The Secret is Out..

di IsabellaLilithLeto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Speranza vana ***
Capitolo 2: *** "Intervista tagliente" ***
Capitolo 3: *** "Ritrovare il senno" ***



Capitolo 1
*** Speranza vana ***


"Speranza vana" 

Pov. Jared  

 

Era un giorno d’autunno quando accadde. 

Le foglie dai mille colori cadevano silenziosamente sui prati ricoperti di rugiada e i loro movimenti, rammentavano quelli di una ballerina di danza classica: lenti, sinuosi, leggiadri. 

L’aria tirava fresca e scompigliava i capelli scuri di quell’uomo, dai tratti così giovanili da passare per un semplice ragazzo di soli vent’anni. 

Si accomodò su di una panchina libera accanto al laghetto, e cominciò a farsi prendere dalla serenità che ospitava il suo corpo; la zona era completamente vuota, come sospettava. 

Ultimamente era molto difficile che restasse da solo, in silenzio coi suoi pensieri. 

Si passò una mano nella lunga chioma castana che gli ricadeva appena sulle spalle e abbandonò in dietro la testa chiudendo gli occhi e beandosi dell’aria fresca che gli accarezzava il viso. 

Erano passati diversi anni dall’ultima volta che aveva partecipato ad un film; da quel momento si era occupato unicamente della musica con la sua band e delle volte, aveva lasciato del tempo per il disegno e la lettura, eppure... 

Jared Leto attore di grande fama, musicista e regista, si sentiva una persona vuota, come se qualcosa avesse scavato dentro di lui una voragine ormai incolmabile. 

Conosceva bene la causa del suo male interiore, aveva un nome e un volto che appartenevano ad una persona a cui aveva affidato il cuore tra le mani, per poi ritrovarselo in mille pezzi sul pavimento sporco di un motel fuori città. 

Era andato via portandosi dietro tutto quello che Jared aveva sempre cercato, amore. 

Fuggito lasciando una scusa sulle coperte sgualcite, accanto ad una rosa bianca dai petali delicati simbolo di amore puro,amore vero. 

Ma quale amore puro poteva essere il loro?  

Non c’era mai stato futuro fra i due, e Jared lo sapeva bene, l’aveva sempre saputo ma aveva azzardato, si era gettato a capofitto in quel sentimento struggente e che gli provocava un immenso calore al petto: una sensazione diversa dalle altre, singolare. 

Ma a cosa era servito? Ora lui non c’era più e niente avrebbe mai preso il suo posto, nemmeno se ce l’avesse messa tutta a dimenticarlo: non era possibile. 

Abbozzò un sorriso malinconico nascosto dalla barba incolta sul muso: quel giorno doveva essere il loro anniversario, era per quello che si trovava lì. 

Uno dei luoghi preferiti di entrambi e nascosto al mondo, il posto dove si erano incontrati per diversi anni, ogni 30 Ottobre per tutta la durata della loro relazione clandestina.  

Perché lo era stata, entrambi erano persone famose e avrebbero attirato a loro critiche negative e scandali che proprio non potevano permettersi se solo si fossero svelati al mondo intero. 

Malgrado ciò a Jared non interessavano più molto, lui avrebbe voluto amarlo fino in fondo, a costo della sua carriera; aveva lottato per ottenere ogni cosa che ora possedeva nella sua vita, solo una gli era sfuggita dalle mani come sabbia. 

Sospirò molto lentamente e si alzò sgranchendosi le gambe, non si accorse nemmeno del lungo  tempo che aveva trascorso rimuginando troppo sul passato: non poteva farci niente, meditare sul trascorso era proprio da lui, purtroppo. Lo si poteva considerare dai testi delle sue canzoni, dagli sguardi vuoti e i sorrisi spenti. 

Riusciva ad essere sé stesso solamente in quel luogo per lui magico, e non perché fosse il ritrovo segreto di un amore passato, ma per il semplice fatto che era capace di esternare ciò che nascondeva dietro la maschera di cera di “Jared Leto”, dimenticandosi del Joseph che era stato un tempo. 

Joseph…quella parte piccola e insignificante di lui, tuttavia tanto grande e importante da custodire un pezzo fondamentale della sua vita, nelle sue membra. 

Un paradosso esistenziale che celava dentro il suo corpo da eterno ragazzo, nonostante l’età matura che trasportava dietro. 

E proprio con il nome di “Joseph” che era solito rivolgersi a lui..probabilmente si serviva del suo secondo nome, per ricordagli chi fosse dietro la fama. 

Non che quest’ultima avesse influito particolarmente sulla sua persona, quella era soltanto una scusa per poter nascondere bene ciò che davvero provava: se gli avessero dato della “diva”, come ormai tutti lo etichettavano,o dell’uomo simpatico e spensierato, allora nessuno si sarebbe soffermato a pensare come potesse veramente stare e quali fossero i suoi reali sentimenti. 

Solo una persona avrebbe potuto forse comprendere il suo status mentale ed emozionale, semplicemente guardandolo nei grandi occhi celesti. 

Chiuse le palpebre un breve istante che sembrò interminabile, poi li riaprì gettando lo sguardo sul suo orologio da polso di propria creazione: erano giunte ormai le sette del mattino, doveva ritornare a casa o Shannon gli avrebbe di nuovo fatto la ramanzina: secondo lui era stupido il fatto che volesse visitare il giardino ogni 30 di Ottobre ormai da anni, ma la verità è che suo fratello maggiore, non era in grado di immaginare cosa spingesse Jared a recarsi in quel giardino nascosto dagli alberi, poco lontano da Los Angeles. 

Non lo sapeva bene nemmeno lui. 

Vana speranza? Forse, ma ogni volta ne usciva deluso e tornava a casa con la coda tra le gambe e la malinconia addosso che si trasportava dietro per giorni, fino ad arrivare alla naturale consapevolezza, di essersi illuso da solo di qualcosa che il suo subconscio sapeva essere impossibile. 

Impossibile…quella parola per Jared era la scusa di un vigliacco che non aveva intenzione di misurarsi con il destino e le prove che ne conseguivano al fine di arrivare al raggiungimento dello scopo. 

Ebbe cognizione del fatto che anche quel giorno Shannon, si sarebbe arrabbiato con lui e avrebbero discusso per ore, se non per tutto il giorno a causa del suo comportamento infantile. 

Perché era in fondo infantile cercare di ritrovare un amore perduto nel tempo, no? 

Una persona matura avrebbe voltato pagina e affrontato la vita in modo diverso, afferrando ciò che di nuovo – nel campo dell’amore – aveva da offrirgli. 

Ma non aveva voluto, preferiva restare mediocre da quel punto di vista e gli andava bene così. 

Una nuova brezza leggera sfiorò la sua barba castana e, come trasportato dal vento, alzò lo sguardo all’aria, osservando le nuvole bianche all’apparenza così soffici e immacolate. 

Percepì un velo di tristezza in fondo al cuore, ma fu solo un breve istante che riuscì a cacciare indietro.  

Attese un altro paio di minuti e poi, come un automa, percorse il sentiero dalla quale era venuto per ritornare alla sua auto e dirigersi a casa. 

Shannon aveva ragione, era inutile continuare a sperare. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pov.Colin 

 

Quella mattina si era alzato dal letto con una sensazione strana, una nuova consapevolezza che non riusciva a comprendere. 

Si era voltato di fretta verso il calendario dove un cerchio marchiato di rosso aveva attirato la sua attenzione: segnava proprio il numero 30.  

Di corsa aveva afferrato i pantaloni della tuta e una canotta bianca, si era infilato le scarpe da tennis e, agguantando le chiavi dell’auto, era uscito per recarsi al giardino. 

Aveva sfiorato l’orario, ma non importava. 

Il cuore gli palpitava freneticamente nel petto, si sentiva agitato e non riusciva proprio a capire a cosa fosse legato quel sentimento..o forse sì. 

Era il 30 Ottobre, doveva essere il loro anniversario. 

Per fortuna le strade non erano molo trafficate, così riuscì ad arrivare dopo pochi minuti e parcheggiando l’auto sul sentiero esterno, si incamminò tra gli alberi per giungere al laghetto, il luogo stabilito degli incontri segreti. 

Arrivò col fiatone, aveva corso, ma ad aspettarlo non c’era nessuno, se non una panchina vuota e il sole sullo sfondo. 

Si piegò sulle ginocchia e spostò una ciocca di capelli caduta sulla fronte che gli solleticava il naso. 

Che cosa mai si aspettava? Sapeva non ci sarebbe stato nessuno. 

Jared non era come lui, era fermo e deciso sulle sue conclusioni, lo conosceva bene..o così credeva. 

Per diverso tempo si era comportato come uno sconosciuto, qualcuno che lui non riusciva più a comprendere, una persona diversa dal ragazzo che aveva incontrato la prima volta; i suoi atteggiamenti nei confronti del mondo erano cambiati, era diventato piuttosto narcisista, sempre impegnato col business e con la fama, dimenticandosi probabilmente di cosa valesse la pena lottare nella vita. 

Solo quella luce, non aveva mai visto spegnersi. 

Jared era sempre stato un inguaribile sognatore e portatore di speranza, al contrario di lui; per un periodo, Jay era persino riuscito a convincerlo che l’esistenza umana è sempre un’avventura che vale la pena affrontare.. 

Ma non era più stato così dopo il loro allontanamento. 

Colin aveva smesso di pensare al futuro, aveva cominciato a vivere alla giornata come aveva sempre fatto, senza però ricadere nella tentazione dell’alcolismo. 

Aveva ben inteso che gettarsi nel alcool non sarebbe servito a cambiare la sua vita, tanto meno a risolvere i suoi problemi. 

Anche in quello Jared gli era stato d’aiuto: l’aveva reso una persona migliore cercando di aiutarlo come più gli era possibile..ma fu proprio in quella situazione che Colin aveva commesso l’errore di allontanarlo definitivamente da lui, da quel giorno non fece altro che pensare come sarebbe stato se fossero rimasti insieme, l’uno l’ancora dell’altro. 

Mosse la testa in direzione del sole che lo accecò per alcuni istanti. 

Era un coglione con il brutto vizio di aspettarsi troppo dalle persone. 

Sorrise alla natura circostante e imprecò ancora ridendo, come un folle. 

Aveva corso fino a lì per niente quando il suo cuore aveva percepito qualcosa di diverso, si era illuso ma forse era proprio da lui. 

Tornò alla sua auto ripercorrendo l’erba fresca del mattino, stavolta camminò lentamente, chissà, forse dentro di lui albergava una flebile speranza che sarebbe potuto accadere qualcosa. 

Ad un tratto, sentì un rumore di foglie pochi distanti da lui che si mosse di scatto a guardare. 

Non era che un piccolo scoiattolo. 

“Sono ridicolo” pensò e scoppiò a ridere forte spaventando l’animale, che non ci mise molto a sparire. 

Arrivato all’auto, inserì le chiavi nella fessura sullo sportello. 

Jared non era venuto. Jared non sarebbe mai venuto, e lui ci aveva creduto troppo quel giorno. 

Era riuscito a cambiare vita, l’aveva fatto così rapidamente che gli aveva recato danno.. 

Si ricordava il modo in cui i loro sguardi si fossero incontrati la notte dei Golden Globe, il suo era addolcito e fiero del grande attore che aveva dinanzi, la persona importante che era diventata..ma quello di Jared… 

Non avrebbe mai dimenticato quegli occhi freddi e gelidi di chi ti guarda ma con disprezzo, di chi fa finta di non averti mai conosciuto. 

Malgrado ciò, Colin aveva continuato negli anni a venire, a tornare nel loro nascondiglio, magari per ricevere una spiegazione lontano da occhi indiscreti.. 

Ma una spiegazione da cosa? Era stato lui ad abbandonarlo in un sudicio motel, fuggendo dalle responsabilità, fuggendo da qualcosa che gli stava lentamente rivoluzionando la vita, scappando da qualcosa che sapeva non avrebbe potuto sostenere. 

Era stato male per quello, si sentiva ancora uno schifo di persona, qualcuno che non vale la pena perdonare.. però Jared era diverso, non gli era mai sembrato il tipo che portasse rancore, non fino a quel giorno. 

Di certo non poteva biasimare il suo comportamento nei suoi confronti, con il tempo però, pensava si sarebbe acquietato tornando il Jared che aveva amato.. 

Non era stato così, non aveva avuto più sue notizie se non quelle mediatiche, dai giornali ai social network.. 

“Sono stato un cazzone. Sono un cazzone, me lo merito.” 

Si appoggiò con la fronte sul ripiano freddo dell’autoveicolo: doveva pensare al presente…ai suoi figli, alla sua nuova vita, alla sua carriera. 

Il tempo per meditare su qualcosa accaduto anni prima era ormai giunto al termine, doveva smetterla di recarsi al lago anche solo per liberare la sua testa dallo stress, gli avrebbe continuato a far male ricordare il trascorso.  

Strinse la mano in un pugno e morse appena l’indice. 

“Basta Colin, è ora di andare avanti ” disse a sé stesso. 

Aveva deciso che quella sarebbe stata l’ultima volta che il cuore si sarebbe preso gioco di lui. 

Entrò in macchina e partì ritornando a casa. 

Poteva dire addio per sempre al passato lasciando indietro ogni cosa: i problemi con l’alcool, quelli con la carriera, quelli con l’amore…Jared.

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Capitolo 2
*** "Intervista tagliente" ***


Pov. Jared

 

«Ora arriva la domanda che tutti noi ci siamo posti dal principio, crede di essere pronto Signor. Leto?» il giornalista che gli sedeva davanti era stato molto cortese e gentile con lui ma sapeva che questa volta sarebbe entrato nel personale, approfondendo negli “oscuri” abissi della sua vita.

«Sono pronto, a meno credo. Dipende da quanto è intima la tua domanda» gli sorrise quasi come se volesse rassicurarlo.

Il ragazzo di fronte a lui ricambiò il sorriso e poi prese un bel respiro per sganciare la bomba: «Perché ha scelto una donna giovane e soprattutto.. “normale” come lei? Insomma, si sa che quando si è in un ambiente importante, ci si circonda di gente altrettanto “famosa”. Cos’ha trovato in ella che altri non possedevano?»

Jared si era posto molte volte quella domanda, anche prima che decidesse di sposarla, cosa l’aveva spinto ad amarla così tanto da preferirla sopra ogni altra cosa?

Poteva finalmente trovare una risposta di getto, ora che era davanti ad un interrogatorio.

«La normalità è qualcosa che non mi ha mai abbandonato: fin dai miei primi anni di carriera, ho saputo trattenere e fondere l’essere normale, con l’essere famoso e osando a dire “importante”.

Non ho mai smesso di seguire gli insegnamenti di mia madre, colei che nella più assoluta consuetudine ha condotto me e mio fratello dove siamo ora, a Los Angeles, il posto dove tutto è cominciato. Penso che se non avessi trattenuto questa regolare attitudine in me, non avrei gestito poi l’essere un celebre artista, sicuramente sarei stato sopraffatto. Ho scelto lei, perché in quella donna.. ho rivisto me stesso, proprio quando stavo per perdermi; è stata in grado di riportarmi in superficie, di sostenermi sempre ma anche di rimproverarmi quando era necessario. Lei è stata la mia parte razionale, quella che mi ha permesso di rigare dritto ed essere qui ora. Cos’aveva che gli altri non possedevano? Beh è facile, i miei occhi. Insomma, li ha visti? Sono bellissimi! Alcuni addirittura credono che io indossi le lenti a contatto. Vuoi vedere? Avvicinati e assicurati che non sia così!» Jared scoppiò a ridere mentre avvicina il viso al giornalista per mostrargli chiaramente i suoi grandi occhi azzurri.

Anche l’ articolista venne contagiato dalla sua risata e si accertò che Jared avesse detto la verità riguardo le sue pupille color cielo.

L’aria ritornò a farsi pesante e anche i due uomini tornano alle loro postazioni.

«Seriamente parlando, ora rispondo alla tua domanda..Cosa aveva rispetto alle altre donne che ho conosciuto… facile, lei era Jared Leto. Mi sembrava di stare con me, con l’unica differenza che lei era decisamente più matura e in grado di decidere la cosa giusta da fare, che aveva due seni prosperosi e portava le gonne. No aspetta, anche io indosso e ho indossato le gonne!» di nuovo scoppiarono a ridere entrambi, Jared cercò di alleggerire la tensione.

Il giornalista ricominciò a fargli domande:«Quindi, dici che lei era praticamente te e che per questo, avevate sintonia.. Ma cosa vi ha spinti allora a separarvi?».

Jared rimase in silenzio per alcuni secondi pensando ad una risposta appropriata e soprattutto che non fosse tanto lontana dalla verità, perché in fondo solo lui conosceva il motivo reale della loro rottura e lei non aveva fatto nulla perché questo potesse trapelare dalle loro mura domestiche.

Di questo lui ne era riconoscente.

Si apprestò a parlare:«Siamo entrambi certi che la causa del nostro divorzio sia proprio stata causata dal fatto che eravamo troppo simili. Questo ha portato a vantaggi e svantaggi, questi ultimi hanno oppresso il nostro rapporto fin ad un punto di non ritorno, ne abbiamo parlato con calma e abbiamo deciso di divorziare per il bene dei nostri figli».

Aveva detto una parziale verità riguardo la rottura del loro matrimonio omettendo il capitolo “amori passati”, perché era proprio a causa di quelli che avevano deciso di troncare il tutto.

Sua moglie non era più riuscita a controllare gli sbalzi d’umore di Jared e nemmeno il continuo flusso di pensieri che lo portavano a lui, Colin; il tempo non è mai abbastanza per dimenticare un amore passato..

Lo era no? Un vecchio amore accantonato nel cassetto dei ricordi o in quello dei sogni infranti, perché sì, per quanto riguardava Jared, Colin era stato uno dei suoi sogni, l’amore della sua vita..trovato, e poi perso.

«Ma sappiamo che avete trovato un punto di incontro» intervenne il giornalista destando Jared dai suoi pensieri.

«Esattamente,» si affrettò a rispondere, « i nostri figli, sono il punto essenziale di incontro. Siamo rimasti molto amici, non portiamo rancori l’uno per l’altra. Ci troviamo ancora molto bene insieme e questo non può che farmi piacere».

«Secondo alcuni, avete ancora molti atteggiamenti.. intimi».

Jared rimase in silenzio, poi scoppiò a ridere: «Intimi non è la parola giusta. Le persone sono in grado di dire molte cattiverie contro la gente e di insinuare l’inverosimile. Tra me e lei ribadisco un rapporto di solida amicizia, niente di più» restò fermo e deciso.

Il giornalista voltò pagina sul suo quaderno degli appunti dove erano state trascritte tutte le domande che ha aveva posto durante quell’intervista.

Ne lesse un paio, poi alzò lo sguardo su Jared: i suoi occhi scuri si fissarono in quelli dell’artista che senza destare nell’occhio, ebbe un sussulto interiore.

Sapeva bene cosa stava per chiedergli, e non voleva dover mentire anche stavolta, ma doveva farlo per lui, gliel’aveva promesso molti anni addietro.

«Ci siamo sempre domandati anche, la verità sul rapporto con il suo collega, Colin Farrell. È pronto a smentire ancora, a distanza di anni, che non è vero il fatto che abbiate intrapreso una relazione segreta fuori dal set?».

Il respiro è fermo, la mente disconnessa, il cuore accelerato.

Sarà di nuovo pronto a mentire per salvare entrambi…?

Aveva mantenuto il segreto fino a quel momento, giurando che non avrebbe mai rovinato la sua vita, né quella di Colin; gli avrebbero fatto mille domande, avrebbe messo a rischio la sua carriera…e i suoi figli poi? Tutti li avrebbero additati come coloro che possedevano un padre gay, che probabilmente erano anche nati per sbaglio da una finta relazione con la loro madre, e il che non era per niente vero: Jared l’aveva amata e ancora l’amava, era stata lei a capire però di essere l’eterna seconda nel suo cuore e aveva fatto sì che anche lui potesse finalmente capirlo.

Stava tardando troppo nel rispondere, così si decise a fare quello che probabilmente sapeva fare meglio, recitare.

«Ci siamo amati, ma di un amore diverso. Lui è stato per me come un secondo fratello. Non nascondo il fatto che ci siamo visti molte volte fuori e dopo le riprese;l’ho aiutato ad uscire dall’alcolismo e lui ha aiutato me con delle questioni personali. Siamo molto amici, lo ripeto. Nulla di più».

Si grattò la testa con un gesto veloce e nervoso.

Proprio un amore “fraterno” il loro..non aveva saputo trovare scusa migliore, ma era stato bravo: sapeva ci sarebbero state persone che comunque non l’avrebbero creduto, alcune fan della loro relazione, altre soltanto cattive, pronte a recare danno, ma altri ancora se la sarebbero bevuta.

Riconobbe in quel momento, che avesse fatto la cosa giusta, per aver “salvato” la vita serena di tutti.

L’intervista durò per un’altra serie di minuti in cui si susseguirono le solite domande a cui Jared ormai era abituato a rispondere con molta semplicità e naturalezza.

Quando finalmente tutto si concluse, si sentì più libero e pronto a tornare a casa.

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Capitolo 3
*** "Ritrovare il senno" ***


«Papà!» Jared Jr. corse verso di lui rischiando di inciampare, e Jared lo afferrò per le ascelle facendolo volteggiare sopra la sua testa. 

«Come sta’ il mio ometto?» chiese rimettendolo giù e scompigliandogli i capelli. 

Aveva deciso di chiamarlo come lui per una sorta di “eredità effettiva”, secondo lui la dinastia dei “Jared Leto” non sarebbe mai giunta al termine, e avrebbe impartito questa lezione anche al suo bambino una volta adulto. 
Manie di grandezza? Molto probabile, Jared spesso ne era affetto. 

Il bambino corrugo le sopracciglia, odiava che gli venissero scomposti i capelli esattamente come a suo padre; incrociò le braccia al petto indispettito, ma quando suo padre gli mostrò il regalino che gli aveva acquistato, non poté fare a meno di allargarsi in un enorme sorriso. 

«Grazie papà!» urlò felice il piccolo Jay e corse subito a dirlo a sua madre trascinandola in salotto dove si trovava il suo papà ormai seduto su di una poltrona. 

Appena Jared vide Lilyan le sorrise, ma il suo era un riso del tutto stanco, sfiancato e lei se ne accorse subito; baciò la fronte di suo figlio e gli disse di andare a giocare in camera così che potesse restare un po’ da sola a parlare con il padre. 

Quando finalmente restarono soli, lei gli si sedette sulle gambe e gli accarezzò la testa, lisciandone i capelli bruni. 

«Che cos’hai?» gli chiese sottovoce per paura di turbarlo, in un certo senso. 

Jared abbandonò la testa contro la sua spalla e sospirò pesantemente: «Va tutto bene..». 

Tre semplici parole non bastarono a calmare Lilyan, sapeva bene che il suo ex marito le stava mentendo e quindi ritornò alla carica. 

«Dimmi la verità, sai bene che io posso capirti». 

Jared meditò su ancora un po’ se risponderle oppure mentirle anche se sapeva che sicuramente non gli avrebbe creduto, Lilyan lo conosceva troppo bene, la sua recitazione era inutile e fuori luogo tra loro. 

Le cinse la vita con un braccio e la strinse di più come se avesse il bisogno di annullare la distanza fra di loro, deglutì e poi emise un mormorio che Lily riuscì a malapena a percepire: «Sono stanco». 

Lei sapeva bene a cosa si riferisse quel “sono stanco”, e non poteva dargli torto: effettivamente non aveva mai pensato così assiduamente a Colin come nell’ultimo paio di anni. 

Probabilmente perché avevano smesso totalmente di sentirsi o anche solo vedersi per sbaglio, in giro per strada, non si erano più inviati sms nascosti dai numeri telefonici delle cabine e nemmeno una cartolina per gli auguri ad ogni festività.. 

Avevano deciso di isolarsi l’uno dall’altro, come se fossero stati due completi estranei o soltanto vecchi colleghi di lavoro. 

Compagnia passeggera, certo. Questo è quello che entrambi avevano montato su per sviare i pettegolezzi che comunque avevano continuato ad issarsi sempre di più, soprattutto dopo la nascita di Jared Jr. , il suo secondo nome è lo stesso di Colin e Jared aveva decisamente osato a chiamarlo in quel modo sperando che la gente non se ne accorgesse. 

Ma era inevitabile: tutti o almeno gran parte delle persone, sapevano per certo che c’era stato qualcosa di più fra di loro e chi denigrava la cosa, in realtà lo faceva solamente per occultare la verità e non voler “tollerare” in qualche modo la cosa.  

Jared era solo stanco di tenerlo nascosto e dover mentire ripetutamente per il benessere familiare e lavorativo, Lily conosceva bene però l’oblio interiore e il senso di vuoto che avevano accompagnato l’uomo che stava ora abbracciando, per tutti questi anni, e anche lei era stanca. 

Stanca di vederli fuggire dal loro rapporto, stanca di veder soffrire l’amore della sua vita, perché lei ancora amava Jared come il primo giorno che aveva visto una sua foto su di una rivista Rock per adolescenti, amava ancora quell’ uomo eterno ragazzo che insieme alla sua band, aveva accompagnato la sua vita deliziandola con le note della loro musica e la voce prorompente di chi sta gridando cos’ha dentro. 

Ma aveva deciso di lasciarlo andare perché ebbe troppo presto forse, cognizione del fatto che Jared non avrebbe mai amato nessuno –se non i suoi figli, Shannon e sua madre che comunque avevano un rapporto affettivo differente- , come amava Colin. 

Le montò su la rabbia e si scostò da lui frettolosamente, Jared pensò di finire rovinosamente sul pavimento ma riuscì a trovare in tempo l’equilibrio; alzò lo sguardo verso di lei innervosito ma non appena la vide, il cuore sembrò riportare l’ennesima spaccatura: stava piangendo. 

«Lilyan..» cercò di dire ma la donna lo zittì quasi subito. 

«Ora mi ascolti una volta per tutte. Sono io ad essere stanca!Sono stufa di vederti in questo modo, di guardare come ti piangi addosso e di lamentarti con me se stai male. Siete due teste di cazzo, lasciatelo dire! Non ho mai visto due uomini comportarsi da cretini come lo fate voi; dici tanto di essere maturo ora, diverso, allora alza il culo da quella poltrona e dimostrami che sei cambiato! Metti da parte quell’orgoglio una buona volta e datti una mossa, vai a riprenderti il tuo uomo! Infischiatene di cosa possa pensare la gente sul vostro conto, continueranno a parlare male di entrambi anche se resterete separati!Svegliati!» stava letteralmente gridando e sperava che i suoi bambini non si spaventassero. 

Jared rimase a bocca aperta, annaspava in cerca di aria senza sapere –per la prima volta- cosa dire; Lily rilassò le spalle e si asciugò le lacrime con il dorso della mano che continuavano a sgorgarle copiose. 

«Non posso farlo. È troppo tardi. I miei bambini poi.. si riverserebbe tutto su di loro..» cercò di trovare un motivo valido, ma sapeva fosse una scusa perché in realtà aveva paura. 

Una fottuta e tremenda paura. 

I suoi occhi saettarono ancora una volta in quelli castani della ragazza che non accingeva a smettere di piangere, a causa sua.  

Era uno stupido, lo riconosceva e si sentiva tremendamente in colpa. 

Lilyan tirò su col naso e riprese a parlare: «Non è mai troppo tardi.. I nostri figli cresceranno comunque bene in futuro, e avranno in ogni modo i loro problemi con il mondo, tutti noi li abbiamo. Ricordi cosa mi sono tatuata sul petto, dalla parte del cuore?» si scoprì la clavicola mostrando il tatuaggio che avevano fatto insieme. 

Si ergeva la scritta: “Provehito in Altum”, celebre motto legato alla sua band del cuore; il giorno in cui insieme andarono a far tatuare la scritta a Lily, lei si sentiva elettrizzata e anche Jared era entusiasta per la sua scelta nonostante avesse ribadito milioni di volte che gli “Echelon” sono una famiglia e quindi era una sorta di incesto essersi sposato proprio con lei. 

Ma aveva trovato qualcosa di speciale ed unico che alla fine l’aveva convinto, quel tatuaggio era esattamente come il suo soltanto tatuato dalla parte opposta per un ulteriore significato. 

Jared osservò il tatuaggio, e corrugò appena la fronte. 

«Sai meglio di me cosa significa. Tu stai precipitando in un pozzo dove non posso più raggiungerti. “In defense of our dream”, lo ripetevi e ripeti di continuo. Appunto per questo, difendi il tuo sogno Jared, quello di poter finalmente vivere una vita felice circondatoti delle persone che ami, tutte. Dimentica per un secondo le conseguenze, quelle possono attendere e possiamo superarle, insieme, ancora una volta..»  

Abbassò per un secondo la testa e coprì la spalla scoperta.  

«Ti ho lasciato per vederti felice con lui, e non permetterò che il mio sacrificio sia stato vano. Ora va’ da Colin, chiamalo, mandagli un sms non lo so, ma riprenditi l’amore che meriti.. solo così troverai la pace e la serenità che tanto cerchi..» con queste ultime parole la voce si affievolì e persero definitivamente il contatto visivo dal momento che Lilyan, si coprì il volto con le mani per calmarsi una volta per tutte. 

Tutte quelle parole risuonavano nella mente di Jared come un eco lontano e continuo: lei aveva assolutamente ragione. 

Ormai aveva quasi cinquant’anni anche se ne dimostrava apparentemente appena trenta, c’era ancora tempo per mettere le cose apposto e cercare di avere una vita come tanto aveva sognato, con Colin al suo fianco. 

Non voleva più pensare, non aveva più intenzione di rimuginare troppo sulla decisione che ora era nata in lui con la stessa velocità in cui si era ripromesso di chiudere definitivamente i rapporti e prendere le distanze. 

Aveva un disperato bisogno del suo supporto, del suo amore, per potersi finalmente dire felice e irrimediabilmente completo; questo valeva a dire che il tempo di pausa era durato fin troppo ed era ora di mettersi sotto per riconquistare il suo Irlandese. 

Si alzò con uno scatto dalla poltrona avvicinandosi a Lilyan; l’afferrò per le spalle tirandola su e scostandole le mani dal viso, le diede un profondo bacio che proveniva dal cuore. 

Le doveva molto, se lo ripeteva di continuo. 

Era dispiaciuto dal fatto che non potesse ricambiare totalmente il suo affetto come lei aveva fatto con lui, ma aveva appreso anche, che un modo per renderla felice era che lui stesso, lo fosse. 

Si completavano in un modo che gli altri non potevano comprendere: era un pezzo importante per la vita di Jared, e non solo dal momento che era la madre dei suoi bellissimi figli ma perché.. semplicemente era Lilyan. 

L’unica persona al mondo, che riusciva a farlo rinsavire anche più di Shannon. 

«Sono ogni giorno fiero di averti sposata. Ti ringrazio per tutto quello che fai per me. Guarda che non lo dico a tutti, e non ti ci abituare, capito ragazzina?» Jared tentò di farla sorridere, e ci riuscì. 

Rise così forte che lui ebbe paura stesse impazzendo. 

«”Ragazzina”, a volte dimentico che potresti essere mio padre» disse lei dandogli un pugno leggero sulla spalla. 

Lui si mostrò offeso e cominciò a darle dei pizzicotti sulle braccia e sui fianchi:« È un colpo davvero basso signorina!» . 

Risero così tanto pizzicandosi a vicenda che si fermarono solo quando Jared Jr. fece il suo ingresso in salotto tenendo la piccola Constance per mano. 

Jared afferrò entrambi i bambini in braccio e baciò le loro teste. 

«Come mai sei felice papà?» gli domandò suo figlio mentre la piccola tentava di ripetere la stessa domanda in un linguaggio infantile, ottenendo così scarsi risultati. 

«Perché questo è il giorno in cui vostro padre ha finalmente ritrovato il senno!» scherzò ridendosela con Lily. 

Il bambino gli chiese che cosa fosse il “senno” ma Jared era troppo impegnato a coccolarli e a godersi il momento per rispondergli. 

Si sentiva ancora una volta, pronto a realizzare un altro dei suoi sogni, uno decisamente pericoloso, a tratti scomodo ma l’unico forse, in grado di donargli finalmente quello che aveva tanto bramato e perseguito per lungo tempo, un sogno che di notte si trasformava in un incubo, una visione onirica chiamata Colin. 

 

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