25-03-2015

di shes_not_afraid1_D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** se n'è andato ***
Capitolo 2: *** nessuno lo sa ***
Capitolo 3: *** Tu sei pazza ***
Capitolo 4: *** Perrie ***
Capitolo 5: *** Pizza ***
Capitolo 6: *** Sigarette ***
Capitolo 7: *** ANNUNCIO ***
Capitolo 8: *** UN RISVEGLIO PARTICOLARMENTE FUORI DAL NORMALE ***
Capitolo 9: *** Discoteca ***
Capitolo 10: *** "Quindi sono il tuo sogno? " ***
Capitolo 11: *** "Non ce la faccio più" ***
Capitolo 12: *** "Vuoi la verità?" ***
Capitolo 13: *** Mamma ***
Capitolo 14: *** Non resistermi ***
Capitolo 15: *** "Prima uscita" ***
Capitolo 16: *** Così vicino, così lontano ***



Capitolo 1
*** se n'è andato ***


                                                                                              PROLOGO
                                                                                            "Se n'è andato"



Erano giorni strani, confusi, quelli che stavamo vivendo noi Directioners.
Zayn aveva lasciato il tour per motivi sconosciuti a tutto l’universo mondo e beh, ero piuttosto in ansia: non un messaggio su Twitter, non una notizia da Morini. Il vuoto.
Fino a che…                
“ Pronto?”       
“Se n’è andato”
“ Giulia che cavolo dici?”
“ Se n’è andato Luna. Zayn ha lasciato gli One Direction”
E il mondo mi crollò addosso. Ci crollò addosso.    

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Capitolo 2
*** nessuno lo sa ***


“Nessuno lo sa”
1.
Erano passati due giorni da quella chiamata ed io continuavo a non volerlo accettare. Insomma, Zayn Malik che abbandona la band più famosa del mondo dicendo “voglio vivere la mia vita come un normale ventiduenne” non poteva che essere un incubo, no?
“Luna alzati da quel letto e smetti di piangere per uno snob straricco” mi urlò mia madre con la sua delicatezza da ippopotamo spastico nel reparto cristalleria di un supermercato durante un terremoto.
“Zayn non è uno snob mamma!”
“Convinta tu! Ma fatti due domande: vi avrebbe abbandonate così se non lo fosse davvero?”
Le bestemmie, ecco cosa mi faceva salire quella donna: le bestemmie.
“Non fare quella faccia signorina, dico le cose come stanno”
“No mamma, non lo sai come stanno”
-Nessuno lo sa- aggiunsi mentalmente.
E lo odiavo profondamente. Odiavo non sapere cosa stava succedendo nella vita del mio idolo.
“Io vado in camera” dissi trascinandomi di nuovo su per le scale dopo aver afferrato una merendina piena di zucchero per il mio terzo “depression day” mentre mia madre blaterava frasi incomprensibili ad ogni comune mortale.
Scartando la merendina accesi il mio Mac bianco cercando di ignorare la foto dei ragazzi che avevo come blocco schermo. Caricai google, controllando le notizie sul suo abbandono.
“Puttanata, puttanata, ma chi prendono in giro?!” dissi buttandomi sul letto, ancora più scoraggiata di prima.

  • Nessuno lo sa, nessuno lo sa, nessuno lo sa-
“E allora scopriamolo!”
Mi precipitai di nuovo in cucina e,  prima che mia madre mi tirasse dietro una padella, urlai in un misto di pazzia e depressione cronica: “Quanti soldi ho sulla carta di credito?”

Primo capitolo della mia storia che spero di non essere la sola a leggere.
Ma comunque, fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto <3

 

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Capitolo 3
*** Tu sei pazza ***


“Tu sei pazza”
2.
Se qualcuno mi avesse vista quella mattina all’ aereoporto  probabilmente mi avrebbero presa per una scappata di casa, il che non era propriamente vero…però va bene comunque.
Dopo aver realizzato che i soldi che possedevo mi sarebbero bastati per almeno due mesi di viaggi, avevo preparato le valige e avevo prenotato il mio primo biglietto: Londra.
Andavo a trovare Perrie. Con il lavoro di mio padre fissare un incontro non era stato complicato, dopo aver tralasciato che ero una delle tante cotta e stracotta del suo ragazzo, ovviamente.
Ok, non lo avevo detto a mio padre, ma non lo avrebbe mai saputo, ormai passava sugli aerei tre quarti della sua vita.
La suoneria del mio cellulare mi riportò sulla terra:
“Pronto?”
“Ma sei completamente impazzita??”
“Ciao anche a te Giulia”
“Non fare finta di nulla! Tu, sei completamente pazza. Cosa pensi di ottenere? Risposte? Pensi seriamente che Zayn Malik verrà a spiegare a te i motivi per cui se n’è andato? Ma di cosa ti sei fatta?”
“Sapevo che saresti stata d’accordo amore della mia vita” dissi ironicamente. Giulia era la mia migliore amica, ma la consideravo più come una sorella maggiore, anche per le ramanzine che mi faceva quando non “ragionavo come una persona dalle piene attività celebrali” usando le sue parole.
“Luna questa volta hai davvero superato i limiti…”
“Giulia se non vado chi ci racconterà la verità?” urlai al telefono sull’orlo delle lacrime.
“Io sono stufa di dovermi accontentare delle notizie che si leggono su internet. Sono stufa di sentire una cazzata dopo l’altra. Sono stufa di non sapere dov’è. Sono stufa porca puttana.” Ormai piangevo.
“…dove sei?” mi chiese, capendo di essere stata LEI a superare il mio limite.
“All’aereoporto.”
“Mandami un messaggio quando atterri”
Fortunatamente era molto presto e la poca gente intorno a me non fece caso alla ragazza che si asciugava le lacrime per evitare che sbavasse tutto il mascara.
Volevo un abbraccio e questo detto da me era una cosa molto rara: odiavo essere toccata e tantomeno abbracciata.
“Signorina il suo volo è in partenza, si deve sbrigare se non vuole perderlo” mi disse una ragazza che poteva avere si e no due anni più di me con la divisa della compagnia aerea.
“Si…grazie per avermi avvisata…” risposi facendo un debole sorriso e infilandomi le cuffie.
Menomale che esiste la musica, o avrei passato il tempo a farmi venire mal di stomaco.
***
“Grazie per aver scelto di viaggiare con noi, vi preghiamo di alzarvi e dirigervi verso le uscite”
Avevo scoperto di soffrire il “mal d’aria da ansia” e la prima cosa che feci fu correre in bagno.
Puah.
Una volta uscita dal bagno chiamai un taxi e mi feci accompagnare al mio hotel per posare le valigie.
Mia madre aveva accettato di farmi partire solo a patto che mi sarei scelta un hotel “decente”, ma non conoscendo alberghi che rispondessero a questa qualità lo lasciai prenotare a lei. Dovevo immaginarlo che mi avrebbe prenotato la suit con terrazzo di un palazzo  parecchio alto.

-La sua povera creatura non può dormire a meno di 20 metri da terra?-  mi chiesi scuotendo la testa.

Il mio appuntamento era fissato per le 16:00 del giorno seguente, così decisi di recuperare le ore di sonno che avevo accumulato durante quella settimana senza nemmeno degnare il mio stomaco di un panino.

 

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Capitolo 4
*** Perrie ***


PERRIE
3.




“Venti sterline prego” mi disse il tassista con un forte accento londinese.
Pagai il viaggio, scesi dalla macchina infilando gli occhiali da sole della Ray-Ban e chiusi la portiera. L’auto partì ed io iniziai a fissare l’ edificio che avevo davanti, doveva essere una specie di studio di registrazione o qualcosa del genere.
Entrai spingendo la porta bianca e diedi il mio nome alla ragazza della reception e mi sedetti su una poltroncina di pelle, per poi rialzarmi subito dal troppo nervosismo. Non sapevo cosa dire una volta di fronte a lei...e se dopo aver capito che ero lì per Zayn mi avesse cacciata?
Non potevo interrompere la mia ricerca ancora prima di partire...
“ E’ lei la signorina Lewis?” la voce di una donna mi fece sobbalzare.
“Si, sono io” risposi.
“Mi segua, Perrie la sta aspettando”
E fu così che svenni sul pavimento di marmo bianco.
No, ok, non svenni, ma ci mancò poco. La donna mi scortò fino ad una porta e poi si allontanò. Sentivo le gambe tremare quando bussai : “ E’ permesso?”
“Si entra pure.” Non ero una fan delle Little Mix, ma vedendomela lì davanti sentii comunque una stretta allo stomaco.
“C-ciao…”
“Ciao. Tu devi essere Luna.”
“Si sono io…”
“Sei una Directioner vero? Hai gli occhi ancora pieni di lacrime.”
“…”
“Per cosa sei venuta? Per accusarmi di essere la colpa di tutto?”
“Lo so perfettamente che non è colpa tua, non sono così stupida” dissi seccata.
Probabilmente non si aspettava una risposta così.
Sorrise.
“Scusami, lo avevo dato per scontato. Allora illuminami, Luna, perché sei qui?”
“Lo so che non me lo dirai mai, ma…sono qui per sapere perché se n’è andato…”
Chiusi gli occhi, rendendomi conto del livello di imbarazzo che provavo in quel momento.
“Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo?”
“Si, ma…Perrie prova a capirmi. Non sappiamo nulla, NULLA. Dopo cinque anni credo che sapere il motivo del suo abbandono. Tu non hai mai avuto idoli? Non avresti voluto delle risposte?” stavo per mettermi a piangere di nuovo.
“Un po’ hai ragione, ma lo sai che non spetta a me parlarne vero? Facciamo così, parla con i ragazzi, probabilmente loro potranno raccontarti tutto. Per te va bene prendere un aereo per il Giappone?”
Il Giappone…come avrei fatto da sola a trovare i ragazzi?
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Ciao a tutte! Per prima cosa mi scuso per la mezza merdina che avete appena letto…ero molto predisposta a scrivere un capitolo decente quando ho letto del litigio tra Lou e Naughty Boy e mi si è un pelo arrampicato il crimine, poi ho letto dell’uscita del nuovo singolo di Zayn ed ero pronta a compiere un omicidio…
Vi prometto che il prossimo sarà 10000000 volte meglio, giuro!
Intanto se vi va scrivetemi cosa ne pensate della storia, anche se sono usciti solo 4 capitoli, e di quello che è successo sta notte
Al prossimo capitolo :*

 

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Capitolo 5
*** Pizza ***


                                                                                                                 PIZZA
                                                                                                                     4.



 
 
Ok lo ammetto, la odiavo, ma la prima cosa che fece quando uscii dallo studio fu prenotarmi il primo volo per il Giappone, quindi il mio odio per quel momento era sparito. Magari voleva solo sbarazzarsi di me, anzi , molto probabilmente era così, ma non importa: mi aveva risparmiato un bel po’ di tempo.
Scesa dall’ aereo presi un taxi per raggiungere lo stadio dove i ragazzi avrebbero cantato quella sera. Stavo per incontrare i miei idoli, beh…quasi tutti.
***
“ ミスは、チケットなしで行くことができない”
Guardai l’ addetto alla sicurezza con aria confusa, impallidendo.
Quest’ultimo a sua volta mi lanciò un’occhiataccia e sbottò qualcosa che poteva sembrare un “ kjdwuhwhfwuhfwh”.
“Mi scusi io…io non capisco” dissi io sull’orlo di una crisi isterica.
“Si sposti si sposti, lasci fare a me su” un omone sulla quarantina spostò l’ addetto da davanti a me cacciandolo a chiamare non so bene chi.
“Ha detto che senza biglietto non si può passare”
“Oh, ma io ho il biglietto” e ringraziando dio lo tirai fuori dalla borsa, porgendoglielo.
“Uhm…accidenti, ne avevano di soldi da spendere i tuoi genitori.”
Risi, mi piaceva quel tipo : “ Diciamo che ho dei buoni contatti”
“Immagino, per di qua. I ragazzi stanno cenando, ma credo che possano passare del tempo con te”
Gli sorrisi ed entrai in quelli che credo fossero i camerini.
“Oh cazzo” una voce a me fin troppo conosciuta mi fece rendere conto di quello che avevo davanti.
Mi paralizzai : Harry Styles stava in boxer davanti a me, con le guance completamente rosse e con quel sorriso, con quelle fossette che fino a quel momento avevo solo sognato.
“Haz che succ…oh…ciao, tu chi sei?” esclamò Liam fortunatamente vestito.
“ Ragazzi si può sapere con chi state parlando?” Louis aprì la porta con un pezzo di pizza mezzo morsicato in mano.
Tre paia di occhi iniziarono a fissarmi, aspettando che mi presentassi.
“PIZZAAAAAAAAAAA!” un tornado biondo con gli occhi stupendamente azzurri si lanciò addosso a Lou.
 Liam alzò gli occhi al cielo avvicinandosi a Niall e sollevandolo dai fianchi per poi scaraventarlo su un puff arancione.
“Isomma ragazzi, diamoci un contegno, abbiamo compagnia, non vedete?” disse Harry sorridendomi maliziosamente.
“Disse l’uomo in boxer…” rise Lou.
“Hazza la smetti di sorriderle così? La metti a disagio, e vatti a vestire : ORA!” Liam prese in mano la situazione e voltandosi verso di me disse : “ Immagino che tu sia abituata alla nostra pazzia, non è vero?”
Annuii e tesi la mano verso di lui : “ Sono Luna, piacere.”
“Fidati bimba, il piacere è tutto mio!” urlò in risposta Styles dal bagno.
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Buona pasqua in ritardo a tutte!
Lo ammetto, scrivere questo capitolo è stato molto divertente * faccina perversa*
Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando una recensione. Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 6
*** Sigarette ***


SIGARETTE
5.




 
 
“Secondo voi hanno la pizza qui?”       
“Niall, siamo in un ristorante giapponese: non credo che facciano la pizza” 
“Beh magari si…”
Niall si eclissò di nuovo nel menù, alla disperata ricerca di qualcosa di simile ad una pizza.
“Fa sempre così?” bisbigliai a Liam cercando di non ridere.
“Molto spesso, ma dopo un po’ ti ci abitui…” mi rispose lui.
“Liam ci stai provando con la MIA ragazza?” esclamò Harry fissandoci.
“ Harry non è la tua ragazza…smettila di fare il bambino.”
“Amoree, stiamo insieme da poco e già mi tradisci?” disse rivolto a me.
Abbassai lo sguardo ingozzandomi di sushi cercando di prendere tempo, dando alle mie guance la possibilità di tornare del loro colore naturale.
“Sei una testa di cazzo…” gli disse Liam ad Hazza.
“Gn…” rispose quest’ultimo facendogli la linguaccia.
“Ragazzi non hanno la pizzaaa!” urlò Niall facendoci tutti sobbalzare.
“Dio porco Niall!” questa volta fu Styles ad urlare e prima che il biondo potesse ancora lamentarsi gli infilò un pezzo di sashimi in bocca a tradimento.
“gagfaggncugnlo…mhh buono però, ce n'è ancora?”
Scoppiai a ridere passandogli il mio piatto.
Mi girai verso Louis che se ne stava zitto da quando eravamo arrivati nel locale.
“E’ tutto ok?” gli chiesi avvicinandomi.
“Sto per compiere un omicidio…” disse facendomi leggere i tweet a cui stava rispondendo.
“Ragazzi…guardate qui” dissi rabbuiandomi: Lou stava discutendo con Naughty Boy.
“Fammi capire, questo sta insultando le nostre fan?!” chiese Niall smettendo di mangiare.
“Si…” disse Lou.
“Beh Pumpkin glielo stai proprio mettendo nel…”
“Harry!” Liam lo fissava scandalizzato.
“Che c’è? E’ vero”
Tornai a fissare lo schermo del cellulare.
“OH CAZZO!” dissi io facendolo quasi cadere a terra.
“ Poi sono io quello poco fine eh” sbottò Harry.
“Cosa succede Luna?” mi chiese Tommo.
Tremando gli porsi il telefono.
“BRUTTO BASTARDO” esclamò a sua volta Louis facendo vedere anche agli altri.
Si fissarono tutti e calò il silenzio.
Louis camminava su e giù vicino al muro…sembrava quasi più sconvolto di me.
“Voi…voi non lo sapevate?” chiesi con un fil di voce.
“Quello stronzo… una vita normale. Coglione.” Louis stava perdendo la pazienza.
“No Luna, noi non…”
“Ci ha mentito…ha mentito a tutti. Cazzo aveva detto che…porcodio… scusate ragazzi devo…devo uscire un attimo”
Corsi fuori: diluviava. Le lacrime mi rigavano il viso.
Non potevo stare lì, quindi salii sul terrazzo del ristorante.
Lo odiavo, lo odiavo a morte.
“Voglio una vita normale” aveva detto…e poi quel coso discutendo su twitter con Louis  posta un nuovo singolo con Zayn.
Tirai fuori il pacchetto di Black Devil che tenevo nello zaino per le emergenze e armeggiai con l’accendino, ma le mani mi tremavano così tanto che mi cadde per terra.
“Dio…” mugugnai cercando di asciugarlo.
“Vuoi una mano?” la voce di Louis mi fece sobbalzare.
“Si, grazie…”
Mi si avvicinò e prendendomi l’ accendino di mano per portarlo alla sigaretta, facendolo scattare.
“Ti fa male fumare sai?” mi disse sorridendomi.
Aspirai profondamente annuendo.
“Dimmi che mi sono immaginata tutto…”
“Dillo tu a me, o rischio di finire in carcere per averlo ammazzato.”
Mi leccai via lo zucchero del filtro dalle labbra.
“Non ha nemmeno pensato di intervenire nella discussione” dissi
“Io ero innamorata di lui…” mi girai verso di Lou e vidi le lacrime che adesso scendevano dai suoi occhi.
“Era come un fratello…” disse guardando in basso.
Gli porsi la sigaretta e con un dito cercai di asciugargli il viso.
Aspirò forte inghiottendo il fumo e iniziando a tossire.
Iniziai a ridere, così, senza motivo e lui con me.
“Odio fumare” mi restituì la sigaretta senza smettere di ridere.
Sembravamo due ubriachi, ma chissene importa.
Mi appoggiai alla sua spalla, permettendo al suo braccio di stringermi.
Il mio cuore batteva all’impazzata, come se fosse sul punto di esplodere.
“Forse dovrei tornare a casa e finire qui questa storia…” dissi guardando il cielo: le nuvole stavano sparendo.
“ No, tu andrai a parlare con Zayn e troverai delle risposte.”
“Mi sembra di averne avute già troppe questa sera”
“Ok, allora lo andrai a prendere a pugni” Risi.
“Ho paura Lou…”
“Te lo prometto piccola : noi saremo sempre qui per voi” mi disse sorridendo.
Ricambiai il sorriso chiudendo gli occhi e ,un po’ per la rabbia, un po’ per la stanchezza, mi addormentai tra le sue braccia, mentre la sigaretta di spegneva sfrigolando entrando in contatto con l'acqua di una pozzanghera.
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Buon pomeriggio bimbe belle.
Capitolo all’insegna del romanticismo *Puah*
No scherzo.
Spero vi piaccia perché personalmente sono molto fiera di me stessa.
Come sempre scrivetemi cosa ne pensate con una recensione e noi ci sentiamo al prossimo capitolo <3

 

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Capitolo 7
*** ANNUNCIO ***


annuncio :

mi scuso per l' assenza, ma la scuola mi sta davvero  soffocando. vi prometto che appena terminata ricomincerò a scrivere.
un bacione a tutte e mille grazie alle nuove lettrici. <3

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Capitolo 8
*** UN RISVEGLIO PARTICOLARMENTE FUORI DAL NORMALE ***


RISVEGLIO PARTICOLARMENTE FUORI DAL NORMALE
 7.
 
“Dorme?”
“Respira?”
“Lou rilassati, era solo stanca.”
“Mi rilasserei di più se mi rispondessi…”
“Sarebbe meglio se si svegliasse: è ora di colazione”
“NIALL!”
“Che c’è?!”
“Mhh” mi lamentai da sotto le coperte: ma perché i ragazzi non mi lasciavano dormire?
-un attimo…i ragazzi non mi lasciavano dormire??-
Aprii gli occhi di colpo mettendomi a sedere, trovandoli seduti sul pavimento di fronte al letto.
“Buongiorno Luna” mi salutò Liam
“Hei amore! Visto che respira, Lou?”
“Harry, taci.” disse Louis con sguardo assassino.
“Scusi…”
“Dove siamo?” chiesi reggendomi la testa con la mano.
“All’ hotel, ovviamente. Sei carina, ma un po’ tonta tesoro” disse Harry scarmigliandomi i capelli.
“Fuori! Tutti quanti!” dissi allora colpendoli uno per uno con il cuscino del mio letto.
“Ma amore…”
“Ho detto fuori!” continuai cercando di rimanere seria. Una volta usciti dalla mia stanza controllai dal cellulare se la demo che avevamo visto la sera prima fosse stata effettivamente pubblicata e, mio malgrado, era ancora là. Mi vestii e uscii anche io raggiungendoli.
 Li trovai a discutere su quale glassa fosse migliore sulle ciambelle.
“Ti dico che alla fragola è più buona Niall.” Stava per l’appunto dicendo Louis.
“Bah…”
“Io dico che ala vaniglia è migliore” disse Liam.
Mi sedetti al tavolo ( si, perché nella loro camera d’albergo c’era un tavolo, e una cucina. Era una casa quella camera) e alzai umilmente una mano : “Per me, il cioccolato vince.”
Si voltarono tutti verso di me. “Io lo avevo proposto il cioccolato, ma Hazza non vuole mettere grasso attorno alle cosce.” Disse Niall
“Niall ti ho sentito sai?” urlò Harry dal bagno.
“Zitto riccio!” furono le parole di rimando da Lou.
“Niall mai sentito parlare di ciambelle fragola e cioccolato?” dissi io
Il suo viso si illuminò e saltò su indicandomi : “ Questa ragazza mi piace! Liam, chiama il ristorante!”
Risi. Non potevo farne a meno. Era un modo per allontanare la tristezza che mi attanagliava lo stomaco. Forse avrei dovuto chiamare Giulia.
Il vibrare del mio telefono nella tasca arrivò come se quella ragazza avesse qualche misterioso potere psichico.
“Giulia? Si ciao. In Giappone.” Cercai di parlare il più piano possibile alzandomi e allontanandomi dal tavolo. “CHECCAZZOFAIINGIAPPONE?” gli ultrasuoni nella sua voce mi stesero un timpano e tutti nella camera-casa si voltarono verso di me. –Grazie Giulia-
“Giu abbassa la voce.” Sibilai.
“Perché? C’è qualcuno con te? Qualche giapponesino carino?”
“Giapponesi?? Pft. Io sono meglio di un giapponese.” Aveva sentito pure Harry dal bagno.
“Chi era?” mi chiese lei senza smettere di urlare.
“Giulia in Italia sono le due di notte. Cosa ci fai sveglia?”
“Non ignorare le mie domande Luna!”
“Non sono con nessuno.” Dissi tra i denti.
“Bimba sei con Harry Styles, sono molto meglio di nessuno.”
“Styles quando esci da quella stracazzo di doccia io ti lancio dalla finestra!” dissi io spazientita.
“Aggressiva la ragazza” commentò Liam.
“Luna dimmi che ho capito male. Dimmi che non sei davvero con Harry senza avermelo detto se no giuro che a volare dalla finestra sarai tu.”
Sbuffai esasperata iniziando a camminare avanti e indietro sotto lo sguardo preoccupato di Louis che mi aveva seguito nella mia parte di camera.
“Si Giulia. Ho trovato i ragazzi e ho passato la notte nel loro hotel perché era troppo tardi. E si ho sentito della demo non me lo chiedere. Giuro che ti chiamo dopo, magari quando lì sarà giorno.” Buttai fuori le frasi tutto d’un fiato. La sentii sospirare dall’altra parte della cornetta.
“Va bene, ma se non mi fai parlare almeno una volta con Niall ti spenno.”
Mi lasciai cadere sul letto.
“Stai bene?” Louis si sedette di fianco a me. Era carino a preoccuparsi, come era stato carino a portarmi con se.
“Sinceramente? Non lo so. Louis forse dovrei tornare indietro, a casa. So che ne abbiamo parlato ieri, ma non ho più bisogno di risposte: Zayn è solo un idiota.”
“Quindi, vuoi mollare?”
“Lou…non si sa dove sia, coma farei io a trovarlo? E poi…non ha più bisogno di noi.”
“Vuoi mollare.” Ripeté lui.
“Non è mollare Louis, ma come farei a viaggiare per stargli dietro? Non ho abbastanza soldi per girare tutto il mondo, una parte forse, ma non tutto.”
“Potresti stare con noi…”
Sentii una fitta al cuore. “Lou non posso…”
“Ma perché no?” lo avevo sconvolto davvero.
“Perché non mi conoscete e…non vi voglio imporre la mia presenza. Insomma, io sono innamorata di ognuno di  voi. Sarei pesante ed essere un peso per le persone che ami è orrendo.” Lou fece per aprire la bocca, ma il ripetuto bussare alla porta lo zittì.
“Vado io!” urlò Harry dal bagno. Lou alzò gli occhi al cielo “Credo sia meglio controllarlo, spero che non sia la cameriera carina.”
Io annuii e lui mi guardò preoccupato “Luna, facciamo così, ne parliamo dopo quando non ci sarà il rischio di avere due ragazze con noi.” mi sorrise debolmente e io feci lo stesso. “Inizia ad andare, io arrivo.”
Si alzò dal letto e mi lasciò sola. Mi presi il viso tra le mani. Avevo una tale confusione in testa che avevo paura che scoppiasse.
Sentii il profumo di ciambelle calde invadere l’aria quindi feci per andare ad unirmi agli altri, solo che mi trovai davanti Harry, con solo l’asciugamano attorno alla vita, di nuovo.
“Beh? Sono venuto a farmi buttare dalla finestra.” Io deglutii cercando di valutare le vie di fuga da quella situazione che sarebbe sfociata nella mia completa perdita di dignità. E ci provai a cercarla, la via di fuga, solo che i suoi tatuaggi mi stavano chiamando, giuro.
“Non parli più?” okay, erano passati trenta secondi e lui mi guardava divertito. Indovinate cosa feci? Niente, assolutamente niente! Fatto sta che il signorino pensò bene di avvicinarsi di più a me, così, tanto per farmi morire. “Vieni a fare colazione Luna?” mi sciolsi, completamente.
Il mio nome che usciva dalle sue labbra era un qualcosa di paradisiaco. Annuii e lui si scansò per farmi passare e poi mi venne dietro. Pensai quasi di essere in un sogno quando mi risedetti al tavolo.
“Wo Luna che è successo?” mi chiese Niall che stava addentando una ciambella dalla glassa dello stesso colore della mia faccia.
“Nien…niente” risposi io senza alzare lo sguardo facendo finta di essere interessata alle ciambelle sul vassoio. Ero talmente agitata che mi misi a contarle, più volte: erano dieci.
“Riccio che hai fatto? Possibile che ti si debba tenere lontano da qualunque essere vivente femminile?” gli chiese Louis ridendo. Harry scoppiò in una risata cristallina e si sedette. Di fianco a me. Ma porca puttana Styles!
“Guarda che non l’ho toccata Lou.” Disse addentando la sua colazione.
“E’…è vero Lou, tranquillo.” Perché era vero per davvero ( Sono consapevole di quello che ho scritto) però io ero comunque a metà tra lo svenimento e la danza della felicità. Cercai di sviare il discorso : “Quindi…cosa dovete fare  oggi?”
“Niente.” Mi disse Liam.
“Come niente? Siete la band più famosa del mondo, non avete interviste o incontri o che ne so?”
“Giorno libero baby, il nostro lavoro stanca.” Mi disse Hazza scompigliandomi i capelli.
“Ma tu no? Stai sempre nudo o a volte degni le persone di poterti guardare vestito?” ribattei io scansandomi.
“Mi guarderai di più da vestito?” fece un sorriso perverso che madonna mia Styles i miei poveri ormoni.
“Tu vestiti e basta”
“Come vuoi bimba.” Si alzò e sparì da qualche parte nella casa-camera. Sbuffai.
“Lascialo perdere, fa sempre così.” Disse Liam senza alzare lo sguardo dal telefono “C’è una discoteca poco lontano da qui, ci andiamo? Tanto domani partiamo di pomeriggio.”
“Per me va bene, Louis?” chiese Niall.
“Ma si. Liam vai tu a parlare con la sorveglianza.”
“Tu non ti alzare mai, eh Tomlinson.” Disse alzandosi dalla sedia.
“L’idea è stata tua Daddy. Dai per favooooore.”
“Risparmiami quella faccia Lou, sto andando.” Uscì dalla stanza e Louis scoppiò a ridere. Poi si rivolse a me : “Tu vieni?”
“Si, perché no. Ma penso di dover recuperare un po’ di ore di sonno. Sai, il jet lag.”
“Hai ancora sonno?” mi chiese Niall.
“Ho dormito male. E se dobbiamo star fuori tutta la notte è meglio se mi riposo.”
Finii la mia ciambella e andai a sedermi di fianco a Lou. “Ti vedo giù.” Mi disse facendomi passare un braccio dietro le spalle. Mi volevano morta, lui e il coso riccio che ci guardava sottecchi da dietro una tazza di caffè.
“Stai tranquillo, ho solo un po’ di mal di testa. Magari torno di là e dormo ancora per qualche ora così sta sera sono sveglia.”
“Va bene.” Gli sorrisi e mi alzai, anche per allontanarmi da quella situazione troppo strana per i miei gusti. Tornai sul mio letto e connessi il telefono al wi-fi dell’albergo per leggere un paio di capitoli di “Dark”, ma non ricordo a che punto della storia fossi perché probabilmente pochi minuti dopo mi addormentai di nuovo.

 

 

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Capitolo 9
*** Discoteca ***


DISCOTECA
8.
 
“Toc Toc.” Una voce dolce mi svegliò da un sogno così leggero che volò via come una piuma senza lasciare tracce nella mia memoria. Mi stiracchiai aprendo gli occhi lasciandomi acciecare dalla luce del sole. Tutte le nuvole della sera prima erano sparite.
“Dormi bimba?” era Harry. Vi lascio immaginare gli ormoni. “No sono sveglia.” Dissi balbettando quasi cadendo dal letto.
“Posso entrare?” mi chiese con un velo di preoccupazione nella voce.
-Vuole entrare … che faccio? Che dico? Che???-
“Dipende. Perché?” frase migliore non mi venne.
“Boh guarda la domestica giapponese  mi ha chiesto di controllare che il colore delle tende si abbini al piumone.”
“In questo caso di alla cameriera che i colori sono perfetti.”
“Dai fammi entrare che se torno di sotto con il tuo cibo intatto Lou è capace di farsi venire un attacco di panico.” Il mio stomaco brontolò. Mi alzai dal letto e andai ad aprire.
“Buon giorno, di nuovo.” Mi disse sorridendo non appena mi vide. Grazie a Dio si era vestito, ora indossava un paio di jeans aderenti neri e una camicia a quadri nera e rossa leggermente aperta sul petto.  Lo guardai forse per un po’ troppo, estasiata. Dovete sapere che la mia ossessione per i ragazzi va a periodi: ogni tot tempo aumenta nei confronti di uno della band e credo che il mio “Periodo Harry” sia ricominciato in quel momento.
“Che ore sono?” chiesi riprendendomi.
“Le due, hai dormito altre sei ore. Complimenti io non ce la farei mai a dormire così tanto.”
“Di solito nemmeno io. Cosa c’è lì?” chiesi adocchiando la scatola bianca che reggeva in mano.
“Sushi. Sappiamo che lo hai mangiato ieri, ma non sapendo cosa ti piace…beh, tieni. Louis ha scelto i gusti.” Me la porse e io tornai sul letto incrociando le gambe. Lui mi seguì e si sedette di fianco a me.
“Io e i ragazzi pensavamo di uscire a fare un giro oggi pomeriggio, prima della discoteca.”
“Mhh” dissi intingendo il primo boccone nella salsa di soia “Va bene.”
“Tu vieni con noi?”
“Non so, magari sto qui e mi preparo per sta sera. Sai no, doccia, trucco. Cose da ragazze.”
“Capisco.” Disse lui “A cena mangiamo in giro vicino alla discoteca ok? Noi torniamo per le otto a prenderti.”
“In sei ore credo di riuscire a prepararmi.” Dissi sorridendo. Avevo praticamente già finito di mangiare e mi ero alzata per cercare un posto dove buttare la scatola. “Vicino all’entrata c’è un cestino” mi disse Harry quasi avesse letto i miei pensieri.
“Quindi ora vai?” gli chiesi dall’altra stanza mentre tornavo indietro.
“Non vedi l’ora che mi levi dalle scatole eh.”
“Ma va, solo che magari fai tardi con i ragazzi. Non voglio farti perdere tempo.” Lui fece per dire qualcosa ma restò in silenzio.
“Okay vado. Non ustionarti con l’acqua della doccia o inciampare nella moquette mi raccomando.”
“Harry non ho due anni sai?”
“Si lo so. A dopo allora.” Si alzò e mi diede un bacio sulla guancia prima di andarsene. Sospirai ignorando il calore delle mie guance. Era il mio idolo, non dovevo farmi venire idee strane.
Rovistai per un po’ nei cassetti per trovare gli asciugamani e poi mi diressi in bagno, pensando a cosa avrei indossato quella sera.
***
“Luna sei pronta? Dai che devo entrare in bagno.” Niall bussava insistentemente sulla porta da quasi dieci minuti. E io da quasi dieci minuti rispondevo “Solo un attimo.” Se non fossi uscita subito l’irlandese avrebbe buttato giù la porta.
Mi guardai allo specchio controllando di aver messo tutto ed aprii la porta. Non ebbi neanche il tempo di uscire che un tornado biondo mi investì sbattendosi la porta alle spalle.
“Perché questo bagno sa di fiori?? Io sono un uomo! Non posso sottopormi a questi odori.”
Alzai gli occhi “Niall ringrazia che ti ho fatto entrare. Gli altri sono sotto?”
“Sono all’entrata, occhio a non farti investire dalla sicurezza. Stai bene vestita così!” arrossii.
Avevo deciso di mettere un paio di jeans strappati, un top top bianco a maniche corte e la giacca di pelle con ai piedi le mie vans nere. Misi anche la sciarpa perché fuori doveva fare piuttosto freddo e io non avevo portato la giacca pesante da brava persona intelligente.
Mi ero truccata in modo piuttosto marcato, utilizzando uno smokey eyes nero che contrastava con i miei occhi azzurro vitreo, e avevo lasciato i boccoli rossi sulle mie spalle senza raccoglierli. Di solito non uscivo conciata in quel modo, ma capirete che per uscire con gli On Direction bisogna essere un minimo presentabili, vi immaginate? Quattro angeli e uno sgorbio.
Presi la borsa e uscii dalla stanza per andare a prendere l’ascensore.
Arrivata nella hall la prima cosa che fidi furono le ragazze accampate davanti alle vetrate che chiamavano i ragazzi a gran voce. Mi sentii in colpa, perché loro erano lì fuori al freddo che speravano di vederli e abbracciarli e io invece senza un apparente motivo logico stavo per uscire con i ragazzi. Mi girai, un po’ per evitare di guardarle, un po’ per cercare i tre visi famigliari che tecnicamente stavano aspettando me.
“Pss.”sembrava che qualcuno mi stesse chiamando, ma io non vedevo nessuno.
“Pss! Luna, siamo qui.” Era la voce di Liam, che proveniva da una porticina semi aperta e poco visibile ai poco attenti ai dettagli. Mi guardai intorno ed entrai furtivamente in una stanzina bianca non particolarmente arredata.
“Che state facendo qui? Non dovevamo andare?”
“Stiamo aspettando che la sicurezza ci dia il via libera” mi disse Lou venendomi ad abbracciare “Sei bellissima.”
Imbarazzatissima io ricambiai a fatica l’abbraccio smettendo quasi di respirare. Il mio sguardo transitò per pochi istanti sul viso di Harry che mi squadrava sorridendo. Forse me lo immaginai, ma mi sembrò di vedere un occhiolino. Louis si spostò e guardò l’orologio.
“Ma Niall dov’è finito?”
“Si è lanciato in bagno lamentandosi del profumo di fiori.” Gli dissi io.
“Ah beh, allora sta arrivando.” Disse lui alzando le spalle. La porta si aprì e un energumeno vestito di nero e alto sul metro e novanta entrò nella saletta e mi lanciò uno sguardo assassino. “E tu saresti?”
Rimasi impietrita con il terrore che quell’uomo potesse alzarmi di peso e scaraventarmi fuori dall’hotel.
“Lei è Luna, Bob. Viene con noi.” Disse Louis.
“Io non ne so niente.” Ribatté Bob senza smettere di guardarmi male.
“Perché non pensavamo vi causasse problemi. E’ nostra ospite, punto.” Disse Liam con tono fermo.
La conversazione sarebbe finita molto male se non fosse stato per Niall, che entrò dicendo : “Eccomi gente, andiamo a mangiare.”
Bob distolse lo sguardo da me e concentrò i suoi occhi iniettati di sangue verso il biondo.
“Sei in ritardo.” Gli disse seccato.
“Lo so, lo so. Andiamo?”
“Uscite e passate dal retro…”
“Perché dal retro scusi? Le ragazze là fuori aspettano solo di poterli vedere…” dissi io stupita.
“Senti, signorina. Qui si tratta della loro sicurezza e….”
“Bob, Luna ha ragione, facci passare dall’entrata principale.”
Penso che se avesse potuto, Bob mi avrebbe volentieri uccisa. Rimase in silenzio per qualche secondo per poi uscire imprecando.
“Grande Luna!” mi disse Lou dandomi una pacca sulla spalla.
“Mi odia, me lo sento.”
“Nah, Bob è fatto così.” Disse Niall. La porta si aprì di nuovo
“Ragazzi fuori da qui. Non vi fermate, andate dritti alla macchina. E tu…” disse Bob rivolto a me “ io non sono responsabile di te. Vai alla macchina, se quando arriviamo noi non sei lì ti dovrai arrangiare. Mi sono spiegato?”
Io annuii e dopo aver rivolto un saluto ai ragazzi uscii. Fuori faceva un freddo cane e io rabbrividii stringendomi nella giacca.
Le ragazze lanciarono un urlo, ma fu seguito da un sospiro di delusione generale quando capirono che non ero i loro idoli.
Mi avvicinai ad una di queste che era in lacrime e le sussurrai in inglese “ I ragazzi stanno arrivando, tranquilla.” Lei mi fece un enorme sorriso e mi abbraccio. Sorrisi anche io e mi infilai tra quell’esercito di fan.
Avevo quasi raggiunto la macchina scura parcheggiata poco lontano che sentii alzarsi un boato. I ragazzi erano usciti.
Aspettai davanti all’auto per una decina di minuti. Vidi i riccioli di Hazza che si avvicinavano insieme alle sagome degli altri e di Bob che, appena fu vicino, non perse occasione di guardarmi male. I ragazzi invece erano tutti sorridenti.
Entrammo in macchina, che aveva otto posti divisi in tre sedili di cui due da tre posti e uno da due.
Mi sedetti vicino alla portiera e Louis si mise di fianco a me. Vicino a lui si mise Niall, mentre Harry e Liam si sedettero dietro di noi e Bob si posizionò al posto del guidatore. Mi resi conto solo in quel momento che di fianco a lui era già seduto un altro uomo.
Mangiammo in un ristorante a mezz’ora dall’hotel e, verso mezzanotte, arrivammo davanti alla discoteca. Io entrai da sola mentre i miei idoli si accordavano con i buttafuori del locale.
La musica era assordante. La stanza era enorme ed illuminata dalle luci stroboscopiche viola. Il bancone del bar era in fondo alla sala e la postazione del Dee Jay era sul lato destro. Mi sentii toccare la spalla. Mi voltai di soprassalto tranquillizzandomi un po’ vedendo che era Harry.
“Ti ho spaventata?” mi chiese
-No Harry figurati io sobbalzo per sport.- pensai
“No.” Fu invece la mia risposta spazientita. Da quando ero scesa dalla camera non mi aveva rivolto la parola “Mi accompagni al bar?” gli chiesi.
“Ma tu ce l’hai la l’età per bere?” mi rispose ridendo. Io lo guardai male “Ho diciotto anni.”
“Allora sei grande.” Disse dandomi un buffetto sulla guancia.
“Abbiamo solo tre anni di differenza.” Gli dissi acida.
“Eh dai non te la prendere. Dai vieni te lo offro io.”
Andammo al bancone e ci sedemmo. Io ordinai un “Sex on the Beach” e lui fece lo stesso. Stemmo in silenzio per un tempo interminabile, fino a che lui mi sfiorò la mano facendomi segno di andare in pista a ballare. Iniziai a muovermi a ritmo e mi lasciai completamente andare.
Persi la cognizione del tempo e mi ricordo tuttora poco di quella sera. So che bevvi un po’ troppo, perché non sentivo l’alcool darmi alla testa. E invece mi stavo ubriacando di brutto.
Ad un certo punto mi allontanai da Harry e tornai al bar. E da lì ebbe inizio il casino.
 
Harry’s pov
Non la vedevo più, ma non mi agitai molto credendo che fosse andata dagli altri. Vidi Lou con un bicchiere in mano che parlava con il Dee Jay e lo raggiunsi.
“Hei Riccio, ti diverti?” mi chiese non appena mi vide.
“Ovvio Lou.” Dissi dandogli una pacca sulla spalla.
“Immagino, non ti sei staccato da Luna un attimo”
La cercai con lo sguardo, ma in quel momento mi sfuggiva. “Eh beh, è carina.”
“Si molto. Senti sono quasi le tre, io e gli altri torniamo indietro, tu che fai? “
“Magari io mi fermo ancora un po’. Ci vediamo lì ok?”
“Non divertirti troppo. A dopo.” Mi porse il suo bicchiere e se ne andò.
Poggiai il bicchiere in un angolo e cercai di nuovo Luna tra la folla, che era triplicata, ma continuai a non vederla e la cosa mi turbò.
C’era una ragazza asiatica bionda che stava ballando in mezzo alla pista che appena mi vide iniziò ad avvicinarsi senza smettere di guardarmi negli occhi. Le sorrisi cercando di evitarla, ma lei si avvinghiò a me e iniziammo a ballare.
Non ero molto attento e continuavo a guardarmi intorno sempre più preoccupato.
Lei mi accarezzò il mento con le dita chiedendomi cosa stessi guardando.
“Scusa, ma non è che hai visto una ragazza con i capelli rossi e gli occhi azzurri?”
“No, lascia perdere la tua fidanzata, io sono migliore di lei.” Mi rispose con voce languida.
Il mio livello di preoccupazione era triplicato, quindi con una scusa banalissima mi allontanai da lei e uscii dalla discoteca. Il silenzio  della strada quasi mi stordì. Vidi Bob appoggiato al muro e gli andai incontro.
“Alleluia Harry, dobbiamo andare.”
“No Bob non trovo Luna, tu l’hai vista?” gli chiesi
“Chi? La ragazzina che era con voi? È tornata all’hotel con gli altri ora muoviti e torniamo lì.”
Per tutto il viaggio tamburellai le dita sul ginocchio per il nervoso.
Quando arrivammo a destinazioni mi precipitai su per le scale ( non avevo tempo di aspettare l’ascensore.) ed entrai in camera. I ragazzi non erano in giro, probabilmente dormivano. In silenzio andai verso la stanza di Luna ed aprii la porta.
Vi vorrei dire che era li nel letto, ma non c’era…
Corsi di là e svegliai Louis.
“Lou! Lou sveglia!”
“Styles che vuoi?” mi chiese mezzo addormentato.
“Luna. Dov’è?”
“Come dov’è? Non era con te in discoteca?”
“Merda.” Imprecai tra i denti e mi rilanciai giù per le scale senza nemmeno chiudere la porta. Incrociai Bob che stava salendo per andare nella sua stanza e mi fermai.
“Ora tu mi riporti indietro a recuperarla. Chiaro!” gli dissi praticamente urlando.
“NO, io non torno indietro. Non mi occupo di lei. Prenderà un taxi.” Disse indifferente.
“Bob se non vieni con me io prendo e me ne vado e dovrai risponderne tu.”
Mi perforò con lo sguardo, ma annuì e mi riaccompagnò alla macchina. Non le avevo nemmeno chiesto il numero porca puttana!
 

 

Che fine avrà fatto Luna? Bob l’avrà chiusa in un cassonetto e rispedita a casa? La ragazza bionda l’avrà trasformata in un rospo?
Sono aperte le scommesse J
Spero che il capitolo vi piaccia, se si fatemelo sapere con una recensione.
Al prossimo capitolo belle bimbe <3 

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Capitolo 10
*** "Quindi sono il tuo sogno? " ***


 
“QUINDI SONO IL TUO SOGNO?”
9.
 
Harry’s pov
 
L’avrei ammazzato Bob. Per tutto il viaggio aveva imprecato sotto voce contro di me, contro Luna e probabilmente contro tutto il resto del mondo. Lo feci fermare a qualche isolato dalla discoteca ed uscii dalla macchina sbattendo la portiera dietro di me. Lui non si mosse dal suo posto. Al diavolo.
Affrettai il passo ed entrai di nuovo nel locale facendo vedere distrattamente il segno d’inchiostro al buttafuori. L’aria lì dentro era quasi irrespirabile tanto era pieno. Mi feci spazio tra la folla cercandola, ma non la trovavo. Qualcuno mi picchiettò sulla spalla e quando mi voltai mi trovai di nuovo  davanti la ragazza di prima che senza preavviso mi prese il volto tra le mani e mi diede un lungo bacio troppo vicino alla bocca. La presi dalle spalle e la scansai. Lei mi guardò stranita  e poi sorrise cattiva.
“Ma che fai? Sei impazzita?” le dissi praticamente urlando.
“Pensavo fossi tornato per me, non per quella sciacquetta che sta seduta per terra in bagno…” mi graffiò il collo con le dita “Dai tesoro, resta con me. Ti darò tutto quello che vuoi.” Mi resi conto che era ubriaca, cosa che mi fece ancor di più salire la voglia di allontanarla.
Le strinsi i polsi e la spostai di nuovo, questa volta con più violenza “Ora ascoltami. Io sono qui per quella ragazza, non per qualcun’altra. Quindi sparisci.” Mi girai e mi diressi verso il bagno, ignorando le minacce in giapponese che mi urlò dietro.
Aprii la porta del bagno delle ragazze e il panico si impossessò di me.
 
Luna’s pov
 
Aprii debolmente gli occhi stupendomi di non ricordare come fossi finita sul pavimento freddo di quel bagno. Alzai lo sguardo e vidi Harry. No non poteva essere Harry. Lui era una star, che ci faceva in quella stanza squallida? E soprattutto come era possibile che stesse guardando proprio me? Avevo sicuramente esagerato con l’alcool.
Il ragazzo riccio mosse le labbra, ma io non riuscii a capire niente di ciò che disse. Mi stava venendo sonno, volevo chiudere gli occhi per dormire, ma qualcuno mi sollevò di peso spostandomi dal mio angolino vicino ai tubi dell’acqua calda. Mi sembrò di sentire dei rumori strani, come dei gemiti provenire da qualche parte alle mie spalle, ma magari me lo stavo sognando.
Harry mi sistemò meglio in braccio a lui e aprì la porta del bagno con un calcio la porta. Mi aggrappai al suo collo nudo e iniziai a giocherellare con i suoi ricci. Continuava a sussurrarmi all’orecchio frasi per farmi tranquillizzare, ma io non ero agitata per niente! Ero solo un po’ ubriaca. Scambiò qualche parola  con il buttafuori e poi uscì dalla discoteca.
L’aria era fredda e pungente. Sapeva di smog. Rabbrividii tra le sue braccia appoggiando la testa sulla sua spalla. Stava camminando velocemente, forse c’era una macchina ad aspettarlo. Con Bob. Un altro brivido mi percorse, ma non per il freddo. Non volevo andare alla macchina, volevo sedermi lì fuori.
“Harry…” lui si fermò e mi guardò. “Hei, sono qui, va tutto bene.” Mi raggomitolai ancora di più addosso a lui.
“Stiamo andando alla macchina? Non voglio andarci, stiamo qui?”
“Ma qui fa freddo Luna.”
“Non importa.”
Si voltò per cercare un posto dove sederci. C’era una panchina poco lontano da noi, quindi mi portò lì, si sedette e mi mise sulle sue ginocchia.
“Hai freddo?” mi chiese.
“Tu hai freddo?” dissi io guardandolo. “Sai? Hai il segno di un bacio qui. Quel rossetto ha un colore orrendo.” Lui si strofinò il punto che gli avevo indicato e mi sorrise.
“Mi hai fatto preoccupare sai? Non ti trovavo più…” mi disse accarezzandomi i capelli.
“Nah, tu non eri preoccupato. Forse Louis lo era. Tu non ti preoccupi per me, ti sei fatto sbaciucchiare.”
“Ah si? E allora perché sono qui?”
“Perché lui è stato rapito da un esercito di pandacorni.” Risposi io tutta convinta. Lui scoppiò a ridere.
“Ero andata a prendere da bere, solo che poi ho esagerato, credo. E sono andata in bagno che era così comodo…” iniziai a raccontare mentre lui mi osservava interessato.
“Quanti drink hai preso?”
“Non mi ricordo, tre? Quattro?”
“E cosa ti diceva il tuo cervellino bacato?”
“Che era tutto okay.”
Lui sospirò “Non ti porterò mai più in discoteca, giuro.”
“Tanto quando me ne andrò nemmeno ti ricorderai di me.” Dissi rattristandomi
“Ma cosa dici? Non potrei mai dimenticarti.”
“Invece si, perché tu sei famoso e ricco e bello e non hai tempo per me, come gli altri dopo tutto.”
Mi asciugò una lacrima e mi abbracciò. Rimasi senza fiato, il cuore in gola che batteva all’impazzata ed ebbi paura che battesse talmente forte che pure Harry potesse sentirlo. Affondai il viso nel suo collo profumato ricambiando l’abbraccio. Tutto quello non poteva essere vero, non poteva proprio.
“Certo che è vero piccola.” Dovevo averlo detto ad alta voce. Lo guardai dritto negli occhi e mi sembrò quasi che lui si stesse avvicinando. Sentivo il suo respiro caldo che contrastava con il vento gelido, mi sentii piccola. Le sue mani scesero sui miei fianchi  e mi strinsero. Le nostre fronti si toccarono.
“Forse, dovremmo andare alla macchina ora.” Mi sussurrò lui. Io annuii impercettibilmente, ma non mi alzai. Stemmo in quella posizione per qualche minuto, poi mi sollevai piano e scesi dalle sue ginocchia. Mi resi conto di battere i denti e se ne accorse pure lui. Harry prese la sciarpa dalla mia borsa e si avvicinò a me. Non smise neanche per un secondo di scrutarmi con i suoi occhi verdi e la sua presenza imponente quasi mi intimoriva, sembravo ancora più bassa di quanto non fossi.
“Ecco fatto, ora andiamo. Okay?”
“Harry possiamo andare a piedi?” –Non voglio che questo momento finisca troppo in fretta- aggiunsi mentalmente.
Lui mi guardò dubbioso “Ce la fai a camminare fino all’hotel?” io annuii. Non sembrò troppo convinto, ma comunque fece scivolare la sua mano nella mia e iniziammo a camminare.
Non parlammo durante in tragitto, nemmeno una parola. La sua mano non lasciò mai la mia nemmeno quando entrammo in camera. Erano quasi le cinque e gli altri stavano dormendo. Andai in bagno per struccarmi e cambiarmi. Quando andai verso il mio letto vidi Harry seduto su di esso che armeggiava con il suo cellulare. Mi sdraiai e quasi subito presi sonno.
 
***
 
Mi svegliai di soprassalto credendo di essermi sognata tutto.
Dalle tende filtrava la luce del sole nonostante le nuvole che erano tornate. Sentivo caldo, davvero troppo caldo ed ebbi la sensazione di non essere sola.
“Ssh, Luna dormi. Ci sono io a proteggerti.” Harry era sdraiato di fianco a me, a petto nudo, che mi osservava. Mi presi la testa fra le mani “Ti prego dimmi che non ho fatto cazzate.”
“Cazzate tipo ballare per strada nuda? No mi dispiaci.”
“Io e te non abbiamo…?”
“Fatto sesso? Ti dispiacerebbe così tanto?” mi chiese ironico
Mi tirai le coperte fino al collo.
“Che fai? Ti nascondi? Stai tranquilla, non abbiamo fatto niente.”
Mi lasciai sfuggire un sospiro. Il suo petto si mosse con le sue risate.
“Dovresti continuare a dormire, è ancora presto.” Mi baciò la fronte. Io mugugnai e mi accoccolai di fianco a lui.
“Certo che sei strana. Prima ti preoccupi se abbiamo fatto sesso e poi fai così”
“Probabilmente non ricorderò nulla domani mattina. Lasciami godere il mio sogno ora che posso farlo.”
“Quindi sono il tuo sogno?” non risposi a quella domanda.
“Forse anche tu non ricorderai nulla e guardarti negli occhi sarà molto più facile.”
“Forse non voglio dimenticare nulla.” Mi disse lui passandomi un dito sulle labbra. “Devi dormire e smaltire tutto quello che hai bevuto. Quando ti sveglierai sarò qui, va bene.”
Annuii e gli diedi le spalle. Lui mi coprì meglio con le lenzuola e io chiusi gli occhi di nuovo.
Forse, il mio era davvero solo un sogno. Forse quello non stava succedendo davvero. Pregai solo di non aver davvero fatto cavolate con lui.
I pensieri mi assalirono e mi svuotarono, permettendo al sonno di ri impossessarsi di me.
 
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Capitolo breve ma intenso.
La mia idea di partenza era di non formare coppie, ma è stato più forte di me.
Fatemi sapere se come cosa vi può piacere con una recensione.
Al prossimo capitolo bimbe <3

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Capitolo 11
*** "Non ce la faccio più" ***


 

“ NON CE LA FACCIO PIU’ ”
10.

 
Se c’è una cosa che odio è il mal di testa. Quando ci sono come due mani che ti stritolano il cranio. Il tipico dolore post sbornia no? Ecco, quando mi svegliai di nuovo quella mattina avevo un mal di testa tale che alzandomi rischiai di cadere a terra. Guardai l’orologio: erano le dieci passate.
Mi diressi verso la porta e andai dritta in bagno per sciacquarmi la faccia. Avevo due occhiaie abominevoli e mi ci vollero parecchie passate di correttore per farle sparire. Tornai in camera e rovistai nella valigia per trovare qualcosa di decente. Mi sedetti sul letto per infilare i calzini. Sul cuscino c’era una maglietta bianca troppo grande per essere mia. I ricordi riaffiorarono tutti. Merda. Harry aveva davvero dormito nel mio letto.
Uscii di corsa cercandolo, ma non c’era. In compenso trovai Louis seduto al tavolo.
“Hei.” Mormorai avvicinandomi. Lui si voltò verso di me.
“Hei, stai bene?”
“Si abbastanza. Ancora un po’ frastornata, ma passerà” dissi sedendomi di fronte a lui.
“Mi dispiace per quello che è successo ieri, c’è stato un enorme fraintendimento.”
“Stai tranquillo Lou. Non è successo niente.” Era serio, troppo serio. Lo guardai dubbiosa.
“Dove sono gli altri?” chiesi.
“Liam e Niall sono in palestra.” Posò il telefono “Harry è con Bob.”
“Louis cos’è successo?”
“Penso che tra poco lo scopriremo tutti.”
Niall e Liam tornarono dopo pochi minuti. Harry invece era come sparito. Iniziavo a preoccuparmi e anche i ragazzi erano abbastanza preoccupati.
Verso le undici la porta d’ingresso si aprì e subito dopo sbatté. Harry attraversò a grandi passi la stanza senza guardarci e si chiuse in bagno. Io e Liam ci scambiammo uno sguardo allarmato e lui si alzò e gli andò dietro. Ci volle tutta la santissima pazienza di Liam, che si sedette per terra davanti alla porta e provò a tranquillizzarlo, per convincerlo ad uscire. La maniglia girò co un cigolio e il mio cuore ebbe un sussulto. Harry aveva gli occhi gonfi e rossi e i capelli erano spettinati per il passarci compulsivamente le dita in mezzo. Non mi guardò, ma io abbassai lo sguardo comunque. Cosa era successo?
“Harry…” Niall  si alzò per fargli posto sul divano.
“Harry cos’è successo?” Louis gli si era avvicinato. Harry gli buttò le braccia al collo e si lasciò sfuggire un singhiozzo. Lou gli accarezzò i capelli cercando di farlo smettere.
Mi sentii di troppo. Lì io non c’entravo niente.
“Harry calmati ti prego. Va tutto bene.”
“Li odio Lou, li odio.”
“Chi Harry? Chi odi?”
“La Modest, Morini, Bob. Cazzo è la mia vita non la loro.” Sembrava non dovesse fermarsi più.
“Harry calmati…” disse Lou, poi guardò me chiedendomi un bicchiere d’acqua muovendo solo le labbra.
Mi girai agitata cercando il mini frigo. Aprii forse tutti gli sportelli nel giro di dieci secondi. Finalmente lo trovai e porsi la bottiglietta gelata a Louis. Mi allontanai un po’ mentre Harry alzava lo sguardo e la apriva.
Dopo essersi tranquillizzato un minimo si sedette sul divano appoggiato alla parete delle finestre. Louis e Niall fecero lo stesso invece Liam si accovacciò lì davanti.
“Ieri sera, ho lasciato Bob ad aspettarmi per ore davanti alla discoteca mentre in realtà eravamo tornati indietro. L’ho avvisato prima di dormire, ma lui aveva già chiamato la modest per lamentarsi di quanto fossi irrispettoso ecc… Quindi prima mi ha chiamato di sotto per farmici parlare al telefono. Hanno detto che non devo più provare a ribellarmi o le conseguenze saranno drastiche e che per una fan non vale la pena rischiare perché sono loro a decidere con chi devo passare il tempo, che se fosse finito sui giornali ora saremmo finiti.  Credo che Bob li abbia convinti che ero ubriaco. Io non ce la faccio più a vivere così! Senza poter fare niente. E gliel’ho anche detto e sapete che hanno risposto? Che sono solo un ragazzino viziato che non capisce cosa la gente faccia per lui.”
Si era alzato e girava agitato per la stanza sotto i nostri occhi. Sbatté il pugno sul tavolo e la smorfia di dolore che seguì mi fece preoccupare ancora di più. Volevo dirgli qualcosa, andargli vicino e rassicurarlo perché se era finito in quella situazione era solo colpa mia. Abbracciarlo come la sera prima, ma non ebbi il coraggio, ebbi paura che mi potesse respingere.
Poi mi guardò, disperato. Mi sentii morire. Lo avevo reso infelice. Salirono le lacrime anche a me. Dovevo andarmene. Feci un cenno a Liam e lui annuì. Lentamente uscii dalla camera e scesi le scale in fretta. Volevo scappare da tutto. Fuori la gente camminava ordinata sui marciapiedi e io mi ritrovai presto infilata tra la folla. Cercai una panchina e mi sedetti. Passai le successive due ore guardando i passanti con le lacrime che mi bagnavano il viso. Quando decisi di tornare in camera fu solo perché avevo finito i fazzoletti.
La hall era deserta, probabilmente erano tutti al ristorante e contando su questo fattore salii in camera convinta di essere sola. Persi dieci anni di vita: la porta era aperta. Cercai di tranquillizzarmi, magari qualcuno dei ragazzi aveva dimenticato qualcosa in camera ed era tornato su a prenderla. Entrai richiudendola. Non c’era nessuno. Dal bagno proveniva uno strano rumore d’acqua corrente. Insospettita seguii il suono, ma neanche in bagno c’era qualcuno. Feci per chiudere il rubinetto quando vidi tracce rosse sul marco bianco e una scatola di cerotti aperta vicino al sapone. Sul pavimento c’era una scia di cartine trasparenti e cerotti sporchi appallottolati. Quelle strane tracce finivano sotto la porta di una delle stanze dei ragazzi. Chiusa.
Ora che l’acqua era chiusa si sentiva il rumore di un respiro affannato provenire da quella porta. Tremando strinsi la maniglia mentre fuori iniziava a piovere forte. Piano, girai il pomello e in quel momento un lampo squarciò il cielo e illuminò il volto di Harry, seduto sul pavimento con i capelli sporchi di rosso.
Strinsi forte la maniglia contrastando un capogiro.
“Harry…” lui mi guardò con il labbro inferiore che tremava. Mi abbassai per poterlo guardare negli occhi.
“Harry cos’hai fatto.”
“Io… io sono andato in palestra per sfogarmi…ho visto un sacco da boxe ed ho iniziato a colpirlo. Non c’erano i guanti e ho dato un pugno forte. Ha fatto male, tanto male. Sono tornato qui per mettere del ghiaccio. Ero in bagno e il mio telefono ha squillato. Era la modest di nuovo. Non ho risposto ed ero così incazzato che…” si interruppe guardando in basso “Ho rotto quello specchio e ho iniziato a sanguinare.”
Mi resi conto che eravamo circondati da schegge.
“Harry potresti avere dei pezzi di specchio nella mano. Dobbiamo andare in ospedale.”
“No no no. Non voglio, se loro lo scoprono…”
“Harry non lo sapranno va bene? Promesso, ma ora dobbiamo andare.” Ero certa di stargli raccontando una balla. Lui annuì e io presi il suo telefono e cercai il numero nella rubrica.
“Hazza?”
“No Louis sono Luna. Dobbiamo portare Harry in ospedale. Lui…” mi allontanai guardando fuori “Lui ha preso a pugni uno specchio. Ho paura che abbia delle schegge nella mano.”
“Merda. Tienilo tranquillo, noi arrivamo.”
“Louis…non chiedere a Bob di accompagnarci va bene?”
“Stai tranquilla. Digli che arriviamo.” E staccò la chiamata.
“Hai sentito Harry? Ora i ragazzi ci raggiungono e poi andiamo in ospedale.”
“Si lamenteranno perché farò perdere l’aereo a tutti.”
Mi sedetti vicino a lui e gli presi il viso tra le mani “Harry andrà tutto bene.”
 

***

 
La situazione era peggiore di quanto avessi immaginato. Harry si era rotto due dita oltre ad essere tutto tagliuzzato. Nonostante questo lo tennero in osservazione solo per qualche ora, in modo da controllare che non reagisse male ai farmaci.
Mi volle vicino a lui per tutto il tempo, anche quando gli toglievano i pezzetti taglienti dalla mano.
Ora era sdraiato sul lettino a fissare il vuoto, mentre io ero sulla sedia lì vicino.
“Harry, volevo dirti che mi dispiace. È solo colpa mia se sei finito qui.”
“Io ti sono venuto a prendere. Non è colpa tua.” Disse voltandosi per un attimo.
“Forse a Zayn è successa la stessa cosa. Forse ha discusso con loro senza dircelo e ha deciso di andarsene.” Tornò a fissare il soffitto.
“Io avrei fatto lo stesso, credo. Anche adesso lo farei, se non avessi i ragazzi e…te.”
“Io cosa c’entro?”
“Ho visto come sei stata per Zayn, non ti farò del male.”
“Però io in un certo senso ne ho fatto a te. Se mi vedessero di nuovo con te mi caccerebbero via subito.”
“Non lo permetterei. Mi piace stare insieme a te.”
“Harry non puoi portarmi con te in giro per il mondo.”
“Perché no?”
“Perché ci rimetteresti te.”
Si mise a sedere e mi guardò “Troveremo un modo…Loro non ti hanno mai vista, se solo ci fosse la possibilità di farti…” una luce si accese nei suoi occhi.
“Luna come te la cavi con i bambini?”
“Abbastanza bene, perché?”
Mi spiegò la sua idea e più andava avanti più lo fissavo sconcertata.
“Harry non può funzionare.”
“Invece si. Staresti con noi e avresti la possibilità di scoprire se la modest c’entra nella storia di Zayn.”
“Ma se lo scoprissero…”
“Non lo faranno. Ci si può fidare di lei.”
“Sei sicuro?”
“Al cento per cento. Chiama i ragazzi e di loro di entrare.”
Non sto a dirvi che Louis, Niall e Liam guardarono Harry come se fosse un malato mentale, ma convincerli fu molto più facile che convincere me.
“Allora è deciso?” chiese Hazza.
“Si, ma sono convinto che ti abbiano dato qualcosa che ti ha dato alla testa.” Disse Niall, seduto al fondo del letto.
“Luna hai tu il mio telefono?” io mi alzai e glielo porsi. Digitò il numero e aspettò che squillasse.
“Pronto? Harry?”
“Hei Lou, come va?”
“Tutto bene, prima io e Lux volevamo passare a salutarvi, ma non eravate in camera.”
“Lascia stare, storia lunga. Senti, ti ricordi quando mi hai detto che stavi cercando una baby sitter per Lux?”
“Si certo.”
“Beh, forse ho trovato una ragazza che sarebbe disponibile costantemente.”
Alzai gli occhi al cielo e pregai che quella cose non finisse veramente male.
 
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Mi rendo conto che sto pubblicando a manetta, ma non riesco a smettere di scrivere e ne approfitto
Perché se gli esami dell’ uno, due e quattro andranno male probabilmente
non potrò più toccare il computer.
Coooooomunque, spero che lo svilupparsi della storia vi stia piacendo nonostante GLI IMPROVVISI CAMBI DI PROGRAMMA DOVUTI AD UNA CERTA PERSONA di cui non
farò il nome, ma lei sa perfettamente.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione
Al prossimo capitolo <3

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Capitolo 12
*** "Vuoi la verità?" ***


“ VUOI LA VERITA’? ”
11.

 
“Bene Luna, sei assunta. Dovrai stare con Lux circa cinque ore al giorno  e, magari prova a non stare sempre con Harry…”
Il colloquio era andato bene per tutta la sua durata fino a che Lou Teasdale non aveva tirato fuori quella frase. Il mio viso si accese di rosso fuoco : “Non…non avevo intenzione di farlo.” Balbettai imbarazzata. Lou mi sorrise “Hei tranquilla, lo so solo io. Te l’ho detto perché se Harry inizia a giocare con Lux prima dei concerti si perde in giro e non lo troviamo più”
“Ah, okay.” Cercai di sorridere. Lei si alzò e mi porse la mano “Benvenuta in questa gabbia di pazzi.”
Uscii dal camerino. Appena arrivati a Johannesburg Harry mi aveva spinta da Lou per non darmi il tempo di ripensarci mentre lui e gli altri andavano a provare per quella sera. Volevo andare ad assistere, ma avevo il terrore che qualcuno mi riconoscesse come “la fan per cui non valeva la pena rischiare”.
“Vieni, ti faccio conoscere Lux” disse la donna alle mie spalle.
La seguii per i corridoi dello stadio e io la fissavo ammirata. Come minimo mi sarei persa.
Ci fermammo davanti ad una porta con scritto il suo nome ed entrammo. La stanza era piccola, e dalle pareti bianco latte. Per terra erano sparsi vari giocattoli colorati su cui stetti ben attenta a non inciampare. Lou aprì un paio di scaffali facendomi vedere dove teneva i piatti e il cibo per la bimba. Sotto agli scaffali c’era un piccolo piano cottura e un minifrigo.
“Di solito mangia a mezzogiorno, alle quattro e alle otto, ma con questi cambi di fuso orario dorme molto e quando si alza è un po’ nervosa. Se sei in difficoltà non preoccuparti e vienimi pure a chiedere. Le piace girare e scoprire posti nuovi quindi camminerai molto. È un piccolo tornado” i suoi occhi brillavano quando parlava della figlia. Chissà se anche mia madre aveva quell’espressione mentre parlava di me. Intanto, Lou si era avvicinata al lettino della figlia e cercava di svegliarla con voce dolce “Lux, amore. Sveglia.”
La piccola brontolò allungando le manine per essere presa in braccio.
“Ma buongiorno principessa.” Lux si stropicciò gli occhi che appena mi notarono si spalancarono.
“Lei è Luna, è tua amica. Va bene Lux?” la mise giù e lei iniziò a camminare verso di me. Io mi abbassai per essere alla sua altezza: “Ciao Lux” le dissi sorridendo. Lei si lasciò scappare un gridolino di curiosità a mi venne in braccio. Probabilmente era attratta dal colore deimiei capelli, infatti iniziò a giocare con le ciocche che sfuggivano allo chignon fatto di fretta per sembrare più grande.
“Vi lascio sole. Vado a mangiare perché tra poco i ragazzi cominciano. Quando si addormenta vienimi ad avvisare. Ti lascio le chiavi ed il mio numero di telefono. Divertitevi.” Diede un bacio sulla fronte alla figlia e uscì.
Tirai un sospiro di sollievo e mi sedetti per terra mentre Lux continuava a tirarmi i capelli.
Il mio telefono vibrò “Luna dove sei ora? Puoi parlare?” era Giulia. Le risposi dicendole che l’avrei chiamata quella sera, poi bloccai il telefono.
“Bene Lux, sono le quattro passate, vuoi fare merenda?” chiesi senza aspettarmi una risposta ovviamente. La misi per terra “Vuoi giocare Lux?” lei mi fece un sorrisone e corse a prendere una palla rossa. “Lo prendo come un si.”
Dopo due ore quella piccola peste mi aveva fatto fare il giro di tutto lo stadio  ci eravamo perse già per la terza volta quando partì in quarta verso un altro corridoio.
“Lux no! Vieni qua!” le corsi dietro. Per un attimo interminabile pensai di averla persa, ma poi  fortunatamente mi accorsi che c’era una porta socchiusa. In giro non c’era nessuno quindi entrai.
Era uno studio. Lux si era arrampicata su una sedia  e si divertiva a girare su di essa.
“Lux non possiamo stare qui. Vieni.” Lei non si mosse. “Lux ho detto vieni qui!” mi avvicinai e la alzai di peso da lì e me la misi in braccio, facendo cadere dei fogli sul pavimento.
“Fantastico.” Commentai rimettendoli a posto. Sembravano come sei rapporti su quello che facevano i ragazzi. Il nome di Zayn catturò la mia attenzione. Fui tentata di mettermi a leggere, ma dei passi mi fece sobbalzare. Rimisi in fretta tutto a posto e uscii con Lux che si lamentava in braccio.
“E tu chi sei?”
Mi sentii gelare il sangue nelle vene. “Scu…scusi. La bambina è corsa di qua e…Sono la nuova baby sitter.”
“Ah okay. Stai più attenta la prossima volta. Quella bambina è sempre in giro.”
“Certo…arrivederci.” Mi allontanai il prima possibile a testa bassa e non mi accorsi che l’uomo si voltò a guardarmi.
 
Harry’s pov
 
“Ferma la base! Hazza è la seconda volta che sbagli canzone. Che ti prende?”
“Tu dici che ci devo provare?” gli chiesi bevendo dalla mia bottiglia.
“Harry se sei in astinenza da sesso vai su you porn e….”
“Ma smettila. Non è quello. È che mi piace.”
“Non ci puoi pensare dopo?” Louis probabilmente non mi sopportava più.
“Secondo te sarebbe solo sesso?”
“Che lei straveda per te è palese, se per te sia lo stesso molto meno.”
“Non lo so. Quando la vedo ho una voglia di baciarla che... Non voglio approfittarmi di lei però” Mi sedetti con i piedi che penzolavano dal palco.
“Prova a conoscerla, a parlarci. Scoprì di più su di lei. Ma non farle del male perché da parte tua ne morirebbe.”
“Non è che piace un po’ anche a te?” lo presi in giro.
“Nah, non sono pronto per un’altra relazione.”
Annuii. Quando era finita la storia con El non era stato molto turbato, ma era stato comunque un fidanzamento lungo.
“Haz, finiamo queste benedette prove ora. Alza il culo da lì” disse schizzandomi con la bottiglia.
“Bastardo! Mi hai bagnato i capelli!”
“Uuh. Dai muoviti, ti vendicherai dopo.”
“Lou. Un amorevole vaffanculo.”
“Anche io ti voglio bene!” mi urlò di rimando.
 
***
 
Luna’s pov
 
Erano le due di notte quando mi lancia sul letto della mia stanza. Ero distrutta, mi ci erano volute ore per far addormentare Lux e poi avevo dovuto aspettare che tornasse la mamma. Non sapevo per quanto questa cosa sarebbe potuta funzionare e dovevo ancora avvisare mia madre. Presi il telefono ed iniziai a leggere fanfiction per rilassarmi quando qualcuno bussò alla mia porta.
“Luna, posso entrare?” Oh cazzo era Harry. Non potevo continuare a dormire con i ragazzi, quindi mi avevano preso una stanza ad un piano inferiore.
“Hei.” Dissi aprendo la porta.
“Ciao piccola.” Disse baciandomi la guancia.
“Ancora con questa storia Styles?” lo guardai accigliandomi.
“E dai non fare così.” Entrò chiudendosi la porta alle spalle.
“Com’è andata con Lux?” mi chiese sedendosi sul mio letto.
“Lascia perdere , quella bambina è iperattiva.” La sua risata roca riempì l’aria.
“Vieni qui.” Mi disse porgendomi la mano. “Senti, volevo sapere ti ricordi tutto dell’altra sera?”
Arrossii sapendo che se ne sarebbe accorto. Rise di nuovo “Devo considerarlo un si?”
“Pensavo che non ne avremmo parlato…” dissi giocando con la coperta. Si era seduto dietro la mia schiena e mi stava massaggiando il collo.
“Harry..” un gemito strozzato mi uscì dalla gola.
“Sei rigida e stressata. Voglio solo farti stare meglio”
-Non è proprio stare meglio questo-
Prese il mio telefono da vicino alla mia coscia.
“Che fai?”
“Ti salvo il mio numero. Non voglio rischiare di perderti di nuovo senza avere modi per trovarti.” Disse sbloccandolo. Si accigliò e subito dopo rise.
“Quindi leggi queste cose su di me?”
Merda! Avevo lasciato il telefono su “Dark”.
“Ridammelo!” mi voltai di scatto cercando di afferrarlo, ma lui lo teneva in alto continuando a leggere.
“Harry!” gli caddi addosso mentre lui continuava a ridere.
“Hey. Stai comoda.” Mi sussurrò all’orecchio.
“Harry dai.”
“Sai cosa non capisco? Mi hai qui, tutto per te, ma ti rifugi in queste storie come se così non fosse.” Finì di memorizzare il suo numero e si fece uno squillo per avere il mio. Lo mise per terra spingendolo lontano.
“Nelle storie sono meglio?” mi chiese tirandomi più su sul suo petto.
“No…” sussurrai cercando di alzarmi. Lui si girò mettendosi sopra di me. “E allora qual è il problema?”
“Io…non riesco a capacitarmi del fatto che tu sia davvero qui.” Dissi mentre lui mi stringeva i polsi.
“Ma ci sono.” Le sue iridi verdi brillavano e io ero incantata.
“Harry sei il mio idolo…”
“E quindi? Perché non mi vuoi?”
“Io…ti voglio.” Dissi quasi con un sospiro. Mi guardò sorridendo. Si sfilò la maglietta e la lanciò vicino al telefono.
“Harry non così.”
“Hai paura?”
“Non sono pronta.”
“Sei ancora vergine Luna?” a quella domanda ebbi una voglia tremenda di sparire.
“Che t’importa?”
“Tigre calmati era solo una domanda.”
Ci guardammo. “Cosa sta succedendo Harry?” gli chiesi mentre mi scioglieva i capelli. Tuffò il viso nel mio collo e inspirò profondamente.
“Vuoi la verità? Non lo so…” disse baciandomi delicatamente dietro l’orecchio. Affondai le dita nei suoi ricci. Era tutto così surreale
“Ti dispiace?” mi chiese dubbioso tornando a guardarmi.
“Vuoi la verità?” mormorai.
“Si.” Mi rispose.
“…Non mi dispiace per niente.” Lui sorrise facendo comparire le sue fossette. Si avvicinò piano al mio viso e il mio cuore iniziò a martellare nel mio petto. Tutto il mondo intorno a me spariva, avvolto da una nuvola. Non ricordavo nemmeno il mio nome. Lui mi spostò un ciuffo ribelle dalla fronte e poi, delicatamente e con dolcezza, sfiorò le sue labbra sulle mie.

 

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Capitolo 13
*** Mamma ***


MAMMA
12.

 
Harry’s pov
La baciai sulla nuca e lei si agitò nel sonno. I suoi capelli rossi mi solleticarono il mento mentre la avvicinavo di più a me. Non si era fatta toccare, non come io avrei voluto. Ci avevo provato eh, ma lei non aveva ceduto e questo mi sconcertava. Ebbe un sussulto, forse un brutto sogno. Aprì gli occhi e mi sentii investire dall’oceano. Non avevo mai visto un azzurro del genere.
“Buongiorno piccola” dissi baciandola. Lei arrossì, mi piaceva quando lo faceva. Sembrava piccola innocente.
“Ciao” mugugnò stiracchiandosi. La abbraccia mentre si sdraiava su di me.
“Mi stavi fissando” ridacchiò. Io le feci uno sguardo innocente “Assolutamente no”
“E invece si, mi stavi fissando” Le morsi il collo. “Dai Haz smettila! Pungi, devi farti la barba!”
Le feci un sorriso sghembo e iniziai a farle il solletico. “Harry! No dai smettila! Harry!” continuava ad dire ridendo. Mi fermai. Lei si lasciò cadere sul mio petto baciandomi la clavicola. Gemetti piano. Lei mi guardò sempre più divertita.
“Hai dormito bene?” mi chiese sdraiandosi di fianco a me.
“Benissimo, se ignoriamo il tuo russare”
Mi colpì con il cuscino “Io non  russo Styles!”
“Oh si. Russi eccome. Un trapano sembri” Fece per colpirmi di nuovo, ma io mi scansai velocemente. Afferrai il mio e la colpii a mia volta.
“Non si dicono queste cose da una ragazza. Dovresti averlo imparato dopo le tue infinite relazioni”
Le sorrisi cattivo “Gelosa?”
Lei roteò gli occhi in modo teatrale “Assolutamente no”
“Seh, si vede invece.”
“Pff” disse dandomi le spalle.
“Non tenermi il broncio piccola. Sei sexy quando lo fai” le dissi abbracciandola da dietro.
“No, non ti voglio più”
“Ma smettila principessa”
Lei fece per rispondermi, ma fu interrotta da un insistente bussare alla porta “Harry Styles. Esci da questa stanza, ora o butterò giù la porta!”
Ci guardammo: era la voce di Bob. Feci segno a Luna di andare ad aprire mentre io mi nascondevo. La porta si aprì, cosa che fu subito seguita da un “Louis fottiti!” da parte di Luna.
Lou entrò in stanza ridendo “Harry esci da là dietro va”
“Sei un gran pezzo di merda Tomlinson! Sembravi Bob, dannazione!”
“E tu ci hai creduto!”
Luna lo stava incenerendo con lo sguardo mentre incrociava le braccia al petto “Louis non fare mai più una cosa del genere” gli disse incazzata.
“Scusa Luna, ma dovevo fargli venire un po’ di strizza di prima mattina. Riccio alzati, abbiamo il meet & great alle due e prima c’è il servizio fotografico. Ah, ti consiglio di mettere la maglia”
Salutò Luna con un cenno ed uscì.
“Servizio fotografico eh”
“Tu non stavi facendo il broncio?” le risposi prendendola in giro.
“Forse è meglio che tu vada. Ah senti, l’altra mattina hai…lasciato la maglia da me e, beh  tieni”
“Puoi tenerla. Ora vado va bene? Ci vediamo sta sera e, Luna, ti preferisco così. Dovresti essere meno timida” le baciai la fronte ed uscii.
 
Luna’s pov
 
“Guarda l’aereoplanino Lux, apri la boccuccia” stavo dando da mangiare a Lux anche se erano le dodici e trenta. Ovviamente mi ero persa nel cercare la stanza, ma Lou non aveva avuto il tempo per rimproverarmi ed era scappata a lavorare.
Presi il telefono, digitai il numero e me lo misi sulla spalla mentre per l’ennesima volta l’ aereoplanino volava nella bocca della bambina.
“Dopo due giorni ti sei ricordata di avere una migliore amica” la risposta acida e secca arrivò ancora prima che io potessi formulare un saluto.
“Ti prego non odiarmi Giu. Mi dispiace” cercai di scusarmi, invano.
“Soprattutto ci credo”
“Giulia davvero, se mi lasciassi spiegare…”
“Ho tutto il tempo del mondo.”
“Lux non devi metterlo nel naso il cucchiaio”
“Lux eh? Su spara”
“Va bene. Dopo aver trovato i ragazzi sono stata con loro ed è successo un casino”
Mentre le raccontavo della discoteca e del mio nuovo lavoro misi Lux nel passeggino e lo spinsi fuori. Era una bella giornata e Lou mi aveva consigliato di portarla in un parco poco distante.
“Tutta questa storia è assurda…” commentò lei cambiando tono di voce.
“Lo so, non riesco a capacitarmene”
“E poi questa storia dei manager…ho sempre pensato che fossero dei bastardi, ma non fino a questo punto”
“Ah beh, vogliamo parlare del bodyguard?”
“Secondo te Harry ha ragione? A Zayn potrebbe essere successa una cosa simile?”
“Penso sia una possibilità da considerare”
“E di quei rapporti che mi dici? Sei riuscita a leggerli?” Misi Lux sull’altalena e iniziai a spingerla.
“No, ho fatto in tempo solo a vedere il nome, poi è arrivato quel tipo”
“Forse dovresti tornare lì e…”
“Ma sei pazza? E se quello mi scopre?”
“Luna! Il Giappone ti ha rammollita? Hai mollato tutto solo per avere una risposta e quello che cerchi sta su quei fogli!” Abbassai lo sguardo.
“Hai ragione”
“Lo so che ho ragione” sospirò. Lux alzò le braccia per scendere. La presi in braccio e ci sedemmo su una panchina.
“Staremo qui ancora un paio di giorni, proverò a tornarci con una scusa”
“Quindi, Harry eh” La velocità con cui cambiò argomento mi lasciò senza parole.
“Harry cosa?”
“Beh, tu e lui. Com’è baciare Harry Styles?”
“È, strano. Ho paura che sia tutto uno sbaglio”
“Il ragazzo più figo della terra ti bacia e tu lo trovi sbagliato?”
“Non dirlo così. So benissimo che è stupido, ma…lui può avere il mondo, perché scegliere me?”
“Questo dovresti chiederlo a lui”
“Ho paura Giulia, paura di tutta questa situazione. Di rovinare la loro vita con i miei stupidi batticuori da fan. Forse sta solo riempiendo un vuoto con me, la mancanza di una ragazza probabilmente”
“Dovresti vivere la vita senza preoccuparti di tutto. Pensaci, ora devo proprio andare”
“Va bene, ti richiamo quando scopro qualcosa”
“Ah, Luna?”
“Si?”
“Chiama tua madre, penso che sapere che sei viva la renderà felice. Solo perché sei stata adottata non vuol dire che lei non si preoccupi per te. Penso che in questo momento sia tutto quello di cui hai bisogno”
La chiamata s’interruppe e io bloccai il telefono. Lux aveva cominciato a piangere.
“No piccolina, non piangere. Ci sono io qui” la misi su un cavallino a dondolo “Tu sei una bimba molto fortunata sai? Tu lo conosci: che dovrei fare?”
“Gne” mi rispose lei molto più interessata ad una farfalla che le svolazzava vicino che a me.
“Immaginavo…” dissi sedendomi sul prato. Intorno a noi c’erano molte mamme con bambini piccoli che correvano e urlavano come pazzi. Iniziai a sentirmi in colpa per non aver avvisato la mia, di madre.
“Sono proprio una stronza, sai? E con lei lo sono stata per anni…”
“Tlonza” ripeté lei. “No Lux non devi dirlo, se la tua mamma sente questa brutta parola sono guai”
“Mamma”
“Esatto Lux, mamma.”
Mamma. Ripresi il telefono e attivai la chiamata rapida. Uno squillo, due squilli, tre…
Mi salirono le lacrime.
“Pronto?” una voce famigliare mi rispose.
“Ciao Mamma, sono Luna”
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Prima che io dica qualsiasi cosa ci terrei a fare gli auguri al nostro Liam che oggi compie 22 anni. Quando sei nato non avevi nemmeno tutti e due i reni, ora hai il mondo.
 
Bene, capitolo un po’ di passaggio in effetti. Forse un po’ noioso , ma necessario per approfondire un minimo il personaggio di Luna. Spero comunque che vi piaccia.
Lasciatemi una recensione per darmi la vostra opinione, alla prossima <3

 

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Capitolo 14
*** Non resistermi ***


 

“ NON RESISTERMI ”
13.

 
Harry’s pov
 
“Beh?” mi chiese Louis mentre salivamo in auto.
“Beh cosa?” chiesi indifferente allacciando la cintura.
“Dai Haz, non hai passato la notte a vagare come un’anima in pena no?” disse Niall che intanto si era seduto dietro con Liam.
“Ecco, appunto. Com’è andata?” tornò a chiedermi Lou. Lanciai un’occhiata preoccupata al posto del conducente che era ancora vuoto.
“Fratello, non ci porta Bob. Anzi, penso che sia in ferie. Quindi non usarlo come scusa e parla”
Lo guardai male “Non è successo niente…”
“Niente eh?”
“Esatto, niente di quello che credete voi”
“Haz niente nottata di fuoco?” mi prese in giro Liam.
“Siete davvero tre suocere. Ci siamo baciati, ok? Ma la cosa si è fermata là, non ha voluto”
“Penso che abbia fatto bene a non dartela”
“Ah grazie Niall” dissi fingendomi offeso.
“Beh, almeno non è una di quelle fan che pagherebbero per venire a letto con te. Non è una cosa brutta”
“Già, forse hai ragione. A proposito, ieri quando sono andata da lei stava leggendo una storia su di me abbastanza, singolare”
I ragazzi cominciarono a ridere “Singolare Haz?”mi chiese Lou. Presi il telefono cercando la storia che avevo letto sul suo telefono e lessi ad alta voce un capitolo ai ragazzi.
“Insomma sei una macchina del sesso agli occhi delle fan” disse Liam sconcertato.
“Secondo me su noi altri non scrivono queste cose” disse Niall ridendo.
“Con il viso d’ angelo che ti ritrovi ci credo che non ti fanno diventare uno stronzo”
“Sei solo geloso dei miei meravigliosi tratti angelici” mi rispose il biondo mettendosi in posa.
“Sei proprio un cretino”
“Un cretino affamato, spero che sul set ci sia del cibo”
“Ma pensi solo a mangiare?” gli chiedemmo in coro esasperati.
“Ci conosciamo da cinque anni e ancora non avete imparato?” disse lui indignato.
“Dai angioletto, non te la prendere” disse Liam spettinandolo.
“Nutrimi e poi ne riparleremo”
Scoppiammo a ridere. Mi passai le mani nei capelli,spettinandoli. “È triste, non trovate? È andato via meno di una settimana e già ci fanno fare le nuove foto”
“È stata una sua idea. Se non ci vuole più dovremmo adattarci” disse Louis duramente.
“Lou lo so che sei incazzato con lui, lo siamo tutti, ma se fosse successo qualcos’altro? Se non ci avesse detto tutto?”
“Io sono aperto a qualunque spiegazione, a patto che sia sincera. E da quello che è successo, lui non si è dimostrato capace di esserlo”
Stemmo in silenzio. Non avevamo mai parlato male di lui.
“Dobbiamo rimanere uniti, ora più che mai” disse Liam.
“Si…” disse Niall.
“Vi voglio bene ragazzi” dissi “Ora però basta deprimersi”
“Si hai ragione”
“Ragazzi siete pronti?” ci chiese Patrick, il bodyguard che sostituiva Bob.
“Da un po’ Pat, andiamo su, che devo fare la seconda colazione” disse Niall.
“Oh Niall…” sospirò Liam.
 

***

 
Luna’s pov
 
Mi richiusi la porta della stanza alle spalle con Lux per mano. Lou mi aveva chiesto di portarla da lei, in modo da poter stare con la figlia mentre i ragazzi incontravano le fan.
“Forza Lux, andiamo da mamma”
Approfittai della situazione per passare di nuovo davanti allo studio, ma era chiuso a chiave, quindi raggiungemmo Lou nel camerino dei ragazzi.
Bussai piano e la donna mi venne ad aprire “Ecco qui la mia bimba. Vieni da mamma” disse prendendola in braccio. “Grazie di averla portata, sei riuscita a far pranzo? No? Senti io ora finisco con Liam e poi me la prendo, così puoi mangiare. Magari torna a prenderla per le sei”
Presi di nuovo la bambina annuendo, mentre lei tornava a lavoro.
Mi sentii stringere dai fianchi e un brivido mi percorse lungo la schiena. “Ciao…” mi sussurrò Hazza all’orecchio.
“Che fai? E se ci vedono?” lo rimproverai cercando di allontanarmi.
“Saranno felici per me” disse baciandomi la guancia.
“Harry non dovrei stare con te mentre tengo Lux”
“Tutte scuse” mi disse facendo il broncio e tendendo le mani per prendere la bambina.
“Assolutamente no, Harry. Mi sono voluti venti minuti per rendere quei capelli presentabili, se la prendi sicuramente vorrà giocarci” disse Lou che intanto aveva finito. Mi sorrise e prese in braccio la figlia. “Luna vai a mangiare, dovrebbero esserci dei panini sul  tavolo di là. Sempre che Niall non li abbia finiti”
Lanciò un’occhiataccia ad Harry e uscì dalla stanza. Mi girai verso di lui incrociano le braccia e lui fece lo stesso “Non  fare il bambino, ci tengo a stare qui” dissi.
“E io ci tengo ad avere un bacio decente da te, potremmo collaborare ed essere felici entrambi”
Mi avvicinai a lui e gli baciai il labbro inferiore “Non farmi perdere il lavoro, se vuoi continuare a baciarmi” sussurrai.
“Tu non resistermi allora. Mi fai venire più voglia di averti” rispose lui prendendomi per mano e trascinandomi al tavolo. Mi sedetti e afferrai uno degli ultimi sandwich che erano rimasti sul vassoio.
“Perché mi guardi così?” chiesi addentando il mio pranzo.
“Perché non dovevi sederti sulla sedia, ma su di me” disse.
“Sei una sedia ora?” dissi scoppiando a ridere. Lui fece una smorfia e si sedette di fianco a me.
“Dimmi che non era l’ultimo panino” urlò Niall dopo avermi guardata malissimo.
“Niall è la quarta volta che mangi di oggi” lo rimproverò Lou sedendosi di fronte a me. Anche Liam ci raggiunse.
“Com’è andato il servizio?” chiesi mentre Harry mi passava un braccio sulle spalle con fare protettivo.
“Bene, anche se Lou ha pensato di sparire a metà” disse Liam.
“Stavo leggendo il giornale”
“Certo, nascosto in uno sgabuzzino”
“È stato molto divertente” affermò Louis.
Harry mi tirò più vicina a sé “Sta notte si parte subito dopo il concerto per Cape Town, vengo a trovarti in camera appena arriviamo lì, va bene?” mi disse piano.
“Se ne accorgeranno che non dormi mai con i ragazzi”
“Non mi vuoi nel tuo letto?”
“Non ho mai detto questo”
“Bene, ai ragazzi non dispiace che io dorma con te”
Una ragazza con un’auricolare e un blocco per gli appunti in mano si avvicinò a noi : “Ragazzi, è ora”
Harry si voltò a guardarmi “Domani sera ti porto a cena fuori, non mi interessa cosa diranno i manager”
Sorrisi e gli accarezzai la guancia “Sei sicuro?”
“Sicurissimo piccola, ora vado. Ci vediamo sta sera”
“Va bene”
“Piccionciniiiii” urlò Lou dalla porta.
“Forza vai”
“Non mi dai neanche un bacio?”
“Stai andando ad abbracciare ragazze, non in guerra”
Mi prese il mento e mi portò verso di lui “Come ti ho già detto, più mi resisti, più ti voglio”
“Ma io non ti sto resistendo, ora vai”
Mi lasciò andare e si alzò “A sta sera, Luna”
 
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Giuro, sta per arrivare l’azione.
Volevo postare almeno un capitolo questa settimana, visto che domani inizierò gli esami di recupero ( pregate per me ) e non avrò tempo per scrivere.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciatemi una recensione ( mi sento molto favij mentre dico queste cose )
Al prossimo capitolo bimbe belle <3

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Capitolo 15
*** "Prima uscita" ***


PRIMA USCITA
14.

 
“Quindi, anno sabbatico eh?” mi chiese Harry pulendosi la bocca con il tovagliolo bianco latte del ristorante. Aveva mantenuto la promessa e dopo il concerto mi aveva portata fuori.
“Già. A settembre andrò all’università” dissi portandomi la forchetta alla bocca.
“Hai già scelto che indirizzo?”
“Non ancora in realtà. Io vorrei studiare in Inghilterra…”
“Perché no? Potresti provare ad entrare” mi disse prendendomi per mano.
“Posso portarvi altro?” chiese il cameriere in smoking del nostro tavolo.
“Altri due bicchieri di vino, grazie” gli disse Hazza tornando poi a guardare me.
“Vuoi farmi ubriacare Styles?” gli chiesi mordendomi il labbro.
“Sinceramente, non sono nemmeno convinto che tu possa bere qui. Ma comunque se ti ubriachi questa volta ti proteggerò io”
“Ti ripeto, non sono una bambina”
“Sei piccolina invece” disse prendendomi in giro. Gli feci la linguaccia e posai la forchetta ed il coltello nel piatto “Com’è andata in studio?”
“Bene, dobbiamo riguardare i testi di alcune canzoni, ma tra poco inizieranno le registrazioni serie”
“Non vedo l’ora di sentirle…” mormorai sovrappensiero. lui scoppiò a ridere bevendo un sorso di vino.
“I tuoi manager lo sanno che sei qui?”
“Nah…”
“E se lo scoprono?”
“Se lo scoprono chi se ne fotte”
“Sei cattivello eh?” dissi sorridendo
“No, ma potrei diventarlo se continui a non baciarmi”
Mi alzai dalla sedia, sporgendomi verso di lui. Harry fece lo stesso e poggiò le sue labbra morbide sulle mie “Mmh, molto meglio”
“Sei senza speranze” dissi alzando gli occhi al cielo.
“Eppure ti piaccio così”
“Non l’ho mai detto”
“Vorresti dirmi che non è così?” rispose passandosi le dita nei capelli. Io mi lasciai andare sulla sedia facendogli la linguaccia.
“Io ti porto in ristoranti eleganti e tu fai la linguaccia?” mi rimproverò.
“Scusa papà” gli dissi con voce infantile. Mi fissò per qualche secondo, passandosi il pollice sulle labbra.
“Cosa c’è?” gli chiesi, a disagio sotto quello sguardo penetrante.
“Niente. Forse dovremmo andare”
“Forse si” gli risposi. Lui fece segno al cameriere che gli portò il conto.
“Quanto è?” feci per chiedere, guadagnandomi un’occhiataccia verde smeraldo.
“Non ti deve interessare” mi rispose duro.
“Beh, ho mangiato anche io sai?”
“Non mi interessa” disse alzandosi per andare a pagare. Tornò a recuperare la giacca e mi porse la mano.
Uscimmo e ci avviammo verso la macchina. Il cielo era nuvoloso, ma non faceva particolarmente freddo. Harry mi passò il braccio sulle spalle per tenermi più vicina a sé. Non c’era nessuno in giro, solo noi due.
“Sai, ho sempre pensato che non potessi camminare per strada come una persona normale, senza essere assalito da fotografi e fan”
“A volte succede, sicuramente non a quest’ora. Forse anche per questo mi piace la notte”
Camminammo guardando il cielo scuro illuminato non da stelle, ma dalle luci della città che ancora non dormiva.
“Prego, ma cherie” mi disse aprendo la portiera dell’auto.
“Grazie” dissi baciandolo. Fece il giro e si sedette al posto del conducente.
“Poi mi spiegherai come hai fatto a convincere la sicurezza a lasciarti uscire da solo”
“Ho i miei metodi” disse facendo l’occhiolino.
“Smettila Styles”
“Perché?”
“Perché si” Lui fece scivolare la sua mano sul mio ginocchio, fasciato da un paio di jeans neri aderenti “Rilassati baby”
“Non è facile stando in macchina con te”
“Ti agito?”
“Faresti agitare chiunque” Lui sorrise, facendo finta di niente. Probabilmente gli faceva piacere saperlo.
Accese la radio e cominciò a canticchiare tra sé e sé fino a quando non fummo arrivati all’hotel.
“Camera mia o camera tua?” mi chiese spegnendo la macchina.
“Harry devi solo scegliere dove dormire” dissi.
“Siamo sullo stesso piano questa volta, vero?” mi chiese prendendomi per mano.
“Si”
“Allora possiamo anche stare da te”
Entrammo nella hall e chiamammo l’ascensore. Harry iniziò a tamburellare sui corrimani dorati con impazienza fino a che le porte non si chiusero. Poi si voltò e, prendendomi per il polso, mi attirò a sé baciandomi violentemente. Io appoggiai le mani al suo petto, stringendo la stoffa della sua camicia. “Harry…”
“Ti sto solo baciando” mi zittì lui tornando a premere le sue labbra sulle mie. Le porte dell’ascensore si aprirono, ma lui non aveva intenzione di staccarsi. Mi prese in braccio e si incamminò verso la mia stanza.
“Dove hai le chiavi?” mi chiese accarezzandomi la schiena.
“Nella borsa” risposi armeggiando con la cerniera.
“Sta ferma, faccio io” disse estraendo le chiavi e prendo la porta. Entrammo e lui mi appoggiò sul letto, sotto di lui.
“Mi spieghi perché finisce sempre con te che provi a…”
“Non sto provando a fare niente” mi disse innocente. Io mi misi a sedere mentre lui si toglieva la camicia.
“Tu metti a dura prova il mio autocontrollo, Luna. Ma finché tu non vorrai io non ti toccherò” mi disse sdraiandosi sul letto “Questo ovviamente non mi impedisce di baciarti così”
“Mi sembra ovvio” mormorai sarcastica dandogli la schiena per sfilarmi la giacca e la sciarpa.
“Secondo me possiamo togliere anche qualcos’altro” mi sussurrò cingendomi la vita e accarezzando la pelle scoperta della mia vita. Mi spostò i capelli su una spalla e mi tolse la camicetta.
“Questa cosa finirà male”
“Solo se vuoi che lo faccia” rispose lui baciandomi la schiena ormai nuda. “Mi piace questo completo” continuò tirandomi su la spallina che era scivolata.
“Tu vuoi che finisca male eh” gli chiesi voltandomi.
“Questo è un altro discorso” disse sdraiandosi. Io alzai gli occhi e mi sdraiai vicino a lui, accoccolandomi tra le sue braccia. Harry mi alzò il viso baciandomi la guancia “Sei adorabile in questo momento” disse facendomi arrossire.
“Seh” risposi nascondendo il viso nel cuscino.
“Domani usciamo di nuovo? Tanto abbiamo solo il meet & great domani mattina”
“Quando finisco con Lux, certo”
“Senti, ti va se vengono anche i ragazzi?”
“Certo che mi va Harry” gli dissi sorridendo. Non avevo visto molto i ragazzi negli ultimi giorni e sicuramente mi sarei divertita. Intanto lui mi aveva circondato i fianchi un braccio e potevo sentire il suo respiro caldo che mi solleticava il collo insieme al suo inconfondibile profumo che mi riempiva i polmoni.
“Sei stanca?” mi chiese sussurrando.
“Un po’” dissi trattenendo uno sbadiglio.
“Allora dormi piccola”
“Mhh” mugugnai girandomi verso di lui e appoggiandomi al suo petto. Le sue mani continuavano ad accarezzarmi la schiena. “Sai, di solito prima ci si conosce e dopo si sta nello stesso letto semi nudi” mormorai.
“Non mi piace essere costretto a seguire le tappe”
“E nessuna ti ha mai fatto storie?”
“Nessuna è mai rimasta abbastanza” disse con una strana sfumatura nella voce.
“Va tutto bene?” gli chiesi preoccupata.
“Non ricordo l’ultima volta che mi sono scelto la ragazza da solo”
“Ma non penso che quelle che ti sceglievano ti dispiacessero”
“Non ho detto questo, ma…sai beh è strana come cosa. Tutta la nostra vita è strana”
Annuii piano senza sapere cosa dire.
“Non voglio deprimerti con i miei pensieri piccola, dovresti dormire”
“Anche tu”
“Non fare la bambina, chiudi gli occhi o ti faccio stancare a modo mio”
“Oh, scusi mr. Styles se non le do ascolto” commentai sarcastica.
“Luna…” mi avvisò lui, senza però smettere di sorridere.
“Non puoi trattarmi così solo perché sono più piccola di te”
Lui inarcò il sopracciglio e con un movimento rapido mi mise su di lui. Si sedette ed io gli circondai i fianchi con le gambe.
“Te le cerchi, piccola” disse guardandomi.
“Può darsi”
“Provocarmi è così divertente?”
“Non immagini quanto” risposi sorridendo. Lui sorrise con me e riprese a baciarmi con più foga fi quando eravamo entrati in camera.
 
 
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Lo so, sono sparita per giorni e sono tornata con questo capitolo un po’ povero. E  so anche che vi avevo promesso più azione, non vi stavo prendendo in giro, ma ho pensato di stabilizzare un po’ la “relazione” tra Haz e Luna. In ogni caso volevo dirvi grazie, perché il primo capitolo è arrivato a più di 500 visite *-* grazie, grazie davvero.
In più volevo avvisarvi che sto pubblicando la fanfiction anche su wattpad e vi lascio il link qui sotto perché so che molte lo trovano più comodo.
Ora la smetto di rompere, perché se no il mio commento diventa più lungo del capitolo. Mi raccomando  se il capitolo vi è piaciuto recensite e se invece non vi è piaciuto fatemi sapere perché ed io cercherò di migliorarmi.
Un bacino a tutte, al prossimo capitolo <3
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Capitolo 16
*** Così vicino, così lontano ***


Così vicino, così lontano
15

 
“Siamo a Dubai, città piena di cose meravigliose da vedere e voi due scemi mi state portando da un tatuatore?”
“Esattamente baby”
Sbuffai. Avevo il terrore degli aghi e loro mi avevano detto che saremmo andati a giocare a bowling…
“Dai piccola non ti arrabbiare” mi disse Harry abbracciandomi. Misi su il mio miglior broncio facendolo sorridere.
“Ehm, ragazzi? Non sono qui per fare il terzo incomodo eh” borbottò Louis incrociando le braccia e soffiandosi via un ciuffo ribelle dalla fronte.
“Ma no Lou” esclamai mettendomi a ridere e arrossendo lievemente.
“Sei solo geloso Pumpkin” disse Hazza scompigliandogli di nuovo i capelli.
“Vuoi la guerra Styles?” rispose allora Louis passandogli il braccio dietro il collo e strofinando il pugno sulla terra come fanno i bambini tra loro per stuzzicarsi. Facevano ridere, soprattutto a causa della differenza di altezza.
“Ragazzi, ragazzi, ragazzi” dissi separandoli.
“Lou io ti prometto che saremo meno sdolcinati se tu mi giuri che dopo i tatuaggi andremo a giocare a bowling”
“Andata” acconsentì Tomlinson porgendomi la mano, che io strinsi sorridendo.
Harry intanto ci fissava sconvolto con la bocca spalancata “Scusate, ma ci sarei anche io…”
“Zitto Harry, ormai ho deciso”
“Ah si caro mio. Te la sei scelta proprio bene” sentenziò Lou entrando nello studio.
Fu il primo a farsi tatuare. Di preciso non ho idea di cosa si stesse imprimendo sulla pelle, ma conoscendolo ero sicura che fosse qualcosa di estremamente strano.
Io e Harry aspettammo in silenzio, tenendoci per mano. Ad un certo punto mi prese sulle sue ginocchia e iniziò a farmi il solletico.
“Dai Haz”
“Sh baby. Ora che Lou non ci vede…” sussurrò abbracciandomi.
Sentii qualcosa vibrare sotto di me e lui tirò fuori il telefono dalla tasca. Qualcosa di strano percorse i suoi stupendi occhi verdi. Lo mise via e mi sorrise, ma con un sorriso sforzato.
“Piccola mi fai un favore? Vai al bar qui fuori e prendi due caffè? Aiuta Lou a calmarsi”
“Certo”
Quando rientrai trovai Harry che si preparava a iniziare il tatuaggio parlottando con Lou. Appena mi videro smisero immediatamente di parlare.
“Cosa dicevate che non mi è permesso sentire?” chiesi porgendo le bevande bollenti ai due ragazzi.
“Niente di importante, vieni” disse Harry prendendomi per mano.
“Dove ti tatui?” chiesi sedendomi.
“Penso sul braccio, qui vedi?” mi indicò il punto “Tu non vuoi fartene uno? Te lo pago io”
“Non mi fanno impazzire gli aghi Haz” risposi abbassando lo sguardo.
“Ma ci sarei io a far sparire il dolore…” Fu interrotto dallo squillo del suo telefono. Rifiutò la chiamata lanciando uno sguardo a Lou , poi lo spense, rimettendolo in tasca.
Ci mise poco e quindici minuti dopo Louis stava pagando i tatuaggi ed Harry, acceso il telefono ignorò senza ritegno i messaggi che si accumulavano. Mi prese per mano ed uscimmo dallo studio.
“Sembri molto richiesto” dissi.
“Aspetteranno. Ora andiamo al bowling tesoro”
 


***


Il mio telefono vibrò lievemente, sommerso dai cuscini del letto dell’hotel.
Harry mi avvisava che non sarebbe potuto venire da me quella sera. Bloccai il telefono, delusa.
Eravamo andati a giocare a bowling, ma la situazione era peggiorata gradualmente con l’incessante squillare del cellulare. Alla fine, per esasperazione, si era allontanato per rispondere e la conversazione non doveva essere andata bene considerando la furia con cui mi aveva riaccompagnata in hotel. Non mi aveva nemmeno baciata…
Scacciai i pensieri alzandomi e mettendomi il cappotto. Avevo lasciato la borsa allo stadio e dovevo andare a riprendermela. Uscendo mi strinsi nel cappotto, faceva un freddo bestiale.
Continuavo a pensare a Harry, avevo paura di averlo messo nei guai. Ero così distratta che aprii la porta sbagliata, maledicendomi subito per la mia sbadataggine.
Poi però mi accorsi di dove ero capitata: lo studio, quello dove avevo visto le carte con i nomi dei ragazzi e di Zayn. Mi guardai intorno sperando che nessuno mi stesse osservando e iniziai a cercare sulla scrivania. Sentivo dei passi avvicinarsi ed afferrai quante più carte potessi e feci qualche foto. Mi precipitai fuori non appena ebbi finito, tirando un sospiro di sollievo. Recuperai la mia borsa e tornai di corsa in hotel. Senza neanche spogliarmi presi il telefono chiamando Giulia.
“Giu, non puoi nemmeno immaginare cosa ho…”
“Luna, mi dispiace”
“Ma cosa ti dispiace? Sono riuscita a tornare nello studio di qui ti parlavo e…”
“No aspetta un attimo, vuoi dirmi che non sai niente?”
“Niente di cosa?” chiesi stupita
“E ora come te lo dico…cerca Harry su internet. Io non posso parlare ora, ma se avrai bisogno di qualcosa…”
Cadde la linea. Senza badarci troppo feci come mi aveva detto la mia amica poco prima.
Trovai una foto, di Harry, su una moto davanti ad un ristorante di Dubai. Con una bellissima ragazza bionda che gli cingeva i fianchi.
 
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Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace di essere sparita di nuovo
Intanto buon natale e buon anno nuovo ( in ritardo e in anticipo )
In questo periodo sono stata completamente senza idee per questo capitolo che doveva smuovere
le acque.
Fatemi sapere se vi piace o se c’è qualcosa che non vi convince. Grazie per aver continuato a leggere
Al prossimo capitolo.
 
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