Mezzo Cuore

di _sesshomary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando tutto ebbe inizio... (Prologo) ***
Capitolo 2: *** ...50 anni dopo (Capitolo 1) ***
Capitolo 3: *** Il pozzo mangia ossa (Capitolo 2) ***
Capitolo 4: *** Il ritorno della sfera (Capitolo 3) ***
Capitolo 5: *** Kagome & Inuyasha (Capitolo 4) ***
Capitolo 6: *** La partenza (Capitolo 5) ***
Capitolo 7: *** Kikyo & Naraku (Capitolo 6) ***
Capitolo 8: *** Tessaiga (Capitolo 7) ***
Capitolo 9: *** Novità (Capitolo 8) ***
Capitolo 10: *** Il gruppo si allarga (Capitolo 9) ***
Capitolo 11: *** Sensazioni sconosciute (Capitolo 10) ***
Capitolo 12: *** La notte di Luna Nuova (Capitolo 11) ***
Capitolo 13: *** Ripartenza (Capitolo 12) ***
Capitolo 14: *** Coppie (Capitolo 13) ***
Capitolo 15: *** Finalmente a casa (Capitolo 14) ***
Capitolo 16: *** Distanza (Capitolo 15) ***
Capitolo 17: *** Rivelazioni (Capitolo 16) ***
Capitolo 18: *** Odori e sensazioni (Capitolo 17) ***
Capitolo 19: *** La forza dell'amore (Capitolo 18) ***
Capitolo 20: *** Macchinazioni (Capitolo 20) ***
Capitolo 21: *** Vendetta (Capitolo 21) ***
Capitolo 22: *** Verso il futuro (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** Quando tutto ebbe inizio... (Prologo) ***



 
Una sacerdotessa dai lunghi capelli neri e dagli occhi verdi di nome Akane possedeva la sfera dei quattro spiriti con il compito di mantenerla pura e lontano da chi voleva approfittare del suo potere con cattiveria e odio. La sfera dei quattro spiriti aveva dei poteri immensi e bisognava non farla cadere nelle mani sbagliate. Un giorno però il villaggio della sacerdotessa venne attaccato da un grosso demone che voleva impossessarsi della sfera. Quando la sacerdotessa, grazie ai suoi forti poteri spirituali riuscì a sconfiggere il demone, capì che non avrebbe potuto più tenere la sfera nel suo villaggio, perché avrebbe portato la distruzione completa del posto in cui viveva. Decise così di distruggerla. Non voleva più mettere in pericolo la sua vita e nemmeno quella degli abitanti del villaggi. Per colpa del demone che l’aveva attaccata erano morte molte persone, compresa sua zia, un’anziana signora che da giovane le somigliava tanto, aveva il suo stesso colore di capelli e i suoi stessi lineamenti del viso solo gli occhi erano diversi di un marrone intenso. Prima di lei era stata la sacerdotessa del villaggio e da lei aveva appreso tutti gli insegnamenti per diventare un’ottima sacerdotessa. Dovendo bruciare il corpo della zia per mettere le ceneri nel tempio di famiglia decise che avrebbe bruciato con lei anche la sfera dei quattro spiriti per farla scomparire per sempre. Dopo la scomparsa della sfera, Akane riuscì a vivere una vita tranquilla nel suo amato villaggio, insieme agli altri abitanti. La storia della sfera dei quattro spiriti si tramandò di generazione in generazione in quel villaggio, ma nessuno degli abitanti avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe successo molti anni dopo.






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Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, oggi ho deciso di pubblicare il prologo della mia storia. Adoro Inuyasha, quindi ho deciso di iniziare a scrivere una storia cambiando un po' le carte in tavola. Credo che si capisca che ci sono personaggi inventati da me, ancora non ho idea se ce ne saranno altri, dipende tutto dall'ispirazione. Spero che possa venire bene. 

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Capitolo 2
*** ...50 anni dopo (Capitolo 1) ***


Il sole si alzava in cielo e riscaldava il bosco con i suoi dolci raggi, su un ramo di un grosso albero millenario due occhi color oro guardavano sognanti in direzione di una piccola capanna, non molto distante da lì nella quale viveva una donna bellissima, dai lunghi capelli neri legati in una coda e dagli occhi neri dal taglio molto forte e deciso.

La donna si accorse di essere osservata e con disinvoltura si gira verso l’albero, su un grosso ramo vide dei lunghi capelli argentei che incorniciavano un bellissimo viso. Sulla testa aveva delle tenerissime orecchie e continuava a fissarla.

-Inuyasha- Disse la donna. A quel richiamo il mezzo demone cessò di fissare la donna e saltò via, lontano da quel luogo.

La donna si voltò e decise di rientrare nella sua capanna. Non fece in tempo a mettere piede dentro che sentì una forte presenza demoniaca alle sue spalle avvicinarsi velocissima. Si voltò e si trovò davanti un demone con le sembianze di un bellissimo uomo dai capelli corti e neri con dei lunghi tentacoli che uscivano fuori dal suo torace.

Non fece in tempo a fare nulla poiché il demone riuscì a immobilizzarla con uno dei suoi tentacoli stringendola. Si sentiva stritolare e riuscì appena ad urlare -Lasciami-.

All’urlo una bambina dai capelli neri che dormiva all’interno della capanna si svegliò e corse via fuori portando con se un arco e delle frecce. La bimba si trovò davanti sua sorella quasi stritolata dal demone e con tutto il coraggio che aveva in corpo prese una freccia e la scagliò verso il demone.

Lei non era ancora molto brava a tirare con l’arco, ma vedere sua sorella in pericolo le aveva dato la forza per provare. Era solo una bambina di 9 anni e da pochi mesi aveva deciso di voler diventare una sacerdotessa proprio come sua sorella, quindi stava sempre con un’anziana sacerdotessa del villaggio e stava iniziando ad imparare qualcosina. Lei vedeva sua sorella perfetta e voleva diventare come lei.

La sua freccia riuscì a colpire fortunatamente il tentacolo che si ridusse in polvere e la sorella venne liberata e cadde a terra –Kaede- disse mentre si sentì il tonfo per il contatto del suo corpo con il terreno.

La bambina corse da lei, ma venne bloccata da un tentacolo del demone che le afferrò una caviglia. La alzò in aria e lei si ritrovò a testa in giù –Kikyo, Kikyo…- urlava in continuazione.

Aveva paura di quel demone e vedere sua sorella a terra che non dava segni di vita le incuteva ancora più terrore. Iniziò a piangere a dirotto, era pur sempre una bambina.

-Questa donna è molto bella- disse il demone, tenendo la bambina con un tentacolo e con un altro sfiorando il corpo della giovane donna a terra immobile. –Credo che prima di ucciderla potrei divertirmi un po’ con lei, ora però tocca a te morire mocciosa- Kaede si mise a piangere molto più forte, mentre il demone con un terzo tentacolo si avvicinò al suo corpo per trafiggerla ed ucciderla. La bambina chiuse gli occhi, ormai consapevole della sua morte imminente.

-Sankon-Tessou– una voce arrivò alle piccole orecchie di Kaede che aprì nuovamente gli occhi quando sentì la presa del demone sulla sua caviglia allentarsi. Si ritrovò nella braccia del mezzo demone dai capelli argentei e venne delicatamente posata a terra.

-Hijin-Kessou- delle lame di sangue colpirono il demone, al quale vennero tagliati tutti i tentacoli. Un altro colpo e Inuyasha riuscì senza problemi ad uccidere il demone definitivamente.

Kaede aveva raggiunto la sorella immobile e cercava di farla riprendere, ma lei non dava nessun segno di vita. Il mezzo demone si avvicinò a loro e disse alla bambina di andare a cercare aiuto al villaggio.

Lei corse immediatamente verso il villaggio mentre il demone rimase accanto alla donna.

La osservava, era bellissima, ma in quelle condizioni gli infondeva tristezza. Avrebbe dovuto restare con lei invece di fuggire quando lei aveva pronunciato il suo nome.

La prese in braccio e la portò nella sua capanna adagiandola lentamente sul futon. Dopo qualche minuto vide tornare la bambina con un’anziana sacerdotessa dai profondi occhi verdi. La sacerdotessa entrò nella capanna e si sincerò delle condizioni di Kikyo.

-Ha qualche costa incrinata e ha perso conoscenza, credo che lasciandola riposare si riprenderà presto, fortunatamente la stretta che ha ricevuto non è durata qualche istante in più altrimenti non saprei dirvi se fosse riuscita a vivere ancora. Ora l’importante è che la lasciate riposare e appena si sveglia fatele bere un infuso di queste erbe- disse la sacerdotessa con una voce tranquilla e rilassata. –Kaede tu devi medicarle ogni giorno il torace con questo unguento, la aiuterà far passare più in fretta le ferite e il dolore- continuò dando alla piccola un cesto con all’interno le erbe e l’unguento.

-E tu dovresti starle lontana, le potresti causare altri problemi- disse rivolgendosi al mezzo demone.

-Ma ci ha salvato la vita venerabile Akane- disse Kaede mentre soffocava le lacrime al solo pensiero di quello che era successo qualche minuto prima. Inuyasha osservava l’anziana sacerdotessa con uno sguardo sprezzante, lui le aveva salvate, perché avrebbe dovuto stare lontano da loro?

-Si me lo hai detto piccola Kaede, ma avere vicino un demone o mezzo demone può essere davvero problematico, soprattutto per una sacerdotessa perché la porta a distrarsi. Potrebbero sfuggirle molte cose importanti e potrebbe rischiare nuovamente la vita- concluse la miko, dirigendosi verso l’uscita della capanna senza proferire altre parole.

Kikyo per la presenza di Inuyasha non si era resa conto della vicinanza di quel demone alla sua capanna ed aveva rischiato la vita.

Inuyasha non aveva aperto bocca e non appena la miko uscì fuori, scappo via dalla capanna, lasciando Kikyo in compagnia della sorellina. Il mezzo demone non credeva alle parole della sacerdotessa, lui non era un problema, lui avrebbe aiutato la donna e sua sorella, non avrebbe fatto rischiare loro la vita.

Decise poi di raccogliere i pezzi del corpo del demone che aveva appena ucciso e li buttò in un pozzo poco distante da lì, che non aveva più acqua e che era stato adibito a pozzo mangia ossa di demoni che venivano sconfitti. Non sentì il tonfo che il corpo a pezzi del demone avrebbe dovuto fare, ma non se ne curò e salto sul ramo dell’albero su cui amava stare. Osservava la piccola capanna con la speranza di vedere uscire la donna, ma questo non avvenne. Poggiò la schiena al tronco dell’albero e venne avvolto dai suoi pensieri.




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Angolo dell'autrice
Ecco qui il primo capitolo della mia storia. Lo avevo già pronto quindi l'ho pubblicato subito. Fatemi sapere come vi sembra.
A presto :)

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Capitolo 3
*** Il pozzo mangia ossa (Capitolo 2) ***


Una giovane ragazza stava tornando da scuola aveva lunghi capelli neri e gli occhi di un bel marrone, sembravano di cioccolata. I lineamenti del viso erano delicati e aveva un fisico asciutto con una linea perfetta. Stava attraversando il cortile davanti casa sua, un vecchio tempio shintoista. Alla sua destra c’era un albero millenario, il dio albero, e alla sua sinistra, all’aria aperta un vecchissimo pozzo.

Ad un tratto sentì un grosso rumore provenire dal pozzo *, si avvicinò ma non vide nulla. Si avviò così verso casa dimenticando il rumore appena sentito. Entrata in casa trovò sua madre in cucina intenta a preparare il pranzo, si avvicinò a lei
–Posso aiutarti mamma?- le disse con voce dolce. –Certamente tesoro- Rispose lei con altrettanta dolcezza. Apparecchiarono la tavola e chiamarono il fratello e il nonno per pranzare.

Quando furono tutti seduti a tavola il nonno prese la parola – Sapete ragazzi miei, si dice che un tempo, proprio qui dove c'è adesso il nostro tempio, viveva una bellissima sacerdotessa che possedeva una sfera, chiamata sfera dei quattro spiriti, ma è stata costretta a distruggerla perché la potenza della sfera non faceva altro che provocarle problemi…-

Il nonno però fu interrotto da sua nipote -Nonno, ci hai già raccontato molte volte questa storia, poi ci mostri le sfere che vendi al tempio e ne regali una a me e una a Sota, ormai ne abbiamo collezionato a decine, non ti sembra di esagerare?-  disse la giovane annoiata da questa storia – Alcune sfere ho dovuto regalarle alle mie amiche, ne avevo troppe- Continuò.

Il nonno però non demorde –Kagome cara, dovresti sapere che possedere le mie sfere non ha lo stesso effetto della sfera della leggenda, le mie sfere sono dei porta fortuna-

-Papà, Kagome ha ragione, non dovresti esagerare con questa storia, entrambi hanno almeno una delle tue sfere stai tranquillo, e adesso finiamo di mangiare- lo interruppe la figlia. E il povero nonno riprese a mangiare in silenzio.

Appena finito di mangiare Kagome corse via in cortile e si sedette sul bordo del pozzo. Dopo pochi minuti sentì qualcosa che la attraeva verso il fondo, ma non ci fece molto caso, l’intensità dell’attrazione si faceva sempre più forte fin quando lei non perse l’equilibrio e cadde nel pozzo.

Si aspettava di cadere a terra con forza invece si sentì sollevare da una profonda luce blu. Intorno a lei riuscì a vedere pezzi di un cadavere che cadevano con lei, fino a che non venne adagiata lentamente sul fondo del pozzo.
E adesso come avrebbe fatto a risalire?
…………………………………………………………………………………………………………………………………….
 
Il giorno dopo l’incontro con il demone Inuyasha era andato a trovare Kikyo che aveva riaperto gli occhi all’alba di quella giornata, ma era però ancora sdraiata sul futon, non aveva ripreso le forze per rialzarsi.

-Grazie Inuyasha- sussurrò la sacerdotessa. La sorellina le aveva raccontato tutto quello che le era successo appena si era svegliata.

-Non ho fatto nulla- Rispose il mezzo demone mentre distoglieva gli occhi da quelli della sacerdotessa.

-Sorella Kikyo è il momento del cambio delle bende- disse allegra Kaede -credo che Inuyasha debba uscire- Il mezzo demone non si fece ripetere quelle parole e uscì. Era felice di aver rivisto i suoi occhi aperti.

La piccola Kaede tolse le vecchie bende alla sorella e iniziò a lavarla con panno imbevuto d’acqua. Quando ebbe finito iniziò a spalmarle sul torace l’unguento che le era stato dato con una delicatezza infinita.

-Senti molto dolore sorella?-

-No Kaede, riesco a sopportarlo se resto sdraiata, più tardi però riproverò ad alzarmi- Kikyo non riusciva a stare immobile senza far nulla.

-Sorella, ma non sei ancora guarita, sentirai molto dolore– disse Kaede mentre finiva di fasciarla e di rivestirla.

-Tranquilla mi aiuterai tu, e potremmo chiedere anche ad Inuyasha di sostenermi- Kaede annui e rimase seduta in silenzio. Pochi minuti dopo si alzò e si mise a preparare l’infuso per la sorella.

Inuyasha era sull’erba appena fuori dalla capanna e guardava il cielo, pensava a quella donna e al modo in cui si erano conosciuti.

Flashback:
Inuyasha era accasciato sul manto erboso, ferito gravemente dopo un lungo combattimento con un demone che era fortunatamente riuscito ad uccidere. Si sentiva a pezzi e non riusciva a muoversi, si era sforzato troppo per uccidere quel demone. Mentre cercava di riposare sentì dei passi avvicinarsi, non sembrava un demone, erano passi lenti e delicati, come quelli di una donna. Dopo pochi minuti si trovo davanti una donna stupenda, dai capelli e gli occhi scuri che facevano un bellissimo contrasto con la sua candida pelle.

-Hai bisogno d’aiuto mezzo demone?- gli disse appena lo vide

-Tsk, io non ho bisogno d’aiuto, non sono un semplice umano, tra qualche giorno sarò completamente guarito- rispose lui con un tono irritato per essersi sentito chiamare mezzo demone.

- Va bene, allora ritorno sui miei passi- gli rispose la donna.

Da quel momento lui non era riuscito a dimenticare quella donna. Così dopo essersi ripreso decise di cercarla e la trovò. Le si era avvicinato e lei lo guardava tranquilla -Ci rincontriamo– gli disse, mentre lui distoglieva lo sguardo dal suo. –Come mai da queste parti mezzo de…- Non riuscì a concludere la parola poiché Inuyasha era scappato via. Non riusciva a capire il comportamento strano del mezzo demone, ma non se ne curò molto e rientrò nella sua capanna.

Il mezzo demone non voleva però allontanarsi troppo da lei, era rimasto affascinato perché lei non aveva mai avuto paura di lui, così rimase sull’albero millenario lì vicino ad osservarla.

Un giorno la donna era uscita in cerca di erbe e lui decise di seguirla, lei se ne accorse subito e dopo un po’ che lo sentiva dietro di lei gli disse –Come ti chiami?-

-Inuyasha- rispose lui senza pensare. E continuò a seguirla fino a che non ebbe finito il suo giro.

-Io sono Kikyo, ci si vede- gli disse prima di rientrare in casa.

Da quel momento la sua casa era diventata l’albero millenario e quando poteva seguiva sempre quella donna.


Fu scosso da quei ricordi da un rumore di passi, era Kaede che correva verso di lui. Si fermò di colpo –Mia sorella vuole il tuo aiuto, le piacerebbe alzarsi, ma io da sola non riesco ad aiutarla- il mezzo demone senza proferire parola si alzò e si diresse verso la capanna.

-Inuyasha mi aiuteresti ad alzarmi? Non ho più voglia di stare immobile- lui in silenzio si avvicinò a lei, con delicatezza la mise seduta, le passo il suo braccio sotto il suo e la tirò su lentamente.

La donna al suo abbraccio si senti percorrere da un brivido. Non erano mai stati così vicini, ma la vicinanza era piacevole, nonostante sentisse dei dolori per le ferite che aveva.

Si incamminarono lentamente e si avvicinarono al pozzo mangia ossa. La fece sedere con la schiena poggiata al pozzo e lui si affiancò a lei.
-Sai Inuyasha, è molto piacevole stare in tua compagnia, sei molto gentile ad aiutarmi a riprendermi, mia sorella da sola non sarebbe in grado di fare quello che stai facendo tu-

-Io non ho nessun problema ad aiutarti, anzì mi dispiace di essere fuggito via quel giorno, probabilmente se non lo avessi fatto tu staresti bene-
-Inuyasha io sto bene grazie a te- disse la donna guardandolo nei due bellissimi occhi dorati

-Non è vero, tu stai male per colpa mia, quindi da adesso prometto che ti proteggerò sempre, non voglio che ti accada nulla di male- non abbassò lo sguardo, ma lo incatenò a quegli occhi scuri. I loro visi si facevano sempre più vicini quando sentirono delle urla provenire dal pozzo.

-Mamma, Sota, Nonno, aiutatemi a risalire. Maledizione sono caduta qui dentro come una stupida. Aiutatemi vi prego non riesco a risalire-
Inuyasha immediatamente si alzò e guardò nel pozzo –Chi è la?- urlò.

-Chi sei? Mi aiuteresti ad uscire?-

Il mezzo demone guardà Kikyo, che gli fece un cenno con la testa. Si butto giù nel pozzo prese la ragazza in braccio e la portò su. Quando fu fuori la ragazza si guardò intorno spaesata – Ma… ma… dove sono??-

-Nel villaggio Musashi, chi sei?- le disse Kikyo con voce tranquilla.

-Non siamo a Tokyo?- la ragazza era ancora più spaesata e non sapeva cosa fare. Fissò con occhi sgranati il mezzo demone che dopo averla lasciata scendere dalle sua braccia era rimasto fermo davanti a lei, aveva degli occhi magnetici. Quando i loro sguardi si incrociarono, lei si mise a guardare altro e arrossì.

-Cara ragazza qui non esiste nessuna Tokyo, vieni dentro la mia capanna che ti do qualcosa da bere e cerchiamo di capire qualcosa in più- continuò Kikyo.

-La ringrazio, ma vorrei tornare a casa- rispose la ragazza e si avviò verso il bosco alla ricerca della sua famiglia. Inuyasha così si avvicinò a Kikyo, la prese e la riportò dentro la capanna. Era ora di cenare.

La ragazza girovagava per il bosco. Era stata proprio una stupida, si era sempre seduta alle estremità del pozzo, ma non era mai caduta dentro, quel giorno invece aveva sentito come qualcosa che la attraeva all’interno ed aveva perso l’equilibrio. E ora si ritrovava chissà in quale parte del mondo.



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Angolo dell'autrice:
Salve a tutti, probabilmente essendo all'inizio della storia ho una buona ispirazione e oggi sono riuscita a scrivere tranquillamente questo capitolo. 

* Il tonfo sentito è il demone che è riuscito ad attraversare il pozzo grazie alla sfera nel corpo di Kagome che lo aveva come attratto a se visto che lei in quel momento si trovava vicino al pozzo.

La parte scritta in blu è un flashback di Inuyasha. 
Vorrei ringraziare SarahKagome e Maria76 per le loro recensioni nel primo capitolo e nel prologo. E voglio ringraziare anche chi ha deciso di seguire la mia storia, e chi la legge soltanto.
Spero vivamente vi possa piacere.

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Capitolo 4
*** Il ritorno della sfera (Capitolo 3) ***


Kagome continuava a girovagare per il bosco. Più camminava, più aveva la sensazione di allontanarsi dal suo obiettivo. Ormai era sera, non sapeva cosa fare e ci vedeva ben poco visto che il solo era calato e lì non c’erano luci. Così si sedette ai piedi di un albero e si addormentò.

Venne svegliata dolcemente dai primi raggi del sole, aprendo gli occhi non ricordava dove si trovasse, ma quando pensò a cosa era successo il giorno prima capì che doveva riprendere il viaggio per tornare a casa.

Riprese a camminare quando d’improvviso si trovò davanti un’alta figura, magra con i capelli argentei e gli occhi dorati, indossava una strana armatura. Subito le vennero in mente gli occhi del ragazzo che l’aveva salvata il giorno prima, ma si rese conto che quell’uomo non era lui.

-Chi sei? E cosa vuoi da me?- esclamò la ragazza facendo un passo indietro.

-Hai l’odore di mio fratello- rispose gelido il demone.

-Io non conosco tuo fratello, cosa vuoi da me?- la ragazza fece un altro passo indietro, ma il demone ne fece uno verso di lei.

-Ti dico che hai addosso l’odore di mio fratello- ribattè il demone.

-Maledizione, io non ho idea di dove sono e tu insisti a dirmi che ho l’odore di tuo fratello, che non so nemmeno chi sia-

-Ti riporto da lui, credo tu ti sia persa- con un gesto veloce prese in braccio la ragazza.

-Ehiiiii….lasciamiiii….- urlava la ragazza cercando di sfuggire alla sua presa, ma fu inutile e si lasciò portare.

Qualche minuto dopo erano davanti alla capanna di Kikyo e vi trovarono Inuyasha fermo che li guardava avvicinarsi.

-Sesshomaru, cosa ci fai qui? E perché porti in braccio quella ragazzina?- disse Inuyasha

Sesshomaru con calma posò a terra la ragazza che fece qualche passo per allontanarsi da lui, nonostante si era resa conto di quanto veloce fosse il demone.

-Ho riportato qui la ragazzina, ha il tuo odore addosso- rispose il demone con tutta la freddezza possibile. Si voltò e scomparve.

-Scusami, credo mi sia rimasto addosso quando mi hai salvato dal pozzo. Ma deve avere un fiuto molto sviluppato, io non sento nulla- Disse Kagome d’un fiato.

-Lui è un demone cane, per questo ha l’olfatto molto sviluppato- si intromise Kikyo che era appena uscita dalla capanna con fatica.

-Demone? Esistono i demoni? Ma dove ci troviamo?- Kagome impallidì.

-Siamo nell’era Sengoku, e si esistono i demoni- disse Kikyo.

Kagome diventava sempre più pallida, stava per svenire quando sentì due forti braccia sostenerla, erano quelle di Inuyasha. I loro volti erano molto vicini e lei si perse nei suoi occhi dorati. Passarono pochissimi secondi e Inuyasha iniziò a percepire qualcosa provenire dal pozzo.

Poi tutto successe in un attimo, dal pozzo venne fuori quel demone che aveva ucciso qualche giorno prima. Era tornato in vita, così lui lascio Kagome e si avvicinò a Kikyo per proteggerla, ma il demone non voleva Kikyo.

-Ragazzina tu hai la sfera dei quattro spiriti. Dalla a me immediatamente- # il demone si avvicinava pericolosamente alla ragazza che cercava di allontanarsi il più possibile. Un tentacolo la avvolse e la sollevò da terra e lei era sempre più spaesata e pallida. Ad un tratto sentì la carne del suo fianco lacerarsi e urlò di dolore.

Una luce violacea illuminò la zone, proveniva da una sfera che era appena uscita dal corpo della ragazza. Il demone lasciò cadere la ragazza cercando di afferrare la sfera, ma una freccia di Kikyo colpì il demone che iniziò a dissolversi. Si creò una forte onda d’urto intorno alla freccia che toccando la sfera la spedì in un posto a tutti sconosciuto molto lontano da dove loro si trovavano. Il demone si dissolse completamente e la ragazza si piegò in due dal dolore.

-Va a prenderla Inuyasha e portala qui, bisogna curarla- disse Kikyo, e in un batter di ciglia Inuyasha eseguì l’ordine. La portarono dentro e le medicarono la ferita.

-Mi…mio nonno mi pa…parlava di una sfera dei quattro spi…spiriti che era esistita molto tempo fa- disse Kagome tremante e dolorante.

-Bisognerà chiamare la venerabile Akane, lei sicuramente ci saprà dire cos’è- Kaede corse subito fuori dalla capanna per chiamare la sacerdotessa.

Rimasero nella capanne le due donne, ancora deboli e quasi incapaci di muoversi senza sentire dolore e il mezzo demone.
Inuyasha le guardava attento, erano entrambi bellissime.

Passati alcuni minuti sentirono arrivare la piccola Kaede con la sacerdotessa.
Akane appena entrata nella capanna, diede un’occhiataccia al mezzo demone e si chinò al capezzale della giovane sconosciuta.

-Come fai a conoscere la sfera dei quattro spiriti?- si rivolse abbastanza nervosa alla ragazza.

-Mio nonno ne parla spesso a me e mio fratello, dice che è una sfera esistita moltissimo tempo con poteri enormi, capaci di portare morte e distruzione- disse la ragazza con un tono di voce sottile, praticamente impercettibile

-E va bene- disse l’anziana miko –vi racconto cosa successe circa 50 anni fa- e si mise a raccontare la storia ottenendo l’attenzione di tutti i presenti. *

-Io credo che tu sia la reincarnazione di mia zia, poiché con lei bruciò la sfera 50 anni fa e poi le somigli moltissimo, anche se tu sei molto più giovane- lo sguardo attento della vecchia si posò poi sulle sue vesti.

-Credo di essere sicura però che tu non appartieni alla nostra epoca- Kagome fece no con la testa. –Come immaginavo, tu hai viaggiato nel tempo e sei arrivata qui-
-Attraverso il pozzo?- disse Kagome poco tranquilla.

-Si cara, il pozzo ti ha trasportato…- la miko venne interrotta
-500 anni indietro nel tempo- terminò la frase Kagome abbassando lo sguardo sconfitta aveva studiato l’era Sengoku a scuola –come posso tornare a casa mia?-

-Non potrai tornare a casa tua fino a che non si ritrova la sfera dei quattro spiriti, solo con quella potrai viaggiare di nuovo nel tempo-

-Quindi sono spacciata? Dovrò per sempre rimanere qui?- disse tra i singhiozzi Kagome.

-No- Rispose fredda l’anziana miko.

-C’è qualcosa che possa esserci utile per trovare questa maledetta sfera?- urlò la ragazza

-Tu- continuò l'anziana sacerdotessa -Tu avevi la sfera nel tuo corpo, solo tu puoi trovarla-

-Ma io non ho idea di come fare a trovarla-

-Con la sfera all'interno del tuo corpo per svariati anni, tu hai sviluppato i poteri di sacerdotessa, e sei l'unica in grado di trovarla. Noi altre sacerdotesse possiamo purificarla, ma non abbiamo la percezione della posizione della sfera-

-Ma io non la percepisco- ribatté Kagome alterata

-La percepirai quando sarà abbastanza vicina a te. Evidentemente ora è fin troppo lontana- disse la miko

-Ma quali sono i poteri di questa sfera?- disse il mezzo demone.

-Chi la possiede riesce ad aumentare la propria forza e i propri poteri in modo smisurato.  Per questo in molti ne sono alla ricerca-

-Capisco- disse il mezzo demone incuriosito da questo strano oggetto, forse gli sarebbe potuto essere utile.



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Angolo dell'autrice:
Salve sono tornata, ieri non ho avuto l'ispirazione per scrivere il capitolo. Fortunatamente stamattina mi è venuto in mente cosa scrivere ed eccomi qui.
E' tornata la sfera e la storia somiglia molto a quella originale, ma non sapevo come tirarla fuori.
Che ne pensate dell'entrata in scena di Sesshomaru? Non ero molto convinta di quello che scrivevo, ma è venuta così.

* La storia che racconta la sacerdotessa Akane è quella che io ho messo nel prologo.

# Il demone sa che Kagome ha la sfera dei quattro spiriti perché quando Kagome ha attraversato il pozzo lui era con lei e ha beneficiato dei poteri della sfera per rigenerarsi.

Spero che vi piaccia, e se c'è qualcosa che non vi piace non esitate a commentare e dirmelo. Accetto le critiche.
Ringrazio chi ha commentato il capitolo precedente e chi segue la mia storia.
Al prossimo capitolo ^_^

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Capitolo 5
*** Kagome & Inuyasha (Capitolo 4) ***


Non appena Kikyo e Kagome guarirono completamente decisero di andare insieme ad Inuyasha nella capanna della venerabile Akane a chiedere cosa avrebbero dovuto fare per ritrovare la sfera.

-Cosa ci fate da queste parti?- disse l’anziana miko con lo sguardo infastidito puntato sul mezzo demone e Kikyo che camminavano vicini lasciando in disparte Kagome.

-Volevamo chiederle da dove potrei iniziare a cercare la sfera- rispose Kagome

-Immaginavo saresti venuta a chiedermelo, non vedi l’ora di tornare a casa vero?-

-Esatto venerabile Akane, mi può aiutare?-

-Io non saprei da dove potresti iniziare a cercare, l’unico consiglio che posso darti è che non dovresti cercarla da sola. Molti demoni la cercano e non sarebbe sicuro per te essere sempre in pericolo. Credo che dovresti portare Inuyasha con te, così che possa proteggerti-

-Io?? Ma non ci penso nemmeno ad aiutare questa ragazzina- disse Inuyasha infastidito, aveva la sensazione che la vecchia sacerdotessa volesse allontanarlo da Kikyo.

-Potrei andare anche io con loro, venerabile Akane, e potremmo dare alla ragazza un arma per poter essere in grado di difendersi- disse Kikyo

-Mia cara Kikyo concordo con te nel dare un’arma alla giovane ragazza, magari riuscirà ad utilizzare anche il suo potere spirituale per proteggersi un po’, credo però che la presenza di Inuyasha sia indispensabile per lei, mentre la tua sarebbe d’intralcio-

-Ma come venerabile Akane?- disse stizzita Kikyo

-Te lo spiego subito- disse tranquilla la miko –se tu vai con loro Inuyasha sarà costretto a proteggervi entrambe nel caso di un attacco, e sarebbe più complicato, mentre se partono da soli lui avrebbe più facilità di movimenti e riuscirebbe a proteggerla molto meglio- fece una pausa breve e aggiunse –e poi noi abbiamo bisogno di te qui al villaggio, mi sbaglio o sei tu la sacerdotessa in carica adesso?-

Kikyo annuì silenziosamente, si stava legando a quel mezzo demone ed era infastidita dal fatto che avrebbe passato molto tempo con quella ragazzina sconosciuta.

-Quindi sono praticamente costretto ad accompagnarla?- aggiunse infastidito Inuyasha

-Se non vuoi venire con me non ti costringo. Resta qui con la tua donna, riuscirò a cavarmela da sola, se mi date gentilmente un arma con cui difendermi- non voleva perdere tempo Kagome e l’atteggiamento di quel mezzo demone l’avrebbe rallentata.

-Lei non è la mia donna, le ho solo promesso che l’avrei sempre protetta perciò non ho nessuna intenzione di allontanarmi da lei-

-Caro Inuyasha- si intromise l’anziana miko –Kikyo non sarà in pericolo qui al villaggio, sappiamo difenderci dai demoni abbastanza bene. L’unica a correre pericoli sarà Kagome, perché sarà da sola alla ricerca della sfera-

Rimasero tutti e quattro in silenzio per circa un minuto, poi l’anziana miko riprese la parola –Inuyasha se tu l’accompagni lei riuscirà più facilmente a trovare la sfera e quindi a tornare a casa. Quando lei tornerà a casa tu sarai libero di restare accanto a Kikyo per proteggerla-

Inuyasha guardava la ragazza pensando che probabilmente la miko aveva ragione.

-Quindi vai con lei?- disse Kikyo abbastanza irritata

-Credo di si, ma non preoccuparti Kikyo, torneremo molto presto, non ho nessuna intenzione di lasciarti da sola per molto tempo- rispose Inuyasha cercando di tranquillizzare Kikyo.

Kikyo non si tranquillizzò affatto, lei sapeva difendersi benissimo dai demoni, non era quello che le interessava, ma sapere Inuyasha lontano da lei con un’altra donna non le andava proprio giù. Dovette però accettare la situazione.

-Quando partiamo?- disse Kagome rompendo il silenzio

-Vi conviene partire domani ragazzi, oggi cercheremo un’arma da dare a te Kagome e vi parlerò di alcuni percorsi che potreste seguire e di alcuni villaggi che potreste incontrare- disse l’anziana sacerdotessa.

La sacerdotessa porto la ragazza in un grande capanno dove c’erano moltissime armi e le disse di sceglierne una.

La ragazza prese in mano svariate armi, una spada ma non riusciva a muoverla con velocità, dei pugnali, ma anche con questi non sapeva destreggiarsi, infine prese arco e frecce, a scuola aveva seguito un corso ed aveva imparato a centrare con una buona precisione l’obiettivo.

-Se scegli questo dovrai però procurarti spesso qualche freccia- disse la sacerdotessa –ricordalo quando capiterai nei villaggi-

-Certo venerabile Akane- disse Kagome.

Dopo aver scelto l’arma decisero di andare a mangiare e non appena finito la sacerdotessa spiego ai due ragazzi alcuni percorsi che avrebbero dovuto seguire. Quando ebbero finito era già buio

-Kagome, Inuyasha credo che sia meglio che stanotte restiate a dormire qui nella mia capanna, domani dovrete avviarvi all’alba-

-Inuyasha non torni con me?- ribattè alterata Kikyo, anche stasera sarebbe dovuto restare con quella ragazzina?

-Mia cara Kikyo, non voglio contraddirti ma Inuyasha dovrà partire con Kagome, non mi sembra il caso che venga con te- disse la sacerdotessa un po’ stizzita dalle parole di Kikyo.

-Già Kikyo, la vecchia Akane ha ragione, devo restare a dormire qui con Kagome- disse Inuyasha con voce tranquilla, Kikyo si girò immediatamente ed andò via.

-Ragazzi venite con me ho preparato questa stanza per te Kagome- disse la miko indicandole la stanza –mentre tu Inuyasha dormirai qui- indicando un’altra stanza.

-Grazie venerabile Akane- disse Kagome inchinandosi.

Inuyasha invece non disse nulla, entrò nella sua stanza, si sedette con la schiena poggiata alla parete e cercò di addormentarsi, anche se il viso di Kikyo tormentava la sua mente. La sacerdotessa era riuscita ad allontanarli, ma lui avrebbe trovato subito la sfera per tornare accanto a Kikyo e proteggerla. Però adesso doveva accompagnare quella stupida. Con la mente ritornò al viso della ragazzina, aveva dei lunghissimi capelli neri che erano in contrasto con il colore della sua pelle, gli occhi color marrone intenso e le labbra di un bel rosa. Indossava degli strani vestiti però, le scoprivano molto le gambe lunghe e magre. Attraverso i vestiti si notava il suo corpo ben proporzionato e asciutto.

Con l’immagine di Kagome in mente Inuyasha riuscì ad addormentarsi.

Kagome venne accompagnata dalla sacerdotessa all’interno della stanza in cui doveva dormire. Era molto grande e al centro della stanza c’era un futon. La ragazza corse subito su quel futon e si sdraiò.

-Cara Kagome, vorrei darti una cosa- disse la sacerdotessa –questa veste era mia quando ero giovane vorrei che la indossasti in questo viaggio, è fatta da una stoffa molto resistente e potrebbe esserti d’aiuto-

-La ringrazio venerabile Akane- disse la ragazza

-Bene è ora di dormire, buonanotte- disse la miko uscendo dalla stanza

-Buonanotte- rispose la ragazza.

La miko si affrettò ad uscire e lasciò da sola la ragazza. Kagome non riusciva ad addormentarsi così si alzò in piedi e iniziò a camminare per la stanza. Doveva trovare al più presto la sfera, voleva ritornare a casa. Non le piaceva quella Kikyo, credeva che lei volesse rubarle il suo uomo, ma a lei non interessava Inuyasha, aveva bisogno di lui solo per non farsi ammazzare mentre era alla ricerca della sfera.
Ripensò a quel ragazzo e un brivido le scosse la schiena. Aveva sentito che era mezzo demone, quindi era nato dall’amore di un essere umano e un demone. Aveva dei lunghi capelli argentei che incorniciavano il suo viso in modo perfetto, soprattutto i suo bellissimi occhi dorati. Le orecchie che spuntavano dalla sua testa erano tenerissime. La sua veste era di un rosso intenso e nonostante fosse molto larga si notava il suo corpo ben scolpito. Era molto muscoloso e molto bello.

Kagome scosse la testa per eliminare quel pensiero, e si rigirò nel futon cercando di addormentarsi.



°°°°°°°°°°
Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo, cosa ne pensate? spero vi possa piacere.
Ringrazio tutti coloro che leggo, ho appena controllato e siete in tanti, spero che non apriate le pagine e poi le richiudiate subito XD
Ringrazio ovviamente anche coloro che recensiscono la mia storia ad ogni capitolo e coloro che la seguono.
Vi aspetto al prossimo capitolo.

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Capitolo 6
*** La partenza (Capitolo 5) ***


Dei timidi raggi solari attraversavano le tende e entravano nella stanza in cui Kagome dormiva. Si svegliò di scatto pensando di dover andare a scuola, ma quando si ricordò il posto in cui si trovava decise di calmarsi. Sperava fosse solo un sogno, ma non lo era.
Entrò nell’altra stanza e trovò l’anziana sacerdotessa intenta a rassettare la sua camera.

-Buongiorno cara, dovresti andare a prepararti, tra poco partirete. Inuyasha è già fuori dalla capanna che ti aspetta- disse rilassata l’anziana sacerdotessa

-Ma io dovrei lavarmi, dove posso andare?- disse la ragazza leggermente in imbarazzo

-Oh cara, adesso non è il caso di pensare a questo, vestiti su. Sono sicura che mentre sarete in viaggio troverete qualche sorgente calda, lì potrai farti un bel bagno- la ragazza annuì

-Kagome, devo darti un’altra cosa prima di partire, vieni con me-  la ragazza la seguì e si trovarono in uno stanza molto piccola e buia, non aveva finestre, l’unica luce che illuminava lì proveniva dalla torcia che la sacerdotessa aveva in mano.

-Tieni, questo è un rosario magico. Dovrai metterlo al collo di Inuyasha appena potrai, e se lui fa qualcosa che ti fa arrabbiare pronuncia una formula e lui verrà bloccato da questo rosario. Sono sicura che ti sarà molto utile, non conosco bene Inuyasha, ma da quello che ho potuto vedere ha un bel caratterino- concluse la miko, la ragazza prese il rosario e ringraziò la donna, poi corse a cambiarsi.

Doveva indossare l’abito stupendo che la sera prima la sacerdotessa le aveva regalato.

Dopo aver indossato l’abito si diede un’occhiata, vedeva le sue lunghe gambe coperte da quella stupenda stoffa di colore verde con disegni di fiori fatti da un filo di colore dorato. Sentiva il suo corpo ben fasciato da quel kimono stupendo. Si sentiva a suo agiò anche se non aveva mai indossato quel tipo di abito in vita sua. Poi sentì bussare alla porta

-Avanti- disse lei tranquilla

-Ci vuole molto?- disse Inuyasha entrando nella stanza. Quando la vide rimase a fissarla per qualche secondo, l’abito che indossava le stava molto bene, era stupenda. Scostò lo sguardo leggermente imbarazzato, poco dopo sentì parlare la ragazza -Su andiamo sono pronta-

Uscirono dalla stanza e andarono dalla sacedotessa che aveva preparato alcune provviste per il viaggio e l’arma per Kagome

-Fate buon viaggio ragazzi- disse porgendo le cose che aveva in mano alla ragazza –ci rivedremo non appena passerete da qui-

-Grazie- disse Kagome, mentre Inuyasha restò in silenzio.

Usciti dalla capanna si trovarono davanti Kikyo che era venuta a salutare Inuyasha.

-Fai buon viaggio e torna presto- disse Kikyo con voce romantica correndo ad abbracciare il mezzo demone. Inuyasha era un po’ in imbarazzo, era la prima volta che abbracciava quella donna.

Kagome si allontanò di qualche passo da Inuyasha lasciando che i due potessero restare da soli. Si rese conto solo quando alzò lo sguardo che Kikyo la guardava con disprezzo, come se volesse dire “attenzione a te, non toccare il mio uomo” e lei abbassò nuovamente lo sguardo. Per quello che sapeva, e che aveva detto Inuyasha, i due non stavano insieme quindi non capiva il motivo per cui Kikyo la disprezzasse in quel modo.

Quando terminò i suoi pensieri si trovò davanti Inuyasha. Kikyo dopo aver salutato il mezzo demone era corsa via senza dire nulla.

-Avviamoci- disse il mezzo demone, e senza proferire parola Kagome si mise a camminare al fianco di Inuyasha. Lo osservava con la coda dell’occhio, camminava fiero con la testa alta e tutti i muscoli in tensione, doveva averne di coraggio.

Camminarono in silenzio per circa un’ora, la ragazza iniziava a sentirsi stanca

 –La facciamo una pausa, non riesco a mantenere questo tuo ritmo, sono un essere umano io- il ragazzo le si avvicinò e le disse –Non voglio rallentare la ricerca per colpa tua, su sali sulle mie spalle ti porto io-

-Oh certo non vedi l’ora di tornare dalla tua donna e non vuoi nemmeno lasciarmi riposare per qualche minuto, sei davvero spietato-

-Io non sono spietato, ti ho concesso l’onore di salire sulle mie spalle, ti saresti riposata anche così non credi?-

-Ma io non voglio salire sulle tue spalle, voglio fermarmi e riposarmi qualche minuto-

-Io non voglio fermarmi, quindi se non vuoi seguirmi continuo da solo-

-Aspetta aspetta- disse la ragazza avvicinandosi al mezzo demone. La ragazza con una mossa veloce mise al collo del mezzo demone il rosario che le aveva dato la sacerdotessa, ma non sapeva quale formula pronunciare per bloccare Inuyasha.

-Ehi ragazzina cosa mi hai messo al collo e perché non riesco a toglierlo?- disse il mezzo demone cercando di tirare via quel rosario. Kagome non rispose. –Dai togli questo coso, è fastidioso-

La ragazza non aveva più voglia di sentire le sue parole quindi esclamò –SEDUTO- e il mezzo demone si schiantò immediatamente a terra.

-Cosa hai fatto maledetta ragazzina? E perché sono finito a terra?-

-Ogni volta che pronuncerò quella parola ti succederà questo quindi ti conviene non farmi arrabbiare-

-Cosa? Togliemi questo maledetto rosario-

-Seduto-  e il mezzo demone finì a terra una seconda volta. Si sentiva sconfitto quindi acconsentì a fermarsi per qualche minuto. Rimase seduto sotto un albero mentre la ragazza aveva trovato un piccolo ruscello in cui aveva immerso i piedi.

Rimasero per qualche minuto lì, poi lei si alzò e si diresse da Inuyasha, si sedette vicino a lui

-Possiamo riprendere il viaggio-

Il mezzo demone si alzò e prese la mano della ragazza facendo alzare anche lei. Non voleva fermarsi troppo spesso così le disse –Sali comunque sulla mia schiena, ti stancherai di meno-

La ragazza annuì e salì sulla sua schiena, mettendogli le braccia attorno al collo. Posò una guancia sulla sua spalla e riusciva a sentire la morbidezza dei sui lunghi capelli.

Poi alzò nuovamente la testa e vide quelle due tenere orecchie muoversi, avrebbe voluto accarezzarle, ma si trattenne. Ad un tratto Inuyasha iniziò a correre, era veramente veloce. La ragazza posò nuovamente la testa sulla spalla di lui e si lascio trasportare.



°°°°°°°°°°
Angolo dell'autrice:
Eccomi tornata con un nuovo capitolo, lo so' è un po' noiosetto, ma doveva esserci, non potevo saltarlo. Spero nei prossimi capitoli di riuscire ad attirare di più la vostra attenzione. Ancora siamo agli inizi quindi le cose che succedono sono poche, spero con il tempo di riuscire a rendere più intrigante la storia.
Ringrazio SarahKagome e Maria76 per le loro recensioni sempre presenti in ogni mio capitolo. Sono molto contenta di leggere le vostre opinioni.
Ringrazio chi segue la mia storia e chi legge soltanto.
Se avete qualcosa da dirmi, non esitate a chiedermelo. 
Spero che questo capitolo vi piaccia, vi aspetto al prossimo.

 

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Capitolo 7
*** Kikyo & Naraku (Capitolo 6) ***


Si era fatto giorno e Kikyo doveva cercare delle erbe medicinale per gli abitanti del villaggio. La piccola Kaede ancora dormiva quando lei decise di uscire dalla capanna. Prese con se arco e frecce cercando di fare meno rumore possibile e si avviò verso il bosco. Non riusciva però a togliersi dalla mente quella stupida ragazzina che era sbucata dal nulla e l’aveva allontanata dal mezzo demone. Non era più abituata ad andare alla ricerca di erbe medicinali da sola anche se non aveva certo bisogno della protezione del mezzo demone.

Si avvicinò ad un albero ed ai suoi piedi raccolse un erba e la mise nel suo cestino, quando si rialzò sentì dietro di se una presenza con una forte aura demoniaca.
Si girò di scatto incoccando una freccia nel suo arco.

-Ciao- disse il demone dalle sembianze umane davanti a lei. Aveva i lunghi capelli neri e gli occhi talmente scuri che le provocarono un brivido lungo la schiena.

-Non ti avvicinare, potrei ucciderti in un istante- disse tendendo l’arco

-Oh cara, non ti conviene uccidermi, sono sicura che potrei esserti molto utile- 

-E come?-

-Inuyasha non è con te?- ribatte avvicinandosi a Kikyo che intanto aveva allentato la presa sull’arco

-Cosa centra Inuyasha adesso? E come fai a conoscerlo?- disse la donna perplessa, quell'essere conosceva sia lei che il mezzo demone. Che li spiasse? 

-Io so tutto mia cara Kikyo- la donna sobbalzò a sentir pronunciare il suo nome

-So che il tuo amico mezzo demone è partito con una ragazza alla ricerca della sfera dei quattro spiriti. E anche io sono alla ricerca del prezioso gioiello- il demone fece una breve pausa e poi continuò –Sai, io conosco bene la sfera, poiché mio padre circa 50 anni fa ne era alla ricerca, ma un’abile sacerdotessa riuscì ad ucciderlo. Io però non sarò così ingenuo, io avrò la sfera e riuscirò anche a vendicare mio padre-

-Perché mi dici tutto questo?-

-Perché tu mi aiuterai a sottrarre la sfera a quella ragazzina quando l’avrà trovata-

-A lei la sfera serve per tornare a casa sua, nel futuro-

-Come sei ingenua mia cara, se lei avrà la sfera potrà viaggiare avanti e dietro nel tempo tutte le volte che vorrà, credi che ti lascerà vivere in pace con il mezzo demone?-

-Ma… ma…- disse la sacerdotessa sempre più perplessa. E se davvero quella ragazzina le avesse rubato l’uomo?

-Lei tornerà tutte le volte che potrà- disse Naraku con un bel sorrisetto malefico sulle labbra

-Inuyasha vuole stare solo con me, non le importa di quella ragazzina-

-Lo dici tu mia cara, staranno molto tempo insieme, cosa ti dice che non si affezionino l’uno all’altra?-

Kikyo rimase in silenzio non sapendo cosa rispondere. Sotto sotto quella era anche la sua più grande paura.

-Non puoi cercare la sfera anche tu?- disse la sacerdotessa

-E perdere tempo inutile? Io non posso percepirla come ci riesce lei. Sarebbe solo tempo perso per me- disse il demone –Solo lei può percepirla e io me ne approprierò non appena sarà nelle sue mani-

-Non puoi rubargliela da solo? Cosa posso fare io?-

-Io non riuscirei mai ad avvicinarmi a lei senza essere attaccato, tu invece ci riusciresti- 

Kikyo era sempre più confusa, ma le parole di quel demone iniziavano a convincerla, così gli disse

-Ma lei per attraversare il pozzo ha bisogno della sfera, se io gliela rubassi lei rimarrebbe per sempre qui-

-Mia cara tu dovrai accompagnarla nel suo tempo e poi farti dare la sfera per tornare qui. Tornata qui non distruggerai la sfera ma la darai a me. Io così potrò vendicarmi e diventare molto più forte così da diventare il dominatore di questo mondo. Tranquilla tu e il tuo mezzo demone sarete liberi di stare insieme, sarà questa la mia ricompensa per il tuo aiuto- concluse la frase con un sorrisetto

Kikyo era sempre più convinta che avesse ragione. Non poteva lasciare che quella ragazzina le rubasse l’uomo quindi decise di accettare.

-Va bene, accetto di aiutarti, ma credo che ci vorrà molto tempo prima che ritornino con la sfera-

-Non dubitare dei poteri della ragazza, la troverà molto presto- disse il demone avvicinandosi alla donna.

Lei era rimasta immobile mentre il demone aveva preso ad accarezzarle il viso, la guardava negli occhi e lei non riusciva a staccarsi da quello sguardo. Si sentiva domata da quello sguardo e nonostante il suo corpo poteva benissimo muoversi per allontanare il demone la sua mente le diceva di non farlo.

Il demone si era reso conto che a lei piaceva la sua vicinanza così con l’altro braccio la prese dai fianchi e l’avvicinò a se. I loro visi erano molto vicini e lui le diede un leggero bacio sulle labbra.

Poi si scostò subito da lei –Sarà un piacere collaborare con te, ti verrò a cercare tra un po’ di tempo e ci aggiorniamo sulle novità- la disse con un sorrisetto malizioso.

Poi scomparve nel nulla. Lei rimase lì per qualche minuto pensando a quel bacio. Non aveva mai visto quel demone, ma dal secondo in cui i loro sguardi si erano incontrati aveva sentito dentro di se un brivido, inizialmente aveva pensato fosse stato un brivido di paura, ma dopo che il demone l’aveva baciata era sicura che il brivido fosse stato di piacere.

La donna si avviò verso la sua capanna. Arrivò e trovò sua sorella con la sacerdotessa Akane.

-Bentornata sorella- disse la bambina felice di rivedere la sorella

-Salve Kikyo, hai raccolto qualche erba?- disse la miko

-Venerabile Akane sono riuscita a trovare solo questa oggi- mentì mostrando il contenuto del cestino.

-Non importa Kikyo, per oggi va bene, domani cerca di fare di meglio però. Ora vi saluto, per me è ora di tornare al villaggio. Buona giornata- disse la miko andando via.



°°°°°°°°°°
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti sono tornata con un nuovo capitolo. Qui credo che ci sia una grossa svolta della storia. Cosa ne pensate? 
Ringrazio Maria76, SarahKagome e pulce852004 che hanno recensito il precedente capitolo. 
Ringrazio come sempre tutti i lettori della mia storia e tutti quelli che la seguono.
Vi aspetto al prossimo capitolo. Se avete qualche dubbio scrivetemi :)

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Capitolo 8
*** Tessaiga (Capitolo 7) ***


Il movimento dell’aria scompigliava i capelli del mezzo demone e della ragazza. Li univa come se fossero stati su un’unica testa e il contrasto dei due colori era come il contrasto tra il carattere dei due ragazzi.

Erano completamente diversi, lei dolce gentile e chiacchierona, mentre lui scontroso e silenzioso. Una cosa univa i due caratteri, come il vento univa i loro capelli, ed era il loro essere orgogliosi. Entrambi non volevano farsi mettere i piedi in testa da nessuno e volevano raggiungere il loro obiettivo a tutti i costi.

Ad un tratto Inuyasha si fermò, lei alzò la testa dalla sua spalla e vide le orecchie del mezzo demone scattare in una direzione.

-Che succede Inuyasha?-

-Credo ci sia un demone nelle vicinanze-

Tranquillo fece scendere la ragazza dalle sua spalle e si avviò nella direzione in cui sentiva l’aura demoniaca con al seguito la ragazza.

Videro una grande nuvola scura e Inuyasha si parò davanti alla ragazza proteggendola col suo corpo. Delle fiamme provenivano dalle nuvole ma sembravano strane, non volevano attaccarli.

Ad un tratto Inuyasha si sentì pungere sul collo e con un gesto veloce si schiaffeggiò in quel punto. Quanto riaprì la mano vide una piccola pulce schiacciata

-Signorino Inuyasha da quanto tempo- disse la pulce

-Ma tu chi sei?- ribattè Inuyasha mentre vide la piccola pulce rigonfiarsi

-Sono un vecchio servitore del tuo defunto padre-

Inuyasha rimase ad osservarlo per qualche secondo poi alzò lo sguardo verso la nuvola e vide che era scomparsa, ma al suo posto si trovava un vecchietto in groppa ad un bue con tre occhi ed in mano un martello dal lungo manico e una vecchia spada.

Kagome riusciva a muoversi da dietro le spalle del mezzo demone, sapeva di non essere in pericolo.

-Finalmente l’abbiamo trovato- disse il vecchio in groppa al bue.

-Io sono Myoga e lui è Totosai- disse la pulce saltellando –la stavamo cercando signorino Inuyasha- si interrupe per qualche secondo
-dobbiamo consegnarle un oggetto importante, un’eredità di suo padre-

Totosai si stava avvicinando al mezzo demone e gli porgeva la spada che teneva in una mano.

-Questa è la spada che suo padre aveva lasciato a te Inuyasha- disse Totosai

Il ragazzo prese la spada dalle mani del vecchio fabbro la estrasse dal fodero e la guardò con aria schifata.

-Ma questa spada è vecchia e arrugginita. Perché mio padre ha voluto lasciarla a me? E’ inutile- disse Inuyasha perplesso.

-Questa è Tessaiga, ha un grande potere, ma solo quando sarai all’altezza riuscirai ad usarlo- disse Myoga –Noi non possiamo dirle altro, deve scoprire tutto da solo signorino- e andarono via come erano arrivati.

-Ma io cosa dovrei farci con questa stupida spada?- disse il mezzo demone gettandola a terra Tessaiga-

-Ma è pur sempre un ricordo di tuo padre, tienila con te- si intromise Kagome.

-Non mi interessa- sbottò il mezzo demone arrabbiato -non ne ho bisogno, i miei artigli funzionano sicuramente molto meglio-

Kagome rassegnata prese la spada e la portò con se, pensando che forse si sarebbe potuto pentire di questo gesto dettato dalla rabbia.

Inuyasha vide Kagome raccogliere la spada e le disse -Vuoi prenderla tu? Ma non sai nemmeno usarla-

-Tsk, potrebbe sempre essermi utile, non sono così imbranata- disse alterata e il mezzo demone rimase in silenzio.

Kagome osservo meglio la spada che portava tra le mani, era veramente vecchia e trasandata, ma loro non sapevo che tanto era trasandata e vecchia, tanto era potente.

Ripresero il loro viaggio però camminavano distanti, il mezzo demone non le aveva chiesto di risalire sulla sua schiena e lei non aveva avuto il coraggio di parlare con lui.

Si fermarono qualche minuto e si sedettero ai piedi di un albero.

-Inuyasha perché non vuoi portare un ricordo di tuo padre con te?-

-Non ho nessuna intenzione di parlare con te di mio padre- rimase un attimo in silenzio e continuò -anche perché non lo conosco, è morto quando io ero solo un neonato-

-Mi dispiace molto- disse Kagome rattristata

-Non dispiacerti, ormai è passato tantissimo tempo-

Kagome decise di non aggiungere altro e rimasero in silenzio entrambi per diversi minuti.

-Alzati forza allontanati da qui-

-Cosa succede Inuyasha?-

-Ti ho detto di allontanarti-

Kagome si mise dietro un albero un poco distante da Inuyasha. Teneva ben stretta la spada in mano.

Dopo pochi secondi davanti a loro si parò un gigantesco oni.

-Hijin-Kessou- disse Inuyasha cercando di avvicinarsi all’oni, ma quello dopo aver scansato in parte il suo colpo cercò di avvicinarsi a Kagome.

-E’ troppo veloce- sussurrò Inuyasha

-Sankon-Tessou- urlò questa volta Inuyasha riuscendo a staccare il braccio sinistro all’oni che adesso gli dava le spalle.

Non appena l’oni tentò di avvicinare l’unico braccio che gli era rimasto per prendere Kagome, terrorizzata e immobile, venne respinto lontano da una barriera.

Inuyasha non si fece scappare l’occasione e gli staccò la testa. Quando finalmente l’oni era morto si avvicinò a Kagome per assicurarsi che stesse bene

-Credo che la tua spada mi abbia salvato- disse lei ancora terrorizzata.

-Allora avevi ragione che sarebbe potuta esserti utile- rispose lui tendendole la mano.

Lei afferrò la mano e si rialzo, Inuyasha si girò di schiena e lei senza dire una parola gli salì goffamente in spalla, impacciata dalle armi che portava con se.

Ripresero il viaggio in silenzio.



°°°°°°°°°°
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti, sono tornta presto con un nuovo capitolo. Io adoro Tessaiga quindi dovevo inserirla in qualche modo. Forse può sembrare un po' scontato, ma è quello che mi è venuto in mente. 
Comunque non sono ancora per nulla in grado di descrivere situazione in combattimento. Perdonatemi, spero che riusciate a capire qualcosa.
Ringrazio SarahKagome, PiccolaClaudietta99 e Maria76 per aver recensito il capitolo precedente, e ringrazi anche tutti quelli che leggono e seguono la mia storia.
Ora vi saluto e vi aspetto nel prosssimo capitolo, come sempre se avete qualcosa da dirmi non esitate a commentare qui sotto.

 

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Capitolo 9
*** Novità (Capitolo 8) ***


Kagome e Inuyasha erano seduti vicini ai piedi di un grande albero. Si stavano riposando un po’ prima di riprendere il loro lungo viaggio.

Kagome era seduta e teneva strette le sue gambe al petto, pensava alla sua famiglia e a quanto le mancava. Era stanca di stare così lontana da loro, ma non poteva fare altrimenti.

-Ti manca la tua famiglia?- le chiese Inuyasha come se le stesse leggendo i pensieri

­-Si molto- rispose lei ritornando poi al silenzio iniziale

Passarono alcuni minuti, si sentivano soltanto gli uccellini canticchiare e il rumore delle foglie mosse dal vento. Non c’era nessuno vicino a loro. Kagome non percepiva la sfera e nei suoi pensieri si formò una grande preoccupazione

-E se io in realtà non riesco a percepire la sfera? Staremmo solo perdendo tempo- disse con un filo di voce voltandosi verso Inuyasha che appena sentì le sue parole si girò verso di lei. Si ritrovarono occhi negli occhi. Quello sguardo non era superficiale, ma era riuscito ad andare in profondità. Come se l’uno fosse riuscito a leggere tutte le preoccupazioni e le paure dell’altro.

­-Non preoccuparti sarai in grado di sentirla quando ci avvicineremo a lei- disse Inuyasha per consolarla, nei suoi occhi aveva rivisto i suoi quando aveva perso sua madre. Non voleva che lei provasse la sua stessa tristezza. Non voleva che anche lei rimanesse da sola.

Kagome si alzò di scatto prese arco frecce e spada

-Ripartiamo?- disse e Inuyasha senza fiatare si alzò e cercò di far salire la ragazza sulla sua schiena. Si rese conto solo in quel momento che la spada che lui non voleva portarsi dietro e che Kagome non voleva abbandonare, le era d’intralcio per salire sulla sua schiena.

-Porto io la spada, su dalla a me- disse lui deciso, e lei senza obiettare gliela porse. Lui la mise al suo fianco fermando per bene il fodero alla sua cintura e poi fece salire la ragazza sulla sua schiena.

Ripresero velocemente il cammino, e il sentirsi cullata dal mezzo demone l’aveva tranquillizzata. Un po’ di tempo dopo Kagome riuscì a scorgere un luogo in cui c’era una sorgente d’acqua.

­-Fermati Inuyasha- urlò la ragazza. Il mezzo demone frenò la sua corsa di getto e perse l’equilibrio, così da schiantarsi rovinosamente a terra insieme a Kagome che era sempre sulle sue spalle.

­­-Hai percepito la sfera?- disse lui

-Ma no sciocco, guarda un po’ laggiù cosa c’è. Una bella sorgente e io avrei urgente bisogno di farmi un bel bagno- disse lei sorridente mentre si rialzava

­­-Cosa????- urlò il mezzo demone stizzito

-Avrei urgente bisogno di farmi un bagno e credo che quella sorgente laggiù potrebbe essere il posto giusto- ripetè lei

-Quindi tu mi avresti fatto fermare improvvisamente solo per questo?-

-Oh beh, se tu non ami molto lavarti non è colpa mia-

-Non ne ho bisogno, e nemmeno tu quindi riprendiamo il viaggio-

-Non ci penso nemmeno, voglio lavarmi e lo farò- disse lei avviandosi verso la sorgente

-Dove credi di andare? Torna subito qui-

-SEDUTO- disse lei ricordandosi del rosario, Inuyasha si schiantò a terra

-Maledetta- sussurrò Inuyasha, Kagome era riuscita a sentirlo ma non diede troppo peso a quella parola

­-Non spiarmi mi raccomando- disse lei mentre si nascondeva dietro una grossa roccia per spogliarsi.

­-Ma non ci penso nemmeno- ribattè lui sedendosi ai piedi di un albero con le spalle rivolte a Kagome.

Kagome entrò nell’acqua e iniziò a bearsi di quel bagno caldo. Ne aveva decisamente bisogno, sia per il corpo che per la mente.

-Sai Inuyasha dovresti farlo anche tu dopo il bagno, quest’acqua ha un forte potere rilassante-

-Non ho nessuna intenzione di farmi il bagno, vedi di muoverti-

-SEDUTO- e per la terza volta in pochi minuti il mezzo demone si ritrovò schiacciato a terra mentre Kagome ridacchiava.

Quando ad un tratto lui si girò e vide un grosso demone ragno che si avvicinava a Kagome. Aveva un’aura demoniaca che non passava inosservata. Senza pensarci salto e prese Kagome tra le sue braccia prima che il demone riuscisse ad avvicinarsi.

-Ehy ma che cosa fai? Sei proprio un maniaco!- urlò lei cercando di coprirsi con le mani. Inuyasha realizzando che lei era nuda tra le sue braccia iniziò ad arrossire vistosamente. Distolse lo sguardo dal suo bel corpo e la posò a terra con delicatezza sempre guardando altrove. Quando lei ormai era scesa dalle sue braccia si girò di scatto in direzione opposta.

-Scusa...l’ho fatto solo perché quel demone che si sta avvicinando ti stava per attaccare, volevo solo salvarti- disse lui sguainando istintivamente Tessaiga e lanciandosi contro il demone ragno.

Sotto gli occhi stupiti di Inuyasha e Kagome la spada da vecchia e arrugginita che era si era trasformata in un grossa spada affilatissima. Grazie ad un solo fendente Inuyasha riuscì ad uccidere il demone.

Tornò poi vicino a Kagome ma rimase di spalle visto che si era accorto che non si era ancora vestita.

Non la stava guardando ma non riusciva a togliersi dalla mente la visione del suo corpo nudo, era piccolo ma ben proporzionato, arrossì ancora quando la sua mente torno alla visione dei suoi seni piccoli ma perfetti. La sua pelle poi aveva un profumo così dolce che sembrava volesse dirgli di assaggiarla.

-Scusa Inuyasha non mi ero accorta del demone che ci stava attaccando, grazie per avermi salvata- disse lei ancora stupita dalla trasformazione della spada. Inuyasha dovette fermare i suoi pensieri poco puri, si rese conto che teneva Tessaiga ancora in mano, si mise a guardarla con attenzione, era affilatissima.

-Dai su vestiti così possiamo ripartire- disse lui per cercare di non far tornare i suoi pensieri sul bel corpo nudo di lei.

La ragazza arrossì vistosamente ricordando che era ancora completamente nuda, fortuna che lui si era girato dall’altro lato. Si rivestì il più in fretta possibile e si affiancò al mezzo demone.

Ripresero il cammino tranquilli.

-Non avevo idea che questa spada fosse così potente, grazie papà per avermela lasciata in eredità- disse Inuyasha dopo qualche minuto ad alta voce parlando come se avesse accanto suo padre.

Kagome gli restava vicino in silenzio. Non voleva rovinare quel momento.

…………………………………………………………………………………………………………………………………….
-Sorellina aspettami, devo darti una cosa- disse un giovane ragazzo correndo verso la sorella.

-Appena ho visto questo bellissimo fiore ho pensato a te quindi l’ho raccolto. Tieni prendilo-

-Oh fratellino è davvero stupendo, grazie- disse la giovane donna prendendo in mano il fiore

I due continuarono a camminare, stavano andando verso un villaggio.

Erano stati avvertiti che quel villaggio era molto spesso attaccato dai demoni, fin ora erano riusciti a difendersi, ma i demoni che li attaccavano diventavano sempre più forti e gli abitanti del villaggio non erano più in grado di sconfiggerli da soli.

Loro erano sterminatori di demoni quindi stavano andando in aiuto a quegli abitanti.

-Sorellina come mai i demoni attaccano quel villaggio? E’ una situazione abbastanza inspiegabile-

-Non ho un’idea ben precisa ma credo che vicino a quel villaggio si sia formato un covo di demoni. Probabilmente escono alla ricerca di cibo. Vedendo però che i più deboli che avevano mandato non sono tornati indietro man mano i demoni che andranno ad attaccare il villagio saranno più potenti-

-Oh poveri, credi che noi riusciremo a uccidere i demoni? E a scovare il loro covo?-

-Noi siamo addestrati ad uccidere demoni-

Il ragazzo rimase in silensio. Un po’ preoccupato e un po’ fiducioso per le ultime parole della sorella. Avevano affrontato tanti demoni, ma non sapeva comunque cosa li aspettava in quel villaggio.

…………………………………………………………………………………………………………………………………….
-Inuyasha dovremmo essere molto vicini al primo villaggio che ci ha indicato la venerabile Akane- disse Kagome che camminava con fare tranquillo al fianco del mezzo demone.

-Hai ragione, però siamo ancora un po’ distanti, che ne dici di riposarci un po’ qui?- disse il mezzo demone che non riusciva a dimenticare gi avvenimenti del giorno precedente.

I suoi pensieri si spostavano da Tessaiga con la sua nuova forma, al dolce corpo nudo di Kagome che sembrava una dea.

Si accorse che la ragazza si era seduta vicino a lui e che guardava, persa nei suoi pensieri, il cielo. Rimase a fissarla, non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo viso, la vedeva così bella, poi il profumo di lei era così dolce, avrebbe voluto baciala.

La giovane donna si sentiva osservata così si girò verso Inuyasha e si accorse che la fissava. I loro sguardi si incrociarono. Lui non riuscì a sostenere lo sguardo di lei e si voltò subito arrossendo.

-Come mai mi fissavi? Hai notato qualcosa di strano?- disse lei, si era accorta che il mezzo demone era arrosito.

-No…non hai nulla di strano… scu… scusa…- balbettò lui ancora imbarazzato per quello che stava pensando.

-Se mi stavi fissando un motivo ci sarà- incalzò lei

-Beh stavo pensando al fatto che non è male passare del tempo con te- disse lui arrossendo nuovamente.

-Anche io credo che non sia male passare del tempo con te- gli rispose lei posando la testa sulla sua spalla.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Inuyasha iniziò ad agitarsi

-Credo che dovremmo andare al villaggio, sento un fortissimo odore di sangue umano-

-Questo vuol dire che qualcuno ha attaccato il villaggio?-

-Si- disse lui preoccupato –sali sulla mia schiena, arriveremo in fretta-

Lei salì immediatamente sulla schiena di Inuyasha e in pochi minuti arrivarono al villaggio.

La scena che si parava davanti ai loro occhi era terrificante. C’erano cadaveri dappertutto, nessuno era rimasto vivo. Alcuni cadaveri erano stati fatti a pezzi, altri invece erano rimasti interi.

-Siamo arrivati troppo tardi, i demoni hanno già ucciso tutti- disse Kagome completamente scossa da quella orribile visione, non riusciva a spiegarsi perché quelle creature erano state così crudeli.

-Maledizione-  urlò il mezzo demone –dobbiamo trovare quei luridi esseri e ucciderli, potrebbero radere al suolo altri villaggi-

-Senti il loro odore Inuyasha?-

-Leggermente, è quasi impercettibile, colpa del troppo sangue versato- Inuyasha non riusciva ancora a credere ai suoi occhi.

-Il covo dei demoni deve essere di sicuro qui vicino- la voce di una donna fece voltare Inuyasha e Kagome.

Una giovane donna, un ragazzino e una nekomata si stavano avvicinando a loro.

-Vi hanno risparmiati?- disse Inuyasha

-In realtà noi siamo appena arrivati, noi siamo degli sterminatori di demoni, e gli abitanti del villaggio ci avevano mandato a chiamare per aiutarli a combattere i demoni, ma a quanto pare non abbiamo fatto in tempo. Maledizione- rispose la giovane donna.

-Dovremmo dare degna sepoltura a questi cadaveri- disse Kagome ancora scossa.

-Già hai ragione, comunque io sono Sango, lui è Kohaku e lei è Kirara, la nostra fedele nekomata, piacere di conoscervi-

-Oh, io sono Kagome e lui è Inuyasha-

-Ma… ma tu sei un demone?- disse timido Kohaku rivolto ad Inuyasha.

-In realtà lui è un mezzo demone, tranquilli non ci farà del male- disse Kagome, ormai aveva passato con lui qualche giorno e non aveva mai attentato alla sua vita, anzi l’aveva salvata.

-Tsk, però sono sempre molto più forte di voi esseri umani- disse il mezzo demone irritato. Non gli piaceva quando lo trattavano come un bonaccione.

-Inuyasha tranquillo, possiamo fidarci di loro-

-Perché ne sei così sicura? Chi ti dice che anche loro non stiano cercando la sfera dei quattro spiriti? E che magari hanno saputo che solo tu puoi vederla e si sono avvicinati a noi?-

-Inuyasha… SEDUTO- disse Kagome e il mezzo demone in un attimo si schiantò a terra.

-Scusatelo- disse Kagome –è molto diffidente-

-Non ti preoccupare- disse Sango –siete in grado di indicarci il covo dei demoni? Così li uccidiamo-

-E vorreste andare da soli?- rispose Inuyasha rialzandosi –siete proprio degli ingenui-

-Vi accompagneremo al covo e cerchereno di uccidere questi demoni. Prima però seppelliamo questi poveri corpi- si intromise Kagome riappacificando gli animi.

Seppellirono tutti i corpi e si allontanarono da quelle tombe. Non riuscivano a credere di essere arrivati troppo tardi.

-Riesci a sentire l’odore dei demoni?- disse Kagome per rompere il silenzio.

-Sempre leggermente, ma li sento. Vogliamo andare?- disse Inuyasha posizionandosi per far salire Kagome sulle sue spalle ­–Non posso portarvi tutti sulla schiena però. Cercherò di andare lentamente-

-Non preoccuparti Inuyasha- disse Sango mentre Kirara si era trasformata in un enorme gatto. –ci porterà lei, non devi rallentarti-

-Ottimo- concluse Inuyasha e si mise a correre.

Dopo aver corso per un po’ Inuyasha rallentò e si fermò davanti ad una caverna.

-L’odore forte proviene da qui- disse facendo scendere Kagome.

Anche Sango e Kohaku scesero da Kirara e si avviarono lentamente all’interno della caverna.

-Kagome, forse è meglio che tu resti qui- disse Inuyasha, l’odore che sentiva provenire era troppo forte, ci dovevano essere tanti demoni.

-Ma… ma… da sola?- disse lei preoccupata –e se qualche demone vi sfugge e mi attacca?-

-E’ meglio se viene con noi Inuyasha- disse Sango pensando che Kagome aveva ragione. –Kirara le resterà accanto, farà in modo che non venga toccata da nessuno-

-E poi ci sono anche le mie freccie potrei esservi d’aiuto-

-Va bene, vieni con noi, ma cerca di non metterti in pericolo- disse Inuyasha. Era terrorizzato all’idea che poteva succederle qualcosa.

Entrarono nella caverna e dopo pochi metri si trovarono davanti un grosso demone serpente

-Ma guarda, il cibo si avvicina. Siete molto gentili a venire, non volete farci perdere tempo a cercare-

-Non sei ancora sazio sporco serpente?- ribattè Inuyasha

-Oh si, in effetti abbiamo appena finito di mangiare, potremmo tenervi prigionieri per un po’ e poi mangiarvi quando ci tornerà la fame-

-Maledetto, io ti faccio a pezzi- Inuyasha estrasse Tessaiga che si trasformò e si avvicinò al demone.

In un attimo altri cinque demoni si avvicinarono.

-Allora siete tanti, tranquilli vi farò tutti a pezzi- disse Inuyasha tagliando la testa ad uno dei demoni che cadde a terra morto. -Farete tutti la stessa fine, fatevi avanti-
Inuyasha si fece avanti verso un altro demone.

-Hiraikotsu- Sango lanciò il suo enorme boomerang verso un demone che stava attaccando Inuyasha da dietro. Il demone finì a terra, ma si rialzò.

Il boomerang di Sango non riusciva a tagliarli, la pelle era troppo dura. Solo la falce di Kohaku e la spada di Inuyasha riuscivano a tagliarli.

Un demone era rimasto nascosto e si stava avvicinando lentamente a Kagome per mangiarla. Quando gli fu abbastanza vicina Kirara lo attaccò, ma venne respinta verso la parete della grotta.

In attimo il demone riuscì a prendere Kagome con la sua bocca

-Inuyasha aiutami…- urlò la ragazza tra le grinfie del demone

-Kagome- Inuyasha si diresse immediatamente verso di lei, lasciando a Sango e Kohaku il compito di uccidere gli altri demoni rimasti.

Il demone cercava di allonatanrsi velocemente, e lui non riusciva ad arrivargli vicino per tagliarlo con la sua spada. Quando però vide che Kagome stava per essere inghiottita intera fece un lungo balzo verso il demone. Gli arrivò davanti e gli taglio la testa. Inuyasha prese in braccio Kagome che usciva alla sua bocca prima che cadesse a terra con la testa del demone.

-Grazie- sussurrò lei mentre lui la teneva stretta tra le braccia e la portava giù.

Nel frattempo Kohaku e Sango avevano ucciso gli altri demoni.

­-Erano tosti da uccidere ma ci siamo riusciti- disse tranquillo Kohaku.

-Bene- rispose Inuyasha e abbandonarono la caverna.



°°°°°°°°°°
Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, sono tornata con un nuovo capitolo :) 
Questa volta è più lungo del solito, cosa ne pensate?
VI piace la storia o vi sta annoiando?
Come sempre ringrazio tutti quelli che recensiscono e quelli che mettono la storia nei seguiti.
Al prossimo capitolo!!

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Capitolo 10
*** Il gruppo si allarga (Capitolo 9) ***


Fuori dalla caverna il gruppo si ferma un po’. Ognuno di loro si siede a terra per riposarsi della fatica fatta prima.

-Sango, Kohaku perché non restate a con noi?-

-Kagome, mi dispiace ma dobbiamo tornare al nostro villaggio, nostro padre si starà preoccupando per noi- disse Sango nonostante gli era piaciuto combattere e passare de tempo con loro.

-Potremmo passare dal vostro villaggio e avvertire vostro padre, ci siete stati molto utili oggi, da soli non saremmo riusciti a sconfiggere quei demoni. Se ci dovesse capitare un’altra occasione del genere il vostro aiuto sarebbe indispensabile- ribatte Kagome

-Già- disse Inuyasha abbassando la testa, Kagome aveva ragione, se non ci fossero stati loro non sarebbero sopravvissuti.

-Sorella, se vuoi, tu e Kirara potete rimanere con loro, io preferisco ritornare al villaggio, devo ancora imparare molte cose e nostro padre mi addestrerà, e così non resterà da solo- disse Kohaku vedendo la sorella molto tranquilla in loro compagnia. Forse le faceva piacere restare un po’ con loro e svagare lontano dal villaggio. Era sempre pronta a combattere e non si distraeva mai, forse con loro si sarebbe rilassata un po’.

-E va bene, io e Kirara ci uniamo a voi, sicuri che non siamo d’intralcio?-

­-Assolutamente no, Sango, anzi, sareste d’aiuto. Vero Inuyasha?-disse Kagome contenta per la decisione.

-Si- disse in un soffio il mezzo demone, non volendo dare a vedere che gli faceva piacere che Sango fosse rimasta con loro. Era una grande combattente e l’avrebbe aiutato a proteggere Kagome.

-Bene allora è deciso- disse Kagome alzandosi e saltellando. Avrebbe avuto una compagnia e un aiuto in più.

Tutti quanti si alzarono e si incamminarono. Avrebbero dovuto raggiungere il villaggio di Sango per lasciarci Kohaku e avvertire il padre che lei sarebbe rimasta con loro.
Passata circa un’ora di viaggio inizava a farsi buio così decisero di accamparsi in una bellissima radura. Accessero un fuoco e sdraiarono per dormire.

Inuyasha come al solito stava seduto con la schiena poggiata ad un albero. Era sempre in allerta per paura di attacchi di demoni.

-Inuyasha, tu non dormi nemmeno oggi?- disse Kagome che ancora era sveglia e si era alzata per andare a sedersi accanto ad Inuyasha. Era preoccupata per lui, voleva che anche lui riposasse un po’ tranquillamente, non dormiva quasi mai e doveva essere abbastanza stanco.

-Preferisco fare da guardia- disse lui girandosi verso di lei e guardandola negli occhi – e poi a me bastano poche ore di sonno per stare bene-

-E perché allora non le fai queste poche ore di sonno? Potrai sentirti meglio- gli disse lei dolcemente, poi aggiunse –poi c’è Kirara, lei anche se dorme riesce ad avvertire la presenza di demoni, quindi puoi stare tranquillo-

-E va bene, oggi dormo anche io- disse lui sdraiandosi

-Perché non poggi la testa sulle mie gambe? Starai più comodo- disse lei gentile e lui senza esitare fece quello che gli aveva detto. Sentì il profumo di lei invadergli le narici.

-Ma tu come fai a dormire seduta?-

-Stai tranquillo lo ho già fatto, ci riesco benissimo. Ora voglio che tu ti riposi veramente- gli disse chiudendo gli occhi. Anche il mezzo demone chiuse i suoi, non aveva più nessuna ragione per tenerli aperti, visto che quelli di Kagome si erano appena chiusi. Sentiva il dolce profumo di lei che sembrava volesse cullarlo e poco dopo si addormentò.

La notte passò in fretta e la prima a svegliarsi fu Kagome. Aveva qualche dolorino, forse era per la posizione in cui aveva dormito. Aprì lentamente gli occhi vide che Inuyasha ancora dormiva beatamente con la testa poggiata su di lei. Non ebbe il coraggio di svegliarlo e iniziò ad accarezzargli i capelli, erano così soffici.

Passò qualche minuto ad accarezzargli i capelli e guardarlo dormire. Sapendo di non essere vista lo fissava attentamente, aveva i lineamenti del viso perfetti, era davvero bellissimo.

Con le mani poi dai capelli si spostò verso le orecchie, era da tempo che voleva accarezzarglierle, erano così soffici e morbide.

Dopo qualche secondo Inuyasha si svegliò, ma non aprì gli occhi. La lasciò fare, quel tocco dolce e delicato gli piaceva. Ad un tratto iniziò a sentire delle sensazioni diverse, un brivido gli attraversò la schiena, quel tocco lo stimolava e arrossì immediatamente aprendo gli occhi. Si allontanò da Kagome in un balzo, se fosse rimasto ancora non si sarebbe più controllato e non voleva farle questo.

-Ehi ma che fai?- disse ancora tutto rosso in viso.

-Scu… scu… scusami Inuyasha ti ho fatto male?- disse lei preoccupata.

–No non mi hai fatto male, anzi era piacevole, però insomma io, ehm, non so come spiegartelo, dopo un po’ ho sentito una strana sensazione- disse lui imbarazzato arrossendo di più e abbassando il capo verso il basso.

Nonostante la poca chiarezza nelle parole del mezzo demone la ragazza capì cosa voleva dire

–Inu…Inuyasha io… io non lo sapevo. Non le toccherò più, promesso-

-Sciocca- disse lui non più imbarazzato ­–Puoi toccarle, solo che il tocco deve essere un breve tocco, ecco-

-Sicuro Inuyasha?- disse lei ancora imbarazzata

-Ma si tranquilla-  disse lui poggiando ancora il capo sulle gambe della ragazza.

Si guardarono per un po’ negli occhi, ma senza dire una parola, i loro sguardi si fondevano in uno solo, erano i loro occhi a parlare per loro.

Dopo un po’ Inuyasha si alzò e si sedette vicino a Kagome. Vicino a lei stava bene, il suo profumo lo tranquillizzava, nemmeno con Kikyo aveva mai sentito quella sensazione. Qualche secondo dopo Kagome posò la testa sulla sua spalla e lui le cinse le spalle con un braccio.

Quella posizione la rendeva felice, il suo braccio la faceva sentire protetta, non aveva mai provato quella sensazione con nessun ragazzo.

Sango si svegliò lentamente e si girò verso Inuyasha e Kagome, che erano ancora abbracciati. Non si erano accorti che lei era sveglia. Si girò lentamente nella posizione di prima e prese a fissare il fuoco ormai spento.

Quando fu Kohaku a svegliarsi invece Inuyasha se ne accorse e si allontanò subito da Kagome avvicinandosi al ragazzo. Vide che anche Sango era già sveglia e Kirara si stava stiracchiando.

-Bene, vedo che siete svegli, allora possiamo riprendere il viaggio- disse sereno Inuyasha.

Kagome si alzò e si diresse verso il gruppo, guardò per un attimo Inuyasha e gli sorrise. Lui la guardava anche dolcemente.

­-Kirara traformati, così possiamo riprendere il viaggio- e la gatta si trosformò in un attimo. Sango e Kohaku le salirono in groppa mentre Kagome salì sulle spalle di Inuyasha.

Stare sulle sue spalle un po’ la imbarazzava, visto quello che era successo quella mattina. Avevano passato dei bei momenti. Si stava affezionando a quel mezzo demone. A volte si comportava male, ma altre era gentile e sereno. E per di più le aveva salvato già alcune volte la vita.

Forse anche Inuyasha sentiva di essersi affezionato un po’ a lei, la vita di Kagome era diventata più importante della sua. Proteggere quella ragazza era quasi istintivo, lo faceva senza pensarci. E poi quando quella mattina gli aveva toccato le orecchie era stato percorso da profondi brividi molto piacevoli, che avevano risvegliato in lui degli istinti che non aveva mai provato prima nonostante la sua lunga vita, probabilmente perché aveva vissuto sempre da solo. Nemmeno Kikyo era stato capace di farlo sentire in quel modo. Però doveva evitare che ciò succedesse ancora, nonostante fosse una sensazione piacevole, avrebbe potuto farlo diventare preda dei suoi istinti e portarlo a fare cose che non avrebbe dovuto fare.

Il gruppo camminava lentamente nel bosco, non mancava molto per arrivare al villaggio di Sango e Kohaku, e siccome era una bellissima giornata avevano rallentato il passo godendosi il sole che li riscaldava.

-Come mai nel tuo villaggio anche le donne diventano sterminatrici?-

-Beh il nostro villaggio è sempre stato di sterminatori di demoni e siccome nostro padre è il capo villaggio io ho deciso di diventare sterminatrice, è una scelta che noi dobbiamo fare. E io non ho mai avuto interesse per altro-

-Ah capisco- disse Kagome.

I ragazzi continuarono in silenzio il loro viaggio fino a che non arrivarono al villaggio degli sterminatori. Sango e Kohaku si avvicinavano alla loro capanna seguiti da Inuyasha e Kagome.

Quando entrarono trovarono un signore seduto vicino ad un fuoco.

­-Papà- gridarono all’unisono Sango e Kohaku mentre si avvicinavano al padre che ora si era alzato in piedi

-Oh figlioli, siete tornati finalmente- disse il padre abbracciandoli.

-Papà, questi sono Inuyasha e Kagome, ci hanno aiutato a sconfiggere i demoni-

-Piacere di conoscervi signore- dissero all’unisono Inuyasha e Kagome

-Piacere mio ragazzi- rispose il padre di Sango –sono contento che i miei figli abbiano trovato delle brave persone come voi- aggiunse

-Oh grazie, in realtà è grazie a loro se io sono ancora viva- disse Kagome, il padre di Sango le sembrava così dolce e premuroso.

-Papà, io vorrei continuare a viaggiare con loro insieme a Kirara, potrei essere loro d’aiuto. Stanno cercando la sfera dei quattro spiriti e saranno spesso attaccati da demoni- disse anche per giustificarsi Sango, probabilmente credendo che il padre non le avesse dato il permesso.

-Figliola, se è quello che vuoi vai. Non devi preoccuparti per me. L’importante è che ogni tanto passate a trovarmi- disse il padre tranquillo. Sango era sempre stata una ragazza obbediente, e la caccia dei demoni era sempre stato il suo unico scopo. Sapere che aveva degli amici lo rendeva molto felice. Per lei esistevano solo lui e Kohaku e sentiva che forse si sarebbe dovuta allontanare per svagare un po’.

-Oh grazie papà sono così contenta- disse Sango abbracciando il padre.

Passarono il resto della giornata e la notte lì al villaggio. Per poi partire il giorno dopo all’alba.

­-Ciao ci vediamo presto- disse Sango abbracciando il padre e il fratello

-Ciao, e grazie per l’ospitalità- dissero Kagome e Inuyasha

-Ciao ragazzi, e fate buon viaggio- dissero il padre di Sango e Kohaku salutando il gruppo con la mano.

I ragazzi ripresero a camminare verso una nuova meta.

…………………………………………………………………………………………………………………………………….
-Non sento più nessun rumore e nessuna voce. Maledizione l’intero villaggio è stato sterminato e io sono rimasta da sola- disse una ragazza che era rimasta chiusa per qualche giorno all’interno di un nascondiglio. Il padre l’aveva fatta andare lì quando il loro villaggio era stato attaccato da alcuni demoni.

-E’ ora di uscire da qui- disse lei allontanandosi da quel posto.

Quando fu fuori dalla capanna si trovò davanti i cadaveri degli abitanti del villaggio ben sepolti.

-Oh deve esserci stato qualcuno di molto gentile qui- disse guardando le tombe davanti a lei.

Poi sentì un lieve rumore, come se ci fosse stato del vento, ma le foglie degli alberi non si muovevano quindi credette di essersi immaginato tutto.

Quando però si girò per tornare nella sua capanna si trovò davanti un bellissimo demone dai capelli argentei e dagli occhi dorati.

-Oh la prego non mi uccida- disse la dolce ragazza al demone, credendo che fosse stato lui ad uccidere tutti nel villaggio.

-Cosa è successo qui?- disse freddo il demone. Dagli odori che sentiva poteva immaginare, ma preferì chiedere a quella ragazza che aveva davanti.

La ragazza non esitò a rispondere –Alcuni demoni hanno attaccato il villaggio perché erano alla ricerca di cibo e hanno ucciso tutti gli abitanti. Qualcuno deve essere passato di qui e ha seppellito tutti-

-E tu sei rimasta sola?-

-Si, sono da sola, vi prego non uccidetemi, voi sembrate buono-

-Non ho nessuna intenzione di ucciderti- disse il demone gelido, ma ammaliato dagli occhi pieni di vita di quella dolce ragazza.

-Io sono Rin, signore, e lei come si chiama?- disse la giovane donna abbassando il capo e inchinandosi davanti al demone.

Il demone rimase perplesso per quel suo comportamente, non vedeva il motivo per cui doveva inchinarsi a lui.

-Su rialzati, non c’è bisogno di inchinarsi per una presentazione-

-Mi scusi signore, mi sembrate un principe per questo mi sono inchinata-

-Comunque io mi chiamo Sesshomaru- disse lui atono

-Oh signor Sesshomaru, che bel nome che avete- disse lei sorridente

-Ora che farai da sola?-

-Beh potrei venire con lei signor Sesshomaru, siete l’unica persona che ho incontrato fin ora-

-Ma io sono un demone, non hai più paura?-

-No, mi sembrate così buono. E poi sarò disposta a fare qualunque cosa pur di stare con voi, vi prego non lasciatemi qui da sola-

-Va bene, puoi venire con me, ma fai attenzione, qualsiasi cosa di cui tu abbia bisogno devi cercartela da sola-

-Va bene signor Sesshomaru, l’importante è che non mi lasciate da sola-

-Non lo farò- disse lui chiudendo il discorso.

Si incamminarono insieme. Sesshomaru girovagava per i boschi senza avere una meta. Era sempre solo e un po’ di compagnia non gli avrebbe fatto male. Non amava molto la presenza di esseri umani al suo fianco, ma gli occhi di quella ragazza lo avevano stregato e non sarebbe riuscito a lasciarla da sola. Era anche molto bella, più bella di tutte le demoni che lui aveva incontrato.

Aveva una voglia di vivere così grande quella ragazza da riuscire a sorvolare sul fatto che avrebbe dovuto stare al fianco di un grande demone.



°°°°°°°°
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti, eccovi il nuovo capitolo, cosa ne pensate? 
A me sembra che più scrivo e più la storia diventa banale e stupida. Se sembra così anche a voi perdonatemi.
Ieri sera mi è venuta in mente l'idea per un'altra storia, non so se aspettare di finire questa per pubblicarla oppure pubblicarla in contemporanea. Voi che dite?
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la storia e tutti coloro che la seguono e che leggono in silenzio.
A presto :*

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Capitolo 11
*** Sensazioni sconosciute (Capitolo 10) ***


-Per caso senti qualcosa Kagome?- disse Inuyasha alla ragazza, quel giorno avevano camminato tanto e forse era arrivata l’ora di riposarsi.

-No, non sento niente Inuyasha, mi dispiace tanto- rispose la ragazza un po’ triste.

-Ma no Kagome, non dispiacerti, vedrai che troveremo la sfera, evidentemente è lontana, non è colpa tua- aggiunse Sango per tirarle un po’ su il morale.

-Grazie Sango hai ragione- disse Kagome tirando fuori un bel sorriso, quelle parole l’avevano fatta sentire subito meglio.

Kagome e Sango salirono in groppa a Kirara e Inuyasha correva veloce da solo. Dovevano trovare un posto per la notte.

Da quando Sango era con loro, Kagome aveva sempre viaggiato sulla groppa di Kirara per non far stancare eccessivamente Inuyasha. Ma per Inuyasha era piacevole portare Kagome sulla schiena e gli mancava molto quel contatto tra loro.

Dopo un po’ di tempo Inuyasha si fermò in una larga radura e Kirara lo seguì.

Kagome e Sango scesero dalla groppa di Kirara e si sedettero vicino ad un albero.

-Vado a cercare della legna per accendere un fuoco- disse Inuyasha allontanandosi dalle due donne.

­-Finalemente un po’ di riposo- disse Sango sdrainadosi a terra.

-Ehi Sango, guarda laggiù, c’è una sorgente. Che ne dici di farci un bel bagno?-

-Oh ma è una bella idea, andiamo-

Si avvicinarono alla sorgente e presero a spogliarsi.

Poco distante da lì, un monaco dai capelli scuri e gli occhi azzurri aveva sentito delle voci e si era avvicinato. Quando fu abbastanza vicino notò le figure di due donne immerse nell’acqua intente a lavarsi e rilassarsi.

-Oh che visione celestiale- sussurrò il monaco a se stesso –chissà se sono sole - aggiunse senza distogliere lo sguardo da loro.

-Mi avvicinerò a loro quando saranno fuori da lì, non vorrei destare sospetti- sussurrò ancora a se stesso.

Continuava ad osservarle senza distogliere lo sguardo, ma una voce lo distolse da i suoi pensieri poco puri.

-Sango, Kagome, dove siete?- urlò Inuyasha preoccupato –maledizione vi siete fatte catturare da qualche demone?-

-Inuyasha tranquillo siamo qui dietro che facciamo un bagno, non spiarci eh- urlò Kagome sorridendo

­-Tsk, non ho nessuna intenzione di spiarvi. Quella volta è stato per proteggerti da un demone- disse lui arrossendo, fortunatamente loro non lo potevano vedere.

­-Ti ha spiato?- disse Sango all’orecchio di Kagome

-No, in realtà lo ha fatto involontariamente, un demone ragno mi stava attaccando e mi ha salvato la vita, tranquilla non è un maniaco, ha fatto di tutto per non guardarmi- disse Kagome rilassata

-Ah meglio, mi stavo preoccupando- aggiunse Sango mentre immergeva la sua testa nell’acqua per la varsi i suoi bei capelli castani.
Il monaco intanto aveva seguito tutta la conversazione delle ragazze e aveva capito che erano accompagnate da un uomo. Ma non sembrava essere l’uomo di nessuno delle due. Forse aveva qualche possibilita.

Le ragazze finito il bagno uscirono da lì e si rivestirono, inconsapevoli degli sguardi maliziosi del monaco.

Tornarono da Inuyasha e si sdraiarono per addormentarsi, quando sentirono dei passi avvicinarsi a loro. Inuyasha subito si alzo e si mise davanti alle ragazze per proteggerle.

-Chi è là?- urlò il mezzo demone.

Si avvicinò la figura di un monaco con le mani alzate

-Ehi, tranquilli non ho nessuna intenzione di attaccarvi. Ho sentito dei rumori e sono venuto a vedere. Piacere io sono Miroku- disse il monaco avvicinandosi alle fanciulle e prendendo con ogni sua mano una delle mani delle fanciulle.

-Io sono Kagome, lei è Sango e lui è Inuyasha, piacere di conoscerla monaco-

-Oh che nomi splendidi che avete ragazze- disse il monaco cercando di adulare le ragazze che arrossirono al suo complimento
­-Togli loro le mani di dosso, chi ci dice che possiamo fidarci di te, monaco?-

-Ma Inuyasha, non stava facendo nulla di male, si stava solo presentando- disse Kagome

Inuyasha lanciò un’occhiataccia al monaco, che per non farlo arrabbiare ulteriormente lasciò le mani dalle ragazze, ma non si allontanò da loro.

-Sono in viaggio verso un villaggio, ma andare da solo non è molto prudente. Potrei unirmi a voi? Sarebbe piacevole restare in compagnia di voi splendide fanciulle-

-Ehi stupido bonzo, smettila di corteggiarle- disse Inuyasha cercando di mettersi in mezzo tra lui e le ragazze, stava diventando geloso di Kagome.

-Inuyasha, non ci ha nemmeno toccate, smettila di essere così protettivo- sbottò Kagome un po’ arrabbiata per il comportamente del mezzo demone.

-Ma vi fidate di un’uomo che avete appena conosciuto?- ribattè Inuyasha un po’ scosso dalle parole di Kagome, che le piacesse quel bonzo?

-Non sembra cattivo Inuyasha, smettila di fare il diffidente- urlò Kagome

-Tsk- disse Inuyasha girandosi dall’altro lato e allontanadosi da loro –fate come volete- aggiunse sedendosi ai piedi di un albero non molto distante da loro, sempre con lo sguardo attento su quell’uomo sconosciuto.

-Monaco Miroku, se vi fa piacere potete venire con noi- aggiunse Sango non appena gli animi si furono calmati.

­-Ora però è il momento di dormire, domani il cammino sarà lungo- disse il monaco sdraiandosi a terra vicino alle ragazze.
Loro fecero lo stesso e poco dopo si addormentarono.

Il primo a risvegliarsi fu Inuyasha, vedeva le ragazze e il monaco dormire e si avvicinò a loro. Scosse un po’ il monaco che si sveglio subito.
-Buongiorno Inuyasha- disse il monaco, e Inuyasha non rispose.

Dopo le parole di Miroku si svegliarono anche le ragazze.

-Buongiorno- dissero all’unisono

-Vado a fare un giro qui intorno a cercare del cibo, prima di partire ci dobbiamo rimettere in forze. Fate attenzione, non fatevi attaccare e soprattutto fare attenzione a questo bonzo. Non mi fido di lui- disse Inuyasha quasi urlando.

-SEDUTO- urlò Kagome e Inuyasha si schiantò a terra. Miroku guardava perplesso Inuyasha.

-Ha avuto tutta la notte per farci qualcosa, ma non è successo nulla. Quindi possiamo fidarci- aggiunse Kagome un po’ alterata.

-Io vado allora- disse il mezzo demone mentre si alzava lentamente da terra e si allonatanava alla ricerca di cibo.

­-Kagome, cosa hai fatto ad Inuyasha? Te lo ho già visto fare un’altra volta, ma non ben capito come funziona- le chiese Sango quando Inuyasha ormai non si vedeva più

­-E’ un incantesimo, legato al rosario che indossa, me lo ha dato l’anziana sacerdotessa del villaggio in cui sono arrivata Tutte le volte che dico SEDUTO lui si schianta a terra, è un modo per tenerlo calmo-

-Ah capisco- rispose Sango

-Ragazze, ora che non c’è Inuyasha devo chiedervi una cosa di vitale importanza per me- disse Miroku con un tono preoccupato
-Dicci Miroku- dissero loro, lo sguardo preccupato del monaco le rendeva nervose

-Vorreste fare un figlio con me?- disse lui ormai rilassato

-Cooosa??- urlarono Kagome Sango all’unisono –ma che domande sono queste?- aggiunse Sango irritata.

-Ho capito, per il momento la vostra risposta è negativa. Comunque ve lo chiedo perché devo creare la mia discendenza- disse lui con uno sguardo innocente

-Ma non dovresti prima sposare una donna? E poi chiedere a lei di darti l’erede?- disse Sango ancora irritata

-Beh si- disse lui abbassando la testa, la ragazza aveva ragione, ma quella era la sua natura, non riusciva a fare a meno di chiederlo a tutte le belle fanciulle che incontrava.

-Comunque dai, facciamo finta che non sia successo nulla, ma non chiedercelo nuovamente va bene?- disse Kagome, se lo avesse saputo Inuyasha sarebbe andato su tutte le furie.

-Si va bene- rispose lui

Intanto Inuyasha era tornato con il cibo. Mangiarono qualcosa e si incamminarono.

­…………………………………………………………………………………………………………………………………….
Naraku non faceva altro che pensare a quella donna, dalla prima volta che l’aveva vista insieme a quello stupido mezzo demone. Era attratto da lei, e la voleva. Lei doveva essere sua. Nonostante fosse solo un’umana.

Kikyo era uscita all’alba dal sua capanna per andare, come al solito, alla ricerca di erbe medicinali. Aveva lasciato Kaede ancora addormentata.

In giro per il bosco aveva raccolto abbastanza erbe medicinali e decise di andare a portarle al villaggio. Si fermò un minuto sotto un albero e iniziò a pensare a Inuyasha. Le mancava tantissimo perché con lui i suoi giri nel bosco erano più allegri. Amava la sua compagnia e sentiva di essersi affezionata a lui.

Da quando era andato via aveva sentito come se le mancasse l’ossigeno per respirare, da quando lo aveva conosciuto non erano rimasti distanti per più di una notte ed ora quella ragazzina lo aveva allontanato da lei per troppo tempo.

Ormai ne era certa, le piaceva quel mezzo demone, le piaceva così tanto che credeva di essersene innamorata. E avrebbe fatto di tutto per averlo solo per se, quella ragazzina sarebbe dovuta sparire una volta per tutte e il suo piano si sarebbe compiuto solo grazie all’idea di Naraku.

Si ritrovò a pensare a quel demone e al fatto che le aveva mostrato senza esitare il piano che aveva architettato. Non ha minimamente pensato che lei potesse spifferare tutto ad Inuyasha. Era sicuro che lei avrebbe accettato la sua proposta.

E infine l’aveva baciata e lei aveva risposto al bacio senza esitare. Avevano sigillato in quel modo il loro patto.
Mentre ripensava a quel bacio Naraku le si parò davanti, come se lei, con il suo pensiero, lo avesse attirato a se.

-Ciao Kikyo- disse con voce bassa mentre si avvicinava a lei

-Ciao Nara...- non fece in tempo a terminare il nome perché il demone prese a baciarla. Il bacio questa volta era molto più passionale poiché le loro bocche si erano schiuse per accogliere l’una la lingua dell’altra e per farle danzare insieme vorticosamente.

Le braccia di Naraku cingevano i fianchi della sacerdotessa mentre lei aveva posato le sue intorno al collo del demone facendo aderire i loro corpi.

Le mani del demone andarono ad accarezzare la schiena della donna fino a raggiungere il fondo schiena che accarezzò con movimenti decisi.

La donna capì l’intento del demone, ma non voleva allontanarsi da lui, voleva lasciarsi andare perché sentiva che quello che sarebbe successo l’avrebbe aiutata a raggiungere il suo scopo. E poi Naraku era anche molto attraente quindi la cosa la stuzzicava ancora di più.
Il demone non trovando resistenza continuò nel suo intento. In un attimo le mani furono davanti al corpo di Kikyo e le accarezzavano il seno da sopra le vesti. Lei non si tirò indietro e lo lasciò fare.

Lui non riuscendo più a resistere le strappo via le vesti e lei rimase completamente nuda tra le sue braccia. In un attimo la fece sdraiare e le si posò sopra. Si staccò dolcemente dal bacio e scese a baciarle il seno. La voglia di lei cresceva in modo spropositato sotto il tocco del demone e decise di togliergli la parte superiore della veste che indossava.

Il demone continuava a provocarle piacere e lei ancora più decisa tolse anche la parte inferiore della veste del demone che ora era anche lui completamente nudo. Gli occhi di lei subito scesero a guardare il centro del piacere del demone e quella vista le provocò un profondo brivido.

Il demone ancora con la bocca si trovava su i suoi seni mentre con le mani aveva iniziato a scendere verso il centro del piacere di lei. Con due dita iniziò a giocare con quella che tra poco sarebbe stata la sua calda e accogliente casa, e lei ai movimenti del demone gemeva di piacere.

I gemiti che lei emetteva davano al demone la percezione di quanto anche lei lo desiderasse.

-Resterai pura ancora per poco- disse il demone giocando ancora con le dita dentro di lei.

Lei non disse nulla, per invogliarlo ad eliminare per sempre la sua purezza. Lui capendo il perché del silenzio della sacerdotessa non si esitò un secondo ad entrare in lei e a farla sua, finalmente.

La donna emise un urlo di dolore che un attimo dopo si era trasformato in piacere.

I movimenti del demone dentro di lei le provocavano un enorme piacere, non desiderava altro in quel momento.

Lei inarcò la schiena e lui riuscì ad entrare più in profondità. Un attimo dopo lei senti riversarsi dentro quello che era il piacere del demone, nello stesso momento in cui lei raggiungeva il suo culmine.

Rimasero per ancora qualche minuto l’uno dentro l’altra. Poi si separano e lei rimase sdraiata accanto a lui.
-Ti porto al mio castello, così potrò darti dei nuovi vestiti visto che questi sono finiti a brandelli- le disse lui mentre la copriva con la parte superiore della sua veste.

Lei la indossò rilassata e si avvicinò a lui che la prese in braccio e la porto al suo castello. Entrarono dalla finestra della camera da letto del demone in volo, per non farsi vedere da nessuno. Li nella camera del demone trovò una veste da sacerdotessa di quelle che lei indossava, forse era proprio una delle sue.

-Indossala- le disse il demone. Lei si tolse la veste del demone disinvolta e gliela porse. Lui la osservava con occhi maliziosi e rivedendola nuda non riuscì a resistere. Con un rapido movimento fu nuovamente vicino a lei e riprese a baciarla con passione.

Lei era completamente preda di quegli istinti che non avrebbe mai dovuto soddisfare e si lasciò andare in quel bacio. Ovviamente sapeva che il demone non si sarebbe fermato lì, ma lo voleva anche lei, voleva riprovare quel profondo piacere.

Il demone poi la fece sdraiare sul letto e si tolse la parte inferiore della veste che indossava e si posò su di lei. Ripresero a baciarsi con più passione di prima.

La voglia di entrambi cresceva e lui non resisteva più e la fece nuovamente sua. Raggiunsero in breve tempo il piacere e poi rimasero sdraiati l’uno accanto all’altra, con il braccio lui cingeva le spalle di lei. Dopo alcuni interminabile minuti lei si alzò dal letto senza preoccuparsi di coprirsi

-Ora devo andare però- disse la donna rivestendosi lentamente sotto gli occhi del demone.

-Torneremo a vederci presto Kikyo- disse malizioso, dopo un attimo di pausa aggiuse -per uscire dalla barriera dovrai passare da laggiù, non ti vedrà nessuno ed è l’unico punto in cui la mia barriera è più debole- disse il demone non appena Kikyo aveva finito di rivestirsi. Dopotutto lui doveva coprire semplicemente la sua aura demoniaca, perché non possedeva nessun odore.

Il fatto che non possedeva nessuno odore gli era molto utile, non aveva intaccato l’odore di Kikyo e quindi Inuyasha non avrebbe mai percepito il tradimento della donna. Per questo non aveva esitato a farla sua.

La donna si avviò verso la porta –Ciao Naraku- disse soltanto e si diresse verso il punto che le aveva indicato il demone, si allontanò lentamente da quel luogo senza guardarsi indietro.

Ritornò al punto del bosco dove aveva lasciato il suo cestino con le erbe e i suoi vestiti strappati. Prese le vesti e le mise nel cestino e ritornò nella sua capanna.

Tolse via le vesti dal cestino e le portò nella sua camera, non aveva nessuna intenzione di lasciarle li, qualcuno avrebbe potuto trovarle.
Il suo pensiero andò ad Inuyasha che avrebbe potuto sentire il suo odore e quello di un demone legato a quei vestiti. Sperava con tutta se stessa che il fiuto sviluppato del mezzo demone non sentisse l’odore di Naraku sul suo corpo, altrimenti lo avrebbe perso per sempre.
Di una cosa però era certa, Naraku non avrebbe mai fatto nulla per farsi scoprire, e questo la tranquillizzò.



°°°°°°°°°°
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti, eccomi ritornata con un capitolo di questa storia. Sero di poter aggiornare presto anche l'altra. 
Cosa ne pensate? 
Io ho sempre immaginato una Kikyo traditrice quindi mi è venuto fuori questo. Perdonatemi voi che l'amate!! 
A presto :*

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Capitolo 12
*** La notte di Luna Nuova (Capitolo 11) ***


Da quando il gruppo si era ulteriormente allargato Kagome aveva ripreso a viaggiare sulle spalle di Inuyasha mentre Miroku e Sango viaggiavano su Kirara.

-Sango, non ho potuto approfondire bene, ma cosa state cercando?-

-In realtà sono Inuyasha e Kagome che cercano la sfera dei quattro spiriti, io mi sono aggiunta a loro dopo per aiutarli nel combattere i demoni, se venissero attaccati- rispose Sango

-Capisco, ho sentito parlare della sfera dei quattro spiriti, ma si diceva che circa 50 anni fa fosse andata distrutta-

-Già, è quello che avevo sentito dire anche io, ma a quanto pare deve essere successo qualcosa di cui noi non siamo a conoscenza- disse Sango quasi in un sussurro.

Dopo qualche minuto in silenzio il monaco, attratto dalla figura perfetta della donna che le era davanti, mise una mano sul fondo schiena di Sango e prese ad accarezzarlo delicatamente. La donna non diede il tempo all’uomo di continuare a lungo perché si girò verso di lui lasciando sulla sua guancia un forte schiaffo. L’uomo si ritrasse subito e prese a carezzarsi la guancia dolorante.

-Provaci ancora e ti faccio scendere da qui-

-Scusami Sango, quando ho così vicino una donna bella come te non riesco a trattenermi a lungo-

­-Smettila- disse la donna arrossendo leggermente per il complimento, fortunatamente nessuno riusciva a vedere il suo volto.

-Ve lo dicevo io che non dovevamo fidarci di lui, è proprio un maniaco- disse Inuyasha con un leggero sorrisetto

-Smettila Inuyasha, di lui possiamo fidarci, ha solo un forte debole per le donne- disse Kagome ripensando alla richiesta che le aveva fatto prima.

-Non credete anche voi che dovremmo fermarci? È quasi il tramonto- disse Miroku per distogliere l’attenzione da se stesso.

-Già, ha ragione, fermiamoci laggiù, vedo anche che c’è una bellissima sorgente, ne potremmo approfittare per fare un bagno-

-Tutti insieme?- disse Miroku con gli occhi persi, pensava ai corpi nudi delle due donne che aveva già visto, ma che avrebbe voluto rivedere volentieri.

-AHI- urlò Miroku quando Sango lo colpì in testa –ma che ho fatto ora? Non ho detto nulla di male-

-Noi donne facciamo il bagno da sole, e poi se voi volete ve lo fate dopo-

-Uff- sbuffò Miroku alle parole di Sango.

Si fermarono vicino alla sorgente che aveva visto Kagome e le due donne andarono a farsi il bagno lasciando i ragazzi ad aspettarli, intanto i ragazzi accesero il fuoco.

-Dopo andiamo anche noi a farci il bagno Inuyasha?-

-Non è che me lo chiedi perché vuoi fare il maniaco anche con me?-

-Inuyasha ma che dici? A me piacciono le donne-

-Con uno come te non si può mai sapere. Va bene facciamoci questo bagno anche noi-

-Ma tu e Kagome state insieme?- esclamò Miroku a bruciapelo

-Ma che dici pervertito? Noi non stiamo insieme-rispose di getto il mezzo demone pensando alla ragazza.

-Hai un’altra donna allora?-

Dopo questa domanda Inuyasha rimase in silenzio e iniziò a pensare a Kikyo. Non era la sua donna, ma con lei si era instaurato un bel legame. Passavano tantissimo tempo insieme e nonostante molte volte restavano in silenzio lui si sentiva bene con lei. Non avevano mai avuto un contatto, tranne quando lo aveva abbracciato prima della partenza, ma questo non lo disturbava. Era sicuro di provare qualcosa per Kikyo.

-In realtà non sto insieme con nessuna donna, però al villaggio c’è una donna che mi aspetta perché le ho promesso di proteggerla-

-E questa donna che ti aspetta al villaggio ti attrae?-

Inuyasha arrossì immediatamente, non era sicuro di essere innamorato di Kikyo, anche se non riusciva ad identificare bene cosa. Era sicuro solo di volerla proteggere.

-Beh...si...almeno credo-

-Sembri un po' confuso Inuyasha, c’ qualcosa che ti fa titubare?-

-No, nulla è solo che non la vedo da molto tempo- rispose Inuyasha un po’ a disagio.

-Capisco- disse Miroku capendo il disagio di Inuyasha e rimase in silenzio.

-Ragazzi, noi abbiamo finito, potete andare- urlò Kagome avvicinandosi ai ragazzi con un sorriso rilassato, quel bagno le aveva proprio fatto bene.

I ragazzi annuirono e andarono a farsi anche loro il bagno. Le ragazze si sedettero accanto al fuoco per riscaldarsi.

-Se Miroku fa ancora il maniaco dimmelo subito. Vengo io con te su Kirara e lui lo lascio alla schiena di Inuyasha- disse Kagome. Le due ragazze scoppiarono a ridere all’idea di Miroku su Inuyasha.

-Tranquilla Kagome, se ci riprova lo prendo a pugni- aggiunse Sango ancora ridendo.

-Oh, io credo che ci riproverà presto. E’ dentro di lui, non riuscirà mai a fare a meno della sua indole da maniaco- concluse Kagome
Poi rimasero per un po’ in silenzio a guardare il cielo. Il sole ancora non era tramontato, ma mancava poco e l’atmosfera era così rilassante.

Dopo qualche minuto si ripresentarono i ragazzi.

-Ah che delizia questo bagno, però avrei preferito farlo con una bella fanciulla- lo sguardo di Sango arrivò su Miroku e lui rimase paralizzato. Sembrava volesse ucciderlo con gli occhi e rimase in silenzio come gli altri e si sedette vicino a Sango senza proferire una parola.

Il sole stava per tramontare e gli occhi di tutti si posarono sulla figura di Inuyasha. Insieme al sole stavano scomparendo anche i tratti demoniaci del mezzo demone. Inuyasha sentendosi osservato rivolse lo sguardo ai suoi compagni di viaggio che lo guardavo perplesso, poi osservò il cielo e capì cosa stava accadendo.

I suoi pensieri furono interrotti da un sussurro di Kagome –I…Inu…Inuyasha, co… cosa ti su…succede?- aveva gli occhi sbarrati e non riusciva a smettere di fissarlo.

Rimase ancora in silenzio, ormai la situazione era palese, quella era la notte in cui lui perdeva i suoi poteri demoniaci e diventava umano.

-Sono umano- disse lui in un soffio, non amava perdere i suoi poteri e non amava che altri sapessero di questa sua debolezza.

-Come è possibile?- aggiunse Kagome ancora perplessa. Il tratti del viso del mezzo demone erano rimasti uguali, ma il colore degli occhi era diventato scuro, molto scuro, probabilmente nero, come i suoi capelli, da quel colore argento splendente si erano incupiti. Ai suoi occhi era bello comunque, nonostante un cambiamento così radicale. Sembrava così diverso.

-E’ una cosa che succede ad ogni mezzo demone, in una specifica notte del mese diventiamo umani­-

Kagome continuava a guardarlo, le sembrava così bello. Lo era anche da mezzo demone, ma quello sguardo cupo la attraeva molto di più. Dopo qualche secondo scosse la testa per cacciare via quei pensieri.

-Capisco Inuyasha, ma non potevi avvertirci?- disse Miroku

-Beh me ne sono dimenticato scusate- disse lui tranquillo

Rimasero tutti in silenzio per molto tempo, mentre Kagome non riusciva a staccare lo sguardo dalla figura di Inuyasha.

-Siamo vicini al villaggio della venerabile Akane, dovremmo passare domattina- disse Kagome per distogliersi dai suoi pensieri su Inuyasha.

-Si credo tu abbia ragione Kagome- rispose Inuyasha, finalmente avrebbe rivisto Kikyo, anche se solo per poco.

La notte passò tranquilla, anche se Inuyasha non era riuscito a dormire molto. Fortunatamente all’alba sarebbe tornato mezzo demone e avrebbe potuto riprendersi rapidamente dalla stanchezza. Quando diventava umano si sentiva così debole.

-Allora sei tornato normale- esclamò Mirokyu guardando Inuyasha

-Beh si ve lo avevo detto, dura solo una notte-

-Possiamo tirare un sospiro di sollievo allora- aggiunse Miroku

Ripresero il viaggio per tornare al villaggio di Akane, non appena furono arrivati si diressero verso la capanna della sacerdotessa e la trovarono intenta a preparare delle medicine agli abitanti del villaggio.

Sentendo i rumori la sacerdotessa si voltò e si trovò davanti Inuyasha Kagome e degli sconosciuti.

-Oh siete tornati, avete trovato la sfera?-

-Non ancora venerabile Akane- rispose Kagome un po’ sconsolata

-E loro chi sono?- aggiunse la sacerdotessa guardando Sango e Miroku

-Beh lui è Miroku, un venerabile monaco, e lei è Sango una spettacolare sterminatrice di demoni-

-Piacere di conoscervi cari-

-Piacere nostro venerabile sacerdotessa- risposero i due all’unisono.

Si sedettero tutti nella capanna della sacerdotessa e la guardarono per un po' fare il suo lavoro.

-Dov’è Kikyo?- ruppe il silenzio Inuyasha

-Potrebbe essere nella sua capanna, oppure nel bosco alla ricerca di erbe, ci va molto spesso da quando non ci sei- disse la sacerdotessa al mezzo demone per fargli capire che Kikyo quando lui non c'era assumeva uno strano comportamento

-Vado a cercarla allora- disse Inuyasha mentre si allontanava dal gruppetto di amici senza dare troppo peso alle ultime parole della sacerdotessa.

La sacerdotessa si sedette insieme a loro, aspettando che le orecchie di Inuyasha fossero abbastanza lontane.

-Kagome, come si è comportato?- disse la sacerdotessa preoccupata

-Abbastanza bene, mi ha sempre protetto. Alcune volte mi ha fatto arrabbiare, ma ho risolto con il rosario che mi hai dato tu-

-Oh bene mi fa piacere. Comunque credo che Kikyo senza la sua presenza sia cambiata, non so bene spiegarti come però- aggiunse la sacerdotessa

Kagome annuì, dopo aver passato tutto quel tempo con Inuyasha si era affezionata un po’ e pensare che lui era con quella donna non era piacevole, ma cercò di mascherare la cosa e cambiò discorso.

-Venerabile Akane, ma se io non riuscissi a percepire la sfera, sono passati molto giorni, abbiamo cercato in vari posti, ma io non ho sentito assolutamente nulla fino ad ora-

-Kagome, sta tranquilla, non ti demoralizzare, il tuo corpo sentirà la sfera quando sarà abbastanza vicina. Ha vissuto con te per molti anni e ormai è una parte con cui tu eri abituata a convivere. Tu e lei siete unite, la troverai di sicuro-

Kagome annuì e rimase in silenzio non del tutto convinta. Intanto Akane Sango e Miroku approfondirono la loro conoscenza. Alla sacerdotessa stavano molto simpatici i due nuovi ragazzi.

Nel frattempo, grazie al fiuto sviluppato, Inuyasha trovò Kikyo seduta davanti la sua capanna. Si avvicinò a lei, sempre seguendo il suo profumo che sentiva leggermente diverso da come lo ricordava, lo sentiva leggermente più aspro. Pensava però che la troppa lontananza aveva contributo a fargli dimenticare il suo profumo preciso e non se ne preoccupò più di tanto.

-Ciao Kikyo- disse lui quando fu abbastanza vicino perché lei lo sentisse

Kikyo alzò lo sguardo e quando vide Inuyasha davanti a se sorrise rilassata, gli mancava ed era felice di vederlo.

-Avete già trovato la sfera?- disse lei trionfante, finalmente il piano suo e di Naraku si sarebbe potuto compiere

-No Kikyo, mi dispiace, non l'abbiamo ancora trovata- rispose lui con un tono triste

Anche lei si rattristò immediatamente, avrebbe dovuto aspettare ancora e non voleva più farlo.

-Siediti qui- aggiunse subito la donna cercando di distogliere quei pensieri e di godersi il più possibile Inuyasha.

Lui non se lo fece ripetere e si sedette accanto a lei. Presero a guardarsi negli occhi per qualche minuto.

-La tua presenza mi è mancata molto- disse la donna

Inuyasha, non rispose, in effetti a lui non era mancata molto, forse perché aveva avuto una compagnia piacevole, ma non glielo diede a vedere. Fece una faccia leggermente rattristita e rimase ancora in silenzio.

La donna felice della sua vicinanza poggiò rilassata la sua testa sulla spalla del mezzo demone. Ne sentiva il bisogno. Lui non si scostò, ma rimase piacevolmente sorpreso da quel contatto. Le mise così una mano dietro la schiena e prese ad accarezzarle i lunghi e morbidi capelli neri.

Rimasero per un po’ in silenzio poi lei alzò il viso e prese a guardarlo negli occhi

-Promettimi che tornerai presto, non posso fare a meno di te- disse lei con occhi languidi

Lui non riuscì a rispondere alla sua richiesta, ma era attratto da quegli occhi così si avvicinò sempre di più con il suo viso a quello della donna e la baciò. Si diedero un timido bacio e quando la donna provò ad approfondirlo il mezzo demone si scostò, non si sentiva molto a suo agio.

La donna rimase un po’ perplessa, cosa gli era successo? Aveva passato troppo tempo con quella ragazza e si era innamorato di lei? No non poteva succedere, lui era solo suo e di nessun’altra. Le stava salendo la rabbia, ma poi vide il mezzo demone avvicinarsi di nuovo alle sue labbra per darle un nuovo bacio e si rilassò. Il bacio fu uguale al precedente, ma questa volta le bastò. Probabilmente con quei baci il mezzo demone le voleva dimostrare che anche lui non poteva fare a meno di lei.

-Dovremmo passare dalla capanna della vecchia Akane- disse lui alzandosi di scatto –forse anche i tuoi consigli potrebbero essere utili a Kagome per trovare la sfera-

-Certo hai ragione- disse lei, doveva cercare di farla fidare di lei così da potergli sottrarre la sfera nel momento opportuno.

Si avviarono verso il villaggio e in poco tempo furono davanti la capanna della sacerdotessa.

Entrano e trovarono tutti seduti in cerchio, si aggiunsero anche loro.

-Oh Kagome, come stai? Mi ha detto Inuyasha che non siete ancora riusciti a trovare la sfera, non preoccuparti la troverai presto- disse Kikyo tranquilla prendendo la mano di Inuyasha.

-Già- rispose Kagome, il comportamento della giovane sacerdotessa non le piaceva, l’aveva sempre trattata come una rovina coppie ed ora le parlava come se fossero sempre state amiche? Non le piaceva questa storia, e non le piaceva che mentre parlava aveva preso tra le sue la mano di Inuyasha. Che volesse dimostrarle ancora che era solo suo? Lo sapeva benissimo.

-Comunque loro sono Sango e Miroku- disse Inuyasha per rompere il silenzio.

-Oh piacere di conoscervi- disse gentile Kikyo

-Piacere mio- disse velocemente Miroku con fare malizioso. Quando vedeva una donna non poteva farne a meno.

-Piacere mio- aggiunse Sango guardando con occhi infuocati Miroku. Il solito pervertito.

-Sapete ho sentito dire che la sfera dovrebbe essere distrutta per evitare di provocare ancora danni-

-Kikyo, io ho provato a distruggerla 50 anni fa, ma è riuscita a ritornare da noi. Cosa potremmo fare?-

-Ho chiesto in giro e ho scoperto che si può distruggere solo esprimendo il desiderio giusto- aggiunse Kikyo senza destare sospetti.

-Ah bene- disse Inuyasha -e tu sai qual è?-

-Si se lo sai dovresti dirmelo, così dopo che ho attraversato il pozzo la posso distruggere-

-No, non lo conosco, ma mi hanno riferito che una sacerdotessa anziana di un villaggio lontano lo conosce e può esprimerlo lei- Kikyo parlò con voce leggermente tremante per la bugia, ma nessuno se ne accorse

-Quindi cosa pensi di fare?- si intromise l’anziana sacerdotessa

-Siccome la sfera è il mezzo per attraversare il pozzo, andrò con Kagome nel suo mondo, e una volta accompagnata lì, prenderò la sfera e la riporterò qui così da poterla consegnare a questa sacerdotessa per farla distruggere-

-E’ l’unico modo per poterla distruggere?- disse Akane preoccupata, non le sembravano bugie, ma non aveva mai sentito parlare di una sacerdotessa così esperta sulla sorta della sfera.

-Si è l’unico modo- rispose Kikyo di getto

Gli altri rimasero tutti in silenzio, pensando che forse era veramente l’unico modo per distruggerla.



°°°°°°°°°°
Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, ho ripreso anche questa storia. Avevo perso un po' l'ispirazione, non avevo idea di cosa scrivere.
Credo infatti che questo capitolo sia una schifezza. Spero di non deludere le vostre aspettative. 
Ditemi ovviamente cosa ne pensate e non uccidetemi se fa schifo XD.
Ringrazio tutti quelli che mi recensiscono e quelli che seguono la mia storia.
A presto :*

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Capitolo 13
*** Ripartenza (Capitolo 12) ***


La mattina seguente, il gruppo decise di ripartire per continuare la ricerca della sfera.

Inuyasha aveva lasciato una Kikyo diversa. Era meno ostile con Kagome e molto più affettuosa con lui. Probabilmente era cambiata per via della loro lontananza.

Kagome invece quella mattina non si sentiva allegra come al solito. Sarebbe tornata a cercare la sfera, ma nel profondo del suo animo qualcosa la turbava. Per forza la sfera doveva andare distrutta? Non sapeva rispondere alla domanda, ma il suo cuore le diceva che avrebbe voluto tenerla con se.

-Kagome, Inuyasha, perché vi siete fermati?- esclamò Miroku leggermente preoccupato.

Il gruppo stava camminando a piedi nel bosco, Miroku e Sango dopo alcuni minuti si erano ritrovati a camminare da soli, accorgendosi che i due si erano fermati dietro di loro, non molto distanti l’una dall’altro.

-Scusateci, arriviamo subito- dissero i due, allontanando i pensieri che stavano affliggendo le loro menti.

I ragazzi continuarono a camminare per la loro strada, dirigendosi verso un villaggio non molto distante per passare la notte.

Nel sentiero che portarono al villaggio incontrarono una donna che si stava dirigendo in direzione opposta alla loro.

Appena vide i viaggiatori si avvicinò al monaco e con fare dolce gli prese la mano.

-Oh signor monaco, ci aiuti, l’abitazione del nostro capo villaggio è infestata dai demoni-

Lui rimase un attimo perplesso, di solito per trovare ospitalità nei villaggi doveva fingere esorcismi.

-Oh dolce fanciulla, eseguirò subito un esorcismo, ma prima mi permettete una domanda?- disse lui con lo sguardo malizioso.

-Mi concedereste di avere un erede da voi? Siete di una bellezza incantevole-

-Oh signor monaco, così mi fate arrossire- disse lei senza rispondere alla domanda.

Un secondo dopo il monaco si trovò a terra con un grosso bernoccolo in testa.

-Miroku, pensa a fare l’esorcismo, non è il caso di chiedere questo a tutte le fanciulle che incontri- disse Sango stizzita

Il monaco si rialzò lentamente e il gruppo seguì la giovane donna verso il villaggio.

-Benvenuti nel nostro villaggio, questa è la casa del capo villaggio-

-Beh hai ragione, proviene un’aura demoniaca proprio da qui, ora mi concentro per bene ed effettuo l’esorcismo, ragazzi tenetevi pronti-

Non ricevette risposta da nessuno, ma lui fece l’esorcismo e liberò la casa del capo villaggio da un brutto demone. Un attimo dopo Sango con il suo Hiraikotsu uccise l’orribile creatura.

-Ecco fatto-  disse Miroku tutto entusiasta.

-Per ringraziarvi vi ospiteremo per la notte e vi offriremo la cena- aggiunse la ragazza, invitando tutti ad entrare in una capanna accanto a quella del capo villaggio.

Appena entrati si trovarono difronte un bellissimo banchetto. C’era moltissimo cibo e subito si avvicinarono tutti affamati e presero a mangiare senza farsi problemi.

Infondo questa volta Miroku aveva davvero esorcizzato e sterminato un demone. Non aveva detto nessuna bugia, come era solito fare.

Venivano serviti da bellissime fanciulle e ovviamente Miroku era in estasi nel trovarsi davanti tutto quello splendore.

Sango rimase in silenzio, non conosceva da molto tempo quel monaco, ma le dava un enorme fastidio quando cercava di corteggiare le donne.

Anche Inuyasha e Kagome mangiavano in silenzio, erano ancora pervasi da molti pensieri e la loro mente era affollata.

Quando ebbero finito di cenare tornò da loro la donna che li aveva condotti in quel villaggio.

-Se volete accomodarvi da questa parte c’è la stanza in cui dormirete stanotte-

La donna si incamminò verso un corridoio seguita dagli ospiti.

Al termine del breve corridoio si trovarono difronte ad un enorme stanza con a terra adagiati quattro futon.

-La ringraziamo immensamente per la vostra gentilezza. Questa stanza è molto accogliente- disse il monaco prendendo tra le sue mani quelle della fanciulla, che a quel contatto era leggermente arrossita.

-E’ il nostro modo per ringraziarvi- rispose lei un po’ impacciata.

Gli altri osservavano il monaco con disprezzo, ma non lo interruppero.

La donna andò via dalla stanza lasciandoli da soli. Sango senza proferire parola, si diresse verso un futon e si sdraiò velocemente tenendo tra le sue braccia Kirara, che stava sbadigliando.

Inuyasha fece lo stesso, andando verso il futon posizionato nella parte opposta rispetto a quello dove si trovava Sango.

Miroku li osservava perplesso, poi si avvicina a Kagome e le sussurra

-Cosa succede?-

La ragazza lo guardò stranita, ma non si rendeva conto di quanto lui fosse maniaco?

-Il tuo comportamento ci sembra un po’ esagerato. Comunque andiamo a dormire anche noi, sono stanca- rispose la ragazza dirigendosi verso il futon che era accanto a quello di Sango.

Miroku rimase immobile per qualche secondo, poi si diresse verso l’ultimo futon e si sdraiò. Secondo lui erano loro a comportarsi in modo esagerato. Non aveva fatto nulla di male per meritarsi quelle occhiataccie.

La notte passò in fretta e la mattina seguente il gruppo dovette riprendere il viaggio.

Al loro risveglio trovarono nuovamente la tavola piena di prelibatezze di ogni genere.

La donna che avevano incontrato il giorno precedente si avvicinò nuovamente al monaco.

-Dovete per forza ripartire monaco? Non potreste restare qui con noi e soprattutto con me?-  disse ad alta voce la donna, era evidentemente attratta dal monaco.

Nella stanza calò il gelo. Quella donna era così esplicita e probabilmente aveva preso sul serio le parole che le aveva rivolto il monaco.

-Bene, uno in meno, ora possiamo andare ragazzi- Sango ruppe il silenzio. Era adirata. Il monaco voleva restare con quella donna? E che ci restasse a lei non interessava.

-Io… io… non posso restare qui. Voglio continuare a viaggiare con loro- disse Miroku leggermente in imbarazzo. Il comportamento di Sango l’aveva un po’ infastidito.

-Ma la proposta che mi avete fatto monaco?- ribatte con decisione quella donna.

-Dimenticatela dolce fanciulla, troverete sicuramente un uomo migliore di me a cui dare un erede- rispose lui cercando di non guardare la donna negli occhi. E di mantenere quel controllo di cui la sua indole da maniaco spesso lo privava.

Non era da se rifiutare questo genere di cose, ma da quando aveva incontrato Sango, nonostante il poco tempo passato con lei, non sarebbe mai riuscito ad allontanarsene. Aveva una grande voglia di restarle accanto, anche se non riusciva a spiegarsi bene il motivo.

Gli occhi della fanciulla si abbassarono e il monaco si avvicino al suo gruppo.

-Grazie per la vostra ospitalità- aggiunse un po’ in imbarazzo e uscì fuori insieme agli altri.

L’atmosfera tra loro era tesa, nessuno proferì parola per tutto il tragitto.

Ad un tratto Inuyasha si fermò di scatto.

-Che succede Inuyasha? C’è qualcosa che non va?- la domanda di Kagome non fece nessun effetto su Inuyasha che ormai era irrigidito e si era messo in posizione d’attacco.

-Sesshomaru, vieni fuori, sento che sei qui vicino a noi-

Il demone non se lo fece ripetere una seconda volta e dopo aver fatto nascondere Rin in una grotta poco distante fece il suo ingresso nella scena come un dio greco. Aveva i capelli mossi dal vento e gli occhi di ghiaccio che guardavano diritti davanti a se, proprio dove si trovava suo fratello.

-Finalmente Tessaiga è ricomparsa- disse il demone senza degnare di nessuna attenzione il fratello.

Inuyasha senza pensare mise subito la mano sull’elsa della spada, per essere pronto ad estrarla.

-E’ stata data a me, cosa vuoi?-

-E’ ovvio, la potente spada di nostro padre. Non saresti mai in grado di usare i suoi immensi poteri- rispose Sesshomaru dirigendosi con una calma apparente verso il fratello. Il suo volto non tradiva nessuna emozione.

Inuyasha indietreggiava man mano che Sesshomaru si avvicinava. Quella spada gli era molto utile e non l’avrebbe ceduta al suo fratellastro facilmente.

-Sesshomaru, nostro padre l’ha lasciata in eredità a me, quindi la tengo io-

-Tu non hai mai conosciuto nostro padre e non potrai nemmeno immaginare la potenza di quella spada, non ti serve. Dalla a me senza discutere e ti risparmierò la vita- aggiunse il fratello maggiore.

-No- rispose secco Inuyasha.

Sesshomaru in uno scatto si posizionò davanti al fratello e sferrò il suo primo attacco. I suoi artigli graffiarono il petto di Inuyasha che a causa della forza dovuta al colpo e al dolore cadde a terra qualche metro più in la.

Essendo stato preso in contropiede Inuyasha si sentiva vulnerabile e subito estrasse la spada dal fodero.

-Ma allora riesci anche a farla trasformare? Comunque me la prenderò con la forza - aggiunse Sesshomaru ritornando all’attacco.
Questa volta Inuyasha però era pronto e riuscì a schivare l’attacco.

Era il suo turno di attaccare e decise di utilizzare la spada. Il primo colpo venne facilmente bloccato da suo fratello maggiore, ma il secondo riuscì a prenderlo un po’ alla sprovvista e lo ferì leggermente sul braccio sinistro.

Ciò fece arrabbiare ulteriormente Sesshomaru, che sferrò un nuovo attacco con la sua frusta. Riuscì a colpire Inuyasha e a disarmarlo. La spada volò via non poco distante da lui.

In uno scatto Sesshomaru si avvicinò alla spada e cercò di impugnarla, ma quando tocco l’elsa sentì un forte bruciore alla mano e istintivamente la lasciò ricadere.

-Non riesci nemmeno a toccarla?- sbottò Inuyasha trionfante avvicinandosi alla sua spada.

Sesshomaru però non voleva rinunciarci, quindi decise nuovamente di afferrarla e questa volta cercò di resistere al forte bruciore che gli provocava.

Lo sforzo che doveva fare per tenere in mano la spada era enorme, ma non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare.

-Sesshomaru lasciala, ti sta facendo male- si intromise Kagome vedendo il volto del demone sempre freddo, ma con una leggera smorfia di dolore.

Il demone non l’ascoltò nemmeno.

-Cicatrice del vento- urlò il demone mentre sferrava l’attacco. Non era sua intenzione ferire nessuno, ma voleva dimostrare al fratello quanto potente fosse quella spada.

Dopo il termine dell’attacco l’elsa della spada prese a bruciare ancora di più e Sesshomaru nonostante provasse a resistere con tutte le sue forze dovette lasciare cadere ancora una volta la spada a terra.

-Ma quello cos’era?- disse Inuyasha ancora incredulo. Quell’attacco aveva distrutto mezza foresta.

Anche gli altri erano rimasti scioccati dalla potenza di quel colpo.

-Quello è l’attacco principale di Tessaiga, può uccidere 100 demoni in un sol fendente. Possibile che chi ti ha consegnato la spada non te ne ha parlato? - rispose lui gelido.

-No, non me ne hanno parlato-  rispose Inuyasha afflitto. Gli sarebbe stato utile conoscere prima questo attacco.

Sesshomaru ormai si era reso conto che non sarebbe riuscito a tenere in mano Tessaiga senza farsi del male. Così si girò verso il bosco e si diresse alla grotta dove aveva lasciato Rin senza aggiungere altro. Si sentiva sconfitto dal fratello, ma non doveva darlo a vedere.

Non appena la figura del fratello scomparve Inuyasha si avvicinò a raccogliere la spada. Lui quando la teneva in mano non sentiva alcun dolore. Chissà per quale motivo.

-Inuyasha, a te non fa male tenere la spada?- intervenne Miroku

-No non sento nessun dolore, nulla- disse lui rilassato

-Probabilmente tuo padre non voleva che la spada finisse nelle mani di tuo fratello e la protegge con una barriera- aggiunse Kagome pensierosa

-Può essere- annuii il mezzo demone.

Ripresero il cammino per la ricerca della sfera. Inuyahsa portava sulle sue spalle Kagome, mentre Sango e Miroku viaggiavano su Kirara. Nessuno proferiva parola, erano ancora perplessi e pensavano a quello che era successo con la spada.

Inuyasha era piuttosto soddisfatto di avere ancora con se la spada e di aver scoperto un nuovo attacco, l’unica cosa che lo turbava era che non sapeva come sferrare la cicatrice del vento. Suo fratello gliela aveva fatta vedere, ma non aveva aggiunto altro.

…………………………………………………………………………………………………………………………………….
Nella mente di Sesshomaru i pensieri si erano affollati. Perché suo padre aveva lasciato Tessaiga a Inuyasha? E a lui aveva dato solo Tenseiga che non era in grado di fendere nulla? E perché al suo solo tocco la spada iniziava a bruciare come se fosse fuoco vivo? Non aveva nessuna risposta a quelle domande, e questo lo tormentava.

Arrivò in poco tempo davanti alla grotta ed entrò.

Trovò Rin sdraiata con gli occhi chiusi. Era una bellissima giovane donna e la posizione che aveva assunto la faceva sembrare una dea.
Senza fare rumore si mise a percorrere con lo sguardo le curve del suo corpo, e mentre lo faceva si sentiva percorrere da leggeri brividi. La compagnia di quella ragazza era piacevole per lui, ma non riusciva a spiegarsi il motivo per cui una donna tanto diversa da lui riusciva a farlo stare così tranquillo.

Con fare veloce si avvicinò a lei che subito aprì i suoi profondi occhi scuri e li incrociò con quelli dorati del demone.

-Signor Sesshomaru, mi scusi mi sono addormentata. Se ha fatto possiamo riprendere il viaggio- disse lei leggermente in imbarazzo.

-Non ho fretta, se sei stanca puoi riposati ancora un po’- aggiunse lui coprendo il corpo della sua fanciulla con la sua calda coda.

Lei sorrise e senza dire nulla richiuse gli occhi e si riaddormentò nel caldo abbraccio della coda del demone e sotto il suo sguardo vigile.
Qualche tempo dopo la ragazza si risvegliò.

-Signor Sesshomaru, mi dispiace che abbiate dovuto aspettarmi. Penso che abbiate molte cose da fare-
-Rin non preoccuparti- disse lui gelido.

-Ha trovato quello che cercava signore?- aggiunse lei rivolgendosi a quando prima l’aveva lasciata sola.

-Si, ma non sono riuscita a prenderla- disse lui meravigliandosi di quanto fosse facile e spontaneo rispondere alle sue domane.

-Mi dispiace molto. Vedrà che ci riuscirà presto- cercò di consolarlo lei.

Il demone non aggiunse altro e rimase seduto sul terreno per qualche minuto.

-Forse è ora di riprendere il viaggio- disse la ragazza alzandosi dal suo posto.

-Possiamo riposarci ancora un po’- rispose lui, e lei decise di risedersi.



°°°°°°°°°°
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti, sono tornata finalmente. Aggiorno questa storia, sperando che il capitolo vi piaccia.
Ringrazio ovviamente tutti quelli che recensiscono e seguono la mia storia.
Vi aspetto al prossimo capitolo, e non abbiate paura di dirmi tutto quello che pensate su questa mia storia, anche che fa schifissimo.
Un abbraccio :)

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Capitolo 14
*** Coppie (Capitolo 13) ***


Il viaggio continuava, i ragazzi erano sempre tranquilli e le giornate passavano tra litigi e risate.

Un giorno passeggiavano tranquilli e cercavano un posto per la notte.

-Forse potremmo andare da quella parte- disse Kagome osservando una radura non molto distante da dove si trovavano.

-Va bene- rispose Inuyasha e tutto il gruppo si avviò verso quella direzione.

Le due donne si sedettero ai piedi di un albero, mentre i ragazzi si diressero nel bosco per raccogliere della legna.

-Ah finalmente un po’ di riposo- disse Sango poggiando la testa sulla corteccia dell’albero e stendendo le gambe.

-Sono così stanca che non credo di riuscire a resistere oltre senza addormentarmi- disse Kagome sentendo i suoi occhi pesanti che iniziavano a chiudersi.

Dopo pochi minuti erano tornati i ragazzi e avevano acceso il fuoco.

Kagome e Sango si erano avvicinate e si erano sdraiate sull’erba per poi dormire. Miroku aveva fatto lo stesso, mentre Inuyasha era deciso a restare sveglio.

-Inuyasha riposati anche tu- gli disse Kagome girandosi verso di lui.

-E’ meglio se io resto sveglio, non si sa mai, qualcuno potrebbe attaccarci nel momento in cui siamo più vulnerabili- rispose lui.

-Non ci attaccherà nessuno, non ne hanno motivo- rispose lei tranquilla.

-Si invece che lo hanno, potrebbero volerci derubare, o potrebbero voler approfittare di voi due-

-Ma che dici Inuyasha, nessuno ci attaccherà, sta tranquillo- aggiunse lei.

Inuyasha sembrò rilassarsi alle parole di Kagome e si sdraiò, ma non voleva chiudere gli occhi, così Kagome si avvicinò a lui.

-Vuoi anche stavolta dormire sulle mie gambe?- disse lei sorridendo.

-Ma…no…io…tra poco mi addormento tranquilla- rispose imbarazzato del ricordo di quella volta.

-Va bene, però io mi metto qui vicino a te, così sei più tranquillo e nessuno potrà farmi del male senza che tu te ne accorga- disse lei sdraiandosi accanto a lui.

I loro visi erano talmente vicini che entrambi riuscivano a sentire bene il respiro dell’altro sul proprio viso.

Il profumo di Kagome inebriava i sensi di Inuyasha, stava quasi per perdere il controllo quando Kagome decise di girarsi e dare le spalle al mezzo demone. Il profumo ora si sentiva ancora bene, ma non era intenso allo stesso modo.

Inuyasha riuscì a rilassarsi e a calmare i suoi sensi. Poi chiuse gli occhi, e cullato dal dolce profumo della ragazza si addormentò.

Kagome invece non riusciva ad addormentarsi nonostante la grande stanchezza. Non era per paura, ma sentiva qualcosa che la attraeva e la faceva restare sveglia. Si girò verso Inuyasha e lo trovò addormentato. Rimase a guardarlo per qualche secondo, i suoi capelli lunghi erano mossi da un vento leggero e respirava regolarmente. Aveva le labbra leggermente piegate in un sorriso, non gliela aveva mai visto. Sembrava spensierato e continuò ad osservarlo.

Si sentiva però un po’ infastidita, sentiva dentro di se qualcosa che non le dava pace, non riusciva proprio a dormire.  Provò a chiudere gli occhi, magari il gesto l’avrebbe aiutata ad addormentarsi, ma quella strana sensazione la tormentava.

Pochi minuti dopo riaprì gli occhi e decise di sedersi. Non riusciva a spiegarsi il perché di questa sensazione, forse era dovuta al fatto che Inuyasha si era addormentato e non si sentiva protetta? No non era per quello, lei di solito preferiva lasciar riposare Inuyasha, era sempre pronto a combattere e non riposava mai. Ma allora cos’era questa sensazione? Come mai si sentiva così?

Il suo sguardo cadde poi sugli altri compagni di viaggio, anche loro dormivano tranquilli. Miroku aveva sempre il suo sorrisetto malizioso, chissà che stava sognando. Mentre Sango dormiva tranquilla con accanto Kirara.

Kagome decise poi di alzarsi, sentiva il bisogna di camminare, e decise di andare nella direzione verso la quale il suo corpo sentiva di essere attratto. Si addentrava sempre più nel bosco, camminando lentamente incurante dei pericoli che potevano esserci.

Seguì ancora i comandi del suo corpo che le diceva di fermarsi e si sedette ai piedi di un albero abbastanza distante dal luogo in cui dormivano i suoi compagni di viaggio.

Quella sensazione le aveva fatto dimenticare tutti i pericoli, e solo in quel luogo si sentiva tranquilla.

Provò a chiudere gli occhi e finalmente riuscì ad addormentarsi.
…………………………………………………………………………………………………………………………………….
Inuyasha si svegliò e si voltò verso Kagome, ma si rese conto che lei non c’era. Si alzò di scatto e iniziò ad annusare l’aria, sentiva il suo odore, anche se molto leggero. Si era allontanata, chissà cosa le passava per la mente.

Inuyasha prese subito a seguire il suo odore e in poco tempo si trovo davanti la ragazza, sana e salva per fortuna. Chissà perché si era allontanata così tanto, forse voleva restare da sola? Oppure, conoscendo le doti olfattiva di lui, voleva allontanarlo dal gruppo per poter restare da soli?

Il mezzo demone si avvicinò e si rese conto che lei dormiva profondamente. Così si sedette vicino a lei cercando di non svegliarla. Gli venne subito in mente la notte in cui aveva doveva dormito con la testa sulle sue gambe, aveva adorato quel contatto e quella tranquillità che gli infondeva.

Così cercando di farsi sentire il meno possibile posò la testa sulle gambe di Kagome e chiuse subito gli occhi.

Lei venne svegliata da quel contatto tranquillo e chinò il capo per vedere cosa era successo.

I capelli argentei del mezzo demone e le sue orecchie abbassate la tranquillizzarono in un attimo.

-Inuyasha, cosa ci fai qui?- sussurrò la ragazza.

Inuyasha aprì subito gli occhi incatenandoli a quelli di Kagome. Lei sorrideva tranquilla mentre il mezzo demone si alzava dalla posizione in cui si trovava.

-Mi sono svegliato e non c’eri. Ho pensato che qualcuno poteva averti rapito, ho seguito il tuo odore e ti ho trovata qui addormentata. Perché ti sei allontanata?-

-Perché non riuscivo a chiudere occhio, qui invece ci sono riuscita, ma non riesco a capire il motivo- disse lei tranquilla.

-Era forse la mia vicinanza ad infastidirti?- rispose lui, sentedosi leggermente offeso da quelle parole.

-Ma che dici? Non avrei mai acconsentito a dormire vicino a te se mi infastidivi- ripose lei. Il mezzo demone però rimase in silenzio. E allora perché se ne era andata? Era palese che era per quel motivo, ma non glielo diceva direttamente per non offenderlo ulteriormente.

Kagome notando lo sguardo triste e offeso del mezzo demone prese la parola.

-Che ne dici di dormire con la testa sulle mie gambe?-

Il mezzo demone senza proferire parole si piegò e prese posizione, il contatto con le sue gambe lo aveva subito rilassato. Gli piaceva da impazzire dormire in quel modo.

Quando Kagome vide il volto di Inuyasha rilassarsi, gli sorrise dolcemente.

-Devi stare tranquillo, non è per colpa tua che mi sono allontanata, ora dormiamo- aggiunse lei mantenendo il suo dolce sorriso.

-Va bene- rispose lui, e entrambi chiusero gli occhi cadendo in un sonno profondo.

La notte passò e questa volta il primo a svegliarsi fu Inuyasha. Subito i suoi occhi si rivolsero al viso di lei, che ancora dormiva. I lineamenti delicati lo incantavano e non riusciva a smettere di guardarla. Quel profumo lo rilassava e quasi sentiva il bisogno di farsi toccare le orecchie.

Qualche secondo dopo la ragazza aprì gli occhi e trovò Inuyasha che la fissava, i loro sguardi si incrociarono per pochi secondi, poi Inuyasha, leggermente imbarazzato per la situazione, decise di abbassare il suo sguardo.

-Buongiorno Inuyasha- disse lei, e il mezzo demone al sentir pronunciare il suo nome le rivolse nuovamente il suo sguardo.

-Buongiorno- rispose lui ancora imbarazzato.

Kagome istintivamente prese a toccare delicatamente le orecchie di Inuyasha, e la schiena di lui venne subito attraversato da un brivido che lo scosse leggermente.  Lei, in seguito a quel leggero movimento di lui, tirò indietro le mani.

-Perché ti sei allontanata?- disse lui triste alla mancanza di quel contatto. Lo aveva tanto desiderato quella mattina.

-Beh non vorrei esagerare come l’altra volta- disse lei, nonostante adorava profondamente toccare e accarezzare quelle tenere orecchie.

-Non succederà- rispose lui senza distogliere lo sguardo da lei che con delicatezza riprese ad accarezzare delicatamente le orecchie di Inuyasha.

Quel contatto era così delicato che lo faceva stare veramente bene. Chiuse gli occhi per poter assaporare meglio quel tocco e respirare meglio il profumo della donna che aveva accanto. Sarebbe voluto restare in quel modo per sempre, era felice e senza pensieri.

Kagome intanto lo fissava rilassata. Ad un tratto decise però di smettere.

Inuyasha riaprì gli occhi di scatto come per dire chiederle di continuare.

-Forse dovremmo tornare dagli altri- disse lei, ma lui non ne voleva sapere di alzarsi.

-Dai su, avremo altre occasioni per questo- aggiunse lei cercando di tirarlo su.

Lui, anche se controvoglia, si alzò e senza dire nulla iniziò a camminare verso il luogo in cui si trovavano i loro compagni.

Kagome lo seguiva, ma l’allontanarsi sempre di più da quel posto le faceva tornare quel senso di fastidio che la sera prima l’aveva condotta sotto quell’albero. Non resisteva più e si fermò di colpo.

-Che ti succede Kagome?- disse Inuyasha vedendola ferma e con il viso corrugato. Si vedeva benissimo che era nervosa.

-Io… io… sento un enorme fastidio. Solo ai piedi di quell’albero stavo bene- disse lei con lo sguardo rivolto a terra.

Inuyasha la guardava sempre più preoccupato, non riusciva a capire.

Kagome invece decise di tornare indietro. Si sedette nuovamente ai piedi di quell’albero e tirò un sospiro di sollievo, si sentiva meglio. Ma non sarebbe potuta restare in quel posto per sempre. Doveva trovare una soluzione.

Inuyasha la raggiunse subito dopo e le si avvicinò. Poi preoccupato decise di fare un giro intorno all’albero per controllare se c’era qualcosa che le potesse dare fastidio. Ad un tratto sente qualcosa sotto il piede, lo scosta velocemente e rimane stupito da quello che si trovava a terra.
…………………………………………………………………………………………………………………………………….
 
Miroku apre gli occhi, si alza e vede Sango ancora addormentata insieme a Kirara. Poi si guarda intorno e nota che Kagome e Inuyasha non erano lì.
-Probabilmente si saranno appartatati- sussurra lui maliziosamente.

Poi con fare tranquillo si avvicina a Sango che stava ancora dormendo e inizia ad osservarla. Era una bellissima ragazza, aveva le forme al punto giusto e ben proporzionate.

Lui era sempre stato un donnaiolo, ma da quando era entrato nel loro gruppo per quella donna provava dei sentimenti particolari, non solo lo attraeva, come qualsiasi altra donna, ma sentiva il bisogno di starle sempre accanto e di proteggerla anche se il più delle volte non ne aveva bisogno.

Con lo sguardo passo ad osservare il suo viso. Era abbastanza rilassato e si notavano meglio i suoi lineamenti. Con lui era sempre abbastanza scontrosa, quindi non l’aveva notato bene prima, ma aveva i lineamenti delicati, sembrava una principessa ed era bellissima.

Ad un tratto Kirara si sveglia e inizia a ringhiare in direzione di Miroku che subito si allontana. Al ringhio di Kirara subito Sango si sveglia.
-Brutto maniaco, cosa stavi facendo?- disse lei alzandosi in piedi di fretta.

-Io… io… nu…nulla­- rispose lui abbassando il capo.

-Non mi avrai mica toccato il sedere?- aggiunse lei arrabbiatissima.

-No...no…io non ho fatto nulla, lo giuro- rispose lui facendo un passo indietro. Quello sguardo arrabbiato della donna lo spaventava parecchio.

-E perché mi eri così vicino? Brutto maniaco- aggiunse lei ancora più rossa in volto per la rabbia, a ogni passo indietro che faceva lui ne corrispondeva uno in avanti che faceva lei.

-Ti prego, ti prego non fare così. Giuro che non stavo facendo nulla. Ti stavo solo guardando dormire, ma non ho nemmeno minimamente pensato di toccarti. Davvero, lo giuro- disse lui alzando le mani e assumendo uno sguardo da cane bastonato.

Anche quando non faceva nulla veniva aggredito e nessuno mai gli credeva.

-E perché dovrei crederti? Tu non fai altro che corteggiare e toccare le donne e poi Inuyasha e Kagome non ci sono, quindi nessuno ti avrebbe visto- replicò lei, anche se alle parole del monaco si era rilassata un po’. Probabilmente davvero non l’aveva toccata.

-E poi che avevi da guardarmi così da vicino?- aggiunse ancora.

Il monaco abbassò lo sguardo e arrossì.

-Io… credo che tu… sia bellissima- disse lui imbarazzato.

Lei non rispose subito, rimanendo lusingata da quel complimento.

-Ma tu lo dici a tutte, maniaco!- aggiunse lei, non riusciva proprio a fidarsi delle parole del monaco.

-Tu non sei tutte, tu sei diversa- disse lui rialzando lo sguardo e inchiodando i suoi occhi in quelli scuri di lei.

Rimasero a fissarsi per qualche minuto in silenzio.

Ad un tratto sentirono uno strano rumore provenire dal bosco e si misero tutti e due in posizione d’attacco. Kirara si era trasformata e aspettavano con ansia l’arrivo di quel qualcuno che sentivano avvicinarsi. 



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Angolo dell'autrice:
Ciao, finalmente sono tornata. E' tanto che non aggiorno nessuna delle mie due storie, ma ho avuto qualche probablemino di salute che mi ha fatto perdere l'ispirazione!
Questo capitolo è stato molto semplice da scrivere, cosa ne pensate? Spero vi piaccia.
Ora vi lascio, cercherò di aggiornare presto. Se avete qualcosa da dirmi non esitate a contattare,
Ringrazio tutti coloro che recensiscono, seguono e mettono tra i preferiti la mia storia.
A presto :*

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Capitolo 15
*** Finalmente a casa (Capitolo 14) ***


-Kagome, vieni subito qui- disse Inuyasha ancora incredulo.

Kagome si alzò immediatamente e si avvicinò ad Inuyasha. Aveva lo sguardo fisso a terra e lei rivolse il suo sguardo verso lo stesso punto in cui guardava il mezzo demone, dove giaceva, nascosta tra qualche filo d’erba, una piccola sfera dal colore rosato.

-La sfera- sussurrò Kagome mentre si abbassava per prenderla tra le sue mani.

-Ecco perché mi sentivo attratta in questo luogo, era la sfera ad attirarmi- aggiunse lei ancora incredula.

-Andiamo da Sango e Miroku- disse Inuyasha facendo salire la ragazza sulle sue spalle.

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Dopo qualche secondo spuntarono fuori dai cespugli Inuyasha e Kagome. Lei era sulla schiena di lui.

Miroku e Sango subito abbandonarono la loro posizione e si avvicinarono ai due. Kagome scese dalle spalle di Inuyasha, aveva una mano stretta in un pugno.

-Abbiamo trovato la sfera- disse lei sorridente –potrò tornare a casa, finalmente- aggiunse quasi urlando dalla felicità.

Le era mancata molto la sua famiglia, la sua mamma, suo nonno e soprattutto il suo fratellino. Voleva abbracciarli e parlare con loro.  Però qualcosa la turbava, sentiva quasi il dovere di rimanere in contatto con questo mondo e soprattutto con Inuyasha, però sapeva benissimo che bisognava eliminare la sfera, ed essa era l’unico contatto tra questo mondo e il suo.
 
-Sono molto felice per te Kagome- disse Sango correndo ad abbracciarla.

-Credo sia il momento di tornare al villaggio- disse Inuyasha. Si sentiva ferito dal comportamento della ragazza, era così entusiasta di tornare a casa e non pensava a lui. Per lui lei era diventata davvero importante e non voleva perderla.

Kagome si scioglie dall’abbraccio di Sango per annuire alle parole di Inuyasha. Il momento del suo ritorno a casa si avvicinava sempre più, ma la felicità che provava era spezzata dalla tristezza.

-Ragazzi siete troppo silenziosi c’è qualcosa che non va?- disse Miroku rivolgendosi principalmente a Inuyasha e Kagome. Da quando erano partiti nessuno di loro aveva parlato, Kagome era con Sango su Kirara, Inuyasha non le aveva proposto di viaggiare sulla sua schiena e lei non ha avuto il coraggio di chiederglielo. 
Miroku invece camminava insieme ad Inuyasha.

Avevano passato tutto il tempo in silenzio, ma quelli che sembravano più pensierosi erano Kagome e Inuyasha. Entrambi provavano una sensazione di vuoto che li rendeva fin troppo silenziosi.

-Va tutto bene, io semplicemente non ho nulla da dire- rispose Inuyasha mantenendo però il suo sguardo vuoto.

Nessun’altro fiatò, rimanendo in silenzio fino a che non arrivarono al villaggio. Entrarono nella capanna di Akane e vi trovarono la piccola Kaede che stava sistemando delle erbe medicinali.

-Dov’è la venerabile Akane?- chiese Kagome senza perdere tempo in chiacchiere.

La bambina si girò lentamente verso il gruppo, mentre Akane fece la sua comparsa dalla stanza accanto.

-Eccomi, come mai siete già di ritorno?- disse lei vedendo i loro volti tesi.

Kagome senza pronunciare alcuna parola aprì la mano in cui teneva la sfera e la mostrò ad Akane.

-Ma è la sfera! Siete riusciti a trovarla!- disse Akane gioiosa, ma la sua gioia si fermò quando incrociò lo sguardo di Kagome.

-C’è qualcos’altro?- chiese insospettita da quello sguardo.

-Nulla, ora posso tornare a casa definitivamente!- aggiunse Kagome mostrando un finto sorriso, che non convinse per nulla Akane.

-Kagome cosa c’è che non va?- insistette l’anziana sacerdotessa, voleva tutta la verità.

-Veramente va tutto bene. Sono un po’ stanca, questa maledetta non mi ha quasi fatto dormire stanotte- disse Kagome cercando di convincere Akane.

-Capisco, allora credo dobbiate riposarvi, tra poco sarà il tramonto, quindi comunque vedremo domani cosa fare con la sfera. Sango, Miroku, non fatevi problemi, potete dormire qui-

Una voce proveniente da fuori interruppe il discorso di Akane.

-Kaede, è ora di tornare a casa- disse Kikyo entrando nella capanna di Akane, e rimanendo sorpresa quando si ritrovò davanti Inuyasha e gli altri.

-Siete tornati? Come mai?- chiese lei sorridente, sperando con tutta se stessa che avessero trovato la sfera.

-Kagome ha con se la sfera dei quattro spiriti- disse Akane.

-Oh ma sono felicissima per te, ora potrai tornare a casa, non sei contenta? Possiamo già avviarci?-

-Al momento sono tutti stanchi, la partenza la rimandiamo a domani mattina- aggiunge ancora Akane, Kagome e Inuyasha non avevano intenzione di risponderle e Sango e Miroku non volevano intromettersi.

-Ah capisco, è giusto così. Allora Inuyasha tu torni con me e Kaede?- aggiunge Kikyo raggiante e felice di poter attuare il piano di Naraku così presto.

Inuyasha annuendo si diresse verso l’esterno della capanna.

-Aspetta Inuyasha, ricorda di venire qui domattina. Dobbiamo salutare Kagome prima della partenza- si intromise Miroku.

Inuyasha però non risponse alle parole di Miroku, aspettava fuori in silenzio Kikyo e Kaede. Dopo qualche minuto erano tutti e tre diretti verso la capanna di Kikyo.

Tutti quanti videro che l’espressione di Kagome era diventata ancora più cupa dall’arrivo di Kikyo, ma non sapevano come comportarsi.

-Kagome, ora puoi dirci cosa c’è che non va?- disse Akane avvicinandosi a Kagome e prendendole le mani. La ragazza le stava simpatica e si stava affezionando molto, anche a lei dispiaceva che dovesse restare per sempre dall’altro lato senza avere modo di tornare qui qualche volta. Ma la sfera doveva essere distrutta, portava solo guai.

-Venerabile Akane…io… io…- disse la ragazza esitando, però non aveva intenzione di dire alla sacerdotessa quello che le passava per la mente, non era il caso di farla preoccupare -…sono davvero molto stanca tutto qui. Domani voglio essere in forma quando tornerò a casa, sono così felice di rivedere la mia famiglia- mentì Kagome.

-Bene allora venite con me vi indico la stanza in cui dormirete- disse Akane incamminandosi attraverso un corridoio. Alla fine del corridoio si trovavano due stanze.

-Miroku, qui dormirai tu, la stanza è piccola, ma andrà bene- disse la sacerdotessa indicando la porta sulla destra.

Miroku rimase leggermente stupito, credeva che avrebbe dormito con le ragazze. Lo avevano sempre fatto da quando le conosceva.

-Grazie- rispose Miroku, sforzandosi di non far trasparire la delusione.

-Qui invece potete stare voi due-

Le donne si guardarono negli occhi tranquille –Grazie venerabile Akane- risposero all’unisono ed entrarono subito in camera. Miroku fece lo stesso dopo di loro, entrando in camera sua.

-Sai un po’ mi dispiace non vederti più, nonostante sono molto felice che tu possa tornare a casa tua- disse Sango quando si ritrovarono sole in camera.

-Anche a me dispiace moltissimo non potervi più vedere, e non poter restare in alcun modo in contatto con voi­, non vedevo l’ora di tornare, ma ora che il momento è arrivato mi sento spaccata in due. Purtroppo la sfera deve essere distrutta e quindi deve essere interrotto il collegamento tra questo e il mio mondo- disse Kagome sdraiandosi su uno dei futon che Akane aveva preparato. Kirara le si avvicinò dopo un po’, anche lei aveva intuito l’imminente partenza della ragazza e a suo modo cercava di salutarla.

-Credi che ad Inuyasha mancherò? Insomma non mi sembra che tenga molto a me- aggiunse poi Kagome mentre accarezzava pensierosa la piccola nekomata.

Sango alzò il suo sguardo immediatamente, non credeva alle sue orecchie, era sicura che non avrebbe mai ammesso di pensare ad Inuyasha e alle sue reazioni.

-Kagome, sono sicura che mancherai molto anche a lui. Solo che il suo carattere è orgoglioso e non vuole darlo a vedere­- disse Sango sicura di se.

Kagome però sembrava non voler credere alle parole di Sango, la guardava sempre cupa e triste.

-Credo che Miroku si sentirà solo nell’altra stanza- disse Kagome per cambiare argomento e al pronunciare quelle parole notò un leggero rossore sulle guance della ragazza.

-Ma no, starà benissimo. E poi è buono che stia solo per un po’- rispose Sango ancora un po’ imbarazzata.

-E’ ora di dormire ora, domani per te sarà una lunga giornata- aggiunse poi sdraiandosi sull’altro futon.

-Credo che Kirara voglia dormire con me, ti dispiace?- chiese Kagome.

-Assolutamente no, anche lei vuole salutarti. Buonanotte- rispose Sango.

-Buonanotte- aggiunse Kagome e chiuse gli occhi per poi addormentarsi subito dopo.

Per Sango invece la cosa non fu molto semplice, teneva gli occhi chiusi, ma non riusciva proprio ad addormentarsi. Nei suoi pensieri era ricorrente l’immagine di Miroku e non riusciva a spiegarsi il motivo. Perché non riusciva a togliersi quel maniaco dalla mente?

Dopo circa un’ora si alzò e senza pensare si diresse verso la camera di Miroku, lo trovò addormentato a pancia in su e un leggero sorriso gli abbelliva il viso. Sango gli si avvicinò e non poteva far altro che pensare che era davvero bello. Saperlo vicino la faceva sentire bene, così cercando di non fare rumore si sdraiò vicino a lui, visto che c’era abbastanza spazio, e chiuse gli occhi. Questa volta riuscì subito ad addormentarsi.

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Anche Inuyasha non riusciva a dormire, Kikyo gli aveva, per la prima volta, dato il permesso di dormire in casa sua. Era sdraiato accanto alla donna che aveva sempre desiderato avere vicino, soprattutto per proteggerla, ma la mente lo portava lontano da quella stanza, nel posto in cui aveva lasciato il suo cuore. Non riusciva a spiegarsi il motivo, ma Kagome era diventata importante per lui, e non poteva più negarlo, si era affezionato a quella ragazza, anche perché lo trattava come se lui fosse un semplice e normale essere umano. Nessuno lo aveva mai trattato così, Kikyo ci aveva provato, ma non ci riusciva, prima di quel giorno non lo aveva mai fatto entrare in casa, e mai lo aveva fatto avvicinare troppo a lei, tranne quella volta in cui si erano baciati. Anche se ora gli era stato concesso di dormire con lei, vedeva comunque Kikyo fin troppo distante.
Qualche minuto dopo si alzò dal futon e lasciò Kikyo dormire da sola, uscì fuori dalla capanna e fece un enorme balzo per atterrare su quel ramo dell’albero millenario che tanto gli piaceva. Kikyo, la sua capanna e quel futon non gli davano la tranquillità per poter dormire. Era finalmente libero di stare con Kikyo, ma lui non voleva più stare con lei, il suo cuore ormai era stato rapito e difficilmente sarebbe ritornato indietro.

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-Signor Sesshomaru, non dovremmo fermarci per la notte?- disse Rin sempre più stanca, mentre a fatica trascinava i piede ad ogni passo.

Sesshomaru si voltò verso di lei e la prese in braccio senza dire una parola, lei posò delicatamente la testa sul suo petto e in pochi secondi si addormentò per la stanchezza.

-Dobbiamo prima arrivare in un posto- sussurrò lui continuando a camminare e consapevole che lei non poteva sentirlo.

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I primi raggi del sole iniziavano ad entrare nella stanza arrivando subito agli occhi di Miroku. L’uomo si girò su un lato e si trovò vicino Sango, ancora addormentata con il viso rilassato. Era sorpreso di trovarla li, ma era felice di sapere che lei aveva bisogno di stargli accanto. Sul viso dell’uomo si disegna un sorriso nello stesso istante in cui gli occhi di Sango si aprono.

-Io…io… non so’ perché ma non riuscivo a dormire e sono venuta qui. Non volevo infastidirti, scusa- disse lei mettendosi di colpo seduta sul futon.

-Ma io sono felice che tu abbia dormito con me- disse lui senza smettere di sorridere.

-Non mi avrai mica toccato, sporco maniaco­?- disse lei alzando una mano per schiaffeggiare l’uomo, ma venne bloccata dal braccio di Miroku che cercava di avvicinare il suo viso a quello della donna.

-Non mi sarei mai permesso con te- disse lui prendendo le mani della donna tra le sue.

-Cosa vuoi dire con “con te”?- aggiunse lei.

-Perché tu per me sei diversa, non è come per le altre donne, da quando ti ho conosciuta sono stato rapito dal tuo viso, soprattutto dai tuoi occhi. Nonostante i miei comportamenti da maniaco, il mio cuore e la mia mente erano sempre rivolti a te. Credevo di non conoscerne il motivo, ma invece era proprio qui, impresso nel mio cuore…- disse Miroku abbassando lo sguardo e arrossendo.

Sango lo guardava incredula e non riusciva a dire una parola, lui la amava? No, non poteva essere vero, lui era un donnaiolo.

Qualche secondo dopo lei si alzò di scatto e si allontanò dal futon sul quale prima aveva dormito tranquilla.

-Io non ti credo, mi dispiace- disse lei, cercando di andarsene, ma venne fermata da Miroku che le trattenne per un braccio con forza, ma senza farle male.

-Non ti avrei mai detto una bugia. E’ tutto vero quello che ti ho detto, e non lo avrei mai detto se non mi fossi accorto che anche tu provi qualcosa per me-

-Io…io…non so che pensare, tu quando vedi una donna perdi il controllo e io…io...mi sento infastidita ogni volta che lo fai- disse lei abbassando lo sguardo, aveva praticamente ammesso che anche lei provava qualcosa per lui.

-Da quando ti conosco, ogni volta che ci provo con una donna sento il mio cuore che si ribella, non riuscivo ad accettare questa cosa prima, sai la mia indole si faceva sentire, ma adesso ho capito e so che l’unica al mondo che vorrei tra le mie braccia sei tu- disse Miroku tutto d’un fiato avvicinandosi sempre più al viso della donna. I loro visi erano molto vicini ed entrambi riuscivano a sentire il respiro dell’altro sulle labbra. Lei alzò lo sguardo e incrociò gli occhi blu del monaco, ne rimase catturata e affascinata. Quello sguardo così luminoso e limpido si avvicinava sempre più, fino a far sfiorare le loro labbra. Lei non si ritrasse e l’uomo lasciò un bacio innocente su quelle labbra, ma sembrava volere di più e quando lei schiuse leggermente le labbra non riuscì a resistere e approfondì quel dolce bacio.

-Sango, Sango dove sei?- la voce di Kagome che proveniva dal corridoio li interruppe.

Subito l’uomo si allontanò, e la donna aprì la porta della stanza.

-Kagome, sono qui, ero vanuta a svegliare Miroku- mentì.

-Oh, scusa, ho disturbato, pensavo che te ne fossi andata via senza salutarmi- disse Kagome, leggermente in imbarazzo per la situazione in cui si trovava.

-Non hai disturbato, ti ho detto che sono solo venuta a svegliarlo, tutto qui- disse Sango cercando di essere convincente.

-E’ vero, divina Kagome- cercò di aiutarla Miroku, infatti Kagome sembrò crederci.

-Ah, scusate se ho insinuato che voi..beh insomma avete capito- aggiunse Kagome.

-E’ arrivato il momento della mia partenza, Kikyo arriverà a momenti quindi volevo salutarvi…io…bhe…mi sono molto affezionata a entrambi, per me siete dei cari amici, non vi dimenticherò mai- disse Kagome avvicinandosi ai due, che la guardavano molto tristi.

-Kagome, sono molto felice di averti conosciuta, neanche io ti dimenticherò- disse Sango abbracciandola.

Non appena le donne sciolsero l’abbraccio, Miroku si avvicinò a Kagome.

-Divina Kogome, anche io non ti dimenticherò, nonostante tu non abbia voluto avere un figlio da me- disse il monaco mentre veniva fulminato con lo sguardo da Sango.

-Ora devo andare, grazie per tutto l’aiuto e il supporto che mi avete dato in questa ricerca- disse Kagome con le lacrime agli occhi mentre porgeva a Sango la piccola Kirara che teneva tra le braccia, poi percorse il corridoio per andare verso l’uscita della capanna.

Sulla porta trovò Akane con in mano un pacchetto.

-Tieni, voglio che tu prenda questo kimono, è un regalo che mi fece mia zia moltissimo tempo fa e voglio che lo prenda tu per ricordarti di noi e della tua avventura qui. Sono contenta di averti conosciuto, avrai sempre un posto nel mio cuore- disse Akane porgendo il pacchetto a Kagome.

-Io devo ringraziarla, senza il suo aiuto venerabile Akane, non sarei mai riuscita a trovare la sfera per tornare a casa. Mi sono trovata molto bene qui, e lei è stata come una nonna per me. La porterò sempre nel mio cuore anche io- disse Kagome prendendo il pacchetto e abbracciano la sacerdotessa. Il tempo passato insieme era stato poco, ma si sentiva legata a lei, a Sango e Miroku e a quel posto.

In quel momento si presentarono Kikyo, Kaede e Inuyasha nella capanna.

-Buongiorno Kagome, pronta per partire?- disse Kikyo raggiante, lo era da quando finalmente avevano trovato la sfera.

-Si sono pronta, Kaede grazie per il tuo aiuto- disse Kagome abbracciando la bambina.

Poi si rivolse ad Inuyasha, non notava in lui nessuna tristezza, probabilmente perché a lui non interessava nulla di lei.

-Inuyasha, sei stato molto d’aiuto per il ritrovamento della sfera, ti ringrazio moltissimo- disse la ragazza inchinandosi verso il mezzo demone.

-Io vi accompagno, ci saluteremo meglio quando saremo nei pressi del pozzo- disse il mezzo demone tranquillo.

I tre si avviarono verso il pozzo, e Kagome salutava con la mano Akane, Kaede, Sango, Kirara e Miroku.

Poco prima di arrivare al pozzo Inuyasha si fermò e prese per il braccio Kagome.

-Vorrei salutarti, però voglio restare da solo con te- disse lui guardando Kikyo, sperando che capisse.

-C’è qualcosa che io non posso sentire?- disse Kikyo, faceva ancora la gelosa nonostante sapeva che Kagome sarebbe tornata a casa sua per sempre.

-No, voglio solo restare da solo con lei, per salutarla definitivamente- disse Inuyasha leggermente irritato –vieni Kagome andiamo verso Goshinboku- aggiunse il mezzo demone e Kagome lo seguì.

Tra loro era calato il silenzio, i loro occhi si fissavano come per far restare l'immagine dell'altro impressa nella mente.

-Mi mancherai Inuyasha, mi sei stato di grande aiuto, senza di te probabilmente sarei andata a finire nello stomaco di un demone dopo poche ore dall’inizio della mia ricerca- fu Kagome a rompre il silenzio, poi si inchinòi verso Inuyasha che si avvicinò a lei e l’abbracciò con fare amorevole.

-Mi mancherai anche tu- disse lui senza fermare l’abbraccio.

-Posso toccare ancora una volta le tue orecchie?- disse lei vedendo quelle tenere orecchie muoversi in modo frenetico.

-Si- rispose lui e lei con fare dolce prese ad accarezzare quelle dolci orecchie che tanto amava toccare. Qualche secondo dopo Kagome si allontanò dal mezzo demone e nello stesso istante un fiore cadde dall'albero posandosi sulla testa di Kagome. Inuyasha si avvicinò nuovamente a lei e con delicatezza prese quel fiore.

-Tieni, porta questo fiore con te, anche Goshinboku ha trovato un modo per salutarti- disse lui porgendole il fiore che lei afferrò subito.

-E’ ora di andare, altrimenti Kikyo potrebbe preoccuparsi. Non ti dimenticherò mai Inuyasha- disse lei incamminandosi verso il pozzo. Inuyasha senza fiatare la seguiva a qualche passo di distanza. Pochi secondi dopo si trovarono Kikyo davanti che si incamminò insieme a loro verso il pozzo.

-E’ il momento di andare, addio Inuyasha- disse Kagome prendendo per mano Kikyo che sorridente si lanciò insieme a lei nel pozzo.

Dopo un lampo di luce azzurra si trovarono con i piedi per terra.

-Mamma, nonno, Sota, siete lì?- urlò Kagome con la speranza di ricevere la giusta risposta.

-Sorellona sei tu?- disse Sota sporgendosi dal pozzo e incontrando lo sguardo della sorella.

-Si Sota, sono io, aiutami a salire- urlò ancora Kagome.

-Kikyo, tieni, credo che tu possa andare grazie- sussurrò a Kikyo porgendole la sfera.

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e afferrò la sfera e quando Kagome uscì dal pozzo lei fece un balzo e la luce azzurra la riaccompagnò nella sua epoca.

-Inuyasha, aiutami a risalire- urlò la donna e subito si trovò a fianco Inuyasha che la prese in braccio e la portò fuori dal pozzo.

-Grazie Inuyasha, io vado a portare la sfera all’anziana sacerdotessa che deve distruggerla, ci vediamo tra un po’- disse Kikyo mentre si incamminava verso il bosco.

Pochi minuti dopo si trovò davanti alla zona dove c’era la barriera che nascondeva il castello di Naraku, e si trovò davanti Naraku.

-Che ci fai qui? Hai la sfera?­- disse lui avvicinandosi a lei.

-Si, e tu come mai sei fuori dalla tua barriera?- disse lei guardandolo negli occhi.

-Stavo facendo una passeggiata e poi ho sentito il tuo odore e mi sono fermato ad aspettarti- rispose lui.

-Ecco la sfera- disse Kikyo allungando il braccio verso di lui e aprendo la mano.

-Che bel gioiello, sono molto soddisfatta del tuo operato- disse Naraku prendendo la sfera e con l’altra mano avvicinando la donna a se.

Senza aspettare oltre Naraku le diede un bacio sulle labbra inizialmente casto, ma poi sempre più passionale, incurante che poco distante da lì, grazie alla loro potente vista, due occhi color oro stavano osservando in silenzio tutta la scena.



°°°°°°°°°°
Angola dell'autrice:
Eccomi qui, dopo un bel po' di tempo. Vi ho fatto aspettare tanto, ma finalmente Kagome ha trovato la sfera, che ne pensate?
Ok è tardissimo e credo che per me sia arrivato il momento di andare a dormire. Spero che vi piaccia il capitolo.
Vorrei ringraziare Claudia_Chan 99 per avermi aiutato nell'ispirazione per la fine del capitolo.
E poi ringrazio coloro che recensiscono seguono e hanno tra i preferiti la mia storia, spero di non deludervi.
A presto, spero! Un abbraccio...

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Capitolo 16
*** Distanza (Capitolo 15) ***


-Quella donna ha addosso l'odore di mio fratello, c'è qualcosa che non torna- sussurrò Sesshomaru anche se non c'era nessuno ad ascoltarlo. Poco prima, mentre lei passeggiava per tornare al villaggio, le si era avvicinato e aveva sentito benissimo l'odore di suo fratello su di lei. Ricordava anche benissimo di averla intravista in sua compagnia, e ora aveva baciato un demone sconosciuto.

Il flusso dei suoi pensieri era accompagnato dai suoi passi regolari mentre si dirigeva verso la radura, poco distante, dove aveva lasciato Rin a farsi un bagno, vista la presenza di una grande sorgente di acqua calda.

-Signor Sesshomaru, finalmente è tornato! Guardi ho trovato delle bacche dolcissime qui vicino, le vuole assaggiare?- furono le parole di Rin non appena scorse la figura di Sesshomaru in avvicinamento.

Il demone si avvicinava alla giovane donna senza cambiare espressione sul volto. Poi si sedette vicino a lei, prendendo tra le mani alcune bacche e portandole verso la sua bocca per assaggiarle.

Rin era intenta ad osservarlo con sguardo gioioso e con un sorriso dolce.  

-Sono buone vero?- chiese tranquilla senza smettere di sorridere.

Il demone annui, continuando però a bearsi del sorriso della giovane. Il sorriso più bello che avesse mai visto, l'unico sorriso che riusciva a scaldargli il cuore.

-Non siamo distanti dal villaggio in cui dobbiamo andare, ma oggi possiamo passare la notte qui- disse il demone posando a terra la coda. Quella giovane donna, solo grazie ad un sorriso, riusciva a farlo rilassare. Anche se a volte poteva essere una debolezza per lui. Era abituato a restare sempre solo, quindi avere qualcuno accanto in ogni momento della giornata, lo stava cambiando.

Da qualche tempo Rin dormiva sempre avvolta da quel dolce tepore che proveniva dalla coda di Sesshomaru. Le piaceva farlo perché le donava tranquillità e soprattutto la sicurezza di averlo accanto.

-Buonanotte- disse lei dopo essersi sdraiata sulla coda del demone, per poi venirne avvolta in modo protettivo.

Rin chiuse gli occhi e dopo pochi secondi si addormentò rilassata. Sesshomaru la osservava dormire e nella sua mente i pensieri non facevano altro che dedicarsi a lei. Doveva proteggerla, era questo il suo scopo. E si era reso conto che doveva proteggerla anche e soprattutto da se stesso. Sperava con tutto se stesso che quello che stava per fare l’avrebbe aiutata, perché sarebbe stato anche un po' doloroso per lei.

La notte passò tranquilla, nessuno disturbò il loro sonno. Sesshomaru era anche riuscito a rilassarsi e dormire per qualche ora, e alle primi luci dell’alba era tornato vigile.

Rin dormiva ancora, era rilassata e abbracciava una parte della coda di Sesshomaru.

Lentamente si stava svegliando e appena aprì gli occhi si ritrovò due iridi ambrate, vicino al suo viso, che la fissavano. Lei si alzò di scatto.

-Bu...buongiorno signor Sesshomaru... È sveglio da tanto? Mi...mi dispiace che abbia perso tempo per colpa mia...mi scusi- disse lei abbassando il capo, imbarazzata da quella situazione.

-Possiamo avviarci, Rin. Non abbiamo molto cammino da fare- disse il demone, senza dare risposte alla giovane donna.

Si avviarono in silenzio, Sesshomaru camminava tranquillo e Rin lo seguiva a pochi passi di distanza. Questa volta il demone si voltava spesso a controllare se Rin lo seguiva, cosa che mai aveva fatto prima d’ora.

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-Oh Sota, sono così felice di rivederti, mi sei mancato tanto- disse Kagome mentre abbracciava stretto il suo fratellino appena uscita dal pozzo.

-Sorellina, che fine avevi fatto? Ti abbiamo chiamato molte volte qui in giro, ma non ci hai mai risposto! La polizia ancora ti sta cercando!- disse il piccolo Sota. Sia lui che la mamma che il nonno erano preoccupatissimi, ma si erano resi conto che Kagome non era in quel pozzo. Come mai era ricomparsa da lì?

-La…la polizia?- disse Kagome sconcertata. In effetti mancava da casa da un po’ di tempo e la sua famiglia si era molto preoccupata.
-Si sorellina. Dopo qualche giorno dalla tua scomparsa l’abbiamo chiamata. Il nostro primo pensiero è stato che ti avessero rapita- disse Sota con un leggero velo di tristezza sul volto. Ripensare a quei giorni non era semplice.

-La mamma è in casa?- chiese Kagome sempre più preoccupata per la situazione. Non sapeva proprio come comportarsi adesso. Cosa doveva dire?

-Si, vieni entriamo, sarà felice di vederti- disse Sota tirando per una mano la sorella.

La signora Higurashi era seduta sul divano intenta a guardare la televisone. Il rumore della porta la fece voltare e vide apparire la figura della figlia che ormai non vedeva da troppo tempo.

-Kagome, cosa ti è successo?- disse la donna alzandosi di scatto e correndo verso la figlia, per poi abbracciarla con tutto l’affetto possibile.
-Mamma, mi stai stritolando. Tranquilla sono tornata ora e non vi lascerò così facilmente- rispose Kagome, lasciando però che la mamma continuasse ad abbracciarla.

Ancora non sapeva se rivelare alla sua famiglia quello che realmente le era successo e, cosa ancora più importante, non sapeva cosa dire alla polizia.

-Oh insomma Kagome, che fine avevi fatto? Ti abbiamo cercato ovunque, senza risultati- continuò la mamma sciogliendo l’abbraccio.

-Mamma, io…non so bene cosa sia successo- disse esitando la ragazza.

Si diresse in silenzio verso il divano per sedersi. Prese a torturarsi i capelli con le mani, in difficoltà.

Il nonno comparve sulle scale, al piano di sopra.

-Bambina mia sei qui?- urlò il nonno, e la ragazza subito si voltò verso di lui e gli corse incontro per abbracciarlo.

-Oh nonnino, quanto mi siete mancati, sono felice di essere di nuovo qui- disse lei quasi in lacrime, era felice, molto felice di essere ritornata a casa. Anche se sentiva che la felicità non colmava pienamente la sua anime, sentiva un piccolo vuoto nel suo cuore.

-Kagome allora? Ci vuoi dire dove sei stata e cosa ti è successo? Ti hanno rapito?...ehm non ti avranno, beh insomma...dai mi hai capito. Su parla, non farci preoccupare- si intromise la mamma. E i pensieri di Kagome iniziarono a vorticare impazziti nella sua mente. Era la sua famiglia doveva dire la verità. Ma solo a loro, per i poliziotti bisognava inventare qualcosa, ma cosa? Non ne aveva proprio idea, ma forse la sua famiglia l’avrebbe aiutata in questo.

-Mamma, nonno, Sota, venite qui che vi racconto- i suoi familiari si avvicinarono a lei aspettando con ansia il suo racconto. Volevano essere tranquillizzati. Dopo qualche sospiro Kagome iniziò a raccontare del pozzo, di Inuyasha e dell’epoca Sengoku, notando i volti dei suoi familiari sempre più increduli.

-Non mi credete vero?- disse la ragazza non appena ebbe terminato il racconto.

-Io ti credo sorellina- disse Sota.

-Infondo Sota ti ha aiutato a risalire dal pozzo, e non saresti sopravvissuta li dentro senza cibo per tutto questo tempo. Ti credo anche io Kagome- aggiunse il nonno.

La mamma la guardava ancora incredula.

-Cosa diremo alla polizia? Non possiamo dire questo, ci prenderebbero per pazzi-  disse poi lei, doveva credere alle parole delle figlia.

-La cosa mi preoccupa molto. Non pensavo che aveste chiamato la polizia!- la voce di Kagome era seriamente preoccupata.

-Comunque dobbiamo chiamarla adesso e dire che sei tornata a casa!- precisò la madre.

-E se dicessimo che nel pozzo avevi con te le provviste per sopravvivere tutto questo tempo?- disse il nonno.

-Ma poi ci chiederanno perché non ci ha chiamato e non si è fatta sentire prima, e che diciamo?- risponde la mamma sempre più pensierosa.

-Qualcosa inventeremo, chiama la polizia figliola!- disse il nonno in modo da interrompere le preoccupazioni della figlia e della nipote.
Pochi minuti dopo la polizia era arrivata e l’agente Kogami si era fermato davanti la porta chiedendo spiegazioni.

-Guardi agente, stavo tornando a casa dopo aver fatto la spesa, e mi sono avvicinata al pozzo per riposarmi e riflettere, quando sento come un’attrazione e ci cado dentro. Sono rimasta li per tutto questo tempo. Inizialmente sono svenuta quindi non ho sentito i richiami dei miei familiari, poi mi sono ripresa, ma il panico mi ha fatto passare di mente che potevo chiedere aiuto. Forse anche il fatto che non ricordassi bene dove mi trovavo. Ci ho messo molte settimane per ricordare, e intanto mangiavo quello che avevo comprato per la spesa. Fortunatamente ho ricordato dove ero e quando ho sentito dei passi lontani ho chiesto aiuto e mio fratello è venuto in mio soccorso. Mi dispiace che abbiate perso tempo signor Kogami- disse di getto Kagome cercando di far combaciare tutti gli eventi e di non tradirsi nel racconto.

-Capisco signorina Higurashi, non ci ha fatto perdere tempo. L’importante è che ora sia tornata a casa. Ora ritorno al mio lavoro. Arrivederci- disse l’agente Kogami leggermente dubbioso, ma senza alcuna voglia di approfondire la cosa. Gli stavano bene le cose come Kagome le aveva raccontate e poi d’altronde la ragazza era a casa quindi non c’era da preoccuparsi.

-Arrivederci signor Kogami- disse la famiglia all’unisono, ringraziando l’agente con degli inchini mentre si allontanava dal tempio.

-Sembra averci creduto, voi che dite?- chiese Kagome più tranquilla.

-Si lo credo anche io bambina mia- rispose il nonno rilassato.

La madre annuì mentre si dirigeva verso le scale.

-Vado in camera a dormire, e credo che dobbiate andare anche voi, è tardi- disse poi lei salendo le scale.

-Si, mamma- disse Kagome e corse in camera sua. Finalmente era ritornata a casa, poteva nuovamente dormire sul suo letto e andare a scuola come tutte le persone normali.

Aprì il sacchetto che si era portata dietro dall’epoca Sengoku e tirò fuori per primo quel fiore che era caduto da Goshinboku e che Inuyasha le aveva donato. Lo portò vicino al suo naso e sentì invadersi le narici da un profumo meraviglioso che le ricordava i bei momenti passati con Inuyasha. Poi poggiò il fiore sulla sua scrivania, e tirò fuori dal sacchetto il kimono che le aveva regalato Akane. Era stupendo, di colore rosso con dei cerchi bianchi. Lo ripose poi insieme al sacchetto nel suo armadio, lo avrebbe indossato in qualche occasione particolare. Non è da tutti possedere un kimono proveniente dall’epoca Sengoku.

Qualche minuto dopo si sdraiò sul letto e dopo pochi minuti si addormentò.

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Kikyo era tornata a casa sua che il sole era già tramontato. Trovò Inuyasha ad aspettarla ai piedi di Goshinboku e lei lo invitò ad entrare in casa.

-Sorella, ben tornata, hai consegnato la sfera?- disse Kaede vedendo entrare in casa la sorella.

-Si Kaede, entrò domani sarà distrutta- disse Kikyo sorridente, sapendo di dire una bugia.

Il volto di Inuyasha invece si oscurò, non faceva altro che pensare al fatto che non avrebbe più rivisto Kagome.

-Inuyasha tutto bene? Sembri triste- disse Kikyo avvicinandosi a lui per guardarlo negli occhi.

-Tsk, io non sono triste- disse lui scuotendo la testa per allontanare quei pensieri.

-Scusa- rispose Kikyo prendendo una mano del mezzo demone e accarezzandola delicatamente.

-Senti che ne dici di vivere qui con noi Inuyasha?- domandò Kikyo senza smettere di accarezzargli la mano e di guardarlo negli occhi.

Inuyasha immediatamente abbassò lo sguardo pensando che infondo non avrebbe più rivisto Kagome, quindi doveva restare con Kikyo per proteggerla.

-Va bene- rispose poi senza rialzare lo sguardo però.

-Oh, sono felicissima, tu dormirai nella mia stanza, con me. Che ne dici?­­- disse Kikyo euforica.

-Ok- fu la risposta di Inuyasha.

-Bene, è ora di andare a dormire. Vero Kaede?­- disse poi Kikyo rivolgendosi alla bambina che sbadigliava.

-Mmm, mmm- rispose la piccola mentre si dirigeva verso la sua camera.

Kikyo prese per la mano Inuyasha e lo portò con se in camera sua.

Inuyasha si sdraiò sul futon sul quale già una volta non era riuscito ad addormentarsi e chiuse gli occhi. Non gli andava di dover parlare con Kikyo e soprattutto non gli andava di dover fare altro con lei. Voleva solo restare in silenzio perso nei sui pensieri e soprattutto nei suoi ricordi, perché erano le uniche cose che gli erano rimaste della sua Kagome.

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DRIN DRIN DRIN

-Maledetta sveglia, smettila di suonare, non sono più abituata- disse Kagome cercando di spegnere la sveglia con il suo suono fastidioso.

-Oggi ritorno a scuola, dopo tanto tempo. Devo ricordare per bene la versione che ho detto ieri sera all’agente Kogami in caso di domande- disse poi a se stessa.

Si preparò velocemente e scese per fare colazione. La famiglia era ritornata al completo, ma il suo cuore era ancora incompleto, un piccolo pezzettino non era li con lei e per questo non si sentiva pienamente felice.

Fece colazione cercando di essere il più sorridente possibile e poi andò a scuola. Entrò in classe e si sedette sul banco che era suo prima di quell’avventura. Qualche minuto dopo si avvicinarono a lei le sue tre amiche Yuka Eri e Ayumi.

-Kagome, Kagome, da quanto tempo, che ti è successo?- urlò Yuri dirigendosi verso l’amica.

-Yuri, non urlare- rispose Kagome leggermente in imbarazzo, tutti si erano voltati verso di lei.

Quando tutti gli sguardi indiscreti cessarono di guardarla raccontò quello che le era successo allo stesso modo in cui l’aveva raccontato all’agente Kogami.

Le ragazze rimasero perplesse per qualche secondo ma non ebbero il tempo di farle domande perché era arrivato il professore che iniziò la lezione.

A fine lezione per evitare le domande delle sue amiche corse via dall’aula il più in fretta possibile e appena fuori dalla porta si scontrò con un ragazzo.

-Hojo!- esclamò lei alzando lo sguardo verso la persona che si trovava davanti.

-­Higurashi da quanto tempo, cosa ti è successo?- disse lui cercando di iniziare una conversazione con la ragazza che tanto gli piaceva.

-Hojo è una storia lunga, io ora devo andare. Ne parliamo un altro giorno va bene?- disse lei cercando di sfuggirli e soprattutto di sfuggire alle sue amiche che si stavano avvicinando.

-Allora me lo racconti la prossima volta, magari ci prendiamo insieme un caffè- ribattè lui.

-Va bene Hojo, ci vediamo!- rispose lei scappando via. Aveva accettato la proposta solo per toglierselo dai piedi, ma forse non aveva fatto la mossa giusta.



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Angolo dell'autrice:
Ciao, non uccidetemi vi prego, lo so, sono in super ritardo. E poi l'attesa non vale la schifezza che ho scritto, ne sono consapevole, ma gli impegni sono tanti e l'ispirazione va sempre più scemando, perdonatemi.
Il cognome Kogami l'ho preso in prestito dal protagonista di Psycho Pass, come anche il nome Akane che ho dato alla sacerdotessa del villaggio. Adoro quell'anime e quindi ho voluto usare i nomi dei miei personaggi preferiti.
Allora cosa ne pensate del capitolo? 
Ringrazio tutti quelli che recensiscono, seguono e hanno tra i preferiti la mia storia.
Vi aspetto al prossimo aggiornamento e spero di non farvi aspettare troppo! Un abbraccio

 

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Capitolo 17
*** Rivelazioni (Capitolo 16) ***


-Siamo arrivati- esclamò Sesshomaru quando si trovò davanti il villaggio di Akane.

-Come mai siamo qui signor Sesshomaru?- chiese la giovane donna, ma il demone non rispose e continuò a camminare verso il villaggio.

Sesshomaru sentiva i passi di Rin che era proprio dietro di lui e lo seguiva tranquilla. Si era abituato alla presenza di quella giovane donna, ma era arrivato il momento, per lei, di vivere con gli esseri umani. Aveva la spiacevole sensazione che in poco tempo sarebbe successo qualcosa di catastrofico e lui non voleva mettere a rischio la vita di Rin. Lui era un demone e sicuramente avrebbe combattuto per mantenere alto il suo nome e anche per difendersi, ma non poteva di certo mettere a rischio la vita dell’unico essere umano che riusciva a tollerare.

-Sesshomaru cosa ci fai qui?- chiese Inuyasha avvicinandosi a lui, aveva sentito il suo odore e gli era andato incontro. Cosa ci faceva qui il suo fratellastro?

-Non è affar tuo- rispose il demone che si dirigeva sempre più spedito verso la capanna di Akane.

Appena il demone entro Akane sussultò dalla paura, aveva sentito l’aria intorno a lei diventare più gelida all’ingresso del demone e la potente aura demoniaca non faceva altro che far aumentare la sua paura.

-Sei la sacerdotessa del villaggio?- chiese Sesshomaru sulla porta senza presentarsi, né tantomeno salutare.

-Si sono io- rispose Akane restando a fissarlo. Poi notò da dietro le spalle del demone il viso di una giovane donna. Rimase perplessa, che fosse la sua compagna?

-Devo parlarle, da soli- disse poi il demone girandosi leggermente verso Rin per farle capire di allontanarsi. Lei senza esitare si diresse verso il prato.

-Venga dentro- aggiunse Akane incuriosita da questa visita inaspettata, un demone cosa voleva da lei?

Sesshomaru senza aggiungere altro entrò nella capanna.

-Di cosa ha bisogno?- chiese l’anziana sacerdotessa.

-Vorrei che la giovane donna che è con me rimanesse qui, in questo villaggio- disse il demone, mantenendo il suo sguardo gelido.

-Perché vuole che resti qui?- chiese Akane.

-E’ un peso per me- rispose lui, sempre più gelido, cercando di non dare a vedere la sofferenza che gli albergava nel cuore. Ma doveva essere deciso per convincere quella sacerdotessa.

-Va bene- rispose Akane, anche se era poco convinta di quella spiegazione troppo affrettata.

Sesshomaru non si era accorto che Rin, essendo rimasta nelle vicinanze della capanna era riuscita ad ascoltare le ultime parole dei due interlocutori. Pensava dovesse parlare con la sacerdotessa di suo fratello, non credeva minimamente che l’argomento della discussione fosse lei.

Ferita da quello che aveva sentito, Rin si diresse il più lontano possibile da quella capanna, di tanto in tanto guardando indietro. Non doveva piangere, conosceva bene l’olfatto sviluppato di Sesshomaru, e non voleva che lui capisse che lei sapeva. Quando arrivò vicino ad uno strano pozzo decise di sedersi poggiando la schiena ad una delle pareti del pozzo stesso. Le lacrime cercavano di uscire dai suoi occhi, ma lei le tratteneva. Si era affezionata a quel demone, anche se parlava poco e non le dava mai nessun segno di affetto, ma non credeva minimamente di essere un peso per lui. Credeva di essere almeno un po’ importante e invece si era illusa. Si era illusa quando Sesshomaru la faceva dormire sulla sua coda, credendo fosse affetto e invece era solo un gesto che faceva per dovere probabilmente. Si era illusa quando la prendeva in braccio perché era troppo stanca per camminare. Si era illusa e ora questo illusione la stava distruggendo.

Sesshomaru intanto aveva finito di parlare con Akane ed era andato alla ricerca di Rin per darle la notizia. La trovò seduta e si avvicinò a lei con lo sguardo fermo e deciso.

-Da oggi vivrai qui, nella capanna di Akane- le disse diretto e voltandosi subito dopo per ritornare al villaggio.

-Sig…signor Sesshomaru- esclamò lei scossa, ormai non aveva più senso trattenere le lacrime e si mise a piangere.

Sesshomaru avvertì immediatamente l’odore delle sue lacrime, ma non poteva cambiare idea. Era meglio per lei restare qui. Così continuò a camminare senza fermarsi. Doveva trovare il fratello per dirgli quello che aveva visto.

Inuyasha era davanti la capanna di Akane in attesa del suo fratellastro. Doveva assolutamente sapere il perché del suo arrivo in quel villaggio. Lo vide avvicinarsi da lontano.

-Ma insomma, perché sei venuto qui?- urlò il mezzo demone. Ma il demone continuava a camminare ignorando le sue parole.

-Sesshomaru insomma mi vuoi rispondere?- aggiunse il mezzo demone sempre più arrabbiato.

-La donna alla quale ti accompagni ha baciato un demone sconosciuto- disse secco quando ormai era abbastanza vicino al fratellino.

-Chi? Kikyo? Ma cosa dici? Perchè insinui queste cose?- rispose Inuyasha perplesso. Kikyo aveva baciato un demone? E quando?

-Si lei- rispose gelido e si voltò spiccando il volo per andare via da quel villaggio di umani.

-Tsk, sei venuto qui solo per dire stupidaggini Sesshomaru?- urlò Inuyasha, ma il fratello lo ignorò allontanandosi sempre più.

-Idiota- sussurrò poi, sicuro che il fratello non potesse sentirlo. Perché quello stupido doveva dire quelle cose?

Poi tranquillamente si diresse verso la capanna di Kikyo, lei era dentro intenta a preparare degli infusi medicinali con l’aiuto di Kaede. Inuyasha si concentrò sul suo odore. Ma c’erano troppi odori nella stanza per poterlo distinguere bene, così lascio perdere.

-Ciao Inuyasha- gli disse Kikyo, ma lui non rispose e uscì dalla capanna per dirigersi poi su un grosso ramo dell’albero millenario. Di fiori ormai ne erano sbocciati tanti, però a lui quell’odore non dava molto fastidio. Così cercò di rilassarsi.

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Naraku si rigirava tra le mani la sfera. Prima che Kikyo gliela consegnasse aveva un colore rosato con una piccola macchia nera, ma appena si mise a contatto con lui il colore era diventato nero, completamente.

-Finalmente potrò vendicarmi. Ucciderò la sacerdotessa e tutti gli abitanti del villaggio. Poi dominerò il mondo- disse, a se stesso ovviamente perché era da solo.

Uscì velocemente dalla sua stanza e si diresse ai piani inferiori. Doveva vendicarsi e finalmente, dopo 50 anni, era arrivato il momento.

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Inuyasha era ancora seduto sul ramo di Goshinboku con le parole del fratello che gli ritornavano in mente. Poteva fidarsi di lui? Si prese la testa con le mani, come per cercare di tenere meglio quel peso che lo schiacciava. Poi un piccolo fiore gli si depositò sulla gamba e lui prese a fissarlo senza toccarlo. Lo stesso fiore era caduto in testa a Kagome e lui glielo aveva dato per fare in modo che si ricordasse di quel posto, di quell’albero e soprattutto di lui. Non riusciva assolutamente a credere che Kagome non era più lì con lui e non riusciva a smettere di domandarsi se stava bene e se era felice nel suo mondo.

Questi pensieri gli fecero alzare gli occhi al cielo e vide qualcosa che lo insospettì parecchio, un demone con forma umana che aveva lunghi capelli neri. Lo vide atterrare verso il villaggio così si mise a correre per raggiungerlo.

Akane era fuori dalla capanna, probabilmente aveva sentito l’aura demoniaca e davanti a lei si era fermato quel demone.

-Tu chi sei? Che ci fai qui?-  chiese la sacerdotessa con la voce tremante. Teneva stretto in mano l’arco.

-Ti ricordi quel demone che hai ucciso 50 anni fa?- disse il demone con un sorrisetto stampato in volto.

-Si certo e allora?- rispose Akane cercando di mantenere la calma.

-Tu l’hai ucciso vecchiaccia e adesso io ucciderò te. Io sono Naraku e devo vendicare la morte di mio padre- disse Naraku avvicinandosi alla sacerdotessa che adesso aveva incoccato una freccia al suo arco e stava per colpirlo.

Il demone con una mossa veloce si scansò e fece uscire dal suo corpo un lungo tentacolo e per cercare di trafiggere la sacerdotessa.
Ciò però gli fu impedito perché Inuyasha aveva tagliato in due quel tentacolo che ora giaceva a terra immobile.

-Maledetto, come osi attaccarla?- disse Inuyasha parandosi davanti ad Akane per proteggerla.

La donna lo ringrazio in un sussurro e non si mosse da quella posizione.

-Oh, un mezzo demone vuole sfidarmi- disse strafottente. Poi lo guardò negli occhi.

-Sono sicuro che morirai molto presto-  aggiunse e nuovamente tirò fuori dal suo corpo un tentacolo appuntito, questa volta indirizzato al mezzo demone che però lo scansò con facilità.

-Credi di potermi uccidere in questo modo?- ribatté il mezzo demone mentre tagliava in due il tentacolo che cercò nuovamente di colpirlo.

-Tu non conosci realmente la mia forza- rispose Naraku prendendo qualcosa dalla tasca.

-Guarda bene mezzo demone, la riconosci?- aggiunse poi allungando la mano verso il mezzo demone che rimase sconvolto nel vedere la sfera nelle sue mani.

-Chi te l’ha data?- disse Inuyasha con la voce tremante. Poi si voltò verso Akane e vide che anche lei era stupita da quella visione.

-Mio caro mezzo demone questo non ha nessuna importanza- disse poi Naraku stringendo forte tra le mani la sfera.

Come faceva a possedere la sfera? Kikyo l’aveva portata da quella sacerdotessa, ma adesso era in mano a Naraku, un nemico da sconfiggere e con la sfera sarebbe stato difficile.

Inuyasha tese davanti a se Tessaiga, doveva sconfiggere quell’essere prima che si decidesse ad utilizzare la sfera, altrimenti non ci sarebbe stata via di scampo.

Miroku e Sango sentendo delle voci uscirono fuori dalla capanna di Akane e si trovarono davanti quel demone. Immediatamente Sango recuperò il suo Hiraikotsu, mentre Miroku teneva stretto in mano il suo bastone. Entrambi erano pronti a battersi.

-Inuyasha…- lo chiamò Miroku, ma lui non si voltò.

-Chi è questo demone?- chiese poi, non avendo ricevuto risposta.

-Naraku e ha con se la sfera- disse Inuyasha senza smettere di guardare il demone.

-La sfera?- esclamarono all’unisono Sango e Miroku guardandosi negli occhi per cercare la conferma di aver sentito bene le parole di Inuyasha.

-Si miei cari, possiedo la sfera e grazie a questa vi eliminerò tutti- rispose il demone.

-Fatti sotto- aggiunse Inuyasha.

-Per ora no, ho deciso che mi basta farvi sapere che porto con me la sfera. Dovete sapere però che presto tornerò e allora morirete, quindi salutatevi per bene adesso perché da morti non potrete più farlo- disse poi Naraku spiccando il volo verso la sua dimora.

-Fermati maledetto- esclamò Inuyasha muovendo la sua spada, dalla quale vide fuoriuscire una forza spaventosa che distrusse tutto quello che si trovava davanti a lui.

-Ma questa era la cicatrice del vento, quella che ha fatto Sesshomaru quel giorno, ricordi Inuyasha?- esclamò Miroku molto sorpreso.

-Si, ma non ho idea di come sia venuta fuori, maledizione- rispose Inuyasha girandosi verso di lui a guardarlo.

-Ti allenerai e riuscirai a capire questa tecnica, sperando che il ritorno di Naraku non avvenga troppo presto- aggiunse Miroku.

-Sarà meglio rientrare e studiare una strategia per il prossimo attacco di quel demone- disse Sango.

-Io però voglio prima parlare con Kikyo e cercare di capire come mai la sfera si trova nelle mani di quel maledetto- aggiunse Akane, adesso più che mai sentiva crescere dentro di lei una grossa antipatia per quella Kikyo. Non era mai riuscita a sopportarla, sempre impeccabile e seria. Doveva per forza nascondere qualcosa.

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-Ragazzina, cosa ci fai qui tutta sola?- chiese il demone che aveva sentito l’odore della ragazza e rimanendone attratto aveva deciso di avvicinarsi a lei.

-Chi sei?- chiese lei alzandosi in piedi, la paura stava iniziando a scorrere dentro di lei.

-Non importa chi sono, tu devi venire con me- disse lui con un tono malizioso.

-E per quale motivo?- chiese la ragazza cercando di mantenere la voce il più normale possibile.

-Perché ti voglio, tu sarai mia- aggiunse il demone prendendo la ragazza per un braccio e avvicinandola a se.

-Lasciami, lasciami- urlò lei, ma il demone le mise subito una mano davanti la bocca per zittirla.

-Verrai con me ho detto- disse prima di spiccare il volo insieme a lei.

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-Kikyo, come mai quel Naraku aveva la sfera?- le chiese Akane con voce pungente, era molto arrabbiata per quella situazione.

-Io non ne so nulla, davvero!- esclamò lei cercando di sembrare il più sincera possibile.

-Come è possibile? Doveva essere distrutta e invece è nelle sue mani e si è oscurata- esclamò Akane sempre più arrabbiata.

Inuyasha guardò Kikyo e ripensò alle parole di Sesshomaru, poi scosse la testa incredulo. La sua Kikyo non l’avrebbe mai fatto, non avrebbe mai dato la sfera ad un demone mettendo a rischio anche la sua stessa vita nonché quella della sorella e di tutte le persone del villaggio.

-Vecchia, sicuramente non è stata Kikyo a consegnargliela. Sarà stata la sacerdotessa a cui lei l’ha affidata. O magari Naraku se l’è presa con la forza uccidendo la sacerdotessa- disse Inuyasha in difesa della donna. Doveva proteggerla, era questa la sua promessa. E anche prendere le sue difese era un modo per proteggerla.

-Va bene Kikyo, ti credo- aggiunse Akane ancora dubbiosa. E Kikyo in risposta le sorrise sicura di averla scampata.

-Chissà dov’è finita la ragazza che oggi tuo fratello ha lasciato qui- disse poi riferendosi a ad Inuyasha.

-Mio fratello ha portato qui quella ragazza?- rispose lui perplesso.

-Si, mi ha detto che è un peso per lui, ma poi non l’ho più rivista, pensavo stesse facendo un giro qui intorno, ma non è ancora tornata- la preoccupazione di Akane era tangibile.

-Proverò a fare un giro qui intorno- disse Inuyasha e uscì dalla capanna, ricordava il suo odore nonostante l’avesse vista solo una volta.
Le sue ricerche si conclusero vicino al pozzo, poi il suo odore sembrava prendere il volo. Che Sesshomaru fosse tornata a riprenderla? Era un’umana e sicuramente non sapeva volare. Decise poi di tornare da Akane e raccontargli tutti i dettagli di ciò che aveva scoperto.

-Ma quindi è scomparsa?- chiese Akane ancora incredula.

-Probabilmente Sesshomaru è tornata a riprenderla- rispose Inuyasha.

-Mi sembrava convinto di quello che faceva- aggiunse Akane.

-Avrà cambiato idea, non conosco bene mio fratello, ma può succedere a tutti di cambiare idea-

-Spero sia così- concluse Akane.

Inuyasha uscì dalla capanna di Akane e si diresse verso “casa sua”, anche se non si sentiva molto legato con quella casa. 


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Angolo dell'autrice:
Salve a tutti, dovevo aggiornare l'altra storia, ma siccome mi è venuta l'ispirazione per questa eccomi qui!
Cosa ne pensate? Spero vi piaccia, ma sono comunque aperta a critiche :)
Ringrazio Kuraudia per avermi aiutato nella parte dell'arrivo di Naraku :)
E ringrazio tutti coloro che recensiscono, seguono e mettono tra i preferiti la mia storia.
Che altro dire? Non saprei, vi aspetto al prossimo capitolo, un abbraccio :)

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Capitolo 18
*** Odori e sensazioni (Capitolo 17) ***


-Perché c’è il suo odore da queste parti?- disse il demone dagli occhi dorati mentre si guardava intorno. L’odore che sentiva era troppo forte, lei doveva essere passata da quel posto di recente. Che fosse fuggita dal villaggio in cui l’aveva lasciata?
 
Prese a seguire cautamente la scia che sentiva e si trovò davanti una scena che mai avrebbe voluto vedere.
 
-Lasciami ti prego- urlò la ragazza in preda al panico.
 
-Oh mia cara, ti lascerò andare solo quando avrò finito- disse il demone bloccando la ragazza tra il suo corpo e un albero e baciandola con violenza.
 
Sesshomaru non resistendo oltre si avvicinò al demone con velocità e lo scaraventò lontano dalla giovane donna.
 
-Come hai osato toccarla lurido animale?- urlò Sesshomaru in preda alla rabbia, mentre i suoi occhi stavano rapidamente perdendo il bel colore ambrato lasciando posto ad un rosso fuoco.
 
-Un demone che protegge un’umana? Ahahahah- disse Narake avvicinandosi a Sesshomaru.
 
Più l’aura demoniaca di Naraku si avvicinava a lui, più la rabbia di Sesshomaru aumentava, il suo unico desiderio era proteggere quella donna giovane e indifesa che era rimasta ferma dietro di lui.
Dopo qualche secondo il corpo di Sesshomaru venne avvolto da una potente luce azzurra e davanti a lui apparve sospesa nell’aria una bellissima spada, dopo l’apparizione la luce si spense e il colore degli occhi di Sesshomaru tornò normale.
 
Naraku, spaventato dall’aura demoniaca proveniente dalla spada apparsa dal nulla, liberò una nuvola di miasma e scappò via, non aveva nessuna intenzione di lasciarci la pelle.
 
-Signor Sesshomaru, il demone è andato via- furono le parole di Rin, ora si sentiva più sollevata.

Sesshomaru si voltò verso di lei per guardarla negli occhi, poi senza dire nulla le voltò nuovamente le spalle e iniziò ad osservare la sua nuova spada.
 
-Vedo che finalmente è apparsa- disse un vecchio demone in groppa ad un bue volante con tre occhi.
 
Sesshomaru alzò gli occhi verso il cielo e vide l’anziano demone atterrare accanto a lui.
 
-Totosai potresti spiegarmi cosa è successo?-
 
-Sesshomaru, la tua enorme voglia di proteggere qualcuno ha fatto in modo di farla apparire. E’ sempre stata dentro di te, ma tu eri ossessionato da Tessaiga. Il tuo egoismo era diventato così grande da non farti pensare ad altro se non a te stesso e al desiderio di possedere Tessaiga. Oggi per la prima volta il tuo corpo ha reagito per proteggere questa giovane donna abbandonando per sempre l’egoismo in cui ti eri rinchiuso. Lei è Bakusaiga e questo è il suo fodero. Questa spada è molto più potente di Tessaiga e riesce a far fuori fino a 1000 demoni in un sol fendente- disse l’anziano demone fabbro porgendo al giovane demone il fodero della sua spada.
 
Sesshomaru prese in silenzio il fodero della sua spada e lo sistemò per bene al suo fianco, poi ci infilò dentro la spada.
 
-Sono sicuro che riuscirai a farne buon uso, ma non abbandonare mai Tenseiga, nonostante sia una spada che non può fendere potrà esserti utile- aggiunse poi il fabbro scomparendo in una nuvola scura.
 
-Signor Sesshomaru…- si intromise Rin, ma fu costretta a bloccarsi poiché il demone si era avvicinato a lei e l’aveva presa in braccio.
 
-Resterai con me, non ti riporto al villaggio- disse solenne il demone mantenendo il suo sguardo fisso in quello della donna.
 
Rin si accoccolò meglio al petto di Sesshomaru che subito dopo spiccò il volo. Ora l’unica cosa che doveva fare era uccidere quel demone che aveva osato toccare Rin, così di diresse nuovamente verso il villaggio del fratello e questa volta ci sarebbe restato anche lui.
 
…………………………………………………………………………………………………………………………………….
-Inuyasha, ben tornato a casa- disse Kikyo avvicinandosi a lui.
 
-Ciao Kikyo- rispose il mezzo demone, principalmente per educazione.
 
Ogni volta che era con Kikyo non faceva altro che pensare alle parole di Sesshomaru, quelle parole che gli erano entrate in testa come un tarlo e non lo abbandonavano un solo istante. Iniziò a annusare l’aria intorno a lui, soprattutto per sentire l’odore di Kikyo, ma dall’ultima volta non gli sembrava cambiato, che Sesshomaru gli avesse detto una bugia? Non conosceva bene il fratellastro, ma non lo credeva capace di dire bugie.
 
-Vado a sdraiarmi Inuyasha, vieni con me?- disse Kikyo distogliendo il mezzo demone dai suoi pensieri.
 
Senza rispondere Inuyasha la seguì, non riusciva a dirle di no, la promessa che le aveva fatto lo “costringeva” a starle accanto. Arrivarono nella camera che avrebbero condiviso e Kikyo si sedette sull’unico futon che c’era.
 
-Dai, vieni qui, su- disse la sacerdotessa indicando ad Inuyasha di sedersi accanto a lei. Lui seguendo il consiglio di Kikyo si sedette sul futon e rimase immobile.
 
-Inuyasha, non sei felice di stare qui con me?- chiese la sacerdotessa cercando di guardare negli occhi Inuyasha, ma la lunga frangetta argentea glielo impediva.
 
-Certo- rispose lui e si sdraiò rivolgendosi dal lato opposto a quello in cui si trovava Kikyo.

-Inuyasha c’è qualcosa che non va?- chiese la donna notando il suo strano comportamento.

Inuyasha si girò svogliatamente e si mise a pancia in su guardando il soffitto.
 
-Sono preoccupato, Naraku ci attaccherà presto- disse, ma non era quello l’unico motivo del suo comportamento.
 
-Tu ci sarai sempre per proteggermi vero?- chiese poi Kikyo dolcemente incrociando il suo sguardo con quello di Inuyasha.
 
-Certo, io sono qui per te. Naraku non riuscirà a farti del male- furono le parole di Inuyasha che teneva lo sguardo fisso su Kikyo, sperando che in qualche modo potesse tradirsi per eliminare ogni suo dubbio.
 
-Oh grazie Inuyasha- disse Kikyo abbracciandolo e posando il capo sul suo petto. Inuyasha subito arrossì.
 
- Kikyo, io…- disse Inuyasha imbarazzato, voleva tirarsi fuori da quella situazione, ma Kikyo non lo fece andare avanti baciandolo con dolcezza.
 
Inuyasha fu avvolto da brividi lungo tutto il corpo che gli fecero perdere facilmente il controllo della sua mente, dovendo abbandonarsi al bacio che Kikyo gli stava dando.
 
Il mezzo demone chiuse gli occhi e si lasciò ammaliare dalla morbidezza delle labbra di Kikyo e dal suo dolce profumo, posò le sue mani sui fianchi di lei e rispose al bacio mettendoci passione. La sacerdotessa non lo fece aspettare e schiuse leggermente le lebbra per permettere alle loro lingue di incontrarsi e danzare seguendo la dolce melodia che proveniva dai battiti dei loro cuori che stavano accelerando. La mani di lei finirono sul viso di lui, per accarezzarlo e rassicurarlo. Lui restando sempre ad occhi chiusi la teneva stretta a se per i fianchi. La passione si era impossessata dei loro corpi e Inuyasha capovolse la situazione portandosi sopra di lei, sempre però senza aprire di un secondo gli occhi. Ripresero a baciarsi, sempre più passionali e vogliosi. Kikyo prese l’iniziativa e inizio a slegare la parte superiore della veste di Inuyasha, così da farlo rimanere a petto nudo. Arrivò il momento di Inuyasha, che dovette aprire gli occhi e incrociare quelli di lei. Il viso che si trovava davanti non era quello che avrebbe voluto vedere, non era quello che stava immaginando mantendendo gli occhi chiusi. Il suo cuore rallentò i battiti e la sua mente colse il significato di quel messaggio. Non era Kikyo che voleva, non era Kikyo che desiderava.
 
-Io, non posso…- disse Inuyasha alzandosi di scatto.
 
-Cosa ti succede? Non ti piaccio più?- chiese Kikyo ancora immersa nelle sensazioni che aveva provato qualche secondo prima.
 
-Si, mi piaci, ma non posso- ribadì il mezzo demone. Non poteva di certo dirle la verità.
 
-Ma perché? Inuyasha io ti voglio, voglio che tu sia mio e voglio essere tua, solo tua- disse lei cercando di non tradirsi. Lui era stata già con un altro, con un demone, ma questo Inuyasha non doveva saperlo.
 
-Tu…io…non voglio rovinare i tuoi poteri- balbettò il mezzo demone. Era l’unica scusa che era riuscito a trovare.
 
Kikyo non rispose ed Inuyasha prese la parte superiore della sua veste, si rivestì e corse fuori. Non era quello il suo posto.
 
Si sedette ai piedi del Goshinboku e chiuse gli occhi. Davanti a lui scorreva la figura di Kagome, dolce e sorridente come sempre l’aveva vista. Poi vide, più piccola e lontana, anche l’immagine di Kikyo. Sentì il suo cuore dividersi e si rese conto che nonostante ormai era sicuro di provare qualcosa per Kagome, sapeva benissimo che non poteva stare con lei, erano distanti anni, molti anni e ormai non poteva fare più nulla per rivederla. Qui con lui però c’era Kikyo, la prima ad avergli rivolto la parola, ad avergli fatto compagnia. A lei aveva promesso protezione e adesso era il suo cuore a risentirne, da un lato avrebbe voluto essere centinaia di anni avanti nel tempo per poter stare con Kagome dall’altro invece sentiva il peso della promessa fatta a Kikyo che lo manteneva con i piedi saldi in questa epoca.
 
-Kagome, perché non sei qui con me- disse ad alta voce, lasciando che le sue parole si perdessero nel vento. Sapeva che lei non poteva sentirlo, ma non era riuscito a trattenere dentro di se quello che sentiva.

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 Ormai il sole era tramontato da un pezzo e Kagome era in camera sua a finire i compiti. Aveva anche saltato la cena per terminare quello che i professori le avevano assegnato. Era rimasta fin troppo indietro con la scuola e doveva recuperare tutto.
 
Scorreva le pagine del suo libro di storia, ma quando i suoi occhi lessero “nell’era Sengoku”, subito la sua testa abbandonò quella stanza per tornare indietro nel tempo, facendosi avvolgere dai ricordi. Ormai era passato qualche giorno dal suo ritorno, ma le era difficile non pensare al tempo passato con Inuyasha, Sango e Miroku.
 
Osservò il fiore che le era stato donato da Inuyasha, chissà se tutti stavano bene, se erano felici. Lei non lo era, le mancava troppo Inuyasha, e nemmeno il caffè preso con Hojo glielo aveva fatto cancellare dalla mente.
 
Si alzò in fretta dalla sedia della sua scrivania e corse giù per le scale, attraversò la stanza e si diresse fuori, ai piedi dell’albero millenario, l’unica cosa, insieme al pozzo, che esistevano ancora nella sua epoca. Si sedette ai piedi di quell’albero e chiuse gli occhi ripensando ad Inuyasha.
 
-Inuyasha, perché non sei qui con me- disse ad alta voce, per cercare di sentirlo più vicino.
 
-Kagome, sei tu?- disse una voce, che Kagome sentiva lontana, ma allo stesso tempo vicina.
 
-Chi c’è?- disse sgranando gli occhi e guardandosi intorno, ma non vide nessuno.
 
-Kagome, sono Inuyasha, ma come fai ad essere qui?- disse ancora la voce.
 
-Inuyasha? Io sono a casa mia, nel cortile di casa mia- rispose lei sempre più terrorizzata, e se qualcuno si stesse prendendo gioco di lei?

-Dimmi Kagome, sei vicino all’albero sacro?- chiese la voce.
 
-Si, ma chi sei? Non prendermi in giro, non sono in vena- rispose poi Kagome leggermente irritata.
 
-Ma sono Inuyasha, credo che sia stato l’albero a collegare le due epoche- disse Inuyasha.
 
-Sei tu, sul serio? Sai sento tanto la tua mancanza, forse è per questo che l’albero ha deciso di permetterci questo- aggiunse Kagome, questa volta sicura di quello che era successo, non c’era altra spiegazione.
 
-Kagome, anche tu mi manchi tanto- disse Inuyasha voltandosi verso l’albero con la speranza di verderla, ma fu inutile, poteva solo sentirla.
 
-State tutti bene lì?- chiese Kagome.
 
-Si, per ora si, ma un demone di nome Naraku ci ha attaccato e possiede la sfera-
 
-Cosa? Ma non doveva essere distrutta? Come fa ad averla lui?-
 
-Non ne ho idea, mi sento confuso, non so cosa pensare-
 
-Mi dispiace Inuyasha, io non posso esserti d’aiuto- nella voce di Kagome c’era una nota di tristezza e di malinconia, in questo momento così importante avrebbe voluto essere accanto a lui per sostenerlo e invece si trovava fin troppo distante da lui. Calde lacrime iniziarono a scendere lungo il suo viso, fortuna che Inuyasha non poteva vederla e non poteva sentire l’odore delle lacrime.
 
Inuyasha, non rispose, sapeva benissimo che Kagome non poteva essergli d’aiuto, ma non riusciva a smettere di pensare a lei.
 
-E tu, stai bene?- chiese poi il mezzo demone.
 
-Si, ma ho molte cose da studiare- rispose lei nonostante le lacrime continuavano a scendere sempre più copiose.
 
-Capisco-
 
Il silenzio calò subito dopo e passarono minuti, senza che nessuno dei due ebbe il coraggio di parlare con l’altro.
 
-Si è fatto tardi e domani devo andare a scuola, addio Inuyasha- disse Kagome asciugandosi il volto.
 
-Kagome, potremmo risentirci ancora grazie al collegamento dell’albero sacro- disse Inuyasha che appena sentita la parola “addio” era stato attraversato da un brivido, quel brivido che si sente quando sai che stai per perdere qualcuno per sempre.
 
-Inuyasha, sentire la tua voce mi fa pensare a quanto vorrei essere lì con te, e mi farei solo del male- disse Kagome lasciando nuovamente alle lacrime via libera.
 
-Kagome…ma io…- Inuyasha non sapeva cosa altro dire, in effetti aveva ragione, ma gli piaceva così tanto sentire la sua voce.
 
-Inuyasha, ti prego- lo supplicò lei.
 
-Addio Kagome- disse lui e si allontano in fretta dall’albero.
 
Kagome si rese conto che Inuyasha non era più dall’altra parte e scoppio in un forte pianto. Risentirlo era stato bello, ma non poterlo vedere era straziante. Doveva vivere lontano da lui e poteva farlo serenamente solo dimenticandolo.
 
Si alzò in fretta e si diresse verso camera sua, si butto sul letto e continuò a piangere fino a che non si addormentò per la troppa stanchezza.
 
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Era già da un po’ di tempo sdraiata sul futon, ma non riusciva a chiudere occhio, era ancora spaventata per quello che era successo al villaggio qualche giorno fa, e ogni notte per addormentarsi faceva un enorme fatica. Trascorreva molto tempo a guardare il soffitto sperando di addormentarsi, ma non le riusciva con facilità e la mattina si svegliava sempre troppo presto e troppo stanca.
 
-Sango stai dormendo?- era una voce che arrivava da dietro la porta.
 
-Miroku sei tu?- chiese lei, leggemente terrorizzata dalla paura di un attacco del nemico.
 
-Si, posso entrare?- chiese il monaco.
 
-Si, entra su- rispose lei con gentilezza.
 
Subito dopo la porta si aprì e entrò il monaco. Anche sul suo viso si poteva leggere un’enorme preoccupazione, la stessa che provava Sango.
 
-Miroku tutto bene?- chiese lei.
 
-In realtà no, sono preoccupato e quando sono solo inizio a pensare e mi si disegnano in mente solo catastrofi, ho paura che siano delle premonizioni- disse lui avvicinandosi alla giovane sterminatrice.
 
-Sai anche io sono preoccupata, quel nemico non promette nulla di buono e poi ha la sfera- aggiunse Sango.
 
-Vedo che la pensiamo allo stesso modo, posso restare qui con te?-
 
-Cosa? Non hai intenzioni da maniaco vero?-
 
-Mi credi così disperato?-
 
-Ehm, no- disse lei abbassando lo sguardo, si sentiva in imbarazzo per averlo accusato. Era ovvio che lui non avesse quelle intenzioni, era fin troppo preoccupato.
 
-Sango, sono più tranquillo se ti sono sempre accanto. Voglio avere sempre la possibilità di proteggerti-
 
-So difendermi da sola, però saperti qui sarebbe d’aiuto anche per me-
 
-Quindi questo è un si?- chiese lui con un dolce sorriso sulle labbra-
 
-Si, però qui c’è un solo futon- disse lei.
 
Lui si avvicinò a lei evitando di parlare e le si sedette accanto.
 
-Credo ci sia spazio per entrambi, tu che dici? Oppure devo svegliare Akane e farmene preparare uno qui?- disse il monaco senza staccare lo sguardo da quello di lei. Forse a parole lei aveva fatto intendere di non voler dormire con lui, ma gli occhi dicevano altro e Miroku lo sapeva benissimo.
 
-Io, si scusami… ci stiamo entrambi- disse lei arrossendo. Il legame che era nato tra lei e quel monaco era diventato molto forte e sapeva benissimo che anche a lei faceva piacere dormire insieme al monaco.
 
Entrambi si sdraiarono sul futon rimanendo girati da parti opposte, cercando di stare l’uno il più lontano possibile dall’altra.
 
-Sango…- fu Miroku il primo a girarsi, voleva poterla guardare negli occhi fino a che non si fosse addormentata.
 
-Dimmi Miroku- disse Sango voltandosi verso il monaco.
 
I loro visi erano molto vicini e i loro sguardi si incrociarono nuovamente, ma questa volta era diverso, negli occhi era scomparsa quella nota di paura. Le parole ormai erano superflue e il monaco, con delicatezza chiuse la piccola distanza che c’era tra i due con un bacio, delicato e dolce. Sango non si scostò, anzi sembrava felice di quel gesto e involontariamente prese tra la sua, una mano di Miroku.
 
-Buonanotte mia dolce Sango- disse l’uomo dopo aver terminato il bacio.
 
-Buonanotte Miroku- rispose la donna chiudendo gli occhi.


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Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, come state? Si lo so, sono maledettamente in ritardo, ma il caldo mi ha tolto l'ispirazione e ci ho messo una vita per scrivere questo nuovo capitolo. Spero comunque di non deludervi.
Come sempre ringrazio che recensisce, segue e ha messo tra i preferiti la mia storia, il vostro incoraggiamente è utile per una scrittrice non molto brava come me. 
Ovviamente se trovate errori potete corregermi, non mi offendo mica.
E ora vi lascio, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di poter aggiornare presto.

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Capitolo 19
*** La forza dell'amore (Capitolo 18) ***


L’aria diventava sempre più tetra e cupa, nonostante fosse ancora giorno. Kikyo, Inuyasha e Kaede passeggiavano insieme e si dirigevano verso il villaggio per andare da Akane. Kaede sarebbe rimasta qualche giorno da lei per apprendere alcune tecniche che l’avrebbero fatta diventare un’ottima sacerdotessa in futuro.
 
-Benvenuti ragazzi- disse Akane rivolta al gruppo, poi rivolse lo sguardo verso Kaede e aggiunse –Vieni Kaede, ti mostro la stanza in cui resterai in questi giorni- la bimba dopo aver annuito la seguì.
 
Nello stesso istante in cui Kaede e Akane uscirono dalla stanza, entrarono Miroku e Sango.
 
-Inuyasha, tu e Kikyo?- disse Miroku fissando le loro mani unite. Kikyo non aveva lasciato la mano di Inuyasha nemmeno per un attimo da quando erano usciti da casa, mentre Inuyasha si sentiva un po’ a disagio e avrebbe voluto fare a meno di stare in quel modo.
 
-Si- ribattè subito Kikyo senza dare il tempo ad Inuyasha di rispondere. Gli sguardi stupiti di Sango e Miroku incontrarono quello di Inuyasha che sembrava rassegnato.
 
-Sono felice per voi- disse Sango cercando di non far trasparire la delusione che provava nei confronti di Inuyasha, insomma si vedeva da lontano un miglio che lui non voleva stare con lei, ma sembrava essere diventato un fantoccio nelle mani di Kikyo.
 
-Grazie- rispose Kikyo sorridente.
 
Miroku e Inuyasha rimasero in silenzio, il primo perché non ce la faceva a dire bugie poiché non era felice per loro, e il secondo perché voleva che la conversazione finisse il prima possibile.
 
Akane e Kaede ritornarono nella stanza e l’anziana sacerdotessa con l’aiuto di Sango prepararono qualcosa da bere da offrire agli ospiti, che accettarono volentieri e si accomodarono in cerchio al centro della stanza.
 
-Il nostro nemico ha la sfera e noi non abbiamo idea di come abbia fatto a trovarla- disse Akane dopo aver sorseggiato un sorso dell’infuso che aveva preparato. Gli occhi dell’anziana sacerdotessa vagarono per un po' tra quelli dei presenti per fermarsi qualche secondo in più in quelli di Kikyo. La giovane sacerdotessa non abbassò lo sguardo, cercando di sostenere quello di Akane per non tradirsi.
 
-Credo che la sacerdotessa a cui ho dato la sfera deve essere stata attaccata dal nemico prima che potesse distruggerla definitivamente, questa è l’unica ipotesi accettabile- disse Kikyo con lo sguardo fiero e orgoglioso, per essere il più convincente possibile.
 
Le parole di Kikyo rimbombarono però in testa ad Inuyasha che non riusciva a dimenticare quello che gli aveva detto Sesshomaru. Se suo fratello non avesse mentito allora sicuramente sarebbe stata Kikyo a dire una enorme bugia, ma, ora come ora, lui non sapeva proprio di chi fidarsi. Sesshomaru era sempre stato diffidente nei suoi confronti e lo aveva sempre trattato male soprattutto per colpa del suo sangue misto, mentre invece Kikyo con lui era sempre stata buona e gentile ed era stata la prima a trattarlo come una persona normale, anche se con le dovute distanze. Però ultimamente entrambi erano cambiati, Sesshomaru si accompagnava ad una donna umana e sembrava aver perso ogni pregiudizio nei confronti degli esseri umani, mentre Kikyo era diventata fin troppo affettuosa nei suoi confronti e lui non riusciva a spiegarsi il motivo di quel repentino cambiamento. La sua mente era arrivata ad un punto di non ritorno, se non avesse trovato presto un modo per capire la verità sarebbe impazzito.
 
-È ora di andare Inuyasha, arrivederci Akane, Miroku e Sango. Ciao sorellina- disse Kikyo dopo aver finito di bere il suo infuso, non poteva stare troppo tempo in loro compagnia, aveva paura di essere scoperta.
 
-Arrivederci- risposero gli altri all’unisono. E i due uscirono dalla capanna.
 
Inuyasha dovette però fermarsi di colpo, in quanto davanti a lui si era presentato Naraku.
 
-Vi avevo detto che sarei tornato- disse il demone con un sorrisetto malvagio disegnato sul suo volto.
 
-Maledetto, fatti sotto questa volta- disse Inuyasha estraendo Tessaiga e portandosi davanti a Kikyo per proteggerla.
 
Kikyo per stare al gioco prese arco e freccia e la puntò verso il demone. Pochi secondi dopo Akane, Miroku e Sango, avevano sentito la potente aura di Naraku vicina, erano usciti per unirsi al combattimento.
 
-Hiraikotsu- fu Sango la prima a sferrare un attacco quando vide Naraku allungare verso Inuyasha i suoi tentacoli, che fortunatamente vennero tranciati di netto.
 
-Sterminatrice, tu non immagini contro chi hai a che fare- disse Naraku tirando fuori dalla tasca la sfera che avvicinò al suo cuore spingendola delicatamente per poterla inglobarla nel suo corpo.
 
Tutti guardavo la scena perplessi e preoccupati, tranne Kikyo.
 
-Ora che io e la sfera siamo una cosa sola non avete nessuna possibilità di battermi- disse il demone sorridendo e passando in rassegna gli sguardi di tutti davanti a lui, soffermandosi su quello di Kikyo trasformando il suo sorriso malefico in uno malizioso.
 
Kikyo sorrise leggermente di rimando e afferro una freccia che punto verso Naraku tendendo l’arco.
 
-Non sarà la spada a batterlo, solo purificando la sfera che si trova al suo interno possiamo batterlo, lasciate fare a me- disse Kikyo mentre scoccava la freccia verso il punto in cui il demone aveva inglobato la sfera, Naraku però la scansò agilmente ridisegnando sul suo volto un sorrisetto malizioso.  
 
Kikyo prese un’altra freccia e seguì lo stesso procedimento di prima, ma anche in questo caso Naraku riuscì a scansarla.
 
-È inutile Kikyo- disse Inuyasha mentre si avvicinava a Naraku con Tessaiga ben salda in mano, voleva provare un combattimento corpo a corpo. La lama di Tessaiga si scontrò più volte con uno dei tentacoli appuntiti di Naraku, ma nessuno dei due riusciva a mandare a segno un colpo. Quando Naraku, stufo della situazione, tirò fuori altri tentacoli che catturarono Inuyasha, tutti i presenti emisero un urlo di dolore. Il petto, le caviglie e i polsi del mezzo demone erano avvolti dai tentacoli e per lui era diventato impossibile muoversi.
 
-Vi avevo avvertito, sono troppo forte per voi- disse Naraku sghignazzando.
 
-Non cantare vittoria- ribattè Sango che lanciò il suo Hiraikotsu, ma sfortunatamente riuscì a tagliare un solo tentacolo di quelli che tenevano prigioniero Inuyasha, e subito Naraku si rigenerò e tornò a bloccare il piede del mezzo demone.
 
Miroku, vedendo tutti in evidente difficoltà si avvicinò al demone e con il suo bastone riuscì a tagliare due dei tentacoli che tenevano legato Inuyasha prima di crollare a terra ansimante e con la vista annebbiata. Un altro tentacolo di Naraku infatti lo aveva colpito e gli aveva provocato una grossa ferita sulla spalla sinistra, dalla quale usciva moltissimo sangue. Subito Sango si affiancò a lui e riuscì a trascinarlo lontano da Naraku. Akane immediatamente si precipitò a prendere bende ed erbe medicinali lasciando cadere a terra il suo arco e le sue frecce, mentre Naraku ridacchiava sotto lo sguardo infuriato di Inuyasha che però non riusciva in nessuno modo a liberarsi.
 
-Sango, non preoccuparti per me, credo che ormai sia giunta la mia ora- disse Miroku in un sussurro impercettibile, udibile solo a lei, che gli era vicino e gli teneva la testa. Dopo quelle parole i singhiozzi di Sango iniziarono a riempire il silenzio che si era formato.
 
-Ti salveremo, te lo prometto- disse Sango senza smettere di singhiozzare e piangere.
 
-Sango non piangere ti prego, non riesco a vederti così- disse Miroku, cercando di mantenere la lucidità il più possibile.
 
-Il tuo bel viso pieno di lacrime non avrei mai voluto vederlo- aggiunse poi, lasciando sfuggire una lacrima al suo controllo.
 
-Miroku ti salveremo, tieni duro-
 
-Sango, ti amo, alla fine della battaglia contro di lui avrei voluto sposarti. È impossibile che tutto ciò succeda, ma volevo farti conoscere i miei sentimenti- disse Miroku che poi chiuse gli occhi.
 
-Mirokuuuuuu- urlò Sango per poi abbracciarlo e lasciare sulle labbra del monaco un bacio carico dell’amore che anche lei provava per lui.
 
Akane poco dopo torno e si avvicinò a Miroku, lo osservo per bene e poi si abbassò verso di lui.
 
-Respira ancora, è solo svenuto per il troppo sangue che ha perso- disse osservando la ferita –la ferita è molto profonda, ma non sembra aver toccato alcun organo vitale, sono sicura che riusciremo a salvarlo- aggiunse poi sorridendo a Sango che non aveva smesso un minuto di piangere. Akane prese ad armeggiare con erbe medicinali e stoffe per pulire la ferita e subito dopo iniziò a medicarlo per bene per evitare l’ulteriore fuoriuscita di sangue.
 
Tutti erano attenti a guardare Miroku quando una freccia, diretta verso Naraku attraversò il campo di battaglia. Sfortuna volle che Naraku se ne accorse giusto in tempo per riuscire a scansarla. Ma il tiro non era stato fatto invano perché colpi uno dei tentacoli del demone purificandolo. Il demone terrorizzato per un possibile altro attacco si guardò intorno spaesato. Poi vide una figura ferma davanti la capanna e si chiese come aveva fatto a non notarla prima.
 
-Ka...Kagome- disse Inuyasha incredulo, nemmeno lui si era accorto della sua presenza, forse era troppo impegnato ad osservare Miroku.
 
-Si sono io, e sono anche a conoscenza del tuo punto debole Naraku. La sfera non si è fusa completamente con il tuo corpo e io riesco a vederla bene. Se la colpisco per te è la fine- disse lanciando un’altra freccia.
 
Inuyasha sentì subito le prese sul suo corpo allentarsi per poi ritrovarsi libero, mentre Naraku scansò a fatica il nuovo colpo di Kagome. La freccia di Kagome era ben mirata e molto veloce, mentre quelle precedenti di Kikyo erano piuttosto lente e lontane dall’obiettivo. Questo servì a chiarirgli tutto, Kikyo li aveva traditi, i tiri che aveva fatto erano finti, non miravano a Naraku, ma gli servivano solo a farsi credere innocente.
 
-Kikyo, perché ci hai traditi?- disse Inuyasha ormai sicuro di ciò che era successo.
 
-Inuyasha, cosa stai dicendo?- chiese subito lei terrorizzata, non poteva averla scoperta.
 
-I tuoi colpi non erano come quelli di Kagome, tu non volevi colpirlo, ma soltanto farlo credere a noi, non è cosi?- ribatté subito Inuyasha.
 
-Ma no…non è vero, è..è solo il mio modo di lanciare le frecce- rispose lei sempre più nel panico. Non poteva essersi fatta scoprire.
 
-Non credo proprio e poi ho un’altra informazione, quindi sono sicuro di quello che dico- replicò Inuyasha, ora tutti gli sguardi passavano da lui a Kikyo increduli per la situazione che si era creata.
 
-Ohhh, Kikyo basta mentire. Si lei mi ha dato la sfera e non solo- si intromise Naraku sorridendo maliziosamente. Poi si avvicinò alla sacerdotessa e le cinse la vita con un braccio per poi sparire insieme a lei in un’enorme nuvola nera.
 
Tutti rimasero sconvolti dalle parole di Naraku, soprattutto perché, nonostante fosse spesso scontrosa e irritante, non se lo sarebbero mai aspettato da Kikyo.
 
-Maledetta, è stata lei a tradirci- urlò Inuyasha stringendo i pugni. Per quell’urlo anche Miroku si svegliò.
 
-Inuyasha calmati, ci sono io qui ora, riprenderemo la sfera- disse lei avvicinandosi al mezzo demone e prendendo le mani di lui nelle sue. L’effetto fu immediato e Inuyasha subito si calmò e rivolse a Kagome uno sguardo più dolce.
 
-Come hai fatto a tornare?- chiese lui ancora incredulo.
 
-Entriamo e vi racconto tutto- rispose lei.
 
Inuyasha si diresse subito verso Miroku per prenderlo in braccio e portarlo dentro. Lo poso delicatamente su un futon e tutti si posizionarono intorno a lui per renderlo partecipe alla conversazione.
 
-Ricordi il fiore che era caduto dal Goshinboku e che mi avevi regalato? È grazie a lui se sono qui, lo avevo messo nella tasca della divisa per portarlo con me a scuola, volevo sentirti vicino, e, nonostante la sicurezza che il pozzo fosse chiuso, ho provato a buttarmici dentro, ma con mio sommo stupore sono riusato ad attraversarlo. Appena arrivata però, controllando nella tasca, il fiore era scomparso, quindi per me è in possibile tornare indietro se non riprendo la sfera. Comunque poi sono corsa subito al villaggio e mi sono trovata davanti la scena che tutti sapete, ho preso l’arco che era a terra e ho scagliato la freccia- racconto Kagome rilassata.
 
Tutti la guardavano felici, poi Sango l’abbracciò e Kagome ricambiò il suo abbraccio.
 
-Sono felice che sei qui ora- disse poi Sango e Kagome le rispose con un dolce sorriso.
 
Inuyasha sentì poi l’odore di suo fratello e corse fuori dalla capanna, ritornò qualche minuto dopo accompagnato da Sesshomaru e da Rin. Sesshomaru rimase freddo e glaciale, mentre Rin subito si inchinò in segno di saluto, e tutti le risposero.
 
-Come mai nuovamente qui?- chiese Akane perplessa.
 
-Quando Rin era qui, Naraku l’ha rapita, fortunatamente sono riuscita a salvarla, ora però voglio vederlo morto e lo sto cercando. Siccome tempo fa lo ho visto baciarsi con Kikyo ho deciso di venire qui, sicuro che sarebbe stato molto facile incontrarlo- spiegò Sesshomaru.
 
Tutti si guardarono negli occhi capendo cosa voleva dire Inuyasha con “un’altra informazione”, poi tornarono a guardare Sesshomaru.
 
-Guarda è andato via poco tempo fa insieme a Kikyo, ma sono sicura che tornerà presto, vuole vendicarsi di me- disse Akane tranquilla.
 
-E io sarò qui ad aspettarlo- aggiunse Sesshomaru deciso.


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Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, eccomi con un aggiornamento a tempo record di questa storia. Questo è uno dei capitoli più importanti della storia e spero di aver reso bene tutte le cose che sono accadute. Ovviamente se non capite qualcosa chiedete pure! 
Spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio ovviamente tutti coloro che hanno recensito, seguito e messo tra le preferite la mia storia.
Ora vi lascio, spero di poter aggiornare presto.

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Capitolo 20
*** Macchinazioni (Capitolo 20) ***


Naraku si portò una mano vicino al cuore nella quale, dopo qualche secondo, si materializzò la sfera, sempre più nera e cupa. -Kikyo, tieni la sfera, custodiscila tu.- disse, porgendole la sfera.

Kikyo, senza rispondere, prese la sfera dalle mani di Naraku e, quando le loro mani si sfiorarono, lui la tirò a se baciandola con passione. Kikyo non si allontanò e, dopo aver lasciato la mano di Naraku e aver messo la sfera nella tasca del suo abito da sacerdotessa, si lasciò andare alla passione e il bacio diventò sempre più intenso. Se qualcuno li avesse visti, avrebbe notato che non si trattava di un bacio di due innamorati, ma di un bacio pieno di impeto scaturito dalla rabbia.
 
 -Maledizione! Sono abituato ad avere tutto quello che voglio, ma non sono riuscito ad avere quella stupida femmina!- disse Naraku, dopo essersi allontanato un po’ dalla donna che aveva al suo fianco.
 
Il viso di Kikyo si contrasse, sicura che non si stesse riferendo a lei: -Cosa intendi?-
 
-Il fratello maggiore del tuo amato mezzo demone porta con se un’umana, l’avevo presa e stava per diventare mia, ma il demone è riuscito a riprenderla con se- spiegò, ancora con lo sguardo perso nel vuoto.
Kikyo continuò ad osservarlo irritata, riusciva a distinguere bene il suo sguardo malizioso, ma la cosa che non riusciva assolutamente a tollerare era la sua espressione da calcolatore. Voleva quell’umana e l’avrebbe avuta.
 
-Ci sono io per te, non hai bisogno di quella donna insignificante- cercò di attirare la sua attenzione.
 
-Mia cara Kikyo, tu sarai sempre al primo posto, ma lei…lei… deve essere mia!- enunciò autoritario il demone, soffermandosi per bene sulle ultime parole. Poi una scintilla apparve nel suo sguardo, gli era venuto in mente qualcosa e scomparve dietro una porta per tornare qualche secondo dopo.
 
-Questo pugnale è tuo, portalo sempre con te, ti servirà- aggiunse poi il demone, porgendole un pugnale, piccolo, ma molto lucido e affilato che Kikyo prese senza opporsi per posarlo vicino al suo arco.
 
-Ho un piano, e sarai tu a portarlo a compimento- disse Naraku, sorridendo malizioso. Tornò poi a baciarla, facendo aderire i loro corpi, per farle sentire quanto fosse eccitato per l’idea che gli era venuta in mente. Kikyo si lasciò sopraffare dalla lussuria e si abbandonò a quelle effusioni.
 
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-Miroku, come ti senti?- chiese Sango, mentre cospargeva un pezzo di stoffa di erbe medicinali che poi avrebbe avvolto sulla ferita del monaco.

-Beh, molto meglio, ormai sono passati due giorni- rispose Miroku, sorridendo. Era seduto e aveva la schiena poggiata al muro.
 
Sango si avvicinò a lui e gli sfilò lentamente la fasciatura precedente. La ferita era ancora lontana dall’essere completamente guarita, ma si stava rimarginando bene. Con delicatezza, la sterminatrice avvolse la nuova fasciatura intorno alla ferita e la fissò per bene.
 
-Sango…- disse il monaco, i loro visi erano molto vicini e lui, nonostante le condizioni in cui si trovava, non riusciva assolutamente a resisterle. Sango girò lentamente il capo per ritrovarsi faccia a faccia con lui.
 
-… io ero sincero, quando ti ho detto quelle cose due giorni fa, ma non abbiamo avuto modo di parlarne- aggiunse poi, con un po’ di timore. Nonostante avesse sentito distintamente il bacio di Sango, prima di svenire completamente, non riusciva a realizzare la situazione poiché, dopo quella volta, nessuno dei due ne aveva parlato.
 
-Miroku io…- provò a dire Sango, le si leggeva esitazione e preoccupazione in viso, ma Miroku non si fece scoraggiare e con il braccio integro avvicinò il volto della donna al suo per baciarla. Si staccarono qualche secondo dopo.
 
–Non ho partecipato molto al nostro primo bacio e ho voluto rimediare- disse il monaco, con un sorriso delicato in viso. Sango, senza parole, rimase a guardarlo. Era imbarazzata, non si sarebbe mai aspettata così tanta audacia dal monaco in quel momento.
 
-Sango, ti amo- le confessò Miroku, rimanendo a fissarla nei suoi splendidi occhi che, dal primo istante in cui li aveva incrociati, lo avevano rapito, erano diventati il suo tormento, la sua ossessione.
 
Per la seconda volta, Sango rimase sorpresa, non avrebbe mai immaginato che il monaco sarebbe riuscito a dirle quelle due parole. È sempre stato un maniaco, un pervertito, ma nei suoi occhi leggeva enorme sincerità. Era impossibile credere che stesse mentendo e poi lo aveva detto anche lui che era sincero.
 
-Anche io Miroku, anche io ti amo-
 
Il monaco, al sentire quelle parole, diventò talmente tanto euforico da tirar fuori la sua indole da maniaco, così andò ad accarezzare delicatamente il fondoschiena di Sango che, infuriata, gli diede un bel pugno in faccia.
 
-Non cambierai mai, vero?- domandò retorica lei, aggrottando la fronte e guardando arrabbiata il monaco negli occhi.
 
-Sango, non sono riuscito a trattenermi-
 
-Sai che hai rovinato un momento romantico?-
 
-Scusami, ne sono consapevole, ma puoi star certa che sarai l’unica donna con cui mi comporterò così- promise lui, sorridendo malizioso.
 
-Deve essere così, altrimenti potrei farti molto male!-
 
-Miroku, come stai?- domandò Kagome, entrando di fretta nella stanza e interrompendo la conversazione dei due. I due si ricomposero in fretta e Sango si allontanò dal monaco, con le gote leggermente arrossate per l’imbarazzo. Stavano soltanto parlando, ma i loro visi e i loro corpi erano molto vicini.
 
-Oh, scusate ragazzi, ho disturbato?- chiese Kagome, rendendosi conto della situazione.
 
-Divina Kagome, non preoccuparti, comunque sto meglio- rispose Miroku per spazzare via l’imbarazzo che aleggiava nell’aria.
 
-Sono contenta- rispose Kagome.
 
-Kagome, sono felice che tu sia riuscita a tornare- proferì Sango.
 
-Anche io sono felice di essere tornata, ma sono anche contenta di sapere che la sfera esiste ancora, così potrò tornare dalla mia famiglia-
 
-Vuoi lasciarci nuovamente?- domandò Miroku triste.
 
-In realtà non so cosa fare, comunque spero almeno di poter tornare a salutarli- rispose Kagome, pensierosa. Era pur sempre la sua famiglia quella dall’altro lato, non sapeva se sarebbe riuscita a rinunciare a loro per sempre.
 
-È difficile scegliere, vorrei poter viaggiare da una parte all’altra- aggiunse infine, abbassando lo sguardo e lasciando uscire una lacrima perché sapeva benissimo che la sfera dovrà essere distrutta.
 
-In ogni caso, non è questo il momento di pensarci, sapete dove si trova Inuyasha? Sono due giorni che è sfuggente e oggi non l'ho ancora visto- chiese poi, rialzando lo sguardo. La sua voce era ferma, ma si poteva leggere benissimo la tristezza nei suoi occhi.
 
-Oggi non lo abbiamo visto, ma probabilmente arriverà da un momento all’altro- rispose Sango.
 
-Già, ma da quando sono tornata l’ho visto poco. Dorme sempre sul Goshinboku ed è costantemente fuori.- proferì Kagome, leggermente preoccupata.
 
-È turbato, divina Kagome- rispose Miroku -Il tradimento di Kikyo credo sia stato troppo, per lui-
 
Lo sguardo di Kagome si rabbuiò, lei era tornata da questa parte soprattutto per lui, e lui non faceva altro che pensare a Kikyo. Lei aveva abbandonato la sua famiglia, senza la certezza di poter tornare da loro, per poter stare accanto all’unico che era riuscito a farla innamorare, ma non era riuscita nemmeno a parlargli.
Kagome lasciò cadere l’argomento Inuyasha, era troppo arrabbiata e preoccupata –Ora vi lascio, ragazzi, vado ad aiutare la somma Akane.- proclamò, uscendo a passo svelto dalla stanza, lasciando i due da soli. Kagome arrivò nella stanza dove si trovava la sacerdotessa Akane, insieme a Rin e Kaede a farle compagnia. Si aggiunse anche lei ad aiutarle, pensierosa.
 
…………………………………………………………………………………………………………………………………….
 
Lo spostamento d’aria provocato dal suo passaggio gli dava un senso di sollievo, riusciva persino a sbollire la rabbia che aveva dentro. Correva solo per sgomberare la mente, non doveva raggiungere nessuna meta, lo faceva solo per eliminare dai suoi pensieri gli avvenimenti successi qualche giorno prima. Non si rendeva conto però che più cercava di non pensare, più ciò che era successo gli ritornavano prepotentemente in mente. Non riusciva a togliersi dalla testa il tradimento di Kikyo, non riusciva a spiegarsi come lei gli avesse potuto fare questo. Cosa l’aveva spinta a dare la sfera a quel demone? Cosa gli ha dato lui in cambio? Queste domande gli si formulavano in mente, ma non riusciva a rispondersi.
 
Rallentò il passo e si fermò davanti al Goshinboku, poi in un solo salto si posizionò sul suo ramo preferito e alzò lo sguardo, qualche ramo più su si trovava Sesshomaru, con il suo solito sguardo gelido e impertubabile che guardava verso un punto lontano. Entrambi rimasero in silenzio per alcuni minuti.
 
-Rin hai bisogno di qualcosa?­­- disse Sesshomaru non appena l’odore di Rin arrivò alle sue narici.
 
-Oh, signor Sesshomaru no, sono uscita a fare una passeggiata e sono arrivata fin qui-
 
Senza approfondire la conversazione, Sesshomaru scese dall’albero raggiungendo Rin in un balzo e unendosi a lei nella passeggiata. Il profumo emanato da Rin, per le narici del demone, era un sollievo. Dal primo giorno in cui l’aveva incontrata aveva fatto abitudine a sentire il suo dolce profumo e ormai ne era dipendente. Non riusciva a spiegarsi bene per quale motivo l’aveva lasciata da sola in quel villaggio, non riusciva a resistere per molto tempo senza di lei, senza il suo dolce profumo, l’unica cosa che lo aveva spinto a farlo era per proteggerla, ma aveva avuto la conferma che non era stata la mossa giusta.
 
-Signor Sesshomaru, crede che quel demone tornerà presto in questo villaggio?- domandò Rin spezzando il silenzio che c’era tra loro due e interrompendo i pensieri di Sesshomaru.
 
-Si, tornerà!- rispose Sesshomaru con il suo solito modo di fare gelido e brusco, intimidendo Rin e interrompendo ogni suo tentativo di conversare con lui. Non riusciva a rilassarsi, non riusciva ad essere tranquillo e solare. Fin da bambino la mamma gli aveva insegnato a non mostrare sentimenti ed emozioni, doveva essere glaciale affinché potesse sconfiggere il nemico, non si doveva mostrare pauroso, non doveva provare emozioni.
Quando però manteneva il suo comportamento glaciale con lei si sentiva in colpa e sebbene lei non dicesse nulla, lo sguardo gli faceva capire che avrebbe voluto sentire di più. Rin si sedette ai piedi di un albero e Sesshomaru fece lo stesso, inspirando una lunga boccata d’aria per lasciarsi inebriare dal profumo di lei. 
Rin rimase in silenzio, si era resa conto che Sesshomaru non amava parlare, ma in quel momento neanche lei aveva voglia di farlo. La sua mente tornò agli avvenimenti di qualche giorno prima, quando Sesshomaru l’aveva salvata. La cosa che più voleva fare era ringraziarlo, ma si sentiva intimorita ancora per come l’aveva risposta prima. Prese a guardarlo, cercando di non farsi notare da lui, e non riusciva a non apprezzare la bellezza pura e lineare del demone. Era sicura di non aver mai visto creatura più bella. Era un demone bello tanto quanto letale, con un solo dito sarebbe stato in grado di ucciderla, ma ormai sapeva che per lei non era un pericolo.
 
-C’è qualcosa che non va?- proferì Sesshomaru che si era reso conto dello sguardo della ragazza che sedeva al suo fianco.
 
-Mi perdoni signor Sesshomaru, non volevo disturbarla!- rispose Rin arrossendo e decise di abbassare la testa.
 
-Se c’è qualcosa che non va devi dirmelo Rin!- disse lui autoritario, come sempre.
 
-Nulla, volevo solo ringraziarla per avermi salvato- sussurrò lei ancora con la testa abbassata per l’imbarazzo.
 
-Era mio dovere salvarti e fortunatamente sono arrivato in tempo- la voce di Sesshomaru era molto più delicata rispetto a prima. Una nota di preoccupazione traspariva dal suo sguardo.
 
-Signor Sesshomaru, crede che ci proverà ancora?- sussurrò Rin alzando lo sguardo e incrociando quello del demone notando la nota di preoccupazione.
 
-Se solo dovesse pensarlo lo farò a fettine- disse il demone tornando ad essere autoritario come gli era stato insegnato. Lui è uno dei demoni maggiori più forti, non poteva farsi intimidire da un demone insulso come Naraku.
 
Rassicurata dallo sguardo di Sesshomaru, Rin si avvicinò a lui facendo sfiorare le loro braccia, i loro sguardi rimasero incatenati poiché nessuno dei due riusciva a sottrarsi a quella forza attrattiva che proveniva dall’altro. In modo quasi impercettibile i loro visi si avvicinavano, mossi da quell’attrazione, fino a far sfiorare le loro labbra. Per tutta la durata del bacio i loro sguardi rimasero incatenati. Rin si fece cogliere da un momento di imbarazzo e mise fine velocemente a quel bacio allontanandosi un po’ dal demone. Sesshomaru però non si fece scoraggiare, e prima che Rin potesse prendere a parlare la tirò a sé e riprese da dove erano rimasti. Questa volta però non era un semplice sfiorare di labbra, nonostante il bacio rimase dolce e casto.
L’odore di Rin lo aveva talmente inebriato che si lasciò andare cercando di approfondire il bacio, cercando di fasi spazio tra le morbide labbra della giovane donna. Lei non oppose nessuna resistenza e subito quel bacio divenne passionale. I loro sapori si erano mischiati e Sesshomaru adorava il sapore di lei unito al suo, ma prima di lasciarsi andare agli istinti fece terminare il bacio.
L’eccitazione di entrambi però non aveva intenzione di svanire e, dopo aver preso una veloce boccata d’aria, le loro labbra tornarono ad unirsi. Sesshomaru si tolse rapidamente l’armatura allontanandosi per qualche secondo da quelle labbra che desiderava profondamente e lentamente fece sdraiare Rin posandosi delicatamente sopra di lei. Una mano del demone era posata sulla guancia della giovane donna, mentre scese ad accarezzarle una spalla, poi il braccio e poi il fianco.
Rin rimase praticamente immobile sotto il tocco sapiente di lui mentre veniva attraversata da brividi di piacere. La mano di Sesshomaru risalì dal fianco fino ad arrivare al fiocco dell’obi del kimono e lo slacciò, poi fece risalire la mano all’interno del kimono sfiorando delicatamente la morbida pelle della giovane donna fino ad arrivare al suo seno per poterlo accarezzare dolcemente, Rin gemelle e a quel tocco inarcò un po’ la schiena per mettere a contatto il suo corpo con quello del demone. Riuscì a sentire la sua erezione e la cosa la fece arrossire e tornare alla posizione precendente. Sesshomaru accortosi della reazione della donna si allontanò da lei mettendosi seduto e guardandola perplesso. Anche Rin si mise a sedere.
 
-C’è qualcosa che non va? Non vuoi?- chiese lui, doveva capire cosa le era successo, sentiva benissimo il suo odore più intenso, segno dell’eccitazione.
 
-Io…io…si…ma…­- rispose lei, il suo volto era in fiamme, aver sentito l’erezione di Sesshomaru e trovarsi davanti a lui quasi completamente nuda la faceva sentire in imbarazzo.
 
-Ma cosa?- incalzò il demone voglioso di voler continuare per poter farla sua.
 
-Farà male?- lo interrogò lei imbazzatissima.
 
-Ah…- rispose lui capendo le perplessità della giovane donna, lui era un demone non conosceva il corpo umano, aveva scoperto che le demoni non sentivano dolore, forse per la loro natura, ma lei, una fragile umana, sicuramente si sarebbe fatta male –…si, credo di si-
 
-Se non vuoi posso capirlo- disse poi il demone interrompendo l’imbarazzante silenzio e cercando di chiudere il kimono della giovane, lo raggiunse però la mano di Rin che lo allontanò. Lui si scostò di scatto pensando che volesse chiudersi il kimono da sola, ma lei se lo tolse del tutto rimanendo completamente nuda davanti a lui.
 
-Voglio- sussurrò lei avvicinandosi al demone e tornando a baciarlo, prima delicatamente e poi, con l’aiuto di lui, passionalemente. Lei gli mise la braccia al collo tornando a far toccare i loro corpi. Terminato il bacio lui si allontanò un po’ per togliersi i vestiti. Rin rimase a contemplarlo, osservando i movimenti fluidi e veloci del demone e quando lo vide completamente nudo il suo viso arrossì ancora di più.
Il demone si avvicinò a lei e la fece nuovamente sdraiare a terra, posandosi delicatamente su di lei e tornò a baciala. Il dubbio che lei non volesse continuare lo aveva tenuto in tensione, ma ora che lei aveva detto sì, la sua eccitazione era aumentata a dismisura e l’unica cosa che voleva era farla sua, per sempre. Posò la sua mano su un suo seno, mentre con l’altra era sceso sui fianchi senza però smettere di baciarla. Sesshomaru sapeva di dover essere delicato, lei non era una demone, quindi con dolcezza e senza smettere di baciarla cercò di entrare in lei. Il corpo di Rin si irrigidì di colpo e Sesshomaru subito si fermò per darle tempo di assimilare la situazione. Quando sentì il respiro della giovane donna diventare regolare, riprovò ad entrare in lei, lentamente e un odore forte di sangue, del sangue di Rin, gli arrivò alle narici e lui si bloccò spaventato, per paura averle fatto male. Rin, che aveva tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo, li aprì guardandolo dolcemente e facendogli cenno di continuare. Così delicatamente Sesshomaru spinse ed entrò dentro di lei fino a farla completamente sua sospirando e mordendo un punto preciso sulla spalla di Rin, venendo insieme a lei.
Rimasero in quella posizione fino a che i loro respiri non si regolarizzano, poi Sesshomaru si spostò da sopra il corpo di Rin e si mise sdraiato su un fianco rimanendo a guardare Rin che rimase a pancia in su sull’erba.
 
-Cosa mi hai fatto qui?- domandò Rin indicando il punto in cui Sesshomaru l’aveva morsa.
 
-E’ il mio marchio, vuol dire che sei mia, nessuno si avvicinerà a te- rispose Sesshomaru con l’aria leggermente incupita, dubbioso se avesse fatto bene a marchiarla.
 
-Ah, bene- disse Rin dubbiosa, ma felice di essere sua. Poi si alzò e lentamente si rivestì e Sesshomaru fece lo stesso.
 
…………………………………………………………………………………………………………………………………….
 
Inuyasha era rimasto sdraiato sul ramo del Goshinboku a riflettere e dopo un po’ si era addormentato. Venne svegliato da un fortissimo odore di sangue. Subito si alzò annusando bene l’aria e si rese conto che l’odore di sangue, che gli era arrivato alle narici, era di Kagome. Mischiato all’odore del sangue di Kagome riusciva a percepire distintamente un altro odore, l’odore di Kikyo.
Inuyasha corse immediatamente nel capanna e trovò tutti svegli raccolti in cerchio intorno ad un punto preciso, si avvicinò di fretta e vide il corpo di Kagome che giaceva a terra con una ferita al cuore inferta da un pugnale. Drizzò le orecchie per sentire meglio i rumori che lo circondavano e si rese conto che non riusciva a sentire il battito del suo cuore.
 
-E’ morta, Inuyasha- disse Sango scoppiando in un pianto isterico.


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Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, sono in mega ritardo con l'aggiornamento, tra le vacanze e altre faccende non sono riuscita ad aggiornare prima. Poi quando mi mettevo davanti al pc per scrivere l'ispirazione non arrivava e ho finito col ritardare tanto. Cosa ne dite del capitolo? Spero vi piaccia. Se c'è qualcosa che non torna non esitate a dirmelo!
Volevo avvertirvi che non so quando mi sarà possibile aggiornare nuovamente, sarò molto impegnata con l'università, quindi avrò poco tempo. Spero comunque di non farvi aspettare troppo.
Ringrazio ovviamente tutti coloro che hanno recensito, seguito e messo tra le preferite la mia storia.
Ora vi lascio, spero di poter aggiornare presto.

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Capitolo 21
*** Vendetta (Capitolo 21) ***


Il cuore di Inuyasha sembrò fermarsi, come aveva fatto quello di Kagome, lei era morta e non aveva avuto nemmeno il tempo di parlare con lei e di vederla ridere da quando era tornata al villaggio. Il pensiero subito passò a Kikyo, quella maledetta oltre ad averlo tradito, l'aveva uccisa, l'odore era inconfondibile, ma perché? Questa era una domanda alla quale non sapeva dar risposta. Dopo il tradimento credeva ancora di voler bene a Kikyo, ma ormai sentiva il cuore frantumato in minuscoli pezzettini. La donna che lui amava più di ogni altra cosa non c'era più, l'unica donna, oltre a sua madre, che lo aveva sempre accettato per quello che era. Il dolore lo aveva travolto come un uragano e il suo corpo iniziò a tremare, sul viso iniziarono a apparire dei segni demoniaci, e i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi dorati, stavano pian piano diventando rossi, rossi come il sangue. Gli artigli erano diventati più affilati e taglienti e lo stesso era successo alle zanne. Il cervello aveva iniziato ad annebbiarsi e l’unica cosa che percepiva chiaramente era la sete di uccidere.
Tutti intorno iniziarono a preoccuparsi dell’evidente cambiamento di Inuyasha.
 
-Inuyasha, cosa ti succede?- chiese Miroku, cercando di non esternare la sua preoccupazione per quello che stava vedendo.
 
Inuyasha non rispose e grazie all’ultimo briciolo di lucidità, corse via dalla capanna a gran velocità seguendo la traccia di colei che gli aveva causato quell'enorme dolore.
 
Rin e Sesshomaru erano di ritorno al villaggio e Sesshomaru sentì un forte odore di sangue. Qualche secondo dopo vide sfrecciare il suo fratellastro e notò subito che il suo odore era cambiato, sembrava quello di un demone completo. Preoccupato, ma senza darlo a vedere, aumentò il passo per entrare nella capanna da dove proveniva quel forte odore, precedendo di molti passi Rin. Gli altri sensi, prima della vista, capirono immediatamente cosa fosse successo lì e si avvicinò cautamente alla salma di Kagome. Qualche secondo dopo fu Rin ad entrare nella capanna e alla visione del corpo di Kagome senza vita scoppiò a piangere cadendo sulle ginocchia, dopo la distruzione del suo villaggio, non riusciva più a sopportare di vedere ancora morte.
 
L’odore delle lacrime della giovane suscitarono in Sesshomaru una profonda rabbia, il suo pianto era l’ultima cosa che voleva. Estrasse immediatamente Tenseiga e la avvicinò al corpo di Kagome.
 
-Cosa fai Sesshomaru?- chiese Miroku, non riuscendo a capire il gesto che stava compiendo il demone.
 
-Silenzio- proferì Sesshomaru e nessun’altro dei presenti ebbe il coraggio di contraddirlo.
 
Il demone sferrò il suo attacco rivolto agli spettri dell’aldilà che gli apparirono dopo aver impugnato Tenseiga, lasciando gli altri perplessi alla vista di quel fendente andato a vuoto. Al suo potente udito arrivò subito il suono del battito del cuore della donna e qualche secondo dopo lei aprì gli occhi.
 
-Che succede? Perché piangi?- disse Kagome rialzandosi e rivolgendo il suo sguardo a Sango che piangeva ininterrottamente.
 
Sango sentendo la voce di Kagome alzò lo sguardo e vide la donna, che qualche secondo prima giaceva senza vita sul futon, sveglia e con un colorito sano.
 
-Ma…ma tu eri morta!- esclamò Sango continuando a fissare Kagome mentre le si avvicinava.
 
-Io? Scherzi? Stavo solo dormendo!- proferì convinta lei.
 
Sango, che ora le era vicina, sbirciò attraverso la stoffa tagliata del kimono di Kagome notando che non c’era più la ferita. Kagome notando lo strano gesto di Sango abbassò lo sguardo e vide il suo kimono strappato e sporco di sangue.
 
-Che cosa è questo? Quando mi sono addormentata era integro- disse Kagome perplessa.
 
-Sesshomaru cosa hai fatto?- chiese Miroku, l’unico che era riuscito a mantenere un po’ di lucidità  dopo quell'avvenimento.
 
-L’ho riportata in vita! Non lo vedi?- rispose lui diretto, come era solito fare e tutti quanti si voltarono verso di lui sperando in qualche sua ulteriore spiegazione.
 
-Come?- continuò Miroku curioso di sapere.
 
Sesshomaru sbuffo per le troppe attenzioni che in quel momento gli avevano rivolto. Le aveva ridato la vita, potevano risparmiargli quelle insulse domande.
 
-Un fendente della mia spada non ferisce, ma guarisce, non uccide, ma riporta in vita- decise di rispondere il demone alquanto irritato.
 
-Io ancora non capisco- proferì Kagome guardandosi intorno.
 
-Non ricordi nulla Kagome?- chiese Sango con il viso ancora contratto, ma visibilmente più rilassato.
 
-Ricordo solo di aver fatto un brutto sogno, c'era Kikyo con un pugnale in mano che puntava verso di me cercando di uccidermi e in realtà nel sogno c'era riuscita. Poi ricordo solo di essermi svegliata, tutto qui- raccontò Kagome frettolosamente.
 
-Non era un sogno Kagome- disse Sango.
 
-Che significa?- chiese Kagome, non riusciva ancora a capire cosa fossa realmente successo.
 
-Il tuo sogno rappresenta la realtà, Kikyo ti ha ucciso davvero, ma Sesshoamaru con la sua spada ti ha riportato in vita!- esclamò Sango.
 
-Quindi stavate dicendo sul serio quando…- cercò di chiedere Kagome incredula.
 
-Si- la interruppe Sango.
 
-Inuyasha dov'è?- chiese guardandosi intorno e non vedendolo. La sua mente vagava e sperava che la terribile ipotesi che aveva pensato non fosse vera.
 
-Cavolo… Inuyasha, in quelle condizioni, chissà che fine ha fatto- esclamò Miroku preoccupato -sarà il caso che vada a cercarlo- aggiunse poi dirigendosi verso la porta.
 
-Fermo, ci vado io!- lo blocco Sesshomaru, sbarrandogli il passaggio.
 
-Ma…era diventato strano, sembrava un demone completo- disse Miroku.
 
-Appunto, solo io posso fermarlo- rispose poi il demone voltandosi e precipitandosi a cercare Inuyasha.
 
Dopo aver visto scomparire Sesshomaru, Kagome si alzò di colpo.
 
-Credo sia il caso di andare anche noi a cercare Inuyasha, ho paura che possa succedergli qualcosa- disse poi rivolgendosi agli altri.
 
-Lo credo anche io, però prima cambiati, sei piena di sangue- aggiunse Sango e Kagome non se lo fece ripetere, scomparve per qualche minuto, tornando con un kimono nuovo di zecca e completamente pulita.
 
-Io credo sia andato da Kikyo- disse Akane rivolgendosi a Sango, Miroku e Kagome che erano pronti a partire.
 
-Per noi esseri umani sarà difficile trovarla, non possediamo l'olfatto dei demoni!- esclamò Kagome.
 
-L'unico modo è provare a cercarla grazie al tuo potere di percepire la sfera, non dimenticare che la hanno loro- aggiunse Akane.
 
-Hai ragione, ma adesso io non sento nulla- disse Kagome rattristendosi.
 
-Iniziate ad avviarvi, sono sicura che presto ne percepirai la presenza, ricorda che era parte di te- aggiunse la sacerdotessa.
 
-Va bene- disse Kagome uscendo fuori dalla capanna seguita da Miroku e Sango. Rin rimase insieme ad Akane.
 
…………………………………………………………………………………………………………………………………….
 
-Oh, credo che la nostra mossa abbia portato frutti. Il nostro caro mezzo demone sta arrivando- disse Naraku sentendo l’odore di Inuyasha, anche se ancora si trovava ad una notevole distanza.
 
-E’ stato così soddisfacente uccidere quella ragazzina, dormiva beatamente e si é svegliata solo per pochi secondi, giusto il tempo di vedermi e poi con un solo colpo non c’era già più- disse Kikyo soddisfatta.
 
-Il mezzo demone è venuto a morire per vendicare la sua donna, che essere insulso. I sentimenti sono inutili in questo mondo, l’unica cosa di cui si ha bisogno è il potere e io possiedo la sfera- disse Naraku trionfante, ormai sicuro di avere la vittoria in pugno.
 
-Preparati Kikyo e mi raccomando tieni con te il pugnale con cui hai ucciso Kagome l’odore del suo sangue sarà utile a distruggere definitivamente il nostro caro mezzo demone- aggiunse poi Naraku, sorridendo maliziosamente alla donna. Quella donna che aveva portato dalla sua parte con l'inganno e che stava continuando a ingannare giocando con i suoi sentimenti.
 
Il loro discorso si interruppe quando sentirono dei passi farsi sempre più vicini. Inuyasha era arrivato a destinazione.
 
-Mezzo demone, ben arrivato. Ti aspettavamo- disse Naraku sorridendo.
 
-Come avete osato uccidere Kagome?- urlò lui in preda alla rabbia.
 
-È giunta la vostra fine, la prima vittima é stata lei e la tua impulsività farà di te la seconda- lo provocò Naraku.
 
-Sarò io ad uccidervi- urlò Inuyasha, ma un odore forte gli arrivò alle narici, era l'odore del sangue di Kagome. Subito l’immagine della giovane donna distesa a terra senza vita gli tornò in mente e conseguentemente il terrore e la paura gli riempirono l’anima annebbiandogli completamente il cervello e lasciandolo semplicemente prede del suo istinto, del quale non avrebbe avuto scampo. Ormai la trasformazione si era completata.
 
Naraku non attese oltre, attaccò subito il mezzo demone, con uno dei sui tentacoli, ma lui fortunatamente riuscì a scansare l’attacco rimanendo indenne. I suoi sensi si erano ampliati grazie alla trasformazione. Inuyasha non si lasciò sfuggire l’occasione e con suoi artigli affilati lanciò uno dei suoi colpi, dirigendolo verso Naraku, ma anche lui con un balzo riuscì a rimanere indenne. Le cose andarono avanti così per un bel po’, molti colpi di entrambi andarono a vuoto, e Kikyo rimase ad osservare quel combattimento senza muovere un dito.
 
Quando Inuyasha decise di avvicinarsi ulteriormente a Naraku per attaccarlo meglio, Kikyo si frappose tra i due estraendo il suo pugnale per colpire il mezzo demone. Inuyasha rimase spaesato da quell’azione e si paralizzò di colpo, non era sicuro di riuscire a combattere contro di lei nonostante tutto il male che gli aveva fatto. Kikyo invece senza esitare alzò il pugnale, lo stesso che aveva usato per uccidere Kagome, e lo puntò contro di lui. Ad un tratto, qualcosa di estremamente veloce scaraventò a terra Inuyasha.
 
Nessuno si era accorto del nuovo arrivo, tutti erano troppo concentrati a combattersi.
 
-Ma guarda, adesso la famiglia si è riunita- disse Naraku ridendo, riferendosi alla figura che si trovava impassibile sul posto in cui, qualche secondo prima, era fermo Inuyasha. Kikyo subito abbassò il pugnale sapendo bene che non sarebbe riuscita minimamente a ferire un demone della portata di Sesshomaru.
 
Inuyasha, ritornato al suo aspetto normale, guardava incredulo il suo fratellastro.
 
-Credevi di uccidere questa stupida umana solo con il pensiero?- proferì Sesshomaru rivogendosi al fratellastro.
 
-Io stavo per attaccarla- rispose l’altro in segno di sfida, mentre i due nemici guardavano curiosi la scena.
 
-Si certo ho notato, sembravi paralizzato. Ancora tieni a lei?- lo punzecchiò Sesshomaru, cercando di osservare la reazione del fratello. Inuyasha non rispose lasciando intendere che le parole del demone erano esatte.
 
-Ma guardali, va a finire che si uccidono tra loro rendendoci la cosa molto più semplice- sghignazzò Naraku.
 
-Non sottovalutarci- aggiunse Inuyasha alzandosi e avvicinandosi al fratello.
 
Naraku attaccò nuovamente Inuyasha, ma il colpo diretto verso di lui venne intercettato da Sesshomaru che allontanò con la sua corda velenosa, il tentacolo dal fratello.
 
-Tu dovrai vedertela con me, non avresti dovuto provocarmi- disse Sesshomaru frapponendosi tra Naraku e Inuyasha, attaccando il suo nemico con i suoi artigli.
 
-Tu occupati di lei- disse poi al fratellastro cercando di fargli capire che la sua battaglia era Kikyo, che doveva distruggere lei per potersi sentire libero. Perché nonostante tutto, lui teneva ancora a lei.
 
-Ma io…- sussurrò Inuyasha, ma lo sguardo truce che gli rivolse il fratellastro lo fece desistere dal continuare a parlare.
 
Il combattimento tra Naraku e Sesshomaru continuava senza la prevalenza di nessuno di due. Si susseguivano attacchi di entrambi che non andavano mai a segno.
 
-Inuyasha tu non riuscirai mai a farmi del male, tu ci tieni a me, sarò io ad ucciderti e vivrò la mia vita da regina insieme a Naraku e con la sfera dei quattro spiriti- disse Kikyo trionfante guardando il mezzo demone sempre più preoccupato che lentamente si stava allontanando dalla donna. Kikyo, per contro, si avvicinava sempre più a lui. Ogni passo indietro di Inuyasha, lei ne faceva due verso di lui.
 
-Inuyasha, non farti intimorire, attaccala- cercò di incitarlo Sesshomaru, ma questa distrazione gli costò cara perché Naraku ne approfittò per colpirlo.
 
Sesshomaru venne sbilanciato dal colpo e cadde a terra, per fortuna era stato colpito solo di striscio e riuscì a rialzarsi immediatamente per tornare a battersi. Inuyasha lo fissò preoccupato poi tornò a rivolgersi a Kikyo.
 
-Inuyasha, allora? Non vuoi batterti?- lo provocò Kikyo vedendolo in difficoltà, ma un odore molto lieve lo raggiunse. Era l’odore dei suoi amici, dei suoi compagni di battaglia e tra loro riusciva persino a percepire l’odore di Kagome. Gli sembrò di sognare, o forse lo stava facendo per davvero. Era assolutamente impossibile che lei fosse viva, la aveva vista lui stesso, con i suoi occhi, senza vita in quella stanza.
 
-Come hai osato uccidere Kagome?- chiese Inuyasha, risvegliatosi da quei ricordi troppo dolorosi.
 
-Perché ti ha portato via da me- rispose lei con aria di sfida.
 
-Ma se sei stata tu a tradirmi, io ci tenevo a te e tu hai tramato alle mie spalle- ribattè Inuyasha alzando il tono di voce. Anche Naraku e Sesshomaru si girarono a guardare.
 
-Tu non dovevi partire con lei-
 
-E che avrei dovuto fare?-
 
-Restare con me-
 
Le parole di Kikyo gli rimbombarono in testa e qualche istante dopo qualcuno entrò nel luogo in cui stava avvenendo lo scontro. Tutti, tranne Sesshomaru, rimasero sconvolti nel vedere Kagome viva.
 
-Co…cosa…come fai ad essere viva?- sibilò Kikyo incredula.
 
-Kagome…- disse Inuyasha avvicinandosi alla giovane donna –sei proprio tu?- aggiunge.
 
-Certo che sono io, stupido- rispose Kagome.
 
-Ma…ma…io ti vista, giacevi per terra senza vita. Come è possibile?- chiese Inuyasha che non riusciva a riprendersi. L’aveva creduta morta e non era nemmeno riuscita a vendicarla nonostante la rabbia che gli ribolliva in corpo. E ora lei era lì, davanti a lui.
 
-Te lo spiegheremo in un altro momento- disse Kagome avvicinandosi a Kikyo e tendendo una freccia nel suo arco.
 
-Vuoi vendicarti?- la provocò Kikyo tranquilla, aveva la sfera con se e si sarebbe potuta proteggere.
 
-Si- rispose Kagome decisa.
 
-Ferma- urlò Inuyasha facendo bloccare Kagome, con l’arco teso.
 
-Sarò io a vendicarti- aggiunse il mezzo demone correndo verso Kikyo e cercando di colpirla con i suoi artigli che lei velocemente scanso con eleganza.
 
-Inuyasha, hai dimenticato che possiedo la sfera?- proferì Kikyo mostrando il gioiello. Inuyasha si bloccò di colpo, la sfera avrebbe reso inutili tutti i suoi attacchi.
 
-Hai perso tutta la tua sicurezza ora?- pigolò Kikyo in segno di sfida, ma non si era accorta che Kagome adesso stava mirando alla sfera che brillava nelle mani di Kikyo.
 
Quando Kagome sferrò il suo colpo, Kikyo non ebbe tempo di pensare e la freccia andò a segno, incastrandosi nella sfera, allontanandola da Kikyo e facedola avvicinare a Sesshomaru che stava guardando la scena assieme a Naraku.
 
Questa volta Inuyasha non esitò, l’unica cosa che voleva era la vendetta, e con i suoi artigli inflisse un brutto colpo a Kikyo che cadde a terra rantolando, in fin di vita. Inuyasha le si avvicinò prendendole la testa per accompagnarla in quegli ultimi attimi di vita.
 
-Mi dispiace- sussurrò Kikyo, prima di spirare abbandonando per sempre il mondo dei vivi.
 
-Ora tocca a te morire- disse poi Inuyasha riferendosi a Naraku.
 
In quel momento era Sesshomaru a possedere la sfera, e prima di riprendere a battersi con Naraku, la consegnò a Kagome, sua legittima proprietaria, che estrasse la freccia vedendo ritornare la sfera una perfettamente sferica. Poi con estrema cura la conservò in tasca.
 
Ora a battersi erano in tre, Inuyasha e Sesshomaru contro Naraku. Se un attacco di Inuyasha andava a vuoto quello di Sesshomaru colpiva il demone o viceversa e in poco tempo Naraku si ritrovò a supplicare di non essere ucciso. Cosa che però non avvenne poiché Sesshomaru gli inflisse il colpo fatale con la sua Bakusaiga. Il demone cane non era il tipo che perdonava coloro che gli facevano degli affronti e Naraku aveva oltrepassato il limite.
 
-Adesso puoi spiegarmi perché sei viva?- chiese Inuyasha a Kagome.
 
-Te lo spiego mentre torniamo al villaggio- rispose lei e tutto il gruppo si avvio verso il villaggio, con ancora un problema da risolvere: la sfera!
 



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Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, sono in mega ritardo anche questa volta. Ho avuto molti impegni, ma volevo proprio aggiornare. Se trovate errori vari é perché ho scritto alcune cose dal cellulare e pubblico tutto anche da li. Coloro che poco avevano apprezzato la morte di Kagome, avranno amato Sesshomaru! Beh Tenseiga esiste e nel mio racconto non l'ho nominata per nulla, quindi è entrata in scena qui e anche con un ruolo importante.
Come avete letto le scene di battaglia non sono proprio per nulla il mio forte e credo che il combattimento sia stato reso molto banale dal mio racconto. Vi chiedo umilmente scusa, ma non ne sono capace.
Allora? Cosa ne dite del capitolo? Spero vi piaccia. Se c'è qualcosa che non torna non esitate a dirmelo!
Volevo avvertirvi che non so quando mi sarà possibile aggiornare nuovamente, sarò molto impegnata con l'università, quindi avrò poco tempo. Spero comunque di non farvi aspettare troppo.
Ringrazio ovviamente tutti coloro che hanno recensito, seguito e messo tra le preferite la mia storia.
Ora vi lascio, spero di poter aggiornare presto.

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Capitolo 22
*** Verso il futuro (Epilogo) ***


Il viaggio verso casa fu abbastanza tranquillo, tutti parlavano e discutevano allegramente, d'altronde Naraku era morto e con lui anche Kikyo. L'unica con dei pensieri e silenziosa era Kagome, ammirava la sfera che ora era tra le sue mani e non riusciva a decidere cosa farne e cosa fare del suo futuro.
 
Arrivati alla capanna trovarono Rin, Kaede e Akane in attesa del loro ritorno. Rin si avvicinò a Sesshomaru per abbracciarlo lasciandosi andare, nonostante il demone rimase silenzioso e praticamente immobile. Sango e Miroku si sedettero vicino al fuoco si presero per mano e guardandosi negli occhi.
 
Kagome invece corse subito da Akane e le diede la sfera, mentre Inuyasha la seguì osservandola in silenzio.
 
-Questa è tua, piccola mia, devi tenerla tu e possibilmente distruggerla per evitare che un altro demone come Naraku venga per prendersela, anche se ritorni nella tua epoca- disse l’anziana sacerdotessa porgendo nuovamente la sfera alla giovane.
 
-Ma io non ho idea di cosa fare, non posso scegliere- disse Kagome triste, una scelta così grande non poteva prenderla. Dall'altro lato del pozzo c'era la sua famiglia ed era sicura che non si sarebbero mai mossi dalla loro casa per seguirla qui nell'era Sengoku. Da questo lato invece aveva trovato Inuyasha, del quale si era innamorata nonostante i continui battibecchi e litigi. Aveva passato con lui poco tempo, ma abbastanza per essere sicura di non poter rinunciare a lui. In effetti era stato il tempo in cui erano stati lontani a farle capire che non poteva fare a meno di averlo accanto, ma neanche lui sarebbe stato disposto a lasciare il suo mondo, i suoi amici, le sue abitudini per seguirla nel mondo in cui invece c'erano le sue di abitudini e i suoi di amici.
 
-Mi dispiace, ma non posso scegliere io o qualcun altro per la tua vita, anche se è difficile la scelta è solo tua- disse Akane baciandola sulla fronte e allontanandosi da loro per andare da Sango, Miroku, Kaede, Rin e Sesshomaru che parlavano tranquilli intorno al fuoco.
 
-Kagome, perché non tieni la sfera senza distruggerla così da poter viaggiare attraverso il pozzo e poter vivere sia da questo lato che dall’altro?- disse Inuyasha cercando di semplificare le cose.
 
-Sai che non posso, non posso rischiare la vita di tutti voi solo per poter vivere sia qui che lì, devo scegliere e devo farlo il più presto possibile così da poter distruggere la sfera e poter vivere in pace- gli rispose Kagome animatamente.
 
Lo sguardo di Inuyasha subito si rattristì, non c’era nessuna possibilità per lui e per i suoi sentimenti, presto avrebbe visto svanire l’amore della sua vita dietro ad un pozzo e non l’avrebbe mai più rivista.
 
D’istinto la tirò a sé prendendola per un braccio e la baciò sulle labbra. Le diede uno di quei baci pieni di amore e tristezza, per dirle addio e lei ricambio dolcemente. Terminato il bacio Kagome vide scendere sulla guancia di Inuyasha una lacrima, che lui immediatamente scaccio via con la mano.
 
-Devi tornare a casa, devi tornare dalla tua famiglia, non preoccuparti per me io starò bene e staranno bene anche tutti loro, c’è la tua famiglia preoccupata ad aspettarti dall’altra parte, devi tornare da loro- le disse il mezzo demone d’un fiato e successivamente sfreccio fuori dalla capanna rinunciando a lei per sempre.
 
-Ragazzi, credo di aver deciso, anche grazie all’aiuto di Inuyasha- disse Kagome avvicinandosi al gruppo e tutti si girarono verso di lei con il volto pieno di speranza, vogliosi di poterla avere vicina per il resto delle loro vite.
 
-Come mi ha suggerito Inuyasha vorrei poter tornare dalla mia famiglia. Mia madre, mio fratello e mio nonno, sono molto importanti per me e non posso abbandonarli così, quindi tornerò da loro, anche se mi dispiace molto lasciarvi. È quello il mondo in cui sono nata ed è quello in cui sono destinata a vivere. Voglio salutare tutti perché partirò subito per il mio mondo e lì distruggerò la sfera- pronunciò Kagome e vide subito i volti dei suoi amici rattristirsi.
 
Sango corse subito ad abbracciarla e scoppiò a piangere, si era affezionata molto a lei, stava perdendo un’amica. Quando Sango si allontanò da Kagome subito venne abbracciata da Rin e Kaede, anche loro con le lacrime agli occhi. Poi passo a salutare anche Miroku con un abbraccio e Sesshomaru con una stretta di mano.
 
Infine si avvicinò ad Akane.
 
-Grazie di tutto quello che hai fatto per me, grazie per avermi aiutata, spronata e incoraggiata quando credevo di non farcela. Grazie- le sussurrò abbracciandola.
 
-Di nulla piccola- rispose la sacerdotessa con le lacrime agli occhi.
 
Ormai aveva salutato tutti ed era il momento di andare. Percorse velocemente la strada tra la capanna e il pozzo, anche per paura di avere qualche ripensamento. Si fermò qualche secondo sotto il Goshinboku e lo accarezzò sussurrando -ci rivediamo dall’altro lato-  raccolse il piccolo fiore che le era caduto davanti, lo mise in tasca e si butto attraverso il pozzo, abbandonando per sempre l’era Sengoku.
 
Sango non smetteva di piangere e Miroku si strinse a lei cercando di consolarla, vederla così triste lo rendeva triste a sua volta, non riusciva a sopportare le sue lacrime.
 
-Forse hai bisogno di fari due passi- disse Miroku alzandosi e tirando su Sango che senza rispondere segui l’uomo in una passeggiata verso il bosco.
 
-Sango, ti prego, non riesco a vederti così, mi dispiace moltissimo che Kagome ci abbia lasciato, ma se tu avessi una figlia, non preferiresti che tornasse da te, anziché restare in un posto inaccessibile e in una diversa epoca temporale?- le parole di Miroku spiazzarono Sango che si asciugò le lacrime e iniziò a fissare l’uomo fermandosi di colpo.
 
-Credo che tu abbia ragione, ha scelto la sua famiglia, le persone con cui ha sempre vissuto, non c'era scelta più giusta- disse Sango più tranquilla e rilassata. Kagome aveva la sua vita dall'altro lato, non poteva abbandonare tutti solo per quei pochi mesi che aveva passato con loro.
 
I due continuarono la loro passeggiata più rilassati e tranquilli, schiarendosi molto le idee tanto che attraversarono il bosco quasi completamente e non si accorsero che il sole stava per tramontare. Si erano allontanati fin troppo dalla capanna della sacerdotessa.
 
-Miroku, dove siamo finiti?-  osservò Sango preoccupata. Non era mai passata da quel luogo isolato, si sentiva nelle vicinanze il fruscio di un fiume e si vedevano solo alberi, non c'era altro. La foresta era veramente molto fitta.
 
-Credo anche io di non essere mai passato da qui, dai torniamo indietro, si sta facendo buio- disse il monaco prendendo per mano la donna e accelerando il passo per raggiungere il prima possibile il villaggio. Dopo aver percorso un lungo tratto si trovarono d’avanti una capanna.
 
-Che ne dici entriamo?- disse Miroku.
 
Sango annuì e dopo aver bussato e non aver ricevuto risposta aprirono la porticina di legno dell’umile capanna e si trovarono davanti una stanza abbastanza grande, al centro vi era la possibilità accendere il fuoco, ma non c'era nessuno. I due quindi decisero di accendere un fuoco così da poter vedere meglio nella stanza visto che ormai il sole era calato. Si riscaldarono qualche secondo e sentirono che fuori aveva iniziato a piovere.
-Che fortuna aver trovato questo posto, saremmo tornati inzuppati e sicuramente ci saremmo beccati un bel raffreddore- disse Sango prendendo per mano il monaco che annuì.
 
Infondo alla stanza c’era una porta, la quale nascondeva una stanza da letto con un grande futon adagiato a terra. Salto subito agli occhi dei due l’enorme quantità di polvere e ragnatele presenti nelle stanze.
 
-Credo sia disabitata questa casa- esclamò Miroku –non penso che qualcuno abbia da ridire se ci fermiamo per la notte- aggiunse.
 
-Per me va bene, ma almeno mi devi aiutare a pulire questa stanza, di là  ho intravisto qualcosa che può esserci utile- rispose Sango indicando la stanza.
 
Dopo aver pulito per bene la stanza si sdraiarono entrambi sul futon, ma nessuno dei due riusciva ad addormentarsi nonostante la stanchezza.
 
-Ehi Sango a cosa pensi?- chiese Miroku.
 
-Al fatto che questa potrebbe diventare la nostra casa- rispose Sango, perché era proprio a quello che stava pensando sin da quando si erano resi conto che era una capanna abbandonata. Nonostante fosse piccola era abbastanza spaziosa, e solo guardandola aveva iniziato ad immaginare lei, Miroku e magari i loro figli per casa felici e sorridenti.
 
-Lo penso anche io- rispose il monaco mentre si girava a guardare la sua amata. Sin dal primo istante in cui aveva incrociato il suo sguardo, aveva capito che lei sarebbe diventata la sua donna, l'unica a cui avrebbe giurato fedeltà per il resto della sua vita.
 
-Sango, mi vuoi sposare?- le parole uscirono dalla sua bocca così spontaneamente che si stupì di se stesso. Subito si inginocchiò verso di lei che ancora era sdraiata. La domanda la fece balzare seduta di colpo per trovarsi a pochi centimetri dal viso del suo amato.
 
-Sì- rispose lei senza pensarci troppo e sigillando la sua risposa con un bacio, un bacio dolce tenero e allo stesso tempo passionale. Le mani di Miroku non riuscivano a stare ferme così si concesse di accarezzare delicatamente la schiena di lei fino a giungere al fondo schiena, ma lei non si ritrasse a quel tocco, anzi si avvicinò di più al petto di Miroku cingendogli il collo con le braccia. Fu Miroku il primo a spingersi oltre e con una delicatezza estrema infilò la mano nel kimono di lei per raggiungere il seno fino a sfiorarlo dolcemente. Lentamente poi la fece sdraiare e con una mossa veloce le aprì il kimono, per poter ammirare la pelle nuda e candida della donna che amava. Senza attendere oltre anche lui si tolse le vesti e si adagiò su lei. Riprese a baciarla ancora più passionale di prima, per poi scendere lungo il suo collo fino a raggiungere la scapola. Quando si fermò, alzo la testa per guardarla in viso e notò le sue labbra rosse per baci e le guance colorate anch'esse di un bel rosso che lo fecero eccitare ancora di più. Così riprese a baciarla sulla scapola e piano scese verso il seno. Con le labbra sfiorò il capezzolo turgido e Sango emise un gemito di piacere che lo incitò a continuare, ma non si limitò a baciarlo, iniziò anche a mordicchiarlo delicatamente, lasciando che i forti sospiri della sua dolce amata riempissero la stanza. Con la mano scese dolcemente carezzandole il fianco, poi la coscia, fino a raggiungere il punto che tanto bramava, la sua intimità. Iniziò ad accarezzarla e quando fece scivolare un dito all'interno, Sango emise un gemito più forte stringendo tra le mani la stoffa del futon. Miroku non attese oltre e sfilò il dito per entrare in lei, delicatamente, ma nonostante tutta la delicatezza, sentì Sango irrigidirsi dal dolore così si bloccò. Sango, che aveva gli occhi chiusi, li aprì e lo guardò negli occhi per implorargli di continuare. Miroku sentì il corpo di lei rilassarsi e senza smettere di guardare gli occhi di lei che lo imploravano continuò ad entrare in lei, sempre con estrema delicatezza. La parte dolorosa in breve terminò lasciando ad avvolgerli solo il piacere, entrambi sentivano quanto l’altro lo amava. Gli occhi dell’uno rimasero fissi in quelli dell’altro mentre le spinte di Miroku diventavano sempre più veloci e decise, mentre i gemiti di Sango erano sempre più profondi e mentre entrambi raggiunsero il piacere insieme. Rimasero fermi in quella posizione a guardarsi ancora negli occhi in silenzio, nessuno dei due voleva allontanarsi dall’altro, non si erano mai sentiti così completi. Qualche istante dopo Miroku avvicinò il suo viso a quello di Sango per baciarla ancora, delicatamente poi si scosto da lei, sdraiandosi al suo fianco e lei si avvicinò al suo petto e si addormentò immediatamente, stanca, ma felice per quello che era successo. Miroku rimase a guardarla dormire per un po’ e poi anche lui si addormentò.
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-Mamma, mamma, dove sei?- urlò Kagome dopo essere uscita dal pozzo mentre si guardava intorno. La mamma le era mancata così tanto che non vedeva l’ora di abbracciarla.
Corse dentro casa e la vide intenta a cucinare.
 
-Mamma- disse nuovamente Kagome, ma questa volta con dolcezza e la madre si girò verso la fonte di quel richiamo.
 
-Piccola mia, ero preoccupatissima, credevo di non rivederti mai più-  disse la mamma correndo ad abbracciare la sua bambina. Kagome ricambiò l’abbraccio senza aggiungere altro.
 
-Mamma, mamma mi è sembrato di sentire la voce di Kagome- disse poi un bambino dall’alto delle scale.
 
-Sota!!- esclamò Kagome e il piccolo scese le scale di corsa per andare ad abbracciare sua sorella.
 
-Sorellona, sorellona, finalmente sei tornata. Ci sei mancata tantissimo. Cosa hai fatto tutto questo tempo?- disse a raffica Sota senza staccarsi dall’abbraccio di sua sorella.
 
-Tante cose fratellino, ma il nonno dov’è?- chiese poi non vedendolo arrivare. La sua assenza era stata lunga, sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa.
 
-È al tempio, sarà felicissimo di vederti- esclamò Sota.
 
-Chi sarà felice di vedere chi?- chiese il nonno entrando dalla porta.
 
-Nonno…-  disse Kagome correndo ad abbracciare anche lui.
 
-Oh piccola mia- disse l’anziano scoppiando in lacrime.
 
La gioia facilmente si fece spazio in quella casa, la mamma, il nonno e Sota facevano domande e Kagome rispondeva gioiosa e raccontava la sua seconda avventura nell’era Sengoku, nonostante fosse durata circa un paio di settimane, molto meno rispetto alla prima, le cose da dire erano molte. La sua famiglia era felice di ascoltare e la mamma aveva notato le luce che aveva negli occhi quando parlava di Inuyasha. La tranquillità venne spazzata via quando Kagome iniziò a parlare della sua morte.
 
-Cosa? Sei morta? E come mai sei qui ora?-  chiese Sota stranito, mentre il nonno e la mamma rimanevano in silenzio e preoccupati riguardo quella parte del racconto.
 
-Beh, il fratellastro maggiore di Inuyasha ha un potere speciale, riesce a riportare in vita le persone con la sua spada- disse lei allegra, ma quando incrociò gli sguardi scuri e preoccupati della sua famiglia si preoccupò, forse avrebbe dovuto omettere quella parte del discorso.
 
-Cosa c’è che non va?- chiese, nonostante si capisse benissimo il motivo del loro atteggiamento.
 
-E se non ci fosse stato il fratello di Inuyasha? Saresti morta ora, non ti avremmo mai più rivista- esclamò la mamma.
 
-Ma perché pensate sempre al peggio, ora sono qui con voi, sono viva- disse Kagome.
 
-Perché noi ti vogliamo bene Kagome- rispose la mamma.
 
-E io voglio bene a voi, ma voglio bene anche ad Inuyasha, quindi vorrei chiedervi il permesso di poter rimanere nel suo mondo per sempre- chise Kagome, le sue parole però era uscite fuori nel momento sbagliato.
 
-Tu vuoi andare per sempre in quel mondo? Quindi non ti vedremmo mai più?- disse la mamma leggermente alterata, la rabbia stava prendendo il sopravvento sul suo comportamento sempre tranquillo e pacato, non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere.
 
-Si mamma, io non posso vivere senza Inuyasha- disse Kagome, dirigendosi verso la sua stanza, lasciando la sua famiglia a riflettere sulle parole che aveva appena pronunciato.
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Inuyasha da quando Kagome se ne era andata non si era mosso dal suo ramo preferito del Goshinboku guardando verso il pozzo. Erano passati un paio di giorni e non era sceso nemmeno per mangiare, per quanto lui amasse farlo. Si sentiva quasi come se tutto quello che lo circondava non avesse importanza senza di lei. Miroku e Sango andavano spesso sotto l’albero per chiamarlo e cercare di farlo scendere, ma lui restava imperterrito su quel ramo, attaccato ad una speranza inesistente, ma alla quale non riusciva a rinunciare.

-Inuyasha, è inutile che resti lassù, non tornerà da noi, non tornerà più. Sicuramente la sfera sarà già distrutta e lei starà abbracciando la sua famiglia felice. La sua vita non era qui, la sua vita è lì con la sua famiglia, fattene una ragione!- urlò Miroku ai piedi dell’albero ormai alterato. Erano ore che cercava di convincerlo a scendere e non era stato l’unico, anche Sango ci aveva provato il giorno prima, ma inutilmente. Non sapeva come fare a convincerlo, non sapeva cosa dirgli, era evidente che la perdita era enorme, ma non poteva restare tutta la vita lassù.

-Inuyasha, devi pensare solo che lei sarebbe felice nel vederti godere la vita, non vorrebbe vederti buttarti via così, scendi forza- le orecchie di Inuyasha si drizzarono alle parole dell’amico e con un balzo gli atterrò accanto.

-Miroku, l’unico motivo per cui sono qui è per non sentirti più parlare- disse Inuyasha incamminandosi verso il villaggio.
-Sei sceso solo per questo?- chiese il monaco un po’ deluso.

-No, credo anche che tu abbia ragione, anche se mi è difficile ammetterlo- sussurrò poi il mezzodemone.

-Finalmente ragioni un po’, dai torniamo al villaggio, Sango mi aspetta- rispose Miroku camminando a fianco del mezzodemone e dopo poco tempo raggiunsero il villaggio.
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Le parole del nonno e della mamma le rimbombavano in testa, mentre dagli occhi le uscivano le lacrime, ormai aveva fatto la sua scelta, non poteva tornare indietro.

-Sfera, è il momento che tu scompaia per sempre- e la sfera scomparve definitivamente sotto gli occhi di Kagome. Le lacrime continuavano a scendere lungo il suo viso e non si fermavano, ormai la sua scelta era definitiva, ora non poteva più tornare indietro, ora doveva farsi forza e vivere la vita che aveva scelto.

Seduta ai piedi del Goshinboku, Kagome si asciugò le lacrime per fissare un punto indefinito davanti a se, la sua mente stava iniziando a svuotarsi completamente e si alzò in piedi quasi come se stesse facendo un movimento involontario, poi si riprese e un sorriso dolce le abbellì il volto.

-È ora di andare- disse tra se e iniziò a camminare verso un posto definito.
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-Finalmente Inuyasha sta cercando di riprendersi, oggi è con Miroku per aiutarlo contro le infestazioni di piccoli demoni- disse Sango.

-Si, l’amore per Kagome sarà difficile da dimenticare, ma ha già fatto un enorme passo avanti scendendo dall’albero- disse Akane intenta a preparare infusi medicinali da conservare con l’aiuto della piccola Kaede.

-E tu Kaede, rimarrai qui da Akane?­- Chiese poi la sterminatrice alla piccola.

-Si, mia sorella non c’è più, non ho altro posto dove andare- rispose la piccola.

-Mi dispiace molto per tua sorella- disse Sango abbassando lo sguardo, aveva riaperto nella piccola una brutta ferita.

-È sicuramente in un posto migliore, mi veglierà da lassù- rispose la piccola dirigendosi verso l’altra stanza.

-Non sarà facile per lei superare questa perdita, ma è una bimba forte- disse Akane.

Dei rumori di passi misero in allerta le due donne che erano nella stanza così, Sango subito prese il suo Hiraikotsu ed uscì dalla capanna per andare a controllare.

-Chi c’è?- disse guardando verso una figura femminile che si stava avvicinando, i colori delle vesti erano molto accesi e non se ne vedevano nel loro tempo.

-Sango, sono io, Kagome- urlò la ragazza iniziando a correre verso l’amica.

-Kagome?Sei davvero tu?-  esclamò la sterminatrice abbassando l’arma e attendendo che l’amica si avvicinasse abbastanza.

-Si- urlò lei buttandosi addosso all’amica stringendola forte nel suo abbraccio.

-Cosa ci fai qui? Credevamo di non rivederti più- disse Sango senza staccarsi dal suo abbraccio, nonostante fossero passati pochi giorni, la ragazza le era mancata tanto.

-Kagome sei tu?- disse Akane uscendo insieme a Kaede che avevano sentito le urla di Sango.

-Si, sono io-rispose sorridendo e andando abbracciare la sacerdotessa e la piccola Kaede.

-Entriamo, devi raccontarci come mai sei qui- disse Sango entrando in casa seguita da Kagome e poi da Akane e Kaede.

-Ho deciso che voglio passare il resto della mia vita qui, con voi e soprattutto con Inuyasha. Quando sono rimasta intrappolata dall’altro lato ho avuto tempo per riflettere, e nonostante avessi la mia famiglia sentivo un vuoto enorme che non riuscivo a colmare, quindi quando sono tornata due giorni fa dall’altro lato l’ho fatto solo per dire addio alla mia famiglia- disse la ragazza.

E la tua famiglia ti ha lasciato libera di tornare qui definitivamente?- chiese Sango curiosa.

-Beh no, hanno fatto un po’ di storie, soprattutto per il fatto che ho detto loro che sono morta, ma poi si sono convinti che non potevano impedirmi di stare con la persona che amo, quindi mi hanno lasciato tornare- rispose sorridendo.

-E la sfera?- chiese Akane.

-L’ho distrutta proprio appena dopo aver attraversato il pozzo- disse Kagome –inoltre ho lasciato alla mia famiglia il fiore del Goshinboku che ho preso da questo lato. Così qualche volta potrò sentirli e sincerarmi se stanno bene- aggiunse.

-E lo stesso sarà per loro- disse Sango sorridendo.

Qualche istante dopo qualcosa di molto veloce entrò in casa fermandosi appena sulla porta.

-Ho sentito l’odore di Ka…- iniziò a dire Inuyasha che si blocco di colpo vedendo l’oggetto dei suoi pensieri seduto davanti a lui.

-Inuyasha- disse Kagome alzandosi.

-Cosa ci fai qui?- chiese ingenuamente il mezzodemone, era una domanda di circostanza uscita dalla sua bocca senza averla pensata prima, ma infastidì un po’ Kagome.

- Che domanda è? Sono tornata per te, ma a quanto pare non ti importa così tanto. Seduto!- urlò la ragazza e subito Inuyasha venne scaraventato a terra.

-Perché?- chiese Inuyasha dolorante mentre si alzava da terra.

-Perché sei sempre il solito- disse Miroku entrando nella stanza e avvicinandosi a Kagome.

-Sono felice che tu sia tornata qui- disse abbracciandola.

-Grazie Miroku- rispose Kagome.

-Kagome, anche io sono felice che tu sia tornata qui e soprattutto sono felice che lo hai fatto per me- disse Inuyasha avvicinandosi alla sua amata, la donne che aveva atteso davanti al pozzo per giorni, e nonostante fosse sceso e si fosse allontanato non aveva mai smesso di sperare di poterla rivedere un giorno. Avrebbe aspettato per sempre il suo ritorno.

-La divina Kagome sperava un’accoglienza più calorosa da parte tua- disse Miroku.

-È il caso di andare a fare una passeggiata, devo dirti un po’ di cose- disse Inuyasha prendendo per mano Kagome. La presenza di altre persone lo metteva estremamente in imbarazzo, non riusciva a parlarle liberamente.

-Va bene- rispose Kagome seguendo il mezzodemone.

Camminarono senza parlare fino a quando non raggiunsero una piccola radura, non molto distante dalla capanna, con una cascata e una enorme vasca naturale, l’acqua proveniva da una sorgente di acqua calda.

-Sai, da quando sei andata via non ho fatto altro che pensare a te. Ho aspettato due giorni sul Goshinboku in attesa del tuo ritorno, ma non vederti mi stava distruggendo, così, grazie all’aiuto di Miroku ho deciso di scendere e di farmi una vita, perché ero sicuro che fosse quello che anche tu desideravi per me. Nonostante tutto, tu hai continuato ad essere il mio pensiero fisso. E quando oggi stavamo tornando ho notato questa vasca, mi sono fermato un attimo e ho iniziato a sentire il tuo odore in lontananza. Non volevo crederci, pensavo fosse solo immaginazione, infatti mi sono bloccato a pensare per qualche secondo, con Miroku che mi osservava stranito. Poi sono corso via, verso il luogo da cui sentivo provenire il tuo profumo e ti ho vista. Mille pensieri mi hanno invaso la mente, non avevo idea di cosa dire, non sapevo cosa far uscire dalla mia bocca e infatti è uscita l’unica cosa che non stavo pensando davvero. C’erano troppe persone in quella stanza, non sarei mai riuscito a dirti ciò che provo davvero- disse il mezzodemone d’un fiato. Mentre Kagome continuava a fissarlo senza spiccicare parola per lasciarlo continuare.

-Ci sono tante cose che vorrei dirti e che vorrei chiederti, ma per alcune credo di avere già la risposta. Quindi al momento l’unica cosa che vorrei dirti è che ti amo, ti amo da quando ti ho visto per la prima volta, ti amo da quando abbiamo intrapreso quel viaggio insieme, da quando ti ho vista nuda, anche se non avrei voluto, da quando mi hai lasciato per la prima volta attraversando il pozzo e ritornando a casa. Ti amo da quando ci siamo sentiti attraverso il Goshinboku e ti amo da quando sei tornata qui grazie al fiore che ti ho donato. Ho creduto di morire quando ti ho vista senza vita, e ho continuato ad amarti nonostante tutto sembrava perso. Ti ho amato quando ti ho visto di nuovo viva grazie a Tenseiga, ma lo ho fatto ancor di più quando ti ho baciato lasciando che tornassi dalla tua famiglia ed ho rinunciato a te per sempre. Non ho mai smesso di farlo, ma ho dovuto perderti per rendermene conto. Ho dovuto perderti per ben tre volte per rendermi conto che non sarei riuscito a vivere senza di te, che non sarei mai riuscito a rassegnarmi a non averti al mio fianco- disse Inuyasha tenendo le mani di Kagome nelle sue. In quel momento aveva tirato fuori tutti i suoi sentimenti, cosa che non aveva mai fatto. Ora si sentiva più libero e felice di aver confessato alla donna che ama tutto quello che sente. Kagome lo guardava con gli occhi lucidi, sentendo in quelle parole il reale amore del mezzodemone.

-Inuyasha, anche io ti amo dal primo momento in cui ti ho visto e non ho mai smesso di farlo, per questo sono tornata qui, per questo ho deciso di lasciare la mia famiglia. Lo ho fatto solo per stare con te- rispose la ragazza buttandosi al suo collo e baciandolo.

L’amore, il vero amore, traspariva da quel bacio dolce e senza malizia. Un bacio che sigillava quelle promesse fatte un istante prima. Un bacio che entrambi avevano desiderato dal primo momento in cui si sono incontrati. Inuyasha delicatamente la prese in braccio facendola sedere sul bordo della vasca senza mai smettere di baciarla. Delicatamente iniziò a spogliarla e lei fece lo stesso con lui. Quando entrambi furono completamente nudi si immersero nell’acqua calda e come due calamite le loro labbra si unirono nuovamente in un bacio, questa volta più passionale del precedente, ma sempre pieno d’amore. La carezze di Inuyasha nonostante fossero sempre delicate si facevano sempre più passionali. Kagome aveva avvolto le gambe attorno al corpo di Inuyasha. Entrambi erano pronti a compiere quel passo, ma un attimo prima di procedere fermarono il bacio per guardarsi negli occhi, entrambi videro nell’altro il desiderio di amarsi, così ripresero il bacio e Inuyasha lentamente entrò in lei. Il corpo di Kagome inizialmente si irrigidì e Inuyasha si blocco di colpo, ma quando la sentì rilassarsi riprese i suoi delicati movimenti. I loro corpi uniti si muovevano all’unisono e dopo un tempo che sembrò infinito entrambi raggiunsero il piacere e Inuyasha in quell’istante morse delicatamente un punto sul collo di Kagome. Senza dividersi l’uno dall’altro si guardarono negli occhi, erano felici, felici di appartenere l’uno all’altro per sempre.

-Il nostro futuro è insieme- sussurrò Kagome prima di perdersi nuovamente tra i baci e gli abbracci del suo amato Inuyasha.
 





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Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, sono in super ritardo anche questa volta. Questo capitolo è stato quasi un parto. Tra blocco dello scritttore e vari impegni non sono riuscita a scriverlo prima. La storia finalmente si è conclusa, come vi è sembrato questo finale? Spero vi sia piaciuto.
Lo so, Inuyasha non è uno che parla tanto, ma per concludere la mia storia avevo bisogno di fargli dire quelle cose. Spero non vi dispiaccia.
Quasi mi commuove sapere che questa storia è terminata, è stata la prima storia che ho iniziato a scrivere e nonostante non sia una storia chissà quanto particolare e bella resterà sempre nel mio cuore proprio perché è stata la prima.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e apprezzato la mia storia e tutti coloro che la hanno recensita, seguita e messa tra le preferite. Spero di vedermi nell'altra mia storia. Un grosso abbraccio a tutti, a presto!

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