A hug for you

di Jade Tisdale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First hug - Don't go ***
Capitolo 2: *** Second hug - Go away, monkey! ***
Capitolo 3: *** Third hug - Last time ***
Capitolo 4: *** Fourth hug - I miss you ***
Capitolo 5: *** Fifth hug - I'm a cat, again ***
Capitolo 6: *** Sixth hug - Like a little brother ***
Capitolo 7: *** Seventh hug - A big hug ***
Capitolo 8: *** Eighth hug - Finally you're back ***
Capitolo 9: *** Ninth hug - Dancing Queen ***
Capitolo 10: *** Tenth hug - I'm scared! ***
Capitolo 11: *** Eleventh hug - Memories ***
Capitolo 12: *** Twelfth hug - Virtual hug ***
Capitolo 13: *** Thirteenth hug - Where are you, mommy? ***



Capitolo 1
*** First hug - Don't go ***


 

First hug - Don't go

 

Personaggi: Minto e Zakuro

 

 

 

 

 

«Devi per forza partire?»
Zakuro si voltò, lasciando andare lentamente la presa sulla valigia.
«Si tratta semplicemente di un paio di settimane: non appena tornerò, avremo tutta l'estate da trascorrere insieme.»
«Lo so, ma hai accettato quel lavoro... perciò, quando l'estate finirà, te ne andrai comunque...» Minto abbassò un poco lo sguardo «E poi, sappiamo entrambe che sarai impegnatissima nei mesi estivi... dubito che riusciremo a vederci molto.»
«Suvvia, Minto, le nostre case sono vicinissime: dubito che non riusciremo a-»
La Mew Bird, ormai, non la stava più ascoltando: si era sporta verso la modella e l'aveva abbracciata, posando la testa sopra alla sua spalla. Zakuro fu presa alla sprovvista: non era un tipo da abbracci, tantomeno per quelli non previsti. Ma in quel momento, non riuscì a tirarsi indietro.
Minto sentì la mano sinistra della viola posarsi delicatamente sulla sua schiena, provocandole un singhiozzo.
«Non dirmi che stai per scoppiare a piangere.»
La ballerina alzò un poco lo sguardo, arrossendo: «N-No, tranquilla... io non...»
Zakuro, però, la abbracciò nuovamente: il cuore della blu cessò per un istante di battere, quanta era l'euforia che provava in quel momento. E forse era vero che lei e la sua senpai avrebbero fatto fatica a vedersi d'ora in poi, ma una cosa era certa: quel momento, sarebbe rimasto impresso nella mente di entrambe per sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All'inizio doveva essere una flashfic, ma poi ho pensato: perché non scrivere una raccolta che ha come tema gli abbracci? Ed eccomi qui xD
Forse sarà un po' noioso leggere di abbracci in ogni capitolo, ma a me piace scrivere tante cose fluffose, perciò spero proprio di riuscire contagiarvi :3
Spero che l'idea vi piaccia! Ringrazio in anticipo chiunque recensirà o semplicemente leggerà :)

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Capitolo 2
*** Second hug - Go away, monkey! ***


 

Second hug - Go away, monkey!

 

Personaggi: Purin e Taruto

 

 

 

 

 

«Si può sapere perché ci mettono sempre così tanto quei tre? Uffa!» sbuffò Purin, osservando spazientita l'orologio del Caffè: «Io voglio vedere Taru-Taru in giacca e papillon!»
Retasu fece una piccola risata. «Sicuramente ci stanno mettendo troppo perché Minto si sarà messa a litigare con Kisshu per fargli indossare la cravatta, vedrai!»
«E poi vi siete visti ieri, non muori mica se aspetti un paio di minuti in più!»
La biondina rivolse un'occhiataccia alla Mew Neko: «Già, detto da te che ti porti dietro Aoyama ovunque vai...»
Il diretto interessato, sentendosi a disagio, sorrise nervosamente, mentre Ichigo diventò rossa in viso e regalò un'occhiataccia alla Mew Gialla. Proprio in quel momento, i tre alieni, insieme a Minto e Zakuro, comparvero nel bel mezzo della stanza.
I fratelli Ikisatashi indossavano lo stesso completo nero: l'unica cosa che li differenziava, era la cravatta. Pai ne indossava una viola scuro -ovvero il regalo che Retasu gli aveva fatto lo scorso Natale-, Kisshu una cravatta blu di Keiichiro e Taruto un papillon rosso vivo.
Il ragazzino si grattò la testa nervosamente: teneva lo sguardo basso e aveva le guance leggermente rosate. Era nervoso e di certo vedere Purin vestita così elegantemente, non lo aiutava a tranquillizzarsi. Era veramente bella, forse più di tutte le altre Mew Mew, ma lui era troppo orgoglioso per farle un complimento.
Prima che chiunque potesse fare un altro passo, Purin si lanciò contro l'alieno a tutta velocità, abbracciandolo e -come previsto- i due caddero a terra con nonchalance.
«Oh, insomma! Razza di scimmia che non sei altro! Lasciami respirare, per una buona volta!»
Purin non diede retta alle parole dell'alieno e la stretta su di lui aumentò. Taruto, dal canto suo, non poteva farle capire che adorava quel contatto: sarebbe stato fin troppo imbarazzante e di sicuro, Kisshu lo avrebbe preso in giro a vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non sono un amore quei due? Shi, sono troppo teneri :3
Mi piace troppo scrivere di Purin e Taruto, i loro modi costanti di stuzzicarsi poi sono divertentissimi... ma a volte un po' di dolcezza ci sta ;)
Non ho altro da dire, perciò vi saluto ~

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Capitolo 3
*** Third hug - Last time ***


 

Third hug - Last time

 

Personaggi: Pai e Retasu

 

 

 

 

 

«È troppo forte, non riusciremo mai a batterlo!»
La voce di Purin fu ben udibile a tutti i presenti. Il chimero aveva le fattezze di un grande dinosauro e gli era bastato compiere solo due salti per provocare un potente terremoto, che causò la distruzione di mezza Tokyo. Inoltre, la sua coda generava delle onde energetiche molto potenti: alcuni passanti ne furono colpiti e persero la vita all'istante, nel vano tentativo di fuggire, mentre altri, fortunatamente, furono solo feriti.
Nemmeno l'intervento dei tre Ikisatashi sembrò essere d'aiuto per le Mew Mew: probabilmente, quella era davvero la fine.
«Ribbon Mint Echo!»
L'attacco di Mew Minto sfiorò a malapena la pelle verdognola del chimero, che ricominciò a muovere nervosamente la coda.
«Ribbon Puring Ring Inferno!»
Il budino giallo della Mew Scimmia centrò in pieno l'apice della coda del nemico, ma l'effetto durò a malapena un paio di secondi.
Il chimero prese a sferrare numerose bolle d'energia e tutti schivarono prontamente gli attacchi.
Tutti, tranne Mew Retasu. Quest'ultima, infatti, era troppo stanca e aveva riportato numerose ferite: ad un certo punto, una sfera le sfiorò la gamba e lei perse l'equilibrio e cadde a terra. Non fece in tempo a rialzarsi, che una nuova sfera -molto più grande della precedente- si diresse rapidamente verso di lei.
È la fine, me lo sento... pensò, stringendo forte le mani sulle sue nacchere, incapace di reagire.
Una luce accecante si diffuse in tutta l'area circostante, ma quando Retasu aprì gli occhi, l'attacco non l'aveva nemmeno sfiorata: Pai si era posizionato davanti a lei e le aveva fatto da scudo cingendole la vita. Il suo intento iniziale era stato quello di teletrasportarsi, ma ormai non c'era stato più tempo.
Ad un tratto, l'alieno lasciò andare la presa sulla ragazza e cadde a terra, privo di sensi.
La Mew Focena lo osservò scioccata, mentre calde lacrime cominciarono ad accarezzarle le guance: «Oh Pai...»
Con mano tremante, accarezzò dolcemente la guancia del maggiore degli Ikisatashi, fino a scendere al collo: non si percepiva nemmeno il più misero battito.
La ragazza si strinse forte a lui e si abbandonò ad un pianto interminabile: non le importava più di lottare, non le importava più di morire in mezzo a quel disastro. Tutto ciò che voleva, era poter vedere quel raro ma splendido sorriso di Pai, per l'ultima volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono viva! Ho una terribile influenza, ma sono viva!
Questa flashfic, rispetto alle due già pubblicate, non mi convince molto... diamo la colpa all'influenza? :/
Kisshu: Secondo me sei tu che non sai scrivere...
Zitto tu, altrimenti sarai il prossimo!
Kisshu: *si teletrasporta via senza dire una parola*
Bene ragazzi, vi saluto e... spero che non la troviate così terribile come appare ai miei occhi ^^"

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Capitolo 4
*** Fourth hug - I miss you ***


 

Fourth hug - I miss you

 

Personaggi: Minto e Seiji

 

 

 

 

 

Minto prese a battere bruscamente il piede destro a terra.
Era nervosa, lo si capiva chiaramente.
Si massaggiò le palpebre, cercando di trattenere le lacrime.
Non devi piangere... non farlo...
Seiji aveva trascorso diverso tempo all'estero per studiare e non si erano potuti vedere nemmeno durante le vacanze natalizie.
Per settimane aveva immaginato il giorno in cui lo avrebbe rivisto, ma in quel momento, desiderava tutt'altro: era agitata al pensiero che lo avrebbe rincontrato, perché sapeva benissimo che, un giorno, se ne sarebbe andato di nuovo.
I suoi genitori non passavano mai del tempo con lei e ormai ci aveva fatto l'abitudine. Ma suo fratello... no, lui no. Gli voleva troppo bene per desiderare la sua assenza.
Si udì chiaramente il rumore del portone principale che si apriva; Minto scattò in piedi e raggiunse in fretta le cameriere nell'atrio.
Quando lo vide, il suo cuore cominciò a battere sempre più velocemente.
Seiji era lì, il solito libro a portata di mano e i capelli perfettamente in ordine.
«Seiji...»
Quel nome uscì come un sussurro, ma il ragazzo lo sentì ugualmente: si diresse a passo veloce verso la sorella minore e quando furono a pochi centimetri di distanza, la abbracciò.
«Mi sei mancata così tanto, sorellina» bisbigliò il maggiore degli Aizawa, ammiccando un sorriso.
«Anche tu, Seiji. Non immagini quanto.» rispose lei, stringendosi al fratello con forza ed iniziando a piangere dall'emozione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I'm back! Ebbene sì gente, non vi siete ancora liberati di me xD
Kisshu: Che peccato...
Antipatico!
Parlando di cose serie, sono in ritardissimo con gli aggiornamenti, lo so >_<
Il capitolo della long sta venendo più lungo del previsto, ma dovrei essere a buon punto. Dai, entro maggio dovrei farcela ^^"

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Capitolo 5
*** Fifth hug - I'm a cat, again ***


 

Fifth hug - I'm a cat, again

 

Personaggi: Ichigo e Masaya

 

 

 

 

 

Si era trasformata. Di nuovo.
Lei e Masaya si stavano baciando e poi, come da copione, si era tramutata in un gatto.
Non è giusto! Perché devono succedere tutte a me? Perché?
Ichigo abbassò tristemente le orecchie: a cosa serviva scaldarsi tanto? Sarebbe bastato dare un altro bacio a Masaya e tutto si sarebbe risolto!
Il ragazzo la prese in braccio e le accarezzò dolcemente il pelo nero, abbozzando un sorriso: «Già, dimenticavo che spesso ti trasformi in un gatto!»
Quest'ultima cominciò a dimenarsi: perché la tirava tanto per le lunghe? Non poteva semplicemente baciarla, così sarebbe tornato tutto alla normalità?
«Quasi quasi mi viene voglia di comprarti del pesce!»
Ichigo ruotò leggermente la testa.
Andiamo Masaya, non è il momento! Io voglio tornare normale!
Il moro, quasi come se avesse udito le richieste della rossa, fece una piccola risata, dopodiché le diede un bacio sul muso: la Mew Neko ritornò normale e si ritrovò tra le braccia del fidanzato, che la teneva come se fosse una principessa.
Ichigo arrossì di colpo, ma preferì godersi quel momento senza dire nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo so che la coppia Ichigo/Masaya piace a pochissimi, ma io insieme li vedo benissimo, e credo che i momenti in cui Ichigo si trasforma in a cat siano buffi e dolcissimi :3
E per parlare di qualcosa che non c'entra niente (e che sicuramente non vi interessa ^^"), a partire da domani, le prossime due settimane saranno bellissime!
*tono altamente ironico*
Fra ricerche, interrogazioni, verifiche e altro.... auguratemi buona fortuna.
Ryo: Pff!
Ehi, non fare lo sbruffone! Purtroppo non siamo tutti dei geni come te! >_<
Un bacio a tutti, sperando che le vostre ultime settimane di scuola non saranno piene di impegni come le mie.
*sigh*

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Capitolo 6
*** Sixth hug - Like a little brother ***


 


Sixth hug - Like a little brother

 

Personaggi: Keiichiro e Ryo

 

 

 

 

 

Si erano trasferiti in Giappone da quasi un anno quando, finalmente, Keiichiro si decise a presentargli la famosa Rei. Era una bella ragazza, e a dirla tutta era anche simpatica, ma quando le aveva stretto la mano, Ryo aveva provato una strana sensazione allo stomaco.
Doveva parlarne con Kei, ma aveva paura di sentire la sua risposta. Era un bambino davvero intelligente e forse un quesito simile non avrebbe neanche dovuto porlo. Però... aveva qualche dubbio.
«Kei.»
Il ragazzo si voltò verso il biondo, posando con cura il mestolo sul tavolo.
«Ryo, è tutto ok?»
Quest'ultimo abbassò di poco lo sguardo. «Tu... credi che Rei potrà mai... dividerci?»
Keiichiro ammiccò un sorriso, posando entrambe le mani sulle spalle del bambino. «Ryo... so che deve essere dura per te accettare la presenza di Rei, ma... lei è la mia ragazza e tu sei il mio migliore amico. C'è una bella differenza, non credi?»
Il bambino annuì lentamente, non del tutto convinto.
«Voglio molto bene a Rei, è vero. Però... tu sei un po' come un fratello minore per me, lo sai.»
Al sentir quella frase, gli occhi del piccolo Shirogane si illuminarono. «Dici sul serio?!»
Keiichiro allargò il sorriso sulle sue labbra. «Certo che sì! Non devi esserne geloso, Rei è una brava ragazza e credimi, imparerete presto a volervi bene!»
Ryo annuì contento, gettandosi successivamente tra le braccia dell'amico. In fondo, Kei era tutto ciò che gli rimaneva, la sua unica famiglia. Quel pensiero lo fece rattristare, ma cercò di non piangere: lui avrebbe vendicato presto la morte dei suoi genitori. Ne era sicurissimo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È un bel sabato pomeriggio soleggiato, ed io lo sto passando chiusa in casa a scrivere fanfiction. Non che la cosa mi dispiaccia, anzi: finalmente ho del tempo da dedicare alle mie storie, dato che nelle ultime settimane ero sommersa di compiti e studio.
Di certo, al mio posto, Ryo sarebbe scoppiato a ridere, dicendomi che ci avrebbe impiegato un paio d'ore a studiare quello che io ho memorizzato in una settimana. Quanto vorrei il suo cervellone, a volte e.e
E anche in questa flash, il nostro biondino preferito si è dimostrato parecchio perspicace nel comprendere che quella tra Kei e Rei fosse una cosa seria, ma al contempo, è davvero dolce♥

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Capitolo 7
*** Seventh hug - A big hug ***


 


Seventh hug - A big hug

 

Personaggi: Tutte le Mew Mew

 

 

 

 

 

«Non riesco ancora a credere che ce l'abbiamo fatta! Ragazze, siamo davvero fenomenali!» esclamò Ichigo allegramente, saltellando sul posto.
Dopo un anno di estenuanti lotte, il giorno tanto atteso era finalmente arrivato: le paladine della giustizia, avevano finalmente sconfitto Deep Blue. E ovviamente, dopo una dura guerra, dei festeggiamenti adeguati erano d'obbligo.
Per l'occasione, Keiichiro aveva preparato un sacco di dolci, soprattutto torte e biscotti, disposti ordinatamente su un tavolino.
«Ragazze, non so voi ma io sto morendo di fame!» trillò Purin, sporgendosi verso un'invitante torta al cioccolato.
«Come mai non vi ho sentite entrare?»
Le cinque si voltarono verso quella voce conosciuta e la Mew Gialla sorrise allegramente: «Ciao Ryo!»
Quest'ultimo si avvicinò al gruppetto, un'espressione confusa sul volto. «Scusate, ma la festa non inizia tra un'ora?»
«Gli ho chiesto io di venire prima» s'intromise Kei, entrando nel salone «così avremo più tempo per stare in compagnia!»
Purin annuì, dopodiché allungò le braccia attorno alla vita di Ichigo e Minto: «Ragazze, direi che dopo tutti questi sforzi dobbiamo fare un bell'abbraccio di gruppo!»
Retasu e Zakuro sorrisero di gioia e si unirono alle compagne, sotto gli sguardi divertiti e orgogliosi di Kei e Ryo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera! Fortunatamente l'influenza sta passando, ma ormai non dovrebbe più essere una novità il fatto che io stia sempre male... purtroppo sono fatta così! xD
Avrei una domanda (per la prima volta pertinente al capitolo): solo io non ho mai presto parte ad un abbraccio di gruppo? :/
*si fa spazio tra le Mew Mew e le costringe ad abbracciarla* 

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Capitolo 8
*** Eighth hug - Finally you're back ***


 


Eighth hug - Finally you're back

 

Personaggi: Purin e Taruto

 

 

 

 

 

Purin cominciò a correre a perdifiato: nella fretta, si era dimenticata di cambiarsi e indossava ancora la divisa scolastica, ma poco importava. Quando aveva ricevuto quella telefonata da parte di Keiichiro, si era fiondata fuori di casa e si era diretta rapidamente verso il Caffè.
Dovevano arrivare la settimana prossima e invece sono già qui, che bello...
Non appena riconobbe la figura del locale rosa, cominciò a rallentare. Si bloccò nel bel mezzo del vialetto, mani sui fianchi e respiro affannato: per quanto fosse agile, aveva fatto uno sforzo enorme correndo a quella velocità per oltre due chilometri. Di sicuro, se avesse partecipato ad una gara podistica, l'avrebbe vinta senza alcun dubbio.
Alzò meccanicamente lo sguardo e incrociò due occhi dorati che conosceva bene, gli stessi occhi dorati che, come tre anni prima, le facevano sentire le farfalle nello stomaco.
«Taruto...»
L'alieno la osservò, un po' in imbarazzo. «Ehm, ciao, Purin...»
La bionda compì ancora qualche passo e gli gettò le braccia al collo, scoppiando a piangere dall'emozione: «Ti ho aspettato per tutto questo tempo... finalmente sei tornato... sei qui con me...»
Le guance di Taruto diventarono di colpo rosse. L'alieno avrebbe tanto voluto scollarsela di dosso -visto che era l'unico modo che aveva per calmarsi a sua volta- ma non ebbe la forza di lasciare andare quella scimmietta che tanto le era mancata.

 

 

 

 

 

 

 

 

In attesa di un po' di fresco per trovare la giusta ispirazione e mettermi a scrivere l'ottavo capitolo della long, aggiorno questa raccolta con un po' di Tarurin's sweetness :3

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Capitolo 9
*** Ninth hug - Dancing Queen ***


 

Ninth hug - Dancing Queen

 

Personaggi: Minto e Kisshu

 

 

 

 

 

«Potresti anche evitare di guardarmi in quel modo.»
«Se provi i tuoi bei costumini a casa è ovvio che mi tenti, colombella.»
«Si chiamano body» soffiò la blu, cercando disperatamente di trattenersi dal tirargli uno schiaffo «ma tu che cosa vuoi saperne di danza.»
«Io so molte cose, invece. Sono pur sempre il fratello minore di Pai, e lui è un genio: dovrò per forza aver ereditato un po' delle sue conoscenze.»
La Mew Bird continuò a rimirarsi nello specchio con fare scocciato, fulminando poi l'alieno con lo sguardo: «Tuo fratello non si sarebbe mai addormentato durante uno dei miei spettacoli.»
«E dai tortorella, ancora con questa storia? Non dovresti essere felice che le tue amichette in gonnella mi annoiassero, anziché attirare la mia attenzione? E poi, tu avevi una parte alla fine del musical, ovvero tre ore dopo il suo inizio.»
La ragazza incrociò le braccia, senza voltarsi. «Saresti dovuto essere lì a sostenermi, e invece...»
Kisshu planò dolcemente, frapponendosi tra lei e lo specchio: le sollevò il mento con due dita, lasciandole un bacio a fior di labbra.
«Non ho bisogno di guardarti piroettare ad ogni singolo spettacolo, perché io so già che balli magnificamente, mille volte meglio delle tue compagne di corso. Tu sei la mia regina danzante, Minto, non dimenticarlo mai.»
Il verde la prese tra le proprie braccia con estrema dolcezza, mentre le guance della ballerina diventarono dello stesso colore dei capelli di Ichigo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Okay, tralasciando il fatto che ho rubato il titolo di una delle canzoni di Mamma Mia! (con tutte le volte che l'ho ascoltata tra un po' la imparo a memoria), finalmente sono riuscita ad aggiornare la raccolta con una Kishinto :3

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Capitolo 10
*** Tenth hug - I'm scared! ***


 

Tenth hug - I'm scared!

 

Personaggi: Ichigo, Miwa e Moe

 

 

 

 

 

Ichigo abbassò di colpo lo sguardo, nascondendo istintivamente il viso tra le ginocchia.
«Avanti, Ichigo, fatti forza!» esclamò Moe, irritata.
«Non possiamo mica mettere in pausa tutte le volte che c'è una scena “spaventosa”» proseguì Miwa, mimando le virgolette con le dita.
La rossa deglutì, consapevole che stava facendo la figura della fifona.
Ripensando agli anni passati, certo, aveva sconfitto gli alieni e aveva lottato contro numerosi chimeri spaventosi.
Eppure. i film dell'orrore la terrorizzavano ancora.
«Adesso proviamo a farlo ripartire per la decima volta» soffiò Miwa, cauta. «Sei pronta?»
Ichigo fece una smorfia, ma, subito dopo, si ritrovò ad annuire.
La mora si lasciò andare ad un sospiro di sollievo, premendo il pulsante play sul telecomando. Non appena lo fece, però, un urlo la fece sobbalzare e, istintivamente, a rimettere in pausa il film.
«Si può sapere che hai adesso?!» esclamò Moe.
La Mew Rosa, trattenendo a stento i suoi istinti felini, rispose, con voce tremante: «Perché non guardiamo La bella addormentata nel bosco o Alla ricerca di Nemo?».
«Ichigo, sono per bambini» disse Miwa, passandosi una mano sul viso con fare esasperato.
«Questo invece è per adulti, eppure noi andiamo ancora al liceo.»
«È vietato ai minori di quattordici anni. Noi ne abbiamo sedici. Quindi smettila di lagnare e andiamo avanti.»
«Ma io ho paura! Vi prego, non guardiamo questo film, per favore!»
Miwa e Moe si scambiarono un'occhiata di rassegnazione, sospirando all'unisono.
«Se proprio vuoi rinunciare a vedere questo film,» esordì la bionda, con un sorrisino furbo «allora dovremo fare una lotta coi cuscini per far passare il tempo!»
Sul volto di Ichigo andò a formarsi un'espressione confusa -probabilmente era ancora troppo scioccata per rendersi conto che l'amica non scherzava.
Subito dopo, si ritrovò con un cuscino in faccia. Moe scoppiò in una sonora risata, mentre Miwa colpì a sua volta la Mew Neko con un secondo cuscino.
Quest'ultima serrò con forza la mascella, visibilmente seccata. «E va bene» sbottò, rossa in viso. «Se è l'unico modo per evitare il film, facciamolo.»
Moe e Miwa si scambiarono un sorrisetto complice, consapevoli che entrambe stavano pensando la stessa cosa: la loro amica non sarebbe mai cambiata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sì, so bene a cosa state pensando: è scomparsa per mesi e ora ritorna con questa demenza!? xD
Chi mi segue sulla mia pagina Facebook, sa bene che non ero scomparsa ma semplicemente piena di impegni. Per chi invece non mi seguisse su fb... scusate!
Davvero, vi chiedo immensamente scusa, ma purtroppo da agosto in poi è stato tutto un po' incasinato. Tra gli ultimi impegni estivi, la miriade di contest alla quale ho partecipato e il rientro a scuola, è già tanto se ho consegnato per tempo le storie ai concorsi.
Vi chiedo ancora scusa e vi prometto che farò del mio meglio per aggiornare presto!

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Capitolo 11
*** Eleventh hug - Memories ***



Eleventh hug - Memories

 

Personaggi: Ryo e Zakuro

 

 

 

 

 

Zakuro sospirò sonoramente, sedendosi con nonchalance sul letto appena rifatto.
Era stanca di svuotare scatoloni, di riempire armadi e cassetti e di appuntarsi sul cellulare le cose che lei e Ryo avevano dimenticato nella vecchia casa.
Il trasloco l'aveva distrutta. Letteralmente.
Per fortuna, doveva soltanto ordinare i libri sullo scaffale, dopodiché si sarebbe potuta godere il meritato riposo.
Sospirò ancora, decidendosi finalmente ad aprire l'ultimo scatolone.
C'erano alcuni testi che si era portata in Giappone dopo aver lasciato l'America - Orgoglio e pregiudizio, Cime tempestose, Amleto -, altri che appartenevano a Ryo, visto che erano perlopiù libri scientifici.
Poi, sul fondo della scatola, lo notò. Accarezzò la copertina morbida del vecchio album con delicatezza, non riuscendo a nascondere un sorriso.
E io che credevo fosse tra gli oggetti dimenticati nell'appartamento.
Lo strinse forte a sé, abbracciandolo come se fosse un peluche, e nel farlo, una fotografia scivolò dalla prima pagina e cadde a terra.
La Mew Wolf la raccolse all'istante, e, nel farlo, un'espressione scioccata le contornò il viso.
Pochi attimi dopo, Ryo fece il suo ingresso nella stanza. «Ho finito di riordinare la sala da pranzo. Direi che abbiamo concluso, che dici?» chiese. Zakuro non rispose, e fu allora che il biondo, incuriosito, l'abbracciò da dietro, facendola sussultare per la sorpresa. «Che cosa stai guardando?»
«Non ti ho sentito arrivare» si affrettò a dire lei, per poi mostrargli subito dopo il cimelio di famiglia con un sorriso soddisfatto.
Il biondo prese l'oggetto tra le mani e lo scrutò attentamente: un uomo alto, coi capelli castani e un'espressione allegra in volto, stava tenendo in braccio una bambina sorridente dai capelli viola, molto probabilmente Zakuro.
«È tuo padre?» domandò.
La modella annuì appena, senza riuscire a smettere di sorridere.
Zakuro non parlava quasi mai della sua famiglia, e quelle rare volte che lo faceva, si trattava quasi sempre di episodi di vita strappalacrime, mai di momenti allegri.
Ma questa volta, nel vedere la moglie così felice - sia in foto che nella realtà -, anche Ryo sorrise: ogni volta che lei era di buon umore, per una ragione che nemmeno il biondo riusciva a spiegarsi, lo diventata anche lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*fa ciao con la mano*
Io non so se sono perdonabile (I hope so) oppure no, perché in pratica in questo periodo sto trascurando il fandom e non me ne rendo neanche conto - mi sono accorta stasera che l'ultimo aggiornamento risale a Novembre, e io che pensavo di aver pubblicato non molto tempo fa >.<
Non so se qui c'è ancora qualcuno che mi segue, ma in caso aveste voglia di lasciare un commento - anche solo per insultarmi per l'esagerato ritardo, visto che me lo merito xD - ne sarei davvero felice!

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Capitolo 12
*** Twelfth hug - Virtual hug ***



Twelfth hug - Virtual hug

 

Personaggi: Retasu e Ichigo

 

 

 

 

 

«Sono così confusa…» sussurrò Retasu, accasciandosi sul letto.
«Io non ti capisco» disse Ichigo, dall’altra parte della cornetta. «Come puoi essere così confusa? Pai è una brava persona e ci tiene a te, mentre Ryo… lui è soltanto capace a stuzzicarle le persone!»
«Lo so, però… lui mi piace veramente» ammise la verde, sospirando.
«Vorresti dirmi che invece Pai non ti piace? Guarda che ho notato come lo osservi al Caffè.»
«Ma no, anche Pai mi piace! Cioè… io… non ci capisco più nulla!»
Ed era vero: la sua mente era ricca di pensieri e dubbi e la Mew Focena non aveva le idee chiare proprio per niente.
Ichigo sospirò, passandosi una mano tra i capelli. «Ascolta, io adesso devo andare ad aiutare mia madre a preparare la cena, ma voglio darti un consiglio: ascolta il tuo cuore. Anche io ho avuto il tuo stesso problema anni fa, mi piaceva Masaya ma provavo qualcosa di indescrivibile per Ryo… ma alla fine ho preso la decisione giusta. E sono sicura che se dai tempo al tempo, anche tu troverai le risposte alle tue domande.»
Retasu fece una piccola smorfia, alzando gli occhi al cielo. «In questo momento avrei soltanto bisogno di un abbraccio.»
«Allora ti mando un abbraccio virtuale in attesa di potertene dare uno vero domani» rise la leader delle Mew Mew, riuscendo involontariamente a far sorridere anche l’amica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

…C’è qualcuno? xD
Io ogni tanto faccio le mie apparizioni strane ma non so se qui c’è ancora qualcuno che si ricorda di me lol
In ogni caso, visto che non ne ho avuto l’occasione in precedenza, ne approfitto per augurare buon anno a tutti voi del fandom (e auguro a me di riuscire a pubblicare presto qualcosa anche qui >.<).

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Capitolo 13
*** Thirteenth hug - Where are you, mommy? ***



Thirteenth hug - Where are you, mommy?

 

Personaggi: Purin e sua madre

 

 

 

 

 

Quando sua madre morì, Purin fu quella che soffrì più di tutti. All’epoca Heicha era nata da pochi mesi e i suoi fratelli erano troppo piccoli per capire cosa fosse successo. E come se non bastasse, nel giro di poco il padre aveva lasciato tutto nelle sue mani, come se una bambina delle elementari potesse portare avanti una famiglia da sola.
Eppure, ce l'aveva fatta.
Un pomeriggio autunnale di cinque anni dopo, Purin si accovacciò sull’erba bagnata, inspirando l’odore che la pioggia aveva lasciato alle proprie spalle. La bambina prese ad accarezzare dolcemente la foto di sua madre, dopodiché posò delle rose a terra, vicino alla sua tomba.
La signora Huang era morta col sorriso sul volto. Erano passati anni, ma Purin ricordava perfettamente i suoi lineamenti e la luce emanata dalle sue labbra ogni volta che la sua primogenita la andava a trovare.
A quel ricordo, alla piccola Mew Scimmia venne a mancare il fiato. Subito dopo iniziò ad inspirare e ad espirare, ricordando le ultime parole della madre: aveva fatto promettere alla figlia che avrebbe continuato a sorridere, perché a suo parere, quando lo faceva contagiava chiunque.
La biondina, però, fu costretta a rompere quella promessa proprio in quel momento. Era troppo da sopportare. Scoppiò a piangere all'improvviso, gridando innumerevoli volte il nome della madre, pregando con tutta sé stessa che quel dolore scomparisse al più presto.
Poi la vide, e come d’incanto Purin smise di piangere. Era bella come la ricordava, se non di più. Sua madre si trovava di fronte a lei con le braccia aperte e Purin non riusciva a credere ai suoi occhi. Non sapeva se fosse il suo fantasma o se si trattasse di un’illusione, ma non le importava. Si fiondò sulla signora Huang, lasciando che le sue mani la stringessero a più non posso, fino a farle mancare il respiro e le lacrime.
Era quella l’unica cosa che a Purin importava davvero.

 












Essendo una raccolta di flash-fics devo mantenere un limite di parole, ma vi giuro che avrei voluto allungare questo capitolo mooolto di più per farvi piangere. Sono cattiva, lo so, ma un po’ di angst non guasta mai. Xoxo

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