Il segreto di Maya

di Sabira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'INCIDENTE ***
Capitolo 2: *** IL LIBRO ***
Capitolo 3: *** TRASGRESSY HIGHT ***
Capitolo 4: *** LA PROVA DI RYOTA ***
Capitolo 5: *** IL BACIO DEL FUOCO ***
Capitolo 6: *** MOSTRARE CHI SEI...MOSTRARE COSA PROVI ***
Capitolo 7: *** CAMBIAMENTI IN VISTA ***
Capitolo 8: *** BONJOUR PARIS ***
Capitolo 9: *** STRANE VISIONI ***
Capitolo 10: *** SOLA CON RYOTA ***
Capitolo 11: *** INCONTRI ***
Capitolo 12: *** FEBBRE D'AMORE ***
Capitolo 13: *** DESTINAZIONE AUSTRALIA ***
Capitolo 14: *** CONCHIGLIE E SEGRETI NASCOSTI ***
Capitolo 15: *** ATTACCATI ***
Capitolo 16: *** SHOW MUST GO ON ***
Capitolo 17: *** RITORNO ***
Capitolo 18: *** ALLENAMENTI E RIVELAZIONI ***
Capitolo 19: *** NUOVI RISVOLTI ***
Capitolo 20: *** INCONTRO COL NEMICO ***
Capitolo 21: *** ALLEANZA ***
Capitolo 22: *** COTTE SEGRETE ***



Capitolo 1
*** L'INCIDENTE ***


-Maya! Su Maya, svegliati! È ora di alzarti, ricordi? Oggi è il gran giorno!
-Oggi?- disse la ragazza rotolandosi nel letto, dando appena retta alla madre che cercava di strapparle via le lenzuola.
-Oggi è il 25 Giugno, Maya, buon compleanno- la madre le diede un bacio sulla fronte e, vedendo che la figlia aveva abbassato la guardia, con tutte le sue forze tirò a sé il lenzuolo, facendola cadere, con un gran tonfo, per terra.

-Ahi! Mamma quand'è che la finirai di approfittarti dei miei momenti deboli!

-Scusami, il fatto è che non c'è tempo da perdere, papà ci aspetta in macchina, vedi?!- spiegò indicando la finestra. La festeggiata allora si preparò in gran fretta, sapendo che se faceva ancora aspettare il padre,questi sarebbe ricorso al suo metodo micidiale: il solletico! Prima di partire chiese al padre dove fossero diretti e lui, con un gran sorriso rispose: -Dove ci porta il vento!
Era sempre stato così suo padre: non era esplicito su niente, amava scherzare e sorprenderti, era una vera forza della natura, possente come un drago, lo diceva persino il suo nome, Ryuu. Dopotutto era molto simile a sua madre (Melissa), certe volte: lei era molto sciolta, poteva essere una dolce e sincera amica, ma anche una buona ma severa madre, a cui piace tenere tutto sotto controllo. Maya era molto legata ai suoi genitori, nonostante non fosse abituata alla loro costante compagnia: ma, non si sapeva il perché, era da oltre una settimana che i genitori la portavano in gita fuori, attraversando tutta la regione, andando da nord a sud, senza ripetere mai la stessa strada, non si sapeva mai dove sarebbero andati, né come, né per quanto tempo, né perché. Stavolta sembrava stessero andando lontano, a giudicare dalla quantità di bagagli che aveva preparato Melissa.
Dopo qualche ora di viaggio Maya, che non aveva neppure fatto colazione, iniziò ad aver fame.
-Tesoro- chiese Ryuu alla moglie -hai portato, vero, qualcosa da mangiare?- dallo sguardo smarrito della donna capì che si era del tutto dimenticata della sezione “cibo” e dovette fermarsi davanti ad un carretto che vendeva gelato, mentre lui comprava del gelato e la madre che nel frattempo si era addormentata faceva un pisolino, la ragazzina scese dall'auto per stiracchiarsi un po' e vedendo delle aiuole poco distanti andò a dare un'occhiata, da quella breve distanza poteva vedere quando il padre tornava, ed aiutarlo col gelato. Incantata dalle viole di quelle aiuole, quando alzò gli occhi vide il padre che, davanti l'auto, si guardava intorno impaurito, lei allora iniziò ad avvicinarsi, ma successe qualcosa di tremendo: un'auto aveva perso il controllo e si dirigeva a tutta velocità verso i suoi genitori, che non si erano accorti di niente, provò a chiamarli ma non le usciva la voce, cercò di correre e raggiungerli, ma non le si muovevano le gambe, ormai era troppo tardi, la sua auto fu travolta insieme i suoi genitori, si senti mancare e svenne, ma un istante dopo si ritrovò di nuovo in quella che ormai era la sua casa.

N.D.A.
Scusate, ma i primi due capitoli sono un po' corti, ma dal terzo in poi se ne vedranno delle belle!!!
Mi raccomando recensite in molti, e scusatemi per la morte dei genitori ma era necessario...

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Capitolo 2
*** IL LIBRO ***


Era passato ormai un mese dalla morte dei suoi genitori ma, come ogni notte, Maya continuava a sognare quel giorno. Dopo il suo svenimento fu portata all'ospedale a al suo risveglio l'unica cosa che seppero dirle con certezza era che i suoi genitori erano morti in seguito a quell'incidente, ma che erano stati trovati solo i loro corpi, non c'era il corpo del proprietario dell'auto. Ora, la sventurata, viveva con la zia Mey in campagna in una vecchia casa che aveva difronte un'altra vecchia casa, ma abbandonata.
Come di certo non ci si può aspettare da una tredicenne che a perso i genitori il mese prima, era strano vederla sorridere sempre, come se non potesse essere più felice di così, infondo ormai era sola: la zia, anche se buona e gentile con lei, passava la maggior parte del suo tempo rinchiusa nel suo studio che era davvero un mistero per la piccola. Quel giorno però zia Mey dovette uscire, nonostante il brutto tempo, diretta fuori città per questioni a lei sconosciute.
Passò diverso tempo e dai i nuvoloni grigi iniziò a cadere la pioggia, ma quando il rumore del tuono invase tutto Maya corse nello studio della zia e si chiuse dentro. Lei aveva molta paura dei tuoni, ma questo era il suo piccolo segreto, non lo sapeva nessuno perché era davvero inimmaginabile che una ragazza dagli occhi rosso acceso avesse paura di qualcosa di così infantile, come era inimmaginabile che sorridesse così tanto, lei lo sapeva che era strano associare i suoi occhi al suo sorriso. Un tuono scosse i suoi pensieri ed allora iniziò a guardarsi intorno, in cerca di in posto in cui sentirsi al sicuro, il suo sguardo corse su un grande libro al centro della scrivania, il titolo diceva “La legenda dei rosso sangue” , lo afferrò e scivolò sotto la scrivania, lo aprì ed iniziò a leggere.
-All'inizio di tutto non c'è mai niente, all'inizio del mondo non c'era niente, all'inizio di un libro non c'è mai niente, all'inizio niente era sempre e solo niente. Con la nostra nascita, il niente si trasformò pian piano; nacquero piccoli villaggi, poi grandi città... tutto però si divise in due semplici parti: il bene e il male, niente più: niente sfumature, niente grigi. Poi successe qualcosa, nacque qualcuno, era un figlio sia del bene che del male, a chi doveva appartenere? Dove doveva vivere?
Col crescere il bambino iniziò a sviluppare poteri soprannaturali, ma divenne malvagio e potente, così potente che solo altri come lui avrebbero potuto battere. Molti allora si procrearono, con la speranza di avere come figlio un salvatore e partirono per combattere il nemico, alla fine tornarono solo in due, entrambi con grandi occhi rosso sangue. Oggi si racconta che non può esistere più di un rosso sangue in vita, perché il potere di entrambi potrebbe portare addirittura alla distruzione del mondo. In seguito altri “mezzosangue” nacquero, ma nessuno di loro aveva gli occhi rossi. Anche i primi discendenti dei rosso sangue non erano dotati degli stessi occhi rossi e per ora questa resterà solo una leggenda ma...- la lettura fu interrotta dallo sbattere della porta.
-Zia Mey?- chiamò -sei tu, zia Mey?- uscì dallo studio e vide la porta sbattere, poi si sentì afferrare con forza da qualcuno alle sue spalle.

 

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Capitolo 3
*** TRASGRESSY HIGHT ***


3. TRASGRESSY HIGHT
-Calmati Maya, sono io- la dolce voce della zia la calmò, ma poi guardandola negli occhi Maya capì che qualcosa non andava.
-Ascoltami, cara, prepara in fretta uno zaino con dei ricambi e le cose più importanti- disse poi velocemente.
-Cosa succede, zia? C'è qualcosa che non va?
-Te lo spiego dopo, vai a fare lo zaino- Maya non chiese più nulla, sapeva che qualcosa preoccupava la zia Mey. Salì di corsa in camera, prese lo zaino e ci mise dentro qualche vestito e un album di foto, poi tornò dalla zia, che le disse aprendo la porta: -Forza, ora andiamo...-la sua voce fu interrotta dall'avvicinarsi di uomini col volto coperto che presero per il braccio zia Mey dicendo: -Ora voi venite con noi- Maya li scrutò e vide che erano in possesso di armi, cosa poteva fare? Non voleva succedesse ancora, non voleva che una persona a lei cara morisse un'altra volta, stavolta non li avrebbe lasciati fare.
-Noooo!- urlò, sentì una forza emergere dal profondo del suo cuore, si sentì potente, emanava calore da tutti i pori, dalla terra emersero fiamme che le divisero dai delinquenti e diedero il tempo all'anziana zia di prendere Maya per mano e portarla verso la macchina, si mise al volante e partì a tutta birra; si rivolse poi alla nipote: -Ascoltami, piccola, tu hai letto il libro vero?- la ragazzina fu sbalordita: come faceva a saperlo? La donna non le diede il tempo di rispondere e continuò: -Tu sei una rosso sangue tesoro, discendi da uno dei due cavalieri, la prima discendente dagli occhi rossi, il problema è che sei molto potente e volevano ucciderti prima che riuscissi a scoprire il tuo segreto, non posso tenerti con me, saresti in pericolo, ascolta, anche io e tua madre siamo discendenti dei rosso sangue, ma non siamo potenti come te, non posso insegnarti granché, sono costretta a mandarti a studiare nell'accademia dei vari discendenti, ma probabilmente tu sarai l'unica ad avere gli occhi rossi- la macchina si fermò,-Ecco, siamo arrivate, ti scriverò, Maya tu mi scriverai?
-Sì, ma...
-Non c'è tempo scendi- la giovane avrebbe voluto chiederle ancora molte cose, ma non ebbe il tempo, scese dalla macchina e si diresse verso un grande cancello, bussò al citofono e disse di essere Maya Martinez, poi si girò a salutare la zia, la vide allontanarsi, una voce alle sue spalle la chiamò.
Maya si girò ed incrociò lo sguardo di un signore di più o meno 30 anni, dai capelli corti, color biondo scuro, che appena la vide sobbalzò.
-M-Maya Martinez? - ripeté, stavolta in tono interrogativo.
-Sì, sono io, molto piacere!- sorrise lei, facendolo, stranamente, sorprendere ancora di più, ma poi sembrò ricomporsi e, sorridendo a sua volta, si presentò: -Io sono il professor Fernandez, il piacere è tutto mio, benvenuta alla Trasgressy Hight, io ti accompagnerò fino al dormitorio dove ti aspetta una tua compagna, che ti presenterà agli altri, ok?
Il dormitorio era molto grande e colorato, circondato da aiuole, all'entrata c'era una ragazza dall'aspetto frizzantino e socievole, ma anche lei appena vide la sua nuova compagna rimase senza parole.
-Lieta di conoscerti sono Maya
-Io sono Marica- si riprese la ragazza -vieni, ti accompagno nella tua stanza, arrivederci professore!
-L'affido a te- disse Fernandez andandosene.
La camera era molto spaziosa, con ampie finestre ed un letto a una piazza e mezzo.
-Sei fortunata, è una singola!
-Io avrei preferito essere in compagnia, odio stare da sola!
Marica sembrò sorpresa e quindi Maya domandò se era così strano: -No, non è che è strano, solo che quando ti ho visto pensavo che fossi il tipo di persona che non ama tanto il gruppo, fortunatamente mi sbagliavo! Che ne dici di diventare amiche?
-Ne sarei molto felice!
-Sono contenta. Le lezioni stanno per cominciare, sei pronta? Sul letto c'è la tua divisa, vedi, la indosso anch'io. Ti aspetto fuori.
Maya osservò la divisa, era davvero bella, formata da una camicetta semplice, una gonnellina e degli stivali, quando uscì l'amica le fece i complimenti per come le stava ed insieme si diressero verso la scuola, grande quanto il dormitorio, se non di più, le due ragazze imboccarono un corridoio e salirono al primo piano, dalla prima aula a destra si sentivano rumori di voci vivaci, purtroppo Marica si diresse proprio verso quell'aula, entrando. La Martinez decise di aspettare che la presentassero prima di entrare.
Marica attirò l'attenzione della classe:-Ragazzi da oggi avremo una nuova compagna,il suo nome è Maya Martinez cercate di essere gentili con lei, vedete probabilmente...-non riuscì a finire la frase che tutti ricominciarono a fare casino, così Maya entrò, il silenzio calò.
-Ciao a tutti, io sono Maya Martinez- salutò con un gran sorriso.
-Maya, mi spiace, l'unico posto libero è lì in fondo- disse Marica.
-Perché ti dispiace?- chiese osservando il posto indicato, era a fianco un individuo dai capelli castano scuro, neri quasi come i suoi, era chino con la testa appoggiata al banco, senza degnarsi di alzarla.  Maya capì che forse non era un tipo raccomandabile ma rispose: -Non ti preoccupare, sono sicura che ci farò amicizia!
-Ma...
La ragazza si  incamminò verso il banco, sentendosi piuttosto osservata: nella classe regnava ancora il silenzio. Si sedette e cercò di attaccar parola: -Ciao, sono nuova, da oggi saremo compagni di banco- nessuna risposta uscì, così Maya riprovò: -Io sono Maya, tu come ti chiami?- ancora nessuna risposta, -Oh, insomma io ti sto parlando degnami almeno di...
-Taci- stavolta la risposta arrivò, chiara e concisa, da sotto quell'ammasso di capelli. Maya diventò rossa di rabbia, nessuno si era mai rivolto così a lei, lei non si era mai arrabbiata così, forse la perdita dei genitori e la separazione della zia l'avevano fatta crescere caratterialmente, perché prima non si sarebbe mai sognata di fare quel che  ora stava facendo: passò la mano sui capelli del compagno, chiudendola poi in un pugno e tirandola forte in alto dicendo: -Quando parli con me guardami negli occhi almeno, deficiente!-, si ritrovarono quindi faccia a faccia, e con gli sguardi sorpresi dissero all'unisono: -I tuoi occhi...sono come i miei!
Tutta la classe aveva la bocca spalancata.
-Non è che siete parenti?- chiese una ragazza coi codini al primo banco. Un ragazzo davanti a Maya invece tirò fuori un libro- Hai detto che ti chiami Martinez?- lei annuì, lui fece scorrere il dito su un lista di nomi, poi si fermo -Ah Ah!- esclamò -piacere, sono Claudio, tuo cugino- tutti lo osservarono con rimprovero, poi qualcuno disse: -Non ci importa se voi due siete imparentati! Vogliamo sapere se loro due sono imparentati!- allora Claudio chiese -Come fa di cognome tua madre?
-R -Ruego- balbettò Maya -Melissa Ruego.
-Vediamo- disse scorrendo il dito – tua zia è Mey Ruego?- Maya annuì nuovamente.
-No, non sei parente di Ryota.
-Ryota?- chiese Maya.
-Ryota. Ryota Tatsuya- rispose indicando il ragazzo dagli occhi rossi.
Maya era un po' stordita: all'improvviso aveva dovuto lasciare la sua casa, si era trovata davanti un ragazzo che aveva i suoi stessi occhi, aveva scoperto di avere un cugino, che altro sarebbe potuto capitarle?
-Di un po'- chiese un ragazzo con i capelli rasati- per caso i tuoi genitori ti hanno detto niente?
-No, i miei genitori sono morti un mese fa- calò di nuovo il silenzio, ma stavolta Ryota sembrava interessato: -Come sono morti?- domandò, trovandosi addosso sguardi di disapprovazione.
-In un incidente d'auto- rispose sciolta.
-Erano al volante?
-No.
-Tu eri con loro?
-Ero uscita un momento dall'auto.
-Qualcuno ti ha visto?
-No!- Maya stava iniziando a perdere il controllo.
-Sono stati investiti?
-No, una macchina li ha travolti.
-Hanno trovato il corpo dell'autista?
-Oh, insomma perché tutte queste domande? Era da una settimana che giravamo per tutta la regione e quel giorno siamo partiti per un'altra gita, mamma si era dimenticata di prendere qualcosa da mangiare, così papà decise di comprare del gelato. La mamma intanto si era addormentata e io vidi delle aiuole, scesi dalla macchina e mi avvicinai, nel frattempo papà era tornato, stavo per raggiungerli quando una macchina li ha travolti, non c'erano feriti, ma furono trovati due corpi quelli dei miei genitori. Va bene così- esplose Maya, trattenendo a stento le lacrime. Marica la raggiunse e le diede delle pacche affettuose sulla spalla, tirandola a se per consolarla.
-Che libro hai letto?- riprese Ryota, incurante di averle fatto ricordare brutte cose.
-Libro?
-Ognuno di noi, prima di arrivare qui ha letto un libro-  spiegò Claudio -Io ho letto “La tragedia” parla della battaglia in cui sono morti i mezzosangue, tu che hai letto?
Maya frugò nella sua memoria, possibile che un libro avesse una così grande importanza? -Ricordo!- esclamò -Era “La legenda dei rosso sangue”- impallidirono tutti per qualche istante, qualcuno volse lo sguardo a Ryota ma lui non disse niente. Passò qualche secondo poi la ragazza al primo banco si costrinse a parlare: -Ascolta, tutti noi sappiamo controllare un elemento, tra acqua, terra, aria e fuoco. Ti è mai capitato di evocare uno di questi elementi?
Maya sapeva quale elemento aveva evocato: -Il fuoco- appena lo disse i volti pallidi divennero verdognoli e prima che qualcuno potesse dir qualcosa una voce sconosciuta parlò: -Finalmente è arrivata una compagna anche per te, vero Tatsuya?- a parlare era stato un uomo, troppo grande per studiare, ma troppo giovane per insegnare.
-Professor Inal!- esclamò Claudio. Il professore si guardò intorno, poi sussurrò : -Non chiamatemi per nome se la porta non è chiusa!- poi tornò a posare il suo sguardo su Maya.
-Tu devi essere la nuova, io sono il professore di questa classe, Inal Borin- disse porgendole la mano, Maya la strinse confusa: -Il professore? L'unico? Ma, mi scusi l'impertinenza, non è troppo giovane?- scoppiarono tutti a ridere, compreso il Prof., Maya per un momento non si rese conto cosa avesse detto, poi scoppiò anche lei a ridere, Inal si fermò a guardarla.
-Tu non sei come lui!- disse tra il sorpreso e l'ammirato accennando a Ryota -Come ti chiami, non me l'hai ancora detto!
-Mi chiamo Maya Martinez, signore, ho tredici anni, vado al primo liceo, ma questo già lo sa, adoro lo zodiaco giapponese, il mio segno è del serpente...
-Ok, ok... posso chiederti se ti sei mai arrabbiata e dell'ultima volta che l'hai fatto?
-Che domanda strana! Di solito non mi arrabbio, ma l'ultima volta è stata oggi quando quel ragazzo...Riuji Totuima non mi ha dato retta.
-Volevi dire Ryota Tatsuya- Ryota prese a guardarla male, non era abituato a sentirsi chiamare per un nome che non era il suo, ma il professore continuò: -Taglierò corto, Maya, tu sei una dei rosso sangue, ma non sei l'unica, anche Ryota è un discendente, quindi da ora farete squadra, voi due dovrete imparare a padroneggiare non uno, ma tutti e quattro gli elementi, quindi d'ora in poi fareste meglio ad andare d'accordo, visto che passerete molto tempo insieme!
I due si guardarono e poi entrambi risposero: -Neanche per idea!
-Perché?- domandò Claudio.
-Lo vorrei sapere anch'io- rispose Maya -il fatto è che in presenza di questo Riuji... Ryota non posso non sentire rabbia non so perché!
-Io non ho intenzione di allenarmi con un'isterica!- rispose Ryota, al che Maya non riuscì a controllarsi e gli mollo un cazzotto, piuttosto pesante dietro alla nuca, scusandosi poi: -Scusa, non so che mi è preso, non sono riuscita a controllarmi!
-NON SEI RIUSCITA A CONTROLLARTI? NON MI IMPORTA CHE SEI UNA RAGAZZA SEI FINITA!- Tatsuya si avvicinò pericolosamente, Maya pensò  in fretta a come poteva rispondere, le venne naturale: prese la rincorsa, lo spinse per terra, si inginocchiò di fretta ed iniziò a fargli il solletico. Ryota si contorceva dal ridere per terra, ma trovò il modo di difendersi allo stesso modo, entrambi ridevano e contrattaccavano, finché non sentirono ridere qualcuno diverso da loro: il professore! Si fermarono, guardandolo incuriositi, lui ricambiò lo sguardo: -Sai, Maya, non ha mai visto Ryota Tatsuya perdere il controllo, e a quanto pare, neanche tu ci sei abituata. Voi due siete diversi, Maya, sei solare e amichevole, nonostante i tuoi occhi e non sei solita prendertela con gli altri. Ryota sei ombroso e perspicace, ma non degni nessuno della parola o dello sguardo. Da quello che ho visto, a entrambi la presenza dall'altro provoca un cambiamento, non posso perdere quest'occasione, oggi è stata dura, quindi vi lascio tornare a casa, non fatevi vedere in giro!- Maya e Ryota,
 ancora stesi per terra, si lanciarono occhiate minacciose, poi Maya si alzò, seguendo Marica oltre la porta.

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Capitolo 4
*** LA PROVA DI RYOTA ***


-Dove stiamo andando?- chiese Maya a Marica -Non dovrebbe essere ora di lezione? -Vedi, il professor Inal fa così: delle volte con lui impari meglio che con chiunque altro, altre volte non impari proprio- spiegò l'amica -Lui capisce sempre che aria tira, ha visto che nessuno aveva la testa per studiare e invece di stare lì a perder tempo ci ha dato la possibilità di fare ciò che più ci piace, però sempre a patto di non farci scoprire. Maya pensò che non sapesse molto della scuola, così le chiese di raccontarle di più. -Vedi- iniziò -tutti, nella scuola sono discendenti dei mezzosangue, tu sai chi sono, vero? -Sì, i mezzosangue sono figli fruttati dall'incrocio di un benevolo e un malevolo. -Proprio così, Maya. Tutti noi proveniamo da almeno uno di questi incroci, nei libri non è specificato, ma i mezzosangue, come noi del resto, sono in grado di padroneggiare almeno uno dei quattro elementi. Quello più utilizzato è l'elemento della Terra, perché più semplice, poi viene quello dell'Acqua, dell'Aria e infine quello del Fuoco, che è il più raro, nella scuola ora ci sono solo due persone capaci di utilizzarlo: tu e Ryota! Maya non fu molto sorpresa di scoprire che anche Ryota padroneggiava il fuoco, in fondo se l'aspettava, i suoi pensieri furono interrotti da Marica che riprese a parlare: -Solo i rosso sangue sanno usare tutti e quattro gli elementi, di solito i poteri venivano trasmessi dai genitori, tua madre quasi sicuramente padroneggiava il fuoco, anche tuo padre era un discendente, probabilmente però non sapremo mai qual è il suo elemento: tu sei destinata ad impararli tutti, non sarai in grado di riconoscere quello di tuo padre. -Anche Ryota ha ereditato dai suoi genitori? -Non so molto dei genitori di Ryota, nessuno ne sa un granché, nemmeno lui stesso: i suoi genitori sono morti quando lui era molto piccolo, da quando è arrivato qua si ostina a non parlare con nessuno, tenendoci tutti alla larga con sguardi minacciosi; non aveva un compagno visto che era l'unico a padroneggiare la tecnica del fuoco, ma pian piano noi ci siamo abituati alla sua presenza, sentendolo parte integrante della classe, anche se lui non ci badava affatto!- nel frattempo erano arrivate al dormitorio, dove Claudio le aspettava. -Maya, Marica!- urlò alzando la mano per farsi vedere. Le ragazze lo raggiunsero. -Che ci fai qui?- chiese Maya. -Bé, questo è il dormitorio, no? Stavo aspettandovi per entrare insieme, che ne dite di fare una partita a carte? -Per me va bene- disse Marica. -Anche per me, ma non mi aspettavo che il dormitorio fosse lo stesso anche per voi! -È così- la informò Claudio mentre entravano -Ci sono parecchi dormitori a scuola, visto che ci sono anche i più piccoli, ma non c'è distinzione tra maschi e femmine: non ci sono stanze miste e la sorveglianza è assoluta! All'interno c'era un altro gruppetto di ragazzi della loro classe che li aspettava. -Siete arrivati finalmente, pensavo ci metteste una vita!- disse il ragazzo dai capelli rasati, poi aggiunse rivolto a Maya: -Io sono Martin e loro sono Lolita e Marcus- e indicò prima la ragazza con i codini seduta al primo banco e poi un ragazzino di bassa statura con i capelli ribelli. Giocarono a carte fino a ora di pranzo nella stanza di Claudio, Martin e Marcus. A pranzo c'era un gran via vai di ragazzi: chi scendeva a mangiare, chi invece saliva a fare i compiti, quando il gruppo di amici scese, il salone del pranzo era strapieno. Andarono al bancone, presero un vassoio e allungarono il collo per vedere cosa li aspettava. -Mmm, pasta al forno e per dessert budino!- esclamò Lolita. -Il problema ora è dova sederci- commentò Martin. Maya si alzò sulla punta dei piedi: -Lì- indicò – vicino a Ryota sembrano esserci parecchi posti- i compagni non erano molto sicuri che Ryota gradisse la loro compagnia (o meglio qualsiasi tipo di compagnia), ma Maya li incoraggiò dicendo: -Andiamo, non vedo altri posti, che sarà mai?! Mentre si avvicinavano a Tatsuya sguardi indiscreti si poggiarono sulla piccola Marinez, la quale non ci fece molto caso, arrivando dritta al punto prestabilito. Ryota stava pranzando, con i piedi appoggiati al divanetto che circondava il tavolo e, quando vide Maya e il suo gruppetto andare nella sua direzione, non credeva si sarebbero fermati proprio davanti a lui, bé in fondo era vero: non si erano fermati a ostruire la strada, bensì la ragazzina aveva strisciato fino a ritrovarsi al suo fianco e, togliendo i piedi dal divanetto, si era seduta dicendo: -Non ti dispiace, vero?- prima che potesse dire qualcosa si erano già seduti tutti, iniziando a mangiare. Maya scrutò il pranzo di Ryota, contenente, invece del budino, un tortino alle fragole. -Perché il tuo dolce è diverso dal nostro?- chiese. -Perché io non sono arrivato per ultimo- brontolò, per tutta risposta la ragazzina innalzò la forchetta e con grande maestria rubò un pezzo del tortino. -Ehi!-protestò -Che diamine stai facendo? -Non so di cosa tu stia parlando- finse Maya. Con gli occhi fuori dalle orbite, Ryota non si accorse che anche gli altri stavano puntando il suo tortino e quando notò che erano rimaste solo poche briciole diventò rosso dalla rabbia. -Quello era il mio tortino!- dai suoi occhi sembravano uscire fiamme, ma Maya scoppiò a ridere, mettendolo a quanto a disagio, poi la ragazza gli spettinò i capelli dicendo: -Scusa, vuoi un po' di budino?- lui mise il muso. -Se avessi voluto il budino me lo sarei preso, non pensi?!- disse incrociando le braccia. -Suppongo che, con quel broncio,ti farebbe bene un po' di solleticò- minacciò Maya. -Non ho paura del tuo stupido so...- si interruppe: Maya aveva iniziato ad avvicinarsi, con lo stesso sguardo che Ryota aveva fatto poco prima, gli stava praticamente addosso, quando notò che gran parte delle persone sedute a pranzare stava guardando loro, c'erano persino dei ragazzini che spiavano da dietro le scale. -Non dargli peso- consigliò Marcus – non ti hanno mai visto qui e il fatto che tu abbia gli occhi rossi li incuriosisce parecchio. Martin si alzò sulla poltrona attirando l'attenzione di tutti: -Ascoltate- disse -Lei è Maya Martinez, è arrivata oggi...- Maya lo tirò giù sussurrando: -Che stai facendo?- lui non le diede retta e si rialzò: -Stavo dicendo che è arrivata oggi, padroneggia il fuoco e come potete vedere è una rosso sangue, per quanto ne sappiamo, noi e lei, è imparentata solo con questo ragazzino qui, Claudio- disse indicando l'amico -Spero che con questo la vostra curiosità sia stata soddisfatta, vi prego quindi di riprendere i vostri abituali pensieri senza dar retta a noi...quasi dimenticavo, ovviamente farà coppia con Ryota Tatsuya- si risedette con un sospiro di soddisfazione. In seguito molte persone le si avvicinarono per conoscere la nuova arrivata, che fu più che lieta di parlare per tutto il pomeriggio. Era ormai sera e la ragazza stava rientrando in stanza, le andava proprio di farsi una bella dormita e solo una volta in stanza si accorse che musica ad alto volume proveniva dalla camera accanto. Si mise il pigiama e andò a letto, cercando di prendere sonno, ma era tutto inutile: la musica era troppo alta! Diede qualche pugno sul muro urlando: -Abbassate un po' la voce!- ma il volume aumentò ancora di più, non vedendo altra scelta Maya uscì dalla sua camera per andare a lamentarsi di persona, ma il vicino, o i vicini, non rispondevano. Allora fece qualche passo indietro, prese la rincorsa e con un calcio aprì la porta. Si ritrovò davanti una scena alquanto... strana. Era una stanza a tre persone, tre ragazzi per l'esattezza. Uno di loro era ancora in divisa e si dondolava su una sedia mentre leggeva un libro, un altro ancora a dorso nudo batteva le mani al ritmo di musica ed un altro era in pigiama steso sul letto, Maya lo riconobbe subito: -Riu...Ryota- si corresse appena in tempo vedendo la faccia minacciosa del compagno. Gli altri due si girarono a guardarla. -Questa coniglietta dagli occhi come i tuoi è per caso tua sorella?- chiese il ragazzo dal dorso nudo. Maya si guardò la maglietta del pigiama che effettivamente mostrava un coniglietto e poi protestò: -Io la sorella di Ryota, neanche per idea! Piuttosto, potete abbassare il volume?- gridò cercando di sovrastare la musica, ma loro non davano segno di volersi muovere, così con lo sguardo cercò la spina dello stereo e, attraversando velocemente la stanza fece per toglierla, ma fu fermata dal ragazzo che leggeva il libro: si era dato lo slancio con la sedia (che aveva infatti le ruote) ed ora stava stringendo il polso di Maya. La fissava intensamente e ciò la metteva un po' a disagio. -Chi sei?- le chiese. Maya si liberò dalla stretta. -Sarà una delle mie ammiratrici- disse il ragazzo con tutti i pettorali scoperti. -Per me hai bisogno di una vista al cervello- gli occhi di Maya erano infuocati -Prima mi scambi per la sorella di Ryota, poi per un'ammiratrice, tra parentesi chi è che vuole “ammirarti”? Io non ti conosco nemmeno! -Bene allora io sono Iogi, sono del terzo liceo, lui- disse poi accennando al lettore, che la stava ancora fissando -è Luis, del secondo anno, ora poi pure ammirarmi se vuoi!- Maya decise di ignorarlo. -Io sono Maya Martinez, della stanza accanto, vorrei tanto dormire, ma con questo rumore non ci riesco! -Dormire a quest'ora? Perché non fai una partita a carte con le tue compagne di stanza?- propose Iogi. -Perché non ho compagne di stanza! -Quindi ti senti sola soletta, povera piccola, che c'è vuoi compagnia?- disse avvicinandosi. -Lasciala stare Iogi, è nuova, non vorrai farle una brutta impressione? -Rilassati Luis, voglio solo fare amicizia- ormai Iogi era abbastanza vicino. -Amicizia?- chiese Maya avvicinandosi anche lei. Lui annuì. Erano vicinissimi. -Molto piacere- sorrise Maya mollandogli il ginocchio nello stomaco. Iogi cadde a terra, stordito e sorpreso sussurrando: -Maledetta...- una bottiglia d'acqua sulla scrivania iniziò a tramare, finché non esplose, la quantità al suo interno moltiplicò e si scagliò contro Maya. Dalla terra emersero fiamme che fermarono l'onda, ma non le aveva evocate lei... -C-cosa?- esclamò Iogi con gli occhi fuori dalle orbite -Ryota... perché?! Il ragazzino non rispose, continuando a guardare il soffitto con le mani dietro la nuca. -Capisco- sorrise, rialzandosi -la prova è già finita quindi?! Credevo di potermi divertire un altro po'! -Prova?- Maya si fermò a riflettere per qualche istante, poi capì: -Mi avete messo alla prova! Perché diamine l'avete fatto?- lo sguardo di Ryota si spostò, fino a posarsi su di lei. -Dovevo capire di che pasta eri fatta-disse semplicemente. -Solo per questo? Non potevi capirlo da solo? -No. Non si riesce a capirti così facilmente: prima mi dai un cazzotto e poi mi rubi il tortino, facendo tanto l'amichetta- rispose freddamente. -Quindi- una luce negli occhi di Maya si accese, ciò voleva dire che qualcosa nel suo cervello stava ragionando -Quindi vuoi dire che stavi cercando di capire se potevi essermi amico! -C-cosa!- Ryota si alzò precipitosamente dal letto e, se poco prima sembrava che niente avrebbe potuto smuoverlo, ora un fuoco lo animava -Certo che tu ti fai certi film! -Oh, certo che possiamo essere amici- disse mettendogli il braccio attorno al collo e spettinandogli i capelli. -N-no, non è come pensi, lasciami! -Saremo una squadra perfetta! -Oh, no, ho detto basta! -Diventeremo fortissimi ed impareremo ad usare tutti e quattro gli elementi, Riuji! -Ryota, io mi chiamo Ryota! Si erano quasi dimenticati di Iogi e Luis, che scoppiarono a ridere. -Vorrei tanto non essermi cacciato in questa faccenda!- rise Luis. -Bé, io mi sono divertito a fare la parte del pervertito- confessò Iogi -pensare che avevo davvero creduto che Maya ci fosse cascata, invece mi sono ritrovato per terra a rotolarmi dal dolore... Ryota non ci avevi detto che la tua compagna fosse così... intraprendente. Pensavamo di ritrovarci una mezza gallina, invece guarda che peperino ci hai rifilato! -Peperino?-Maya non capiva perché la vedesse in questo modo - Io sono tranquillissima... Mezza gallina? Ryota gli hai fatto credere che io fossi una stupida? Una specie di campanella suonò. -Oh è il coprifuoco- informò Luis. -È così tardi?! In effetti ho un certo sonno! Buona notte!- così dicendo se ne andò chiudendo la porta e dimenticandosi della sua presunta stupidità, pensando solo che il suo primo giorno alla Trasgressy Hight era passato, ma non era ancora capace di dimenticare tutto.

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Capitolo 5
*** IL BACIO DEL FUOCO ***


Un rumore...un esplosione, urla di terrore e poi il buio... Maya si svegliò di soprassalto.
-Ancora lo stesso sogno, o incubo- sussurrò. Per un piccolo istante non capì il perché del trovarsi in quella stanza, poi i ricordi affievolirono nella sua testa e tutto ebbe un senso. Guardò l'orologio e sussultò vedendo che mancavano tre quarti d'ora alle otto. Si alzò e filò nel bagno, che per fortuna era all'interno della camera. Si tolse il pigiama ed entrò nella doccia. Accese il rubinetto e per poco non urlò sentendo l'acqua gelida. Regolò il calore dell'acqua e si lavò, cercando di fare il più in fretta possibile. Si infilò la divisa, prese lo zaino con dentro qualche quaderno e qualche penna e uscì dalla stanza.
-Dormito bene?- era Iogi che usciva dalla stanza insieme a Luis e Ryota.
-Guarda, è meglio non parlarne- sospirò la ragazza -Non vedo l'ora di mettere qualcosa sotto i denti, piuttosto!
Scesero insieme le scale e si diressero verso la sala da pranzo, dove c'erano Claudio e gli altri ad aspettare l'amica. Sembrarono sorpresi nel vederla scendere con gli altri tre, Maya se ne accorse e si affrettò a dire: -Siamo vicini di stanza.
Dopo la colazione si diressero tutti nelle rispettive classi e al suono della campanella le porte di ogni aula furono chiuse. Il professor Inal chiamò il silenzio nell'aula.
-Allora ragazzi, oggi siete liberi, potete uscire- gridi di gioia si levarono dagli alunni che a due a due sgattaiolarono fuori dalla classe. Erano rimasti solo Ryota e Maya, che stavano appunto per uscire, quando il professore li fermò.
-Voi no, ho bisogno che restiate qui!- vedendo gli sguardi dubbiosi degli allievi Inal decise di dare altre spiegazioni: -Maya, sei qui solo da ieri e se non mi sbaglio non sai ancora controllare il tuo potere, o difenderti in maniera adeguata, non sai collaborare ancora col tuo compagno, che non sa fidarsi di te. In parole povere dovete allenarvi!
-Così all'improvviso?- protestò Ryota -Mentre gli altri sono fuori a divertirsi, noi dobbiamo restare qui con lei?
-Gli altri sono qui da anni e sono in grado di controllare il loro potere, oltre al fatto che loro non sono rosso sangue- tagliò corto il prof.
-Per me va bene- disse Maya con gli occhi fissi a terra, poi li alzò guardando negli occhi scintillanti del professore dai capelli dorati e con aria di sfida aggiunse: -Però sia chiaro che so difendermi perfettamente: ho alle spalle dieci anni di allenamento in tutte le diverse discipline di lotta, i miei hanno voluto iscrivermi all'età di tre anni!
-Questo non importa- controbatté – Deve ancora nascere chi può battermi!
Maya sentiva un fuoco ardere dentro di se, aveva voglia di sfidarlo, all'istante! Voglia di batterlo e fargli mangiare la polvere, così le sue labbra si mossero da sole: -Vediamo!- gli occhi ridotti a piccole fessure che scrutavano il professore aspettando la risposta.
-Lo sapevo- sussurro lo sfidato -lo spirito dei rosso sangue emerge! Non c'è tempo da perdere, dovete allenarvi, seguitemi!- Inal uscì dalla classe, attento a non farsi notare, scese le scale e guidò i due ragazzi fino a quella che sembrava la palestra, poi diede alla Martinez dei vestiti, dicendole di andarsi a cambiare perché era impossibile che restasse in gonnella. Lei quindi si dirisse verso gli spogliatoi, erano molto grandi e ben attrezzati, “così non se ne trovano dalle mie parti”, penso. Srotolò i vestiti, che erano ben piegati, e vide una specie di tuta composta da  pantaloncini neri, una maglietta col collo alto e le maniche lunghe  e una felpa, il che poteva anche andar bene...nel bel mezzo di dicembre! Maya sapeva cosa le serviva; frugò nello zaino frettolosamente, fino a raggiungere ciò che cercava: un paio di forbici! Tagliò il collo e le maniche alla maglietta, facendola diventare un top; eliminò anche le maniche della felpa, tagliando il collo fino all'altezza dei fianchi, indossandola sopa ai pantaloncini col top e per coprire le spalle che quest'ultimo lasciava scoperte. Uscì dallo spogliatoio.
-Certo che avevo dimenticato quanto tempo le ragazze ci mettessero per cambiarsi!- commentò il professore: nel frattempo anche lui e Ryota si erano cambiati, mettendosi delle tute con colori e composizioni diverse da quelle di Maya.
Non è colpa mia- sibilò la ragazzina -è stato lei a darmi una tuta invernale, ma come noto voi non avete avuto questo problema, le vostre tute sembrano proprio estive!
-Mi spiace, ma abbiamo solo le tute per la giornata dello sport, che si tiene in inverno- alzò le braccia Inal -le tute che indossiamo noi sono quelle che ho portato io da casa...
-Comunque non sembra che la tuta sia stato un grosso ostacolo per te- disse Ryota scrutando il piccolo capolavoro della compagna.
-Mi sorprende invece- rispose lei -che ti entrino le tute del professore, visto che le sue gambe sono più lunghe delle tue!
Lo sconto sembrava inevitabile, ma una specie di tosse soffocata attirò la loro attenzione. Voltandosi i due ragazzi videro una figura alta e atletica.
-Fernandez! Finalmente sei qui- l'uomo uscì dall'ombra in maniera un po' impacciata.
-S-sì, Inal, mi spiace per il ritardo!
Maya notò che anche lui indossava una tuta e così gli chiese se doveva utilizzare la palestra. Rispose Inal al suo posto, dicendole che lui doveva aiutarli nel loro allenamento.
-Bene iniziamo!- il professor Fernandez con un movimento della mano fece alzare dal pavimento due alture.
-Dovrete cercare di distruggerle- spiegò -Utilizzando il potere del fuoco...
-Per riuscire a controllarlo- continuò Inal -dovrete concentrarvi su ciò che volete colpire, dovrete alimentare la forza dentro di voi, dovrete accettarla e accompagnarla, con un movimento del corpo o anche solo invocandola, ma sappiate che non sarà facile colpire l'obbiettivo, perché sarete ostacolati da queste- e con un gesto della mano fece comparire piccoli turbini d'aria attorno alle alture, mentre Fernandez evocò spinelli appuntiti.
-Partite al mio via- disse Inal, poi urlò: -VIA!!!
Maya iniziò a correre verso le alture, cercando di evitare i vortici, ma uno di questi la scaraventò via verso gli spinelli, lei atterrò sulla punta di uno di essi mantenendo l'equilibrio e con un saltò li superò. Cercò Ryota con lo sguardo, anche lui voleva oltrepassare i vortici, ma fu scaraventato lontano; atterrò in piedi e riprovò di nuovo, Maya seguì il suo esempio.
Dopo tre ore entrambi erano coperti da graffi, esausti... riuscivano appena a tenersi in piedi.
-Un altro tentativo- sussurrò Maya rimettendosi a correre e cercando di ignorare il dolore. Fu di nuovo scaraventa per terra ma stavolta notò qualcosa. Nel momento in cui lei si era scagliata verso l'altura il vortice l'aveva quasi assorbita, ma lei aveva tentato di resistere ed era stata lanciata via. Riprovò,stavolta non oppose alcuna resistenza e attraversò il vortice. Sentì il suo corpo unirsi all'aria, il suo sangue aveva smesso di pulsare perché, inspiegabilmente, il suo cuore si era fermato; si sentì più leggera, quasi invincibile, si sentiva nel suo elemento. Ma qualcosa iniziò a divampare dentro di sé. Un fuoco, che emanava benessere, luce, familiarità... come un fuoco in un camino di una casa, una casa abitata da persone, da una famiglia, una famiglia felice. Sentì il calore salirle nel petto, il fuoco ardere dentro di sé, anche quello era il suo elemento. Riusciva a vedere oltre al tornado, c'era l'altura. Fece un passo ed uscì dal turbine di vento; i movimenti le vennero spontanei: portò la mano alla bocca e la baciò, come per mandare un bacio a qualcuno, quando abbasso la mano, come si fa di solito prima di soffiargli sopra, dalla sua bocca uscirono fiamme. Soffiò, non in maniera forte o violenta, ma delicatamente, e il fuoco che uscì dalle sue labbra era delicato come lei e come il fuoco che vedeva in quel camino di quella casa di quella famiglia.
Sussurro, senza urlare, ma la sentirono tutti, disse: -Questo è il Bacio del fuoco- il fuoco arrivò all'altura e la distrusse così dolcemente da farlo sembrare piacevole.
Si voltò a guardare i professori che avevano assunto un'aria stupefatta, anche Ryota aveva gli occhi sgranati.
-Che diavolo era quello?- sussurrò -Non era fuoco, il fuoco non è così!
-Ryota, penso che invece quello sia proprio fuoco!- rispose  il prof. Inal -Certo, un fuoco diverso dal tuo... ma sempre un fuoco!
Maya notò che anche Ryota aveva distrutto la sua altura, purtroppo non aveva fatto in tempo per vederlo.
-Me lo mostri?- chiese.
-Cosa?
-Il tuo fuoco! Non l'ho visto e sono curiosa!- lui sembrò pensarci un attimo ma poi rispose:-Solo se dopo mi mostri ancora il tuo!
-Ok.
Il professor Fernandez evocò altre due alture.
Ryota si concentrò un momento, poi fece scorrere la mano sinistra sul braccio destro e una fiamma si accese nella sua mano, sferrandosi poi a tutta velocità verso l'altura e, prima che la colpisse il ragazzo sussurrò: -Fiammifero infuocato- decapitando così quell'ammasso di terra.
-Meraviglioso!- esultò Maya.
-Ora tocca a te- disse guardandola fissa negli occhi. Lei eseguì di nuovo gli stessi movimenti, pensando alla stessa cosa e, il fuoco più dolce che chiunque abbia mai visto si liberò dalle sue labbra.
-Bene ora che siamo pari- concluse Maya stiracchiandosi -io andrei a darmi una ripulita!
Così, senza che nessuno potesse obbiettare, la ragazzina corse negli spogliatoi, si rivestì e se la filò, temendo che potessero proporle un altro allenamento come quello.

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Capitolo 6
*** MOSTRARE CHI SEI...MOSTRARE COSA PROVI ***


Maya era riuscita appena a medicare le sue ferite, lo stomaco le brontolava e mentre chiudeva la stanza per andare a cercare qualcosa da sgranocchiare sentì la voce di Luis.
-Maya! Perché tutti quei cerotti?
-Oh, Luis sei tu? Bé un allenamento che ho affrontato stamatti...- si tappo la bocca ricordandosi che quella mattina sarebbe dovuta essere a lezione.
-Non preoccuparti, lo sappiamo tutti.
-Tutti?
-Bé, molti di noi alunni. Sai prima Inal non insegnava nella tua sezione, ma in quella F, di cui facciamo parte anche io e Iogi; per non so quale motivo fu cambiato di sezione. Allora...quei cerotti?
-Non preoccuparti, Ryota c'è ne ha più di me, credo. Piuttosto, sai dove posso trovare qualcosa da mangiare?
-Al chiosco, è nel boschetto qui difronte!
-Grazie, Luis- lui entrò in camera, mentre Maya usciva dal dormitorio, era la prima volta che parlava così con lui, non avrebbe mai creduto che potesse essere così gentile.
Entrò nel boschetto che, in quel periodo dell'anno, era più verde e rigoglioso di un boschetto normale. Mentre comminava allegramente posò lo sguardo sulla figura di una persona appoggiata ad un albero che guardava i rami che si intrecciavano nel cielo. Era il professor Inal.
-Professore!- esclamò.
-Oh Maya, sei tu?- ma guardandola gli venne un colpo: -Come hai potuto metterti tutti quei cerotti? Così non passi di sicuro inosservata!
Maya ridusse gli occhi a piccole fessure: -Non è colpa mia se mi sono ferita dappertutto! Meglio mettere i cerotti non pensa?
-Fa come vuoi- borbottò il professore sembrando quasi un bambino.
-Dì un po' prof.- disse sedendosi difronte a lui incrociando le gambe -Da quand'è che non si confida veramente con qualcuno?- lui parve sorpreso della domanda così, Maya continuò: -Molto tempo fa io non avevo amici... non parlo di prima dell'accademia, parlo di prima della seconda media. Tutti mi stavano alla larga perché avevano paura dei miei occhi... pensavano che fossi quasi un demone. Io ci soffrivo molto e i miei occhi diventavano sempre più vuoti, come i suoi ora, prof.- fece una piccola pausa, poi riprese con tono ancora più dolce -Poi un giorno mia madre mi disse: “Mostra agli altri solo chi sei veramente, non mostrare il dolore che provi ogni volta che rifiutano la tua amicizia. Mostragli il calore che emani!”. Da allora io non mostro veramente tutto ciò che provo, mostro solo chi sono, sorridendo ogni giorno. Dopo un po' mi ritrovai circondata da amiche e amici. Continuai a sorridere sempre, sia quando ero felice che quando ero triste... si quando avevo i miei genitori, che quando sono diventata orfana. Mi trovo bene in questa scuola, perché so che tutti hanno passato ciò che ho passato io, perché tutti sono a loro modo speciali per gli altri. Non si sono sentiti apprezzati, voluti. Ma ora hanno un posto in cui sentirsi finalmente, veramente a casa! Ma penso che lei abbia qualcosa che la tormenta nel profondo.
Inal fece passare qualche istante prima di aprir bocca, poi con sguardo assente iniziò a parlare.
-Avevo dieci anni quando sono entrato in questa scuola, non ero un ribelle ma qualcosa in me mi diceva che non potevo sentirmi al sicuro. Vedi, qui è tutto governato da qualcosa di superiore, che vuole tenerci insieme per avere tutto sotto controllo, per avere noi sotto controllo! Io l'avevo capito, trovai qualcuno che la pensava come me ed insieme cercammo di ribellarci, ma erano troppo potenti! Io allora decisi che un giorno mi sarei infiltrato, non per controllarli a mia volta, ma per aiutare chi come me poteva trovarsi in situazioni scomode... mi laureai a diciotto anni e mi fu assegnata la sezione F, decisi di insegnare a quei ragazzi a difendersi da chi vuole il potere, perché noi siamo il potere. Ma mi scoprirono e fui spostato a questa sezione. Imposi lo stesso agli alunni il mio modo di pensare, gli mostrai come è facile imparare quando ne si ha voglia , la mia sezione divenne quella con i voti più alti di tutta la scuola, così abbassarono tutti la guardia ed io ebbi modo di insegnare agli altri a difendersi, così che fossero preparati in caso di pericolo...
-Professore- lo interruppe Maya -guardi che io so che non mi ha detto tutto. Penso però che abbia adottato il mio stesso metodo con i ragazzi, solo che io riesco a vederla per ciò che prova, forse perché anche io in qualche modo lo nascondo. Quando sarà pronto, se vuole potrà parlarmi, ma sentire solo una parte della storia... no, non ci sto, anche perché ora ho una gran fame! Sto andando al chiosco.
-Lo sai vero che per mangiare al chiosco ci vogliono dei soldi?
Maya sgranò gli occhi per qualche secondo, poi un sorriso gli apparve in volto: -Ma lei mi deve un favore, no, prof?
Si può facilmente immaginare come sia andata a finire: la piccola Maya convinse il professore a prestarle dei soldi e diede finalmente soddisfazione alla sua fame.
 Però, mentre riattraversava il boschetto per tornare al dormitorio, smarrì la strada e si ritrovò nei pressi della palestra. Era piuttosto tardi ma le luci erano ancora accese. In preda alla curiosità, Maya spiò da dietro la porta e fu davvero sorpresa quando vide Ryota cercare di attraversare un tornado del professor Inal, ma senza riuscirci cadde a terra. La ragazzina entrò e si avvicinò all'amico che sobbalzò al suo arrivo.
-Tutto bene?- gli chiese offrendogli una lattina di coca che non aveva bevuto. Lui l'afferrò e aprendola le rispose: -Che ci fai qui a quest'ora?
-Mi sono persa- sorrise -Tu invece? Sei rimasto qui da quando me ne sono andata?
-Può essere.
-Visto che mi sento buona ti dirò una cosa, per attraversare i vortici bisogna lasciarsi trasportare, devi sentirti parte di loro!
-In che senso?- parve interessato.
-Ryota, il fuoco è il tuo elemento, come lo è la terra, l'acqua e anche l'aria. Quando entri all'interno del vortice devi lasciarti andare, se lo farai sentirai il tuo corpo diventare leggero, ti sentirai invincibile! Dai prova!
-E va bene- Ryota si alzò, mise un braccio all'interno del vortice, poi tutto il corpo, sentì invadersi, diventare aria, poi uscì.
-È...è incredibile!- poi si voltò verso Maya -Sai cosa vuol dire? Stiamo imparando a padroneggiare l'aria!
-Intendi dire...che questo è un dominio?
-Ascolta, se noi imparassimo a farlo anche in situazioni normali, potremmo volatilizzarci, renderci invisibili, intoccabili, invincibili..., Maya non potrebbero attaccarci!
Maya non riusciva a capire: -Attaccarci? Chi cercherebbe di attaccarci?
Ryota sembrò essere indeciso sul da farsi, poi iniziò a borbottare cose strane: -Devi sapere... non riesco a fare finta di niente... Maya ci vogliono. Chi vivi, chi morti... ma ci cercano! Noi siamo in pericolo! Vogliono il potere!
-P-potere?- Maya si ricordò del discorso del prof. Inal, delle domande di Ryota sulla morte dei suoi genitori...
-Devi dirmi...Ryota devi dirmi... la morte dei miei è stato un omicidio?
Lui annuì e la ragazzina si sentì mancare, ma si riprese quasi subito. In fondo lei lo sapeva già, da quando quegli strani tizi avevano cercato di aggredire lei e sua zia. Doveva imparare a padroneggiare tutti gli elementi, così da poter proteggere chiunque in caso di pericolo... forse anche Ryota pensava questo, forse si teneva alla larga da tutti per evitare di metterli nei guai, ma lei non poteva fare come lui, perché la sua forza risiedeva in chi voleva bene ed era sicura che se Ryota avrebbe fatto come lei, sarebbe diventato più forte, così forte da proteggere tutti!
-Io sono con te- disse infine -Ma tu dovrai fidarti di me, ci stai?
-Ci sto- disse con tono solenne.
-Oh, un altra cosa- aggiunse come per sembrare allegra e spensierata, per niente scossa dalle ultime amare scoperte -Io non lavoro con chi si isola e non sorride mai, quindi- e mentre lo diceva si teneva gli estremi della bocca, costringendosi a sorridere in modo sciocco -Sorridi, così!
Il ragazzo non dava segno di volerla in alcun modo imitare quindi si vide costretta a minacciarlo col suo solito metodo, che ormai Ryota conosceva bene, il solletico; alla fine cedette e con gran riluttanza accennò un sorriso.
Sulla strada del ritorno Maya parlò della sua famiglia, non sapeva perché sentiva il bisogno di confessarsi a lui, ma per qualche strana ragione sapeva che forse lui era quello che la poteva comprendere realmente e quando gli raccontò della sua infanzia senza amici e di come la madre la aiutò a superare quel momento seppe di averlo proprio sopravvalutato!
-Bé, penso che sia normale aver timore di qualcuno diverso da te e inoltre, col metodo di tua madre non fai altro che essere ipocrita!- un leggero sorriso gli apparve in volto.
-C-come ti permetti!- disse mentre il colore della pelle variava, passando dal pallido al verde e al rosso -Tu non sai niente, non capisci, nessuno capisce!
Il sorriso si dissolse e gli occhi assunsero un espressione molto dura.
-Non puoi pretendere di mostrare te stessa ma non quello che provi. Se vuoi veramente far capire agli altri chi sei, se vuoi che loro diventino tuoi amici, devi aprirgli il cuore, devi metterli alla prova!
Maya teneva gli occhi abbassati e la poca luce non lasciava intravedere il viso. Tremava dalla testa ai piedi, come se stesse per piangere, o come se stesse per scoppiare. Alzò improvvisamente lo sguardo, fissando negli occhi Ryota, mentre urlava: -Metterli alla prova? Metterli alla prova? Io non sono come te, Ryota. Io non riesco ad essere come te. Non riesco ad aprire il mio cuore, se mai lo facessi ne uscirei ferita e non mi riprenderei più. Tu non sai cosa ho provato alla morte dei miei genitori, tu non lo sai...
-Sì che lo so!- gridò improvvisamente il ragazzo -Anche io ci sono passato Maya, anche io! Anche io ho visto i miei genitori morire, anche io sono stato rifiutato da tutti!
-No, Ryota, tu non sei stato rifiutato, sei tu a rifiutare tutti! Da sempre combatto contro me stessa cercando di non crollare, almeno non davanti agli altri, io...
-Non capisci, è questo il problema! Devi mostrare come ti senti, almeno a qualcuno!
-Perché, tu hai mai mostrato a qualcuno come ti senti? No, questo è perché non ti fidi di nessuno!
-Ma tu non sei come me- sussurrò, riprendendo poi lo stesso tono -Tu hai fiducia nelle persone, ma non puoi pretendere che loro si fidino di te se tu non mostri tutto quello che provi!
-Ma io non ci riesco!
Ryota si lanciò verso di lei e in modo così veloce che Maya non riuscì nemmeno a rendersene conto, le assestò un bel gancio destro. Maya finì per terra.
-Questo l'hai sentito, vero? E ti ha fatto male, vero? Se senti dolore, piangi; se senti rabbia urla o colpisci mi!- lei, con lo sguardo ancora fisso sul ragazzo si alzò e si avvicinò, stringendolo in un abbraccio e lasciandolo stordito.
-Provo gratitudine- sussurrò -Grazie, ora ho capito- poi lo lasciò andare.
 

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Capitolo 7
*** CAMBIAMENTI IN VISTA ***


Il giorno dopo Maya non sembrò per niente giù di morale, era solare come al solito, rideva e parlava allegramente con gli amici. Era appena arrivata fuori scuola, quando notò che c'era un mucchio di gente davanti all'entrata.
-Cosa succede?- domandò ad una ragazza più grande davanti a lei.
-La scuola è chiusa- rispose -C'è un cartello che dice che oggi non si terranno le lezioni per problemi ai piani alti.
-Piani alti?
-Sì: i direttori amministrativi!
-Meglio così!- era Martin, che con le mani dietro alla nuca alzava le spalle -abbiamo un giorno libero!
-Dì un po', Maya- la chiamò Marica -dove sei stata ieri? Ti abbiamo cercata dappertutto!
-Era ad allenarsi- rispose Lolita, che con Marcus era arrivata insieme a Maya, che le aveva raccontato tutto.
-Ma almeno oggi possiamo fare qualcosa insieme, no?
-Mi spiace- rispose guardando Ryota che era appena arrivato -devo ancora imparare a padroneggiare gli altri tre elementi!- poi si avvicinò all'amico e gli spiegò della chiusura temporanea della scuola, anche lui riteneva necessario andarsi ad allenare.
Passarono tutta la mattina a cercare di padroneggiare la tecnica dell'aria, finché non ci riuscirono.
-Penso che per oggi vada bene- sentenziò Ryota.
-Che ne dici, andiamo al chiosco?
-Offri tu?
-Per stavolta può andare, ma la prossima non avrai scampo!
Stavano per uscire dalla palestra, quando si ritrovarono davanti il professor Inal. Maya aveva intenzione di incastrarlo per farsi prestare altri soldi, ma poi si accorse che qualcosa non andava: sul volto aveva un espressione turbata e la pioggia, che aveva iniziato a cadere lo faceva sembrare ancora più malinconico.
-Qualcosa non va?- chiese preoccupata.
-L' A.S.I.M.- disse ansimando -Ha preso il controllo della scuola!
Maya non capiva... cos'era l' A.S.I.M? Perché il solo pronunciare quel nome aveva trasformato l'espressione di Ryota, che ora era come quella del professore?
-Cos'è l' A.S.I.M?
-Associazione Salviamo Il mondo- disse tutto d'un fiato il compagno.
-Non sembra niente di male!
-Questo perché è un nome in codice. In realtà vuol dire Associazione Salviamo Il Mezzosangue.
-Il Mezzosangue?
-Il primo mezzosangue mai esistito.
-Il primo figlio del bene e del male?!
-Sì, e cerca noi.
I discorsi che aveva fatto col professore e con Ryota gli tornarono alla mente come un flashback. Erano loro che li cercavano? Loro che avevano ucciso i suoi genitori?
-Perché?- lo disse quasi sussurrando, come se qualcosa gli stringesse la gola impedendole di parlare.
-Perché i nostri antenati l'hanno sconfitto e per continuare a vivere ha bisogno del nostro sangue, è l'unica cosa in grado di poterlo curare, ma non possiamo donargliene nemmeno una goccia o saremo noi a morire.
-Ascoltate, dovete andarvene subito!- disse Inal mentre una goccia d'acqua gli scendeva sulla fronte -Vi guiderò fuori di qui!
-E gli altri? Cosa faranno gli altri?
-Ascolta Maya, gli altri non sono in pericolo! Lo saranno se voi resterete!
Un'ombra scivolò dietro Inal che sobbalzò allontanandosi dalla porta dicendo: -State indietro!
Ma non entrò niente... o nessuno di pericoloso, era solamente il professor Fernandez.
-Tranquilli, sono io.
-Cosa ci fai qui?- chiese Inal, assicurandosi che nessuno l'avesse seguito.
-Sapevo che avresti tentato di mandarli via...
-Perché, vuoi fermarmi?
-No, voglio aiutarvi- e dicendo questo mostrò tre zaini, Maya riconobbe il suo, non aveva sistemato le sue cose nell'armadio per mancanza di tempo e fu felice di non averlo fatto; “Immagino il professore a rifarmi lo zaino!”, pensò.
-Dove l'hai preso, quello è mio!- esclamò Ryota -Hai messo le mani tra la mia roba?!
La ragazza capì che il professore aveva dovuto fare lo zaino a Ryota, bé lei sarebbe rimasta un po' impettita, ma non pensava che l'amico potesse prendersela tanto, sembrava perfino imbarazzato!
-E quello?- chiese Inal indicando il terzo zaino -per chi è?
Fernandez sorrise dicendo: -Non è ovvio amico mio, è per te!
-Io non posso andarmene, devo restare con i miei alunni!
-Pretendi di lasciarli andare in giro per la città tutti soli soletti?
-Non siamo mica poppanti- controbatté Ryota.
-Il punto è- lo ignorò il professore – che tu desteresti attenzione, qui. Loro sanno delle tue “rivolte”.
Inal guardò Maya e Ryota -Va bene- disse accarezzando ad entrambi la testa, non fu una buona cosa: si ritrovò per terra, messo ko da entrambi i ragazzi che urlarono: -Non trattarci da bambini!
-V-va bene- borbottò stramazzato per terra.
-Noi non siamo di molto più piccoli di lei!- protestò Maya.
-Abbiamo imparato il suo elemento in un solo giorno!- si compiacque Ryota.
-Un-un giorno?
-Ho trovato!- Fernandez fece sobbalzare tutti -Col dominio dell'aria potete smaterializzarvi fuori dalla scuola!
-Sono state prese precauzioni a riguardo- lo informò Inal.
-Lo so, di questo mi occupo io, voi aspettate mezz'ora, poi tentate di smaterializzarvi! Fate attenzione!- detto questo, uscì lasciandoli soli.
-Professore- disse Ryota, con l'aria di qualcuno che ha appena trovato lo scheletro nell'armadio che cercava da tempo -Cos'ha a che fare con le rivolte?
-Ah giusto- rise Maya con fare divertito -Tu non lo sai!
-Perché, tu che sapresti?- la squadrò Ryota.
-Molto più di te...
-E da quanto lo sapresti?
-Di certo da più di te...
-E come l'avresti saputo?
-Non come ora per te...
-Insomma hai intenzione di parlarmene sì o no?
-Ci sono cose più importanti ora!- li interruppe il professore -ad esempio il posto in cui andare, prima di decidere cosa fare, poi mi dite di non trattarvi da bambi...
Non riusci a completare la frase, visto che fu di nuovo scaraventato per terra.
-Potremmo andare da mia zia- disse Maya, ricomponendosi -Anche lei è una mezzosangue. Vorrei vedere come sta!
-Quando scompariremo penseranno subito che tu ti stia dirigendo lì- li informò Inal.
-Invece no- lo contradisse la ragazzina -Se le mie ipotesi sono esatte, loro devono averci osservati a lungo. Sanno che io, in un caso come questo, tornerei in città, nella mia vecchia abitazione. Non rischierei ad andare da mia zia, penserei di metterla in pericolo, per questo lì non cercheranno affatto...Ditelo pure, sono un genio!
-Che ne è del tuo: “mostra solo chi sei e non quello che provi?” si vede lontano un metro la tua compiacenza!
-Diciamo che qualcuno mi ha aiutato a vedere realmente le cose per come sono... per la miseria! È già ora!
-Ascoltatemi, ci smaterializzeremo fuori al cancello! Non andate oltre! Al mio via...3, 2...VIA!
Maya chiuse gli occhi, si sentì leggera, poi sentì uno strappo, quando alzò le palpebre era fuori al cancello.
-Dov'è  andato a finire l'uno?- stava chiedendo Ryota.
-Se lo sarà mangiato il gatto!- i due si girarono verso di lei.
-Dovrai farci strada Maya!- avvertì il professore.
Dopo ore di cammino sotto la pioggia, i tre arrivarono alla casa di zia Mey.
Maya bussò tre volte sulla porta.
-Chi è- domandò da dietro la porta.
-Apri zia Mey, sono io, Maya- si sentì un rumore, poi  Maya rivide il viso della zia. Non sembrava star male, fortunatamente. Appena la zia incontrò gli occhi della ragazza scoppiò a piangere abbracciandola, lei da parte sua non credeva che fosse necessario piangere in quel modo, in fondo erano passati solo tre giorni.
Quando la zia si accorse della presenza di altre due persone, si ritirò e le osservò, iniziò dal professor Inal e poi passò a Ryota, incrociando i suoi occhi rossi sobbalzò.
Maya se ne accorse e si affrettò a presentarli: -Loro sono il professor Inal e Ryota... devo chiederti una cosa zia- lei li fece entrare e accomodare in salotto, la pioggia gocciolava sui vetri delle finestre facendo ricordare ai ragazzi di essere bagnati fradici.
-Vado a prendere degli asciugamani- disse zia Mey andando nell'altra stanza, quando ritornò borbottava tra sé: -Che stupida sono stata a tenerli così tanto tempo lì fuori sotto la pioggia...- poi aggiunse a voce più alta -Volete della cioccolata calda?
-Dopo zia, prima vorremmo chiederti se sai qualcosa sul sangue dei rosso sangue e della capacità di curare il mezzosangue.
-Oh- la zia tacque per qualche secondo -Vedete, i rosso sangue sono in grado di curare chiunque con il loro sangue senza che gli succeda niente, chiunque tranne il mezzosangue, questo perché, pochi lo sanno, quando i rosso sangue sconfissero il mezzosangue erano anch'essi in punto di morte, furono però salvati dal nemico, che aveva bisogno del sangue di chi l'aveva sconfitto mischiato al suo per poter risorgere, un giorno, lui donò a loro il suo sangue, che rese gli occhi dei due eroi rossi, ma insieme a questo lanciò anche una maledizione: quando lui sarebbe tornato per rivendicare il suo sangue loro sarebbero morti.
Il silenzio invase la stanza, poi Maya parlò.
-Zia, tu sai vero cos'è l'A.S.I.M.?
-Sì, come so' che vi cercano ed anche perché vi cercano.
-Noi non potremo restare per sempre qui, cosa ci consiglia di fare?- chiese Inal, lui e Ryota erano rimasti zitti fino ad allora.
-C'è un modo per sconfiggere il Mezzosangue e tutti sanno che solo i Rosso sangue sono in grado di farlo, ma voi due non bastate- disse rivolta alla nipote e a quello strano ragazzino taciturno -dovete riunire tutti i rosso sangue, potrebbero trovarsi dappertutto, ma voi dovrete trovarli tutti, e una volta trovati dovrete portarli qui, da me, io vi aiuterò.
-Ne ero certo- borbottò il professore -non potevate essere gli unici rosso sangue, i discendenti diretti erano sei in tutto.
-E sei sono ora- annuì zia Mey -Non posso aiutarvi a trovarli, l'unica cosa che posso fare è darvi questo- da sotto un asciugamano tirò fuori un libro. Aprendolo però, Maya, Ryota e Inal si resero conto che si trattava di una mappa del mondo con al centro una bussola -Questa vi indicherà in quale paese si trova uno dei rosso sangue, provatela, Maya metti un dito qui- Maya poggiò l'indice al centro della bussola e le lancette iniziarono a girare, ma non indicarono il nord, bensì la Francia.
-Dovremmo andare in Francia?
-Così sembra- sospirò la zia -Partirete domani stesso, il problema però resta: Come ci arriverete? Certo, se sapreste spostarvi nell'aria...
-Sì da il caso, signora- la interruppe Inal -che in solo un giorno questi ragazzi abbiano imparato ad utilizzare l'aria e le tecniche ad essa associate e, modestamente, io sono abbastanza esperto nella padronanza dell'elemento.
-Caspita, un solo giorno!
-Sì, mi rendo conto sia difficile credere che dei bambini come loro...- si ritrovò di nuovo per terra in un modo così veloce che zia Mey riuscì a vedere solamente Maya e Ryota in piedi con le mani alzate, poi domandò stupita: -Perché non avete la stessa età?
Maya scoppiò a ridere e Ryota si trattenne appena in tempo.
-Certo che intesa voi due- noto l'anziana signora -siete balzati in piedi contemporaneamente!
-Questo è il loro passatempo preferito- borbottò Inal.
Poco dopo andarono a dormire: Maya ritornò nella sua stanza, le era mancata... a Ryota e Inal invece, fu assegnata la stanza degli ospiti.
La ragazzina accese la luce della sua camera, difronte a lei c'era una lunga scrivania di legno con affianco una libreria in cui lei teneva tutti i suoi libri preferiti, in genere erano quelli fantasy; dietro la porta, a qualche centimetro di distanza, c'era il letto, anch'esso di legno, che affiancava la finestra. Maya si diresse verso quest'ultima, qualche passo e le fu difronte, si inginocchiò e tolse dal pavimento una mattonella. Si apriva un buco grande quanto questa e al cui interno risiedeva un quadernino dalla copertina doppia e rossa con un chiavistello che lo chiudeva, un diario per l'esattezza. Lei lo prelevò e lo appoggiò per terra, richiuse la mattonella e si tolse dal collo una catenina che aveva come ciondolo una chiave e con delicatezza la spinse nella serratura e la girò... il diario si aprì.
30 Giugno
Caro Diario,
come stai? Io sto molto meglio, sono passati cinque giorni dall'incidente, ora vivo con mia zia in campagna... mi piace, si sta bene e la zia è gentile. Oggi mi ha chiamato Marta, la mia amica; mi ha detto che in città tutti parlano dell'incidente e di come ho perso i sensi, ha detto che avrebbe voluto avermi lì, che avrebbe voluto essere vicino a me.
Quando ha riattaccato mi sono messa a piangere... avevo fatto di tutto per essere accettata ed ora ero costretta a rifarmi una vita lontano da casa, dai miei amici, senza la mia famiglia... non l'ho più rivisto dal funerale... mi manca tanto... vorrei averlo qui con me, magari sentire le mie amiche commentare la sua bellezza e la mia fortuna... mi manca tanto!
A presto,                                        Maya.

Le si chiusero gli occhi, sapeva di dover dormire quindi rimise il diario all'interno del buco chiudendolo con la mattonella e spense la luce, trascinandosi a letto.

 

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Capitolo 8
*** BONJOUR PARIS ***


Un grido svegliò Ryota, si guardò intorno. Inal stava ora svegliandosi chiedendo: -Che cos'è stato?
-Maya- intuì il ragazzo. Insieme corsero nella stanza della ragazza che si dimenava nel letto urlando. Il professore la scosse dolcemente chiamandola, lei aprì gli occhi, una lacrima le rigò la guancia e sussurrò: -Sono tornati, gli incubi sono tornati- poi si accorse della presenza dei due e si asciugò in fretta il viso.
-Niente paura- tentò di sorridere -Sono solo vecchi fantasmi del passato, non è il caso di fare quelle facce, ora uscite, dobbiamo prepararci, Parigi ci aspetta, penso sia probabile che si trovi nella capitale... il terzo Rosso sangue, intendo- visto che né Ryota né Inal davano segno di volersene andare, Maya si alzò dal letto e aprì la porta -Devo cambiarmi, avete intenzione di restare?!- sfidò. Furono fuori in meno di un secondo.
Si vestì in fretta, prese lo zaino ed uscì. Si era cambiata la divisa della scuola, sarebbe stato facile rintracciarli; quando scese vide che anche Ryota aveva avuto la sua stessa idea.
La zia era seduta su una poltrona ad aspettarla, quando la vide si alzò e le andò incontro, le baciò la fronte e le augurò buona fortuna, poi disse -Non so se ti ricordi dello zio, tesoro. Lui è in viaggio, non so dove si trovi ma potresti incontrarlo... Si chiama David Marceaux, ma non è francese...potresti trovarlo in qualunque paese tu vada, tieni questa foto con te-le porse una fotografia raffigurante un uomo di mezz'età con barba e capelli lunghi e lo sguardo severo, indossava una camicia rossa con sopra una giacca nera, di ugual colore era il pantalone, lungo e ben stirato. “Certo quel completo classico non si sposa perfettamente con i capelli e la barba... sembra Mago Merlino travestito”, pensò.
-Per teletrasportarvi in Francia pensate alla figura della regione, poi all'Arco di Trionfo di Parigi, vedrete sarete lì in pochissimo tempo, buona fortuna!
Il terzetto seguì alla lettera i consigli della signora Mey e furono teletrasportati proprio sotto l'arco e sotto lo sguardo sorpreso di alcuni turisti. Maya, accortasi dello stupore di quest'ultimi fece un inchino per depistarli e li ringraziò  per aver guardato il loro spettacolo, loro applaudirono e distolsero gli sguardi. Pensavano di essersela cavata, tanto da esultare dando le spalle ai turisti che li ignoravano, quando Maya sentì qualcuno che le afferrava la mano.
-Maya...sei tu?- lei si girò di scatto e i suoi occhi, pieni di stupore, si posarono su un ragazzo alto, dai capelli ricci e neri e i grandi profondissimi occhi marroni.
-Rick...Riccardo!- sentiva il suo cuore battere forte, non sapeva se era tutto vero o se si trattava di un'illusione, lui la tirò a sé abbracciandola forte e dandole la certezza che i suoi occhi non mentivano. Restarono così, aggrappati l'uno a l'altra fino a quando Maya non si ricordò dei suoi “Compagni di viaggio”.
-Maya- chiamò Ryota -conosci questo tizio?
Lei allora si ritrasse e borbottò imbarazzata -Bé sì...da una vita...lui è...
-Come puoi...-la interruppe il ragazzo con gli occhi sgranati -Come puoi andare in giro con due ragazzi, razza di svergognata!- lei si girò di scatto, rossa in viso, le dita fremerono e la mano partì, colpendo la testa del riccioluto.
-Cosa stai dicendo razza di imbecille!
-Come ti permetti, testa di zucca!
-Testa di zucca sarai tu... non ti fai vedere dal funerale, dal funerale ti rendi conto?!
-Quella “zia Mey” non mi piace proprio, non ha voluto che ti portassi con me, solamente per far sì che tu frequentassi quell'accademia...ed ora ti trovo a girovagare per Parigi con due uomini...UOMINI!!!
-Ma cosa stai farneticando! Lui ha la mia età- disse indicando Ryota -Mentre lui ha appena diciott'anni, come te no? Ed io non ti considero affatto un uomo!
-Brutta ragazzina- disse prendendole i capelli.
-Hey- Ryota gli posò una mano sulla spalla.
-Penso tu stia esagerando- annuì Inal.
Maya gli diede un calcio buttandolo per terra.
-Grazie per averlo distratto, ma non ce n'era bisogno: io e lui facciamo così da sempre.
-Sempre?- domandò Inal- ciò vuol dire che siete amici d'infanzia?
-Amici d'infanzia? Lui è mio fratello!- i due rimasero a bocca aperta.
-Effettivamente...- iniziò Ryota.
-...C'è una certa somiglianza- continuò Inal.
-Non mi hai ancora spiegato- insistette Riccardo che era miracolosamente in piedi -Che ci fai qui, con questi due, invece di essere all'accademia per Mezzosangue.
-Tu sai dell'accademia?
-Per forza, volevano incastrarci pure me, ma io  mi sono rifiutato!- Maya non credeva che anche il fratello fosse un mezzosangue, lui gli spiegò di essere partito proprio per sfuggire alla scuola e, alla morte dei genitori, era tornato, ma la zia le aveva detto esplicitamente: -O resti qui con me e tua sorella o te ne ritorni da dove sei venuto- E lui non ebbe altra scelta, dovette lasciarla lì, infondo non le sarebbe mai piaciuta una vita come la sua. Anche Maya gli raccontò di dopo la morte dei genitori, gli parlò del mese con la zia e dell'attacco di quelli del A.S.I.M., dell'incontro con i suoi amici, con Ryota, con Inal, del fatto che lui fosse un professore (cosa che Riccardo non riusciva a credere, soprattutto perché lui aveva la sua stessa età), dalla loro fuga e dell'apparizione a Parigi.
-Quindi cercate uno con gli occhi come i vostri?! Bene, ho deciso: vengo con voi!
-Che?- esclamarono in coro gli altri tre.
-Mia sorella non può andarsene in giro con due ragazzi, figuriamoci se poi il numero sale a sei!- spiegò lui.
-Con te poi siamo a sette...e poi non è detto che saranno maschi potrebbero essere quattro belle donzelle, come puoi saperlo?
-Se sono femmine è ancora meglio...
-Deficiente- borbottò Maya dopo avergli dato un pugno.
Alla fine non ci fu modo di dissuadere Riccardo e, tutti e quattro, iniziarono a cercare in lungo e in largo qualcuno con gli occhi rossi. Erano le nove di sera quando si arresero. Ormai erano sfiniti e se ne stavano seduti sui gradini di una scala che portava chi sa dove, aspettando chi sa cosa e deprimendosi chi sa quanto.
-Basta così- disse decisa Maya -Io vado a comprare qualcosa da mangiare, voi aspettatemi qui- imboccò una stradina che appariva abbastanza illuminata, questa era però deserta e quando si biforcò la ragazzina non seppe se andare a destra o a sinistra. Stava fissando la luna alta in cielo quando sentì dei passi arrivare dalla strada a destra. Erano passi affrettati, di qualcuno che correva. La sagoma di un bambino si avvicinava a lei, il volto coperto da un cappuccio. Maya capì che non l'aveva notata, ma decise lo stesso di fermarlo.
-Ehi piccolo...sai per caso come si arriva ad una strada abitata? Magari con qualche ristorante? O un fast food?
-Magari lo sapessi- brontolò fermandosi di colpo, dando però le spalle -io non tocco cibo da giorni!
-Giorni? E i tuoi genitori?
-Morti- disse amaramente -disperati pure per me se ti fa piacere...
-No che non mi dispero- il bambino fremette un istante -Non sei l'unico orfano qui! Anch'io lo sono, ma non resto a digiuno...nessuno bada a te?
-No.
-Non hai amici, qualcuno da cui stare?
-Amici?- fece in tono sprezzante -Nessuno vuole essere mio amico, nessuno vuole starmi vicino o ospitarmi...mi odiano tutti!
-Nonononononono! Così ti fasci la testa prima di essertela ferita mio caro! Cosa pensi che la vita sia facile? Ti sbagli, non puoi nemmeno immaginare cosa ci sia là fuori. E se pensi di poter usare quel tono solo per fare allontanare tutti da te sei messo male perché così non funziona, puoi fingere quanto vuoi, ma così non ne uscirai mai... scommetto che un sacco di persone vorrebbero essere tuoi amici!
-Tu mi vorresti come amico?
-Certo, adoro gli ometti come te- sorrise. Il bambino scattò velocemente, Maya non vide niente, sapeva solamente che ora era aggrappato al suo stomaco, stava abbracciandola -Tu non avrai paura di me se ti mostrerò il mio vero volto?- domandò, stavolta con voce supplichevole -Mi terrai con te?
Maya non pensò a niente, né alla sua missione, né al pericolo che incombeva su di lei. Sapeva solamente che voleva restare con quel bambino, voleva proteggerlo...
-Sì- rispose. Lui alzò lo sguardo togliendosi il cappuccio... i suoi occhi erano rossi!
-Tu...sei come me!- esclamò il bambino -quindi tu mi puoi capire!
-Ti stavo cercando, lo sai?- rise Maya -Ma non potevo immaginare che tu fossi... tu, cioè un mezzosangue, tu sai cosa vuol dire, vero?
Lui annuì -I miei me l'hanno spiegato, e mi hanno detto che un giorno ne avrei incontrati altri come me, mai avevo smesso di crederci...poi sono stati uccisi...dal A.S.I.M.
-Quindi sai anche questo- sospirò -Ascolta, prima stavi correndo, stavi scappando da qualcuno?
-Da alcuni brutti ceffi vestiti di nero, mi stavano seguendo ma li ho depistati.
-Io sono qui con mio fratello e due amici, uno di questi è come noi, è un rosso sangue, insieme abbiamo imparato a padroneggiare il fuoco e l'aria...tu sai farlo?
-Io so utilizzare il fuoco e l'acqua... ma non l'aria- rispose amareggiato.
-Stai tranquillo, siamo pari...noi ti insegniamo come si controlla l'aria, e tu ci aiuti con l'acqua!
-E mi porterete con voi?
-Sì, viaggeremo per il mondo alla ricerca degli altri tre rosso sangue, sconfiggeremo l' A.S.I.M., e dopo starai con me, mio fratello e mia zia, e ti farai tanti nuovi amici, ti va?
-Sì...come ti chiami?
-È vero, non ci siamo ancora presentati, sono Maya Martinez, 13 anni, ho scoperto di essere una mezzosangue solo quattro giorni fa!
-Riuji Coock, 7 anni, ho scoperto di essere un mezzosangue 4 anni fa.
-4 anni fa?- si sentì un po' stupida, ma poi si ricordò di una cosa -che buffo...il tuo nome...sai l'amico di cui ti ho parlato...si chiama Ryota, ma io all'inizio lo chiamavo Riuji!
-Sono proprio curioso di conoscerlo!
-Bé...è un po' taciturno...ti guarda con sospetto ed è freddo ma quando lo conosci capisci che è tenero ed un ottimo amico... non dire che l'ho chiamato “tenero”, mi ucciderebbe!- prese per mano il piccolo Riuji e tornò indietro.
-Oh, ecco Maya- sentì dire a suo fratello che distava ancora qualche metro, nascosto dietro il muretto delle scale -Non vedo l'ora di ingurgitare qualcosa di buono!
-Mi spiace- gridò lei -mi sono persa e non ho trovato cibo, ma ho qui qualcosa di molto meglio!- vide i suoi amici sporgersi da dietro il muro.
-Non può essere- gridò Rick -razza di svergognata hai fatto un figlio!
-Non dire fesserie idiota!- lo ammonì -lui è il terzo rosso sangue- ormai era ad un passo da loro, Ryota si alzò, fissando il bambino, si avvicinò e si inginocchiò per guardarlo meglio -Sì è lui- disse solamente.
-Ma è così piccolo- commentò Inal. Lo sguardo del piccolo trafisse il professore che si sentì pietrificato.
-Lui è Riuji- sorrise la ragazza -Quel capellone che vedi lì è mio fratello, Riccardo; quello affianco a lui è un professore, lo so che non sembra, ma è così, si chiama Inal; mentre quel ragazzo starano è Ryota.
-Strana sarai tu- borbottò. Riuji però non sembrava voler fare amicizia, si aggrappò a Maya, stringendola tra le sue piccole braccia e nascondendo il volto trai suoi vestiti.
-Penso sia meglio andare a mangiare, forse se ci guidi tu Rick, riusciremo a trovare un fast food- visto che il piccolo non sembrava voler muoversi da quella posizione, che non permetteva a Maya di camminare, lei si abbassò all'altezza del bambino e abbracciandolo a sua volta lo sollevò prendendolo in braccio, -Sei scomodo?- gli chiese.
-No- la sua voce sembrava talmente allegra, che non servì vedere la sua faccia per capire che stava sorridendo.

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** STRANE VISIONI ***


Un'esplosione, grida...il buio.
Maya si svegliò di soprassalto. Era in una stanza, in un letto, c'era anche un bambino con lei che dormiva profondamente. Maya cercò di riordinare i ricordi nella sua testa: il giorno prima era arrivata a Parigi e aveva incontrato il fratello, poi aveva trovato il terzo rosso sangue ed erano andati tutti a mangiare hamburger e patatine; si era ormai fatto tardi e così avevano deciso di passare la notte a casa di Rick, Riuji dormiva con lei perché era disponibile solo un letto, i ragazzi si erano offerti di darlo a Maya che aveva deciso di portare con sé il piccolo.
La ragazza guardò l'orologio, segnava le sei e un quarto.
Sentiva la bocca impastata, così decise di andare a prendere un bicchiere d'acqua, attraversò la camera e, attenta a non svegliare Riuji, uscì in punta di piedi.
Riccardo, Ryota e Inal stavano dormendo: Ryota era sdraiato su un divano, come il professore, mentre Ric era sdraiato a terra e si grattava, nel sonno, la pancia. Maya lo guardò per un po' pensando a suo padre, poi sentì il cuore battere a mille, così forte da farle male, chiuse gli occhi per un momento e delle immagini le tornarono alla mente...vedeva un viso, il viso di un uomo, dai capelli lunghi e lisci e dal sorriso dolcissimo...sentiva un pianto...un bambino che piangeva...l'immagine scompariva e riappariva nella sua mente, mentre il suono continuava persistente. Riaprì gli occhi, ma le immagini non cessavano e le davano un senso di vertigine. Indietreggio verso il muro, fino a sbatterci contro, cercò di appoggiarsi a uno sgabello, ma lo fece cadere senza neanche accorgersene, altre immagini le affiorarono nella mente, mentre scivola giù appoggiata alla parete. Vide di nuovo quell'uomo, ma il suo viso ora era spaventato...correva portando in braccio il bambino che piangeva tenendo gli occhi chiusi...una figura nera li stava inseguendo...ormai li aveva raggiunti...l'uomo era in trappola, spalle al muro...la figura si avvicino e gli infilzò la mano nel petto, che lo attraversò...urlò e insieme a lui urlò anche Maya, tendosi il petto e versando lacrime...sentiva un dolore, un dolore troppo forte, tutto divenne buio e l'unica cosa che la ragazza riusciva a sentire era la sua voce che gridava e il dolore, poi qualcosa la riporto alla realtà. Davanti a lei apparvero due grandi occhi rossi, quelli di Ryota, affianco a lui c'era Inal che la guardava preoccupato, poi vide il fratello, aveva una faccia che Maya non aveva mai notato...i riccioli bruni gli cadevano sulla fronte e le pupille si erano dilatate. In un angolo c'era Riuji che piangeva.
-Cosa avete?- domandò debolmente la ragazza -sembrate aver visto un fantasma!- il piccolo corse da lei asciugandosi le  lacrime: -Stai bene?- chiese.
-Oh, sì... era solo un...-si bloccò, non era un sogno, più che altro sembrava un flashback, o qualcosa di simile...
-Solo?- la incoraggiò il fratello.
-Niente- disse in tono sbrigativo e, facendo appello a tutte le sue forze si alzò.
-Quello non era un “niente”, Maya- protestò il professore -Praticamente hai perso i sensi!
-Ho detto niente e basta, In
-In?
-D'ora in poi ti chiamerò così, è troppo lungo professore Inal- Ryota soffocò una risatina e la ragazza, sorridendo a sua volta si rivolse al più piccolo:-Perché piangevi?- chiese. Vedendo che lui non rispondeva continuò: -Hai avuto paura?- lui annuì, ma non parlò -Bene, ma ora non preoccuparti, ti ho promesso che nessuno ci dividerà e questo non accadrà mai- gli diede un bacio sulla fronte, poi corse in camera e tornò con il libro di zia Mey e mise un dito al centro della bussola, che girò fino ad indicare la Russia.
-RUSSIA!?- esplose Rick.
-Questa sarà la nostra prossima destinazione!- rise Maya.
-Ma dite sul serio?- protestò il fratello -Come ci arriviamo in Russia?
-In realtà noi per arrivare a Parigi abbiamo usato la tecnica dell'aria, ma visto che né tu, né Riuji sapete utilizzarla dovremo trovare un altro metodo.
-Un modo per teletrasportarsi in Russia...- disse pensieroso Riuji -Mi sembra di aver sentito parlare di un mercato in cui vendevano cose del genere....Sì il mercato nero dei mezzosangue!
-COSA?!- le voci di Inal e Riccardo echeggiarono per l'appartamento.
-Cosa c'è che non va?- chiese ignara Maya.
-Il mercato nero dei mezzosangue corrisponderebbe a quello degli umani, ma a differenza del loro, questo è pieno di creature con poteri magici e oggetti che potrebbero sterminare persino dei giganti- spiegò Ryota -Certo potremmo trovare cose utili, ma il solo entrare in quel posto è pericoloso, anche se questa sembra essere l'unica alternativa.
-Andrò io- sentenziò Inal – Sono il più grande qui ed è mia la responsabilità!
-Bé anch'io ho diciott'anni e non ti lascerò andare da solo in un posto simile, quindi verrò con te- disse Riccardo.
-Ma voi non sapete dove si trova....- rise Riuji -Solo io posso accompagnarvi.
-Bene allora andremo tutti.- sopraggiunse Maya.
-Mi spiace, ma tu non verrai- la contradisse Rick -Sei mia sorella e non posso permettere che ti succeda qualcosa....
-Cosa? Guarda che è più probabile che qualcosa succeda a te, io me la so cavare da sola non c'è bisogno di proteggermi!!!
-In ogni caso dovresti restare qui a fare i bagagli, non sappiamo cosa potrebbe accadere, dobbiamo essere pronti a scappare, quindi tu e Ryota resterete qui!
-Non capisco cosa c'entro io- intervenne il diretto interessato.
-Non vorrai lasciare Maya tutta sola soletta?! E se ne approfittassero per attaccare...E poi Maya non può preparare tutto da sola, e se le venisse di nuovo uno di quegli...
-H0 CAPITO! Restiamo qui!- disse Maya tirando per un braccio Ryota e trascinandolo nell'altra stanza.
Qualche minuto dopo gli altri uscirono.

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** SOLA CON RYOTA ***


Maya stava cercando nervosamente una borsa nell'armadio mentre Ryota era sdraiato sul letto guardando il soffitto.
-Cos'era ?-chiese ad un certo punto il ragazzo.
-Cosa?
-Quello!- disse riferendosi alle strane visioni di Maya.
-Oh niente, guarda un po': ora ti preoccupi per me, come veri amici non pensi?
-Io non mi preoccupo per te, solo che se ti succedesse qualcosa sarebbe difficile sconfiggere il Mezzosangue...
-Quante chiacchiere...Visto che ormai sei qui vedi di aiutarmi invece di startene lì a poltrire! Dobbiamo prendere tutto ciò che ci potrebbe servire, il problema è trasportarlo, come faremo?
-Potremmo utilizzare questi- tirò fuori dalla tasca degli oggettini e li posò per terra, questi all'improvviso divennero immense valige.
-Wow! Cosa sono?
-Non si vede?
-Voglio dire, come hanno fatto a....
-Magia- sul volto del ragazzo si dipinse un sorriso accattivante. Lì dentro riuscirono a far entrare di tutto di più, il bello era che, dopo aver riempito le valige queste riprendevano ad avere la grandezza di una nocciolina, facili da tenere in tasca e difficili da trovare!
-Senti Ryo, ma la tua famiglia non sarà preoccupata?' In fondo non sa dove ti trovi...
-Non ho genitori, dovresti saperlo ormai e poi cos'è quel “Ryo”? Stai cercando di affibbiare soprannomi a tutti? Inal è diventato In, Riccardo Rick, Ryota Ryo...manca solo Riuji..
-Ji! E ritornando ai tuoi genitori...non hai qualche altro parente? Uno zio, un nonno?
-No
La risposta di Ryota fu secca e concisa, Maya doveva ritenersi accontentata,  ma c'era qualcosa che non la convinceva...era da un po' che non rimaneva sola con quel ragazzo; in effetti, prima di essere scoperti dall'ASIM si stava proprio instaurando un bel rapporto tra i due, in fondo, anche se era passato poco tempo dal loro primo incontro, sembravano essere trascorsi anni! Ryota l'aveva cambiata, appena i loro occhi si incrociarono lei cambiò, “Da quello che ho visto, a entrambi la presenza dall'altro provoca un cambiamento”, le ricordava bene, queste erano le parole che usò il professor Inal. Era vero. Era stata cambiata da lui, ma in che modo lo era stato lui da lei; lei si era confidata, gli aveva parlato dei suoi sentimenti, delle sue emozioni, ma lui non l'aveva mai fatto. Maya lo considerava un amico, ma per lui probabilmente lei era solamente una ragazzina dagli occhi come i suoi che purtroppo doveva accompagnare in quell'avventura. Più il tempo passava, più i dubbi si insediavano dentro di lei, doveva metterli a tacere o dar loro una voce?
-Ryota- disse all'improvviso -io cosa sono per te?
Sembrò sorpreso dalla domanda, Maya capì che quel suo interrogativo poteva essere facilmente frainteso, così riformulo le parole: -Voglio dire...tu cosa provi nei miei confronti?- lei arrossì di colpo, “oh no” pensò “così verrò fraintesa ancora di più”, si precipitò quindi ad aggiungere: -No come ragazza intendo, come persona! Ecco...io penso che noi potremmo essere amici ma, sembra che tu sia costretto ad aver a che fare con me.... io a te di ho detto molte cose sul mio conto, sul mio passato, e pensa che, anche quando ci siamo conosciuti ho risposto a delle tue domande personali, mentre tu...non mi hai mai detto niente, mi hai sempre trattata come un'estranea che non voleva farsi gli affari propri, come qualcosa di estremamente fastidioso, come un sassolino nelle scarpe, un pidocchio nei capelli come un...
-Credo possa bastare...-la interruppe Ryota. -Certo che sei proprio strana tu...avendo un fratello dovresti sapere che noi maschi non siamo sdolcinati come voi ragazze, e non amiamo aprirci...
-Bhe...-Maya non aveva pensato ad una spiegazione simile, e di certo non capiva il ragionamento del ragazzo, sapeva della “timidezza” del genere maschile, ma sapeva anche che qualora c'era da parlare di loro non si tiravano indietro...
-Sono cresciuto con la mia famiglia per poco tempo, dato che sono morti quando io avevo quattro anni- iniziò d'improvviso – Ho vissuto all'accademia per dieci anni, ma ciò non vuol dire che mi sia ambientato più di tanto, in realtà ho sempre cercato di tenermi alla larga da tutti, sapevo già allora del A.S.I.M. E non avevo certo voglia di perder tempo con gli altri. La mia vita è proseguita così finché non ti sei intromessa nella mia consueta monotonia...
-L'hai fatto per loro?- Maya quasi sussurrò queste parole, e gli occhi di Ryota voltarono svelti verso di lei.
-Cosa?- sussurrò anch'egli.
-Non ti sei avvicinato agli altri per il loro stesso bene...per evitare che colpissero persone a te care...- gli occhi che prima la fissavano si distolsero velocemente.
Qualcosa dentro Maya si accese: -TU HAI FATTO QUESTO CREDENDO DI SALVARE QUALCUNO COSÌ? LO HAI FATTO PER GLI ALTRI O PER TE STESSO? TI RENDI CONTO CHE COSA STAI DICENDO? SECONDO TE SE IO MI FOSSI ALLONTANATA ABBASTANZA IN FRETTA DAI MIEI GENITORI QUESTO NON SAREBBE SUCCESSO? L' A.S.I.M DISTRUGGE LE NOSTRE FAMIGLIE PER NOI? LO FA SEMPLICEMENTE PER IL FATTO CHE SONO LE NOSTRE! CREDIMI, NONOSTANTE TU NON ABBIA FATTO AMICIZIA CON GLI ALTRI MEZZOSANGUE L' A.S.I.M. È UGUALMENTE ARRIVATA. NON PUOI SMETTERE DI VIVERE PER LORO!!!- urlò a squarcia gola, risvegliando anche lo spirito del ragazzo.
-ADESSO FINISCILA! CHI TI CREDI DI ESSERE PER POTERMI PARLARE IN QUESTO MODO? SOLO IO POSSO DECIDERE COSA FARE O NON FARE DELLA MIA VITA! TU NON HAI ALCUN DIRITTO DI DIRMI QUESTO, SMETTILA, PRECHÈ  LO FAI?
-Perché, mi chiedi?- rise fra se avvicinandosi -PERCHÉ SIAMO AMICI!- pianse battendo pugni sul petto del ragazzo  lui la fermò, ma lei si oppose, facendo cadere entrambi sul letto. Ryota teneva ancora le mani chiuse a pugno della ragazza e la guardava diritta negli occhi. Maya riusciva a sentire il suo respiro. Non era mai stata tanto vicina a lui... troppo vicina! In quel momento la porta si aprì: -Maya, Ryota...siete qui?- era Riccardo che appena li vide diventò paonazzo.
-Che cosa stai facendo a mia sorella?- Ryo si alzò in fretta seguito a ruota da lei, che rispose al suo posto: -Niente, siamo solo caduti...
-Non c'è tempo- si intromise Inal -Muovetevi...arrivano!
-Chi è che arriva?- chiese Ryota seguendo Rick. Lui non rispose, aprì solamente una piccola sfera. In quel momento una luce invase tutto e i cinque amici scomparvero lasciando la casa vuota.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** INCONTRI ***


Quando Maya aprì gli occhi si ritrovò in mezzo al verde, nel bel mezzo di una foresta coperta di neve. Con lei c'erano anche gli altri, e la sfera era caduta nel bianco terreno. Su di essa si riusciva a leggere “Destinazione Russia raggiunta”. Alla fine allora ce l'avevano fatta a raggiungere il paese...
Guardò il cielo, era buio... il sole era tramontato già da un po'.
-Siamo...in Russia?- chiese Riuji.
-Penso proprio di si- rispose intenerito Inal.
-Ma diciamo che non siamo in una parte ABITATA della Russia- Ryota sembrava nervoso.
-Calmati, Ryo, secondo me se camminiamo un po' troveremo una città o almeno un piccolo villaggio...- cercò di tranquillizzarlo Maya, ma Riccardo, non dimenticatosi della scena a cui aveva assistito, non poté sorvolare su quel “Ryo”, infatti disse: “Ah, bene, vedo che state diventando... intimi- Inal si affrettò a coprire le orecchie al piccolo Ji, prevedendo la tempesta che stava per scatenarsi.
-Oh, Rick, smettila di insinuare chissà cosa, quando sei entrato non stavamo facendo niente...-Maya era diventata rossa come un peperone.
-Intanto, però eravate spiaccicati l'uno sull'altra...
-Certo che sei testardo- iniziò Ryota -se ti dice che non stavamo facendo niente e perché non stavamo facendo niente...
-Allora perché eri addosso a mia sorella e le tenevi le mani- d'improvviso anche Inal si sentì in imbarazzo diventando paonazzo.
-Siamo caduti! Ora smettila, non vedi che il prof Inal non è abituato a sentire cose del genere?!- notò Maya.
-Chi? Quel bel visino?- rise Ryo -Ma se gli corrono dietro tutte le ragazze della scuola...Al posto tuo, Rick, starei attento a lui, non a me, si dice in giro che...
-Ma che problemi hai ragazzino?- Inal stava iniziando ad arrabbiarsi, cosa per niente buona.
-Io? Nessuno, solo che ormai tutti sanno nella scuola che tu...
-SMETTILA RYOTA- interviene Maya.
-ADESSO DOVREI SMETTERLA? MA BENE...
Le voci si sovrapponevano creando un baccano assordante.
-BASTA!- intervenne una voce sconosciuta.
Maya si girò di scatto verso il luogo da cui proveniva la voce, fu in quel momento che vide una ragazza alta con dei lunghi e ricci capelli biondi e con dei grandi occhi...rossi.
Lei continuò a parlare rivolta a Riccardo: -Vi sembra questo il luogo in cui discutere? Potrebbero arrivare dei lupi o potrebbe avvenire una frana!!! Poi con questo freddo rimanete lì, impalati, con abiti leggeri!- mosse il suo sguardo ed incrociò gli occhi di Maya, poi si accorse anche di Ryota e Riuji e sussurrò : -Rossosangue...
-Proprio così- intervenne Maya -Siamo rossosangue come te, ci stiamo riunendo per sconfiggere l' A.S.I.M.
-Oh, non va bene... proprio non va bene....più di un rossosangue nello stesso posto è pericoloso....
-Che stai blaterando- sbottò Riccardo. Lei lo guardò minacciosa per poi ignorarlo.
-Bhè se già ne sono tre non hanno bisogno di me...ma l'A.S.I.M.... no, devo aiutarli...ma che diamine, tutte a me capitano? Non penso che al mondo ci sia una persona più sfo...
-Ehehm- la ragazza si girò verso il gruppetto e notò che stavano veramente per congelarsi, così senza perder tempo il invitò a seguirla. Li condusse in una baracca dall'aspetto desolato. Nel frattempo una tempesta di neve incombeva sulla montagna.
La baracca all'interno era calda e accogliente, anche se piccola. Era una sola stanza in cui c'era un letto, un tavolino e un armadio. Non c'era una cucina, o almeno non sembrava esserci.
-Accomodatevi dove trovate spazio...MA NON SUL LETTO!!! Ah, io sono Sandra- disse tendendo la mano alla ragazza, l'unica, “rossosangue maschilisti” pensò. La osservò, era decisamente una bella ragazza con quel visetto da angelo con gli occhi da diavolo incorniciato dai capelli corvini, nonostante i suoi occhi trasmetteva solarità, non le sembrava neanche avesse perso i genitori, perché per essere lì doveva aver perso i genitori. Si presentò sussurrando un “Maya”, si quel nome era fatto per lei. Avvinghiata alla ragazza c'era un bambino terribilmente tenero, guardava Maya come se ormai avesse solo lei, lui  mormorò un “Riuji” dopo che Maya gli disse: -Dai presentati Ji.
Accanto a Maya c'era un ragazzo, alto, capelli ricci e scuri, i suoi occhi erano marroni come quelli di un cerbiatto. Quel ragazzo la incuriosiva -Riccardo- si presentò con un sorriso, e che sorriso. Un ragazzo della sua stessa età lo affiancava, capelli biondi, occhi azzurri era bello, ma non faceva per lei, lui era Inal Borin. Mancava solo un ragazzino dal viso scontroso e irritato, disse appena: -Ryota.
Il viso di Sandra si illuminò: -Capisco....liti amorose.
A quel punto Rick saltò in piedi sbraitando: -Visto che non  mi immagino le cose?!?!?! lei l'ha subito capito, STA LONTANO DA MIA SORELLA MOCCIOSETTO- fu in qualche modo felice di sapere che era solo sua sorella, ma il discorsetto non si limitò a Ryota -E tu- disse infatti guardando Inal -Non so quali sono i pettegolezzi che girano in quella scuola, ma vale lo stesso per te, nessuno, e ripeto NESSUNO, alza le mani su mia sorella!!
-SMETTILA RICCARDO!!!Non è il momento, ma ne riparleremo, per ora accontentati di sapere che da oggi in poi dovresti dormire con gli occhi aperti se non vuoi che ti succeda qualcosa...-si impose minacciosa Maya, quella ragazza aveva fegato, e si vedeva. La Martinez rivolse il suo sguardo a Sandra, era una ragazza semplice, col viso pallido e contornato da capelli biondi, ovviamente tinti.
-Abbiamo bisogno di te- chiara e concisa -come ti ho già detto ci stiamo riunendo per un unico fine: sconfiggere l'A.S.I.M. Non sappiamo a cosa andiamo in contro, è vero, il nostro potrebbe sembrare desiderio di vendetta- un lampo attraversò gli occhi rossi della ragazza bruna -ma non è così, o almeno non solo questo...la nostra scuola...quella da cui veniamo io, Ryo e In...è piena di studenti che ora sono tutti nelle mani di quell'agenzia. Prima l'hai detto: più di un rossosangue nello stesso posto, non va per niente bene..., è  vero, non va bene perché ognuno di noi muta in presenza dell'altro, non riesce a controllarsi e viene irrimediabilmente attratto...Ma noi insieme possiamo fare quel che nessun altro mezzosangue può: sconfiggere il NEMICO, insieme noi possiamo!
Sandra rimase colpita, più che dal discorso dall'energia che trasmetteva Maya. Dopo qualche secondo si decise ad aprir bocca.
-Va bene- disse -in fondo non ho niente da perdere... quello che avevo di più caro me lo hanno già strappato via, verrò con voi. Ma partiremo quando la tempesta sarà finita, poiché prima devo procurarmi delle erbe, potrebbero servirci!
Passò un'ora, ma la tempesta non dava segno di voler smettere.
-Pare che dovremo passare la notte qui- sbuffò Riuji.
-Pare che dovremo morire di freddo sdraiati sul pavimento mentre passiamo la notte qui- lo corresse Inal
-Pare che dovremo morire di freddo sdraiati sul pavimento e stretti come in una scatola di sardine mentre dormiamo qui- continuò Ryota.
-Pare che dovremo morire di freddo sdraiati sul pavimento e stretti come in una scatola di sardine, tutti meno Ryo che, data la sua statura potrebbe star comodo anche nella tana di un topo, mentre dormiamo qui- gli fece notare Maya.
-Pare che dovremo morire d freddo sdraiati sul pavimento stretti in una scatola di sardine, tutti meno Ryo che, data la sua statura potrebbe star comodo anche nella tana di un topo o  condividere uno spazio ristrettissimo con Maya mentre dormiamo... e a quel punto potrebbero non resistere e....- iniziò a fantasticare Sandra.
-Pare che dovremo morire d freddo sdraiati sul pavimento stretti in una scatola di sardine, tutti meno Ryo che, data la sua statura potrebbe star comodo anche nella tana di un topo o  condividere uno spazio ristrettissimo con Maya mentre dormiamo... e a quel punto potrebbero non resistere e....ci sarebbe più posto nella casa in seguito alla scomparsa di due corpi, caduti ACCIDENTALMENTE in un burrone- interruppe irato Riccardo. Tutti scoppiarono a ridere.

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Capitolo 12
*** FEBBRE D'AMORE ***


~~Quando Maya si svegliò era intrappolata tra il muro e suo fratello, che  la sera prima aveva insistito per farle da “scudo”. Tentò di mettersi in piedi quando il suo battito accelerò notevolmente, chiuse gli occhi e le immagini iniziarono a scorrere come in un film, uno spaventoso film horror. L'uomo del giorno prima aveva in braccio il bambino che dormiva. Zoppicava e sul suo viso si apriva una smorfia di dolore, una cicatrice giaceva sul suo petto nudo, all'altezza del cuore e i capelli biondi e sudati gli ricadevano sul viso. Correva, o almeno cercava di correre, il paesaggio che scorreva dietro di lui non era molto nitido, si intravedevano alberi. Con una mossa della mano però quegli alberi scomparvero e furono sostituti da case. Svelto l'uomo posò il bambino sulla soglia di una porta, ma dai suoi movimenti sicuri si vedeva che non scelse quella casa a caso, sapeva dove lasciare il bimbo. Suonò il campanello, poi  scomparve.
Maya riaprì gli occhi col fiatone. Si guardò in giro notando che fortunatamente nessuno l'aveva vista e stranamente Sandra non era sul suo letto, pensò fosse andata a prendere le erbe di cui le aveva parlato, ora che la tempesta era finita.
Cercò invano di stiracchiarsi, era impossibile tra tutti quei corpi azzeccati. Pian piano provò a oltrepassare Riccardo, ci riuscì con non poche difficoltà, poi passò a Inal, al piccolo Riuji e proprio quando stava per esclamare “missione compiuta” saltando oltre Ryota, si sentì mancare e inciampò su questi ritrovandosi faccia a faccia con lui e fissando i suoi occhi sbarrati.
-S-scusa- sibilò.
-Cosa stai facendo?
-S-scusa- ripeté.
Se possibile Ryo sbarrò ancora di più gli occhi.
-Stai bene?- domandò.
“Bella domanda” pensò Maya “cosa mi succede? Perché sto balbettando?”
-S-si, s-scusa...
-Ti si è rotto il disco?
-No- la ragazzina si ricompose cercando di togliersi da quella scomoda posizione, o forse da quella posizione fin troppo comoda, ma nel rialzarsi perse l'equilibrio cadendo di nuovo sul compagno.
-Sei strana...sicura di star bene?- disse posandole una mano sulla fronte, poi ritrasse la mano di scatto dicendo: -Maya tu scotti...
-No, credimi, sto bene, semplicemente sono ancora mezza addormentata e...
-CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?-
“Oh no, no no no no no!! Sono. Nei. Guai.” la rossosangue prese tutto il coraggio che aveva per rispondere a tono a suo fratello, ma prima che potesse rispondere Ryota la anticipò.
-Tua sorella sta male, ha la febbre.
-Non è vero sto benissimo sono solo...
-Fammi indovinare: caduta?- pronunciò l'ultima parola imitando la sua voce.
-Proprio così e...- non riuscì a terminare la frase che si sentì sollevare...Ryota la stava sollevando!?!
-R-Ryo che fai?!?
Non le rispose, la posò sul letto di Sandra facendola stendere.
Maya era paralizzata: l'aveva presa in braccio!!! In braccio!!! L'aveva tenuta tra le sue braccia!!!
Si sentì arrossire, di certo aveva la febbre, era così!!!
Rick si avvicinò a sua volta e le posò la mano sulla tempia.
-In effetti sei un po' calda...anzi scotti...
Nel frattempo anche gli altri si erano svegliati, il piccolo Ji guardava la malatuccia in maniera alquanto preoccupata.
Lei stava per parlargli quando sentì gli occhi chiudersi da soli, tutto fu buio.
-Maya...- chiamò Ji.
-Maya- disse a voce più alta Riccardo.
-È svenuta- constatò Inal, che, come il ragazzo e Ryota poco fa, appoggiò la mano sulla tempia.
-Sta sudando freddo, aprite un po' la finestra...dov'è Sandra? Proprio quando abbiamo bisogno di una ragazza, lei scompare...
-Una ragazza?- chiesero Ryo e Rick insieme.
-Sì, è vestita in modo troppo pesante, bisogna toglierle un po' di maglie...
In quel momento, come se si fosse sentita chiamare in causa, entrò Sandra chiedendo cosa fosse successo. Brevemente Riccardo le illustrò la situazione.
-Fortuna che ero andata a prendere erbe medicinali. Inal puoi far bollire quest'erba, apri l'armadio lì troverai la cucina- poi aggiunse sottovoce- per sta volta dovrò perdonare il fatto che si siano appropriati del mio letto- In stranito prese l'erba e aprì curioso l'armadio, che celava un'altra stanza, incredibile! Loro avevano dormito lì, stretti stretti, quando c'era a disposizione tutto quello spazio? Incredibile, incredibile davvero.
Mise a bollire la pianta sul fornello e dopo un po' spense la fiamma.
Stava tornando nell'altra stanza quando venne strattonato dentro da gli altri.
-Ma che...?
-Sandra sta svestendo Maya- tagliò corto Ryo. E chi altro se non Ryo? Solo lui aveva la sfacciataggine di rispondere in quel modo... cosa avesse poi quel ragazzo contro di lui era un mistero...lo detestava da sempre.
Fu riportato alla realtà dalla voce di Sandra che li chiamava dicendo che Maya si era svegliata. Prima di andar con gli altri verso di lei si voltò nuovamente verso Ryota e notò sul suo volto uno strano sguardo...uno sguardo sollevato!
La Martinez si rigirava nel letto confusa. Sentiva caldo e poi freddo e poi di nuovo caldo.
-Maya- accorse il fratello. Lei lo guardò un istante, poi sbuffò girandosi dal lato opposto.
-Non le voglio sentire le tue scenate di gelosia, quindi per favore taci!
-Ha fatto un incubo- sussurrò Sandra.
-Say!!!- la rimproverò la ragazza.
Il volto di Riccardo si scurì.
-Un incubo? Che tipo di incubo?
-Niente Rick, sul serio.
-Dal taci sei passata a questo tono così gentile...hai sognato di nuovo l'incidente?
Lei impallidì. Dopo essere svenuta si era ritrovata a rivivere di nuovo quelle brutte immagini.
-Smettila- intimò Riuji -non vedi che sta male? Lasciala stare!!!
Il Riccioluto si alzò di scatto e uscì sbattendo la porta, Sandra e Inal gli andarono dietro.
-Prendi- Ryota le passò una tazza con dentro un liquido verde -lo devi bere, l'ha detto Sandra.
Guardò stranita il disgustoso liquido verde.
-Forza- la incoraggiò Ji -devi guarire.
-Dai, se lo bevi ti dico il soprannome che ti ho trovato- ghignò Ryo.
Gli occhi di Maya brillarono, bevve la sostanza tutta d'un sorso e poi guardò curiosa l'amico, di certo May non poteva chiamarla, si sarebbero confusi con sua zia, e allora come?
-Ben fatto...Aya!
-A-Aya?- restò zitta qualche minuto poi sbottò: -Sembra la marca delle cotolette!!!
-Stai zitta e vedi di fattelo piacere- lei mise il broncio.
-A me piacciono le cotolette- cercò di tirarle su il morale Riuji. Un secondo di silenzio. Le risate poi invasero la casa, e non solo. Da fuori la porta si sentivano risa sommesse.
-Uscite di lì voi tre- sbraitò Ryo.
In, Rick e Say uscirono da dietro la porta.
-Sembra che tu stia meglio- sorrise Sandra a Aya.
-Penso di sì- ma allora perché vicino a Ryota sentiva ancora come se il suo cuore stesse per uscire dal petto, perché il suo stomaco era sottosopra e perché si sentiva così strana?
N.D.A.
Salve a tutti!!
Scusate, ho tardato ad aggiornare!!!
Vi ringrazio per le visite, in particolare marqry_126, recensite!!!!

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Capitolo 13
*** DESTINAZIONE AUSTRALIA ***


~~13. DESTINAZIONE AUSTRALIA
Maya guarì il giorno seguente, non appena fu in grado di alzarsi andò a prendere il libro di zia Mey e posò il dito al centro. Questo girò fino a fermarsi indicando l'Australia.
-Australia- sorrise -Mi piace
Gli altri erano tutti fuori per aiutare Say in alcune commissioni, “Bene” pensò quindi Maya “Diamoci da fare”
Tirò fuori dalle tasche dei jeans le mini-valige e, una volta tornate alla grandezza naturale le aprì. Frugò un po' fino a trovare dei soldi che le aveva dato la zia, poi si mise un cappotto e degli stivaletti e un paio di occhiali di Say che aveva trovato nell'armadio, scrisse un breve appunto che diceva “sono andata a fare un po' di compere, non preoccupatevi tornerò presto” e uscì, se non ricordava male doveva esserci una città nelle vicinanze, aveva visto delle luci...
Camminò per una mezz'oretta poi davanti ai suoi occhi si presentò una cittadella in sistemò gli occhiali che nascondevano il colore dei loro occhi e iniziò a girovagare per le strade. Dopo poco trovò quel che cercava.
Quando ritornò trovò una situazione alquanto spiacevole. C'era. Il. Caos.
Sandra scavava freneticamente nel suo armadio, Riccardo camminava per tutta la stanza senza mai fermarsi. Riuji tirava i capelli a Ryota e lui gli urlava contro. Inal...che diavolo stava facendo Inal?!?! Aveva in mano uno straccio e stava pulendo tutta la baracca in una velocità straordinaria, indossava un grembiulino rosa (ma dico rosa!!!!) e aveva un cappello a mo' dei nani di Biancaneve.
-Ehm...cosa succede qui?- chiese imbarazzata dalla strana situazione. Si fermarono solo suo fratello e Say a guardarla e si avvicinarono mentre Ryo continuava a sbraitare cose irripetibili (ad un bambino poi).
-Hanno mangiato delle...bacche- disse la ragazza mentre distoglieva lo sguardo arrossendo -Mi dispiace...è stata colpa mia non gli ho prestato attenzione, stavo parlando con Riccardo e non li ho visti assaggiare quei frutti.
In quel momento Maya pensò che probabilmente non stessero parlando, ma flirtando...
-Va bene, non preoccuparti, poteva succedere a tutti, ma ora che si fa?
-Dobbiamo fargli mangiare dei confetti annullanti...ne avevo una scatola nel mio cappotto, ma non lo tro... aspetta, ma è quello che stai indossando!!!
Aya cercò nella sua tasca e trovò una scatolina somigliante
alle confezioni di gomme da masticare e la consegnò all'amica, che ne diede una ai tre, che sembravano essere affetti da quella malattia chiamata pazzia, e sì che erano pazzi già da sé...
Così dopo poco si furono finalmente ripresi del tutto.
-Ma tu dov'eri andata?- chiese Riuji.
-Ho scoperto dove siamo diretti...- fece una pausa per creare un po' di suspense, poi sorrise in una maniera a dir poco inquietante e con un ghigno continuò -andremo in...-
si fermò di nuovo -AUSTRALIAAAAAA- urlò saltando per tutta la baracca, mentre Ryota sussurrava a Sandra: -Non   è che ha mangiato una di quelle bacche- lei gli fece segno di no e sorrise alla scena...Australia, sì le sarebbe piaciuto.
Maya si fermò di colpo continuando a ghignare: -E non sapete cosa ho preso in città- aprì la borsa e tirò fuori un sacco di vestiti e costumi -Guardate questi costumi...queste bermuda per voi omaccioni...queste magliette...queste scarpe...questi pantaloncini...
-Anche troppo “ini”- aggiunse ovviamente il fratello notando quanto fossero corti.
-E degli occhiali da sole- finì ignorandolo la sorella -Ora non ci resta che cambiarci e partire.
-Cambiarci?- chiese Sandra.
-Di certo non possiamo andare in AUSTRALIA con il cappotto e i guanti, poi useremo di nuovo la sfera che ci ha portato qui e...PARTIREMO- aggiunse gridando euforicamente.
-Bene...prima gli uomini...
-Ma scusa non era prima le donne?
-Poche storie, entrate, e mettetevi i costumi sotto, non si sa mai.
I ragazzi andarono tutti nella stanza nascosta dietro l'armadio.
-Bene- sospirò Inal -Vediamo se Maya ha buon gusto- così dicendo iniziò a esaminare i vestiti mentre Ryo commentava dicendo: -Sicuramente migliore del tuo
Quando uscirono non erano per niente un brutto spettacolo: il piccolo Ji indossava un pinocchietto color verde scuro con una maglia a giromaniche bianca con i contorni gialli e delle semplici scarpette da ginnastica del medesimo colore dei pantaloni. Riccardo invece indossava dei jeans chiari, non troppo stretti e una maglietta a mezze maniche, sempre di jeans, al piede delle scarpe di tessuto leggero. Inal aveva un pantalone classico, nero ed una camicia che teneva sbottonata, non era niente male, pensò Maya, ma mai quanto Ryota, lui era vestito con un pantalone-tuta color rosso ed una canotta nera con lo scollo a v che faceva intravedere i pettorali scolpiti nonostante la giovane età.
-Finalmente avete fini...- Say si interruppe alla comparsa degli amici, i suoi occhi non poterono fare a meno di posarsi su Rick.
-Niente male, niente male davvero- diceva invece Maya -Devo ammettere di avere buon gusto e anche buon occhio: ho azzeccato tutte le taglie!!! Ma come velocità proprio non va! Siete peggio delle ragazze...
-Taci Aya!- la zittì Ryo facendola leggermente imbronciare.
-B-bene- balbettò lei contrariata -Mentre voi regolate quella strana sfera, noi ci cambiamo.
Stavolta fu il loro turno di andare nell'altra stanza. Mentre si stavano cambiando le due iniziarono a farsi domande.
-Senti Aya, quanti anni hai, sembri piccola...
-Non sono poi così piccola, ho tredici anni!!!
-Io invece sedici, quindi per me lo sei come lo è per te Ji... ti potrei considerare una sorellina...- Maya, già imbronciata, accentuò la smorfia che si trasformò in ghigno.
-Certo, infondo visto che io sono la sorella di Riccardo e voi vi piacete, prima o poi diventerò anche la tua...- lei arrossì violentemente.
-NO...ehm, no a me non piace quello stupido, senza offesa, di tuo fratello, è un bambinone, scorbutico, geloso...
-Tradotto ti piace un sacco!
-SIIIIIIII
-Se posso darti un consiglio, sii autoritaria con lui, se aspetti che si faccia avanti diventerai vecchia, ma non avere fretta cerca di conoscerlo completamente prima...
-Grazie sorellina...
-A proposito, che elemento controlli oltre al fuoco?
-La terra...
-Bene bene, così controlli lo stesso elemento di mio fratello! Comunque Riuji controlla l'acqua, Io, Ryo e In l'aria...ci aiuteremo a vicenda!!!
Ormai erano pronte, così tornarono dai ragazzi che appena le videro spalancarono la bocca.
-Chiudete quelle bocche che c'entrano le mosche- commentò Aya.
Say aveva dei pantaloncini di jeans chiaro che le arrivavano un po' più sotto al sedere in modo da non essere così “ini” come affermava invece Rick, un top color acqua marina che faceva intravedere un po' di pancia, una giacca di pelle blu e dei sandali di cuoio i cui lacci si intrecciavano lungo il polpaccio. Maya invece indossava dei pantaloncini di jeans scuro e una maglia rossa  su cui erano disegnate delle farfalle, una giacca di pelle del colore dei pantaloncini, ai piedi delle ballerine nere.
-Avete aggiustato quella sfera?- domandò Say.
-Primo non dovevamo aggiustarla solo regolarla- iniziò Riccardo -secondo si l'abbiamo regolata, terzo sei carina!
Sandra arrossì fin sulla punta dei capelli e balbettò un grazie.
-Ok, visto che avete finito di fare i piccionc....
-Taci Ryo!- “Ah ah ah ah” la risata crudele risuonava nella testa di Maya. Fece un sorrisino crudele e poi prese in mano la sfera.
-Ragazzi abbiamo tutto?
-Si!- rispose carico Ji.
-Così mi piaci Riuji, vieni qui- sorrise porgendo la mano al piccolo e poi si rivolse agli altri -forza dobbiamo essere il più vicini possibile!!!
Fu un secondo, si ritrovarono su una spiaggia deserta, il vento a scuotere i capelli, il sole tramontando illuminava i visi dei ragazzi.
-Australia- sussurrò Maya con gli occhi leggermente lucidi, poi sentì la mano del fratello stringersi alla sua, una mano calda che le diceva di essere al sicuro....finalmente vedevano  l'Australia.

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Capitolo 14
*** CONCHIGLIE E SEGRETI NASCOSTI ***


~~14. CONCHIGLIE E SEGRETI NASCOSTI
Ormai erano arrivati in Australia, ora il problema era: dove andare?
Il sole stava tramontando, si trovavano in un posto sconosciuto e non sapevano come muoversi, ma Maya non pensava a questo, un ricordo si faceva spazio nella sua mente e riempiva il suo cuore.
“-Mamma, mamma, cos'hai in mano- disse una bambina di più o meno cinque anni.
-Niente Maya è solo un album di foto.
-Voglio vedere!
-Va bene tieni- disse dandoglielo.
-Mamma che bella questa spiaggia- sopraggiunse un bambino di dieci anni guardando una delle foto che la bambina fissava.
-Oh sì, vedi Riccardo, qui eravamo in Australia, io e tuo padre ci siamo andati in viaggio di nozze era bellissima.
Maya guardò una conchiglia appesa ad un filo che pendeva dal collo della madre che con un dolce sorriso disse: -Questa l'ho presa lì, ti piace?
-Me la regali?
-No, ma ti prometto che un giorno io e vostro padre vi porteremo su quella spiaggia e allora avrai anche tu una conchiglia tutta tua, sai le conchiglie parlano a che sa ascoltare, se sarai buona e riuscirai ad aspettare di averne una tutta tua, sentirai addirittura la voce del mare!”
-Dovremmo iniziare le ricerche- la voce di In la riscosse dai suoi pensieri.
-Io dico di cercare sulla spiaggia, a quest'ora è quasi vuota ma potrebbe trovarsi lì...-propose Ji.
-Va bene- disse Riccardo -ma non separiamoci, rischieremmo di non ritrovarci.
Stavano camminando lungo la spiaggia, gli occhi di Maya correvano sulla superficie del mare finché non incontrarono qualcosa di irregolare, troppo irregolare. Qualcuno si stava dimenando nell'acqua e quasi non riusciva a stare a galla, una tavola da surf spezzata a poca distanza. Si girò verso gli altri e notò che l'avevano lasciata indietro, ci avrebbe messo troppo a chiamarli, così in fretta si tolse gli abiti restando in costume ed entrò nell'acqua. Il gelo la avvolse raggiungendo man mano tutto il corpo. Nuotò fino al ragazzo che si agitava nell'acqua, pensò subito ad un crampo e, senza parlare mise il braccio di lui attorno alla sua spalla e iniziò a nuotare. Mancava poco ormai, ma Maya era stanca e sentiva una strana forza che la incoraggiava ad arrendersi. Lottò contro quella con tutte le sue forze finché non abbandonò. Era davvero la fine? I suoi occhi si chiusero e le sue orecchie percepirono il rumore dell'acqua che si muoveva, qualcuno che nuotava poi niente.
Due corpi soli in mezzo al mare, che galleggiavano quasi completamente privi del respiro vitale. Tutto tacque, poi altri due corpi ruppero la quiete del mare. Iniziarono a sbattere con forza i piedi e a muovere le braccia e dopo qualche secondo arrivare a loro. Inal iniziò a trasportare il ragazzo privo  di coscienza verso la costa, mentre Ryota faceva lo stesso con Maya. Arrivati ad un punto dove i loro piedi potevano toccare le pietruzze del basso fondale marino, Ryo sollevò la ragazza e adagiò il suo esile corpo sulla sabbia ancora calda. La guardò e, per un brevissimo istante, pensò che avesse il volto della morte. Un bambino accorse a loro. Il piccolo Ji iniziò a muovere freneticamente le mani con gesti indefiniti poi i due iniziarono a tossire ricacciando acqua che risaliva fino alle mani di Riuji dove si fermava per poi cadere sulla sabbia, aveva utilizzato il suo dominio. Man mano i due ragazzi ripresero conoscenza e davanti a gli occhi di tutti si schiusero quattro bellissimi occhi rossi.
-Rossosangue- deglutì il ragazzo, poi sul suo volto si aprì un bellissimo sorriso -Siete arrivati finalmente!-si girò verso la ragazza al suo fianco e le disse: -Grazie, mi hai salvato.
-Bhé diciamo che non più che salvarti ha tentanto di suicidarsi- sbottò Rick -A che diavolo stavi pensando? Tu, da sola, volevi salvarlo!?! Ma sei impazzita? Potevi morire!
Lei non rispose, abbasso gli occhi e chiese al ragazzo dal sorriso scintillante: -Cos'era quella...cosa. Mi ha...spiazzata. Non riuscivo a ribellarmi al suo potere!
-Era un attacco, mi stavano attaccando. E penso sappiate chi sia stato...
-A.S.I.M.- sussurrò Say.
-Proprio così...io sono Joseph, comunque
-Io sono Maya e loro sono Riuji, detto anche Ji, Ryota, detto anche Ryo, Sandra, o Say, Riccardo, mio fratello, detto Rick, rompiscatole e Riccioluto, Idiota, stupido ecc., e ultimo ma non meno importante Inal, un professore della scuola per mezzosangue, detto In..
-Detto da...?- fece Joseph.
-Da lei ovviamente- rispose Ryo -comunque a omesso un particolare, lei è Maya, detta anche Aya...
-Cotolette- non poté far a meno di pensare Joseph facendo imbronciare Maya.
-Proprio così, cotolette, ma non vuole cambiarmi soprannome, diglielo anche tu Jo!
-Ecco ora hai anche tu un soprannome! C'era da immaginarselo- commentò In.
-Si sta facendo buio che ne dite di venire a casa mia?
Loro annuirono e così lui li guidò fino ad una villetta. Jo era tutto bagnato, mentre In, Ryo  e Maya avevano solo i capelli zuppi, data la brillante idea del costume avuta da Maya. Bussò, non avendo le chiavi. Aprì un uomo di circa settant'anni, aveva i capelli e la barba lunghissimi e assomigliava alla foto che le aveva dato la zia, solo che i capelli erano bianchi.
-D-David Marceaux?- borbottò lei.
-M-Maya- negli occhi severi dell'uomo ci fu una scintilla di dolcezza, anche se la ragazza non poté far a meno di pensare “Altro che mago Merlino a me questo sembra Silente”.
-Vedo che finalmente vi state riunendo!
Gli fece strada e li fece accomodare vicino ad un camino, nonostante fosse estate, in fondo erano bagnati, poi inziò a spiegare.
-Vedi, piccola Maya, sapevo che un giorno saresti venuta... A quanto vedo manca un ultimo rossosangue. Come già sapete ognuno di voi deriva da uno dei rossosangue. Tu e Joseph provenite dallo stesso quindi è come se foste cugini. Lo stesso vale per voi altri, voi siete in quattro- disse guardando Ryo, Say e Ji -Mentre voi solo in due- aggiunse guardando Aya e Jo.
-Si vede che discendete da un donnaiolo- rise Maya.
-Ciò implica- proseguì David -che i discendenti di uno dei due rossosangue siano fortemente attratti da quelli dell'altro, per questo tra loro si crea un forte legame. Per questo è possibile delle volte ampliare i propri poteri, qualora si sia talmente in sintonia da poter comunicare senza parlare. Tutto questo avviene ovviamente in seguito ad un evento che lo innesca.
-Ehm...zio, una domanda, come viene innescato tutto questo?
-Dipende dalla personalità...non so come spiegarlo di preciso. Può essere innescato dopo un cambiamento comune, un intesa speciale o anche solo dopo una serie di contatti fisici, come una presa di mano...
-Ma questo può succedere a tutti i rossosangue? Possono esserci più casi in un solo gruppo? O uno di questi collegamenti può avvenire anche con più persone?
-No, a tutto. È praticamente impossibile che in una sola generazione ci siano più collegamenti...Finito con le domande?
-No, ancora una, perché sei qui?
-Dovevo tener d'occhio Joseph, forse prima non mi sono espresso bene, tu e lui non è come se foste cugini, voi siete cugini
-Ciò vuol dire che è suo figlio?- chiese Inal.
-No- rispose Maya – vuol dire che è il figlio del fratello del mio padre biologico.
-Biologico?- domandò Ji.
-Maya è stata adottata- spiegò Riccardo -Suo padre era un amico di famiglia e quando io avevo cinque anni circa portò una bambina di pochi mesi che aveva gli occhi color del sangue.
-Ma quando Claudio ha cercato il ramo della madre è risalito fino al rossosangue!- obbiettò Ryo, non riusciva a capire come una ragazzina, così esile agli occhi di tutti, ma così solare, possa aver perso due volte la propria famiglia senza smettere di sorridere...
-È per merito della magia...siamo riusciti ad unificare l'albero genealogico della famiglia Martinez e quello della vera famiglia di Maya
Calò il silenzio. Poi Maya si alzò ed uscì fuori. Iniziò a correre fino alla spiaggia, voleva  dimenticare, dimenticarsi di tutto. Dimenticarsi di non aver genitori. Dimenticarsi di  essere la causa della loro morte. Dimenticarsi di star organizzando una vera e propria guerra. Dimenticarsi di avere dei poteri. Dimenticarsi di non essere normale. Lacrime calde le rigarono il viso arrossato, ricadendo sulla sabbia ormai fredda e bagnandola. Iniziò a singhiozzare, si era trattenuta per troppo tempo. Sentì il petto dolerle per l'angoscia che stava invadendo il suo cuore, poi il calore di una mano che le prese il viso asciugandole le lacrime.
-R-Ryota- disse iniziando ad asciugarsi anche lei quelle gocce d'acqua che le scendevano lungo il viso -Che ci fai qui?
-Ti ho seguita, non penso che sia il caso di rimanere da soli quando si è così fragili.
-Ma io non sono fragile, sono forte e piena di energie!- cercò di fingere sorridendo.
-Con me non c'è bisogno di mentire. Già ti sei dimenticata di quando mi hai spiegato quella folle filosofia di vita, com'era? Mostra chi sei, ma non cosa provi? Assurdo!
Maya si lasciò andare in una risata, una vera risata, non sapeva in realtà perché rideva, ma era una risata liberatoria.
-Perché ridi?
-Ryota tu mi hai stravolto l'esistenza!
-Si lo so, sono bellissimo, ma non pensavo di esserlo così tanto da stravolgerti!
-Non ci credo!  Ryota Tatsuya che fa del sarcasmo...
-Pensavi non ne fossi capace?
-Ne ero sicura...
Scoppiò a ridere anche lui.
-Chiudi gli occhi
-Perché?
-Chiudili e basta
Lei lo fece. Ryo tirò fuori dalla tasca una catenina con sopra appesa una conchiglia dalla forma conica e gliela appese al collo. Lei aprì gli occhi e guardando il regalo rimase di stucco poi parlò: -Ryota, non sai quanto vale per me questo...quando l'hai presa?
-Quando stavi annegando ti ho presa e ti ho posata sulla spiaggia e questa conchiglia ti si era incastrata trai ricci- rise.
-Grazie- si avvicinò e l'abbracciò.
-Sei appiccicosa- commentò lui.
-Non mi importa- rispose con la sua testa appoggiata ai pettorali del ragazzo -Sei diventato più alto, sai? Prima avevamo la stessa altezza...
-Io sono sempre stato alto- rispose offeso.
-Awwwwwwww, ti sei arrabbiato? Allora....
Se arrabbiato tu sarai
E non so cosa farai
La soluzione troverò:
il solletico ti farò!
Canticchio e iniziò a torturarlo salendo su di lui. Lui cercò di allontanarla sollevandola un po' sopra di lui.
-Ehiiiiii, Maya!!!!- urlò Joseph
Per lo spavento Ryo perse la presa di Maya che gli ricadde addosso. Le loro labbra si incrociarono. Fu un momento, ma sembrarono passare ore. Un calore familiare invase i due. Maya fu attraversata da un calore piuttosto rude, forte ma protettivo, Ryota invece sentì un calore dolce, sicuro. Il calore li attraversò e alcune ciocche dei capelli dei due si tinsero di rosso. Le pupille, nere fra il rosso, divennero azzurre. Sembravano un lago circondato dal fuoco o dal sangue. Le loro labbra si separarono e si guardarono a vicenda dicendo all'unisono: -I tuoi capelli...i tuoi occhi.
Poi un grido riempì tutto.
-MAYAAAAAAA- oh oh, Riccardo era arrabbiato. 
 N.D.A.
Ciao ragazze e ragazzi (spero che ci siano)!!!!
Spero che questa storia vi stia soddisfando, sarei felice di ricevere altre recensioni, anche soltanto sapere se vi sta piacendo o no, se avete qualche consiglio o qualche coppia vi stia simpatica, a proposito secondo voi dovrei mettere tra i generi anche dremmatico??
Aspetto vostre notizie!!!!!

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Capitolo 15
*** ATTACCATI ***


~~Il volto di Maya arrossì di colpo.
-Cosa stavate facendo?- Rick camminava avanti e indietro sulla spiaggia -Abbiate almeno il pudore di nascondervi!
-Noi non stavamo facendo niente, è colpa vostra che mi avete distratto facendomi perdere la presa...-si difese Ryo.
-Piuttosto, cosa ci è successo?- chiese Maya che aveva abbassato lo sguardo.
-Penso che i vostri poteri siano stati ampliati- sorrise Jo -Tramite un contatto fisico- il sorriso si ampliò, stava per scoppiare a ridere.
-E io che ero preoccupato per te- sorrise anche Riccardo -Invece ti ritrovo qui a sbaciucchiarti con Ryota....
-Io non mi stavo sbaciucchiando, te l'ha detto anche lui è colpa vostra!- intanto gli occhi del fratello erano scesi fino alla collana.
-E questa?- lei mosse la testa verso Ryo.
-Allora qualcosa di buono fai, ragazzino!!!- stavolta scoppiò a ridere. Ryota stava per scoppiare anche lui, ma non proprio per il divertimento. Sarebbe assomigliato ad una bomba esplosa.
Tornarono a casa dove gli altri li guardarono sorpresi.
-Come è avvenuto?- chiese David.
-Cosa?
-L'ampliamento.
-Si sono baciati- intervenne Rick. Lo zio fece uno sguardo incredulo, Say mostrò un'espressione alquanto maliziosa mentre Ji non sembrava comprendere.
-NOI.NON.CI.SIAMO.BACIATI.- urlò Aya rossa dalla vergogna -La colpa è vostra che ci avete distratti....-si ricompose abbassando lo sguardo.
-Aya sei bellissima- disse all'improvviso Say. Lei la guardò non capendo.
-Come, scusa?- Sandra la portò allo specchio più vicino. I suoi occhi erano molto intensi, così limpidi. Non è da tutti avere gli occhi rossi, ma non è normale avere le pupille azzurre. Poi tra i suoi capelli c'erano delle ciocche rosse, sembrava una dea....
Voltandosi leggermente notò che anche Ryo stava guardandosi allo specchio e se lei sembrava una dea lui sembrava una divinità ultraterrena, la dea della bellezza formato maschile....non c'erano parole per descriverlo, questo, ovviamente, era ciò che pensava Maya.
-Però- borbottò lei contemplandosi -Niente male davvero.
-Solo una cosa- continuò -Se prima non passavamo inosservati, ora che dovremmo dire?
-Parrucche e occhiali- disse lo zio -Basterà solo...-la sua voce fu interrotta dal rumore dell'infrangersi dei vetri. Degli uomini vestiti di nero, come quelli che attaccarono Maya e la zia, li avevano circondati.
Aya raggiunse presto Ji e lo prese in braccio, raggiungendo gli altri che avevano assunto una posizione spalla contro spalla.
-Ma bene- rise uno degli uomini venendo allo scoperto -Vedo che c'è stato un ampliamento- era giovane e bello, occhi azzurri, capelli biondi, ma la sua voce aveva un ché di tremendamente oscuro e malvagio.
-Vedi bene- ringhiò Maya con un coraggio che non pensava fosse suo -Ora che hai fatto le tue constatazioni puoi anche andartene.
-La gattina ha gli artigli- la sua risata divenne se possibile ancora più crudele e meschina.
-Vuoi che te li faccia assaggiare ratto?
-Mantieni la calma Maya- gli sussurrò il fratello.
-Il ratto ne sarebbe felice
-Allora prendi questo- Say fece un rapido movimento delle mani, da cui uscirono forti fiamme. Il ragazzo riuscì a respingerle, ma queste bruciarono gran parte degli altri nemici.
Subito dopo attaccò Jo, che col suo fuoco ne eliminò una buona parte.
-Contento?- si aprì un ghigno sulla faccia di Riuji che, anche se quella di un tenero bambino, si fece crudele.
-Molto- rispose, anche se non rideva più, poi scomparve seguito dai pochi rimanenti.
-E questi mo' che vogliono?- sospirò Maya sedendosi per terra.
-Stanno iniziando a temervi- spiegò zio David -ora che vi siete ampliati siete più forti e dovete allenarvi, non sapete ancora utilizzare tutti gli elementi. Ma prima di tutto dobbiamo trovare l'ultimo rossosangue, partiremo domani mattina, ma sta volta saremo teletrasportati direttamente nella sua dimora.
-Sarebbe?- chiese Inal.
-In Italia, da dove veniamo noi- rispose Ryota- Mio cugino Sebastian- sul suo viso si aprì una smorfia di disgusto.
Dopo pochi minuti di silenzio fu Riuji ad intervenire: -Quindi tu già conoscevi l'ultimo rossosangue e non ci hai detto niente?- il suo non era un tono accusatore, solo quello di un bambino che cerca risposte.
-Diciamo che ho aspettato per passare il meno tempo possibile con quel...
-Sì abbiamo capito- lo interruppe Maya -Ora basta andiamo a preparare la nostra roba.
Ryo ringraziò mentalmente Aya, non gli piaceva parlare di quel verme del cugino. Quando lui aveva perso i genitori quello stupido gli aveva chiuso la porta in faccia, l'aveva abbandonato e riso di lui. Ora doveva rincontrarlo ma l'avrebbe trattato come un fantasma.
-Ryota- Maya gli era vicino e gli toccava la spalla preoccupata -Tutto bene?
Lui annuì.
-Vieni, accompagnami di sopra a prendere delle lenzuola.
Ryo la seguì percorrendo le scale ed entrando in una stanza con al centro un letto matrimoniale fatto di legno e ai lati dei mobili dello stesso materiale. La ragazza aprì l'anta di uno di questi tirando fuori alcune lenzuola.
-Ti è proprio così antipatico tuo cugino?- chiese con il viso ancora dentro all'armadio.
-Si- rispose solamente.
-Pensavo non avessi altri familiari...
-Io non lo considero un familiare.
-Quando parli di lui- continuò lei togliendo la testa dal mobile e guardandolo negli occhi -I tuoi occhi diventano più...scuri, non mi piacciono- solo allora Ryota si rese conto che non stava muovendo le labbra.
-Che?
-Non ho detto niente.
-Hai detto che non ti piacciono i miei occhi quando parlo di lui...
-Io non l'ho detto, o almeno non l'ho pronunciato....
“Oddio mi ha sentita, e ora che faccio? Può sentire ciò che penso? E se penso qualcosa di imbarazzante?”
-Questo è già imbarazzante- rise Ryo.
-Smettila di leggermi nel pensiero!
“Altrimenti?” non lo disse lo pensò, ciò non toglie che Maya lo sentì.
-Altrimenti te lo leggo anch'io!- esclamò eccitata per aver sentito quello che diceva.
“Ah ah! Ora vediamo che fai!”
“Non faccio niente”
“Non parlare nella mia testa”
“Altrimenti?”
“Altrimenti, altrimenti. ALTRIMENTI SEI MORTO!
In quel momento entrò Riccardo che guardò prima l'uno e poi l'altra: si stavano guardando in cagnesco ma non dicevano niente.
-Ehe hem- si voltarono a guardarlo, poverino non poteva sapere che i due nella loro mente avevano gridato: “CHE VUOI ADESSO?!?!?”
 

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Capitolo 16
*** SHOW MUST GO ON ***


~~16. SHOW MUST GO ON
La notte fu molto lunga, lunghissima direi: quando Maya stava per addormentarsi sentiva involontariamente i pensieri di Ryota e viceversa, cosa che poteva essere snervante, ma soprattutto imbarazzante, specialmente se il pensiero consisteva in un “Ho fame” uscito direttamente dalla testa di Maya o da un “Quel signor David mi sembra davvero inquietante” uscito dai pensieri di Ryota. Ma nonostante tutto riuscirono ad addormentarsi, anche se per poco, dato che dopo solo quattro ore arrivò lo zio a svegliarli e potete immaginare quanto si fosse divertita Maya ad ascoltare i pensieri dell'amico quando si era ritrovato il volto di David difronte a lui, qualcosa del tipo “Ahahahahah un fantasmaaaaa”. Quella notte Maya non ebbe incubi.
Partirono presto, alle sei, e grazie ad uno strano apparecchio furono teletrasportati direttamente all'interno della casa, sarebbe meglio dire reggia, di Sebastian, più precisamente nella sua camera da letto mentre lui dormiva ancora. Tre movimenti rapidi: acqua-comodino-testa. Il povero Seb si ritrovò bagnato fradicio e non c'è bisogno di specificare l'artefice di tale oltraggio, ovviamente il solo e unico Ryota Tatsuya.
Il povero piccolo, anche se tanto piccolo non era e c'era da verificare se aveva commesso delitti gravi, si svegliò di soprassalto boccheggiando. All'inizio parve non riconoscere Ryota, ma dopo poco collegò i fili.
-Cugino...hai portato ospiti? Che hai fatto ad occhi e capelli?- solo allora si rese conto che aveva le stesse caratteristiche di Maya, così iniziò ad osservarla insistentemente. Ryo si sovrappose tra il suo sguardo e Maya, guardandolo con freddezza.
-Non preoccuparti non resteremo molto, ce ne andremo  presto ma tu verrai con noi. Non sei stupido quindi non fare il finto tonto, sai bene a cosa ci servi.
-Ehm...- fece Maya -Ryota voleva solamente dire che ti saremmo grati se tu accettassi di venire con noi, l'A.S.I.M. Continua ad attaccare e noi abbiamo bisogno di essere tutti insieme. Abbiamo intenzione di allenarci ed imparare ad utilizzare tutti e quattro gli elementi, inoltre siamo già stati apertamente attaccati ed è chiaro che ormai sanno che ci stiamo riunendo. Quindi sono due le cose: o vieni con noi a costo della vita, o resti qui, sapendo che quei cosi vestiti di nero arriveranno e ti useranno come sacrificio, e in questo caso moriresti di sicuro.
-Questo discorso è più convincente del tuo cugino, impara dalla tua amica. Piacere io sono Sebastian.
-Bene Seb, io sono Maya, loro sono Riuji, detto anche Ji, Sandra, o Say, Joseph, ma puoi chiamarlo Jo, Riccardo, mio fratello, detto Rick, rompiscatole e Riccioluto, Idiota, stupido ecc., Inal detto In, mio zio David, detto anche zio e Ryota, tuo cugino detto anche Ryo...diamine ogni volta mi ci vuole più fiato per presentarvi tutti...
-Vuoi dire che è per questo che ti dimentichi sempre di dire che il tuo soprannome è Aya?
-Sisisi...come vuoi tu sbruffone.
La risata di Sebastian riempì tutto. Era un bel ragazzo di circa 16 anni. I classici occhi rossi e capelli neri dei rossosangue.
-Siete proprio divertenti...ma ora potete uscire per favore, mi dovrei cambiare e...asciugare.
I ragazzi uscirono e si sorpresero a trovare la casa completamente vuota...
-Dev'essere uno di quei giorni- disse Ryota disgustato.
-Quei giorni?- domandò Riuji.
-Sì, quando il giorno prima va di matto e manda via tutti.
“Di certo questo non è normale” pensò Maya.
“Rassegnati, questa è per lui la normalità”
“Smettila di leggermi nel pensiero, ho bisogno di privacy, io”
“Non lo faccio a posta e ti informo che anche tu in questo momento stai violando la mia privacy...
-Oh ma sta zitto, tu non hai una privacy- Maya non lo pensò solamente, ma lo disse anche, ritrovandosi a dosso sguardi interrogativi.
-Ehm...niente non fateci caso, parlavo con il mio me versione maschile interiore- sorrise. Ok, sembrava una pazza e Ryota intanto se la stava ridendo....
“Parli da sola? Certo che sei proprio nevrotica...
“Ha parlato quello con i complessi...
“Io non ho complessi!”
“Se lo dici tu. Ma almeno posso dire che ci leggiamo nel pensiero? Così non passo per una pazza!
“Assolutamente no”
“Perché?
“Perché forse un giorno ci servirà averlo tenuto nascosto e...” i pensieri di Ryo furono interrotti dall'entrata del cucino che si era vestito “dannatamente perfetto” non poté far a meno di pensare.
“Geloso?
“Tu lo trovi carino?” la voce dei pensieri del ragazzo si era fatta terribilmente acuta.
“Io lo trovo normale. Amico mio, non pensavo soffrissi anche di complessi di inferiorità”
“Smettila tu e 'sti complessi del...
“Si ho capito!!!
-Sono pronto.
-L'abbiamo notato- borbottò Ryota.
Ci fu uno scambio di sguardi abbastanza minaccioso trai due cugini.
-Dovreste smetterla di comportarvi così, siamo una squadra, ora- intervenne Maya.
-Parla quella che litiga sempre con suo fratello...
-Zitto ragazzino, già non siamo in buoni rapporti visto che hai baciato mia sorella- ringhio il riccio.
Seb quasi non si strozzo, poi iniziò a ridere -Stai scherzando? Questo moccioso che bacia una ragazza?
-Che vorresti dire  che non so baciare?
-Mi sembra ovvio...chi ti avrebbe mai baciato? Poggiare le proprie labbra sulle tue, morderle...
Aya tossì violentemente, era rossa fin sotto i piedi -Noi non ci siamo baciati...è stato un incidente- sentiva il viso pulsare, quelle orecchie maledette arrossire e le mani tremare.
-Calma Maya, stai attenta che potrebbe risalirti la febbre- si preoccupò Say sentendo il colpo di tosse -Piuttosto- proseguì -Hai deciso di venire con noi?
-La signorina qui presente mi ha esposto bene i fatti, mi sembra sia ovvia che la risposta è sì!
-Ciò vuol dire....CHE SI RITORNA DALLA ZIA!- Aya iniziò a saltare, prendendo in braccio Ji che rideva gridando “Zia, zia” anche se non la conosceva. Poi la ragazza si fermò e guardando il bambino sorrise -Ti presenterò la casa in cui vivremo dopo che tutto questo sarà finito- poi lo abbracciò.
-Io non voglio tornare dalla zia- borbottò invece Riccardo, che non aveva certo buoni rapporti con lei.
-Ti arrangi- ringhio Ryota.
-E dopo la zia- sospiro Inal -Toccherà alla scuola...
Ryota e Maya si guardarono. Lì c'erano i loro amici... Marica, Lolita, Claudio, Martin, Marcus, Iogi, Luis...
-E ci riprenderemo i nostri amici- stavolta Maya ringhiò e sembrò vedere nei suoi occhi una fiamma divampare.
-Vai a fare le valige- disse poi rivolta a Seb -Partiremo subito!!!!!!!!
Sebastian non tentò nemmeno di specificare che non accettava ordini, poiché la Martinez incuteva davvero timore in quel momento.
I suoi occhi, che prima divampavano, erano diventati vuoti.
-Maya- la voce di Ji la riscosse dai suoi pensieri, talmente profondi da essere ignoti persino a Ryo.
-Va tutto bene- sorrise spettinandogli i capelli.
-Manca poco ormai... e qualsiasi cosa accadrà ricordatevi che noi siamo in sei, ma che i nostri poteri valgono per cento. Non siamo più soli, siamo un gruppo ora, potranno ferirci, attaccarci, uccidere le persone a noi care, ma ora siamo noi ad avere il coltello dalla parte del manico. Qualunque cosa succeda, una sola resta certa: The show must go on!!!!
N.D.A.
Salve a tutti ragazze e ragazzi che siate!!!
Spero che la storia vi stia piacendo, recensite, accetto sia critiche che complimenti, ma soprattutto continuate a seguire la storia, anche solo le visite sono un sostegno per me!!!
Bacioni
Sabira <3

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Capitolo 17
*** RITORNO ***


~~Ryota continuava a ripensare alle parole di Maya, lo spettacolo deve continuare...
Le cose stavano iniziando ad evolversi e a diventare sempre più complicate...
-Sono pronto- in quel momento arrivò Seb. In pochi minuti furono tutti attorno allo zio David e al suo strano apparecchio.
-Pronto zio?- chiese Maya, e non era una semplice domanda, lei voleva sapere se era pronto a  rivedere la sua sposa...
-Pronto- sorrise.
Un secondo dopo erano nel salotto della casa della zia.
Un rumore...una tazzina che si rompeva. Gli occhi di Mey sgranati e fissi sul piccolo gruppo.
-ZIA- Aya le fu addosso in un battibaleno, l'abbracciò con affetto.
-Mi sei mancata, zia...
-Oh cara, ci sei riuscita...li hai riuniti tutti- Maya si stacco da lei che fece scorrere lo sguardo sui giovani, fin quando non incontrò gli occhi del marito...erano lucidi e incredibilmente dolci. Si avvicinò a lui, incredula gli accarezzò il viso.
-David- pronunciò. Poi lo strinse in un dolce abbraccio, lasciando che le lacrime sorressero sul suo viso. Lo zio le passo una mano sui capelli, ricambiando l'abbraccio e  dandole un tenero bacio sulla fronte. Lei si discostò leggermente, riportando lo sguardo sui mezzosangue lì riuniti.
-Ragazzi, siete qui per essere addestrati, e io sono colei che lo farà. Il mio nome è Mey, sarò il vostro comandante, la vostra madre, la vostra amica e il vostro incubo. Dovrete sviluppare i vostri poteri al massimo, non vi darò tregua.
Ci fu silenzio inizialmente, poi Ryo fece un passo avanti.
-Bene, io sono pronto- Maya lo affiancò immediatamente posandogli una mano sulla spalla, ma continuando a guardare la zia, -Anch'io lo sono.
-Sono pronta- intervenne Say.
-Potete contare su di me- continuò Jo.
-Se non ho altra scelta- rise Seb.
-IN GAMBA- urlò il piccolo Ji- IO CI STOOOO
Scoppiarono tutti a ridere per l'entusiasmo del bambino.
-Bene...penso di dover cucinare molto oggi... da quant'è che non mangiate decentemente?
Maya la aiutò insieme a Say, mentre il genere maschile, ovviamente, se ne stava a guardare la partita...
-Vedo che ti sei ampliata- sorrise May mentre tagliava le carote.
-Sì...con Ryota...
-Si sono baciati- sottolineò subito Sandra e Maya, come al solito, avvampò.
-Noi. Non. Ci siamo. Baciati!!! sono stufa di ripeterlo, cos'è che non capite della parola “incidente”????
-OK,ok...
-Ragazze, forza, finitela di spettegolare e iniziate a tagliare le cipolle...
-Blea- fece la nipote disgustata -Che schifezza...
Intanto in salotto, per la precisione sul divano davanti alla TV, era in atto un'accesa discussione, a causa della partita.
Isterico, Ryo decise di cambiare aria: troppa confusione in quella stanza. Si diresse quindi verso la cucina, dove trovò una scena alquanto buffa: Maya e Sandra tagliavano le cipolle mentre piangevano ridendo (scena che lascia alquanto a desiderare), mentre la zietta stava cantando, usando come microfono la punta di una carota...
“Ok” pensò “sto impazzendo”, ormai pensava che era lui il malato mentale.
-Ryo- lo chiamò Aya con voce allegra mentre piangeva.
-Mi puoi spiegare cosa sta succedendo?- si avvicinò con sguardo interrogativo.
-Stiamo cucinando...
-Ed è così che cucinate?
“Stiamo tagliando le cipolle e non possiamo far a meno di piangere, però la zia ci fa ridere...” gli spiegò.
“Non è normale questo” borbotto nella sua mente e in quella dell'amica, ritornando dagli altri.
Quella sera cenarono tutti insieme, come una grande famiglia riunita, andarono a dormire presto, dato che il giorno dopo avrebbero dovuto sostenere l'allenamento.

Un uomo, il solito uomo che dominava i suoi sogni, era accasciato per terra, immerso in una pozza di sangue, il suo corpo attraversato da ferite grandi e profonde, ciò nonostante un flebile sorriso gli illuminava il volto.
-Cos'hai da ridere?- ringhiò una voce rauca e crudele.
-Anche se ora sono stato sconfitto, sai benissimo che in realtà sono io il vincitore...La bambina è in salvo, tu non l'avrai, come non avrai gli altri. Una volta aver fatto il Voto, tu non potrai mai più avvicinarti a loro!
-Ora pensi di aver vinto, ma io riuscirò a trovare il modo di avvicinarmi ad uno di loro, magari proprio a lei...lo sappiamo benissimo che il suo sangue è quello più prelibato.  Ce ne sono sei a mia disposizione, basterà aspettare che nascano tutti...mi sembra ne manchi ancora uno...
-Non credere che lui non sarà protetto, il nostro Voto vale per tutti, che siano vivi o debbano ancora nascere. Loro si riuniranno per sconfiggerti!!!
-Io li renderò soli, non saranno il grado di capire di essere in pericolo!!!
-Il più grande, anche se ha solo cinque anni, sa già di voi...
Gli altri due hanno solo tre anni ma non vuol dire con non si riescano a difendere, mentre i due neonati sono in salvo e aspettano solo che qualcuno gli riveli la verità.
-Eppure li hai separati! Cresceranno senza una famiglia e non riusciranno a sfuggirmi- una risata crudele si scatenò dall'altro essere ignoto -Tu non rivedrai mai più quella bambina. Perché non riuscirai a vivere abbastanza- un liquido oscuro si formò dal nulla e colpì l'uomo, che urlò dal dolore.
Maya aprì di scatto gli occhi.
Il cuore le batteva forte. Cosa voleva dire tutto questo?
Sentì dei passi affrettati, poi la porta aprirsi di colpo. Un Ryota sudato e affannato le si presentò davanti.
-Cosa...succede?- domandò ansimando.
-Non capisco di che parli?
-Maya...ho sentito  dolore e paura dentro di te...cosa è successo?
Aya si zittì un momento. Riusciva davvero a percepire i suoi sentimenti? Cosa doveva fare?
“Devi parlarne con me”
-Smettila di leggermi nel pensiero, dannazione!!!
-Tu spiegami!!!
-Va bene. È da quando sono morti i miei che sogno l'incidente. Da quella volta a Parigi, però, ho iniziato a sognare un uomo. Nel primo sogno aveva un neonato in braccio e fuggiva da qualcosa...il secondo sogno l'ho fatto in Russia: abbandonava il bambino davanti ad una casa. Quella notte che abbiamo scoperto di poterci leggere nella mente non ho sognato niente. Pensavo fosse tutto finito, ma oggi ho sognato che l'uomo e un'altra persona discutevano...- iniziò a parlare del sogno, mentre l'amico la guardava perplesso...
-Mi sembra chiaro stessero parlando di noi- sostenne il ragazzo -Tutto coincide: il più grande è Jo, che ha cinque anni di differenza da noi, ciò spiega il fatto che noi eravamo neonati. Poi ci sarebbero Sebastian e Say, di due anni più piccoli di Joseph, quindi mentre lui ne aveva cinque loro ne avevano tre. Mentre Ji non era ancora nato...
-Ma quell'uomo cosa ha a che fare con noi?
-Non lo so, so solo che ci era amico e a quanto pare, era molto legato a te.
-A me?
-Sì, quell'altro nominava sempre una bambina ed essendo noi due gli unici neonati, allora lui si stava riferendo per forza a te.
-Non ci capisco niente...
-Ora torna a dormire, è ancora presto- fece per andarsene quando Maya lo fermò trattenendolo per un lembo della maglietta: -Ryo...puoi restare con me?- non aveva proprio voglia di rimanere da sola dopo quell'incubo. Lui le sorrise leggermente, tornò sui suoi passi e si sdraiò sul letto, la ragazza si accoccolò tra le sue braccia, così calde. Si sentiva protetta, si addormentò e l'ultima cosa che sentì fu il dolce profumo di Ryota.
N.D.A.
Salve a tutti!!!
Finalmente sta per iniziare l'allenamento...la battglia si avvicina!!!!!
Fatemi sepere cosa ne pensate...dimenticavo, scusate il ritardo è che mi sto preparando giorno e notte (nel vero senso della parola) all'interrogazione di greco,ma mi farò perdinare.
Voi recensite e continuate a seguire la storia...
A prestoooo

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Capitolo 18
*** ALLENAMENTI E RIVELAZIONI ***


18. ALLENAMENTI E RIVELAZIONI

Dopo quell'incubo, Maya dormì un sonno senza sogni. Era ancora accoccolata al petto di Ryota, e riusciva a sentire il suo respiro regolare. Riaprì gli occhi e arrossì di colpo: era troppo, TROPPO vicina alle labbra di Ryo...

Si mise subito a sedere scostando involontariamente il braccio dell'amico che poco prima la cingeva, risvegliando così di soprassalto.

-Un altro sogno?- chiese preoccupato.

-No...tranquillo...- lui le sorrise dolcemente, poi si alzò.

-È meglio che vada...non sia mai che Riccardo mi veda- così appoggiò le sue labbra sulla fronte della ragazza e se ne andò.

Aya rimase un po' interdetta da quel contatto...si alzò anche lei e si avviò verso la doccia. Quel giorno sarebbe iniziato l'allenamento. Dopo essersi lavata andò diritta verso il guardaroba, scelse una conotta e dei pantaloncini per essere più comoda, si vestì e scese per la colazione.

Erano tutti lì, riuniti. La zia indossava una tuta rossa e quel giorno sembrava più grintosa che mai.

Mangiarono in fretta poi la zia fece segno di seguirla.

“Chissà cosa avrà in mante...”
“Ci sta portando nel suo studio...di solito vieta a tutti di entrarci...strano...molto strano” pensò Maya.

Zia May prese un libro dalla grande libreria difronte alla scrivania e aspettò qualche secondo. All'improvviso la libreria si mosse, aprendo un passaggio. Nessuno fiatò, tutti si limitarono a seguire la dona. Oltre il passaggio iniziava un lungo e buio corridoio, illuminato solo da alcune candele. Alla fine di questo c'era una grande sala che portava ad un...

-Oh, mio dio- sussurrò Maya.

Quello era un vero e proprio campo di addestramento. Un luogo aperto...all'interno della casa!!!

Sul prato verde c'erano ostacoli ed in lontananza...

-Spaventapasseri?!

-Bhe dovrete o no provare i vostri poteri?! Come riuscirete a controllare il vostro fuoco se non avrete qualcosa su cui provarlo- rispose subito David.

-Ma noi sappiamo già controllare il fuoco- rispose ovvia Say.

-Oh...vedremo- sul viso della zia apparve un ghigno abbastanza preoccupante.

-Oltre a saper utilizzare i vostri poteri- iniziò lei -dovrete sapervi muovere durante una battaglia...saper utilizzare ogni arma o anche solo strumento a vostra disposizione. Ma soprattutto dovrete possedere la chiave più importante che esista e mai esisterà: la sapienza. Per questo il vostro allenamento sarà basato su due particolari “tappe”: l'addestramento fisico, e l'addestramento mentale.

A quello fisico penseremo io e Riccardo. Di quello mentale se ne occuperanno invece David e Inal! Divideremo quindi la squadra in gruppi, per lavorare più velocemente. I gruppi saranno: Joseph, Sandra e Sebastian e Riuji, Maya e Ryota. I primi si dirigano verso la sala...IN FRETTA!!!- dopo che furono rimasti solo il trio, la zia e il Riccioluto, May continuò: -Bene, iniziamo a provare il fuoco...provate a colpire quei tre spaventapasseri laggiù.

I tre amici si posizionarono e Maya si preparò a mostrare alla zia il bacio del fuoco. Si portò la mano alle labbra e la bacio. Quando soffiò, però uscì un fuoco più potente di quello iniziale e meno delicato, emanava più passione che dolcezza.

Si girò spaesata verso Ryo che ricambiò lo sguardo, poi eseguì il suo Fiammifero infuocato... Anche quello era diverso, sembrava più caldo...dava un senso di protezione e non quella paura che si intravedeva inizialmente.

-Zia...questo non è il nostro fuoco- sussurrò la ragazza -Inal- urlò poi -Prof si sbrighi!!!!
Lo videro arrivare di corsa e poi guardarsi in giro spaesato.

-Prof il nostro fuoco è cambiato- piagnucolò lei -Guardi.

E si apprestò a mostrargli la sua tecnica.

“C'era proprio bisogno di chiamarlo?”

“Inal è l'unico oltre al prof Fernandez ad aver visto il nostro fuoco!

“Comunque non era necessario piagnucolare, non sei una bambina di cinque anni che va dal padre perché è caduta e si è fatta male”

“Ma io rivoglio il mio fuoco...

-In effetti è diverso da prima...Dev'essere un effetto dell'ampliamento

-Sì- confermò Riccardo- probabilmente si sono mischiati i vostri poteri.

-E come facciamo a farli ritornare come una volta?

-Impossibile- disse Inal, congedandosi poi per continuare la sua lezione.

Anche l'allenamento fisico continuò. La zia Mey mostrò loro come saper manovrare il fuoco. Impararono a crearlo o anche solo a utilizzarlo plasmandolo al loro volere. Subito dopo passarono al dominio della terra, il più semplice. Riuscirono a creare uomini sottomessi al loro potere che scomparivano all'accenno del padrone.

-Bene- sospirò la zia -Per oggi può bastare, siete stati bravissimi. Ora mangeremo e vi riposerete per due ore. Poi vi dedicherete alle lezioni di David.

Dopo aver mangiato Maya si chiuse in camera e si abbandonò al sonno. Sognò di nuovo i suoi genitori, la loro morte e si risvegliò sudata. Guardò l'orologio, si era svegliata giusto in tempo per farsi una doccia e cambiarsi. Indossò un jeans a vita alta con una maglia gialla e delle ballerine, poi prese i suoi occhiali...se avrebbe dovuto leggere le sarebbero serviti, li mise quindi nella custodia e li poggio nello zainetto. Quando scese sentì lo sguardo di Ryota su di lei...doveva aver percepito il suo sogno, ma decise di far finta di niente, infondo non erano fatti che gli riguardavano.

Si avvicinò a Ji e gli sorrise.

-Maya stai bene?- le chiese.

-Sì, non preoccuparti sto benissimo...tu sei stanco?

-Per niente! Mi sto divertendo tantissimo- detto questo si avviarono verso la stanza dell'allenamento mentale. Qui li aspettavano Inal e David.

-Durante queste lezioni imparerete tutto sulla storia dei mezzosangue, le loro guerre e il mondo magico in generale. Imparerete a difendervi da attacchi mentali e a trovare i punti deboli dei vostri avversari- iniziò lo zio.

-Voi rossosangue siete dotati di ottime capacità...siete dei veri e propri geni. Voi riuscite ad esaminare qualsiasi cosa in un battito di ciglia. Forse non vene siete mai accorti ma possedete un'intelligenza fuori dal comune e una furbizia anormale. Con queste caratteristiche potrete sconfiggere facilmente il nemico- continuò il professore.

-Come ben sapete i mezzosangue sono l'unione del bene e del male ma, vi domanderete, gli umani durante tutto questo dov'erano? Loro erano dei semplici homo erectus mentre il bene e il male erano entità superiori di cui non si conosceva l'esistenza poiché vivevano in un luogo nascosto agli occhi dei semplici esseri viventi. Col passare del tempo i mezzosangue furono mandati a vivere con gli uomini, diventati finalmente dei sapiens sapiens ma furono quasi da subito esclusi e ritenuti degli esseri creati dal diavolo. Decisero quindi di nascondere la loro identità che rimase per sempre nascosta.. Ma non esistono solo i mezzosangue. Di magico ci sono anche i licantropi, i vampiri, i maghi, le streghe, gli angeli e i demoni. Questi ultimi erano, sono e saranno i nostri peggiori nemici. Ci sono state numerose guerre con loro. Ci detestavano poiché pensavano che noi eravamo anche frutto del bene e non solo del male, come erano invece loro. In contrapposizione a loro i nostri alleati erano i vampiri. Creature tenebrose, bellissime e fredde in apparenza. Strappate alla vita ma non del tutto consegnate alla morte...molto simili a noi in un certo senso.

Alleati dei demoni erano invece quei cani rognosi e puzzolenti...i licantropi, che proprio i fatti loro non volevano farsi. Erano solo uomini trasformati in lupi da un morso, se proprio dovevano aver a che fare con una delle due parti allora quella parte era la nostra!!!! invece hanno scelto i demoni solo perché non volevano avere a che fare con i vampiri...

-E gli angeli?- chiese Maya -Quando si muore si diventa angeli?

-Oh, no, bambina, angeli si nasce e non ci si diventa. Gli angeli sono più belli di qualsiasi creatura e possono essere uccisi mille volte ma non moriranno mai. Sono immortali, a differenza nostra che non invecchiamo ma possiamo essere uccisi.

-Noi non invecchiamo?- si stupì Ryota.

-No, siamo noi a poter decidere l'età che vogliamo dimostrare, però questo dai diciotto anni in su.

-Ciò vuol dire che Jo se volesse potrebbe mostrarsi un neonato o un cinquantenne- constatò Riuji.

-Esatto, inoltre voi rossosangue potete anche cambiare aspetto, ovviamente dai diciotto anni in su. Ma ora aprite i libri a pag 2 e iniziate a leggere. Quando avrete finito vi faremo delle domande- aprirono i libri posati davanti a loro, Maya si mise gli occhiale e iniziò a leggere.

“Così sei una quattrocchi” la punzecchiò Ryo.

“Zitto e leggi”.

Quando finì la lettura chiuse i libro.

-Bene, ora rispondete a questa domanda. Quando ci fu la prima guerra tra i demoni e i mezzosangue e che ne uscì vincitore?

-1200, in contemporanea con la guerra di troia, vinsero i mezzosangue- risposero in coro.

-Sotto quale governo iniziò la caccia alle streghe?

-Sotto il governo di Enrico VIII.

Presero ad elencare una serie di domande a cui tutti e tre risposero nello stesso momento.

-Come vedete le vostre capacità di apprendimento sono sviluppatissime. Per questo vi assegniamo il compito di leggere un libro storico a settimana. Meglio se enciclopedie.

Ora per favore Ji, puoi raggiungere gli altri, potrebbero aver bisogno di te...voi due invece restate qui.

Il bambino se ne andò un po' perplesso, lasciandoli soli.

-Noi sappiamo tutto- disse improvvisamente lo zio.

-Tutto cosa?- Maya era parecchio timorosa al riguardo.

-Sappiamo che riuscite a leggervi nel pensiero- specificò Inal. Maya ebbe un tuffo al cuore.

-E sappiamo che riuscite a parlarvi nel pensiero- continuò -Ora la cosa può essere a nostro vantaggio: potreste fare attacchi combinati e con un duro allenamento potreste comunicare anche a grandi distanze. Inoltre siete in grado anche di leggere nel pensiero degli altri e di far in modo che gli altri non leggano il vostro.

-Per fare questo sono indispensabili tre elementi fondamentali: la pazienza, la perseveranza e la fiducia.

-Inizieremo insegnandovi a leggere nei pensieri degli altri. Non serve il contatto visivo ma dovrete essere abbastanza vicini per far sì che funzioni.

-Concentratevi su colui a cui volete leggere il pensiero e agite.

-Ryota tu prova con me, Maya tu con Inal.

Maya si concentrò sul professore. Chiuse gli occhi e fu come trasportata nella sua mente. Vedeva davanti a lei file di immagini che scorrevano velocemente. Erano ricordi. Poi una voce riempì tutto.

“Forza Maya puoi farcela!” era questo che pensava. Maya sorrise sinceramente felice della fiducia che il professore riponeva in lei poi lo sguardo corse inevitabilmente sui ricordi. Vide lei e Inal parlare, nel boschetto della scuola. Che nostalgia. Quasi dimenticava il passato di In, quello che le aveva confidato e quello che ancora le doveva confidare.

Aprì gli occhi e sorrise.

-Ovvio che posso farcela!!!

Anche Ryo riaprì gli occhi.

-Io non sono un punk!!!- disse arrabbiato allo zio.

-Bhe, ma lo sembri- controbatté francamente -Comunque ora potete andare a mangiare.

Fu una cena molto silenziosa. Erano tutti stanchi dopo quel giorno faticoso e avevano in quel momento solo voglia di dormire. Alla fine a tavola rimase solo Maya. Aveva voglia di guardare le stelle così decise di uscire un po'. Fu una sorpresa per lei trovare lì fuori il professor Inal, intento anche lui ad osservare il cielo stellato.

-Guarda guarda chi c'è qui...- In si riscosse dai suoi pensieri e si voltò verso di lei.

-Oh, Maya, sei tu.

-Disturbo?

-No, puoi anche restare- rimasero così per qualche minuto. In silenzio, con lo sguardo rivolto verso l'alto.

-Sai...mi chiedevo se ti piacerebbe continuare la conversazione che abbiamo iniziato un po' di tempo fa...- fu Inal a rompere il silenzio. La ragazza rimase un po' sorpresa da quella proposta.

-Non pensavo che me lo avresti detto...sono tutta orecchie, parla, ti ascolterò!

-Bene...come sai io fin da bambino ero in quella scuola, ma non ero da solo...con me c'era mio fratello. Anche lui come me pensava che la scuola nascondesse qualcosa. Dopo la rivolta però cambiò, non so cosa successe, divenne strano, chiuso e un giorno sparì. Mi lasciò solo una lettera. Diceva che si era unito al mezzosangue ed era diventato il suo braccio destro. È per questo che decisi di diventare professore, pensai che forse, restando lì, avrei potuto incontrare i rossosangue, unirmi a loro e ritrovarmi faccia a faccia con mio fratello- Maya aveva lo sguardo puntato verso il cielo, ma non vedeva le stelle, bensì un giovane Inal, nella mano tremante una lettera. Esprimeva parole fredde ma allo sguardo furbo di Maya non scamparono due paroline scritte alla fine, solo due ma che dimostravano molta dolcezza, comparate a quelle che le precedevano. Mi, dispiace.

-E ci sono riuscito- la ragazza si riscosse e voltò svelta lo sguardo verso il suo professore. Ci era riuscito...era riuscito a trovarsi faccia a faccia con suo fratello.

-Quando?

-Due giorni fa...quando fummo attaccati.

-Quel ragazzo...era tuo fratello!!!- lui annuì.

-Daniel- sussurrò.

 

 

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Capitolo 19
*** NUOVI RISVOLTI ***


~~19. NUOVI RISVOLTI
L'uomo era fermo dinanzi una tomba, di cui non si riuscivano a leggere i caratteri. Lacrime tristi gli rigavano il pallido volto, delle rose rosse teneva in braccio. Lo sguardo perso verso qualcosa di ignoto, qualcosa di bello e dolce dato il sorriso appena accennato. Posò i fiori nel vaso affianco alla tomba.
-Mi manchi, Laila...non resisterò a lungo senza di te, ma non temere...la nostra bambina è in salvo. Maya sta bene!

Maya riaprì gli occhi. Sentì lacrime calde ricadergli sul viso e quel pianto silenzioso si trasformò in un tormentato pianto singhiozzante. In poco tutti gli altri si svegliarono e seguirono quei singhiozzi disperati, arrivando a lei. Il primo fu Ryo, svegliato da un forte dolore al petto e non dal rumore. Appena la vide ridotta in quel modo iniziò ad accarezzarle dolcemente il capo. Subito dopo arrivarono gli  zii, Riccardo, Sandra, Joseph, Ji e persino Seb. La accerchiarono in poco e cercarono di calmarla ma le lacrime continuavano a sgorgare senza sosta.
“Maya...che succede?
“Ryo, ho scoperto chi è quell'uomo che sogno sempre, ma non mi sembra vero...
“Chi è?
“Lui è mio...mio padre!
Ryota fece un passo indietro, disorientato e attirò così lo sguardo di Riccardo.
-TU SAI QUALCOSA VERO? PARLA! PERCHÉ MIA SORELLA È IN QUESTO STATO?! - disse prendendolo per la maglia del pigiama. Dal canto suo il ragazzo sembrava un manichino non dava l'impressione di aver capito che si stesse rivolgendo a lui.
-PARLA!!!- ripeté e Ryo sembrò risvegliarsi. Lo guardò dritto negli occhi e con sguardo severo disse: -Ha scoperto chi è suo padre.
Il riccioluto impallidì immediatamente.
-Come...come ha fatto?
-Lo ha sognato, è da quando abbiamo iniziato a riunire i rossosangue che lo sogna, ma sembra che l'abbia scoperto solo ora- il silenzio calò, turbato solamente dai continui singhiozzi della ragazza. Pianse, molto, finché non fu giorno. Tutti rimasero lì a guardarla, impotenti. Quando Maya riaprì gli occhi, dopo essersi addormentata alle cinque, vide una strana scena. Ji dormiva affianco a lei raggomitolato e con un pollice in bocca e una mano posata sul viso di lei a mo' di carezza. Riccardo dormiva ai piedi del letto tenendole la caviglia, le dormiva appoggiata alle gambe di Say che si era addormentata carezzandole i capelli. Mentre Seb  era affianco a Rick con la testa poggiata sul ginocchio di lei. In  le teneva una mano e gli zii l'altra mentre Ryo si era addormentato sulla sua pancia...ed era pesante.
Era una scena alquanto tenera, tutti in qualche modo la toccavano, dandole sicurezza, non li avrebbe fatti più preoccupare, non avrebbe più pianto, sarebbe stata forte, anche per loro.
Passarono mesi, i ragazzi impararono a governare tutti e quattro gli elementi e Ryota e Maya ad apprendere tutte le arti della lettura del pensiero. La ragazza non aveva più fatto incubi da allora, e ciò non la tranquillizzava per niente, voleva scoprire di più, inoltre la conversazione che aveva avuto con Inal le rimbombava nella testa...non le sembrava chiaro nulla. Ora stava dirigendosi verso la stanza degli allenamenti riguardanti la mente. Erano tutti riuniti lì, raggiunse Ryota e gli fece un sorriso che lui ricambiò. Quanto era cambiato il suo Ryo?!
Aspetta...da quando Ryo era suo?
Tirò un sospiro di sollievo pensando che aveva eretto la barriera che non permetteva di leggere nella mente.
-Ragazzi...attenzione prego- intervenne Inal che aveva preso il ruolo di “Urlatore” ovvero colui che urla a posto degli altri. A quel punto come sempre prese la parola lo zio.
-Ragazzi sono ormai mesi che ci alleniamo, questo perché tra due settimane potrebbero succedere tre cose: scamperemo il pericolo del Mezzosangue, verremo sconfitti da lui o lo sconfiggeremo. Sta a voi decidere, c'è un giorno, uno soltanto in cui il Mezzosangue potrà essere risvegliato: il 31 di gennaio. Ora potete scegliere di nascondervi quel giorno, e scampare il pericolo per un annetto o di scegliere una tattica di attacco e in questo caso sarete salvi per sempre perché o lui morirà o sarete voi a morire- calò il silenzio, la faccia di Riccardo sembrava quella di un pesce lesso, con gli occhi fuori dalle orbite...
-Non voglio fuggire, voglio affrontare il problema e sconfiggerlo per sempre- disse Ryo.
-Credo di parlare a nome di tutti dicendo che siamo d'accordo- intervenne niente di meno che Seb in persona.
Annuirono tutti.
-Bene, allora dovremo mandare uno di voi là. Maya o Ryota per esattezza- avete presente la faccia a pesce lesso di Rick? Bene, quella non è per niente comparabile alla nuova che si impossessava dei volti di tutti tranne quelli dei diretti interessati.
-Noi ci leggiamo nel pensiero- andò al punto il ragazzo.
-Quindi anche se separati potremmo comunicare...siamo come dei toki toki.- continuò l'altra.
-Esatto!- concordò la zia.
Maya stette un po' in silenzio poi parlò...anzi pensò.
“Ryo, andrò io!”
Lui si girò dalla sua parte, come dire...in un modo molto simile al furioso.
“Come scusa?” rispose al dir poco minaccioso.
“Oh,andiamo Ryo, non essere così intimidatorio! Ho un piano...abbiamo già un infiltrato là dentro...”
“E chi sarebbe?”
“Vedi! Non lo sai, quindi tu non puoi andare... e non provare a leggermi la memoria, ho la barriera in sezione on” sorrise sotto i baffi.
-Eh-ehm- i due si resero conto che tutti li guardavano come se fossero pazzi.
-Cosa c'è, ve l'abbiamo detto che ci leggiamo nel pensiero...ecco qui la dimostrazione- alzò le spalle Maya-Ed un'altra cosa...zii andrò io- disse guardando con ammonimento Ryota.
-Ho già un piano! Ascoltate bene: mi farò catturare e portare nella tana del lupo...mi guarderò bene in torno da capire la posizione e la comunicherò tramite Ryo. Cercherò di raccogliere informazioni dall'infiltrato e quando arriverà il giorno voi  entrerete di nascosto ed insieme sconfiggeremo il mezzosangue e con lui l'A.S.I.M.- concluse in modo trionfante.
-In effetti è quello che avevamo pensato...tranne per l'infiltrato...chi è?
-Una...vecchia conoscenza, direi. Ora il problema è come farsi catturare?
-A questo già avevamo pensato. Un tunnel ti porterà lontano da qui...allora dovrai iniziare ad utilizzare i tuoi poteri, loro li percepiranno e arriveranno subito da te... non abbiamo tempo da perdere, partirai tra due ore, vai a  cambiarti.
Maya tornò in camera e indosso dei jeans scuri, delle scarpe da ginnastica e un t-shirt caldissima...di quei tempi il freddo si pativa davvero molto, poi prese il cappotto e  una parrucca con i suoi occhiali da vista...non le avrebbero nascosto gli occhi ma così non avrebbero pensato che fosse tutto un piano. Prese una borsetta a tracolla e dentro ci mise la custodia degli occhiali, il diario, un quadernino e delle penne con delle matite. Poi qualcuno bussò alla porta.
Lei aprì e vide Ryota appoggiato allo stipite.
-Pronta?
-Sono nata pronta- scoppiarono entrambi a ridere. Lei lo fece entrare e sedere sul letto mentre lei si accomodava sulla sedia con le ruote della scrivania ed iniziava ad andare avanti e indietro per la stanza.
-Sei preoccupato per me, vero?
-Mi sembra ovvio!!
-Non preoccuparti, andrà bene...poi possiamo parlarci in qualsiasi momento!!!
La guardò diritto negli occhi.
-Sta attenta...
-Contaci!
Lui si alzo e fece per andarsene ma fu fermato dalla ragazza.
-Vieni qua cucciolone- sorrise lei mentre apriva le braccia.
Sorrise anche lui ma al contrario, rispose: -Non ci penso neanche- lei fece uno sbuffo.
-Voi maschi, mai a prendere l'iniziativa- così dicendo si avvicinò e poggiò le mani dietro al suo collo, abbracciandolo dolcemente.
-Ti voglio bene, Ryo, abbi cura di te...
-Lo dici come se fosse un addio.
-Sempre a ribattere tu, eh? Un semplice ti voglio bene anch'io, no?- rispose continuando ad abbracciarlo.
-Ti voglio bene anch'io - sussurrò così impercettibilmente che le sembrò fosse un sogno.

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Capitolo 20
*** INCONTRO COL NEMICO ***


~~20. INCONTRO COL NEMICO
La zia Mey aveva riunito tutti davanti un enorme quadro in camera sua.  Appoggiò un dito su un punto della parete che inaspettatamente si ritirò al suo tocco, in quel preciso momento il quadro si aprì lasciando intravedere un tunnel. Maya si girò verso i compagni, sapendo che era arrivato il momento dei saluti, sospirò.
Erano tutti davanti a lei, come posti su una linea orizzontale. Fece un passo verso Say e le accarezzò una guancia, con tenerezza, poi le consegnò una lettera di colore arancione.
Passò a Jo, gli prese una mano dove posò una lettera verde smeraldo: -Questa va a te, cugino- gli sorrise poi passò a Seb. E gli diede una lettera blu, dicendo: -Fai il bravo in mia assenza.
Si inginocchiò per abbassarsi all'altezza di Ji, gli scompigliò i capelli e lo abbracciò forte sussurrandogli: -Sii forte, ometto, tra poco sarà tutto finito, poi gli consegnò una lettera color oro.
La ragazza passò a Ryota, gli diede una lettera rossa e gli posò un bacio sulla guancia, non disse niente, ma non ce ne fu bisogno, proprio come per Say.
Il prossimo era Rick. Sorrise sadica e gli si buttò addosso costringendolo a prenderla in braccio.
-Mi mancherai fratellone- piagnucolò mentre lo stringeva forte, ricomponendosi gli diede una lettera azzurra come il cielo.
Ad Inal invece diede una lettera color grano.
-Tutto quello che devo dirti è scritto qui dentro, sappi solo che alla fine non porteremo a casa solo la libertà...
Infine abbracciò gli zii e consegnò loro una lettera. Per lo zio David una lettera viola, mentre alla zia Mey una rosa confetto.
-Bene, allora...io...io vado- disse con un leggero sorriso in volto e gli occhi un po' lucidi, ed si inoltrò nell'oscurità del tunnel.
“Ryo...qui è parecchio buio...”
“Non dirmi che hai paura?!”
“Io non ho paura...solo che mi sento un po' sola...”
“Non sarai mai da sola Maya”
“Grazie, Ryo...ti voglio bene” lo sentì sospirare.
“Purtroppo ormai ti voglio bene anch'io, mi chiedo come abbia potuto permetterti di diventare mia amica...
“Amica? Migliore amica vuoi dire!!!!”
“E da quando?”
“Da quando ho visto i tuoi occhi rispecchiati nei miei..Oh!
“Cosa succede?”
“Vedo una luce...la fine del tunnel...ora vado ti tengo aggiornato.
“Ok”
Notò che la luce proveniva da una botola chiusa sul soffitto che si poteva raggiungere attraverso delle scale a muro. Dopo cinque minuti riuscì ad aprire la botola e ad uscire. Si guardò intorno, l'uscita del tunnel  doveva essere stata coperta dal terreno, quindi iniziò a ricoprirla, quando ebbe finito notò che quello era un posto deserto...non c'era niente se non alberi e terriccio, inoltre il sole era da poco tramontato.
Doveva utilizzare i suoi poteri per attirare l'attenzione su di sé. Si sedette per terra e dalle mani fuoriuscì una pallina di fuoco che, dopo essersi un po' ingrandita, prese la forma del volto di un leone che ruggiva, a mo' di Aslan.
-Questo dovrebbe bastare- sorrise.
Iniziò quindi a far cambiare forma al fuoco...dal leone all'elefante, al lupo ed infine alla fenice.
Passarono circa due ore, lei stava per addormentarsi, quando sentì dei rumori alle sue spalle. Si alzò velocemente guardandosi intorno.
-Chi va la?!- chiese non vedendo nessuno -Lo so che siete lì...venite fuori- e l'ascoltarono...vennero fuori, tutti: un esercito.
-Tutti questi...solo per me? Bene!- dalla terra evoco quattro cavalieri e li mandò all'attacco, voleva farsi catturare, sì, ma avrebbe potuto scatenare sospetti se non avesse opposto resistenza, sapeva che non avrebbe potuto farcela da sola contro tutti quelli, quindi tanto valeva divertirsi un po'.
I suoi cavalieri sconfissero una quarantina di uomini. Bhé...ne restavano solo altri cento.
Col dominio del vento creò cinque trombe d'aria che ne eliminarono una cinquantina...ora ne restavano cinquanta.
Caspita non credeva, fosse tanto brava da sconfiggere 90 uomini, se ne sarebbe sicuramente vantata con Ryota! Stava per invocare anche il potere dell'acqua, quando sentì un forte dolore alla nuca, poi quel che vide fu buio.


Maya se n'era ormai andata e la casa era meno allegra del solito. Sandra aprì la porta della camera di Maya, voleva stare un po' da sola. Prese la lettera che le aveva dato e la lesse lentamente.

Hey, Say!!
Come vanno le cose lì? Non dirmi che senti già la mia mancanza ;)
Ora sei tu l'unica ragazza di casa eh...
Non essere triste, non sei mica sola!!!! Per darti coraggio ti ho lasciato un ciondolo nella busta, se guardi bene lo trovi, io sarò sempre accanto a te!!!
P.S.
Fatti avanti con Rick!!!
Sandra cercò nella busta e vi trovo una catenina con appeso un ciondolo il cui colore variava dall'arancione al rosso...
“Oh Maya...non cambierai mai” pensò mentre una lacrima di commozione le rigava il volto.


Delle mani delicate accarezzavano i morbidi capelli di Maya, la ragazza aprì lentamente gli occhi, all'inizio pensava di star sognando quindi si diede un pizzicotto sul braccio facendo ridere la persona che le era davanti.
-Maya, che fai?- era tutto vero!!!!
Aya si buttò tra le sue braccia urlando -Maricaaaaa!!!! Mi sei mancata tanto tanto- disse strusciandosi all'amica.
-Anche tu, quando ti ho visto non riuscivo a crederci.
La rossosangue si guardò in giro notando di essere in una stanza era stata messa in un letto morbido dalle coperte rosse.
-Dove siamo?
-A scuola...questa è la stanza del capo...
-Capo?
-Sì è quello che da gli ordini qui...non è molto più grande di noi...ha solo 17 anni.
-Ma tu piuttosto, dimmi cos'è successo qui
-Vedi, quella sera in cui tu, Ryota e il prof In siete spariti, siamo stati riuniti tutti nella sala delle assemblee. È arrivato il capo e ci ha detto che non potevamo continuare a studiare perché avremmo dovuto prestare servizio a loro, che combattevano per il nostro bene. Non avemmo neanche la possibilità di scappare e chiunque si ribellava finiva nelle segrete...
Maya non riusciva a credere alle sue orecchie...come avevano potuto trasformare la scuola nella base dell'A.S.I.M.
-Piuttosto...gli altri dove sono?- chiese riferendosi al loro gruppo di amici.
-Claudio è nelle segrete con Marcus e Martin- disse abbassando lo sguardo -Mentre Lolita e io siamo diventate cameriere- aggiunse poi facendo una smorfia.
-Il professore  Fernandez?
-Hanno scoperto che vi ha fatto scappare e...l'hanno messo in isolamento- un tuffo al cuore. Il professore e i suoi amici non meritavano questo...
-Iogi e Luis?- si costrinse a chiedere.
-In isolamento anche loro...cercano sempre di scappare e vengono pestati di continuo dalle guardie, ma non si arrendono mai.
Maya non poté più ascoltare. Si alzò ed iniziò ad urlare andando verso la porta: -E voi credete di essere quelli buoni? Tutti loro non avevano fatto niente di male! Volevano solo essere liberi di studiare o almeno di tornare dalle proprie famiglie...BRUTTI BASTARDI STO PARLANDO CON VOI- fece per aprire la porta, ma qualcuno lo fece al suo posto. Daniel era davanti a lei, sguardo freddo e strafottente. La guardò per un secondo poi volse il suo sguardo verso Marica.
-Ora puoi andare, hai già fatto abbastanza.
-S-si signore- guardò Maya mortificata e poi uscì chiudendosi la porta alle spalle.

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Capitolo 21
*** ALLEANZA ***


~~21. ALLEANZA
Rimasero lì ad osservarsi per variati secondi, fu Daniel la rompere il silenzio.
-Ci rivediamo, gattina. È davvero una grande coincidenza che proprio tu sia stata catturata. Come farai lontana dal tuo potenziamento?
-Per quanto ancora continuerai questa falsa?- rispose lei. Il ghigno del ragazzo scomparve per riapparire un secondo dopo.
-Cosa c'è il colpo alla testa ti ha forse reso pazza?
-Per niente, Daniel, sono più lucida che mai. Anche troppo direi.
-A quanto vedo tu conosci il mio nome ma io no!
-Mi chiamo Maya, ma tu non cambiare argomento. So che sei il fratello di Inal.
-Così il mio fratellone ha vuotato il sacco. Chi sei, la sua ragazza?
-No, sono solo una sua amica, nonché allieva. Mi ha parlato della lettera e ho scoperto una cosa: non tutto è come sembra- calò il silenzio.
Daniel non si aspettava che una dei rossosangue sapesse la sua storia, ma la cosa che lo sorprendeva di più era che sembrava aver scoperto la sua copertura. Quella ragazzina aveva qualcosa in mente.
-Sì, ho qualcosa in mente e ho scoperto la tua copertura. E non sono una ragazzina, chiaro?!- lui la guardò con gli occhi sgranati. Gli poteva leggere il pensiero?
-Sì, se voglio. È inutile che cerchi di nascondere la realtà. So che sei un infiltrato e stai aspettando il momento giusto per poter accoltellare alle spalle il nemico ed io te ne sto dando la possibilità.
-Come?
-Sai che io e Ryota siamo “potenziati” è per questo che possiamo leggerci nel pensiero. Io gli dirò la posizione e i miei amici verranno qui in modo da mettere fine a questa storia del Mezzosangue.
-Vedo che hai le idee molto chiare. Io come dovrei aiutati?- chiese a metà tra il serio e l'ironico.
-Mi servono informazioni.
-Che tipo di informazioni?
-Dove si trova il Mezzosangue, se ci sono e quali sono i passaggi segreti, gli orari delle ronde...questo genere di informazioni!
Lui sorrise enigmatico: -Apri bene le orecchie allora, perché non ho intenzione di ripetermi...
-Certo capo!


Joseph era nella stanza degli allenamenti mentali. Era rimasto lì da quando Maya se n'era andata, immerso nelle sue riflessioni. Dopo un po' si convinse ad aprire la lettera verde.
Ciao Jo!
Hai visto che alla fine siamo stati nuovamente separati!? Che ironia della sorte: due cugini non sanno l'esistenza l'una dell'altro e poi casualmente si incontrano per poi doversi comunque separare. Ma non preoccuparti sarà per poco...
Ti ricordi il giorno in cui ci siamo incontrati? Stavi affogando e io ho avuto la brillante idea di tuffarmi per salvarti, beh sarebbe stata brillante se non avessi rischiato anch'io di morire, ma, come si dice, non puoi avere tutto dalla vita!
Ci ho pensato molto e noi siamo una famiglia. Siamo legati sì dal sangue, ma cosa più importante dall'affetto. Quando tutto sarà finito potremo vivere davvero per quel che siamo: due cugini. Non so se vuoi tornare in Australia, ma se vorrai qui ci sarà sempre un posto per te. Qui dove, ti chiederai? Di sicuro non insieme al Mezzosangue, ma qualsiasi altro posto andrà bene: io, tu, Ji e chiunque alto voglia restare! Le porte del mio cuore sono sempre aperte per voi. Ho deciso di lasciarti qualcosa...cerca nella busta, vedrai che la troverai! Non è niente di che...ne ho preso uno per ognuno di voi.
Ti voglio bene,
tua cugina Maya
Joseph ispezionò la busta e trovò un ciondolo metà rosso e metà verde.
Il ragazzo sentì dei rumori, così decise di uscire dalla stanza, appena in tempo per vedere Ryo correre per le scale urlando: -Notizie da Maya!!!!!- in un secondo si ritrovò circondato.
-Cosa dice?- chiese pacata Mey.
-La base è la scuola dei mezzosangue...hanno fatto i miei compagni servi e coloro che si sono rifiutati sono stati imprigionati...hanno preso anche Fernandez...- in preda all'ira, Inal tirò un pugno al muro imprecando, mentre Rick gli appoggiava una mano sulla spalla e Ryota proseguiva nel raccontare cosa le aveva riferito l'amica.


Qualcuno bussò alla porta della camera di Maya dove lei stava ormai rimuginando sulla conversazione avuta con Daniel.
-Avanti- Marica entrò portando un vassoio con sopra il suo pranzo.
-Ciao Maya, come è andata, prima, col Capo...?
-Non preoccuparti di questo...mi serve un favore- la ragazza annuì furtiva.
-Ma prima devi sapere una cosa. Quando ce ne siamo andati abbiamo cercato altri rossosangue...oltre me e Ryota ce ne sono altri quattro: Riuji, un bambino che abbiamo trovato a Parigi, Sandra l'abbiamo trovata in Russia, mio cugino Joseph in Australia ed infine Sebastian qui in Italia. Ci siamo allenati per mesi, e io e Ryo ci siamo “potenziati”...possiamo leggerci nel pensiero e cose del genere...Poi abbiamo deciso di agire e mi hanno mandata qui per segnalare la posizione della base dell'A.S.I.M.. Il 31 di gennaio gli altri cercheranno di entrare, ma abbiamo bisogno di aiuto, stavo pensando ad una rivolta. Ascolta il mio piano...

Dopo le informazioni avute da Maya tutto era sprofondato nel silenzio più totale. Stanco dell'aria che alloggiava, Sebastian si allontanò. Era da solo in camera e così decise di leggere la lettera che gli aveva consegnato la ragazza.

Come va Seb?
Non ci conosciamo da molto, ma conosco lo strano rapporto che ti lega a Ryo. Lui dice che tu l'hai abbandonato quando ha perso i suoi genitori.... io in realtà penso che tu l'abbia fatto per un bene superiore. Penso che tu punti a qualcosa e che Ryota non ti stia antipatico. Non so a cosa miri, ma non farlo soffrire più di quanto abbia già fatto, ho capito che neanche tu lo vuoi. Cerca nella busta...troverai un regalo! Mi raccomando!!!
Maya
Seb lesse sconcertato la lettera chiedendosi se ci fosse qualcosa di sconosciuto per quella ragazza, poi cercò nella busta e vi trovò un ciondolo metà rosso e metà blu.

Maya era davvero stanca, insomma in un solo giorno si era risvegliata nella sua vecchia scuola, aveva attuato il suo piano alleandosi con Dan e organizzato una rivolta...in breve niente di che, no?
Era stesa su quel letto incredibilmente morbido a fissare la conchiglia regalatale da Ryo in Australia, fu così che ebbe l'idea di parlare con lui...sperando che non avesse già letto la lettera.
“Ryo...prova, prova....”
“Ci sono, non c'è bisogno di parlare come se avessi un microfono in mano...”
“Vabbé, sono piccolezze queste. Senti...hai già letto la lettera?”
“In realtà volevo leggerla domani, ma se vuoi posso leggerla adesso...”
“NO!” si affrettò a dire lei “voglio dire, non c'è n'è bisogno, anzi, mi faresti un enorme piacere se la leggessi il tipo il 30 ...ti preego”
“Per me non c'è problema, ma non capisco il perché”
“Ti basti sapere che è qualcosa che potrebbe darti energia... o abbatterti, dipende”
“Questo mi suggerisce di aprirla ora...”
“Ti ho già detto di no Ryota, ok?”
“Uffa, come ti pare!”
“Grazie e buona notte...dato che tra poco crollo!” sbadigliando si addormentò poco dopo aver detto la frase.

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Capitolo 22
*** COTTE SEGRETE ***


~~22. COTTE SEGRETE
Riuji si rigirava tra le coperte, incapace di dormire. Gli mancava, solo un giorno senza di lei e già sentiva la mancanza di Maya. Dopo la morte dei genitori si era ritrovato solo, allontanato da tutti e temuto, costretto a rubare per nutrirsi...poi era arrivata Maya, lei era stata per lui uno spiraglio di luce nell'oscurità. Gli era bastato sentire le sue parole che non esprimevano compassione, né orrore, per essere incuriosito da lei. Si alzò prendendo dal comodino la lettera che le aveva lasciato Maya.

Come sta il mio ometto preferito?
Sei così cresciuto in così poco tempo!!! Quando ti ho incontrato a Parigi e ho sentito nella tua voce solitudine, amarezza e cosa peggiore: rassegnazione.
Eri rassegnato a non avere amici, ad essere temuto da tutti e, come se non bastasse, eri anche morto di fame, bella combinazione non pensi? Ciò nonostante vedevo in te un parte di me, una parte intima che forse avevano visto solo i miei genitori, se non solo mia madre, per questo ho deciso di tenerti con me, anche non sapendo la tua natura.
Mi dispiace di essermi dovuta allontanare, ma era necessario e, visto che sei grande ormai, so che puoi capire.
Tu sei molto forte e me ne sono accorta, è per questo che ti chiedo di vegliare sui nostri amici da parte mia, perché tutti, e proprio tutti, hanno bisogno di una mano. Stai attento soprattutto a Ryota, controlla che non faccia pazzie e stagli attaccato come una sanguisuga, non voglio che faccia azioni avventate durante lo scontro.
Confido in te!!!
La tua sorellona, Maya!
P.S.
Guarda il regalo all'interno della busta ;)

Il bambino seguì le istruzioni e trovò un ciondolo metà rosso e metà oro, era bellissimo.


Maya stava camminando avanti e indietro per la stanza, aspettando l'arrivo di Daniel. Quel ragazzo non si faceva vedere dal giorno prima e lei era davvero preoccupata. Insomma, se lo avessero scoperto, rinchiuso, torturato o peggio ancora, ucciso? Ok, doveva smetterla di farsi tutte quelle seghe mentali e calmarsi.
Non è successo niente, non è successo niente, non è successo nie...
Il rumore della porta ridestò la ragazza dai suoi pensieri e si sentì davvero sollevata nel vedere Dan comparire sull'uscio completamente intatto: niente occhi neri, lividi, ossa rotte...sì sembrava star bene.
-Finalmente! Pensavo ti avesse mangiato il Mezzosangue!
-Ah ah ah, divertente- rispose acido.
-Non stavo scherzando- tagliai corto -Ora ascoltami, ieri ho parlato con Marica e le ho raccontato tutto, il clima com'è là fuori?
-Beh...fa freddo ed è nuvoloso...
-Non parlo del clima atmosferico! Intendo la situazione!
-Potevi dirlo chiaramente...non sospettano di nulla ma se fossi in te starei attento, sono più intelligenti di quanto sembrano. Comunque è preoccupante come un solo giorno qua dentro ti abbia fatto diventare così isterica.
-Quello che è preoccupante qui è la tua smisurata tranquillità. Dimmi un po', quante camomille hai bevuto? 50? 60?
-Tombola!
-60?!
-Ma no, è un modo di dire.
-Uffa sei insopportabile!!!!!!!
-No, sei tu che sei isterica. Ammettilo, ti manca il tuo amore...come hai detto che si chiama? Ryota?
-Sì, Ryota, ma non è il mio amore...
-Dici così ma intanto sei arrossita...ma guarda com'è tenera la nostra Maya innamorata. Dì la verità adesso il tuo cuore sta battendo forte forte e nella tua mente risuona solo un nome, unico e solo: Ryota...oh Ryota, come sei bello! Così virile, mi proteggi sempre e mi leggi nel pensiero. Leggimelo anche ora...ascolta quel che dice il mio cuore, ascolta quanto io ti...
-BASTA, HO CAPITO! E CHE CAVOLO!!!!-  lui sorrise beffardo.
-Quindi lo ammetti?
-Io non ammetto un bel niente. Più che altro, mi sembra di aver letto prima nella tua mente qualcosa come “Magari riesco ad avvicinarmi all'amica di Maya...è carina...” o mi sbaglio?
Lui restò con la bocca aperta, non sapendo come rispondere, ma tanto, anche se avesse negato non sarebbe servito a niente: quella strega avrebbe continuato a leggergli i pensieri.
-Vedo che ci siamo capiti, per sta volta sorvolo sulla parte della strega.
-Allora...me la presenti?
-Certo organizzo un uscita di gruppo...TI SEMBRO NELLE CONDIZIONI DI POTER FARE QUALSIASI COSA?
-Abbassa la voce!!!
-E poi ti ricordo il modo in cui l'hai trattata quando sono arrivata qui. Non sei stato per niente gentile!
-Dovevo interpretare la parte del comandante spietato, no del ragazzino alle prime armi e poi quando una ragazza mi piace tendo a trattarla male, sai per non dare sospetti...- Maya alzò gli occhi al cielo, eccolo lì, classico esempio di un individuo di genere maschile: troglodita, stupido e, come se non bastasse, limitato mentalmente.
-Penso che tu tratti male le ragazze a prescindere...guarda come tratti me! A meno che tu non abbia una cottarella anche per me!
“Sì, e gli asini volano”
-Sì, e gli asini volano-
-Per una volta dici quel che pensi, wow, ne sono sbalordita!
“Anche se devo ammettere che la prima volta che ti ho incontrato qualche pensierino l'ho fatto...”
-Mai e poi mai sarà possibile vederti come una ragazza- disse invece Daniel.
-Smettila di dire una cosa e pensarle un'altra in mia presenza! Comunque da quel che ho capito sei uno sciupafemmine, no? Ryo dice che lo è anche Inal...
-Ma come si permette! Nal è la persona più innocente che abbia mai conosciuto- la ragazza rise pensando che volesse davvero bene al fratello.
-Maya...posso chiederti...se Nal sa che io sono dalla vostra parte?- lei lo guardò intensamente, pensando anche che il soprannome di lui era molto meglio di quello che gli aveva affibbiato lei, poi rispose: -Non lo so...gli ho lasciato una lettere in cui gli ho rivelato tutto, ma non so se l'ha già letta o no.
-Capisco...

Riccardo fissava la lettera datagli da Maya, indeciso se leggerla o meno. Voleva leggerla, ma temeva cosa ci potesse essere scritto...quella ragazzina lo conosceva come le sue tasche e se gli avesse detto di tornarsene a Parigi, lui avrebbe davvero acconsentito alla sua richiesta...no, non lo avrebbe fatto. Aprì la busta.

Heilà, fratello!!!
Lo so, lo so che ti manco un mondo!!!!
Devo dire la verità non ho niente da dirti, non scriverò frasi commoventi, né monologhi noiosi. Tu mi conosci e io ti conosco. Ovviamente mi sentirei molto più tranquilla a tenerti lontano da questa specie di guerra, ma so che non sarebbe giusto.
Solo due cose Rick: sostieni Inal e fatti avanti con Say, siete fatti per stare insieme...dovete sistemare questa faccenda prima del 31.
Ti voglio un bene grande quanto l'universo.
Maya

Riccardo rise tra se, sua sorella era un portento!!! Nella busta un ciondolo metà rosso e metà azzurra. Non era un rossosangue, ma era comunque uno di loro.
Uscì dalla stanza e vide Say entrare in quella di Maya, la seguì sgusciando all'interno senza farsi sentire. Sandra aveva in mano un ciondolo simile a quello che la sorella aveva dato a lui e lo guardava nostalgica.
-Guarda che non è morta- la ragazza sobbalzò e poi alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi.
-E allora perché la sua lettera sembra quasi un testamento?
-Maya è fatta così, se non fa le cose in grande non è lei...
-Ma....mi manca così tanto che...- non riuscì a proseguire. Scoppiò in lacrime singhiozzando come una bambina. Rick le si avvicinò e asciugò quelle gocce che scendevano copiose sulle sue guance.
-Ehi...ehi, calma...ci sono io qui...- erano vicinissimi e il riccioluto non poté fare a meno di trovare invitanti quelle labbra così rosse e carnose. Si avvicinò ulteriormente annullando la distanza e ben presto le loro labbra si unirono in una danza dolce ma allo stesso tempo passionale, il bacio univa i loro cuori, che si univano in un unico battito.

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