La storia di Reghina di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 La principessa degli Tsufuru ***
Capitolo 2: *** Cap.2 A palazzo ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Reghina incontra Re Vegeta ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Reghina sente parlare di Kamy ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 Reghina incontra Radish ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Reghina incontra Bardack ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Yuki e Re Vegeta ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Le colpe degl'inferiori ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Reghina e Sarah ***
Capitolo 10: *** Cap.10 L'aranciata di Sarah ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Reghina scopre di Kamy, la strega ***
Capitolo 12: *** Cap.12 Reghina Vs Veki ***
Capitolo 13: *** Cap.13 Biscotti e battaglie ***
Capitolo 14: *** Cap.14 Tentativo di fuga ***
Capitolo 15: *** Cap.15 La 'favola' di Bardack ***
Capitolo 16: *** Cap.16 La leggenda della luna rossa ***
Capitolo 17: *** Cap.17 La fuga di Vegeta ***
Capitolo 18: *** Cap.18 Luna rossa ***
Capitolo 19: *** Cap.19 Il padre di Calgare ***
Capitolo 20: *** Cap.20 Promesse ***
Capitolo 21: *** Cap.21 Il piccolo Vegeta cresce ***
Capitolo 22: *** Cap.22 Lo scherzetto di Reghina ***
Capitolo 23: *** Cap.23 Vegeta sfida Reghina ***
Capitolo 24: *** Cap.24 La morte di Reghina ***
Capitolo 1 *** Cap.1 La principessa degli Tsufuru ***
Cap.1
La principessa degli Tsufuru
Reghina
sporse le labbra e gonfiò le guance guardando
lo specchio.
La
madre si chinò, i lunghi capelli blu notte
sfiorarono terra.
“Sta
ferma” ordinò. Le agganciò il mantello
rosa sulla
battle suit, prese tra le candide mani sottili le spalline dorate e le
sistemò
sul mantello.
“Suvvia,
fiorellino. Una nobile alla tua età dovrebbe
comportarsi bene” la rimproverò. Reghina
dimenò la coda blu notte lunga tre
volte lei, spostò il peso da un piede all'altro facendo
cigolare le suole degli
stivaletti rosa.
“Non
mi piace il rosa” si lamentò.
La
madre le sistemò il ciuffo di capelli neri dietro
l'orecchio, le passò nuovamente le mani sul mantello.
“A
tre anni una vera saiyan purosangue si veste come
di dovere. Grazie agli Dèi polpi, non siamo come quei
volgari scimmioni”.
Reghina
avvolse per tre volte la coda attorno alla
vita, scosse il capo facendo arruffare i capelli mossi.
“Ma
perché devo vestirmi?” domandò con tono
lamentoso.
La
donna sospirò con forza socchiudendo le labbra
rosse, le passò le mani candide tra i capelli sistemandoli
dietro le orecchie
della bambina e sorrise.
“Quei
buzzurri hanno offerto il loro principe degli
schiavi come segno di tregua. Tu lo sposerai, ed io
controllerò i saiyan”. Le
prese la mano coperta dal guanto, la condusse lungo il corridoio e
Reghina
sbuffò con forza.
“Ma perché
rosa?” domandò, con tono alto. Sentì
ridacchiare, alzò il capo vedendo le
spalle robuste di un saiyan in ginocchio.
Il
saiyan sorrise, si abbassò maggiormente chinando il
capo, l'unico ciuffo nero di capelli oscillò.
“Io
sono Napa, principessina. Ti porterò a palazzo”.
Reghina
lasciò la mano della madre, corse fino
all'uomo e avvolse la coda attorno al suo braccio. Fece leva,
saltò e atterrò
sulla sua testa.
La
madre della bambina scosse il capo, sospirò,
socchiudendo le iridi scure.
“Almeno
avremmo dovuto essere adeguatamente scortate”
si lamentò.
Napa
strinse la bambina con una mano, si piegò
maggiormente verso il basso. “Non le succederà
niente, mia signora” sussurrò,
rauco.
La
donna strinse le labbra rosse, scosse una mano in
aria.
“Me
lo auguro. È la mia unica figlia”.
Napa
annuì, si voltò e spiccò il volo in
direzione del
castello.
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Capitolo 2 *** Cap.2 A palazzo ***
Cap.2
A palazzo
Napa
posò Reghina a terra, si inginocchiò e socchiuse
gli occhi.
“Ora
restate qui, principessina. Vi porterò subito il
re” disse. Si alzò, chinò il capo ed
uscì. Reghina si sfilò il mantello, lo
calpestò ripetutamente e corse verso la finestra.
Alzò il capo osservandone la
maniglia, allungò la coda blu notte e la fece scattare.
Salì sul davanzale,
alzò il capo trovandosi dinnanzi un balcone e avvolse la
coda attorno ad una
delle colonnine in marmo. Fece leva, saltò e
atterrò sul davanzale, dietro una
delle due parti della finestra aperta.
Una
bambina si voltò di scatto, tenendo una sfera di
energia in mano.
“Chi
è là?” chiese.
Reghina
uscì allo scoperto, dimenò la coda e la
legò
attorno alla vita.
“Mi
avevano lasciato sola” disse.
La
bambina abbassò la mano, batté le palpebre.
“Una
bambina”. Sorrise, si avvicinò e si
voltò. “Lory!
Prendi dei biscotti per la nostra ospite!”.
Una
seconda sayan sobbalzò, annuì più
volte e deglutì,
arrossendo.
“Sì,
principessa Veki!”. Veki annuì, vide Lori uscire
e sogghignò.
“Quella
serva non è tanto sveglia” disse.
Reghina
gonfiò le guance, strinse i pugni coperti dai
guanti rosa.
“…E
tu sei cattiva” borbottò.
Veki
strinse le labbra, si passò la mano tra i capelli
a caschetto.
“E tu cosa
sei, eh? Una mezzosangue? Una tsufuru? Un qualche strano incrocio? Non
dovresti
parlare così alla principessa dei sayan”.
Reghina
si sporse sulle punte degli stivaletti, rizzò il
mento.
“Io
sono una principessa! La principessa degli
tsufuru!”.
Veki
sbuffò sonoramente, si lisciò il mantello rosso.
“Tipico.
Avete offerto una tregua perché siamo
migliori di voi. Ti faranno sposare quell'idiota di mio
fratello?”.
Reghina
la spinse con forza, Veki indietreggiò
aggrottando le sopracciglia e Reghina le frustò un braccio
con la coda.
Veki
gemette, creò una sfera di energia e la lanciò
contro la bambina.
Reghina
strillò coprendosi il capo con le mani, sentì
un tonfo e riaprì gli occhi vedendo le gambe di Napa.
Napa
la sollevò, la mise sulla sua spalla e si chinò.
“La
principessina è nostra ospite, principessa Veki.
Non dovreste comportarvi così” disse. Veki
incrociò le braccia.
“Ha
cominciato lei. Io avevo chiesto a Lory di
prendere dei biscotti” borbottò.
Napa
ridacchiò, si alzò.
“Per
fortuna non è successo niente”, disse,
“però ora
andremo dal re e faremo le presentazioni come d'etichetta”.
Aggiunse, severo.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Reghina incontra Re Vegeta ***
Cap.3
Reghina incontra Re Vegeta
Napa
spinse in
avanti Reghina, la bambina gonfiò le guance puntando gli
stivaletti rosa in
terra e dimenò la coda lunga tre volte lei.
Re
Vegeta
socchiuse gli occhi, la guardò e si umettò le
labbra, deglutendo.
Veki
s'inginocchiò portando un pugno al petto.
“Padre”
disse,
gelidamente.
Napa
s'inginocchiò a propria volta mettendo un pugno in terra e
piegando il capo.
“Le
due
principesse hanno insistito per venire insieme”
mentì.
Reghina
incrociò le braccia.
“Non
è vero,
io quella la odio!”.
Veki
alzò il
capo e saltò in piedi, le mani le brillarono di energia.
“Che
hai
detto, sgorbio?”.
Re
Vegeta
strinse i pugni, avanzò ed il mantello rosso
ondeggiò, mostrando un bambino che
stringeva una scimmia di peluche.
“Smettetela!”,
ordinò, “Veki, siamo qui per presentare tuo
fratello alla principessa, non per
proseguire inutili guerre”.
Veki
abbassò
il capo, si morse il labbro.
“È
solo uno
stupido moccioso” borbottò.
Napa
le mise
due dita sulla spalliera della battle suit.
“Non
parlate
così” sussurrò.
Il
bambino
tolse dalla bocca la mano del peluche, le guance rosa erano tonde e i
capelli a
fiamma oscillavano.
“Io tono un pincipe!” disse.
Reghina
lo
guardò, inarcò un sopracciglio aggrottando la
fronte e storse le labbra.
“Ma è piccolo per me”
si lamentò.
Re
Vegeta
fece un passo avanti nascondendo il figlio dietro la gamba.
“Ha
due anni
meno di voi. Crescendo non si noterà”.
Guardò
la
bambina mordicchiarsi il labbro, arricciando un ciuffo nero dai
riflessi blu
notte tra le dita guantata di rosa, deglutì e
abbassò il capo.
<
È
uguale alla madre > pensò. Inspirò,
espirò e rizzò la schiena.
“Per
ora
starete a palazzo. Quando sarà il momento, inizierete a
frequentarvi”.
Veki
roteò
gli occhi, strinse la coda alla vita.
“Cioè
quando
Vegeta avrà tolto il pannolino”
sussurrò.
Napa
tossì
rumorosamente, si alzò in piedi e prese le bambine una per
ogni mano.
“Le
accompagno io!” esclamò, a tono alto.
Reghina
gli
strinse il dito, sporse il capo intravedendo la chioma del piccolo
principe.
Il
bambino
sporse a sua volta il capo, tolse di bocca il braccio della scimmia di
peluche
e lo agitò a destra e sinistra.
Reghina
sorrise, ricambiò il saluto e seguì Nappa fuori
dalla stanza.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Reghina sente parlare di Kamy ***
Cap.4
Reghina sente parlare di Kamy
Napa
sospirò, spinse Veki nella stanza e si voltò
verso destra abbassando il capo.
“Mi
raccomando, Lory. Dovresti occuparti tu della principessa”.
Lory
avvampò, intrecciò le mani e annuì
ripetutamente, deglutendo.
“È-È-È
us-usci-uscita
prim-prima che io ...”.
Veki
grugnì,
tiro dentro per la manica la serva e scosse il capo facendo ondeggiare
il
caschetto moro.
“Ignoralo.
Andiamo ad allenarci” ordinò.
Napa
sospirò, indietreggiò e porse la mano a Reghina.
Reghina
guardò la porta chiudersi, prese il dito di Napa e si
scostò dalla parete
dimenando la coda blu notte.
“Sono
tutti
così cattivi?” chiese.
Napa
ridacchiò, scosse il capo avanzando nei corridoi.
“La
principessina non è cattiva... E poi ci sono altre
bambine”.
Reghina
alzò
il capo, le iridi nere le brillarono e sporse le labbra.
“Uguali
a
chi?”.
Napa
si
grattò l'unico ciuffo nero, dimenò la coda
mugugnando.
“Beh,
la
figlia del generale Bardack è uguale a sua moglie,
credo”.
Reghina
sporse la schiena, saltellò tenendo il capo sollevato e il
collo teso.
“Chi
è
Bardack?” domandò.
Napa
sospirò, aprì la porta di una stanza e fece
entrare la bambina.
“Un
valoroso
sayan con una famiglia molto numerosa. Una delle sue bambine vive qui,
ha quasi
la tua età”.
Reghina
corse
verso il letto, afferrò il pomello della spalliera con la
coda e fece leva
salendo sul materasso. Sfilò gli stivali e i guanti rosa,
mugulò.
“Mamma
dice
che non esistono sayan valorosi”.
Napa
aprì la
bocca, la richiuse, sfregò i denti e passò la
mano tra i capelli della bambina.
“Non
pensateci, principessina. Ora cercate solo di riposare, avrete tempo di
conoscere
la valorosa corte del Re”. Fece un inchino, si
voltò e uscì, chiudendo la
porta.
Reghina
gonfiò le guance, si guardò intorno e
saltò giù dal letto. Salì sul
davanzale
della finestra, spinse aprendola e sorrise.
<
Ho
tempo ora > si disse.
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Capitolo 5 *** Cap. 5 Reghina incontra Radish ***
Cap.
5 Reghina incontra Radish
Reghina
avanzò radente al muro camminando sulle punte
dei piedi, la punta della coda attorcigliata attorno alla vita
ondeggiava su e
giù. Vide delle guardie passare davanti al corridoio,
trattenne il fiato
chiudendo con forza gli occhi e udì i passi allontanarsi.
Riaprì gli occhi,
corse in avanti e imboccò la scalinata. Salì i
primi gradini a gattoni, guardò
verso l'alto intravedendo altre file di scale.
“Ehi!”
sentì urlare.
Radish
le apparve dinnanzi, la afferrò per i capelli
mossi e la sollevò.
Reghina
urlò e scalciò dimenando le mani. Sciolse la
coda dalla vita, la sbatté in faccia al sayan e quello la
lasciò andare
coprendosi gli occhi.
Reghina
gli passò sotto le gambe, allungò la coda
afferrando con l'estremità il corrimano della scalinata
superiore e fece leva
finendoci sopra. Sciolse la coda, saltò giù e
continuò a salire le scale
correndo a gattoni.
Radish
le riapparve davanti, le afferrò la coda e la
sollevò.
“Qui
non si può andare” disse.
Reghina
mugolò, la testa le ricadde in avanti
ciondolando e sentì le orecchie fischiare.
“Lasciami!”
si lamentò.
Radish
si alzò in volo, raggiunse la base delle scale,
proseguì nel corridoio e posò la bambina in terra.
“Come
se non bastasse mia sorella a gironzolare. Non
ti hanno detto che non si va ai piani superiori, né
fuori?”.
Reghina
rizzò la schiena, legò la coda alla vita e
indurì lo sguardo; le iridi nere brillarono di riflessi blu
notte.
“Sono
la principessa degli tsufuru, vado dove voglio!”.
Radish
si piegò poggiando le mani sulle ginocchia,
inarcò un sopracciglio.
“Ah,
quindi sei tu la principessina di cui parlava
Napa, eh?” chiese. Si passò la mano tra i lunghi
capelli, si rizzò ed incrociò
le braccia.
“Beh,
principessina, mi dispiace, ma le scale non si
salgono”.
Reghina
gonfiò le guance, sporgendosi sulle punte.
“E perché?”.
Radish
grugnì, la afferrò per il retro della tuta,
sollevandola.
“Perché
lì non c'è proprio niente e nessuno, quindi
non ci si può andare”.
Reghina
dimenò le gambe, agitò le mani riempiendo di
pugni il braccio di Radish e scosse il capo.
“Se
non c'è niente allora posso andarci!” si
lamentò.
Radish
proseguì lungo il corridoio, roteò gli occhi
sbuffando.
“No,
non si va nei posti dove non c'è niente” disse.
La tirò su, la guardò e strinse le labbra.
“Potrei
portarti da mia sorella Kamy, o dalla
principessa Veki con Lory. Sono bambine come te, molto meglio dei posti
senza
niente e nessuno”.
Reghina
voltò il capo, gli morse con forza il braccio
e Radish gemette lasciando la presa. Reghina saltò
giù, corse nel corridoio e
svoltò un angolo.
“Dannata
ragazzina!” sentì strillare. Incassò il
capo
tra le spalle, ridacchiò e continuò a correre nel
corridoio.
<
Io dalla principessa antipatica non ci torno!
> pensò.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Reghina incontra Bardack ***
Auguro
buona Pasqua a tutti i lettori!
Cap.
6
Reghina incontra Bardack
Reghina
sospirò scivolando lungo una colonna, si sedette ai suoi
piedi e poggiò il capo
contro di essa.
“Però
secondo me se non c'era niente allora potevo andarci”
borbottò.
“Eccola
qua”
sentì dire. Scattò in piedi, Bardack mise le mani
avanti e sogghignò
socchiudendo gli occhi.
“Piano,
principessina. Sono tre giorni che ti cerchiamo”.
Reghina
gonfiò le guance, dimenò la coda e
osservò lo scuoter dell'uomo acceso.
“Bari
con
quello” borbottò.
Bardack
scosse la mano in aria e altri cinque sayan alle sue spalle si
allontanarono,
si inginocchiò piegando il capo.
“In
guerra
ogni mezzo è permesso. Il tuo popolo dovrebbe saperlo
bene”.
Reghina
alzò
il capo, socchiuse gli occhi indurendo lo sguardo e rizzò la
schiena con le
spalle tese.
“Noi
siamo
gli eletti. Lo dice la mamma”.
Bardack
socchiuse gli occhi, spense lo scuoter e sospirò.
“Ed invero le somigli, principessina. Il
nostro principe non è stato fortunato”.
Reghina
batté
le palpebre, lasciò pendere le braccia e sporse le labbra.
“Il
bambino?” chiese.
Bardack
si
mise seduto con un ginocchio piegato, indicò alla bambina
accanto a sé.
“Voi
tsufuru
avete un'aura molto più alta dalla nostra, è una
gerarchia molto più rigida. Se
gli Dèi polpi vogliono che questa alleanza vada a buon fine,
sconfiggeremo di
sicuro Freezer e suo padre, ma ci troveremo di nuovo con i vecchi
tiranni a
tenerci i collari”. Reghina si sedette accanto alla gamba
dell'uomo, aggrottò
la fronte, sporgendo le labbra.
“Parli
più
difficile di mamma” si lamentò.
Bardack
ridacchiò, le scompigliò i capelli.
“Una
delle
mie figlie ha un anno meno di te, ma gli altri sono quasi tutti
grandi”.
Reghina
sgranò gli occhi socchiudendo la bocca.
“Allora
tu
sei Bardack?”.
Bardack
rise
gettando il capo all'indietro, facendo oscillare i capelli a cespuglio.
“Scommetto
che Napa e mio figlio Radish ti hanno parlato di me!”.
Reghina
ridacchiò, scosse il capo.
“Solo
Nappa.
L'altro dev'essere quello da cui sono fuggita” disse.
Bardack
sospirò scuotendo la testa, scrollò le spalle.
“Lasciamo
stare”, decise, “hai presente la principessa Veki?
So che ti è antipatica, ma
hai notato la sua serva?”.
Reghina
mugugnò, annuì portandosi il dito in bocca.
“La bambina sempre zitta?”.
Bardack
socchiuse gli occhi, guardò il cielo.
“Spesso,
chi
è stato schiavo come la principessa Veki, poi si fa degli
schiavi, perché vuole
dimostrare di essere libero” spiegò. Le iridi si
fecero liquide, deglutì. “Oppure
si cercano un nuovo padrone”.
Reghina
succhiò la punta del dito, mugugnò e si mise a
gattoni.
“Il
Re
voleva quel Freezer come nuovo padrone e ne vuole uno anche per il
Principe?”
chiese.
Bardack
scosse il capo, abbassò lo sguardo e annuì.
“Già...
E ha
scelto la figlia della nostra vecchia signora”.
Reghina
aggrottò la fronte, Bardack si alzò e incrocio le
braccia.
“Ora
vai,
principessina. Sarà meglio che torni in stanza, il Re ti
cercherà lì e deve
trovartici”. Si voltò e si allontanò.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Yuki e Re Vegeta ***
Cap.7
Yuki e
Re Vegeta
Reghina entrò nella camera, infilò gli stivaletti
rosa ed i guanti dello stesso
colore, afferrò il mantello stendendolo sul pavimento e vi
si mise sopra. Si
sedette a gambe incrociate, dimenando la lunga coda blu notte e
fischiettò
guardando il soffitto.
La
porta si
spalancò di scatto, Re Vegeta sgranò gli occhi e
sospirò.
"Come promesso, vostra figlia è in stanza, Milady Yuki"
disse. Si
voltò, porse la mano alla donna che avanzò,
seguita dal principino Vegeta con il
peluche Asperigus tra le braccia.
Reghina
si
mise in piedi e sorrise, dilatando gli occhi dalle iridi nere.
"Madre!" trillò, allungando le mani verso di lei.
Yuki
si
chinò, sospirò passandole le mani tra i capelli
mossi e scosse il capo.
"Oh, Vegeta, come hai permesso che fosse sola?" chiese. Fece avanzare
la bambina, prese il mantellino e lo gettò contro il Re.
"Qualcuno
dovrebbe occuparsi delle esigenze della principessa!".
Re
Vegeta
strinse le labbra, afferrò il mantellino ed
annuì, chinando il capo.
"Avete perfettamente ragione, mia signora. Perdonate".
Il principe Vegeta nascose il capo dietro il peluche, stringendo tra le
labbra
una delle zampe. Reghina gli si avvicinò, gli avvolse la
coda attorno agli
occhi.
"Non guardare" sussurrò.
Yuki
scosse
il capo, prese la mano al Re.
"Voi schiavi rimanete sempre così volgari, anche se ora
credete di essere
superiori" disse. Re Vegeta lanciò un'occhiata al figlio
immobile dietro
il peluche, strinse i pugni e grugnì.
"Ormai noi ...".
Yuki
sorrise, fece un passo avanti socchiudendo gli occhi; che brillarono di
rosso.
"E dimmi, la mia piccola Veki?
Era una schiava così dolce".
Re
Vegeta
s'irrigidì, afferrò la mano della donna e la
baciò.
"Sempre lieta di occuparsi di vostra figlia, mia signora"
sibilò, a
denti stretti.
Yuki
abbassò
la mano, si voltò verso Reghina.
"Lascia quel pezzente e vieni qui a dirmi come vanno le cose".
Reghina
slegò la coda da attorno agli occhi di Vegeta, il bambino
spalancò gli occhi e
la guardò con le labbra sporte.
Reghina
avanzò verso la madre, allungò la coda fino al
bambino e Vegeta sorrise. Fece
scontrare la coda del pupazzo con quella della bambina ripetutamente.
Yuki
sospirò, scuotendo il capo, si portò una mano
alla testa.
"È assurdo… Così volgare" si
lamentò.
Re
Vegeta
strinse le labbra, raggiunse il figlio e lo tirò indietro.
"Crescerà" promise.
Yuki
annuì e
sorrise.
"E sarà meglio che la
prossima
volta io trovi mia figlia in luoghi degni di lei". Si chinò,
baciò la
fronte di Reghina e le sistemò la frangia.
"Se qualcosa non ti piace, il Re sarà al tuo servizio.
Capito?"
chiese.
Reghina
annuì, arrotolò la coda attorno alla vita.
"Sì, madre" rispose.
Yuki
si
rizzò, raggiunse il re e gli porse la mano.
"E ora accompagnami a casa"
ordinò.
Re
Vegeta strinse le labbra, deglutì.
"Certo, mia signora".
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Capitolo 8 *** Cap.8 Le colpe degl'inferiori ***
Cap.8
Le colpe degl'inferiori
Reghina
corse per il corridoio, voltò indietro
il capo sentendo dei passi e arrotolò la coda due volte
intorno alla vita.
“Vieni
qui!” urlò Radish.
Reghina
ridacchiò, salì delle scale e vide Napa
volare sopra di lei. Si morse il labbro, afferrò il
corrimano con la coda e vi
salì sopra, scivolò verso il basso.
“Non
fartela scappare di nuovo!” gridò Napa.
Reghina
corse nel corridoio, svoltò un altro
angolo e andò a sbattere.
Lory
urlò, cadde in terra facendo
rovesciare una bacinella d'acqua.
Reghina
si alzò, i capelli neri
bagnati le aderivano alla tutina nera, scosse il capo socchiudendo gli
occhi e
raggiunse la schiava.
“Stai
bene?” chiese.
Lory
scosse il capo, si mise in piedi ed
arrossì.
“Scu-Scusate...”
mormorò.
La
porta si aprì, Lory sgranò gli occhi
scattando in piedi.
Veki
uscì, guardò la bacinella e
strinse le labbra.
“Sei
sempre imbranata, Lory”.
Reghina
si voltò, strinse i pugni e avanzò.
Afferrò la bacinella, la tirò contro Veki.
Veki
sgranò gli occhi, colpì la
bacinella con una sfera d'energia facendola esplodere.
“Ma sei
scema?” urlò.
Reghina
gonfiò le guance, dimenando la coda.
“Le
sono andata addosso io!”.
Lory
abbassò il capo, si morse il labbro
sbiancando.
“È
colpa mia. Dovrei stare più attenta”
mormorò.
Reghina
si voltò di scatto facendo sbattere i
capelli sui fianchi.
“Ma non
è vero!”.
“ECCOLA!”
urlarono Napa e Radish.
Napa
raggiunse Reghina e la sollevò, Radish
guardò le altre due.
“Che
facevate?”.
Veki
scrollò le spalle.
“Lory
ha fatto rovesciare l'acqua che mi stava
portando per degli allenamenti e ha bagnato Reghina”.
Reghina
dimenò le gambe, agitando le mani in
aria.
“Non
è vero! Sono io che le sono andata
addosso!”.
Napa
sospirò, mise la bambina sul collo e
incrociò le braccia.
“La
colpa è sempre di chi è di classe inferiore,
principessina” disse.
Lory
annuì, si mise dietro Veki; i capelli le
gocciolavano sui vestiti e aveva la coda bassa.
“Pulirò
e prenderò altra acqua” mormorò.
Napa
annuì.
“Radish
ti aiuterà”.
Radish
inarcò un sopracciglio, grugnì vedendo l'acqua
in terra e Lory tremare, sospirò.
“Ma certo.
Ci pensiamo noi principessa Veki, e principessina Reghina”.
Reghina
aprì la bocca, Napa la afferrò e la
condusse nei corridoi.
Reghina
gli morse la mano
dimenandosi, Napa sospirò posandola a terra.
“Piccola
mia, la schiavitù è stata abolita, ma
alcuni saiyan lo sono ancora. Sta attenta a quel che dici, o avrai la
vita di
Lory sulla coscienza”.
Reghina
gonfiò le guance, ed abbassò il capo.
“Ma non
è giusto”.
Napa
le scompigliò i capelli bagnati.
“Neanche
che tu sia così bagnata. Andiamo a
sistemarci”.
|
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Capitolo 9 *** Cap.9 Reghina e Sarah ***
Cap.
9 Reghina e Sarah
Reghina gattonò lungo il corridoio, la luce delle due lune
filtrava dai vetri
colorati illuminando davanti a sé. Salì a gattoni
le scale, sventolando la coda
lunga tre volte il normale; i capelli neri le aderivano alla
battle-suite dello
stesso colore.
<
Voglio vedere cosa nascondono nella torre
> pensò.
Raggiunse
la cima delle scale, alzò il capo
vedendo tre saiyan davanti ad una porta. Si morse il labbro,
arrotolò la coda
alla vita.
<
La mamma non vuole che io combatta > si
disse.
Gattonò
all'indietro, gli stivaletti rosa fecero
il rumore di un cigolio mentre scendeva il gradino.
Due
saiyan attivarono i rilevatori
guardandosi intorno.
“Intruso!”
avvisò il primo.
Reghina
si alzò di scatto, fece tre passi
indietro e sbatté contro una delle guardie.
“È
una tsufuru!” strillò questa.
Reghina
scattò in avanti, passò sotto le gambe
di una guardia.
Questa
allungò la mano verso di lei,
la bambina la frustò con la coda e arrotolò
quest'ultima intorno alla vita
correndo nel corridoio.
“Prendetela!
Vogliono rapire la regina!”.
Reghina
corse lungo il corridoio, lanciò la coda
sul corrimano di una rampa di scale e ve la avvolse, fece leva e vi
salì sopra.
Vide le guardie volare verso di lei, corse sul corrimano e raggiunse
una porta.
Arrotolò la coda attorno alla maniglia, la aprì
ed entrò, la porta si chiuse
con un tonfo alle sue spalle.
Una
sfera d'energia illuminò la
stanza, Reghina batté le palpebre.
“Chi
sei, bambina?” chiese Sarah.
Reghina
alzò il capo, spalancò gli occhi e la
bocca vedendo la donna.
“Bella”
mormorò.
Si
sentì bussare ripetutamente, Sarah guardò la
bambina e spense la sfera.
“Sotto
al letto, di corsa” ordinò.
Reghina
obbedì, le guardie entrarono.
“Mia
signora, una tsufuru si è infiltrata al
castello. Pensiamo mirino a voi” disse la guardia.
Sarah
incrociò le braccia socchiudendo gli
occhi.
“Sono
la regina dei saiyan, saprò pur tenere a
bada uno tsufuru da sola” disse.
Una
seconda guardia si portò la mano al petto.
“Nonostante
ciò, vi preghiamo di fare
attenzione” disse.
Le
guardie uscirono, Sarah strinse i pugni.
<
Pensano che io sia al livello di una
qualsiasi terza classe > si disse.
Si
abbassò, guardò le iridi nere di Reghina ancora
nascosta e accennò un sorriso.
“Che
ne dici di uscire e raccontarmi come va il
mondo lì fuori?” propose.
Reghina
sorrise, uscì fiori e saltò sul letto.
<
Ho trovato qualcuno di simpatico! >
pensò.
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Capitolo 10 *** Cap.10 L'aranciata di Sarah ***
Cap.10
L'aranciata di Sarah
"Se
scoprono che vai dalla regina Sarah si
arrabbieranno" disse Napa.
Reghina
strinse il bicchiere colmo d'aranciata,
sporse le labbra, dondolando le gambe.
"Io
non ci vado nella torre da grande"
si lamentò.
Napa
sospirò, si passò la mano sul capo e
dimenò
la coda ticchettandola sulla testa della bambina.
"Il
principino non...".
"Napa!".
Napa
sgranò gli occhi voltandosi di scatto,
Vegeta inciampò nel mantello rosso cadendo in avanti;
rotolò insieme al peluche
a forma di scimmia e cadde seduto, stringendolo.
"Napa!"
chiamò ancora.
Napa
lo tirò in piedi, gli sistemò il mantello.
"Principino,
che fate da solo?".
Vegeta
sporse le labbra gonfiando le guance,
sporse il peluche mostrando una cucitura da cui sporgeva della lanetta
bianca.
"Lotto".
Reghina
sporse il capo a destra, a sinistra,
saltò giù dal letto e raggiunse i due.
"Secondo
me è stata Veki" sancì.
Vegeta
la guardò, le sorrise e annuì
vigorosamente facendo oscillare i capelli a fiamma. Napa
sospirò, prese il
peluche.
"Ora
lo riparo" promise.
Vegeta
annuì ancora, incrociò le braccia al
petto e sporse le labbra facendo un broncio. Reghina gli
girò intorno, mugolò e
gli porse il bicchiere.
"Tieni"
disse.
Vegeta
batté le palpebre, prese il bicchiere con
entrambe le mani.
"Pecché?"
chiese.
Reghina
dimenò la cosa lunga due volte il normale,
sorrise, stringendogli le mani.
"Te
l'ha mandata la tua mamma, ma è un
segreto!" disse.
Vegeta
sgranò gli occhi e la bocca, sorrise
ampiamente e strinse il bicchiere al petto.
"Davvelo?"
chiese.
Reghina
mise la mano sul cuore, annuì e sorrise.
"Non
si dicono le bugie ai principi!"
esclamò.
Vegeta
annuì, le baciò la guancia con uno
schiocco e si voltò.
"Napa,
brigati!".
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Capitolo 11 *** Cap.11 Reghina scopre di Kamy, la strega ***
Cap.11
Reghina
scopre di Kamy, la strega
“Prima
o poi
scopriranno che mi vieni a trovare, piccolina” disse Sarah.
Reghina
gonfiò le guance, dondolo le gambe battendo i talloni degli
stivaletti rosa
contro il bordo del letto.
“Veki
se l'è
di nuovo presa con Lory” si lamentò.
Sarah
le
scompigliò i capelli scuri, socchiuse le iridi ambra,
porgendole un bicchiere
d'aranciata.
“Hai
di
nuovo litigato con lei?”.
Reghina
prese il bicchiere, bevve il contenuto e sbuffò.
“È
lei che
comincia. Fa finta che le piacciano i bambini, ma insulta
tutti!”.
Sarah
strinse le labbra, sospirò sedendosi davanti alla bambina.
“Se
la
prende anche con il mio piccolo Vegeta?” domandò.
Reghina
annuì ripetutamente, la frangia nera dai riflessi blu notte
le batteva contro
la fronte.
“Radish
ha
detto che se la prende anche con sua sorella Kamhara, ma
che però poi Veki chiede sempre scusa!”.
Sarah
inarcò
un sopracciglio incrociando le braccia al petto.
“Forse
la
bambina è la strega della sua generazione. Non la terrebbero
a palazzo,
altrimenti”.
Reghina
sporse le labbra, allungò il bicchiere verso Sarah e
batté le palpebre.
“Vuol
dire
che fa le magie?”.
Sarah
ridacchiò, si voltò e prese una caraffa di
aranciata, le riempì il bicchiere e
dimenò la coda marrone scuro.
“Hanno
i
poteri negli occhi, bambina mia. Se il colore cambia, possono
influenzarti”.
Reghina gonfiò le guance, grugnì bevendo
l'aranciata e dimenò la coda lunga tre
volte lei con forza.
“Antipatica”
borbottò.
Sarah
scosse
il capo, ticchettò con il piede in terra.
“Non
per
forza. Anche Nappa è uno stregone, sai? Però
è simpatico”.
Reghina
sporse le labbra, guardò il bicchiere mezzo pieno e
mugugnò.
“Lo
dico a
Vegeta, così controlla che alla strega non cambino gli
occhi!” esclamò. Saltò
in piedi, afferrò il manico della caraffa con la coda e se
la portò al petto.
“Nessuno deve influenzare i principi, neanche chi ha la magia
negli occhi!”
sancì.
Sarah
scosse
il capo sorridendo, sospirò ed annuì.
“Va
bene. Ma state attenti quando
giocate”.
Reghina
gonfiò le guance, alzò il mento.
“Noi
non
giochiamo. Noi andiamo in missione!”.
Sarah strinse le labbra, le
aprì la porta.
<
Spero che
Bardack e le guardie li tengano d'occhio > pensò.
Guardò la bambina correre
via, sospirò.
<
Hanno
preso i loro giochi troppo sul serio >.
|
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Capitolo 12 *** Cap.12 Reghina Vs Veki ***
Cap.12
Reghina Vs Veki
Napa
spinse Reghina in avanti, la bambina gonfiò
le guance facendo un passo di lato.
“Non
voglio allenarmi”.
Veki
sogghignò guardandola dall'alto in basso,
roteò gli occhi e incrociò le braccia.
“È
troppo piccola per combattere… E poi non sa
farlo”.
Reghina
aprì la bocca, Napa le mise una mano
sulla spalliera rosa e sorrise.
“Non
potete continuare a litigare. È un anno che
andate avanti così. Un bello scontro risolverà la
cosa una volta per tutte”.
Reghina
dimenò la coda lunga quattro volte lei,
scosse ripetutamente il capo.
“La
mia mamma non vuole che combatta”.
Veki
ridacchiò, si chinò con il capo verso Lory
e socchiuse gli occhi scuri.
“Questo
perché gli tsufuru non sanno farlo”
sussurrò.
Lory
arrossì abbassando il capo, intrecciò le
mani tra loro deglutendo.
“No-non
è cor-corte-cortese” balbettò.
Reghina
strinse i pugni, si morse il labbro e
grugnì sbuffando.
“Poi
però non piangere da tuo padre!”.
Veki
si legò la coda attorno alla vita, tolse i
guanti e li lanciò a Lory, ghignò.
“Solo
se tu non vai a piangere dalla mammina”.
Reghina
lasciò cadere il mantello rosa in terra,
sfilò gli stivaletti rosa, e Napa la lasciò.
“Niente
sfere d'energia. Dev'essere uno scontro
alla pari”.
Indietreggiò,
si accostò alla parete di fianco
alla porta aperta ed incrociò le braccia.
<
Così forse quella donna smetterà di
ossessionare il Re > si disse.
Reghina
balzò in avanti, Veki schivò il colpo
abbassandosi e Reghina le atterrò alle spalle acquattata;
colpì il calcagno di
Veki con un calcio a piedi uniti, Veki scivolò in avanti e
Reghina balzò
nuovamente all'indietro.
“Vuoi
aiuto dalla tua serva per stare in piedi,
principessa?” chiese.
Veki
si voltò di scatto tirando un pugno,
Reghina spostò il capo e le ruotò attorno.
“Un
po' più a destra” suggerì.
Veki
sfregò i denti tra loro, prese a tirare una
serie di pugni ripetutamente.
“Non
fare l'arrogante con me, bambinetta!”.
Reghina
si muoveva a destra e sinistra
schivando, molleggiava sulle punte dei piedi nudi oscillando il capo.
Saltò,
mise la mano aperta sul capo di Veki e spinse con tutto il peso. Veki
strillò
cadendo in terra, Lory urlò coprendosi la bocca e Napa si
scostò dal muro. Reghina
atterrò sulle punte dei piedi, sorrise e
intrecciò le mani dietro la schiena.
“Bada
a come parli tu…”, ghignò,
“schiava”.
Veki
si mise in ginocchio e le tirò una serie di
sfere di energia formando una nube di fumo. Napa corse in avanti,
afferrò Veki
per le spalle.
“Siete
impazzita?” urlò.
Lory
corse verso la porta.
“Chiamo
Bardack!” esclamò.
Uscì,
Napa lasciò Veki e Veki ansimò stringendo
i pugni.
La
nube si diradò, Reghina scosse il
capo facendo ondeggiare i lunghi capelli blu notte, le iridi le
scintillavano
dello stesso colore.
“Ora
sono arrabbiata” sibilò.
Napa
sgranò occhi e bocca, indietreggiò
deglutendo ed il sudore gli scese lungo il volto. Veki sentiva i
muscoli tesi,
le gambe le tremavano e percepiva il battito accelerato.
Reghina
avanzò, udì un tonfo e alzò
il capo.
Vegeta
sgranò gli occhi, raccolse
Asperigus da terra e corse via.
Reghina
rilassò le spalle, le iridi e
i capelli tornano neri e lei corse nel corridoio.
“Vegeta!”.
Il
bambino strinse a sé il peluche avvicinandosi
al bordo delle scale, incassò il capo tra le spalle e
gonfiò le guance.
“Non
avvicinarti!” esclamò.
Reghina
si morse il labbro, dondolò sul posto
mugolando.
“Anche
la mamma non vuole che lo faccio”,
mormorò, “… però
è stata Veki. È sempre Veki”.
Vegeta
si sedette sul gradino stringendo al
petto il peluche, sporse le labbra ondeggiando la coda.
“Anche
con me è cattiva” ammise.
Reghina
avanzò, sciolse la coda dalla vita e
l'allungò fino al volto del bambino carezzandogli la guancia.
“Ti
ho fatto paura?”.
Vegeta
le schiaffeggiò la coda, gonfiò le guance
e scosse il capo.
“Il
principe dei Saiyan non ha paura” dichiarò.
Reghina
ritirò la coda, sorrise, piegando il
capo.
“Quindi
non gli serve andare dalla mamma?”.
Vegeta
alzò il capo di scatto dilatando gli
occhi, si mise in piedi e la guardò.
“Puoi?”.
Reghina
annuì, dimenò la coda e si leccò le
labbra.
“Però
non essere arrabbiato”.
Vegeta
mugugnò, annuì e strinse Asperigus con
entrambe le manine.
“…E tu
però non combattere più in quel modo!”
ordinò.
Reghina
gli afferrò il polso con la coda, lo
tirò verso di sé e sorrise prendendogli la mano.
“La
prossima volta la uccido solo ad insulti,
promesso!”.
Vegeta
sbuffò, le strinse la mano tenendo
Asperigus con l'altra.
“Non
intendevo proprio quello” borbottò.
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Capitolo 13 *** Cap.13 Biscotti e battaglie ***
Cap.13
Biscotti e battaglie
Reghina
mise
in bocca un biscotto, ondeggiò i piedi nel vuoto guardando
verso il basso;
soldati Sayan si allenavano nel cortile sotto il balcone, i suoni
giungevano
ovattati.
Vegeta
strinse al petto Asperigus, prese un biscotto dal piattino poggiato tra
loro e
si umettò le labbra.
"Io
li
batto tutti" dichiarò.
Reghina
annuì, strinse maggiormente la presa della coda attorno al
bordo
dell'inferriata su cui erano seduti; ingoiò un biscotto e
delle briciole le
ricaddero tra i capelli neri.
"I
principi sono più forti di tutti. Tranne che delle
principesse".
Vegeta
dimenò la coda marroncina e strinse il biscotto tra i
guanti, lo guardò fisso
sporgendo le labbra.
"Se
la
mamma batteva papà, non era nella torre" protestò.
Reghina
mugugnò, guardò in basso osservando i Sayan
mettersi in coppie per simulare
degli scontri; scrollò le spalle sottili e si
voltò verso Vegeta.
"La
mia
mamma dice che una signora non combatte".
Vegeta
le
lanciò un'occhiata, mugugnò e succhiò
il biscotto inumidendolo. Lo tolse dalla
bocca, lo avvicinò al peluche e lo poggiò su di
esso.
"Perché
diventate blu?" domandò.
Reghina
ridacchiò, annuì e si allontanò una
ciocca di capelli neri dai riflessi blu che
le era finita davanti l'occhio.
"Credo
di sì. Però non tutte. Le donne hanno tanti
poteri nascosti.
Mamma
dice
che quando crescerò mi farà vedere l'arma
più potente delle donne".
Vegeta
rabbrividì, mordicchiò il biscotto e
incassò il capo tra le spalline bianche
che gli reggevano il mantellino, deglutì pesantemente.
"La
sorella di Radish ha i poteri, ma non sono blu".
Reghina
sollevò lo sguardo verso il cielo, osservando i due soli
vicini alla linea
dell'orizzonte.
"Voglio
conoscerla. Forse può insegnarmi la magia!".
Vegeta
sgranò gli occhi onice, strinse Asperigus nascondendosi
dietro il peluche e
negò ripetutamente.
"Il
tuo
va già bene così!" strillò.
Reghina
lo
guardò, rise e guardò il piattino dove restavano
due biscotti, si mise in piedi
e slegò la coda.
"Andiamo
a prendere altri biscotti da tua madre. Magari può
insegnarci come si
fanno!".
Vegeta
sospirò di sollievo, si mise a propria volta in piedi
facendo cadere
sull'inferriata delle briciole e saltò in terra, atterrando
sul balconcino.
"Se
impari a cucinarli, ti sposo davvero" dichiarò.
Reghina
sgranò gli occhi, arrossì e si morse il labbro.
Scese a propria volta e gli
fece cenno di seguirla.
"Lo
farò, principe!".
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Capitolo 14 *** Cap.14 Tentativo di fuga ***
Cap.14
Tentativo di fuga
Reghina
strinse
i rilevatori nelle mani, guardò oltre l'angolo osservando
delle guardie che si
dividevano per i corridoi.
"Ha
di
nuovo preso i rilevatori!" strillò una donna.
"Come
ha fatto questa volta?!" sbottò un uomo.
Reghina
sogghignò, mise i rilevatori nelle tasche della battle suit
nera e si voltò.
Corse fino alle scale, salì una rampa saltando i gradini a
due a due.
<
Oggi
niente mi impedirà di uscire! > pensò.
Proseguì
con
un sorriso, sgranò gli occhi e vide Bardack che teneva le
mani sui fianchi. Si
fermò, incassò il capo tra le spalle e Bardack si
mise in ginocchio.
"Sapete
cosa succede ora, vero?" chiese.
Reghina
gonfiò le guance, Bardack la prese in braccio e la
portò fino alla stanza della
bambina. Poggiò Reghina sul letto.
"Dovete
smettere di scappare, principessina. Finché giocate nel
castello è ancora
sicuro, ma se per caso usciste fuori sarebbe pericoloso, e mettereste
anche me,
Napa e Radish in una brutta posizione" disse.
Reghina
dimenò la lunga coda blu notte gonfiando le guance,
dondolava le gambe dal
bordo del letto battendo gli stivaletti rosa contro le coperte.
"Qui
è
noioso! Ho promesso a Vegeta di non allenarmi, Veki è
cattiva e Lory è sempre
con lei!", protestò, "… e tu non mi presenti tua
figlia e non posso
giocare con nessuno, quindi è ovvio che scappo!".
Bardack
sospirò, si mise seduto e si piegò verso di lei
sorridendo paterno.
"Facciamo
così, piccola principessa. Se starai buona, ti
racconterò delle storie
Sayan".
Reghina
sollevò la testa e storse il labbro.
"Quanto
buona?".
Bardack
scosse la testa.
"Solo
un pochino" disse.
Reghina
mugugnò, guardò in basso e strinse gli occhi.
Alzò la testa, annuì e sorrise
ampiamente.
"Allora
va bene. Però tutti i giorni, sennò scappo
ancora!".
Bardack
roteò gli occhi, sorrise dolcemente e le
scompigliò i capelli blu notte.
"Affare
fatto, principessa".
|
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Capitolo 15 *** Cap.15 La 'favola' di Bardack ***
Cap.15
La
'favola' di Bardack
Bardack
si sedette sul davanzale della finestra e
guardò la bambina a gattoni sul letto.
<
Quanto vorrei farmi una sigaretta, ma è piccola,
la intossicherei… E non solo ha l'età della mia
bambina, ma è anche preziosa
>.
"Quindi,
una storia e tu in cambio stai
buona?" chiese.
Reghina
si mise seduta a gambe incrociate sul letto,
annuì ripetutamente e si portò una ciocca blu
notte dietro l'orecchio.
"Per
un po' sto buona, poi voglio un'altra
storia!".
Bardack
fece una risata rauca.
"Storie
ne ho da vendere. Mio padre Kakaroth
sembrava nato per raccontarle" disse. Si grattò il collo
muscoloso e
abbronzato.
<
Non assomiglia per niente alla madre > pensò.
Il
vento gli fece ondeggiare i capelli mori a
cespuglio.
Reghina
indietreggiò sul letto fino ai cuscini, ci si
stese in mezzo e prese a dimenare la coda lunga tre volte il normale.
"Allora
dimmene una, no?".
"Un
tempo i draghi vagano per tutto l'universo.
Erano così potenti che molti di loro riuscivano a divenire
divinità.
Popoli
demoniaci ed elfici imbrigliarono la loro
potenza in delle sfere capaci di realizzare dei desideri.
Gli
angeli, però, temettero la loro potenza" raccontò
Bardack.
Reghina
corrucciò la fronte, storse le labbra e alzò
la mano dimenandola insieme alla coda.
"Cosa
sono i draghi? Cosa sono gli elfi? Cosa
sono i demoni? Cosa sono gli angeli?" chiese, di fila, senza prendere
fiato.
Bardack
deglutì rumorosamente e un rivolo di sudore
gli scese lungo il viso.
"Sono
razze aliene.
I
demoni sono legati al mondo degl'inferi.
Gli
elfi a quello delle dee.
Gli
angeli sono gli addestratori delle divinità
superiori, come quelle di creazione e distruzione.
I
draghi sembrano grossi serpenti-lucertola alati.
Però se fai tutte queste domande, non finiremo mai"
esalò con voce rauca.
Reghina
sbuffò gonfiando le guance, scrollò le spalle
e si stese tra gli enormi cuscini.
"Solo
gli stupidi non fanno domande, quindi se
non so le cose io te le chiedo" ribatté.
Bardack
si massaggiò la fronte e sospirò.
<
Le donne sono sempre esseri terribili >
rifletté.
"In
ogni caso, gli angeli diedero ai changelling
la forza di distruggere i draghi, ma se la ripresero e ora solo alcuni
di loro
sono potenti. Come ad esempio il nostro alleato Freezer.
Ora,
principessa, il saggio Aedon sta studiando la
rotta per trovare l'ultimo pianeta in cui si dice che si trovino i
draghi puri,
liberi dalle sfere, per carpire la loro forza.
Anche
se ormai sono corrotti, detengono segreti come
il viaggio nel tempo, quello tra universi dimensionali, ma soprattutto
colpi di
combattimento misteriosi" narrò.
Reghina
dilatò stupita gli occhi blu notte, guardando
fisso Bardack.
"Chi
è Aedon? E
perché studia queste cose?".
Bardack
si grattò la cicatrice.
"Il
saggio Aedon è l'ultimo studioso saiyan
rimasto sul pianeta e studia tutto ciò che può
far progredire la nostra razza
in battaglia" spiegò.
<
L'unico cosi folle da farlo. Se studi troppo sembri
uno tsufuru e tutti ti odiano. Cosa aspettarsi, però, da uno
che ha sposato la
sorella di una strega?> si chiese.
"Io
e suo figlio spesso ci beviamo qualcosa
insieme". Aggiunse.
Reghina
mugugnò e annuì, si rannicchiò tra i
cuscini
facendo spuntare solo la coda.
"Va
bene, e allora qual è la favola?".
Bardack
accavallò le gambe e appoggiò una mano sul
fianco.
"Ai
tempi degli dèi polpi, quando ancora i draghi
vagavano nello spazio, c'era un ragazzo.
Il
suo era un popolo pacifico e il pianeta dove
abitava si chiamava Salad.
La
sua gente era diventata sempre più umanoide,
perdendo i tratti da polpo che aveva originariamente e in alcuni casi
assumendo
tratti di scimmia.
Due
divinità minori si erano sistemate sulle sue lune
e vegliavano su di loro, dandogli amichevoli benedizioni in cambio di
favori e
preghiere.
Quando,
però, gli angeli fecero spazzare via i draghi,
il giovane ne nascose uno ferito. Si chiamava Zarma, teneva con
sé la gemma con
dentro lo spirito del gemello.
Vedi,
quando un drago muore, il suo spirito si
nasconde o in una gemma o in una persona, attendendo di reincarnarsi"
raccontò Bardack.
Reghina
aggrottò confusa la fronte, guardandolo mentre
stringeva un cuscino al petto.
"Un
drago era il gemello di un ragazzo mezzo
scimmia e mezzo polpo?" chiese.
Bardack
scoppiò rumorosamente a ridere.
"Mi
sono spiegato proprio male" ammise.
Si
mordicchiò il labbro.
"Il
ragazzo ha salvato il drago Zarma, il più potente
dei draghi, ferito durante lo sterminio della sua razza.
Questo
aveva un drago gemello, di nome Sutomu, la
tempesta. Che è il drago che si è rincarnato
corrotto e che Aedon sta cercando.
Tutto
chiaro?" chiese.
Reghina
annuì, si mise seduta con il cuscino stretto
tra le braccia.
"Perché
Sutomu è corrotto? E in
chi si è reincarnato?".
Mugugnò,
scosse il capo portandosi i capelli dietro
l'orecchio.
"Reincarnato
vuol dire che è rinato, vero?"
chiese.
"Esatto.
Al momento è un drago. Si è corrotto
perché per purificarsi dovrebbe prima rinascere dentro un
uomo e poi di nuovo
come drago.
All'epoca,
invece, era imprigionato in una gemma.
Zarma
sapeva che presto gli angeli lo avrebbero
rinchiuso in delle supersfere del drago. Perciò diede al
giovane, per custodirle,
le sue uova e l'uovo di un altro drago che era riuscito a salvare"
riprese
a raccontare Bardack.
Reghina
annuì, strinse con più forza il cuscino contro
di sé poggiandovi sopra il mento.
"E
poi?".
Bardack
si deterse le labbra con la lingua.
"Le
uova si erano appena schiuse, mostrando che
in una c'erano due draghetti gemelli e nell'altra una piccola fenice,
quando il
pianeta fu attaccato.
Zarma
già non c'era più.
Il
potere che gli angeli avevano donato si era
tramutato in un serpente di fuoco deciso a spazzare via ogni cosa.
Distrusse
il precedente dio della distruzione e spazzò
via molti pianeti.
Salad
bruciava.
Il
ragazzo solo affrontò la creatura e perse un occhio
nel tentativo.
L'intera
popolazione gli passò le sue energie ed egli
divenne il primo supersaiyan: il supersaiyan god.
Il
serpente allora fece dono ad un uomo di un potere
distruttivo che venne chiamato il potere del supersaiyan leggendario.
Il
giovane riuscì a sconfiggere il nuovo nemico, ma
non aveva più la forza di battere il serpente"
proseguì.
Reghina
lo fissava con le iridi blu notte sgranate.
"E i
draghi con la fenice?".
"Si
sacrificarono per permettergli di sconfiggere
il suo nemico, ma il giovane riuscì a salvare le loro gemme.
Il
pianeta fu salvo e lui divenne un grande re di cui
parlano ancora le leggende.
Un
tempo il suo tempio qui su Vegeta-sei era molto
visitato" terminò Bardack.
<
Sarà meglio non dirle che tutti i poteri delle
creature si legarono alla fenice per la sua potenza di rinascita.
Partirebbero
domande a cui non so se saprei rispondere > rifletté.
Reghina
lasciò il cuscino e gattonò fino al bordo del
letto per avvicinarsi al più grande.
"Quindi
adesso finché non s'incarnano anche i due
draghi e la fenice sono corrotti? E
il drago corrotto è ancora vivo? Al tempio ci sono tutte le
risposte alle
domande o le stanno ancora cercando?" chiese, a raffica.
"Ora
devo andare. Tra un po' sono di guardia. Te
lo racconterò un'altra volta" disse Bardack.
Saltò giù dalla finestra e si
diresse alla porta.
"Fai
la brava, principessina" salutò.
|
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Capitolo 16 *** Cap.16 La leggenda della luna rossa ***
Cap.16
La leggenda della luna rossa
Bardack
si
sedette sul davanzale della finestra e vide Reghina ridacchiare e
rotolare sul
letto.
"Oggi
è
arrivata la vostra balia. Siete felice?" chiese.
La
luce dei
due soli filtrava dalla finestra, illuminando di riflessi vermigli
l'ambiente.
Reghina
si
mise a gattoni sul letto, sorrise ampiamente.
"È
una
cosa stupenda! Così smetterete di controllarmi e
sarà più facile
divertirmi" disse.
Ondeggiava
la lunga coda blu alle proprie spalle, saltellando a gattoni.
Bardack
schioccò la lingua sul palato.
"Vi
controllerà lei" ribatté.
Si
grattò la
guancia e si deterse le labbra con la lingua.
"Volete
raccontata la storia anche oggi, principessa?" domandò.
Reghina
ridacchiò, rotolò sul letto e raggiunse i
cuscini. Vi si stese, lo guardò ed
annuì.
"Certo
che la voglio!".
Bardack
si
massaggiò il mento.
"Stanotte
una delle due lune diventerà invisibile e l'altra si
tingerà del rosso del
sangue.
È
una notte
in cui è vietato uscire a noi saiyan, persino alle prime
classi in grado di
controllare l'Oozaru" spiegò.
Reghina
raggiunse i piedi del letto e si sporse verso la finestra, muovendo il
capo a
destra e sinistra.
"Quindi
questa notte c'è la luna rossa e nessuno in giro?
È uno spreco!".
"Perché
ci trasformerebbe in mostri. Né uomini, né Oozaru.
Incroci
maledetti dagli dei" rispose Bardack.
Reghina
sporse le labbra gonfiando le labbra.
"Io
mi
trasformerei in qualcosa?" chiese.
Bardack
si
grattò il sopracciglio.
"Non
so
bene in cosa, ma sì. C'è solo un posto da cui si
può assistere alla luna rossa
senza effetto, se si arriva prima del suo evento" rispose. Le sue iridi
nere si scurirono.
Reghina
si
sedette a gambe incrociate, lo guardò battendo gli occhi.
"E dove?".
"Nel
tempio del primo re: Vargas" rispose Bardack con tono teatrale.
Reghina
tornò all'altezza dei cuscini, ne prese uno e lo strinse al
petto, si mise al
centro del letto e prese a dondolare.
"Esiste
davvero? Dov'è?" chiese, gli occhi scuri le brillavano di
riflessi blu
notte.
Bardack
saltò giù, rimettendosi in piedi.
"Credo
in cima alla montagna, ma non ci sono mai stato.
Quel
luogo è
proibito.
Ora
devo
andare a fare la ronda" rispose.
Reghina
sgranò gli occhi, lasciò il cuscino e
saltò giù dal letto.
"Ma non è una favola! Mi hai
solo detto
che diventate creature strane!" si lamentò.
Bardack
mosse l'indice avanti e indietro, indicandola.
"Il
sangue delle vittime della nostra razza si è condensato nel
cuore della luna.
Rendendola una dea altera e gelida.
Il
suo
mutare il proprio manto di rosso è il suo modo di maledire
questi figli
ingrati" rispose.
Reghina
sbuffò, incrociò le braccia al petto oscillando
la coda.
"Secondo
me diventa rossa perché si arrabbia che nessuno esce quando
c'è lei"
borbottò.
"Non
ci
provare, è rischioso" rispose Bardack, uscendo dalla camera.
Si chiuse la
porta alle spalle.
|
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Capitolo 17 *** Cap.17 La fuga di Vegeta ***
Remake
di Il
passato di Vegeta.
Cap.17
La
fuga di Vegeta
La
luce dei
due soli illuminava i lunghi corridoi metallici del palazzo, dove una
donna era
curvata in avanti. La prosperosa balia era intenta a pettinare i
capelli della
piccola Reghina.
"Siete
la futura sposa del principe, dovete comportarvi a dovere". Stava
richiamando la bambina.
Reghina
dondolava
le gambe, fissando la punta degli stivaletti rosa.
"Anche
Veki è la principessa, ma combatte!" protestò.
Sbuffò
guardando di fronte a sé, sentiva la spazzola scorrere tra i
lunghi capelli
neri, facendoli brillare di riflessi blu notte.
<
Mi
sembra quasi di essere con la mamma, ho un po' paura. Bardack
è stato cattivo a
trovare una balia così > si disse.
Una
donna,
ugualmente corpulenta, si avvicinò.
"Oh,
ti
hanno dato il compito di controllare la principessina Reghina" disse.
La
balia
della Tsufuru fece una risata fragorosa.
"Come
va con la piccola strega?" le chiese.
Vegeta
raggiunse Reghina, sbuffando e si piegò verso di lei.
"Scappiamo
adesso che sono distratte" le propose.
Reghina
annuì, lo afferrò per mano.
"Però
non è giusto che a Veki la fanno allenare"
borbottò.
"La
fanno allenare anche con i nemici veri. A me toccano i saiybamen" disse
Vegeta, incrociando le braccia al petto, dimenando la coda.
Reghina
lo
trascinò con sé per i corridoi, stringendogli
forte la mano.
"Non
è
giusto, ecco! Io non combatto, però non è giusto
lo stesso".
Mugugnò,
sgranò gli occhi e sorrise.
"Veggy!
Scappiamo dal castello? Bardack mi ha raccontato di un tempio magico.
Forse se
ci andiamo, poi anche a noi succederà una magia".
Vegeta
abbassò lo sguardo e strinse le labbra fino a farle
sbiancare.
<
Oggi
zio Bardack si è inchinato davanti a me dicendo che sono il
principe. Zia Cauli
non mi dà più i sacchetti dei biscotti. Tutto
sembra stia cambiando > pensò.
Le sue iridi color ossidiana brillarono, rilucendo come diamanti neri.
"Umphf. V-va bene" accettò.
Reghina
sorrise, gli prese entrambe le mani e le fece ondeggiare, la sua lunga
coda blu
notte ondeggiava dietro di lei.
"Chiederemo
al tempio che gli adulti smettano di fare gli idioti!"
decretò.
"Sei
sempre così rumorosa" borbottò Vegeta.
Schioccò la lingua sul palato, le
sue gote si erano arrossate. "Non ci faremo scoprire, vero? Punirebbero
Nappa se sapessero che mi ha lasciato scappare" disse.
Reghina
negò, gli occhi blu notte le brillarono e guidò
Vegeta attraverso i corridoi.
"Oggi
restano tutti nelle loro stanze per la luna rossa. Andiamo e poi
torniamo
subito, così nessuno se ne accorge e noi esprimiamo il
desiderio!".
Vegeta
la
guardò in viso, continuando a seguirla.
"Allora
andiamo" decretò.
|
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Capitolo 18 *** Cap.18 Luna rossa ***
Cap.18
Luna rossa
Un
fulmine
solcò il cielo blu notte.
La
sua luce
filtrò nel tempio del Re Vargas, dove avanzavano la piccola
Reghina, fianco a
fianco di Vegeta.
Il
fiato si
condensava davanti alla bocca del bambino, intento a tremare di freddo
e ad
alitare sulle sue manine ghiacciate.
“Ho
le mani,
i piedi, la coda e il naso gelati. Tsk,
rivoglio i soli e il caldo!” borbottò Vegeta.
<
È la
prima volta che esco da palazzo. Non avrei dovuto seguirla >
pensò, fissando
Reghina al suo fianco.
Due
occhi
gialli brillarono nell’ombra, mentre una creatura avanzava
lungo i corridoi del
tempio, acquattata e nascosta nell’oscurità.
Vide
i due
bambini e si passò la lingua sui canini candidi.
<
Mi
gusterò lentamente la loro carne tenera. Hanno sbagliato a
sfidare la magia di
questa notte. Stanno per scoprire che un immortale protegge ancora
questi luoghi
> pensò.
Reghina
si
guardò intorno, battendo gli occhi, avanzando. Il suono dei
suoi passi
echeggiava.
"Non
ci
stiamo trasformando in mostri. Forse Bardack diceva le bugie" si
lamentò.
"Ti
avevo detto che qui dentro non ci si diventa, no?
Forse
abbiamo fatto tutto giusto" rispose Vegeta.
Reghina
mugugnò agitando la lunga coda blu notte, annuì
lentamente.
"Allora
siamo stati bravissimi! Chissà adesso come si fa ad
esprimere il
desiderio".
Vegeta
inciampò nella coda della Tsufuru e vide un simbolo reale
sul pavimento.
"Ci
sono dei simboli. Forse con questo" sussurrò. Si
grattò la fronte, gli
pizzicava.
Reghina
si
mise in ginocchio, passò la mano coperta dal guanto sul
simbolo e si alzò in
piedi.
"Dobbiamo
trovare il simbolo giusto!" decise.
Vegeta
si
mise a correre lungo il corridoio.
"Qui
per terra sono tutti uguali" gemette.
Reghina
proseguì verso il centro del tempio, guardandosi intorno.
"Forse
c'è un cortile dentro, come nel palazzo! Magari
lì ci sono simbolo
diversi!" propose.
"Umphf. Allora cerchiamolo"
concordò
Vegeta.
Reghina
gli
sorrise e prese a correre lungo il tempio, guardando a destra e
sinistra con
gli occhi socchiusi, la luce delle due lune le faceva scintillare di
blu notte
i capelli e il pelo della coda.
Trovarono
una gigantesca porta a due ante, spalancata, che dava su un cortile di
pietra.
Vegeta
scese
il primo gradino di marmo che portava ad essa.
Reghina
lo
segui verso l'esterno, camminando a saltelli, con la coda che le
ondeggiava
alle spalle con forza.
Dei
fiocchi
di neve iniziarono a scendere dal cielo annuvolato, Vegeta
sgranò gli occhi
osservandoli.
Una
delle
due lune era completamente coperta dalle nuvole, mentre
l’altra splendeva più
grane del normale. Un’eclissi la rendeva nera, ma intorno ad
essa era emanata
un’aura rossa. Man mano anche l’interno della luna
si tinse di rosso, mentre i
fiocchi di neve volavano tutt’intorno.
Vegeta
teneva il capo alzato, la boccuccia spalancata e si strofinò
gli occhi,
scendendo delle scalinate entrò nel cortiletto interno del
tempio e ci camminò
con passo tremante.
Il
pavimento
del cortile era tondeggiante, con al centro la fontana, mentre le
pareti
creavano un cubicolo quadrato. Nello spazio rimanente crescevano delle
piante
del deserto, in quel momento ricoperte da uno strato di ghiaccio alto
un dito
ed in esse si nascose, acquattandosi, la creatura dal manto color notte.
Reghina
vide
che l’acqua della fontana si era ghiacciata e corse in quella
direzione.
Vegeta
guardò gli stendardi appesi a degli alti muri di pietra
rossa. La porta
attraverso cui erano passati, a due ante, era immensa e spalancata.
Reghina
afferrò il bordo della fontana, si sporse e
guardò il ghiaccio con gli occhi
sgranati.
"Vegeta,
guarda! Si è rotta la fontana!" strillò.
Il
lupo dal
manto nero balzò, tentò di azzannare Vegeta e gli
saltò di sopra facendolo
ricadere sulle immense mattonelle del pavimento. Il principe dei saiyan
lo
trapassò da parte a parte con un colpo energetico, mentre la
luce della luna li
illuminava di riflessi color sangue.
Reghina
si
voltò udendo il tonfo e il guaito, vide l’altro
bambino spingere via la
carcassa che ricadde pesantemente a terra.
“Non
è
possibile, non posso voltarmi un momento!” strillò
la principessa Tsufuru.
Vegeta
si
rialzò in piedi, i suoi occhi brillarono di rosso.
"Tsk" borbottò.
Reghina
lo
prese per mano e lo trascinò verso l'interno del tempio.
"Torniamo
al castello, prima che ci attacchi un altro mostro!".
|
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Capitolo 19 *** Cap.19 Il padre di Calgare ***
Cap.19
Il padre di Calgare
Si
udì
bussare ripetutamente sulla porta della principessa Reghina. I colpi
erano
cadenzati, tonfi ritmici.
Reghina
si
allontanò di corsa dal davanzale della finestra, si
gettò stesa sul letto
rimbalzando sul materasso e raggiunse i cuscini.
"Avanti!"
strillò.
La
porta si
aprì lentamente e ne entrò un saiyan dai capelli
lunghi color pece, dai riflessi
vermigli.
"Principessa.
Oggi la sua guardia sarà assente. La sua protezione
è stata assegnata a me e
mio fratello" si presentò.
La
bambina
si nascose dietro un cuscino, la lunga coda blu notte ondeggiava alle
sue
spalle.
"È
in
missione?" chiese.
"Sì,
principessa. Per trovare l'animale feroce che ha attaccato il principe
qualche
notte fa.
Ancora
nessuno è riuscito a trovarne traccia nel castello" rispose
il saiyan.
Reghina
fece
capolino da dietro il cuscino.
<
Forse
mamma dice che sono 'stupide scimmie' perché nessuno ha
ancora pensato fossimo
fuori dal castello... > pensò.
Si
mise
seduta sul letto a gambe incrociate.
"Tu
come ti chiami?".
Il
saiyan
assottigliò gli occhi.
"Mi
chiamo Arigas.
Sono
sposato
con una mezzosangue Tsufuru" rispose.
<
Che approfitta
di ogni occasione per tradirmi con mio fratello, ma questo è
meglio che la
bambina non lo sappia > pensò.
Reghina
sporse le labbra, saltò giù dal letto e gli prese
la mano.
"Se
è
come la mamma, mi dispiace per te" disse.
Gli
tirò un
paio di volte il braccio.
"Radish
mi lascia andare in giardino, mi ci porti?" mentì.
Arigas
si
grattò l'orecchio e assottigliò gli occhi.
<
Potrebbe accorgersi che mio fratello Paragas non si è ancora
presentato e fare
rapporto, meglio accontentarla > pensò.
"Sicura
che sia il giardino? So che quella è una zona vietata.
Però
potrei
portarti in biblioteca se vuoi" propose.
Reghina
mugugnò, annuì e sorrise.
"Va
bene! Però leggi tu, io non sono capace!".
Arigas
annuì
e si piegò in avanti, porgendole una mano.
"Venti,
principessa" la invogliò.
Reghina
sorrise radiosa, gli prese la mano e la strinse.
Arigas
camminava trascinando i piedi, guardandosi intorno. Osservava con
sguardo
spenti davanti a sé e il capo chino. La condusse fino alla
biblioteca.
Reghina
prese a guardarsi intorno con gli occhi blu notte sgranati nello
scorgere i
libri.
"Sono
tantissimi!". Tirò la mano di Arigas. "Tuo fratello non
viene? Non
gli piacciono le storie?".
Arigas
si
morse l'interno della guancia.
"Sta
controllando il perimetro.
No,
non è un
grande appassionato di storie.
Essendo
il
più grande ha i piedi ben piantati per terra"
spiegò.
<
E nell'invidiare nostro fratello
minore.
Ha sempre pensato che Vegeta fosse solo un codardo ed invece gli ha
tolto il
potere politico grazie ad un inaspettato potere fisico >.
Reghina
storse il labbro.
"Non
sembra simpatico" borbottò.
Alzò
il capo
a guardare gli scaffali.
"Come
scegli quale leggermi?".
"Reghina,
cosa ci fai qui?" si sentì domandare.
Arigas
impallidì riconoscendo il principe Vegeta, nascosto in parte
da uno scaffale di
libri.
Reghina
gli
sorrise e gli corse incontro.
"Arigas
ha detto che mi legge una storia!" esclamò.
Vegeta
piegò
di lato il capo.
"Il
saggio Aedon non ha storie, solo fatti sce-scie...
scientifici!" ribatté, incrociando le braccia al petto.
Arigas
deglutì a vuoto e si massaggiò il collo.
"Beh,
ci sono anche libri sulle leggende della nostra razza. Sono una via di
mezzo" disse con tono rassicurante.
Reghina
batté le palpebre.
"Chi
è
Aedon?" chiese.
<
Bardack
ha solo detto che studia i draghi > pensò.
"Una
persona che sa un sacco di cose, persino come si curano le persone...".
Iniziò Vegeta, arrossì e si guardò la
punta degli stivaletti. "Così sai
quali sono i modi migliori per ucciderli". Aggiunse.
"Un
uomo di cultura che cerca di comprendere com'era la nostra
società all'apice,
la nostra conoscenza prima della guerra tra saiyan e tsufuru"
spiegò
Arigas.
<
Prima
della divisione della nostra stessa razza. Nostro padre ha permesso che
una
parte di popolo finisse in schiavitù, maledetto! Lui e i
suoi dannati vizi
hanno portato i saiyan alla rovina > pensò.
Reghina
passò lo sguardo da Vegeta ad Arigas.
<
Secondo
me Vegeta vuole curarle e basta le persone, però
è meglio che non lo dico a questo
tizio > pensò.
Annuì
e
indicò verso i libri.
"Allora
voglio un libro che parla di quelle cose lì!".
Arigas
annuì
e deglutì, guardando i libri con sguardo vacuo.
<
Rischierò di fare una pessima figura, qui è quasi
tutto in lingua antica >
rifletté, grattandosi un orecchio.
"Posso
leggere io? Sono il migliore ed è giusto che lo dimostri" si
vantò Vegeta,
sollevando il mento.
"Ogni
suo desiderio è un ordine" disse il saiyan più
grande con tono sollevato.
Reghina
guardò Vegeta, ammirata.
"Se
tu
sai leggere, voglio imparare pure io!" esclamò.
Vegeta
s'indicò col pollice.
"Ti
insegno io" propose.
Arigas
afferrò un libro con disegnata una donna dai lunghi capelli
violetti e le
orecchie a punta.
Reghina
prese la mano di Vegeta.
"Allora
mi insegni, così poi posso leggere tutti i libri del mondo!".
"Quando
fai così mi sembri strana, ma promesso" disse Vegeta
stringendole la mano
a sua volta.
|
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Capitolo 20 *** Cap.20 Promesse ***
Cap.20
Promesse
Vegeta
si
sedette sul davanzale della finestra, guardando il cielo blu-notte.
"Sai,
la notte ti somiglia un po'" disse, dimenando la coda. Si
voltò e osservò
sua madre addormentata nel letto.
<
Devo
ringraziare Reghina per avermela fatta conoscere. Anche se non certo
per le
aranciate, come pensa lei > pensò.
Si
voltò
verso Reghina vicino alla porta.
Reghina
arrossì e lo raggiunse, poggiandosi a lato del davanzale.
"A
me
sembra somigli a te" disse.
"Io
non
sono blu" rispose Vegeta, gettò indietro la testa facendo
ondeggiare i
capelli a fiamma.
"Un
giorno, però, sarò supersaiyan" si
vantò.
Reghina
incrociò le braccia e si mise seduta dal lato opposto
rispetto Vegeta.
"Io
voglio restare blu, invece. Magari inventerò un supersaiyan
di quel
colore" disse.
Strinse
le
ginocchia al petto e guardò Sarah addormentata.
"Vegeta?
Ma quando saremo sposati mi
chiuderai
anche tu in una torre?".
Vegeta
saltò
giù dal davanzale e sbuffò.
"No,
siamo amici. Le torri non mi piacciono.
Però
non mi
devi chiamare Veggy" borbottò.
Reghina
ridacchiò.
"Ma ti si addice, Veggy" lo prese in
giro.
Sorrise,
voltandosi verso di lui.
"Tu
puoi chiamarmi Reg, se vuoi. Non lo fa nessuno".
"Reg...
Mi sembra strano" sussurrò Vegeta. Guardò la
voluminosa coda di lei e
piegò di lato il capo.
"I
grandi che fanno quando sono sposati, secondo te?" domandò.
Reghina
mugugnò pensosa, arricciandosi le ciocche blu notte tra le
dita.
"Forse
si baciano. L'ho sentito dire una volta".
Vegeta
incrociò le braccia sul petto e strinse la propria coda
intorno alla vita con
forza.
"Ti
prometto che quando sono grande ti bacio, allora" disse, annuendo con
vigore.
La
frangetta
gli ricadde davanti alla fronte spaziosa, coprendogli in parte gli
occhi dalle
iridi color ossidiana.
Reghina
balzò giù dal davanzale e gli si mise davanti.
"Sulle
labbra come i grandi?".
Vegeta
sporse il labbro inferiore assumendo un'aria confusa ed
annuì.
Reghina
gli
sorrise e gli diede un bacio sulla guancia.
"Meglio
cominciare con questi, per ora".
Vegeta
si
sfregò la mano sulla guancia.
<
Umido
> pensò.
"Sai,
non mi piace affatto Lord Freezer.
Papà
mi
costringe a fare le missioni con lui, ma ha le labbra viola. Fa un
sacco di
smorfie e sorride strano" spiegò.
<
Però
almeno non mi fa picchiare dai suoi mercenari, sono tutti idioti quegli
alieni.
Lo dicono anche Nappa e Radish >.
Reghina
incrociò le braccia, ticchettando con lo stivaletto rosa in
terra.
"Mamma
dice che vuole far tornare schiavi i Saiyan, ma secondo me quello
nasconde
qualcosa. È troppo strano e inquietante".
Vegeta
annuì.
"Troppo
inquietante" concordò.
Reghina
prese a dimenare le manine, ondeggiando la coda.
"E poi io non ho capito perché
con tutti
gli uomini che ha deve venire da noi!".
"Lo
so
io, perché rispetto a noi sono tutti imbranati".
Scherzò Vegeta.
<
Tanto
lo so che in realtà sei brava a combattere. Ti ho visto
allenarti di nascosto
> pensò.
|
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Capitolo 21 *** Cap.21 Il piccolo Vegeta cresce ***
Partecipa
all’Epiphany Run di Piume
d’Ottone.
Prompt:
20. Pranzo
Cap.21
Il piccolo Vegeta cresce
Vegeta
sbuffava, ascoltando i passi di
Nappa alle sue spalle e i discorsi logorroici del padrino.
<
Tsk,
che tipo noioso! M’insegue ovunque, non posso neanche andare
in bagno da solo
> pensò. Teneva le braccia incrociate al petto e la
coda legata intorno alla
vita.
Il
suo viso da bambino era deformato da
una smorfia.
<
Di suo non sarebbe male, ma quando
inizia a parlare gl’infilerei volentieri un calzino in bocca!
Così da arrestare
il suo cianciare continuo > pensò.
Stava
proseguendo lungo l’atrio del
castello, un corridoio circondato da colonne.
Intravide
in lontananza delle pattuglie di
soldati saiyan marciare, parlottando tra loro.
Le
medesime guardie erano fissate dalla
giovanissima principessa Tsufuru.
Reghina
si appiattì contro la parete,
nascondendosi dietro la sua immensa coda dalla peluria blu scuro.
Aspettò
che si fossero allontanate e si
mise a correre, sulla punta degli stivaletti, guardandosi intorno con
aria
circospetta.
Il
battito cardiaco accelerato le
rimbombava nelle orecchie.
“Siete
la futura sposa
del ‘principe’, dovete comportarvi a
dovere!” la rimproverò la balia.
Reghina
fece una smorfia
e notò che davanti alla porta c’era Radish.
<
Oh no! Ci mancava
quel tipo iper-apprensivo! > pensò.
"Da
voi ci si
aspetta che abbiate i modi di una vera principessa!"
proseguì la balia. Ad
ogni sua frase Radish annuiva con convinzione.
Reghina
posò le mani sul
letto, su cui era seduta, e fece ondeggiare la testa a destra e a
sinistra.
<
Appena si
distraggono, ho tutta l’intenzione di raggiungere i giardini
del palazzo. Non
ci sono mai andata, ma sento che questa è la volta buona.
Incontrerò quella
strega > rifletté.
<
Io non ho nessuna intenzione di
sposarlo il ‘principe’. Non m’interessa
cosa dice quella balia. La trovo noiosa
quanto lo era mia madre! > rifletté Reghina.
Scivolò dietro una colonna, gli
occhi sottili mentre si scrutava intorno.
Una
delle guardie starnutì, facendola
trasalire.
Il
suono rimbombò anche nelle orecchie di
Vegeta, intento a fissare la punta dorata dei suoi stivaletti.
<
Oggi è stata una giornata orribile!
Zio Bardack era così strano.
Mi
guardava in quel modo così…
così… Beh,
lo so che è così che si guardano i re, ed io
sarò re, ma non ci mi aveva mai
guardato! Era lì, in ginocchio, a parlarmi in modo
così formale.
Non
sembrava neanche lui!
Di
solito mi faceva un inchino veloce e,
appena gli altri non guardavano, mi passava di nascosto un sacchetto
colmo di
biscotti di zia Cauli.
Non
mi è piaciuto il suo atteggiamento di
oggi, ecco! > rifletteva il bambino.
"Vostra
altezza, non dovete mai
chinare il capo. È un segno di debolezza, dovete sempre
sfidare il cielo a
testa alta” lo rimproverò Nappa.
Vegeta
si voltò e lo fissò di sottecchi
con freddezza.
Nappa
rabbrividì.
<
Certo che i suoi occhi sono così
cambiati negli ultimi tempi. Sono come due pozzi oscuri.
Ho
quasi paura quando mi minaccia, come se
il suo cuoricino fosse diventato di ghiaccio > pensò
Nappa.
“Non
osare dubitare della mia forza”
sibilò Vegeta, orgoglioso.
Il
padrino distolse lo sguardo.
<
È nel destino dei saiyan dover
uccidere prima o poi. Però, nessuno di noi ha assunto quello
sguardo dopo il
primo omicidio.
Da
quando è tornato dalla sua prima
guerra, sembra che un demone si sia impossessato di lui.
I
suoi occhi sembrano due diamanti neri
donati da degli dei crudeli > rifletté.
“Smettila
di ciarlare e vedi di affrettare
il passo. Ci aspettano per il pranzo” ordinò
Vegeta, ricominciando a camminare.
Nappa
annuì, seguendolo.
“Come
desiderate, principino. Sapete che
non presenzieranno i vostri genitori?
Oggi
c’è la partenza del piccolo
Tarble…”.
Iniziò a spiegare.
“Come
se m’interessasse. Voglio mangiare e
i servi devono provvedere” disse secco Vegeta,
interrompendolo.
Nappa
avvertì un brivido gelido lungo la
schiena.
“Certo,
vostra altezza” esalò.
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Capitolo 22 *** Cap.22 Lo scherzetto di Reghina ***
Partecipa
all’Epiphany Run di Piume
d’Ottone.
Prompt:
4. Escamotage
Cap.22
Lo scherzetto di Reghina
Reghina
si era arrampicata in cima ad una colonna,
dove stava acquattata.
Riconobbe
Nappa e notò ai suoi piedi il piccolo
Vegeta.
<
Oh, guarda chi si vede! Il musone.
Ultimamente
non è più il bambino dolce e impacciato
che ho conosciuto, si è fatto antipatico >
pensò. Con movimenti felini balzò
da una colonna all’altra, seguendoli.
<
Nappa lo sta di nuovo infastidendo con le sue
chiacchiere! Non dice mai cose interessanti > pensò,
scivolando giù da una
colonna. Si nascose dietro un pezzo di marmo e, da terra, raccolse un
sassolino.
Risalì
silenziosamente sulla colonna e, tirando fuori
la lingua per concentrarsi, prese la mira e la lanciò
colpendo il capo privo di
capelli del gigante.
Nappa
si arrestò, guardandosi intorno confuso, si
massaggiò la testa avvertendo un bernoccolo e
abbassò lo sguardo, notando la
piccola pietra.
Sulla
testa del colosso, dove si trovava un solo un
ciuffo di capelli neri, risaltava in modo evidente il bitorzolo.
“Mnh? Chi
diamine mi sta prendendo in giro?” domandò, udendo
una risatina.
Vegeta
ghignò.
<
Si è distratto > pensò, correndo via.
Chiuse
gli occhi, accelerando il più possibile, perdendo il
portamento reale. Il
mantello ondeggiava dietro le sue spalle, storto, perché uno
dei ganci che lo
teneva si era aperto. < Il pranzo potrà aspettare!
Libertà!
Tanto
al massimo posso rubacchiare qualcosa nelle
cucine! Di sicuro è più divertente >.
Reghina
ridacchiò.
<
Non avrei mai pensato che il mio escamotage
avrebbe funzionato. Sono la migliore! > si
complimentò con se stessa.
*****
<
Se mio padre dovesse scoprirmi, però, Nappa
finirebbe nei guai… Ed io in punizione.
Forse
è meglio se corro dentro il palazzo. Potrò
sempre dire che stavo andando in bagno > pensò
Vegeta. Smise di correre,
respirando a fatica, aveva il viso accaldato. Entrò
attraverso una grande porta
dorata e proseguì lungo un immenso salone, decorato da alte
statue. Le pareti
erano ricavate da pannelli di metallo, le grandi finestre erano
sontuose
vetrate colorate.
<
Non ho nessuna intenzione di far arrabbiare mio
padre.
Anche
se non capisco perché il giardino è una zona
vietata! Ci sono le piante medicinali, e dei fiori bellissimi. Poi
voglio
scoprire cosa sono tutte quelle piante strane! Correrci in mezzo e
troppo
divertente, sono così alte!
Per
non dimenticare quanto è stupendo lo stagno. Ci
sono così tante rane a cui si può dare la caccia
>. Sorrise al pensiero.
Una
figura gli sbucò davanti, aveva dei morbidi
capelli mori, parecchio voluminosi ed una coda ancor più
ampia.
“Non
si usa ringraziare?” domandò Reghina, con voce
trillante. Osservò Vegeta, sorridendo furbetta.
<
Certo che si sta facendo molto più alto rispetto
a prima >.
“Umphf”
borbottò Vegeta.
<
I principi non ringraziano niente e nessuno! >
pensò. Si agganciò nuovamente il mantello e la
superò, senza guardarla, con
fare altero.
I
suoi stivaletti bianchi scricchiolavano ad ogni suo
passo, venendo riflessi dal pavimento di marmo levigato della reggia.
Reghina fece una smorfia stizzita, gonfiando le guance e lo
seguì.
<
Non può comportarsi così ‘con
me’! Non dopo tutte
quelle avventure insieme! > pensò.
Ridacchiò. < Se lui continua ad
ignorare tutto e tutti, allora si merita una punizione. Io so
esattamente cos’è
che odia >.
“Oggi
i due soli sono parecchio brillanti, neh?
Tu cosa ne pensi? Io credo che ogni
giorno sembrino più luminosi del giorno prima.
Forse
è una caratteristica dei soli. Tu dovresti
saperlo, mi hanno detto che sei stato su altri pianeti.
Ti
sei trovato bene?”. Iniziò a parlare a macchinetta.
<
Crollerai! Oh, se crollerai > pensò Reghina.
<
Avrei dovuto capire che era stata lei a fare
quello scherzetto a Nappa. È sempre piena di trucchi
> rifletté Vegeta.
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Capitolo 23 *** Cap.23 Vegeta sfida Reghina ***
Partecipa
all’Epiphany Run di Piume
d’Ottone.
Prompt:
12. Andare a correre
Cap.23
Vegeta sfida Reghina
Una
venuzza stava pulsando sulla fronte spaziosa di
Vegeta.
<
Come fa a parlare così tanto?! > si
domandò il
giovane principe. < Non sembra neanche prendere fiato tra una
parola e
l’altra >.
“…
Una volta ne ho vista una davvero strana. Sembrava
avere delle bolle sulla schiena.
Tu
hai mai avuto delle bolle sulla schiena? Io so di
alcune malattie, come il morbillo…”.
Proseguì a parlare Reghina.
Vegeta
si voltò di scatto, furente.
“Tu
non stai mai zitta?” le domandò, torvo.
Reghina
ribatté: “Tu stai sempre zitto. Quindi parlo
io per tutti e due”.
<
Se penso che è la mia promessa, mi arrabbio
ancora di più! Dovrò sopportarla in eterno!
> pensò Vegeta, facendo una
smorfia.
“Cosa
vuoi?!” le gridò.
Reghina
piegò di lato il capo.
“Pensavo
che potevamo andare insieme a correre. So che
ti piace farlo” propose.
Vegeta
si grattò la testa, facendo ondeggiare i
capelli a fiamma.
“Mi
piace farlo, ma non con te. Vattene” brontolò.
Creò una piccola sfera nella mano coperta da un guanto
candido.
Reghina
la guardò con aria perplessa, sporgendo il
labbro inferiore.
I
suoi occhi si accesero di una luce pericolosa.
“Se
vuoi farmi paura, hai sbagliato strategia, tappo”
sussurrò.
Vegeta
strinse il pugno, soffocando l’attacco in una
nuvoletta di fumo.
Sbraitò:
"Come mi hai chiamato?!!".
<
Ci sono sei cose su cui so che non transige:
Asperigus,
il suo peluche a forma di Oozaru; i
biscotti di sua zia Cauli; l’aranciata di sua madre, il suo
onore e la sua
altezza.
Provocare
è la cosa che più adoro fare! Letteralmente,
amo far arrabbiare il principino quando fa così il serioso!
Altrimenti finirà
per diventare uguale a quel noioso di suo padre e a quella antipatica
di sua
sorella > pensò Reghina.
"Tappo,
fagiolino, microbo. Sei pure sordo?"
lo punzecchiò.
Vegeta
si mise in posizione di combattimento.
<
Nappa dice che, anche se non ho uno stile vero e
proprio, sono un combattente eccezionale!
Però
lei mi fa paura. Sono convinto che affrontarla
non sia facile come far esplodere saibamen con la semplice aura o
uccidere
nemici con le onde lanciate dalle dita >. Deglutì a
vuoto. < Gli altri
Tsufuru non sono un granché a combattere. Lei, invece, mi
sembra ancora più
spaventosa del lupo demoniaco del tempio > pensò,
partendo all’attacco. Il
suo viso era arrossato dalla rabbia.
Reghina
schivava muovendosi rapidamente. Agilmente
evitò i colpi dati con foga dal più piccolo.
<
Ecco, quando va di forza e cieca ira non sarà
molto sveglio, ma già lo riconosco di più
> rifletté.
<
Quando si azzuffa con mia sorella è uguale! Un
secondo prima le è davanti, un secondo dopo a sinistra e
prima che Veki si
possa voltare, le è già sopra. La blocca per
terra e Veki non riesci più a
liberarsi > pensò Vegeta, col battito cardiaco
accelerato. Iniziò a lanciare
degli attacchi energetici, Reghina incrociò le braccia
davanti al viso e
l’incassò, chiudendo gli occhi.
<
Non voglio impegnarmi, non voglio fargli male
> pensò lei. Iniziò ad ansimare, mentre il
suo corpo iniziava a fumare.
Afferrò
Vegeta per la caviglia con la coda e lo sbatté
a terra.
<
Però combattere un po’ gli farà bene
> pensò.
Vegeta
si liberò, spiccando il volo e si allontanò
attraverso una finestra aperta.
“Non
mi scappi!” gridò Reghina, si
concentrò,
levitando a sua volta.
*****
Vegeta
e Reghina si abbandonarono entrambi per terra,
sul manto erboso, ansimando.
Reghina
sorrise, aveva una guancia sporca di terra, i
capelli arruffati ed era sudata.
<
Combattere non è poi così male con lui, anzi
è
divertente > pensò.
"C'è
un modo per levarti di torno,
piattola?" domandò Vegeta, guardando il cielo sopra di lui.
"Andare
insieme a correre" rispose lei,
osservando lo stesso punto. "Cosa guardi d'interessante?" chiese,
curiosa.
Vegeta
si alzò, sentiva i suoi muscoli dolore, e si
ritrovò a deglutire un paio di volte, regolando il respiro.
“Mnh. Visto
che sei la mia promessa, cosa dovrei fare? Comportarmi da
principe?” le
domandò.
Reghina
balzò in piedi, saltellando sul posto. Fece
finta di allargare una gonna che non aveva e fece un inchino.
"Felice
di esser qui" disse, divertita.
Vegeta
prese il mantello con una mano e le fece un
inchino.
“Fremevo
ad aspettare” recitò.
Reghina
scoppiò a ridere rumorosamente.
“Vanitoso”
si vantò.
Vegeta
le fece la linguaccia.
“Almeno
non sono brutto come te!”.
“Tu
sei brutto come il morbillo!” lo punzecchiò
Reghina.
“Con
te non si può giocare!” si strillarono a vicenda.
Reghina
gli saltellò intorno.
"Cosa
guardavi? È solo il cielo; quello azzurro
classico e noioso. Di notte è più bello, diventa
tutto blu e nero…".
Ripartì di nuovo a macchinetta.
“Quando
saremo sposati, ti prego, non parlare così
tanto” la supplicò Vegeta.
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Capitolo 24 *** Cap.24 La morte di Reghina ***
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all’Epiphany Run di Piume
d’Ottone.
Prompt:
10. Faccende domestiche
Cap.24
La morte di Reghina
Vegeta
apparve alle loro spalle, con passi felpati,
facendo ondeggiare la coda.
Era
privo di armatura, la sua pelle era completamente
rosa e la luce dei due soli illuminava le sue due corna aguzze.
“Quella
sarebbe la tua promessa? Una ragazzina?” si
lamentò Freezer con una smorfia, indicando Reghina.
“Non mi sembra adatta a
fare la moglie. Però in fondo voi siete un popolo di
buzzurri, probabilmente
volete solo una scimmiona che faccia i lavori domestici e metta al
mostro i
vostri ‘cuccioli’”.
<
Anche se credo sia inadatta persino a quel ruolo
> pensò, accentuando la smorfia.
Vegeta
ingoiò uno strillo e si nascose alle spalle di
Reghina.
Reghina
lo guardò con aria confusa. “Alla tua promessa
hai detto che deve solo fare i lavori domestici?”
borbottò.
“Non
parlargli, è pericoloso” la richiamò
Vegeta.
“Quell’idiota
di mio fratello maggiore vuole che io
sposi la mia migliore amica. Si tratta di un ‘brutto
anatraccolo’, non come me”
si vantò Freezer.
<
Sì, c’è della somiglianza tra le due.
Però la mia
è più furba, sa qual è il suo ruolo
>.
“Poi
dici che io sono vanitoso” brontolò Vegeta.
Il
giovane challenge abbassò un attimo lo sguardo.
"Principino" disse, cambiando totalmente tono.
Reghina
sollevò un sopracciglio.
"Principino?"
chiese, poco convinta.
<
Che sia questo il dittatore di cui tutti parlano?
Beh, io so solo che non mi è piaciuto affatto il tono che
usa con il piccolo
Vegeta! > pensò.
“Io
sono una Tsufuru. Per questo ho i colori diversi
dagli altri saiyan.
Anche
tu non hai i colori di Cooler. Mi pare almeno.
Non assomigli neanche tanto a Re Cold. Sono loro gli altri della tua
famiglia,
vero? Loro li conosco” spiegòò.
Freezer
si lasciò andare ad un sospiro.
<
Cooler dev’essersi bevuto il cervello. Questa
marmocchia un supersaiyan gods?
Già
non credo alla favoletta dei supersaiyan,
figuriamoci ad una loro versione divina.
Non
riusciva a credere a quello che gli aveva detto
Cooler. Lui non credeva ai supersaiyan, figuriamoci alla favoletta del
supersaiyan gods. Sicuramente questa ‘stupidina’
è blu perché è uno Tsfuru.
Ora
che la conosco, però, non voglio rifiutare
l’ordine. Vegeta merita una compagna decisamente diversa. Lo
trovo l’unico
scimmione degno della mia attenzione > rifletté.
Vegeta
s’irrigidì, sgranando gli occhi.
Un
death beam partì dall’indice di Freezer, facendo
sì
che un raggio rosso trapassasse il petto della bambina.
“REGHINA!”
l’urlo di dolore e terrore del principe
risuonò tutt’intorno, mentre la piccola cadeva a
terra, priva di vita.
Vegeta
l’abbracciò, mentre il sangue si allargava
tutt’intorno, impregnando la terra e macchiando di rosso gli
steli d’erba.
“La
prossima volta trovati qualcosa di meglio. Non ti
dico qualcuno che sappia pulire i pavimenti, ma almeno che sappia
quando deve
stare zitta” disse Freezer, guardandosi le unghie laccate.
Si
allontanò con aria annoiata.
Vegeta
digrignò i denti, mentre le lacrime gli
rigavano il volto.
“Perché?!”
gridò, fino a farsi andare via la voce.
“Non
l’hai saputo?” domandò Freezer,
arrestandosi. “La
tregua tra saiyan e Tsufuru è finita, lei non serviva
più” mentì.
<
O meglio, con questa morte è finita. Non ci sarà
nessuna alleanza tra voi > pensò, aspettando che lo
raggiungesse un trono
volante.
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