007 HIGH SCHOOL

di GiuliaCasey_24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** << ti ricordo che siamo delle spie e non possiamo permetterci i ***
Capitolo 2: *** << ragazzi, si va tutti a Parigi! >> ***
Capitolo 3: *** < sicura di farcela? > ***
Capitolo 4: *** insieme ce la faremo ***



Capitolo 1
*** << ti ricordo che siamo delle spie e non possiamo permetterci i ***


~La mattina inizia con il fastidiosissimo suono della sveglia. Apro gli occhi e la prendo " sono ancora le sette... posso stare un'altra mezz'oretta" la spengo e mi rimetto a dormire. Quando circa due minuti dopo la sveglia riprende a suonare, in preda ad una furia incommensurabile la lancio contro la parete di fronte al letto. Mi alzo svogliatamente e prendo i  vestiti dalla sedia. Mi avvio verso il bagno e apro l'acqua. Dopo una lunghissima e rigenerante doccia esco e vado a fare colazione, che mi è stata gentilmente preparata da mia madre. Intanto si sono fatte le otto ed io, come al solito in ritardo, prendo le chiavi del motorino e corro a scuola. Sono una ragazza del quarto anno del liceo classico; mediamente alta e magra, atletica, mora ed occhi marrone scuro. Appena arrivo a destinazione, lego il motorino nel suo solito posto e corro verso la mia classe. Entrando saluto tutti e poi, con grande gioia, mi rendo conto che la prof non è ancora arrivata, così come la mia "eterna" compagna di banco. Prendo i soldi dalla borsa e vado alla macchinetta per prendermi un caffè. I miei migliori amici, Federico e John, sbucano all'improvviso da dietro la macchinetta cercando, invano, di spaventarmi. Io, senza staccare gli occhi da quella, infilo i 0,35 cent. e premo il tasto con su scritto cappuccino. << che cos'hai? >> mi chiede Federico. John e Federico sono i miei migliori amici da sempre; John è un ragazzo molto alto e incredibilmente muscoloso, capelli neri ed occhi scuri come la notte; fa il quarto anno di classico anche lui, però in una sezione diversa dalla mia. Federico invece è un ragazzo alto, troppo magro, biondissimo, occhi azzurri e pelle di un bianco latte; lui frequenta il quinto anno di classico. Federico continua a fissarmi in attesa di risposta, ma sono troppo concentrata a vedere il caffe scorrere troppo lentamente in quello che sarebbe stato poi il mio bicchierino. John interviene << è lunedì mattina. Lei odia il lunedì mattina>>  sorride. Federico sbuffa ed alza gli occhi << ti ricordo che siamo delle  spie e non possiamo permetterci i "giorni no". Pensa se ci capitasse una missione di...>> lo interrompo << oh ma andiamo... ci sono già capitate almeno un paio di missioni di lunedì ed io ho svolto il mio lavoro in modo impeccabile. Almeno quando siamo persone normali posso non godermi il lunedì mattina ed essere un po' incazzata?!?>> . Lui rimane senza parole e alzo un sopracciglio con aria di sfida << ecco>> faccio come per far capire quanto ho ragione. Finalmente sento il bip della macchinetta che mi fa capire che il mio meraviglioso caffè, per quanto possa esserlo un caffè della macchinetta, è pronto. << ok... Non posso darti torto >> sussurra Federico combattutto. John ride di sottecchi ed io gli faccio l'occhiolino << lo so... Io ho sempre ragione >> faccio  baciandogli la guancia. Mi chino, prendo il caffè e sorrido << dai ragazzi io vado > mi sto per girare quando John inizia a parlare << e a me? niente bacio?>> fa lui con tono malizioso. Alzo gli occhi e gli avvicino le labbra all'orecchio << no >> sussurro, mi giro entrando in classe e lasciando John di ghiaccio. Stavolta è Federico che ride sotto i baffi << te l'ha fatta >>  termina avviandosi verso la sua classe. Appena entro nella mia aula, urlo << la prof è a trentacinque secondi dalla nostra classe>>. Detto questo mi avvio lentamente verso il mio banco tenendo il mio caffè tra le mani. Con grande piacere vedo che la mia "eterna" compagna di banco è già seduta. Lei si chiama Francesca e la chiamo eterna perchè siamo compagne di banco sin dall'ultimo anno della materna. << ehi >> la saluto << basta io non ce la faccio più... odio la scuola >> mi dice la mia compagna di banco << oh si è tutto apposto, grazie>> ironizzo facendole notare che non mi ha neanche salutata << oh si è tutto apposto, grazie >> mi fa l'eco Francesca. Trentacinque secondi dopo la prof entra, sbattendosi la porta alle spalle << buongiorno ragazzi >>. Mi siedo e faccio << e dai scherzavo... >> tiro fuori i libri dallo zaino << comunque dai stringiamo i denti. Mancano solo poco più di un paio di mesi alla fine di questo inferno >> finisco continuando a sorridere alla prof che mi guarda con aria interrogativa. Dopo aver fatto l'appello, la prof comincia ad interrogare e, grazie alla mia fortuna sfacciata, ovviamente vengo interrogata. Alla fine riesco a prendere un otto meno.  Passata la prima ora, la seconda e la terza passano velocemente e finalmente suona la campanella.

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Capitolo 2
*** << ragazzi, si va tutti a Parigi! >> ***


Io e Franka ci incamminiamo verso il punto di incontro con i ragazzi: la palestra. Appena arriviamo vediamo john che, in canottiera, cerca invano di aprire la sua merendina. Neanche il tempo di salutarlo che Federico spunta da dietro l'angolo << si signore >> dice. Sta parlando al telefono << si certo ma... io ho gli esami. Non posso saltare una settimana di scuola >> si ferma << ok mi sembra ragionevole. Quando dovremmo partire? >> mi guarda << non sarà un problema... Ci penserò io stesso a controllare che tutto fili >> annuisce << alle tre nel suo ufficio. Non ci sono problemi. A dopo >> attacca e ci guarda << che succede? >> chiede john << ragazzi, si va tutti a Parigi! Con le nostre classi ovviamente >> Francesca rimane estasiata << davvero? Oh mio dio che bello. Parigi! La città dell'amore! >> alzo gli occhi << si ma anche dell'arte... >> Federico non mi fa finire la frase << si parte lunedì prossimo >> il mio sorriso si spegne << oh ma andiamo! Perché tutte le missioni più belle iniziano in un giorno così terribile come il lunedì?! >> john ride con gusto << chi di spada ferisce... >> fa lasciando il detto a metà. Cominciamo a parlare e ci lasciamo trasportare dal momento finché il suono straziante della campanella non ci interrompe. << dobbiamo andare... Ci vediamo fuori scuola alla panchina >> li saluto io prendendo Franka per la coda e trascinandola via << ahi! Ahi! Smettila! >> urla << stavi di nuovo fissando Federico... Ti mancava solo la bava alla bocca e poi eri tale e quale a quelle ragazze del primo che gli vanno dietro >> le dico io alzando gli occhi << ho capito ma... Hai visto quanto è bello? Cavolo perché deve essere ogni giorno più simile ad un dio greco? >> si lamenta lei << io non la vedo tutta questa bellezza... Comunque andiamo. La prof di latino ci aspetta >> termino scuotendo la testa. Arrivate in classe ci mettiamo sedute e ci sistemiamo. Le ultime tre ore passano velocemente anche perché due di queste saranno di buco. Quando usciamo io e Franka ci dirigiamo verso le panchine e dopo circa dieci minuti arrivano i ragazzi con la pizza. Federico da a Francesca la sua e john a me la mia. << grazie >> gli dico facendogli l'occhiolino.  Finiamo la pizza e poi arriva la mamma di Franka << ci vediamo alle sei a casa mia >> le urla Federico mentre sale in macchina. Lei annuisce e poi va via. Rimaniamo in silenzio << ragazzi sono le tre meno cinque... Andiamo da Filippo (= preside\ capo servizi segreti)? >> chiedo. Loro annuiscono e ci avviamo verso scuola.

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Capitolo 3
*** < sicura di farcela? > ***


Busso alla porta della presidenza. Quante volte ho solcato questo maledettissimo varco per le punizioni. Sono brava a scuola ma spesso vengo coinvolta nelle risse. < buon pomeriggio ragazzi > . Il preside ci fa sedere e comincia ad introdurci la missione finché non nomina una persona che non avrei mai più voluto sentire.  < Frederick Fray? Francesco ti rendi conto che io ho ucciso sua moglie? > 
Era il 25 agosto dell'anno scorso. Il giorno dopo il mio compleanno. Mi era stato proposto di entrare nei servizi segreti e per passare il test dovevo uccidere una donna. Era la signora Fray. Giovanna Fray. Non avevo paura e l'ho strangolata senza pietà. Lui era li e mi ha vista; non so perché non mi abbia ucciso. Aveva un'arma in mano e me l'ha puntata alla tempia. Siamo rimasti così per circa dieci minuti. Vedevo la rabbia passare nei suoi occhi eppure dopo avermi fissato a lungo ha abbassato l'arma e si è buttato sul corpo della moglie. Io sono andata via. Ad ottobre dello stesso anno l'ho rincontrato durante una missione e non sono riuscita a catturarlo. Stava cercando di far esplodere una delle nostre basi a Milano. Trovai un biglietto sopra la bomba "se sopravviverai qui, io ti ucciderò. Lentamente ed in modo doloroso. Non dimentico ne perdono..." Dopo averla disinnescata portai il biglietto al capo che mi disse di non preoccuparmi. < credo che sia una missione suicida per lei > concorda john. < sarete tutti insieme. Vediamo come se la cava la squadra in una situazione come questa. Non siete obbligati. Se accettate bene se non accettate nonostante il vostro precedente lavoro in missione retrocederete... > non li lascio finire < io ci sto. Accetto; non ho paura di Fray >. John e Fede si guardano e concordano con me. Il preside sorride e ci congeda. Usciti dal suo ufficio prendo il motorino e dico ai ragazzi di vederci a casa di Fede. Arrivati li rimaniamo in silenzio per un periodo che mi sembra infinito < ragazzi io sono pronta per affrontarlo ma ho bisogno che voi mi appoggiate. Non temete per me; so badare a me stessa, ma ho bisogno di sapere che siete dalla mia parte > Federico abbassa lo sguardo < sicura di farcela? > mi chiede john < mai stata più sicura > sorrido cercando di rassicurarli e ci uniamo in un abbraccio. Appena riesco a convincere anche Federico scendiamo nella sua palestra e cominciamo ad allenarci. Dopo molto tempo arriva Franka e le spieghiamo la situazione. Finito l'allenamento andiamo tutti al ristorante sotto casa mia. Appena si fanno le dieci e mezzo Franka e John vanno via. < vuoi venire su? > lui annuisce. < torno subito. Vado a mettermi il pigiama e mi faccio una camomilla. La vuoi? > sorride tristemente ed io vado a fare tutto. Quando torno sul divano lui ha gli occhi chiusi. Rimango a guardarlo con le camomille in mano. < hai paura? > mi chiede tenendo gli occhi chiusi e porgendomi la mano per prendere la camomilla. < no. So di poterlo battere ad occhi chiusi. Ho un autocontrollo e una resistenza al dolore non indifferenti. Vinceremo noi > sono sicura di quel che dico. Apre gli occhi e mi fissa... Effettivamente è un bel ragazzo ma io lo vedo come un fratello e nient'altro < ci saranno le nostra classi... Franka... Tommaso > l'ultimo nome mi trafigge il cuore come una lancia. Tommaso è il ragazzo di cui sono perdutamente innamorata da quando lo conosco. È molto alto, magrissimo, occhi e capelli neri come la notte, pelle bianca, barbetta adorabile ed un po' peloso e butterato. Ma io impazzisco per lui. Ha un difetto: Federica, la sua attuale ragazza. < non saranno un problema... > non riesco a terminare la frase < si invece. Tu lo ami e non puoi neanche sopportare l'idea che lui o chiunque altro ci vada di mezzo per una missione > abbasso lo sguardo e penso a quanto ha ragione. < sicura di voler andare in missione? > . Lui mi cinge le spalle con il suo braccio e ci addormentiamo così sul divano.

Spazio autrice: 
Salve! Per chiunque segua la storia, grazie mille. È il mio primo racconto quindi accetto critiche negative o positive che siano ma vi prego di essere clementi. Recensite e fatemi capire cosa ne pensate... Grazie e un bacione. 

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Capitolo 4
*** insieme ce la faremo ***


Al risveglio sono ancora tra le braccia di Fede... È un amore questo ragazzo. Mia madre ci vede bene insieme ma come ho già detto io lo vedo come il fratello che non ho mai avuto. Mi alzo di soppiatto senza svegliarlo e mi faccio una doccia veloce. Esco in accappatoio e lo sveglio "Fede?! Su che dobbiamo andare a scuola..." Apre gli occhi "okay sono sveglio" scuoto la testa "va al bagno... Ci sono tutti i tuoi asciugamani e in camera mia hai i vestiti..." Io mi avvio all'armadio e prendo la maglia blu notte con scollatura a V e i jeans blu con la bandiera inglese sulla chiappa destra. Mi vesto velocemente e vado a preparare la colazione. C'è un biglietto di mamma "sono a lavoro. I biscotti in forno e il latte in dispensa. Ti voglio bene e ci sentiamo dopo ;)" sorrido e mi avvio in dispensa. Tirò fuori il latte e prendo i biscotti "Fede!!!! La colazione!!!" Viene in cucina con i jeans calati e la zip aperta e i capelli in disordine. Alzo gli occhi ridacchiando "sistemati..." Metto il latte nelle tazze e le infilo nel microonde. Poi mangiamo "io odio la scuola" farfuglia lui "chi non lo fa?" Finiamo la colazione e mettiamo le tazze in lavastoviglie. Corriamo a scuola e le sei ore passano in un batter d'occhio. Ci ritroviamo io, John, Fede e Franka a casa mia alle 16.00 per prepararci per la missione. Ci lasciamo trasportare dalle chiacchiere finché John non si alza "dai su. Alleniamoci... Non sarà facile". Io e Franka tiriamo pugni al sacco mentre John e Fede fanno un mini-combattimento tra loro. Quando terminiamo "ragazzi io so che sarà difficile ma... Insieme possiamo farcela. Ognuno pensi a tutti e che nessuno venga lasciato indietro". Ci stringiamo in un abbraccio. Sarà durissima, ma ce la faremo.

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