anche perché erano gelosi l’uno dell’altro, ma non lo avrebbero mai confessato.Kushina faceva finta di nulla quando lo vedeva giocare con un’altra bambina, ma la cosa la irritava moltissimo.Lo stesso valeva per il piccolo Uchiha, che a volte faceva il prepotente solo per attirare l’attenzione della rossa. La stronzaggine l’aveva presa dal padre, purtroppo.Ma, dopo essersi pestati un po’, facevano sempre la pace.Il loro rapporto era molto simile a quello che i loro genitori avevano avuto: una profonda amicizia, condividevano tutto insieme.Era comprensibile che Kushina iniziasse a provare una “simpatia” particolare per il giovane Uchiha, che aveva preso il nome del fratello di Sasuke.
Infatti, pochi mesi prima della nascita del pargoletto, Itachi era morto di cancro ai polmoni. Un durissimo colpo per Sasuke, che aveva reagito malissimo, fuggendo da casa.Non chiamò Sakura né Naruto per giorni, mentre i due erano terribilmente in ansia per lui e lo cercavano ovunque. Sasuke non sapeva più che cosa fare né dove andare, così impiegò tutte le sue energie in missione, cercando di non pensare alla morte prematura del fratello.
Ma quando, una volta tornato a casa (costretto a forza da Naruto, che lo aveva beccato grazie ad un collega che era in missione con l’Uchiha), vide per la prima volta suo figlio, nato da un paio di settimane mentre lui era via, il mondo smise di girare ed il suo centro diventò quel piccolo bambino che assomigliava terribilmente al suo fratello defunto.Non ci fu bisogno di discutere sul nome da dargli, il suo viso parlava chiaro: il suo nome non poteva essere altro che Itachi.
                                                        * 
“La lezione per oggi è finita, ci vediamo lunedì. Passate un buon fine settimana.”
Hinata salutò i suoi studenti, mentre i maschietti già uscivano di corsa dall’aula.Uno di loro urtò accidentalmente Naruto fuori dall’aula. Il biondo lo guardò incuriosito: aveva spesso sentito parlare di quei ragazzi dalla moglie ed era la prima volta che ne incontrava uno.Il ragazzino, invece, impallidì per via della divisa che Naruto ancora indossava e chiese scusa educatamente, per poi defilarsi insieme ai suoi compari.Naruto sorrise, ripensando a quando lui era giovane e scorrazzava come loro per i corridoi di quella stessa scuola. Ne aveva fatte di stupidaggini da giovane. Lì era dove aveva conosciuto Hinata, anni prima.
Bussò educatamente alla porta prima di entrare. Hinata lo guardò sorpresa, rimanendo dietro alla cattedra a sistemare la sua cartella, piena di temi e di libri di letteratura. Il biondo le sorrise, avvicinandosi: “Ciao, amore.”
La mora arrossì un poco e gli chiese: “N-Naruto … tesoro, cosa ci fai qui ?” Lui ridacchio, contento della sua reazione: voleva sorprenderla e ci era riuscito.Si mise dietro di lei e la abbracciò per i fianchi, stringendola a sé. Poi le sussurrò all’orecchio: “Ho delle belle notizie per te, tesoro mio … è un maschietto. Sono appena stato da Sakura-chan per gli esiti delle analisi …"
La mora esclamò felicissima: “Davvero ?! Oh, che bello … un maschietto … scommetto che sarà uguale a te, Naruto … Kushina lo voleva tanto un nipotino, diceva di averlo sognato: biondo, con gli occhi azzurri e le guance rigate. Uguale a te.”Lui fece un sorriso amaro, ricordando con nostalgia la ormai defunta madre. “Ne sono certo …”bisbigliò all’orecchio della moglie, dandole poi un bacio sulla guancia.
“Ti ricordi quando studiavamo qua ? Questa è la nostra classe dell’ultimo anno !” disse Naruto, ritrovando il sorriso.Iniziò ad indicare i banchi: “Qui eri seduta tu, me lo ricordo bene. Dietro di te eravamo io e Shikamaru … più avanti c’era Kiba e a destra, in prima fila, Sakura …. Sempre la solita secchiona, non è cambiata per niente !”
La mora rise, ricordando i vecchi tempi. Le tornarono alla mente tutti i bei momenti passati col marito, quando erano dei giovani fidanzatini. Quanto lo aveva amato anche da ragazzina. Adesso stentava a crederci: il suo sogno si era avverato, aveva una famiglia coll’uomo che amava. E adesso aspettava il suo secondo genito.Si accarezzo il pancione, sorridendo, e domandò al marito se aveva già in mente un nome per il pargoletto. “Mmh no … tu ne hai, Hinata ?”
La donna rispose: “Beh … visto che la nostra piccola si chiama Kushina, potremmo chiamarlo Minato, come tuo padre … no ? Ti … ti piace ?”
Naruto sobbalzò, non si aspettava una risposta pronta. Poi sorrise, dicendosi tra sé e sé: “Questa donna mi ama davvero alla follia … ed è la migliore, non vorrei nessun’altra accanto …” 
Le prese teneramente la mano, sollevandola dal pancione. La guardò negli occhi perlacei e le chiese: “Ne sei davvero sicura, Hinata ? Non pensi sia eccessivo … i miei figli, oltre ad avere il mio cognome, avranno anche i nomi di entrambi i miei genitori così. Voglio che abbiano anche qualcosa di tuo, Hinata …”
Lei sorrise intenerita: “Sono la loro mamma, avranno sempre qualcosa di mio. Ci penseremo ancora un po’ su, è ancora presto …” Lui annuì: “Hai ragione, amore … - le diede un bacio sulla guancia- lo sai … sei sempre più bella.” La donna arrossì, facendo intenerire suo marito.Gli piaceva da morire vedere sua moglie ancora così innamorata di lui, esattamente come quando erano ragazzi. Anche se gli anni erano passati, il loro amore non era mai tramontato, anzi: si era reso più forte, ormai tra i due c’era una sintonia perfetta.
Il biondo prese il volto di Hinata tra le mani, avvicinandolo al proprio: “Eheh … arrossisci ancora per me, Hinata … - lei arrossì ancora di più, senza però distogliere lo sguardo dagli occhi azzurri e adoranti del marito- Ti prego, non smettere mai di farlo. Non smettere mai di amarmi come se fosse il primo giorno. Non smettere. Perché io ti voglio accanto a me, per sempre.”
Annullò la distanza che lo separava dalle rosee labbra della corvina, baciandola dolcemente. Aveva imparato il sapore di quei petali di rosa, ma ogni volta sentiva sempre la stessa emozione. Come se ogni volta fosse il loro primo bacio. Lo stesso valeva per Hinata.
Amava scoprire sempre qualche dettaglio del corpo del marito, amava baciarlo per scoprire sempre qualche increspatura nuova o un particolare che magari le era sfuggito. Lo adorava e voleva sapere sempre qualcosa di nuovo su di lui, anche se ora erano sposati.
Il bacio divenne sempre più focoso, Naruto aveva introdotto la lingua nella bocca della sua amata e stava giocando con la gemella. Hinata aveva abbracciato il marito, gettandogli le braccia al collo, stando comunque attenta al suo pancione.Continuarono così finché non sentirono il rumore della porta dell’aula che si apriva: una studentessa aveva dimenticato un quaderno sotto il suo banco ed era venuta a riprenderlo.
La coppia si staccò, cercando di riprendere un po’ di contegno. Hinata si sistemò i capelli, che Naruto aveva arruffato con le sue mani mentre si baciavano.La ragazzina intanto li guardava a bocca aperta e con gli occhi sgranati, non pensava che la sua insegnante fosse così passionale. Ed era anche molto imbarazzata, così disse con voce flebile: “Mi … mi sono di-dimenticata il quaderno … lo prendo e tolgo il disturbo.” Abbasso lo sguardo ed andò spedita verso il suo banco. Recuperò il quaderno e, prima di uscire dalla stanza, salutò la sua professoressa e suo marito educatamente.
Intanto i due erano rimasti fermi, imbambolati dietro alla cattedra. Non si aspettavano che qualcuno li vedesse lì. Hinata era rossissima in volto e pensava già a ciò che i suoi studenti avrebbero detto di lei.       Naruto, intuendo i pensieri della moglie, la abbracciò per rassicurarla: “ Amore, guarda che non abbiamo fatto nulla di male … ci stavamo solo baciando. Se ci avesse beccati a fare l’amore … quello sì che sarebbe stato imbarazzante ed inappropriato. Anche se devo ammettere che farlo sulla tua cattedra … ogni tanto ci ho pensato.” Si mise a ridacchiare vedendo la reazione della moglie, che aveva iniziato a balbettare frasi sconnesse per sgridarlo.
                                                            *
Kushina osservava con scrupolo quel bambino dalle guance paffutelle e rigate che tutti le indicavano come suo fratello minore. Era un po’ dispiaciuta per il fatto che fosse maschio, aveva chiesto alla mamma una femminuccia con cui giocare.Ma le andava bene anche se era maschio. Il piccino aveva degli occhioni azzurri e dei radi e sottilissimi capelli biondi che luccicavano sulla sua testolina rosea.
La rossa gli avvicinò un dito, come aveva visto fare dal padre qualche ora prima, per vedere se prendeva e stringeva anche il suo. Il piccino prontamente stinse con la sua manina paffuta il dito della sorella, che si illuminò in un sorriso soddisfatto.Si chinò leggermente verso il pargolo per congratularsi con lui: “Bravo, fratellino ! Bravo, Minato-kun !”Alla fine Hinata e Naruto avevano scelto quel nome per il piccolo, il nome del secondo uomo che Kushina amava di più nella sua vita (ovviamente il primo era suo figlio Naruto).Hinata sorvegliava i suoi due figlioli seduta sul divano. Aspettavano tutti l’imminente arrivo di Naruto , dato che lui era andato a lavoro. In quel momento, la porta di casa si aprì: “Sono tornato !!!”
Subito Kushina si allontanò dal fratellino per esclamare davanti al padre appena rientrato, con un sorrisone felice: “Bentornato a casa !” Lui le sorrise di rimandò, si chinò a scompigliarle i capelli e le chiese: “Tutto bene con Minato-kun ? E la mamma sta bene ?”La piccola annuì vigorosamente: “Sì, Minato-kun mi ha stretto il dito come ha fatto con te, papà ! Vuole bene anche a me, vero ?” L’uomo ridacchiò: “Certamente, Kushina-chan ! Tu sei la sua sorellona, lui ti vorrà sempre bene. Il tuo compito è proteggerlo quando io e la mamma non possiamo, aiutarlo quando ne avrà bisogno e fare da vice alla mamma. Ok ?”
Lei annuì ancora, prendendo il compito molto seriamente: “Sì, papà !” Il campanello di casa suonò, segno che stavano arrivando degli ospiti.Per festeggiare l’arrivo del nuovo membro della famiglia Uzumaki, Naruto ed Hinata avevano invitato i loro amici più stretti e le loro famiglie, compresi il padre di Hinata e la sorella con suo marito.    La prima famiglia ad entrare fu quella degli Uchiha: Sakura abbracciò con slancio la coppia e diede un bacetto affettuoso a Kushina, mentre Sasuke ed il figlio si limitarono ad entrare e salutare educatamente.
La piccola Uzumaki chiese subito ad Itachi se voleva andare a giocare fuori, dato che era una bellissima giornata estiva di Agosto. Il moretto di limitò ad annuire ed i due si incamminarono fuori a giocare col pallone in giardino. Sakura e Sasuke, intanto, guardavano il pargoletto biondo appena arrivato a casa: assomigliava incredibilmente al padre, ma aveva anche molto del nonno. In primis, un carattere calmo e docile, mentre Naruto da piccolo era stato come Kushina: un uragano che non smetteva mai di agitarsi.Il neonato Minato, invece, se ne stava buono nella culla e rispondeva agli sguardi che gli venivano dati. Sakura esclamò: “Che bel bambino, è proprio stupendo !”
Sasuke rimase un attimo spiazzato e poi commentò, rivolto a Naruto: “Assomiglia davvero molto a tuo padre …”
Anche l’Uchiha ricordava quanto era stata dolorosa quella perdita per Naruto. Il biondo rimase un attimo sorpreso ,per poi ghignare: “ Ihihi è vero, ma secondo me da grande sarà uguale a me !”La porta suonò nuovamente ed entrarono Kiba e Shion, felicemente sposati da circa tre anni.I due salutarono i padroni di casa ed il neonato. Kiba si perse a fargli svariate smorfie buffe, a cui il piccolo rispose con dei gridolini che dovevano essere risate. Teneva i pugnetti chiusi stretti al petto e le ginocchia piegate, ma non smetteva mai di guardarsi attorno. Forse tutta quella compagnia gli piaceva.
Shion disse ad Hinata: “Ho portato la macchina fotografica come mi avevi chiesto … quando vuoi, ne scattiamo una.” La mora si illuminò, aveva chiesto alla ormai amica di portare la fotocamera per fare una foto di gruppo con tutti i suoi amici e la sua famiglia. Hinata era davvero orgogliosa dei suoi figli e li amava moltissimo. Voleva un ricordo di quella giornata, quasi a voler fermare per un attimo il tempo e congelarlo in quell’istante felice.Tutti loro, chi più chi meno, avevano avuto periodi bui. Ma si erano rialzati. Ed ora, anche a distanza di anni, erano ancora amici. Tutti insieme.
Hinata si precipitò fuori a chiamare Kushina ed Itachi, che stavano ora giocando con due bastoni a fare i samurai. La donna li ammonì, dicendo loro che poteva essere pericoloso.La figlia fece un sorriso imbarazzato e si scusò, mentre il piccolo Uchiha abbassò il capo e chiese scusa subito.
Rientrati tutti, si misero in posa nel soggiorno, davanti al divano di casa Uzumaki. Lì le manine di Kushina, quando aveva tre anni, si erano aggrappate ai cuscini rossi per rimanere in piedi, mentre faceva i suoi primi passi.
Hinata ricordava le esclamazioni di gioia e le incitazioni del marito per la sua piccola. La bambina faceva delle smorfie per la concentrazione, era adorabile.Shion posizionò la macchina davanti al gruppo, alzò una mano ed attirò l’attenzione l’ attenzione dei presenti: “Tutti in posa ! Scatterà la foto tra tre secondi !"
Poi corse a posizionarsi affianco al marito. L’ordine era Shion, Kiba, Hinata con in braccio Minato, Naruto, Sakura, Sasuke e davanti a loro i due bambini, Kushina ed Itachi, che si tenevano per mano. Il giovane Uchiha arrossì per l’imbarazzo e stava per protestare, dato che era stata Kushina a prenderlo per mano. La rossa gli fece un sorrisone, non appena sentì il flash della fotocamera: ormai la foto era stata scattata.
 




Angolo autrice (me):
Ma saaaalve ! Spero che non vi arrabbite per la brevità del capitolo ... ma ho condensat anni ed anni in un epilogo. E poi ... mi sembra che questo lieto fine sia completo v.v
Per proteste, idee e quant'altro ... sapete dove trovarmi. Ed anche questa (?) è finita ! Spero che la storia vi sia piaciuta :)
Io mi sono divertita molto a scriverla ...
I nomi dei bambini li ho scelti io così perchè quelli che gli ha dato il grande Kishimoto ... mi fanno schifo e non ho capito da dove vengano fuori. I loro figli me li ero immagiati così, e così li ho fatti v.v 
Attendo con trepidazione i vostri commenti ! Siate buoni XD
A prestoo ! ;)
La vostra Rora-chan ! <3 

 

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